Tripodi, De Paola, Tavella . Allassessore regionale alla Sanità. Per sapere -
premesso che:
la direzione
sanitaria aziendale dellAsl numero 6 di Lamezia Terme ha disposto il trasferimento
del servizio trasfusionale attualmente ubicato presso il presidio ospedaliero di Via
Sant'Antonio nei locali del nuovo ospedale di contrada Ferrantazzo lasciando nei vecchi
locali una emoteca fornita di sangue per le urgenze sotto la responsabilità del Pronto
soccorso del presidio;
da una nota del 29
gennaio 1998 firmata dal direttore sanitario aziendale, dal direttore sanitario
dellospedale e dal direttore amministrativo appare che tale decisione sia stata
adottata concordemente con il dottor Sofi Sebastiano, responsabile del servizio
trasfusionale, la dottoressa La Scala Patrizia e la dottoressa Burgo Teresa medici presso
il servizio trasfusionale;
in una lettera del
2 febbraio 1998, protocollo numero 03500, indirizzata dal direttore sanitario del
presidio, al direttore amministrativo, al direttore responsabile del centro trasfusionale
e al direttore sanitario aziendale e alle organizzazioni sindacali aziendali, le
dottoresse declinano ogni responsabilità sulla decisione del trasferimento del centro
denunciando di essere state chiamate in causa sul suddetto trasferimento con un documento
proveniente dalla direzione sanitaria ospedaliera che a loro dire è privo di protocollo e
data, a metà strada tra un verbale di riunione e una disposizione di servizio e dal quale
non si evincerebbero con chiarezza le responsabilità e i ruoli di ciascuno rispetto alla
materia in argomento;
la Burgo e La
Scala precisano, inoltre, di avere più volte contestato insieme con la dottoressa Perri
il trasferimento del centro trasfusionale presso lospedale nuovo adducendo numerose
e circostanziate motivazioni, tra le quali:
1) che il centro
trasfusionale non può essere spostato a 3, 5 chilometri dal presidio ospedaliero in cui
il piano sangue regionale lo ha voluto. Infatti il centro trasfusionale deve essere
accessibile dallesterno dai donatori, pazienti ambulatoriali nonché da personale di
altri ospedali e inoltre deve essere ubicato in una posizione facilmente raggiungibile dal
personale delle sale operatorie, del pronto soccorso e della rianimazione per garantire un
rapido collegamento in situazioni di emergenza;
2)
linadeguatezza dei locali proposti per mancanza di gruppo elettrogeno, insufficiente
erogazione dellenergia elettrica, non adeguamento dei locali alle normative previste
per i laboratori di analisi, condizioni climatiche inidonee sono non sopportabili né
dagli strumenti né dalle persone;
3) la lontananza
dal pronto soccorso, lassenza di un vicino servizio di cardiologia,
limpossibilità di attuare un dovuto ed efficace servizio ristoro, sconsigliava
anche lo spostamento delle "donazioni di sangue", dei salassi terapeutici, degli
"autosangue" e delle trasfusioni ambulatoriali;
4) la mancanza di
una linea esterna telefonica e quindi di un fax;
5) una emoteca
fornita di sangue per le urgenze da far rimanere nel vecchio presidio assolutamente non
risolve i problemi dellemergenza né da un punto di vista pratico, né da un punto
di vista legale con responsabilità notevoli da parte di chi deve gestirla.
Tutte queste
osservazioni furono già rappresentate dalle suddette dottoresse al Primario direttore
Attanasio che nel 1997 aveva dato il nulla osta allimmediato trasferimento del
centro trasfusionale presso lospedale nuovo;
queste stesse
motivazioni a parere delle dottoresse sono tuttora valide ma non sono state prese mai in
considerazione;
il trasferimento
del servizio quindi comporterebbe gravi problemi per gli utenti e contrasterebbe con le
normative vigenti -:
se è a conoscenza
dei fatti sopra esposti;
se non ritiene di
dover far proprie le preoccupazioni più volte espresse dalle dottoresse in servizio
presso il centro trasfusionale;
cosa intende fare
al fine di scongiurare lannunciato trasferimento del centro.
( 337; 13.2.1998)