Interrogazione n. 316 del 22 dicembre 1997

DimaAl Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - Premesso che:

Come è noto, il porto di Cariati è dotato allo stato di alcuni moli ancora incompleti nelle loro strutture che hanno finito per delimitare enormemente lo specchio di mare all’interno del quale trovano rifugio i numerosi pescherecci della laboriosa popolazione marinara locale;

inoltre i relativi lavori di completamento subiscono una preoccupante stasi che, in aggiunta al paventato pericolo costituito dalla probabile totale chiusura dello spazio all’interno del Porto, condiziona pesantemente la loro attività lavorativa oltre ad essere motivo di seria preoccupazione per gli eventuali danni alle imbarcazioni ed al personale impegnato a causa di un preoccupante fenomeno di insabbiamento che ha quasi del tutto ostruito l’accesso al porto medesimo:-

se sono a conoscenza del grave stato di agitazione proclamato nell’assemblea straordinaria del 20 dicembre corrente, dai pescatori della marineria di Cariati (CS) i quali rivendicano a distanza di ben sedici anni dall’avvio dei lavori, il completamento della locale struttura portuale.

quali sono i motivi per i quali sono stati lasciati per tanto tempo abbandonati i lavori di completamento della struttura portuale;

per quale causa la precedente amministrazione comunale di Cariati ha sostituito l’originaria direzione tecnica dei lavori con altrettanti esperti che, dopo un accurato studio meteomarino, hanno successivamente adeguato il progetto con un’apposita variante;

se vi sono ostacoli frapposti da parte di chi eventualmente non auspica la regolare conclusione dei lavori per il completamento del porto in questione, nonostante l’apprezzata attività svolta dagli attuali tecnici il cui progetto ha giù avuto parere favorevole dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e la relativa perizia di variante trovasi, allo stato, all’esame del comitato tecnico regionale;

quali iniziative urgenti ed indifferibili hanno intrapreso per chiudere definitivamente una mortificante pagina apertasi ormai da troppi anni a danno delle numerose famiglie di pescatori costretti a sopportare una situazione di precarietà e di relativa difficoltà derivata dal mancato utilizzo a pieno regime del porto di Cariati che, giova ricordarlo, rappresenta attualmente uno dei principali porti pescherecci della Regione, oltre a svolgere importanti funzioni turistiche e da diporto e il potenziamento del quale è, altresì, auspicato dal piano regionale dei trasporti recentemente adottato dal Consiglio regionale.

(316; 22.12.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 317 del 22 dicembre 1997

Borrello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per   sapere - Premesso che:

a seguito della legge regionale 11 luglio 1994, numero 18 è stato nominato un commissario liquidatore affinché provvedesse alla collocazione sul mercato ed alla dismissione delle attività dell’ex Esac-impresa;

lo stesso avrebbe dovuto assumere iniziative per la definizione di importanti adempimenti per come individuati dall’articolo 2 della legge in parola;

considerato che la durata della gestione commissariale era prevista nella misura di due anni con proroga non superiore ad un altro anno per l’eventuale completamento di attività residuali;

i tre anni sono abbondantemente trascorsi -:

se il commissario liquidatore è ancora in carica;

per conoscere i risultati conseguiti a conclusione del mandato affidato.

(317; 22.12.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 318 del 29 dicembre 1997

Bova. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere - Premesso che:

l’assessorato all’agricoltura e foreste della Regione Calabria, dopo aver aggiudicato con appalto concorso e per l’importo di circa 4 miliardi di lire nel 1995 i lavori per la realizzazione di una importante iniziativa per la prevenzione e la lotta contro la calamità degli incendi che distruggono i boschi e le foreste della Calabria, ha proposto nel 1996 una serie di varianti in netto contrasto con il progetto esecutivo aggiudicato con l’appalto-concorso;

il progetto approvato è stato oggetto di circa sei anni di attività (iniziata nel maggio 1990) ed è stato portato a termine da tre assessori (Rhodio, Camo, Mistorni) e da due coordinatori regionali del CFS (Borrello, Monaco) ed infine è stato aggiudicato da apposita commissione scelta dalla Regione Calabria;

il progetto consiste in una rete di monitoraggio con sensori all’infrarosso per l’avvistamento degli incendi boschivi ed è rappresentato da tre stazioni periferiche localizzate nelle aree boscate ad altro pregio a maggior pericolo (Sila, Serre ed Aspromonte) e da un centro terminale di raccolta dati localizzato in Reggio presso la sala operativa del centro operativo antincendi boschivi per la Calabria del corpo forestale dello Stato, sala operativa regionale del centro operativo aereo unificato (C.O.A.U.) ma per richiesta del soccorso dei mezzi aerei antincendio del dipartimento della protezione civile;

il sistema di monitoraggio consente di ridurre al minimo (in cinque-sei secondi), quasi in tempo reale, il tempo di avvistamento degli incendi e conseguentemente l’invio dei soccorsi, ovvero la fase di spegnimento. In tale contesto e con tali criteri sono state pertanto individuate le aree forestali di pregio a maggior frequenza di rischio incendio ivi posizionando, nella stazioni forestali più vicine, il centro operativo sub provinciale (C.O. sp.) che certamente non deve coincidere con il coordinamento provinciale tanté che l’ipotesi completa del progetto di monitoraggio prevede la realizzazione di altri C.O.sp. in altrettante stazioni forestali fino alla copertura del territorio forestale regionale (V. Piano di protezione delle foreste dagli incendi - Reg. Cee/2158/92 del 24.9.1994).

Le varianti - approvate con delibera di Giunta nel 1996 sono le seguenti:

la stazione periferica di avvistamento dellAspromonte (Cima Montalto/Monte Nardello) - Parco Nazionale dellAspromonte) viene dislocata a Sant’Elia-Palmi e la struttura operativa (Centro operativo sub provinciale) dal sito Gambarie d’Aspromonte - Stazione forestale a Reggio Calabria - coordinamento provinciale del CFS;

una parte dei sensori della stazione periferica di Mongiana viene adottato a centro operativo provinciale di Crotone;

il centro di controllo e raccolta dati viene spostato dal centro operativo regionale del CFS di Reggio Calabria a Catanzaro, senza indicare l’Ufficio nel quale dovrebbe essere collocato (perché inesistente).

Le varianti proposte provocano:

il totale capovolgimento degli scopi progettuali;

la riduzione dall’area da tutelare (alla difesa dei boschi e delle foreste del Parco Nazionale dellAspromonte si sostituiscono l’area agraria del golfo di Gioia Tauro e il mare Tirreno);

la perdita del tempo per la richiesta dell’intervento del centro operativo regionale e del C.O.A.U;

la perdita del 50 per cento (1800 su 3600) di potenziale tecnico in quanto il Monte Sant’Elia giace a picco sul Mare Tirreno;

l’osservazione viene fatta dal basso.

E stata convocata una riunione che ha formulato un parere sulle varianti del progetto, è quello del coordinatore provinciale del CFS, Latagliata, il quale avrebbe addirittura anteposto l’interesse forestale di Palmi-SantElia a Gambarie d’Aspromonte. Lo stesso avrebbe accompagnato insieme al coordinatore regionale del CFS, Cosco, la ditta aggiudicataria per l’effettuazione dei sopralluoghi;

l’attuale coordinatore regionale del CFS, dottor Luciano Cosco, residente a Catanzaro, sta operando con ogni mezzo e sistematicamente mettendo in atto una strategia per trasferire a Catanzaro il Coordinamento regionale del CFS da sempre dislocato a Reggio. Cir avviene non per scelte politiche, ma perché fa comodo ad alcuni funzionari per motivi di interesse personale per sottoporre il CFS alla dipendenza di Afor annullando o delegando di fatto i compiti del coordinamento regionale. Lo stesso si avvale del sostegno di alcuni funzionari del CFS che dal cambiamento traggono vantaggi personali: al trasferimento del coordinamento regionale da Reggio a Catanzaro ufficialmente presso la Regione Calabria, in realtà presso l’Afor: seguirebbe in pratica l’annullamento e conseguentemente alla obbligatoria delega al coordinamento provinciale di Reggio Calabria di funzioni istituzionali di governo del personale e della struttura.

il primo passo strategico è quello di sottrarre al CFS il servizio antincendi boschivi - centro operativo per la Calabria - ufficio sovraprovinciale dislocato in Reggio.

che il CFS ha tra i suoi primari compiti istituzionali quello della difesa dei boschi dagli incendi;

che le variazioni proposte sono in netto contrasto con la filosofia del servizio di avvistamento - inizio incendio - che prevede l’impiego dei sensori e deve consentire di ridurre al minimo (in cinque-sei secondi), quasi in tempo reale, il tempo di avvistamento degli incendi e conseguentemente l’invio dei soccorsi, ovvero la fase di spegnimento. Con le modifiche richieste verrebbe completamente vanificata la convenienza economica dell’alto onere di spesa - circa 4 miliardi - posta alla base della scelta e resterebbero fuori dall’azione i boschi di maggior pregio delle aree protette aspromontane del Parco Nazionale dell’Aspromonte;

le modifiche inoltre sono state apportate a seguito di una riunione del giugno 1996 promossa e presieduta dal coordinatore regionale del CFS dottor Cosco Luciano alla quale avrebbe fatto seguito la formulazione di un parere di una Commissione - non ufficiale - formata dal coordinatore provinciale del CFS di Reggio Calabria, Latagliata Dottor Cosimo, e tale ingegner Serrao della Regione Calabria con lo scopo specifico di agevolare alcune persone danneggiando uffici e altri funzionari;

la variante verrebbe introdotta dopo che esiste il progetto sommario, il capitolato, il bando di concorso, il progetto scelto, approvato dalla Regione e trasmesso al Ministero;

la creazione di un altro centro operativo peraltro andrebbe anche contro la ratio della convenzione auspicata, appunto, con parere della Corte costituzionale che auspica la stipula delle convenzioni Stato-Regioni per evitare che sulla struttura CFS, organizzata in modo gerarchico e piramidale, possano pervenire più disposizioni - nella fattispecie una regionale e una statale - che certamente potrebbero nuocere all’efficienza dell’apparato di Pronto intervento nel momento topico dell’attività.-

la Calabria è, tra quelle ordinarie, la regione col più alto rischio di pericolo di incendi boschivi;

il finanziamento di circa 4 miliardi per la realizzazione del sistema di monitoraggio elettronico alla Regione Calabria ha impegnato per circa sei anni tre assessori (Rhodio, Camo, Mistorni) e due coordinatori regionali del CFS (Borrello, Monaco) ed infine è stato aggiudicato da apposita commissione scelta dalla Regione Calabria dopo aver approvato un progetto esecutivo con appalto-concorso (quindi valutato da apposita commissione tecnica, probabilmente liquidata con idoneo onorario);

il coordinatore regionale del CFS e quello provinciale di Reggio Calabria stanno svolgendo in maniera molto personale le funzioni istituzionali trascurando i reali compiti per i quali sono stati nominati:

le varianti sono state adottate su parere di una non meglio indicata commissione in una riunione del giugno 1996;

non è stato acquisito il parere né del centro operativo Aib del CFS per la Calabria né del membro della commissione ministeriale per la Regione Calabria;

le scelte sono in contrasto con le direttive del dipartimento della protezione civile - centro operativo aereo unificato - in merito alla riduzione dei tempi di avvistamento e di invio dei soccorsi che rappresentano l’obiettivo principale del sistema -:

se non ritengano opportuno adottare un provvedimento di urgenza intanto per difendere il patrimonio forestale calabrese dei danni provocati dagli incendi;

se non ritengano di intervenire sui responsabili per difendere le casse dello Stato dalla variante approvata con delibera di Giunta della Regione Calabria in maniera impropria e molto superficiale dopo aver approvato un progetto esecutivo con appalto-concorso (quindi valutato con apposita commissione tecnica, probabilmente liquidata con idoneo onorario);

se non ritengano, altresì, necessario e doveroso portare a conoscenza del ministro per le politiche agricole e del direttore generale del corpo forestale dello Stato i comportamenti superficiali di alcuni componenti (coordinatore regionale e coordinatore provinciale) che per il ruolo svolto dovrebbero essere più professionali, rigorosi e responsabili mentre, invece, per motivi di interesse personale, hanno avallato ed ispirato una scelta tecnica ed amministrativa errata a causa della quale possono discendere gravi danni e responsabilità alla Regione Calabria;

se non ritengano sia necessario rimuovere gli attuali coordinatori del Corpo forestale dello Stato per la Calabria e per la provincia di Reggio;

se non ritengano necessario che l’assessore alle foreste invii tutti gli atti amministrativi alla Corte dei conti per la verifica del danno allo Stato e per non vanificare l’impegno finanziario destinato alla difesa preventiva del patrimonio forestale calabrese sia con l’azione di avvistamento automatico degli incendi, sia con l’impiego dei mezzi aerei antincendi per le operazioni di soccorso.

(318; 29.12.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 319 del 29 dicembre 1997

MistorniAl Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere - Premesso che:

con deliberazione numero 4871 del 28 settembre 1997 la Giunta regionale ha revocato la concessione della linea di autoservizio Campana - Catanzaro, affidata in via di esperimento, alla ditta Fratelli Romano S.p.A. a far data 1 novembre 1991, giusta deliberazione numero 3861 del 25 luglio 1991;

tale concessione oggetto di approfondito esame in sede istruttoria, rispondeva alle finalità di servire non solo i comuni direttamente interessati dall’autolinea, ma anche Scala Coeli, Terravecchia, San Morello e Bocchigliero;

nella deliberazione numero 4871/97 si afferma inesattamente che l’autolinea non ha fatto registrare apprezzabili dati di traffico comprovanti la sua rispondenza a reale pubblico interesse a fronte di dati aggiornati dimostranti che il servizio di che trattasi è molto frequentato con un traffico costante di oltre 15.000 passeggeri per anno;

detto provvedimento adottato dalla Giunta regionale, che penalizza fortemente tutti i comuni interessati al servizio direttamente ovvero indirettamente, appare privo di valida motivazione facendo per altro riferimento ad atti di gravame dell’organo di controllo risalenti a diversi anni orsono, supportati dalla mancanza, all’epoca, del piano regionale dei trasporti -:

quali tempestivi provvedimenti intendano adottare al fine di consentire il ripristino dell’autolinea Campana - Catanzaro, nonché una complessiva razionalizzazione e ristrutturazione del servizio per meglio servire la zona interessata.

(319; 29.12.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 320 del 29 dicembre 1996

Borrello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla formazione professionale. Per sapere - premesso che:

sul Bur del 5 dicembre 1997 è stata pubblicata la deliberazione della Giunta regionale numero 4822 del 17 ottobre 1997 con la quale è stata approvata, previa presa d’atto delle risultanze contenute nei verbali e nelle graduatorie approvati dalla Commissione di valutazione, la graduatoria finale dei progetti di formazione professionale, obiettivo 3, anni 1996/1997, Q.C.S. 1994/1999;

considerato che si rileverebbero diverse illegittimità sia in ordine alla composizione della Commissione sia in ordine ai criteri utilizzati dalla stessa in quanto:

il dottor Massimo Pucci non avrebbe potuto presiederla non essendo dirigente di settore;

il dottor Domenico Lemma rivestirebbe la sola qualifica di funzionario dell’osservatorio del M.d.L. mentre è richiesta quella di dirigente;

il dottor Luigi Concolino, dimissionario in data 14 luglio 1997 non sarebbe mai stato sostituito;

l’avvocato Ferdinando Adornato, dirigente regionale in quiescenza non avrebbe potuto essere nominato esperto esterno non essendo stati trascorsi i cinque anni dalla data di pensionamento previsti dalla normativa vigente;

che l’attribuzione del punteggio è stato illegittimamente delegato alla struttura burocratica;

che, inoltre, la Commissione di valutazione agisce da collegio perfetto per cui non poteva deliberare in assenza anche di uno dei suoi componenti, per come invece è avvenuto -:

se sono fondate le ipotesi di illegittimità sopra indicate;

se, in caso affermativo, non ritengono di dover proporre nell’ambito del principio dell’autonomia riservato alla pubblica amministrazione, la revoca della deliberazione numero 4822 del 17 ottobre 1997, pubblicata sul Bur del 5 dicembre 1997.

(320; 29.12.1997)