Interrogazione n. 216 del 11 febbraio 1997

Laudadio. All’assessore al turismo. Per sapere - premesso che:

il sindaco di Pentone ha più volte sollecitato il Presidente della Giunta regionale e l’assessore allo sport della Regione Calabria affinché si pongano in essere tutte le iniziative idonee per completare il palazzetto dello sport sito nel territorio dello stesso comune frazione Sant’Elia;

per realizzare quanto costruito, agli inizi degli anni novanta è stata già spesa la somma di lire 1 miliardo e 150 milioni ottenuti con i benefici previsti dalla legge sui mondiali ‘90;

il progetto prevedeva una spesa complessiva di lire 2 miliardi e 200 milioni;

allo stato attuale i lavori sono stati sospesi e quanto realizzato va, col tempo, soggetto ad un progressivo degrado;

il Comune di Pentone, per carenza di risorse finanziarie, non è in grado di completare l’opera;

il sindaco di Pentone, Alfio Riccelli, ha ripetutamente segnalato il problema al Presidente della Giunta regionale, all’assessore al turismo e all’assessore ai lavori pubblici, senza aver ricevuto risposta alcuna;

la realizzazione del palazzetto dello sport potrebbe essere di beneficio anche alla città di Catanzaro, stante la vigilanza della struttura al capoluogo e la carenza di strutture sportive sul nord della città;

il manufatto rappresenta l’ennesima incompiuta in Calabria, esempio emblematico dello spreco di risorse pubbliche -:

se l’assessore al turismo è a conoscenza che ad un chilometro dalla città di Catanzaro nel comune di Pentone frazione Sant’Elia esiste un palazzetto dello sport del quale è stata realizzata solamente la struttura;

quali iniziative di ordine finanziario si intende intraprendere per il completamento dell’opera.

(216; 11.2.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 217 del 11 febbraio 1997

Mistorni, Borrello, Meduri. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Get S.p.A. concessionaria del servizio di riscossione dei tributi delle cinque province della Calabria, nonché della provincia di Salerno, attraversa un grave stato di crisi finanziaria, dovuto a ragioni strutturali e territoriali;

il socio bancario Carical-Gruppo Cariplo, partner finanziario della Get, dopo aver delineato la conquista del territorio finalizzato all’acquisizione di imponenti flussi finanziari, oggi ha sospeso ogni affidamento, non consentendo il pagamento delle competenze stipendiali agli oltre mille dipendenti, né di far fronte agli impegni finanziari della società nei confronti dei terzi con conseguente necessario recesso dalla gestione di tutte le concessioni;

un persistente atteggiamento negativo della Carical comporterebbe gravissime conseguenze sia per i comuni che hanno affidato in concessione il servizio di riscossione dei tributi sia per i dipendenti che vedrebbero irrimediabilmente compromessa la stabilità del proprio posto di lavoro -:

quale incisa azione politico-istituzionale intenda avviare presso la Carical, nonché il competente ministero delle finanze, al fine di ottenere il rispetto degli impegni di natura finanziaria solennemente assunti dal gruppo Cariplo nonché per la indefettibile salvaguardia del posto di lavoro per gli oltre mille dipendenti, in una regione come la nostra Calabria cronicamente attanagliata dal problema della disoccupazione, che raggiunge punte tra le più alte d’Europa.

(217; 11.2.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 218 del 11 febbraio 1997

BorrelloAll’assessore al turismo. Per sapere - premesso che:

il sottoscritto è venuto a conoscenza di un’intensa e pressante azione di dubbia legittimità da parte sia del dirigente presso l’assessorato al turismo, dottor Cefalì, sia del dirigente dell’A.P.T. di Vibo Valentia, dottor Anastasi, nei confronti della Pro-Loco di Nicotera;

più precisamente da un lato si diffida la citata Associazione ad astenersi dal compimento di qualsiasi attività, dall’altro si "invita" il Presidente pro-tempore a sottoporsi a visita ispettiva presso i locali dell’Apt di Vibo Valentia;

stranamente, a tutt’oggi non risultano erogati i fondi relativi al saldo 1995 né tanto meno quella Pro-loco risulta inserita nel piano di riparto dei fondi per il 1996 ed in assenza di una qualunque comunicazione ufficiale che ne motivi l’esclusione;

considerato che il singolare ed illegittimo comportamento dei citati dirigenti sembra condotto in maniera poco ortodossa, coperto di omertà e impregnato di una più che probabile ritorsione di tipo politico che partirebbe dall’amministrazione comunale di Nicotera, rappresentata da esponenti di An, per trovare fertile terreno e accattivante dispobibilità in pezzi delle strutture assessorili probabilmente suggestionati dalla presenza di un assessore regionale, anch’egli appartenente al medesimo partito, ma certamente estraneo a macchinazioni di basso livello;

le iniziative fin qui perseguite contrastano pesantemente con la normativa regionale che regola il rapporto sul piano di un controllo circoscritto alle modalità di utilizzo dei fondi regionali assegnati, attesa l’identità di una associazione, non di emanazione regionale, basata sul volontariato e sottoposto a giudizi di merito sull’attività solo dai propri organismi assembleari e/o direttivi;

le accertate intimidazioni e le gravi ingerenze implicano pesanti responsabilità in capo a chi se ne rende protagonista solo per soddisfare spinte velleitarie di chi presume di poter contare su acquiescenti sponde favorevoli;

sono, pertanto, più che evidenti da un lato gli abusi e dall’altro le colpevoli omissioni relativamente alla mancata erogazione del saldo 1995 nonché la non inclusione nel piano 1996 nel silenzio più spregevole ed in violazione delle norme sulla trasparenza amministrativa -:

1) se è a conoscenza dei fatti esposti;

2) se non ritiene di intervenire autorevolmente nei confornti dei protagonisti di un’azione pretestuosa, incoerente ed in aperta violazione di legge per porre fine ad una "telenovela" dai contorni indefiniti;

3) se, infine, non ritiene di organizzare un seminario di approfondimento sulla ineluttabilità dell’applicazione della legge numero 241/90 a beneficio di quanti faticano a convincersi che un ruolo pubblico non può essere asservito a interessi di parte.

(218; 11.2.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 219 del 11 febbraio 1997

Tripodi, De Paola, Tavella  . Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

già in data 13 settembre 1995 avevano presentato una mozione al Consiglio regionale, purtroppo mai portata alla discussione, con la quale si criticava l’accordo sottoscritto dai sindacati confederali e dalla Telecom per la ristrutturazione dell’azienda;

quell’accordo avallava la politica aziendale della Telecom tendente ad una drastica riduzione dei servizi in Calabria attraveso il trasferimento ed il prepensionamento di centinaia e centinaia di unità lavorative verso altre città ed altre regioni;

l’azienda nel quadro del suo piano di riorganizzazione, ha operato una divisione del territorio nazionale in "regioni ricche" e "regioni povere", penalizzando ulteriormente nell’ambito delle regioni povere la provincia di Reggio Calabria, che non è stata neppure inserita nel nuovo reparto in fase di allestimento: il centro controllo area;

in seguito a tale decisione, già nelle prossime settimane trentotto lavoratori della Telecom di Reggio Calabria dovranno essere trasferiti forzatamente in altre province;

Telecom - dal 1992 ad oggi - ha ridotto di circa 150 unità i propri dipendenti nella sola provincia di Reggio con ripercussioni negative sia per i lavoratori che per gli utenti, che pagano pesantemente le decisioni dell’azienda in termini di perdita dei posti di lavoro e di servizi sempre più scadenti e costosi;

è assolutamente inconcepibile che una delle aziende a cui il "patto per il lavoro" ha affidato il compito di promuovere sviluppo e occupazione nelle zone depresse del Paese e continua a ricevere finanziamenti pubblici, piuttosto che finalizzarli alla crescita occupazionale e tecnologica, attui - invece - una politica che persegue finalità opposte;

Telecom chiude i propri bilanci con fortissimi attivi: nonostante ciò decide unilateralmente di ridurre il proprio organico e non di produrre investimenti proprio nella realtà che più avrebbe bisogno di incentivi occupazionali e di investimenti di alto profilo;

al 28 febbraio 1995 l’organico Telecom era di 501 unità, mentre adesso con 46 prepensionamenti non sostituiti da nuovo personale, 26 trasferimenti e i 38 "esuberi", l’organico raggiungerà a breve meno di 400 unità;

i sistemi tecnologicamente avanzati che Telecom si vanta di possedere consentirebbero di attuare i processi di remotizzazione (collegamento delle sedi decentrate) evitando così il trasferimento degli operatori e la perdita di occupazione;

è necessario che gli utili della Telecom vengano reinvestiti anche nella nostra regione per salvaguardare i livelli occupazionali ed i servizi esistenti e per ammodernare la rete telefonica sul territorio -:

se è a conoscenza dei fatti sopra esposti;

quali provvedimenti intende assumere affinché un’area fortemete depressa e sofferente come la regione Calabria ed in particolare la città di Reggio Calabria, non debba continuare a perdere posti di lavoro in un settore a tecnologia avanzata che invece potrebbe costituire un’importante occasione per la creazione di professionalità altamente specializzate e produttive;

se non intende intervenire nei confronti della Telecom e del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni affinché vengano riviste radicalmente queste scelte penalizzanti e si attuino, invece, seri processi di rilancio dell’occupazione e degli investimenti nel settore piuttosto che lo smantellamento e l’impoverimento di risorse e professionalità.

(219; 11.2.1997)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 220 del 11 febbraio 1996

Chizzoniti. Pappaterra. , Tavella ed altri. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere:

i criteri ispiratori dell’atto deliberativo numero 8099/86, adottato dalla Giunta regionale in data 9 dicembre 1996, con il quale la ditta Ra.Di. s.r.l., corrente in Palmi, è stata autorizzata alla installazione di un impianto di termodistruzione di rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali soggetti a termodistruzione, speciali ospedalieri trattati, compresi i farmaci scaduti, da installarsi in contrada Prato-Commenda del comune di Palmi;

se la Regione Calabria abbia predisposto un piano globale teso alla razionale previsione di strutture similari, nonché se siano state recepite le esperienze emerse nel settore, laddove si registra sempre di più la preponderante e preoccupante, quanto sinistra presenza di ecomafie, oggetto di tempestive quanto attente verifiche giudiziarie;

se è stato valutato l’impatto ambientale con le aree circostanti, ovvero se le amministrazioni comunali limitrofe abbiano espresso pareri e valutazioni, anche a titolo consultivo, atteso che, i predetti comuni non fanno parte della relativa commissione, preposta alla verifica tecnico-funzionale dell’impianto, laddove, fra l’altro, le ricorrenti condizioni metereologiche, di contro, estendono geograficamente le aree interessate a tutto il territorio della piana, stigmatizzando, conclusivamente, la prevista autocertificazione della conformità dei valori emessi, attribuita alla stessa ditta Ra.Di., attraverso un "laboratorio chimico autorizzato", sottraendo la problematica afferente i delicatissimi controlli a qualsiasi struttura pubblica, comunque all’uopo specificatamente attrezzata.

(220; 11.2.1997)