Interrogazione n. 88 del 15 gennaio 1996

Meduri. AI Presidente della Giunta regionale e all'assessore all'ambiente. Per sapere

- premesso che:

Reggio Calabria, la città più grande e di gran lunga più popolata della regione, si trova da tempo ad affrontare una grande emergenza rifiuti;

lo stesso capoluogo tratta quasi il 50 per cento dei rifiuti solidi urbani dell'ammontare prodotto dall'intera provincia;

trattasi di una situazione di estrema urgenza e gravità tanto da interessare e quindi da coinvolgere la Commissione parlamentare per i problemi connessi all'emergenza rifiuti solidi urbani, i cui rappresentanti si sono portati più volte in città, esprimendo apprezzamenti per le attività fin qui svolte dal Comune di Reggio Calabria, nel contesto delle oggettive difficoltà incontrate;

a fronte di tale drammatica situazione brilla per disinteresse e noncuranza la Giunta regionale, istituzionalmente preposta alla tutela dell'ambiente e del territorio, i cui rappresentanti, pur invitati a discutere e contribuire a risolvere il problema, sono risultati assenti all'appuntamento fissato dall'amministrazione comunale di Reggio Calabria per il 27 dicembre 1995 e 12 gennaio 1996;

tali colpevoli assenze e disattenzioni fanno pensare, per come pubblicamente dichiarato dal sindaco di Reggio Calabria, ad un "imperdonabile boicottaggio", che non si pone solo nei confronti del colore politico dell'attuale Giunta comunale, bensì nei confronti dell'intera città dello Stretto, i cui rappresentanti avrebbero voluto confrontarsi con l'ente Regione in riferimento al potenziamento tecnologico dell'impianto di trattamento di Sambatello, nonché alla possibile realizzazione anche sul territorio provinciale di un impianto di termodistruzione di rifiuti -:

a quali logiche rispondono le colpevoli assenze indicate in premessa, se cioè si sia trattato di semplice dimenticanza, di disinteresse, di indifferenza o peggio di boicottaggio politico nei confronti della Giunta Falcomatà che, in atto, legittimamente rappresenta e tutela gli interessi della città di Reggio Calabria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazioni  n. 89 del 23 gennaio 1996

 Tavella, Tripodi, De Paola. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a tutt'oggi nessuna risposta è stata fornita all'interrogazione presentata in data 13 settembre 1995 dal gruppo consiliare di Rifondazione comunista, in merito alla presenza di amianto negli stabilimenti dell'Omeca di Reggio Calabria;

in data 7 settembre 1995 il Pretore del Lavoro di Reggio Calabria dottor Maurizio Degli Eredi nominava il professor Livio Sindoni consulente tecnico nel procedimento numero 1771/95, tra Gullì Salvatore + 163 contro la Breda Costruzioni Ferroviarie S.p.A. Stabilimento Omeca di Reggio Calabria e l'Azienda sanitaria locale numero 11 della Regione Calabria; -

dalla relazione di perizia tecnica risulta che, senza ombra di dubbio, presso le officine Omecaè stato utilizzato amianto nella lavorazione fino al 22 dicembre 1982, data dell'ultimo scarico del materiale in oggetto dal magazzino senza valori

per quanto riguarda la data di inizio si può fare riferimento alla data in cui la ditta Omeca ha iniziato i versamenti all'Inail, relativi al rischio supplementare silicosi/asbestosi, e precisamente all'1 novembre 1963;

nella relazione si afferma inoltre che la presenza di amianto nelle strutture dello stabilimento è stata accertata sia dai risultati delle indagini sul materiale di rivestimento delle tubazioni, sia dall'osservazione visiva della copertura in eternit (cemento/amianto) presente per una superficie abbastanza estesa dei capannoni (oltre 20.000 mq). Inoltre, è stata riscontrata la presenza di fibre di amianto nella polvere depositatasi sulla Colonna O 27 del reparto allestimento, residuo della lavorazione effettuata in quel reparto negli anni passati. Tale reperto fa ipotizzare che anche su altre strutture di reparti diversi, in relazione al tipo di lavorazione svolta, vi siano fibre di amianto che si sono depositate nel tempo.

Si evince che l'azienda, al momento dei sopralluoghi, non aveva ancora provveduto all'eliminazione di tutte le parti della fabbrica che ancora risultavano compromesse dalla presenza dell'amianto o contaminate da residui di amianto. Ciò viene confermato ulteriormente dall'assenza di verbali di smaltimento e consegna a ditte autorizzate (come previsto dalla legge) di materiali contenenti amianto;

infine nella relazione si afferma che, dall'esame delle leggi riguardanti l'argomento,  si rileva che, da parte dell'azienda, non sono state rispettate alcune prescrizioni e precisamente:

non sono state inviate alla Regione ed alla Ussl le relazioni annuali, previste dall'articolo 9 della legge 257 del 1992, relative all'attività svolta dall'impresa nei cinque anni precedenti l'entrata in vigore della legge, e quindi dal 1988 al 1992.

Più specificatamente, l'azienda avrebbe dovuto relazionare per quegli anni in cui, ancora, come risulta dalla documentazione, veniva utilizzato amianto nella lavorazione, cioè almeno fino al 1989;

l'azienda, inoltre, non ha provveduto alla rimozione o alla bonifica di quelle strutture dello stabilimento in cui, ancora, è presente l'amianto.

Infatti, l'adozione della controsoffittatura non è fra le soluzioni prescritte dal decreto ministeriale 6 settembre 1994 al punto 7 per una corretta bonifica della copertura in cemento amianto dei capannoni industriali;

così come previsti dallo stesso decreto ministeriale, non sono stati eliminati quei rivestimenti di coibentazione delle tubazioni che risultano costituiti da materiali contenenti amianto, ne sono stati bonificati quegli ambienti che ancora presentano vecchie deposizioni di fibre di amianto dovute alla sua utilizzazione in alcune fasi della lavorazione -:

come mai a tutt'oggi nessuna risposta è pervenuta all'interrogazione presentata dai sottoscritti in data 13 settembre 1995;

se presso gli uffici dell'assessorato competente esiste un censimento dettagliato sui siti produttivi che nella nostra regione hanno fatto uso di amianto nelle loro lavorazioni;

se non intenda attivarsi affinché venga avviata una indagine epidemiologica sui lavoratori delle officine Omeca e sulla popolazione residente nella zona,

se la Giunta da lei presieduta non intenda valutare l'opportunità di costituirsi parte civile nel procedimento contro la Breda Costruzioni Ferroviarie S.p.A.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione  n.90 del 25 gennaio 1996

Meduri. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore al patritn()nù). Per sa pere - premesso che.

al rione Modena di Reggio Calabria l'Agen sud, ex Cassa per il Mezzogiorno. ha ultimato da tempo un grande fabbricato per le esigenze connesse alla gestione degli acquedotti

ai sensi del decreto legislativo numero 96/1993 detto patrimonio immobiliare dovrà essere trasferito alla Regione Calabria;

in particolare, con decreto del commissario ad acta numero 4699 del 3 luglio 1995 tale immobile, unitamente ad altri quarantuno progetti afferenti opere pubbliche, è stato trasferito al patrimonio della Regione Calabria;
in atto sono oltre duecento i progetti di opere pubbliche trasferiti alla Regione Calabria in virtù di decreti del commissario ad acta;
tale fattispecie non si è potuta ancora concretizzare a causa della mancata presa in carico dell'ente Regione;
in specie, il fabbricato de quo è costituito da:
una struttura che si sviluppa in tre piani oltre il piano terra ed il seminterrato;
la superficie a piano è di 750 mq circa;
il piano terra si sviluppa su 1.000 mq circa;
l'immobile è dotato di un ampio piazzale ancora da sistemare;
è dotato di tutti gli impianti compreso quello di riscaldamento che deve essere solo ultimato;
in atto risulta inutilizzato e che per il suo completamento occorrono circa 300 milioni già stanziati nell'ambito dei fondi ex Agensud;
la Regione Calabria paga in Reggio Calabria fitti afferenti circa quindici stabili diversi, in cui sono allocate svariate strutture regionali;
utilizzando il fabbricato sito al rione Modena, molte di dette strutture potrebbero trovare definitiva collocazione consentendo un ingente risparmio annuo alle casse regionali;
l'immobile in questione è ubicato nei pressi dello svincolo "Modena" della tangenziale autostradale di Reggio Calabria ed è quindi di facile accesso -:
quali iniziative intendano adottare, con tempestività, anziché il fabbricato di che trattasi venga acquisito al patrimonio regionale e destinato ad ospitare gli uffici regionali operanti nella città di Reggio Calabria e, più in generale, affinché tutti i trasferimenti di progetti di opere pubbliche operati con decreti del commissario ad acta numero 2934 del 15 giugno 1994 e numero 4699 del 3 luglio 1995 trovino concreta attuazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 91 del 30 gennaio 1996

Tavilla. Al Presidente delta Giunta regionale e agli assessori all 'agricoltura, caccia e pesca,  al bilancio e al personale. Per sapere - premesso che: Al Presidente delta Giunta regionale e agli assessori all 'agricoltura, caccia e pesca,  al bilancio e al personale. Per sapere - premesso che:

l'articolo 18 della legge numero 157/92, sulle norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio, dispone che le Regioni pubblichinoentro e non oltre il 15 giugno, il calendario regionale ed il regolamento relativi all'intera annata venatoria;

relativamente all'annata 1995/96 la pubblicazione del calendario è avvenuta a fine agosto;

i tesserini venatori regionali, recanti peraltro indicazioni errate ed incomplete, non sono stati rilasciati in tempo utile per consentire a tutti gli interessati di esercitare la caccia nelle regioni che, come la Sicilia, hanno anticipato l'apertura della stagione venatoria;

una prima proposta di integrazione del calendario venatorio formulata con delibera numero 4773 dell'8 settembre 1995 è stata annullata dal Commissario di Governo in data 14 settembre 1995;

una ulteriore proposta numero 5258 nell'applicazione delle deroghe della Direttiva Cee 78/409, deliberata tardivamente il 16 ottobre 1995, seguita da chiarimenti con delibera numero 6499 del 23 novembre 1995, è stata annullata dal commissario di governo in data 7 dicembre 1995 per violazione di legge ed eccesso di potere;

da ultima altra delibera del 5 dicembre 1995 relativa all'autorizzazione all'acquisto dì selvaggina per ripopolamento è stata pure annullata dal Commissario di Governo per violazione dell'articolo 234 della legge 157/92 che riserva detti compiti alle Province;

i gravi ritardi accumulati da carenze del calendario venatorio, i vizi procedurali e l'insufficiente istruttoria delle ulteriori delibare, hanno determinato gravi danni agli operatori di settore ed alimentato incertezza e confusione normativa;

la responsabilità di tutto questo non è riconducibile al caso, ma soprattutto alle carenze organizzative, programmatiche e funzionali dell'ufficio regionale competente e quindi al relativo personale preposto che, tra l'altro, a distanza di due mesi dalla richiesta non ha ancora fornito la relazione economico-finanziaria richiesta dalla seconda Commissione consiliare per il dovuto parere sulla proposta di legge sulla caccia;

è necessario ed urgente adoperarsi per evitare che le disfunzioni, i ritardi e le conseguenze dannose si aggravino ulteriormente e si ripetano per la stagione venatoria prossima;

vanno salvaguardati gli interessi occupazionali di quanti traggono lavoro e sostentamento dal settore, apprestando per tempo le risorse, definendo gli interventi e adottando tutti gli opportuni provvedimenti per consentire agli addetti una ragionata programmazione secondo le scadenze di mercato -;

le iniziative che si intendono adottare per evitare le inefficienze, le disfunzioni e i ritardi evidenziati nella premessa;

quali provvedimenti si ritengano emettere per consentire una regolare effettuazione di ripopolamento faunistico da parte delle amministrazioni provinciali preposte;

quali risorse, e con quali tempi, si vogliono attribuire alle Province per la realizzazione dei piani faunistici di cui all'articolo 10 della legge 157/92 e per il normale funzionamento delle strutture provinciali e l'attuazione dei compiti previsti dalla legge;

se non si ritiene opportuno impugnare da vanti al Tar competente il provvedimento con cui il Commissario di Governo, in data 7 dicembre 1995, ha annullato la delibera numero 5258 del 16 ottobre 1995 con chiari menti di cui all'ulteriore delibera numero 6449 del 23 novembre 1995;

se non si ritenga necessario procedere alla rotazione o sostituzione del personale responsabile dell'ufficio regionale caccia e pesca, constatata l'inefficienza operativa e sostanziale della struttura e gli effetti dannosi sull'attività degli addetti al settore e nell'immagine complessiva della struttura e del governo regionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n.92 del 29 gennaio 1996

Tavilla. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore all'agricoltura, caccia e pesca. Per sapere - premesso che.

le Regioni hanno l'obbligo di adeguare la propria legislazione alle norme e ai principi della legge numero 157 del febbraio 1992;

il termine ultimo è stato differito al 31 luglio1996;

la legge di adeguamento approvata dal Consiglio regionale l'8 marzo 1995 è stata oggetto dei rilievi del Commissario di Governo della Repubblica;

riesame della proposta di legge ha proceduto alla sua approvazione nella riunione del 22 novembre 1995;

il provvedimento è stato trasmesso alla seconda Commissione consiliare per il parere, e mancante della relazione economico-finanziaria che è stata richiesta dalla segreteria della Commissione ai competenti uffici dell'assessorato già dal 5 dicembre 1995;

L'approvazione del disegno di legge riveste carattere di urgenza per la ristrettezza dei margini temporali a disposizione e per la sua propedeuticità all'emanazione di altri provvedimenti relativi al calendario venatorio, gli ambiti territoriali di caccia, i ripopolamenti faunistici, le strutture di gestione, eccetera...;

la legge è attesa dalle associazioni di categoria, dai diretti interessati alla protezione della fauna omeoterma e al prelievo venatorio i quali continuamente contestano i ritardi e le inadempienze dell'amministrazione in mate ria;


gli stessi operatori del settore e dell'indotto sono gravemente danneggiati da questa situazione di stallo che impedisce ogni programmazione ed iniziativa imprenditoriale con ogni conseguenza negativa sull'economia del settore;

ancora oggi, a distanza di due mesi, l'ufficio regionale competente non ha fatto pervenire alla seconda Commissione la necessaria relazione nonostante assicurazioni in tal senso ai reiterati solleciti

le ragioni per le quali il responsabile dell'ufficio, pur assicurando l'adempimento, non ha ancora provveduto a quanto ritualmente richiesto;

gli eventuali provvedimenti che, data l'urgenza di approvazione della proposta di legge, si intendono adottare per far conseguire la relazione e per rendere funzionale l'ufficio a ciò deputato.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n.93 del 30 gennaio 1996

Tavilla. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore all'agricoltura, caccia e pesca Per sapere - premesso che:

l'articolo 27 della legge 157/92 prevede i criteri per la concessione della qualifica di guardia volontaria;

detta qualifica, ai sensi del comma 4 del suddetto articolo, può essere rilasciata a condizione che il richiedente sia in possesso di un attestato di idoneità rilasciato dalla Regione previo superamento di apposito esame;

tal fine si è previsto lo svolgimento di un corso, della durata di mesi tre, con sei ore di lezioni settimanali, da tenersi a partire dal 16 maggio 1995;

la Giunta regionale della Calabria con provvedimento del 3 maggio 1996 numero 2801 del Registro, avente ad oggetto "Costituzione della Commissione, corso di qualificazione per guardie volontarie ai sensi del comma 4 articolo 27 legge 157/92", ha deliberato la nomina della commissione preposta alla concessione dell'attestato di idoneità propedeutico per la qualifica di guardia volontaria;

nello stesso provvedimento è stato deliberato di autorizzare il servizio regionale caccia e pesca a nominare nove componenti da scegliere tra le associazioni venatorie, ambientaliste ed agricole in forma paritaria;

con successiva delibera 5253 del 15 ottobre 1995 la data di inizio del corso, stante il suo mancato inizio, è stata differita al 14 novembre 1995;

i termini di iscrizione sono stati riaperti per una settimana e cioè fino al 23 ottobre 1995 considerando valide ed accettabili tutte le domande pervenute in precedenza al servizio regionale caccia e pesca;

il corso, diversamente dal previsto, non ha avuto inizio il 14 novembre 1995, ma successivamente in data 9 gennaio 1996;

le domande di iscrizione sono state oltre 600 provenienti da tutta la regione;

quali sedi per lo svolgimento del corso sono state individuate le città di Catanzaro e Cosenza -:

le ragioni per le quali la provincia di Reggio Calabria è stata esclusa dal novero delle sedi di svolgimento del corso per il rilascio dell'attestato di idoneità a guardia volontaria;

i motivi per cui i componenti della commissione non sono stati nominati direttamente dalla Giunta ma dal servizio regionale caccia e pesca, senza alcun criterio selettivo, al di fuori di una presenza paritaria dei rappresentanti delle associazioni indicata dall'articolo 27 della legge 157/92 e senza considerare l'inderogabile necessità di esperti di diritto;

le considerazioni che hanno portato a riaprire i termini per solo sette giorni senza una adeguata pubblicità dell'avviso;

l' utilità tecnico-pratica, la promiscuità e la serietà dello svolgimento del corso con oltre trecento aspiranti presenti simultaneamente in una sala cinematografica sia a Catanzaro che a Cosenza,

se non si ritenga necessario istituire ulteriori corsi autonomi nella provincia di Reggio Calabria, e nelle altre escluse, per rendere possibile a tanti cittadini, penalizzati dalla distanza e dall'eccessivo disagio delle ubicazioni delle sedi dei corsi, il conseguimento dell'attestato di idoneità per la qualifica di guardia volontaria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n.94 del 30 gennaio 96

Tavella, Tripodi, De Paola.Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

con delibera della Giunta regionale numero 6212 del 5 dicembre 1994 venivano ripartiti i contributi alle associazioni di volontariato per la realizzazione di servizi innovativi e/o sperimentali in base alla legge regionale numero 46/90;

per tutte le associazioni di cui sopra veniva proposta l'assegnazione di un contributo di lire 4.285.714 in base alla somma disponibile sull'apposito capitolo -:

perché a distanza di un anno detti contributi non sono stati ancora erogati agli aventi diritto e se non ritiene che questo enorme ritardo, nonché l'assurda cancellazione del Registro regionale delle associazioni di volontariato, previsto dalla legge 266/91 e già istituito con atto amministrativo, azzerato da una legge regionale sul volontariato penalizzante, inapplicabile ed in palese contrasto con quella nazionale, danneggi e mortifichi le associazioni che operano in Calabria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 95 del 30 gennaio 1996 n.95

Tavella, Tripodi, De Paola. All'assessore alla formazione professionale. Per sapere - premesso che:

l'Enaip di Catanzaro ha organizzato nell'anno 1994 un corso di formazione E.Q./Key Account Internazionali Manager destinato a giovani laureati disoccupati;
il corso di formazione prevedeva uno stage formativo presso aziende estere (in Francia e in Belgio) e si è concluso ormai da un anno;
sembra che, a tutt'oggi, l'ente promotore non abbia provveduto a saldare il premio di partecipazione ai giovani interessati (comprese le spese di soggiorno) -:
se è a conoscenza dei fatti sopra esposti;

quali sono i motivi del ritardo nel pagamento degli emolumenti dovuti;

se si intende provvedere nel più breve tempo possibile a risanare questa anacronistica ed antipatica situazione o se piuttosto al danno della condizione di laureati disoccupati, si vuole aggiungere la beffa del mancato pagamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Interrogazione n.96  del 30 gennaio 1996

Tavella, Tripodi, De Paola. All 'assessore al lavoro. Per sapere - premesso che:

con delibera numero 9811 del 28 febbraio 1995 la Giunta regionale, al fine di dare attuazione a forme di decentramento organizzativo per una migliore qualità delle prestazioni da erogare e per lo svolgimento dei compiti del servizio 190, istituiva, presso ogni sede di circoscrizione per l'impiego ed il collocamento in Calabria, uno sportello di informazione, di orientamento ed osservato rio alle dirette dipendenze dei relativi uffici provinciali;

detti sportelli decentrati dovevano assolvere i seguenti compiti:

a) rilevazione dati e flussi informativi sulla realtà socio-economica del territorio, loro elaborazione e diffusione a favore degli utenti interessati;

b) rendere disponibile agli utenti le opportunità formative e professionali favorendo il loro percorso orientativo, informandoli sull'andamento occupazione per aree professionali e per settori produttivi;

c) dare informazioni sulle tendenze nazionali e locali, del mercato del lavoro, in ordine alle dinamiche scolastiche, produttive e di formazione;

d) attuare, in collaborazione con le amministrazioni locali, con i distretti scolastici e con gli uffici circoscrizionali del lavoro, ogni utile iniziativa di formazione/informazione a valenza orientativa, il tutto così come meglio indicato negli articoli 36 e 38 della legge regionale numero I 8/85;

con delibera numero 577 del 6 aprile 1995, la Giunta comunale di Lamezia Terme, al fine di dare attuazione allo sportello di informazione, dava la disponibilità di un locale nella sede municipale della città;

a tutt'oggi non risulta avviato nella città di Lamezia lo sportello previsto dalle citate delibere -:

se e a conoscenza dei fatti sopra esposti;

per quale motivo, nonostante le deliberazioni citate, non è stato ancora attivato nella città di Lamezia Terme il suddetto sportello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Interrogazione n. 97 del 30 gennaio 97

Tripodi, Tavella, De Paola. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai servizi socio-assistenziali. Per sapere - premesso che:

la legge regionale numero 16 del 13 aprile 1995 recante "disposizioni per la formazione del bilancio annuale della Regione Calabria per il 1995" all'articolo 16 comma i dispone la spesa di lire 150 milioni quale contributo alle sezioni provinciali e ai consigli regionali dell'Unione Italiana Ciechi e per la Protezione e l'Assistenza dei Sordomuti;

la somma di lire 150 milioni risulta, pertanto, iscritta nel bilancio annuale 1995 della Regione Calabria al capitolo di spesa 4251104 con la destinazione sopra indicata;

la legge regionale numero 42 del 22 dicembre 1995 recante "disposizioni per la variazione al bilancio 1995 e pluriennale 1995/95 della Regione" all'articolo 1 comma 4 dispone che la spesa di cui all'articolo 16 comma i della legge numero 16 del 13 aprile 1995 venga aumentata di lire 150 milione

l'ulteriore somma di 150 milioni risulta, pertanto, iscritta al capitolo dì spesa 4251104 delle tabelle di variazione di bilancio;

la Giunta regionale con delibera numero 7966 del 29 dicembre 1995 avente per oggetto "contributo alle sezioni provinciali ed ai consigli regionali dell'Unione Italiana Ciechi e per la Protezione e l'Assistenza dei Sordomuti" ha impegnato la spesa di lire 150 milioni;

la predetta delibera della Giunta regionale ignora del tutto che sul capitolo 4251104 vi è stata una variazione di bilancio con il raddoppio della somma precedentemente iscritta che adesso ammonta a lire 300 milioni;

infatti, nella premessa della delibera citata si afferma che l'attuale disponibilità di fondi previsti al capitolo 4251104 destinato a.. è di lire 150 milioni"

anche la parte della delibera sul frontespizio, riservata all'ufficio di ragioneria, risulta clamorosamente sbagliata sia per ciò che riguarda lo stanziamento sia per ciò che concerne la disponibilità finanziaria;

tali vistosi e grossolani errori denotano una scarsa attenzione e sensibilità nei confronti di migliaia di cittadini svantaggiati e dimenticati dagli enti e dalle istituzioni pubbliche e delle associazioni che svolgono un impegno proficuo e generoso di sostegno e di solidarietà umana e sociale;

risulta inaccettabile lo scippo operato nei confronti dell'Unione Italiana Ciechi e dell'Ente Nazionale Sordomuti della Calabria che si vedono sottratta la somma di lire 150 milioni ad essi spettante per l'incapacità degli amministratori e l'inettitudine dei funzionari interessati;

1) se sono a conoscenza dei fatti sopra esposti

2) se non ritengano necessario riparare il danno determinato dalla delibera della Giunta regionale numero 7966 del 29 dicembre 1995 che sottrae 150 milioni all'Unione Italiana Ciechi e all'Ente Nazionale Sordo muti;

3) se non ritengano opportuno approfondire la questione per chiarire di chi sono le responsabilità dei gravissimi errori che si appalesano nella delibera e che dimostrano la completa ignoranza o, comunque, la totale disapplicazione della legge regionale numero 42 del 22dicembre 1995.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Interrogazione  n. 98 del 30 gennaio 1996

Meduri. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che: Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi la fascia ionica della nostra regione e particolarmente quella reggina e crotonese è stata colpita da un'ondata di maltempo di inaudita violenza;

in conseguenza della furia della pioggia, cui si è aggiunta quella del mare, si sono registrati ingenti danni alle abitazioni, alla rete viaria, a quella idrica, elettrica e telefonica, nonché ad impianti industriali turistici e balneari;

nell'alto ionio reggino, paesi e frazioni sono rimasti isolati e svariati nuclei abitativi sono stati precauzionalmente evacuati;

a seguito di tali devastanti eventi alluvionali si sono sollevate pressanti richieste di interventi strutturali, e non più semplicemente ripristinatori, dalle esasperate popolazioni, dalle forze politiche e dalle istituzioni interessate;

in particolare il Consiglio comunale di Roccella Ionica, nel prendere atto che la recente mareggiata ha irrimediabilmente compromesso la difesa del centro abitato dal mare, ha deciso di esprimere una vibrata protesta per i ritardi già accumulatisi nell'avvio dei lavori necessari per il ripristino dei gravissimi danni subiti;

occorre assumere provvedimenti straordinari finalizzati ad una necessaria e non più procrastinabile operazione di ricostruzione e risanamento del territorio -:quali iniziative intendano adottare con l'urgenza che la drammaticità della situazione richiede per la dichiarazione di stato di calamità naturale delle aree interessate, per il ripristino delle infrastrutture civili e turistiche danneggiate, nonché per la predisposizione di un piano strutturale che affronti in modo risolutivo il problema del consolidamento delle aree soggette a frane, nonché di protezione dei centri rivieraschi tramite l'installazione di appositi pannelli frangiflutti, o altre misure di protezione delle coste dal mare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Interrogazione n. 99 del 31 gennaio 1996

De Luca, Borrello, Pacenza, Laudadio. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la telefonia radiomobile e cellulare, allo stato, non serve adeguatamente il territorio della regione Calabria;
alcune località calabresi della costa, delle zone interne, della montagna e, soprattutto nel periodo estivo, la zona Tropea - Capo Vaticano e Sellai Marina non sono ben coperte dalla telefonia cellulare;
per tale inconveniente provengono allarmate e giustificate proteste da parte di amministratori comunali, operatori turistici, imprenditori e singoli cittadini;
tale disservizio crea grave disagio per i cittadini residenti e per quanti si trovino nelle località turistiche per un periodo di vacanza sia pure temporaneamente;
bisogna ovviare all'inconveniente lamentato sollecitando l'intervento, con l'urgenza del caso, della Telecom Italia S.p.A.;
la Giunta regionale non può non assumere iniziative concrete facendo finta di ignorare il problema prospettato -:
se e a conoscenza della questione sollevata;
quale sia la sua posizione in ordine al problema prospettato;
quali iniziative intenda prendere per ovviare all' inconveniente lamentato.