VIII
LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
71.
SEDUTA
DI MARTEDI’ 6 OTTOBRE 2009
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA
E
DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO
Indice
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore
Legge le interrogazioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Diamo inizio alla seduta e propongo, immediatamente,
un minuto di raccoglimento per le vittime dell’evento alluvionale che ha interessato Giampilieri e Scaletta. I colleghi
si alzino in piedi.
(I
consiglieri, in piedi, osservano un minuto di silenzio)
Comunico all’Assemblea
quanto concordato unanimemente dalla Conferenza dei capigruppo. Il
Consiglio procede così: al primo punto c’è la
votazione di un ordine del giorno unitario sulla questione
della scuola in Calabria e dei precari, successivamente una proposta avanzata dai gruppi che riguarda i sorveglianti idraulici, infine il punto che
riguarda
l’emergenza ambientale in
Calabria, così come il
progetto integrato di sviluppo locale
denominato Cetraro.
Trattiamo, pertanto, il primo punto sui problemi
relativi ai precari nella scuola calabrese.
Io credo che il Vicepresidente della Regione
voglia illustrare brevemente e fare alcune considerazioni. Su queste poi
si aprirà un breve confronto, ci sono alcuni
iscritti, poi passiamo alla votazione dell’ordine del
giorno.
Il Vicepresidente Cersosimo
ha facoltà di intervenire.
Vorrei illustrare,
molto brevemente, questo testo dell’ordine del giorno discusso ed approvato
all’unanimità dalla Conferenza dei
capigruppo nella riunione odierna.
Il problema
affrontato nell’ordine del giorno è relativo ai cosiddetti precari nella scuola. Voi sapete
che questa storia nasce a giugno dello scorso anno, quando il ministro Tremonti presentò un decreto, il “
Quindi, in
tre anni scolastici, arrivare ad un risparmio nel sistema scolastico nazionale…
(Interruzione di registrazione)
Ripeto,
illustro molto sinteticamente un ordine del giorno che è stato approvato oggi
nella Conferenza dei capigruppo. Alla base di questo documento ci sono i
cosiddetti problemi relativi ai precari nella scuola italiana e anche nella scuola
calabrese. Il tutto nasce – dicevo un attimo fa – dalla legge 133 dell’agosto
dello scorso anno, quando nell’ambito dei processi di razionalizzazione della
spesa pubblica nel nostro Paese, alla scuola fu attribuito dal ministero del
tesoro e delle finanze, lo scorso anno, un risparmio nel prossimo triennio, a
partire da questo anno scolastico, di 7,8 miliardi di euro.
Quindi, alla
fine del triennio, la scuola dovrà, secondo il Governo, arrivare ad un
risparmio di spesa pubblica pari a circa 8 miliardi di euro. Questo risparmio
comporterà una contrazione del personale della scuola, sia personale docente
che Ata, pari a 131 mila unità di lavoro, quindi un
vero e proprio disastro sociale: 87 mila insegnanti in meno e 4mila del personale Ata in
meno.
Quindi forti
esuberi nella scuola da conseguire soprattutto attraverso un blocco del turn-over,
per cui più che perdita secca alcune volte di posti di lavoro, si tratta di
scomparsa di postazioni lavorative, ovverosia non bloccando il turn-over,
non c’è più la possibilità di rinnovare il patrimonio di lavoratori nella
scuola italiana.
In
riferimento a questi tagli, il ministro della pubblica istruzione ha attivato
una politica di razionalizzazione delle strutture scolastiche e della politica
formativa; cioè ha provato a tradurre in
provvedimenti amministrativi e regolamentari quel disegno di contrazione
finanziaria, tant’è che da quest’anno
scolastico è aumentato significativamente il numero di alunni per classe, è
aumentato il numero di disabilità con aggravi per
insegnanti di sostegno, passiamo da un rapporto
Quindi
l’insieme di questi provvedimenti contempla una riduzione dell’organico e, in
particolare, una forte riduzione delle supplenze. In Calabria, tra blocco del turn-over
e probabile scomparsa di supplenza, stiamo parlando di 4.023 lavoratori in
meno, per la precisione 2.626 persone che non vengono rimpiazzate sotto il
profilo del turn-over, quindi l’organico si riduce nella nostra scuola
da 32.141 nell’anno scolastico 2008-
A questo
bisogna sommare altre 1.397 supplenze che non vengono rinnovate ad oggi,
ovverosia di personale docente e non docente che lo scorso anno ha avuto un
incarico annuale, che si trova nelle graduatorie ad esaurimento o nelle
graduatorie a tempo indeterminato, che quest’anno si
troverà senza una supplenza e dunque senza lavoro. Alcune volte si tratta di
lavoratori che stavano lavorando sotto forma di supplente da diversi anni, a
volte da venti-venticinque anni. Quindi è un problema non banale.
Tutte le
Regioni italiane hanno chiesto al Governo un provvedimento a favore dei precari
e, alla fine, il Governo ha emesso un provvedimento che è il decreto legge
numero 134 apparso sulla Gazzetta Ufficiale il 25 settembre 2009. Questo decreto
del Governo ( che prima – ricorderete – era stato inserito come un articolo nel
cosiddetto decreto Ronchi, poi il Presidente della Repubblica ha consigliato al
Governo di fare un testo ad hoc ed è un testo ad hoc che si
occupa soltanto di questo aspetto) e che consta di un solo articolo, prevede
che ai supplenti che hanno lo scorso anno insegnato tutto l’anno o comunque
hanno chiuso l’anno scolastico e che erano collocati nelle graduatorie ad
esaurimento, nelle graduatorie a tempo indeterminato, andranno attribuite in maniera assoluta e
con priorità assoluta le supplenze che
dovessero presentarsi quest’anno.
Quindi
questo personale che attualmente non è occupato beneficerebbe, secondo questo
decreto, in via prioritaria ed assoluta delle eventuali supplenze che si
dovessero creare nel corso di quest’anno.
Naturalmente, come sapete, molto di questo personale può godere di un’indennità
di disoccupazione per alcuni mesi, ma non potrebbe beneficiare, senza
supplenza, dell’avanzamento di
carriera sotto forma di punteggio.
Il decreto
prevede questo al comma 1 dell’articolo unico, dopodiché
prevede anche un intervento da parte delle Regioni. Il decreto dice che le
Regioni organizzano con proprie risorse
– quindi con risorse delle Regioni – delle attività a sostegno della formazione
degli alunni delle singole Regioni e
coinvolgono in questi progetti personale che lo scorso anno ha avuto la
supplenza, che quest’anno è in disoccupazione; a
questi lavoratori si potrebbero applicare quelle che nel decreto vengono
chiamate delle indennità di partecipazione, cioè il lavoratore godrebbe di
un’indennità di disoccupazione e, accanto a questa indennità, potrebbe godere
con risorse regionali di una cosiddetta indennità di partecipazione a questi
programmi formativi per i nostri ragazzi. A questi lavoratori – nell’ultimo
comma del decreto è scritto questo – verrebbe riconosciuto il punteggio come se
avessero fatto l’anno scolastico.
Questo è
quanto dice il decreto.
Naturalmente,
il decreto copre soltanto una fascia molto piccola dei lavoratori precari, non
tutti i 1.397 lavoratori precari calabresi troverebbero uno sbocco in questo
decreto. Peraltro, giova sottolineare il fatto che di questi 1.397 precari ben
862 sono personale Ata, dunque bidelli e personale
tecnico, e 537 sono gli insegnanti.
Quindi, in
questi progetti scolastici ovviamente la prevalenza di norme è per il personale
docente ed è molto meno, comunque, un assorbimento, un’aliquota, è molto più
contenuto per il personale Ata, e questo è un
problema abbastanza rilevante.
Questo è
quello che ha deciso di fare il Governo nazionale, ovvero il decreto che giace
adesso in Parlamento.
Le Regioni,
in quanto tali, per problemi di ruoli costituzionali, non possono intervenire
direttamente sul personale scolastico, perché quella del personale scolastico è
una materia prettamente del Governo centrale, sia i programmi sia il personale
sono materia esclusiva del Governo centrale. Dunque le Regioni non possono fare
assolutamente nulla in maniera diretta, non possono occuparsi dei singoli
precari o del personale in generale della scuola.
Come sapete,
le Regioni hanno competenza soltanto nella organizzazione della rete scolastica
e, al più, dato che le Regioni vogliono intervenire, hanno competenza sulle
materie cosiddette extra-curriculari, cioè sulle
competenze e conoscenze dei nostri ragazzi, degli allievi, degli studenti della
nostra scuola, ma fuori dalle ore ordinarie scolastiche, quindi le cosiddette
attività pomeridiane, complementari o integrative dell’attività curriculare ordinaria che si svolge di mattina.
Pertanto,
come Regione noi possiamo intervenire soltanto su questi aspetti, sulle
attività cosiddette extra-curriculari. L’abbiamo
fatto negli anni passati, la nostra Regione l’ha fatto con molta intensità
negli anni passati, l’ha fatto molto più di tante altre Regioni e pensiamo di
farlo ulteriormente quest’anno, anzi da maggio
abbiamo discusso con l’Ufficio scolastico regionale, con quelli provinciali e
col sindacato un programma che abbiamo chiamato “Più scuola”. Questo programma
è finanziato con fondi comunitari ed è dotato di 15 milioni di euro, siamo
quasi pronti per mettere a bando queste risorse comunitarie.
Stiamo
aspettando dall’Ufficio scolastico regionale un’anagrafe dei 1.397 lavoratori
coinvolti in questi processi, per conoscere le qualifiche professionali, le
classi di insegnamento di questi lavoratori, insegnanti e non – ripeto – e la
loro localizzazione geografica.
Dunque,
faremo un bando, un avviso pubblico per le scuole per rafforzare le competenze
e le capacità degli studenti, che è quello che noi possiamo e dobbiamo fare.
Per cui metteremo a bando più matematica per i ragazzi delle scuole medie
piuttosto che per i licei, più comprensione del testo, più lingue, più
attività, siamo nel campo dell’attività motoria, della musica, poi vedranno le
scuole quali saranno i deficit che vorranno colmare di più, e indirettamente
assorbire, attraverso questi progetti a sostegno dell’attività formativa e
didattica, anche lavoratori precari del bacino.
Ripeto, non
possiamo intervenire direttamente sul bacino, ma indirettamente sì, e quest’anno metteremo una norma per dire che i progetti che
faranno prioritariamente riferimento ai lavoratori del bacino avranno un
punteggio più alto.
Faccio un
esempio per capirci: supponiamo che abbiamo due scuole, una A e una B. La
scuola A vuole fare un progetto a rafforzamento delle capacità linguistiche e,
per far questo, prende 7 unità di personale al proprio interno e 2 di personale
esterno. C’è una seconda scuola, supponiamo B, invece, che vuole fare sempre un
rafforzamento delle competenze e delle capacità linguistiche dei propri allievi
e fa riferimento a 7 unità di personale dal bacino di precariato e due da
quello interno. Allora, metteremo nel nostro bando che nel primo caso avrà un
punteggio molto basso, 1 punto, e nel secondo caso, per esempio, 10 punti, in
modo tale che incoraggiamo le scuole a far riferimento soprattutto al bacino di
precariato che si è creato con questi provvedimenti del Governo di quest’anno.
Questi sono
i contenuti, i “retrobottega” dell’ordine del giorno. Quindi l’ordine del
giorno, alla fine, che dice? Chiede al Governo tre cose: un ripensamento della
politica dei tagli, non solo perché provocano problemi sociali, soprattutto
nelle aree con ritardi strutturali, con deficit rilevanti nel mercato del
lavoro come nel Mezzogiorno e
Quindi c’è
sicuramente un impatto sul mercato del lavoro assai preoccupante in regioni
come la nostra, ma la seconda cosa forse ancora
più preoccupante è che, attraverso questi provvedimenti, c’è il rischio
di un ulteriore impoverimento delle capacità di apprendimento dei nostri
ragazzi, che già nelle statistiche comparative internazionali non brillano
molto. Quindi c’è un doppio rischio.
La seconda
cosa che
La terza
cosa che chiediamo al Governo è che a quei lavoratori coinvolti in progetti
finanziati dalla Regione, siano essi personale docente o personale Ata, sia riconosciuto il punteggio, in modo tale che questi
lavoratori non perdano almeno quota nelle graduatorie provinciali ad
esaurimento e a tempo indeterminato.
In più il
Consiglio regionale, su proposta della Conferenza dei capigruppo, chiede alla
Giunta di attivarsi, semmai anche in cooperazione col Governo nazionale, per
mettere in campo tutte le azioni e tutti gli interventi a sostegno delle
capacità e delle competenze degli studenti della nostra regione, anche con il
coinvolgimento di specifici progetti – così c’è scritto – dei lavoratori
precari della nostra scuola.
Questo è
quanto, vi ringrazio.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Ringrazio l’assessore
Cersosimo per la relazione esaustiva che ha fatto e vorrei sottolineare alcuni
aspetti.
Io credo, assessore, che noi dovremmo – come lei ha fatto sia lo scorso
anno che nei mesi scorsi – con ancora più forza chiedere a Tremonti
e al ministro Gelmini di abrogare questa legge,
perché noi oggi possiamo votare un ordine del giorno,
Questo è il punto ed è un punto decisivo, e lo è ancora di più, se noi pensiamo alla situazione calabrese, dove ci saranno nei
prossimi anni miglia – e dico migliaia – di insegnanti e personale non docente che perderanno il
posto di lavoro.
Come voi potete capire, colleghi – la conosciamo tutti
Ora, io posso capire che il Governo nazionale decida di tagliare e di
ridurre il deficit dello Stato, però non capisco perché, per ridurre questo
deficit, debba andare a colpire le fasce più deboli della popolazione, i
lavoratori, le regioni più povere, come la nostra. Si possono trovare altre
scelte, non certo quella di fare un licenziamento di massa, perché questo è il
più grande licenziamento di massa che la storia repubblicana ricorda, che sta
colpendo migliaia e migliaia di persone, in questo momento, in Calabria e in
Italia
Vedete, la situazione oggi di chi perde il posto di lavoro è
drammatica, ci sono famiglie monoreddito del personale Ata
e del personale docente che, dall’oggi al domani, non sanno più come portare
avanti la propria famiglia. E’ una situazione delicatissima ed io vedo che il
Governo, in questo momento, è indifferente, come lo è stato in questi mesi a
tutte le richieste che vengono soprattutto dal Mezzogiorno del Paese.
Allora, assessore Cersosimo, credo che noi dobbiamo lavorare fino in
fondo, come lei sta facendo, anche nella Conferenza Stato-Regioni, per trovare
le soluzioni adeguate, non ultima pensare, se ci sono le condizioni giuridiche,
di chiedere un referendum per l’abrogazione di questa legge. Lo possono fare
cinque Regioni in Italia, il referendum si può indire sia raccogliendo le
firme, sia con un terzo del numero dei parlamentari, sia con cinque Consigli
regionali.
Io credo, assessore, che noi possiamo verificare insieme ad altri
Consigli regionali del nostro Paese se ci sono le condizioni giuridiche per
chiedere un referendum ed abrogare questa legge ingiusta, che sta colpendo
veramente in maniera scientifica migliaia e migliaia di famiglie del nostro
Paese.
Questo è un punto decisivo, perché altrimenti tutto quello che possiamo
mettere in campo noi come Regione Calabria sarà un pannicello caldo,
importante, ma sempre un pannicello caldo.
Allora l’ordine del giorno, assessore, io credo che, per quello che può
fare la nostra Regione, vada bene, le misure che lei sta mettendo in campo, in
particolare per quanto riguarda la possibilità, attraverso i 15 milioni che lei
ha destinato, da dare alle scuole di fare progetti e di mettere in questi
prevalentemente il personale precario, perché questo può significare recuperare
la quasi totalità. Io, però, mi auguro, assessore – e lei deve lavorare in
questa direzione, sono sicuro, abbiamo avuto già diversi colloqui e lei è una
persona non solo competente, ma anche molto sensibile a queste istanze sociali
– che tutto il personale che viene lasciato a casa dalla riforma Gelmini possa trovare per quest’anno,
per questi otto mesi, con questo progetto la possibilità di tornare a lavorare.
Questi non devono essere progetti di ammortizzatori sociali, ma devono
essere, invece, progetti di lavoro, dobbiamo legare la possibilità di dare un
reddito a famiglie che, in questo momento, non ce l’hanno più, attraverso un
lavoro che può essere fatto su progetti per i ragazzi, perché questa riforma va
a colpire anche l’apprendimento, il modo in cui apprendono i ragazzi. Potete
ben capire che un conto è quando un insegnante entra in una classe con 25
alunni, un altro è quando entra in una classe con 35 alunni: c’è una difficoltà
maggiore per gli alunni di apprendere, ci saranno alunni sicuramente che
resteranno indietro, perché non c’è la possibilità per l’insegnante di spiegare
in maniera approfondita e di seguirli ad uno ad uno.
Allora questi progetti devono andare nella doppia direzione di dare
lavoro, ma di dare la possibilità a questi nostri ragazzi di poter studiare
sempre in maniera migliore e di poter apprendere e poter dare anche un
contributo alle famiglie che, molte volte, sono costrette a mandare i propri
figli al doposcuola a pagamento e non hanno le risorse, in questo momento, per
fare questa operazione.
Insieme a questo, io credo, assessore, un punto essenziale lei l’ha
messo al punto c). Questo non dipende dalla Regione, ma credo che l’accordo col
Governo,
Questo è un punto decisivo, perché se no avremo, oltre il danno, la
beffa: il prossimo anno queste persone saranno ancora più indietro nella
graduatoria e non entreranno più nel mondo del lavoro. Questa è una condizione
decisiva e credo, assessore – lei ha fatto bene a sottolinearlo – che dobbiamo
strappare assolutamente questo impegno , farlo sottoscrivere al Governo
nazionale.
Assessore, oltre a dare il voto favorevole a nome mio e del gruppo di
Rifondazione comunista a questa risoluzione, la invito a continuare in questa
battaglia, a chiedere con forza la revoca di questa controriforma che colpisce
al cuore gli interessi di migliaia e migliaia di lavoratori e colpisce le
Regioni meridionali e le chiedo di trovare, insieme alle altre Regioni, la
possibilità di indire questo referendum, che potrebbe essere l’ancora di
salvezza per abrogare questa legge ingiusta che sta penalizzando il nostro
Paese.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi,
Vicepresidente della Giunta regionale,
certamente il Consiglio regionale oggi viene
chiamato a ragionare su una questione drammatica: in Calabria si sente, in
ogni provincia, la disperazione di centinaia e centinaia di persone che sono
ridotte al lastrico, come noi amiamo dire nel nostro modo di esprimerci.
E’ un fatto
drammatico, perché non era mai successo che tanti insegnanti o tanti
rappresentanti della scuola o nelle altre funzioni subissero un trattamento
così violento che, in un batter d’occhio, ha portato alla cancellazione totale
di prospettive nel loro campo
di lavoro. E’ un fatto veramente straordinario e speciale e, al di là delle
valutazioni politiche di parte, perché questo chiaramente può essere,
giocoforza, comunque a tutti i livelli
dibattuto anche con acredine, voglio restare, invece, sull’atto per se stesso
concreto, per far capire che questo Consiglio regionale nella sua interezza,
superando le appartenenze, su un problema del genere deve mandare un segnale al
Governo, ma non perché c’è una maggioranza di centro-sinistra qui in Calabria e
il centro-destra è in minoranza.
Io vorrei
che, oggi, in questa direzione noi giocassimo una partita all’unanimità, perché
i precari della scuola non sono del centro-sinistra o del centro-destra,
comunque appartengono a tutti e due gli schieramenti. E’ il dramma dell’evento
che ci dà la forza di chiedere di mettere in campo qualche risoluzione in grado
di rallentare questo momento così drammatico che riguarda i precari della scuola
nella nostra regione.
Intanto,
registro con favore che
Il
Vicepresidente e il Presidente Loiero avranno difficoltà, sicuramente, a comprendere
come mettere fuori gioco, poi, alcuni al posto di altri, perché penso che
questo progetto non andrà a coprire l’intero bisogno delle unità che rimarranno
senza lavoro. Diceva prima il Vicepresidente che, soprattutto per quanto
riguarda i precari Ata, vi è una maggioranza
schiacciante nel numero complessivo dei disoccupati che sono oggi in cantiere.
Quindi questi progetti, poi, non so come andranno a superare questa differenza,
che numericamente molto acuita.
Comunque,
auguro che si faccia quello che è possibile per lasciare meno gente possibile
disoccupata, Vicepresidente, visto che parecchi non sanno come arrivare a fine
mese.
Ieri mi ha
fermato per strada un signore a Catanzaro, che non conosco – ricordo solo il
paese, Gimigliano – che mi diceva: “Io sono uno che
appartiene alla categoria Ata e che non so più come
vivere perché ho tre bambini ed ora non ho di che mangiare”. Questa è una
testimonianza reale, concreta che fa comprendere come questo atto del Governo
nazionale è arrivato in un modo violento
e ha bloccato, dalla mattina alla sera, delle speranze, delle prospettive, comunque creando – io direi – delle situazioni familiari
pesantissime , che oggi, in una situazione di crisi ancora più acuita sotto alcuni
aspetti da drammatici elementi, rischiano di non trovare uno sbocco per
il prossimo futuro.
Allora,
Vicepresidente, io le chiedo, anche riguardo a quello che diceva il collega di
Rifondazione comunista, De Gaetano, di capire come insieme alle altre Regioni
del Mezzogiorno si possa dire al ministro – non lo so se questo può essere
un fatto costituzionale o meno – che il Sud non può sopportare questa
decisione. E’ proprio il Sud che non può sopportarla, per come è strutturato,
per come vive, purtroppo, questo periodo così difficile dal punto di vista
ambientale, dal punto di vista dell’assetto del territorio, cioè di tutta
questa valanga di inquietudini sociali che stanno avvolgendo il meridione,
soprattutto
Ecco,
bisogna sospendere per il Sud un provvedimento del genere e nel frattempo,
comunque, Vicepresidente, chiedere che questi progetti che oggi
Ecco, noi
abbiamo anche difficoltà a proporre delle soluzioni, perché comprendiamo che è
una cosa difficilissima, però – come diceva anche De Gaetano – se oggi questi
progetti partiranno, che siano poi ripresi dal Governo come possibilità
permanente, inquadrati in una visione del riordino scolastico in grado di
portare una certezza che, ad oggi, è completamente perduta.
Non la
voglio fare lunga, voglio solo esprimere il mio voto favorevole, il parere
favorevole, sottolineare l’importanza di quello che sta facendo il Governo
regionale e dire, Vicepresidente, che il Governo, proprio su questo modello
della Regione, può aprire per i prossimi anni, secondo me, delle prospettive interessanti affinché
questi progetti diventino parte essenziale di un progetto occupazionale più
grande, che il Governo può continuare sulla scia dell’indicazione che oggi
parte dal Governo regionale.
Finisco,
ricordando – e lo dico al Presidente del Consiglio, al Vicepresidente Borrello che fa funzioni di Presidente – di chiedere al
Presidente Loiero
di portare, entro il mese di ottobre in questo Consiglio, per come ha promesso
in una notte molto drammatica, forte che questo Consiglio ha consumato mesi fa
fino alle cinque mattina, il famoso omnibus
sui precari, che è stato annunciato a tutti i livelli e che i consiglieri
regionali hanno spinto, perché ognuno ha riferito di situazioni reali, concrete
che riguardano centinaia e centinaia di giovani che hanno acquisito dei diritti,
che si sono spesi, che hanno oggi delle aspettative importanti.
Noi abbiamo
bloccato tutto, dicendo che non avevano né sbagliato né fatto delle richieste
assurde, abbiamo detto che in un unico documento avremmo cercato di assumere
quello che era possibile assumere e con un provvedimento omnibus sul personale avremmo cercato di mettere la parola fine,
per quello che è possibile fare, nel mondo del precariato calabrese.
Lo abbiamo
detto, non possiamo prendere in giro le persone. Se non saremo in grado di
farlo, ce ne assumeremo le responsabilità politiche; se saremo in grado di
farlo, sicuramente ne avremo dei vantaggi, ma soprattutto i vantaggi li avranno
tanti giovani che, dalla mattina alla sera, sono in mezzo alla strada, senza ad
oggi avere un minimo di risposta.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
io voterò quest’ordine del giorno perché vedo in esso una maturità di comportamento da parte
della Regione, cioè una Regione – ma parlo per tutti gli enti locali
meridionali e in particolare calabresi – che non si limita a chiedere al
Governo centrale, ma propone anche una sua collaborazione
per risolvere
determinati problemi.
Modestamente,
è un vecchio pallino da parte mia ritenere che il rilancio nostro e del Mezzogiorno nel suo
insieme dipenderà certamente dalla solidarietà del Paese, ma dipenderà anche
dalle cose buone che noi sapremo fare nei campi di nostra specifica competenza.
Il mio
augurio è che lo spirito che anima quest’ordine del
giorno lo riscontreremo nei successivi punti all’ordine del giorno, soprattutto
quando tratteremo di ambiente, perché anche in quel caso, insieme a legittime e
sacrosante richieste al Governo di Roma, dovremo dire anche che cosa intendiamo
fare noi come calabresi e quindi come Regione Calabria.
Non sto a
disquisire sui punti a) e b) dell’ordine del giorno, che condivido pienamente,
perché è giusto chiedere al Governo centrale con forza – e sono certo che il
Vicepresidente in questa battaglia saprà coinvolgere tutte le Regioni italiane,
soprattutto quelle meridionali – di riconsiderare questa sciagurata politica
scolastica con riferimento all’anno in corso, ma soprattutto ancor di più con
riferimento ai prossimi anni.
Quanto al
punto c), è evidente che ci sarà il mio voto favorevole, però sento in quest’Aula il dovere di esprimere una mia considerazione
non di pessimismo, ma di realismo politico per lo stato del sistema politico
italiano in questo particolare momento.
Noi,
addirittura, abbiamo assistito a sciagurati interventi di esponenti della Lega
veramente offensivi di nostri corregionali o, comunque, di docenti dell’Italia
meridionale. Mi chiedo, considerato lo stato attuale dei pesi democratici nel
Parlamento italiano, se un Governo Berlusconi-Bossi
andrà a riconoscere come punteggio valido per tutto il Paese lo stato di
servizio di docenti che hanno eseguito dei progetti finanziati dalla Regione.
Sinceramente,
a questo non credo, perché volendo vedere alcune conseguenze di un fatto del
genere, è evidente che, essendo di provenienza meridionale la disoccupazione
intellettuale in questo campo, nel momento in cui si acquisisce un punteggio
attraverso i progetti, si può essere inseriti favorevolmente in graduatorie in
altre regioni e in altre province del Paese.
Chiediamolo,
ma io dispero che il Governo di centro-destra attuale possa far passare un
principio di questo tipo.
Mi fermo un
attimo sui progetti per esprimere alcune modeste considerazioni.
Quando,
immeritatamente, ho ricoperto il ruolo oggi svolto anche con impegno dal
Vicepresidente, mi ero permesso di sottoporre all’autorità europea un progetto
che non avevamo chiamato “più scuola, ma “pre-post-scuola”.
Praticamente, tenendo conto del fatto che nelle aree urbane, a volte, i bambini
debbono uscire due ore prima e le mamme rientrano molto dopo la fine
dell’orario scolastico, ma anche nei piccoli centri dove uno scuolabus, magari,
prende un bambino alle sette e poi non si sa tra le sette e le otto e mezzo
cosa succede, mi ero permesso di fare una proposta di questo tipo che mi fu
bocciata, asserendo che non era finanziabile con i fondi europei.
Molto
sinceramente, io non vedo una grande differenza tra il “pre-post-scuola”
e il “più scuola”, diciamo che la filosofia dei provvedimenti è senz’altro
similare. Allora mi permetterei – se posso farlo, non lo chiamo suggerimento
perché potrei sembrare anche presuntuoso, un pensiero a voce alta – di pensare
che è utile fortificare molto il concetto, l’aspetto formativo di questi corsi,
perché per quanto io ne sappia – ma Cersosimo è più
bravo di me in questa materia –, con il Fondo sociale europeo è difficile far
passare qualcosa che possa suonare come sostegno al reddito, tant’è che a livello nazionale si sono utilizzati i fondi Fas, perché i fondi Fas sono
fondi dello Stato italiano e ne fa quello che vuole. In questo caso, tutti
sappiamo che con i nostri fondi Fas si sono
finanziate le casse integrazione degli operai delle aree più forti dal punto di
vista industriale del nostro Paese.
Quindi,
siccome non è possibile con l’Fse sostenere il
reddito, è evidente che va molto fortificato l’aspetto formativo.
Un’altra
considerazione che mi permetto di fare – anche qui un pensiero a voce alta che
non deve minimamente sembrare un suggerimento – è che, quando l’assessore
Vicepresidente ha illustrato i bandi in itinere, ha parlato di punteggi
e, sotto il profilo concettuale, io condivido questa impostazione, cioè che
vengono favoriti i progetti che utilizzano più precari rispetto ai progetti che
utilizzano professori interni a quell’istituto.
Io alla
generosità ho finito di credere da molto tempo e, purtroppo, l’egoismo umano
non prevale solo nell’elaborazione leghista, ma in una società così
individualista come la nostra è quasi illusorio pensare che ci possa essere una
spinta solidale e che non prevalgano gli egoismo individuali. Allora stiamo
attenti, perché il bando, così impostato, potrebbe ledere l’autonomia
scolastica.
L’autonomia
scolastica, come ben sappiamo tutti, è un principio ormai tutelato dal punto di
vista costituzionale e quindi non v’è dubbio che graduatorie di progetti che
vedessero l’esclusione di alcuni istituti, sulla base del principio che
utilizzano più precari rispetto agli interni, potrebbe essere impugnate sotto
il profilo di una lesione dell’autonomia scolastica.
Allora mi
permetterei di affermare, sempre pensando a voce alta, che sarebbe opportuno
una preliminare concertazione che porti ad un documento formale sottoscritto
dall’Ufficio scolastico regionale e, in ogni caso, dalle organizzazioni sindacali.
Certamente un verbale di questo tipo poi non potrà impedire al professore
Principe – metto il prof. prima di Principe in via esemplificativa per il
ragionamento che sto svolgendo – di proporre ricorso al Tar,
però quantomeno noi introduciamo una solidarietà non dico istituzionale, ma di
ampio respiro, nel momento in cui questo viene sottoscritto dalle
organizzazioni sindacali e ben sappiamo – voglio concludere con un’affermazione
molto personale – quanto contino i sindacati nel mondo della scuola, contano a
tal punto che, secondo alcuni, questa forza sindacale nel settore che ha prodotto anche qualche guasto.
Io non la penso in questo
modo, ma facciamo sì che questo prestigio del sindacato nel mondo della scuola eviti una
guerra fra chi è più povero e chi, magari, pensa di star meglio e di mettere in
piedi il proprio egoismo, ma con una lesione complessiva della spinta ad una
crescita della nostra regione che, naturalmente, potrà avvenire se i giovani
avranno una formazione più compiuta di quella che hanno avuto tuttora e nel
recente passato.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’assessore Tripodi Michelangelo. Ne ha facoltà.
Brevemente, ma credo che il dibattito
sulla scuola non possa essere un dibattito che lascia il tempo che trova, nel
senso che è giusto che ognuno si pronunci a partire dall’ordine del giorno. Io condivido lo sforzo e voterò
a favore dell’ordine del giorno presentato, però mi sembra giusto fare alcune considerazioni
su quello che è il
futuro della scuola italiana e della scuola calabrese che immagina e
prefigura il ministro Gelmini.
Voglio
ricordare che
Intanto c’è
qui un grande problema: è immaginabile un futuro serio, credibile per un Paese
che decide non solo di non investire più nella scuola e nella ricerca, ma che
addirittura cancella dagli investimenti una cifra così enorme che ammonta,
appunto, a 8 miliardi di euro nel giro di tre anni?! Perché poi la vicenda di
cui parliamo che è il risultato della condizione per cui oggi siamo qui a
discutere, cioè il fatto che in Calabria mancano 4 mila posti di lavoro,
vengono cancellati 4 mila posti di lavoro precario, di docenti e di personale Ata, è la conclusione di questa scelta.
E la scelta
è quella appunto di disinvestire nella scuola
pubblica, di avere una scuola che, quindi, rompe con il binomio qualità ed
equità, che è il binomio che aveva costruito la riforma scolastica e la
scolarizzazione di massa in questo Paese e che, attraverso il processo della
scolarizzazione di massa, aveva consentito a tanti figli di lavoratori, a tante
espressioni sociali, che fino a quel momento erano cancellate dall’accesso
anche ai più alti gradi di istruzione, di poterlo fare in quel momento e che
certamente oggi, con i processi che si aprono, si rimettono tutti in discussione.
Allora qui
c’è un taglio sociale, classista – voglio dirla questa parola perché mi sembra
giusto affermarlo in questa sede – perché non c’è dubbio che la ricaduta di una
scelta di questo genere sicuramente produrrà guasti sociali enormi, amplierà le
iniquità, creerà diseguaglianze sociali, produrrà una condizione per cui il
giovane calabrese avrà meno strumenti, meno opportunità, meno chance di
poter accedere ai livelli più alti dell’istruzione rispetto al suo coetaneo
lombardo o veneto.
Allora, rispetto a questo, c’è un ragionamento che ha come punto
terminale la questione della precarietà e certamente noi abbiamo il dovere di
impegnarci e di fare fino in fondo la nostra parte, di dare una risposta, lo
voglio dire, perché sicuramente
C’è una scelta grave che è stata fatta, che azzera e abbassa
notevolmente i livelli e la qualità del servizio scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno e in Calabria, perché questa
è l’altra faccia del provvedimento della controriforma Gelmini,
è una faccia antimeridionalista e anticalabrese.
Dentro questo non possiamo dire: “Se ne fa carico
Allora, la domanda che pongo e mi pongo: noi diciamo nell’ordine del
giorno “invitiamo il Governo nazionale ad un ripensamento della politica
scolastica”. Mi auguro che ci sia questo ripensamento e credo che la data
ultima per questo ripensamento debba essere considerata
Se questo non avverrà, credo che un’iniziativa forte dovremo assumerla
come Regione Calabria, conseguenza ovviamente della mancata risposta e del
mancato ripensamento, perché è giusto auspicare il ripensamento, ma se questo
non avviene, lo dobbiamo dire ed io sono convinto che dobbiamo fin d’ora
lanciare un segnale.
De Gaetano diceva: “Promuoviamo il referendum”. Quella può essere una
strada e, se
La seconda questione, lo voglio dire perché a me sembra importante
sottolinearlo, è giusto dare queste risposte. Io non so se sarà confermato
quello che diceva l’onorevole Principe, è probabile che abbia ragione, che il punteggio
non venga dato da un Governo leghista che ha un altro orientamento, un’altra,
che quindi, certamente, sarà difficile che accetti che abbiano valore i corsi
regionali e che possano dare punteggio valido su tutto il territorio nazionale,
però credo sia giusto porla questa questione, anzi sollecitarla, impegnarsi per
garantire che quello sia un lavoro utile e buono, proficuo e che possa dare
anche possibilità di crescita in termini anche di punteggio e di graduatoria.
Una cosa mi permetto di dire, se è possibile, anche una valutazione del
Vicepresidente del Consiglio regionale rispetto all’ordine del giorno, cioè
nella premessa, l’ultimo periodo, chiederei una rivalutazione e una
riformulazione, perché qui c’è scritto “pur nella consapevolezza che i provvedimenti
richiamati rientrano nell’ambito di un processo riformatore”.
Allora mi permetto di dire che sono convinto che i provvedimenti
richiamati, cioè i provvedimenti della Gelmini, non
rientrano in un ambito e in un processo riformatore, quindi chiederei che su
questo punto ci fosse una riformulazione.
Capisco anche l’obiettivo di arrivare a votare un ordine del giorno
unitariamente nel Consiglio regionale sia da parte della maggioranza che della
minoranza, ma certamente vorrei che non si desse, così come non si fa una
critica di fondo, ma non si dà neppure una patente di rinnovamento o di riforma
a quello che, invece, è un processo controriformatore
e che, dunque, sta mettendo in discussione diritti fondamentali, il diritto
alla scuola pubblica.
Quindi mi permetterei, se è possibile, se si ritiene accessibile
un’operazione del genere, di affrontare in termini anche diversi con una
riformulazione di questo periodo, per il resto, personalmente, mi dichiaro
favorevole e voterò l’ordine del giorno.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Anch’io sento la necessità
di intervenire su una questione
molto importante che riguarda
Purtroppo, oggi, la scuola non è
più quel settore prioritario, non si annette quell’importanza che
dovrebbe avere, quindi il Governo risana la compagnia di bandiera, l’Alitalia, dove gravitavano 7-8 mila lavoratori con 300 milioni di
euro che preleva
dalle tasche dei cittadini, indirettamente, costruisce delle società per salvare il posto di
lavoro, giustamente,
di questi lavoratori,
però se noi accorpiamo due sole regioni, parliamo della somma dei lavoratori dell’Alitalia.
Rispetto a questo problema il
Governo, dopo continui incalzamenti che ha avuto dagli stessi lavoratori, dalle organizzazioni sindacali,
da un fermento che
c’era di ribellione nella società, fa un decreto “salva precari” che, però, non
risolve il problema, perché il decreto “salva precari” risolve in parte il
problema di questi lavoratori, a cui va la nostra solidarietà, la nostra vicinanza,
il rispetto, perché parliamo di persone che sono precarie da decenni, di gente
addirittura che va in pensione senza avere il ruolo. Questo significa che c’è
gente che lavora nel comparto della scuola, sia personale docente che personale Ata, che va in pensione con lo stipendio base, senza altre
certezze e che, quindi, di anno in anno, anche dopo i cinquant’anni
non sa se quel famoso incarico viene rinnovato.
Quindi io
penso che l’aver voluto tagliare questi posti per riformare l’istruzione,
soprattutto per quanto riguarda la scuola elementare col ritorno al maestro
unico, sia stata una scelta scellerata, per cui fa bene il Vicepresidente a
pensare come intervenire verso questo comparto strategico e importante.
Si è
intervenuti con la teacher card che riguarda i docenti migliori,
che quindi possono migliorare la loro formazione, il loro aggiornamento, ma io
condivido questo progetto “scuola più” che parte dai ragazzi, con una somma
importante, con 15 milioni di euro, perché è importante che si diano risposte
anche nel campo della formazione, soprattutto in una regione come la nostra,
dove c’è tanto disagio sociale.
Quindi è
importante che si lavori nella dispersione scolastica, si lavori sulle lingue,
vicino alle famiglie che hanno portatori di handicap, a sostegno di
questi ragazzi.
E condivido
l’ordine del giorno, soprattutto nella parte in cui si chiede al Governo di
riconsiderare i tagli prodotti da questa riforma e, addirittura, anche una
riconsiderazione dei tagli previsti nelle Finanziarie che verranno.
E’
importante che il Governo possa valutare la possibilità di attribuire il
punteggio a chi non rientra nel decreto “salva precari” e che rientra a far
parte di questi progetti. Ma una cosa che mi permetto di suggerire
all’assessore è quella di considerare anche la possibilità di attingere ad
ammortizzatori sociali per quei lavoratori che accederanno al progetto “più” e
che poi, magari, finiranno dopo tre, dopo cinque, dopo sei mesi. Quindi è
giusto che a questi lavoratori sia attribuita questa certezza, che avevano se
magari prestavano supplenza in una scuola in qualità di personale Ata, in qualità di personale docente.
Pertanto io,
a quest’ordine del giorno, ai punti a), b) e c)
inserirei anche quello relativo agli ammortizzatori sociali, alla
disoccupazione, perché se noi facciamo una richiesta al Governo che, in un
certo senso, fa un’equiparazione del servizio prestato nei corsi e se si
maturano i punti, se c’è un ripensamento dei tagli previsti nella Finanziaria,
è importante che sia chiesto anche questo della disoccupazione, dell’estensione
degli ammortizzatori sociali anche a questi lavoratori che, altrimenti, si
vedranno penalizzati rispetto ad altre persone che lavorano e che, dopo aver
finito un breve periodo di lavoro, hanno una copertura che garantisca loro un
minimo di vita dignitosa, perché noi parliamo di gente che lavora da dieci-quindici anni nel mondo della scuola, che ha
famiglia, di 45-50 anni, per garantire a queste famiglie un minimo di certezza.
Quindi do il
mio voto favorevole e penso che noi, come Regione, dobbiamo alzare la voce non
solo su un problema importante come questo, ma anche sull’altro problema che
affronteremo dopo, perché Berlusconi, dove vuole, va,
ripiana debiti di Comuni, dove vuole va, giustamente, inaugura le case a favore
dei terremotati, è andato in Sicilia dove, purtroppo, sono venute meno vite
umane in seguito a un tragico evento, ma è giusto che il Governo Berlusconi presti attenzione a una regione dove questo
governo ha preso una messe di voti, ma chiaramente non c’è un’attenzione
giusta, forse perché non c’è all’interno della deputazione parlamentare di quel
partito il peso giusto o, forse, perché verso
Quindi oggi
con questi due punti, con quest’approvazione
dell’ordine del giorno e poi con la questione relativa alla questione
ambientale, noi facciamo bene ad alzare la voce come assise regionali, come
rappresentanti dei calabresi rispetto a un Governo sordo e che ha dimenticato
non solo il Mezzogiorno, ma soprattutto
PRESIDENTE
Non ho altri
iscritti a parlare. La parola al Vicepresidente Cersosimo
per la replica.
Solo qualche piccolissima puntualizzazione per provare a diradare un po’, probabilmente, di incapacità mia ad esprimere bene il testo di questo
ordine del giorno e anche nella mia esposizione più generale.
Questi provvedimenti del Governo
nazionale colpiscono, purtroppo, innanzitutto le donne, perché – come sappiamo
– nel nostro Paese, a differenza di tanti altri Paesi, la percentuale di donne occupate nel settore
della scuola è altissimo, soprattutto nella scuola dell’infanzia, nelle scuole
primarie; bisogna arrivare
alle scuole secondarie
di secondo grado per trovare un qualche equilibrio tra lavoratori maschi e
lavoratrici donne. Dunque i primi colpiti saranno le donne.
Il secondo
colpito è il Mezzogiorno, e
Nell’ultimo
decennio,
Tutto questo
perché il tasso di fertilità delle nostre donne si è allineato ai tassi di
fertilità delle donne del nord. Per molti decenni i nostri tassi erano più
alti, adesso si sono allineati e i tassi di fertilità del nord sono tra i più
bassi in tutto il mondo occidentale. Dunque, da noi nascono molto meno bambini,
le nostre classi sono sempre più magre sotto il profilo degli alunni e si
determina un qualche surplus di
lavoratori nella scuola.
Per di più
da noi, nel Mezzogiorno, a differenza del centro-nord, soprattutto
del nord, questo deflusso di ragazzi nelle scuole non è compensato
dall’afflusso di ragazzi immigrati. Dieci anni fa, nella scuola italiana,
c’erano 60 mila studenti stranieri, oggi ce ne sono 600 mila; nella nostra scuola
ce ne sono soltanto 8 mila, pari al 2 per cento, in Emilia Romagna siamo al
Questo è un
problema strutturale ed è – lo vorrei dire soprattutto al collega Tripodi – uno
degli aspetti di difficoltà storica della scuola meridionale.
Se non
cambieranno i trend demografici, la
nostra scuola avrà seri problemi di governo nei prossimi anni, e non solo la
scuola, naturalmente, perché quando in una società si riduce fortemente il peso
dei bambini e dei ragazzi, sono inevitabilmente società in declino. Su questo
dovremmo fare una riflessione collettiva molto approfondita.
Il
riconoscimento del punteggio: su quello sono relativamente ottimista, intanto
perché nel decreto del Governo ai lavoratori coinvolti nelle supplenze e ai
lavoratori coinvolti nei progetti finanziati dalla Regione, il Governo
riconosce il punteggio, cioè al comma 4 il decreto riconosce il punteggio ai
lavoratori, anche a quelli coinvolti in progetti di sostegno della formazione a
finanziamento regionale.
Dunque,
questo provvedimento del Governo mi fa essere relativamente ottimista sul fatto
che noi potremo far riconoscere dal ministero il punteggio per i lavoratori
coinvolti nei nostri progetti.
Per di più,
così come hanno fatto le altre Regioni, in particolare
Noi, come le
altre Regioni, abbiamo stoppato questi processi di firma dei protocolli, perché
vorremmo che tutte le Regioni complessivamente affrontassero il problema col
ministro Gelmini. Non vorremmo rompere il fronte
delle Regioni, tant’è che una delle discussioni col
Governo da parte di tutte le Regioni, uno dei punti critici da parte di tutte
le Regioni è proprio la scuola.
Abbiamo tre
punti che stiamo discutendo col Governo e abbiamo bloccato
Quindi nella
Conferenza Stato-Regioni siamo intervenuti molto. Il fronte un po’ si è rotto
all’inizio, perché alcune Regioni del Mezzogiorno – ripeto –
in particolare Sicilia, Molise e Sardegna, hanno già fatto dei protocolli col
Governo,
Per esempio,
giusto per sottolinearlo, il Governo ci ha sottratto 1 miliardo e mezzo di
fondi Fas per la scuola alle quattro Regioni
convergenti. Noi vorremmo che in questo protocollo il Governo rimettesse almeno
una parte di quei soldi sottratti alle Regioni.
Concludo,
riferendomi in particolare alle ottime, generose e intelligenti osservazioni
del consigliere Principe sul “pre-post-scuola” e
ringraziamo per questi suggerimenti. Naturalmente, sarebbe quella la soluzione,
cioè pensare ad una scuola, a un ciclo lungo di formazione, pre
e post. Ma quelle – come lo stesso consigliere Principe ha sottolineato – sono
attività ordinarie della scuola, dove le Regioni non possono intervenire con
proprie risorse e neppure con propri strumenti.
Piuttosto,
tutto ciò che è recuperabile nel pomeriggio, quindi definiamo “post scuola”,
tutto ciò che è a sostegno dell’attività formativa dei ragazzi in ore non
scolastiche ordinarie, tutto quello è recuperabile e quindi sicuramente, a
parte le ragioni lessicali, sarà fatto senza nessun problema.
Diverso
sarebbe se noi avessimo fondi di bilancio: per esempio,
Quindi
nessun sostegno al reddito, che non possiamo fare, ma sostegno indiretto al
bacino.
Ripeto
ancora una volta, la nostra ossessione – per questo
Quindi con
quei quattrini a sostegno delle attività di apprendimento dei nostri ragazzi,
attraverso questo meccanismo, possiamo recuperare in parte almeno i gravissimi
problemi occupazionali determinati da quei provvedimenti del Governo nei
confronti dei lavoratori.
Dunque i
progetti sono progetti delle scuole, in autonomia le scuole fanno i progetti
sulla base del bando regionale. Quello che conta per noi è la qualità del
progetto, il conseguimento degli obiettivi strategici individuati dal Por e
dunque dall’avviso, il conseguimento dei risultati in termini di formazione e
di miglioramento permanente delle matematiche, delle lingue, delle scienze e di
tutte le materie fondamentali che mostrano un qualche gap formativo dei nostri ragazzi rispetto agli altri.
Vorremmo aggiungere, rispetto agli altri anni,
un altro criterio nella griglia: che verranno privilegiati non in modo assoluto
– come dice il Governo – quindi in termini relativi, quei progetti che più di
altri faranno riferimento al bacino dei precari.
Noi dovremmo
avere una qualche attenzione sociale, è quasi dovuta, è quasi un dovere civile
per noi pensare che, quando una categoria di lavoratori è in difficoltà, fermo
restando che l’obiettivo è il miglioramento delle capacità dei nostri ragazzi,
dovremmo provare, perseguendo quell’obiettivo, anche
a lenire qualche difficoltà sociale che noi non abbiamo creato.
Quindi,
nell’ambito dell’autonomia delle scuole, possiamo mettere un qualche
orientamento affinché delle scuole che, a parità di capacità e di qualità
progettuale, privilegino lavoratori che, ahinoi, purtroppo, sono incappati in
una disavventura quest’anno.
PRESIDENTE
Pongo in
votazione, leggendolo, l’ordine del giorno:
“Il
Consiglio regionale
ascoltata la relazione del Vicepresidente
della Giunta regionale prof. Domenico Cersosimo, che
ha evidenziato forte preoccupazione per i provvedimenti governativi in materia
scolastica che stanno determinando ripercussioni gravi sui livelli
occupazionali e formativi in una regione già condizionata da criticità
strutturali;
preso atto delle notizie dallo
stesso Vicepresidente fornite al riguardo delle presunte perdite di posizioni
lavorative nel sistema scolastico regionale, stimate in circa quattromila tra
personale docente e personale Ata;
considerate le evidenti
difficoltà sociali ed educative che da una situazione così esposta ne
deriverebbero;
pur nella consapevolezza che i
provvedimenti richiamati rientrano nell'ambito di un processo riformatore che
non può non tenere conto delle difficoltà storiche registrate nel tempo nel
mondo della scuola;
chiede al Governo
un ripensamento della politica
scolastica che riconsideri i tagli prodotti, contestualmente esaminando la
possibilità di assumere provvedimenti a sostegno del reddito del personale
scolastico precario, venutosi a creare nel corrente anno scolastico;
una riconsiderazione per i
prossimi anni dei tagli previsti nel sistema scolastico nazionale;
il riconoscimento del punteggio
ai lavoratori precari della scuola calabrese coinvolti nei progetti scolastici
finanziati con risorse regionali.
Il Consiglio regionale
sollecita, altresì,
(Il Consiglio approva)
Passiamo al secondo punto che riguarda la proposta
avanzata dalla Giunta e dall’insieme dei capigruppo riguardo ai sorveglianti
idraulici: progetto di legge n. 416/8^ di iniziativa dei consiglieri Tripodi
Michelangelo ed altri, recante – “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 28 del
E’ una proposta
che consta di quattro articoli, non ha bisogno
di delucidazioni, per cui si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.
Le ho chiesto la parola per chiederle di
inserire all’ordine del giorno di questo Consiglio una proposta
di legge firmata da tutti i capigruppo
presenti in Consiglio regionale, che è l’istituzione dell’elisoccorso presso l’azienda ospedaliera dei Riuniti di Reggio
Calabria.
Ne abbiamo discusso
tutti i capigruppo, siamo d’accordo, quindi le
chiederei di inserirla all’ordine del giorno
di questa seduta.
Pongo in votazione la richiesta
di inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sull’istituzione
dell’elisoccorso presso l’azienda ospedaliera dei Riuniti di Reggio
Calabria.
(Il Consiglio approva)
Passiamo al punto che riguarda il “Dibattito sull’emergenza ambientale
rappresentata dal ritrovamento di una nave affondata al largo di Cetraro”.
Ora andiamo a discutere
il punto centrale della seduta. Se i colleghi me lo
consentono, vorrei che questa parte della discussione non si aprisse in maniera
burocratica e, prima di dare la parola all’assessore Greco, consentitemi alcune
brevi, per quanto schematiche, osservazioni.
Come i
colleghi sanno, la seduta odierna del Consiglio regionale è il risultato di tre
Conferenze dei Presidenti dei gruppi consiliari, le ultime
due svoltesi alla presenza dell’assessore Greco, in cui è stato deciso di porre
come unico punto all’ordine del giorno dei lavori l’emergenza ambientale nella
nostra regione.
Anche se i
problemi e gli interventi necessari rientrano, secondo quanto stabilisce l’articolo 117 della Costituzione,
nelle materie di competenza esclusiva dello Stato, abbiamo avvertito il dovere
di portare la questione all’interno di quest’Aula
consiliare. Una tale decisione scaturisce sia da un atto di responsabilità verso
le comunità calabresi, sia dalla coerenza con un’impostazione sistematica, che
ha visto già questo Consiglio regionale protagonista attivo anche rispetto ad
altre vicende riguardanti
Ricordate,
colleghi? Basta ricordare le sedute del Consiglio e le risoluzioni formali
finalizzate allo stanziamento di risorse regionali nell’ambito del Piano
sicurezza per contrastare l’emergenza criminalità in Calabria, con cui è stato
possibile acquistare mezzi delle forze dell’ordine e realizzare il servizio di
video-sorveglianza nelle nostre principali città, materia su cui avrebbe dovuto
provvedere in via esclusiva il Governo e, in particolare, il ministero degli
interni.
Ed ancora,
va sottolineato l’impegno dell’Assemblea perché, a livello regionale, venissero
stanziati 800 milioni di euro per il dissesto idrogeologico dopo l’alluvione
che nel gennaio scorso colpì
Infine – e
questa è storia assai recente – pur mancando anche in quel caso una competenza
specifica in materia, una funzione attiva è stata esercitata, quando
nell’agosto scorso una marea nera liberata da mercantili che hanno dolosamente
ripulito le stive nello Ionio si è riversata sulle coste della Locride, con tonnellate di catrame accumulatesi sulle
nostre spiagge.
Oggi questa
Assemblea vuole continuare ad esercitare il proprio ruolo responsabile ed
attivo nei confronti della comunità calabrese; intende farlo senza creare
allarmismi, ma approfondendo in maniera assai rigorosa le diverse situazioni di
fatto che pongono problemi davvero assai seri, dall’aumento di casi di neoplasia
riscontrati in alcune aree della regione, alle discariche nocive a cielo
aperto, alle indagini condotte dalla magistratura inquirente che, in passato
col dottor Neri ed oggi col dottor Giordano, stanno facendo emergere in tutta
evidenza la drammatica realtà delle cosiddette “navi a perdere”.
Questa
volta, cari colleghi, l’intervento del Consiglio regionale risulta ancora più necessario, alla luce dei
rischi in atto, rischi che sono diversi e più gravi rispetto a quelli
affrontati nel passato, perché non si limitano a produrre effetti contingenti,
ma potrebbero mettere in discussione la sicurezza e la qualità della vita dei
cittadini di oggi e di domani, oltre a depauperare questa regione di alcune
delle sue risorse fondamentali.
La tutela
del paesaggio, il risanamento dell’assetto del territorio, la difesa del mare
sono necessari e vitali, assieme agli investimenti in conoscenza e alla
valorizzazione del capitale umano, per sfruttare appieno il formidabile
giacimento di cui disponiamo e al quale dobbiamo attingere per costruire il
futuro della Calabria
Vicende come
quelle delle fabbriche ormai chiuse, delle scorie tossiche e delle discariche a
cielo aperto a Crotone, ma anche a Praia e in altri siti della nostra regione,
rivendicano, oggi più che mai, una capacità inedita di affrontare la questione
all’unisono, con uno spirito di coesione che coinvolga, al contempo, l’intera
comunità regionale e il complesso del sistema istituzionale calabrese.
Nella seduta
di oggi, così come spiegherà nel corso della sua relazione che terrà da qui a
poco l’assessore Greco, saranno illustrate tutte le misure atte ad accertare la
reale entità dei pericoli per la salute dei cittadini calabresi e per l’ecosistema regionale.
Al contempo,
chiederemo con forza che il livello nazionale esca dall’inerzia e dal silenzio,
assumendosi le proprie responsabilità ed adottando tutti i provvedimenti, che
sono ormai divenuti indifferibili ed urgenti per affrontare questa emergenza.
I lavori
odierni dovranno consentire una riflessione ulteriore sul modo in cui stimolare e
coinvolgere direttamente in questa delicatissima tematica anche i nostri
corregionali che vivono all’estero, sulle iniziative finalizzate a sostenere e
rafforzare il ruolo attivo della comunità scientifica e culturale italiana, in
cui alcuni autorevoli rappresentanti stanno già contribuendo alla complessa
attività di verifica, infine per sollecitare sull’argomento una forma di
protagonismo da parte di tutta la rappresentanza calabrese nel Parlamento della
Repubblica.
In un siffatto
contesto, questa Presidenza, anche alla luce della risoluzione finale che oggi
sarà adottata dal Consiglio regionale, intende agire e continuare ad agire
attivamente e con sistematicità, affinché tale progetto possa dispiegarsi in
maniera piena ed efficace, al fine di contribuire nei confronti della comunità
regionale ed ottenere quelle risposte necessarie ed urgenti per restituire
tranquillità e fiducia ai cittadini calabresi.
Inizia la
discussione, la parola all’assessore Greco per la relazione introduttiva.
E’ già passato un mese ormai
dalla scoperta su un fondale di
E’ evidente che a questo
Consiglio e alla Giunta regionale non
interessa se questa sia o non sia la “Cunsky”, quello che interessa è che la tipologia di affondamento della nave, la presenza
di fusti che normalmente vengono utilizzati – a detta della Procura della Repubblica di Paola – per lo stoccaggio di materiale tossico crea – ritengo legittimamente – in tutta la popolazione calabrese, e non solo, un particolare allarme.
Voglio brevemente
analizzare quali sono gli scenari rispetto alla possibile “contaminazione” di
quello che i biologi marini chiamano il batiale
profondo, che non è altro che l’area compresa tra la profondità dei
Questo ecosistema è fragilissimo dal punto
di vista ecologico, perché proprio per la profondità,
Questo stretto contatto con il fondo – da qua il termine demersale – fa sì che tutti i livelli
di contaminazione possibili passino, in un modo o nell’altro, nella rete
trofica, quindi significa che passano in questi organismi, questo ammettendo
e sperando che si tratti di rifiuti tossici, quelli che vengono chiamati Pop,
organici persistenti, per esempio a questa categoria appartengono numerose specie, dalle
diossine, diossine simili, metalli pesanti e quant’altro,
che sono appunti dei contaminanti del sistema.
Se, invece, fossero altre cose, è evidente
che il problema si sposta sul livello molto più preoccupante,
perché in caso di altro, si parlerebbe di una
contaminazione che, addirittura, entra nella modifica del Dna degli organismi. Questo significa,
in termini di perdita di biodiversità e di
alterazione dell’ecosistema
demersale, un danno che si può tranquillamente considerare incalcolabile.
A questo fine, dalla Giunta regionale – e mi auguro anche dal Consiglio – è partita la richiesta al Governo nazionale di caratterizzare e bonificare in tempi rapidi il relitto che, per
comodità, chiamiamo di Cetraro. Dico per comodità, proprio perché il discorso che ho appena fatto evidenzia come non si
possa limitare ad un esclusivo problema di
contaminazione delle acque nazionali italiane, perché
le probabili nature del carico, la collocazione di quello nell’intero ecosistema marino, fa sì che una
possibile contaminazione interessi l’intero bacino mediterraneo.
Su questo problema si innesca, alla luce di questo rilevamento, si sta
vedendo e si è visto con occhi diversi anche i dati che
Questo, ovviamente, ci costringe anche qua ad una riflessione che è
quella che, al più presto, il Governo debba intervenire per caratterizzare e
mettere in sicurezza l’area.
Voglio precisare, caso mai ce ne fosse bisogno, che in tutti e due i casi,
quindi inquinamento a mare o contaminazione dell’ecosistema marino da una parte, dall’altra possibile o probabile
contaminazione da radionuclidi, è di squisita
competenza del Governo, in quanto anche in relazione al concetto di convergenza
e di materie proprie, le due materie sono di squisita competenza. Quando si
parla di competenza, significa che le Regioni - tutte le Regioni italiane – non
hanno gli strumenti per intervenire né in una fase di ricerca, né tanto meno in
una fase di caratterizzazione o bonifica.
In questo quadro specifico rispetto a queste due situazioni, si
inseriscono anche numerose rilevanze investigative rispetto ad una possibile
presenza di almeno altri due relitti, visto che questo pentito dichiara di aver
affondato numero tre imbarcazioni, una delle quali lui sostiene che voleva
prima affondare al largo di Metaponto, ma poi in realtà ha affondato di fronte
a Melito Porto Salvo, e un’altra ha affondato a Maratea,
al confine tra
Anche in questo caso, noi abbiamo chiesto al Governo che parta al più
presto una campagna di ricerca e di individuazione di questi due bersagli.
E’ ovvio che tralascio i commenti su tutte le notizie che in questo mesi
si stanno rincorrendo, di numeri, eccetera. Noi vogliamo, proprio perché riteniamo che questo
problema si debba affrontare con prudenza ed anche – se volete – con sobrietà
comunicativa, restare su questi numeri che sono quelli che ad oggi trovano
riscontro nel fatto che il pentito di mafia ha indicato alla Procura di Paola
l’area dove poi l’Arpacal, su indicazione della
Procura e con fondi della Regione Calabria, ha individuato questo relitto.
E’ evidente che questa situazione, che è incerta, si inquadra e si
collega ad altre due situazioni certe di problematiche ambientali nella nostra
regione. La più importante e la più grave è sicuramente Crotone, sia in
relazione al sequestro di ventidue siti da parte della Procura di Crotone, dove
risulta essere sotterrata una notevole quantità di Cic
(conglomerato idraulico catalizzato), che non è altro che una loppa di
altoforno, cosiddetto cubilot, che contiene, anzi che
conterrebbe una serie di metalli pesanti, dei quali il più pericoloso
sembrerebbe essere l’arsenico.
Ma questo discorso dei ventidue siti diciamo che si colloca in una zona
geografica dove noi, ad oggi, abbiamo un sito di bonifica di interesse
nazionale denominato Pertusola, dove è stata già
determinata la presenza a terra di 1 milione e 500 mila metri cubi di
contaminanti, in particolare di ferriti e di scarti della lavorazione di
ferriti di zinco, con tutto quello che ne consegue, e un numero imprecisato di
tonnellate di contaminanti nei sedimenti marini costieri.
Voglio ricordare che il sito di Crotone è l’unico sito di interesse
nazionale - quindi inserito in una legge nazionale dove c’è una specifica,
anche qua, competenza governativa - che non è mai stato messo in sicurezza.
L’unica nota positiva di questa vicenda è che il 23 luglio di quest’anno
Mi auguro, quindi - e già le lettere che ieri il ministero dell’ambiente
ha mandato ai soggetti interessati mi fa ben sperare - che si parta
immediatamente con la bonifica del sito.
Altro problema che si sta evidenziando nella sua interezza, in questi
giorni, è l’attività investigativa svolta sempre dalla Procura di Paola in
merito alla “Marlane”, nota industria di colorazione
e di filati, ricadente nel comune di Praia, dove evidenze investigative hanno
dimostrato, da una parte, un nesso diretto causa-effetto tra la morte di almeno
40 operai che lavoravano nel comparto tintoria.
Il fatto straordinariamente preoccupante è che non c’era un reparto
tintoria, perché non esistevano neanche i tramezzi, quindi l’intera fabbrica
era un reparto tintoria, per cui anche le persone non addette alla colorazione
con ammine e ammine simili respiravano, di fatto, questo che è un promotore
tumorale, quindi cancerogeno.
Insieme a questo,
A tal fine, voglio ricordare che qualche mese fa, quando
Al contrario, il sito della “Marlane” è di
competenza regionale, quindi noi stiamo aspettando di avere ora da parte della
Procura tutte le informazioni, dopodichè procederemo anche noi ad una
caratterizzazione, in modo che poi si possa fare la bonifica. Ovviamente,
questa bonifica sarà fatto in danno della proprietà, perché noi vogliamo fare
la bonifica per mettere in sicurezza il territorio e per dare tranquillità ai
cittadini che vivono in quell’area.
Questo è lo scenario sul quale ci stiamo muovendo.
Sono in atto da parte della Giunta regionale una serie di iniziative, che
vedono nei territori interessati da questi tre eventi, una serie di screening. Per validare
questi screening, è
stata strutturata una Commissione presieduta dal sottoscritto che vede la
presenza di quattro oncologi di fama nazionale specializzati proprio in
oncologia ambientale, perché è evidente che la nostra preoccupazione ora è
capire quali sono le effettive ripercussioni sulla popolazione con particolare
riferimento a queste aree e il nesso di livello di rischio, in modo che poi si
possa intervenire anche per mitigare gli impatti.
Cosa a parte il discorso di Crotone, l’Asp di
Crotone proprio stamattina, su indicazione della Procura, seguirà il
monitoraggio dei
Non mi sembra di dover aggiungere
altro, grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pizzini. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, in premessa
vorrei ringraziare l’assessore Greco per l’impegno che profonde verso questa
problematica che, a dir poco, ci allarma e ci preoccupa giorno dopo giorno,
senza avere una reale consistenza del fenomeno, in particolar modo su quelli
che sono non tanto i problemi e quindi la ricaduta sull’economia della nostra
Calabria, ma, pregiudizialmente, che è la forma più importante, dell’impatto
sulla salute dei calabresi stessi…..
…sulla salute dei calabresi stessi, quindi ad ascoltare le
cronache che quotidianamente l’autorità
giudiziaria,
gli organi di informazioni e le associazioni ambientalistiche
riversano sulle nostre coscienze di cittadini onesti, monta una rabbia ed
un’impotenza senza limiti, sconfinata, come sconfinata è la disperazione che
attanaglia i cittadini perbene di questa regione, che vivono a ridosso delle
nostre belle coste e che, da anni, denunciano il disagio e il malaffare
perpetrato contro la propria salute dalla protervia rozza di organizzazioni
criminali e di organi istituzionali silenti, disattenti e consapevolmente
inadeguati nella gestione del patrimonio ambientale.
Quello che i
calabresi stanno pagando, ancora una volta, sulla propria pelle è scandaloso e
inaccettabile, un abisso in cui non sono finiti solo le navi e i loro sporchi
rifiuti, ma un abisso che questa Calabria sta vivendo ormai da troppi anni, a
partire dal caso della “Jolly Rosso. Quelle cui nessuno voleva prestare
attenzione e che sembravano, fino a qualche tempo fa, solo dicerie o leggende
metropolitane stanno, purtroppo, prendendo sembianze sempre più reali e
allarmanti, perché dopo decine di articoli, inchieste della magistratura ed una
serie lunghissima di archiviazioni che hanno segnato le tappe di una storia
sporca intorno a questi interessi, l’unico scopo sembra quello di insabbiare la
verità.
Ad ognuno di
noi ricordo che la propria salute e il progresso di questa terra passano da
quella maestra esigenza che è la verità. Se non si coglie fino in fondo quali
sono oggi, in una società inquieta come quella calabrese, le condizioni che
limitano la salute di ognuno di noi per colpa grave di una malasanità
corrotta e negligente o a causa della paura e della continua sopraffazione
intentata da luridi criminali, il patrimonio stesso di verità e di volontà che
con difficoltà proviamo a conquistare e che, quotidianamente, dobbiamo
difendere da pochi ma potenti affaristi, andrà perso per sempre.
Prima di
chiedere ai nostri corregionali partecipazione attiva nella società in cui
vivono e di realizzare se stessi nel lavoro e nella vita, nelle prospettive per il proprio futuro e
per i propri figli, c’è bisogno che essi si sentano difesi dalle istituzioni.
Tutti quanti
noi abbiamo l’obbligo di incrementare i
nostri sforzi per un serio ed incisivo contrasto alle cosiddette ecomafie e mi rassicura molto ciò che ha affermato sulla
questione di cui stiamo discutendo in questa sede il ministro dell’ambiente,
Stefania Prestigiacomo, ovvero che il suo istituto è
a fianco della magistratura, con cui è costantemente in contatto non solo per
giungere ad un rapido accertamento della verità, ma per contribuire con il
proprio intervento ad una severa punizione dei responsabili.
Come
verifica di eventuali situazioni di inquinamento, oltre agli interventi di
monitoraggio in mare, è necessario disporre nuove e stringenti serie di
accertamenti anche sulla terraferma, per le quali bisogna essere già pronti per
attuare procedure di messa in sicurezza e bonifica.
Voglio
ricordare a questa Assemblea che rifiuti radioattivi di dubbia provenienza
sarebbero stati ritrovati anche lungo l’alveo del fiume Oliva ed altri ancora
nell’entroterra in località Foresta del Comune di Aiello
Calabro, e come poi dimenticare - ormai se ne parla e con grande giustificato
allarmismo – Crotone,
Certo è che
i rifiuti radioattivi contenuti nella “Cunsky” o
interrati nella zona a ridosso degli alvei fluviali non sono stati prodotti in
Calabria, né tantomeno in Italia.
E’, dunque,
evidente che non solo l’accertamento delle responsabilità, ma anche la bonifica
dei siti dovrà richiedere un intervento congiunto delle istituzioni nazionali
ed europee.
Oggi, a pagare
le conseguenze di questo disastro annunciato è il settore ittico di questa
regione, da tempo in difficoltà e consentitemi, cari colleghi, di esprimere con
animo sincero un’attestazione tangibile di vicinanza ai tanti lavoratori del comparto ittico del Tirreno cosentino, che in queste settimane stanno soffrendo
economicamente a causa del panico diffuso della gente di Calabria, che non
acquista più il loro pescato. A loro rivolgo il mio pensiero ed una promessa
per un impegno concreto, per una soluzione delle problematiche che sono
costretti ad affrontare a causa di questa vicenda.
E che dire,
poi, della difficoltà del turismo costiero, che oltre ad essere stato messo in
ginocchio dalla crisi economica che ha travolto la nostra regione, vive dei
tanti problemi arrecati dall’inquinamento conseguente al cattivo o inesistente
funzionamento dei depuratori!
E qui è
molto importante ricordare agli amici e colleghi consiglieri qual è il dato,
che sono delle note ufficiali che il dottor Demetrio Metallo, Presidente
dell’associazione turismo Confindustria, ha dato a
tutti quanti noi.
Basta
pensare che 1.813 strutture alberghiere residence,
che sommate ai bed and breakfast e alle
strutture ricettive, case per ferie, case per vacanze, villaggi turistici,
campeggi, arrivano ad oltre 2.300 attività ricettive, per un totale di oltre
250 mila posti letto. Il 43 per cento di questi posti letto si trova sulla
costa tirrenica cosentina.
Gli addetti
assunti in tutta
Il dato
ancor più rilevante e allarmante che è dato da tutte queste notizie è che –
credo sia già di dominio pubblico –
Quindi vi
rendete conto dell’allarmismo giustificato che c’è e della disperazione per non
aver risposto a queste problematiche. Ma prima di tutti a pagare il prezzo più
alto sono i calabresi, che oggi si interrogano sui reali effetti di questa
catastrofe ambientale. Numerose morti, infatti, sarebbero state provocate
proprio dalla presenza di rifiuti radioattivi.
A tutt’oggi, nessuno sembra in grado di fornire informazioni
certe in ordine alla rimozione dei materiali tossici e tutto ciò che determina
l’ampliarsi di fenomeni di allarmismo tra le comunità locali, che potrebbero
quanto prima dar luogo a pesanti reazioni, con conseguenze inevitabili sotto il
profilo dell’ordine pubblico.
Diventa,
quindi, un imperativo categorico l’intervento immediato non solo della
magistratura, a cui si deve la scoperta dei fusti tossici in fondo al mare, ma
di tutte le istituzioni interessate affinché questa ennesima avversità non si
fermi solo alla ricerca e alla condanna dei delinquenti che hanno rovinato il
nostro mare.
Certo è che
i rifiuti smaltiti illegalmente non spariscono facendo finta che non esistano,
occorre uno sforzo immane che, necessariamente, deve avvenire con il
monitoraggio di organizzazioni come l’Ue e le Nazioni
Unite.
Grande
soddisfazione, ma anche un grande effetto mi deriva dall’apprendere che il
primo aiuto concreto per
Ma un
pensiero voglio rivolgerlo anche a questo Consiglio, che solo qualche anno fa,
allo scopo di inserire l’economia ittica nel più vasto contesto
dell’alimentazione, per incrementare il
comparto, per creare occupazione e ricchezza, per valorizzare il proprio
patrimonio costiero, promosse politiche nuove di sviluppo delle risorse marine
della Calabria. Con profondo rammarico debbo, purtroppo, affermare che quelle
buone intenzioni sono state ampiamente disattese dall’odierna amministrazione
regionale.
Non
lasciamo, allora, che il nostro futuro e quello dei tanti coraggiosi, quanto
onesti operatori della fragile economia calabrese sia condizionato dai
faccendieri della politica o affidato nelle mani di quelli che io chiamo
spazzini della malavita.
La questione
rifiuti tossici, navi e tutto quanto correlato non è solo competenza
dell’assessorato regionale all’ambiente o del ministero dell’ambiente, ma di
tutti quegli assessorati e ministeri che, preso atto di questa specie di
terremoto ambientale, si preoccupino di avviare azioni di sostegno alla salute
dei cittadini e alle attività produttive, che traggono dal turismo e dalle
normali attività esercitate sulla costa i loro redditi.
Auspico,
quindi, che venga istituita al più presto un’unità di crisi comprendente le
varie istituzioni regionali e nazionali, per una convergente azione su tutti i
fronti, poiché il mare e le nostre belle coste, nella storia passata ed in
quella odierna, rappresentano per
Amici
consiglieri, non c’è più tempo.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Serra Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
prendo la parola, innanzitutto, per ringraziare
lei, perché non appena la stampa e quindi tutti noi siamo stati informati dell’evento che si è verificato sul
Tirreno in prossimità del comune di Cetraro, ha avuto il senso di responsabilità di convocarci come riunione dei
capigruppo e di informarci dell’accaduto e di quello che si doveva fare per
poter portare solidarietà ai Comuni, in modo particolare al Comune di Cetraro che è quello più interessato, ma a tutta la costa
tirrenica e ai calabresi.
Quindi un
ringraziamento a lei e all’assessore Greco, che è stato puntualissimo e ci ha
descritto in modo dettagliato qual è stato il lavoro svolto all’interno della
Giunta regionale ed anche quelli che sono stati i sopralluoghi a livello diretto, ma anche col personale tecnico e in
modo particolare il ruolo svolto in questo contesto dall’Arpacal.
Ebbene, in queste riunioni che ci sono state che hanno interessato
esponenti di tutto l’arco costituzionale, quindi tutte le parti politiche, è
emersa una unità di intenti su quello che è stato e sarà il percorso da svolgere.
Non nascondo quella che è la preoccupazione dei pescatori della zona e
dell’intero settore della pesca, operatori ai quale manifestiamo la nostra
vicinanza in modo particolare. L’altra sera ho avuto modo di partecipare ad una
riunione a Cetraro e ho assistito a momenti di
disperazione di questi pescatori, delle loro famiglie, di tutti i presenti, per
quello che era successo, per il danno creato al settore la giacenza di questi
fusti a circa
Se al turismo, all’estate negativa che c’è stata, che è appena conclusa
andiamo a legare anche questa forte emergenza in Calabria e in modo particolare
sul Tirreno, sicuramente la prima risposta che mi sembra il governo regionale
abbia dato è stata di chiedere lo stato di calamità, quindi la sovvenzione per
questi pescatori, per tutti quelli che vivono di pescato e quindi che riescono
a sostenere le proprie famiglie.
La preoccupazione di questi lavoratori è pure la nostra preoccupazione.
Da parte di tutti, mi pare, è venuto il sostegno a queste famiglie, che si
trovano, tra l’altro nella impossibilità di dover pagare i mutui contratti,
soprattutto da parte di alcuni che avevano provveduto ad ammodernare, a
migliorare gli strumenti di pesca, per cercare di vivere e quindi cercare di
tirare avanti con la propria professione. Ed allora, è indispensabile un
intervento immediato della Regione Calabria presso gli istituti bancari per
venire incontro a questi lavoratori e anche presso le l’Inps
per i contributi ed altro.
E questa è la fase di emergenza a breve scadenza.
L’altra emergenza
è quella di cercare di eliminare a tutti i costi, quindi di prelevare
dai fondali questi fusti, perché sicuramente il primo dato ufficiale che vogliamo sapere tutti è conoscere qual è il contenuto di questi fusti, se si considera – e questo è un dato
emerso anche dalla relazione dell’assessore, e
dai tecnici - che questi fusti potrebbero
avere la durata di tenuta fino a venticinque anni. Tenuto conto che sono
trascorsi diciannove anni, non sappiamo se sono pieni o si sono svuotati, nè sappiamo cosa quali sostanze sono contenute.
Da questo
emerge la discussione forte di chiedere al Governo nazionale di intervenire acché non si verifichi il discorso che è stato toccato qui,
Pertusola, Cerchiara di
Calabria, Cassano, Amantea ed altro. Vogliamo un
intervento subito e forte per evitare di attendere anni, facendo diventare il
caso nazionale, per andare poi a scoprire questi fatti dopo tanti anni, con un
grande punto interrogativo che è quello di sapere quali sono i danni che hanno
causato ai nostri figli, alle persone. Quindi anche questo è un motivo di
grande importanza.
Non voglio
dilungarmi molto, anche perché credo che vogliano intervenire altri colleghi,
ma l’impegno nostro, del Consiglio, è quello che si costituisca questa unità di
crisi che sia rappresentata da politici, una Commissione permanente, come la
vogliamo chiamare, con all’interno tecnici.
L’altro
fatto importante è quello di dare una risposta forte su qual è lo stato dell’arte – come dice il
collega Giamborino – per quanto riguarda i prelievi e
il risultato delle analisi, perché anche questo è motivo di grande fermento
all’interno delle popolazioni. Quindi questa deve essere una risposta forte.
Per cui,
anche su quella che è stata la proposta dell’onorevole collega consigliere
Antonio Borrello, di costituire questa Commissione
che possa andare a rappresentare direttamente alla Presidenza del Consiglio dei
ministri, a portare le istanze di più consiglieri regionali, perché oggi c’è
bisogno di una voce alta e forte che possa dire anche al Governo nazionale che
noi non abbiamo più pazienza, non vogliamo più attendere, si deve intervenire,
perché alcuni passaggi sono stati fatti, ma manca quello che è il discorso di
una programmazione per andare ad intervenire.
Spesso,
attraverso la stampa, leggiamo notizie che si tratta di un intervento che costa
fior di milioni di euro. Devono uscire i soldi, perché è giusto che vengano
stanziati i finanziamenti e ci si attivi per andare a prelevare questi fusti,
ma andare alla ricerca anche di altre navi, se ci sono – mi auguro che non ce
ne siano altre – perché, purtroppo, questa Calabria, tra i danni ambientali,
tra i danni a livello di quello che è il dissesto idrogeologico, di quello che
si è verificato alla vicina Messina, ma poteva anche toccare Reggio Calabria e
Presidenza
del Vicepresidente Antonio Borrello
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Pacenza Salvatore. Ne ha
facoltà.
Per appartenenza territoriale, devo intervenire
in questo dibattito, per il quale c’è da fare un ringraziamento
a tutto il
Consiglio, al Presidente e un plauso particolare all’assessore all’ambiente,
Silvio Greco, che in maniera fattiva in tutto questo periodo e anche concreta
si sta adoperando per cercare, quantomeno, di sbrogliare una matassa che è
molto, molto intricata.
Il Presidente del Consiglio, Bova, oggi in una sua dichiarazione ha affermato che,
mentre sulla zona di Cetraro sono in corso degli accertamenti per verificare l’eventuale,
probabile e verosimile tossicità dei fusti che si trovano in fondo
al mare, purtroppo a Crotone questa pericolosità, questa tossicità è stata già
accertata.
L’assessore
Greco faceva cenno che è stata condotta un’indagine su ben 166
ragazzi appartenenti a scuole elementari e scuole superiori, che ha
dimostrato, rispetto ad un soggetto campione, un’alta presenza di elementi
altamente tossici, in special modo la presenza preoccupante dell’arsenico, del
cadmio e del manganese, che sono degli elementi che – come la filosofia e come
la patologia clinica ci insegnano - molto pericolosi perché entrano in dei
meccanismi attraverso i quali si viene a sconvolgere un equilibrio esistente
all’interno del corpo umano, che può portare a delle conseguenze cliniche
abbastanza pericolose.
Questo tipo
di dati che sono stati svelati dal professor Andò – preside della Facoltà di
farmacia dell’Università della Calabria – il quale è stato incaricato dalla
Procura della Repubblica di Crotone a svolgere un’indagine di questo tipo, ha
generato – come facilmente ipotizzabile e prevedibile – una certa
preoccupazione nella popolazione di Crotone.
Se a questo
si aggiunge l’aspetto che dal punto di vista scientifico, giustamente,
l’assessore Greco considera più pericoloso, cioè la presenza delle ferriti
presenti nell’ex area industriale che deve essere bonificata, se a questo si
aggiunge la presenza di discariche che si vogliono ulteriormente aprire nel
nostro territorio, a dispetto di quelle già esistenti, vi rendete conto quanta
preoccupazione tutti questi avvenimenti hanno generato nelle popolazioni del
territorio della provincia di Crotone.
Questa sera,
nella riunione che ha preceduto questa seduta di Consiglio e in sede anche di
esposizione dell’assessore Greco qui in Aula, ho appreso una serie di notizie
che mi confortano, cioè che, per fortuna, quella che è stata la conferenza decisoria non è stata impugnata. Questo significa che si
può andare alla presentazione dei progetti da parte di singoli, e, quindi,
ipotizzare eventuali commissariamenti per ripartire
da capo, credo sia una follia, caro assessore. Io mi rifaccio alla sua
competenza, alla sua professionalità. Mi ha detto che non sta dormendo: io la
credo e questo denota, oltre che competenza, alta professionalità da parte tua,
anche senso di responsabilità. Di questo, personalmente, ti ringrazio, come
penso ti possano ringraziare tutti i calabresi.
Quindi è
necessario mantenere fermo, da parte del governo regionale, questo tipo di
atteggiamento, cioè siamo arrivati al dunque: l’aspetto più pericoloso – sono
d’accordo con lei e parlo con dati scientifici anche per l’aspetto
professionale – sono le ferriti che provengono dall’area industriale che deve
essere bonificata. Certo, i ventidue siti sequestrati sicuramente destano una
certa preoccupazione.
Ha
affermato, in maniera solenne, che l’Asp di Crotone,
d’ora in poi, si metterà completamente a disposizione. L’assessore Sulla mi
informava che ha messo a disposizione anche degli uffici appartenenti al suo
assessorato per fare in modo che un pool
di esperti attenzioni completamente questo problema. E’ chiaro che queste
notizie sono confortanti.
La gente
vuole risposte. Io credo che, questa sera, abbiamo avuto una concretezza. Mi
rifaccio – ripeto – alla sua professionalità, perché lei possa continuare a
seguire con la stessa fattività che ha dimostrato finora. Non ci lasciamo
impelagare in beghe politiche, in questo tipo di problema non possono esistere
divisioni tra destra e sinistra, tra centro-destra e centro-sinistra. Le
popolazioni guardano con attenzione alle istituzioni. Noi siamo la massima
istituzione regionale, siamo chiamati a dare le risposte.
Questa sera
- credo - con un documento condiviso nel quale devono essere contenute tutte
queste risposte che questa sera stessa ha esposto, noi possiamo quantomeno
dimostrare senso di responsabilità ed anche che le istituzioni sono molto
attente a ciò che succede nel territorio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Amendola. Ne ha facoltà.
Presidente, la ringrazio e farò brevemente alcune considerazioni.
Intanto, ritengo opportuna
la scelta fatta oggi di discutere come unico punto l’emergenza ambientale, pur essendo in presenza di questioni importanti che noi
avremmo dovuto discutere e che sicuramente ci ritroveremo nei prossimi giorni.
Penso, però, che non basti una discussione sullo stato delle cose o sugli appuntamenti
che la stessa Regione si vuole dare per affrontare questo grave fenomeno. Penso
che dobbiamo avviare anche una campagna contro coloro i quali hanno provocato
questi disastri.
Basta aprire
i giornali, quotidianamente si parla di scorie che vengono dalle industrie del
nord. Noi assistiamo, ogni anno, il nostro carissimo Bossi che va sulle acque –
ora non ricordo di quale lago – a benedire sostanzialmente non so che cosa,
assistiamo a quelle pagliacciate, poi però le cose tossiche vengono qui da noi,
vengono al sud! Questa come prima cosa.
La seconda
questione: noi scopriamo, in questi giorni, che l’interlocutore principale,
essenziale o forse unico di queste bande criminali è la stessa criminalità
organizzata della nostra regione. Teniamo presente che già vengono fatte accuse
a due boss o presunti tali di essere coloro i quali hanno concesso, hanno dato
il via per inabissare questi materiali tossici.
Intervengo
perché, quando stamattina ho letto il cambio dell’ordine del giorno, mi è
venuta in mente una iniziativa che io ricordavo di aver fatto nella precedente
legislatura, per cui sono andato a ricercare le iniziative da me fatte in quel
periodo e scopro – ricordavo bene – che il 21 ottobre del 2004 presentai una
interrogazione sulla motonave “Jolly Rosso”. Rileggendo quella interrogazione,
la vedevo di grande attualità, è come se l’avessi scritta stamattina o ieri o
quindici giorni fa.
Sostanzialmente,
denunciavo il fatto che quella nave era sicuramente portatrice di materiale
tossico e in quella interrogazione dicevo che quella nave arenata nei pressi
del territorio di Campora – la “Jolly Rosso” – molto
probabilmente e quasi sicuramente, aveva scaricato parte del suo carico nel
mare di quella realtà o, molto probabilmente, può darsi che fossero i fusti trovati o sotterrati nel torrente Oliva,
mi pare.
Quindi già allora, cinque anni fa, denunciavo queste cose
e parlavo, appunto, di strani affondamenti che si erano verificati nel
Tirreno e queste cose non le dicevo io, ma erano le risultanze investigative
che venivano dai livelli nazionali.
Per cui
chiedevo alla Regione interventi per accertare la verità, per vedere che cosa
ci fosse di vero in tutte queste vicende, chiedevo addirittura di intervenire
per individuare dove erano stati scaricati questi fusti, come infine chiedevo
che si stabilissero dei fondi economici per avviare le ricerche.
A me fa
piacere che oggi l’assessore, ma lo abbiamo appreso anche in questi giorni dai
giornali, ci dica che, tramite l’Arpacal,
Io ho
apprezzato molto anche l’atteggiamento dell’assessore Greco in questi giorni,
quando addirittura, in assenza di risposte da parte del Governo, si è
sbilanciato, è andato oltre, dicendo: “Comunque troveremo noi, eventualmente, i
fondi per ricercare la verità”. Però badate che il rischio è che non ci siano
soltanto le tre navi che denunciava l’assessore, cioè quella trovata a Cetraro, poi nei confini fra
Io apprendevo
in questi giorni, proprio l’altro ieri, che addirittura si parla di qualcosa di
simile a Capo Spartivento – che, se non erro, è dalle
parti di Reggio Calabria – e apprendevo stamattina che anche sulle spiagge di Soverato a due ragazzi è venuta in mano una sorta di palla,
non so che cos’era: questi ragazzi sono morti di leucemia. Cioè il rischio -
badate bene, noi ci scandalizzavamo o siamo intervenuti molte volte per il mare
sporco – è che qui andiamo ben al di là del mare sporco. Ecco, si mette a rischio
per davvero la salute di centinaia o migliaia di cittadini.
Anche quest’estate, ricordo, c’era mia figlia con una bambina
piccolissima: bene, mia figlia non voleva andare sulle spiagge perché aveva
paura, vedendo il mare sporco, per la bambina.
Ma che succederà
fra un anno, fra due anni, cioè se non si pone rimedio a questa pericolosità?
Per cui
ritengo giusto sostenere anche l’iniziativa dell’assessore Greco, quando dice
“troveremo noi i fondi per indagare, per vedere che cosa c’è nei nostri mari”,
ma io credo che - chiamiamola unità di crisi, chiamiamola task force,
come volete - una iniziativa che imponga al Governo di intervenire
materialmente e anche con grandi risorse, noi dobbiamo farla. Mi pare che in
questo ci sia anche uno spirito che va al di là della maggioranza, credo che la
risoluzione definitiva debba tendere sostanzialmente a questo.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, pochi minuti
veramente perché condivido in pieno la
relazione dell’assessore Greco e non solo, ma anche il percorso già tracciato per tentare
di arrivare alla soluzione.
Farò solo qualche considerazione.
Il collega
Serra prima accennava che dobbiamo costituire
una delegazione di più consiglieri. Qua non si tratta di più consiglieri,
io credo che, quando si parla di un problema del genere, bisogna
parlare a nome del Consiglio, perché non penso che anche per questo tipo di problematiche
ci possano essere quelle di centro-destra e quelle di centro-sinistra,
anzi a maggior ragione chiedo ai colleghi e
agli amici del centro-destra di intervenire, perché –
è inutile nasconderlo – ne abbiamo bisogno, considerato che l’assessore Greco è da
più settimane che tenta di avere un approccio col Presidente del Consiglio, o
di chi per esso, e non ci riesce perché risultano sordi a tutti gli effetti.
Quindi io
credo che anche questo percorso
bisogna farlo con più forza, bisogna ripeterlo, bisogna chiedere – e lo dico di
nuovo – l’aiuto a questi colleghi amici del centro-destra parlamentari e non di
ottenere al più presto l’incontro col Presidente del Consiglio, dove dobbiamo
dire con forza che anche questo è un terremoto! Così come è intervenuto ed ha
risolto il problema per l’Aquila e per Messina, noi gli chiediamo di risolvere
anche il nostro problema.
Una cosa,
assessore, che le volevo ricordare è quella di coinvolgere in quell’azione di lotta, in quel percorso che lei ha già tracciato e che io condivido in pieno,
così come ho detto prima, i sindaci, non perché è il ruolo che io ho fatto per
tanti anni e quindi mi è rimasto quello più vicino, ma io credo che il ruolo
del sindaco sia quello più difficile, in genere è quello più difficile, è quel
ruolo che veramente ti fa combattere giornalmente e, mai come in questo
momento, in un problema del genere non si possono lasciare da soli.
Quindi io
credo che i sindaci vadano comunque coinvolti appieno, perché possano
rappresentare la forza più congrua in grado di darci una mano.
Poi, per
quanto riguarda i contributi, considerato che l’assessore è stato talmente
chiaro, facendo capire che ci sono degli interventi quali quella della
rimozione della nave o della bonifica di contrada Oliva, che appartengono a
competenze del Governo e quindi
Chiedo pure
all’assessore, se è possibile, attraverso l’Asp
provinciale, in questo caso nella fattispecie di Oliva, considerato che sono
stati già individuati questi centri di Oliva e Aiello,
quindi
Quindi già,
per esempio, dare una risposta di questo tipo, invitandoli e farli arrivare
all’Asl di Amantea oppure
all’ospedale di Paola e farli visitare, fargli fare uno screening per
potergli dare qualche risposta, secondo me non è male.
Così come,
per esempio, fare le analisi – credo che questo si possa effettuare come
competenza della Regione, perché passa attraverso l’Arpacal
– dell’acqua potabile e non, sempre riferito a quella zona, quantomeno a quella
zona della Valle del Savuto e della Valle d’Oliva.
Chiudo questo mio
intervento, ricordando che questa task force, questa
manifestazione di volontà può partire
da Amantea, perché giorno
25 di questo mese si terrà una manifestazione nazionale e non c’è dubbio che, in questa manifestazione,
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Censore. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
assessori, onorevoli colleghi, la questione
che stiamo dibattendo è molto importante, c’è
un balletto di notizie e di numeri relativo alla grave circostanza che è stata portata alla luce nelle scorse settimane dall’attento lavoro degli
inquirenti della Procura di Paola. L’allarme che desta maggiore inquietudine è
che, a distanza di tanti giorni, ancora tutto rimane incerto, in una nebulosa
che non permette di stabilire con certezza cosa si celi, cosa c’è, cosa è
nascosto nelle stive della nave affondata a
A questo si
aggiunge un altro dato inquietante, un altro atroce dubbio, rispetto al quale
stanno investigando gli inquirenti, quello cioè che nei prossimi giorni
potremmo avere notizie, potrebbero esprimersi sulla verità intorno
all’affondamento di un alto numero di navi – forse sono 30 – che si
troverebbero nei fondali calabresi e che conterrebbero fusti di scorie
altamente inquinanti, radioattivi e nocivi per l’equilibrio dell’ecosistema marino, nocivi alla salute
dei cittadini.
Questa,
chiaramente, è la punta di un iceberg, di uno scenario sempre più inquietante che vedrebbe
Signor Presidente, onorevoli colleghi, tutti i cittadini calabresi
pretendono di sapere cosa ci sia in fondo al mare della Calabria, cosa
contengono quei fusti sospetti, perché ci sono fondate preoccupazioni per la
salute dei cittadini e c’è un allarme che circola all’interno della popolazione
della nostra regione.
Un dato fra tutti e veramente sconcertante è quello relativo alla
coincidenza della presenza del relitto al largo di Cetraro
con l’incidenza di casi di tumori in quella stessa area.
C’è bisogno di chiarezza, quindi, c’è bisogno di risposte concrete. La
priorità è quella di andare in fondo alla questione, continuando nell’opera di
verifica che era stata iniziata tempo fa e che si è interrotta subito. Abbiamo
seguito la vicenda della nave che era approdata al porto di Vibo
Marina e, dopo pochi giorni, come in una barzelletta, è andata via perché era
sprovvista dei mezzi necessari per fare le ricerche.
Quindi questi paventati motivi tecnici che la nave non possedeva
devono, intanto, essere subito rimossi, perché bisogna dare delle risposte,
bisogna capire quanto alto è il livello di attenzione che il Governo ha per la
questione, una questione delicata che non interessa solo
Personalmente, penso che il silenzio del Governo sia fortemente
preoccupante, perché il Governo, in altri casi, si è dimostrato solerte – e lo
dicevo nel mio intervento prima - nel caso del terremoto dell’Abruzzo,
giustamente, nel caso dei rifiuti della Campania, giustamente, nel caso
dell’ultima sciagura successa in Sicilia, ma rispetto alla questione ambientale
in Calabria c’è un silenzio preoccupante, perché il fatto che la questione
appaia come solo della Calabria è sbagliato: è una questione che interessa
l’Italia e quindi non può essere una questione solamente calabrese, perché
Quindi i cittadini calabresi non permettono e non possono permettere
che su questo tema ci siano ulteriori ritardi. Per questo ritengo utile la
discussione di oggi, per questo ritengo utile il pronunciamento di questa
assise. E’ necessario che questo caso assurga ad emergenza nazionale, che il
Governo trovi gli strumenti per operare immediatamente una verifica e una
bonifica con il recupero e lo smaltimento dei relitti affondati, magari agendo
di concerto con il coinvolgimento di una task force internazionale,
ancora meglio se dell’Unione europea, perché la questione ambientale non può
essere prerogativa di un singolo Stato.
Questa vicenda, onorevoli colleghi, ha già creato gravi conseguenze
alla Calabria sul piano dell’immagine, su quello dell’economia, su quello della
salute. E’ vero, non bisogna creare allarmismi, ma tanto più si riesce a
chiarire i contorni di questa vicenda, tanto prima potremo rassicurare i
calabresi e gli italiani.
La questione ambientale è una questione molto importante, che non
riguarda solo il mare, ma riguarda anche le discariche abbandonate che sono
presenti in tutti i comuni della Calabria, discariche in disuso, e di queste
discariche è necessario che si proceda prima ad una mappatura,
poi ad una bonifica, perché noi non sappiamo, nel mio paese, nel vostro paese,
dove fino a qualche decennio fa si andava e si scaricavano i rifiuti, cosa di notte
o in altri momenti possa essere stato riversato. A questo si aggiunge il caso
di Crotone, che deve essere trattato come un capitolo a se stante.
La discussione di oggi verte su una emergenza ambientale, rappresentata
dal ritrovamento della nave affondata al largo di Cetraro,
ma penso anche che alla popolazione di Crotone sia giusto dare delle risposte,
perché pare che per anni si sia trascurato il problema. Sul problema di Crotone
e sugli altri problemi c’è stata una copertura, è come se qualcuno avesse messo
un coperchio sulla pentola.
Quindi, prima di chiudere, voglio ringraziare l’assessore Silvio Greco
per il coraggio, la determinazione con cui sta affrontando questa vicenda e la
questione ambientale in tutta la sua complessità e penso che, oggi, con questo
Consiglio regionale dobbiamo dare forza all’assessore Greco, rafforziamo la sua
posizione nell’interlocuzione col Governo, perché emerge una debolezza della
Calabria. Io penso che, dopo questa seduta di Consiglio, l’assessore Greco sarà
più forte e avrà mandato più forte da parte di tutti i calabresi, per pestare
pugni ed interloquire con il Governo Berlusconi.
Quindi io sostengo con enfasi la sua tesi sulla necessità di effettuare
una mappa mediterranea, per capire il livello di inquinamento derivato
dall’affondamento di queste navi e di molte altre che, forse, giacciono in
altri fondali del Mediterraneo.
E’ urgente, a mio parere, promuovere in tempi brevi un vertice con gli
Stati che si affacciano sul Mediterraneo e chiedere l’intervento della Commissione
europea, per valutare la gravità della situazione e studiare sistemi che
possano determinare la riduzione dei danni.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Stancato. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
signori consiglieri, la questione che questa sera
questo Consiglio è chiamato ad affrontare e
che, in maniera brillante, l’assessore Greco
ha affrontato in tutte le sue sfaccettature e che il Presidente del
Consiglio, Bova e il Presidente
della Regione, Agazio Loiero,
stanno fortemente portando avanti, è una questione
che non nasce adesso, in agosto, con la scoperta della “Cunsky”
al largo di Cetraro, ma che viene da molto lontano:
nasce negli anni ’90 con la denuncia del dottor Enrico Fontana alla Procura della Repubblica di Reggio
Calabria con il sostituto procuratore Neri. Da allora si è cominciato ad
indagare su questo fenomeno delle cosiddette
carrette del mare che vengono date per disperse, di cui non si ha più traccia e
che certamente contengono dei rifiuti tossici.
Nel ’94 e
nel ’96 si formò anche una Commissione parlamentare alla Camera dei Deputati
per discutere di questa questione, ma da allora in poi, inspiegabilmente, cadde
il silenzio, non se ne parlò più per tanti e tanti altri anni e, nel frattempo,
avvennero altre cose terribili, tipo l’uccisione della Alpi in Somalia, tipo la
sparizione di fusti dalla “Jolly Rosso” ad Amantea,
l’affondamento di altre navi e, ancora inspiegabilmente, questa coltre di
silenzio che si abbassa su tutto e che fa scemare poi la tensione, l’attenzione
dei mass media su questo che è un problema veramente epocale.
Vedete,
l’assessore Greco è un uomo di grande equilibrio, che sa il suo mestiere perché
è uno dei migliori biologi che abbiamo nella nostra terra di Calabria e non
solo di Calabria, perché io vedo la sua preoccupazione che è reale, non
politica, ma è la preoccupazione di un uomo che sa che cosa può succedere nel
fondo del mare. Se veramente quei fusti, per la loro conformazione, contengono radionuclidi, plutonio, basta una falla in quei fusti e ci
sarà un disastro ambientale che non riguarda solo
Questo è il
pericolo vero, che ancora una volta, al di là degli sforzi che sta facendo
Greco, che sta facendo Loiero, che stiamo facendo noi qui stasera, cada il
silenzio e non si parli più di queste navi affondate nei mari della nostra
Calabria.
Il vero
pericolo è questo, le connessioni tra la mafia, la ‘ndrangheta, i servizi
deviati, queste sono le cose che dobbiamo cercare di tenere sempre presenti, se
vogliamo veramente risolvere il problema una volta per tutte.
Oggi abbiamo
avuto un uomo, Greco, un Presidente Loiero, che
vogliono affrontare questo problema in termini seri, concreti, vogliono andare
anche allo scontro con il Governo, per avere finalmente una parola definitiva
sulla bonifica di queste navi che minacciano un disastro ambientale.
Io ritengo che lo sforzo che si sta facendo debba essere continuato, e
non basta semplicemente la risoluzione del Consiglio regionale, che approvo
totalmente, sia per la delegazione a livello nazionale che per quella a livello
europeo. Non basta, bisogna costituire una Commissione che mantenga il livello
di guardia sempre alto, che non lo faccia cadere, perché altrimenti fra dieci
anni ci ritroveremo con gli stessi problemi.
Lo diceva prima il consigliere Amendola,
ricordando che cinque anni fa ha fatto un altro intervento per quanto riguarda
la “Jolly Rosso” e poi è finita, così come riguarda Crotone, Cassano. Noi
dobbiamo portare avanti un discorso che veda una task force che possa
mantenere il livello di guardia sempre alto, che non lo faccia calare, perché
questa paura, questo panico che c’è nelle nostre popolazioni è qualcosa che
cogliamo giorno per giorno.
E’ vero, il turismo, l’industria ittica stanno perdendo fatturato
giorno per giorno e, certamente, non possiamo stare inerti, non possiamo
semplicemente sentirci soddisfatti perché stasera deliberiamo. Dobbiamo
continuare la nostra battaglia, la nostra lotta perché, finalmente, i calabresi
abbiano la dignità di cittadini d’Italia e non semplicemente quando interessa
al Governo Berlusconi.
Vedete,
amici, purtroppo siamo in una terra sfortunata, perché oltre ad avere le navi
affondate, oltre ad avere le discariche abusive, abbiamo anche un dissesto idrogeologico
continuo del nostro territorio e, certo, negli occhi di tutti ci sono ancora le
immagini di Messina. Ma come non scordare Soverato, Vaccarizzo, tante altre situazioni che si sono verificate
nel nostro territorio!
Ancora oggi
si continua a costruire le strade sui cigli dei fiumi, si tagliano dei costoni
e vorrei capire e chiedere al
mio amico assessore ai lavori pubblici, Incarnato, come mai il Genio Civile di
Cosenza permette ancora oggi queste cose. Non possiamo aspettare che poi
vengano i morti! Dobbiamo cercare di essere fermi e prevenire queste cose!.
Così come
dobbiamo essere fermi e determinati perché, una volta per sempre, questo
obbrobrio delle scorie radioattive venga eliminato per sempre.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’assessore Guagliardi. Ne ha facoltà.
Ho apprezzato molto la sobrietà dell’intervento dell’assessore Greco,
un uomo che relaziona di un problema fortemente scottante, aggiungerei fra virgolette anche pericoloso: lui viene qui, dice le cose che è importante vengano
dette e ci dà una indicazione; non
va al di sopra delle righe, non fa valutazioni
catastrofiche.
Io credo che
noi dobbiamo un po’ attenerci a questo filo che lui ci ha indicato, una strada
da seguire e su cui riflettere, perché oggi stiamo discutendo anche con toni
forti sulla storia dell’inquinamento del territorio calabrese, ma io dico a noi
tutti che abbiamo una generazione più prossima ai sessant’anni
che non ai trenta, la condizione della “Marlane” di
Praia a Mare era conosciuta o disconosciuta? Dal 1993 al 1997, non ci furono
denunce, occupazioni, consigli di fabbrica, lavoratori licenziati che
denunciavano la condizione della “Marlane”, di quella
che abbiamo scoperto oggi? Che non esisteva un reparto di filati, che tutta la
fabbrica era inquinata, che venivano depositate sotto le fondamenta della
fabbrica i materiali inquinanti. Lo sapevamo tutti, è inutile che siamo
farisaici.
Così come
sapevamo in Consiglio regionale, che nella precedente legislatura, il movimento
ambientalista si oppose alla “Jolly Rosso”, venne persino due o tre volte in
Commissione regionale ambiente, la quarta, a porre drammaticamente la
condizione inquinante di quel territorio.
Ce ne
accorgiamo oggi! E’ importante accorgercene oggi, ma qui c’è una sorta di
complicità di noi tutti, che sapevamo e stavamo zitti, che sapevamo e non
davamo sostegno a quei movimenti che ci ponevano il problema. C’è bisogno che
il romanziere calabrese Carmine Abate, nel suo ultimo libro, descriva la
drammaticità dell’inquinamento di Crotone?! Ma lo sapevamo tutti! Sapevamo
anche che il Governo nazionale blocca la bonifica – l’ha detto l’assessore
Greco poco fa – c’è una volontà del Governo nazionale di bloccare il
disinquinamento di Crotone, tant’è che ci inibisce
anche - quanto abbiamo trovato, 5 o 10 milioni di euro per Francavilla
e per Cerchiara? – dall’intervenire perché è
competenza nazionale.
E’ così! Per
non dire, poi, di quello che è successo con la questione delle navi affondate!
Guardate, è
letteratura, ormai, che le coste della Calabria siano oggetto di affondamenti,
perché trovano nella struttura criminale della Calabria le basi di appoggio. Il
punto su cui noi dobbiamo alzare il tiro è verso chi.consente che camion e camion con bidoni inquinanti di
notte circolino per il territorio della Calabria
e distribuiscano in tutto il territorio calabrese bidoni inquinanti.
Ma questo lo sappiamo tutti. E’ un problema
che dobbiamo affrontare e risolvere.
Credo che dobbiamo oggi avere la forza di
dare un segnale. E questo è quello che ci propone l’assessore
Greco al quale dobbiamo essere grati perché sta
dando una lezione anche di cosa può essere un uomo dell’Istituzione di fronte a
queste drammatiche condizioni.
Dobbiamo essergli grati di come questa
disgraziata Regione Calabria che viene
definita “Regione canaglia” ha una Giunta, un assessore che finalmente dicono le cose alla luce
del sole e fanno individuare il luogo in cui è sprofondata una nave che è stata
affondata dalle organizzazioni mafiose della Calabria.
Noi dobbiamo seguire questo, dobbiamo dare
due o tre risposte forti. Il Governo nazionale non
può mettere la testa sotto la sabbia, il Governo deve aiutare
Non possiamo discutere senza
degli obiettivi concreti. Dobbiamo cercare che partano i lavori di
disinquinamento di Crotone. Non possiamo passare anni ed anni con le risorse
già stabilite e perché c’è una lite nell’ambito di chi è preposto a
disinquinare – guardate gli atti della quarta Commissione, è scritto negli atti
della quarta Commissione – e c’è una lite a livello nazionale tra chi è
preposto a fare i lavori di disinquinamento. E noi continuiamo a far nascere
figli a Crotone.
Questi sono gli obiettivi su cui
dobbiamo lavorare, concreti ed immediati altrimenti la partita la perdiamo. E
guardate che il problema anche del turismo: non c’entra nulla il turismo con
gli ultimi fatti dell’inquinamento, non depistiamo la situazione.
Il turismo ha altri problemi. La
stagione turistica era finita quando è stata scoperta la nave maledetta e non
si può imputare alla nave maledetta se c’è stata crisi o positività nel turismo
calabrese.
Penso che se noi non abbiamo la
forza di porre le condizioni che citava l’assessore Greco, tra uno o due mesi
ci dimenticheremo di tante cose ed anche per il turismo il problema non esiste.
Allora il problema del turismo
non è in questa direzione. Io credo che dobbiamo fare un ragionamento che serva
a farci riprendere possesso del nostro territorio e che non può fare solo
Bisogna costruire un rapporto
orizzontale o verticale, chiamiamolo come vogliamo, tra Giunta regionale-province e comuni per il controllo del
territorio.
Non bastano le Commissioni
consiliari per individuare cosa? E dobbiamo dire ai nostri forestali – a quelli
che sono rimasti – che quando trovano un bidone in uno dei nostri boschi in cui
lavorano i lavoratori del fondo sollievo alla disoccupazione, lo denuncino alle
autorità di pubblica sicurezza, non che lo nascondano.
Dobbiamo cercare di costruire una
coscienza di controllo della manutenzione del nostro territorio perché se i
sindaci sono soli, non parlano e se
Questo è il punto su cui noi
dovremmo ragionare. Allora dico che dobbiamo badare anche alle politiche
generali, pensate che effetto può avere non sul turismo il pericolo radioattivo
ma sulla produzione dei beni di consumo alimentare che produciamo noi.
Quale rischio può esserci che noi
trasformiamo in prodotti eno-gastronomici produzioni
agricole che sono inquinate. I rischi sono alti.
Cerchiamo allora di essere sobri,
di affrontare il problema in profondità. Facciamo di tutto perché questo
Governo nazionale ci rispetti. Questo Governo deve rispettare una vera Regione,
questo Governo ha tolto molto a questa Regione ed oggi deve far sì che non sia
uno scandalo mondiale il suo agire verso
Perché è vero che i morti di
Messina sono importantissimi, ma i morti che nel tempo si sono verificati in
Calabria sono altrettanto importanti e non è possibile che questo Governo
nazionale si disimpegni dalla questione
o che ci siano solo dichiarazioni.
E’ tempo che tutte le forze
possibili vadano in fondo e scoprano cosa c’è.
Voglio dire soltanto questo: se
vogliamo discutere di turismo, di politiche del turismo è importante. Ed è
importante perché molti errori del turismo partono da noi e dagli anni nel
territorio che abbiamo costruito.
Perché la famosa “acqua che si
sporca” non è effetto soltanto di quello che è stato buttato giù ma di quello
che viene da su. E molte volte viene da su attraverso i ruscelli o le fogne che
non esistono e poi arriva a mare o poi qualche amministratore disattento sui
depuratori.
Quindi se vogliamo parlare di turismo,
parliamone pure e seriamente perché mancano magari le politiche di mercato che
possono incrementare e destagionalizzare la stagione,
mancano proposte alternative al mare.
Sono tanti i problemi del turismo
ma non leghiamo questa emergenza a questo tipo di attività. C’è una emergenza
che è molto superiore: la vita dei calabresi ed oltre alla vita dei calabresi
c’è la dignità di una intera Regione che viene massacrata da silenzi o dai
tentativi di diluire…
Io credo che
questo sia il nostro impegno questa sera: dare forza all’assessore Greco ed
essergli dietro in quanto lui è ormai un simbolo nazionale della battaglia che
sta facendo
Poi i
sostegni sono urgenti per i pescatori, per tutti coloro che stanno subendo la
crisi. Questi sono interventi che dobbiamo fare. Ma che si dica che la nave di Maratea, dello Ionio e questa qui vengono messe su da chi
deve metterle su e ci dica cosa c’è dentro.
Questa è
l’operazione e credo che noi dobbiamo dare questa forza alla nostra politica e
credo che
Presidenza del Presidente Giuseppe Bova
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Sulla. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
intervengo brevemente perché la relazione del
collega Greco mi è sembrata più che sufficiente ad informarci sulla situazione
che stiamo vivendo in Calabria. Il lavoro che lui sta svolgendo mi pare sia stato
sottolineato da tutte le parti qui in Consiglio
come meritevole di plauso.
Intervengo solo per sottoporre all’attenzione
del Consiglio una specifica questione che
riguarda un’azione del commissario
per l’emergenza dei rifiuti urbani nel territorio della Regione
Calabria che è apparsa a Crotone
come una vera e propria provocazione e che in uno stato di difficoltà come
quella che il territorio sta vivendo, certo non aiuta ad affrontare le
problematiche complesse che lì si sono determinate negli anni.
Il commissario con ordinanza 8233 del 28
agosto ha proceduto alla approvazione di un progetto preliminare per la
realizzazione di una discarica in località Giammiglione.
Ora, quell’area
è oggetto di altri interessi di questa natura. Sono stati presentati progetti
all’attenzione del commissario di
ulteriori discariche e questo ha suscitato una reazione molto forte nella
popolazione crotonese che ha portato alla promozione
di una manifestazione che ha visto una partecipazione - che a Crotone non si
vedeva ormai da tanti anni, da periodi molto difficili- che è testimonianza di
uno stato di preoccupazione che si è trasformato in vero e proprio allarme.
Ecco, pur avendo
Non so come pensiamo alla fine di
far sintesi di questa importante discussione, che è stata da lei sollecitata
col suo intervento e con la messa all’ordine del giorno di questo punto. Però
credo che sia giusto esprimere una posizione. Quindi anche se l’ordine del
giorno dovesse essere preso in considerazione in una forma diversa, credo che
sia comunque un fatto importante di mandarlo alle popolazioni crotonesi ma anche a tutte le istituzioni perché tutti i
Consigli comunali di quella provincia si sono pronunciati per un no ad una
discarica di notevoli dimensioni come quella che è stata proposta. Credo sia un
segno importante nostro che quelle popolazioni si attendono e che noi facciamo
bene a mandare con molta chiarezza.
Ecco, solo questo. Mi pare che
per il resto il lavoro che Greco sta facendo anche rispetto al problema dei
problemi che oggi ha Crotone e che è, appunto, la bonifica che finalmente pare
sia incamminata sulla giusta strada e che non può essere – come ha chiesto il commissario del Popolo delle libertà di
Crotone, il senatore Esposito – affrontato attraverso un ulteriore commissariamento specifico della bonifica credo che, insomma,
stia dando in qualche misura più fiducia alle popolazioni del crotonese.
Così come
penso si stiano affrontando con altrettanta intelligenza e capacità le
questioni assai delicate di Cetraro e di Praia a
Mare.
Il mio era
soltanto, quindi, un intervento teso a sottolineare in particolare questo
aspetto delle discariche della località Giammiglione
di Crotone. La ringrazio, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.
Presidente, io voglio ringraziare la stampa calabrese,
E’ una cosa seria quella che sto dicendo perché su una vicenda del genere guai se cala il
silenzio. E’ una situazione troppo grande, troppo forte che non deve cedere
nemmeno per un attimo se vogliamo arrivare quanto meno ad intravedere una conclusione
positiva.
Il male peggiore di questa Regione – lo dicevano altri colleghi prima di
me – sta nel fatto che quando si sollevano, si sono sollevati grandi problemi,
dopo un certo periodo è calato il silenzio assoluto soprattutto per la
debolezza della politica di questa Regione.
Il Presidente
della Repubblica in questi giorni ci ha richiamato in un modo molto solenne. Ha
detto a chiare note che la classe politica del meridione deve alzare il livello perché al
di là della responsabilità dei governi che si sono succeduti c’è una responsabilità nostra
che, chiaramente, non aiuta a risolvere le questioni per come vorremmo.
Assessore Greco, io la devo
ringraziare - e le chiedo scusa se l’ho bloccata un attimo - per quello che lei
ha detto in un modo preciso senza nascondere la testa sotto la sabbia. Ha detto
a chiare note quali sono i pericoli all’orizzonte, non si è nascosto. Per la
prima volta un governo regionale non fa sconti, non sta in silenzio, affronta
il problema per come è e lavora di pari passo con la parte investigativa. Mai
come oggi il livello politico insieme al livello investigativo della Procura di
Paola e di Crotone va di pari passo perché capisce che la partita è troppo
alta, supera gli schieramenti e, chiaramente, deve rispondere alle ansie, alle
paure ed alle attese di tutti i cittadini.
Questo Consiglio regionale
stasera un sussulto lo deve dare in questa direzione e il Governo
nazionale se ne deve accorgere questa
volta perché qui, in Calabria, c’è un terremoto in atto e continuo.
Probabilmente questo è il
terremoto più forte che
Tante sono le morti sospette per
tumori e chissà quante ce ne saranno ancora.
Bisogna fermare questo terremoto.
Noi non possiamo fermarci.
Non c’è un problema stasera - è
stato detto dai colleghi di centro-destra e di centro-sinistra – qui dobbiamo
salvare la dignità della Calabria, della politica e dobbiamo dare risposte
concrete.
Allora, assessore Greco, quel che
è successo con la catastrofe ambientale che stiamo vivendo rappresenta un
attacco allo Stato democratico. E’ un attacco forte e che non possiamo
sottovalutare, attenzione. Perché quello che è arrivato in Calabria è prodotto
da organizzazioni che per lucrare mettono sotto i piedi la dignità e la storia
importante della terra di Calabria, chiaramente consumano un momento di grande
atrocità.
E’ un colpo allo Stato e lo Stato
democratico deve reagire al di là del dramma ambientale. C’è un dramma
istituzionale perché viene colpita e ferita la democrazia nel suo insieme.
Se noi dentro al nostro modo di
essere uomini e poi
esponenti delle istituzioni non avvertiamo questo momento particolare,
rischiamo di fare demagogia e passerella, di prendere qualche applauso e
qualche fischio ma di rimanere sempre poi in silenzio.
Allora cosa dobbiamo fare? Non
voglio dire più nulla perché tanto potremmo parlare ma potremmo rischiare di
dire le stesse cose.
Intanto dovremmo trovare il modo
per alzare il livello della tensione sociale. I giornali lo stanno facendo,
così come
La politica deve fare la propria
parte. La tensione sociale della Calabria deve rimanere alta, il Governo si
deve accorgere di quello che sta succedendo in Calabria. L’assessore Greco, il
Governo regionale non possono rimanere da soli in questa battaglia.
Io non so cosa bisogna fare.
Intanto ritengo, assessore Greco, che lei insieme ad un esponente della
maggioranza e ad un esponente della minoranza proprio per far capire
all’esterno ed a Roma che questo non è un problema di Loiero
o di Bova, ma è un problema di tutte le forze
politiche, lei con un consigliere della maggioranza e con un consigliere della
minoranza questo documento lo dovrà portare personalmente al ministro dell’ambiente.
Non si deve fare né un fax né si
deve spedire nulla. Lei personalmente a nome del Consiglio regionale nella sua interezza deve
portare la drammaticità di questo evento al di là di quello che lei sta già
facendo col Vicepresidente in quelli che sono i tavoli istituzionali.
Non è un fatto di spettacolo
quello che le sto chiedendo di fare. Io le dico che anche la forma ha sostanza
nel momento in cui, chiaramente, siamo convinti di quello che si sta facendo.
Lei deve andare con due
consiglieri, uno della maggioranza ed uno della minoranza, intanto per far
capire che lei non è solo, che c’è il Consiglio nella sua complessità e che il
Governo deve assolutamente donarci al più presto un calendario preciso di
interventi.
Un calendario vogliamo, dove si
dice cosa si farà nel mese di ottobre, nel mese di novembre, nel mese di dicembre,
con quali mezzi, con quali soldi, con quali uomini perché troppo è il dramma che c’è in questa regione.
Questo lo voglio dire ad alta
voce perché se noi non dovessimo continuare in questa direzione, se noi
dovessimo stare zitti stasera o comunque non parlare perché qualcuno prima
diceva “ma perché dobbiamo parlare? Basta che parli un capogruppo da una parte
e un capogruppo dall’altra e poi ce ne andiamo a casa…”. Non è vero, questa non
è una seduta qualsiasi! La tensione deve rimanere alta nel Consiglio regionale
e la dobbiamo trasmettere nella regione.
Allora chiedo anche, Presidente Bova,
che lei organizzi come Consiglio regionale due grandi manifestazioni contemporanee.
Il Consiglio si può dividere in
due. Una parte a Crotone ed un’altra può benissimo andare a Cetraro.
Due grandi manifestazioni che si facciano alla stessa ora e chiediamo che i Tg nazionali delle tre reti Rai vengano in diretta a
sentire quel che si dice a Crotone ed a Cetraro.
Dobbiamo usare tutti i mezzi a disposizione per far sentire la voce alta e
l’indignazione di questa Regione.
Se noi non dovessimo far questo,
se dovessimo chiudere la partita come una qualsiasi cosa, con un ordine del
giorno per mettere a posto la nostra coscienza, faremmo l’errore istituzionale
più grande della nostra vita. Io non ci sto a questo ma soprattutto non ci
stanno i calabresi.
PRESIDENTE
Grazie,
onorevole Chiarella, terremo a mente la sua proposta.
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Preliminarmente, Presidente, la ringrazio
per avermi dato la parola.
Penso che il fine di questa
Assise, di questo Consiglio dovrà essere necessariamente quello di indicare
come Assemblea
consiliare le strade più efficaci per fronteggiare la situazione che abbiamo
davanti.
Qual è la situazione che abbiamo
davanti? Abbiamo davanti da fronteggiare un duplice livello di problema.
Il primo riguarda l’assunzione di
tutte le iniziative tese all’accertamento, alla rapida e definitiva
ricognizione del problema riguardo ai fenomeni connessi all’affondamento di
quel relitto rinvenuto nel mare di Cetraro e quindi
le iniziative conseguenti se sono richieste in maniera immediata per
fronteggiare i gravi problemi posti e che, secondo la relazione dell’assessore
Greco, ci sono stati qui illustrati.
Il secondo problema che abbiamo è
come fronteggiamo l’allarme sociale. Perché l’allarme sociale c’è. Un allarme
sociale che prima ancora di essere un colpo alla tenuta dell’immagine della
Calabria, un colpo alla forza di attrazione della nostra risorsa mare, è preoccupazione
per la condizione di vita delle nostre popolazioni.
C’è una forte paura che determina
insicurezza sociale che noi non possiamo non vedere.
Per quanto riguarda la prima
questione, penso che, ferme restando le competenze che sono attribuite allo
Stato o alla Regione, non c’è da perdere altro tempo se non ottenere un
intervento per la caratterizzazione.
Attiviamoci - e io su questo
ancora vedo che il Governo nazionale è latitante - perché questo sia fatto.
Sicuramente abbiamo fatto bene a rivolgerci al Consiglio dei ministri ed al
Ministero della difesa e della marina mercantile.
Io sostengo che non sarebbe male
richiedere di fronte ad altra dilazione
e ad altre sottovalutazioni, caso mai, un intervento che abbia il carattere di
urgenza, il carattere straordinario dell’emergenza.
Se proprio la vogliamo dire tutta
e che non sia assunta in maniera che non susciti meraviglia, io solleciterei un
provvedimento emergenziale anche di emanazione della Presidenza del Consiglio
dei ministri su ordinanze di protezione civile.
Ovviamente, una ordinanza di protezione
civile che
semplifica le procedure di intervento e che sia accompagnato da un’assunzione
di responsabilità finanziaria.
Non vedo altre vie. Avvenuta la
caratterizzazione vediamo che bisogna fare, ma intanto, conoscere e sapere
perché non è certo positivo, non è certo atto di responsabilità democratica
lasciar tutti nel dubbio e nel sospetto.
Ovviamente tutto questo di fatto
è un sostegno all’attività della magistratura. Iniziativa quella della magistratura
che non si deve fermare e deve andare avanti. Perché, se capisco bene, il
problema della iniziativa della magistratura non è relativo, diciamo, come
dire?, allo svolgimento della vicenda intorno alla nave ritrovata intorno a Cetraro. Il problema è ben più ampio sia per quanto
riguarda lo smaltimento criminale di rifiuti tossici e speciali per traffici
che avvenivano negli anni e nel tempo sui nostri mari sia per quanto riguarda
le connessioni con le attività mafiose ed anche attività di altra natura
riguardo a traffici illeciti e commercio di armi.
Quindi, anche qui non c’è dubbio
che probabilmente c’è un problema che riguarda, sicuramente, le iniziative
delle procure interessate che non possono essere lasciate da sole, quanto meno
è richiesto un momento di coordinamento a livello nazionale e probabilmente
anche un livello di coordinamento che vada a riguardare relazioni e rapporti
tra organi investigativi di stati diversi.
Quindi, bene ha fatto la
magistratura – e noi lo dobbiamo sottolineare – e noi sosteniamo la necessità
che queste indagini non si arenino per altri decenni perché da quanto si legge
sulla stampa pare che questo rischio sia stato realtà.
L’iniziativa della magistratura è
tesa ad accertare responsabilità rispetto ad un fenomeno che probabilmente vede
l’estensione delle sue dimensioni ben oltre la stessa questione sollevata
dall’avvistamento e ritrovamento del relitto di Cetraro.
Questa è la prima questione,
quindi: la caratterizzazione, cioè conoscere quello che c’è in questi fusti.
Conoscere che cosa c’è esattamente a
Per quanto riguarda gli altri
aspetti, Praia a Mare, parto dalle
ultime questioni.
Io non sono per rinviare,
assessore, la questione di Praia a Mare alle decisioni che si assumono insieme al Governo
nazionale. Intanto, provvediamo noi nell’ambito e nella disponibilità che c’è.
Ed anche per quanto riguarda la
caratterizzazione, bisogna predisporre
subito un programma ed
un piano di intervento immediato, ovviamente, valutando – sulla base della
qualità dell’inquinamento, cioè della tipologia dell’inquinamento – le tecniche
di caratterizzazione.
Su questo non v’è alcun dubbio.
Mettiamo a disposizione questo nostro intervento da assumere immediatamente come la manifestazione di una volontà
da mostrare al Governo, per dimostrare che
siamo con le carte in regola, non vogliamo stare con le mani in mano. Ci
stiamo muovendo, non ci caricate il peso e la responsabilità perché il sito di Praia a
Mare, se ho capito
bene, e lo conosco bene, è anche quello una bonifica assai impegnativa.
Quindi, intanto muoverci con una
nostra iniziativa sapendo che per quanto riguarda questa questione della
bonifica – la chiamo così per convenzione terrestre, per capirci più
rapidamente – dei siti inquinati a terra, ormai la mappa che ci si presenta –
parlo di inquinamenti speciali ed importanti non parlo di inquinamenti di altro
tipo, anche biologico, è venuta assumendo le caratteristiche di un problema che
ha una dimensione seria.
Sono state oggetto di ordinanze
di protezione civile le bonifiche degli altri siti. Abbiamo verificato lungaggini,
ritardi, contenziosi che finora hanno impedito lo svolgimento delle attività.
Allora anche qui vediamo se è il
caso di aggiornare la proposta. Cioè che cosa voglio dire? Su Praia a Mare ed anche sulla classificazione
nazionale dei siti di Serra d’Aiello, Cleto, Aiello Calabro intanto se potessimo provvedere – se siamo
in grado di farlo – sulla base dell’ausilio di un intervento tecnico,
delimitare i territori perché anche qui un allarme lanciato soltanto attraverso
una denominazione utilizzando l’anagrafe del municipio è un allarme
generalizzato che non ci serve.
Se siamo in grado, per quello che
in termini di indagini è già avvenuto, delimitare i territori da sottoporre a
bonifica. Sia quelli lungo il corso del fiume Oliva che altre aree interessate
e circostanti, soprattutto tutte quelle aree che scendono verso il mare. Se
così è, anche lì in quest’altro sito fare lo stesso
ragionamento di Praia a Mare.
Ma non per caricarci tutto
addosso ma perché io intenderei sollevare il problema che riguarda lo stato di
verifica e di attuazione dell’ordinanza esercitato su Crotone.
Giustamente nella nota che c’è
stata consegnata stamattina in Conferenza
dei capigruppo si fa riferimento – sarà stata forse la prima emanazione
se è corretta – al 18 settembre 2001.
Da allora ad oggi sono passati 8
anni e non si è mossa foglia sul sito Pertusola.
Abbiamo avuto l’aggravante che grazie ad un’altra iniziativa della magistratura
abbiamo scoperto – sono stati sottoposti a sequestro mi pare di aver capito –
altri 22 siti che, oltretutto, evidenziano l’esposizione di un rischio sociale
molto elevato, molto alto.
Si sono interessati edifici
pubblici, luoghi di svolgimento di attività e di vita sociale, scuole e quant’altro interessa la vita di una comunità e quindi il
rischio che mette a diretto repentaglio la vita delle persone.
Può esserci lo strumento di una
intesa, di un accordo di programma quadro dentro una intesa che ha poteri sostitutivi legislativi
anche per la definizione dei finanziamenti.
Può essere mantenuto lo strumento
anche qui dell’ordinanza emergenziale. Però tutto ciò che aiuta e semplifica
non può essere arenato di fronte ad una pratica che non si sbroglia più.
Parlo a memoria per una
cognizione che ho acquisito sul campo. Lasciatemelo dire: io ho tutti i dubbi e
tutti i sospetti che di fronte ad una azione dell’Eni che è chiamata ad
un’azione risarcitoria del danno oltre che della
responsabilità, addirittura, dell’attività di bonifica ci possono essere tanti
problemi e tanti impedimenti che probabilmente fanno degli intralci burocratici
il modo e la via per ritardare la soluzione di questo problema.
Ora qui, ha ragione chi l’ha
detto in quest’Aula, che se anche in questa occasione
considerata la dimensione del problema nei suoi vari aspetti che ha investito
in questi ultimi tempi
Quindi, non solo rivendicare, non
solo lamentare il fatto che il Governo nazionale non opera, ma troviamo le vie
e le forme attraverso le quali la protesta e la rivendicazione possano mettere
sul tavolo un’azione già operativa anche eccedendo ed andando al di là delle
nostre competenze.
Perché dico questo? Non perché ci
sia il gusto di sottolineare diversità nella concezione delle forme di
intervento o per sollecitare da parte di questo Consiglio
Guardate, se noi non acquistiamo
credibilità dando prova ai calabresi che qualcosa avviene
nell’immediato ed è qualcosa di efficace, il danno sarà davvero irreversibile
ed irreparabile nelle coscienze.
Non
sottovalutiamo il tipo di allarme che hanno
suscitato sia la vicenda di Crotone che di Cetraro.
E’ un danno
incalcolabile non soltanto per quelli che possono essere i riflessi sulle
attività economiche connesse al mare, ovviamente, ma è proprio un danno incalcolabile
dal punto di vista delle ansie, delle insicurezze e delle paure sociali.
Noi non ce
la faremo, non ce la facciamo soprattutto in questa fase, in questo periodo se
non c’è un fatto shock, traumatico,
che sia interruttivo di un andazzo che nel corso
degli anni
Pongo questa
esigenza e mi rendo conto che l’interlocuzione col Governo nazionale non è facile, ma giacché già dal 2001 la via
per la protezione civile ce l’abbiamo aperta, per quanto non abbia funzionato
il cambio continuo di commissari – qui vengono citati gli 8 commissari, il
contenzioso -, per quanto su Crotone abbiamo sperimentato che non ha funzionato
rimane sempre la via con
Sapendo che
tutta la nostra azione non può non esser tesa ad una tutela e ad una difesa del
mare calabrese inteso come risorsa.
Su questo io
non rinuncio. Sbaglieremmo se cedessimo ad un’idea secondo la quale, ormai, il
mare è una negatività, come se ci fosse una compromissione
di una opportunità.
Penso che
noi dobbiamo difendere il nostro mare anche in relazione a questi fenomeni che
stiamo registrando.
Badate che
in fondo era poi questa la battaglia che si faceva a proposito
dell’inquinamento di tipo biologico. Perché questo si faccia non c’è dubbio che
ci vuole l’efficacia di una iniziativa tale da rendere credibile la valorizzazione
della risorsa mare.
Se questo è
e troviamo le forme per renderlo in un documento, io sono d’accordo. Altrimenti
se dobbiamo soltanto limitarci alla implorazione ed alla invocazione del
Governo, a lamentare la condizione di difficoltà in cui versa
Cioè, noi
dobbiamo rappresentare in questo momento le paure e le ansie dei calabresi ma
anche quelle che sono le loro speranze. Perché se è stata ammazzata anche la
speranza, non andiamo da nessuna parte ormai. Cioè questo tema noi dobbiamo
sollevare sapendo che su questo il Consiglio regionale può andare anche oltre.
Ci può
essere il raccordo con gli enti locali, con il mondo dell’associazionismo, cioè
una mobilitazione istituzionale che, sostanzialmente, traduca in termini di
proposta politica ed istituzionale quest’ansia e
questa paura: io la vedo come una strada da percorrere.
Del resto le
amministrazioni locali che sono gli avamposti dello Stato sul territorio sanno
bene qual è la condizione soprattutto in alcune aree della Calabria – Sulla ci
ha parlato di Crotone –, ma sanno bene anche in altre aree qual è la condizione
che si registra.
Vedo qui tra
i banchi il sindaco di Cetraro che da stamani assiste
ai lavori di questo nostro Consiglio. Se si ferma e permane vuol dire che una
ragione ed una preoccupazione ce l’ha. Ma il problema non riguarda soltanto Cetraro.
Su questo
noi una risposta vediamo, ragioniamo come e perché dobbiamo darla e trovarla.
Per il
momento altro non vedo se non, appunto, l’attivazione degli strumenti più
rapidi ed efficaci per poter intervenire che se da una parte sono, finalmente,
l’avvio di alcune attività di bonifica, dall’altra necessariamente devono
essere quelli della caratterizzazione. E poi accompagniamo questo con la
promozione di una comunicazione che in qualche modo sia tendente a dar fiducia,
non a nascondere la realtà.
Io non sono
uno di quelli che dice “copriamo la vergogna perché
Bene
facciamo a non nascondere la vergogna, però dobbiamo avere la forza d’urto
capace di contrastare e fronteggiare in maniera efficace e non soltanto
propagandistica. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Sculco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Io sono stato aiutato molto per questo intervento che limiterò a pochi minuti
non solo dall’intervento dell’onorevole Chiarella
ma in particolar modo dall’ultimo intervento dell’onorevole
Adamo.
Quello che stiamo affrontando è un tema molto
particolare e da trattare con la necessaria cautela anche verbalmente perché credo che sia un tema sul quale non ci sia da
fare competizione fra di noi, non c’è da fare differenza di natura politica e
nemmeno, credo, territoriale perché la mappa
che è stata illustrata presenta delle punte di drammaticità ma un quadro
complessivo di grande difficoltà.
Per questo anche se dirò brevissimamente
alcune cose che possono sembrare un elemento di critica ed il venir meno da
parte mia di questa cautela alla quale voglio attenermi, in realtà manifesto la
sincera e forte preoccupazione di non ridurre una circostanza come questa ad una importante e
necessaria – e bene si è fatto a convocare un Consiglio
sulla questione – questione dell’emergenza ambientale.
Tuttavia, però, noi non possiamo limitarci a
farne una rappresentazione, a darne una descrizione. Diceva l’onorevole Chiarella che la stampa non ha mancato,
anzi in queste settimane, in questi giorni è stata presente fortemente a
rappresentare con insistenza, e con tutti gli elementi informativi che è
necessario dare alla opinione pubblica, ma anche con forza, incisività e con
la drammaticità che si può ricavare da questa situazione.
Tuttavia
noi non possiamo limitarci a rappresentarci questa situazione, a scambiarci le
informazioni, a dire esattamente più o meno di cosa si tratta.
Penso che
il ragionamento che ha fatto il collega Adamo, che era la scaletta anche del
mio intervento, sia da prendere in considerazione.
Dobbiamo
stare particolarmente attenti a non concludere questa seduta del Consiglio con
l’apprensione e la preoccupazione sincera e forte che è stata manifestata e
che si coglie in tutti i consiglieri regionali, senza avere la capacità di
indicare un piano di azione.
E’ quello
che manca nel ragionamento che è stato fatto nell’avvio di questa seduta, nella
presentazione di questo problema e di questa questione nella sua drammaticità.
Provengo
come voi sapete da una realtà particolarmente segnata da queste tematiche non
solo storicamente. Ma i segni profondi di quanto si è prodotto in termini di
danno ambientale nel corso di questi anni vengono in emersione con una
drammaticità che è stata adeguatamente rappresentata dall’assessore Greco.
Insomma 22 siti sequestrati nell’area di Crotone, si tratta di edifici
pubblici, prevalentemente scuole.
E’
incredibile raccontarci ancora oggi a distanza di 9 anni dalla conclusione, 8
anni e mezzo dal decreto di protezione civile al quale faceva riferimento
l’onorevole Adamo, che sulla bonifica del sito Pertusola
e delle aree limitrofe non si è messo un chiodo, non si è mossa foglia.
Per davvero
è da accapponare la pelle quando noi pensiamo che sono trascorsi 8 lunghi anni
e qualche mese senza che si provvedesse ad intervenire in un’area
abbondantemente conosciuta nelle sue pericolosità ambientali, dichiarata sito
nazionale e questo non può essere un blasone, una patacca che messa sul nostro
petto può riempirci di soddisfazione se non produce una cantierizzazione
degli interventi.
Qui non
abbiamo tempo a sufficienza perché varrebbe la pena raccontare alcuni aneddoti
di quello che sta venendo in questi giorni, in queste settimane a Crotone, la
drammaticità della situazione e la preoccupazione sociale.
Veniva
ricordato che sembra di essere in un’area che si presenta come un inferno senza
coperchio.
Questo noi
non possiamo solo dirlo e sottolinearlo, rappresentarlo o magari confrontarlo
fra di noi senza che vi sia una conseguenza in termini operativi.
Io ho
vissuto questa fase anche sotto altra veste e devo dire che in realtà è per
davvero incredibile come si sia potuto arrivare ad una situazione di assoluta
inerzia che non è più sopportabile da parte nostra, dai cittadini, dalla
comunità locale e dalla comunità regionale.
Non credo
che sia sopportabile nei giorni a venire.
Perciò
abbiamo fatto bene a convocare il Consiglio e porre all’ordine del giorno e al
centro della nostra attenzione la grave questione ambientale ma, tuttavia,
bisogna provare anche la passione e l’emozione necessarie che – lasciatemi dire
senza elemento di critica, perché io ho già detto che questo tema non può
essere maneggiato o affrontato con rischi, magari di divagazione o di polemica
fra di noi – io non ho visto non tanto nella descrizione o nel racconto della
situazione, ma quanto in quello che va messo
per fare progetto.
Va fatto un
progetto per quanto riguarda le questioni di merito che, a partire dalla
caratterizzazione che dobbiamo realizzare con immediatezza per rassicurare le
popolazioni, diventi una “emozione” di progetto istituzionale e politico che
sappia coinvolgere e fare cantiere.
Noi non
dobbiamo affrontare le questioni una
tantum. Anche io voglio rivolgere un apprezzamento all’assessore Greco che
ha un carico di lavoro enorme e non gli vorrei far mancare la mia amicizia, la
mia solidarietà e la mia vicinanza.
Però,
tuttavia, noi non possiamo limitarci – questo non lo fa l’assessore Greco, ma
potremmo farlo anche involontariamente o per una antica pigrizia tutti noi – ad
affrontare le questioni una tantum, ora sì e domani no.
Ma dobbiamo avere una linea, una impostazione, dobbiamo avere emozione. Il che
significa in questo caso avere progetto, saper cantierare
i nostri convincimenti.
Questo è
quello che va fatto e che la gente si aspetta. Perciò, diamo completezza al
lavoro, alla discussione ed al confronto che abbiamo avuto questa sera
introducendo quegli elementi che affrontano in modo più concreto la prima
operatività e che affrontano con maggiore incidenza anche l’allarme sociale che
su tale questione è abbondante, si è manifestato e per davvero fa correre
rischi seri, gravi alla tenuta democratica, non solo di alcuni territori ma
della intera Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Michelangelo Tripodi. Ne ha facoltà.
Colleghi consiglieri e Presidente, ho chiesto di intervenire perché credo
che abbia ragione il collega Chiarella che con un intervento appassionato e
molto teso ci ha voluto tutti richiamare alla delicatezza, alla importanza ed
alla straordinarietà.
Questa è una riunione
straordinaria del Consiglio regionale.
Io sono assolutamente convinto
che proprio per il carattere che ha questa seduta del Consiglio regionale, ci
sia bisogno di una forte tensione, di una forte motivazione. C’è bisogno di
comprendere che questo è un tornante particolarmente eccezionale della vicenda calabrese.
Non voglio fare una
rappresentazione ma credo che siamo tutti ben consapevoli che quello che è lo
scenario che viene fuori è davvero inquietante ed angoscioso, suscita allarme e preoccupazione nella popolazione calabrese. Da Cetraro
a Crotone, a Praia a Mare ma, vorrei dire, in tutta la regione c’è una situazione di
emergenza e di drammaticità.
Vorrei dire che, siccome a mio
parere, quello scenario che emerge dipinge in qualche misura quello che,
secondo me, rappresenta la più grave emergenza ambientale mai vissuta da questo
Paese per le dimensioni e la portata che questa vicenda assume, non c’è dubbio
che di fronte a questo che è un grande disastro nazionale, non è un disastro solo della Calabria, è un
disastro nazionale nei confronti del quale dobbiamo ovviamente approcciarci,
dobbiamo avere anche la capacità di intervenire.
Non c’è dubbio che però, nel
momento in cui di questa questione ne parla il Consiglio regionale in una
seduta straordinaria, ne parla anche tutto il mondo in tutti i siti.
Se si guarda Internet, si parla
di questa vicenda della nave dei veleni calabrese. Ebbene, balza agli occhi
questo silenzio davvero assordante del Governo nazionale, che sembra essere
l’unico a non essersi accorto della gravità della situazione che si è
determinata e che affonda nella inerzia
e nella indifferenza.
Ci sarebbe
da chiedersi se avesse tenuto lo stesso comportamento ove una cosa di questo
genere fosse accaduta in un’altra regione, per esempio in Lombardia o nel
Veneto.
Non credo.
Lì avremmo avuto già la mobilitazione dell’esercito, di tutte le forze
possibili ed immaginabili per andare ad individuare e caratterizzare – come si
usa dire con il termine tecnico appropriato – quello che è il contenuto di
questa nave dei veleni, di questo relitto.
Ed a
verificare davvero perché questa è ovviamente la prima richiesta, la prima
domanda alla quale tutti siamo ansiosi che venga data una risposta. Appunto
sapere cosa contengono questi bidoni e cosa c’è dentro i 120 bidoni, i fusti
della Kursky.
Non c’è
dubbio che a questo punto è necessario che vadano avanti le indagini ed io
debbo dire che è importante l’opera della magistratura. E’ importante
finalmente, dopo anni in cui abbiamo assistito a depistaggi,
insabbiamenti, operazioni dei “Servizi” che hanno – di fatto – bloccato la
possibilità di accertare la verità, di verificare la condizione reale, di verificare
anche la veridicità di altre testimonianze di pentiti degli anni passati.
Finalmente grazie alla iniziativa della Procura della Repubblica di Paola, al
dottore Giordano, ma vorrei dire anche grazie alla iniziativa della Regione
Calabria, dell’Arpacal ed al lavoro prezioso e
straordinariamente efficace ed incisivo dell’assessore Greco siamo riusciti,
finalmente, ad aprire, a creare uno squarcio di luce in una situazione che
sembrava, davvero, permanentemente destinata al buio.
Sono passati
17 anni da quando si dice che questa nave sia stata affondata al largo di Cetraro a
Sono 17
anni. Io sono rimasto davvero allibito quando qualche giorno fa l’assessore
Greco in una delle valutazioni che ha fatto ha riferito anche i rischi concreti
che riguardano la stessa tenuta di questi bidoni, di questi fusti.
Si dice che
rispetto alla pressione che esiste a
Rispetto a
questo, ancora di più esiste il problema di un intervento urgente ed immediato.
Ci sono le forze e ci sono i mezzi affinché si possa arrivare a caratterizzare
il contenuto, a recuperare il carico e a bonificare l’area.
Rispetto a
questo c’è una richiesta precisa. Abbiamo chiesto al Governo nazionale di intervenire ed allo stato attuale non c’è
alcuna risposta.
Penso che a
questo punto certamente il Governo nazionale vada investito e sollecitato
ancora, ma abbiamo il dovere anche contestualmente e contemporaneamente di
rivolgerci anche alla più alta autorità dello Stato, al Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano.
Abbiamo il
diritto come calabresi, come Consiglio regionale, di rivolgerci a tutte le
cariche dello Stato a partire dalla più alta perché diano risposte, si assumano
iniziative e si promuovano interventi concreti.
Si facciano le cose di cui ha la competenza
esclusiva lo Stato.
Voglio
completare questo intervento perché non resti ombra rispetto a quello che
penso. Ritengo che sia necessario, certamente, approvare un ordine del giorno
che pone un problema di un confronto immediato col Governo nazionale, di un
incontro, di una riunione immediata a Palazzo Chigi
col Governo, con Berlusconi, col ministro
dell’ambiente perché immediatamente si predisponga il piano straordinario
necessario a garantire gli interventi che alla Calabria sono dovuti in tutte le
direzioni a partire da Cetraro.
Ma,
aggiungo, noi dobbiamo lanciare un segnale chiaro se è vero, come è vero, che
questa condizione e questa situazione non possono essere lasciati trascinare
senza limiti. Se è vero, come è vero, che non possiamo accettare che l’inerzia
diventi latitanza assoluta e lassismo totale.
Rispetto a
questo non c’è dubbio che noi dobbiamo avere la capacità come Consiglio
regionale di dire fin da adesso che se un intervento del Governo non c’è,
occorre che assumiamo noi alcune iniziative.
Intanto,
certamente, come si è fatto nei momenti difficili e complicati della storia
calabrese, noi dobbiamo chiamare ad un certo punto il popolo della Calabria ad
avere uno scatto di orgoglio e di dignità perché certamente noi non ci stiamo
ad essere trasformati nella pattumiera e nella discarica dell’Italia e del
mondo, a diventare quello che non vogliamo diventare.
Sono
d’accordo, noi dobbiamo privilegiare, promuovere, valorizzare e difendere la
risorsa del mare calabrese, la straordinaria risorsa di questo mare che può
rappresentare una grande opportunità per lo sviluppo.
Ma in queste
condizioni non c’è questa chance ,
questa opportunità, questa possibilità. C’è il problema di vedere cosa
concretamente noi facciamo e come tuteliamo l’orgoglio, la dignità ed i diritti
dei calabresi. Innanzitutto il diritto alla salute garantito dall’articolo 32
della Costituzione perché oggi è messo in discussione un diritto costituzionale
per i cittadini calabresi.
Rispetto a questo,
allora, penso che non basta chiedere solo l’incontro al Governo. Se il Governo
l’incontro non lo concede, se risposte non ci sono noi abbiamo il diritto a
mobilitare
L’unica
cosa che possiamo fare è chiedere a chi ha la competenza, a chi ha il dovere,
le attribuzioni, le risorse per fare una operazione difficile e complicata che
non è mai stata fatta – da quel che ci ha detto l’assessore
Greco - in nessun’altra parte del mondo. E’ la prima
volta che si deve fare una operazione di questo genere e si deve fare in questa
regione, sperando ed augurandoci che sia la prima e l’ultima.
Sappiamo,
purtroppo, che il rischio è che non sia proprio così. Ci sono già altre due
navi di cui parla lo stesso pentito, Fonti, che ha già indirizzato verso la
individuazione di questo relitto. Si parla, addirittura, di 30-40 navi sepolte
nei mari calabresi,
in una condizione in cui saremmo davvero circondati e sotto assedio,
addirittura, in questa situazione.
Rispetto a questo, allora, non c’è dubbio
che dobbiamo assumere con grande forza – finisco – e con grande determinazione
le iniziative. E’ giusto l’ordine del giorno, ma io ribadirei anche nell’ordine
del giorno la necessità che il Consiglio regionale non è disponibile ad
accettare alcun rinvio, alcuna lungaggine.
Qui ed ora bisogna dare una risposta alla
Calabria! Non è possibile essere trattati come l’ultima delle colonie di questa
terra. Non è possibile accettare che ci sia più una logica di subalternità, di
dipendenza. Siamo qui e vogliamo essere qui come calabresi, intanto, oltre che
come esponenti istituzionali e rappresentanti del popolo calabrese per dire che
vogliamo difendere il nostro territorio, i nostri diritti, il nostro futuro
soprattutto.
Vogliamo farlo assumendo e garantendo tutte
le iniziative che sono necessarie.
Credo che da quell’ordine
del giorno che si è fatto sicuramente una parola vada rivolta anche alla
Presidenza della Repubblica che deve essere coinvolta e chiamata anche al suo
ruolo di stimolo, di pungolo nei confronti del potere esecutivo. Ma anche,
vorrei dire infine, annunciando che noi non siamo disponibili ad alcun ritardo
e ad alcuna fermata rispetto a questo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, spero di essere telegrafico perché è stato
detto di tutto e di più e penso che i calabresi ed anche gli uomini delle istituzioni come il sindaco di Cetraro che è presente e che saluto, si aspettano fatti più
concreti e non un diluvio di parole.
Mi pare che su due punti siamo d’accordo.
Cioè che bisogna in tempi rapidi attivare un tavolo dinanzi alla più alta autorità
amministrativa del Paese e quindi alla Presidenza del Consiglio. Naturalmente
su questa iniziativa io sono convintamente d’accordo,
perché non essendo un rivoluzionario come il collega Tripodi, credo proprio al
popolo che si mobilita e tutti insieme due milioni di calabresi si recano a
Roma per risolvere problemi peraltro molto annosi, molto datati.
L’altra cosa su cui siamo d’accordo riguarda
la differenziazione delle competenze. Sia l’ottima relazione del professore
Greco sia la bozza di ordine del giorno ci dicono che praticamente sulla
questione Crotone-Pertusola, su Cassano, su Cerchiara, sul torrente Oliva e sulla nave di Cetraro la competenza è dello Stato, mentre
Questione della Marlane
che è, anch’essa, molto datata perché io ho avuto l’onore di essere nel Governo
Amato e Ciampi. Nel Governo Ciampi
l’onore di fare il sottosegretario di Gino Giugni che voglio ricordare in quest’Aula come padre dello Statuto dei lavoratori e come
grandissimo ministro della Repubblica oltre che studioso insigne di problemi
attinenti il mondo del lavoro.
Ricordo che già a quell’epoca
c’era la questione Marlane che man mano si è spenta
come una candela, lasciando questi problemi .
Allora all’assessore Greco ed alla Giunta mi
permetto di dire - siccome su questo punto siamo d’accordo – che la bonifica
della Marlane si faccia celermente.
Sulle altre questioni mi permetto di non
essere completamente d’accordo perché mi chiedo se la politica è qualcosa di
burocratico oppure non è, viceversa, un’arte eccelsa che tenta di farci uscire
dai cul de sac in cui
a volte le stesse norme ci precipitano.
Guardate, io non intendo sottovalutare la
questione Crotone, mi guarderei bene di farlo perché è gravissima. Ma di questa
questione si parla da anni ed è giusto che il Governo nazionale finalmente, intervenga così come per quanto
riguarda Cassano o Cetraro.
Ma mi permetto di dire che il torrente Oliva
e Cetraro sono due cose diverse perché, purtroppo, il
danno di immagine e di economia e quant’altro fatto
da Crotone, da Cassano o da Cerchiara ormai lo
abbiamo scontato.
Vedo, in fondo, forse titubante sugli
schieramenti politici ma anche per occupare i banchi deserti del centro-destra
l’assessore al turismo.
Mi chiedo quale danno stiamo pagando o
pagheremo per la questione del torrente Oliva e della nave di Cetraro.
Guardate che in questa materia che riguarda
la salute dei cittadini, delle persone il dubbio non è cartesiano, egregi
professori. In questo caso il dubbio è un dubbio che uccide.
Allora, una classe dirigente, una
istituzione come
Quando sono entrato in quest’Aula
la prima volta ho visto l’amico Tripodi con una bella bandiera rossa. Mi auguro
che lui prenda di nuovo questa bandiera e si trascini a Roma due milioni di
calabresi.
Ripeto, ci credo molto poco. Va bene.
Ma noi cosa possiamo dire ai calabresi, non
sapendo il danno che la nave o il torrente Oliva stanno producendo e che
produrranno al mercato del pesce, a questa attività che è molto importante nel
Tirreno cosentino, che provocheranno al turismo, caro
assessore!
Siamo già alluvionati come turismo in
Calabria, diciamo la verità. Abbiamo perduto i buoi che sono usciti dalla
stalla, perché abbiamo devastato le coste, abbiamo sostenuto un turismo della
seconda casa, non abbiamo attrezzature adeguate, non abbiamo infrastrutture.
Ma chi volete che venga sul Tirreno cosentino se rimane questo dubbio? Allora una classe dirigente
va dal prete, si confessa e viene assolta, si mette l’anima in pace perché è
incompetente? Io non credo che sia questo, caro assessore, il dovere della
politica. A proposito di questo mi permetto di aggiungere un’altra
considerazione: ma questa Unione europea che cosa è? E questo crogiolo di
procedure, di burocrazia, di paletti che naturalmente invece di aiutare
determinati processi per nostra incapacità, debbo dire, a volte li frena.
Ma l’Unione europea non è anche un ente, una
entità politica con la quale si discute? Allora, fermo rimanendo che noi
dobbiamo chiedere al cavaliere Berlusconi un
intervento immediato in questa direzione, nell’ordine del giorno io lascerei
anche una richiesta alla Giunta. Nel senso che se gli incontri di Palazzo Chigi dovessero risultare inefficaci,
Certo nell’ordine del giorno non possiamo
scrivere quel che io sto per dire ma in quest’Aula
debbo dirlo. Quando la politica ha problemi così difficili da risolvere,
discute.
Io non credo che l’Unione europea non
capirebbe il dramma di questa Regione, ma a cosa serviranno i fondi strutturali
nel settore del turismo se permangono dubbi come quello relativo alla nave di Cetraro?
Ma c’è una classe dirigente, un
“governatore” certamente bravissimo dal punto di vista politico che in questo
campo può essere maestro per tutti noi. Un “governatore” che va a Bruxelles e
pone le questioni. Se nulla si muove,
Quindi per concludere, non la voglio fare
estremamente lunga, a parte qualche espressione superflua che non intendo
minimamente commentare, mi può anche andare bene l’ordine del giorno. Però,
alla fine allorché si invocano i provvedimenti della Giunta riguardanti la
bonifica del sito Marlane di Praia, poi non capisco
la “salvaguardia della salute della popolazione” perché queste cose generiche
ce le potremmo anche risparmiare a mio modesto avviso, aggiungerei - parlo
concettualmente, non prendetemi alla lettera – “e la predisposizione, altresì,
di altri eventuali interventi che si rendessero necessari all’esito
dell’incontro con
Direi che aggiungere un concetto di questo
tipo non sarebbe per nulla sbagliato anche perché non andiamo a tipizzare gli
eventuali interventi della Giunta ma
PRESIDENTE
Immagino che lei,onorevole Tripodi, intenda
intervenire su questo punto. Prego, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molto
interesse l’intervento dell’assessore e non avevo dubbi sulla valenza, sulla
competenza, sulla capacità dell’assessore di presentarci un quadro che a questa
Calabria possa dare – per lo meno – la speranza di essere ripulita.
Voglio essere brutale questa sera,
Presidente, perché alcune cose ce le dobbiamo dire a maggior ragione perché
siamo in questo Consiglio regionale. Intanto, questi rifiuti tossici non si
possono produrre dappertutto. A casa nostra non li produciamo.
Se, soprattutto, diamo per scontato per un
attimo facendo una ipotesi che possono essere scorie radioattive, non è che
queste vengano prodotte in molte parti del mondo. In Italia, per esempio, non
ci sono centrali nucleari che possono produrre scorie radioattive.
Di queste navi che arrivano in Calabria –
siano tre o trenta – è possibile che nessuno abbia monitorato il passaggio, da
dove sono arrivate, le eventuali denunce che possono esserci state
sull’affondamento, o sul non arrivo a
destinazione? Questo mi sembra strano, così come mi sembra strano il fatto che
anche alcune inchieste del passato promosse da validi magistrati in questa
nostra terra di Calabria siano state abbandonate ed affossate malgrado gli
sforzi dei magistrati per portarle avanti.
Altra cosa che mi sembra molto strana: è
possibile che malgrado ci siano state indicazioni, queste navi non si siano
trovate? Poi esce un signore e dice “guardate che a tal punto si trova la nave
e proprio in quel punto”.
Questo significa che anche a causa delle altre generiche dichiarazioni che
in questo nostro mare ci siano altri relitti con rifiuti di una certa natura –
anche se non conosciamo, al momento, la natura di questi rifiuti –,
effettivamente dobbiamo supporre che siano presenti nei nostri mari.
Una cosa mi conforta, assessore. Se ci fosse
stata radioattività – questo ce lo dobbiamo dire – sarebbe stata rilevante
perché quella si rileva.
Quindi, al momento - anche per
tranquillizzare coloro i quali seguono questo nostro dibattito nella nostra
Calabria – possiamo tranquillamente affermare che, al momento, radioattività
libera non ne è stata riscontrata, per quel che ne sappiamo, per lo meno.
(Interruzione)
Ma noi non ci possiamo permettere il lusso
di aspettare. Quindi è giusto e sacrosanto che noi diciamo che queste navi,
questi rifiuti debbano essere tolti da questa Calabria. In effetti questo
stiamo chiedendo al Governo nazionale .
Però, assessore, io prendo atto che malgrado
i suoi sforzi, la sua insistenza e caparbietà nel portare avanti alcune
richieste, questo Governo nazionale è stato sordo fino al momento.
Io ho preso atto con rammarico che anche le
ricerche per gli altri relitti sono state dismesse.
Prendo atto con rammarico che ancora il Governo nazionale non si è attivato affinché delle società
internazionali se ne occupino, n quanto in questa nostra Italia, purtroppo, non
c’è una società che si occupi del recupero di questi relitti. Non è stato fatto
ancora nessuno sforzo per andare a capire come dobbiamo attivarci o come il
Governo nazionale si può attivare
affinché questi relitti vengano recuperati.
Questo per quanto riguarda i rifiuti. Per
non parlare poi di Crotone, della zona del crotonese
o delle nostre montagne o dei nostri fiumi.
Su Crotone vorrei dire una cosa. A me
risulta da consigliere regionale che alcuni interventi per la bonifica siano
stati fatti. Che cosa abbiamo ottenuto se è vero, come è vero, che ci sono non
so quanti siti che sono sequestrati? Anche qui dobbiamo capire cosa intende
fare il Governo nazionale rispetto al
sito di Crotone. E se troviamo il modo come impegnare le nostre risorse, anche
quelle del Por, per bonificare questa Calabria, io sarei disposto ad impegnare
quante risorse ci vogliono per bonificare questa Calabria, anche perché
garantiremmo la salute dei calabresi e le future generazioni dei calabresi che
vivono in un ambiente che sia consono e normale rispetto alle attività della
vita.
Proprio per questo, dico io, qualsiasi
sacrificio andiamo a fare a livello economico affinché possiamo attivare seppur
abbandonati fino a questo momento dal Governo nazionale – perché questa è la verità poi - ed il confronto
che andiamo a chiedere al Governo spero che dia i suoi risultati, i frutti che
noi ci auspichiamo. Che questo Governo nazionale , cioè, si sensibilizzi ad un
problema che poi non riguarda solo
Anzi oserei dire oltre l’Italia – non voglio
esser catastrofico – che se è vero, come è vero, ma mi auguro di no che ci
possano essere determinate sostanze riguardo il Mediterraneo addirittura…
perché poi le correnti marine non si fermano in Italia, in Calabria o in
Sicilia.
Allora su questo con forza, assessore - io
personalmente ma tutto il Consiglio regionale penso che la sostiene in questa
battaglia – la esorto ad andare con maggiore veemenza in rappresentanza di
tutte le forze politiche presenti in questa nostra Regione a chiedere con
maggiore forza quello che è un nostro diritto avere: la tutela della salute.
Ben venga non solo il confronto con il
Governo, con il Capo dello Stato o con qualsiasi organismo internazionale ed
europeo che ci possa consentire non solo di alzare la voce per difendere un nostro
diritto ma per trovare insieme organismi che ci possano consentire di ripulire
questa Calabria.
Quindi, assessore, io non c‘è bisogno che le
esprima il mio ringraziamento ed il mio riconoscimento per il lavoro che ha
fatto, ma le auguro di cuore – per noi e per i calabresi – che possiamo
riuscire nel nostro intento. Grazie.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Greco per la
replica.
Innanzitutto
debbo ringraziarvi per le dichiarazioni di stima che, ovviamente,
io ritengo fatte esclusivamente al lavoro. Visto che ho accettato di fare l’assessore all’ambiente di questa Regione, perché ritengo di essere un civile servitore di
questa amministrazione, è chiaro che le dedico al lavoro
fatto da me, dai miei colleghi di Giunta e da
tutte le persone che in questi mesi hanno lavorato con me per arrivare a questo principio di verità.
Voglio ricordare – caso mai ce ne fosse
bisogno – che è stata
E’ evidente che tra qualche anno, quando si
andrà a rileggere – qualcuno magari per
professionalità o impegni di ricerca – la seduta di questa sera analizzando nel
dettaglio le varie dichiarazioni, è evidente che avrà la possibilità di
rilevare uno spaccato di questo Consiglio regionale che poi, di fatto,
ovviamente rappresenta lo spaccato della Regione Calabria.
Io andando per le città di questa nostra
regione in questo ultimo periodo sento da parte della gente il bisogno di
verità. Questo bisogno di verità si traduce per un ricercatore in un dato che
rileva la presenza o l’assenza di alcune cose, in un dato che rileva la
quantità di quella determinata cosa, la bio-disponibilità
di quella cosa ecc..
Voglio tranquillizzare un po’ tutti perché
rispetto a Serra d’Aiello o all’area del torrente Oliva
il Ministero dell’ambiente ha già consegnato alla Procura della Repubblica di
Paola – e lo farà domani alla Regione e all’Arpacal –
un piano di caratterizzazione.
Questo ci permetterà, a breve, di sapere con
precisione qual è il dato e di conseguenza quali sono le misure da una parte
per mitigare gli impatti e dall’altra per andare ad una pronta bonifica.
Sul discorso di Crotone c’è da chiarire una
cosa. Cioè, è vero che dal ’99 si aveva la perfetta conoscenza di tutto quello
che significava la presenza delle discariche di fronte a Fosfotex
o a Trappeto ma è altrettanto vero che solo nel
luglio di quest’anno si è arrivati ad una decisoria, il 23 luglio di quest’anno.
E si è arrivati proprio perché questa Giunta regionale ha scelto rispetto ai
rapporti con Eni, ha scelto rispetto la contrapposizione a progetti che l’Eni presentava, che onestamente erano
inaccettabili, entrando nel merito e rintuzzando anche nutrite schiere di
professionisti pagate dall’Eni e arrivando a quella che potrebbe essere
l’inizio della soluzione della bonifica di Crotone.
Visto che Sindial
non ha ad oggi impugnato il provvedimento ci sono buone possibilità. Oserei
dire che ormai teoricamente si dovrebbe avviare la bonifica e quindi iniziare
un percorso virtuoso che elimini la bio-disponibilità
di metalli quali arsenico, cadmio, rame, mercurio e quant’altro
rispetto all’ecosistema crotonese.
Altra cosa sono i 22 siti che non rientrano
nel sito di interesse nazionale. I 22 siti, quelli che sono stati individuati
dalla Procura per una eventuale presenza, cioè per una sicura presenza di cubilot, di click, di cik e per
un eventuale poi livello di contaminazione di questi nell’atmosfera sono un
discorso a parte, come pure un discorso a parte è
Anche là è vero che tutte queste cose, a
quanto sembra, le sapevano tutti ma – guarda caso – su tutte queste cose
nessuno è mai intervenuto. Quindi il fatto che oggi questa Giunta regionale
predisponga dei piani di intervento…
Torno a dire, non è il mio - ho anche
risposto oggi ad un parlamentare che vedo che torna sulla faccenda – dire
competenza, non è sicuramente nascondersi dietro un approccio di tipo
burocratico perché mi sembra che il mio comportamento nella fattispecie
rispetto al coinvolgimento degli enti strumentali della Regione su una
richiesta della Procura ha tutto tranne che il crisma del burocrate.
Fino ad oggi, invece, ritengo che è stato
proprio un atteggiamento di tipo burocrate che non ha portato alla bonifica di
Crotone, di Marlane, che non ha portato a mettere in
luce tutti i disastri ambientali che in questa regione non si sono mica creati
negli ultimi 4 anni.
Voglio anche tranquillizzare rispetto alle
discariche perché è giusto che la gente conosca qual è la situazione.
Stiamo caratterizzando tutte le discariche,
abbiamo iniziato con le discariche ad alto rischio, abbiamo messo nella lista
anche quelle a medio rischio che non ci sono state chieste neanche dalla Unione
europea. E proprio perché come politica poi scegliamo, abbiamo messo anche
quelle a bassissimo rischio perché c’è il sospetto che in questo clima di
sistemi, di smaltimenti illegali e di rifiuti tossici e nocivi, ci possa essere
la possibilità che anche in siti considerati a basso rischio la malavita
organizzata abbia seppellito scorie tossiche.
Sul discorso della nave – e chiudo – è
evidente che noi abbiamo una preoccupazione rispetto al sistema economico che è
collegato e lo dimostra il fatto che abbiamo già chiuso con Lega Pesca, con le
cooperative di Confcommercio della pesca ecc.,. una
serie di strumenti, di ammortizzatori sociali o in ogni caso di supporto
proprio perché ci rendiamo conto che la categoria soffre degli effetti negativi
rispetto a queste notizie. Anche se – come ho avuto già modo di esprimere in
questi giorni – il mio giudizio su questa cosa è che, a mio avviso, si possono
consumare tranquillamente i pesci in modo particolare quelli pelagici, quelli
che non hanno rapporti con il fondo e sono numerose le specie che possono
essere tranquillamente consumate.
In conclusione noi abbiamo dall’inizio
ritenuto i sindaci alleati in tutto quel che noi facciamo sul territorio perché
è evidente che riconosciamo la funzione dei sindaci che dovrebbero, veramente,
assumere questa funzione di sentinelle del territorio regionale.
Siamo ovviamente schierati e voglio
ricordare che io domani mattina alle 8,30 sarò in audizione a Palazzo San Macuto alla Commissione parlamentare sui rifiuti tossici
ecc., ecc.
Alle 11 andrò al Ministero dell’ambiente.
Con una telefonata di poco fa mi è stato detto che molto probabilmente ci sarà
anche il ministro. E’ ovvio che – visto che non ho problemi di rapporti e tanto
meno di capacità di dialogo e di dire quel che penso e come lo penso – sarà mia
cura domani a nome mio e del Consiglio, vi ringrazio, di specificare bene qual
è la posizione della Regione Calabria rispetto a questa vicenda.
Vi ringrazio ancora.
PRESIDENTE
Il dibattito è chiuso.
(Interruzione)
…Antonello Venditti.
Non dite niente su quello che ha detto sulla vostra terra Venditti?
Ha detto che voi siete niente impastato con niente. E’ una cosa su Youtube…
(Interruzione)
Tutti i calabresi e sulla Calabria, lo ha
detto Venditti. Io ero convinto che
Pensavo che
Presidente, credo che una iniziativa da parte del Consiglio… a parte che ho un’agenzia Ansa ed ho
visto la reazione…
Possiamo
leggere questa dichiarazione, Presidente?
…tempestiva.
Ma credo che una reazione del Consiglio su
delle parole gravissime che sono state rivolte alla nostra
terra vada assunta. Ora a prescindere… che in Calabria
non esiste niente e non c’è niente di niente e si chiede perché Dio abbia creato
Cioè
mi sembra una mortificazione…
Potremmo
leggerla ufficialmente.
PRESIDENTE
Possiamo
valutare… siamo tutti qui, io lo so, poi integriamo…
(Interruzione)
Ritornando
all’argomento in discussione, è come se
l’assessore, collega consigliere, avesse presentato
assieme all’assessore Maiolo, all’onorevole Serra,
Adamo ecc., un articolo unico in cui si dice “Nell’ambito della programmazione
dei fondi europei”
utilizzando come diceva, quindi, l’onorevole Principe risorse europee e così
via “per la costituzione di una filiera della ricerca, della innovazione
tecnologica, il trasferimento delle conoscenze del sistema mare… per stipulare
un accordo tra Regione, provincia, comune di Cetraro
e l’Unical. Il soggetto attuatore
e beneficiario è il comune di Cetraro”.
Questo è. Cioè quello che lui da qui a poco
ci proporrà è innanzitutto l’inserimento all’ordine del giorno, ovviamente e dopo di approvarlo.
Siccome non c’è problema, licenziamo
l’ordine del giorno, se siamo d’accordo.
Presidente, forse c’è una svista nell’ordine del giorno. Se era possibile aggiungere
nella parte degli apprezzamenti…
PRESIDENTE
Ma
prima lo debbo leggere, se non lo conosce nessuno o non l’avete? Se l’avete lo
diamo per letto… ed allora cominciamo con gli emendamenti che proponete…
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.
…dove
dice “vivo l’apprezzamento per le attività svolte dai procuratori, dottori
Bruno Giordano della Procura di Paola, Francesco Neri della Procura di Reggio Calabria” e aggiungerei “Raffaele Mazzotta della Procura di Crotone”.
(Interruzione)
Aggiungerei
“e Raffaele Mazzotta della Procura di Crotone”, tutto
qui. Visto che abbiamo fatto il quadro degli interventi delle Procure…
(Interruzione)
Scusatemi,
stiamo parlando di Crotone.
(Interruzione dell’onorevole Giamborino)
Noi
esprimiamo un apprezzamento.
Cioè io penso che sia una svista, tutto qui. Poi il Consiglio decide.
Siccome
si parla di emendamenti all’ordine
del giorno, se il Consiglio
poi è di diverso avviso, con tutte le riserve io lo voto.
Io
eliminerei “alla salvaguardia della salute della popolazione calabrese” perché mi sembra una affermazione di principio.
Non
so che pensa il Consiglio di inserire una
spinta verso
(Interruzione)
Come?
Vuole provare? Formuli, ci mancherebbe altro.
Ripeto
la formulazione, poi mi affido al collegio degli accademici per tutti gli
emendamenti, ci mancherebbe altro.
Quando
si parla “della predisposizione di idonei ecc.” aggiungerei “e la
predisposizione, altresì, di eventuali interventi che si rendessero necessari
all’esito dell’incontro con
(Interruzione)
Alla fine. Cioè voglio dire che capisco quale
può essere l’eccezione di dire: mettendo una formulazione di questo tipo
potremmo indebolire la richiesta verso il Governo nazionale.
Ma il Governo ha un dovere precipuo e
preciso in questa direzione e però, come vanno le cose del mondo lo sa solo il
Padreterno. Io mi auguro che gli incontri che avrà domani l’assessore siano
risolutivi per un intervento governativo.
Ma facendo gli scongiuri, se così non
dovesse succedere e passassero giorni e settimane, noi stiamo con le mani in
mano o tentiamo di far qualcosa? Questo è il mio assunto. Penso che inserire in
un ordine del giorno nel momento in cui il Consiglio fa una richiesta alla
Giunta, una frase generica che può diventare all’occorrenza specifica, non sia
cosa negativa.
Poi naturalmente per quanto riguarda la formulazione, signor
Vicepresidente mi rimetto alla vostra migliore possibilità di emendarla.
PRESIDENTE
La
parola al Vicepresidente della Giunta regionale.
Proverei
– proprio per fugare anche le perplessità
del consigliere Principe – a non metterla, accoglierei nella sostanza la
proposta ma proverei a non metterla in subordinata agli eventi del Governo nazionale, perché in quel caso – come lei
stesso diceva – potremmo depotenziare la nostra…
Se vi convince, non cambiando nulla della formula, si potrebbe
fare così “Chiede, altresì, alla Giunta regionale la predisposizione di idonei
e rapidi interventi finalizzati, anche di intesa con le istituzioni nazionali europee e con risorse finanziarie derivanti
dai fondi strutturali comunitari,”…
(Interruzione)
Prego?
…vai
nello specifico. Io accoglierei la sua iniziativa e togliamo la parte
“all’esito”. Si potrebbe fare “per la predisposizione, altresì, di interventi”
– togliamo “eventuali” – che si rendessero necessari onde evitare ulteriori ed
irreparabili danni alla salute dei calabresi ed alla economia regionale da assumere, se necessario, in
accordo con la…”… è la stessa cosa, fate…
Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale
Cambierei
quell’“assumere” perché depotenzia
quella roba lì….
L’importante
è che rimanga il concetto. Togliamo “all’esito” per evitare un indebolimento
della richiesta principale e lasciamo il concetto. Va bene, per quanto mi riguarda, Presidente,
sono d’accordo.
Se
lei mi concede la parola, vorrei esprimere il mio pensiero in questa direzione.
Ne
ha facoltà.
Vorrei
dire questo, signor Presidente.
In
questo momento è aggravata da questa scoperta – come se fosse davvero una
scoperta – che
Questo
si dice in giro. Sono perfettamente
d’accordo. Nessuno ha la bacchetta magica per dire cosa bisogna fare.
Ma
sono d’accordo soprattutto quando il collega Sculco
dice che, per esempio, meglio oggi e di più si
sarebbe apprezzato un programma
di come agire e di come intervenire, probabilmente
troncando quest’ansia sociale che si è creata e
quindi la disgregazione
sociale dei calabresi
aumenta se da quest’Aula ed in questo documento ci
fosse stato quel programma - signor Presidente, è importante quello che le
voglio dire
Questo avrebbe garantito i calabresi e li
avrebbe rassicurati. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un problema che,
certamente, non trova la sua stura in quest’Aula.
Sono perfettamente d’accordo con una
iniziativa. Mi permetto di esprimere incertezze istituzionali, signor
Presidente, per il ruolo elettivo di quest’Aula. Io
non so se quest’Aula può proporre cittadini che pure
occupano postazioni che dovrebbero rimanere terze anche nei giudizi e nel ruolo
della magistratura.
Se, tuttavia, si vuole esprimere
apprezzamento che è cosa assai gradita anche al sottoscritto – naturalmente
parlo a titolo personale - per quanto riguarda l’impianto, invece, del
documento e di cosa si dovrebbe fare l’ha già fatto il capogruppo del Pd, io dico che se proprio si vuol fare un elogio lo faccia
il Presidente della Giunta regionale e ogni assessore, ogni consigliere a
titolo personale ma questa Istituzione, Presidente, non la trascini in cose che
non le competono.
Faccia, invece, una cosa più bella e più
nobile sempre in linea di principio ed elogi l’intera magistratura calabrese ed
anche l’intera magistratura italiana, se vuole, lasciando da parte la singolarità
perché questo impoverisce lo stesso elogio.
Questo è quel che penso, signor Presidente,
e questo ho voluto trasferire all’Aula.
Naturalmente discorso diverso e particolare
è che vorrei che l’assessore Greco chiedesse… e lo dico qui ad un certo punto e
su questo chiedo scusa, alla memoria dell’ufficiale della Capitaneria Natale Di
Grazia… io mi inchino di fronte ad un sacrificio in questa direzione. Questo va
additato come esempio ai calabresi. Bene, questo bene. Per il resto questa
Regione davvero – qualcuno ha detto prima di me – non ha bisogno di eroi. E
certamente la magistratura non deve essere trascinata a mo’ d’esempio ma essere
lasciata al suo serio e gravoso compito di soggetto al di sopra o anche diverso
delle istituzioni.
Guai per la politica se questo tipo di
cultura dovesse continuare. Mi scuso e ringrazio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.
Presidente, io intervengo, invece a sostegno di quanto
è evidenziato nell’ordine del giorno e reputo,
assolutamente, necessario ed indispensabile evidenziare l’operato di chi ha
rischiato la propria vita attivando già 25 anni fa delle iniziative e delle
inchieste che hanno messo a rischio – come purtroppo la perdita dell’ufficiale
De Grazia ha dimostrato – la vita propria e dei propri familiari.
Qui
non si tratta di un elogio rivolto alla magistratura in generale che, anche
noi, in questo momento evidenziamo e ringraziamo per la diuturna opera e
l’attivismo, la dinamicità che sta dimostrando in questo senso ed in questa
direzione.
Apprezzo
l’onorevole Giamborino
ma devo esprimere un parere leggermente differente perché
ci si rifà ad iniziative che hanno preso le mosse ben 25 anni fa.
Purtroppo
queste sono anche delle attività che non sono conosciute nella loro esaustività perché, purtroppo, le
indagini sono particolarmente complesse ed intersecano addirittura delle
iniziative anche, in parte, secretate. Perché c’è
stato l’intervento delle istituzioni dello Stato nella loro più generale
accezione, ivi comprese quelle dei “Servizi”.
Credo, allora, si doveroso esprimere apprezzamento a chi ha avuto l’intuito ben 25 anni fa –
ripeto – di attivare delle inchieste che forse oggi hanno portato a limitare il
pregiudizio pur grave per la nostra terra, perché mi chiedo cosa sarebbe successo se 25 anni
fa, persone coraggiosissime non avessero attivato delle iniziative volte a
verificare proprio la bontà di quello che l’intuito loro consigliava.
Ci saremmo trovati di fronte a disastri ancora più gravi di quelli
gravissimi che ci troviamo a fronteggiare.
Per questo io reputo necessario ed indispensabile evidenziare una
attività che va anche – e forse – al di là di quelli che sono i compiti
strettamente istituzionali. Appartiene all’esposizione dell’individuo.
Io, guardate, sto leggendo un libro godibilissimo sulla
magistratura. All’interno di questo libro c’è una frase che è del grande Indro Montanelli che dice “all’interno della magistratura ci sono
due correnti. Una è quella di persone un po’…”, non cito espressamente quel che dice lui quando
parla di superficialità, dice che c’è un 90 per cento di persone che sono superficiali. Lui usa un termine grave, parla
addirittura di “gaglioffi pronti a qualunque attività pur di dar seguito alle
loro iniziative”.
Dice che “esiste un 10 per cento di autentici eroi pronti a
sacrificare non solo la propria persona, ma la propria famiglia, i propri
interessi per amore della verità.”
Guardate, io non voglio sembrare aulico e fuorviante nel mio dire
ma, credetemi, qui ci si trova di fronte a persone che sono state degli
autentici eroi.
Non dobbiamo intervenire solo ex
post quando purtroppo ci si trova a ricordare la memoria delle persone.
Facciamolo ora che sono in vita e diamo a Cesare quel che è di Cesare perché ci
troviamo di fronte a persone che hanno messo a rischio, a repentaglio la vita
propria e dei propri familiari.
Credo che ci sia una sorta di eroismo civile. Credo ancora in
questa magistratura, in questi “ascetici viri” che sono capaci di questo.
Purtroppo anche la mia professione non sempre mi porta a fare
delle considerazioni forse distanti da quello che Montanelli
ha evidenziato, per cui credo che quando ci si trova di fronte a queste persone
bisogna evidenziare il loro operato anche, e soprattutto, quando questo operato
ha portato ad evitare disastri che, purtroppo, in altri casi abbiamo
registrato.
Voglio chiudere con una provocazione, amico Giamborino.
Se a Messina quelle denunce e quelle evidenziazioni che sono state fatte
avessero avuto seguito, forse, mi chiedo, avremmo evitato quel disastro che è
sotto gli occhi di tutti ed è alla ribalta della cronaca.
Credo che, allora, sia doveroso evidenziare quello che noi abbiamo
evidenziato in questo ordine del giorno. Credo sia opportuno indicare anche i
nomi perché, purtroppo, non si può generalizzare. Ci sono dei casi in cui
bisogna personalizzare anche una attività che non sempre… Con questo non si
vuol dire che l’ufficio non va bene ma ci sono delle persone che si sono
esposte al di là dell’ufficio.
Guardate che qui ci sono dei complotti di livello internazionale.
Cioè di questo stiamo parlando. Queste indagini afferiscono
a delle situazioni che vanno al di là della criminalità organizzata presente, purtroppo,
nella nostra regione, nella nostra terra.
Ci sono dei meccanismi che afferiscono a dei traffici, agli interessi internazionali.
Non pensate che si uccide una persona come il comandante De Grazia, come Ilaria
Alpi o le persone del loro staff così per caso. Purtroppo ci sono delle
evidenze che sono emerse dagli atti giudiziari e che, credo, anche in questa
sede bisogna esprimere apprezzamento e se mi permettete soprattutto in questa
sede che è stata oggetto di tante valutazioni per le quali questo Consiglio non sempre è stato trattato per
come meritava.
Credo che abbiamo anche la possibilità di
dire la nostra con la schiena dritta ed a testa alta dando il giusto merito e
il giusto riconoscimento a chi questo merito e questo riconoscimento si è
guadagnato a costo anche della sua vita.
Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello
Grazie, onorevole Sarra.
Mi pare che non ci siano altre richieste di parola, per cui pongo in votazione
l’ordine del giorno di cui do lettura e che è stato distribuito a tutti i
colleghi:
“Il Consiglio regionale
ascoltata la relazione dell'assessore
all'ambiente, Professor Silvestro Greco, che ha evidenziato la presenza di
diverse e forti criticità ambientali nel territorio calabrese con particolare
riferimento:
alla individuazione su un fondale a
alla bonifica del sito di interesse
nazionale Pertusola e degli altri 22 siti contaminati
da conglomerato idraulico catalizzato;
ai depositi terrestri di materiali tossico-radioattivi
sotterrati in territorio del comune di Serra d'Aiello
presumibilmente a un profondità di
al sito della fabbrica dismessa
Marlane di Praia a Mare
esprime
vivo apprezzamento per l'attività svolta dai
Procuratori dottori Bruno Giordano della Procura di Paola e Francesco Neri
della Procura di Reggio Calabria, e chiede la trasmissione del presente elogio
al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministro della Giustizia,
onorevole Alfano. Esprime, altresì, sentimenti di sentita gratitudine alla
memoria dell'Ufficiale della Capitaneria Natale De Grazia;
chiede al Governo
che venga celermente caratterizzato il
materiale contenuto a bordo della nave rinvenuta nel mare di Cetraro e che venga effettuata la sua rimozione;
che venga finanziato un piano straordinario
di individuazione ed eventuale rimozione di altre navi affondate contenti
rifiuti tossici;
che parta l'immediata bonifica dei siti di
interesse nazionale Pertusola, Cerchiara
e Cassano e dei siti inquinati da conglomerato idraulico catalizzato;
che venga caratterizzato e bonificato il
sito del torrente Oliva e le aree ricadenti nei comuni di Aiello
Calabro, Serra d'Aiello e Cleto;
un incontro urgente con
Il Consiglio regionale
Chiede, altresì, alla Giunta regionale la
predisposizione di idonei e rapidi interventi finalizzati:
alla bonifica del sito Marlane
di Praia;
alla salvaguardia della salute della
popolazione calabrese.”
Pongo in votazione l’ordine del giorno per
come letto in Aula.
(Il Consiglio approva)
…prima
dell’approvazione vorrei aggiungere “il Procuratore Raffaele Mazzotta di Crotone”. Se questo Consiglio,
lo boccia ….
PRESIDENTE
Non
si tratta di bocciare collega Chiarella…
L’ho
illustrato già Presidente, prima della
votazione.
PRESIDENTE
Da
dieci secondi sostituisco il collega Bova. Davanti ai
miei atti non c’era questo emendamento per cui ho messo in votazione l’ordine
del giorno.
Siccome
non c’è nessun tipo di difficoltà a recuperare per un attimo l’emendamento se
i colleghi sono d’accordo possiamo esprimere il parere sull’emendamento.
(E’
approvato)
Non
è una polemica, siccome ha chiuso la votazione, tutto qui.
(Interruzione)
Ma
io non sto portando un torto a lei che è arrivato in questo momento. Non è una
polemica, Presidente.
(Interruzione)
No,
ma non perché non voleva lei, Presidente, lo
chiarisco benissimo questo.
Chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno del
provvedimento numero 417/8^ a firma dei consiglieri Incarnato, Adamo, Maiolo, Serra…
(Interruzione)
Non
l’ho vista.
Io
ho un documento con le quattro firme. Va bene, anche Principe.
Sulla
proposta dell’assessore Incarnato ci sono
interventi? Se non ci sono interventi mettiamo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Presidenza del
Presidente Giuseppe Bova
Si passa alla proposta di legge numero 415/8^ di iniziativa
dei consiglieri Tripodi Pasquale, Adamo, Serra, Cherubino, De Gaetano, Galati, Feraudo, Gentile, Sarra, Trematerra, Abramo, Nucera, Chiappetta, Tripodi
Michelangelo, Principe,
Il testo è stato distribuito. E’ stato
presentato un emendamento a firma del consigliere Borrello
all’articolo 1 che così recita “All’articolo 1, commi 1 e 2, dopo le parole
<<Reggio Calabria>> si aggiungono
le parole <<e di Vibo
Valentia>>”.
Posso votare contro
PRESIDENTE
Si illustra da sé.
L’emendamento l’ho presentato io, signor
Presidente. E’ un emendamento alla proposta firmata da tutti i
capigruppo e forse anche qualcuno in più.
Pasquale Maria TRIPODI
Siamo d’accordo.
E’ d’accordo il primo firmatario per cui io
mi fermo. Non ho niente da aggiungere. Grazie.
Ha chiesto di parlare il vicepresidente della
Giunta. Ne ha facoltà.
Non
entro nel merito ma solo nel processo.
Come
ricorderete a marzo, se non erro – scusatemi se mi sbaglio – abbiamo fatto
anche su pressione del Consiglio, giustamente,
un appalto internazionale per individuare i siti dell’elisoccorso, mettendo a bando – non vorrei sbagliarmi –
75 milioni di euro.
Alla
fine di uno studio fatto dall’aeronautica, quindi uno studio tecnico, sono stati
individuati i 4 siti ottimali sotto il profilo della distanza tra il soccorso
ed il resto del territorio.
Non
vorrei sbagliarmi sono: Montalto in provincia di Cosenza,
Crotone, Vibo Valentia – ma non sono certo
– e Locri…
Lamezia, scusate, non ricordo bene.
Dando 75 milioni di euro per 7 anni per quattro postazioni. Era
una gara.
Adesso – se capisco bene – questa è una proposta aggiuntiva non
sostitutiva del sito dell’elisoccorso di Locri, sarebbe una postazione
in più in provincia di…
Sto parlando sotto il profilo del processo, diciamo.
Naturalmente abbiamo fatto una gara internazionale ed ottimizzato
sotto il profilo territoriale la localizzazione. Questo equilibrerebbe,
ovviamente, le postazioni. Questa proposta di legge non ha un ordine del giorno
o una mozione, una sollecitazione aggiunta, non ha uno studio tecnico sulla
logistica e sulla localizzazione, non ha nessuna copertura
finanziaria. Perché se divido bene per 4,
siamo ad un impegno finanziario di circa 25 milioni.
Vi ricordo che domani sera alle 18,30 io ed il Presidente
incontreremo il ministro Sacconi sul piano di rientro. Ed è un altro foglietto
di questo che ci portiamo dietro, un’ulteriore mazzata. Io vi chiedo di
riflettere. Punto.
…la gara è stata fatta?
(Interruzione)
Presidente, se i colleghi sono d’accordo chiederei che
la pratica per una maggiore riflessione - per come sostanzialmente ha anche
invitato il Vicepresidente, Cersosimo -, sia spedita
così com’è senza il giudizio dell’Aula alla Commissione
competente perché su questa materia in questi
termini un attimino una riflessione va fatta.
PRESIDENTE
Il primo presentatore cosa dice?
Io chiedo che la pratica venga in Commissione, dove tu sei componente.
Io non sono
componente di nessuna Commissione pur andando in tutte le Commissioni.
La filosofia
per cui è stata presentata questa proposta ed anche le ragioni per cui abbiamo
detto sì, subito all’emendamento Borrello è che
quando si parla di diritto alla salute dei cittadini calabresi ritengo che
bisogna avere la capacità di fare una analisi, la più fredda che sia possibile
perché di questo si tratta.
Al momento
ci troviamo ad essere serviti da un servizio di elisoccorso
rispetto al quale conosciamo tutte le polemiche che ci sono state. Abbiamo solo
la postazione di Lamezia Terme che è abilitata al
volo notturno.
Addirittura
anche durante gli spostamenti con l’elisoccorso da
Locri ecc., se non ci sono determinate condizioni di richiesta da parte dei
sanitari e condizioni di salute da parte del paziente, l’elicottero non si
alza.
Ultimamente
abbiamo avuto un caso qui in provincia di Reggio Calabria per cui il problema
non solo è venuto di nuovo alla ribalta ma si è acuito. Si è trattato di questo
accidente cardiaco che ha avuto il Presidente della provincia di Reggio
Calabria, Morabito, che ha avuto la necessità di
essere trasportato con l’elisoccorso presso
l’ospedale di Catanzaro; in questa occasione, peraltro, si è messa in evidenza,
poi, quella che è la capacità in positivo di un servizio di offrire
effettivamente una possibilità all’ammalato, chiunque esso sia – è stato il
Presidente, ma poteva essere l’ultimo cittadino di questa provincia – di esser messo nelle condizioni
di vedersi salvata la vita e poi, soprattutto, nelle condizioni che sia un
servizio che sull’efficienza poteva essere adibito – effettivamente – in
qualsiasi ora del giorno e della notte a poter espletare il suo servizio nel
migliore dei modi.
Perché
indichiamo la localizzazione a Reggio e di buon grado anche la provincia di Vibo Valentia?
Purtroppo le
affezioni cardiache o altre tipi di affezioni non fanno sconti a nessuno. E il
tempo è la condizione necessaria, sine qua non, una
persona può veder messa a repentaglio la propria vita o no.
Vicepresidente
Cersosimo, non voglio fare colui il quale poi fa
della municipalità o del municipalismo una difesa del
proprio territorio. Io ne sto facendo un problema di difesa della salute dei
cittadini calabresi ed i cittadini di Vibo Valentia o
della provincia di Reggio Calabria penso che abbiano gli stessi diritti di
tutti i cittadini calabresi.
La prego,
ora, di voler verificare questi dati perché alla fine molte volte la praticità
degli esempi ci consente poi di poter prendere una decisione appropriata.
Per poter
portare un paziente da Reggio Calabria a Catanzaro con l’elicottero abbiamo
bisogno di 45 minuti affinché l’elicottero possa atterrare, possa caricare il
paziente e possa ripartire per Catanzaro. E’ un tempo ragionevolmente costante,
considerata una costanza di pericolo per determinate affezioni cardiache.
Avere un
elicottero già pronto e poter trasportare il paziente quel quarto d’ora – sono
dati statistici che non dico io, li enuncio da medico – ci consente di poter offrire
un servizio alla tutela della vita. Una cosa completamente diversa. La stessa
cosa, penso, si possa dire per Vibo Valentia.
Le
difficoltà della Giunta le capisco in questo momento storico di cui stiamo
parlando. Ma, ritengo, che all’interno della gara poi
Ecco perché
ritengo – non è un problema semplicemente di raggiungere un obiettivo – che è
una questione che effettivamente possa raggiungere tutti i calabresi questa
sera. Non ritiro la proposta di poter votare l’elisoccorso
a Reggio Calabria ed a Vibo Valentia.
Presidente, le chiedo perdono.
Volevo anche per chiarire perché l’aspetto
politico che ha evidenziato da par suo l’onorevole Tripodi
mi è chiaro e non è bisognevole di ulteriori chiarimenti.
Mi chiedevo però, se la gara che è stata
predisposta ha avuto attuazione o comunque c’è stata la predisposizione di un
bando, di un capitolato… Se, come io ritengo, signor Vicepresidente, questo
aspetto è ancora in itinere nel senso
che è stato avviato un procedimento amministrativo che però ancora non ha
esitato un provvedimento, io credo – nei limiti in cui quest’Aula
può approvare un atto che è di indirizzo e che quindi poi può essere valutato
in maniera consequenziale dalla Giunta – che
l’iniziativa dell’onorevole Tripodi sia
opportuna. Perché a questo punto può essere inserito in quel contesto e a
questo punto non ha bisogno di una copertura finanziaria specifica e mirata ma può rientrare in quell’ambito che lei ha evidenziato.
A questo punto potrebbe passare con l’emendamento Borrello come
richiesta di inserimento in quel contesto – che rimane immutato per il resto –
che lei ha evidenziato e che è stato approvato a marzo se ricordo bene.
Credo che questo sia un atto possibile,
legittimo ed assolutamente rientrante nelle facoltà e nelle prerogative di
questo Consiglio senza alterare, per il resto,
quello che è stato già deliberato e che è all’attenzione della Giunta.
Credo che sia un atto che offrendolo alla sua
valutazione possa trovare accoglimento.
Pasquale Maria TRIPODI
Lei, oltre tutto è di Vibo Valentia, onorevole Giamborino?
E’ superato l’intervento perché c’è stata l’ulteriore specificazione.
(Interruzione)
Ho la parola, Presidente?
(Interruzione)
Credo che la proposta dell’onorevole Giamborino aveva un
senso prima del chiarimento che è stato dato, cioè portarlo… a questo punto
credo sia superata dall’ulteriore chiarimento.
Anche io ero d’accordo con Giamborino, ma alla luce dell’intervento di Tripodi prima,
del mio modestamente e di quello del Vicepresidente credo che possa
considerarsi superato il problema.
…merito. Non
stiamo parlando degli ammalati, della necessità, ci vorrebbe un elisoccorso per 409 comuni. Io dichiaro questo. Una vita
umana… sto nel processo.
Abbiamo
deciso sulla base di uno studio scientifico che ci ha fatto l’aeronautica dove
abbiamo verificato i 4 siti che avevamo deciso. Abbiamo fatto una gara, la gara
è fatta e completata.
Adesso con
una procedura non di indirizzo ma con una legge che obbliga
Cioè le
parole scritte su una legge sono parole,
non possiamo giocare sui termini.
Dunque se
questo fosse un ordine del giorno, una raccomandazione ci sarebbe grande
apertura per ridiscutere e rivedere e così via. Ma così come è formulata senza
parere della Commissione bilancio, senza copertura finanziaria ritengo che
sotto il profilo formale ci siano dei problemi seri.
Per di più,
vi ripeto, domani pomeriggio alle 18,30 incontriamo col Presidente Loiero il ministro Sacconi a cui abbiamo consegnato un
piano di rientro, dove una spesa aggiuntiva siffatta di 15-20 milioni non c’è.
Se domani ci arriva anche questa piccola tegola sulla testa, credo che
peggioreremo la nostra condizione.
Quindi ragionevolmente
credo che non esistano le condizioni stasera per approvare questa legge. E’ la
mia personale opinione, della Giunta e dei colleghi che sono qui presenti.
Capisco lo
spirito ma credo che la legge sia sbagliata.
Presidente, pur nel rispetto della posizione del
Vicepresidente, non credo che ci possa essere a questo livello
una legge giusta o sbagliata. C’è un’espressione di una volontà che è quella
assembleare, cioè il Consiglio esprime una
volontà.
Io dalle notizie che ho non credo che la gara
sia stata aggiudicata, almeno da quanto è a mia conoscenza.
Credo che possa essere integrativa non
sostitutiva. Cioè si integra una volontà, signor
Vicepresidente, che questo Consiglio ha già espresso.
Io credo che in qualunque momento
il Consiglio… perché è un atto uguale e contrario.
Io non mi permetto di entrare nel
merito tecnico-giuridico, ma credo che questo Consiglio abbia dal punto di
vista tecnico titolo
e legittimazione perché è lo stesso soggetto che ha già espresso una volontà e
quindi, autenticamente,
credo possa integrarla.
Cosa diversa è che lei mi dice
“io do un parere sfavorevole dal punto di vista della copertura” ed io questo lo accetto perché lei mi
dice “c’è già un piano di rientro ed ho delle difficoltà”.
Credo che buon senso possa
portare a questo. Il Consiglio esprime questa volontà, che a questo punto può
valere non in termini di cogenza ma di
raccomandazione, affinché
Fermo restando, signor
Vicepresidente, che c’è l’articolo 2 per cui in ogni caso non si tratterebbe di
una norma che ha un effetto immediato. Perché c’è una norma di salvaguardia
da questo punto di vista, che è l’articolo 2; per cui in ogni caso, siccome
vincola la realizzazione alla individuazione di una base operativa, non si
tratterebbe di una norma ad effetto immediato, ma si tratterebbe di una norma
che ha un valore e quindi espleta una efficacia non nella immediatezza ma offre
alla valutazione della Giunta questo tipo di volontà.
A quel punto
Credo che
allora non pregiudicherebbe da questo punto di vista quanto è stato sin qui
fatto in termini di piano di rientro.
Certo una
modifica da questo punto di vista si impone, ma credo – senza fare discorsi
sulla gerarchia delle norme o sulla legittimazione dei soggetti – che il
Consiglio possa esprimere una volontà. Credo che questo sia un ruolo precipuo
di questa Assemblea.
Se così è,
dico che noi offriamo alla valutazione della Giunta.
E’ chiaro
che io non mi permetto di dire che è una norma perfetta perché così come è
posta non è dotata, non è munita della copertura finanziaria, per cui è chiaro
che è una norma che parte in maniera insufficiente. Ma noi abbiamo il
diritto-dovere di esprimere una volontà. Sta poi a chi è deputato alla
esecuzione… cioè qui noi siamo organo legislativo, tenendo conto – e chiudo –
che comunque non si tratta di una norma che va eseguita all’istante perché c’è
l’articolo 2 su cui mi permetto di chiedere, un attimino, la sua attenzione.
Perché è una
norma cosiddetta di tutela e salvaguardia che, comunque, sposta gli effetti nel
tempo dando la possibilità alla Commissione di fare delle valutazioni.
Viene
espressa una volontà, le modalità secondo cui questa volontà deve essere
realizzata è chiaro che poi sono competenza dell’organo esecutivo.
Ma credo che
con un po’ di buonsenso possa essere presa in considerazione. Magari possiamo
modificare la formulazione, magari si può trovare una formulazione meno
categorica ma credo che una volontà espressa in questa sede possa, in qualche
modo, trovare accoglimento tenendo conto che, signor Vicepresidente, questo è
un vecchio progetto che risale a molti anni addietro e sono convinto che alla
sua conoscenza non sfugga questo particolare. Grazie.
Posso, Presidente?
Solo un attimo volevo riprendere quanto detto
dal Vicepresidente. Condivido la premessa per quanto
riguarda il problema dell’elisoccorso che è un
problema vitale per
Voglio rimarcare questo aspetto e cioè che
non c’è da parte della Giunta una ostilità al
provvedimento e sulla richiesta fatta, ma c’è una ragione legata alla fase in
cui la sanità calabrese prova a confrontarsi col Governo centrale molto delicata, complessa e difficile.
Dall’altra parte abbiamo un
problema oggettivo che è di copertura finanziaria della norma. Il che significa
che, pur non essendo molto esperto su questi aspetti dal punto di
vista delle
procedure di legge rispetto all’approvazione o meno, credo sia condizionante il
fatto se ci sia o meno copertura di spesa possibile rispetto a questo
provvedimento.
Il che significa – e lo pongo
alla Presidenza, al Segretario generale questo tema – che l’approvazione del
testo è condizionato alla capienza economica, se può avere una capienza.
Cioè condizionata significa che
se non c’è copertura di spesa in qualche modo diventa inapplicabile.
Questo è un punto che a mio
avviso potrebbe trovare una mediazione rispetto al problema.
Posso, Presidente?
Sulla proposta che fa l’assessore Incarnato
possiamo trovare una mediazione. Approviamo il testo così com’è ed in sede di
coordinamento formale verifichiamo i percorsi
economici prima della pubblicazione.
Con l’integrazione del collega Borrello?
Pasquale Maria TRIPODI
Ci mancherebbe altro.
Scusate, se la legge deve essere verificata
non è opportuno che vada in Commissione e
faccia la regolare trafila del lavoro delle Commissioni?
(Interruzione)
Non può essere… mi pare un po’
una evidente forzatura, onorevole Tripodi.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento a firma del consigliere Borrello.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1
per come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel
suo complesso..
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
(Interruzione)
Prima c’è “Cetraro”,
poi il tuo.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine
del giorno, dell’ordine del giorno del
consigliere Sulla “Contro la creazione della discarica di Giammiglione”.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione,
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione l’ordine del giorno a
firma Sulla “Contro la creazione della
discarica di Giammiglione” che così recita:
“Il Consiglio
regionale
in riferimento all'ordinanza numero 8233 del 28/8/2009 del Commissario
delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei
rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria avente per oggetto
"Approvazione progetto preliminare per la realizzazione della discarica di
servizio del sistema integrato di smaltimento rifiuti denominato “Calabria Sud”
- Impianto di Ponticelli, sita in località Giammiglione
del comune di Crotone";
in coerenza con quanto già disposto dal Piano
Energetico Ambientale della Regione Calabria, approvato dal Consiglio regionale
nella seduta del 14.2.2005 che tra l'altro disponeva: "considerata la
significativa presenza all'interno del territorio crotonese
di numerosi impianti industriali di trattamento rifiuti, con forte impatto
ambientale, si esclude la possibilità di autorizzare l'ubicazione sul detto
territorio di ulteriori impianti di trattamento, trasformazione, conservazione
e smaltimento di rifiuti di ogni genere, o suoi derivati"
in considerazione dello stato di agitazione e
di forte preoccupazione espresso dalle popolazioni della provincia di Crotone
in conseguenza delle già gravi condizioni d'inquinamento e di compromissione ambientale che emergono dalle indagini in
corso sul territorio crotonese, con gravi
ripercussioni e danni sulla salute dei cittadini;
preso atto
che la delibera del Consiglio comunale del
comune di Crotone n. 31 del 10.9.2009 con la quale, tra l'altro, si richiede
alla Regione Calabria, un pronunciamento ufficiale alla succitata ordinanza
commissariale;
rilevato che già l'Amministrazione
provinciale di Crotone, con parere tecnico del 1218/2009 n. 40065 del Settore
ambiente aveva espresso motivato parere sfavorevole;
esprime
seria preoccupazione per la scelta di
localizzare una discarica di notevole dimensione sul territorio crotonese e precisamente presso la località Giammiglione;
invita
il Commissario delegato per il superamento
della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio
della Regione Calabria a sospendere l'ordinanza n. 8233 del 2818/2009
"Approvazione progetto preliminare per la realizzazione della discarica di
servizio del sistema integrato di smaltimento rifiuti denominato Calabria sud -
Impianto di Ponticelli, sita in località Giammiglione
del comune di Crotone", per un maggiore approfondimento tecnico delle
compatibilità ambientali e culturali presenti nello specifico del territorio crotonese individuato per il nuovo impianto, avviando
un’azione di maggiore ascolto del territorio e delle istituzioni locali”.
(Il Consiglio approva)
La seduta è convocata per giorno 7 ottobre
alle ore 11 con la seconda lettura dello Statuto al primo punto e poi modifica
legge regionale a firma Borrello. Terzo punto
“inquinamento acustico”.
Sull’antisismico qui c’è scritto Acri
relatore, ma è l’onorevole Guerriero…
La seduta è tolta.
La
seduta termina alle 23,30
Hanno chiesto congedo i consiglieri Senatore,
Loiero.
(Sono
concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di
iniziativa della Giunta regionale:
“Sottoscrizione quota di capitale sociale
della società Aeroporto Sant’Anna S.p.A. – (delibera G.R. n. 557 del 7.8.2009)” (P.L. n. 407/8^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Magarò – “Modifica alla legge regionale n. 25 del 17 agosto 2009,
recante: “Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di
candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale” (P.L. n. 408/8^)
E’ assegnata preventivamente alla
Conferenza dei Presidenti dei gruppi.
Successivamente sarà assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme
e decentramento.
(Così resta stabilito)
Laratta, De Gaetano – “Disposizioni in
materia di discriminazioni sessuali” (P.L. n. 409/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Norme per la promozione
della cultura folclorica locale” (P.L. n. 410/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Amendola – “Modifica ed integrazione alla
legge regionale 14 luglio 2003, n.
10 – Norme in materia di aree protette” (P.L. n. 411/8^)
E’ stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Amendola – “Valorizzazione della mostra
permanente delle opere di Mattia Preti” (P.L. n. 412/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Borrello – “Organizzazione del sistema
sanitario penitenziario regionale” (P.L. n. 413/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Talarico – “Istituzione del
servizio civile regionale” (P.L. n. 414/8^)
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla
seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi P., Adamo, Serra,
Cherubino, De Gaetano, Galati, Feraudo,
Gentile, Trematerra, Sarra,
Abramo, Nucera, Chiappetta,
Tripodi M. – “Istituzione del servizio di elisoccorso”
(P.L. n. 415/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Incarnato, Serra, Gentile, Nucera, Cherubino, Tripodi M., Trematerra,
Abramo, De Gaetano – “Norme per il reclutamento del personale – Presidi
idraulici” (P.L. n. 416/8^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Incarnato, Adamo, Maiolo, Serra, Principe – “Progetto integrato di sviluppo
locale denominato “Cetraro” (P.L. n. 417/8^)
E’ stata assegnata alla sesta
Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Approvazione protocollo di intesa tra gli assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia e Basilicata su <Equo accesso a cure oncologiche
personalizzate e di alta qualità> (Delibera G.R.
n. 613 del 21.9.2009)” (P.P.A. n. 368/8^)
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
“Approvazione del documento di
attuazione dell’asse 9° <Assistenza tecnica e cooperazione
interregionale> del Por Calabria Fesr 2007/2013 –
Piano di azione dell’assistenza tecnica. Rimodulazione del piano finanziario
dell’asse 9° del Por Calabria Fesr 2007-2013
(Delibera G.R. n. 629 del 21.9.2009)” (P.P.A. n. 369/8^)
E’ stata assegnata alla sesta
Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
E' stata assegnata alla
Commissione Antimafia ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
E' stata assegnata alla prima
Commissione consiliare – Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
E' stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
La seconda Commissione
consiliare, con nota n. 414 del 15.9.2009 e
La terza Commissione consiliare,
con nota n. 636 del 7.8.2009, ha comunicato che nella seduta del 6 agosto
La seconda Commissione
consiliare, con nota n. 413 del 15.9.2009, ha comunicato che nella seduta del
14 settembre
La terza Commissione consiliare,
con nota n. 709 dell'1.10.2009, ha comunicato che nella seduta del 30 settembre
In data 17 agosto 2009, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali, le stesse sono state pubblicate sul B.U.R.
supplemento straordinario n. 1 del 24 agosto 2009:
1. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 24, recante: "Promozione della ricerca scientifica e
dell'innovazione tecnologica";
2. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 25, recante: "Norme per lo svolgimento di "elezioni
primarie" per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della
Giunta regionale";
3. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 26, recante: "Proroga del termine di cui al comma 5, art. 43
della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15";
4. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 27, recante: "Interpretazione autentica degli articoli 10 bis,
comma 1, ed 11 bis, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8";
5. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 28, recante: "Norme per la promozione e lo sviluppo della
cooperazione sociale";
6. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 29, recante: "Modifica all'art. 25 della legge regionale 13
giugno 2008, n. 15, per come modificato e integrato con legge regionale 31
dicembre 2008, n. 44";
7. Legge regionale 17 agosto
2009, n. 30, recante: "Modifica ai comma 4, art. 30 della legge regionale
21 agosto 2006, n. 7".
Deliberazione Giunta regionale n.
581 del 01.09.2009;
Deliberazione Giunta regionale n.
582 del 01-09.2009.
Deliberazione Giunta regionale n.
591 del 10.09.2009;
Deliberazione Giunta regionale n.
592 del 10.09.2009;
Deliberazione Giunta regionale n.
593 del 10.09.2009.
La proposta di legge numero 397/8^, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 12 giugno 2009, n.
(Così resta stabilito)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel corso della precedente
legislatura il centro-destra ha attuato il processo di autoriforma,
la fase costituente del nostro ordinamento, imprimendo una svolta alla vita
politica regionale;
dopo un'efficace attività programmatoria e legislativa, l'obiettivo primario da
conseguire nella VIII^ legislatura era, e rimane
tuttora, il rilancio dell'economia ed il raggiungimento di livelli ottimali di
competitività dell'intero sistema regionale. Valenza prioritaria, quindi, a
progetti di sviluppo del territorio idonei a contrastare l'inconsistenza,
l'inadeguatezza strutturale ed operativa di un sistema che ha un bisogno vitale
di interventi istituzionali volti a garantire l'esistenza di strutture
fondamentali, indispensabili per uno sfruttamento razionale delle risorse e che
svolgano una funzione di supporto alle capacità, all'impegno, alla creatività
delle popolazioni locali nelle variegate attività nell'ambito dei settori
nevralgici del turismo e dell'agricoltura;
nello specifico, il settore
turistico è senza alcun dubbio il settore trainante della nostra economia, in
forza di una tipologia vasta, sostanzialmente onnicomprensiva, che rispecchia
le enormi potenzialità delle nostre province, in grado di soddisfare ogni tipo
di richiesta, dal turismo costiero a quello montano, dall'agriturismo al
turismo culturale d'elite;
in un'economia sempre più
interdipendente le istituzioni hanno il compito di costituire terreno solido
per agevolare, incentivare il flusso di risorse di investimenti esterni ed
ottimizzare lo sfruttamento delle risorse interne. L'attività amministrativa
deve porre sempre più attenzione alla costituzione di strutture che tendano a
rafforzare i vincoli economici tra gli operatori e i rapporti con l'ambiente
locale. Indispensabile, in tal senso, la definizione di linee guida di uno
sviluppo integrato, di cui le forze politiche dovranno farsi carico e che
privilegi i distretti territoriali quale insieme di comunità limitrofe dalle
caratteristiche peculiari, individuabili nel caso specifico nella vocazione turistica
quale primaria componente economica territoriale e nella valorizzazione delle
produzioni locali, elementi di per sé in grado di garantire un normale
inserimento nei circuiti produttivi del mercato nazionale e comunitario;
tale progetto di sviluppo del
territorio deve scaturire dal connubio tra le realtà istituzionali, le
componenti socio-culturali e l'imprenditoria locale, con il coinvolgimento
diretto delle popolazioni locali e di privati. In tale rapporto di mutua
implicazione va individuata la sua forza propulsiva per il superamento delle
“difficoltà genetiche” insite nel territorio e per la necessità di innestare
“le peculiarità tipiche della classe imprenditoriale emergente” in una realtà
ancorata ad anacronismi e sfilacciature, onde consentire l'avvio di strategie
di sviluppo in un comparto turistico ove le strutture al momento esistenti e
l'indotto ad esse collegato, in assenza di un'adeguata programmazione
settoriale da parte dell'ente Regione, risultano essere i soli punti di
riferimento per valorizzare il tessuto socio-economico e renderlo competitivo
nello scenario nazionale, comunitario e del libero mercato dei Paesi del
Mediterraneo;
i rilievi oggettivi di non
corrispondenza tra le esigenze delle diverse comunità regionali e l'attività
degli organi amministrativi ha evidenziato la valenza negativa relativamente al
carattere di rappresentatività del governo di centro-sinistra, che avrebbe
dovuto considerare obbligo istituzionale primario la costituzione di qualsiasi
forma di sviluppo sociale ed economico, attraverso il coinvolgimento
intersettoriale che potesse gradualmente garantire un'economia fiorente con
carattere di stabilità. E nel settore turistico non si può parlare di “fermento
di iniziative private”, se non in funzione complementare;
l'adempimento di tale obbligo
avrebbe richiesto l'adozione di strategie mirate all'individuazione degli
ambiti di operatività, alla definizione delle modalità degli interventi
necessari per lo sfruttamento ottimale delle notevolissime risorse della nostra
regione, con riferimento al turismo nella sua concezione più ampia;
nello specifico, il turismo
costiero è l'unica risorsa per molte località dei versanti ionico e tirrenico,
delegata spesso alle singole iniziative di imprenditori, non sorrette da alcuna
impostazione programmatica degli organi istituzionali;
oggi più che mai, a seguito degli
eventi verificatisi nel novembre 2008 e gennaio 2009, sia indispensabile
definire ed attuare azioni a sostegno degli imprenditori turistici che hanno
subito notevoli danni alle strutture, con seri rischi di chiusura delle
attività, non potendo chiaramente far fronte alle difficoltà economiche ed ai
disagi provocati all'utenza dall'assenza di efficienti sistemi di depurazione
che hanno, in alcuni centri costieri ionici e tirrenici, determinato il divieto
di balneazione, giungendo così a compromettere il buon esito delle attività
imprenditoriali legate alla stagione estiva;
il fattore trainante
dell'economia di molte località della nostra regione è facilmente individuabile
nella variegata tipologia di attività connesse al turismo balneare. Per alcuni
centri è l'unica risorsa del territorio, la cui valorizzazione è vitale per
l'avvio di forme di sviluppo socio-economiche;
in molti comuni del versante
ionico e tirrenico la naturale vocazione turistica del territorio ha
“istintivamente” spinto alcune categorie ad intraprendere iniziative, volte ad
un possibile sfruttamento delle risorse ambientali. Iniziative singole,
frammentarie, spesso non sorrette da alcuna impostazione programmatica degli
organi istituzionali, ma alimentata dal coraggio, dalla capacità dei singoli
operatori che riuscivano a compensare persino l'insufficienza delle reti di
collegamento viario e ferroviario e di strutture e servizi indispensabili
all'utenza, facendo prevalere il forte richiamo di paesaggi dalla bellezza
incomparabile ed incontaminata, ove “lo sguardo turistico” può spaziare quasi
contemporaneamente, in uno splendido contrasto, tra il verde intenso dei pendii
rocciosi al viola del mar Tirreno, dalla bellezza aspra e selvaggia dei monti
all'azzurro del versante ionico con le sue vegetazioni tipicamente esotiche ed
uniche al mondo, per il clima, i profumi, le essenze del bergamotto e del
gelsomino. Un patrimonio, una ricchezza turistica di enorme pregio da
salvaguardare e tutelare ad ogni costo;
in tempi più recenti
l'acquisizione di una maggiore consapevolezza degli operatori, delle
popolazioni e degli organi amministrativi locali ha reso possibile l'avvio
graduale di un'impostazione gestionale di supporto, di incentivazione allo
svolgimento di attività nel settore turistico, attraverso realizzazioni di
strutture ed agevolazioni con il coinvolgimento dei vari organismi operanti sul
territorio. In molti centri sono state realizzate importanti strutture a
valenza turistica, grazie anche agli enti locali che hanno alimentato il
fattore di interdipendenza e i vincoli economici tra gli operatori, l'ambiente
locale e le altre categorie produttive;
allo stato attuale, gli sforzi
degli amministratori locali e degli operatori turistici rischiano di naufragare
se non sorretti da una concreta gestione del territorio da parte dell'ente
Regione, correlativamente alla sua funzione primaria
di ente programmatore. La situazione, infatti, è divenuta insostenibile soprattutto
per le attività turistiche del comprensorio di Gioia Tauro,
che oltre a dover far fronte ai danni provocati dagli eventi alluvionali alle
strutture, non hanno potuto dar luogo all'avvio della stagione balneare a causa
del pessimo funzionamento dei depuratori e dei conseguenti divieti di
balneazione che, a tutt'oggi, non sono stati ancora
rimossi, nonostante i successivi controlli avessero dato esito negativo Ciò ha
definitivamente pregiudicato la stagione balneare ed arrecato ulteriori
pesantissimi danni economici agli imprenditori turistici locali;
sia il versante ionico che
tirrenico presentano aspetti estremamente preoccupanti, purtroppo evidenziati
in modo eclatante non solo dagli eventi legati al maltempo del novembre 2008 e
gennaio 2009, ma ad un inconsistente sistema di depurazione che ha creato non
pochi problemi ai gestori, i quali, pur impiegando cospicue somme e forza
lavoro, hanno ricevuto numerose disdette da parte di turisti ormai
frequentatori abituali di località turistiche;
in tale contesto, la definizione
di un piano programmatico di interventi volti alla salvaguardia delle fasce
costiere ioniche e tirreniche assume un carattere di assoluta priorità, ai fini
della valutazione di stati previsionali per la
costituzione di un assetto territoriale idoneo alla ricezione delle
indispensabili infrastrutture da realizzare a sostegno delle attività
turistiche e commerciali;
il forte contrasto tra
l'incomparabile bellezza paesaggistica delle nostre coste, che nel carattere
peninsulare della nostra regione giungono a costituire la principale risorsa
territoriale e lo stato di degrado, di abbandono, di incuria in cui versano
entrambi i litorali, salvo alcune eccezioni, sembra voler implicitamente
determinare le direttive di una corsia preferenziale nell'ambito dell'indirizzo
politico-programmatico regionale;
il turismo è da considerare quale
forza propulsiva di una dimensione territoriale tendente all'acquisizione di
stabilità produttiva mediante l'inevitabile coinvolgimento di altri settori,
esaltando le potenzialità delle nostre risorse umane e territoriali,
potenzialità colte, paradossalmente, all'estero: il “Times”
ha definito
politico l'esigenza prioritaria
di un rilancio del sistema economico regionale ed il conseguimento di livelli
di competitività necessari per un inserimento graduale nell'economia nazionale
comunitaria e nel libero mercato dei Paesi del Mediterraneo del 2010, non si
può che rilevare il totale fallimento, in considerazione dell'incapacità
manifesta di operare quantomeno a salvaguardia dell'esistente;
questa legislatura si è
contraddistinta per “l'assenza di una concezione costruttiva” dell'esecutivo,
che ha finito per relegare le priorità in ambiti istituzionali marginali,
arroccandosi in posizioni che hanno svilito e svuotato di contenuti “la
funzione primaria della programmazione”, che avrebbe dovuto caratterizzarsi di
elementi propositivi nello svolgersi della dialettica istituzionale;
le cause dei veri e propri
disastri ambientali subiti dalla nostra regione non sono certamente da
addebitare solo alle condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Vi è,
senza dubbio, una responsabilità degli organi istituzionali, “poco attenti”
alle politiche di prevenzione e tutela del territorio. Sindaci ed imprenditori
turistici hanno evidenziato l'esigenza improrogabile di andare oltre la
predisposizione degli interventi necessari a risolvere le emergenze, attuando
una fase di concertazione con gli organi di vertice regionali per mettere a
punto progetti relativi alla prevenzione, il cui adempimento consentirebbe di
concretizzare, “giorno dopo giorno”, la definizione e realizzazione di piani
programmatici di interventi nelle “zone a rischio” dei propri comuni di
riferimento. In tal modo la prevenzione, se effettivamente attuata,
consentirebbe un abbattimento dei costi di rilevante entità, se rapportato agli
stanziamenti necessari per far fronte ex post ad eventi simili a quelli di
gennaio u.s. Iniziative, quindi, finalizzate al ripristino, ma anche alla
prevenzione in modo da assicurare infrastrutture idonee alla vivibilità
quotidiana e ad un'accettabile ricezione turistica in aree montane e costiere.
Nelle aree costiere da due, tre anni assistiamo al ripetersi, ciclicamente,
delle gravi problematiche relative al sistema delle depurazioni delle acque,
con inevitabile inquinamento del mare e rischio notevole per la salute.
Problematiche a cui il governo di centro-sinistra non è riuscito a definire
soluzioni, tantomeno “risposte operative” ai
territori interessati;
a tutt'oggi
l'ente Regione non ha provveduto all'erogazione delle somme a favore dei Comuni
che ne hanno fatto richiesta, a causa dei danni provocati dal maltempo nei mesi
di novembre 2008 e gennaio 2009, Comuni che hanno dovuto far fronte alle
emergenze senza poter contare su aiuti economici. Di qui la richiesta congiunta
di numerosi sindaci, che nell'evidenziare le “distorsioni burocratiche” al
commissario straordinario per l'emergenza e cioè al Presidente della Giunta,
onorevole Loiero, hanno lamentato notevoli ritardi,
quando in Lombardia in soli quattro mesi si è giunti ad una risoluzione
definitiva. In Calabria, invece, dopo otto mesi, siamo ancora alla fase
istruttoria, esempio evidente di un evento gestito male, con continui intoppi
dell'iter procedurale a danno di molti Comuni, che rischiano così il dissesto
economico;
alla mancata assegnazione dei
fondi per i lavori di somma urgenza ai comuni danneggiati dagli eventi
alluvionali, si aggiunge l'assenza di provvedimenti a favore degli imprenditori
turistici, estremamente penalizzati non solo a causa dei danni provocati alle
strutture ed a cui hanno dovuto far fronte esclusivamente con le proprie forze
e non solo economiche, ma anche di inspiegabili divieti di balneazione,
mantenuti a tutt'oggi nonostante i controlli
negativi, perché gli organi preposti non hanno provveduto a dare alcuna
comunicazione ufficiale. La mancata rimozione dei divieti e l'assenza di
comunicazione ai gestori dei lidi ha compromesso irreparabilmente la stagione
turistica, arrecando danni economici rilevanti, rendendo vani gli sforzi degli
operatori volti a garantire comunque, con notevoli sacrifici l'avvio delle attività
e l'erogazione dei servizi rispondenti alle esigenze dell'utenza;
non possono essere certo
imputabili alla categoria imprenditoriale gli effetti devastanti prodotti dalla
non fruibilità dei litorali, che hanno spazzato via “l'elemento primario” per
lo sviluppo turistico. Categoria nei cui confronti risulta indispensabile la
predisposizione di misure adeguate a salvaguardia di un comparto che
rappresenta la risorsa primaria della nostra regione, anche in considerazione
del riconoscimento, per legge, degli stabilimenti balneari quali “imprese
turistiche” e la definizione normativa dei nuovi criteri di gestione dei beni
demaniali turistici. In tal senso, si ritiene quantomeno doveroso attuare nei
confronti degli imprenditori turistici la detassazione
per il 2009 di tutti gli obblighi di legge relativamente ai pagamenti a cui
sono soggetti per lo svolgimento dell'attività, oltre alla definizione di un
indennizzo per i danni subiti, ammontante ad un massimo di 30.000 euro, in base
alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni -:
quali siano gli stati previsionali relativamente alla definizione della fase
istruttoria delle pratiche riguardanti l'assegnazione dei fondi ai Comuni per i
lavori di somma urgenza, a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2008 e
gennaio 2009;
se non si ritenga opportuno, in
considerazione della pesante esposizione economica a cui i Comuni hanno dovuto
far fronte, definire una corsia preferenziale che acceleri i tempi per la
chiusura dell'istruttoria, come è avvenuto in altre regioni, ove per
l'istruttoria e l'assegnazione dei fondi è stata sufficiente una tempistica non
superiore ai novanta giorni;
quali misure si intendano
adottare a favore degli imprenditori turistici, che a causa degli eventi
alluvionali hanno subito notevoli danni alle proprie strutture, rischiando la
chiusura degli stabilimenti, con conseguente perdita di forza lavoro nel
comparto turistico;
se non si ritenga opportuno, in
tal senso, definire per gli imprenditori turistici una serie di agevolazioni
quali la detassazione per l'anno 2009 di tutti gli
obblighi di legge relativi ai pagamenti connessi allo svolgimento dell'attività
e la definizione di un indennizzo per i danni subiti non superiore a 30.000
euro, in base alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni;
quale sia, infine, allo stato
attuale, l'efficienza del sistema di depurazione delle acque, che tante
problematiche ha creato e crea ai numerosi centri turistici della nostra
regione.
(362; 11.08.2009)
Pizzini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con Direttiva del Presidente del
Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, pubblicata nel Supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale dell'11 marzo 2004, n. 59, venivano forniti
indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio
idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile;
a ciascuna Regione venivano
quindi attribuiti i compiti di indirizzare e/o stabilire le procedure e le
modalità di allertamento del proprio sistema di
protezione civile ai diversi livelli, regionale, provinciale e comunale, ai
sensi del decreto legislativo n. 112/1998, della legge n. 401/2001 e della
normativa regionale in materia di protezione civile, nonché secondo le
indicazioni ed i criteri massima per la pianificazione d'emergenza già emanati
dal Dipartimento della protezione civile;
con delibera della Giunta
regionale n. 916 del 14/12/04 di recepimento del DPCM
del 27/02/2004 venivano creati i 13 Presidi idrogeologici ed idraulici
permanenti su tutto il territorio della regione Calabria;
detti Presidi, a distanza di ben
5 anni, non risultano essere stati concretamente attuati ed avviati;
la tutela e la salvaguardia del
territorio calabrese, con particolare riguardo al pericolo derivato dalle esondazioni dei fiumi e dal dissesto idrogeologico,
rappresentano purtroppo, per la particolare conformazione idro-geomorfologica
della regione, insieme ad altre, una delle maggiori e primarie emergenze
calabresi;
con Delibera della Giunta
regionale n. 3150 del 7/9/99, avente ad oggetto “Organizzazione del Servizio di
Sorveglianza Idraulica”, veniva avviato in via sperimentale e provvisoria il
servizio di controllo dei corsi d'acqua regionali, rivelatosi fondamentale per
formazione di una banca dati per la redazione del successivo Piano stralcio per
l’assetto idrogeologico;
il servizio esternalizzato
nel frattempo svolto da oltre 10 anni, ai sensi della legge n. 146/90,
rappresenta certamente un servizio pubblico essenziale, tanto è che tutte le
Regioni italiane, tranne
l'Afor
ha appaltato ad un'azienda privata, con scadenza al prossimo 15 settembre, il
servizio di tutela e salvaguardia del territorio, ottenendo dalla Regione
Calabria i necessari fondi, e che detti fondi sono stati regolarmente erogati
all'impresa appaltatrice nella misura contrattuale prevista dal bando;
i 284 lavoratori attualmente in
servizio non ricevono, però, sin da maggio 2009 né lo stipendio né il rimborso Irpef loro dovuto, senza apparente motivo, nonostante tutti
i sopra detti lavoratori continuino a prestare la loro opera professionale ed
ispettiva, sobbarcandosi peraltro ad anticipare di tasca propria le relative
spese -:
ai sensi dell'articolo 121 del
Regolamento approvato con deliberazione del Consiglio regionale della Calabria
n. 5 del 27/5/05
se
se
se
se
(364; 02.09.2009)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il diffondersi su scala mondiale,
ed ora nazionale, dell'influenza A/H-1N1 ha destato l'allerta della
popolazione;
i primi casi di contagio si sono
già verificati nella nostra regione;
l'avvicinarsi delle stagioni
autunnali ed invernali destano ancor maggiori preoccupazioni, perché proprio in
questi periodi dell'anno le malattie virali hanno la massima diffusione per via
dell'abbassamento delle temperature;
la ripresa dopo le ferie delle
attività lavorative e l'oramai prossimo inizio dell'anno scolastico
costituiscono ulteriore elemento di preoccupazione per la probabile
recrudescenza del contagio;
per contrastare al meglio la
diffusione del contagio il Ministero della Salute ha sollecitato le Regioni a
predisporre un Piano pandemico;
alla data odierna
i motivi che hanno impedito alla
Giunta regionale di completare, nei termini impiegati dalle altre Regioni, la
predisposizione dei Piano pandemico;
quando prevede che il Piano possa
essere completato e se lo stesso possa risultare utilmente applicabile,
considerata la oramai prossima apertura dell'anno scolastico.
(365; 02.09.2009)
Amendola. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore al bilancio e all’assessore
al personale. Per sapere - premesso che:
in data 29 maggio 2009 il
dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale ha firmato il decreto n.
9564, riguardante il completamento del trasferimento presso le Aziende
sanitarie provinciali calabresi del personale addetto ai servizi socio-psico-pedagogici di cui alla legge regionale 5 maggio
1990, n.57;
tale provvedimento, a far data
dal 1° luglio 2009, riguardava per la provincia di Catanzaro 18 dipendenti ed
in totale, per l'intera regione, 31 dipendenti;
il Consiglio regionale, nella
seduta del 29 maggio
in data 24 giugno 2009, lo stesso
Dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale ha firmato un nuovo
decreto con il quale ha differito il trasferimento delle 31 unità al 1°
novembre prossimo, proprio «in considerazione delle iniziative intraprese dal
Consiglio regionale»;
tale personale, da oltre dieci
anni, è inserito nelle varie strutture dipartimentali della Giunta regionale,
avendo acquisito competenze e professionalità necessarie all'Ente e altrimenti
ancora non disponibili;
in occasione della riunione del
Consiglio regionale del 29 maggio 2009, nel corso della quale è stata approvata
la manovra di finanza regionale per l'anno 2009, era stato assunto da parte dei
consiglieri regionali l'impegno di non trattare argomenti inerenti il personale
e la sanità ché
la decisione adottata in
Consiglio regionale aveva l'obiettivo di sanare una situazione ormai
consolidata nel tempo e senza costi aggiuntivi per l'Ente -:
a che punto si trova il
provvedimento omnibus annunciato in Consiglio regionale e per quali ragioni non
è stato dato ancora seguito alla decisione adottata in Consiglio regionale di
revocare i vari trasferimenti;
quali sono le intenzioni degli
assessori in intestazione circa la situazione dei 31 dipendenti in questione
che, dopo molti anni di servizio presso i dipartimenti regionali, rischiano di
vedersi trasferire dal prossimo 1° novembre in altre città per svolgere
mansioni e compiti diversi da quelli fino ad oggi svolti e per i quali sono
stati formati.
(367; 7.09.2009)
Pacenza S. Al Presidente della Giunta regionale, all'assessore regionale ai
trasporti, all'assessore regionale alle infrastrutture ed ai lavori pubblici.
Per sapere - premesso che:
in data 3 agosto 2006 veniva
sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministero
dell'Economia e delle Finanze, l'ENAC,
l’'accordo prevedeva investimenti
sugli aeroporti di Lamezia, Reggio e Crotone, per un
totale di 123.100.000,00 euro (28 milioni Crotone, 65 milioni Lamezia e 30,1 milioni per Reggio Calabria); provenienti
per gran parte dalla programmazione nazionale (PON Reti e Mobilità) e regionale
(POR Calabria FESR, PAR Calabria e FAS) per il periodo 2007-2013;
compartecipazioni sui
finanziamenti sono giunte, inoltre, dalla Società S.A.CAL.
SpA per un investimento pari al 10% del costo (per
intervento) e dalla Società SOGAS SpA per un
investimento pari al 5% del costo (per intervento); mentre
successivamente le Società S.A.CAL. SpA, SOGAS SpA e Aeroporto S. Anna Crotone SpA
hanno presentato all'ENAC i rispettivi Piani di Sviluppo Aeroportuali nei quali
sono inclusi gli interventi infrastrutturali (oggetto
del Protocollo di Intesa firmato lo scorso 13 maggio 2009 sempre tra gli stessi
soggetti);
al fine di garantire certezza
alle fonti di finanziamento programmate per gli interventi (comunitarie,
nazionali, regionali e private), 1'Enac informò che
era necessario stipulare al più presto un nuovo Atto integrativo all'Accordo di
Programma Quadro "Sistema delle Infrastrutture di Trasporto" tra i
soggetti istituzionali competenti ed interessati dall'attuazione e dal
finanziamento degli interventi stessi;
successivamente con lettera
protocollata 7.7.2009, 1'Enac riferiva di ritenere
nullo il protocollo sottoscritto il 13 maggio 2009 tra Regione Calabria, le tre
società aeroportuali e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in
quanto “suscitava perplessità la costituzione di un tavolo istituzionale per la
sottoscrizione di un atto di programmazione negoziata relativo alla
programmazione di interventi sulle infrastrutture aeroportuali regionali e
delle risorse comunitarie messe a disposizione del Pon
“Reti e mobilità” 2007-2013, da parte della Regione e delle società
aeroportuali, con la presenza dell'Enav, società
fornitrice dei servizi del controllo del traffico aereo, e in assenza dell'Enac, autorità unica di regolazione tecnica, certificazione
e vigilanza nel settore dell'aviazione civile”.
in pratica, mentre 1'Enav è un fornitore di servizi, da considerarsi alla
stregua di una società di gestione aeroportuale e quindi configurabile come
beneficiario dei finanziamenti; 1'Enac è l'ente che,
attraverso le sue strutture, esercita, tra l'altro, il controllo sul piano
degli investimenti delle società Enav;
in estrema sintesi, tutto ciò
comporterebbe l'invalidazione dell'Apq e la relativa
perdita del finanziamento complessivo di 123,1 milioni di euro -:
alla luce di quanto sottolineato,
se intendono intervenire con tempestività sulle prescrizioni evidenziate dall'Enac onde rendere nulla la programmazione degli interventi
e la relativa perdita dei finanziamenti previsti;
se è già in itinere una procedura
di annullamento dell'atto di programmazione negoziata relativo alla
pianificazione di interventi sulle infrastrutture aeroportuali regionali
postumo al protocollo del 13 maglio 2009.
(369; 14.09.2009)
Amendola. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche del
lavoro. Per sapere - premesso che:
in data 11 settembre u.s., la società HP-DCS srl ha
avviato, su base nazionale, le procedure per il licenziamento collettivo di 130
lavoratori, 5 dei quali impiegati in Calabria;
la società in questione, dal
2003, lavora attraverso apposita commessa per Telecom
Italia nel campo dell'assistenza alle varie postazioni regionali;
i 5 lavoratori sono stati
inizialmente assunti da Telecom - hanno un'anzianità
media di servizio di 20 anni - per poi essere esternalizzati,
senza alcun consenso, nel 2003 presso
la circostanza è stata fortemente
contestata dai lavoratori che, non avendo visto accolte le loro richieste, hanno
intentato nello stesso anno causa alla Telecom;
con sentenza del Giudice del
lavoro del Tribunale di Catanzaro, in data 27 febbraio 2008, è stata dichiarata
l'inefficacia della cessione intervenuta ed ordinato il ripristino del rapporto
di lavoro con Telecom Italia con le stesse o
equivalenti mansioni;
in data 3 ottobre 2008, il
Giudice del lavoro ha altresì condannato Telecom,
mediante decreto ingiuntivo, al pagamento degli stipendi dalla data della
sentenza;
la comunicazione dell'avvio della
procedura di licenziamento collettivo è stata anche inviata al Dipartimento
regionale delle politiche del lavoro, alla Provincia di Catanzaro, nonché alla
Direzione provinciale del lavoro di Catanzaro;
la condotta di Telecom Italia si concretizza come una violazione dei
diritti dei lavoratori, dapprima esternalizzati senza
il loro consenso e, in seguito, non reintegrati nell'organico aziendale,
nonostante la sentenza del Giudice del lavoro -:
quali iniziative l'assessorato
regionale alle Politiche del lavoro intende promuovere presso la società HP-DCS
srl per scongiurare il pericolo di chiusura totale
della sede di Catanzaro;
se non si ritenga opportuno ed
urgente intervenire presso
(370; 21.09.2009)
Tripodi P. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità.
Per sapere - premesso che:
dal 7/10 u.s. i servizi sanitari
prestati presso la struttura polispecialistica
territoriale n. 5 ex Enpas sono stati trasferiti al
polo sanitario territoriale - Reggio Nord (ex Inam);
i servizi sanitari trasferiti
riguardano pratiche esenzioni ticket per patologia e reddito, pratiche ed
erogazione presidi diabetici, presidi per celiaci, per neuropatici e per le
malattie metaboliche;
tutto ciò avveniva all'
improvviso e senza nessuna motivazione;
quanto stava avvenendo si è
appreso dalla stampa, e solo da questa, dopo le proteste dei cittadini (che si
sono visti defraudati dei propri diritti, vedendosi sballottati all'altro capo
della città per il pagamento di prestazioni poi eseguite presso la struttura n.
5) e per la presa di posizione del Sumai;
tali provvedimenti assunti dal
direttore del Distretto nulla hanno di vantaggioso, in quanto spogliano di
servizi essenziali una struttura che serve un grosso bacino di utenza del
centro storico cittadino, composto in particolare da soggetti “deboli” quali
anziani e disabili, ovvero persone che non hanno disponibilità di mezzi o la
possibilità di farsi accompagnare e devono, a costo di notevoli sacrifici,
occuparsi della propria salute;
l'efficienza e l’economicità di un’azione devono avere degli effetti che
partono dalla programmazione per stabilire i fabbisogni sanitari, partendo da
un’attenta valutazione dei dati epidemiologici che interessano la popolazione,
modulando l'offerta in modo differenziato per le diverse realtà territoriali;
tutto ciò non è mai avvenuto,
anzi non vi è stata nessuna concertazione con i sindacati, in special modo con
il Sumai, che rappresenta l’80% degli specialisti
ambulatoriali, obbligo derivante dalla normativa vigente in materia;
il Sumai
ha espresso le proprie ragioni a mezzo stampa a difesa della struttura polispecialistica n. 5 ex Enpas e
dei professionisti che in essa ci lavorano, non potendolo fare presso le sedi
competenti attraverso una adeguata concertazione sui programmi futuri dell'Asp 5;
la salute è un fondamentale
diritto dell'uomo, garantito dalla stessa Costituzione e che il sistema
sanitario è un sistema pubblico e solidaristico che
conserva i principi cardine dell'universalità e dell'equità fondato sulle
aspettative che provengono dai cittadini, un servizio sanitario che preveda
qualità ed appropriatezza delle cure e
dell'assistenza, efficienza nell'uso delle risorse;
il Sistema sanitario nazionale
assicura a tutti i cittadini un accesso ai servizi nel rispetto dei principi
della dignità della persona, dei bisogni di salute, di equità, di qualità, appropriatezza delle cure e economicità
delle risorse;
la normativa vigente in materia
stabilisce la necessità di costruire una rete integrata di servizi sanitari e
sociosanitari sul territorio capace di governare i percorsi di cura, tutto ciò
per rispondere ad una esigenza di umanizzazione delle cure, partendo dal luogo
di vita della persona, e anche ad una esigenza di sostenibilità dei servizi,
operando una razionalizzazione dei servizi a favore dei cittadini bisognosi di
cure -:
se sono a conoscenza di quanto
sta avvenendo nell'Asp 5 di Reggio Calabria e se
risponde al vero che tale spoliazione dei servizi sanitari dalla struttura polispecialistica n. 5 ex Enpas è
propedeutica alla chiusura della struttura stessa e quali interventi ritengono
di dover attivare, a tutela dei cittadini e della classe medica interessata.
(372; 21.09.2009)
Amendola. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al
bilancio. Per sapere - premesso che:
in data 2 maggio 2001 il
Consiglio regionale ha approvato la legge n.10
«Collaborazione tra Regione Calabria e Cittadinanzattiva-Tribunale
per i diritti del malato finalizzata all'istituzione del servizio Pit-Calabria»;
il servizio in questione è
relativo ad un progetto integrato di tutela dei cittadini, volto ad assicurare
una migliore difesa dei diritti dei cittadini e a promuovere la qualità dei
servizi in ambito socio-sanitario, considerando il semplice utente come
cittadino attivo che partecipa al governo della sanità pubblica;
come sintesi del lavoro, ogni
anno viene predisposto e presentato pubblicamente il rapporto Pit Salute Calabria sullo stato dei servizi e
dell'assistenza sanitaria regionale;
nel corso degli anni il servizio
è stato regolarmente effettuato con pieno adempimento finanziario da parte
della Regione;
con legge regionale 11 maggio
2007, n.10 «Disposizioni per la formazione del
bilancio pluriennale 2007-2009-Legge Finanziaria», è stato previsto
all'articolo 2 il rifinanziamento delle leggi
regionali;
nello stesso documento contabile
è stato previsto il finanziamento per gli anni 2007-2008-2009 del servizio Pit-Calabria, come riportato dalla tabella C allegata alla
legge finanziaria;
Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato Onlus ha regolarmente svolto i compiti previsti dal Pit-Calabria;
nonostante sia stata rispettata
la tempistica per l'invio della rendicontazione
finanziaria anche per l'anno
in data 27 luglio 2009 il
Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, con comunicazione prot.
se
se non si ritenga di intervenire
per chiarire e rimuovere gli ostacoli che fino ad oggi non hanno consentito
l'erogazione del dovuto finanziamento a Cittadinanzattiva
Calabria-T.D.M. Onlus,
considerato che il servizio Pit-Calabria è stata
previsto e finanziato da apposita legge regionale e che, in caso contrario, si
concretizzerebbe una chiara violazione di legge, nonché un grave danno per
l'opera meritoria svolta in direzione di una più dettagliata conoscenza della
qualità dell'offerta e dei servizi sanitari calabresi.
(374; 22.09.2009)
Tripodi P. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici.
Per sapere – premesso che:
sono pervenute numerose istanze
da famiglie residenti nel Comune di Reggio Calabria che, versano in condizioni
di disagio economico e sociale per la presenza all'interno del proprio nucleo
familiare di figli a carico portatori di handicap con invalidità totale e
permanente, e che per tali motivi è stato loro riconosciuto il diritto
all'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica secondo
quanto disciplinato dalla legge della Regione Calabria n. 32/1996;
a tutt’oggi
si trovano privi di un alloggio adeguato alle proprie esigenze ed ai propri
bisogni, al fine di poter condurre e gestire una vita familiare dignitosa e regolare
e dunque di poter alleggerire il gravoso impegno che deriva dalla necessità di
garantire ad un portatore di handicap cure e attenzioni particolari e costanti
-:
i motivi ostativi della mancata
procedura di trasferimento all'amministrazione comunale di Reggio Calabria
degli alloggi di proprietà dell'Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica della provincia di Reggio Calabria.
(375; 23.09.2009)
Amendola, Aiello,
Amato. Al Presidente della Giunta
regionale e agli assessori ai lavori pubblici, all’ambiente, all’agricoltura.
Per sapere - premesso che:
le recenti ed abbondanti
precipitazioni alluvionali hanno colpito pesantemente tutto il territorio del
medio ed alto Ionio catanzarese;
il maltempo ha causato un
preoccupante dissesto idrogeologico di una vastissima area che comprende i
Comuni di Andali, Belcastro,
Cropani, Sellia Marina, Davoli, Sant'Andrea Jonio, Petronà e Botricello. In quest'ultimo
comune, in particolare, si sono aggiunti danni sia ad alcune strutture
pubbliche che a varie aziende operanti all'interno della zona Pip, che ha comportato il totale blocco dell'attività
lavorativa con il concreto rischio di eventuali perdite di posti di lavoro in
un'area economicamente già svantaggiata;
i maggiori danni si registrano in
tema di viabilità con molte strade interne ai vari comuni e di collegamento fra
gli stessi, che risultano interrotte in più punti a causa di eventi franosi di
considerevole portata;
che analoga e ben più pesante
condizione si è registrata in tratti importanti della Strada Statale 106, dove
la circolazione è stata temporaneamente chiusa dall'Anas
a causa della pericolosa presenza di acqua e detriti sul manto stradale;
anche le coltivazioni agricole,
ed in maniera specifica quelle tipiche del periodo autunnale, sono state
seriamente danneggiate, provocando un danno economico, al momento non ancora
quantificabile, per la già debole economia locale e per le piccole e medie
aziende che vi operano;
numerosi fiumi e torrenti, non
riuscendo a smaltire l'enorme afflusso d'acqua, sono esondati
allagando tutti i territori circostanti;
in determinati casi, data la
pericolosità della situazione, anche alcuni nuclei familiari sono stati
costretti a lasciare le proprie abitazioni per mancanza delle necessarie
condizioni minime di sicurezza e alcuni plessi scolastici sono stati chiusi;
la situazione si presenta molto
preoccupante ed ancor più difficile da affrontare, causa la vastità dei danni
riscontrati e le ingenti risorse finanziarie necessarie;
numerosi sindaci dei territori
interessati dall'alluvione si sono già riuniti per affrontare comunemente
l'emergenza -:
se
se, in attesa di tale
dichiarazione, gli assessori interpellati non considerino indispensabile
avviare tutti gli interventi di competenza, anche attraverso il ricorso con
fondi regionali a lavori di somma urgenza, per ripristinare le massime
condizioni di sicurezza sociale ed ambientale.
(376; 28.09.2009)
Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
ai sensi della legge regionale
18/04/1962 n. 167 e 22/10/1971 n. 865 veniva approvato, con delibera della
Giunta municipale di Cosenza (atto n. 6 del 26/2/72), un programma per la
realizzazione dei piani di zona;
le aree da occupare
permanentemente per la costruzione della Chiesa parrocchiale “S. Giuseppe”
ricadevano nel Piano di zona n. 4, ed in virtù della deliberazione di quel
Consiglio comunale (n. 24 del 12/03/1978 approvata con Dpgr
Calabria n. 2150 del 19/09/1978) veniva, in tal modo, concesso un diritto di
superficie di mq. 8000 per l'erigendo “Complesso parrocchiale S. Giuseppe”;
l'area “de quo” (di oltre 8000
mq, poi considerati erroneamente 7000), composta da tre particelle, delle quali
una di proprietà dell'Opera di Valorizzazione della Sila e due appartenenti a
privati, veniva ad essere oggetto di esproprio;
con contratto n. 2108 del 15
ottobre 1982 il Comune di Cosenza assegnava il lotto di 4200 mq. alla
Parrocchia, convenendosi di completare l'assegnazione del rimanente lotto di
2800 mq. non appena fosse stata conclusa la procedura espropriativa
in corso delle restanti particelle; cessione che sarebbe dovuta avvenire
successivamente, giusto Dpgr Calabria n. 2620 del
10/12/1980 e delibera della Giunta municipale di Cosenza n. 760 del 14/10/1981,
che prevedeva la stipula di una convenzione provvisoria in virtù della Legge
385/1980 (convenzione che avrebbe dovuto impedire quella successiva intervenuta
tra Comune Cosenza e Aterp);
il Comune di Cosenza,
disattendendo gli impegni assunti, starebbe per consentire in favore dell' Aterp (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica) di Cosenza il rilascio delle previste autorizzazioni per la edificazione
di un fabbricato di sette piani da adibirsi a “case in affitto concordato”;
dalla planimetria catastale
allegata al progetto Aterp del maggio 2008 si
evincerebbe che l'area in questione sarebbe parte (mq. 2150) di quella in
precedenza assegnata alla Parrocchia “San Giuseppe” e contrattualmente non
perfezionata per i motivi sopra esposti;
se tutto ciò risultasse a verità,
al di là delle evidenti anomalie e disfunzioni, verrebbe ad essere sottratta
alla Comunità parrocchiale un'importante area per le attività di
socializzazione del campetto parrocchiale (non considerando, tra l'altro, che
si tratta di un territorio denso di problematiche e di criticità) e, ad abundantiam, verrebbe ad essere bloccato l'accesso
carrabile alla Parrocchia -:
quali iniziative si intendono
assumere ai fini dell'accertamento di eventuali anomalie che - se esistenti -
darebbero luogo alla costruzione di un palazzo di 7 piani, all'interno di
un'area sacra, privando
se non si intende, a tal
proposito, promuovere un'indagine conoscitiva per accertare lo stato delle
cose, visto che dagli archivi della Parrocchia appare chiara la volontà del
Comune di Cosenza di attribuire alla Parrocchia stessa l'intero terreno, per
comprendere, quindi, come, a fronte di un esproprio iniziato su richiesta della
Curia, il Comune possa aver stipulato un altro contratto (atto del 16 marzo del
2000) con cui è stato ceduto il terreno espropriato all'Aterp;
per accertare, inoltre, come sia stato possibile autorizzare la costruzione di
una palazzina dì mq 7000 sulla stessa area in cui la volumetria edificabile è
stata già sfruttata dalla Chiesa (la concessione edilizia per la chiesa del
04/06/1985 interessava un'area di mq. 7270);
se, a tal fine, non si ritiene
urgente intervenire anche per vagliare - eventualmente assieme al Comune di
Cosenza - una soluzione “alternativa” che ponga fine a tale stato di evidente
confusione e, di conseguenza, si possano, tutelando in egual
maniera sia il diritto di abitazione che quello della Comunità parrocchiale,
avere a disposizione degli spazi ludici e di ritrovo per giovani e bambini;
in che modo si intendono tutelare
gli abitanti del luogo, i quali già da tempo si sono adoperati in ogni modo per
salvaguardare il loro diritto ad uno spazio vitale di aggregazione.
(363; 31.08.2009)
Gentile, Serra, Galati, Nucera, Chiappetta, Limido, Sarra. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel maggio del
la stessa struttura risulta
ubicata in un monastero storico, sottoposto a vincolo della soprintendenza ai
beni architettonici e culturali;
l'attività di erogazione di
servizi sanitari, in una struttura sottoposta a vincolo, è subordinata alla
specifica autorizzazione della Soprintendenza regionale
il Monastero in oggetto sarebbe
stato restaurato con i soldi dello Stato e successivamente. in spregio ad ogni
regola, adibito ad attività di libero mercato;
la clinica San Pio avrebbe tra i
soci un parente dell'attuale e allora direttore sanitario dell'Asp, dott. Antonio Scalzo;
la delibera di autorizzazione
provvisoria pare rechi la firma, oltre che del direttore generale, dello stesso
direttore sanitario, dott. Antonio Scalzo, in spregio ai doveri di imparzialità
e di terzietà richiesti alle pubbliche
amministrazioni;
la struttura avrebbe chiesto,
addirittura, un ampliamento dei posti letto accreditati, e
se
se codesta autorizzazione, se
esistente, sia stata acquisita dal direttore generale dell'Asp
prima dell'atto deliberativo di accreditamento provvisorio nel maggio 2008;
quali siano, e se ci sono, i
rapporti di parentela tra i soci e il direttore sanitario dell'Asp;
per quale motivo non sia stato
assunto ancora provvedimento alcuno nei confronti dei vertici dell'Azienda
sanitaria provinciale di Cosenza.
(366; 04.09.2009)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
venerdì 4 settembre 2009, i
lavoratori dell'azienda Soft 4 Web di Vibo Valentia,
del gruppo Multivoice/Phonemedia,
hanno iniziato uno sciopero per il mancato pagamento degli stipendi; da lungo
tempo, ormai, i dipendenti denunciano le retribuzioni a singhiozzo, la mancata
corresponsione delle mensilità e una grave situazione di disagio causata dal
mancato rispetto dei diritti sindacali e contrattuali;
gli stessi, nonché i loro
rappresentanti sindacali, si mostrano preoccupati per l'attuale situazione
critica, alla quale si aggiungono voci incontrollate circa un cambio di assetto
societario;
se sia al corrente di tale azione
di protesta e delle circostanze rappresentate;
se, in considerazione della
sostanziosa erogazione pubblica concessa alla società in questione, non ritenga
opportuno intervenire con urgenza per approfondire ed eventualmente richiedere
alla Multivoice/Phonemedia
il rispetto degli impegni contrattuali con i propri dipendenti;
se, considerato l'elevato numero
di dipendenti interessato,
(368; 10.09.2009)
Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
si continua a discutere della
riconversione/chiusura dell'ospedale di Chiaravalle C.le nell'ambito del Piano sanitario di riorganizzazione in
Calabria;
si discute da tempo della pratica
di acquisizione della struttura ospedaliera in questione da parte dell'Inail e soprattutto della ristabilizzazione
di tutti quei servizi ospedalieri che, da sempre, a Chiaravalle
C.le hanno servito una popolazione superiore ai
ventimila abitanti;
la mancata risoluzione di una
lunga serie di criticità vissute nella gestione dell'ospedale “'San Biagio”
potrebbe far venire meno la fiducia nei cittadini, perché comincia ad emergere
l'esasperazione e non solo a livello di associazioni, comitati spontanei ed
amministratori, ma anche a livello di popolazione e, quello che si teme,
potrebbe essere la conseguente turbativa dell'ordine pubblico;
le sollecitazioni del sindaco Nino Bruno, trasmesse al direttore generale dell'Asp Pietro Morabito e al
governatore della Regione Calabria Agazio Loiero,
maturate, focalizzano la situazione che quotidianamente si registra dentro la
struttura sanitaria, che vede servizi sospesi e quelli funzionanti con grandi
limitazioni;
se da una parte non viene attuato
quanto previsto dal Piano sanitario approvato dalla Giunta regionale, dall'altra
continuano ad essere depotenziali i servizi esistenti, in quanto oggettivamente
non si sovrappongono a quelli presenti nel presidio di Soverato;
nel mese di luglio c.a. il
personale sanitario, paramedico e ausiliario dell'ospedale Soverato
Chiaravalle C.le si è
rivolto ai ministri del welfare Sacconi,
dell'economia Tremanti, della funzione pubblica Brunetta e della riforma
federale Bassi, evidenziando una «situazione pericolosa ed insostenibile»,
facendo riferimento ad una precedente informativa inviata nel mese di maggio
c.a. al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, al
direttore sanitario aziendale dell'Asp, al direttore
sanitario del presidio ospedaliero Soverato Chiaravalle e al responsabile rischio e management, denunciando
lo stato di pericolo rappresentato dal pronto soccorso del “San Biagio” di Chiaravalle, in cui “gli stessi medici hanno paura di
prestare servizio a causa dell'abbandono in cui operano” -:
se non sia diventato ormai
improcrastinabile organizzare una conferenza pubblica alla presenza del
personale medico e paramedico, nonché degli amministratori locali, per dare
risposte immediate, prima di proclamare e promuovere ulteriori proteste da
parte della cittadinanza, esasperata da una situazione di totale incertezza
sulla tanto declamata, ma incerta riconversione dell'ospedale S. Biagio in
centro di eccellenza e sul pericolo che uno dei due ospedali tra Soverato e Chiaravalle C.le venga soppresso.
(371; 21.09.2009)
Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente.
Per sapere - premesso che:
sono stati ritrovati ad opera dei
nuclei speciali dei vigili del fuoco di Lamezia e
Catanzaro nei mesi di luglio ed agosto c.a.; dei
fusti di gasolio sospetti arenatisi sulle spiagge lametine;
i fusti di cui sopra secondo le
analisi dell’Arpacal contenevano olio combustibile,
imbarcato solitamente da navi cargo;
fonti di stampa locali
riferiscono di un carico di gasolio trasportato da un mercantile sospetto, reo,
probabilmente di aver scaricato i rifiuti tossici trasportati nel mare lametino;
secondo fonti di stampa
autorevoli, un mercantile carico di gasoli ed idrocarburi sarebbe stato
affondato nell’ottobre di due anni fa, nelle stesse acque lametine;
i fusti ritrovati sulla spiaggia
della città della piana potrebbero essere collegati a tale presunto
affondamento -:
se sono stati avviati
tempestivamente i controlli idonei a verificare le analisi dell’Arpacal sui fusti sospetti in questione al fine di
scongiurare generici allarmismi tra i cittadini e se, qualora si trattasse di
fusti connessi ad una nave cargo affondata nel mare lametino,
se già sia stato richiesto al ministro dell’ambiente, onorevole Stefania Prestigiacomo, di mettere a disposizione i fondi necessari
a compiere le ricerche necessarie.
(373; 22.09.2009)
Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
da giorni è in atto una protesta
delle psicologhe lametine, che si sono incatenate
davanti l'ingresso della struttura sanitaria locale per manifestare il loro
dissenso contro la mancata applicazione del contratto da parte dell'Asp di Catanzaro che, a loro dire, risalirebbe al 2008;
la suddetta protesta riguarda
tutte le equipe delle Asp regionali di cui fanno
parte psicologi, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali e
pedagogisti;
i predetti lavoratori, sino al
mese di luglio 2008, erano inquadrati nella dotazione organica della Regione
Calabria;
per effetto del combinato
disposto dalla legge regionale 34 del 2000 sul decentramento e della legge regionale
9 del 2007, sono stati trasferiti alle varie Asp;
a tutt'oggi
non è stato applicato loro il contratto di categoria;
più volte il sottoscritto ha
interessato gli ordini competenti ad occuparsi della delicata questione -:
le motivazioni del mancato inquadramento
dei suddetti lavoratori;
se, ad oggi, esistano impedimenti
di ordine normativo alle richieste avanzate;
se, nel caso contrario, non siano
state avviate le procedure per la loro regola.
(377; 30.09.2008)
Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con lettera del 24.09.2009
inviata al Presidente onorevole Agazio Loiero, nonché
al Presidente della prima Commissione Affari istituzionali ed Affari regionali,
cinquantacinque dipendenti della Regione Calabria hanno manifestato il loro
dissenso sulle modalità di regolarizzazione dei lavoratori precari, paventando
presunte incongruenze ed incostituzionalità della delibera G.R.
447 del 24.07.2009 con cui è stato approvato il Programma triennale del
fabbisogno del personale per il triennio 2009-2011;
il piano triennale, così come
concepito, vanifica quelle che sono le sue primarie finalità, ossia quelle di
assicurare funzionalità ed ottimizzazione delle risorse per il migliore
funzionamento dei servizi in relazione alle disponibilità di bilancio;
è stata disattesa le vigente
normativa nazionale in evidente contrasto con quella regionale;
la succitata delibera, unitamente
alla successiva legge regionale n. 19 del 12.06.2009, sono state oggetto di
censura da parte del Consiglio dei ministri, che il 24.07.2009 ha impugnato la
legge Finanziaria calabrese dinanzi alla Corte Costituzionale -:
quali determinazioni si intendono
assumere a tutela sia dei mobilitandi dipendenti
regionali, che dei precari in attesa di stabilizzazione.
(378; 01.10.2009)
Il Consiglio regionale,
premesso che
l’Agenzia Italiana del Farmaco (A.I.F.A.) ha autorizzato la commercializzazione in Italia
della R.U. 486, la pillola abortiva. La notizia era nell'aria da qualche
giorno, ma sino all'ultimo si sperava in un ripensamento, che purtroppo non c'è
stato. A questo punto, assume ancora maggiore rilevanza l'iniziativa dello
scorso 19 giugno ad opera del Ministero del Welfare
italiano, concretizzatasi nella stesura di un dossier sulla R.U. 486, fatto
recapitare all' A.I.F.A., iniziativa che le
istituzioni regionali non possono ignorare;
infatti l'azienda produttrice del
farmaco, la francese Exelgyn, ha comunicato all'A.I.F.A. numerosi decessi in tutta Italia e presumibilmente
anche in Calabria.
La morte è, peraltro, solo la più
grave di tutta una serie di conseguenze imputabili all'uso della R.U. 486.
Infatti, come denunciarono già nel lontano 1991 Janice
G. Raymond, Renate Klein e Lynette J. Dumble, tre femministe dichiaratamente abortiste,
Donna Harrison,
ricercatrice e ginecologa di Berrien Center, in
Michigan, insieme ad una collega ha pubblicato su The Annals
of Pharmacotherapy uno studio nel quale ha
identificato ben 637 casi di effetti collaterali nell'uso della R.U. 486.
Negli Stati Uniti,
La pericolosità di detta pillola
è stata riscontrata persino in un Paese come
Addirittura, nel dicembre 2005, un
editoriale del New England Journal of Medicine,
“Bibbia” mondiale della scienza, denunciava una percentuale di mortalità con il
metodo chimico, quello della R.U. 486, ben 10 volte più alta di quella rilevata
con il metodo chirurgico.
Persino Severino Antinori, indiscusso guru della fecondazione, ha
pubblicamente ammesso che
Dinnanzi a simili constatazioni
non si può non riconoscere come
Per cercare di smentirlo, non più
tardi di qualche mese fa, qualche organo di informazione locale divulgò servizi
nei quali si attestavano centinaia di sperimentazioni andate a buon fine, senza
alcuna delle gravi ripercussioni che
In un documento elaborato dalla
Società Medico Scientifica Interdisciplinare Promed
Galileo e sottoscritto anche dall'Euopean Medical Association, si denuncia
proprio “la bassa qualità degli studi, spesso caratterizzati per l'assenza di randomizzazione e la contraddittorietà dei risultati, che
rendono difficoltosa l'interpretazione dell'accettabilità del metodo”.
D'altro lato, c'è chi ritiene –
trascurando i dati della letteratura scientifica – che il ricorso all'aborto
chimico rappresenti un progresso e si appella alla sua diffusione in Europa per
invocarne l'adozione in Italia.
Dal canto suo, il Sottosegretario
al Welfare, on. Roccella, sottolinea come la pillola R.U. 486 rappresenti
un metodo che “intrinsecamente porta la donna ad abortire a domicilio, proprio
perché il momento dell'espulsione non è prevedibile, in una sorta di
clandestinità legale”.
Aspetto di non secondaria rilevanza
concerne poi il fatto che il ricorso alla R.U.486,
come ha evidenziato pure l'on. Roccella,
determini violazione della legge 194/78 sull'interruzione volontaria della
gravidanza. Essa infatti, all'art. 8, sancisce espressamente la necessità che
l'aborto procurato si consumi all'interno di strutture pubbliche, mentre una
donna che assume la pillola abortiva - che produce i propri effetti, culminanti
con l'espulsione del feto, entro un arco di tempo che talvolta giunge a due
settimane - non viene trattenuta in ospedale fino al momento in cui è
certificata l'interruzione di gravidanza, ma vi ritorna solamente dopo, per
eseguire dei controlli.
Ciò in violazione di due pareri
del Consiglio Superiore della Sanità: uno del 2004, alla cui stregua “i rischi
connessi all'interruzione farmacologia della gravidanza si possono considerare
equivalenti all'interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza
avviene in ambito ospedaliero”; l'altro del 2005, per il quale “l'associazione
di mifepristone e misoprostolo
deve essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista
dalla legge e la donna deve essere trattenuta fino ad aborto avvenuto”. Né
vanno sottaciuti gli interessi economici che soggiacciono alla diffusione della
R.U. 486, destinati a foraggiare le aziende produttrici della stessa.
Sarebbe interessante che questi
temi così delicati e utili per chi difende
impegna
a) a verificare quante donne in
Calabria hanno fatto ricorso alla R.U.
b) a garantire, nei confronti
delle donne che chiedono l'interruzione di gravidanza sia farmacologia che
chirurgica, il c.d. consenso informato;
c) a disporre la sospensione
dell'utilizzo della R.U.
(62; 24.08.2009) Nucera
Il Consiglio regionale,
premesso che
occorre garantire la sicurezza e
la legalità del territorio regionale, armonizzando obiettivi, strumenti e
risorse con le specificità municipale e locali, esaltando al contempo il ruolo
di servizio di “sicurezza sociale” a cui è chiamata la polizia locale;
i compiti di prevenzione,
repressione e controllo ai fini della sicurezza del comprensorio regionale
possono essere efficacemente espletati anche mediante un dispiegamento ottimale
delle risorse umane e dei mezzi della polizia locale;
molti Comuni hanno in servizio un
numero di vigili urbani nettamente inferiore alla previsione contenuta nelle
rispettive piante organiche, come il comune di Bova
Marina, di Ferruzzano o a quelli della zona aspromontana da Calanna a Gambarie o del lato tirrenico, per esempio Scilla;
considerato che la materia in
oggetto è disciplinata dalla legge regionale n. 24 del 1990 che “detta norme
sull'ordinamento e sulla organizzazione dei servizi e dei corpi di polizia
municipale, al fine di assicurare su tutto il territorio regionale un uniforme
ed efficiente espletamento delle funzioni di polizia locale”;
tale normativa all'art. 7
prevede, tra i criteri per la determinazione del contingente numerico, quello
di un vigile ogni 700 abitanti, oltre alla disposizione di chiusura secondo la
quale il servizio non può avere un numero di operatori inferiore a due unità;
essa, inoltre, all'articolo 1
comma 2 contiene la possibilità per i Comuni di istituire il Corpo di Polizia
Municipale solo se il servizio viene svolto da almeno sette unità;
nessun Regolamento attuativo della presente legge è stato emanato
successivamente;
alla luce del quadro legislativo
mutato, dopo la riforma costituzionale del 2001, il nuovo sentire delle
comunità locali e l'evolversi del ruolo delle autonomie e della polizia
municipale richiedono l'adeguamento degli strumenti disponibili per garantire
la “sicurezza urbana” al cittadino;
in ogni caso, già rispetto alla L.R. n. 24/1990 vigente, vi sono delle evidenti
inadempienze finanziarie della Regione sulla necessità dell'adeguamento degli
organici di polizia municipale nei piccoli comuni, che non possono farsi carico
da soli (per gli esigui bilanci locali) di notevoli spese per il personale
senza un “cofinanziamento” dell'ente superiore;
ritenuto che è opportuno
intervenire tempestivamente, attraverso dei progetti finalizzati a garantire la
sicurezza del territorio, a sostegno delle esigue forze economiche dei piccoli
comuni;
attualmente esistono cospicui
fondi europei con il P.O.N. “Sicurezza per lo
sviluppo del Mezzogiorno d'Italia” utilizzabili anche per dare risposte
immediate al potenziamento dell'organico dei vigili;
tali risorse economiche di natura
comunitaria potrebbero essere una delle soluzioni per molti comuni in cui
l’organico dei vigili urbani è nettamente inferiore a quelli previsti in pianta
organica, o addirittura vacante -:
ad utilizzare le apposite risorse
economiche di natura comunitaria per finanziare i Comuni che dovrebbero
implementare o costituire l'organico dei vigili urbani, per contribuire a
garantire la sicurezza del territorio.
(63; 08.09.2009) Nicolò
Art. 1
1. Nell'ambito delle attività previste
dalla legge regionale 14 agosto 2008, n. 28, recante: "Nomine per la ricollocazione dei lavoratori che usufruiscono degli
ammortizzatori sociali ordinari e straordinari ivi compresi i trattamenti in
deroga", ricercando soluzioni occupazionali stabili di tutti i lavoratori
appartenenti al bacino individuato dalla stessa, allo scopo di dare piena
attuazione all'istituzione dei presidi idraulici di cui alle DGR 10.06.2002 n.
477, 14.12.2004 n. 996 e 21.09.2009 n. 644, il Dipartimento LL.PP. e l'Autorità
dei bacino regionale sono autorizzati entro sessanta giorni dall'entrata in
vigore della presente legge a stipulare appositi protocolli d'intesa con le
amministrazioni pubbliche per la definizione di:
- entità e modalità delle risorse
umane e finanziarie necessarie per la gestione tecnico-amministrativa dei
presidi idraulici;
- organizzazione e funzionamento
del servizio di sorveglianza idraulica mediante l'utilizzo di personale
specializzato;
- organizzazione e funzionamento
del servizio di manutenzione di corsi d'acqua e dei versanti da attuare
mediante l'utilizzo della manodopera costituita da operai idraulico forestali.
Art. 2
1. Il personale
tecnico-amministrativo necessario per la costituzione dei presidi idraulici
sarà individuato nell'ambito dei personale di ruolo della Regione Calabria
anche tra quello dei bacini LSU e LPU.
Art. 3
1. Al fine di garantire la
continuità dei servizio di monitoraggio della rete idrogeografica
regionale l'AFOR e autorizzata ad assumere a tempo determinato e fino ad un massimo
di mesi due il personale già utilizzato per lo stesso servizio dalla società affidataria dell'appalto di cui al bando di gara del
30.01.2008, nelle more che la medesima AFOR provveda all'assunzione, a
decorrere dall'l gennaio
Art. 4
1. La copertura finanziaria per
l'attuazione di quanto previsto dall'articolo precedente è assicurata,
relativamente al mantenimento del servizio per mesi due, pari ad € 800.000,
mediante anticipazione da parte dell'AFOR nel bilancio 2009. La somma di cui
sopra sarà accredita alllAFOR nell'ambito del
bilancio 2010. Negli esercizi Finanziari successivi, a decorrere dal 2010, sarà
garantita la del costo del personale assunto a tempo indeterminato.
Art. 1
1. E' istituito presso gli
Ospedali Riuniti Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio
Calabria e l'Azienda Sanitaria provinciale di Vibo
Valentia il servizio regionale di elisoccorso.
2.
Art. 2
l. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. Nell'ambito della
Programmazione unitaria 2007-2013 è individuato uno specifico Progetto
Integrato di Sviluppo Locale denominato "Cetraro"
finalizzato alla costituzione di una filiera della ricerca, innovazione
tecnologica e trasferimento delle conoscenze del sistema mare. Per la
realizzazione del progetto "Cetraro" verrà
stipulata specifico accordo di progetto tra
2. Il soggetto attuatore e beneficiario è il Comune di Cetraro.
3. La copertura
finanziaria è garantita dalla specifica previsione del POR, FESR 2007-2013.