VIII LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

71.

SEDUTA DI MARTEDI’ 6 OTTOBRE 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE BOVA

E DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO BORRELLO

Indice

 

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

La seduta inizia alle 17,35

Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Giuseppe GUERRIERO, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

In memoria delle vittime dell’alluvione di Messina

PRESIDENTE

Diamo inizio alla seduta e propongo, immediatamente, un minuto di raccoglimento per le vittime dell’evento alluvionale che ha interessato Giampilieri e Scaletta. I colleghi si alzino in piedi.

(I consiglieri, in piedi, osservano un minuto di silenzio)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Comunico all’Assemblea quanto concordato unanimemente dalla Conferenza dei capigruppo. Il Consiglio procede così: al primo punto c’è la votazione di un ordine del giorno unitario sulla questione della scuola in Calabria e dei precari, successivamente una proposta avanzata dai gruppi che riguarda i sorveglianti idraulici, infine il punto che riguarda l’emergenza ambientale in Calabria, così come il progetto integrato di sviluppo locale denominato Cetraro.

Ordine del giorno “Sui problemi relativi al mondo del precariato nella scuola calabrese

PRESIDENTE

Trattiamo, pertanto, il primo punto sui problemi relativi ai precari nella scuola calabrese.

Io credo che il Vicepresidente della Regione voglia illustrare brevemente e fare alcune considerazioni. Su queste poi si aprirà un breve confronto, ci sono alcuni iscritti, poi passiamo alla votazione dell’ordine del giorno.

Il Vicepresidente Cersosimo ha facoltà di intervenire.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Vorrei illustrare, molto brevemente, questo testo dell’ordine del giorno discusso ed approvato all’unanimità dalla Conferenza dei capigruppo nella riunione odierna.

Il problema affrontato nell’ordine del giorno è relativo ai cosiddetti precari nella scuola. Voi sapete che questa storia nasce a giugno dello scorso anno, quando il ministro Tremonti presentò un decreto, il “112,” con provvedimenti di razionalizzazione della spesa pubblica italiana. Questo decreto, poi, fu trasformato in legge 133 nell’agosto 2009 e, tra i vari provvedimenti di razionalizzazione della spesa pubblica, tendenti soprattutto a ridurre la spesa nel nostro Paese per i noti problemi critici della finanza pubblica italiana, attribuirono un taglio alla scuola di 7,8 miliardi di euro, da conseguire nel periodo 2009-2010, 2010-2011, 2011-2012.

Quindi, in tre anni scolastici, arrivare ad un risparmio nel sistema scolastico nazionale…

(Interruzione di registrazione)

Ripeto, illustro molto sinteticamente un ordine del giorno che è stato approvato oggi nella Conferenza dei capigruppo. Alla base di questo documento ci sono i cosiddetti problemi relativi ai precari nella scuola italiana e anche nella scuola calabrese. Il tutto nasce – dicevo un attimo fa – dalla legge 133 dell’agosto dello scorso anno, quando nell’ambito dei processi di razionalizzazione della spesa pubblica nel nostro Paese, alla scuola fu attribuito dal ministero del tesoro e delle finanze, lo scorso anno, un risparmio nel prossimo triennio, a partire da questo anno scolastico, di 7,8 miliardi di euro.

Quindi, alla fine del triennio, la scuola dovrà, secondo il Governo, arrivare ad un risparmio di spesa pubblica pari a circa 8 miliardi di euro. Questo risparmio comporterà una contrazione del personale della scuola, sia personale docente che Ata, pari a 131 mila unità di lavoro, quindi un vero e proprio disastro sociale: 87 mila insegnanti in meno e 4mila del  personale Ata in meno.

Quindi forti esuberi nella scuola da conseguire soprattutto attraverso un blocco del turn-over, per cui più che perdita secca alcune volte di posti di lavoro, si tratta di scomparsa di postazioni lavorative, ovverosia non bloccando il turn-over, non c’è più la possibilità di rinnovare il patrimonio di lavoratori nella scuola italiana.

In riferimento a questi tagli, il ministro della pubblica istruzione ha attivato una politica di razionalizzazione delle strutture scolastiche e della politica formativa;  cioè ha provato a tradurre in provvedimenti amministrativi e regolamentari quel disegno di contrazione finanziaria, tant’è che da quest’anno scolastico è aumentato significativamente il numero di alunni per classe, è aumentato il numero di disabilità con aggravi per insegnanti di sostegno, passiamo da un rapporto 1 a 1 a un rapporto 1 a 2; è stato introdotto nella prima elementare il cosiddetto maestro prevalente e, infine, tutti i docenti in prima battuta vengono portati a 18 ore.

Quindi l’insieme di questi provvedimenti contempla una riduzione dell’organico e, in particolare, una forte riduzione delle supplenze. In Calabria, tra blocco del turn-over e probabile scomparsa di supplenza, stiamo parlando di 4.023 lavoratori in meno, per la precisione 2.626 persone che non vengono rimpiazzate sotto il profilo del turn-over, quindi l’organico si riduce nella nostra scuola da 32.141 nell’anno scolastico 2008-2009 a 29.516. in quest’anno scolastico, quindi 2.6125 posti di organici che non vengono più rinnovati per effetto del blocco del turn-over.

A questo bisogna sommare altre 1.397 supplenze che non vengono rinnovate ad oggi, ovverosia di personale docente e non docente che lo scorso anno ha avuto un incarico annuale, che si trova nelle graduatorie ad esaurimento o nelle graduatorie a tempo indeterminato, che quest’anno si troverà senza una supplenza e dunque senza lavoro. Alcune volte si tratta di lavoratori che stavano lavorando sotto forma di supplente da diversi anni, a volte da venti-venticinque anni. Quindi è un problema non banale.

Tutte le Regioni italiane hanno chiesto al Governo un provvedimento a favore dei precari e, alla fine, il Governo ha emesso un provvedimento che è il decreto legge numero 134 apparso sulla Gazzetta Ufficiale il 25 settembre 2009. Questo decreto del Governo ( che prima – ricorderete – era stato inserito come un articolo nel cosiddetto decreto Ronchi, poi il Presidente della Repubblica ha consigliato al Governo di fare un testo ad hoc ed è un testo ad hoc che si occupa soltanto di questo aspetto) e che consta di un solo articolo, prevede che ai supplenti che hanno lo scorso anno insegnato tutto l’anno o comunque hanno chiuso l’anno scolastico e che erano collocati nelle graduatorie ad esaurimento, nelle graduatorie a tempo indeterminato,  andranno attribuite in maniera assoluta e con  priorità assoluta le supplenze che dovessero presentarsi quest’anno.

Quindi questo personale che attualmente non è occupato beneficerebbe, secondo questo decreto, in via prioritaria ed assoluta delle eventuali supplenze che si dovessero creare nel corso di quest’anno. Naturalmente, come sapete, molto di questo personale può godere di un’indennità di disoccupazione per alcuni mesi, ma non potrebbe beneficiare, senza supplenza, dell’avanzamento di carriera sotto forma di punteggio.

Il decreto prevede questo al comma 1 dell’articolo unico, dopodiché prevede anche un intervento da parte delle Regioni. Il decreto dice che le Regioni  organizzano con proprie risorse – quindi con risorse delle Regioni – delle attività a sostegno della formazione degli alunni delle singole Regioni e  coinvolgono in questi progetti personale che lo scorso anno ha avuto la supplenza, che quest’anno è in disoccupazione; a questi lavoratori si potrebbero applicare quelle che nel decreto vengono chiamate delle indennità di partecipazione, cioè il lavoratore godrebbe di un’indennità di disoccupazione e, accanto a questa indennità, potrebbe godere con risorse regionali di una cosiddetta indennità di partecipazione a questi programmi formativi per i nostri ragazzi. A questi lavoratori – nell’ultimo comma del decreto è scritto questo – verrebbe riconosciuto il punteggio come se avessero fatto l’anno scolastico.

Questo è quanto dice il decreto.

Naturalmente, il decreto copre soltanto una fascia molto piccola dei lavoratori precari, non tutti i 1.397 lavoratori precari calabresi troverebbero uno sbocco in questo decreto. Peraltro, giova sottolineare il fatto che di questi 1.397 precari ben 862 sono personale Ata, dunque bidelli e personale tecnico, e 537 sono gli insegnanti.

Quindi, in questi progetti scolastici ovviamente la prevalenza di norme è per il personale docente ed è molto meno, comunque, un assorbimento, un’aliquota, è molto più contenuto per il personale Ata, e questo è un problema abbastanza rilevante.

Questo è quello che ha deciso di fare il Governo nazionale, ovvero il decreto che giace adesso in  Parlamento.

Le Regioni, in quanto tali, per problemi di ruoli costituzionali, non possono intervenire direttamente sul personale scolastico, perché quella del personale scolastico è una materia prettamente del Governo centrale, sia i programmi sia il personale sono materia esclusiva del Governo centrale. Dunque le Regioni non possono fare assolutamente nulla in maniera diretta, non possono occuparsi dei singoli precari o del personale in generale della scuola.

Come sapete, le Regioni hanno competenza soltanto nella organizzazione della rete scolastica e, al più, dato che le Regioni vogliono intervenire, hanno competenza sulle materie cosiddette extra-curriculari, cioè sulle competenze e conoscenze dei nostri ragazzi, degli allievi, degli studenti della nostra scuola, ma fuori dalle ore ordinarie scolastiche, quindi le cosiddette attività pomeridiane, complementari o integrative dell’attività curriculare ordinaria che si svolge di mattina.

Pertanto, come Regione noi possiamo intervenire soltanto su questi aspetti, sulle attività cosiddette extra-curriculari. L’abbiamo fatto negli anni passati, la nostra Regione l’ha fatto con molta intensità negli anni passati, l’ha fatto molto più di tante altre Regioni e pensiamo di farlo ulteriormente quest’anno, anzi da maggio abbiamo discusso con l’Ufficio scolastico regionale, con quelli provinciali e col sindacato un programma che abbiamo chiamato “Più scuola”. Questo programma è finanziato con fondi comunitari ed è dotato di 15 milioni di euro, siamo quasi pronti per mettere a bando queste risorse comunitarie.

Stiamo aspettando dall’Ufficio scolastico regionale un’anagrafe dei 1.397 lavoratori coinvolti in questi processi, per conoscere le qualifiche professionali, le classi di insegnamento di questi lavoratori, insegnanti e non – ripeto – e la loro localizzazione geografica.

Dunque, faremo un bando, un avviso pubblico per le scuole per rafforzare le competenze e le capacità degli studenti, che è quello che noi possiamo e dobbiamo fare. Per cui metteremo a bando più matematica per i ragazzi delle scuole medie piuttosto che per i licei, più comprensione del testo, più lingue, più attività, siamo nel campo dell’attività motoria, della musica, poi vedranno le scuole quali saranno i deficit che vorranno colmare di più, e indirettamente assorbire, attraverso questi progetti a sostegno dell’attività formativa e didattica, anche lavoratori precari del bacino.

Ripeto, non possiamo intervenire direttamente sul bacino, ma indirettamente sì, e quest’anno metteremo una norma per dire che i progetti che faranno prioritariamente riferimento ai lavoratori del bacino avranno un punteggio più alto.

Faccio un esempio per capirci: supponiamo che abbiamo due scuole, una A e una B. La scuola A vuole fare un progetto a rafforzamento delle capacità linguistiche e, per far questo, prende 7 unità di personale al proprio interno e 2 di personale esterno. C’è una seconda scuola, supponiamo B, invece, che vuole fare sempre un rafforzamento delle competenze e delle capacità linguistiche dei propri allievi e fa riferimento a 7 unità di personale dal bacino di precariato e due da quello interno. Allora, metteremo nel nostro bando che nel primo caso avrà un punteggio molto basso, 1 punto, e nel secondo caso, per esempio, 10 punti, in modo tale che incoraggiamo le scuole a far riferimento soprattutto al bacino di precariato che si è creato con questi provvedimenti del Governo di quest’anno.

Questi sono i contenuti, i “retrobottega” dell’ordine del giorno. Quindi l’ordine del giorno, alla fine, che dice? Chiede al Governo tre cose: un ripensamento della politica dei tagli, non solo perché provocano problemi sociali, soprattutto nelle aree con ritardi strutturali, con deficit rilevanti nel mercato del lavoro come nel Mezzogiorno e la Calabria, ma anche perché classi più numerose, meno insegnanti di sostegno, meno insegnanti di inglese, per esempio, come è successo, implicano un peggioramento delle performance formative dei nostri ragazzi.

Quindi c’è sicuramente un impatto sul mercato del lavoro assai preoccupante in regioni come la nostra, ma la seconda cosa forse ancora più preoccupante è che, attraverso questi provvedimenti, c’è il rischio di un ulteriore impoverimento delle capacità di apprendimento dei nostri ragazzi, che già nelle statistiche comparative internazionali non brillano molto. Quindi c’è un doppio rischio.

La seconda cosa che la Conferenza dei capigruppo chiede al Governo è una riconsiderazione dei tagli per i prossimi anni, che sono considerevoli. Il prossimo anno avverrà un taglio ancora più alto e ancora più alto sarà nell’anno successivo. Quindi il rischio di rinsecchire ulteriormente il sistema scolastico regionale e nazionale di professori e di personale Ata è molto alto e, dunque, le conseguenze sul mercato del lavoro e sulle performance dei nostri studenti potrebbero essere ancora più forti.

La terza cosa che chiediamo al Governo è che a quei lavoratori coinvolti in progetti finanziati dalla Regione, siano essi personale docente o personale Ata, sia riconosciuto il punteggio, in modo tale che questi lavoratori non perdano almeno quota nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e a tempo indeterminato.

In più il Consiglio regionale, su proposta della Conferenza dei capigruppo, chiede alla Giunta di attivarsi, semmai anche in cooperazione col Governo nazionale, per mettere in campo tutte le azioni e tutti gli interventi a sostegno delle capacità e delle competenze degli studenti della nostra regione, anche con il coinvolgimento di specifici progetti – così c’è scritto – dei lavoratori precari della nostra scuola.

Questo è quanto, vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Ringrazio l’assessore Cersosimo per la relazione esaustiva che ha fatto e vorrei sottolineare alcuni aspetti.

Io credo, assessore, che noi dovremmo – come lei ha fatto sia lo scorso anno che nei mesi scorsi – con ancora più forza chiedere a Tremonti e al ministro Gelmini di abrogare questa legge, perché noi oggi possiamo votare un ordine del giorno, la Regione Calabria fa bene a dare la possibilità a chi rimane fuori dal mondo del lavoro di avere una possibilità, ma saranno sempre provvedimenti tampone che non porteranno al risultato definitivo. Noi dobbiamo cercare di ottenere il risultato definitivo, che significa dare la possibilità a questi 120 mila docenti in tutta Italia di non perdere il lavoro nei prossimi tre anni.

Questo è il punto ed è un punto decisivo, e lo è ancora di più, se noi pensiamo alla situazione calabrese, dove ci saranno nei prossimi anni miglia – e dico migliaia – di insegnanti e personale non docente che perderanno il posto di lavoro.

Come voi potete capire, colleghi – la conosciamo tutti la Calabria – un conto è perdere il lavoro a Reggio, a Catanzaro, a Cosenza, un conto è perderlo a Milano o a Torino. In Calabria, questo provvedimento è una vera e propria macelleria sociale che colpisce la nostra regione.

Ora, io posso capire che il Governo nazionale decida di tagliare e di ridurre il deficit dello Stato, però non capisco perché, per ridurre questo deficit, debba andare a colpire le fasce più deboli della popolazione, i lavoratori, le regioni più povere, come la nostra. Si possono trovare altre scelte, non certo quella di fare un licenziamento di massa, perché questo è il più grande licenziamento di massa che la storia repubblicana ricorda, che sta colpendo migliaia e migliaia di persone, in questo momento, in Calabria e in Italia

Vedete, la situazione oggi di chi perde il posto di lavoro è drammatica, ci sono famiglie monoreddito del personale Ata e del personale docente che, dall’oggi al domani, non sanno più come portare avanti la propria famiglia. E’ una situazione delicatissima ed io vedo che il Governo, in questo momento, è indifferente, come lo è stato in questi mesi a tutte le richieste che vengono soprattutto dal Mezzogiorno del Paese.

Allora, assessore Cersosimo,  credo che noi dobbiamo lavorare fino in fondo, come lei sta facendo, anche nella Conferenza Stato-Regioni, per trovare le soluzioni adeguate, non ultima pensare, se ci sono le condizioni giuridiche, di chiedere un referendum per l’abrogazione di questa legge. Lo possono fare cinque Regioni in Italia, il referendum si può indire sia raccogliendo le firme, sia con un terzo del numero dei parlamentari, sia con cinque Consigli regionali.

Io credo, assessore, che noi possiamo verificare insieme ad altri Consigli regionali del nostro Paese se ci sono le condizioni giuridiche per chiedere un referendum ed abrogare questa legge ingiusta, che sta colpendo veramente in maniera scientifica migliaia e migliaia di famiglie del nostro Paese.

Questo è un punto decisivo, perché altrimenti tutto quello che possiamo mettere in campo noi come Regione Calabria sarà un pannicello caldo, importante, ma sempre un pannicello caldo.

Allora l’ordine del giorno, assessore, io credo che, per quello che può fare la nostra Regione, vada bene, le misure che lei sta mettendo in campo, in particolare per quanto riguarda la possibilità, attraverso i 15 milioni che lei ha destinato, da dare alle scuole di fare progetti e di mettere in questi prevalentemente il personale precario, perché questo può significare recuperare la quasi totalità. Io, però, mi auguro, assessore – e lei deve lavorare in questa direzione, sono sicuro, abbiamo avuto già diversi colloqui e lei è una persona non solo competente, ma anche molto sensibile a queste istanze sociali – che tutto il personale che viene lasciato a casa dalla riforma Gelmini possa trovare per quest’anno, per questi otto mesi, con questo progetto la possibilità di tornare a lavorare.

Questi non devono essere progetti di ammortizzatori sociali, ma devono essere, invece, progetti di lavoro, dobbiamo legare la possibilità di dare un reddito a famiglie che, in questo momento, non ce l’hanno più, attraverso un lavoro che può essere fatto su progetti per i ragazzi, perché questa riforma va a colpire anche l’apprendimento, il modo in cui apprendono i ragazzi. Potete ben capire che un conto è quando un insegnante entra in una classe con 25 alunni, un altro è quando entra in una classe con 35 alunni: c’è una difficoltà maggiore per gli alunni di apprendere, ci saranno alunni sicuramente che resteranno indietro, perché non c’è la possibilità per l’insegnante di spiegare in maniera approfondita e di seguirli ad uno ad uno.

Allora questi progetti devono andare nella doppia direzione di dare lavoro, ma di dare la possibilità a questi nostri ragazzi di poter studiare sempre in maniera migliore e di poter apprendere e poter dare anche un contributo alle famiglie che, molte volte, sono costrette a mandare i propri figli al doposcuola a pagamento e non hanno le risorse, in questo momento, per fare questa operazione.

Insieme a questo, io credo, assessore, un punto essenziale lei l’ha messo al punto c). Questo non dipende dalla Regione, ma credo che l’accordo col Governo, la Gelmini, quantomeno questo lo deve dare e noi lo pretendiamo che venga dato, che le persone, gli insegnanti e il personale Ata che partecipano a questi progetti che faranno le scuole, attraverso i fondi regionali, abbiano la possibilità di accumulare in questo anno il punteggio come tutti gli altri docenti che, invece, hanno avuto la fortuna di entrare e di avere l’incarico annuale e di supplenza.

Questo è un punto decisivo, perché se no avremo, oltre il danno, la beffa: il prossimo anno queste persone saranno ancora più indietro nella graduatoria e non entreranno più nel mondo del lavoro. Questa è una condizione decisiva e credo, assessore – lei ha fatto bene a sottolinearlo – che dobbiamo strappare assolutamente questo impegno , farlo sottoscrivere al Governo nazionale.

Assessore, oltre a dare il voto favorevole a nome mio e del gruppo di Rifondazione comunista a questa risoluzione, la invito a continuare in questa battaglia, a chiedere con forza la revoca di questa controriforma che colpisce al cuore gli interessi di migliaia e migliaia di lavoratori e colpisce le Regioni meridionali e le chiedo di trovare, insieme alle altre Regioni, la possibilità di indire questo referendum, che potrebbe essere l’ancora di salvezza per abrogare questa legge ingiusta che sta penalizzando il nostro Paese.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.

Egidio CHIARELLA

Presidente, colleghi, Vicepresidente della Giunta regionale, certamente il Consiglio regionale oggi viene chiamato a ragionare su una questione drammatica: in Calabria si sente, in ogni provincia, la disperazione di centinaia e centinaia di persone che sono ridotte al lastrico, come noi amiamo dire nel nostro modo di esprimerci.

E’ un fatto drammatico, perché non era mai successo che tanti insegnanti o tanti rappresentanti della scuola o nelle altre funzioni subissero un trattamento così violento che, in un batter d’occhio, ha portato alla cancellazione totale di prospettive nel loro campo di lavoro. E’ un fatto veramente straordinario e speciale e, al di là delle valutazioni politiche di parte, perché questo chiaramente può essere, giocoforza,  comunque a tutti i livelli dibattuto anche con acredine, voglio restare, invece, sull’atto per se stesso concreto, per far capire che questo Consiglio regionale nella sua interezza, superando le appartenenze, su un problema del genere deve mandare un segnale al Governo, ma non perché c’è una maggioranza di centro-sinistra qui in Calabria e il centro-destra è in minoranza.

Io vorrei che, oggi, in questa direzione noi giocassimo una partita all’unanimità, perché i precari della scuola non sono del centro-sinistra o del centro-destra, comunque appartengono a tutti e due gli schieramenti. E’ il dramma dell’evento che ci dà la forza di chiedere di mettere in campo qualche risoluzione in grado di rallentare questo momento così drammatico che riguarda i precari della scuola nella nostra regione.

Intanto, registro con favore che la Giunta regionale si è mossa ed è una delle poche Regioni, se non l’unica, a portare a Roma un progetto concreto. Noi metteremo in campo 15 milioni di euro, d’accordo con l’Ufficio scolastico andremo ad intervenire su questo parco fortissimo, elevatissimo della disoccupazione scolastica e cercheremo di lenire il disagio di famiglie.

Il Vicepresidente e il Presidente Loiero avranno difficoltà, sicuramente, a comprendere come mettere fuori gioco, poi, alcuni al posto di altri, perché penso che questo progetto non andrà a coprire l’intero bisogno delle unità che rimarranno senza lavoro. Diceva prima il Vicepresidente che, soprattutto per quanto riguarda i precari Ata, vi è una maggioranza schiacciante nel numero complessivo dei disoccupati che sono oggi in cantiere. Quindi questi progetti, poi, non so come andranno a superare questa differenza, che numericamente  molto acuita.

Comunque, auguro che si faccia quello che è possibile per lasciare meno gente possibile disoccupata, Vicepresidente, visto che parecchi non sanno come arrivare a fine mese.

Ieri mi ha fermato per strada un signore a Catanzaro, che non conosco – ricordo solo il paese, Gimigliano – che mi diceva: “Io sono uno che appartiene alla categoria Ata e che non so più come vivere perché ho tre bambini ed ora non ho di che mangiare”. Questa è una testimonianza reale, concreta che fa comprendere come questo atto del Governo nazionale  è arrivato in un modo violento e ha bloccato, dalla mattina alla sera, delle speranze, delle prospettive, comunque creando  – io direi – delle situazioni familiari pesantissime , che oggi, in una situazione di crisi ancora più acuita sotto alcuni aspetti da drammatici elementi, rischiano di non trovare uno sbocco per il prossimo futuro.

Allora, Vicepresidente, io le chiedo, anche riguardo a quello che diceva il collega di Rifondazione comunista, De Gaetano, di capire come insieme alle altre Regioni del Mezzogiorno si possa dire al ministro – non lo so se questo può essere un fatto costituzionale o meno – che il Sud non può sopportare questa decisione. E’ proprio il Sud che non può sopportarla, per come è strutturato, per come vive, purtroppo, questo periodo così difficile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista dell’assetto del territorio, cioè di tutta questa valanga di inquietudini sociali che stanno avvolgendo il meridione, soprattutto la Calabria e la Sicilia in questo periodo, poiché ci sono delle condizioni e delle precondizioni che non permettono al Sud e soprattutto alla Calabria di poter sopportare il contenuto di questo provvedimento governativo.

Ecco, bisogna sospendere per il Sud un provvedimento del genere e nel frattempo, comunque, Vicepresidente, chiedere che questi progetti che oggi la Calabria mette in campo con i fondi europei possano, da domani, in una prospettiva di lavoro e di riordino della scuola, diventare poi quantomeno progetti permanenti. Ecco, che il Governo possa prendere sulle sue spalle i progetti che la Giunta quest’anno mette in campo, perché probabilmente in questo modo si apre uno spiraglio.

Ecco, noi abbiamo anche difficoltà a proporre delle soluzioni, perché comprendiamo che è una cosa difficilissima, però – come diceva anche De Gaetano – se oggi questi progetti partiranno, che siano poi ripresi dal Governo come possibilità permanente, inquadrati in una visione del riordino scolastico in grado di portare una certezza che, ad oggi, è completamente perduta.

Non la voglio fare lunga, voglio solo esprimere il mio voto favorevole, il parere favorevole, sottolineare l’importanza di quello che sta facendo il Governo regionale e dire, Vicepresidente, che il Governo, proprio su questo modello della Regione, può aprire per i prossimi anni, secondo me, delle prospettive interessanti affinché questi progetti diventino parte essenziale di un progetto occupazionale più grande, che il Governo può continuare sulla scia dell’indicazione che oggi parte dal Governo regionale.

Finisco, ricordando – e lo dico al Presidente del Consiglio, al Vicepresidente Borrello che fa funzioni di Presidente – di chiedere al Presidente Loiero di portare, entro il mese di ottobre in questo Consiglio, per come ha promesso in una notte molto drammatica, forte che questo Consiglio ha consumato mesi fa fino alle cinque mattina, il famoso omnibus sui precari, che è stato annunciato a tutti i livelli e che i consiglieri regionali hanno spinto, perché ognuno ha riferito di situazioni reali, concrete che riguardano centinaia e centinaia di giovani che hanno acquisito dei diritti, che si sono spesi, che hanno oggi delle aspettative importanti.

Noi abbiamo bloccato tutto, dicendo che non avevano né sbagliato né fatto delle richieste assurde, abbiamo detto che in un unico documento avremmo cercato di assumere quello che era possibile assumere e con un provvedimento omnibus sul personale avremmo cercato di mettere la parola fine, per quello che è possibile fare, nel mondo del precariato calabrese.

Lo abbiamo detto, non possiamo prendere in giro le persone. Se non saremo in grado di farlo, ce ne assumeremo le responsabilità politiche; se saremo in grado di farlo, sicuramente ne avremo dei vantaggi, ma soprattutto i vantaggi li avranno tanti giovani che, dalla mattina alla sera, sono in mezzo alla strada, senza ad oggi avere un minimo di risposta.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, io voterò quest’ordine del giorno perché vedo in esso una maturità di comportamento da parte della Regione, cioè una Regione – ma parlo per tutti gli enti locali meridionali e in particolare calabresi – che non si limita a chiedere al Governo centrale, ma propone anche una sua collaborazione per risolvere determinati problemi.

Modestamente, è un vecchio pallino da parte mia ritenere che il rilancio nostro e del Mezzogiorno nel suo insieme dipenderà certamente dalla solidarietà del Paese, ma dipenderà anche dalle cose buone che noi sapremo fare nei campi di nostra specifica competenza.

Il mio augurio è che lo spirito che anima quest’ordine del giorno lo riscontreremo nei successivi punti all’ordine del giorno, soprattutto quando tratteremo di ambiente, perché anche in quel caso, insieme a legittime e sacrosante richieste al Governo di Roma, dovremo dire anche che cosa intendiamo fare noi come calabresi e quindi come Regione Calabria.

Non sto a disquisire sui punti a) e b) dell’ordine del giorno, che condivido pienamente, perché è giusto chiedere al Governo centrale con forza – e sono certo che il Vicepresidente in questa battaglia saprà coinvolgere tutte le Regioni italiane, soprattutto quelle meridionali – di riconsiderare questa sciagurata politica scolastica con riferimento all’anno in corso, ma soprattutto ancor di più con riferimento ai prossimi anni.

Quanto al punto c), è evidente che ci sarà il mio voto favorevole, però sento in quest’Aula il dovere di esprimere una mia considerazione non di pessimismo, ma di realismo politico per lo stato del sistema politico italiano in questo particolare momento.

Noi, addirittura, abbiamo assistito a sciagurati interventi di esponenti della Lega veramente offensivi di nostri corregionali o, comunque, di docenti dell’Italia meridionale. Mi chiedo, considerato lo stato attuale dei pesi democratici nel Parlamento italiano, se un Governo Berlusconi-Bossi andrà a riconoscere come punteggio valido per tutto il Paese lo stato di servizio di docenti che hanno eseguito dei progetti finanziati dalla Regione.

Sinceramente, a questo non credo, perché volendo vedere alcune conseguenze di un fatto del genere, è evidente che, essendo di provenienza meridionale la disoccupazione intellettuale in questo campo, nel momento in cui si acquisisce un punteggio attraverso i progetti, si può essere inseriti favorevolmente in graduatorie in altre regioni e in altre province del Paese.

Chiediamolo, ma io dispero che il Governo di centro-destra attuale possa far passare un principio di questo tipo.

Mi fermo un attimo sui progetti per esprimere alcune modeste considerazioni.

Quando, immeritatamente, ho ricoperto il ruolo oggi svolto anche con impegno dal Vicepresidente, mi ero permesso di sottoporre all’autorità europea un progetto che non avevamo chiamato “più scuola, ma “pre-post-scuola”. Praticamente, tenendo conto del fatto che nelle aree urbane, a volte, i bambini debbono uscire due ore prima e le mamme rientrano molto dopo la fine dell’orario scolastico, ma anche nei piccoli centri dove uno scuolabus, magari, prende un bambino alle sette e poi non si sa tra le sette e le otto e mezzo cosa succede, mi ero permesso di fare una proposta di questo tipo che mi fu bocciata, asserendo che non era finanziabile con i fondi europei.

Molto sinceramente, io non vedo una grande differenza tra il “pre-post-scuola” e il “più scuola”, diciamo che la filosofia dei provvedimenti è senz’altro similare. Allora mi permetterei – se posso farlo, non lo chiamo suggerimento perché potrei sembrare anche presuntuoso, un pensiero a voce alta – di pensare che è utile fortificare molto il concetto, l’aspetto formativo di questi corsi, perché per quanto io ne sappia – ma Cersosimo è più bravo di me in questa materia –, con il Fondo sociale europeo è difficile far passare qualcosa che possa suonare come sostegno al reddito, tant’è che a livello nazionale si sono utilizzati i fondi Fas, perché i fondi Fas sono fondi dello Stato italiano e ne fa quello che vuole. In questo caso, tutti sappiamo che con i nostri fondi Fas si sono finanziate le casse integrazione degli operai delle aree più forti dal punto di vista industriale del nostro Paese.

Quindi, siccome non è possibile con l’Fse sostenere il reddito, è evidente che va molto fortificato l’aspetto formativo.

Un’altra considerazione che mi permetto di fare – anche qui un pensiero a voce alta che non deve minimamente sembrare un suggerimento – è che, quando l’assessore Vicepresidente ha illustrato i bandi in itinere, ha parlato di punteggi e, sotto il profilo concettuale, io condivido questa impostazione, cioè che vengono favoriti i progetti che utilizzano più precari rispetto ai progetti che utilizzano professori interni a quell’istituto.

Io alla generosità ho finito di credere da molto tempo e, purtroppo, l’egoismo umano non prevale solo nell’elaborazione leghista, ma in una società così individualista come la nostra è quasi illusorio pensare che ci possa essere una spinta solidale e che non prevalgano gli egoismo individuali. Allora stiamo attenti, perché il bando, così impostato, potrebbe ledere l’autonomia scolastica.

L’autonomia scolastica, come ben sappiamo tutti, è un principio ormai tutelato dal punto di vista costituzionale e quindi non v’è dubbio che graduatorie di progetti che vedessero l’esclusione di alcuni istituti, sulla base del principio che utilizzano più precari rispetto agli interni, potrebbe essere impugnate sotto il profilo di una lesione dell’autonomia scolastica.

Allora mi permetterei di affermare, sempre pensando a voce alta, che sarebbe opportuno una preliminare concertazione che porti ad un documento formale sottoscritto dall’Ufficio scolastico regionale e, in ogni caso, dalle organizzazioni sindacali. Certamente un verbale di questo tipo poi non potrà impedire al professore Principe – metto il prof. prima di Principe in via esemplificativa per il ragionamento che sto svolgendo – di proporre ricorso al Tar, però quantomeno noi introduciamo una solidarietà non dico istituzionale, ma di ampio respiro, nel momento in cui questo viene sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e ben sappiamo – voglio concludere con un’affermazione molto personale – quanto contino i sindacati nel mondo della scuola, contano a tal punto che, secondo alcuni, questa forza sindacale nel settore che ha prodotto anche qualche guasto.

Io non la penso in questo modo, ma facciamo sì che questo prestigio del sindacato nel mondo della scuola eviti una guerra fra chi è più povero e chi, magari, pensa di star meglio e di mettere in piedi il proprio egoismo, ma con una lesione complessiva della spinta ad una crescita della nostra regione che, naturalmente, potrà avvenire se i giovani avranno una formazione più compiuta di quella che hanno avuto tuttora e nel recente passato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Tripodi Michelangelo. Ne ha facoltà.

Michelangelo TRIPODI, assessore all’urbanistica e alla gestione del territorio

Brevemente, ma credo che il dibattito sulla scuola non possa essere un dibattito che lascia il tempo che trova, nel senso che è giusto che ognuno si pronunci a partire dall’ordine del giorno. Io condivido lo sforzo e voterò a favore dell’ordine del giorno presentato, però mi sembra giusto fare alcune considerazioni su quello che è il futuro della scuola italiana e della scuola calabrese che immagina e prefigura il ministro Gelmini.

Voglio ricordare che la Finanziaria dello scorso anno ha avviato un processo che, di fatto, taglia complessivamente circa 8 miliardi di euro, 16 mila miliardi di vecchie lire, dai finanziamenti destinati alla scuola pubblica italiana.

Intanto c’è qui un grande problema: è immaginabile un futuro serio, credibile per un Paese che decide non solo di non investire più nella scuola e nella ricerca, ma che addirittura cancella dagli investimenti una cifra così enorme che ammonta, appunto, a 8 miliardi di euro nel giro di tre anni?! Perché poi la vicenda di cui parliamo che è il risultato della condizione per cui oggi siamo qui a discutere, cioè il fatto che in Calabria mancano 4 mila posti di lavoro, vengono cancellati 4 mila posti di lavoro precario, di docenti e di personale Ata, è la conclusione di questa scelta.

E la scelta è quella appunto di disinvestire nella scuola pubblica, di avere una scuola che, quindi, rompe con il binomio qualità ed equità, che è il binomio che aveva costruito la riforma scolastica e la scolarizzazione di massa in questo Paese e che, attraverso il processo della scolarizzazione di massa, aveva consentito a tanti figli di lavoratori, a tante espressioni sociali, che fino a quel momento erano cancellate dall’accesso anche ai più alti gradi di istruzione, di poterlo fare in quel momento e che certamente oggi, con i processi che si aprono, si rimettono tutti in discussione.

Allora qui c’è un taglio sociale, classista – voglio dirla questa parola perché mi sembra giusto affermarlo in questa sede – perché non c’è dubbio che la ricaduta di una scelta di questo genere sicuramente produrrà guasti sociali enormi, amplierà le iniquità, creerà diseguaglianze sociali, produrrà una condizione per cui il giovane calabrese avrà meno strumenti, meno opportunità, meno chance di poter accedere ai livelli più alti dell’istruzione rispetto al suo coetaneo lombardo o veneto.

Allora, rispetto a questo, c’è un ragionamento che ha come punto terminale la questione della precarietà e certamente noi abbiamo il dovere di impegnarci e di fare fino in fondo la nostra parte, di dare una risposta, lo voglio dire, perché sicuramente la Calabria deve fare la sua parte, deve tentare di dare una risposta, intanto, in termini di miglioramento della qualità del servizio, che poi significa progetti anche che coinvolgano i lavoratori precari che hanno perso il posto e che non sono stati più nominati dai provvedimenti della Gelmini, ma in un contesto nel quale, ed è giusto e necessario sottolineare questo aspetto, noi facciamo uno sforzo per dire che non ci può essere uno scaricabarile. Noi non possiamo accettare l’idea che qualcuno ha cercato di far passare il fatto, che siccome il ministro e il Governo hanno fatto la controriforma della scuola italiana, a un certo punto è la Regione che si deve fare carico del problema. Io non accetto questa logica e noi dobbiamo avere la capacità e la forza di rigettare e respingere questo tentativo.

C’è una scelta grave che è stata fatta, che azzera e abbassa notevolmente i livelli e la qualità del servizio scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno e in Calabria, perché questa è l’altra faccia del provvedimento della controriforma Gelmini, è una faccia antimeridionalista e anticalabrese.

Dentro questo non possiamo dire: “Se ne fa carico la Regione”. La Regione farà i progetti, io sono d’accordo con le indicazioni contenute nell’ordine del giorno, ma non può essere messa la museruola, non possiamo abbassare la guardia rispetto al tema vero che è di una modifica, di un cambio dei provvedimenti del Governo nazionale. Sono assolutamente convinto su questa questione.

Allora, la domanda che pongo e mi pongo: noi diciamo nell’ordine del giorno “invitiamo il Governo nazionale ad un ripensamento della politica scolastica”. Mi auguro che ci sia questo ripensamento e credo che la data ultima per questo ripensamento debba essere considerata la Finanziaria 2010, lì verificheremo se il Governo deciderà – me lo auguro, ma non ci credo, è l’ultima data utile - di modificare i provvedimenti per l’anno scolastico 2010-2011.

Se questo non avverrà, credo che un’iniziativa forte dovremo assumerla come Regione Calabria, conseguenza ovviamente della mancata risposta e del mancato ripensamento, perché è giusto auspicare il ripensamento, ma se questo non avviene, lo dobbiamo dire ed io sono convinto che dobbiamo fin d’ora lanciare un segnale.

De Gaetano diceva: “Promuoviamo il referendum”. Quella può essere una strada e, se la Finanziaria 2010 non darà una risposta in termini di inversione di tendenza, non cambierà passo, non assumerà un cambiamento di rotta, non c’è dubbio che ci sarà il problema di mettere in discussione alla radice il provvedimento del Governo. Non c’è dubbio, abbiamo un potere, insieme ad altre quattro Regioni, quello di poter promuovere un referendum abrogativo. Secondo me in quel momento, se dovesse porsi questa questione, si porrà la necessità di un’iniziativa forte anche a livello regionale in quella direzione.

La seconda questione, lo voglio dire perché a me sembra importante sottolinearlo, è giusto dare queste risposte. Io non so se sarà confermato quello che diceva l’onorevole Principe, è probabile che abbia ragione, che il punteggio non venga dato da un Governo leghista che ha un altro orientamento, un’altra, che quindi, certamente, sarà difficile che accetti che abbiano valore i corsi regionali e che possano dare punteggio valido su tutto il territorio nazionale, però credo sia giusto porla questa questione, anzi sollecitarla, impegnarsi per garantire che quello sia un lavoro utile e buono, proficuo e che possa dare anche possibilità di crescita in termini anche di punteggio e di graduatoria.

Una cosa mi permetto di dire, se è possibile, anche una valutazione del Vicepresidente del Consiglio regionale rispetto all’ordine del giorno, cioè nella premessa, l’ultimo periodo, chiederei una rivalutazione e una riformulazione, perché qui c’è scritto “pur nella consapevolezza che i provvedimenti richiamati rientrano nell’ambito di un processo riformatore”.

Allora mi permetto di dire che sono convinto che i provvedimenti richiamati, cioè i provvedimenti della Gelmini, non rientrano in un ambito e in un processo riformatore, quindi chiederei che su questo punto ci fosse una riformulazione.

Capisco anche l’obiettivo di arrivare a votare un ordine del giorno unitariamente nel Consiglio regionale sia da parte della maggioranza che della minoranza, ma certamente vorrei che non si desse, così come non si fa una critica di fondo, ma non si dà neppure una patente di rinnovamento o di riforma a quello che, invece, è un processo controriformatore e che, dunque, sta mettendo in discussione diritti fondamentali, il diritto alla scuola pubblica.

Quindi mi permetterei, se è possibile, se si ritiene accessibile un’operazione del genere, di affrontare in termini anche diversi con una riformulazione di questo periodo, per il resto, personalmente, mi dichiaro favorevole e voterò l’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Anch’io sento la necessità di intervenire su una questione molto importante che riguarda la Calabria, il Mezzogiorno, l’Italia; riguarda, intanto, un settore importante del nostro tessuto sociale, la scuola, dove gli indicatori ci dicono che si è abbassato il livello della qualità, un settore dove bisognerebbe investire perché la scuola rappresenta il futuro, la conoscenza, la formazione. Un Paese che si proietta in avanti ha necessità di dare risorse, di investire su un settore importante che riguarda la ricerca, la formazione delle future classi dirigenti. Invece noi abbiamo assistito ad una penalizzazione continua, ad una riforma continua che ha investito il mondo della scuola rispetto ad un impianto vecchio che la scuola aveva, la riforma Gentile, che con limiti, quindi con luci ed ombre, aveva formato tantissime classi dirigenti, tante generazioni.

Purtroppo, oggi, la scuola non è più quel settore prioritario, non si annette quell’importanza che dovrebbe avere, quindi il Governo risana la compagnia di bandiera, l’Alitalia, dove gravitavano 7-8 mila lavoratori con 300 milioni di euro che preleva dalle tasche dei cittadini, indirettamente, costruisce delle società per salvare il posto di lavoro, giustamente, di questi lavoratori, però se noi accorpiamo due sole regioni, parliamo della somma dei lavoratori dell’Alitalia.

Rispetto a questo problema il Governo, dopo continui incalzamenti che ha avuto dagli stessi lavoratori, dalle organizzazioni sindacali, da un fermento che c’era di ribellione nella società, fa un decreto “salva precari” che, però, non risolve il problema, perché il decreto “salva precari” risolve in parte il problema di questi lavoratori, a cui va la nostra solidarietà, la nostra vicinanza, il rispetto, perché parliamo di persone che sono precarie da decenni, di gente addirittura che va in pensione senza avere il ruolo. Questo significa che c’è gente che lavora nel comparto della scuola, sia personale docente che personale Ata, che va in pensione con lo stipendio base, senza altre certezze e che, quindi, di anno in anno, anche dopo i cinquant’anni non sa se quel famoso incarico viene rinnovato.

Quindi io penso che l’aver voluto tagliare questi posti per riformare l’istruzione, soprattutto per quanto riguarda la scuola elementare col ritorno al maestro unico, sia stata una scelta scellerata, per cui fa bene il Vicepresidente a pensare come intervenire verso questo comparto strategico e importante.

Si è intervenuti con la teacher card che riguarda i docenti migliori, che quindi possono migliorare la loro formazione, il loro aggiornamento, ma io condivido questo progetto “scuola più” che parte dai ragazzi, con una somma importante, con 15 milioni di euro, perché è importante che si diano risposte anche nel campo della formazione, soprattutto in una regione come la nostra, dove c’è tanto disagio sociale.

Quindi è importante che si lavori nella dispersione scolastica, si lavori sulle lingue, vicino alle famiglie che hanno portatori di handicap, a sostegno di questi ragazzi.

E condivido l’ordine del giorno, soprattutto nella parte in cui si chiede al Governo di riconsiderare i tagli prodotti da questa riforma e, addirittura, anche una riconsiderazione dei tagli previsti nelle Finanziarie che verranno.

E’ importante che il Governo possa valutare la possibilità di attribuire il punteggio a chi non rientra nel decreto “salva precari” e che rientra a far parte di questi progetti. Ma una cosa che mi permetto di suggerire all’assessore è quella di considerare anche la possibilità di attingere ad ammortizzatori sociali per quei lavoratori che accederanno al progetto “più” e che poi, magari, finiranno dopo tre, dopo cinque, dopo sei mesi. Quindi è giusto che a questi lavoratori sia attribuita questa certezza, che avevano se magari prestavano supplenza in una scuola in qualità di personale Ata, in qualità di personale docente.

Pertanto io, a quest’ordine del giorno, ai punti a), b) e c) inserirei anche quello relativo agli ammortizzatori sociali, alla disoccupazione, perché se noi facciamo una richiesta al Governo che, in un certo senso, fa un’equiparazione del servizio prestato nei corsi e se si maturano i punti, se c’è un ripensamento dei tagli previsti nella Finanziaria, è importante che sia chiesto anche questo della disoccupazione, dell’estensione degli ammortizzatori sociali anche a questi lavoratori che, altrimenti, si vedranno penalizzati rispetto ad altre persone che lavorano e che, dopo aver finito un breve periodo di lavoro, hanno una copertura che garantisca loro un minimo di vita dignitosa, perché noi parliamo di gente che lavora da dieci-quindici anni nel mondo della scuola, che ha famiglia, di 45-50 anni, per garantire a queste famiglie un minimo di certezza.

Quindi do il mio voto favorevole e penso che noi, come Regione, dobbiamo alzare la voce non solo su un problema importante come questo, ma anche sull’altro problema che affronteremo dopo, perché Berlusconi, dove vuole, va, ripiana debiti di Comuni, dove vuole va, giustamente, inaugura le case a favore dei terremotati, è andato in Sicilia dove, purtroppo, sono venute meno vite umane in seguito a un tragico evento, ma è giusto che il Governo Berlusconi presti attenzione a una regione dove questo governo ha preso una messe di voti, ma chiaramente non c’è un’attenzione giusta, forse perché non c’è all’interno della deputazione parlamentare di quel partito il peso giusto o, forse, perché verso la Calabria c’è un pregiudizio e non si vuole intervenire.

Quindi oggi con questi due punti, con quest’approvazione dell’ordine del giorno e poi con la questione relativa alla questione ambientale, noi facciamo bene ad alzare la voce come assise regionali, come rappresentanti dei calabresi rispetto a un Governo sordo e che ha dimenticato non solo il Mezzogiorno, ma soprattutto la Calabria.

PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare. La parola al Vicepresidente Cersosimo per la replica.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Solo qualche piccolissima puntualizzazione per provare a diradare un po’, probabilmente, di incapacità mia ad esprimere bene il testo di questo ordine del giorno e anche nella mia esposizione più generale.

Questi provvedimenti del Governo nazionale colpiscono, purtroppo, innanzitutto le donne, perché – come sappiamo – nel nostro Paese, a differenza di tanti altri Paesi, la percentuale di donne occupate nel settore della scuola è altissimo, soprattutto nella scuola dell’infanzia, nelle scuole primarie; bisogna arrivare alle scuole secondarie di secondo grado per trovare un qualche equilibrio tra lavoratori maschi e lavoratrici donne. Dunque i primi colpiti saranno le donne.

Il secondo colpito è il Mezzogiorno, e la Calabria insieme adesso, per un motivo semplice che dovrebbe essere – l’abbiamo detto l’altra volta nella Conferenza dei capigruppo – un motivo di riflessione seria per tutti, per l’istituzione e per la politica italiana e in particolare per la politica e i politici meridionali: il Mezzogiorno e la Calabria sono alle prese con una crisi demografica gravissima. Annualmente, noi perdiamo migliaia di ragazzi dalle nostre scuole. Anche quest’anno, insieme agli altri anni passati, si sono iscritti migliaia di ragazzi in meno nelle nostre scuole: l’infanzia prima e primarie dopo.

Nell’ultimo decennio, la Calabria ha perso ben 60 mila alunni, una cifra enorme. Pensate, quest’anno si sono iscritti alle elementari 94 mila bambini, invece nei nostri licei si sono iscritti 114 mila ragazzi e ragazze, ovverosia tra vent’anni avremo altri 20 mila ragazzi in meno che frequentano il liceo.

Tutto questo perché il tasso di fertilità delle nostre donne si è allineato ai tassi di fertilità delle donne del nord. Per molti decenni i nostri tassi erano più alti, adesso si sono allineati e i tassi di fertilità del nord sono tra i più bassi in tutto il mondo occidentale. Dunque, da noi nascono molto meno bambini, le nostre classi sono sempre più magre sotto il profilo degli alunni e si determina un qualche surplus di lavoratori nella scuola.

Per di più da noi, nel Mezzogiorno, a differenza del centro-nord, soprattutto del nord, questo deflusso di ragazzi nelle scuole non è compensato dall’afflusso di ragazzi immigrati. Dieci anni fa, nella scuola italiana, c’erano 60 mila studenti stranieri, oggi ce ne sono 600 mila; nella nostra scuola ce ne sono soltanto 8 mila, pari al 2 per cento, in Emilia Romagna siamo al 16, in Lombardia al 18 per cento. Dunque lì le classi sono belle piene, gli edifici sono pieni, da noi le poche classi che reggono aumentano il numero di studenti per effetto di questi provvedimenti, ma nel loro insieme i nostri istituti perdono alunni.

Questo è un problema strutturale ed è – lo vorrei dire soprattutto al collega Tripodi – uno degli aspetti di difficoltà storica della scuola meridionale.

Se non cambieranno i trend demografici, la nostra scuola avrà seri problemi di governo nei prossimi anni, e non solo la scuola, naturalmente, perché quando in una società si riduce fortemente il peso dei bambini e dei ragazzi, sono inevitabilmente società in declino. Su questo dovremmo fare una riflessione collettiva molto approfondita.

Il riconoscimento del punteggio: su quello sono relativamente ottimista, intanto perché nel decreto del Governo ai lavoratori coinvolti nelle supplenze e ai lavoratori coinvolti nei progetti finanziati dalla Regione, il Governo riconosce il punteggio, cioè al comma 4 il decreto riconosce il punteggio ai lavoratori, anche a quelli coinvolti in progetti di sostegno della formazione a finanziamento regionale.

Dunque, questo provvedimento del Governo mi fa essere relativamente ottimista sul fatto che noi potremo far riconoscere dal ministero il punteggio per i lavoratori coinvolti nei nostri progetti.

Per di più, così come hanno fatto le altre Regioni, in particolare la Sicilia, la Sardegna, il Molise, la Lombardia e il Veneto, che hanno formato uno specifico protocollo d’intesa tra il ministero e l’assessorato alla pubblica istruzione, è previsto in questi cinque protocolli che, qualora le Regioni attivino dei progetti che coinvolgono lavoratori nel bacino di precariato, a quei lavoratori per il monte ore erogato verrà riconosciuto il punteggio.

Noi, come le altre Regioni, abbiamo stoppato questi processi di firma dei protocolli, perché vorremmo che tutte le Regioni complessivamente affrontassero il problema col ministro Gelmini. Non vorremmo rompere il fronte delle Regioni, tant’è che una delle discussioni col Governo da parte di tutte le Regioni, uno dei punti critici da parte di tutte le Regioni è proprio la scuola.

Abbiamo tre punti che stiamo discutendo col Governo e abbiamo bloccato la Conferenza Stato-Regioni dal mese di giugno, che sono la sanità, i fondi Fas e la scuola. Nella prossima settimana le Regioni, i Presidenti delle Regioni dovrebbero avere finalmente un incontro risolutivo col Governo, in particolare col premier Berlusconi e il problema della scuola sarà uno dei tre punti forti di polemica e criticità tra tutte le Regioni e il Governo.

Quindi nella Conferenza Stato-Regioni siamo intervenuti molto. Il fronte un po’ si è rotto all’inizio, perché alcune Regioni del Mezzogiorno – ripeto – in particolare Sicilia, Molise e Sardegna, hanno già fatto dei protocolli col Governo, la Regione Calabria si è rifiutata di far protocolli allo stato, anche perché fare protocolli tutti a carico delle Regioni e senza nessun impegno formale e sostanziale da parte del Governo sembra un protocollo asimmetrico.

Per esempio, giusto per sottolinearlo, il Governo ci ha sottratto 1 miliardo e mezzo di fondi Fas per la scuola alle quattro Regioni convergenti. Noi vorremmo che in questo protocollo il Governo rimettesse almeno una parte di quei soldi sottratti alle Regioni.

Concludo, riferendomi in particolare alle ottime, generose e intelligenti osservazioni del consigliere Principe sul “pre-post-scuola” e ringraziamo per questi suggerimenti. Naturalmente, sarebbe quella la soluzione, cioè pensare ad una scuola, a un ciclo lungo di formazione, pre e post. Ma quelle – come lo stesso consigliere Principe ha sottolineato – sono attività ordinarie della scuola, dove le Regioni non possono intervenire con proprie risorse e neppure con propri strumenti.

Piuttosto, tutto ciò che è recuperabile nel pomeriggio, quindi definiamo “post scuola”, tutto ciò che è a sostegno dell’attività formativa dei ragazzi in ore non scolastiche ordinarie, tutto quello è recuperabile e quindi sicuramente, a parte le ragioni lessicali, sarà fatto senza nessun problema.

Diverso sarebbe se noi avessimo fondi di bilancio: per esempio, la Regione Sardegna in questa fase ha preso 22 milioni dai propri fondi di bilancio e li ha destinati all’attività corrente della scuola. Non avendo noi un bilancio disponibile per questa operazione, siamo costretti a far ricorso all’unico panierone che abbiamo che sono i fondi comunitari e questi, purtroppo – come tutti sapete più di me – hanno un’applicazione abbastanza rigida che non ci consente libertà e flessibilità di impegni come noi vorremmo e potremmo fare.

Quindi nessun sostegno al reddito, che non possiamo fare, ma sostegno indiretto al bacino.

Ripeto ancora una volta, la nostra ossessione – per questo la Commissione europea ci dà dei quattrini – il nostro problema sono le competenze dei nostri ragazzi, che nella media sono relativamente più modeste di altri contesti dei ragazzi lombardi e ancora di più dei ragazzi inglesi o norvegesi.

Quindi con quei quattrini a sostegno delle attività di apprendimento dei nostri ragazzi, attraverso questo meccanismo, possiamo recuperare in parte almeno i gravissimi problemi occupazionali determinati da quei provvedimenti del Governo nei confronti dei lavoratori.

Dunque i progetti sono progetti delle scuole, in autonomia le scuole fanno i progetti sulla base del bando regionale. Quello che conta per noi è la qualità del progetto, il conseguimento degli obiettivi strategici individuati dal Por e dunque dall’avviso, il conseguimento dei risultati in termini di formazione e di miglioramento permanente delle matematiche, delle lingue, delle scienze e di tutte le materie fondamentali che mostrano un qualche gap formativo dei nostri ragazzi rispetto agli altri.

Vorremmo aggiungere, rispetto agli altri anni, un altro criterio nella griglia: che verranno privilegiati non in modo assoluto – come dice il Governo – quindi in termini relativi, quei progetti che più di altri faranno riferimento al bacino dei precari.

Noi dovremmo avere una qualche attenzione sociale, è quasi dovuta, è quasi un dovere civile per noi pensare che, quando una categoria di lavoratori è in difficoltà, fermo restando che l’obiettivo è il miglioramento delle capacità dei nostri ragazzi, dovremmo provare, perseguendo quell’obiettivo, anche a lenire qualche difficoltà sociale che noi non abbiamo creato.

Quindi, nell’ambito dell’autonomia delle scuole, possiamo mettere un qualche orientamento affinché delle scuole che, a parità di capacità e di qualità progettuale, privilegino lavoratori che, ahinoi, purtroppo, sono incappati in una disavventura quest’anno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, leggendolo, l’ordine del giorno:

“Il Consiglio regionale

ascoltata la relazione del Vicepresidente della Giunta regionale prof. Domenico Cersosimo, che ha evidenziato forte preoccupazione per i provvedimenti governativi in materia scolastica che stanno determinando ripercussioni gravi sui livelli occupazionali e formativi in una regione già condizionata da criticità strutturali;

preso atto delle notizie dallo stesso Vicepresidente fornite al riguardo delle presunte perdite di posizioni lavorative nel sistema scolastico regionale, stimate in circa quattromila tra personale docente e personale Ata;

considerate le evidenti difficoltà sociali ed educative che da una situazione così esposta ne deriverebbero;

pur nella consapevolezza che i provvedimenti richiamati rientrano nell'ambito di un processo riformatore che non può non tenere conto delle difficoltà storiche registrate nel tempo nel mondo della scuola;

chiede al Governo

un ripensamento della politica scolastica che riconsideri i tagli prodotti, contestualmente esaminando la possibilità di assumere provvedimenti a sostegno del reddito del personale scolastico precario, venutosi a creare nel corrente anno scolastico;

una riconsiderazione per i prossimi anni dei tagli previsti nel sistema scolastico nazionale;

il riconoscimento del punteggio ai lavoratori precari della scuola calabrese coinvolti nei progetti scolastici finanziati con risorse regionali.

Il Consiglio regionale

sollecita, altresì, la Giunta regionale della Calabria, se del caso in cooperazione con il Governo nazionale, a mettere in campo tutte le azioni e gli interventi a sostegno delle capacità e delle competenze dagli studenti della Regione Calabria, anche attraverso il coinvolgimento in specifici progetti scolastici dei lavoratori precari della scuola regionale”.

(Il Consiglio approva)

Progetto di legge n. 416/8^ di iniziativa dei consiglieri Incarnato, Serra, Gentile, Nucera, Cherubino, M. Tripodi, Trematerra, Abramo, De Gaetano, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 28 del 2008”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto che riguarda la proposta avanzata dalla Giunta e dall’insieme dei capigruppo riguardo ai sorveglianti idraulici: progetto di legge n. 416/8^ di iniziativa dei consiglieri Tripodi Michelangelo ed altri, recante – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 28 del 2008”.

E’ una proposta che consta di quattro articoli, non ha bisogno di delucidazioni, per cui si passa all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Le ho chiesto la parola per chiederle di inserire all’ordine del giorno di questo Consiglio una proposta di legge firmata da tutti i capigruppo presenti in Consiglio regionale, che è l’istituzione dell’elisoccorso presso l’azienda ospedaliera dei Riuniti di Reggio Calabria.

Ne abbiamo discusso tutti i capigruppo, siamo d’accordo, quindi le chiederei di inserirla all’ordine del giorno di questa seduta.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge sullistituzione dell’elisoccorso presso l’azienda ospedaliera dei Riuniti di Reggio Calabria.

(Il Consiglio approva)

Dibattito sull’emergenza ambientale rappresentata dal ritrovamento di una nave affondata al largo di Cetraro

PRESIDENTE

Passiamo al punto che riguarda il “Dibattito sull’emergenza ambientale rappresentata dal ritrovamento di una nave affondata al largo di Cetraro”.

Ora andiamo a discutere il punto centrale della seduta. Se i colleghi me lo consentono, vorrei che questa parte della discussione non si aprisse in maniera burocratica e, prima di dare la parola all’assessore Greco, consentitemi alcune brevi, per quanto schematiche, osservazioni.

Come i colleghi sanno, la seduta odierna del Consiglio regionale è il risultato di tre Conferenze dei Presidenti dei gruppi consiliari, le ultime due svoltesi alla presenza dell’assessore Greco, in cui è stato deciso di porre come unico punto all’ordine del giorno dei lavori l’emergenza ambientale nella nostra regione.

Anche se i problemi e gli interventi necessari rientrano, secondo quanto stabilisce l’articolo 117 della Costituzione, nelle materie di competenza esclusiva dello Stato, abbiamo avvertito il dovere di portare la questione all’interno di quest’Aula consiliare. Una tale decisione scaturisce sia da un  atto di responsabilità verso le comunità calabresi, sia dalla coerenza con un’impostazione sistematica, che ha visto già questo Consiglio regionale protagonista attivo anche rispetto ad altre vicende riguardanti la Calabria, pure quelle di stretta competenza del Governo nazionale.

Ricordate, colleghi? Basta ricordare le sedute del Consiglio e le risoluzioni formali finalizzate allo stanziamento di risorse regionali nell’ambito del Piano sicurezza per contrastare l’emergenza criminalità in Calabria, con cui è stato possibile acquistare mezzi delle forze dell’ordine e realizzare il servizio di video-sorveglianza nelle nostre principali città, materia su cui avrebbe dovuto provvedere in via esclusiva il Governo e, in particolare, il ministero degli interni.

Ed ancora, va sottolineato l’impegno dell’Assemblea perché, a livello regionale, venissero stanziati 800 milioni di euro per il dissesto idrogeologico dopo l’alluvione che nel gennaio scorso colpì la Calabria, causando morte e distruzione in seguito alla frana sull’autostrada Rogliano, una vicenda che richiama alla mente la tragedia che appena pochi giorni fa ha sconvolto la dirimpettaia provincia di Messina, in particolare Giampilieri Superiore e Scaletta Marea, alle cui comunità – così come all’inizio della seduta – rinnoviamo i sensi del nostro cordoglio e della nostra solidarietà.

Infine – e questa è storia assai recente – pur mancando anche in quel caso una competenza specifica in materia, una funzione attiva è stata esercitata, quando nell’agosto scorso una marea nera liberata da mercantili che hanno dolosamente ripulito le stive nello Ionio si è riversata sulle coste della Locride, con tonnellate di catrame accumulatesi sulle nostre spiagge.

Oggi questa Assemblea vuole continuare ad esercitare il proprio ruolo responsabile ed attivo nei confronti della comunità calabrese; intende farlo senza creare allarmismi, ma approfondendo in maniera assai rigorosa le diverse situazioni di fatto che pongono problemi davvero assai seri, dall’aumento di casi di neoplasia riscontrati in alcune aree della regione, alle discariche nocive a cielo aperto, alle indagini condotte dalla magistratura inquirente che, in passato col dottor Neri ed oggi col dottor Giordano, stanno facendo emergere in tutta evidenza la drammatica realtà delle cosiddette “navi a perdere”.

Questa volta, cari colleghi, l’intervento del Consiglio regionale risulta ancora più necessario, alla luce dei rischi in atto, rischi che sono diversi e più gravi rispetto a quelli affrontati nel passato, perché non si limitano a produrre effetti contingenti, ma potrebbero mettere in discussione la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini di oggi e di domani, oltre a depauperare questa regione di alcune delle sue risorse fondamentali.

La tutela del paesaggio, il risanamento dell’assetto del territorio, la difesa del mare sono necessari e vitali, assieme agli investimenti in conoscenza e alla valorizzazione del capitale umano, per sfruttare appieno il formidabile giacimento di cui disponiamo e al quale dobbiamo attingere per costruire il futuro della Calabria

Vicende come quelle delle fabbriche ormai chiuse, delle scorie tossiche e delle discariche a cielo aperto a Crotone, ma anche a Praia e in altri siti della nostra regione, rivendicano, oggi più che mai, una capacità inedita di affrontare la questione all’unisono, con uno spirito di coesione che coinvolga, al contempo, l’intera comunità regionale e il complesso del sistema istituzionale calabrese.

Nella seduta di oggi, così come spiegherà nel corso della sua relazione che terrà da qui a poco l’assessore Greco, saranno illustrate tutte le misure atte ad accertare la reale entità dei pericoli per la salute dei cittadini calabresi e per l’ecosistema regionale.

Al contempo, chiederemo con forza che il livello nazionale esca dall’inerzia e dal silenzio, assumendosi le proprie responsabilità ed adottando tutti i provvedimenti, che sono ormai divenuti indifferibili ed urgenti per affrontare questa emergenza.

I lavori odierni dovranno consentire una riflessione ulteriore sul modo in cui stimolare e coinvolgere direttamente in questa delicatissima tematica anche i nostri corregionali che vivono all’estero, sulle iniziative finalizzate a sostenere e rafforzare il ruolo attivo della comunità scientifica e culturale italiana, in cui alcuni autorevoli rappresentanti stanno già contribuendo alla complessa attività di verifica, infine per sollecitare sull’argomento una forma di protagonismo da parte di tutta la rappresentanza calabrese nel Parlamento della Repubblica.

In un siffatto contesto, questa Presidenza, anche alla luce della risoluzione finale che oggi sarà adottata dal Consiglio regionale, intende agire e continuare ad agire attivamente e con sistematicità, affinché tale progetto possa dispiegarsi in maniera piena ed efficace, al fine di contribuire nei confronti della comunità regionale ed ottenere quelle risposte necessarie ed urgenti per restituire tranquillità e fiducia ai cittadini calabresi.

Inizia la discussione, la parola all’assessore Greco per la relazione introduttiva.

Silvio GRECO, assessore alle politiche ambientali

E’ già passato un  mese ormai  dalla scoperta su un fondale di 487 metri, a 11,8 miglia dalle acque calabresi, quindi in piena acque territoriali, di questa nave che è stata costruita, presumibilmente, tra gli anni ’50 e ’60, e questo lo si evince dalla struttura dello scafo, che non presenta paratie a bullonatura, che era la tecnica utilizzata prima di quegli anni, ma delle paratie lisce, saldate e, tra l’altro, una caratteristica particolare anche sulla prua, rispetto al castello di prua, nonostante proprio a prua sia evidente uno squarcio che presenta un’estroflessione esterna delle lamiere, quindi è uno squarcio di un’evidente esplosione dall’interno verso l’esterno, e questo unito alla misura della nave di circa 108 metri e della larghezza e della presenza di due stive ben distinte e separate, la rende compatibile a quello che la Procura di Paola ritiene possa essere il relitto della Cunsky”.

E’ evidente che a questo Consiglio e alla Giunta regionale non interessa se questa sia o non sia la “Cunsky”, quello che interessa è che la tipologia di affondamento della nave, la presenza di fusti che normalmente vengono utilizzati – a detta della Procura della Repubblica di Paola – per lo stoccaggio di materiale tossico crea – ritengo legittimamente – in tutta la popolazione calabrese, e non solo, un particolare allarme.

Voglio brevemente analizzare quali sono gli scenari rispetto alla possibile “contaminazione” di quello che i biologi marini chiamano il batiale profondo, che non è altro che l’area compresa tra la profondità dei 350 metri e i 700 metri.

Questo ecosistema è fragilissimo dal punto di vista ecologico, perché proprio per la profondità, 500 metri circa, e proprio per la pressione, 50 atmosfere, vede la strutturazione di reti trofiche complesse e delicate nello stesso tempo, perché gli organismi che vivono a questa profondità – per capirci, per esempio, i crostacei, i gamberi rossi o gli scampi, il Nephrops norvegicus o altre specie batiali demersali – vivono a stretto contatto con il fondo.

Questo stretto contatto con il fondo – da qua il termine demersale – fa sì che tutti i livelli di contaminazione possibili passino, in un modo o nell’altro, nella rete trofica, quindi significa che passano in questi organismi, questo ammettendo e sperando che si tratti di rifiuti tossici, quelli che vengono chiamati Pop, organici persistenti, per esempio a questa categoria appartengono numerose specie, dalle diossine, diossine simili, metalli pesanti e quant’altro, che sono appunti dei contaminanti del sistema.

Se, invece, fossero altre cose, è evidente che il problema si sposta sul livello molto più preoccupante, perché in caso di altro, si parlerebbe di una contaminazione che, addirittura, entra nella modifica del Dna degli organismi. Questo significa, in termini di perdita di biodiversità e di alterazione dell’ecosistema demersale, un danno che si può tranquillamente considerare incalcolabile.

A questo fine, dalla Giunta regionale – e mi auguro anche dal Consiglio – è partita la richiesta al Governo nazionale di caratterizzare e bonificare in tempi rapidi il relitto che, per comodità, chiamiamo di Cetraro. Dico per comodità, proprio perché il discorso che ho appena fatto evidenzia come non si possa limitare ad un esclusivo problema di contaminazione delle acque nazionali italiane, perché le probabili nature del carico, la collocazione di quello nell’intero ecosistema marino, fa sì che una possibile contaminazione interessi l’intero bacino mediterraneo.

Su questo problema si innesca, alla luce di questo rilevamento, si sta vedendo e si è visto con occhi diversi anche i dati che la Procura di Paola aveva presentato per i territori relativi al greto e al corso del torrente Uliva nei comuni di Serra d’Aiello, Aiello e Cleto, perché è evidente che l’individuazione di questo relitto, in qualche modo, riprende tutta una serie di dichiarazioni che sottolineano la necessità di approfonditi studi nel greto di questo torrente, anche alla luce di una dichiarazione pubblica l’altra sera ad Amantea, in mia presenza ed in presenza di centinaia e centinaia di persone, di una ragazza che ha dichiarato, testualmente, che lei ricorda benissimo la presenza di fusti alti 1 metro 10, 1 metro 20 di colore blu che venivano interrati in quell’area.

Questo, ovviamente, ci costringe anche qua ad una riflessione che è quella che, al più presto, il Governo debba intervenire per caratterizzare e mettere in sicurezza l’area.

Voglio precisare, caso mai ce ne fosse bisogno, che in tutti e due i casi, quindi inquinamento a mare o contaminazione dell’ecosistema marino da una parte, dall’altra possibile o probabile contaminazione da radionuclidi, è di squisita competenza del Governo, in quanto anche in relazione al concetto di convergenza e di materie proprie, le due materie sono di squisita competenza. Quando si parla di competenza, significa che le Regioni - tutte le Regioni italiane – non hanno gli strumenti per intervenire né in una fase di ricerca, né tanto meno in una fase di caratterizzazione o bonifica.

In questo quadro specifico rispetto a queste due situazioni, si inseriscono anche numerose rilevanze investigative rispetto ad una possibile presenza di almeno altri due relitti, visto che questo pentito dichiara di aver affondato numero tre imbarcazioni, una delle quali lui sostiene che voleva prima affondare al largo di Metaponto, ma poi in realtà ha affondato di fronte a Melito Porto Salvo, e un’altra ha affondato a Maratea, al confine tra la Calabria e la Basilicata.

Anche in questo caso, noi abbiamo chiesto al Governo che parta al più presto una campagna di ricerca e di individuazione di questi due bersagli.

E’ ovvio che tralascio i commenti su tutte le notizie che in questo mesi si stanno rincorrendo, di numeri, eccetera. Noi vogliamo, proprio perché riteniamo che questo problema si debba affrontare con prudenza ed anche – se volete – con sobrietà comunicativa, restare su questi numeri che sono quelli che ad oggi trovano riscontro nel fatto che il pentito di mafia ha indicato alla Procura di Paola l’area dove poi l’Arpacal, su indicazione della Procura e con fondi della Regione Calabria, ha individuato questo relitto.

E’ evidente che questa situazione, che è incerta, si inquadra e si collega ad altre due situazioni certe di problematiche ambientali nella nostra regione. La più importante e la più grave è sicuramente Crotone, sia in relazione al sequestro di ventidue siti da parte della Procura di Crotone, dove risulta essere sotterrata una notevole quantità di Cic (conglomerato idraulico catalizzato), che non è altro che una loppa di altoforno, cosiddetto cubilot, che contiene, anzi che conterrebbe una serie di metalli pesanti, dei quali il più pericoloso sembrerebbe essere l’arsenico.

Ma questo discorso dei ventidue siti diciamo che si colloca in una zona geografica dove noi, ad oggi, abbiamo un sito di bonifica di interesse nazionale denominato Pertusola, dove è stata già determinata la presenza a terra di 1 milione e 500 mila metri cubi di contaminanti, in particolare di ferriti e di scarti della lavorazione di ferriti di zinco, con tutto quello che ne consegue, e un numero imprecisato di tonnellate di contaminanti nei sedimenti marini costieri.

Voglio ricordare che il sito di Crotone è l’unico sito di interesse nazionale - quindi inserito in una legge nazionale dove c’è una specifica, anche qua, competenza governativa - che non è mai stato messo in sicurezza. L’unica nota positiva di questa vicenda è che il 23 luglio di quest’anno la Conferenza decisoria del ministero dell’ambiente ha imposto a Syndial, che è la società del gruppo Eni attuale proprietaria di Pertusola, la partenza dei cantieri per la bonifica e, ad oggi, mi sembra che siano scaduti i tempi e i termini per un eventuale ricorso da parte dell’Eni.

Mi auguro, quindi - e già le lettere che ieri il ministero dell’ambiente ha mandato ai soggetti interessati mi fa ben sperare - che si parta immediatamente con la bonifica del sito.

Altro problema che si sta evidenziando nella sua interezza, in questi giorni, è l’attività investigativa svolta sempre dalla Procura di Paola in merito alla “Marlane”, nota industria di colorazione e di filati, ricadente nel comune di Praia, dove evidenze investigative hanno dimostrato, da una parte, un nesso diretto causa-effetto tra la morte di almeno 40 operai che lavoravano nel comparto tintoria.

Il fatto straordinariamente preoccupante è che non c’era un reparto tintoria, perché non esistevano neanche i tramezzi, quindi l’intera fabbrica era un reparto tintoria, per cui anche le persone non addette alla colorazione con ammine e ammine simili respiravano, di fatto, questo che è un promotore tumorale, quindi cancerogeno.

Insieme a questo, la Procura della Repubblica ha evidenziato come ci sia stato anche un sotterramento di imprecisate quantità di rifiuti tossici speciali nel terreno dove ricade la fabbrica, proprio nel cortile. Questo, ovviamente, è stato certificato da carotaggi e certamente dovrà essere oggetto di bonifica, mentre nel caso di Crotone la bonifica è di competenza nazionale, perché inserita nel sito di interesse nazionale.

A tal fine, voglio ricordare che qualche mese fa, quando la Regione Calabria diede la possibilità al Comune di Cassano - che è un comune che deposita scorie provenienti dalla Pertusola - di bonificare, c’è stata una inibizione da parte del ministero dell’ambiente, che rivendicava il fatto che il sito di Cassano, come Cerchiara, era inserito nel più ampio sito di interesse nazionale denominato Pertusola Sud Crotone.

Al contrario, il sito della “Marlane” è di competenza regionale, quindi noi stiamo aspettando di avere ora da parte della Procura tutte le informazioni, dopodichè procederemo anche noi ad una caratterizzazione, in modo che poi si possa fare la bonifica. Ovviamente, questa bonifica sarà fatto in danno della proprietà, perché noi vogliamo fare la bonifica per mettere in sicurezza il territorio e per dare tranquillità ai cittadini che vivono in quell’area.

Questo è lo scenario sul quale ci stiamo muovendo.

Sono in atto da parte della Giunta regionale una serie di iniziative, che vedono nei territori interessati da questi tre eventi, una serie di screening. Per validare questi screening, è stata strutturata una Commissione presieduta dal sottoscritto che vede la presenza di quattro oncologi di fama nazionale specializzati proprio in oncologia ambientale, perché è evidente che la nostra preoccupazione ora è capire quali sono le effettive ripercussioni sulla popolazione con particolare riferimento a queste aree e il nesso di livello di rischio, in modo che poi si possa intervenire anche per mitigare gli impatti.

Cosa a parte il discorso di Crotone, l’Asp di Crotone proprio stamattina, su indicazione della Procura, seguirà il monitoraggio dei 166 a stadi, cioè dei ragazzi che sono stati sottoposti a indagine, però proprio per tranquillizzare anche le famiglie degli altri ragazzi, questo screening sarà fatto su tutti i ragazzi delle due scuole che sono oggetto di indagine.

Non mi sembra di dover aggiungere altro, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pizzini. Ne ha facoltà.

Antonio PIZZINI

Signor Presidente, colleghi consiglieri, in premessa vorrei ringraziare l’assessore Greco per l’impegno che profonde verso questa problematica che, a dir poco, ci allarma e ci preoccupa giorno dopo giorno, senza avere una reale consistenza del fenomeno, in particolar modo su quelli che sono non tanto i problemi e quindi la ricaduta sull’economia della nostra Calabria, ma, pregiudizialmente, che è la forma più importante, dell’impatto sulla salute dei calabresi stessi…..

…sulla salute dei calabresi stessi, quindi ad ascoltare le cronache che quotidianamente l’autorità giudiziaria, gli organi di informazioni e le associazioni ambientalistiche riversano sulle nostre coscienze di cittadini onesti, monta una rabbia ed un’impotenza senza limiti, sconfinata, come sconfinata è la disperazione che attanaglia i cittadini perbene di questa regione, che vivono a ridosso delle nostre belle coste e che, da anni, denunciano il disagio e il malaffare perpetrato contro la propria salute dalla protervia rozza di organizzazioni criminali e di organi istituzionali silenti, disattenti e consapevolmente inadeguati nella gestione del patrimonio ambientale.

Quello che i calabresi stanno pagando, ancora una volta, sulla propria pelle è scandaloso e inaccettabile, un abisso in cui non sono finiti solo le navi e i loro sporchi rifiuti, ma un abisso che questa Calabria sta vivendo ormai da troppi anni, a partire dal caso della “Jolly Rosso. Quelle cui nessuno voleva prestare attenzione e che sembravano, fino a qualche tempo fa, solo dicerie o leggende metropolitane stanno, purtroppo, prendendo sembianze sempre più reali e allarmanti, perché dopo decine di articoli, inchieste della magistratura ed una serie lunghissima di archiviazioni che hanno segnato le tappe di una storia sporca intorno a questi interessi, l’unico scopo sembra quello di insabbiare la verità.

Ad ognuno di noi ricordo che la propria salute e il progresso di questa terra passano da quella maestra esigenza che è la verità. Se non si coglie fino in fondo quali sono oggi, in una società inquieta come quella calabrese, le condizioni che limitano la salute di ognuno di noi per colpa grave di una malasanità corrotta e negligente o a causa della paura e della continua sopraffazione intentata da luridi criminali, il patrimonio stesso di verità e di volontà che con difficoltà proviamo a conquistare e che, quotidianamente, dobbiamo difendere da pochi ma potenti affaristi, andrà perso per sempre.

Prima di chiedere ai nostri corregionali partecipazione attiva nella società in cui vivono e di realizzare se stessi nel lavoro e nella vita, nelle prospettive per il proprio futuro e per i propri figli, c’è bisogno che essi si sentano difesi dalle istituzioni.

Tutti quanti noi abbiamo l’obbligo di incrementare i nostri sforzi per un serio ed incisivo contrasto alle cosiddette ecomafie e mi rassicura molto ciò che ha affermato sulla questione di cui stiamo discutendo in questa sede il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, ovvero che il suo istituto è a fianco della magistratura, con cui è costantemente in contatto non solo per giungere ad un rapido accertamento della verità, ma per contribuire con il proprio intervento ad una severa punizione dei responsabili.

Come verifica di eventuali situazioni di inquinamento, oltre agli interventi di monitoraggio in mare, è necessario disporre nuove e stringenti serie di accertamenti anche sulla terraferma, per le quali bisogna essere già pronti per attuare procedure di messa in sicurezza e bonifica.

Voglio ricordare a questa Assemblea che rifiuti radioattivi di dubbia provenienza sarebbero stati ritrovati anche lungo l’alveo del fiume Oliva ed altri ancora nell’entroterra in località Foresta del Comune di Aiello Calabro, e come poi dimenticare - ormai se ne parla e con grande giustificato allarmismo – Crotone, la Marlane, Cerchiara, Cassano e Cetraro per quello che riguarda la nave affondata a diverse miglia dalla costa.

Certo è che i rifiuti radioattivi contenuti nella “Cunsky” o interrati nella zona a ridosso degli alvei fluviali non sono stati prodotti in Calabria, né tantomeno in Italia.

E’, dunque, evidente che non solo l’accertamento delle responsabilità, ma anche la bonifica dei siti dovrà richiedere un intervento congiunto delle istituzioni nazionali ed europee.

Oggi, a pagare le conseguenze di questo disastro annunciato è il settore ittico di questa regione, da tempo in difficoltà e consentitemi, cari colleghi, di esprimere con animo sincero un’attestazione tangibile di vicinanza ai tanti lavoratori del comparto ittico del Tirreno cosentino, che in queste settimane stanno soffrendo economicamente a causa del panico diffuso della gente di Calabria, che non acquista più il loro pescato. A loro rivolgo il mio pensiero ed una promessa per un impegno concreto, per una soluzione delle problematiche che sono costretti ad affrontare a causa di questa vicenda.

E che dire, poi, della difficoltà del turismo costiero, che oltre ad essere stato messo in ginocchio dalla crisi economica che ha travolto la nostra regione, vive dei tanti problemi arrecati dall’inquinamento conseguente al cattivo o inesistente funzionamento dei depuratori!

E qui è molto importante ricordare agli amici e colleghi consiglieri qual è il dato, che sono delle note ufficiali che il dottor Demetrio Metallo, Presidente dell’associazione turismo Confindustria, ha dato a tutti quanti noi.

Basta pensare che 1.813 strutture alberghiere residence, che sommate ai bed and breakfast e alle strutture ricettive, case per ferie, case per vacanze, villaggi turistici, campeggi, arrivano ad oltre 2.300 attività ricettive, per un totale di oltre 250 mila posti letto. Il 43 per cento di questi posti letto si trova sulla costa tirrenica cosentina.

Gli addetti assunti in tutta la Calabria per una stagione che è di circa sei mesi sono oltre 60 mila, dati statistici ufficiali. Gli addetti sulla costa tirrenica sono oltre 25 mila. L’indotto che viene generato dal settore crea oltre 100 mila posti di lavoro: derrate alimentari, prodotti agricoli, materiali di vario genere, eccetera, eccetera.

Il dato ancor più rilevante e allarmante che è dato da tutte queste notizie è che – credo sia già di dominio pubblico – la Confindustria si è costituita nel comitato di lotta: giorno 1 novembre si sta valutando di chiudere tutte le attività ricettive per un mese, licenziando tutti i dipendenti fino a quando non riceveranno risposte immediate e concrete dal Governo centrale e dalla Regione Calabria.

La Camera di commercio di Cosenza ha dichiarato lo stato di emergenza e sarà istituita un’unità di crisi permanente composta da tutte le associazioni di categoria con forme di lotta estrema, come l’occupazione della A3 a Lagonegro. Questo è stato dichiarato in televisione dal Presidente della Camera di commercio di Cosenza ed anche sulla stampa.

Quindi vi rendete conto dell’allarmismo giustificato che c’è e della disperazione per non aver risposto a queste problematiche. Ma prima di tutti a pagare il prezzo più alto sono i calabresi, che oggi si interrogano sui reali effetti di questa catastrofe ambientale. Numerose morti, infatti, sarebbero state provocate proprio dalla presenza di rifiuti radioattivi.

A tutt’oggi, nessuno sembra in grado di fornire informazioni certe in ordine alla rimozione dei materiali tossici e tutto ciò che determina l’ampliarsi di fenomeni di allarmismo tra le comunità locali, che potrebbero quanto prima dar luogo a pesanti reazioni, con conseguenze inevitabili sotto il profilo dell’ordine pubblico.

Diventa, quindi, un imperativo categorico l’intervento immediato non solo della magistratura, a cui si deve la scoperta dei fusti tossici in fondo al mare, ma di tutte le istituzioni interessate affinché questa ennesima avversità non si fermi solo alla ricerca e alla condanna dei delinquenti che hanno rovinato il nostro mare.

Certo è che i rifiuti smaltiti illegalmente non spariscono facendo finta che non esistano, occorre uno sforzo immane che, necessariamente, deve avvenire con il monitoraggio di organizzazioni come l’Ue e le Nazioni Unite.

Grande soddisfazione, ma anche un grande effetto mi deriva dall’apprendere che il primo aiuto concreto per la Calabria dovrà, probabilmente, giungere – figuratevi un po’ – da un popolo e da una terra lontana da noi, il Giappone, che ha offerto la sua assistenza per trovare e rimuovere la “nave dei veleni”, soprattutto in considerazione del forte interesse economico legato al mercato ittico.

Ma un pensiero voglio rivolgerlo anche a questo Consiglio, che solo qualche anno fa, allo scopo di inserire l’economia ittica nel più vasto contesto dell’alimentazione, per incrementare il comparto, per creare occupazione e ricchezza, per valorizzare il proprio patrimonio costiero, promosse politiche nuove di sviluppo delle risorse marine della Calabria. Con profondo rammarico debbo, purtroppo, affermare che quelle buone intenzioni sono state ampiamente disattese dall’odierna amministrazione regionale.

Non lasciamo, allora, che il nostro futuro e quello dei tanti coraggiosi, quanto onesti operatori della fragile economia calabrese sia condizionato dai faccendieri della politica o affidato nelle mani di quelli che io chiamo spazzini della malavita.

La questione rifiuti tossici, navi e tutto quanto correlato non è solo competenza dell’assessorato regionale all’ambiente o del ministero dell’ambiente, ma di tutti quegli assessorati e ministeri che, preso atto di questa specie di terremoto ambientale, si preoccupino di avviare azioni di sostegno alla salute dei cittadini e alle attività produttive, che traggono dal turismo e dalle normali attività esercitate sulla costa i loro redditi.

Auspico, quindi, che venga istituita al più presto un’unità di crisi comprendente le varie istituzioni regionali e nazionali, per una convergente azione su tutti i fronti, poiché il mare e le nostre belle coste, nella storia passata ed in quella odierna, rappresentano per la Calabria la prima fonte di sviluppo e di progresso.

Amici consiglieri, non c’è più tempo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Serra Ne ha facoltà.

Giulio SERRA

Signor Presidente, prendo la parola, innanzitutto, per ringraziare lei, perché non appena la stampa e quindi tutti noi siamo stati informati dell’evento che si è verificato sul Tirreno in prossimità del comune di Cetraro, ha avuto il senso di responsabilità di convocarci come riunione dei capigruppo e di informarci dell’accaduto e di quello che si doveva fare per poter portare solidarietà ai Comuni, in modo particolare al Comune di Cetraro che è quello più interessato, ma a tutta la costa tirrenica e ai calabresi.

Quindi un ringraziamento a lei e all’assessore Greco, che è stato puntualissimo e ci ha descritto in modo dettagliato qual è stato il lavoro svolto all’interno della Giunta regionale ed anche quelli che sono stati i sopralluoghi a livello diretto, ma anche col personale tecnico e in modo particolare il ruolo svolto in questo contesto dall’Arpacal.

Ebbene, in queste riunioni che ci sono state che hanno interessato esponenti di tutto l’arco costituzionale, quindi tutte le parti politiche, è emersa una unità di intenti su quello che è stato e sarà il percorso da svolgere.

Non nascondo quella che è la preoccupazione dei pescatori della zona e dell’intero settore della pesca, operatori ai quale manifestiamo la nostra vicinanza in modo particolare. L’altra sera ho avuto modo di partecipare ad una riunione a Cetraro e ho assistito a momenti di disperazione di questi pescatori, delle loro famiglie, di tutti i presenti, per quello che era successo, per il danno creato al settore la giacenza di questi fusti a circa 500 metri di profondità, e che reclamavano interventi immediati, al fine di dare anche tranquillità a persone che vivono con i proventi della vendita del pescato. La preoccupazione è forte se si pensa, da quanto dicevano, che il 90 per cento del pescato viene rimandato, non viene venduto, non consumato; ecco, una forte preoccupazione, che può essere collegata a quella emersa dalla serie di interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ma anche in seno alla Conferenza dei capigruppo, perché si tratta di un settore economico in forte emergenza anche per qual che riguarda l’aspetto turistico.

Se al turismo, all’estate negativa che c’è stata, che è appena conclusa andiamo a legare anche questa forte emergenza in Calabria e in modo particolare sul Tirreno, sicuramente la prima risposta che mi sembra il governo regionale abbia dato è stata di chiedere lo stato di calamità, quindi la sovvenzione per questi pescatori, per tutti quelli che vivono di pescato e quindi che riescono a sostenere le proprie famiglie.

La preoccupazione di questi lavoratori è pure la nostra preoccupazione. Da parte di tutti, mi pare, è venuto il sostegno a queste famiglie, che si trovano, tra l’altro nella impossibilità di dover pagare i mutui contratti, soprattutto da parte di alcuni che avevano provveduto ad ammodernare, a migliorare gli strumenti di pesca, per cercare di vivere e quindi cercare di tirare avanti con la propria professione. Ed allora, è indispensabile un intervento immediato della Regione Calabria presso gli istituti bancari per venire incontro a questi lavoratori e anche presso le l’Inps per i contributi ed altro.

E questa è la fase di emergenza a breve scadenza.

L’altra emergenza è quella di cercare di eliminare a tutti i costi, quindi di prelevare dai fondali questi fusti, perché sicuramente il primo dato ufficiale che vogliamo sapere tutti è conoscere qual è il contenuto di questi fusti, se si considera – e questo è un dato emerso anche dalla relazione dell’assessore, e dai tecnici - che questi fusti potrebbero avere la durata di tenuta fino a venticinque anni. Tenuto conto che sono trascorsi diciannove anni, non sappiamo se sono pieni o si sono svuotati, sappiamo cosa quali sostanze sono contenute.

Da questo emerge la discussione forte di chiedere al Governo nazionale di intervenire acché non si verifichi il discorso che è stato toccato qui, Pertusola, Cerchiara di Calabria, Cassano, Amantea ed altro. Vogliamo un intervento subito e forte per evitare di attendere anni, facendo diventare il caso nazionale, per andare poi a scoprire questi fatti dopo tanti anni, con un grande punto interrogativo che è quello di sapere quali sono i danni che hanno causato ai nostri figli, alle persone. Quindi anche questo è un motivo di grande importanza.

Non voglio dilungarmi molto, anche perché credo che vogliano intervenire altri colleghi, ma l’impegno nostro, del Consiglio, è quello che si costituisca questa unità di crisi che sia rappresentata da politici, una Commissione permanente, come la vogliamo chiamare, con all’interno tecnici.

L’altro fatto importante è quello di dare una risposta forte su qual è lo stato dell’arte – come dice il collega Giamborino – per quanto riguarda i prelievi e il risultato delle analisi, perché anche questo è motivo di grande fermento all’interno delle popolazioni. Quindi questa deve essere una risposta forte.

Per cui, anche su quella che è stata la proposta dell’onorevole collega consigliere Antonio Borrello, di costituire questa Commissione che possa andare a rappresentare direttamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a portare le istanze di più consiglieri regionali, perché oggi c’è bisogno di una voce alta e forte che possa dire anche al Governo nazionale che noi non abbiamo più pazienza, non vogliamo più attendere, si deve intervenire, perché alcuni passaggi sono stati fatti, ma manca quello che è il discorso di una programmazione per andare ad intervenire.

Spesso, attraverso la stampa, leggiamo notizie che si tratta di un intervento che costa fior di milioni di euro. Devono uscire i soldi, perché è giusto che vengano stanziati i finanziamenti e ci si attivi per andare a prelevare questi fusti, ma andare alla ricerca anche di altre navi, se ci sono – mi auguro che non ce ne siano altre – perché, purtroppo, questa Calabria, tra i danni ambientali, tra i danni a livello di quello che è il dissesto idrogeologico, di quello che si è verificato alla vicina Messina, ma poteva anche toccare Reggio Calabria e la Calabria, non può più assistere a questi spettacoli che, purtroppo, ha visto negli anni per quanto riguarda il discorso ambientale: un pascolo abusivo, controlli non ce ne sono stati da vent’anni a questa parte, solo negli ultimi anni si è fatto un discorso di controllo delle discariche abusive che ci sono state, di quello che è un discorso ambientale che sicuramente deve essere affrontato sia a livello regionale che nazionale.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza Salvatore. Ne ha facoltà.

Salvatore PACENZA

Per appartenenza territoriale, devo intervenire in questo dibattito, per il quale c’è da fare un ringraziamento a tutto il Consiglio, al Presidente e un plauso particolare all’assessore all’ambiente, Silvio Greco, che in maniera fattiva in tutto questo periodo e anche concreta si sta adoperando per cercare, quantomeno, di sbrogliare una matassa che è molto, molto intricata.

Il Presidente del Consiglio, Bova, oggi in una sua dichiarazione ha affermato che, mentre sulla zona di Cetraro sono in corso degli accertamenti per verificare l’eventuale, probabile e verosimile tossicità dei fusti che si trovano in fondo al mare, purtroppo a Crotone questa pericolosità, questa tossicità è stata già accertata.

L’assessore Greco faceva cenno che è stata condotta un’indagine su ben 166 ragazzi appartenenti a scuole elementari e scuole superiori, che ha dimostrato, rispetto ad un soggetto campione, un’alta presenza di elementi altamente tossici, in special modo la presenza preoccupante dell’arsenico, del cadmio e del manganese, che sono degli elementi che – come la filosofia e come la patologia clinica ci insegnano - molto pericolosi perché entrano in dei meccanismi attraverso i quali si viene a sconvolgere un equilibrio esistente all’interno del corpo umano, che può portare a delle conseguenze cliniche abbastanza pericolose.

Questo tipo di dati che sono stati svelati dal professor Andò – preside della Facoltà di farmacia dell’Università della Calabria – il quale è stato incaricato dalla Procura della Repubblica di Crotone a svolgere un’indagine di questo tipo, ha generato – come facilmente ipotizzabile e prevedibile – una certa preoccupazione nella popolazione di Crotone.

Se a questo si aggiunge l’aspetto che dal punto di vista scientifico, giustamente, l’assessore Greco considera più pericoloso, cioè la presenza delle ferriti presenti nell’ex area industriale che deve essere bonificata, se a questo si aggiunge la presenza di discariche che si vogliono ulteriormente aprire nel nostro territorio, a dispetto di quelle già esistenti, vi rendete conto quanta preoccupazione tutti questi avvenimenti hanno generato nelle popolazioni del territorio della provincia di Crotone.

Questa sera, nella riunione che ha preceduto questa seduta di Consiglio e in sede anche di esposizione dell’assessore Greco qui in Aula, ho appreso una serie di notizie che mi confortano, cioè che, per fortuna, quella che è stata la conferenza decisoria non è stata impugnata. Questo significa che si può andare alla presentazione dei progetti da parte di singoli, e, quindi, ipotizzare eventuali commissariamenti per ripartire da capo, credo sia una follia, caro assessore. Io mi rifaccio alla sua competenza, alla sua professionalità. Mi ha detto che non sta dormendo: io la credo e questo denota, oltre che competenza, alta professionalità da parte tua, anche senso di responsabilità. Di questo, personalmente, ti ringrazio, come penso ti possano ringraziare tutti i calabresi.

Quindi è necessario mantenere fermo, da parte del governo regionale, questo tipo di atteggiamento, cioè siamo arrivati al dunque: l’aspetto più pericoloso – sono d’accordo con lei e parlo con dati scientifici anche per l’aspetto professionale – sono le ferriti che provengono dall’area industriale che deve essere bonificata. Certo, i ventidue siti sequestrati sicuramente destano una certa preoccupazione.

Ha affermato, in maniera solenne, che l’Asp di Crotone, d’ora in poi, si metterà completamente a disposizione. L’assessore Sulla mi informava che ha messo a disposizione anche degli uffici appartenenti al suo assessorato per fare in modo che un pool di esperti attenzioni completamente questo problema. E’ chiaro che queste notizie sono confortanti.

La gente vuole risposte. Io credo che, questa sera, abbiamo avuto una concretezza. Mi rifaccio – ripeto – alla sua professionalità, perché lei possa continuare a seguire con la stessa fattività che ha dimostrato finora. Non ci lasciamo impelagare in beghe politiche, in questo tipo di problema non possono esistere divisioni tra destra e sinistra, tra centro-destra e centro-sinistra. Le popolazioni guardano con attenzione alle istituzioni. Noi siamo la massima istituzione regionale, siamo chiamati a dare le risposte.

Questa sera - credo - con un documento condiviso nel quale devono essere contenute tutte queste risposte che questa sera stessa ha esposto, noi possiamo quantomeno dimostrare senso di responsabilità ed anche che le istituzioni sono molto attente a ciò che succede nel territorio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

Franco AMENDOLA

Presidente, la ringrazio e farò brevemente alcune considerazioni.

Intanto, ritengo opportuna la scelta fatta oggi di discutere come unico punto l’emergenza ambientale, pur essendo in presenza di questioni importanti che noi avremmo dovuto discutere e che sicuramente ci ritroveremo nei prossimi giorni. Penso, però, che non basti una discussione sullo stato delle cose o sugli appuntamenti che la stessa Regione si vuole dare per affrontare questo grave fenomeno. Penso che dobbiamo avviare anche una campagna contro coloro i quali hanno provocato questi disastri.

Basta aprire i giornali, quotidianamente si parla di scorie che vengono dalle industrie del nord. Noi assistiamo, ogni anno, il nostro carissimo Bossi che va sulle acque – ora non ricordo di quale lago – a benedire sostanzialmente non so che cosa, assistiamo a quelle pagliacciate, poi però le cose tossiche vengono qui da noi, vengono al sud! Questa come prima cosa.

La seconda questione: noi scopriamo, in questi giorni, che l’interlocutore principale, essenziale o forse unico di queste bande criminali è la stessa criminalità organizzata della nostra regione. Teniamo presente che già vengono fatte accuse a due boss o presunti tali di essere coloro i quali hanno concesso, hanno dato il via per inabissare questi materiali tossici.

Intervengo perché, quando stamattina ho letto il cambio dell’ordine del giorno, mi è venuta in mente una iniziativa che io ricordavo di aver fatto nella precedente legislatura, per cui sono andato a ricercare le iniziative da me fatte in quel periodo e scopro – ricordavo bene – che il 21 ottobre del 2004 presentai una interrogazione sulla motonave “Jolly Rosso”. Rileggendo quella interrogazione, la vedevo di grande attualità, è come se l’avessi scritta stamattina o ieri o quindici giorni fa.

Sostanzialmente, denunciavo il fatto che quella nave era sicuramente portatrice di materiale tossico e in quella interrogazione dicevo che quella nave arenata nei pressi del territorio di Campora – la “Jolly Rosso” – molto probabilmente e quasi sicuramente, aveva scaricato parte del suo carico nel mare di quella realtà o, molto probabilmente, può darsi che fossero i fusti trovati o sotterrati nel torrente Oliva, mi pare.

Quindi già allora, cinque anni fa, denunciavo queste cose e parlavo, appunto, di strani affondamenti che si erano verificati nel Tirreno e queste cose non le dicevo io, ma erano le risultanze investigative che venivano dai livelli nazionali.

Per cui chiedevo alla Regione interventi per accertare la verità, per vedere che cosa ci fosse di vero in tutte queste vicende, chiedevo addirittura di intervenire per individuare dove erano stati scaricati questi fusti, come infine chiedevo che si stabilissero dei fondi economici per avviare le ricerche.

A me fa piacere che oggi l’assessore, ma lo abbiamo appreso anche in questi giorni dai giornali, ci dica che, tramite l’Arpacal, la Regione è riuscita ad individuare lì dove è stata affondata la nave, però non possiamo limitarci a questo, perché mi pare che anche nell’atteggiamento, negli interventi della stessa opposizione ci sia una richiesta di approfondimento del problema, ma noi dobbiamo rivolgerci soprattutto ai livelli nazionali.

Io ho apprezzato molto anche l’atteggiamento dell’assessore Greco in questi giorni, quando addirittura, in assenza di risposte da parte del Governo, si è sbilanciato, è andato oltre, dicendo: “Comunque troveremo noi, eventualmente, i fondi per ricercare la verità”. Però badate che il rischio è che non ci siano soltanto le tre navi che denunciava l’assessore, cioè quella trovata a Cetraro, poi nei confini fra la Calabria e la Basilicata.

Io apprendevo in questi giorni, proprio l’altro ieri, che addirittura si parla di qualcosa di simile a Capo Spartivento – che, se non erro, è dalle parti di Reggio Calabria – e apprendevo stamattina che anche sulle spiagge di Soverato a due ragazzi è venuta in mano una sorta di palla, non so che cos’era: questi ragazzi sono morti di leucemia. Cioè il rischio - badate bene, noi ci scandalizzavamo o siamo intervenuti molte volte per il mare sporco – è che qui andiamo ben al di là del mare sporco. Ecco, si mette a rischio per davvero la salute di centinaia o migliaia di cittadini.

Anche quest’estate, ricordo, c’era mia figlia con una bambina piccolissima: bene, mia figlia non voleva andare sulle spiagge perché aveva paura, vedendo il mare sporco, per la bambina.

Ma che succederà fra un anno, fra due anni, cioè se non si pone rimedio a questa pericolosità?

Per cui ritengo giusto sostenere anche l’iniziativa dell’assessore Greco, quando dice “troveremo noi i fondi per indagare, per vedere che cosa c’è nei nostri mari”, ma io credo che - chiamiamola unità di crisi, chiamiamola task force, come volete - una iniziativa che imponga al Governo di intervenire materialmente e anche con grandi risorse, noi dobbiamo farla. Mi pare che in questo ci sia anche uno spirito che va al di là della maggioranza, credo che la risoluzione definitiva debba tendere sostanzialmente a questo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole La Rupa. Ne ha facoltà.

Franco LA RUPA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, pochi minuti veramente perché condivido in pieno la relazione dell’assessore Greco e non solo, ma anche il percorso già tracciato per tentare di arrivare alla soluzione. Farò solo qualche considerazione.

Il collega Serra prima accennava che dobbiamo costituire una delegazione di più consiglieri. Qua non si tratta di più consiglieri, io credo che, quando si parla di un problema del genere, bisogna parlare a nome del Consiglio, perché non penso che anche per questo tipo di problematiche ci possano essere quelle di centro-destra e quelle di centro-sinistra, anzi a maggior ragione chiedo ai colleghi e agli amici del centro-destra di intervenire, perché – è inutile nasconderlo – ne abbiamo bisogno, considerato che l’assessore Greco è da più settimane che tenta di avere un approccio col Presidente del Consiglio, o di chi per esso, e non ci riesce perché risultano sordi a tutti gli effetti.

Quindi io credo che anche questo percorso bisogna farlo con più forza, bisogna ripeterlo, bisogna chiedere – e lo dico di nuovo – l’aiuto a questi colleghi amici del centro-destra parlamentari e non di ottenere al più presto l’incontro col Presidente del Consiglio, dove dobbiamo dire con forza che anche questo è un terremoto! Così come è intervenuto ed ha risolto il problema per l’Aquila e per Messina, noi gli chiediamo di risolvere anche il nostro problema.

Una cosa, assessore, che le volevo ricordare è quella di coinvolgere in quell’azione di lotta, in quel percorso che lei ha già tracciato e che io condivido in pieno, così come ho detto prima, i sindaci, non perché è il ruolo che io ho fatto per tanti anni e quindi mi è rimasto quello più vicino, ma io credo che il ruolo del sindaco sia quello più difficile, in genere è quello più difficile, è quel ruolo che veramente ti fa combattere giornalmente e, mai come in questo momento, in un problema del genere non si possono lasciare da soli.

Quindi io credo che i sindaci vadano comunque coinvolti appieno, perché possano rappresentare la forza più congrua in grado di darci una mano.

Poi, per quanto riguarda i contributi, considerato che l’assessore è stato talmente chiaro, facendo capire che ci sono degli interventi quali quella della rimozione della nave o della bonifica di contrada Oliva, che appartengono a competenze del Governo e quindi la Regione, in ogni caso, non avrebbe né i fondi né le competenze per poter intervenire, comunque per le cose che possiamo fare, assessore, per esempio quella di sostenere i pescatori e le loro famiglie, quindi la categoria in genere, è di accelerare questi provvedimenti, di attivarci al più presto, perché quando poi se ne parla, già se n’è parlato due-tre settimane, poi ci sia anche l’intervento stesso di effetto.

Chiedo pure all’assessore, se è possibile, attraverso l’Asp provinciale, in questo caso nella fattispecie di Oliva, considerato che sono stati già individuati questi centri di Oliva e Aiello, quindi la Valle del Savuto, di attivare nelle aziende sanitarie, per esempio nei posti del poliambulatorio di Amantea, presso l’ospedale di Paola, dei centri con delle équipe mediche per iniziare a fare gli screening su quelle famiglie che abitano in quel territorio, perché poi non sono migliaia, ma sono decine, forse qualche centinaio di famiglie che abitano nei pressi di quel luogo.

Quindi già, per esempio, dare una risposta di questo tipo, invitandoli e farli arrivare all’Asl di Amantea oppure all’ospedale di Paola e farli visitare, fargli fare uno screening per potergli dare qualche risposta, secondo me non è male.

Così come, per esempio, fare le analisi – credo che questo si possa effettuare come competenza della Regione, perché passa attraverso l’Arpacal – dell’acqua potabile e non, sempre riferito a quella zona, quantomeno a quella zona della Valle del Savuto e della Valle d’Oliva.

Chiudo questo mio intervento, ricordando che questa task force, questa manifestazione di volontà può partire da Amantea, perché giorno 25 di questo mese si terrà una manifestazione nazionale e non c’è dubbio che, in questa manifestazione, la Regione Calabria dovrà partecipare, il Consiglio regionale dovrà partecipare con forza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Signor Presidente, assessori, onorevoli colleghi, la questione che stiamo dibattendo è molto importante, c’è un balletto di notizie e di numeri relativo alla grave circostanza che è stata portata alla luce nelle scorse settimane dall’attento lavoro degli inquirenti della Procura di Paola. L’allarme che desta maggiore inquietudine è che, a distanza di tanti giorni, ancora tutto rimane incerto, in una nebulosa che non permette di stabilire con certezza cosa si celi, cosa c’è, cosa è nascosto nelle stive della nave affondata a 20 miglia al largo di Cetraro.

A questo si aggiunge un altro dato inquietante, un altro atroce dubbio, rispetto al quale stanno investigando gli inquirenti, quello cioè che nei prossimi giorni potremmo avere notizie, potrebbero esprimersi sulla verità intorno all’affondamento di un alto numero di navi – forse sono 30 – che si troverebbero nei fondali calabresi e che conterrebbero fusti di scorie altamente inquinanti, radioattivi e nocivi per l’equilibrio dell’ecosistema marino, nocivi alla salute dei cittadini.

Questa, chiaramente, è la punta di un iceberg, di uno scenario sempre più inquietante che vedrebbe la Calabria vittima di traffici illeciti, legati allo smaltimento nazionale e internazionale dei rifiuti.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, tutti i cittadini calabresi pretendono di sapere cosa ci sia in fondo al mare della Calabria, cosa contengono quei fusti sospetti, perché ci sono fondate preoccupazioni per la salute dei cittadini e c’è un allarme che circola all’interno della popolazione della nostra regione.

Un dato fra tutti e veramente sconcertante è quello relativo alla coincidenza della presenza del relitto al largo di Cetraro con l’incidenza di casi di tumori in quella stessa area.

C’è bisogno di chiarezza, quindi, c’è bisogno di risposte concrete. La priorità è quella di andare in fondo alla questione, continuando nell’opera di verifica che era stata iniziata tempo fa e che si è interrotta subito. Abbiamo seguito la vicenda della nave che era approdata al porto di Vibo Marina e, dopo pochi giorni, come in una barzelletta, è andata via perché era sprovvista dei mezzi necessari per fare le ricerche.

Quindi questi paventati motivi tecnici che la nave non possedeva devono, intanto, essere subito rimossi, perché bisogna dare delle risposte, bisogna capire quanto alto è il livello di attenzione che il Governo ha per la questione, una questione delicata che non interessa solo la Calabria, ma l’intero tratto costiero del mar Mediterraneo. Bisogna capire anche quali interessi si celino dietro l’affondamento di queste navi e se è vero che dietro il loro affondamento esista un coinvolgimento di alcuni apparati dello Stato.

Personalmente, penso che il silenzio del Governo sia fortemente preoccupante, perché il Governo, in altri casi, si è dimostrato solerte – e lo dicevo nel mio intervento prima - nel caso del terremoto dell’Abruzzo, giustamente, nel caso dei rifiuti della Campania, giustamente, nel caso dell’ultima sciagura successa in Sicilia, ma rispetto alla questione ambientale in Calabria c’è un silenzio preoccupante, perché il fatto che la questione appaia come solo della Calabria è sbagliato: è una questione che interessa l’Italia e quindi non può essere una questione solamente calabrese, perché la Calabria in questa vicenda è vittima e si tratta di un problema nazionale.

Quindi i cittadini calabresi non permettono e non possono permettere che su questo tema ci siano ulteriori ritardi. Per questo ritengo utile la discussione di oggi, per questo ritengo utile il pronunciamento di questa assise. E’ necessario che questo caso assurga ad emergenza nazionale, che il Governo trovi gli strumenti per operare immediatamente una verifica e una bonifica con il recupero e lo smaltimento dei relitti affondati, magari agendo di concerto con il coinvolgimento di una task force internazionale, ancora meglio se dell’Unione europea, perché la questione ambientale non può essere prerogativa di un singolo Stato.

Questa vicenda, onorevoli colleghi, ha già creato gravi conseguenze alla Calabria sul piano dell’immagine, su quello dell’economia, su quello della salute. E’ vero, non bisogna creare allarmismi, ma tanto più si riesce a chiarire i contorni di questa vicenda, tanto prima potremo rassicurare i calabresi e gli italiani.

La questione ambientale è una questione molto importante, che non riguarda solo il mare, ma riguarda anche le discariche abbandonate che sono presenti in tutti i comuni della Calabria, discariche in disuso, e di queste discariche è necessario che si proceda prima ad una mappatura, poi ad una bonifica, perché noi non sappiamo, nel mio paese, nel vostro paese, dove fino a qualche decennio fa si andava e si scaricavano i rifiuti, cosa di notte o in altri momenti possa essere stato riversato. A questo si aggiunge il caso di Crotone, che deve essere trattato come un capitolo a se stante.

La discussione di oggi verte su una emergenza ambientale, rappresentata dal ritrovamento della nave affondata al largo di Cetraro, ma penso anche che alla popolazione di Crotone sia giusto dare delle risposte, perché pare che per anni si sia trascurato il problema. Sul problema di Crotone e sugli altri problemi c’è stata una copertura, è come se qualcuno avesse messo un coperchio sulla pentola.

Quindi, prima di chiudere, voglio ringraziare l’assessore Silvio Greco per il coraggio, la determinazione con cui sta affrontando questa vicenda e la questione ambientale in tutta la sua complessità e penso che, oggi, con questo Consiglio regionale dobbiamo dare forza all’assessore Greco, rafforziamo la sua posizione nell’interlocuzione col Governo, perché emerge una debolezza della Calabria. Io penso che, dopo questa seduta di Consiglio, l’assessore Greco sarà più forte e avrà mandato più forte da parte di tutti i calabresi, per pestare pugni ed interloquire con il Governo Berlusconi.

Quindi io sostengo con enfasi la sua tesi sulla necessità di effettuare una mappa mediterranea, per capire il livello di inquinamento derivato dall’affondamento di queste navi e di molte altre che, forse, giacciono in altri fondali del Mediterraneo.

E’ urgente, a mio parere, promuovere in tempi brevi un vertice con gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo e chiedere l’intervento della Commissione europea, per valutare la gravità della situazione e studiare sistemi che possano determinare la riduzione dei danni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Stancato. Ne ha facoltà.

Sergio STANCATO

Signor Presidente, signori consiglieri, la questione che questa sera questo Consiglio è chiamato ad affrontare e che, in maniera brillante, l’assessore Greco ha affrontato in tutte le sue sfaccettature e che il Presidente del Consiglio, Bova e il Presidente della Regione, Agazio Loiero, stanno fortemente portando avanti, è una questione che non nasce adesso, in agosto, con la scoperta della “Cunsky” al largo di Cetraro, ma che viene da molto lontano: nasce negli anni ’90 con la denuncia del dottor Enrico Fontana alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria con il sostituto procuratore Neri. Da allora si è cominciato ad indagare su questo fenomeno delle cosiddette carrette del mare che vengono date per disperse, di cui non si ha più traccia e che certamente contengono dei rifiuti tossici.

Nel ’94 e nel ’96 si formò anche una Commissione parlamentare alla Camera dei Deputati per discutere di questa questione, ma da allora in poi, inspiegabilmente, cadde il silenzio, non se ne parlò più per tanti e tanti altri anni e, nel frattempo, avvennero altre cose terribili, tipo l’uccisione della Alpi in Somalia, tipo la sparizione di fusti dalla “Jolly Rosso” ad Amantea, l’affondamento di altre navi e, ancora inspiegabilmente, questa coltre di silenzio che si abbassa su tutto e che fa scemare poi la tensione, l’attenzione dei mass media su questo che è un problema veramente epocale.

Vedete, l’assessore Greco è un uomo di grande equilibrio, che sa il suo mestiere perché è uno dei migliori biologi che abbiamo nella nostra terra di Calabria e non solo di Calabria, perché io vedo la sua preoccupazione che è reale, non politica, ma è la preoccupazione di un uomo che sa che cosa può succedere nel fondo del mare. Se veramente quei fusti, per la loro conformazione, contengono radionuclidi, plutonio, basta una falla in quei fusti e ci sarà un disastro ambientale che non riguarda solo la Calabria, ma l’Italia e l’intero Mediterraneo.

Questo è il pericolo vero, che ancora una volta, al di là degli sforzi che sta facendo Greco, che sta facendo Loiero, che stiamo facendo noi qui stasera, cada il silenzio e non si parli più di queste navi affondate nei mari della nostra Calabria.

Il vero pericolo è questo, le connessioni tra la mafia, la ‘ndrangheta, i servizi deviati, queste sono le cose che dobbiamo cercare di tenere sempre presenti, se vogliamo veramente risolvere il problema una volta per tutte.

Oggi abbiamo avuto un uomo, Greco, un Presidente Loiero, che vogliono affrontare questo problema in termini seri, concreti, vogliono andare anche allo scontro con il Governo, per avere finalmente una parola definitiva sulla bonifica di queste navi che minacciano un disastro ambientale.

Io ritengo che lo sforzo che si sta facendo debba essere continuato, e non basta semplicemente la risoluzione del Consiglio regionale, che approvo totalmente, sia per la delegazione a livello nazionale che per quella a livello europeo. Non basta, bisogna costituire una Commissione che mantenga il livello di guardia sempre alto, che non lo faccia cadere, perché altrimenti fra dieci anni ci ritroveremo con gli stessi problemi.

Lo diceva prima il consigliere Amendola, ricordando che cinque anni fa ha fatto un altro intervento per quanto riguarda la “Jolly Rosso” e poi è finita, così come riguarda Crotone, Cassano. Noi dobbiamo portare avanti un discorso che veda una task force che possa mantenere il livello di guardia sempre alto, che non lo faccia calare, perché questa paura, questo panico che c’è nelle nostre popolazioni è qualcosa che cogliamo giorno per giorno.

E’ vero, il turismo, l’industria ittica stanno perdendo fatturato giorno per giorno e, certamente, non possiamo stare inerti, non possiamo semplicemente sentirci soddisfatti perché stasera deliberiamo. Dobbiamo continuare la nostra battaglia, la nostra lotta perché, finalmente, i calabresi abbiano la dignità di cittadini d’Italia e non semplicemente quando interessa al Governo Berlusconi.

Vedete, amici, purtroppo siamo in una terra sfortunata, perché oltre ad avere le navi affondate, oltre ad avere le discariche abusive, abbiamo anche un dissesto idrogeologico continuo del nostro territorio e, certo, negli occhi di tutti ci sono ancora le immagini di Messina. Ma come non scordare Soverato, Vaccarizzo, tante altre situazioni che si sono verificate nel nostro territorio!

Ancora oggi si continua a costruire le strade sui cigli dei fiumi, si tagliano dei costoni e vorrei capire e chiedere al mio amico assessore ai lavori pubblici, Incarnato, come mai il Genio Civile di Cosenza permette ancora oggi queste cose. Non possiamo aspettare che poi vengano i morti! Dobbiamo cercare di essere fermi e prevenire queste cose!.

Così come dobbiamo essere fermi e determinati perché, una volta per sempre, questo obbrobrio delle scorie radioattive venga eliminato per sempre.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI, assessore al turismo

Ho apprezzato molto la sobrietà dell’intervento dell’assessore Greco, un uomo che relaziona di un problema fortemente scottante, aggiungerei fra virgolette anche pericoloso: lui viene qui, dice le cose che è importante vengano dette e ci dà una indicazione; non va al di sopra delle righe, non fa valutazioni catastrofiche.

Io credo che noi dobbiamo un po’ attenerci a questo filo che lui ci ha indicato, una strada da seguire e su cui riflettere, perché oggi stiamo discutendo anche con toni forti sulla storia dell’inquinamento del territorio calabrese, ma io dico a noi tutti che abbiamo una generazione più prossima ai sessant’anni che non ai trenta, la condizione della “Marlane” di Praia a Mare era conosciuta o disconosciuta? Dal 1993 al 1997, non ci furono denunce, occupazioni, consigli di fabbrica, lavoratori licenziati che denunciavano la condizione della “Marlane”, di quella che abbiamo scoperto oggi? Che non esisteva un reparto di filati, che tutta la fabbrica era inquinata, che venivano depositate sotto le fondamenta della fabbrica i materiali inquinanti. Lo sapevamo tutti, è inutile che siamo farisaici.

Così come sapevamo in Consiglio regionale, che nella precedente legislatura, il movimento ambientalista si oppose alla “Jolly Rosso”, venne persino due o tre volte in Commissione regionale ambiente, la quarta, a porre drammaticamente la condizione inquinante di quel territorio.

Ce ne accorgiamo oggi! E’ importante accorgercene oggi, ma qui c’è una sorta di complicità di noi tutti, che sapevamo e stavamo zitti, che sapevamo e non davamo sostegno a quei movimenti che ci ponevano il problema. C’è bisogno che il romanziere calabrese Carmine Abate, nel suo ultimo libro, descriva la drammaticità dell’inquinamento di Crotone?! Ma lo sapevamo tutti! Sapevamo anche che il Governo nazionale blocca la bonifica – l’ha detto l’assessore Greco poco fa – c’è una volontà del Governo nazionale di bloccare il disinquinamento di Crotone, tant’è che ci inibisce anche - quanto abbiamo trovato, 5 o 10 milioni di euro per Francavilla e per Cerchiara? – dall’intervenire perché è competenza nazionale.

E’ così! Per non dire, poi, di quello che è successo con la questione delle navi affondate!

Guardate, è letteratura, ormai, che le coste della Calabria siano oggetto di affondamenti, perché trovano nella struttura criminale della Calabria le basi di appoggio. Il punto su cui noi dobbiamo alzare il tiro è verso chi.consente che camion e camion con bidoni inquinanti di notte circolino per il territorio della Calabria e distribuiscano in tutto il territorio calabrese bidoni inquinanti.

Ma questo lo sappiamo tutti. E’ un problema che dobbiamo affrontare e risolvere.

Credo che dobbiamo oggi avere la forza di dare un segnale. E questo è quello che ci propone l’assessore Greco al quale dobbiamo essere grati perché sta dando una lezione anche di cosa può essere un uomo dell’Istituzione di fronte a queste drammatiche condizioni.

Dobbiamo essergli grati di come questa disgraziata Regione Calabria che viene definita “Regione canaglia” ha una Giunta, un assessore che finalmente dicono le cose alla luce del sole e fanno individuare il luogo in cui è sprofondata una nave che è stata affondata dalle organizzazioni mafiose della Calabria.

Noi dobbiamo seguire questo, dobbiamo dare due o tre risposte forti. Il Governo nazionale non può mettere la testa sotto la sabbia, il Governo deve aiutare la Giunta regionale, il Consiglio regionale e la Calabria intera ad individuare le altre navi.

Non possiamo discutere senza degli obiettivi concreti. Dobbiamo cercare che partano i lavori di disinquinamento di Crotone. Non possiamo passare anni ed anni con le risorse già stabilite e perché c’è una lite nell’ambito di chi è preposto a disinquinare – guardate gli atti della quarta Commissione, è scritto negli atti della quarta Commissione – e c’è una lite a livello nazionale tra chi è preposto a fare i lavori di disinquinamento. E noi continuiamo a far nascere figli a Crotone.

Questi sono gli obiettivi su cui dobbiamo lavorare, concreti ed immediati altrimenti la partita la perdiamo. E guardate che il problema anche del turismo: non c’entra nulla il turismo con gli ultimi fatti dell’inquinamento, non depistiamo la situazione.

Il turismo ha altri problemi. La stagione turistica era finita quando è stata scoperta la nave maledetta e non si può imputare alla nave maledetta se c’è stata crisi o positività nel turismo calabrese.

Penso che se noi non abbiamo la forza di porre le condizioni che citava l’assessore Greco, tra uno o due mesi ci dimenticheremo di tante cose ed anche per il turismo il problema non esiste.

Allora il problema del turismo non è in questa direzione. Io credo che dobbiamo fare un ragionamento che serva a farci riprendere possesso del nostro territorio e che non può fare solo la Giunta regionale della Calabria.

Bisogna costruire un rapporto orizzontale o verticale, chiamiamolo come vogliamo, tra Giunta regionale-province e comuni per il controllo del territorio.

Non bastano le Commissioni consiliari per individuare cosa? E dobbiamo dire ai nostri forestali – a quelli che sono rimasti – che quando trovano un bidone in uno dei nostri boschi in cui lavorano i lavoratori del fondo sollievo alla disoccupazione, lo denuncino alle autorità di pubblica sicurezza, non che lo nascondano.

Dobbiamo cercare di costruire una coscienza di controllo della manutenzione del nostro territorio perché se i sindaci sono soli, non parlano e se la Giunta regionale è sola, non ha la forza.

Questo è il punto su cui noi dovremmo ragionare. Allora dico che dobbiamo badare anche alle politiche generali, pensate che effetto può avere non sul turismo il pericolo radioattivo ma sulla produzione dei beni di consumo alimentare che produciamo noi.

Quale rischio può esserci che noi trasformiamo in prodotti eno-gastronomici produzioni agricole che sono inquinate. I rischi sono alti.

Cerchiamo allora di essere sobri, di affrontare il problema in profondità. Facciamo di tutto perché questo Governo nazionale ci rispetti. Questo Governo deve rispettare una vera Regione, questo Governo ha tolto molto a questa Regione ed oggi deve far sì che non sia uno scandalo mondiale il suo agire verso la Regione Calabria.

Perché è vero che i morti di Messina sono importantissimi, ma i morti che nel tempo si sono verificati in Calabria sono altrettanto importanti e non è possibile che questo Governo nazionale  si disimpegni dalla questione o che ci siano solo dichiarazioni.

E’ tempo che tutte le forze possibili vadano in fondo e scoprano cosa c’è.

Voglio dire soltanto questo: se vogliamo discutere di turismo, di politiche del turismo è importante. Ed è importante perché molti errori del turismo partono da noi e dagli anni nel territorio che abbiamo costruito.

Perché la famosa “acqua che si sporca” non è effetto soltanto di quello che è stato buttato giù ma di quello che viene da su. E molte volte viene da su attraverso i ruscelli o le fogne che non esistono e poi arriva a mare o poi qualche amministratore disattento sui depuratori.

Quindi se vogliamo parlare di turismo, parliamone pure e seriamente perché mancano magari le politiche di mercato che possono incrementare e destagionalizzare la stagione, mancano proposte alternative al mare.

Sono tanti i problemi del turismo ma non leghiamo questa emergenza a questo tipo di attività. C’è una emergenza che è molto superiore: la vita dei calabresi ed oltre alla vita dei calabresi c’è la dignità di una intera Regione che viene massacrata da silenzi o dai tentativi di diluire…

Io credo che questo sia il nostro impegno questa sera: dare forza all’assessore Greco ed essergli dietro in quanto lui è ormai un simbolo nazionale della battaglia che sta facendo la Calabria in questi termini, sostenerlo ed essere presente insieme ai lavoratori.

Poi i sostegni sono urgenti per i pescatori, per tutti coloro che stanno subendo la crisi. Questi sono interventi che dobbiamo fare. Ma che si dica che la nave di Maratea, dello Ionio e questa qui vengono messe su da chi deve metterle su e ci dica cosa c’è dentro.

Questa è l’operazione e credo che noi dobbiamo dare questa forza alla nostra politica e credo che la Calabria sarà con noi se andiamo in questa direzione.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sulla. Ne ha facoltà.

Francesco SULLA, assessore alle attività produttive

Grazie, Presidente, intervengo brevemente perché la relazione del collega Greco mi è sembrata più che sufficiente ad informarci sulla situazione che stiamo vivendo in Calabria. Il lavoro che lui sta svolgendo mi pare sia stato sottolineato da tutte le parti qui in Consiglio come meritevole di plauso.

Intervengo solo per sottoporre all’attenzione del Consiglio una specifica questione che riguarda un’azione del commissario per l’emergenza dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria che è apparsa a Crotone come una vera e propria provocazione e che in uno stato di difficoltà come quella che il territorio sta vivendo, certo non aiuta ad affrontare le problematiche complesse che lì si sono determinate negli anni.

Il commissario con ordinanza 8233 del 28 agosto ha proceduto alla approvazione di un progetto preliminare per la realizzazione di una discarica in località Giammiglione.

Ora, quell’area è oggetto di altri interessi di questa natura. Sono stati presentati progetti all’attenzione del commissario di ulteriori discariche e questo ha suscitato una reazione molto forte nella popolazione crotonese che ha portato alla promozione di una manifestazione che ha visto una partecipazione - che a Crotone non si vedeva ormai da tanti anni, da periodi molto difficili- che è testimonianza di uno stato di preoccupazione che si è trasformato in vero e proprio allarme.

Ecco, pur avendo la Giunta regionale anche attraverso il pronunciamento più autorevole del suo Presidente, del Presidente Loiero oltre che degli assessori, annunciato in più occasioni la propria posizione di contrarietà ad ogni ipotesi di allocazione di ulteriori discariche in località Giammiglione, ho inteso proporre all’approvazione di questo Consiglio un ordine del giorno che renda evidente la nostra volontà – quella di tutto il Consiglio regionale – di stare vicino alle istituzioni locali. In primo luogo al comune ed alla provincia di Crotone che già si sono pronunciati nelle loro rispettive assise.

Non so come pensiamo alla fine di far sintesi di questa importante discussione, che è stata da lei sollecitata col suo intervento e con la messa all’ordine del giorno di questo punto. Però credo che sia giusto esprimere una posizione. Quindi anche se l’ordine del giorno dovesse essere preso in considerazione in una forma diversa, credo che sia comunque un fatto importante di mandarlo alle popolazioni crotonesi ma anche a tutte le istituzioni perché tutti i Consigli comunali di quella provincia si sono pronunciati per un no ad una discarica di notevoli dimensioni come quella che è stata proposta. Credo sia un segno importante nostro che quelle popolazioni si attendono e che noi facciamo bene a mandare con molta chiarezza.

Ecco, solo questo. Mi pare che per il resto il lavoro che Greco sta facendo anche rispetto al problema dei problemi che oggi ha Crotone e che è, appunto, la bonifica che finalmente pare sia incamminata sulla giusta strada e che non può essere – come ha chiesto il commissario del Popolo delle libertà di Crotone, il senatore Esposito – affrontato attraverso un ulteriore commissariamento specifico della bonifica credo che, insomma, stia dando in qualche misura più fiducia alle popolazioni del crotonese.

Così come penso si stiano affrontando con altrettanta intelligenza e capacità le questioni assai delicate di Cetraro e di Praia a Mare.

Il mio era soltanto, quindi, un intervento teso a sottolineare in particolare questo aspetto delle discariche della località Giammiglione di Crotone. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.

Egidio CHIARELLA

Presidente, io voglio ringraziare la stampa calabrese, la Rai e le televisioni locali perché da mesi – ho detto i giornali della Calabria – in questi mesi hanno tenuta alta la tensione.

E’ una cosa seria quella che sto dicendo perché su una vicenda del genere guai se cala il silenzio. E’ una situazione troppo grande, troppo forte che non deve cedere nemmeno per un attimo se vogliamo arrivare quanto meno ad intravedere una conclusione positiva.

Il male peggiore di questa  Regione – lo dicevano altri colleghi prima di me – sta nel fatto che quando si sollevano, si sono sollevati grandi problemi, dopo un certo periodo è calato il silenzio assoluto soprattutto per la debolezza della politica di questa Regione.

Il Presidente della Repubblica in questi giorni ci ha richiamato in un modo molto solenne. Ha detto a chiare note che la classe politica del meridione deve alzare il livello perché al di là della responsabilità dei governi che si sono succeduti c’è una responsabilità nostra che, chiaramente, non aiuta a risolvere le questioni per come vorremmo.

Assessore Greco, io la devo ringraziare - e le chiedo scusa se l’ho bloccata un attimo - per quello che lei ha detto in un modo preciso senza nascondere la testa sotto la sabbia. Ha detto a chiare note quali sono i pericoli all’orizzonte, non si è nascosto. Per la prima volta un governo regionale non fa sconti, non sta in silenzio, affronta il problema per come è e lavora di pari passo con la parte investigativa. Mai come oggi il livello politico insieme al livello investigativo della Procura di Paola e di Crotone va di pari passo perché capisce che la partita è troppo alta, supera gli schieramenti e, chiaramente, deve rispondere alle ansie, alle paure ed alle attese di tutti i cittadini.

Questo Consiglio regionale stasera un sussulto lo deve dare in questa direzione e il Governo nazionale  se ne deve accorgere questa volta perché qui, in Calabria, c’è un terremoto in atto e continuo.

Probabilmente questo è il terremoto più forte che la Calabria – terra di terremoti – ha conosciuto fino a stasera. E’ un terremoto silenzioso e purtroppo proiettato nel tempo. Si presenta oggi senza scosse telluriche che lasciano presagire magari disastri ma è comunque continuo e feroce e colpisce la nostra gente senza appello.

Tante sono le morti sospette per tumori e chissà quante ce ne saranno ancora.

Bisogna fermare questo terremoto. Noi non possiamo fermarci.

Non c’è un problema stasera - è stato detto dai colleghi di centro-destra e di centro-sinistra – qui dobbiamo salvare la dignità della Calabria, della politica e dobbiamo dare risposte concrete.

Allora, assessore Greco, quel che è successo con la catastrofe ambientale che stiamo vivendo rappresenta un attacco allo Stato democratico. E’ un attacco forte e che non possiamo sottovalutare, attenzione. Perché quello che è arrivato in Calabria è prodotto da organizzazioni che per lucrare mettono sotto i piedi la dignità e la storia importante della terra di Calabria, chiaramente consumano un momento di grande atrocità.

E’ un colpo allo Stato e lo Stato democratico deve reagire al di là del dramma ambientale. C’è un dramma istituzionale perché viene colpita e ferita la democrazia nel suo insieme.

Se noi dentro al nostro modo di essere uomini e poi esponenti delle istituzioni non avvertiamo questo momento particolare, rischiamo di fare demagogia e passerella, di prendere qualche applauso e qualche fischio ma di rimanere sempre poi in silenzio.

Allora cosa dobbiamo fare? Non voglio dire più nulla perché tanto potremmo parlare ma potremmo rischiare di dire le stesse cose.

Intanto dovremmo trovare il modo per alzare il livello della tensione sociale. I giornali lo stanno facendo, così come la Rai ed i mass-media locali.

La politica deve fare la propria parte. La tensione sociale della Calabria deve rimanere alta, il Governo si deve accorgere di quello che sta succedendo in Calabria. L’assessore Greco, il Governo regionale non possono rimanere da soli in questa battaglia.

Io non so cosa bisogna fare. Intanto ritengo, assessore Greco, che lei insieme ad un esponente della maggioranza e ad un esponente della minoranza proprio per far capire all’esterno ed a Roma che questo non è un problema di Loiero o di Bova, ma è un problema di tutte le forze politiche, lei con un consigliere della maggioranza e con un consigliere della minoranza questo documento lo dovrà portare personalmente al ministro dell’ambiente.

Non si deve fare né un fax né si deve spedire nulla. Lei personalmente a nome del Consiglio regionale nella sua interezza deve portare la drammaticità di questo evento al di là di quello che lei sta già facendo col Vicepresidente in quelli che sono i tavoli istituzionali.

Non è un fatto di spettacolo quello che le sto chiedendo di fare. Io le dico che anche la forma ha sostanza nel momento in cui, chiaramente, siamo convinti di quello che si  sta facendo.

Lei deve andare con due consiglieri, uno della maggioranza ed uno della minoranza, intanto per far capire che lei non è solo, che c’è il Consiglio nella sua complessità e che il Governo deve assolutamente donarci al più presto un calendario preciso di interventi.

Un calendario vogliamo, dove si dice cosa si farà nel mese di ottobre, nel mese di novembre, nel mese di dicembre, con quali mezzi, con quali soldi, con quali uomini perché troppo è il dramma che c’è in questa regione.

Questo lo voglio dire ad alta voce perché se noi non dovessimo continuare in questa direzione, se noi dovessimo stare zitti stasera o comunque non parlare perché qualcuno prima diceva “ma perché dobbiamo parlare? Basta che parli un capogruppo da una parte e un capogruppo dall’altra e poi ce ne andiamo a casa…”. Non è vero, questa non è una seduta qualsiasi! La tensione deve rimanere alta nel Consiglio regionale e la dobbiamo trasmettere nella regione.

Allora  chiedo anche, Presidente Bova, che lei organizzi come Consiglio regionale due grandi manifestazioni contemporanee.

Il Consiglio si può dividere in due. Una parte a Crotone ed un’altra può benissimo andare a Cetraro. Due grandi manifestazioni che si facciano alla stessa ora e chiediamo che i Tg nazionali delle tre reti Rai vengano in diretta a sentire quel che si dice a Crotone ed a Cetraro. Dobbiamo usare tutti i mezzi a disposizione per far sentire la voce alta e l’indignazione di questa Regione.

Se noi non dovessimo far questo, se dovessimo chiudere la partita come una qualsiasi cosa, con un ordine del giorno per mettere a posto la nostra coscienza, faremmo l’errore istituzionale più grande della nostra vita. Io non ci sto a questo ma soprattutto non ci stanno i calabresi.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Chiarella, terremo a mente la sua proposta.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Preliminarmente, Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.

Penso che il fine di questa Assise, di questo Consiglio dovrà essere necessariamente quello di indicare come Assemblea consiliare le strade più efficaci per fronteggiare la situazione che abbiamo davanti.

Qual è la situazione che abbiamo davanti? Abbiamo davanti da fronteggiare un duplice livello di problema.

Il primo riguarda l’assunzione di tutte le iniziative tese all’accertamento, alla rapida e definitiva ricognizione del problema riguardo ai fenomeni connessi all’affondamento di quel relitto rinvenuto nel mare di Cetraro e quindi le iniziative conseguenti se sono richieste in maniera immediata per fronteggiare i gravi problemi posti e che, secondo la relazione dell’assessore Greco, ci sono stati qui illustrati.

Il secondo problema che abbiamo è come fronteggiamo l’allarme sociale. Perché l’allarme sociale c’è. Un allarme sociale che prima ancora di essere un colpo alla tenuta dell’immagine della Calabria, un colpo alla forza di attrazione della nostra risorsa mare, è preoccupazione per la condizione di vita delle nostre popolazioni.

C’è una forte paura che determina insicurezza sociale che noi non possiamo non vedere.

Per quanto riguarda la prima questione, penso che, ferme restando le competenze che sono attribuite allo Stato o alla Regione, non c’è da perdere altro tempo se non ottenere un intervento per la caratterizzazione.

Attiviamoci - e io su questo ancora vedo che il Governo nazionale è latitante - perché questo sia fatto. Sicuramente abbiamo fatto bene a rivolgerci al Consiglio dei ministri ed al Ministero della difesa e della marina mercantile.

Io sostengo che non sarebbe male richiedere di  fronte ad altra dilazione e ad altre sottovalutazioni, caso mai, un intervento che abbia il carattere di urgenza, il carattere straordinario dell’emergenza.

Se proprio la vogliamo dire tutta e che non sia assunta in maniera che non susciti meraviglia, io solleciterei un provvedimento emergenziale anche di emanazione della Presidenza del Consiglio dei ministri su ordinanze di protezione civile.

Ovviamente, una ordinanza di protezione civile che semplifica le procedure di intervento e che sia accompagnato da un’assunzione di responsabilità finanziaria.

Non vedo altre vie. Avvenuta la caratterizzazione vediamo che bisogna fare, ma intanto, conoscere e sapere perché non è certo positivo, non è certo atto di responsabilità democratica lasciar tutti nel dubbio e nel sospetto.

Ovviamente tutto questo di fatto è un sostegno all’attività della magistratura. Iniziativa quella della magistratura che non si deve fermare e deve andare avanti. Perché, se capisco bene, il problema della iniziativa della magistratura non è relativo, diciamo, come dire?, allo svolgimento della vicenda intorno alla nave ritrovata intorno a Cetraro. Il problema è ben più ampio sia per quanto riguarda lo smaltimento criminale di rifiuti tossici e speciali per traffici che avvenivano negli anni e nel tempo sui nostri mari sia per quanto riguarda le connessioni con le attività mafiose ed anche attività di altra natura riguardo a traffici illeciti e commercio di armi.

Quindi, anche qui non c’è dubbio che probabilmente c’è un problema che riguarda, sicuramente, le iniziative delle procure interessate che non possono essere lasciate da sole, quanto meno è richiesto un momento di coordinamento a livello nazionale e probabilmente anche un livello di coordinamento che vada a riguardare relazioni e rapporti tra organi investigativi di stati diversi.

Quindi, bene ha fatto la magistratura – e noi lo dobbiamo sottolineare – e noi sosteniamo la necessità che queste indagini non si arenino per altri decenni perché da quanto si legge sulla stampa pare che questo rischio sia stato realtà.

L’iniziativa della magistratura è tesa ad accertare responsabilità rispetto ad un fenomeno che probabilmente vede l’estensione delle sue dimensioni ben oltre la stessa questione sollevata dall’avvistamento e ritrovamento del relitto di Cetraro.

Questa è la prima questione, quindi: la caratterizzazione, cioè conoscere quello che c’è in questi fusti. Conoscere che cosa c’è esattamente a 500 metri di profondità del nostro mare.

Per quanto riguarda gli altri aspetti, Praia a Mare,  parto dalle ultime questioni.

Io non sono per rinviare, assessore, la questione di Praia a Mare alle decisioni che si assumono insieme al Governo nazionale. Intanto, provvediamo noi nell’ambito e nella disponibilità che c’è.

Ed anche per quanto riguarda la caratterizzazione, bisogna  predisporre subito un programma ed un piano di intervento immediato, ovviamente, valutando – sulla base della qualità dell’inquinamento, cioè della tipologia dell’inquinamento – le tecniche di caratterizzazione.

Su questo non v’è alcun dubbio. Mettiamo a disposizione questo nostro intervento da assumere immediatamente come la manifestazione di una volontà da mostrare al Governo, per dimostrare che  siamo con le carte in regola, non vogliamo stare con le mani in mano. Ci stiamo muovendo, non ci caricate il peso e la responsabilità perché il sito di Praia a Mare, se ho capito bene, e lo conosco bene, è anche quello una bonifica assai impegnativa.

Quindi, intanto muoverci con una nostra iniziativa sapendo che per quanto riguarda questa questione della bonifica – la chiamo così per convenzione terrestre, per capirci più rapidamente – dei siti inquinati a terra, ormai la mappa che ci si presenta – parlo di inquinamenti speciali ed importanti non parlo di inquinamenti di altro tipo, anche biologico, è venuta assumendo le caratteristiche di un problema che ha una dimensione seria.

Sono state oggetto di ordinanze di protezione civile le bonifiche degli altri siti. Abbiamo verificato lungaggini, ritardi, contenziosi che finora hanno impedito lo svolgimento delle attività.

Allora anche qui vediamo se è il caso di aggiornare la proposta. Cioè che cosa voglio dire? Su Praia a Mare ed anche sulla classificazione nazionale dei siti di Serra d’Aiello, Cleto, Aiello Calabro intanto se potessimo provvedere – se siamo in grado di farlo – sulla base dell’ausilio di un intervento tecnico, delimitare i territori perché anche qui un allarme lanciato soltanto attraverso una denominazione utilizzando l’anagrafe del municipio è un allarme generalizzato che non ci serve.

Se siamo in grado, per quello che in termini di indagini è già avvenuto, delimitare i territori da sottoporre a bonifica. Sia quelli lungo il corso del fiume Oliva che altre aree interessate e circostanti, soprattutto tutte quelle aree che scendono verso il mare. Se così è, anche lì in quest’altro sito fare lo stesso ragionamento di Praia a Mare.

Ma non per caricarci tutto addosso ma perché io intenderei sollevare il problema che riguarda lo stato di verifica e di attuazione dell’ordinanza esercitato su Crotone.

Giustamente nella nota che c’è stata consegnata stamattina in Conferenza dei capigruppo si fa riferimento – sarà stata forse la prima emanazione se è corretta – al 18 settembre 2001.

Da allora ad oggi sono passati 8 anni e non si è mossa foglia sul sito Pertusola. Abbiamo avuto l’aggravante che grazie ad un’altra iniziativa della magistratura abbiamo scoperto – sono stati sottoposti a sequestro mi pare di aver capito – altri 22 siti che, oltretutto, evidenziano l’esposizione di un rischio sociale molto elevato, molto alto.

Si sono interessati edifici pubblici, luoghi di svolgimento di attività e di vita sociale, scuole e quant’altro interessa la vita di una comunità e quindi il rischio che mette a diretto repentaglio la vita delle persone.

Può esserci lo strumento di una intesa, di un accordo di programma quadro dentro una intesa che ha poteri sostitutivi legislativi anche per la definizione dei finanziamenti.

Può essere mantenuto lo strumento anche qui dell’ordinanza emergenziale. Però tutto ciò che aiuta e semplifica non può essere arenato di fronte ad una pratica che non si sbroglia più.

Parlo a memoria per una cognizione che ho acquisito sul campo. Lasciatemelo dire: io ho tutti i dubbi e tutti i sospetti che di fronte ad una azione dell’Eni che è chiamata ad un’azione risarcitoria del danno oltre che della responsabilità, addirittura, dell’attività di bonifica ci possono essere tanti problemi e tanti impedimenti che probabilmente fanno degli intralci burocratici il modo e la via per ritardare la soluzione di questo problema.

Ora qui, ha ragione chi l’ha detto in quest’Aula, che se anche in questa occasione considerata la dimensione del problema nei suoi vari aspetti che ha investito in questi ultimi tempi la Calabria, diamo il senso di una impotenza,  se lo Stato e le Istituzioni stanno fermi, passa il tempo, passano i mesi e gli anni e non si interviene, è la fine.

Quindi, non solo rivendicare, non solo lamentare il fatto che il Governo nazionale non opera, ma troviamo le vie e le forme attraverso le quali la protesta e la rivendicazione possano mettere sul tavolo un’azione già operativa anche eccedendo ed andando al di là delle nostre competenze.

Perché dico questo? Non perché ci sia il gusto di sottolineare diversità nella concezione delle forme di intervento o per sollecitare da parte di questo Consiglio la Giunta che non ha bisogno di tutte queste insistenze,  ma  proprio perché la preoccupazione è forte.

Guardate, se noi non acquistiamo credibilità dando prova ai calabresi che qualcosa avviene nell’immediato ed è qualcosa di efficace, il danno sarà davvero irreversibile ed irreparabile nelle coscienze.

Non sottovalutiamo il tipo di allarme che hanno  suscitato sia la vicenda di Crotone che di Cetraro.

E’ un danno incalcolabile non soltanto per quelli che possono essere i riflessi sulle attività economiche connesse al mare, ovviamente, ma è proprio un danno incalcolabile dal punto di vista delle ansie, delle insicurezze e delle paure sociali.

Noi non ce la faremo, non ce la facciamo soprattutto in questa fase, in questo periodo se non c’è un fatto shock, traumatico, che sia interruttivo di un andazzo che nel corso degli anni la Calabria ha conosciuto.

Pongo questa esigenza e mi rendo conto che l’interlocuzione col Governo nazionale  non è facile, ma giacché già dal 2001 la via per la protezione civile ce l’abbiamo aperta, per quanto non abbia funzionato il cambio continuo di commissari – qui vengono citati gli 8 commissari, il contenzioso -, per quanto su Crotone abbiamo sperimentato che non ha funzionato rimane sempre la via con la Regione che rivendica i suoi poteri, non solo quelli di programmazione in questo caso ma anche quelli di azione operativa nell’ambito delle proprie competenze per dire al Governo “fate presto e fate bene”.

Sapendo che tutta la nostra azione non può non esser tesa ad una tutela e ad una difesa del mare calabrese inteso come risorsa.

Su questo io non rinuncio. Sbaglieremmo se cedessimo ad un’idea secondo la quale, ormai, il mare è una negatività, come se ci fosse una compromissione di una opportunità.

Penso che noi dobbiamo difendere il nostro mare anche in relazione a questi fenomeni che stiamo registrando.

Badate che in fondo era poi questa la battaglia che si faceva a proposito dell’inquinamento di tipo biologico. Perché questo si faccia non c’è dubbio che ci vuole l’efficacia di una iniziativa tale da rendere credibile la valorizzazione della risorsa mare.

Se questo è e troviamo le forme per renderlo in un documento, io sono d’accordo. Altrimenti se dobbiamo soltanto limitarci alla implorazione ed alla invocazione del Governo, a lamentare la condizione di difficoltà in cui versa la Calabria, penso che strada non ne facciamo.

Cioè, noi dobbiamo rappresentare in questo momento le paure e le ansie dei calabresi ma anche quelle che sono le loro speranze. Perché se è stata ammazzata anche la speranza, non andiamo da nessuna parte ormai. Cioè questo tema noi dobbiamo sollevare sapendo che su questo il Consiglio regionale può andare anche oltre.

Ci può essere il raccordo con gli enti locali, con il mondo dell’associazionismo, cioè una mobilitazione istituzionale che, sostanzialmente, traduca in termini di proposta politica ed istituzionale quest’ansia e questa paura: io la vedo come una strada da percorrere.

Del resto le amministrazioni locali che sono gli avamposti dello Stato sul territorio sanno bene qual è la condizione soprattutto in alcune aree della Calabria – Sulla ci ha parlato di Crotone –, ma sanno bene anche in altre aree qual è la condizione che si registra.

Vedo qui tra i banchi il sindaco di Cetraro che da stamani assiste ai lavori di questo nostro Consiglio. Se si ferma e permane vuol dire che una ragione ed una preoccupazione ce l’ha. Ma il problema non riguarda soltanto Cetraro.

Su questo noi una risposta vediamo, ragioniamo come e perché dobbiamo darla e trovarla.

Per il momento altro non vedo se non, appunto, l’attivazione degli strumenti più rapidi ed efficaci per poter intervenire che se da una parte sono, finalmente, l’avvio di alcune attività di bonifica, dall’altra necessariamente devono essere quelli della caratterizzazione. E poi accompagniamo questo con la promozione di una comunicazione che in qualche modo sia tendente a dar fiducia, non a nascondere la realtà.

Io non sono uno di quelli che dice “copriamo la vergogna perché la Calabria non venga criminalizzata”. Cioè la criminalizzazione avviene attraverso queste azioni delittuose che si compiono sui nostri territori e sul nostro mare.

Bene facciamo a non nascondere la vergogna, però dobbiamo avere la forza d’urto capace di contrastare e fronteggiare in maniera efficace e non soltanto propagandistica. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sculco. Ne ha facoltà.

Vincenzo SCULCO

Grazie, Presidente. Io sono stato aiutato molto per questo intervento che limiterò a pochi minuti non solo dall’intervento dell’onorevole Chiarella ma in particolar modo dall’ultimo intervento dell’onorevole Adamo.

Quello che stiamo affrontando è un tema molto particolare e da trattare con la necessaria cautela anche verbalmente perché credo che sia un tema sul quale non ci sia da fare competizione fra di noi, non c’è da fare differenza di natura politica e nemmeno, credo, territoriale perché la mappa che è stata illustrata presenta delle punte di drammaticità ma un quadro complessivo di grande difficoltà.

Per questo anche se dirò brevissimamente alcune cose che possono sembrare un elemento di critica ed il venir meno da parte mia di questa cautela alla quale voglio attenermi, in realtà manifesto la sincera e forte preoccupazione di non ridurre una circostanza come questa ad una importante e necessaria – e bene si è fatto a convocare un Consiglio sulla questione – questione dell’emergenza ambientale.

Tuttavia, però, noi non possiamo limitarci a farne una rappresentazione, a darne una descrizione. Diceva l’onorevole Chiarella che la stampa non ha mancato, anzi in queste settimane, in questi giorni è stata presente fortemente a rappresentare con insistenza, e con tutti gli elementi informativi che è necessario dare alla opinione pubblica, ma anche con forza, incisività e con la drammaticità che si può ricavare da questa situazione.

Tuttavia noi non possiamo limitarci a rappresentarci questa situazione, a scambiarci le informazioni, a dire esattamente più o meno di cosa si tratta.

Penso che il ragionamento che ha fatto il collega Adamo, che era la scaletta anche del mio intervento, sia da prendere in considerazione.

Dobbiamo stare particolarmente attenti a non concludere questa seduta del Consiglio con l’apprensione e la preoccupazione sincera e forte che è stata manifestata e che si coglie in tutti i consiglieri regionali, senza avere la capacità di indicare un piano di azione.

E’ quello che manca nel ragionamento che è stato fatto nell’avvio di questa seduta, nella presentazione di questo problema e di questa questione nella sua drammaticità.

Provengo come voi sapete da una realtà particolarmente segnata da queste tematiche non solo storicamente. Ma i segni profondi di quanto si è prodotto in termini di danno ambientale nel corso di questi anni vengono in emersione con una drammaticità che è stata adeguatamente rappresentata dall’assessore Greco. Insomma 22 siti sequestrati nell’area di Crotone, si tratta di edifici pubblici, prevalentemente scuole.

E’ incredibile raccontarci ancora oggi a distanza di 9 anni dalla conclusione, 8 anni e mezzo dal decreto di protezione civile al quale faceva riferimento l’onorevole Adamo, che sulla bonifica del sito Pertusola e delle aree limitrofe non si è messo un chiodo, non si è mossa foglia.

Per davvero è da accapponare la pelle quando noi pensiamo che sono trascorsi 8 lunghi anni e qualche mese senza che si provvedesse ad intervenire in un’area abbondantemente conosciuta nelle sue pericolosità ambientali, dichiarata sito nazionale e questo non può essere un blasone, una patacca che messa sul nostro petto può riempirci di soddisfazione se non produce una cantierizzazione degli interventi.

Qui non abbiamo tempo a sufficienza perché varrebbe la pena raccontare alcuni aneddoti di quello che sta venendo in questi giorni, in queste settimane a Crotone, la drammaticità della situazione e la preoccupazione sociale.

Veniva ricordato che sembra di essere in un’area che si presenta come un inferno senza coperchio.

Questo noi non possiamo solo dirlo e sottolinearlo, rappresentarlo o magari confrontarlo fra di noi senza che vi sia una conseguenza in termini operativi.

Io ho vissuto questa fase anche sotto altra veste e devo dire che in realtà è per davvero incredibile come si sia potuto arrivare ad una situazione di assoluta inerzia che non è più sopportabile da parte nostra, dai cittadini, dalla comunità locale e dalla comunità regionale.

Non credo che sia sopportabile nei giorni a venire.

Perciò abbiamo fatto bene a convocare il Consiglio e porre all’ordine del giorno e al centro della nostra attenzione la grave questione ambientale ma, tuttavia, bisogna provare anche la passione e l’emozione necessarie che – lasciatemi dire senza elemento di critica, perché io ho già detto che questo tema non può essere maneggiato o affrontato con rischi, magari di divagazione o di polemica fra di noi – io non ho visto non tanto nella descrizione o nel racconto della situazione, ma quanto in quello che va messo  per fare progetto.

Va fatto un progetto per quanto riguarda le questioni di merito che, a partire dalla caratterizzazione che dobbiamo realizzare con immediatezza per rassicurare le popolazioni, diventi una “emozione” di progetto istituzionale e politico che sappia coinvolgere e fare cantiere.

Noi non dobbiamo affrontare le questioni una tantum. Anche io voglio rivolgere un apprezzamento all’assessore Greco che ha un carico di lavoro enorme e non gli vorrei far mancare la mia amicizia, la mia solidarietà e la mia vicinanza.

Però, tuttavia, noi non possiamo limitarci – questo non lo fa l’assessore Greco, ma potremmo farlo anche involontariamente o per una antica pigrizia tutti noi – ad affrontare le questioni una tantum, ora sì e domani no. Ma dobbiamo avere una linea, una impostazione, dobbiamo avere emozione. Il che significa in questo caso avere progetto, saper cantierare i nostri convincimenti.

Questo è quello che va fatto e che la gente si aspetta. Perciò, diamo completezza al lavoro, alla discussione ed al confronto che abbiamo avuto questa sera introducendo quegli elementi che affrontano in modo più concreto la prima operatività e che affrontano con maggiore incidenza anche l’allarme sociale che su tale questione è abbondante, si è manifestato e per davvero fa correre rischi seri, gravi alla tenuta democratica, non solo di alcuni territori ma della intera Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Michelangelo Tripodi. Ne ha facoltà.

Michelangelo TRIPODI, assessore all’urbanistica e alla gestione del territorio

Colleghi consiglieri e Presidente, ho chiesto di intervenire perché credo che abbia ragione il collega Chiarella che con un intervento appassionato e molto teso ci ha voluto tutti richiamare alla delicatezza, alla importanza ed alla straordinarietà.

Questa è una riunione straordinaria del Consiglio regionale.

Io sono assolutamente convinto che proprio per il carattere che ha questa seduta del Consiglio regionale, ci sia bisogno di una forte tensione, di una forte motivazione. C’è bisogno di comprendere che questo è un tornante particolarmente eccezionale della vicenda calabrese.

Non voglio fare una rappresentazione ma credo che siamo tutti ben consapevoli che quello che è lo scenario che viene fuori è davvero inquietante ed angoscioso,  suscita allarme e preoccupazione nella popolazione calabrese. Da Cetraro a Crotone, a Praia a Mare ma, vorrei dire, in tutta la regione c’è una situazione di emergenza e di drammaticità.

Vorrei dire che, siccome a mio parere, quello scenario che emerge dipinge in qualche misura quello che, secondo me, rappresenta la più grave emergenza ambientale mai vissuta da questo Paese per le dimensioni e la portata che questa vicenda assume, non c’è dubbio che di fronte a questo che è un grande disastro nazionale,  non è un disastro solo della Calabria, è un disastro nazionale nei confronti del quale dobbiamo ovviamente approcciarci,  dobbiamo avere anche la capacità di intervenire.

Non c’è dubbio che però, nel momento in cui di questa questione ne parla il Consiglio regionale in una seduta straordinaria, ne parla anche tutto il mondo in tutti i siti.

Se si guarda Internet, si parla di questa vicenda della nave dei veleni calabrese. Ebbene, balza agli occhi questo silenzio davvero assordante del Governo nazionale, che sembra essere l’unico a non essersi accorto della gravità della situazione che si è determinata e  che affonda nella inerzia e nella indifferenza.

Ci sarebbe da chiedersi se avesse tenuto lo stesso comportamento ove una cosa di questo genere fosse accaduta in un’altra regione, per esempio in Lombardia o nel Veneto.

Non credo. Lì avremmo avuto già la mobilitazione dell’esercito, di tutte le forze possibili ed immaginabili per andare ad individuare e caratterizzare – come si usa dire con il termine tecnico appropriato – quello che è il contenuto di questa nave dei veleni, di questo relitto.

Ed a verificare davvero perché questa è ovviamente la prima richiesta, la prima domanda alla quale tutti siamo ansiosi che venga data una risposta. Appunto sapere cosa contengono questi bidoni e cosa c’è dentro i 120 bidoni, i fusti della Kursky.

Non c’è dubbio che a questo punto è necessario che vadano avanti le indagini ed io debbo dire che è importante l’opera della magistratura. E’ importante finalmente, dopo anni in cui abbiamo assistito a depistaggi, insabbiamenti, operazioni dei “Servizi” che hanno – di fatto – bloccato la possibilità di accertare la verità, di verificare la condizione reale, di verificare anche la veridicità di altre testimonianze di pentiti degli anni passati. Finalmente grazie alla iniziativa della Procura della Repubblica di Paola, al dottore Giordano, ma vorrei dire anche grazie alla iniziativa della Regione Calabria, dell’Arpacal ed al lavoro prezioso e straordinariamente efficace ed incisivo dell’assessore Greco siamo riusciti, finalmente, ad aprire, a creare uno squarcio di luce in una situazione che sembrava, davvero, permanentemente destinata al buio.

Sono passati 17 anni da quando si dice che questa nave sia stata affondata al largo di Cetraro a 11 miglia dalla costa.

Sono 17 anni. Io sono rimasto davvero allibito quando qualche giorno fa l’assessore Greco in una delle valutazioni che ha fatto ha riferito anche i rischi concreti che riguardano la stessa tenuta di questi bidoni, di questi fusti.

Si dice che rispetto alla pressione che esiste a 500 metri di profondità, alle condizioni complessive  non sono fusti che possano durare in eterno. C’è un limite a tutto e c’è un limite alla possibile durata e tenuta di questi fusti. Certamente c’è una preoccupazione perché potrebbe essere un limite temporale limitato anche.

Rispetto a questo, ancora di più esiste il problema di un intervento urgente ed immediato. Ci sono le forze e ci sono i mezzi affinché si possa arrivare a caratterizzare il contenuto, a recuperare il carico e a bonificare l’area.

Rispetto a questo c’è una richiesta precisa. Abbiamo chiesto al Governo nazionale  di intervenire ed allo stato attuale non c’è alcuna risposta.

Penso che a questo punto certamente il Governo nazionale vada investito e sollecitato ancora, ma abbiamo il dovere anche contestualmente e contemporaneamente di rivolgerci anche alla più alta autorità dello Stato, al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Abbiamo il diritto come calabresi, come Consiglio regionale, di rivolgerci a tutte le cariche dello Stato a partire dalla più alta perché diano risposte, si assumano iniziative e si promuovano interventi concreti.

 Si facciano le cose di cui ha la competenza esclusiva lo Stato.

Voglio completare questo intervento perché non resti ombra rispetto a quello che penso. Ritengo che sia necessario, certamente, approvare un ordine del giorno che pone un problema di un confronto immediato col Governo nazionale, di un incontro, di una riunione immediata a Palazzo Chigi col Governo, con Berlusconi, col ministro dell’ambiente perché immediatamente si predisponga il piano straordinario necessario a garantire gli interventi che alla Calabria sono dovuti in tutte le direzioni a partire da Cetraro.

Ma, aggiungo, noi dobbiamo lanciare un segnale chiaro se è vero, come è vero, che questa condizione e questa situazione non possono essere lasciati trascinare senza limiti. Se è vero, come è vero, che non possiamo accettare che l’inerzia diventi latitanza assoluta e lassismo totale.

Rispetto a questo non c’è dubbio che noi dobbiamo avere la capacità come Consiglio regionale di dire fin da adesso che se un intervento del Governo non c’è, occorre che assumiamo noi alcune iniziative.

Intanto, certamente, come si è fatto nei momenti difficili e complicati della storia calabrese, noi dobbiamo chiamare ad un certo punto il popolo della Calabria ad avere uno scatto di orgoglio e di dignità perché certamente noi non ci stiamo ad essere trasformati nella pattumiera e nella discarica dell’Italia e del mondo, a diventare quello che non vogliamo diventare.

Sono d’accordo, noi dobbiamo privilegiare, promuovere, valorizzare e difendere la risorsa del mare calabrese, la straordinaria risorsa di questo mare che può rappresentare una grande opportunità per lo sviluppo.

Ma in queste condizioni non c’è questa chance , questa opportunità, questa possibilità. C’è il problema di vedere cosa concretamente noi facciamo e come tuteliamo l’orgoglio, la dignità ed i diritti dei calabresi. Innanzitutto il diritto alla salute garantito dall’articolo 32 della Costituzione perché oggi è messo in discussione un diritto costituzionale per i cittadini calabresi.

Rispetto a questo, allora, penso che non basta chiedere solo l’incontro al Governo. Se il Governo l’incontro non lo concede, se risposte non ci sono noi abbiamo il diritto a mobilitare la Calabria, a trovare tutte le forme ed i modi affinché questa mobilitazione avvenga nei confronti di Roma fino a che non ci sono le risposte, perché è chiaro che noi non possiamo assumere iniziative che competono ad altri. Non possiamo avviare noi le iniziative del recupero del relitto, non possiamo fare noi la caratterizzazione, non è la Regione che può fare questa iniziativa come, giustamente, ricorda sempre l’assessore Greco.

L’unica cosa che possiamo fare è chiedere a chi ha la competenza, a chi ha il dovere, le attribuzioni, le risorse per fare una operazione difficile e complicata che non è mai stata fatta – da quel che ci ha detto l’assessore Greco - in nessun’altra parte del mondo. E’ la prima volta che si deve fare una operazione di questo genere e si deve fare in questa regione, sperando ed augurandoci che sia la prima e l’ultima.

Sappiamo, purtroppo, che il rischio è che non sia proprio così. Ci sono già altre due navi di cui parla lo stesso pentito, Fonti, che ha già indirizzato verso la individuazione di questo relitto. Si parla, addirittura, di 30-40 navi sepolte nei mari calabresi, in una condizione in cui saremmo davvero circondati e sotto assedio, addirittura, in questa situazione.

Rispetto a questo, allora, non c’è dubbio che dobbiamo assumere con grande forza – finisco – e con grande determinazione le iniziative. E’ giusto l’ordine del giorno, ma io ribadirei anche nell’ordine del giorno la necessità che il Consiglio regionale non è disponibile ad accettare alcun rinvio, alcuna lungaggine.

Qui ed ora bisogna dare una risposta alla Calabria! Non è possibile essere trattati come l’ultima delle colonie di questa terra. Non è possibile accettare che ci sia più una logica di subalternità, di dipendenza. Siamo qui e vogliamo essere qui come calabresi, intanto, oltre che come esponenti istituzionali e rappresentanti del popolo calabrese per dire che vogliamo difendere il nostro territorio, i nostri diritti, il nostro futuro soprattutto.

Vogliamo farlo assumendo e garantendo tutte le iniziative che sono necessarie.

Credo che da quell’ordine del giorno che si è fatto sicuramente una parola vada rivolta anche alla Presidenza della Repubblica che deve essere coinvolta e chiamata anche al suo ruolo di stimolo, di pungolo nei confronti del potere esecutivo. Ma anche, vorrei dire infine, annunciando che noi non siamo disponibili ad alcun ritardo e ad alcuna fermata rispetto a questo.

La Calabria ed il Consiglio regionale, quindi, si farà carico di tutte le iniziative necessarie a partire dall’incontro che chiede alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ma se non verranno le risposte, non c’è dubbio che non ci fermeremo e che andremo ancora più avanti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, spero di essere telegrafico perché è stato detto di tutto e di più e penso che i calabresi ed anche gli uomini delle istituzioni come il sindaco di Cetraro che è presente e che saluto, si aspettano fatti più concreti e non un diluvio di parole.

Mi pare che su due punti siamo d’accordo. Cioè che bisogna in tempi rapidi attivare un tavolo dinanzi alla più alta autorità amministrativa del Paese e quindi alla Presidenza del Consiglio. Naturalmente su questa iniziativa io sono convintamente d’accordo, perché non essendo un rivoluzionario come il collega Tripodi, credo proprio al popolo che si mobilita e tutti insieme due milioni di calabresi si recano a Roma per risolvere problemi peraltro molto annosi, molto datati.

L’altra cosa su cui siamo d’accordo riguarda la differenziazione delle competenze. Sia l’ottima relazione del professore Greco sia la bozza di ordine del giorno ci dicono che praticamente sulla questione Crotone-Pertusola, su Cassano, su Cerchiara, sul torrente Oliva e sulla nave di Cetraro la competenza è dello Stato, mentre la Regione riconosce la propria competenza per quanto riguarda la questione della Marlane.

Questione della Marlane che è, anch’essa, molto datata perché io ho avuto l’onore di essere nel Governo Amato e Ciampi. Nel Governo Ciampi l’onore di fare il sottosegretario di Gino Giugni che voglio ricordare in quest’Aula come padre dello Statuto dei lavoratori e come grandissimo ministro della Repubblica oltre che studioso insigne di problemi attinenti il mondo del lavoro.

Ricordo che già a quell’epoca c’era la questione Marlane che man mano si è spenta come una candela, lasciando questi problemi .

Allora all’assessore Greco ed alla Giunta mi permetto di dire - siccome su questo punto siamo d’accordo – che la bonifica della Marlane si faccia celermente.

Sulle altre questioni mi permetto di non essere completamente d’accordo perché mi chiedo se la politica è qualcosa di burocratico oppure non è, viceversa, un’arte eccelsa che tenta di farci uscire dai cul de sac in cui a volte le stesse norme ci precipitano.

Guardate, io non intendo sottovalutare la questione Crotone, mi guarderei bene di farlo perché è gravissima. Ma di questa questione si parla da anni ed è giusto che il Governo nazionale  finalmente, intervenga così come per quanto riguarda Cassano o Cetraro.

Ma mi permetto di dire che il torrente Oliva e Cetraro sono due cose diverse perché, purtroppo, il danno di immagine e di economia e quant’altro fatto da Crotone, da Cassano o da Cerchiara ormai lo abbiamo scontato.

Vedo, in fondo, forse titubante sugli schieramenti politici ma anche per occupare i banchi deserti del centro-destra l’assessore al turismo.

Mi chiedo quale danno stiamo pagando o pagheremo per la questione del torrente Oliva e della nave di Cetraro.

Guardate che in questa materia che riguarda la salute dei cittadini, delle persone il dubbio non è cartesiano, egregi professori. In questo caso il dubbio è un dubbio che uccide.

Allora, una classe dirigente, una istituzione come la Regione può limitarsi alla protesta? Mi auguro che il popolo…

Quando sono entrato in quest’Aula la prima volta ho visto l’amico Tripodi con una bella bandiera rossa. Mi auguro che lui prenda di nuovo questa bandiera e si trascini a Roma due milioni di calabresi.

Ripeto, ci credo molto poco. Va bene.

Ma noi cosa possiamo dire ai calabresi, non sapendo il danno che la nave o il torrente Oliva stanno producendo e che produrranno al mercato del pesce, a questa attività che è molto importante nel Tirreno cosentino, che provocheranno al turismo, caro assessore!

Siamo già alluvionati come turismo in Calabria, diciamo la verità. Abbiamo perduto i buoi che sono usciti dalla stalla, perché abbiamo devastato le coste, abbiamo sostenuto un turismo della seconda casa, non abbiamo attrezzature adeguate, non abbiamo infrastrutture.

Ma chi volete che venga sul Tirreno cosentino se rimane questo dubbio? Allora una classe dirigente va dal prete, si confessa e viene assolta, si mette l’anima in pace perché è incompetente? Io non credo che sia questo, caro assessore, il dovere della politica. A proposito di questo mi permetto di aggiungere un’altra considerazione: ma questa Unione europea che cosa è? E questo crogiolo di procedure, di burocrazia, di paletti che naturalmente invece di aiutare determinati processi per nostra incapacità, debbo dire, a volte li frena.

Ma l’Unione europea non è anche un ente, una entità politica con la quale si discute? Allora, fermo rimanendo che noi dobbiamo chiedere al cavaliere Berlusconi un intervento immediato in questa direzione, nell’ordine del giorno io lascerei anche una richiesta alla Giunta. Nel senso che se gli incontri di Palazzo Chigi dovessero risultare inefficaci, la Giunta si deve riservare determinati interventi.

Certo nell’ordine del giorno non possiamo scrivere quel che io sto per dire ma in quest’Aula debbo dirlo. Quando la politica ha problemi così difficili da risolvere, discute.

Io non credo che l’Unione europea non capirebbe il dramma di questa Regione, ma a cosa serviranno i fondi strutturali nel settore del turismo se permangono dubbi come quello relativo alla nave di Cetraro?

Ma c’è una classe dirigente, un “governatore” certamente bravissimo dal punto di vista politico che in questo campo può essere maestro per tutti noi. Un “governatore” che va a Bruxelles e pone le questioni. Se nulla si muove, la Regione ha il dovere di muoversi anche sollecitando delle deroghe da parte della Unione europea.

Quindi per concludere, non la voglio fare estremamente lunga, a parte qualche espressione superflua che non intendo minimamente commentare, mi può anche andare bene l’ordine del giorno. Però, alla fine allorché si invocano i provvedimenti della Giunta riguardanti la bonifica del sito Marlane di Praia, poi non capisco la “salvaguardia della salute della popolazione” perché queste cose generiche ce le potremmo anche risparmiare a mio modesto avviso, aggiungerei - parlo concettualmente, non prendetemi alla lettera – “e la predisposizione, altresì, di altri eventuali interventi che si rendessero necessari all’esito dell’incontro con la Presidenza del Consiglio, onde evitare ulteriori ed irreparabili danni alla salute dei calabresi ed alla economia regionale, da assumere anche d’accordo con l’Unione europea”.

Direi che aggiungere un concetto di questo tipo non sarebbe per nulla sbagliato anche perché non andiamo a tipizzare gli eventuali interventi della Giunta ma la Giunta, in questo caso, può tornare a casa con una ulteriore spinta da parte del Consiglio per quel che può servire considerato il prestigio che, purtroppo, la politica in questo Paese, anche in questa Regione continua a mantenere verso i cittadini e verso altre istituzioni.

PRESIDENTE

Immagino che lei,onorevole Tripodi, intenda intervenire su questo punto. Prego, ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molto interesse l’intervento dell’assessore e non avevo dubbi sulla valenza, sulla competenza, sulla capacità dell’assessore di presentarci un quadro che a questa Calabria possa dare – per lo meno – la speranza di essere ripulita.

Voglio essere brutale questa sera, Presidente, perché alcune cose ce le dobbiamo dire a maggior ragione perché siamo in questo Consiglio regionale. Intanto, questi rifiuti tossici non si possono produrre dappertutto. A casa nostra non li produciamo.

Se, soprattutto, diamo per scontato per un attimo facendo una ipotesi che possono essere scorie radioattive, non è che queste vengano prodotte in molte parti del mondo. In Italia, per esempio, non ci sono centrali nucleari che possono produrre scorie radioattive.

Di queste navi che arrivano in Calabria – siano tre o trenta – è possibile che nessuno abbia monitorato il passaggio, da dove sono arrivate, le eventuali denunce che possono esserci state sull’affondamento, o sul  non arrivo a destinazione? Questo mi sembra strano, così come mi sembra strano il fatto che anche alcune inchieste del passato promosse da validi magistrati in questa nostra terra di Calabria siano state abbandonate ed affossate malgrado gli sforzi dei magistrati per portarle avanti.

Altra cosa che mi sembra molto strana: è possibile che malgrado ci siano state indicazioni, queste navi non si siano trovate? Poi esce un signore e dice “guardate che a tal punto si trova la nave e proprio in quel punto”.

Questo significa che anche a  causa delle altre generiche dichiarazioni che in questo nostro mare ci siano altri relitti con rifiuti di una certa natura – anche se non conosciamo, al momento, la natura di questi rifiuti –, effettivamente dobbiamo supporre che siano presenti nei nostri mari.

Una cosa mi conforta, assessore. Se ci fosse stata radioattività – questo ce lo dobbiamo dire – sarebbe stata rilevante perché quella si rileva.

Quindi, al momento - anche per tranquillizzare coloro i quali seguono questo nostro dibattito nella nostra Calabria – possiamo tranquillamente affermare che, al momento, radioattività libera non ne è stata riscontrata, per quel che ne sappiamo, per lo meno.

(Interruzione)

Ma noi non ci possiamo permettere il lusso di aspettare. Quindi è giusto e sacrosanto che noi diciamo che queste navi, questi rifiuti debbano essere tolti da questa Calabria. In effetti questo stiamo chiedendo al Governo nazionale .

Però, assessore, io prendo atto che malgrado i suoi sforzi, la sua insistenza e caparbietà nel portare avanti alcune richieste, questo Governo nazionale è stato sordo fino al momento.

Io ho preso atto con rammarico che anche le ricerche per gli altri relitti sono state dismesse. Prendo atto con rammarico che ancora il Governo nazionale  non si è attivato affinché delle società internazionali se ne occupino, n quanto in questa nostra Italia, purtroppo, non c’è una società che si occupi del recupero di questi relitti. Non è stato fatto ancora nessuno sforzo per andare a capire come dobbiamo attivarci o come il Governo nazionale  si può attivare affinché questi relitti vengano recuperati.

Questo per quanto riguarda i rifiuti. Per non parlare poi di Crotone, della zona del crotonese o delle nostre montagne o dei nostri fiumi.

Su Crotone vorrei dire una cosa. A me risulta da consigliere regionale che alcuni interventi per la bonifica siano stati fatti. Che cosa abbiamo ottenuto se è vero, come è vero, che ci sono non so quanti siti che sono sequestrati? Anche qui dobbiamo capire cosa intende fare il Governo nazionale  rispetto al sito di Crotone. E se troviamo il modo come impegnare le nostre risorse, anche quelle del Por, per bonificare questa Calabria, io sarei disposto ad impegnare quante risorse ci vogliono per bonificare questa Calabria, anche perché garantiremmo la salute dei calabresi e le future generazioni dei calabresi che vivono in un ambiente che sia consono e normale rispetto alle attività della vita.

Proprio per questo, dico io, qualsiasi sacrificio andiamo a fare a livello economico affinché possiamo attivare seppur abbandonati fino a questo momento dal Governo nazionale  – perché questa è la verità poi - ed il confronto che andiamo a chiedere al Governo spero che dia i suoi risultati, i frutti che noi ci auspichiamo. Che questo Governo nazionale , cioè, si sensibilizzi ad un problema che poi non riguarda solo la Calabria ma riguarda l’Italia.

Anzi oserei dire oltre l’Italia – non voglio esser catastrofico – che se è vero, come è vero, ma mi auguro di no che ci possano essere determinate sostanze riguardo il Mediterraneo addirittura… perché poi le correnti marine non si fermano in Italia, in Calabria o in Sicilia.

Allora su questo con forza, assessore - io personalmente ma tutto il Consiglio regionale penso che la sostiene in questa battaglia – la esorto ad andare con maggiore veemenza in rappresentanza di tutte le forze politiche presenti in questa nostra Regione a chiedere con maggiore forza quello che è un nostro diritto avere: la tutela della salute.

Ben venga non solo il confronto con il Governo, con il Capo dello Stato o con qualsiasi organismo internazionale ed europeo che ci possa consentire non solo di alzare la voce per difendere un nostro diritto ma per trovare insieme organismi che ci possano consentire di ripulire questa Calabria.

Quindi, assessore, io non c‘è bisogno che le esprima il mio ringraziamento ed il mio riconoscimento per il lavoro che ha fatto, ma le auguro di cuore – per noi e per i calabresi – che possiamo riuscire nel nostro intento. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Greco per la replica.

Silvio GRECO, assessore all’ambiente

Innanzitutto debbo ringraziarvi per le dichiarazioni di stima che, ovviamente, io ritengo fatte esclusivamente al lavoro. Visto che ho accettato di fare l’assessore all’ambiente di questa Regione, perché ritengo di essere un civile servitore di questa amministrazione, è chiaro che le dedico al lavoro fatto da me, dai miei colleghi di Giunta e da tutte le persone che in questi mesi hanno lavorato con me per arrivare a questo principio di verità.

Voglio ricordare – caso mai ce ne fosse bisogno – che è stata la Regione Calabria a trovare la nave di Cetraro.

E’ evidente che tra qualche anno, quando si andrà a rileggere –  qualcuno magari per professionalità o impegni di ricerca – la seduta di questa sera analizzando nel dettaglio le varie dichiarazioni, è evidente che avrà la possibilità di rilevare uno spaccato di questo Consiglio regionale che poi, di fatto, ovviamente rappresenta lo spaccato della Regione Calabria.

Io andando per le città di questa nostra regione in questo ultimo periodo sento da parte della gente il bisogno di verità. Questo bisogno di verità si traduce per un ricercatore in un dato che rileva la presenza o l’assenza di alcune cose, in un dato che rileva la quantità di quella determinata cosa, la bio-disponibilità di quella cosa ecc..

Voglio tranquillizzare un po’ tutti perché rispetto a Serra d’Aiello o all’area del torrente Oliva il Ministero dell’ambiente ha già consegnato alla Procura della Repubblica di Paola – e lo farà domani alla Regione e all’Arpacal – un piano di caratterizzazione.

Questo ci permetterà, a breve, di sapere con precisione qual è il dato e di conseguenza quali sono le misure da una parte per mitigare gli impatti e dall’altra per andare ad una pronta bonifica.

Sul discorso di Crotone c’è da chiarire una cosa. Cioè, è vero che dal ’99 si aveva la perfetta conoscenza di tutto quello che significava la presenza delle discariche di fronte a Fosfotex o a Trappeto ma è altrettanto vero che solo nel luglio di quest’anno si è arrivati ad una decisoria, il 23 luglio di quest’anno. E si è arrivati proprio perché questa Giunta regionale ha scelto rispetto ai rapporti con Eni, ha scelto rispetto la contrapposizione a progetti che l’Eni presentava, che onestamente erano inaccettabili, entrando nel merito e rintuzzando anche nutrite schiere di professionisti pagate dall’Eni e arrivando a quella che potrebbe essere l’inizio della soluzione della bonifica di Crotone.

Visto che Sindial non ha ad oggi impugnato il provvedimento ci sono buone possibilità. Oserei dire che ormai teoricamente si dovrebbe avviare la bonifica e quindi iniziare un percorso virtuoso che elimini la bio-disponibilità di metalli quali arsenico, cadmio, rame, mercurio e quant’altro rispetto all’ecosistema crotonese.

Altra cosa sono i 22 siti che non rientrano nel sito di interesse nazionale. I 22 siti, quelli che sono stati individuati dalla Procura per una eventuale presenza, cioè per una sicura presenza di cubilot, di click, di cik e per un eventuale poi livello di contaminazione di questi nell’atmosfera sono un discorso a parte, come pure un discorso a parte è la Marlane.

Anche là è vero che tutte queste cose, a quanto sembra, le sapevano tutti ma – guarda caso – su tutte queste cose nessuno è mai intervenuto. Quindi il fatto che oggi questa Giunta regionale predisponga dei piani di intervento…

Torno a dire, non è il mio - ho anche risposto oggi ad un parlamentare che vedo che torna sulla faccenda – dire competenza, non è sicuramente nascondersi dietro un approccio di tipo burocratico perché mi sembra che il mio comportamento nella fattispecie rispetto al coinvolgimento degli enti strumentali della Regione su una richiesta della Procura ha tutto tranne che il crisma del burocrate.

Fino ad oggi, invece, ritengo che è stato proprio un atteggiamento di tipo burocrate che non ha portato alla bonifica di Crotone, di Marlane, che non ha portato a mettere in luce tutti i disastri ambientali che in questa regione non si sono mica creati negli ultimi 4 anni.

Voglio anche tranquillizzare rispetto alle discariche perché è giusto che la gente conosca qual è la situazione.

Stiamo caratterizzando tutte le discariche, abbiamo iniziato con le discariche ad alto rischio, abbiamo messo nella lista anche quelle a medio rischio che non ci sono state chieste neanche dalla Unione europea. E proprio perché come politica poi scegliamo, abbiamo messo anche quelle a bassissimo rischio perché c’è il sospetto che in questo clima di sistemi, di smaltimenti illegali e di rifiuti tossici e nocivi, ci possa essere la possibilità che anche in siti considerati a basso rischio la malavita organizzata abbia seppellito scorie tossiche.

Sul discorso della nave – e chiudo – è evidente che noi abbiamo una preoccupazione rispetto al sistema economico che è collegato e lo dimostra il fatto che abbiamo già chiuso con Lega Pesca, con le cooperative di Confcommercio della pesca ecc.,. una serie di strumenti, di ammortizzatori sociali o in ogni caso di supporto proprio perché ci rendiamo conto che la categoria soffre degli effetti negativi rispetto a queste notizie. Anche se – come ho avuto già modo di esprimere in questi giorni – il mio giudizio su questa cosa è che, a mio avviso, si possono consumare tranquillamente i pesci in modo particolare quelli pelagici, quelli che non hanno rapporti con il fondo e sono numerose le specie che possono essere tranquillamente consumate.

In conclusione noi abbiamo dall’inizio ritenuto i sindaci alleati in tutto quel che noi facciamo sul territorio perché è evidente che riconosciamo la funzione dei sindaci che dovrebbero, veramente, assumere questa funzione di sentinelle del territorio regionale.

Siamo ovviamente schierati e voglio ricordare che io domani mattina alle 8,30 sarò in audizione a Palazzo San Macuto alla Commissione parlamentare sui rifiuti tossici ecc., ecc.

Alle 11 andrò al Ministero dell’ambiente. Con una telefonata di poco fa mi è stato detto che molto probabilmente ci sarà anche il ministro. E’ ovvio che – visto che non ho problemi di rapporti e tanto meno di capacità di dialogo e di dire quel che penso e come lo penso – sarà mia cura domani a nome mio e del Consiglio, vi ringrazio, di specificare bene qual è la posizione della Regione Calabria rispetto a questa vicenda.

Vi ringrazio ancora.

PRESIDENTE

Il dibattito è chiuso.

(Interruzione)

…Antonello Venditti. Non dite niente su quello che ha detto sulla vostra terra Venditti? Ha detto che voi siete niente impastato con niente. E’ una cosa su Youtube

(Interruzione)

Tutti i calabresi e sulla Calabria, lo ha detto Venditti. Io ero convinto che la Giunta… su questo deve intervenire lei, assessore. Lei sta zitto su questo? Venditti questo ha detto.

Pensavo che la Giunta non essendoci il Presidente… voi interveniste immediatamente.

Alberto SARRA

Presidente, credo che una iniziativa da parte del Consiglio… a parte che ho un’agenzia Ansa ed ho visto la reazione…

Egidio CHIARELLA

Possiamo leggere questa dichiarazione, Presidente?

Alberto SARRA

…tempestiva. Ma credo che una reazione del Consiglio su delle parole gravissime che sono state rivolte alla nostra terra vada assunta. Ora a prescindere… che in Calabria non esiste niente e non c’è niente di niente e si chiede perché Dio abbia creato la Calabria.

Cioè mi sembra una mortificazione…

Egidio CHIARELLA

Potremmo leggerla ufficialmente.

PRESIDENTE

Possiamo valutare… siamo tutti qui, io lo so, poi integriamo…

(Interruzione)

Ritornando all’argomento in discussione,  è come se l’assessore, collega consigliere, avesse presentato assieme all’assessore Maiolo, all’onorevole Serra, Adamo ecc., un articolo unico in cui si dice “Nell’ambito della programmazione dei fondi europei” utilizzando come diceva, quindi, l’onorevole Principe risorse europee e così via “per la costituzione di una filiera della ricerca, della innovazione tecnologica, il trasferimento delle conoscenze del sistema mare… per stipulare un accordo tra Regione, provincia, comune di Cetraro e l’Unical. Il soggetto attuatore e beneficiario è il comune di Cetraro”.

Questo è. Cioè quello che lui da qui a poco ci proporrà è innanzitutto l’inserimento all’ordine del giorno, ovviamente  e dopo di approvarlo.

Siccome non c’è problema, licenziamo l’ordine del giorno, se siamo d’accordo.

Egidio CHIARELLA

Presidente, forse c’è una svista nell’ordine del giorno. Se era possibile aggiungere nella parte degli apprezzamenti…

PRESIDENTE

Ma prima lo debbo leggere, se non lo conosce nessuno o non l’avete? Se l’avete lo diamo per letto… ed allora cominciamo con gli emendamenti che proponete…

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.

Egidio CHIARELLA

…dove dice “vivo l’apprezzamento per le attività svolte dai procuratori, dottori Bruno Giordano della Procura di Paola, Francesco Neri della Procura di Reggio Calabria” e aggiungerei “Raffaele Mazzotta della Procura di Crotone”.

(Interruzione)

Aggiungerei “e Raffaele Mazzotta della Procura di Crotone”, tutto qui. Visto che abbiamo fatto il quadro degli interventi delle Procure…

(Interruzione)

Scusatemi, stiamo parlando di Crotone.

(Interruzione  dell’onorevole Giamborino)

Noi esprimiamo un apprezzamento. Cioè io penso che sia una svista, tutto qui. Poi il Consiglio decide.

Sandro PRINCIPE

Siccome si parla di emendamenti all’ordine del giorno, se il Consiglio poi è di diverso avviso, con tutte le riserve io lo voto.

Io eliminerei “alla salvaguardia della salute della popolazione calabreseperché mi sembra una affermazione di principio.

Non so che pensa il Consiglio di inserire una spinta verso la Giunta a prendere iniziative eventuali all’esito dell’incontro di Palazzo Chigi senza precisare, naturalmente, in questa fase quale iniziativa.

(Interruzione)

Come? Vuole provare? Formuli, ci mancherebbe altro.

Ripeto la formulazione, poi mi affido al collegio degli accademici per tutti gli emendamenti, ci mancherebbe altro.

Quando si parla “della predisposizione di idonei ecc.” aggiungerei “e la predisposizione, altresì, di eventuali interventi che si rendessero necessari all’esito dell’incontro con la Presidenza del Consiglio onde evitare ulteriori ed irreparabili danni alla salute dei calabresi ed alla economia regionale, da assumere – se necessario – in accordo con la Ue”.

(Interruzione)

Alla fine. Cioè voglio dire che capisco quale può essere l’eccezione di dire: mettendo una formulazione di questo tipo potremmo indebolire la richiesta verso il Governo nazionale.

Ma il Governo ha un dovere precipuo e preciso in questa direzione e però, come vanno le cose del mondo lo sa solo il Padreterno. Io mi auguro che gli incontri che avrà domani l’assessore siano risolutivi per un intervento governativo.

Ma facendo gli scongiuri, se così non dovesse succedere e passassero giorni e settimane, noi stiamo con le mani in mano o tentiamo di far qualcosa? Questo è il mio assunto. Penso che inserire in un ordine del giorno nel momento in cui il Consiglio fa una richiesta alla Giunta, una frase generica che può diventare all’occorrenza specifica, non sia cosa negativa.

Poi naturalmente per quanto riguarda la formulazione, signor Vicepresidente mi rimetto alla vostra migliore possibilità di emendarla.

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Proverei – proprio per fugare anche le perplessità del consigliere Principe – a non metterla, accoglierei nella sostanza la proposta ma proverei a non metterla in subordinata agli eventi del Governo nazionale, perché in quel caso – come lei stesso diceva – potremmo depotenziare la nostra…

Se vi convince, non cambiando nulla della formula, si potrebbe fare così “Chiede, altresì, alla Giunta regionale la predisposizione di idonei e rapidi interventi finalizzati, anche di intesa con le istituzioni nazionali europee e con risorse finanziarie derivanti dai fondi strutturali comunitari,”…

(Interruzione)

Prego?

Sandro PRINCIPE

…vai nello specifico. Io accoglierei la sua iniziativa e togliamo la parte “all’esito”. Si potrebbe fare “per la predisposizione, altresì, di interventi” – togliamo “eventuali” – che si rendessero necessari onde evitare ulteriori ed irreparabili danni alla salute dei calabresi ed alla economia regionale da assumere, se necessario, in accordo con la…”… è la stessa cosa, fate…

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Cambierei quell’“assumere” perché depotenzia quella roba lì….

Sandro PRINCIPE

L’importante è che rimanga il concetto. Togliamo “all’esito” per evitare un indebolimento della richiesta principale e lasciamo il concetto. Va bene, per quanto mi riguarda, Presidente, sono d’accordo.

Pietro GIAMBORINO

Se lei mi concede la parola, vorrei esprimere il mio pensiero in questa direzione.

PRESIDENTE

Ne ha facoltà.

Pietro GIAMBORINO

Vorrei dire questo, signor Presidente. La Calabria vive un momento assai difficile ma questa è una condizione all’interno della quale ci troviamo sostanzialmente da sempre.

In questo momento è aggravata da questa scoperta – come se fosse davvero una scoperta – che la Calabria è stata presa come pattumiera da chissà quale organizzazione malavitosa e da chissà quale politica scellerata e da quale complicità di servizi o chissà di che cosa.

Questo si dice in giro. Sono perfettamente d’accordo. Nessuno ha la bacchetta magica per dire cosa bisogna fare.

Ma sono d’accordo soprattutto quando il collega Sculco dice che, per esempio, meglio oggi e di più si sarebbe apprezzato un programma di come agire e di come intervenire,  probabilmente troncando quest’ansia sociale che si è creata e quindi la disgregazione sociale dei calabresi aumenta se da quest’Aula ed in questo documento ci fosse stato quel programma - signor Presidente, è importante quello che le voglio dire

Questo avrebbe garantito i calabresi e li avrebbe rassicurati. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un problema che, certamente, non trova la sua stura in quest’Aula.

Sono perfettamente d’accordo con una iniziativa. Mi permetto di esprimere incertezze istituzionali, signor Presidente, per il ruolo elettivo di quest’Aula. Io non so se quest’Aula può proporre cittadini che pure occupano postazioni che dovrebbero rimanere terze anche nei giudizi e nel ruolo della magistratura.

Se, tuttavia, si vuole esprimere apprezzamento che è cosa assai gradita anche al sottoscritto – naturalmente parlo a titolo personale - per quanto riguarda l’impianto, invece, del documento e di cosa si dovrebbe fare l’ha già fatto il capogruppo del Pd, io dico che se proprio si vuol fare un elogio lo faccia il Presidente della Giunta regionale e ogni assessore, ogni consigliere a titolo personale ma questa Istituzione, Presidente, non la trascini in cose che non le competono.

Faccia, invece, una cosa più bella e più nobile sempre in linea di principio ed elogi l’intera magistratura calabrese ed anche l’intera magistratura italiana, se vuole, lasciando da parte la singolarità perché questo impoverisce lo stesso elogio.

Questo è quel che penso, signor Presidente, e questo ho voluto trasferire all’Aula.

Naturalmente discorso diverso e particolare è che vorrei che l’assessore Greco chiedesse… e lo dico qui ad un certo punto e su questo chiedo scusa, alla memoria dell’ufficiale della Capitaneria Natale Di Grazia… io mi inchino di fronte ad un sacrificio in questa direzione. Questo va additato come esempio ai calabresi. Bene, questo bene. Per il resto questa Regione davvero – qualcuno ha detto prima di me – non ha bisogno di eroi. E certamente la magistratura non deve essere trascinata a mo’ d’esempio ma essere lasciata al suo serio e gravoso compito di soggetto al di sopra o anche diverso delle istituzioni.

Guai per la politica se questo tipo di cultura dovesse continuare. Mi scuso e ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

Presidente, io intervengo, invece a sostegno di quanto è evidenziato nell’ordine del giorno e reputo, assolutamente, necessario ed indispensabile evidenziare l’operato di chi ha rischiato la propria vita attivando già 25 anni fa delle iniziative e delle inchieste che hanno messo a rischio – come purtroppo la perdita dell’ufficiale De Grazia ha dimostrato – la vita propria e dei propri familiari.

Qui non si tratta di un elogio rivolto alla magistratura in generale che, anche noi, in questo momento evidenziamo e ringraziamo per la diuturna opera e l’attivismo, la dinamicità che sta dimostrando in questo senso ed in questa direzione.

Apprezzo l’onorevole Giamborino ma devo esprimere un parere leggermente differente perché ci si rifà ad iniziative che hanno preso le mosse ben 25 anni fa.

Purtroppo queste sono anche delle attività che non sono conosciute nella loro esaustività perché, purtroppo, le indagini sono particolarmente complesse ed intersecano addirittura delle iniziative anche, in parte, secretate. Perché c’è stato l’intervento delle istituzioni dello Stato nella loro più generale accezione, ivi comprese quelle dei “Servizi”.

Credo, allora, si doveroso esprimere apprezzamento a  chi ha avuto l’intuito ben 25 anni fa – ripeto – di attivare delle inchieste che forse oggi hanno portato a limitare il pregiudizio pur grave per la nostra terra, perché  mi chiedo cosa sarebbe successo se 25 anni fa, persone coraggiosissime non avessero attivato delle iniziative volte a verificare proprio la bontà di quello che l’intuito loro consigliava.

Ci saremmo trovati di fronte a disastri ancora più gravi di quelli gravissimi che ci troviamo a fronteggiare.

Per questo io reputo necessario ed indispensabile evidenziare una attività che va anche – e forse – al di là di quelli che sono i compiti strettamente istituzionali. Appartiene all’esposizione dell’individuo.

Io, guardate, sto leggendo un libro godibilissimo sulla magistratura. All’interno di questo libro c’è una frase che è del grande Indro Montanelli che dice “all’interno della magistratura ci sono due correnti. Una è quella di persone un po’…”, non cito espressamente quel che dice lui quando parla di superficialità, dice che c’è un 90 per cento di persone che sono superficiali. Lui usa un termine grave, parla addirittura di “gaglioffi pronti a qualunque attività pur di dar seguito alle loro iniziative”.

Dice che “esiste un 10 per cento di autentici eroi pronti a sacrificare non solo la propria persona, ma la propria famiglia, i propri interessi per amore della verità.”

Guardate, io non voglio sembrare aulico e fuorviante nel mio dire ma, credetemi, qui ci si trova di fronte a persone che sono state degli autentici eroi.

Non dobbiamo intervenire solo ex post quando purtroppo ci si trova a ricordare la memoria delle persone. Facciamolo ora che sono in vita e diamo a Cesare quel che è di Cesare perché ci troviamo di fronte a persone che hanno messo a rischio, a repentaglio la vita propria e dei propri familiari.

Credo che ci sia una sorta di eroismo civile. Credo ancora in questa magistratura, in questi “ascetici viri” che sono capaci di questo.

Purtroppo anche la mia professione non sempre mi porta a fare delle considerazioni forse distanti da quello che Montanelli ha evidenziato, per cui credo che quando ci si trova di fronte a queste persone bisogna evidenziare il loro operato anche, e soprattutto, quando questo operato ha portato ad evitare disastri che, purtroppo, in altri casi abbiamo registrato.

Voglio chiudere con una provocazione, amico Giamborino. Se a Messina quelle denunce e quelle evidenziazioni che sono state fatte avessero avuto seguito, forse, mi chiedo, avremmo evitato quel disastro che è sotto gli occhi di tutti ed è alla ribalta della cronaca.

Credo che, allora, sia doveroso evidenziare quello che noi abbiamo evidenziato in questo ordine del giorno. Credo sia opportuno indicare anche i nomi perché, purtroppo, non si può generalizzare. Ci sono dei casi in cui bisogna personalizzare anche una attività che non sempre… Con questo non si vuol dire che l’ufficio non va bene ma ci sono delle persone che si sono esposte al di là dell’ufficio.

Guardate che qui ci sono dei complotti di livello internazionale. Cioè di questo stiamo parlando. Queste indagini afferiscono a delle situazioni che vanno al di là della criminalità organizzata presente, purtroppo, nella nostra regione, nella nostra terra.

Ci sono dei meccanismi che afferiscono a dei traffici, agli interessi internazionali. Non pensate che si uccide una persona come il comandante De Grazia, come Ilaria Alpi o le persone del loro staff così per caso. Purtroppo ci sono delle evidenze che sono emerse dagli atti giudiziari e che, credo, anche in questa sede bisogna esprimere apprezzamento e se mi permettete soprattutto in questa sede che è stata oggetto di tante valutazioni per le quali  questo Consiglio non sempre è stato trattato per come meritava.

Credo che abbiamo anche la possibilità di dire la nostra con la schiena dritta ed a testa alta dando il giusto merito e il giusto riconoscimento a chi questo merito e questo riconoscimento si è guadagnato a costo anche della sua vita.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Sarra. Mi pare che non ci siano altre richieste di parola, per cui pongo in votazione l’ordine del giorno di cui do lettura e che è stato distribuito a tutti i colleghi:

“Il Consiglio regionale

ascoltata la relazione dell'assessore all'ambiente, Professor Silvestro Greco, che ha evidenziato la presenza di diverse e forti criticità ambientali nel territorio calabrese con particolare riferimento:

alla individuazione su un fondale a 487 metri di profondità e a 11.8 miglia nautiche dalla costa di Cetraro, di un relitto presumibilmente contenenti rifiuti tossici;

alla bonifica del sito di interesse nazionale Pertusola e degli altri 22 siti contaminati da conglomerato idraulico catalizzato;

ai depositi terrestri di materiali tossico-radioattivi sotterrati in territorio del comune di Serra d'Aiello presumibilmente a un profondità di 30 metri;

al sito della fabbrica dismessa Marlane di Praia a Mare

esprime

vivo apprezzamento per l'attività svolta dai Procuratori dottori Bruno Giordano della Procura di Paola e Francesco Neri della Procura di Reggio Calabria, e chiede la trasmissione del presente elogio al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministro della Giustizia, onorevole Alfano. Esprime, altresì, sentimenti di sentita gratitudine alla memoria dell'Ufficiale della Capitaneria Natale De Grazia;

chiede al Governo

che venga celermente caratterizzato il materiale contenuto a bordo della nave rinvenuta nel mare di Cetraro e che venga effettuata la sua rimozione;

che venga finanziato un piano straordinario di individuazione ed eventuale rimozione di altre navi affondate contenti rifiuti tossici;

che parta l'immediata bonifica dei siti di interesse nazionale Pertusola, Cerchiara e Cassano e dei siti inquinati da conglomerato idraulico catalizzato;

che venga caratterizzato e bonificato il sito del torrente Oliva e le aree ricadenti nei comuni di Aiello Calabro, Serra d'Aiello e Cleto;

un incontro urgente con la Presidenza dei Consiglio e il Ministero dell'Ambiente per approfondire le questioni su esposte e un provvedimento d'emergenza sotto forma di una specifica ordinanza di protezione civile per la bonifica dei siti del torrente Oliva della nave individuata nel mare di Cetraro e per l'individuazione di altre eventuali navi; l'istituzione di specifica una unità di crisi composta da membri del Governo e Consiglio regionale della Calabria.

Il Consiglio regionale

Chiede, altresì, alla Giunta regionale la predisposizione di idonei e rapidi interventi finalizzati:

alla bonifica del sito Marlane di Praia;

alla salvaguardia della salute della popolazione calabrese.”

Pongo in votazione l’ordine del giorno per come letto in Aula.

(Il Consiglio approva)

Egidio CHIARELLA

…prima dell’approvazione vorrei aggiungere “il Procuratore Raffaele Mazzotta di Crotone”. Se questo Consiglio, lo boccia ….

PRESIDENTE

Non si tratta di bocciare collega Chiarella…

Egidio CHIARELLA

L’ho illustrato già Presidente, prima della votazione.

PRESIDENTE

Da dieci secondi sostituisco il collega Bova. Davanti ai miei atti non c’era questo emendamento per cui ho messo in votazione l’ordine del giorno.

Siccome non c’è nessun tipo di difficoltà a recuperare per un attimo l’emendamento se i colleghi sono d’accordo possiamo esprimere il parere sull’emendamento.

(E’ approvato)

Egidio CHIARELLA

Non è una polemica, siccome ha chiuso la votazione, tutto qui.

(Interruzione)

Ma io non sto portando un torto a lei che è arrivato in questo momento. Non è una polemica, Presidente.

(Interruzione)

No, ma non perché non voleva lei, Presidente, lo chiarisco benissimo questo.

Sull’ordine dei lavori

Luigi INCARNATO, assessore ai lavori pubblici

Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno del provvedimento numero 417/8^ a firma dei consiglieri Incarnato, Adamo, Maiolo, Serra…

(Interruzione)

Non l’ho vista.

Io ho un documento con le quattro firme. Va bene, anche Principe.

PRESIDENTE

Sulla proposta dell’assessore Incarnato ci sono interventi? Se non ci sono interventi mettiamo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

Proposta di legge numero 415/8^ di iniziativa dei consiglieri Tripodi Pasquale, Adamo, Serra, Cherubino, De Gaetano, Galati, Feraudo, Gentile, Sarra, Trematerra, Abramo, Nucera, Chiappetta, Tripodi Michelangelo, Principe, La Rupa recante: “Istituzione del servizio di elisoccorso

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di legge numero 415/8^ di iniziativa dei consiglieri Tripodi Pasquale, Adamo, Serra, Cherubino, De Gaetano, Galati, Feraudo, Gentile, Sarra, Trematerra, Abramo, Nucera, Chiappetta, Tripodi Michelangelo, Principe, La Rupa.

Il testo è stato distribuito. E’ stato presentato un emendamento a firma del consigliere Borrello all’articolo 1 che così recita “All’articolo 1, commi 1 e 2, dopo le parole <<Reggio Calabria>> si aggiungono le parole <<e di Vibo Valentia>>”.

Pietro GIAMBORINO

Posso votare contro la Commissione che presiedo a nome e per conto di quest’Aula?

PRESIDENTE

Si illustra da sé.

Antonio BORRELLO

L’emendamento l’ho presentato io, signor Presidente. E’ un emendamento alla proposta firmata da tutti i capigruppo e forse anche qualcuno in più.

Pasquale Maria TRIPODI

Siamo d’accordo.

Antonio BORRELLO

E’ d’accordo il primo firmatario per cui io mi fermo. Non ho niente da aggiungere. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il vicepresidente della Giunta. Ne ha facoltà.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

Non entro nel merito ma solo nel processo.

Come ricorderete a marzo, se non erro – scusatemi se mi sbaglio – abbiamo fatto anche su pressione del Consiglio, giustamente, un appalto internazionale per individuare i siti dell’elisoccorso, mettendo a bando – non vorrei sbagliarmi – 75 milioni di euro.

Alla fine di uno studio fatto dall’aeronautica, quindi uno studio tecnico, sono stati individuati i 4 siti ottimali sotto il profilo della distanza tra il soccorso ed il resto del territorio.

Non vorrei sbagliarmi sono: Montalto in provincia di Cosenza, Crotone, Vibo Valentia – ma non sono certo – e Locri…

(Interruzione)

Lamezia, scusate, non ricordo bene.

Dando 75 milioni di euro per 7 anni per quattro postazioni. Era una gara.

Adesso – se capisco bene – questa è una proposta aggiuntiva non sostitutiva del sito dell’elisoccorso di Locri, sarebbe una postazione in più in provincia di…

(Interruzione)

Sto parlando sotto il profilo del processo, diciamo.

Naturalmente abbiamo fatto una gara internazionale ed ottimizzato sotto il profilo territoriale la localizzazione. Questo equilibrerebbe, ovviamente, le postazioni. Questa proposta di legge non ha un ordine del giorno o una mozione, una sollecitazione aggiunta, non ha uno studio tecnico sulla logistica e sulla localizzazione, non ha nessuna copertura finanziaria. Perché se divido bene per 4, siamo ad un impegno finanziario di circa 25 milioni.

Vi ricordo che domani sera alle 18,30 io ed il Presidente incontreremo il ministro Sacconi sul piano di rientro. Ed è un altro foglietto di questo che ci portiamo dietro, un’ulteriore mazzata. Io vi chiedo di riflettere. Punto.

Alberto SARRA

…la gara è stata fatta?

(Interruzione)

Pietro GIAMBORINO

Presidente, se i colleghi sono d’accordo chiederei che la pratica per una maggiore riflessione - per come sostanzialmente ha anche invitato il Vicepresidente, Cersosimo -, sia spedita così com’è senza il giudizio dell’Aula alla Commissione competente perché su questa materia in questi termini un attimino una riflessione va fatta.

PRESIDENTE

Il primo presentatore cosa dice?

Pietro GIAMBORINO

Io chiedo che la pratica venga in Commissione, dove tu sei componente.

Pasquale Maria TRIPODI

Io non sono componente di nessuna Commissione pur andando in tutte le Commissioni.

La filosofia per cui è stata presentata questa proposta ed anche le ragioni per cui abbiamo detto sì, subito all’emendamento Borrello è che quando si parla di diritto alla salute dei cittadini calabresi ritengo che bisogna avere la capacità di fare una analisi, la più fredda che sia possibile perché di questo si tratta.

Al momento ci troviamo ad essere serviti da un servizio di elisoccorso rispetto al quale conosciamo tutte le polemiche che ci sono state. Abbiamo solo la postazione di Lamezia Terme che è abilitata al volo notturno.

Addirittura anche durante gli spostamenti con l’elisoccorso da Locri ecc., se non ci sono determinate condizioni di richiesta da parte dei sanitari e condizioni di salute da parte del paziente, l’elicottero non si alza.

Ultimamente abbiamo avuto un caso qui in provincia di Reggio Calabria per cui il problema non solo è venuto di nuovo alla ribalta ma si è acuito. Si è trattato di questo accidente cardiaco che ha avuto il Presidente della provincia di Reggio Calabria, Morabito, che ha avuto la necessità di essere trasportato con l’elisoccorso presso l’ospedale di Catanzaro; in questa occasione, peraltro, si è messa in evidenza, poi, quella che è la capacità in positivo di un servizio di offrire effettivamente una possibilità all’ammalato, chiunque esso sia – è stato il Presidente, ma poteva essere l’ultimo cittadino di questa  provincia – di esser messo nelle condizioni di vedersi salvata la vita e poi, soprattutto, nelle condizioni che sia un servizio che sull’efficienza poteva essere adibito – effettivamente – in qualsiasi ora del giorno e della notte a poter espletare il suo servizio nel migliore dei modi.

Perché indichiamo la localizzazione a Reggio e di buon grado anche la provincia di Vibo Valentia?

Purtroppo le affezioni cardiache o altre tipi di affezioni non fanno sconti a nessuno. E il tempo è la condizione necessaria, sine qua non, una persona può veder messa a repentaglio la propria vita o no.

Vicepresidente Cersosimo, non voglio fare colui il quale poi fa della municipalità o del municipalismo una difesa del proprio territorio. Io ne sto facendo un problema di difesa della salute dei cittadini calabresi ed i cittadini di Vibo Valentia o della provincia di Reggio Calabria penso che abbiano gli stessi diritti di tutti i cittadini calabresi.

La prego, ora, di voler verificare questi dati perché alla fine molte volte la praticità degli esempi ci consente poi di poter prendere una decisione appropriata.

Per poter portare un paziente da Reggio Calabria a Catanzaro con l’elicottero abbiamo bisogno di 45 minuti affinché l’elicottero possa atterrare, possa caricare il paziente e possa ripartire per Catanzaro. E’ un tempo ragionevolmente costante, considerata una costanza di pericolo per determinate affezioni cardiache.

Avere un elicottero già pronto e poter trasportare il paziente quel quarto d’ora – sono dati statistici che non dico io, li enuncio da medico – ci consente di poter offrire un servizio alla tutela della vita. Una cosa completamente diversa. La stessa cosa, penso, si possa dire per Vibo Valentia.

Le difficoltà della Giunta le capisco in questo momento storico di cui stiamo parlando. Ma, ritengo, che all’interno della gara poi la Giunta possa avere la possibilità di rimodulare le postazioni della Calabria in modo tale che possa venire incontro alle esigenze che questo Consiglio sta valutando questa sera.

Ecco perché ritengo – non è un problema semplicemente di raggiungere un obiettivo – che è una questione che effettivamente possa raggiungere tutti i calabresi questa sera. Non ritiro la proposta di poter votare l’elisoccorso a Reggio Calabria ed a Vibo Valentia.

Alberto SARRA

Presidente, le chiedo perdono.

Volevo anche per chiarire perché l’aspetto politico che ha evidenziato da par suo l’onorevole Tripodi mi è chiaro e non è bisognevole di ulteriori chiarimenti.

Mi chiedevo però, se la gara che è stata predisposta ha avuto attuazione o comunque c’è stata la predisposizione di un bando, di un capitolato… Se, come io ritengo, signor Vicepresidente, questo aspetto è ancora in itinere nel senso che è stato avviato un procedimento amministrativo che però ancora non ha esitato un provvedimento, io credo – nei limiti in cui quest’Aula può approvare un atto che è di indirizzo e che quindi poi può essere valutato in maniera consequenziale dalla Giunta – che l’iniziativa dell’onorevole Tripodi sia opportuna. Perché a questo punto può essere inserito in quel contesto e a questo punto non ha bisogno di una copertura finanziaria specifica e mirata ma può rientrare in quell’ambito che lei ha evidenziato.

A questo punto potrebbe passare con l’emendamento Borrello come richiesta di inserimento in quel contesto – che rimane immutato per il resto – che lei ha evidenziato e che è stato approvato a marzo se ricordo bene.

Credo che questo sia un atto possibile, legittimo ed assolutamente rientrante nelle facoltà e nelle prerogative di questo Consiglio senza alterare, per il resto, quello che è stato già deliberato e che è all’attenzione della Giunta.

Credo che sia un atto che offrendolo alla sua valutazione possa trovare accoglimento.

Pasquale Maria TRIPODI

Lei, oltre tutto è di Vibo Valentia, onorevole Giamborino?

Alberto SARRA

E’ superato l’intervento perché c’è stata l’ulteriore specificazione.

(Interruzione)

Ho la parola, Presidente?

(Interruzione)

Credo che la proposta dell’onorevole Giamborino aveva un senso prima del chiarimento che è stato dato, cioè portarlo… a questo punto credo sia superata dall’ulteriore chiarimento.

Anche io ero d’accordo con Giamborino, ma alla luce dell’intervento di Tripodi prima, del mio modestamente e di quello del Vicepresidente credo che possa considerarsi superato il problema.

Domenico CERSOSIMO, Vicepresidente della Giunta regionale

…merito. Non stiamo parlando degli ammalati, della necessità, ci vorrebbe un elisoccorso per 409 comuni. Io dichiaro questo. Una vita umana… sto nel processo.

Abbiamo deciso sulla base di uno studio scientifico che ci ha fatto l’aeronautica dove abbiamo verificato i 4 siti che avevamo deciso. Abbiamo fatto una gara, la gara è fatta e completata.

Adesso con una procedura non di indirizzo ma con una legge che obbliga la Giunta, non che consiglia la Giunta ad individuare la base operativa di detto servizio previo parere vincolante della Commissione…

Cioè le parole scritte su una legge sono parole,  non possiamo giocare sui termini.

Dunque se questo fosse un ordine del giorno, una raccomandazione ci sarebbe grande apertura per ridiscutere e rivedere e così via. Ma così come è formulata senza parere della Commissione bilancio, senza copertura finanziaria ritengo che sotto il profilo formale ci siano dei problemi seri.

Per di più, vi ripeto, domani pomeriggio alle 18,30 incontriamo col Presidente Loiero il ministro Sacconi a cui abbiamo consegnato un piano di rientro, dove una spesa aggiuntiva siffatta di 15-20 milioni non c’è. Se domani ci arriva anche questa piccola tegola sulla testa, credo che peggioreremo la nostra condizione.

Quindi ragionevolmente credo che non esistano le condizioni stasera per approvare questa legge. E’ la mia personale opinione, della Giunta e dei colleghi che sono qui presenti.

Capisco lo spirito ma credo che la legge sia sbagliata.

Alberto SARRA

Presidente, pur nel rispetto della posizione del Vicepresidente, non credo che ci possa essere a questo livello una legge giusta o sbagliata. C’è un’espressione di una volontà che è quella assembleare, cioè il Consiglio esprime una volontà.

Io dalle notizie che ho non credo che la gara sia stata aggiudicata, almeno da quanto è a mia conoscenza.

Credo che possa essere integrativa non sostitutiva. Cioè si integra una volontà, signor Vicepresidente, che questo Consiglio ha già espresso.

Io credo che in qualunque momento il Consiglio… perché è un atto uguale e contrario.

Io non mi permetto di entrare nel merito tecnico-giuridico, ma credo che questo Consiglio abbia dal punto di vista tecnico titolo e legittimazione perché è lo stesso soggetto che ha già espresso una volontà e quindi, autenticamente, credo possa integrarla.

Cosa diversa è che lei mi dice “io do un parere sfavorevole dal punto di vista della copertura” ed io questo lo accetto perché lei mi dice “c’è già un piano di rientro ed ho delle difficoltà”.

Credo che buon senso possa portare a questo. Il Consiglio esprime questa volontà, che a questo punto può valere non in termini di cogenza ma di raccomandazione, affinché la Giunta possa predisporre gli atti necessari e consequenziali per rispettare questa volontà del Consiglio.

Fermo restando, signor Vicepresidente, che c’è l’articolo 2 per cui in ogni caso non si tratterebbe di una norma che ha un effetto immediato. Perché c’è una norma di salvaguardia da questo punto di vista, che è l’articolo 2; per cui in ogni caso, siccome vincola la realizzazione alla individuazione di una base operativa, non si tratterebbe di una norma ad effetto immediato, ma si tratterebbe di una norma che ha un valore e quindi espleta una efficacia non nella immediatezza ma offre alla valutazione della Giunta questo tipo di volontà.

A quel punto la Giunta deve – se ritiene – adeguarsi. Però, comunque, non si tratta di un effetto immediato.

Credo che allora non pregiudicherebbe da questo punto di vista quanto è stato sin qui fatto in termini di piano di rientro.

Certo una modifica da questo punto di vista si impone, ma credo – senza fare discorsi sulla gerarchia delle norme o sulla legittimazione dei soggetti – che il Consiglio possa esprimere una volontà. Credo che questo sia un ruolo precipuo di questa Assemblea.

Se così è, dico che noi offriamo alla valutazione della Giunta.

E’ chiaro che io non mi permetto di dire che è una norma perfetta perché così come è posta non è dotata, non è munita della copertura finanziaria, per cui è chiaro che è una norma che parte in maniera insufficiente. Ma noi abbiamo il diritto-dovere di esprimere una volontà. Sta poi a chi è deputato alla esecuzione… cioè qui noi siamo organo legislativo, tenendo conto – e chiudo – che comunque non si tratta di una norma che va eseguita all’istante perché c’è l’articolo 2 su cui mi permetto di chiedere, un attimino, la sua attenzione.

Perché è una norma cosiddetta di tutela e salvaguardia che, comunque, sposta gli effetti nel tempo dando la possibilità alla Commissione di fare delle valutazioni.

Viene espressa una volontà, le modalità secondo cui questa volontà deve essere realizzata è chiaro che poi sono competenza dell’organo esecutivo.

Ma credo che con un po’ di buonsenso possa essere presa in considerazione. Magari possiamo modificare la formulazione, magari si può trovare una formulazione meno categorica ma credo che una volontà espressa in questa sede possa, in qualche modo, trovare accoglimento tenendo conto che, signor Vicepresidente, questo è un vecchio progetto che risale a molti anni addietro e sono convinto che alla sua conoscenza non sfugga questo particolare. Grazie.

Luigi INCARNATO, assessore ai lavori pubblici

Posso, Presidente?

Solo un attimo volevo riprendere quanto detto dal Vicepresidente. Condivido la premessa per quanto riguarda il problema dell’elisoccorso che è un problema vitale per la Calabria, quindi sicuramente non c’è da parte della Giunta nessuna ostilità a ragionare in questi termini.

Voglio rimarcare questo aspetto e cioè che non c’è da parte della Giunta una ostilità al provvedimento e sulla richiesta fatta, ma c’è una ragione legata alla fase in cui la sanità calabrese prova a confrontarsi col Governo centrale molto delicata, complessa e difficile.

Dall’altra parte abbiamo un problema oggettivo che è di copertura finanziaria della norma. Il che significa che, pur non essendo molto esperto su questi aspetti dal punto di vista delle procedure di legge rispetto all’approvazione o meno, credo sia condizionante il fatto se ci sia o meno copertura di spesa possibile rispetto a questo provvedimento.

Il che significa – e lo pongo alla Presidenza, al Segretario generale questo tema – che l’approvazione del testo è condizionato alla capienza economica, se può avere una capienza.

Cioè condizionata significa che se non c’è copertura di spesa in qualche modo diventa inapplicabile.

Questo è un punto che a mio avviso potrebbe trovare una mediazione rispetto al problema.

Pasquale Maria TRIPODI

Posso, Presidente? Sulla proposta che fa l’assessore Incarnato possiamo trovare una mediazione. Approviamo il testo così com’è ed in sede di coordinamento formale verifichiamo i percorsi economici prima della pubblicazione.

Pietro GIAMBORINO

Con l’integrazione del collega Borrello?

Pasquale Maria TRIPODI

Ci mancherebbe altro.

Damiano GUAGLIARDI, assessore al turismo

Scusate, se la legge deve essere verificata non è opportuno che vada in Commissione e faccia la regolare trafila del lavoro delle Commissioni?

(Interruzione)

Non può essere… mi pare un po’ una evidente forzatura, onorevole Tripodi.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento a firma del consigliere Borrello.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 1 per come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso..

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

(Interruzione)

PRESIDENTE

Prima c’è “Cetraro”, poi il tuo.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno, dell’ordine del giorno del consigliere Sulla “Contro la creazione della discarica di Giammiglione”.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 417/8^ a firma dei consiglieri Incarnato, Maiolo, Serra e Principe recante: “Progetto integrato di sviluppo locale denominato “Cetraro

PRESIDENTE

Pongo in votazione, la Proposta di legge numero 417/8^ a firma dei consiglieri Incarnato, Maiolo, Serra e Principe recante: “Progetto integrato di sviluppo locale denominato “Cetraro”, trattandosi di articolo unico.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno a firma Sulla “Contro la creazione della discarica di Giammiglione

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno a firma Sulla “Contro la creazione della discarica di Giammiglione” che così recita:

“Il Consiglio regionale

in riferimento all'ordinanza numero 8233 del 28/8/2009 del Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria avente per oggetto "Approvazione progetto preliminare per la realizzazione della discarica di servizio del sistema integrato di smaltimento rifiuti denominato “Calabria Sud” - Impianto di Ponticelli, sita in località Giammiglione del comune di Crotone";

in coerenza con quanto già disposto dal Piano Energetico Ambientale della Regione Calabria, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 14.2.2005 che tra l'altro disponeva: "considerata la significativa presenza all'interno del territorio crotonese di numerosi impianti industriali di trattamento rifiuti, con forte impatto ambientale, si esclude la possibilità di autorizzare l'ubicazione sul detto territorio di ulteriori impianti di trattamento, trasformazione, conservazione e smaltimento di rifiuti di ogni genere, o suoi derivati"

in considerazione dello stato di agitazione e di forte preoccupazione espresso dalle popolazioni della provincia di Crotone in conseguenza delle già gravi condizioni d'inquinamento e di compromissione ambientale che emergono dalle indagini in corso sul territorio crotonese, con gravi ripercussioni e danni sulla salute dei cittadini;

preso atto

che la delibera del Consiglio comunale del comune di Crotone n. 31 del 10.9.2009 con la quale, tra l'altro, si richiede alla Regione Calabria, un pronunciamento ufficiale alla succitata ordinanza commissariale;

rilevato che già l'Amministrazione provinciale di Crotone, con parere tecnico del 1218/2009 n. 40065 del Settore ambiente aveva espresso motivato parere sfavorevole;

esprime

seria preoccupazione per la scelta di localizzare una discarica di notevole dimensione sul territorio crotonese e precisamente presso la località Giammiglione;

invita

il Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria a sospendere l'ordinanza n. 8233 del 2818/2009 "Approvazione progetto preliminare per la realizzazione della discarica di servizio del sistema integrato di smaltimento rifiuti denominato Calabria sud - Impianto di Ponticelli, sita in località Giammiglione del comune di Crotone", per un maggiore approfondimento tecnico delle compatibilità ambientali e culturali presenti nello specifico del territorio crotonese individuato per il nuovo impianto, avviando un’azione di maggiore ascolto del territorio e delle istituzioni locali”.

(Il Consiglio approva)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

La seduta è convocata per giorno 7 ottobre alle ore 11 con la seconda lettura dello Statuto al primo punto e poi modifica legge regionale a firma Borrello. Terzo punto “inquinamento acustico”.

Sull’antisismico qui c’è scritto Acri relatore, ma è l’onorevole Guerriero…

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 23,30

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Senatore, Loiero.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Sottoscrizione quota di capitale sociale della società Aeroporto Sant’Anna S.p.A. – (delibera G.R. n. 557 del 7.8.2009)” (P.L. n. 407/8^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Magarò – “Modifica alla legge regionale n. 25 del 17 agosto 2009, recante: “Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale” (P.L. n. 408/8^)

E’ assegnata preventivamente alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi. Successivamente sarà assegnata alla quinta Commissione consiliare - Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Laratta, De Gaetano – “Disposizioni in materia di discriminazioni sessuali” (P.L. n. 409/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Norme per la promozione della cultura folclorica locale” (P.L. n. 410/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Amendola – “Modifica ed integrazione alla legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 – Norme in materia di aree protette” (P.L. n. 411/8^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Amendola – “Valorizzazione della mostra permanente delle opere di Mattia Preti” (P.L. n. 412/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Borrello – “Organizzazione del sistema sanitario penitenziario regionale” (P.L. n. 413/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Talarico – “Istituzione del servizio civile regionale” (P.L. n. 414/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Tripodi P., Adamo, Serra, Cherubino, De Gaetano, Galati, Feraudo, Gentile, Trematerra, Sarra, Abramo, Nucera, Chiappetta, Tripodi M. – “Istituzione del servizio di elisoccorso” (P.L. n. 415/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Incarnato, Serra, Gentile, Nucera, Cherubino, Tripodi M., Trematerra, Abramo, De Gaetano – “Norme per il reclutamento del personale – Presidi idraulici” (P.L. n. 416/8^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Incarnato, Adamo, Maiolo, Serra, Principe – “Progetto integrato di sviluppo locale denominato “Cetraro” (P.L. n. 417/8^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Approvazione protocollo di intesa tra gli assessori della salute delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Basilicata su <Equo accesso a cure oncologiche personalizzate e di alta qualità> (Delibera G.R. n. 613 del 21.9.2009)” (P.P.A. n. 368/8^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

“Approvazione del documento di attuazione dell’asse 9° <Assistenza tecnica e cooperazione interregionale> del Por Calabria Fesr 2007/2013 – Piano di azione dell’assistenza tecnica. Rimodulazione del piano finanziario dell’asse 9° del Por Calabria Fesr 2007-2013 (Delibera G.R. n. 629 del 21.9.2009)” (P.P.A. n. 369/8^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 533 del 7.08.2009, recante: "Regolamento di cui all'articolo 15 della legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31 concernente "Interventi regionali in materia di sostegno alle vittime della criminalità e in materia di usura” (Parere n. 79/8^)

E' stata assegnata alla Commissione Antimafia ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 626 del 21.9.2009, recante: “Piano di stabilizzazione del personale non dirigenziale” (Parere n. 80/8^)

E' stata assegnata alla prima Commissione consiliare – Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 627 del 21.9.2009, recante: "Approvazione direttive di attuazione per la concessione di aiuti per la tutela ambientale ai sensi del Regolamento 800/2008 e degli aiuti "de minimis" ai sensi del Regolamento 1998/2006 e s.m.i.. Legge regionale 12 dicembre 2008 n. 40" (Parere n. 81/8^)

E' stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 414 del 15.9.2009 e la Commissione contro il fenomeno della mafia, con nota n. 108 del 16.9.2009, hanno comunicato che, rispettivamente nella seduta del 14 settembre 2009 e del 16 settembre 2009, hanno espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 533 del 7.08.2009, recante: "Regolamento di cui all'articolo 15 della legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31 concernente "Interventi regionali in materia di sostegno alle vittime della criminalità e in materia di usura" (Parere n. 79/8^)

La terza Commissione consiliare, con nota n. 636 del 7.8.2009, ha comunicato che nella seduta del 6 agosto 2009 ha espresso parere favorevole con modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 273 del 25.5.2009, recante: "Regolamenti e manuali riguardanti i requisiti di qualità, strutturali, tecnologici ed organizzativi per l'autorizzazione e l'accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private ai sensi del comma 5 art. 11 legge regionale 18 luglio 2008, n. 24" (Parere n. 63/8^)

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 413 del 15.9.2009, ha comunicato che nella seduta del 14 settembre 2009 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 456 del 24.7.2009, recante: "Approvazione delle direttive di attuazione riferite ai regimi di aiuto e strumenti di incentivazione per la concessione di aiuti a finalità regionale, legge regionale n. 40 del 12 dicembre 2008, in materia di turismo ed industria alberghiera" (Parere n. 77/8^)

La terza Commissione consiliare, con nota n. 709 dell'1.10.2009, ha comunicato che nella seduta del 30 settembre 2009 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 522 del 3.8.2009, recante: "Programma annuale 2009 - Fondo unico per la cultura (art. 4, legge regionale n. 1912009)" (Parere n. 78/8^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 17 agosto 2009, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali, le stesse sono state pubblicate sul B.U.R. supplemento straordinario n. 1 del 24 agosto 2009:

1. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 24, recante: "Promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica";

2. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 25, recante: "Norme per lo svolgimento di "elezioni primarie" per la selezione di candidati alla elezione di Presidente della Giunta regionale";

3. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 26, recante: "Proroga del termine di cui al comma 5, art. 43 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15";

4. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 27, recante: "Interpretazione autentica degli articoli 10 bis, comma 1, ed 11 bis, comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8";

5. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 28, recante: "Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale";

6. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 29, recante: "Modifica all'art. 25 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, per come modificato e integrato con legge regionale 31 dicembre 2008, n. 44";

7. Legge regionale 17 agosto 2009, n. 30, recante: "Modifica ai comma 4, art. 30 della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7".

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale, con nota n. 3048 del 15 settembre 2009, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni:

Deliberazione Giunta regionale n. 581 del 01.09.2009;

Deliberazione Giunta regionale n. 582 del 01-09.2009.

La Giunta regionale, con nota n. 1139 del 22 settembre 2009, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni:

Deliberazione Giunta regionale n. 591 del 10.09.2009;

Deliberazione Giunta regionale n. 592 del 10.09.2009;

Deliberazione Giunta regionale n. 593 del 10.09.2009.

Assegnazione di proposta di legge a Commissione

La proposta di legge numero 397/8^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 19” in precedenza assegnata alla quarta Commissione consiliare, è stata assegnata alla seconda Commissione consiliare.

(Così resta stabilito)

Interrogazioni a risposta scritta

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nel corso della precedente legislatura il centro-destra ha attuato il processo di autoriforma, la fase costituente del nostro ordinamento, imprimendo una svolta alla vita politica regionale;

dopo un'efficace attività programmatoria e legislativa, l'obiettivo primario da conseguire nella VIII^ legislatura era, e rimane tuttora, il rilancio dell'economia ed il raggiungimento di livelli ottimali di competitività dell'intero sistema regionale. Valenza prioritaria, quindi, a progetti di sviluppo del territorio idonei a contrastare l'inconsistenza, l'inadeguatezza strutturale ed operativa di un sistema che ha un bisogno vitale di interventi istituzionali volti a garantire l'esistenza di strutture fondamentali, indispensabili per uno sfruttamento razionale delle risorse e che svolgano una funzione di supporto alle capacità, all'impegno, alla creatività delle popolazioni locali nelle variegate attività nell'ambito dei settori nevralgici del turismo e dell'agricoltura;

nello specifico, il settore turistico è senza alcun dubbio il settore trainante della nostra economia, in forza di una tipologia vasta, sostanzialmente onnicomprensiva, che rispecchia le enormi potenzialità delle nostre province, in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta, dal turismo costiero a quello montano, dall'agriturismo al turismo culturale d'elite;

in un'economia sempre più interdipendente le istituzioni hanno il compito di costituire terreno solido per agevolare, incentivare il flusso di risorse di investimenti esterni ed ottimizzare lo sfruttamento delle risorse interne. L'attività amministrativa deve porre sempre più attenzione alla costituzione di strutture che tendano a rafforzare i vincoli economici tra gli operatori e i rapporti con l'ambiente locale. Indispensabile, in tal senso, la definizione di linee guida di uno sviluppo integrato, di cui le forze politiche dovranno farsi carico e che privilegi i distretti territoriali quale insieme di comunità limitrofe dalle caratteristiche peculiari, individuabili nel caso specifico nella vocazione turistica quale primaria componente economica territoriale e nella valorizzazione delle produzioni locali, elementi di per sé in grado di garantire un normale inserimento nei circuiti produttivi del mercato nazionale e comunitario;

tale progetto di sviluppo del territorio deve scaturire dal connubio tra le realtà istituzionali, le componenti socio-culturali e l'imprenditoria locale, con il coinvolgimento diretto delle popolazioni locali e di privati. In tale rapporto di mutua implicazione va individuata la sua forza propulsiva per il superamento delle “difficoltà genetiche” insite nel territorio e per la necessità di innestare “le peculiarità tipiche della classe imprenditoriale emergente” in una realtà ancorata ad anacronismi e sfilacciature, onde consentire l'avvio di strategie di sviluppo in un comparto turistico ove le strutture al momento esistenti e l'indotto ad esse collegato, in assenza di un'adeguata programmazione settoriale da parte dell'ente Regione, risultano essere i soli punti di riferimento per valorizzare il tessuto socio-economico e renderlo competitivo nello scenario nazionale, comunitario e del libero mercato dei Paesi del Mediterraneo;

i rilievi oggettivi di non corrispondenza tra le esigenze delle diverse comunità regionali e l'attività degli organi amministrativi ha evidenziato la valenza negativa relativamente al carattere di rappresentatività del governo di centro-sinistra, che avrebbe dovuto considerare obbligo istituzionale primario la costituzione di qualsiasi forma di sviluppo sociale ed economico, attraverso il coinvolgimento intersettoriale che potesse gradualmente garantire un'economia fiorente con carattere di stabilità. E nel settore turistico non si può parlare di “fermento di iniziative private”, se non in funzione complementare;

l'adempimento di tale obbligo avrebbe richiesto l'adozione di strategie mirate all'individuazione degli ambiti di operatività, alla definizione delle modalità degli interventi necessari per lo sfruttamento ottimale delle notevolissime risorse della nostra regione, con riferimento al turismo nella sua concezione più ampia;

nello specifico, il turismo costiero è l'unica risorsa per molte località dei versanti ionico e tirrenico, delegata spesso alle singole iniziative di imprenditori, non sorrette da alcuna impostazione programmatica degli organi istituzionali;

oggi più che mai, a seguito degli eventi verificatisi nel novembre 2008 e gennaio 2009, sia indispensabile definire ed attuare azioni a sostegno degli imprenditori turistici che hanno subito notevoli danni alle strutture, con seri rischi di chiusura delle attività, non potendo chiaramente far fronte alle difficoltà economiche ed ai disagi provocati all'utenza dall'assenza di efficienti sistemi di depurazione che hanno, in alcuni centri costieri ionici e tirrenici, determinato il divieto di balneazione, giungendo così a compromettere il buon esito delle attività imprenditoriali legate alla stagione estiva;

il fattore trainante dell'economia di molte località della nostra regione è facilmente individuabile nella variegata tipologia di attività connesse al turismo balneare. Per alcuni centri è l'unica risorsa del territorio, la cui valorizzazione è vitale per l'avvio di forme di sviluppo socio-economiche;

in molti comuni del versante ionico e tirrenico la naturale vocazione turistica del territorio ha “istintivamente” spinto alcune categorie ad intraprendere iniziative, volte ad un possibile sfruttamento delle risorse ambientali. Iniziative singole, frammentarie, spesso non sorrette da alcuna impostazione programmatica degli organi istituzionali, ma alimentata dal coraggio, dalla capacità dei singoli operatori che riuscivano a compensare persino l'insufficienza delle reti di collegamento viario e ferroviario e di strutture e servizi indispensabili all'utenza, facendo prevalere il forte richiamo di paesaggi dalla bellezza incomparabile ed incontaminata, ove “lo sguardo turistico” può spaziare quasi contemporaneamente, in uno splendido contrasto, tra il verde intenso dei pendii rocciosi al viola del mar Tirreno, dalla bellezza aspra e selvaggia dei monti all'azzurro del versante ionico con le sue vegetazioni tipicamente esotiche ed uniche al mondo, per il clima, i profumi, le essenze del bergamotto e del gelsomino. Un patrimonio, una ricchezza turistica di enorme pregio da salvaguardare e tutelare ad ogni costo;

in tempi più recenti l'acquisizione di una maggiore consapevolezza degli operatori, delle popolazioni e degli organi amministrativi locali ha reso possibile l'avvio graduale di un'impostazione gestionale di supporto, di incentivazione allo svolgimento di attività nel settore turistico, attraverso realizzazioni di strutture ed agevolazioni con il coinvolgimento dei vari organismi operanti sul territorio. In molti centri sono state realizzate importanti strutture a valenza turistica, grazie anche agli enti locali che hanno alimentato il fattore di interdipendenza e i vincoli economici tra gli operatori, l'ambiente locale e le altre categorie produttive;

allo stato attuale, gli sforzi degli amministratori locali e degli operatori turistici rischiano di naufragare se non sorretti da una concreta gestione del territorio da parte dell'ente Regione, correlativamente alla sua funzione primaria di ente programmatore. La situazione, infatti, è divenuta insostenibile soprattutto per le attività turistiche del comprensorio di Gioia Tauro, che oltre a dover far fronte ai danni provocati dagli eventi alluvionali alle strutture, non hanno potuto dar luogo all'avvio della stagione balneare a causa del pessimo funzionamento dei depuratori e dei conseguenti divieti di balneazione che, a tutt'oggi, non sono stati ancora rimossi, nonostante i successivi controlli avessero dato esito negativo Ciò ha definitivamente pregiudicato la stagione balneare ed arrecato ulteriori pesantissimi danni economici agli imprenditori turistici locali;

sia il versante ionico che tirrenico presentano aspetti estremamente preoccupanti, purtroppo evidenziati in modo eclatante non solo dagli eventi legati al maltempo del novembre 2008 e gennaio 2009, ma ad un inconsistente sistema di depurazione che ha creato non pochi problemi ai gestori, i quali, pur impiegando cospicue somme e forza lavoro, hanno ricevuto numerose disdette da parte di turisti ormai frequentatori abituali di località turistiche;

in tale contesto, la definizione di un piano programmatico di interventi volti alla salvaguardia delle fasce costiere ioniche e tirreniche assume un carattere di assoluta priorità, ai fini della valutazione di stati previsionali per la costituzione di un assetto territoriale idoneo alla ricezione delle indispensabili infrastrutture da realizzare a sostegno delle attività turistiche e commerciali;

il forte contrasto tra l'incomparabile bellezza paesaggistica delle nostre coste, che nel carattere peninsulare della nostra regione giungono a costituire la principale risorsa territoriale e lo stato di degrado, di abbandono, di incuria in cui versano entrambi i litorali, salvo alcune eccezioni, sembra voler implicitamente determinare le direttive di una corsia preferenziale nell'ambito dell'indirizzo politico-programmatico regionale;

il turismo è da considerare quale forza propulsiva di una dimensione territoriale tendente all'acquisizione di stabilità produttiva mediante l'inevitabile coinvolgimento di altri settori, esaltando le potenzialità delle nostre risorse umane e territoriali, potenzialità colte, paradossalmente, all'estero: il “Times” ha definito la Calabria “un pezzo di paradiso sulla terra”. Ciò rende l'idea di come si debba lavorare per costituire quel rapporto di mutua implicazione tra enti ed imprenditoria locale, per la realizzazione di strategie progettuali concretamente attuabili che privilegino le strutture in grado di far fronte “alle richieste integrate dell'utenza”, in cui si esalti la complementarità delle risorse agro-turistiche, che concepisca il turismo come valorizzazione ottimale di tutti gli elementi ambientali, culturali, enogastronomici, che un'area territoriale è in grado di offrire;questo governo di centro-sinistra aveva posto a fondamento del proprio programma

politico l'esigenza prioritaria di un rilancio del sistema economico regionale ed il conseguimento di livelli di competitività necessari per un inserimento graduale nell'economia nazionale comunitaria e nel libero mercato dei Paesi del Mediterraneo del 2010, non si può che rilevare il totale fallimento, in considerazione dell'incapacità manifesta di operare quantomeno a salvaguardia dell'esistente;

questa legislatura si è contraddistinta per “l'assenza di una concezione costruttiva” dell'esecutivo, che ha finito per relegare le priorità in ambiti istituzionali marginali, arroccandosi in posizioni che hanno svilito e svuotato di contenuti “la funzione primaria della programmazione”, che avrebbe dovuto caratterizzarsi di elementi propositivi nello svolgersi della dialettica istituzionale;

le cause dei veri e propri disastri ambientali subiti dalla nostra regione non sono certamente da addebitare solo alle condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Vi è, senza dubbio, una responsabilità degli organi istituzionali, “poco attenti” alle politiche di prevenzione e tutela del territorio. Sindaci ed imprenditori turistici hanno evidenziato l'esigenza improrogabile di andare oltre la predisposizione degli interventi necessari a risolvere le emergenze, attuando una fase di concertazione con gli organi di vertice regionali per mettere a punto progetti relativi alla prevenzione, il cui adempimento consentirebbe di concretizzare, “giorno dopo giorno”, la definizione e realizzazione di piani programmatici di interventi nelle “zone a rischio” dei propri comuni di riferimento. In tal modo la prevenzione, se effettivamente attuata, consentirebbe un abbattimento dei costi di rilevante entità, se rapportato agli stanziamenti necessari per far fronte ex post ad eventi simili a quelli di gennaio u.s. Iniziative, quindi, finalizzate al ripristino, ma anche alla prevenzione in modo da assicurare infrastrutture idonee alla vivibilità quotidiana e ad un'accettabile ricezione turistica in aree montane e costiere. Nelle aree costiere da due, tre anni assistiamo al ripetersi, ciclicamente, delle gravi problematiche relative al sistema delle depurazioni delle acque, con inevitabile inquinamento del mare e rischio notevole per la salute. Problematiche a cui il governo di centro-sinistra non è riuscito a definire soluzioni, tantomeno “risposte operative” ai territori interessati;

a tutt'oggi l'ente Regione non ha provveduto all'erogazione delle somme a favore dei Comuni che ne hanno fatto richiesta, a causa dei danni provocati dal maltempo nei mesi di novembre 2008 e gennaio 2009, Comuni che hanno dovuto far fronte alle emergenze senza poter contare su aiuti economici. Di qui la richiesta congiunta di numerosi sindaci, che nell'evidenziare le “distorsioni burocratiche” al commissario straordinario per l'emergenza e cioè al Presidente della Giunta, onorevole Loiero, hanno lamentato notevoli ritardi, quando in Lombardia in soli quattro mesi si è giunti ad una risoluzione definitiva. In Calabria, invece, dopo otto mesi, siamo ancora alla fase istruttoria, esempio evidente di un evento gestito male, con continui intoppi dell'iter procedurale a danno di molti Comuni, che rischiano così il dissesto economico;

alla mancata assegnazione dei fondi per i lavori di somma urgenza ai comuni danneggiati dagli eventi alluvionali, si aggiunge l'assenza di provvedimenti a favore degli imprenditori turistici, estremamente penalizzati non solo a causa dei danni provocati alle strutture ed a cui hanno dovuto far fronte esclusivamente con le proprie forze e non solo economiche, ma anche di inspiegabili divieti di balneazione, mantenuti a tutt'oggi nonostante i controlli negativi, perché gli organi preposti non hanno provveduto a dare alcuna comunicazione ufficiale. La mancata rimozione dei divieti e l'assenza di comunicazione ai gestori dei lidi ha compromesso irreparabilmente la stagione turistica, arrecando danni economici rilevanti, rendendo vani gli sforzi degli operatori volti a garantire comunque, con notevoli sacrifici l'avvio delle attività e l'erogazione dei servizi rispondenti alle esigenze dell'utenza;

non possono essere certo imputabili alla categoria imprenditoriale gli effetti devastanti prodotti dalla non fruibilità dei litorali, che hanno spazzato via “l'elemento primario” per lo sviluppo turistico. Categoria nei cui confronti risulta indispensabile la predisposizione di misure adeguate a salvaguardia di un comparto che rappresenta la risorsa primaria della nostra regione, anche in considerazione del riconoscimento, per legge, degli stabilimenti balneari quali “imprese turistiche” e la definizione normativa dei nuovi criteri di gestione dei beni demaniali turistici. In tal senso, si ritiene quantomeno doveroso attuare nei confronti degli imprenditori turistici la detassazione per il 2009 di tutti gli obblighi di legge relativamente ai pagamenti a cui sono soggetti per lo svolgimento dell'attività, oltre alla definizione di un indennizzo per i danni subiti, ammontante ad un massimo di 30.000 euro, in base alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni -:

quali siano gli stati previsionali relativamente alla definizione della fase istruttoria delle pratiche riguardanti l'assegnazione dei fondi ai Comuni per i lavori di somma urgenza, a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2008 e gennaio 2009;

se non si ritenga opportuno, in considerazione della pesante esposizione economica a cui i Comuni hanno dovuto far fronte, definire una corsia preferenziale che acceleri i tempi per la chiusura dell'istruttoria, come è avvenuto in altre regioni, ove per l'istruttoria e l'assegnazione dei fondi è stata sufficiente una tempistica non superiore ai novanta giorni;

quali misure si intendano adottare a favore degli imprenditori turistici, che a causa degli eventi alluvionali hanno subito notevoli danni alle proprie strutture, rischiando la chiusura degli stabilimenti, con conseguente perdita di forza lavoro nel comparto turistico;

se non si ritenga opportuno, in tal senso, definire per gli imprenditori turistici una serie di agevolazioni quali la detassazione per l'anno 2009 di tutti gli obblighi di legge relativi ai pagamenti connessi allo svolgimento dell'attività e la definizione di un indennizzo per i danni subiti non superiore a 30.000 euro, in base alle dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni;

quale sia, infine, allo stato attuale, l'efficienza del sistema di depurazione delle acque, che tante problematiche ha creato e crea ai numerosi centri turistici della nostra regione.

(362; 11.08.2009)

Pizzini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2004, pubblicata nel Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale dell'11 marzo 2004, n. 59, venivano forniti indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile;

a ciascuna Regione venivano quindi attribuiti i compiti di indirizzare e/o stabilire le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli, regionale, provinciale e comunale, ai sensi del decreto legislativo n. 112/1998, della legge n. 401/2001 e della normativa regionale in materia di protezione civile, nonché secondo le indicazioni ed i criteri massima per la pianificazione d'emergenza già emanati dal Dipartimento della protezione civile;

con delibera della Giunta regionale n. 916 del 14/12/04 di recepimento del DPCM del 27/02/2004 venivano creati i 13 Presidi idrogeologici ed idraulici permanenti su tutto il territorio della regione Calabria;

detti Presidi, a distanza di ben 5 anni, non risultano essere stati concretamente attuati ed avviati;

la tutela e la salvaguardia del territorio calabrese, con particolare riguardo al pericolo derivato dalle esondazioni dei fiumi e dal dissesto idrogeologico, rappresentano purtroppo, per la particolare conformazione idro-geomorfologica della regione, insieme ad altre, una delle maggiori e primarie emergenze calabresi;

con Delibera della Giunta regionale n. 3150 del 7/9/99, avente ad oggetto “Organizzazione del Servizio di Sorveglianza Idraulica”, veniva avviato in via sperimentale e provvisoria il servizio di controllo dei corsi d'acqua regionali, rivelatosi fondamentale per formazione di una banca dati per la redazione del successivo Piano stralcio per l’assetto idrogeologico;

il servizio esternalizzato nel frattempo svolto da oltre 10 anni, ai sensi della legge n. 146/90, rappresenta certamente un servizio pubblico essenziale, tanto è che tutte le Regioni italiane, tranne la Calabria, hanno da tempo regolamentato con puntualità ed attuato tale servizio;

l'Afor ha appaltato ad un'azienda privata, con scadenza al prossimo 15 settembre, il servizio di tutela e salvaguardia del territorio, ottenendo dalla Regione Calabria i necessari fondi, e che detti fondi sono stati regolarmente erogati all'impresa appaltatrice nella misura contrattuale prevista dal bando;

i 284 lavoratori attualmente in servizio non ricevono, però, sin da maggio 2009 né lo stipendio né il rimborso Irpef loro dovuto, senza apparente motivo, nonostante tutti i sopra detti lavoratori continuino a prestare la loro opera professionale ed ispettiva, sobbarcandosi peraltro ad anticipare di tasca propria le relative spese -:

ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento approvato con deliberazione del Consiglio regionale della Calabria n. 5 del 27/5/05

se la Regione Calabria è a conoscenza che dal mese di maggio 2009 i 284 lavoratori esternalizzati per il servizio di tutela e salvaguardia del territorio non ricevono le loro retribuzioni senza giustificato motivo;

se la Regione Calabria è tenuta a svolgere un'attenta e tempestiva vigilanza sull'utilizzo corretto dei fondi pubblici erogati, e più precisamente sul corrente pagamento delle retribuzioni ai lavoratori che svolgono un compito essenziale per i fini istituzionali della Regione;

se la Regione Calabria è tenuta ad accertare che le garanzie finanziarie a suo tempo fornite dall'impresa appaltatrice siano ancora sussistenti, e quali sono i motivi per i quali non vengono corrisposte le dovute retribuzioni in presenza di un mai interrotto servizio prestato dai lavoratori;

se la Regione Calabria intende interessarsi della vicenda sopra descritta e quali iniziative ha in mente di assumere, nonché in quali tempi intende chiarire in modo definitivo ed esaustivo la problematica dei detti lavoratori senza stipendio.

(364; 02.09.2009)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il diffondersi su scala mondiale, ed ora nazionale, dell'influenza A/H-1N1 ha destato l'allerta della popolazione;

i primi casi di contagio si sono già verificati nella nostra regione;

l'avvicinarsi delle stagioni autunnali ed invernali destano ancor maggiori preoccupazioni, perché proprio in questi periodi dell'anno le malattie virali hanno la massima diffusione per via dell'abbassamento delle temperature;

la ripresa dopo le ferie delle attività lavorative e l'oramai prossimo inizio dell'anno scolastico costituiscono ulteriore elemento di preoccupazione per la probabile recrudescenza del contagio;

per contrastare al meglio la diffusione del contagio il Ministero della Salute ha sollecitato le Regioni a predisporre un Piano pandemico;

alla data odierna la Regione Calabria, unica in Italia, non ha ottemperato a questo importantissimo ed assolutamente urgente adempimento -:

i motivi che hanno impedito alla Giunta regionale di completare, nei termini impiegati dalle altre Regioni, la predisposizione dei Piano pandemico;

quando prevede che il Piano possa essere completato e se lo stesso possa risultare utilmente applicabile, considerata la oramai prossima apertura dell'anno scolastico.

(365; 02.09.2009)

Amendola. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore al bilancio e all’assessore al personale. Per sapere - premesso che:

in data 29 maggio 2009 il dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale ha firmato il decreto n. 9564, riguardante il completamento del trasferimento presso le Aziende sanitarie provinciali calabresi del personale addetto ai servizi socio-psico-pedagogici di cui alla legge regionale 5 maggio 1990, n.57;

tale provvedimento, a far data dal 1° luglio 2009, riguardava per la provincia di Catanzaro 18 dipendenti ed in totale, per l'intera regione, 31 dipendenti;

il Consiglio regionale, nella seduta del 29 maggio 2009, ha approvato un emendamento che prevedeva la revoca dei provvedimenti di trasferimento, in attesa di un provvedimento omnibus da adottare da parte della Giunta regionale;

in data 24 giugno 2009, lo stesso Dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale ha firmato un nuovo decreto con il quale ha differito il trasferimento delle 31 unità al 1° novembre prossimo, proprio «in considerazione delle iniziative intraprese dal Consiglio regionale»;

tale personale, da oltre dieci anni, è inserito nelle varie strutture dipartimentali della Giunta regionale, avendo acquisito competenze e professionalità necessarie all'Ente e altrimenti ancora non disponibili;

in occasione della riunione del Consiglio regionale del 29 maggio 2009, nel corso della quale è stata approvata la manovra di finanza regionale per l'anno 2009, era stato assunto da parte dei consiglieri regionali l'impegno di non trattare argomenti inerenti il personale e la sanità ché la Giunta, come annunciato in Aula dall'assessore al bilancio, avrebbe approfondito in uno specifico provvedimento omnibus;

la decisione adottata in Consiglio regionale aveva l'obiettivo di sanare una situazione ormai consolidata nel tempo e senza costi aggiuntivi per l'Ente -:

a che punto si trova il provvedimento omnibus annunciato in Consiglio regionale e per quali ragioni non è stato dato ancora seguito alla decisione adottata in Consiglio regionale di revocare i vari trasferimenti;

quali sono le intenzioni degli assessori in intestazione circa la situazione dei 31 dipendenti in questione che, dopo molti anni di servizio presso i dipartimenti regionali, rischiano di vedersi trasferire dal prossimo 1° novembre in altre città per svolgere mansioni e compiti diversi da quelli fino ad oggi svolti e per i quali sono stati formati.

(367; 7.09.2009)

Pacenza S. Al Presidente della Giunta regionale, all'assessore regionale ai trasporti, all'assessore regionale alle infrastrutture ed ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

in data 3 agosto 2006 veniva sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, l'ENAC, la Regione Calabria, 1'ENAV, la Società S.A.CAL. SpA, la Società SOGAS SpA e la Società Aeroporto S. Anna Crotone SpA, il Testo Coordinato ed Integrato dell'Accordo di Programma Quadro "Sistema delle Infrastrutture di Trasporto", che sistematizzava tutti i precedenti Atti sottoscritti (APQ originario del 29 luglio 2002, I Atto Integrativo del 30 dicembre 2004, 11 Atto Integrativo del 30 dicembre 2005) e configurandosi quale strumento con il quale concordare gli obiettivi e le azioni per la realizzazione degli interventi e l'erogazione dei finanziamenti;

l’'accordo prevedeva investimenti sugli aeroporti di Lamezia, Reggio e Crotone, per un totale di 123.100.000,00 euro (28 milioni Crotone, 65 milioni Lamezia e 30,1 milioni per Reggio Calabria); provenienti per gran parte dalla programmazione nazionale (PON Reti e Mobilità) e regionale (POR Calabria FESR, PAR Calabria e FAS) per il periodo 2007-2013;

compartecipazioni sui finanziamenti sono giunte, inoltre, dalla Società S.A.CAL. SpA per un investimento pari al 10% del costo (per intervento) e dalla Società SOGAS SpA per un investimento pari al 5% del costo (per intervento); mentre la Società Aeroporto S. Anna Crotone SpA non ha effettuato alcuna compartecipazione all'investimento;

successivamente le Società S.A.CAL. SpA, SOGAS SpA e Aeroporto S. Anna Crotone SpA hanno presentato all'ENAC i rispettivi Piani di Sviluppo Aeroportuali nei quali sono inclusi gli interventi infrastrutturali (oggetto del Protocollo di Intesa firmato lo scorso 13 maggio 2009 sempre tra gli stessi soggetti);

al fine di garantire certezza alle fonti di finanziamento programmate per gli interventi (comunitarie, nazionali, regionali e private), 1'Enac informò che era necessario stipulare al più presto un nuovo Atto integrativo all'Accordo di Programma Quadro "Sistema delle Infrastrutture di Trasporto" tra i soggetti istituzionali competenti ed interessati dall'attuazione e dal finanziamento degli interventi stessi;

successivamente con lettera protocollata 7.7.2009, 1'Enac riferiva di ritenere nullo il protocollo sottoscritto il 13 maggio 2009 tra Regione Calabria, le tre società aeroportuali e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto “suscitava perplessità la costituzione di un tavolo istituzionale per la sottoscrizione di un atto di programmazione negoziata relativo alla programmazione di interventi sulle infrastrutture aeroportuali regionali e delle risorse comunitarie messe a disposizione del Pon “Reti e mobilità” 2007-2013, da parte della Regione e delle società aeroportuali, con la presenza dell'Enav, società fornitrice dei servizi del controllo del traffico aereo, e in assenza dell'Enac, autorità unica di regolazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell'aviazione civile”.

in pratica, mentre 1'Enav è un fornitore di servizi, da considerarsi alla stregua di una società di gestione aeroportuale e quindi configurabile come beneficiario dei finanziamenti; 1'Enac è l'ente che, attraverso le sue strutture, esercita, tra l'altro, il controllo sul piano degli investimenti delle società Enav;

in estrema sintesi, tutto ciò comporterebbe l'invalidazione dell'Apq e la relativa perdita del finanziamento complessivo di 123,1 milioni di euro -:

alla luce di quanto sottolineato, se intendono intervenire con tempestività sulle prescrizioni evidenziate dall'Enac onde rendere nulla la programmazione degli interventi e la relativa perdita dei finanziamenti previsti;

se è già in itinere una procedura di annullamento dell'atto di programmazione negoziata relativo alla pianificazione di interventi sulle infrastrutture aeroportuali regionali postumo al protocollo del 13 maglio 2009.

(369; 14.09.2009)

Amendola. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche del lavoro. Per sapere - premesso che:

in data 11 settembre u.s., la società HP-DCS srl ha avviato, su base nazionale, le procedure per il licenziamento collettivo di 130 lavoratori, 5 dei quali impiegati in Calabria;

la società in questione, dal 2003, lavora attraverso apposita commessa per Telecom Italia nel campo dell'assistenza alle varie postazioni regionali;

i 5 lavoratori sono stati inizialmente assunti da Telecom - hanno un'anzianità media di servizio di 20 anni - per poi essere esternalizzati, senza alcun consenso, nel 2003 presso la HP-DCS;

la circostanza è stata fortemente contestata dai lavoratori che, non avendo visto accolte le loro richieste, hanno intentato nello stesso anno causa alla Telecom;

con sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Catanzaro, in data 27 febbraio 2008, è stata dichiarata l'inefficacia della cessione intervenuta ed ordinato il ripristino del rapporto di lavoro con Telecom Italia con le stesse o equivalenti mansioni;

in data 3 ottobre 2008, il Giudice del lavoro ha altresì condannato Telecom, mediante decreto ingiuntivo, al pagamento degli stipendi dalla data della sentenza;

la comunicazione dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo è stata anche inviata al Dipartimento regionale delle politiche del lavoro, alla Provincia di Catanzaro, nonché alla Direzione provinciale del lavoro di Catanzaro;

la condotta di Telecom Italia si concretizza come una violazione dei diritti dei lavoratori, dapprima esternalizzati senza il loro consenso e, in seguito, non reintegrati nell'organico aziendale, nonostante la sentenza del Giudice del lavoro -:

quali iniziative l'assessorato regionale alle Politiche del lavoro intende promuovere presso la società HP-DCS srl per scongiurare il pericolo di chiusura totale della sede di Catanzaro;

se non si ritenga opportuno ed urgente intervenire presso la Direzione di Telecom Italia, affinché si provveda ad ottemperare a quanto ordinato dal Giudice del lavoro, reintegrando i lavoratori per come disposto nella specifica sentenza del 27 febbraio 2008.

(370; 21.09.2009)

Tripodi P. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità. Per sapere - premesso che:

dal 7/10 u.s. i servizi sanitari prestati presso la struttura polispecialistica territoriale n. 5 ex Enpas sono stati trasferiti al polo sanitario territoriale - Reggio Nord (ex Inam);

i servizi sanitari trasferiti riguardano pratiche esenzioni ticket per patologia e reddito, pratiche ed erogazione presidi diabetici, presidi per celiaci, per neuropatici e per le malattie metaboliche;

tutto ciò avveniva all' improvviso e senza nessuna motivazione;

quanto stava avvenendo si è appreso dalla stampa, e solo da questa, dopo le proteste dei cittadini (che si sono visti defraudati dei propri diritti, vedendosi sballottati all'altro capo della città per il pagamento di prestazioni poi eseguite presso la struttura n. 5) e per la presa di posizione del Sumai;

tali provvedimenti assunti dal direttore del Distretto nulla hanno di vantaggioso, in quanto spogliano di servizi essenziali una struttura che serve un grosso bacino di utenza del centro storico cittadino, composto in particolare da soggetti “deboli” quali anziani e disabili, ovvero persone che non hanno disponibilità di mezzi o la possibilità di farsi accompagnare e devono, a costo di notevoli sacrifici, occuparsi della propria salute;

l'efficienza e l’economicità di un’azione devono avere degli effetti che partono dalla programmazione per stabilire i fabbisogni sanitari, partendo da un’attenta valutazione dei dati epidemiologici che interessano la popolazione, modulando l'offerta in modo differenziato per le diverse realtà territoriali;

tutto ciò non è mai avvenuto, anzi non vi è stata nessuna concertazione con i sindacati, in special modo con il Sumai, che rappresenta l’80% degli specialisti ambulatoriali, obbligo derivante dalla normativa vigente in materia;

il Sumai ha espresso le proprie ragioni a mezzo stampa a difesa della struttura polispecialistica n. 5 ex Enpas e dei professionisti che in essa ci lavorano, non potendolo fare presso le sedi competenti attraverso una adeguata concertazione sui programmi futuri dell'Asp 5;

la salute è un fondamentale diritto dell'uomo, garantito dalla stessa Costituzione e che il sistema sanitario è un sistema pubblico e solidaristico che conserva i principi cardine dell'universalità e dell'equità fondato sulle aspettative che provengono dai cittadini, un servizio sanitario che preveda qualità ed appropriatezza delle cure e dell'assistenza, efficienza nell'uso delle risorse;

il Sistema sanitario nazionale assicura a tutti i cittadini un accesso ai servizi nel rispetto dei principi della dignità della persona, dei bisogni di salute, di equità, di qualità, appropriatezza delle cure e economicità delle risorse;

la normativa vigente in materia stabilisce la necessità di costruire una rete integrata di servizi sanitari e sociosanitari sul territorio capace di governare i percorsi di cura, tutto ciò per rispondere ad una esigenza di umanizzazione delle cure, partendo dal luogo di vita della persona, e anche ad una esigenza di sostenibilità dei servizi, operando una razionalizzazione dei servizi a favore dei cittadini bisognosi di cure -:

se sono a conoscenza di quanto sta avvenendo nell'Asp 5 di Reggio Calabria e se risponde al vero che tale spoliazione dei servizi sanitari dalla struttura polispecialistica n. 5 ex Enpas è propedeutica alla chiusura della struttura stessa e quali interventi ritengono di dover attivare, a tutela dei cittadini e della classe medica interessata.

(372; 21.09.2009)

Amendola. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al bilancio. Per sapere - premesso che:

in data 2 maggio 2001 il Consiglio regionale ha approvato la legge n.10 «Collaborazione tra Regione Calabria e Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato finalizzata all'istituzione del servizio Pit-Calabria»;

il servizio in questione è relativo ad un progetto integrato di tutela dei cittadini, volto ad assicurare una migliore difesa dei diritti dei cittadini e a promuovere la qualità dei servizi in ambito socio-sanitario, considerando il semplice utente come cittadino attivo che partecipa al governo della sanità pubblica;

come sintesi del lavoro, ogni anno viene predisposto e presentato pubblicamente il rapporto Pit Salute Calabria sullo stato dei servizi e dell'assistenza sanitaria regionale;

nel corso degli anni il servizio è stato regolarmente effettuato con pieno adempimento finanziario da parte della Regione;

con legge regionale 11 maggio 2007, n.10 «Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale 2007-2009-Legge Finanziaria», è stato previsto all'articolo 2 il rifinanziamento delle leggi regionali;

nello stesso documento contabile è stato previsto il finanziamento per gli anni 2007-2008-2009 del servizio Pit-Calabria, come riportato dalla tabella C allegata alla legge finanziaria;

Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato Onlus ha regolarmente svolto i compiti previsti dal Pit-Calabria;

nonostante sia stata rispettata la tempistica per l'invio della rendicontazione finanziaria anche per l'anno 2009, l'erogazione della somma prevista di euro 35 mila non è stata mai effettuata;

in data 27 luglio 2009 il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, con comunicazione prot. 21147, ha disposto il diniego del finanziamento per l'inesistenza delle apposite risorse finanziarie nel bilancio di previsione 2009 -:

se la Regione è al corrente della situazione sopra descritta;

se non si ritenga di intervenire per chiarire e rimuovere gli ostacoli che fino ad oggi non hanno consentito l'erogazione del dovuto finanziamento a Cittadinanzattiva Calabria-T.D.M. Onlus, considerato che il servizio Pit-Calabria è stata previsto e finanziato da apposita legge regionale e che, in caso contrario, si concretizzerebbe una chiara violazione di legge, nonché un grave danno per l'opera meritoria svolta in direzione di una più dettagliata conoscenza della qualità dell'offerta e dei servizi sanitari calabresi.

(374; 22.09.2009)

Tripodi P. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

sono pervenute numerose istanze da famiglie residenti nel Comune di Reggio Calabria che, versano in condizioni di disagio economico e sociale per la presenza all'interno del proprio nucleo familiare di figli a carico portatori di handicap con invalidità totale e permanente, e che per tali motivi è stato loro riconosciuto il diritto all'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica secondo quanto disciplinato dalla legge della Regione Calabria n. 32/1996;

a tutt’oggi si trovano privi di un alloggio adeguato alle proprie esigenze ed ai propri bisogni, al fine di poter condurre e gestire una vita familiare dignitosa e regolare e dunque di poter alleggerire il gravoso impegno che deriva dalla necessità di garantire ad un portatore di handicap cure e attenzioni particolari e costanti -:

i motivi ostativi della mancata procedura di trasferimento all'amministrazione comunale di Reggio Calabria degli alloggi di proprietà dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica della provincia di Reggio Calabria.

(375; 23.09.2009)

Amendola, Aiello, Amato. Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori ai lavori pubblici, all’ambiente, all’agricoltura. Per sapere - premesso che:

le recenti ed abbondanti precipitazioni alluvionali hanno colpito pesantemente tutto il territorio del medio ed alto Ionio catanzarese;

il maltempo ha causato un preoccupante dissesto idrogeologico di una vastissima area che comprende i Comuni di Andali, Belcastro, Cropani, Sellia Marina, Davoli, Sant'Andrea Jonio, Petronà e Botricello. In quest'ultimo comune, in particolare, si sono aggiunti danni sia ad alcune strutture pubbliche che a varie aziende operanti all'interno della zona Pip, che ha comportato il totale blocco dell'attività lavorativa con il concreto rischio di eventuali perdite di posti di lavoro in un'area economicamente già svantaggiata;

i maggiori danni si registrano in tema di viabilità con molte strade interne ai vari comuni e di collegamento fra gli stessi, che risultano interrotte in più punti a causa di eventi franosi di considerevole portata;

che analoga e ben più pesante condizione si è registrata in tratti importanti della Strada Statale 106, dove la circolazione è stata temporaneamente chiusa dall'Anas a causa della pericolosa presenza di acqua e detriti sul manto stradale;

anche le coltivazioni agricole, ed in maniera specifica quelle tipiche del periodo autunnale, sono state seriamente danneggiate, provocando un danno economico, al momento non ancora quantificabile, per la già debole economia locale e per le piccole e medie aziende che vi operano;

numerosi fiumi e torrenti, non riuscendo a smaltire l'enorme afflusso d'acqua, sono esondati allagando tutti i territori circostanti;

in determinati casi, data la pericolosità della situazione, anche alcuni nuclei familiari sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni per mancanza delle necessarie condizioni minime di sicurezza e alcuni plessi scolastici sono stati chiusi;

la situazione si presenta molto preoccupante ed ancor più difficile da affrontare, causa la vastità dei danni riscontrati e le ingenti risorse finanziarie necessarie;

numerosi sindaci dei territori interessati dall'alluvione si sono già riuniti per affrontare comunemente l'emergenza -:

se la Giunta regionale, alla luce della pesante situazione registrata, non ritenga indispensabile procedere, in primo luogo, ad una fase di coordinamento fra tutte le strutture regionali, provinciali e comunali interessate e, contestualmente, avviare tutte le procedure necessarie verso il Governo centrale atte al riconoscimento dello stato di calamità naturale;

se, in attesa di tale dichiarazione, gli assessori interpellati non considerino indispensabile avviare tutti gli interventi di competenza, anche attraverso il ricorso con fondi regionali a lavori di somma urgenza, per ripristinare le massime condizioni di sicurezza sociale ed ambientale.

(376; 28.09.2009)

Interrogazioni a risposta orale

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

ai sensi della legge regionale 18/04/1962 n. 167 e 22/10/1971 n. 865 veniva approvato, con delibera della Giunta municipale di Cosenza (atto n. 6 del 26/2/72), un programma per la realizzazione dei piani di zona;

le aree da occupare permanentemente per la costruzione della Chiesa parrocchiale “S. Giuseppe” ricadevano nel Piano di zona n. 4, ed in virtù della deliberazione di quel Consiglio comunale (n. 24 del 12/03/1978 approvata con Dpgr Calabria n. 2150 del 19/09/1978) veniva, in tal modo, concesso un diritto di superficie di mq. 8000 per l'erigendo “Complesso parrocchiale S. Giuseppe”;

l'area “de quo” (di oltre 8000 mq, poi considerati erroneamente 7000), composta da tre particelle, delle quali una di proprietà dell'Opera di Valorizzazione della Sila e due appartenenti a privati, veniva ad essere oggetto di esproprio;

con contratto n. 2108 del 15 ottobre 1982 il Comune di Cosenza assegnava il lotto di 4200 mq. alla Parrocchia, convenendosi di completare l'assegnazione del rimanente lotto di 2800 mq. non appena fosse stata conclusa la procedura espropriativa in corso delle restanti particelle; cessione che sarebbe dovuta avvenire successivamente, giusto Dpgr Calabria n. 2620 del 10/12/1980 e delibera della Giunta municipale di Cosenza n. 760 del 14/10/1981, che prevedeva la stipula di una convenzione provvisoria in virtù della Legge 385/1980 (convenzione che avrebbe dovuto impedire quella successiva intervenuta tra Comune Cosenza e Aterp);

il Comune di Cosenza, disattendendo gli impegni assunti, starebbe per consentire in favore dell' Aterp (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica) di Cosenza il rilascio delle previste autorizzazioni per la edificazione di un fabbricato di sette piani da adibirsi a “case in affitto concordato”;

dalla planimetria catastale allegata al progetto Aterp del maggio 2008 si evincerebbe che l'area in questione sarebbe parte (mq. 2150) di quella in precedenza assegnata alla Parrocchia “San Giuseppe” e contrattualmente non perfezionata per i motivi sopra esposti;

se tutto ciò risultasse a verità, al di là delle evidenti anomalie e disfunzioni, verrebbe ad essere sottratta alla Comunità parrocchiale un'importante area per le attività di socializzazione del campetto parrocchiale (non considerando, tra l'altro, che si tratta di un territorio denso di problematiche e di criticità) e, ad abundantiam, verrebbe ad essere bloccato l'accesso carrabile alla Parrocchia -:

quali iniziative si intendono assumere ai fini dell'accertamento di eventuali anomalie che - se esistenti - darebbero luogo alla costruzione di un palazzo di 7 piani, all'interno di un'area sacra, privando la Comunità parrocchiale di spazi destinati a giovani del quartiere, danneggiando ulteriormente, e non poco, la situazione di un territorio già gravemente oberato di ben note problematiche e di disagi sociali;

se non si intende, a tal proposito, promuovere un'indagine conoscitiva per accertare lo stato delle cose, visto che dagli archivi della Parrocchia appare chiara la volontà del Comune di Cosenza di attribuire alla Parrocchia stessa l'intero terreno, per comprendere, quindi, come, a fronte di un esproprio iniziato su richiesta della Curia, il Comune possa aver stipulato un altro contratto (atto del 16 marzo del 2000) con cui è stato ceduto il terreno espropriato all'Aterp; per accertare, inoltre, come sia stato possibile autorizzare la costruzione di una palazzina dì mq 7000 sulla stessa area in cui la volumetria edificabile è stata già sfruttata dalla Chiesa (la concessione edilizia per la chiesa del 04/06/1985 interessava un'area di mq. 7270);

se, a tal fine, non si ritiene urgente intervenire anche per vagliare - eventualmente assieme al Comune di Cosenza - una soluzione “alternativa” che ponga fine a tale stato di evidente confusione e, di conseguenza, si possano, tutelando in egual maniera sia il diritto di abitazione che quello della Comunità parrocchiale, avere a disposizione degli spazi ludici e di ritrovo per giovani e bambini;

in che modo si intendono tutelare gli abitanti del luogo, i quali già da tempo si sono adoperati in ogni modo per salvaguardare il loro diritto ad uno spazio vitale di aggregazione.

(363; 31.08.2009)

Gentile, Serra, Galati, Nucera, Chiappetta, Limido, Sarra. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nel maggio del 2008 l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza pare abbia autorizzato, in attesa dell'accreditamento regionale, l'apertura della clinica San Pio di Laurignano (Dipignano);

la stessa struttura risulta ubicata in un monastero storico, sottoposto a vincolo della soprintendenza ai beni architettonici e culturali;

l'attività di erogazione di servizi sanitari, in una struttura sottoposta a vincolo, è subordinata alla specifica autorizzazione della Soprintendenza regionale

il Monastero in oggetto sarebbe stato restaurato con i soldi dello Stato e successivamente. in spregio ad ogni regola, adibito ad attività di libero mercato;

la clinica San Pio avrebbe tra i soci un parente dell'attuale e allora direttore sanitario dell'Asp, dott. Antonio Scalzo;

la delibera di autorizzazione provvisoria pare rechi la firma, oltre che del direttore generale, dello stesso direttore sanitario, dott. Antonio Scalzo, in spregio ai doveri di imparzialità e di terzietà richiesti alle pubbliche amministrazioni;

la struttura avrebbe chiesto, addirittura, un ampliamento dei posti letto accreditati, e la Calabria ha il più alto debito finanziario nel settore dell'Asp di Cosenza e starebbe elargendo, con assoluta facilità, accreditamenti e ampliamenti di strutture, andando, evidentemente, ad aumentare la copiosità del debito -:

se la Regione abbia preventivamente accertato il necessario permesso della Soprintendenza ai beni architettonici e culturali della Calabria per l’apertura del centro sanitario San Pio;

se codesta autorizzazione, se esistente, sia stata acquisita dal direttore generale dell'Asp prima dell'atto deliberativo di accreditamento provvisorio nel maggio 2008;

quali siano, e se ci sono, i rapporti di parentela tra i soci e il direttore sanitario dell'Asp;

per quale motivo non sia stato assunto ancora provvedimento alcuno nei confronti dei vertici dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.

(366; 04.09.2009)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

venerdì 4 settembre 2009, i lavoratori dell'azienda Soft 4 Web di Vibo Valentia, del gruppo Multivoice/Phonemedia, hanno iniziato uno sciopero per il mancato pagamento degli stipendi; da lungo tempo, ormai, i dipendenti denunciano le retribuzioni a singhiozzo, la mancata corresponsione delle mensilità e una grave situazione di disagio causata dal mancato rispetto dei diritti sindacali e contrattuali;

gli stessi, nonché i loro rappresentanti sindacali, si mostrano preoccupati per l'attuale situazione critica, alla quale si aggiungono voci incontrollate circa un cambio di assetto societario;

la Multivoice/Phonemedia S.r.l. ha ricevuto, ai sensi dell'avviso pubblico per la concessione di incentivi alle imprese per l'incremento occupazionale e la formazione in azienda dei neo assunti, circa 11 milioni e mezzo di euro attraverso le Misure 3.2 e 3.4 del Por Calabria 2000/2006 -:

se sia al corrente di tale azione di protesta e delle circostanze rappresentate;

se, in considerazione della sostanziosa erogazione pubblica concessa alla società in questione, non ritenga opportuno intervenire con urgenza per approfondire ed eventualmente richiedere alla Multivoice/Phonemedia il rispetto degli impegni contrattuali con i propri dipendenti;

se, considerato l'elevato numero di dipendenti interessato, la Regione non ritenga necessaria la convocazione delle parti per chiarire e risolvere la vertenza.

(368; 10.09.2009)

Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

si continua a discutere della riconversione/chiusura dell'ospedale di Chiaravalle C.le nell'ambito del Piano sanitario di riorganizzazione in Calabria;

si discute da tempo della pratica di acquisizione della struttura ospedaliera in questione da parte dell'Inail e soprattutto della ristabilizzazione di tutti quei servizi ospedalieri che, da sempre, a Chiaravalle C.le hanno servito una popolazione superiore ai ventimila abitanti;

la mancata risoluzione di una lunga serie di criticità vissute nella gestione dell'ospedale “'San Biagio” potrebbe far venire meno la fiducia nei cittadini, perché comincia ad emergere l'esasperazione e non solo a livello di associazioni, comitati spontanei ed amministratori, ma anche a livello di popolazione e, quello che si teme, potrebbe essere la conseguente turbativa dell'ordine pubblico;

le sollecitazioni del sindaco Nino Bruno, trasmesse al direttore generale dell'Asp Pietro Morabito e al governatore della Regione Calabria Agazio Loiero, maturate, focalizzano la situazione che quotidianamente si registra dentro la struttura sanitaria, che vede servizi sospesi e quelli funzionanti con grandi limitazioni;

se da una parte non viene attuato quanto previsto dal Piano sanitario approvato dalla Giunta regionale, dall'altra continuano ad essere depotenziali i servizi esistenti, in quanto oggettivamente non si sovrappongono a quelli presenti nel presidio di Soverato;

nel mese di luglio c.a. il personale sanitario, paramedico e ausiliario dell'ospedale Soverato Chiaravalle C.le si è rivolto ai ministri del welfare Sacconi, dell'economia Tremanti, della funzione pubblica Brunetta e della riforma federale Bassi, evidenziando una «situazione pericolosa ed insostenibile», facendo riferimento ad una precedente informativa inviata nel mese di maggio c.a. al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, al direttore sanitario aziendale dell'Asp, al direttore sanitario del presidio ospedaliero Soverato Chiaravalle e al responsabile rischio e management, denunciando lo stato di pericolo rappresentato dal pronto soccorso del “San Biagio” di Chiaravalle, in cui “gli stessi medici hanno paura di prestare servizio a causa dell'abbandono in cui operano” -:

se non sia diventato ormai improcrastinabile organizzare una conferenza pubblica alla presenza del personale medico e paramedico, nonché degli amministratori locali, per dare risposte immediate, prima di proclamare e promuovere ulteriori proteste da parte della cittadinanza, esasperata da una situazione di totale incertezza sulla tanto declamata, ma incerta riconversione dell'ospedale S. Biagio in centro di eccellenza e sul pericolo che uno dei due ospedali tra Soverato e Chiaravalle C.le venga soppresso.

(371; 21.09.2009)

Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere - premesso che:

sono stati ritrovati ad opera dei nuclei speciali dei vigili del fuoco di Lamezia e Catanzaro nei mesi di luglio ed agosto c.a.; dei fusti di gasolio sospetti arenatisi sulle spiagge lametine;

i fusti di cui sopra secondo le analisi dell’Arpacal contenevano olio combustibile, imbarcato solitamente da navi cargo;

fonti di stampa locali riferiscono di un carico di gasolio trasportato da un mercantile sospetto, reo, probabilmente di aver scaricato i rifiuti tossici trasportati nel mare lametino;

secondo fonti di stampa autorevoli, un mercantile carico di gasoli ed idrocarburi sarebbe stato affondato nell’ottobre di due anni fa, nelle stesse acque lametine;

i fusti ritrovati sulla spiaggia della città della piana potrebbero essere collegati a tale presunto affondamento -:

se sono stati avviati tempestivamente i controlli idonei a verificare le analisi dell’Arpacal sui fusti sospetti in questione al fine di scongiurare generici allarmismi tra i cittadini e se, qualora si trattasse di fusti connessi ad una nave cargo affondata nel mare lametino, se già sia stato richiesto al ministro dell’ambiente, onorevole Stefania Prestigiacomo, di mettere a disposizione i fondi necessari a compiere le ricerche necessarie.

(373; 22.09.2009)

Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

da giorni è in atto una protesta delle psicologhe lametine, che si sono incatenate davanti l'ingresso della struttura sanitaria locale per manifestare il loro dissenso contro la mancata applicazione del contratto da parte dell'Asp di Catanzaro che, a loro dire, risalirebbe al 2008;

la suddetta protesta riguarda tutte le equipe delle Asp regionali di cui fanno parte psicologi, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali e pedagogisti;

i predetti lavoratori, sino al mese di luglio 2008, erano inquadrati nella dotazione organica della Regione Calabria;

per effetto del combinato disposto dalla legge regionale 34 del 2000 sul decentramento e della legge regionale 9 del 2007, sono stati trasferiti alle varie Asp;

a tutt'oggi non è stato applicato loro il contratto di categoria;

più volte il sottoscritto ha interessato gli ordini competenti ad occuparsi della delicata questione -:

le motivazioni del mancato inquadramento dei suddetti lavoratori;

se, ad oggi, esistano impedimenti di ordine normativo alle richieste avanzate;

se, nel caso contrario, non siano state avviate le procedure per la loro regola.

(377; 30.09.2008)

Chiarella. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con lettera del 24.09.2009 inviata al Presidente onorevole Agazio Loiero, nonché al Presidente della prima Commissione Affari istituzionali ed Affari regionali, cinquantacinque dipendenti della Regione Calabria hanno manifestato il loro dissenso sulle modalità di regolarizzazione dei lavoratori precari, paventando presunte incongruenze ed incostituzionalità della delibera G.R. 447 del 24.07.2009 con cui è stato approvato il Programma triennale del fabbisogno del personale per il triennio 2009-2011;

il piano triennale, così come concepito, vanifica quelle che sono le sue primarie finalità, ossia quelle di assicurare funzionalità ed ottimizzazione delle risorse per il migliore funzionamento dei servizi in relazione alle disponibilità di bilancio;

è stata disattesa le vigente normativa nazionale in evidente contrasto con quella regionale;

la Finanziaria oggetto di contestazione precluderebbe l'accesso del personale in mobilitazione alle progressioni verticali, mortificando di fatto le loro professionalità;

la succitata delibera, unitamente alla successiva legge regionale n. 19 del 12.06.2009, sono state oggetto di censura da parte del Consiglio dei ministri, che il 24.07.2009 ha impugnato la legge Finanziaria calabrese dinanzi alla Corte Costituzionale -:

quali determinazioni si intendono assumere a tutela sia dei mobilitandi dipendenti regionali, che dei precari in attesa di stabilizzazione.

(378; 01.10.2009)

Mozioni

Il Consiglio regionale,

premesso che

l’Agenzia Italiana del Farmaco (A.I.F.A.) ha autorizzato la commercializzazione in Italia della R.U. 486, la pillola abortiva. La notizia era nell'aria da qualche giorno, ma sino all'ultimo si sperava in un ripensamento, che purtroppo non c'è stato. A questo punto, assume ancora maggiore rilevanza l'iniziativa dello scorso 19 giugno ad opera del Ministero del Welfare italiano, concretizzatasi nella stesura di un dossier sulla R.U. 486, fatto recapitare all' A.I.F.A., iniziativa che le istituzioni regionali non possono ignorare;

infatti l'azienda produttrice del farmaco, la francese Exelgyn, ha comunicato all'A.I.F.A. numerosi decessi in tutta Italia e presumibilmente anche in Calabria.

La morte è, peraltro, solo la più grave di tutta una serie di conseguenze imputabili all'uso della R.U. 486. Infatti, come denunciarono già nel lontano 1991 Janice G. Raymond, Renate Klein e Lynette J. Dumble, tre femministe dichiaratamente abortiste, la R.U. 486 – sorvolando sul fatto che si tratta comunque di una pillola che sopprime il nascituro – implica pesantissime ripercussioni sulla salute delle donne, così riassumibili: dolore o crampi nel 93,2 % dei casi, nausea nel 66 %, debolezza nel 54,7 %, cefalea nel 46,2 %, vertigini nel 44,2 % e perdite di sangue prolungate fino a richiedere una trasfusione nello 0,16 % dei casi.

Donna Harrison, ricercatrice e ginecologa di Berrien Center, in Michigan, insieme ad una collega ha pubblicato su The Annals of Pharmacotherapy uno studio nel quale ha identificato ben 637 casi di effetti collaterali nell'uso della R.U. 486.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration, dopo aver rappresentato più volte l'intendimento di ritirare la R.U. 486 dal commercio, in seguito alla morte di una ragazza di diciassette anni che vi aveva fatto ricorso, ha contrassegnato la pillola con una banda nera, quella che viene riservata ai farmaci pericolosi per la vita.

La pericolosità di detta pillola è stata riscontrata persino in un Paese come la Cina, notoriamente non rispettoso dei diritti umani. Nell'ottobre 2001 è stata disposta un'inversione di rotta rispetto all'iniziale liberalizzazione, inversione di rotta consistente nel divieto di venderla in farmacia e di assumerla solamente in ospedali selezionati e sotto ristretto controllo medico.

Addirittura, nel dicembre 2005, un editoriale del New England Journal of Medicine, “Bibbia” mondiale della scienza, denunciava una percentuale di mortalità con il metodo chimico, quello della R.U. 486, ben 10 volte più alta di quella rilevata con il metodo chirurgico.

Persino Severino Antinori, indiscusso guru della fecondazione, ha pubblicamente ammesso che la R.U. 486 “…provoca dolori, emorragie, infezioni, malattie... con esiti mortali”.

Dinnanzi a simili constatazioni non si può non riconoscere come la R.U. 486 rappresenti un vero e proprio pericolo.

Per cercare di smentirlo, non più tardi di qualche mese fa, qualche organo di informazione locale divulgò servizi nei quali si attestavano centinaia di sperimentazioni andate a buon fine, senza alcuna delle gravi ripercussioni che la R.U. 486 spesso implica. In realtà, non vennero resi noti nei dettagli l'entità e il grado di rappresentatività di questo campione.

In un documento elaborato dalla Società Medico Scientifica Interdisciplinare Promed Galileo e sottoscritto anche dall'Euopean Medical Association, si denuncia proprio “la bassa qualità degli studi, spesso caratterizzati per l'assenza di randomizzazione e la contraddittorietà dei risultati, che rendono difficoltosa l'interpretazione dell'accettabilità del metodo”.

D'altro lato, c'è chi ritiene – trascurando i dati della letteratura scientifica – che il ricorso all'aborto chimico rappresenti un progresso e si appella alla sua diffusione in Europa per invocarne l'adozione in Italia.

Dal canto suo, il Sottosegretario al Welfare, on. Roccella, sottolinea come la pillola R.U. 486 rappresenti un metodo che “intrinsecamente porta la donna ad abortire a domicilio, proprio perché il momento dell'espulsione non è prevedibile, in una sorta di clandestinità legale”.

Aspetto di non secondaria rilevanza concerne poi il fatto che il ricorso alla R.U.486, come ha evidenziato pure l'on. Roccella, determini violazione della legge 194/78 sull'interruzione volontaria della gravidanza. Essa infatti, all'art. 8, sancisce espressamente la necessità che l'aborto procurato si consumi all'interno di strutture pubbliche, mentre una donna che assume la pillola abortiva - che produce i propri effetti, culminanti con l'espulsione del feto, entro un arco di tempo che talvolta giunge a due settimane - non viene trattenuta in ospedale fino al momento in cui è certificata l'interruzione di gravidanza, ma vi ritorna solamente dopo, per eseguire dei controlli.

Ciò in violazione di due pareri del Consiglio Superiore della Sanità: uno del 2004, alla cui stregua “i rischi connessi all'interruzione farmacologia della gravidanza si possono considerare equivalenti all'interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero”; l'altro del 2005, per il quale “l'associazione di mifepristone e misoprostolo deve essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista dalla legge e la donna deve essere trattenuta fino ad aborto avvenuto”. Né vanno sottaciuti gli interessi economici che soggiacciono alla diffusione della R.U. 486, destinati a foraggiare le aziende produttrici della stessa.

Sarebbe interessante che questi temi così delicati e utili per chi difende la R.U. 486 lo facesse a viso aperto, argomentando le proprie ragioni, non già trincerandosi dietro a slogan oramai superati, anche perché, sul piano culturale, il rischio forte è la privatizzazione dell'aborto: la donna abortirà da sola. Difatti i protocolli contemplano che solo dopo 14 giorni si provvederà ad un controllo;

impegna la Giunta regionale

a) a verificare quante donne in Calabria hanno fatto ricorso alla R.U. 486, a partire dalla sua sperimentazione e dalla successiva diffusione disposta dall'Azienda Italiana per il Farmaco (A.I.F.A.);

b) a garantire, nei confronti delle donne che chiedono l'interruzione di gravidanza sia farmacologia che chirurgica, il c.d. consenso informato;

c) a disporre la sospensione dell'utilizzo della R.U. 486, in attesa che si faccia chiarezza sulle controindicazioni della stessa, anche alla stregua dell'esperienza di altri Paesi.

(62; 24.08.2009) Nucera

Il Consiglio regionale,

premesso che

occorre garantire la sicurezza e la legalità del territorio regionale, armonizzando obiettivi, strumenti e risorse con le specificità municipale e locali, esaltando al contempo il ruolo di servizio di “sicurezza sociale” a cui è chiamata la polizia locale;

i compiti di prevenzione, repressione e controllo ai fini della sicurezza del comprensorio regionale possono essere efficacemente espletati anche mediante un dispiegamento ottimale delle risorse umane e dei mezzi della polizia locale;

molti Comuni hanno in servizio un numero di vigili urbani nettamente inferiore alla previsione contenuta nelle rispettive piante organiche, come il comune di Bova Marina, di Ferruzzano o a quelli della zona aspromontana da Calanna a Gambarie o del lato tirrenico, per esempio Scilla;

considerato che la materia in oggetto è disciplinata dalla legge regionale n. 24 del 1990 che “detta norme sull'ordinamento e sulla organizzazione dei servizi e dei corpi di polizia municipale, al fine di assicurare su tutto il territorio regionale un uniforme ed efficiente espletamento delle funzioni di polizia locale”;

tale normativa all'art. 7 prevede, tra i criteri per la determinazione del contingente numerico, quello di un vigile ogni 700 abitanti, oltre alla disposizione di chiusura secondo la quale il servizio non può avere un numero di operatori inferiore a due unità;

essa, inoltre, all'articolo 1 comma 2 contiene la possibilità per i Comuni di istituire il Corpo di Polizia Municipale solo se il servizio viene svolto da almeno sette unità;

nessun Regolamento attuativo della presente legge è stato emanato successivamente;

alla luce del quadro legislativo mutato, dopo la riforma costituzionale del 2001, il nuovo sentire delle comunità locali e l'evolversi del ruolo delle autonomie e della polizia municipale richiedono l'adeguamento degli strumenti disponibili per garantire la “sicurezza urbana” al cittadino;

in ogni caso, già rispetto alla L.R. n. 24/1990 vigente, vi sono delle evidenti inadempienze finanziarie della Regione sulla necessità dell'adeguamento degli organici di polizia municipale nei piccoli comuni, che non possono farsi carico da soli (per gli esigui bilanci locali) di notevoli spese per il personale senza un “cofinanziamento” dell'ente superiore;

ritenuto che è opportuno intervenire tempestivamente, attraverso dei progetti finalizzati a garantire la sicurezza del territorio, a sostegno delle esigue forze economiche dei piccoli comuni;

attualmente esistono cospicui fondi europei con il P.O.N. “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia” utilizzabili anche per dare risposte immediate al potenziamento dell'organico dei vigili;

tali risorse economiche di natura comunitaria potrebbero essere una delle soluzioni per molti comuni in cui l’organico dei vigili urbani è nettamente inferiore a quelli previsti in pianta organica, o addirittura vacante -:

ad utilizzare le apposite risorse economiche di natura comunitaria per finanziare i Comuni che dovrebbero implementare o costituire l'organico dei vigili urbani, per contribuire a garantire la sicurezza del territorio.

(63; 08.09.2009) Nicolò

Progetto di legge n. 416/8^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 28 del 2008” (Del. n. 368)

Art. 1

1. Nell'ambito delle attività previste dalla legge regionale 14 agosto 2008, n. 28, recante: "Nomine per la ricollocazione dei lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari ivi compresi i trattamenti in deroga", ricercando soluzioni occupazionali stabili di tutti i lavoratori appartenenti al bacino individuato dalla stessa, allo scopo di dare piena attuazione all'istituzione dei presidi idraulici di cui alle DGR 10.06.2002 n. 477, 14.12.2004 n. 996 e 21.09.2009 n. 644, il Dipartimento LL.PP. e l'Autorità dei bacino regionale sono autorizzati entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge a stipulare appositi protocolli d'intesa con le amministrazioni pubbliche per la definizione di:

- entità e modalità delle risorse umane e finanziarie necessarie per la gestione tecnico-amministrativa dei presidi idraulici;

- organizzazione e funzionamento del servizio di sorveglianza idraulica mediante l'utilizzo di personale specializzato;

- organizzazione e funzionamento del servizio di manutenzione di corsi d'acqua e dei versanti da attuare mediante l'utilizzo della manodopera costituita da operai idraulico forestali.

Art. 2

1. Il personale tecnico-amministrativo necessario per la costituzione dei presidi idraulici sarà individuato nell'ambito dei personale di ruolo della Regione Calabria anche tra quello dei bacini LSU e LPU.

Art. 3

1. Al fine di garantire la continuità dei servizio di monitoraggio della rete idrogeografica regionale l'AFOR e autorizzata ad assumere a tempo determinato e fino ad un massimo di mesi due il personale già utilizzato per lo stesso servizio dalla società affidataria dell'appalto di cui al bando di gara del 30.01.2008, nelle more che la medesima AFOR provveda all'assunzione, a decorrere dall'l gennaio 2010 a tempo indeterminato del personale con qualifiche di sorveglianti e ufficiali idraulici, necessario per lo svolgimento del predetto servizio, a mezzo di procedure selettive ai sensi dell'articolo 16 della legge 28 febbraio 1987, n. 56 presso le competenti sedi decentrate per l'impiego di ogni singola provincia in funzione del fabbisogno ricadenti nei singoli presidi idraulici.

Art. 4

1. La copertura finanziaria per l'attuazione di quanto previsto dall'articolo precedente è assicurata, relativamente al mantenimento del servizio per mesi due, pari ad € 800.000, mediante anticipazione da parte dell'AFOR nel bilancio 2009. La somma di cui sopra sarà accredita alllAFOR nell'ambito del bilancio 2010. Negli esercizi Finanziari successivi, a decorrere dal 2010, sarà garantita la del costo del personale assunto a tempo indeterminato.

Proposta di legge numero 415/8^, recante: “Istituzione del servizio di elisoccorso (Del. n. 369)

Art. 1

1. E' istituito presso gli Ospedali Riuniti Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria e l'Azienda Sanitaria provinciale di Vibo Valentia il servizio regionale di elisoccorso.

2. La Giunta regionale è autorizzata ad individuare, d'intesa con la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria e l'Azienda Sanitaria provinciale di Vibo Valentia, previo parere vincolante della competente Commissione consiliare, le basi operative di detto servizio di elisoccorso.

Art. 2

l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 417/8^ recante: “Progetto integrato di sviluppo locale denominato “Cetraro" (Del. n. 370)

Art. 1

1. Nell'ambito della Programmazione unitaria 2007-2013 è individuato uno specifico Progetto Integrato di Sviluppo Locale denominato "Cetraro" finalizzato alla costituzione di una filiera della ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento delle conoscenze del sistema mare. Per la realizzazione del progetto "Cetraro" verrà stipulata specifico accordo di progetto tra la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, il Comune di Cetraro e L'UNICAL.

2. Il soggetto attuatore e beneficiario è il Comune di Cetraro.

3. La copertura finanziaria è garantita dalla specifica previsione del POR, FESR 2007-2013.