X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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n. 62

 

SEDUTA Di GIOVEDì 29 NOVEMBRE 2018

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E

DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE

 

 

Presidenza del Presidente Nicola Irto

 

La seduta inizia alle 12,40

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

TALLINI Domenico, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

 

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine di lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno di una proposta di provvedimento amministrativo che mira a risanare un mero errore materiale presente nella deliberazione numero 347/10^ del 16 novembre 2018, relativa alla determinazione del livello dei servizi minimi in materia di trasporti.

PRESIDENTE

L'assessore mi riferisce che si tratta di un errore.

Se gli uffici ci forniscono il riferimento, intanto, recuperiamo la modifica da discutere.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Presidente, come già preannunciato al presidente Oliverio, volevo chiedere ai colleghi se fosse possibile presentare un ordine del giorno relativo alle vicende di queste ultime ore e ai danni del tempo che diventa sempre più inclemente – al di là delle responsabilità di pubblica competenza che sono sempre complesse, tra Regione, Provincia, Comuni e, soprattutto del privato – da discutere e approvare insieme in coda ai lavori odierni; lo faremo in Commissione bilancio insieme al collega Aieta con cui ho già parlato, per provare ad istituire un fondo; conoscete bene le difficoltà di famiglie e imprese nel complesso meccanismo che molto spesso esiste nel veder riconosciuto lo stato di calamità dal Governo con i fondi alla Regione e, atteso che il presidente Oliverio possa anche risponderci che in questa fase abbiamo anche una soluzione, penso che la Regione Calabria, al di là che questo fondo possa essere rimpinguato o meno anche con variazione di bilancio, possa consentire di intervenire direttamente su casi straordinari e umani su cui poi, ovviamente, in Commissione dovremo affidare alla Giunta regionale un Regolamento che permetta di concedere questi contributi, perché è normale che si facciano i dovuti accertamenti.

In sostanza, questo strumento consentirebbe al Consiglio regionale della Calabria, al di là della Giunta, di poter recuperare, ove possibile, risorse di 1, 2, 3 milioni di euro che molto spesso vengono allocate – sono cifre indicative di cui ovviamente si dovrà discutere in Commissione bilancio con il presidente Aieta – per poter tempestivamente intervenire su questi drammi ormai ricorrenti.

Abbiamo visto i tifoni a Crotone, i danni alluvionali che ieri hanno travolto 1000 capi di bestiame, automobili e intere case nella Sibaritide e che, finanche sul Tirreno, hanno colpito la cittadina del consigliere Aieta, Cetraro; anche lì, bisognerebbe modificare le leggi per poter mettere paratie e frenare il mare.

Credo che, come Consiglio regionale, uno sforzo in più su questa dinamica che colpisce sempre di più la Calabria dobbiamo provare a farlo e avere il mandato di tutti su un provvedimento che insieme al consigliere Aieta presenteremo in Commissione penso sia un segnale importante per la Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, chiedo che dopo il primo punto all'ordine del giorno, che riguarda il Documento di Economia e Finanza, siano inserite due proposte di legge: la numero 341/10^ e la numero 382/10^, che riguardano rispettivamente il Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2017 e l’assestamento di bilancio. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Presidente, chiedo l’inserimento di un punto all’ordine del giorno che, come comunicato nella scorsa seduta di Consiglio regionale, riguarda le prospettive dei tirocinanti presso gli Uffici giudiziari della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Presidente, chiedo che dopo la discussione del Documento di Economia e Finanza venga inserita all’ordine del giorno la proposta di legge numero 339/10^, già approvata in seconda Commissione, che modifica la legge regionale numero 8 del 2018.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 373/10^, che modifica la legge numero 9/2018, la cosiddetta “Legge anti ‘ndrangheta”; sono quegli adempimenti che bisogna fare e per cui ci sono state anche segnalazioni governative. Grazie.

PRESIDENTE

Se siamo d'accordo, facciamo un voto unico sull'inserimento delle proposte. Bene, l’inserimento è approvato. Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Intervengo per esprimere il mio voto contrario all’inserimento dei punti all’ordine giorno richiesti dal consigliere Aieta e relativi al Rendiconto per l’esercizio finanziario 2017 ed all’assestamento di bilancio; ritengo che, vista l’importanza, gli argomenti necessitino di essere discussi preliminarmente in Conferenza dei capigruppo e non come pratica aggiuntiva all’odierna seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Abbiamo già votato l'inserimento, consigliere Esposito. Comunico il voto contrario del consigliere Esposito all’inserimento delle proposte richieste dal consigliere Aieta.

Abbiamo inserito i progetti di legge richiesti dai consiglieri Aieta, Greco e Bova; gli ordini del giorno dei consiglieri Gallo e di discussione – possibilmente anche per arrivare a un testo – del consigliere Orsomarso assieme al Presidente della seconda Commissione, da poter discutere in coda ai lavori odierni.

Proposte di provvedimento amministrativo unificate numero 223/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2019-2021 (art. 36 del decreto legislativa 23 giugno 2011, n. 118)” e numero 238/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2019-2021 (Paragrafo 6 del principio applicato della contabilità allegato 4.1 e art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”

PRESIDENTE

Il primo punto all'ordine del giorno riguarda le proposte di provvedimento amministrativo unificate, la numero 223/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria per gli anni 2019-2021” e la numero 238/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza della Regione Calabria per gli anni 2019-2021”.

Atteso che la proposta di provvedimento amministrativo numero 238/10^ ripropone integralmente il contenuto della proposta numero 223/10^ con l'aggiunta degli aggiornamenti, resisi necessari a seguito dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri della nota di aggiornamento del DEFR, si dà atto che la proposta numero 238/10^ sarà il testo base da sottoporre all'attenzione del Consiglio regionale che, per prassi, pongo in votazione.

 

(Il Consiglio approva)

 

Cedo la parola al relatore, Aieta, che illustrerà il provvedimento per poi procedere con il dibattito sul DEFR. Prego, consigliere Aieta.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, le proposte sono state unificate, atteso che la nota di aggiornamento ricomprende l'intero Documento di Economia e finanza, per come modificato, rendendolo così coerente con gli aggiornamenti della Finanza pubblica nazionale.

La parte generale introduttiva descrive l'andamento dell'economia della Regione e la situazione dei principali indicatori di sviluppo socio-economico.

In essa si rappresentano una serie di dati che indicano che la Calabria nell'ultimo triennio (2015-2017), pur in presenza di un deficit strutturale con le regioni del Nord, ha registrato un'inversione di tendenza rispetto ai dati negativi del periodo precedente.

Nel prossimo anno, l'ultimo dell'attuale Legislatura, l'attività della Giunta è proiettata verso il completamento del programma regionale e l'accelerazione della spesa delle risorse programmate e pianificate che sono state tradotte in progetti, molti dei quali in corso di attuazione.

Per quanto concerne lo stato di attuazione del Por Calabria FESR-FSE 2014-2020, con l'aggiornamento alla data del 12 ottobre 2018, il sistema di monitoraggio regionale registrava un avanzamento complessivo pari al 36 percento della dotazione finanziaria assegnata al programma, in termini di impegni assunti dai beneficiari e al 10 percento, in termini di pagamenti.

Nell'ambito dell'attuazione del programma, a giugno 2018, sono stati pubblicati 42 avvisi pubblici per un importo superiore a 500 milioni di euro, di cui 29 chiusi con graduatoria definitiva.

Con riferimento alle previsioni di spesa, con l'aggiornamento al 31 luglio 2018, sono state certificate spese pari a 200 milioni di euro, di cui 190 a valere sulle azioni cofinanziate dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e 10 milioni di euro su quelle cofinanziate dal FSE (Fondo Sociale Europeo).

Le nuove disposizioni normative richiedono non solo di rispettare le regole del pareggio di bilancio ma, dall'anno 2016, anche di realizzare un “avanzo” o saldo di Finanza pubblica.

Per l'anno 2018, tale obiettivo per tutte le Regioni è pari ad euro 2,3 miliardi (102 milioni di euro per la Regione Calabria).

Per quanto riguarda l'utilizzo dell'avanzo vincolato, sia nel 2017 sia 2018, le Regioni hanno potuto utilizzare risorse finanziate con l'avanzo solo in presenza di spazi finanziari, garantendo anche a preventivo di rimanere nei limiti dei vincoli di Finanza pubblica già definiti.

Tuttavia, ciò si è dimostrato insufficiente, perché la maggiore disponibilità di risorse autonome è stata destinata a coprire il maggiore fabbisogno di spesa derivante da pignoramenti, debiti fuori bilancio e accantonamenti vari.

Per quanto riguarda il 2019, lo scenario è cambiato.

In materia di utilizzo dell'avanzo è intervenuta la Corte costituzionale che, con sentenza numero 101 del 2018, ha dichiarato incostituzionale il blocco dell'avanzo di amministrazione e del Fondo pluriennale vincolato degli Enti territoriali.

Conseguentemente, anche alla luce delle richieste delle Regioni, nel disegno di legge di bilancio del Governo è stata inserita una norma che interviene sull’utilizzo dell'avanzo (articolo 60), che ha risolto definitivamente il problema, anche se, almeno per le Regioni, solo a partire dal 2021.

Infine, la seconda Sezione si conclude con l'illustrazione della situazione della Finanza regionale, attraverso l'ausilio di Tabelle.

Il paragrafo relativo alla salvaguardia degli equilibri di bilancio descrive le possibilità di manovra per ridurre la forbice tra fabbisogno ed entrate autonome, mediante l'adozione di una serie di misure da adottare, senza ricorrere all’aumento della pressione fiscale.

Infatti, anche se dopo 3 anni di blocco il ricorso alla fiscalità regionale è di nuovo possibile, la decisione del governo regionale non prevede l'utilizzo di questo strumento, ritenendo che risulterebbe oltremodo gravoso per il già debole tessuto economico regionale.

Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame del provvedimento in oggetto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Siamo alla vigilia di un'approvazione, seppur in ritardo di qualche settimana a causa delle fibrillazioni di questa maggioranza che marcava assenze. Al di là di questo aspetto, provo a sottolineare in quest’Aula ciò che ho già evidenziato in seconda Commissione all'assessore al bilancio e al presidente Aieta con il mio voto contrario al Documento di Programmazione Economica.

Penso, presidente Oliverio, e l'ho sempre fatto prudenzialmente dalla data del suo insediamento e nel corso di questi mesi, che ci sia stata poca prudenza nei suoi annunci, in particolare: sul provvedimento Sismi.ca, che abbiamo votato insieme e che va riscritto perché è stato bocciato dal Governo; sulle leggi che hanno riguardato i trasporti; sull'intervento che ancora attendiamo sulla sanità; sull'intervento e sulle comunicazioni che ancora attendiamo su Enti come Sorical e tutte le altre Partecipate. – Posso anche comprendere perché, nella mia visione delle cose, pur essendo un avversario politico leale, comprendo le difficoltà; come ricordava anche il presidente Aieta, tutte le amministrazioni locali, a partite dai Comuni, passando per le Province e, nondimeno, la Regione, hanno vissuto una stagione dove non solo ci è toccato pagare debiti, finanche sul precariato dove ci sarebbe tanto da dire e che non abbiamo prodotto né io, né lei, né questa Legislatura o questo governo, però ci è toccato fare i conti in questi anni con una serie di riduzioni, di giustapposizioni, con il dover partecipare all'equilibrio complessivo del bilancio dello Stato, quindi anche con l'armonizzazione dei nostri bilanci e con tutto quello che ci è piovuto addosso dalla riforma del Titolo V della Costituzione in avanti. Mi riferisco al danno più grande, quello della sanità regionale che non solo ha prodotto un deficit di un miliardo e trecentomila euro, ma ci ha restituito soprattutto i Piani di rientro dei vari commissari.

Mi preme sottolineare che abbiamo assistito a un congresso quotidiano aperto del Partito Democratico sul tema della sanità, in questo confronto-scontro con un commissario nominato dallo stesso Partito Democratico e con le strutture da voi nominate dove – non soltanto detto da noi, ma anche certificato dalla Corte dei conti che è sempre più solerte, ci aiuta e vi aiuta ad accompagnare questa fase di riforma – abbiamo fatto passi indietro. A quello servono i Piani di rientro, non a pagare i debiti di un miliardo e trecentomila euro che la Calabria ha già pagato anche con una parte di Fondi FAS che servivano allo sviluppo, ma ad evitare di produrne di ulteriori.

Anche su questo tema – tanta la mia onestà intellettuale – so quante difficoltà abbia riscontrato anche il suo governo regionale. L’ho fatto con una provocazione e lo ribadisco qui in quest'Aula: c’è uno Stato che funziona sempre meno, dove non ci sono anticorpi quando sono bandite gare per tre nuovi ospedali che servono a ridurre anche la migrazione sanitaria e, quindi, a evitare lo sforamento del deficit che è passato dai 36 milioni, l’avevamo ridotto negli anni passati, a circa 163 milioni. Mi rendo conto che, ovviamente, non si è potuto costruire, non per colpa di questo governo regionale, ma parliamo del periodo che va dal 2006 al 2018, perché vince una gara un soggetto che non si sa se è fallito o se è infiltrato, che è il tema centrale di uno Stato che deve mandare il Genio militare quando si programmano opere su cui sono state impiegate risorse e invece non si riesce a mettere neppure una pietra.

Rispetto a tutte queste difficoltà di contorno che sto provando ad elencare in modo rapido, penso che l’atteggiamento di questo governo regionale sia sbagliato, anche in quella breve ripresa – lo dicevo all'assessore – anche quando la Calabria certifica una ripresa con qualche segno più, il 2 o il 3 percento, vi è un atteggiamento sbagliato; al presidente Oliverio lo dissi quando, al suo insediamento, annunciava trionfalmente numeri sul Por, dove pure c'è stato uno sforzo, ma dove finanche la Corte dei conti ci dice che siamo a una spesa minima.

La difficoltà c’è e dovrebbe essere umilmente assorbita, anche come autocritica a vostra difesa perché, come ci suggeriva il direttore del Dipartimento bilancio, De Cello, questo DEFR che è scritto da tecnici e mette dentro anche i dati dello Svimez, fornisce delle proiezioni e chi va al Consiglio regionale, vivaddio, al di là di leggere il DEFR di questo governo regionale, dovrebbe comprendere dove va il mondo e stimolare in termini di crescita i giusti investimenti.

In quest'anno che vi rimane – in quest'anno che le rimane, Presidente – spero e mi auguro che possa cambiare il suo atteggiamento; un atteggiamento che condanno e non condivido, che é quello di dimostrare che lei ha soluzione per i mille problemi. Lo ha fatto con i calabresi prima, durante e ci sta provando anche adesso.

Non è così, perché anche nel suo lavoro ravviso grandi ritardi.

Ravviso un ritardo sulla chiusura di quelle partecipate che, come sappiamo, hanno prodotto tanti danni e su cui ci doveva essere un’accelerazione; sulla gestione della sanità; sugli investimenti utili e di prospettiva sul turismo; tutta una serie di cose, per quanto ci riguarda non ci sono dottor Jekyll e mister Hyde; non voleva distruggere la Calabria Loiero, non la voleva distruggere Scopelliti, non la vuole distruggere nemmeno Oliverio, ma si tratta di capire in quale misura, con quanta capacità e con quale visione, i diversi governi si sono alternati e sono stati incisivi.

Per tutte queste ragioni, mi sento di bocciare la proiezione economica che porta anche il contributo del vostro lavoro.

Presidente, non v’è dubbio che ognuno di noi abbia visoni diverse; c'è chi si è dato delle priorità ed io ritengo di criticare la vostra impostazione culturale perché credo, immagino e spero che quando si voterà fra un anno, un anno e mezzo, volendo essere alternativi rispetto a questo governo, nel ritrovarci gli stessi problemi che oggi avete sul tappeto voi – l'ho detto all'assessore e lo dico anche ai colleghi consiglieri – l'atteggiamento dovrà essere culturalmente diverso, se vorrete – come abbiamo dimostrato in questi anni – una minoranza o un'opposizione non strumentale, rispettosa. La stessa che è venuta in soccorso anche riconoscendo i limiti. Dal vostro punto di vista non ho sentito porre mai in nessun discorso che doveva e può essere ancora diverso – per quanto oggi al Governo ci siano i giallo-verdi – un atteggiamento di confronto che sia più incisivo con il Governo nazionale.

Non so se gli assessori, i tecnici o lei dobbiate essere più presenti a Roma; non so se l'aspetto politico andasse pianificato rispetto a tutta una serie di cose, dalle dighe agli investimenti sulla SS 106; ho visto – e mi fa piacere – l'ennesimo annuncio che ha a che fare col DEFR perché, quando sulla lunga percorrenza, che significa quella a riempimento, si annuncia una nuova fermata e la si dà come cosa fatta – così come cosa fatta davate, quando eravate all'opposizione, l'idea di fare un ulteriore aeroporto in questa regione, quando non funzionano i 3 che ci sono – mi limito, ripeto, a dire con fermezza, ma anche con grande rispetto della realtà, che qui abbiamo trovato una maggioranza di lotta e di governo, quasi come se le urla e le scelte mancate venissero sempre dalla stessa parte.

Chiudo l'intervento per dire che noi sappiamo che questa terra ha, con gli atteggiamenti di alcune sue classi dirigenti che vanno dal sindacato, dalla politica e dai dirigenti, grandi limiti e tanto da fare però, nell'anno che rimane e che vi rimane, per lo meno, raccontare la verità ai calabresi non significa dire che chi vi ha preceduto, chi verrà dopo di voi siano stati tutti potenziali incapaci o delinquenti perché sono termini che non abbiamo utilizzato e non utilizzeremo mai.

Il saldo maggiore è quello che la Corte dei conti certifica nel dare la parifica a un bilancio – vivaddio, ringraziamo i tecnici come il dottore De Cello che fanno un lavoro che è anche di resistenza molto spesso alla politica – e la sanità certifica che anziché andare avanti siamo tornati indietro.

Non vedo più Comitati, alimentati dai sindacati, a fare proteste e non troverete questa minoranza per le strade a urlare o a fare proteste, perché sappiamo bene che quello è ancora un cammino lungo che deve essere percorso a mille allora, perché in sanità si risparmierà se ci saranno gli ospedali nuovi e non è colpa neppure del presidente Oliverio se sugli ospedali nuovi non è stata messa neppure una pietra.

Questo è mancato anche con il Governo nazionale, con un tema che vede la politica in difficoltà in questa Regione; ho timore ogni volta che mi occupo di un problema perché qui, lo sto ripetendo da un po' di tempo, rischiamo di diventare tutti ‘ndranghetisti a strascico quando si tratta di investimenti, che si possono programmare; però, ogni giorno c'è sempre il rischio che ci siano infiltrazioni.

Serve, quindi, un ulteriore sforzo di questo Consiglio e del governo regionale, per una maggiore interlocuzione con il Governo centrale e con gli altri poteri dello Stato e meno presunzione o approssimazione nel dire che siamo arrivati a salvare tutta una serie di cose dove, non so perché, è evidente che c'è stata una crisi politica di questa maggioranza, che si manifesta.

Potremmo parlare di Calabria Verde e di tutte le altre cose che, più volte, abbiamo sollecitato.

Penso che il dovere morale, vostro che governate e anche nostro, sia di impegnare questo anno a discutere di questi problemi.

Attendiamo – ribadisco – una relazione su Sorical che è importante, anche noi siamo per dire “acqua pubblica”; sulla sanità; sul dissesto; tutte cose sulle quali ci avete raccontato e continuate a raccontare.

Ai calabresi va raccontata la verità; anche i limiti che riscontrate e su cui possiamo darvi una mano nel riconoscere le difficoltà complessive.

Cominciate a raccontare la verità, non a dire che avete fatto una rivoluzione, perché di questa rivoluzione, nei numeri di questo DEFR e nella proiezione di questa Calabria, io continuo a non vedere traccia.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta regionale, assessori, colleghi consiglieri, la discussione di oggi sulla nota di aggiornamento al DEFR, rappresenta un punto di analisi fondamentale su quanto fatto sino ad oggi e sul prosieguo della Legislatura guidata dal presidente Oliverio.

Chi ha svolto, come me e come tanti altri colleghi, ruoli di amministratore locale, sa bene che alcuni documenti programmatici sono da considerarsi in tutto e per tutto come spartiacque di un’intera Legislatura, sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista politico.

Da un punto di vista amministrativo, perché sta arrivando il tempo di valutare gli effetti dell'azione di questa compagine governativa sulla nostra Regione, sui territori, tra le comunità; da un punto di vista politico, perché chiarirà una volta per tutte chi, all'interno del Consiglio regionale, difende e chi si oppone alla visione che questa maggioranza ha espresso ed esprime ancora oggi.

Visto che oggi, sebbene tutti qui siano tentati dall'esprimere congetture stravaganti o rappresentare plasticamente i massimi sistemi, si discute in una Assise qualificata e competente, ed io stesso ho voluto lasciare agli atti una relazione scritta. ritengo che sia indispensabile che ogni analisi parta da un'analisi reale e concreta dei dati economici e strutturali; è stato chiaro il consigliere Orsomarso quando diceva che la relazione di circa 998 pagine è stata scritta dai tecnici e, quindi, presuppone una verità non politica, ma tecnica, amministrativa e contabile e, quindi, è necessaria un'analisi reale e concreta dei dati economici e strutturali che ci consegna questo DEFR, anche passando al vaglio, per molti versi, dello Svimez che, nel suo rapporto annuale, analizza l'andamento degli indicatori socio-economici delle Regioni del Sud.

Voglio trattare 4 punti per poi arrivare a delle conclusioni politiche.

Partiamo dai dati, perché questo Consiglio ha il dovere, come diceva bene il presidente Aieta, di confrontarsi sui dati.

Il PIL (Prodotto interno lordo) della Calabria è aumentato del 2.0 percento, il risultato migliore di ogni altra regione del Sud e in linea con le regioni più dinamiche del Nord ovest; questo è un dato.

Con il 2 percento, la Calabria è la regione che, nel 2017, ha fatto segnare la più significativa accelerazione della crescita; più della Sardegna (1.9 percento); più della Campania (1.8 percento).

Nel periodo 2015/2017, sono state soprattutto le costruzioni a trainare la ripresa (+ 12 percento nel triennio), seguite dall’agricoltura (+ 7.9 percento) e dall'industria in senso stretto (+ 6.9 percento); risultati non eguagliati, almeno a partire dagli anni 2000.

Negli ultimi tre anni, caratterizzati da una crescita ininterrotta del PIL, la regione ha recuperato oltre 4 punti percentuali dei 14 punti percentuali di PIL persi nel settennio di crisi 2008-2014.

Questi primi dati esprimono innanzitutto una tendenza o, per meglio dire, un'inversione di tendenza rispetto ad un passato che ci vedeva a crescita zero, ad inseguire il fallimento di una strategia economica dettata da una pianificazione strategica centralista e che ignorava completamente le reali esigenze dei territori.

La Calabria ha riacceso i motori; lo ha fatto partendo da una situazione di abbandono, di recessione, di spreco; se oggi ad alcuni questi risultati appaiono modesti, bisognerebbe tenere in debita considerazione il fatto che questa Giunta regionale, guidata dal presidente Oliverio, e questo Consiglio, che ha svolto pienamente il proprio ruolo, da una parte programmavano le azioni per la crescita della Calabria e, dall'altra, si sono viste costrette – per riprendere anche l'intervento del consigliere Orsomarso – ad individuare soluzioni concrete per la copertura economica dei deficit delle Partecipate, dei tanti debiti fuori bilancio e di tutte quelle situazioni emergenziali che permeavano i meandri dei bilanci regionali per le cattive gestioni e le mancate scelte che hanno preceduto quella attuale.

Mentre da una parte si programmava il POR 2014-2020, dall'altra si tentava di mettere in ordine una programmazione portata alle estreme conseguenze del fallimento – mi riferisco alla programmazione 2007-2013 – quando, ricordate tutti quanti, la necessità di fare e di utilizzare all'ultimo minuto, borderline, i progetti spoke.

Per essere chiari, sicuramente si poteva fare di più, ma ignorare le condizioni di partenza ed estraniarsi dal contesto di riferimento, significa distaccarsi dalla realtà e non essere obiettivi rispetto a un processo di crescita che questo governo regionale è stato in grado di avviare, superando anche i trend di altre Regioni che, dall'estremo Nord al profondo Sud, partivano da condizioni profondamente diverse e certamente migliori rispetto alla Calabria.

I numeri sono impeccabili: investimenti (+ 4.5 percento); occupazione (+ 2.6 percento).

In un contesto di Sistema Paese vicino alla stagnazione nel 2017, la crescita degli investimenti in Calabria ha riguardato tutti i settori dell'economia, con risultati importanti afferenti al settore dell'industria dove, per la prima volta, si registra un dato (+ 8.9 percento); dei servizi (+ 3.6 percento) e dell'agricoltura (+ 4.0 percento).

La Calabria, quindi, ha reagito con un effetto di rimbalzo rispetto al passato, rilanciandosi con forza attraverso i Piani di investimento che guardano concretamente alla crescita dei territori, puntando su settori che nella prima decade del nuovo millennio hanno fatto segnare pesanti ribassi.

È un'inversione di tendenza significativa che dovremmo comunicare meglio – probabilmente sì – che dovremmo condividere con la comunità calabrese – probabilmente sì – perché la nostra regione è stata a lungo fanalino di coda, incapace di proiettarsi sui mercati degli investimenti.

Gli effetti si registrano, ovviamente, anche in termini occupazionali, con il numero degli occupati nella media del 2017, che in Calabria è risultato pari a 537 mila unità, 14 mila unità in più rispetto all'anno precedente, equivalente a un +2.6 percento, un saggio doppio di quello rilevato nel resto del Paese; (+ 2.6 percento) la Calabria; +1.2 percento sia nel Mezzogiorno sia nel resto del Paese.

Riprende finalmente a crescere anche l'occupazione giovanile; dati importanti: fino a 34 anni (+ 4.9 percento) e la componente ultracinquantenni (+ 4.1 percento, + 1.8 percento rispetto al 2016).

Si tratta di numeri che lasciano ben sperare ma che, ovviamente, non sono sufficienti a superare la grave condizione in cui versano alcune fasce di popolazione che da troppo tempo sono completamente escluse dal mondo del lavoro e sulle quali non si può più intervenire esclusivamente con misure puramente assistenziali, ma con la crescita e lo sviluppo.

Il PIL per abitante è risultato in Calabria pari a 17 mila 219 euro, aumentando del 3.7 percento rispetto all'anno precedente.

Su questo punto, ritengo sia necessaria una riflessione particolare che attiene alle valutazioni che questo Consiglio dovrà essere capace di fare, perché evidenzia un distacco enorme, seppur nel risultato strabiliante raggiunto nel 2017 con il resto del Paese.

Senza esprimere posizioni parziali, che oltretutto non appartengono al mio modo di vedere e di analizzare i fenomeni politici, ritengo senza timore di essere smentito, che le politiche governative degli ultimi 30 anni per le Regioni del meridione siano state indirizzate sempre e comunque da logiche centraliste e conservative; è mancata una reale analisi dei bisogni e del potenziale delle regioni del Sud; si è preferito distribuire a pioggia, attraverso provvedimenti per lo più assistenziali, una quantità di denaro che, se indirizzata verso investimenti e crescita, avrebbe risollevato anche le Regioni più povera e sperdute della terra.

Non ho neanche remora a dire che il distacco creato dalla politica nazionale e dai tanti parlamentari che non sono stati in grado di difendere e valorizzare il patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale, storico ed enogastronomico della regione, preferendo a tutto questo trattative su misure assistenziali che erano da considerarsi per lo più vere e proprie mance elettorali, hanno creato un distacco e un divario che, ancora, nonostante gli sforzi di questa Giunta regionale, permangono; si è voluto imporre per decenni un modello di sviluppo nordista che ha offeso le vocazioni dei nostri luoghi, attraverso emulazioni di modello di sviluppo che, senza creare un solo posto di lavoro e senza generare un aumento dei redditi e conseguentemente dei consumi, in realtà mal celavano speculazioni economiche, finanziarie ed edilizie.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti; il reddito medio pro capite della Calabria con un trend di crescita rispetto al passato, notevole – e dico, notevole – è lontano da quello del centro Nord:17 mila euro a fronte dei quasi 34 mila euro del centro Nord, la dice lunga sulle politiche che negli anni passati sono state attuate.

Export 2017: (+ 12.9 percento); primo semestre 2018 (+ 38.7 percento); sono dati, sono dati che vanno letti e analizzati nella verità storica che da questo Consiglio regionale deve poter uscire.

La Calabria nel 2017 ha saputo cogliere le condizioni favorevoli nei mercati internazionali, aumentando il volume delle proprie esportazioni del 12.9 percento, un saggio inferiore tra tutte le Regioni italiane solo a quelle di Sicilia e Sardegna, avvantaggiate dall'incremento in valore delle vendite dei prodotti petroliferi raffinati.

Per ciò che concerne, invece, il primo semestre 2018 – e questo è un dato che va a letto in tutta la sua dimensione e la sua imponenza – la Calabria è la regione più dinamica del Paese, facendo segnare una crescita del 38.7 percento, seguita dal Molise, dal Friuli Venezia Giulia e dalla Sicilia; in termini assoluti, fa un ottimo balzo, passando da un fatturato di euro 210 milioni del 2017 ai 292 milioni di euro del 2018.

Anche qui non si può gridare al miracolo perché siamo certamente lontani dai dati che la Calabria può e deve ottenere, ma io ricordo che, a fine 2014, in una relazione che io stesso feci sull’export, la Calabria aveva una percentuale di esportazione che non arrivava neancheall’1 percento, per essere precisi arrivava allo 0.9 percento.

Qui interessa portare un contributo relativo alle azioni che sono state e che ancora continuano ad essere messe in campo in ragione di una strategia che ha privilegiato gli incontri della domanda con l'offerta, con le Camere di commercio, con i tanti calabresi nel mondo e, soprattutto, aperto un tavolo di discussione con il mercato internazionale.

Oltre alle forme di intervento di questi ultimi tempi, la Giunta regionale ha fatto un grande investimento con le Camere di commercio, finanziando un progetto molto, molto importante con le Camere commercio estero, utilizzando anche la Consulta dei calabresi nel mondo.

Dobbiamo fare un’analisi molto approfondita su questo settore perché nell'ultimo rapporto dell’ICE si segnala in Calabria la presenza di oltre 1500 operatori impegnati nelle attività di esportazione. Un numero importante che sta a significare che l’iniziativa imprenditoriale esiste; il problema è che ancora i risultati sono modesti ed è su queste iniziative che deve concentrarsi l'azione della Giunta, del Consiglio regionale. Il fatturato ancora è distante da quello medio delle imprese dello stesso Mezzogiorno.

Quinto punto. È un punto estremamente importante che è rappresentato bene nel DEFR.

Il DEFR è un documento che va letto in modo approfondito e rigoroso, capisco che sono 980 pagine e che sono tantissime, ma chi svolge un ruolo come il nostro, deve poter approfondire raffrontando i quattro anni di legislatura con le previsioni per l’ultimo anno.

Il dramma del commissariamento sulla sanità in Calabria. La sanità rappresenta l'anello più debole della nostra regione, il motivo per il quale buttiamo dalla finestra 904.000 euro al giorno di emigrazione sanitaria in quelle branche che, dalle nostre parti, non si guadagnano la fiducia degli ammalati.

Hanno fallito tutti nelle scelte e nella programmazione degli anni passati, questo si è tradotto nell’accumulo di un debito di circa 2 miliardi che stiamo ripagando - come è stato esplicitato in modo chiaro nel DEFR - con mutui trentennali che ci costano un occhio e che sottraggono al bilancio regionale ingenti somme che potrebbero essere destinate a ricostruire la Calabria.

La gestione commissariale che pare essere giunta a termine solo negli annunci e non nei fatti, con atteggiamenti arroganti e provocatori, senza alcuna possibilità di dialogo e confronto, ha, di fatto, scavalcato la massima Assise regionale.

Un problema senza dubbio atavico, una gestione per anni mal condotta da una Regione incapace di programmare l’intervento e governare la spesa relativa.

Il Sistema sanitario regionale è diventato tanto inutile quanto pericoloso, esistente solo sulla carta, affatto garante dell'offerta sanitaria.

La tutela della salute in Calabria è un diritto trascurato, non esigibile e del tutto sconosciuto nelle vaste aree di periferia.

La gestione illogica e razionale dei commissari nominati dal Governo centrale, in una logica tutta colonizzatrice, non è neanche minimamente vicino e coerente con gli obiettivi fissati dal Piano di rientro della sanità calabrese.

Una sanità malata che certo non ha trovato alcun giovamento da un commissariamento che si è limitato ad affrontare il problema con calcolatrice rotta in mano, pervenendo, ad esempio, alla bonifica dei conti di esercizio esclusivamente attraverso risparmi derivanti dal personale andato in pensione naturalmente.

Non in ultimo, i presidi sanitari calabresi, molti dei quali a rischio chiusura, hanno bisogno della mano d'opera professionale per assicurare i LEA.

Un’irresponsabile tolleranza del Governo Centrale ha consentito l'arretramento dei Lea sino alla scomparsa, con i calabresi costretti a “guadagnare” un’assistenza sanitaria dignitosa altrove con conseguente aggravio di 300 milioni all'anno di mobilità passiva.

I vari preposti, infatti, hanno lavorato assecondando pedissequamente le direttive dei mentori politici che ne avevano patrocinato la nomina governativa, al fine di consentire speculazioni nella sanità calabrese.

Un deficit di governo della salute che ha portato a sottrarre ai diretti rappresentanti della volontà popolare la capacità di incidere favorevolmente, anche nel senso di imporre la presenza delle strutture sanitarie dove indispensabili.

La sintesi è chiara ed è sotto gli occhi di tutti, la gestione della sanità calabrese non può più essere lasciata a burocrati che agiscono unicamente con obiettivi ragionieristici - non conoscendo per nulla i territori -, del tutto incompatibili con la regione che sono stati dei mandati a gestire.

Come più volte sostenuto, gridato e anche ratificato in una seduta il Consiglio regionale, è giunto il momento che la sanità torni nelle mani del suo legittimo proprietario, la Regione, e che il quadro della rete ospedaliera venga ridisegnato affidando alla politica questo compito.

Giunta, consiglieri regionali e sindaci di concerto e con il supporto, anche, di chi vive tutti i giorni la drammaticità della situazione, operatori sanitari, associazioni e semplici cittadini, trovino una soluzione adeguata ed equa per ogni territorio e ogni struttura sanitaria, penalizzati e fortemente compromessi da decreti e da questo scellerato commissariamento.

Mi avvio alla conclusione evidenziando che i dati, le analisi rigorose sono le uniche verità che devono appartenere a questo civico consesso e devono appartenere al popolo calabrese.

La guida del presidente Oliverio ha sancito l’instaurazione di un metodo politico nuovo, chiaro ed evidente a tutti: dopo un'analisi attenta e meticolosa - nella concezione più alta della politica - delle condizioni di partenza, si è avviata un'attività di programmazione ad ampio raggio in grado di sortire effetti sul medio-lungo termine. Solo oggi cominciamo a vedere i risultati.

Siamo passati così da gestioni improvvisate e tendenti al superamento delle emergenze ad una programmazione in grado di prevedere e anticipare gli eventi e determinarne gli esiti.

I risultati raggiunti dalla nostra regione, in termini di crescita, testimoniano questo lavoro e su questo inizia - devo dire è già iniziata -, nelle pubbliche piazze e nei luoghi non collegati alla politica, la campagna elettorale e la divisione di sorta tra Guelfi e Ghibellini, di chi sta da una parte e chi sta dall'altra.

Attraverso questo DEFR - che io spero sia oggetto di una analisi approfondita da parte di tutti - si è avviata e si è certificata la rinascita di una regione che per troppo tempo è stata individuata come palla al piede del sud del Paese.

L’auspicio è che nella manovra del Governo centrale siano presenti provvedimenti in grado di dare continuità al lavoro avviato e che, soprattutto nella sanità, si facciano delle scelte in controtendenza. Sta a noi consiglieri - e chiudo -, sta a questo civico consesso dare ancor di più autorevolezza e slancio al lavoro della Giunta e del presidente Oliverio, attraverso delle valutazioni di merito e la conquista di quel grado di autonomia di pensiero e di azione che questo Consiglio deve avere.

Deve iniziare da un'analisi molto seria, fatta dai dirigenti, dalla politica, su dati numerici e non su valutazioni politiche, l’ultimo anno di legislatura che dovrà essere foriero di un’attività che miri a riconquistare, soprattutto agli occhi del Governo centrale, una posizione di forza, di grande dignità.

Passerà, cari amici, anche “l'ubriacatura” di quanti sono stati “folgorati” sulla strada del Governo giallo-verde e passata questa “ubriacatura” si ritornerà alla politica.

È troppo facile dire: “dobbiamo puntare sulla Zes”, quando poi la via della seta passa dal porto di Trieste fino ad arrivare a Genova. È troppo facile dire: “dobbiamo garantire i trasporti al Sud” - e mi riferisco a questo Governo giallo verde - quando poi abbiamo 87 Frecce rosse che da Milano arrivano a Roma e 0 Frecce rosse che da Roma arrivano a Reggio Calabria. È troppo facile dire dal Governo centrale: “dobbiamo conquistare le aree più periferiche del Paese”, quando il loro interesse è solo quello…

Caro presidente Oliverio, ti ha sempre contraddistinto la grande autonomia di pensiero - anche quando al Governo c'erano amici tuoi e di questa Giunta regionale - e le battaglie fatte in ragione di un solo nome, il nome della Calabria, ancora di più queste battaglie devono essere il baluardo di questo Consiglio regionale per rafforzare l'orgoglio di appartenenza al popolo calabrese, ad una comunità che ha saputo scrivere pagine importanti nel mondo. Grazie.

 

Presidenza del vicepresidente Vincenzo Ciconte

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Greco. Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Innanzitutto, penso che non possiamo non tenere conto del contesto in cui si svolge oggi il Consiglio regionale: abbiamo una Calabria in ginocchio per il dissesto idrogeologico, per il maltempo che ha segnato fortemente - non solo l’agricoltura - interi territori che si trovano in difficoltà drammatiche per le numerose frane e esondazioni. Di nuovo, un polo che ci invidia tutto il mondo, quello degli scavi di Sibari, vive l'incubo delle inondazioni.

Proprio in questo momento gli lsu-lpu hanno bloccato la strada statale 106 nella parte alta della Calabria, nella provincia di Cosenza, per mettere in evidenza il problema della stabilizzazione lavorativa del loro percorso che è durato tre anni.

Chi, come me, ha percorso oggi l'autostrada A2 non ha potuto non notare che ancora è un vero e proprio incubo. Si era detto che era stata terminata e qualcuno ha anche brindato con l'allora Presidente del Consiglio, ma ad oggi arrivare a Reggio Calabria da Cosenza è un vero e proprio incubo.

Questo è brevemente il panorama, io non voglio mettere in discussione i dati, anche se ci sono ulteriori dati che dicono che la Calabria crescerà dello 0,62 percento nei prossimi 5 anni e, quindi, sarà l'ultima regione in rapporto alla crescita e il divario tra Nord e Sud aumenterà in modo spaventoso.

Voglio parlare del porto di Gioia Tauro, l'avevamo messo al centro del nostro programma, noi non possiamo non partire dal polo più importante per lo sviluppo della regione.

Gioia Tauro nel 2008 movimentava 3.500.000 containers, era il primo porto del Mediterraneo e voglio ricordare a tutti quanti noi che, con fondali profondi 18 metri, poteva ospitare contemporaneamente tre mega navi.

Dal 2008 ad oggi, questi dati sono del 2017, Gioia Tauro ha perso il primato nel Mediterraneo ed anche in Italia, i containers sono passati da tre milioni e mezzo a due milioni e mezzo, un milione di containers in meno! Con la conseguenza che tutti i giorni leggiamo sui giornali di proteste e licenziamenti al porto di Gioia Tauro.

Gioia Tauro, nel nostro programma, doveva essere l'architrave dello sviluppo della nostra regione, oggi - nonostante abbiamo governato quattro anni - è in una profonda crisi. Di Zes (Zona economica speciale) non si parla più, è stata presentata alla Regione ad aprile, è stata approvata, poi, formalmente dal Consiglio dei Ministri, oggi questa questione sembra essere scomparsa dall'agenda politica

È il Governo giallo verde che non vuole la Zes in Calabria? Lo smembramento dell'autorità portuale crea problemi? Beh, penso che girando solo intorno alla questione della sanità, senza avere un movimento e senza aprire una vera vertenza col Governo nazionale, si rischi di fare il gioco di chi vuole affossare Gioia Tauro. Si può anche essere animati di buone intenzioni, però vi è il rischio che il porto di Gioia Tauro sia definitivamente marginalizzato.

Vogliamo aprire un confronto col Governo Nazionale? Creiamo un movimento, non solo istituzionale, per il rilancio del porto di Gioia Tauro, senza che nessuno di noi metta la propria maglietta. Non possiamo solo smuovere il problema, mettere una parentesi e passare oltre.

Così non va, anche perché se non si sviluppa Gioia Tauro, il suo porto, la Calabria è destinata ad avere un mercato economico marginale. Il nostro vero punto di forza è quel porto, dal punto di vista economico e dal punto di vista politico.

Ho letto il DEFR, le questioni economiche sono – diciamo - opinabili, ognuno i dati li interpreta. Come diceva Trilussa: in Italia si mangia 1 pollo a testa, io non mangio pollo. Chi mangia il mio?

I dati sono così, però se andiamo a vedere la vita materiale dei calabresi, corrisponde alle cose che sono scritte nel DEFR? Credo di no.

Nel DEFR ci sono cose macroscopiche, se andate a vedere il paragrafo sul nuovo ospedale della sibaritide – sentite - si dice che entrerà in funzione ad aprile 2021. Ad aprile 2021!!! Entro 140 giorni dovevano finire i lavori di sbancamento e recinzione, è passato un anno e ancora non li hanno finiti. Abbiamo il problema di come l'impresa deve costruire, è in un'impresa in una situazione di pre-fallimento e non sappiamo se quell'impresa è in grado di fare… e nel DEFR si dice aprile 2021!

Ma il caso più emblematico è quello dell’ospedale di Vibo Valentia, addirittura si dice che l'ultimazione dei lavori è prevista a gennaio 2019. Nel DEFR c'è scritto eh?! Mi pare che manchi qualche mese a gennaio 2019! Come si fa a scrivere nel DEFR che l'ospedale di Vibo sarà consegnato a gennaio 2019?

Come è possibile che rispetto a questioni serie - è un documento che verrà provato da qui a poco dal Consiglio regionale - ci possano essere situazioni di questo tipo?

Così anche sui rifiuti. Ho presentato ben due interrogazioni al Presidente, però devo essere contento perché ho avuto ragione. Tra poco scoppierà una vera e propria emergenza rifiuti in Calabria, anche perché, da quando si è insediato, il Presidente alla Regione ha emanato 12 ordinanze contingibili e urgenti. Che vuol dire? 12 ordinanze, vuol dire che si è andati in deroga 12 volte, rispetto alle leggi previste per quanto riguarda i rifiuti, per garantire la sostenibilità.

Sono stati portati i rifiuti fuori regione, addirittura sono state fatte due gare: una, nel 2016, di 1.660.000 euro per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti in discarica fuori regione, che è andata deserta perché non c'era convenienza per chi doveva portare fuori regione questi rifiuti; se n'è fatta un'altra, sempre per lo smaltimento di rifiuti in impianti extraregionali di 5.500.000 euro per i rifiuti dell'impianto di Sambatello ed anche questa è andata deserta.

Ma oggi i nodi sono venuti al pettine, a causa di una evidente carenza di discariche pubbliche, viene minata l'autosufficienza del sistema rifiuti in Calabria con un aggravio enorme dei costi.

Oggi la Calabria dipende dalle discariche, ove confluisce 60-70 percento del rifiuto in ingresso agli impianti: delle circa 500.000 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati prodotti, dopo il trattamento, confluiscono in discarica circa 350.000 tonnellate.

Anche quando sarà completata la rete moderna di trattamento rifiuti, basata sul riciclaggio spinto, una parte residuale dei rifiuti dovrà comunque essere conferita in discarica.

La prossima emergenza - come dicevo prima - sarà tra qualche giorno in Regione, perché noi non abbiamo previsto i siti di smaltimento, l'unica discarica che oggi ospita questi residui è in via di esaurimento. È una discarica privata che ormai è satura, siamo agli abbanchi, cioè portiamo i rifiuti, li abbanchiamo e tiriamo avanti. Però, ormai, anche questa rischia di saturarsi.

Quindi, con l'approssimazione dell’esaurimento dei volumi di abbanco, il rischio è che salti il sistema e che i rifiuti possano, di nuovo, trovarsi in modo indistinto sulle strade delle città calabresi.

In tutto questo, nel mese di ottobre, la Regione, in particolare l'assessorato competente, ha chiesto alla Regione Puglia una disponibilità allo smaltimento in quella regione, ma ancora non ha risposto.

C'è un'altra scadenza - la ricorderà bene, il consigliere Orsomarso - la legge numero 47 del 2017 è in vigore fino al 10 dicembre 2018.

Questa legge sospende per un anno l'entrata in vigore di tutti i procedimenti di valutazione ambientale e di autorizzazione relativi al deposito rifiuti sul suolo, pendenti negli uffici regionali, ad eccezione delle autorizzazioni già rilasciate all'entrata in vigore della legge ai siti pubblici di smaltimento dei rifiuti solidi urbani rispondendo ai principi di autosufficienza.

Non vorremmo che l'Amministrazione regionale procedesse nella direzione di autorizzare alcuni impianti privati, già muniti di Via-Vas, individuati come discarica a servizio dei trattamenti dei rifiuti pubblici urbani, dichiarandoli di interesse pubblico.

Si faccia chiarezza su tutto questo, perché si contrabbandano efficienza e riforme, quando ci sono evidenti ritardi che rischiano di minare un servizio importante.

Sapete cosa si dice nel DEFR in riferimento al completamento degli impianti regionali di trattamento rifiuti? Che saranno realizzati ex novo due nuovi ecodistretti, a servizio rispettivamente degli ATO di Cosenza e di Vibo Valentia, però il Piano non ha individuato la localizzazione, rimanda la scelta dell'ubicazione alle competenze delle comunità d'ambito di nuova costituzione.

In provincia di Cosenza abbiamo un problema atavico, Oliverio era Presidente alla Provincia quando si doveva decidere l'ubicazione del sito e non siamo riusciti, per mancanza di volontà, a trovare un sito. Oggi che si fa? Dopo quattro anni si rinvia di nuovo, si dice: “lo faranno i comuni”.

E anche sulla questione che riguarda - leggo sempre nel DEFR - gli ecodistretti di titolarità regionale: Catanzaro-Alli, Rossano-Bucita, Reggio Calabria-Sambatello, dice: “si prevede di realizzare tali opere per la fine del 2019”. Se andate a leggere - evito di leggerlo io - qual è lo stato dei lavori di questi tre ecodistretti, nel 2019 non sarà messa neanche la prima pietra.

Quindi, anche qui, come si fanno a sostenere situazioni di questo tipo?

Non voglio parlare di sanità, mi aspetto una seduta di Consiglio regionale su questo e credo che l’abbiano già chiesta.

Come ancora aspetto - e non ne ho trovato traccia nel DEFR - chiarimenti sulle Partecipate ed in particolare sulla vicenda della Sorical.

Un anno fa, il Presidente alla Regione ha detto di aver affidato a degli esperti il compito di valutare la questione della Sorical e che avrebbe fatto, su questo, un'informativa.

Di questa informativa non si sa nulla, dell'informativa su Calabria Verde non si sa nulla, eppure io penso che siano due aspetti fondamentali. Né c'è scritto qualcosa nel DEFR, c'è solo qualche indicazione: “…la Sorical in liquidazione, il 53 percento delle azioni sono di proprietà della Regione…”, ma Sorical e Calabria Verde sono due pilastri che possono cambiare in positivo lo sviluppo della nostra regione ed è sbagliato - non lo dico politicamente - non aprire una discussione in Consiglio regionale, perché dobbiamo costringere tutti quanti noi, questo Consiglio, al di là di dove siamo seduti, a farci carico di queste questioni.

Non posso non esprimere un voto contrario al Documento Economico e Finanziario, perché mi sembra lacunoso, omissivo, pieno di errori e non può trovare, quindi, la mia approvazione.

Non lo dico in modo polemico, evidentemente è stato fatto un assemblaggio di dati, di questioni. Questo documento non ha un'anima, non indica una prospettiva di sviluppo per questa regione.

I rifiuti, Calabria verde, la Sorical, la questione di Gioia Tauro che, per me, sono questioni strategiche che vanno affrontate in Consiglio regionale - a parte la questione della sanità di cui non voglio parlare oggi -, avevano bisogno di un approccio diverso anche critico, perché in quest'Aula nessuno è nella condizione di fare il primo della classe.

Manca un anno alla fine della legislatura, alcune cose le possiamo ancora affrontare, questioni che riguardano veramente il destino della Calabria e che vanno a incidere sulla vita dei cittadini.

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

PRESIDENTE

Era iscritto a parlare il consigliere Esposito, ma non lo vedo in questo momento. Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Parente, ne ha facoltà.

PARENTE Claudio (Forza Italia)

Intervengo brevemente perché su quello che andrò a dire sarà formalizzata un'apposita richiesta di convocazione del Consiglio regionale per discutere di sanità.

Quella sanità calabrese che poco fa è stata definita, giustamente dal consigliere Greco, “inutile e pericolosa” e se una sanità che viene definita così, una sanità che impegna il 70, 75 percento - a seconda di come alcune voci vengono contabilizzate - della spesa regionale, la troviamo riportata in cinque paginette del Documento di programmazione Economico-Finanziaria, vuol dire che siamo alla frutta.

Siamo alla frutta in termini di programmazione, in termini di progettualità, in termini di quello che questo argomento fondamentale rappresenta per la vita di ognuno di noi calabresi.

Né tampoco possiamo risolvere il problema con la storia del commissariamento. Il commissariamento, indubbiamente, è stato un qualcosa di devastante sotto tutti i punti di vista, poi soprattutto se affidato a persone poco competenti, magari anche presuntuose, ma, a maggior ragione, da parte della massima Istituzione calabrese ci doveva essere un’azione di stimolo, di impulso, di maggiore controllo su alcune scelte fatte dal commissario, assolutamente inique. Un'azione anche di programmazione, nella speranza che prima o poi questo commissariamento abbia fine ed invece abbiamo assistito o a plateali scene di contestazione che non hanno avuto poi alcun seguito oppure ad un assoluto appiattimento anche da parte di chi, nell'ambito della Regione, poteva ed è chiamato a contrastare alcune azioni.

Siamo arrivati all'assurdo di vedere emanati decreti del commissario puntualmente ribaltati dal giudice amministrativo, riproposti nella stessa forma e ribaltati ancora, con una paralisi della sanità che è durata mesi ed anni senza che gli uffici preposti modificassero qualcosa.

Questo per quanto riguarda la competenza del commissario che in ogni caso coordina ed emana, ma la Regione - io credo- soprattutto attraverso anche le aziende indirettamente controllate, poteva, può e deve - secondo me - attuare una politica di programmazione soprattutto per quanto riguarda la sanità territoriale. Perché la sanità territoriale se viene progettata e programmata secondo quelle che sono le linee guida nazionali, non c'è commissario che tenga, perché le linee guida nazionali, nel caso specifico il cosiddetto “Mattone 12” viene emanato dal Ministero della Sanità di concerto con Ministero Economico Finanziario. Non c'è, a quel punto, il commissario e invece abbiamo assistito in ogni territorio a Piani territoriali puntualmente bocciati, non approvati, puntualmente riproposti e bocciati nuovamente.

Dal 2015 c'è una paralisi totale che non può essere attribuita esclusivamente al commissario della sanità; se viene bocciato un Piano con delle contestazioni evidenti, non si capisce perché quel Piano non venga modificato secondo le linee guida nazionali, secondo quanto chiesto anche dal commissario.

Per cui, io credo che questo sia un argomento che va sviscerato in tutti gli aspetti che la sanità contempla. Chiediamo - lo chiederemo formalmente con i colleghi dell'opposizione - una seduta ad hoc del Consiglio regionale che vuole essere, non tanto di contestazione, ma anche e soprattutto propositiva, perché se – speriamo - fra non molto dovesse finire questa fase di commissariamento da dove ripartiamo? Aspettiamo altri 3, 4 anni a programmare il Piano sanitario regionale? Aspettiamo decenni per cercare di inventarci qualcosa? Per cui dovremmo essere pronti anche e soprattutto se dovesse quanto prima - speriamo - cessare l’azione del commissariamento.

Questo è quanto volevo dire, sperando di poter avere altre occasioni specifiche in Consiglio regionale per discutere in modo più analitico il problema.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, chiedo scusa se non l’ho fatto prima, ma vorrei che fosse inserito un ordine del giorno che ho depositato stamattina, protocollo numero 46912.

PRESIDENTE

Consigliere Sergio, prima abbiamo fatto una votazione unica per gli inserimenti, compreso quello del consigliere Gallo. Pongo in votazione la proposta di inserimento all’ordine del giorno. È inserito, lo distribuiamo e poi va in discussione. Prego, ora può fare il suo intervento.

Proposte di provvedimento amministrativo unificate numero 223/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2019-2021 (art. 36 del decreto legislativa 23 giugno 2011, n. 118)” e numero 238/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2019-2021 (Paragrafo 6 del principio applicato della contabilità allegato 4.1 e art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”- Ripresa della discussione

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, colleghi, rappresentanti della Giunta, signor Presidente della Giunta regionale, il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) descrive gli scenari economico-finanziari regionali, nazionali e internazionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale e fornisce il quadro finanziario delle risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi della programmazione regionale unitaria e si divide in varie sezioni.

Mi permetto di fare alcune osservazioni, è vero che il quadro delineato dal DEFR mette in evidenza la penuria di risorse libere del bilancio regionale, manifestando la palese insufficienza dei fondi per far fronte ai fabbisogni dei cittadini calabresi che rendono i margini di manovra estremamente limitati, ma non ci si deve esimere dal tentativo di produrre un ulteriore sforzo al fine di adottare, insieme alle idonee misure di contrasto all'evasione fiscale, misure utili per dare avvio ad una seria politica di sviluppo, capace di incidere sulla assetto sociale e imprenditoriale della Calabria.

Pertanto ritengo opportuno che, proprio in un contesto macroeconomico dell'economia calabrese che ha dimostrato di avere cambiato in segno positivo il suo corso con un aumento del 2 per cento il Pil nell’anno 2017, con l'indice di crescita migliore tra tutte le regioni del Mezzogiorno e in linea con le regioni più dinamiche del Paese, venga dimostrato più coraggio programmatico.

Noi non abbiamo dubbi sull'impegno del governo regionale, ma è essenziale che questo coraggio venga dimostrato nella programmazione del DEFR prima e nella legge di stabilità dopo.

In questo quadro chiaro-scuro vorremmo vedere misure programmatiche forti, capaci di dimostrare la determinazione nell'affrontare le questioni, ad esempio quella della decrescita demografica. Non si può essere indifferenti al fatto che nel 2017 in Calabria sono nati 15.679 bambini, 357 in meno rispetto all'anno precedente, l'ammontare più basso mai raggiunto dalla Calabria in oltre 150 anni di storia unitaria. Il problema della denatalità va affrontato introducendo misure a favore della famiglia, attraverso un intervento straordinario per il sostegno alle famiglie numerose, dando avvio ad una programmazione del bilancio regionale atta a garantire il potenziamento delle misure di sostegno concreto, disciplinando ed incentivando il cosiddetto fattore famiglia quale strumento per la determinazione dell'accesso alle prestazioni erogate dalla Regione Calabria, nonché alle prestazioni erogate dai comuni per interventi e finanziamenti della Regione stessa.

Occorre programmare il recupero delle aree interne, attraverso un coinvolgimento democratico degli enti locali, al fine di dare avvio alla strategia regionale sulle stesse aree interne. Nell'ambito di tale processo, la Regione Calabria avrebbe già dovuto definire una legislazione ad hoc per le stesse che ne garantisse la coesione territoriale, la riduzione della perifericità e l'inversione dei fenomeni di spopolamento e di uso inefficiente del territorio, dove avrebbero dovuto essere previste, ad esempio, misure come sgravi fiscali, incentivi per favorire l'insediamento di nuova popolazione e recupero del patrimonio abitativo, dei terreni e delle case rurali non utilizzati; patti di collaborazione tra le istituzioni e la cittadinanza attiva per il recupero, la manutenzione e la gestione dei beni comuni.

Non possiamo non affrontare la piaga dell'emigrazione giovanile, al tal fine sarebbe stato utile programmare per scoraggiare il fenomeno e stimolare l'occupazione, superando lo scollamento tra le attese di coloro che entrano nel mercato del lavoro e le diverse esigenze del sistema produttivo, un Osservatorio Università Mondo del Lavoro; ho tentato di proporre una legge ad hoc ma trova, come dire, grandi ostacoli da superare per le ragioni relative alla copertura finanziaria.

Quando analizziamo, per esempio, i dati dello Svimez, Bankitalia, CGE, eccetera e di tutte le agenzie, mi vengono spontanee alcune domande: il reddito medio pro capite è aumentato? Non mi sembra dai dati che ho avuto modo di leggere. L'occupazione è cresciuta? Non credo. La disoccupazione giovanile al 52,6 per cento non mi sembra che sia modificata.

Non confondiamo occupazione con stabilizzazione. La povertà è diminuita? No, piuttosto è cresciuta e il divario sociale cresce e sta diventando una criticità molto preoccupante.

Sul piano della qualità dell'aria non si può non tenere conto dell'introduzione delle nuove norme europee RDE (Real Driving Emissions) che hanno introdotto una stretta che porterà ad un sostanziale blocco per le auto diesel dal 2020. Pertanto è opportuno favorire un ricambio dei veicoli per la mobilità privata, diretto alla sostenibilità ambientale con particolare riferimento alla diminuzione delle emissioni inquinanti la qualità dell'aria, indicando nell'ambito delle iniziative di salvaguardia e tutela dell'ambiente misure incentivanti l'acquisto di auto ibride anche mediante l'esenzione temporanea del pagamento della tassa automobilistica come già fatto da altre Regioni. Senza dimenticare la carenza per quanto concerne le criticità del trasporto pubblico locale con una spesa inferiore a 150 milioni di euro.

Signori colleghi, su queste materie ho fatto alcune riflessioni e per ognuna di queste ho depositato una proposta di legge, purtroppo non sono riuscito a portarle a compimento, al capolinea, ci sono sempre gli stessi ostacoli relativi alla copertura finanziaria.

Un'ultima riflessione la voglio fare per dare un attestato di solidarietà alle numerose famiglie, agli imprenditori che sono stati colpiti e hanno avuto un danno non indifferente per l'esondazione del fiume Crati, nella zona tra Corigliano, Terranova e Cassano.

A questo proposito vorrei ricordare che nel 2015 proposi una proposta di legge per la manutenzione dei fiumi, dei torrenti, dei corsi d'acqua proprio a seguito di una ulteriore esondazione del fiume che fece danni al sito archeologico di Sibari. Purtroppo è rimasta lettera morta.

All’epoca il dirigente del Settore venne in Commissione a bloccare l’iter, perché il Governo avrebbe dovuto predisporre un piano di riordino, anche, della Autorità di bacino; non successe niente, quindi, purtroppo, a volte alcuni disastri sono annunciati se non si interviene per tempo.

Questa è una delle tematiche sulla quale occorre sicuramente intervenire, se vogliamo, veramente, che ci sia più serenità per tutti coloro che hanno attività economiche e fanno sforzi per tenerle in piedi, perché poi basta una pioggia torrenziale per far scoppiare la fine del mondo. Grazie.

 

Presidenza del vicepresidente Vincenzo Ciconte

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Grazie, Presidente. Avevo apprezzato gli sforzi della Presidenza di dare voce in modo alternativo tra la maggioranza e l'opposizione, è un compito arduo. Il presidente Irto ha voluto dare, giustamente, prima la parola al consigliere Sergio, come componente della maggioranza ed era giusto, però dopo l'intervento del consigliere Sergio, ritengo che il compito della Presidenza di alternare maggioranza e opposizione diventi estremamente difficile.

PRESIDENTE

Consigliere Esposito, il presidente Irto si era momentaneamente allontanato dall’Aula.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, non è una critica, mi sono espresso male e devo ribadire. È un significato politico, perché ho apprezzato gli sforzi del presidente Irto di far intervenire maggioranza ed opposizione in modo alternato, ma dopo aver ascoltato l'intervento del consigliere Sergio, dai banchi della maggioranza, il compito è estremamente arduo, per chi presiede l'odierna Assise.

Oggi discutiamo del DEFR e, nelle premesse che ho sentito, anche dal relatore, oltre, poi, dall'autorevole intervento del collega Greco, credo che si intenda porre in evidenza quasi dei dati entusiasmatici; poi, strada facendo, invece, si va verso una verità sostanzialmente diversa rispetto alle enunciazioni, perché la reale percezione - non vi è dubbio - riguarda le difficoltà e lo stato di benessere, anzi, di malessere dei cittadini calabresi. Spesso, poi, nel fare i nostri interventi ci si riferisce frequentemente ai danni del passato, ai governi precedenti.

I governi precedenti sono stati giudicati in modo insindacabile dai cittadini che li hanno, eventualmente, apprezzati con una rielezione o con una bocciatura; i governi precedenti sono stati bocciati a novembre 2014, e da lì che bisogna ripartire.

Ritengo che, oggi, il voto non sia sul Documento di Economia e Finanzia, che giunge in Aula a distanza di un anno dalla fine della legislatura, ma, a mio modesto avviso, il voto è su questi quattro anni trascorsi.

Che cosa è successo in questi quattro anni? Sono sempre di più aumentate le voci autorevoli di dissenso all'interno della maggioranza, ci sono state anche delle prese di posizione forti nella maggioranza che hanno, anche, voluto sancire in modo forte di non voler prendere parte ad uno sfascio, ad un fallimento di questa legislatura. Questo non è stato detto dall'opposizione, bensì da autorevoli amici della maggioranza, tant'è che oggi ritengo che il voto debba avere un’attenta lettura politica.

Per questo ho ascoltato con attenzione l'intervento del consigliere Sergio, fuori microfono ho ascoltato, anche, quello che avrebbe voluto dire il collega Nicolò, ma il voto è una lettura politica estremamente seria che deve essere fatta dopo l'approvazione del DEFR, perché questo sarà approvato, l'opposizione farà la sua parte, ma non vi è dubbio che il voto meriti un'attenta valutazione da parte di chi ha competenza.

Consigliere Greco, ho apprezzato la sua relazione, però è stata parziale, perché ha ripreso gran parte dell’intervento dalla nota espositiva della Commissione competente.

È vero il Pil è cresciuto del 2 per cento, qualcuno, anche il consigliere Sergio, dice di esaminare meglio questi dati, cercherò di essere più semplice possibile.

La crescita del 2 per cento è un incremento relativo, ma in modo assoluto aumenta il gap tra la Calabria e il resto dell'Italia, e vi dimostro perché: se il Pil, tanto per fare un esempio numerico chiaro e semplice, è di 1000, aumenta del 2 per cento, arriva a 1020; se un Pil del Nord è di 1500, aumenta del 1,5 la differenza in modo assoluto è aumentata, ed è aumentata pertanto la distanza fra noi e il resto dell'Italia, una distanza che innegabilmente è destinata ulteriormente a crescere e poi cercherò di dire il motivo.

Sono dei dati che vanno presi con estrema attenzione, ma la vera parzialità dell’intervento, a mio modesto avviso, dove sta? Il vero dato - lo ha detto tra le righe, anche, il consigliere Sergio - che ci deve preoccupare, che ci deve fare interrogare, è la migrazione delle risorse umane dalla Calabria verso il Nord, verso l'Europa. È un dato in netto aumento, e qui il dato percentuale relativo diventa ancora più assoluto, perché la migrazione, oggi, riguarda prevalentemente i nostri giovani laureati, i migliori cervelli, in una terra dove si laureano meno persone, ed aumenta in modo proporzionale la migrazione, significa che aumenta due volte in più, come valore assoluto.

Consigliera Sculco, veniamo dalla giornata sulla violenza delle donne, la migrazione dei cervelli è maggiore nel sesso femminile. Parliamo di parità…con tante enunciazioni.

Stamattina ero con il presidente Mirabello, ci siamo recati a Gioia Tauro – poi, insieme ad altri colleghi, brevemente dirò – gli ho chiesto ed ho avuto assicurazioni, data la sua sensibilità, di riprendere, in Commissione, la legge sulla violenza di genere, che noi avevamo trattato 7-8 mesi fa; è stato un peccato non poter dire che la Calabria aveva già approvato quella legge o che era in fase di approvazione, avremmo potuto dirlo domenica 25 novembre. È questo il vero problema.

Lo dice la stessa relazione sulla quale è stato strutturato il suo intervento, negli ultimi anni, il numero dei laureati è crescente. È questo il problema che ci dobbiamo porre, come frenare questa emorragia di migrazione non solo di risorse umane, ma soprattutto di cervelli che, poi, vanno a lavorare nel resto d'Italia e nelle maggiori aziende che determinano, anche, azioni di tipo infrastrutturale che aumenteranno la distanza tra la Calabria ed il resto del Nord.

Il collega Guccione ha toccato la farsa della A2 ex A3: è stata inaugurata e consegnata come un prodotto nuovo. Percorriamola, da Reggio Calabria a Cosenza! È una continua deviazione. Viaggiamo su una carreggiata unica e il 22 dicembre 2016 qualcuno l'ha inaugurata in pompa magna. Di che cosa stiamo parlando? Al nord, quel Governo giallo verde, da cui io prendo le distanze come lei, per mille motivi, sta discutendo e troverà una spaccatura perché una parte di quel Governo vuole un'accelerazione sulle grandi infrastrutture. Questo aumenterà, ancora di più, la distanza tra la Calabria e il resto d'Italia. Questo dovevamo dire in ordine generale, poi, andiamo al particolare che riguarda questa legislatura.

Prima di trattare alcuni temi, più nello specifico, voglio partire proprio da quelle che sono state le enunciazioni di questa maggioranza: tutte disattese. Presidente Oliverio, su una cosa voglio essere chiaro, perché credo che sia voce unanime: sulla sua onestà nessuno può dubitare. Altri ragionamenti di tipo politico, però, ci portano un pochettino distanti, perché lei, con coraggio al momento della sua proclamazione, alla prima seduta di Consiglio regionale ha parlato di tre-quattro tematiche, poi non se n'è più parlato. Lì c'era la rivoluzione epocale.

Poi ci saranno stati motivi particolari, difficoltà particolari, anche di tipo territoriale, di tipo amministrativo, ma lei, il primo giorno, ha parlato di queste tre questioni. In particolare: ruolo unico tra la Giunta e il Consiglio regionale, di azienda sanitaria unica - se non ricordo male - e di una sburocratizzazione e di una trasparenza degli atti amministrativi. Per questo, all'inizio del mio intervento, ho fatto una premessa che è una pietra miliare della sua storia politica e umana: nessuno può dubitare della sua onestà, ma qui stiamo facendo un ragionamento di tipo politico.

Il ruolo unico si è realizzato soltanto in un obiettivo, in un auspicio dei dipendenti della Cittadella regionale e dei dipendenti del Consiglio regionale, hanno un obiettivo in comune: quello di trascorrere più velocemente possibile questo anno, ci sarà un malessere fra questi dipendenti.

Ci sarà un malessere oppure sono diventati tutti grillini? O di centro-destra o leghisti? Su questo ci dobbiamo interrogare, e non lo dicono a me in quanto opposizione. Con onestà intellettuale, si alzi un consigliere di maggioranza e mi dica che quello che sto dicendo non è vero, sia a Palazzo Campanella sia presso gli uffici della Cittadella regionale.

Poi, presidente Oliverio, ha parlato di azienda sanitaria unica. Sono convinto che l’abbia detto in buona fede, ma la sua esperienza politica avrebbe dovuto presupporre cautela. A Catanzaro, rincorriamo da vent’anni l’auspicio di un’azienda unica tra Pugliese-Ciaccio e Mater Domini.

Dopo vent'anni ci siamo messi a lavorare, con un dialogo tra le parti politiche, fra i colleghi di maggioranza, anche il consigliere Tallini ha contribuito, fra tutti gli attori che avrebbero dovuto prendere parte a quel tavolo, e siamo riusciti, ripeto dopo vent'anni, a portare nella Commissione competente una proposta di legge pienamente condivisa. Grazie a chi? Agli sforzi del delegato alla sanità, Franco Pacenza, che ha seguito i lavori dall'inizio fino alla fine, dando un notevolissimo contributo; alla struttura commissariale perché riconosciamo che ha dato, anch’essa, un contributo fondamentale alla redazione della proposta di legge; e poi ci sono stati sei persone di pacatezza, di moderazione, che al di là delle parti politiche, hanno ritenuto opportuno mettere la firma in modo bipartisan, ed è inutile citare i sei colleghi, sappiamo chi sono.

Siamo arrivati alla stesura di una proposta di legge che si attendeva da vent'anni, quel modello del confronto e del dialogo, che probabilmente non è stato seguito fin dal primo gennaio 2015. Consigliere Greco, è una delle cause del dramma della sanità calabrese.

Nel 2009 non avevo un ruolo regionale, ma avevo pur sempre un ruolo nella mia città e all'interno del partito, e mi ero opposto in modo vero, convinto, al commissariamento, anche all'interno del mio partito, l'allora PDL. In una riunione plenaria regionale, su oltre 80 delegati, in due avevamo combattuto la linea di chiedere al Governo il commissariamento, io ed un altro che di sanità ne capisce più di me, l’onorevole Piero Aiello. Per cui sul commissariamento ho le idee chiare.

Ritengo il commissariamento, non il commissario, parlo della struttura al di là dei nomi e delle persone, un rimedio peggiore del male e così è stato. Se vero come è vero che le ultime indicazioni anche economiche sul tavolo Adduce ci riportano indietro di parecchi anni, probabilmente ci riportano al 2009, e se così è, diciamola la verità, ha ragione il consigliere Guccione quando dice: in un Documento di Economia e Finanza dobbiamo scrivere la verità.

Un testo scritto bene, dal punto di vista tecnico, è una copia dei Documenti di Economia e Finanza del passato, dove sono stati inseriti in modo coerente i nuovi dati. Questo è il DEFR! Ma è privo di anima politica. L'anima politica non la doveva mettere il direttore generale del Dipartimento bilancio o i funzionari, l’avrebbe dovuto mettere questa maggioranza che quando parla di sanità e di ospedali…io non ho letto questa assurda affermazione che, nel 2019, vedrà la luce e attuazione vera l'ospedale di Vibo. Credo che sia stato un errore che, probabilmente, la politica ha fatto fare ai tecnici. Perché io vi dico che quegli ospedali non vedranno la luce neanche nella prossima legislatura.

Siamo seri. Non facciamo delle promesse e delle enunciazioni così voli pindarici. Bocceremo questo Documento di Economia e finanza, mi auguro in modo unanime all'interno dell'opposizione, e anche percepisco, visti gli interventi dei consiglieri Carlo Guccione e Franco Sergio, con dei distinguo, che la maggioranza farà quella attenta analisi del voto che merita, dopo l'approvazione, di questo Documento.

Noi ancora spostiamo il braccio di ferro fra la politica e il Commissario, ma ormai quella è una partita persa, chiunque sarà il Commissario. Sarà il presidente Oliverio? Io ritengo di no, perché stanno aspettando la finanziaria, dove impediranno di nuovo al presidente Oliverio di essere Commissario ad acta di questa regione. Ma di questo ne dobbiamo prendere atto e lo stesso la politica non può abdicare, perché – ripeto - sono convinto che, in un momento di confronto e di dialogo, ci sarebbero stati gli spazi e ci sono ancora gli spazi di un inserimento della politica nella gestione della sanità; quella politica che però ha una programmazione sanitaria chiara e sa dove deve andare, anche perché, poi, abbiamo altri due dati nella sanità: le aziende - anche qui non parlo del singolo, dell'uomo o della donna, che sono in capo all'azienda, che hanno una responsabilità politica perché sono nominati dalla politica - ed il dipartimento.

Una politica seria, la prima cosa che deve fare, e qui subentra la terza enunciazione, che lei, Presidente, ha fatto, al momento del suo insediamento: la sburocratizzazione e la trasparenza amministrativa. Ma lo sappiamo e abbiamo preso atto che c'è un Dipartimento alla salute allo sfascio, ma non per incapacità di chi ci lavora, ma perché veramente c'è una situazione di facenti funzione, di ruoli che si sovrappongono. Ruoli, tra le altre cose, fra l'incudine e il martello, perché alcuni funzionari, alcuni dirigenti in sanità non sanno a chi devono rispondere, se al commissario Scura o al presidente Oliverio, e probabilmente cercano di tenere i rapporti istituzionali, non personali, con l’uno e con l'altro, sperando che quando parlano con il commissario Scura non lo sappia il presidente Oliverio, e quando parlano con Oliverio non lo sappia Scura. È questa la dura realtà, perché altrimenti ci nascondiamo dietro un dito e nascondiamo ai calabresi la vera verità.

Sulla trasparenza amministrativa, a che cosa mi riferisco? Ribadisco non è un'accusa sul piano personale, non è un'accusa su atti amministrativi, che dovrebbero essere posti al vaglio di chissà chi. Ma abbiamo assistito all’emanazione di tanti bandi che sono stati ritirati, oppure se sono andati avanti, poi, sono stati ulteriormente ritirati, con un nuovo bando per consentire l'accesso ad altri legittimi cittadini che avevano anche la legittimità di potervi partecipare. Questo nasconde una indecisione tra il potere politico e il potere amministrativo, questi due elementi devono andare di pari passo, qui non vanno di pari passo; è questa un'altra iattura per la nostra regione.

Oggi, siamo qui in Aula perché l'opposizione non ha fatto ostruzione in Commissione bilancio, la presenza del consigliere Orsomarso ha garantito il numero legale, questo è un altro dato politico. Le Commissioni prima ancora delle sedute di Consiglio mantengono il numero legale grazie alla responsabilità dei consiglieri d'opposizione. Così come - mi viene adesso in mente perché ci siamo incrociati con lo sguardo – quelle azioni di svolta epocale, delle quali si è parlato in questo Consiglio regionale. Troppe volte abbiamo parlato di svolta epocale. Per essere vera, la svolta epocale si ha una volta, qui invece ogni provvedimento è diventato svolta epocale, ma anche se fosse vero, quei provvedimenti sono stati votati - non al numero in modo assoluto - perché l'opposizione è rimasta in Aula, ha votato sì. Senza il voto dell'opposizione o l'assenza della opposizione, quelle pratiche non sarebbero andate avanti, caro consigliere Bova, lei ne è testimone e nella sua onestà intellettuale l'ha sempre riconosciuto, così come il capogruppo, il consigliere Romeo, spesso ha messo in evidenza questa situazione.

Ma queste situazioni, nel momento in cui si annunciano e si è convinti che siano vere, poi dovrebbero avere anche una conseguenzialità. Una consequenzialità in che termini? Anche soprattutto nelle Commissioni e adesso anche qui in Aula. Apprezzo gli sforzi degli assessori, ma c'è voluta una norma - non so chi sono i proponenti - per far sì che i dirigenti regionali e gli assessori siano obbligati a venire in Commissione. Anche qui c'è una scarsa attenzione da parte del governo regionale rispetto all'organo legislativo che è il Consiglio regionale. Ripeto: addirittura c'è voluta una norma, una proposta legislativa, per far sì che la politica si possa giovare in Commissione del contributo degli assessori tecnici e dei dirigenti dei Dipartimenti.

La volta scorsa non eravamo pronti per trattare il provvedimento in Aula per l'assenza dell'assessore in Commissione bilancio, così mi è stato detto dal mio capogruppo, io non faccio parte di quella Commissione, poi, l'assessore, nell'ultima seduta di Commissione, ha illustrato il DEFR, mille pagine.

Credo che anche il consigliere Guccione abbia detto qualche falsità nel suo intervento, se ha letto mille pagine, se ha letto tutto questo, è un mago, un genio, un superman, perché ho messo lo sguardo qua e là su alcune tematiche di questo Documento di Economia e Finanza, che non saprei neanche leggere, perché l'ho detto è uno strumento tecnico, ben fatto dai tecnici, perché hanno spostato i numeri rispetto ad una struttura già predefinita. Bravi i tecnici.

Ma dov'è l'anima politica di questo DEFR? Non c'è, se è vero come è vero quello che ha detto il consigliere Guccione e cioè che si parla della inaugurazione dell'ospedale di Vibo a gennaio 2019, così come il 2021 per la sibaritide.

Oggi veniamo da Gioia Tauro, la politica si è portata sui territori. Bravo il presidente Mirabello a prendere l'induzione dalla Commissione, anzi credo che questa necessità di portare la politica sui territori debba essere reiterata anche su altri territori e soprattutto nei territori difficili, come quello dell'Asp di Reggio Calabria.

Arrivo alla fine del mio intervento che – ripeto - ha soltanto spunti di tipo politico.

Si è accennato anche all'ambiente e ai rifiuti. Sui rifiuti avevate fatto bene, non vedo però una programmazione lungimirante nel Documento di Economia e Finanza. Quello che è stato fatto probabilmente domani non vale più, anzi, non vale più oggi, perché sui termovalorizzatori ci dobbiamo ragionare, e poi io chiederò, perché non ho contezza, collega Pedà, di un termovalorizzatore fermo e mai utilizzato a Gioia Tauro. Se così fosse sarebbe grave, al di là della veduta personale che possiamo avere sull'utilità dei termovalorizzatori.

È finita probabilmente la tanto agognata percentuale della differenziata!

La differenziata sarà destinata a fallire, lo sapete perché? Se noi diciamo che la differenziata è la soluzione del problema rifiuti, non abbiamo capito che, oggi, la differenziata non ha più mercato, la carta e il cartone, il vetro che si raccolgono, non hanno più commercializzazione, non ci sono più aziende che li vogliono.

Dobbiamo porci il problema adesso, come se lo stanno ponendo nel Nord-Est. Se sono veri questi dati, potrebbero anche essere sbagliati, assessore, per l'amor di Dio. Ma c'è una valutazione di questi dati? Il dato tecnico poi deve avere una traduzione in politica lungimirante e la lungimiranza non si vede in un rendiconto generale esercizio finanziario 2017 e nell’assestamento di bilancio.

Quando il collega Aieta ha chiesto l'inserimento all'ordine del giorno del rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2017 e dell’assestamento di bilancio, io, pur nella confusione dell'Aula, mi sono opposto, perché ritengo che non si possa portare fuori sacco, come tecnicamente si dice, il rendiconto generale 2017 e l’assestamento di bilancio in Aula.

Chiedo su questo, anche ai colleghi dell’opposizione, una presa di posizione. Su quel provvedimento io non mi pronuncerò e se si porterà all'attenzione dell’Aula, inserendoli all’ordine del giorno dopo questo punto in discussione, allora dobbiamo aspettare l'evoluzione di questo punto. Vediamo l'analisi politica, anche dell’approvazione di questo Documento di Economia e Finanza e poi non andiamo a colpi di maggioranza ad incassare il voto sul rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2017 e sull’assestamento di bilancio, collega Gallo.

Bisogna avere anche un atteggiamento di rispetto, perché io credo che il consigliere Aieta non si sia alzato stamattina con l’idea di proporre l’inserimento del rendiconto generale esercizio finanziario 2017 e dell’assestamento di bilancio all’Aula senza che la Conferenza dei capigruppo approvasse questa decisione. Sono passaggi importanti dal punto di vista politico, è questa la traccia di questi quattro anni. Se, poi, pensate che in un anno si recuperino tutte queste storture e queste criticità… Questo c'è nel DEFR: il sogno e la presa in giro per i calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il parere rispetto ad uno strumento che è la cartina di tornasole che dovrebbe distinguere e caratterizzare una governance, che arriva in Aula dopo un percorso tortuoso. In Commissione bilancio, in una prima fase, naufragò per mancanza del numero legale, con delle critiche sollevate, anche acute, da parte del consigliere Neri, un esponente di punta di questo governo regionale che riveste un ruolo importante in seno all'Ufficio di Presidenza, eccependo delle eccezioni, sia di metodo sia di merito; tant’è che il collega lamentava l'assenza da parte del governo, da parte dell'assessore competente, con il quale bisognava confrontarsi per avere i giusti chiarimenti e poter dare un contributo, in modo democratico, in modo civile e soprattutto istituzionale, quella istituzionalizzazione, se volete, che abbiamo più volte richiamato, ma è venuta meno nella condotta di questo governo regionale: l'impossibilità della discussione nella scorsa seduta, quindi il differimento della trattazione.

Anche l'approvazione in Commissione bilancio, diceva bene il collega che mi ha preceduto, senza rapporto costruttivo, ma possiamo, parimenti, constatare il rapporto costruttivo dell'opposizione grazie al consigliere Orsomarso, che ha consentito lo svolgimento dei lavori mantenendo il numero legale. Dall'altra parte noi riscontriamo l’irresponsabilità di una maggioranza che oggi non sappiamo se esiste o come esiste o se mai è esistita, lasciatecelo dire, nonostante gli sforzi del presidente Oliverio che - credo - sia stato prigioniero da logiche di potere che hanno caratterizzato il collante di questo governo.

Di questo spesso abbiamo discusso, abbiamo parlato, ma a tutt’oggi le questioni sono sul banco visibili e si riscontrano ad occhio nudo, quindi già sul metodo lo riscontriamo. Il Presidente della prima Commissione, il quale poc'anzi ha espresso delle criticità che sicuramente interpreto, si asterrà, assieme al gruppo guidato dal consigliere Scalzo e al quale partecipa pure il consigliere Neri, e non sono nuove quelle del consigliere Guccione che stigmatizza da tempo negativamente il comportamento di questo governo.

Un governo che non sappiamo se abbia mai avuto una governance, nonostante gli sforzi e l’impegno del presidente Oliverio che non si sono tradotti in fatti concreti; ad un anno riscontriamo dei disagi che emergono anche dagli stessi esponenti del centro-sinistra.

Questo è un fatto politico, diceva bene il consigliere Esposito, fatto politico che deve far riflettere chi ha guidato la Regione in questi anni. In diverse discipline si è parlato di ambiente, ma noi abbiamo toccato a 360 gradi le criticità che investono il sistema regionale a partire dalla sanità, da cui non ci possiamo sottrarre, perché sappiamo, lo abbiamo detto e ribadito, che grava per il 69% sul bilancio regionale e, al di là delle responsabilità commissariali, vi sono delle responsabilità di gestione, da parte dei manager, che sono espressione della politica regionale.

Ricordiamo a noi stessi che i manager sono stati nominati, sono scelte partorite da questa maggioranza e poi anche certe scelte ridiscusse. Abbiamo potuto constatare, in questi anni, i balletti all'interno delle varie Asp tra manager nominati e poi messi in discussione, ma è un problema solo vostro e credo che le ripercussioni siano sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto in particolar modo gravano sull'economia calabrese.

Questo è un provvedimento fotocopiato dal precedente Documento di Economia e Finanza, cambiano solo i numeri, ci raccontate le stesse favole che ci avete rappresentato, in questi anni. I calabresi, sicuramente, non saranno più disposti ad ascoltare le propagande, perché ad ogni tornata il Documento di Economia e Finanza è uno strumento propagandistico. Oggi più che mai possiamo dire anche preelettorale e questo noi lo evidenziamo qui, nella massima Assise regionale, dove ci sono stati raccontati dei dati. Dati che sono da verificare e riscontrare rispetto alle efficienze e l'efficacia del governo, della governance, ma io mi soffermerei anche ad altri dati che non sono stati menzionati e che riguardano sempre la questione sanitaria.

Presidente, per esempio, la migrazione sanitaria ha un costo, su questa regione pari a 319 milioni di euro e 56 mila sono i ricoveri in strutture fuori regione; aumenta sensibilmente, in questo contesto, il disagio di quelle famiglie in stato di indigenza che devono far fronte al sostegno economico, rispetto alle cure e quindi ai disagi di recarsi anche fuori regione con le spese che immaginiamo debbano sostenere. Sono 74 mila le famiglie che si muovono fuori regione in una posizione di indigenza, questi sono dati importanti in quel settore dove grava il 69 per cento del bilancio. Non è nemmeno positivo il pensiero che i calabresi esprimono nei confronti dei servizi sanitari.

La soddisfazione sui servizi è al 18,4 per cento rispetto al dato nazionale che, invece, si attesta al 36,7 per cento, senza poi parlare delle altre disfunzioni che spesso noi abbiamo rappresentato, auspicando che si trovassero le giuste soluzioni, le lunghe liste di attesa per una risonanza, per degli accertamenti importanti, anche vitali rispetto alla salute dei nostri concittadini. Sono dei dati che vorrei menzionare, rispetto ad un’enunciazione di numeri che stamattina ci sono stati forniti, per evidenziare uno sforzo che questo governo avrebbe compiuto a sentire il consigliere Greco ed altri consiglieri di maggioranza, peraltro in contraddizione con un percorso che è chiaro rispetto alle inefficienze che afferiscono a settori strategici, a Calabria Verde, si parlava di Sorical, ma si parlava anche di infrastrutture.

È una regione che non decolla sulle infrastrutture, al di là degli ospedali. Abbiamo spesso ribadito il nostro pensiero anche in Commissione in merito alla realizzazione e non siamo fiduciosi rispetto alle scadenze che ci sono state fornite per quanto riguarda la realizzazione dei nosocomi della sibaritide o quello di Vibo. Ma parliamo anche dei ritardi delle infrastrutture che dovrebbero consentire lo sviluppo e la crescita di questi territori.

Poi se c'è consentito, lo diceva chi mi ha preceduto, non si può non garantire la possibilità di lavorare.

Ci trasmettete i provvedimenti in situazioni borderline non mettendo nelle condizioni il consigliere regionale di poter entrare nel merito. Non vorrei che fosse una strategia, per non permettere a chi volesse studiarsi le carte e dare quel contributo anche tecnico.

Mille pagine…io non ho avuto il tempo e la possibilità, ho dato uno sguardo generale e comprendo che nello schema centrale ricalchi il vecchio strumento, al di là della variazione di alcuni dati, e però quello che è avvenuto - repetita iuvant - è consuetudine che caratterizza l'agire di questa maggioranza che non consente di poter operare, dal punto di vista istituzionale, per quel, tante volte, richiamato confronto che dovrebbe essere centrale per un dibattito civile e democratico che è sempre venuto meno. Lo dicevano i colleghi di minoranza: questo spesso non c'è consentito.

A maggior ragione, come ho detto ad inizio di questo intervento, si tratta di un documento caratterizzante dove registriamo il dissenso, peraltro ben spiegato nei dettagli da parte del consigliere Guccione, ma anche le criticità emerse dall’intervento del presidente Sergio.

Credo che questo sia un documento già fallimentare, fortemente discutibile, che fa emergere le contraddizioni, in una coalizione ad un anno dal voto; una coalizione che sta per naufragare, il naufragio già lo si vede con i gruppi costituiti e costituendi che sono l'antipasto dell'abbandono del presidente Oliverio che, nonostante gli sforzi ed il suo impegno - Presidente, ho avuto modo anche di interloquire con lei - è stato prigioniero di una maggioranza che non è mai esistita.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente.

Intervengo dopo tanti altri colleghi, quindi magari alcune riflessioni che avrei voluto fare sono già state fatte brillantemente.

Capisco che questo è un documento che, per legge, va approvato per mandare avanti la vita amministrativa di un Ente, però mi pare che sia stato fatto in maniera alquanto approssimativa; si potevano redigere meno pagine e scrivere cose più concrete – collega Esposito – come quelle che ha messo in evidenza il collega Guccione, per esempio sugli ospedali, proiettando già al 2021 la partenza dei nuovi ospedali, nonostante tutti sappiamo – lo devo ammettere – che c'è la volontà sia da parte del governo regionale sia degli uffici di accelerare.

Proprio domani, secondo quanto riportato dalla stampa – presidente Oliverio, purtroppo le cose le apprendiamo sempre dalla stampa – ci sarà la Conferenza dei servizi per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro.

Farebbero bene i responsabili degli uffici – e ringrazio il collega Franco Sergio per la legge che andremo ad approvare, spero più avanti, per richiamare i dirigenti alle loro responsabilità, come questo ingegnere dell'edilizia sanitaria – ad informare anche l'organo politico eletto dal popolo, collega Esposito, prima degli operatori dell'informazione, dei media perché la città, la cittadinanza e la popolazione va informata.

E va detta la verità anche a questa gente.

Lei hai detto “non saranno fatti mai” ma, trattandosi di soldi stanziati già nel 2007, auspico che vengano fatti.

Oggi ho sentito, ho visto dei commenti; qualcuno giustamente diceva: “ma se gli ospedali c'erano, perché hanno finanziato nuovi ospedali e non hanno messo i soldi per i medici e gli infermieri che mancano?”, collega Esposito.

Questo è un dilemma e di certo non è una responsabilità di questa amministrazione regionale, così come il non aver nominato – presidente Oliverio – l'unica Authority portuale d'Italia, che da due anni ha ancora un commissariamento, che è Gioia Tauro, una di quelle strategiche più importanti per cui non c’è una responsabilità di questa amministrazione, ma di un Governo che però ha lo stesso segno – così si dice in politica – lo stesso Governo che ha consentito un commissariamento che ha portato la sanità a questi livelli.

Anche qui, sulla sanità e sul Welfare, siamo un po' debolucci.

Nella programmazione, nel DEFR, lasciamo al caso tanti settori della vita sociale, come i bambini, gli anziani, la violenza sulle donne, i Centri rifugio. Per la giornata del 25 novembre, ho ripreso la proposta di legge dell'ottimo e brillante presidente Mirabello, insieme ai consiglieri Baldo Esposito e Wanda Ferro, proprio per finanziare i Centri rifugio per le donne che subiscono violenza.

Aggiungo che presenterò un emendamento alla legge per finanziare anche il reddito a sostegno di queste donne, perché – in Aula, ci sono tante donne della Giunta regionale e anche dirigenti – tante donne magari non denunciano perché poi non hanno un sostentamento per la loro prole, per i loro figli e per loro stesse. Reputo, pertanto, opportuno implementare l’ottima proposta di legge anche prevedendo una forma di aiuto e di reddito per queste donne.

Anche sulla differenziata, l’assessore Rizzo, giustamente, ha previsto tanti fondi per consentire ai Comuni di implementare un servizio adeguato di differenziata ma poi, in questa burocrazia, in questi meandri regionali, tutto si stoppa, si ferma: le ATO, gli ambiti, le Comunità d'ambito, i Comuni che non procedono, i bandi che vanno a rilento; anche lì, le percentuali che avete previsto mi sono sembrate troppo ottimistiche.

La situazione finanziaria è quella che è – poi lo dirò durante l’assestamento –, ho visto che ci sono gli Enti sub regionali in difficoltà che vanno aiutati, perché devo dire che c'è un brillantissimo lavoro da parte di Calabria Verde, oggi, sul territorio, che però va sostenuto; va sostenuto anche nell’inquadramento contrattualistico di coloro che oggi, magari, possono svolgere la loro opera lavorativa in un determinato numero di ore e potrebbero fare anche il servizio notturno ed altro, cioè i sorveglianti idraulici.

Ho preparato una mozione, ma è chiaro che la possiamo condividere assieme e finanziare in maniera definitiva questi soldi, non a fine anno con l’assestamento, ma in via preventiva per capire anche quanto costa questo Ente.

Devo ringraziare il generale Mariggiò sia dal punto di vista etico, perché ha messo un punto rispetto a delle situazioni di malgoverno che c'erano, sia dal punto di vista pratico, perché non è stato solo un ottimo regolatore dell'andamento delle leggi, ma si sta dimostrando anche un buon manager. È stata un'ottima scelta, da questo punto di vista, ma la stessa cosa non è stata per qualche direttore generale.

Devo dire che non possiamo sempre – e l'ho detto anche l'altra volta – addebitare i guai della sanità in provincia di Reggio Calabria – collega Esposito – soltanto al commissariamento dell’ingegnere Scura, perché c'era un direttore generale nominato da una Giunta regionale, se non sbaglio.

Devo dire che il commissario Scura mi sta impressionando perché ora si è calato nei panni del manager, mettendosi al posto del direttore generale e, quasi quasi, qualcosa la sta muovendo, forse è più responsabilizzato.

Sulla psichiatria, ad esempio, ho visto che è stato determinato ad intervenire, per salvaguardare l'assistenza sia ai malati sia ai lavoratori di psichiatria, che prestavano la propria opera.

Leggo qui altri strafalcioni.

Vorrei anche capire dall'assessore Fragomeni quali uffici hanno collaborato alla stesura di tutte queste bellissime pagine di una favola, che ci stiamo raccontando e che vorremmo raccontare ai calabresi; ma non è quello che la nostra gente percepisce.

È vero che c'è un incremento in alcuni settori, come il turismo, dove c'è stato un impegno concreto anche nella legiferazione, nell'intervento che andremo a fare oggi, ma che abbiamo fatto anche precedentemente per regolamentare i bed and breakfast; ci sono, però, tanti altri settori fermi che, invece, dovrebbero spingere questa regione.

Ho letto prima sulla Zes (Zona economica speciale), ma l'assessore Russo non è presente.

Sono sfortunato perché ogni volta che in questo Consiglio regionale vorrei chiedere qualcosa ad un assessore non c'è, ma vedo che è presente il brillante assessore Musmanno al quale poi chiederò lumi sul Trasporto pubblico locale, sulle Frecce e tanti altri treni.

All’assessore Russo avrei voluto chiedere una spiegazione.

Ho studiato le pagine 700 e 600 della Zes sulla quale, intanto, c'è un ritardo del Governo – presidente Oliverio e collega Romeo, che ha partecipato con me ad un dibattito a Campo Calabro – in merito alla mancata individuazione e nomina della figura del Comitato che deve dar vita alla Zes.

Proprio in quella sede, il senatore Siclari aveva preso l’impegno di chiedere al ministro Toninelli di stimolare la nomina di questo componente; non fa parte di questo consesso, ma chiederò al senatore Siclari a che punto è e se è intervenuto in tal senso – collega Romeo –, però volevo capire come mai sono previste tutte le aree, i retro-porti dei porti e, quindi, Gioia Tauro, Reggio Calabria e non è previsto il retro-porto di Villa San Giovanni; voi sapete che Villa San Giovanni non ha un retro-porto, ma una zona industriale che è ancora più dietro, che funziona ottimamente, che è quella di Campo Calabro dove ci sono insediate attività produttive.

Volevo chiedere come mai non era stata inserita la zona industriale di Campo Calabro e quali sono oggi i termini per riperimetrare il territorio della Zes.

Se la Zes non parte, certamente non è ascrivibile a questa Regione, perché in altri territori vedo che stanno andando più velocemente, come la Puglia e la Campania, credo, ma anche la Sicilia dove ho saputo l'altro giorno dal presidente Musumeci che ci sono dei miglioramenti.

È chiaro che, forse, c'è stata troppa politica anche nelle scelte delle Zes perché, magari, andavano fatti minori interventi, delimitati più alle zone sofferenti che potevano, comunque, creare occupazione; non i 40 mila posti che offre Dubai – per esempio – ma ce ne sarebbero bastati il 10 percento, quindi 4 mila posti di lavoro nell'area del porto, che avrebbero dato un impulso non solo a Gioia Tauro, ma a tutto il resto del territorio.

Per farla breve, credo che questo Documento Economico Finanziario non rappresenti quello che potenzialmente si poteva fare in termini di rilancio, rispetto all'attività svolta in questi quattro anni.

Ritengo che ciò non sia ascrivibile all’organo politico – signor assessore al bilancio – ma che, anche i tecnici, che spesso sono presuntuosi, debbano fare, così come lo facciamo noi, un bagno di umiltà e recepire anche gli input esterni che vengono dalla politica; quando parlano Pedà, Esposito, Greco, Bevacqua e Bova, non è il singolo a parlare in quest'Aula, ma i cittadini che li hanno delegati a farlo e anche coloro che non li hanno delegati.

Oggi la politica deve dare un indirizzo politico ed i tecnici, nel rispetto massimo della legge, devono applicarlo.

Credo che in questi anni ci sia stata una grossa frizione tra la politica e la burocrazia.

Spero che questo non succeda negli anni a venire e che si lavori tutti quanti, comprese le ASP – collega Esposito – dove c'è stata troppa politica – anche oggi a Gioia Tauro abbiamo visto –, dove ognuno tira l'interesse del proprio campanile, perché qualche medico preferisce che ci sia un ufficio da una parte rispetto a un'altra, forse perché è più vicino alla propria residenza e al proprio domicilio.

Se tutti quanti iniziamo a fare la nostra parte, nel rispetto dei ruoli, magari possiamo dare un segnale diverso, di controtendenza rispetto alla continua migrazione continua che c'è in Calabria e in queste terre povere e mettere un punto, non come è stato detto oggi, che è stato messo un punto alla sanità, che sta migliorando e si stanno ribandendo i posti.

La gente percepisce un disastro e ci guarda malissimo, per non dire che ci odia.

Non possiamo più andare tra le persone perché sono sconfortate; riceviamo continue segnalazioni di gente che sta nei corridoi sulle barelle e che non ha neanche la possibilità di avere un letto come degente.

Questa è la regione in cui viviamo e che ci hanno lasciato; non è solo colpa della politica, ma anche di chi l’ha amministrata, di quei direttori generali che se ne sono andati e non rispondono alla Corte dei Conti e a nessuno; hanno preso lauti stipendi e nessuno va a vedere se hanno fatto bene o se hanno fatto male; nessuno va a vedere le loro performance; nessuno va a vedere chi hanno nominato ma si va soltanto a vedere cosa fa la politica.

Pertanto, invito tutti quanti ad una presa di coscienza da questo punto di vista, naturalmente, ribadendo il no al Documento Economico e Finanziario che, magari, se fosse stato posto meglio, con qualche pagina in meno e qualche cosa reale in più, avrei pure votato con piacere, lo devo dire.

Mi prenoto per il prossimo anno, magari, visto che ancora ci saremo.

Grazie di avermi ascoltato e grazie a tutti quanti, ognuno nella propria posizione, per il lavoro che stiamo svolgendo in Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, intervengo anche io su questo punto, che è un punto importante e che riguarda la definizione della situazione economica attuale, ma anche la proiezione economica della Regione, ovvero il Documento di Economia e Finanza, che ho letto con attenzione e dal quale si evincono alcuni dati che denotano, da parte della Giunta regionale, una visione abbastanza positiva della situazione calabrese.

Nell’incedere di chi ha scritto questo Documento di Economia e Finanza, evidentemente, - solo il collega Greco ha evidenziato in Aula questi elementi positivi - c'è una visione positiva di quanto sta accadendo in Calabria, di quanto ci sarà nei prossimi anni.

Qualche dato positivo onestamente c'è, ma è dovuto ad una congiuntura in lieve miglioramento rispetto al disastro economico generale degli ultimi anni, per esempio: c'è un aumento del13 percento delle produzioni agricole; un aumento strano – lo dico come dato preoccupante per un verso, perché non inquadrato in un progetto generale di utilizzazione delle foreste – e riguarda l’aumento del 34 percento della produzione legnosa; un leggero incremento delle presenze turistiche – lo si dice – dovuto all’instabilità politica del Mediterraneo; un leggero aumento del PIL (Prodotto interno lordo) per abitante che è di 17 mila 219 euro, ma aumenta anche il divario, non percentuale, ma economico generale con le altre Regioni non solo del Nord, ma anche del Centro Italia; un leggero aumento delle esportazioni verso l'estero, soprattutto di agro-alimentare; c'è, però – e questo è il dato nettamente negativo – una diminuzione della popolazione di 8 mila unità, un aumento del saldo negativo di giovani laureati – dal 2002 al 2016 sono 33 mila – 253 mila emigrati in tutto.

L’unica regione fuori dal coro del Mezzogiorno è la Basilicata e questo, probabilmente, deve farci interrogare su quelli che sono stati e sono, anche in questa Legislatura, i modelli di sviluppo scelti dalla Regione Calabria.

In un quadro più complessivo, vi è una generale lentezza nella spesa, soprattutto di Fondi comunitari; bandi nel POR 2014-2020 per solo 500 milioni di euro e, al 30 aprile 2018, soltanto il 5,5 percento dei pagamenti.

Qualcuno potrà dire “sì, ma rispetto a qualche altra regione del Mezzogiorno, i pagamenti sono in misura maggiore”. Rispondere è anche lecito.

Ci sono Regioni del Nord che hanno pagamenti al 30 aprile 2018 nella misura del 20 percento delle somme che sono stanziate per Fondi comunitari. Credo che dovremmo guardare chi è meglio di noi e non chi è peggio.

Siamo quasi al palo sulla spesa per le Strategie di sviluppo urbano sostenibile, cioè le somme che vengono erogate ai grandi Comuni, quelli con più di 30.000 abitanti, quindi alle aree urbane più grandi e ai capoluoghi di provincia.

C'è un'emergenza chiara che sta per esplodere, perché il progetto “Rifiuti zero” per quanto riguarda il settore rifiuti, è in panne; si sta, addirittura, ritornando alle discariche o si rimane ancorati ad una legge emanata, in piena emergenza, nel 2013 o 2014, che ha fatto ricorso ai privati e si rimane ancorati ancora ai privati.

C'è una situazione che riguarda la spesa del turismo e i beni culturali che vede, anche in questo caso, pochi investimenti sui 35 milioni di euro che sono stati stanziati.

Su questi, non riusciamo a comprendere quali siano i reali risultati nel Settore turismo e beni culturali, dove ci sono indicazioni su: partecipazioni a manifestazioni fieristiche nel primo e secondo semestre del 2016, per un importo pari ad euro 2 milioni 40 mila; partecipazioni a manifestazioni fieristiche, primo e secondo semestre 2017, per un importo pari ad euro 2 milioni 206 mila; un progetto di promozione e informazione turistica in Cina per il 2017, pari ad euro 253 mila; sempre per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche, primo e secondo semestre 2018, c'è una spesa di euro 2 milioni 283 mila; un avviso per la realizzazione di materiale promozionale per un importo di euro 228 mila; un'attività di comunicazione integrata finalizzata alla promozione della destinazione Calabria nel mercato cinese, per euro 300 mila; una campagna di comunicazione, già oggetto di polemica da parte nostra, per l'acquisizione di spazi promozionali sul giro d'Italia 2018 per euro 488 mila; l'attività di comunicazione integrata per l'acquisizione di spazi televisivi a New York per un importo di euro 343 mila.

Mi soffermo su questi investimenti perché, ad oggi, tra questi non viene, ad esempio, citata la spesa effettuata qualche settimana addietro, credo a settembre, quando sono stati ospitati nel reggino – colleghi Nicolò e Pedà – gli operatori turistici tedeschi, per una spesa esondante di circa 1 milione di euro.

Cito questi dati perché non sono secondari, ma attengono a quello che dovrebbe essere il modello di sviluppo individuato dalla Regione Calabria per creare crescita di Prodotto Interno Lordo, per creare posti di lavoro e arginare l'emigrazione dei nostri giovani, vale a dire l'utilizzazione delle risorse del territorio.

Se questo non comporta ricadute evidenti – perché ci beiamo di un risultato che ci porta da nove milioni e mezzo a dieci milioni di presenze in Calabria soltanto per un turismo balneare e non sono state create alternative diverse – beh, evidentemente, dopo 4 anni di governo, c'è un grande fallimento del lavoro di questa Giunta regionale.

Non comprendiamo la ricaduta di questi investimenti, perché non sono supportati da incrementi reali e concreti, sia per le esportazioni verso questi mercati, dei nostri prodotti enogastronomici e agroalimentari che sono di primissima qualità, sia per un incremento in termini di presenze.

In Cina girano tutti con le mascherine per l'altissima, l’elevatissima o la scarsissima qualità dell'aria che si respira.

Bisogna investire ed avere un ritorno anche in termini turistici; per esempio, nel Parco della Sila o nel Parco del Pollino, anche dopo questi investimenti, sarebbe stato necessario, doveroso, invece non abbiamo un incremento del turismo internazionale, se non nella sola Costa degli Dei.

Credo che esempi come quelli di Matera 2019, della Basilicata o di altre Regioni come la Puglia, ci avrebbero dovuto insegnare quale modello di sviluppo individuare dopo i tanti fallimenti di questi decenni e ancora, invece – ahimè – siamo fermi al palo.

Il 2018 – lo dite voi – è l'anno mondiale del cibo.

Quali investimenti, quali ricadute ed in quali circuiti la Calabria è riuscita a inserirsi nell'anno mondiale del cibo? Quali risultati, rispetto – come diceva il consigliere Greco – ad un modello di sviluppo nordista che ancora continuiamo a perpetuare?

Che dire, poi, della sanità? La sanità è il maggiore dei fallimenti di questa Giunta regionale e del presidente Oliverio.

Nel 2013 vedeva una spesa sanitaria di disavanzo di 40-45 milioni di euro; nel 2018, secondo le proiezioni, la spesa sanitaria ammonta a 170 milioni di euro, oltre alle maggiori risorse che in questi anni il Fondo Sanitario Nazionale ha attribuito alla Calabria. 170 milioni di euro di disavanzo.

Un’esondazione anche della mobilità passiva, salita oltre i 250 milioni e i peggiori servizi in assoluto. Si tratta del fallimento totale di un'impostazione che non può essere attribuita al Commissario per la sanità.

È un fallimento dovuto soprattutto ai direttori generali che sono stati nominati da questa Giunta regionale e dal presidente Oliverio i quali, nelle rispettive Aziende, hanno fatto esondare in questi anni il debito, peggiorando i servizi.

È questa la storia ed è per questo che, insieme ai capigruppo di maggioranza, chiediamo ufficialmente al Presidente del Consiglio regionale che vogliamo tornare a discutere di sanità, vogliamo ragionare e confrontarci su questi argomenti, che sono la testimonianza principale del fallimento di questa Giunta regionale.

Nel settore del lavoro, oggi si sta consumando un dramma ulteriore, quello degli LSU ed LPU, ai quali era stata promessa la stabilizzazione e che, addirittura, rischiano di fermarsi o, nella migliore delle ipotesi, di essere impiegati a 18 ore dopo che, in questi anni, sono stati impiegati a 26 ore; questo perché il decreto emanato per la loro stabilizzazione non è sostenibile da molti Comuni, soprattutto dai Comuni più piccoli che hanno un elevato numero di questi lavoratori.

Credo che le promesse di stabilizzazione fatte dal Partito Democratico, soprattutto durante la campagna elettorale del 2018 – seppur in presenza di responsabilità da parte del Governo centrale, che ha effettuato dei tagli alle risorse stanziate alla Calabria – tutto ciò che era stato promesso attraverso la politica degli annunci, non è stato realizzato in concreto; stiamo parlando di migliaia e migliaia di famiglie, di lavoratori che spesso offrono servizi essenziali all'interno dei Comuni.

In agricoltura, che è un altro settore nevralgico, c’è una percentuale di pagamenti rispetto alle somme stanziate nel POR del 24,6 percento, migliore rispetto ad altre Regioni.

È anche vero che quasi tutte le risorse sono erogate in termini di spesa corrente, per il biologico o per altra spesa cristallizzata, che viene erogata agli imprenditori agricoli, e ancora non sono state erogate le risorse per il pacchetto giovani, le risorse della misura 4.1, che consente agli imprenditori di fare nuovi investimenti.

Un quadro generale, quindi negativo, negativissimo in una Regione in crisi nel settore del mercato del lavoro, della sanità, dei trasporti, di tutti i servizi essenziali, non considerata dal punto di vista politico dal Governo centrale, anche quando era dello stesso colore a guida Partito Democratico, quindi, un quadro nettamente diverso, perché il quadro reale e concreto – Presidente – è un quadro nettamente diverso da quello che viene fuori dalla lettura del Documento Economico e di Finanza.

Si registra, quindi, un fallimento ed è necessario che chi governa e guida la Regione all'interno della Giunta regionale si renda conto di questo scollamento fra la Calabria reale e la Calabria virtuale che questa Giunta regionale pensa di vivere.

È una Calabria completamente diversa; una Calabria che – come diceva il collega Pedà – odia la politica ed i politici perché i servizi, in un momento di crisi come questo, sono i peggiori in assoluto ed è anche – devo dire, Presidente, e mi avvio alla conclusione – una Calabria che anche in Consiglio regionale comincia a svegliarsi perché, tranne l'intervento del collega Greco che è stato credo nominato quale difensore d’ufficio, c'è una maggioranza completamente in pezzi e questo, Presidente, è frutto – glielo dico ancora una volta – delle sue responsabilità perché lei ha alienato i consiglieri di maggioranza dal progetto.

Il consigliere Guccione che, nel 2014, era la persona a lei più vicina, oggi ha annunciato il voto contrario rispetto al Documento Economico di Finanza e questo è un voto politico pesantissimo nei suoi confronti.

Il gruppo dei Moderati per la Calabria, attraverso il consigliere Sergio, ha criticato fortemente il documento, dando un altro sonoro segnale politico che è – Presidente, mi perdoni – un ceffone politico che lei oggi deve incassare e del quale fare ammenda di fronte ai calabresi, perché questo DEFR è un fallimento e, per tutti, il fallimento è quello della sanità.

PRESIDENTE

La prego di concludere, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Sì, Presidente, però ci sono stati anche colleghi che hanno parlato più a lungo di me e nessuno li ha fermati. Sto concludendo un ragionamento.

Atteso che il 70 percento del bilancio regionale è ingessato sulla sanità, il fallimento principale di questa Giunta è proprio quello sulla sanità.

Un Presidente incapace di ragionare con un Commissario, che ha litigato dal primo momento con il Commissario nominato dal governo a guida Partito Democratico, quindi un Commissario con in tasca, credo, la tessera del Partito Democratico, che è stato incapace di ragionare con un uomo del suo stesso colore e che oggi ci porta ad una situazione di deriva totale: l'esondazione del debito, della mobilità passiva e i peggiori servizi in assoluto.

Credo che questa sia la misura di un fallimento sul quale riflettere e ragionare anche all'interno del Consiglio regionale, perché i confronti servono a questo, ma reputo ancor più grave, o grave nella stessa misura, il fallimento politico che le viene certificato dalla sua stessa maggioranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Mentre ascoltavo gli interventi dei vari colleghi che mi hanno preceduto, sono andato a rileggere su Wikipedia che cos'è il DEF, che viene così definito: “descrive gli scenari economico-finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, tenendo conto degli indirizzi di Finanza pubblica definiti dalla normativa statale ed espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi della programmazione unitaria regionale, esplicandone gli strumenti attuativi ed il periodo di riferimento”. Questa è la definizione di DEF.

Mi sarei aspettato, da parte dei colleghi, una discussione alta su quello che in questi anni o in questi pochi mesi, a seconda della visione di ognuno, siamo riusciti a mettere in campo in termini di programmazione unitaria con il Governo nazionale e la Comunità europea, e come poi tradurle in risposte operative e concrete sul territorio calabrese; credo che questo sia oggi il ruolo di un consigliere regionale che vuole misurarsi con i problemi che vive la Calabria; non è perché, giustamente, fate opposizione, me ne guarderei bene; voi siete opposizione, quindi, avete tutto il diritto e il dovere di mettere al centro, di denunciare le difficoltà, le fragilità, le debolezze, le incrostature, i ritardi accumulati in questi anni; però, con la stessa franchezza e la stessa onestà, credo che ci dovrebbe essere una maggioranza o un gruppo consiliare che rimette al centro della discussione politica i veri temi per la Calabria e che rivendica anche alcune timide inversioni di tendenza che abbiamo registrato in questi anni; è fuori da ogni discussione – cari colleghi – che oggi il PIL registri, dopo anni, un’inversione di tendenza notevole in Calabria, la prima Regione del Mezzogiorno che oggi raggiunge questi obiettivi.

Non voglio parlare di questo, né vorrei parlare delle cose programmate in questi anni: del Piano dei Trasporti, che ci permette di avere finanziamenti, del Patto per la Calabria, definito con il Governo nazionale, che ci ha permesso di mettere in campo una serie di iniziative.

Non voglio parlare di queste cose, perché sono frutto del DEFR; se oggi parliamo di Rete ionica, del Piano dei Trasporti, del Piano dei rifiuti, del dissesto idrogeologico, con tutti i ritardi che abbiamo, c’è stata una filosofia che ha guidato questa Giunta e questa maggioranza di governo.

Non voglio parlare di questo, perché se non cogliamo oggi – caro collega Gallo e cari colleghi della minoranza – due grida di allarme che ci giungono dal Paese, più che di DEFR, nei prossimi anni, parleremo delle miserie umane.

Mi riferisco a due temi che oggi sono al centro del dibattito politico europeo e nazionale. Ha fatto bene il presidente Irto a convocare qui qualche mese fa tutti i Presidenti dei Consigli regionali d’Italia per discutere, appunto, di come oggi contrastare una deriva europea che potrebbe penalizzare ulteriormente le Regioni del Mezzogiorno e la Calabria in termini di risorse importanti, come l’agricoltura, il turismo e altre risorse che potrebbero essere utilizzate al meglio dalla classe dirigente; poi, non dimentichiamo un altro tema fondamentale che oggi è al centro del dibattito politico, che è il cosiddetto Regionalismo differenziato, che rischia di danneggiare ulteriormente la Calabria; altro che Livelli minimi essenziali per la sanità o per il settore, diventeremo “la Cenerentola d’Europa” se dovesse passare questa follia che hanno messo in campo alcune Regioni del Nord, Lombardia e Veneto in primis, che rivendicano che nelle Regioni che producono ricchezza i 9/10 sulle materie di competenza esclusiva devono rimanere in quelle Regioni.

Questi sono i temi che oggi dovremmo affrontare come classe dirigente di questa Regione, con alto senso alto di responsabilità, con la maturità necessaria per poter parlare di Regione e di Calabria nei prossimi anni, con tutti i limiti e i ritardi che abbiamo accumulato.

Non nego che sui rifiuti oggi registriamo un ritardo, me ne guarderei bene, sarei uno sciocco, miope e non sarei accorto e sensibile alle problematiche che abbiamo sul territorio.

Ecco perché, anche lì, ho lanciato l'idea dei mini ATO nella provincia di Cosenza, per aiutare, appunto, a risolvere i problemi e far maturare quella coscienza civica che ancora non c'è nelle nostre realtà calabresi, soprattutto per la litigiosità che caratterizza molti dei Comuni della Regione. É su questi temi che dobbiamo evitare lo scontro.

Il DEF è questo; quindi, oggi possiamo parlare anche del sesso degli angeli, ma dobbiamo capire che saremo tutti travolti se da qui a due, tre anni, quattro anni non individuiamo e non resistiamo a questa ondata di populismo e di qualunquismo che c'è…

Additare il presidente Oliverio e questa maggioranza oggi è una partita facile, ma non vorrei che domani questo dito diventasse ancora più grande verso chi dovrà governare la Regione Calabria.

Assumiamoci le responsabilità, facciamo un dibattito alto sui temi che riguardano la nostra terra e non strumentalizziamo, giustamente o ingiustamente, temi che sono davanti agli occhi dei calabresi e degli italiani.

Spesso, apprezzo un appello che il mio collega Tallini fece dopo le elezioni regionali, quando disse: “stiamo attenti, non alziamo troppo il tiro oggi e non denigriamoci a vicenda, perché rischiamo di farci del male”; ecco, lo stesso appello lo rivolgo ai miei amici consiglieri di maggioranza e a voi opposizione: stiamo attenti su come prendiamo i problemi, su come ci poniamo di fronte all’opinione pubblica e stiamo attenti a difendere il ruolo e la dignità di questo Consiglio regionale e di quello che rappresentiamo oggi agli occhi dei calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà. Per la replica, ci sono l’assessore ed il Presidente della Giunta.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Replicherà il presidente Oliverio al quale abbiamo fatto gli auguri sulla stampa per aver spento la quarta candelina di questa legislatura, ricordando anche un po’ tutte le delusioni che i calabresi hanno avuto per le promesse mancate e le cose non realizzate per cercare di dare alla Calabria la svolta promessa all’inizio della legislatura.

Voglio cercare di essere abbastanza sintetico – purtroppo, la sintesi non è il mio forte – e di semplificare il mio ragionamento con alcune osservazioni che, secondo me, sono le più significative visto che questo è forse l’ultimo documento finanziario che avremo l’occasione di discutere in Consiglio regionale e, quindi, probabilmente, è l’ultima occasione per non perdere l’opportunità di fare una riflessione più ampia, che non riguarda soltanto i contenuti di questo documento, ma un po’ anche tutto quello che è stata, in questa Regione, l’esperienza amministrativa a guida Oliverio dall’inizio della legislatura ad oggi.

Mi concentrerò in maniera particolare soltanto su alcuni aspetti che riguardano soprattutto, a mio avviso, gli argomenti che più di tutti hanno caratterizzato questa legislatura: innanzitutto, il fallimento del progetto politico.

Oliverio è arrivato in questa Regione con un progetto politico e ha fatto eleggere una maggioranza di consiglieri regionali senza, probabilmente, alcuna concorrenza perché si sapeva già da due anni prima – dopo l’esperienza tragica di Scopelliti – che il centro-destra sarebbe stato sconfitto.

Si sapeva – ripeto – già con due anni di anticipo, in virtù di questa regola che, ormai, si verifica da qualche anno nel nostro sistema – in Italia, nelle Regioni ed anche in Calabria – per cui, dopo il fallimento del centro-destra, era scontato che il centro-sinistra avrebbe vinto le elezioni.

E, allora, si pensava che il presidente Oliverio arrivasse al momento elettorale con un progetto per amministrare e per risolvere i problemi della Calabria. Ed è arrivato. Si è preoccupato nei due anni precedenti soltanto di preparare le liste, di aggregare e di riciclare il più possibile e di mettere in campo una forza elettorale al di là dell’immagine che, insomma, poteva dare un Presidente navigato. A questo proposito, non sono per la rottamazione – così come i cosiddetti movimenti populisti pensano e predicano attraverso i social –, sono favorevole alle esperienze politiche.

Credo che il presidente Oliverio si sia immunizzato attraverso una serie di liste che gli consentirono di ottenere una vittoria strabiliante, dal punto di vista percentuale, però con un numero di votanti che, per la prima volta, nella storia del regionalismo, non aveva superato il 50 percento perché – mi pare – che fu il 45 percento ad eleggere questa maggioranza ed il presidente Oliverio. 

La prima riflessione che devo fare – il Presidente, se n’è andato – è il fallimento politico e lo so che, insomma, sfondo una porta aperta.

Il presidente Oliverio inizia con una Giunta politica, arriva in Consiglio regionale, modifica lo Statuto e fa pensare a tutti i componenti della maggioranza – soprattutto a quelli della maggioranza – che ci si avviava a scrivere – ricordo quelle roboanti parole – una nuova pagina della storia del regionalismo, in Italia addirittura, altro che in Calabria!

Allora, vi convinse che modificare lo Statuto e pensare al consigliere delegato sarebbe stata una vera e propria rivoluzione. Non so, nella sua idea, come avrebbe potuto superare la contraddizione giuridica perché la gestione non può essere nelle mani del legislatore; ma, qual era il significato nel nuovo concetto di regionalismo di Oliverio? Quello di far contare più di tutti l’Assemblea.

La prima riflessione da fare è il fallimento della Giunta politica. Ed il fallimento della Giunta politica è arrivato. In base a che cosa? A situazioni improvvise oppure a circostanze che già si conoscevano? È arrivato in base a situazioni che erano in corso. Si sapeva che c’era un’indagine e c’erano delle circostanze che erano note già al momento della formazione delle liste.

Ora, se il presidente Oliverio non voleva persone che avessero dei procedimenti giudiziari – ce ne sono tanti, c’è quasi gran parte del Consiglio regionale e parlo in maniera anche distaccata perché ce ne erano anche nello schieramento di cui faccio parte – doveva dire, sin dalla formazione delle liste, in una condizione così favorevole: “non voglio persone che hanno in corso procedimenti giudiziari”.

Non solo li ha voluti, li ha candidati, gli hanno portato i voti, lo hanno eletto, poi sono entrati in Giunta, in virtù di questo successo elettorale. Subito dopo è venuto fuori quello che tutti quanti noi sapevamo e il presidente Oliverio ha cominciato a mettere in discussione la legittimità del Presidente del Consiglio, di diversi assessori, del vicepresidente, quindi, una cosa quasi quasi nuova.

E, pertanto, il fallimento della Giunta politica.

Non so se questo è avvenuto sotto i colpi del giudizio dell’opinione pubblica, magari anche della stampa, oppure attraverso quella che qualcuno oggi può considerare una vera e propria strategia politica scientifica, studiata apposta.

Per fare cosa? Per diventare il commissario unico della Regione. Questo lo voglio dire perché nessuno lo dice. Se contate le deleghe in capo al Presidente, vi accorgerete che il presidente Oliverio si può considerare il commissario unico della Regione Calabria.

L’unica cosa – per completare questo concetto – che non è riuscito ad avere è la delega della sanità –ma questa è una storia completamente diversa – però, dal punto di vista politico, la storia di questa amministrazione finisce quando fallisce quel progetto politico: si tolgono dalla Giunta i cosiddetti politici e si mettono i tecnici.

E, allora, qualcuno può dire che gli assessori tecnici non sono all’altezza, non sono bravi; assolutamente, nessuno può giudicare perché, sul piano personale, con sincerità, non mi sento di dover o poter giudicare la professionalità dei tecnici che sono stati messi da Oliverio nella sua Giunta. Assolutamente! Però, il fallimento della Giunta politica si è verificato.

È stato un caso? Sembra quasi fatto apposta e sembra studiato scientificamente a tavolino che il presidente Oliverio dovesse essere il commissario unico della Regione.

Perché dico questo? Perché oggi, dopo il fallimento della cosiddetta rivoluzione del regionalismo – che doveva vedere valorizzata questa Assemblea legislativa, che doveva essere un’Assemblea pulsante, una fucina di idee rivoluzionarie, per dare alla Calabria quella svolta che tantissimi altri Governatori non hanno saputo dare – qual è il risultato?

Consigliere Ciconte, mi scusi, ma dovrebbe piangere non per sua responsabilità nel senso che lei è stato vittima di questo processo e dovrebbe stare più attento a quello che sto dicendo perché sto affermando che è mancata la politica!

Se, oggi, registriamo che nessuno in questa maggioranza – tranne i consiglieri Bevacqua e Greco che hanno tentato di arrampicarsi sugli specchi – ha dato l’impressione di credere a questa svolta, a questo documento finanziario, di credere e di pensare davvero che le cose che sono state dette abbiano determinato o dato la percezione che c’è stata veramente in Calabria una svolta vera e propria, è un fallimento politico. Il fallimento politico del commissario unico, Mario Oliverio.

Lui ha voluto che queste deleghe fossero tutte in gran parte in capo suo.

Faccio un esempio, Presidente: quando ancora non sapevo come erano distribuite le deleghe, sono andato a prendere i decreti che sono depositati e pubblicati. Ho cercato, per esempio, di trovare la delega al turismo. Non so, tra la gente che ascolta e tra i colleghi consiglieri regionali che sono in quest’Aula, chi sa chi è l’assessore al turismo, chi ha la delega al turismo. Ho visionato le deleghe di tutti gli assessori attualmente facenti parte della Giunta tecnica del presidente Oliverio, ho completato l’esame di tutte le varie deleghe e non ho trovato – Presidente, se mi aiuta – la delega al turismo, non l’ho trovata in capo a nessun assessorato.

Dopodiché, sono andato a vedere il decreto che assegna le deleghe al presidente Oliverio, ho letto tutte le deleghe che sono in capo a lui e non ho trovato – vi prego, non sto scherzando, andate a verificare – tale delega assegnata al presidente Oliverio, non c’è la delega al turismo.

E, allora, ho visto che, alla fine, c’è scritto “…e, comunque, qualsiasi altra delega che non è esplicitamente citata nelle deleghe degli assessori o del Presidente”.

Quindi, ho capito che la delega del turismo è in capo a Mario Oliverio. Perché? Perché non ce l’ha nessuno e, poiché è una materia che non ha nessuno, è di sua esclusiva competenza.

Perché dico questo, Presidente? Perché si può pure pensare di non avere un assessore al turismo e si può, anche, pensare che il presidente Oliverio, tra le tantissime cose da fare, abbia stabilito che di turismo – visto che è una cosa importantissima – se ne debba occupare lui, però, per come è stato concepito da questo progetto politico, il problema del turismo sembra una cosa così banale che, forse, è inutile scrivere che ci deve essere qualcuno che se ne interessa.

E, allora, c’è una Regione che vuole creare sviluppo e non ha un assessorato al turismo, non ha un progetto per il turismo, non ha un’idea di sviluppo basata sull’unica cosa che deve avere cioè il turismo; poi, tutto quanto è legato alla voce del turismo: i beni culturali, ambientali, il settore agroalimentare. Tutto – ripeto – dovrebbe essere collegato al turismo e tutti quanti abbiamo sempre sostenuto che la nostra regione – che ha 800 chilometri di costa, che ha siti ambientali, la montagna, la collina, le riserve, i parchi, – dovrebbe puntare tutto sul turismo. E, se aggiungiamo l’aria salubre che questa regione è in grado di offrire, dobbiamo pensare che il turismo, l’unico elemento che poteva creare sviluppo e prospettiva in maniera naturale, è stato cancellato perché nessuno in Calabria può interessarsi e si interessa di turismo.

Il problema chiaramente si riflette sul versante dell’occupazione.

Mi sono interrogato su quali possano essere e da dove possano derivare i numeri citati dal consigliere Greco; se lei, consigliere Greco, mi dice che ci sono settori nei quali c’è stata una occupazione piena, posso testimoniare che sono d’accordo: sono le strutture della Cittadella regionale, dei direttori generali, della Presidenza, le varie strutture degli assessori, tutte occupate con una logica scientifica che, sicuramente, non aiuta il progetto ed il messaggio che noi dovremmo dare ai calabresi, ossia la possibilità di parlare di prospettive e di occupazione.

Per quanto riguarda l’occupazione, Presidente, è possibile che si verifichino delle cose strane soltanto in Calabria. Per esempio, a Catanzaro è stato bandito un concorso nella sanità che ha visto partecipare circa 10.000 concorrenti tra infermieri e operatori socio-sanitari. Ebbene, questo concorso – su ordine e direzione di un direttore generale – è stato annullato perché una concorrente è stata vista copiare o mandare un messaggio con un cellulare, utilizzare un cellulare, e non altro. Così, si rischia, non soltanto di rimandare il più possibile la selezione di personale indispensabile ai fini del mantenimento dei servizi nella sanità, ma anche di lasciare tanta gente inoccupata, nonostante le relative Commissioni attestino che tutto si è verificato regolarmente.

C’è stata una regia? Per quale motivo si è verificato tutto questo? Vedremo.

Poi, c’è stato il concorso all’Arcea, dove prima si pubblicano i bandi, poi si sospendono, poi si si dice che si faranno. Ad oggi, non so se i concorsi all’Arcea si faranno o meno.

Dopo, i concorsi alle Ferrovie delle Calabria, ex ferrovie Calabro-Lucane. Si pubblica il bando – siamo andati a finire anche su Striscia la Notizia – e si verificano cose sostanzialmente poco edificanti, un messaggio dato a tutti i giovani calabresi. Non mi voglio unire a coloro che utilizzano ogni argomento per dire che tutto è marcio e tutto è sporco, ma, sicuramente, ci sono linee altalenanti; una volta sì, una volta no, una volta si revocano, a volte alcuni concorsi si fanno ed altri no, e questi si fanno e questi si devono ripetere perché ci sono i sindacati che hanno detto una cosa: in un mondo in cui c’è una sete di lavoro – che tutti quanti noi conosciamo – non è una bella carta di presentazione.

E se, poi, pensiamo ai fallimenti generali della sanità, voglio dire soltanto una cosa e non voglio citare luoghi comuni perché me ne guardo bene; di solito cerco sempre di fuggire dai luoghi comuni perché sono abituato a comprendere che non corrispondono mai a verità, anzi tutto l’opposto, però, vi sarà capitato di andare in qualsiasi ospedale a fare una prenotazione.

Presidente Oliverio, perché è aumentata la spesa dell’emigrazione sanitaria? I fattori sono tantissimi: il fatto che non sono stati realizzati gli ospedali è un fattore che incide molto, ma non è solo quello; lei, Presidente, ha fatto della sanità, nei settori di sua competenza, – cioè le nomine dei direttori generali, amministrativi e sanitari – una gestione politica.

Chi li ha messi là? Lei li ha presi da un elenco di tecnici, vero?

Questo lo deve nominare questo consigliere regionale perché è stato eletto là e, quindi, c’è la “contea” di competenza di quel consigliere regionale e, poi, per il direttore amministrativo c’è la lista minore che ha un suo rappresentante – non mi guardi così, presidente Irto, mi deve consentire di completare l’intervento – e, quindi, bisogna nominare qualcuno per mantenere gli equilibri del direttore amministrativo, che fa capo all’altra lista che ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo; e, poi, c’è il direttore sanitario, anche là dobbiamo completare e mantenere quell’equilibrio o, almeno, si tenta di fare questo. E, poi, alla fine, che cosa viene fuori?

Una gestione politica della sanità attraverso la quale si possono alimentare ma dove, sicuramente, non si realizza nessun utile, nessuna azione per una sanità che deve essere il più possibile efficiente perché la gente quando si deve curare non può vedere le beghe che possono nascere.

Non c’è un automatismo per cui uno arriva e si prenota. Bisogna preoccuparsi di snellire e smaltire le liste di attesa, perché per una mammografia si deve aspettare un anno un anno e mezzo, mesi per una radiografia semplice, per un esame un po’ più complicato non se ne parla e, allora, a voi dico che la gente quando ha un problema di salute la prima cosa che fa è cercare di ridurre i tempi di attesa prima possibile per arrivare alle cause del problema. Poi, se si arriva all’individuazione di sospetti di patologie serie, che vuol dire? Che si deve fare una TAC quando il male che si sospetta ha completato la sua azione ed è diventato devastante nei confronti di tanti calabresi che, facendo tanti sacrifici, preferiscono emigrare per farsi curare.

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Se mi dà la possibilità di concludere, non voglio fare un intervento lungo, ma mi faccia dire almeno le cose più importanti. Una gestione politica questa della sanità che ha portato tantissima gente ad andare a curarsi fuori – Presidente, se mi fa distrarre, poi perdo il filo e le cose vanno peggio – per esempio, tra le tante cose che non condivido del commissario Scura, diceva una cosa, che avete autorizzato i concorsi, ma nel farlo avete anche cercato di fare una cosa con i direttori generali che devono essere, loro stessi, espressione di professionalità e di qualità.

I direttori sanitari, i direttori amministrativi che hanno vinto i concorsi … anche là una gestione politica. Basta andare a vedere chi ha vinto i concorsi, per la maggior parte, Presidente, i facenti funzioni. Se il livello della sanità calabrese è basso, noi abbiamo contribuito a stabilizzarlo basso perché se tutti i facenti funzioni dei vari reparti hanno finito per essere poi primari, noi abbiamo condannato la sanità calabrese ad una mediocrità a vita; e quando avremo medici bravi che hanno la possibilità di venire in Calabria – molti sono calabresi e sono fuori – in questo modo non possono fare nulla e, quindi, non c’è nemmeno la speranza di tornare a fare qualcosa per la propria terra. Questo è il fallimento della sanità. Quindi, quando lei afferma, caro Presidente, che la sanità è in queste condizioni è vero: il 50 percento delle colpe va dato, sicuramente, al commissario Scura che – vi garantisco che in questo caso il Presidente ha ragione – di tutto capisce tranne che di sanità.

Che sia un ingegnere non significa nulla perché anche un ingegnere si può sforzare di capire. L’altro 50 percento, sicuramente, appartiene alla politica del dipartimento della Regione.

E, poi, per tutto il resto voglio dire: i rifiuti. C’è bisogno, cari consiglieri Greco e Bevacqua, di parlare dei cicli, delle discariche. Basta farsi un giro nelle città calabresi – tranne qualche rara eccezione dovuta, in gran parte, al merito dei singoli sindaci che si adoperano per avere anche procedure straordinarie – per capire che in Calabria il ciclo dei rifiuti non funziona e continua a non funzionare; quindi, un altro fallimento in questo settore.

Il problema dell’acqua è stato risolto? Assolutamente no! I comuni sono tutti indebitati e la rete della Sorical è un colabrodo: si continua a perdere tantissima acqua, non ci sono investimenti e tutti i Comuni ogni giorno devono registrare disfunzioni nei confronti dei cittadini perché le reti che, in gran parte, sono della Sorical, non funzionano, sono colabrodi che perdono, scoppiano ed in gran parte, forniscono addirittura acqua non potabile.

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Tallini, che ha superato i tempi assegnati.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Quindi, torno al famoso dilemma di prima. Caro consigliere Greco, come si concilia questo quadro della Calabria con i suoi dati o con i dati del consigliere Bevacqua, che si copre con una mano, forse ride per le cose che ha detto il consigliere Greco? Allora, probabilmente, sarà così e concludo.

Ho cercato di trovare la formula. E, allora, abbiamo fatto un piano per l’occupazione. Ricordo che il consigliere Greco portò in Aula un provvedimento per l’occupazione. Ricordate i famosi campi da golf? Immagino che tantissimi calabresi abbiano trovato lavoro: qualcuno, magari, portando le famose mazze per il golf e qualche altro, magari, tagliando l’erba dei prati.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, la invito a concludere il suo intervento.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, è l’ultima e poi ce ne dobbiamo andare, se ce ne dobbiamo andare …

Immagino – dicevo – che quel famoso piano per l’occupazione, attraverso i campi da golf, ha, probabilmente, portato tutto questo sviluppo ed il famoso aumento del 2 percento del PIL, praticamente, nasce tutto da lì.

Vorrei capire dove sono, perché, onestamente, da amministratore, sono anche curioso di capire e conoscere meglio. Lei sa quanti calabresi hanno abbandonato la Calabria negli ultimi anni, soprattutto in coincidenza con la vostra esperienza politica? Sapete quanti? 180.000 calabresi, quasi tutti i giovani, molti giovani.

E, allora, forse ha ragione il consigliere Greco, poiché sapete – e concludo con questo concetto, Presidente – che le statistiche si fanno sui numeri e sulle popolazioni, il reddito pro capite della Calabria si ottiene dividendo il guadagno dei cittadini per il loro numero. Questa è una formula matematica.

Se 180.000 persone sono andate via – e, magari, sono andati via quelli che non avevano il posto di lavoro e che, come nella statistica dei polli, vengono conteggiati anche se il pollo non lo mangiano –probabilmente, queste 180.000 persone – giovani e meno giovani – che hanno dovuto abbandonare la Calabria per continuare a vivere, hanno, probabilmente, fatto aumentare il PIL del 2 percento, ma, secondo i miei calcoli, avrebbe dovuto aumentare molto di più.

Concludo il mio intervento. Sono d’accordo anche con il consigliere che mi ha preceduto quando diceva che nei prossimi anni il PIL della Calabria decrescerà e arriverà allo 0,6 percento. Probabilmente, vi accorgerete che, oltre agli emigranti, chiuderanno le aziende e ci allineeremo a questo triste spettacolo.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, le ribadisco l’invito a concludere.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Concludo questo mio intervento davvero dicendo che, comunque, noi oggi siamo qua e questo è l’ultimo dato politico: non sappiamo se avete la maggioranza, non sappiamo se avete i numeri per approvare il provvedimento, non sappiamo cosa e come dovremmo comportarci noi, oggi, davanti ad un quadro, come questo, di pericolo che la Calabria non veda nemmeno approvata la sua manovra finanziaria e che, per effetto di questo, non si possano dare le risposte essenziali, in tutti i settori e nel settore socio-sanitario che aspetta dopo tutta la confusione che c’è intorno a queste risposte.

PRESIDENTE

Deve terminare l’intervento, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Aspettiamo di capire se questo fallimento è un fallimento che finisce oggi o se cerchiamo di renderlo meno fallimentare perché le elezioni – che saranno fra un anno – sono vicine, ma sono anche molto lontane, se noi pensiamo che in questo momento i calabresi sono alla ricerca di una possibilità e di una speranza per cercare di avere una ragione per stare in questa terra.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Grazie a voi per la pazienza e per la tolleranza che il nostro Presidente…

PRESIDENTE

Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale. Prego.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

A conclusione della seduta del Consiglio regionale devo confessare che mi sarei aspettato una maggiore riflessione sul merito rispetto al documento che è stato presentato, che è un documento ampio, analitico, che non esalta la situazione.

Va letto il documento. Mi rendo conto che ormai siamo in un clima permanente di campagna elettorale. Tra l’altro, si voterà tra oltre un anno - almeno questa è la scadenza ordinaria - ma siamo in un clima permanente di campagna elettorale e quindi la discussione di merito, la riflessione sul merito è mortificata in via permanente da questa tendenza. E questo non è un bene. Lo dico naturalmente con grande tranquillità.

Questo non è un merito! In primo luogo perché non fa bene a quest’Assise, a questo Consiglio regionale e, in secondo luogo, perché quando si è animati dall’asilo elettorale la discussione viene compressa; sicuramente ne viene mortificata. Questo naturalmente mortifica quella che dovrebbe essere, invece, una riflessione concreta.

Voglio proprio sintetizzare questo mio intervento, non voglio farla molto lunga. Credo che dobbiamo fare uno sforzo di oggettività.

Abbiamo avuto un ciclo della nostra economia, che non è stato solo un ciclo dell’economia calabrese, tra il 2007 e il 2014, che, per condizioni diverse, per un concorso di diversi fattori, è stato un ciclo negativo: la crisi internazionale e, poi, nella crisi internazionale la difficoltà del nostro Paese e l’acutizzarsi delle condizioni del Mezzogiorno d’Italia; l’allargamento ancora più forte del gap tra il Sud ed il resto del Paese.

In questo quadro abbiamo avuto un segno fortemente negativo dell’economia calabrese, delle condizioni di vita della nostra regione.

Quindi, non solo un problema interno alla Calabria ma un concorso di fattori. Tant’è che tra il 2007 e il 2014 abbiamo avuto una perdita secca di 14 punti di PIL.

Vorrei ricordare al consigliere Tallini, che è stato anche assessore nella precedente Legislatura, mi pare senza soluzione di continuità dal primo momento fino all’ultimo, per 5 anni, i 180.000 calabresi che hanno lasciato la Calabria sono riferibili al 2002-2016, cioè a ben 14 anni. Quindi è una tendenza. Ecco perché invito ad una discussione di merito e non alla propaganda elettorale, perché ci sarà un tempo per farla.

Ci saranno anche luoghi, spazi per fare la propaganda elettorale! Per carità di Dio! Alla fine il voto nessuno lo cambierà, perché il voto sarà per come ognuno ha una collocazione politica, però la riflessione non può essere inficiata solo da questo assillo perché altrimenti si banalizza tutto e nel Consiglio regionale della Calabria una discussione seria come questa non può essere banalizzata. Ecco perché parto da questo dato di riferimento.

Mi riferisco al PIL, mi riferisco ai processi di allontanamento dalla Calabria, e non solo, anche dal Sud, purtroppo, più in generale.

Mi riferisco al turismo. Andiamo a vedere i dati 2007-2014. Anche in quel periodo lì, negativo: meno, meno, meno, oppure i dati dell’export, i dati dell’agroalimentare, per la verità, di meno, perché l’agroalimentare è stato il settore che più ha tenuto nella crisi del nostro Paese, non solo in Calabria ma anche a livello più generale, anche se i dati di incremento della produzione non hanno avuto lo stesso ritmo che hanno ripreso dopo il 2014.

Quindi va fatta una valutazione rispetto al merito delle questioni, all’andamento oggettivo della situazione.

Non c’è dubbio che oggi questi dati non sono riconducibili all’Ufficio statistica della Regione - nemmeno c’è un Ufficio statistica nella Regione, non c’è mai stato! - ma alla Svimez, a Bankitalia.

Questo rapporto è stato redatto sulla base dei dati forniti da Svimez, quindi non c’è nessuna enfasi. Non bisogna leggere i dati con enfasi ma con oggettività.

È un dato che la Calabria in termini di PIL è praticamente la regione più vivace; è quella che si presenta con più vivacità nel corso degli ultimi tre anni. Nel 2017 questo è il dato

. Secondo elemento: c’è un recupero delle esportazioni che è un dato importante.

Al 2017 abbiamo praticamente un dato già rilevante, che è di circa il 16 per cento e nel primo semestre del 2018 del 38 per cento in più delle esportazioni. E in questo dato ci sono delle componenti importanti: il settore dell’agroalimentare in crescita, che incide notevolmente; il settore manifatturiero in crescita. Nel manifatturiero vorrei, per esempio, segnalarvi che ci sono componenti importanti che nel periodo 2007-2014 erano crollate fino al punto che si stava per mettere in discussione la presenza di alcuni stabilimenti di in Calabria.

Mi riferisco, per esempio, allo stabilimento delle OME.CA.; nel 2014 si era quasi decretata la chiusura.

Nel 2015 c’è stata un’inversione di tendenza perché la Hitachi Rail Italy, una grande compagnia internazionale, ha rilevato quello stabilimento e oggi produce per il mercato mondiale.

Oggi il materiale rotabile che viene prodotto negli stabilimenti di Reggio Calabria fornisce le metropolitane di New York, di Abu Dhabi, di Londra, eccetera.

Queste sono. Perché? Perché appunto c’è un’inversione di tendenza, quindi anche la parte manifatturiera incide e poi c’è una ripresa delle costruzioni. Sono dati rilevati.

Poi, è chiaro, che c’è una timida crescita di 12 mila occupati, però questo non compensa il dato della disoccupazione, che è un dato grave, drammatico.

Voi pensate che nei processi dell’economia ci possa essere il mago Zurlì! Ma di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di trend!

Stiamo parlando di un trend che si è volto al positivo, di un trend che invece di presentare meno, meno, meno, presenta più, più, più, più.

È chiaro? Ma non è che questo trend ci ha fatto risolvere i problemi, ci ha fatto imboccare la strada giusta!

Questo è il punto. Questo è il dato.

Perché in tre anni si risolvono problemi accumulati nel corso di decenni!? Ma vogliamo scherzare!

Si faccia avanti, alzi la mano chi ha il coraggio di fare un’affermazione simile, una sciagurata affermazione, o pensiero simile. È un trend.

Certo, credo che questi segni positivi siano il frutto di una politica.

Parliamoci molto chiaramente, perché questi segnali si accompagnano, per esempio, al fatto che le risorse della programmazione comunitaria del 2014-2020 - fatemi fare una riflessione anche su questo - stanno entrando nel vivo del sistema dell’economia e della società calabrese.

Anche qui vorrei ricordare che quando sono arrivato qui, in quest’Aula, era il mese di dicembre del 2014, cioè l’anno in cui la programmazione sarebbe dovuta partire perché i programmi riguardano gli anni 2014-2020.

Non ho trovato uno straccio di programma, assunto da questa Regione, perché nell’amministrazione di un ente non c’è soluzione di continuità.

Al di là del fatto che le elezioni cambiano il colore di un’amministrazione e cambiano gli uomini, avrei dovuto trovare un programma pronto. Per cui su quel programma pronto, sto parlando di quello 2014-2020, avrei dovuto agire per accelerarne la esecuzione.

Zero. Zero. Infatti ho dovuto rimboccarmi le maniche per attuare il programma.

Ci sono voluti 7 mesi perché un programma così complesso non si sa abborraccia in una riunione o in una seduta di Consiglio regionale, con un concorso di energie delle Università, delle forze sociali calabresi, con un confronto con la Commissione europea e il programma è stato approvato a ottobre del 2015.

Tant’è che è entrato poi nel vivo nel 2016 e oggi, a 2 anni di distanza, cominciamo ad avere i risultati.

Quindi mi permetto di ricordare a chi ha memoria corta, e magari si trovava anche in questi banchi, anche con una responsabilità di Governo, che siamo partiti con 2 anni di ritardo e li stiamo recuperando, perché la Calabria in quanto a spesa è la prima Regione del Sud e vedrete al 31 dicembre di quest’anno. I dati saranno rilevati al 31 marzo.

Ve lo dico per evitare anche qui di essere poi smentiti clamorosamente dagli eventi. Vedrete che la Calabria sarà, purtroppo, tra le poche Regioni a realizzare la performance prevista al 31 dicembre 2018. Perché stiamo monitorando il percorso, perché stiamo seguendo il percorso, perché molte risorse si dispiegheranno ancora adesso nei mesi che verranno, perché i soggetti attuatori di questo programma - mi riferisco ai Comuni, mi riferisco alle Province, mi riferisco alle imprese - che sono alle prese, sono stati alle prese con procedure per quanto riguarda la progettazione, le gare, l’affidamento dei lavori, oggi sono, chiaramente, a buon punto.

Quindi di questo stiamo parlando. Questi effetti sta producendo nell’economia questo tipo di impostazione. Per quanto riguarda i settori: l’agroalimentare è un settore che marcia a ritmi importanti, che marcia a due cifre.

Abbiamo aperto uno spazio importante all’immissione di giovani per un forte ricambio generazionale nel settore dell’agricoltura dove c’è stata, com’è noto, una minore presenza di giovani. Infatti anche qui c’è da rilevare un dato: la Calabria è una delle Regioni tra le prime in quanto a ricambio generazionale nel settore agroalimentare perché abbiamo investito.

Appena mi sono insediato alla guida della Regione ho parlato di 1000 giovani nell’agricoltura; abbiamo decretato 960 progetti per altrettanti giovani; abbiamo avuto al primo bando una domanda di 2500 giovani e abbiamo deciso di pubblicarne un altro, che è in corso e sta per scadere, se non è scaduto, proprio in questi giorni; un secondo bando, appunto, per allargare la platea.

Così come per quanto riguarda il settore del turismo.

Il settore del turismo. Nel 2017 abbiamo registrato il record delle presenze turistiche.

Sono in crescita anche quest’anno le presenze turistiche e vorrei ricordare altri due dati importanti: quello legato alle presenze internazionali - si registra una notevole crescita di presenze internazionali - e quello legato all’allargamento della stagionalità.

Si incomincia ad allargare la stagionalità, non più concentrata nei mesi di luglio e agosto, come più volte abbiamo avuto modo di evidenziare. Gli arrivi all’aeroporto di Lamezia Terme, che è quello più consolidato, ma anche agli aeroporti che sono ripartiti, quelli di Crotone e di Reggio Calabria, segnalano fatti positivi.

Per l’aeroporto di Lamezia Terme si è registrata una crescita esponenziale di collegamenti, di voli ma perché abbiamo investito in nuove rotte. Il 13 di questo mese organizzeremo un workshop con tutte le compagnie aeree per un nuovo bando che stiamo mettendo in campo: 10 milioni di euro per investire in nuove rotte perché c’è una politica che tende a rendere accessibile la regione, a collegarla, allargandone i confini.

Andate a vedere! Chiedete, chiedete! Poi quando parleremo del Piano del turismo, che porteremo a breve, ve li darò io i numeri dei collegamenti che c’erano nel 2014 e che ci sono oggi, tra i nostri aeroporti e, in modo particolare quello di Lamezia Terme, gli scali extra-nazionali, chiaramente per rendersi conto che sono frutto questi incrementi di scelte, di investimenti, di risorse che abbiamo destinato in questa direzione e che non sono un fattore secondario ai fini della capacità di intercettare flussi turistici.

Perché oggi - questi sono i dati - un turista che sceglie una meta, dopo averla scelta, va a verificare quali siano i collegamenti con quella destinazione e, all’80 per cento, se quella destinazione ha un collegamento diretto viene scelta, se non ha un collegamento diretto non viene scelta.

Questo è il punto.

Quindi scelte che vanno in una direzione precisa. Vorrei anche ricordare a proposito che abbiamo attuato politiche mirate in direzione della promozione.

Vi invito anche qui, e anche questo lo faremo con dati, a fare paragoni perimetrati tra quelle che erano le risorse destinate alla promozione prima del 2015 e quelle che sono le risorse destinate alla promozione post 2015 e vi renderete conto di come, con minori risorse, si sta portando avanti una politica di promozione mirata e finalizzata.

Ad esempio, quella che ricordava prima il consigliere Gallo dei tedeschi. Abbiamo portato qui 750 tour operator che, non a caso, sono stati accompagnati - parlo dei tedeschi, solo dei tedeschi - dal ministro dell’economia tedesca Muller e dal consigliere Schulz.

Il consigliere Schulz, com’è noto, è stato, come dire? L’antagonista della cancelliera Merkel, e quindi il Governo e l’opposizione, che sono venuti qui, ad accompagnare la più grande associazione di tour operator tedeschi, per dire l’attenzione del Governo tedesco.

Proprio il 18 di questo mese si è tenuto un forum a Berlino sugli investimenti, alla presenza del Governo tedesco e ritengo che, già a partire dal prossimo anno, ci sarà un effetto molto importante delle presenze tedesche.

La Germania, per quanto riguarda le presenze internazionali nel settore del turismo, è il cliente più importante dell’Italia, oltre che della Calabria.

Quindi con azioni mirate, con iniziative mirate. Non con i Bronzi di Riace, con l’effige dei Bronzi sugli aerei perché vale poco un manifesto!

È importante l’azione be to be, per utilizzare un gergo proprio degli operatori turistici. Anche tra le istituzioni bisogna avere un’azione mirata.

Quindi si tratta di risultati che sono certo il frutto di una congiuntura di fattori, ma anche frutto di un lavoro, di un’iniziativa, eccetera.

Ho voluto portare solo alcuni esempi, perché non voglio farla lunga, per sottolineare che c’è un percorso e naturalmente la strada che abbiamo davanti è ancora molto ma molto lunga, perché ci sono problemi del lavoro, problemi dell’occupazione, problemi di far esprimere pienamente le potenzialità di questo territorio.

Ci sono stati investimenti nelle infrastrutture che sono innegabili. È da decenni che attendiamo investimenti nel settore delle infrastrutture: per la ferrovia ionica dopodomani, giorno 4, si inaugureranno gli interventi per i primi sottopassi e sovrappassi che segneranno l’avvio di una stagione importante, di abolizione dei passaggi a livello; a Sellia marina dopo il 4 ci sarà l’iniziativa.

Si aboliranno 5 passaggi a livello e così per tutti i Comuni, via via che definiranno i progetti perché abbiamo scelto i Comuni per elaborare la progettazione, che trasferiranno a RFI (Rete Ferroviaria Italiana), via via che sono pronti.

L’elettrificazione della ferrovia è partita non solo da Sibari verso Crotone ma anche da Cropani verso Crotone, perché sia realizzata nel tratto fino a Catanzaro, e poi continuerà fino a Melito Porto Salvo. Problemi di carattere infrastrutturale accumulati nel corso di decenni! Scusate, le opere vanno fatte o no?! Le procedure vanno fatte o no?! Credo che abbiamo imboccato una strada.

Si può essere d’accordo, non d’accordo ma abbiamo imboccato una strada. Abbiamo invertito un trend. Certamente c’è tanto da fare per risolvere i problemi, per impedire che i giovani calabresi vadano fuori regione ma naturalmente questo è possibile ad una condizione: che le politiche regionali e questo sforzo siano accompagnati da politiche nazionali, che ci sono state, sia pure in modo timido, in questi ultimi tre o quattro anni, e che mi auguro non vengano interrotte perché quando parliamo di questo parliamo di decontribuzione, parliamo di credito d’imposta, per il quale la Regione sta impiegando risorse proprie.

Il credito di imposta che si sta utilizzando in Calabria, e anche nelle altre Regioni del Sud, viene alimentato da risorse gestite da Invitalia, ma destinate dalla Regione, per capirci.

Quindi strumenti che vanno alimentati, non vanno disattivati, come purtroppo aleggia oggi.

Perché se dovesse passare la cosiddetta autonomia fiscale, che è stata oggetto di un referendum nelle Regioni del Nord, nel Veneto e nella Lombardia, e che è stata spostata in avanti, se dovesse passare quell’impostazione davvero si ha voglia di lavorare, di fare sforzi, di pianificare per accelerare le risorse comunitarie all’interno delle singole Regioni.

Se poi arriva la spallata esterna, che è quella delle politiche nazionali, che dovessero privare il Sud di risorse e di investimenti importanti…Mi sarei aspettato una discussione di merito, ma, purtroppo, devo dire è molto facile farsi prendere da altro. Poi ci sono problemi, aspetti specifici che sono stati qui sollevati e rispetto ai quali adesso non voglio sfuggire.

La sanità. Voi sapete la mia posizione sulla sanità. Certo, una seduta di Consiglio regionale sulla sanità, benissimo, sarebbe la terza che facciamo sulla sanità.

Perché non bisogna dimenticare che questo Consiglio regionale sulla sanità - lo dico al consigliere Parente, che evidentemente fresco di nomina, naturalmente, non ha vissuto questa esperienza - si è pronunciato due volte con un voto unanime, con un documento unanime sulla sanità, di ripristino delle condizioni normali.

Non stiamo parlando di condizioni straordinarie, ma di condizioni normali, perché la condizione non normale è quella che vive oggi la sanità calabrese; è quella che da 8 anni la sanità calabrese, sottoposta ad una gestione commissariale, vive.

Il commissario non l’ho chiesto io. Io mi sono battuto contro il commissario e mi sono battuto non in modo strumentale contro Governi diversi dal mio colore politico.

Mi sono battuto contro il Governo Renzi, contro il Governo Gentiloni e mi batto oggi contro il Governo gialloverde.

Perché? Perché ho sempre considerato seriamente la questione, e questa è la prova della mia convinzione, della mia coerenza e dell’assoluta mancanza di strumentalità in questa mia posizione, perché mi sono battuto davvero, almeno per quanto riguarda la sanità, perché la sanità fosse al di sopra delle appartenenze, dei colori, delle magliette e degli schieramenti.

Anche in questo Consiglio regionale ho avuto parole dure. Ci sono gli atti, oltre che le testimonianze.

Ritengo e continuo a ritenere che la sanità in mano ad un commissario, indipendentemente dal nome, sia destinata a continuare la discesa in questo precipizio.

La sanità. Perché purtroppo chi è nominato ha solo l’assillo di fare operazioni di ingegneria ragionieristica, per capirci, e non di affrontare i problemi.

Così è stato fino ad oggi. Bisogna andare a leggersi il decreto di nomina. Ci sono 16 punti che sono esaustivi di quelle che sono le funzioni del potere ordinario, non del presidente Oliverio, del potere ordinario, della Regione rispetto, appunto, al potere straordinario del commissario.

Detto questo, però, poiché il consigliere Guccione parla, butta le pietre e scappa, com’è suo solito, e purtroppo devo parlare in sua assenza - non me ne voglia! - perché se ci fosse stato avrei fatto ben altre considerazioni, ancora più - come dire? - nette di quelle che faccio adesso, ma dato che non c’è, in sua assenza, non voglio apparire come irrispettoso. Invece sono rispettoso della sua assenza, anche se l’assenza è sempre un fatto irriguardoso, quando si parla e si va via.

Tuttavia, non si può - dico questo per la stampa, per l’opinione pubblica - dire il falso per argomentare un ragionamento politico, un attacco politico. Perché cos’ha detto il consigliere Guccione?

Che in questo documento ci sarebbe un approccio così superficiale da farci dire, per esempio, che il nuovo Ospedale di Sibari sarebbe stato completato - mettilo in diretta, consigliere Tallini! Non ci sono problemi! Non ti preoccupare, mettilo in diretta! -, cioè che il nuovo Ospedale di Sibari sarebbe consegnato, sarebbe qui scritto, entro il 2019. Andate a vedere anche questo, oppure quello di Vibo Valentia!

Leggo testualmente. Allora, per quanto riguarda l’Ospedale di Sibari qui è scritto. Leggo testualmente a pagina 247: “il progetto esecutivo dell’intervento è stato consegnato dal concessionario ed è in fase di verifica ai fini dell’approvazione. Si prevede di pervenire all’approvazione del progetto esecutivo entro la fine di quest’anno”.

L’ultimazione dei lavori e l’installazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista entro il mese di aprile 2021. I lavori sono già cominciati. Siamo al 2018, da qui al 2021 c’è il 2019, il 2020 e 4 mesi del 2021, ma questi sono rilevati dagli atti contrattuali, dai contratti.

Questo è previsto da contratto, salvo, naturalmente, come in tutti i lavori imprevisti, nessuno può prevedere, chiaramente.

Per quanto riguarda l’Ospedale di Vibo Valentia, invece, sono state dette altrettante sciocchezze per dimostrare cose senza fondamento.

Dico questo perché la serietà di questo Consiglio regionale e il rispetto verso gli altri e verso l’opinione pubblica è fondata anche sulla capacità di evitare le menzogne e i tentativi di imbroglio, chiaramente. Scusate la parola ma mi è venuta naturalmente.

Si prevede di pervenire per Vibo Valentia all’approvazione del progetto definitivo entro la fine del mese dicembre 2018 e del progetto esecutivo entro la fine del mese di maggio 2019.

L’ultimazione dei lavori e l’installazione delle apparecchiature, eccetera, eccetera, è prevista entro il mese di febbraio 2021.

Questo è proprio scritto ma lo dico perché? Perché i documenti ce li leggiamo.

Prima di me se li leggono i tecnici perché sanno cosa vogliamo, qual è l’importanza e l’attendibilità che attribuiamo ai documenti perché purtroppo in passato, non nel passato recente, ma in un passato lontano non era così. Sono stato in quest’Aula di Consiglio regionale nella seconda metà degli anni ‘80 e so bene che si affastellavano documenti e si facevano i maquillage per costruire documenti e poi si veniva qui. Invece no! Cioè il documento è frutto di una valutazione e di una discussione che non può fare riferimento a cose che non sono appunto frutto di questa riflessione, di questa valutazione.

Scusate se ho letto ma ho voluto leggere perché ognuno si deve assumere la responsabilità di ciò che dice e non si può venire qui ad inventarsi cose per costruire un attacco e un’opposizione, che è rispettabile, intendiamoci.

Non è che una novità che il consigliere Guccione voti contro!

Non è per niente una novità. Sono 3 anni che il consigliere Guccione sta facendo opposizione. Da quando è uscito dalla Giunta regionale, dalla prima Giunta, il consigliere Guccione sta facendo opposizione.

È una novità? È una novità per questo Consiglio regionale? Sicuramente non lo è per i calabresi!

Quindi nulla di trascendentale a proposito di problemi, di difficoltà, eccetera, eccetera, che sarebbero insorte.

Invece per chiudere voglio fare una riflessione. Certamente c’è un ritardo anche nella realizzazione di queste infrastrutture. Ma questo ritardo da cosa è dato?

Questi ospedali, consigliere Parente, sono stati oggetto di gare, non da me, dalla precedente Amministrazione nel 2014. Nel 2014! Naturalmente col vecchio Codice degli appalti che, prima di andare a verificare i siti, se fossero idonei o meno, hanno affidato a Infrastrutture Lombarde S.p.A.

Credo che nella precedente Legislatura lei fosse in questo Consiglio regionale, no?

Quindi ho saputo che c’è un’infrastruttura che si chiama “Infrastrutture Lombarde” a cui è stato affidato questo compito.

Lei l’ha vissuto da protagonista insieme ad altri suoi colleghi qui dentro. E il risultato di quell’impostazione, di quell’impianto è che oggi abbiamo dovuto fare i salti mortali per difendere le risorse e impedire che si perdessero in modo secco.

L’abbiamo fatto in silenzio, senza proclami.

Per l’Ospedale della Sibaritide siamo arrivati al punto che gli scavi sono finiti e a giorni inizieranno anche i lavori delle fondazioni. Proprio la settimana scorsa ho avuto un incontro con il professor Ruperto, che è l’amministratore straordinario della Tecnis, per cui l’Ospedale di Gioia Tauro, proprio in questi giorni e con il progetto definitivo alla Conferenza di servizi, entro la primavera prossima, possa essere definita la progettazione esecutiva e poter cominciare i lavori.

E poi per quanto riguarda quello di Vibo Valentia, per capirci, con un sito per il quale questa Amministrazione ha dovuto stanziare ulteriori 10 milioni di euro per mettere in sicurezza il sito perché quello scelto era inidoneo, appunto, a realizzare un nuovo ospedale.

Andate a Vibo Valentia! Sono in corso i lavori di messa in sicurezza del sito! Lo sa pure il consigliere Pasqua: sono in corso i lavori di messa in sicurezza del sito.

Si è scelto un sito non inidoneo! Non l’ho scelto io e certamente non l’avete scelto voi ma molti di voi c’erano quando quelle scelte sono state fatte. Non le carico a voi naturalmente, ma molti di voi c’erano ed erano una porzione di Governo e di maggioranza in quest’Aula.

Quindi attenti a fare, come dire, ad alzarsi a fare i censori perché chi non ha peccato - non io naturalmente! - si alzi e scagli la prima pietra.

Soprattutto da parte di chi ha avuto una responsabilità di Governo in questa Regione, proprio nella fase in cui si sceglieva Infrastrutture Lombarde e si progettavano i nuovi ospedali.

Per quanto riguarda il resto naturalmente non ci spendo molte parole.

Per esempio, a proposito di rifiuti. A proposito di rifiuti io ci cammino pure per le città calabresi, consigliere Tallini! Certo che ci sono realtà come Lamezia Terme, come Gioia Tauro, e possiamo indicarle, realtà dove ci sono problemi, permangono problemi seri ma il grosso dei problemi rispetto al 2014 non c’è: in tutte le città calabresi non si poteva camminare perché c’erano montagne di rifiuti. Intorno ai cassonetti c’erano montagne di rifiuti!

Abbiamo scelto la linea di governare l’emergenza, assumendoci responsabilità. Mi sono assunto la responsabilità di governare l’emergenza. Certo che ho fatto ricorso alle ordinanze e continuerò a farlo finché il sistema non si porterà a pieno regime, perché stiamo lavorando per portarlo a regime.

La grande parte di città calabresi non è con le montagne di rifiuti.

La differenziata è passata dal 12.5 per cento al 31 dicembre scorso al 40 per cento e in quest’anno, che ancora per rilevarlo ci vorrà un mese e mezzo o poco meno, ci sarà un ulteriore balzo nell’organizzazione della differenziata e stiamo spingendo anche quei Comuni che si possono contare sulle dita di una mano (Vibo Valentia, Lamezia Terme, eccetera) perché si recuperi, si recuperi, si recuperi! Perché abbiamo scelto di investire in questa direzione.

Abbiamo investito con due bandi: uno destinato ai Comuni sopra i 5 mila abitanti e un secondo ai Comuni sotto i 5 mila abitanti e stiamo avendo risultati.

Sull’impiantistica, anche qui, devo informare che per quanto riguarda il territorio di Alli è stata già conclusa la gara; c’è stato un contenzioso, che è stato portato in sede di Consiglio di Stato per quanto riguarda le imprese che hanno partecipato alla gara.

Si è concluso il contenzioso e quindi si procederà all’inizio dei lavori perché quell’impianto sia portato a compimento.

Altrettanto abbiamo fatto su Sambatello. È in via di conclusione la gara di Sambatello, un secondo impianto importante.

È in corso di definizione l’acquisizione dei pareri e dei nulla osta su Rossano Calabro perché si proceda a gara sul terzo impianto.

Quindi, nelle more di questo lavoro, di quest’impostazione stiamo portando a compimento, stiamo portando a buon fine la costruzione del sistema con impianti ad impatto ambientale zero, intorno ai quali si realizzano gli eco-distretti.

Abbiamo governato, stiamo governando e penso che continueremo a governare la situazione, assumendo responsabilità, cioè senza ripiombare nella situazione di emergenza che si è verificata e che ha caratterizzato la vita della Calabria fino al 2014.

Stiamo lavorando perché scelte che abbiamo compiuto possano andare a buon fine.

Proprio 15 giorni fa ho avuto un incontro con il ministro Toninelli per riproporre con grande determinazione il problema di Gioia Tauro, che è un problema di interesse nazionale, affinché si apra attraverso il Governo un’interlocuzione con il terminalista e con l’armatore, con MCT e MSC, perché chiaramente è assurda la posizione di questi soggetti ed è necessaria un’iniziativa del Governo nazionale. Così come per quanto riguarda Gioia Tauro, e non solo Gioia Tauro, siamo in attesa, sollecitata più volte da noi - ultimo sollecito quello in occasione dell’incontro con il ministro Toninelli - la nomina del rappresentante del MIT, del Ministero delle Infrastrutture, nel Comitato di indirizzo della Zes (zona economica speciale), perché da questo discende la possibilità di rendere operativa l’azione sulla Zes.

Senza il completamento del Comitato di indirizzo, con la nomina da parte del Ministero delle Infrastrutture, la Zes, chiaramente, non può essere operativa.

Quindi siamo in attesa che il Ministro competente nomini il rappresentante del MIT nel Comitato di indirizzo della Zes.

Questo è il quadro sul quale ci stiamo muovendo.

Per non parlare del precariato. Oggi c’è una manifestazione, e voglio dirlo da quest’Aula, esprimo comprensione - mi limito a questo in qualità di Presidente della Regione – rivolta a quei giovani lsu-lpu che oggi hanno manifestato la loro ansia di avere una risposta.

La risposta, vorrei dirlo al consigliere Gallo, anche questo al netto di ogni approccio strumentale, è in un solo atto del Parlamento, e quindi anche del Governo, che deve dare l’assenso rispetto a un provvedimento che il Parlamento deve assumere chiaramente nella legge di stabilità, integrando le risorse da destinare alla Calabria, riconducendole alla stessa entità degli ultimi 4 anni, cioè a 50 milioni di euro, com’è stato per il 2015, il 2016, il 2017 e il 2018, cioè questo anno.

La Regione, sin dal 2015, ha messo in bilancio 39 milioni di euro che ha riprodotto nel 2016, nel 2017 e nel 2018 e che riproporrà nel bilancio 2019, a garanzia dei processi di stabilizzazione che dovranno essere portati avanti.

Nel 2015 si è imboccata la strada della contrattualizzazione e quella strada non può essere messa in discussione.

Per quanto ci riguarda, ho avuto modo di dichiararlo ai Comuni, alle organizzazioni sindacali, di dichiararlo pubblicamente, lo faccio anche qui, oggi, in quest’Aula di Consiglio regionale, non indietreggeremo di un millimetro perché sul versante della lotta al precariato e della stabilizzazione abbiamo una bussola chiara a 360 gradi, sia per quanto riguarda lsu-lpu sia per quanto riguarda anche i precari che sono stati prodotti nella Regione e dei quali non ho avuto, non il piacere, ma la responsabilità di produrne manco uno. Nemmeno uno!

Ovvero quelli della legge regionale numero 28 del 2008, che, come sapete, ho trovato, che sono figli di diverse clientele e con diverse “casacche”. Rispetto la dignità del lavoro e non ho mai chiesto le provenienze, né in questa occasione né in altre occasioni.

Tuttavia mi sono fatto carico, in qualità di Presidente della Regione pro tempore, di aprire anche per questi giovani una strada di stabilizzazione e di fuoriuscita dal precariato.

Voglio parlare con i fatti perché mi piace molto parlare con i fatti. Forse perché alla mia età il ricorso alla fantasia può avere spazio solo per sognare ma non per mistificare la realtà. La mistificazione della realtà la lascio ai protagonisti della mistificazione, a chi non ha argomenti e ricorre alla mistificazione.

Perché nella mistificazione c’è la debolezza dell’inconsistenza degli argomenti. Si fa ricorso alla mistificazione quando si è a corto di argomenti.

Abbiamo un bagaglio così pieno, pesante, di fatti, di argomenti, che non abbiamo bisogno di ricorrere alla mistificazione!

Quindi, voglio tranquillizzare anche da questo punto di vista. Credo che la Calabria abbia tanti problemi, ma gravi, gravissimi problemi - ci mancherebbe altro -, accumulati nel corso di un lunghissimo periodo.

Al Consiglio regionale, a chi dirige la Calabria, alle forze che vogliono offrire un contributo a questa Regione è dato il compito, ma è richiesto anche il dovere, di misurarsi con i problemi, di confrontarsi, in modo anche aspro, ma di farlo avendo una bussola, che è quella che deve guidare e che qualifica l’azione di Governo, sia da parte della maggioranza sia da parte della opposizione, cioè la bussola per parlare sempre parametrando le analisi a quella che è la durezza della realtà ma anche a quelli che sono i fatti che si producono e le trasformazioni che intervengono.

Credo che abbiamo imboccato una strada giusta, una strada che è in salita, che ha tanto cammino ancora davanti ma che è una strada senza alternative. Perché l’alternativa è quella di ripiombare di nuovo nella nebulosa e nei segni negativi.

Abbiamo la necessità di incoraggiare i segni positivi, di farlo con tutte le nostre forze, sapendo che siamo in una condizione generale, nella quale, appunto, è facile, ad un certo punto della salita, essere spinti verso il basso ma questo dipende da tanti fattori, da tanti venti che soffiano e che hanno provenienze nazionali, europee, di contesti più generali.

Dobbiamo e vogliamo mettercela tutta, cercando di fare il nostro dovere. Niente di più di quel dovere per il quale abbiamo chiesto il consenso ai calabresi e con grande onestà e dedizione stiamo portando avanti. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento, per dichiarazione di voto ogni consigliere ha a disposizione tre minuti. Il consigliere Orsomarso ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Approfitto perché il Consiglio era convocato per le dieci e si è protratto e mi scuso col collega Aieta, farà anche mio l'ordine del giorno - devo andare via - su una questione importante che poi porteremo, anche, all’esame della Commissione bilancio.

Presidente Oliverio, l’avevo detto al suo assessore in Commissione, ho provato a dirlo a lei dopo quattro anni, quattro lunghi anni: non è sicuramente questa parte politica che ha inaugurato le campagne elettorali. Ancora c'è un anno di legislatura e la invito a stare in Regione, a stare a Roma anziché inaugurare fiere e altra roba, a fare quello che lei sta già facendo, cioè lei ha annunciato la campagna elettorale. Fermo restando che non c'è niente di strano che lo faccia, come non c'è niente di strano che si organizzino i 5 Stelle, che si organizzi il centro-destra. Avevo provato nel mio intervento a ragionare di fatti politici, l'ho fatto in Commissione e chi mi ascolta in Commissione lo sa. Lei chiede o richiede competenze.

In modo sommesso ho provato a fare un ragionamento politico perché quando parlate di economia o scrivete di economia siete come gli scolari che copiano dai libri di geometria, altro che competenza.

Siamo stati sul tema di un DEFR che riguarda cicli economici, i cicli economici sono cicli di 4 anni, 10 anni e 50 anni, noi godiamo di una crescita della Calabria che oggi produce un Pil del 2 per cento.  Chi sa di cicli economici, tant'è che faccio l’esempio al suo assessore rispetto ai bandi che abbiamo condiviso come i fondi sui borghi, sa che produrranno effetti nel 2023. Quando ci saremo noi al governo, riconosceremo il vostro lavoro e ricorderemo ai calabresi che una delle cose buone, cioè il bando sui borghi, ha prodotto effetti perché realizzato prima.

Ecco la differenza rispetto al tema, che lei richiama, di continuità amministrativa, quando parla di ospedali. Nel mio ragionamento c’era financo una difesa d'ufficio alle vostre difficoltà, ho parlato di armonizzazione di bilancio, ho parlato di ospedali, ho detto che non è possibile immaginare uno Stato che funziona sempre meno con gli obblighi che invece impone.

 Meno male che qualcuno ha incaricato Infrastrutture Lombarde per progettarli perché quei siti scelti da Loiero, scelti dal PD, non erano neanche stati messi a bando. Nel nostro intervento, in Commissione, in quest'Aula rispetto alle sue difficoltà c’è sempre stata una nostra reazione che in una Calabria dove rischiamo di diventare tutti ‘ndranghetisti a strascico anche per le infiltrazioni che ci sono è necessario il confronto con lo Stato. Ovviamente non è colpa sua e non è neanche colpa mia.

Quando voi parlate di economia mi sembrate gli scolari che copiano dai libri di geometria, quindi non ci parlate di economia non ci sfidate sulla competenza. Ho fatto un ragionamento politico sulla difficoltà oggettive che questa terra vive, riconoscendo le cose che abbiamo fatto votando leggi. Non è mai accaduto che una minoranza abbia votato leggi e lei, con l'atteggiamento che condanno dall'inizio, continua su un atteggiamento culturale di supremazia, non comprendendo che, invece, c’è una minoranza che ha riconosciuto la difficoltà, che molto spesso è venuta in soccorso; basta che io mi assenti dalla Commissione perché non passino i provvedimenti.

La dichiarazione di voto è contraria e ribadisco: attenzione a questo atteggiamento culturale e scusatemi se ho dovuto alzare i toni perché non è che gridando di più, Presidente, lei pensa di aver ragione o ci convince. Ad oggi, tra l'altro, mi pare di capire che abbia inaugurato da abusivo, senza alcuna riconoscenza, tutta roba che viene dal passato, compresa quella Cittadella a Catanzaro dove non ha avuto neanche il buon gusto di ricordare chi ha messo la prima pietra, Loiero, e chi ha fatto gli stati di avanzamento. Lei ha trasferito soltanto i mobili. Le ripeto: continuo a condannare l’atteggiamento culturale.

 Nella mia visione di una Calabria che abito insieme a lei, riconosco, ha detto bene il consigliere Tallini, che non fa parte della vostra cultura l’essere persone per bene ma in difficoltà. C'è un processo lungo e nell'interpretare quei dati che abbiamo detto bocciamo il ritardo della vostra azione amministrativa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo, ne ha facoltà. Ha tre minuti a disposizione.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Grazie, Presidente. I colleghi del gruppo dei moderati per la Calabria, prima il consigliere Neri in Commissione con un voto contrario, ha messo in evidenza criticità e metodi e ancora di più in Aula, poc'anzi, il collega Sergio nel suo intervento preciso, puntuale, senza strumentalità ma nel merito della questione, ha posto quelle che per noi diventano delle questioni insormontabili: l'attenzione verso la famiglia, le risorse destinate alla famiglia, le risorse destinate alle giovani generazioni, la insufficienza nel settore della tutela ambientale.

Noi abbiamo presentato e riteniamo che la Calabria non possa più aspettare a dotarsi di una legge sull'economia circolare. L’abbiamo fatto in tutte le sedi con senso di responsabilità e anche, scusate un po' di presunzione, con un pizzico di competenza tecnica. L’abbiamo messa a disposizione e ancora oggi ci troviamo nella condizione di non doverla approvare per far fare un salto di qualità alla Calabria, ai calabresi e per ripagare gli sforzi che sono stati fatti in questi anni. Oggi è necessario e ineludibile che ci si doti di questo strumento perché non solo ce lo chiede l'Europa ma ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiedono le esigenze dei cittadini. Quello che è mancato, lo diceva il collega Sergio nel suo intervento, è il coraggio programmatorio e la capacita programmatoria. Per questo annuncio a nome del gruppo dei moderati per la Calabria il voto di astensione al DEFR. Grazie

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Grazie, Presidente. Alcune cose che volevo dire le ha già accennate il collega Orsomarso per cui, per economicità dei tre minuti che lei ci concede, dico che c'è già una campagna elettorale e la riscontriamo nel comportamento e nella determinazione che, in quest'ultimo periodo, assume la Giunta regionale.

Il consigliere Orsomarso ha parlato del meritorio bando dei borghi e a mezzo stampa è apparso quasi che una riunione tecnica sul bando dei borghi fosse diventata, invece, un momento di proclamazione politica dell'auto candidatura del presidente Oliverio. Lei ha messo in evidenza, Presidente, come alcune favole scritte nei precedenti DEFR siano sulla carta stampate, quelle favole hanno contribuito alla sconfitta di quel centrodestra che le aveva scritte in quel Documento di Economia e Finanza.

Probabilmente favole ne abbiamo viste anche in questo Documento di Economia e Finanza e contribuiranno alla sconfitta del centro-sinistra da qui ad un anno.  Lei ha anche accennato al meritorio lavoro che si sta facendo per il precariato, ma da questo punto di vista le devo segnalare che dal 2014 non è stato fatto nulla se è vero come è vero che ad ottobre del 2018 il dipartimento lavoro ha dovuto insediare una nuova commissione che verificasse la veridicità degli iscritti nell'albo del precariato.

A tal proposito, Presidente, la invito a valutare l'opportunità che questa commissione stringa i tempi del lavoro entro il 31 dicembre 2018 e che, nell'ambito della valutazione di questa commissione, trovino anche sfogo quei lavoratori senza identità, la stragrande parte di loro ex FIELD, che si sono rivolti già ad alcuni studi legali per avere le loro giuste rimostranze. Ribadisco che il lavoro che deve fare la Commissione è già scritto da una legge del 2014, la legge numero 1, ma addirittura è scritto in quello che è la legge numero 12 del 2014 che parla della interpretazione autentica della legge numero 1. Già il fatto stesso che ci sia voluta una commissione dopo 4 anni per addivenire alla definizione dell’albo del precariato, ritengo che sia una omissione grave, anzi gravissima.

 Mi auguro, però, che da qui a fine anno questa commissione riesca ad espletare il proprio lavoro. Io prima, collega Pedà, non ho detto di essere convinto che non ci saranno nuovi ospedali in Calabria, ma parto da un assunto: l'ultimo ospedale costruito in Calabria è stato costruito il 1960 e ce lo ha il detto l'ingegnere a cui lei faceva riferimento prima.

Il sito di Vibo che ha avuto tutte quelle contraddizioni è stato identificato nel 2003 e non è una responsabilità politica di quella parte che governava nel 2003. Dicevo prima nel mio intervento che è necessaria un'attenta analisi del voto odierno. Già abbiamo tre astenuti, ritengo - non me ne voglia il collega Guccione perché, poi, ha autonomia per dirlo lui - che in Aula questo documento di economia e finanza, probabilmente, nel migliore dei casi, passerà con 15 voti, al di sotto della maggioranza più uno. Questa è la verità politica di questo centro sinistra. Per tutto questo la mia valutazione su questo documento di economia e finanza è assolutamente negativa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione, ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Non voglio sparare sulla Croce rossa, non mi interessa sparare sulla Croce rossa perché penso che in Calabria, ormai, siamo oltre questa esperienza regionale e quindi si deve costruire l'alternativa a questa esperienza regionale.

Mi sono fatto dare il DEFR dal collega Mirabello, che è presidente della Commissione, e a qualcuno crescerà il naso come Pinocchio. Riguardo l’Ospedale della sibaritide si dice che l'ultimazione dei lavori e l'installazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista, come si dice e come ho detto prima, ad aprile 2021, tra 28 mesi. Come io avevo detto, conoscendo bene lo stato dei lavori e la vicenda di Tecnis, tra 28 mesi a qualcuno crescerà un naso lunghissimo come Pinocchio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Ci sono i contratti, ti faccio mandare i contratti.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Sì, ho capito che ci sono i contratti ma non c'è scritto che ci sono i contratti. Approvando il DEFR, lei lo voterà, ha preso impegni che ad aprile 2021 consegnerà alla sibaritide l'ospedale completato con dentro l'apparecchiatura.

Lo so che a nessuno piace che gli cresca il naso come Pinocchio.

Anche sui rifiuti, Presidente, lei ha ricevuto una lettera il 23 di questo mese dal responsabile della Regione Calabria che si occupa dei rifiuti e lì ci sono scritte tutte le criticità e il rischio dell'emergenza rifiuti dei prossimi giorni. Questo testimonia il fallimento della sua programmazione sui rifiuti, lo dice un suo dirigente, Presidente, e su questo lei non deve mentire, deve portare a conoscenza di questo Consiglio regionale quello che le ha scritto un suo dirigente sui rifiuti. Per questo il DEFR è carta straccia e non può essere votato, quindi riconfermo il voto contrario.  

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLÒ Alessandro (Gruppo Misto)

Presidente, siamo veramente alle comiche. Qui abbiamo assistito ad un Consiglio regionale dove si certifica il fallimento di una maggioranza, ma lo si certifica soprattutto dalle dichiarazioni, dalle riflessioni e dalle osservazioni di chi ha partecipato ad una progettualità che oggi risulta essere un fallimento.

Presidente, lei non può richiamare la minoranza rispetto ad una attività di sindacato ispettivo che ha svolto con senso di responsabilità e oggi quel senso di responsabilità lo riscontriamo da pezzi della sua maggioranza che in Aula, in modo sonoro, boccia il suo operato. Presidente, lei deve prendere atto, oggi, del dato politico. Voto contro ma voto contro non solo per quello che ho sentito; voto contro perché sono convinto, lo diciamo e lo ridiciamo in tutte le salse, del fallimento di questa maggioranza in tutte le articolazioni.

È indecoroso, soprattutto, il metodo con il quale si è rivolto ai banchi dell'opposizione nonostante l'impegno profuso dal collega Orsomarso senza del quale il bilancio oggi non sarebbe arrivato in Aula, perché non avevate di numeri in Commissione e se non avete i numeri per la governance è chiaro che non potete andare avanti, rispetto a logiche non solo di produttività e di progettualità ma neppure di emergenza delle quali la Calabria ha bisogno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini, ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Intervengo soltanto per ricordare al presidente Oliverio che anche lui deve andare a studiare bene, a guardare bene le carte. È stato richiamato, per esempio, il mio ruolo di assessore in discontinuità per 5 anni; le volevo ricordare, presidente Oliverio, che durante il mio mandato, in quanto assessore di un progetto politico, che era quello dell’allora presidente Scopelliti, nel campo del personale ho stabilizzato 100 giovani laureati, ho fatto l'unica riforma seria e me ne ha dato atto anche l'ex vicepresidente, eletto deputato, Viscomi, che ha definito quella riforma “storica”.

La Calabria era l'unica regione d'Italia, l'unica pubblica amministrazione che aveva tre fasce dirigenziali e noi le abbiamo riportate correttamente a due; abbiamo stabilizzato, full time, tutti gli lsu-lpu; abbiamo stabilizzato i dipendenti dell'organo di controllo, l'Audit, che erano assunti a tempo determinato; abbiamo dato alla Regione Calabria un organo indispensabile ai fini della spesa Europea, del controllo della spesa Europea: l’Audit. Non abbiamo fatto, sicuramente, ricorso agli esterni, come ha fatto qualcuno, non abbiamo, nemmeno, dato spazio alle short-list che vediamo proliferare e diventare titoli per avere riserve da inserire nei concorsi di assunzione che poi si fanno. Vedi Arcea.

Lei è venuto qua all'inizio di legislatura e ha, soltanto, ricordato che i guai della Calabria erano da addebitare ai suoi predecessori. La Cittadella dove lei si è seduto - non ha avuto nemmeno il pudore di chiamare Scopelliti nel momento in cui è stata inaugurata - è stata voluta esclusivamente dal presidente Scopelliti perché c’era solo un cantiere con 4 ferri, due operai, un procedimento penale, 10.000 riserve e un progetto che era stato affossato in maniera scientifica.

Abbiamo la Cittadella regionale per il presidente Scopelliti! Se lo ricordi. Lei è arrivato e l'ha trovata completata, si è insediato, si è preso pure i meriti e, anche in maniera irrispettosa, l’ha inaugurata col Presidente della Repubblica. Per queste ragioni è impensabile dare un minimo di fiducia per quest'altro anno di legislatura. Il mio voto è negativo, è un voto contrario, poi se avete la maggioranza…perché abbiamo un altro problema, dobbiamo capire se avete o meno la maggioranza.

 Vorrei sapere, in un momento come questo, quanti siamo disponibili a stare in Aula, perché dobbiamo capire se avete la maggioranza o se alcuni consiglieri regionali della vostra maggioranza che hanno fatto dichiarazione di voto se ne stanno andando. Vogliamo capire se restano al momento del voto oppure se hanno già deciso di andare via, perché in base a questo dobbiamo fare un ragionamento e decidere se abbandonare l’Aula o se dobbiamo, ancora una volta, essere quelli che, come è successo in altre sedute, continuano a dare una speranza ai calabresi che aspettano questa manovra finanziaria.

PRESIDENTE

La prego però, rispetto alla seconda richiesta, di avvicinarsi al tavolo della presidenza essendo lei Segretario questore. Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco, ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Grazie, Presidente. Devo dire che è stata una seduta di Consiglio estremamente interessante per le tante cose dette e per le tante cavolate che sono state, sin qui, espresse in modo anche chiaro. Faccio due riferimenti: quando si parla di emigrazione, quando si parla di cittadini che sono andati via - lo dico al consigliere Tallini che avendo molto più esperienza di me dovrebbe avere più senso delle istituzioni ed evitare tanta ilarità, questo non è un circo, forse è abituato ad altro, ma questo è un civico consesso - i dati degli iscritti all'AIRE per la Calabria nel 2017 hanno significato un incremento di 5.221 a fronte della Lombardia di circa 23 mila, sono dati non sono numeri o previsioni statistiche, sono dati e su questi dati bisogna lavorare e valutare.

L'ultima considerazione, lo dico al consigliere Nicolò, finiamola di dire “la maggioranza non ha i numeri”, quando la maggioranza non avrà i numeri andrà a casa, il presidente Olivero l'ha detto non una sola volta, molte volte. Rimando a voi, caro consigliere Nicolò, avete l'istituto della mozione di sfiducia. Presentate una mozione sfiducia e mandate questa maggioranza a casa, poi vedremo chi avrà i numeri, se li avete voi o li abbiamo noi.

 Le sfide sono queste al di là delle chiacchiere fatte quando dite “abbiamo garantito il numero alla Commissione”. Finitela! Questo significa essere puerili! Quando non avremo i numeri andremo via! Voi dovete avere la forza, il coraggio di presentare una mozione di sfiducia documentata su fatti circostanziati e non su chiacchere come sin qui è stato fatto. Grazie

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, credo che l’avvocato d’ufficio di turno in Aula, il collega Greco, l'unico avvocato d'ufficio di turno in Aula, abbia un po' scantonato. Collega, noi facciamo i nostri interventi, diciamo le cose che sentiamo di dire, che siamo capaci di dire ma non le puoi definire cavolate, devi avere rispetto delle prerogative dell'opposizione come noi rispettiamo le prerogative della maggioranza. Capisco che oggi ti è stato affidato il ruolo di avvocato d'ufficio d’Aula perché sei l'unico che ha difeso questo inconcludente governo regionale, ma non puoi scantonare.

Il Presidente ha concluso il suo intervento dicendo che abbiamo imboccato la strada giusta. Credo, colleghi consiglieri, che il presidente Oliverio non viva in Calabria perché nel momento in cui ci dichiara che abbiamo imboccato la strada giusta, scusatemi, credo faccia finta di non capire quello che sta succedendo in Calabria, perché, obiettivamente, il disastro generale che abbiamo enumerato in ogni settore è un disastro sotto gli occhi di tutti; un disastro che soprattutto sta arrivando anche in questa Aula e del quale sono consapevoli tutti i consiglieri regionali.

Se il consigliere Guccione in altre circostanze ha votato contro - quindi non è una novità - la novità politica di oggi è che i consiglieri Scalzo, fedelissimo del Presidente della prima ora, Neri e Sergio, oggi ci dichiarano che il fallimento non è solo visto da questa minoranza e dai calabresi, ma è un fallimento che comincia ad essere chiaro nella maggioranza. Credo che se, oggi, gli astenuti abbandonassero l'Aula non ci sarebbero i numeri per approvare questo documento e credo che questo sia il segnale politico importante di questa giornata. Poi, per il resto, sulle mistificazioni, sui fallimenti possiamo ragionare anche fino a domani.

Le ha detto il collega Tallini che gli ospedali li ha voluti qualche altro, lei non è in grado di iniziare nemmeno i lavori; la Cittadella l'ha voluta qualche altro, i precari non li abbiamo voluti noi, perché noi non abbiamo inserito precari nella pubblica amministrazione nella passata legislatura. Comunque non possiamo parlare del passato, il passato è stato bocciato dai calabresi e non possiamo parlare del passato. Lei è, ormai da quattro anni, il Presidente della Giunta regionale e oggi, poiché, Presidente, non ha fatto parlare nemmeno l'assessore al bilancio, non ha parlato nessun consigliere regionale.

Lei è un uomo solo al comando e ha risposto perfino sulle questioni del turismo perché ha avuto, in questi anni, tutte le deleghe del Governo regionale. È il suo fallimento, Presidente, ed è un fallimento che coinvolge anche la sua maggioranza che in questi anni, fino ad oggi, forse troppo inconsapevolmente, l'ha seguita, ma da oggi sta cambiando il vento.

PRESIDENTE

Passiamo quindi alla votazione del provvedimento per alzata di mano.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Chiedo che si voti per appello nominale.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Tallini, faccia la chiama

TALLINI Domenico, segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 26 consiglieri.

 

(Hanno votato sì: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, Ciconte, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Greco, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco.

Hanno votato no: Esposito, Gallo, Guccione, Nicolò, Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Tallini.

Astenuti: Scalzo, Sergio).

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in allegato)

Proposta di legge numero 341/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2017”

PRESIDENTE

Il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe, (Partito Democratico) relatore

Signor Presidente, su questa proposta di legge il Collegio dei Revisori dei conti ha espresso parere favorevole, con verbale numero 207 del 29 giugno 2018, e il documento contabile in oggetto è stato approvato con la delibera della Giunta regionale numero 153 il 26 aprile 2018 e trasmesso, prima della definitiva approvazione, alla sezione regionale della Corte dei conti per la relativa verifica. Il risultato di amministrazione dell'esercizio finanziario 2017 viene determinato in euro 988.000,00. Il rendiconto è un documento contabile che mostra i risultati ottenuti da tutte le operazioni di gestione compiute in un determinato esercizio ed è redatto secondo nuovi schemi. Si compone di tre documenti che sono il conto di bilancio, il conto economico e lo stato patrimoniale. Nel conto di bilancio si mostrano i risultati finali della gestione finanziaria rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione.

Il conto economico mostra le componenti positive e negative della gestione di competenza economica; lo stato patrimoniale rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio. Nella corposa relazione generale introduttiva del provvedimento è rappresentata la situazione finanziaria di questa Regione. Ciò premesso, pongo all'Aula l'esame del provvedimento.

PRESIDENTE

Se non ci altri interventi passiamo alla votazione articolo per articolo.

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Articolo 10

(È approvato)

 

Articolo 11

(È approvato)

 

Articolo 12

(È approvato)

 

Articolo 13

(È approvato)

 

Articolo 14

(È approvato)

 

Articolo 15

(È approvato)

 

Procediamo alla votazione della legge nel suo complesso unitamente ai relativi allegati con autorizzazione al coordinamento formale, prendendo, altresì, atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei Conti.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Proposta di legge numero 382/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2018-2020”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 382/10^ d'iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni dal 2018 al 2020”.

Il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe relatore

Con questo provvedimento, che consegue all'approvazione del rendiconto consuntivo dell'anno 2017, sono state determinate le definitive risultanze contabili. In particolare la manovra di assestamento ammonta complessivamente a 24,9 milioni di euro ed è finanziata con 11,8 milioni di maggiori entrate e 13,1 milioni di minori spese. L'importo di 11,8 milioni di euro deriva dalle maggiori entrate registrate a titolo di rimborso di somme per mutui contratti con gli enti locali  che sono scaduti e non somministrati; 7,5 milioni di euro derivano dal trasferimento da parte dello Stato per il mancato gettito dell'IRAP, derivante dalla riduzione del costo del lavoro relativa alla quota sanità; 1,9 milioni di euro da maggiori riscossioni per entrate non inizialmente previste; euro 320.000 dal canone versato da SORICAL; un milione e mezzo di euro in attuazione dell'accordo integrativo del 20 maggio 2004. Oltre a questo importo di euro 11,8 milioni di euro si deve aggiungere la somma di 13,1 milioni di euro derivanti da riduzione di stanziamenti inizialmente previsti nel bilancio.

La scelta effettuata dalla Giunta è stata quella di destinare tali risorse in via prioritaria alla copertura di spese di carattere obbligatorio. In particolare  gli incrementi di stanziamento hanno riguardato, in via principale, il fondo necessario a garantire la copertura e la spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento per 18 milioni di euro, il fondo necessario per garantire la copertura degli oneri da contenzioso per 4,3 milioni di euro, alcuni trasferimenti agli enti strumentali della Regione per un importo complessivo di 5,1 milioni di euro, alcuni trasferimenti a SORICAL per somme dovute in relazione all'IVA pagata alla stessa società a fronte di contributo pubblico per la fornitura idrica, al campo profughi di San Ferdinando per un importo complessivo di 2,25 milioni di euro, la copertura delle perdite di società regionali per un importo complessivo di un milione di euro, il riversamento allo Stato della tassa automobilistica derivante dalla regolazione finanziaria del maggior gettito dell'anno 2014, per un importo complessivo pari a circa 4,4 milioni di euro, le spese per la manutenzione della rete pluviometrica 631.000 euro.

Il progetto di legge si compone di 8 articoli nei quali viene dettagliata la manovra di assestamento. Sul provvedimento il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole con il verbale numero 230 del 26 novembre 2018, hanno partecipato ai lavori della Commissione l’assessore al bilancio, dottoressa Fragomeni, il direttore generale del bilancio, dottor De Cello, la dirigente del Settore bilancio, dottoressa Bonaiuto. A questo punto si sottopone all'Aula il documento contabile.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi passiamo alla votazione del provvedimento.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Volevo, intanto, un chiarimento e cioè se mi specificate, società per società, gli enti strumentali che hanno beneficiato dei trasferimenti.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Cosa vuole sapere, scusi?

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

A quali società e a quali enti sono destinati, mi pare che abbia detto, 5 milioni di euro. Quali sono gli enti?

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Un attimo, li recupero dalla delibera, nessuna difficoltà, basta prendere la delibera.

PRESIDENTE

Tra l'altro la delibera l’avete già in cartella. Prego, assessore.

FRAGOMENI Mariateresa, assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Gli enti strumentali prevedono un importo complessivo di 5,1 milioni di euro circa e sono destinati: a Calabria Verde, per il trattamento economico del personale dei presidi idraulici (euro 3 milioni e mezzo); alle Comunità montane (euro 805 mila) ed ex ARSSA trasferita all'Azienda per effetto delle leggi regionali numero 31/2009, 8/2010 e 66/2012 (euro 100 mila); ad Azienda Calabria lavoro, per il mancato impegno del 2017 (l'importo di 400 mila euro destinato alle spese di funzionamento); ad Arsac per la copertura del maggiore fabbisogno per le spese di personale  (l'importo di 1 milione di euro).

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Signor Presidente, ho chiesto la specifica delle varie somme destinate agli Enti perché volevo arrivare al fatto che, di questi 5 milioni, 3 milioni e mezzo saranno destinati a Calabria Verde.

Senza questi soldi – mi corregga se sbaglio, signora assessore – i dipendenti di questo Ente non potranno avere le spettanze del mese di novembre. Giusto? Mi segue? Dico correttamente.

Era necessario aspettare l’assestamento di bilancio per organizzare le spese correnti che, comunque, per il personale di Calabria Verde sono abbastanza prevedibili?

Vorrei che ci fosse maggiore attenzione per questo ente e per gli altri perché, come ho già detto, avevo presentato una mozione per rivedere la contrattualistica in merito ad un tema importante come la sorveglianza idraulica; c'è grande attenzione sul dissesto idrogeologico e su quello che questa Azienda deve andare a garantire, che è la serenità dei cittadini calabresi; proprio in virtù di questo e degli altri enti – tra l'altro ci sono 600 mila euro anche per la rete pluviometrica – vorrei dichiarare il mio voto di astensione e non il voto contrario rispetto a questo provvedimento di bilancio, proprio per poter favorire l'opportunità e la possibilità a tutti questi lavoratori di poter avere le legittime spettanze.

Faccio anche presente, però, che vorrei che la mozione che ho presentato, ampliata, cambiata, implementata, come preferite, venga presa in considerazione rispetto alla sorveglianza idraulica perché è un tema attuale e oggi non possiamo fare a meno di questi lavoratori che non sono utilizzati al meglio e con le ore che potrebbero essere utilizzati proprio nei servizi di piena ed allerta.

PRESIDENTE

Grazie. Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione del provvedimento.

Ha chiesto di intervenire l’assessore Fragomeni. Prego, ne ha facoltà.

FRAGOMENI Mariateresa, assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Intervengo velocemente soltanto per chiarire un passaggio al consigliere Pedà: non si tratta di pagamenti degli stipendi del mese di novembre 2018, ma bensì di un debito non impegnato 2 anni fa, quindi una sorta di riallineamento.

Per quanto riguarda poi la tempistica dell'assestamento, ricordo che abbiamo dovuto aspettare il 22 novembre, il giorno della parifica.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati e prendendo atto, altresì, del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti, con autorizzazione al dipartimento bilancio ad apportare le modifiche necessarie al progetto di legge di assestamento, allegati tecnici compresi.

Il provvedimento, unitamente ai relativi allegati, è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo l’inserimento all'ordine dei lavori di un ordine del giorno sulla statalizzazione della SP 522.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Presidente, colleghi, chiedo che l'ordine del giorno del Consiglio termini qui e che si rinviino tutti i punti iscritti, tranne gli ordini del giorno che abbiamo inserito nel corso dei lavori odierni; proporrei di darli per letti, approvarli e rinviare la seduta.

PRESIDENTE

Gli ordini del giorno sono: quello appena richiesto dal consigliere Mirabello, quello presentato dai consiglieri Orsomarso e Aieta, quello presentato dal consigliere Gallo. 

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Chiedo scusa, c'è anche la proposta di provvedimento amministrativo che avevo presentato all’inizio e che riguarda un mero errore formale in merito alla modifica dei livelli minimi essenziali che ritengo urgente, per come richiesto dall’assessore.

PRESIDENTE

La proposta è già inserita all’ordine del giorno.

Sì, lo so assessore, è da discutere prima degli ordini del giorno ed ha natura meramente correttiva.

Discuteremo la proposta di provvedimento amministrativo inserita dal consigliere Bevacqua e successivamente gli ordini del giorno dei consiglieri Orsomarso e Aieta, Gallo, Mirabello e infine l’ordine del giorno di cui prego l'Aula di prendere atto e che, probabilmente, già avete visto perché l’abbiamo comunicato tramite posta elettronica.

Sostanzialmente, si tratta di un ordine del giorno sul Quadro finanziario pluriennale, sulla Politica di Coesione e sulla Politica agricola comune dell'Unione Europea 2021-2027, discusso e approvato all'unanimità dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome, che si è tenuta a Reggio Calabria in data 29 ottobre 2018, e che è in discussione in tutti i Consigli regionali d'Italia.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 246/10^ di iniziativa del consigliere Bevacqua, recante: “Modifiche alla deliberazione numero 347 del 16 novembre 2018 “Determinazione del livello dei servizi minimi (articolo 16 d.lgs 422/1997; articolo 5della legge regionale 35/2015) – Presa d’atto del raggiungimento dell’intesa con gli enti locali”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 246/10^ di modifica alla deliberazione numero 347/10^ del 16 novembre 2018.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua per illustrare il provvedimento.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

La presente proposta di provvedimento amministrativo intende sanare un mero errore materiale intervenuto nel calcolo aritmetico della vetustà dei mezzi di trasporto, riportato nel testo della deliberazione numero 347/10^ e avente ad oggetto la determinazione del livello dei servizi minimi del TPL (Trasporto pubblico locale).

Al paragrafo 6.4.2 del testo approvato, per il calcolo di ciascun operatore e di ciascuna categoria, l'età media calcolata, escludendo il 10 percento dei mezzi più vetusti, deve essere inferiore ai due terzi della durata della vita utile, così come definita al comma 4 dell'articolo 20 della legge regionale numero 35 del 31 dicembre 2015; il medesimo paragrafo prosegue concludendo che l'età media massima per il materiale rotabile ferroviario, tranviario e mezzi assimilabili, sia pari a 15 anni.

Orbene, considerato che il richiamato comma 4 dell'articolo 20 della legge regionale 2015, dispone che per il materiale rotabile ferroviario e tranviario, la durata della vita utile è stabilità in 30 anni, è chiaro che il valore esatto, due terzi, da inserire nel citato paragrafo 6.4.2 per quanto concerne il materiale rotabile ferroviario, tranviario e mezzi assimilati, è pari a vent'anni e non a 15, come erroneamente riportato.

Questa proposta di provvedimento amministrativo, quindi, mira a sanare questo errore materiale.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi?

Passiamo alla votazione del provvedimento illustrato dal consigliere Bevacqua.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Proposta di legge numero 339/10^ di iniziativa del consigliere Greco, recante: “Modifiche alla legge regionale 26 aprile 2018, n. 8 (Legge organica in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità)”

PRESIDENTE 

La proposta di legge che avevamo già inserito all'ordine del giorno è la numero 339/10^ di modifica della legge numero 8 del 26 aprile 2018: “Legge organica in materia di relazione tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità”.

Pongo in votazione gli articoli:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

(Interruzione)

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Chiedo scusa, c’era un accordo, abbiamo seguito quello che dice il capogruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

È stato chiesto, anche da parte della minoranza, di poter fare questa modifica che ha sostanzialmente natura di coordinamento formale solo su alcuni termini, non è di sostanza.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Cambia una data, ma era già stato approvato.

PRESIDENTE

Proseguiamo con la votazione degli articoli:

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso.

Il provvedimento è approvato a maggioranza con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 51 “sulla previsione di un fondo straordinario per intervento urgente a sostegno di famiglie e imprese per i danni subiti a causa del maltempo”

PRESIDENTE

Cedo la parola al consigliere Orsomarso che può illustrare l'ordine del giorno.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Si tratta di un ordine del giorno che avevo già annunciato e, salvo la mozione presentata dal collega Esposito che, ovviamente si ritiene assorbita e riguarda le abitazioni di Simeri Crichi, faccio mie anche le considerazioni del Presidente che, giustamente, mi chiedeva di lasciare indefinita la cifra di circa 3 milioni, perché recuperare risorse è sempre difficile e bisogna vedere se metterne in più o in meno rispetto alla disponibilità della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Cedo la parola al presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Vista la delicatezza del problema, accolgo la proposta del consigliere Orsomarso, pregandolo di evitare di inserire la cifra, anche perché in sede di discussione del bilancio, verificheremo, anche rispetto alle eventuali compatibilità, se fare di più o di meno.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Concordo – penso si possa fare in sede di coordinamento formale – di non indicare la cifra 3 milioni, lasciare il Fondo indefinito e, nel frattempo, reperire le risorse. 

PRESIDENTE

Benissimo. Pongo in votazione il provvedimento.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 52 “sulle prospettive dei tirocinanti presso gli uffici giudiziari della Calabria”

PRESIDENTE

Cedo la parola al consigliere Gallo, che può illustrare l’ordine del giorno.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Ho presentato questo ordine del giorno che riguarda le prospettive dei tirocinanti presso gli Uffici giudiziari calabresi.

Come ormai noto a tutti, oltre 600 tirocinanti calabresi sono impegnati presso il Ministero della Giustizia in un’attività di tirocinio finanziata dalla Regione Calabria con un progetto biennale.

C'è una contrarietà da parte del Ministero della giustizia rispetto alla proroga di questi progetti, con il rischio che oltre 600 famiglie calabresi e 600 lavoratori, si ritrovino domani a non poter volgere i tirocini per il secondo anno sguarnendo, peraltro, gli Uffici giudiziari calabresi per i quali stanno dimostrando di essere un valido aiuto.

Il Governo centrale e, soprattutto, il Ministero del lavoro a guida Di Maio, quindi a guida dei 5 Stelle, sta ostacolando questo processo.

Attraverso questo ordine del giorno, per il quale chiedo il voto unanime dell'Aula, dobbiamo dare forza al Presidente della Giunta regionale, affinché possa rappresentare le ragioni di questi lavoratori calabresi a Roma.

Credo che il Governo, che in questa vicenda non c'entra nulla, non possa ostacolare il cammino di questi lavoratori.

PRESIDENTE

Cedo la parola al presidente Oliverio. Prego.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Intervengo brevemente per informare il Consiglio regionale, prendendo spunto dall’ordine del giorno presentato dal consigliere Gallo, che trattasi di tirocinanti che, sulla base di un protocollo d'intesa che abbiamo sottoscritto con il Ministero della giustizia meno di 2 anni fa, vengono utilizzati negli Uffici della Giustizia.

Trascorso un anno da questa utilizzazione, c'era stata una obiezione da parte del Ministero circa la possibilità di rinnovare agli stessi soggetti il rapporto di tirocinio.

Chiaramente noi riteniamo di sì, perché questo non implica acquisizione di ulteriori diritti e, quindi, nel rapporto col Ministero della Giustizia, apertura di eventuali successivi problemi e contenziosi; abbiamo chiesto che si riveda questa posizione; devo dire che abbiamo interloquito anche con le strutture della Giustizia operanti in Calabria; c'è una interlocuzione tra le stesse strutture della Giustizia e il Ministero di grazia e giustizia; si sta riflettendo – questo è quello che abbiamo appreso in questi in questi giorni, perché stiamo seguendo questa problematica da vicino – per trovare una adeguata soluzione; mi è stato detto che, entro pochi giorni, ci sarà comunicato l'esito di questo approfondimento da parte del Ministero di grazia e giustizia, proprio al fine di evitare che si riapra l'iter con procedure selettive eccetera, che determinerebbero non solo un danno ai soggetti interessati, ma anche all'amministrazione della giustizia perché, chiaramente, questi giovani vengono utilizzati anche per lavori, nel corso dei tirocini, che consentono un servizio importante alle stesse strutture della Giustizia.

Siamo fiduciosi che la risposta sarà positiva.

Qualora non dovesse esserlo, mi auguro proprio di no, chiaramente saremmo costretti ad avviare un nuovo bando, ma siamo fiduciosi che ci possa essere una soluzione positiva perché non dipende da noi, come è stato evidenziato anche dal consigliere Gallo, ma esclusivamente dalle amministrazioni centrali dello Stato e, in questo caso, dal Ministero della Giustizia; dico “delle amministrazioni centrali dello Stato” perché, in una situazione analoga, si trovano coloro i quali vengono utilizzati nella scuola a supporto, anche con i tirocini, sono oltre 600 e nell'amministrazione dei beni culturali, dove altrettanti sono impegnati attraverso le Soprintendenze, sui siti archeologici, nel patrimonio culturale della Regione; complessivamente sono 2200 persone e, qualora il percorso si dovesse incagliare in queste osservazioni, sarebbe un danno più complessivo.

Ecco perché ho fiducia e sono sicuro che, alla fine, si sbloccherà positivamente entro pochi giorni. 

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Credo che l'Aula debba votare all'unanimità questo ordine del giorno perché dobbiamo prendere una posizione forte nei confronti di quello che da parte del Governo centrale e, soprattutto, da parte di un Ministero a guida 5 Stelle, si rivelerebbe uno scandalo nei confronti di queste famiglie.

Dobbiamo contrapporci perché l'Amministrazione ha assunto un impegno biennale e, anche per il principio di affidamento nei confronti della Pubblica amministrazione, non può mancare agli impegni nei confronti di questi lavoratori che, peraltro, come ricordava il Presidente, svolgono anche un servizio importante per il funzionamento degli Uffici giudiziari calabresi.

Ci auguriamo che anche attraverso questo voto, si fermi questa azione scandalosa da parte del Governo centrale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in allegato)

Ordine del giorno numero  53 di iniziativa del consigliere Mirabello “sulla statalizzazione della SP 522”

PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno a firma del consigliere Mirabello cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Si tratta di un ordine del giorno che, pur dando atto dell’importante lavoro svolto dall'assessore Musmanno e dal presidente Oliverio circa un anno e mezzo fa, con il tentativo di inserire la Strada provinciale 522, la cosiddetta “Strada del mare” che collega lo svincolo autostradale di Sant'Onofrio con la costa tirrenica vibonese, quindi con la Costa degli Dei, tenterà di sottrarre  alle competenze della Provincia questo tratto di strada, anche attraverso i Consigli comunali della Costa che si stanno convocando con un apposito punto all’ordine del giorno, e, quindi, di riproporre al Ministero la statalizzazione di questa strada, determinandone la competenza e la manutenzione da parte dell'Anas.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 54 “in merito alle Politiche di Coesione e alla PAC post 2020”

PRESIDENTE

Passiamo all’ultimo punto all'ordine dei lavori, l’ordine del giorno sul Quadro finanziario pluriennale, sulla Politica di Coesione e sulla politica agricola comune dell’Unione europea 2021-2027, che è stato proposto all'unanimità dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome che si è riunita a Reggio Calabria il 29 ottobre 2018.

Questo ordine del giorno è in discussione in tutti i Consigli regionali d'Italia.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

 

(Il Consiglio approva)

 (È riportato in allegato)

 

Avendo esaurito i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 18,01