X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 62
SEDUTA
Di GIOVEDì 29 NOVEMBRE 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
La
seduta inizia alle 12,40
Dà avvio ai lavori, invitando il
Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È
approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno di una proposta
di provvedimento amministrativo che mira a risanare un mero errore materiale
presente nella deliberazione numero 347/10^ del 16 novembre 2018, relativa alla
determinazione del livello dei servizi minimi in materia di trasporti.
L'assessore mi riferisce che si tratta di un errore.
Se gli uffici ci forniscono il riferimento, intanto,
recuperiamo la modifica da discutere.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, come già preannunciato al presidente Oliverio,
volevo chiedere ai colleghi se fosse possibile presentare un ordine del giorno
relativo alle vicende di queste ultime ore e ai danni del tempo che diventa
sempre più inclemente – al di là delle responsabilità di pubblica competenza
che sono sempre complesse, tra Regione, Provincia, Comuni e, soprattutto del
privato – da discutere e approvare insieme in coda ai lavori odierni; lo faremo
in Commissione bilancio insieme al collega Aieta con cui ho già parlato, per
provare ad istituire un fondo; conoscete bene le difficoltà di famiglie e
imprese nel complesso meccanismo che molto spesso esiste nel veder riconosciuto
lo stato di calamità dal Governo con i fondi alla Regione e, atteso che il
presidente Oliverio possa anche risponderci che in questa fase abbiamo anche
una soluzione, penso che la Regione Calabria, al di là che questo fondo possa
essere rimpinguato o meno anche con variazione di bilancio, possa consentire di
intervenire direttamente su casi straordinari e umani su cui poi, ovviamente,
in Commissione dovremo affidare alla Giunta regionale un Regolamento che
permetta di concedere questi contributi, perché è normale che si facciano i
dovuti accertamenti.
In sostanza, questo strumento consentirebbe al Consiglio
regionale della Calabria, al di là della Giunta, di poter recuperare, ove
possibile, risorse di 1, 2, 3 milioni di euro che molto spesso vengono allocate
– sono cifre indicative di cui ovviamente si dovrà discutere in Commissione
bilancio con il presidente Aieta – per poter tempestivamente intervenire su
questi drammi ormai ricorrenti.
Abbiamo visto i tifoni a Crotone, i danni alluvionali che
ieri hanno travolto 1000 capi di bestiame, automobili e intere case nella
Sibaritide e che, finanche sul Tirreno, hanno colpito la cittadina del
consigliere Aieta, Cetraro; anche lì, bisognerebbe modificare le leggi per
poter mettere paratie e frenare il mare.
Credo che, come Consiglio regionale, uno sforzo in più su
questa dinamica che colpisce sempre di più la Calabria dobbiamo provare a farlo
e avere il mandato di tutti su un provvedimento che insieme al consigliere
Aieta presenteremo in Commissione penso sia un segnale importante per la
Calabria. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo che dopo il primo punto all'ordine
del giorno, che riguarda il Documento di Economia e Finanza, siano inserite due
proposte di legge: la numero 341/10^ e la numero 382/10^, che riguardano
rispettivamente il Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2017
e l’assestamento di bilancio. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento di un punto all’ordine del
giorno che, come comunicato nella scorsa seduta di Consiglio regionale,
riguarda le prospettive dei tirocinanti presso gli Uffici giudiziari della
Calabria.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo che dopo la discussione del Documento di
Economia e Finanza venga inserita all’ordine del giorno la proposta di legge
numero 339/10^, già approvata in seconda Commissione, che modifica la legge regionale numero 8 del 2018.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento all'ordine del
giorno della proposta di legge numero 373/10^, che modifica la legge numero 9/2018,
la cosiddetta “Legge anti ‘ndrangheta”; sono quegli adempimenti che bisogna
fare e per cui ci sono state anche segnalazioni governative. Grazie.
Se siamo d'accordo, facciamo un voto unico sull'inserimento
delle proposte. Bene, l’inserimento è approvato. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Intervengo per esprimere il mio voto contrario
all’inserimento dei punti all’ordine giorno richiesti dal consigliere Aieta e
relativi al Rendiconto per l’esercizio finanziario 2017 ed all’assestamento di
bilancio; ritengo che, vista l’importanza, gli argomenti necessitino di essere
discussi preliminarmente in Conferenza dei capigruppo e non come pratica
aggiuntiva all’odierna seduta di Consiglio regionale.
Abbiamo già votato l'inserimento, consigliere Esposito.
Comunico il voto contrario del consigliere Esposito all’inserimento delle
proposte richieste dal consigliere Aieta.
Abbiamo inserito i progetti di legge richiesti dai consiglieri
Aieta, Greco e Bova; gli ordini del giorno dei consiglieri Gallo e di
discussione – possibilmente anche per arrivare a un testo – del consigliere
Orsomarso assieme al Presidente della seconda Commissione, da poter discutere
in coda ai lavori odierni.
Il primo punto all'ordine del giorno riguarda le proposte di
provvedimento amministrativo unificate, la numero 223/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione
Calabria per gli anni 2019-2021” e la numero 238/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza
della Regione Calabria per gli anni 2019-2021”.
Atteso che la proposta di provvedimento amministrativo
numero 238/10^ ripropone integralmente il contenuto della proposta numero
223/10^ con l'aggiunta degli aggiornamenti, resisi necessari a seguito
dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri della nota di
aggiornamento del DEFR, si dà atto che la proposta numero 238/10^ sarà il testo
base da sottoporre all'attenzione del Consiglio regionale che, per prassi,
pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
Cedo la parola al relatore, Aieta, che illustrerà il
provvedimento per poi procedere con il dibattito sul DEFR. Prego, consigliere
Aieta.
Signor Presidente, le proposte sono state unificate, atteso
che la nota di aggiornamento ricomprende l'intero Documento di Economia e
finanza, per come modificato, rendendolo così coerente con gli aggiornamenti
della Finanza pubblica nazionale.
La parte generale introduttiva descrive l'andamento
dell'economia della Regione e la situazione dei principali indicatori di
sviluppo socio-economico.
In essa si rappresentano una serie di dati che indicano che
la Calabria nell'ultimo triennio (2015-2017), pur in presenza di un deficit
strutturale con le regioni del Nord, ha registrato un'inversione di tendenza
rispetto ai dati negativi del periodo precedente.
Nel prossimo anno, l'ultimo dell'attuale Legislatura,
l'attività della Giunta è proiettata verso il completamento del programma
regionale e l'accelerazione della spesa delle risorse programmate e pianificate
che sono state tradotte in progetti, molti dei quali in corso di attuazione.
Per quanto concerne lo stato di attuazione del Por Calabria
FESR-FSE 2014-2020, con l'aggiornamento alla data del 12 ottobre 2018, il
sistema di monitoraggio regionale registrava un avanzamento complessivo pari al
36 percento della dotazione finanziaria assegnata al programma, in termini di
impegni assunti dai beneficiari e al 10 percento, in termini di pagamenti.
Nell'ambito dell'attuazione del programma, a giugno 2018,
sono stati pubblicati 42 avvisi pubblici per un importo superiore a 500 milioni
di euro, di cui 29 chiusi con graduatoria definitiva.
Con riferimento alle previsioni di spesa, con
l'aggiornamento al 31 luglio 2018, sono state certificate spese pari a 200
milioni di euro, di cui 190 a valere sulle azioni cofinanziate dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e
10 milioni di euro su quelle cofinanziate dal FSE (Fondo Sociale Europeo).
Le nuove disposizioni normative richiedono non solo di
rispettare le regole del pareggio di bilancio ma, dall'anno 2016, anche di
realizzare un “avanzo” o saldo di Finanza pubblica.
Per l'anno 2018, tale obiettivo per tutte le Regioni è pari
ad euro 2,3 miliardi (102 milioni di euro per la Regione Calabria).
Per quanto riguarda l'utilizzo dell'avanzo vincolato, sia
nel 2017 sia 2018, le Regioni hanno potuto utilizzare risorse finanziate con
l'avanzo solo in presenza di spazi finanziari, garantendo anche a preventivo di
rimanere nei limiti dei vincoli di Finanza pubblica già definiti.
Tuttavia, ciò si è dimostrato insufficiente, perché la
maggiore disponibilità di risorse autonome è stata destinata a coprire il
maggiore fabbisogno di spesa derivante da pignoramenti, debiti fuori bilancio e
accantonamenti vari.
Per quanto riguarda il 2019, lo scenario è cambiato.
In materia di utilizzo dell'avanzo è intervenuta la Corte
costituzionale che, con sentenza numero 101 del 2018, ha dichiarato
incostituzionale il blocco dell'avanzo di amministrazione e del Fondo
pluriennale vincolato degli Enti territoriali.
Conseguentemente, anche alla luce delle richieste delle
Regioni, nel disegno di legge di bilancio del Governo è stata inserita una
norma che interviene sull’utilizzo dell'avanzo (articolo 60), che ha risolto
definitivamente il problema, anche se, almeno per le Regioni, solo a partire
dal 2021.
Infine, la seconda Sezione si conclude con l'illustrazione
della situazione della Finanza regionale, attraverso l'ausilio di Tabelle.
Il paragrafo relativo alla salvaguardia degli equilibri di
bilancio descrive le possibilità di manovra per ridurre la forbice tra
fabbisogno ed entrate autonome, mediante l'adozione di una serie di misure da
adottare, senza ricorrere all’aumento della pressione fiscale.
Infatti, anche se dopo 3 anni di blocco il ricorso alla
fiscalità regionale è di nuovo possibile, la decisione del governo regionale
non prevede l'utilizzo di questo strumento, ritenendo che risulterebbe
oltremodo gravoso per il già debole tessuto economico regionale.
Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame del provvedimento
in oggetto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Siamo alla vigilia di un'approvazione, seppur in ritardo di
qualche settimana a causa delle fibrillazioni di questa maggioranza che marcava
assenze. Al di là di questo aspetto, provo a sottolineare in quest’Aula ciò che
ho già evidenziato in seconda Commissione all'assessore al bilancio e al
presidente Aieta con il mio voto contrario al Documento di Programmazione
Economica.
Penso, presidente Oliverio, e l'ho sempre fatto
prudenzialmente dalla data del suo insediamento e nel corso di questi mesi, che
ci sia stata poca prudenza nei suoi annunci, in particolare: sul provvedimento
Sismi.ca, che abbiamo votato insieme e che va riscritto perché è stato bocciato
dal Governo; sulle leggi che hanno riguardato i trasporti; sull'intervento che
ancora attendiamo sulla sanità; sull'intervento e sulle comunicazioni che
ancora attendiamo su Enti come Sorical e tutte le
altre Partecipate. – Posso anche comprendere perché, nella mia visione delle
cose, pur essendo un avversario politico leale, comprendo le difficoltà; come
ricordava anche il presidente Aieta, tutte le amministrazioni locali, a partite
dai Comuni, passando per le Province e, nondimeno, la Regione, hanno vissuto
una stagione dove non solo ci è toccato pagare debiti, finanche sul precariato
dove ci sarebbe tanto da dire e che non abbiamo prodotto né io, né lei, né
questa Legislatura o questo governo, però ci è toccato fare i conti in questi
anni con una serie di riduzioni, di giustapposizioni, con il dover partecipare
all'equilibrio complessivo del bilancio dello Stato, quindi anche con
l'armonizzazione dei nostri bilanci e con tutto quello che ci è piovuto addosso
dalla riforma del Titolo V della Costituzione in avanti. Mi riferisco al danno
più grande, quello della sanità regionale che non solo ha prodotto un deficit
di un miliardo e trecentomila euro, ma ci ha restituito soprattutto i Piani di
rientro dei vari commissari.
Mi preme sottolineare che abbiamo assistito a un congresso
quotidiano aperto del Partito Democratico sul tema della sanità, in questo
confronto-scontro con un commissario nominato dallo stesso Partito Democratico
e con le strutture da voi nominate dove – non soltanto detto da noi, ma anche
certificato dalla Corte dei conti che è sempre più solerte, ci aiuta e vi aiuta
ad accompagnare questa fase di riforma – abbiamo fatto passi indietro. A quello
servono i Piani di rientro, non a pagare i debiti di un miliardo e trecentomila
euro che la Calabria ha già pagato anche con una parte di Fondi FAS che
servivano allo sviluppo, ma ad evitare di produrne di ulteriori.
Anche su questo tema – tanta la mia onestà intellettuale –
so quante difficoltà abbia riscontrato anche il suo governo regionale. L’ho
fatto con una provocazione e lo ribadisco qui in quest'Aula: c’è uno Stato che
funziona sempre meno, dove non ci sono anticorpi quando sono bandite gare per
tre nuovi ospedali che servono a ridurre anche la migrazione sanitaria e,
quindi, a evitare lo sforamento del deficit che è passato dai 36 milioni,
l’avevamo ridotto negli anni passati, a circa 163 milioni. Mi rendo conto che,
ovviamente, non si è potuto costruire, non per colpa di questo governo
regionale, ma parliamo del periodo che va dal 2006 al 2018, perché vince una
gara un soggetto che non si sa se è fallito o se è infiltrato, che è il tema
centrale di uno Stato che deve mandare il Genio militare quando si programmano
opere su cui sono state impiegate risorse e invece non si riesce a mettere
neppure una pietra.
Rispetto a tutte queste difficoltà di contorno che sto
provando ad elencare in modo rapido, penso che l’atteggiamento di questo
governo regionale sia sbagliato, anche in quella breve ripresa – lo dicevo
all'assessore – anche quando la Calabria certifica una ripresa con qualche
segno più, il 2 o il 3 percento, vi è un atteggiamento sbagliato; al presidente
Oliverio lo dissi quando, al suo insediamento, annunciava trionfalmente numeri
sul Por, dove pure c'è stato uno sforzo, ma dove finanche la Corte dei conti ci
dice che siamo a una spesa minima.
La difficoltà c’è e dovrebbe essere umilmente assorbita,
anche come autocritica a vostra difesa perché, come ci suggeriva il direttore
del Dipartimento bilancio, De Cello, questo DEFR che è scritto da tecnici e
mette dentro anche i dati dello Svimez, fornisce
delle proiezioni e chi va al Consiglio regionale, vivaddio, al di là di leggere
il DEFR di questo governo regionale, dovrebbe comprendere dove va il mondo e
stimolare in termini di crescita i giusti investimenti.
In quest'anno che vi rimane – in quest'anno che le rimane,
Presidente – spero e mi auguro che possa cambiare il suo atteggiamento; un
atteggiamento che condanno e non condivido, che é
quello di dimostrare che lei ha soluzione per i mille problemi. Lo ha fatto con
i calabresi prima, durante e ci sta provando anche adesso.
Non è così, perché anche nel suo lavoro ravviso grandi
ritardi.
Ravviso un ritardo sulla chiusura di quelle partecipate che,
come sappiamo, hanno prodotto tanti danni e su cui ci doveva essere
un’accelerazione; sulla gestione della sanità; sugli investimenti utili e di
prospettiva sul turismo; tutta una serie di cose, per quanto ci riguarda non ci
sono dottor Jekyll e mister Hyde; non voleva
distruggere la Calabria Loiero, non la voleva distruggere Scopelliti, non la
vuole distruggere nemmeno Oliverio, ma si tratta di capire in quale misura, con
quanta capacità e con quale visione, i diversi governi si sono alternati e sono
stati incisivi.
Per tutte queste ragioni, mi sento di bocciare la proiezione
economica che porta anche il contributo del vostro lavoro.
Presidente, non v’è dubbio che ognuno di noi abbia visoni
diverse; c'è chi si è dato delle priorità ed io ritengo di criticare la vostra
impostazione culturale perché credo, immagino e spero che quando si voterà fra
un anno, un anno e mezzo, volendo essere alternativi rispetto a questo governo,
nel ritrovarci gli stessi problemi che oggi avete sul tappeto voi – l'ho detto
all'assessore e lo dico anche ai colleghi consiglieri – l'atteggiamento dovrà
essere culturalmente diverso, se vorrete – come abbiamo dimostrato in questi
anni – una minoranza o un'opposizione non strumentale, rispettosa. La stessa
che è venuta in soccorso anche riconoscendo i limiti. Dal vostro punto di vista
non ho sentito porre mai in nessun discorso che doveva e può essere ancora
diverso – per quanto oggi al Governo ci siano i giallo-verdi – un atteggiamento
di confronto che sia più incisivo con il Governo nazionale.
Non so se gli assessori, i tecnici o lei dobbiate essere più
presenti a Roma; non so se l'aspetto politico andasse pianificato rispetto a
tutta una serie di cose, dalle dighe agli investimenti sulla SS 106; ho visto –
e mi fa piacere – l'ennesimo annuncio che ha a che fare col DEFR perché, quando
sulla lunga percorrenza, che significa quella a riempimento, si annuncia una
nuova fermata e la si dà come cosa fatta – così come cosa fatta davate, quando
eravate all'opposizione, l'idea di fare un ulteriore aeroporto in questa
regione, quando non funzionano i 3 che ci sono – mi limito, ripeto, a dire con
fermezza, ma anche con grande rispetto della realtà, che qui abbiamo trovato
una maggioranza di lotta e di governo, quasi come se le urla e le scelte
mancate venissero sempre dalla stessa parte.
Chiudo l'intervento per dire che noi sappiamo che questa
terra ha, con gli atteggiamenti di alcune sue classi dirigenti che vanno dal
sindacato, dalla politica e dai dirigenti, grandi limiti e tanto da fare però,
nell'anno che rimane e che vi rimane, per lo meno, raccontare la verità ai
calabresi non significa dire che chi vi ha preceduto, chi verrà dopo di voi
siano stati tutti potenziali incapaci o delinquenti perché sono termini che non
abbiamo utilizzato e non utilizzeremo mai.
Il saldo maggiore è quello che la Corte dei conti certifica
nel dare la parifica a un bilancio – vivaddio, ringraziamo i tecnici come il
dottore De Cello che fanno un lavoro che è anche di resistenza molto spesso
alla politica – e la sanità certifica che anziché andare avanti siamo tornati
indietro.
Non vedo più Comitati, alimentati dai sindacati, a fare
proteste e non troverete questa minoranza per le strade a urlare o a fare
proteste, perché sappiamo bene che quello è ancora un cammino lungo che deve
essere percorso a mille allora, perché in sanità si risparmierà se ci saranno
gli ospedali nuovi e non è colpa neppure del presidente Oliverio se sugli
ospedali nuovi non è stata messa neppure una pietra.
Questo è mancato anche con il Governo nazionale, con un tema
che vede la politica in difficoltà in questa Regione; ho timore ogni volta che
mi occupo di un problema perché qui, lo sto ripetendo da un po' di tempo,
rischiamo di diventare tutti ‘ndranghetisti a
strascico quando si tratta di investimenti, che si possono programmare; però,
ogni giorno c'è sempre il rischio che ci siano infiltrazioni.
Serve, quindi, un ulteriore sforzo di questo Consiglio e del
governo regionale, per una maggiore interlocuzione con il Governo centrale e
con gli altri poteri dello Stato e meno presunzione o approssimazione nel dire
che siamo arrivati a salvare tutta una serie di cose dove, non so perché, è
evidente che c'è stata una crisi politica di questa maggioranza, che si
manifesta.
Potremmo parlare di Calabria Verde e di tutte le altre cose
che, più volte, abbiamo sollecitato.
Penso che il dovere morale, vostro che governate e anche
nostro, sia di impegnare questo anno a discutere di questi problemi.
Attendiamo – ribadisco – una relazione su Sorical che è importante, anche noi siamo per dire “acqua
pubblica”; sulla sanità; sul dissesto; tutte cose sulle quali ci avete
raccontato e continuate a raccontare.
Ai calabresi va raccontata la verità; anche i limiti che
riscontrate e su cui possiamo darvi una mano nel riconoscere le difficoltà
complessive.
Cominciate a raccontare la verità, non a dire che avete
fatto una rivoluzione, perché di questa rivoluzione, nei numeri di questo DEFR
e nella proiezione di questa Calabria, io continuo a non vedere traccia.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della
Giunta regionale, assessori, colleghi consiglieri, la discussione di oggi sulla
nota di aggiornamento al DEFR, rappresenta un punto di analisi fondamentale su
quanto fatto sino ad oggi e sul prosieguo della Legislatura guidata dal
presidente Oliverio.
Chi ha svolto, come me e come tanti altri colleghi, ruoli di
amministratore locale, sa bene che alcuni documenti programmatici sono da
considerarsi in tutto e per tutto come spartiacque di un’intera Legislatura,
sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista politico.
Da un punto di vista amministrativo, perché sta arrivando il
tempo di valutare gli effetti dell'azione di questa compagine governativa sulla
nostra Regione, sui territori, tra le comunità; da un punto di vista politico,
perché chiarirà una volta per tutte chi, all'interno del Consiglio regionale,
difende e chi si oppone alla visione che questa maggioranza ha espresso ed
esprime ancora oggi.
Visto che oggi, sebbene tutti qui siano tentati
dall'esprimere congetture stravaganti o rappresentare plasticamente i massimi
sistemi, si discute in una Assise qualificata e competente, ed io stesso ho
voluto lasciare agli atti una relazione scritta. ritengo che sia indispensabile
che ogni analisi parta da un'analisi reale e concreta dei dati economici e
strutturali; è stato chiaro il consigliere Orsomarso quando diceva che la
relazione di circa 998 pagine è stata scritta dai tecnici e, quindi, presuppone
una verità non politica, ma tecnica, amministrativa e contabile e, quindi, è
necessaria un'analisi reale e concreta dei dati economici e strutturali che ci
consegna questo DEFR, anche passando al vaglio, per molti versi, dello Svimez che, nel suo rapporto annuale, analizza l'andamento
degli indicatori socio-economici delle Regioni del Sud.
Voglio trattare 4 punti per poi arrivare a delle conclusioni
politiche.
Partiamo dai dati, perché questo Consiglio ha il dovere,
come diceva bene il presidente Aieta, di confrontarsi sui dati.
Il PIL (Prodotto
interno lordo) della Calabria è aumentato del 2.0 percento, il risultato
migliore di ogni altra regione del Sud e in linea con le regioni più dinamiche del
Nord ovest; questo è un dato.
Con il 2 percento, la Calabria è la regione che, nel 2017,
ha fatto segnare la più significativa accelerazione della crescita; più della
Sardegna (1.9 percento); più della Campania (1.8 percento).
Nel periodo 2015/2017, sono state soprattutto le costruzioni
a trainare la ripresa (+ 12 percento nel triennio), seguite dall’agricoltura (+
7.9 percento) e dall'industria in senso stretto (+ 6.9 percento); risultati non
eguagliati, almeno a partire dagli anni 2000.
Negli ultimi tre anni, caratterizzati da una crescita
ininterrotta del PIL, la regione ha recuperato oltre 4 punti percentuali dei 14
punti percentuali di PIL persi nel settennio di crisi 2008-2014.
Questi primi dati esprimono innanzitutto una tendenza o, per
meglio dire, un'inversione di tendenza rispetto ad un passato che ci vedeva a
crescita zero, ad inseguire il fallimento di una strategia economica dettata da
una pianificazione strategica centralista e che ignorava completamente le reali
esigenze dei territori.
La Calabria ha riacceso i motori; lo ha fatto partendo da
una situazione di abbandono, di recessione, di spreco; se oggi ad alcuni questi
risultati appaiono modesti, bisognerebbe tenere in debita considerazione il
fatto che questa Giunta regionale, guidata dal presidente Oliverio, e questo
Consiglio, che ha svolto pienamente il proprio ruolo, da una parte
programmavano le azioni per la crescita della Calabria e, dall'altra, si sono
viste costrette – per riprendere anche l'intervento del consigliere Orsomarso –
ad individuare soluzioni concrete per la copertura economica dei deficit delle
Partecipate, dei tanti debiti fuori bilancio e di tutte quelle situazioni
emergenziali che permeavano i meandri dei bilanci regionali per le cattive
gestioni e le mancate scelte che hanno preceduto quella attuale.
Mentre da una parte si programmava il POR 2014-2020,
dall'altra si tentava di mettere in ordine una programmazione portata alle
estreme conseguenze del fallimento – mi riferisco alla programmazione 2007-2013
– quando, ricordate tutti quanti, la necessità di fare e di utilizzare
all'ultimo minuto, borderline, i
progetti spoke.
Per essere chiari, sicuramente si poteva fare di più, ma
ignorare le condizioni di partenza ed estraniarsi dal contesto di riferimento, significa
distaccarsi dalla realtà e non essere obiettivi rispetto a un processo di
crescita che questo governo regionale è stato in grado di avviare, superando
anche i trend di altre Regioni che,
dall'estremo Nord al profondo Sud, partivano da condizioni profondamente
diverse e certamente migliori rispetto alla Calabria.
I numeri sono impeccabili: investimenti (+ 4.5 percento);
occupazione (+ 2.6 percento).
In un contesto di Sistema Paese vicino alla stagnazione nel
2017, la crescita degli investimenti in Calabria ha riguardato tutti i settori
dell'economia, con risultati importanti afferenti al settore dell'industria
dove, per la prima volta, si registra un dato (+ 8.9 percento); dei servizi (+
3.6 percento) e dell'agricoltura (+ 4.0 percento).
La Calabria, quindi, ha reagito con un effetto di rimbalzo
rispetto al passato, rilanciandosi con forza attraverso i Piani di investimento
che guardano concretamente alla crescita dei territori, puntando su settori che
nella prima decade del nuovo millennio hanno fatto segnare pesanti ribassi.
È un'inversione di tendenza significativa che dovremmo
comunicare meglio – probabilmente sì – che dovremmo condividere con la comunità
calabrese – probabilmente sì – perché la nostra regione è stata a lungo
fanalino di coda, incapace di proiettarsi sui mercati degli investimenti.
Gli effetti si registrano, ovviamente, anche in termini
occupazionali, con il numero degli occupati nella media del 2017, che in
Calabria è risultato pari a 537 mila unità, 14 mila unità in più rispetto
all'anno precedente, equivalente a un +2.6 percento, un saggio doppio di quello
rilevato nel resto del Paese; (+ 2.6 percento) la Calabria; +1.2 percento sia
nel Mezzogiorno sia nel resto del Paese.
Riprende finalmente a crescere anche l'occupazione giovanile;
dati importanti: fino a 34 anni (+ 4.9 percento) e la componente
ultracinquantenni (+ 4.1 percento, + 1.8 percento rispetto al 2016).
Si tratta di numeri che lasciano ben sperare ma che,
ovviamente, non sono sufficienti a superare la grave condizione in cui versano
alcune fasce di popolazione che da troppo tempo sono completamente escluse dal
mondo del lavoro e sulle quali non si può più intervenire esclusivamente con
misure puramente assistenziali, ma con la crescita e lo sviluppo.
Il PIL per abitante è risultato in Calabria pari a 17 mila
219 euro, aumentando del 3.7 percento rispetto all'anno precedente.
Su questo punto, ritengo sia necessaria una riflessione
particolare che attiene alle valutazioni che questo Consiglio dovrà essere
capace di fare, perché evidenzia un distacco enorme, seppur nel risultato
strabiliante raggiunto nel 2017 con il resto del Paese.
Senza esprimere posizioni parziali, che oltretutto non
appartengono al mio modo di vedere e di analizzare i fenomeni politici, ritengo
senza timore di essere smentito, che le politiche governative degli ultimi 30
anni per le Regioni del meridione siano state indirizzate sempre e comunque da
logiche centraliste e conservative; è mancata una reale analisi dei bisogni e
del potenziale delle regioni del Sud; si è preferito distribuire a pioggia,
attraverso provvedimenti per lo più assistenziali, una quantità di denaro che,
se indirizzata verso investimenti e crescita, avrebbe risollevato anche le
Regioni più povera e sperdute della terra.
Non ho neanche remora a dire che il distacco creato dalla
politica nazionale e dai tanti parlamentari che non sono stati in grado di
difendere e valorizzare il patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale,
storico ed enogastronomico della regione, preferendo a tutto questo trattative
su misure assistenziali che erano da considerarsi per lo più vere e proprie
mance elettorali, hanno creato un distacco e un divario che, ancora, nonostante
gli sforzi di questa Giunta regionale, permangono; si è voluto imporre per
decenni un modello di sviluppo nordista che ha offeso le vocazioni dei nostri
luoghi, attraverso emulazioni di modello di sviluppo che, senza creare un solo
posto di lavoro e senza generare un aumento dei redditi e conseguentemente dei
consumi, in realtà mal celavano speculazioni economiche, finanziarie ed
edilizie.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti; il reddito medio
pro capite della Calabria con un trend
di crescita rispetto al passato, notevole – e dico, notevole – è lontano da
quello del centro Nord:17 mila euro a fronte dei quasi 34 mila euro del centro
Nord, la dice lunga sulle politiche che negli anni passati sono state attuate.
Export 2017: (+ 12.9 percento); primo
semestre 2018 (+ 38.7 percento); sono dati, sono dati che vanno letti e analizzati
nella verità storica che da questo Consiglio regionale deve poter uscire.
La Calabria nel 2017 ha saputo cogliere le condizioni
favorevoli nei mercati internazionali, aumentando il volume delle proprie
esportazioni del 12.9 percento, un saggio inferiore tra tutte le Regioni
italiane solo a quelle di Sicilia e Sardegna, avvantaggiate dall'incremento in
valore delle vendite dei prodotti petroliferi raffinati.
Per ciò che concerne, invece, il primo semestre 2018 – e
questo è un dato che va a letto in tutta la sua dimensione e la sua imponenza –
la Calabria è la regione più dinamica del Paese, facendo segnare una crescita
del 38.7 percento, seguita dal Molise, dal Friuli Venezia Giulia e dalla
Sicilia; in termini assoluti, fa un ottimo balzo, passando da un fatturato di
euro 210 milioni del 2017 ai 292 milioni di euro del 2018.
Anche qui non si può gridare al miracolo perché siamo
certamente lontani dai dati che la Calabria può e deve ottenere, ma io ricordo
che, a fine 2014, in una relazione che io stesso feci sull’export, la Calabria aveva una percentuale di esportazione che non
arrivava neancheall’1 percento, per essere precisi arrivava allo 0.9 percento.
Qui interessa portare
un contributo relativo alle azioni che sono state e che ancora continuano ad
essere messe in campo in ragione di una strategia che ha privilegiato gli
incontri della domanda con l'offerta, con le Camere di commercio, con i tanti
calabresi nel mondo e, soprattutto, aperto un tavolo di discussione con il
mercato internazionale.
Oltre alle forme di
intervento di questi ultimi tempi, la Giunta regionale ha fatto un grande
investimento con le Camere di commercio, finanziando un progetto molto, molto
importante con le Camere commercio estero, utilizzando anche la Consulta dei
calabresi nel mondo.
Dobbiamo fare
un’analisi molto approfondita su questo settore perché nell'ultimo rapporto
dell’ICE si segnala in Calabria la presenza di oltre 1500 operatori impegnati
nelle attività di esportazione. Un numero importante che sta a significare che
l’iniziativa imprenditoriale esiste; il problema è che ancora i risultati sono
modesti ed è su queste iniziative che deve concentrarsi l'azione della Giunta,
del Consiglio regionale. Il fatturato ancora è distante da quello medio delle
imprese dello stesso Mezzogiorno.
Quinto punto. È un
punto estremamente importante che è rappresentato bene nel DEFR.
Il DEFR è un
documento che va letto in modo approfondito e rigoroso, capisco che sono 980
pagine e che sono tantissime, ma chi svolge un ruolo come il nostro, deve poter
approfondire raffrontando i quattro anni di legislatura con le previsioni per
l’ultimo anno.
Il dramma del
commissariamento sulla sanità in Calabria. La sanità rappresenta l'anello più
debole della nostra regione, il motivo per il quale buttiamo dalla finestra
904.000 euro al giorno di emigrazione sanitaria in quelle branche che, dalle
nostre parti, non si guadagnano la fiducia degli ammalati.
Hanno fallito tutti
nelle scelte e nella programmazione degli anni passati, questo si è tradotto nell’accumulo
di un debito di circa 2 miliardi che stiamo ripagando - come è stato
esplicitato in modo chiaro nel DEFR - con mutui trentennali che ci costano un
occhio e che sottraggono al bilancio regionale ingenti somme che potrebbero
essere destinate a ricostruire la Calabria.
La gestione
commissariale che pare essere giunta a termine solo negli annunci e non nei
fatti, con atteggiamenti arroganti e provocatori, senza alcuna possibilità di
dialogo e confronto, ha, di fatto, scavalcato la massima Assise regionale.
Un problema senza
dubbio atavico, una gestione per anni mal condotta da una Regione incapace di
programmare l’intervento e governare la spesa relativa.
Il Sistema sanitario
regionale è diventato tanto inutile quanto pericoloso, esistente solo sulla
carta, affatto garante dell'offerta sanitaria.
La tutela della
salute in Calabria è un diritto trascurato, non esigibile e del tutto
sconosciuto nelle vaste aree di periferia.
La gestione illogica e
razionale dei commissari nominati dal Governo centrale, in una logica tutta
colonizzatrice, non è neanche minimamente vicino e coerente con gli obiettivi
fissati dal Piano di rientro della sanità calabrese.
Una sanità malata che
certo non ha trovato alcun giovamento da un commissariamento che si è limitato
ad affrontare il problema con calcolatrice rotta in mano, pervenendo, ad
esempio, alla bonifica dei conti di esercizio esclusivamente attraverso
risparmi derivanti dal personale andato in pensione naturalmente.
Non in ultimo, i
presidi sanitari calabresi, molti dei quali a rischio chiusura, hanno bisogno
della mano d'opera professionale per assicurare i LEA.
Un’irresponsabile
tolleranza del Governo Centrale ha consentito l'arretramento dei Lea sino alla scomparsa,
con i calabresi costretti a “guadagnare” un’assistenza sanitaria dignitosa
altrove con conseguente aggravio di 300 milioni all'anno di mobilità passiva.
I vari preposti,
infatti, hanno lavorato assecondando pedissequamente le direttive dei mentori
politici che ne avevano patrocinato la nomina governativa, al fine di
consentire speculazioni nella sanità calabrese.
Un deficit di governo
della salute che ha portato a sottrarre ai diretti rappresentanti della volontà
popolare la capacità di incidere favorevolmente, anche nel senso di imporre la
presenza delle strutture sanitarie dove indispensabili.
La sintesi è chiara
ed è sotto gli occhi di tutti, la gestione della sanità calabrese non può più
essere lasciata a burocrati che agiscono unicamente con obiettivi
ragionieristici - non conoscendo per nulla i territori -, del tutto
incompatibili con la regione che sono stati dei mandati a gestire.
Come più volte
sostenuto, gridato e anche ratificato in una seduta il Consiglio regionale, è
giunto il momento che la sanità torni nelle mani del suo legittimo
proprietario, la Regione, e che il quadro della rete ospedaliera venga
ridisegnato affidando alla politica questo compito.
Giunta, consiglieri
regionali e sindaci di concerto e con il supporto, anche, di chi vive tutti i
giorni la drammaticità della situazione, operatori sanitari, associazioni e
semplici cittadini, trovino una soluzione adeguata ed equa per ogni territorio
e ogni struttura sanitaria, penalizzati e fortemente compromessi da decreti e
da questo scellerato commissariamento.
Mi avvio alla
conclusione evidenziando che i dati, le analisi rigorose sono le uniche verità
che devono appartenere a questo civico consesso e devono appartenere al popolo
calabrese.
La guida del
presidente Oliverio ha sancito l’instaurazione di un metodo politico nuovo,
chiaro ed evidente a tutti: dopo un'analisi attenta e meticolosa - nella
concezione più alta della politica - delle condizioni di partenza, si è avviata
un'attività di programmazione ad ampio raggio in grado di sortire effetti sul
medio-lungo termine. Solo oggi cominciamo a vedere i risultati.
Siamo passati così da
gestioni improvvisate e tendenti al superamento delle emergenze ad una
programmazione in grado di prevedere e anticipare gli eventi e determinarne gli
esiti.
I risultati raggiunti
dalla nostra regione, in termini di crescita, testimoniano questo lavoro e su questo inizia - devo dire è già iniziata -, nelle
pubbliche piazze e nei luoghi non collegati alla politica, la campagna
elettorale e la divisione di sorta tra Guelfi e Ghibellini, di chi sta da una
parte e chi sta dall'altra.
Attraverso questo
DEFR - che io spero sia oggetto di una analisi approfondita da parte di tutti -
si è avviata e si è certificata la rinascita di una regione che per troppo tempo
è stata individuata come palla al piede del sud del Paese.
L’auspicio è che
nella manovra del Governo centrale siano presenti provvedimenti in grado di
dare continuità al lavoro avviato e che, soprattutto nella sanità, si facciano
delle scelte in controtendenza. Sta a noi consiglieri - e chiudo -, sta a
questo civico consesso dare ancor di più autorevolezza e slancio al lavoro
della Giunta e del presidente Oliverio, attraverso delle valutazioni di merito
e la conquista di quel grado di autonomia di pensiero e di azione che questo
Consiglio deve avere.
Deve iniziare da
un'analisi molto seria, fatta dai dirigenti, dalla politica, su dati numerici e
non su valutazioni politiche, l’ultimo anno di legislatura che dovrà essere
foriero di un’attività che miri a riconquistare, soprattutto agli occhi del
Governo centrale, una posizione di forza, di grande dignità.
Passerà, cari amici,
anche “l'ubriacatura” di quanti sono stati “folgorati” sulla strada del Governo
giallo-verde e passata questa “ubriacatura” si ritornerà alla politica.
È troppo facile dire:
“dobbiamo puntare sulla Zes”, quando poi la via della
seta passa dal porto di Trieste fino ad arrivare a Genova. È troppo facile
dire: “dobbiamo garantire i trasporti al Sud” - e mi riferisco a questo Governo
giallo verde - quando poi abbiamo 87 Frecce rosse che da Milano arrivano a Roma
e 0 Frecce rosse che da Roma arrivano a Reggio Calabria. È troppo facile dire
dal Governo centrale: “dobbiamo conquistare le aree più periferiche del Paese”,
quando il loro interesse è solo quello…
Caro presidente
Oliverio, ti ha sempre contraddistinto la grande autonomia di pensiero - anche
quando al Governo c'erano amici tuoi e di questa Giunta regionale - e le
battaglie fatte in ragione di un solo nome, il nome della Calabria, ancora di
più queste battaglie devono essere il baluardo di questo Consiglio regionale
per rafforzare l'orgoglio di appartenenza al popolo calabrese, ad una comunità
che ha saputo scrivere pagine importanti nel mondo. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Vincenzo Ciconte
Grazie, consigliere
Greco. Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Innanzitutto, penso
che non possiamo non tenere conto del contesto in cui si svolge oggi il
Consiglio regionale: abbiamo una Calabria in ginocchio per il dissesto
idrogeologico, per il maltempo che ha segnato fortemente - non solo
l’agricoltura - interi territori che si trovano in difficoltà drammatiche per
le numerose frane e esondazioni. Di nuovo, un polo che ci invidia tutto il
mondo, quello degli scavi di Sibari, vive l'incubo delle inondazioni.
Proprio in questo
momento gli lsu-lpu hanno bloccato la strada statale
106 nella parte alta della Calabria, nella provincia di Cosenza, per mettere in
evidenza il problema della stabilizzazione lavorativa del loro percorso che è
durato tre anni.
Chi, come me, ha
percorso oggi l'autostrada A2 non ha potuto non notare che ancora è un vero e
proprio incubo. Si era detto che era stata terminata e
qualcuno ha anche brindato con l'allora Presidente del Consiglio, ma ad oggi
arrivare a Reggio Calabria da Cosenza è un vero e proprio incubo.
Questo è brevemente
il panorama, io non voglio mettere in discussione i dati, anche se ci sono ulteriori
dati che dicono che la Calabria crescerà dello 0,62 percento nei prossimi 5
anni e, quindi, sarà l'ultima regione in rapporto alla crescita e il divario
tra Nord e Sud aumenterà in modo spaventoso.
Voglio parlare del
porto di Gioia Tauro, l'avevamo messo al centro del nostro programma, noi non
possiamo non partire dal polo più importante per lo sviluppo della regione.
Gioia Tauro nel 2008
movimentava 3.500.000 containers, era il primo porto del Mediterraneo e voglio
ricordare a tutti quanti noi che, con fondali profondi 18 metri, poteva
ospitare contemporaneamente tre mega navi.
Dal 2008 ad oggi,
questi dati sono del 2017, Gioia Tauro ha perso il primato nel Mediterraneo ed
anche in Italia, i containers sono passati da tre milioni e mezzo a due milioni
e mezzo, un milione di containers in meno! Con la conseguenza che tutti i
giorni leggiamo sui giornali di proteste e licenziamenti al porto di Gioia
Tauro.
Gioia Tauro, nel
nostro programma, doveva essere l'architrave dello sviluppo della nostra regione,
oggi - nonostante abbiamo governato quattro anni - è in una profonda crisi. Di Zes (Zona economica
speciale) non si parla più, è stata presentata alla Regione ad aprile, è
stata approvata, poi, formalmente dal Consiglio dei Ministri, oggi questa
questione sembra essere scomparsa dall'agenda politica
È il Governo giallo
verde che non vuole la Zes in Calabria? Lo
smembramento dell'autorità portuale crea problemi? Beh, penso che girando solo
intorno alla questione della sanità, senza avere un movimento e senza aprire
una vera vertenza col Governo nazionale, si rischi di fare il gioco di chi
vuole affossare Gioia Tauro. Si può anche essere animati di buone intenzioni,
però vi è il rischio che il porto di Gioia Tauro sia definitivamente
marginalizzato.
Vogliamo aprire un
confronto col Governo Nazionale? Creiamo un movimento, non solo istituzionale,
per il rilancio del porto di Gioia Tauro, senza che nessuno di noi metta la
propria maglietta. Non possiamo solo smuovere il problema, mettere una
parentesi e passare oltre.
Così non va, anche
perché se non si sviluppa Gioia Tauro, il suo porto, la Calabria è destinata ad
avere un mercato economico marginale. Il nostro vero punto di forza è quel
porto, dal punto di vista economico e dal punto di vista politico.
Ho letto il DEFR, le
questioni economiche sono – diciamo - opinabili, ognuno i dati li interpreta.
Come diceva Trilussa: in Italia si mangia 1 pollo a testa, io non mangio pollo.
Chi mangia il mio?
I dati sono così,
però se andiamo a vedere la vita materiale dei calabresi, corrisponde alle cose
che sono scritte nel DEFR? Credo di no.
Nel DEFR ci sono cose
macroscopiche, se andate a vedere il paragrafo sul nuovo ospedale della
sibaritide – sentite - si dice che entrerà in funzione ad aprile 2021. Ad
aprile 2021!!! Entro 140 giorni dovevano finire i lavori di sbancamento e
recinzione, è passato un anno e ancora non li hanno finiti. Abbiamo il problema
di come l'impresa deve costruire, è in un'impresa in una situazione di pre-fallimento e non sappiamo se quell'impresa è in grado
di fare… e nel DEFR si dice aprile 2021!
Ma il caso più
emblematico è quello dell’ospedale di Vibo Valentia, addirittura si dice che
l'ultimazione dei lavori è prevista a gennaio 2019. Nel DEFR c'è scritto eh?!
Mi pare che manchi qualche mese a gennaio 2019! Come si fa a scrivere nel DEFR
che l'ospedale di Vibo sarà consegnato a gennaio 2019?
Come è possibile che
rispetto a questioni serie - è un documento che verrà provato da qui a poco dal
Consiglio regionale - ci possano essere situazioni di questo tipo?
Così anche sui
rifiuti. Ho presentato ben due interrogazioni al Presidente, però devo essere
contento perché ho avuto ragione. Tra poco scoppierà una vera e propria
emergenza rifiuti in Calabria, anche perché, da quando si è insediato, il Presidente
alla Regione ha emanato 12 ordinanze contingibili e urgenti. Che vuol dire? 12
ordinanze, vuol dire che si è andati in deroga 12 volte, rispetto alle leggi
previste per quanto riguarda i rifiuti, per garantire la sostenibilità.
Sono stati portati i
rifiuti fuori regione, addirittura sono state fatte due gare: una, nel 2016, di
1.660.000 euro per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti in discarica fuori
regione, che è andata deserta perché non c'era convenienza per chi doveva
portare fuori regione questi rifiuti; se n'è fatta un'altra, sempre per lo
smaltimento di rifiuti in impianti extraregionali di 5.500.000 euro per i
rifiuti dell'impianto di Sambatello ed anche questa è andata deserta.
Ma oggi i nodi sono
venuti al pettine, a causa di una evidente carenza di discariche pubbliche,
viene minata l'autosufficienza del sistema rifiuti in Calabria con un aggravio
enorme dei costi.
Oggi la Calabria
dipende dalle discariche, ove confluisce 60-70 percento del rifiuto in ingresso
agli impianti: delle circa 500.000 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati
prodotti, dopo il trattamento, confluiscono in discarica circa 350.000
tonnellate.
Anche quando sarà
completata la rete moderna di trattamento rifiuti, basata sul riciclaggio
spinto, una parte residuale dei rifiuti dovrà comunque essere conferita in
discarica.
La prossima emergenza
- come dicevo prima - sarà tra qualche giorno in Regione, perché noi non
abbiamo previsto i siti di smaltimento, l'unica discarica che oggi ospita
questi residui è in via di esaurimento. È una discarica privata che ormai è
satura, siamo agli abbanchi, cioè portiamo i rifiuti, li abbanchiamo e tiriamo
avanti. Però, ormai, anche questa rischia di saturarsi.
Quindi, con
l'approssimazione dell’esaurimento dei volumi di abbanco, il rischio è che
salti il sistema e che i rifiuti possano, di nuovo, trovarsi in modo indistinto
sulle strade delle città calabresi.
In tutto questo, nel
mese di ottobre, la Regione, in particolare l'assessorato competente, ha
chiesto alla Regione Puglia una disponibilità allo smaltimento in quella
regione, ma ancora non ha risposto.
C'è un'altra scadenza
- la ricorderà bene, il consigliere Orsomarso - la legge numero 47 del 2017 è
in vigore fino al 10 dicembre 2018.
Questa legge sospende
per un anno l'entrata in vigore di tutti i procedimenti di valutazione
ambientale e di autorizzazione relativi al deposito rifiuti sul suolo, pendenti
negli uffici regionali, ad eccezione delle autorizzazioni già rilasciate
all'entrata in vigore della legge ai siti pubblici di smaltimento dei rifiuti
solidi urbani rispondendo ai principi di autosufficienza.
Non vorremmo che
l'Amministrazione regionale procedesse nella direzione di autorizzare alcuni
impianti privati, già muniti di Via-Vas, individuati come discarica a servizio
dei trattamenti dei rifiuti pubblici urbani, dichiarandoli di interesse
pubblico.
Si faccia chiarezza
su tutto questo, perché si contrabbandano efficienza e riforme, quando ci sono
evidenti ritardi che rischiano di minare un servizio importante.
Sapete cosa si dice
nel DEFR in riferimento al completamento degli impianti regionali di
trattamento rifiuti? Che saranno realizzati ex novo due nuovi ecodistretti, a servizio rispettivamente degli ATO di
Cosenza e di Vibo Valentia, però il Piano non ha individuato la localizzazione,
rimanda la scelta dell'ubicazione alle competenze delle comunità d'ambito di
nuova costituzione.
In provincia di
Cosenza abbiamo un problema atavico, Oliverio era Presidente alla Provincia
quando si doveva decidere l'ubicazione del sito e non siamo riusciti, per
mancanza di volontà, a trovare un sito. Oggi che si fa? Dopo quattro anni si
rinvia di nuovo, si dice: “lo faranno i comuni”.
E anche sulla
questione che riguarda - leggo sempre nel DEFR - gli ecodistretti
di titolarità regionale: Catanzaro-Alli,
Rossano-Bucita, Reggio Calabria-Sambatello, dice: “si prevede di realizzare
tali opere per la fine del 2019”. Se andate a leggere - evito di leggerlo io -
qual è lo stato dei lavori di questi tre ecodistretti,
nel 2019 non sarà messa neanche la prima pietra.
Quindi, anche qui,
come si fanno a sostenere situazioni di questo tipo?
Non voglio parlare di
sanità, mi aspetto una seduta di Consiglio regionale su questo e credo che
l’abbiano già chiesta.
Come ancora aspetto -
e non ne ho trovato traccia nel DEFR - chiarimenti sulle Partecipate ed in
particolare sulla vicenda della Sorical.
Un anno fa, il
Presidente alla Regione ha detto di aver affidato a degli esperti il compito di
valutare la questione della Sorical e che avrebbe
fatto, su questo, un'informativa.
Di questa informativa
non si sa nulla, dell'informativa su Calabria Verde non si sa nulla, eppure io
penso che siano due aspetti fondamentali. Né c'è scritto qualcosa nel DEFR, c'è
solo qualche indicazione: “…la Sorical in
liquidazione, il 53 percento delle azioni sono di proprietà della Regione…”, ma
Sorical e Calabria Verde sono due pilastri che
possono cambiare in positivo lo sviluppo della nostra regione ed è sbagliato -
non lo dico politicamente - non aprire una discussione in Consiglio regionale,
perché dobbiamo costringere tutti quanti noi, questo Consiglio, al di là di
dove siamo seduti, a farci carico di queste questioni.
Non posso non
esprimere un voto contrario al Documento Economico e Finanziario, perché mi
sembra lacunoso, omissivo, pieno di errori e non può trovare, quindi, la mia
approvazione.
Non lo dico in modo
polemico, evidentemente è stato fatto un assemblaggio di dati, di questioni.
Questo documento non ha un'anima, non indica una prospettiva di sviluppo per
questa regione.
I rifiuti, Calabria
verde, la Sorical, la questione di Gioia Tauro che,
per me, sono questioni strategiche che vanno affrontate in Consiglio regionale
- a parte la questione della sanità di cui non voglio parlare oggi -, avevano
bisogno di un approccio diverso anche critico, perché in quest'Aula nessuno è
nella condizione di fare il primo della classe.
Manca un anno alla
fine della legislatura, alcune cose le possiamo ancora affrontare, questioni
che riguardano veramente il destino della Calabria e che vanno a incidere sulla
vita dei cittadini.
Presidenza del presidente Nicola Irto
Era iscritto a
parlare il consigliere Esposito, ma non lo vedo in questo momento. Ci sono
altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Parente, ne ha
facoltà.
Intervengo brevemente
perché su quello che andrò a dire sarà formalizzata un'apposita richiesta di
convocazione del Consiglio regionale per discutere di sanità.
Quella sanità
calabrese che poco fa è stata definita, giustamente dal consigliere Greco,
“inutile e pericolosa” e se una sanità che viene definita così, una sanità che
impegna il 70, 75 percento - a seconda di come alcune voci vengono
contabilizzate - della spesa regionale, la troviamo riportata in cinque
paginette del Documento di programmazione Economico-Finanziaria, vuol dire che
siamo alla frutta.
Siamo alla frutta in
termini di programmazione, in termini di progettualità, in termini di quello
che questo argomento fondamentale rappresenta per la vita di ognuno di noi
calabresi.
Né tampoco possiamo
risolvere il problema con la storia del commissariamento. Il commissariamento,
indubbiamente, è stato un qualcosa di devastante sotto tutti i punti di vista,
poi soprattutto se affidato a persone poco competenti, magari anche
presuntuose, ma, a maggior ragione, da parte della massima Istituzione
calabrese ci doveva essere un’azione di stimolo, di impulso, di maggiore
controllo su alcune scelte fatte dal commissario, assolutamente inique. Un'azione
anche di programmazione, nella speranza che prima o poi questo commissariamento
abbia fine ed invece abbiamo assistito o a plateali scene di contestazione che
non hanno avuto poi alcun seguito oppure ad un assoluto appiattimento anche da
parte di chi, nell'ambito della Regione, poteva ed è chiamato a contrastare
alcune azioni.
Siamo arrivati
all'assurdo di vedere emanati decreti del commissario puntualmente ribaltati
dal giudice amministrativo, riproposti nella stessa forma e ribaltati ancora,
con una paralisi della sanità che è durata mesi ed anni senza che gli uffici
preposti modificassero qualcosa.
Questo per quanto
riguarda la competenza del commissario che in ogni caso coordina ed emana, ma
la Regione - io credo- soprattutto attraverso anche le aziende indirettamente
controllate, poteva, può e deve - secondo me - attuare una politica di
programmazione soprattutto per quanto riguarda la sanità territoriale. Perché
la sanità territoriale se viene progettata e programmata secondo quelle che
sono le linee guida nazionali, non c'è commissario che tenga, perché le linee
guida nazionali, nel caso specifico il cosiddetto “Mattone 12” viene emanato
dal Ministero della Sanità di concerto con Ministero Economico Finanziario. Non
c'è, a quel punto, il commissario e invece abbiamo assistito in ogni territorio
a Piani territoriali puntualmente bocciati, non approvati, puntualmente
riproposti e bocciati nuovamente.
Dal 2015 c'è una
paralisi totale che non può essere attribuita esclusivamente al commissario
della sanità; se viene bocciato un Piano con delle contestazioni evidenti, non
si capisce perché quel Piano non venga modificato secondo le linee guida
nazionali, secondo quanto chiesto anche dal commissario.
Per cui, io credo che
questo sia un argomento che va sviscerato in tutti gli aspetti che la sanità
contempla. Chiediamo - lo chiederemo formalmente con i colleghi
dell'opposizione - una seduta ad hoc
del Consiglio regionale che vuole essere, non tanto di contestazione, ma anche
e soprattutto propositiva, perché se – speriamo - fra non molto dovesse finire
questa fase di commissariamento da dove ripartiamo? Aspettiamo altri 3, 4 anni
a programmare il Piano sanitario regionale? Aspettiamo decenni per cercare di
inventarci qualcosa? Per cui dovremmo essere pronti anche e soprattutto se
dovesse quanto prima - speriamo - cessare l’azione del commissariamento.
Questo è quanto
volevo dire, sperando di poter avere altre occasioni specifiche in Consiglio
regionale per discutere in modo più analitico il problema.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà
Signor Presidente,
chiedo scusa se non l’ho fatto prima, ma vorrei che fosse inserito un ordine
del giorno che ho depositato stamattina, protocollo numero 46912.
Consigliere Sergio,
prima abbiamo fatto una votazione unica per gli inserimenti, compreso quello
del consigliere Gallo. Pongo in votazione la proposta di inserimento all’ordine
del giorno. È inserito, lo distribuiamo e poi va in discussione. Prego, ora può
fare il suo intervento.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà
Signor Presidente,
colleghi, rappresentanti della Giunta, signor Presidente della Giunta
regionale, il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR) descrive gli
scenari economico-finanziari regionali, nazionali e internazionali, le
politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale e
fornisce il quadro finanziario delle risorse disponibili per il perseguimento
degli obiettivi della programmazione regionale unitaria e si divide in varie
sezioni.
Mi permetto di fare
alcune osservazioni, è vero che il quadro delineato dal DEFR mette in evidenza
la penuria di risorse libere del bilancio regionale, manifestando la palese
insufficienza dei fondi per far fronte ai fabbisogni dei cittadini calabresi
che rendono i margini di manovra estremamente limitati, ma non ci si deve
esimere dal tentativo di produrre un ulteriore sforzo al fine di adottare,
insieme alle idonee misure di contrasto all'evasione fiscale, misure utili per
dare avvio ad una seria politica di sviluppo, capace di incidere sulla assetto
sociale e imprenditoriale della Calabria.
Pertanto ritengo
opportuno che, proprio in un contesto macroeconomico dell'economia calabrese
che ha dimostrato di avere cambiato in segno positivo il suo corso con un aumento
del 2 per cento il Pil nell’anno 2017, con l'indice di crescita migliore tra
tutte le regioni del Mezzogiorno e in linea con le regioni più dinamiche del
Paese, venga dimostrato più coraggio programmatico.
Noi non abbiamo dubbi
sull'impegno del governo regionale, ma è essenziale che questo coraggio venga
dimostrato nella programmazione del DEFR prima e nella legge di stabilità dopo.
In questo quadro
chiaro-scuro vorremmo vedere misure programmatiche forti, capaci di dimostrare
la determinazione nell'affrontare le questioni, ad esempio quella della
decrescita demografica. Non si può essere indifferenti al fatto che nel 2017 in
Calabria sono nati 15.679 bambini, 357 in meno rispetto all'anno precedente,
l'ammontare più basso mai raggiunto dalla Calabria in oltre 150 anni di storia
unitaria. Il problema della denatalità va affrontato introducendo misure a
favore della famiglia, attraverso un intervento straordinario per il sostegno
alle famiglie numerose, dando avvio ad una programmazione del bilancio regionale
atta a garantire il potenziamento delle misure di sostegno concreto,
disciplinando ed incentivando il cosiddetto fattore famiglia quale strumento
per la determinazione dell'accesso alle prestazioni erogate dalla Regione
Calabria, nonché alle prestazioni erogate dai comuni per interventi e
finanziamenti della Regione stessa.
Occorre programmare il
recupero delle aree interne, attraverso un coinvolgimento democratico degli
enti locali, al fine di dare avvio alla strategia regionale sulle stesse aree interne.
Nell'ambito di tale processo, la Regione Calabria avrebbe già dovuto definire
una legislazione ad hoc per le stesse
che ne garantisse la coesione territoriale, la riduzione della perifericità e
l'inversione dei fenomeni di spopolamento e di uso inefficiente del territorio,
dove avrebbero dovuto essere previste, ad esempio, misure come sgravi fiscali,
incentivi per favorire l'insediamento di nuova popolazione e recupero del
patrimonio abitativo, dei terreni e delle case rurali non utilizzati; patti di
collaborazione tra le istituzioni e la cittadinanza attiva per il recupero, la
manutenzione e la gestione dei beni comuni.
Non possiamo non
affrontare la piaga dell'emigrazione giovanile, al tal fine sarebbe stato utile
programmare per scoraggiare il fenomeno e stimolare l'occupazione, superando lo
scollamento tra le attese di coloro che entrano nel mercato del lavoro e le
diverse esigenze del sistema produttivo, un Osservatorio Università Mondo del
Lavoro; ho tentato di proporre una legge ad hoc ma trova, come dire, grandi
ostacoli da superare per le ragioni relative alla copertura finanziaria.
Quando analizziamo, per
esempio, i dati dello Svimez, Bankitalia,
CGE, eccetera e di tutte le agenzie, mi vengono
spontanee alcune domande: il reddito medio pro capite è aumentato? Non mi
sembra dai dati che ho avuto modo di leggere. L'occupazione è cresciuta? Non
credo. La disoccupazione giovanile al 52,6 per cento non mi sembra che sia
modificata.
Non confondiamo
occupazione con stabilizzazione. La povertà è diminuita? No, piuttosto è
cresciuta e il divario sociale cresce e sta diventando
una criticità molto preoccupante.
Sul piano della qualità
dell'aria non si può non tenere conto dell'introduzione delle nuove norme
europee RDE (Real Driving
Emissions) che hanno introdotto una stretta che
porterà ad un sostanziale blocco per le auto diesel dal 2020. Pertanto è
opportuno favorire un ricambio dei veicoli per la mobilità privata, diretto
alla sostenibilità ambientale con particolare riferimento alla diminuzione delle
emissioni inquinanti la qualità dell'aria, indicando nell'ambito delle
iniziative di salvaguardia e tutela dell'ambiente misure incentivanti
l'acquisto di auto ibride anche mediante l'esenzione temporanea del pagamento
della tassa automobilistica come già fatto da altre Regioni. Senza dimenticare
la carenza per quanto concerne le criticità del trasporto pubblico locale con
una spesa inferiore a 150 milioni di euro.
Signori colleghi, su
queste materie ho fatto alcune riflessioni e per ognuna di queste ho depositato
una proposta di legge, purtroppo non sono riuscito a portarle a compimento, al
capolinea, ci sono sempre gli stessi ostacoli relativi alla copertura
finanziaria.
Un'ultima riflessione la
voglio fare per dare un attestato di solidarietà alle numerose famiglie, agli
imprenditori che sono stati colpiti e hanno avuto un danno non indifferente per
l'esondazione del fiume Crati, nella zona tra Corigliano, Terranova e Cassano.
A questo proposito
vorrei ricordare che nel 2015 proposi una proposta di legge per la manutenzione
dei fiumi, dei torrenti, dei corsi d'acqua proprio a seguito di una ulteriore
esondazione del fiume che fece danni al sito archeologico di Sibari. Purtroppo
è rimasta lettera morta.
All’epoca il dirigente
del Settore venne in Commissione a bloccare l’iter, perché il Governo avrebbe
dovuto predisporre un piano di riordino, anche, della Autorità di bacino; non
successe niente, quindi, purtroppo, a volte alcuni disastri sono annunciati se
non si interviene per tempo.
Questa è una delle
tematiche sulla quale occorre sicuramente intervenire, se vogliamo, veramente,
che ci sia più serenità per tutti coloro che hanno attività economiche e fanno
sforzi per tenerle in piedi, perché poi basta una pioggia torrenziale per far
scoppiare la fine del mondo. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Vincenzo
Ciconte
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Avevo
apprezzato gli sforzi della Presidenza di dare voce in modo alternativo tra la
maggioranza e l'opposizione, è un compito arduo. Il presidente Irto ha voluto
dare, giustamente, prima la parola al consigliere Sergio, come componente della
maggioranza ed era giusto, però dopo l'intervento del consigliere Sergio,
ritengo che il compito della Presidenza di alternare maggioranza e opposizione
diventi estremamente difficile.
Consigliere Esposito, il
presidente Irto si era momentaneamente allontanato dall’Aula.
Presidente, non è una
critica, mi sono espresso male e devo ribadire. È un significato politico,
perché ho apprezzato gli sforzi del presidente Irto di far intervenire
maggioranza ed opposizione in modo alternato, ma dopo aver ascoltato
l'intervento del consigliere Sergio, dai banchi della maggioranza, il compito è
estremamente arduo, per chi presiede l'odierna Assise.
Oggi discutiamo del DEFR
e, nelle premesse che ho sentito, anche dal relatore, oltre, poi,
dall'autorevole intervento del collega Greco, credo che si intenda porre in
evidenza quasi dei dati entusiasmatici; poi, strada facendo, invece, si va
verso una verità sostanzialmente diversa rispetto alle enunciazioni, perché la
reale percezione - non vi è dubbio - riguarda le difficoltà e lo stato di
benessere, anzi, di malessere dei cittadini calabresi. Spesso, poi, nel fare i
nostri interventi ci si riferisce frequentemente ai danni del passato, ai governi
precedenti.
I governi precedenti
sono stati giudicati in modo insindacabile dai cittadini che li hanno,
eventualmente, apprezzati con una rielezione o con una bocciatura; i governi
precedenti sono stati bocciati a novembre 2014, e da lì che bisogna ripartire.
Ritengo che, oggi, il
voto non sia sul Documento di Economia e Finanzia, che giunge in Aula a
distanza di un anno dalla fine della legislatura, ma, a mio modesto avviso, il
voto è su questi quattro anni trascorsi.
Che cosa è successo in
questi quattro anni? Sono sempre di più aumentate le voci autorevoli di
dissenso all'interno della maggioranza, ci sono state anche delle prese di
posizione forti nella maggioranza che hanno, anche, voluto sancire in modo
forte di non voler prendere parte ad uno sfascio, ad un fallimento di questa
legislatura. Questo non è stato detto dall'opposizione, bensì da autorevoli
amici della maggioranza, tant'è che oggi ritengo che il voto debba avere
un’attenta lettura politica.
Per questo ho ascoltato
con attenzione l'intervento del consigliere Sergio, fuori microfono ho
ascoltato, anche, quello che avrebbe voluto dire il collega Nicolò, ma il voto
è una lettura politica estremamente seria che deve essere fatta dopo
l'approvazione del DEFR, perché questo sarà approvato, l'opposizione farà la
sua parte, ma non vi è dubbio che il voto meriti un'attenta valutazione da
parte di chi ha competenza.
Consigliere Greco, ho
apprezzato la sua relazione, però è stata parziale, perché ha ripreso gran
parte dell’intervento dalla nota espositiva della Commissione competente.
È vero il Pil è
cresciuto del 2 per cento, qualcuno, anche il consigliere Sergio, dice di
esaminare meglio questi dati, cercherò di essere più semplice possibile.
La crescita del 2 per
cento è un incremento relativo, ma in modo assoluto aumenta il gap tra la Calabria e il resto
dell'Italia, e vi dimostro perché: se il Pil, tanto per fare un esempio
numerico chiaro e semplice, è di 1000, aumenta del 2 per cento, arriva a 1020;
se un Pil del Nord è di 1500, aumenta del 1,5 la differenza in modo assoluto è
aumentata, ed è aumentata pertanto la distanza fra noi e il resto dell'Italia,
una distanza che innegabilmente è destinata ulteriormente a crescere e poi
cercherò di dire il motivo.
Sono dei dati che vanno
presi con estrema attenzione, ma la vera parzialità dell’intervento, a mio
modesto avviso, dove sta? Il vero dato - lo ha detto tra le righe, anche, il
consigliere Sergio - che ci deve preoccupare, che ci deve fare interrogare, è
la migrazione delle risorse umane dalla Calabria verso il Nord, verso l'Europa.
È un dato in netto aumento, e qui il dato percentuale relativo diventa ancora
più assoluto, perché la migrazione, oggi, riguarda prevalentemente i nostri
giovani laureati, i migliori cervelli, in una terra dove si laureano meno
persone, ed aumenta in modo proporzionale la migrazione, significa che aumenta
due volte in più, come valore assoluto.
Consigliera Sculco,
veniamo dalla giornata sulla violenza delle donne, la migrazione dei cervelli è
maggiore nel sesso femminile. Parliamo di parità…con tante enunciazioni.
Stamattina ero con il
presidente Mirabello, ci siamo recati a Gioia Tauro – poi, insieme ad altri
colleghi, brevemente dirò – gli ho chiesto ed ho avuto assicurazioni, data la
sua sensibilità, di riprendere, in Commissione, la legge sulla violenza di
genere, che noi avevamo trattato 7-8 mesi fa; è stato un peccato non poter dire
che la Calabria aveva già approvato quella legge o che era in fase di
approvazione, avremmo potuto dirlo domenica 25 novembre. È questo il vero
problema.
Lo dice la stessa
relazione sulla quale è stato strutturato il suo intervento, negli ultimi anni,
il numero dei laureati è crescente. È questo il problema che ci dobbiamo porre,
come frenare questa emorragia di migrazione non solo di risorse umane, ma
soprattutto di cervelli che, poi, vanno a lavorare nel resto d'Italia e nelle
maggiori aziende che determinano, anche, azioni di tipo infrastrutturale che
aumenteranno la distanza tra la Calabria ed il resto del Nord.
Il collega Guccione ha
toccato la farsa della A2 ex A3: è
stata inaugurata e consegnata come un prodotto nuovo. Percorriamola, da Reggio
Calabria a Cosenza! È una continua deviazione. Viaggiamo su una carreggiata
unica e il 22 dicembre 2016 qualcuno l'ha inaugurata in pompa magna. Di che
cosa stiamo parlando? Al nord, quel Governo giallo verde, da cui io prendo le
distanze come lei, per mille motivi, sta discutendo e troverà una spaccatura
perché una parte di quel Governo vuole un'accelerazione sulle grandi infrastrutture.
Questo aumenterà, ancora di più, la distanza tra la Calabria e il resto
d'Italia. Questo dovevamo dire in ordine generale, poi, andiamo al particolare
che riguarda questa legislatura.
Prima di trattare alcuni
temi, più nello specifico, voglio partire proprio da quelle che sono state le
enunciazioni di questa maggioranza: tutte disattese. Presidente Oliverio, su
una cosa voglio essere chiaro, perché credo che sia voce unanime: sulla sua
onestà nessuno può dubitare. Altri ragionamenti di tipo politico, però, ci
portano un pochettino distanti, perché lei, con coraggio al momento della sua
proclamazione, alla prima seduta di Consiglio regionale ha parlato di
tre-quattro tematiche, poi non se n'è più parlato. Lì c'era la rivoluzione
epocale.
Poi ci saranno stati
motivi particolari, difficoltà particolari, anche di tipo territoriale, di tipo
amministrativo, ma lei, il primo giorno, ha parlato di queste tre questioni. In
particolare: ruolo unico tra la Giunta e il Consiglio regionale, di azienda
sanitaria unica - se non ricordo male - e di una sburocratizzazione e di una
trasparenza degli atti amministrativi. Per questo, all'inizio del mio
intervento, ho fatto una premessa che è una pietra miliare della sua storia
politica e umana: nessuno può dubitare della sua onestà, ma qui stiamo facendo
un ragionamento di tipo politico.
Il ruolo unico si è
realizzato soltanto in un obiettivo, in un auspicio dei dipendenti della
Cittadella regionale e dei dipendenti del Consiglio regionale, hanno un
obiettivo in comune: quello di trascorrere più velocemente possibile questo
anno, ci sarà un malessere fra questi dipendenti.
Ci sarà un malessere
oppure sono diventati tutti grillini? O di
centro-destra o leghisti? Su questo ci dobbiamo interrogare, e non lo dicono a
me in quanto opposizione. Con onestà intellettuale, si alzi un consigliere di
maggioranza e mi dica che quello che sto dicendo non è vero, sia a Palazzo
Campanella sia presso gli uffici della Cittadella regionale.
Poi, presidente
Oliverio, ha parlato di azienda sanitaria unica. Sono convinto che l’abbia
detto in buona fede, ma la sua esperienza politica avrebbe dovuto presupporre
cautela. A Catanzaro, rincorriamo da vent’anni l’auspicio di un’azienda unica
tra Pugliese-Ciaccio e Mater Domini.
Dopo vent'anni ci siamo
messi a lavorare, con un dialogo tra le parti politiche, fra i colleghi di
maggioranza, anche il consigliere Tallini ha contribuito, fra tutti gli attori
che avrebbero dovuto prendere parte a quel tavolo, e siamo riusciti, ripeto
dopo vent'anni, a portare nella Commissione competente una proposta di legge
pienamente condivisa. Grazie a chi? Agli sforzi del delegato alla sanità,
Franco Pacenza, che ha seguito i lavori dall'inizio
fino alla fine, dando un notevolissimo contributo; alla struttura commissariale
perché riconosciamo che ha dato, anch’essa, un contributo fondamentale alla
redazione della proposta di legge; e poi ci sono stati sei persone di
pacatezza, di moderazione, che al di là delle parti politiche, hanno ritenuto
opportuno mettere la firma in modo bipartisan,
ed è inutile citare i sei colleghi, sappiamo chi sono.
Siamo arrivati alla
stesura di una proposta di legge che si attendeva da vent'anni, quel modello
del confronto e del dialogo, che probabilmente non è stato seguito fin dal
primo gennaio 2015. Consigliere Greco, è una delle cause del dramma della
sanità calabrese.
Nel 2009 non avevo un
ruolo regionale, ma avevo pur sempre un ruolo nella mia città e all'interno del
partito, e mi ero opposto in modo vero, convinto, al commissariamento, anche
all'interno del mio partito, l'allora PDL. In una riunione plenaria regionale,
su oltre 80 delegati, in due avevamo combattuto la linea di chiedere al Governo
il commissariamento, io ed un altro che di sanità ne capisce più di me,
l’onorevole Piero Aiello. Per cui sul commissariamento ho le idee chiare.
Ritengo il
commissariamento, non il commissario, parlo della struttura al di là dei nomi e
delle persone, un rimedio peggiore del male e così è stato. Se vero come è vero
che le ultime indicazioni anche economiche sul tavolo Adduce ci riportano
indietro di parecchi anni, probabilmente ci riportano al 2009, e se così è,
diciamola la verità, ha ragione il consigliere Guccione quando dice: in un
Documento di Economia e Finanza dobbiamo scrivere la verità.
Un testo scritto bene,
dal punto di vista tecnico, è una copia dei Documenti di Economia e Finanza del
passato, dove sono stati inseriti in modo coerente i nuovi dati. Questo è il
DEFR! Ma è privo di anima politica. L'anima politica non la doveva mettere il
direttore generale del Dipartimento bilancio o i funzionari, l’avrebbe dovuto
mettere questa maggioranza che quando parla di sanità e di ospedali…io non ho
letto questa assurda affermazione che, nel 2019, vedrà la luce e attuazione
vera l'ospedale di Vibo. Credo che sia stato un errore che, probabilmente, la
politica ha fatto fare ai tecnici. Perché io vi dico che quegli ospedali non
vedranno la luce neanche nella prossima legislatura.
Siamo seri. Non facciamo
delle promesse e delle enunciazioni così voli pindarici. Bocceremo questo
Documento di Economia e finanza, mi auguro in modo unanime all'interno
dell'opposizione, e anche percepisco, visti gli interventi dei consiglieri
Carlo Guccione e Franco Sergio, con dei distinguo, che la maggioranza farà quella
attenta analisi del voto che merita, dopo l'approvazione, di questo Documento.
Noi ancora spostiamo il
braccio di ferro fra la politica e il Commissario, ma ormai quella è una
partita persa, chiunque sarà il Commissario. Sarà il presidente Oliverio? Io
ritengo di no, perché stanno aspettando la finanziaria, dove impediranno di
nuovo al presidente Oliverio di essere Commissario ad acta di questa regione. Ma di questo ne dobbiamo prendere atto e
lo stesso la politica non può abdicare, perché – ripeto - sono convinto che, in
un momento di confronto e di dialogo, ci sarebbero stati gli spazi e ci sono
ancora gli spazi di un inserimento della politica nella gestione della sanità;
quella politica che però ha una programmazione sanitaria chiara e sa dove deve andare,
anche perché, poi, abbiamo altri due dati nella sanità: le aziende - anche qui
non parlo del singolo, dell'uomo o della donna, che sono in capo all'azienda,
che hanno una responsabilità politica perché sono nominati dalla politica - ed
il dipartimento.
Una politica seria, la
prima cosa che deve fare, e qui subentra la terza enunciazione, che lei,
Presidente, ha fatto, al momento del suo insediamento: la sburocratizzazione e
la trasparenza amministrativa. Ma lo sappiamo e abbiamo preso atto che c'è un
Dipartimento alla salute allo sfascio, ma non per incapacità di chi ci lavora,
ma perché veramente c'è una situazione di facenti funzione, di ruoli che si
sovrappongono. Ruoli, tra le altre cose, fra l'incudine e il martello, perché
alcuni funzionari, alcuni dirigenti in sanità non sanno a chi devono
rispondere, se al commissario Scura o al presidente Oliverio, e probabilmente
cercano di tenere i rapporti istituzionali, non personali, con l’uno e con
l'altro, sperando che quando parlano con il commissario Scura non lo sappia il
presidente Oliverio, e quando parlano con Oliverio non lo sappia Scura. È
questa la dura realtà, perché altrimenti ci nascondiamo dietro un dito e
nascondiamo ai calabresi la vera verità.
Sulla trasparenza amministrativa,
a che cosa mi riferisco? Ribadisco non è un'accusa sul piano personale, non è
un'accusa su atti amministrativi, che dovrebbero essere posti al vaglio di
chissà chi. Ma abbiamo assistito all’emanazione di tanti bandi che sono stati
ritirati, oppure se sono andati avanti, poi, sono stati ulteriormente ritirati,
con un nuovo bando per consentire l'accesso ad altri legittimi cittadini che
avevano anche la legittimità di potervi partecipare. Questo nasconde una
indecisione tra il potere politico e il potere amministrativo, questi due
elementi devono andare di pari passo, qui non vanno di pari passo; è questa
un'altra iattura per la nostra regione.
Oggi, siamo qui in Aula
perché l'opposizione non ha fatto ostruzione in Commissione bilancio, la presenza
del consigliere Orsomarso ha garantito il numero legale, questo è un altro dato
politico. Le Commissioni prima ancora delle sedute di Consiglio mantengono il
numero legale grazie alla responsabilità dei consiglieri d'opposizione. Così
come - mi viene adesso in mente perché ci siamo incrociati con lo sguardo –
quelle azioni di svolta epocale, delle quali si è parlato in questo Consiglio
regionale. Troppe volte abbiamo parlato di svolta epocale. Per essere vera, la
svolta epocale si ha una volta, qui invece ogni provvedimento è diventato
svolta epocale, ma anche se fosse vero, quei provvedimenti sono stati votati -
non al numero in modo assoluto - perché l'opposizione è rimasta in Aula, ha
votato sì. Senza il voto dell'opposizione o l'assenza della opposizione, quelle
pratiche non sarebbero andate avanti, caro consigliere Bova, lei ne è testimone
e nella sua onestà intellettuale l'ha sempre riconosciuto, così come il
capogruppo, il consigliere Romeo, spesso ha messo in evidenza questa
situazione.
Ma queste situazioni,
nel momento in cui si annunciano e si è convinti che siano vere, poi dovrebbero
avere anche una conseguenzialità. Una consequenzialità in che termini? Anche
soprattutto nelle Commissioni e adesso anche qui in Aula. Apprezzo gli sforzi
degli assessori, ma c'è voluta una norma - non so chi sono i proponenti - per
far sì che i dirigenti regionali e gli assessori siano obbligati a venire in
Commissione. Anche qui c'è una scarsa attenzione da parte del governo regionale
rispetto all'organo legislativo che è il Consiglio regionale. Ripeto:
addirittura c'è voluta una norma, una proposta legislativa, per far sì che la
politica si possa giovare in Commissione del contributo degli assessori tecnici
e dei dirigenti dei Dipartimenti.
La volta scorsa non eravamo
pronti per trattare il provvedimento in Aula per l'assenza dell'assessore in
Commissione bilancio, così mi è stato detto dal mio capogruppo, io non faccio
parte di quella Commissione, poi, l'assessore, nell'ultima seduta di
Commissione, ha illustrato il DEFR, mille pagine.
Credo che anche il
consigliere Guccione abbia detto qualche falsità nel suo intervento, se ha
letto mille pagine, se ha letto tutto questo, è un mago, un genio, un superman, perché ho messo lo sguardo qua e là su alcune
tematiche di questo Documento di Economia e Finanza, che non saprei neanche
leggere, perché l'ho detto è uno strumento tecnico, ben fatto dai tecnici,
perché hanno spostato i numeri rispetto ad una struttura già predefinita. Bravi
i tecnici.
Ma dov'è l'anima politica
di questo DEFR? Non c'è, se è vero come è vero quello che ha detto il
consigliere Guccione e cioè che si parla della inaugurazione dell'ospedale di
Vibo a gennaio 2019, così come il 2021 per la sibaritide.
Oggi veniamo da Gioia
Tauro, la politica si è portata sui territori. Bravo il presidente Mirabello a
prendere l'induzione dalla Commissione, anzi credo che questa necessità di
portare la politica sui territori debba essere reiterata anche su altri
territori e soprattutto nei territori difficili, come quello dell'Asp di Reggio
Calabria.
Arrivo alla fine del mio
intervento che – ripeto - ha soltanto spunti di tipo politico.
Si è accennato anche
all'ambiente e ai rifiuti. Sui rifiuti avevate fatto bene, non vedo però una
programmazione lungimirante nel Documento di Economia e Finanza. Quello che è
stato fatto probabilmente domani non vale più, anzi, non vale più oggi, perché
sui termovalorizzatori ci dobbiamo ragionare, e poi io chiederò, perché non ho
contezza, collega Pedà, di un termovalorizzatore fermo e mai utilizzato a Gioia
Tauro. Se così fosse sarebbe grave, al di là della veduta personale che
possiamo avere sull'utilità dei termovalorizzatori.
È finita probabilmente
la tanto agognata percentuale della differenziata!
La differenziata sarà
destinata a fallire, lo sapete perché? Se noi diciamo che la differenziata è la
soluzione del problema rifiuti, non abbiamo capito che, oggi, la differenziata
non ha più mercato, la carta e il cartone, il vetro che si raccolgono, non
hanno più commercializzazione, non ci sono più aziende che li vogliono.
Dobbiamo porci il
problema adesso, come se lo stanno ponendo nel Nord-Est. Se sono veri questi
dati, potrebbero anche essere sbagliati, assessore, per l'amor di Dio. Ma c'è
una valutazione di questi dati? Il dato tecnico poi deve avere una traduzione
in politica lungimirante e la lungimiranza non si vede in un rendiconto
generale esercizio finanziario 2017 e nell’assestamento di bilancio.
Quando il collega Aieta
ha chiesto l'inserimento all'ordine del giorno del rendiconto generale relativo
all’esercizio finanziario 2017 e dell’assestamento di bilancio, io, pur nella
confusione dell'Aula, mi sono opposto, perché ritengo che non si possa portare
fuori sacco, come tecnicamente si dice, il rendiconto generale 2017 e l’assestamento
di bilancio in Aula.
Chiedo su questo, anche
ai colleghi dell’opposizione, una presa di posizione. Su quel provvedimento io
non mi pronuncerò e se si porterà all'attenzione dell’Aula, inserendoli
all’ordine del giorno dopo questo punto in discussione, allora dobbiamo
aspettare l'evoluzione di questo punto. Vediamo l'analisi politica, anche
dell’approvazione di questo Documento di Economia e Finanza e poi non andiamo a
colpi di maggioranza ad incassare il voto sul rendiconto generale per l’esercizio
finanziario 2017 e sull’assestamento di bilancio, collega Gallo.
Bisogna avere anche un
atteggiamento di rispetto, perché io credo che il consigliere Aieta non si sia
alzato stamattina con l’idea di proporre l’inserimento del rendiconto generale
esercizio finanziario 2017 e dell’assestamento di bilancio all’Aula senza che
la Conferenza dei capigruppo approvasse questa decisione. Sono passaggi
importanti dal punto di vista politico, è questa la traccia di questi quattro
anni. Se, poi, pensate che in un anno si recuperino tutte queste storture e
queste criticità… Questo c'è nel DEFR: il sogno e la presa in giro per i
calabresi.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il parere rispetto ad uno
strumento che è la cartina di tornasole che dovrebbe distinguere e
caratterizzare una governance, che
arriva in Aula dopo un percorso tortuoso. In Commissione bilancio, in una prima
fase, naufragò per mancanza del numero legale, con delle critiche sollevate,
anche acute, da parte del consigliere Neri, un esponente di punta di questo
governo regionale che riveste un ruolo importante in seno all'Ufficio di
Presidenza, eccependo delle eccezioni, sia di metodo sia di merito; tant’è che
il collega lamentava l'assenza da parte del governo, da parte dell'assessore
competente, con il quale bisognava confrontarsi per avere i giusti chiarimenti
e poter dare un contributo, in modo democratico, in modo civile e soprattutto
istituzionale, quella istituzionalizzazione, se volete, che abbiamo più volte
richiamato, ma è venuta meno nella condotta di questo governo regionale:
l'impossibilità della discussione nella scorsa seduta, quindi il differimento
della trattazione.
Anche l'approvazione in
Commissione bilancio, diceva bene il collega che mi ha preceduto, senza
rapporto costruttivo, ma possiamo, parimenti, constatare il rapporto
costruttivo dell'opposizione grazie al consigliere Orsomarso, che ha consentito
lo svolgimento dei lavori mantenendo il numero legale. Dall'altra parte noi
riscontriamo l’irresponsabilità di una maggioranza che oggi non sappiamo se
esiste o come esiste o se mai è esistita, lasciatecelo dire, nonostante gli
sforzi del presidente Oliverio che - credo - sia stato prigioniero da logiche
di potere che hanno caratterizzato il collante di questo governo.
Di questo spesso abbiamo
discusso, abbiamo parlato, ma a tutt’oggi le questioni sono sul banco visibili
e si riscontrano ad occhio nudo, quindi già sul metodo lo riscontriamo. Il
Presidente della prima Commissione, il quale poc'anzi ha espresso delle
criticità che sicuramente interpreto, si asterrà, assieme al gruppo guidato dal
consigliere Scalzo e al quale partecipa pure il consigliere Neri, e non sono nuove
quelle del consigliere Guccione che stigmatizza da tempo negativamente il
comportamento di questo governo.
Un governo che non
sappiamo se abbia mai avuto una governance,
nonostante gli sforzi e l’impegno del presidente Oliverio che non si sono tradotti
in fatti concreti; ad un anno riscontriamo dei disagi che emergono anche dagli
stessi esponenti del centro-sinistra.
Questo è un fatto
politico, diceva bene il consigliere Esposito, fatto politico che deve far
riflettere chi ha guidato la Regione in questi anni. In diverse discipline si è
parlato di ambiente, ma noi abbiamo toccato a 360 gradi le criticità che
investono il sistema regionale a partire dalla sanità, da cui non ci possiamo
sottrarre, perché sappiamo, lo abbiamo detto e ribadito, che grava per il 69%
sul bilancio regionale e, al di là delle responsabilità commissariali, vi sono
delle responsabilità di gestione, da parte dei manager, che sono espressione
della politica regionale.
Ricordiamo a noi stessi
che i manager sono stati nominati, sono scelte partorite da questa maggioranza
e poi anche certe scelte ridiscusse. Abbiamo potuto constatare, in questi anni,
i balletti all'interno delle varie Asp tra manager nominati e poi messi in
discussione, ma è un problema solo vostro e credo che le ripercussioni siano
sotto gli occhi di tutti, ma soprattutto in particolar modo gravano
sull'economia calabrese.
Questo è un
provvedimento fotocopiato dal precedente Documento di Economia e Finanza,
cambiano solo i numeri, ci raccontate le stesse favole che ci avete
rappresentato, in questi anni. I calabresi, sicuramente, non saranno più
disposti ad ascoltare le propagande, perché ad ogni tornata il Documento di
Economia e Finanza è uno strumento propagandistico. Oggi più che mai possiamo
dire anche preelettorale e questo noi lo evidenziamo qui, nella massima Assise
regionale, dove ci sono stati raccontati dei dati. Dati che sono da verificare
e riscontrare rispetto alle efficienze e l'efficacia del governo, della governance, ma io mi soffermerei anche
ad altri dati che non sono stati menzionati e che riguardano sempre la
questione sanitaria.
Presidente, per esempio,
la migrazione sanitaria ha un costo, su questa regione pari a 319 milioni di
euro e 56 mila sono i ricoveri in strutture fuori regione; aumenta sensibilmente,
in questo contesto, il disagio di quelle famiglie in stato di indigenza che
devono far fronte al sostegno economico, rispetto alle cure e quindi ai disagi
di recarsi anche fuori regione con le spese che immaginiamo debbano sostenere.
Sono 74 mila le famiglie che si muovono fuori regione in una posizione di
indigenza, questi sono dati importanti in quel settore dove grava il 69 per
cento del bilancio. Non è nemmeno positivo il pensiero che i calabresi
esprimono nei confronti dei servizi sanitari.
La soddisfazione sui
servizi è al 18,4 per cento rispetto al dato nazionale che, invece, si attesta
al 36,7 per cento, senza poi parlare delle altre disfunzioni che spesso noi
abbiamo rappresentato, auspicando che si trovassero le giuste soluzioni, le lunghe
liste di attesa per una risonanza, per degli accertamenti importanti, anche
vitali rispetto alla salute dei nostri concittadini. Sono dei dati che vorrei
menzionare, rispetto ad un’enunciazione di numeri che stamattina ci sono stati
forniti, per evidenziare uno sforzo che questo governo avrebbe compiuto a
sentire il consigliere Greco ed altri consiglieri di maggioranza, peraltro in
contraddizione con un percorso che è chiaro rispetto alle inefficienze che
afferiscono a settori strategici, a Calabria Verde, si parlava di Sorical, ma si parlava anche di infrastrutture.
È una regione che non
decolla sulle infrastrutture, al di là degli ospedali. Abbiamo spesso ribadito
il nostro pensiero anche in Commissione in merito alla realizzazione e non
siamo fiduciosi rispetto alle scadenze che ci sono state fornite per quanto
riguarda la realizzazione dei nosocomi della sibaritide o quello di Vibo. Ma
parliamo anche dei ritardi delle infrastrutture che dovrebbero consentire lo
sviluppo e la crescita di questi territori.
Poi se c'è consentito,
lo diceva chi mi ha preceduto, non si può non garantire la possibilità di
lavorare.
Ci trasmettete i
provvedimenti in situazioni borderline
non mettendo nelle condizioni il consigliere regionale di poter entrare nel
merito. Non vorrei che fosse una strategia, per non permettere a chi volesse
studiarsi le carte e dare quel contributo anche tecnico.
Mille pagine…io non ho
avuto il tempo e la possibilità, ho dato uno sguardo generale e comprendo che
nello schema centrale ricalchi il vecchio strumento, al di là della variazione
di alcuni dati, e però quello che è avvenuto - repetita iuvant - è consuetudine che caratterizza
l'agire di questa maggioranza che non consente di poter operare, dal punto di
vista istituzionale, per quel, tante volte, richiamato confronto che dovrebbe
essere centrale per un dibattito civile e democratico che è sempre venuto meno.
Lo dicevano i colleghi di minoranza: questo spesso non c'è consentito.
A maggior ragione, come
ho detto ad inizio di questo intervento, si tratta di un documento
caratterizzante dove registriamo il dissenso, peraltro ben spiegato nei
dettagli da parte del consigliere Guccione, ma anche le criticità emerse dall’intervento
del presidente Sergio.
Credo che questo sia un
documento già fallimentare, fortemente discutibile, che fa emergere le
contraddizioni, in una coalizione ad un anno dal voto; una coalizione che sta
per naufragare, il naufragio già lo si vede con i gruppi costituiti e
costituendi che sono l'antipasto dell'abbandono del presidente Oliverio che,
nonostante gli sforzi ed il suo impegno - Presidente, ho avuto modo anche di
interloquire con lei - è stato prigioniero di una maggioranza che non è mai esistita.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pedà.
Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente.
Intervengo
dopo tanti altri colleghi, quindi magari alcune riflessioni che avrei voluto
fare sono già state fatte brillantemente.
Capisco che
questo è un documento che, per legge, va approvato per mandare avanti la vita
amministrativa di un Ente, però mi pare che sia stato fatto in maniera alquanto
approssimativa; si potevano redigere meno pagine e scrivere cose più concrete –
collega Esposito – come quelle che ha messo in evidenza il collega Guccione,
per esempio sugli ospedali, proiettando già al 2021 la partenza dei nuovi
ospedali, nonostante tutti sappiamo – lo devo ammettere – che c'è la volontà
sia da parte del governo regionale sia degli uffici di accelerare.
Proprio
domani, secondo quanto riportato dalla stampa – presidente Oliverio, purtroppo
le cose le apprendiamo sempre dalla stampa – ci sarà la Conferenza dei servizi
per l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro.
Farebbero
bene i responsabili degli uffici – e ringrazio il collega Franco Sergio per la
legge che andremo ad approvare, spero più avanti, per richiamare i dirigenti
alle loro responsabilità, come questo ingegnere dell'edilizia sanitaria – ad
informare anche l'organo politico eletto dal popolo, collega Esposito, prima
degli operatori dell'informazione, dei media perché la città, la cittadinanza e
la popolazione va informata.
E va detta
la verità anche a questa gente.
Lei hai
detto “non saranno fatti mai” ma, trattandosi di soldi stanziati già nel 2007,
auspico che vengano fatti.
Oggi ho
sentito, ho visto dei commenti; qualcuno giustamente diceva: “ma se gli
ospedali c'erano, perché hanno finanziato nuovi ospedali e non hanno messo i
soldi per i medici e gli
infermieri che mancano?”, collega Esposito.
Questo è un dilemma e
di certo non è una responsabilità di questa amministrazione regionale, così
come il non aver nominato – presidente Oliverio – l'unica Authority portuale
d'Italia, che da due anni ha ancora un commissariamento, che è Gioia Tauro, una
di quelle strategiche più importanti per cui non c’è una responsabilità di
questa amministrazione, ma di un Governo che però ha lo stesso segno – così si
dice in politica – lo stesso Governo che ha consentito un commissariamento che
ha portato la sanità a questi livelli.
Anche qui, sulla
sanità e sul Welfare, siamo un po' debolucci.
Nella programmazione,
nel DEFR, lasciamo al caso tanti settori della vita sociale, come i bambini,
gli anziani, la violenza sulle donne, i Centri rifugio. Per la giornata del 25
novembre, ho ripreso la proposta di legge dell'ottimo e brillante presidente
Mirabello, insieme ai consiglieri Baldo Esposito e Wanda Ferro, proprio per
finanziare i Centri rifugio per le donne che subiscono violenza.
Aggiungo che
presenterò un emendamento alla legge per finanziare anche il reddito a sostegno
di queste donne, perché – in Aula, ci sono tante donne della Giunta regionale e
anche dirigenti – tante donne magari non denunciano perché poi non hanno un sostentamento
per la loro prole, per i loro figli e per loro stesse. Reputo, pertanto,
opportuno implementare l’ottima proposta di legge anche prevedendo una forma di
aiuto e di reddito per queste donne.
Anche sulla
differenziata, l’assessore Rizzo, giustamente, ha previsto tanti fondi per
consentire ai Comuni di implementare un servizio adeguato di differenziata ma
poi, in questa burocrazia, in questi meandri regionali, tutto si stoppa, si
ferma: le ATO, gli ambiti, le Comunità d'ambito, i Comuni che non procedono, i
bandi che vanno a rilento; anche lì, le percentuali che avete previsto mi sono
sembrate troppo ottimistiche.
La situazione
finanziaria è quella che è – poi lo dirò durante l’assestamento –, ho visto che
ci sono gli Enti sub regionali in difficoltà che vanno aiutati, perché devo
dire che c'è un brillantissimo lavoro da parte di Calabria Verde, oggi, sul
territorio, che però va sostenuto; va sostenuto anche nell’inquadramento
contrattualistico di coloro che oggi, magari, possono svolgere la loro opera
lavorativa in un determinato numero di ore e potrebbero fare anche il servizio
notturno ed altro, cioè i sorveglianti idraulici.
Ho preparato una
mozione, ma è chiaro che la possiamo condividere assieme e finanziare in
maniera definitiva questi soldi, non a fine anno con l’assestamento, ma in via
preventiva per capire anche quanto costa questo Ente.
Devo ringraziare il
generale Mariggiò sia dal punto di vista etico,
perché ha messo un punto rispetto a delle situazioni di malgoverno che c'erano,
sia dal punto di vista pratico, perché non è stato solo un ottimo regolatore
dell'andamento delle leggi, ma si sta dimostrando anche un buon manager. È
stata un'ottima scelta, da questo punto di vista, ma la stessa cosa non è stata
per qualche direttore generale.
Devo dire che non
possiamo sempre – e l'ho detto anche l'altra volta – addebitare i guai della
sanità in provincia di Reggio Calabria – collega Esposito – soltanto al
commissariamento dell’ingegnere Scura, perché c'era un direttore generale
nominato da una Giunta regionale, se non sbaglio.
Devo dire che il
commissario Scura mi sta impressionando perché ora si è calato nei panni del
manager, mettendosi al posto del direttore generale e, quasi quasi, qualcosa la
sta muovendo, forse è più responsabilizzato.
Sulla psichiatria, ad
esempio, ho visto che è stato determinato ad intervenire, per salvaguardare
l'assistenza sia ai malati sia ai lavoratori di psichiatria, che prestavano la
propria opera.
Leggo qui altri
strafalcioni.
Vorrei anche capire
dall'assessore Fragomeni quali uffici hanno
collaborato alla stesura di tutte queste bellissime pagine di una favola, che
ci stiamo raccontando e che vorremmo raccontare ai calabresi; ma non è quello
che la nostra gente percepisce.
È vero che c'è un incremento
in alcuni settori, come il turismo, dove c'è stato un impegno concreto anche
nella legiferazione, nell'intervento che andremo a fare oggi, ma che abbiamo
fatto anche precedentemente per regolamentare i bed and breakfast; ci sono,
però, tanti altri settori fermi che, invece, dovrebbero spingere questa
regione.
Ho letto prima sulla Zes (Zona economica
speciale), ma l'assessore Russo non è presente.
Sono sfortunato
perché ogni volta che in questo Consiglio regionale vorrei chiedere qualcosa ad
un assessore non c'è, ma vedo che è presente il brillante assessore Musmanno al
quale poi chiederò lumi sul Trasporto pubblico locale, sulle Frecce e tanti
altri treni.
All’assessore Russo
avrei voluto chiedere una spiegazione.
Ho studiato le pagine
700 e 600 della Zes sulla quale, intanto, c'è un
ritardo del Governo – presidente Oliverio e collega Romeo, che ha partecipato
con me ad un dibattito a Campo Calabro – in merito alla mancata individuazione
e nomina della figura del Comitato che deve dar vita alla Zes.
Proprio in quella
sede, il senatore Siclari aveva preso l’impegno di
chiedere al ministro Toninelli di stimolare la nomina di questo componente; non
fa parte di questo consesso, ma chiederò al senatore Siclari
a che punto è e se è intervenuto in tal senso – collega Romeo –, però volevo
capire come mai sono previste tutte le aree, i retro-porti dei porti e, quindi,
Gioia Tauro, Reggio Calabria e non è previsto il retro-porto di Villa San
Giovanni; voi sapete che Villa San Giovanni non ha un retro-porto, ma una zona
industriale che è ancora più dietro, che funziona ottimamente, che è quella di
Campo Calabro dove ci sono insediate attività produttive.
Volevo chiedere come
mai non era stata inserita la zona industriale di Campo Calabro e quali sono
oggi i termini per riperimetrare il territorio della Zes.
Se la Zes non parte, certamente non è ascrivibile a questa
Regione, perché in altri territori vedo che stanno andando più velocemente,
come la Puglia e la Campania, credo, ma anche la Sicilia dove ho saputo l'altro
giorno dal presidente Musumeci che ci sono dei miglioramenti.
È chiaro che, forse,
c'è stata troppa politica anche nelle scelte delle Zes
perché, magari, andavano fatti minori interventi, delimitati più alle zone
sofferenti che potevano, comunque, creare occupazione; non i 40 mila posti che
offre Dubai – per esempio – ma ce ne sarebbero bastati il 10 percento, quindi 4
mila posti di lavoro nell'area del porto, che avrebbero dato un impulso non
solo a Gioia Tauro, ma a tutto il resto del territorio.
Per farla breve,
credo che questo Documento Economico Finanziario non rappresenti quello che
potenzialmente si poteva fare in termini di rilancio, rispetto all'attività
svolta in questi quattro anni.
Ritengo che ciò non
sia ascrivibile all’organo politico – signor assessore al bilancio – ma che,
anche i tecnici, che spesso sono presuntuosi, debbano fare, così come lo
facciamo noi, un bagno di umiltà e recepire anche gli input esterni che vengono dalla politica; quando parlano Pedà,
Esposito, Greco, Bevacqua e Bova, non è il singolo a parlare in quest'Aula, ma
i cittadini che li hanno delegati a farlo e anche coloro che non li hanno
delegati.
Oggi la politica deve
dare un indirizzo politico ed i tecnici, nel rispetto massimo della legge,
devono applicarlo.
Credo che in questi
anni ci sia stata una grossa frizione tra la politica e la burocrazia.
Spero che questo non
succeda negli anni a venire e che si lavori tutti quanti, comprese le ASP –
collega Esposito – dove c'è stata troppa politica – anche oggi a Gioia Tauro
abbiamo visto –, dove ognuno tira l'interesse del proprio campanile, perché
qualche medico preferisce che ci sia un ufficio da una parte rispetto a
un'altra, forse perché è più vicino alla propria residenza e al proprio
domicilio.
Se tutti quanti
iniziamo a fare la nostra parte, nel rispetto dei ruoli, magari possiamo dare
un segnale diverso, di controtendenza rispetto alla continua migrazione
continua che c'è in Calabria e in queste terre povere e mettere un punto, non
come è stato detto oggi, che è stato messo un punto alla sanità, che sta
migliorando e si stanno ribandendo i posti.
La gente percepisce
un disastro e ci guarda malissimo, per non dire che ci odia.
Non possiamo più
andare tra le persone perché sono sconfortate; riceviamo continue segnalazioni
di gente che sta nei corridoi sulle barelle e che non ha neanche la possibilità
di avere un letto come degente.
Questa è la regione
in cui viviamo e che ci hanno lasciato; non è solo colpa della politica, ma
anche di chi l’ha amministrata, di quei direttori generali che se ne sono
andati e non rispondono alla Corte dei Conti e a nessuno; hanno preso lauti
stipendi e nessuno va a vedere se hanno fatto bene o se hanno fatto male;
nessuno va a vedere le loro performance; nessuno va a vedere chi hanno nominato
ma si va soltanto a vedere cosa fa la politica.
Pertanto, invito
tutti quanti ad una presa di coscienza da questo punto di vista, naturalmente,
ribadendo il no al Documento Economico e Finanziario che, magari, se fosse
stato posto meglio, con qualche pagina in meno e qualche cosa reale in più,
avrei pure votato con piacere, lo devo dire.
Mi prenoto per il
prossimo anno, magari, visto che ancora ci saremo.
Grazie di avermi
ascoltato e grazie a tutti quanti, ognuno nella
propria posizione, per il lavoro che stiamo svolgendo in Consiglio regionale.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo anche
io su questo punto, che è un punto importante e che riguarda la definizione
della situazione economica attuale, ma anche la proiezione economica della
Regione, ovvero il Documento di Economia e Finanza, che ho letto con attenzione
e dal quale si evincono alcuni dati che denotano, da parte della Giunta
regionale, una visione abbastanza positiva della situazione calabrese.
Nell’incedere di chi
ha scritto questo Documento di Economia e Finanza, evidentemente, - solo il
collega Greco ha evidenziato in Aula questi elementi positivi - c'è una visione
positiva di quanto sta accadendo in Calabria, di quanto ci sarà nei prossimi
anni.
Qualche dato positivo
onestamente c'è, ma è dovuto ad una congiuntura in lieve miglioramento rispetto
al disastro economico generale degli ultimi anni, per esempio: c'è un aumento
del13 percento delle produzioni agricole; un aumento strano – lo dico come dato
preoccupante per un verso, perché non inquadrato in un progetto generale di
utilizzazione delle foreste – e riguarda l’aumento del 34 percento della
produzione legnosa; un leggero incremento delle presenze turistiche – lo si
dice – dovuto all’instabilità politica del Mediterraneo; un leggero aumento del
PIL (Prodotto interno lordo) per
abitante che è di 17 mila 219 euro, ma aumenta anche il divario, non
percentuale, ma economico generale con le altre Regioni non solo del Nord, ma
anche del Centro Italia; un leggero aumento delle esportazioni verso l'estero,
soprattutto di agro-alimentare; c'è, però – e questo è il dato nettamente
negativo – una diminuzione della popolazione di 8 mila unità, un aumento del
saldo negativo di giovani laureati – dal 2002 al 2016 sono 33 mila – 253 mila
emigrati in tutto.
L’unica regione fuori
dal coro del Mezzogiorno è la Basilicata e questo, probabilmente, deve farci
interrogare su quelli che sono stati e sono, anche in questa Legislatura, i
modelli di sviluppo scelti dalla Regione Calabria.
In un quadro più
complessivo, vi è una generale lentezza nella spesa, soprattutto di Fondi
comunitari; bandi nel POR 2014-2020 per solo 500 milioni di euro e, al 30 aprile
2018, soltanto il 5,5 percento dei pagamenti.
Qualcuno potrà dire
“sì, ma rispetto a qualche altra regione del Mezzogiorno, i pagamenti sono in
misura maggiore”. Rispondere è anche lecito.
Ci sono Regioni del
Nord che hanno pagamenti al 30 aprile 2018 nella misura del 20 percento delle
somme che sono stanziate per Fondi comunitari. Credo che dovremmo guardare chi
è meglio di noi e non chi è peggio.
Siamo quasi al palo
sulla spesa per le Strategie di sviluppo urbano sostenibile, cioè le somme che
vengono erogate ai grandi Comuni, quelli con più di 30.000 abitanti, quindi
alle aree urbane più grandi e ai capoluoghi di provincia.
C'è un'emergenza
chiara che sta per esplodere, perché il progetto “Rifiuti zero” per quanto
riguarda il settore rifiuti, è in panne;
si sta, addirittura, ritornando alle discariche o si rimane ancorati ad una
legge emanata, in piena emergenza, nel 2013 o 2014, che ha fatto ricorso ai
privati e si rimane ancorati ancora ai privati.
C'è una situazione
che riguarda la spesa del turismo e i beni culturali che vede, anche in questo
caso, pochi investimenti sui 35 milioni di euro che sono stati stanziati.
Su questi, non
riusciamo a comprendere quali siano i reali risultati nel Settore turismo e
beni culturali, dove ci sono indicazioni su: partecipazioni a manifestazioni
fieristiche nel primo e secondo semestre del 2016, per un importo pari ad euro
2 milioni 40 mila; partecipazioni a manifestazioni fieristiche, primo e secondo
semestre 2017, per un importo pari ad euro 2 milioni 206 mila; un progetto di
promozione e informazione turistica in Cina per il 2017, pari ad euro 253 mila;
sempre per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche, primo e secondo
semestre 2018, c'è una spesa di euro 2 milioni 283 mila; un avviso per la realizzazione
di materiale promozionale per un importo di euro 228 mila; un'attività di
comunicazione integrata finalizzata alla promozione della destinazione Calabria
nel mercato cinese, per euro 300 mila; una campagna di comunicazione, già
oggetto di polemica da parte nostra, per l'acquisizione di spazi promozionali
sul giro d'Italia 2018 per euro 488 mila; l'attività di comunicazione integrata
per l'acquisizione di spazi televisivi a New York per un importo di euro 343
mila.
Mi soffermo su questi
investimenti perché, ad oggi, tra questi non viene, ad esempio, citata la spesa
effettuata qualche settimana addietro, credo a settembre, quando sono stati
ospitati nel reggino – colleghi Nicolò e Pedà – gli operatori turistici
tedeschi, per una spesa esondante di circa 1 milione di euro.
Cito questi dati
perché non sono secondari, ma attengono a quello che dovrebbe essere il modello
di sviluppo individuato dalla Regione Calabria per creare crescita di Prodotto
Interno Lordo, per creare posti di lavoro e arginare l'emigrazione dei nostri
giovani, vale a dire l'utilizzazione delle risorse del territorio.
Se questo non
comporta ricadute evidenti – perché ci beiamo di un risultato che ci porta da
nove milioni e mezzo a dieci milioni di presenze in Calabria soltanto per un
turismo balneare e non sono state create alternative diverse – beh,
evidentemente, dopo 4 anni di governo, c'è un grande fallimento del lavoro di
questa Giunta regionale.
Non comprendiamo la
ricaduta di questi investimenti, perché non sono supportati da incrementi reali
e concreti, sia per le esportazioni verso questi mercati, dei nostri prodotti
enogastronomici e agroalimentari che sono di primissima qualità, sia per un
incremento in termini di presenze.
In Cina girano tutti
con le mascherine per l'altissima, l’elevatissima o la scarsissima qualità
dell'aria che si respira.
Bisogna investire ed
avere un ritorno anche in termini turistici; per esempio, nel Parco della Sila
o nel Parco del Pollino, anche dopo questi investimenti, sarebbe stato
necessario, doveroso, invece non abbiamo un incremento del turismo
internazionale, se non nella sola Costa degli Dei.
Credo che esempi come
quelli di Matera 2019, della Basilicata o di altre Regioni come la Puglia, ci
avrebbero dovuto insegnare quale modello di sviluppo individuare dopo i tanti
fallimenti di questi decenni e ancora, invece – ahimè – siamo fermi al palo.
Il 2018 – lo dite voi
– è l'anno mondiale del cibo.
Quali investimenti,
quali ricadute ed in quali circuiti la Calabria è riuscita a inserirsi nell'anno
mondiale del cibo? Quali risultati, rispetto – come diceva il consigliere Greco
– ad un modello di sviluppo nordista che ancora continuiamo a perpetuare?
Che dire, poi, della
sanità? La sanità è il maggiore dei fallimenti di questa Giunta regionale e del
presidente Oliverio.
Nel 2013 vedeva una
spesa sanitaria di disavanzo di 40-45 milioni di euro; nel 2018, secondo le
proiezioni, la spesa sanitaria ammonta a 170 milioni di euro, oltre alle
maggiori risorse che in questi anni il Fondo Sanitario Nazionale ha attribuito
alla Calabria. 170 milioni di euro di disavanzo.
Un’esondazione anche
della mobilità passiva, salita oltre i 250 milioni e i peggiori servizi in
assoluto. Si tratta del fallimento totale di un'impostazione che non può essere
attribuita al Commissario per la sanità.
È un fallimento
dovuto soprattutto ai direttori generali che sono stati nominati da questa
Giunta regionale e dal presidente Oliverio i quali, nelle rispettive Aziende,
hanno fatto esondare in questi anni il debito, peggiorando i servizi.
È questa la storia ed
è per questo che, insieme ai capigruppo di maggioranza, chiediamo ufficialmente
al Presidente del Consiglio regionale che vogliamo tornare a discutere di
sanità, vogliamo ragionare e confrontarci su questi argomenti, che sono la
testimonianza principale del fallimento di questa Giunta regionale.
Nel settore del
lavoro, oggi si sta consumando un dramma ulteriore, quello degli LSU ed LPU, ai quali era stata promessa la stabilizzazione e
che, addirittura, rischiano di fermarsi o, nella migliore delle ipotesi, di
essere impiegati a 18 ore dopo che, in questi anni, sono stati impiegati a 26
ore; questo perché il decreto emanato per la loro stabilizzazione non è
sostenibile da molti Comuni, soprattutto dai Comuni più piccoli che hanno un
elevato numero di questi lavoratori.
Credo che le promesse
di stabilizzazione fatte dal Partito Democratico, soprattutto durante la
campagna elettorale del 2018 – seppur in presenza di responsabilità da parte
del Governo centrale, che ha effettuato dei tagli alle risorse stanziate alla
Calabria – tutto ciò che era stato promesso attraverso la politica degli
annunci, non è stato realizzato in concreto; stiamo parlando di migliaia e
migliaia di famiglie, di lavoratori che spesso offrono servizi essenziali
all'interno dei Comuni.
In agricoltura, che è
un altro settore nevralgico, c’è una percentuale di pagamenti rispetto alle
somme stanziate nel POR del 24,6 percento, migliore rispetto ad altre Regioni.
È anche vero che
quasi tutte le risorse sono erogate in termini di spesa corrente, per il
biologico o per altra spesa cristallizzata, che viene
erogata agli imprenditori agricoli, e ancora non sono state erogate le risorse
per il pacchetto giovani, le risorse della misura 4.1, che consente agli
imprenditori di fare nuovi investimenti.
Un quadro generale,
quindi negativo, negativissimo in una Regione in crisi nel settore del mercato
del lavoro, della sanità, dei trasporti, di tutti i servizi essenziali, non
considerata dal punto di vista politico dal Governo centrale, anche quando era
dello stesso colore a guida Partito Democratico, quindi, un quadro nettamente
diverso, perché il quadro reale e concreto – Presidente – è un quadro
nettamente diverso da quello che viene fuori dalla lettura del Documento Economico
e di Finanza.
Si registra, quindi,
un fallimento ed è necessario che chi governa e guida la Regione all'interno
della Giunta regionale si renda conto di questo scollamento fra la Calabria
reale e la Calabria virtuale che questa Giunta regionale pensa di vivere.
È una Calabria
completamente diversa; una Calabria che – come diceva il collega Pedà – odia la
politica ed i politici perché i servizi, in un momento di crisi come questo,
sono i peggiori in assoluto ed è anche – devo dire, Presidente, e mi avvio alla
conclusione – una Calabria che anche in Consiglio regionale comincia a
svegliarsi perché, tranne l'intervento del collega Greco che è stato credo
nominato quale difensore d’ufficio, c'è una maggioranza completamente in pezzi
e questo, Presidente, è frutto – glielo dico ancora una volta – delle sue
responsabilità perché lei ha alienato i consiglieri di maggioranza dal
progetto.
Il consigliere
Guccione che, nel 2014, era la persona a lei più vicina, oggi ha annunciato il
voto contrario rispetto al Documento Economico di Finanza e questo è un voto
politico pesantissimo nei suoi confronti.
Il gruppo dei
Moderati per la Calabria, attraverso il consigliere Sergio, ha criticato
fortemente il documento, dando un altro sonoro segnale politico che è – Presidente,
mi perdoni – un ceffone politico che lei oggi deve incassare e del quale fare
ammenda di fronte ai calabresi, perché questo DEFR è un fallimento e, per
tutti, il fallimento è quello della sanità.
La prego di
concludere, consigliere Gallo.
Sì, Presidente, però
ci sono stati anche colleghi che hanno parlato più a lungo di me e nessuno li
ha fermati. Sto concludendo un ragionamento.
Atteso che il 70
percento del bilancio regionale è ingessato sulla sanità, il fallimento
principale di questa Giunta è proprio quello sulla sanità.
Un Presidente
incapace di ragionare con un Commissario, che ha litigato dal primo momento con
il Commissario nominato dal governo a guida Partito Democratico, quindi un
Commissario con in tasca, credo, la tessera del Partito Democratico, che è
stato incapace di ragionare con un uomo del suo stesso colore e che oggi ci
porta ad una situazione di deriva totale: l'esondazione del debito, della
mobilità passiva e i peggiori servizi in assoluto.
Credo che questa sia
la misura di un fallimento sul quale riflettere e ragionare anche all'interno
del Consiglio regionale, perché i confronti servono a questo, ma reputo ancor
più grave, o grave nella stessa misura, il fallimento politico che le viene
certificato dalla sua stessa maggioranza.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Mentre ascoltavo gli
interventi dei vari colleghi che mi hanno preceduto, sono andato a rileggere su
Wikipedia che cos'è il DEF, che viene così definito: “descrive gli scenari
economico-finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da
adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, tenendo conto
degli indirizzi di Finanza pubblica definiti dalla normativa statale ed espone
il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il
perseguimento degli obiettivi della programmazione unitaria regionale,
esplicandone gli strumenti attuativi ed il periodo di riferimento”. Questa è la
definizione di DEF.
Mi sarei aspettato,
da parte dei colleghi, una discussione alta su quello che in questi anni o in
questi pochi mesi, a seconda della visione di ognuno, siamo riusciti a mettere in
campo in termini di programmazione unitaria con il Governo nazionale e la
Comunità europea, e come poi tradurle in risposte operative e concrete sul
territorio calabrese; credo che questo sia oggi il ruolo di un consigliere
regionale che vuole misurarsi con i problemi che vive la Calabria; non è
perché, giustamente, fate opposizione, me ne guarderei bene; voi siete
opposizione, quindi, avete tutto il diritto e il dovere di mettere al centro,
di denunciare le difficoltà, le fragilità, le debolezze, le incrostature, i
ritardi accumulati in questi anni; però, con la stessa franchezza e la stessa
onestà, credo che ci dovrebbe essere una maggioranza o un gruppo consiliare che
rimette al centro della discussione politica i veri temi per la Calabria e che
rivendica anche alcune timide inversioni di tendenza che abbiamo registrato in
questi anni; è fuori da ogni discussione – cari colleghi – che oggi il PIL
registri, dopo anni, un’inversione di tendenza notevole in Calabria, la prima
Regione del Mezzogiorno che oggi raggiunge questi obiettivi.
Non voglio parlare di
questo, né vorrei parlare delle cose programmate in questi anni: del Piano dei
Trasporti, che ci permette di avere finanziamenti, del Patto per la Calabria,
definito con il Governo nazionale, che ci ha permesso di mettere in campo una
serie di iniziative.
Non voglio parlare di
queste cose, perché sono frutto del DEFR; se oggi parliamo di Rete ionica, del
Piano dei Trasporti, del Piano dei rifiuti, del dissesto idrogeologico, con
tutti i ritardi che abbiamo, c’è stata una filosofia che ha guidato questa
Giunta e questa maggioranza di governo.
Non voglio parlare di
questo, perché se non cogliamo oggi – caro collega Gallo e cari colleghi della
minoranza – due grida di allarme che ci giungono dal Paese, più che di DEFR,
nei prossimi anni, parleremo delle miserie umane.
Mi riferisco a due
temi che oggi sono al centro del dibattito politico europeo e nazionale. Ha
fatto bene il presidente Irto a convocare qui qualche mese fa tutti i
Presidenti dei Consigli regionali d’Italia per discutere, appunto, di come oggi
contrastare una deriva europea che potrebbe penalizzare ulteriormente le
Regioni del Mezzogiorno e la Calabria in termini di risorse importanti, come
l’agricoltura, il turismo e altre risorse che potrebbero essere utilizzate al
meglio dalla classe dirigente; poi, non dimentichiamo un altro tema
fondamentale che oggi è al centro del dibattito politico, che è il cosiddetto
Regionalismo differenziato, che rischia di danneggiare ulteriormente la
Calabria; altro che Livelli minimi essenziali per la sanità o per il settore,
diventeremo “la Cenerentola d’Europa” se dovesse passare questa follia che
hanno messo in campo alcune Regioni del Nord, Lombardia e Veneto in primis, che
rivendicano che nelle Regioni che producono ricchezza i 9/10 sulle materie di
competenza esclusiva devono rimanere in quelle Regioni.
Questi sono i temi
che oggi dovremmo affrontare come classe dirigente di questa Regione, con alto
senso alto di responsabilità, con la maturità necessaria per poter parlare di
Regione e di Calabria nei prossimi anni, con tutti i limiti e i ritardi che
abbiamo accumulato.
Non nego che sui
rifiuti oggi registriamo un ritardo, me ne guarderei bene, sarei uno sciocco,
miope e non sarei accorto e sensibile alle problematiche che abbiamo sul
territorio.
Ecco perché, anche
lì, ho lanciato l'idea dei mini ATO nella provincia di Cosenza, per aiutare,
appunto, a risolvere i problemi e far maturare quella coscienza civica che
ancora non c'è nelle nostre realtà calabresi, soprattutto per la litigiosità
che caratterizza molti dei Comuni della Regione. É su questi temi che dobbiamo
evitare lo scontro.
Il DEF è questo;
quindi, oggi possiamo parlare anche del sesso degli angeli, ma dobbiamo capire
che saremo tutti travolti se da qui a due, tre anni, quattro anni non
individuiamo e non resistiamo a questa ondata di populismo e di qualunquismo
che c'è…
Additare il
presidente Oliverio e questa maggioranza oggi è una partita facile, ma non
vorrei che domani questo dito diventasse ancora più grande verso chi dovrà
governare la Regione Calabria.
Assumiamoci le
responsabilità, facciamo un dibattito alto sui temi che riguardano la nostra
terra e non strumentalizziamo, giustamente o ingiustamente, temi che sono
davanti agli occhi dei calabresi e degli italiani.
Spesso, apprezzo un
appello che il mio collega Tallini fece dopo le elezioni regionali, quando
disse: “stiamo attenti, non alziamo troppo il tiro oggi e non denigriamoci a
vicenda, perché rischiamo di farci del male”; ecco, lo stesso appello lo
rivolgo ai miei amici consiglieri di maggioranza e a voi opposizione: stiamo
attenti su come prendiamo i problemi, su come ci poniamo di fronte all’opinione
pubblica e stiamo attenti a difendere il ruolo e la dignità di questo Consiglio
regionale e di quello che rappresentiamo oggi agli occhi dei calabresi.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà. Per la replica,
ci sono l’assessore ed il Presidente della Giunta.
Replicherà il presidente Oliverio al quale abbiamo fatto gli auguri
sulla stampa per aver spento la quarta candelina di questa legislatura,
ricordando anche un po’ tutte le delusioni che i calabresi hanno avuto per le
promesse mancate e le cose non realizzate per cercare di dare alla Calabria la
svolta promessa all’inizio della legislatura.
Voglio cercare di essere abbastanza sintetico –
purtroppo, la sintesi non è il mio forte – e di semplificare il mio
ragionamento con alcune osservazioni che, secondo me, sono le più significative
visto che questo è forse l’ultimo documento finanziario che avremo l’occasione
di discutere in Consiglio regionale e, quindi, probabilmente, è l’ultima
occasione per non perdere l’opportunità di fare una riflessione più ampia, che
non riguarda soltanto i contenuti di questo documento, ma un po’ anche tutto
quello che è stata, in questa Regione, l’esperienza amministrativa a guida
Oliverio dall’inizio della legislatura ad oggi.
Mi concentrerò in maniera particolare soltanto
su alcuni aspetti che riguardano soprattutto, a mio avviso, gli argomenti che
più di tutti hanno caratterizzato questa legislatura: innanzitutto, il
fallimento del progetto politico.
Oliverio è arrivato in questa Regione con un
progetto politico e ha fatto eleggere una maggioranza di consiglieri regionali
senza, probabilmente, alcuna concorrenza perché si sapeva già da due anni prima
– dopo l’esperienza tragica di Scopelliti – che il centro-destra sarebbe stato
sconfitto.
Si sapeva – ripeto – già con due anni di anticipo,
in virtù di questa regola che, ormai, si verifica da qualche anno nel nostro
sistema – in Italia, nelle Regioni ed anche in Calabria – per cui, dopo il
fallimento del centro-destra, era scontato che il centro-sinistra avrebbe vinto
le elezioni.
E, allora, si pensava che il presidente Oliverio
arrivasse al momento elettorale con un progetto per amministrare e per
risolvere i problemi della Calabria. Ed è arrivato. Si è preoccupato nei due
anni precedenti soltanto di preparare le liste, di aggregare e di riciclare il
più possibile e di mettere in campo una forza elettorale al di là dell’immagine
che, insomma, poteva dare un Presidente navigato. A questo proposito, non sono
per la rottamazione – così come i cosiddetti movimenti populisti pensano e predicano
attraverso i social –, sono favorevole alle esperienze politiche.
Credo che il presidente Oliverio si sia immunizzato
attraverso una serie di liste che gli consentirono di ottenere una vittoria
strabiliante, dal punto di vista percentuale, però con un numero di votanti
che, per la prima volta, nella storia del regionalismo, non aveva superato il
50 percento perché – mi pare – che fu il 45 percento ad eleggere questa
maggioranza ed il presidente Oliverio.
La prima riflessione che devo fare – il Presidente,
se n’è andato – è il fallimento politico e lo so che, insomma, sfondo una porta
aperta.
Il presidente Oliverio inizia con una Giunta
politica, arriva in Consiglio regionale, modifica lo Statuto e fa pensare a
tutti i componenti della maggioranza – soprattutto a quelli della maggioranza –
che ci si avviava a scrivere – ricordo quelle roboanti parole – una nuova
pagina della storia del regionalismo, in Italia addirittura, altro che in
Calabria!
Allora, vi convinse che modificare lo Statuto e pensare
al consigliere delegato sarebbe stata una vera e propria rivoluzione. Non so,
nella sua idea, come avrebbe potuto superare la contraddizione giuridica perché
la gestione non può essere nelle mani del legislatore; ma, qual era il
significato nel nuovo concetto di regionalismo di Oliverio? Quello di far
contare più di tutti l’Assemblea.
La prima riflessione da fare è il fallimento della
Giunta politica. Ed il fallimento della Giunta politica è arrivato. In base a
che cosa? A situazioni improvvise oppure a circostanze che già si conoscevano?
È arrivato in base a situazioni che erano in corso. Si sapeva che c’era
un’indagine e c’erano delle circostanze che erano note già al momento della
formazione delle liste.
Ora, se il presidente Oliverio non voleva persone
che avessero dei procedimenti giudiziari – ce ne sono tanti, c’è quasi gran
parte del Consiglio regionale e parlo in maniera anche distaccata perché ce ne
erano anche nello schieramento di cui faccio parte – doveva dire, sin dalla
formazione delle liste, in una condizione così favorevole: “non voglio persone
che hanno in corso procedimenti giudiziari”.
Non solo li ha voluti, li ha candidati, gli hanno
portato i voti, lo hanno eletto, poi sono entrati in Giunta, in virtù di questo
successo elettorale. Subito dopo è venuto fuori quello che tutti quanti noi
sapevamo e il presidente Oliverio ha cominciato a mettere in discussione la
legittimità del Presidente del Consiglio, di diversi assessori, del
vicepresidente, quindi, una cosa quasi quasi nuova.
E, pertanto, il fallimento della Giunta politica.
Non so se questo è avvenuto sotto i colpi del
giudizio dell’opinione pubblica, magari anche della stampa, oppure attraverso
quella che qualcuno oggi può considerare una vera e propria strategia politica
scientifica, studiata apposta.
Per fare cosa? Per diventare il commissario unico
della Regione. Questo lo voglio dire perché nessuno lo dice. Se contate le
deleghe in capo al Presidente, vi accorgerete che il presidente Oliverio si può
considerare il commissario unico della Regione Calabria.
L’unica cosa – per completare questo concetto – che
non è riuscito ad avere è la delega della sanità –ma questa è una storia
completamente diversa – però, dal punto di vista politico, la storia di questa
amministrazione finisce quando fallisce quel progetto politico: si tolgono
dalla Giunta i cosiddetti politici e si mettono i tecnici.
E, allora, qualcuno può dire che gli assessori
tecnici non sono all’altezza, non sono bravi; assolutamente, nessuno può
giudicare perché, sul piano personale, con sincerità, non mi sento di dover o
poter giudicare la professionalità dei tecnici che sono stati messi da Oliverio
nella sua Giunta. Assolutamente! Però, il fallimento della Giunta politica si è
verificato.
È stato un caso? Sembra quasi fatto apposta e
sembra studiato scientificamente a tavolino che il presidente Oliverio dovesse
essere il commissario unico della Regione.
Perché dico questo? Perché oggi, dopo il fallimento
della cosiddetta rivoluzione del regionalismo – che doveva vedere valorizzata
questa Assemblea legislativa, che doveva essere un’Assemblea pulsante, una
fucina di idee rivoluzionarie, per dare alla Calabria quella svolta che
tantissimi altri Governatori non hanno saputo dare – qual è il risultato?
Consigliere Ciconte, mi scusi, ma dovrebbe piangere
non per sua responsabilità nel senso che lei è stato vittima di questo processo
e dovrebbe stare più attento a quello che sto dicendo perché sto affermando che
è mancata la politica!
Se, oggi, registriamo che nessuno in questa
maggioranza – tranne i consiglieri Bevacqua e Greco che hanno tentato di
arrampicarsi sugli specchi – ha dato l’impressione di credere a questa svolta,
a questo documento finanziario, di credere e di pensare davvero che le cose che
sono state dette abbiano determinato o dato la percezione che c’è stata
veramente in Calabria una svolta vera e propria, è un fallimento politico. Il
fallimento politico del commissario unico, Mario Oliverio.
Lui ha voluto che queste deleghe fossero tutte in
gran parte in capo suo.
Faccio un esempio, Presidente: quando ancora non
sapevo come erano distribuite le deleghe, sono andato a prendere i decreti che
sono depositati e pubblicati. Ho cercato, per esempio, di trovare la delega al
turismo. Non so, tra la gente che ascolta e tra i colleghi consiglieri
regionali che sono in quest’Aula, chi sa chi è l’assessore al turismo, chi ha
la delega al turismo. Ho visionato le deleghe di tutti gli assessori
attualmente facenti parte della Giunta tecnica del presidente Oliverio, ho
completato l’esame di tutte le varie deleghe e non ho trovato – Presidente, se
mi aiuta – la delega al turismo, non l’ho trovata in capo a nessun assessorato.
Dopodiché, sono andato a vedere il decreto che
assegna le deleghe al presidente Oliverio, ho letto tutte le deleghe che sono
in capo a lui e non ho trovato – vi prego, non sto scherzando, andate a
verificare – tale delega assegnata al presidente Oliverio, non c’è la delega al
turismo.
E, allora, ho visto che, alla fine, c’è scritto
“…e, comunque, qualsiasi altra delega che non è esplicitamente citata nelle
deleghe degli assessori o del Presidente”.
Quindi, ho capito che la delega del turismo è in
capo a Mario Oliverio. Perché? Perché non ce l’ha nessuno e, poiché è una
materia che non ha nessuno, è di sua esclusiva competenza.
Perché dico questo, Presidente? Perché si può pure
pensare di non avere un assessore al turismo e si può, anche, pensare che il
presidente Oliverio, tra le tantissime cose da fare, abbia stabilito che di
turismo – visto che è una cosa importantissima – se ne debba occupare lui,
però, per come è stato concepito da questo progetto politico, il problema del
turismo sembra una cosa così banale che, forse, è inutile scrivere che ci deve
essere qualcuno che se ne interessa.
E, allora, c’è una Regione che vuole creare
sviluppo e non ha un assessorato al turismo, non ha un progetto per il turismo,
non ha un’idea di sviluppo basata sull’unica cosa che deve avere cioè il
turismo; poi, tutto quanto è legato alla voce del turismo: i beni culturali,
ambientali, il settore agroalimentare. Tutto – ripeto – dovrebbe essere
collegato al turismo e tutti quanti abbiamo sempre sostenuto che la nostra
regione – che ha 800 chilometri di costa, che ha siti ambientali, la montagna,
la collina, le riserve, i parchi, – dovrebbe puntare tutto sul turismo. E, se
aggiungiamo l’aria salubre che questa regione è in grado di offrire, dobbiamo
pensare che il turismo, l’unico elemento che poteva creare sviluppo e
prospettiva in maniera naturale, è stato cancellato perché nessuno in Calabria
può interessarsi e si interessa di turismo.
Il problema chiaramente si riflette sul versante
dell’occupazione.
Mi sono interrogato su quali possano essere e da
dove possano derivare i numeri citati dal consigliere Greco; se lei,
consigliere Greco, mi dice che ci sono settori nei quali c’è stata una
occupazione piena, posso testimoniare che sono d’accordo: sono le strutture
della Cittadella regionale, dei direttori generali, della Presidenza, le varie
strutture degli assessori, tutte occupate con una logica scientifica che,
sicuramente, non aiuta il progetto ed il messaggio che noi dovremmo dare ai
calabresi, ossia la possibilità di parlare di prospettive e di occupazione.
Per quanto riguarda l’occupazione, Presidente, è
possibile che si verifichino delle cose strane soltanto in Calabria. Per
esempio, a Catanzaro è stato bandito un concorso nella sanità che ha visto
partecipare circa 10.000 concorrenti tra infermieri e operatori socio-sanitari.
Ebbene, questo concorso – su ordine e direzione di un direttore generale – è
stato annullato perché una concorrente è stata vista copiare o mandare un
messaggio con un cellulare, utilizzare un cellulare, e non altro. Così, si
rischia, non soltanto di rimandare il più possibile la selezione di personale
indispensabile ai fini del mantenimento dei servizi nella sanità, ma anche di
lasciare tanta gente inoccupata, nonostante le relative Commissioni attestino
che tutto si è verificato regolarmente.
C’è stata una regia? Per quale motivo si è
verificato tutto questo? Vedremo.
Poi, c’è stato il concorso all’Arcea, dove prima si
pubblicano i bandi, poi si sospendono, poi si si dice che si faranno. Ad oggi,
non so se i concorsi all’Arcea si faranno o meno.
Dopo, i concorsi alle Ferrovie delle Calabria, ex
ferrovie Calabro-Lucane. Si pubblica il bando – siamo andati a finire anche su
Striscia la Notizia – e si verificano cose sostanzialmente poco edificanti, un
messaggio dato a tutti i giovani calabresi. Non mi voglio unire a coloro che utilizzano
ogni argomento per dire che tutto è marcio e tutto è sporco, ma, sicuramente,
ci sono linee altalenanti; una volta sì, una volta no, una volta si revocano, a
volte alcuni concorsi si fanno ed altri no, e questi si fanno e questi si
devono ripetere perché ci sono i sindacati che hanno detto una cosa: in un
mondo in cui c’è una sete di lavoro – che tutti quanti noi conosciamo – non è
una bella carta di presentazione.
E se, poi, pensiamo ai fallimenti generali della
sanità, voglio dire soltanto una cosa e non voglio citare luoghi comuni perché
me ne guardo bene; di solito cerco sempre di fuggire dai luoghi comuni perché
sono abituato a comprendere che non corrispondono mai a verità, anzi tutto
l’opposto, però, vi sarà capitato di andare in qualsiasi ospedale a fare una
prenotazione.
Presidente Oliverio, perché è aumentata la spesa
dell’emigrazione sanitaria? I fattori sono tantissimi: il fatto che non sono
stati realizzati gli ospedali è un fattore che incide molto, ma non è solo
quello; lei, Presidente, ha fatto della sanità, nei settori di sua competenza,
– cioè le nomine dei direttori generali, amministrativi e sanitari – una
gestione politica.
Chi li ha messi là? Lei li ha presi da un elenco di
tecnici, vero?
Questo lo deve nominare questo consigliere
regionale perché è stato eletto là e, quindi, c’è la “contea” di competenza di
quel consigliere regionale e, poi, per il direttore amministrativo c’è la lista
minore che ha un suo rappresentante – non mi guardi così, presidente Irto, mi
deve consentire di completare l’intervento – e, quindi, bisogna nominare
qualcuno per mantenere gli equilibri del direttore amministrativo, che fa capo
all’altra lista che ci ha consentito di raggiungere l’obiettivo; e, poi, c’è il
direttore sanitario, anche là dobbiamo completare e mantenere quell’equilibrio
o, almeno, si tenta di fare questo. E, poi, alla fine, che cosa viene fuori?
Una gestione politica della sanità attraverso la
quale si possono alimentare ma dove, sicuramente, non si realizza nessun utile,
nessuna azione per una sanità che deve essere il più possibile efficiente
perché la gente quando si deve curare non può vedere le beghe che possono
nascere.
Non c’è un automatismo per cui uno arriva e si
prenota. Bisogna preoccuparsi di snellire e smaltire le liste di attesa, perché
per una mammografia si deve aspettare un anno un anno e mezzo, mesi per una
radiografia semplice, per un esame un po’ più complicato non se ne parla e,
allora, a voi dico che la gente quando ha un problema di salute la prima cosa
che fa è cercare di ridurre i tempi di attesa prima possibile per arrivare alle
cause del problema. Poi, se si arriva all’individuazione di sospetti di
patologie serie, che vuol dire? Che si deve fare una TAC quando il male che si
sospetta ha completato la sua azione ed è diventato devastante nei confronti di
tanti calabresi che, facendo tanti sacrifici, preferiscono emigrare per farsi
curare.
Concluda,
consigliere Tallini.
Se mi dà la possibilità di concludere, non voglio
fare un intervento lungo, ma mi faccia dire almeno le cose più importanti. Una
gestione politica questa della sanità che ha portato tantissima gente ad andare
a curarsi fuori – Presidente, se mi fa distrarre, poi perdo il filo e le cose
vanno peggio – per esempio, tra le tante cose che non condivido del commissario
Scura, diceva una cosa, che avete autorizzato i concorsi, ma nel farlo avete
anche cercato di fare una cosa con i direttori generali che devono essere, loro
stessi, espressione di professionalità e di qualità.
I direttori sanitari, i direttori amministrativi
che hanno vinto i concorsi … anche là una gestione politica. Basta andare a
vedere chi ha vinto i concorsi, per la maggior parte, Presidente, i facenti
funzioni. Se il livello della sanità calabrese è basso, noi abbiamo contribuito
a stabilizzarlo basso perché se tutti i facenti funzioni dei vari reparti hanno
finito per essere poi primari, noi abbiamo condannato la sanità calabrese ad
una mediocrità a vita; e quando avremo medici bravi che hanno la possibilità di
venire in Calabria – molti sono calabresi e sono fuori – in questo modo non
possono fare nulla e, quindi, non c’è nemmeno la speranza di tornare a fare
qualcosa per la propria terra. Questo è il fallimento della sanità. Quindi, quando
lei afferma, caro Presidente, che la sanità è in queste condizioni è vero: il
50 percento delle colpe va dato, sicuramente, al commissario Scura che – vi
garantisco che in questo caso il Presidente ha ragione – di tutto capisce
tranne che di sanità.
Che sia un ingegnere non significa nulla perché
anche un ingegnere si può sforzare di capire. L’altro 50 percento, sicuramente,
appartiene alla politica del dipartimento della Regione.
E, poi, per tutto il resto voglio dire: i rifiuti.
C’è bisogno, cari consiglieri Greco e Bevacqua, di parlare dei cicli, delle
discariche. Basta farsi un giro nelle città calabresi – tranne qualche rara
eccezione dovuta, in gran parte, al merito dei singoli sindaci che si adoperano
per avere anche procedure straordinarie – per capire che in Calabria il ciclo
dei rifiuti non funziona e continua a non funzionare; quindi, un altro
fallimento in questo settore.
Il problema dell’acqua è stato risolto?
Assolutamente no! I comuni sono tutti indebitati e la rete della Sorical è un colabrodo: si continua a perdere tantissima
acqua, non ci sono investimenti e tutti i Comuni ogni giorno devono registrare
disfunzioni nei confronti dei cittadini perché le reti che, in gran parte, sono
della Sorical, non funzionano, sono colabrodi che perdono, scoppiano ed in gran parte,
forniscono addirittura acqua non potabile.
Concluda,
consigliere Tallini, che ha superato i tempi assegnati.
Quindi, torno al famoso dilemma di prima. Caro
consigliere Greco, come si concilia questo quadro della Calabria con i suoi
dati o con i dati del consigliere Bevacqua, che si copre con una mano, forse
ride per le cose che ha detto il consigliere Greco? Allora, probabilmente, sarà
così e concludo.
Ho cercato di trovare la formula. E, allora,
abbiamo fatto un piano per l’occupazione. Ricordo che il consigliere Greco
portò in Aula un provvedimento per l’occupazione. Ricordate i famosi campi da
golf? Immagino che tantissimi calabresi abbiano trovato lavoro: qualcuno,
magari, portando le famose mazze per il golf e qualche altro, magari, tagliando l’erba dei prati.
Consigliere
Tallini, la invito a concludere il suo intervento.
Presidente, è l’ultima e poi ce ne dobbiamo andare,
se ce ne dobbiamo andare …
Immagino – dicevo – che quel famoso piano per
l’occupazione, attraverso i campi da golf, ha, probabilmente, portato tutto
questo sviluppo ed il famoso aumento del 2 percento del PIL, praticamente,
nasce tutto da lì.
Vorrei capire dove sono, perché, onestamente, da
amministratore, sono anche curioso di capire e conoscere meglio. Lei sa quanti
calabresi hanno abbandonato la Calabria negli ultimi anni, soprattutto in
coincidenza con la vostra esperienza politica? Sapete quanti? 180.000
calabresi, quasi tutti i giovani, molti giovani.
E, allora, forse ha ragione il consigliere Greco,
poiché sapete – e concludo con questo concetto, Presidente – che le statistiche
si fanno sui numeri e sulle popolazioni, il reddito pro capite della Calabria
si ottiene dividendo il guadagno dei cittadini per il loro numero. Questa è una
formula matematica.
Se 180.000 persone sono andate via – e, magari,
sono andati via quelli che non avevano il posto di lavoro e che, come nella
statistica dei polli, vengono conteggiati anche se il pollo non lo mangiano
–probabilmente, queste 180.000 persone – giovani e meno giovani – che hanno
dovuto abbandonare la Calabria per continuare a vivere, hanno, probabilmente,
fatto aumentare il PIL del 2 percento, ma, secondo i miei calcoli, avrebbe
dovuto aumentare molto di più.
Concludo il mio intervento. Sono d’accordo anche
con il consigliere che mi ha preceduto quando diceva che nei prossimi anni il
PIL della Calabria decrescerà e arriverà allo 0,6 percento. Probabilmente, vi
accorgerete che, oltre agli emigranti, chiuderanno le aziende e ci allineeremo
a questo triste spettacolo.
Consigliere
Tallini, le ribadisco l’invito a concludere.
Concludo
questo mio intervento davvero dicendo che, comunque, noi oggi siamo qua e
questo è l’ultimo dato politico: non sappiamo se avete la maggioranza, non
sappiamo se avete i numeri per approvare il provvedimento, non sappiamo cosa e
come dovremmo comportarci noi, oggi, davanti ad un quadro, come questo, di
pericolo che la Calabria non veda nemmeno approvata la sua manovra finanziaria
e che, per effetto di questo, non si possano dare le risposte essenziali, in
tutti i settori e nel settore socio-sanitario che aspetta dopo tutta la
confusione che c’è intorno a queste risposte.
Deve
terminare l’intervento, consigliere Tallini.
Aspettiamo
di capire se questo fallimento è un fallimento che finisce oggi o se cerchiamo
di renderlo meno fallimentare perché le elezioni – che saranno fra un anno –
sono vicine, ma sono anche molto lontane, se noi pensiamo che in questo momento
i calabresi sono alla ricerca di una possibilità e di una speranza per cercare
di avere una ragione per stare in questa terra.
Grazie,
consigliere Tallini.
Grazie
a voi per la pazienza e per la tolleranza che il nostro Presidente…
Cedo la parola al Presidente della Giunta
regionale. Prego.
A
conclusione della seduta del Consiglio regionale devo confessare che mi sarei
aspettato una maggiore riflessione sul merito rispetto al documento che è stato
presentato, che è un documento ampio, analitico, che non esalta la situazione.
Va
letto il documento. Mi rendo conto che ormai siamo in un clima permanente di
campagna elettorale. Tra l’altro, si voterà tra oltre un anno - almeno questa è
la scadenza ordinaria - ma siamo in un clima permanente di campagna elettorale
e quindi la discussione di merito, la riflessione sul merito è mortificata in
via permanente da questa tendenza. E questo non è un bene. Lo dico naturalmente
con grande tranquillità.
Questo
non è un merito! In primo luogo perché non fa bene a quest’Assise, a questo Consiglio
regionale e, in secondo luogo, perché quando si è animati dall’asilo elettorale
la discussione viene compressa; sicuramente ne viene mortificata. Questo
naturalmente mortifica quella che dovrebbe essere, invece, una riflessione
concreta.
Voglio
proprio sintetizzare questo mio intervento, non voglio farla molto lunga. Credo
che dobbiamo fare uno sforzo di oggettività.
Abbiamo
avuto un ciclo della nostra economia, che non è stato solo un ciclo
dell’economia calabrese, tra il 2007 e il 2014, che, per condizioni diverse,
per un concorso di diversi fattori, è stato un ciclo negativo: la crisi
internazionale e, poi, nella crisi internazionale la difficoltà del nostro
Paese e l’acutizzarsi delle condizioni del Mezzogiorno d’Italia; l’allargamento
ancora più forte del gap tra il Sud
ed il resto del Paese.
In
questo quadro abbiamo avuto un segno fortemente negativo dell’economia
calabrese, delle condizioni di vita della nostra regione.
Quindi,
non solo un problema interno alla Calabria ma un concorso di fattori. Tant’è
che tra il 2007 e il 2014 abbiamo avuto una perdita secca di 14 punti di PIL.
Vorrei
ricordare al consigliere Tallini, che è stato anche assessore nella precedente
Legislatura, mi pare senza soluzione di continuità dal primo momento fino all’ultimo,
per 5 anni, i 180.000 calabresi che hanno lasciato la Calabria sono riferibili
al 2002-2016, cioè a ben 14 anni. Quindi è una tendenza. Ecco perché invito ad
una discussione di merito e non alla propaganda elettorale, perché ci sarà un
tempo per farla.
Ci
saranno anche luoghi, spazi per fare la propaganda elettorale! Per carità di
Dio! Alla fine il voto nessuno lo cambierà, perché il voto sarà per come ognuno
ha una collocazione politica, però la riflessione non può essere inficiata solo
da questo assillo perché altrimenti si banalizza tutto e nel Consiglio
regionale della Calabria una discussione seria come questa non può essere
banalizzata. Ecco perché parto da questo dato di riferimento.
Mi
riferisco al PIL, mi riferisco ai processi di allontanamento dalla Calabria, e
non solo, anche dal Sud, purtroppo, più in generale.
Mi
riferisco al turismo. Andiamo a vedere i dati 2007-2014. Anche in quel periodo
lì, negativo: meno, meno, meno, oppure i dati dell’export, i dati dell’agroalimentare, per la verità, di meno, perché
l’agroalimentare è stato il settore che più ha tenuto nella crisi del nostro
Paese, non solo in Calabria ma anche a livello più generale, anche se i dati di
incremento della produzione non hanno avuto lo stesso ritmo che hanno ripreso
dopo il 2014.
Quindi
va fatta una valutazione rispetto al merito delle questioni, all’andamento
oggettivo della situazione.
Non
c’è dubbio che oggi questi dati non sono riconducibili all’Ufficio statistica
della Regione - nemmeno c’è un Ufficio statistica nella Regione, non c’è mai
stato! - ma alla Svimez, a Bankitalia.
Questo
rapporto è stato redatto sulla base dei dati forniti da Svimez,
quindi non c’è nessuna enfasi. Non bisogna leggere i dati con enfasi ma con
oggettività.
È
un dato che la Calabria in termini di PIL è praticamente la regione più vivace;
è quella che si presenta con più vivacità nel corso degli ultimi tre anni. Nel
2017 questo è il dato
.
Secondo elemento: c’è un recupero delle esportazioni che è un dato importante.
Al
2017 abbiamo praticamente un dato già rilevante, che è di circa il 16 per cento
e nel primo semestre del 2018 del 38 per cento in più delle esportazioni. E in
questo dato ci sono delle componenti importanti: il settore dell’agroalimentare
in crescita, che incide notevolmente; il settore manifatturiero in crescita.
Nel manifatturiero vorrei, per esempio, segnalarvi che ci sono componenti
importanti che nel periodo 2007-2014 erano crollate fino al punto che si stava
per mettere in discussione la presenza di alcuni stabilimenti di in Calabria.
Mi
riferisco, per esempio, allo stabilimento delle OME.CA.; nel 2014 si era quasi
decretata la chiusura.
Nel
2015 c’è stata un’inversione di tendenza perché la Hitachi Rail
Italy, una grande compagnia internazionale, ha
rilevato quello stabilimento e oggi produce per il mercato mondiale.
Oggi
il materiale rotabile che viene prodotto negli stabilimenti di Reggio Calabria
fornisce le metropolitane di New York, di Abu Dhabi, di Londra, eccetera.
Queste
sono. Perché? Perché appunto c’è un’inversione di tendenza, quindi anche la
parte manifatturiera incide e poi c’è una ripresa delle costruzioni. Sono dati
rilevati.
Poi,
è chiaro, che c’è una timida crescita di 12 mila occupati, però questo non
compensa il dato della disoccupazione, che è un dato grave, drammatico.
Voi
pensate che nei processi dell’economia ci possa essere il mago Zurlì! Ma di che
cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di trend!
Stiamo
parlando di un trend che si è volto
al positivo, di un trend che invece
di presentare meno, meno, meno, presenta più, più, più, più.
È
chiaro? Ma non è che questo trend ci
ha fatto risolvere i problemi, ci ha fatto imboccare la strada giusta!
Questo
è il punto. Questo è il dato.
Perché
in tre anni si risolvono problemi accumulati nel corso di decenni!? Ma vogliamo
scherzare!
Si
faccia avanti, alzi la mano chi ha il coraggio di fare un’affermazione simile,
una sciagurata affermazione, o pensiero simile. È un trend.
Certo,
credo che questi segni positivi siano il frutto di una politica.
Parliamoci
molto chiaramente, perché questi segnali si accompagnano, per esempio, al fatto
che le risorse della programmazione comunitaria del 2014-2020 - fatemi fare una
riflessione anche su questo - stanno entrando nel vivo del sistema
dell’economia e della società calabrese.
Anche
qui vorrei ricordare che quando sono arrivato qui, in quest’Aula, era il mese
di dicembre del 2014, cioè l’anno in cui la programmazione sarebbe dovuta
partire perché i programmi riguardano gli anni 2014-2020.
Non
ho trovato uno straccio di programma, assunto da questa Regione, perché
nell’amministrazione di un ente non c’è soluzione di continuità.
Al
di là del fatto che le elezioni cambiano il colore di un’amministrazione e
cambiano gli uomini, avrei dovuto trovare un programma pronto. Per cui su quel
programma pronto, sto parlando di quello 2014-2020, avrei dovuto agire per
accelerarne la esecuzione.
Zero.
Zero. Infatti ho dovuto rimboccarmi le maniche per attuare il programma.
Ci
sono voluti 7 mesi perché un programma così complesso non si sa abborraccia in
una riunione o in una seduta di Consiglio regionale, con un concorso di energie
delle Università, delle forze sociali calabresi, con un confronto con la
Commissione europea e il programma è stato approvato a ottobre del 2015.
Tant’è
che è entrato poi nel vivo nel 2016 e oggi, a 2 anni di distanza, cominciamo ad
avere i risultati.
Quindi
mi permetto di ricordare a chi ha memoria corta, e magari si trovava anche in
questi banchi, anche con una responsabilità di Governo, che siamo partiti con 2
anni di ritardo e li stiamo recuperando, perché la Calabria in quanto a spesa è
la prima Regione del Sud e vedrete al 31 dicembre di quest’anno. I dati saranno
rilevati al 31 marzo.
Ve
lo dico per evitare anche qui di essere poi smentiti clamorosamente dagli
eventi. Vedrete che la Calabria sarà, purtroppo, tra le poche Regioni a
realizzare la performance prevista al
31 dicembre 2018. Perché stiamo monitorando il percorso, perché stiamo seguendo
il percorso, perché molte risorse si dispiegheranno ancora adesso nei mesi che
verranno, perché i soggetti attuatori di questo programma - mi riferisco ai
Comuni, mi riferisco alle Province, mi riferisco alle imprese - che sono alle
prese, sono stati alle prese con procedure per quanto riguarda la
progettazione, le gare, l’affidamento dei lavori, oggi sono, chiaramente, a
buon punto.
Quindi
di questo stiamo parlando. Questi effetti sta producendo nell’economia questo
tipo di impostazione. Per quanto riguarda i settori: l’agroalimentare è un
settore che marcia a ritmi importanti, che marcia a due cifre.
Abbiamo
aperto uno spazio importante all’immissione di giovani per un forte ricambio
generazionale nel settore dell’agricoltura dove c’è stata, com’è noto, una
minore presenza di giovani. Infatti anche qui c’è da rilevare un dato: la
Calabria è una delle Regioni tra le prime in quanto a ricambio generazionale
nel settore agroalimentare perché abbiamo investito.
Appena
mi sono insediato alla guida della Regione ho parlato di 1000 giovani
nell’agricoltura; abbiamo decretato 960 progetti per altrettanti giovani;
abbiamo avuto al primo bando una domanda di 2500 giovani e abbiamo deciso di
pubblicarne un altro, che è in corso e sta per scadere, se non è scaduto,
proprio in questi giorni; un secondo bando, appunto, per allargare la platea.
Così
come per quanto riguarda il settore del turismo.
Il
settore del turismo. Nel 2017 abbiamo registrato il record delle presenze turistiche.
Sono
in crescita anche quest’anno le presenze turistiche e vorrei ricordare altri
due dati importanti: quello legato alle presenze internazionali - si registra
una notevole crescita di presenze internazionali - e quello legato
all’allargamento della stagionalità.
Si
incomincia ad allargare la stagionalità, non più concentrata nei mesi di luglio
e agosto, come più volte abbiamo avuto modo di evidenziare. Gli arrivi
all’aeroporto di Lamezia Terme, che è quello più consolidato, ma anche agli
aeroporti che sono ripartiti, quelli di Crotone e di Reggio Calabria, segnalano
fatti positivi.
Per
l’aeroporto di Lamezia Terme si è registrata una crescita esponenziale di
collegamenti, di voli ma perché abbiamo investito in nuove rotte. Il 13 di
questo mese organizzeremo un workshop
con tutte le compagnie aeree per un nuovo bando che stiamo mettendo in campo:
10 milioni di euro per investire in nuove rotte perché c’è una politica che
tende a rendere accessibile la regione, a collegarla, allargandone i confini.
Andate
a vedere! Chiedete, chiedete! Poi quando parleremo del Piano del turismo, che
porteremo a breve, ve li darò io i numeri dei collegamenti che c’erano nel 2014
e che ci sono oggi, tra i nostri aeroporti e, in modo particolare quello di
Lamezia Terme, gli scali extra-nazionali, chiaramente per rendersi conto che
sono frutto questi incrementi di scelte, di investimenti, di risorse che
abbiamo destinato in questa direzione e che non sono un fattore secondario ai
fini della capacità di intercettare flussi turistici.
Perché
oggi - questi sono i dati - un turista che sceglie una meta, dopo averla
scelta, va a verificare quali siano i collegamenti con quella destinazione e,
all’80 per cento, se quella destinazione ha un collegamento diretto viene
scelta, se non ha un collegamento diretto non viene scelta.
Questo
è il punto.
Quindi
scelte che vanno in una direzione precisa. Vorrei anche ricordare a proposito
che abbiamo attuato politiche mirate in direzione della promozione.
Vi
invito anche qui, e anche questo lo faremo con dati, a fare paragoni perimetrati
tra quelle che erano le risorse destinate alla promozione prima del 2015 e
quelle che sono le risorse destinate alla promozione post 2015 e vi renderete conto di come, con minori risorse, si sta
portando avanti una politica di promozione mirata e finalizzata.
Ad
esempio, quella che ricordava prima il consigliere Gallo dei tedeschi. Abbiamo
portato qui 750 tour operator che,
non a caso, sono stati accompagnati - parlo dei tedeschi, solo dei tedeschi -
dal ministro dell’economia tedesca Muller e dal consigliere Schulz.
Il
consigliere Schulz, com’è noto, è stato, come dire? L’antagonista della cancelliera Merkel, e quindi il
Governo e l’opposizione, che sono venuti qui, ad accompagnare la più grande
associazione di tour operator
tedeschi, per dire l’attenzione del Governo tedesco.
Proprio
il 18 di questo mese si è tenuto un forum
a Berlino sugli investimenti, alla presenza del Governo tedesco e ritengo che,
già a partire dal prossimo anno, ci sarà un effetto molto importante delle
presenze tedesche.
La
Germania, per quanto riguarda le presenze internazionali nel settore del
turismo, è il cliente più importante dell’Italia, oltre che della Calabria.
Quindi
con azioni mirate, con iniziative mirate. Non con i Bronzi di Riace, con
l’effige dei Bronzi sugli aerei perché vale poco un manifesto!
È
importante l’azione be to be, per
utilizzare un gergo proprio degli operatori turistici. Anche tra le istituzioni
bisogna avere un’azione mirata.
Quindi
si tratta di risultati che sono certo il frutto di una congiuntura di fattori,
ma anche frutto di un lavoro, di un’iniziativa, eccetera.
Ho
voluto portare solo alcuni esempi, perché non voglio farla lunga, per
sottolineare che c’è un percorso e naturalmente la strada che abbiamo davanti è
ancora molto ma molto lunga, perché ci sono problemi del lavoro, problemi
dell’occupazione, problemi di far esprimere pienamente le potenzialità di
questo territorio.
Ci
sono stati investimenti nelle infrastrutture che sono innegabili. È da decenni
che attendiamo investimenti nel settore delle infrastrutture: per la ferrovia
ionica dopodomani, giorno 4, si inaugureranno gli interventi per i primi
sottopassi e sovrappassi che segneranno l’avvio di una stagione importante, di
abolizione dei passaggi a livello; a Sellia marina dopo il 4 ci sarà
l’iniziativa.
Si
aboliranno 5 passaggi a livello e così per tutti i Comuni, via via che
definiranno i progetti perché abbiamo scelto i Comuni per elaborare la
progettazione, che trasferiranno a RFI (Rete Ferroviaria Italiana), via via che
sono pronti.
L’elettrificazione
della ferrovia è partita non solo da Sibari verso Crotone ma anche da Cropani
verso Crotone, perché sia realizzata nel tratto fino a Catanzaro, e poi
continuerà fino a Melito Porto Salvo. Problemi di carattere infrastrutturale
accumulati nel corso di decenni! Scusate, le opere vanno fatte o no?! Le
procedure vanno fatte o no?! Credo che abbiamo imboccato una strada.
Si
può essere d’accordo, non d’accordo ma abbiamo imboccato una strada. Abbiamo
invertito un trend. Certamente c’è
tanto da fare per risolvere i problemi, per impedire che i giovani calabresi
vadano fuori regione ma naturalmente questo è possibile ad una condizione: che
le politiche regionali e questo sforzo siano accompagnati da politiche
nazionali, che ci sono state, sia pure in modo timido, in questi ultimi tre o
quattro anni, e che mi auguro non vengano interrotte perché quando parliamo di
questo parliamo di decontribuzione, parliamo di credito d’imposta, per il quale
la Regione sta impiegando risorse proprie.
Il
credito di imposta che si sta utilizzando in Calabria, e anche nelle altre
Regioni del Sud, viene alimentato da risorse gestite da Invitalia,
ma destinate dalla Regione, per capirci.
Quindi
strumenti che vanno alimentati, non vanno disattivati, come purtroppo aleggia
oggi.
Perché
se dovesse passare la cosiddetta autonomia fiscale, che è stata oggetto di un referendum nelle Regioni del Nord, nel
Veneto e nella Lombardia, e che è stata spostata in avanti, se dovesse passare
quell’impostazione davvero si ha voglia di lavorare, di fare sforzi, di
pianificare per accelerare le risorse comunitarie all’interno delle singole
Regioni.
Se
poi arriva la spallata esterna, che è quella delle politiche nazionali, che
dovessero privare il Sud di risorse e di investimenti importanti…Mi sarei
aspettato una discussione di merito, ma, purtroppo, devo dire è molto facile
farsi prendere da altro. Poi ci sono problemi, aspetti specifici che sono stati
qui sollevati e rispetto ai quali adesso non voglio sfuggire.
La
sanità. Voi sapete la mia posizione sulla sanità. Certo, una seduta di
Consiglio regionale sulla sanità, benissimo, sarebbe la terza che facciamo
sulla sanità.
Perché
non bisogna dimenticare che questo Consiglio regionale sulla sanità - lo dico
al consigliere Parente, che evidentemente fresco di nomina, naturalmente, non
ha vissuto questa esperienza - si è pronunciato due volte con un voto unanime,
con un documento unanime sulla sanità, di ripristino delle condizioni normali.
Non
stiamo parlando di condizioni straordinarie, ma di condizioni normali, perché
la condizione non normale è quella che vive oggi la sanità calabrese; è quella
che da 8 anni la sanità calabrese, sottoposta ad una gestione commissariale,
vive.
Il
commissario non l’ho chiesto io. Io mi sono battuto contro il commissario e mi
sono battuto non in modo strumentale contro Governi diversi dal mio colore
politico.
Mi
sono battuto contro il Governo Renzi, contro il Governo Gentiloni
e mi batto oggi contro il Governo gialloverde.
Perché?
Perché ho sempre considerato seriamente la questione, e questa è la prova della
mia convinzione, della mia coerenza e dell’assoluta mancanza di strumentalità
in questa mia posizione, perché mi sono battuto davvero, almeno per quanto
riguarda la sanità, perché la sanità fosse al di sopra delle appartenenze, dei
colori, delle magliette e degli schieramenti.
Anche
in questo Consiglio regionale ho avuto parole dure. Ci sono gli atti, oltre che
le testimonianze.
Ritengo
e continuo a ritenere che la sanità in mano ad un commissario,
indipendentemente dal nome, sia destinata a continuare la discesa in questo
precipizio.
La
sanità. Perché purtroppo chi è nominato ha solo l’assillo di fare operazioni di
ingegneria ragionieristica, per capirci, e non di affrontare i problemi.
Così
è stato fino ad oggi. Bisogna andare a leggersi il decreto di nomina. Ci sono
16 punti che sono esaustivi di quelle che sono le funzioni del potere
ordinario, non del presidente Oliverio, del potere ordinario, della Regione
rispetto, appunto, al potere straordinario del commissario.
Detto
questo, però, poiché il consigliere Guccione parla, butta le pietre e scappa,
com’è suo solito, e purtroppo devo parlare in sua assenza - non me ne voglia! -
perché se ci fosse stato avrei fatto ben altre considerazioni, ancora più -
come dire? - nette di quelle che faccio adesso, ma dato che non c’è, in sua
assenza, non voglio apparire come irrispettoso. Invece sono rispettoso della
sua assenza, anche se l’assenza è sempre un fatto irriguardoso, quando si parla
e si va via.
Tuttavia,
non si può - dico questo per la stampa, per l’opinione pubblica - dire il falso
per argomentare un ragionamento politico, un attacco politico. Perché cos’ha
detto il consigliere Guccione?
Che
in questo documento ci sarebbe un approccio così superficiale da farci dire,
per esempio, che il nuovo Ospedale di Sibari sarebbe stato completato - mettilo
in diretta, consigliere Tallini! Non ci sono problemi! Non ti preoccupare,
mettilo in diretta! -, cioè che il nuovo Ospedale di Sibari sarebbe consegnato,
sarebbe qui scritto, entro il 2019. Andate a vedere anche questo, oppure quello
di Vibo Valentia!
Leggo
testualmente. Allora, per quanto riguarda l’Ospedale di Sibari qui è scritto.
Leggo testualmente a pagina 247: “il progetto esecutivo dell’intervento è stato
consegnato dal concessionario ed è in fase di verifica ai fini
dell’approvazione. Si prevede di pervenire all’approvazione del progetto
esecutivo entro la fine di quest’anno”.
L’ultimazione
dei lavori e l’installazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista
entro il mese di aprile 2021. I lavori sono già cominciati. Siamo al 2018, da
qui al 2021 c’è il 2019, il 2020 e 4 mesi del 2021, ma questi sono rilevati dagli
atti contrattuali, dai contratti.
Questo
è previsto da contratto, salvo, naturalmente, come in tutti i lavori
imprevisti, nessuno può prevedere, chiaramente.
Per
quanto riguarda l’Ospedale di Vibo Valentia, invece, sono state dette
altrettante sciocchezze per dimostrare cose senza fondamento.
Dico
questo perché la serietà di questo Consiglio regionale e il rispetto verso gli
altri e verso l’opinione pubblica è fondata anche sulla capacità di evitare le
menzogne e i tentativi di imbroglio, chiaramente. Scusate la parola ma mi è
venuta naturalmente.
Si
prevede di pervenire per Vibo Valentia all’approvazione del progetto definitivo
entro la fine del mese dicembre 2018 e del progetto esecutivo entro la fine del
mese di maggio 2019.
L’ultimazione
dei lavori e l’installazione delle apparecchiature, eccetera, eccetera, è
prevista entro il mese di febbraio 2021.
Questo
è proprio scritto ma lo dico perché? Perché i documenti ce li leggiamo.
Prima
di me se li leggono i tecnici perché sanno cosa vogliamo, qual è l’importanza e
l’attendibilità che attribuiamo ai documenti perché purtroppo in passato, non
nel passato recente, ma in un passato lontano non era così. Sono stato in
quest’Aula di Consiglio regionale nella seconda metà degli anni ‘80 e so bene
che si affastellavano documenti e si facevano i maquillage per costruire documenti e poi si veniva qui. Invece no!
Cioè il documento è frutto di una valutazione e di una discussione che non può
fare riferimento a cose che non sono appunto frutto di questa riflessione, di
questa valutazione.
Scusate
se ho letto ma ho voluto leggere perché ognuno si deve assumere la
responsabilità di ciò che dice e non si può venire qui ad inventarsi cose per
costruire un attacco e un’opposizione, che è rispettabile, intendiamoci.
Non
è che una novità che il consigliere Guccione voti contro!
Non
è per niente una novità. Sono 3 anni che il consigliere Guccione sta facendo
opposizione. Da quando è uscito dalla Giunta regionale, dalla prima Giunta, il
consigliere Guccione sta facendo opposizione.
È
una novità? È una novità per questo Consiglio regionale? Sicuramente non lo è
per i calabresi!
Quindi
nulla di trascendentale a proposito di problemi, di difficoltà, eccetera,
eccetera, che sarebbero insorte.
Invece
per chiudere voglio fare una riflessione. Certamente c’è un ritardo anche nella
realizzazione di queste infrastrutture. Ma questo ritardo da cosa è dato?
Questi
ospedali, consigliere Parente, sono stati oggetto di gare, non da me, dalla
precedente Amministrazione nel 2014. Nel 2014! Naturalmente col vecchio Codice
degli appalti che, prima di andare a verificare i siti, se fossero idonei o
meno, hanno affidato a Infrastrutture Lombarde S.p.A.
Credo
che nella precedente Legislatura lei fosse in questo Consiglio regionale, no?
Quindi
ho saputo che c’è un’infrastruttura che si chiama “Infrastrutture Lombarde” a
cui è stato affidato questo compito.
Lei
l’ha vissuto da protagonista insieme ad altri suoi colleghi qui dentro. E il
risultato di quell’impostazione, di quell’impianto è che oggi abbiamo dovuto
fare i salti mortali per difendere le risorse e impedire che si perdessero in
modo secco.
L’abbiamo
fatto in silenzio, senza proclami.
Per
l’Ospedale della Sibaritide siamo arrivati al punto che gli scavi sono finiti e
a giorni inizieranno anche i lavori delle fondazioni. Proprio la settimana
scorsa ho avuto un incontro con il professor Ruperto, che è l’amministratore
straordinario della Tecnis, per cui l’Ospedale di Gioia Tauro, proprio in
questi giorni e con il progetto definitivo alla Conferenza di servizi, entro la
primavera prossima, possa essere definita la progettazione esecutiva e poter
cominciare i lavori.
E
poi per quanto riguarda quello di Vibo Valentia, per capirci, con un sito per
il quale questa Amministrazione ha dovuto stanziare ulteriori 10 milioni di
euro per mettere in sicurezza il sito perché quello scelto era inidoneo,
appunto, a realizzare un nuovo ospedale.
Andate
a Vibo Valentia! Sono in corso i lavori di messa in sicurezza del sito! Lo sa
pure il consigliere Pasqua: sono in corso i lavori di messa in sicurezza del
sito.
Si
è scelto un sito non inidoneo! Non l’ho scelto io e certamente non l’avete
scelto voi ma molti di voi c’erano quando quelle scelte sono state fatte. Non
le carico a voi naturalmente, ma molti di voi c’erano ed erano una porzione di
Governo e di maggioranza in quest’Aula.
Quindi
attenti a fare, come dire, ad alzarsi a fare i censori perché chi non ha
peccato - non io naturalmente! - si alzi e scagli la prima pietra.
Soprattutto
da parte di chi ha avuto una responsabilità di Governo in questa Regione,
proprio nella fase in cui si sceglieva Infrastrutture Lombarde e si
progettavano i nuovi ospedali.
Per
quanto riguarda il resto naturalmente non ci spendo molte parole.
Per
esempio, a proposito di rifiuti. A proposito di rifiuti io ci cammino pure per
le città calabresi, consigliere Tallini! Certo che ci sono realtà come Lamezia
Terme, come Gioia Tauro, e possiamo indicarle, realtà dove ci sono problemi,
permangono problemi seri ma il grosso dei problemi rispetto al 2014 non c’è: in
tutte le città calabresi non si poteva camminare perché c’erano montagne di
rifiuti. Intorno ai cassonetti c’erano montagne di rifiuti!
Abbiamo
scelto la linea di governare l’emergenza, assumendoci responsabilità. Mi sono
assunto la responsabilità di governare l’emergenza. Certo che ho fatto ricorso
alle ordinanze e continuerò a farlo finché il sistema non si porterà a pieno
regime, perché stiamo lavorando per portarlo a regime.
La
grande parte di città calabresi non è con le montagne di rifiuti.
La
differenziata è passata dal 12.5 per cento al 31 dicembre scorso al 40 per
cento e in quest’anno, che ancora per rilevarlo ci vorrà un mese e mezzo o poco
meno, ci sarà un ulteriore balzo nell’organizzazione della differenziata e
stiamo spingendo anche quei Comuni che si possono contare sulle dita di una
mano (Vibo Valentia, Lamezia Terme, eccetera) perché si recuperi, si recuperi,
si recuperi! Perché abbiamo scelto di investire in questa direzione.
Abbiamo
investito con due bandi: uno destinato ai Comuni sopra i 5 mila abitanti e un
secondo ai Comuni sotto i 5 mila abitanti e stiamo avendo risultati.
Sull’impiantistica,
anche qui, devo informare che per quanto riguarda il territorio di Alli è stata già conclusa la gara; c’è stato un
contenzioso, che è stato portato in sede di Consiglio di Stato per quanto
riguarda le imprese che hanno partecipato alla gara.
Si
è concluso il contenzioso e quindi si procederà all’inizio dei lavori perché
quell’impianto sia portato a compimento.
Altrettanto
abbiamo fatto su Sambatello. È in via di conclusione la gara di Sambatello, un
secondo impianto importante.
È
in corso di definizione l’acquisizione dei pareri e dei nulla osta su Rossano
Calabro perché si proceda a gara sul terzo impianto.
Quindi,
nelle more di questo lavoro, di quest’impostazione stiamo portando a
compimento, stiamo portando a buon fine la costruzione del sistema con impianti
ad impatto ambientale zero, intorno ai quali si realizzano gli eco-distretti.
Abbiamo
governato, stiamo governando e penso che continueremo a governare la
situazione, assumendo responsabilità, cioè senza ripiombare nella situazione di
emergenza che si è verificata e che ha caratterizzato la vita della Calabria
fino al 2014.
Stiamo
lavorando perché scelte che abbiamo compiuto possano andare a buon fine.
Proprio
15 giorni fa ho avuto un incontro con il ministro Toninelli per riproporre con
grande determinazione il problema di Gioia Tauro, che è un problema di
interesse nazionale, affinché si apra attraverso il Governo un’interlocuzione
con il terminalista e con l’armatore, con MCT e MSC, perché chiaramente è
assurda la posizione di questi soggetti ed è necessaria un’iniziativa del
Governo nazionale. Così come per quanto riguarda Gioia Tauro, e non solo Gioia
Tauro, siamo in attesa, sollecitata più volte da noi - ultimo sollecito quello
in occasione dell’incontro con il ministro Toninelli - la nomina del
rappresentante del MIT, del Ministero delle Infrastrutture, nel Comitato di
indirizzo della Zes (zona economica speciale), perché
da questo discende la possibilità di rendere operativa l’azione sulla Zes.
Senza
il completamento del Comitato di indirizzo, con la nomina da parte del
Ministero delle Infrastrutture, la Zes, chiaramente,
non può essere operativa.
Quindi
siamo in attesa che il Ministro competente nomini il rappresentante del MIT nel
Comitato di indirizzo della Zes.
Questo
è il quadro sul quale ci stiamo muovendo.
Per
non parlare del precariato. Oggi c’è una manifestazione, e voglio dirlo da
quest’Aula, esprimo comprensione - mi limito a questo in qualità di Presidente
della Regione – rivolta a quei giovani lsu-lpu che
oggi hanno manifestato la loro ansia di avere una risposta.
La
risposta, vorrei dirlo al consigliere Gallo, anche questo al netto di ogni
approccio strumentale, è in un solo atto del Parlamento, e quindi anche del
Governo, che deve dare l’assenso rispetto a un provvedimento che il Parlamento
deve assumere chiaramente nella legge di stabilità, integrando le risorse da
destinare alla Calabria, riconducendole alla stessa entità degli ultimi 4 anni,
cioè a 50 milioni di euro, com’è stato per il 2015, il 2016, il 2017 e il 2018,
cioè questo anno.
La
Regione, sin dal 2015, ha messo in bilancio 39 milioni di euro che ha
riprodotto nel 2016, nel 2017 e nel 2018 e che riproporrà nel bilancio 2019, a
garanzia dei processi di stabilizzazione che dovranno essere portati avanti.
Nel
2015 si è imboccata la strada della contrattualizzazione e quella strada non può
essere messa in discussione.
Per
quanto ci riguarda, ho avuto modo di dichiararlo ai Comuni, alle organizzazioni
sindacali, di dichiararlo pubblicamente, lo faccio anche qui, oggi, in
quest’Aula di Consiglio regionale, non indietreggeremo di un millimetro perché
sul versante della lotta al precariato e della stabilizzazione abbiamo una
bussola chiara a 360 gradi, sia per quanto riguarda lsu-lpu
sia per quanto riguarda anche i precari che sono stati prodotti nella Regione e
dei quali non ho avuto, non il piacere, ma la responsabilità di produrne manco
uno. Nemmeno uno!
Ovvero
quelli della legge regionale numero 28 del 2008, che, come sapete, ho trovato,
che sono figli di diverse clientele e con diverse “casacche”. Rispetto la
dignità del lavoro e non ho mai chiesto le provenienze, né in questa occasione
né in altre occasioni.
Tuttavia
mi sono fatto carico, in qualità di Presidente della Regione pro tempore, di aprire anche per questi
giovani una strada di stabilizzazione e di fuoriuscita dal precariato.
Voglio
parlare con i fatti perché mi piace molto parlare con i fatti. Forse perché
alla mia età il ricorso alla fantasia può avere spazio solo per sognare ma non
per mistificare la realtà. La mistificazione della realtà la lascio ai
protagonisti della mistificazione, a chi non ha argomenti e ricorre alla
mistificazione.
Perché
nella mistificazione c’è la debolezza dell’inconsistenza degli argomenti. Si fa
ricorso alla mistificazione quando si è a corto di argomenti.
Abbiamo
un bagaglio così pieno, pesante, di fatti, di argomenti, che non abbiamo
bisogno di ricorrere alla mistificazione!
Quindi,
voglio tranquillizzare anche da questo punto di vista. Credo che la Calabria
abbia tanti problemi, ma gravi, gravissimi problemi - ci mancherebbe altro -,
accumulati nel corso di un lunghissimo periodo.
Al
Consiglio regionale, a chi dirige la Calabria, alle forze che vogliono offrire
un contributo a questa Regione è dato il compito, ma è richiesto anche il
dovere, di misurarsi con i problemi, di confrontarsi, in modo anche aspro, ma
di farlo avendo una bussola, che è quella che deve guidare e che qualifica
l’azione di Governo, sia da parte della maggioranza sia da parte della
opposizione, cioè la bussola per parlare sempre parametrando le analisi a
quella che è la durezza della realtà ma anche a quelli che sono i fatti che si
producono e le trasformazioni che intervengono.
Credo
che abbiamo imboccato una strada giusta, una strada che è in salita, che ha
tanto cammino ancora davanti ma che è una strada senza alternative. Perché
l’alternativa è quella di ripiombare di nuovo nella nebulosa e nei segni
negativi.
Abbiamo
la necessità di incoraggiare i segni positivi, di farlo con tutte le nostre
forze, sapendo che siamo in una condizione generale, nella quale, appunto, è facile,
ad un certo punto della salita, essere spinti verso il basso ma questo dipende
da tanti fattori, da tanti venti che soffiano e che hanno provenienze
nazionali, europee, di contesti più generali.
Dobbiamo
e vogliamo mettercela tutta, cercando di fare il nostro dovere. Niente di più
di quel dovere per il quale abbiamo chiesto il consenso ai calabresi e con
grande onestà e dedizione stiamo portando avanti. Grazie.
Passiamo alla votazione del provvedimento, per dichiarazione
di voto ogni consigliere ha a disposizione tre minuti. Il consigliere Orsomarso
ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.
Approfitto perché il Consiglio era convocato per le dieci e
si è protratto e mi scuso col collega Aieta, farà anche mio l'ordine del giorno
- devo andare via - su una questione importante che poi porteremo, anche,
all’esame della Commissione bilancio.
Presidente Oliverio, l’avevo detto al suo assessore in
Commissione, ho provato a dirlo a lei dopo quattro anni, quattro lunghi anni:
non è sicuramente questa parte politica che ha inaugurato le campagne
elettorali. Ancora c'è un anno di legislatura e la invito a stare in Regione, a
stare a Roma anziché inaugurare fiere e altra roba, a fare quello che lei sta
già facendo, cioè lei ha annunciato la campagna elettorale. Fermo restando che
non c'è niente di strano che lo faccia, come non c'è niente di strano che si
organizzino i 5 Stelle, che si organizzi il centro-destra. Avevo provato nel
mio intervento a ragionare di fatti politici, l'ho fatto in Commissione e chi
mi ascolta in Commissione lo sa. Lei chiede o richiede competenze.
In modo sommesso ho provato a fare un ragionamento politico
perché quando parlate di economia o scrivete di economia siete come gli scolari
che copiano dai libri di geometria, altro che competenza.
Siamo stati sul tema di un DEFR che riguarda cicli
economici, i cicli economici sono cicli di 4 anni, 10 anni e 50 anni, noi
godiamo di una crescita della Calabria che oggi produce un Pil del 2 per
cento. Chi sa di cicli economici, tant'è
che faccio l’esempio al suo assessore rispetto ai bandi che abbiamo condiviso
come i fondi sui borghi, sa che produrranno effetti nel 2023. Quando ci saremo
noi al governo, riconosceremo il vostro lavoro e ricorderemo ai calabresi che
una delle cose buone, cioè il bando sui borghi, ha prodotto effetti perché
realizzato prima.
Ecco la differenza rispetto al tema, che lei richiama, di
continuità amministrativa, quando parla di ospedali. Nel mio ragionamento c’era
financo una difesa d'ufficio alle vostre difficoltà, ho parlato di
armonizzazione di bilancio, ho parlato di ospedali, ho detto che non è
possibile immaginare uno Stato che funziona sempre meno con gli obblighi che
invece impone.
Meno male che
qualcuno ha incaricato Infrastrutture Lombarde per progettarli perché quei siti
scelti da Loiero, scelti dal PD, non erano neanche stati messi a bando. Nel
nostro intervento, in Commissione, in quest'Aula rispetto alle sue difficoltà
c’è sempre stata una nostra reazione che in una Calabria dove rischiamo di
diventare tutti ‘ndranghetisti a strascico anche per
le infiltrazioni che ci sono è necessario il confronto con lo Stato. Ovviamente
non è colpa sua e non è neanche colpa mia.
Quando voi parlate di economia mi sembrate gli scolari che
copiano dai libri di geometria, quindi non ci parlate di economia non ci
sfidate sulla competenza. Ho fatto un ragionamento politico sulla difficoltà
oggettive che questa terra vive, riconoscendo le cose che abbiamo fatto votando
leggi. Non è mai accaduto che una minoranza abbia votato leggi e lei, con
l'atteggiamento che condanno dall'inizio, continua su un atteggiamento
culturale di supremazia, non comprendendo che, invece, c’è una minoranza che ha
riconosciuto la difficoltà, che molto spesso è venuta in soccorso; basta che io
mi assenti dalla Commissione perché non passino i provvedimenti.
La dichiarazione di voto è contraria e ribadisco: attenzione
a questo atteggiamento culturale e scusatemi se ho dovuto alzare i toni perché
non è che gridando di più, Presidente, lei pensa di aver ragione o ci convince.
Ad oggi, tra l'altro, mi pare di capire che abbia inaugurato da abusivo, senza
alcuna riconoscenza, tutta roba che viene dal passato, compresa quella
Cittadella a Catanzaro dove non ha avuto neanche il buon gusto di ricordare chi
ha messo la prima pietra, Loiero, e chi ha fatto gli stati di avanzamento. Lei
ha trasferito soltanto i mobili. Le ripeto: continuo a condannare
l’atteggiamento culturale.
Nella mia visione di
una Calabria che abito insieme a lei, riconosco, ha detto bene il consigliere
Tallini, che non fa parte della vostra cultura l’essere persone per bene ma in
difficoltà. C'è un processo lungo e nell'interpretare quei dati che abbiamo
detto bocciamo il ritardo della vostra azione amministrativa.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo, ne ha
facoltà. Ha tre minuti a disposizione.
Grazie, Presidente. I colleghi del gruppo dei moderati per
la Calabria, prima il consigliere Neri in Commissione con un voto contrario, ha
messo in evidenza criticità e metodi e ancora di più in Aula, poc'anzi, il
collega Sergio nel suo intervento preciso, puntuale, senza strumentalità ma nel
merito della questione, ha posto quelle che per noi diventano delle questioni
insormontabili: l'attenzione verso la famiglia, le risorse destinate alla
famiglia, le risorse destinate alle giovani generazioni, la insufficienza nel
settore della tutela ambientale.
Noi abbiamo presentato e riteniamo che la Calabria non possa
più aspettare a dotarsi di una legge sull'economia circolare. L’abbiamo fatto
in tutte le sedi con senso di responsabilità e anche, scusate un po' di
presunzione, con un pizzico di competenza tecnica. L’abbiamo messa a
disposizione e ancora oggi ci troviamo nella condizione di non doverla
approvare per far fare un salto di qualità alla Calabria, ai calabresi e per
ripagare gli sforzi che sono stati fatti in questi anni. Oggi è necessario e
ineludibile che ci si doti di questo strumento perché non solo ce lo chiede
l'Europa ma ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiedono le esigenze dei
cittadini. Quello che è mancato, lo diceva il collega Sergio nel suo intervento,
è il coraggio programmatorio e la capacita programmatoria. Per questo annuncio
a nome del gruppo dei moderati per la Calabria il voto di astensione al DEFR.
Grazie
Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Alcune cose che volevo dire le ha già
accennate il collega Orsomarso per cui, per economicità dei tre minuti che lei
ci concede, dico che c'è già una campagna elettorale e la riscontriamo nel
comportamento e nella determinazione che, in quest'ultimo periodo, assume la
Giunta regionale.
Il consigliere Orsomarso ha parlato del meritorio bando dei
borghi e a mezzo stampa è apparso quasi che una riunione tecnica sul bando dei
borghi fosse diventata, invece, un momento di proclamazione politica dell'auto
candidatura del presidente Oliverio. Lei ha messo in evidenza, Presidente, come
alcune favole scritte nei precedenti DEFR siano sulla carta stampate, quelle
favole hanno contribuito alla sconfitta di quel centrodestra che le aveva
scritte in quel Documento di Economia e Finanza.
Probabilmente favole ne abbiamo viste anche in questo
Documento di Economia e Finanza e contribuiranno alla sconfitta del
centro-sinistra da qui ad un anno. Lei
ha anche accennato al meritorio lavoro che si sta facendo per il precariato, ma
da questo punto di vista le devo segnalare che dal 2014 non è stato fatto nulla
se è vero come è vero che ad ottobre del 2018 il dipartimento lavoro ha dovuto
insediare una nuova commissione che verificasse la veridicità degli iscritti
nell'albo del precariato.
A tal proposito, Presidente, la invito a valutare
l'opportunità che questa commissione stringa i tempi del lavoro entro il 31
dicembre 2018 e che, nell'ambito della valutazione di questa commissione,
trovino anche sfogo quei lavoratori senza identità, la stragrande parte di loro
ex FIELD, che si sono rivolti già ad alcuni studi legali per avere le loro
giuste rimostranze. Ribadisco che il lavoro che deve fare la Commissione è già
scritto da una legge del 2014, la legge numero 1, ma addirittura è scritto in
quello che è la legge numero 12 del 2014 che parla della interpretazione
autentica della legge numero 1. Già il fatto stesso che ci sia voluta una
commissione dopo 4 anni per addivenire alla definizione dell’albo del
precariato, ritengo che sia una omissione grave, anzi gravissima.
Mi auguro, però, che
da qui a fine anno questa commissione riesca ad espletare il proprio lavoro. Io
prima, collega Pedà, non ho detto di essere convinto che non ci saranno nuovi
ospedali in Calabria, ma parto da un assunto: l'ultimo ospedale costruito in
Calabria è stato costruito il 1960 e ce lo ha il detto l'ingegnere a cui lei
faceva riferimento prima.
Il sito di Vibo che ha avuto tutte quelle contraddizioni è
stato identificato nel 2003 e non è una responsabilità politica di quella parte
che governava nel 2003. Dicevo prima nel mio intervento che è necessaria
un'attenta analisi del voto odierno. Già abbiamo tre astenuti, ritengo - non me
ne voglia il collega Guccione perché, poi, ha autonomia per dirlo lui - che in
Aula questo documento di economia e finanza, probabilmente, nel migliore dei
casi, passerà con 15 voti, al di sotto della maggioranza più uno. Questa è la
verità politica di questo centro sinistra. Per tutto questo la mia valutazione
su questo documento di economia e finanza è assolutamente negativa.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione, ne ha
facoltà.
Non voglio sparare sulla Croce rossa, non mi interessa
sparare sulla Croce rossa perché penso che in Calabria, ormai, siamo oltre
questa esperienza regionale e quindi si deve costruire l'alternativa a questa
esperienza regionale.
Mi sono fatto dare il DEFR dal collega Mirabello, che è presidente
della Commissione, e a qualcuno crescerà il naso come Pinocchio. Riguardo
l’Ospedale della sibaritide si dice che l'ultimazione dei lavori e
l'installazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista, come si dice e
come ho detto prima, ad aprile 2021, tra 28 mesi. Come io avevo detto,
conoscendo bene lo stato dei lavori e la vicenda di Tecnis, tra 28 mesi a
qualcuno crescerà un naso lunghissimo come Pinocchio.
Ci sono i contratti, ti faccio mandare i contratti.
Sì, ho capito che ci sono i contratti ma non c'è scritto che
ci sono i contratti. Approvando il DEFR, lei lo voterà, ha preso impegni che ad
aprile 2021 consegnerà alla sibaritide l'ospedale completato con dentro
l'apparecchiatura.
Lo so che a nessuno piace che gli cresca il naso come
Pinocchio.
Anche sui rifiuti, Presidente, lei ha ricevuto una lettera
il 23 di questo mese dal responsabile della Regione Calabria che si occupa dei
rifiuti e lì ci sono scritte tutte le criticità e il rischio dell'emergenza
rifiuti dei prossimi giorni. Questo testimonia il fallimento della sua
programmazione sui rifiuti, lo dice un suo dirigente, Presidente, e su questo
lei non deve mentire, deve portare a conoscenza di questo Consiglio regionale
quello che le ha scritto un suo dirigente sui rifiuti. Per questo il DEFR è
carta straccia e non può essere votato, quindi riconfermo il voto
contrario.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha
facoltà.
Presidente, siamo veramente alle comiche. Qui abbiamo
assistito ad un Consiglio regionale dove si certifica il fallimento di una
maggioranza, ma lo si certifica soprattutto dalle dichiarazioni, dalle
riflessioni e dalle osservazioni di chi ha partecipato ad una progettualità che
oggi risulta essere un fallimento.
Presidente, lei non può richiamare la minoranza rispetto ad
una attività di sindacato ispettivo che ha svolto con senso di responsabilità e
oggi quel senso di responsabilità lo riscontriamo da pezzi della sua
maggioranza che in Aula, in modo sonoro, boccia il suo operato. Presidente, lei
deve prendere atto, oggi, del dato politico. Voto contro ma voto contro non
solo per quello che ho sentito; voto contro perché sono convinto, lo diciamo e
lo ridiciamo in tutte le salse, del fallimento di questa maggioranza in tutte
le articolazioni.
È indecoroso, soprattutto, il metodo con il quale si è
rivolto ai banchi dell'opposizione nonostante l'impegno profuso dal collega
Orsomarso senza del quale il bilancio oggi non sarebbe arrivato in Aula, perché
non avevate di numeri in Commissione e se non avete i numeri per la governance è chiaro che non potete
andare avanti, rispetto a logiche non solo di produttività e di progettualità
ma neppure di emergenza delle quali la Calabria ha bisogno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini, ne ha facoltà.
Intervengo soltanto per ricordare al presidente Oliverio che
anche lui deve andare a studiare bene, a guardare bene le carte. È stato
richiamato, per esempio, il mio ruolo di assessore in discontinuità per 5 anni;
le volevo ricordare, presidente Oliverio, che durante il mio mandato, in quanto
assessore di un progetto politico, che era quello dell’allora presidente
Scopelliti, nel campo del personale ho stabilizzato 100 giovani laureati, ho
fatto l'unica riforma seria e me ne ha dato atto anche l'ex vicepresidente,
eletto deputato, Viscomi, che ha definito quella
riforma “storica”.
La Calabria era l'unica regione d'Italia, l'unica pubblica
amministrazione che aveva tre fasce dirigenziali e noi le abbiamo riportate
correttamente a due; abbiamo stabilizzato, full time, tutti gli lsu-lpu; abbiamo stabilizzato i dipendenti dell'organo di
controllo, l'Audit, che erano assunti a tempo determinato; abbiamo dato alla
Regione Calabria un organo indispensabile ai fini della spesa Europea, del
controllo della spesa Europea: l’Audit. Non abbiamo fatto, sicuramente, ricorso
agli esterni, come ha fatto qualcuno, non abbiamo, nemmeno, dato spazio alle
short-list che vediamo proliferare e diventare titoli per avere riserve da
inserire nei concorsi di assunzione che poi si fanno. Vedi Arcea.
Lei è venuto qua all'inizio di legislatura e ha, soltanto,
ricordato che i guai della Calabria erano da addebitare ai suoi predecessori.
La Cittadella dove lei si è seduto - non ha avuto nemmeno il pudore di chiamare
Scopelliti nel momento in cui è stata inaugurata - è stata voluta
esclusivamente dal presidente Scopelliti perché c’era solo un cantiere con 4
ferri, due operai, un procedimento penale, 10.000 riserve e un progetto che era
stato affossato in maniera scientifica.
Abbiamo la Cittadella regionale per il presidente
Scopelliti! Se lo ricordi. Lei è arrivato e l'ha trovata completata, si è
insediato, si è preso pure i meriti e, anche in maniera irrispettosa, l’ha
inaugurata col Presidente della Repubblica. Per queste ragioni è impensabile
dare un minimo di fiducia per quest'altro anno di legislatura. Il mio voto è
negativo, è un voto contrario, poi se avete la maggioranza…perché abbiamo un
altro problema, dobbiamo capire se avete o meno la maggioranza.
Vorrei sapere, in un
momento come questo, quanti siamo disponibili a stare in Aula, perché dobbiamo
capire se avete la maggioranza o se alcuni consiglieri regionali della vostra
maggioranza che hanno fatto dichiarazione di voto se ne stanno andando.
Vogliamo capire se restano al momento del voto oppure se hanno già deciso di
andare via, perché in base a questo dobbiamo fare un ragionamento e decidere se
abbandonare l’Aula o se dobbiamo, ancora una volta, essere quelli che, come è
successo in altre sedute, continuano a dare una speranza ai calabresi che
aspettano questa manovra finanziaria.
La
prego però, rispetto alla seconda richiesta, di avvicinarsi al tavolo della
presidenza essendo lei Segretario questore. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Greco, ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Devo dire che è stata una seduta di Consiglio estremamente
interessante per le tante cose dette e per le tante cavolate che sono state,
sin qui, espresse in modo anche chiaro. Faccio due riferimenti: quando si parla
di emigrazione, quando si parla di cittadini che sono andati via - lo dico al
consigliere Tallini che avendo molto più esperienza di me dovrebbe avere più
senso delle istituzioni ed evitare tanta ilarità, questo non è un circo, forse
è abituato ad altro, ma questo è un civico consesso - i dati degli iscritti
all'AIRE per la Calabria nel 2017 hanno significato un incremento di 5.221 a
fronte della Lombardia di circa 23 mila, sono dati non sono numeri o previsioni
statistiche, sono dati e su questi dati bisogna lavorare e valutare.
L'ultima
considerazione, lo dico al consigliere Nicolò, finiamola di dire “la
maggioranza non ha i numeri”, quando la maggioranza non avrà i numeri andrà a
casa, il presidente Olivero l'ha detto non una sola volta, molte volte. Rimando
a voi, caro consigliere Nicolò, avete l'istituto della mozione di sfiducia.
Presentate una mozione sfiducia e mandate questa maggioranza a casa, poi
vedremo chi avrà i numeri, se li avete voi o li abbiamo noi.
Le sfide sono queste al di là delle chiacchiere fatte quando dite “abbiamo garantito il numero alla Commissione”. Finitela! Questo significa essere puerili! Quando non avremo i numeri andremo via! Voi dovete avere la forza, il coraggio di presentare una mozione di sfiducia documentata su fatti circostanziati e non su chiacchere come sin qui è stato fatto. Grazie
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha
facoltà.
Presidente, credo
che l’avvocato d’ufficio di turno in Aula, il collega Greco, l'unico avvocato
d'ufficio di turno in Aula, abbia un po' scantonato. Collega, noi facciamo i
nostri interventi, diciamo le cose che sentiamo di dire, che siamo capaci di
dire ma non le puoi definire cavolate, devi avere rispetto delle prerogative
dell'opposizione come noi rispettiamo le prerogative della maggioranza. Capisco
che oggi ti è stato affidato il ruolo di avvocato d'ufficio d’Aula perché sei
l'unico che ha difeso questo inconcludente governo regionale, ma non puoi
scantonare.
Il Presidente ha concluso il suo intervento dicendo che
abbiamo imboccato la strada giusta. Credo, colleghi consiglieri, che il
presidente Oliverio non viva in Calabria perché nel momento in cui ci dichiara
che abbiamo imboccato la strada giusta, scusatemi, credo faccia finta di non
capire quello che sta succedendo in Calabria, perché, obiettivamente, il
disastro generale che abbiamo enumerato in ogni settore è un disastro sotto gli
occhi di tutti; un disastro che soprattutto sta arrivando anche in questa Aula
e del quale sono consapevoli tutti i consiglieri regionali.
Se il consigliere Guccione in altre circostanze ha votato
contro - quindi non è una novità - la novità politica di oggi è che i
consiglieri Scalzo, fedelissimo del Presidente della prima ora, Neri e Sergio,
oggi ci dichiarano che il fallimento non è solo visto da questa minoranza e dai
calabresi, ma è un fallimento che comincia ad essere chiaro nella maggioranza.
Credo che se, oggi, gli astenuti abbandonassero l'Aula non ci sarebbero i
numeri per approvare questo documento e credo che questo sia il segnale
politico importante di questa giornata. Poi, per il resto, sulle
mistificazioni, sui fallimenti possiamo ragionare anche fino a domani.
Le ha detto il collega Tallini che gli ospedali li ha voluti
qualche altro, lei non è in grado di iniziare nemmeno i lavori; la Cittadella
l'ha voluta qualche altro, i precari non li abbiamo voluti noi, perché noi non
abbiamo inserito precari nella pubblica amministrazione nella passata
legislatura. Comunque non possiamo parlare del passato, il passato è stato
bocciato dai calabresi e non possiamo parlare del passato. Lei è, ormai da
quattro anni, il Presidente della Giunta regionale e oggi, poiché, Presidente,
non ha fatto parlare nemmeno l'assessore al bilancio, non ha parlato nessun
consigliere regionale.
Lei è un uomo solo al comando e ha risposto perfino sulle
questioni del turismo perché ha avuto, in questi anni, tutte le deleghe del
Governo regionale. È il suo fallimento, Presidente, ed è un fallimento che
coinvolge anche la sua maggioranza che in questi anni, fino ad oggi, forse
troppo inconsapevolmente, l'ha seguita, ma da oggi sta cambiando il vento.
Passiamo quindi alla votazione del provvedimento per alzata
di mano.
Chiedo che si voti per appello nominale.
Prego, consigliere Tallini, faccia la chiama
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 26
consiglieri.
(Hanno
votato sì: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, Ciconte, D’Acri, D’Agostino,
Giudiceandrea, Greco, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco.
Hanno
votato no: Esposito, Gallo, Guccione, Nicolò, Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà,
Tallini.
Astenuti:
Scalzo, Sergio).
(Il
Consiglio approva)
(È
riportato in allegato)
Il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di illustrare il provvedimento.
Signor Presidente, su questa proposta di legge il Collegio
dei Revisori dei conti ha espresso parere favorevole, con verbale numero 207
del 29 giugno 2018, e il documento contabile in oggetto è stato approvato con
la delibera della Giunta regionale numero 153 il 26 aprile 2018 e trasmesso,
prima della definitiva approvazione, alla sezione regionale della Corte dei
conti per la relativa verifica. Il risultato di amministrazione dell'esercizio
finanziario 2017 viene determinato in euro 988.000,00. Il rendiconto è un
documento contabile che mostra i risultati ottenuti da tutte le operazioni di
gestione compiute in un determinato esercizio ed è redatto secondo nuovi
schemi. Si compone di tre documenti che sono il conto di bilancio, il conto
economico e lo stato patrimoniale. Nel conto di bilancio si mostrano i
risultati finali della gestione finanziaria rispetto alle autorizzazioni
contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione.
Il conto economico mostra le componenti positive e negative
della gestione di competenza economica; lo stato patrimoniale rappresenta la
consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio. Nella corposa relazione
generale introduttiva del provvedimento è rappresentata la situazione finanziaria
di questa Regione. Ciò premesso, pongo all'Aula l'esame del
provvedimento.
Se non ci altri interventi passiamo alla votazione articolo
per articolo.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
Articolo 8
(È
approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È
approvato)
Articolo 11
(È
approvato)
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Articolo 14
(È
approvato)
Articolo 15
(È
approvato)
Procediamo alla votazione della legge nel suo complesso
unitamente ai relativi allegati con autorizzazione al coordinamento formale,
prendendo, altresì, atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei
Conti.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo alla proposta di legge numero 382/10^ d'iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Assestamento provvedimento generale di
variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni dal
2018 al 2020”.
Il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di illustrare il
provvedimento.
Con questo provvedimento, che consegue all'approvazione del
rendiconto consuntivo dell'anno 2017, sono state determinate le definitive
risultanze contabili. In particolare la manovra di assestamento ammonta
complessivamente a 24,9 milioni di euro ed è finanziata con 11,8 milioni di
maggiori entrate e 13,1 milioni di minori spese. L'importo di 11,8 milioni di
euro deriva dalle maggiori entrate registrate a titolo di rimborso di somme per
mutui contratti con gli enti locali che
sono scaduti e non somministrati; 7,5 milioni di euro derivano dal
trasferimento da parte dello Stato per il mancato gettito dell'IRAP, derivante
dalla riduzione del costo del lavoro relativa alla quota sanità; 1,9 milioni di
euro da maggiori riscossioni per entrate non inizialmente previste; euro
320.000 dal canone versato da SORICAL; un milione e mezzo di euro in attuazione
dell'accordo integrativo del 20 maggio 2004. Oltre a questo importo di euro
11,8 milioni di euro si deve aggiungere la somma di 13,1 milioni di euro
derivanti da riduzione di stanziamenti inizialmente previsti nel bilancio.
La scelta effettuata dalla Giunta è stata quella di
destinare tali risorse in via prioritaria alla copertura di spese di carattere
obbligatorio. In particolare gli
incrementi di stanziamento hanno riguardato, in via principale, il fondo
necessario a garantire la copertura e la spesa derivante da atti giudiziali di
pignoramento per 18 milioni di euro, il fondo necessario per garantire la
copertura degli oneri da contenzioso per 4,3 milioni di euro, alcuni
trasferimenti agli enti strumentali della Regione per un importo complessivo di
5,1 milioni di euro, alcuni trasferimenti a SORICAL per somme dovute in
relazione all'IVA pagata alla stessa società a fronte di contributo pubblico
per la fornitura idrica, al campo profughi di San Ferdinando per un importo
complessivo di 2,25 milioni di euro, la copertura delle perdite di società
regionali per un importo complessivo di un milione di euro, il riversamento
allo Stato della tassa automobilistica derivante dalla regolazione finanziaria
del maggior gettito dell'anno 2014, per un importo complessivo pari a circa 4,4
milioni di euro, le spese per la manutenzione della rete pluviometrica 631.000
euro.
Il progetto di legge si compone di 8 articoli nei quali
viene dettagliata la manovra di assestamento. Sul provvedimento il Collegio dei
revisori dei conti ha espresso parere favorevole con il verbale numero 230 del
26 novembre 2018, hanno partecipato ai lavori della Commissione l’assessore al
bilancio, dottoressa Fragomeni, il direttore generale
del bilancio, dottor De Cello, la dirigente del Settore bilancio, dottoressa Bonaiuto. A questo punto si sottopone all'Aula il documento
contabile.
Se non ci sono interventi passiamo alla votazione del
provvedimento.
Volevo, intanto, un chiarimento e cioè se mi specificate,
società per società, gli enti strumentali che hanno beneficiato dei
trasferimenti.
Cosa vuole sapere, scusi?
A quali società e a quali enti sono destinati, mi pare che
abbia detto, 5 milioni di euro. Quali sono gli enti?
Un attimo, li recupero dalla delibera, nessuna difficoltà,
basta prendere la delibera.
Tra l'altro la delibera l’avete già in cartella. Prego, assessore.
Gli enti strumentali
prevedono un importo complessivo di 5,1 milioni di euro circa e sono destinati:
a Calabria Verde, per il trattamento economico del personale dei presidi idraulici
(euro 3 milioni e mezzo); alle Comunità montane (euro 805 mila) ed ex ARSSA
trasferita all'Azienda per effetto delle leggi regionali numero 31/2009, 8/2010
e 66/2012 (euro 100 mila); ad Azienda Calabria lavoro, per il mancato impegno
del 2017 (l'importo di 400 mila euro destinato alle spese di funzionamento); ad
Arsac per la copertura del maggiore fabbisogno per le
spese di personale (l'importo di 1
milione di euro).
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, ho
chiesto la specifica delle varie somme destinate agli Enti perché volevo
arrivare al fatto che, di questi 5 milioni, 3 milioni e mezzo saranno destinati
a Calabria Verde.
Senza questi soldi – mi
corregga se sbaglio, signora assessore – i dipendenti di questo Ente non
potranno avere le spettanze del mese di novembre. Giusto? Mi segue? Dico
correttamente.
Era necessario aspettare
l’assestamento di bilancio per organizzare le spese correnti che, comunque, per
il personale di Calabria Verde sono abbastanza prevedibili?
Vorrei che ci fosse
maggiore attenzione per questo ente e per gli altri perché, come ho già detto,
avevo presentato una mozione per rivedere la contrattualistica in merito ad un
tema importante come la sorveglianza idraulica; c'è grande attenzione sul
dissesto idrogeologico e su quello che questa Azienda deve andare a garantire,
che è la serenità dei cittadini calabresi; proprio in virtù di questo e degli
altri enti – tra l'altro ci sono 600 mila euro anche per la rete pluviometrica
– vorrei dichiarare il mio voto di astensione e non il voto contrario rispetto
a questo provvedimento di bilancio, proprio per poter favorire l'opportunità e
la possibilità a tutti questi lavoratori di poter avere le legittime spettanze.
Faccio anche presente,
però, che vorrei che la mozione che ho presentato, ampliata, cambiata,
implementata, come preferite, venga presa in considerazione rispetto alla
sorveglianza idraulica perché è un tema attuale e oggi non possiamo fare a meno
di questi lavoratori che non sono utilizzati al meglio e con le ore che
potrebbero essere utilizzati proprio nei servizi di piena ed allerta.
Grazie. Se non ci sono
altri interventi, passiamo alla votazione del provvedimento.
Ha chiesto di
intervenire l’assessore Fragomeni. Prego, ne ha
facoltà.
Intervengo velocemente
soltanto per chiarire un passaggio al consigliere Pedà: non si tratta di
pagamenti degli stipendi del mese di novembre 2018, ma bensì di un debito non
impegnato 2 anni fa, quindi una sorta di riallineamento.
Per quanto riguarda poi
la tempistica dell'assestamento, ricordo che abbiamo dovuto aspettare il 22
novembre, il giorno della parifica.
Passiamo alla votazione
del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati e prendendo
atto, altresì, del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti, con
autorizzazione al dipartimento bilancio ad apportare le modifiche necessarie al
progetto di legge di assestamento, allegati tecnici compresi.
Il provvedimento,
unitamente ai relativi allegati, è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento
all'ordine dei lavori di un ordine del giorno sulla statalizzazione
della SP 522.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi,
chiedo che l'ordine del giorno del Consiglio termini qui e che si rinviino
tutti i punti iscritti, tranne gli ordini del giorno che abbiamo inserito nel
corso dei lavori odierni; proporrei di darli per letti, approvarli e rinviare
la seduta.
Gli ordini del giorno
sono: quello appena richiesto dal consigliere Mirabello, quello presentato dai
consiglieri Orsomarso e Aieta, quello presentato dal consigliere Gallo.
Chiedo scusa, c'è anche
la proposta di provvedimento amministrativo che avevo presentato all’inizio e
che riguarda un mero errore formale in merito alla modifica dei livelli minimi
essenziali che ritengo urgente, per come richiesto dall’assessore.
La proposta è già
inserita all’ordine del giorno.
Sì, lo so assessore, è
da discutere prima degli ordini del giorno ed ha natura meramente correttiva.
Discuteremo la proposta
di provvedimento amministrativo inserita dal consigliere Bevacqua e
successivamente gli ordini del giorno dei consiglieri Orsomarso e Aieta, Gallo,
Mirabello e infine l’ordine del giorno di cui prego l'Aula di prendere atto e
che, probabilmente, già avete visto perché l’abbiamo comunicato tramite posta
elettronica.
Sostanzialmente, si
tratta di un ordine del giorno sul Quadro finanziario pluriennale, sulla
Politica di Coesione e sulla Politica agricola comune dell'Unione Europea
2021-2027, discusso e approvato all'unanimità dalla Conferenza dei Presidenti
dei Consigli regionali e delle Province autonome, che si è tenuta a Reggio
Calabria in data 29 ottobre 2018, e che è in discussione in tutti i Consigli
regionali d'Italia.
Passiamo alla proposta
di provvedimento amministrativo numero 246/10^ di modifica alla deliberazione
numero 347/10^ del 16 novembre 2018.
Cedo la parola al
consigliere Bevacqua per illustrare il provvedimento.
La presente proposta di
provvedimento amministrativo intende sanare un mero errore materiale
intervenuto nel calcolo aritmetico della vetustà dei mezzi di trasporto,
riportato nel testo della deliberazione numero 347/10^ e avente ad oggetto la
determinazione del livello dei servizi minimi del TPL (Trasporto pubblico locale).
Al paragrafo 6.4.2 del
testo approvato, per il calcolo di ciascun operatore e di ciascuna categoria,
l'età media calcolata, escludendo il 10 percento dei mezzi più vetusti, deve
essere inferiore ai due terzi della durata della vita utile, così come definita
al comma 4 dell'articolo 20 della legge regionale numero 35 del 31 dicembre
2015; il medesimo paragrafo prosegue concludendo che l'età media massima per il
materiale rotabile ferroviario, tranviario e mezzi assimilabili, sia pari a 15
anni.
Orbene, considerato che
il richiamato comma 4 dell'articolo 20 della legge regionale 2015, dispone che
per il materiale rotabile ferroviario e tranviario, la durata della vita utile
è stabilità in 30 anni, è chiaro che il valore esatto, due terzi, da inserire
nel citato paragrafo 6.4.2 per quanto concerne il materiale rotabile ferroviario,
tranviario e mezzi assimilati, è pari a vent'anni e non a 15, come erroneamente
riportato.
Questa proposta di
provvedimento amministrativo, quindi, mira a sanare questo errore materiale.
Ci sono altri
interventi?
Passiamo alla votazione
del provvedimento illustrato dal consigliere Bevacqua.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
La proposta di legge che
avevamo già inserito all'ordine del giorno è la numero
339/10^ di modifica della legge numero 8 del 26 aprile 2018: “Legge organica in
materia di relazione tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro
comunità”.
Pongo in votazione gli
articoli:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
(Interruzione)
Chiedo scusa, c’era un
accordo, abbiamo seguito quello che dice il capogruppo del Partito Democratico.
È stato chiesto, anche
da parte della minoranza, di poter fare questa modifica che ha sostanzialmente
natura di coordinamento formale solo su alcuni termini, non è di sostanza.
Cambia una data, ma era
già stato approvato.
Proseguiamo con la
votazione degli articoli:
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge nel suo complesso.
Il provvedimento è
approvato a maggioranza con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Cedo la parola al
consigliere Orsomarso che può illustrare l'ordine del giorno.
Si tratta di un ordine
del giorno che avevo già annunciato e, salvo la mozione presentata dal collega
Esposito che, ovviamente si ritiene assorbita e riguarda le abitazioni di
Simeri Crichi, faccio mie anche le considerazioni del Presidente che, giustamente,
mi chiedeva di lasciare indefinita la cifra di circa 3 milioni, perché
recuperare risorse è sempre difficile e bisogna vedere se metterne in più o in
meno rispetto alla disponibilità della Giunta regionale.
Cedo la parola al presidente
Oliverio.
Vista la delicatezza del
problema, accolgo la proposta del consigliere Orsomarso, pregandolo di evitare
di inserire la cifra, anche perché in sede di discussione del bilancio,
verificheremo, anche rispetto alle eventuali compatibilità, se fare di più o di
meno.
Concordo – penso si
possa fare in sede di coordinamento formale – di non indicare la cifra 3
milioni, lasciare il Fondo indefinito e, nel frattempo, reperire le
risorse.
Benissimo. Pongo in
votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(È
riportato in allegato)
Cedo la parola al
consigliere Gallo, che può illustrare l’ordine del giorno.
Ho presentato questo
ordine del giorno che riguarda le prospettive dei tirocinanti presso gli Uffici
giudiziari calabresi.
Come ormai noto a tutti,
oltre 600 tirocinanti calabresi sono impegnati presso il Ministero della
Giustizia in un’attività di tirocinio finanziata dalla Regione Calabria con un
progetto biennale.
C'è una contrarietà da
parte del Ministero della giustizia rispetto alla proroga di questi progetti,
con il rischio che oltre 600 famiglie calabresi e 600 lavoratori, si ritrovino
domani a non poter volgere i tirocini per il secondo anno sguarnendo, peraltro,
gli Uffici giudiziari calabresi per i quali stanno dimostrando di essere un
valido aiuto.
Il Governo centrale e,
soprattutto, il Ministero del lavoro a guida Di Maio, quindi a guida dei 5
Stelle, sta ostacolando questo processo.
Attraverso questo ordine
del giorno, per il quale chiedo il voto unanime dell'Aula, dobbiamo dare forza
al Presidente della Giunta regionale, affinché possa rappresentare le ragioni
di questi lavoratori calabresi a Roma.
Credo che il Governo,
che in questa vicenda non c'entra nulla, non possa ostacolare il cammino di
questi lavoratori.
Cedo la parola al
presidente Oliverio. Prego.
Intervengo brevemente
per informare il Consiglio regionale, prendendo spunto dall’ordine del giorno
presentato dal consigliere Gallo, che trattasi di tirocinanti che, sulla base
di un protocollo d'intesa che abbiamo sottoscritto con il Ministero della
giustizia meno di 2 anni fa, vengono utilizzati negli Uffici della Giustizia.
Trascorso un anno da
questa utilizzazione, c'era stata una obiezione da parte del Ministero circa la
possibilità di rinnovare agli stessi soggetti il rapporto di tirocinio.
Chiaramente noi
riteniamo di sì, perché questo non implica acquisizione di ulteriori diritti e,
quindi, nel rapporto col Ministero della Giustizia, apertura di eventuali
successivi problemi e contenziosi; abbiamo chiesto che si riveda questa
posizione; devo dire che abbiamo interloquito anche con le strutture della
Giustizia operanti in Calabria; c'è una interlocuzione tra le stesse strutture
della Giustizia e il Ministero di grazia e giustizia; si sta riflettendo –
questo è quello che abbiamo appreso in questi in questi giorni, perché stiamo
seguendo questa problematica da vicino – per trovare una adeguata soluzione; mi
è stato detto che, entro pochi giorni, ci sarà comunicato l'esito di questo
approfondimento da parte del Ministero di grazia e giustizia, proprio al fine
di evitare che si riapra l'iter con procedure selettive eccetera, che determinerebbero
non solo un danno ai soggetti interessati, ma anche all'amministrazione della
giustizia perché, chiaramente, questi giovani vengono utilizzati anche per
lavori, nel corso dei tirocini, che consentono un servizio importante alle
stesse strutture della Giustizia.
Siamo fiduciosi che la
risposta sarà positiva.
Qualora non dovesse
esserlo, mi auguro proprio di no, chiaramente saremmo costretti ad avviare un
nuovo bando, ma siamo fiduciosi che ci possa essere una soluzione positiva
perché non dipende da noi, come è stato evidenziato anche dal consigliere
Gallo, ma esclusivamente dalle amministrazioni centrali dello Stato e, in
questo caso, dal Ministero della Giustizia; dico “delle amministrazioni
centrali dello Stato” perché, in una situazione analoga, si trovano coloro i
quali vengono utilizzati nella scuola a supporto, anche con i tirocini, sono
oltre 600 e nell'amministrazione dei beni culturali, dove altrettanti sono
impegnati attraverso le Soprintendenze, sui siti archeologici, nel patrimonio
culturale della Regione; complessivamente sono 2200 persone e, qualora il
percorso si dovesse incagliare in queste osservazioni, sarebbe un danno più
complessivo.
Ecco perché ho fiducia e
sono sicuro che, alla fine, si sbloccherà positivamente entro pochi
giorni.
Credo che l'Aula debba
votare all'unanimità questo ordine del giorno perché dobbiamo prendere una
posizione forte nei confronti di quello che da parte del Governo centrale e,
soprattutto, da parte di un Ministero a guida 5 Stelle, si rivelerebbe uno
scandalo nei confronti di queste famiglie.
Dobbiamo contrapporci
perché l'Amministrazione ha assunto un impegno biennale e, anche per il
principio di affidamento nei confronti della Pubblica amministrazione, non può
mancare agli impegni nei confronti di questi lavoratori che, peraltro, come
ricordava il Presidente, svolgono anche un servizio importante per il
funzionamento degli Uffici giudiziari calabresi.
Ci auguriamo che anche
attraverso questo voto, si fermi questa azione scandalosa da parte del Governo
centrale.
Pongo in votazione
l'ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È
riportato in allegato)
Passiamo all'ordine del
giorno a firma del consigliere Mirabello cui cedo la parola per
l’illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente.
Si tratta di un ordine
del giorno che, pur dando atto dell’importante lavoro svolto dall'assessore
Musmanno e dal presidente Oliverio circa un anno e mezzo fa, con il tentativo
di inserire la Strada provinciale 522, la cosiddetta “Strada del mare” che
collega lo svincolo autostradale di Sant'Onofrio con la costa tirrenica
vibonese, quindi con la Costa degli Dei, tenterà di sottrarre alle competenze della Provincia questo tratto
di strada, anche attraverso i Consigli comunali della Costa che si stanno
convocando con un apposito punto all’ordine del giorno, e, quindi, di
riproporre al Ministero la statalizzazione di questa strada, determinandone la
competenza e la manutenzione da parte dell'Anas.
Grazie, consigliere.
Pongo in votazione
l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È riportato
in allegato)
Passiamo all’ultimo
punto all'ordine dei lavori, l’ordine del giorno sul Quadro finanziario
pluriennale, sulla Politica di Coesione e sulla politica agricola comune
dell’Unione europea 2021-2027, che è stato proposto all'unanimità dalla
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome che si è riunita a Reggio Calabria il 29 ottobre 2018.
Questo ordine del giorno
è in discussione in tutti i Consigli regionali d'Italia.
Pongo in votazione
l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È
riportato in allegato)
Avendo esaurito i punti
all'ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 18,01