IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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82.
SEDUTA DI LUNEDI’ 17 MARZO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è
aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni presentate alla Presidenza.
E’ pervenuta
risposta scritta all’interrogazione numero 501 del 30 gennaio 2014 a firma del
consigliere Guccione; 506 del 10 febbraio 2014 a firma dei consiglieri Naccari
Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano; 507 del 10 febbraio 2014 a firma
dei consiglieri Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano e 511 del 17
febbraio 2014 a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi, Guccione, Ciconte.
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, volevo chiedere all’Aula l’inserimento di un ordine del giorno che è stato depositato un po’ di tempo addietro, il 25 febbraio per l’esattezza, che è relativo alla situazione del credito in Calabria, problematica avvertita da più tempo.
Fra l’altro in passato il Consiglio
si è interessato – così come i competenti dipartimenti - a ché si potessero trovare le
soluzioni ottimali affinché si potesse sensibilizzare ulteriormente il sistema
creditizio.
Allora, Presidente, perché possa far questo e auspicando
che nel momento stesso in cui ci sarà la discussione ci possa essere anche una approvazione
alla unanimità le chiedo di mettere all’ordine del giorno di questo Consiglio
questo ordine del giorno, protocollo numero 8895 del 22 febbraio che attiene
alla materia del credito in Calabria.
Su questo argomento se non ci sono interventi pongo in
votazione l’inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere
Chiappetta che riguarda il problema del credito e per impegnare la Giunta ed il
Presidente.
(E’ inserito)
Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha
facoltà.
Presidente,
intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine dei
lavori di un ordine del giorno già depositato dal sottoscritto e al
quale si sono aggiunte anche le firme di altri colleghi che riguarda, in
particolare, la situazione della famiglia Fouzia Bouzlaf. Una famiglia
marocchina sfrattata i cui figli sono affetti da autismo e per i quali c’è una
sentenza del Tar che impone all’amministrazione straordinaria
del comune di Reggio Calabria di assegnare un alloggio.
Ne chiedo l’inserimento all’ordine
del giorno e la discussione in data odierna.
La copia dell’ordine del
giorno del consigliere Maiolo è già agli atti? Posso averne copia?
Non ci sono interventi
pertanto pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine
del giorno proposto dal consigliere Maiolo.
(E’ inserito)
Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine dei lavori di due ordini del giorno. Uno riguarda le mareggiate che hanno colpito i centri
dell’intera fascia ionica reggina e catanzarese
a seguito delle mareggiate del dicembre 2013 e del gennaio-febbraio 2014 per
reperire risorse correnti per sostenere anche le attività commerciali e
imprenditoriali che altrimenti vedrebbero vanificata la stagione turistica.
Questo ordine del giorno è a firma mia e del consigliere Magno ed è depositato
agli atti.
Il
secondo ordine del giorno riguarda, invece, la chiusura ingiustificata dello
sportello bancario di San Ferdinando di Rosarno soprattutto dopo la proposta
della Giunta regionale di istituire la Zona economica speciale (ZES). Una
chiusura che ritengo assolutamente ingiustificata ed illogica ed era una
decisione precedente che ha investito in questi giorni il Consiglio
comunale di San Ferdinando che proprio oggi ne parlerà in seduta aperta.
La prego, Presidente, di chiedere l’inserimento all’ordine
del giorno dei due ordini del giorno. Scusi il bisticcio di parole.
Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di due ordini
del giorno.
Pongo
in votazione la prima richiesta di inserimento all’ordine dei lavori del primo ordine
del giorno così come illustrato brevemente.
(E’ inserito)
Pongo in votazione la seconda richiesta di
inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno che riguarda San
Ferdinando.
(E’ inserito)
Non ci sono più interventi
preliminari da parte dei consiglieri, pertanto passiamo alla trattazione dell’ordine
del giorno.
La Conferenza dei capigruppo,
vista l’importanza del tema che riguarda i fondi comunitari, ha stabilito all’unanimità
che le interrogazioni a risposta immediata saranno trattate nella prossima
seduta.
Procediamo subito, pertanto,
con l’argomento che riguarda i fondi comunitari.
Prego i colleghi di prendere posto.
La parola all’assessore
Mancini che svolgerà la relazione introduttiva alla discussione per poi dare la
parola ai consiglieri per il dibattito.
(Interruzione)
Stiamo parlando di fondi
comunitari, programmazione
2014-2020. Bisogna ascoltare e soprattutto dare dei suggerimenti e dei
contributi in modo tale da migliorare il programma comunitario.
Prego, assessore.
Grazie, signor Presidente,
innanzitutto per parte mia, anche a nome della Giunta,
un ringraziamento a lei, signor Presidente, e
a tutto il Consiglio per averci consentito -
inserendo questo punto, questa informativa all’ordine
del giorno – l’opportunità e la possibilità
di informare il Consiglio regionale e
attraverso di esso l’opinione pubblica calabrese sulla sfida che noi stiamo
affrontando e che è una sfida che segue due traiettorie.
La prima è quella di spendere tutte quante le risorse
del ciclo di programmazione 2007-2013 l’altra è quella di programmare al meglio
nell’interesse di tutti quanti i calabresi e con il rapporto di tutti quanti i calabresi
e dei loro rappresentanti le risorse previste dalla nuova programmazione, dal
nuovo ciclo 2014-2020.
Il mio intervento, appunto, mi auguro sia da una parte
non eccessivamente lungo ma dall’altra il più possibile esaustivo e toccherà i
due punti delle due sfide che l’amministrazione tutta quanta insieme vuole
affrontare e vuole vincere.
Iniziamo quindi dal tema che riguarda lo Stato di
avanzamento della spesa e del programma 2007-2013 iniziando con una buona
notizia: la Commissione europea ha
trasmesso il 12 febbraio la decisione di approvazione del Grande progetto
riguardante la SS 106-Jonica.
La Regione
si è molto impegnata a livello comunitario per ottenere il riconoscimento della
strategicità di questa struttura che è
un'essenziale via di accesso e di decongestionamento della costa jonica.
I lavori del tratto interessato dalla
Decisione sono già in un avanzato stato di realizzazione e contiamo di
chiuderli entro la fine di quest'anno.
L'approvazione del Grande progetto relativo alla SS106
mi consente di introdurre il tema principale del mio intervento sulla
Programmazione 2007/2013: la messa in
salvaguarda del POR FESR e le misure di accelerazione della spesa.
In questi anni – il Consiglio
lo sa - abbiamo sempre rispettato i target di spesa nazionali e
comunitari, riuscendo nell'impresa di non perdere neanche un euro. Come
saprete, dopo il conseguimento del target di dicembre, lo stesso
ministro Trigilia – Ministro all’epoca in carica - ha pubblicamente espresso il
suo plauso per la qualità del lavoro fatto in Calabria e la buona
performance finanziaria del Programma.
Ma la nostra
attenzione è oggi puntata su
quello che rimane da fare. In due anni dovremo produrre spesa per oltre
un miliardo di euro e arrivare così a utilizzare l'intera dotazione del
Programma.
Finora, siamo intervenuti con misure che hanno adeguato
il POR alle esigenze di un quadro socio-economico profondamente diverso da
quello del 2007, aderendo alle iniziative programmate a livello comunitario e
nazionale, e facendo la nostra parte nell'ambito del Piano di Azione e
Coesione.
A partire dal 2012, infatti, abbiamo destinato risorse importanti alle priorità indicate dal
Governo nazionale e concertate con la Commissione europea: Agenda digitale, Istruzione, Imprese
e Occupazione.
Queste sono state le direttive
che noi attraverso i provvedimenti amministrativi abbiamo tradotto.
Tutte somme che
sono state riprogrammate per un loro più proficuo utilizzo, in seguito a
un'analisi sulle reali capacità di spesa delle procedure avviate e delle mutate
necessità del nostro territorio.
E' stato così possibile realizzare una serie di azioni di notevole importanza strategica: l’avvio
di un intenso programma di
ristrutturazione degli edifici scolastici che ha coinvolto più di 100
milioni di euro; la pubblicazione del bando sulla realizzazione delle infrastrutture
per la banda ultra larga che
consentirà di raggiungere più di 150 comuni calabresi; il rifinanziamento della Cassa integrazione
in deroga; l’erogazione di altre risorse per lo sviluppo del turismo e gli interventi nelle Zone Franche
Urbane.
Oggi, la certezza di non perdere risorse ci dà più tempo
per intervenire sul programma e salvaguardarlo in modo concreto.
Un primo passo in questo senso è stato fatto con l’avvio
del processo di riprogrammazione. Una procedura che è stata sollecitata dalle
istituzioni comunitarie e nazionali dopo il Comitato di sorveglianza del giugno
scorso e che è stato celermente attuato
dalla Regione tra agosto e settembre e approvato dalla Commissione a metà dicembre.
Il primo step di questo processo è consistito in
un semplice taglio lineare sugli Assi con un tasso di cofinanziamento
comunitario inferiore al 75 per cento. Adesso invece, come concordato con la
Commissione, si deve procedere a una ridistribuzione delle somme sulla base
della reale e fattiva capacità di spesa dei singoli Settori del Programma.
Per questo
secondo momento, l'Autorità di gestione e i Dipartimenti regionali hanno
attuato una road-map che, attraverso un'analisi costante sui progressi e
i ritardi delle singole procedure, ha permesso di avere un quadro fedele delle prospettive del POR e di
presentare al rappresentante della Commissione europea una coerente proposta di
riprogrammazione, che, dopo il necessario passaggio al Comitato di
Sorveglianza, sarà formalmente trasmessa.
Anche in questa occasione, mi preme ribadire che tutte le altre Regioni Convergenza hanno già
attuato la medesima riprogrammazione, segno che la Calabria non
rappresenta un unicum nel panorama italiano, e che gran parte del
Meridione sta vivendo lo stesso periodo al quale sta ponendo le stesse
soluzioni.
Ed è bene sottolineare, ancora, che la riprogrammazione non comporterà una
perdita di risorse, perché lo stanziamento nazionale tolto dal POR
confluirà in pieno nel Programma Ordinario Convergenza (POC), che è stato
approvato dalla Giunta regionale a luglio e che costituisce, allo stesso tempo,
la seconda gamba della Programmazione regionale 2007/2013 e un ponte per quella
del periodo 2014/2020.
Quindi risorse Por da una parte e risorse POC dall’altra.
In quest'ottica, tutte le procedure che sono state
valutate come non realizzabili ed entro la fine della Programmazione in corso
troveranno posto nel POC. Quindi, non solo non ci sarà una perdita di risorse,
ma neanche di strategia e progettualità e questa è certamente una buona notizia
per tutti quanti i calabresi.
Il Programma ha dato segni tangibili di miglioramento
sulla fase attuativa, mentre fatica ancora su quella realizzativa. Oggi abbiamo,
infatti, un numero di procedure di attivazione e di impegni giuridicamente
vincolanti impensabile fino a due anni fa. Ma allo stesso tempo dobbiamo
affrontare le criticità nella spesa, pari al 40 per cento: dobbiamo mettere in
campo misure straordinarie, di cui la riprogrammazione costituisce solo un
primo passo.
Le ragioni per cui gli impegni non si tramutano
velocemente in spesa sono quelle che abbiamo già discusso, sia in questa sede sia
al Comitato di Sorveglianza. Ho più volte ricordato, infatti, come il tempo
perso all'inizio della programmazione non è stato più recuperabile e come tutto
ciò abbia condizionato la fase successiva.
Del resto, guardando alla composizione delle procedure
finanziate dal POR, qualche elemento emerge in maniera chiara.
Innanzitutto l'imponente numero delle operazioni. Tra
interventi a regia e a titolarità regionale arriviamo a oltre 5 mila progetti!
E la gran parte di questi cinque mila interventi sono destinati a beneficiari
disseminati sul territorio, molto spesso impreparati alla gestione dei
finanziamenti e a rispettare gli impegni assunti.
Per quanto riguarda le operazioni cosiddette "a
titolarità regionale", soprattutto quelle relative all'erogazione di aiuti
alle imprese, è necessario fare una riflessione sugli strumenti prescelti a
monte, forse non del tutto adatti a favorire gli investimenti in un periodo di
profonda crisi economica.
Faccio un solo esempio: il Bando PIA 2008 è tuttora
aperto! Le imprese, stremate dall'attuale fase economica, molto spesso preferiscono
rinunciare alla gara piuttosto che affrontare tutte le obbligazioni derivanti
dalla concessione del finanziamento.
Gli Strumenti di ingegneria finanziaria che avrebbero
dovuto mitigare le carenze del sistema creditizio fanno registrare un'attuazione ancora debole. Gli
strumenti attivati non offrono la necessaria attrattività, soprattutto il Fondo
di Controgaranzia. Ciò è dovuto al rallentamento consistente delle attività
imprenditoriali e degli investimenti finalizzati allo sviluppo, ma anche alla
forte concentrazione e all'irrigidimento della politica del credito e alla carente
patrimonializzazione dei Confidi.
Gli ultimi dati a disposizione
mostrano comunque un miglioramento nell'andamento del Fondo
"Mezzanino" e del Fondo Jeremie, grazie a una ripresa del ciclo
economico dimostrata dai dati registrati nel terzo e quarto trimestre 2013. Si
è poi provveduto a rivedere il Fondo di
Controgaranzia, costituendo un nuovo Fondo, più articolato e più vicino alle
esigenze delle imprese.
Per i Grandi Progetti abbiamo
dovuto di rivedere, nel 2011, l'originario elenco comunicato alla Commissione europea,
caratterizzato dalla presenza di molti interventi sui grandi schemi idrici, che
erano privi di qualsiasi possibilità realizzativa entro il 2015, e da procedure
comunque molto articolate.
Dopo la revisione dell'elenco dei Grandi Progetti,
quindi, sono stati notificati tutti i formulari alla Commissione. E da
Bruxelles è arrivata l'approvazione per la Metro di Cosenza, per quella di
Catanzaro, per la Gallico/Gambarie e, adesso, come prima ricordato – all’inizio
del mio intervento - anche per la SS 106.
Nel corso del 2013 sono state
avviate le procedure di gara per le due metropolitane e per la
Gallico/Gambarie, mentre la gara della SS 106 era stata bandita in
precedenza e i lavori sono già a un ottimo stato di avanzamento.
I bandi della Metro di
Catanzaro e della Gallico/Gambarie sono in fase di valutazione, mentre,
quello della Metro di Cosenza non ha registrato domande di partecipazione e
sarà pubblicato a breve nuovamente e, comunque, entro il mese di marzo. Intanto, a dicembre, è stata indetta anche la gara
per la Banda Ultra Larga, che si chiuderà a marzo.
Per quanto riguarda la nuova aerostazione di Lamezia Terme, a metà dicembre, dopo una
lunga interlocuzione con i servizi della DG "Competition" della Commissione europea, è stato notificato l'aiuto di Stato. La società di gestione
dell'Aeroporto si è impegnata, in attesa della decisione di approvazione
dell'aiuto, a bandire, entro aprile, la
gara per l'avvio dei lavori.
Di fronte a una situazione del genere quindi, la
Regione, responsabilmente, ha coinvolto tutti gli attori interessati per
individuare un percorso di messa in
sicurezza del Programma rispettoso delle linee strategiche e degli obiettivi
del POR. Questa cooperazione "rafforzata" ha già prodotto la
costituzione della task-force governativa, che in autunno ha avviato i
suoi lavori, e la riprogrammazione del Programma.
Inoltre, sulla base degli esiti dell'analisi condotta
sulle procedure di attivazione e sulla composizione del POR, l'Amministrazione
ha attivato le procedure per garantire un'assistenza ancora più
forte ai beneficiari. Così, nonostante le difficoltà legate
all'eccessiva frammentazione, stiamo cercando di chiudere quante più operazioni
possibili in tempo utile per la fine della programmazione.
Ciò, naturalmente, ci consente, inoltre, di avere un presidio sul territorio e un costante afflusso di informazioni, in
modo da operare al meglio le scelte necessarie per giungere al pieno utilizzo
delle risorse.
È evidente che le sole misure di salvaguardia non sono
sufficienti per riuscire a spendere tutte le risorse comunitarie disponibili e
conseguire target di spesa sempre più competitivi.
L'obiettivo della salvaguardia è infatti garantire la
realizzazione degli interventi strategici che hanno accumulato ritardi nella
fase di attuazione. Per questo motivo abbiamo nello stesso tempo delineato una serie di azioni finalizzate ad aumentare
la capacità di spesa del Programma: innanzitutto la possibilità di
rendicontare sul Por interventi programmati con altri fondi, sia a livello
nazionale sia regionale, azione consentita dalla nuova versione del Quadro
Strategico Nazionale per migliorare le perfomance dei Programmi
comunitari.
Nel corso dei prossimi mesi, tutte le strutture
regionali coinvolte nell'attuazione del POR saranno, quindi, chiamate a un
ulteriore sforzo per conseguire gli obiettivi del 2014 e del 2015.
In questo quadro mi preme poi evidenziare alcuni risultati positivi, che, se
opportunamente supportati, possono rappresentare un elemento di svolta.
Sull’Energia registriamo una
crescente capacità di assorbimento delle risorse che va oltre le attese, e che
potrebbe bilanciare i ritardi registrati nelle altre tematiche ambientali. In
questo caso, gli enti pubblici stanno guidando un cambiamento finalizzato alla
riduzione degli sprechi e al passaggio a forme eco-sostenibili di produzione di
energia.
Sugli interventi
in favore del sistema scolastico, è bene poi sottolineare che la
cooperazione tra la Regione e i Ministeri sta dando risultati tangibili.
Sulla Progettazione integrata, infine, siamo
particolarmente soddisfatti.
Per i PISU
è stato individuato un percorso strategico che ha consentito alla Regione di
dare un forte indirizzo per la revisione dei progetti, in base alle effettive
capacità di realizzazione degli interventi previsti; allo stesso tempo, le
Città hanno manifestato un grande senso di responsabilità nell'operare una
cernita tra gli interventi attuabili e quelli rinviabili.
Un percorso positivo, dunque, che ha permesso di
imprimere un'accelerazione all'intero Programma. L'attuale dotazione – per quanto riguarda i Pisu - sarà quindi
utilizzata nella sua interezza. Anzi, è emerso un livello di maturità
della progettazione e delle procedure di gara degli interventi che fanno
prevedere un fabbisogno aggiuntivo e, quindi, la possibilità di arrivare
all'assorbimento di maggiori risorse.
Per consolidare i passi in avanti fatti sarà adesso
potenziata l'assistenza già fornita finora dal Dipartimento Urbanistica, in
maniera da "guidare" e supportare le città nell'attuazione degli
interventi già avviati e più delicati.
Con i PISL,
poi, siamo giunti alla firma del 90 per
cento delle convenzioni relative agli interventi infrastrutturali e
all'indizione di più del 50 per cento delle gare da parte degli Enti
Beneficiari, quasi la metà delle quali già aggiudicate.
Entro maggio, si prevede di arrivare a quota 95 per
cento con i bandi, e a quota 65 per cento con l'aggiudicazione delle gare. Per
quanto riguarda gli Aiuti alle imprese, a fine gennaio sono stati emanati due
Avvisi per la concessione di incentivi nel settore turistico, mentre un terzo
bando sarà pubblicato entro la fine di marzo.
E posso sottolineare che tutto questo è stato fatto in
meno di un anno dalla firma degli Accordi di Programmazione con i soggetti
capofila, e a soli due anni e mezzo dalla pubblicazione dell'avviso dei PISL.
È evidente che in questo caso, la cooperazione tra governo regionale e governi locali, gli
obiettivi comuni e lo sviluppo di nuove forme di assistenza in loco
stanno garantendo risultati difficilmente
immaginabili, che costituiscono un'eccezione positiva nel panorama italiano.
Nessun'altra regione infatti ha investito così tante risorse nella
Progettazione integrata, nessun'altra regione ha avviato un programma così
ambizioso e con questi risultati.
Siamo orgogliosi che questo nostro lavoro sia stato più
volte ripreso ed apprezzato dalla stessa Commissione europea che attraverso i
suoi rappresentanti è venuta più volte in Calabria a testimoniare dal vivo e in
loco i passi in avanti della progettazione integrata.
Concludo questa parte del mio intervento, sottolineando
come, in maniera trasparente, abbiamo intenzione di discutere e analizzare il
Programma assieme a tutte le istituzioni coinvolte, in primis il
Consiglio regionale naturalmente, senza tacere le criticità, e sempre alla
ricerca di soluzioni rapide ed efficaci.
L'obiettivo è acquisire tutte le indicazioni che
emergeranno, per operare le scelte necessarie a cogliere fino all'ultimo le
opportunità offerte dalla Programmazione 2007/2013.
Questo è il punto che riguarda la sfida importante della
programmazione che sta per terminare del ciclo 2007-2013.
Desidero aprire la discussione sulla nuova
programmazione con un accenno ai grandi obiettivi che l'Europa si prefigge con la Strategia Europa 2020 adottata dal
Consiglio Europeo nel giugno del 2010.
L'Europa ci indica politiche che possano condurre i
nostri territori verso una crescita
Intelligente, Sostenibile e Inclusiva. La strategia individua anche gli
obiettivi principali per la ricerca e l'innovazione, il cambiamento climatico e
l'energia, l'occupazione, l'istruzione e la riduzione della povertà.
La Politica di
coesione 2014-2020 si inserisce oggi nel quadro della più ampia
strategia di Europa 2020 e deve concorrere al raggiungimento di questi
importanti traguardi.
Siamo ormai in vista dell'avvio della nuova programmazione. I Regolamenti sono stati
approvati lo scorso dicembre e il negoziato tra lo Stato italiano e la
Commissione è entrato nella fase cruciale.
Lo scorso dicembre il Ministro della Coesione
Territoriale ha trasmesso alla Commissione europea una bozza informale dell'Accordo di Partenariato, il documento
che delinea il quadro strategico per definire i programmi operativi regionali e
nazionali nel periodo 2014/2020.
Le strutture ministeriali stanno coordinando una serie
di incontri tecnici di approfondimento
con le amministrazioni regionali per definire gli aspetti ancora aperti,
tra cui l'individuazione delle misure, delle azioni e dei risultati, il quadro
delle competenze e dei ruoli, le priorità tra gli obiettivi tematici e tutto
quanto quello che viene collegato a questa importante sfida. Emergerà così uno
scenario che farà da riferimento per le scelte politiche nazionali e regionali.
L'Accordo di partenariato si caratterizza per alcune
scelte importanti sul piano del metodo, sulla base del documento "Metodi e
Obiettivi" del dicembre 2012, e sul piano dell'impostazione strategica,
anche sulla base degli indirizzi
delineati lo scorso luglio dal ministro del tempo, Trigilia, nell'incontro con
i Presidenti delle regioni, ribaditi sempre dallo stesso Ministro nel
corso nell'Audizione alla Camera dei Deputati del 19 novembre scorso.
Naturalmente non voglio dilungarmi su questi aspetti,
che avremo modo di riprendere quando ci confronteremo sui documenti di
programmazione regionale.
Da questo punto di vista è di prossima approvazione in Giunta
e passerà a breve all’esame del Consiglio regionale così da far scaturire un
dibattito sul tema al fine di recepire le eventuali indicazioni che la massima
Assise rappresentativa della Calabria vorrà fornire.
Mi preme solo citare alcuni punti cruciali su cui
concentrarci, per impostare un programma che dia maggiori garanzie sul piano
dell'efficacia e della sostenibilità amministrativa e attuativa: l'attenzione posta sul tema dell'attuazione e
dei risultati, il richiamo alle responsabilità attuative, l'importanza
di garantire piena accessibilità e diffusione ai dati, il ricorso a forme di
partenariato più estese, i riferimenti ai centri di competenza nazionale.
E' importante, alla luce delle caratteristiche del
nostro territorio, sottolineare anche l'attenzione che viene data al tema della dimensione territoriale delle politiche,
e in particolare al ruolo che dovranno svolgere le città e le aree interne.
Sul piano strategico prevale infine l'idea di concentrare le risorse verso un numero
limitato di obiettivi strategici, orientati prioritariamente verso
l'internazionalizzazione, l'innovazione, la digitalizzazione, la valorizzazione
dei beni culturali, la qualità dell'istruzione e del capitale umano e il
contrasto alla povertà.
Ma andiamo al quadro delle somme disponibili per la
nuova programmazione. Su questo nelle ultime settimane si è aperto un dibattito
fornito e rappresentato e costituito da informazioni precise.
Le risorse
comunitarie complessive assegnate all'Italia dalla Commissione europea
ammontano a oltre 33 miliardi di euro,
di cui 31 miliardi destinati
agli "Investimenti per la crescita e l'Occupazione".
A queste si aggiungono un cofinanziamento nazionale di circa 24 miliardi, la quota di
cofinanziamento regionale da destinare ai programmi operativi regionali,
e le risorse del Fondo Sviluppo e
Coesione, il cui rifinanziamento per il settennio è previsto nel disegno
di legge di Stabilità 2014 con
un importo complessivo di circa 55
miliardi di euro.
Le risorse
comunitarie (FESR e FSE) per le cosiddette "regioni meno sviluppate" (cioè le regioni
dell'Obiettivo Convergenza nella programmazione 2007-2013, vale a dire
Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, alle quali si è aggiunta la Basilicata)
sono invece pari a oltre 22 miliardi di
euro.
La Calabria, in sintesi, per
il nuovo ciclo di programmazione 2014-2020 potrà disporre, complessivamente, di
11 miliardi di euro. Per dirla con il vecchio conio: oltre 20 mila miliardi
di vecchie lire. Una cifra straordinariamente grande ed importante, una grande
occasione per tutta la Calabria.
In particolare, le simulazioni del Dipartimento per lo
Sviluppo e la Coesione economica ci informano che 1 miliardo 588 milioni
saranno a valere sul FESR e 533
milioni sull'FSE, che
raddoppieranno grazie al cofinanziamento nazionale e regionale, raggiungendo
così in totale quota 4 miliardi e 244 milioni.
A questi si aggiungono 1 miliardo e 103 milioni
destinati al PSR - fondo FEASR -
e ben 5 miliardi e 650 milioni che saranno disponibili attraverso gli
interventi finanziati con il Fondo di Sviluppo e Coesione, FSC. Per un totale, appunto, di 10
miliardi 997 milioni di euro.
Altro aspetto rilevante è il
tema delle condizionalità ex ante previste
dai nuovi Regolamenti, ovvero le
condizioni che i programmi devono rispettare per assicurare l'efficacia degli
investimenti e raggiungere i risultati attesi.
Si tratta di misure fondamentali da intraprendere per
garantire la presenza di requisiti indispensabili a livello di norme,
regolamenti, programmazione e pianificazione degli interventi.
Tra i documenti preliminari per l'accesso ai fondi
Fesr-Fse-Feasr della nuova programmazione, ad esempio, stiamo preparando la Strategia regionale per l'Innovazione e la
Specializzazione Intelligente – la cosiddetta S3 - uno degli strumenti
previsti dalla Strategia Europa 2020. Una prima bozza è stata presentata il 24
febbraio e una nuova sarà pronta entro il 10 aprile.
Sempre a livello regionale, è in corso di definizione il Documento di Orientamento Strategico, DOS, di
cui brevemente ho accennato poc’anzi. Il documento si richiama alla
cornice strategica nazionale, delineata dall'Accordo di partenariato prima
richiamato, e fa riferimento al quadro di regole della Politica di coesione. Si
tratta quindi di un documento propedeutico alla stesura del programmi operativi
regionali.
Il Dos oggi è in fase di avanzata stesura. Una prima
bozza è stata preparata lo scorso novembre e attualmente stiamo lavorando per
integrare i diversi contributi pervenuti.
Una nuova bozza, come dicevo prima, verrà a breve
sottoposta all’attenzione del Consiglio dopo esser stata approvata venerdì
scorso dal cosiddetto partenariato istituzionale, economico e sociale.
Il lavoro per la stesura della bozza del Dos è stato
caratterizzato da un forte coordinamento delle strutture regionali. E’ stato
istituito un comitato di coordinamento dei dirigenti generali e sono stati
organizzati gruppi di lavoro interdipartimentali ed un intenso lavoro col
partenariato, attraverso tavoli tecnici e di confronto ed incontri bilaterali.
All’ultimo Comitato di sorveglianza la Calabria ha
ricevuto gli apprezzamenti del dottor Roul Prado della Commissione europea,
proprio sulla governance che
abbiamo scelto. Naturalmente degli apprezzamenti poco si sono occupati i mezzi
di informazione della nostra Regione.
Sul piano strategico, il documento parte dall'analisi
delle condizioni in cui versa il sistema economico e sociale della regione, e
da una seria riflessione sui punti di
forza e debolezza che hanno caratterizzato l'attuale programmazione, che
ho in parte richiamato nella prima fase del mio intervento.
La Calabria sconta come il
resto del Mezzogiorno due grandi deficit. Uno di cittadinanza, che riguarda sicurezza personale, legalità,
giustizia, istruzione, accessibilità e trasporto pubblico, cura di infanzia e
anziani, servizi per la qualità della vita in generale, rete digitale e un
altro di attività produttiva privata,
ossia di un metodo di produzione organizzato e a forte contenuto innovativo,
che può dare risposte alla necessità di aumento dell'occupazione.
Molti degli indicatori regionali confermano che questi
due deficit si presentano in Calabria con caratteri abbastanza rilevanti.
Su questi due grandi temi e sulla dimensione
territoriale delle politiche - aree interne e aree urbane - dovranno essere
costruite le politiche e gli interventi. Ma le strategie e gli obiettivi non
sono sufficienti: vanno tradotti in
misure e azioni concrete. La loro realizzazione dipende dalla capacità dell'amministrazione
o, meglio, dell'intero sistema regionale, di gestire i processi e attuare gli interventi.
In alcuni casi serviranno e saranno indispensabili scelte
forti e radicali. Di questo, naturalmente, tutti quanti noi siamo perfettamente
consapevoli.
In tale prospettiva nel DOS abbiamo dedicato una parte
rilevante della riflessione a questi aspetti, partendo dall'esperienza vissuta
negli ultimi cicli di programmazione e cercando di individuare
le principali criticità da superare per il successo dei programmi.
Anche in
questo caso, affronto i punti sinteticamente, rimandando gli
approfondimenti a quando ci confronteremo sul Programma stesso.
Un primo aspetto da sottolineare è quello relativo ai risultati, che dovranno essere chiari e in grado di garantire impatti solidi nel tempo.
I risultati delle nostre azioni dovranno quindi essere
annunciati in anticipo e risultare comprensibili a tutti anche perché in questo
modo potremmo valutare con maggiore efficacia le nostre azioni ed eventualmente
ricalibrare le misure e gli interventi.
Staremo, inoltre, attenti a garantire una piena
accessibilità di dati per assicurare un dibattito informato e continuo sull’andamento
delle politiche regionali.
Stiamo poi cercando di rendere più "dinamici"
gli strumenti a disposizione.
Semplificando possiamo dire che ci stiamo muovendo per
elaborare programmi operativi che siano un po’ meno programmi e molto più
operativi. Dei documenti, insomma, in grado di assicurare immediatezza di
azione, chiarezza nella definizione della filiera delle competenze e delle
responsabilità con un’attenzione massima rivolta all’attuazione degli
interventi.
Stiamo, pertanto, introducendo elementi di discontinuità
che possono segnare un percorso nuovo incentrato sul conseguimento dei
risultati.
Miriamo, quindi, alla semplificazione burocratica e al
rafforzamento della capacità di gestione di tutti i soggetti coinvolti a
partire, ovviamente, dall’organizzazione regionale.
Un’altra parola della nuova programmazione sarà la
concentrazione non solo dei fondi ma anche degli obiettivi.
Stiamo cioè scegliendo di intervenire sulle priorità che
sono in grado di catalizzare le azioni più efficaci per lo sviluppo dei nostri
territori e al contempo stiamo lavorando a una maggiore integrazione delle
strategie e dei programmi per evitare disallineamenti tra le diverse misure e
potere convergere con forza su obiettivi di crescita unitari.
Un altro punto irrinunciabile
è il coinvolgimento deciso dei territori e del partenariato.
Ascolteremo sempre di più le istanze che provengono
dalle nostre comunità e lavoreremo con convinzione al rafforzamento delle
autonomie e su forme sperimentali di intervento basate sulla co-progettazione
degli interventi.
Per concludere, oggi, davanti a noi abbiamo tanti
ambiziosi traguardi.
Le risorse
comunitarie rappresentano adesso l'unica grande opportunità per la Calabria,
ed è per questo che, mentre spingiamo l'acceleratore per spendere tutte le
risorse già messe in campo dalla Comunità europea e centrare quindi tutti gli
obiettivi che ci siamo prefissi nel 2007-2013, siamo già impegnati in
pieno nella nuova programmazione.
Vogliamo, quindi, far sì che la Regione colga il meglio
dalla programmazione attuale e che allo stesso tempo sia pronta ad utilizzare con efficacia tutte le opportunità
di finanziamento legate al periodo 2014-2020.
Dicevamo, appunto, la grande
occasione.
Abbiamo l'ambizione di rendere la Calabria una Regione migliore
cogliendo le sfide della Unione europea e avendo ben chiare quali sono le
criticità.
Ci avviamo, quindi, con ottimismo e determinazione al
nuovo ciclo dei fondi comunitari.
In questi anni, infatti, abbiamo fatto molto e ritengo
che lo abbiamo fatto bene.
Adesso tutti quanti dalla maggioranza all’opposizione,
dall’amministrazione regionale al partenariato dobbiamo spingere insieme nella
stessa direzione per dare un contributo forte e determinante alla crescita
della nostra terra.
In sintesi, ho cercato nei tempi richiesti
dall’importanza della materia di sintetizzare le sfide che abbiamo dinanzi a
noi: concludere al meglio la spesa delle risorse 2007-2013 e affrontare con
impegno, determinazione e capacità la programmazione delle risorse 2014-2020
che, ripeto, sono risorse imponenti nel numero e nell’entità, 11 miliardi di
euro.
Entrambe le sfide, lo abbiamo detto più volte le
vogliamo affrontare insieme consapevoli di avere l’onere di guidare questa Regione ma anche
consapevoli che una partita così importante e così ambiziosa si affronta e si
vince tutti quanti insieme lavorando tutti a prescindere dalla casacca che si
indossa per il bene della Calabria.
So bene che su questi temi e su questi argomenti spesso
siamo dividi. E’ giusto e anche legittimo che sia così. Sono temi – soprattutto
rispetto alle percentuali – sui quali è legittimo che ci sia una polemica e una
contrapposizione. Ma ritengo che onoreremmo tutti l’alta funzione che abbiamo
nei confronti, tutti quanti, dei calabresi se rispetto a queste tematiche ci
fosse, ci potrà essere e ci sarà uno spirito unitario di affrontare le sfide
insieme, di concertare gli obiettivi insieme e di condurre insieme la Calabria
a cogliere tutta e tutta quanta appieno la grande occasione delle risorse
comunitarie. Grazie.
Grazie all’assessore Mancini per la sua relazione introduttiva.
Chiedo ai colleghi che intendono intervenire di prenotarsi così possiamo organizzare
i tempi del dibattito di modo che possano intervenire tutti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Loiero. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, credo sia importante che in
quest’Aula possano intervenire più consiglieri su un tema che è stato definito
da tutti – sia nella passata gestione sia oggi in questi 4 anni di centro-destra
– cruciale per la vita, anzi sembra anche banale doverlo ripetere.
Mi stupisce che noi per un motivo o per un altro
arriviamo anche con ritardo a discutere di un tema così importante perché l’abbiamo
rinviato tante volte.
Naturalmente questo è tempo di bilanci perché indipendentemente
dal decorso della legislatura dovrebbe essere questa una delle sedute più
importanti di questa coda di legislatura che mi auguro – e continuo a ripetere
sulla stampa – vada fino in fondo e concluda il suo ciclo ordinario.
Dicevo, quindi, che è un tempo di bilanci e i bilanci evocano
numeri.
Ho sentito come sempre con grandissima attenzione la
relazione; mi capita di seguire molto i relatori in quest’Aula magari meno il
dibattito per molte ragioni, però voglio dire che il bilancio evoca la logica
dei numeri. Per noi consiglieri regionali i numeri, qui proposti più volte, si
possono piegare ad una o ad un’altra logica ma restano poi numeri nel loro
essere algidi.
Ora io, ripeto, spero che oggi ci sarà un bel dibattito
e che la Calabria ci chiederà conto.
Dobbiamo anche prospetticamente immaginare che il
regionalismo, purtroppo, specie negli ultimi due anni sta mostrando la corda di
tutto quello che è avvenuto, le inchieste che hanno toccato tutti i Consigli regionali
d’Italia hanno fatto spegnere quella che era una fiamma importante dei Consigli
regionali, delle autonomie che potevano decidere liberamente del proprio
destino.
Qui, come spesso succede, in Italia magari alcuni
incidenti - che sono grandi incidenti, intendiamoci – e tutto quello che si è
letto sui giornali finisce per soffocare una idea che è importante.
Non c’è giorno, ormai, senza che un giornale per la
penna di un commentatore importante non ci dica che è vero, delle province
siamo riusciti a fare a meno e dovremmo provare a fare anche con le Regioni la stessa cosa.
Per cui
diciamo la verità, ci siamo arrivati davvero con ritardo. Ci siamo adeguati
davvero a tante cose in questo Consiglio. Abbiamo avuto attese talvolta interminabili,
abbiamo cominciato le sedute di Consiglio con 3-4 ore di ritardo perché magari
dovevamo aspettare che il Presidente sbrigasse o svolgesse impegni
istituzionali.
Ma
l’impressione che si ha quando si va fuori tempo – scusate, questa è una mia
fissa – è che, purtroppo, la stessa
istituzione ne perda.
Comunque
il tema dei fondi comunitari, i temi legati ai fondi comunitari sono decisivi.
Ora noi
ci siamo riempiti in tutti questi anni la bocca, anche oggi ho visto una nota
dell’assessore su “Gazzetta del Sud” in cui cita molte cose, dovrei averla qua.
Faccio
solo un rilievo garbato per ora: ma quando si dice “l’aeroporto di Lamezia
Terme, la Gallico-Gambarie, la 106” non sarebbe anche utile dire che queste
cose sono state cominciate – senza fare una sterile polemica – dal centro-sinistra,
erano i grandi progetti del centro-sinistra.
Forse
questo io l’avrei detto perché è giusto che sia così. Abbiamo parlato molto di
fondi unitari e, devo dire, in un momento in cui è l’Italia tutta, l’Europa, è
in crisi, una crisi terribile; se diamo uno sguardo ai Tg troviamo sull’Italia
una realtà disastrata, aziende in crisi, disoccupazione alle stelle, suicidi.
Le
televisioni proiettano nelle nostre case immagini crudeli e gli scenari che ci
sono oggi sono da dopoguerra. Non voglio
dire che ci sia la miseria del dopoguerra, no. Perché le assenze e le carenze della
società non sono certo il pane o il companatico perché la società è appagata, è
una società del benessere, sono stati soddisfatti i bisogni primari, ma qui ci
sono anche i problemi di bisogni secondari. Le restrizioni di oggi sono
parimenti drammatiche anche se non riguardano bisogni primari come quelli del
dopoguerra.
Per
alcuni sociologi la crisi è più dura rispetto al dopoguerra e sapete perché?
Perché, intanto, oggi non ci sono gli uomini del dopoguerra, quelli che
venivano dal confino o dal carcere fascista, non c’è soprattutto lo spirito del
tempo, il desiderio di prendere il cammino e di battersi per una società più
giusta, migliore. Oggi tutte queste cose non ci sono più.
Dunque
una crisi nazionale, paradossalmente voglio dire una cosa molto al limite, noi
calabresi potevamo essere insieme alle Regioni di convergenza addirittura
privilegiati rispetto al livello della crisi nazionale.
Per una
volta, se noi avessimo potuto spendere bene i soldi, con le risorse che avevamo
a disposizione avremmo potuto impattare la crisi in maniera completamente
diversa.
Invece,
per essere proprio franchi e senza voler fare eccessive polemiche, voi avete
annunciato l’universo mondo, ogni annuncio è stata fatta una conferenza stampa
e voi avete fatto come Regione Calabria in questi 4 anni, più conferenze stampa
di tutte le altre Regioni d’Italia. Naturalmente con un massiccio impiego di
mezzi, altro che quello che diceva poco fa l’assessore e cioè che la stampa è
stata distratta. Non è stata distratta per niente, anzi andate dietro a slogan,
a marketing, tante cose sono state dette ai calabresi che non sono vere.
Spesso per annunciare nulla perché se si fossero non realizzati – escludo
questo – ma solo avviati a soluzione i temi degli annunci, avremmo oggi sotto
gli occhi una Regione diversa.
Non
avremmo la Regione di fronte a noi che siamo costretti a vedere con le città ed
i paesi sommersi dai rifiuti, con gli ospedali dove non si rispettano più i
Lea. In nessun posto si rispettano, quei livelli essenziali di assistenza che
sono garantiti dalla Costituzione. Mi dicono ormai anche che dei 4 ospedali
progettati quello di Catanzaro è stato cassato e non c’è un settore che si
salva. Molti settori potrebbero essere salvati e potevano essere salvati da
queste ingenti risorse che erano i fondi europei.
Dico
questo con dispiacere e spero di essere creduto perché sono cose che fanno male
a chi ha l’orgoglio di appartenenza, a chi sente il legame col territorio.
Certe cose fanno violenza proprio a noi, ma fanno violenza anche alle nostre
radici e a quel sentimento che una intellettuale francese, una donna di qualità,
definiva “il bisogno più importante dell’anima”.
Qual è il
problema, allora, che mi pongo, assessore Mancini? Nel concetto di cittadinanza
regionale, nella condizione, nella fantasia dei calabresi, purtroppo, fatta
salva una parte, quella più avveduta, non dico quella più colta ma quella che
segue di più la politica, noi purtroppo siamo assimilati in un’unica opinione
corrente senza una differenza tra quello che ha fatto la maggioranza e quel che
ha fatto l’opposizione.
Solo gli
addetti ai lavori pesano “alcune cose non sono state fatte, ci sono delle
carenze”. Ma per gli altri, una sterminata comunità regionale, specie quando un
territorio è in crisi, noi per quella comunità regionale siamo tutti assimilati
alla stessa stregua, al fallimento.
Ora
questo è profondamente ingiusto, ripeto, solo se si considera quello a cui
abbiamo dovuto assistere in questi anni: slogan, promesse e tutte quelle cose
poi fatte con una adulazione incredibile, offerta e accettata quasi fossimo il
Cile di Pinochet.
Ora anche
in questo, secondo me, bisogna riconquistare un po’ di garbo istituzionale perché
altrimenti certe cose si possono fare solo nei confronti di dittatori. E’ un
errore, perché la forma di adulazione non è solo una questione di costume ma è
anche una questione di visione del mondo.
Mi
dispiace che non ci sia il Presidente. Mi sono spesso scontrato col Presidente
ma su certi temi non ho mai attaccato perché so che la Calabria è ad una gogna
permanente e chi va al mulino della politica specie nel sud, si infarina drammaticamente.
Se poi
diamo uno sguardo a tutti i Presidenti del sud degli ultimi anni, tutti,
nessuno escluso, da Roma in giù, se ci andate direttamente con la mente a vedere
certe immagini vi accorgerete che tutti sono in una situazione difficile.
Qui qual
è la cosa differente? E’ insopportabile la prosopopea, l’imposizione di un
modello, l’attacco proditorio in assenza degli avversari. Sono convinto che
spesso abbiamo dovuto assistere a qualcosa che non andava come doveva andare.
Ho
sentito la relazione dell’assessore Mancini e mi sono permesso – sono venuto
prima stamattina – di notare che la relazione di oggi non è più come quelle
relazioni che si facevano all’inizio. C’è una maggiore consapevolezza delle
difficoltà perché, certo, stare quattro anni a fare l’assessore ci si accorge
che gli slogan valgono tanto quanto.
Ma, come
l’assessore sa, non ne faccio mai una questione personale, non l’ho mai fatta
nella mia vita ma certe curiosità me le sono volute togliere e stamattina sono
andato a leggere, assessore. Non ho nulla di personale e sa, se posso dire una
cosa autobiografica e personale è che avevo un buon rapporto di stima e
ammirazione per suo nonno, si figuri, anche io e lei abbiamo avuto un rapporto
ottimo.
Ma mi
sono andato a spulciare e vorrei leggere alcuni scampoli della relazione che ha
tenuto in quest’Aula l’assessore Mancini in cui confliggeva in una maniera
quasi proditoria nei confronti del passato e questo passi, ma va bene in una campagna
elettorale, ma questo non si accorda con quanto l’assessore ha detto nella
chiusa del suo intervento quando ha chiesto la collaborazione e l’impegno di
tutti, gli interessi che sono dei calabresi, noi li rappresentiamo insieme.
Cioè un
discorso che può andare specie in una Regione come la nostra ma stupisce che
arrivi oggi.
Adesso ve
lo leggerò, non vorrei tediarvi, ma ci sono alcuni passaggi che vi voglio dire
e che vorrei ci ricordassimo tutti.
Siamo
alla relazione del 2011 sui fondi, sull’attuazione delle politiche comunitarie
2007-2013. Comincia con un inno alla Presidenza “…signor Presidente, Giuseppe Scopelliti,
il suo messaggio è stato quello del cambiamento e di rottura profonda col
passato quando alla luce di quello che abbiamo visto…” ci fosse stato un po’ di
continuità si troverebbe in situazioni diverse.
Ad un
certo punto dice “…il nostro obiettivo è stato fin da subito quello di far
guadagnare alla Calabria una credibilità nuova nei confronti del Governo nazionale,
una interlocuzione migliore…” e ancora “…avendo chiaro questo traguardo abbiamo
posto mano alla organizzazione interna… a dirigere il dipartimento della
programmazione abbiamo chiamato la dottoressa Tavano, una calabrese che avendo
conquistato successi e onori lontano da qui ha deciso di tornare da noi per
dare concretezza e sostanza alla nuova stagione innovatrice… Sento qui il
bisogno di ringraziarla…” – la Tavano sempre – “…di spendersi generosamente
insieme a noi per l’impegno totalizzante, la determinazione incessante con la
quale ha intrapreso è soprattutto grazie alla sua sapiente regia che abbiamo
raggiunto risultati da esibire con soddisfazione…”.
Rilevo
che la Tavano non c’è, non so se l’avete mandata via o se ha ritenuto che forse
la sua preparazione non fosse sufficiente ad impattare temi così difficili ma
vado più avanti.
E’ sempre
l’assessore che parla “…i servizi della Commissione europea definirono il Por Calabria
Fesr 2007-2010 uno dei migliori d’Europa per il forte e coerente disegno…” si
riferiva al nostro “…disegno di sviluppo sotteso alla strategia costruita sulla
base di una serrata e puntuale analisi del contesto economico, sociale e
territoriale sostenuto. Una coraggiosa intenzione riformatrice di marca
illuministica…”.
Naturalmente
ha detto questa cosa che, in verità, era stata detta nei nostri confronti che
subito dopo ha avuto un cartellino rosso. Ma anche qui, assessore, lei sa che
se dice una cosa così ai calabresi, se i calabresi dicono “è vero che avete
avuto questo grande riconoscimento dall’Europa ma poi vi hanno dato il
cartellino rosso”.
Attenzione,
lei ormai questa materia un po’ la conosce e sa che in partenza, nei primi due
anni e mezzo, si può solo programmare non si può far altro e noi abbiamo
programmato al meglio tanto è vero che molte delle opere che abbiamo previsto
sono nel suo programma oggi. Poi naturalmente avete bloccato tutto. Se solo
penso a quel che è successo all’Audit che non faceva il suo lavoro, che ha
bloccato le domande di pagamento, tutta l’attuazione è saltata e questo non è
mica colpa nostra.
Se voi
pensate che avete perso tutto il Fas! Il Fas sono risorse europee che
transitano attraverso i Governi nazionali. Ricordo di averlo detto già in
quest’Aula e lo voglio ripetere ancora, quando ho dato le consegne al Presidente
che aveva legittimamente vinto ho detto “stia attento: dai giornali che io
leggo” – c’era presente anche la sua signora – “stia attento perché i Fas da
quel che comincia a dire si legge dalle interviste, tra le righe delle interviste
di Tremonti se lo prenderanno per pagare le quote latte al nord”.
Cioè il
vostro Governo, quello di centro-destra si prende i Fas e paga le quote latte,
la cassa integrazione. E se questo avviene, che succede? Che noi, per esempio, costruiamo
le case della salute e io le porto, Presidente, 13 bandi per 13 case della
salute pronte che sono finanziate per metà dal Fas e per metà dai fondi europei.
Nel momento stesso in cui dovesse perderli – speriamo di no – lei non può più
fare le case della salute.
Sei mesi
dopo quando si potevano già fare i bandi - non c’era bisogno di esser profeti
per capirlo - i fondi Fas non c’erano più e voi adesso vi trovate in questa
drammatica condizione e dopo 4 anni non ci sono più le risorse. Ma a chi è
ascrivibile una cosa del genere? Ci sono state distrazioni drammatiche.
Anche la
questione dei 30 consiglieri. Se la Giunta fosse stata in grado di rispondere,
questa battaglia potevamo anche vincerla perché è profondamente ingiusto
immaginare che una Regione che ha 1 milione 990 mila persone debba essere
trattata alla stregua di una Regione che ha 1 milione e 10 mila persone.
Bastava che la Giunta si opponesse e potevamo vincere questa battaglia.
Ci sono
state tante di quelle distrazioni, di improvvisazioni drammatiche per poi dire:
voglio continuare! Non voglio farla lunga ma due o tre righe le voglio ancora
leggere della sua relazione.
Dice ad
un certo punto assessore, “…che a fronte di un programma ben scritto nei
successi 2 anni e mezzo l’amministrazione Loiero non ha saputo indirizzare le
sue strutture…”. Ho detto perché, noi abbiamo programmato. Adesso non la voglio
far lunga ma mi voglio soffermare solo su una cosa perché qui è tutta una
sequela di improperi nei miei riguardi, eleganti ma improperi e cioè su quello
che sarebbe avvenuto nel settore dell’assessore Caligiuri in cui c’è un peana, questo
grazie al grande lavoro che è stato fatto. Voi avete cancellato completamente
quello che era stato fatto dagli assessori Principe e Cersosimo ed è inimmaginabile
che un calabrese venga, con tutto il rispetto per un uomo come Caligiuri, a
cancellare tutto il lavoro del passato – lui non l’ha mai detto per la verità –
però ecco sono cose che non vanno.
Alla luce
di tutta questa relazione, assessore, voglio ricordarle quella che è la nuova
Autorità di gestione il cui rappresentante mi pare di aver visto in Aula,
Praticò, che è un’ottima scelta che voi avete dovuto fare dopo tutto quello che
avete detto della Tavano; Praticò dichiara per iscritto – e lo voglio leggere
questo -: “la necessità di operare una ulteriore riprogrammazione…” è uno che ha
messo le mani avanti, io non sono responsabile del passato, di tutto quello che
è stato fatto fino ad oggi e che è stato esaltato come fosse una stagione nuova
e fervida. Dice: “…la necessità di operare una ulteriore riprogrammazione è
conseguente allo stato dell’arte degli impegni dei pagamenti del Por che
denotano ancora un forte ritardo come evidenziato nella tavola seguente… “ che
adesso le mostro “…e che riporta i dati al 30 giugno 2013, validati dalla banca
dati unitaria”.
Cioè
siamo al giugno 2013 dopo 3 anni che ci siete voi.
E’ sempre
Praticò che parla “…sulla base dello stato attuativo del programma presentato
nella seduta del Comitato di sorveglianza dell’11 giugno scorso, sia la Commissione
europea che il Ministero dello sviluppo hanno invitato la Regione ad attuare
una riduzione del cofinanziamento nazionale in ragione delle difficoltà
realizzative, esemplificate da un basso livello di spesa e a conformarsi con
quanto già attuato da altre Regioni di convergenza”.
Quindi
completamente contraddittorio con quello che dice lei e la tabella ce lo spiega
e ci dice che Barca ha riprogrammato, cioè sottratto alle nostre risorse un
miliardo come per la verità ha fatto con altre due Regioni, la Campania e la
Sicilia, per la Puglia non è stato così.
Quindi
come sono state? Noi perdiamo, naturalmente, non è che li perdiamo del tutto,
vanno in un quadro di coesione nazionale, ma perdiamo il 33 per cento mentre la
Puglia perde il 14,4.
E anche i
nostri impegni al 31 settembre, ripeto in due anni in cui non si può far nulla,
erano al 35,27 per cento e voi dopo 4 anni siete al 48,89. Voglio dire perché mi
chiedo, è vero che non c’era un grande entusiasmo oggi nella relazione ma c’era
molto ottimismo, guarda con ottimismo al futuro. Voi avete certificato fino al
31 dicembre 2013, 729 milioni pari al 24,3 per cento.
Ora
questo è avvenuto negli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 cioè solo la Regione
Puglia è arrivata al 55 per cento della spesa mentre voi che eravate nel pieno
della spesa in quegli anni avete speso intorno al 6 per cento.
Quindi un
risultato pressoché nullo. Adesso non voglio guardare altre tabelle ma mi
chiedo solo come francamente potete dire ai calabresi che adesso farete cose e
che avete una performance straordinaria.
Poi una
piccola curiosità: abbiamo saputo che la Commissione Europa ha approvato – l’ha
detto anche lei oggi – il grande progetto SS 106, megalotto tratto 4 dallo
svincolo di Squillace allo svincolo di Simeri Crichi, quello che la Giunta da
me presieduta ha programmato. Ricordo quando è venuto Di Pietro che voleva fare
un’altra cosa, anzi noi ci siamo imposti perché la riteniamo centrale, poi naturalmente
l’avete inaugurata, noi l’abbiamo finanziata e non ci avete chiamati, non il Presidente,
l’assessore ai lavori pubblici del tempo a tagliare i nastri.
Voi avete
su quel tratto per un importo rendicontabile sul Por Calabria Fesr 2007-2013
circa 74 milioni di euro. La spesa come sapete è già effettuata e subito
rendicontabile. E’ un progetto di fase, progetto coerente che la Giunta da me
presieduta aveva inserito nel Por Calabria 2007-2013.
Ora
glielo chiedo direttamente: cosa farà adesso il presidente Scopelliti? Lo farà
rendicontare alla Commissione europea o continuerà a sostenere come ha fatto
più e più volte in Consiglio che in occasione del suo insediamento in maniera
particolare, che mai, cioè, avrebbe utilizzato i cosiddetti progetti sponda?
Questo vorrei sapere.
Ripeto,
non vorrei dilungarmi, anche se avrei una scaletta più lunga mi avvio alla
conclusione perché voglio ascoltare un po’ di dibattito.
Ritengo
che l’errore più grave, l’ho detto e lo ripeto ancora oggi, è aver dissipato
quelle professionalità che in certi settori cruciali sono decisivi.
La
professionalità di personaggi che anche tra conflitti avevamo portato e avevamo
convinto a tornare in Calabria e che in certi settori come i fondi europei,
ripeto, sono indispensabili sono stati dissipati per aver tutti un senso del
possesso, per privilegiare il senso dell’appartenenza di un territorio, di un
comune.
Queste
cose non si improvvisano purtroppo, i saperi non si improvvisano, non sono
quelli che uno guarda sul web. Lì c’è bisogno di un processo e i processi
spesso sono lunghi ed interminabili.
Ho visto
che voi avete - non so quanti sono e lo chiederò poi all’assessore - decine e
decine di persone di assistenza tecnica regionale, decine e decine del Formez,
avete fatto dei bandi. Ma quanti sono? Si può sapere? E voi pensate che una
relazione possa essere scritta a più mani? Io credo di no.
Chiudo
dicendo una cosa sola: tutto quello che è stato buttato alle ortiche non si
recupera più, tutto quello che è andato al macero non si recupera più.
Purtroppo con l’Europa, andando avanti, non si possono presentare schemi ottimistici
perché man mano che l’Europa si ingrandisce è più difficile intercettare fondi,
anzi diventa un terno al lotto.
Noi non
abbiamo la capacità di consorziare, qui non faccio una colpa a voi. Noi come Calabria,
cambia la programmazione che diventa infinitamente più selettiva.
Voglio
ricordare per adesso solo questo e chiudo: vi ricordate il clima che c’era in Calabria
quando è venuta ed è stata tre giorni con noi la commissaria dei fondi strutturali,
la polacca Ubner? Ve lo ricordate qual era il clima di novità, di costruzione
di una Regione diversa? Mi ricordo che l’allora sindaco di Reggio Calabria mi
pregò di portarla al castello per farle vedere alcune opere? E io mi misi
subito a disposizione perché pensavo e avevo una idea di una Calabria comunque
unita, chiunque vincesse.
Se noi
raffrontiamo quel periodo, quella stagione a quella odierna non possiamo avere
ottimismo perché saremmo comici perché poi la gente se ne accorge. Chiudo qua,
accettando anche ancora una volta l’invito a collaborare ma dovete metterci
nella condizione di poterlo fare e di farlo non solo insieme a voi – che è la
cosa che ci riguarda di meno – ma per farlo per tutta la Calabria quella che ci
guarda e purtroppo ci giudica.
Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
credo che
le critiche dei colleghi – lo ha
fatto già il consigliere Loiero, immagino lo faranno anche altri colleghi, a
partire dal consigliere Maiolo,
al quale avrei ceduto con piacere la parola – siano assolutamente non solo
legittime, ma anche naturali. Veramente, dal
consigliere Loiero – se mi permette – mi sarei aspettato qualche
sottolineatura e qualche critica in più sulla relazione attuale dell’assessore Mancini, al di là delle
enfatizzazioni che ha fatto nella relazione del 2011.
Dicevo che, al di là delle legittime
osservazioni e critiche che sicuramente verranno fatte nel corso di questo
dibattito, io che ho un ruolo un po’ diverso - anche se è il ruolo che mi ha
assegnato questa maggioranza – tenterò, prima di affrontare il tema della nuova
programmazione comunitaria, di dare una lettura il più possibile aderente alla
realtà del grado di attuazione che è tuttora in corso dei Programmi operativi 2007-2013.
Quindi, come è mio solito, citerò solo dati ufficiali, non mancando, con il
minimo di onestà intellettuale, di evidenziare, laddove ci sono, anche
criticità.
Le prime considerazioni che intendo fare
riguardano il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, in quanto – come è ben
noto – è un programma con il peso finanziario maggiore e rispetto al quale la
seconda Commissione, in più sedute, ha approfondito lo stato di attuazione.
I dati che andiamo a ricordare sono
incontestabili ed evidenziano, anche se aggiornati fino a una certa data, come
l’avanzamento finanziario del Por Fesr raggiunga – e questo nessuno può
contestarlo – intanto il 70 per cento degli impegni, mentre i pagamenti al 30
settembre 2013 – sono i dati di cui disponiamo oggi ancora – erano pari al 38
per cento del costo programmato su un volume di risorse pari a 2 miliardi di
euro. Si tratta di un programma che, a nostro giudizio, ha conosciuto
un’accelerazione assai forte negli ultimi due anni e che tuttora risente nella
sua attuazione della ormai troppo prolungata crisi economica generale del
Paese. Non a caso, gli Assi che registrano una capacità di impegno delle
risorse è inferiore a quella media del programma, che è il 70 per cento, sono
proprio quelle relative alla ricerca scientifica, all’innovazione tecnologica,
alle società dell’informazione, ai sistemi produttivi, proprio i settori
laddove il tasso di cofinanziamento privato richiesto è il più elevato, e non è
certo colpa nostra se l’intervento privato stenta a venire fuori.
Analoga osservazione mi sento di fare su
alcuni assi che, pure in presenza di impegni rilevanti di risorse, presentano
un avanzamento finanziario non del tutto in linea con i target
prefissati: è il caso dell’Asse 4 “Qualità della vita e inclusione sociale”, dell’Asse
6 “Reti e collegamenti per la mobilità”, dell’Asse 8 “Città, aree urbane e
sistemi territoriali”. Si tratta di criticità – come è stato rilevato anche
dell’assessore Mancini – che hanno origini complesse e che non attengono
certamente all’attività della maggioranza e della Giunta. Alcune sono legate
all’insufficiente capacità di assorbimento del tessuto produttivo che si è
registrata in particolare per gli strumenti di ingegneria finanziaria -
anche su questo versante è stato ricordato il Jeremie financing,
il fondo di controgaranzia -, rispetto ai quali è
innegabile che in questi ultimi mesi si sono registrati significativi passi in
avanti, anche perché confluiti in un unico fondo regionale; ma riguardano anche
gli investimenti ricerca e innovazione, come il progetto “Calabria Innova” e i
poli per l’innovazione.
Qualche altra criticità - che non ritengo
possa essere enfatizzata più di tanto - è di carattere prevalentemente
amministrativo ed è legata a ritardi da parte di soggetti attuatori e dei Comuni
in particolare: parliamo della progettualità del sociale riferita al bando
“case accessibili”, ai centri diurni per anziani, ai centri di aggregazione
giovanile nelle aree territoriali con maggiori criticità sociali.
Detto questo, cari colleghi dell’opposizione,
con la stessa onestà nessuno può negare che sviluppi innegabilmente positivi si
sono registrati per gli strumenti di programmazione territoriale:
pensiamo ai Progetti integrati di sviluppo locale e ai Progetti integrati di
sviluppo urbano.
Con riferimento al Fondo sociale europeo, come
seconda Commissione, abbiamo potuto apprezzare gli avanzamenti che
il programma ha registrato nel corso del 2007. I dati resi disponibili
nell’ultimo Comitato di sorveglianza evidenziano come l’avanzamento finanziario
del Por Fse raggiunga il 69 per cento degli impegni e il 48 per cento dei
pagamenti ammessi su un volume di risorse pari a circa 800 milioni di euro,
percentuale dati arretrati, perché quelli ufficiali disponibili sono solo
questi, percentuale che comunque a fine anno, pur non disponendo – ripeto – di
ultimi dati, è positivamente lievitata raggiungendo i target prefissati.
In generale, l’analisi dei dati per i sette
Assi mette in evidenza l’avanzamento omogeneo del programma, considerato che
molti settori (l’adattabilità, l’occupabilità, il capitale umano, l’assistenza
tecnica e capacità istituzionale) si attestano su un valore di impegno vicino
alla media, 69 per cento.
Più in dettaglio, passando ad esaminare la
capacità di realizzazione per Asse, determinata dal rapporto tra pagamenti
effettuati e dotazione programmata, alcuni Assi, come quelli riferiti alle
capacità istituzionali, alla transnazionalità e alla interregionalità,
presentano ancora delle criticità su cui vi è stata via via una crescente attenzione.
Trattandosi di settori di investimento
particolarmente innovativi per il Fondo sociale europeo, a fronte di qualche
ritardo originario nella progettualità, questo è stato successivamente colmato,
in quanto i relativi atti di impegno sono stati successivamente formalizzati ed
ormai se ne prevede una completa attuazione.
Come Commissione ci siamo premurati di
assicurare che, rispetto alle problematiche via via evidenziate, vi fosse una
strategia di superamento in atto tale, comunque, da consentire il
raggiungimento degli obiettivi di spesa programmata.
Come seconda Commissione abbiamo, altresì,
approfondito in più sedute il tema della nuova programmazione 2014-2020 -
ascoltando su questi argomenti sia l’assessore Mancini che l’ottimo dirigente
generale del dipartimento, il dottore Praticò -, in queste occasioni si sono
sviscerati gli aspetti che costituiscono il quadro di riferimento per la
definizione dei Programmi operativi regionali sulle risorse 2014-2020. Questa
attività risulta necessaria al fine di consentire alla Commissione e al
Consiglio di operare scelte consapevoli.
Sappiamo bene che i Programmi operativi
vengono definiti sulla base di norme e regole individuate nei Regolamenti
comunitari: un primo Regolamento reca “Disposizioni generali e comuni sul
funzionamento dei fondi”, mentre quattro disposizioni specifica regolano il
Fondo europeo per lo sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale, il Fondo europeo per la pesca.
Non possiamo non ricordare che i nuovi
Regolamenti entrati in vigore dal 1° gennaio di quest’anno contengono forti
indicazioni di discontinuità con la precedente programmazione o, quantomeno, ne
rafforzano alcuni princìpi.
Il primo è molto importante ed è il tema della
condizionalità: la Regione dovrà presentarsi con un assetto di norme, di
Regolamenti e di piani di settore ben definito che sia efficace e di supporto
al nuovo programma.
L’altro principio sul quale i nuovi
Regolamenti europei insistono riguarda il tema della concentrazione delle
risorse. Come è stato già ricordato, le Regioni dovranno concentrare la maggior
parte delle risorse su alcuni obiettivi tematici, tenuto conto che la
Commissione europea spinge i territori a puntare su ricerca, innovazione,
agenda digitale, la competitività delle imprese, l’energia, la mobilità
sostenibile e soprattutto l’occupazione.
Un ultimo principio che esce rafforzato da
Bruxelles con i nuovi Regolamenti europei riguarda l’integrazione: oggi
l’Unione europea ci chiede di lavorare adottando una visione unitaria nella
programmazione regionale, capace di valorizzare sinergie e complementarietà tra
i diversi strumenti finanziari disponibili.
Abbiamo, quindi, approfondito le questioni
legate ai rapporti tra fondi europei e fondi nazionali, soprattutto il fondo
per lo sviluppo e la coesione, acquisendo notizie significative sui primi
orientamenti che il Governo centrale intende seguire per giungere ad una
programmazione integrata, che sappia valorizzare le sinergie della finanza
pubblica a favore dello sviluppo di Regioni come la Calabria, che sono – com’è
largamente noto – tra le più arretrate.
Nel corso delle audizioni, il dipartimento
programmazione della Giunta ci ha informato che il ministero intende
privilegiare nell’uso dei fondi strutturali gli interventi di rafforzamento dei
sistemi produttivi, il potenziamento dei servizi per la qualità della vita e la
predisposizione di strumenti che fronteggino la grave crisi occupazionale in
atto.
Al fondo di sviluppo e coesione, che trova un
fondamento anche costituzionale nell’articolo 119, l’orientamento governativo è
quello di riservare il compito di intervenire sulla parte più strategica delle
infrastrutture, con particolare riguardo a quelle per la mobilità, la difesa
del suolo e la valorizzazione dell’ambiente.
Ho ritenuto, cari colleghi, di fare queste
sottolineature perché, quando discuteremo dei programmi operativi, dovremo
tenere conto che i programmi relativi ai fondi europei dovranno avere un forte
impatto sui sistemi produttivi, sui servizi per la qualità della vita e sul
tema dell’occupazione, e lasceranno al fondo per lo sviluppo e la coesione il
compito di intervenire sulle infrastrutture più rilevanti.
Sempre in Commissione abbiamo approfondito i
contenuti del documento di orientamento strategico per la programmazione
2014-2020, che non rappresenta – voglio ricordare ancora – il vero Programma
operativo, ma è il documento che si propone di offrire un quadro organico e
comune per tutti i programmi regionali, sia essi finanziati con risorse europee, sia essi
fatti gravare su risorse nazionali e di bilancio.
Di
fatto, quindi, la Giunta regionale ha elaborato un documento generale
strategico di definizione delle priorità regionali. E’ un documento già
discusso più volte – credo – col partenariato e sul quale, come Commissione,
speriamo presto di poterlo approfondire sia in quella sede che in Consiglio
regionale.
Il
dirigente generale del dipartimento programmazione ha tenuto a ribadire più
volte in Commissione che il punto di partenza prescelto è stato approfondire le
criticità riscontrate nell’attuazione della programmazione 2007-2013 e farne
tesoro per la nuova programmazione, è un principio che, come Commissione,
abbiamo fatto nostro. Da queste analisi sono emerse le prime indicazioni sulle
nuove politiche regionali che vanno nel senso di individuare azioni di
miglioramento della parte gestionale e attuativa del programma, in modo da
coinvolgere non solo la macchina regionale, ma l’intero territorio, l’intero
sistema degli operatori, dalle imprese agli enti locali.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, io credo che dovremo guardare a questi
programmi analizzando, anzitutto, le scelte concrete con cui si intende
rafforzare la governance della gestione interna ed esterna dei Por, così
come occorrerà verificare in concreto con quali strumenti daremo attuazione al
principio della concentrazione delle risorse, oggi divenuto ineludibile per
tutti, ma fin qui scarsamente realizzato perché la Calabria è costituita da un
territorio fatto da piccoli Comuni e da tante esigenze che portano spesso a
disperdere tante risorse.
Aggiungo,
infine, che in Commissione abbiamo approfondito le questioni che il ministero
per lo sviluppo e la coesione delinea nel documento metodi ed obiettivi per la
programmazione 2014-2020. In quel documento è chiaramente detto che i fondi
europei dovranno orientarsi sulla riduzione del deficit di attività produttive
di innovazione - lo fa quasi con ossessività -, ma anche sulla riduzione del
deficit di cittadinanza. I Por dovranno rafforzare non solo i sistemi
imprenditoriali, ma anche migliorare i servizi generali per la qualità della
vita, la sicurezza, l’istruzione, l’aria, l’acqua.
Concludo
questo intervento, ricordando – anzitutto a me stesso – che la legge regionale
numero 3 del 2007 assegna a questo Consiglio il compito di deliberare gli atti
di programmazione, di piano e di Programma operativo regionale, concernenti
l’attuazione delle politiche comunitarie e, pertanto, sarà chiamato a svolgere
un ruolo importante, al termine del quale – mi auguro come Presidente di
Commissione, ma anche come consigliere regionale – si possa giungere ad
un’approvazione la più condivisa possibile, considerato che i temi europei
devono, per quanto possibile – lo dico ai colleghi dell’opposizione –,
prescindere, se è possibile, da posizioni di schieramento.
Auspico,
quindi, così come è avvenuto in Commissione, che gli interventi dei colleghi
possano da oggi dare pieno significato a quella parte di norme che assegna alla
Giunta regionale il compito di assicurare al Consiglio quantomeno non solo una
mera, anche se adeguata, informazione sui programmi europei – naturalmente nel
rispetto pieno dei ruoli –, ma una reale partecipazione alle scelte
nell’interesse della nostra regione.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo anch’io brevemente perché non voglio
prendere parte, in un’ipotesi di interpretazione del mio intervento, allo schema di una vecchia
liturgia e cioè su come si discute in Consiglio di temi importanti come questo
dei fondi comunitari.
Innanzitutto, un dibattito sui fondi in Consiglio – l’ho sempre detto –
è un dibattito che o si prepara nelle Commissioni in maniera puntuale e si
individuano tracce e obiettivi da porre all’attenzione dell’Aula per avere un
reale contributo e un avanzamento sulla vicenda della spesa, importante, dei
fondi comunitari, o si rischia che il
dibattito non produca un risultato politico concreto rispetto a quello che
stiamo facendo.
Mi sembra che emerga chiaramente
dall’intervento dell’assessore Mancini – è stato ripetuto anche negli altri
interventi – che, sostanzialmente, quello che è avvenuto all’inizio di questa
legislatura ha fatto sì che la politica che ha governato questa maggioranza è stata
distorta rispetto agli interessi della Calabria, c’è un forte consenso che non
è stato utilizzato nella direzione lungimirante di iniziare una nuova fase
parlando a noi e non parlando dell’io, e i risultati in termini politici sono sotto gli occhi di tutti. Il presidente Loiero lo ha ripetuto nel suo
intervento.
Penso che la prima parte fondamentale su cui
dovremmo confrontarci è se siamo capaci di fare il dibattito sui fondi
comunitari e quindi sulla programmazione, che è un termine non molto familiare
in quest’Aula pregnante di luoghi comuni, cioè di quelle accezioni in cui si
attribuisce alla gestione della programmazione dei fondi comunitari quasi un
valore fantastico, di grande suggestione, perché è l’unica spesa concretamente
disponibile, in quanto sappiamo che il resto del bilancio è ingessato. Noi,
però, dobbiamo tentare di fare uscire questo dibattito dai luoghi comuni.
Innanzitutto, una stagione di programmazione non può mai essere vista fine a se
stessa, l’ho detto nei primi interventi, quando il presidente Scopelliti diceva
che era tutto sbagliato, che questa programmazione era stata fatta da tecnici e
da politici che si fissavano su formalismi, sulla richiesta puntuale di tutta
una serie di piani di settore, che tutto questo a lui non interessava, che
avrebbe concentrato i fondi su poche cose, che tutti questi formalismi non gli
interessavano. Noi gli abbiamo detto che eravamo d’accordo su questa
impostazione a condizione che si rifacesse la programmazione dall’inizio della
legislatura, perché avevamo capito che la crisi sarebbe andata avanti ed
avevamo messo in piedi dei piccoli piani anticrisi – piccoli per modo di dire
– mettendo 750 milioni di euro su
piccoli interventi che sono stati smontati immediatamente ad inizio
legislatura. Quella programmazione è rimasta intatta, lo ha detto anche
Mancini, fino a quando la Calabria e tutte le altre Regioni non hanno dovuto
cedere potestà ad un’impostazione nazionale in cui il senso della specificità
dei programmi regionali è saltato. Per cui quel programma non è stato cambiato
in una logica di ridiscussione del programma in Consiglio regionale, ma ha
seguito una dinamica esterna.
Guardate quei programmi, il programma
2007-2013 è stato approvato da quest’Aula all’unanimità, perché noi ci siamo
fatti carico dell’eredità del passato non enfatizzando gli errori del
centro-destra, portando in pubblica piazza i singoli assessori che avevano
gestito situazioni oggettivamente drammatiche dal punto di vista dell’impegno,
ma abbiamo assunto una responsabilità come classe dirigente della Calabria per
recuperare non solo la spesa, ma anche un metodo di lavoro che, purtroppo, in
questa legislatura non c’è stato, perché il mio caro amico presidente Imbalzano
sa che nella Commissione i membri non sono tenuti al corrente dell’evoluzione
della programmazione e della spesa, ci sono sicuramente degli step
d’informazione ai quali poi il contributo è modesto. Penso al dibattito che in
questo momento si sta facendo sul Dos con il partenariato economico e sociale.
Voi pensate che il dibattito in quest’Aula, a
partire dai membri che compongono la Commissione, sia più o meno buono a
seconda del fatto che i singoli consiglieri vengano invitati e partecipino al
confronto col partenariato? Poi faremo nuovi interventi con il partenariato in
Commissione. È una liturgia sostanzialmente sbagliata, cioè o realmente si
interpreta la legge comunitaria regionale come uno strumento di partecipazione
vera dei consiglieri, del Consiglio e delle Commissioni alla costruzione della
programmazione o si rischia che i documenti che arriveranno in Aula, che
arriveranno alla discussione, saranno criticati dalla minoranza, difesi dalla
maggioranza e faremo un passo indietro rispetto alla precedente programmazione.
Guardate questa attività gestionale, l’assessore
Mancini ha un atteggiamento diverso oggi rispetto al passato, però continua ad
insistere sui ritardi del passato.
Questa interpretazione è sbagliata, perché, assessore, se uno vuole fare una
valutazione sulla capacità del prima e dopo, non la può fare come ha fatto il
presidente Imbalzano, o come sono fatte normalmente, verificando le percentuali
di spesa o di impegni nel momento in cui lascia una maggioranza e una nuova sta
per arrivare. No, se si vuole fare un confronto serio ed onesto, bisogna fare
il confronto fra le diverse condizioni di quel tempo e l’unico modo per
confrontare questi dati, caro dottore Praticò, è verificare la spesa assoluta
in quel campo.
Mi spiego: voi oggi siete poco ancora
impegnati, siete già impegnati sulla nuova programmazione, ma non siete
assolutamente impegnati sulla nuova programmazione e sulla gestione finanziaria
della nuova programmazione. Quando fate i confronti con il periodo 2007-2010,
fate il confronto con un periodo in cui non solo si è sovrapposta la programmazione,
ma si è sovrapposta la spesa. Quindi, se andate a fare un confronto serio ed
oggettivo, troverete che ad oggi, se confrontiamo i 36 mesi di spesa nel
periodo della precedente legislatura con i 46-47 mesi di vostra gestione, nella
spesa assoluta sul Fesr non avete ancora raggiunto il target di quei 36
mesi, mancano 40 milioni.
Dico questo non per rimarcare che noi siamo
stati più bravi di voi, ma per dire che, oggettivamente, questa impostazione
del tempo perso e delle cose non fatte in passato non regge più. Dovete essere
onesti e dire: “Avevamo pensato fosse facile, non lo è, prendiamo atto che
quell’impostazione è fallita e che quel tipo di confronto non va bene”. Se così è, come io mi auguro – e mi sembra di
aver letto dall’intervento dell’assessore Mancini che questa è una nuova fase
–, non parliamo più di perdita di tempo del passato, perché non è così. Se in
passato è stato perso tempo, dovremmo dire che in questa fase se ne è perso di
più, perché questo è il dato oggettivo della spesa comunitaria. Ma non è solo
la spesa, perché in questa fase non sono state modificate in nessun punto le
criticità del sistema regionale.
Quando noi dicevamo- e il presidente
Scopelliti contestava - che è un grande difetto di questa Regione la previsione
dei piani di settore, la previsione di una programmazione - che non attiene
nemmeno ad una maggioranza specifica - lo dicevamo perché avevamo preso impegni
assoluti con Commissione europea di modifica di quella nostra capacità di
programmazione. Perché, se noi parliamo di trasporti e il piano è quello, se
parliamo di rifiuti e il piano non esiste, se parliamo di tutte le criticità di
governo di questa Regione e non esiste programmazione, è chiaro che qualsiasi
spesa al di fuori di una programmazione settoriale puntuale è una spesa che non
produce un effetto e un avanzamento. Già è difficile dire che una
programmazione produce un avanzamento dal punto di vista economico, sociale,
non è percepito - parliamoci chiaro - in una regione difficile come la nostra
-, ancora peggio può essere percepito in una regione che non ha questa
struttura di pianificazione settoriale puntuale.
Oggi scriveremo nuovamente – e lo ha detto il
presidente Imbalzano – nella nuova programmazione che la condizionalità è un
grande valore, che bisogna puntualmente definire i piani di settore,
esattamente quello che era stato scritto nel 2007, rispetto al quale – andatelo
a verificare – non c’è nessun avanzamento sulla capacità di programmazione dei
singoli settori. Questo che cosa produce? Produce la difficoltà, oggi, di
percepire che cosa ha prodotto questa spesa. Innanzitutto questa spesa – come
sappiamo e abbiamo detto – è modesta, l’assessore Mancini ha fissato un
obiettivo che, rispetto a quello che è avvenuto fino ad oggi, è molto ambizioso e noi ci
auguriamo che venga raggiunto, ma deve essere raggiunto anche con quella che
voi definite un’avvenuta intuizione ed una prudenza iniziale – queste non sono
parole nostre, sono parole vostre, che avete scritto sulla nostra impostazione.
Quando
abbiamo inserito – lo recuperava anche il consigliere Loiero – il pezzo della
strada statale 106 che era in avvio nei Grandi progetti, non abbiamo fatto
altro che fare una mediazione rispetto a quello che è avvenuto in Portogallo e
in altri Paesi che hanno inserito anche cose in corso che possono essere
rendicontate. Beh, alla fine della programmazione – non prendiamoci in giro –
sui Grandi progetti si rendiconteranno solo ed esclusivamente questi 74 milioni
di euro e necessariamente saranno a cavallo con la nuova programmazione.
Penso
che questo possa avere un senso se riusciamo a recuperare il rapporto giusto
fra la legislazione regionale e la programmazione comunitaria e non solo. Se
noi continuiamo a scrivere i programmi completamente avulsi da quella che è la
nostra legislazione, se non ci preoccupiamo di modificare la nostra
legislazione in base a quelli che sono obiettivi programmatici stringenti,
rischiamo ancora una volta di scrivere un programma che avrà grandi difficoltà
di attuazione.
Quindi,
significa anche percepire che quello che noi abbiamo deciso in quest’Aula in
materia di beni culturali, di istruzione, di formazione, trova riscontro nel
documento strategico, cosa che oggi ancora non c’è, perché se andiamo a fare
un’analisi di quella che è la previsione legislativa regionale, il quadro degli
impegni che noi abbiamo assunto legislativamente con la Calabria e quelli che
sono i contenuti programmatici, c’è una distorsione, c’è un non dialogo tra la
fase legislativa e la fase di programmazione. Figuriamoci se andiamo ad
analizzare quello che avviene nella gestione dei programmi, la governance,
quella che viene chiamata governance!
Ma
quale miglioramento c’è stato nell’organizzazione della struttura
amministrativa e burocratica della Regione oltre l’impegno dell’assistenza
tecnica estemporanea di quella fase specifica, di quel progetto specifico?
Com’è cambiato, come questa programmazione ha cambiato il sistema di governance?
Niente! Siamo a malapena usciti dalla polemica violenta registrata nei primi anni
di vostra gestione in cui le Autorità di gestione erano l’una contro l’altra
armate, ai limiti della denuncia alla Procura della Repubblica. Abbiamo
superato quelle criticità, ma dire che oggi il sistema di governance del
programma e di gestione complessiva della Regione sia migliorato e ci sia stato
un avanzamento non si può dire, purtroppo.
Guardate,
anche rispetto alla scelta dei progetti, l’assessore Mancini ha fatto una
relazione che è a cavallo fra il politico e il tecnico, pochi dati, poche informazioni;
oggettivamente in una seduta di Consiglio del genere non si può fare una
disamina puntuale dei progetti realizzati, si può fare in Commissione. Il
problema è che, purtroppo, la disamina è molto corta, assessore Mancini; le
cose realizzate, purtroppo, sono pochissime. Le cose che realmente potranno
vedere la luce in questa programmazione, al di là delle alchimie, delle
percentuali, degli spostamenti, di chi spende di più e chi spende di meno, e
poi vediamo come si spende, perché di qualità della spesa non ne parliamo, è
meglio non parlarne, perché se dobbiamo parlare di qualità della spesa, del
Fondo sociale europeo e delle misure a cavallo tra Fondo sociale europeo e
Fesr, diremmo qualità zero, cioè quello che c’è, c’è, e mi sta bene, e non va
bene programmare e spendere in questo modo.
Allora,
se questo meccanismo non ha prodotto alcuna visione dell’organizzazione della
programmazione della spesa, il risultato qual è? Che quella enfasi con cui voi
dicevate “concentriamo, non ci interessano i formalismi, salteremo tutte le
cose perché noi concentreremo”, assessore Mancini, l’unica cosa che
probabilmente – io glielo auguro e ce lo auguriamo – potrà arrivare a
compimento è proprio la misura che, oggettivamente, è quella che di più
frammenta la spesa, è quella che è la progettazione territoriale, che è uno
“sfogo” alle esigenze territoriali, ma in un quadro che programmaticamente era
stato previsto con i grandi progetti e con la progettazione strategica
regionale. Ma se non si sono realizzati i grandi progetti e non c’è
progettazione strategica regionale realizzata, è chiaro che la progettazione
integrata territoriale può avere dei risultati che aggraveranno la
frammentazione della spesa e la visione di questo programma.
Allora
non c’è altro nella realizzazione di questo programma, ci sono solo ed
esclusivamente meccanismi per dire che abbiamo raggiunto il target della
spesa, ma non c’è il governo del programma, non c’è nessun investimento
sull’avanzamento.
Guardate,
sulla ricerca, sull’innovazione tecnologica, certo, potete dire che il Pia era
complicato, l’avete detto tante volte, è uno strumento complicatissimo, non si
può utilizzare, ma io non ho visto null’altro partorire da questa maggioranza,
se mi si viene detto che il bando del 2008 del Pia è ancora in corso. E quali
sono state le altre cose più immediate in tempo di crisi che questa maggioranza
ha pensato, ha messo in piedi in termini di ricerca, innovazione e
trasferimento tecnologico? Mi pare nulla, assolutamente nulla, se lo stato
delle ricerche che fa Caligiuri sullo stato dell’università, della ricerca, del
trasferimento tecnologico, dice alcune cose.
Allora,
qua non si tratta di celebrare un fallimento, di dire che voi non avete
realizzato alcune cose, ma si tratta che bisogna avere l’umiltà di assumere una
decisione precisa, che è quella di interrompere la liturgia che voi avete
imposto in questa legislatura, di contrapposizione, una contrapposizione che ha
prodotto il disastro di questa legislatura, il disastro della non realizzazione
della programmazione. Questa contrapposizione –
come nell’intervento di Mancini ho colto – voi la fate cadere e mi auguro che
nella Commissione, caro Imbalzano, si possa realmente concordare, per esempio,
l’ordine del giorno delle Commissioni, perché se l’ordine del giorno delle
Commissioni risente di una tendenza elettoralistica di parte, allora vuol dire
che a parole si annuncia la volontà di svoltare in questa Regione, ma di fatto
osserveremo – come abbiamo osservato nella gestione dei fondi comunitari – un declino
senza governo, del quale voi avrete una responsabilità importante.
Certo
– e lo dico ai colleghi consiglieri regionali del centro-sinistra che si
preparano ad impostare l’azione di governo della prossima legislatura – ci
dobbiamo impegnare affinché mai il consenso grande – che io penso noi
realizzeremo nella prossima elezione – sia utilizzato per demonizzare la
minoranza, per creare la divisione in questa Regione. L’impegno che noi
dobbiamo prendere come consiglieri regionali, chiunque siederà in questi banchi
nella prossima legislatura, chiunque sarà chiamato a guidare questa nuova
maggioranza di centro-sinistra, è che il consenso, grande o piccolo, che sarà
raggiunto non sia mai usato per dividere la politica, per dividere la Calabria.
Questo
voi avete fatto, questi sono i risultati che, al di là del buonismo
dell’assessore Mancini, segnano una fase molto negativa della storia della
nostra Regione.
Presidenza del Vicepresidente
Alessandro Nicolò
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Penso
che il consigliere Maiolo fosse partito bene rispetto all’incipit
dell’intervento che richiamava anche un pezzo dell’intervento del presidente
Loiero e ha finito male, almeno dal mio punto di vista, che è il punto di vista
di un calabrese, e – perdonate – ci sforziamo ogni giorno di essere calabresi
anche di nuova generazione.
Intervengo
nel solco di quelli che sono stati gli interventi – non so se adesso si tratta
a fine legislatura di buonismo o di cambiamento di traiettorie, possono essere
quelle dell’assessore Mancini o anche quelle che vengono dai banchi della
minoranza – solo per fare una sintesi compiuta, non autoreferenziale del mio
intervento e dell’intervento dei consiglieri Loiero e Maiolo, di tutti quelli
che interverranno, in primis dell’assessore Mancini; se l’assessore
Mancini si guarderà indietro, come l’intera Giunta, se guarderemo indietro noi
come maggioranza, con quel minimo di umiltà e di capacità intellettiva per
racchiudere in numeri un percorso, ognuno di noi si dirà, guardando al passato,
guardando a questi anni, che tanto si poteva fare di più e meglio e tanto si
poteva modificare; qui parliamo alla vigilia della presentazione di un
documento strategico che ancora oggi, purtroppo, per questa nostra regione
risulta essere l’ultimo appiglio perché c’è stato di mezzo di tutto, lo
stanziamento ordinario, quello straordinario sostituito dall’ordinario. Il
consigliere Maiolo parlava di capacità della legislazione regionale, ma oggi
vale ancora di più parlare di
capacità di indirizzo
delle norme europee e della legislazione nazionale, della legislazione
regionale che devono stare insieme nel momento in cui, tra l’altro, salta
l’universo mondo, saltano gli Stati Uniti d’America, l’Europa, immaginiamoci
l’Italia!
Quindi
si resta sempre nel campo della filosofia. Faccio questo incipit per
dire che noi, volendo, possiamo restare sempre nel campo della filosofia.
Oggi,
si tratta di capire – lo dico al presidente Loiero che ha vissuto una fase
importante della programmazione, prima di lui il presidente Chiaravalloti e i
vari Presidenti che si sono succeduti, a mia memoria, da Nisticò in avanti,
2000-2006, se non vado errato, 2007-2013 – che cos’è l’obiettivo convergenza.
Lo ricordo a quest’Aula, lo ricordo a me stesso, andrebbe ricordato, al di là
di quest’Aula, alla Calabria e ai calabresi, perché il punto centrale su cui
dovremo interrogarci insieme responsabilmente per quello che sarà è capire
quanto, su percorsi che ci hanno visto poco protagonisti, se volete, dal punto
di vista culturale. In questa regione da anni non si costruiscono classi
dirigenti che contribuiscano a fare l’Italia, immaginiamo a fare l’Europa!
L’obiettivo convergenza ha – sono andato a riprenderlo da Lisbona in avanti –
tre obiettivi fondamentali che sono nello specifico: ridurre disparità
regionali in termini di ricchezza e benessere; aumento della competitività e
dell’occupazione e sostegno alla cooperazione transfrontaliera.
Questi
sono, in sintesi, i tre obiettivi che, trasferiti in programma, Pon, Por, Feoga
e tutto il resto, Fesr, Fse, dovevano in questa regione, dove ci siamo
alternati – mi verrebbe da dire che vi siete alternati, ma l’assunzione di
responsabilità parte dal presente –
essere raggiunti.
Dico
a me stesso, all’assessore Mancini, al presidente Scopelliti, al presidente
Loiero che ci ha preceduto: non c’è uno di questi obiettivi realizzato in
questa regione come corpo sociale, non come pezzi di classe dirigente
centro-sinistra, centro-destra, e direi, poiché il dibattito oggi è su
macro-Regioni, se si guarda in senso più allargato – esclusa forse un po’ la
Basilicata, che è stata capace di costruire la filiera dei mobili e
quant’altro, quindi qualche indicatore l’ha raggiunto – che gli obiettivi delle
Regioni convergenza rimangono ancora quelli, perché il tema vero del dibattito
oggi, alla vigilia del nuovo Dos, alla vigilia di una nuova programmazione è
quello. Ognuno ha quello che si merita: oggi la Calabria si merita questo, a
torto o a ragione, ognuno di noi è convinto di essere eccellenza, di essere al
posto giusto perché premiato da un consenso, premiato da un progetto politico.
Al
di là di tutto quello che si potrà dire e di quello che noi consapevolmente o
inconsapevolmente abbiamo pensato di fare - ognuno pensa di dare il massimo –
voglio ricordare, per chi oggi c’è e per chi ci sarà, che si trasforma
l’organizzazione dello Stato, non ci saranno più le Province, avremo più o meno
nuova classe dirigente; a tal proposito saluto positivamente – e l’ho
incontrato nei giorni scorsi parlando di alcuni pezzi di programmazione, di
bioedilizia e quant’altro - un pezzo di questa classe dirigente che è il
direttore generale Praticò, che ritengo oggettivamente uno attrezzato per
questa Regione anche per guardare al futuro. Mi auguro, quindi, che un impegno
si possa prendere, al di là della volontà del dirigente Praticò, che questa
Regione non debba ripartire da zero, perché c’è oggettivamente un direttore
generale che, in una visione d’insieme, secondo me può guidare una macchina.
Bisogna capire e intenderci, e fare bene ognuno di noi in queste ore un bagno
di umiltà, dove e in quale direzione questa Regione vada guidata, perché al di
fuori di queste mura, quando si trovano sindaci che devono mettere in campo le
risorse per la depurazione, circa 80 milioni – abbiamo visto negli anni passati
– ad oggi pochi bandi sono stati messi in campo, ed è necessario trasferire al
di là della nostra autoreferenzialità questo messaggio a tutta la Calabria.
Questo
è quello che è mancato, 2000-2006, 2007-2013, c’è stata inadeguatezza, se si
vuole essere onesti fino in fondo, e mi rivolgo – poi c’entra molto in questi
giorni anche un po’ particolari per l’informazione – anche a quella parte di
classe dirigente che è quella dell’informazione in questa regione, quanto un
intero corpo sociale, avendo a disposizione l’ultima opportunità – speriamo sia
l’ultima e non la penultima, perché poi ci sarebbe l’obiettivo 2, l’obiettivo 3
delle Regioni convergenza e non restare all’obiettivo 1 – possa insieme
riconoscere gli errori dal 2000 al 2013,
cosa non ha funzionato, per raggiungere, passo dopo passo, qualcosa di
quei tre obiettivi fondamentali, che il 37 per cento delle risorse europee
danno al classico obiettivo convergenza.
Questa,
secondo me, è una valutazione che ci tocca fare, ognuno umilmente, ognuno per
le capacità che ha per produrre dibattito e porre degli elementi, un’assunzione
complessiva di responsabilità e non di colpa di quello che non è accaduto in
questi anni, perché immaginare che in una regione un ritardo strutturale e
culturale potesse inseguire, in sintesi, quelli che il legislatore europeo si
poneva per federare al meglio questi Paesi, è quello che è mancato alla
Calabria, non al Consiglio regionale della Calabria o alle sue Giunte, è quello
che manca ancora in queste ore di dibattito.
Quindi
io penso che ci servirà – lo farete voi, ma lo facciamo noi anche criticamente,
valutando la nostra azione di programmazione – evitare quegli errori in termini
di struttura, in termini di gestione, in termini – diceva bene il consigliere
Maiolo, ma lo diciamo anche noi – di coniugare la legislazione regionale e
nazionale per far funzionare quei programmi.
Qui
il Pil – propriamente detto Pil – non troverà mai… Faccio un esempio: se si
pensa – io mi sto occupando in queste ore di energia - che non si è mai creata
una filiera energetica, non credo per colpa del cosnigliere Principe, non credo
per colpa mia. Bisogna trasferire l’ansia di raggiungere gli obiettivi anche al
mondo confindustriale, che è quello che ancora oggi in questa regione
preferisce fare palazzi e non impresa, ben sapendo che ci sono miliardi di euro
in alcuni settori. Questo è il grande limite, 2000-2013, limite di tutti, noi
riflettiamo tutti i livelli di classe dirigente ad oggi, non c’è più nessuno
del passato, alcuni ci sono da prima che arrivassi io in questo Consiglio.
Allora
il monito a me stesso, ma il monito all’intero Consiglio regionale è di portare
qui, di portare in Commissione, di farlo tecnicamente anche non con chi fa
politica e la dimentica quando poi deve valutare l’interesse di bottega che è
legato all’area di consenso che vive singolarmente o come parte politica,
sottolineare gli errori, l’incapacità sostanziale di un’intera Regione a non
essere stata pronta a cogliere questi obiettivi e scrivere insieme il miglior
documento di programmazione di cui bisogna far partecipe al massimo, benché
sembri uno slogan; diciamolo, il primo grande problema è l’inadeguatezza
di alcuni sindaci, è inutile affidare loro pezzi di programmazione che non
realizzeranno mai o la realizzeranno sempre in quella logica, che poi è
personalistica o, se volete, è partitica, quindi di una parte politica.
Questo
è il grande limite che si è avuto in Calabria, in tanti anni di programmazione
non ce n’è uno che ha fatto con voi e, se volete, anche con un pezzo di noi, un
passo in avanti. Vuol dire che c’è una Regione inadeguata, non un Consiglio
regionale o le Giunte regionali più o meno adeguate, perché poi potrete trovare
l’assessore più o meno brillante, ma le difficoltà saranno complessive.
A
me piace appassionarmi a questo dibattito e il dibattito è evitare ogni errore
del passato, anche i nostri errori di questi mesi, se ce ne sono stati – e
sicuramente ci saranno stati – e gli errori che partono dal 2000.
Quindi
l’auspicio è che, senza toni trionfalistici da parte nostra, ma nemmeno di benchmarking
che guarda a qualità piuttosto che a numeri, si possa essere tutti consapevoli
che questa Regione, se è ancora ultima su quegli indici, è perché in tanti anni
questa Calabria – e noi siamo espressione della Calabria – non ha proprio
funzionato, cioè non ha proprio colto il segno di quella che doveva essere la
programmazione, fatte salve le dovute eccezioni, eccellenze che ci sono, illuminazioni.
Quindi questa è la cosa su cui ci dobbiamo, secondo me, interrogare, riuscire a
parlare un unico linguaggio e spronare un intero corpo sociale a cogliere
quest’ultima opportunità che ci è data. Gli errori, ormai, li conosciamo tutti,
sappiamo dove poter stimolare, allora questo è il contributo migliore che a
fine legislatura maggioranza e minoranza, fatto salvo il vostro legittimo
dovere di critica, possono fare su un tema così importante com’è quello della
programmazione di importanti risorse, che sono l’ultima occasione che ci è
concessa.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, sinceramente il confronto mi sembra un po’ surreale perché gran parte della discussione è stata incentrata sulla necessità di un confronto continuo, di una collaborazione fra le forze che siedono in questo emiciclo e, quindi, fra le forze di maggioranza e le forze di minoranza.
Già questo denota la normalità della democrazia calabrese
perché, pur nel confronto rigoroso nel quale ognuno ha il diritto-dovere di
difendere le proprie posizioni, nelle istituzioni normali è, appunto, normale
che ci sia un confronto e, in definitiva, una ricerca di sintesi in favore
delle comunità amministrate.
Se questo confronto surreale può far scaturire – se
l’assessore ha la bontà di ascoltare - una positività, questa positività
consiste nella presa di coscienza che una visione istituzionale di tipo
pugilistico, per cui le parti si devono scontrare sino all’ultimo respiro con
un rimbalzo continuo di responsabilità, è figlia più di democrazie che emanano
i primi balbettii piuttosto che di democrazie di tipo maturo.
Sotto questo profilo c’è una autocritica da parte della maggioranza
che fa emergere una presa di coscienza di non essere riuscita a risolvere i
problemi.
Rispetto a come vi siete presentati con la iattanza dei
primi mesi, una iattanza con una dimostrazione muscolare della forza e con una
volontà molto accanita di puntualizzare gli errori del recente ma non del lontano
passato, oggi dalla relazione dell’assessore Mancini viene fuori che questa
baldanza viene accantonata perché avete preso atto – diciamo la verità – di un quasi totale
fallimento.
Guardate: c’è stato anche un errore nella baldanza
iniziale per cui se c’è stato un settore in cui il centro-sinistra ha fatto
bene tra il 2005 e il 2010, questo settore, caro assessore Mancini, è stato
proprio il settore che riguarda i fondi europei.
Se osserviamo il lavoro di quegli anni ci rendiamo conto
che sono stati anni di grande lavoro, di grande lucidità e di grande
lungimiranza.
Sono stato in Giunta fino al 2007 e in quei 2 anni e
mezzo, mentre cercavamo di attuare e di spendere più che possibile le risorse
del vecchio Por, abbiamo iniziato a programmare il Por 2007-2013. Una delle
ultime sedute di Giunta alle quali ho partecipato ha approvato il Por
2007-2013.
Mi chiedo in quale mese o in quale anno voi approverete
il nuovo Por 2014-2020 perché è fuori di dubbio che siete in grande ritardo
nella nuova programmazione e questo si evince, caro assessore Mancini, dalla
sua relazione che è povera sotto il profilo della programmazione futura.
Non voglio assolutamente infierire, non è nel mio
costume ma una programmazione di fondi strutturali aggiuntivi europei deve anche
far emergere quale Calabria si immagina per il futuro.
La invito, assessore Mancini, – lo faccia pure insieme al presidente Scopelliti per quel che può servire – a rileggere la sua relazione e a farci capire
qual è la Calabria del futuro che voi vedete.
Ma una Regione come questa che vuole inserirsi in un processo virtuoso
di crescita può pensare di investire acriticamente in tutti i settori? Penso
che, vedendo anche quello che succede a livello nazionale ed internazionale,
uno dei punti più delicati che l’Italia ha di fronte – mi auguro che il
presidente Renzi con la sua baldanza giovanile, riesca a raggiungere qualche
risultato – sia di far cambiare direttrice di marcia all’Europa.
Noi abbiamo da anni una Europa che guarda solamente ad
est e l’euro non è altro che un grande marco, pensando alla capacità produttiva
della Germania. L’Unione europea ha guardato verso i Paesi dell’ex blocco
sovietico perché in quei Paesi ci poteva essere un mercato per i prodotti
tedeschi.
Siamo anche qui in una situazione paradossale perché lei,
assessore Mancini, fa parte di Forza Italia – e qui trovo una coerenza nella incoerenza
perché Forza Italia ha ereditato pezzi del vecchio Partito socialista – ma c’è
anche il Nuovo
centro destra che sta al Governo con Renzi.
Allora, nel momento in cui parliamo di fondi strutturali
europei vogliamo capire che ruolo avrà la Calabria nelle politiche europee. C’è
il Vicepremier, il vice di Renzi, che è il leader del Nuovo centro destra, ma noi
faremo una battaglia perché l’Europa
smetta di guardare ad est e cominci a guardare a sud. Così si costruisce un
disegno.
Questo “se” che io pongo è di grandissima importanza perché
ipotizziamo per un momento che questa battaglia che si conduce a Bruxelles
faccia cambiare lo sguardo dell’Europa che finisce o guarda a est, – veramente a est dovremmo guardare più se l’Europa fosse una entità statuale
unica sotto il profilo della politica estera e sotto il profilo della difesa –
ma se finisce di guardare ad est sotto il profilo economico e guarda al sud, al
Mediterraneo, all’Africa… guardate che i Paesi che in questi ultimi anni fanno
registrare la crescita più corposa del Pil sono i Paesi africani.
L’Egitto, che è un Paese in grande crisi istituzionale,
fa registrare un aumento del Pil del 4,5/5 per cento nonostante la crisi. Ergo,
se si cambiasse il senso di marcia dell’Europa verso est la Calabria che ruolo
dovrebbe avere in questa direzione?
Voglio fare un altro ragionamento di carattere generale
e poi vado al particolare.
L’altro ragionamento è che, in questo momento storico,
bisogna cambiare anche il concetto di fondo aggiuntivo.
E’ vero che i fondi aggiuntivi sono diventati
sostitutivi e si è fatto scempio del concetto di aggiuntività perché con i fondi
strutturali europei si sono finanziate fontane, marciapiedi, pavimentazioni e
quant’altro. Ma oggi realmente – e mi rivolgo all’assessore al bilancio – c’è
la necessità di rivedere il concetto di aggiuntività, nel momento in cui lo
Stato italiano non ha risorse per investimenti. Faccio un esempio banale.
Le trasversali fra la direttrice ionica e la direttrice
tirrenica che ieri erano considerati interventi normali e ordinari che avrebbe
dovuto compiere lo Stato e quindi l’Anas – d’accordo? –, io mi chiedo se con la crisi che
c’è oggi nel Paese non siano diventati un settore meritevole di aggiuntività.
Lo Stato ha le risorse per fare determinate infrastrutture? Allora, se lo Stato
non ha le risorse per fare determinate infrastrutture che teoricamente e
tecnicamente sono di competenza dello Stato … Lei si è giustamente vantato di
11 miliardi di euro e questi 11 miliardi di euro devono servire anche per fare
queste cose.
Se non si conclude la trasversale delle Serre tra il vibonese
e Soverato che facciamo? Aspettiamo il sol dell’avvenire e che lo Stato
reperisca fondi? Quei pochi fondi che reperisce lo Stato, dobbiamo dirlo al
ministro Lupi, vanno a finire nell’autostrada Orte - Mestre? Allora, bisogna
rivedere il concetto di fondo aggiuntivo.
Se questo è, il Por 2014-2020 ci deve dire su quale Calabria
vuole lavorare. Vuole lavorare sulla Calabria della cittadinanza, della
conoscenza, della ricerca, della innovazione? Ci dovete dire cosa fare perché ci
sia una istruzione adeguata in questa Regione, perché coloro che sono colpiti da handicap
e sono diversamente abili possano avere un’assistenza; qual è il patto per il
sociale; cosa diamo a chi è rimasto indietro; come facciamo a costruire
l’impresa sociale.
D’accordo? Se pensiamo che la Calabria – come dice il
presidente Renzi – per l’Italia debba puntare sui beni culturali, sulla
istruzione, sul turismo, il Por ci deve dire come va a supportare questi
comparti e come il Por, la Calabria, di concerto con lo Stato, va ad investire
nelle infrastrutture perché non si può fare turismo, non si possono valorizzare
i beni culturali ai fini del turismo, riattivare i centri storici, evitare il
consumo del territorio, salvaguardare il paesaggio, favorire il ritorno nei
centri storici se non ci sono infrastrutture adeguate.
Non mi dilungo su questa parte perché è evidente che voi
non avete una idea di Calabria, non avete una idea! Guardate che investire sul
turismo, sui beni culturali, sui centri storici, sull’istruzione, sulla ricerca
non è ininfluente rispetto al problema dell’occupazione perché soltanto combinando
l’investimento in questi settori si crea più occupazione ma – mi consentiranno
il dottore Praticò e l’assessore Caligiuri – non la ricerca come è stata gestita in questi anni, perché ci
sarebbe da ridere.
Faccio una domanda precisa: come mai non è stata
utilizzata la legge quadro sulla ricerca? Scusatemi la ricerca cos’è? E’ un 18
o una sigaretta che non si negano a nessuno? Ai nostri tempi nelle Università
c’erano professori che dicevano - caro amico Giamborino – che un 18 e una
sigaretta non si negano a nessuno.
L’attività di ricerca dell’assessorato di Caligiuri – e
siamo ritornati alla battuta del 18 e della sigaretta che non si negano a
nessuno – prevede nove poli di
innovazione finanziati simultaneamente con 36 milioni di euro, ma questo significa
dare una carezza a tutti per non risolvere niente. E ritorno per un attimo alla
legge sulla ricerca.
Lei è l’assessore al bilancio …
(Interruzione)
No, no, le chiedo scusa. C’è anche una sua carenza in
questa disattenzione verso le norme della Regione. Perché la legge sulla ricerca prevede
piani triennali e piani annuali. Ma, di grazia, perché prevede i piani
triennali e quelli annuali? Ma siamo veramente all’università che la sigaretta non si nega a nessuno? Ma noi vogliamo far
ricerca per dar commesse all’Università o vogliamo fare ricerca che risponda
alla domanda di ricerca? Credetemi, nel momento in cui insieme ai colleghi mi
sono battuto per questa legge ho avuto avversari proprio l’Accademia, i docenti
universitari, i Rettori e i Presidi.
Ma perché questo? L’assessore
Caligiuri le sa queste cose, lui che è un professore universitario sia pure di comunicazione
dove riconosco che è un grande campione.
Ma scusatemi: la ricerca è
diventata un veicolo per dare commesse alle Università. Faccio una domanda all’assessore
all’agricoltura che mi ha osservato ed io vorrei chiedergli se la ricerca non
serve pure in agricoltura. Ritengo di sì.
Il centro-sinistra, che non avrebbe fatto nulla in questo settore dei fondi comunitari,
aveva pensato al distretto tecnologico dell’agro-alimentare, guardatevi le
carte. Avevamo messo in piedi un distretto tecnologico dove non c’era neanche
bisogno di fare una gara per stabilire chi fosse il soggetto attuatore perché, caro
assessore Trematerra, avevamo chiamato tutti gli attori protagonisti del
settore che fecero un consorzio. Ma lo sa lei dove sono finiti questi fondi?
Sono finiti tutti a finanziare i laboratori universitari.
Ritorniamo, allora, alla programmazione
e faccio l’esempio della ricerca che conosco un po’ di più per mettere in
relazione i fondi comunitari con un minimo di programmazione. Il piano
triennale, caro assessore Fedele, serviva a questo: uno studio sui settori
della Calabria che hanno più bisogno di ricerca.
Ritorno indietro per un
attimo, la Comunità economica guarderà a sud, la Calabria diventerà una piattaforma
strategica ed è chiaro che la logistica diventa un settore in cui far ricerca.
Vogliamo far turismo e valorizzare i beni culturali? E’ chiaro che la ricerca
va indirizzata in questo campo.
Allora, se tu fai il piano
triennale dici: la ricerca non è la scoperta dell’acqua calda ma ricerca
significa che se l’agricoltura ha bisogno di ricerca io investo in ricerca; se
la logistica ha bisogno di ricerca investo in logistica.
Vorrei chiedere all’assessore
Caligiuri che è così presente sulla carta stampata e anche con grande classe
sui video delle varie emittenti televisive, che fine ha fatto il distretto
tecnologico della logistica.
Vorrei capire che fine ha
fatto – lo dico anche alla Vicepresidente – il distretto tecnologico dei beni
culturali.
Allora, se tu ritieni che in
un periodo di tempo sono quelli i settori trainanti tu investi in ricerca in
quei settori, cioè potenzi la ricerca nei settori in cui c’è domanda, caro
dottore Praticò, non puoi investire in ricerca sulla qualunque e magari diventa
una offerta inutile.
Lei deve stare attento in
questa direzione e dare buoni consigli ai politici che vogliono dare un
colpetto sulla spalla a tutto l’universo mondo.
La stessa cosa potrei dire
sul settore dell’istruzione.
Ho sentito l’assessore
Mancini che ha dato fiato alle trombe sugli investimenti per gli edifici
scolastici.
Questa questione è molto
legata al diritto di cittadinanza. Allora, caro assessore – e mi dispiace che
debbo chiedere sempre conto all’assessore Caligiuri che, peraltro, mi è molto
simpatico perché è un frequentatore dei luoghi che io di solito frequento e ci
incontriamo spesso perché lui di fatto vive a Rende – che fine ha fatto l’Apq
istruzione?
Noi siamo stati – altro che fallimento del centro-sinistra nel campo! – la prima Regione in Italia a
mettere in piedi l’Apq istruzione.
Lo sapete
che cosa è un Apq istruzione? Non lo sapete. Lei non l’ha saputo per tre anni,
salvo a fare un labile intervento sulla stampa che rilanciava l’Apq istruzione.
L’Apq
istruzione significava una spesa di 50 milioni l’anno sugli edifici - noi
abbiamo anticipato il presidente Renzi di 8 anni – e chieda al suo predecessore
Orlando. Allora 50 milioni l’anno, 25 milioni di Fesr e 25 milioni di Fas.
Poi, è
vero, come ha detto il consigliere Loiero, vi siete fatti fregare il Fas dal
vostro Tremonti, lasciamo perdere. Ma non abbiamo neanche visto i 25 milioni di
Fesr perché questo settore della ricerca, dell’istruzione, delle attività
culturali è stato devastato sotto il profilo dello spazzolamento dei fondi. Voi
avete perduto centinaia di milioni che sono finiti alcuni per fortuna nel fondo
di coesione.
Allora,
caro dottor Praticò, controlli, – dico questo per la nuova programmazione – ma lo vogliamo rilanciare o
no l’Apq istruzione? E’ partito soltanto un primo intervento di 25 milioni di
euro per le scuole superiori e per la verità anche Cersosimo ha avuto qualche
dimenticanza in questo settore. E’ partita soltanto la prima annualità per
metà. Questo programma avrebbe portato a realizzare in Calabria almeno 150
edifici e poiché l’assessore Mancini mi ha quasi commosso sui diritti di
cittadinanza, ho parlato prima del patto per il sociale ma vorrei aggiungere
che quegli edifici scolastici erano stati concepiti – prenda qualche appunto l’assessore
Caligiuri – per essere un punto di riferimento della società.
Lei ride,
non le voglio ricordare cosa disse Pierino Buffoni al prozio di Giacomo, a
Gaetano Mancini, durante un comizio in una piazza della mia città, è una cosa
che le racconterò dopo.
Se
leggete l’Apq istruzione, questo prevedeva non soltanto scuole moderne ma
scuole con una biblioteca, un laboratorio che, secondo le esigenze del
territorio, poteva essere musicale o artistico o artigianale. Nei piccoli
comuni, la scuola con una biblioteca diventava una fucina di socialità perché non
andava soltanto ad educare i nostri ragazzi nel modo migliore per uscire da
queste logiche calabresi assurde ma diventava un punto di riferimento per
territori che magari una biblioteca potevano sognarsela.
Per non
farla lunga il fallimento evidente in questo settore ha poi una ciliegina sulla
torta che si chiama Sibari. Perché qui dentro dobbiamo dire che non siamo
simpatici a certa stampa. Ma nel Por 2007-2013, se l’assessore Caligiuri lo
rilegge, è previsto tutto per Sibari anche i soldini, 30 milioni di euro. E se
si fosse attuato il Por 2007-2013 avremmo avuto una ripresa della campagna di
scavi quinquennale con lotti di scavi che potevano realizzare simultaneamente
ed a monte la liberazione di Sibari dalle acque artesiane con la costituzione a
Sibari di un distretto tecnologico che riguardava sia l’archeologia sia
l’idrografia.
Per
fortuna che il ministro Barca ha spazzolato 18 di questi 30 milioni di euro perché,
se fosse dipeso dalla vostra Giunta, Sibari sarebbe rimasta per l’eternità
nelle condizioni in cui versa. Ecco che quando si parla della Calabria del
futuro bisogna avere un’idea di Calabria, quindi di investimento nei beni
culturali.
Su Sibari
– l’assessore Mancini è andato via – metterei altri 200 milioni di euro perché,
se Sibari viene portato totalmente alla luce, altro che Pompei. Sotto terra ci
sono tre città e cosa possono richiamare per il turismo e non assistere allo
scempio di una nave che si ferma a Schiavonea scendono 800 turisti e sapete
dove sono andati? 720 sono andati alla fabbrica della liquirizia di Amarelli,
20 a visitare il Codice Purpureo e 30 sono andati agli scavi di Sibari.
Il
prossimo Por deve avere una idea di Calabria e quindi investire, concentrando
gli investimenti su alcune eccellenze perché se può variare il concetto di
aggiuntività non cambia certamente l’idea che bisogna concentrare i fondi
strutturali su punti ben precisi: il turismo, i beni culturali, Sibari e tante
altre cose che si possono fare per la nostra terra, Crotone, Locri, per
rilanciare l’idea del grande museo reggino perché quel che si sta realizzando è
soltanto la prima parte del polo museale reggino che prevedeva non solo la ristrutturazione
di Palazzo Piacentini ma un percorso culturale che arrivasse fino alla Torre
Nervi che diventa parte di questo polo museale.
Quindi,
il turismo, i beni culturali, Gioia Tauro come eccellenza. Cara Vicepresidente,
certo c’è l’Apq! Voi sapete benissimo che per gran parte l’Apq è figlio del lavoro
del centro-sinistra, voi l’avete sottoscritto. Ma la domanda è a che punto è
l’Apq di Gioia Tauro? E nel momento in cui andiamo alla nuova programmazione Gioia
Tauro continua ad essere una eccellenza in previsione di una Comunità economica
europea che comincia a guardare verso sud e quindi legare Gioia Tauro con una
rete infrastrutturale a Schiavonea in modo che sulla logistica noi possiamo
guardare sia al Paese, all’Italia, all’Europa, ma anche ai Balcani.
L’ultima
cosa ed ho concluso, perché guardo al futuro ma anche ai ritardi del presente. Assessore
Mancini, guardi che, oltre ai soldini che sono stati persi e che non si
recupereranno più a parte il lavoro fatto dal Ministero della coesione, il
successo del Por è legato all’attuazione dei progetti strategici della
metropolitana Germaneto-Catanzaro, e il dottore Praticò queste cose le sa, e
della metropolitana Cosenza-Rende-Unical.
Anche qui
ecco le visioni.
Ma quando
noi abbiamo pensato a questi due strumenti infrastrutturali pensavamo soltanto
alle cosette di Catanzaro, di Arcavacata o di Portapiana e di Cosenza? Noi
pensavamo ad un percorso strategico interprovinciale perché imponemmo lo
scartamento ridotto a queste due infrastrutture – diciamo queste cose che
magari non si sanno – in modo da pensare ad un ammodernamento della Cosenza/Catanzaro.
Abbiamo
visto, piangiamo per le cose che succedono e quindi si sarebbe creato un
percorso Germaneto-Catanzaro-Cosenza-Arcavacata che si poteva chiamare il
trenino delle due Università.
Se voi non
riuscirete ad attuare questo progetto salta mezzo Por di quello che vi è
rimasto, non del vecchio Por in totale e siete in grave ritardo perché, caro
assessore Mancini, questi sono progetti che voi avete definito strategici.
Perché li
avete definiti strategici? Perché poiché non avete fatto assolutamente nulla e
dovevate già dimostrare spesa nel 2011, non avendo speso un copeco come si
direbbe in Russia – che oggi è di attualità - avete ben pensato di chiedere
all’Unione europea di far diventare questi due progetti strategici.
Va bene?
Per quanto ne so – non sono il consigliere Maiolo che ne sa più di me, io sono
un artigianello che cerca di apprendere qualcosa - il progetto strategico
significa che l’opera va ultimata entro il 2015 e mi pare che siamo quasi oltre
metà marzo 2014 e ancora non avete espletato i bandi.
Certo, si
può dire: avevamo espletato il bando di Cosenza. Ma quello è il modo di
concepire un bando? Assessore Mancini, presidente Scopelliti e dottore Praticò?
Ma veramente con questi chiari di luna si può pretendere che un’impresa
risponda al bando e acquisti con i suoi soldini il materiale rotabile per poi
fittarlo otto anni alla Regione e quindi rientrare in possesso dei soldi
anticipati? Ma questa non è neanche fantapolitica. Non la voglio definire per
rispetto dei miei e dei nostri interlocutori perché abbiamo detto che dobbiamo
essere collaborativi. Voglio essere collaborativo oggi ed evitare che si
rifaccia un bando al quale certamente nessuno risponderà.
Ma, di
grazia, poiché state programmando il 2014 – dite voi che state riprogrammando, io non ho
capito quale Calabria pensate - in quale settore volete investire? Non ci ho
capito nulla ma io sono cretino e quindi chiedo venia della mia stupidità.
Ma poiché
dite di essere in una fase di programmazione 2014, ma è così difficile mettere
nel 2014 il materiale rotabile? Lei che è un tecnico, dottore Praticò, li
consigli e dia buoni consigli perché per realizzare l’opera basilare addirittura
avete a disposizione 21 mesi. Ma Santo Iddio! In 21 mesi, ammesso che
riuscirete a realizzare l’opera inserendo il materiale rotabile nel 2014-2020,
avete risolto il problema, non so se è chiaro.
Forse lo
dico in un modo che può sembrare polemico ma voglio dire: questo è un umile
consiglio perché poi quando andremo a registrare il fallimento totale del Por e
le grandi idee che poi c’erano state e che vanno a finire in galleria, sono le
collettività che ci perdono a meno di non voler dar ragione al signor sindaco
di Cosenza che è preso da fumisterie cinesi e che ci dice che per raggiungere
l’Università della Calabria bisogna girare da Vagnolise.
Ma quale
cane girerà da Vagnolise per raggiungere l’Università della Calabria?! Ho
concluso e chiedo scusa per aver detto qualche battuta in più; il ragionamento
che ho fatto sulle infrastrutture lo potrei ripetere sull’ambiente e sulla
gestione dei rifiuti perché la nostra provincia ancora non ha degli impianti
adeguati e se non si fa l’impiantistica a meno di non diventare seguaci di De
Magistris – e penso che nessuno vuol diventare seguace di De Magistris – con la
sola raccolta differenziata penso che il problema non si risolva ammesso che
noi siamo in grado di portare la raccolta differenziata non si sa in quanto
tempo a percentuali di un certo livello.
Anche qui
penso che la nuova programmazione, assessore Pugliano, come il metano ci
potrebbe dare una mano per aver finalmente in tutta la Calabria e in
particolare in provincia di Cosenza degli impianti che facciano star tranquilli
i nostri concittadini.
Quindi,
una nuova programmazione che cerchi di correggere gli errori sinora commessi e
che dia la possibilità a questa Regione di stare a testa alta nel consesso nazionale.
Per la parte che ci riguarda non abbiamo difficoltà ad essere né propositivi né
a confrontarci ed in questo senso l’ultimo accenno che voglio fare è alla
capacità burocratica di seguire ed attuare i programmi.
In tutti
i Por c’è sempre una parte che attiene all’assistenza tecnica. Quando poi
andiamo alle questioni assistenza tecnica uguale voto molto basso.
Poiché
questo aspetto procedurale è di grande importanza e la Regione dovrebbe
raggiungere un equilibrio fra la sua vocazione centralista che deve essere
cambiata in vocazione del dar indirizzi e supporto agli enti attuatori per
risolvere i problemi, penso che ragionando in questo modo andremo forse a
velocizzare anche quegli impegni e quella spesa che non ci vedono certamente
essere ai primi posti in questo Paese. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente,
dopo l’intervento onnicomprensivo del consigliere Principe cercherò di mettere
soltanto qualche piccolo elemento in più ad una valutazione che ci deve mettere
psicologicamente sereni di fronte ai problemi della Calabria.
E’ un po’
avvilente non soltanto assistere ad una discussione che, come è stato detto dai
colleghi che mi hanno preceduto, in 4 anni è diventata aggressiva prima e
conciliante dopo con l’intervento dell’assessore Mancini, ma anche dover
sentire – con tutto il rispetto per il consigliere Orsomarso – che la Calabria
è così incapace e deficiente ed ha una struttura amministrativa che non è in
grado di recepire le innovazioni e, quindi, le politiche dello sviluppo della
nostra Regione.
Mentre il
consigliere Orsomarso diceva questo che io ritengo poco utile alla discussione,
ci indirizzava nei compiti reali che riguardano le varie programmazioni
europee, noi stiamo per concludere la terza, fra poco affronteremo la quarta
programmazione europea e come diceva qualche uomo di buonsenso se tutti questi
soldi – siamo forse attorno ai 70/80 miliardi di euro – fossero stati dati come
vitalizio ai calabresi probabilmente la spesa che questo vitalizio avrebbe
prodotto in giro avrebbe creato una ricchezza autonoma ed avremo un livello di
benessere diverso.
Abbiamo
avuto, invece, tre interventi europei in questa Regione ed i risultati sono
quelli che abbiamo. Non sono né un economista né uno appassionato alle sigle o
alle definizioni ma avrei avuto maggiore necessità di dati e di risultati.
Per
esempio, nonostante sia stato fatto bene o sia stato fatto male, che risultato
ha avuto la politica della programmazione europea sulle imprese? Quante imprese
abbiamo costruito in Calabria? Quante piccole imprese sociali sono nate? Quante
imprese sono fallite e perché? Quante occasioni di laureati, di giovani con
grandi idee non hanno potuto accedere ai fondi comunitari e perché non hanno
avuto questa possibilità? Io credo che la discussione di oggi avrebbe dovuto
dire questo non che la colpa è di Chiaravalloti, prima di Nisticò, poi del governo
del ribaltone, poi di Loiero, adesso di Scopelliti.
Invece di
fare la relazione storica della gestione delle risorse europee non ci siamo
soffermati sul perché queste risorse europee non hanno prodotto l’aumento del
Pil, non hanno portato denaro dall’estero e non hanno registrato un modello di
sviluppo della nostra Regione.
Il
consigliere Principe ha detto molte cose sul tipo di modello di sviluppo che
avremmo dovuto discutere. Noi ci chiediamo il perché falliscono le
programmazioni europee della Calabria? Abbiamo seriamente pensato, colleghi
assessori, - ed io sono stato per breve periodo assessore nella Regione
Calabria e quell’esperienza mi ha molto insegnato – quali sono i limiti reali che bloccano le
risorse? Sono quelli che diceva un dirigente di Bruxelles qualche anno fa? Che
la Calabria è così clientelare che, nonostante i buoni piani regionali di Por
Calabria, non riesce a farli spendere? Io credo anche di sì, che ci sia una
gestione clientelare e a pioggia e finalizzata al consenso elettorale e questo
è un limite che dobbiamo superare.
E’ stato
detto anche qui dentro che c’è una tendenza della struttura burocratica a non
saper leggere le carte europee e se noi continuiamo con questa struttura
burocratica regionale che abbiamo … io ho molto rispetto per i dirigenti sia
del Consiglio che della Giunta regionale ma poiché molte volte subentrano
sempre dei nuovi … . Si dice che e credo che sia anche molto facile che le
strutture preposte alla preparazione dei bandi non sono in grado di leggere
tant’è che si va avanti, si torna indietro con i comitati di valutazione, e
questo non è andato bene, questo è andato male, bisogna rifare il bando e
questo e quello.
Allora,
su questo cosa vogliamo dire? Che bisogna continuare con questo apparato e con
questo tipo di resistenza alla spesa? Il consigliere Maiolo ha posto un
problema che credo sia il problema principe della nostra discussione.
Abbiamo
un pacchetto di leggi che si possono portare alla prossima programmazione? In
termini di un indirizzo che vogliamo fare, di un settore della nostra economia
che noi individuiamo.
Abbiamo
le leggi giuste, moderne ed adeguate per sostenere la prossima economia e la
prossima programmazione europea? Io credo che non ce l’abbiamo e penso che di
questo dobbiamo discutere quando facciamo una analisi dello stato della spesa e
delle prospettive della nuova spesa. Se non facciamo questo siamo noi da
bocciare perché non siamo in grado di capire gli errori e gli impedimenti allo
sviluppo di questa Regione.
Il
consigliere Principe diceva, dando già per acquisito – ed è così –, che c’è un
settore emergente della nostra Regione che può essere il prossimo governo dello
sviluppo. Ma, assessore Trematerra, la vogliamo fare una analisi sulla
formazione della nuova rendita agricola che sta avvenendo in Calabria?
Consideriamo ancora l’agricoltura calabrese capace di attuare e di essere
trainante per lo sviluppo di questa Regione? Abbiamo una idea che l’attività
produttiva economica possa sostenere almeno il 10 per cento dei nostri consumi?
Cioè creare una impresa, una attività di produzione economica, di manufatti che
non ci porti a spendere fuori Regione le nostre risorse? Queste cose non le
discutiamo? Allora su cosa vogliamo attuare i tre livelli di cui parlava il
consigliere Orsomarso rispetto alle entrate dall’estero e alla crescita delle
imprese e della economia?
Penso che
oggi avremmo dovuto far questo e l’avremmo fatto se l’assessore Mancini ci avesse
portato una relazione meno complicata da leggere ma anche con più dati e più
valutazioni su cui metterci a discutere.
Quel tipo
di relazione è soltanto un dire “io avevo detto giusto e tu avevi detto
sbagliato, tu avevi torto e io ragione e così via” per il perpetuarsi delle
critiche e degli scarica barile.
Credo che
noi abbiamo bisogno in questa fase, in questo breve periodo di vita di questa
legislatura di avere, intanto, una idea. Assessore Mancini, lei ci ha detto che
sta facendo una grande operazione con il partenariato per produrre il documento
al prossimo Por ma se non coinvolgiamo il Consiglio regionale, che ne facciamo
del partenariato? Con tutto il rispetto per le indicazioni che ci dà l’Europa,
il partenariato è tendenzialmente molto più clientelare del sistema del
Consiglio regionale e dal partenariato dobbiamo andare sula base di indirizzi
precisi sul modello di sviluppo.
Scegliamo
il turismo come grande economia emergente. Nel precedente Por l’asse strategico
prioritario che chiedeva l’Europa era turismo-beni culturali e cultura.
Questa Giunta
regionale ha fatto delle cose incomprensibili tant’è che da un lato c’è uno
sforzo di aggregare non soltanto i beni culturali al turismo perché i beni
culturali per come è stato già detto sono i più grandi attrattori turistici
della Calabria, non solo il mare, non solo la montagna ma i beni culturali sono
i grandi attrattori turistici della nostra Regione. Non solo Sibari ma Paludi,
Caulonia, i castelli Mormanni, il periodo Federiciano. Cioè tutto quello che è
la Calabria negli ultimi due millenni è bene culturale, la Calabria è una delle
Regioni più ricche sul terreno dei beni culturali, è stata dissociata dalle
politiche del turismo o no? Abbiamo avuto un mega assessore, istruzione,
pubblica istruzione, ricerca, Università, cultura, beni culturali e il turismo
è stato relegato a sistema alberghiero e alla promozione.
Come si
può fare? Con questa logica come si possono togliere milioni e milioni di
presenze turistiche alle altre Regioni se noi camminiamo come Giano con la
testa una volta a destra e una volta a sinistra.
Vedete,
una delle cose assurde che ha fatto questa maggioranza sui beni culturali è il
Pisl minoranze linguistiche. E’ stata affossata con quel Pisl che ha voluto
dare risorse ad una provincia che ha sì e no 80 parlanti di una minoranza
diversa, 80 parlanti di lingua greca. Ha voluto fare un atto di svuotamento di
una grande occasione per dare possibilità ai giovani che si laureavano a Cosenza
in lingua albanese, ai ricercatori, ai ragazzi che facevano archeologia, a
quelli che studiavano … ha tolto l’occasione di essere una opportunità sui beni
immateriali, i beni per creare nuove occasioni di lavoro facendo costruire nei
tanti paesi dell’area di Reggio Calabria e un po’ meno nei paesi albanesi della
provincia di Cosenza piazze, giardinetti, interporti, centri pseudo-industriali
per valorizzare le minoranze linguistiche dimostrando una profonda ignoranza
sul tema che le culture immateriali possono costruire e dare ricchezza alla
nostra realtà.
A noi
manca la strategia, a noi manca l’individuazione del soggetto che ci può
portare ricchezza. Penso che noi questo sforzo lo dobbiamo fare ed ecco qui il
fare uno sforzo bipartisan. E non possiamo farlo - e concludo – se nella nostra
programmazione non vi sono almeno due condizioni fondamentali: la difesa del
territorio perché se il territorio dalla montagna va a mare e se i centri
storici si distruggono tu non fai accoglienza e non fai turismo ed il sistema
delle infrastrutture di collegamento.
Senza di
queste noi non riusciremo mai a far sviluppo in questa Regione e se non abbiamo
neanche una idea nuova del modello di società, di urbanizzazione che sta
avvenendo nella Regione non andremo comunque avanti.
La Calabria
è cambiata. Agli inizi degli anni ’50 sulle strade c’erano cubi come li
chiamavano i giornalisti che venivano ad assistere alle lotte per la terra,
rispetto al modello urbano delle aree costiere. Oggi la costa è diventata il
luogo della vita delle nostre popolazioni che hanno abbandonato le aree interne
e si sono trasferite lungo la costa. Stanno nascendo grandi città, pensiamo a Lamezia
Terme e all’area di Gioia Tauro ma pensiamo anche all’asse Cassano-Rossano-Corigliano
una grande città di per sé. Tre comuni che superano i 100 mila abitanti.
Anche su
questo noi dobbiamo dire come la pensiamo. Se non abbiamo idea di dove va a
vivere la gente, del modello di socialità di cui ha bisogno, degli studenti,
del sapere, della ricerca, della formazione, se noi non abbiamo una idea e
viviamo di tante piccole piogge estemporanee di risorse che diamo ai cittadini,
ma se noi non riusciamo a dire: su quest’asse per 5 anni si lavora, per 7-20
anni si lavora per dare uno sviluppo alla Regione, se noi non abbiamo questo,
torneremo anche, non noi personalmente ma coloro che saranno qui dentro, a dire
che anche il quarto finanziamento comunitario è colpa di chi non ha saputo fare
precedentemente e della imbecillità di chi non sa farlo conseguentemente.
Ecco,
credo che non dobbiamo perdere tempo, assessore Mancini, ma bisogna dare
dignità a questo Consiglio regionale dando gli strumenti e la possibilità di
esprimersi perché chi è ancora qui dentro ha una capacità di parlare alla
società. Ma se bypassiamo questo luogo, queste piccole competenze che siamo noi
e presumiamo di giocarci la partita attraverso il fumo e il poco arrosto, alla Calabria
non saremo utili ma saremo ancora dannosi e nocivi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, devo dire che gli ultimi due
interventi sono stati molto puntuali nel completare il quadro che era emerso
dopo la relazione dell’assessore Mancini e degli altri colleghi da Maiolo in
poi. Ho trovato molto efficace oltre che molto divertente anche il modo in cui
i consiglieri, in particolare il consigliere Principe, hanno rappresentato un
aspetto ed una lettura sostanziale del tema che stiamo oggi dibattendo.
Vedete, si può parlare dell’andamento della spesa
comunitaria attraverso un approccio in qualche maniera retorico e quindi
attraverso l’enunciazione di aspetti tecnici, la citazione di numeri sganciati
da un reale impatto su quelli che sono gli indicatori della Calabria. Si può
invece intervenire in maniera puntuale evidenziando gli aspetti, i target mancati e gli obiettivi amministrativi che
generano valore pubblico e che dovevano esser finanziati dalla spesa
comunitaria.
In altri termini siamo davanti ad una fase estremamente
complessa nel nostro Paese riguardo la dinamica economica e la spesa dei fondi.
Abbiamo una parte del Paese che, facendo un grave errore, immagina di dover
rivedere completamente l’obiettivo convergenza. Dall’altra parte abbiamo un
sostanziale e silente commissariamento
che di recente con la gestione del ministro Barca è stato realizzato rispetto
alle Regioni in particolare del Mezzogiorno.
A questo
doppio pericolo, a questa doppia difficoltà bisogna capire come le Regioni
abbiano risposto, come la Calabria nello specifico abbia risposto.
Ebbene,
dall’analisi del quadro normativo sappiamo bene che sulla programmazione dei
fondi comunitari e sul ciclo della spesa nel suo complesso si sostanzia gran
parte della funzione di indirizzo e di controllo che il Consiglio direttamente
attraverso le Commissioni dovrebbe mettere in campo.
Sappiamo
anche che l’Unione europea concorre con dei regolamenti europei che definiscono
in modo dettagliato non solo procedure ma anche obiettivi e sappiamo che lo
Stato interviene in maniera significativa come soggetto cofinanziatore che
coordina le politiche regionali ed inserisce degli obiettivi e degli indirizzi
propri.
Ebbene,
rispetto a tutto questo la Regione non può presentarsi senza una idea come
giustamente è stato messo in evidenza dal presidente Principe e dai colleghi
Maiolo e Guagliardi per citarne solamente alcuni.
Cioè la
Calabria non può, in qualche maniera, presentarsi non attrezzata, con idee su
quello che è il futuro e su quello che dovrebbe essere il percorso futuro della
Calabria. Attrezzata sul piano normativo con delle leggi di spesa efficaci,
attrezzata sul piano dei programmi e delle modalità con cui ci si presenta al
confronto del Governo.
Sappiamo
bene che le ultime due programmazioni pur essendo state delle programmazioni
oggettivamente brillanti che coglievano gli indirizzi della Unione europea non
sono state poi tradotte ed hanno fallito in quella che è la sua attuazione e il
suo obiettivo di far uscire la Calabria dall’obiettivo convergenza. Ma sappiamo
anche perché tutto ciò non è avvenuto, sappiamo che sono partite da un handicap
rappresentato dal fatto che chi è venuto dopo alla fase della programmazione è
stato assolutamente scollato rispetto all’attività di traduzione e di spesa.
Ebbene,
il Governo centrale di recente, qualche mese fa, attraverso le parole dell’allora
ministro Trigilia, ha messo in evidenza, in particolare all’audizione nella
Camera dei deputati, quello che in sostanza dovrebbe essere il mutamento degli
strumenti di governance nella spesa comunitaria. Pensiamo alla proposta
di agenzia regionale per la coesione territoriale.
Ebbene
sappiamo anche che da questo punto di vista almeno non abbiamo colto quali
siano, in questo dibattito nazionale, le idee, le valutazioni e le specificità
che la Regione Calabria, rispetto a questo tema e rispetto al tema più ampio
del come utilizzare e addirittura per alcuni se utilizzare i fondi obiettivo
convergenza, ha inserito nel dibattito nazionale.
Il
ministro Trigilia, in maniera molto chiara, ha sostenuto come ci sia una
necessità di una forte concentrazione delle risorse europee verso un
orientamento antirecessivo e quindi la necessità di una specializzazione dei
fondi strutturali su alcuni obiettivi.
Ebbene,
su questo non c’è dubbio ed è un po’ il ragionamento che in maniera sostanziale
il presidente Principe ha fatto citando alcuni aspetti e alcuni temi strategici
che erano stati posti a base del dibattito sul nuovo ciclo di programmazione
economica che la Regione avrebbe dovuto tradurre.
E’
evidente che programmi operativi, realmente operativi, non possono essere
documenti generali di orientamento. Devono prevedere una specificazione
dettagliata dei risultati da conseguire e in questo senso l’approccio retorico
di una discussione su una programmazione, rispetto alla quale l’assessore
Mancini ci ha voluto rappresentare queste ali di folla osannanti all’arrivo dei
rappresentanti della Calabria - da una parte fanno i complimenti, dall’altra
battono le mani, dall’altra dicono “peccato a non averci pensato noi, meno male
che ci ha pensato la Calabria” - sinceramente contrastano con quelli che sono i
dati economici, con quelle che sono le valutazioni dell’Autorità di Audit e con
quelli che sono i provvedimenti della Unione europea in questo senso.
Ma sul
Dos Calabria, questo documento di orientamento strategico, è vero che, da una
parte, ancora non possiamo esprimere un giudizio complessivo ma da quello che
noi abbiamo già potuto apprezzare non possiamo che esprimere forti perplessità
sia sui contenuti che sui metodi.
Lo
spaccato dell’economia che fornisce il Dos è uno spaccato assolutamente
desolante. Noi dobbiamo essere assolutamente agganciati ai dati oggettivi, non
possiamo farne una interpretazione di natura personale e autoassolutoria o
demolitoria di quelli che sono i principi cardine dell’analisi della scienza
dell’amministrazione.
Il
motivo, le ragioni che vengono individuate dei ritardi nell’attuazione dei
programmi come il Programma 2007-2013 forniscono delle spiegazioni che sono
assolutamente autoreferenziali, autoassolutorie. E’ piuttosto una riflessione
incrociata sui dati che sarebbe il caso di fare in sede di Commissione e in
sede di Consiglio regionale.
L’obiettivo
della politica di coesione, è stato detto, è quello di ridurre il differenziale
di sviluppo fra le Regioni europee e quelle a obiettivo convergenza. Ma questo
differenziale piuttosto che esser ridotto si è ampliato.
Se noi
andiamo a verificare il valore del Pil fra il 2006 e il 2011 in Calabria si è
ridotto del 6 per cento rispetto ad un dato del 2,9 della media nazionale. La
diminuzione del prodotto per abitante è stata del 6,5 per cento rispetto al 5,8
della media nazionale.
Il
rapporto regionale della Banca d’Italia sulla Calabria sostiene che nel 2012
l’attività economica della Regione ha subito un ulteriore forte calo in tutti i
principali settori e secondo le stime di Prometeia il Pil sarebbe diminuito del
3 per cento in misura superiore rispetto non solo all’Italia ma anche al
Mezzogiorno.
Ebbene,
noi non possiamo non tener conto che l’analisi dell’andamento dei fondi e le
analisi che stanno a base dei documenti di programmazione rilevano una forte
flessione negli indicatori economici della Regione.
Di fronte
a questi dati il dibattito sui fondi comunitari non può essere limitato a dei
meccanismi di informazione, a delle informative di carattere generale. Il
problema vero è che la situazione economica della Regione è rallentata in
maniera maggiore, in maniera più accentuata rispetto che alle altre Regioni
europee. I dati del mercato del lavoro, i dati sulla povertà, sul sistema delle
imprese che la stessa Autorità di gestione ha fornito nel Dos confermano tutte
queste valutazioni.
Allora il
problema che noi dobbiamo porci è capire in che termini è possibile superare le
difficoltà di attuare i programmi operativi. Questa considerazione deve essere
il punto di partenza, non può essere un punto di arrivo come nella relazione
dell’assessore alla programmazione europea.
Qual è la
proposta della Calabria? La Calabria forse vuol fare una proposta di
istituzione di una Agenzia regionale? Vuol fare un altro tipo di proposta e un
altro modello da perseguire? Ci saremmo aspettati che in questa sede una
qualche soluzione venisse proposta.
Ora
voglio solo soffermarmi brevissimamente sui dati dello sviluppo urbano attuati
mediante i Pisu. Ora su un impegno di 115 milioni di spesa sono stati spesi
solamente 17 milioni per sviluppare le otto aree urbane individuate nei
programmi.
Ora la
situazione non può, in qualche maniera, migliorare sol perché ci viene detto
che sono state fatte in qualche maniera dalle amministrazioni aggiudicazioni
per 80 milioni di euro. Tutto ciò è una spiegazione assolutamente insufficiente
perché in ritardo sono le 8 amministrazioni più grandi della Calabria, quindi
le 8 amministrazioni più forti e più efficienti di tutta la nostra Regione, più
forti per dimensione demografica, economica, più forti rispetto a quello che è
il divario amministrativo.
Vedete,
allora, io non condivido quell’accento che in una maniera un po’ critica forse,
me lo consenta il consigliere Orsomarso, ha rivolto al sistema Calabria nel suo
complesso non perché non sia da condividere il problema che l’amministrazione
regionale si trova ad operare in un contesto e di conseguenza è chiaramente
parte del contesto ed è influenzata e a sua volta influenza il contesto, ma perché
se materialmente l’imprenditoria calabrese non partecipa a taluni bandi,
pensiamo a Gioia Tauro, pensiamo alla metropolitana di Cosenza noi non possiamo
in maniera autoassolutoria liquidare il problema con un limite e con una
insufficienza del sistema imprenditoriale.
Vuol dire
che vogliamo fare le cose quanto meno in un modo rispetto al quale persino gli
imprenditori che sono beneficiari dell’utilizzo di talune somme - perché sono
parte essenziale, attori essenziali del ciclo economico – non seguono quella
che è la nostra impostazione, non seguono e non condividono il modo in cui noi
vogliamo traguardare gli obiettivi.
Il
problema è che in Calabria la povertà dilaga e questa sofferenza avviene
nonostante il pacchetto di investimenti per la casa, per gli anziani e per i
giovani e nonostante un rimpallo di responsabilità fra la Regione e i comuni
beneficiari.
Anche qui
scaricare sui comuni l’inefficienza complessiva dell’azione di spesa della
Regione è una operazione sinceramente inaccettabile.
Guardate,
allora, io penso che il Consiglio e, per il lavoro istruttorio, la Commissione
debba porsi un problema di avere delle leggi di spesa inadeguate, abbia rivolto
poca attenzione ai temi della rigenerazione urbana, abbia ad un certo punto una
visione in qualche maniera arcaica.
Lo stesso
fatto che l’assessore citi la traduzione dell’importo dello stock complessivo
di risorse disponibili della nuova programmazione ancora con riferimento alle
vecchie lire: sono passati 10 anni da quando non esiste più questo conio ed in
questi dieci anni noi non abbiamo fatto un passaggio metodologico rispetto alla
impostazione complessiva.
Ecco
perché, non credo che ci sia e si rileva anche dalle considerazioni che tutta
l’opposizione ha fatto fino ad ora non c’è alcun atteggiamento preconcetto. Noi
vorremmo solo ragionare su dei numeri veri, di come cioè sta realmente andando
avanti questo programma, delle sue insufficienze perché siamo ancora convinti
che si è in tempo per intervenire ed in qualche maniera evitare risultati peggiori.
Poi se
invece si vuol andare avanti traducendo in una sorta di immagine – a me è
venuto in mente quando qualcuno è intervenuto – non cito nessuno per non far
immaginare che io voglia assolutamente fare una critica personale o irridere
qualcuno, ma a me è sembrato quando ho sentito la rappresentazione di queste
scelte il film Titanic quando ad un certo punto nel sogno Leonardo Di Caprio e
Kate Winslet camminano fra ali di folla che gli battono le mani. Si voleva
rappresentare questa idea della Calabria che dovunque arriva e si parla di
fondi comunitari riceve complimenti e applausi.
Ma
guardate che non è così anche perché poi chiuso il sogno il Titanic è
affondato. E l’intervento su Sibari… io seguendo l’iter logico che il
presidente Principe ha messo in campo e pensando alle fortissime critiche in
termini di mancato intervento, di sotto utilizzo che sono state rivolte alla
Regione che pur aveva un programma di intervento che era stato lasciato proprio
e che disegnava le necessità su cui intervenire mi è venuto in mente che se si
continua in questo modo noi moriremo con i soldi in mano come Calabria ma
soprattutto faremo fare a Sibari, come metafora della Calabria, la fine di
Atlantide.
Questo è
un meccanismo che non ci possiamo permettere ed io vi invito ad essere molto
attenti ai dati che voi stessi inserite nei documenti di programmazione
altrimenti il nostro sarà stato un dibattito sterile e inutile come quello che
viene realizzato a volte in quest’Aula dove c’è un rimpallo di responsabilità
ma poi, quando si va ad analizzare realmente in termini di valore pubblico cosa
si è determinato e cosa si è creato di cambiamento concreto per l’opinione
pubblica e per la gente che vive in Calabria. Il risultato è quello di aver
stretto in mano un pugno d’aria, un pugno di mosche.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, prendo anche io la parola su questo
importante dibattito che oggi si tiene in Consiglio e che riguarda un argomento
– peraltro lo ricordavano in tanti – l’unico argomento che dà respiro alle Regioni,
in particolare alla nostra Regione, dandole capacità di spesa.
La programmazione
europea è fondamentale e sarà fondamentale anche per i prossimi anni per consentire
investimenti che altrimenti per i vari tagli non sarebbe possibile effettuare.
Ho
ascoltato anche il dibattito ed in particolare gli stimoli che provenivano – li
voglio definire così – dai colleghi del centro-sinistra che, per la verità,
ritengo - sapendo che si avvicina anche la fase della campagna elettorale -
abbiano usato – a mio avviso ingiustamente – toni particolarmente critici e non
hanno ricordato, lo voglio dire soprattutto al collega Principe, quella che è
stata anche l’esperienza del centro-sinistra che, secondo me, da questo punto
di vista non è stata una esperienza felice.
Perché
dico questo? Io in quegli anni avevo un osservatorio privilegiato perché ero
dall’altra parte, ero sindaco di una città di oltre 15 mila abitanti. Ebbene,
negli anni di governo di centro-sinistra non solo si è scontato un notevole
ritardo di programmazione - poche risorse sono state spese per la programmazione
2007-2013 che è quella che ha governato il centro-sinistra - ma si è pensato di
segare, azzoppare un assessore come Principe che aveva volontà di investire e
di spendere, che era assessore alla cultura; basti ricordare quando decise di
dare ai comuni che partecipavano alla Magna Grecia delle risorse per accelerare
la spesa 2000-2006 e quindi per attrezzare meglio i siti. Si pensò bene da
parte del Presidente Loiero di segarlo, di azzopparlo perché quelle risorse che
venivano accelerate come spesa invece, forse, non dovevano essere spese ma
dovevano essere programmate diversamente.
Credo che
il consigliere Principe ricorderà, così come oggi ci ricorda il progetto
speciale per Sibari che fu un altro progetto azzoppato da quella coalizione
quando si andò realmente a programmare.
Queste
cose assessore le ricordo e bene e le ricordo in relazione ad una impostazione che
poi, diciamocelo chiaramente, fu sanzionata dai calabresi nel 2010.
Ora il
problema si pone per la programmazione 2014-2020. Non è che siamo in grande
anticipo, ci sono degli atti che sono stati messi in campo dall’assessore
Mancini e dal dipartimento e si comincia ad impostare un lavoro. A mio avviso
non piacerà a molti – soprattutto ai miei colleghi cosentini – ma quando il centro-destra
ha seguito, per non perder tempo, quello che ha fatto il centro-sinistra, come ad
esempio sulle metropolitane leggere, la metropolitana leggera di Cosenza – non
me ne voglia l’assessore Gentile – probabilmente ha sbagliato.
Perché
noi nel 2010 seguimmo quella impostazione e magari evitammo di fare
investimenti infrastrutturali che avrebbero potuto avere una ricaduta reale e
seria sulla provincia, completando strade di comunicazione che ancora mancano e
infrastrutture importanti come la Sibari-Sila, come la strada che collega
Tarsia col Rossanese, come le strade di collegamento che potrebbero unire il
Pollino alla Sibaritide o il Pollino al Tirreno. Ebbene, in quel caso probabilmente
sbagliammo.
Oggi,
invece, c’è una nuova programmazione da mettere in campo. Siamo alla fase
iniziale di questa programmazione e c’è una programmazione che a mio avviso – è
un suggerimento anche se non ha bisogno di suggerimenti l’assessore o il
dipartimento – va pianificata e discussa con i territori.
Se posso,
suggerisco di andare sui territori e di chiamare i sindaci perché questi stanno
già lamentandosi e cominciano ad aver bisogno di questa programmazione di
incontri sul territorio, incontrare i sindaci e coloro i quali sono gli attori
protagonisti, che hanno magari contezza alle esigenze delle loro comunità,
incontrare coloro i quali nella società civile vivono queste realtà. Magari chi
vive in regione talune realtà non le conosce.
E
discutere poi – così come c’è scritto nella relazione dell’assessore – col
Ministero quelle che sono le reali esigenze di questa terra perché
probabilmente a livello ministeriale non c’è consapevolezza di quelle che sono
le reali esigenze di una terra che ancora dovrebbe partire dai fondi
strutturali 2000-2006 che non hanno avuto la ricaduta adeguata.
Si parla
poi con toni critici da parte dei colleghi di centro-sinistra della programmazione
dei Pisu.
C’è stata
nella programmazione 2000-2006, che è una programmazione di centro-destra, una
azione indovinata che è l’azione di programmazione che ha coinvolto tutte le
comunità oltre i 15 mila abitanti: i Psu, i piani di programmazione che hanno
riguardato quelle comunità e che sono stati cancellati dalla programmazione di centro-sinistra
2007-2013 che è stata una programmazione che ha voluto privilegiare tutte le
comunità oltre i 30 mila abitanti che erano quelle che, anche nella programmazione
Pisu, erano state incapaci di accelerare la spesa.
Ma queste
cose, quando si discuteva la programmazione 2007-2013, non le conoscevamo o le
conoscevamo e abbiamo fatto finta di non capire? Ancora oggi si insiste da
parte ministeriale a voler programmare e privilegiare quella impostazione, assessore
Dattolo.
Ecco, io
invece vorrei invitarla, se è possibile, a rivedere quella programmazione e a
non concentrarla perché i dati che le hanno rivelato i colleghi di centro-sinistra,
vale a dire i dati su una lentezza della spesa da parte di questi comuni, sono
dati che poi ricadono in termini di responsabilità sul suo assessorato.
Una programmazione
che non può – mi riallaccio anche alle valutazioni dei colleghi – non ripartire
anche dai beni culturali; non può che ripartire da una programmazione, da un
progetto speciale per la Sibaritide e per Sibari innanzitutto come area
degradata e come area che può avere, invece, azioni di sviluppo. Un’azione che
non può non privilegiare l’ambiente inteso non solo come impianti per la
raccolta e per lo smaltimento e la lavorazione dei rifiuti ma per l’ambiente in
senso stretto; dalla depurazione per la quale si sta facendo una programmazione
da parte del dipartimento con fondi nazionali ma che può avere anche fondi
comunitari per la bonifica dei tanti territori cosparsi di veleni che ci sono
in questa Regione.
Una programmazione
che non può non dare copertura alla legge che abbiamo approvato in Consiglio
regionale per lo smaltimento dell’amianto. Una programmazione che non può non
dar copertura - e penso che questo sia importante e che su questo non debbano
esserci divisioni ma condivisioni totali - su un privilegio per le aree
interne, per i piccoli comuni. Non dobbiamo dimenticare la realtà di questa
terra e non possiamo pensare che soltanto concentrando le azioni sulle grandi
comunità, che poi sono comunità medio-piccole di questa regione, noi possiamo
centrare l’obiettivo.
Gran
parte della popolazione non vive nelle città capoluogo e non dobbiamo anche
scordare che secondo un vecchio detto: se viene abbandonata la montagna, la
montagna segue l’uomo a mare. L’85 per cento del territorio non è un territorio
pianeggiante in Calabria e quindi dobbiamo privilegiare queste piccole
comunità, le dobbiamo far vivere, non possiamo pensare che il destino di quelle
comunità - che è un destino di svuotamento
possa essere ineluttabile.
Dobbiamo
utilizzare quelle come risorse perché abbiamo centri storici straordinari; se
noi riuscissimo ad attrarre stranieri o anche calabresi che vivono altrove e li
portassimo a riscoprire questi centri storici probabilmente avremmo ridato
economia ed ossigeno ad una Regione che da questo punto di vista è assolutamente
asfittica.
Puntare,
allora, su queste risorse e sulla enogastronomia e sulla cultura
dell’accoglienza. Certo non realizzare nuove strutture turistiche, non ci
serve, avete visto la programmazione che la Giunta regionale ha voluto coprire
attraverso i fondi del Piano per il Sud stenta a decollare perché le imprese
turistiche sono in grande difficoltà.
Invece di
puntare su una ospitalità diffusa e su una enogastronomia di qualità, si devono
spingere le grandi imprese e le grandi aziende agricole o le aziende agricole
di questo territorio a fare un lavoro di qualità per avere una enogastronomia
reale che possa essere altro elemento attrattore e produttore di economia.
La sfida
qual è? Utilizzare queste risorse per produrre realmente economia e reddito per
vincere e sostenere, magari, quella imprenditoria privata che, come dice l’assessore,
è una imprenditoria privata che ha poche possibilità o ha avuto poche possibilità
di crescita o scarse capacità di crescita per produrre realmente reddito e prodotto
interno lordo.
Infine,
amici, diciamocelo con grande chiarezza: anche – e questo è il compito del
dipartimento o dei vari dipartimenti – il comprendere cosa si è sbagliato
finora; il problema in tanti casi non è stata la mancanza di spesa anche negli
anni di centro-sinistra ma la ricaduta e la qualità della spesa molto spesso
per cause imputabili ai percettori – non nel caso di enti pubblici ma nel caso
di privati; molto spesso in quei casi i soldi non sono arrivati a destinazione
o meglio non sono stati spesi per la funzione per la quale si era programmato.
Mi
riferisco alle borse lavoro e ad altre misure che hanno costituito spesa per
decine e decine di milioni di euro per le quali, probabilmente, anche i
calabresi avrebbero potuto spendere meglio e non – come nel caso delle borse lavoro
e mi assumo la responsabilità di quel che dico, assessore Pugliano, perché ne
sono stato testimone e le mie orecchie hanno sentito questo – ragazzi che erano
stati assunti, o meglio che dovevano essere assunti con queste borse lavoro, e
che sono stati tenuti a casa dagli imprenditori o dai professionisti che li
avevano assunti con questa dicitura “tu rimani a casa perché ti do 200 euro e
le altre 700 le percepisco io”.
Allora
dobbiamo interrogarci su una sfida che è anche di moralità che deve riguardare
la politica in primis perché la politica deve essere sanzionata quando
sbaglia ma che deve anche riguardare tutti i calabresi per avere una ricaduta
minimale che possa creare un minimo di crescita e di sviluppo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente,
a me dispiace che ogni volta che parliamo all’interno di quest’Aula di
questioni di carattere generale tra maggioranza e opposizione si torni sempre
al solito ritornello: tu hai fatto bene, io ho fatto meglio.
Qui il
problema oggi non è questo. Oggi si deve discutere e riflettere su un percorso
di 4 anni che ha visto il centro-destra e l’assessore Mancini guidare quello
che è stato il processo di impegno e di spesa dei fondi comunitari.
Una prima
cosa la possiamo dire: all’interno di questi 4 anni noi non abbiamo più guardato
ad una serie di problematiche che c’erano state nella gestione dei vecchi fondi
comunitari, nel senso che non siamo arrivati alla fine di questi anni e nemmeno
nel percorso dei 4 anni a dover ricorrere ai cosiddetti progetti sponda, a
dover ricorrere a quella che era la perdita di fondi non spesi, a quelli che
erano i rilievi che costantemente faceva la Commissione europea per quanto
riguarda la rendicontazione della spesa.
Noi
dobbiamo dire che in questi quattro anni c’è stato un percorso efficace da parte
di chi ha gestito i fondi comunitari, sia da parte dell’assessore Mancini sia
dell’intera Giunta, che ha consentito alla Regione di poter arrivare alla fine
del tagliando per quanto riguarda la programmazione in atto e dire che, pur non
avendo raggiunto i risultati massimi che si potevano raggiungere - perché sono
venuti a mancare nel corso dei 4 anni gran parte dei fondi Fas che erano stati
programmati a livello nazionale – certamente questa Regione, attraverso lo
sforzo che ha fatto nell’attività di riprogrammazione dei fondi comunitari, ha
raggiunto uno standard di spesa e di impegno che è elevato e che ci
consente oggi di aver avuto il plauso della Comunità europea per aver raggiunto
ogni anno il target che ci eravamo prefissati.
Penso che
questa presa d’atto, che di fatto era nelle parole anche del consigliere
Principe nel momento in cui dice che c’è stata una buona gestione di questo
percorso dei fondi comunitari rispetto
agli anni precedenti, debba consentire oggi a tutti quanti noi di poter fare anche
un salto di qualità culturale rispetto a quello che è il dibattito che ci deve
essere su queste problematiche.
Mi sarei
aspettato dall’Aula che venissero fuori anche una serie di questioni che ci
potessero aiutare a meglio gestire quella che è la futura programmazione dei fondi
comunitari. Vedere quali sono state le cose che non sono andate bene, prenderne
atto e dare una serie di suggerimenti affinché la prossima programmazione
comunitaria ci potesse consentire di avere una rispondenza migliore nell’utilizzo
e nella programmazione dei fondi.
Ho
assistito l’altro giorno alla presentazione del documento operativo strategico
sui nuovi fondi comunitari che, devo dir la verità, a differenza del passato
mira ad orientare l’azione strategica di questa Regione su quelle che sono non
soltanto le sue debolezze ma quelle che sono le sue prospettive di sviluppo perché
la fase dell’azione sulle debolezze regionali l’avremmo già dovuta superare da
un bel pezzo, nel senso che la programmazione che c’è stata dal 2000 in poi
avrebbe dovuto consentire a questa Regione di superare le difficoltà di natura
culturale, strutturale, sociale, di allargare quella che era la possibilità
delle competenze, dell’intervento su quei fattori sociali che bloccavano lo
sviluppo. Questa era la programmazione passata, oggi noi andiamo verso una programmazione
di tipo diverso che ci fa guardare verso una prospettiva di sviluppo strategico
di questa Regione.
E’ lì, in
quel documento, che noi dobbiamo individuare quali sono le azioni sulle quali
puntare per far sì che questa Regione possa finalmente far un salto di qualità
dal punto di vista economico-finanziario e dal punto di vista sociale e
culturale.
In questo
senso anche la finalizzazione dei fondi comunitari per i futuri sei anni sarà
orientata prettamente su questo tipo di strategia.
Noi
dobbiamo capire, allora, se finalmente riusciremo a dare una risposta certa ai
nostri concittadini. Finora non c’è stata la possibilità di dire ai calabresi
qual è stato l’impatto economico dei fondi sulla nostra economia regionale. Non
c’è stata nessuna valutazione di come i fondi spesi abbiano prodotto qualcosa
di innovativo e di qualitativo all’interno di questa regione.
L’azione
strategica futura dovrà dire se i fondi sono spesi bene e cosa producono.
Questo è inserito nel nuovo documento di programmazione strategica regionale perché
quello ci può indicare se i fondi sono spesi bene e se hanno prodotto
occupazione, reddito o se hanno prodotto e fatto aumentare tutti quei fattori
che consentono ad una Regione di poter uscire da situazioni di difficoltà.
In questo
senso, ecco, io penso che l’azione che è stata portata avanti dai vari
assessorati oggi ci consenta di poterci presentare a questo Consiglio regionale
senz’altro con un risultato che, non dico che sia positivo al 100 per cento,
sia diverso rispetto a quello che c’è stato negli anni passati. Questo lo
dobbiamo dire con chiarezza perché, se non fosse così, noi avremmo avuto tutta
una serie di indicazioni negative che oggi non ci consentirebbero di dire
“abbiamo speso i fondi, abbiamo impegnato i fondi”.
Questo
oggi ritengo sia il primo risultato importante che in questo Consiglio
regionale noi dobbiamo mettere in campo e in rilievo rispetto a quel che è
stato anche il passato.
Penso
anche alla rimodulazione nell’azione strategica che ha voluto portare avanti la
Giunta in questi ultimi due anni e che ha finalizzato le risorse su alcune
azioni importanti quali l’edilizia scolastica, l’aiuto alla cassa integrazione
per le persone in difficoltà che erano state espulse dal mondo del lavoro, sul
turismo, sulle zone franche urbane delle quali vedremo i risultati nei prossimi
anni.
Queste
azioni di rimodulazione dei fondi comunitari consentono oggi di poter andare a
coprire una serie di settori che nella programmazione iniziale erano stati
trascurati e ci consentono anche di portare a casa nei prossimi anni un
risultato positivo di quello che è l’impiego delle risorse.
Certamente
queste risorse dovranno essere meglio spalmate in quelli che sono i problemi
urgenti della nostra Regione.
Ecco perché
io penso che oggi il confronto che c’è stato all’interno di quest’Aula sarebbe
potuto essere migliore rispetto a quello che abbiamo individuato. Ma
certamente, come diceva il collega Gallo, siamo ormai sotto la campagna
elettorale, fra poco ci saranno le elezioni europee e fra non molto anche le
elezioni regionali e quindi ognuno deve, comunque, dire qualcosa di negativo
rispetto a chi ha governato e certamente questa cosa e questa logica che segue
il dibattito su un tema così importante penso che non porterà a nessun
risultato.
Il
risultato, noi comunque, lo abbiamo ottenuto.
Risultato
che è quello di aver portato oggi in Aula il resoconto di quello che è stato
l’impiego dei fondi europei e di quella che sarà la programmazione anche
futura, comunitaria, che nei prossimi mesi svilupperemo sempre meglio; questo
risultato - avendolo portato all’interno di quest’Aula - penso che possa
promuovere non dico a pieni voti ma comunque con un voto ottimo quella che è
stata l’attività di questa Giunta e dell’assessore Mancini alla guida dell’assessorato
al bilancio e dei fondi comunitari.
Grazie
collega Magno.
Prego assessore
Mancini, ha facoltà di parlare per la replica.
Grazie, signor
Presidente, alcuni brevi cenni perché poi è giusto che, per la rilevanza del
tema che si è trattato e per la discussione che c’è stata, a concludere sia il Presidente
della Giunta, Scopelliti.
Ho
ascoltato con grande interesse il dibattito, ho ascoltato tutti quanti gli
interventi e però confesso ai colleghi che c’è un po’ di delusione perché, sebbene
mi renda conto che da qui ad un paio di mesi i calabresi – ma non solo –
saranno chiamati ad esprimere il proprio consenso rispetto alle imminenti
elezioni europee, da qui a meno di un anno saremo chiamati a votare per le
elezioni regionali, capisco che ognuno degli interventi – ad iniziare da quello
dei colleghi di opposizione – sia ispirato anche a marcare la propria presenza,
a far sì che la propria dichiarazione esca domani sui giornali.
Però,
consiglieri, noi stiamo parlando di un tema così importante per la vita
presente e futura dei calabresi che ci saremmo aspettati tutti che il tema
fosse sottratto alla propaganda. Così non è stato e ne prendiamo atto con
dispiacere ma dobbiamo registrare che si è preferito dar voce e spazio alla
propaganda e non si è preferito - salvo qualche intervento di sostanza -
puntare al senso vero che è quello che oggi noi discutiamo, della vita presente
e futura dei nostri concittadini.
Tra
l’altro, discutiamo di un tema rispetto al quale tutto si può dire, ma bisogna
avere la sensibilità e l’umiltà di stare poi ai numeri.
Mi è
stato riconosciuto e ringrazio i colleghi; ho cercato di svolgere un intervento
in una relazione equilibrata nella quale ho tentato di evidenziare le cose che
sono state fatte e sono state fatte. Ma non ho taciuto i punti di ombra e di
criticità che noi tutti dobbiamo essere impegnati a superare.
Però,
poi, alla fine i numeri sono lì, chiari ed inoppugnabili e rappresentano il
discrimine sul fatto che si faccia bene o sul fatto che si faccia male.
I numeri
sono di due tipi. I primi rappresentano i target di spesa e mi riferisco
al ciclo di programmazione 2007-2013. Ebbene, colleghi, piaccia o non piaccia –
dovremmo essere tutti contenti però – in questi anni la Calabria ha perso euro
zero. Nel 2010 abbiamo rispettato il target di spesa, l’abbiamo fatto
anche nel 2011, nel 2012 e nel 2013.
Anzi nel
2013 abbiamo anche ricevuto i complimenti ed il plauso del Ministro della
Repubblica delegato a questa materia. Il ministro Trigilia ha informato
l’opinione pubblica nazionale che la Calabria nell’anno passato è stata la Regione
che meglio ha gestito la spesa delle risorse comunitarie.
Ha detto
il ministro Trigilia - e non la mia modesta persona o quella molto più
autorevole del Presidente della Giunta – un Ministro della Repubblica italiana
che la Calabria ha brillato nella accelerazione dei fondi.
Andatevi
a confrontare – mi riferisco ai colleghi della opposizione – su chi sia il
ministro Trigilia, vicino politicamente al Partito democratico, appartiene a
quella scuola alla quale si è formato ed ha ispirato il suo predecessore, il
ministro Barca, al quale ha attinto informazioni, titoli e meriti anche l’ex Vicepresidente
della Giunta regionale, professor Cersosimo. Se da quel fronte, quindi, ci
arrivano i complimenti ritengo che tutti dovremmo essere soddisfatti per i
calabresi.
Liberiamo
il campo da equivoci e da interpretazioni sbagliate: i numeri parlano chiaro e
noi a quei numeri ci atteniamo.
L’altro
elemento numerico che dovrebbe in qualche modo guidare le nostre analisi è
quello elettorale. Mi dispiace che il consigliere Loiero, come al solito, dopo
averci fornito la sua lezioncina poi… Forse è tifoso del Napoli e mi rendo
conto che alle 19 gioca il Napoli.
(Interruzione)
Alle 21
gioca la Roma, c’è tempo.
Però mi
rendo conto che si sia piccato del fatto che non abbia citato l’esempio della
Statale 106 come parte dell’azione della Giunta che lui ha guidato. La statale
106, insieme a tutta la programmazione 2007-2013, porta la firma della Giunta
che ci ha preceduto, tutta quanta, anche la statale 106 insieme a tutta quanta
la programmazione.
Ebbene
piaccia o non piaccia anche su quell’esperienza, su quell’approccio, anche su
quella pagina si sono espressi i calabresi nel 2010, bocciando quell’esperienza
e premiando la nostra proposta. Io mi auguro che ci siano tutte le condizioni
politiche, ma non solo politiche, affinché da qui ad un anno il presidente Scopelliti,
insieme a tutti quanti noi, possa chiedere la conferma agli elettori e anche lì
giudicheremo rispetto al dato elettorale.
Mi
trattengo brevemente sull’intervento del consigliere Loiero, dispiacendomi del
fatto che non ci sia. Non ho compreso l’intervento, per la verità, è stato
molto lungo e addirittura in un passaggio si è anche intrattenuto in una
citazione non ho capito se ironica o meno di un mio intervento non del 2014 ma,
addirittura, del 2011.
Ecco, una
cosa ho capito: buon per lui ma non certamente per i calabresi che non si sia
impegnato nella carriera umoristica perché l’effetto non è stato dei migliori
da quel punto di vista.
Ha citato
un passaggio nel quale io facevo un plauso alla dottoressa Anna Tavano. Dicevo
nel 2011, e lo ripeto nel 2014, che la dottoressa Tavano ha svolto egregiamente
il ruolo di Autorità di gestione consentendo alla Calabria di conquistare
risultati importanti.
Mi
dispiace che il consigliere Loiero non condivida questo mio giudizio anche perché
la dottoressa Tavano è cittadina di Catanzaro, la stessa città dalla quale
proviene il consigliere Loiero, rispetto alla quale tante volte in tanti
ragionamenti egli si spende.
Avrebbe
anche lui da una parte potuto e dovuto godere del lavoro positivo svolto dalla
dottoressa Tavano ma anche del fatto che la dottoressa Tavano non è più qui perché
è stata chiamata a guidare il dipartimento delle infrastrutture di una Regione
che si chiama Lombardia e che è in qualche modo tra le Regioni più ricche
d’Europa. Quindi non è che stia a Catanzaro nella sua casa a fare il bucato la
dottoressa Tavano; sta a Milano a guidare il comparto delle infrastrutture.
Siamo orgogliosi che da questa esperienza e con i risultati importanti di
questa esperienza abbia potuto fare un salto in avanti nella sua carriera e
nella sua formazione per la quale tutti ci rallegriamo e da catanzarese avrebbe
dovuto rallegrarsi anche il presidente Loiero.
2014-2020:
E’ una sfida da far tremare le vene ai polsi; 11 miliardi di euro, consigliere Naccari
Carlizzi, sono circa 21 mila miliardi di vecchie lire e lo dico per far capire
anche a lei che di numeri se ne intende, visti i risultati importanti che ha
conseguito, che è una partita molto importante rispetto alla quale tutti quanti
dovremmo essere impegnati e rispetto alla quale il Consiglio regionale può
incidere positivamente per il presente e per il futuro.
Ecco perché
da questo punto di vista, ripeto, al netto della propaganda che è fisiologica,
giusta e sacrosanta, che ci sta tutta a due mesi e mezzo dalle elezioni, però,
colleghi e qui è lo sforzo che mi permetto, in qualche modo molto sommessamente
ed umilmente, comprendendo e conoscendo perfettamente i limiti della mia
modestissima persona, di invitarvi ad affrontare con grande determinazione.
Noi oggi
occupiamo un ruolo di governo e in qualche modo facciamo il nostro. Siamo però
consapevoli che essendo questa una partita che ha uno sguardo lungo,
addirittura un settennio da dover definire, l’appello è “facciamolo insieme”.
Se ci sono elementi, idee, suggerimenti, suggestioni – abbiamo ascoltato anche
qualcuno di interessante nel dibattito – troviamo il modo di tradurli in atto
amministrativo e di metterli in pratica.
Da questo
punto di vista ringrazio gli interventi degli amici della maggioranza, del presidente
Imbalzano che più degli altri nel suo ruolo di Presidente della Commissione si
sta impegnando insieme a tutti, alla maggioranza, ringrazio naturalmente i
colleghi Magno, Gallo e Orsomarso per gli stimoli che anche in questo dibattito
hanno fornito. Noi dobbiamo essere impegnati nella programmazione di risorse
enormi e naturalmente dobbiamo avere la capacità di farlo uscendo dagli uffici
di Catanzaro e dialogando col territorio.
Da questo
punto di vista tanto abbiamo fatto e tanto ancora possiamo fare.
Abbiamo
presentato il Dos al partenariato, poi naturalmente ci sono tante procedure che
sono complesse e complicate e che vorremmo rendere più snelle ma a quelle
procedure, fin quando sono in vigore, ci dobbiamo attenere e quindi ecco la
necessità di fare i passaggi nel partenariato, con il partenariato e in Commissione.
Anche lì noi auspicheremmo che non ci fosse soltanto un dibattito asfittico e
legato alla contingenza del momento ma vorremmo veramente che ci fosse da parte
di tutti i colleghi anche - perché no? – da quelli di opposizione - che si
distinguono per elaborazione, prospettive e lungimiranza di pensiero - il
proprio contributo. Poi vogliamo, naturalmente, parlare e discutere, rendere
protagonista tutto quanto il territorio nella sua completezza, ed ecco la
parola ai sindaci e agli enti territoriali ed ecco la necessità di parlare di
questi temi.
Perché
colleghi, ed ho concluso, in questi 4 anni questa esperienza mi ha insegnato
che tutti quanti noi diciamo che i fondi europei rappresentano l’unica grande
occasione per la nostra terra, però non tanti, troppo pochi sono, tra gli
amministratori, nella burocrazia ma anche nel tessuto imprenditoriale della
nostra terra, attrezzati per utilizzarli e per cogliere quelle opportunità che
sono date.
Ecco perché
stiamo facendo, abbiamo in programma, incentiveremo ancora di più la nostra
presenza sul territorio per dialogare in qualche modo con tutti e con la
“modestia” che in qualche modo ci guida per incentivare, invogliare ed
incoraggiare tutti ad essere protagonisti di questa sfida.
Abbiamo
detto che è una grande opportunità per la Calabria, mi auguro che questa sfida,
al di là delle schermaglie propagandistiche, si affronti tutti quanti insieme
nell’unico interesse supremo della nostra terra. Grazie.
Grazie, assessore.
Conclude
il dibattito il Presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti.
Presidente,
grazie per avermi dato la parola. Farò soltanto alcune riflessioni che spero
possano aiutare un po’ in termini di conoscenza il dibattito anche rispetto al
futuro e alla prospettiva che questo governo regionale, questa amministrazione,
questa maggioranza vuole mettere in campo per affrontare queste annualità,
questa nuova programmazione 2014-2020.
Ovviamente
anche io mi unisco al rammarico manifestato dall’assessore Mancini perché in
ogni seduta di Consiglio regionale il collega Loiero fa la sua filippica
iniziale e poi scompare nel nulla per l’ennesima volta. Sarà l’aereo o altro,
ma sembra che si accomuni nelle sue esternazioni a coloro che non hanno mai
governato o che non sono stati mai uomini al governo. Finge di essere un
conoscitore della programmazione comunitaria, si atteggia da gigante quale non
è sotto tutti i punti di vista.
Ricordo,
tra l’altro, quando, forse nel primo dibattito televisivo, incominciò a dire
che la sua amministrazione aveva speso il 21 per cento dei fondi comunitari ed
io gli dicevo “guarda Presidente, hai impegnato il 21 per cento ma hai speso il
5 per cento”.
Capii lì
– poverino, nessuno me ne voglia – che lui non aveva idea di cosa fosse
l’impegno e di cosa fosse la spesa, questo a dimostrazione di un percorso di 5
anni di totale confusione di un amministratore. Questo è proprio il colmo.
(Interruzione)
Non sono
esagerato! Lo dico perché anche io fui colto dalla sorpresa di ascoltare certe
cose. Voglio dire che sembra brutto ma noi ogni volta non riusciamo neanche a
parlare perché non abbiamo la possibilità di replicare perché se le repliche
non devono essere fatte a nessuno diventa difficile…
(Interruzione)
No,
nessuno no, per carità. Abbiamo anche ascoltato l’intervento del consigliere
Principe, era solo per fare una analisi rispetto ad alcuni degli interventi che
ho ascoltato – se non tutti – attraverso gli strumenti che ci offre il Consiglio
regionale.
Però una
cosa è dire che noi abbiamo enfatizzato o messo in campo i poli e quant’altro,
giusto o sbagliato, altra cosa è ergersi a paladino anche perché poi alla fine
– l’ha detto l’assessore Mancini – sicuramente i dati sono quelli, la programmazione
e la spesa dal 2007 al 2010 l’avete fatta voi e i numeri sono chiari e netti ed
è inutile stare a ripercorrere quella che ad oggi è stata la fase di impegno e
di investimento delle risorse comunitarie.
Così come
è sbagliato dire che per la Statale 106 e la Gallico-Gambarie sono tutti
investimenti vostri. Cosa bisogna fare in Calabria secondo voi? Penso che una
delle grandi opere che divide la politica è il ponte sullo Stretto di Messina
ma non compete a noi. Dopo di che se uno scrive un documento per l’utilizzo dei
fondi comunitari ed ha dentro da spendere, per esempio, quanti miliardi sono?,
10-11 miliardi col cofinanziamento con tutti quelli che sono i Pac e tutto il
resto. Con 11 miliardi cosa fareste? Fareste il completamento della A3 se
dovessero servire, della Statale 106, le grandi trasversali. Cioè non è che c’è
molto da inventarsi anche perché in Calabria i ritardi sono quarantennali
almeno, per esempio l’elettrificazione della ferrovia della zona ionica che va
da Melito Porto Salvo alla Sibaritide. Non c’è molto.
Voi siete
stati bravi a citare tutti questi interventi inserendoci, ovviamente, le
metropolitane ma io torno a ribadire un limite di questa scelta che è stata
poco coraggiosa.
E’ vero
che oggi siamo in ritardo sulle metropolitane perché le procedure sono un po’
complesse – sulle metropolitane come su altri investimenti – ma se non ci
fossimo stati noi queste procedure e questi bandi non sarebbero mai stati
fatti.
Non
dovete dimenticare che per ogni opera che avete fatto sottoscrivere agli
amministratori comunali di Reggio Calabria, per il piano della mobilità vi
siete ricordati dopo due anni perché gli assessori che erano di Reggio Calabria
in Giunta sono sempre stati succubi e vittime delle scelte fatte da altri.
Quando firmammo quel documento a Reggio Calabria – io da sindaco lo firmai, due
anni dopo fu firmato per Catanzaro e dopo per Cosenza – sul piano della
mobilità abbiamo firmato un documento…
(Interruzione)
Dice lo
stesso giorno, giustamente, è vero. Però gli altri sindaci avevano fatto due
anni di programmazione con la Regione e io neanche un giorno, questa era la
differenza.
(Interruzione)
Presidente,
per cortesia, possiamo parlare? Perché altrimenti qua di idiozie se ne dicono
tante ed i nomi e cognomi hanno abbondantemente la loro paternità, diciamo
così.
Dicevo che sotto questo punto di vista noi abbiamo un
elemento che ha caratterizzato la nostra azione. La nostra azione si è
caratterizzata perché contrariamente alla precedente amministrazione queste
opere vedono la luce perché noi abbiamo messo i soldi tutti in una unica fonte
di finanziamento.
Prendetevi gli accordi e le convenzioni sottoscritte da
parte degli enti locali e della Regione - per chi non ce l’ha si faccia le fotocopie e per chi
non le sapeva non le conosce, si documenti – dove c’era scritto che la
metropolitana di Cosenza, quella di Catanzaro, il piano della mobilità di Reggio
Calabria erano tutti progetti che venivano finanziati con i fondi comunitari, con
i fondi Fas.
(Interruzione)
Sì, e poi con tutta una serie di finanziamenti che sono
quei soldi che abbiamo utilizzato per coprire l’altro vergognoso buco
lasciatoci dall’ex assessore all’urbanistica.
(Interruzione)
Erano risorse e così via.
Tutto questo significa che nel momento in cui tu vai a
fare la programmazione devi avere la certezza per fare un bando perché è
cambiato un po’ il sistema di gestione - mi pare chiaro ed evidente – della
cosa pubblica. Tu non puoi fare il bando se non hai la certezza da parte di chi
certifica che hai le risorse.
Quindi per fare un bando se non hai la certezza dei
fondi Fas, la certezza dei fondi comunitari, se non hai la certezza di tutti i
finanziamenti che convergono su quell’opera, tu non farai nulla.
(Interruzione)
Prendiamo le convenzioni.
(Interruzione
(fuori microfono) del
consigliere Principe incomprensibile)
Chiedo scusa, per dare ordine al dibattito. Ognuno ha svolto il proprio intervento in tempi e modi. Se poi non è convincente l’intervento conclusivo del Presidente, può far dichiarazioni alla stampa ma qui vorrei mantenere un ordine adeguato all’Aula.
Prego, presidente Scopelliti.
Presidente, io penso
che sia veramente inutile a volte il dibattito politico perché alla gente importa poco. Noi dovremmo invece fare altro,
dovremmo realizzare metropolitane
perché la differenza tra il parlare e il fare è la sostanza della politica.
Ma le
convenzioni, in quegli accordi c’erano questo tipo di fondi, di fonti di
finanziamento che erano 3-4 diverse delle quali una di queste, ricordo, noi non
l’abbiamo mai avuta; purtroppo adesso non ricordo perfettamente come si chiama perché
mi sfugge.
Comunque,
queste fonti di finanziamento noi le abbiamo dovute utilizzare per coprire i
buchi sui fondi 2000-2006, cioè per quella spesa comunitaria che non c’è stata
riconosciuta; però adesso non ricordo bene.
Gli
accordi però sono molto chiari, cioè dentro le convenzioni – le ricordo perché le
ho lette bene – c’erano questi canali di finanziamento che erano diversi. Noi
abbiamo cancellato tutto e abbiamo detto “queste grandi opere le finanziamo
tutte con i fondi comunitari”.
Ad
esempio, quella di Reggio Calabria non è stata finanziata con i fondi
comunitari; non c’è, non la troverete, l’abbiamo finanziata perché non
bastavano i soldi, l’abbiamo finanziata con i fondi Fas. Prova ne sia che anche
quella che è la strada Gallico-Gambarie, l’unica insieme alla metropolitana di Catanzaro
che è a bando e che è avanti nelle fasi di attuazione, viene finanziata
attraverso il recupero di risorse e fondi comunitari, quindi sul Fesr.
Pertanto
l’idea che abbiamo avuto noi non è stata quella di rappresentare uno scenario
in cui tutto veniva fatto e, nell’attesa che arrivassero i soldi, prendevamo
tempo. Noi abbiamo canalizzato le risorse su un unico grande obiettivo e ci
siamo assunti una grande responsabilità, questa è la differenza.
Oggi è
chiaro che questi interventi, i dati della pianificazione – lo ha detto l’assessore
Mancini – e il riconoscimento del ministro Trigilia qualche mese fa che
elogiava la spesa della Regione Calabria - insomma tutta una serie di cose, poi
ognuno può fare e dire ciò che ritiene opportuno - pongono in evidenza una cosa
che secondo me diventa necessaria per la politica da affrontare.
Intanto
in questi ultimi 14 anni c’è un elemento di novità e speriamo, assessore
Mancini, che questo, attraverso l’impegno del nostro direttore generale,
Praticò, diventi un elemento di novità vero. In questi 14 anni abbiamo avuto
due volte il Governo di centro-sinistra che ha scritto per 14 anni – 7 anni per
sette anni – con la stessa persona il Por Calabria.
Adesso è
inutile stare a giudicare ma credo che non sia stata sicuramente una programmazione
efficace e mi sia consentito di dirlo perché è sotto gli occhi di tutti: i
problemi sono stati evidenti e grandi e ci si muove con una certa difficoltà.
Emerge un
dato, però, che noi come Regione abbiamo posto e che diventa nella fase di
contrattazione, di pianificazione, nella fase di confronto tra il Governo nazionale
e l’Europa un concetto molto chiaro. Il Governo lo ha acquisito anche
attraverso le scelte che fece al tempo il Governo Berlusconi: è inutile
finanziare programmi che vedono impegni numericamente rilevanti, cioè impegni
che sono dettati da un indirizzo e da una determinazione di voler fare tante
cose con le risorse che ci sono.
Abbiamo
avuto la certezza, ormai, ancora una volta, che non serve fare azioni, misure
investendo tutti i campi e tutti i settori.
Forse è
più utile far quello che ormai anche nel confronto col Governo nazionale noi
abbiamo più volte rilevato, cioè la possibilità di far poche cose e di
concentrare le risorse per obiettivi importanti.
Penso che
questo tipo di indirizzo ci consenta di centrare gli obiettivi e di
concretamente far vedere la ricaduta dell’utilizzo dei fondi comunitari perché un
altro grande limite che abbiamo registrato, ma sul quale argomento stiamo
puntando e dobbiamo continuare a puntare, è quello legato al coinvolgimento
degli enti territoriali e a cascata degli enti sott’ordinati.
Nella programmazione
precedente o meglio quella attuale non c’è stata una grande risposta. Adesso
non ricordo se fossero un miliardo o più e la spesa è veramente minima, va
fuori dai Pisu. I Pisu sono uno strumento ma, al di là di essi, c’era il
finanziamento dei bandi che noi abbiamo fatto, per i quali gli enti locali sono
veramente in ritardo. Una prova evidente era quella legata all’ambiente, alle
coste e alla loro salvaguardia, al nostro mare con la depurazione, i famosi 39 milioni
di euro che sono diventati un simbolo della inefficienza e della incapacità a
volte degli enti.
Però noi
non possiamo sottrarci all’idea che in questa azione che vogliamo mettere in
campo e che vogliamo studiare, in questa azione devono avere un ruolo ancora
più importante e rilevante le amministrazioni locali perché, se ci sarà una programmazione
coinvolgendo gli enti locali, se ci sarà un’attuazione che ci consentirà di
coinvolgere i comuni sul territorio, questo diventa un motivo di forza a condizione che i comuni siano in grado di
attrezzarsi per queste sfide.
Perché il
dato che fino a qualche mese fa era fortemente significativo e emblematico era
la difficoltà dei comuni di realizzare le procedure per la spesa e per le azioni
perché se questo si rallenta significa che non si dà uno strumento utile al
cittadino.
Noi
abbiamo la programmazione, la pianificazione ma se queste risorse a cascata non
trovano attuazione nei loro investimenti, nella loro procedura, non diventano opere
concrete e non trovano riscontro sui territori in cui è chiaro che c’è il vero
e grande limite.
Per fare
questo, visto che noi siamo molto interessati a dare la possibilità agli enti
sottordinati di gestire e governare questi processi abbiamo necessità di
ricevere da parte loro le garanzie. Cioè che ci siano le condizioni, una volta
reperite le risorse finalizzate a degli obiettivi che riguardano i comuni, per
cui chi vince deve avere la capacità, nel giro di pochissimo tempo, di
realizzare gli interventi per dare una risposta al cittadino.
Se noi
riusciremo a far questo e a puntare una buona parte dei nostri fondi in questa
direzione è chiaro che avremo un miglioramento della qualità della vita che
sarà rilevante, fortemente riscontrabile, che caratterizzerà una stagione nuova
di investimenti e di risorse.
Dall’altro,
ovviamente, il tema più utile che dicevo prima e che servirà certamente anche
nell’aspetto della gestione delle risorse riguarda la semplificazione degli
strumenti; è chiaro che oggi noi abbiamo una difficoltà concreta e reale che
nasce da tutta una serie di iter e procedure che più volte abbiamo contestato e
reclamato, che rallentano davvero l’utilizzo dei fondi e che non ci pongono in
una soluzione ottimale.
Questi
sono gli elementi che forse, al di là della divisione di quanto si è speso o si
dovrà spendere, dei dati riportati, degli investimenti - noi siamo al 75 per
cento degli investimenti della programmazione e abbiamo speso, quindi, il 40 per
cento - al di là delle cifre, dei numeri e di quant’altro, serve a dare a tutto
una grande accelerazione.
Questa è
la discussione, credo, che doveva concentrarsi su questi argomenti
indipendentemente da chi avrà poi il compito di gestire e governare i processi
nelle fasi successive. Cioè se questa scelta che l’amministrazione regionale,
che questo Consiglio regionale vuole o intende fare diventa la scelta più utile
e più proficua, se diventa la scelta che può produrre un risultato e dare un
riscontro nel rapporto col cittadino.
Qui
parliamo di capacità della politica di fornire risposte ed elementi rispetto ai
bisogni della collettività.
Queste
sono le cose che forse vanno dette per cercare di aprire un fronte che superi
le divisioni e gli scontri; tanto poi alla fine se questo sarà l’orientamento e
questa è la scelta che noi abbiamo fatto chiunque domani governerà dovrà fare
come abbiamo fatto noi, cioè adeguarsi all’indirizzo e a quella che era la filosofia
che altri hanno messo in campo.
Anche su
questo, come ho detto più volte i 550 milioni del Fondo sociale europeo e
quelli che arriveranno rispetto al cofinanziamento e quant’altro bisogna
concentrarli anziché fare una miriade; anche lì sul Fondo sociale europeo di
finanziamento oggi abbiamo un problema che è l’occupazione. Il governo regionale
deve riuscire ad investire 500 milioni di euro in due anni per creare un
sollievo alla occupazione dando uno strumento che è ancora più originale di
quello che abbiamo attuato fino ad oggi; oggi le imprese non sono più nelle
condizioni di partecipare ai bandi che noi facciamo, perché dopo i due anni di
finanziamento e di sostegno che noi diamo, i voucher o i bonus e
così via le imprese hanno le difficoltà di non garantire la continuità
lavorativa al dipendente e quindi le imprese non partecipano più neanche ai
bandi.
Allora va
riscoperta e studiata una proposta più originale e più consona in una fase in
cui l’imprenditore coerentemente non si sente garantito; dopo i due anni,
poiché ancora non si intravede una prospettiva una idea nuova rispetto alla
crisi che investe il nostro Paese e quindi anche il mondo imprenditoriale, è
chiaro che nessuno si sente di “truffare” l’Ente anche perché poi andremmo al
recupero delle somme attraverso quelle che sono le fideiussioni e quant’altro.
Alla fine
anche su questo versante dobbiamo studiare qualcosa che ci consenta di ottenere
un risultato e un riscontro dell’azione.
Sono
elementi che potranno qualificare un governo regionale o comunque una
maggioranza o una amministrazione. Su questi dobbiamo continuare a lavorare e a
puntare perché sono i veri elementi di novità che possiamo introdurre in questa
nuova pianificazione. Certo, poi, si è parlato di tutto e di più, abbiamo
sentito chi parlava, adesso non ricordo, se di sanità, di rifiuti o di
quant’altro. Anche sul tema dei rifiuti mi sembra che ci siano tante cose da
poter dire.
Noi
abbiamo il coraggio, quanto meno, di porre fine alla stagione del
commissariamento durato 15 anni in cui si era speso un miliardo di euro.
Personalmente ho riferito a Crotone, in un convegno, di un incontro con la
Commissione bicamerale dell’ambiente presieduta dall’onorevole Pecorella. In
quella circostanza dissi “chiedo al Governo di mettere fine alla stagione del
commissariamento perché noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità”.
Ed è una
responsabilità grande che oggi ci stiamo assumendo, indipendentemente dagli
aspetti di quello che sta accadendo, perché è inutile entrare nel merito, mi
sembra chiaro ed evidente. Abbiamo due strutture e due realtà che sono Celico e
Scala Coeli che non vengono utilizzate o vengono utilizzate parzialmente perché
ci sono i sindaci che fanno le ordinanze.
Questa è
una cosa che andrebbe raccontata più come una barzelletta che come un fatto
concreto, mentre la Calabria ha bisogno di poter creare una condizione diversa
rispetto ai cumuli di rifiuti che ci sono oltre alla pianificazione, alla
programmazione che abbiamo messo in campo e che non trova un riscontro concreto
perché i tempi sono molto più lunghi rispetto a quello che è il bisogno
immediato.
Ci sono
tanti argomenti, ovviamente, che entrano in questo dibattito ed è chiaro che
noi su questo andremo a fare un’altra azione importante quando si parla di
sanità in cui, laddove potremo, inseriremo anche le risorse per quanto riguarda
le tecnologie e tutta una serie di strumentazioni che serviranno a
riqualificare non soltanto le strutture esistenti ma anche ad investire sulle
nuove strutture ospedaliere che noi stiamo realizzando e che sono quelle di
Sibari, dell’ospedale della Sibaritide e quello di Vibo Valentia insieme alla
Piana di Gioia Tauro e a quello che verrà dopo dell’ospedale di Catanzaro.
Tutta una
serie di idee e progetti che cozzano un po’ con le espressioni che sono state
usate in quest’Aula, perché quando si parla ognuno deve pure ricordare cosa ci
ha lasciato in eredità.
Noi
abbiamo un buco della sanità che è di 1 miliardo 441 milioni di euro che ci è
stato consegnato; abbiamo i buchi che non finiscono mai delle Ferrovie della
Calabria, dei trasporti, all’Afor, all’Arssa, tutte eredità che ci hanno
consegnato e che, ovviamente, oggi consentono a chi ha fatto queste scelte
sbagliate di poterci quasi quasi anche rimproverare del fatto che forse siamo
in ritardo e che non abbiamo una capacità di investimento e di quant’altro tale
da dare risposte immediate ai bisogni della Calabria.
Volevo
solo ricordare al collega Principe e ai colleghi della minoranza che in un
momento così drammatico che vive la Calabria sto governando con 120 milioni in
meno l’anno che voi avevate e che sono bloccati annualmente dal Governo
nazionale per via del Piano di rientro. E’ una situazione di una difficoltà
enorme governare con 120 milioni di euro in meno in bilancio rispetto a quanto
avevate voi in termini di disponibilità. 120 milioni in meno che in quattro
anni sono circa 500 milioni di euro in meno che noi abbiamo avuto e che in un
momento di crisi accentuata come quella che si vive adesso - perché nel 2010
c’erano segnali di crisi ma la vera crisi la stiamo vivendo in questi ultimi
2/3 anni – ci ha costretto ha fare sforzi enormi per governare la Regione, da
una parte per colmare i buchi di bilancio dei tanti enti che ho citato prima.
Su questo
noi abbiamo solo subito l’eredità e la nostra capacità non è stata e non sarà
quella di aver amplificato ed ampliato i buchi, così come avete fatto voi,
laddove c’erano. La nostra capacità diversa dalla vostra sarà quella che nel
2015 noi consegneremo ai calabresi una Regione normale dove le risorse potranno
essere investite e potranno servire ad affiancare negli investimenti i fondi
comunitari perché saranno risorse che non dovranno servire per tamponare
voragini e buchi che noi purtroppo abbiamo trovato e che stiamo oggi pagando in
termini di difficoltà e di situazioni di emergenza sul territorio.
Questo
significa poter avere da una parte i 110 milioni di oggi, perché sono diventati
110 della fiscalità e dei tributi che pagano i calabresi - i famosi 126 milioni
sono diventati 110 -; dicevo da una parte avere i 110 milioni di euro per il
bilancio regionale in più dal prossimo anno probabilmente, ce lo auguriamo
tutti, e dall’altra non dovere coprire né con fondi Fas né con fondi di
bilancio tutta una serie di voragini che c’erano e che abbiamo trovato.
Significa
poter proiettare questa Regione in una pianificazione ed in una programmazione
nuova perché chi avrà il compito di governare lo potrà fare sapendo che si
parte da zero.
Noi
stiamo portando la Regione ad oggi da meno 10 a zero,. Speriamo che saremo
ancora noi a poter portare la Regione da zero a più dieci, significherebbe questo
che avremmo completato il nostro cammino, il nostro percorso e quindi il nostro
progetto.
Grazie
al presidente Scopelliti per aver concluso il dibattito sui fondi comunitari col suo intervento. Passiamo al secondo
punto all’ordine del giorno.
Siamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 257/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Regolamento regionale di disciplina delle modalità di ripartizione dell'incentivo di cui all'articolo 92, commi 5 e 6, del D.lgs. numero 163/2006”.
Si tratta di un provvedimento che è passato in Commissione. La relatrice, consigliere Minasi, ha facoltà
di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, consiglieri, il presente provvedimento amministrativo ha lo scopo di rendere operativo il “Regolamento regionale di disciplina delle modalità di ripartizione dell'incentivo di cui all'articolo 92, commi 5 e 6, del Decreto legislativo numero 163/2006”.
Ovviamente il provvedimento in oggetto ha ottenuto agevolmente il placet della prima Commissione e si riferisce all’incentivo che interessa in particolare il compenso destinato alle attività di progettazione prestate dal personale dipendente o dal personale comandato dall’ente stesso in riferimento all’attuazione di interventi che riguardano la materia di lavori pubblici o la redazione di atti di pianificazione.
Come è noto in un ente pubblico è fondamentale
l’apporto dei dipendenti senza i quali la macchina burocratica
amministrativa non funzionerebbe con criteri di efficienza e rapidità.
Il ricorso al personale
dipendente in questi ambiti è voluto al fine di valorizzare il personale, le professionalità
interne all’amministrazione regionale con un conseguente risparmio anche per
l’amministrazione dell’ente in termini di diminuzione dei costi previsti per
l’attività di progettazione.
E’ conforme ai dettati dei commi 5 e 6 per l’articolo 92
e per tale motivo, stante anche il preventivo accordo tra l’amministrazione regionale
e le attività sindacali riguardo le modalità e i criteri ne auspico una
approvazione condivisa. Grazie.
Questo provvedimento è passato in Commissione, quindi è
stato istruito.
Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Solo perché questo
provvedimento non lo abbiamo nei nostri documenti,
non siamo in grado di capire di che stiamo parlando.
Il provvedimento nella
cartellina dei consiglieri? Nella mia cartellina c’è e si compone di 13 articoli;
è un provvedimento
amministrativo.
(Interruzione)
Poi se c’è qualche riflessione o c’è bisogno di un approfondimento…
Presidente, avevamo posto alcuni problemi riguardo questo provvedimento in Commissione e avevamo chiesto anche il parere dell’area legale perché c’erano alcune valutazioni da verificare. Se voi lo portate avanti non possiamo che votare contro perché riteniamo che ci siano dei profili di illegittimità.
In Consiglio porto solo provvedimenti che sono passati in Commissione, come lei ben sa. Se c’è bisogno di un approfondimento e la relatrice non ha nulla in contrario, possiamo anche prenderci qualche giorno di tempo.
(Interruzione)
Siccome la minoranza, dicevo, sostiene di non conoscere bene nel merito questo provvedimento nonostante sia passato in Commissione…
(Interruzione)
Le obiezioni che noi abbiamo posto in Commissione sono circa la legittimità di alcuni passaggi del Regolamento. Se lei ritiene noi potremmo aspettare di avere un parere del Servizio legislativo slittando di una seduta se è possibile altrimenti siamo costretti a votar contro.
Se c’è bisogno di un approfondimento…
Non c’è problema.
Allora rinviamo il provvedimento alla prossima seduta, quella di giorno 31. Nel periodo sarà magari poi istruito da parte dei gruppi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi.
Ne ha facoltà.
Presidente, circa San Ferdinando, oltre alla questione posta dal Presidente della seconda Commissione,
stamattina apprendiamo dalla stampa di questo gravissimo fatto criminale
riguardo l’attentato al compattatore. Questa vicenda è veramente grave, alcuni
malviventi hanno fatto scendere dal compattatore gli operai per dar fuoco al
mezzo in pieno centro del paese questa mattina.
Noi avevamo preparato un ordine del giorno
che ho depositato e che fa riferimento al fatto in sé se il Presidente ritiene e anche il Presidente della seconda Commissione
si potrebbe arricchire quell’ordine del giorno presentato dal collega Imbalzano
in sede di coordinamento formale.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine
del giorno.
(E’ inserito)
Siamo alla “Legge regionale 39/95 - Valutazioni ed eventuali provvedimenti”.
La parola al consigliere Morrone.
Presidente, credo che gli elenchi siano un po’ vetusti e credo ci sia bisogno di una riapertura dei termini di almeno 15 giorni.
Il
consigliere Morrone chiede una riapertura dei termini di 15 giorni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Presidente, giusto per come è stato espresso in Conferenza dei capigruppo, d’altra parte l’ha detto anche il collega Morrone, si tratta di nomine per le quali d’Ufficio è stata valutata una qualche anomalia; per dare la possibilità anche di poter implementare il numero delle domande che sicuramente perverranno, chiedo che nel momento in cui si assumono i provvedimenti consequenziali, rispetto a quello è il punto all’ordine del giorno, si proceda pure – per il tramite naturalmente credo sarà necessaria una delibera dell’Ufficio di Presidenza – per consentire la presentazione di domande relativamente alle nomine che poi saranno oggetto di discussione successiva almeno per 15 giorni così da poter dare la possibilità di poter presentare ai potenziali aventi diritto anche la loro candidatura.
Possiamo trasformare questa riflessione del consigliere Morrone e del consigliere Chiappetta in un ordine del giorno che possa impegnare il Consiglio e approvato in Consiglio regionale, in modo tale da dare la possibilità, sulla base delle riflessioni che facevate entrambi, di procedere alla riapertura dei termini per almeno 15 giorni, attraverso una delibera dell’Ufficio di Presidenza e successivamente provvedere agli adempimenti conseguenti che riguardano la legge 39/1995 per evitare che gli enti di riferimento rimangano senza guida.
Si riaprono, allora, i termini e si procede a fare questi elenchi. Poi, sulla base di questo, portare in Consiglio regionale successivamente per gli adempimenti conseguenti e quindi nel momento in cui ci sono gli adempimenti si procederà alla nomina per evitare la vacatio e che gli enti stessi rimangano senza guida.
Prego, collega Chiappetta.
Presidente, giusto
per raffermare quanto ha detto. Lei ha fatto la sintesi di quello che è stato
evidenziato in Conferenza dei
capigruppo e in quello che è stato evidenziato
sia a seguito dell’intervento del collega Morrone sia da parte del
sottoscritto.
Quel che volevo evidenziare,
Presidente, è che verrà valutata la necessità di poter notificare già a tutti
coloro i quali si trovano nelle condizioni rispetto alle quali abbiamo discusso
di poter avere già la notifica rispetto all’adempimento successivo.
Penso che questo sia abbastanza
logico e che rientri nella consequenzialità dei provvedimenti da assumere.
Trasformiamo queste
riflessioni in un ordine del giorno che sarà definito in coordinamento formale
per poi procedere a riaprire i termini e fare le nomine ed evitare la mancanza
di guida nei rispetti enti di riferimento.
Allora il punto viene
aggiornato alla prossima seduta di Consiglio subito dopo aver definito queste
questioni.
Siamo all’ordine del giorno numero 145 di iniziativa
dei consiglieri Imbalzano e Magno “Sulle emergenze nei centri dell’intera
fascia ionica a seguito delle recenti mareggiate dei mesi di dicembre 2013 e
febbraio 2014” di cui do lettura:“Il Consiglio regionale,
premesso
che,
l'intera
costa ionica calabrese, con particolare riferimento a quella reggina e
catanzarese, dopo le violente mareggiate del mese di dicembre, è stata
ulteriormente devastata a fine gennaio da violenti onde che si sono abbattute
con inaudita violenza sui lungomari di numerosi centri ed in particolare su
quelli di Siderno, letteralmente cancellato, di Caulonia e di diversi centri
della Provincia di Catanzaro;
considerato
che già nei primi giorni di febbraio la Giunta regionale ha tempestivamente
deliberato la richiesta al Governo dello stato di emergenza;
atteso
che per i danni incalcolabili anche al patrimonio archeologico, il Presidente
della Giunta, con il supporto del Sottosegretario alla protezione civile e
all'assessorato ai lavori pubblici, si è prontamente mobilitato per affrontare
anche sul piano strutturale alcune di queste drammatiche realtà venutesi a
creare;
ritenuto
necessario che, in attesa delle decisioni del Governo, si predispongano altri
idonei interventi di salvaguardia delle fasce costiere interessate dalle
violente mareggiate;
considerato
che, per l'imminenza della stagione turistica urge reperire adeguate risorse
correnti per non vanificare gli sforzi che gli operatori turistici e commerciali
stanno mettendo in campo,
impegna
il
Presidente della Giunta regionale, l'assessore al bilancio ed il
Sottosegretario alla protezione civile ad assumente ogni utile iniziativa
istituzionale per reperire le risorse correnti necessarie per affrontare le
immediate emergenze dei lungomari e per sostenere, con iniziative di promozione
dei centri interessati, le attività degli operatori balneari e commerciali
direttamente coinvolti.”
Prego,
collega Imbalzano.
In
qualche modo l’avevo già illustrato. Si tratta di un ordine del giorno
concordato e firmato anche dal collega Magno e riguarda le conseguenze delle mareggiate
di tutta la fascia ionica non solo reggina.
E’ un
impegno che sottoponiamo al Consiglio regionale per reperire ulteriori risorse
correnti per affrontare le emergenze e per aiutare le categorie commerciali e
gli operatori turistici e balneari. Quindi l’impegno a reperire tra le pieghe
del bilancio ulteriori risorse in aggiunta alle 200 mila euro già concordate
nel corso di un incontro alla provincia di Reggio Calabria.
Per come
illustrato dal consigliere Imbalzano possiamo procedere a votare l’ordine del
giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo adesso all’ordine del giorno numero 146 a firma del consigliere Maiolo “Sulla situazione della famiglia marocchina Fouzia” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
considerato
che:
la
famiglia di Fouzia Bouzlaf, originaria del Marocco, residente nella città di
Reggio Calabria, versa in una grave situazione e ha subito uno sfratto
abitativo che sarà esecutivo il 25.03.2014;
la
signora Fouzia Bouzlaf è madre di due bambine di 10 e di 13 anni e che la
piccola Shaimaa, di 10 anni, è affetta da autismo;
il
Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria, assieme ad altre organizzazioni
umanitarie, sta sostenendo il diritto all'alloggio della Famiglia di Fouzia
Bouzlaf;
il Tar
di Reggio Calabria ha disposto l'assegnazione di un alloggio alla famiglia di
Fouzia Bouzlaf a cura del Comune di Reggio Calabria;
a
seguito di incontro formale con la Commissione Straordinaria per
l'Amministrazione del Comune di Reggio Calabria, a tutt'oggi non si registra
una attività risolutiva da parte del Comune di Reggio Calabria per garantire il
diritto all'alloggio della famiglia di Fouzia Bouzlaf,
impegna
il
Presidente del Consiglio regionale a svolgere una forte attività di
sollecitazione nei confronti della Commissione straordinaria per
l'amministrazione del comune di Reggio Calabria al fine di garantire il diritto
all'alloggio della famiglia di Fouzia Bouzlaf;
impegna
la Giunta regionale, e in particolare l'assessore alle politiche sociali, a
svolgere ogni possibile e utile attività a sostegno della famiglia di Fouzia
Bouzlaf e, in particolare, della piccola Shaimaa affetta da autismo.”
Prego,
collega Maiolo.
Presidente,
è stato illustrato in fase di inserimento. Questo ordine del giorno riguarda
questa famiglia marocchina composta dalla mamma e da due bambini che hanno
avuto uno sfratto ai quali il Tar ha riconosciuto il diritto all’abitazione.
Noi
chiediamo che ci sia un intervento del Consiglio nei confronti delle Commissione
straordinaria per l'amministrazione del comune di Reggio Calabria per far
rapidamente rispettare questa sentenza del Tar in modo che questa famiglia
possa avere una dimora atteso che una delle bambine è affetta da autismo.
Quindi,
investire lei e l’assessore alle politiche sociali di fare i giusti interventi
nei confronti dell’amministrazione straordinaria di Reggio Calabria.
Nessuno
chiede di parlare, pongo in votazione l’ordine del giorno proposto e illustrato
dal consigliere Maiolo.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno numero 147 di iniziativa
del consigliere Imbalzano “Sulla chiusura dello sportello bancario di San
Ferdinando” di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale,
premesso
che:
la
Carime di San Ferdinando ha comunicato in questi giorni alla locale
Amministrazione Comunale la volontà di chiudere lo sportello bancario che da
decenni svolge un proficuo e remunerato servizio a favore delle imprese e delle
popolazioni del centro pianigiano;
considerato
che dopo la proposta avanzata della Giunta e dal Consiglio Regionale al
Parlamento di istituire la Zona Economica Speciale e le favorevoli prospettive
che si delineano per l'intero Comprensorio, la decisione, che risale agli anni
scorsi, risulta essere oggi illogica ed assolutamente ingiustificata;
tenuto
conto che l'auspicabile istituzione della ZES provocherebbe sicuramente nuove e
straordinarie possibilità di favorire l'insediamento di decine di imprese di
ogni dimensione, nazionale ed estere con conseguente aumento dei volumi di
lavoro anche delle filiali bancarie oggi esistenti;
considerato
altresì che da tempo è in atto un inaccettabile tentativo di spoliazione di
altri importanti uffici del Comune di San Ferdinando,
impegna
l'assessore
regionale alle attività produttive a porre in essere tutti gli opportuni
contatti con l'ABI calabrese e con il Gruppo Carime, per farlo recedere, in
ordine alla ventilata chiusura, anche alla luce delle favorevoli prospettive
che si intravedono per tutto il sistema bancario insediato nel Comprensorio del
Porto, a partire dallo sportello di Banca Carime.”
Prego,
consigliere Imbalzano.
Presidente,
è un ordine del giorno che tende ad impegnare l'assessore regionale alle
attività produttive affinché prenda contatti con l’Abi e col gruppo Carime che
vorrebbe chiudere uno sportello; stasera c’è una seduta di Consiglio comunale
aperta a San Ferdinando proprio sulla illogica e ingiustificata chiusura di
questo sportello perché decisa tre anni fa. Oggi alla luce della proposta fatta
dalla Giunta regionale e dal Consiglio regionale, uno sportello a San
Ferdinando non solo si giustifica ma crea prospettive nuove.
Da qui
l’invito all’assessore ad assumere le opportune iniziative affinché Carime
receda da questa decisione.
Nessuno
chiede di intervenire, pongo in votazione l’ordine del giorno come letto e
illustrato in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno numero 148 a firma del consigliere Chiappetta “Sul sistema creditizio in Calabria” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
negli
ultimi anni la grave crisi economica a livello mondiale e nazionale ha inciso
fortemente sulla quotidianità delle aziende e delle famiglie e, soprattutto, di
quelle calabresi;
è
indubbio che tale situazione rappresenta uno dei momenti più difficili per
l'economia nazionale e regionale e ne sono un esempio la perdita dei posti di
lavoro, l'inasprimento della tensione sociale, la sfiducia nelle Istituzioni,
un diffuso atteggiamento di rassegnazione e immobilismo;
rilevato
che
il
mezzogiorno ma soprattutto la Calabria - a causa delle sue dimensioni e dei
suoi ritardi - sta pagando un prezzo particolarmente alto considerato che si è
trovata e si trova a dover resistere di fronte ad uno sconvolgimento che è allo
stesso tempo strutturale e congiunturale.
considerato
che
anche
il settore creditizio ha risentito fortemente della crisi economica: nella
nostra regione si è assistito al tramonto di alcune realtà creditizie storiche
e nonostante la presenza del credito cooperativo si è assistito, altresì, ad un
progressivo e costante disimpegno delle grandi banche nazionali che hanno
chiuso centinaia di filiali;
nella
regione Calabria vi è una differenza marcata tra la raccolta del credito e
l'impiego, senza contare poi il costo del denaro impareggiabilmente superiore
rispetto ad altri contesti territoriali,
impegna
il
Presidente e la Giunta regionale ad individuare, sollecitando in tal senso
anche il Presidente e il Consiglio dei ministri, tutte le possibili e
ipotizzabili iniziative per riportare al centro delle decisioni di governo il
tema del credito, necessario per un concreto sviluppo della realtà economica
del mezzogiorno e della Calabria.”
Prego,
collega Chiappetta.
Presidente,
anche io quando ho chiesto l’inserimento avevo dato una illustrazione anche perché
è un problema per il quale si avverte una sofferenza da tantissimo tempo che è
quella del credito.
Quindi
l’ordine del giorno in parola chiede al Presidente e alla Giunta regionale
sollecitando in tal senso anche il Presidente del Consiglio
dei Ministri e il Consiglio
dei Ministri stesso di
verificare le possibili iniziative per riportare al centro delle decisioni di governo
il tema del credito che è assolutamente necessario per un concreto sviluppo
della realtà economica del Mezzogiorno e della Calabria.
Ecco perché
chiedo che su questo ci possa essere la convergenza unanime dell’Aula.
Nessuno
chiede di intervenire, pongo in votazione l’ordine del giorno come letto e
illustrato in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Do
lettura dell’ultimo ordine del giorno numero 149 a firma del consigliere
Naccari Carlizzi e altri “Sull’attentato ad un compattatore a San Ferdinando”:
“Il Consiglio regionale,
premesso
che:
alle
prime luci dell’alba ignoti malviventi travisati hanno bloccato un auto
compattatore che espleta il servizio di raccolta di rifiuti per conto del
Comune di San Ferdinando, facendo scendere l’autista dal mezzo ed appiccandovi
fuoco;
questa
vicenda ha ulteriormente accentuato il clima di tensione nella cittadinanza
aggiungendosi ad altre emergenze quali la recente chiusura della filiale della
banca Carime e la sempre attuale vicenda relativa agli accampamenti degli
extracomunitari,
impegna
la
Giunta regionale a compiere ogni utile sforzo teso a supportare l’azione
dell’Amministrazione comunale.”
Nessuno
chiede di intervenire, pongo in votazione l’ordine del giorno come letto e
illustrato in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Non ci sono
altri punti il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Ha chiesto congedo il sottosegretario Dima.
(E’ concesso)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3 (Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale) – (Delibera G.R. n. 74 del 28.2.2014)” (P.L. n. 552/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono
state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Chiappetta
– “Interventi regionali in materia di autismo” (P.L. n. 553/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Gallo, Bruni – “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2011, n. 30
(Disposizioni transitorie in materia di assegnazioni di sedi farmaceutiche)”
(P.L. n. 554/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Nuovo schema di convenzione per <Gestione e
erogazione servizio socio-assistenziali in gruppo appartamento> - (Delibera G.R. n.
84 del 28.2.2014)” (P.P.A. n. 271/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente risoluzione da parte della terza e quarta Commissione consiliare in data 14.03.2014 “Istituzione dei registri tumori provinciali e regionali per la popolazione e sugli interventi di bonifica nel territorio calabrese (Relatore: consigliere Gallo)” (n. 8/9^)
La Giunta regionale
ha trasmesso per il parere della competente Commissione
consiliare la deliberazione n. 45 del 20 febbraio 2014, recante: “Adozione del
Piano delle velocizzazioni e alienazioni degli immobili di proprietà della Regione Calabria. Esercizio
finanziario 2014” (Parere n. 76)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare –
Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
In data 24 febbraio 2014 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 9 del 3 marzo 2014:
legge
regionale 24 febbraio 2014, n. 7 recante: “Ratifica dell’accordo tra la Regione Calabria e la Regione
Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento
dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno”.
In data 24 febbraio 2014, il Presidente
della Giunta regionale ha emanato i sotto
indicati regolamenti regionali. Gli stessi sono stati
pubblicati rispettivamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 9 del 3 marzo 2014 e n. 10 del 5 marzo 2014:
Regolamento regionale n. 2
del 24 febbraio 2014, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 20
agosto 2009, n. 12 (Regolamento per la disciplina delle procedure di alienazione
del patrimonio immobiliare disponibile della Regione Calabria)”;
Regolamento
regionale n. 3 del 24 febbraio 2014, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale
n. 7 del 28.6.2012 s.m.i. recante <Procedure per la denuncia, il deposito e
l’autorizzazione di interventi di carattere strutturali e per la pianificazione
territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19
ottobre 2009 s.m.i.>”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti
deliberazioni di variazione al bilancio per
l’esercizio finanziario 2014:
Deliberazione
Giunta regionale n. 65 del 28 febbraio 2014;
Deliberazione
Giunta regionale n. 66 del 28 febbraio 2014;
Deliberazione
Giunta regionale n. 67 del 28 febbraio 2014;
Deliberazione
Giunta regionale n. 68 del 28 febbraio 2014;
Deliberazione
Giunta regionale n. 69 del 28 febbraio 2014.
Giordano.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
nell'ambito
del Contratto Istituzionale di Sviluppo per la velocizzazione della direttrice
ferroviaria Salerno/Reggio Calabria, sottoscritto in data 18 dicembre 2012 fra
l'allora Ministro della Coesione, i governatori della Campania e della
Calabria, Stefano Caldoro e Giuseppe Scopelliti e la società RFI,
venivano programmati una serie di interventi e più precisamente n. 5 macro
interventi e n. 14 sottoprogetti per un valore complessivo di 504 milioni di
euro;
di
tali progetti 10 interessavano la Regione Calabria e fra questi il sottoprogetto
denominato "SP07" che prevede un investimento nella città di Reggio
Calabria di 11 milioni di euro e tendente alla realizzazione di una
aggregazioni di impianti ad avanzata tecnologia destinata al controllo della
circolazione dei treni per tutta la direttrice attraverso la realizzazione di
un Posto Unico che si basa, appunto, su un architettura di tipo client server
costituita da una serie di calcolatori collegati in rete locale ridondata di
tipo Ethernet;
le
organizzazioni sindacali di settore, in particolare la Fit Cisl, hanno
denunciato i ritardi nella procedura di appalto dell'opera da parte di RFI,
nonostante un preciso cronoprogramma dell'intervento previsto dal contratto
istituzionale di sviluppo, paventando il rischio di un disimpegno da parte di
RFI a beneficio di altra regione -:
quali
siano le cause del ritardo nell'esecuzione dell'intervento progettuale
richiamato in premessa e, comunque, quali interventi si intendono adottare
perché l'opera venga appaltata in tempi brevissimi da parte di RFI tenuto
conto, fra l'altro, delle ricadute occupazionali ad alta professionalità a
seguito della operatività del D.C.O unico.
(521;
10.03.2014)
Talarico D.. Al Presidente della Giunta
regionale e all'assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
con delibera n. 380 del 25 ottobre 2013
(Approvazione Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico
locate e di trasporto ferroviario regionale) la Giunta regionale della Regione
Calabria ha previsto la sdemanializzazione della linea ferroviaria Ira San
Giovanni in Fiore e Camigliatello Silano;
in base a tale provvedimento la linea
ferrata di che trattasi, i caselli ferroviari e tutte le infrastrutture di
servizio alla stessa, potranno essere dismessi in quanto non considerati più
strategici per lo sviluppo dell'economia e dei servizi nell'area dell'altopiano
Silano e della regione;
tale decisione sta suscitando grande
disapprovazione tra i cittadini di quel territorio, i quali, all'uopo, si sono
costituiti in un "Comitato
per la salvaguardia della Ferrovia Silana", di cui fanno
parte Legambiente Sila, la Parrocchia della Chiesa di Santa Lucia, il cui
parroco è stato nominato Presidente del Comitato stesso, le forze sindacali e
varie associazioni di San Giovanni in Fiore;
la riattivazione dell'intera tratta
ferroviaria e la messa in esercizio di un sistema di trasporto ferroviario
locale sostenibile, consentirebbe un potenziamento dell'offerta turistica e
dell'economia a basso impatto sull'altopiano silano, centro strategico del
turismo montano calabrese;
attualmente la Ferrovia Silana versa in
stato di degrado e di abbandono, a riprova della scarsa considerazione
riservala dalla Regione in questi anni al trasporto su ferro in Calabria -:
se non sia il caso di rivedere le
previsioni del Piano di cui alla premessa, valutando di intervenire con nuovi
investimenti sulla tratta di che trattasi al fine di renderla funzionale al
rilancio dei servizi e dell'economia turistica del territorio.
(522; 11.03.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
alla fine dell'anno 2013 sono stati
pubblicati n. 5 bandi per la concessione di sovvenzioni nel settore della rete
transeuropea di trasporto (TEN-T) per il periodo 2007/2013 con scadenza al 17
marzo 2014 ;
i bandi prevedono la concessione di
sovvenzioni per interventi e studi di fattibilità per le seguenti linee di
azione:
progetti prioritari per i quali è previsto
un fondo di 50 milioni di euro;
autostrade del mare (MoS) per le quali è
previsto un fondo di 80 milioni di euro;
sistema europeo di gestione del traffico
ferroviario (ERTMS) con un fondo pari a 70 milioni di euro;
gestione del traffico aereo (ATM) con un fondo disponibile di 30 milioni di
euro;
sistemi di trasporto intelligente ITS con
un fondo disponibile per le proposte di 50 milioni di euro -:
con riferimento ai bandi indicati in
premessa quali sono stati oggetto di partecipazione da parte della regione
Calabria e, in caso di mancata partecipazione, anche parziale, quali siano le
motivazione tecniche che hanno determinato tale scelta.
(523; 11.03.2014)
Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente.
Per sapere – premesso che:
a causa di eventi atmosferici, mareggiate
e detriti portati a valle dai torrenti, i litorali di tantissimi comuni rivieraschi
calabresi, sia del versante jonico che di quello tirrenico, sono in pessime
condizioni;
in particolare, il litorale di Squillace
Lido, esteso oltre tre chilometri e sul quale confluiscono le acque dei
torrenti Alessi e Ghetterello nonché quelli dei fossi Chiarello, versa in una
condizione di assoluto degrado;
la Regione Calabria, tramite il
Dipartimento regionale delle Politiche Ambientali, ha assegnato al Comune di
Squillace per l'anno 2013 un contributo di appena € 641,00;
le condizioni economiche del Comune di
Squillace non consentono di far fronte alla bonifica straordinaria di una
spiaggia che interessa un bacino di decina di migliaia di fruitori nella
stagione balneare;
la suddetta situazione rischia di
compromettere la stagione estiva nel Comune di Squillace così come in numerosi
altri comuni rivieraschi calabresi, con inevitabili conseguenze negative per
l'economia locale -:
quali sono i criteri in base ai quali si è
proceduto alla distribuzione dei fondi e quali iniziative si intende
intraprendere al fine di aumentare le risorse in favore di quei comuni
rivieraschi, come Squillace, particolarmente colpiti dal fenomeno del degrado
delle spiagge.
(524; 14.03.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con D.P.G.R. n. 48 del 16/04/2013 veniva
approvato il protocollo di intesa tra la Regione Calabria e l'Università degli
Studi "La Sapienza" di Roma concernente l'attivazione nelle aziende
sanitarie provinciali e ospedaliere del servizio sanitario regionale dei corsi
di laurea delle professioni sanitarie, obiettivo PdR G031s11, con lo scopo di
migliorare l'offerta sanitaria regionale tramite una adeguata attività
formativa; tale protocollo apportava delle parziali modifiche ad uno
precedente, approvato con D.P.G.R. n. 77 dell'1 giugno2012, a seguito delle
osservazioni sollevate nella riunione congiunta del 23 luglio 2012 del tavolo
tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente
per la verifica dei livelli essenziali di assistenza;
emerge che lo stesso Tavolo tecnico nella
riunione di verifica del 16 luglio 2013 evidenziava come non fosse pervenuta
alcuna documentazione afferente alle modifiche del suddetto protocollo né
tantomeno risulta essere intervenuta, allo stato, alcuna sottoscrizione fra le
parti interessate -:
quali siano le ragioni ostative, a
distanza di tanto tempo e nonostante la piena disponibilità offerta dall'ateneo
romano, che hanno portato il Commissario ad acta a non sottoscrivere il
protocollo di intesa approvato in via definitiva con DPGR n. 48 del 16 aprile
2013.
(525; 14.03.2014)
Naccari Carlizzi, Principe. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'atto
aziendale approvato dalla Regione ha istituito ex novo l'U.O. Complessa "Terapia del dolore e cure
palliative";
il blocco del turn over,
attivo ope legis fino al dicembre
2015, non consente l'acquisizione del Direttore di tale UOC a causa della grave
inadempienza dei direttori generali delle ASP relativa alla mancata attuazione
delle procedure di mobilità che condiziona negativamente, come più volte
affermato dal tavolo di verifica e dai Ministeri affiancanti, la concessione di
deroghe al blocco;
il
direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza ha conferito l'incarico
di direttore f.f. della neo istituita UOC "Terapia del dolore e cure
palliative" ad un Dirigente medico di 1° livello, con le procedure
previste dall'art. 18 del vigente CCNL dell'area della Dirigenza medica del SSN;
tale articolo contrattuale disciplina esclusivamente la sostituzione
del direttore di UOC in caso di sua assenza;
tra
tali casi non rientrano, ovviamente, nomine di direttore di UOC neo istituite
che, per legge, devono essere realizzate a seguito di selezione pubblica;
pertanto, la procedura di affidamento dell'incarico al Dirigente medico
di I° livello si rivela priva dei presupposti di legge;
tale
incarico configura, da una parte un sicuro danno erariale e, dall'altra, un
regime di favore economico e di carriera in quanto, oltre ad una retribuzione
maggiore, vengono acquisiti in modo illegittimo titoli di carriera da fare
valere allorquando le leggi e le norme consentiranno le procedure di selezione
pubblica per l'acquisizione del direttore dell'UOC in questione;
il
direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, ha conferito allo stesso Dirigente medico di I°
livello, anche l'incarico di direttore del Dipartimento in aperta violazione
delle norme che prevedono quale requisito per tale incarico la titolarità di
direzione di una delle UOC afferenti al Dipartimento e non già un incarico di
ff, peraltro affidato illegittimamente;
tale
ulteriore incarico comporta ulteriori risvolti, conferendo al Dirigente medico
di I° livello, una ulteriore retribuzione legata al ruolo di
direttore di dipartimento e discriminando e danneggiando, nel contempo, quanti,
invece, hanno pieno titolo alla nomina di direttore del Dipartimento in
questione -:
quali
provvedimenti intenda assumere il Dipartimento Tutela della Salute nei
confronti del direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza autore dei
sopra descritti atti illegittimi.
(518;
5.03.2014)
Naccari Carlizzi, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
la
Regione Calabria nel definire l'organizzazione del Sistema Farmaceutico
Regionale e le linee guida vincolanti per l'uniformità dei processi e delle
procedure adottate nella gestione dei farmaci e dei dispositivi medici, ha emanato
uno specifico DPGR, n. 38 dell’11 aprile 2012, cui è allegato, quale parte
integrante e sostanziale dello stesso DPGR, un modello di richiesta per
l'acquisto che gli utilizzatori;
nonostante le disposizioni in materia dettate dal citato DPGR nonché dalle
procedure operative adottate dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza, il Direttore
f.f. dell'U.O.C. di "Terapia del dolore e cure palliative" avrebbe
inoltrato n. 3 richieste palesemente in contrasto con la normativa nazionale,
regionale ed aziendale e precisamente:
1)
richiesta del 30 aprile 2013 sembrerebbe firmata solo dal richiedente Direttore
f.f. della U.O.C, e non controfirmata né dal Direttore Sanitario del P.U. né
dal Direttore di Farmacia ma, ciò nonostante, ugualmente autorizzata dal
Direttore Generale;
2)
richiesta del 7 maggio 2013 sembrerebbe firmata solo dal richiedente Direttore
f.f. della U.O.C e non controfirmata né dal Direttore Sanitario del P.U. né dal
Direttore di Farmacia ma, ciò nonostante, ugualmente autorizzata dal Direttore
Generale;
3)
richiesta del 17 maggio 2013 sembrerebbe firmata solo dal richiedente Direttore
f.f. della U.O.C, e non controfirmata dal Direttore Sanitario del P.U. né dal
Direttore di Farmacia ma, ciò nonostante, ugualmente autorizzata dal Direttore
Generale;
i
dispositivi sembrerebbero impiantati prima dell'avvio delle procedure di
acquisto, prova ne è che alla richiesta del 30 aprile 2013 sarebbe stato
allegato il documento di trasporto della ditta fornitrice mentre sulla
richiesta del 17 maggio 2013 è stato affisso il talloncino del prodotto già
impiantato;
successivamente
lo stesso Direttore f.f. dell'U.O. C. in questione, con nota del 18 luglio
2013, sembrerebbe aver trasmesso l'elenco dei pazienti e del materiale
utilizzato per i pazienti provenienti dall'A.O.U. di Catanzaro chiedendo
l'acquisto di ulteriori dispostivi risultanti già impiantati;
sempre lo stesso Direttore f.f. dell'U.O. C. "Terapia del dolore e
cure palliative" il 20 settembre 2013, sembrerebbe aver trasmesso
ulteriori n. 3 note richiedenti l'acquisto di prodotti dichiarati unici ed infungibili (alcuni dei quali già richiesti con note precedenti) sulle quali
sembrerebbero apposte le firme dello stesso Direttore f.f., del Direttore di
Farmacia e quella, presumibilmente apocrifa, del Direttore Sanitario del P.U -:
se
corrisponde al vero quanto ipotizzato in premessa in ordine al sistema di
acquisto descritto che si rivela in aperto contrasto con le procedure dettate
da norme nazionali, regionali e della stessa A.O. di Cosenza;
se
il Dipartimento Tutela della salute, sia a conoscenza della situazione
descritta e, ove ignaro, una volta acquisita quale obbligo d'ufficio, contezza
della vicenda quali provvedimenti intenda assumere nei confronti del direttore
generale del direttore f.f. dell’U.O.C.
"Terapia del dolore e cure palliative".
(519;
5.03.2014)
Guccione.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con
verbale dell'Asp di Rossano del 24 gennaio 2012 i locali dell'ufficio postale
di Pietropaola stazione di proprietà demaniale ed in gestione all'ARSSA, sono
stati chiusi perché dichiarati non idonei e peraltro non adeguabili anche a
seguito di interventi da attuare in tempi brevi, vista anche la difficoltà di
reperire i documenti sugli immobili (ARSSA è liquidazione);
il
Comune di Mandatoriccio non è stato nelle condizioni di reperire idonei locali
per ubicare l'ufficio postale di Pietropaola stazione e che sono trascorsi
oltre due anni dal trasferimento temporaneo delle attività dell'ufficio di
Pietropaola stazione a quello di Mirto causando un grave disagio ai cittadini
-:
quali
iniziative urgenti si intende intraprendere al fine di riaprire l'ufficio
postale di Pietropola stazione anche attraverso soluzioni come uffici mobili o
container per ridurre i disagi che sono costretti a sopportare quotidianamente
i cittadini del Comune di Mandatoriccio.
(520;
10.03.2014)
Naccari
Carlizzi. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
in
data 18 dicembre 2012 il Ministero per la Coesione Territoriale congiuntamente
ai Governatori delle Regioni Campania, Calabria, Basilicata e l'Amministratore
Delegato della società RFI S.p.A. hanno sottoscritto, il Contratto
Istituzionale di Sviluppo (CIS) "per la velocizzazione della direttrice
ferroviaria Salerno - Reggio Calabria";
tale
contratto prevede 5 macro interventi con 14 sotto progetti per un valore
complessivo di 504 milioni di euro interamente finanziati e oggetto della
"Delibera CIPE datata 8 marzo 2013";
di
questi progetti uno prevede la realizzazione di un " Posto Centrale Unico
DCO-DOTE a Reggio Calabria" con un finanziamento di 11 milioni di euro per
accorpare a Reggio Calabria i Posti Centrali di Lamezia e Sapri;
per
come è emerso nel corso di un Assemblea dei ferrovieri indetta dalle 00. SS.
Regionali il 3 marzo 2014 e per come si apprende da comunicati sindacali
pubblicati dalla stampa, pare che RFI S.p.A. stia valutando l'ipotesi di
delocalizzare l'intervento trasferendo il Posto Centrale in altra Regione
contravvenendo, cosi, alla deliberazione esecutiva del CIPE;
una
scellerata ed illegittima decisione come quella succitata determinerebbe
oltretutto il trasferimento di circa 60 unita di personale qualificato -:
se
siano a conoscenza di questo comportamento di RFI S p A. e, nel qual caso,
quali urgenti e risolutivi interventi s'intende adottare per scongiurare questo
ennesimo scippo ai danni della Calabria.
(526;
14.03.2014)
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la
Regione si trova in fase di piano di rientro;
le
Asp ricevono dal Dipartimento sanità le somme dovute;
tuttavia, nello
scorso mese di febbraio, il
Settore economico-finanziario del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie della Regione Calabria, comunicava a firma della Dott.ssa Nicolace,
una variazione del riparto delle risorse finanziarie, indicando che "il valore del contributo in
esercizio a destinazione indistinta per
l'esercizio 2013 da inserire nel Modello CE IV trimestre 2013, così come
definito con provvedimento di Riparto delle risorse finanziarie del F.S.R. 2013
in fase di formalizzazione". Tale importo per un complessiva cifra di
30.000.000 euro, risultava così ripartito per le Aziende Sanitarie:
ASP
di Catanzaro 5.081.000
ASP
di Cosenza 5.900.000
ASP
di Reggio Calabria 9.154.000
ASP
di Crotone 2.458.000
ASP
di Vibo Valentia 8.900.000
l'ASP di Catanzaro, aveva già trasmesso il modello di Conto Economico
2013 nei termini di norma, al risultato di esercizio utile pari a 2.384.000;
a
seguito della suddetta comunicazione si evidenziava una minore assegnazione,
rispetto all'esercizio 2012, pari a € 5.081.000,00, che comportava
una rettifica di risultato d'esercizio con una perdita pari ad € 2.500.000.00;
alla
luce di quanto appena esposto, pur nella consapevolezza del decremento di
risorse trasferite alla Regione Calabria, appare evidente la eccessiva
penalizzazione subita dall'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro -:
quali
siano stati i criteri adottati nella ripartizione del Fondo Sanitario
Regionale, per l'anno 2013, alle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione
Calabria;
se
si sia adottato il principio della quota capitaria ponderata, in adesione alle
indicazioni nazionali, e nel qual caso se la ponderazione sia stata articolata
per funzioni di spesa e come alle stesse siano stati applicati i pesi;
se
invece i criteri adottati, alla base del riparto, non abbiano incentivato un
processo perverso che si è risolto in una penalizzazione nei confronti delle
Aziende più virtuose e per converso nei confronti delle Aziende meno virtuose
in una "istigazione" a non rispettare i vincoli di bilancio.
(527;
17.03.2014)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e
all'Assessore ai trasporti. Per
sapere – premesso che:
nel mese di
ottobre del 2011 è stato siglato un accordo, con la mediazione della Regione
Calabria, tra Ferrovie della Calabria ed 00.SS, con l'esclusione di Faisa-Cisal
e USB;
tale accordo
aveva portato al licenziamento del personale più prossimo al pensionamento, al
mancato rinnovo del contratto di lavoro a 15 giovani autisti - quest'ultimi poi
reintegrati con sentenza del tribunale ordinario -, a un taglio salariale di
circa 300 Euro mensili, a modifiche all'organizzazione del lavoro con la
formulazione di nuovi turni di servizio per il personale viaggiante;
nel frattempo,
l'8 novembre del 2012, il governo e la Regione Calabria firmavano un nuovo
accordo per il trasferimento a quest'ultima delle quote societarie - di fatto
la Regione Calabria ne acquisiva la proprietà-.
lo stesso
prevedeva anche di affidare ad una società esterna il compito di elaborare un
nuovo pian industriale, per riequilibrare tra l'altro l'assetto finanziario
della società;
la bozza di
piano prevedeva un nuovo organico per il conseguimenti dei nuovi, ed ambiziosi,
obiettivi prefissati;
tale
previsione è stata comunicata dalla stessa azienda alle OO.SS in un incontro
tenutosi a novembre del 2012;
nonostante le
previsioni del piano (in corso di elaborazione), senza attendere nemmeno la
definizione dei nuovi obiettivi industriali, l'azienda, sulla base di un
accordo del 2008, antecedente a quello siglato ad ottobre del 2011, avrebbe
conferito nuovi profili professionali ad un numero elevato di dipendenti, con
relativi avanzamenti di carriera;
queste nuove
nomine, cui seguono scatti di carriera, alcune delle quali riguardanti perfino
personale inidoneo, risultano in contrasto con l'accordo del 26 ottobre 2011 e
con il Regolamento Avanzamenti e Promozioni vigente, costerebbero all'azienda
ben 250 mila Euro in più all'anno, nonostante gli squilibri di bilancio
accertati;
agli scatti di
carriera per alcuni sono seguiti provvedimenti di mobilità per altri, ritenuti
illegittimi dagli interessati -:
se
corrispondono al vero i fatti riferiti in premessa circa i nuovi profili
professionali e gli scatti di carriera determinati sulla base di un accordo
evidentemente superato dagli eventi, prima della definitiva stesura del nuovo
piano industriale;
se non si
ritiene che il rilancio di Ferrovie della Calabria passi anche attraverso un
nuovo modo di gestire le risorse ed il personale e cosa si ritiene di fare,
nell'immediato, per concretizzare gli impegni assunti al momento
dell'acquisizione dell'azienda;
qual è la
situazione finanziaria dell'azienda.
(528;
13.03.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore regionale ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
i lavori di costruzione della strada Sila-Mare Longobucco-Mirto Crosia sono iniziati nel lontano 1989 e che, a tutt'oggi, pur essendo stati già spesi circa 40 milioni di euro, non si riesce a rendere funzionale e percorribile nemmeno il primo lotto di questa importante struttura viaria;
nei giorni scorsi il Comitato dei cittadini di Longobucco ha incontrato l’ing. Volpe, progettista e direttore dei lavori, l'ing. Ammirato, direttore dei lavori e responsabile dell'impresa affidataria dei lavori, l'ing. Rizzuti, della Comunità Montana, ente appaltante da cui è stato informato che il termine dei lavori dell'ultimo lotto funzionale Longobucco - Ponte Ortiano è stato fissato al 31 marzo 2014;
manca ancora da definire l'ente che dovrà gestire questo tratto di strada per programmarne l'apertura;
non è stato ancora predisposto l'appalto dei lavori di costruzione dell'ultimo tratto della strada Longobucco-Mirto Crosìa finanziato con Delibera Cipe del 3.8.2011 riguardante il tratto Ponte Manco-Ponte Caloveto, per cui sono stati stanziati circa diciassette milioni di euro -:
quali sono le iniziative intraprese per individuare l'ente competente a cui affidare il lotto funzionale Longobucco-Ponte Ortiano, alla luce dell'impegno che prevede il completamento dei lavori dell'arteria entro il 31 marzo 2014, onde evitare ritardi che aumenterebbero disagi e disservizi per i cittadini;
quali sono i tempi previsti nel cronoprogramma per l'espletamento dell'appalto per i lavori di costruzione dell'ultimo tratto della strada Longobucco-Mirto Crosia, onde evitare la perdita dei finanziamenti ottenuti qualora i lavori non dovessero essere completati entro il mese di giugno 2014.
(501; 30.01.2014)
Risposta – “In
riferimento all'interrogazione scritta n. 501/9^ del 30/01/2014, prot. del
Consiglio regionale n. 4392 in pari data, indirizzata all'On. Presidente della
Giunta regionale della Calabria dal consigliere regionale, on. Carlo Guccione,
sullo stato attuale dei lavori della Strada Sila - Mare Longobucco - Mirto
Crosia, si specifica quanto segue:
Da tempo è stata
avviata l'attività di concertazione fra la Regione Calabria e l'ANAS S.p.A.
nella qualità di concessionario e gestore della rete stradale statale, per la
definizione: di un accordo che porti in tempi brevi all'assunzione, da parte
della stessa Società, della piena competenza sull'intera tratta
dell'infrastruttura in fase di conclusione.
Durante le dette
attività di concertazione, l'ANAS SpA ha segnalato alla Comunità Montana Sila
Greca, nella qualità di Ente attuatore, la necessità di apportare alcune
modifiche agli svincoli e in galleria, soprattutto a livello di segnaletica e
d'impiantistica, al fine di adeguare l’Infrastruttura agli standard funzionali
e gestionali dell'azienda.
La Comunità
Montana Destra Crati ha prontamente dato riscontro a quanto concordato con
l'ANAS, facendo eseguire i lavori di adeguamento segnalati. L'esecuzione di
tali lavorazioni hanno determinato uno slittamento di circa 2 mesi sul termine
previsto del 31.03.2014 per la conclusione dei lavori.
In ultimo, si
ritiene utile segnalare, che nei primi giorni del prossimo mese di marzo è già
fissato un sopralluogo tecnico congiunto in sito, fra il Dirigente del Sensore
3 e il Capo Compartimento di ANAS di Catanzaro, finalizzato alla definizione
dell'iter per il passaggio dell'infrastruttura ad ANAS S.p.A.
Infine, in
riferimento alla realizzazione dell'ultimo tratto, finanziato con la Delibera
CIPE 62/11 del 03.08.2011, si conferma che questo Dipartimento ha già dato
avvio alle attività necessarie per giungere, entro la fine del prossimo mese di
marzo, alla pubblicazione del bando di gara dei lavori con la procedura
dell'appalto integrato.
Ritenendo esaustivi i chiarimenti forniti in merito all'interrogazione a risposta scritta n. 501/9^ si rimette la presente per il seguito di competenza.”
Domenico Pallaria (Dirigente generale)
Giuseppe Gentile (Assessore ai lavori pubblici e
infrastrutture)
Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale numero 48 del 1990, allo scopo di garantire la tutela dell'ambiente naturale, dei valori naturalistici, culturali ed ambientali e la elevazione delle condizioni di vita delle comunità locali direttamente interessate, attraverso l'organizzazione, il riequilibrio e la riqualificazione del territorio, veniva istituito il Parco Naturale Regionale delle Serre;
tale Ente rappresenta oggi un'istituzione radicata nelle comunità locali e nei territori;
con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 29 del 04.02.2008, ai sensi degli articoli 12 e 14 della L.R. 10/2003 e s.m.i. ne veniva affidata la gestione ad un Consiglio direttivo;
ritenute esistenti gravi e ripetute violazioni di legge e/o persistenti inadempienze di atti obbligatori ed accertata l'impossibilità di funzionamento dell'Ente, con deliberazione di Giunta regionale n. 613 del 14.09.2010, pubblicata sul B.U.R. Calabria n. 18 del 01.10.2010, la gestione dell'Ente Parco Naturale delle Serre, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 37 – commi 2 e 3 – della legge regionale n. 10/2003 e s.m.i., veniva affidata ad un commissario straordinario, individuato in base a criteri non esplicitati all'atto della nomina;
il comma 3 dell'articolo 37 della L.R. 10/2003 prevede testualmente “La Giunta regionale, con il provvedimento di scioglimento, nomina contestualmente un commissario straordinario con pieni poteri, che rimane in carica fino alla ricostituzione dell'organo dell'Ente, che dovrà avvenire entro sei mesi”;
ad oggi non si riescono a comprendere le motivazioni che impediscono, a distanza di oltre tre anni, la nomina degli organismi ordinari di gestione dell'Ente ed il ritorno alla normalità istituzionale dello stesso;
il prolungarsi della situazione di commissariamento sta comportando un'alterazione degli assetti istituzionali e dei procedimenti di formazione delle decisioni dell'Ente pubblico stesso;
la mancata nomina degli organi ordinari di gestione da parte della Regione Calabria rappresenta un forte atto di centralismo regionale che impedisce, di fatto, il ritorno alla normalizzazione istituzionale dell'Ente Parco;
tanto potrebbe comportare il rischio che l'Ente, svilito nelle sue finalità, si presti ad assumere le caratteristiche di un centro di potere -:
1) se l'attuale organo straordinario di gestione possieda i requisiti di competenza previsti dalla legge per l'esercizio delle funzioni che ricopre;
2) quali siano le motivazioni che ad oggi hanno impedito la nomina degli organismi ordinari di gestione, dal momento che i termini previsti dalla L.R. n. 10/2003 sono abbondantemente decorsi;
3) quando e con quale tempistica si intende ripristinare la normalità istituzionale all'Ente Parco Naturale Regionale delle Serre attraverso la nomina e la ricostituzione del Presidente e degli organi ordinari di gestione.
(506; 10.02.2014)
Risposta – “Si
riscontrano le interrogazioni specificate all'oggetto, rispettivamente
riguardanti il "commissariamento"
del Parco Naturale Regionale delle Serre e "il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n.
1 posto a tempo pieno ed indeterminato di Dirigente Tecnico",
sempre inerente lo stesso Parco Regionale, per significare quanto segue.
Con riguardo
alla prima interrogazione, sulla base degli atti d'ufficio, "l'attuale organo straordinario di
gestione" risulta in possesso dei necessari requisiti ai sensi di
legge; mentre in merito alle motivazioni del prolungamento del commissariamento
e alla tempistica di ricomposizione degli organi ordinari, il Dipartimento
regionale all'Ambiente non è in condizioni di fornire adeguate informazioni,
attenendo le relative competenze rispettivamente al Consiglio Regionale e alla
Presidenza della Giunta, in ossequio agli artt. 13 (nomina Presidente) e 14
(nomina Consiglio Direttivo) della Legge Regionale n. 10/2003 e ss.mm.ii.
Con riguardo
alla seconda interrogazione, si osserva come le attività di vigilanza e
controllo di legittimità e di merito sugli organi e sull'attività degli enti
parco spettano per espressa disposizione normativa al Consiglio Regionale
(artt. 36-37 LR n. 10/003 e ss.mm.ii.).
Nello specifico,
infatti, tenendo conto della attuale situazione di commissariamento, il
riferimento al "consiglio direttivo" e al "presidente" deve
essere esteso al commissario straordinario e all'attività gestionale da questi
posta in essere.
Il Dipartimento
regionale esercita le attività istruttorie ex post conseguenti agli impulsi
provenienti dagli organi regionali sovraordinati appena menzionati, ai quali
viene demandata l'emanazione degli opportuni provvedimenti.
Ne discende,
pertanto, allo stato degli atti disponibili presso il Dipartimento,
l'impossibilità a soddisfare le richieste sottese all'interrogazione in parola.
Cordialità.”
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 25.05.2012 con determinazione n. 70 veniva attivata, dal direttore FF del Parco Naturale Regionale delle Serre, dott. Francesco Maria Pititto, la procedura di mobilità esterna volontaria per la figura di n. 1 Dirigente Tecnico e contestualmente approvati il relativo avviso pubblico di mobilità e lo schema di domanda;
in data 18.06.2012, con deliberazione n. 25 del commissario straordinario dell'Ente, alla quale partecipava ed assisteva con funzioni di Segretario verbalizzante il dott. Francesco Maria Pititto, si prendeva atto del nullaosta dell'Afor. per l'assegnazione in convenzione a tempo parziale e determinato del dirigente, dott.ssa Franca Arlia, presso l'Ente Parco e si approvava, altresì, il relativo schema di convenzione con assegnazione alla stessa delle sole mansioni relative all'espletamento delle procedure concorsuali di cui sopra;
in data 23.07.2012, con determinazione n. 92 della dirigente, dott.ssa Franca Arlia, veniva approvato e contestualmente indetto il bando con relativo schema di domanda avente ad oggetto il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n. 1 posto a tempo pieno ed indeterminato di “Dirigente Tecnico”;
a seguito di richiamati rilievi di aspiranti concorrenti volti ad evidenziare lacune e/o incongruenze che avrebbero potuto limitare la platea dei partecipanti, nonché inficiare la regolarità del concorso, in data 03.09.2012, con determinazione n. 119 della dirigente, dott.ssa Franca Arlia, veniva rettificato il bando e lo schema di domanda del concorso pubblico indetto;
sia nel bando originario che in quello rettificato si fa riferimento alla decorrenza del termine di cui all'articolo 34 bis, comma 4, D.lgs. 165/01, ma non si fa riferimento né all'avvenuta comunicazione per conoscenza di cui al comma 1, art. 34 bis del D.lgs. 165/01, né alla data di ricezione della stessa da parte del Dipartimento per la Funzione Pubblica presso la P.C.M.;
ai sensi del comma 5 dell'art. 34 bis D.lgs. 165/01, le assunzioni effettuate in violazione delle norme di cui all'articolo 34 bis D.Lgs. 165/01 sono nulle di diritto, col rischio di vanificare, in tali casi, l'attività concorsuale svolta -:
se nella procedura concorsuale di cui in oggetto ed in quelle presupposte e preliminari sono state rispettate rigorosamente le norme e le procedure di legge;
in particolare, se le procedure e la tempistica di cui agli artt. 30 e 34 bis del D.lgs. 165/2001 risultino essere pienamente rispettate;
nello specifico, se siano state effettuate nei modi e nei termini previsti le comunicazioni di cui all'art. 34 bis del D.lgs. 165/2001 e se il termine di due mesi che deve decorrere ai sensi dell'art. 34 bis, comma 4, “dalla ricezione della comunicazione di cui al comma 1 da parte del Dipartimento della funzione pubblica direttamente per le amministrazioni dello Stato e per gli enti pubblici non economici nazionali, comprese le università, e per conoscenza per le altre amministrazioni”, risulti rispettato;
se, ai sensi dell'art. 34, comma 6, D.lgs. 165/01, nell'ambito della programmazione triennale sia stata previamente verificata la possibilità di ricollocare il personale in disponibilità iscritto negli appositi registri;
se le motivazioni che hanno portato alla rettifica del primo bando pubblicato in data 23.07.2012 e, nello specifico, le incongruenze e le lacune evidenziate da aspirati concorrenti ed indicate nella determinazione n. 119 del 03.09.2012, siano suffragate da idonea documentazione scritta e siano state poi effettivamente rimosse;
se possa essere rilevata incompatibilità e/o conflitto di interessi tra la posizione di soggetto che avvia, quale responsabile del procedimento, la procedura di mobilità esterna volontaria - atto presupposto e preliminare rispetto all'avvio della procedura concorsuale vera e propria – e qualità di partecipante al concorso indetto;
se possa essere rilevata incompatibilità e/o conflitto di interessi tra la posizione di segretario verbalizzante della delibera n. 25 del 18.06.2012 di conferimento di incarico di ruolo dirigenziale per la procedura concorsuale in oggetto alla dott.ssa Franca Arlia e qualità di partecipante al concorso dalla stessa indetto;
se possano sussistere dubbi in ordine all'imparzialità della commissione giudicatrice per il concorso in considerazione del fatto che, all'atto della nomina del dirigente responsabile e Presidente della stessa, partecipava in qualità di segretario verbalizzante un concorrente alla procedura concorsuale;
se, in considerazione dei rapporti intercorrenti tra l'Ente Parco Naturale Regionale delle Serre, presso il quale uno dei concorrenti aveva espletato per tempo il ruolo di Direttore FF, e l'Afor possa ritenersi opportuna la nomina a Presidente della commissione esaminatrice ed a componente della medesima nel concorso de quo di soggetti dipendenti della seconda;
se le procedure seguite per l'espletamento del concorso rispettino rigorosamente i principi di legalità, buon andamento, razionalizzazione delle risorse ed imparzialità della P.A. coinvolta.
(507; 10.02.2014)
Risposta – “Si
riscontrano le interrogazioni specificate all'oggetto, rispettivamente
riguardanti il "commissariamento"
del Parco Naturale Regionale delle Serre e "il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n.
1 posto a tempo pieno ed indeterminato di Dirigente Tecnico",
sempre inerente lo stesso Parco Regionale, per significare quanto segue.
Con riguardo
alla prima interrogazione, sulla base degli atti d'ufficio, "l'attuale organo straordinario di
gestione" risulta in possesso dei necessari requisiti ai sensi di
legge; mentre in merito alle motivazioni del prolungamento del commissariamento
e alla tempistica di ricomposizione degli organi ordinari, il Dipartimento
regionale all'Ambiente non è in condizioni di fornire adeguate informazioni,
attenendo le relative competenze rispettivamente al Consiglio Regionale e alla
Presidenza della Giunta, in ossequio agli artt. 13 (nomina Presidente) e 14
(nomina Consiglio Direttivo) della Legge Regionale n. 10/2003 e ss.mm.ii.
Con riguardo
alla seconda interrogazione, si osserva come le attività di vigilanza e
controllo di legittimità e di merito sugli organi e sull'attività degli enti
parco spettano per espressa disposizione normativa al Consiglio Regionale
(artt. 36-37 LR n. 10/003 e ss.mm.ii.).
Nello specifico,
infatti, tenendo conto della attuale situazione di commissariamento, il
riferimento al "consiglio direttivo" e al "presidente" deve
essere esteso al commissario straordinario e all'attività gestionale da questi
posta in essere.
Il Dipartimento
regionale esercita le attività istruttorie ex post conseguenti agli impulsi
provenienti dagli organi regionali sovraordinati appena menzionati, ai quali
viene demandata l'emanazione degli opportuni provvedimenti.
Ne discende,
pertanto, allo stato degli atti disponibili presso il Dipartimento,
l'impossibilità a soddisfare le richieste sottese all'interrogazione in parola.
Cordialità.”
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Naccari Carlizzi, Guccione, Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con Legge Regionale n. 26 del 7 dicembre 2007, è stata istituita la Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria (SUA), con il fine di assicurare la correttezza, la trasparenza e l'efficienza della gestione dei contratti pubblici (art. 1);
la SUA ha competenza in materia di gestione di procedure contrattuali per la realizzazione di lavori pubblici e l'acquisizione di beni e servizi;
la SUA è deputata per legge a svolgere il proprio ruolo di centrale di committenza a tutto tondo occupandosi del contratto affidatole sin dalla fase di programmazione per poi procedere alla assunzione dei provvedimenti a contrarre fino alla stipulazione del contratto ed alla sua esecuzione;
l'Autorità Regionale - Stazione Unica Appaltante (SUA),ha indetto un bando di gara per l'affidamento del Servizio di Ristorazione delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria;
la suddetta procedura è suddivisa in 7 (sette) Lotti rispettivamente indicativi delle ASP e delle Aziende Ospedaliere;
l'importo complessivo dell'appalto comprensivo degli oneri di sicurezza è pari a euro 62.910.604,94;
la durata del servizio risulta diversa per i diversi lotti di gara:
Lotti 1-4-7 la durata è prevista per 36 mesi;
Lotti 2-3-5-6 la durata è di 60 mesi;
risulta un solo disciplinare di gara, ma vi sono sette capitolati diversi che definiscono regole di partecipazione non unitarie;
è evidente la palese incongruenza, "figlia" dell'errata concezione non unitaria della gara, che vede lotti considerati a "compartimenti stagno" e non interagenti, con totale mancanza di norme di coordinamento in caso di partecipazione a più lotti;
di contro è invece prevista una unica Commissione aggiudicatrice, mentre la logica di maggiore trasparenza richiederebbe più Commissioni aggiudicatrici;
lo stesso disciplinare di gara (art.8) contiene norme non idonee a garantire la necessaria trasparenza ed il rispetto delle regole di leale concorrenza laddove vieta la partecipazione di un'impresa a più di un raggruppamento per ciascun lotto, ma non scongiura invece il formarsi di accordi o cartelli per l'intera gara;
la problematica appena evidenziata nel punto precedente si ripropone anche per l'avvalimento;
in relazione ai requisiti di partecipazione/valutazione è assente sia nella documentazione amministrativa, che nella documentazione tecnica la richiesta del possesso di alcune certificazioni importanti, fondamentali ed indispensabili per la gestione di servizi di ristorazione ospedaliera come la:
certificazione di qualità UNI EN ISO 14001 sul Sistema ambientale;
certificazione di qualità UNI EN ISO 22000:2005 Sistemi di
gestione per la sicurezza alimentare; o certificazione di qualità UNI EN ISO 22005:2007 Sistema di Rintracciabilità nelle filiere agro-alimentari;
certificazione di qualità BS OHSAS 18001 Sulla sicurezza e salute sul luogo di lavoro;
certificazione di qualità 10854:1999 Sistema di autocontrollo basato sul metodo HACCP;
in una gara d'appalto cos^ importante e complessa, come la gestione di 7 (Sette) Aziende Sanitarie ed ospedaliere e di importi cosi elevati risulta quantomeno singolare che non venga richiesta nessuna delle Certificazioni di qualità succitate, ma la richiesta viene limitata al solo possesso della Certificazione UNI EN ISO 9001;
in relazione ai criteri di valutazione e di attribuzione dei punteggi si riscontra un'incomprensibile diversità di regole tra i vari lotti. Allo stesso criterio (numero di personale in servizio) viene data importanza notevole in alcuni lotti, in altri è del tutto assente con una evidente disparità di trattamento tra i concorrenti;
sempre in relazione ai requisiti di partecipazione viene richiesto il possesso non già di un "fatturato minimo", ma di un "contratto almeno pari a" di importi diversi per lotto, determinati senza alcun criterio omogeno. Dato quest'ultimo che emerge considerando il rapporto tra importo richiesto e valore del lotto che varia da 1/ 3 per il lotto di gara 1, a 1/5 per i lotti di gara 3, 6 e 7;
sempre in relazione ai requisiti di partecipazione si ravvisano altrettante difformità considerato che per il lotto 3 di gara (Ospedale di Cosenza) si richiede il possesso di un centro cottura di emergenza (che operi in caso di problemi del centro di cottura interno) sovradimensionato, 10 volte superiore al fabbisogno ordinario del servizio quantificato nel bando di gara in 400 pasti;
il Lotto n. 2 sembra alquanto restrittivo per quelle aziende che operano al di fuori del territorio crotonese, in quanto assegna un punteggio di 10 punti sula valutazione tecnica ad aziende che posseggono il centro di cottura a meno di 5 km. Dall'Ospedale di Crotone, ed addirittura 0 punti, a chi lo possiede ad una distanza superiore ai 25 km.;
anche il lotto 6, che non è dotato di cucine proprie, viene previsto che i pasti vengano prodotti nel centro di cottura della ditta aggiudicataria ad una distanza chilometrica a 35 km. evidenziando la disparità di trattamento nell'assegnazione dei punteggi come sopra riportato;
vi sono discordanze significative anche sui vari importi posti a base d'asta, in quanto sviluppando il costo-pasto a base di gara di ogni singola giornata alimentare emerge una differenza da lotto a lotto, a parità di servizi richiesti sostanzialmente uguali;
le tabelle dietetiche sono diverse da lotto a lotto -:
se non intenda necessario disporre apposita indagine per verificare il corretto adempimento delle procedure di gara atteso che la SUA regionale si configura quale organo non emancipato dall'organizzazione regionale e dunque soggetta al controllo regionale;
se non ricorrano gli estremi per ravvisare un utilizzo improprio della facoltà concessa dall'articolo 6 della prefata legge regionale n. 26/2007 di indizione in unica gara avente ad oggetto l'affidamento in più lotti atteso che dalla lettura del bando non si ravvisano elementi idonei a ritenere che simile scelta risponda ad esigenze di contenimento della spesa, né tantomeno a necessità di correttezza, trasparenza ed efficienza delle procedure.
(511; 17.02.2014)
Risposta – “La
procedura di gara per l'affidamento del "Servizio di Ristorazione delle
Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria", divisa in sette
lotti per un importo complessivo di € 62.910.604,94 è stata avviata, anche a
seguito delle indicazioni suggerite dall'ufficio del Commissario per
l'attuazione del Piano di rientro della Sanità, che ha individuato, quale
fattore strategico, l'esigenza di avviare procedure di gare, pure per i servizi
non sanitari, al fine di realizzare significative economie.
Tale indicazione
è, peraltro, confermata nel piano operativo 2013 - 2015, Programma 9,
Razionalizzazione della spesa del 18.02.2014 n. 57261 a firma del Sub
commissario per l'attuazione del Piano di rientro della Sanità, Gen. Dott.
Luciano Pezzi, nel quale, nell'ottica di garantire una maggiore efficienza, si
pone l'obiettivo prioritario di aggregare i fabbisogni che rappresentano le
voci più rilevanti della spesa sanitaria: Pulizie. Mensa, Manutenzione e
riparazione, Assicurazioni e Lavanderia.
La Stazione
Appaltante, tenuto conto delle limitate risorse umane presenti nella Sezione
Tecnica, per far fronte alle necessità di un rilevante numero di Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere interessate, ha individuato nella gara multilotto la
modalità più idonea per procedere tempestivamente all'affidamento dei
contratti.
Nell'interrogazione
del 17.02.2014, n. 511, si evidenziano alcune criticità in merito alla gara di
che trattasi. In particolare, si ipotizza un presunto abuso da parte della SUA
che, in violazione dell'art. 6, l.r. 26/2007, avrebbe aggregato diverse
procedure in un'unica di gara e si contesta la scelta della SUA che non avrebbe
gestito in maniera unitaria la gara in oggetto; viene segnalata "la palese
incongruenza, "figlia" dell'errata concezione non unitaria della
gara, che vede lotti considerati a "compartimenti stagno" e non
interagenti, con totale mancanza di norme di coordinamento in caso di
partecipazione a più lotti". Si afferma ancora che il disciplinare di gara
conterrebbe "norme non idonee a garantire la necessaria trasparenza ed il
rispetto delle regole di leale concorrenza laddove vieta la partecipazione di
un'impresa a più di un raggruppamento per ciascun lotto, ma non scongiura
invece il formarsi di accordi o cartelli per l'intera gara".
I rilievi
espressi non possano essere condivisi; le criticità su aspetti regolamentari
appaiono invero non fondati. La SUA, essendoci le condizioni, in piena coerenza
con quanto previsto dall'art. 6 della L.R 26/2007, in presenza di sette
procedure di gara della stessa tipologia, i cui contratti, ormai scaduti,
subiscono impropriamente continui provvedimenti di proroga, ha ritenuto di
bandire un'unica procedura di gara per l'affidamento contestuale del servizio
dì ristorazione.
Si ricordi,
peraltro, che la Giurisprudenza ha affermato che la proroga può essere concessa
solo quando sia stata originariamente prevista (anche in relazione alla sua
durata) dagli atti dì gara e in presenza di un'adeguata motivazione (si
confronti, tra le tante, la recente Cons. St. sez. III, 5.7. 2013 n. 3580).
traducendosi in mancanza dì tali elementi in una violazione delle regole di
trasparenza, concorrenzialità e parità di trattamento. Dunque, per porre
rimedio a una situazione (quella delle perduranti proroghe) che pone fondati
dubbi dì legittimità, era necessario l'espletamento in tempi rapidi della
procedure volte all'individuazione dei nuovi appaltatori.
Per evitare di
avviare sette procedure di gara della stessa tipologia, questa Stazione ha ritenuto opportuno e conforme al
perseguimento dell'interesse pubblico, nonché ai principi di buon andamento,
efficienza ed economicità, bandire una sola procedura di gara, suddivisa in
sette lotti: uno per ogni azienda contraente.
Tale scelta non
ha, peraltro, costituito alcuna restrizione della concorrenza, non ha inciso
sulla possibilità degli operatori economici di partecipare a tutti i lotti e
non ha pregiudicato le possibilità di alcuno di arrivare all'aggiudicazione.
La scelta di
riunire in un'unica procedura divisa in più lotti l'affidamento di contratti
diversi fra loro non incide sulla natura della gara stessa che non ha carattere
unitario. Quella divisa in lotti, infatti. "non è una gara unica", ma a ciascun lotto corrisponde una
gara finalizzata all'aggiudicazione di un distinto contratto (cfr. Tar Toscana,
sez. I, 11.07.2013, n. 1159). La possibilità dì aggiudicare autonomamente i
singoli lotti, infatti, è incompatibile con la configurazione di una gara
unitaria poiché le singole procedure di aggiudicazione "sono dirette a tanti contratti di appalto quanti sono i lotti: se ciascun lotto può essere
aggiudicato a concorrenti diversi, è chiaro che non ci si trova dì fronte ad un
appalto unitario e se non vi è appalto unitario non vi può essere unicità della
gara" (Tar Lazio, Roma, sez. I-ter, 9.12.2010, n. 35960; in senso
sostanzialmente conforme, v. anche Tar Lazio, Roma, sez. I, 14.09.2011, n. 7286).
Il carattere non
unitario della gara suddivisa in più lotti comporta una serie di conseguenze,
rilevanti nel caso di specie:
a) il bando di
gara si configura quale "atto ad
oggetto plurimo", nel senso che contiene le disposizioni per lo
svolgimento non di un'unica gara finalizzata all'affidamento di un unico
contratto, bensì quelle per l'indizione e la realizzazione di tante gare
contestuali quanti sono 1 lotti cui sono connessi i contratti da aggiudicare
(Tar Lazio, Roma, sez. I-ter, 9.12.2010, n. 35960: cfr. altresì, ex multis , Tar. Umbria, sez. I.
30.01.2013, n. 61; v. anche AVCP, parere 19.07.2012, n. 122).
b) gli atti di
gara relativi al contenuto dei contratti da aggiudicare (ad esempio, i
capitolati) devono essere necessariamente differenziati per ciascun lotto e
devono essere tanti quanti sono i contratti da aggiudicare; la diversità dei
contratti che devono essere aggiudicati in ciascun lotto della gara, infatti,
determina la necessità di redigere tanti capitolati quanti sono i lotti di
gara, così da assicurare, per ciascun contratto, le diversità di fabbisogno che
lo caratterizzano e, nella fattispecie, vi sono diversità rispetto alla
preparazione e distribuzione dei pasti, alta dislocazione territoriale dei
presìdi sanitari, all'organizzazione del personale (cucine interne ed esterne,
veicolazione presso i presìdi ecc.), elencazione che certamente non è
esaustiva.
c) nonostante la
natura plurima della gara, cosi come il bando, anche la Commissione
giudicatrice deve essere unica, in conformità con la ratio delle disposizioni che permettono l'accorpamento di più
lotti. L'indizione di una gara suddivisa, infatti, è finalizzata anche a
ridurre i costi che la Stazione deve sostenere per l'affidamento di più
contratti fra loro analoghi. Sarebbe, dunque, illogico moltiplicare il numero
delle Commissioni giudicatrici e, con queste, le spese necessarie al loro
funzionamento.
d) il divieto
per il singolo concorrente di partecipazione plurima deve essere riferito al
singolo lotto e non può valere per finterà procedura, con la conseguenza che
ciascun partecipante può concorrere all'aggiudicazione di tutti i lotti banditi
o di solo alcuni di questi (AVCP, parere 21.12.2011, n. 218), Se diversamente
interpretata, infatti, tale divieto si tradurrebbe in un indebita restrizione
della concorrenza.
La prova che per
tale gara sono state garantite condizioni di massima partecipazione per ciascun
lotto è data dal fatto che alla scadenza dei termini sono pervenute ben
quindici offerte di operatori economici diversi, singoli o in raggruppamento,
che garantiscono adeguata concorrenza per tutti i lotti messi a gara.
L'operato della
SUA trova ampio riscontro nella Giurisprudenza citata e non appare in alcun
modo censurabile,
Un'ulteriore
precisazione deve essere fatta sulla predisposizione dei capitolati tecnici
posti a base dei singoli lotti.
La SUA, di
regola, nella sua attività di
"preparazione, indizione e di aggiudicazione delle gare" (art.
1. comma 1, l.r. 26/2007) non si occupa della predisposizione dei capitolati di
gara e degli altri documenti tecnici (es. tabelle dietetiche, criteri di
valutazione, ecc.) posti a base di gara, che rimangono di competenza dei
singoli enti di provenienza. È la stessa legge istitutiva della SUA (l. r.
26/2007) a prevedere tale riparto di competenze in più disposizioni;
- art. 1. comma 4-bis: la sezione tecnica della SUA
provvede, fra le altre cose, alla
"verifica dei bandi di gara e della relativa documentazione tecnica
predisposta dalle stazioni appaltanti nonché all'espletamento delle procedure
di affidamento dei contratti pubblici fra tali documenti tecnici vi sono
anche ì capitolati che, dunque, sono predisposti dai singoli enti che ricorrono
alla SUA, con successiva verifica da parte della stessa;
- art: 2. comma
3, lett. d): ferme restando le competenze delle singole amministrazioni
aggiudicataci, la SUA ha fra i propri compiti quello di "collaborare alla redazione del capitolato
generale e degli eventuali capitolati necessari'; in altri termini, i
capitolati non sono redatti dalla SUA, bensì dalle singole amministrazioni, in
eventuale collaborazione con la SUA;
- art, 5, comma
1: gli enti che intendono (o devono) avvalersi della SUA devono,
necessariamente, "stabilire
l'oggetto del contratto e gli elementi essenziali del suo contenuto ne
consegue che il Capitolato, che contiene le specifiche tecniche del contratto
ed è parte integrante dello stesso, resta di competenza dell'ente che ricorre
alla SUA;
- art. 6, comma
7; il Capitolato viene considerato compreso nel novero degli "atti progettuali”, tale
tipologia di atti è di competenza delle singole amministrazioni che, infatti,
devono trasmetterli alla SUA assieme alla delibera a contrarre e al formale
atto di investitura, come previsto dall'art. 5, comma 2.
Pertanto,
nessuna censura può essere mossa alla SUA per avere posto a base di gara i
Capitolati tecnici provenienti dalle amministrazioni destinatarie del contratto
da aggiudicarsi.
In relazione ai
requisiti di partecipazione, si evidenzia nell'interrogazione che "viene richiesto il possesso non già
di un "fatturato minimo", ma di un "contratto almeno pari
a" di importi diversi per lotto, determinati senza alcun criterio
omogeneo". Sul punto, si ricordi che la recente normativa (D.L.
6.7.2012, n. 95. conv. dalla L. 7.8.2012. n. 135, ed. Spending review) ha
modificato parzialmente il testo dell'art. 41, comma 2. del Codice dei
contratti pubblici (d.lgs. 12.04.2006. n. 163), rubricato "Capacità economica e finanziaria dei
fornitori e dei prestatori di servizi', prevedendo che "sono illegittimi i criteri che
fissano, senza congrua motivazione, limiti di accesso connessi al fatturato
aziendale". La ratio
delta novità introdotta dal Legislatore è proprio quella di impedire che le
amministrazioni aggiudicatrici ricorrano indebitamente al requisito del
fatturato minimo come limite per l'accesso alle gare pubbliche, determinando
l'esclusione dalle gare degli operatori economici di medie e piccole
dimensioni.
Deve, invece,
considerarsi corretto il riferimento, quale requisito di accesso alla gara,
alla prestazione di attività analoghe in passato, per importi pari o superiori
a quelli banditi, sempre nel rispetto del principio di proporzionalità.
Così operando,
si ottiene una reale ed effettiva apertura della procedura di gara alla
concorrenza, assicurando la concreta possibilità di partecipazione altresì alle
imprese medie e piccole.
Rispetto invece
alla mancata previsione fra i requisiti di partecipazione/valutazione di
adeguate garanzie di qualità in capo ai concorrenti partecipanti, si evidenzia come
il bando di gara abbia richiesto, per tutti i lotti, il possesso di tutte le
certificazioni necessarie per svolgere tale tipologia di servizio (UNI EN ISO
9001:2008; UNI EN ISO 14001:2004; UNI EN ISO 22000:2005) e, per di più, in caso
di RTI, il possesso delle stesse da parte di tutte le imprese raggruppate.
Relativamente
invece alla quantificazione dei costi dei pasti a base di gara si fa presente
che questi sono stati uniformati a quelli massimi di riferimento previsti
dall'AVCP, determinando in tal modo un sicuro risparmio rispetto ai prezzi dei
contratti vigenti.
Si ritiene,
pertanto, che optare per una scelta diversa avrebbe determinato l'irragionevole
allungamento dei termini di aggiudicazione e la reiterazione di proroghe dei
contratti scaduti a prezzi superiori a quelli posti a base d'asta nella nuova
gara.
L'esperienza di
questa gara, tra le prime in Italia nello specifico settore, servirà per
migliorare in futuro le modalità per l'affidamento dei servizi non sanitari.
Distinti saluti”.
Antonio Rizzo (direttore generale)
“Il Consiglio regionale,
premesso che l’intera costa ionica calabrese, con particolare riferimento a quella reggina e catanzarese, dopo le violente mareggiate del mese di dicembre, è stata ulteriormente devastata a fine gennaio da violenti onde che si sono abbattute con inaudita violenza sui lungomari di numerosi centri ed in particolare su quelli di Siderno, letteralmente cancellato, di Caulonia e di diversi centri della Provincia di Catanzaro;
considerato che già nei primi giorni di febbraio la Giunta regionale ha tempestivamente deliberato la richiesta al Governo dello stato di emergenza;
atteso che per i danni incalcolabili anche al patrimonio archeologico, il Presidente della Giunta, con il supporto del Sottosegretario alla Protezione Civile e all’Assessorato ai Lavori Pubblici, si è prontamente mobilitato per affrontare anche sul piano strutturale alcune di queste drammatiche realtà venutesi a creare;
ritenuto necessario che, in attesa delle decisioni del Governo, si predispongano altri interventi di salvaguardia delle fasce costiere interessate dalle violente mareggiate;
considerato che, per l’imminenza della stagione turistica urge reperire adeguate risorse correnti per non vanificare gli sforzi che gli operatori turistici e commerciali stanno mettendo in campo,
impegna
la Giunta regionale ad assumere ogni utile iniziativa istituzionale per reperire le risorse correnti necessarie per affrontare le immediate emergenze dei lungomari e per sostenere, con iniziative di promozione dei centri interessati, le attività degli operatori balneari e commerciali direttamente coinvolti.”
“Il Consiglio Regionale,
considerato che:
la famiglia di Fouzia Bouzlaf, originaria del Marocco, residente nella città di Reggio Calabria, versa in una grave situazione e ha subito uno sfratto abitativo che sarà esecutivo il 25.03.2014;
la signora Fouzia Bouzlaf è madre di due bambine di 10 e 13 anni e che la piccola Shaimaa, di 10 anni, è affetta da autismo;
il Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria, assieme ad altre organizzazioni umanitarie, sta sostenendo il diritto all’alloggio della famiglia di Fouzia Bouzlaf;
il Tar di Reggio Calabria ha disposto l’assegnazione di un alloggio alla famiglia di Fouzia Bouzlaf a cura del Comune di Reggio Calabria;
a seguito di incontro formale con la Commissione Straordinaria per l’Amministrazione del Comune di Reggio Calabria, a tutt’oggi non si registra una attività risolutiva da parte del Comune di Reggio Calabria per garantire il diritto all’alloggio della famiglia di Fouzia Bouzlaf,
impegna
la Giunta regionale a svolgere una forte attività di sollecitazione nei confronti della Commissione Straordinaria per l’Amministrazione del Comune di Reggio Calabria al fine di garantire il diritto all’alloggio della famiglia di Fouzia Bouzlaf, ed a svolgere ogni possibile e utile attività a sostegno della famiglia di Fouzia Bouzlaf e, in particolare, della piccola Shaimaa affetta da autismo”.
“Il Consiglio regionale,
premesso che la Carime di San Ferdinando ha comunicato in questi giorni alla locale Amministrazione Comunale la volontà di chiudere lo sportello bancario che da decenni svolge un proficuo e remunerato servizio a favore delle imprese e delle popolazioni del centro pianigiano;
considerato che dopo la proposta avanzata della Giunta e dal Consiglio regionale al Parlamento di istituire la Zona Economica Speciale e le favorevoli prospettive che si delineano per l’intero Comprensorio, la decisione, che risale agli anni scorsi, risulta essere oggi illogica ed assolutamente ingiustificata;
tenuto Conto che l’auspicabile istituzione della ZES provocherebbe sicuramente nuove e straordinarie possibilità di favorire l’insediamento di decine di imprese di ogni dimensione, nazionale ed estere con conseguente aumento dei volumi di lavoro anche delle filiali bancarie oggi esistenti;
considerato, altresì, che da tempo è in atto un inaccettabile tentativo di spoliazione di altri importanti uffici del Comune di San Ferdinando,
impegna
la Giunta regionale a porre in essere tutti gli opportuni contatti con l’ABI calabrese e con il Gruppo Carime, per farlo recedere, in ordine alla ventilata chiusura, anche alla luce delle favorevoli prospettive che si intravedono per tutto il sistema bancario insediato nel Comprensorio del Porto, a partire dallo sportello di Banca Carime.”
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
negli ultimi anni la grave crisi economica a livello mondiale e nazionale ha inciso fortemente sulla quotidianità delle aziende e delle famiglie soprattutto di quelle calabresi;
è indubbio che tale situazione rappresenta uno dei momenti più difficili per l’economia nazionale e regionale e ne sono un esempio la perdita dei posti di lavoro, l’inasprimento della tensione sociale, la sfiducia nelle Istituzioni, un diffuso atteggiamento di rassegnazione e immobilismo;
rilevato che il Mezzogiorno ma soprattutto la Calabria – a causa delle sue dimensioni e dei suoi ritardi – sta pagando un prezzo particolarmente alto considerato che si è trovata e si trova a dover resistere di fronte ad uno sconvolgimento che è allo stesso tempo strutturale e congiunturale;
considerato che anche il settore creditizio ha risentito fortemente della crisi economica: nella nostra regione si è assistito al tramonto di alcune realtà creditizie storiche e, nonostante la presenza del credito cooperativo, si è assistito, altresì, ad un progressivo e costante disimpegno delle grandi banche nazionali che hanno chiuso centinaia di filiali;
rilevato ancora che nella regione Calabria vi è una differenza marcata tra la raccolta del credito e l’impiego, senza contare poi il costo del denaro impareggiabilmente superiore rispetto ad altri contesti territoriali,
impegna
la Giunta regionale ad individuare, sollecitando in tal senso anche il Presidente e il Consiglio dei Ministri, tutte le possibili e ipotizzabili iniziative per riportare al centro delle decisioni di governo il tema del credito, necessario per un concreto sviluppo della realtà economica del Mezzogiorno e della Calabria.”
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
alle prime luci dell’alba ignoti malviventi travisati hanno bloccato un auto compattatore che espleta il servizio di raccolta di rifiuti per conto del Comune di San Ferdinando, facendo scendere l’autista dal mezzo ed appiccandovi fuoco;
questa vicenda ha ulteriormente accentuato il clima di tensione nella cittadinanza aggiungendosi ad altre emergenze quali la recente chiusura della filiale della banca Carime e la sempre attuale vicenda relativa agli accampamenti degli extracomunitari,
impegna
la Giunta regionale a compiere ogni utile sforzo teso a supportare l’azione dell’Amministrazione comunale.”