IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
80.
SEDUTA DI LUNEDI’ 17
FEBBRAIO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 16,03
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge
le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate
in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 467 del 18 novembre 2013 a firma del consigliere Franchino, la numero 476 del 3 dicembre 2013 a firma del consigliere Franchino, la numero 481 del 19 dicembre 2013 a firma del consigliere Guagliardi, la numero 488 del 15 gennaio 2014 a firma del consigliere Principe, numero 489 del 16 gennaio 2014 a firma del consigliere Guccione, numero 492 del 20 gennaio 2014 a firma del consigliere Magarò, numero 497 del 21 gennaio 2014 a firma del consigliere Guccione e numero 498 del 21 gennaio 2014 a firma del consigliere Talarico Domenico.
(E’
riportato in allegato)
Prima di dare la parola al consigliere Gallo, vi
informo che la Conferenza dei capigruppo ha concordato di approvare una
proposta di legge riguardante la modifica della legge regionale numero 53 del
2013, approvata alla unanimità dal Consiglio regionale, recante “Disciplina del sistema
regionale della istruzione e formazione professionale”.
Praticamente, il Governo ci chiede di modificare un
articolo per evitare l’impugnativa da parte del Governo stesso. Ne abbiamo discusso in Conferenza
dei capigruppo e possiamo, intanto, votare l’inserimento della proposta di
legge all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Passiamo alla votazione
dell’articolato che consta di due articoli.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per chiedere l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge numero 543/9^, recante:
“Integrazione alla legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 <Cessazione
dello stato di emergenza del settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle
competenze regionali e strumenti operativi>”, proposta dal collega Orsomarso
che è stata oggi approvata in Commissione con modifiche, con il voto dei gruppi
di maggioranza e la sola astensione del gruppo Misto.
Sì, è un argomento che abbiamo discusso in Conferenza
dei capigruppo; possiamo votare l’inserimento del provvedimento all’ordine del
giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo per chiedere
l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione presentata nei giorni scorsi
e riferita alle emergenze dei lungomare dell’area della locride e dell’Alto
Ionio ed in particolare dei guasti provocati sul lungomare di Siderno che
ormai, di fatto, è cancellato, così come in altre parti come Caulonia, San
Lorenzo, Condofuri.
La mozione è già agli atti. Se possiamo averne una
copia…
Si tratta di una mozione che riguarda i lungomare
dell’area grecanica e della locride.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Chiedo, Presidente, di inserire all’ordine del giorno la
mozione che riguarda “Le procedure di ampliamento della discarica di Petrosi di
Casignana”.
E’ stata già protocollata? Allora pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno della mozione a firma del consigliere
Imbalzano.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della
mozione a firma del consigliere De Gaetano che riguarda la discarica di Petrosi
di Casignana.
(E’ approvato)
In Conferenza dei capigruppo avevamo parlato di un
provvedimento che aveva sollecitato il consigliere Chiappetta - che però non
vedo in Aula - e che riguarda l’istituto zooprofilattico. Intanto pongo in
votazione l’inserimento del provvedimento numero 538/9^ all’ordine del giorno.
(E’ approvato)
Consigliere Gallo, possiamo passare subito all’esame del
provvedimento che è passato in Commissione, considerata l’importanza e lo stato
di emergenza del settore rifiuti. Questa approvazione potrebbe consentire di
trovare la soluzione per lo smaltimento dei rifiuti, visto che ci sono
tantissime città della Calabria piene di rifiuti per le strade. Attraverso
questo provvedimento si può provvedere ad un intervento abbastanza forte che
riesca a risolvere il problema.
Darei intanto la parola al consigliere Gallo e poi
all’assessore Pugliano. Si aprirà dopo il dibattito.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, ho chiesto
l’inserimento all’ordine del giorno di questo provvedimento che oggi è stato
approvato in Commissione dopo una discussione che, peraltro, è durata due
sedute, proprio per la straordinarietà e l’urgenza del provvedimento.
Come è a conoscenza dei colleghi consiglieri, la nostra
regione versa in
una condizione di grandissima emergenza da questo punto di vista. E’ finita
l’era del commissariamento,
i 16 anni - che io definisco “la cenere sotto il tappeto” - nei quali non c’è
stata alcuna programmazione soprattutto dal punto di vista impiantistico e nei
quali si è lasciato che intere province non programmassero alcunché; non si è
programmato nulla per le province che erano un po’ riottose rispetto a queste
scelte.
L’eredità
ricevuta dal dipartimento e dall’assessorato nel marzo 2013 è stata ed è una
eredità pesante. Di fatto tutta la regione poggia, dal punto di vista del
conferimento dei rifiuti, sulla discarica di Pianopoli che andando in tilt, come
spesso accade per questioni di natura meterologica, ha mandato in tilt l’intero
sistema.
Oggi,
dopo due settimane di fermo – pare che domani la discarica di Pianopoli
inizierà a poter recapitare i rifiuti, a poter vedere il conferimento dei
rifiuti – ci sono circa 30 mila tonnellate di immondizia per le strade della
Calabria.
Do atto
all’assessore e al dipartimento che in questo anno si è cercato di attuare
almeno una scelta programmatica, almeno per quanto riguarda la programmazione
impiantistica, in particolare nella provincia di Cosenza, in un mare di
difficoltà; in Calabria spesso da parte delle popolazioni non c’è una visione
positiva di questi provvedimenti ma anche – lo dobbiamo dire anche in Aula
poiché lo dicono anche in altre circostanze – qualche volta con un difetto di
comunicazione da parte del dipartimento nei confronti dei territori che ha
determinato – come nel caso di Bucida di Rossano - grosse rivendicazioni e
proteste da parte di quei territori.
Qual è l’esigenza di portare in approvazione questa
norma che è stata proposta dal consigliere Orsomarso che si è fatto carico di
questa emergenza, anche concertando col dipartimento e con l’assessorato questa
necessità? La possibilità di utilizzare, attraverso l’approvazione di questa
norma, gli impianti privati che esistono nella nostra regione per poter
trattare, secondo i dati che ci ha dichiarato in Aula il direttore generale
Gualtieri, circa 500-600 tonnellate al giorno di quelle che normalmente vengono
abbancate e oggi vengono depositate sulle strade.
Questo provvedimento che avrebbe efficacia fino al 31
dicembre 2014, con i caratteri della straordinarietà e dell’urgenza, e quindi
anche limitato nel tempo, unitamente al bando emanato dall’assessorato per il
quale sono state depositate le offerte – scaduto lo scorso 13 febbraio – per il
trasporto extrafrontaliero via nave dei rifiuti, potrebbe consentire, atteso il
termine di vigenza dell’ordinanza del presidente Scopelliti, di
superare l’emergenza. E consentirebbe anche al dipartimento e all’assessore di
continuare a programmare il sistema impiantistico oltre che favorire e
sollecitare anche una rivoluzione culturale in gran parte della regione perché ci
sono tanti esempi virtuosi sul settore della raccolta differenziata che a noi
pare nevralgico.
Proprio per questo, sulla scorta di questo principio,
vale a dire l’applicazione e l’utilizzazione degli impianti privati che pure
esistono, si propone questa modifica al Piano regionale sui rifiuti al pari del
2007 che escludevano la possibilità di utilizzazione degli impianti privati.
Attraverso questa approvazione, appena sarà pubblicata
la legge sul Bollettino Ufficiale della Regione, potranno essere utilizzati gli
impianti privati e quindi si potrà alleviare questa fase emergenziale che,
credo, non faccia onore, cari colleghi, alla Calabria né di centro-sinistra né di
centro-destra perché i risultati odierni sono frutto di anni nei quali,
probabilmente, la politica di queste problematiche – credo di fare uno sconto a
tutti – non si è voluta assolutamente occupare.
Il provvedimento è stato emendato in Commissione in cui
è stato poi approvato con i voti della maggioranza e con l’unica astensione del
gruppo Misto. Pertanto ne chiedo l’approvazione, Presidente.
Prego, assessore Pugliano.
Avevo detto che potevo sicuramente lasciare la parola ai consiglieri e chiudere poi il dibattito. Non so se devo intervenire solo sulla norma in discussione o allargarmi a relazionare sullo stato dell’arte in Calabria per quanto riguarda il sistema dei rifiuti.
Non avendo ricevuto indicazioni, mi limiterò solo a
dare qualche altra informazione rispetto alla straordinaria
importanza di questa norma, di questo emendamento in questo momento.
Confermando quello che già
anticipava il consigliere Gallo, Presidente della quarta Commissione, c’è da
ricordare che la Regione
Calabria ha ricevuto il testimone, il passaggio di consegne, dopo 16 anni di
commissariamento, il 1° aprile 2013.
Giacché
io dopo 25 giorni, il 26 aprile ho tenuto una conferenza stampa per presentare
la radiografia del sistema dei rifiuti
in Calabria ho detto, già in quella circostanza, che il sistema dei rifiuti era
al collasso perché su una produzione giornaliera di 2.400 tonnellate al giorno
prodotte in Calabria noi registriamo – e all’epoca presentavo, comunicavo –
dobbiamo segnalare e fare i conti con una percentuale misera, indecente e
incivile - definisco io - del 12 per cento di raccolta differenziata.
Sottraendo
a queste 2.400 tonnellate al giorno di produzione rifiuti, di questa misera
percentuale di raccolta differenziata, c’è un sistema impiantistico ereditato
dai 16 anni di commissariamento che definisco con tre aggettivi. Il sistema
impiantistico calabrese ereditato da 16 anni di commissariamento è incompleto,
insufficiente ed inefficiente.
Incompleto
perché il sistema dei rifiuti in
Calabria nel 2002, quando è stato approvato il Piano regionale dei rifiuti, è
stato pensato per essere poggiato su un tre piedi. Di questi tre piedi sulla
base su cui poggiare il sistema dal 2002 ad oggi sono stati realizzati solo due
piedi; il terzo per meglio comprendere il concetto che è quello a nord della
Calabria, l’area cosentina, che non è stato realizzato in questi 12 anni,
poggiando il sistema su due piedi, anche un chilo di rifiuto fa tenere in
squilibrio la base, il tre piedi e scricchiolare.
Incompleto
perché sono stati realizzati 7 impianti di selezione, riciclo e valorizzazione
della raccolta differenziata che non hanno mai iniziato la loro attività su
questa funzione ma poi anche di trattamento meccanico biologico del rifiuto.
I 7
impianti realizzati - due nell’area centro, nel piede a centro, e 5 nell’area a
sud di cui uno da quando ci siamo insediati, quello di Sambatello, è anche
fermo -, di cui solo 6 attivi, adesso da 10 mesi, riescono a trattare solo il
41 per cento di quella produzione giornaliera – per intenderci – sulle 2.400
tonnellate al giorno solo 1.050 riescono a passare per gli impianti, per ricevere
preventivamente il trattamento reso obbligatorio già dal 2003.
Quindi è
incompleto - per ritornare ai tre aggettivi sul sistema impiantistico - perché
mancano gli impianti a nord dal 2002. Poi, il Piano regionale è stato
riconfermato e riapprovato nel 2007 ma manca da 12 anni quel piede a nord ed è
per questo che ancora oggi 1.200 tonnellate al giorno sono in una condizione di
illegittimità. Devono, per forza, attraverso una ordinanza a firma del
presidente Scopelliti, andare in discarica.
Visto che
in Calabria abbiamo ancora oggi una sola discarica attiva, che è quella di
Pianopoli, i 15 giorni di chiusura di quell’unica discarica presente in
Calabria hanno fatto giacere e fermarsi per le strade della Calabria quelle
1.200 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti, non trovando l’unica valvola di
sfogo che è Pianopoli.
Oltre ad
essere incompleto il sistema impiantistico, abbiamo parlato già della misera ed
indecente raccolta differenziata; il sistema, oltre ad essere incompleto, è
insufficiente perché non riesce a mettere nelle condizioni di legittimità il
rifiuto prima di andare in discarica.
E’
inefficiente. Inefficiente perché intanto quella funzione prioritaria che
dovevano svolgere gli impianti cioè quella di recuperare tutte le frazioni
riciclabili, prima di trattare il resto meccanicamente e biologicamente, non
hanno attivato quella funzione. Ecco perché – e vado a dire a cosa può servire
questa norma – questa norma dà la possibilità al dipartimento di autorizzare
gli impianti privati di selezione e di trattamento dei rifiuti per poter
aiutare, supportare quel sistema impiantistico, quei 6 impianti del sistema
pubblico che stanno svolgendo la propria attività. Gli impianti privati,
attraverso questa norma, che non avevano e non hanno fino ad oggi l’autorizzazione
a trattare il rifiuto, avevano l’autorizzazione durante la gestione
commissariale perché i commissari avevano poteri in deroga rispetto alle norme.
Ci sono
quindi impianti di trattamento e rifiuto in Calabria che erano autorizzati
sotto la gestione commissariale.
Il Piano
regionale dei rifiuti del 2002, confermato nel 2007, non consente ai privati di
entrare nel circuito del sistema pubblico sui rifiuti urbani. I privati
potevano trattare solo rifiuti speciali.
Con
questa norma, visto che è incompleto il sistema impiantistico, che non ce la fa
a trattare tutte e 2.400 tonnellate al giorno, noi chiediamo di poter
autorizzare questi impianti di selezione e trattamento rifiuti che hanno in
mano i privati per poterli autorizzare per il 2014. Così una parte importante
di quelle 1.200 tonnellate – quasi la metà, quasi il 50 per cento di quei
rifiuti – possono essere trattati e quindi rientrare in una condizione di
legittimità perché hanno il trattamento preventivo allo smaltimento.
Ecco
perché, non solo oggi ma già da qualche mese, noi chiedevamo questa norma,
perché sentivamo, per come ho già detto in qualche altra seduta di Consiglio
regionale, che la situazione dei rifiuti si poggiava su una base molto debole e
fragile e che avremmo avuto bisogno, quindi, intanto della collaborazione e
della cooperazione istituzionale e interistituzionale in Calabria. Il Piano,
che ha messo in campo la Regione Calabria per completare quel sistema
impiantistico, è incompleto, e non si potrà ammodernarlo e quindi renderlo
sufficiente ed efficiente anche perché ancora quel terzo piede a nord della
Calabria manca.
La
priorità, la parte fondamentale per sperare che il sistema possa essere messo
in equilibrio e in ordine, è infrastrutturare nell’area nord della Calabria che
produce un terzo dei rifiuti giornalieri che produce la Calabria; la parte
prioritaria è realizzare almeno un impianto in quell’area e quindi raggiungere
per tutto il territorio regionale l’obiettivo dell’autosufficienza
territoriale.
Ogni
territorio deve poter gestire i propri rifiuti e non scaricarli sul giardino
del vicino. Oltre al principio dell’autosufficienza sono altri due i principi
fondamentali per far funzionare efficacemente un sistema. Gli altri due
principi sono quello della prevenzione che è niente altro che mettere in campo
ogni azione e ogni politica che i ritardi o che eviti che un prodotto diventi
rifiuto.
Quindi
allungare la vita dei prodotti, questa è la prevenzione in campo rifiuti:
ridurre la produzione dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, il
riciclo e il recupero di materie prime, secondo e anche energia.
L’altro –
il terzo principio fondamentale – è quello della prossimità. Se non accorciamo
le distanze tra il punto dove il rifiuto viene prodotto e quello dove il rifiuto
viene selezionato, riciclato, viene valorizzato ma anche smaltito perché c’è
una parte di rifiuto; è inutile lasciarsi incantare dagli slogan!
Vogliamo
il modello “rifiuto zero”, non possiamo sfuggire alla terminologia e
all’argomento, non possiamo sfuggire in Calabria – visto il sistema
impiantistico che abbiamo – a realizzare anche qualche discarica di supporto e
di servizio agli impianti perché questi impianti, anche se resi efficienti
nella loro funzione, lasciano, comunque, un 15-20 per cento di scarti che deve
essere smaltito in discarica.
Non è
questa la circostanza ma se poi me la chiederete, ritornerò a parlare del piano
di investimenti e di interventi che ha adottato e messo in campo la Regione
Calabria, individuando nel 2013, così come ho detto poc’anzi in quarta
Commissione - non lo potevamo far prima - le risorse necessarie a completare e
ad ammodernare questo sistema.
Ecco
perché mentre il pubblico ha dormito, nel senso che non si è occupato del sistema dei rifiuti, il sistema
commissariale ha fatto investire solo i privati. Oggi c’è la necessità che
anche il pubblico investa e completi questo sistema impiantistico e lo renda
moderno.
La
Regione Calabria lo sta facendo ma certo è che dobbiamo tutti quanti insieme,
senza distinzione né politica né campanilistica né culturale, dobbiamo vedere
come far realizzare e completare il sistema per raggiungere quei tre principi
fondamentali: la prossimità, la prevenzione e l’autosufficienza territoriale.
Diversamente
se ancora, come sta succedendo oggi da tutte le parti nelle quali si paventa la
necessità o la possibilità di realizzare un impianto o una discarica di
servizio, si alzano le barricate credo che non ci sia bacchetta magica che
possa risolvere i problemi.
Ecco
perché sono fiducioso perché in alcuni territori della Calabria stanno
comprendendo la problematicità, la drammaticità di questo sistema dei rifiuti e
che, quindi, in alcuni territori, mi riferisco per esempio al territorio
crotonese e vibonese, a quello catanzarese e a quello reggino, capite bene chi
manca a questi territori per consentire che si completi il sistema.
In quei
territori ci si sta aprendo a comprendere che non solo si deve spingere verso
il principio della prevenzione, riducendo la produzione dei rifiuti attraverso
la raccolta differenziata, ma ci si sta dichiarando disponibili a realizzare
anche gli impianti necessari.
Noi
dobbiamo vincere la contrapposizione che ancora oggi resiste e che non è più
sopportabile, dell’area nord, dell’area cosentina.
Solo
attraverso il completamento di questo sistema e quindi non domani mattina,
senz’altro, il sistema potrà essere reso sicuramente efficiente e completo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, l’assessore Pugliano è persona
apprezzabile e cerca di essere convincente nella sua narrazione ma noi sentiamo
la necessità di cercare di dire fino in fondo la verità, rispetto a determinate
narrazioni, fermo rimanendo in generale, come principio, che anche in presenza
delle gestioni commissariali il ruolo di programmazione e di attuazione di un
programma da parte della Regione, in accompagnamento e in modo parallelo con la gestione
commissariale, non viene meno.
Quindi il ragionamento che riguarda la storia
dell’emergenza rifiuti che lei ha fatto, assessore, oltre ad essere parziale e
non veritiero non tiene conto di questo stato di cose e di questa
responsabilità che anche noi abbiamo, certamente completa prima del 1999, e
parziale, di programmazione e di sostegno, dopo il 1999.
Lei ha parlato molto della parte nord della Calabria,
della provincia di Cosenza e sostanzialmente dice una cosa corretta: se non
viene inserita in un contesto, cioè che in una programmazione
dell’impiantistica e quindi del trattamento dei rifiuti la regola migliore è
quella di trattare e smaltire più che possibile vicino casa. Non c’è solo un
problema della sensibilità delle popolazioni che magari possono non accettare
che ci siano impianti vicini all’uscio di casa che trattano rifiuti di altre comunità,
ma lei dovrebbe convenire con me che - per restare nella provincia di Cosenza –
i cittadini della provincia di Cosenza sopportano un costo ben maggiore dei
cittadini delle altre comunità calabresi perché il costo maggiore nel campo dei
rifiuti riguarda proprio il trasporto.
Detto questo le voglio dire che la provincia di Cosenza,
qualche lustro fa, si trovava all’avanguardia in Italia sotto questo profilo
perché in quella provincia era stato realizzato un inceneritore di prima
generazione che in quanto tale, come il telefonino di primissima generazione,
dopo un certo numero di anni andava ammodernato e reso compatibile con le nuove
normative ambientali e con una azione forte di innovazione sotto il profilo
tecnologico.
C’erano due impianti così in Italia, uno in provincia di
Cosenza e l’altro a Livorno.
Ebbene, la Regione Calabria quando questo inceneritore diventò obsoleto – era
Presidente il professor Nisticò – invece di provvedere all’ammodernamento di
questo impianto lo chiuse. Intanto gli anni passavano, si sono accavallate le
responsabilità e la provincia di Cosenza è rimasta orfana di ogni attenzione da
parte della Regione.
Faccio
anche autocritica per la parte che riguarda il centro-sinistra ma non l’ultima
fase del Governo di centro-sinistra perché nell’ultima fase dell’ultimo Governo
di centro-sinistra si era avviata a soluzione questo problema, trovando la
condivisione da parte della comunità di San Lorenzo del Vallo a localizzare in
quel comune un termovalorizzatore. Si pose un problema, sempre provocato dalle
precedenti gestioni regionali che non avendo avuto la capacità di allocare il
termovalorizzatore in provincia di Cosenza decise, con provvedimenti idonei dal
punto di vista amministrativo, di raddoppiare il termovalorizzatore di Gioia Tauro.
Nel
momento in cui si trattava di realizzare il termovalorizzatore in San Lorenzo
del Vallo il commissario dell’epoca addusse come motivo di diniego che la ditta
che doveva realizzare il raddoppio aveva già ordinato il materiale tecnologico.
Ma stranamente ancora non si vede ombra di questo materiale tecnologico perché
pare che ci sia solo lo scheletro in cemento, e poi lei ci dirà al riguardo.
Ebbene la
Giunta di centro-sinistra chiese un parere del Consiglio di Stato che a quanto
a noi risulta era positivo e di questo parere non si è tenuto conto e siamo al
2010.
Ebbene,
non venite a dirci stamattina che per realizzare l’impiantistica ci vogliono 3
anni perché semmai iniziamo a realizzare l’impiantistica ci vorranno sempre tre
anni. Io mi sarei aspettato stamattina che lei venisse, dopo 4 anni perduti in
inutili discussioni, a proporci un programma di facile attuazione, il
cosiddetto cronoprogramma, per dire “entro questa data realizzeremo gli
impianti di trasformazione”. Lei sa benissimo, infatti, che in provincia di
Cosenza ci vogliono tre impianti di trattamento, allo stato ce n’è solo uno,
quello di Rossano che è fermo e ne manca certamente un terzo.
Ci
vorrebbe poi un impianto di conferimento ad alta tecnologia senza possibilità
di inquinamento dell’ambiente. E non capisco perché queste cose non si possano
fare solo in Calabria. Non c’è bisogno di citare Brescia il cui
termovalorizzatore è vicino a quel grande ed importantissimo ospedale. Potrei
parlare di Mestre e di tante altre città d’Europa dove si possono fare impianti
di questo tipo.
Allora
perché questa sera lei non è venuto a proporci un programma per realizzare
l’impiantistica di trattamento e per realizzare l’impianto finale di
conferimento dei rifiuti? A noi risulta che dagli ultimi studi gli impianti di
trattamento producano il cosiddetto Css che è un rifiuto terminale per trattare
il quale in provincia di Cosenza basterebbe un impianto di smaltimento e di
conferimento finale con un investimento di una cinquantina di milioni.
Mi
risponderà che nel Por Calabria queste disponibilità non c’erano. Si faccia
aiutare dall’assessore Mancini per vedere se tecnicamente queste disponibilità
c’erano o non c’erano. Ma ove non ci fossero state - ed io ho seri dubbi che
non ci fossero queste disponibilità - in questi 4 anni il Por Calabria lo avete
fatto a pezzi nel senso che – converrà assessore Mancini – avete proceduto a
moltissime rimodulazioni o mi sbaglio? Quante volte è stato rimodulato il Por
Calabria? Allora, se questa emergenza dura da 15 anni e più, è possibile che
nessuno abbia avuto la facile idea di inserire ed appostare una cifra per un
investimento di questo tipo?
Cerchiamo
allora di guadagnare il tempo perduto e a prescindere dalle cose che ci sono
state proposte stasera, che si presenti un piano adeguato che riguardi il
sistema dei rifiuti, soprattutto per quanto riguarda l’area nord della
provincia di Cosenza che richiede, ripeto, almeno tre impianti di trattamento
ed un impianto finale di smaltimento. Senza contare che anche impianti esistenti,
nel momento in cui questi impianti esistenti fossero rimodulati, potrebbero
essere validi per trattare il Css.
Andiamo
alla vicenda di stasera.
Esprimiamo
moltissime perplessità anche perché il testo del provvedimento che ci viene
proposto dà uno spettro molto ampio di intervento che potrebbe andare al di là
delle fasi emergenziali.
Leggendo
questa proposta di modifica della legge sono ancora più preoccupato per la
programmazione futura perché nel momento in cui mi si dice al comma 2
dell’articolo 2bis “il presente articolo si applica anche agli impianti che
sono autorizzati entro il 31 dicembre 2014 purché aventi le stesse
caratteristiche ecc., ecc.” cosa si deve pensare? Intanto si prende atto che la
volontà della Giunta regionale è di autorizzare gli impianti di trattamento e
di smaltimento. Perché qui non si parla solo di impianti. Ma come fa lei a far
cenno di no con la testa se qui c’è scritto con chiarezza che “…è facoltà
dell’autorità competente a maggior tutela dell’ambiente di integrare le
autorizzazioni degli impianti privati, di trattamento e smaltimento”.
Forse
l’italiano è diventato un optional. Leggendo questo testo capisco che il
tal quale può essere trattato sia dagli impianti che hanno tutt’ora una
autorizzazione sia da quelli che smaltiscono solamente e, quindi, il tal quale
va direttamente in discarica perché tecnicamente la discarica è un impianto di
smaltimento dei rifiuti.
Non credo
che lei avrà la bontà di negare anche questa cosa che è del tutto banale.
Detto
questo ed esprimendo grandi perplessità su questa parte dell’articolato, a
nostro avviso qui si chiede un timbro di una autorità legislativa per porre in
essere un provvedimento che deve avere caratteristiche squisitamente
amministrative, in quanto viene autorizzato con idonea ordinanza di protezione
civile.
Qui c’è
quasi una sostituzione di potere fra il potere amministrativo, che naturalmente
si deve esplicare nel rispetto della legge – e qui c’è una ordinanza di
protezione civile –, e il potere legislativo.
Guardate:
può essere un precedente pericoloso perché quando l’amministrazione balbetta,
soprattutto quando balbetta la burocrazia, rischiamo di trasformare il
Consiglio regionale in un “leggificio” sostitutivo di quelle che devono essere
le responsabilità di chi ha un potere amministrativo.
Esprimiamo,
quindi, grandi perplessità su questa parte del testo e allo stesso tempo
esprimiamo preoccupazione, oltre che perplessità, sul secondo comma
dell’articolo 2bis, perché quando ci viene detto - e chiudo – che queste procedure
potranno essere applicate ad impianti, mi segua assessore, non già autorizzati
ma ad impianti di trattamento e smaltimento – c’è sempre trattamento e
smaltimento – quando ci si dice che questa procedura sulla quale non ripeto le
perplessità prima avanzate, può essere applicata anche ad impianti da
autorizzare, la conclusione…
Non
voglio fare l’andreottiano stasera e dire che “a mal pensare si fa peccato ma
spesso si indovina”. Se peccato è lo facciamo stasera perché nel momento in cui
si si dice questo vuol dire che io debbo pensare, immaginare, malignare che non
c’è nessuna volontà di mettere in piedi una programmazione per la realizzazione
dell’impiantistica in provincia di Cosenza.
Perché
non dovremmo essere cattivi andreottianamente per pensare questo? Mi faccia
fare un momento di fantasia e dire che poiché siamo ancora al 17 febbraio 2014
voi avete 10 mesi per autorizzare nuovi impianti privati. Con una caterva di
autorizzazioni, se una certa imprenditoria decide di investire nel settore, noi
potremmo avere tante autorizzazioni da rendere poi inutile la predisposizione
di un programma di realizzazione della impiantistica in provincia di Cosenza.
Concludo
il mio intervento manifestando queste forti perplessità ed insieme a queste
anche la fortissima preoccupazione per l’aggancio fra il comma 2 e il comma 1
dell’articolo 2bis: il comma 1 perpetua una sostituzione del potere legislativo
rispetto al potere amministrativo, il comma 2 mette in piedi una idea che alla
fine può portare alla conclusione che sarà inutile – si dirà dopo –realizzare
gli impianti in provincia di Cosenza.
Non ho nessuno della coalizione di centro-destra
iscritto a parlare. Pertanto la parola va al consigliere Loiero. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, sarò brevissimo anche perché molte
cose sono state già dette dal consigliere Principe.
Naturalmente voglio dire tutta la nostra preoccupazione,
condividiamo anche la preoccupazione della Giunta ma immagino anche di tutta la
minoranza e dei cittadini, della gente che ci sta a guardare perché ci rendiamo
conto, ogni giorno di più, che questo problema la Giunta e il suo assessore, ma
tutta intera la Giunta, non riesce ad impattarlo e a portare a soluzione.
So benissimo che le soluzioni sono complicate perché
questo è un settore complicatissimo ed è un settore dove non si inventa nulla e
dove già quelli di grandissima professionalità che sono passati, per esempio,
per Napoli sono falliti. Qui è difficile, pertanto, improvvisare ed io vorrei
dire che da parte della minoranza – così lo interpreto io – c’è tutta la
volontà di risolvere il problema anche se crediamo, come dirò alla fine, che
non si risolva con questa legge.
Ma vorrei fare un discorso all’assessore in maniera
particolare. Lui ci ha fatto oggi una relazione come se fosse una relazione di
inizio legislatura ma alle nostre spalle abbiamo 4 anni; è vero che se la
prende sempre col commissariamento.
Assessore, le confesso che avrei voluto che restasse il
commissariamento. Certo, ho avuto la fortuna di poter avere uno come Sottile
che univa al fatto di essere un Prefetto della Repubblica una straordinaria
professionalità e lo dico perché quando è andato via dalla Calabria è stato
preso a Roma dalla Polverini. E dopo che la Polverini è andata via è stato
confermato da Zingaretti perché c’era una grande professionalità, perché
assessore in questo settore nessuno di noi può improvvisare.
E voglio ricordare non per polemica, perché questo è un
momento difficile per tutti, ma ricordo che facemmo una polemica qui dentro
anche un po’ oziosa, colpa mia, colpa sua. Perché io le dissi, all’inizio,
“magari lei viene da una esperienza che è altra rispetto al tema che ha
davanti”. Naturalmente le scelte le fa il Presidente della Giunta, ci
mancherebbe, ma io difendevo quell’assetto perché su questo settore non si può
scherzare.
Anche il suo predecessore, l’assessore Greco, veniva da
una professione e lo dico senza nulla togliere, perché ho visto quanto si è
impegnato in questi anni, si è impegnato davvero ma senza risultati.
Anche noi abbiamo avuto molti problemi a metà
legislatura, abbiamo portato dei correttivi. Quando è venuto Greco, uno dei
migliori biologi marini d’Italia, sia la Polverini prima che Zingaretti dopo se
lo sono portati come consulente. Lei sa che è consulente presso la Regione Lazio?
(Interruzione)
Ma scusi, in quale settore è capitato che due persone
impegnate nella nostra Regione siano
andate fuori e siano state assunte per lo stesso tema in un’altra Regione? Mai.
Questo per dirle la professionalità.
Sicuramente avrà letto nella rassegna stampa un mese fa
su “Repubblica” un articolo di Adriano Sofri che scioglieva inni a Greco su
questo settore, parlando delle navi tossiche e quindi allargava questo
discorso.
Ora lasciamo stare. L’ho detto perché naturalmente vince
il centro-destra e fa altre scelte ma questo è giustissimo. Certo si finisce
per dissipare conoscenze, saperi e professionalità e questo è un problema.
Non è un caso poi – glielo voglio dire senza che lei si
adombri di questo – che l’estate scorsa o due estati fa un personaggio che
faceva parte della vostra coalizione di centro-destra, proprio Francesco
Nucara, fece una lettera aperta al Presidente della Giunta vedendo che questo
settore si ingarbugliava moltissimo, dicendo:- “Voi l’assessore l’avete addetto
ma prendetevi almeno chi queste cose l’ha fatte con grandissima
professionalità”. E faceva il nome di Greco. Chiusa la parentesi.
Quindi non dico che ci sia stato un po’ di dilettantismo
ma anche di prosopopea, di polemiche, di slogan, un po’ di trionfalismo che non
aveva senso, perché su un tema come questo, così come per la sanità, è vero che
c’è una gerarchia di bisogni, di problemi, di esigenze e i rifiuti; quelli in
materia sanitaria sono i primi e poi anche gli altri sono importanti ma questi
vengono per primi perché se tu smantelli non solo l’assessore ma il
dipartimento è chiaro che devi cominciare con un anno zero e questo vi mette
nelle condizioni in cui ci siamo messi. Perché vi siete messi voi ma ci siamo
messi tutti perché se esci di qua, chi ha il problema dei rifiuti non guarda,
non fa differenze fra me e lei, perché non è giusto.
Voglio dire: c’era stato questo discorso di Napoli che a
me, per esempio, aveva fatto l’effetto di uno spavento incredibile. Ci fu un
giorno durante l’inizio di un’estate del 2007 che saltò il sistema a Cosenza ed
io mi sono spaventato, mi sono occupato solo di quello. Ho fatto il Presidente
ma lì ho tenuto un atteggiamento molto forte su questo tema e quello che diceva
Principe, poc’anzi, il risultato, il prodotto di questo lavoro è stato che noi
alla fine come Giunta di centro-sinistra… Vorrei che i cittadini queste cose le sapessero. Poi
se dobbiamo votare o astenerci… oggi c’è un pericolo che chiama tutti i
calabresi a venire in aiuto, certo, ma dobbiamo dire le cose come stanno.
Dopo un lavoro per cui ogni due settimane ci vedevamo,
non sa soli ma certo con la struttura commissariale, con l’assessore con i 5
Presidenti della provincia e con quelli che non erano del nostro colore
politico, che venivano e firmavano, alla fine del 2009 siamo riusciti davvero
ad immaginare un secondo termovalorizzatore a San Lorenzo del Vallo e il
sindaco firmò l’atto che io naturalmente ho trasmesso quando sono andato via
sconfitto.
Sì ha detto bene Principe: il secondo termovalorizzatore
era già partito e c’era già l’impiantistica. Ma dai nostri conti con quello che
si pagherà negli anni noi in 3 anni e mezzo, ricordo che allora si fecero i
conti, avremmo smaltito. Io ero pronto addirittura a pagarglielo purché se ne
facesse uno in provincia di Cosenza.
In ogni caso questo è avvenuto. Ora noi abbiamo voluto
rivoluzionare tutto e non vi dovete scordare quello che è stato detto qui o
sulle televisioni, sulla stampa invocando un anno zero, gli slogan… abbiamo
venduto almanacchi in questo territorio ed oggi scoprire sia in Conferenza dei
capigruppo che qui una maggiore dose di umiltà davanti al pericolo che incombe,
che irrompe purtroppo nelle nostre case, non è una brutta cosa.
Voglio dire ancora due cose e poi chiudo. Quando siamo
andati via abbiamo lasciato questa discarica di Pianopoli, una discarica
privata che abbiamo voluto noi e anche allora – qui lei non c’entra – produsse
polemiche. Ma se non ci fosse stata la discarica di Pianopoli che ci siamo
presi, soprattutto Sottile si prese la responsabilità di farla e di accettare
che si facesse malgrado le polemiche, noi saremmo andati in tilt già due anni e
mezzo fa.
Voglio dire, perché il commissario? Non ce l’ho a morte
con i commissariamenti, perché nel momento in cui c’è un Prefetto che ha una
competenza specifica che si è fatta nel corso degli anni ha anche un potere in
più rispetto al Presidente della Giunta perché è molto più semplice per un
Prefetto poter, addirittura di fronte all’emergenza, requisire una discarica e
può farlo infinitamente meglio di come lo possa fare il Presidente della
Giunta.
Questa demonizzazione non aveva senso. Noi abbiamo
lasciato Pianopoli, assessore, le ricordo che c’erano altre discariche, e non è
la soluzione finale, so benissimo che non lo è. Ma questo ci permetteva poi di
programmare una soluzione in cui la differenziata avrebbe dovuto farla da
padrone.
Ricordo che lasciammo Mileto, San Giovanni in Fiore,
Castrolibero come città dell’energia. Non so se lei ricorda, abbiamo lasciato
61 isole ecologiche alla vigilia del bando che avevamo fatto d’accordo col
Conai. Anche la differenziata, quella di cui avverto che lei parla ogni giorno,
giustamente sui giornali. Ma anche lì avevamo lasciato una cosa che non dico
era perfetta ma alla vigilia, invece, sono stati bloccati i bandi e non è stata
fatta.
Le chiedo, assessore, anche per l’emergenza, è stata
fatta da voi una discarica? Non è stata fatta una discarica. Adesso ci troviamo
in questa situazione. Volete la legge? Vedremo, insomma, magari per favorirla
ci possiamo anche astenere.
Ma voglio dire che tutto quello che contiene questa
legge, tutti questi atti li può fare da solo il capo del dipartimento al quale
l’ordinanza di protezione civile dà poteri
enormi. Certo, magari, uno ha paura in questo momento di fare, ma intanto il
dirigente deve assumersi la propria responsabilità altrimenti c’è anche un
potere in capo al Presidente. I poteri questi sono in democrazia. Condividiamo
quindi, ripeto, tutta la preoccupazione ma rimproveriamo che certe cose
arrivino troppo in ritardo rispetto a quello che i calabresi si aspettano.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha
facoltà.
In premessa, Presidente,
sono costretto a rappresentarle una rimostranza formale che però ha un suo
presupposto tutto istituzionale.
Se il presidente Loiero mi avesse detto di voler parlare
prima di me lo avrei assecondato così come avrei fatto con qualunque collega,
né lei mi ha avvisato che non avrei parlato dopo il Presidente Principe.
Guardi, le chiedo scusa se la interrompo. Mi è stato
riferito che il presidente Loiero aveva comunicato al presidente Talarico di
parlare, quindi era già in elenco. Cominci il suo intervento, consigliere De
Masi.
Comincio l’intervento, fa parte dell’intervento, non
posso non manifestare questo disagio. Qui alcune gerarchie precostituite
dovrebbero essere ormai cessate e, ripeto, avrei ceduto volentieri la parola
prima di me sia al presidente Loiero sia a qualunque altro collega me l’avesse
chiesto ma, insomma, c’è un po’ una conduzione…
Niente di sostanziale, è solo un fatto formale. Aveva
chiesto al Presidente – le sto rispondendo.
Ma perché non mi ha avvisato?
Le sto rispondendo. Era in elenco al presidente
Talarico, le sto dando una spiegazione. Prego.
Perfetto, ma non è una spiegazione, al massimo potrebbe
scusarsi cosa che naturalmente non fa.
Va bene.
Penso, al di là di questo apparentemente piccolo incidente, che anche grazie
alle premesse che si sono consumate nell’ambito della Conferenza dei capigruppo
si è, rispetto ad un tema così delicato e pieno di emergenze e di insidie e di
prospettive non sempre rassicuranti, instaurato un clima sostanzialmente
costruttivo.
Ho apprezzato anche l’intervento del presidente
Principe, laddove in particolare ha alluso ad una responsabilità diffusa
nell’arco temporale lungo il quale si è avvicendata una amministrazione dopo
l’altra di colori diversi.
Sono convinto che la storia non si legga nella
percezione della immediatezza o della
specifica contingenza; non che occorra avere una particolare inclinazione
all’esegesi della evoluzione dei fatti politici e istituzionali ma, tuttavia,
l’onestà di leggere sulla base di un approfondimento di tutto ciò che è
accaduto con onestà alle nostre spalle e quello che sta accadendo ora, quello
sì’ è un approccio che anche culturalmente qualifica un giudizio che, poi,
ognuno di noi può dare rispetto al comportamento di un amministratore, di una
Giunta.
Dico questo perché sarei quasi tentato – e non per
affetto personale verso l’assessore né tanto meno per un giudizio positivo
verso la Giunta – unicamente perché ho avuto modo di seguire dell’assessore
Pugliano il faticoso impegno, la dedizione, il sacrificio persino e le assicuro
che non sto in alcun modo indulgendo ad espressioni di particolare elegia verso
di lui, verso una questione, quella dei rifiuti, verso la quale ha sovente
sperimentato una solitudine che da parte di chi l’ha provocata è stata
probabilmente calcolata.
Una sorta di irresponsabile consegna di una
responsabilità personale rispetto a vicende che evocherebbero, invece, un
concorso di responsabilità e di contributi che a causa di tutti non si è
sicuramente verificato.
In una precedente riunione di questa Assise, l’assessore
Pugliano ci ha sfidato in maniera retrospettiva, ricordandoci che ha chiesto
che questa Assise si interessasse della questione rifiuti, richiesta che
naturalmente è rimasta priva di riscontri da parte di tutti, da parte mia
compresa, e che, pertanto, già di per sé, configura una responsabilità che
indifferentemente accomuna questi di qua e questi di là.
Ma adesso recuperiamo questa parvenza di clima
costruttivo che ho anche apprezzato nell’intervento dello stesso presidente
Loiero e vediamo di andare avanti.
Per fare un intervento molto breve ma frutto di una
propria visione, opinabile come tale, ma improntata allo sforzo di leggere
nella massima schiettezza e spregiudicatezza possibile, questa questione devo
dire che i tre elementi che l’assessore Pugliano richiama quali cause
dell’emergenza che stiamo vivendo, ovvero l’insufficienza e l’inadeguatezza
impiantistica, lo squilibrio della loro allocazione territoriale, sono
sicuramente insieme ad un prolungato, inutile, dannoso e infruttuoso
commissariamento la vera ragione che ora determina una emergenza che, quasi,
suscita sgomento e che comunque inquieta tutti i cittadini di tutte le città e
di tutte le piccole comunità della Calabria.
Se così è, è evidente che noi siamo – come ho avuto modo
di dire in un incontro al quale lo stesso assessore nella mia città ha
partecipato – forse in una sorta di alternativa temporale ed istituzionale di
grande significato anche se molto delicato ed impegnativo ovvero tra
l’emergenza da fronteggiare in termini assoluti e urgenti e non possiamo
sicuramente eludere questa richiesta di approvare un documento attraverso il
quale si possono sbloccare una serie di attività che permettono di raccogliere
rifiuti tanto per dirla in maniera prosaica.
Siamo quindi tra questa emergenza e, addirittura, la
prospettiva utopica che potrebbe consistere e deve risiedere, come l’assessore
sa, secondo una visione che non è ideologica, lungo un percorso di
pianificazione che punti a conseguire il risultato del riuso e del riciclo
totale. Se si è fatto altrove al di fuori della Calabria anche qui si può
sicuramente realizzare.
E non c’è dubbio - e su questo concordo non solo per la
comunanza dell’appartenenza territoriale dell’assessore, se volete pure - che
quando bisogna fronteggiare una emergenza si è costretti ad assumere scelte
dolorose.
Ebbene, queste scelte dolorose non possono più
assolutamente essere inflitte a danno dei territori che, come si usa dire con
una abusata espressione idiomatica, hanno già dato e parecchio compreso o in
primo luogo il territorio di Crotone.
Bisogna, quindi, ridistribuire l’impiantistica sulla
base di un approccio che non può essere né pregiudiziale né ideologico perché,
così come ho avuto modo di chiarire con lo stesso assessore Pugliano perché non
ho in materia competenze di particolare pregio, si confonde a volte un impianto
di trasformazione del rifiuto con una discarica.
Ovvero, è sufficiente che si ascolti soltanto un termine
che deve essere destinatario come struttura dei rifiuti per suscitare tutta una
veemente reazione perché nessuno di noi vuole che sotto la propria casa – come
ha detto l’assessore - nel proprio giardino si collochi alcun impianto neanche
quando non si tratti, come nel caso di altre realtà cosentine, di discariche
vere e proprie.
Allora il commissariamento non può essere invocato a giustificazione parziale e
temporanea di una amministrazione piuttosto che di un’altra. Ha avuto una sua
strutturale continuità, senza dubbio, ed è vero che nel corso del
commissariamento la Regione, per le vie ordinarie, conserva la propria
prerogativa di pianificare ma non può andare oltre e, diciamo la verità,
insomma, poiché la Calabria non è solo interessata da questa emergenza, perché
la latitudine delle emergenze tutte che sono dati di vivere ad una comunità, è
evidente che persino questa amministrazione ha dovuto in qualche modo badarvi.
Il
commissariamento, allora, ha consolidato le emergenze, sperperando denari e
fior di quattrini da quel che è dato sapere. Non vorrei azzardare cifre ma
addirittura qualche miliardo di euro. Naturalmente non posso adesso condividere
la rievocazione del presidente Loiero che ad una parte di questa tristissima
storia commissariale attribuisce addirittura meriti particolari, perché non
credo che possa essere così.
Concludo
dicendo – e naturalmente anche i miei colleghi interverranno perché la
questione sollecita la coscienza di ognuno ad intervenire secondo la propria
visione e il proprio sentimento – che anticipo che, per via di qualche
perplessità che ratifico, sottolineata dal Presidente del gruppo del Pd, che
non può essere riconducibile ad una qualche malevola intenzione dell’assessore
ma semplicemente alla fretta a cui tutte le ragioni che ho cercato confusamente
di elencare l’hanno indotto, quel documento che dobbiamo approvare può in
qualche modo indurre qualche dubbio o qualche perplessità che deriva unicamente
da ragioni come queste e non da mancanza di volontà di rispettare nella piena
onestà il mandato secondo i principi etici che egli vive.
In questo
senso anticipo personalmente che mi asterrò nel voto, naturalmente attribuendo
a questa attenzione oltre che una sorta di mandato di fiducia dell’assessore
anche una raccomandazione. Perché nell’immediato seguito, dopo questa vicenda,
se l’emergenza davvero potrà essere risolta, egli, così come può fare e sa
fare, davvero si rimbocchi le maniche attraverso un impegno che sicuramente è
pieno di sforzi e di sacrifici e pianifichi, con la pienezza dei poteri che ordinariamente
la Regione ha riavuto su questa questione così annosa e difficile, un futuro
attraverso il quale, probabilmente, passa quello complessivo della Regione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, ho sentito gli interventi e non penso riguardino il punto
all’ordine del giorno sull’emergenza di cui sono estensore.
Penso -
lo dicevo anche in Commissione poc’anzi con i colleghi della minoranza
Franchino, Naccari Carlizzi e altri – che sarà forse opportuno, si chiedeva
all’assessore Pugliano, rinnovare il punto all’ordine del giorno in cui si
discuterà del piano che c’è.
Il
buonismo può appartenere ad ognuno di noi, vista l’emergenza della Calabria che
è sotto gli occhi di tutti.
Dissi
tempo fa, in una delle prime sedute di Consiglio, al consigliere Loiero, che
non abbiamo mai immaginato di metterci alla guida della Calabria pensando di
distruggere tutto. Abbiamo raccolto un dato che, nonostante lo sforzo, è risultato,
per certi versi, inadeguato. Questa era stata nel dibattito, nella polemica
politica, la valutazione.
Rischiamo
anche noi di risultare – al saldo dei risultati dei 5 anni – inadeguati,
rispetto alla complessità dei problemi - come lei evidenziava poc’anzi - su
questo e forse anche su altri temi, presi dal buonismo, dalla straordinarietà
dei momenti che non riguarda solo questo settore, ma l’Italia in generale .
Però, ce
ne assumiamo la responsabilità, per questo mi trovo ad essere estensore di
questa modifica, perché nelle settimane passate - come ogni consigliere
regionale - mi sono recato dall’assessore Pugliano per discutere le
problematiche dei comuni ed per condividere questa preoccupazione. Risulta ,
quindi, necessario nell’ambito complessivo del progetto organizzato esistente,
gestire le esigenze con questo tipo di emendamento. Adesso, al di là
dell’interpretazione della norma che ha dato l’assessore Pugliano e che
riguarda la nuova impiantistica e non il poter utilizzare le strutture dei privati, si tratta di una deroga alla legge che
abbiamo approvato.
Mi
soffermo brevemente sul futuro, tralasciando l’elemento dell’emergenza.
Il
contributo che può arrivare dai tecnici che supportano l’azione politica del
centro-sinistra, e che oggi sono impegnati in altre regioni, sarà utile per il
futuro per emendare o meno, per discutere o meno, un Piano.
Non sono
attrezzato tecnicamente rispetto alle domande di queste ore su quali saranno
gli impianti privati, io ne conosco pochissimi.
Non
conosco nemmeno gli effetti di questo emendamento riguardo l’emergenza, ma per
l’ordinarietà valuto la cosa criticamente, si poteva fare in parallelo durante
la fase di commissariamento.
Esiste
per la prima volta un Piano completo che può o meno prevedere il termovalorizzatore
nella provincia di Cosenza, nel comune di San Lorenzo, ma che prevede il revamping
e il completamento del raddoppio di Gioia Tauro ed il revamping di altre
strutture anche a Cosenza nord, all’impianto di Bisignano.
È un
Piano che in prospettiva, in un anno e mezzo o due anni - mi par di capire,
assessore - risolve i problemi della Calabria.
Esiste un
Piano che si occupa dell’organizzazione dei rifiuti della Calabria, che è già
in atto, c’è la manifestazione di interesse, ma che si troverà di fronte la
resistenza delle popolazioni perché ognuno dirà: non nel mio cortile, non nel
mio quartiere.
Il
problema va affrontato culturalmente. Questo Piano per il futuro c’è, penso, da
aprile, da giugno, da quando alla Giunta regionale è stato conferito il potere
di operare.
In più
oggi discutiamo del modo di trattare le emergenze, perché se Pianopoli, Scala
Coeli o altre discariche fossero state disponibili forse non si sarebbe nemmeno
arrivati a questo.
Intervengo,
allora, per dire che oggi affrontiamo questa emergenza votando una proposta che
è stata ulteriormente modificata rispetto al fatto di poter utilizzare
eventuali strutture in fase autorizzativa, modifica che non parte da noi, ma
arriva da Confindustria calabrese.
Per il
futuro, valutiamo se sia possibile utilizzare degli accorgimenti, dei
suggerimenti al Piano dell’assessore Pugliano che - mi par di capire – mira a
risolvere in un anno e mezzo la problematica dei rifiuti in Calabria.
Giusto
per stare sul pezzo, consigliere Loiero, noi abbiamo avuto Giunte che hanno
dato soldi ai comuni anche per la raccolta differenziata. Ricordo, quando ero
consigliere comunale nel comune di Cosenza, 800 mila euro per la differenziata.
Oggi è cambiata la sensibilità anche nei comuni, vista l’emergenza, e tutti
iniziano a fare la differenziata.
Quindi, è
un problema strutturale di una Italia che è arrivata al capolinea. In tutti i
comuni, devo dire anche noi cittadini poco inclini, poco sensibili ad una
attività che in altri posti d’Italia arriva al 100 per cento stiamo buttando il
cuore oltre l’ostacolo.
Per cui,
secondo me, l’assessore Pugliano ha fatto un buon lavoro. C’è un Piano ed in
quel Piano si può parlare di Bisignano o di altro per quanto riguarda Cosenza
nord, ma esiste e si realizzerà.
Per
gestire l’emergenza vi è questo emendamento che non mi sembra complichi
strutturalmente le cose e che autorizza in termini tecnici l’utilizzo per una
fase, fino al 2014, delle strutture private per smaltire i rifiuti e guardare
con più tranquillità alla realizzazione di quel Piano che entro un anno e mezzo
o due ci darà tranquillità per il futuro.
Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico Domenico.
Ne ha facoltà.
Presidente,
comprendo le preoccupazioni dell’assessore Pugliano, però gli effetti del suo
ragionamento ci portano a delle conclusioni inaccettabili. Sappiamo bene che le
responsabilità non sono tutte della Regione, che in questi anni le Province che
sono a nord avrebbero potuto fare probabilmente di più rispetto a quelle che
sono a sud della Calabria, che la lunga stagione del commissariamento non ha
prodotto i risultati sperati, ma è altrettanto vero che oggi noi scontiamo un deficit
di programmazione che poteva iniziare qualche anno addietro.
Dal primo
giorno dell’insediamento di questo Consiglio regionale siamo stati costretti ad
occuparci di rifiuti e di un sistema già al collasso da diversi anni. Non
l’abbiamo fatto e quando l’abbiamo fatto è stato fatto male e con grande
superficialità.
Oggi ci
viene proposta in questo Consiglio una chiamata di corresponsabilità per
risolvere un problema e lo fate proponendoci un atto, una modifica alla legge
vigente che, a mio avviso, presenta - come dire? - non solo una sorta di
autodenuncia di una programmazione sbagliata o tardiva, ma presenta anche delle
perplessità che sino ad oggi non hanno trovato alcuna risposta. Io le ho
avanzate qualche ora fa in Commissione insieme ai miei colleghi del
centro-sinistra e le ribadisco anche in Consiglio.
Sarei
contento di votare questo provvedimento, se venissero fugati i dubbi pesanti
che, fra l’altro, sono stati anche sollevati dall’avvocato Lazzarino del
Servizio legislativo di questo Consiglio regionale. Secondo l’avvocato
Lazzarino ci sarebbero anche problemi di legittimità costituzionale, rispetto
al provvedimento che stiamo discutendo.
Ma la
cosa grave, a mio avviso, che merita una seria riflessione, è che voi ci
chiedete di concordare, di condividere, di votare, una sorta di autorizzazione
preventiva per tutti quegli impianti privati che dovrebbero – se riattivati –
contribuire a risolvere la crisi ambientale, dei rifiuti.
Una
qualsiasi autorizzazione, in questo caso preventiva, richiede una conoscenza
degli impianti. Intanto, il numero di impianti coinvolti da questo
provvedimento, dove sono dislocati, da chi sono gestiti, perché la loro
attività è stata sospesa o interrotta un mese o un anno fa? Quali sono le
condizioni attuali di questi impianti? E ci sono i requisiti previsti dalla
legge per essere riattivati?
Ho fatto
un esempio clamoroso, ma forse non l’unico esempio, dell’impianto sito nel
comune di Celico per lo stoccaggio e il deposito preliminare, la messa in
riserva e il trattamento dei rifiuti.
Questo
impianto, probabilmente al pari di altri, non ha ottenuto il rinnovo
dell’autorizzazione Aia della conferenza dei servizi all’uopo convocata, perché
la provincia di Cosenza con un documento di ben 7 pagine ha sollevato una serie
di perplessità tecnico-giuridiche rispetto a questo sito che al momento non
sono state superate. Lei, assessore, faceva riferimento ad un parere ultimativo
dell’Arpacal, ma a me non risulta che ci sia questo parere.
Bene,
l’impianto di Celico – lo utilizzo come esempio – rientra negli impianti che
verranno autorizzati a seguito dell’approvazione di questo provvedimento in
questa sede stasera? Forse sì e quali sono le conseguenze? Le conseguenze della
modifica che state per approvare, sono che l’impianto che non ha ricevuto le
relative autorizzazioni andrà in funzione per effetto di una autorizzazione
preventiva.
Allora,
assessore, vorrei fare una proposta da sottoporre - se fosse possibile - alla
sua attenzione. Escludiamo, ad esempio, da questo provvedimento gli impianti
che non hanno superato positivamente le relative conferenze dei servizi. Ci
sono degli impianti privati la cui riapertura è stata sottoposta qualche tempo
fa alla conferenza dei servizi che si è espressa negativamente. Ebbene,
escluderei questi impianti che non sono stati autorizzati, né potrebbero
esserlo, non possono essere superati vincoli e limiti posti dai soggetti
partecipanti dalla conferenza dei servizi solo in forza di una legge che il
Consiglio sta per approvare.
E’ una
proposta la mia, un interrogativo che richiama il cosiddetto principio di
precauzione, ormai invocato non solo in sede legislativa, ma anche giudiziaria
ogni qualvolta si tratta di una questione di carattere ambientale.
Per
queste ragioni, assessore, non condivido lo spirito di questa proposta.
Ovviamente mi faccio carico, al pari di altri colleghi, della situazione
drammatica che vive questa regione, non tutta riconducibile al suo operato;
probabilmente lei ha meno responsabilità e forse più buona volontà di altri, ma
la situazione è questa: oggi certifichiamo il fallimento della maggioranza di
questo Consiglio rispetto alla programmazione, perché lei, assessore, non porta
un provvedimento e anche una programmazione che possa essere realizzata , in
qualche modo, da qui a qualche mese.
Se
superassimo, invece, queste perplessità e riattivassimo quegli impianti che
possono essere riattivati per far fronte all’emergenza, ovviamente con una
scadenza di tipo temporale, per quanto mi riguarda non farei mancare la mia
adesione e la mia disponibilità ad un voto favorevole.
Per il
momento le consegno questa forte perplessità, cioè che il modello Celico possa
essere diffuso in tutta la regione e con esso il rischio concreto di
determinare soluzioni insostenibili, anche alla luce delle proteste popolari e
dell’opposizione delle istituzioni locali i cui territori sono interessati alla
presenza di questi impianti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, credo che la Conferenza dei capigruppo abbia fatto bene a
soffermarsi su questo argomento e quindi a proporre un dibattito approfondito
del tema perché, in queste ultime settimane, ci troviamo di fronte a casi di
proteste popolari sulle scelte per lo smaltimento, il trattamento e la raccolta
dei rifiuti.
Protesta
Bisignano per l’impianto che deve essere realizzato lì, così come Rossano,
Borgia, Casignana e Celico. C’è una specie di ondata di rifiuto generalizzato
della gente – per usare una terminologia che si usava una volta, di massa –
contro alcune scelte sul come dovrebbero essere trattati o smaltiti i rifiuti.
Da cosa
nasce questo, assessore? Penso che l’abbiamo discusso qualche mese fa. Nasce
dalla consapevolezza della drammatica situazione che vivono i comuni e la
gente.
Girando
tra i comuni o nelle città – non solo in Cosenza ma ovunque, in tutta la
regione – troviamo cumuli di sacchettini di plastica, sacchi divelti lungo le
strade, alcuni si trovano buttati sugli alberi. Troviamo cioè un proliferare di
“munnizza” ovunque.
Nelle
nostre città e nei nostri comuni troviamo le fortissime perplessità della gente
che è arrabbiata contro l’amministratore che non è in grado di far smaltire il
rifiuto, e questo è un fenomeno ormai generalizzato. La gente non capisce il
meccanismo privatistico che i comuni hanno adottato nel passato per la raccolta
dei rifiuti, dal luogo in cui viene depositato il rifiuto prodotto in casa fino
a dove non si sa poi dove va a finire.
E’
preoccupato anche dei posti di lavoro di queste società di raccolta nei comuni
che molte volte fanno lavorare la gente sottopagata, in maniera precaria, senza
contratti e così via. Ma soprattutto la gente è preoccupata per la propria
salute, per quella dei propri familiari, è preoccupata per i danni alla salute
che i rifiuti producono, sia quelli spiccioli distribuiti nel territorio sia quelli
ammassati nei luoghi.
E’ questa
o mi sbaglio la situazione generale dei rifiuti? A me pare che sia questo e non
solo la discarica.
Chiedo
scusa, non riesco a seguire il filo, da albanese ho tre livelli di
ragionamento.
(Interruzione)
Non è
soltanto se c’è questa o quella discarica che funziona. La gente è preoccupata
dall’effetto Campania, dall’effetto malattie di carattere tumorale e dalle
leucemie, la gente non ama più il rifiuto perché lo ritiene uno strumento di
morte.
Come
classe dirigente abbiamo il compito di risolvere e dare risposte a questo tipo
di problemi, assessore. Non possiamo dire “siccome è in regressione la raccolta
differenziata ne chiudiamo la parentesi” perché dobbiamo dare una prospettiva
di certezza al cittadino.
Noi non
possiamo dire “Cosenza non vuole l’impianto di inceneritore dei rifiuti e
quindi facciamo altre cose” perché non è questo il tema all’ordine del giorno.
Dobbiamo
cercare di migliorare la raccolta, il trattamento e lo smaltimento del rifiuto
per dare tranquillità ai cittadini ed avere un servizio efficiente.
Cosa
succede con questa legge, assessore? Sono convinto che nei mesi scorsi lei,
spinto anche dalla cessazione immediata del commissariamento – erano i primi
mesi in cui questo era venuto meno – ha portato la legge in Commissione. La sua
legge di riordino degli Ato della Calabria, valutabile, bene non valutabile, è
stata portata in Commissione e ci si era impegnati ad approvare una legge
all’unanimità entro l’autunno del 2013, non approvata alla unanimità di riordino
del sistema di raccolta, di distribuzione e di smaltimento del sistema dei rifiuti in Calabria.
Oggi
quella legge è stata riportata in Giunta per essere modificata e compare una
proposta di legge che è molto pericolosa perché rappresenta un cedimento, una
resa anche di questa Giunta rispetto al drammatico tema della raccolta dei
rifiuti.
La
leggina è pericolosa per quanto dice il consigliere Principe quando nel comma 2
dell’articolo 2bis è scritto “…anche agli impianti che sono utilizzati entro il
31 dicembre 2014”.
Cioè noi
dobbiamo applicare una legge di privatizzazione dei rifiuti dove ci si butta
dentro tutto anche a quelle discariche che saranno utilizzate entro il 31
dicembre 2014.
Che
significa questo? E’ possibile autorizzare cose che diverranno? Se è possibile
significa che l’impianto che verrà utilizzato il 1° dicembre 2014 sarà un
impianto che lavorerà a lungo perché nessun imprenditore per bene investe per
14 ore di lavoro di attività. Vuol dire che quello è un impianto di prospettiva
e non di urgenza, è un impianto strategico non per affrontare nell’immediato
l’emergenza rifiuti; quindi stiamo ritornando ai primi anni del 2000 in cui il
tal quale viene buttato ovunque e noi legittimiamo con una leggina di due
righe.
Questo è
il punto.
C’è un
cedimento ed una resa totale rispetto ai problemi di 15 anni di fallimento dei
rifiuti, anche rispetto a quello che è successo nelle altre Regioni e di cui
non teniamo conto.
Nel
momento in cui approviamo questa legge dobbiamo dire addio ai sogni di gloria
dei comuni come Catanzaro o Cosenza o di altri comuni che individuano nella
differenziata una forma di risorsa economica da riutilizzare.
Stiamo
dicendo che il rifiuto è una risorsa economica che può creare sviluppo e lavoro
diffuso e la raccolta differenziata significa lavoro diffuso per chi raccoglie
il rifiuto. Ma questa ricchezza non la vogliamo costruire, la vogliamo rinviare
e vogliamo dare in mano a quelle imprese, a quelle aziende, a quelle forme di
società che hanno gestito il rifiuto come l’hanno gestito finora.
Ecco la
differenza tra quello che si poteva discutere sei mesi fa e quello che oggi ci
chiedete.
E’ chiaro
che c’è una convergenza da dire “diamogli una possibilità, dovremmo astenerci”
ma non si può accettare questo tipo di informazione perché noi in questo
momento stiamo decidendo le sorti dei rifiuti che, visto anche l’approssimarsi
della fine della legislatura, non saranno più gestite in questa fase, ma
saranno poi riviste negli anni dalle amministrazioni che verranno e così via.
Ecco
perché oggi è importante discutere di questo ed io le chiedo, assessore: ma
quella legge verrà portata in Consiglio regionale? Quella legge che lei ci ha
portato in Commissione e per la quale ha ascoltato decine e decine di
movimenti, di associazioni e di sindacati ecc., verrà portata in discussione o
possiamo chiudere la parentesi definitivamente? Il quesito che io le pongo è
questo, assessore, potremo ridiscutere della legge di riordino delle Ato in
Calabria o no?
Ha chiesto di parlare il consigliere Crinò. Ne ha
facoltà.
Il
consigliere Loiero ha
ragione quando dice che affrontare il problema della gestione dei rifiuti sia
molto delicato, pericoloso ed importante per via dell’impatto negativo sui
cittadini, dando adito, nello stesso tempo, a molte speculazioni
e strumentalizzazioni.
E’ un periodo nel quale stiamo discutendo moltissimo di
questo problema collegato pure all’alta percentuale di patologie tumorali che
ci sono in alcune aree della Calabria.
La strumentalizzazione consiste nel fatto che alcuni
vorrebbero collegare queste patologie tumorali alla presenza di discariche in
alcune aree della Calabria come se non sapessimo tutti che le patologie tumorali sono causate
piuttosto da materiali tossici che sono stati buttati a mare in alcuni punti e
materiali tossici e radioattivi sotterrati in alcune aree della Calabria.
Questo è un argomento delicato che si presta anche a
questa strumentalizzazione. Io voto a favore dell’emendamento dell’assessore
Pugliano che, a mio avviso, ha motivato molto bene, perché siamo in un momento
di emergenza in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e cercare
di concorrere a risolvere questo problema.
Aggiungo pure che non si può prescindere dalla
situazione nella quale si è trovato l’assessore Pugliano dall’aprile-maggio
dell’anno scorso.
Nessuno può nascondere che l’assessorato all’ambiente ha
ereditato una situazione di disastro della gestione commissariale disastrosa da
tutti i punti di vista. Dal punto di vista economico perché si sono spese
enormi quantità di denaro pubblico senza risolvere nulla. Si è gestito male
anche tutto il sistema della gestione dei rifiuti soprattutto perché gli
impianti sono stati mal dislocati in tutta la Calabria e sappiamo quanto sia
importante e necessario il collegamento tra l’impianto e la discarica perché
quest’ultima deve essere al servizio dell’impianto, e così non è stato. Tutti,
pertanto, assistiamo quotidianamente ad un via vai di camion con rifiuti o con
scarti degli impianti.
E’ stata gestita male anche la partita delle società
miste che molto spesso – salvo alcune eccezioni – si sono rivelate come società
che non hanno saputo assolvere al loro compito, con inadempienti nei confronti
dei lavoratori e molto spesso questo era dovuto al fatto che molti comuni non
pagavano la quota consortile e quindi la gestione delle società miste non è
stata all’altezza della situazione.
Altro grande deficit è stato quello di non aver saputo
affrontare il problema della raccolta differenziata. In Calabria ci sono
percentuali minime dell’11-12 per cento, c’è una proposta della Giunta
regionale che va nella direzione di portare la raccolta differenziata al 33 per
cento anche se questa dovrebbe essere – secondo la legge – portata al 60-65 per
cento. Quindi non si può prescindere da questa gestione fallimentare della
Veolià che ha gestito tutto il settore dei rifiuti in regime di monopolio.
Il consigliere Guagliardi diceva che in molte Regioni d’Italia i rifiuti
sono considerati delle risorse e potrebbero essere considerate delle risorse
anche qui. Ma chi aveva questa velleità di farle diventare risorse, e ci era
riuscito, purtroppo è stato bloccato; ma anche su questa vicenda si è fiduciosi
che la magistratura si pronunci in tempi molto brevi.
E’ una
partita molto difficile da gestire perché ci
sono proteste e nessuno ormai vuole le discariche. Se non si è pronti ad
affrontare questa situazione in altro modo dico che dobbiamo prendere atto che
non si può fare a meno delle discariche.
Quando
invece andremo nella direzione che secondo me è più giusta, nella direzione di
affrontare il problema della gestione dei rifiuti partendo, intanto, da una
politica di prevenzione che deve partire ci deve essere, cioè, una cultura a
proposito di questo problema a partire dalle scuole.
Ci deve
essere una cultura che parta dalle scuole elementari e medie affinché i
cittadini siano più disciplinati ad affrontare questo problema.
Bisogna fare
poi la raccolta differenziata e portarla a quelle percentuali cui facevo riferimento
prima e bisogna pure che si vada nella direzione del compost che dovrebbe essere, per lo meno, il 30 per cento dei
rifiuti. Anche in Calabria dobbiamo assolutamente fare in modo che questo
avvenga, anzi, addirittura bisognerebbe che questa percentuale fosse maggiore.
Naturalmente poi la cosa più importante è il riciclo.
Non dobbiamo fermarci solamente alla raccolta differenziata ma sappiamo che i
rifiuti diventano una risorsa nel momento in cui vengono riciclati, perché
possono portare benefici economici molto importanti.
L’altro errore che si è fatto in precedenza è stato
quello di realizzare l’impianto a Gioia Tauro che è assolutamente
sovradimensionato per la quantità dei rifiuti che debbono essere trattati,
considerando anche il fatto che ci troviamo di fronte ad impianti che sono
malfunzionanti.
Infatti gli scarti che derivano dalla lavorazione in
questi impianti non sono assolutamente in condizione di essere trattati negli
impianti perché sono scarti che non servono per la produzione di Cdr.
Il problema, quindi, è questo: nessuno si può sottrarre
alle proprie responsabilità. Si è ereditata questa situazione e l’assessore
Pugliano ha tutto il diritto di affrontare questo problema nei tempi giusti.
Non è che qualcuno può pretendere che quello che non si è fatto in 16-17 anni,
l’assessore Pugliano lo debba fare in meno di un anno.
Voto favorevolmente perché in questo momento non si può
assolutamente far a meno di votare favorevolmente rispetto alla proposta fatta
dal consigliere Orsomarso. Dico che bisognerebbe essere più cauti e
responsabili nell’affrontare questo problema.
Finisco dicendo che il Presidente Loiero ha sottolineato
la successione di diversi commissari anche durante la sua gestione. Lui faceva
riferimento ad un Prefetto che è stato più capace e più abile degli altri. Il
risultato di quella gestione prefettizia è stata uguale a quella degli altri
commissari.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi.
Ne ha facoltà.
L’assessore Pugliano ha sostenuto che questa è una norma
di straordinaria importanza; noi riteniamo che di straordinaria gravità sia la
condizione della Calabria, la situazione che è sotto gli occhi di tutti e che
gli organi di stampa e le televisioni stanno rappresentando.
Una situazione che ci potrebbe far dire che, in qualche
maniera, il dibattito sulla programmazione che era il primo punto all’ordine
del giorno di questo Consiglio lo si sta facendo nel senso che l’assenza di
programmazione che perdura da molto tempo, l’assessore parla di 16 anni di commissariamento e di gravi
responsabilità, con qualche scelta all’interno di questi 16 anni tuttavia da
difendere. Ma complessivamente un fallimento della gestione.
Una
analisi impietosa che è arrivata a dire che il dipartimento, ancora oggi, non è
in possesso dei dati, non è in possesso dei costi di quelle scelte e che ha
portato un consigliere responsabile come Magno a parlare di una vera e propria
speculazione all’interno della gestione dei rifiuti.
Il
verbale è abbastanza indicativo in questo senso. Noi rifiutiamo, però, questo
gioco della responsabilità perché fermo restando che ognuno si assume la
responsabilità delle proprie scelte e quindi all’assessore non possiamo
scaricare responsabilità di scelte di altri, oggi come oggi a distanza di anni
da quando avete assunto la guida della Regione – siamo ormai sostanzialmente al
quarto anno – avere una tale asimmetria di dati, una tale assenza di dati… noi
non conosciamo i costi di questa gestione e non conosciamo l’impronta che ha
determinato nella condizione ambientale della Calabria, non conosciamo i costi
sociali, sanitari, economici, i costi in termini di finanziamento di quel
settore, di un settore molto penetrato e infiltrato dalla criminalità
organizzata.
Cosa è stato fatto in questi anni dopo Pianopoli?
Pianopoli ha rappresentato una scelta che ha consentito alla Regione di andare avanti per
oltre tre anni. Pianopoli è stata riempita nella notte da qualche burlone che è
riuscito a riempire una discarica oppure era un sito che si è riempito e che
chiaramente poteva essere valutato in termini di chiusura e riempimento sulla
base di quelle che sono le normali operazioni di aritmetica, non di algebra?
Si è
arrivati ad attendere che Pianopoli fosse satura e si è arrivati ad opzioni
come quelle della discarica di Battaglina che dimostrano la totale assenza di
governo dei fattori determinanti di alcune scelte di localizzazione. Perché la
storia di Battaglina è una storia veramente imbarazzante nei criteri di scelta.
Si è
arrivati a constatare che la differenziata è un fallimento, siamo una Regione
che non riesce ad incentivare con la responsabilità indubbiamente dei comuni e
di quelli che sono venuti prima, tutta la retorica del fallimento di
determinate scelte. Ma occorreva aspettare la fine del commissariamento per
dotarsi di una legislazione adeguata? Per valutare che cosa avevano fatto nel
frattempo i comuni come differenziata? Cosa aveva realmente realizzato la
gestione commissariale? Con la gestione commissariale non avete interloquito in
alcun modo? Che tipo di multi level governance avete messo in atto in
questi anni? Peraltro persone scelte in maniera abbastanza collaborativa.
Non dimentichiamoci che qualche commissario è stato un
ex assessore della Giunta comunale di Reggio Calabria e quindi probabilmente problematiche di confronto e di comunicazione non
ce ne dovevano essere e quindi una collaborazione fra dipartimento e
commissariamento era evidente che ci sarebbe stata.
Adesso ci ritroviamo in una situazione ancora più
drammatica del passato – perché al fondo non c’è mai limite -, ci ritroviamo
con una proposta di legge estemporanea e bocciata dal Servizio legislativo,
bocciata nella prima e nella seconda stesura. Una proposta di legge su cui non
abbiamo una valutazione di impatto perché persino alle richieste operate dai
consiglieri di maggioranza di quella Commissione il dipartimento non ha saputo
dare risposte o non ha ritenuto di dare risposte per riproporre, stamattina,
una nuova seduta della Commissione che, in sostanza, nulla ha aggiunto a quello
che già non sapevamo se non emendamenti orali che, poi, sono stati tradotti in
alcune valutazioni che ci lasciano ulteriormente perplessi su quello che è il
reale obiettivo di questo strumento.
Allora più che mancare il terzo piede, come dice
l’assessore, permettetemi una battuta: qui c’è un lavoro che è stato fatto con
i piedi.
Ma voglio dire, scopriamo adesso i principi di
prossimità? Non li scopriamo adesso. Poco fa il consigliere Crinò ha messo in
evidenza alcune scelte orribili che sono state fatte nel corso degli anni,
quella fatta nella legislatura 2000-2005 del raddoppio di Gioia Tauro, della
mancata realizzazione di una struttura nella Calabria del nord e questa
“autostrada del sole” che è diventata una autostrada dei compattatori di immondizia
che vanno su e giù con dei costi incredibili e con una logica economica che
veramente non è da società complessa o sviluppata, ma neanche gli aborigeni
che, peraltro, hanno un grande rispetto per la natura avrebbero fatto queste
scelte.
Su questo si dirà “ci sono 16 anni di commissariamento”,
ma vogliamo capire anche le responsabilità all’interno di questi 16 anni di
commissariamento. Perché una cosa è la scelta di Sottile di realizzare la
discarica di Pianopoli e di guadagnare tre anni e consentire in questi tre anni
di fare delle scelte opportune per uscir fuori dall’emergenza, altra cosa è la
scelta di quei commissari che hanno consentito alla Calabria di avere uno
schema che è completamente fuori logica e che giustamente, oggi, l’assessore Pugliano
giudica un tavolo al quale manca una gamba per tenersi in piedi.
Per arrivare alle definizioni. La quota di rifiuto che è
illegittimo così come sono illegittime le leggi che, in qualche maniera, ci
proponete per uscir fuori da una situazione che con i normali strumenti,
probabilmente, oggi nessuno avrebbe la soluzione per rendere una situazione
sostenibile e sopportabile.
Non voglio entrare nel tema, come ha fatto il
consigliere Crinò, delle società miste. Ricordo che nel 2002 c’era una offerta
di 800 mila euro per la differenziata, per fare un esempio, a Reggio Calabria e
poi i commissari imposero una scelta di 2 milioni e 800.
Quindi, c’è la moltiplicazione dei costi in capo ai
cittadini che poi diventa tariffa, che poi diventa un tributo insostenibile e
che non è spiegabile né con le logiche dell’economia né con le logiche del
diritto. E’ spiegabile solo con le logiche speculative rispetto alle quali
sarebbe opportuno che prima o poi si facesse chiarezza e credo che noi, come
Consiglio, dovremmo avere la responsabilità e il coraggio di dire che su queste
vicende va fatta chiarezza fino in fondo indipendentemente dal colore politico.
Oggi arriviamo a questo dibattito che per esempio non
tiene conto di quello che gravemente è stato affermato dal Procuratore Capo
della Repubblica di Reggio Calabria che ha parlato di una Calabria a rischio
come la “Terra dei fuochi” e su cui non c’è alcun riflesso nel dibattito di
quest’Aula.
Mi sarei aspettato che, anche in un momento così
particolare e drammatico, venisse una qualche parola di chiarimento, che
venisse una Regione che come
governo regionale ci dice che ha messo in campo degli strumenti per chiarire
questa situazione e per sapere realmente qual è la situazione ambientale nella
quale vivono i suoi concittadini. Dopo che le due Commissioni, la terza e la
quarta, si sono dovute riunire, anche congiuntamente, per affrontare il
problema, dopo che abbiamo censurato gravemente il comportamento di alcuni
direttori generali che ancora oggi – contro ogni previsione normativa – non
hanno dotato la propria azienda sanitaria provinciale del registro tumori che è
uno strumento obbligatorio che ci fa uscire da quella valutazione estemporanea
pur legittima, però, da parte dei cittadini rispetto all’aumento delle
patologie tumorali.
Ma questa Regione per rispondere e per dire che alcune preoccupazioni non
sono fondate deve rispondere con strumenti scientifici, non può rispondere solo
con un buonismo rassicurante che è fondato sul nulla e che, magari, si scontra
con alcuni dati che emergono dalla realtà.
Ebbene, non c’è nessun preconcetto da parte nostra. In
Commissione l’abbiamo detto col vice capogruppo, col consigliere Franchino. Se
fossimo un’opposizione che è interessata esclusivamente a speculare o a portare
a casa un pur legittimo risultato di consenso o di dissenso, avremmo
organizzato una iniziativa in ogni comune capoluogo, in ogni comune della
Calabria oggi sommerso e invaso dai rifiuti; sommerso e pervaso da una
situazione igienico-sanitaria drammatica non da terzo mondo perché il terzo
mondo in questo mondo è avanti a noi.
Noi non l’abbiamo fatto, noi abbiamo ascoltato che in
Commissione si succedessero varie proposte e anche i consiglieri di maggioranza
in qualche maniera se ne sono fatti carico ma, alle volte, hanno espresso le
nostre stesse valutazioni. Adesso il senso di responsabilità non ci può portare
ad essere coinvolti in alcune scelte ed in alcuni provvedimenti che hanno il
senso del piccolo tappo che si mette ad una falla che rischia di essere
travolto dall’ondata che emerge e che monta di una situazione che non si riesce
a gestire.
Guardate: è veramente imbarazzante parlare di questo.
Credo che noi dovremmo parlare di chi ci ha guadagnato finora, dovremmo sapere
e dire ai calabresi – forse qualcuno dovrebbe pure interessarsi di più nella
qualità di pubblico ufficiale – del perché si è arrivati a questo livello.
Tuttavia questi tre anni e mezzo sono stati buttati per
arrivare oggi ad un provvedimento che, chiaramente, non risolve in alcun modo
il problema e per non sapere quanti milioni di euro l’anno i cittadini
calabresi hanno pagato con i propri tributi per un intervento che aveva bisogno
di una ordinanza derogatoria perché non era coerente con la legislazione
vigente.
A questo punto che dire? La situazione si può commentare
solo con le barzellette di una volta quando poi alla fine ad un certo punto
sotto la vignetta c’era scritto “senza parole”. Guardate che la situazione è
veramente naufragata e penso che voi non possiate cavarvela con quella
proposta, con quel comma peraltro scritto in un linguaggio incomprensibile.
L’assessore mi dice che io non l’ho capito ma lui ci ha messo 25 minuti per
spiegarci un comma. Non siamo riusciti a capire, cioè anche il drafting della
normativa deve essere tale da far capire qual è veramente l’obiettivo e lì
l’obiettivo ce lo ha dovuto spiegare lui. Ma noi abbiamo veramente dei seri
dubbi su quello che è l’impatto e la traduzione. Pur non volendo far di lui un
capro espiatorio.
Mi trovo, tra l’altro, ogni volta in un imbarazzo di
natura personale perché lo stimo come personale e come amministratore ma
tuttavia la situazione è ingiudicabile e rispetto a questa situazione, anche
noi della opposizione, abbiamo una grandissima difficoltà perché qualsiasi
scelta, una scelta di un voto contrario, è una scelta che vi lascia in una
situazione drammatica dalla quale voi non riuscite a uscire. E una scelta di
una astensione ci lascia quasi con l’idea che non abbiamo fatto abbastanza per
mettere in evidenza l’inadeguatezza delle vostre scelte. Quello che mi auguro è
che noi presto, assessore, assistiamo ad un dibattito in Consiglio regionale
sulla situazione ambientale, non sul quadro che lei ci ha proposto, ma
sull’avanzamento di quel programma di lavoro che da più parti si sente ripetere
in Calabria. Quello di cui c’è bisogno è una soluzione non speculativa ma una
soluzione vera ad un problema che è diventato drammatico sul piano sociale,
economico perché
Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, ritengo che il dibattito di oggi su
questa norma, presentata dal consigliere Orsomarso, in parte abbia un po’
chiarito alcune questioni che riguardano la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, con alcune vene polemiche e
anche alcune strumentalizzazioni che non ritengo siano da addebitare
– alcune cose – alla gestione dell’assessore all’ambiente.
Penso che
anche la gestione commissariale di prefetti e non prefetti, all’interno di
questa Regione, certamente, per alcune cose abbia lasciato i problemi così
com’erano o in alcune situazioni anche peggiorandoli.
Noi
dobbiamo anche dire che i piani che sono stati approvati dai commissari spesso
sono rimasti senza esito e mi riferisco in particolare a quello che era
previsto per quanto riguarda i territori di Cosenza e di Vibo Valentia che sono
due province completamente scoperte dal punto di vista della presenza di
attività di smaltimento dei rifiuti e di attività relative alla presenza di
discariche. E questo certamente non è una cosa che si può addebitare a quello
che si sta facendo oggi, ma riguarda anche il clima che si è creato all’interno
di questa regione dove, spesso, nei territori in cui si deve ubicare una
discarica, emerge subito una grande ribellione da parte della popolazione
spesso sobillata anche dai sindaci o da amministratori regionali o da
consiglieri regionali.
Questa è
una cosa che ci dobbiamo dire chiaramente tutti quanti perché non possiamo
pensare che chiunque possa non accettare la discarica vicino al proprio
collegio elettorale o vicino al proprio paese, senza pensare che questo è un
problema che riguarda tutta la Calabria o tutti i cittadini calabresi.
Da queste
cose è nato anche il fatto che spesso la tariffa sui rifiuti è dovuta aumentare
in considerazione dei costi di smaltimento che sono andati sempre più verso
l’alto piuttosto che verso il basso, proprio per la mancanza di smaltimento
all’interno della regione.
Questo,
purtroppo, avviene anche tuttora con tutti gli sforzi che si fanno a dare
autorizzazione non a discarica ma ad impianti di trattamento dell’umido che
vengono confusi molto spesso anche con trattamento di rifiuti tal quale. O
alcuni impianti che negli anni passati, per le speculazioni che richiamava il
consigliere Naccari Carlizzi e che io ho detto anche in Commissione,
autorizzati per l’umido vengono poi autorizzati o trasformati in discariche di
conferimento tal quale.
Come è
successo per la Battaglina dove si era partiti da un certo tipo di impianto per
poi trasformarlo in qualcosa di diverso e lì è giusto che la popolazione si
ribelli perché su quella provincia esistono già due grandi discariche che sono
quelle di Pianopoli e di Alli e non è giusto costruirne una terza nell’ambito
territoriale dell’area centrale della Calabria. Quell’area centrale ormai
sopporta un carico di inquinamento ambientale e di presenza di discarica troppo
elevato rispetto al resto della regione ma anche troppo elevato rispetto alla
popolazione che risiede all’interno di quell’area.
Dopo le
denunce devono venire anche i fatti, dobbiamo vedere anche dove procedere e
come andare avanti in questa situazione.
Vado
ripetendo che non è possibile che noi in una situazione di emergenza e di
ordinarietà dobbiamo continuare con l’emergenza. Questo è un concetto che non è
possibile continuare a portare avanti perché in una situazione di ordinarietà
noi dobbiamo preparare e presentare una strategia che ci consenta di uscire
dall’emergenza in un percorso che deve riguardare tutti i territori calabresi.
Ecco perché sono d’accordo con l’assessore all’ambiente che ha posto fortemente
questo problema della territorialità perché ci dobbiamo assumere tutti quanti
la responsabilità della territorialità per quanto riguarda lo smaltimento dei
rifiuti, ma anche proseguire in un percorso di modo che alcune proposte di
legge, oggi depositate in Commissione ambiente, siano al più presto approvate
per consentire alla Regione di dotarsi di una legislazione ambientale,
chiaramente nel contesto di quelle che sono le possibilità della nostra Regione
ed in considerazione del fatto che la materia ambientale fa capo principalmente
allo Stato; certamente, la Regione può riordinare e mettere in campo una
strategia che ci consenta nei prossimi anni di poter superare questa situazione
dell’emergenza.
Ma la
strategia non si può discostare, assessore, da quelle che sono le problematiche
che anche in quest’Aula questa mattina sono state poste: noi non possiamo
continuare a mantenere le nostre città sommerse dai rifiuti perché non
acceleriamo la raccolta differenziata.
Perché
tutti questi soldi che noi diamo per poter smaltire i rifiuti, almeno il 50 per
cento di questi fondi, non li diamo ai comuni superiori a 15 mila abitanti per
aiutarli nella raccolta differenziata? Perché non facciamo questo? Qual è il
motivo per cui non lo facciamo? Non so chi ha la responsabilità di questo
settore ma deve porsi questo interrogativo e deve capire che dobbiamo cambiare
la strada e il percorso. Dobbiamo andare verso un percorso completamente
diverso rispetto al passato.
Se qui
l’obiettivo era stato quest’anno di raggiungere il 30 per cento di raccolta
differenziata – che non abbiamo ancora nemmeno raggiunto ci siamo quasi vicini
- l’obiettivo europeo è del 60 per cento e siamo completamente fuori da
quell’obiettivo. Dobbiamo mettere in campo, quindi, gli strumenti che ci fanno
raggiungere quell’obiettivo perché raggiungere quell’obiettivo vuol dire
togliere dal conferimento nelle discariche un 50 per cento di rifiuti che oggi
vanno in quelle discariche.
E noi
abbiamo, oggi, con questa norma autorizzato l’utilizzo delle discariche private
fino al 31 dicembre 2014 ed è giusto aver messo una data precisa; rispetto a
quella che è la normativa che andiamo ad approvare noi potremmo in questa fase
avere la possibilità di poter mettere in campo una nuova strategia per
consentirci nel 2015 di fare un passaggio diverso, rispetto a quello che c’è
attualmente.
Ecco, noi
questo vogliamo come Forza Italia, vogliamo che su questa problematica ci sia
un impegno chiaro e preciso per far sì che questa Regione organizzi, in questi
mesi che rimangono, che riorganizzi il sistema di raccolta e smaltimento dei
rifiuti perché solo così possiamo superare questa fase di emergenza.
Forza
Italia all’interno della Commissione ha voluto approfondire le problematiche
relative all’approvazione di questa norma facendo sì che la stessa venisse
migliorata. Che ci consentisse di eliminare due aspetti che ritenevamo non
approvabili all’interno della norma per come era stata preparata. Il primo
aspetto riguardava la possibilità di ampliamento delle discariche private
perché riteniamo che le discariche private debbano essere utili alla regione
per le tonnellate che sono state già utilizzate perché non vogliamo creare
altri mostri privati all’interno della nostra regione.
Non è che
il pubblico è negativo o il privato è positivo, sono tutti e due negativi
perché tutti e due creano discariche, pubblico e privato, ma vogliamo che anche
il privato si mantenga nei limiti che le valutazioni di impatto ambientale
hanno dato e che sono limiti che riguardano la sopportabilità dei territori
rispetto al quantitativo dei rifiuti che devono essere conferiti all’interno di
quelle discariche. Questo è stato uno dei primi motivi.
L’altro:
abbiamo eliminato il secondo comma di quella proposta perché non ritenevamo che
fosse giusto, poiché c’è una normativa nazionale che si orienta in un certo
modo rispetto ai rifiuti speciali, limitare che i rifiuti speciali in Calabria
non potessero essere smaltiti all’interno delle discariche private che sono
adibite a fare questo tipo di attività perché saremmo andati poi incontro a
tutta una serie di questioni di incostituzionalità della norma che potevano
minare la norma stessa.
Poi non è
da trascurare la situazione di concorrenza che c’è all’interno del settore
privato perché se dobbiamo aprire al privato dobbiamo capire che si devono
creare pari opportunità per le imprese all’interno di questa regione, chi ha
già costruito o realizzato non deve avere vantaggi rispetto a chi, finora, non
ha costruito o realizzato.
Noi
abbiamo detto che fino al 31 dicembre 2014, consigliere Principe, dobbiamo
mettere le aziende in pari opportunità rispetto a quelle che ci sono. Se ci sono
aziende che hanno in corso l’autorizzazione per poter trattare i rifiuti è
giusto che anche quelle aziende possano concorrere domani, fino al limite
temporale della norma che abbiamo dato, anche per il conferimento dei rifiuti
che noi abbiamo individuato con i codici ambientali che autorizzeremo.
Mi sembra
che da questo punto di vista ed in questo contesto legislativo, la norma possa
essere approvabile e che possa aiutare, in questo momento di “emergenza”, la
Regione a far sì che abbia più possibilità per poter conferire i rifiuti che
oggi, purtroppo, continuiamo ad avere in mezzo alla strada.
Ecco,
questo è un aiuto che noi stiamo dando ma è un aiuto che diamo fino ad un certo
punto perché vogliamo vedere un qualcosa di nuovo anche all’interno di questo settore
nei prossimi mesi; e nei prossimi mesi dobbiamo dire una parola definitiva a
quella che è una riorganizzazione dal punto di vista normativa del sistema dei rifiuti all’interno della
Calabria.
Questo è
un tasso che batteremo tutti i giorni anche dai banchi della maggioranza,
perché anche i banchi della maggioranza hanno il diritto di poter offrire ai
nostri concittadini una organizzazione diversa rispetto a quella di oggi.
Ma hanno
il diritto di dire ai cittadini che con una organizzazione diversa rispetto a
quella di oggi si possono abbassare le tariffe che sono altissime all’interno
di questa Regione e aiutare i cittadini affinché risparmino per quella che è la
spesa per lo smaltimento dei rifiuti.
Questa è
una cosa alla quale teniamo particolarmente e su questa cosa continueremo a
batterci all’interno delle Commissioni e di questo Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Dico che è semplicemente paradossale oggi che quest’Aula faccia un
pseudo dibattito sulla scorta di un provvedimento che è l’ennesimo tampone che
si mette, dopo quattro anni, ad uno dei problemi che questa regione ha vissuto
e che hanno vissuto le popolazioni di questa regione.
Innanzitutto,
sgombro il campo perché anche in passato ho dato atto e do ancora atto
all’assessore Pugliano del suo impegno. Probabilmente c’è una cosa di fondo:
l’assessore Pugliano è stato lasciato in splendida solitudine da parte della
Giunta regionale e dalla Presidenza della Giunta regionale su questo macigno
che incombe sulla Calabria.
Certo, è
paradossale dopo quattro anni venire qui non già per gettare le basi su una programmazione, su
una strategia di lungo periodo, sulla revisione in chiave attuale del Piano
regionale dei rifiuti ma si viene con un provvedimento di poche righe per
introdurre dei principi sui quali non posso che confermare tutte le perplessità
e le preoccupazioni che sono state espresse anche da chi mi ha preceduto.
Perplessità che derivano – a mio avviso – da tutta una serie di violazioni e di
norme che sono contenute già con l’ordinanza 41 del maggio scorso sul
conferimento tal quale dei rifiuti in discarica e che oggi vengono appesantite
e tradiscono anche, probabilmente, la volontà di completare questo mandato.
E lì in
quel comma si prevede per gli impianti che saranno autorizzati entro il 31
dicembre 2014, lì c’è anche probabilmente la risposta su come ancora una volta
questa Giunta regionale abbia misurato
la sua incapacità ad affrontare il problema.
L’Italia
è sotto procedura di infrazione e lo stesso Ministero dell’ambiente aveva
qualche mese fa inviato una circolare dal contenuto netto che richiama le
direttive comunitarie per le quali l’Italia è sotto procedura di infrazione.
Direttive che sostanzialmente vietano che si possa affrontare la problematica
con gli strumenti con i quali questa Giunta regionale chiede oggi al Consiglio
regionale di pronunciarsi.
Che altro
dovremmo aggiungere? Certamente il problema che l’assessore diceva della
fragilità col quale il sistema è stato poggiato da 16 anni di fallimentare
commissariamento, 16 anni che hanno avuto un costo enorme di 1 miliardo di euro
o forse di più. Ma in questi 16 anni tutte le amministrazioni, compresa quella
attuale, cosa hanno fatto per incidere con un progetto che desse la soluzione e
il respiro? Qual è lo stato dell’arte? All’assessore vorrei fare anche delle
domande sugli impianti sui quali non si è detto nulla.
Sappiamo
che ci sono impianti che non sono in condizione di garantire il minimo
funzionamento, l’impianto di Sambatello per esempio. Sul termovalorizzatore di
Gioia Tauro l’assessore dovrebbe dirci pure qualcosa.
Le
domande sono tante. Mi auguro che questo Consiglio regionale sia messo in
condizione non di rincorrere l’emergenza sull’emergenza ma a far sì che la
Giunta regionale, che questo Consiglio, possa aprire un confronto e possa
trovare la strada per risolvere questi problemi. Possa aprire un confronto
sull’enorme problematica ambientale che vive questa regione.
Qualche
collega ha ricordato le attività che abbiamo posto in essere e per le quali ho
incalzato e sto incalzando da anni l’Esecutivo e i dipartimenti di questa
Regione. Riguardo ai problemi delle bonifiche, vorremmo capire le procedure di
caratterizzazione sui siti a che punto sono, vorremmo sollecitare ancora una
volta, e non è secondaria la questione del nucleo che deve esaminare le
valutazioni di impatto ambientale, le valutazioni strategiche.
Vorremmo
confrontarci su queste cose e vorremmo che questo Consiglio regionale assumesse
delle decisioni nei confronti dei calabresi. Certo non è più tollerabile
mettere un continuum di pezze e di tamponi che non fanno altro che
aggravare una realtà che è insostenibile.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Presidente,
grazie, voglio subito iniziare dicendo che nessuno di noi si può sorprendere
per la vicenda drammatica in cui si trova la Calabria per quanto riguarda i
rifiuti, tanto meno chi la Calabria la governa da 4 anni.
Credo
che, fino a marzo 2013, quando, di fatto, è terminata l’emergenza rifiuti
ambientale in Calabria, l’assessore abbia interloquito su queste questioni con
il commissario di turno per l’emergenza ambientale e rifiuti.
Oggi,
registro con molta sorpresa, devo dire, le parole e la valutazione, l’analisi
drammatica della situazione in cui si trova la Calabria, ma mi chiedo non si
poteva prevenire questa situazione? Non si poteva concertare insieme al
commissario di allora per evitare questa situazione? Invece, io credo che
l’errore che si stia facendo oggi sia quello di non trovare un momento in cui
si chiamano tutti alla responsabilità, la cosiddetta filiera istituzionale, i
rappresentanti dei comuni e delle province, anche lo stesso Governo, rispetto a
questa questione; ed ecco quello che è mancato e manca ancora oggi. Ecco perché
la norma che si vuole proporre stasera è più un tentativo di dilazionare i
tempi, di trovare a chi affidare il cerino di tutta questa vicenda.
Assessore
Pugliano, l’ordinanza del Consiglio dei Ministri dà il potere al direttore
generale del dipartimento politiche dell’ambiente dell’assessorato di essere
autorizzato a mettere in campo tutte le iniziative necessarie al superamento
delle criticità che si registrano in questo periodo.
Non
capisco perché noi oggi esponiamo il Consiglio regionale ad una norma che ha
dei profili incostituzionali, ad una norma che non so cosa comporti anche sul
terreno dell’impegno economico-finanziario perché leggo che nel provvedimento
si parla di invarianza di spesa. Mentre i giorni passano la soluzione che si
propone al Consiglio regionale è quella di mettere in campo una norma che ha
queste lacune e queste perplessità.
Se c’è
l’emergenza – come c’è l’emergenza – e l’ordinanza del Consiglio dei ministri
dà il potere in capo all’assessorato di risolvere e di mettere in atto le
iniziative finalizzate, mi chiedo il perché di questo provvedimento. Ci
vogliamo mettere la coscienza a posto rispetto a questo? Che cosa vogliamo?
Cercare di dare il cerino di questa situazione perché non siamo in grado di
uscirne? Se questa Giunta non ha messo in campo tutte le iniziative necessarie
ad affrontare l’emergenza ed a programmare il futuro su questa problematica dei
rifiuti.
Ecco, più
che perplessità credo che ci troviamo di fronte ad una manovra che vuol
dilazionare, vuol prendere tempo, non vuole affrontare di petto l’emergenza dei
rifiuti nella nostra regione.
Io sono
stato uno di quelli che quando il consigliere Caputo ha presentato l’ordine del
giorno sulla discarica di Bucida mi sono alzato ed ho detto di essere a favore.
Vi
ricordate? Abbiamo sospeso dopo il mio intervento? Si è arrivati ad una
mediazione e da allora non si è voluto cambiare il metodo. Non si può
affrontare questa questione come tante altre mettendo un solo uomo al comando.
Se non c’è la concertazione, se non c’è un tavolo comune al quale partecipino
tutti i soggetti responsabili, questi tipi di problemi come anche la sanità non
si affrontano in questo modo. Si va incontro al fallimento e all’aumento delle
emergenze, non si governa un territorio in questo modo.
Ecco dove
è l’errore di fondo sul quale noi registriamo il nostro dissenso. Fondato. Io
ho partecipato solo a latere alla seduta odierna della quarta
Commissione, ma ho letto quello che dice il Servizio legislativo, ho letto la
norma finanziaria che parla di invarianza di spesa – lo ripeto – ma così non è.
Allora
perché si vuol mettere in campo un provvedimento che sarà sicuramente impugnato
dal Governo? E dovremo ripartire da capo e le leggi impugnate dal Governo
nazionale per incostituzionalità sono state tante, non so se da questo punto di
vista siamo a 37. Così come non si è voluto - e non ho sentito - avviare anche
il tentativo, per esempio, di mettere in campo premialità per i comuni che
fanno la differenziata.
Io ho
partecipato ad un dibattito sul polo tecnologico di Celico che lei, assessore,
insieme a quella di Pianopoli vorrebbe utilizzare per risolvere l’emergenza.
Noi siamo in un’area – ci sono circa 25 comuni di quell’area e lei ha i dati
certificati – in cui la raccolta differenziata arriva in alcuni comuni anche al
90 per cento e sono di media oltre il 70 per cento di quella fascia presilana.
Piuttosto
che tentativi di punizione, tentativi di risolvere il problema imponendo delle
scelte che vanno a distruggere un sistema, un modello che si è realizzato lì,
io mi sarei aspettato da parte sua e di questa Giunta di valorizzare queste
esperienze positive sul terreno della raccolta differenziata perché anche in
Calabria ci sono modelli che funzionano, c’è chi la differenziata la fa e chi
non la fa.
Ci sono
città importanti che arrivano ad oltre il 50 per cento della raccolta
differenziata, quindi non siamo all’anno zero in Calabria, bisogna partire
dalle eccellenze rispetto a questa questione ed io credo che noi non possiamo
più permetterci di governare a vista.
Penso sia
arrivato il momento – ed in questo senso siamo sempre pronti quando siamo
chiamati responsabilmente a partecipare e a risolvere problemi che investono i
cittadini – di assumerci la nostra responsabilità e a partecipare e concorrere
affinché quelle decisioni largamente condivise si realizzino.
La parola
all’assessore Pugliano per diritto di replica.
Grazie,
Presidente, mi sia consentita se è possibile – se non tocco la suscettibilità
di qualcuno – di mettere al posto giusto alcune disinformazioni.
Mi
dispiace che sia andato via l’ex presidente Loiero ma risponderò anche ad
alcune considerazioni che sono state fatte, che hanno accomunato qualche altro
intervento alle cose che lui ha detto perché mi fa specie che si segnalino,
facendo anche i nomi, i grandi scienziati che ha avuto a disposizione il
precedente governo Loiero.
Poi, farò
una citazione su un altro argomento. Per restare al tema dei rifiuti, ho
sentito ricordare che il governo Loiero ed il suo assessore prediletto al ramo,
che propone in ogni salsa, in ogni circostanza, ha autorizzato la discarica di
Pianopoli.
Niente
altro. Aggiungo che ho suscitato la reazione che definisco scomposta del
collega Naccari –ed in Commissione, poc’anzi, gli ho detto di andare a rivedere
la sua posizione e la sua dichiarazione in quarta Commissione di tre giorni fa
rispetto alla posizione che ha assunto oggi e che io ho giustificato – che nel
suo intervento in Commissione ha detto che ho dato delle risposte sgarbate ad
una nota fatta a dieci mani. Nota che addossa a questo governo regionale la
responsabilità di questo caos.
Giacché
sono partito dicendo che non sono uno pronto alla pugna, alla guerra, alla
polemica ma sicuramente – come ho detto in passato al mio predecessore – non
posso lasciare tutto lo spazio libero alla disinformazione, alle bugie, sono
uno che risponde, che replica e lui all’epoca utilizzò la metafora del tennis
“Pugliano vuole il punto in più”. Pugliano risponde, replica non batte.
Però,
rispetto alla nota ed anche alle considerazioni fatte oggi dai vari
rappresentanti del governo Loiero – perché qualche responsabilità avrebbero
dovuto, in un esame di coscienza, anche attrarsela – io ho semplicemente
risposto che noi non potevamo – lo sostengo ancora oggi – programmare nulla
prima del 2013 perché non c’era un solo euro indirizzato al completamento del
sistema impiantistico.
Quindi,
mi dispiace confermare per il consigliere Principe al quale va, comunque e
sempre, il mio rispetto, ma devo ammettere che succede anche a me e può
succedere anche a lei che le capacità mnemoniche si abbassino di livello e,
quindi, non si può ricordare quello che è stato fatto 5 o 7 anni fa. Confermo – sfidando chiunque ad andare a
verificare – che nella programmazione 2007-2013 non un euro era indirizzato al
completamento del sistema impiantistico.
(Interruzione)
Le dico
che per utilizzare fondi comunitari – ma solo nel 2013 è stato possibile –
nella rimodulazione che è stata fatta, noi abbiamo attratto a questo tema del
sistema impiantistico 16 milioni 400 mila euro di quei fondi Por 2007-2013. Per
ritornare all’unico progetto approvato che poi, tra le altre cose, rientra nel
modello che io stavo criticando, nella filosofia del passato che era quella di
far dormire il pubblico e far investire, invece, i privati, quell’investimento
di Pianopoli è un investimento privato. La Regione Calabria non ci ha messo
niente, ci ha messo soltanto l’autorizzazione ma fa parte di quel modello, di
quella filosofia: facciamo investire i privati e facciamo realizzare le mega
discariche possibilmente solo nell’area catanzarese e crotonese perché altrove
di mega discariche – anche questo non so se è una semplice coincidenza - …
Confermo,
quindi, che prima del 2013 con o senza collaborazione o cooperazione
dell’ufficio del commissario, non si poteva investire un euro.
La
discarica di Pianopoli è l’unico intervento che ha fatto il governo Loiero sul
sistema dei rifiuti. Ne ha fatto un altro - a dire il vero – e anche qui sfido
chiunque a dire il contrario. C’era un accordo di programma tra la Regione
Calabria ed il Ministero dell’ambiente per la realizzazione di discariche.
Ebbene forse perché si voleva lasciare sempre il modello dei privati e non
investire come pubblico, quell’accordo di programma quadro di 18 milioni è
andato perso e noi non l’abbiamo più trovato disponibile. Abbiamo dovuto
lavorare per riproporre quell’accordo di programma.
Fra le
altre cose, quindi, – e non rientrano nei 250 milioni di euro investiti per il
sistema impiantistico – ci sono anche 18 milioni in un nuovo accordo di
programma che ha visto già finanziare una discarica nel comune di Lago, una
discarica nel comune di Terranova da Sibari e l’ampliamento della discarica di
Alli nel comune di Catanzaro.
Quindi,
dov’era la Regione Calabria quando in quei 5 anni quelle 1.200 tonnellate al
giorno non trovavano collocazione nell’impianto, è stata a dormire?
Mi preme
anche correggere un’altra inesattezza detta dal consigliere Principe sulla
questione che riguarda il raddoppio del termovalorizzatore.
Il
raddoppio del termovalorizzatore è stato sospeso per ben due volte, da una
legge regionale e da una delibera di Giunta regionale, sono stati sospesi i
lavori ma poi queste sospensioni dichiarate incostituzionali dal Consiglio di
Stato tanto è vero che nel fascicolo …
(Interruzione)
Le posso
garantire che c’è un parere di incostituzionalità, tanto è vero che i lavori
sono stati sospesi per ben due volte; dopo la sospensione è ripresa l’attività
e non solo ma c’è pendente sulla spalle della Regione Calabria la possibilità
di danno erariale perché Veolia che era all’epoca il concessionario, nel
contenzioso che si è amplificato e che ha portato al riconoscimento di 100
milioni di euro per Veolià, c’è anche il ritardo di diversi mesi sul raddoppio
al termovalorizzatore.
Tanto è
vero che in audizione in Commissione bicamerale è stato detto: “chi pagherà
questi soldi perché la Regione ha sospeso i lavori di un’attività che è andata
avanti”.
Mi pare
paradossale il fatto che il consigliere Naccari inserisca anche il tema della
discarica Battaglina per dire che la scelta è imbarazzante.
Io ho già
risposto su Battaglina come su tante altre cose.
Battaglina
è una struttura autorizzata nel 2009 quando ancora questo governo non c’era.
Questa Regione ha attivato adesso la procedura della sospensione di
quell’autorizzazione ma l’autorizzazione, la scelta, l’individuazione è figlia
di quel modello che voleva megadiscariche nell’area catanzarese e crotonese.
(Interruzione)
No, no,
no. Giacché l’ha infilata in una serie di critiche mosse a questo governo …
Poi, per
andare molto velocemente sulla questione che è stata sollevata dai più, in
ultimo dal consigliere Guccione, la lettura del passaggio di quella ordinanza
della Presidenza del Consiglio dei ministri che dà mandato al direttore
generale di completare gli interventi necessari ad uscire dall’emergenza, non
significa che ha poteri in deroga. Quindi, la norma che portiamo oggi, lo
ripeto, è per modificare il Piano regionale dei rifiuti approvato nel 2002 e
riconfermato nel 2007.
Non può
che essere il Consiglio regionale ad apportare questa deroga, quindi questa
modifica al Piano regionale che non dava la possibilità di utilizzo di impianti
privati – e, ripeto, solo impianti di
trattamento non si parla di discariche – . Quindi, non sono le discariche dei
privati che vengono autorizzate e nulla c’entra Celico. Per rispondere al
consigliere Talarico, che non vedo, non c’entra nulla se c’è qualche difetto
nell’autorizzazione di Celico. Questa norma non supera i difetti.
Lasciatemi
fare solo un qualche altro riferimento, qualche altra battuta che riguarda
anche l’inquinamento nel territorio calabrese in riferimento anche alla mancata
bonifica del territorio regionale.
Anche in
questo caso mi sono attratto l’antipatia del consigliere Naccari, e continuo a
non vederla in maniera diversa da come la vedevo fino ad ieri. Mi dispiace che
lei sia stato toccato nella sua suscettibilità da queste risposte che ho dato e
che non sono state per niente indelicate. Io ho cercato di far chiarezza così
come ho cercato di far chiarezza anche sulle accuse a questo governo regionale
per non aver fatto nulla sulle attività di bonifica e sul disinquinamento del
territorio regionale.
Ho detto
che diversamente da quello che è stato denunciato nel 2010 dalla Commissione
europea che ha dichiarato a luglio 2010 che la Calabria era una Regione che
faceva carte e che non aveva fatto partire la bonifica del territorio
regionale, ebbene questo governo regionale ha stanziato la modica cifra di 88
milioni di euro destinati soltanto al disinquinamento del territorio regionale.
Concludo
dicendo che non si poteva far passare questa norma né attraverso la Giunta né
attraverso un decreto del direttore generale del dipartimento ma questa doveva
essere solo una modifica al Piano regionale dei rifiuti.
Tra le
altre cose, per rispondere ad un’altra eccezione, per quanto riguarda la
questione del secondo comma che è stato inserito stamattina in Commissione per
allargare – perché la norma che avevamo presentato era solo per gli impianti
già autorizzati sotto la gestione commissariale – qualcuno ha voluto suggerire
che potesse essere allargata a nuove autorizzazioni ed io ho detto che non ci
sono gli spazi temporali per presentare istanza, per autorizzare. Però, certo è
che questo non pregiudica la bontà della norma che sta a monte. Quindi, io
credo che vada spiegato – specialmente a chi si mette di traverso rispetto a
questa norma – che non bisogna mettersi di traverso o tentare di dilazionarla
perché questa norma era in Consiglio dal novembre 2013 e se fosse stata
approvata nei mesi di novembre o dicembre avremmo ottenuto due importanti
obiettivi. Uno: avremmo fatto lavorare le imprese calabresi che hanno questi
impianti di trattamento e che non lavoravano da quando non ci sono i poteri in
deroga dell’ufficio del commissario; quindi uno: dare la possibilità alle
imprese calabresi di lavorare; due: ogni giorno che passa senza questa norma ci
sono 500 tonnellate in più che restano per strada.
Se avessimo approvato questa norma a dicembre, io sono convinto che 500 più 500 più 500 tonnellate per 50 giorni quanti ne sono passati dal 31 dicembre. penso che avrebbe sicuramente tolto tutta la produzione di rifiuti che nel frattempo oggi è parcheggiata per le strade della Calabria.
Con
l’intervento dell’assessore Pugliano abbiamo
completato il dibattito. Pertanto procediamo alla valutazione dell’articolato,
formato da tre articoli.
Pongo in votazione l’articolo 1.
Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente,
per economia di tempo, poiché da parte nostra c’è anche
una proposta emendativa all’articolo 1…
L’avete formalizzata come emendamento? Si può formalizzare?
Vorremmo capire la disponibilità, perché il dibattito serve anche
a questo, al di là del formalismo.
Racchiudo tutte le questioni e poi non parlo più, se lei è
d’accordo, perché i due commi sono intrecciati.
So che ha il dono della sintesi…
Ma non sempre c’è la luce che consente di esercitarlo questo dono.
Devo anche precisare alcune cose all’assessore che vuole fare interpretazioni autentiche che non gli competono. Non
oso pensare di poter ricordare il Por 2007-2013. Ricordo che ho scritto che per
la cultura e innovazione c’erano 1 miliardo e 400 milioni che l’assessore
Caligiuri si è fatto rimodulare - a parte la sua capacità di comunicatore - ed
in questa rimodulazione – ecco il senso del mio intervento – c’era spazio per…
Consigliere Principe, naturalmente
pochi minuti per dichiarazione di voto, altrimenti riapriamo il dibattito.
Se lei vuole posso procedere
articolo per articolo e quello che debbo dire lo dirò alla fine.
Se lei tutti e tre gli interventi
sugli articoli li riassume in uno…
Siccome l’assessore vuole
interpretare e non è corretto interpretare gli altri superficialmente Io non ho
detto di ricordare che c’erano i fondi; ho detto che non credo ci fossero
disponibilità, perché non ricordo
esattamente sull’ambiente cosa era stato allocato.
Ricordo la parte che ho scritto e so
che di quella parte milioni di euro sono andati in altre direzioni, quindi
c’era la possibilità di rimodulazione anche a favore della impiantistica per
quanto riguarda il settore dei rifiuti. E’ stata una scelta politica della
Giunta, non rimodulare per l’impiantistica. Prima questione.
Seconda questione: lasciamo stare
Loiero e chi ha partecipato alla Giunta Loiero. Il giudizio lo hanno dato gli
elettori; adesso operate per avere voi un giudizio, come sperate, positivo da
parte degli elettori.
In questi quattro anni non avete
fatto nulla per i rifiuti. Anche sulla questione della provincia di Cosenza lei
dovrebbe sapere che chi parla all’età di 31 anni si è messo la fascia tricolore
per espropriare i terreni e fare un inceneritore. La provincia di Cosenza è
stata abbandonata da altri, anche dalla sua gestione, perché lei sa benissimo
che c’erano le condizioni per allocare in provincia di Cosenza un impianto di
smaltimento e questo lo sa dal 2010. Andando a ritroso questa disponibilità
c’era anche prima a San Lorenzo del Vallo, ma voi non avete inteso continuare.
Il Consiglio di Stato aveva dato un parere favorevole per allocare a nord il
raddoppio di Gioia Tauro.
Comunque
lasciamo perdere questo aspetto e andiamo alla norma.
Lei
conferma che il comma 1 riguarda solo gli impianti di trattamento? Allora
togliamo dal comma 1 il termine “smaltimento”.
Noi
abbiamo una posizione molto critica, ma proprio perché ci rendiamo conto che
c’è una emergenza, abbiamo il dovere, come uomini che hanno una cultura di governo,
di dare una mano per risolverla. Non condividiamo la norma e dico al Presidente
Talarico di consultare il suo ufficio legislativo, non ci siamo inventati noi
le possibili censure dal punto di vista amministrativo.
Quindi,
potremmo dare anche un voto di astensione benevolo, proprio per l’emergenza, a
condizione che alcune nostre proposte vengano accolte. La prima proposta è di
eliminare il termine “smaltimento”. In riferimento all’impianto di Celico c’è
anche una parte di trattamento, ma eliminando il termine smaltimento anche
quell’impianto verrà utilizzato per trattare e non per smaltire. Primo aspetto.
Il
secondo comma deve sparire per avere il nostro voto di astensione, altrimenti
siamo costretti – pur capendo l’importanza del momento – a votare contro. Il secondo comma, caro
assessore, dà a lei e alla Giunta un potere che non avete il diritto di
esercitare.
Del
resto, le sue parole di replica sono state una confessione in un certo senso,
perché lei ha ammesso che all’ultimo momento è stato inserito questo comma 2
all’articolo 2bis e significa che potete autorizzare senza alcun impianto
programmatorio nuovi impianti per il trattamento.
E allora
no! Se vogliamo essere seri, lei non si preoccupi della provincia di Cosenza,
ma programmi e stabilisca quel che si deve fare. Se poi si deve dare la
possibilità ai privati di continuare a dare un contributo - perché poi gli
impianti qualcuno li deve gestire –, si fa la programmazione, si stabilisce
l’allocazione dell’impiantistica, poi si fa una bella gara e vediamo quali sono
gli imprenditori che vogliono contribuire con i loro investimenti a risolvere
il problema dei rifiuti.
Per
concludere, lei sa benissimo una cosa: quando i rifiuti vengono trattati almeno
il 50 per cento diventa Css (combustibile solido secondario) e il problema si
riduce, tal quale si riduce al 50 per cento di risultato del trattamento.
Allora,
se così è, io penso che mettere in piedi una programmazione e stabilire chi in
futuro deve contribuire al trattamento, è una cosa corretta sotto il profilo
amministrativo della trasparenza e della linearità, anche perché lei stesso
ammetteva che dall’oggi al domani non si risolvono questi problemi.
Cioè,
eliminando la parola smaltimento dal primo comma, avremo sempre una parte che
va conferita perché dopo che hai trattato rimane una parte da conferire.
Quindi,
non risolvendo in un anno questi problemi, tanto vale fare finalmente una
programmazione, stabilire l’allocazione di questo impianto e fare una gara per
il loro esercizio.
Quindi,
concludendo, se viene eliminato dall’articolo la parola “smaltimento” e viene
cassato il secondo comma, inserito all’ultimo momento, daremo un voto di
astensione.
Se
l’articolato rimane immutato, voteremo contro.
Il
consigliere Principe ha proposto degli emendamenti orali. Questa è una
eccezione che facciamo, perché è un provvedimento arrivato adesso in Aula e non
c’è stato il tempo necessario per poter presentare formalmente gli emendamenti
agli uffici.
Se
l’assessore ha ascoltato l’intervento, potrebbe dare un parere sugli
emendamenti.
Assessore Pugliano, il consigliere Principe nel suo
intervento ha proposto dei miglioramenti del testo attraverso emendamenti. Le
chiedo il parere della Giunta. Dopo di che, votiamo sulla base degli
emendamenti che il consigliere Principe ha presentato.
Gli diamo questa possibilità perché il provvedimento è
arrivato con urgenza in Aula, altrimenti li avrebbe dovuti presentare 24 ore
prima. Quindi, abbiamo fatto un’eccezione rispetto ai tempi del provvedimento.
Il parere della Giunta è contrario, perché rispetto il
parere della quarta Commissione che ha lavorato per integrare, per emendare il
provvedimento.
Con il parere della Giunta contrario, pongo in votazione
l’emendamento come proposto dal consigliere Principe.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2bis.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
Prego, consigliere Gallo.
Chiedo solo il coordinamento formale, Presidente.
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale da parte degli uffici.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
(Interruzione)
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che
recita: proposta di legge numero 538/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Ratifica dell’accordo tra la Regione Calabria e la Regione
Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento
dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno”.
Il consigliere Chiappetta, relatore, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Presidente, il problema è stato affrontato in Conferenza
dei capigruppo perché si tratta di un provvedimento licenziato all’unanimità
prima in Commissione e poi in Consiglio qualche mese addietro. Attiene al
funzionamento e al regolamento dell’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno.
In particolare, la richiesta di approvazione di questa
legge - che fa il paio con un’altra legge che è stata approvata di eguali
contenuti della Regione Campania -
si rende necessaria perché a seguito delle modifiche introdotte a livello
nazionale è indispensabile recepire le indicazioni dei suggerimenti, dei
riferimenti normativi e legislativi nazionali, affinché anche i rispettivi
Consigli regionali della Campania e della Calabria possano prenderne atto.
Ricordo all’Aula - per come è stato sancito oggi in
Conferenza dei capigruppo - che si tratta della ratifica di un accordo già
sottoscritto dai rispettivi Presidenti della Regione Calabria e Campania, per cui credo,
Presidente, si possa assumere lo stesso provvedimento di qualche tempo
addietro, vale a dire con l’approvazione alla unanimità, così come avvenuto
prima in Commissione e poi in Aula. Chiedo pertanto uguale cosa. Grazie.
Dopo la relazione del consigliere Chiappetta, non ci
sono richieste di parola per dichiarazione di voto, pertanto passiamo alla
votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Poi c’è una proposta “Ratifica dell’accordo tra la Regione Calabria e la Regione
Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento
dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno”.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo alla mozione numero 117 di iniziativa del
consigliere Imbalzano “Sulle emergenze dei lungomari nei centri dell’area
grecanica nonché in quelli della media e alta Locride, con particolare
riferimento a Siderno e Roccella” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
l'intera costa
ionica reggina, dopo le
violente mareggiate dei primi giorni di dicembre,
è da giorni devastata da violente onde
che continuano ad abbattersi con inaudita violenza sui lungomari di numerosi
centri, da Melito, San Lorenzo Marina, Condofuri e Bova Marina fino ad Ardore,
Locri, Siderno, Marina di Gioiosa,
Roccella, Caulonia, Monasterace e tutta l'alta Locride;
in particolare, il lungomare di Siderno
ormai irriconoscibile e difatti inesistente;
considerato che, dopo i gravissimi danni
registrati nelle settimane scorse e che avevano già fortemente deteriorato aree
veicolari e pedonali delle stesse infrastrutture, compromettendo nel contempo i
siti balneari di gran parte degli operatori turistici, i rappresentanti delle
Organizzazioni Sindacali di settore avevano perorato interventi a tutte le
Istituzioni per il ripristino dello stato dei luoghi;
atteso che, dopo i danni incalcolabili
anche al patrimonio archeologico provocati ulteriormente in questi giorni e che
hanno distrutto lunghi tratti di litorali urbani, necessitano interventi urgenti per non mettere a rischio anche la stessa
salvaguardia delle persone;
dato atto che, nei mesi scorsi il Dipartimento ai lavori
pubblici, guidato con
capacità e competenza dall'Assessore Giuseppe Gentile, nell'ambito del generale
Piano di Salvaguardia delle fasce costiere, aveva già disposto l'utilizzo di
somme consistenti per affrontare, tra l'altro, le emergenze manifestatesi tra
Brancaleone e Bova Marina, nonché nel tratto tra Punta Stilo e la foce del
Torbido, per complessivi cinquemilioni di euro;
ritenuto che, per le gravissime criticità
venutesi a creare nel resto dell'Area Grecanica e nell'intera Locride, occorre
individuare le ulteriori risorse necessarie per far fronte sia alle
devastazioni più urgenti di Condofuri e San Lorenzo Marina che a quelle tra
Siderno e Roccella;
considerato altresì che, in mancanza,
verrebbero ad essere definitivamente compromesse per lungo tempo le già gracili
attività turistiche dell'intero Comprensorio Ionico,
impegna
il Presidente della Giunta regionale a
richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale, stante l'entità dei danni registrata e che
ammontano a decine di milioni di euro;
altresì, i
Dipartimenti competenti a mettere in campo, nelle more, ogni utile iniziativa per reperire le
ulteriori risorse necessarie ad affrontare le emergenze dei litorali dell'Area
Grecanica nonché quelle dei centri Locridei ed in particolare di Siderno e
Roccella, dove si sono registrati i maggiori danni e che rischiano di
compromettere l'esistenza non solo delle strutture turistiche ma anche delle
abitazioni civili.”.
Il consigliere Imbalzano l’ha già
illustrata pertanto la pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ultimo punto all’ordine del giorno riguarda la mozione numero 115 di iniziativa del consigliere De Gaetano “In ordine alle procedure di ampliamento della discarica di Petrosi di Casignana” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso
che:
la popolazione
locale lamenta notevoli disagi di natura igenico-sanitaria, e che le discariche
non si costruiscono più' in nessun paese d'Europa, perché considerate obsolete,
e comunque la Giunta Regionale prima di disporre l'ampliamento della discarica,
avrebbe dovuto provvedere alla bonifica totale e definitiva della dismessa
discarica esistente,
impegna
la Giunta
regionale a che non vengano eseguiti i lavori di ampliamento della discarica
di Petrosi di Casignana (RC).”
Nessuno
chiede di parlare, pongo in votazione la mozione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Abbiamo
esaurito i punti all’ordine del giorno, la
seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a
domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Adamo, Ciconte,
Giamborino, Mirabelli, Caligiuri e il sottosegretario Dima.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Franchino – “Interventi per il sostegno e la promozione della castanicoltura” (P.L. n. 542/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
Orsomarso – “Integrazione
alla legge regionale 12 aprile 2013,
n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza
nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e
strumenti operativi)” (P.L. n. 543/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Talarico F. – “Modifica
alla legge regionale 18 dicembre
2013, n. 53 (Disciplina del sistema regionale dell’istruzione e formazione
professionale)” (P.L. n. 544/9^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Magno – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 26
febbraio 2010, n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario. Collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” (P.L. n.
545/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
Pacenza – “Disciplina delle strutture ricettive all’aria aperta nella Regione Calabria” (P.L. n. 546/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – ed al Consiglio regionale delle autonomie locali per il parere.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della
competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 31 del 30 gennaio 2014, recante: “Approvazione ai sensi
dell’art. 1 della L.R. 40/2008 delle direttive di attuazione per la
realizzazione di iniziative imprenditoriali previste ed approvate all’interno
dei progetti integrati di sviluppo locale (Pisl) in attuazione della linea di
intervento 7.1.5.2 del Por Calabria Fesr
2007-2013” (Parere n. 71)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
La
quarta Commissione consiliare, con nota n.
5393 del 5 febbraio 2014 ha comunicato che nella seduta del 4 febbraio 2014 ha
espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 501 del 30 dicembre 2013, recante: “Approvazione
<documento per la politica del paesaggio in Calabria>
in attuazione dell’art. 8bis della legge urbanistica
della Regione Calabria n. 19/2002 e
s.m. e i.”. (Parere n. 70)
L’interrogazione
a firma dei consiglieri Franchino, Tripodi, Giordano, Naccari Carlizzi, acquisita al protocollo al numero 6678
dell’11 febbraio 2014 “Per sapere se sono state apportate modifiche al
protocollo di intesa tra la Regione
Calabria e l’università degli studi La Sapienza di Roma” presentata ai sensi
del comma 1 dell’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale è
inammissibile in quanto non ha i requisiti di cui al comma 1 del predetto art.
122 R.I.C.
L’interrogazione
a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi, Guccione, Franchino acquisita al
protocollo n. 6649 dell’11 febbraio 2014 avente ad oggetto “Sulle risultanze
delle attività svolte dalla società Kpmg Advisory SpA” non è ammissibile in
quanto non ha i requisiti di cui al comma 1 dell’art. 121 del Regolamento interno
del Consiglio poiché non tratta di “fatti o questioni” che investono la
competenza della Giunta regionale.
De Masi, D. Talarico. Al Presidente del Consiglio regionale e all’assessore alla cultura. Per sapere - premesso che:
come appreso in questi giorni dagli Organi
di informazione dal 1° gennaio 2014 le sale cinematografiche italiane
affronteranno lo "Switch off' verso il digitale;
secondo i dati riportati da
"Cinetel" a marzo di quest'anno gli schermi digitalizzati corrispondo
al 65,5% del totale;
la Calabria nel processo, obbligatorio per
gli esercenti, al fine di resistere sul mercato si assesta attualmente oltre il
60% del totale, quasi in linea con la media nazionale;
lo Stato, con l'articolo 51 del
"Decreto Sviluppo 2012" ha concesso il "Tax Credit
digitale" credito d'imposta del 30% che può essere anche ceduto ad altri
soggetti;
le Regioni Abruzzo, Campania, Emilia
Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana,
Umbria e Veneto hanno messo in campo incentivi a valere sulla programmazione
europea;
secondo i dati diffusi da Anec Calabria
(Associazione Nazionale Esercenti Cinema), su un totale di 50 sale
cinematografiche esistenti, sono circa 20 quelle che ad oggi non hanno potuto provvedere
alla riconversione tecnologica;
il costo medio per la digitalizzazione di
una sala cinematografica si aggira intorno ai 100 mila euro;
le sale in questione non hanno ricevuto
alcun contributo dalla Regione Calabria ciò comportando un aggravio per le
esigue casse di coloro che hanno effettuato la digitalizzazione ed una
disparita di trattamento rispetto ai gestori delle altre Regioni;
la situazione è peggiore per le sale che
operano in piccoli centri di provincia dove gli incassi annui non consentono
agli esercenti di sostenere l'investimento e al tempo stesso di anticipare le
somme richieste dalla normativa per l’accesso all’incentivo statale previsto
(tax credit digitale);
in una regione in cui i presidi culturali
e di aggregazione sociale spesso scarseggiano, la chiusura anche di una sola di
queste comporterebbe un grave danno all'intero sistema culturale calabrese -:
come intende sostenere ed incentivare le
sale cinematografiche calabresi nel processo di riconversione tecnologica e
quali misure si intendono adottare nell'immediato per scongiurare la possibile
chiusura di alcuni storici cinema calabresi.
(503; 3.02.2014)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria, a causa della
dimezzata capacità produttiva degli impianti di trattamento e smaltimento
localizzati nel territorio regionale, è stata costretta a bandire una gara
internazionale per l'imballaggio, il trasporto e lo smaltimento, in ambito
comunitario, dei rifiuti urbani non differenziati;
l'importo dell'appalto, della durata di
dodici mesi, eventualmente rinnovabile per altri dodici mesi, ammonta, pur con
il criterio di aggiudicazione del "prezzo più basso", a 77.600
milioni di euro, oltre Iva;
con detto bando si intende assicurare lo
smaltimento dei rifiuti nelle more della realizzazione dei nuovi impianti di
trattamento e del revamping di quelli
esistenti;
il lavoro di progettazione e
ammodernamento degli impianti richiederà, verosimilmente, un periodo non
inferiore a due anni;
non essendo certi i tempi di affidamento
delle opere di progettazione e realizzazione degli impianti, appare realistico
il ricorso ad ulteriori conferimenti in ambito comunitario con consequenziale
aumento dei costi complessivi di smaltimento;
considerato, altresì, che in alternativa
al predetto piano, è possibile assicurare lo smaltimento dei rifiuti in eccesso
rispetto all'attuale capacità (circa 450.000 tonnellate) ricorrendo
all'utilizzo di impianti di trattamento e di smaltimento esistenti ed in corso
di autorizzazione;
presso il Nucleo Via del Dipartimento
Ambiente molti progetti di impianti di trattamento e smaltimento in discarica,
peraltro, tutti cantierabili, sono in fase di valutazione, oltre i tempi
massimi previsti dalla vigente normativa;
il Nucleo Via non è operante dal novembre
2013 in quanto i componenti sono stati revocati e, a tutt'oggi, non sostituiti
-:
quali urgenti iniziative si intendano
adottare per insediare il nuovo Nucleo di Valutazione, permettendo così, di
avviare l'iter di realizzazione dei progetti giacenti, che consentirebbero in
tempi brevissimi di affrontare, e risolvere, lo stato di emergenza dei rifiuti
in Calabria con notevoli risparmi di risorse pubbliche.
(504; 07.02.2014)
Talarico D. All’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:
a seguito di violenta mareggiata è stata
fortemente compromessa l'integrità e la sicurezza del Parco archeologico
dell'antica Kaulon a Monasterace Marina, con danni irreversibili all'area sacra
dove insistono i resti del tempio di Kaulonia, oggetto di studi da parte
dell'Università di Pisa e luogo di ritrovamento di fondamentali reperti per la
conoscenza del mondo magno greco;
lo stanziamento del Governo, pari ad Euro
300 mila, appare del tutto insufficiente per intervenire sull'emergenza ed
assicurare in futuro condizioni di sicurezza all'importante sito;
al pari dell'area archeologica di Sibari,
si rischia la rovina di un'area archeologica di valore inestimabile e di
vanificare il lavoro che gli archeologi, i restauratori, gli esperti, il mondo
accademico, hanno fatto in questi anni -:
quali tempestive misure, di ordine
finanziario ed organizzativo, sono state adottate per far fronte agli ingenti
danni che il maltempo ha cagionato all'area archeologica dell'antica Kaulonia e
quali interventi strutturali sono stati programmati per la definitiva messa in
sicurezza della stessa.
(505; 10.02.2014)
Giordano. Al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere - premesso che
l'Amministrazione regionale ha deliberato
negli anni una serie di finanziamenti finalizzati al recupero e al
miglioramento della struttura portuale di Saline Ioniche che ha subito un
processo costante di insabbiamento dell'imboccatura rendendolo di fatto
inutilizzabile;
nello specifico nel mese di febbraio 2011
la Giunta regionale deliberava 1 milione e 200 mila euro per il miglioramento
logistico e funzionale del porto, nel mese di giugno 2011 la Regione tramite il
Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, stanziava 60 mila euro per
l'apertura di un varco, nel mese di ottobre 2012,infine,tramite l'Assessorato
regionale ai Lavori pubblici, concedeva 700 mila euro per la realizzazione dei
lavori relativi al miglioramento e alla fruibilità del porto e in ordine a
quest'ultimo finanziamento nel mese di gennaio 2013 veniva siglato un accordo
di programma tra la Provincia (che cofinanziava per 250 mila euro) e il Comune
di Montebello Ionico (che cofinanziava con 50 mila euro);
allo stato, però, il porto rimane ancora
inutilizzabile con pesanti ripercussioni sulle attività legate alla pesca, sul
rilancio dell'attività turistica dell'area oltre che per i rischi igienico-
sanitari -:
gli interventi sino ad ora posti in essere
ed eseguiti a seguito dei finanziamenti indicati in premessa e le eventuali
problematiche che non rendono ancora agibile la struttura portuale.
(508; 12.02.2014)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il PAI Calabria, approvato con Delibera di
Consiglio regionale n. 115 del 28 dicembre 2001, presenta, stante il notevole
lasso temporale ormai trascorso, la necessità di un aggiornamento che fotografi
nel suo complesso l'attuale situazione del territorio regionale; nel tempo,
infatti, lo stesso è stato oggetto solo di aggiornamenti parziali e non ad una
complessiva revisione delle perimetrazioni di rischio come le mutate condizioni
dell'assetto idrogeologico su tutto il territorio regionale impongono;
in questa direzione l'Autorità di Bacino
Regionale (ABR) già nel 2011 ha comunicalo formalmente di aver avviato le
procedure per l'aggiornamento del PAI e in sede di audizione tenutasi in data
16 maggio 2013 presso la Commissione consiliare regionale competente i vertici
della stessa Autorità di bacino regionale riferivano che antro l'autunno dello
stesso anno il nuovo Piano di assetto idrogeologico sarebbe stato approvato -:
i motivi che ad oggi non hanno permesso il
completamento e l'approvazione del nuovo Pai (Piano di assetto Idrogeologico)
Regionale e quali iniziative si intendono assumere per dotare al più presto la
regione di uno importante strumento nella programmazione degli interventi
contro il dissesto idrogeologico.
(509; 12.02.2014)
Giordano, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
circa un anno fa, il Ministero della
Salute pubblicava un bando destinato alla ricerca finalizzata e ai giovani
ricercatori e i fondi stanziati erano pari a 135 milioni di euro; il bando si
proponeva di finanziare nuove strategie diagnostiche, terapeutiche e clinico -
assistenziali attraverso la regione di riferimento la quale, previa
istruttoria, avrebbe doveva curare la trasmissione della documentazione per via
informatica; in questa direzione si avviavano , a seconda delle aree
scientifiche di riferimento, le relative procedure coinvolgendo il mondo
universitario, gruppi di ricerca, partner industriali;
a seguito della valutazione da parte del
Ministero della Salute delle proposte progettuali è emerso come non siano stati
sottoposti ad alcuna valutazione i progetti dei ricercatori calabresi essendo
stati quest'ultimi inviati fuori termine da parte della regione Calabria a
causa di una negligenza degli uffici preposti; anni di lavoro, collaborazioni
fra ricercatori e partner industriali andati in fumo a causa di una burocrazia
inefficiente tanto da provocare le giuste proteste dei numerosi ricercatori
della nostra regione;
da qui la richiesta partita da esponenti
del mondo scientifico calabrese come ad esempio il Professori Andò e Aiello, i
quali hanno sollecitato il governo regionale di farsi carico di un apposito
bando di livello regionale "a cui destinare le stesse risorse mediamente
pervenute in sede regionale nelle edizioni più recenti banditi dal Ministero
della Salute e di cui la stessa regione è ente destinatario" e ciò
"per riparare al danno arrecato ai nostri ricercatori e soprattutto
l'unico modo di ridare loro rigore e dignità nei confronti della loro stessa
vita relazionale e scientifica" -:
se, alla luce di quanto indicato in
premessa, vi siano le condizioni tecniche e finanziarie per emanare un bando di
livello regionale atto a garantire per l'anno in corso le giuste risorse per
supportare l'attività di ricerca e innovazione tecnologica dei ricercatori
calabresi.
(510; 14.02.2014)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2002 il sito della discarica di S.
Ippolito (Cosenza), chiuso nell'anno 1992, è stato classificato ad "alto
rischio";
con Decreto del Dirigente Generale n. 365
del 26 gennaio 2006 è stata indetta una gara a procedura aperta per "La
redazione ed esecuzione dei piani di caratterizzazione, progettazione
preliminare e definitiva delle bonifiche dei Siti definiti ad alto rischio
nella Regione Calabria”;
in applicazione del suddetto decreto è
stata espletata attività di caratterizzazione ambientale e progettazione degli
interventi di bonifica per 33 siti in Calabria, già individuati nel Piano
regionale delle Bonifiche del 2002;
tra questi, la discarica di S. Ippolito è
stata classificata ad "alto rischio" ed in "Infrazione
Comunitaria 2003-2007";
allo stato attuale l'iter relativo alla
discarica di S. Ippolito è fermo al progetto di bonifica;
la Procura delle Repubblica di Cosenza ha
aperto un'inchiesta sul sito in oggetto;
considerato, inoltre, che:
il Ministero dell'Ambiente, in collaborazione
con il Comando Carabinieri Tutela Ambiente e delle Agenzie Regionali per
l'Ambiente, ha avviato un progetto denominato MIAPI (Monitoraggio delle aree
potenzialmente inquinate) per la mappatura del territorio finalizzato alla
realizzazione delle carte del rischio, al ripristino delle condizioni
ambientali e alla tutela della salute pubblica -:
quali iniziative urgenti e necessarie si
intendono intraprendere per la bonifica ambientale e la messa in sicurezza del
sito della discarica di S. Ippolito e se si intende attivare per l'area a Sud
del Comune di Cosenza quanto previsto dal Progetto MIAPI per avviare, con il
coinvolgimento dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dell'Università
della Calabria e dell'Arpacal, uno studio epidemiologico ambientale e di
sorveglianza epidemiologica sanitaria, sia in termini prospettici che
retrospettivi, sulle incidenze tumorali e un monitoraggio dell'acqua, del
sottosuolo e dell'atmosfera per stabilire la presenza eventuale di sostanze
chimiche e tossiche, al fine di garantire l'incolumità e la salute dei
cittadini.
(502; 3.02.2014)
Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con legge regionale 48/1990, allo scopo di garantire la tutela dell'ambiente naturale, dei valori naturalistici, culturali ed ambientali e la elevazione delle condizioni di vita delle comunità locali direttamente interessate, attraverso l'organizzazione, il riequilibrio e la riqualificazione del territorio, veniva istituito il Parco Naturale Regionale delle Serre;
tale Ente rappresenta oggi un'istituzione radicata nelle comunità locali e nei territori;
con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 29 del 04.02.2008, ai sensi degli articoli 12 e 14 della L.R. 10/2003 e s.m.i. ne veniva affidata la gestione ad un Consiglio direttivo;
ritenute esistenti gravi e ripetute violazioni di legge e/o persistenti inadempienze di atti obbligatori ed accertata l'impossibilità di funzionamento dell'Ente, con deliberazione di Giunta regionale n. 613 del 14.09.2010, pubblicata sul B.U.R. Calabria n. 18 del 01.10.2010, la gestione dell'Ente Parco Naturale delle Serre, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 37 – commi 2 e 3 – della legge regionale n. 10/2003 e s.m.i., veniva affidata ad un commissario straordinario, individuato in base a criteri non esplicitati all'atto della nomina;
il comma 3 dell'articolo 37 della L.R. 10/2003 prevede testualmente “La Giunta regionale, con il provvedimento di scioglimento, nomina contestualmente un commissario straordinario con pieni poteri, che rimane in carica fino alla ricostituzione dell'organo dell'Ente, che dovrà avvenire entro sei mesi”;
ad oggi non si riescono a comprendere le motivazioni che impediscono, a distanza di oltre tre anni, la nomina degli organismi ordinari di gestione dell'Ente ed il ritorno alla normalità istituzionale dello stesso;
il prolungarsi della situazione di commissariamento sta comportando un'alterazione degli assetti istituzionali e dei procedimenti di formazione delle decisioni dell'Ente pubblico stesso;
la mancata nomina degli organi ordinari di gestione da parte della Regione Calabria rappresenta un forte atto di centralismo regionale che impedisce, di fatto, il ritorno alla normalizzazione istituzionale dell'Ente Parco;
tanto potrebbe comportare il rischio che l'Ente, svilito nelle sue finalità, si presti ad assumere le caratteristiche di un centro di potere -:
1) se l'attuale organo straordinario di gestione possieda i requisiti di competenza previsti dalla legge per l'esercizio delle funzioni che ricopre;
2) quali siano le motivazioni che ad oggi hanno impedito la nomina degli organismi ordinari di gestione, dal momento che i termini previsti dalla L.R. n. 10/2003 sono abbondantemente decorsi;
3) quando e con quale tempistica si intende ripristinare la normalità istituzionale all'Ente Parco Naturale Regionale delle Serre attraverso la nomina e la ricostituzione del Presidente e degli organi ordinari di gestione.
(506; 10.02.2014)
Naccari Carlizzi, Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 25.05.2012 con determinazione n. 70 veniva attivata, dal direttore FF del Parco Naturale Regionale delle Serre, dott. Francesco Maria Pititto, la procedura di mobilità esterna volontaria per la figura di n. 1 Dirigente Tecnico e contestualmente approvati il relativo avviso pubblico di mobilità e lo schema di domanda;
in data 18.06.2012, con deliberazione n. 25 del commissario straordinario dell'Ente, alla quale partecipava ed assisteva con funzioni di Segretario verbalizzante il dott. Francesco Maria Pititto, si prendeva atto del nullaosta dell'Afor. per l'assegnazione in convenzione a tempo parziale e determinato del dirigente, dott.ssa Franca Arlia, presso l'Ente Parco e si approvava, altresì, il relativo schema di convenzione con assegnazione alla stessa delle sole mansioni relative all'espletamento delle procedure concorsuali di cui sopra;
in data 23.07.2012, con determinazione n. 92 della dirigente, dott.ssa Franca Arlia, veniva approvato e contestualmente indetto il bando con relativo schema di domanda avente ad oggetto il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n. 1 posto a tempo pieno ed indeterminato di “Dirigente Tecnico”;
a seguito di richiamati rilievi di aspiranti concorrenti volti ad evidenziare lacune e/o incongruenze che avrebbero potuto limitare la platea dei partecipanti, nonché inficiare la regolarità del concorso, in data 03.09.2012, con determinazione n. 119 della dirigente, dott.ssa Franca Arlia, veniva rettificato il bando e lo schema di domanda del concorso pubblico indetto;
sia nel bando originario che in quello rettificato si fa riferimento alla decorrenza del termine di cui all'articolo 34 bis, comma 4, D.lgs. 165/01, ma non si fa riferimento né all'avvenuta comunicazione per conoscenza di cui al comma 1, art. 34 bis del D.lgs. 165/01, né alla data di ricezione della stessa da parte del Dipartimento per la Funzione Pubblica presso la P.C.M.;
ai sensi del comma 5 dell'art. 34 bis D.lgs. 165/01, le assunzioni effettuate in violazione delle norme di cui all'articolo 34 bis D.Lgs. 165/01 sono nulle di diritto, col rischio di vanificare, in tali casi, l'attività concorsuale svolta -:
se nella procedura concorsuale di cui in oggetto ed in quelle presupposte e preliminari sono state rispettate rigorosamente le norme e le procedure di legge;
in particolare, se le procedure e la tempistica di cui agli artt. 30 e 34 bis del D.lgs. 165/2001 risultino essere pienamente rispettate;
nello specifico, se siano state effettuate nei modi e nei termini previsti le comunicazioni di cui all'art. 34bis del D.lgs. 165/2001 e se il termine di due mesi che deve decorrere ai sensi dell'art. 34 bis, comma 4, “dalla ricezione della comunicazione di cui al comma 1 da parte del Dipartimento della funzione pubblica direttamente per le amministrazioni dello Stato e per gli enti pubblici non economici nazionali, comprese le università, e per conoscenza per le altre amministrazioni”, risulti rispettato;
se, ai sensi dell'art. 34, comma 6., D.lgs. 165/01, nell'ambito della programmazione triennale sia stata previamente verificata la possibilità di ricollocare il personale in disponibilità iscritto negli appositi registri;
se le motivazioni che hanno portato alla rettifica del primo bando pubblicato in data 23.07.2012 e, nello specifico, le incongruenze e le lacune evidenziate da aspirati concorrenti ed indicate nella determinazione n. 119 del 03.09.2012, siano suffragate da idonea documentazione scritta e siano state poi effettivamente rimosse;
se possa essere rilevata incompatibilità e/o conflitto di interessi tra la posizione di soggetto che avvia, quale responsabile del procedimento, la procedura di mobilità esterna volontaria - atto presupposto e preliminare rispetto all'avvio della procedura concorsuale vera e propria – e qualità di partecipante al concorso indetto;
se possa essere rilevata incompatibilità e/o conflitto di interessi tra la posizione di segretario verbalizzante della delibera n. 25 del 18.06.2012 di conferimento di incarico di ruolo dirigenziale per la procedura concorsuale in oggetto alla dott.ssa Franca Arlia e qualità di partecipante al concorso dalla stessa indetto;
se possano sussistere dubbi in ordine all'imparzialità della commissione giudicatrice per il concorso in considerazione del fatto che, all'atto della nomina del dirigente responsabile e Presidente della stessa, partecipava in qualità di segretario verbalizzante un concorrente alla procedura concorsuale;
se, in considerazione dei rapporti intercorrenti tra l'Ente Parco Naturale Regionale delle Serre, presso il quale uno dei concorrenti aveva espletato per tempo il ruolo di Direttore FF, e l'Afor possa ritenersi opportuna la nomina a Presidente della commissione esaminatrice ed a componente della medesima nel concorso de quo di soggetti dipendenti della seconda;
se le procedure seguite per l'espletamento del concorso rispettino rigorosamente i principi di legalità, buon andamento, razionalizzazione delle risorse ed imparzialità della P.A. coinvolta.
(507; 10.02.2014)
Naccari Carlizzi, Guccione, Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con Legge Regionale n. 26 del 7 dicembre
2007, è stata istituita la Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria
(SUA), con il fine di assicurare la correttezza, la trasparenza e l'efficienza
della gestione dei contratti pubblici (art. 1);
la SUA ha competenza in materia di
gestione di procedure contrattuali per la realizzazione di lavori pubblici e
l'acquisizione di beni e servizi;
la SUA è deputata per legge a svolgere il
proprio ruolo di centrale di committenza a
tutto tondo occupandosi del contratto affidatole sin dalla fase di
programmazione per poi procedere alla assunzione dei provvedimenti a contrarre
fino alla stipulazione del contratto ed alla sua esecuzione;
l'Autorità Regionale - Stazione Unica
Appaltante (SUA), ha indetto un bando di
gara per l'affidamento del Servizio di Ristorazione delle Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere della Regione Calabria;
la suddetta procedura è suddivisa in 7
(sette) Lotti rispettivamente indicativi delle ASP e delle Aziende Ospedaliere;
l'importo complessivo dell'appalto
comprensivo degli oneri di sicurezza è pari a euro 62.910.604,94;
la durata del servizio risulta diversa per
i diversi lotti di gara:
·
Lotti
1-4-7 la durata è prevista per 36 mesi;
·
Lotti
2-3-5-6 la durata è di 60 mesi;
risulta un solo disciplinare di gara, ma
vi sono sette capitolati diversi che definiscono regole di partecipazione non
unitarie;
è evidente la palese incongruenza,
"figlia" dell'errata concezione non unitaria della gara, che vede
lotti considerati a "compartimenti stagno" e non interagenti, con
totale mancanza di norme di coordinamento in caso di partecipazione a più
lotti;
si contro è invece prevista una unica Commissione
aggiudicatrice, mentre la logica di maggiore trasparenza richiederebbe più
Commissioni aggiudicatrici;
lo stesso disciplinare di gara (art.8)
contiene norme non idonee a garantire la necessaria trasparenza ed il rispetto
delle regole di leale concorrenza laddove vieta la partecipazione di un'impresa
a più di un raggruppamento per ciascun lotto, ma non scongiura invece il
formarsi di accordi o cartelli per l'intera gara;
la problematica appena evidenziata nel
punto precedente si ripropone anche per l'avvalimento;
in relazione ai requisiti di
partecipazione/valutazione è assente sia nella documentazione amministrativa,
che nella documentazione tecnica la richiesta del possesso di alcune
certificazioni importanti, fondamentali ed indispensabili per la gestione di
servizi di ristorazione ospedaliera come la:
certificazione di qualità UNI EN ISO 14001
sul Sistema ambientale;
certificazione di qualità UNI EN ISO
22000:2005 Sistemi di
gestione per la sicurezza alimentare; o certificazione di qualità UNI EN ISO 22005:2007
Sistema di Rintracciabilità nelle filiere agro-alimentari;
certificazione di qualità BS OHSAS 18001
Sulla sicurezza e salute sul luogo di lavoro;
certificazione di qualità 10854:1999
Sistema di autocontrollo basato sul metodo HACCP;
in una gara d'appalto cos^ importante e
complessa, come la gestione di 7 (Sette) Aziende Sanitarie ed ospedaliere e di
importi cosi elevati risulta quantomeno singolare che non venga richiesta
nessuna delle Certificazioni di qualità succitate, ma la richiesta viene
limitata al solo possesso della Certificazione UNI EN ISO 9001;
in relazione ai criteri di valutazione e
di attribuzione dei punteggi si riscontra un'incomprensibile diversità di
regole tra i vari lotti. Allo stesso criterio (numero di personale in servizio)
viene data importanza notevole in alcuni lotti, in altri è del tutto assente
con una evidente disparità di trattamento tra i concorrenti;
sempre in relazione ai requisiti di
partecipazione viene richiesto il possesso non già di un "fatturato
minimo", ma di un "contratto almeno pari a" di importi diversi
per lotto, determinati senza alcun criterio omogeno. Dato quest'ultimo che
emerge considerando il rapporto tra importo richiesto e valore del lotto che
varia da 1/ 3 per il lotto di gara 1, a 1/5 per i lotti di gara 3, 6 e 7;
sempre in relazione ai requisiti di
partecipazione si ravvisano altrettante difformità considerato che per il lotto
3 di gara (Ospedale di Cosenza) si richiede il possesso di un centro cottura di
emergenza (che operi in caso di problemi del centro di cottura interno)
sovradimensionato, 10 volte superiore al fabbisogno ordinario del servizio
quantificato nel bando di gara in 400 pasti;
il Lotto n. 2 sembra alquanto restrittivo
per quelle aziende che operano al di fuori del territorio crotonese, in quanto
assegna un punteggio di 10 punti sulla
valutazione tecnica ad aziende che posseggono il centro di cottura a meno di 5
km. Dall'Ospedale di Crotone, ed addirittura 0 punti, a chi lo possiede ad una
distanza superiore ai 25 km.;
anche il lotto 6, che non è dotato di
cucine proprie, viene previsto che i pasti vengano prodotti nel centro di
cottura della ditta aggiudicataria ad una distanza chilometrica a 35 km.
evidenziando la disparità di trattamento nell'assegnazione dei punteggi come sopra
riportato;
vi sono discordanze significative anche
sui vari importi posti a base d'asta, in quanto sviluppando il costo-pasto a
base di gara di ogni singola giornata alimentare emerge una differenza da lotto
a lotto, a parità di servizi richiesti sostanzialmente uguali;
le tabelle dietetiche sono diverse da
lotto a lotto -:
se non intenda necessario disporre
apposita indagine per verificare il corretto adempimento delle procedure di
gara atteso che la SUA regionale si configura quale organo non emancipato
dall'organizzazione regionale e dunque soggetta al controllo regionale;
se non ricorrano gli estremi per ravvisare
un utilizzo improprio della facoltà concessa dall'articolo 6 della prefata
legge regionale n. 26/2007 di indizione in unica gara avente ad oggetto
l'affidamento in più lotti atteso che dalla lettura del bando non si ravvisano
elementi idonei a ritenere che simile scelta risponda ad esigenze di
contenimento della spesa, né tantomeno a necessità di correttezza, trasparenza
ed efficienza delle procedure.
(511; 17.02.2014)
Il Consiglio
regionale della Calabria,
premesso che
l'intera costa
ionica reggina, dopo le
violenti mareggiate dei primi giorni di dicembre, è da giorni devastata da
violenti onde che continuano ad abbattersi con inaudita violenza sui lungomari
di numerosi centri, da Melito, San Lorenzo Marina, Condofuri e Bova Marina fino
ad Ardore, Locri, Siderno, Marina di
Gioiosa, Roccella, Caulonia, Monasterace e tutta l'alta Locride;
in particolare, il lungomare di Siderno
ormai irriconoscibile e difatti inesistente;
considerato che, dopo i gravissimi danni
registrati nelle settimane scorse e che avevano già fortemente deteriorato aree
veicolari e pedonali delle stesse infrastrutture, compromettendo nel contempo i
siti balneari di gran parte degli operatori turistici, i rappresentanti delle
Organizzazioni Sindacali di settore avevano perorato interventi a tutte le
Istituzioni per il ripristino dello stato dei luoghi;
atteso che, dopo i danni incalcolabili
anche al patrimonio archeologico provocati ulteriormente in questi giorni e che
hanno distrutto lunghi tratti di litorali urbani, necessitano interventi urgenti per non mettere a rischio anche la stessa
salvaguardia delle persone;
dato atto che, nei mesi scorsi il Dipartimento ai lavori
pubblici, guidato con capacità e competenza dall'Assessore Giuseppe Gentile,
nell'ambito del generale Piano di Salvaguardia delle fasce costiere, aveva già
disposto l'utilizzo di somme consistenti per affrontare, tra l'altro, le
emergenze manifestatesi tra Brancaleone e Bova Marina, nonché nel tratto tra
Punta Stilo e la foce del Torbido, per complessivi cinquemilioni di euro;
ritenuto che, per le gravissime criticità
venutesi a creare nel resto dell'Area Grecanica e nell'intera Locride, occorre
individuare le ulteriori risorse necessarie per far fronte sia alle
devastazioni più urgenti di Condofuri e San Lorenzo Marina che a quelle tra
Siderno e Roccella;
considerato altresì che, in mancanza,
verrebbero ad essere definitivamente compromesse per lungo tempo le già gracili
attività turistiche dell'intero Comprensorio Ionico,
impegna
il Presidente della Giunta regionale a
richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale, stante l'entità dei danni registrata e che
ammontano a decine di milioni di euro;
altresì, i
Dipartimenti competenti a mettere in campo, nelle more, ogni utile iniziativa per reperire le
ulteriori risorse necessarie ad affrontare le emergenze dei litorali dell'Area
Grecanica nonché quelle dei centri Locridei ed in particolare di Siderno e
Roccella, dove si sono registrati i maggiori danni e che rischiano di
compromettere l'esistenza non solo delle strutture turistiche ma anche delle
abitazioni civili.
(117; 3.02.2014) Imbalzano
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Commissione contro la 'ndrangheta del Consiglio regionale della Calabria nel corso della seduta del 18 aprile 2013 ha approvato un Piano di lavoro nel quale, tra le proposte di attività, vi è anche la redazione di una proposta legislativa per contrastare la diffusione dei giochi d'azzardo e prevenire il diffondersi delle patologie ad essi connesse e che finiscono con l'avere gravi ripercussioni sulle famiglie e sulla società;
il fenomeno del gioco d'azzardo patologico sta dilagando anche in Calabria assumendo i contorni di una vera e propria piaga sociale;
nella nostra regione è alto il rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella gestione delle attività economiche connesse al gioco d'azzardo, per come emerso nell'ambito di numerose inchieste giudiziarie che dimostrano come la 'ndrangheta gestisce in maniera diretta, illecita ed occulta, centinaia di apparecchi, garantendosi lauti guadagni ed alimentando altri gravi reati quali il riciclaggio e l'usura;
sulla base delle suddette motivazioni in data 31 maggio 2013 il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato l'ordine del giorno n. 112 con il quale ha aderito, prima regione in Italia, al Manifesto dei sindaci contro il gioco d'azzardo promosso dalla onlus Terre di Mezzo e da Legautonomie;
impegna
la Giunta ad inserire in tutti i bandi che prevedono l'erogazione di finanziamenti pubblici a sostegno delle imprese una clausola che vieti l'accesso al beneficio per quelle attività economiche legate al gioco d'azzardo.
(118; 05.02.2014) Magarò
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con D.G. n. 49 dell'11/02/2013 sono state approvate le linee guida per la Rimodulazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria nelle quali il Dipartimento Politiche dell'Ambiente ha individuato quale priorità di intervento sulla ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti il completamento e l'ammodernamento del sistema tecnologico regionale;
con ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 57 del 14/03/2013 (GU n. 69 del 22/03/2013) veniva sancita la cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti del territorio della Regione Calabria, individuando nell'Assessorato alle Politiche dell'Ambiente e, nello specifico il Dirigente Generale del Dipartimento Politiche dell'Ambiente, il soggetto responsabile delle iniziative finalizzate al subentro della Regione Calabria nel coordinamento degli interventi nel settore dei rifiuti;
il Dipartimento Politiche dell'Ambiente si accinge ad effettuare la progettazione di una piattaforma tecnologica costituita da un impianto di recupero/riciclaggio spinto;
con nota n. 747/Ass. del 31/07/2013, l'Assessore alle Politiche dell'Ambiente, congiuntamente con il Direttore Generale del Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria chiedeva tra gli altri, al Comune di Bisignano, di voler individuare sul territorio comunale di competenza un'area in grado di ospitare la piattaforma nel suo complesso, ovvero singolo componente della stessa esplicitando le caratteristiche che il sito deve avere al fine di essere utilizzabile allo scopo;
con nota n. 13062 del 05/08/2013 il Comune di Bisignano comunicava di aver individuato nell'ambito del proprio territorio un'area' sita in località Muccone, avente le caratteristiche morfologiche e di accessibilità richieste dalla Regione Calabria;
il Dipartimento Politiche dell'Ambiente, all'esito dell'esame delle proposte presentate, unitamente ai sopralluoghi ha ritenuto le aree sottoposte in agro del comune di Bisignano (CS) quale ubicazione maggiormente rispondente e idonea alla realizzazione della piattaforma tecnologica precedentemente indicata;
la convenzione sottoposta da parte della Regione Calabria all'approvazione del Consiglio Comunale di Bisignano fissa gli obblighi reciproci anche in riferimento a:
forme di compensazione al comune ospitante l'impianto tecnologico;
acquisizione da parte del Comune di Bisignano della disponibilità dell'area per realizzare la piattaforma tecnologica;
definizione della forma di incentivo da attribuire al Comune di Bisignano, in relazione ai volumi che verranno trattati dall'impianto;
stabilire e quantificare l'anticipazione sull'incentivo da riconoscere al Comune di Bisignano per la disponibilità dimostrata, nelle more della messa in esercizio dell'impianto.
per come stabilito all'art. 5 della convenzione, al Comune di Bisignano verranno riconosciuti i benefit economici (incentivi), senza alcuno specifico vincolo di utilizzo, nella misura presuntiva pari a quella prevista nell'ambito della rivisitazione della tariffa di conferimento dei rifiuti solidi urbani negli impianti di trattamento, in fase di elaborazione e di prossima sottoposizione alla Giunta Regionale per l'approvazione di rito, pari ad € 5,00/t. e corrispondenti a circa €. 900.000,00 annui, in modo da consentire un'adeguata dotazione economica alle Amministrazioni locali per il disagio arrecato dalla presenza degli impianti, riconoscendo, dunque, allo stesso Comune di Bisignano, nelle more della realizzazione e messa in esercizio della piattaforma impiantistica, a titolo di anticipazione sull'incentivo già dall'anno 2013 e per ogni anno successivo e sino al 2015, per complessivi anni tre decorrenti dal corrente 2013, qualora non si addivenga alla definitiva messa in esercizio del polo Tecnologico entro l'anno 2015;
il Dipartimento Politiche dell'Ambiente dichiara che impegnerà la somma complessiva di € 2.700.000,00, inerenti le annualità 2013, 2014 e 2015, sulla Contabilità Speciale n.2762, subordinando le erogazioni delle anticipazioni alla capienza finanziaria effettivamente disponibile sulla Contabilità Speciale n. 2762 all'atto dell'erogazione del benefit
la Provincia di Cosenza, Settore Ambiente e Demanio Idrico - Servizio Controlli Valutazioni e Stime Tecniche con Racc. a/r Prot. n. 80258 del 04/10/2013 a firma del Dirigente Dott. Francesco Toscano in risposta ad una richiesta formulata dalla Regione Calabria - Dipartimento 14 Politiche dell'ambiente Protocollo generale n. 0308310 del 03/10/2013 avente come oggetto "Richiesta informazione suolo demaniale" , dichiarava testualmente che nell'area sita alla località Mucone del Comune di Bisignano e ricadente sul foglio di mappa 75, questa insiste nella maggiore consistenza del fiume Mucone e, in data 08/03/2012, la Provincia di Cosenza ha accordato per anni 5 la disponibilità all'utilizzo del suolo al 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza; inoltre, vista la natura delle opere che dovranno essere realizzate sul suolo, viene richiesta da parte della Provincia, la sdemanializzazione;
dalla verifica dei Consiglieri di opposizione del Comune di Bisignano presso gli uffici competenti, risulta che sui fogli di Mappa Catastale n° 68 - part. n. 87 e n. 75. indicati nella Convenzione, sussistono vincoli inibitori;
più precisamente il foglio catastale n° 68 particella 87 risulta interessato da rischio idraulico di cui al PAI della Regione Calabria -:
se le procedure adottate dai competenti uffici regionali siano compatibili ed opportuni rispetto alla reale situazione dei terreni siti in agro dei Comune di Bisignano e sopra menzionati;
se ritiene appropriato e realistico impegnare le somme economiche prima descritte a titolo di incentivo in forma di anticipazione su una operazione fortemente compromessa da dati oggettivi ed inconfutabili.
(467; 18.11.2013)
Risposta – “Con riferimento all'Interrogazione indicata
in oggetto, presentata dal consigliere regionale Franchino, per sapere:
se le
procedure adottate dai competenti uffici regionali siano compatibili ed
opportuni rispetto alla reale situazione dei terreni siti in agro del Comune di
Bisignano;
se ritiene
appropriato e realistico impegnare le somme economiche prima descritte a titolo
di incentivo in forma di anticipazione su una operazione fortemente compromessa
da dati oggettivi ed inconfutabili;
si relazione di seguito.
La carenza
impiantistico-infrastrutturale regionale conseguente alla mancata realizzazione
del sistema Calabria Nord determina, di fatto, il mancato
conferimento/trattamento di c.ca 600 - 800 t/g di rifiuto tal quale,
rappresentando una concreta criticità per l'equilibrio e l'efficienza del
sistema regionale dei rifiuti. Di qui la necessità (v. Linee Guida per la
rimodulazione del piano regionale di gestione dei rifiuti della Regione
Calabria, pubblicate sul sito dipartimentale) di realizzare un'evoluta
piattaforma tecnologica nell'ambito della macro area nord-occidentale del
territorio provinciale cosentino.
La scelta di
ubicare tale intervento sul territorio comunale di Bisignano è avvenuta in
seguito ad una manifestazione di interesse (prot. n. 747/Ass del 31.07.2013,
pubblicata anche sul sito dipartimentale) estesa a tutti i comuni (22) di tale
macro area, dislocati preferibilmente lungo la dorsale autostradale. Le
proposte pervenute sono state quindi esaminate da una commissione interna (a
seguito di sopralluoghi ed analisi documentale), la quale ha valutato quella
del comune di Bisignano la più idonea a soddisfare i requisiti di fattibilità
della piattaforma in parola.
La Convenzione
sottoscritta (di cui allo schema approvato con Delibera n. 15/2013) nel
cristallizzare la disponibilità all'ubicazione sul territorio comunale della
suddetta piattaforma, rappresenta atto preliminare all'esatta collocazione che
scaturirà solo ed esclusivamente all'esito della progettazione preliminare, la
cui procedura di selezione e affidamento è di prossima pubblicazione a cura del
Dipartimento Politiche dell'Ambiente.
L'ampio
riferimento (utilizzato in convenzione) alla "loc. Muccone, nei pressi del
Depuratore", in assenza di ulteriori determinazioni, va interpretato come
circoscrizione indicativa dell'area da attenzionare a quella prossima
all'impianto di depurazione, in considerazione della conclamata vocazione
industriale della stessa ed al conseguente minore impatto che ne deriverebbe
sull'ambiente.
Nella
convenzione, dunque, non si è mai fatto riferimento ad alcuna delle particelle
citate nell'interrogazione e, pertanto, non si intende come la problematica
introdotta dal consigliere Franchino, legata alla sussistenza di vincoli
inibitori assoluti (di cui al Piano di Assetto Idrogeologico PAI) e presenza di
aree demaniali indisponibili, possa ripercuotersi anche sulla validità e
legittimità della suddetta convenzione, ai fini del riconoscimento del benefit
per la realizzazione della piattaforma in argomento.
Corre
l'obbligo, tuttavia, di rammentare che le royalties rappresentano un benefit
economico che è stato sempre riconosciuto nel corso della gestione
commissariale (talora anche superiore all'importo stabilito di 5 €/t, che
scaturisce, peraltro, da un'analisi ponderata ed attualizzata dei valori medi
fissati negli anni con le molteplici ordinanze commissariali) e che è congruo
riconoscere ai comuni sede di impianti e/o discariche di servizio, anche perché
previsto nel Piano di Gestione dei Rifiuti.
Cordialità”.
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
lo scrivente
ha presentato in data 18/11/2013 interrogazione con richiesta di risposta
scritta rubricata al protocollo dell'ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale con n. 49146 in merito alla realizzazione della piattaforma
tecnologica di recupero/riciclo in provincia di Cosenza in agro del Comune di
Bisignano;
non è stata
ancora prodotta risposta alla interrogazione;
in data
14/11/2013 con Decreto del Dirigente del Dipartimento Politiche dell'Ambiente
n. 161 iscritto al "Registro dei decreti dei Dirigenti della Regione
Calabria" il 18/11/2013 al n. 15638 si approvava lo schema di Convenzione
tra la Regione Calabria e il Comune di Bisignano;
il
provvedimento del Dirigente del Dipartimento Politiche dell'Ambiente n. 161
nell'approvare lo schema di convenzione decreta "di dare atto che si farà
fronte alle spese conseguenti dalla stipulanda convenzione con le somme
derivanti dalla riscossione della tariffa r.u. e con le risorse disponibili sulla
contabilità speciale istituita ai sensi dell'O.P.C.M. n. 2696/1997 ora in
utilizzo al Dirigente Generale del Dipartimento Politiche dell'Ambiente -:
a quanto
ammontano le risorse disponibili sulla contabilità speciale istituita ai sensi
dell’OPCM n. 2696/1997 ora in utilizzo al Dirigente Generale del Dipartimento
politiche dell’ambiente.
(476;
3.12.2013)
Risposta – “Con riferimento all'Interrogazione indicata
in oggetto, presentata dal consigliere regionale Franchino, per sapere:
a quanto ammontano le risorse disponibili
sulla contabilità speciale istituita ai sensi dell'OPCM n. 2696/1997 ora in
utilizzo al Dirigente Generale del Dipartimento politiche dell'Ambiente.
In data odierna (31/01/2014), l'importo delle
risorse disponibili sulla contabilità speciale ammonta a c.ca 16,665 M€, al
netto dei pagamenti fermi al 23/12/2013;
quando perverrà la proroga dell'Ordinanza n. 57/2013 sull'utilizzo della
Contabilità Speciale, detto importo sarà soggetto ad una consistente
decurtazione, dovuta all'effettuazione dei pagamenti.
Cordialità”
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Guagliardi. Al Presidente della
Giunta regionale e agli
assessori ai lavori pubblici e all’ambiente. Per sapere – premesso che:
con decreto DDG Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria n. 16278 del 08/09/2009 è stata concessa l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale alla società SIRIM s.r.l. da Settingiano (CZ), per la realizzazione di un impianto per rifiuti pericolosi (codice IPP 5.1) del volume di 456.022 mc con annessa discarica di 2.482.188 mc, da realizzarsi in località Battaglina del Comune di San Floro (CZ) in agro di proprietà del Comune di Borgia (CZ);
i due Comuni San Floro e Borgia fanno parte del PSA (Cortale, Amaroni, Borgia, Caraffa, Girifalco, Settingiano, San Floro) la cui area, denominata “Battaglina”, nella quale si dovrebbe realizzare la discarica, è sottoposta a vincoli idraulici derivanti dalla presenza di sorgenti che servono i Comuni di Cortale, Girifalco, Jacurso, Maida, San Pietro a Maida e parte di Lamezia Terme;
l’AIA era subordinata alle seguenti prescrizioni:
1)
“...procedere con la variazione urbanistica dell'area...”,
2) condurre,
“prima della realizzazione di quanto proposto, un'accurata campagna di indagine
delle acque sotterranee, avvalendosi del supporto di Arpacal, al fine di
accertare il reale stato delle stesse...”;
il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro ha emesso decreto di perquisizione e sequestro concernente i reati di cui agli articoli 110, 734 C.P., 44 lettera C) D.P.R. n. 380/01 e 10, n.353/2000, ipotizzati con riferimento alla realizzazione dell'impianto destinato allo smaltimento di rifiuti da parte della SIRIM s.r.l.;
avverso il provvedimento del procuratore della Repubblica di Catanzaro, l'impresa proponente ha opposto ricorso fino in Cassazione;
la suprema Corte di Cassazione Sez. III Penale ha emesso la seguente sentenza (28/04/2011 (CC. 31/03/2011) Sentenza n. 16592): “Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Così deciso in Roma il 31 marzo 2011, depositata in cancelleria ii 28 aprile 2011”;
nonostante tutto quanto premesso, i lavori risultano in corso con grande disappunto ed allarme della popolazione -:
se l'impresa SIRIM abbia ottemperato alle prescrizioni di cui all'AIA, il cui mancato rispetto rende il provvedimento nullo ed inefficace;
se vengano rispettati i vincoli posti dal PSA sopra citato;
se l'impresa SIRIM abbia rispettato la sentenza di Cassazione sopra citata;
quali altri provvedimenti la Giunta regionale intenda prendere per interrompere lo scempio lì perpetrato a danno delle popolazioni locali per mezzo dell'attuazione di un'opera inutile e dannosa come quella contestata.
(481; 19.12.2013)
Risposta – “Il
progetto in parola è stato presentato a questo Dipartimento in data 06.10.2008 dalla società Sirim S.r.l.
che ha ottenuto Giudizio di Compatibilità Ambientale (VIA) ed Autorizzazione
Integrata Ambientale (AIA) per la
realizzazione e l'esercizio di un impianto di smaltimento e recupero rifiuti
denominato "Isola ecologica Battaglina", (con Decreto del
Dirigente Generale n. 16278 del 08.09.2009); durante il complesso iter
istruttorio (tra cui apposite conferenze di servizio) che ha portato al
rilascio del provvedimento non si è registrata alcuna osservazione da parte dei
portatori di interesse e del pubblico.
Agli atti del
fascicolo, inoltre, risultano la Deliberazione del Consiglio Comunale di Borgia
n. 52 del 07/11/2007 di approvazione dello "schema di convenzione per la
concessione in convenzione di un terreno di proprietà comunale da adibire a
discarica per rifiuti non pericolosi e impianti di recupero e riciclaggio"
e la Deliberazione del Consiglio Comunale di San Floro n. 27 del 17/12/2007 con
la quale è stato espresso parere favorevole e vincolante sull'iniziativa
proposta dalla società SIRIM s.r.l. relativa al medesimo intervento.
Relativamente
all'ottemperanza delle prescrizioni di cui all'AIA, si significa che la Ditta,
con nota acquisita al prot. SIAR n. 237277 del 17.07.2013, ha trasmesso gli
elaborati esplicativi degli adeguamenti progettuali necessari ai fini
dell'adempimento delle prescrizioni autorizzative indicate nel suddetto Decreto
n. 16278 del 08.09.2009. Questo Dipartimento ha, pertanto, invitato l'ARPACal a
verificare il rispetto di dette prescrizioni , con particolare riferimento a
quella n. 5 e 24 contenute nell’Allegato 1 "Prescrizioni relative alle discariche" della ALA
(relative rispettivamente alla distanza dai centri abitati e alla campagna di
indagine delle acque sotterranee); le verifiche in parola risultano ancora in
corso.
Relativamente
al rispetto dei vincoli di cui al Piano Strutturale Associato (PSA), ad oggi,
questo non risulta adottato ed approvato dai Comuni di Borgia e San Floro.
In merito alla
Sentenza della Suprema Corte di Cassazione Sez III Penale (28.04.2011 CC
31.03.2011 Sentenza n. 16592) si precisa che questa si riferisce al
pronunciamento sulla legittimità del sequestro probatorio disposto dal PM
relativamente all'area interessata dall'intervento e, per l'effetto,
all'Ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di conferma di tale
provvedimento.
La sentenza in
questione pertanto non comporta alcun ordine e/o statuizione per il ricorrente
ma è volta ad attestare l'infondatezza delle ragioni di impugnativa proposte;
il merito della vicenda (ossia l'accertamento dei reati ravvisati nel caso di
specie) è stato deciso in data 26.10.2012 dal Tribunale di Catanzaro - Sezione
GIP/GUP Ufficio del Giudice per le indagini preliminari - che ha disposto
l'archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al Pubblico
Ministero.
Relativamente,
infine, ai provvedimenti fin qui intrapresi, si significa quanto segue.
Da
approfondimenti documentali, effettuati da questo Dipartimento, a seguito anche
delle recentissime richieste (in data 10-15 c.m.) da parte dei comuni
interessati di riesame in autotutela per l'annullamento e la revoca del
provvedimento autorizzativo in parola, è emersa la sussistenza degli usi civici
gravanti sull'area dell'intervento, non risultanti nel corso dell'istruttoria
del procedimento di rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
Per questo
motivo lo stesso Dipartimento ha
provveduto (in data 16.01.2014) ad avviare il procedimento di temporanea
sospensione dell'efficacia del decreto di AIA n. 16278/2009, al fine di poter
effettuare i necessari accertamenti d'ufficio, per i quali, tra l'altro,
si è chiesto alle amministrazioni locali interessate di trasmettere tutta la
documentazione/certificazione attestante l'appartenenza al demanio civico
dell'area, con l'indicazione di eventuali modifiche di destinazione
intervenute.
Cordiali saluti.”
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Principe. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
è stato
approvato dalla Giunta Regionale il POR Calabria 2007/2013 che, alle linee di
intervento 4.5.2.2. prevedeva la realizzazione del Parco Archeologico di
Sibari. In particolare, era previsto che "Per il recupero e la
valorizzazione dell'Area è stato realizzato uno specifico Studio di
Fattibilità, denominato "Archeotec", per individuare e valutare le
possibili soluzioni tecniche e tecnologiche in grado di fronteggiare le
difficoltà, frapposte all'avanzamento dell'indagine archeologica, dalla
presenza di una falda acquifera superficiale artesiana che limita anche le
possibilità di fruizione del sito archeologico. Attualmente per mantenere a
secco le aree scavate è necessario tenere in funzione perennemente un parco
pompe idrovore, con annesse tubazioni. Lo Studio di Fattibilità 166 ha permesso
di individuare uno scenario di intervento composto dalle seguenti azioni
specifiche:
interventi
tecnologici per il drenaggio dell'area archeologica per consentire la rimozione
dell'attuale sistema drenante con conseguente significativa riduzione dei costi
di gestione;
ripresa
degli scavi archeologici (ormai quasi fermi dagli anni '70) attraverso la
programmazione di una nuova campagna di scavi della durata di 5 anni,
organizzata per lotti modulari attuabili disgiuntamente;
programmazione
e realizzazione di una serie di iniziative finalizzate alla promozione della
fruizione culturale del sito sia in modalità diretta (in particolare attraverso
il coinvolgimento diretto di studiosi e ricercatori nelle fasi di scavo) che in
modalità indiretta attraverso le tecnologie telematiche ("Sibari
Virtuale");
realizzazione
di un laboratorio interdisciplinare e avvio di alcune iniziative specifiche sul
tema dell'archeologia sperimentale per accrescere il patrimonio di conoscenze
disponibili su Sibari e sulle tecniche di ricerca archeologica";
"la
Linea di Intervento sostiene la realizzazione delle azioni previste nello
Studio di Fattibilità. L'obiettivo è far diventare Sibari il più grande
Laboratorio Sperimentale di Archeologia ed Idrogeologia a livello
internazionale. Il Progetto per la realizzazione del Parco Archeologico di
Sibari sarà proposto dalla Regione Calabria, sulla base dei criteri individuati
dal Programma Operativo Interregionale "Attrattori Naturali e Culturali e
Turismo nel Mezzogiorno", come Grande Attrattore Culturale del
Mezzogiorno. In caso di approvazione verrà stipulato uno specifico Accordo di
Programma che individuerà gli interventi da realizzare nell'ambito del POIn e
quelli eventualmente da realizzare nell'ambito del POR Calabria FESR 2007 -
2013";
di tutto
quanto previsto al precedente punto nulla è stato posto in essere dalla Regione
Calabria, in particolare non è stato mai proposto il Progetto per il Parco
Archeologico di Sibari;
a partire dal
18 gennaio 2013, le straordinarie precipitazioni piovose hanno causato
l'innalzamento del livello del fiume Crati ed il conseguente allagamento del
sito archeologico, non protetto dal rischio di esondazione, coprendo così di
acqua e di fango quanto sin qui portato alla luce dalle precedenti storiche
campagne di scavi;
la totale
inerzia della Regione Calabria è stata certificata dalla iniziativa del
Ministro Barca che, nel settore della tutela e valorizzazione dei beni
culturali, ha recuperato per Sibari risorse finanziarie importanti, che
rischiavano di essere perdute, che, per come da noi più volte richiesto
avrebbero dovuto essere utilizzate in ragione di 21.000.000,00 euro, per la
eliminazione dell'acqua e del fango dal sito archeologico e per la ripresa
degli interventi di valorizzazione del sito stesso, così come previsto dal POR
2007/2013;
l'area
archeologica di Sibari rappresenta più della metà dei 4 mila ettari sottoposti
a vincolo archeologico nella Regione Calabria;
Sibari
rappresenta un patrimonio dell'umanità e che, tutelando il sito dalle
esondazioni in via definitiva e riportando alla luce le tre antiche città,
Sibari potrebbe rappresentare la Pompei della Calabria, con una grande
potenzialità di sviluppo sotto il profilo culturale, turistico ed
economico-occupazionale -:
per quali
motivi la linea d'intervento 4.5.2.2 del POR Calabria 2007/2013 per la
valorizzazione del sito archeologico di Sibari non è stata tuttora attuata e
per sapere quali iniziative si intendono porre in essere per:
1. liberare
il sito di Sibari dal fango che lo ha invaso a seguito della esondazione del
fiume Crati del gennaio 2013 e per mettere in sicurezza il sito stesso con
idonei lavori di protezione, con riferimento ad eventuali, possibili future
esondazioni;
2. avviare
il programma strategico di cui abbiamo indicato i contenuti in premessa,
previsto dal POR 2007/2013, utilizzando le risorse recuperate dal Ministro
Barca, implementando, se necessario, le disponibilità finanziarie con ulteriori
risorse da prevedere nella programmazione 2014/2020, al fine di completare
l'intervento.
(488;
15.01.2014)
Risposta – “Carissimo Presidente,
in riscontro all'interrogazione in oggetto,
si trasmette risposta dell'Arch. Domenicantonio Schiava, Dirigente del Settore
Beni Culturali del Dipartimento 11.
Si ribadisce di seguito quanto già affermato
nell'risposta all'interrogazione n. 482/9.
L'impegno delia Regione Calabria è stato
costante per il ripristino e la valorizzazione dei Parco archeologico di Sibari,
la cui proprietà è dello Stato, a cui è preposta per legge la salvaguardia e la
tutela.
C'è un dialogo costante tra la Regione
Calabria e Direzione regionale dei Beni Culturali, che proprio nel 2013 ha
portato risultati importanti, come la riapertura del Museo di Reggio, il
completamento della redazione dei Piani Regionali dei Beni Culturali e l'accordo di valorizzazione, primo in
Italia in attuazione del Codice dei Beni Culturali, sottoscritto nel marzo
scorso tra il Ministro Ornaghi e il Presidente Scopelliti.
Personalmente mi sono recato 7 volte sugli
scavi per rendermi conto della situazione.
Va necessariamente evidenziato come ben prima
dell'inondazione del 18 gennaio 2013 siano stati programmati interventi sia per
la valorizzazione (nel 2012 previsti 5 milioni di euro) che per la sicurezza
degli argini del fiume Crati (nel 2009 previsti 1.500.000 di euro e nel 2010
previsti 4.000.000 di euro).
Contatti continui si sono verificati, tanti
dei quali pubblicizzati, con i vari ministri e sottosegretari oltre che con la
società Invitalia e l'Anas.
Va anche rilevato l'impegno della Commissione
Cultura della Conferenza delle Regioni che in due sedute si è interessata del
tema.
Allo stato sono in corso quattro diversi
interventi.
1. Un ulteriore finanziamento di risorse
reperite dal Ministero per la rimozione dei fanghi, che ammonta a 200 mila
euro, che si sommano ad altri 300 mila euro di lavori già eseguiti da parte del
Ministero per la rimozione dei fanghi.
2. L'espletamento delle gare d'appalto per la
riqualificazione e valorizzazione dei parco archeologico con fondi del Piano di
Azione e Coesione messi a disposizione dalla Regione Calabria, e del quale si
da precisa descrizione negli allegati alla presente nota. Si tratta di un
totale di 18 milioni di euro, la prima gara che verrà espletata è di 2 milioni
di euro e riguarda appunto la rimozione del fango e la ristrutturazione dei
mosaici.
3. Interventi compensativi dell'ANAS che
consentiranno la ripresa sistematica degli scavi archeologici.
4. Messa in sicurezza degli argini, con gli
interventi da realizzarsi a cura dell'Ufficio del Commissario Straordinario per
il rischio idrogeologico (Nominato dal Ministero dell'Ambiente).
Si da conto pertanto dell'impegno costante
già svolto dalla Regione Calabria e si conferma l'impegno presente e futuro per poter presto recuperare e
valorizzare un sito archeologico di assoluto valore che, al di là delle
difficoltà attuali che sono in via di definizione, è ancora poco valorizzato,
tanto che nel 2012 aveva registrato 11.692 visitatori, dei quali 3.469 paganti,
con un incasso di 6.602 euro.
Restando a completa disposizione per
integrare o chiarire la presente risposta si porgono distinti saluti”.
Mario Caligiuri
(assessore alla cultura)
“Si risponde
all'interrogazione in oggetto con quanto già trasmesso da parte della Direzione
Regionale dei Beni Culturali, per la interrogazione 482/9^, trattandosi di area
appartenente allo Stato e di interventi programmati e gestiti dallo Stato.
Il quadro
generale degli interventi in campo .fornito dalla Direzione Regionale dei Beni
Culturali, (allegato 1) rappresenta la risposta sia alla prima domanda in
quanto sono contenuti gli interventi di sgombero del fango che vengono indicati
come eseguiti , sia alla seconda domanda in quanto sono indicati gli interventi
di prossima realizzazione e in corso di affidamento.
In
quest'ultimi sono stati inseriti anche gli interventi originariamente previsti
nei piani regionali da finanziare con le risorse del POR 2007/2013 e che sono
stati da questi ultimi stralciati e fatti confluire nel cosiddetto POIn a
seguito di quanto rappresentato con nota n. 7984 del 10.10.2013 dalla stessa
Direzione Regionale (allegato 2) e acquisita al protocollo regionale in data
14.10.2013 con il numero 320798.
Tanto per
competenza”
Domenicantonio
Schiava (dirigente di settore)
Il
quadro generale degli interventi in campo fornito dalla Direzione Regionale dei
beni culturali, (allegato 1) rappresenta la risposta sia alla prima domanda
relativa alle iniziative poste in essere, sia alla seconda domanda in quanto gli
interventi inseriti nei piani regionali sono stati da questi ultimi stralciati
e fatti confluire nel cosiddetto POIn a seguito di quanto rappresentato con
nota n. 7984 del 10.10.2013 dalla stessa Direzione Regionale (allegato 2) e
acquisita al protocollo regionale in data 14.10.2013 con il numero 320798.
Tanto
per competenza”.
Arch. Domenicantonio Schiava (Dirigente
del settore)
Allegato
1
Interrogazione
a risposta in Commissione 5/00384
Museo
archeologico nazionale della Sibaritide e parco archeologico di Sibari
Quadro
generale degli interventi in campo
1) LAVORI IN
CORSO - Direzione Regionale
per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria/Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Calabria
a) Sibari, Parco Archeologico, Area
Prolungamento Strada - Lavori di bonifica, di assistenza scientifica e di
sperimentazione delle trincee drenanti. APQ Beni Culturali SPA 23.1 Euro
800.000
b) Sibari, Museo Archeologico, Costruzione
di un nuovo modulo museale ("Modulo Wallach"), Fondi Lotto, Euro
858.000
2) INTERVENTI DI RECUPERO DEL PARCO
ARCHEOLOGICO DOPO L'INONDAZIONE DEL FIUME CRATI DEL 18 GENNAIO 2013
PRIMO INTERVENTO DI SOMMA URGENZA
DELL'IMPORTO DI € 300.000,00
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Calabria
Lavori interamente eseguiti e rendicontati,
in attesa della liquidazione da parte di ARCUS SpA
INTERVENTO
DELL'IMPORTO DI € 200.000,00
Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Calabria
Completamento dei primi interventi di
ripulitura; perizia di spesa pronta; in attesa dell'autorizzazione alla spesa e
di finanziamento da parte di ARCUS SpA
PARCO ARCHEOLOGICO DELLA SIBARITIDE:
INTERVENTI URGENTI DI SALVAGUARDIA E CONSERVAZIONE POST-EVENTO ALLUVIONALE DEL
GENNAIO 2013 DELL'IMPORTO DI € 2.000.000,00
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Calabria/ Direzione Regionale BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Lavori di ripulitura, scavo archeologico e
restauro; già avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara, che si
concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il 2015
3) INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE DEL PARCO
E DEL MUSEO ARCHEOLOGICO
COSTRUZIONE DI UN SECONDO NUOVO MODULO
ESPOS1TIVO, C.D. "MODULO IPPODAMEO", DI UNA NUOVA UNITA'MUSEOGRAFICA
E DI UN NUOVO EDIFICIO PER DEPOSITI E LABORATORI DEL MUSEO DELL'IMPORTO DI €
5.300.000,00
Invitalia/Direzione
Regionale per i BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto condiviso ed approvato, già
avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara, che si concluderà tra il 18 e
25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il 2015
SISTEMAZIONE DELL'ACCESSO DEL PARCO
ARCHEOLOGICO DEL CAVALLO DELL'IMPORTO DI € 3.900.000
Invitalia/Direzione Regionale per i BBCCPP
della Calabria; Fondi POIN
Progetto definitivo condiviso ed
approvato; già avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara, che si
concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il 2015
LAVORI DI SISTEMAZIONE DEL PARCO
ARCHEOLOGICO DEL CAVALLO E REALIZZAZIONE DI TRINCEE DRENANTI DELL'IMPORTO DI €
4.950.000
Invitalia/Direzione
Regionale per i BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto definitivo condiviso ed
approvato; già avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara, che si
concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il 2015
SISTEMAZIONE
DELL'OASI DI CASA BIANCA DELL'IMPORTO DI € 920.000
Invitalia/Direzione
Regionale per i BBCCPP della Calabria; Fondi POIN
Progetto definitivo condiviso ed
approvato, già avviata in data 30/09/2013 la procedura di gara, che si
concluderà tra il 18 e 25 novembre 2013, conclusione dei lavori entro il 2015
SISTEMAZIONE
DELL' AREA ARCHEOLOGICA Di CASA BIANCA - 5° stralcio - DELL'IMPORTO DI €
500.000
Scuola
Archeologica Italiana di Atene/Direzione Regionale per i BBCCPP della Calabri;
Finanziamento ARCUS SpA
Progetto in corso di redazione
INTERVENTI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO
DELL'IMPORTO DI € 2.409.263,88
Invitalia/Direzione
Regionale per i BBCCPP della Calabria
Lavori aggiudicati; in corso le procedure
per la stipula del contratto
4) OPERE COMPENSATIVE DEI LAVORI DI
COSTRUZIONE DELLA NUOVA SS 106 "IONICA" A CURA DI ANAS DA REALIZZARE
TRA 2014 E 2015; IMPORTO DI € 20.000.000
SISTEMAZIONE DEL VERDE E REALIZZAZIONE DEL
SOTTOPASSO DI COLLEGAMENTO TRA IL PARCO DEL CAVALLO E PROLUNGAMENTO STRADA
AMPLIAMENTO DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Sarebbe auspicabile una campagna di
promozione del sito al termine dei lavori; è inoltre da prevedere un piano di
gestione misto che comprenda anche la rete dei siti archeologici della
Sibaritide (Francavilla Marittima, Broglio di Trebisacce, Castiglione di
Paludi, Torre Mordillo di Spezzano Albanese, Grotta dell'angelo di Cassano
all'Ionio), oggetto di interventi di valorizzazione con fondi POR Calabria e
ARCUS.
Allegato
2
Con la presente si comunica che, a seguito
del finanziamento con fondi POIn degli interventi di Locri (Parco Archeologico
e Museo) e Sibari (Parco Archeologico), già appostati sul POR Calabria FESR, le
richieste finanziarie relative a detti interventi possono considerarsi
ritirate.
Francesco Prosperetti (Direttore regionale)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
la Regione
Calabria ha emanato un bando di gara denominato “Procedura aperta per
l'affidamento del servizio di progettazione preliminare e definitiva per
l'adeguamento e completamento del sistema impiantistico regionale dei rifiuti
per l'attuazione della delibera di Giunta regionale n. 49 dell’11/02/2013. CIG
551387733E” in cui è compresa, tra le altre, la progettazione dell'impianto
tecnologico di recupero e riciclaggio del Comune di Bisignano (CS) con capacità
di trattamento di circa 180.000 t/anno di rifiuti urbani;
in 180 gg.
dall'aggiudicazione, dovranno essere fornite progettazione preliminare e
definitiva, redatte nel rispetto del Titolo II del DPR n. 207/2010, e studio di
impatto ambientale ai sensi del D.Lgs. 152/2006, che prevede V.I.A.
(Valutazione di Impatto Ambientale) e A.I.A. (Autorizzazione Integrata
Ambientale);
in relazione
a quanto sta accadendo in Campania (vicenda Terra dei Fuochi), dove sono stati
interrati da parte della criminalità organizzata rifiuti speciali ed urbani e
sostanze fortemente inquinanti, con conseguenze dannose alla salute dei
cittadini;
i dati
comproverebbero che anche in Calabria siano state utilizzate aree del
territorio per interrare sostanze e rifiuti inquinanti;
risulta
necessario che la realizzazione dell'impianto di recupero e riciclaggio nel
Comune di Bisignano sia soggetta non solo al rilascio di V.I.A. e A.I.A.,
unitamente alle altre autorizzazioni che si renderanno necessarie, ma,
preliminarmente, sia sottoposta anche ad un approfondito monitoraggio della
qualità dell'aria, delle falde acquifere sotterranee, del sottosuolo e dei
corpi idrici superficiali, per stabilire la presenza di eventuali sostanze
chimiche e tossiche all'interno delle matrici ambientali (suolo, acqua ed
atmosfera), capaci di causare patologie oncologiche e leucemiche;
è necessario
effettuare uno studio retrospettivo epidemiologico relativo alle incidenze
tumorali sulla popolazione residente nell'area compresa tra i comuni di
Bisignano, Luzzi ed Acri, teso a verificare l'eventuale aumento delle patologie
oncologiche, con particolare attenzione per tutte quelle aree limitrofe a
criticità ambientali presenti nel territorio e a discariche dismesse da molti
anni e realizzate, quindi, senza alcun criterio di controllo ambientale -:
quali
iniziative urgenti e necessarie si intendono intraprendere, anche attraverso il
coinvolgimento dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dell'Università
della Calabria e dell’Arpacal, per avviare uno studio epidemiologico sulle
incidenze tumorali e un monitoraggio dell'acqua, del sottosuolo e dell'atmosfera
per stabilire la presenza eventuale di sostanze chimiche e tossiche, al fine di
garantire l'incolumità e la salute dei cittadini.
(489;
16.01.2014)
Risposta – “Come ormai ben noto, la realizzazione della
piattaforma tecnologica di riuso/riciclaggio spinto nel comune di Bisignano
(CS) rappresenta una imprescindibile necessità riconducibile al mancato
completamento del sistema tecnologico regionale ed, in particolare, del
cosiddetto sistema integrato Calabria
Nord, la cui carenza infrastrutturale (in assoluta disapplicazione delle
previsioni del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti) è alla base delle
criticità in essere sull'intero territorio calabrese.
L'impianto in parola si basa su tecnologie
innovative e provvederà a separare il rifiuto (e non trattarlo), mediante
riciclaggio avanzato
("fabbrica" delle materie prime seconde), sottraendo e
valorizzando le frazioni ancora contenute nel flusso dei rifiuti urbani (RU)
nonché in generale i flussi riciclabili prima che vengano avviati al recupero,
senza ulteriori trattamenti intermedi, nella logica di una cosiddetta filiera
"corta" del sistema di recupero dei rifiuti, per la produzione di
materie prime seconde (MPS) da avviare direttamente al sistema produttivo
industriale.
Pur non comprendendo, dunque, come la
realizzazione di siffatto intervento possa ritenersi nociva per l'uomo e per
l'ambiente nonché l'analogia con gli accadimenti di cui al sistematico
sotterramento ed occultamento di rifiuti nella cosiddetta Terra dei Fuochi in
Campania, si intende, comunque, rassicurare sull'impegno profuso, già da tempo,
nell'individuazione (in ottemperanza alle normative vigenti) di eventuali forme
di inquinamento ambientale sul territorio regionale.
Nell'ambito
del POR Calabria FESR 2007-2013. Asse m Ambiente;
Sostenibilità Ambientale delle Politiche di Sviluppo e Monitoraggio Ambientale, Obiettivo Operativo 3.5.2 Completare e
potenziare i sistemi di monitoraggio e conoscenza dello stato dell'ambiente.
Linea di Intervento 3.5.2.1 "Azioni per completare e potenziare i sistemi
di monitoraggio e conoscenza dello stato dell'ambiente", si è proceduto, infatti, alla pubblicazione
del bando di gara - ed è in corso - l'affidamento per il servizio di:
monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici superficiali e sotterranei della
regione Calabria ai sensi del d. Lgs. n. 152/06 e ss.mm.ii..
L'attuazione del progetto, attraverso
l'applicazione di un ciclo triennale di indagini, consentirà di caratterizzare
ed aggiornare il quadro conoscitivo complessivo dello stato quali-quantitativo
dei corpi idrici regionali, conformemente alle disposizioni comunitarie e
nazionali in materia (Direttiva 2000/60/CE, recepita dal D.lgs. 152/06 e
ss.mm.ii) ed in continuità con le attività di monitoraggio pregresse.
L'acquisizione ed elaborazione di tali dati su tutti i corpi idrici individuati
("non a rischio", "probabilmente a rischio" e "a
rischio") costituiscono, inoltre, una delle attività propedeutiche e
fondamentali per il successivo aggiornamento del più complesso ed importante Piano di Tutela delle Acque.
Ancora, nell'ambito del POR Calabria FESR
2007-2013. Asse III Ambiente;
Sostenibilità Ambientale delle Politiche di Sviluppo e Monitoraggio Ambientale,
Obiettivo Operativo 3.5.2 Completare e potenziare i sistemi di monitoraggio e
conoscenza dello stato dell'ambiente Linea di intervento 3.5.2.1, Azioni per completare e potenziare i
sistemi di monitoraggio e conoscenza dello stato dell'ambiente si è
proceduto, alla sottoscrizione ed approvazione di una convenzione con l'ARPACal
per il completamento della rete di
monitoraggio della qualità dell'aria.
E', infine, in corso di definizione l'iter
amministrativo e, quindi è di imminente attuazione (e sarà, a suo tempo, reso
pubblico), di concerto con il competente Ministero dell'Ambiente, un significativo
progetto di monitoraggio ed individuazione di aree potenzialmente inquinate, su
diverse porzioni del territorio regionale, tra le quali quella che afferisce
alla valle del fiume Crati (e, quindi, anche il comune di Bisignano) che
consentirà di individuare la presenza di fenomeni di inquinamento di varia
natura (discariche abusive, siti potenzialmente inquinati, presenza di
inquinanti nel sottosuolo e/o nelle acque sotterranee e superficiali, etc.). Il
progetto sarà innovativo sia per il grado di dettaglio che dovrebbe raggiungere
l'indagine, sia per l'utilizzo delle più sofisticate tecnologie nel settore.
Il risultato delle riferite operazioni di
individuazione e monitoraggio consentiranno, dunque, di stabilire la presenza
di eventuali forme di inquinamento all'interno delle matrici ambientali,
rispetto alle quali doversi eventualmente attivare con gli opportuni
provvedimenti, a tutela della salute pubblica e dell'ambiente, in ottemperanza
alla vigente normativa nazionale e comunitaria.
Cordiali saluti.”
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Magarò. All'assessore all'agricoltura e all'assessore all'istruzione. Per
sapere – premesso che:
in buona parte delle scuole della Calabria
di ogni ordine e grado sono presenti distributori automatici di prodotti
alimentari;
i suddetti distributori sono installati
anche in altri edifici pubblici quali enti locali, sub regionali, aziende
ospedaliere e sanitarie;
i prodotti alimentari contenuti nei
distributori, ad eccezione delle bevande calde, provengono dall'industria
alimentare e dalla grande distribuzione;
la Calabria è una regione ricca di aziende
agricole ed alimentari di prodotti tipici e genuini della nostra terra;
la sostituzione all'interno dei
distributori automatici dei prodotti industriali con quelli delle aziende
agricole calabresi, oltre ad ampliare gli orizzonti di mercato degli
imprenditori locali, avrebbe ripercussioni positive anche sulla salute degli
utenti in termini di prevenzione dell'obesità, delle malattie cardiovascolari,
del diabete, dell'ipertensione e di altre serie patologie -:
se non ritengano di dover avviare ogni
iniziativa utile a promuovere nelle scuole, ma anche negli ospedali ed in altre
comunità ed uffici pubblici, l'installazione di distributori automatici di
prodotti genuini della nostra terra.
(492; 20.01.2014)
Risposta – “Premessa
In
linea prioritaria bisogna subito chiarire che l'Assessorato all'Agricoltura, in
collaborazione con il Dipartimento Agricoltura, ha da sempre avviato numerose
azioni atte a valorizzare i nostri prodotti alimentari e in particolare quelli
ortofrutticoli.
Il
Programma Comunitario "Frutta nelle Scuole", che ha lo scopo di
sostenere il consumo di frutta e verdura, è un progetto nato dal Regolamento CE
n. 288 con il quale noi collaboriamo dal 2009 .
Inoltre
è stata autorizzata l'installazione di distributori automatici di ortofrutta
presso gli uffici del Dipartimento Agricoltura. Nel merito si specifica il
lavoro svolto:
Fatto
L'Assessorato
Agricoltura collabora alla buona riuscita del Programma "Frutta nelle
Scuole"perché rappresenta un valido strumento per incentivare il consumo
di prodotti ortofrutticoli provenienti da produzioni locali di qualità
certificata DOP.IGP, PI e Biologico e soprattutto per promuovere la cultura
dell'educazione alimentare distribuendo gratuitamente frutta e verdura nelle
scuole calabresi che aderiscono al progetto.
La
Regione Calabria partecipa al Programma collaborando col Mipaf e con l'Ufficio
Scolastico Regionale, in particolare:
strutturazione
e collaborazione nella stesura della strategia Nazionale e fa parte del
Comitato Tecnico che coordina e valuta le attività del Progetto;
mantenimenti
dei contatti con l'USR per avviare iniziative e valutarne l'andamento;
coordinamento
con la ditta aggiudicatrice e con l'USR lo svolgimento delle misure di
accompagnamento che fanno parte del progetto e mirano a sensibilizzare e
informare l’utenza.
Per
quanto attiene alla installazione di distributori automatici di prodotti
ortofrutticoli si ribadisce che, presso gli uffici del Dipartimento
Agricoltura, si può usufruire del consumo di prodotti ortofrutticoli freschi e
di qualità, ciò rappresenta una iniziativa utile per gli impiegati che possono
consumare, nella pausa pranzo, insalate varie, frutta e spremute di arance,
alimenti pronti all'uso provenienti da coltivazioni della nostra terra.
Tale
iniziativa è stata avviata in fase sperimentale e si è prevista una durata di
un anno, con risultati lusinghieri per i consumi.
Nel
prendere atto che 1' interrogazione è motivata e in linea con gli argomenti
attuali riguardanti la valorizzazione dei nostri prodotti ortofrutticoli e nel
contempo l'educazione alimentare, l'Assessorato all'Agricoltura intende
contribuire alla rivalorizzazione dei prodotti calabresi attraverso tutte le
iniziative che si possono intraprendere per incentivare il consumo di frutta e
verdura coltivata e messa sul mercato da aziende agricole calabresi.
Pertanto,
ritiene positiva la proposta dell'installazione dei distributori nelle
Pubbliche Amministrazioni, perché utile a sostenere il consumo di prodotti
tipici e genuini e, nel contempo, ha una ripercussione positiva sulla salute
degli utenti, nel rispetto delle norme riguardanti l'allocazione di
distributori automatici presso pubblici uffici”.
Michele Trematerra (assessore all’agricoltura e alla forestazione)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
alla fine di novembre 2013 i componenti del Nucleo VIA, VAS e IPPC risultavano essere otto su diciassette, cioè in numero inferiore a quelli necessari per assicurare il numero legale e, quindi, non più in grado di espletare e garantire i compiti a cui è destinato tale organismo;
ad oggi i progetti e le pratiche giacenti presso tale Nucleo sono oltre trecento, a cui vanno aggiunte anche quelle relative ai progetti PISL a rischio definanziamento per il mancato funzionamento del Nucleo stesso;
a tutt'oggi la Regione Calabria non ha ancora provveduto alla nomina della Struttura Tecnica di Valutazione interna (STV);
appare assai grave che questi progetti, sia pubblici che privati, che sarebbero in grado di generare investimenti per oltre un miliardo di euro e che, per l'economia calabrese, rappresenterebbero occasioni di sviluppo e di occupazione e la realizzazione di importanti opere strutturali, continuino a rimanere giacenti presso il Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria in attesa di essere esaminati -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare affinché siano rimossi rapidamente tutti gli ostacoli che impediscono una rapida e approfondita valutazione delle centinaia di progetti che attendono di essere esaminati. In un momento di grave crisi economica come quello attuale, essi potrebbero dar vita all'immediata apertura di numerosissimi cantieri per la realizzazione di opere che da molti anni la Calabria attende, offrendo tantissime opportunità di lavoro a migliaia di lavoratori calabresi.
(497; 21.01.2014)
Risposta – “Il
Nucleo VIA - VAS — IPPC, nell'anno appena trascorso, è stato oggetto delle note
vicissitudini, di cui alla interrogazione in oggetto e nello specifico, ci si
riferisce alle dimissioni presentate da gran parte dei suoi componenti. Tale
circostanza ha, di fatto, determinato la mancanza di specifici profili
professionali al suo interno e ha procurato la mancanza del numero legale
necessario alle sedute di valutazione.
Stante
l'urgenza di costituire la nuova Struttura Tecnica di Valutazione, ai sensi del
Regolamento Regionale di attuazione della L.R. 39/2012 (recante "istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione
VAS- VIA -AIA", approvato dalla Giunta Regionale con delibera n°381
del 31.10.2013), al fine di poter evadere la giacenza di c.ca 300 progetti
presentati ed ancora in attesa di valutazione, con conseguenti possibili
compromissioni e/o perdite di finanziamenti per le Aziende e/o gli Enti
interessati, presso questo Dipartimento si sta completando l'iter procedurale
per l'individuazione di detta Struttura, interna all'Amministrazione regionale.
Tale Struttura
sarà operativa, presumibilmente, entro la metà del mese di febbraio p.v. e si
adopererà quanto più alacremente possibile, lavorando a tempo pieno per cinque
giorni a settimana ed esclusivamente per le pratiche VIA - VAS-AIA e colmare, quindi, i riferiti ritardi.
Cordialità”.
Francesco Pugliano (assessore all’ambiente)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Fondazione “Calabria Etica”, ente in house della Regione Calabria, era stata inizialmente inserita nella proposta di legge della Giunta di cui alla delibera n. 575 del 28 dicembre 2012 tra gli enti da sopprimere;
inspiegabilmente la stessa è stata mantenuta in vita, mentre altre Fondazioni similari sono state accorpate o soppresse stralciandola con la legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013;
i compiti e le funzioni ad essa attribuiti dall'articolo 18 bis della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 e dal proprio Statuto, sono in gran parte funzioni che la Costituzione della Repubblica e le Leggi dello Stato (Testo unico sull'Ordinamento degli enti locali, art. 13), assegnano in via primaria e assoluta ai Comuni;
lo Statuto della Regione Calabria individua nei Comuni i soggetti cui delegare funzioni proprie e, quindi, non prevede l'attribuzione di funzioni a Enti strumentali appositamente costituiti, specie nelle materie di cui al richiamato art. 13 del Tuel (Statuto Regione, art. 46, 3 );
per i servizi alla persona e l'assistenza, alla Regione compete il compito, anzi l'obbligo, di predisporre piani di riparto degli stanziamenti di risorse proprie, derivanti da fondi statali, e comunitari da assegnare agli Enti Locali ( Statuto Regione, articolo 47);
gli Enti Locali hanno il potere di gestire direttamente o/e attraverso soggetti esterni (cooperative, associazioni di volontariato, ecc.) l'assistenza alle persone, alle famiglie, agli anziani, ai minori e, in collaborazione con le Aziende Sanitarie, alle persone diversamente abili;
l'istituzione della Fondazione "Calabria Etica" presenta evidenti profili di incostituzionalità e di contrasto con le Leggi dello Stato in materia di Autonomie Locali;
la Regione assegna consistenti finanziamenti per il mantenimento delle famiglie disagiate (buoni pasto, ecc.) alla Fondazione "Calabria Etica", la quale a sua volta fa riferimento alle sedi locali della Caritas o di altre associazioni assistenziali;
dalla stampa si apprende che alla Fondazione sarebbero stati affidati compiti quali l'istruttoria e la relativa concessione dei contributi alle vittime della delinquenza organizzata e la selezione degli aspiranti "esperti della Regione Calabria per l'attuazione del servizio di accompagnamento per la fase di avvio e messa a regime delle attività dei presidi territoriali idrogeologici e idraulici";
tali delicati compiti appaiono in contrasto con quelli propri della Fondazione, richiedendo peraltro particolari competenze che la struttura operativa della Fondazione non possiede;
la Corte dei Conti ha esaminato il bilancio preventivo 2013 degli Enti strumentali e delle Fondazioni, collocando "Calabria Etica" tra gli enti che è "inutile mantenere" perché "in perdita o inoperose" (Gazzetta del Sud dell'11 ottobre 2013), alludendo anche alla loro consistente posizione debitoria (Preconsuntivo 2012 Euro 837.859,00);
nel più recente esame della Corte dei Conti è contenuto un pesante giudizio sull'insieme degli Enti Strumentali regionali e sulle Fondazioni, definiti "Enti bancomat costosi e inutili spesso sottratti a ogni controllo" e che "a gestirli perlopiù sono politici in panchina del tutto privi di competenze specifiche", come è il caso del Presidente ancora in carica di "Calabria Etica", candidato alla Camera e non eletto;
a favore della "Fondazione Etica", sempre secondo la Corte dei Conti, per il 2012 è stato concesso uno stanziamento di 100.000,00 (Gazzetta del Sud del 3 gennaio 2014), oltre – è da supporre – i fondi per il servizio civile, le attività assistenziali, la gestione dei fondi per i contributi alle vittime della criminalità organizzata, ecc.;
la Fondazione ha aperto in tanti Comuni della provincia di Catanzaro cosiddetti "sportelli di ascolto" e concede sponsorizzazioni e patrocini per iniziative culturali e sportive organizzate dalle più variate associazioni, spesso nemmeno iscritte all'Albo della Regione -:
1. quali sono i motivi veri della mancata soppressione della "Fondazione Etica";
2. se non si ritenga necessario riproporre la soppressione della Fondazione "Calabria Etica" o, quantomeno, procedere alla riconsiderazione delle sue funzioni, sottraendole quelle che appartengono in via primaria agli Enti Locali o che possono essere svolte da strutture e organismi regionali e comunque pubblici;
3. se i dipendenti in carica della Fondazione sono dipendenti regionali appositamente distaccati o comandati, e quale la loro qualifica, il trattamento economico, nonché i loro nomi;
4. quanti al di fuori di questi sono stati eventualmente assunti dal 2001 ad oggi e attraverso quale percorso selettivo, con quale qualifica e trattamento contrattuale;
5. per tutti i dipendenti qual è la sede di lavoro;
6. quali sono le funzioni dei cosiddetti "sportelli di ascolto", in quanti Comuni sono stati istituiti, da quale normativa regionale sono previsti, quali sono i loro costi e se ricadono a carico del bilancio regionale;
7. se non si ritenga, in omaggio al metodo della trasparenza, rendere noto quanto segue:
- come sono stati utilizzati i diversi fondi attribuiti alla Fondazione e l'elenco dei beneficiari, con particolare riferimento ai contributi elargiti a soggetti singoli o/e associativi;
- se sono stati dati incarichi di consulenza, per quali qualifiche e finalizzati a quali obiettivi;
- quale è stata e quale è l'indennità del Presidente della Fondazione, in base a quali parametri e criteri è stata determinata;
- se sono applicabili anche alla "Fondazione Etica" le norme di cui alla legge regionale n. 24 del 2012: articolo 15 (Approvazione degli atti fondamentali degli enti), articolo 18 (Risorse umane e strumentali) e articolo 19 (Controllo di gestione e sistemi contabili );
in quest'ultima ipotesi, se la Fondazione "Calabria Etica", per il 2014, ha presentato il programma di attività (art.15, lettera d), se la Giunta lo ha esaminato e approvato o se ha fatto decorrere i termini (art. 15, comma 2) e quale è il suo contenuto;
se, in riferimento all'Avviso Pubblico per la presentazione di candidature per la nomina del Presidente della Fondazione "Calabria Etica", non ritenga, sempre in ossequio al principio di trasparenza, prima di esaminare le candidature pervenute, di deliberare il quadro dei punteggi attribuibili ai diversi titoli dei concorrenti, e nelle more nominare un Commissario straordinario della Fondazione, essendo abbondantemente scaduto il mandato del Presidente tuttora in carica, pubblicando poi l'elenco dei candidati e le risultanze dell'istruttoria con la relativa graduatoria.
(498; 21.01.2014)
Risposta – “In
riferimento all'interrogazione di cui in oggetto si specifica quanto segue:
Nel rispetto
delle norme in materia di protezione di dai dati personali dei lavoratori, si comunica
che la Fondazione Calabria Etica non si avvale del lavoro di dipendenti
regionali, ha un unico dipendente, assunto nel 2008, ai sensi della normativa
vigente in materia. La qualifica è quella di quadro. Sede del lavoro è la sede
legale della Fondazione sita a Catanzaro in via G. Barrio, 42.
In merito agli
sportelli d'ascolto a cui si fa riferimento nell'interrogazione probabilmente
ci si riferisce agli "Sportelli territoriali dei Centri per la
famiglia". Dal 2007 la Fondazione ha istituito nelle 5 province calabresi
i "Centri per la famiglia" con l'intento di dare una risposta
concreta a quelle famiglie che, sempre più spesso, nella nostra regione, si
trovano in situazioni complesse di disagio esistenziale e materiale. I
"Centri per la famiglia", oltre ad erogare servizi ai beneficiari
finali dell'intervento, si sono posti l'obiettivo di strutturare una rete di
relazioni con il territorio al fine di ottimizzare il servizio e soprattutto di
raggiungere quanti più territori possibili, anche e soprattutto quelli in cui
minore è la presenza dei servizi per la famiglia. E per tale ragione che in
numerosi Comuni sono stati attivati gli "Sportelli territoriali dei Centri
per la famiglia". Attraverso tali sportelli è stato possibile intercettare
i bisogni delle famiglie residenti nel territorio e conseguentemente portare in
tali Comuni servizi completamente gratuiti di informazione sui servizi pubblici
e privati presenti sul territorio stesso, consulenza psicologica, legale,
mediazione familiare, sostegno alla genitorialità anche attraverso incontri e
seminari.
I Comuni che
hanno sottoscritto gli accordi hanno messo a disposizione i locali attrezzati
per la realizzazione del servizio. Gli Enti locali con cui la Fondazione ha
stipulato Protocolli per l'apertura di sportelli territoriali sono attualmente
37. Gli sportelli non comportano costi aggiuntivi a carico del bilancio
regionale.
In merito
all'utilizzo dei fondi gestiti dalla Fondazione, trattandosi di attività
gestite per conto dell'amministrazione regionale, sono state adottate tutte le
procedure atte a garantire idoneo pubblicità e trasparenza, dunque:
Avvisi
pubblici approvati con decreto del competente dirigente regionale, pubblicati
sul Bur Calabria, sul sito istituzionale della Regione Calabria, sul sito
istituzionale della fondazione.
Elenchi e
graduatorie provvisorie e definitive approvate con decreto del competente dirigente
regionale, pubblicati sul Bur Calabria, sul sito istituzionale della Regione
Calabria, sul sito istituzionale della fondazione.
Gli incarichi
di consulenza conferiti sono riferibili nella quasi totalità a specifici
interventi progettuali. Fanno esclusione unicamente gli incarichi conferiti a
professionisti per consentire all'Ente di poter adempiere a precisi obblighi
normativi quali:
Consulenze
contabili, fiscali e del lavoro;
Adempimenti previsti
in materia di sicurezza sul luogo di lavoro ai sensi del D.lgs 81/2008;
Predisposizione
del Piano delle performance e del Piano della trasparenza ai sensi del D.lgs
150 del 27.10.2009;
Recupero
crediti concessi con il programma di microcredito AMICA;
Organismo di
vigilanza ex D.lgs 231/01.
Il ricorso a
tali esperti ha in ogni caso carattere di eccezionalità e si rende necessario
in considerazione dell'assenza nella struttura organizzativa interna dell'Ente
delle professionalità necessarie a far fronte a tali obblighi di legge.
L'indennità
del Presidente era stata determinata nella misura del 60% dell'indennità
percepita da un consigliere regionale (stesso parametro utilizzato dai
componenti del Cda degli altri Enti in house). La stessa indennità, in ossequio
a quanto previsto dalla L.R. 69/2012, è stata ridotta del 20% con determina del
28 gennaio 2013.
Dal 2010 la
Fondazione ha operato sulla base di documenti di programmazione triennale
regolarmente approvati. Il programma delle attività per l'anno 2014 è in fase
di presentazione.”
Nazzareno Salerno (assessore alla famiglia e politiche sociali, al lavoro e alla formazione)
Art. 1
(Modifica art. 14 L.R. 53/2013)
1. Il comma 3 dell'articolo 14 della legge regionale 18 dicembre 2013, n. 53 (Disciplina del Sistema Regionale dell'Istruzione e Formazione Professionale) è sostituito dal seguente: "3. E' istituita l'anagrafe regionale degli studenti, coordinata ed integrata con l'anagrafe nazionale secondo le modalità previste dall'articolo 13, comma 2. del decreto legge 12 settembre 2013, n. 104 convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2013, n. 128, ed alimentata dalle informazioni sui percorsi scolastici, formativi e in apprendistato degli studenti in diritto-dovere, a partire dal primo anno della scuola primaria".
Art. 2
(Clausola di invarianza di spesa)
1. La presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Integrazione alla L.R. 18/2013)
1. Dopo l'articolo 2 della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi) è inserito il seguente:
"Art. 2 bis
Nelle more del completamento del sistema impiantistico regionale di gestione dei rifiuti, e comunque entro il 31 dicembre 2014, è in facoltà dell'autorità competente, a maggior tutela dell'ambiente, di integrare le autorizzazioni degli impianti privati di trattamento e smaltimento dei rifiuti regionali, già autorizzati, in esercizio e idonei tecnicamente, con l'aggiunta in via temporanea dei codici identificativi dei rifiuti urbani.
Il presente articolo si applica anche agli impianti che saranno autorizzati entro il 31 dicembre 2014, purché aventi le stesse caratteristiche tecniche, strutturali ed impiantistiche di quelli indicati nel comma 1."
Art. 2
(Clausola d'invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Ratifica
1. Ai sensi dell'articolo 117, ottavo comma, della Costituzione è ratificato l'accordo tra la Regione Calabria e la Regione Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.
2. L'accordo di cui al comma 1 è stato sottoscritto in data 5 dicembre 2014 in Roma dal Presidente della Regione Calabria e dal Presidente della Regione Campania, nel testo allegato alla presente legge.
Art. 2
Ordine di esecuzione
1. Piena e intera esecuzione è data all'accordo di cui all'articolo 1 dall'entrata in vigore della presente legge regionale di ratifica.
Art. 3
Copertura finanziaria
1. La presente legge non comporta ulteriori oneri finanziari rispetto alle risorse finanziarie già iscritte per il corrente esercizio finanziario all'UPB 6.1.04.01, Cap. 4123104 "Contributo regionale per il funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Calabria e la Campania".
Art. 4
Abrogazione
1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, la legge regionale 26 luglio 2012 n. 32 (Ratifica dell'accordo tra la Regione Calabria e la Regione Campania per la disciplina delle modalità di organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) è abrogata.
Art. 5
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Allegato alla deliberazione n. 389 del 17 febbraio 2014
ACCORDO TRA LA REGIONE CAMPANIA E LA REGIONE CALABRIA PER LA DISCIPLINA DELLE MODALITA' DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELL'ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DEL MEZZOGIORNO
Art. 1
Finalità
1. Il presente accordo, in applicazione del decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 270, (Riordinamento degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, a norma dell’articolo 1, comma 1, lettera h), della legge 23 ottobre 1992, n. 421) e del Capo Il del decreto legislativo 28 giugno 2012, n. 106, (Riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero della salute, a norma dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183) disciplina le modalità gestionali, organizzative e di funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, nonché l'esercizio delle funzioni regionali di sorveglianza amministrativa, di indirizzo e di verifica sullo stesso.
Art. 2
Natura e funzioni
1. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, di seguito denominato Istituto, ha personalità giuridica di diritto pubblico, dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica.
2. L'Istituto svolge le funzioni di cui all'articolo 3, in osservanza della legislazione statale e regionale, nonché, secondo il proprio statuto ed i regolamenti interni che ne disciplinano l'attività.
3. L'Istituto opera nell'ambito del servizio sanitario nazionale, come strumento tecnico-scientifico delle Regioni Campania e Calabria ed assicura agli enti cogerenti ed ai servizi veterinari delle rispettive aziende unità sanitarie locali le prestazioni e la collaborazione tecnico-scientifica necessarie all'espletamento delle funzioni in materia di igiene, sanità pubblica veterinaria, sicurezza alimentare e nutrizione.
Art. 3
Compiti
1. L'Istituto è tenuto, in via ordinaria, ad assicurare:
a) la ricerca sperimentale sulla eziologia, patogenesi e profilassi delle malattie infettive e diffusive degli animali;
b) il servizio diagnostico delle malattie degli animali e delle zoonosi;
c) gli accertamenti analitici ed il supporto tecnico-scientifico ed operativo necessari alle azioni di polizia veterinaria ed all'attuazione dei piani di profilassi, risanamento ed eradicazione;
d) la ricerca in materia di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche ed il supporto tecnico scientifico ed operativo per le azioni di difesa sanitaria e di miglioramento delle produzioni animali;
e) il supporto tecnico, scientifico ed operativo all'azione di farmacovigilanza veterinaria;
f) la sorveglianza epidemiologica nell'ambito della sanità animale, igiene delle produzioni zootecniche, igiene degli alimenti di origine animale, anche mediante un centro epidemiologico;
g) l'esecuzione degli esami e delle analisi necessari all'attività di controllo sugli alimenti di origine animale;
h) l'esecuzione degli esami e delle analisi necessarie all’attività di controllo sull'alimentazione animale;
i) lo studio. la sperimentazione di tecnologie metodiche necessarie al controllo sulla salubrità degli alimenti di origine animale e dell'alimentazione animale;
j) fa formazione di personale specializzato nel campo della zooprofilassi anche presso istituti e laboratori dei paesi esteri;
k) l'attuazione di iniziative statali o regionali per la formazione e l'aggiornamento di veterinari e di altri operatori del settore della sicurezza alimentare;
l) l'effettuazione di ricerche di base e finalizzate, per lo sviluppo delle conoscenze nell'igiene e sanità veterinaria, della sicurezza alimentare e nutrizione, secondo programmi e anche mediante convenzioni con università ed istituti di ricerca italiani e stranieri, nonché su richiesta dello Stato, delle regioni e di Enti pubblici e privati;
m) la cooperazione tecnico-scientifica con istituti del settore veterinario e della sicurezza alimentare anche esteri, previe opportune intese con il Ministero della salute;
n) la elaborazione e applicazione di metodi alternativi all'impiego di modelli animali nella sperimentazione scientifica;
o) la propaganda, la consulenza e l'assistenza agli allevatori per la bonifica zoosanitaria e per lo sviluppo ed il miglioramento igienico delle produzioni animali;
p) attività di controllo ufficiale in materia di analisi chimiche, microbiologiche e radioattive sugli alimenti di origine vegetale non trasformati.
2. L'Istituto provvede ad ogni ulteriore compito, servizio o prestazione ad esso demandati dalle regioni, singolarmente o congiuntamente, compatibilmente con le risorse disponibili, fermo restando l'espletamento dei compiti di cui al comma 1.
3. Il piano sanitario regionale definisce gli obiettivi e l'indirizzo per l'attività dell'Istituto.
4. Al fine di favorire il compito di raccordare le attività istituzionali agli obiettivi ed indirizzi programmatici regionali, la Regione Campania, d'intesa con la Regione Calabria, convoca in un'apposita riunione il consiglio di amministrazione, entro il mese di settembre di ogni anno, per individuare le linee-guida per le attività di programmazione dell'esercizio successivo garantendo il raccordo coordinato, territoriale e tecnico-funzionale con i dipartimenti dì prevenzione delle Aziende sanitarie locali.
5. Per i compiti attinenti e correlati, le Regioni Campania e Calabria garantiscono, anche mediante specifiche azioni nei rispettivi piani sanitari regionali, la partecipazione dell'Istituto all'esercizio delle politiche agrozootecniche, alimentari, ambientali ed il coordinamento del medesimo con le relative agenzie.
Art. 4
Produzioni
1. L'Istituto, sulla base delle norme vigenti, provvede alla produzione, alla commercializzazione ed alla distribuzione dei medicinali e dei prodotti occorrenti per la lotta contro le malattie degli animali e per l'espletamento delle funzioni di sanità pubblica veterinaria.
2. La Regione Campania e la Regione Calabria, nell'ambito territoriale di rispettiva competenza, possono incaricare l'Istituto di effettuare la preparazione e la distribuzione di medicinali ed altri prodotti per la profilassi nonché di effettuare altri interventi di sanità pubblica veterinaria.
3. L'Istituto, d'intesa con le Regioni Campania e Calabria, può associarsi ad altri istituti zooprofilattici sperimentali oppure ad aziende ed enti pubblici o privati per lo svolgimento delle attività di produzione, immissione in commercio e distribuzione di medicinali ed altri prodotti necessari alle attività di sanità pubblica veterinaria.
4. Le attività di produzione, commercializzazione e distribuzione di medicinali e prodotti, fatta eccezione per quelli non destinati all'immissione sul mercato, devono essere svolte in appositi reparti con impianti, attrezzature, personale e gestione contabile propri e separati dagli altri reparti dell'Istituto.
Art. 5
Prestazioni nell'interesse di terzi
1. L'Istituto può stipulare convenzioni o contratti di consulenza per la fornitura di servizi e per l'erogazione di prestazioni ad enti, associazioni, organizzazioni pubbliche e private, fatte salve le competenze delle aziende sanitarie locali. Le prestazioni fomite alle aziende sanitarie locali sono gratuite.
2. L'Istituto può, mediante convenzioni di cui al comma 1, svolgere attività di supporto tecnico-scientifico e di stage nei corsi di laurea in medicina veterinaria, nelle scuole di specializzazione e nei dottorati di ricerca.
3. Le prestazioni di cui al comma 1 possono essere rese esclusivamente in subordine ai compiti istituzionali ed alloro completo assolvimento.
4. Le prestazioni erogate dall'Istituto per le quali è prevista la corresponsione di un corrispettivo, ed i criteri per la determinazione, da parte delle Regioni Campania e Calabria, delle relative tariffe, sono stabilite con decreto del Ministro della salute non avente carattere regolamentare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.
Art. 6
Organizzazione
1. L'Istituto ha sede legale e centrale a Portici ed è articolato in sezioni periferiche territoriali.
2. L'istituzione di nuove sezioni periferiche o la eventuale soppressione di quelle esistenti sono soggette a formale atto di approvazione delle rispettive Giunte regionali.
3. L'Istituto è organizzato in dipartimenti dotati di autonomia operativa e di un proprio bilancio annuale assegnato dal direttore generale dopo l'approvazione del bilancio preventivo economico annuale di cui all'articolo 25 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della. legge 5 maggio 2009, n. 42).
4. L'organizzazione interna ed il funzionamento dell'Istituto sono stabilite dal regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto, di cui all'articolo 17, comma 3, secondo le indicazioni del Piano sanitario regionale e nel rispetto dei seguenti principi:
a) erogazione delle prestazioni e dei servizi individuati dalla programmazione regionale della Campania e della Calabria secondo criteri di economicità di gestione, previa razionalizzazione ed ottimizzazione delle spese e dei costi e in stretto collegamento con le rispettive aziende unità sanitarie locali;
b) riorganizzazione degli uffici dirigenziali con la riduzione in misura non inferiore al 15 per cento rispetto alla dotazione organica in vigore al 31 dicembre 2012;
c) rideterminazione delle dotazioni organiche anche del personale non dirigenziale prevedendo:
1) gestione unitaria e servizi comuni con strumenti di innovazione amministrativa e tecnologica;
2) istituzione di uffici con funzioni ispettive di controllo;
3) destinazione di non più del 15 per cento delle risorse umane complessive alle strutture preposte alle funzioni relative alla gestione delle risorse umane, ai sistemi informativi, ai servizi manutentivi e logistici, agli affari generali, provveditorati e contabilità.
Art. 7
Organi
1. Sono organi dell'Istituto:
a) il consiglio di amministrazione;
b) il direttore generale;
c) il collegio dei revisori.
Art. 8
Consiglio di amministrazione
1. Il consiglio di amministrazione è composto da cinque membri, muniti di diploma di laurea magistrale o equivalente ed aventi comprovata professionalità ed esperienza in materia di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti, di cui uno designato dal Ministro della salute, due dalla Regione Campania e due dalla Regione Calabria. Il consiglio di amministrazione è nominato, di concerto con la Regione Calabria, con provvedimento del Presidente della Regione Campania, che ne convoca la prima riunione. Le condizioni di incompatibilità all'incarico sono stabilite dalla normativa nazionale e regionale vigente in materia.
2. I membri del consiglio di amministrazione cessano anticipatamente dalla carica in caso di:
a) scioglimento del consiglio;
b) dimissioni volontarie;
c) incompatibilità non rimossa entro trenta giorni dalla nomina;
d) condanna con sentenza passata in giudicato per uno dei reati che comportino la decadenza dalla carica di amministratore pubblico;
e) decadenza dovuta ad assenza ingiustificata per tre sedute consecutive del consiglio di amministrazione.
3. Il direttore generale dell'Istituto, al verificarsi delle condizioni di cui al comma 2, ne informa il Presidente della Giunta regionale della Campania ed il Presidente della Giunta regionale della Calabria.
4. Il Presidente della Giunta regionale della Campania, ove ricorrano i casi di cui al comma 2, lettere c) ed e), sentita la Regione Calabria. contesta la sussistenza delle condizioni di incompatibilità e/o di decadenza all'interessato che ha dieci giorni di tempo per controdedurre. Trascorso tale termine il Presidente della Giunta regionale della Campania decide in merito.
5. In caso di cessazione anticipata di un componente del consiglio di amministrazione, il Presidente della Giunta regionale della Campania provvede alla sua sostituzione, su designazione dell'amministrazione competente. I nuovi membri nominati restano in carica per il tempo residuo che rimane al consiglio, fino alla scadenza del mandato.
6. Il consiglio di amministrazione dura in carica quattro anni ed i suoi componenti non possono essere rinominati più di una volta.
7. Il consiglio di amministrazione è convocato dal suo presidente. Il consiglio di amministrazione è convocato se ne fa richiesta il Presidente della Giunta regionale della Campania congiuntamente al Presidente della Giunta regionale della Calabria.
8. Ai componenti del consiglio di amministrazione è riconosciuta una indennità pari all'8 per cento dell'indennità lorda annua fissata per il direttore generale dell'Istituto.
9. Al Presidente del consiglio di amministrazione compete una indennità pari al 15 per cento dell'indennità lorda annua fissata per il direttore generale dell'Istituto.
Art. 9
Compiti del consiglio di amministrazione
1. Il consiglio di amministrazione all'atto del suo insediamento elegge il presidente a maggioranza assoluta dei componenti.
2. Il consiglio di amministrazione ha compiti di indirizzo, coordinamento e verifica dell'attività dell'Istituto.
3. Nell'ambito delle proprie competenze, il consiglio di amministrazione, in particolare:
a) predispone lo statuto, nonché le successive eventuali modifiche;
b) adotta il regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto e le relative dotazioni organiche, su proposta del direttore generale;
c) definisce sulla base della programmazione regionale, gli indirizzi generali per la programmazione pluriennale dell'Istituto;
d) adotta annualmente il piano triennale di attività ed il bilancio pluriennale di previsione, predisposti dal direttore generale;
e) adotta il piano annuale di attività ed il bilancio preventivo economico annuale, predisposti dal direttore generale;
f) adotta il bilancio di esercizio, predisposto dal direttore generale.
4. Gli atti di cui al comma 3, lettere b), d), e) ed f), sono trasmessi per l'approvazione alle Regioni Campania e Calabria per l'esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo ai sensi dell'articolo 22.
Art. 10
Scioglimento del consiglio di amministrazione
1. Il consiglio di amministrazione, anche su proposta del Ministro della salute, può essere sciolto dal Presidente della Regione Campania, d'intesa con il Presidente della Regione Calabria, con il Ministro della salute e con il Ministro dell'economia e delle finanze quando:
a) risultano gravi irregolarità nell'amministrazione, oppure gravi e reiterate violazioni delle disposizioni di legge o statutarie;
b) il conto economico chiude con una perdita superiore al 20 per cento del patrimonio per due esercizi successivi;
c) vi è impossibilità di funzionamento degli organi di amministrazione e gestione.
2. Con il provvedimento di scioglimento decade il direttore generale. Il Presidente della Regione Campania, di concerto con il Presidente della Regione Calabria e d'intesa con il Ministro della Salute, nomina un Commissario straordinario, con il compito di rimuovere le irregolarità e sanare la situazione di passività, sino alla ricostituzione degli ordinari organi di amministrazione.
Art. 11
Presidente del consiglio di amministrazione
1. Il presidente del consiglio di amministrazione è eletto dal consiglio medesimo nella prima seduta, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, tra i rappresentanti designati dalla Regione Campania e dalla Regione Calabria.
2. Il presidente dura in carica quanto il consiglio di amministrazione che lo ha eletto.
3. Il presidente esercita tutte le attribuzioni affidategli dalla legge, dallo statuto e dal regolamento.
Art. 12
Direttore generale
1. Il direttore generale è nominato, sentito il Ministro della salute, con provvedimento del Presidente della Regione Campania di concerto con il Presidente della Giunta della Regione Calabria, secondo i criteri e le procedure di cui al decreto legislativo 30 dicembre .1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421).
2. Il direttore generale è scelto tra persone munite di diploma dì laurea magistrale o equivalente, di comprovata esperienza nell'ambito della sanità pubblica veterinaria nazionale e internazionale e della sicurezza degli alimenti.
3. In mancanza di accordo, su richiesta del Presidente della Regione Campania, alla nomina provvede il Ministro della salute.
4. Il direttore generale è coadiuvato dal direttore sanitario medico veterinario di cui all'articolo 14 e dal direttore amministrativo di cui all'articolo 15.
5. Il rapporto di lavoro del direttore generale è a tempo pieno, regolato da contratto di diritto privato non superiore a cinque anni, rinnovabile una sola volta e non può comunque protrarsi oltre il settantesimo anno di età.
6. Il contratto di cui al comma 4 è sottoscritto sulla base di uno schema approvato dalla Giunta della Regione Campania e conforme ai contenuti fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo n. 502 del 1992.
7. Il direttore generale, se professore o ricercatore universitario, è collocato in aspettativa ai sensi dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382 (Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonché sperimentazione organizzativa e didattica).
8. Il contratto del direttore generale è stipulato dal Presidente della Giunta delta Regione Campania.
9. In caso di assenza o di impedimento del direttore generale, le relative. funzioni sono svolte dal direttore sanitario di cui all'articolo 14.
10. Nel caso in cui ricorrono gravi motivi o la gestione presenta una situazione di grave disavanzo o in caso di violazioni di leggi o dei principi di buon andamento o imparzialità della pubblica amministrazione, il Presidente della Regione Campania, di concerto con il Presidente della Regione Calabria, risolve il contratto e provvede alla sostituzione del direttore generale, sentito il Ministro della salute.
11. Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del decreto legislativo n. 502 del 1992.
Art. 13
Compiti del direttore generale
1. Il direttore generale ha fa rappresentanza legale dell'Istituto, lo gestisce e ne dirige l'attività scientifica ed in particolare:
a) sovrintende a tutto il funzionamento dell'Istituto;
b) nomina il collegio dei revisori di cui all'articolo 16;
c) nomina il direttore sanitario di cui all'articolo 14 e il direttore amministrativo di cui all'articolo 15;
d) predispone annualmente il piano triennale di attività ed il bilancio pluriennale di previsione, per la relativa adozione da parte del consiglio di amministrazione;
e) predispone il piano annuale di attività ed il bilancio preventivo economico annuale, per la relativa adozione da parte del consiglio di amministrazione;
f) assume tutti gli atti relativi alla gestione giuridica ed economica del personale secondo le modalità previste dal regolamento;
g) stipula i contratti, le convenzioni ed assume le spese nell'ambito degli stanzia menti di bilancio;
h) propone il regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto e le relative dotazioni organiche, ed eventuali variazioni, al consiglio di amministrazione;
i) predispone il bilancio d'esercizio, per la relativa adozione da parte del consiglio di amministrazione;
j) presenta al consiglio di amministrazione la relazione annuale sull'attività svolta;
k) partecipa al Comitato di supporto strategico di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 106 del 2012.
2. Il direttore generale adotta i provvedimenti di sua competenza sentito il parere del direttore sanitario. Se ritiene di adottare tali provvedimenti in difformità dei pareri come innanzi espressi, è tenuto a darne motivazione.
Art. 14
Direttore sanitario
1. Il direttore sanitario è un medico veterinario in possesso di documentate competenze nel settore della sanità pubblica veterinaria, che ha svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnico sanitaria in Enti sanitari pubblici o privati o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione.
2. Il direttore sanitario è nominato con provvedimento motivato dei direttore generale, decade dall'incarico entro tre mesi dalla data di nomina del nuovo direttore generale e può essere riconfermato.
3. Il rapporto di lavoro del direttore sanitario è a tempo pieno, regolato da contratto di diritto privato di durata triennale, rinnovabile e non può comunque protrarsi oltre il settantesimo anno di età.
4. Il contratto di cui al comma 3 è stipulato dal direttore generale con il direttore amministrativo e con il direttore sanitario sulla base di uno schema approvato dalla Giunta della Regione Campania e conforme ai contenuti fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo n. 502 del 1992.
5. Il Direttore sanitario dirige i servizi tecnico-sanitari, nonché l'attività scientifica di ricerca.
Art. 15
Direttore amministrativo
1. Il direttore amministrativo è un laureato in discipline giuridiche o economiche che ha svolto per almeno cinque anni una qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in Enti pubblici o privati o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione.
2. Il direttore amministrativo è nominato con provvedimento motivato del direttore generale, decade dall'incarico entro tre mesi dalla data di nomina del nuovo direttore generale e può essere riconfermato.
3. Il rapporto di lavoro del direttore amministrativo è a tempo pieno, regolato da contratto di diritto privato di durata quinquennale, rinnovabile e non può comunque protrarsi oltre il settantesimo anno di età.
4. Il contratto di cui al comma 3 è stipulato dal direttore generale con il direttore amministrativo sulla base di uno schema approvato dalla Giunta della Regione Campania e conforme ai contenuti fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 3, comma 6, del decreto legislativo n. 502 del 1992.
5. Il direttore amministrativo dirige i servizi amministrativi dell'Istituto.
Art. 16
Collegio dei revisori
1. Il collegio dei revisori svolge i compiti previsti dall'articolo 20 del decreto legislativo 30 giugno 2011, n. 123 (Riforma dei controlli di regolarità amministrativa e contabile e potenzia mento dell'attività di analisi e valutazione della spesa, a norma dell'articolo 49 della legge 31 dicembre 2009, n. 196) ed è nominato dal direttore generale dell'Istituto. Il collegio è composto da tre membri di cui due designati dalla Regione Campania, fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili previsto dal decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, che modifica le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE, e che abroga la direttiva 841253/CEE) ed uno designato dal Ministro dell'economia e delle finanze.
2. Il direttore generale convoca il collegio dei revisori per la prima seduta.
3. Il collegio dei revisori dura in carica tre anni.
4. Il collegio dei revisori, all'atto del suo insediamento, elegge il presidente tra i suoi componenti.
5. L'indennità annua lorda spettante ai componenti del collegio dei revisori è fissata in misura pari al dieci per cento degli emolumenti del direttore generale dell'Istituto. AI presidente del collegio compete una maggiorazione pari al venti per cento dell'indennità fissata per gli altri componenti.
Art. 17
Organismo indipendente di valutazione della performance
1. L'Istituto è tenuto a dotarsi di un Organismo indipendente di valutazione (OIV) della performance, ai sensi delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni).
2. L'OIV di cui al comma 1 esercita, in piena autonomia, le attività di cui all'articolo 14 del decreto legislativo n. 150 del 2009 e riferisce, in proposito, direttamente al consiglio di amministrazione dell'Istituto.
3. L'OIV è composto da un collegio di tre esperti, di cui uno con funzioni di coordinatore ed è nominato, sentita la Commissione di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 150 del 2009, dal consiglio di amministrazione dell'Istituto per un periodo di tre anni. L'incarico dei componenti può essere rinnovato una sola volta.
4. L'OIV della performance:
a) monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso;
b) comunica tempestivamente le criticità riscontrate ai competenti organi interni di governo ed amministrazione, nonché alla Corte dei conti. all'Ispettorato per la funzione pubblica e alla Commissione di cui all'articolo 13;
c) valida la relazione sulla performance di cui all'articolo 10 del decreto legislativo n. 150 del 2009 e ne assicura la visibilità attraverso la pubblicazione sul sito istituzionale dell'amministrazione; 12
d) garantisce la correttezza dei processi di misurazione e valutazione, nonché dell'utilizzo dei premi di cui al Titolo III del decreto legislativo n. 150 del 2009, secondo quanto previsto dallo stesso decreto, dai contratti collettivi nazionali, dai contratti integrativi, dai regolamenti interni all'amministrazione, nel rispetto del principio di valorizzazione del merito e della professionalità;
e) propone, sulla base del sistema di cui all'articolo 7 del decreto legislativo n. 150 del 2009, all'organo di indirizzo politico-amministrativo, la valutazione annuale dei dirigenti di vertice e l'attribuzione ad essi dei premi di cui al suddetto Titolo III;
f) è responsabile della corretta applicazione delle linee guida, delle metodologie e degli strumenti predisposti dalla Commissione di cui all'articolo 13 del decreto legislativo n. 150 del 2009;
g) promuove e attesta l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità di cui al decreto legislativo n. 150 del 2009;
h) verifica i risultati e le buone pratiche di promozione delle pari opportunità.
5. I componenti dell'OIV possiedono elevata professionalità ed esperienza, maturata nel campo del management, della valutazione delle prestazioni del personale delle amministrazioni pubbliche e degli investimenti pubblici. Non fanno parte degli organismi indipendenti di valutazione coloro che rivestano incarichi pubblici elettivi o cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali, o che hanno rivestito tali incarichi o cariche negli ultimi cinque anni.
Art. 17
Statuto
1. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di ratifica del presente accordo il consiglio di amministrazione provvede. alla revisione dello statuto dell'Istituto uniformandolo alle disposizioni di cui al presente accordo.
2. Lo statuto è approvato con atto della Regione Campania su conforme parere della Regione Calabria.
3. Entro il termine di cui al comma 1 il consiglio di amministrazione, su proposta del direttore generale, adotta il regolamento per l'ordinamento interno dei servizi dell'Istituto e le relative dotazioni organiche.
4. Se il consiglio di amministrazione non provvede entro i termini previsti agli adempimenti di cui ai commi 1 e 2, la Regione Campania, di intesa con la Regione Calabria, assegna un congruo termine, decorso inutilmente il quale, sentito l'Istituto interessato, nomina un apposito commissario che provvede all'adozione degli atti entro quarantacinque giorni dalla nomina.
Art 18
Ripartizione quote di finanziamento
1. Il finanziamento dell'Istituto è assicurato:
a) dallo Stato, a norma delle leggi vigenti;
b) dalle Regioni e dalle aziende sanitarie locali per le prestazioni poste a carico delle stesse;
c) dalle aziende sanitarie locali con le quote degli introiti derivanti dai contributi riscossi per le prestazioni di ispezione e controllo sanitario;
d) dai proventi diversi disciplinati con i provvedimenti regionali (e provinciali) di cui all'articolo 5.
2. Il finanziamento dell'Istituto è inoltre assicurato:
a) da finanziamenti statali e regionali per l'erogazione di servizi e compiti aggiuntivi a quelli menzionati all'articolo 3;
b) da contributi di enti pubblici e privati, organizzazioni ed associazioni interessati alla difesa sanitaria del patrimonio zootecnico e al miglioramento e controllo delle produzioni zootecniche e alimentari;
c) dai redditi del proprio patrimonio;
d) dagli utili derivanti dalle attività di produzione;
e) dagli introiti per la fornitura di servizi e per l'erogazione di prestazioni a pagamento;
f) da ogni altra entrata percepita dall'Istituto.
3. Le quote percentuali della ripartizione dei contributi erogati o anticipati dalla Regione Campania e dalla Regione Calabria cogerenti in caso di inadeguatezza delle somme spettanti all'Istituto ai sensi del comma 1, lettera a), sono stabilite in base ai criteri seguenti:
a) 50 per cento per la consistenza del patrimonio zootecnico;
b) 20 per cento per la consistenza della popolazione residente;
c) 15 per cento per il numero dei laboratori periferici;
d) 15 per cento per l'estensione della superficie territoriale.
Art. 19
Personale
1. Il rapporto di lavoro del personale dell'Istituto è disciplinato dalle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 502 del 1992 e nel decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
2. Ai concorsi per l'assunzione in Istituto si applica il regolamento previsto dall'articolo 18, comma 1, del decreto legislativo n. 502 del 1992, salvo diverse disposizioni applicabili al personale addetto alla ricerca.
Art. 20
Gestione contabile e patrimoniale
1. L'Istituto adotta le norme di gestione contabile e patrimoniale delle aziende sanitarie della Regione ove ha sede l'Istituto medesimo.
Art. 21
Patrimonio
1. Il patrimonio dell'Istituto è costituito dai beni di proprietà al momento della data di entrata in vigore del presente accordo e da quelli che pervengono all'Istituto per donazione od altro titolo.
2. In caso di cessazione dell'Istituto i beni che compongono il patrimonio sono trasferiti alla Regione nel cui territorio insistono i beni stessi.
Art. 22
Controlli
1. Sono sottoposte all'approvazione delle Regioni cogerenti le deliberazioni dell'Istituto concernenti:
a) l'approvazione del bilancio pluriennale di previsione e del piano triennale delle attività, del bilancio preventivo economico annuale, delle relative variazioni e del conto consuntivo;
b) l'adozione e la modificazione dello statuto di cui all'articolo 17, del regolamento di cui all'articolo 9, comma 3, lettera b) e del regolamento per la gestione economico-finanziaria e patrimoniale;
c) l'approvazione del piano annuale di attività;
d) l'approvazione dei programmi di spesa pluriennali e dei provvedimenti per la disciplina e l'attuazione dei contratti e delle convenzioni;
e) l'adozione di atti di disposizione del patrimonio immobiliare;
f) la determinazione della dotazione organica complessiva del personale;
g) l'approvazione del tariffario per le prestazioni rese nell'interesse di terzi.
2. Gli atti di cui alla lettera a) del comma 1 sono trasmessi, ai fini dell'approvazione, corredati dal parere del collegio dei revisori.
3. Gli atti di cui al comma 1 non sono esecutivi fino all'espletamento delle procedimento di controllo. Solo per motivi di urgenza o per particolari motivi da indicarsi nella deliberazione, il Consiglio di amministrazione può all'atto della trasmissione di cui al comma 4 dichiararli, sotto la propria responsabilità, provvisoriamente esecutivi.
4. Gli atti di cui al comma 1, entro dieci giorni dalla loro adozione, sono trasmessi alla Giunta della Regione Campania e alla Giunta della Regione Calabria, che può prospettare tempestivamente osservazioni o rilievi alla Giunta della Regione Campania, ai fini della relativa decisione.
5. Tutti gli atti di cui al comma 1 si Intendono approvati se la Giunta della Regione Campania non si pronuncia decorso il termine di quaranta giorni dal loro ricevimento. Tale termine può essere interrotto una sola volta a seguito di chiarimenti o elementi integrativi richiesti dalla Giunta regionale della Campania.
6. I chiarimenti e gli elementi integrativi di cui al comma 5 pervengono, a pena decadenza, entro i successivi quindici giorni e da tale data decorre nuovamente il termine di venti giorni.
7. Il provvedimento negativo di controllo, adeguatamente motivato, impedisce l'efficacia delle deliberazioni e fa venire meno fin dall'inizio gli effetti di quelle provvisoriamente esecutive.
8. Gli atti non soggetti al controllo preventivo regionale sono efficaci trascorsi dieci giorni dalla pubblicazione nell'albo dell'Istituto.
Art. 23
Norme finali e transitorie
1. Il consiglio di amministrazione di cui all'articolo 8 è nominato entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della legge di ratifica del presente accordo.
2. Gli organi in carica alla data di entrata in vigore del presente accordo continuano ad espletare le loro funzioni fino all'insediamento dei nuovi organi dell'Istituto.
Regione Campania Regione Calabria
Il Presidente Il Presidente
Stefano Caldoro Giuseppe Scopelliti
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
l’intera costa ionica reggina, dopo le violente mareggiate dei primi giorni di dicembre, è da giorni devastata da onde violente che continuano ad abbattersi con inaudita violenza sui lungomari di numerosi centri, da Melito, San Lorenzo Marina, Condofuri e Bova Marina fino ad Ardore, Locri, Siderno, Marina di Gioiosa, Roccella, Caulonia, Monasterace e tutta l’alta Locride, in particolare, il lungomare di Siderno ormai irriconoscibile e difatti inesistente;
considerato che, dopo i gravissimi danni registrati nelle settimane scorse e che avevano già fortemente deteriorato aree veicolari e pedonali delle stesse infrastrutture, compromettendo nel contempo i siti balneari di gran parte degli operatori turistici, i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali di settore avevano perorato interventi a tutte le Istituzioni per il ripristino dello stato dei luoghi;
atteso che, dopo i danni incalcolabili anche al patrimonio archeologico provocati ulteriormente in questi giorni e che hanno distrutto lunghi tratti di litorali urbani, necessitano interventi urgenti per non mettere a rischio anche la stessa salvaguardia delle persone;
dato atto che, nei mesi scorsi il Dipartimento ai Lavori Pubblici, guidato con capacità e competenza dall’Assessore Giuseppe Gentile, nell’ambito del generale Piano di Salvaguardia delle fasce costiere, aveva già disposto l’utilizzo di somme consistenti per affrontare, tra l’altro, le emergenze manifestatesi tra Brancaleone e Bova Marina, nonché nel tratto tra Punta Stilo e la foce del Torbido, per complessivi cinquemilioni di euro;
ritenuto che, per le gravissime criticità venutesi a creare nel resto dell’Area Grecanica e nell’intera Locride, occorre individuare le ulteriori risorse necessarie per far fronte sia alle devastazioni più urgenti di Condofuri e San Lorenzo Marina che a quelle tra Siderno e Roccella;
considerato altresì che, in mancanza, verrebbero ad essere definitivamente compromesse per lungo tempo le già gracili attività turistiche dell’intero Comprensorio Ionico,
impegna
il Presidente della Giunta regionale a richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale, stante l’entità dei danni registrata e che ammontano a decine di milioni di euro;
i Dipartimenti competenti a mettere in campo, nelle more, ogni utile iniziativa per reperire le ulteriori risorse necessarie ad affrontare le emergenze dei litorali dell’Area Grecanica nonché quelle dei centri Locridei ed in particolare di Siderno e Roccella, dove si sono registrati i maggiori danni e che rischiano di compromettere l’esistenza non solo delle strutture turistiche ma anche delle abitazioni civili.
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
la popolazione locale lamenta notevoli disagi di natura igenico-sanitaria, e che le discariche non si costruiscono più in nessun paese d’Europa, perché considerate obsolete, e comunque la Giunta regionale prima di disporre l’ampliamento della discarica, avrebbe dovuto provvedere alla bonifica totale e definitiva della dismessa discarica esistente,
impegna
il Presidente e la Giunta regionale affinché non vengano eseguiti i lavori di ampliamento della discarica di Petrosi di Casignana (RC) ed a convocare con la massima urgenza un tavolo tecnico con le associazioni ambientalistiche, con il comitato “no discarica” ed i comuni interessati.