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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

73.

SEDUTA DI LUNEDI’ 23 SETTEMBRE 2013

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 16,13

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

NUCERA Giovanni, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, per favore, chiedo la parola per un inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Le darò la parola dopo la reintegra dei non eletti.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 246/9^ d'Ufficio, recante: “Presa d’atto delle dimissioni del Consigliere regionale Francescantonio Stillitani ed eventuale surroga”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 246/9^ d'Ufficio, recante: “Presa d’atto delle dimissioni del consigliere regionale Francescantonio Stillitani ed eventuale surroga” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale -

dato atto che con lettera in data 6 settembre 2013, acquisita agli atti in data 10 settembre 2013, protocollo generale 39352, il signor Francescantonio Stillitani ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere regionale;

considerato che a norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, numero 108, recante “Norme per l’elezione del Consiglio regionale delle Regioni a Statuto normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;

che, pertanto, si deve procedere alla surroga del consigliere dimissionario e ciò nei modi di cui sopra alla richiamata disposizione di legge;”

Prego i colleghi consiglieri regionali di prendere posto perché non si capisce assolutamente nulla. Capisco che nelle comunicazioni ci si possa distrarre ma stiamo surrogando un consigliere regionale con un altro. Prendiamo posto, ci accomodiamo. Chi deve parlare vada fuori, non si sente nulla!

“Considerato, infine, che così come risulta dalla copia del verbale dell’ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Vibo Valentia per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria anno 2010 nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 12 avendo il contrassegno “Unione di Centro-Casini” nella quale era stato eletto il consigliere dimissionario è riportato quale primo dei non eletti il candidato Salvatore Bulzomì con cifra individuale 2.386. -

delibera

di attribuire al candidato Salvatore Bulzomì il seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del consigliere Francescantonio Stillitani”.

Pongo in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

Il neoconsigliere Salvatore Bulzomì può prendere posto tra i banchi; a lui auguro buon lavoro.

(Applausi)

(Il consigliere Salvatore Bulzomì prende posto tra i banchi riservati ai consiglieri di centro-destra)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 248/9^ d'Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del Consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55, modificata dal D.lgs n. 235/2012)”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento amministrativo numero 248/9^ d'Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del Consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55, modificata dal D.lgs n. 235/2012)”.

Do lettura della deliberazione: “Il Consiglio regionale -

visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 9 settembre 2013, trasmesso dall'Ufficio territoriale del Governo di Catanzaro in data 10 settembre 2013, relativo alla sospensione del Sig. Antonio Rappoccio dalla carica di consigliere della Regione Calabria, a decorrere dal 30 luglio 2013;

atteso che, trattandosi di sospensione intervenuta ai sensi dell'art. 15, commi 4-bis e 4-ter della legge 19 marzo 1990, n. 55 e successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, n. 30, questo Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 3 della citata legge n. 30/94, deve procedere - nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione e, comunque, non oltre trenta giorni dalla predetta notificazione - alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti;

considerato che, come risulta dalla copia del verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria, relativo alle elezioni del Consiglio regionale della Calabria anno 2010, nella stessa lista n. 10 avente il contrassegno "Insieme per la Calabria", nella quale è stato eletto il consigliere sospeso, il candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti è il Sig. Aurelio Chizzoniti, con cifra individuale 2.561;

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni al Sig. Aurelio Chizzoniti, in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;

vista la legge 12 gennaio 1994, n. 30;

delibera

di procedere alla temporanea sostituzione del consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale al Sig. Aurelio Chizzoniti, candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti con cifra individuale 2.561”.

Questa è la delibera che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Invito il consigliere Chizzoniti a prendere posto tra i banchi del Consiglio regionale. Auguri di buon lavoro.

(Il consigliere Aurelio Chizzoniti prende posto tra i banchi riservati ai consiglieri di centro-destra)

CHIZZONITI Aurelio

Signor Presidente, le chiedo scusa, sono qua, mi concede 5 minuti per un intervento telegrafico?

PRESIDENTE

Consigliere Chizzoniti, di solito non è previsto, anche rispetto agli altri consiglieri.

CHIZZONITI Aurelio

Signor Presidente, pago 50 anni di pesca subacquea, quindi non sto ascoltando, non sto sentendo quello che dice.

PRESIDENTE

Allora grido, mi ascolta? Sto dicendo che, di solito, è prassi del Consiglio regionale che tutti i consiglieri regionali che arrivano, anche se vorrebbero rivolgere un saluto al Consiglio, non intervengano.

Fino adesso, in questi tre anni in cui abbiamo proceduto con tante surroghe e tante sostituzioni, non è stata prassi del Consiglio regionale far rivolgere un saluto al consigliere entrante. E’ sempre stato così da parte di tutti i colleghi. Molti mi hanno chiesto di intervenire ma abbiamo evitato da sempre.

Penso che gli altri consiglieri che sono subentrati in passato potrebbero anche rimanere male.

CHIZZONITI Aurelio

Ho capito ma volevo dirle, signor Presidente, che la prassi nella gerarchia delle fonti sta all’ultimo posto, i diritti sono insopprimibili.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Collega Chizzoniti, si metta nei miei panni.

CHIZZONITI Aurelio

Ho chiuso, signor Presidente. Siccome sono una persona corretta quel che vorrei dire sullo scandalo giustizia a Reggio Calabria lo vorrei dire qua, altrimenti lo dirò domani in una conferenza stampa e potrebbe anche non essere corretto perché quello che voglio dire riguarda questo Consiglio. Se non me lo consente prendo atto che non posso intervenire, per l’amor di Dio!

PRESIDENTE

Sta facendo un intervento ma poichè tutti gli altri colleghi…

CHIZZONITI Aurelio

A me non interessa quel che fanno o non fanno gli altri, signor Presidente, abbia pazienza! Non ha nulla da temere rispetto a ciò che voglio dire. Non si può parlare? Prendo atto che non si può parlare.

(Interruzione)

Siamo ad un passo dalla dittatura, questa è la fine dell’Italia perché se si perquisiscono le relazioni dei giornali, si perquisiscono i giornalisti e non si può intervenire nella massima Assise assembleare della Regione Calabria c’è da prendere le valige ed andarsene fra i canguri in Australia. Grazie.

PRESIDENTE

Consigliere Chizzoniti, a me dispiace che abbia detto queste parole perché non mi sembra che in questo Consiglio regionale si siano mai verificati questioni del genere.

CHIZZONITI Aurelio

Signor Presidente, le brutture della giustizia in questa città devono venire a galla, lo vuol capire? Anche perché si tratta di quella giustizia che prima scarcera delinquenti e poi addebita a questo Consiglio la responsabilità di averlo reintegrato. Ha capito adesso cosa voglio dire? Queste sono porcherie e scarcerare persone perché hanno chiuso la Segreteria politica è osceno ed io ho il diritto di sbandierarlo in questa città ed in questa sede.

Se si assume la responsabilità, la responsabilità è sua, queste sono cose gravissime che oggi riguardano me ma domani possono riguardare lei. Ha capito che c’è un problema giustizia nella città di Reggio Calabria? E se un Procuratore capo interviene per delegittimare i procuratori che danno parere favorevole un motivo ci deve pur essere.

(Interruzione)

Non è interessato a sentire queste cose, ne prendo atto.

PRESIDENTE

Consigliere Chizzoniti, il Consiglio regionale su questo episodio che l’ha riguardata, così come su tutti gli altri che si sono verificati, ha seguito esattamente le regole che non sono le regole che dispongo io o qualcun’altro ma sono le regole che prevede la legge.

Abbiamo seguito in maniera attenta e rispettosa quanto prevede la legge sia quando ci sono state le sospensioni sia quando ci sono stati i reintegri sia quando c’è stata la supplenza. Stiamo seguendo la legge sugli atti e, quindi, se ha qualcosa da eccepire rispetto a quel che il Consiglio regionale ha fatto non è questa la sede. Ha tutti gli strumenti necessari per poter eccepire qualsiasi tipo di questione di natura giuridica.

Le posso assicurare che questo Consiglio regionale ha rispettato le regole, così come ha proceduto anche in questa occasione in cui ha chiesto di intervenire. Perché gli altri suoi colleghi non hanno mai parlato quando si sono insediati? perché questo è quello che ci siamo detti nel rispetto assoluto di tutti e -se si ricorda bene- non ha parlato neanche lei quando è arrivato la prima volta. Voglio difendere, assolutamente, il Consiglio regionale per il modo di procedere e per tutto quello che ci siamo detti.

Poi ci sono altri argomenti, la stampa, le conferenze-stampa che attengono ad altri percorsi che non appartengono a quello istituzionale del Consiglio.

Andiamo avanti.

Relazione sul rendiconto generale della Regione Calabria - Esercizio finanziario 2011 e relativi riferimenti all'Esercizio finanziario 2010 approvata dalla Corte dei Conti - Sezione Regionale di Controllo per la Calabria - nell'adunanza pubblica del 29 luglio 2013

PRESIDENTE

Il terzo punto all’ordine del giorno recita “Relazione sul rendiconto generale della Regione Calabria - Esercizio finanziario 2011 e relativi riferimenti all'Esercizio finanziario 2010 approvata dalla Corte dei Conti - Sezione Regionale di Controllo per la Calabria - nell'adunanza pubblica del 29 luglio 2013”.

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, prima ho chiesto la parola su un ordine del giorno.

PRESIDENTE

Volevo solo parlare di questo argomento e poi le darò la parola. Anche il consigliere Imbalzano ha chiesto di parlare.

Dicevo che la “relazione sul rendiconto generale della Regione Calabria - esercizio finanziario 2011 e relativi riferimenti all'esercizio finanziario 2010 approvata dalla Corte dei Conti - Sezione regionale di controllo per la Calabria - nell'adunanza pubblica del 29 luglio 2013” riguarda la relazione che la Corte dei conti ha fatto sull’attività della Giunta regionale.

Abbiamo avuto una lunga riunione dei capigruppo ed infatti il Consiglio regionale è iniziato in ritardo perché la Conferenza dei capigruppo ha discusso ed ha approfondito in particolare questa tematica ed abbiamo deciso, proprio perché il Consiglio si sarebbe prolungato anche nel pomeriggio, che si tratta di un argomento importante e delicato che deve essere oggetto di riflessione molto pertinente da parte dei gruppi.

Abbiamo deciso, quindi, di rinviarlo alla prossima seduta di Consiglio regionale, inserirlo al primo punto all’ordine del giorno nella seduta del 14 ottobre per offrire l’opportunità ai gruppi consiliari, quindi a tutti i consiglieri regionali, di leggere con attenzione e dovizia di particolari la relazione della Corte dei conti e poter proporre degli interventi che possano offrire un contributo fattivo sulla organizzazione futura della nostra Regione.

Il punto, per volontà unanime da parte dei capigruppo, sarà, pertanto, inserito al primo punto della prossima seduta di Consiglio regionale.

Finita la parte preliminare ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

GALLO Gianluca (UDC)

Grazie, Presidente, intervengo per proporre un ordine del giorno, con la sottoscrizione di altri colleghi, tra i quali i consiglieri Franchino e Caputo, che riguarda la proposta di assegnazione del Premio Nobel per la letteratura ad un poeta e scrittore calabrese che risponde al nome di Dante Maffia che in questi anni ha raggiunto elevati livelli nel settore della scrittura, della narrazione e della poesia ed è stato anche insignito di vari premi e per il quale si è formato un comitato spontaneo per la proposta dell’assegnazione del Premio Nobel all’Accademia di Svezia.

Credo che anche la Regione Calabria potrebbe, attraverso questo ordine del giorno, entrare a far parte di questo comitato ed affiancarsi al percorso che potrebbe conferire rilievo ad un cittadino calabrese che, ripeto, ha raggiunto ottimi traguardi nel settore della cultura, della scrittura e della poesia. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Gallo ha chiesto l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno. Nessuno chiede di parlare contro, pertanto pongo in votazione la richiesta di inserimento per poi votarlo a fine Consiglio.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Signor Presidente, anche io le chiedo di inserire all’ordine del giorno una mozione presentata il 3 settembre sulla delicata situazione del gruppo Ansaldo Breda ed in particolare sullo stabilimento ex Omeca di Reggio Calabria rispetto al quale c’è stata – come è noto – una audizione dei vertici di Finmeccanica sulla quale credo sia giusto relazionare a questo Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di una mozione all’ordine del giorno sull’azienda Ansaldo Breda e quindi sullo stabilimento ex Omeca di Reggio Calabria.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, chiedo scusa, cosa chiede di discutere?

PRESIDENTE

Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di una mozione che ha presentato agli atti della Presidenza.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, prima di votare possiamo avere copia della mozione? La può fare distribuire?

PRESIDENTE

Vuole leggere la mozione?

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Per chiarire al consigliere Naccari di che si tratta, visto che ha posto un problema sulla mozione, se mi dà la possibilità mentre si fanno le copie.

PRESIDENTE

Prego, collega Imbalzano.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Collega Naccari, ho chiesto formalmente l’inserimento della mozione che era datata 3 settembre.

Successivamente c’è stato l’incontro con i vertici, con il top manager di Finmeccanica, e ho presentato quella che considero una bozza - perché ovviamente verrà discussa poi dal Consiglio regionale – di ordine del giorno che dovrebbe seguire alla discussione sulla mozione.

L’ordine del giorno ovviamente è aperto ad ogni apporto e siamo qui durante la discussione – l’ho consegnato alla Presidenza stessa, per cui prego la Presidenza di distribuirlo.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Posso Presidente?

PRESIDENTE

Prego, collega Naccari.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, questo ordine del giorno, come ha detto il collega, è stato redatto prima dell’incontro e delle notizie che abbiamo letto.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Collega Naccari, la mozione è anteriore, l’ordine del giorno è successivo.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Ci potete, cortesemente, distribuire quello che discuteremo oggi? Altrimenti sto parlando del passato. Distribuiteci, cortesemente quel che è in discussione oggi.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

L’ho consegnato alla Presidenza.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Credo, in ogni caso, che su un argomento di questo genere, su cui la Commissione ha discusso per un paio di ore, probabilmente sarebbe opportuno redigere, insieme, un ordine del giorno comune altrimenti…

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Collega Naccari, ho detto che l’ordine del giorno è aperto e quindi al momento opportuno andremo, se necessario, a rivisitarlo.

PRESIDENTE

Il consigliere Imbalzano ha presentato l’ordine del giorno contestualmente alla richiesta del suo inserimento. Per votare l’inserimento all’ordine del giorno deve essere d’accordo anche la minoranza. Se lei, collega Naccari, non è d’accordo non c’è la possibilità di inserirlo. Se lei, invece, è d’accordo, votiamo l’inserimento, l’ordine del giorno lo potrete redigere insieme quando ci sarà da votare alla fine.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, proprio questo: o l’ordine del giorno lo discutiamo insieme e lo presentiamo, e a questo punto noi non abbiamo un documento che è già agli atti e che è emendabile dalla minoranza - non essendoci più la necessità di trovare un quorum - oppure chiaramente noi non ci stiamo.

Quindi, se l’ordine del giorno è una bozza che discutiamo e che ripresenteremo a firma congiunta, maggioranza e minoranza, noi non abbiamo alcun problema.

PRESIDENTE

Facciamo così, andiamo avanti con i lavori del Consiglio. Intanto, i consiglieri esaminano nel merito la questione, finito il prossimo punto all’ordine del giorno, se c’è un accordo, lo inseriamo all’ordine del giorno. Sospendiamo, pertanto, l’argomento e andiamo avanti con i lavori del Consiglio.

Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

DE GAETANO Antonino (PD)

Presidente, volevo presentare un ordine del giorno che riguarda la situazione dei ragazzi talassemici dell’ospedale di Locri. Ne chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Consigliere De Gaetano, l’ordine del giorno riguarda?

DE GAETANO Antonino (PD)

La situazione dei ragazzi talassemici dell’ospedale di Locri.

PRESIDENTE

Ha già fornito copia ai banchi della Presidenza? Allora pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere De Gaetano all’ordine dei lavori.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 247/9^ di iniziativa del consigliere Caputo, recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5, 5-bis della legge n. 148 del 14.09.2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 247/9^ di iniziativa del consigliere Caputo, recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5, 5-bis della legge n. 148 del 14.09.2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012”.

Cinque Consigli regionali possono proporre un referendum abrogativo su questioni che riguardano la legislazione nazionale. La proposta che parte dal consigliere Caputo riguarda il Tribunale di Rossano. Già quest’Aula si è occupata degli altri Tribunali, il Governo ha assunto questa iniziativa di soppressione, abbiamo seguito e tutti i consiglieri hanno partecipato a manifestazioni su Rossano. Il Consiglio regionale ha approvato diversi ordini del giorno e il consigliere Caputo è pure intervenuto nell’ultima seduta di Consiglio.

E’ un provvedimento che è già passato dalla prima Commissione consiliare e approda in Aula per il voto dell’Assemblea.

Pertanto, il consigliere Caputo ha facoltà di svolgere la relazione in modo tale da introdurre la discussione per poi arrivare alla votazione del provvedimento.

Ricordo, anche, che il Consiglio deve nominare un consigliere titolare ed uno supplente che possano seguire tutto l’iter del referendum. Pertanto dopo la votazione della proposta abrogativa dobbiamo procedere ad effettuare queste nomine.

CAPUTO Giuseppe (PDL), relatore

Presidente, non intendo parlare se quest’Aula… Non chiedo di essere ascoltato, perché è relativo, ma, quanto meno, che mi si faccia continuare. Non è possibile! Neanche nella peggiore assemblea di condominio accade quel che accade qui.

PRESIDENTE

Ha ragione, collega Caputo, intervenga quando c’è silenzio assoluto. Prego i colleghi consiglieri di prendere posto.

CAPUTO Giuseppe (PDL), relatore

Come lei già ha avuto modo di dire, Presidente, il provvedimento già passato in Commissione è stato votato alla unanimità e di questo ringrazio sia i consiglieri di maggioranza che di opposizione.

Cosa dire? Purtroppo stiamo vivendo - e da un po’ di tempo i mass-media, la stampa ne stanno parlando quotidianamente - il deliberato del Governo che ha accorpato il Tribunale di Rossano al Tribunale di Castrovillari…

(Interruzione)

Presidente, mi siedo, non intendo continuare, eventualmente lo illustra lei. Mi consenta di dirle, Presidente, che se non siamo in grado di mantenere un minimo di ordine nell’Aula, io ci rinuncio me ne vado. Non è un’Aula di Consiglio regionale, si può paragonare ad un’altra cosa ma non è certamente un’Aula di Consiglio regionale mi sembra più una stazione ferroviaria dove si arriva, si parte…

Chiedo scusa per questo sfogo ma per chi è stato nelle istituzioni da un po’ di tempo, onestamente trovo un senso di smarrimento, mi limito a dir questo.

Quello che è stato votato dal Governo, cioè l’accorpamento del nostro Tribunale di Rossano, con 150 anni di storia, al Tribunale di Castrovillari, una cittadina di 18-19 mila abitanti, un’area urbana di 80 mila abitanti ed un territorio di 130 mila abitanti, credo che abbia quanto meno suscitato le proteste di un territorio che si vede negato un servizio.

Questo provvedimento rappresenta l’ultima soluzione, perché rientra nella competenza del Consiglio regionale presentare proposte di referendum abrogativo; infatti, l’articolo 75 della Costituzione dà la possibilità a 5 Consigli regionali di poter chiedere un referendum abrogativo, nel caso specifico del decreto legislativo 155 che si è pronunciato in materia di ordinamento delle sedi giudiziarie e che ha proceduto ad accorpare determinati tribunali.

L’ultima soluzione perché? Perché nonostante le proteste e le vigorose campagne di stampa, nonostante i continui appelli al ministro Cancellieri, quest’ultimo, purtroppo, non si stanca di meravigliarci quasi quotidianamente. Indispettisce ancora di più se si pensa che è di tre-quattro giorni addietro la sua ultima perla in cui  - forse senza badare a quel che diceva – ha affermato con grande leggerezza che se si fossero seguite regole oggettive in Calabria sarebbero stati chiusi altri tribunali.

Impallidisco di fronte a queste dichiarazioni fatte a cuor leggero perché se uno analizza quel che è stato detto e se il ministro Cancellieri non ha seguito regole oggettive significa che ha agevolato o per simpatia, o per peso specifico o per peso politico altri tribunali che a norma di quanto prevede lo stesso decreto legislativo 155 non potevano e non dovevano restare in vita.

Sono gravissime le dichiarazioni del ministro Cancellieri, non sono da sottovalutare anche perché è un Ministro che si contraddice periodicamente: 20 giorni fa ha affermato che non avrebbe chiuso nessun Tribunale nei territori in cui erano presenti sacche di delinquenza e di criminalità organizzata - e il nostro territorio purtroppo non è esente dalla presenza di criminalità organizzata – e credo che basti far riferimento ai processi che si sono celebrati negli ultimi 2/3 anni, allora io mi chiedo di fronte ad un Ministro che si comporta in questa maniera come si può non insorgere.

Non so cosa fare, Presidente, questa è l’ultima soluzione, l’ultima possibilità che abbiamo! Di fronte alla disinvoltura di un Ministro che confessa, praticamente, che non si sono seguite regole oggettive per quanto riguarda l’accorpamento dei tribunali è bene sollevare il problema.

Castrovillari è stato salvato perché molto probabilmente ha qualche grosso burocrate e lo stesso Ministero di grazia e giustizia ha tirato per Castrovillari. Il Tribunale di Paola molto probabilmente a 20 minuti di distanza - ed è questo uno scandalo sconcertante – è stato salvato per arti magiche di qualcuna che eventualmente ha ritenuto di poter operare in barba a tutte le regole che avrebbero dovuto consentire il salvataggio del Tribunale di Rossano.

Questa è l’ultima soluzione, Presidente, e mi auguro che anche il suo ufficio si faccia carico, perché se non ci sono i 5 Consigli regionali non andiamo da nessuna parte. Mi pare che sia stato soggetto promotore l’Abruzzo seguito dalla Basilicata. Mi auguro che segua la Calabria ma ne mancano ancora due all’appello, Presidente. Faccio appello alla sua sensibilità perché c’è una scadenza che è il 30 di settembre.

Tutto deve essere deliberato entro il 30 settembre. Tutte le delibere compresa la nostra devono essere inoltrate a tutti i Consigli regionali d’Italia e faccio un appello anche agli uffici, Presidente, mi consenta questo perché purtroppo abbiamo visto cosa è successo nel recente passato.

Faccio appello anche al Segretario del Consiglio regionale. Nel recente passato il Consiglio regionale aveva votato perché la Regione stessa si costituisse in giudizio davanti alla Corte costituzionale. Quel giudizio, quel ricorso è stato redatto ma non è mai arrivato alla Corte costituzionale, qualcuno ha sbagliato indirizzo.

Sono cose che, mi si consenta, non voglio dire che ci possa essere sotto qualcosa, ma non dovrebbero assolutamente accadere. Questa pratica la seguirò di persona e ove dovessero sorgere o si dovesse incappare in difficoltà posso garantire che non intendo fermarmi.

Ritengo, quindi, per la serietà che ho e che hanno gli uffici, per chi li conduce, per chi li redige che questa pratica sia redatta nel migliore dei modi, che si rispettino i tempi, perché è importante. Per cui il 30 settembre non è fra un mese ma è fra sette giorni. Facciamo tutti gli adempimenti che dobbiamo fare, facciamo in modo di inoltrare la delibera stessa a tutti i Consigli regionali, facciamo in modo di avere gli altri due Consigli regionali che assieme a noi dovranno partecipare perché i Consigli regionali devono essere 5 e non possono essere né due né tre né uno.

E’ stato commesso un reato nei confronti del Tribunale di Rossano e chi conosce quel territorio sa che sto dicendo la verità, sa che è stato commesso un reato di abuso d’ufficio perché se qua volessimo continuare, Presidente…

Vedete, se ne avessimo voglia credo che potremmo anche denunciare penalmente perché l’abuso d’ufficio che è stato commesso nel preferire una cosa che non aveva titolo rispetto ad un’altra che il titolo l’aveva poteva anche configurare quella ipotesi che potrebbe essere anche perseguibile penalmente.

Quando diciamo che la gente non ha più fiducia nelle istituzioni, quando si tagliano i servizi, quando chiudiamo i Tribunali specialmente in Calabria un territorio che presenta mille difficoltà da quella angolatura, dal punto di vista della criminalità organizzata, della ‘ndrangheta, della presenza specialmente più spiccata in determinati territori e si chiudono Tribunali, con una leggerezza che onestamente fa riflettere per cui la fiducia nelle istituzioni e in chi vi rappresenta cade giorno dopo giorno. Anche perché chi ci governa, molto probabilmente facendo poca politica ed in maniera forse frettolosa, non può fare degli annunci di quel genere.

Se riuscissimo a fare e a promuovere una indagine conoscitiva del perché, di cosa è avvenuto, perché si è fatto ricorso al Tar e questo ha dato ragione sospendendo i trasferimenti, nonostante questo si è fatto corso e ricorso per cercare di arrivare.

Allora con tutta questa situazione che si è creata, questo provvedimento, il provvedimento di quest’oggi – mi auguro che ci possa essere l’unanimità dei consensi – vede il Consiglio regionale in prima persona impegnato ad abrogare quel decreto legislativo 155 che molto probabilmente poteva anche esistere se la legge delega avesse rispettato i presupposti che erano inseriti in quel decreto legislativo.

La legge delega e chi l’ha messa in pratica non ha rispettato assolutamente quei punti, quei presupposti che erano inseriti nel decreto legislativo perché se così fosse stato il Tribunale di Rossano non sarebbe stato assolutamente accorpato. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della sinistra)

Presidente, la ringrazio. Credo che il Consiglio regionale dovrebbe esprimersi favorevolmente per questa proposta che ci viene dalla prima Commissione consiliare per ispirazione del suo Presidente, consigliere Caputo.

Credo che la chiusura del Tribunale di Rossano non debba essere vista soltanto come un atto di scarsa valutazione di un territorio dove il Tribunale viene tolto da un’area molto popolosa e viene data in un’altra area meno importante. Credo che la difesa del Tribunale di Rossano debba essere intesa come la difesa dello Stato dove, purtroppo, il problema della non legalità è alquanto diffuso.

E’ anche vero che quella di Rossano è un’area a forte densità criminale, magari in quel territorio la criminalità è molto più avanzata rispetto a quella di altri territori, molto più emancipata rispetto alle dinamiche classiche che conosciamo noi; però se si osservassero, da Cariati all’Alto Ionio, le dinamiche organizzative della criminalità organizzata c’è da far rabbrividere.

Non è solo questo il punto. Il punto è che il bisogno di legalità passa anche sul controllo del diritto dei lavoratori di quel territorio. Siamo in un’area ad altissima intensità di illegalità nel lavoro con fortissime intensità di sfruttamento in cui si interviene per poter ripristinare i diritti del mondo del lavoro soprattutto nel campo dell’agricoltura e soprattutto nel controllo di decine e migliaia di lavoratori stranieri che vengono sottoposti al caporalato o i tanti braccianti che vivono senza un diritto e così via. Abbiamo visto man mano dal 1989, da quando col Governo Andreotti si è pensato di razionalizzare la giustizia e via via a scendere con la chiusura dei tribunali ecc., si è andati ad una riduzione di presenza dello Stato che adesso non c’è più.

Non possiamo accettare questa logica in cui lo Stato si ritira e dà spazio ad un altro antistato, l’antistato della criminalità organizzata. Credo che dobbiamo usare questa battaglia, collega Caputo, non solo come la bandiera per difendere lo Stato ed è questa una battaglia importante, ma dobbiamo usare questa battaglia per affermare che questa Regione deve avere presenze dello Stato vero non i militari che vanno a presiedere contro la criminalità organizzata. Ma lo Stato che fa le investigazioni, lo Stato che tutela i diritti, lo stato che dirime le controversie.

Questa è una battaglia importante e dovremmo riuscire a fare questo e ad essere all’avanguardia di una battaglia nuova non solo territoriale. Anche Cinquefrondi ha lo stesso problema di Rossano. Cinquefrondi è una sezione distaccata del Tribunale di Palmi e anche quello è un luogo di frontiera in cui non bisogna mollare di un centimetro la presenza delle istituzioni.

Per questo già nel momento in cui ho visto che era all’ordine del giorno pur non essendo  componente della prima Commissione mi sono premurato di telefonare al presidente Caputo per dirgli che c’era il sostegno del mio gruppo politico.

Credo sia importante non trascurarlo ed è importante mantenere i tempi che ci chiede il consigliere Caputo.

Poi una cosa le chiedo, Presidente: il collega Caputo ha fatto una denuncia gravissima en passant, ha parlato di un ricorso che non è mai partito e non è mai arrivato a destinazione alla Corte Costituzionale. Qui bisogna sapere cosa è successo proprio per la legalità e per il rispetto delle istituzioni. Come mai una decisione di questo luogo non viene applicata?

Presidente, so che è interessante che parli col suo Vicepresidente, ma il consigliere Caputo ha fatto una denuncia grave, ha parlato di un ricorso alla Corte costituzionale, di una decisione che non è mai arrivata a destinazione nei tempi dovuti. Si può sapere cosa è successo? Probabilmente cominciamo a pensare che l’antistato è molto più a fondo qui dentro che non fuori, sarebbe molto importante far molta chiarezza su questo, Presidente.

Intanto, chiedere al consigliere Caputo cosa è successo realmente e poi dare una risposta a tutti quanti noi su quanto è successo. Grazie.

PRESIDENTE

Provvederò, non ho dato risposta al consigliere Caputo ma è la prima cosa che faremo con gli uffici, attraverso sia i nostri sia quelli dell’Avvocatura regionale. Faremo una verifica sulla base di quanto ha detto il consigliere Caputo in Aula, se l’avesse detto prima magari anche prima della seduta odierna l’avremmo già fatto. Mi sembra una cosa talmente assurda che il Consiglio regionale deliberi un percorso e poi non…

Conosco gli uffici e so che vi lavora gente seria, preparata e competente che fa fino in fondo il proprio dovere, soprattutto su questo argomento dove c’è la volontà unanime da parte del Consiglio. Quindi maggioranza e minoranza abbiamo deciso la stessa cosa sui Tribunali. Faremo una verifica e sono certo…

(Interruzione)

Ha fatto bene a ricordarlo perché ho avuto l’opportunità anche di chiarire questo aspetto. Provvederemo a fare tutti gli accertamenti del caso. Se poi il collega Caputo conosce qualche altra retroscena, qualche altro risvolto me lo farà presente e ci aiuterà a svolgere fino in fondo le indagine.

Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, intervengo su questo punto, come è già avvenuto nella scorsa riunione di Consiglio regionale, per manifestare il voto positivo del gruppo dell’Udc su questa proposta del collega Caputo.

Ancora una volta dobbiamo denunciare come a livello di Governo centrale non ci sia stata, nei confronti della Calabria, la giusta considerazione o meglio erano a rischio quattro Tribunali, ne è stato chiuso uno soltanto, ma poiché dal livello centrale ci dicono che la nostra Regione è in emergenza soprattutto a livello criminale si è scelto di chiudere un Tribunale in un territorio dal quale anche io provengo, lo Ionio cosentino, in cui sono presenti consorterie criminali di alto livello, per come accertato dalle inchieste della Direzione distrettuale antimafia.

Poiché l’antistato agisce per simboli, noi simbolicamente come Stato decidiamo di arretrare perché ci nascondiamo dietro risparmi che sono a dir poco irrisori, perché ci dovrà, poi, spiegare il Ministero della giustizia quanto costerà trasferire, ogni giorno, dal carcere di Rossano i detenuti, che ospita oltre 300 unità, al Tribunale di Castrovillari, in termini di mezzi e di uomini ad esempio.

Ma potrebbero essere tanti altri gli argomenti.

Faccio riferimento, soprattutto, alla questione criminalità organizzata perché la Procura territoriale non si occupa di mafia ma di una serie di reati che, naturalmente, possono essere spia della presenza di attività di carattere economico-finanziario da parte di consorterie criminali che pure operano – ripeto – in quell’area e questo ha portato anche ad infiltrazioni presunte in amministrazioni comunali.

Per quanto concerne, poi, la questione del ricorso alla Corte costituzionale da parte della Regione il collega Guagliardi fa riferimento a qualcosa di più rispetto a quello cui faceva riferimento il collega Caputo.

Ritengo che ci sia stato un disguido, un errore da parte dell’Avvocatura ma escludo totalmente che ci possano essere degli interessi di carattere diverso.

Per quanto attiene a questo argomento, vale a dire la proposta al Parlamento, del referendum, prendo atto della volontà positiva da parte del presidente Talarico che si attiverà nei prossimi giorni per arrivare ad ottenere il consenso di altri tre Consigli regionali, perché l’Abruzzo si è già espresso, e proporre a chi di competenza questo referendum abrogativo che potrà avere l’effetto di abrogare una bruttura anche del Parlamento nazionale che ha dato una delega con grande leggerezza ma anche del Ministero della giustizia che ha fatto delle valutazioni nel decreto correttivo che non sono da sostenere.

Credo, in ogni caso, collega Caputo, che il Parlamento, oggi, potrebbe decidere attraverso una valutazione delle Commissioni giustizia di Camera e Senato per evitare che i cittadini italiani e calabresi vengano tassati ulteriormente attraverso le spese necessarie ad un referendum, attraverso una valutazione che, peraltro, era anche la valutazione rilasciata lo scorso anno dalla Commissione giustizia della Camera che faceva riferimento a 6 tribunali. Ora pare che i tribunali per i quali c’è stata una deroga parziale siano stati passati ad otto, ma io credo che non sia impossibile fare una valutazione di carattere politico per come nella scorsa seduta; peraltro, anche il Presidente Scopelliti ci ha detto che è necessario che ognuno, per la propria parte, faccia le giuste e necessarie pressioni ai gruppi parlamentari. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

PRINCIPE Sandro (PD)

Grazie, Presidente, per avermi concesso la parola. Dopo aver premesso che il gruppo del Partito democratico voterà a favore di questa proposta referendaria mi sia consentito di esprimere qualche considerazione di carattere generale.

La considerazione di carattere generale evidenzia l’involuzione culturale che c’è nel nostro Paese. Non aggiungo nel merito altre considerazioni rispetto alle cose che diranno i colleghi e che ha detto il consigliere Caputo. In un certo senso siamo tutti ripetitivi sulle argomentazioni, ma mi permetto di aggiungere che, insieme al presidio di legalità contro la criminalità normale ed organizzata, un tribunale in determinati territori è anche necessario per altri motivi. Non dimentichiamo la giustizia civile.

Tutto il mondo ci dice che l’Italia non è affidabile per la lungaggine dei processi civili. La zona ionica cosentina sotto il profilo imprenditoriale è una delle aree più dinamiche della Calabria. Mi sento di segnalare anche questo aspetto, ma il mio vuole essere un ragionamento più di carattere generale. Noi e tutte le forze politiche dobbiamo guardarci allo specchio e chiarirci le idee se siamo per una articolazione democratica dello Stato italiano e, quindi, per una riforma delle istituzioni che parte dallo Stato e arriva alle autonomie locali o siamo sempre attirati da ogni forma di centralismo.

Partiamo un attimo dalle autonomie locali. Purtroppo il regionalismo rischia di fallire per essere diventato un discepolo delle forme più assurde di centralismo che abbiamo visto nel momento in cui è nato lo Stato unitario italiano.

E’ chiaro che alla fine quando ti affidi al centralismo non c’è dubbio che le ricadute sul territorio non sono mai equilibrate. A volte i territori non si conoscono, non si vuole ammettere che la Calabria ha una sua specificità e che quindi, nel contesto calabrese, un presidio come quello di Rossano merita di essere mantenuto perché il centralismo fa vedere le cose con un altro occhio e di questo noi dobbiamo discutere.

Grazie all’invito gentile e garbato del presidente Scopelliti, ho partecipato ad una riunione con il ministro Lupi. Da quella discussione è emersa l’esigenza, come priorità nel settore, di definire e completare finalmente i lavori della Salerno-Reggio Calabria. Sapete come ci ha risposto il ministro Lupi alla fine? Ci ha risposto dicendoci “ragazzi i 3 miliardi di euro non ci sono, cercheremo di trovare qualche risorsa, diteci le priorità”. In altri termini quali sarebbero state le priorità? Se doveva venire prima lo svincolo di Cosenza Sud piuttosto che quello di Altilia-Falerna o di Cosenza Nord o se viene prima la tratta A oppure il tratto B? e comunque l’autostrada non si definisce.

Il centralismo utilizza una vecchia tecnica dell’impero romano: cioè le province devono essere l’una contro l’altra armata.

Per concludere, consigliere Caputo, nel momento in cui ho il dovere di precisare che a Roma anche i parlamentari del Partito democratico stanno facendo una battaglia molto impegnata per il Tribunale di Rossano, anche sulla giustizia, così come sui lavori pubblici, noi siamo provincia. E l’Impero vuole che i territori siano l’un contro l’altro armato. Cioè i territori che saranno serviti dallo svincolo di Cosenza Sud debbono litigare con quelli che dovranno avere lo svincolo tra Falerna e Altilia oppure lo svincolo più a sud. Se si deve completare un tratto della Salerno-Reggio Calabria tra Cosenza e Falerna questi territori debbono litigare con un altro tratto di autostrada che è posto nella provincia di Reggio Calabria.

Diciamo la verità, per i tribunali è avvenuto esattamente questo e qui nessuno vuol fare il primo della classe, ma forse è utile ricordare il nome del Ministro di grazia e giustizia che ha avviato questa pseudo riforma. Forse non è sbagliato ricordare, come giustamente ha detto il consigliere Caputo, cosa è avvenuto quando si è trattato di stabilire in provincia di Cosenza quale tribunale dovesse essere salvato oppure quale tribunale dovesse essere soppresso.

Quando la malattia e il centralismo ed i sudditi nei territori debbono litigare fra di loro per stabilire dove c’è il pollice verso e chi deve essere salvato, viceversa, decidono i proconsoli sia quando hanno l’aspetto della gioventù maschile sia quando hanno l’aspetto delle belle signore. E allora prima di fare determinate battaglie, facciamo tutti un esame di coscienza anche con riferimento ad altri casi in cui è stato richiesto l’intervento del ministro Cancellieri, perché si è voluto fare ad ogni costo di tutte le erbe un fascio non pensando che quando si agisce in questo modo non si fa un danno a quel prato dove cresce l’erba o all’altro prato dove cresce un altro tipo di erba, ma si fa un danno alla Regione intera che viene considerata, comunque, una provincia; una provincia che lo Stato non mette mai al centro della sua agenda.

Certo, noi abbiamo grandi limiti perché non abbiamo saputo curare tanti settori che sono affidati alla nostra cura, ma dobbiamo sempre ammettere che c’è uno Stato patrigno nei confronti della nostra Regione che lavora affinché all’interno essa sia disunita in modo che dal centro, secondo i suggerimenti che vengono dai proconsoli di turno, si prenda questa decisione piuttosto che l’altra.

Per quanto ci riguarda vogliamo fare una battaglia di coerenza poiché riteniamo, al di là di tutto, che le scelte fatte in negativo per Rossano non trovino una coerente giustificazione rispetto al contesto. Non parlo di giustificazione, se parlassi semplicemente di giustificazione mentirei a me stesso; quando noi diciamo che c’è una esorbitante spesa pubblica e per recuperare risorse in questo momento di crisi si deve tagliare qualcosa della spesa pubblica dobbiamo ribadire questo concetto. Ma se la giustificazione esiste, ogni sotto-giustificazione deve avere una coerenza e poiché, per quanto riguarda i presidi di legalità in Calabria, questa coerenza non c’è stata, noi votiamo compatti per questa proposta che possa ridare soddisfazione alle giuste istanze di quei territori.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

DE GAETANO Antonino (PD)

Presidente, intervengo brevemente per dire che sono ovviamente d’accordo con il mio capogruppo Principe aggiungendo soltanto un aspetto che è stato toccato dal consigliere Guagliardi. Credo che con questa proposta sulla quale, come diceva il mio capogruppo, noi votiamo favorevolmente, si possa rimettere in discussione anche la chiusura di tutta una serie di tribunali, di sezioni staccate che, secondo noi, invece di aiutare il processo di snellimento della giustizia vanno ad intaccare e rallentare questo processo.

Come giustamente diceva il mio capogruppo, uno dei problemi principali del nostro Paese è quello della lentezza della giustizia. Allora, per esempio, la sezione staccata di Cinquefrondi - che è un fiore all’occhiello per la nostra provincia per efficienza e rapidità e per risolvere una serie di problematiche - in questo quadro va tutelata e salvaguardata. In primis ovviamente la battaglia per il Tribunale di Rossano, ma anche per tutte le sezioni staccate fondamentali.

Si tratta di un territorio di 50 mila abitanti, di un territorio che ha difficoltà ad arrivare al tribunale e si trattava, comunque, di una sezione civile e penale anche di un certo livello che dava una mano anche al Tribunale di Palmi. Basta vedere quello che dicono i Presidenti dei tribunali sia quello di Reggio Calabria che di Palmi che parlano di nessun risparmio derivante dalla chiusura delle sezioni staccate perché erano sedi proprie.

Non stiamo parlando di sedi in affitto ma erano sedi che già appartenevano allo Stato. Parliamo soltanto di un danno alla macchina della giustizia. Credo che questa proposta vada approvata e ci auguriamo che altri tre Consigli regionali possano approvare questa richiesta di referendum per andare a votare e cancellare una di quelle leggi che non servono a niente, le famose leggi manifesto, perché alla fine di tutta questa operazione si risparmierà pochissimo ed i costi per i cittadini saranno elevatissimi.

Bisogna intenderci allora. Se vogliamo risparmiare 70-100 milioni di euro e farli gravare sui cittadini italiani e in questo caso calabresi! Noi siamo per non far gravare questi costi sui cittadini e quindi questa proposta va nella giusta direzione per salvare il Tribunale di Rossano, per salvare le sedi staccate come quella di Cinquefrondi, di Melito o di Siderno, per esempio.

Questo è il nostro auspicio e per questo votiamo in maniera compatta.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Presidente, intervengo perché ho letto - ne abbiamo parlato anche in Commissione -  che montava quasi una protesta nei confronti dell’attuale Ministro di grazia e giustizia. Ho sentito in queste valutazioni dei toni piuttosto accesi, parlare di scarsa attenzione verso questi territori ecc..

Tuttavia, ricordo di aver letto sulla stampa, circa due anni fa, di una iniziativa dei consiglieri Franchino e Gallo sull’argomento che mi aveva molto colpito; loro avevano posto il problema quando si discuteva di questa iniziativa, quando si era nella fase in cui i parlamentari della Calabria - unanimemente, mi pare, - avevano votato quel decreto - e ringrazio il Presidente della prima Commissione di aver proposto il provvedimento che tutti abbiamo votato - al quale oggi giustamente ci opponiamo.  

Il capogruppo del Partito democratico, Principe, tuttavia ha posto una domanda dicendo “qual era il Governo che aveva emanato questo decreto poi convertito?”. Mi chiedo: non era forse il Governo Berlusconi e Ministro non era forse l’allora guardasigilli Alfano? Mi pare che sia segretario del Pdl.

Di conseguenza, non sarebbe anche il caso che noi, prima di proporre iniziative di questo genere che in ogni caso condividiamo, abbiamo firmato e votato dando il massimo delle priorità e del sostegno, che ognuno di noi – dicevo - tenga un rapporto di dialogo, che i segretari nazionali dei partiti, nello specifico del Pdl, si interessino della Calabria quando vanno a fare i provvedimenti? Scusate se lo dico, non ho alcun interesse polemico ma giusto per chi ci ascolta e chi, leggendo i dati e gli articoli che si sono succeduti, dica “ma questi stanno facendo una protesta…”.

In questo senso do la solidarietà al presidente Berlusconi per questo attacco molto grave che è stato fatto da parte di un gruppo di comunisti nei confronti dei provvedimenti del Governo.

Faccio questo con una battuta per dire che siamo d’accordo su tutte le motivazioni e l’ha detto il capogruppo, mi sento giustamente rappresentato nella forma e nella sostanza da quello che ha detto. Mi permetto, tuttavia, di sottolineare che questo provvedimento non l’ha preso il ministro Cancellieri, perché quello è l’ultimo atto di un iter che è nato con un provvedimento votato dal Governo Berlusconi e dal ministro guardasigilli di allora Alfano su cui per tempo i consiglieri Franchino, Gallo e l’allora consigliere Morelli avevano fatto una iniziativa che credo avesse il valore della tempestività e dell’efficacia prima ancora che ciò fosse norma dello Stato.

Tuttavia speriamo che stavolta il segretario del Pdl vi ascolti; forse perché c’è anche il Pd, forse vi ascolterà per questo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.

MIRABELLI Rosario Francesco Antonio (Gruppo Misto)

Grazie, signor Presidente, anche noi del Gruppo Misto non possiamo esimerci dal dare un voto favorevole a questa proposta presentata dal Presidente e dalla intera prima Commissione consiliare.

E’ ovvio che è un fatto scontato, inverosimile e sembrerebbe quasi paradossale in una terra che viene posta sempre al pubblico ludibrio come la terra che diffonde la più grande delinquenza non più a livello nazionale ma a livello europeo e mondiale. Di fatto, lo Stato, il Governo centrale tenta di svilire in tutti i modi una zona non più endemica ma quasi epidemica, da un certo punto di vista, ad alto tasso criminale.

E’ ovvio che di fronte ad una posizione come questa vanno fatte delle debite riflessioni ed è ovvio che non possiamo lamentarci, come diceva il consigliere Principe, della lungaggine dei processi, della lentezza delle azioni giudiziarie, delle risposte sia sul piano del civile che sul piano del penale, con costi che si vanno poi a caricare in maniera enorme, soprattutto sui cittadini che, non trovando il luogo istituzionale di riferimento più vicino in una situazione di grande difficoltà economica, di povertà – chiamiamola con il giusto nome - è ovvio che andranno incontro ad un ulteriore aggravio di spesa e ad ulteriori difficoltà.

La cosa che desta più scalpore è un’altra, il modo attraverso il quale un Governo centrale -  le forze politiche al di là se sia stato il Pdl o Berlusconi oggi Letta o la Cancellieri, quindi tutte le forze politiche che sono qui ben rappresentate in Consiglio regionale - affronta il problema della giustizia nella provincia di Cosenza e in Calabria.

Caro consigliere Caputo, pensare di poter attuare una politica di contenimento della spesa pubblica, pensando di chiudere un tribunale in un’area importante e decisiva, significa non aver capito niente neanche di economia secondo me, non soltanto di macro economia ma neanche di concretezza amministrativa ed economica.

Ci sono degli studi recenti abbastanza importanti che evidenziano come il taglio delle spese su determinati settori quali la sanità ed in modo particolare la giustizia – anche se a breve dà l’impressione di un risparmio economico – comporterà, a media e a lunga distanza, una rovina dal punto di vista della spesa pubblica, addirittura un aggravio di quasi oltre il 35 per cento.

Sono studi che vengono fatti nelle migliori università del mondo addirittura in altri Paesi come la Svezia, la Germania, gli stessi Stati Uniti e che stanno conseguenzialmente influenzando una politica di deregulation, all’inverso: cioè si investe di più per poter avere una ricaduta migliore in termini di contenimento della spesa.

Se è vero che in Italia la cattiva giustizia, la lentezza della giustizia o l’assenza della giustizia nel dare le sentenze giuste, nei tempi giusti, automaticamente significa un punto percentuale di Pil in meno, rendetevi conto di quanto questi nostri governatori, purtroppo, a livello nazionale siano fuori dal mondo.

Se veramente si vuol tagliare la spesa pubblica, basterebbe mettere mano alle missioni all’estero, ridurre o diminuire la partecipazione a determinati eventi bellici per realizzare un risparmio di parecchi miliardi. Basterebbe eliminare quelle spese inutili perché noi non siamo gli Stati Uniti né possiamo pagare lo scotto di chissà quali accordi bilaterali sottobanco o all’aria aperta. Sarebbe sufficiente diminuire o abolire l’acquisto dei caccia bombardieri per poter stare tranquillamente all’interno dei costi dello Stato e nello stesso tempo non mi sembra che tutte le politiche di contenimento della spesa attivate fino ad oggi in questo nostro Stato italiano, in questa Nazione dove il costo dell’amministrazione annuale è intorno agli 805 miliardi nonostante i vari provvedimenti di tagli di ospedali, di tagli di tribunale e di quant’altro, abbiano portato opportuni risultati.

Anche su questo ci sono degli studi ben precisi che evidenziano come mettendo mano il Governo nazionale alla rielaborazione e alla chiusura determinati enti di sottogoverni inutili si realizzerebbe un risparmio di quasi 3-4 miliardi di euro l’anno.

Questo non è cosa da poco perché si fa di tutto oggi per cercare di limitare l’aumento delle tasse  perché c’è una sofferenza che attanaglia tutti gli stati sociali della nostra popolazione.

Allora, caro consigliere Caputo, di cosa stiamo parlando? Dobbiamo, purtroppo, denunciare una cosa: l’incapacità della classe politica che ci governa a livello nazionale di creare proposte serie, progetti di contenimento della spesa, proposte di rilancio per questo Stato italiano e che si limita, di fatto, a chiudere che cosa? Un edificio. Perché di questo si parla, altrimenti dovrebbero fare l’esatto contrario, cercare di investire di più sui magistrati, di rafforzare la delocalizzazione mirata, di riorganizzare meglio il servizio.

Di riorganizzazione non se ne parla proprio. E’ ovvio che, poi, si troveranno a Castrovillari con migliaia di fascicoli buttati nel nuovo Palazzo. Al di là dei giochi sottobanco dei proconsoli che certamente ci saranno pure perché questa è una Calabria che non è mai stata unita - ci saranno così come può darsi che non ci siano - uno dei veri motivi al di là di quanto detto poc’anzi, è il fatto che Castrovillari ha avuto sulla sua area un investimento da parte del Ministero di grazia e giustizia di diversi milioni di euro per la realizzazione dell’Aula bunker e del nuovo palazzo di giustizia e quant’altro.

E’ ovvio che diventa un qualcosa di ridicolo nel momento in cui migliaia e migliaia - ci vogliono dei tir - di fascicoli di procedimenti mai iniziati o addirittura in itinere debbono essere trasferiti da un tribunale all’altro, da un palazzo di giustizia all’altro; significa rimettere in discussione, rallentare e bloccare l’iter giuridico che era stato attuato nel Tribunale di Rossano perché poi devono essere riguardate le carte, risistemate, riorganizzati i servizi, non c’è il personale e l’ira di Dio. Nasce spontaneo pure il fatto del perché sia rimasto aperto il Tribunale di Paola – ed è giusto che sia così – e quello di Rossano no. E’ ridicolo perché non c’è nessun contenimento della spesa ed è ovvio che diventi quasi quasi un meccanismo aleatorio, mi dispiace doverlo dire, ma è completamente stupido da parte di chi oggi pensa che al di là dei dati oggettivi o non oggettivi che basta chiudere il Tribunale di Rossano per poter avere una ricaduta positiva in termini di contenimento dei costi della spesa pubblica dello Stato centrale.

Se siamo a questo, signori miei, tutte le forze politiche dovrebbero prenderne atto – sia quelli di prima ma anche quelli di oggi, consentitemi, mi riferisco al Partito democratico – per rendersi conto che molto probabilmente in questi anni non hanno capito nulla.

PRESIDENTE

Poiché nessun’altro chiede di parlare, la parola va al consigliere Caputo.

CAPUTO Giuseppe (PDL), relatore

Presidente, intervengo in maniera molto breve per dire al consigliere Naccari che credo che non abbia senso fare la polemica e dirmi che il provvedimento è del Governo Berlusconi.

Il provvedimento 155 - se uno l’ha letto - inerente “la riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie” diceva altra cosa e per quanto mi riguarda specificatamente se si fossero seguiti quei principi il Tribunale di Rossano non sarebbe mai stato chiuso.

Mi auguro certe volte di essere più o meno comprensibile e parlare un italiano più o meno condivisibile e accettabile. Il ministro Cancellieri tre giorni fa ha confessato qualcosa che per un Ministro della Repubblica è di una gravità inaudita cioè ha detto che se si fossero seguite regole oggettive avrebbe dovuto chiudere altri tribunali. Di conseguenza significa che non sono state seguite regole oggettive. Questo è il dramma reale.

Ci si può, allora, soddisfare di questo. Sgombriamo il campo da altri problemi di carattere politico per cercare di addebitare all’altro; il provvedimento l’ha fatto Berlusconi ma se lo si legge dice tutt’altra cosa.

Voglio dire un’altra cosa perché non ho avuto la possibilità di farlo prima: voglio dare pubblicamente atto al presidente Scopelliti di essersi adoperato, perché ha chiesto e promosso un incontro con il ministro Cancellieri insieme al sindaco di Rossano e si è fatto carico delle spese di funzionamento, di manutenzione per quanto riguarda quel tribunale.

Nonostante questo, purtroppo, il ministro Cancellieri non si è assolutamente smossa dal suo modo di vedere la realtà.

Voglio dire ancora un’altra cosa e concludo. Cari colleghi, il problema che mi auguro venga risolto al più presto nel momento in cui il Parlamento sarà in grado di varare una nuova legge elettorale consiste nella mancanza di peso specifico del potere contrattuale della deputazione calabrese.

Non ci fila nessuno al di là di Pdl, di Pd o di altro.

E’ inconcepibile che i due grossi pilastri, Pd e Pdl, nonostante siano d’accordo sulla proposta di mantenimento in vita del Tribunale di Rossano, non riescano a convincere il ministro Cancellieri.

Questo è il dramma reale. Purtroppo, il problema è dei nominati che non conoscono i territori, non conoscono neanche la Calabria di cui fanno parte.

Mi auguro che venga approvata al più presto la nuova legge di riforma elettorale perché ne vedremo delle belle. Quanti resteranno a casa perché non avranno il consenso necessario e non credo – faccio il caso del Pdl – che il nostro presidente Scopelliti abbia spalle così forti per metterseli tutti quanti in spalla e portarli a Montecitorio o a Palazzo Madama.

Questa è la realtà vera e quindi auguriamoci che questa riforma venga fatta al più presto per poter avere, al di là del partito di appartenenza, una classe dirigente che principalmente conosca i problemi del territorio e che conosca la Calabria nella sua accezione più completa. Grazie.

PRESIDENTE

Esaurito il dibattito sulla proposta di provvedimento amministrativo numero 247/9^ di iniziativa del consigliere Caputo, pongo il provvedimento in votazione.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Fedele. Ne ha facoltà.

FEDELE Luigi, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Presidente, ho parlato, in maniera informale, con i colleghi della opposizione e della maggioranza della necessità di procedere ad una variazione di bilancio che riguarda il settore dei trasporti. Ci sono cioè 10 milioni di euro che avevamo appostato per Trenitalia come debiti pregressi mentre adesso il Ministero ci ha consentito di spostarli sui debiti pregressi per i quali poter utilizzare i fondi Fas e di mettere in bilancio questi 10 milioni che sono correnti.

Chiedo all’Aula di votarla in quanto c’è una certa urgenza finalizzata a garantire la copertura delle spese per il mese di ottobre del servizio di trasporto pubblico locale su gomma.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge di variazione di bilancio proposta dall’assessore Fedele.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 253 d’Ufficio recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14.9.2011, e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012. Designazione delegati”

PRESIDENTE

Il Consiglio dovrà adesso procedere alla nomina di due delegati per le procedure inerenti il referendum abrogativo, così come concordato in Conferenza dei capigruppo.

Pongo ai voti lo schema di deliberazione di cui do lettura:

“Vista la precedente deliberazione recante “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’articolo 1, commi 2, 3, 4, 5 bis della legge 148, n. 14 del 2011 e dei decreti legislativi 155, 156 numero 7 del 7.9.2012”;

visto l’articolo 75 della Costituzione;

vista la legge 25.5.1970, n. 352;

rilevato che è necessario procedere alla individuazione di due delegati uno effettivo ed uno supplente ai sensi della predetta legge del 25 maggio 1970, n. 352;

preso atto della proposta unitaria relativa all’individuazione dei delegati, uno effettivo e uno supplente, i cui nominativi sono stati designati d’intesa fra maggioranza e opposizione, di cui il Presidente dà lettura, e precisamente il consigliere Giuseppe Caputo, effettivo, ed il consigliere Franchino, supplente, delibera di designare quali delegati del Consiglio regionale relativamente alla richiesta di referendum”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 241/9^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, M. Magno, P. Tripodi, M. Franchino, F. Orsomarso, D. Talarico, P. Crinò, A. Scalzo, G. Giordano, D. Guagliardi recante: “Proposta di legge al Parlamento – Modifica degli articoli 5 e 6 della legge numero 9/91 (Norme per l'attuazione del nuovo piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e disposizioni finali) e dell'articolo 35 del decreto legge numero 83/2012 (misure urgenti per la crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge numero 134/2012”

PRESIDENTE

Successivo provvedimento: proposta di provvedimento amministrativo numero 241/9^, di iniziativa dei consiglieri Gallo, Magno, Tripodi, Franchino, Orsomarso, Talarico D., Crinò, Scalzo, Giordano, Guagliardi, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Modifica degli articoli 5 e 6 della legge numero 9/91 (Norme per l'attuazione del nuovo piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e disposizioni finali) e dell'articolo 35 del decreto legge numero 83/2012 (misure urgenti per la crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge numero 134/2012”.

E’ relatore il consigliere Gallo che ha facoltà di intervenire.

GALLO Gianluca (UDC), relatore

Prendo la parola per relazionare rispetto al punto previsto, che non è un provvedimento legislativo, ma è un provvedimento amministrativo per una proposta di legge al Parlamento nazionale.

Come è a vostra conoscenza, non abbiamo competenza diretta in materia di trivellazioni per quanto attiene gli idrocarburi, vale a dire presso il Ministero dell’ambiente esistono svariate richieste da parte di multinazionali del settore petrolifero, ma anche da parte di S.r.l. magari collegate a queste multinazionali, per effettuare delle trivellazioni nel Mar Ionio, nel bacino che va da Crotone a Taranto, ed anche nell’entroterra dell’Alto Ionio cosentino.

Queste richieste, venute a conoscenza anche dei Comuni litorali, hanno portato a delle valutazioni negative da parte dei Comuni del territorio e grande preoccupazione da parte delle popolazioni di quell’area.

Come quarta Commissione di questo Consiglio regionale abbiamo svolto presso il Comune di Roseto, autorizzati dall’Ufficio di Presidenza, un’indagine conoscitiva, che si è svolta lo scorso 11 luglio, per renderci conto di questa preoccupazione. Lì abbiamo anche assunto un impegno nei confronti de sindaci e dei rappresentanti delle associazioni di quell’area, ovvero che avremmo tentato di licenziare un provvedimento che mirasse alla modifica di una legislazione nazionale, il decreto Passera, in particolare, che toglie qualsiasi potestà nel procedimento autorizzatorio alle Regioni, e in particolare ai Comuni.

Poiché riteniamo che le Regioni hanno il diritto di intervenire in questi procedimenti, perché questi argomenti, che magari possono essere licenziati con sufficienza, sono argomenti significativi e fondamentali per lo sviluppo di un territorio, abbiamo deciso, come quarta Commissione, sottoscrivendo insieme a molti colleghi appartenenti a tutti i gruppi politici, di proporre al Parlamento nazionale una significativa modifica rispetto all’articolo 35 del decreto Passera, vale a dire una modifica che inserisce la necessaria e preventiva intesa del Governo con le Regioni, prima di procedere ad un provvedimento autorizzatorio che consenta trivellazioni nel Mar Ionio o in qualsivoglia mare oppure anche nell’entroterra, vale a dire un potere di interdizione delle Regioni in modo tale da riuscire ad impedire a queste multinazionali, attraverso questa rinnovata potestà – come è accaduto, peraltro, in altre aree del Paese, ad esempio nell’area del bacino di Venezia – di effettuare le trivellazioni e le ricerche.

Perché anche attraverso questo provvedimento e questa proposta di legge al Parlamento nazionale diciamo no alle trivellazioni? Perché, da una parte, sembra che il petrolio o il gas che è oggi nel sottosuolo dello Ionio e nell’entroterra ionico-cosentino non sia di grande valore, va trattato perché pare si tratti di poco più che catrame o melma.

In secondo luogo, ma principalmente, perché riteniamo che su quell’area, nel corso dei decenni, si è data una vocazione, che è turistica per la presenza di strutture con migliaia di posti letto, che garantiscono a migliaia di giovani del nostro territorio di poter lavorare per qualche mese, quattro-cinque mesi all’anno e poi magari di poter andare in disoccupazione e creare un minimo di prodotto interno lordo.

Così come un’altra attività fiorente in quell’area, in quel mare, è l’attività di pesca. Immaginate solo per un momento se ci fosse, a seguito delle trivellazioni o a seguito delle ricerche anche sul territorio, un minimo di disastro ambientale, non i disastri ambientali che vediamo in altri mari o in altri oceani, ma un minimo di disastro ambientale in quel piccolo invaso che va da Crotone a Taranto: ebbene, sarebbe una tragedia per l’economia, sia pur povera, sia pure asfittica di quel territorio, di quell’area che si regge sul turismo e sulla pesca. Si regge, sostanzialmente, sull’ambiente.

Siamo stati con alcuni sindaci di quell’area – c’era anche il collega Franchino – per incontrare a Roma, presso il Ministero dell’ambiente, il ministro Orlando e per discutere, rappresentandogli la contrarietà di chi, rappresentante istituzionale, proviene da quel territorio e rappresenta quel territorio. Quel giorno il ministro Orlando non c’era, ci ha fatto ricevere dal suo capo segreteria e c’era il direttore generale che sta istruendo queste pratiche relative alle trivellazioni, il quale in un passaggio ha anche fatto riferimento – il collega Franchino lo ricorderà – all’ipotesi che queste trivellazioni possano portare delle royalties per i Comuni o per gli enti territoriali.

A quella ipotesi fatta in quella discussione dal direttore generale, io e il collega Franchino abbiamo risposto che assolutamente non ci interessano le royalties relative ad ipotesi di trivellazione ed estrazione di idrocarburi perché riteniamo che non possiamo mettere a repentaglio neppure per un attimo e neppure per la massima percentuale delle royalties – che pare essere, per l’offerta contenuta in queste richieste di trivellazioni, assai bassa – un ambiente, un ecosistema che è pregevole, che ha notevoli varietà e notevoli specie marine e che dà lavoro, occupazione ed economia a chi risiede in quell’area, perché quella è la vocazione che, anche grazie ai contributi della Regione Calabria, negli ultimi decenni quell’area si è riuscita a costruire e non possiamo permettere che possa essere messa a rischio da parte di chicchessia, nemmeno delle multinazionali del settore idrocarburi, che, peraltro, dovrebbero venire ad estrarre minime quantità, magari con il massimo rischio.

E’ per questo che voglio ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici che hanno sottoscritto questo provvedimento, anche a seguito di un ordine del giorno presentato forse un anno fa dal collega Franchino, per il quale c’era stato un voto unanime da parte del Consiglio regionale e a seguito del quale l’assessore Pugliano ha avuto anche la forza di comunicare il diniego della Giunta regionale della Regione Calabria rispetto a questa ipotesi; oggi sicuramente lo sosterranno, inviando al Parlamento nazionale – che mi auguro possa rispondere rispetto alle richieste dei territori – il provvedimento amministrativo per la modifica all’articolo 35 del decreto Passera e alla legge – mi pare – numero 9 del 1991.

C’è da sottolineare – va detto, ma ancora non c’è stata una presa d’atto da parte del Parlamento – che questa norma prende spunto dalla sentenza numero 39 del 2013 della Corte costituzionale che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 61, comma 3, del decreto legge numero 5 del 2012, dichiarando inevitabile il raggiungimento di accordi fra Stato e Regione come modalità elettiva di armonica composizione dei rispettivi interessi costituzionalmente tutelati. Questo, peraltro, per quanto attiene al decreto Passera e all’articolo 35 del decreto Passera, non è ancora avvenuto.

Credo che il Parlamento nazionale, prendendo spunto da questa richiesta che proviene dal Consiglio regionale della Calabria, così come so che ci sono state altre richieste da parte di altri Consigli regionali, farà bene a prevedere che le Regioni, che hanno un compito di programmazione sul territorio, possano avere un potere interdittivo rispetto a queste richieste, perché ritengo che le istituzioni di un territorio che, peraltro, sono – diceva prima il collega Caputo – altri consessi, hanno un sistema elettorale che non dà rappresentatività ai territori – mi riferisco alla legge elettorale parlamentare nazionale –.

In Regione abbiamo un sistema elettorale proporzionale, le preferenze, i cittadini scelgono i loro rappresentanti, poi magari li criticano, ma li scelgono; così come vengono eletti i sindaci, ritengo che le Regioni, chi rappresenta i territori e, quindi, rappresenta le istanze dei territori, possa eventualmente dire no rispetto a richieste che “piovono dall’alto” e che non sono in linea con le aspettative di crescita e di sviluppo di chi vive su un territorio.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Franchino. Ne ha facoltà.

FRANCHINO Mario (PD)

Intervengo soltanto per dichiarazione di voto, il voto favorevole del Pd. Sono stato delegato dagli altri gruppi di minoranza – e li ringrazio – per dichiarare il nostro voto favorevole.

Presidente, condivido l’introduzione, la relazione del Presidente della quarta Commissione, il consigliere Gianluca Gallo - del resto è molto tempo che stiamo conducendo unitariamente una battaglia importante per l’intero territorio -. Vorrei soltanto aggiungere che il ministro Zanonato, negli ultimi tempi, con il “Decreto Fare 2”, ci ha portato praticamente qualche buona notizia: prima in tutto il Paese le zone che dovevano essere trivellate erano pari a 250 mila chilometri quadrati e sono state ridotte di 136 mila chilometri quadrati, oltre al fatto che c’è finalmente e in modo definitivo una distanza di 12 miglia dalla costa. Queste sono notizie importanti e positive ma, purtroppo, non ci soddisfano perché, nonostante alcune Regioni siano uscite fuori da questo decreto, la Calabria, e soprattutto la costa ionica, c’è e c’è tutta intera.

I componenti della quarta Commissione, ringrazio i colleghi, si sono recati a Roseto Capo Spulico, c’è un movimento in tutte le Regioni (Calabria, Puglia, Lucania) e siamo convinti che, da questo punto di vista, terminato ormai un percorso che è importante, bisogna anche agire. Qui chiedo che si passi concretamente ai fatti.

Ecco, una proposta che ritengo importante e fondamentale e credo che, seduta stante, ringraziando per il lavoro che ha svolto anche l’assessore all’ambiente, Pugliano, dobbiamo riprendere in mano i documenti che sinora sono stati elaborati ed approvati in questo Consiglio regionale per discuterne con il Governo regionale. Allora chiedo che, seduta stante, venga tenuta una Commissione fra maggioranza e opposizione, per riunire consiglieri regionali del Governo regionale e dell’opposizione di questo Consiglio e per incontrare il Ministero dell’ambiente e il Ministero per le attività produttive. Lo voglio dire, Presidente, ma è un altro tema e, ad onor del vero, lo voglio correggere, anche se poco fa non è stato detto, anche il consigliere Caputo firmò quest’ordine del giorno due anni fa, però poichè è stato fatto due anni fa e non se n’è mai più parlato, non vorrei che quest’ordine del giorno, fatto sette-otto mesi fa, morisse di nuovo in qualche stanza del Consiglio regionale.

Presidente, le chiedo – e lo chiedo all’assessore Pugliano – che si faccia questa commissione, per incontrare immediatamente i due ministri, per incontrare immediatamente il Governo affinchè da qui a qualche tempo ci possiamo trovare di fronte a tutti gli atti che porteranno queste multinazionali a trivellare il Mar Ionio. Ecco perché i tempi stringono; siamo ormai oltre e già molte autorizzazioni sono scadute, molti Comuni hanno già comunicato il parere negativo con atto deliberativo. Non vorrei che, alla fine, essendo il parere soltanto consultivo, ci trovassimo di fronte ad un fatto compiuto.

Ecco il motivo per cui credo che bisognerebbe passare davvero ad una fase concreta e su questo il Governo regionale deve adoperarsi immediatamente insieme a tutti noi per chiudere definitivamente questa fase.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MIRABELLI Rosario Francesco Antonio (Gruppo Misto)

A mio modesto avviso e anche a nome del gruppo indipendente, questa è un’ottima proposta che non può che essere sostenuta al massimo livello, sperando che il Parlamento possa considerare questa violazione di lesa maestà fatta dallo stesso Governo centrale nei confronti dei Governi delle autonomie locali, soprattutto delle Regioni e dei Comuni.

Dico questo perché in Italia, ormai, si cammina con un modus operandi tutto particolare: è risuscitato questo centralismo amministrativo e di governo, di scelta, di decisione, solamente ed esclusivamente per alcuni problemi che, invece, meriterebbero altro, al di là della buona sentenza, la numero 39 del 2013 della Corte costituzionale che impone, quantomeno, una discussione articolata e un momento non solo di confronto, ma anche di decisione unanime con i governi locali, in modo particolare con la Regione, per poter addivenire a scelte particolari.

Ci siamo già passati e ci passiamo; basti pensare a Crotone – non vorrei che qualcuno se ne dimenticasse – dove anche lì c’è lo stesso problema, dove anche lì molti Comuni lamentano, addirittura, il non trasferimento di quei pochissimi denari delle royalties da parte di quelle multinazionali, di quei settori che operano sui giacimenti petroliferi, di gas e quant’altro.

Credo che questo sia un problema molto serio. Non so se riusciranno a risolverlo perché, trattandosi di una competenza che lo Stato ha accaparrato a sé come scelta decisionale, spero che ci sia quella giusta sensibilità da parte del Governo nazionale, del Ministro in carica, ma anche di tutti i parlamentari, non solo calabresi, ma italiani, per far sì che si possa ricondurre a giuste regole, in modo tale che si possa finalmente scegliere insieme su argomenti abbastanza delicati e pericolosi, da un certo punto di vista, per le ricadute che potrebbero provocare e che vanno esclusivamente a ledere gli interessi non nazionali, ma di quei territori locali che vedrebbero le trivellazioni nella propria area.

E’ anche vero – e qua ho qualche dubbio, mi riferisco al consigliere Gallo – che, al di là dei buoni propositi del Ministro, caro consigliere Franchino, sarebbe giusto ricordare a questi Ministri che le acque territoriali italiane, come tutte le acque territoriali europee, arrivano a 12 miglia. Poi, se lui ha il metro e riuscirà a fare 12 miglia e 1 metro, siamo già nelle acque internazionali. Non vorrei che succedesse come nell’Adriatico, in cui poi si sono visti fare questi impianti di trivellazioni e, quindi, di aspirazione o di gas o di quello che uscirà; per questo pseudo-petrolio - che sembrerebbe neanche di buona qualità, ma di scarsissima qualità- andrebbe rettificato tutto un lavoro. Così come poi sono stati realizzati sulle coste croate; da noi questo problema non l’abbiamo perché le distanze sono più lontane.

E’ ovvio, quindi, che, si sta anche contravvenendo a quello che è un indirizzo dei fondi comunitari e dell’Europa, che punta esclusivamente ad una energia ecocompatibile, al rispetto ambientale, la green economy, che punta tutto quanto su un modo di produrre energia, soprattutto nelle aree mediterranee, che sia al massimo compatibile, ecosostenibile, anche nel rispetto dell’ambiente, per le ricadute economiche, basti pensare al turismo.

Quella è una fascia – e il consigliere Franchino lo sa meglio di me perché ci abita, voglio solo rafforzare quanto hanno detto giustamente i colleghi Franchino e Gallo – che, dopo varie battaglie, siamo riusciti ad inserire, soprattutto l’Alto Ionio, come pure il Basso Ionio, nei sistemi turistici locali, nell’ambito di quello che è l’interesse del Governo regionale; beh, essendo una zona ancora vergine da un certo punto di vista, penso che se la Regione e il Governo nazionale puntano tanto sul turismo, sui beni architettonici monumentali - come dice la Comunità europea che non solo lo indica, ma lo impone in quella che sarà l’attuazione dei fondi comunitari 2013-2020 - ci rendiamo conto che uno dei settori su cui ha puntato tanto è proprio la produzione di energia partendo dall’ambiente, dal sole, dal vento e quant’altro.

Diventa effettivamente un controsenso che si debba procedere per trivellazioni senza sapere che cosa andiamo a trivellare e che cosa troveremo di fatto come ritorno petrolifero, così, senza un vero approfondimento; è un controsenso che lo Stato – ed è anche sbagliato parlare di Stato –, il Governo centrale, il Ministro non tenga in debita considerazione che anche le Regioni, anche e soprattutto i Comuni hanno la necessità di doversi interfacciare, di dire la propria e, eventualmente, di fare delle controproposte.

Allora ben venga questo tentativo, che spero possa trovare apprezzamento nella politica del Governo nazionale, che ha già trovato – attenzione – apprezzamento a livello giuridico nella Corte costituzionale. Per una volta, perlomeno, i poteri dello Stato parlassero lo stesso linguaggio, avessero gli stessi orientamenti giuridici, in modo tale anche da poter tranquillizzare le popolazioni e poter lavorare al meglio.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi possiamo votare lo schema di deliberazione.

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 223/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 223/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'Ardis di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013”.

E’ relatore il consigliere Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Signor Presidente, intanto pregherei i colleghi di prestare un po’ di attenzione, perché su questo provvedimento poi si assumeranno le necessarie decisioni già deliberate dalla Commissione, che si è espressa nella seduta del 17 luglio, trasmettendo le risultanze a questa Assemblea.

Vorrei svolgere delle brevi considerazioni sul versante gestionale e contabile. In ordine al primo profilo, l’Ardis scrive in bilancio un avanzo di amministrazione presunto per il 2013 pari a euro 1.895.681, che risulta in aumento rispetto a quello presunto del 2012, 552 mila euro circa, avanzo che – come raccomandato dal dipartimento bilancio nella propria relazione istruttoria – non può essere comunque utilizzato fino all’approvazione del conto consuntivo 2012 della stessa agenzia.

Inoltre, come evidenziato dallo stesso dipartimento bilancio da un confronto tra le previsioni di spesa nel bilancio 2013 e gli impegni rendicontati negli anni 2009-2011, discende che l’Ardis ha rispettato le disposizioni previste dalla legge regionale numero 69 del 2012 in materia di contenimento delle spese per gli enti subregionali.

Relativamente al profilo contabile, occorre soffermare particolare attenzione sulla necessità di chiarire le corrispondenze tra le partite creditorie di competenza e pregresse, residui attivi esposti dalla stessa Ardis nei confronti della Regione Calabria.

L’oggetto della verifica ha riguardato in particolar modo il capitolo denominato “Assegnazione di fondi della Regione” per il funzionamento generale e per l’autorizzazione dei servizi che l’Ardis espone nel bilancio 2013 per 1.161.600 euro in termini di competenza e 3.342.201 quali residui attivi presunti. Questi ultimi, in parte, si riferiscono alle somme che la Regione deve corrispondere all’Ardis per il personale ex Isef per i periodi 2001-2009, pari ad euro 2.180.601 e in parte a quelle relativi a contributi dovuti per il 2012 e non ancora versati al momento della redazione di questo documento contabile.

Entrambi, dipartimento bilancio e cultura, hanno segnalato nelle proprie relazioni istruttorie che nel bilancio regionale non trovano riscontro i residui attivi relativi a personale ex Isef trasferito all’Ardis con decreto del dirigente del dipartimento organizzazione del personale numero 3372 del 2005.

Intanto, non si può non prendere atto che l’Ardis ha risposto ad alcune richieste formulate dal dipartimento bilancio, in particolare ha acceso un apposito capitolo di spesa, accantonando somme per la definizione della vicenda inerente alla copertura finanziaria del costo del personale ex Isef, la cui consistenza è di 56.147 euro in conto competenze e di 1.530.671 in conto residui.

Così come richiesto anche dal Collegio dei revisori, al fine di sciogliere definitivamente il nodo legato alla vicenda del personale ex Isef assegnato all’Ardis di Catanzaro ed assicurare in modo compiuto il corretto funzionamento dell’agenzia, dalla documentazione allegata al provvedimento si evince che è stato avviato un tavolo tecnico di concertazione tra l’ente e i dipartimenti interessati, dal quale si è deciso di richiedere un parere all’Avvocatura regionale sulla legittimità del suddetto decreto, che trasferisce il personale ex Isef all’ente.

Il dipartimento cultura, nella propria relazione istruttoria allegata al bilancio di previsione 2013 dell’Ardis, ha riscontrato che dal parere potrebbe discendere l’assunzione o meno di nuovi oneri per la Regione Calabria relativamente al costo del personale.

Proprio al fine di sollecitare l’Avvocatura regionale ed esprimere questo parere e risolvere in tempi brevi questa delicata vicenda, in sede di Commissione è stato audito il rappresentante dell’Avvocatura regionale, il quale ha anticipato che il decreto di che trattasi deve essere probabilmente inquadrato nella categoria della nullità dei provvedimenti amministrativi, piuttosto che in quella della illegittimità o dell’annullabilità e che la declaratoria di nullità è di competenza dell’organo che ha adottato l’atto.

In quella sede, inoltre, la dirigente del dipartimento cultura, nel confermare il parere sul bilancio di previsione dell’ente espresso nella propria relazione istruttoria, si è riservata, appena formalizzato il parere dell’Avvocatura, di procedere per quanto di competenza.

Da queste considerazioni, la seconda Commissione si è determinata nel senso che la proposta di provvedimento amministrativo numero 223/9^ sia rinviata alla Giunta regionale per il dovuto riesame, a seguito delle risultanze del parere espresso in audizione dall’Avvocatura regionale e delle conseguenti determinazioni che i dipartimenti competenti assumeranno.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione il provvedimento di rinvio del bilancio dell’Ardis alla Giunta regionale.

(Il provvedimento è rinviato alla Giunta regionale)

(È riportata in allegato la delibera di rinvio)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 224/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per l'esercizio finanziario 2013

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 224/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per l'esercizio finanziario 2013”.

E’ ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nella seduta del 17 luglio la Commissione, da me presieduta, ha licenziato la proposta di provvedimento amministrativo relativa al bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro per l’esercizio finanziario 2013.

Una prima considerazione che intendo fare è che questo documento contabile è stato riformulato su richiesta del dipartimento bilancio, per specificare i capitoli di spesa sui quali sono state effettuate le riduzioni ai sensi degli articoli 9 e 10 della legge regionale 22 del 2010 e per adeguare, altresì, gli stanziamenti dei capitoli alle prescrizioni della legge regionale numero 69/2012.

L’Azienda, con decreto del commissario numero 10 del 15 marzo 2013, ha approvato la variazione del bilancio di previsione esercizio finanziario 2013, conformemente alla legge regionale 69/2012.

Il Collegio dei revisori dell’ente, nella seduta del 15 marzo 2013, ha espresso parere favorevole con raccomandazioni sulla suddetta variazione di bilancio, ritenendo legittime e congrue le variazioni ed attestando l’attendibilità e la correttezza dei valori espressi a quanto prescritto dalle norme di contabilità previste dalla legge 8/2002.

Il dipartimento lavoro ha espresso parere favorevole senza rilievi con nota del 28 marzo 2013, attestando la regolarità amministrativa del bilancio e il rispetto delle disposizioni previste dalla legge regionale 8/2012.

Il dipartimento bilancio, al termine della sua istruttoria del 18 aprile 2013, ha espresso parere favorevole con osservazioni e raccomandazioni, riscontrando che l’avanzo di amministrazione presunto applicato all’esercizio 2013 è pari ad euro 766 mila euro circa ed attestando il rispetto da parte dell’Azienda delle disposizioni previste dalla legge regionale 69 del 2012 sul contenimento delle spese per gli enti subregionali.

Sia il Collegio dei revisori che il dipartimento bilancio hanno raccomandato il non utilizzo dell’avanzo di amministrazione, se non prima di approvare il rendiconto 2012.

Sono stati auditi in Commissione il commissario di “Azienda Calabria Lavoro” e il rappresentante del dipartimento lavoro, i quali hanno fornito importanti delucidazioni in ordine all’andamento della gestione dell’Azienda, e più precisamente sul riaccertamento dei residui e sulle procedure iniziali di fusione con la Field.

La seconda Commissione, preso atto delle dichiarazioni di regolarità dell’atto rese dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia e delle relazioni in audizione del commissario di “Azienda Calabria Lavoro” e del dirigente del dipartimento lavoro, ha approvato il provvedimento amministrativo in esame nella seduta del 17 luglio 2013, facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal dipartimento lavoro, dal dipartimento bilancio e dalla Giunta regionale.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi sul punto, quindi pongo in votazione il bilancio di “Azienda Calabria Lavoro”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 231/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “POR Calabria FSE 2007-2013. Presa d'atto del Programma Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012 della Commissione Europea ed approvazione del nuovo Piano Finanziario per Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni

PRESIDENTE

Il prossimo punto riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 231/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “POR Calabria FSE 2007-2013. Presa d'atto del Programma Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012 della Commissione Europea ed approvazione del nuovo Piano Finanziario per Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni”.

E’ ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, sempre nella seduta del 17 luglio scorso, la seconda Commissione ha approvato il provvedimento amministrativo 231/9^ che riguarda la presa d’atto della rimodulazione del Por Calabria Fse, così come modificato dalla Commissione europea con Decisione 9617 del 14 dicembre 2012.

Preliminarmente, desidero informare questa Assemblea che sul Por Fse sono state approvate diverse rimodulazioni e riprogrammazioni finanziarie. Relativamente alle prime, lo scorso anno la Regione ha proposto una rimodulazione volta ad implementare le risorse allocate all’Asse II “Occupabilità” e all’Asse IV “Capitale umano”, al fine, da un lato, di rafforzare la strategia dell’occupazione per fronteggiare i continui mutamenti del contesto economico e sociale, dall’altro per assicurare una più efficace attuazione del programma.

Sotto questo profilo, devo necessariamente sollecitare il dipartimento ad accelerare i bandi in corso e già annunciati.

La rimodulazione è stata poi definitivamente approvata dalla Commissione europea con Decisione 6337 del 10 settembre 2012, rispetto alla quale la Giunta regionale prima e il Consiglio regionale hanno preso atto con apposito provvedimento.

In relazione alla riprogrammazione, nell’ottobre scorso è stata avviata la procedura scritta per l’approvazione di un’ulteriore proposta di riprogrammazione del Por Fse, adottata poi dalla Commissione europea con Decisione 9617 del 14 dicembre 2012.

Tale proposta si inserisce nell’alveo delineato dalla delibera Cipe numero 1/2011 e trae giustificazione dall’esigenza di superare le difficoltà connesse alla fase di attuazione del programma, come stabilito dall’articolo 33, comma 1, lettera d), del Regolamento Ce/1083/2006.

Infatti, il programma è stato sottoposto a diverse criticità attuative dovute, perlopiù, a fattori esterni legate al vincolo del patto di stabilità, che ha determinato un rallentamento dell’attuazione in termini di difficoltà nel raggiungimento dei livelli di certificazione della spesa e nel conseguente rischio di disimpegno automatico delle risorse comunitarie.

In seguito alla destinazione di 60 milioni di euro agli interventi previsti dal Piano di azione-coesione, a cui la nostra Regione ha aderito e di cui abbiamo trattato nella seduta di Commissione del 14 gennaio 2013 approvando il provvedimento 203/9^, è stato ulteriormente rimodulato il quadro finanziario del Por Fse, definitivamente adottato con la Decisione della Commissione europea del 14 dicembre 2012.

Pertanto, con il provvedimento che stiamo esaminando si prende atto della nuova riprogrammazione a seguito della Decisione della Commissione europea e, conseguentemente, si approva un nuovo piano finanziario.

In sede di Commissione è stato audito il dirigente delegato dell’Autorità di gestione del programma, che ha precisato che, alla rimodulazione in discussione approvata dalla Commissione europea senza subire alcuna modifica, è stato coinvolto il partenariato, le cui osservazioni sono state recepite nel provvedimento in esame.

Inoltre, ha sottolineato che è stato approvato un piano sul lavoro incorporante quattro interventi già messi a bando e che, in relazione al piano dell’occupabilità 2014-2020, si sta avviando una discussione col partenariato che consenta la predisposizione di uno schema di programma.

Alla luce delle cose che ho detto poc’anzi, signor Presidente, le chiedo di sottoporre all’Aula l’approvazione di questo provvedimento.

PRESIDENTE

Dopo la relazione dettagliata del consigliere Imbalzano, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 231/9^

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 235/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Aterp Crotone – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011

PRESIDENTE

Il prossimo punto riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 235/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Aterp Crotone – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011”.

E’ ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Si tratta di un documento contabile, del rendiconto relativo all’anno 2011 che la Commissione ha approvato nella seduta del 30 luglio scorso.

Il provvedimento è corredato dai pareri forniti dai dipartimenti regionali lavori pubblici e bilancio.

Le risultanze del rendiconto Aterp di Crotone evidenziano un avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2012 pari a 342.791 euro.

Tra gli eventi rilevanti che sono segnalati nella relazione del direttore generale dell’ente emerge che l’Aterp ha individuato economie di spesa sui lavori finanziati ai sensi di diverse leggi per 9 milioni di euro per i quali ha chiesto l’utilizzo alla Regione Calabria per interventi di manutenzione straordinaria.

E’ stata attuata, altresì, la riduzione dei costi di struttura dove si segnala che la spesa del personale è pari al 43 per cento della spesa corrente e ciò ha determinato un avanzo di competenza nel 2011 pari a 170.834 euro.

Il Collegio sindacale ha ricostruito la progressione dei risultati economici e storici dell’ente e ha segnalato che, nonostante il disavanzo economico sia in diminuzione, perdura una situazione di squilibrio tra costi sostenuti e ricavi ad evidenziare la carenza dei trasferimenti da parte della Regione e dello Stato e l’insufficiente capacità dell’Aterp di dimensionare le spese correnti alle entrate correnti.

Lo stesso organo di controllo ha concluso il proprio esame, comunque, con parere favorevole, raccomandando la prosecuzione dell’azione di contenimento delle spese e sollecitando la Regione a procedere alla definitiva soluzione della problematica della tripartizione che i colleghi ben conoscono.

Alle stesse determinazioni del Collegio perviene il dipartimento lavori pubblici che conclude la propria istruttoria con parere favorevole.

Il dipartimento bilancio, da parte sua, ha verificato la consistenza dell’avanzo di amministrazione e proposto l’approvazione del rendiconto 2011 limitatamente alla propria competenza contabile.

In sede di Commissione è stato audito il rappresentante dell’Aterp di Crotone il quale ha sottolineato come, nonostante un grande sforzo profuso dall’ente, perduri la morosità e che bisogna fronteggiare l’abusivismo – che, come ben sapete, sono problemi atavici di tutte le Aterp, peraltro, con la nota legge di riforma, ristrutturate – nonché tutte le iniziative che si stanno ponendo in essere al fine di garantire una efficiente ed efficace gestione dell’ente.

Per tutti questi motivi, considerato che la seconda Commissione ha approvato il provvedimento amministrativo in esame unitamente alle osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori e dai dipartimenti regionali competenti, le chiedo, signor Presidente, di sottoporre all’approvazione dell’Aula anche questo provvedimento.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione il bilancio rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2011 dell’Aterp di Crotone.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 236/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 236/9^, di iniziativa della Giunta regionale: “Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011”.

E’ ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Anche questo provvedimento è stato approvato dalla Commissione nella seduta del 30 luglio 2013.

Su questo provvedimento hanno relazionato sia il precedente Collegio dei revisori sia il nuovo, nominato con delibera di Giunta regionale 486 del 6 novembre 2012.

La Giunta regionale ha richiesto al nuovo Collegio dei revisori un nuovo parere per il conto consuntivo 2011 ed entrambi hanno espresso parere favorevole all’approvazione del rendiconto stesso.

L’organo di controllo ha tuttavia raccomandato, nell’approvare questo rendiconto, una serie di questioni: intensificare l’attività di recupero della morosità, provvedere alla copertura del disavanzo di amministrazione, pari a circa 364 mila euro, proseguire il programma di dismissione degli immobili alienabili, continuare nell’opera di coordinamento tra gli uffici, consolidare la capacità di riscossione per garantire un equilibrio maggiore tra flussi di entrate ed uscite.

Il dipartimento lavori pubblici nell’esprimere parere favorevole ha condiviso appieno le prescrizioni del Collegio dei revisori e ha dato atto dell’avvenuto riaccertamento dei residui attivi e passivi a fine 2011, così come previsto dall’articolo 38 del decreto ministeriale 10 ottobre 1986.

Il dipartimento bilancio ha verificato la determinazione dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2011, con particolare attenzione all’esatta corrispondenza tra i dati finali 2010 e i dati iniziali 2011.

La seconda Commissione, preso atto della dichiarazione di regolarità dell’atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competente per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo facendo proprie le prescrizioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal dipartimento lavori pubblici, dal dipartimento bilancio, dalla Giunta regionale, nonché le considerazioni che sono state esposte in audizione dai rappresentanti dell’Aterp di Catanzaro.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 236/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 237/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013

PRESIDENTE

Proposta di provvedimento amministrativo numero 237/9^, di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013”.

E’ sempre relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente), relatore

Signor Presidente, anche questo documento contabile è stato approvato nella seduta del 30 luglio.

Devo precisare che, in sede di istruttoria, i dipartimenti regionali hanno richiesto di rimodulare sul versante delle spese il bilancio, al fine di consentire all’Aterp di Catanzaro il rispetto delle disposizioni previste dall’articolo 13 della legge regionale numero 69 del 2012.

L’Aterp di Catanzaro ha approvato con propria delibera del 29 aprile 2013 la rimodulazione del bilancio di previsione, previo parere favorevole del Collegio dei revisori e del dipartimento bilancio.

Il Collegio dei revisori, in particolare, nell’esprimere parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2013, ritenendo attendibili e congrue le previsioni di entrata e di spesa, ha valutato positivamente le azioni poste in essere per limitare la morosità e diminuirne l’impatto sui conti aziendali; invita, tuttavia, ad intensificare gli interventi per limitare i fenomeni dell’abusivismo e della morosità.

Il Collegio ha, altresì, rilevato il rispetto dei vincoli della finanza pubblica e regionale, limitatamente alla legge regionale numero 22 del 2010.

Il dipartimento lavori pubblici esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2013, ritenendo attendibili e congrue le previsioni di entrata e di spesa e concordando col Collegio dei revisori nel raccomandare all’Azienda di continuare l’attività di puntuale riscossione dei canoni di locazione e nella risoluzione del problema dell’abusivismo e delle morosità.

Il dipartimento bilancio, dopo aver richiesto la rimodulazione del bilancio di previsione dell’Aterp per adeguarlo alle prescrizioni contenute nella legge regionale numero 69 del 2012, ha espresso parere favorevole, prescrivendo tuttavia l’osservanza dei seguenti indirizzi: che la spesa corrente iscritta al capitolo 6/25 sia contenuta in modo da assicurare la riduzione dell’80 per cento rispetto agli impegni dell’anno 2009 delle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza in luogo del 50 per cento previsto.

Il dipartimento bilancio nella propria relazione evidenzia che l’Aterp ha provveduto ad eliminare nel bilancio rimodulato la previsione di un’entrata derivante da trasferimenti regionali, iscritti al capitolo 8041301 per un importo di 520 mila euro circa in quanto lo stesso non trovava corrispondenza nel bilancio della Regione Calabria.

Lo stesso dipartimento ha dato atto della significativa diminuzione delle previsioni di competenza relative al personale trasferito operate dall’ente e ha trasmesso il Piano triennale dei futuri pensionamenti riguardanti il personale assunto, chiedendo il ripristino dello stanziamento.

Per tutti questi motivi la seconda Commissione, preso atto delle dichiarazioni di regolarità dell’atto rese dai dirigenti della Giunta regionale competente per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo rimodulato, facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal dipartimento lavori pubblici, dal dipartimento bilancio, dalla Giunta regionale, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell’Aterp di Catanzaro.

Le chiedo, quindi, signor Presidente, di sottoporre all’approvazione dell’Aula il documento stesso.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione il bilancio di previsione dell’Aterp della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2013.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Ottavio Gaetano (UDC)

Ho chiesto di intervenire per presentare un ordine del giorno per la modifica di una delibera del Consiglio regionale adottata il 24 giugno 2013, riguardante la modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia.

E’ stata riportata una inesattezza all’interno della delibera, in quanto nella località interessata al referendum è erroneamente indicata la località Cancino come frazione del Comune di Zaccanopoli, mentre in effetti si tratta di una località che ricade territorialmente nel Comune di Zaccanopoli e gli abitanti sono residenti nel Comune di Zambrone.

Il Presidente della Giunta regionale aveva già indetto con decreto il referendum, autorizzando il Comune di Zaccanopoli ad effettuare questo referendum; bisogna, invece, ridefinire sia la domanda che viene posta per la consultazione sia il Comune che deve effettuare il referendum che è il Comune di Zambrone, in quanto i residenti della località Cancino sono tutti elettori residenti nel Comune di Zambrone.

Si tratta, quindi, di una modifica della delibera numero 313 del 24 giugno 2013 del Consiglio regionale; dopodiché, il Presidente della Giunta regionale indubbiamente emanerà - credo - un nuovo decreto, autorizzando il Comune di Zambrone ad effettuare il referendum.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno avanzata dal consigliere Bruno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 255, recante: “Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 313 del 24 giugno 2013, recante: 'Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13'”

PRESIDENTE

Pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 255.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 503 di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 503, di iniziativa della Giunta regionale: “Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013”.

L’assessore Fedele ne aveva già chiesto l’inserimento, approvato col voto dell’Assemblea, ha già illustrato il provvedimento, che riguarda una variazione per lo svolgimento dei trasporti in Calabria, quindi lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Consigliere Imbalzano, il suo ordine del giorno, prego.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Sì, quello riguardante le Omeca che – se mi consente – vado ad illustrare: credo che, di fatto, sia inserito all’ordine del giorno, sennò lo votiamo.

PRESIDENTE

L’ordine del giorno sullo stabilimento ex Omeca di Reggio Calabria.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Sì, perfetto.

PRESIDENTE

Su questo non abbiamo votato nemmeno l’inserimento. Avete anche concordato un testo con la minoranza? Avete modificato o andava bene così?

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Il documento era allegato alla mozione di cui ho chiesto l’inserimento.

(Interruzione)

L’ordine del giorno è aggiornato rispetto all’audizione fatta col top manager.

PRESIDENTE

L’ordine del giorno, sì, ma mi sembra che…

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Ma è legato.

PRESIDENTE

Vi eravate visti con la minoranza, no?

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Sì, ci siamo visti, però non li vedo, quindi procediamo. C’è stata una richiesta in Commissione, sia da parte della minoranza sia da parte di tutto il sindacato, di abbreviare i tempi perché, anche alla luce di dichiarazioni rilasciate sulla stampa in questi giorni da autorevoli sindacalisti, i tempi sono assolutamente stringenti ed il Governo sta assumendo le decisioni.

Insisto, quindi, per discutere la mozione e per sottoporre e illustrare l’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento della mozione.

(Il Consiglio approva)

Mozione numero 93 di iniziativa del consigliere Imbalzano “sulla delicata questione dell’Azienda Ansaldo Breda e sullo stabilimento dell’ex Omeca di Reggio Calabria”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione testé inserita all’ordine del giorno di cui do lettura:

“Premesso che:

 nei giorni scorsi la stampa nazionale ha riportato, con dovizia di particolari, le ipotesi di ristrutturazione elaborate dall'Amministratore Delegato del gruppo Finmeccanica sulla partecipata “Ansaldo Breda”;

sulla base di dati di bilancio e di fatturato che continuano ad avere un trend negativo anche nel corrente anno, sarebbe previsto lo “spacchettamento” dei siti produttivi tra quelli appetibili sul mercato e quelli da utilizzare per ripiani finanziari, ipotesi assolutamente non condivisibile da questo Consiglio regionale;

queste ufficiose informazioni hanno suscitato un gravissimo e legittimo allarme tra le circa 500 maestranze dello stabilimento reggino, notoriamente uno dei gioielli dell'Azienda metro-ferroviaria;

le rappresentanze sindacali a tutti i livelli e le Istituzioni locali, a partire dalla Regione, da sempre vicina alle problematiche del locale sito di Torre Lupo, non possono rimanere inerti di fronte al preoccupante disegno che vedrebbe il nostro stabilimento penalizzato e ad alto rischio con possibili esplosioni sociali, pur avendo il personale da anni assicurato un livello di produttività soddisfacente, anche nel raffronto con gli altri tre stabilimenti di Palermo, Napoli e Pistoia;

per fugare queste preoccupazioni, il sottoscritto on.le Candeloro Imbalzano ha ritenuto di convocare a breve in audizione in seno alla Commissione “'Bilancio ed Attività Produttive” i vertici del Gruppo “Finmeccanica”, per avere puntuali ragguagli sulle reali strategie del Gruppo stesso, per ciò che concerne il destino della partecipata “Ansaldo Breda S.p.A”;

infine, di dover necessariamente intervenire per scongiurare possibili nefaste conseguenze sui livelli occupazionali dello stabilimento reggino;

il sottoscritto, on. Candeloro Imbalzano, Presidente della Commissione consiliare permanente “Bilancio, Programmazione Economica, Attività Produttive e Fondi Comunitari e Relazioni con l'Estero”, stante la estrema delicatezza della problematica sollevata ed i possibili sbocchi di carattere sociale che potrebbero derivarne per la città e la provincia reggina, chiede alla S.V. di voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla urgente discussione del Consiglio regionale, per impegnare l’Assessore alle Attività Produttive e l’on.le Presidente Giuseppe Scopelliti, in stretta sinergia con il Consiglio regionale, ad assumere tutte le iniziative ritenute necessarie a livello di Governo e previo concerto con i  sindacati nazionali, al fine di dipanare le minacciose ombre che si addensano sulle prospettive di un sito che resta uno dei maggiori gioielli della già gracile realtà economica reggina.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Che cosa abbiamo votato, Presidente? La mozione? Chiedo anche l’inserimento dell’ordine del giorno, lo chiedo formalmente.

PRESIDENTE

Chiedevo lumi al segretario generale.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Presidente, la minoranza è in parte in Aula.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno che è inserito.

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Imbalzano “sulla delicata questione dell’Azienda Ansaldo Breda e sullo stabilimento dell’ex Omeca di Reggio Calabria

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno sulle Omeca di Reggio Calabria, con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

(Interruzione)

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Eravamo in dichiarazione di voto, colleghi.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, il provvedimento non era stato inserito all’ordine del giorno, il Consiglio non l’aveva votato, quindi non può essere posto ai voti.

(Interruzione)

Il provvedimento non è stato posto in votazione, non è stato approvato l’inserimento all’ordine del giorno.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Collega Giordano, è stato inserito mentre eravate fuori!

GIORDANO Giuseppe (IDV)

No, non consento simili irregolarità da parte di questo Consiglio. L’ordine del giorno non era stato inserito, si era rinviato ad un’azione coordinata a cura del Presidente della Commissione e della minoranza per pervenire a un documento unitario, anzi, era stato deciso.

C’era l’intesa di portarlo come primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, in maniera tale che si valorizzasse l’attività della Commissione nel suo complesso che ha visto protagonista il Presidente Imbalzano. Perché quest’ordine del giorno che – se non vado errato – è il quarto che licenzia questo Consiglio, credo che debba avere una finalità politica, che debba trovare poi una sede, che è quella parlamentare, una sede di discussione e di risoluzione del problema, altrimenti approveremo l’ennesimo ordine del giorno che non avrà nessun senso.

Al di là della questione di merito che sto sollevando, comunque, richiamo l’Aula e lei, Presidente, se mi vuole ascoltare, al rispetto del Regolamento e alla regolarità delle votazioni. L’ordine del giorno non è stato inserito, non è stato posto in votazione, quindi non può essere votato e licenziato da questo Consiglio.

PRESIDENTE

Consigliere Giordano, abbiamo votato l’inserimento all’ordine del giorno.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

No, non è stato posto ai voti l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Non prima…

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, la prego!

PRESIDENTE

Un attimo, poi potrà verificare…

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, ci dica chi ha votato l’inserimento perché voglio sapere se l’ho votato, cosa ho votato, se ho votato l’inserimento.

PRESIDENTE

Nella fase preliminare c’era stata la sospensione e non c’è stata nessuna votazione, quindi, abbiamo concluso l’ordine del giorno. Subito dopo che abbiamo votato il provvedimento del consigliere Bruni, si è alzato il consigliere Imbalzano e ha detto: “Vorrei inserire l’ordine del giorno che avevamo discusso prima”. Ho detto: “E’ stato concordato con la minoranza?”. Poi può andare a leggere i verbali. Dice: “Ma non c’è nessuno della minoranza che eccepisce nulla, allora poniamolo ai voti”. Lei non c’era, non l’ho vista.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, sono stato sempre in Aula: non ho votato quest’ordine del giorno.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

Non c’era in Aula. Ho chiesto formalmente l’inserimento.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Non è stato inserito all’ordine del giorno. Vorrei che ci fosse un atteggiamento responsabile da parte dell’Aula su una questione così importante, perché non è il mero contenuto declinato in una paginetta di ordine del giorno, è quello che deve essere l’atteggiamento politico di questo Consiglio, dell’Assemblea nella sua interezza e che si deve fare per dare una risposta e mettere in campo un’azione politica su questa vicenda, non per mettere il puntello di un ordine del giorno che – ripeto – non è stato inserito, quindi non può essere votato.

PRESIDENTE

Sentiamo il Segretario generale che è garante di tutti, quindi, a maggior ragione, vediamo se c’è stata la votazione.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Voglio sapere l’esito della votazione, quanti hanno avuto quest’ordine del giorno e chi l’ha votato.

(Interruzione)

Chi ha votato l’inserimento?

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

In quel momento all’unanimità.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

No, non c’è stata nessuna unanimità.

IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)

E’ registrato.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, la invito al rispetto del Regolamento interno.

PRESIDENTE

Il rispetto del Regolamento, le ho detto come è andata: può andare a verificare i verbali domani – sono verbali pubblici – e vedrà che troverà riscontro.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

I verbali li verifichiamo adesso, Presidente, non domani!

PRESIDENTE

Ho aggiunto pure “con autorizzazione al coordinamento formale”, che vuol dire che se c’è qualche modifica che qualche consigliere vuole suggerire si può fare.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, mi dispiace – glielo dico – non vorrei essere costretto ad impugnare. E’ un problema di rispetto delle regole e, in ogni caso, su un argomento così importante non si fa un inserimento alla chetichella, si promuove un dibattito e si mette l’Assemblea in condizioni di poter licenziare ed esprimersi su un provvedimento che tutti hanno ritenuto importante. Invece, così, Presidente, il provvedimento viene svilito.

Mi dispiace e, in ogni caso, ripeto – e mi assumo la responsabilità di quello che dico – quest’ordine del giorno non è stato votato da nessuno.

PRESIDENTE

Quest’ordine del giorno è stato votato e la invito a seguire i lavori, a stare attento quando sta in Consiglio regionale.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

No, Presidente, la invito io a rispettare il Regolamento! Questo non è un Consiglio regionale! Sono rimasto nell’Aula tutta la seduta, ora voglio sapere chi è presente, chi l’ha votato, anzi chiedo di ripetere la votazione per appello nominale, così vediamo chi è presente e chi ha votato in quest’Aula.

PRESIDENTE

Consigliere Giordano, ci sono tanti provvedimenti, ci sono i colleghi che vanno via, tornano, entrano, escono…lo sa meglio di me, come capita a lei che esce ed entra quando vuole…pongo in votazione i provvedimenti. Lei, che è un componente della minoranza, può chiedere la verifica del numero legale in qualsiasi momento, si fa l’appello e, se non c’è il numero legale, la seduta di Consiglio si toglie. E’ una prerogativa che ha e che non esercita; quindi, o la esercita fino in fondo o non la esercita, senza sollevare polemiche a quest’ora della giornata!

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, non sto facendo polemica!

PRESIDENTE

E’ perfettamente inutile, perché il provvedimento è stato posto in votazione.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Non è stato posto in votazione!

PRESIDENTE

Le dico che è stato posto in votazione! Può andare a verificare.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Non è stato posto in votazione! Vedremo le registrazioni, Presidente.

PRESIDENTE

E adesso che facciamo? Sospendiamo e vediamo le registrazioni?

(Interruzione)

Domani provvederà a verificare se quello che dico è vero o non è vero, perché sicuramente era distratto o era al telefono o stava leggendo qualche altro ordine del giorno!

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, le ripeto, mi auguro che non dia seguito a questa procedura perché sarebbe un atto di una irregolarità gravissima!

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo “sulla eventuale adesione del Consiglio regionale al comitato promotore per l'assegnazione del premio nobel al poeta-scrittore calabrese Dante Maffìa

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine dei lavori riguarda l’ordine del giorno, a firma del consigliere Gallo, sulla eventuale adesione del Consiglio regionale al Comitato promotore per l'assegnazione del premio nobel al poeta-scrittore calabrese Dante Maffìa.

GALLO Gianluca (UDC)

L’avevo già illustrato in precedenza.

PRESIDENTE

Però, stia attento adesso! Non è che se ne va e poi torna!

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, l’ho già illustrato, lo può mettere in votazione.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, d’accordo anche la minoranza, pertanto pongo in votazione l’ordine del giorno in discussione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere De Gaetano “sulla situazione dei ragazzi talassemici dell'ospedale di Locri

PRESIDENTE

Ultimo ordine del giorno, a firma del consigliere De Gaetano: “Sulla situazione dei ragazzi talassemici dell'ospedale di Locri”.

DE GAETANO Antonino (PD)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

L’aveva già illustrato, pertanto lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non c’è altro in discussione, quindi la seduta è tolta. La prossima sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 18,52

 

Allegati

Congedo

Hanno chiesto congedo i consiglieri Adamo, Grillo, Orsomarso, Caligiuri.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Interpretazione autentica dell’art. 2, comma 2, l.r. 15/2008 (Delibera G.R. n. 329 del 20.09.2013)” (P.L. n. 502/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 331 del 20.09.2013)” (P.L. n. 503/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, altresì, alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere Giordano:

“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 aprile 2009, n. 14 (Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole)” (P.L. n. 501/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Approvazione del Programma ordinario convergenza (Poc) e del Sistema di gestione e controllo (Sigeco) – (Delibera G.R. n. 234 del 27.06.2013 Rettificata con delibera G.R. n. 295 del 5.08.2013)” (P.P.A. n. 249/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Aterp della provincia di Cosenza per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 315 dell’11.9.2013)” (P.P.A. n. 250/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Aterp Cosenza. Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2009 (Delibera G.R. n. 317 dell’11.9.2013)” (P.P.A. n. 251/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Liquidazione dell’Istituto regionale superiore di studi Elleno calabri per la comunità greca di Calabria: Bilanci di previsione per gli anni finanziari 2010, 2011 e 2012 e Rendiconti generali per gli anni 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 (Delibera G.R. n. 318 dell’11.9.2013)” (P.P.A. n. 256/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Presa d’atto delle dimissioni del consigliere regionale Francescantonio Stillitani ed eventuale surroga” (P.P.A. n. 246/9^)

“Temporanea sostituzione del consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4bi, legge 19 marzo 1990, n. 55 modificata dal D.Lgs n. 235/2012)” (P.P.A. n. 248/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

“Corecom. Programma delle attività per l’anno 2014 e relativo fabbisogno finanziario” (P.P.A. n. 252/9^)

“Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5bis della legge n. 148 del 14.9.2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012. Designazione delegati” (P.P.A. n. 253/9^)”

“Insussistenza della condizione di incompatibilità del consigliere Pietro Armando Crinò” (P.P.A. n. 254/9^)

“Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 313 del 24 giugno 2013, recante: “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia. Effettuazione del referendum consultivo ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13” (P.P.A. n. 255/9^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Caputo:

“Referendum abrogativo delle disposizioni dei cui all’art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5bis della legge n. 148 del 14.9.2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012” (P.P.A. n. 247/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La seconda Commissione consiliare, con nota n. 40398 del 18 settembre 2013, ha comunicato che nella seduta del 17 settembre 2013 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 269 del 29 luglio 2013, recante: “Por Fesr Calabria 2007/2013. Asse 1 Ricerca scientifica, innovazione, tecnologia e società dell’informazione: Linea di intervento 1.1.1.2. Approvazione direttive di attuazione. L.R. n. 40/2008, art. 1” (Parere n. 61)

Interrogazioni: dichiarazione di inammissibilità

L’interrogazione a firma del consigliere Guccione, acquisita al protocollo al numero 3968 “Sui lavori di costruzione della strada Sila-Mare Longobucco-Mirto di Crosia, iniziati nel 1989 e non ancora terminati” presentata ai sensi del comma 1 dell’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale non è ammissibile in quanto non ha i requisiti di cui al comma 1 del predetto articolo 122 R.I.C.

Approvazione di risoluzione

La Commissione contro la ‘ndrangheta, nella seduta del 17 settembre 2013 ha approvato la risoluzione n. 1/2013, recante: “Coordinamento interregionale degli organismi consiliari competenti in materia di legalità e di contrasto alla criminalità organizzata della Calabria, della Campania e della Sicilia”.

Comunicazioni inerenti atti della Corte dei Conti

La Corte dei conti – Sezione autonomie – con nota del 3 settembre 2013 ha trasmesso copia del referto al Parlamento sull’andamento della finanza regionale negli esercizio 2011 e 2012, approvato con deliberazione n. 20 del 2013.

Trasmissione documentazione da Enti sub regionali

Fincalabra SpA, con nota del 9 settembre 2013, ha trasmesso copia del Piano industriale, licenziato dal consiglio di amministrazione l’8 agosto 2013.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013:

Deliberazione Giunta regionale n. 299 dell’11 settembre 2013

Deliberazione Giunta regionale n. 300 dell’11 settembre 2013

Deliberazione Giunta regionale n. 306 dell’11 settembre 2013

Deliberazione Giunta regionale n. 316 dell’11 settembre 2013

Interrogazioni a risposta immediata

Talarico D., De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi sono apparsi nelle principali città della regione manifesti inneggianti all'efficienza ed alla qualità dell'offerta sanitaria in Calabria;

tale campagna stride con la percezione che i cittadini hanno della sanità nella regione oltre che con i dati di fatto che afferiscono alla sua situazione, sia sul versante finanziario che su quello organizzativo;

proprio i recenti interventi volti a razionalizzare ed a riorganizzare il comparto, in applicazione del Piano di rientro, hanno mostrato tutta la loro farraginosità, avendo operato tagli a servizi e strutture territoriali senza un potenziamento ed una riorganizzazione dei centri spoke ed hub e della rete di medicina di prossimità, oltre che dei servizi per il trattamento delle emergenze;

lo stesso tavolo Massicci, nella seduta del 16 luglio scorso, ha evidenziato la sussistenza di "Ritardi nell'attuazione della rete assistenziale e specificatamente in quella territoriale e dei laboratori, e nell'erogazione dei Livelli di assistenza".

la Calabria, come fanno rilevare alcune recenti indagini (Ultima quella del "Quotidiano Sanità"), si conferma tra le regioni che hanno tagliato in maggior misura i posti letto degli ospedali dal 2009 ad oggi, tanto da trovarsi oggi sotto il parametro del 3,7 per mille imposto dalla normativa nazionale (Siamo al 3,2, e in alcune aree delle ex Asi addirittura sotto il 2,5 -:

quanto è costata alla Regione la campagna pubblicitaria di che trattasi e se non sia il caso di rendere un'operazione verità sullo stato della sanità in Calabria, ripensandone modelli organizzativi e aspetti funzionali.

(433; 12.09.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Presidente della Giunta regionale, anche nella qualità di Commissario ad acta alla sanità, ha annunciato l'imminente apertura del nuovo reparto di cardiochirurgia presso l'Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria, struttura che sarà dotata di dieci posti letto di degenza e dieci posti letto di terapia intensiva post-operatoria;

l'apertura del reparto, già ultimato e collaudato da quasi due anni ma ancora non operativo, dovrebbe avvenire attraverso la gestione di un soggetto privato da individuare con una manifestazione di interesse;

tale scelta, di natura privatistica, rischia di compromettere ulteriormente il sistema sanitario regionale e con esso il diritto universale alla salute che, in via prioritaria, deve essere garantito da una efficiente sanità pubblica -:

le motivazioni tecniche e giuridiche che hanno portato alla scelta di bandire una manifestazioni di interesse per l'affidamento ad un soggetto privato della gestione del reparto di cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria non prefigurando, al contrario, le possibili alternative anche attraverso convenzioni con altre strutture pubbliche.

(438; 18.09.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Atto Aziendale dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria, adottato con delibera n° 652 del 28/06/2013, reso efficace a far data dal 01 luglio dal DPGR n° 73 del 30/05/2013, non contempla l'U.O. di Ingegneria Clinica presente invece nelle precedenti versioni, e ciò nonostante la stessa sia prevista nelle Linee guida regionali per l'adozione degli Atti Aziendali proposte dal Commissario stesso con il DPGR n. 54 del 05/07/2011 e s.m.i, fino all'ultimo aggiornamento del DPGR n. 97 del 05/07/2013;

l'istituzione dell'U.O. di Ingegneria Clinica Richiamata dalla "Raccomandazione per la prevenzione degli eventi avversi conseguenti al malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali" n° 9 dell'aprile 2009, dell'allora Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, è stata presa in debita considerazione dai manager che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida dell'A.O., tantoché, non disponendo all'interno della stessa Azienda di risorse dotate di specifiche professionalità nell'ingegneria Clinica, gli stessi si sono avvalsi nel tempo di una convenzione con l'ASP di Reggio Calabria per l'espletamento dei compiti e degli indirizzi di gestione sicura, efficiente ed efficace del parco tecnologico;

tale decisione risulta ancora più incomprensibile alla luce del recentissimo Decreto del Ministero della Salute dell'8 febbraio 2013 concernente "Criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici" che prevede di inserire la figura dell'Ingegnere Clinico all'interno degli stessi comitati, considerato che l'A.O. risulta altresì assegnataria, secondo il già citato DPGR n. 97 del 05/07/2013, di una delle tre sedi dei Comitati Etici di riferimento della Regione Calabria, al quale afferisce anche quello dell'Asp di Reggio Calabria;

la presenza attiva e costante all'interno delle aziende Sanitarie ed Ospedaliere di Ingegneri clinici risponde alle esigenze di una sanità moderna rispondente ai bisogni degli utenti, nella quale viene richiesta capacità di valutazione delle tecnologie e analisi della gestione per massimizzare l'efficienza del sistema, tutti elementi tipici della professionalità dell'ingegnere clinico -:

le motivazioni che hanno portato all'approvazione di un atto aziendale nel quale non è prevista l'istituzione dell'U.O. di Ingegneria clinica e ciò in palese contrasto con le linee guida regionali e se non si ritenga di adottare , anche in via di autotutela, i necessari provvedimenti per le modifiche del suddetto atto in linea con i parametri legislativi nazionali e regionali.

(440; 23.09.2013)

Interrogazioni a risposta scritta

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta al piano di rientro dal debito sanitario. Per sapere – premesso che:

le liste di attesa per gli esami delle diverse patologie registrano tempi di attesa lunghissimi (in alcune strutture sanitarie il CUP dell'Asp di Cosenza ha prenotato l'esame di ecodoppler addirittura fino al mese di luglio 2014);

con Decreto n. 119 dello 02.08.2013 sono stati determinati i tetti di spesa delle prestazioni ospedaliere da privato pari a circa 180 Mln di Euro -:

quali sono i criteri del riparto che stanno alla base della suddivisione delle risorse per province, anche perché tali criteri non vengono né citati né spiegati nel suddetto decreto;

secondo quali modalità è stato suddiviso l'incremento di circa sei milioni del tetto di spesa per le prestazioni ospedaliere da privato rispetto all'anno precedente;

per quali ragioni è stata concessa delega ai Direttori Generali delle Asp di ripartire il tetto di spesa provinciale per singola struttura senza indicare i criteri di ripartizione. Si ricorda che, per l'anno precedente tale ripartizione era stata effettuata per ogni singola struttura dall'Ufficio del Commissario del Piano di Rientro dal debito sanitario (vedi Decreto 189/2012);

se intende intraprendere tutte le iniziative idonee e necessarie per ripartire, in modo chiaro e trasparente, le risorse finalizzate alle prestazioni ospedaliere da privato stabilite dal Decreto n. 119 del 2013, evitando possibili discrezionalità e favoritismi e stabilendo criteri oggettivi e validi per tutte le Asp che operano sul territorio calabrese premiando la qualità e l’efficienza di tali prestazioni;

se si rende necessario, inoltre, verificare con urgenza e tempestività i motivi delle liste di attesa per le diverse patologie e rimuovere le cause che stanno alla base dei gravi ritardi che potrebbero compromettere la salute dei cittadini.

(434; 12.09.2013)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'Azienda sanitaria di Catanzaro, SPISAL, in seguito a sopralluogo effettuato presso gli uffici regionali siti in Catanzaro - viale Cassiodoro, palazzo Europa, (edificio a sei piani) dove sono ubicati il dipartimento Attività produttive e l'Avvocatura regionale, ha riscontrato una serie di irregolarità relative alle norme sulla sicurezza del lavoro, ed in particolare è stata rilevata in ogni piano la presenza di amianto nei pavimenti;

come previsto dal decreto legislativo 81/2008 l'ASP ha intimato alla Regione, assegnando termine di sei mesi, di provvedere ai lavori necessari per eliminare le irregolarità riscontrate o a spostare gli uffici in altri locali;

trascorsi i sei mesi, nulla si è fatto, se non piccoli lavori come l'apposizione di segnaletica alle porte di vetro, la cartellonistica prevista dalla legge, ma rimane il problema principale dell'amianto;

l'economato richiede una proroga all'ASP che la concede per altri sei mesi;

la dirigente nominata datore di lavoro ai fini della sicurezza (dr.ssa Grasso Giovanna) onde evitare responsabilità personali, visto che l'economato non ha ottemperato alle prescrizioni dell'ASP, con provvedimento del 6 agosto 2013, inviato a tutti i dirigenti generali presenti nel palazzo Europa, ha disposto che dal 13 settembre non possono fare accedere i dipendenti negli uffici, richiamando l'articolo 18, lettera m) del Decreto legislativo 81/2008 che impone ai dirigenti l'astensione dal richiedere ai lavoratori di riprendere l'attività lavorativa nello stabile interdetto;

da domani le Attività Produttive e l'Avvocatura saranno senza uffici, si interrompe un pubblico servizio "grazie all'efficienza" della Regione con il rischio anche di danni patrimoniali specie per le attività processuali curate dall'Avvocatura alla quale vengono notificati decine di atti giudiziari che hanno termini perentori decorsi quali la Regione non può costituirsi in giudizio -:

quali motivazioni abbiano determinato una tale e grave negligenza;

se l'Amministrazione abbia effettuato un monitoraggio, per verificare circa i rischi nella salute dei dipendenti e dell'utenza in relazione all'esposizione all'amianto;

se si è proceduto all'individuazione di eventuali responsabili e quali urgenti provvedimenti s'intende adottare per ridurre il rischio nei luoghi di lavoro come prescritto dalla normativa vigente.

(435; 13.09.2013)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura e forestazione. Per sapere – premesso che:

sul plurisettimanale d'informazione “il Crotonese” del 7 settembre 2013, in un articolo a firma del giornalista Giuseppe Pipita, si denuncia che nel territorio di Cirò Marina, in Via Mandorleto, sorge l'ex distilleria "CORIVIC", un'area imponente, di diversi ettari, pericolante ed in totale stato di abbandono;

nell'ottobre 2012, il Sindaco di Cirò Marina, a seguito delle relazioni richieste e svolte dai rispettivi Uffici di riferimento, Polizia Municipale di Cirò Marina e Asp di Crotone, circa l'area ex opificio industriale "CORIVIC", con un'ordinanza ha intimato alla Regione Calabria affinché provvedesse alla rimozione di tutti i rifiuti insistenti nell'ex opificio industriale;

dalla relazione della Polizia Municipale di Cirò Marina del 19.09.2012 risulta che le condizioni generali in cui versa la struttura, in considerazione della sua ubicazione all'interno del centro abitato, costituiscono pregiudizio alla pubblica incolumità ed alla salute pubblica; il cancello d'ingresso risulta rotto e consente l'ingresso all'area liberamente e ciò potrebbe creare pericolo per l'incolumità di eventuali ragazzi che accedono all'interno della struttura, anche per via della presenza di un pozzo non custodito;

dalla relazione del Dirigente Sanitario dell'ASP - Dipartimento di Prevenzione di Crotone - Distretto di Cirò Marina emerge che in data 27.09.2012, è stato effettuato un sopralluogo presso l'ex distilleria "CORIVIC", Via Mandorleto, Cirò Marina all'esito del quale è risultato che nei locali delle strutture sono stati depositati rifiuti vari e, le stesse, presentano segni di deterioramento. Alcune coperture in cemento amianto (eternit) si sono avallate e rischiano di crollare. Questo stato di cose, oltre a deturpare considerevolmente la zona, rappresenta un pericolo per l'incolumità e per la salute pubblica;

per quanto sopra tutta la struttura e gli spazi necessitano urgentemente di una sostanziale bonifica;

da una verifica effettuata sul Sito della Regione Calabria, al Dipartimento 4 - Bilancio e Patrimonio - Settore 4 - Demanio e Patrimonio Immobiliare, al Conto Patrimoniale 2011, Inventario dei Beni Demaniali e Patrimoniali anno 2011 - Beni in corso d'inventariazione (Consorzi di Sviluppo Industriale) e/o soggetti a verifica, alla pagina 225, è rubricato, in Provincia di Crotone, nel Comune di Cirò Marina, un bene la cui destinazione d'uso è Distilleria di Alcool Etilico, di provenienza dall'ESAC - Legge 27/01/1966 n. 910 -:

se corrisponde al vero quanto:

denunciato dal plurisettimanale d'informazione “il Crotonese” del 7 settembre 2013, nell'articolo a firma del giornalista Giuseppe Pipita ;

riportato nelle relazioni dell'ASP di Crotone e dalla Polizia Municipale di Cirò Marina sull'ex distilleria "CORIVIC";

intimato dal Sindaco di Cirò Marina nell'ottobre 2012;

se e in che tempi, riconosciuta la proprietà del bene in capo alla Regione secondo quanto risultante dalla suelencata documentazione, si intende avviare una sostanziale opera di bonifica in modo da eliminare un pericolo per l'incolumità e la salute pubblica, restituire fruizione sociale alla struttura e consentire così il rilancio dell'area attraverso la realizzazione di un progetto già proposto dall'amministrazione comunale di Cirò Marina.

(436; 13.09.2013)

Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro. Per sapere - premesso che:

la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, in riscontro alla nota n. 8454 del 10 gennaio 2013 con la quale si chiedevano i dati necessari relativi allo sblocco del turn-over da parte della Regione Calabria in base al Decreto Balduzzi comunicava, attraverso una lettera dell'aprile 2013 che, essendo i cessati dell'anno 2011, desumibili dal conto annuale, n. 26 per l'Area della Dirigenza e n. 85 per l'Area del Comparto (il 15%, che rappresenta la possibilità di accesso allo sblocco del turn over, è rappresentato da n. 16,65, arrotondato a 17) la possibilità di accesso allo sblocco del turn-over era rappresentata dall'assunzione di n. 17 unità;

nella lettera si evidenziava, inoltre che, relativamente alle deroghe caratterizzate da somma urgenza, essendo TAO di Cosenza sede Hub, le criticità in ordine di priorità erano le seguenti:

U.O.C. Urologia n. l Direttore (S.O. Annunziata);

U.O.C, Traumatologia ed Ortopedia n. l Direttore, n. 1 Dirigente Medico;

U.O.C. Chirurgia Vascolare n. l Direttore, n. l Dirigente Medico; U.O.C. Neurologia n. l Direttore;

U.O.C. Medicina e Chirurgia di Accettazione ed Emergenza n. 1 Direttore;

U.O.C. Odontoiatria e Stomatologia n. 1 Direttore;

U.O.C. Odontoiatria n. 1 Direttore;

U.O.C. Terapia Intensiva n. 1 Dirigente medico;

U.O.C. Cardiologia e UTIC N. 1 Dirigente Medico;

U.O.C. Reumatologia n. 1 Direttore;

U.O.C. Neonatologia n. 1 Dirigente medico;

U.O.C. Terapia Intensiva n. 1 Dirigente medico;

U.O.C. Cardiologia e UTIC n. 1 Dirigente medico;

tale comunicazione-richiesta è avvenuta dopo l'ispezione regionale e nazionale al Centro Trasfusionale dell'Hub di Cosenza (17 e 18 settembre 2012);

risulta quindi assai grave, alla luce di quanto riscontrato dalla commissione ispettiva, che non figuri tra "le somme urgenze e criticità" elencate nella lettera dell'AO di Cosenza anche la richiesta di un Direttore del Centro Trasfusionale dell'ospedale Hub di Cosenza, mentre vengono istituiti tre Direttori di U.O.C, di nuova nomina dei quali due non sono compresi nemmeno nei LEA, come Terapia del Dolore e Cure Palliative, Odontoiatria e Stomatologia;

sono stati acquistate nuove attrezzature per il reparto Terapie del dolore e Cure Palliative -:

se risulta al vero la notizia secondo la quale tali attrezzature sarebbero state acquistate attraverso affidamento diretto;

se si intende rendere pubblico l'elenco delle ditte che hanno rapporti con l'Azienda Ospedaliera di Cosenza e le modalità di aggiudicazione degli appalti e delle forniture;

se si intende far conoscere quali iniziative si intendono mettere in atto per fare definitivamente chiarezza in merito all'acquisto delle attrezzature del reparto U.O.C. Terapie del Dolore e Cure Palliative e, più in generale, sugli appalti e sulle forniture dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza;

se non ritiene grave e omissivo il comportamento mantenuto dal Direttore Generale dell'AO di Cosenza, avv. Paolo Maria Gangemi, sulla scandalosa vicenda del sangue infetto, anche alla luce della lettera dell'AO da cui tra le maggiori criticità non risulta nessuna richiesta di nomina di un Direttore del centro trasfusionale.

(437; 18.09.2013)

Guccione, Principe, Adamo, De Gaetano, Franchino, Giamborino, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Scalzo, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria n. 48 del 16/04/2013, pubblicato su BUR del 16/05/2013 n. 10, è stato approvato il protocollo d'intesa tra la Regione Calabria e l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma concernente l'attivazione, nelle aziende sanitarie provinciali e ospedaliere del servizio sanitario regionale, dei corsi di laurea delle professioni sanitarie - obiettivo PdR: G031s11;

le sedi per lo svolgimento delle attività didattiche dei corsi di laurea di cui al suddetto protocollo sono l'Università "La Sapienza" e l'ASP e l'AO di Cosenza;

in sede di prima applicazione i corsi di laurea delle professioni sanitarie sono individuati in classe SNT/1 CdL infermieristiche, Cosenza 20 posti; classe SNT/4 CdL tecniche della prevenzione, Cosenza 10 posti;

per gli anni a seguire il numero degli studenti da accogliere sarà concordato e programmato annualmente in relazione alla capacità di ricezione delle strutture disponibili;

l'adozione del su citato protocollo oltre a risultare strategico per l'attuazione delle linee d'intervento già previste nel piano di rientro del disavanzo del settore sanitario ha quale primario se non esclusivo obiettivo quello di offrire la possibilità agli studenti calabresi, iscritti all'ateneo romano, di frequentare e ultimare i medesimi studi, compresa la fase pratica e di tirocinio, direttamente in Calabria, sì da incardinare in loco le eventuali basi di un futuro lavorativo;

il Presidente della Giunta regionale della Calabria, anche in qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, non ha inteso ad oggi siglare il protocollo d'intesa non presentandosi agli incontri fissati del 15 maggio 2013 e del 26 giugno 2013 per la relativa sottoscrizione già formalmente concordata con il Magnifico Rettore de "La Sapienza" prof. Luigi Frati, presso la sede romana della Regione Calabria;

l'inerzia e l'evidente mancanza di volontà politica del Governatore Scopelliti, oltre che a danneggiare l'immagine delle istituzioni regionali, rischia di ledere gravemente l'interesse pubblico vista la crescente domanda di formazione di nuovo personale parasanitario, tenuto conto del riconosciuto drammatico bisogno del territorio alla luce del blocco del turn over in sanità che dura da oltre tre anni -:

per quali ragioni ha inteso disertare gli appuntamenti previsti per la sottoscrizione del protocollo d'intesa in oggetto:

se la mancata sottoscrizione ha pregiudicato e compromesso il raggiungimento degli obiettivi di pubblico interesse e di miglioramento dell'offerta sanitaria che sono alla base del protocollo d'intesa con l'Università "La Sapienza";

quali iniziative intende adottare per pervenire, con immediatezza, all'adozione del protocollo d'intesa in oggetto.

(439;19.09.2013)

Naccari Carlizzi, Principe, Scalzo, Maiolo, Ciconte, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Delibera n. 298 del 5 agosto 2013 sono stati nominati i 5 (Cinque) Commissari Straordinari delle Aterp Provinciali;

la stessa nomina è stata effettuata in contrasto con la legge regionale di riferimento n. 24/2013 che, all'art. 3 comma 2, cosi prescrive: “Il commissario straordinario è scelto tra i dirigenti della Regione Calabria senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale; solo in casi eccezionali e solo qualora, tra i dirigenti interni della Regione, non vi sia il profilo professionale richiesto è consentito l'utilizzo di commissari esterni. Il compenso del commissario non può essere superiore al trattamento tabellare dei dirigenti di settore della Giunta regionale e il relativo onere è posto a carico del bilancio dell'ente conseguente all'accorpamento";

nessun bando ha preceduto tale nomina al fine di verificare se all'interno della Regione vi fossero dirigenti professionalmente idonei a ricoprire tale incarico;

nessuna procedura comparativa circa i requisiti professionali da possedere da parte dei Commissari Straordinari nominati;

non è stato rispettato quanto previsto dall’art. 25 L.R. 13 maggio 1996, n. 7 per le nomine attuate;

tale anomala procedura adottata dalla Giunta viene giustificata, nel corpo della delibera, dalla impossibilità di affidare a dirigenti regionali con la seguente motivazione "in relazione alle specifiche mansioni ricoperte nell'ambito delle strutture organizzative ed alle imprevedibili inefficienze connesse, né con quella di individuare profili professionali idonei";

nella stessa delibera in netto contrasto con quanto prescritto dall’art. 4, commi 1 e 2 della legge regionale 24/2013 che prescrive: "Nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari e della legge 6 novembre 2012, n. 190, i componenti degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui al comma 1, devono possedere requisiti di professionalità, competenza ed esperienza in relazione all’incarico da ricoprire ed all'importanza dell'ente; il revisore unico dei conti deve possedere i requisiti di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, che modifica le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE, e che abroga la direttiva 84/253/CEE) e s.m.i” vengono nominati 15 Revisori contabili straordinari (figura nuova e non contemplata nell’ordinamento giuridico italiano) -:

quali requisiti professionali siano stati valutati per giustificarne le nomine operate da parte della Giunta proprio in considerazione a quelle specifiche mansioni richiamate;

chi tra i nominati abbia il requisito richiesto della anzianità di 5 anni nella qualifica dirigenziale;

come sia stato possibile inquadrare i Commissari nominati come Direttori Generali della Giunta secondo le prescrizioni dell'art 25 della LR 7/96 e non Dirigenti di Settore come previsto dall'art 3 comma 2, della L. R. 24/2013;

quale riduzione o contenimento dei costi c'è stato così come prescritto al comma 3 art. 1 della L. R. 24/2013 che impone la riduzione degli oneri finanziari a carico del bilancio regionale, in coerenza con quanto disposto dall'art. 9 D.L. n. 95 del 2012, convertito in legge 135/2012 (spending review);

se, per quanto sopra riportato, si configurino i reati di abuso d'ufficio e danno erariale;

quali determinazione intendono assumere l'Assessore e la Giunta per ripristinare la legittimità nelle procedure selettive e nelle conseguenti nomine.

(441; 23.09.2013)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 248/9^, recante: “Temporanea sostituzione del Consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55, modificata dal D.lgs n. 235/2012)” (Del. n. 338)

“Il Consiglio regionale

visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 9 settembre 2013, trasmesso dall'Ufficio Territoriale del Governo di Catanzaro in data 10 settembre 2013, relativo alla sospensione del Sig. Antonio Rappoccio dalla carica di consigliere della Regione Calabria, a decorrere dal 30 luglio 2013;

atteso che, trattandosi di sospensione intervenuta ai sensi dell'art. 15, commi 4-bis e 4-ter della legge 19 marzo 1990, n. 55 e successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, n. 30, questo Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 3 della citata legge n. 30/94, deve procedere - nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione e, comunque, non oltre trenta giorni dalla predetta notificazione - alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti;

considerato che, come risulta dalla copia del verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria, relativo alle elezioni del Consiglio regionale della Calabria anno 2010, nella stessa lista n. 10 avente il contrassegno "Insieme per la Calabria", nella quale è stato eletto il consigliere sospeso, il candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti è il Sig. Aurelio Chizzoniti, con cifra individuale 2561;

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al Sig. Aurelio Chizzoniti, in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;

vista la legge 12 gennaio 1994, n. 30;

delibera

di procedere alla temporanea sostituzione del consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale al Sig. Aurelio Chizzoniti, candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti con cifra individuale 2561;

di dare atto che detta supplenza avrà termine con la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 247/9^, recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5, 5-bis della legge n. 148 del 14.09.2011 e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012” (Del. n. 339)

“Il Consiglio regionale

visto l'art. 75 della Costituzione;

vista la L. 25.05.1970, n. 352;

premesso:

che la riorganizzazione degli Uffici giudiziari operata dal Governo in virtù dell'art. 1, commi 2,3,4,5 e 5 bis della legge n. 148 del 14.09.11 e con i decreti legislativi n. 155 e 156 del 7.9.12 è risultata estremamente penalizzante per il circondario del Comune di Rossano(CS);

che la soppressione del Tribunale di Rossano (CS) risulta in grave contrasto con il principio di prossimità stabilito dal Trattato di Lisbona, ove si prevede che l'Amministrazione (anche della Giustizia) sia esercitata il più possibile vicino ai cittadini;

che il mancato rispetto del richiamato principio non può assolutamente trovare giustificazione in un presunto risparmio, astratto e ipotetico;

che, in effetti, non può in alcun modo essere tollerato che ad un'utenza di oltre 130.000 abitanti sia reso estremamente gravoso l'accesso alla giustizia, soprattutto alla luce del fatto che l'accorpamento o la soppressione di Tribunali e Procure non realizza una maggiore efficienza nell'amministrazione della giustizia, anzi contribuisce a renderla più pesante e farraginosa, ove si pensi, per quel che riguarda ROSSANO, che il notevole carico di lavoro esistente in questo Tribunale, che ha 20.000 procedimenti pendenti (civili e penali) verrà ad aggiungersi al carico di lavoro del Tribunale di Castrovillari, che è anch'esso notevole, anche se inferiore a quello di Rossano, cosa che certamente provocherà la paralisi totale dell'amministrazione della giustizia in entrambi gli odierni circondari;

che la decisione di sopprimere il Tribunale di Rossano e di accorparlo a quello di Castrovillari è inaccettabile, perché non risponde ai criteri espressamente previsti alla lettera b) del comma 2 dell'art. 1 del decreto legge n. 138/2011, e nemmeno a quelli indicati nella stessa relazione ministeriale di accompagnamento alla proposta di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, e non ha tenuto conto dei pareri delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, disattendendo le indicazioni del Parlamento e non considerando la storia, le caratteristiche e la peculiarità del territorio ricadente nel circondario del Tribunale di Rossano, nell'ambito del quale si articola, l'area urbana Rossano -Corigliano, due città che da sole contano circa 80.000 abitanti;

che nel Circondario di Rossano vi è una micro e, soprattutto, una macro criminalità diffusa, gestita da agguerrite e pertinaci cosche mafiose operanti, soprattutto, nei territori di Cariati, Mirto-Crosia, Rossano e Corigliano Calabro (la città più popolosa della Provincia di Cosenza, che, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose, solo dopo tre anni, ha visto, con le ultime consultazioni, la ricostituzione dei propri Organismi democratici elettivi);

che la Procura Generale di Catanzaro, consapevole della criminalità esistente nel Circondario, ha fatto proprie le esigenze di salvaguardia del Tribunale, nominando immediatamente dopo il trasferimento del Procuratore Capo, un Procuratore Reggente nella persona del dr. Eugenio Facciolla, Sostituto Procuratore Generale, di tutta evidenza per far fronte alle notevoli iniziative in corso contro la repressione della criminalità esistente nel territorio del circondario;

che con la soppressione del Tribunale e della Procura di Rossano non vi sarà alcun Ufficio giudiziario nella intera fascia ionica compresa tra Taranto e Crotone, in un territorio dove la criminalità organizzata è molto presente;

che la criminalità esistente nel circondario di Rossano non è in alcun modo omogenea a quella esistente nel circondario di Castrovillari. E' da rilevare, poi, che in Rossano è presente una casa di reclusione, di recente costruzione, che è la terza della Calabria per grandezza e capienza, in cui vi sono ristretti circa 400 detenuti, per cui l'accorpamento del Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari sarebbe ancor più dannoso e pregiudizievole per tutti;

che per tali ragioni è necessario che la Regione Calabria aderisca all'iniziativa della Regione Abruzzo, la quale si è resa promotrice verso altre Regioni maggiormente interessate alla citata riforma della geografia giudiziaria (Puglia, Campania, Toscana, Piemonte, Liguria, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, CALABRIA, Sicilia e Umbria) al fine di proporre il referendum abrogativo di iniziativa regionale, ex art. 75 della Costituzione, dei richiamati atti legislativi;

considerato:

che è prossima la scadenza del termine ultimo (30 settembre) previsto dall'art. 32 della legge n. 352/1970 per la presentazione della richiesta di referendum abrogativo nel corso del corrente anno;

che il decreto legislativo n. 155/12 per la soppressione dei 26 Tribunali sub provinciali, ad eccezione di quelli abruzzesi, che sono in regime di deroga a causa del sisma del 2009, è già entrato in vigore in data odierna (13 settembre 2013);

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla proposizione del referendum abrogativo ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e della L. 25.5.1970 n. 352;

delibera

di presentare la richiesta di referendum abrogativo delle normative richiamate in premessa secondo il seguente quesito:

«Volete voi che siano abrogate le seguenti disposizioni:

1) le disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis, della legge 14 settembre 2011, n. 148, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari" come modificato dall'articolo 1, comma 3, della legge 24 febbraio 2012, n. 14, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Differimento di termini relativi all'esercizio di deleghe legislative di cui, di seguito, si trascrive integralmente il testo:

"2. Il Governo, anche ai fini del perseguimento delle finalità di cui all'articolo 9 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza, con l'osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi:

a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, ferma la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011;

b) ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane;

c) ridefinire l'assetto territoriale degli uffici requirenti non distrettuali, tenuto conto, ferma la permanenza di quelli aventi sedi presso il tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011, della possibilità di accorpare più uffici di procura anche indipendentemente dall'eventuale accorpamento dei rispettivi tribunali, prevedendo, in tali casi, che l'ufficio di procura accorpante possa svolgere le funzioni requirenti in più tribunali e che l'accorpamento sia finalizzato a esigenze di funzionalità ed efficienza che consentano una migliore organizzazione dei mezzi e delle risorse umane, anche per raggiungere economia di specializzazione ed una più agevole trattazione dei procedimenti;

d) procedere alla soppressione ovvero alla riduzione delle sezioni distaccate di tribunale, anche mediante accorpamento ai tribunali limitrofi, nel rispetto dei criteri di cui alla lettera b);

e) assumere come prioritaria linea di intervento, nell'attuazione di quanto previsto dalle lettere a), b), c) e d), il riequilibrio delle attuali competenze territoriali, demografiche e funzionali tra uffici limitrofi della stessa area provinciale caratterizzati da rilevante differenza di dimensioni;

f) garantire che, all'esito degli interventi di riorganizzazione, ciascun distretto di corte d'appello, incluse le sue sezioni distaccate, comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relative Procure della Repubblica;

g) prevedere che i magistrati e il personale amministrativo entrino di diritto a far parte dell'organico, rispettivamente, dei tribunali e delle procure della Repubblica presso il tribunale cui sono trasferite le funzioni di sedi di tribunale, di sezioni distaccate e di procura presso cui prestavano servizio, anche in sovrannumero riassorbibile con le successive vacanze;

h) prevedere che l'assegnazione dei magistrati e del personale prevista dalla lettera g) non costituisca assegnazione ad altro ufficio giudiziario o destinazione ad altra sede, ne' costituisca trasferimento ad altri effetti;

i) prevedere con successivi decreti del Ministro della giustizia le conseguenti modificazioni delle piante organiche del personale di magistratura e amministrativo;

l) prevedere la riduzione degli uffici del giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale, da operare tenendo in specifico conto, in coerenza con i criteri di cui alla lettera b), dell'analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro;

m) prevedere che il personale amministrativo in servizio presso gli uffici soppressi del giudice di pace venga riassegnato in misura non inferiore al 50 per cento presso la sede di tribunale o di procura limitrofa e la restante parte presso l'ufficio del giudice di pace presso cui sono trasferite le funzioni delle sedi soppresse;

n) prevedere la pubblicazione nel bollettino ufficiale e nel sito internet del Ministero della giustizia degli elenchi degli uffici del giudice di pace da sopprimere o accorpare;

o) prevedere che, entro sessanta giorni dalla pubblicazione di cui alla lettera n), gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere e ottenere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la formazione del personale amministrativo;

p) prevedere che, entro dodici mesi dalla scadenza del termine di cui alla lettera o), su istanza degli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, il Ministro della giustizia abbia facoltà di mantenere o istituire con decreto ministeriale uffici del giudice di pace, nel rispetto delle condizioni di cui alla lettera o);

q) dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

3. La riforma realizza il necessario coordinamento con le altre disposizioni vigenti.

4. Gli schemi dei decreti legislativi previsti dal comma 2 sono adottati su proposta del Ministro della giustizia e successivamente trasmessi al Consiglio superiore della magistratura e al Parlamento ai fini dell'espressione dei pareri da parte del Consiglio e delle Commissioni competenti per materia. I pareri, non vincolanti, sono resi entro il termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti sono emanati anche in mancanza dei pareri stessi. Qualora detto termine venga a scadere nei trenta giorni antecedenti allo spirare del termine previsto dal comma 2, o successivamente, la scadenza di quest'ultimo è prorogata di sessanta giorni.

5. Il Governo, con la procedura indicata nel comma 4, entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi emanati nell'esercizio della delega di cui al comma 2 e nel rispetto dei principi e criteri direttivi fissati, può adottare disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi medesimi. 5-bis. In virtù degli effetti prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 sulle sedi dei tribunali dell'Aquila e di Chieti, il termine di cui al comma 2 per l'esercizio della delega relativamente ai soli tribunali aventi sedi nelle province dell'Aquila e di Chieti è differito di tre anni".

2) Tutte le disposizioni di cui al decreto legislativo 7 settembre 2012 n. 155, recante "Nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”.

3) Tutte le disposizioni di cui al decreto legislativo 7 settembre 2012 n. 156, recante "Revisione delle circoscrizioni giudiziarie -Uffici dei giudici di pace, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148"»".

Proposta di provvedimento amministrativo numero 253/9^, recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14.9.2011, e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012. Designazione delegati” (Del. n. 340)

“Il Consiglio regionale

vista la precedente deliberazione n. 339 del 23 settembre 2013, recante: "Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14.9.2011, e dei decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012";

visto l'art. 75 della Costituzione;

vista la L. 25.5.1970, n. 352;

rilevato che è necessario procedere alla individuazione di 2 delegati, uno effettivo e uno supplente, ai sensi della predetta L. 25.5.1970, n. 352;

preso atto della proposta unitaria relativa all'individuazione dei delegati, uno effettivo e uno supplente, i cui nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione, di cui il Presidente dà lettura e precisamente il consigliere Giuseppe Caputo (effettivo) e il consigliere Mario Franchino (supplente);

delibera

di designare, quali delegati del Consiglio regionale, relativamente alla richiesta di referendum di cui alla deliberazione consiliare n. 339 del 23 settembre 2013, il consigliere Giuseppe Caputo, delegato effettivo, e il consigliere Mario Franchino, delegato supplente, i cui nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 241/9^, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Modifica degli articoli 5 e 6 della legge numero 9/91 (Norme per l'attuazione del nuovo piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e disposizioni finali) e dell'articolo 35 del decreto legge numero 83/2012 (misure urgenti per la crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge numero 134/2012” ” (Del. n. 341)

“Il Consiglio regionale

vista la proposta di legge al Parlamento recante: "Modifica degli articoli 5 e 6 della legge n. 9/91 (Norme per l'attuazione del nuovo piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e disposizioni fiscali) e dell'articolo 35 del decreto legge n. 83/2012 (Misure urgenti per la crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134/2012";

visto l'articolo 121 della Costituzione;

visto l'articolo 16 dello Statuto regionale;

delibera

di approvare la proposta di legge al Parlamento che, nell'unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;

di conferire mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata”.

Art. 1

(Modifica degli articoli 5 e 6 della legge 9/91)

1. All'inizio del comma 1 dell'articolo 5 della legge 9 gennaio 1991, n. 9 le parole: "sentita la regione" sono sostituite dalle seguenti: "previa necessaria intesa con la regione".

2. Al comma 1 dell'articolo 6 della legge 9 gennaio 1991, n. 9 il periodo che inizia con le parole: "è accordato" e finisce con le parole; "di concerto" è sostituito dal seguente: è accordato, previa necessaria intesa con la regione o la provincia autonoma di Trento o di Balzano territorialmente interessata, con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentito il Comitato tecnico per gli idrocarburi e la geotermia di concerto".

Art. 2

(Modifica dell'articolo 35 d.l. 2012 n. 83)

1. Al comma 1 dell'articolo 35 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134/2012 al periodo che inizia con le parole "Le predette attività", dopo le parole "del presente decreto" sono inserite le seguenti parole: "previa necessaria intesa con la regione territorialmente interessata".

Proposta di provvedimento amministrativo numero 223/9^, recante: “Bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013” (Del. n. 342)

“Il Consiglio regionale

vista la proposta di provvedimento amministrativo n. 223/9^;

premesso che:

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

vista la Delibera Commissariale n. 11 del 7 marzo 2013, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013;

tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, nella seduta dell'II marzo 2013, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2013, formulando le seguenti osservazioni e raccomandazioni:

nonostante gli sforzi profusi dagli organi direttivi dell'Azienda per contenere nei limiti di legge le spese dell'ente, "è problematico raggiungere gli obiettivi ed i programmi dell'ente in relazione alle risorse finanziarie disponibili";

la problematica del personale ex ISEF è stata più volte segnalata, ma ad oggi nessuna azione è stata intrapresa;

di dare soluzione definitiva alla problematica del personale ex ISEF, in particolare per quanto riguarda la necessità di retribuirei dipendenti;

considerato che il Settore "Ricerca scientifica, Innovazione, Alta formazione, Università, Sviluppo della Scienza e della Tecnica" del Dipartimento "Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica con nota prot. n. 124107 dell'11 aprile 2013 dà evidenza che:

è stato avviato un tavolo di concertazione tra le parti per la definizione della vicenda del personale ARDIS;

dal suddetto tavolo si è deciso di richiedere un parere all'Avvocatura Regionale sulla legittimità del Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione del personale n. 3372 del 14 marzo 2005 avente ad oggetto "Assegnazione di Personale all'Ardis di Catanzaro";

dal punto di vista contabile, sono iscritti in bilancio residui attivi relativi in parte alle somme che la Regione dovrebbe corrispondere all'ARDIS per il personale ex ISEF, per il periodo 2001-2009, pari ad C 2.180.601,21, e che gli stessi non trovano riscontro nel bilancio regionale tra i residui passivi; a fronte dei suddetti residui attivi è stato acceso dall'ARDIS un fondo di accantonamento pervenuto ad una consistenza nel 2013 per euro 1.586.818,74, in attesa della definizione, con la Regione Calabria, della vicenda inerente la copertura finanziaria del costo del personale ex ISEF;

che "il fondo deve essere rimpinguato annualmente esclusivamente attraverso i risparmi sulla spesa dei costi generali e non anche sulle attività finalizzate al diritto allo studio e finanziate con fondi nazionali e regionali";

atteso che lo stesso settore, con la suddetta nota prot. n. 124107 dell'11 aprile 2013, ha concluso l'istruttoria con parere favorevole con prescrizioni, relativamente alle modalità di costituzione e di copertura del fondo di accantonamento acceso dall'ARDIS, e con riserva subordinata all'esito del parere richiesto all'Avvocatura regionale relativamente alla posizione giuridica del personale ex ISEF, "dal quale potrebbe discendere l'assunzione o meno di nuovi oneri per la Regione Calabria";

considerato che il Dipartimento Bilancio -Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" con nota n. 134051 del 18 aprile 2013 dà evidenza che:

residui attivi relativi al personale ex ISEF assegnato all'ARDIS con , Decreto Dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005, come già precisato nella nota del Dipartimento Cultura, non trovano riscontro nel bilancio regionale;

si sono tenuti degli incontri con i soggetti istituzionali interessati per la risoluzione della questione relativa alla situazione del personale ex ISEF, in seguito ai quali è stato richiesto un parere all'Avvocatura regionale;

nelle more, il Settore ha chiesto all'ARDIS di istituire un capitolo nella parte della spesa del bilancio in cui sono state accantonate risorse finanziarie pari complessivamente ad euro 1.586.818,74;

in attesa della risoluzione della controversia relativa alla vicenda del personale ex ISEF, il Settore raccomanda agli organi dell'ARDIS di proseguire nell'opera virtuosa di accantonamento delle risorse in modo da equiparare la somma oggetto di contenzioso;

sono state formulate al Dipartimento Cultura alcune richieste di informazioni in ordine alla corrispondenza nel Bilancio della Regione Calabria dei seguenti capitoli di spesa nella quota parte da imputare all'Ardis: capitolo 3313109 "Spese per il diritto allo studio universitario (L.r. 34/2001) e capitolo 3313122 "Fondo di intervento integrativo per la concessione di prestiti d'onore e l'erogazione di borse di studio (art. 16 comma 4, Legge 390/1991);

da un confronto fra gli impegni di spesa assunti nel 2009 e 2011, risultanti dai consuntivi trasmessi dall'Agenzia, e i dati del bilancio per l'esercizio 2013, risulta che l'ARDIS ha rispettato le disposizioni previste dalla legge regionale n. 69/2012;

atteso che lo stesso settore, con la suddetta nota prot n. 134051 del 18 aprile 2013, ha concluso l'istruttoria proponendo una delibera alla Giunta regionale per l'approvazione del bilancio dell'Ardis dell'esercizio finanziario 2013, con la raccomandazione di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo di amministrazione fino a quando sarà approvato il conto consuntivo 2012 dagli Organi dell'Agenzia;

udita la relazione resa dall'Avv. Ventrici dell'Avvocatura regionale, che ha anticipato alla Seconda Commissione le risultanze del parere a lui richiesto dal Dipartimento Cultura in merito al decreto del dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale n. 3372/2005 relativo al personale ex ISEF trasferito all'ARDIS, dichiarando che lo stesso decreto deve essere probabilmente "inquadrato nella categoria della nullità dei provvedimenti amministrativi piuttosto che in quella della illegittimità o della annullabilità e che la declaratoria di nullità è di competenza dell'organo che ha adottato l'atto;

udita la Dirigente del Dipartimento Cultura, Dott.ssa Paese che, nel confermare il parere sul bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013 espresso con nota n. 124107 dell'11 aprile 2013, si è riservata, appena formalizzato il parere dell'Avvocatura regionale stessa, di procedere per quanto di competenza;

uditi i rappresentanti dell'ARDIS, Prof.ssa Commisso e il Dott. Mustari;

valutata la necessità di allegare alla presente deliberazione, quale atto integrante e sostanziale, stralcio del resoconto integrale della seduta nella parte inerente le audizioni dei soggetti summenzionati;

delibera

di rinviare la presente deliberazione alla Giunta regionale per il dovuto riesame, a seguito delle risultanze del parere espresso in audizione dall'Avvocatura regionale e delle conseguenti determinazioni che i Dipartimenti competenti assumeranno”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 224/9^, recante: “Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per l'esercizio finanziario 2013” (Del. n. 343)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n. 150 del 22/04/2013;

premesso che:

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all’articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

considerato che:

con decreto del Commissario di Azienda Calabria Lavoro n. 79 del 7 settembre 2012 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2013, che si allega al presente atto;

il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, nella seduta del 7 settembre 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2013, che si allega al presente atto con le seguenti osservazioni e raccomandazioni cui l'Azienda dovrà adempiere in sede di riaccertamento dei conti:

di verificare i valori contabili correlati ai progetti "Ponte sullo Stretto di Messina" ed "Assistenza tecnica" sul versante delle entrate;

di verificare i valori contabili correlati ai progetti "Obbligo formativo" e "Politiche attive del. lavoro" sul versante delle spese;

di provvedere alla eventuale variazione dell'avanzo di amministrazione presunto dopo l'approvazione del Rendiconto dell'esercizio 2012;

di utilizzare l'avanzo di amministrazione solo dopo l'approvazione del Conto Consuntivo 2012.

Il Dipartimento competente n. 10 Settore n. 1 "Politiche del Lavoro e Mercato del Lavoro" con nota n. 300248 del 12 settembre 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio dell'Agenzia per l'esercizio 2013, che si allega al presente atto;

il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" con nota n. 384227 del 20 novembre 2012, che si allega al presente atto ha chiesto notizie all'Azienda in merito all'applicazione della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 evidenziando, inoltre, che l'articolo 9, comma 1, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 2012, n. 135 ha disposto che le Regioni riducano gli oneri finanziari, nella misura complessiva del 20%, nei confronti di Enti, Agenzie ed Organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica che svolgono, ai sensi dell'articolo 118 della Costituzione, funzioni amministrative conferite alle Regioni. Viene, quindi. richiesta la riformulazione del bilancio sulla base della normativa esposta;

con decreto del Commissario di Azienda Calabria Lavoro n. 10 del 15 marzo 2013, che si allega è stata approvata la “Variazione del bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro - esercizio 2013 - adeguamento L.R. n. 69/2012”;

il Collegio dei Revisori dei Conti dell'Azienda, nella seduta del 15 marzo 2013, ha espresso parere favorevole sulla suddetta variazione di bilancio, che si allega al presente atto;

che il Dipartimento competente n. 10 Settore n. 1 "Politiche del Lavoro e Mercato del Lavoro", con nota n. 107995 del 28 marzo 2013, che si allega al presente atto, ha espresso parere favorevole sulla variazione di bilancio operata da Azienda Calabria Lavoro;

che il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario", al termine della sua istruttoria con nota prot. n. 133189 del 18 aprile 2013, che si allega, ha attestato il rispetto da parte dell'Azienda delle disposizioni previste dalla legge regionale n. 69/2012 ed ha rassegnato le sue conclusioni, trasmettendo alla Giunta Regionale una proposta di deliberazione per l'approvazione del bilancio, formulando le proprie osservazioni e raccomandazioni sul bilancio riformulato dell'Azienda per l'esercizio finanziario 2013 dirette a non utilizzare l'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo dell'Azienda per l'anno finanziario 2012;

visti:

la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 recante "Norme in materia di Politiche del lavoro e di Servizi per l'impiego in attuazione del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469";

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;

l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

rilevato che nella Delibera di Giunta si propone di autorizzare Azienda Calabria Lavoro, sulla base del progetto di bilancio allegato alla presente deliberazione, all'esercizio provvisorio dello stesso, fino a quando il bilancio di previsione per l'anno 2013 non sia stato approvato e non oltre il 30 aprile 2013, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti del bilancio 2013 e nei limiti della maggiore spesa necessaria, all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali e comunitarie;

considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione Economica, Attività Produttive ed Affari dell'Unione Europea, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia e delle relazioni in audizione del Commissario di Azienda Calabria Lavoro avv. Pasquale Melissari e del Dipartimento Lavoro dr.ssa Concettina Di Gesu, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 17 luglio 2013, facendo proprie te osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavoro, dal Dipartimento Bilancio e dalla Giunta Regionale;

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'Azienda Calabria Lavoro per l'anno finanziario 2013, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti e dalla Giunta regionale con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 231/9^, recante: “POR Calabria FSE 2007-2013. Presa d'atto del Programma Operativo Regionale Calabria FSE 2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012 della Commissione Europea ed approvazione del nuovo Piano Finanziario per Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni” (Del. n. 344)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n. 183 del 30 maggio 2013;

visti:

il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo Sociale Europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1784/1999 e ss.mm.ii;

il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, ed in particolare i paragrafi 1 2 e 3;

il Regolamento (CE) n.1828/2006 della Commissione Europea dell'8 dicembre 2006 e ss.mm.ii.;

il Quadro Strategico Nazionale per la Politica Regionale di Sviluppo 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea con decisione C (2007) 3329 del 13/07/2007;

il POR Calabria FSE 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea con Decisione C(2007) 6711del 17/12/07 così come modificata con Decisione C(2012) 6337 del 10 settembre 2012;

la deliberazione della Giunta regionale n. 882 del 24.12.07 con la quale si è preso atto dell'approvazione del POR Calabria FSE 2007-2013 da parte della Commissione Europea con Decisione C(2007) 6711 del 17/12/07;

la deliberazione del Consiglio regionale n. 235 del 18/10/2012, con la quale si è preso d'atto del nuovo POR Calabria FSE 2007-2013, così come modificato dalla Decisione C(2012) 6337 del 10 settembre 2012 della Commissione Europea ed è stato approvato il nuovo Piano Finanziario per Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni;

la deliberazione del Consiglio regionale n. 293 dell'8/4/2013, con la quale, a parziale rettifica della suddetta deliberazione, è stato approvato definitivamente il nuovo Piano Finanziario del POR Calabria FSE 2007-2013 per Assi e Obiettivi Specifici Comuni;

la deliberazione del Consiglio regionale n. 294 dell'8/4/2013, con la quale, da ultimo, è stata approvata la Proposta di riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 per il Piano di Azione Coesione;

considerato che:

al fine di consentire il superamento delle difficoltà in fase di attuazione così come previsto dall'art. 33, comma 1, lettera d), del Reg. (CE) n. 1083/2006, si è reso necessario, nell'alveo tracciato dalla Delibera CIPE 1/2011 ed in adesione al Piano di Azione Coesione, proporre una riprogrammazione finanziaria del POR Calabria FSE 2007-2013;

il Consiglio regionale con deliberazione n. 294 dell'8 aprile 2013 approvava la proposta di riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 per il Piano di Azione Coesione;

in seguito all'approvazione con procedura scritta del Comitato di sorveglianza conclusasi in data 22 novembre 2012, la Commissione Europea con Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012 approvava le modifiche apportate al POR Calabria FSE 2007-2013 per quanto attiene, in particolare, il nuovo quadro finanziario del Programma;

conseguentemente il Piano finanziario deve essere dettagliato per ciascun obiettivo specifico;

ritenuto necessario procedere alla presa d'atto del nuovo testo del POR Calabria FSE 2007-2013 cosi come approvato dalla Decisione Comunitaria. C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012, e di approvare il nuovo Piano finanziario del Programma operativo FSE 2007-2013;

considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, Affari con l'Unione Europea e relazioni con l'estero, udita la relazione del Dirigente delegato dall'Autorità di Gestione del POR Calabria FSE 20072013 ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 17 luglio 2013;

delibera

di prendere atto del POR Calabria FSE 2007-2013 così come modificato dalla Commissione europea con Decisione C (2012) 9617 del 14 dicembre 2012, allegato alla presente per costituirne parte integrante e sostanziale; di approvare il nuovo Piano Finanziario del POR Calabria FSE 2007-2013 articolato per Assi e Obiettivi Specifici Comuni cosi come riportato nelle Tabelle allegate che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione".

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 235/9^, recante: “Aterp Crotone – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011” (Del. n. 345)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n. 236 del 27 giugno 2013;

visti:

l'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002;

la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996, con la quale si è provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti regionali operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;

considerato che:

con delibera del Direttore Generale dell'ATERP di Crotone n. 55 del 26/03/2012 è stato approvato il Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2011;

nella relazione al conto consuntivo per l'anno 2011 del 23.03.2012 il Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2011, rilevando:

la regolarità delle procedure per la contabilizzazione delle spese e delle entrate in conformità alle disposizioni di legge e di regolamenti;

la corrispondenza tra i dati riportati nel rendiconto con quelli risultanti dalle scritture contabili nel corso dell'esercizio;

il rispetto del principio della competenza finanziaria nella rilevazione degli accertamenti e degli impegni;

la corretta rappresentazione del conto del bilancio nei riepiloghi e nei risultati di cassa e di competenza finanziaria;

la corrispondenza tra le entrate a destinazione specifica e gli impegni di spesa assunti in base alle relative disposizioni di legge;

il rispetto dei vincoli stabiliti dalle leggi regionali 19/2009 e 22/2010 in materia di contenimento della spesa;

l'introduzione di idonee procedure contabili per la compilazione e la tenuta dell'inventario dei beni mobili e immobili;

ed osservando e raccomandando:

per ciò che concerne la morosità, che i dati contabili relativi agli arretrati permettono un riscontro con dati certi solo a partire dall'anno 2003;

che i canoni di competenza del 2011 si sono ridotti rispetto a quelli dei precedenti esercizi;

di proseguire nell'azione di contenimento delle spese;

la Regione a procedere alla definitiva soluzione della problematica della tripartizione;

con delibera di Giunta regionale n. 444 del 05/10/2012 è stato nominato, in ragione della decadenza ope legis dei precedenti ai sensi della L.R. n. 12/2005, il nuovo Collegio dei Revisori, che ha espresso parere favorevole alla convalida del conto consuntivo 2011 ed alla sua consequenziale approvazione.

visti:

la relazione del Direttore Generale dell'Aterp di Crotone al Rendiconto Consuntivo anno 2011, allegata al Rendiconto;

l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti, allegata al Rendiconto;

la tabella, allegata al rendiconto, con la quale l'ATERP dimostra di aver rispettato i vincoli imposti dalla legge regionale n.22/2010,

considerato che il Dipartimento Lavori Pubblici, con nota prot. n. 247575 del 17 luglio 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto 2011, concordando con la raccomandazione del Collegio dei Revisori di proseguire nell'azione di contenimento delle spese e di verifica delle morosità, rilevando che:

dalla fluttuazione del disavanzo economico nell'arco degli anni è evidente che  l'Azienda ha serie difficoltà ad equilibrare le spese correnti con le entrate correnti;

gli importi dei residui attivi e passivi risultano diminuiti rispetto all'anno precedente e tali variazioni sono dovute principalmente alla riduzione dei canoni di locazione, peri residui attivi, e per l'utilizzo del fondo per la tripartizione, per i residui passivi;

i canoni di competenza del 2011 si sono ridotti rispetto a quelli dei precedenti esercizi;

Tenuto conto che il Dipartimento Bilancio, Settore 2 Ragioneria Generale —Servizio n. 5 Contabilità, Rendicontazione e Parificazione, con nota prot. n. 201374 del 14.06.2013, ha svolto la relazione istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2011, prendendo atto della tabella allegata al rendiconto 2011, con la quale l'Azienda dimostra di aver rispettato i vincoli imposti dalla legge regionale 22/2010, e proponendo l'approvazione del rendiconto 2011 segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile;

Considerato che la Seconda Commissione, vista la dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici e dal Dipartimento Bilancio, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell'ATERP di Crotone

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2011 dell'ATERP di Crotone, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, con allegati tutti documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 236/9^, recante: “Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011” (Del. n. 346)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale n. 247 del 4 luglio 2013;

visti:

l'articolo 57 della L. R. n. 8/2002 per come modificato dall'art. 5, L.R. 16 marzo 2004, n. 7;

la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 con la quale si è provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti regionali operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;

considerato che:

con delibera del Direttore Generale dell'ATERP di Catanzaro n. 94 del 31/03/2012, è stato approvato il Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2011;

il Collegio dei revisori, con la relazione del 5.04.2012 al conto consuntivo per l'anno 2011, ha espresso parere favorevole per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2011, rilevando le seguenti· osservazioni e raccomandazioni ed invitando l'azienda a:

provvedere alla copertura del disavanzo di amministrazione risultante dal Conto Consuntivo dell'esercizio 2011;

proseguire e intensificare le azioni dirette al recupero della morosità e alla regolarizzazione dei rapporti locativi;

proseguire il programma di dismissione degli immobili alienabili, dando priorità a quelli collocati nei cosiddetti condomini misti;

proseguire l'opera e l'attività posta in essere per un adeguato coordinamento tra gli uffici, al fine di rendere più agevoli ed efficaci le procedure amministrative, contabili e legali;

consolidare la capacità di riscossione, al fine di garantire all'azienda un equilibrato andamento dei flussi di entrata e di uscita;

il nuovo Collegio nominato con delibera di Giunta regionale n. 486 del 06/11/2012 in ragione della decadenza ope legis dei precedenti ai sensi della L.R. n. 12/2005, ha espresso in data 18/03/2013 parere favorevole alla convalida del bilancio consuntivo 2011 dell'ente;

tenuto conto della nota prot. 247579 del 17 luglio 2012, con cui il Dipartimento Lavori Pubblici esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto 2011, concordando con le risultanze del Collegio dei Revisori e prescrivendo che l'ATERP si impegni ulteriormente per eliminare situazioni di carenze e di morosità ancora presenti;

preso atto della nota prot. 218502 del 1 luglio 2013, con cui il Dipartimento Bilancio -Settore 2 "Ragioneria generale" ha svolto la relazione istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo esercizio finanziario 2011:

proponendo l'approvazione del rendiconto 2011, con la prescrizione di eliminare, nel corso del primo esercizio utile. gli impegni relativi al personale, Titolo 1 Spese Correnti - Categoria 2 - Oneri per il personale in servizio, per un totale di C 233.278,95;

chiedendo l'invio del provvedimento al Direttore Generale del Dipartimento Lavori Pubblici ed alla Presidenza della Giunta regionale, al fine di verificare le condizioni in ordine all'attuazione dell'articolo 9, comma 12. della Legge Regionale n. 22/2010;

rilevato che nella Delibera di Giunta regionale si evince che:

l'Ente ha dichiarato che "per una corretta rilevazione dei risparmi di spesa conseguiti, si è reso necessario procedere ad una verifica del costo del personale per gli anni 2009.2010 e 2011. impegnato in c/competenze. Ciò al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dalla legge regionale n. 22/2010 in materia di contenimento della spesa. Il controllo ha portato ad una ridefinizione degli impegni assunti, in quanto sono state riscontrate delle differenze, tra le poste impegnate e quelle da considerare effettivamente ai fini applicativi della legge citata. Il prospetto riepilogativo trasmesso dall'ente evidenzia, infatti, come le suddette differenze scaturiscano, prevalentemente, da mancate riduzioni di impegni di spesa che dovevano essere effettuate a fine esercizio e che saranno oggetto dì riaccertamento dei residui in fase di chiusura di bilancio consuntivo per l'esercizio 2012";

il risparmio di almeno il 10% della spesa per il personale relativo all'anno 2011, rispetto alla spesa per il personale 2010, è stato rispettato in termini di pagamento, mentre in termini di impegni è stato realizzato solo il risparmio del 8,75%;

che quest'ultimo risparmio della riduzione sugli impegni relativi al personale è garantito dalle future eliminazioni in economia, e che è stato rilevato un trend positivo di contenimento dei costi del personale;

tenuto conto che l'eventuale mancato ed ingiustificato raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa previsto dall'articolo 9, comma 12, della L.R. 22/2010 costituisce causa di revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli Enti Strumentali, negli Istituti, nelle Agenzie, nelle Aziende e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, non costituisce motivo ostativo all'approvazione del Rendiconto Consuntivo dell'Ente;

considerato che la Seconda Commissione, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo proprie le prescrizioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici, dal Dipartimento Bilancio, e dalla Giunta regionale, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell'ATERP di Catanzaro

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, il Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2011 dell'ATERP di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, e dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 237/9^, recante: “Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013” (Del. n. 347)

“Il Consiglio regionale,

vista la delibera di Giunta regionale n. 248 del 4 luglio 2013;

vista:

la legge regionale n. 8 del 4 febbraio 2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", in particolare l'articolo 57, commi 3 e 4;

la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 che istituisce le Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica;

considerato che con deliberazione del Commissario Straordinario dell'ATERP di Catanzaro n. 257 del 10 settembre 2012 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per l'anno 2013;

tenuto conto che il Collegio dei Revisori dei Conti, nella seduta del 10 settembre 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 201.3, con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:

il disavanzo economico previsto per l'esercizio 2013 si è progressivamente ridotto rispetto a quello del 2011;

di proseguire costantemente nelle azioni poste in essere per l'abbattimento della morosità esistente in ordine ai canoni di locazione;

di completare l'opera di censimento del patrimonio immobiliare a propria disposizione;

di proseguire ed intensificare, costantemente ed ininterrottamente, gli interventi dovuti per abbattere e limitare i fenomeni dell’abusivismo e della morosità;

di continuare nell'accertamento della regolarità e legittimità dell'uso del patrimonio immobiliare gestito, anche attraverso il coinvolgimento e il supporto degli altri Enti e Autorità preposte;

posto che l'Unità Organizzativa Autonoma "Politiche della casa" istituita presso il Dipartimento "Lavori Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa", con nota prot. n. 51154 del 13 febbraio 2013, ha svolto l'istruttoria di sua competenza, conclusa con parere favorevole, con le seguenti raccomandazioni:

continuare nell'attività di puntuale riscossione dei canoni di locazione e nella risoluzione del problema dell'abusivismo e delle morosità;

dare attuazione alla delibera n. 36 del 29/01/2013 in cui si prevede di effettuare tutti gli aggiustamenti contabili necessari, attraverso una variazione di bilancio, per adeguarsi alla L.R. n. 69/2012;

considerate:

la deliberazione della Giunta regionale n. 128 del 22 aprile 2013 con la quale è stato autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio dell'Aterp di Catanzaro, fino al 30 aprile 2013, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e per le spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali;

la deliberazione del Direttore generale dell'ATERP di Catanzaro n. 183 del 29 aprile 2013 con la quale è stata approvata, sulla base delle osservazioni del Settore Bilancio, la rimodulazione del Bilancio di previsione per l'esercizio 2013 a modifica ed integrazione della delibera n 257 del 10 settembre 2012 e della delibera n. 36 del 29 gennaio 2013 in conformità alla l.r. n. 69/2012;

tenuto conto che il Collegio dei Revisori dei Conti in data 2 maggio 2013 ha espresso parere favorevole alla delibera n. 183 del 29 aprile 2013;

rilevato che il "Settore Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario", con nota n. 214427 del 27 giugno 2013, ha effettuato l'istruttoria di competenza, non ha rilevato elementi ostativi ed ha formulato le seguenti prescrizioni e raccomandazioni:

di limitare la spesa corrente iscritta al capitolo 6/25 relativo a "partecipazione a concorsi, seminari e convegni", in modo da assicurare la riduzione dell'80% rispetto agli impegni dell'anno 2009 delle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza in luogo del 50% previsto;

di proseguire nell'azione di contrasto della morosità già attuata negli anni precedenti e verificare l'effettiva esigibilità dei residui esposti, soprattutto di quelli di più antica formazione, eliminando quelli che dovessero risultare ormai inesigibili;

e osservando che:

in sede di rimodulazione del bilancio, l'Aterp ha eliminato la previsione di competenza relativa al personale trasferito ed ha trasmesso il Piano triennale dei futuri pensionamenti riguardanti il personale assunto, chiedendo il ripristino dello stanziamento;

l'Azienda ha provveduto a modificare gli stanziamenti di competenza adeguandoli alle prescrizioni della l.r. n. 69/2012;

tenuto conto che la Delibera di Giunta regionale demanda agli organi dell'ATERP di Catanzaro la puntuale applicazione delle prescrizioni contenute nella nota prot. n. 214427 del 27 giugno 2013 del Dipartimento Bilancio;

considerato che la Seconda Commissione, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo proprie le prescrizioni, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal. Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici, dal Dipartimento Bilancio e dalla Giunta regionale, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell'ATERP di Catanzaro,

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il Bilancio di previsione rimodulato per l'anno finanziario 2013 dell'ATERP di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, e dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 255/9^, recante: “Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 313 del 24 giugno 2013, recante: 'Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13'” (Del. n. 348)

“Il Consiglio regionale

vista la precedente deliberazione n. 313 del 24 giugno 2013, recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della Provincia di Vibo Valentia. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13", pubblicata su B.U.R. n. 13 del 16.07.2103;

visto il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 99 del 15 luglio 2013, parzialmente modificato con decreto n. 106 del 29 luglio 2023, con il quale è stato indetto il referendum consultivo per la modifica dei confini territoriali dei Comuni sopra richiamati nella data di domenica 13 ottobre 2013;

vista la nota congiunta dei Sindaci dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli del 28 agosto 2013, con la quale evidenziano delle incongruenze nella deliberazione sopra citata, e specificamente nei punti b) e c), rispetto alle deliberazioni n. 7 del 30.04.2011 e n. 27 del 19.07.2012 dei rispettivi Consigli  comunali poiché, da un lato, è stata erroneamente attribuita alla località "Cancino" del comune di Zaccanopoli la qualifica di frazione, non essendo mai stata avviata alcuna procedura in merito, e, dall'altro, evidenziano che seppur le abitazioni delle famiglie residenti nella suddetta località ricadono nel territorio del Comune di Zaccanopoli, dal quale distano ben 10 Km, i relativi occupanti possiedono, invece, la residenza nel Comune di Zambrone, ricevendo dallo stesso tutti i servizi essenziali quali la rete idrica, la rete fognaria, la raccolta rifiuti, il trasporto scolastico, ecc.;

ritenuto opportuno, in accoglimento delle richieste avanzate dai Sindaci dei Comuni di Zambrone e di Zaccanopoli, procedere alla modifica dei punti b) e c) della deliberazione n. 313, in modo da consentire al Presidente della Giunta regionale di revocare i rispettivi decreti e contestualmente indire un nuovo referendum consultivo in modo che il Comune di Zambrone e non quello di Zaccanopoli si occupi della procedura referendaria di che trattasi;

vista la legge regionale n. 13/1983;

delibera

per le motivazioni richiamate in premessa che qui si intendono integralmente riportate, di modificare i punti b) e c) della deliberazione del Consiglio regionale n. 313 del 24 giugno 2013 nel modo seguente:

b) di definire nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento al progetto di legge esaminato: "Volete voi che i confini territoriali tra i comuni di Zambrone e Zaccanopoli siano modificati secondo quanto previsto dal progetto di legge n. 377/9^, determinando in tal modo il trasferimento della località «Cancino» del comune di Zaccanopoli al comune di Zambrone?";

c) di stabilire che, ai sensi dell'articolo 133, comma 2 della Costituzione e dell'articolo 40, comma 4, lettera c) della legge regionale n. 13 del 1983, partecipano al referendum consultivo gli elettori della località "Cancino" del Comune di Zaccanopoli, la cui residenza è fissata, però, nel Comune di Zambrone, per tali intendendosi coloro che, in base alla vigente disciplina statale, godono del diritto di elettorato attivo per le elezioni amministrative comunali;

di confermare nel resto la deliberazione n. 313 del 24 giugno 2013".

Proposta di legge numero 503/9^, recante: “Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013” (Del. n. 349 – P.L. n. 46 del 2013)

Art. 1

1. All'articolo 41, comma 5, della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69, le parole "è autorizzata nel bilancio pluriennale 2013-2015 la spesa complessiva di euro 40.000.000,00, di cui euro 10.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2013, euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2014 ed euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2015" sono sostituite con le parole "è autorizzata nel bilancio pluriennale 2013-2015 la spesa complessiva di euro 30.000.000,00, di cui euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2014 ed euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2015".

2. Per l'esercizio finanziario 2013, la Giunta regionale provvede alle finalità di cui all'articolo 41, comma 5, della legge regionale n. 69/2012, utilizzando le risorse di cui all'articolo 25, comma 11 quinquies, del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98.

3. La maggiore disponibilità di euro 10.000.000,00, derivante dalla riduzione dello stanziamento per l'anno 2013 del capitolo 23010510 disposta dal precedente comma 1, è destinata, per l'importo di euro 9.300.000,00, alle aziende di trasporto pubbliche e private che esercitano i servizi su gomma, con allocazione all'UPB 2.3.01.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2013, e per l'importo di euro 700.000,00 alla gestione dei servizi ferroviari in concessione alla Società FS Spa, con allocazione all'UPB 2.3.01.05 del bilancio medesimo, quali ulteriori quote a carico del bilancio regionale distinte da quelle iscritte a titolo di fondo nazionale trasporti di cui all'art. 16 bis del decreto legge 6 luglio 2012,95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e dall'art. 1, comma 301, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.

4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale n. 8/2002.

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Mozione numero 93 del 23 settembre 2013 di iniziativa del consigliere Imbalzano “Sulla delicata questione dell’Azienda Ansaldo Breda e sullo stabilimento dell’ex Omeca di Reggio Calabria”

Ordine del giorno numero 126 del 23 settembre 2013 di iniziativa del consigliere Imbalzano “Sulla delicata questione dell’Azienda Ansaldo Breda e sullo stabilimento dell’ex Omeca di Reggio Calabria”

“Il Consiglio regionale

Premesso che nei giorni scorsi la stampa nazionale ha riportato, su diverse testate e con l’indicazione di potenziali interlocutori internazionali, le ipotesi di ristrutturazione elaborate dai Vertici del Gruppo Finmeccanica riguardanti alcune aziende partecipate ed in particolare “Ansaldo Breda”;

considerato che, sulla base dei dati di bilancio e di fatturato preventivati e che continuano ad avere un “trend” negativo anche nel corrente anno, sarebbe previsto lo scorporo dei siti produttivi tra quelli appetibili, da parte dei potenziali partner, e quelli da destinare in una “bad company”;

atteso che queste informazioni, ancorché ufficiose, hanno suscitato un gravissimo e legittimo allarme tra le circa 500 maestranze dello stabilimento reggino divenuto da anni uno dei gioielli dell’Azienda metro-ferroviaria;

ritenuto che le Rappresentanze Sindacali a tutti i livelli e le Istituzioni locali, a partire dalla Regione, da sempre vicine alle problematiche del sito di Torre Lupo, non possono rimanere inerti di fronte al preoccupante disegno che potrebbe vedere lo stabilimento reggino ingiustamente penalizzato rispetto agli altri tre siti del resto del Paese;

considerato che per fugare queste preoccupazioni, il Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari”, On.le Candeloro Imbalzano ha ritenuto urgente aprire una interlocuzione istituzionale con i Vertici di Finmeccanica, per avere ragguagli sulle reali strategie del gruppo stesso, con particolare riferimento al destino dello stabilimento reggino nell’ambito della eventuale trattativa per Ansaldo Breda SpA;

preso atto che a seguito di questa importante e tempestiva iniziativa del Presidente Imbalzano, nella seduta del 17 settembre della Commissione il Direttore Centrale del Gruppo Finmeccanica Dr. Marco Forlani, su delega espressa del Presidente Dr. Gianni De Gennaro e dell’AD Alessandro Pansa, pur non avendo esplicitato i termini, necessariamente ancora riservati, delle trattative in corso, ha fornito ripetute assicurazioni sul futuro dello stabilimento reggino e sul mantenimento di tutti i livelli occupazionali;

considerato ancora che, nonostante le assicurazioni ricevute da Commissari e Sindacati presenti all’audizione del Top Manager, si ritiene strategicamente necessario rafforzare il settore di costruzione ferroviaria nazionale che, se integrato con il comparto del “Segnalamento”, porterebbe un sicuro vantaggio al manifatturiero italiano, stante la crescente domanda globale di materiale rotabile;

ritenuto infine che, in tal modo, Ansaldo Breda potrebbe diventare più attrattiva e funzionale ad una logica di equilibrato e nuovo partenariato con gruppi internazionali;

tutto quanto premesso

ritiene più che mai necessario approfondire nelle sedi di Governo deputate la complessa e delicata problematica dello Stabilimento Ex Omeca di Reggio Calabria ed a tal fine

impegna

il Presidente della Giunta regionale e tutta la Deputazione Parlamentare Calabrese ad assumere una comune e sinergica iniziativa nei confronti della Presidenza del Consiglio, peraltro già coinvolta nell’esame delle ipotesi di ristrutturazione della “galassia” FINMECCANICA, perché ponga in essere, nei tempi più ristretti, un tavolo tecnico nazionale di reale confronto e di diretta interlocuzione con Regioni e Sindacati direttamente interessati;

il Presidente della Giunta regionale a dare seguito, necessariamente rimodulate, a precedenti iniziative, costituendo comunque un immediato tavolo di lavoro e di concertazione tra la Regione Calabria, le Ferrovie della Calabria, Trenitalia e l’Università Mediterranea Facoltà di Ingegneria dei Trasporti, per dare una forte accelerazione al Piano regionale dei trasporti e per individuare le sinergie ed i campi di intervento ritenuti utili per favorire lo sviluppo delle grandi potenzialità dello stabilimento reggino”.

Ordine del giorno numero 127 del 23 settembre 2013 di iniziativa dei consiglieri Gallo, Franchino, Caputo, Talarico D., Guagliardi “Sull’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura al poeta e scrittore calamità Dante Maffìa”

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

Dante Maffia è nato a Roseto Capo Spulico (Cosenza) il 17 gennaio 1946 da padre cassanese;

trasferitosi a Roma si è laureato con una tesi sulla Presenza del Verga nella narrativa calabrese, dedicandosi quindi all’insegnamento e alla ricerca nella cattedra di Letteratura Italiana dell’Università di Salerno diretta da Luigi Reina;

natura avida e curiosa, Maffia ha ingaggiato con la lettura e con la scrittura un vero e proprio duello cercando di scandagliare, oltre che le opere degli scrittori italiani, anche quelle di altri Paesi;

egli è poeta, narratore, saggista, critico d’arte e fondatore di riviste prestigiose come “Il Policordo”, “Poetica” e “Polimnia”. Intensa la sua attività critica sulle maggiori riviste italiane tra cui “Nuova Antologia”, “Il Veltro”, “Il Belli”, “Idea”, “Poiesis”, “Fermenti”, “Poesia”, “Microprovincia”, “Hebenon”, “La Fiera Letteraria”, “Il Giornale di Calabria”, “Il Mattino”, “La Voce”, “Nuovi Argomenti”, “Il Cittadino”, “La Nazione”, “Paese Sera”, “Lunarionuovo”, “Misure Critiche”, “La Rassegna Salentina”, “Otto/Novecento”;

egli è stato corrispondente de “La Nacion” di Buenos Aires; per anni ha curato la rubrica dei libri per RAI 2 ed è redattore degli “Studi di Italianistica nell’Africa Australe”;

come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo Palazzeschi, che ha firmato la prefazione al suo primo volume, e da Leonardo Sciascia, che con Dario Bellezza lo ha definito “uno dei più felici poeti dell’Italia moderna”;

il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel 2004 lo ha insignito di Medaglia d’Oro per i suoi meriti culturali, insieme a Uto Ughi, Raffaele La Capria, Piero Angela, Giuseppe Tornatore, Ermanno Olmi e Achille Bonito Oliva;

oltre ad Aldo Palazzeschi, hanno prefato i suoi libri Donato Valli, Enzo Mandruzzato, Dario Bellezza, Mario Sansone, Carmelo Mezzasalma, Mario Luzi, Giulio Ferroni, Marco Rossi, Giacinto Spagnoletti, Angelo Stella, Giuseppe Pontiggia, Mario Specchio, Claudio Magris, Nelo Risi, Alberto Granese, Dacia Maraini, Gian Luigi Nespoli, Silvana Folliero, Tommaso Romano, Carmelo Vera Saura, Tullio De Mauro, Natalino Sapegno, Norberto Bobbio, Luigi Reina, Alberto Bevilacqua, Alberto Moravia, Alberto Granese, Corrado Calabrò, Gianpaolo Rugarli, Alberto Abbuonandi, Remo Bodei, Sergio Givone, Giuliano Manacorda;

numerose sono le traduzioni delle sue opere all’estero: in rumeno, inglese, francese, spagnolo, russo, tedesco, portoghese, slovacco, macedone, svedese, sloveno, bulgaro, greco, ungherese;

sterminata è la sua produzione letteraria e poetica, che si compone di decine di opere tra cui Gli Italiani preferiscono le straniere, Roma, 2012; Sbarco clandestino, Roma 2011; San Bettino Craxi e altri racconti, Roma, 2011; La strada sconnessa, Firenze, 2011; Nel mondo di Antonio Tabucchi, Roma, 2011; Poesie torinesi, Roma, 2011; Sette donne per fare un uomo intero. Racconti di donne e sulle donne, Reggio Calabria, 2011; La donna che parlava ai libri, Roma, 2010; I racconti del ciuto, Reggio Calabria, 2010; Milano non esiste, Matelica, 2009; Il poeta e lo spazzino, Roma, 2008; Il romanzo di Tommaso Campanella, Belgrado, 2007; Al macero dell’invisibile, Antella-Firenze, 2006; Il romanzo di Tommaso Campanella, Nuoro, 2006; Il corpo della parola, Faloppio, 2006; Diario Andaluz, Siviglia, 2005; Canto dell’usignolo e della rana, Ragusa, 2005; Risalendo il Danubio – scritti su Claudio Magris, Roma, 2005; Un lupo mannaro, Lucca, 2004; Mi faccio musulmano, Roma, 2004; Viaggio a Francoforte, Francoforte, 2004; Di rosa e di rose, Firenze, 2004; La Biblioteca d’Alessandria, Roma, 2003; Poeti italiani verso il nuovo millennio, Roma, 2003; La Regina dei Gatti, Lucca, 2002; Canzoni d’amore, di passione e di gelosia, Roma, 2002; La poesia italiana verso il nuovo millennio, Napoli, 2001; Papaciòmme, Venezia, 2000; Possibili errori, Roma, 2000; Lo specchio della mente, Milano, 1999; Lo sport al femminile in Italia, Benevento, 1999; Pittura e letteratura, Roma, 1999; Il romanzo di Tommaso Campanella, Milano, 1996; Le donne di Courbert, Roma, 1996; La barriera semantica, scritti sulla poesia in dialetto del Novecento, Roma, 1996; I rùspe cannarùte, Milano, 1995; La castità del male, Bellinzona, 1993; L’educazione permanente, Bellinzona, 1992; La danza del adios, Buenos Aires, 1991; Corradino, Napoli, 1990; U Ddìje poverìlle, Milano, 1990; Quasimodo interprete della poesia di Leonida da Taranto, Manduria, 1990; Antonio Altomonte narratore, Salerno, 1989; A vite i tutte i jùrne, Roma, 1987; I colori della vita nella narrativa di Giorgio Saviane, Catania, 1985; Forme espressive e radici nella narrativa di Gina Lagorio, Catania, 1985; Il ritorno di Omero, Cosenza, 1984; Caro Baudelaire, Manduria, 1983; L’eredità infranta, Firenze, 1981; Passeggiate Romane, Lecce, 1979; Le favole impudiche, Bari, 1977; Il leone non mangia l’erba, Roma, 1974;

ha curato, tra le altre, opere di Tommaso Campanella, Torquato Tasso, Carlo Goldoni, Giulio Carcano, Francesco De Sanctis, Luigi Capuana, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Leonida Repaci, Andrea Camilleri, Corrado Calabrò, Saverio Strati, Alberto Caramella e antologie tematiche sulla Calabria (Poesie alla Calabria, Cosenza, 1986, Narratori Calabresi, Catanzaro, 1994, Voci della scrittura calabrese, Firenze, 2003), sull’Alto Jonio, sui treni, su Lucca, sulla rima;

per l’Università Stony Brook, N. Y., ha curato i poeti in dialetto del Lazio, della Campania e del Friuli Venezia Giulia inseriti nell’antologia dei poeti in dialetto in edizione trilingue;

e i suoi scritti testimoniano il suo costante e indefesso impegno per la divulgazione della cultura intesa in tutta la sua ampiezza e profondità;

egli crede fermamente che gli uomini possano crescere e avere un futuro migliore non solo se sapranno avere la consapevolezza dei loro problemi ma anche se sapranno dialogare con le altre culture considerando l’altro da sé come una risorsa e non come un estraneo;

convinto che la cultura sia uno degli strumenti che l’uomo ha per sentirsi veramente libero, Maffia s’è prodigato, e continua a farlo, per diffonderla tanto che non solo ha donato una parte consistente della sua biblioteca a Fondazioni e ad Associazioni ma ha anche incontrato, e continua incessantemente a farlo, genti e scolaresche;

Dante Maffia ha affrontato anche i temi più scottanti del nostro tempo, primo fra tutti quello dell’emigrazione, e poi quello dell’immigrazione, quello degli emarginati, dei manicomi, per intenderci, dei barboni, degli scontri delle culture egemoni con quelle subalterne;

egli riesce a entrare in questi mondi percependone le lacerazioni e le necessità tanto che nei suoi scritti, sicuramente scevri da ogni forma di moralismo e di retorica, si percepisce tutta la carica umana che in lui freme e scalpita, chiedendo giustizia;

dunque egli è calabrese interamente e, allo stesso tempo, uomo universale, proprio perché ha forte, visibile e palpitante la sua identità;

uomini come Dante Maffia fanno la storia di un popolo e la rendono visibile e praticabile, fonte di interesse non soltanto antropologico: per averne un’idea si possono consultare le numerose monografie a lui dedicate da Rocco Salerno, Gennaro Mercogliano, Franco Di Carlo, Luigi Reina, Antonio Iacopetta, Marco Onofrio;

Corrado Alvaro, il narratore di San Luca, ha aperto la strada del rinnovamento umano e sociale della Calabria proseguito poi da Repaci, Perri, Strati, La Cava, Seminara, Altomonte, Calogero, Rocco Carbone, Pasquino Crupi, Luigi Lombardi Satriani e tanti altri. Dante Maffia prende l’eredità di tutti questi e ne rinnova istanze e poesia, diventando la punta di diamante di un processo che toglie dall’isolamento la Calabria e la pone al centro del crogiolo dei popoli europei;

che Maffia è figlio della nostra terra e della Calabria, ed in suo onore e nome, nelle settimane passate, è sorto un comitato che si prefigge di favorire l’assegnazione in suo favore del Premio Nobel per la Letteratura;

che del detto comitato fanno parte, tra l’altro, professori di varie università (Cosenza, Salerno, Napoli, Roma “La Sapienza”, “Tor Vergata” e Roma Tre, Firenze, Siena, Trieste), testimonianza di un’attenzione che va ben oltre i confini meramente locali e nazionali;

impegna

il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale e dell’Assessore regionale alla cultura:

a chiedere alla prestigiosa Accademia di Svezia la candidatura al Premio Nobel per la letteratura a Dante Maffia;

ad invitare tutti i comuni, calabresi e non, tutte le Associazioni e le Fondazioni calabresi a fare altrettanto, chiedendo con fierezza e con estrema convinzione all’Accademia di Svezia di prendere in seria considerazione la candidatura al Premio Nobel di Dante Maffia perché egli rappresenta sicuramente il mondo di fermenti e di furori del nostro tempo, ma anche il futuro di un mondo come quello calabrese che ha diritto finalmente di uscire dal pantano dei pregiudizi, dell’isolamento e della ingiusta condanna;

ad inviare la delibera al già costituito Comitato per la concessione del Nobel a Dante Maffia affinché la inoltri all’Accademia di Svezia, a corredo di tutta la documentazione di rito;

a divulgare, attraverso tutte le forme ritenute idonee, questa delibera, le sue finalità ed i suoi contenuti affinché le università, le scuole, i comuni calabresi, le fondazioni, le associazioni promuovano ogni iniziativa utile al raggiungimento dell’ambito traguardo”.

Ordine del giorno numero 128 del 23 settembre 2013 di iniziativa del consigliere De Gaetano “In merito alla situazione dei ragazzi talassemici dell’ospedale di Locri”

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Costituzione riconosce la salute, quale bene primario dell’individuo, ed all’art. 32 recita: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti;

le strutture ospedaliere calabresi versano in condizioni sempre più fatiscenti, nonché private dell’organico medico necessario;

l’ospedale di Locri, fin dagli anni ’70, ha seguito un gruppo di circa quaranta ragazzi affetti da talassemia, malattia che prevede delle cure giornaliere e costanti per la stessa sopravvivenza (somministrazione lenta di un farmaco per mezzo di una macchinetta a cui viene attaccata all’estremità un piccolo ago);

da circa due mesi l’ospedale di Locri, non fornisce l’assistenza medica, in quanto la Regione Calabria risulta morosa da alcuni anni con la ditta distributrice degli aghetti, necessari per la terapia;

il personale medico è deficitario, essendo stato ridotto di tre elementi su un organico di nove unità e malgrado gli sforzi di tutto il personale medico e paramedico si vive comunque una condizione di disagio;

da parecchi anni vi è un progetto, ancora lettera morta, per la costituzione di un “Centro Talassemia”, che prevede la presenza fissa di un medico e di un infermiere ed altri benefits;

nonostante le continue segnalazioni, su una questione di tale urgenza, la Regione Calabria sembra essere ancora indifferente,

impegna

il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad intervenire immediatamente ed efficacemente su una questione di tale importanza ed urgenza, garantendo l’istituzione di un “Centro Talassemia” presso l’Ospedale di Locri.”