IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
73.
SEDUTA DI LUNEDI’ 23
SETTEMBRE 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
La seduta inizia alle 16,13
La
seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge
il verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge
le comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge
le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Presidente, per favore, chiedo la parola per un inserimento
all’ordine del giorno.
Le darò la parola dopo la reintegra dei non eletti.
Il primo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento
amministrativo numero 246/9^ d'Ufficio, recante: “Presa d’atto delle dimissioni
del consigliere regionale Francescantonio Stillitani ed eventuale surroga” di
cui do lettura: “Il Consiglio regionale -
dato atto che con lettera in data 6 settembre 2013, acquisita agli atti in
data 10 settembre 2013, protocollo generale 39352, il signor Francescantonio
Stillitani ha presentato formalmente le dimissioni dalla carica di consigliere
regionale;
considerato che a norma dell’articolo 16 della legge 17 febbraio 1968,
numero 108, recante “Norme per l’elezione del Consiglio regionale delle Regioni a Statuto
normale” il seggio resosi vacante deve essere attribuito al candidato che nella
stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l’ultimo eletto;
che, pertanto, si deve procedere alla surroga del
consigliere dimissionario e ciò nei modi di cui sopra alla richiamata
disposizione di legge;”
Prego i colleghi consiglieri regionali di prendere
posto perché non si capisce assolutamente nulla. Capisco che nelle
comunicazioni ci si possa distrarre ma stiamo surrogando un consigliere
regionale con un altro. Prendiamo posto, ci accomodiamo. Chi deve parlare vada
fuori, non si sente nulla!
“Considerato, infine, che così come risulta dalla
copia del verbale dell’ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di
Vibo Valentia per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria anno 2010
nella graduatoria dei non eletti per la lista numero 12 avendo il contrassegno
“Unione di Centro-Casini” nella quale era stato eletto il consigliere
dimissionario è riportato quale primo dei non eletti il candidato Salvatore
Bulzomì con cifra individuale 2.386. -
delibera
di attribuire
al candidato Salvatore Bulzomì il seggio resosi vacante a seguito delle
dimissioni del consigliere Francescantonio Stillitani”.
Pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva alla unanimità)
Il neoconsigliere Salvatore Bulzomì può prendere posto tra i banchi; a lui auguro
buon lavoro.
(Applausi)
(Il consigliere
Salvatore Bulzomì prende posto tra i banchi riservati ai consiglieri di
centro-destra)
Il secondo punto all’ordine del giorno recita proposta di provvedimento
amministrativo numero 248/9^ d'Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del
Consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il
consigliere Aurelio Chizzoniti (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n.
55, modificata dal D.lgs n. 235/2012)”.
Do lettura della deliberazione: “Il Consiglio regionale -
visto il decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri in data 9 settembre 2013, trasmesso dall'Ufficio territoriale del
Governo di Catanzaro in data 10 settembre 2013, relativo alla sospensione del
Sig. Antonio Rappoccio dalla carica di consigliere della Regione Calabria, a
decorrere dal 30 luglio 2013;
atteso che, trattandosi di sospensione intervenuta ai
sensi dell'art. 15, commi 4-bis e 4-ter della legge 19 marzo 1990, n. 55 e
successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, n. 30, questo Consiglio
regionale, ai sensi dell'art. 3 della citata legge n. 30/94, deve procedere -
nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di
sospensione e, comunque, non oltre trenta giorni dalla predetta notificazione -
alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza
per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista
che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti;
considerato che, come risulta dalla copia del verbale
dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio Calabria,
relativo alle elezioni del Consiglio regionale della Calabria anno 2010, nella
stessa lista n. 10 avente il contrassegno "Insieme per
ritenuto, pertanto, di dover procedere alla
temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio affidando la
supplenza per l'esercizio delle funzioni al Sig. Aurelio Chizzoniti, in
conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;
vista la legge 12 gennaio 1994, n. 30;
delibera
di procedere alla temporanea sostituzione del
consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica,
affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale
al Sig. Aurelio Chizzoniti, candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il
maggior numero di voti con cifra individuale
Questa è la delibera che pongo in votazione.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Invito il consigliere Chizzoniti a prendere posto tra
i banchi del Consiglio regionale. Auguri di buon lavoro.
(Il consigliere
Aurelio Chizzoniti prende posto tra i banchi riservati ai consiglieri di
centro-destra)
Signor Presidente, le chiedo scusa, sono qua, mi concede 5 minuti per un
intervento telegrafico?
Consigliere Chizzoniti, di solito non è previsto, anche rispetto agli altri
consiglieri.
Signor Presidente, pago 50 anni di pesca subacquea, quindi non sto
ascoltando, non sto sentendo quello che dice.
Allora grido, mi ascolta? Sto dicendo che, di solito, è prassi del
Consiglio regionale che tutti i consiglieri regionali che arrivano, anche se
vorrebbero rivolgere un saluto al Consiglio, non intervengano.
Fino adesso, in questi tre anni in cui abbiamo proceduto con tante surroghe
e tante sostituzioni, non è stata prassi del Consiglio regionale far rivolgere
un saluto al consigliere entrante. E’ sempre stato così da parte di tutti i
colleghi. Molti mi hanno chiesto di intervenire ma abbiamo evitato da sempre.
Penso che gli altri consiglieri che sono subentrati in passato potrebbero
anche rimanere male.
Ho capito ma volevo dirle, signor Presidente, che la prassi nella gerarchia
delle fonti sta all’ultimo posto, i diritti sono insopprimibili.
(Interruzione)
Collega Chizzoniti, si metta nei miei panni.
Ho chiuso, signor Presidente. Siccome sono una persona corretta quel che
vorrei dire sullo scandalo giustizia a Reggio Calabria lo vorrei dire qua, altrimenti
lo dirò domani in una conferenza stampa e potrebbe anche non essere corretto
perché quello che voglio dire riguarda questo Consiglio. Se non me lo consente
prendo atto che non posso intervenire, per l’amor di Dio!
Sta facendo un intervento ma poichè tutti gli altri colleghi…
A me non interessa quel che fanno o non fanno gli altri, signor Presidente,
abbia pazienza! Non ha nulla da temere rispetto a ciò che voglio dire. Non si
può parlare? Prendo atto che non si può parlare.
(Interruzione)
Siamo ad un passo dalla dittatura, questa è la fine dell’Italia perché se
si perquisiscono le relazioni dei giornali, si perquisiscono i giornalisti e
non si può intervenire nella massima Assise assembleare della Regione Calabria c’è
da prendere le valige ed andarsene fra i canguri in Australia. Grazie.
Consigliere Chizzoniti, a me dispiace che abbia detto
queste parole perché non mi sembra che in questo Consiglio regionale si siano
mai verificati questioni del genere.
Signor Presidente, le brutture della giustizia in
questa città devono venire a galla, lo vuol capire? Anche perché si tratta di
quella giustizia che prima scarcera delinquenti e poi addebita a questo
Consiglio la responsabilità di averlo reintegrato. Ha capito adesso cosa voglio
dire? Queste sono porcherie e scarcerare persone perché hanno chiuso
Se si assume la responsabilità, la responsabilità è
sua, queste sono cose gravissime che oggi riguardano me ma domani possono
riguardare lei. Ha capito che c’è un problema giustizia nella città di Reggio
Calabria? E se un Procuratore capo interviene per delegittimare i procuratori
che danno parere favorevole un motivo ci deve pur essere.
(Interruzione)
Non è interessato a sentire queste cose, ne prendo
atto.
Consigliere Chizzoniti, il Consiglio regionale su
questo episodio che l’ha riguardata, così come su tutti gli altri che si sono
verificati, ha seguito esattamente le regole che non sono le regole che
dispongo io o qualcun’altro ma sono le regole che prevede la legge.
Abbiamo seguito in maniera attenta e rispettosa
quanto prevede la legge sia quando ci sono state le sospensioni sia quando ci
sono stati i reintegri sia quando c’è stata la supplenza. Stiamo seguendo la
legge sugli atti e, quindi, se ha qualcosa da eccepire rispetto a quel che il
Consiglio regionale ha fatto non è questa la sede. Ha tutti gli strumenti
necessari per poter eccepire qualsiasi tipo di questione di natura giuridica.
Le posso assicurare che questo Consiglio regionale ha
rispettato le regole, così come ha proceduto anche in questa occasione in cui ha
chiesto di intervenire. Perché gli altri suoi colleghi non hanno mai parlato
quando si sono insediati? perché questo è quello che ci siamo detti nel
rispetto assoluto di tutti e -se si ricorda bene- non ha parlato neanche lei
quando è arrivato la prima volta. Voglio difendere, assolutamente, il Consiglio
regionale per il modo di procedere e per tutto quello che ci siamo detti.
Poi ci sono altri argomenti, la stampa, le
conferenze-stampa che attengono ad altri percorsi che non appartengono a quello
istituzionale del Consiglio.
Andiamo avanti.
Il
terzo punto all’ordine del giorno recita “Relazione sul rendiconto generale
della Regione Calabria - Esercizio finanziario 2011 e relativi riferimenti
all'Esercizio finanziario 2010 approvata dalla Corte dei Conti - Sezione
Regionale di Controllo per
Presidente, prima ho chiesto la parola su un
ordine del giorno.
Volevo
solo parlare di questo argomento e poi le darò la parola. Anche il consigliere
Imbalzano ha chiesto di parlare.
Dicevo
che la “relazione sul rendiconto generale della Regione Calabria - esercizio
finanziario 2011 e relativi riferimenti all'esercizio finanziario 2010
approvata dalla Corte dei Conti - Sezione regionale di controllo per
Abbiamo avuto una lunga riunione dei capigruppo ed
infatti il Consiglio regionale è iniziato in ritardo perché
Abbiamo deciso, quindi, di rinviarlo alla prossima
seduta di Consiglio regionale, inserirlo al primo punto all’ordine del giorno
nella seduta del 14 ottobre per offrire l’opportunità ai gruppi consiliari,
quindi a tutti i consiglieri regionali, di leggere con attenzione e dovizia di
particolari la relazione della Corte dei conti e poter proporre degli
interventi che possano offrire un contributo fattivo sulla organizzazione
futura della nostra Regione.
Il punto, per volontà unanime da parte dei
capigruppo, sarà, pertanto, inserito al primo punto della prossima seduta di
Consiglio regionale.
Finita la parte preliminare ha chiesto di parlare il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, intervengo per proporre un ordine
del giorno, con la sottoscrizione di altri colleghi, tra i quali i consiglieri
Franchino e Caputo, che riguarda la proposta di assegnazione del Premio Nobel
per la letteratura ad un poeta e scrittore calabrese che
risponde al nome di Dante Maffia che in questi anni ha raggiunto elevati livelli nel settore della scrittura, della narrazione e
della poesia ed è stato anche insignito di vari premi e per il quale si è
formato un comitato spontaneo per la proposta dell’assegnazione del Premio
Nobel all’Accademia di Svezia.
Credo che anche
Il consigliere Gallo ha chiesto l’inserimento
all’ordine dei lavori di un ordine del giorno. Nessuno chiede di parlare
contro, pertanto pongo in votazione la richiesta di inserimento per poi votarlo
a fine Consiglio.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, anche io le chiedo di inserire all’ordine del
giorno una mozione presentata
il 3 settembre sulla delicata situazione del gruppo Ansaldo Breda ed in
particolare sullo stabilimento ex Omeca di Reggio Calabria rispetto al quale
c’è stata – come è noto – una audizione dei vertici di Finmeccanica sulla quale
credo sia giusto relazionare a questo Consiglio. Grazie.
Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di una mozione all’ordine del giorno sull’azienda
Ansaldo Breda e quindi sullo stabilimento ex
Omeca di Reggio Calabria.
Presidente, chiedo scusa, cosa chiede di discutere?
Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di una mozione che ha presentato agli atti della
Presidenza.
Presidente, prima di votare possiamo avere copia della mozione? La può fare distribuire?
Vuole leggere la mozione?
Per
chiarire al consigliere Naccari di che si
tratta, visto che ha posto un problema sulla mozione, se mi dà la possibilità mentre si fanno le
copie.
Prego, collega Imbalzano.
Collega Naccari, ho chiesto formalmente l’inserimento della mozione che
era datata 3 settembre.
Successivamente c’è stato l’incontro con i vertici, con il top
manager di Finmeccanica, e ho presentato quella che considero una bozza -
perché ovviamente verrà discussa poi dal Consiglio regionale – di ordine del
giorno che dovrebbe seguire alla discussione sulla mozione.
L’ordine del giorno ovviamente è aperto ad ogni apporto e siamo qui
durante la discussione – l’ho consegnato alla Presidenza stessa, per cui prego
Posso Presidente?
Prego,
collega Naccari.
Presidente, questo ordine del giorno, come ha
detto il collega, è stato redatto prima dell’incontro e delle notizie che
abbiamo letto.
Collega
Naccari, la mozione è
anteriore, l’ordine del giorno è successivo.
Ci
potete, cortesemente, distribuire quello che discuteremo oggi? Altrimenti sto
parlando del passato. Distribuiteci, cortesemente quel che è in discussione
oggi.
L’ho
consegnato alla Presidenza.
Credo,
in ogni caso, che su un argomento di questo genere, su cui
Collega
Naccari, ho detto che l’ordine del giorno è aperto e quindi al
momento opportuno andremo, se necessario, a rivisitarlo.
Il
consigliere Imbalzano ha presentato l’ordine del giorno contestualmente alla
richiesta del suo inserimento. Per votare l’inserimento all’ordine del giorno deve essere d’accordo anche la minoranza.
Se lei, collega Naccari, non è d’accordo non c’è la possibilità
di inserirlo. Se lei, invece, è d’accordo, votiamo l’inserimento, l’ordine del
giorno lo potrete redigere insieme quando ci sarà da votare alla fine.
Presidente, proprio questo: o l’ordine del
giorno lo discutiamo insieme e lo presentiamo, e a questo punto noi non abbiamo
un documento che è già agli atti e che è emendabile dalla minoranza - non
essendoci più la necessità di trovare un quorum
- oppure chiaramente noi non ci stiamo.
Quindi,
se l’ordine del giorno è una bozza che discutiamo e che ripresenteremo a firma
congiunta, maggioranza e minoranza, noi non
abbiamo alcun problema.
Facciamo
così, andiamo avanti con i lavori del Consiglio.
Intanto, i consiglieri esaminano nel merito la questione, finito il prossimo
punto all’ordine del giorno, se c’è un accordo, lo inseriamo all’ordine del
giorno. Sospendiamo, pertanto, l’argomento e andiamo avanti con i lavori del
Consiglio.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne
ha facoltà.
Presidente, volevo presentare un ordine del giorno che riguarda la
situazione dei ragazzi talassemici dell’ospedale di Locri. Ne chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno.
Consigliere De Gaetano, l’ordine del giorno riguarda?
La situazione dei ragazzi talassemici dell’ospedale di Locri.
Ha già fornito copia ai banchi della Presidenza? Allora pongo in votazione
l’inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere De Gaetano
all’ordine dei lavori.
(Il Consiglio approva)
Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 247/9^ di iniziativa del consigliere
Caputo, recante: “Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1,
commi 2, 3, 4, 5, 5, 5-bis della legge n. 148 del 14.09.2011 e dei decreti
legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012”.
Cinque Consigli regionali possono proporre un referendum abrogativo su
questioni che riguardano la legislazione nazionale. La proposta che parte dal
consigliere Caputo riguarda il Tribunale di Rossano. Già quest’Aula si è
occupata degli altri Tribunali, il Governo ha assunto questa
iniziativa di soppressione, abbiamo seguito e tutti i consiglieri hanno
partecipato a manifestazioni su Rossano. Il Consiglio regionale ha approvato
diversi ordini del giorno e il
consigliere Caputo è pure intervenuto nell’ultima seduta di Consiglio.
E’ un provvedimento che è già passato dalla prima Commissione consiliare e
approda in Aula per il voto dell’Assemblea.
Pertanto, il consigliere Caputo ha facoltà di svolgere la relazione in modo
tale da introdurre la discussione per poi arrivare alla votazione del
provvedimento.
Ricordo, anche, che il Consiglio deve nominare un consigliere titolare ed
uno supplente che possano seguire tutto l’iter del referendum. Pertanto dopo la votazione della proposta abrogativa dobbiamo
procedere ad effettuare queste nomine.
Presidente, non intendo parlare se quest’Aula…
Non chiedo di essere ascoltato, perché è
relativo, ma, quanto meno, che mi si faccia continuare. Non è possibile!
Neanche nella peggiore assemblea di
condominio accade quel che accade qui.
Ha
ragione, collega Caputo, intervenga quando c’è silenzio assoluto. Prego i
colleghi consiglieri di prendere posto.
Come
lei già ha avuto modo di dire, Presidente, il
provvedimento già passato in Commissione è
stato votato alla unanimità e di questo
ringrazio sia i consiglieri di maggioranza che di
opposizione.
Cosa dire? Purtroppo stiamo vivendo - e da un po’ di tempo i mass-media, la
stampa ne stanno parlando quotidianamente
- il deliberato del Governo che ha accorpato il Tribunale di Rossano
al Tribunale di Castrovillari…
(Interruzione)
Presidente, mi siedo, non intendo continuare, eventualmente lo illustra
lei. Mi consenta di dirle, Presidente, che se non siamo in grado di mantenere
un minimo di ordine nell’Aula, io ci rinuncio me ne vado. Non è un’Aula di
Consiglio regionale, si può paragonare ad un’altra cosa ma non è certamente
un’Aula di Consiglio regionale mi sembra più una stazione ferroviaria dove si
arriva, si parte…
Chiedo scusa per questo sfogo ma per chi è stato
nelle istituzioni
da un po’ di tempo, onestamente
trovo un senso di smarrimento, mi limito a dir questo.
Quello che è stato votato dal Governo, cioè l’accorpamento del nostro Tribunale di Rossano,
con 150 anni di storia, al Tribunale di Castrovillari, una cittadina di 18-19
mila abitanti, un’area urbana di 80 mila abitanti ed un territorio di 130 mila
abitanti, credo che abbia quanto meno suscitato le proteste di un territorio
che si vede negato un servizio.
Questo provvedimento rappresenta l’ultima
soluzione, perché rientra nella competenza del Consiglio regionale presentare
proposte di referendum abrogativo; infatti, l’articolo 75 della Costituzione dà la possibilità a 5 Consigli
regionali di poter chiedere un referendum abrogativo, nel caso specifico del
decreto legislativo 155 che si è pronunciato in materia di ordinamento delle
sedi giudiziarie e che ha proceduto ad accorpare determinati tribunali.
L’ultima soluzione perché? Perché nonostante le
proteste e le vigorose campagne di stampa, nonostante i continui appelli al
ministro Cancellieri, quest’ultimo, purtroppo, non si stanca di meravigliarci
quasi quotidianamente. Indispettisce ancora di più se si pensa che è di
tre-quattro giorni addietro la sua ultima perla in cui - forse senza badare a quel che diceva – ha
affermato con grande leggerezza che se si fossero seguite regole oggettive in
Calabria sarebbero stati chiusi altri tribunali.
Impallidisco di fronte a queste dichiarazioni
fatte a cuor leggero perché se uno analizza quel che è stato detto e se il
ministro Cancellieri non ha seguito regole oggettive significa che ha agevolato
o per simpatia, o per peso specifico o per peso politico altri tribunali che a
norma di quanto prevede lo stesso decreto legislativo 155 non potevano e non
dovevano restare in vita.
Sono gravissime le dichiarazioni del ministro
Cancellieri, non sono da sottovalutare anche perché è un Ministro che si
contraddice periodicamente: 20 giorni fa ha affermato che non avrebbe chiuso
nessun Tribunale nei territori in cui erano presenti sacche di delinquenza e di
criminalità organizzata - e il nostro territorio purtroppo non è esente dalla
presenza di criminalità organizzata – e credo che basti far riferimento ai processi
che si sono celebrati negli ultimi 2/3 anni, allora io mi chiedo di fronte ad
un Ministro che si comporta in questa maniera come si può non insorgere.
Non so cosa fare, Presidente, questa è l’ultima
soluzione, l’ultima possibilità che abbiamo! Di fronte alla disinvoltura
di un Ministro che confessa, praticamente, che non si sono seguite regole
oggettive per quanto riguarda l’accorpamento dei tribunali è bene sollevare il
problema.
Castrovillari è stato salvato perché molto
probabilmente ha qualche grosso burocrate e lo stesso Ministero di grazia e
giustizia ha tirato per Castrovillari. Il Tribunale di Paola molto
probabilmente a 20 minuti di distanza - ed è questo uno scandalo sconcertante –
è stato salvato per arti magiche di qualcuna che eventualmente ha ritenuto di
poter operare in barba a tutte le regole che avrebbero dovuto consentire il
salvataggio del Tribunale di Rossano.
Questa è l’ultima soluzione, Presidente, e mi
auguro che anche il suo ufficio si faccia carico, perché se non ci sono i 5
Consigli regionali non andiamo da nessuna parte. Mi pare che sia stato soggetto
promotore l’Abruzzo seguito dalla Basilicata. Mi auguro che segua
Tutto deve essere deliberato entro il 30
settembre. Tutte le delibere compresa la nostra devono essere inoltrate a tutti
i Consigli regionali d’Italia e faccio un appello anche agli uffici, Presidente,
mi consenta questo perché purtroppo abbiamo visto cosa è successo nel recente
passato.
Faccio appello anche al Segretario del Consiglio
regionale. Nel recente passato il Consiglio regionale aveva votato perché
Sono cose che, mi si
consenta, non voglio dire che ci possa essere sotto qualcosa, ma non dovrebbero
assolutamente accadere. Questa pratica la seguirò di persona e ove dovessero
sorgere o si dovesse incappare in difficoltà posso garantire che non intendo
fermarmi.
Ritengo, quindi, per la
serietà che ho e che hanno gli uffici, per chi li conduce, per chi li redige
che questa pratica sia redatta nel migliore dei modi, che si rispettino i
tempi, perché è importante. Per cui il 30 settembre non è fra un mese ma è fra
sette giorni. Facciamo tutti gli adempimenti che dobbiamo fare, facciamo in modo
di inoltrare la delibera stessa a tutti i Consigli regionali, facciamo in modo
di avere gli altri due Consigli regionali che assieme a noi dovranno
partecipare perché i Consigli regionali devono essere 5 e non possono essere né
due né tre né uno.
E’ stato commesso un reato
nei confronti del Tribunale di Rossano e chi conosce quel territorio sa che sto
dicendo la verità, sa che è stato commesso un reato di abuso d’ufficio perché
se qua volessimo continuare, Presidente…
Vedete, se ne avessimo
voglia credo che potremmo anche denunciare penalmente perché l’abuso d’ufficio
che è stato commesso nel preferire una cosa che non aveva titolo rispetto ad
un’altra che il titolo l’aveva poteva anche configurare quella ipotesi che
potrebbe essere anche perseguibile penalmente.
Quando diciamo che la
gente non ha più fiducia nelle istituzioni, quando si tagliano i servizi,
quando chiudiamo i Tribunali specialmente in Calabria un territorio che
presenta mille difficoltà da quella angolatura, dal punto di vista della criminalità
organizzata, della ‘ndrangheta, della presenza specialmente più spiccata in determinati territori e
si chiudono Tribunali, con una leggerezza che onestamente fa riflettere per cui
la fiducia nelle istituzioni e in chi vi rappresenta cade giorno dopo giorno.
Anche perché chi ci governa, molto probabilmente facendo poca politica ed in
maniera forse frettolosa, non può fare degli annunci di quel genere.
Se riuscissimo a fare e a
promuovere una indagine conoscitiva del perché, di cosa è avvenuto, perché si è
fatto ricorso al Tar e questo ha dato ragione sospendendo i trasferimenti,
nonostante questo si è fatto corso e ricorso per cercare di arrivare.
Allora con tutta questa
situazione che si è creata, questo provvedimento, il provvedimento di
quest’oggi – mi auguro che ci possa essere l’unanimità dei consensi – vede il
Consiglio regionale in prima persona impegnato ad abrogare quel decreto
legislativo 155 che molto probabilmente poteva anche esistere se la legge
delega avesse rispettato i presupposti che erano inseriti in quel decreto
legislativo.
La legge delega e chi l’ha
messa in pratica non ha rispettato assolutamente quei punti, quei presupposti
che erano inseriti nel decreto legislativo perché se così fosse stato il
Tribunale di Rossano non sarebbe stato assolutamente accorpato. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne
ha facoltà.
Presidente, la ringrazio. Credo che il Consiglio
regionale dovrebbe esprimersi favorevolmente per questa proposta che ci viene
dalla prima Commissione consiliare per ispirazione del suo Presidente,
consigliere Caputo.
Credo che la chiusura del Tribunale di Rossano
non debba essere vista soltanto come un atto di scarsa valutazione di un
territorio dove il Tribunale viene tolto da un’area molto popolosa e viene data
in un’altra area meno importante. Credo che la difesa del Tribunale di Rossano
debba essere intesa come la difesa dello Stato dove, purtroppo, il problema
della non legalità è alquanto diffuso.
E’ anche vero che quella di Rossano è un’area a
forte densità criminale, magari in quel territorio la criminalità è molto più
avanzata rispetto a quella di altri territori, molto più emancipata rispetto
alle dinamiche classiche che conosciamo noi; però se si osservassero, da
Cariati all’Alto Ionio, le dinamiche organizzative della criminalità
organizzata c’è da far rabbrividere.
Non è solo questo il punto. Il punto è che il
bisogno di legalità passa anche sul controllo del diritto dei lavoratori di
quel territorio. Siamo in un’area ad altissima intensità di illegalità nel
lavoro con fortissime intensità di sfruttamento in cui si interviene per poter
ripristinare i diritti del mondo del lavoro soprattutto nel campo
dell’agricoltura e soprattutto nel controllo di decine e migliaia di lavoratori
stranieri che vengono sottoposti al caporalato o i tanti braccianti che vivono
senza un diritto e così via. Abbiamo visto man mano dal 1989, da quando col Governo Andreotti si è pensato di razionalizzare la giustizia
e via via a scendere con la chiusura dei tribunali ecc., si è andati ad una
riduzione di presenza dello Stato che adesso non c’è più.
Non possiamo accettare questa logica in cui lo
Stato si ritira e dà spazio ad un altro antistato, l’antistato della
criminalità organizzata. Credo che dobbiamo usare questa battaglia, collega
Caputo, non solo come la bandiera per difendere lo Stato ed è questa una
battaglia importante, ma dobbiamo usare questa battaglia per affermare che
questa Regione deve avere presenze
dello Stato vero non i militari che vanno a presiedere contro la criminalità organizzata. Ma lo Stato che
fa le investigazioni, lo Stato che tutela i
diritti, lo stato che dirime le controversie.
Questa è una battaglia
importante e dovremmo riuscire a fare questo e ad essere all’avanguardia di una
battaglia nuova non solo territoriale. Anche Cinquefrondi ha lo stesso problema
di Rossano. Cinquefrondi è una sezione distaccata del Tribunale di Palmi e
anche quello è un luogo di frontiera in cui non bisogna mollare di un
centimetro la presenza delle istituzioni.
Per questo già nel momento
in cui ho visto che era all’ordine del giorno pur non essendo componente della prima Commissione mi sono
premurato di telefonare al presidente Caputo per dirgli che c’era il sostegno
del mio gruppo politico.
Credo sia importante non
trascurarlo ed è importante mantenere i tempi che ci chiede il consigliere
Caputo.
Poi una cosa le chiedo,
Presidente: il collega Caputo ha fatto una denuncia gravissima en passant,
ha parlato di un ricorso che non è mai partito e non è mai arrivato a
destinazione alla Corte Costituzionale. Qui bisogna sapere cosa è successo
proprio per la legalità e per il rispetto delle istituzioni. Come mai una
decisione di questo luogo non viene applicata?
Presidente, so che è
interessante che parli col suo Vicepresidente, ma il consigliere Caputo ha
fatto una denuncia grave, ha parlato di un ricorso alla Corte costituzionale,
di una decisione che non è mai arrivata a destinazione nei tempi dovuti. Si può
sapere cosa è successo? Probabilmente cominciamo a pensare che l’antistato è
molto più a fondo qui dentro che non fuori, sarebbe molto importante far molta
chiarezza su questo, Presidente.
Intanto, chiedere al
consigliere Caputo cosa è successo realmente e poi dare una risposta a tutti
quanti noi su quanto è successo. Grazie.
Provvederò, non ho dato
risposta al consigliere Caputo ma è la prima cosa che faremo con gli uffici,
attraverso sia i nostri sia quelli dell’Avvocatura regionale. Faremo una verifica
sulla base di quanto ha detto il consigliere Caputo in Aula, se l’avesse detto
prima magari anche prima della seduta odierna l’avremmo già fatto. Mi sembra
una cosa talmente assurda che il Consiglio regionale deliberi un percorso e poi
non…
Conosco gli uffici e so
che vi lavora gente seria, preparata e competente che fa fino in fondo il
proprio dovere, soprattutto su questo argomento dove c’è la volontà unanime da
parte del Consiglio. Quindi maggioranza e minoranza abbiamo deciso la stessa cosa
sui Tribunali. Faremo una verifica e sono certo…
(Interruzione)
Ha fatto bene a ricordarlo
perché ho avuto l’opportunità anche di chiarire questo aspetto. Provvederemo a
fare tutti gli accertamenti del caso. Se poi il collega Caputo conosce qualche
altra retroscena, qualche altro risvolto me lo farà presente e ci aiuterà a
svolgere fino in fondo le indagine.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo su
questo punto, come è già avvenuto nella scorsa riunione di Consiglio regionale,
per manifestare il voto positivo del gruppo dell’Udc su questa proposta del
collega Caputo.
Ancora una volta dobbiamo
denunciare come a livello di Governo centrale non ci sia stata, nei confronti della
Calabria, la giusta considerazione o meglio erano a rischio quattro Tribunali,
ne è stato chiuso uno soltanto, ma poiché dal livello centrale ci dicono che la
nostra Regione è in emergenza soprattutto a livello criminale si è scelto di
chiudere un Tribunale in un territorio dal quale anche io provengo, lo Ionio
cosentino, in cui sono presenti consorterie criminali di alto livello, per come
accertato dalle inchieste della Direzione distrettuale antimafia.
Poiché l’antistato agisce
per simboli, noi simbolicamente come Stato decidiamo di arretrare perché ci
nascondiamo dietro risparmi che sono a dir poco irrisori, perché ci dovrà, poi,
spiegare il Ministero della giustizia quanto costerà trasferire, ogni giorno,
dal carcere di Rossano i detenuti, che ospita oltre 300 unità, al Tribunale di
Castrovillari, in termini di mezzi e di uomini ad esempio.
Ma potrebbero essere tanti
altri gli argomenti.
Faccio riferimento,
soprattutto, alla questione criminalità organizzata perché
Per quanto concerne, poi,
la questione del ricorso alla Corte costituzionale da parte della Regione il
collega Guagliardi fa riferimento a qualcosa di più rispetto a quello cui
faceva riferimento il collega Caputo.
Ritengo che ci sia stato
un disguido, un errore da parte dell’Avvocatura ma escludo totalmente che ci
possano essere degli interessi di carattere diverso.
Per quanto attiene a
questo argomento, vale a dire la proposta al Parlamento, del referendum, prendo
atto della volontà positiva da parte del presidente Talarico che si attiverà
nei prossimi giorni per arrivare ad ottenere il consenso di altri tre Consigli
regionali, perché l’Abruzzo si è già espresso, e proporre a chi di competenza
questo referendum abrogativo che potrà avere l’effetto di abrogare una bruttura
anche del Parlamento nazionale che ha dato una delega con grande leggerezza ma
anche del Ministero della giustizia che ha fatto delle valutazioni nel decreto
correttivo che non sono da sostenere.
Credo, in ogni caso, collega
Caputo, che il Parlamento, oggi, potrebbe decidere attraverso una valutazione
delle Commissioni giustizia di Camera e Senato per evitare che i cittadini
italiani e calabresi vengano tassati ulteriormente attraverso le spese necessarie ad un referendum,
attraverso una valutazione che, peraltro, era anche la valutazione rilasciata
lo scorso anno dalla Commissione giustizia della Camera che faceva riferimento
a 6 tribunali. Ora pare che i tribunali per i quali c’è stata una deroga
parziale siano stati passati ad otto, ma io credo che non sia impossibile fare
una valutazione di carattere politico per come nella scorsa seduta; peraltro,
anche il Presidente Scopelliti ci ha detto che è necessario che ognuno, per la propria parte, faccia
le giuste e necessarie pressioni ai gruppi parlamentari. Grazie.
Presidenza del
Vicepresidente Alessandro Nicolò
Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente, per avermi concesso la parola. Dopo
aver premesso che il gruppo del Partito democratico voterà a favore di questa
proposta referendaria mi sia consentito di esprimere qualche considerazione di
carattere generale.
La
considerazione di carattere generale evidenzia l’involuzione culturale che c’è
nel nostro Paese. Non aggiungo nel merito
altre considerazioni rispetto alle cose che diranno i colleghi e che ha detto
il consigliere Caputo. In un certo senso siamo tutti ripetitivi sulle
argomentazioni, ma mi permetto di aggiungere che, insieme al presidio di
legalità contro la criminalità normale ed organizzata, un tribunale in
determinati territori è anche necessario per altri motivi. Non dimentichiamo la
giustizia civile.
Tutto
il mondo ci dice che l’Italia non è affidabile per la lungaggine dei processi
civili. La zona ionica cosentina sotto il profilo imprenditoriale è una delle
aree più dinamiche della Calabria. Mi sento di
segnalare anche questo aspetto, ma il mio vuole essere un ragionamento più di
carattere generale. Noi e tutte le forze politiche dobbiamo guardarci allo
specchio e chiarirci le idee se siamo per una articolazione democratica dello
Stato italiano e, quindi, per una riforma delle istituzioni che
parte dallo Stato e arriva alle autonomie locali o siamo sempre attirati da ogni
forma di centralismo.
Partiamo
un attimo dalle autonomie locali. Purtroppo il regionalismo rischia di fallire
per essere diventato un discepolo delle forme più assurde di centralismo che
abbiamo visto nel momento in cui è nato lo Stato unitario italiano.
E’
chiaro che alla fine quando ti affidi al centralismo non c’è dubbio che le
ricadute sul territorio non sono mai equilibrate. A volte i territori non si
conoscono, non si vuole ammettere che
Grazie
all’invito gentile e garbato del presidente Scopelliti, ho partecipato ad una riunione con
il ministro Lupi. Da quella discussione è emersa l’esigenza, come priorità nel
settore, di definire e completare finalmente i lavori
della Salerno-Reggio Calabria. Sapete come ci ha risposto il ministro Lupi alla
fine? Ci ha risposto dicendoci “ragazzi i 3 miliardi di euro non ci sono,
cercheremo di trovare qualche risorsa, diteci le priorità”. In altri termini
quali sarebbero state le priorità? Se doveva venire prima lo svincolo di
Cosenza Sud piuttosto che quello di Altilia-Falerna o di Cosenza Nord o se
viene prima la tratta A oppure il tratto B? e comunque l’autostrada non si
definisce.
Il centralismo utilizza una vecchia tecnica dell’impero romano: cioè le
province devono essere l’una contro l’altra armata.
Per concludere, consigliere Caputo, nel momento in cui ho il dovere di
precisare che a Roma anche i parlamentari del Partito democratico stanno facendo una battaglia molto impegnata per il Tribunale di Rossano,
anche sulla giustizia, così come sui lavori pubblici, noi siamo provincia. E
l’Impero vuole che i territori siano l’un contro l’altro armato. Cioè i
territori che saranno serviti dallo svincolo di Cosenza Sud debbono litigare
con quelli che dovranno avere lo svincolo tra Falerna e Altilia oppure lo svincolo
più a sud. Se si deve completare un tratto della Salerno-Reggio Calabria tra
Cosenza e Falerna questi territori debbono litigare con un altro tratto di
autostrada che è posto nella provincia di Reggio Calabria.
Diciamo la verità, per i tribunali è avvenuto esattamente questo e qui
nessuno vuol fare il primo della classe, ma forse è utile ricordare il nome del
Ministro di grazia e giustizia che ha avviato questa pseudo riforma. Forse non
è sbagliato ricordare, come giustamente ha detto il consigliere Caputo, cosa è
avvenuto quando si è trattato di stabilire in provincia di Cosenza quale
tribunale dovesse essere salvato oppure quale tribunale dovesse essere
soppresso.
Quando la malattia e il centralismo ed i sudditi nei territori debbono
litigare fra di loro per stabilire dove c’è il pollice verso e chi deve essere
salvato, viceversa, decidono i proconsoli sia quando hanno l’aspetto della
gioventù maschile sia quando hanno l’aspetto delle belle signore. E allora
prima di fare determinate battaglie, facciamo tutti un esame di coscienza anche
con riferimento ad altri casi in cui è stato richiesto l’intervento del
ministro Cancellieri, perché si è voluto fare ad ogni costo di tutte le erbe un
fascio non pensando che quando si agisce in questo modo non si fa un danno a
quel prato dove cresce l’erba o all’altro prato dove cresce un altro tipo di
erba, ma si fa un danno alla Regione
intera che viene considerata, comunque, una provincia; una provincia che lo
Stato non mette mai al centro della sua agenda.
Certo, noi abbiamo grandi limiti perché non abbiamo saputo curare tanti
settori che sono affidati alla nostra cura, ma dobbiamo sempre ammettere che
c’è uno Stato patrigno nei confronti della nostra Regione che lavora affinché all’interno essa sia disunita in modo
che dal centro, secondo i suggerimenti che vengono dai proconsoli di turno, si
prenda questa decisione piuttosto che l’altra.
Per quanto ci riguarda vogliamo fare una battaglia di coerenza poiché
riteniamo, al di là di tutto, che le scelte fatte in negativo per Rossano non
trovino una coerente giustificazione rispetto al contesto. Non parlo di
giustificazione, se parlassi semplicemente di giustificazione mentirei a me
stesso; quando noi diciamo che c’è una esorbitante spesa pubblica e per
recuperare risorse in questo momento di crisi si deve tagliare qualcosa della
spesa pubblica dobbiamo ribadire questo concetto. Ma se la giustificazione
esiste, ogni sotto-giustificazione deve avere una coerenza e poiché, per quanto
riguarda i presidi di legalità in Calabria, questa coerenza non c’è stata, noi
votiamo compatti per questa proposta che possa ridare soddisfazione alle giuste istanze di quei territori.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne
ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente per dire che sono ovviamente d’accordo con il mio capogruppo Principe
aggiungendo soltanto un aspetto che è stato toccato dal consigliere Guagliardi.
Credo che con questa proposta sulla quale, come diceva il mio capogruppo, noi
votiamo favorevolmente, si possa rimettere in discussione anche la chiusura di
tutta una serie di tribunali, di sezioni staccate che, secondo noi, invece di
aiutare il processo di snellimento della giustizia vanno ad intaccare e
rallentare questo processo.
Come
giustamente diceva il mio capogruppo, uno dei problemi principali del nostro Paese è quello della lentezza della
giustizia. Allora, per esempio, la sezione
staccata di Cinquefrondi - che è un fiore all’occhiello per la nostra provincia per efficienza e rapidità e per risolvere
una serie di problematiche - in questo quadro va tutelata e salvaguardata. In primis ovviamente la battaglia per il
Tribunale di Rossano, ma anche per tutte le sezioni staccate fondamentali.
Si tratta di un territorio di 50 mila abitanti, di un territorio che ha
difficoltà ad arrivare al tribunale e si trattava, comunque, di una sezione
civile e penale anche di un certo livello che dava una mano anche al Tribunale
di Palmi. Basta vedere quello che dicono i Presidenti dei tribunali sia quello
di Reggio Calabria che di Palmi che parlano di nessun risparmio derivante dalla
chiusura delle sezioni staccate perché erano sedi proprie.
Non stiamo parlando di sedi in affitto ma erano sedi che già appartenevano
allo Stato. Parliamo soltanto di un danno alla macchina della giustizia. Credo
che questa proposta vada approvata e ci auguriamo che altri tre Consigli
regionali possano approvare questa richiesta di referendum per andare a votare
e cancellare una di quelle leggi che non servono a niente, le famose leggi
manifesto, perché alla fine di tutta questa operazione si risparmierà
pochissimo ed i costi per i cittadini saranno elevatissimi.
Bisogna intenderci allora. Se vogliamo risparmiare 70-100 milioni di euro e farli gravare sui cittadini italiani e in questo
caso calabresi! Noi siamo per non far gravare questi costi sui cittadini e
quindi questa proposta va nella giusta direzione per salvare il Tribunale di
Rossano, per salvare le sedi staccate come quella di Cinquefrondi, di Melito o
di Siderno, per esempio.
Questo è il nostro auspicio e per questo votiamo in
maniera compatta.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari
Carlizzi. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo perché ho letto - ne abbiamo parlato anche in Commissione - che
montava quasi una protesta nei confronti dell’attuale Ministro di grazia e
giustizia. Ho sentito in queste valutazioni dei toni piuttosto accesi, parlare
di scarsa attenzione verso questi territori ecc..
Tuttavia,
ricordo di aver letto sulla stampa, circa due anni fa, di una iniziativa dei
consiglieri Franchino e Gallo sull’argomento che mi aveva molto colpito; loro
avevano posto il problema quando si discuteva di questa iniziativa, quando si
era nella fase in cui i parlamentari
della Calabria - unanimemente, mi pare, -
avevano votato quel decreto - e ringrazio il Presidente
della prima Commissione di aver proposto il
provvedimento che tutti abbiamo votato - al quale oggi giustamente ci opponiamo.
Il
capogruppo del Partito democratico, Principe, tuttavia ha posto una domanda
dicendo “qual era il Governo che aveva emanato questo decreto poi convertito?”. Mi
chiedo: non era forse il Governo Berlusconi e Ministro non era forse
l’allora guardasigilli Alfano? Mi pare che sia segretario del Pdl.
Di
conseguenza, non sarebbe anche il caso che noi, prima di proporre iniziative di
questo genere che in ogni caso condividiamo, abbiamo firmato e votato dando il
massimo delle priorità e del sostegno, che ognuno di noi – dicevo - tenga un
rapporto di dialogo, che i segretari nazionali dei partiti, nello specifico del
Pdl, si interessino della Calabria quando
vanno a fare i provvedimenti? Scusate se lo dico, non ho alcun interesse
polemico ma giusto per chi ci ascolta e chi, leggendo i dati e gli articoli che
si sono succeduti, dica “ma questi stanno facendo una protesta…”.
In
questo senso do la solidarietà al presidente
Berlusconi per questo attacco molto grave che è stato fatto da parte di un
gruppo di comunisti nei confronti dei provvedimenti del Governo.
Faccio questo con una battuta per dire che siamo d’accordo su tutte le
motivazioni e l’ha detto il capogruppo, mi sento giustamente rappresentato
nella forma e nella sostanza da quello che ha detto. Mi permetto, tuttavia, di
sottolineare che questo provvedimento non l’ha preso il ministro Cancellieri,
perché quello è l’ultimo atto di un iter che è nato con un provvedimento votato
dal Governo Berlusconi e dal ministro guardasigilli
di allora Alfano su cui per tempo i consiglieri Franchino, Gallo e l’allora
consigliere Morelli avevano fatto una iniziativa che credo avesse il valore
della tempestività e dell’efficacia prima ancora che ciò fosse norma dello
Stato.
Tuttavia speriamo che stavolta il segretario del Pdl vi ascolti; forse
perché c’è anche il Pd, forse vi ascolterà per questo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha
facoltà.
Grazie,
signor Presidente, anche noi del Gruppo Misto
non possiamo esimerci dal dare un voto favorevole a questa proposta presentata
dal Presidente e dalla intera prima Commissione consiliare.
E’
ovvio che è un fatto scontato, inverosimile e sembrerebbe quasi paradossale in
una terra che viene posta sempre al pubblico ludibrio come la terra che
diffonde la più grande delinquenza non più a livello
nazionale ma a livello europeo e mondiale.
Di fatto, lo Stato, il Governo centrale tenta di svilire
in tutti i modi una zona non più endemica ma quasi epidemica, da un certo punto
di vista, ad alto tasso criminale.
E’ ovvio che di fronte ad una posizione come questa
vanno fatte delle debite riflessioni ed è ovvio che non possiamo lamentarci,
come diceva il consigliere Principe, della lungaggine dei processi, della
lentezza delle azioni giudiziarie, delle risposte sia sul piano del civile che
sul piano del penale, con costi che si vanno poi a caricare in maniera enorme,
soprattutto sui cittadini che, non trovando il luogo istituzionale di
riferimento più vicino in una situazione di grande difficoltà economica, di
povertà – chiamiamola con il giusto nome - è ovvio che andranno incontro ad un
ulteriore aggravio di spesa e ad ulteriori difficoltà.
La cosa
che desta più scalpore è un’altra, il modo attraverso il quale un Governo
centrale - le forze politiche al di là
se sia stato il Pdl o Berlusconi oggi Letta o
Caro consigliere Caputo, pensare di poter attuare una politica di
contenimento della spesa pubblica, pensando di chiudere un tribunale in un’area
importante e decisiva, significa non aver capito niente neanche di economia
secondo me, non soltanto di macro economia ma neanche di concretezza
amministrativa ed economica.
Ci sono degli studi recenti abbastanza importanti che evidenziano come il
taglio delle spese su determinati settori quali la sanità ed in modo
particolare la giustizia – anche se a breve dà l’impressione di un risparmio
economico – comporterà, a media e a lunga distanza, una rovina dal punto di vista della spesa pubblica, addirittura un
aggravio di quasi oltre il 35 per cento.
Sono studi che vengono fatti nelle migliori università del mondo
addirittura in altri Paesi come
Se è vero che in Italia la cattiva giustizia, la lentezza della giustizia o
l’assenza della giustizia nel dare le sentenze giuste, nei tempi giusti,
automaticamente significa un punto percentuale di Pil in meno, rendetevi conto
di quanto questi nostri governatori, purtroppo, a livello nazionale siano fuori
dal mondo.
Se veramente si vuol tagliare la spesa pubblica, basterebbe mettere mano
alle missioni all’estero, ridurre o diminuire la partecipazione a determinati
eventi bellici per realizzare un risparmio di parecchi miliardi. Basterebbe
eliminare quelle spese inutili perché noi non siamo gli Stati Uniti né possiamo pagare lo scotto di chissà
quali accordi bilaterali sottobanco o all’aria aperta. Sarebbe sufficiente
diminuire o abolire l’acquisto dei caccia bombardieri per poter stare
tranquillamente all’interno dei costi dello Stato e nello stesso tempo non mi
sembra che tutte le politiche di contenimento della spesa attivate fino ad oggi
in questo nostro Stato italiano,
in questa Nazione dove il costo dell’amministrazione annuale è intorno agli 805
miliardi nonostante i vari provvedimenti di tagli di ospedali, di tagli di
tribunale e di quant’altro, abbiano portato opportuni risultati.
Anche su questo ci sono degli studi ben precisi che
evidenziano come mettendo mano il Governo
nazionale alla rielaborazione e alla chiusura determinati enti di sottogoverni
inutili si realizzerebbe un risparmio di quasi 3-4 miliardi di euro l’anno.
Questo non è cosa da poco perché si fa di tutto oggi
per cercare di limitare l’aumento delle tasse
perché c’è una sofferenza che attanaglia tutti gli stati sociali della
nostra popolazione.
Allora, caro consigliere Caputo, di cosa stiamo
parlando? Dobbiamo, purtroppo, denunciare una cosa: l’incapacità della classe
politica che ci governa a livello nazionale di creare proposte serie, progetti
di contenimento della spesa, proposte di rilancio per questo Stato italiano e
che si limita, di fatto, a chiudere che cosa? Un edificio. Perché di questo si
parla, altrimenti dovrebbero fare l’esatto contrario, cercare di investire di
più sui magistrati, di rafforzare la delocalizzazione mirata, di
riorganizzare meglio il servizio.
Di riorganizzazione non se ne parla proprio. E’ ovvio
che, poi, si troveranno a Castrovillari con migliaia di fascicoli buttati nel
nuovo Palazzo. Al di là dei giochi sottobanco dei proconsoli che certamente ci
saranno pure perché questa è una Calabria che non è mai stata unita - ci
saranno così come può darsi che non ci siano - uno dei veri motivi al di là di
quanto detto poc’anzi, è il fatto che Castrovillari ha avuto sulla sua area un
investimento da parte del Ministero di grazia e giustizia di diversi milioni di
euro per la realizzazione dell’Aula bunker e del nuovo palazzo di giustizia e
quant’altro.
E’ ovvio che diventa un qualcosa di ridicolo nel
momento in cui migliaia e migliaia - ci vogliono dei tir - di fascicoli di
procedimenti mai iniziati o addirittura in
itinere debbono essere trasferiti da un tribunale all’altro, da un palazzo
di giustizia all’altro; significa rimettere in discussione, rallentare e
bloccare l’iter giuridico che era stato attuato nel Tribunale di Rossano perché
poi devono essere riguardate le carte, risistemate, riorganizzati i servizi,
non c’è il personale e l’ira di Dio. Nasce spontaneo pure il fatto del perché
sia rimasto aperto il Tribunale di Paola – ed è giusto che sia così – e quello
di Rossano no. E’ ridicolo perché non c’è nessun contenimento della spesa ed è
ovvio che diventi quasi quasi un meccanismo aleatorio, mi dispiace doverlo
dire, ma è completamente stupido da parte di chi oggi pensa che al di là dei
dati oggettivi o non oggettivi che basta chiudere il Tribunale di Rossano per
poter avere una ricaduta positiva in termini di contenimento dei costi della
spesa pubblica dello Stato centrale.
Se siamo a questo, signori miei, tutte le forze
politiche dovrebbero prenderne atto – sia quelli di prima ma anche quelli di
oggi, consentitemi, mi riferisco al Partito democratico – per rendersi conto
che molto probabilmente in questi anni non hanno capito nulla.
Poiché nessun’altro chiede di parlare, la parola va
al consigliere Caputo.
Presidente, intervengo in maniera molto
breve per dire al consigliere Naccari che credo che non abbia
senso fare la polemica e dirmi che il provvedimento è del
Governo Berlusconi.
Il
provvedimento 155 - se uno l’ha letto - inerente “la riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie” diceva altra cosa e per
quanto mi riguarda specificatamente se si fossero seguiti quei principi il
Tribunale di Rossano non sarebbe mai stato chiuso.
Mi auguro certe volte di essere più o meno
comprensibile e parlare un italiano più o meno condivisibile e accettabile. Il
ministro Cancellieri tre giorni fa ha confessato qualcosa che per un Ministro
della Repubblica è di una gravità inaudita cioè ha detto che se si fossero
seguite regole oggettive avrebbe dovuto chiudere altri tribunali. Di
conseguenza significa che non sono state seguite regole oggettive. Questo è il
dramma reale.
Ci si può, allora, soddisfare di questo. Sgombriamo
il campo da altri problemi di carattere politico per cercare di addebitare
all’altro; il provvedimento l’ha fatto Berlusconi ma se lo si legge dice
tutt’altra cosa.
Voglio dire un’altra cosa perché non ho avuto la
possibilità di farlo prima: voglio dare pubblicamente atto al presidente Scopelliti
di essersi adoperato, perché ha chiesto e promosso un incontro con il ministro
Cancellieri insieme al sindaco di Rossano e si è fatto carico delle spese di
funzionamento, di manutenzione per quanto riguarda quel tribunale.
Nonostante questo, purtroppo, il ministro Cancellieri
non si è assolutamente smossa dal suo modo di vedere la realtà.
Voglio dire ancora un’altra cosa e concludo. Cari
colleghi, il problema che mi auguro venga risolto al più presto nel momento in
cui il Parlamento sarà in grado di varare una nuova legge elettorale consiste
nella mancanza di peso specifico del potere contrattuale della deputazione
calabrese.
Non ci fila nessuno al di là di Pdl, di Pd o di
altro.
E’ inconcepibile che i due grossi pilastri, Pd e Pdl,
nonostante siano d’accordo sulla proposta di mantenimento in vita del Tribunale
di Rossano, non riescano a convincere il ministro Cancellieri.
Questo è il dramma reale. Purtroppo, il problema è
dei nominati che non conoscono i territori, non conoscono neanche
Mi auguro che venga approvata al più presto la nuova
legge di riforma elettorale perché ne vedremo delle belle. Quanti resteranno a
casa perché non avranno il consenso necessario e non credo – faccio il caso del
Pdl – che il nostro presidente Scopelliti abbia spalle così
forti per metterseli tutti quanti in spalla e portarli a Montecitorio o a
Palazzo Madama.
Questa è la realtà vera e quindi auguriamoci che
questa riforma venga fatta al più presto per poter avere, al di là del partito
di appartenenza, una classe dirigente che principalmente conosca i problemi del
territorio e che conosca
Esaurito il dibattito sulla proposta di provvedimento
amministrativo numero 247/9^ di
iniziativa del consigliere Caputo, pongo il provvedimento in votazione.
(Il Consiglio approva alla unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Fedele. Ne ha
facoltà.
Presidente, ho parlato, in maniera informale,
con i colleghi della opposizione e della maggioranza della necessità di procedere ad una
variazione di bilancio che riguarda il settore
dei trasporti. Ci sono cioè 10 milioni di euro che
avevamo appostato per Trenitalia
come debiti pregressi mentre adesso il Ministero ci ha consentito di spostarli
sui debiti pregressi per i quali poter utilizzare i fondi Fas e di mettere in bilancio questi 10 milioni che sono correnti.
Chiedo
all’Aula di votarla in quanto c’è una certa urgenza finalizzata a garantire la copertura delle
spese per il mese di ottobre del servizio di trasporto pubblico locale su
gomma.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del
giorno della proposta di legge di variazione di bilancio proposta
dall’assessore Fedele.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Il Consiglio dovrà adesso procedere alla nomina di due
delegati per le procedure inerenti il referendum abrogativo, così come concordato
in Conferenza dei capigruppo.
Pongo ai voti lo schema di deliberazione di cui do
lettura:
“Vista la precedente deliberazione recante “Referendum
abrogativo delle disposizioni di cui all’articolo 1, commi 2, 3, 4, 5 bis della
legge 148, n. 14 del 2011 e dei decreti legislativi 155, 156 numero 7 del
7.9.2012”;
visto l’articolo 75 della Costituzione;
vista la legge 25.5.1970, n. 352;
rilevato che è necessario procedere alla individuazione di due delegati
uno effettivo ed uno supplente ai sensi della predetta legge del 25 maggio
1970, n. 352;
preso
atto della proposta unitaria relativa all’individuazione dei
delegati, uno effettivo e uno supplente, i cui nominativi sono stati designati
d’intesa fra maggioranza e opposizione, di cui il Presidente dà lettura, e
precisamente il consigliere Giuseppe Caputo, effettivo, ed il consigliere Franchino, supplente,
delibera di designare quali delegati del Consiglio regionale relativamente alla
richiesta di referendum”.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportata in
allegato)
Successivo provvedimento: proposta di
provvedimento amministrativo numero 241/9^, di iniziativa dei consiglieri
Gallo, Magno, Tripodi, Franchino, Orsomarso, Talarico D., Crinò, Scalzo,
Giordano, Guagliardi, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Modifica
degli articoli 5 e 6 della legge numero 9/91 (Norme per l'attuazione del nuovo piano
energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed
elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e disposizioni finali) e
dell'articolo 35 del decreto legge numero 83/2012 (misure urgenti per la
crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge numero
134/2012”.
E’ relatore il consigliere Gallo che ha facoltà di intervenire.
Prendo
la parola per relazionare rispetto al punto previsto,
che non è un provvedimento legislativo, ma è un provvedimento amministrativo
per una proposta di legge al
Parlamento nazionale.
Come è a vostra conoscenza, non
abbiamo competenza diretta in materia di trivellazioni per quanto attiene gli idrocarburi, vale a dire presso il Ministero
dell’ambiente esistono svariate richieste da parte di multinazionali del
settore petrolifero, ma anche da parte di S.r.l. magari collegate a queste
multinazionali, per effettuare delle trivellazioni nel Mar Ionio, nel bacino
che va da Crotone a Taranto, ed anche nell’entroterra dell’Alto Ionio
cosentino.
Queste richieste,
venute a conoscenza anche dei Comuni litorali, hanno portato a delle
valutazioni negative da parte dei Comuni del territorio e grande preoccupazione
da parte delle popolazioni di quell’area.
Come quarta
Commissione di questo Consiglio regionale abbiamo svolto presso il Comune di
Roseto, autorizzati dall’Ufficio di Presidenza, un’indagine conoscitiva, che si
è svolta lo scorso 11 luglio, per renderci conto di questa preoccupazione. Lì
abbiamo anche assunto un impegno nei confronti de sindaci e dei rappresentanti
delle associazioni di quell’area, ovvero che avremmo tentato di licenziare un
provvedimento che mirasse alla modifica di una legislazione nazionale, il
decreto Passera, in particolare, che toglie qualsiasi potestà nel procedimento
autorizzatorio alle Regioni, e in particolare ai Comuni.
Poiché riteniamo che
le Regioni hanno il diritto di intervenire in questi procedimenti, perché
questi argomenti, che magari possono essere licenziati con sufficienza, sono
argomenti significativi e fondamentali per lo sviluppo di un territorio,
abbiamo deciso, come quarta Commissione, sottoscrivendo insieme a molti
colleghi appartenenti a tutti i gruppi politici, di proporre al Parlamento
nazionale una significativa modifica rispetto all’articolo 35 del decreto
Passera, vale a dire una modifica che inserisce la necessaria e preventiva
intesa del Governo con le Regioni, prima di procedere ad un provvedimento
autorizzatorio che consenta trivellazioni nel Mar Ionio o in qualsivoglia mare
oppure anche nell’entroterra, vale a dire un potere di interdizione delle
Regioni in modo tale da riuscire ad impedire a queste multinazionali,
attraverso questa rinnovata potestà – come è accaduto, peraltro, in altre aree
del Paese, ad esempio nell’area del bacino di Venezia – di effettuare le
trivellazioni e le ricerche.
Perché anche
attraverso questo provvedimento e questa proposta di legge al Parlamento
nazionale diciamo no alle trivellazioni? Perché, da una parte, sembra che il
petrolio o il gas che è oggi nel sottosuolo dello Ionio e nell’entroterra
ionico-cosentino non sia di grande valore, va trattato perché pare si tratti di
poco più che catrame o melma.
In secondo luogo, ma
principalmente, perché riteniamo che su quell’area, nel corso dei decenni, si è
data una vocazione, che è turistica per la presenza di strutture con migliaia
di posti letto, che garantiscono a migliaia di giovani del nostro territorio di
poter lavorare per qualche mese, quattro-cinque mesi all’anno e poi magari di
poter andare in disoccupazione e creare un minimo di prodotto interno lordo.
Così come un’altra
attività fiorente in quell’area, in quel mare, è l’attività di pesca.
Immaginate solo per un momento se ci fosse, a seguito delle trivellazioni o a
seguito delle ricerche anche sul territorio, un minimo di disastro ambientale,
non i disastri ambientali che vediamo in altri mari o in altri oceani, ma un
minimo di disastro ambientale in quel piccolo invaso che va da Crotone a
Taranto: ebbene, sarebbe una tragedia per l’economia, sia pur povera, sia pure
asfittica di quel territorio, di quell’area che si regge sul turismo e sulla
pesca. Si regge, sostanzialmente, sull’ambiente.
Siamo stati con
alcuni sindaci di quell’area – c’era anche il collega Franchino – per
incontrare a Roma, presso il Ministero dell’ambiente, il ministro Orlando e per
discutere, rappresentandogli la contrarietà di chi, rappresentante
istituzionale, proviene da quel territorio e rappresenta quel territorio. Quel
giorno il ministro Orlando non c’era, ci ha fatto ricevere dal suo capo
segreteria e c’era il direttore generale che sta istruendo queste pratiche
relative alle trivellazioni, il quale in un passaggio ha anche fatto
riferimento – il collega Franchino lo ricorderà – all’ipotesi che queste
trivellazioni possano portare delle royalties per i Comuni o per gli
enti territoriali.
A quella ipotesi
fatta in quella discussione dal direttore generale, io e il collega Franchino
abbiamo risposto che assolutamente non ci interessano le royalties
relative ad ipotesi di trivellazione ed estrazione di idrocarburi perché
riteniamo che non possiamo mettere a repentaglio neppure per un attimo e
neppure per la massima percentuale delle royalties – che pare essere,
per l’offerta contenuta in queste richieste di trivellazioni, assai bassa – un
ambiente, un ecosistema che è pregevole, che ha notevoli varietà e notevoli
specie marine e che dà lavoro, occupazione ed economia a chi risiede in
quell’area, perché quella è la vocazione che, anche grazie ai contributi della
Regione Calabria, negli ultimi decenni quell’area si è riuscita a costruire e
non possiamo permettere che possa essere messa a rischio da parte di
chicchessia, nemmeno delle multinazionali del settore idrocarburi, che,
peraltro, dovrebbero venire ad estrarre minime quantità, magari con il massimo
rischio.
E’ per questo che
voglio ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici che hanno
sottoscritto questo provvedimento, anche a seguito di un ordine del giorno
presentato forse un anno fa dal collega Franchino, per il quale c’era stato un
voto unanime da parte del Consiglio regionale e a seguito del quale l’assessore
Pugliano ha avuto anche la forza di comunicare il diniego della Giunta regionale
della Regione Calabria rispetto a questa ipotesi; oggi sicuramente lo
sosterranno, inviando al Parlamento nazionale – che mi auguro possa rispondere
rispetto alle richieste dei territori – il provvedimento amministrativo per la
modifica all’articolo 35 del decreto Passera e alla legge – mi pare – numero 9
del 1991.
C’è da sottolineare
– va detto, ma ancora non c’è stata una presa d’atto da parte del Parlamento –
che questa norma prende spunto dalla sentenza numero 39 del 2013 della Corte costituzionale
che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 61, comma 3, del
decreto legge numero 5 del 2012, dichiarando inevitabile il raggiungimento di
accordi fra Stato e Regione come modalità elettiva di armonica composizione dei
rispettivi interessi costituzionalmente tutelati. Questo, peraltro, per quanto
attiene al decreto Passera e all’articolo 35 del decreto Passera, non è ancora
avvenuto.
Credo che il
Parlamento nazionale, prendendo spunto da questa richiesta che proviene dal
Consiglio regionale della Calabria, così come so che ci sono state altre
richieste da parte di altri Consigli regionali, farà bene a prevedere che le
Regioni, che hanno un compito di programmazione sul territorio, possano avere
un potere interdittivo rispetto a queste richieste, perché ritengo che le
istituzioni di un territorio che, peraltro, sono – diceva prima il collega
Caputo – altri consessi, hanno un sistema elettorale che non dà
rappresentatività ai territori – mi riferisco alla legge elettorale parlamentare
nazionale –.
In Regione abbiamo
un sistema elettorale proporzionale, le preferenze, i cittadini scelgono i loro
rappresentanti, poi magari li criticano, ma li scelgono; così come vengono
eletti i sindaci, ritengo che le Regioni, chi rappresenta i territori e,
quindi, rappresenta le istanze dei territori, possa eventualmente dire no
rispetto a richieste che “piovono dall’alto” e che non sono in linea con le
aspettative di crescita e di sviluppo di chi vive su un territorio.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
Ha chiesto di
parlare il consigliere Franchino. Ne ha facoltà.
Intervengo soltanto
per dichiarazione di voto, il voto favorevole del Pd.
Sono stato delegato dagli altri gruppi di minoranza – e li ringrazio – per dichiarare il nostro voto favorevole.
Presidente, condivido l’introduzione, la relazione del Presidente della
quarta Commissione, il consigliere Gianluca Gallo - del resto è molto tempo che
stiamo conducendo unitariamente una battaglia importante per l’intero
territorio -. Vorrei soltanto aggiungere che il ministro Zanonato, negli ultimi tempi, con il “Decreto Fare 2”,
ci ha portato praticamente qualche buona notizia: prima in tutto il Paese le
zone che dovevano essere trivellate erano pari a 250 mila chilometri quadrati e
sono state ridotte di 136 mila chilometri quadrati, oltre al fatto che c’è
finalmente e in modo definitivo una distanza di 12 miglia dalla costa. Queste
sono notizie importanti e positive ma, purtroppo, non ci soddisfano perché,
nonostante alcune Regioni siano uscite fuori da questo decreto, la Calabria, e
soprattutto la costa ionica, c’è e c’è tutta intera.
I componenti della quarta Commissione,
ringrazio i colleghi, si sono recati a Roseto Capo Spulico, c’è un movimento in
tutte le Regioni (Calabria, Puglia, Lucania) e siamo convinti che, da questo
punto di vista, terminato ormai un percorso che è importante, bisogna anche
agire. Qui chiedo che si passi concretamente ai fatti.
Ecco, una proposta che ritengo importante e
fondamentale e credo che, seduta stante, ringraziando per il lavoro che ha
svolto anche l’assessore all’ambiente, Pugliano, dobbiamo riprendere in mano i
documenti che sinora sono stati elaborati ed approvati in questo Consiglio
regionale per discuterne con il Governo regionale. Allora chiedo che, seduta
stante, venga tenuta una Commissione fra maggioranza e opposizione, per riunire
consiglieri regionali del Governo regionale e dell’opposizione di questo
Consiglio e per incontrare il Ministero dell’ambiente e il Ministero per le
attività produttive. Lo voglio dire, Presidente, ma è un altro tema e, ad onor
del vero, lo voglio correggere, anche se poco fa non è stato detto, anche il
consigliere Caputo firmò quest’ordine del giorno due anni fa, però poichè è
stato fatto due anni fa e non se n’è mai più parlato, non vorrei che
quest’ordine del giorno, fatto sette-otto mesi fa, morisse di nuovo in qualche
stanza del Consiglio regionale.
Presidente, le chiedo – e lo chiedo
all’assessore Pugliano – che si faccia questa commissione, per incontrare
immediatamente i due ministri, per incontrare immediatamente il Governo
affinchè da qui a qualche tempo ci possiamo trovare di fronte a tutti gli atti
che porteranno queste multinazionali a trivellare
il Mar Ionio. Ecco perché i tempi stringono; siamo ormai oltre e già molte
autorizzazioni sono scadute, molti Comuni hanno già comunicato il parere
negativo con atto deliberativo. Non vorrei che, alla fine, essendo il parere
soltanto consultivo, ci trovassimo di fronte ad un fatto compiuto.
Ecco il motivo per cui credo che bisognerebbe
passare davvero ad una fase concreta e su questo il Governo regionale deve
adoperarsi immediatamente insieme a tutti noi per chiudere definitivamente
questa fase.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli
per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
A mio modesto avviso e anche a nome del gruppo
indipendente, questa è un’ottima proposta che non può che essere sostenuta al
massimo livello, sperando che il Parlamento possa considerare questa violazione
di lesa maestà fatta dallo stesso Governo centrale nei confronti dei Governi
delle autonomie locali, soprattutto delle Regioni e dei Comuni.
Dico questo perché in Italia, ormai, si
cammina con un modus operandi tutto particolare: è risuscitato questo
centralismo amministrativo e di governo, di scelta, di decisione, solamente ed
esclusivamente per alcuni problemi che, invece, meriterebbero altro, al di là
della buona sentenza, la numero 39 del 2013 della Corte costituzionale che
impone, quantomeno, una discussione articolata e un momento non solo di
confronto, ma anche di decisione unanime con i governi locali, in modo
particolare con la Regione, per poter addivenire a scelte particolari.
Ci siamo già passati e ci passiamo; basti
pensare a Crotone – non vorrei che qualcuno se ne dimenticasse – dove anche lì
c’è lo stesso problema, dove anche lì molti Comuni lamentano, addirittura, il
non trasferimento di quei pochissimi denari delle royalties da parte di
quelle multinazionali, di quei settori che operano sui giacimenti petroliferi,
di gas e quant’altro.
Credo che questo sia un problema molto serio.
Non so se riusciranno a risolverlo perché, trattandosi di una competenza che lo
Stato ha accaparrato a sé come scelta decisionale, spero che ci sia quella
giusta sensibilità da parte del Governo nazionale, del Ministro in carica, ma
anche di tutti i parlamentari, non solo calabresi, ma italiani, per far sì che
si possa ricondurre a giuste regole, in modo tale che si possa finalmente
scegliere insieme su argomenti abbastanza delicati e pericolosi, da un certo
punto di vista, per le ricadute che potrebbero provocare e che vanno
esclusivamente a ledere gli interessi non nazionali, ma di quei territori
locali che vedrebbero le trivellazioni nella propria area.
E’ anche vero – e qua ho qualche dubbio, mi
riferisco al consigliere Gallo – che, al di là dei buoni propositi del
Ministro, caro consigliere Franchino, sarebbe
giusto ricordare a questi Ministri che le acque territoriali italiane, come
tutte le acque territoriali europee, arrivano a 12 miglia. Poi, se lui ha il
metro e riuscirà a fare 12 miglia e 1 metro, siamo già nelle acque
internazionali. Non vorrei che succedesse come nell’Adriatico, in cui poi si
sono visti fare questi impianti di trivellazioni e, quindi, di aspirazione o di
gas o di quello che uscirà; per questo pseudo-petrolio - che sembrerebbe
neanche di buona qualità, ma di scarsissima qualità- andrebbe rettificato tutto
un lavoro. Così come poi sono stati realizzati sulle coste croate; da noi
questo problema non l’abbiamo perché le distanze sono più lontane.
E’ ovvio, quindi, che, si sta anche
contravvenendo a quello che è un indirizzo dei fondi comunitari e dell’Europa,
che punta esclusivamente ad una energia ecocompatibile, al rispetto ambientale,
la green economy, che punta tutto quanto su un modo di produrre energia,
soprattutto nelle aree mediterranee, che sia al massimo compatibile,
ecosostenibile, anche nel rispetto dell’ambiente, per le ricadute economiche,
basti pensare al turismo.
Quella è una fascia – e il consigliere
Franchino lo sa meglio di me perché ci abita, voglio solo rafforzare quanto
hanno detto giustamente i colleghi Franchino e Gallo – che, dopo varie
battaglie, siamo riusciti ad inserire, soprattutto l’Alto Ionio, come pure il
Basso Ionio, nei sistemi turistici locali, nell’ambito di quello che è
l’interesse del Governo regionale; beh, essendo una zona ancora vergine da un
certo punto di vista, penso che se la Regione e il Governo nazionale puntano
tanto sul turismo, sui beni architettonici monumentali - come dice la Comunità europea che
non solo lo indica, ma lo impone in quella che sarà l’attuazione dei fondi
comunitari 2013-2020 - ci rendiamo conto che uno dei settori su cui ha puntato
tanto è proprio la produzione di energia partendo dall’ambiente, dal sole, dal
vento e quant’altro.
Diventa effettivamente un controsenso che si
debba procedere per trivellazioni senza sapere che cosa andiamo a trivellare e che cosa troveremo di fatto
come ritorno petrolifero, così, senza un vero approfondimento; è un controsenso
che lo Stato – ed è anche sbagliato parlare di Stato –, il Governo centrale, il
Ministro non tenga in debita considerazione che anche le Regioni, anche e
soprattutto i Comuni hanno la necessità di doversi interfacciare, di dire la
propria e, eventualmente, di fare delle controproposte.
Allora ben venga questo tentativo, che spero
possa trovare apprezzamento nella politica del Governo nazionale, che ha già
trovato – attenzione – apprezzamento a livello giuridico nella Corte
costituzionale. Per una volta, perlomeno, i poteri
dello Stato parlassero lo stesso linguaggio, avessero gli stessi orientamenti
giuridici, in modo tale anche da poter tranquillizzare le popolazioni e poter
lavorare al meglio.
Non ci sono altri interventi, quindi possiamo
votare lo schema di deliberazione.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo nel suo complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto
all’ordine del giorno riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 223/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'Ardis di Catanzaro per
l'esercizio finanziario 2013”.
E’
relatore il consigliere Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.
Signor Presidente,
intanto pregherei
i colleghi di prestare un po’ di attenzione, perché su questo provvedimento poi
si assumeranno le necessarie decisioni già deliberate dalla Commissione, che si
è espressa nella seduta del 17 luglio, trasmettendo le risultanze a questa
Assemblea.
Vorrei svolgere delle brevi considerazioni sul
versante gestionale e contabile. In ordine al primo profilo, l’Ardis scrive in
bilancio un avanzo di amministrazione presunto per il 2013 pari a euro
1.895.681, che risulta in aumento rispetto a quello presunto del 2012, 552 mila
euro circa, avanzo che – come raccomandato dal dipartimento bilancio nella
propria relazione istruttoria – non può essere comunque utilizzato fino
all’approvazione del conto consuntivo 2012 della stessa agenzia.
Inoltre, come evidenziato dallo stesso
dipartimento bilancio da un confronto tra le previsioni di spesa nel bilancio
2013 e gli impegni rendicontati negli anni 2009-2011, discende che l’Ardis ha
rispettato le disposizioni previste dalla legge regionale numero 69 del 2012 in
materia di contenimento delle spese per gli enti subregionali.
Relativamente al profilo contabile, occorre
soffermare particolare attenzione sulla necessità di chiarire le corrispondenze
tra le partite creditorie di competenza e pregresse, residui attivi esposti
dalla stessa Ardis nei confronti della Regione Calabria.
L’oggetto della verifica ha riguardato in
particolar modo il capitolo denominato “Assegnazione di fondi della Regione”
per il funzionamento generale e per l’autorizzazione dei servizi che l’Ardis
espone nel bilancio 2013 per 1.161.600 euro in termini di competenza e
3.342.201 quali residui attivi presunti. Questi ultimi, in parte, si
riferiscono alle somme che la Regione deve corrispondere all’Ardis per il
personale ex Isef per i periodi 2001-2009, pari ad euro 2.180.601 e in parte a
quelle relativi a contributi dovuti per il 2012 e non ancora versati al momento
della redazione di questo documento contabile.
Entrambi, dipartimento bilancio e cultura,
hanno segnalato nelle proprie relazioni istruttorie che nel bilancio regionale
non trovano riscontro i residui attivi relativi a personale ex Isef trasferito
all’Ardis con decreto del dirigente del dipartimento organizzazione del
personale numero 3372 del 2005.
Intanto, non si può non prendere atto che
l’Ardis ha risposto ad alcune richieste formulate dal dipartimento bilancio, in
particolare ha acceso un apposito capitolo di spesa, accantonando somme per la definizione della
vicenda inerente alla copertura finanziaria del costo del personale ex Isef, la cui consistenza
è di 56.147 euro in conto competenze e di 1.530.671 in conto residui.
Così come richiesto anche dal Collegio dei
revisori, al fine di sciogliere definitivamente il nodo legato alla vicenda del
personale ex Isef assegnato all’Ardis di Catanzaro ed assicurare in modo
compiuto il corretto funzionamento dell’agenzia, dalla documentazione allegata
al provvedimento si evince che è stato avviato un tavolo tecnico di
concertazione tra l’ente e i dipartimenti interessati, dal quale si è deciso di
richiedere un parere all’Avvocatura regionale sulla legittimità del suddetto
decreto, che trasferisce il personale ex Isef all’ente.
Il dipartimento cultura, nella propria
relazione istruttoria allegata al bilancio di previsione 2013 dell’Ardis, ha
riscontrato che dal parere potrebbe discendere l’assunzione o meno di nuovi
oneri per la Regione Calabria relativamente al costo del personale.
Proprio al fine di sollecitare l’Avvocatura
regionale ed esprimere questo parere e risolvere in tempi brevi questa delicata
vicenda, in sede di Commissione è stato audito il rappresentante
dell’Avvocatura regionale, il quale ha anticipato che il decreto di che
trattasi deve essere probabilmente inquadrato nella categoria della nullità dei
provvedimenti amministrativi, piuttosto che in quella della illegittimità o
dell’annullabilità e che la declaratoria di nullità è di competenza dell’organo
che ha adottato l’atto.
In quella sede, inoltre, la dirigente del
dipartimento cultura, nel confermare il parere sul bilancio di previsione
dell’ente espresso nella propria relazione istruttoria, si è riservata, appena
formalizzato il parere dell’Avvocatura, di procedere per quanto di competenza.
Da queste considerazioni, la seconda
Commissione si è determinata nel senso che la proposta di provvedimento
amministrativo numero 223/9^ sia rinviata alla Giunta regionale per il dovuto
riesame, a seguito delle risultanze del parere espresso in audizione
dall’Avvocatura regionale e delle conseguenti determinazioni che i dipartimenti
competenti assumeranno.
Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione il provvedimento di
rinvio del bilancio dell’Ardis alla Giunta regionale.
(Il
provvedimento è rinviato alla Giunta regionale)
(È riportata
in allegato la delibera di rinvio)
Il prossimo punto
all’ordine del giorno riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 224/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per
l'esercizio finanziario 2013”.
E’
ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, nella seduta del 17
luglio la
Commissione, da me presieduta, ha licenziato la proposta di provvedimento
amministrativo relativa al bilancio di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro
per l’esercizio finanziario 2013.
Una prima considerazione che intendo fare è
che questo documento contabile è stato riformulato su richiesta del
dipartimento bilancio, per specificare i capitoli di spesa sui quali sono state
effettuate le riduzioni ai sensi degli articoli 9 e 10 della legge regionale 22
del 2010 e per adeguare, altresì, gli stanziamenti dei capitoli alle
prescrizioni della legge regionale numero 69/2012.
L’Azienda, con decreto del commissario numero
10 del 15 marzo 2013, ha approvato la variazione del bilancio di previsione
esercizio finanziario 2013, conformemente alla legge regionale 69/2012.
Il Collegio dei revisori dell’ente, nella
seduta del 15 marzo 2013, ha espresso parere favorevole con raccomandazioni
sulla suddetta variazione di bilancio, ritenendo legittime e congrue le
variazioni ed attestando l’attendibilità e la correttezza dei valori espressi a
quanto prescritto dalle norme di contabilità previste dalla legge 8/2002.
Il dipartimento lavoro ha espresso parere
favorevole senza rilievi con nota del 28 marzo 2013, attestando la regolarità
amministrativa del bilancio e il rispetto delle disposizioni previste dalla
legge regionale 8/2012.
Il dipartimento bilancio, al termine della sua
istruttoria del 18 aprile 2013, ha espresso parere favorevole con osservazioni
e raccomandazioni, riscontrando che l’avanzo di amministrazione presunto
applicato all’esercizio 2013 è pari ad euro 766 mila euro circa ed attestando
il rispetto da parte dell’Azienda delle disposizioni previste dalla legge
regionale 69 del 2012 sul contenimento delle spese per gli enti subregionali.
Sia il Collegio dei revisori che il
dipartimento bilancio hanno raccomandato il non utilizzo dell’avanzo di
amministrazione, se non prima di approvare il rendiconto 2012.
Sono stati auditi in Commissione il
commissario di “Azienda Calabria Lavoro” e il rappresentante del dipartimento
lavoro, i quali hanno fornito importanti delucidazioni in ordine all’andamento
della gestione dell’Azienda, e più precisamente sul riaccertamento dei residui
e sulle procedure iniziali di fusione con la Field.
La seconda Commissione, preso atto delle
dichiarazioni di regolarità dell’atto rese dai dirigenti della Giunta regionale
competenti per materia e delle relazioni in audizione del commissario di
“Azienda Calabria Lavoro” e del dirigente del dipartimento lavoro, ha approvato
il provvedimento amministrativo in esame nella seduta del 17 luglio 2013,
facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei
revisori, dal dipartimento lavoro, dal dipartimento bilancio e dalla Giunta
regionale.
Non ci sono interventi sul punto, quindi pongo
in votazione il bilancio di “Azienda Calabria Lavoro”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il prossimo punto
riguarda la proposta di provvedimento amministrativo
numero 231/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “POR Calabria FSE
2007-2013. Presa d'atto del Programma Operativo Regionale Calabria FSE
2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre
2012 della Commissione Europea ed approvazione del nuovo Piano Finanziario per
Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni”.
E’
ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sempre
nella seduta del 17 luglio scorso, la seconda Commissione ha approvato il
provvedimento amministrativo 231/9^ che riguarda la presa d’atto della
rimodulazione del Por Calabria Fse, così come modificato dalla Commissione
europea con Decisione 9617 del 14 dicembre 2012.
Preliminarmente, desidero informare questa
Assemblea che sul Por Fse sono state approvate diverse rimodulazioni e
riprogrammazioni finanziarie. Relativamente alle prime, lo scorso anno la
Regione ha proposto una rimodulazione volta ad implementare le risorse allocate
all’Asse II “Occupabilità” e all’Asse IV “Capitale umano”, al fine, da un lato, di rafforzare la strategia
dell’occupazione per fronteggiare i continui mutamenti del contesto economico e
sociale, dall’altro per assicurare una più efficace attuazione del programma.
Sotto questo profilo, devo necessariamente
sollecitare il dipartimento ad accelerare i bandi in corso e già annunciati.
La rimodulazione è stata poi definitivamente approvata
dalla Commissione europea con Decisione 6337 del 10 settembre 2012, rispetto
alla quale la Giunta regionale prima e il Consiglio regionale hanno preso atto
con apposito provvedimento.
In relazione alla riprogrammazione,
nell’ottobre scorso è stata avviata la procedura scritta per l’approvazione di
un’ulteriore proposta di riprogrammazione del Por Fse, adottata poi dalla
Commissione europea con Decisione 9617 del 14 dicembre 2012.
Tale proposta si inserisce nell’alveo
delineato dalla delibera Cipe numero 1/2011 e trae giustificazione
dall’esigenza di superare le difficoltà connesse alla fase di attuazione del
programma, come stabilito dall’articolo 33, comma 1, lettera d), del
Regolamento Ce/1083/2006.
Infatti, il programma è stato sottoposto a
diverse criticità attuative dovute, perlopiù, a fattori esterni legate al
vincolo del patto di stabilità, che ha determinato un rallentamento
dell’attuazione in termini di difficoltà nel raggiungimento dei livelli di
certificazione della spesa e nel conseguente rischio di disimpegno automatico
delle risorse comunitarie.
In seguito alla destinazione di 60 milioni di
euro agli interventi previsti dal Piano di azione-coesione, a cui la nostra
Regione ha aderito e di cui abbiamo trattato nella seduta di Commissione del 14
gennaio 2013 approvando il provvedimento 203/9^, è stato ulteriormente
rimodulato il quadro finanziario del Por Fse, definitivamente adottato con la
Decisione della Commissione europea del 14 dicembre 2012.
Pertanto, con il provvedimento che stiamo
esaminando si prende atto della nuova riprogrammazione a seguito della
Decisione della Commissione europea e, conseguentemente, si approva un nuovo
piano finanziario.
In sede di Commissione è stato audito il
dirigente delegato dell’Autorità di gestione del programma, che ha precisato
che, alla rimodulazione in discussione approvata dalla Commissione europea
senza subire alcuna modifica, è stato coinvolto il partenariato, le cui
osservazioni sono state recepite nel provvedimento in esame.
Inoltre, ha sottolineato che è stato approvato
un piano sul lavoro incorporante quattro interventi già messi a bando e che, in
relazione al piano dell’occupabilità 2014-2020, si sta avviando una discussione
col partenariato che consenta la predisposizione di uno schema di programma.
Alla luce delle cose che ho detto poc’anzi,
signor Presidente, le chiedo di sottoporre all’Aula l’approvazione di questo
provvedimento.
Dopo la relazione dettagliata del consigliere Imbalzano, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 231/9^
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
Il prossimo punto riguarda la proposta di provvedimento
amministrativo numero 235/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Aterp Crotone – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011”.
E’
ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.
Si tratta di un documento contabile, del rendiconto relativo all’anno 2011 che la Commissione ha approvato nella seduta del
30 luglio scorso.
Il provvedimento è corredato dai pareri
forniti dai dipartimenti regionali lavori pubblici e bilancio.
Le risultanze del rendiconto Aterp di Crotone
evidenziano un avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2012 pari a 342.791
euro.
Tra gli eventi rilevanti che sono segnalati
nella relazione del direttore generale dell’ente emerge che l’Aterp ha
individuato economie di spesa sui lavori finanziati ai sensi di diverse leggi
per 9 milioni di euro per i quali ha chiesto l’utilizzo alla Regione Calabria
per interventi di manutenzione straordinaria.
E’ stata attuata,
altresì, la riduzione dei costi di struttura dove si segnala che la spesa del
personale è pari al 43 per cento della spesa corrente e ciò ha determinato un
avanzo di competenza nel 2011 pari a 170.834 euro.
Il Collegio sindacale
ha ricostruito la progressione dei risultati economici e storici dell’ente e ha
segnalato che, nonostante il disavanzo economico sia in diminuzione, perdura
una situazione di squilibrio tra costi sostenuti e ricavi ad evidenziare la
carenza dei trasferimenti da parte della Regione e dello Stato e
l’insufficiente capacità dell’Aterp di dimensionare le spese correnti alle
entrate correnti.
Lo stesso organo di
controllo ha concluso il proprio esame, comunque, con parere favorevole, raccomandando
la prosecuzione dell’azione di contenimento delle spese e sollecitando la
Regione a procedere alla definitiva soluzione della problematica della
tripartizione che i colleghi ben conoscono.
Alle stesse
determinazioni del Collegio perviene il dipartimento lavori pubblici che
conclude la propria istruttoria con parere favorevole.
Il dipartimento
bilancio, da parte sua, ha verificato la consistenza dell’avanzo di
amministrazione e proposto l’approvazione del rendiconto 2011 limitatamente
alla propria competenza contabile.
In sede di
Commissione è stato audito il rappresentante dell’Aterp di Crotone il quale ha
sottolineato come, nonostante un grande sforzo profuso dall’ente, perduri la
morosità e che bisogna fronteggiare l’abusivismo – che, come ben sapete, sono
problemi atavici di tutte le Aterp, peraltro, con la nota legge di riforma,
ristrutturate – nonché tutte le iniziative che si stanno ponendo in essere al
fine di garantire una efficiente ed efficace gestione dell’ente.
Per tutti questi
motivi, considerato che la seconda Commissione ha approvato il provvedimento
amministrativo in esame unitamente alle osservazioni e raccomandazioni espresse
dal Collegio dei revisori e dai dipartimenti regionali competenti, le chiedo,
signor Presidente, di sottoporre all’approvazione dell’Aula anche questo
provvedimento.
Non ci sono
interventi, pertanto pongo in votazione il bilancio rendiconto consuntivo
esercizio finanziario 2011 dell’Aterp di Crotone.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ordine
del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 236/9^, di
iniziativa della Giunta regionale: “Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo
Esercizio Finanziario 2011”.
E’
ancora relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.
Anche questo
provvedimento è stato approvato dalla Commissione nella seduta del 30 luglio
2013.
Su questo
provvedimento hanno relazionato sia il precedente Collegio dei revisori sia il
nuovo, nominato con delibera di Giunta regionale 486 del 6 novembre 2012.
La Giunta regionale
ha richiesto al nuovo Collegio dei revisori un nuovo parere per il conto
consuntivo 2011 ed entrambi hanno espresso parere favorevole all’approvazione
del rendiconto stesso.
L’organo di
controllo ha tuttavia raccomandato, nell’approvare questo rendiconto, una serie
di questioni: intensificare l’attività di recupero della morosità, provvedere
alla copertura del disavanzo di amministrazione, pari a circa 364 mila euro,
proseguire il programma di dismissione degli immobili alienabili, continuare
nell’opera di coordinamento tra gli uffici, consolidare la capacità di
riscossione per garantire un equilibrio maggiore tra flussi di entrate ed
uscite.
Il dipartimento
lavori pubblici nell’esprimere parere favorevole ha condiviso appieno le prescrizioni
del Collegio dei revisori e ha dato atto dell’avvenuto riaccertamento dei
residui attivi e passivi a fine 2011, così come previsto dall’articolo 38 del
decreto ministeriale 10 ottobre 1986.
Il dipartimento
bilancio ha verificato la determinazione dei residui attivi e passivi al 31
dicembre 2011, con particolare attenzione all’esatta corrispondenza tra i dati
finali 2010 e i dati iniziali 2011.
La seconda
Commissione, preso atto della dichiarazione di regolarità dell’atto resa dai
dirigenti della Giunta regionale competente per materia, ha approvato il
provvedimento amministrativo facendo proprie le prescrizioni e le
raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal dipartimento lavori
pubblici, dal dipartimento bilancio, dalla Giunta regionale, nonché le
considerazioni che sono state esposte in audizione dai rappresentanti
dell’Aterp di Catanzaro.
Non ci sono
interventi, pertanto pongo in votazione il provvedimento
amministrativo numero 236/9^, di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Aterp Catanzaro – Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2011”.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 237/9^, di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda Territoriale per
l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro per l'anno
finanziario 2013”.
E’
sempre relatore il consigliere Imbalzano che ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente,
anche questo documento contabile è stato
approvato nella seduta
del 30 luglio.
Devo precisare che, in sede di istruttoria, i dipartimenti regionali hanno richiesto di rimodulare sul
versante delle spese il bilancio, al fine di consentire all’Aterp di Catanzaro
il rispetto delle disposizioni previste dall’articolo 13 della legge regionale
numero 69 del 2012.
L’Aterp di
Catanzaro ha
approvato con propria delibera del 29 aprile 2013 la rimodulazione
del bilancio di previsione, previo parere favorevole del Collegio dei revisori
e del dipartimento bilancio.
Il Collegio dei revisori, in particolare,
nell’esprimere parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione
2013, ritenendo attendibili e congrue le previsioni di entrata e di spesa, ha
valutato positivamente le azioni poste in essere per limitare la morosità e
diminuirne l’impatto sui conti aziendali; invita, tuttavia, ad intensificare
gli interventi per limitare i fenomeni dell’abusivismo e della morosità.
Il Collegio ha, altresì, rilevato il rispetto
dei vincoli della finanza pubblica e regionale, limitatamente alla legge
regionale numero 22 del 2010.
Il dipartimento lavori pubblici esprime parere
favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2013, ritenendo
attendibili e congrue le previsioni di entrata e di spesa e concordando col
Collegio dei revisori nel raccomandare all’Azienda di continuare l’attività di
puntuale riscossione dei canoni di locazione e nella risoluzione del problema
dell’abusivismo e delle morosità.
Il dipartimento bilancio, dopo aver richiesto
la rimodulazione del bilancio di previsione dell’Aterp per adeguarlo alle
prescrizioni contenute nella legge regionale numero 69 del 2012, ha espresso
parere favorevole, prescrivendo tuttavia l’osservanza dei seguenti indirizzi:
che la spesa corrente iscritta al capitolo 6/25 sia contenuta in modo da
assicurare la riduzione dell’80 per cento rispetto agli impegni dell’anno 2009 delle spese per relazioni pubbliche,
convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza in luogo del 50 per cento
previsto.
Il dipartimento
bilancio nella propria relazione evidenzia che l’Aterp ha provveduto ad
eliminare nel bilancio rimodulato la previsione di un’entrata derivante da
trasferimenti regionali, iscritti al capitolo 8041301 per un importo di 520
mila euro circa in quanto lo stesso non trovava corrispondenza nel bilancio
della Regione Calabria.
Lo stesso dipartimento
ha dato atto della significativa diminuzione delle previsioni di competenza
relative al personale trasferito operate dall’ente e ha trasmesso il Piano
triennale dei futuri pensionamenti riguardanti il personale assunto, chiedendo
il ripristino dello stanziamento.
Per tutti questi
motivi la seconda Commissione, preso atto delle dichiarazioni di regolarità
dell’atto rese dai dirigenti della Giunta regionale competente per materia, ha
approvato il provvedimento amministrativo rimodulato, facendo proprie le
osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dal
dipartimento lavori pubblici, dal dipartimento bilancio, dalla Giunta
regionale, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell’Aterp di
Catanzaro.
Le chiedo, quindi,
signor Presidente, di sottoporre all’approvazione dell’Aula il documento
stesso.
Non ci sono
interventi, pertanto pongo in votazione il bilancio di previsione dell’Aterp
della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2013.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di
parlare il consigliere Bruni. Ne ha facoltà.
Ho
chiesto di intervenire per presentare un ordine
del giorno per la modifica di una delibera del Consiglio regionale adottata il
24 giugno 2013, riguardante la modifica dei confini territoriali dei Comuni di
Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia.
E’ stata
riportata una inesattezza all’interno della delibera, in quanto nella località interessata
al referendum è erroneamente indicata la località Cancino come frazione del
Comune di Zaccanopoli, mentre in effetti si tratta di una località che ricade
territorialmente nel Comune di Zaccanopoli e gli abitanti sono residenti nel
Comune di Zambrone.
Il Presidente
della Giunta regionale aveva già indetto con decreto il referendum,
autorizzando il Comune di Zaccanopoli ad effettuare questo referendum; bisogna,
invece, ridefinire sia la domanda che viene posta per la consultazione sia il
Comune che deve effettuare il referendum che è il Comune di Zambrone, in quanto
i residenti della località Cancino sono tutti elettori residenti nel Comune di
Zambrone.
Si tratta,
quindi, di una modifica della delibera numero 313 del 24 giugno 2013 del
Consiglio regionale; dopodiché, il Presidente della Giunta regionale
indubbiamente emanerà - credo - un nuovo decreto, autorizzando il Comune di
Zambrone ad effettuare il referendum.
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno avanzata dal
consigliere Bruno.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in votazione il provvedimento
amministrativo numero 255.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ordine
del giorno reca la proposta di legge numero 503, di iniziativa della Giunta
regionale: “Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013”.
L’assessore Fedele ne aveva già chiesto l’inserimento,
approvato col voto dell’Assemblea, ha già illustrato il provvedimento, che riguarda una variazione per lo svolgimento dei trasporti in
Calabria, quindi lo pongo in votazione.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
Consigliere Imbalzano, il suo
ordine del giorno, prego.
Sì, quello riguardante le
Omeca che – se mi consente – vado ad illustrare: credo che, di fatto, sia
inserito all’ordine del giorno, sennò lo votiamo.
L’ordine del
giorno sullo stabilimento ex Omeca di
Reggio Calabria.
Sì, perfetto.
Su questo non
abbiamo votato nemmeno l’inserimento. Avete anche concordato un testo con la
minoranza? Avete modificato o andava bene così?
Il documento
era allegato alla mozione di cui ho chiesto l’inserimento.
(Interruzione)
L’ordine del
giorno è aggiornato rispetto all’audizione fatta col top manager.
L’ordine del
giorno, sì, ma mi
sembra che…
Ma è legato.
Vi eravate visti con la minoranza, no?
Sì, ci siamo visti, però non li vedo, quindi
procediamo. C’è stata una richiesta in Commissione, sia da parte della
minoranza sia da parte di tutto il sindacato, di abbreviare i tempi perché,
anche alla luce di dichiarazioni rilasciate sulla stampa in questi giorni da
autorevoli sindacalisti, i tempi sono assolutamente stringenti ed il Governo
sta assumendo le decisioni.
Insisto, quindi, per discutere la mozione e
per sottoporre e illustrare l’ordine del giorno.
Pongo in votazione l’inserimento della
mozione.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione la mozione testé inserita all’ordine del giorno di cui do lettura:
“Premesso che:
nei giorni scorsi la stampa nazionale ha riportato, con dovizia di particolari, le ipotesi di ristrutturazione elaborate dall'Amministratore Delegato del gruppo Finmeccanica sulla partecipata “Ansaldo Breda”;
sulla base di dati di bilancio e di fatturato che continuano ad avere un trend negativo anche nel corrente anno, sarebbe previsto lo “spacchettamento” dei siti produttivi tra quelli appetibili sul mercato e quelli da utilizzare per ripiani finanziari, ipotesi assolutamente non condivisibile da questo Consiglio regionale;
queste ufficiose informazioni hanno suscitato un gravissimo e legittimo allarme tra le circa 500 maestranze dello stabilimento reggino, notoriamente uno dei gioielli dell'Azienda metro-ferroviaria;
le rappresentanze sindacali a tutti i livelli e le Istituzioni locali, a partire dalla Regione, da sempre vicina alle problematiche del locale sito di Torre Lupo, non possono rimanere inerti di fronte al preoccupante disegno che vedrebbe il nostro stabilimento penalizzato e ad alto rischio con possibili esplosioni sociali, pur avendo il personale da anni assicurato un livello di produttività soddisfacente, anche nel raffronto con gli altri tre stabilimenti di Palermo, Napoli e Pistoia;
per fugare queste preoccupazioni, il sottoscritto on.le Candeloro Imbalzano ha ritenuto di convocare a breve in audizione in seno alla Commissione “'Bilancio ed Attività Produttive” i vertici del Gruppo “Finmeccanica”, per avere puntuali ragguagli sulle reali strategie del Gruppo stesso, per ciò che concerne il destino della partecipata “Ansaldo Breda S.p.A”;
infine, di dover necessariamente intervenire per scongiurare possibili nefaste conseguenze sui livelli occupazionali dello stabilimento reggino;
il sottoscritto, on. Candeloro Imbalzano, Presidente della Commissione consiliare permanente “Bilancio, Programmazione Economica, Attività Produttive e Fondi Comunitari e Relazioni con l'Estero”, stante la estrema delicatezza della problematica sollevata ed i possibili sbocchi di carattere sociale che potrebbero derivarne per la città e la provincia reggina, chiede alla S.V. di voler sottoporre la presente mozione all’attenzione ed alla urgente discussione del Consiglio regionale, per impegnare l’Assessore alle Attività Produttive e l’on.le Presidente Giuseppe Scopelliti, in stretta sinergia con il Consiglio regionale, ad assumere tutte le iniziative ritenute necessarie a livello di Governo e previo concerto con i sindacati nazionali, al fine di dipanare le minacciose ombre che si addensano sulle prospettive di un sito che resta uno dei maggiori gioielli della già gracile realtà economica reggina.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Che cosa
abbiamo votato, Presidente? La mozione? Chiedo anche
l’inserimento dell’ordine del giorno, lo chiedo formalmente.
Chiedevo
lumi al segretario generale.
Presidente,
la minoranza è in parte in Aula.
Pongo ai voti
l’inserimento dell’ordine del giorno che è inserito.
Pongo in votazione l’ordine del giorno sulle Omeca di Reggio Calabria,
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
(Interruzione)
Eravamo in dichiarazione di voto, colleghi.
Presidente, il provvedimento
non era stato inserito all’ordine del giorno, il Consiglio
non l’aveva votato, quindi non può essere posto ai voti.
(Interruzione)
Il provvedimento non è stato posto
in votazione, non è stato approvato l’inserimento all’ordine del giorno.
Collega Giordano, è stato
inserito mentre eravate fuori!
No, non consento simili irregolarità da parte di questo Consiglio. L’ordine del giorno non era
stato inserito, si era rinviato ad un’azione coordinata a cura del Presidente
della Commissione e della minoranza per pervenire a un documento unitario, anzi, era
stato deciso.
C’era l’intesa
di portarlo come primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta di
Consiglio, in maniera tale che si
valorizzasse l’attività della
Commissione nel suo complesso che
ha visto protagonista il Presidente Imbalzano. Perché quest’ordine del giorno
che – se non vado errato – è il quarto che licenzia questo Consiglio, credo che
debba avere una finalità politica, che debba trovare poi una sede, che è quella
parlamentare, una sede di discussione e di risoluzione del problema, altrimenti
approveremo l’ennesimo ordine del giorno che non avrà nessun senso.
Al di là della questione di merito che sto
sollevando, comunque, richiamo l’Aula e lei, Presidente, se mi vuole ascoltare,
al rispetto del Regolamento e alla regolarità delle votazioni. L’ordine del
giorno non è stato inserito, non è stato posto in votazione, quindi non può
essere votato e licenziato da questo Consiglio.
Consigliere Giordano, abbiamo votato
l’inserimento all’ordine del giorno.
No, non è stato posto ai voti l’inserimento
all’ordine del giorno.
Non prima…
Presidente, la prego!
Un attimo, poi potrà verificare…
Presidente, ci dica chi ha votato
l’inserimento perché voglio sapere se l’ho votato, cosa ho votato, se ho votato
l’inserimento.
Nella fase preliminare
c’era stata la sospensione e non c’è stata nessuna votazione, quindi, abbiamo
concluso l’ordine del giorno. Subito dopo che abbiamo votato il provvedimento
del consigliere Bruni, si è alzato il consigliere Imbalzano e ha detto: “Vorrei
inserire l’ordine del giorno che avevamo discusso prima”. Ho detto: “E’ stato
concordato con la minoranza?”. Poi può andare a leggere i verbali. Dice: “Ma
non c’è nessuno della minoranza che eccepisce nulla, allora poniamolo ai voti”.
Lei non c’era, non l’ho vista.
Presidente, sono stato sempre in Aula: non ho votato
quest’ordine del giorno.
Non c’era in Aula. Ho chiesto formalmente
l’inserimento.
Non è stato inserito all’ordine del giorno.
Vorrei che ci fosse un atteggiamento responsabile da parte dell’Aula su una
questione così importante, perché non è il mero contenuto declinato in una
paginetta di ordine del giorno, è quello che deve essere l’atteggiamento
politico di questo Consiglio, dell’Assemblea nella sua interezza e che si deve
fare per dare una risposta e mettere in campo un’azione politica su questa
vicenda, non per mettere il puntello di un ordine del giorno che – ripeto – non
è stato inserito, quindi non può essere votato.
Sentiamo il Segretario generale che è garante
di tutti, quindi, a maggior ragione,
vediamo se c’è stata la votazione.
Voglio sapere l’esito della votazione, quanti
hanno avuto quest’ordine del giorno e chi l’ha votato.
(Interruzione)
Chi ha votato l’inserimento?
In quel momento all’unanimità.
No, non c’è stata nessuna unanimità.
E’ registrato.
Presidente, la
invito al rispetto del Regolamento interno.
Il rispetto
del Regolamento, le ho detto come è andata: può andare a verificare i verbali
domani – sono verbali pubblici – e vedrà che troverà riscontro.
I verbali li
verifichiamo adesso, Presidente, non domani!
Ho aggiunto
pure “con autorizzazione al coordinamento formale”, che vuol dire che se c’è
qualche modifica che qualche consigliere vuole suggerire si può fare.
Presidente, mi dispiace – glielo dico – non
vorrei essere costretto ad impugnare. E’ un problema di rispetto delle regole
e, in ogni caso, su un argomento così importante non si fa un inserimento alla
chetichella, si promuove un dibattito e si mette l’Assemblea in condizioni di
poter licenziare ed esprimersi su un provvedimento che tutti hanno ritenuto
importante. Invece, così, Presidente, il provvedimento viene svilito.
Mi dispiace e, in ogni caso, ripeto – e mi
assumo la responsabilità di quello che dico – quest’ordine del giorno non è
stato votato da nessuno.
Quest’ordine del giorno è stato votato e la
invito a seguire i lavori, a stare attento quando sta in Consiglio regionale.
No, Presidente, la invito io a rispettare il
Regolamento! Questo non è un Consiglio regionale! Sono rimasto nell’Aula tutta
la seduta, ora voglio sapere chi è presente, chi l’ha votato, anzi chiedo di
ripetere la votazione per appello nominale, così vediamo chi è presente e chi
ha votato in quest’Aula.
Consigliere Giordano, ci sono tanti
provvedimenti, ci sono i colleghi che vanno via, tornano, entrano, escono…lo sa
meglio di me, come capita a lei che esce ed entra quando vuole…pongo in
votazione i provvedimenti. Lei, che è un componente della minoranza, può
chiedere la verifica del numero legale in qualsiasi momento, si fa l’appello e,
se non c’è il numero legale, la seduta di Consiglio si toglie. E’ una
prerogativa che ha e che non esercita; quindi, o la esercita fino in fondo o
non la esercita, senza sollevare polemiche a quest’ora della giornata!
Presidente, non sto facendo polemica!
E’ perfettamente inutile, perché il
provvedimento è stato posto in votazione.
Non è stato posto in votazione!
Le dico che è stato posto in votazione! Può
andare a verificare.
Non è stato posto in votazione! Vedremo le
registrazioni, Presidente.
E adesso che facciamo? Sospendiamo e vediamo
le registrazioni?
(Interruzione)
Domani provvederà a verificare se quello che
dico è vero o non è vero, perché sicuramente era distratto o era al telefono o
stava leggendo qualche altro ordine del giorno!
Presidente, le ripeto, mi auguro che non dia
seguito a questa procedura perché sarebbe
un atto di una irregolarità gravissima!
Il prossimo
punto all’ordine dei lavori riguarda l’ordine
del giorno, a firma del consigliere Gallo,
sulla eventuale adesione del Consiglio regionale al Comitato promotore per l'assegnazione
del premio nobel al poeta-scrittore calabrese Dante Maffìa.
L’avevo
già illustrato in precedenza.
Però,
stia attento adesso! Non è che se ne va e poi torna!
Presidente, l’ho già illustrato, lo può
mettere in votazione.
Non ci sono interventi, d’accordo
anche la minoranza, pertanto pongo
in votazione l’ordine del giorno in discussione.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
Ultimo ordine del giorno, a firma del consigliere De Gaetano: “Sulla situazione dei ragazzi talassemici dell'ospedale
di Locri”.
Si illustra da
sé.
L’aveva già
illustrato, pertanto lo pongo in
votazione.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato
in allegato)
Non c’è altro in discussione, quindi la seduta è tolta. La prossima
sarà convocata a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Adamo, Grillo, Orsomarso, Caligiuri.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Interpretazione autentica dell’art. 2, comma 2, l.r. 15/2008 (Delibera G.R. n. 329 del 20.09.2013)” (P.L. n. 502/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività
sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
“Variazione al bilancio
per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 331 del 20.09.2013)” (P.L.
n. 503/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata,
altresì, alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del
consigliere Giordano:
“Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 30
aprile 2009, n. 14 (Nuova disciplina per l’esercizio dell’attività
agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole)”
(P.L. n. 501/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione del Programma
ordinario convergenza (Poc) e del Sistema di gestione e controllo (Sigeco) –
(Delibera G.R. n. 234 del 27.06.2013 Rettificata con delibera G.R. n. 295 del
5.08.2013)” (P.P.A. n. 249/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Aterp della provincia di Cosenza
per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 315 dell’11.9.2013)” (P.P.A. n.
250/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Aterp Cosenza. Rendiconto consuntivo esercizio finanziario
2009 (Delibera G.R. n. 317 dell’11.9.2013)” (P.P.A. n. 251/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Liquidazione dell’Istituto regionale superiore di studi
Elleno calabri per la comunità greca di Calabria:
Bilanci di previsione per gli anni finanziari 2010, 2011 e 2012 e Rendiconti
generali per gli anni 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012 (Delibera G.R. n. 318
dell’11.9.2013)” (P.P.A. n. 256/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Presa d’atto delle dimissioni del consigliere regionale
Francescantonio Stillitani ed eventuale surroga” (P.P.A. n. 246/9^)
“Temporanea sostituzione del consigliere regionale Antonio
Rappoccio, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Aurelio Chizzoniti
(art. 15, comma 4bi, legge 19 marzo 1990, n. 55 modificata dal D.Lgs n.
235/2012)” (P.P.A. n. 248/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
“Corecom. Programma delle attività per l’anno 2014 e relativo
fabbisogno finanziario” (P.P.A. n. 252/9^)
“Referendum abrogativo delle disposizioni di cui all’art. 1,
commi 2, 3, 4, 5, 5bis della legge n. 148 del 14.9.2011 e dei decreti
legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012. Designazione delegati” (P.P.A. n.
253/9^)”
“Insussistenza della condizione di incompatibilità del
consigliere Pietro Armando Crinò” (P.P.A. n. 254/9^)
“Modifiche alla deliberazione del Consiglio regionale n. 313
del 24 giugno 2013, recante: “Modifica dei confini territoriali dei comuni di
Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo
Valentia. Effettuazione del referendum consultivo ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13”
(P.P.A. n. 255/9^)
E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Caputo:
“Referendum abrogativo delle disposizioni dei cui all’art. 1,
commi 2, 3, 4, 5, 5bis della legge n. 148 del 14.9.2011 e dei decreti
legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012” (P.P.A. n. 247/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento.
(Così resta stabilito)
La seconda Commissione consiliare, con nota n. 40398 del 18 settembre 2013, ha comunicato che nella seduta del 17 settembre 2013 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 269 del 29 luglio 2013, recante: “Por Fesr Calabria 2007/2013. Asse 1 Ricerca scientifica, innovazione, tecnologia e società dell’informazione: Linea di intervento 1.1.1.2. Approvazione direttive di attuazione. L.R. n. 40/2008, art. 1” (Parere n. 61)
L’interrogazione a firma del consigliere Guccione,
acquisita al protocollo al numero 3968 “Sui lavori di
costruzione della strada Sila-Mare Longobucco-Mirto di Crosia, iniziati nel
1989 e non ancora terminati” presentata ai sensi del comma 1 dell’articolo 122
del Regolamento interno del Consiglio regionale non è ammissibile in quanto non
ha i requisiti di cui al comma 1 del predetto articolo 122 R.I.C.
La Commissione contro la ‘ndrangheta, nella seduta del 17 settembre 2013 ha approvato la risoluzione n. 1/2013, recante: “Coordinamento interregionale degli organismi consiliari competenti in materia di legalità e di contrasto alla criminalità organizzata della Calabria, della Campania e della Sicilia”.
La Corte dei conti – Sezione autonomie – con nota del 3 settembre 2013 ha trasmesso copia del referto al Parlamento sull’andamento della finanza regionale negli esercizio 2011 e 2012, approvato con deliberazione n. 20 del 2013.
Fincalabra SpA, con nota del 9 settembre 2013, ha trasmesso copia del Piano industriale, licenziato dal consiglio di amministrazione l’8 agosto 2013.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013:
Deliberazione Giunta regionale n. 299 dell’11 settembre 2013
Deliberazione Giunta regionale n. 300 dell’11 settembre 2013
Deliberazione Giunta regionale n. 306 dell’11 settembre 2013
Deliberazione Giunta regionale n. 316 dell’11 settembre 2013
Talarico D., De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi sono apparsi nelle principali città della regione manifesti inneggianti all'efficienza ed alla qualità dell'offerta sanitaria in Calabria;
tale campagna stride con la percezione che i cittadini hanno della sanità nella regione oltre che con i dati di fatto che afferiscono alla sua situazione, sia sul versante finanziario che su quello organizzativo;
proprio i recenti interventi volti a razionalizzare ed a riorganizzare il comparto, in applicazione del Piano di rientro, hanno mostrato tutta la loro farraginosità, avendo operato tagli a servizi e strutture territoriali senza un potenziamento ed una riorganizzazione dei centri spoke ed hub e della rete di medicina di prossimità, oltre che dei servizi per il trattamento delle emergenze;
lo stesso tavolo Massicci, nella seduta del 16 luglio scorso, ha evidenziato la sussistenza di "Ritardi nell'attuazione della rete assistenziale e specificatamente in quella territoriale e dei laboratori, e nell'erogazione dei Livelli di assistenza".
la Calabria, come fanno rilevare alcune recenti
indagini (Ultima quella del "Quotidiano Sanità"), si conferma tra le
regioni che hanno tagliato in maggior misura i posti letto degli ospedali dal
2009 ad oggi, tanto da
trovarsi oggi sotto il parametro del 3,7 per mille imposto dalla normativa
nazionale (Siamo al 3,2, e in alcune aree delle ex Asi addirittura sotto il 2,5
-:
quanto è costata alla Regione la campagna pubblicitaria di che
trattasi e se non sia il caso di rendere un'operazione verità sullo stato della
sanità in Calabria, ripensandone modelli organizzativi e aspetti funzionali.
(433; 12.09.2013)
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il Presidente della Giunta regionale, anche nella qualità di Commissario
ad acta alla sanità, ha annunciato l'imminente apertura del nuovo reparto di
cardiochirurgia presso l'Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di
Reggio Calabria, struttura che sarà dotata di dieci posti letto di degenza e
dieci posti letto di terapia intensiva post-operatoria;
l'apertura del reparto, già ultimato e collaudato da quasi due anni ma ancora
non operativo, dovrebbe avvenire attraverso la gestione di un soggetto privato
da individuare con una manifestazione di interesse;
tale scelta, di natura privatistica, rischia di compromettere
ulteriormente il sistema sanitario regionale e con esso il diritto universale
alla salute che, in via prioritaria, deve essere garantito da una efficiente
sanità pubblica -:
le motivazioni tecniche e giuridiche che hanno portato alla scelta di
bandire una manifestazioni di interesse per l'affidamento ad un soggetto
privato della gestione del reparto di cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera
di Reggio Calabria non prefigurando, al contrario, le possibili alternative
anche attraverso convenzioni con altre strutture pubbliche.
(438; 18.09.2013)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'Atto Aziendale dell'Azienda Ospedaliera
"Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria, adottato con delibera
n° 652 del 28/06/2013, reso efficace a far data dal 01 luglio dal DPGR n° 73
del 30/05/2013, non contempla l'U.O. di Ingegneria Clinica presente invece
nelle precedenti versioni, e ciò nonostante la stessa sia prevista nelle Linee
guida regionali per l'adozione degli Atti Aziendali proposte dal Commissario
stesso con il DPGR n. 54 del 05/07/2011 e s.m.i, fino all'ultimo aggiornamento
del DPGR n. 97 del 05/07/2013;
l'istituzione dell'U.O. di Ingegneria Clinica Richiamata dalla
"Raccomandazione per la prevenzione degli eventi avversi conseguenti al
malfunzionamento dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali" n° 9 dell'aprile 2009, dell'allora Ministero del Lavoro della Salute
e delle Politiche Sociali, è stata presa in debita considerazione dai manager
che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida dell'A.O., tantoché, non
disponendo all'interno della stessa Azienda di risorse dotate di specifiche
professionalità nell'ingegneria Clinica, gli stessi si sono avvalsi nel tempo
di una convenzione con l'ASP di Reggio Calabria per l'espletamento dei compiti
e degli indirizzi di gestione sicura, efficiente ed efficace del parco
tecnologico;
tale decisione risulta ancora più incomprensibile alla luce del
recentissimo Decreto del Ministero della Salute dell'8 febbraio 2013
concernente "Criteri per la composizione e il
funzionamento dei comitati etici" che
prevede di inserire la figura dell'Ingegnere Clinico all'interno degli stessi
comitati, considerato che l'A.O. risulta altresì assegnataria, secondo il già
citato DPGR n. 97 del 05/07/2013, di una delle tre sedi dei Comitati Etici di
riferimento della Regione Calabria, al quale afferisce anche quello dell'Asp di
Reggio Calabria;
la presenza attiva e costante all'interno delle aziende Sanitarie ed
Ospedaliere di Ingegneri clinici risponde alle esigenze di una sanità moderna
rispondente ai bisogni degli utenti, nella quale viene richiesta capacità di
valutazione delle tecnologie e analisi della gestione per massimizzare
l'efficienza del sistema, tutti elementi tipici della professionalità
dell'ingegnere clinico -:
le motivazioni che hanno portato all'approvazione di un atto aziendale
nel quale non è prevista l'istituzione dell'U.O. di Ingegneria clinica e ciò in
palese contrasto con le linee guida regionali e se non si ritenga di adottare ,
anche in via di autotutela, i necessari provvedimenti per le modifiche del
suddetto atto in linea con i parametri legislativi nazionali e regionali.
(440; 23.09.2013)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale nella qualità di commissario
ad acta al piano di rientro dal debito sanitario.
Per sapere – premesso che:
le liste di attesa per gli esami delle diverse
patologie registrano tempi di attesa lunghissimi (in alcune strutture sanitarie
il CUP dell'Asp di Cosenza ha prenotato l'esame di ecodoppler addirittura fino
al mese di luglio 2014);
con Decreto n. 119 dello 02.08.2013 sono stati
determinati i tetti di spesa delle prestazioni ospedaliere da privato pari a
circa 180 Mln di Euro -:
quali sono i criteri del riparto che stanno alla base della
suddivisione delle risorse per province, anche perché tali criteri non vengono
né citati né spiegati nel suddetto decreto;
secondo quali modalità è stato suddiviso l'incremento
di circa sei milioni del tetto di spesa per le prestazioni ospedaliere da
privato rispetto all'anno precedente;
per quali ragioni è stata concessa delega ai Direttori
Generali delle Asp di ripartire il tetto di spesa provinciale per singola
struttura senza indicare i criteri di ripartizione. Si ricorda che, per l'anno
precedente tale ripartizione era stata effettuata per ogni singola struttura
dall'Ufficio del Commissario del Piano di Rientro dal debito sanitario (vedi
Decreto 189/2012);
se intende intraprendere tutte le iniziative idonee e
necessarie per ripartire, in modo chiaro e trasparente, le risorse finalizzate
alle prestazioni ospedaliere da privato stabilite dal Decreto n. 119 del 2013, evitando possibili
discrezionalità e favoritismi e stabilendo criteri oggettivi e validi per tutte
le Asp che operano sul territorio calabrese premiando la qualità e
l’efficienza di tali prestazioni;
se si rende necessario, inoltre, verificare con
urgenza e tempestività i motivi delle liste di attesa per le diverse patologie
e rimuovere le cause che stanno alla base dei gravi ritardi che potrebbero
compromettere la salute dei cittadini.
(434; 12.09.2013)
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'Azienda sanitaria di Catanzaro, SPISAL, in seguito a sopralluogo
effettuato presso gli uffici regionali siti in Catanzaro - viale Cassiodoro,
palazzo Europa, (edificio a sei piani) dove sono ubicati il dipartimento
Attività produttive e l'Avvocatura regionale, ha riscontrato una serie di
irregolarità relative alle norme sulla sicurezza del lavoro, ed in particolare
è stata rilevata in ogni piano la presenza di amianto nei pavimenti;
come previsto dal decreto legislativo 81/2008 l'ASP ha intimato alla
Regione, assegnando termine di sei mesi, di provvedere ai lavori necessari per
eliminare le irregolarità riscontrate o a spostare gli uffici in altri locali;
trascorsi i sei mesi, nulla si è fatto, se non piccoli lavori come
l'apposizione di segnaletica alle porte di vetro, la cartellonistica prevista
dalla legge, ma rimane il problema principale dell'amianto;
l'economato richiede una proroga all'ASP che la concede per altri sei
mesi;
la dirigente nominata datore di lavoro ai fini della sicurezza (dr.ssa
Grasso Giovanna) onde evitare responsabilità personali, visto che l'economato
non ha ottemperato alle prescrizioni dell'ASP, con provvedimento del 6 agosto
2013, inviato a tutti i dirigenti generali presenti nel palazzo Europa, ha
disposto che dal 13 settembre non possono fare accedere i dipendenti negli
uffici, richiamando l'articolo 18, lettera m) del Decreto legislativo 81/2008
che impone ai dirigenti l'astensione dal richiedere ai lavoratori di riprendere
l'attività lavorativa nello stabile interdetto;
da domani le Attività Produttive e l'Avvocatura saranno senza uffici, si
interrompe un pubblico servizio "grazie all'efficienza" della Regione
con il rischio anche di danni patrimoniali specie per le attività processuali
curate dall'Avvocatura alla quale vengono notificati decine di atti giudiziari
che hanno termini perentori decorsi quali la Regione non può costituirsi in
giudizio -:
quali motivazioni abbiano determinato una tale e grave negligenza;
se l'Amministrazione abbia effettuato un monitoraggio, per verificare
circa i rischi nella salute dei dipendenti e dell'utenza in relazione
all'esposizione all'amianto;
se si è proceduto all'individuazione di eventuali responsabili e quali
urgenti provvedimenti s'intende adottare per ridurre il rischio nei luoghi di
lavoro come prescritto dalla normativa vigente.
(435; 13.09.2013)
De Masi. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore all’agricoltura e forestazione. Per sapere –
premesso che:
sul plurisettimanale d'informazione “il Crotonese” del 7 settembre 2013,
in un articolo a firma del giornalista Giuseppe Pipita, si denuncia che nel
territorio di Cirò Marina, in Via Mandorleto, sorge l'ex distilleria
"CORIVIC", un'area imponente, di diversi ettari, pericolante ed in
totale stato di abbandono;
nell'ottobre 2012, il Sindaco di Cirò Marina, a seguito delle relazioni
richieste e svolte dai rispettivi Uffici di riferimento, Polizia Municipale di
Cirò Marina e Asp di Crotone, circa l'area ex opificio industriale
"CORIVIC", con un'ordinanza ha intimato alla Regione Calabria
affinché provvedesse alla rimozione di tutti i rifiuti insistenti nell'ex
opificio industriale;
dalla relazione della Polizia Municipale di Cirò Marina del 19.09.2012
risulta che le condizioni generali in cui versa la struttura, in considerazione
della sua ubicazione all'interno del centro abitato, costituiscono pregiudizio
alla pubblica incolumità ed alla salute pubblica; il cancello d'ingresso
risulta rotto e consente l'ingresso all'area liberamente e ciò potrebbe creare
pericolo per l'incolumità di eventuali ragazzi che accedono all'interno della
struttura, anche per via della presenza di un pozzo non custodito;
dalla relazione del Dirigente Sanitario dell'ASP - Dipartimento di
Prevenzione di Crotone - Distretto di Cirò Marina emerge che in data
27.09.2012, è stato effettuato un sopralluogo presso l'ex distilleria
"CORIVIC", Via Mandorleto, Cirò Marina all'esito del quale è
risultato che nei locali delle strutture sono stati depositati rifiuti vari e,
le stesse, presentano segni di deterioramento. Alcune coperture in cemento amianto
(eternit) si sono avallate e rischiano di crollare. Questo stato di cose, oltre
a deturpare considerevolmente la zona, rappresenta un pericolo per l'incolumità
e per la salute pubblica;
per quanto sopra tutta la struttura e gli spazi necessitano urgentemente
di una sostanziale bonifica;
da una verifica effettuata sul Sito della Regione Calabria, al
Dipartimento 4 - Bilancio e Patrimonio - Settore 4 - Demanio e Patrimonio
Immobiliare, al Conto Patrimoniale 2011, Inventario dei Beni Demaniali e
Patrimoniali anno 2011 - Beni in corso d'inventariazione (Consorzi di Sviluppo
Industriale) e/o soggetti a verifica, alla pagina 225, è rubricato, in
Provincia di Crotone, nel Comune di Cirò Marina, un bene la cui destinazione
d'uso è Distilleria di Alcool Etilico, di provenienza dall'ESAC - Legge
27/01/1966 n. 910 -:
se corrisponde al vero quanto:
denunciato dal plurisettimanale d'informazione “il Crotonese” del 7
settembre 2013, nell'articolo a firma del giornalista Giuseppe Pipita ;
riportato nelle relazioni dell'ASP di Crotone e dalla Polizia Municipale
di Cirò Marina sull'ex distilleria "CORIVIC";
intimato dal Sindaco di Cirò Marina nell'ottobre 2012;
se e in che tempi, riconosciuta la proprietà del bene in capo alla
Regione secondo quanto risultante dalla suelencata documentazione, si intende
avviare una sostanziale opera di bonifica in modo da eliminare un pericolo per
l'incolumità e la salute pubblica, restituire fruizione sociale alla struttura
e consentire così il rilancio dell'area attraverso la realizzazione di un progetto
già proposto dall'amministrazione comunale di Cirò Marina.
(436; 13.09.2013)
Guccione, Giamborino, De Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di
rientro. Per sapere - premesso che:
la Direzione Generale
dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, in riscontro alla nota n. 8454 del 10
gennaio 2013 con la quale si chiedevano i dati necessari relativi allo sblocco
del turn-over da parte della Regione Calabria in base al Decreto Balduzzi
comunicava, attraverso una lettera dell'aprile 2013 che, essendo i cessati
dell'anno 2011, desumibili dal conto annuale, n. 26 per l'Area della Dirigenza
e n. 85 per l'Area del Comparto (il 15%, che rappresenta la possibilità di
accesso allo sblocco del turn over, è rappresentato da n. 16,65, arrotondato a
17) la possibilità di accesso allo sblocco del turn-over era rappresentata
dall'assunzione di n. 17 unità;
nella lettera
si evidenziava, inoltre che, relativamente alle deroghe caratterizzate da somma
urgenza, essendo TAO di Cosenza sede Hub, le criticità in ordine di priorità
erano le seguenti:
U.O.C.
Urologia n. l Direttore (S.O. Annunziata);
U.O.C,
Traumatologia ed Ortopedia n. l Direttore, n. 1 Dirigente Medico;
U.O.C.
Chirurgia Vascolare n. l Direttore, n. l Dirigente Medico; U.O.C. Neurologia n.
l Direttore;
U.O.C.
Medicina e Chirurgia di Accettazione ed Emergenza n. 1 Direttore;
U.O.C.
Odontoiatria e Stomatologia n. 1 Direttore;
U.O.C.
Odontoiatria n. 1 Direttore;
U.O.C.
Terapia Intensiva n. 1 Dirigente medico;
U.O.C. Cardiologia
e UTIC N. 1 Dirigente Medico;
U.O.C.
Reumatologia n. 1 Direttore;
U.O.C.
Neonatologia n. 1 Dirigente medico;
U.O.C.
Terapia Intensiva n. 1 Dirigente medico;
U.O.C.
Cardiologia e UTIC n. 1 Dirigente medico;
tale
comunicazione-richiesta è avvenuta dopo l'ispezione regionale e nazionale al
Centro Trasfusionale dell'Hub di Cosenza (17 e 18 settembre 2012);
risulta
quindi assai grave, alla luce di quanto riscontrato dalla commissione
ispettiva, che non figuri tra "le somme urgenze e criticità" elencate
nella lettera dell'AO di Cosenza anche la richiesta di un Direttore del Centro
Trasfusionale dell'ospedale Hub di Cosenza, mentre vengono istituiti tre
Direttori di U.O.C, di nuova nomina dei quali due non sono compresi nemmeno nei
LEA, come Terapia del Dolore e Cure Palliative, Odontoiatria e Stomatologia;
sono stati
acquistate nuove attrezzature per il reparto Terapie del dolore e Cure
Palliative -:
se risulta al
vero la notizia secondo la quale tali attrezzature sarebbero state acquistate attraverso
affidamento diretto;
se si intende
rendere pubblico l'elenco delle ditte che hanno rapporti con l'Azienda
Ospedaliera di Cosenza e le modalità di aggiudicazione degli appalti e delle
forniture;
se si intende
far conoscere quali iniziative si intendono mettere in atto per fare
definitivamente chiarezza in merito all'acquisto delle attrezzature del reparto
U.O.C. Terapie del Dolore e Cure Palliative e, più in generale, sugli appalti e
sulle forniture dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza;
se non ritiene
grave e omissivo il comportamento mantenuto dal Direttore Generale dell'AO di
Cosenza, avv. Paolo Maria Gangemi, sulla scandalosa vicenda del sangue infetto,
anche alla luce della lettera dell'AO da cui tra le maggiori criticità non
risulta nessuna richiesta di nomina di un Direttore del centro trasfusionale.
(437;
18.09.2013)
Guccione, Principe, Adamo, De Gaetano, Franchino,
Giamborino, Mirabelli, Naccari Carlizzi, Scalzo, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con Decreto del Presidente della Giunta regionale della Calabria n. 48 del 16/04/2013, pubblicato su BUR del 16/05/2013 n. 10, è stato approvato il protocollo d'intesa tra la Regione Calabria e l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma concernente l'attivazione, nelle aziende sanitarie provinciali e ospedaliere del servizio sanitario regionale, dei corsi di laurea delle professioni sanitarie - obiettivo PdR: G031s11;
le sedi per lo svolgimento delle attività didattiche dei corsi di laurea di cui al suddetto protocollo sono l'Università "La Sapienza" e l'ASP e l'AO di Cosenza;
in sede di prima applicazione i corsi di laurea delle professioni sanitarie sono individuati in classe SNT/1 CdL infermieristiche, Cosenza 20 posti; classe SNT/4 CdL tecniche della prevenzione, Cosenza 10 posti;
per gli anni a seguire il numero degli studenti da accogliere sarà concordato e programmato annualmente in relazione alla capacità di ricezione delle strutture disponibili;
l'adozione del su citato protocollo oltre a risultare strategico per l'attuazione delle linee d'intervento già previste nel piano di rientro del disavanzo del settore sanitario ha quale primario se non esclusivo obiettivo quello di offrire la possibilità agli studenti calabresi, iscritti all'ateneo romano, di frequentare e ultimare i medesimi studi, compresa la fase pratica e di tirocinio, direttamente in Calabria, sì da incardinare in loco le eventuali basi di un futuro lavorativo;
il Presidente della Giunta regionale della Calabria, anche in qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario, non ha inteso ad oggi siglare il protocollo d'intesa non presentandosi agli incontri fissati del 15 maggio 2013 e del 26 giugno 2013 per la relativa sottoscrizione già formalmente concordata con il Magnifico Rettore de "La Sapienza" prof. Luigi Frati, presso la sede romana della Regione Calabria;
l'inerzia e l'evidente mancanza di volontà politica del Governatore Scopelliti, oltre che a danneggiare l'immagine delle istituzioni regionali, rischia di ledere gravemente l'interesse pubblico vista la crescente domanda di formazione di nuovo personale parasanitario, tenuto conto del riconosciuto drammatico bisogno del territorio alla luce del blocco del turn over in sanità che dura da oltre tre anni -:
per quali ragioni ha inteso disertare gli appuntamenti previsti per la sottoscrizione del protocollo d'intesa in oggetto:
se la mancata sottoscrizione ha pregiudicato e compromesso il raggiungimento degli obiettivi di pubblico interesse e di miglioramento dell'offerta sanitaria che sono alla base del protocollo d'intesa con l'Università "La Sapienza";
quali iniziative intende adottare per pervenire, con immediatezza, all'adozione del protocollo d'intesa in oggetto.
(439;19.09.2013)
Naccari Carlizzi,
Principe, Scalzo, Maiolo, Ciconte, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con Delibera n. 298 del 5 agosto 2013 sono stati nominati i 5 (Cinque)
Commissari Straordinari delle Aterp Provinciali;
la stessa
nomina è stata effettuata in contrasto con la legge regionale di riferimento n.
24/2013 che, all'art. 3 comma 2, cosi prescrive: “Il commissario straordinario è
scelto tra i dirigenti della Regione Calabria senza alcun
onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale; solo in casi eccezionali e
solo qualora, tra i dirigenti interni della Regione, non vi sia il profilo
professionale richiesto è consentito l'utilizzo di commissari esterni. Il
compenso del commissario non può essere superiore al trattamento tabellare dei dirigenti di
settore della Giunta regionale e il relativo onere è posto a carico del
bilancio dell'ente conseguente all'accorpamento";
nessun bando ha preceduto tale nomina al fine di verificare se
all'interno della Regione vi fossero
dirigenti professionalmente idonei a ricoprire tale
incarico;
nessuna procedura comparativa circa i requisiti
professionali da possedere da parte dei Commissari Straordinari nominati;
non è stato rispettato quanto previsto dall’art. 25 L.R. 13 maggio
1996, n. 7 per le nomine attuate;
tale anomala procedura adottata dalla Giunta viene giustificata, nel
corpo della delibera, dalla impossibilità di affidare a dirigenti regionali con
la seguente motivazione "in relazione alle
specifiche mansioni ricoperte nell'ambito
delle strutture organizzative ed alle imprevedibili inefficienze connesse, né
con quella di individuare profili professionali idonei";
nella stessa delibera in netto contrasto
con quanto prescritto dall’art. 4, commi 1 e 2 della legge regionale 24/2013 che prescrive: "Nel
rispetto delle disposizioni normative e regolamentari e della legge 6 novembre
2012, n. 190, i componenti degli organi monocratici e collegiali dei soggetti
di cui al comma 1, devono possedere requisiti di professionalità, competenza ed
esperienza in relazione all’incarico da ricoprire ed all'importanza dell'ente;
il revisore unico dei conti deve possedere i requisiti di cui al decreto
legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE,
relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati, che
modifica le direttive 78/660/CEE e 83/349/CEE, e che abroga la direttiva
84/253/CEE) e s.m.i” vengono nominati 15 Revisori contabili straordinari
(figura nuova
e non contemplata nell’ordinamento giuridico italiano) -:
quali requisiti professionali siano stati valutati per giustificarne le nomine operate da parte della Giunta proprio in considerazione a quelle specifiche mansioni richiamate;
chi tra i nominati abbia il requisito richiesto della anzianità di 5
anni nella qualifica dirigenziale;
come sia stato possibile inquadrare i Commissari nominati come
Direttori Generali della Giunta secondo le prescrizioni dell'art 25 della LR
7/96 e non Dirigenti di Settore come previsto dall'art 3 comma 2, della L. R.
24/2013;
quale riduzione o contenimento dei costi c'è stato così come
prescritto al comma 3 art. 1 della L. R. 24/2013 che impone la riduzione degli
oneri finanziari a carico del bilancio regionale, in coerenza con quanto
disposto dall'art. 9 D.L. n. 95 del 2012, convertito in legge 135/2012
(spending review);
se, per quanto sopra riportato, si configurino i reati di abuso
d'ufficio e danno erariale;
quali determinazione intendono assumere l'Assessore e la Giunta per
ripristinare la legittimità nelle procedure selettive e nelle conseguenti
nomine.
(441; 23.09.2013)
“Il Consiglio regionale
visto il decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri in data 9 settembre 2013, trasmesso dall'Ufficio Territoriale del
Governo di Catanzaro in data 10 settembre 2013, relativo alla sospensione del
Sig. Antonio Rappoccio dalla carica di consigliere della Regione Calabria, a
decorrere dal 30 luglio 2013;
atteso che, trattandosi di sospensione
intervenuta ai sensi dell'art. 15, commi 4-bis e 4-ter della legge 19 marzo
1990, n. 55 e successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, n. 30,
questo Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 3 della citata legge n. 30/94,
deve procedere - nella prima adunanza successiva alla notificazione del
provvedimento di sospensione e, comunque, non oltre trenta giorni dalla
predetta notificazione - alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso,
affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al
candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior
numero di voti;
considerato che, come risulta dalla copia del
verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Reggio
Calabria, relativo alle elezioni del Consiglio regionale della Calabria anno
2010, nella stessa lista n. 10 avente il contrassegno "Insieme per la
Calabria", nella quale è stato eletto il consigliere sospeso, il candidato
che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti è il Sig. Aurelio
Chizzoniti, con cifra individuale 2561;
ritenuto, pertanto, di dover procedere alla
temporanea sostituzione del consigliere Antonio Rappoccio affidando la
supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al Sig. Aurelio
Chizzoniti, in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;
vista la legge 12 gennaio 1994, n. 30;
delibera
di procedere alla temporanea sostituzione del
consigliere regionale Antonio Rappoccio, in atto sospeso dalla carica,
affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale
al Sig. Aurelio Chizzoniti, candidato che ha riportato, dopo gli eletti, il
maggior numero di voti con cifra individuale 2561;
di dare atto che detta supplenza avrà termine con
la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi”.
“Il Consiglio regionale
visto l'art. 75 della Costituzione;
vista la L. 25.05.1970, n. 352;
premesso:
che la riorganizzazione degli Uffici giudiziari
operata dal Governo in virtù dell'art. 1, commi 2,3,4,5 e 5 bis della legge n. 148
del 14.09.11 e con i decreti legislativi n. 155 e 156 del 7.9.12 è risultata
estremamente penalizzante per il circondario del Comune di Rossano(CS);
che la soppressione del Tribunale di Rossano (CS)
risulta in grave contrasto con il principio di prossimità stabilito dal
Trattato di Lisbona, ove si prevede che l'Amministrazione (anche della
Giustizia) sia esercitata il più possibile vicino ai cittadini;
che il mancato rispetto del richiamato principio
non può assolutamente trovare giustificazione in un presunto risparmio,
astratto e ipotetico;
che, in effetti, non può in alcun modo essere
tollerato che ad un'utenza di oltre 130.000 abitanti sia reso estremamente
gravoso l'accesso alla giustizia, soprattutto alla luce del fatto che
l'accorpamento o la soppressione di Tribunali e Procure non realizza una
maggiore efficienza nell'amministrazione della giustizia, anzi contribuisce a
renderla più pesante e farraginosa, ove si pensi, per quel che riguarda
ROSSANO, che il notevole carico di lavoro esistente in questo Tribunale, che ha
20.000 procedimenti pendenti (civili e penali) verrà ad aggiungersi al carico
di lavoro del Tribunale di Castrovillari, che è anch'esso notevole, anche se
inferiore a quello di Rossano, cosa che certamente provocherà la paralisi totale
dell'amministrazione della giustizia in entrambi gli odierni circondari;
che la decisione di sopprimere il Tribunale di
Rossano e di accorparlo a quello di Castrovillari è inaccettabile, perché non
risponde ai criteri espressamente previsti alla lettera b) del comma 2
dell'art. 1 del decreto legge n. 138/2011, e nemmeno a quelli indicati nella
stessa relazione ministeriale di accompagnamento alla proposta di revisione
delle circoscrizioni giudiziarie, e non ha tenuto conto dei pareri delle
Commissioni Giustizia della Camera e del Senato, disattendendo le indicazioni
del Parlamento e non considerando la storia, le caratteristiche e la
peculiarità del territorio ricadente nel circondario del Tribunale di Rossano,
nell'ambito del quale si articola, l'area urbana Rossano -Corigliano, due città
che da sole contano circa 80.000 abitanti;
che nel Circondario di Rossano vi è una micro e,
soprattutto, una macro criminalità diffusa, gestita da agguerrite e pertinaci
cosche mafiose operanti, soprattutto, nei territori di Cariati, Mirto-Crosia,
Rossano e Corigliano Calabro (la città più popolosa della Provincia di Cosenza,
che, dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose,
solo dopo tre anni, ha visto, con le ultime consultazioni, la ricostituzione
dei propri Organismi democratici elettivi);
che la Procura Generale di Catanzaro, consapevole
della criminalità esistente nel Circondario, ha fatto proprie le esigenze di
salvaguardia del Tribunale, nominando immediatamente dopo il trasferimento del
Procuratore Capo, un Procuratore Reggente nella persona del dr. Eugenio
Facciolla, Sostituto Procuratore Generale, di tutta evidenza per far fronte
alle notevoli iniziative in corso contro la repressione della criminalità
esistente nel territorio del circondario;
che con la soppressione del Tribunale e della
Procura di Rossano non vi sarà alcun Ufficio giudiziario nella intera fascia
ionica compresa tra Taranto e Crotone, in un territorio dove la criminalità
organizzata è molto presente;
che la criminalità esistente nel circondario di
Rossano non è in alcun modo omogenea a quella esistente nel circondario di
Castrovillari. E' da rilevare, poi, che in Rossano è presente una casa di
reclusione, di recente costruzione, che è la terza della Calabria per grandezza
e capienza, in cui vi sono ristretti circa 400 detenuti, per cui l'accorpamento
del Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari sarebbe ancor più dannoso e
pregiudizievole per tutti;
che per tali ragioni è necessario che la Regione
Calabria aderisca all'iniziativa della Regione Abruzzo, la quale si è resa
promotrice verso altre Regioni maggiormente interessate alla citata riforma
della geografia giudiziaria (Puglia, Campania, Toscana, Piemonte, Liguria,
Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, CALABRIA, Sicilia e Umbria) al fine di
proporre il referendum abrogativo di iniziativa regionale, ex art. 75 della
Costituzione, dei richiamati atti legislativi;
considerato:
che è prossima la scadenza del termine ultimo (30
settembre) previsto dall'art. 32 della legge n. 352/1970 per la presentazione
della richiesta di referendum abrogativo nel corso del corrente anno;
che il decreto legislativo n. 155/12 per la
soppressione dei 26 Tribunali sub provinciali, ad eccezione di quelli
abruzzesi, che sono in regime di deroga a causa del sisma del 2009, è già
entrato in vigore in data odierna (13 settembre 2013);
ritenuto, pertanto, di dover procedere alla
proposizione del referendum abrogativo ai sensi dell'art. 75 della Costituzione
e della L. 25.5.1970 n. 352;
delibera
di presentare la richiesta di referendum
abrogativo delle normative richiamate in premessa secondo il seguente quesito:
«Volete voi che siano abrogate le seguenti
disposizioni:
1) le disposizioni di cui all'art. 1, commi 2, 3,
4, 5, 5 bis, della legge 14 settembre 2011, n. 148, recante "Conversione
in legge, con modificazioni, del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, recante
ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.
Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio
degli uffici giudiziari" come modificato dall'articolo 1, comma 3, della
legge 24 febbraio 2012, n. 14, recante "Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, recante proroga di
termini previsti da disposizioni legislative. Differimento di termini relativi
all'esercizio di deleghe legislative di cui, di seguito, si trascrive
integralmente il testo:
"2. Il Governo, anche ai fini del
perseguimento delle finalità di cui all'articolo 9 del decreto-legge 6 luglio
2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111,
è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della
presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione
sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa
e incremento di efficienza, con l'osservanza dei seguenti principi e criteri
direttivi:
a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado,
ferma la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei
circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011;
b) ridefinire, anche mediante attribuzione di
porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici
giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto
dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di
lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del
bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del
tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di
razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane;
c) ridefinire l'assetto territoriale degli uffici
requirenti non distrettuali, tenuto conto, ferma la permanenza di quelli aventi
sedi presso il tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di
provincia alla data del 30 giugno 2011, della possibilità di accorpare più
uffici di procura anche indipendentemente dall'eventuale accorpamento dei
rispettivi tribunali, prevedendo, in tali casi, che l'ufficio di procura
accorpante possa svolgere le funzioni requirenti in più tribunali e che
l'accorpamento sia finalizzato a esigenze di funzionalità ed efficienza che
consentano una migliore organizzazione dei mezzi e delle risorse umane, anche
per raggiungere economia di specializzazione ed una più agevole trattazione dei
procedimenti;
d) procedere alla soppressione ovvero alla
riduzione delle sezioni distaccate di tribunale, anche mediante accorpamento ai
tribunali limitrofi, nel rispetto dei criteri di cui alla lettera b);
e) assumere come prioritaria linea di intervento,
nell'attuazione di quanto previsto dalle lettere a), b), c) e d), il
riequilibrio delle attuali competenze territoriali, demografiche e funzionali
tra uffici limitrofi della stessa area provinciale caratterizzati da rilevante
differenza di dimensioni;
f) garantire che, all'esito degli interventi di
riorganizzazione, ciascun distretto di corte d'appello, incluse le sue sezioni
distaccate, comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relative
Procure della Repubblica;
g) prevedere che i magistrati e il personale
amministrativo entrino di diritto a far parte dell'organico, rispettivamente,
dei tribunali e delle procure della Repubblica presso il tribunale cui sono
trasferite le funzioni di sedi di tribunale, di sezioni distaccate e di procura
presso cui prestavano servizio, anche in sovrannumero riassorbibile con le
successive vacanze;
h) prevedere che l'assegnazione dei magistrati e
del personale prevista dalla lettera g) non costituisca assegnazione ad altro
ufficio giudiziario o destinazione ad altra sede, ne' costituisca trasferimento
ad altri effetti;
i) prevedere con successivi decreti del Ministro
della giustizia le conseguenti modificazioni delle piante organiche del
personale di magistratura e amministrativo;
l) prevedere la riduzione degli uffici del
giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale, da operare
tenendo in specifico conto, in coerenza con i criteri di cui alla lettera b),
dell'analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro;
m) prevedere che il personale amministrativo in
servizio presso gli uffici soppressi del giudice di pace venga riassegnato in
misura non inferiore al 50 per cento presso la sede di tribunale o di procura
limitrofa e la restante parte presso l'ufficio del giudice di pace presso cui
sono trasferite le funzioni delle sedi soppresse;
n) prevedere la pubblicazione nel bollettino
ufficiale e nel sito internet del Ministero della giustizia degli elenchi degli
uffici del giudice di pace da sopprimere o accorpare;
o) prevedere che, entro sessanta giorni dalla
pubblicazione di cui alla lettera n), gli enti locali interessati, anche
consorziati tra loro, possano richiedere e ottenere il mantenimento degli
uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche
tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di
funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi
incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione
dagli enti medesimi, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria
unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria
di tali sedi entro i limiti della dotazione nazionale complessiva nonché la
formazione del personale amministrativo;
p) prevedere che, entro dodici mesi dalla
scadenza del termine di cui alla lettera o), su istanza degli enti locali
interessati, anche consorziati tra loro, il Ministro della giustizia abbia
facoltà di mantenere o istituire con decreto ministeriale uffici del giudice di
pace, nel rispetto delle condizioni di cui alla lettera o);
q) dall'attuazione delle disposizioni di cui al
presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica.
3. La riforma realizza il necessario
coordinamento con le altre disposizioni vigenti.
4. Gli schemi dei decreti legislativi previsti
dal comma 2 sono adottati su proposta del Ministro della giustizia e
successivamente trasmessi al Consiglio superiore della magistratura e al
Parlamento ai fini dell'espressione dei pareri da parte del Consiglio e delle
Commissioni competenti per materia. I pareri, non vincolanti, sono resi entro il
termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti
sono emanati anche in mancanza dei pareri stessi. Qualora detto termine venga a
scadere nei trenta giorni antecedenti allo spirare del termine previsto dal
comma 2, o successivamente, la scadenza di quest'ultimo è prorogata di sessanta
giorni.
5. Il Governo, con la procedura indicata nel
comma 4, entro due anni dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti
legislativi emanati nell'esercizio della delega di cui al comma 2 e nel
rispetto dei principi e criteri direttivi fissati, può adottare disposizioni
integrative e correttive dei decreti legislativi medesimi. 5-bis. In virtù
degli effetti prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 sulle sedi dei tribunali
dell'Aquila e di Chieti, il termine di cui al comma 2 per l'esercizio della
delega relativamente ai soli tribunali aventi sedi nelle province dell'Aquila e
di Chieti è differito di tre anni".
2) Tutte le disposizioni di cui al decreto
legislativo 7 settembre 2012 n. 155, recante "Nuova organizzazione dei
tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, a norma dell'articolo
1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”.
3) Tutte le disposizioni di cui al decreto
legislativo 7 settembre 2012 n. 156, recante "Revisione delle
circoscrizioni giudiziarie -Uffici dei giudici di pace, a norma dell'articolo
1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148"»".
“Il Consiglio regionale
vista la precedente deliberazione n. 339 del 23
settembre 2013, recante: "Referendum abrogativo delle disposizioni di cui
all'art. 1, commi 2, 3, 4, 5, 5 bis della legge n. 148 del 14.9.2011, e dei
decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7.9.2012";
visto l'art. 75 della Costituzione;
vista la L. 25.5.1970, n. 352;
rilevato che è necessario procedere alla
individuazione di 2 delegati, uno effettivo e uno supplente, ai sensi della
predetta L. 25.5.1970, n. 352;
preso atto della proposta unitaria relativa
all'individuazione dei delegati, uno effettivo e uno supplente, i cui
nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione, di
cui il Presidente dà lettura e precisamente il consigliere Giuseppe Caputo
(effettivo) e il consigliere Mario Franchino (supplente);
delibera
di designare, quali delegati del Consiglio
regionale, relativamente alla richiesta di referendum di cui alla deliberazione
consiliare n. 339 del 23 settembre 2013, il consigliere Giuseppe Caputo,
delegato effettivo, e il consigliere Mario Franchino, delegato supplente, i cui
nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione”.
“Il Consiglio regionale
vista la proposta di legge al Parlamento recante:
"Modifica degli articoli 5 e 6 della legge n. 9/91 (Norme per l'attuazione
del nuovo piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali
idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia; autoproduzione e
disposizioni fiscali) e dell'articolo 35 del decreto legge n. 83/2012 (Misure
urgenti per la crescita del Paese) convertito, con modificazioni, dalla legge
n. 134/2012";
visto l'articolo 121 della Costituzione;
visto l'articolo 16 dello Statuto regionale;
delibera
di approvare la proposta di legge al Parlamento
che, nell'unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;
di conferire mandato al Presidente del Consiglio
regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata”.
Art. 1
(Modifica degli articoli 5 e 6 della legge 9/91)
1. All'inizio del comma 1 dell'articolo 5 della
legge 9 gennaio 1991, n. 9 le parole: "sentita la regione" sono
sostituite dalle seguenti: "previa necessaria intesa con la regione".
2. Al comma 1 dell'articolo 6 della legge 9
gennaio 1991, n. 9 il periodo che inizia con le parole: "è accordato"
e finisce con le parole; "di concerto" è sostituito dal seguente: è
accordato, previa necessaria intesa con la regione o la provincia autonoma di
Trento o di Balzano territorialmente interessata, con decreto del Ministro
dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentito il Comitato tecnico
per gli idrocarburi e la geotermia di concerto".
Art. 2
(Modifica dell'articolo 35 d.l. 2012 n. 83)
1. Al comma 1 dell'articolo 35 del decreto legge
22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134/2012
al periodo che inizia con le parole "Le predette attività", dopo le
parole "del presente decreto" sono inserite le seguenti parole:
"previa necessaria intesa con la regione territorialmente
interessata".
“Il Consiglio regionale
vista la proposta di provvedimento amministrativo
n. 223/9^;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre
di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette
i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30
novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
vista la Delibera Commissariale n. 11 del 7 marzo
2013, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione dell'ARDIS di
Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei
conti dell'Agenzia, nella seduta dell'II marzo 2013, ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2013, formulando le
seguenti osservazioni e raccomandazioni:
nonostante gli sforzi profusi dagli organi
direttivi dell'Azienda per contenere nei limiti di legge le spese dell'ente,
"è problematico raggiungere gli obiettivi ed i programmi dell'ente in relazione
alle risorse finanziarie disponibili";
la problematica del personale ex ISEF è stata più
volte segnalata, ma ad oggi nessuna azione è stata intrapresa;
di dare soluzione definitiva alla problematica
del personale ex ISEF, in particolare per quanto riguarda la necessità di
retribuirei dipendenti;
considerato che il Settore "Ricerca
scientifica, Innovazione, Alta formazione, Università, Sviluppo della Scienza e
della Tecnica" del Dipartimento "Cultura, Istruzione, Ricerca
scientifica con nota prot. n. 124107 dell'11 aprile 2013 dà evidenza che:
è stato avviato un tavolo di concertazione tra le
parti per la definizione della vicenda del personale ARDIS;
dal suddetto tavolo si è deciso di richiedere un
parere all'Avvocatura Regionale sulla legittimità del Decreto del Dirigente
Generale del Dipartimento Organizzazione del personale n. 3372 del 14 marzo
2005 avente ad oggetto "Assegnazione di Personale all'Ardis di
Catanzaro";
dal punto di vista contabile, sono iscritti in
bilancio residui attivi relativi in parte alle somme che la Regione dovrebbe
corrispondere all'ARDIS per il personale ex ISEF, per il periodo 2001-2009,
pari ad C 2.180.601,21, e che gli stessi non trovano riscontro nel bilancio
regionale tra i residui passivi; a fronte dei suddetti residui attivi è stato
acceso dall'ARDIS un fondo di accantonamento pervenuto ad una consistenza nel
2013 per euro 1.586.818,74, in attesa della definizione, con la Regione
Calabria, della vicenda inerente la copertura finanziaria del costo del
personale ex ISEF;
che "il fondo deve essere rimpinguato
annualmente esclusivamente attraverso i risparmi sulla spesa dei costi generali
e non anche sulle attività finalizzate al diritto allo studio e finanziate con
fondi nazionali e regionali";
atteso che lo stesso settore, con la suddetta
nota prot. n. 124107 dell'11 aprile 2013, ha concluso l'istruttoria con parere
favorevole con prescrizioni, relativamente alle modalità di costituzione e di
copertura del fondo di accantonamento acceso dall'ARDIS, e con riserva subordinata
all'esito del parere richiesto all'Avvocatura regionale relativamente alla
posizione giuridica del personale ex ISEF, "dal quale potrebbe discendere
l'assunzione o meno di nuovi oneri per la Regione Calabria";
considerato che il Dipartimento Bilancio -Settore
"Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento
finanziario" con nota n. 134051 del 18 aprile 2013 dà evidenza che:
residui attivi relativi al personale ex ISEF
assegnato all'ARDIS con , Decreto Dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005, come
già precisato nella nota del Dipartimento Cultura, non trovano riscontro nel
bilancio regionale;
si sono tenuti degli incontri con i soggetti
istituzionali interessati per la risoluzione della questione relativa alla
situazione del personale ex ISEF, in seguito ai quali è stato richiesto un
parere all'Avvocatura regionale;
nelle more, il Settore ha chiesto all'ARDIS di
istituire un capitolo nella parte della spesa del bilancio in cui sono state
accantonate risorse finanziarie pari complessivamente ad euro 1.586.818,74;
in attesa della risoluzione della controversia
relativa alla vicenda del personale ex ISEF, il Settore raccomanda agli organi
dell'ARDIS di proseguire nell'opera virtuosa di accantonamento delle risorse in
modo da equiparare la somma oggetto di contenzioso;
sono state formulate al Dipartimento Cultura
alcune richieste di informazioni in ordine alla corrispondenza nel Bilancio
della Regione Calabria dei seguenti capitoli di spesa nella quota parte da
imputare all'Ardis: capitolo 3313109 "Spese per il diritto allo studio
universitario (L.r. 34/2001) e capitolo 3313122 "Fondo di intervento
integrativo per la concessione di prestiti d'onore e l'erogazione di borse di
studio (art. 16 comma 4, Legge 390/1991);
da un confronto fra gli impegni di spesa assunti
nel 2009 e 2011, risultanti dai consuntivi trasmessi dall'Agenzia, e i dati del
bilancio per l'esercizio 2013, risulta che l'ARDIS ha rispettato le
disposizioni previste dalla legge regionale n. 69/2012;
atteso che lo stesso settore, con la suddetta
nota prot n. 134051 del 18 aprile 2013, ha concluso l'istruttoria proponendo
una delibera alla Giunta regionale per l'approvazione del bilancio dell'Ardis
dell'esercizio finanziario 2013, con la raccomandazione di non utilizzare la
quota disponibile dell'avanzo di amministrazione fino a quando sarà approvato
il conto consuntivo 2012 dagli Organi dell'Agenzia;
udita la relazione resa dall'Avv. Ventrici
dell'Avvocatura regionale, che ha anticipato alla Seconda Commissione le
risultanze del parere a lui richiesto dal Dipartimento Cultura in merito al
decreto del dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale n. 3372/2005
relativo al personale ex ISEF trasferito all'ARDIS, dichiarando che lo stesso decreto
deve essere probabilmente "inquadrato nella categoria della nullità dei
provvedimenti amministrativi piuttosto che in quella della illegittimità o
della annullabilità e che la declaratoria di nullità è di competenza
dell'organo che ha adottato l'atto;
udita la Dirigente del Dipartimento Cultura,
Dott.ssa Paese che, nel confermare il parere sul bilancio di previsione
dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2013 espresso con nota n.
124107 dell'11 aprile 2013, si è riservata, appena formalizzato il parere
dell'Avvocatura regionale stessa, di procedere per quanto di competenza;
uditi i rappresentanti dell'ARDIS, Prof.ssa
Commisso e il Dott. Mustari;
valutata la necessità di allegare alla presente
deliberazione, quale atto integrante e sostanziale, stralcio del resoconto
integrale della seduta nella parte inerente le audizioni dei soggetti
summenzionati;
delibera
di rinviare la presente deliberazione alla Giunta
regionale per il dovuto riesame, a seguito delle risultanze del parere espresso
in audizione dall'Avvocatura regionale e delle conseguenti determinazioni che i
Dipartimenti competenti assumeranno”.
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 150 del
22/04/2013;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all’articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre
di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette
i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30
novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
considerato che:
con decreto del Commissario di Azienda Calabria
Lavoro n. 79 del 7 settembre 2012 è stato approvato il progetto di bilancio di
previsione della medesima Azienda per l'anno 2013, che si allega al presente
atto;
il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda,
nella seduta del 7 settembre 2012, ha espresso parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2013, che si allega al presente
atto con le seguenti osservazioni e raccomandazioni cui l'Azienda dovrà
adempiere in sede di riaccertamento dei conti:
di verificare i valori contabili correlati ai
progetti "Ponte sullo Stretto di Messina" ed "Assistenza
tecnica" sul versante delle entrate;
di verificare i valori contabili correlati ai
progetti "Obbligo formativo" e "Politiche attive del.
lavoro" sul versante delle spese;
di provvedere alla eventuale variazione
dell'avanzo di amministrazione presunto dopo l'approvazione del Rendiconto
dell'esercizio 2012;
di utilizzare l'avanzo di amministrazione solo
dopo l'approvazione del Conto Consuntivo 2012.
Il Dipartimento competente n. 10 Settore n. 1
"Politiche del Lavoro e Mercato del Lavoro" con nota n. 300248 del 12
settembre 2012, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio
dell'Agenzia per l'esercizio 2013, che si allega al presente atto;
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore
"Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento
finanziario" con nota n. 384227 del 20 novembre 2012, che si allega al
presente atto ha chiesto notizie all'Azienda in merito all'applicazione della
legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 evidenziando, inoltre, che l'articolo 9,
comma 1, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni
nella legge 7 agosto 2012, n. 135 ha disposto che le Regioni riducano gli oneri
finanziari, nella misura complessiva del 20%, nei confronti di Enti, Agenzie ed
Organismi comunque denominati e di qualsiasi natura giuridica che svolgono, ai
sensi dell'articolo 118 della Costituzione, funzioni amministrative conferite
alle Regioni. Viene, quindi. richiesta la riformulazione del bilancio sulla
base della normativa esposta;
con decreto del Commissario di Azienda Calabria
Lavoro n. 10 del 15 marzo 2013, che si allega è stata approvata la “Variazione
del bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro - esercizio 2013 -
adeguamento L.R. n. 69/2012”;
il Collegio dei Revisori dei Conti dell'Azienda,
nella seduta del 15 marzo 2013, ha espresso parere favorevole sulla suddetta
variazione di bilancio, che si allega al presente atto;
che il Dipartimento competente n. 10 Settore n. 1
"Politiche del Lavoro e Mercato del Lavoro", con nota n. 107995 del
28 marzo 2013, che si allega al presente atto, ha espresso parere favorevole
sulla variazione di bilancio operata da Azienda Calabria Lavoro;
che il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore
"Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento
finanziario", al termine della sua istruttoria con nota prot. n. 133189
del 18 aprile 2013, che si allega, ha attestato il rispetto da parte
dell'Azienda delle disposizioni previste dalla legge regionale n. 69/2012 ed ha
rassegnato le sue conclusioni, trasmettendo alla Giunta Regionale una proposta
di deliberazione per l'approvazione del bilancio, formulando le proprie
osservazioni e raccomandazioni sul bilancio riformulato dell'Azienda per
l'esercizio finanziario 2013 dirette a non utilizzare l'avanzo fino a quando
non sarà approvato il conto consuntivo dell'Azienda per l'anno finanziario
2012;
visti:
la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 recante
"Norme in materia di Politiche del lavoro e di Servizi per l'impiego in
attuazione del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469";
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto
della Regione Calabria;
rilevato che nella Delibera di Giunta si propone
di autorizzare Azienda Calabria Lavoro, sulla base del progetto di bilancio
allegato alla presente deliberazione, all'esercizio provvisorio dello stesso,
fino a quando il bilancio di previsione per l'anno 2013 non sia stato approvato
e non oltre il 30 aprile 2013, entro il limite dei quattro dodicesimi dei
singoli stanziamenti del bilancio 2013 e nei limiti della maggiore spesa necessaria,
all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese
allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali
e comunitarie;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio,
Programmazione Economica, Attività Produttive ed Affari dell'Unione Europea,
preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della
Giunta regionale competenti per materia e delle relazioni in audizione del
Commissario di Azienda Calabria Lavoro avv. Pasquale Melissari e del
Dipartimento Lavoro dr.ssa Concettina Di Gesu, ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 17 luglio 2013, facendo
proprie te osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei
Revisori, dal Dipartimento Lavoro, dal Dipartimento Bilancio e dalla Giunta
Regionale;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
l.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione dell'Azienda Calabria Lavoro per
l'anno finanziario 2013, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni
espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti e
dalla Giunta regionale con allegati tutti i documenti richiamati in premessa
che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione".
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 183 del
30 maggio 2013;
visti:
il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo Sociale Europeo e
recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1784/1999 e ss.mm.ii;
il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio
dell'11 luglio 2006, ed in particolare i paragrafi 1 2 e 3;
il Regolamento (CE) n.1828/2006 della Commissione
Europea dell'8 dicembre 2006 e ss.mm.ii.;
il Quadro Strategico Nazionale per la Politica Regionale
di Sviluppo 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea con decisione C
(2007) 3329 del 13/07/2007;
il POR Calabria FSE 2007-2013, approvato dalla
Commissione Europea con Decisione C(2007) 6711del 17/12/07 così come modificata
con Decisione C(2012) 6337 del 10 settembre 2012;
la deliberazione della Giunta regionale n. 882
del 24.12.07 con la quale si è preso atto dell'approvazione del POR Calabria
FSE 2007-2013 da parte della Commissione Europea con Decisione C(2007) 6711 del
17/12/07;
la deliberazione del Consiglio regionale n. 235
del 18/10/2012, con la quale si è preso d'atto del nuovo POR Calabria FSE
2007-2013, così come modificato dalla Decisione C(2012) 6337 del 10 settembre
2012 della Commissione Europea ed è stato approvato il nuovo Piano Finanziario
per Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni;
la deliberazione del Consiglio regionale n. 293
dell'8/4/2013, con la quale, a parziale rettifica della suddetta deliberazione,
è stato approvato definitivamente il nuovo Piano Finanziario del POR Calabria
FSE 2007-2013 per Assi e Obiettivi Specifici Comuni;
la deliberazione del Consiglio regionale n. 294
dell'8/4/2013, con la quale, da ultimo, è stata approvata la Proposta di
riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007-2013 per il Piano di Azione
Coesione;
considerato che:
al fine di consentire il superamento delle
difficoltà in fase di attuazione così come previsto dall'art. 33, comma 1,
lettera d), del Reg. (CE) n. 1083/2006, si è reso necessario, nell'alveo tracciato
dalla Delibera CIPE 1/2011 ed in adesione al Piano di Azione Coesione, proporre
una riprogrammazione finanziaria del POR Calabria FSE 2007-2013;
il Consiglio regionale con deliberazione n. 294
dell'8 aprile 2013 approvava la proposta di riprogrammazione del POR Calabria
FSE 2007-2013 per il Piano di Azione Coesione;
in seguito all'approvazione con procedura scritta
del Comitato di sorveglianza conclusasi in data 22 novembre 2012, la
Commissione Europea con Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012 approvava
le modifiche apportate al POR Calabria FSE 2007-2013 per quanto attiene, in
particolare, il nuovo quadro finanziario del Programma;
conseguentemente il Piano finanziario deve essere
dettagliato per ciascun obiettivo specifico;
ritenuto necessario procedere alla presa d'atto
del nuovo testo del POR Calabria FSE 2007-2013 cosi come approvato dalla
Decisione Comunitaria. C(2012) 9617 del 14 dicembre 2012, e di approvare il
nuovo Piano finanziario del Programma operativo FSE 2007-2013;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio,
Programmazione economica e attività produttive, Affari con l'Unione Europea e
relazioni con l'estero, udita la relazione del Dirigente delegato dall'Autorità
di Gestione del POR Calabria FSE 20072013 ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 17 luglio 2013;
delibera
di prendere atto del POR Calabria FSE 2007-2013
così come modificato dalla Commissione europea con Decisione C (2012) 9617 del
14 dicembre 2012, allegato alla presente per costituirne parte integrante e
sostanziale; di approvare il nuovo Piano Finanziario del POR Calabria FSE
2007-2013 articolato per Assi e Obiettivi Specifici Comuni cosi come riportato
nelle Tabelle allegate che costituiscono parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione".
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 236 del
27 giugno 2013;
visti:
l'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002;
la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996, con
la quale si è provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti
regionali operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;
considerato che:
con delibera del Direttore Generale dell'ATERP di
Crotone n. 55 del 26/03/2012 è stato approvato il Conto Consuntivo per
l'esercizio finanziario 2011;
nella relazione al conto consuntivo per l'anno
2011 del 23.03.2012 il Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole per
l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2011, rilevando:
la regolarità delle procedure per la
contabilizzazione delle spese e delle entrate in conformità alle disposizioni
di legge e di regolamenti;
la corrispondenza tra i dati riportati nel
rendiconto con quelli risultanti dalle scritture contabili nel corso
dell'esercizio;
il rispetto del principio della competenza finanziaria
nella rilevazione degli accertamenti e degli impegni;
la corretta rappresentazione del conto del
bilancio nei riepiloghi e nei risultati di cassa e di competenza finanziaria;
la corrispondenza tra le entrate a destinazione
specifica e gli impegni di spesa assunti in base alle relative disposizioni di
legge;
il rispetto dei vincoli stabiliti dalle leggi
regionali 19/2009 e 22/2010 in materia di contenimento della spesa;
l'introduzione di idonee procedure contabili per la
compilazione e la tenuta dell'inventario dei beni mobili e immobili;
ed osservando e raccomandando:
per ciò che concerne la morosità, che i dati
contabili relativi agli arretrati permettono un riscontro con dati certi solo a
partire dall'anno 2003;
che i canoni di competenza del 2011 si sono
ridotti rispetto a quelli dei precedenti esercizi;
di proseguire nell'azione di contenimento delle
spese;
la Regione a procedere alla definitiva soluzione
della problematica della tripartizione;
con delibera di Giunta regionale n. 444 del
05/10/2012 è stato nominato, in ragione della decadenza ope legis dei
precedenti ai sensi della L.R. n. 12/2005, il nuovo Collegio dei Revisori, che
ha espresso parere favorevole alla convalida del conto consuntivo 2011 ed alla
sua consequenziale approvazione.
visti:
la relazione del Direttore Generale dell'Aterp di
Crotone al Rendiconto Consuntivo anno 2011, allegata al Rendiconto;
l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori
bilancio non ancora riconosciuti, allegata al Rendiconto;
la tabella, allegata al rendiconto, con la quale
l'ATERP dimostra di aver rispettato i vincoli imposti dalla legge regionale
n.22/2010,
considerato che il Dipartimento Lavori Pubblici,
con nota prot. n. 247575 del 17 luglio 2012, ha espresso parere favorevole
all'approvazione del rendiconto 2011, concordando con la raccomandazione del
Collegio dei Revisori di proseguire nell'azione di contenimento delle spese e
di verifica delle morosità, rilevando che:
dalla fluttuazione del disavanzo economico
nell'arco degli anni è evidente che
l'Azienda ha serie difficoltà ad equilibrare le spese correnti con le
entrate correnti;
gli importi dei residui attivi e passivi
risultano diminuiti rispetto all'anno precedente e tali variazioni sono dovute
principalmente alla riduzione dei canoni di locazione, peri residui attivi, e
per l'utilizzo del fondo per la tripartizione, per i residui passivi;
i canoni di competenza del 2011 si sono ridotti
rispetto a quelli dei precedenti esercizi;
Tenuto conto che il Dipartimento Bilancio,
Settore 2 Ragioneria Generale —Servizio n. 5 Contabilità, Rendicontazione e
Parificazione, con nota prot. n. 201374 del 14.06.2013, ha svolto la relazione
istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo per l'esercizio finanziario 2011,
prendendo atto della tabella allegata al rendiconto 2011, con la quale
l'Azienda dimostra di aver rispettato i vincoli imposti dalla legge regionale
22/2010, e proponendo l'approvazione del rendiconto 2011 segnatamente e
limitatamente alla propria competenza contabile;
Considerato che la Seconda Commissione, vista la
dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale
competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui
all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo proprie le osservazioni e
le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori
Pubblici e dal Dipartimento Bilancio, nonché le considerazioni esposte dai
rappresentanti dell'ATERP di Crotone
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
l.r. n. 8/2002, il Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2011 dell'ATERP
di Crotone, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni espresse dal
Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, con allegati
tutti documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione”.
“Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n. 247 del
4 luglio 2013;
visti:
l'articolo 57 della L. R. n. 8/2002 per come
modificato dall'art. 5, L.R. 16 marzo 2004, n. 7;
la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 con
la quale si è provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti
regionali operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;
considerato che:
con delibera del Direttore Generale dell'ATERP di
Catanzaro n. 94 del 31/03/2012, è stato approvato il Conto Consuntivo per
l'esercizio finanziario 2011;
il Collegio dei revisori, con la relazione del
5.04.2012 al conto consuntivo per l'anno 2011, ha espresso parere favorevole
per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2011, rilevando le
seguenti· osservazioni e raccomandazioni ed invitando l'azienda a:
provvedere alla copertura del disavanzo di
amministrazione risultante dal Conto Consuntivo dell'esercizio 2011;
proseguire e intensificare le azioni dirette al
recupero della morosità e alla regolarizzazione dei rapporti locativi;
proseguire il programma di dismissione degli
immobili alienabili, dando priorità a quelli collocati nei cosiddetti condomini
misti;
proseguire l'opera e l'attività posta in essere
per un adeguato coordinamento tra gli uffici, al fine di rendere più agevoli ed
efficaci le procedure amministrative, contabili e legali;
consolidare la capacità di riscossione, al fine
di garantire all'azienda un equilibrato andamento dei flussi di entrata e di
uscita;
il nuovo Collegio nominato con delibera di Giunta
regionale n. 486 del 06/11/2012 in ragione della decadenza ope legis dei
precedenti ai sensi della L.R. n. 12/2005, ha espresso in data 18/03/2013
parere favorevole alla convalida del bilancio consuntivo 2011 dell'ente;
tenuto conto della nota prot. 247579 del 17
luglio 2012, con cui il Dipartimento Lavori Pubblici esprime parere favorevole
all'approvazione del rendiconto 2011, concordando con le risultanze del
Collegio dei Revisori e prescrivendo che l'ATERP si impegni ulteriormente per
eliminare situazioni di carenze e di morosità ancora presenti;
preso atto della nota prot. 218502 del 1 luglio
2013, con cui il Dipartimento Bilancio -Settore 2 "Ragioneria
generale" ha svolto la relazione istruttoria definitiva sul Conto
Consuntivo esercizio finanziario 2011:
proponendo l'approvazione del rendiconto 2011,
con la prescrizione di eliminare, nel corso del primo esercizio utile. gli
impegni relativi al personale, Titolo 1 Spese Correnti - Categoria 2 - Oneri
per il personale in servizio, per un totale di C 233.278,95;
chiedendo l'invio del provvedimento al Direttore
Generale del Dipartimento Lavori Pubblici ed alla Presidenza della Giunta
regionale, al fine di verificare le condizioni in ordine all'attuazione
dell'articolo 9, comma 12. della Legge Regionale n. 22/2010;
rilevato che nella Delibera di Giunta regionale
si evince che:
l'Ente ha dichiarato che "per una corretta
rilevazione dei risparmi di spesa conseguiti, si è reso necessario procedere ad
una verifica del costo del personale per gli anni 2009.2010 e 2011. impegnato
in c/competenze. Ciò al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dalla
legge regionale n. 22/2010 in materia di contenimento della spesa. Il controllo
ha portato ad una ridefinizione degli impegni assunti, in quanto sono state
riscontrate delle differenze, tra le poste impegnate e quelle da considerare
effettivamente ai fini applicativi della legge citata. Il prospetto riepilogativo
trasmesso dall'ente evidenzia, infatti, come le suddette differenze
scaturiscano, prevalentemente, da mancate riduzioni di impegni di spesa che
dovevano essere effettuate a fine esercizio e che saranno oggetto dì
riaccertamento dei residui in fase di chiusura di bilancio consuntivo per
l'esercizio 2012";
il risparmio di almeno il 10% della spesa per il
personale relativo all'anno 2011, rispetto alla spesa per il personale 2010, è
stato rispettato in termini di pagamento, mentre in termini di impegni è stato
realizzato solo il risparmio del 8,75%;
che quest'ultimo risparmio della riduzione sugli
impegni relativi al personale è garantito dalle future eliminazioni in
economia, e che è stato rilevato un trend positivo di contenimento dei costi
del personale;
tenuto conto che l'eventuale mancato ed
ingiustificato raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa
previsto dall'articolo 9, comma 12, della L.R. 22/2010 costituisce causa di
revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli
Enti Strumentali, negli Istituti, nelle Agenzie, nelle Aziende e negli altri
enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, non costituisce motivo
ostativo all'approvazione del Rendiconto Consuntivo dell'Ente;
considerato che la Seconda Commissione, preso
atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della
Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo
proprie le prescrizioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori,
dal Dipartimento Lavori Pubblici, dal Dipartimento Bilancio, e dalla Giunta
regionale, nonché le considerazioni esposte dai rappresentanti dell'ATERP di
Catanzaro
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
legge regionale n. 8/2002, il Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2011
dell'ATERP di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni e raccomandazioni
espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali competenti, e
dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa
che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
“Il Consiglio regionale,
vista la delibera di Giunta regionale n. 248 del
4 luglio 2013;
vista:
la legge regionale n. 8 del 4 febbraio 2002
recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", in particolare l'articolo 57, commi 3 e 4;
la legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 che
istituisce le Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica;
considerato che con deliberazione del Commissario
Straordinario dell'ATERP di Catanzaro n. 257 del 10 settembre 2012 è stato
approvato il progetto di bilancio di previsione della medesima Azienda per
l'anno 2013;
tenuto conto che il Collegio dei Revisori dei
Conti, nella seduta del 10 settembre 2012, ha espresso parere favorevole
all'approvazione del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 201.3,
con le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
il disavanzo economico previsto per l'esercizio
2013 si è progressivamente ridotto rispetto a quello del 2011;
di proseguire costantemente nelle azioni poste in
essere per l'abbattimento della morosità esistente in ordine ai canoni di
locazione;
di completare l'opera di censimento del
patrimonio immobiliare a propria disposizione;
di proseguire ed intensificare, costantemente ed
ininterrottamente, gli interventi dovuti per abbattere e limitare i fenomeni
dell’abusivismo e della morosità;
di continuare nell'accertamento della regolarità
e legittimità dell'uso del patrimonio immobiliare gestito, anche attraverso il
coinvolgimento e il supporto degli altri Enti e Autorità preposte;
posto che l'Unità Organizzativa Autonoma
"Politiche della casa" istituita presso il Dipartimento "Lavori
Pubblici, Edilizia residenziale, Politica della casa", con nota prot. n.
51154 del 13 febbraio 2013, ha svolto l'istruttoria di sua competenza, conclusa
con parere favorevole, con le seguenti raccomandazioni:
continuare nell'attività di puntuale riscossione
dei canoni di locazione e nella risoluzione del problema dell'abusivismo e
delle morosità;
dare attuazione alla delibera n. 36 del
29/01/2013 in cui si prevede di effettuare tutti gli aggiustamenti contabili
necessari, attraverso una variazione di bilancio, per adeguarsi alla L.R. n.
69/2012;
considerate:
la deliberazione della Giunta regionale n. 128
del 22 aprile 2013 con la quale è stato autorizzato l'esercizio provvisorio del
bilancio dell'Aterp di Catanzaro, fino al 30 aprile 2013, entro il limite dei
quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa
necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e per le
spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse
statali;
la deliberazione del Direttore generale
dell'ATERP di Catanzaro n. 183 del 29 aprile 2013 con la quale è stata
approvata, sulla base delle osservazioni del Settore Bilancio, la rimodulazione
del Bilancio di previsione per l'esercizio 2013 a modifica ed integrazione
della delibera n 257 del 10 settembre 2012 e della delibera n. 36 del 29
gennaio 2013 in conformità alla l.r. n. 69/2012;
tenuto conto che il Collegio dei Revisori dei
Conti in data 2 maggio 2013 ha espresso parere favorevole alla delibera n. 183
del 29 aprile 2013;
rilevato che il "Settore Bilancio e
programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario", con nota
n. 214427 del 27 giugno 2013, ha effettuato l'istruttoria di competenza, non ha
rilevato elementi ostativi ed ha formulato le seguenti prescrizioni e
raccomandazioni:
di limitare la spesa corrente iscritta al
capitolo 6/25 relativo a "partecipazione a concorsi, seminari e
convegni", in modo da assicurare la riduzione dell'80% rispetto agli
impegni dell'anno 2009 delle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre,
pubblicità e rappresentanza in luogo del 50% previsto;
di proseguire nell'azione di contrasto della
morosità già attuata negli anni precedenti e verificare l'effettiva esigibilità
dei residui esposti, soprattutto di quelli di più antica formazione, eliminando
quelli che dovessero risultare ormai inesigibili;
e osservando che:
in sede di rimodulazione del bilancio, l'Aterp ha
eliminato la previsione di competenza relativa al personale trasferito ed ha
trasmesso il Piano triennale dei futuri pensionamenti riguardanti il personale
assunto, chiedendo il ripristino dello stanziamento;
l'Azienda ha provveduto a modificare gli stanziamenti
di competenza adeguandoli alle prescrizioni della l.r. n. 69/2012;
tenuto conto che la Delibera di Giunta regionale
demanda agli organi dell'ATERP di Catanzaro la puntuale applicazione delle
prescrizioni contenute nella nota prot. n. 214427 del 27 giugno 2013 del
Dipartimento Bilancio;
considerato che la Seconda Commissione, preso
atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della
Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento
amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 30 luglio 2013, facendo
proprie le prescrizioni, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal.
Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Lavori Pubblici, dal Dipartimento
Bilancio e dalla Giunta regionale, nonché le considerazioni esposte dai
rappresentanti dell'ATERP di Catanzaro,
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
l.r. n. 8/2002, il Bilancio di previsione rimodulato per l'anno finanziario
2013 dell'ATERP di Catanzaro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e
raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dai Dipartimenti regionali
competenti, e dalla Giunta regionale, con allegati tutti i documenti richiamati
in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione”.
“Il Consiglio regionale
vista la precedente deliberazione n. 313 del 24
giugno 2013, recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di
Zambrone e Zaccanopoli della Provincia di Vibo Valentia. Effettuazione del
referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n.
13", pubblicata su B.U.R. n. 13 del 16.07.2103;
visto il decreto del Presidente della Giunta
regionale n. 99 del 15 luglio 2013, parzialmente modificato con decreto n. 106
del 29 luglio 2023, con il quale è stato indetto il referendum consultivo per
la modifica dei confini territoriali dei Comuni sopra richiamati nella data di
domenica 13 ottobre 2013;
vista la nota congiunta dei Sindaci dei Comuni di
Zambrone e Zaccanopoli del 28 agosto 2013, con la quale evidenziano delle
incongruenze nella deliberazione sopra citata, e specificamente nei punti b) e
c), rispetto alle deliberazioni n. 7 del 30.04.2011 e n. 27 del 19.07.2012 dei
rispettivi Consigli comunali poiché, da
un lato, è stata erroneamente attribuita alla località "Cancino" del
comune di Zaccanopoli la qualifica di frazione, non essendo mai stata avviata
alcuna procedura in merito, e, dall'altro, evidenziano che seppur le abitazioni
delle famiglie residenti nella suddetta località ricadono nel territorio del
Comune di Zaccanopoli, dal quale distano ben 10 Km, i relativi occupanti
possiedono, invece, la residenza nel Comune di Zambrone, ricevendo dallo stesso
tutti i servizi essenziali quali la rete idrica, la rete fognaria, la raccolta
rifiuti, il trasporto scolastico, ecc.;
ritenuto opportuno, in accoglimento delle richieste
avanzate dai Sindaci dei Comuni di Zambrone e di Zaccanopoli, procedere alla
modifica dei punti b) e c) della deliberazione n. 313, in modo da consentire al
Presidente della Giunta regionale di revocare i rispettivi decreti e
contestualmente indire un nuovo referendum consultivo in modo che il Comune di
Zambrone e non quello di Zaccanopoli si occupi della procedura referendaria di
che trattasi;
vista la legge regionale n. 13/1983;
delibera
per le motivazioni richiamate in premessa che qui
si intendono integralmente riportate, di modificare i punti b) e c) della
deliberazione del Consiglio regionale n. 313 del 24 giugno 2013 nel modo
seguente:
b) di definire nei seguenti termini il quesito da
sottoporre alla consultazione popolare con riferimento al progetto di legge
esaminato: "Volete voi che i confini territoriali tra i comuni di Zambrone
e Zaccanopoli siano modificati secondo quanto previsto dal progetto di legge n.
377/9^, determinando in tal modo il trasferimento della località «Cancino» del
comune di Zaccanopoli al comune di Zambrone?";
c) di stabilire che, ai sensi dell'articolo 133,
comma 2 della Costituzione e dell'articolo 40, comma 4, lettera c) della legge
regionale n. 13 del 1983, partecipano al referendum consultivo gli elettori
della località "Cancino" del Comune di Zaccanopoli, la cui residenza
è fissata, però, nel Comune di Zambrone, per tali intendendosi coloro che, in
base alla vigente disciplina statale, godono del diritto di elettorato attivo
per le elezioni amministrative comunali;
di confermare nel resto la deliberazione n. 313 del 24 giugno 2013".
Art. 1
1. All'articolo 41, comma 5, della legge
regionale 27 dicembre 2012, n. 69, le parole "è autorizzata nel bilancio
pluriennale 2013-2015 la spesa complessiva di euro 40.000.000,00, di cui euro
10.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2013, euro 15.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2014 ed euro 15.000.000,00 nell'esercizio
finanziario 2015" sono sostituite con le parole "è autorizzata nel
bilancio pluriennale 2013-2015 la spesa complessiva di euro 30.000.000,00, di
cui euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2014 ed euro 15.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2015".
2. Per l'esercizio finanziario 2013, la Giunta
regionale provvede alle finalità di cui all'articolo 41, comma 5, della legge
regionale n. 69/2012, utilizzando le risorse di cui all'articolo 25, comma 11
quinquies, del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con
modificazioni dalla legge 9 agosto 2013, n. 98.
3. La maggiore disponibilità di euro
10.000.000,00, derivante dalla riduzione dello stanziamento per l'anno 2013 del
capitolo 23010510 disposta dal precedente comma 1, è destinata, per l'importo
di euro 9.300.000,00, alle aziende di trasporto pubbliche e private che
esercitano i servizi su gomma, con allocazione all'UPB 2.3.01.02 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2013, e per l'importo di euro 700.000,00
alla gestione dei servizi ferroviari in concessione alla Società FS Spa, con
allocazione all'UPB 2.3.01.05 del bilancio medesimo, quali ulteriori quote a
carico del bilancio regionale distinte da quelle iscritte a titolo di fondo
nazionale trasporti di cui all'art. 16 bis del decreto legge 6 luglio 2012,95,
convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e dall'art. 1,
comma 301, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare
le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui
all'articolo 10 della legge regionale n. 8/2002.
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
“Il Consiglio regionale
Premesso che nei giorni scorsi la stampa
nazionale ha riportato, su diverse testate e con l’indicazione di potenziali
interlocutori internazionali, le ipotesi di ristrutturazione elaborate dai
Vertici del Gruppo Finmeccanica riguardanti alcune aziende partecipate ed in
particolare “Ansaldo Breda”;
considerato che, sulla base dei dati di bilancio
e di fatturato preventivati e che continuano ad avere un “trend” negativo anche
nel corrente anno, sarebbe previsto lo scorporo dei siti produttivi tra quelli
appetibili, da parte dei potenziali partner, e quelli da destinare in una “bad
company”;
atteso che queste informazioni, ancorché
ufficiose, hanno suscitato un gravissimo e legittimo allarme tra le circa 500
maestranze dello stabilimento reggino divenuto da anni uno dei gioielli
dell’Azienda metro-ferroviaria;
ritenuto che le Rappresentanze Sindacali a tutti
i livelli e le Istituzioni locali, a partire dalla Regione, da sempre vicine
alle problematiche del sito di Torre Lupo, non possono rimanere inerti di
fronte al preoccupante disegno che potrebbe vedere lo stabilimento reggino
ingiustamente penalizzato rispetto agli altri tre siti del resto del Paese;
considerato che per fugare queste preoccupazioni,
il Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi
Comunitari”, On.le Candeloro Imbalzano ha ritenuto urgente aprire una
interlocuzione istituzionale con i Vertici di Finmeccanica, per avere ragguagli
sulle reali strategie del gruppo stesso, con particolare riferimento al destino
dello stabilimento reggino nell’ambito della eventuale trattativa per Ansaldo
Breda SpA;
preso atto che a seguito di questa importante e tempestiva
iniziativa del Presidente Imbalzano, nella seduta del 17 settembre della
Commissione il Direttore Centrale del Gruppo Finmeccanica Dr. Marco Forlani, su
delega espressa del Presidente Dr. Gianni De Gennaro e dell’AD Alessandro
Pansa, pur non avendo esplicitato i termini, necessariamente ancora riservati,
delle trattative in corso, ha fornito ripetute assicurazioni sul futuro dello
stabilimento reggino e sul mantenimento di tutti i livelli occupazionali;
considerato ancora che, nonostante le assicurazioni
ricevute da Commissari e Sindacati presenti all’audizione del Top Manager, si
ritiene strategicamente necessario rafforzare il settore di costruzione
ferroviaria nazionale che, se integrato con il comparto del “Segnalamento”,
porterebbe un sicuro vantaggio al manifatturiero italiano, stante la crescente
domanda globale di materiale rotabile;
ritenuto infine che, in tal modo, Ansaldo Breda
potrebbe diventare più attrattiva e funzionale ad una logica di equilibrato e
nuovo partenariato con gruppi internazionali;
tutto quanto premesso
ritiene più che mai necessario approfondire nelle
sedi di Governo deputate la complessa e delicata problematica dello
Stabilimento Ex Omeca di Reggio Calabria ed a tal fine
impegna
il Presidente della Giunta regionale e tutta la
Deputazione Parlamentare Calabrese ad assumere una comune e sinergica
iniziativa nei confronti della Presidenza del Consiglio, peraltro già coinvolta
nell’esame delle ipotesi di ristrutturazione della “galassia” FINMECCANICA,
perché ponga in essere, nei tempi più ristretti, un tavolo tecnico nazionale di
reale confronto e di diretta interlocuzione con Regioni e Sindacati
direttamente interessati;
il Presidente della Giunta regionale a dare seguito, necessariamente rimodulate, a precedenti iniziative, costituendo comunque un immediato tavolo di lavoro e di concertazione tra la Regione Calabria, le Ferrovie della Calabria, Trenitalia e l’Università Mediterranea Facoltà di Ingegneria dei Trasporti, per dare una forte accelerazione al Piano regionale dei trasporti e per individuare le sinergie ed i campi di intervento ritenuti utili per favorire lo sviluppo delle grandi potenzialità dello stabilimento reggino”.
“Il Consiglio
regionale,
premesso che:
Dante Maffia è nato a Roseto Capo Spulico (Cosenza)
il 17 gennaio 1946 da padre cassanese;
trasferitosi a Roma si è laureato con una tesi
sulla Presenza del Verga nella narrativa calabrese, dedicandosi quindi
all’insegnamento e alla ricerca nella cattedra di Letteratura Italiana
dell’Università di Salerno diretta da Luigi Reina;
natura avida e curiosa, Maffia ha ingaggiato con
la lettura e con la scrittura un vero e proprio duello cercando di
scandagliare, oltre che le opere degli scrittori italiani, anche quelle di
altri Paesi;
egli è poeta, narratore, saggista, critico d’arte
e fondatore di riviste prestigiose come “Il Policordo”, “Poetica” e “Polimnia”.
Intensa la sua attività critica sulle maggiori riviste italiane tra cui “Nuova
Antologia”, “Il Veltro”, “Il Belli”, “Idea”, “Poiesis”, “Fermenti”, “Poesia”,
“Microprovincia”, “Hebenon”, “La Fiera Letteraria”, “Il Giornale di Calabria”,
“Il Mattino”, “La Voce”, “Nuovi Argomenti”, “Il Cittadino”, “La Nazione”,
“Paese Sera”, “Lunarionuovo”, “Misure Critiche”, “La Rassegna Salentina”,
“Otto/Novecento”;
egli è stato corrispondente de “La Nacion” di
Buenos Aires; per anni ha curato la rubrica dei libri per RAI 2 ed è redattore
degli “Studi di Italianistica nell’Africa Australe”;
come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo
Palazzeschi, che ha firmato la prefazione al suo primo volume, e da Leonardo
Sciascia, che con Dario Bellezza lo ha definito “uno dei più felici poeti
dell’Italia moderna”;
il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, nel 2004 lo ha insignito di Medaglia d’Oro per i suoi meriti culturali,
insieme a Uto Ughi, Raffaele La Capria, Piero Angela, Giuseppe Tornatore,
Ermanno Olmi e Achille Bonito Oliva;
oltre ad Aldo Palazzeschi, hanno prefato i suoi
libri Donato Valli, Enzo Mandruzzato, Dario Bellezza, Mario Sansone, Carmelo
Mezzasalma, Mario Luzi, Giulio Ferroni, Marco Rossi, Giacinto Spagnoletti,
Angelo Stella, Giuseppe Pontiggia, Mario Specchio, Claudio Magris, Nelo Risi,
Alberto Granese, Dacia Maraini, Gian Luigi Nespoli, Silvana Folliero, Tommaso
Romano, Carmelo Vera Saura, Tullio De Mauro, Natalino Sapegno, Norberto Bobbio,
Luigi Reina, Alberto Bevilacqua, Alberto Moravia, Alberto Granese, Corrado
Calabrò, Gianpaolo Rugarli, Alberto Abbuonandi, Remo Bodei, Sergio Givone,
Giuliano Manacorda;
numerose sono le traduzioni delle sue opere
all’estero: in rumeno, inglese, francese, spagnolo, russo, tedesco, portoghese,
slovacco, macedone, svedese, sloveno, bulgaro, greco, ungherese;
sterminata è la sua produzione letteraria e
poetica, che si compone di decine di opere tra cui Gli Italiani preferiscono le
straniere, Roma, 2012; Sbarco clandestino, Roma 2011; San Bettino Craxi e altri
racconti, Roma, 2011; La strada sconnessa, Firenze, 2011; Nel mondo di Antonio
Tabucchi, Roma, 2011; Poesie torinesi, Roma, 2011; Sette donne per fare un uomo
intero. Racconti di donne e sulle donne, Reggio Calabria, 2011; La donna che
parlava ai libri, Roma, 2010; I racconti del ciuto, Reggio Calabria, 2010;
Milano non esiste, Matelica, 2009; Il poeta e lo spazzino, Roma, 2008; Il
romanzo di Tommaso Campanella, Belgrado, 2007; Al macero dell’invisibile,
Antella-Firenze, 2006; Il romanzo di Tommaso Campanella, Nuoro, 2006; Il corpo
della parola, Faloppio, 2006; Diario Andaluz, Siviglia, 2005; Canto
dell’usignolo e della rana, Ragusa, 2005; Risalendo il Danubio – scritti su
Claudio Magris, Roma, 2005; Un lupo mannaro, Lucca, 2004; Mi faccio musulmano,
Roma, 2004; Viaggio a Francoforte, Francoforte, 2004; Di rosa e di rose,
Firenze, 2004; La Biblioteca d’Alessandria, Roma, 2003; Poeti italiani verso il
nuovo millennio, Roma, 2003; La Regina dei Gatti, Lucca, 2002; Canzoni d’amore,
di passione e di gelosia, Roma, 2002; La poesia italiana verso il nuovo
millennio, Napoli, 2001; Papaciòmme, Venezia, 2000; Possibili errori, Roma,
2000; Lo specchio della mente, Milano, 1999; Lo sport al femminile in Italia,
Benevento, 1999; Pittura e letteratura, Roma, 1999; Il romanzo di Tommaso
Campanella, Milano, 1996; Le donne di Courbert, Roma, 1996; La barriera
semantica, scritti sulla poesia in dialetto del Novecento, Roma, 1996; I rùspe
cannarùte, Milano, 1995; La castità del male, Bellinzona, 1993; L’educazione
permanente, Bellinzona, 1992; La danza del adios, Buenos Aires, 1991;
Corradino, Napoli, 1990; U Ddìje poverìlle, Milano, 1990; Quasimodo interprete
della poesia di Leonida da Taranto, Manduria, 1990; Antonio Altomonte
narratore, Salerno, 1989; A vite i tutte i jùrne, Roma, 1987; I colori della
vita nella narrativa di Giorgio Saviane, Catania, 1985; Forme espressive e
radici nella narrativa di Gina Lagorio, Catania, 1985; Il ritorno di Omero,
Cosenza, 1984; Caro Baudelaire, Manduria, 1983; L’eredità infranta, Firenze,
1981; Passeggiate Romane, Lecce, 1979; Le favole impudiche, Bari, 1977; Il
leone non mangia l’erba, Roma, 1974;
ha curato, tra le altre, opere di Tommaso Campanella,
Torquato Tasso, Carlo Goldoni, Giulio Carcano, Francesco De Sanctis, Luigi
Capuana, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Leonida Repaci, Andrea
Camilleri, Corrado Calabrò, Saverio Strati, Alberto Caramella e antologie
tematiche sulla Calabria (Poesie alla Calabria, Cosenza, 1986, Narratori
Calabresi, Catanzaro, 1994, Voci della scrittura calabrese, Firenze, 2003),
sull’Alto Jonio, sui treni, su Lucca, sulla rima;
per l’Università Stony Brook, N. Y., ha curato i
poeti in dialetto del Lazio, della Campania e del Friuli Venezia Giulia
inseriti nell’antologia dei poeti in dialetto in edizione trilingue;
e i suoi scritti testimoniano il suo costante e
indefesso impegno per la divulgazione della cultura intesa in tutta la sua
ampiezza e profondità;
egli crede fermamente che gli uomini possano
crescere e avere un futuro migliore non solo se sapranno avere la
consapevolezza dei loro problemi ma anche se sapranno dialogare con le altre
culture considerando l’altro da sé come una risorsa e non come un estraneo;
convinto che la cultura sia uno degli strumenti
che l’uomo ha per sentirsi veramente libero, Maffia s’è prodigato, e continua a
farlo, per diffonderla tanto che non solo ha donato una parte consistente della
sua biblioteca a Fondazioni e ad Associazioni ma ha anche incontrato, e
continua incessantemente a farlo, genti e scolaresche;
Dante Maffia ha affrontato anche i temi più
scottanti del nostro tempo, primo fra tutti quello dell’emigrazione, e poi
quello dell’immigrazione, quello degli emarginati, dei manicomi, per
intenderci, dei barboni, degli scontri delle culture egemoni con quelle
subalterne;
egli riesce a entrare in questi mondi
percependone le lacerazioni e le necessità tanto che nei suoi scritti,
sicuramente scevri da ogni forma di moralismo e di retorica, si percepisce
tutta la carica umana che in lui freme e scalpita, chiedendo giustizia;
dunque egli è calabrese interamente e, allo
stesso tempo, uomo universale, proprio perché ha forte, visibile e palpitante
la sua identità;
uomini come Dante Maffia fanno la storia di un
popolo e la rendono visibile e praticabile, fonte di interesse non soltanto
antropologico: per averne un’idea si possono consultare le numerose monografie
a lui dedicate da Rocco Salerno, Gennaro Mercogliano, Franco Di Carlo, Luigi
Reina, Antonio Iacopetta, Marco Onofrio;
Corrado Alvaro, il narratore di San Luca, ha
aperto la strada del rinnovamento umano e sociale della Calabria proseguito poi
da Repaci, Perri, Strati, La Cava, Seminara, Altomonte, Calogero, Rocco
Carbone, Pasquino Crupi, Luigi Lombardi Satriani e tanti altri. Dante Maffia
prende l’eredità di tutti questi e ne rinnova istanze e poesia, diventando la
punta di diamante di un processo che toglie dall’isolamento la Calabria e la
pone al centro del crogiolo dei popoli europei;
che Maffia è figlio della nostra terra e della
Calabria, ed in suo onore e nome, nelle settimane passate, è sorto un comitato
che si prefigge di favorire l’assegnazione in suo favore del Premio Nobel per
la Letteratura;
che del detto comitato fanno parte, tra l’altro,
professori di varie università (Cosenza, Salerno, Napoli, Roma “La Sapienza”,
“Tor Vergata” e Roma Tre, Firenze, Siena, Trieste), testimonianza di
un’attenzione che va ben oltre i confini meramente locali e nazionali;
impegna
il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale e dell’Assessore regionale alla cultura:
a chiedere alla prestigiosa Accademia di Svezia
la candidatura al Premio Nobel per la letteratura a Dante Maffia;
ad invitare tutti i comuni, calabresi e non,
tutte le Associazioni e le Fondazioni calabresi a fare altrettanto, chiedendo
con fierezza e con estrema convinzione all’Accademia di Svezia di prendere in
seria considerazione la candidatura al Premio Nobel di Dante Maffia perché egli
rappresenta sicuramente il mondo di fermenti e di furori del nostro tempo, ma
anche il futuro di un mondo come quello calabrese che ha diritto finalmente di
uscire dal pantano dei pregiudizi, dell’isolamento e della ingiusta condanna;
ad inviare la delibera al già costituito Comitato
per la concessione del Nobel a Dante Maffia affinché la inoltri all’Accademia
di Svezia, a corredo di tutta la documentazione di rito;
a divulgare, attraverso tutte le forme ritenute
idonee, questa delibera, le sue finalità ed i suoi contenuti affinché le
università, le scuole, i comuni calabresi, le fondazioni, le associazioni
promuovano ogni iniziativa utile al raggiungimento dell’ambito traguardo”.
“Il Consiglio
regionale,
premesso che:
la Costituzione riconosce la salute, quale bene
primario dell’individuo, ed all’art. 32 recita: “la Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto ed interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti;
le strutture ospedaliere calabresi versano in
condizioni sempre più fatiscenti, nonché private dell’organico medico
necessario;
l’ospedale di Locri, fin dagli anni ’70, ha
seguito un gruppo di circa quaranta ragazzi affetti da talassemia, malattia che
prevede delle cure giornaliere e costanti per la stessa sopravvivenza
(somministrazione lenta di un farmaco per mezzo di una macchinetta a cui viene
attaccata all’estremità un piccolo ago);
da circa due mesi l’ospedale di Locri, non
fornisce l’assistenza medica, in quanto la Regione Calabria risulta morosa da
alcuni anni con la ditta distributrice degli aghetti, necessari per la terapia;
il personale medico è deficitario, essendo stato
ridotto di tre elementi su un organico di nove unità e malgrado gli sforzi di
tutto il personale medico e paramedico si vive comunque una condizione di
disagio;
da parecchi anni vi è un progetto, ancora lettera
morta, per la costituzione di un “Centro Talassemia”, che prevede la presenza
fissa di un medico e di un infermiere ed altri benefits;
nonostante le continue segnalazioni, su una
questione di tale urgenza, la Regione Calabria sembra essere ancora
indifferente,
impegna
il Presidente della Regione e la Giunta regionale
ad intervenire immediatamente ed efficacemente su una questione di tale
importanza ed urgenza, garantendo l’istituzione di un “Centro Talassemia”
presso l’Ospedale di Locri.”