IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
69.
SEDUTA DI VENERDI’ 28 GIUGNO 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE
ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 14,50
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Presidente, vorrei intervenire per una richiesta di inserimento di un ordine del giorno, peraltro, già concordato.
Se siamo d’accordo facciamo un’ora di interrogazioni per passare poi alle richieste di inserimento all’ordine del giorno così andiamo spediti e recuperiamo il tempo perso.
La prima interrogazione a risposta immediata numero 359 del 15 maggio 2013 è a firma del consigliere Giordano “Sull’utilizzo dell’avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio regionale ai sensi della legge regionale 36/2012”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con legge regionale 10 agosto 2012, numero 36, Variazione al bilancio di previsione 2012 ai sensi dell’articolo 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8., in sede di collegato alla manovra finanziaria di assestamento del bilancio del Consiglio regionale, è stato previsto all’articolo 1 che una quota parte dell’avanzo di amministrazione, risultante dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2011, approvato con deliberazione numero 213 del 3 agosto 2012, per un importo di euro 4.200.000,00, è restituita, nel corso dell’esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell’entrata ed essere destinata, dal lato della spesa, al finanziamento di alcune leggi regionali;
parte delle risorse stanziate sono state destinate al finanziamento delle seguenti leggi regionali:
per euro 1.000.000,00 alle attività di cui alla legge regionale 14 agosto 2008, numero 28 relativa alla realizzazione di progetti di politiche attive del lavoro, da allocare all’UPB 4.3.02.01 (capitolo 43020108) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, numero 11, da allocare all’UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
per euro 500.000,00 al finanziamento dell’articolo 6, comma 5, della legge regionale 28 giugno 2012, numero 27 inerente gli indennizzi a carico del bilancio regionale dovuti ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, numero 210, non più finanziata con risorse statali, da allocare all’UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020112) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
per euro 500.000,00 alla parziale copertura di quota parte dei debiti pregressi inerenti l’anno 2011 relativi alle provvidenze in favore di soggetti affetti da particolari patologie di cui alla legge regionale 29 marzo 1999, numero 8, da allocare all’UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020111) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
per euro 1.000.000,00 al finanziamento delle prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di cui all’articolo 49 della legge regionale 23 dicembre 2011, numero 47, da allocare all’UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010213) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;
da alcuni segnalazioni pervenute si evincerebbe che alcuni dei capitoli suindicati non siano stati implementate con le risorse individuate dalla legge regionale 36/2010 -:
se la Giunta regionale ha provveduto ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 8/2002;
se le somme previste siano state interamente destinate ai capitoli di spesa meglio indicate in premessa;
in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per regolarizzare una situazione contabile al fine di dare risposte a quelle fasce sociali interessate dall’intervento finanziario.”
La illustra il consigliere Giordano. Mi raccomando, ricordo i tempi che sono di tre minuti, due minuti per l’illustrazione ed uno per la replica.
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione vuol far chiarezza. Com’è noto, nell’agosto 2012 questo Consiglio regionale ha approvato la legge regionale
numero 36. In sede di assestamento
di bilancio, rispetto all’avanzo di
amministrazione conseguito pari a 4 milioni 200 mila euro, erano stati
trasferiti alla Giunta regionale per il
finanziamento di leggi e di interventi privi di copertura.
Il più rilevante riguardava le politiche attive del lavoro con un capitolo sempre in sofferenza, il capitolo 43020108; il finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro rispetto alla legge regionale numero 11 del 2010 che era rimasta priva o con insufficiente copertura per tre anni; poi ancora il capitolo relativo agli indennizzi per i soggetti danneggiati da complicanze a causa di vaccinazioni e trasfusioni. Ancora 500 mila euro a favore del capitolo per i soggetti affetti da particolari patologie di cui alla legge regionale numero 8 del 1999 e in ultimo 1 milione era invece destinato per le prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate ai sensi dell’articolo 49 della legge finanziaria 47/2011.
Sembrerebbe che queste risorse non siano state trasferite e non siano stati impinguati i capitoli di spesa.
A distanza di circa un anno vogliamo sapere le
motivazioni del mancato adempimento e quali iniziative la Giunta, il Consiglio e
l’Ufficio di Presidenza intenderebbero intraprendere per sanare questa
incongruenza. Grazie.
Risponde l’assessore Mancini.
Grazie, Presidente. In relazione all’interrogazione
formulata dal consigliere Giordano in merito alla applicazione delle
disposizioni contenute all’articolo 1 della legge regionale 10 agosto 2012,
numero 36 si evidenzia che, con deliberazione numero 594 del 7 settembre 2012 -
che si allega – la Giunta regionale ha portato le necessarie modifiche ed
integrazioni al documento tecnico come previsto dall’articolo 10 della legge
regionale 4 febbraio 2002, numero 8. Di conseguenza gli importi previsti dalla
legge in oggetto sono stati iscritti sui capitoli indicati nella legge medesima
ed assegnati ai Dirigenti titolari dei centri di responsabilità amministrativa
dei competenti Dipartimenti regionali.
Al fine di fornire informazioni in merito alla gestione
operata sui suddetti capitoli, si evidenzia quanto segue: la somma di euro 1
milione iscritta al capitolo 43020108 – mi scuso con lei e con l’Aula perché la
materia è tecnica, pertanto sono costretto a leggere in maniera precisa e
puntuale al fine di chiarire al meglio il petitum – assegnata al dipartimento lavoro relativo a spese per la
realizzazione di progetti di sviluppo di politiche attive del lavoro
suscettibili di offrire impiego a lavoratori già dipendenti di enti ed altri
organismi pubblici o pubblico-privati - al cui capitale sociale partecipa
evidentemente la Regione Calabria – collegati nelle diverse forme di
trattamento degli ammortizzatori sociali, compresi i trattamenti in deroga,
ovvero dipendenti, alla data del 31 dicembre 2007 di imprese fornitrici di
servizi in regime di esternalizzazione rese in favore della Regione Calabria
che è stata interamente impegnata nel corso dell’esercizio finanziario 2012.
La somma di euro 200 mila, iscritta sul capitolo della
spesa 62010210 assegnata al Dipartimento lavoro, relativa al fondo di
solidarietà regionale per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sui
luoghi di lavoro non è stata impegnata entro l’esercizio finanziario 2012.
Pertanto è transitata in economia ai sensi dell’articolo 52 della legge
regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
La somma di euro 500 mila, invece, iscritta al capitolo
61020112 assegnata al Dipartimento Tutela della salute e relativo a spese a
carico del bilancio regionale, per l’esercizio delle funzioni trasferite in
materia di salute umana e sanità veterinaria di cui alla legge 25 febbraio 1992, numero 210 è stata
totalmente impegnata nell’anno 2012.
La somma
di euro 500 mila, iscritta al capitolo 61020111 assegnato al Dipartimento
Tutela della salute e relativo a spese per la copertura dei debiti pregressi
contratti dalla Regione nei confronti di beneficiari della legge 29 marzo 1999,
numero 8 non è stata oggetto di impegno entro la fine dell’esercizio
finanziario 2012. Pertanto è transitata in economia.
La somma di euro 1 milione iscritta al capitolo della spesa 62010213 assegnata al Dipartimento lavoro, relativo a spese a carico del bilancio regionale per le prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di competenza del settore politiche sociali è stata totalmente impegnata nel corso dell’esercizio 2012.
Infine, la somma di euro 1 milione iscritta al capitolo della spesa 7001101 relativo a fondo occorrente agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l’approvazione del bilancio regionale, recante spese di parte corrente, è stata successivamente allocata – con deliberazione della Giunta regionale numero 4122012 al capitolo 22020601 relativo alla valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria come previsto dalla legge regionale 3 settembre 2012, numero 38.
Naturalmente depositerò il testo della mia risposta, insieme agli allegati che ho citato, agli atti del Consiglio e a disposizione del consigliere Giordano, augurandomi che possa essere soddisfatto dei chiarimenti forniti.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente,
chiaramente la risposta dell’assessore Mancini è
esaustiva e chiarisce dove si sono verificate le incongruenze e dove, invece,
si è dato pieno adempimento alle disposizioni della “36”.
La risposta dell’assessore
Mancini è soddisfacente ed ha chiarito le cose. Non è soddisfacente – ma non è
certamente una sua responsabilità, pur dovendo chiarire di chi sia – laddove
non sono state rispettate le disposizioni della legge per quanto riguarda, in
particolare, il finanziamento del capitolo del fondo per le vittime degli
incidenti del lavoro.
Questa è una cosa
gravissima, trattandosi di un fondo che viene negato da tre anni, trascurato,
ed in questo caso c’è una pesante violazione di legge. Per cui – Presidente
Talarico, se mi ascolta, mi rivolgo a lei – le chiedo di voler attivare i
procedimenti nei confronti di chi non ha adempiuto al rispetto della legge
regionale 36 che è una legge del Consiglio regionale con cui il Consiglio regionale
ha demandato e trasferito alla Giunta queste risorse.
E’ inspiegabile ed
inaccettabile che il fondo di solidarietà delle vittime degli incidenti del
lavoro ed il fondo a copertura delle particolari patologie – quindi due misure
di carattere sociale e sanitario di altissimo rilievo, Presidente – siano state
violate in maniera indecorosa.
Le chiedo, quindi, di
attivare le procedure affinché si vada anche a sanzionare chi non ha proceduto
e adempiuto a rispettare questa legge.
Per quanto riguarda la questione
specifica del fondo di solidarietà c’è una successiva interrogazione e mi
rivolgo tanto all’assessore Mancini quanto all’assessore Salerno se mi ascolta
perché la cosa è delicata.
C’è una interrogazione e poi
c’è un emendamento che va in quella direzione.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata
numero 368 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine
all’avviso pubblico per la concessione di contributi per il finanziamento di
assegni di ricerca con percorso obbligatorio all’estero” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
sul BUR
Calabria numero 36 Parte Terza del 07 Settembre 2012, è stato pubblicato
l’avviso per la concessione di contributi per il finanziamento di Assegni di
Ricerca con percorso obbligatorio all’estero - (Por Calabria FSB 2007-2013 Asse
IV - Capitale Umano/Obiettivo Operativo M2 “Sostenere la realizzazione di
percorsi individuali di alta formazione per giovani laureati e ricercatori
presso organismi di riconosciuto prestigio nazionale e internazionale” - Piano
regionale per le risorse umane/Piano d’azione 2011-2013);
l’articolo 5
del Bando per la realizzazione del progetto stabilisce la erogazione di un
assegno per 18 mesi;
l’articolo 8
del bando recita “I progetti dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2014 e comunque non oltre il termine massimo previsto per
l’ammissibilità delle spese del POR Calabria FSE 2007/2013”;
le scadenze
stabilite sull’avviso pubblico impongono, come data ultima, per potere
realizzare i progetti in 18 mesi ed entro la data del 31 dicembre 2014, quella
del 30 giugno 2013;
ad oggi non si
hanno ancora notizie in merito alla valutazione dei progetti con conseguente
predisposizione delle graduatorie e dei programmi d’intervento ammissibili e
non ammissibili a finanziamento -:
quali
iniziative la Giunta regionale intende assumere, a distanza di sette mesi
dalla chiusura del bando, per dare
risposte ai tanti giovani laureati e ricercatori della nostra Calabria nei
termini di scadenza previsti dall’Avviso Pubblico specificati in premessa.”
Prego,
consigliere Maiolo.
Signor
Presidente, grazie.
L’interrogazione riguarda l’avviso pubblico del 7 settembre 2012 che prevedeva
l’erogazione di assegni di ricerca con percorso obbligatorio all’estero
utilizzando risorse del Por fondo sociale 2007-2013.
Questo
percorso, di alta formazione, era obbligatorio in organismi riconosciuti a livello nazionale e internazionale e, nel bando,
sostanzialmente, i progetti di ricerca devono concludersi entro il 31
dicembre 2014.
Il percorso è
previsto in 18 mesi di borsa con conclusione, appunto, il 31 dicembre 2014.
Questo significa che per poter rispettare la data di chiusura e, quindi, anche
la data relativa ai meccanismi di rendicontazione e quant’altro, teoricamente
domani dovrebbero partire operativamente le borse di ricerca.
A distanza di
8 mesi non esiste ancora l’esito delle valutazioni delle domande e quindi
l’interrogazione è tesa a conoscere che cosa intende fare la Giunta per poter rispettare i termini del bando ma
soprattutto i termini di utilizzazione positiva delle risorse comunitarie e,
soprattutto, le attese dei giovani che hanno già assunto impegni rispetto alle possibilità di recarsi all’estero ma che non possono
contare sulla disponibilità della borsa loro promessa.
Prego, assessore Caligiuri.
Grazie, Presidente. Con riferimento all’interrogazione del
consigliere Maiolo, si rappresenta quanto segue.
L’intervento
prevede la valutazione di progetti di ricerca promossi dagli Atenei pubblici calabresi e
dagli Enti pubblici di ricerca, con sede nel territorio regionale per il
finanziamenti di percorsi formativi di durata di 18 mesi.
Il termine di scadenza del bando per la presentazione
delle domande è avvenuto il 27 ottobre 2012.
La procedura di selezione, ai sensi dell’articolo 7
dell’avviso, ha previsto una doppia fase, la prima a cura degli uffici,
relativa all’ammissibilità delle domande di partecipazione sulla base dei
requisiti, la seconda, di valutazione dei progetti di ricerca ritenuti
ammissibili, è stata affidata ad una Commissione di esperti esterni
all’Amministrazione regionale e selezionati dalla banca dati del Miur.
Le spese relative al funzionamento della Commissione gravano
sull’asse VI, assistenza tecnica, del Fse 2007-2013. La fase di ammissibilità da parte degli
uffici si è conclusa il 28 novembre 2012 e, contestualmente, è stata richiesta
l’assunzione dell’impegno di spesa per la copertura finanziaria delle attività
della costituenda Commissione di valutazione dei progetti.
Successivamente alla rimodulazione delle risorse
finanziarie degli Assi, avvenuta nell’ambito della programmazione Fse, verificatasi a partire dall’ottobre 2012 fino a fine
anno, è stata acquisita l’autorizzazione e questo Dipartimento ha avviato la
consultazione delle banche dati del Miur per
individuare una rosa di nomi per la Commissione di valutazione.
La Commissione è stata costituita con decreto
dirigenziale del 5 marzo 2013 e, contestualmente, si è insediata.
Successivamente, però, si è reso necessario integrare la stessa a causa di
alcune rinunce pervenute medio tempore e, con decreto dirigenziale del 9 maggio
2013, si è proceduto alla integrazione con altri esperti dopo aver preventivamente
espletato le procedure di consultazione della banca dati. La stessa si è
ritualmente insediata e sta procedendo alle attività istruttorie dei progetti
il cui termine di completamento è stato fissato, per decreto, al 20 giugno
2013.
Per come procede si ritiene che non possa essere
riscontrato nessun ritardo nella procedura in esame e che, in ogni caso, va
tenuto in debita considerazione il manifestarsi di circostanze indipendenti dal
funzionamento di questi uffici. La graduatoria, quindi, è stata approvata
qualche giorno fa e riteniamo che i termini di spesa, fissati per il 31
dicembre 2015, possano essere rispettati, ai sensi dell’articolo 5 del
Regolamento.
Prego, collega
Maiolo.
Mi pare di
capire che è stata approvata, oppure no, assessore?
Gli uffici mi
hanno riferito che è stata approvata.
Ha gli estremi
dell’approvazione? Siccome non risulta approvata da nessuna parte, se ci dà in
Aula i riferimenti dell’approvazione possiamo ritenere che sia approvata.
(Interruzione)
A me non sono
stati forniti nella risposta degli uffici. Mi riservo di farlo tempestivamente.
Allora, signor Presidente, non mi ritengo assolutamente
soddisfatto, per il semplice motivo che, anche in quest’altra procedura, si
vede come gli impegni di spesa delle Commissioni,
previsti dal bando e dalla procedura e che dovrebbero essere assunti in fase di
bando e quindi di impegno preliminare, portano poi ad un allungamento dei
termini.
Oggi
siamo già ad otto mesi e ribadisco che il termine per poter fare questi assegni
di ricerca è di 18 mesi, con scadenza al 31 dicembre 2014. Se il calendario non
fa salti significa che dovrebbero partire domani. Il che significa che non
saranno rispettati i termini né del bando né di impegni degli studenti.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero
371 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere Franchino “In ordine alla
vertenza dei lavoratori stagionali. Consorzio di
bonifica integrale dei bacini tirrenici del cosentino”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere
– premesso che:
la vertenza dei lavoratori stagionali del Consorzio
di Bonifica Integrale dei Bacini Tirrenici del Cosentino, ente attualmente in
gestione commissariale, vede la particolare situazione di disagio del personale
stagionale addetto ai servizi di irrigazione e di bonifica;
gli operai stagionali del Consorzio di Bonifica
Valle Lao vengono da oltre vent’anni illegittimamente assunti con contratti a
termine, “rinnovati” di anno in anno senza alcuna certezza;
la maggior parte dei dipendenti ha promosso causa
contro il Consorzio per il riconoscimento del diritto alla conversione del
rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e il Tribunale di
Paola ha accolto e riconosciuto le loro istanze disponendo l’assunzione a tempo
indeterminato;
il Consorzio non ha ottemperato alle sentenze emesse
ed, inoltre, quest’anno, adducendo giustificazioni di carattere finanziario, ha
addirittura previsto un “piano di riduzione di spesa”, determinando così, oltre
che tagli evidenti alle giornate lavorative del personale stagionale e alla
retribuzione, anche il mancato accesso a forme di “integrazione” salariale, nonché
la diminuzione dei servizi resi al territorio e agli utenti consorziati -:
al di là del
problema dell’inottemperanza alle sentenze, che verrà opportunamente trattato
in sede giudiziaria, per quanto sopra descritto, cosa intende fare la Regione
Calabria per dirimere la vertenza in modo da restituire serenità e sicurezza ai
lavoratori e alle rispettive famiglie?”
Prego, collega
Franchino.
Presidente, questa
interrogazione riguarda la vertenza dei lavoratori stagionali del Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini Tirrenici del Cosentino, che è un ente
attualmente in gestione commissariale.
Si tratta di personale stagionale addetto ai servizi
di irrigazione e di bonifica. Gli operai stagionali del Consorzio di Bonifica
Valle Lao, da oltre vent’anni, vengono illegittimamente assunti con contratti a
termine, “rinnovati” di anno in anno senza alcuna certezza.
La maggior parte di loro – sono circa 30 unità -
hanno promosso causa contro il Consorzio per il riconoscimento del diritto alla
conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e
il Tribunale di Paola ha accolto e riconosciuto le loro istanze disponendo
l’assunzione a tempo indeterminato.
Il Consorzio, ovviamente,
come sempre, non ha ottemperato alle sentenze emesse e, inoltre, quest’anno ha,
addirittura, previsto un “piano di riduzione della spesa”, determinando così,
oltre che tagli evidenti alle giornate lavorative, anche il mancato accesso a
forme di “integrazione” salariale nonché la diminuzione dei servizi resi al
territorio e agli utenti consorziati.
Allora si
chiede di dipanare un quadro che si prefigura di grave e perdurante gravità che
va a discapito della qualità dei servizi irrigui e di bonifica, che risultano
di particolare rilevanza per il territorio.
Chiedo,
pertanto, di giungere ad una positiva e definitiva soluzione della vertenza in
modo da restituire sicurezza e certezza a tante famiglie. Grazie.
Risponde l’assessore Trematerra.
Grazie, Presidente. Questa è una questione che abbiamo
affrontato di recente e che, come ha detto l’interrogante, riguarda una
categoria di lavoratori, cosiddetti stagionali, cioè
quei lavoratori che nell’arco temporale di un periodo dell’anno – ovviamente i
periodi caldi – hanno la funzione di tenere vivo il servizio, quindi di
garantire l’irrigazione dei terreni di tipo agricolo.
C’è
da dire, immediatamente,
che non sono mai assunti in maniera illegittima perché il loro tipo di
contratto prevede che ad ogni fine anno, in buona sostanza, venga chiuso quel
contratto e loro stessi - perché sono sempre le stesse persone – siano
riassunti l’anno successivo.
La
questione che pone il consigliere Franchino è sull’aspetto legale di questa
vicenda. E’ vero che questi lavoratori hanno condotto un ricorso contro il
Consorzio per essere trasformati da lavoratori stagionali in lavoratori a tempo
indeterminato.
La
tipologia del loro lavoro è stagionale e tale deve rimanere. C’è una sentenza –
una sentenza – verso un solo dipendente da parte del giudice di Paola verso la
quale c’è stata una impugnativa da parte del Consorzio di bonifica davanti agli
altri organismi della giustizia. Se dovesse passare questo principio ci
troveremo in Calabria – adesso non so i numeri esatti – circa 700 lavoratori
stagionali, come prevedono i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro che
verrebbero ad essere trasformati in lavoratori a tempo indeterminato. Questo
sì, appesantendo di molto, poi i bilanci dei Consorzi che sono già molto
asfittici e che hanno determinato, proprio per i minori trasferimenti, tutta
una serie di tagli non solo sul personale – in questo caso i cosiddetti
acquaioli – ma su tutta una serie di voci.
Per esempio voglio ricordare - giusto perché lo citava
nell’interrogazione – che c’è stata una riduzione nelle giornate lavorative.
Una riduzione anche della retribuzione annua dei Dirigenti. Una riduzione di 80
mila euro la prima e 150 mila la seconda, di 20 mila euro per quanto riguarda
trasferte e straordinari e di 25 mila euro per tutta una serie di servizi che
erano nel consorzio tra cui vigilanza, pulizia e quant’altro.
Non c’è, quindi, nessuna illegittimità nelle assunzioni
che vengono fatte perché loro hanno una sorta di priorità nell’assunzione. Non
è possibile, a nostro avviso, favorire un processo di stabilizzazione proprio
perché è la loro natura e la legge Fornero prevede
questa fattispecie di lavoratori. Tra l’altro non mi risulta che al momento ci
sia stata nessuna diminuzione dei servizi.
Prego, consigliere Franchino.
Grazie, Presidente. Non mi ritengo soddisfatto,
ovviamente perché penso che dovrebbe essere la politica a rispondere alle
esigenze di chi lavora e di chi ogni giorno soffre per la crisi che c’è in atto.
Ovviamente mi sarei atteso, così come è stato detto dell’assessore Trematerra,
assessore all’agricoltura, che si mettesse in campo una politica di
concertazione per poter addivenire ad una soluzione.
Questa volontà, non per quel che riguarda l’assessore ma
probabilmente per la maggioranza di governo della Regione, non c’è e manteniamo
in uno stato di precarietà tanti lavoratori calabresi, soprattutto in questo
settore.
Tenuto conto della risposta restiamo in attesa che sia
la Magistratura a risolvere il problema, restiamo in attesa di qualche sentenza
positiva come quella che finora c’è stata per vedere di arrivare alla
soluzione. Grazie.
Si passa all’interrogazione a
risposta immediata numero 374 del 3 giugno 2013
a firma del consigliere Guagliardi “Sullo stato di attuazione del progetto di
realizzazione della rete irrigua del consorzio Sibari-Crati”.
Non vedo in Aula il consigliere Guagliardi, pertanto
l’interrogazione decade.
Si passa
adesso all’interrogazione a risposta immediata numero 375 del 31 maggio 2013 a
firma dei consiglieri Principe Naccari
Carlizzi, Guccione, De Gaetano, Scalzo, Adamo, Sulla, Franchino, Ciconte, Maiolo, Amato, Giamborino “Sul piano di rientro della sanità calabrese” di
cui do lettura: “Al Presidente della
Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta.
Per sapere - premesso che:
in
data 31 Dicembre 2012 è scaduto il piano di rientro e i risultati insufficienti
hanno determinato la proroga dello stesso e del commissariamento della sanità
calabrese;
il
termine utile del 10 maggio, fissato nell’ultima riunione del tavolo Massicci,
per la presentazione del piano operativo per la riprogrammazione del piano di
rientro è abbondantemente superato, senza che la Regione producesse alcunché
nonostante i formali solleciti dei Ministeri;
il
Consiglio regionale e la competente commissione consiliare sono spogliati
nell’esercizio della propria competenza sulla programmazione, per cui il futuro
piano operativo diventa una decisione arbitraria del Governo regionale.
il
decreto legislativo numero 174 del 2012 e il decreto legislativo numero 149 del
2011 impongono la sostituzione del Governatore, nella qualità di commissario ad
acta, nel caso di Regioni come la Calabria che
abbiano applicato per due esercizi finanziari consecutivi l’aliquota
addizionale Irpef massima e, nel contempo non abbiamo adempiuto agli obblighi
temporali del piano di rientro, i cui inadempimenti vengano riscontrati in sede
di verifica annuale dagli organismi ministeriali;
tali
condizioni si sono ampliamente verificate nella Regione Calabria;
le
aziende sanitarie non hanno attuato le prescrizioni del piano di rientro,
operando arbitrariamente e difformemente dai provvedimenti del commissario ad acta, in particolare in ordine alla ricollocazione di
personale in esubero derivante dalle riconversioni dei presidi ospedalieri;
si
registra un cortocircuito tra il direttore generale del Dipartimento, che
invita i direttori delle aziende ad attribuire validità provvisoria alle nomine
dei direttori di distretto, e i sub commissari che con atto formale (prot. 173448 del 23 Maggio 2013), invece, chiariscono come
non sia prevista nella legislazione vigente l’istituto dell’incarico
provvisorio;
non
è stato emanato alcun decreto riguardante la ridefinizione della rete
territoriale il che rende assolutamente incongruo tutto il riassetto delle reti
di cui al decreto 18;
non
è stato emanato alcun decreto attuativo delle disposizioni del decreto 18
relative alla rete di emergenza-urgenza, con ciò lasciando scoperto un settore
fondamentale dell’assistenza, in particolare in Calabria la cui orografia e
viabilità rende estremamente difficile ogni trasporto;
si
continuano ad omettere le sanzioni richieste dal tavolo Massicci, da oltre un
anno, per i direttori generali che hanno effettuato assunzioni in violazione
del blocco del turnover attivo ope-legis per tutta la
durata del commissariamento;
il
Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale e che mirava a
stabilizzare i precari della sanità, mettendo a forte rischio i livelli
essenziali di assistenza;
si
continua a non dare risposta ai Ministeri che hanno chiesto da oltre un anno la
revoca dell’art. 40 della l.r. numero 47 del 2011;
si
perpetua la storia dei finanziamenti alle case di cura per il trattamento delle
post-acuzie e di tali finanziamenti, promessi in campagna elettorale, non si
vede ombra mettendo con ciò a rischio, non solo centinaia di posti di lavoro,
ma anche il corretto percorso assistenziale per i pazienti che continueranno,
se le condizioni economiche lo consentiranno, ad essere costretti ad emigrare, per
completare il ciclo assistenziale;
taluni
direttori generali, sanitari ed amministrativi non possiedono i requisiti
previsti dalla legge o versano in condizioni di palese incompatibilità;
la
gestione commissariale ha sinora utilizzato soltanto 180 mln
dei 420 ricevuti dal mutuo trentennale (rateo di 30 mln
annui) a causa dell’incapacità delle aziende di ricognire
e certificare i crediti. Tale situazione cozza con le difficoltà delle imprese
ed evidenzia criticità gestionali inaccettabili nelle aziende sanitarie;
le
contabilità delle Asp e delle Ao suscitano
perplessità in quanto non hanno contabilizzato le partite contrattuali verso i
dipendenti e gran parte dei crediti verso i professionisti esterni. In alcuni
casi, come in quello dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, le
sopravvenienze passive come rilevato dai revisori e dall’advisor,
non sono state registrate nei bilanci in quanto prive di validazione;
nell’ASP
di Cosenza si consumano comportamenti alquanto “impropri”, nel settore del contenzioso
e della liquidazione a case di cura;
la
corte dei conti, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica
presentato al Senato, mette in luce la grave situazione di crisi in cui versa
il comparto della sanità in Calabria sottolineando il peggioramento della
qualità dell’assistenza, la mancata erogazione dei Livelli Essenziali di
Assistenza ed una forte criticità nelle politiche di prevenzione, nella
gestione economica e finanziaria del Piano di Rientro e dei deficit annuali che
hanno accresciuto il debito complessivo, nella mancata predisposizione di una
rete ospedaliera equilibrata sull’intero territorio e delle strutture
territoriali, nella gestione del turn-over per l’area medica;
il
Direttore Generale del Ministero della Salute Bevere
insieme all’Ispettore Capo dell’Ispettorato Generale sulla Spesa Sociale
Massicci hanno consegnato alla Commissione Igiene e Sanità del Senato una
relazione impietosa da cui emergono i ritardi e le inadempienze della gestione
commissariale che portano al collasso del sistema sanitario calabrese -:
il
Presidente della Giunta regionale anche nella qualità di commissario ad acta sui punti citati.”
Questa
interrogazione è anomala perché non c’è una
domanda precisa, abbiamo istituzionalizzato le interrogazioni a risposta
immediata per avere una risposta secca e diretta.
Qui
ci sono almeno 15 domande, mi fanno notare gli uffici. Ci vorrebbe non una,
forse due sedute del Consiglio per poter
rispondere.
Oggi
abbiamo concordato in Conferenza dei
capigruppo l’organizzazione di un Consiglio
regionale sulla sanità, chiedo ai
proponenti di soprassedere, posto che questi argomenti sono molto precisi e
dettagliati ed avrebbero bisogno di una illustrazione completa che non si può
fare, naturalmente, in
due minuti e di una risposta altrettanto completa che non si può avere in tre
minuti.
Visto
che il Consiglio regionale sulla sanità sarà il 10 o il 22 o il 23, non abbiamo
ancora definite le date, chiedo che non si tratti questo argomento, perché lo tratterremmo in maniera molto superficiale
e non dettagliata.
Direi,
quindi, se siete d’accordo, di evitare la trattazione di questa interrogazione
e di affrontarla in Consiglio, visto che alla
data della presentazione non era stato concordato un Consiglio
regionale ad hoc.
Prego,
consigliere Naccari Carlizzi.
Potremmo fare così. Visto che c’è una seduta
di Consiglio convocata ad hoc, come lei ha detto, dopo la relazione del
Commissario, immagino, ci potrà essere una sorta di illustrazione e di contro
relazione su questi argomenti che serva anche da elemento del dibattito. Ci
aspettiamo, chiaramente che il Commissario, il Presidente, nella sua relazione
parta anche dagli spunti di domanda che noi abbiamo inserito
nell’interrogazione.
Va bene.
Si passa all’interrogazione a risposta
immediata numero 376 del 3 giugno 2013 a firma del consigliere Giordano “Sulla
erogazione delle risorse di cui al Regolamento regionale 2 aprile 2012, numero
1 (Regolamento di attuazione per interventi regionali di solidarietà a favore
dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a
causa di incidenti sui luoghi di lavoro, ai sensi della legge regionale numero
11 del 26 febbraio 2010)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione con legge del 26 febbraio 2010, numero
11 ha introdotto un sostegno economico a favore dei familiari di lavoratrici e
lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di
lavoro;
in particolare per perseguire gli obiettivi
della legge, è prevista l’istituzione di un fondo regionale di solidarietà
finalizzato all’erogazione di un contributo una tantum non tassabile a titolo
di assistenza sociale;
l’erogazione del contributo e la operatività
della normativa è condizionato alla emanazione di un regolamento di attuazione
da emanarsi parte della Giunta regionale entro novanta giorni dall’entrata in
vigore della legge;
il suddetto regolamento, che definisce le
modalità per la presentazione delle domande di contributo, è stato definito
solo in data 1 aprile 2012 con la conseguenza che le somme stanziate in
bilancio per gli anni 2010 e 2011 sono venute meno;
per l’annualità 2012, alla luce di quanto
previsto dal suddetto regolamento, la domanda di ammissione ai contributi, per
gli eventi avvenuti dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011, doveva essere
presentata al Dipartimento numero 10 «Lavoro, Politiche della Famiglia,
Formazione, Cooperazione e Volontariato entro il termine perentorio di 60
giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del regolamento sul BUR della
Regione Calabria, termine che andava a scadere il 06 giugno 2012, mentre le
domande relative agli incidenti verificatesi dopo la data del 31 dicembre 2011
potevano essere presentate entro l’1 marzo dell’anno successivo all’evento;
l’erogazione dei contributi, sempre secondo
il regolamento approvato, è disposta con decreto dirigenziale del dipartimento
10 entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda o in
caso di risorse insufficienti entro 60 g. dalla data di pubblicazione della
graduatoria degli aventi diritto;
per l’annualità 2012 il bilancio di
previsione della Regione Calabria ha previsto sull’apposito fondo regionale per
le vittime sul lavoro uno stanziamento di euro 101500,00 sull’UPB
6.2.01.02,capitolo 62010210, a cui va aggiunta la somma ulteriore di euro
200.000,00 prevista in sede di assestamento del bilancio del consiglio
regionale approvato nella seduta consiliare del 3 agosto 2012 che dispone “che
una quota parte dell’avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del
bilancio autonomo del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2011, è
restituita, nel corso dell’esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta
regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03)
dello stato di previsione dell’entrata ed essere destinata, dal lato della
spesa, al finanziamento per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di
solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di
lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, numero 11, da allocare
all’UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2012;
in ragione del regolamento approvato e della
relativa copertura finanziaria numerosi soggetti beneficiari dei contributi
secondo i dettami della legge approvata hanno presentato richiesta allegando i
documenti richiesti nei termini previsti dalla normativa regionale;
nonostante il tempo trascorso per la
relativa istruttoria, a tutt’oggi l’erogazione dei contributi non è stata
attivata, tant’è che i beneficiari interessati e l’associazione di categoria
ANMIL hanno richiesto dei chiarimenti al Dipartimento il quale non ha fornito
alcun riscontro tant’è da far temere che anche per l’annualità in corso le
risorse previste in bilancio non siano state impegnate;
la preoccupazione dei soggetti beneficiari
nasce dalla circostanza che il periodo per la relativa istruttoria, secondo
quanto previsto dal regolamento, sia stato abbondantemente superato senza che
le richieste siano state riscontrate con il timore legittimo che le risorse
stanziate sull’apposito fondo regionale siano stati stornate illegittimamente;
la Calabria è la regione il cui dramma delle
morti bianche e degli infortuni sul lavoro incide notevolmente sulle
statistiche nazionali, numerose sono le famiglie interessate alla concreta
applicazione della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum,
potrebbe contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa
di un contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi -:
in quale stato trovasi l’istruttoria presso
il Dipartimento 10 della Regione riguardante le richieste di erogazione dei
contributi per l’annualità 2012 e afferente al Regolamento Regionale 2 aprile,
2012 numero 1 (Regolamento di attuazione per interventi regionali di
solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o
gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, ai sensi della
Legge regionale numero 11 del 26 febbraio 2010);
se le risorse finanziarie previste in
bilancio per l’annualità 2012 sull’apposito fondo regionale e meglio indicate
in premessa siano state regolarmente impegnate e i tempi previsti per
l’erogazione dei contributi di cui al regolamento di attuazione;
in caso contrario quali eventuali omissioni
siano stati poste in essere, anche alla luce di quanto disposto in sede di
assestamento di bilancio del consiglio regionale;
quali iniziative in ogni caso si intendono
intraprendere per garantire la necessaria copertura finanziaria e l’immediata
erogazione dei contributi in ragione delle risorse stanziate nell’annualità
2012 sul fondo regionale a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori
deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro.”
Prego, consigliere Giordano.
Grazie, Presidente. E’ il seguito di una
parte della precedente interrogazione. Cercherò di essere sintetico. Quest’aula
in diverse occasioni ha trattato la legge 11 del 2010, approvata nella scorsa
legislatura che ha introdotto il sostegno economico a favore dei familiari o
lavoratori deceduti o gravemente invalidi per incidenti sui luoghi di lavoro.
Questa legge ha avuto un percorso
accidentato. Ferma per carenze giuridiche amministrative, era stata poi sanata
dall’Aula, sulla scorta di nostra interpellanza, con l’approvazione di una
modifica e con l’adozione, poi, di un regolamento da parte della Giunta.
Nel frattempo, le risorse del 2010 e del
2011 erano state impegnate e probabilmente disimpegnate, quindi sarebbero in
perenzione. Questa è una delle domande che abbiamo posto.
Il Consiglio regionale, poi, nell’agosto
2012, aveva destinato a questo una parte dell’avanzo per 200 mila euro, ma
abbiamo ascoltato dalle parole dell’assessore Mancini che inspiegabilmente
queste risorse si sono perse e sono andate in economia.
Un trattamento inaccettabile e indecoroso
nei confronti di una categoria di soggetti, di calabresi svantaggiati e
sfortunati o delle loro famiglie, perché parliamo delle vittime, di coloro che
hanno perso la vita sui luoghi di lavoro o che hanno perso l’abilità al lavoro
e, anche, l’unica fonte di sostentamento per la loro famiglia.
Quindi, noi con questa interrogazione
vogliamo sapere: cosa succede per le annualità precedenti; cosa il dipartimento
ha fatto perché vadano in perenzione queste risorse; lo stato di istruttoria
del capitolo delle risorse che erano state già impegnate per l’annualità 2012,
anche se esigue, nel bilancio corrente; se ci sono state omissioni per quanto
riguarda il disimpegno e, quindi, l’andata in perenzione di queste risorse,
quali iniziative il dipartimento e l’assessorato hanno messo in campo per
riscontrare i comportamenti omissivi e quali sanzioni si intendono porre in
essere nei confronti di chi si è reso responsabile di questo; infine, quali
iniziative, soprattutto il dipartimento intenda porre in essere in sede di
assestamento di bilancio. Abbiamo visto che il dipartimento, quindi
l’assessorato, non hanno ottenuto - non so se hanno richiesto - delle risorse,
approfitto per ricordare all’assessore Salerno che c’è un mio emendamento all’assestamento che intende offrire l’occasione
alla Giunta e al Consiglio regionale di sanare questa enorme disattenzione nei
confronti di questa categoria di soggetti, di questi sfortunati calabresi, cui
il Consiglio regionale dovrebbe poter dare finalmente una risposta. Grazie.
Risponde l’assessore Salerno.
Grazie, Presidente, abbiamo avuto modo già
di confrontarci in assessorato con il collega Giordano su questo argomento.
Vorrei comunque dire nei dettagli come stanno le cose.
Per l’esercizio 2012, a fronte di uno
stanziamento iniziale di 101 mila e 500 euro, è stata aggiunta con variazione
una somma di 200 mila euro, per il 2013, invece, 50 mila euro; si garantisce,
quindi, una disponibilità complessiva di 351 mila 500 euro. Sono pervenute 106
domande di cui 21 ritenute non ammissibili e 85 ammesse. Ovviamente, per poter
far fronte a queste richieste, occorrerebbe una somma di circa 2 milioni di
euro.
Oggi noi siamo nelle condizioni di poter dar
seguito e, quindi, pubblicare immediatamente la graduatoria per gli eventi che
si sono verificati dal gennaio 2008 a dicembre 2011 con la somma a disposizione
di 301 mila euro e 500 per 12 agevolazioni.
(Interruzione)
Queste sono le verifiche che sono state
fatte dal dipartimento, consentimi.
Dicevo, per 12 agevolazioni. Per quanto
riguarda il periodo gennaio-dicembre 2012, 50 mila euro per due agevolazioni.
Non v’è dubbio che vi è necessità di avere
maggiori risorse per questa legge, per poter far fronte a queste richieste.
Grazie.
Prego, collega Giordano.
Non voglio far polemica con l’assessore
Salerno, perché devo dargli atto della disponibilità. Appena assunto il ruolo
di assessore alle politiche sociali, dopo qualche giorno, ci siamo già
incontrati per analizzare questa questione. La risposta è dell’ufficio, è
evidente che l’assessore risponde in base all’istruttoria fatta dall’ufficio.
L’assessore Mancini un attimo fa ha detto
che i 200 mila euro non ci sono, sono stati disimpegnati e sono andati in
economia. Quindi, ad oggi, il dipartimento dispone di 101 mila euro per
l’annualità 2012 e dell’esiguità di 50 mila euro per il 2013. Quindi, non 301
mila, mi dispiace contraddirla, ma sono i dati, è la risposta - non lo dico io
– che ci è stata fornita dall’assessore Mancini.
Detto ciò, il problema è che 200 mila euro
sono andati in perenzione. La invito a fare gli accertamenti nel dipartimento
per vedere di chi sono le responsabilità, lei non era assessore nel 2012,
quindi non è responsabilità sua, nemmeno politicamente.
La invito a farli, così come ho invitato il
Presidente del Consiglio regionale, perché è stata violata una legge approvata
all’unanimità da questo Consiglio regionale che destinava – tra le tante cose –
200 mila euro a favore delle vittime del lavoro. È stata praticamente
disattesa, da chi? Questa cosa va chiarita, dal dipartimento, dagli uffici?
Vanno individuate le responsabilità, perché è un tradimento nei confronti di
una categoria sfortunata e svantaggiata.
Detto questo, il dipartimento dispone di 161
mila euro. E’ chiaro – lo diceva lei stesso – che la cifra è esigua a fronte di
106 domande. Quindi, le chiedo, assessore Salerno, dando atto del suo impegno,
intanto di farsi carico, considerato che vi è l’assestamento di bilancio, del mio emendamento, è uno sforzo che ho
voluto fare scevro da ogni questione politica, perché è una questione di
civiltà e di legalità.
Vi chiedo di
farvene carico. Vi è un emendamento per 100 mila euro, impinguiamo intanto il
capitolo, ci sarebbero così 261 mila euro. E’ poco, ma intanto si inizia a dare
qualche risposta in più, per poi cercare un impegno successivo durante l’anno.
Collega Giordano
è scaduto il tempo. Passiamo alla prossima interrogazione.
Si passa all’interrogazione
a risposta immediata numero 377 del 4 giugno 2013 a firma dei consiglieri
Guccione, De Gaetano, Adamo, Giamborino “Sui criteri di riparto del Fondo sanitario regionale” di
cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale nella qualità di commissario
ad acta. Per sapere – premesso che:
il riparto del
fondo sanitario regionale avviene secondo criteri che non garantiscono una
quota procapite uguale per tutti i cittadini calabresi e che in particolare la
provincia di Cosenza nel riparto delle risorse del Fondo Sanitario Regionale ha
ricevuto nell’anno 2011 oltre 42 milioni di euro in meno rispetto a quanto le
era dovuto e che la stessa cosa si è ripetuta per l’anno 2012 con oltre 40
milioni di euro in meno rispetto alle altre Provincie della Calabria;
anche
per quanto riguarda gli erogatori sanitari privati per la specialistica e
laboratori la distribuzione delle risorse ha fortemente penalizzato la
provincia di Cosenza;
in
provincia di Cosenza vi sono undici strutture sanitarie private che versano in
una situazione economica veramente difficile, sia a causa dei mancati pagamenti
da parte dell’Asp, sia per le scelte penalizzanti del commissario Scopelliti
nel riparto delle risorse del fondo sanitario regionale e tutto ciò rischia di
mettere a repentaglio gli stipendi e, addirittura, i posti di lavoro di ben
settecento dipendenti;
l’ADI
(Assistenza Domiciliare Integrata), nonostante le numerose richieste degli
assistiti, in provincia di Cosenza non è ancora operativa e le risorse
finalizzate alla sua attivazione restano disimpegnate da mesi;
i
tre ospedali “spoke” della provincia di Cosenza
(Castrovillari, Rossano-Corigliano e Paola-Cetraro) ad oggi non hanno ancora attivato i
posti-letto per acuti previsti nei decreti ( 733 posti per acuti meno della
metà attivati) del Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di Rientro, che diversi reparti funzionano con meno
della metà dei posti-letto previsti che, a loro volta, per mancanza di medici e
paramedici, rischiano di essere ridimensionati o, addirittura, chiusi
definitivamente;
al
31.03.2012 sono stati chiusi ben 17 ospedali senza che preventivamente siano
stati potenziati i servizi sanitari territoriali e che, ancora ad oggi, non
sono stati realizzati 13 Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) o
Case della Salute ( nella provincia di Cosenza - San Marco A., Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati, Praia a Mare), che rimangono ancora
disegnati solo sulla carta;
all’ospedale
civile dell’Annunziata di Cosenza si registra una grave carenza di personale
medico e paramedico: mancano 150 medici sui 579 previsti, 260 infermieri su
960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 operatori socio-sanitari su 240 con grave
pregiudizio per i servizi ospedalieri che dovrebbero essere erogati e garantiti
da un presidio “Hub” e che grazie al personale medico
e paramedico in servizio che si sottopone a turni massacranti non vengono
chiusi alcuni reparti;
la
spesa per l’immigrazione passiva dei cittadini calabresi che si recano fuori
dalla nostra regione per curarsi nell’anno 2012 è cresciuta fino a raggiungere
la somma di circa 250 milioni di euro;
con
Decreto 24 del 2013 è stato adottato l’Atto Aziendale
dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza in netto contrasto con quanto previsto dal
‘Tavolo Massicci” che ha chiesto alla Regione Calabria di adottare
tempestivamente un documento di aggiornamento delle linee-guida regionali per
l’adozione di atti aziendali che dovranno recepire le osservazioni ministeriali
e siano coerenti con l’atto complessivo di programmazione di tutte le reti
assistenziali, anche al fine di poter permettere alle aziende del Servizio
Sanitario Regionale di poter adottare i relativi atti aziendali -:
si
chiede alla S.V. di sapere quali iniziative immediate, urgenti e tempestive si
intendono mettere in atto per porre fine alla penalizzazione della provincia di
Cosenza che subisce i maggiori tagli nei servizi sanitari e riceve meno risorse
di quelle previste e che tale situazione non garantisce l’erogazione dei
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in maniera uniforme su tutto il
territorio regionale con il rischio di mettere a repentaglio la vita dei
cittadini.”
Prego,
consigliere Guccione a lei la parola per l’illustrazione.
Presidente, l’interrogazione è stata presentata per
chiedere lumi su come avviene il riparto del fondo sanitario regionale per quanto riguarda la Regione Calabria e quali criteri vengano adottati per il
riparto delle risorse sanitarie che lo Stato trasferisce alla Regione Calabria.
Non solo se lo chiede l’interrogante, ma anche i
direttori generali delle Asp, mi riferisco, in particolare, al direttore
generale dell’Asp di Cosenza che ha pubblicamente denunciato che nel riparto
dei fondi vengono perpetrate delle penalizzazioni.
L’Asp di Cosenza ha avuto nell’anno 2011 trasferiti 40
milioni in meno rispetto a quel che le spetta e quest’anno sono state 42 le
risorse economiche in meno ripartite all’Asp rispetto al criterio generale
della quota procapite per abitante.
Questa non è l’unica penalizzazione che viene effettuata
verso la provincia di Cosenza. Basta solo un dato, i tre “spoke” della
provincia di Cosenza cioè Castrovillari, Rossano-Corigliano
e Paola-Cetraro, attualmente invece dei 733 posti
letto per acuti previsti dai decreti del commissario
Scopelliti, ne hanno attualmente attivi meno della metà.
Così per quanto riguarda le Case
della salute, sono stati disattivati diversi i presidi ospedalieri, chiusi, ma consequenzialmente non sono state aperte le Case della
salute o i Capt. Tutt’oggi, ad un anno e mezzo da quando
si è chiuso l’ultimo ospedale della provincia di Cosenza, non c’è nessun Capt o Casa
della Salute nella provincia di Cosenza rispetto a quelli previsti.
Così anche per quanto riguarda l’Hub
di Cosenza. Basta dire che all’ospedale
dell’Annunziata mancano 150 medici rispetto ai 579 previsti; 250 infermieri
rispetto ai 966 previsti; 50 tecnici radiologi rispetto a 168 e 125 operatori
socio sanitari.
Questo
pregiudica molto il livello e la qualità dei servizi ospedalieri erogati dall’Hub di Cosenza, addirittura ortopedia rischia la chiusura
perché rispetto a 12 medici ne sono attualmente in servizio solo 6 che non
riescono a far fronte alla richiesta di erogazione sanitaria di quel reparto.
Collega
Guccione, veloce, non ci sono i tempi.
Concludo,
chiedendo, in questo caso alla Vicepresidente, di sapere quali sono le
iniziative urgenti che l’amministrazione regionale e il Commissario per l’attuazione del Piano di rientro vogliono
immediatamente mettere in essere per garantire i livelli essenziali di
assistenza che rischiano – come ha detto anche autorevolmente il Tavolo Massicci – di non essere erogati e
di nuocere pericolosamente alla
salute dei cittadini.
Risponde
la Vicepresidente Stasi.
Grazie,
Presidente. Questo,
consigliere Guccione, in effetti è un insieme di
domande più che un interrogazione a risposta immediata, sarebbero
otto-nove a cui rispondere. In forma generale,
rispondiamo.
Ovviamente ci concentriamo sulla domanda
principale che vedo nel testo, il riparto del
fondo sanitario all’Asp di Cosenza che riflette, assolutamente, quello che è
stato il riparto del Fondo
sanitario nazionale alla Regione Calabria.
I criteri del Fondo sanitario nazionale sono
basati principalmente su un riparto non per quota
pro-capite semplice ma quota procapite pesata. Questo significa che vengono
considerati una serie di indici e di fattori, tra
cui in modo sostanziale l’anzianità della popolazione residente.
Come rappresentante della Regione Calabria, lo
voglio dire, perché lo diciamo ai tavoli nazionali e
soprattutto ai tavoli della Conferenza delle Regioni, la Calabria è fortemente
penalizzata da questa tipologia di assegnazione,
tant’è che in questo momento ci troviamo con una quota procapite assegnata per
abitante di circa 140 euro in meno rispetto ad altre Regioni d’Italia, rispetto
alla media nazionale.
Questo vuol dire che, in qualche modo, nella
Regione Calabria entrano 280 milioni di euro in meno rispetto a quelle che entrano
nelle altre Regioni. Questo perché popolazione pesata vuol dire popolazione più
anziana e la Calabria, purtroppo, risulta avere una popolazione più giovane.
Lo stesso tipo di riparto, gli stessi
indici, gli stessi criteri puntuali e numerici vengono poi ribaltati nei
riparti per quanto riguarda le singole Asp. Quindi, ogni Asp viene calcolata per la quota procapite pesata
in funzione della popolazione e degli indici di anzianità e quindi degli indici
pesati.
Di conseguenza quanto ha avuto l’Asp di Cosenza
nel riparto risponde ad un dato perfettamente uguale in termini di criteri a
quanto hanno avuto tutte le altre Asp della Calabria.
Quello del riparto delle risorse è un
principio generale che, in qualche modo, si riflette in tutte le altre
specialità, nel senso che qualsiasi applicazione di
criteri e di indici viene fatto assolutamente in modo uguale ed uniforme in
tutte le Asp regionali.
Cosenza ha dei numeri che sono gli stessi
identici indici che vengono applicati anche nelle altre Asp.
In forma generale voglio ancora dire che
sicuramente il problema che solleva il consigliere Guccione relativamente alla
carenza di risorse umane è un dato di fatto e lo è per l’Asp di Cosenza, lo è
per l’Azienda ospedaliera di Cosenza e
per tanti ospedali calabresi. Purtroppo ne abbiamo preso ormai coscienza e, soprattutto, lo stiamo
gridando anche a livello nazionale che abbiamo assolutamente bisogno di avere
finalmente lo sblocco del turn-over.
Proprio questa
settimana c’è stata a Roma una riunione con le altre Regioni d’Italia, perché
finalmente abbiamo avviato il lavoro per redigere il nuovo patto per la salute
2013-2015. Abbiamo chiesto in modo forte come Calabria che all’interno di un
nuovo patto ci sia una divisione delle regole del Piano di rientro. Tra le regole
principali che abbiamo sottoposto al Ministro vi è sicuramente lo sblocco del turn-over, se non al 100 per cento
sicuramente in una percentuale più adeguata a quella del 15 per cento. Ci
auguriamo che questa richiesta possa essere accolta proprio all’interno del
patto per la salute.
Per quanto
riguarda invece le Case della salute, sappiamo bene che le
procedure, gli studi di fattibilità del dipartimento sono già abbondantemente
avanti, ormai sono
completi. Il Formez ha consegnato la relazione
economica, ma soprattutto
quella che in qualche modo fa verificare la ricaduta di questi strumenti sui
territori. Quindi, i bandi
partiranno da qui a non molto – lo voglio ricordare –, saranno bandi
integrati, nel senso che
saranno progetti per poter in qualche
modo realizzare appalti integrati e assolutamente completi, che
consentiranno da qui a non molto il completamento.
Mi sembra di aver
risposto quasi a tutto, anche se
velocemente e nei tempi consentiti.
Prego, collega Guccione.
Ringrazio la Vicepresidente per la
completezza della risposta. Anche io sono convinto che per risolvere una serie
di problemi abbiamo bisogno dello sblocco totale del turn-over. La
situazione è così drammatica e quando parlo di sblocco del turn-over
parlo solo per l’area sanitaria: medici e paramedici.
Ormai è urgente perché nei nostri ospedali,
quelli che sono rimasti in piedi, cioè gli Hub e
gli Spoke, per carenza di personale si rischia
quotidianamente di chiudere reparti e di non poter erogare servizi essenziali
dal punto di vista ospedaliero. E’ quindi urgente e drammatico lo sblocco
del turn-over nel campo della sanità solo per l’area sanitaria.
Per quanto riguarda il riparto credo che su
questo dovremmo discutere; non amo fare polemica ma il riparto del Fondo
sanitario nazionale non è adeguato a criteri oggettivi e questo nuoce in alcuni
territori perché l’applicazione di certi criteri non oggettivi, anche in
Calabria, non va bene nel riparto delle risorse economiche e
questo produce la mancata erogazione di servizi territoriali e ospedalieri, creando una disomogeneità della sanità nella nostra regione.
Questo è un punto fermo sul quale dobbiamo
discutere perché non ci possono essere realtà di serie A e di serie B. Da
questo punto di vista, anche per quanto riguarda la Casa della salute,
Vicepresidente, dobbiamo dire quando presentiamo le gare di appalto. E’ passato
un anno e mezzo dalla chiusura di questi ospedali e ancora stiamo discutendo di
come realizzare queste Case della salute. Dobbiamo dire ai cittadini – perché
la mancanza della Casa della salute si sente sul territorio – quando
pubblichiamo i bandi di gara per la realizzazione delle sette Case della salute
in provincia di Cosenza e delle 17 in Calabria.
Grazie, consigliere Guccione.
Siamo
all’interrogazione a risposta immediata
numero 378 del 4 giugno 2013, a
firma del consigliere D. Talarico, “In
ordine al progetto Safety City nel comune di
Catanzaro”. Ne do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera della Giunta numero 57 del 8 marzo 2013,
pubblicata all’albo pretorio in data 11/3/2013, il Comune di Catanzaro, senza
gara pubblica, ha approvato uno studio di videosorveglianza della Città,
affidando l’incarico di realizzazione del sistema ad una società israeliana,
con mandato al comandante della Polizia Municipale di Catanzaro di
“attivare i procedimenti necessari per il finanziamento dell’intervento presso
i competenti uffici regionali’;
il
servizio di che trattasi prevede tra l’altro la collocazione di 900 telecamere
per l’importo di oltre 23 milioni di euro;
avverso
tale decisione alcune associazioni, portatori di interessi collettivi e
superindividuali, e singoli cittadini residenti nella città di Catanzaro, hanno
chiesto l’annullamento al Tar dell’atto con cui il Comune di Catanzaro ha
inteso istituire il servizio sopracitato;
i
ricorrenti fanno notare come l’affidamento del servizio sia avvenuto in
violazione delle norme che regolamentano gli affidamenti pubblici, per mancanza
di gara ad evidenza pubblica, e in totale violazione della diritto alla privacy
della comunità catanzarese;
quest’ultima
contestazione si basa sul fatto che la realizzazione dell’opera andrebbe, senza
alcun motivo di sicurezza plausibile, a mettere la città e l’intera comunità
catanzarese sotto costante controllo e sorveglianza;
la
città di Catanzaro è città sostanzialmente sicura, in cui non c’è il rischio di
attentati terroristici, né è apprezzabile un tasso di criminalità a livelli
elevati.
ad
ogni buon conto, non è dato capire cosa abbia spinto la Giunta Comunale di
Catanzaro ad adottare l’atto di che trattasi, con cui si è deciso di affidare
direttamente, per l’importo di oltre 23 milioni di euro, ad una società
israeliana un servizio militare d’i videosorveglianza
di cui non solo la città e la comunità catanzarese non ha alcun bisogno, che, peraltro
è evidentemente lesiva della riservatezza e della privacy dei cittadini;
nella
delibera è specificato che ogni e qualsiasi successivo atto avverrà soltanto ad
avvenuto incasso da parte della Regione
Calabria
della somma occorrente per la realizzazione -:
se
si è a conoscenza della richiesta di finanziamento alla Regione Calabria di un
progetto di videosorveglianza nel Comune di Catanzaro, per un importo di oltre
23 milioni di euro alla cui realizzazione interverrebbe una società con sede in
Israele;
se
non sia il caso di respingere una tale richiesta di finanziamento stante
l’inutilità, la lesività e l’esosità dell’opera di
che trattasi.”
Presidente, il collega Talarico ha avuto un problema con la macchina ma sta arrivando. Se possiamo posticipare l’interrogazione di qualche minuto.
Concludiamo alle ore 16.
Altrimenti la posso proporre io.
Non è possibile, nelle interrogazioni a risposta immediata no. La posso mettere da parte fino alle ore 16. Se poi non dovesse arrivare l’interrogazione decade.
Va bene.
Si
passa all’interrogazione
a risposta immediata numero 380 del 7 giugno 2013, a firma del
consigliere De Gaetano,
“Sull’emergenza del contingente di sostegno per gli alunni disabili nelle
istituzioni scolastiche della Provincia di Reggio Calabria” di cui do lettura:
“Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:
da
anni si assiste, ad uno scenario scolastico sempre più inquietante e sempre più
ripetitivo, in relazione al drammatico status quo vissuto dal mondo
dell’istruzione e dell’integrazione scolastica della disabilità. Scenario
drammatico, determinato dall’ insicurezza, dalla emergenza in termini di
diritto scolastico per tutti gli utenti siano essi alunni, famiglie e docenti,
il tutto a causa dei continui e indiscriminati tagli, operati dal M.I.U.R, che nel tempo hanno generato condizioni di disagio
sociale e inadempienza. Tale situazione negativa si acuisce e si riverbera
anche in termini di disservizio ed inefficienza in materia di sicurezza, a
causa dell’abbattimento dei limiti ex lege sulla
densità di affollamento nelle classi, nell’ambito delle diverse istituzione
scolastiche del territorio nazionale e, in particolare, della Regione Calabria
e della provincia di Reggio Calabria;
opera
nel territorio per tutelare i diritti dei più deboli e crede nel valore e nella
funzione della scuola pubblica, per quanto riguarda la Regione Calabria e la
suddivisione della dotazione organica nelle province calabresi, esprime la sua
preoccupazione, indignazione, disapprovazione e sgomento di fronte alla carenza
di legittimità e trasparenza nella pubblicazione degli atti e delle procedure
adottate dall’Amministrazione in materia di attivazione delle unità di sostegno
e di assegnazione della relativa dotazione dei docenti ai territori province in
rapporto al numero degli alunni disabili in possesso di regolare certificazione
clinica. L’esperienza, i monitoraggi e le contrazioni organiche di sostegno
registrate dalle istituzioni scolastiche della Provincia di Reggio Calabria,
denotano inaccettabili discrepanze nella ripartizione del relativo contingente
tra le province calabresi che si perpetuano da circa cinque anni a danno del territorio
reggino. Difatti, sulla base delle ore legittimamente richieste dalle scuole
(in virtù delle certificazioni di disabilità rilasciate dall’A.S.P. numero 5) e quelle assegnate dal competente USR di
cui in intestazione, risulta che, nella predetta Provincia, il rapporto minimo,
nell’organico di sostegno, tra docenti e alunni disabili con certificazione ex
art. 3, comma 1, L. 194 del 1992)
si attesta sull’assurdo coefficiente minimo di 1/4, per arrivare in molti casi
a 1/5 e in qualche caso ad 1/6; a differenza di Reggio Calabria, invece, nelle
province di Vibo Valentia e Catanzaro il rapporto docente e alunni disabili è
1/le 1/2. Ci si chiede quale offerta formativa e quali vantaggi possano trarre
un alunno disabile con 3 ore settimanali di sostegno e il rispettivo docente.
Inoltre, esistono casi di alunni disabili, in stato di gravità con
certificazione ex art. 3, comma 3, L. 104 del 1992) ai quali non è stato
riconosciuto il rapporto 1/1, come previsto dalla sentenza della Corte
Costituzionale numero 80/2010. Altri alunni disabili (con certificazione ex art
3, comma 1, L. 104/92 o con DPCM 185/2006) non godono dell’insegnamento
individualizzato, perché la certificazione, perviene con ritardo o non vengono
attivati i relativi posti in deroga;
la
L. 244/2007 (finanziaria per il 2008) stabilisce che, il contingente
dell’organico di sostegno, va distribuito equamente dal MIUR alle varie Regioni
e che lo stesso sia ripartito tra le province nella consistenza del 70% in
l’organico di diritto, ed il 30% in l’organico di fatto. Tale normativa nella
Regione Calabria, fin dall’A.S. 2007/08, non è mai stata rispettata,
principalmente, in relazione alla quota dell’organico di diritto, come si
evince dei dati di seguito riportati: il contingente di posti dei docenti di
sostegno della Regione Calabria è in totale di 3701 posti, ripartito in 2865
posti in organico di diritto, (comma percentuale di 77,41%) e 836 in organico
di fatto, (con una percentuale di 22,55). L’ATP di Catanzaro ha un contingente
di docenti di sostegno totale medio di 660, così ripartito: 599 posti in
organico di diritto (con il 90,75%), 61 posti in organico di fatto (con il
9,25%); l’ATP di Cosenza ha un contingente totale medio di 1220, così ripartito
920 organico di diritto (con il 75,40%), 300 in organico di fatto (con il
24,60%); l’ATP di Crotone ha un contingente totale medio di 305 così ripartito,
249 organico di diritto (con l’81,63%), 56 organico di fatto (con il 18,37%);
l’ATP di Reggio Calabria ha un contingente totale medio 1171, cosi ripartito
771 organico di diritto (con il 65,84%), 400 in organico di fatto (con il
34,16); l’ATP di Vibo Valentia ha un contingente totale medio 346, così
ripartito 326 organico di diritto (con il 94,21%), 20 in organico di diritto
(con il 5,59) in organico di fatto. Come si può costatare dai valori riportati,
che sono quelli dei decreti ufficiali diramati dall’USR Calabria, l’organico di
diritto dell’ATP di Reggio Calabria si attesta su una percentuale del 65%,
quelli di Vibo Valentia e Catanzaro superano il 90%. Se si prende in esami il
numero degli alunni disabili e le immissioni in ruolo degli insegnanti di
sostegno, negli ultimi 4 anni, della Regione Calabria, si evince che c’è una
discrepanza assurda tra gli insegnanti di sostegno immessi in ruolo nelle Province
di Vibo Valentia e Catanzaro e quelli immessi a Reggio Calabria. Difatti, la
media d’assieme, negli ultimi quattro anni, del numero di alunni disabili,
delle province di Vibo Valentia e Catanzaro, è di circa 1400,in queste due
province, sono stati immessi in ruolo 221 docenti di sostegno, mentre nella
provincia di Reggio Calabria, con la media di 2250 alunni disabili, sono stati
immessi in ruolo solo 134 docenti di sostegno. Nell’anno in corso (2012/13), su
un totale di 92 posti dati alla regione Calabria per l’immissione in ruolo
degli insegnanti di sostegno, all’ATP di Reggio Calabria sono stati assegnati
solo 12docenti,mentre all’ATP di Catanzaro 36 docenti;
gli
alunni con disabilità hanno diritto al riconoscimento di un rapporto
individualizzato con l’insegnante specializzato nell’attività di sostegno nella
misura indicata dalle certificazioni medico collegiali (Legge
numero 104/92, D.P.C.M. numero 185/2006) rilasciate
dalle competenti commissioni dell’ASP 5della Provincia di Reggio Calabria
nonché dalle relative Diagnosi Funzionali, Profili Dinamici Funzionali e Piani
Educativi Individualizzati;
avendo
preso visione della C.M. numero 10 del 2013, prot.
numero 727, sulla consistenza 21/03/2013 delle dotazioni organiche del
personale docente per l’A.S. 2013/2014, la quale alla tabella E, colonna A,
attribuisce alla regione
Calabria numero 2.865 posti di sostegno (come gli anni precedenti) e recando,
altresì, esplicito riferimento alla recente sentenza numero 80 emanata in data
22/02/2010 dalla Corte costituzionale, la quale ha risolto la questione
generata dalla parte dall’art. 2, comma 413, della legge finanziaria numero
244/2007, che avendo fissato un tetto massimo al numero di docenti da nominare
annualmente nell’organico di fatto del sostegno vietando, conseguentemente, la
possibilità di assegnare ore aggiuntive e violando il diritto del soggetto
disabile in apprendimento al rapporto 1/1 (docente/alunno) derivante dalla
certificazione di gravità ed evidenziando, inoltre, che la stessa Corte Costituzionale
ha sottolineato come l’integrazione sia un diritto costituzionalmente garantito
per gli alunni disabili e prevale sul diritto erariale dello Stato,
realizzandosi, precipuamente, tramite assegnazione di un contingente di docenti
sulla base delle “effettive esigenze” di ciascuno e non secondo un rapporto
medio nazionale;
avendo
preso visione di quanto esplicitamente menzionato nella C.M. di cui sopra, che
recita in riferimento alla citata sentenza numero 80/2010 “La declaratoria di
incostituzionalità del comma 414, dell’art. 2 della legge numero 244/2007 non è
estesa alla parte della norma di cui è previsto che la datazione dell’organico
di diritto dei docenti di sostegno deve essere progressivamente rideterminata,
nel triennio 2008-2010, fino al raggiungimento, nell’anno scolastico 2010/11,
di una consistenza pari al 70% per conto del numero dei posti complessivamente
attivati nell’anno scolastico 2006/07”;
avendo
preso visione della medesima C.M. numero 10/2013
della raccomandazione circa la costituzione di classi delle scuole di ogni
ordine e grado, comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono
alunni con disabilità, formate secondo i criteri e i parametri di cui all’art.
5del Regolamento sul dimensionamento (D.P.R. numero 81/2009) “Nel senso di
limitare, per quanto possibile, in presenza di grave disabilità, la formazione
delle stesse con più di 20 alunni”;
avendo
preso visione del D.DG. del U.S.R.
per la Calabria Prot. n 4605, recante data 05/04/2013
per la Calabria e pubblicatosi sito Internet della predetta Amministrazione
scolastica in data 09/04/2013, nel quale vengono assegnati alla Provincia di
Reggio Calabria numero 788 unita di sostegno e viene specificato letteralmente
“Sono ammesse compensazioni tra i contingenti di organico relativi a diversi
ambiti di scolarità, con esclusione della scuola dell’infanzia, in relazione
alle esigenze presenti nel territorio, fino alla concorrenza della dotazione
complessiva assegnata a ciascuna provincia”;
tale
dotazione organica (numero 788 posti) del contingente di diritto del personale
di sostegno risulta insufficiente, inadeguata ed iniqua, in quanto la stessa è
stata aumentata, esclusivamente di numero 17 unità di sostegno e, altresì,
illegittima in considerazioni delle determinazioni assunte dall’U.S.R. per la Calabria nel passato (numero 771 posti di
sostegno cristallizzati nei precedenti DD.GG. per gli
anni scolastici 2009/10; 2010/11; 2011/12; 2012/13) a fronte di una consistenza
numerica di alunni con disabilità di circa 2.258 (secondo i dati diffusi dalla
stessa Amministrazione nell’A.S. corrente) e sottolineando l’ingiustizia
perpetrata nei confronti del territorio provinciale reggino che emerge
limpidissimamente, laddove si rivela che: alla provincia di Catanzaro, a fronte
di circa numero 883 alunni (secondo i citati dati) sono stati assegnati numero
592 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla
provincia di Cosenza, a fronte di circa numero 1919 alunni (secondi i citati
dati), sono stati assegnati numero 905 docenti (con D.DG.
del 09/04/2013); alla provincia di Crotone, a fronte di circa numero 454 alunni
(secondo i citati dati), sono stati assegnati numero 254 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla Provincia di Vibo Valentia -
unica provincia che non ha subito decurtazioni rispetto all’A.S. 2012/13; a
fronte di circa numero 476 alunni (secondo i dati citati), sono stati assegnati
numero 326 docenti (con D.DG. del 09/04/2013);
si
tratta di una consistenza numerica inferiore al 70% previsto ex lege (come già dimostrato in passato) in quanto Reggio
Calabria costituisce la provincia con il maggior numero di alunni disabili e ha
un coefficiente docenti/alunni irrisorio che si attesta, attualmente, su
2,9023, a differenza principalmente delle Province di Vibo Valentia e Catanzaro
il cui coefficiente docenti/alunni si attesta rispettivamente, per Vibo
Valentia in 1,46012 e per Catanzaro in 1,491554, circa la metà; mentre le
province di Cosenza e Crotone hanno un coefficiente docenti/alunni
rispettivamente di 2,12044 e 1,78740. Considerando che con l’organico di
diritto la media nazionale è di 1 docente ogni 2 alunni, si nota subito
l’imparzialità e la discrepanza che esiste tra le province calabresi -:
come
e quando intendono procedere al fine di:
vigilare
sull’operato del competente USR per la Calabria e di vagliare la tempestiva
applicazione di ogni procedura necessaria all’attivazione dei posti per il
contingente di sostegno secondo le effettive esigenze degli alunni disabili
appartenenti alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della provincia
di Reggio Calabria, a procedere ad una ragionevole, ponderata e giusta
ripartizione del contingente di sostegno, in particolar modo nell’O.D. (Organico di Diritto), tra le province calabresi,
considerando la peculiarità di ciascuna ed avendo riguardo nei confronti della
consistenza numerica della popolazione scolastica e del tasso di precariato dei
docenti, a tutelare l’interesse concreto degli utenti, nel rispetto
dell’impianto normativo descritto ed in relazione alle documentate e
numerosissime ipotesi di violazione di legge e di diritto soggettivo
all’istruzione a all’inclusione scolastica. Si voglia, altresì, revocare ogni
atto o provvedimento che possa ledere ulteriormente i diritti soggettivi e gli
interessi legittimi degli stessi minori e docenti di sostegno.”
Prego,
collega De Gaetano.
Grazie, Presidente. Proponiamo questa interrogazione per sapere
i motivi per cui quando ogni anno
il Ministero, tramite l’ufficio regionale
scolastico della Calabria,
assegna i posti di sostegno alle varie province calabresi, avviene che la provincia di Reggio Calabria sia penalizzata
nell’assegnazione dei docenti di sostegno di circa il 70 per cento dei posti in
organico.
Ci sono state varie dimostrazioni negli anni
passati, soprattutto da parte delle mamme dei ragazzi disabili, per chiedere la possibilità di avere un
diritto, che è sacrosanto, per i ragazzi disabili. Il Ministero ha sempre
risposto “picche”.
Chiediamo, quest’anno, all’assessore Caligiuri di intervenire presso il Ministero e presso
l’ufficio scolastico regionale affinché non si verifichi, come ogni anno, che gli insegnanti di sostegno non arrivino
nelle scuole della provincia di Reggio Calabria e molti ragazzi siano costretti
a non avere questo servizio. Avviene, di solito, che quando si fa l’assegnazione non si
prendano
nel dovuto conto gli organici di diritto tra le province calabresi, non considerando il fatto che nella
provincia di Reggio Calabria c’è la più alta popolazione di ragazzi disabili
che sono iscritti alle scuole della Calabria. Per questo fatto si fa un esame, una
ripartizione che non tiene conto, realmente, dei disabili presenti nelle varie province e questo penalizza la
provincia di Reggio Calabria ma soprattutto i ragazzi disabili.
Per questo chiediamo un intervento
all’assessore perché è una situazione insostenibile e ne avevamo già parlato
anche in quest’Aula. Su questo, come Partito democratico, faremo una battaglia a viso aperto contro
il Ministero e chiediamo che la Regione sia al nostro fianco per tutelare un
diritto sacrosanto di questi ragazzi che hanno più bisogno di avere diritti e
assistenza.
Risponde l’assessore Caligiuri.
Grazie, Presidente. Ringrazio
il consigliere De Gaetano che ha di nuovo sottoposto all’attenzione dell’Aula
questo argomento così importante.
La
sua interrogazione è del 7 giugno e non appena è pervenuta negli uffici, il 18 giugno, abbiamo tempestivamente
chiesto informazioni all’ufficio scolastico regionale
che è competente per la materia. L’ufficio scolastico regionale con una nota del vice
direttore regionale, dottore Mirarchi, ha così
risposto - ne do lettura in Aula e per informazione al consigliere
De Gaetano -:
“L’organico di sostegno annualmente viene determinato
in accordo con le Regioni e gli enti locali e gli altri livelli istituzionali
competenti allo scopo di individuare un metodo equilibrato ed accorto di
distribuzione delle risorse professionali e materiali utili per l’integrazione
degli alunni disabili anche attraverso la costituzione di reti di scuole.
Le finalità del sostegno, prima fra tutte
l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale numero 80 del 22
febbraio 2010 si realizza attraverso la distribuzione tra le cinque province di
due distinti contingenti. Il primo in organico di diritto che consiste di 2.865
posti e il secondo in organico di fatto che consiste in 834 posti che si
ribadisce sono stati attribuiti con decreto interministeriale, quindi
l’assegnazione proviene dallo Stato.
L’organico di sostegno è assegnato alla
scuola o alle reti di scuola allo scopo costituite. Sulla base di tale
assegnazione le scuole programmeranno gli interventi didattici ed educativi al
fine di assicurare la piena integrazione dell’alunno disabile.
Bisogna considerare che i due momenti sopra
descritti: organico di diritto e organico di fatto, peraltro ancora da
assegnare per l’anno scolastico 2013/2014” – la nota di risposta consigliere De
Gaetano è del 24 giugno, quindi di pochi giorni fa – “producono effetti
specifici sulla sfera giuridica del personale. Il primo per differenza tra
titolari e posti determina eventuali situazioni di perdente posto della sede di
titolarità del personale a tempo indeterminato e in caso di eccedenza crea i
presupposti al termine della procedura autorizzatoria
di cui all’articolo 39, comma 3bis della legge 27.12.1997, numero 449 per le
immissioni in ruolo. Il secondo, invece, avendo riguardo alla sola sede di
servizio per un anno in caso di eccedenza determina incarichi a tempo
determinato.
Il perseguimento delle finalità proprie del
sostegno, pertanto, debbono realizzarsi mediante l’equilibrata programmazione
dei due contingenti – organico di diritto e organico di fatto – in relazione
alle esigenze da soddisfare.
Nel caso che ci interessa - la provincia di
Reggio Calabria – sono stati attribuiti complessivamente per l’anno scolastico
2012/2013, quindi quello che si sta concludendo, 1.151 posti di cui numero 771
in organico di diritto e numero 380 in organico di fatto.
Risulta evidente, pertanto, che la
ripartizione dei posti sfugge alla semplice logica ragionieristica e deve avere
riguardo anche al numero di docenti titolari esistenti in ogni singola
provincia.
Una distribuzione meno accorta, infatti,
produrrebbe eccessivo sovrannumero in alcune province mentre si costituirebbero
le premesse al termine della procedura autorizzatoria
per eccessive nomine in ruolo in altre determinando così un aggravio per
l’Erario.
Si precisa, infine, che per quanto riguarda
i posti assegnati in organico di diritto per l’anno scolastico 2013-2014 gli
stessi sono stati concordati con i responsabili degli ambiti territoriali delle
province facendo riferimento, consigliere De Gaetano, ai rapporti uno ad uno
presenti in questa fase nelle varie province e dopo aver fornito la dovuta
informativa alle organizzazioni sindacali regionali nel comparto scuola”.
Questa è la risposta. Resta inteso - così come ha chiesto il consigliere De
Gaetano - che la Regione Calabria farà tutte le azioni necessarie
per garantire il diritto all’istruzione agli alunni disabili della provincia di
Reggio Calabria.
Prego, consigliere De Gaetano.
Mi ritengo soddisfatto della risposta
dell’assessore ma insoddisfatto della risposta che ha fornito il dirigente dell’ufficio scolastico
regionale. Apprezzo il fatto che l’assessore si impegnerà per
risolvere questo problema ma voglio ribadire, qui in Aula, che quel che dice il direttore dell’ufficio
scolastico regionale non risulta vero o meglio lui dice che ci sarebbe una
disparità tra le province ma la disparità esiste in quanto nella provincia di
Reggio Calabria, purtroppo, ci sono più alunni disabili iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado.
Questo significa, ovviamente, che in questa provincia occorrono più
insegnanti di sostegno. Non se la si può cavare con il fatto che devono essere
distribuiti in tutte le province se, per esempio, la provincia di Reggio Calabria ha 100
disabili e la provincia di Crotone, di Vibo Valentia, di
Catanzaro ne hanno 30. Non si può non tener conto di questi dati che sono
quelli reali ed effettivi.
Chiediamo, quindi, all’assessore, ringraziandolo per l’interessamento e per
le parole che ha speso, che quando, entro il mese di luglio, primi di agosto, si faranno le assegnazioni si tenga conto
dell’effettiva ripartizione degli alunni disabili nei territori calabresi. La provincia di Reggio Calabria, quindi, che ha, purtroppo, più alunni disabili, dovrà avere un surplus di docenti per poter organizzare degnamente questo servizio
e poter offrire garanzie a questi alunni che hanno più bisogno rispetto
ad altri per poter essere cittadini italiani a tutti gli effetti. Grazie.
Si passa all’ultima interrogazione a risposta
immediata numero 383 del 17 giugno 2013, a firma del consigliere Franchino, “In
ordine all’esito dell’ordine del giorno numero
97 della seduta del Consiglio regionale del 21
dicembre 2012 riguardante l’avvio delle procedure per le trivellazioni marittime
nell’Alto Ionio Cosentino” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente.
Per sapere - premesso che:
Eni, Shell, Apennine E., Northern, Enel L, Nautical P. e
altre compagnie hanno avviato le procedure per iniziare trivellazioni marittime
riguardanti in particolare le coste dei comuni dell’Alto Jonio
Cosentino e del Mare Jonio, tra il Golfo di Taranto e
quello di Sibari;
tali procedure
stanno suscitando la ferma opposizione delle popolazioni locali in quanto queste
aree hanno una spiccata vocazione turistica, agricola e ittica e sono
incompatibili con qualsivoglia tipo di attività estrattiva in mare;
i comuni
particolarmente interessati sono pugliesi, lucani e calabresi;
la fascia riguardante la costa calabrese si estende da Rocca Imperiale
a Calopezzati, nella provincia di Cosenza;
i
rischi di catastrofi naturali (erosione delle coste, fenomeni di subsidenza,
alluvioni, abbassamento del suolo terrestre, possibili terremoti e tsunami) con
le ricadute finanziarie sull’economia non sono adeguatamente e oculatamente
valutati;
la tutela dell’ambiente e la salute di cittadini e turisti vengono
seriamente compromesse;
la vocazione turistica delle zone costiere descritte viene sacrificata
violando così i trattati internazionali di protezione delle specie a rischio
(l’ecosistema marino contiene alcune specie protette dalla direttiva Habitat –
Natura 2000 92/43 CEE e incluse nella lista rossa IUCN perché considerate a
rischio di estinzione) e del patrimonio archeologico sommerso;
la costa ionica ospita bellezze naturali e ambientali di particolare
pregio tra cui numerosi siti archeologici della Magna Grecia e un inestimabile
patrimonio sommerso tutelato dalla Convenzione di Parigi sulla protezione del
patrimonio subacqueo;
al largo della
costa tra i comuni di Amendolara, Albidona
e Trebisacce, si trova la “secca di Amendolara” già
proposta quale patrimonio dell’UNESCO;
le Regioni Puglia e Basilicata hanno già da tempo espresso parere
negativo alle suddette trivellazioni;
il
Consiglio regionale della Calabria nella seduta del 21 dicembre 2012 ha accolto
e votato all’unanimità l’Ordine del Giorno numero 97 da me presentato -:
quale seguito
ha avuto l’O.d.G. di cui sopra e se è stato espresso parere alle competenti
autorità, tenuto conto che sono trascorsi ben sei mesi dall’approvazione
unanime del precitato ordine del giorno.”
Prego, collega
Franchino.
Grazie, Presidente.
Sarò brevissimo anche perché è soltanto per
comunicare che da molti mesi monta una protesta vibrata nella provincia di Cosenza, soprattutto nell’Alto Ionio, che va da
Rocca Imperiale a Calopezzati, per quanto
riguarda le trivellazioni che si vogliono effettuare nel mare Ionio. I
comuni che sono interessati, oltre a quelli calabresi, sono pugliesi e lucani e
c’è un arco molto ampio anche in altre parti del Paese.
C’è un problema che abbiamo di fronte: il 21 dicembre il
Consiglio regionale ha accolto e votato all’unanimità un ordine del giorno in
cui ci siamo espressi praticamente tutti contrari alle trivellazioni nel mare
Ionio. Sono trascorsi sei mesi e siccome le altre Regioni d’Italia, quanto meno
la Puglia e la Basilicata, hanno già espresso parere negativo, vorrei sapere
l’ordine del giorno che abbiamo votato all’unanimità dov’è, che fine ha fatto e
che prosieguo ha avuto e, nello stesso tempo, se il Governo regionale, il
Consiglio regionale ha dato seguito a quell’ordine del giorno dal punto di
vista politico e se è stato espresso un parere, così come hanno fatto altre
Regioni del Mezzogiorno. Grazie.
Non mi dilungo su altre questioni che avremo modo anche
di discutere perché c’è ne è una davvero importante da affrontare. Ieri abbiamo
avuto l’ultimo incontro con i vertici del Ministero dell’ambiente dove abbiamo
avuto – devo dire – risposte non molto positive ma di questo ci sarà altra
occasione per poterne discutere. Grazie.
Risponde l’assessore Pugliano.
Voglio tranquillizzare il consigliere
Franchino sul prosieguo dell’ordine del giorno approvato
all’unanimità da parte del Consiglio regionale il
21 dicembre 2012, nel senso che è diventato il parere della Regione Calabria in
merito a questa procedura.
Devo dire, però, per onestà
intellettuale – e credo che il consigliere Franchino lo sappia come me – che
autorità competente per questa materia è il Ministero dell’ambiente, che si
avvale della Commissione tecnica, il nucleo VIA nazionale. La Regione Calabria
ha trasferito l’ordine del giorno per farne parere del governo regionale al
delegato, che è componente del nucleo VIA nazionale in rappresentanza della
Regione Calabria.
Questo, sicuramente, però non basta,
perché il parere all’interno del nucleo VIA della Regione Calabria non è un parere vincolante, quindi credo che, giacché
il parere lo dovrà esprimere comunque il Ministero, oggi che siamo in una fase
ancora istruttoria e non decisoria, convenga a noi tutti; infatti il parere
tecnico-istituzionale è già rappresentato perché è presente nel nucleo VIA già
nella Commissione tecnico-istruttoria ed il dipartimento ha trasferito
letteralmente e formalmente il parere all’unanimità del Consiglio regionale.
Credo,
però, che non possiamo abbassare la guardia, che questo non basti e che, al di
là del parere tecnico-istituzionale, serva che ognuno faccia la propria parte
per esprimere parere contrario dal
punto di vista politico. Per intenderci, ognuno faccia la propria parte per
fare arrivare al Ministro la volontà non solo del Consiglio regionale, ma anche
della comunità calabrese di contrarietà a questa procedura.
Consigliere Franchino, prego.
Presidente,
sono molto soddisfatto perché, da quello che ho
capito, praticamente l’ordine del giorno del 21 dicembre 2012 è diventato
parere negativo dal punto di vista politico. Sappiamo tutti che è un parere
consultivo, non c’è alcun dubbio, però la cosa importante è che questo
Consiglio regionale, oggi, attraverso la voce dell’assessore all’ambiente,
definisce quest’ordine del giorno come un “no” molto forte e determinato verso
le trivellazioni.
Dopodiché, per quanto riguarda le
autorizzazioni, il parere tecnico, la VIA, la VAS, è altra competenza, noi
siamo contenti e plaudiamo a questa risposta.
Conclusa l’interrogazione. E’
passata l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata, quindi
possiamo procedere con gli interventi preliminari.
(Interruzione)
Prima di procedere, c’è un seguito di comunicazioni.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Per gli interventi in via preliminare, ha chiesto di parlare il
consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 478/9^, che riguarda una modifica marginale ad una legge recente, la numero 26 del 2013,
proprio per favorirne l’applicazione, altrimenti vi è una parte che rischia di essere diluita nel
tempo.
(Interruzione)
L’inserimento della proposta di legge numero 478/9^, modifica all’articolo
13 la legge regionale numero 26 del 2013; peraltro assorbe sia un ordine del
giorno a firma mia e del consigliere Nicolò e l’emendamento ordinamentale
a firma dei capigruppo Bruni, Chiappetta, Serra e Grillo, che – com’è noto – ai
sensi dell’articolo 22 della legge regionale numero 8 del 2002, non possono
essere presentati in sede di assestamento.
Quindi, in qualche modo, questo inserimento raccoglie una serie di
proposte simili.
Il consigliere Imbalzano chiede l’inserimento di una proposta di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Naccari Carlizzi, ne ha
facoltà.
Presidente,
giusto per avere contezza dell’oggetto della
proposta, se possiamo avere copia, se il collega Imbalzano ci vuole dare qualche altro
elemento.
Ma la
devo illustrare, Presidente?
No,
voleva solo sapere per sommi capi il contenuto, che cosa riguardava la proposta
di legge.
Si tratta
di prevedere lo slittamento dell’entrata in vigore dell’articolo 13, in particolare del comma 1, per garantire la continuità
dell’attività svolta dalle Commissioni di esame in materia per l’abilitazione
venatoria, per scongiurare ritardi che, altrimenti, la legge attuale
provocherebbe.
Influisce semplicemente sulle date?
Solo sulle date. Sulle date, c’è una modifica anche al comma 1,
consigliere Tripodi.
(Interruzione)
Solo le date.
Consigliere Imbalzano, se riguarda solo una modifica delle date, siamo
d’accordo.
Ma se noi proroghiamo le Commissioni attuali, è chiaro che,
automaticamente, comporta che il comma 1 venga slittato anch’esso alla prossima
legislatura.
Allora non ci siamo.
Credo che faccia bene a leggersi il testo della legge.
Solo per
informazione: è un testo che è già passato all’esame
della Commissione competente?
No, Presidente.
Non è passato dalla Commissione. E’
all’ordine del giorno della Commissione?
Prima di esprimerci, gentilmente, se ci dà il testo, lo guardiamo un
attimo.
Va bene. Allora sospendiamo un attimo il punto, andiamo avanti con i
lavori e poi lo riprendiamo.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Masi. Ne ha facoltà.
Volevo ricordare, così come concordato in Conferenza dei
capigruppo, di porre in discussione o in votazione un atto che è già stato licenziato
all’unanimità dalla relativa Commissione e che riguarda l’interpretazione autentica di
una legge regionale; lei, Presidente, dovrebbe avere la relativa
documentazione.
Possiamo
inserire all’ordine del giorno la proposta di legge di cui si è discusso
stamattina in Conferenza dei capigruppo; si tratta di un progetto di legge
approvato all’unanimità che riguarda il passaggio nelle Commissioni.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Aveva chiesto di intervenire il consigliere Naccari Carlizzi.
Presidente,
come anticipato in Conferenza dei
capigruppo – peraltro stavo anche attendendo l’arrivo del consigliere Chiappetta, che vedo adesso – noi chiediamo
l’inserimento di un ordine del giorno che è strettamente
connesso all’assestamento di bilancio; cioè, alla luce della condizione che stanno
vivendo il Paese e la nostra regione in particolare e del fatto che l’assestamento di bilancio prevede una somma rilevante,
oltre 5 miliardi di euro di assestamento, gran parte della quale fa riferimento
a risorse vincolate e finalizzate, in parte comunitarie e in parte risorse
nazionali, riteniamo opportuno che la manovra di assestamento sia associata ad
un impegno formale verso la Commissione bilancio affinché la stessa, da una
parte, proceda a un confronto con quello che è il cosiddetto tavolo dell’economia
- che in questo passaggio dell’assestamento è stato saltato - dall’altra,
assuma metodologicamente un confronto con gli enti locali che sia finalizzato a
responsabilizzare ed utilizzare ancora di più il sistema delle autonomie ai fini della velocizzazione
della spesa, e soprattutto che entro 15 giorni la Commissione sia in
grado di produrre e di sottoporre al Consiglio un programma di velocizzazione
della spesa nazionale e comunitaria.
Chiaramente, associamo a questo una ulteriore sottolineatura sull’esigenza
per le Regioni ad obiettivo convergenza di modificare e rendere più equo,
giusto e responsabile, nel dramma che sta vivendo il Mezzogiorno
d’Italia, il Patto di stabilità, nel senso della nettizzazione
di quelle spese in conto capitale che, sia di derivazione europea sia di
derivazione nazionale, sono oggi ancora escluse o almeno in gran parte escluse
o, meglio, comprese nel criterio di calcolo del Patto.
Riteniamo che questo
nostro ordine del giorno recepisca delle valutazioni che non possono che essere
comuni all’Assemblea e riteniamo all’intera Calabria e vadano in un senso e in
un obiettivo bipartisan del veloce e massimo utilizzo delle risorse, per
contrastare la grave recessione che il nostro Paese e la nostra regione
subiscono e rispetto alle quali forze politiche responsabili di maggioranza e
di opposizione debbono necessariamente lavorare insieme alle forze sindacali ed
economiche della stessa regione.
Il consigliere Naccari
Carlizzi chiede l’inserimento all’ordine del giorno di un argomento – non so se
c’è qualche intervento da parte della maggioranza – che riguarda il Patto di
stabilità.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Chiappetta, ne ha facoltà.
Presidente,
avevamo concordato in Conferenza dei
capigruppo – il collega Naccari Carlizzi era presente in sostituzione del capogruppo
del Pd, Principe – che era assolutamente necessario, nello spirito di una
condivisione dell’intera Aula, che si potesse leggere in via preventiva il
testo dell’ordine del giorno, della mozione, per poter esprimere compiutamente
il pensiero. Sino a questo momento non abbiamo il testo, quindi credo che sia
impossibile esprimere compiutamente un pensiero sulla base di un testo che non
c’è.
Possiamo accantonarlo per un attimo?
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Tripodi, ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno, protocollo numero
30261, che va a coadiuvare – ho già parlato, peraltro, con l’assessore Caligiuri – il
lavoro che la Giunta ha fatto sul dimensionamento scolastico, come
riconoscimento delle comunità linguistiche calabresi, sia arbëreshë sia
occitana sia grecanica, affinché siano tutelate e salvaguardate all’interno del
Piano scolastico regionale.
E’ un
ordine del giorno proposto dal consigliere Tripodi, concordato anche con
l’assessore Caligiuri.
Assessore, vuole intervenire?
Credo
che la raccomandazione del
consigliere Tripodi vada accolta e senz’altro
ce ne faremo interpreti, anche perché nelle Linee guida approvate da questo
Consiglio regionale nell’agosto del 2010, che hanno validità quinquennale,
quindi hanno dato grande stabilità al sistema, è prevista esplicitamente la
salvaguardia e la tutela, oltre che dei Comuni montani, oltre che dei Comuni ad
alta densità criminale, anche di quelli che riguardano le minoranze albanese,
grecanica e occitana.
Quindi è d’accordo sull’inserimento
all’ordine del giorno. Pongo in
votazione l’inserimento dell’ordine del giorno che riguarda quest’argomento.
(Il Consiglio approva)
C’era la proposta di legge: avete
avuto modo di guardare la richiesta del consigliere Imbalzano?
Pregherei
il consigliere Imbalzano di ritirare la richiesta di inserimento della proposta di legge e le spiego perché, Presidente: qua dobbiamo chiarirci
una buona volta per tutte anche sul mondo della caccia.
Noi abbiamo
fatto una legge per dare dignità al ruolo, anche e soprattutto, delle
commissioni e questo Consiglio ha
ritenuto, nemmeno un mese fa, che le commissioni potessero essere guidate da
chi era munito di una laurea, ma non perché ci siamo inventati una laurea a
caso, perché abbiamo ritenuto che la figura del Presidente andasse, in ogni
caso, nella direzione di una persona qualificata e competente, che avesse anche
la capacità di guidare alcuni processi.
Che ora mi si venga a dire “spostiamo di un mese le commissioni” siamo
d’accordo, per dare tempo all’assessore Trematerra di poter fare un bando e
nominare le nuove commissioni, ma se ci si viene a dire, dopo aver approvato
una legge, che ne spostiamo l’efficacia alla prossima legislatura, Presidente,
non ci siamo.
Prego, consigliere Imbalzano.
Insisto
per l’inserimento all’ordine del giorno, Presidente.
Presidente, a questo punto le chiedo il voto per appello nominale,
se c’è la maggioranza necessaria che venga inserito.
Non c’è bisogno di voto per appello nominale. Siccome ci vogliono
i voti favorevoli dei due terzi dei presenti – consigliere Tripodi, per snellire anche i
nostri lavori – se l’opposizione si è opposta a questa richiesta di inserimento
all’ordine del giorno, nel momento in cui si pone ai voti l’inserimento, non ci
sono i due terzi e quindi non si può inserire. Pertanto non c’è bisogno di
appello nominale.
Presidente, noi stiamo cercando…
Penso che il suo intervento sia a nome di tutta la minoranza. Se è
così, che tutta la minoranza è d’accordo, non dobbiamo fare altro che porre ai voti la proposta del consigliere
Imbalzano, che ha deciso di non ritirare. Siccome non ci
sono i due terzi necessari, non viene inserito all’ordine del giorno.
Siamo d’accordo, ma stiamo cercando di trovare una soluzione per far sì
che questo problema possa essere discusso in una sede diversa e possa essere
analizzato nel futuro.
Se il Presidente Imbalzano ritiene di dover procedere, le posso
assicurare che, senza un preliminare confronto con l’assessorato e con le
associazioni e le altre forme che gestiscono il mondo della caccia, la
posizione – penso e ritengo – del centro-sinistra sia contraria.
Consigliere Imbalzano,
prego.
Se c’è un problema relativo ai due terzi, ovviamente ne prendo atto.
Naturalmente, la proposta di legge viene presentata in Commissione, seguirà l’iter normale; intanto chiedo
l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno con analogo
contenuto, firmato dal sottoscritto e dal Vicepresidente Nicolò.
Quindi il consigliere Imbalzano
trasforma la proposta di legge in un ordine del giorno.
No, c’è anche un ordine del giorno
presentato su questo argomento.
Quando? Se la minoranza sull’ordine
del giorno è d’accordo…
Presidente, forse sono stato poco
chiaro, sono stato infelice nell’esposizione. Ribadisco al consigliere
Imbalzano che l’iter che deve fare un progetto di legge il Presidente lo
conosce meglio di noi. Noi non siamo pregiudizialmente contro questo progetto
di legge, siamo contro la sua formulazione così come posta dal consigliere
Imbalzano in data odierna.
Questo presuppone che, se non c’è
un’interlocuzione con l’assessorato, con le associazioni che gestiscono questo
settore, il centro-sinistra non
solo è contrario all’inserimento della proposta di legge ma anche a quello
dell’ordine del giorno. Dopodiché è legittimo da parte del Presidente Imbalzano
che faccia seguire alla proposta di legge il percorso legislativo, per come prevedono Statuto e Regolamento del
Consiglio regionale.
La parola
al consigliere Nicolò.
Presidente, sulla scorta dell’intervento del consigliere Imbalzano,
chiedo che venga sottoposto all’Aula l’ordine del giorno. Se ci sono le
condizioni di metodo, si vota, altrimenti verrà differito, secondo le
procedure, ad altra seduta.
Il consigliere Nicolò chiede la
votazione in Consiglio sull’ordine del giorno. Ricordo che c’è bisogno sempre
del voto favorevole dei due terzi dei presenti.
Vorrei capire se il consigliere
Tripodi è contrario all’ordine del giorno o chiede per l’approvazione i due terzi. Se è
contrario, è contrario. Procediamo alla votazione, Presidente Talarico.
Consigliere Nicolò, sottopongo alla votazione l’inserimento dell’ordine
del giorno che riguarda determinate questioni già illustrate. Se ci sono i due
terzi, viene inserito all’ordine del giorno, se non ci sono, non viene
inserito.
Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno a firma dei
consiglieri Imbalzano e Nicolò.
(Il Consiglio
non approva)
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Signor Presidente, non ne abbiano a male i colleghi dell’opposizione, ma poiché è un problema sollevato
anche dall’opposizione in questi ultimi giorni, chiedo l’inserimento all’ordine
del giorno della proposta di legge numero 445/9^ “Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 3 settembre 2012 “Istituzione della struttura tecnica di
valutazione Vas-Via-Aia-Vi”.
Chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno perché questa norma è stata valutata ed
approvata dalla quarta Commissione all’unanimità, quindi credo ci siano tutte
le condizioni per l’inserimento all’ordine del giorno, anche perché, attraverso
l’approvazione di questa norma, la
Commissione Vas-Via potrebbe funzionare meglio di
quanto abbia funzionato finora, colmando ritardi nel settore ambientale e
soprattutto nel settore degli investimenti.
Per cui, Presidente, ribadisco la richiesta di inserimento all’ordine
del giorno, chiedendo alla minoranza di essere d’accordo su questo aspetto.
Se facciamo un po’ di silenzio in Aula, perché non si capisce
assolutamente nulla.
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione, ne ha facoltà.
Sulla
richiesta di inserimento della proposta di legge, avanzata dal consigliere
Gallo, noi siamo d’accordo, perché già in Commissione i colleghi Franchino e Scalzo hanno votato a favore. Questo permette al nucleo Via-Vas
di lavorare più celermente, perché in giacenza ci
sono circa 200 progetti per un valore
di circa 1 miliardo di euro, tra risorse pubbliche e risorse private. Da questo
punto di vista, noi dobbiamo fare in modo di dare tutti gli strumenti necessari, affinché il nucleo
lavori celermente ed anche con un certo conforto dal punto di vista giuridico per poter dare risposte immediate, che significa
approvare progetti che vanno nella direzione di creare sviluppo e occupazione.
Anche da parte della minoranza c’è stato
l’accoglimento della proposta di inserimento, quindi possiamo procedere a
votare l’inserimento della proposta di legge numero 445/9^, che riguarda la
struttura tecnica di valutazione Vas-Via.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Non ci sono più
interventi in via preliminare.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Fedele,
ne ha facoltà.
Presidente, d’accordo con le opposizioni- con cui abbiamo
parlato già - c’è un progettino di legge, un articolo unico proposto dal
consigliere Chiappetta che riguarda la proroga di tre mesi di una norma
contenuta in un provvedimento già approvato, che riguarda le concessionarie
delle autolinee relativamente al sistema satellitare. I colleghi
dell’opposizione – ci ho già parlato – sono d’accordo per inserirlo e poi, appena
possibile, di votarlo oggi stesso.
L’assessore Fedele propone l’inserimento all’ordine del giorno della
proposta di legge numero 479/9^, concordata anche con la minoranza, recante:
“Modifiche all’articolo 36 della legge 27 dicembre 2012, numero 69”. Ne pongo
ai voti l’inserimento.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
Proseguiamo con l’assestamento di bilancio, la proposta di legge
numero 469/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Assestamento del bilancio di
previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2013 e del
bilancio pluriennale 2013-2015 a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4
febbraio 2002, numero 8”.
E’ relatore il consigliere Imbalzano,
Presidente della Commissione.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro
Nicolò
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nell’introdurre i lavori alla proposta di legge numero 469/9^ riguardante l’assestamento di bilancio per l’esercizio finanziario 2013, desidero fare alcune sottolineature.
Con il provvedimento stesso sono state determinate le definitive risultanze contabili: dei residui attivi e passivi e di quelli perenti al 31 dicembre 2012; dei flussi finanziari in entrata ed in uscita e quindi la gestione di cassa della Regione; dell’avanzo di amministrazione e della sua applicazione nella competenza 2013.
Si è provveduto, altresì, alla riallocazione delle economie vincolate, derivanti dal riaccertamento dei residui passivi ed in perenzione amministrativa, effettuato in sede di chiusura dei conti; alle variazioni degli stanziamenti di competenza e di cassa decise in relazione all’applicazione del saldo positivo al 31 dicembre 2012; alle variazioni degli stanziamenti di cassa conseguenti alle variazioni intervenute nella competenza e nei residui.
Nell’impostazione che emerge dalla relazione che ha prodotto in Commissione bilancio la Giunta regionale e, per essa, l’assessore Mancini, è stato sottolineato che le variazioni apportate al bilancio preventivo 2013, ottenute mediante il riaccertamento dei residui attivi e passivi, hanno consentito alla Regione di ridurre i propri debiti in misura maggiore rispetto ai crediti.
Da questo delicato adempimento, ne deriva un avanzo di amministrazione definitivo alla chiusura dei conti pari a circa 5 miliardi e 174 milioni di euro, comprensivo ovviamente delle economie su risorse trasferite dallo Stato o dalla Comunità europea con vincolo di destinazione, le quali devono essere necessariamente riprodotte nel bilancio 2013 e nel fondo pluriennale vincolato, in quanto sono state impegnate nel corso dell’esercizio precedente.
La quota di avanzo libero è pari a circa 24 milioni di euro, in massima parte utilizzato per rifinanziare economie che derivano dal riaccertamento di residui su capitoli finanziati da risorse autonome e per la copertura dei pignoramenti relativi all’anno 2012.
La parte discrezionale, quindi, ammonta a circa 8 milioni di euro, di cui 1 milione e mezzo andrà ad impinguare le risorse del Consiglio regionale ed il resto ad interventi diversi, di cui 2 milioni circa per interventi nel settore turistico ed aeroportuale e 1 milione e 8 al settore delle politiche sociali.
Questa disponibilità è stata possibile sia per le maggiori entrate derivanti dal rafforzamento della lotta all’evasione fiscale per l’Irpef ed Irap sia per i canoni maggiori versati dai gestori delle derivazioni delle acque pubbliche.
Con l’assestamento sono state, altresì, iscritte in bilancio le anticipazioni di liquidità attribuite alla Regione ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto legge numero 35 del 2013, ciò al fine di intervenire in materia di pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione e consentendo, quindi, di mettere a disposizione della gracile economia calabrese risorse importanti.
In particolare, gli importi relativi ai debiti certi, liquidi ed esigibili diversi da quelli sanitari e finanziari, determinati dal Ministero dell’economia, sono pari a circa 250 milioni, di cui 101 saranno erogati nel 2013 e 149 nel 2014, mentre ulteriori 107 milioni saranno destinati alla copertura dei debiti della sanità a tutto il 2013.
Ovviamente, per poter disporre di queste anticipazioni, è stato necessario garantire la copertura delle relative rate di ammortamento che, a regime, ammonteranno a circa 19 milioni di euro.
Da queste premesse, si deduce che la manovra di assestamento che ne è scaturita – che mi avvio a commentare articolo per articolo – non poteva avere un grande respiro finanziario, anche se i provvedimenti di assegnazione delle risorse mettono in evidenza una gestione virtuosa del bilancio regionale da parte della Giunta Scopelliti, né era possibile destinare risorse, comunque insufficienti, per le tante emergenze di questa regione: vale per la questione degli Lsu-Lpu, problema che si sta affrontando – com’è noto – su altri tavoli, o per le questioni sollevate in questi giorni sui problemi dell’agricoltura, che necessitano di cospicui finanziamenti, da reperire comunque in altre direzioni.
A quest’ultimo proposito, confermo che già nella seduta del 5 luglio andremo ad affrontare in Commissione in termini concreti con l’assessore Trematerra l’antica questione dell’agrumicoltura nella Piana di Gioia Tauro, mentre stiamo andando a modificare la legge, approvata su nostra proposta dal Consiglio regionale, sui Consorzi fidi in agricoltura e sulla ristrutturazione dei debiti a breve delle aziende agricole, che – è vero – fino ad oggi ne sono rimaste escluse.
Nel merito, la proposta di legge si compone, in sintesi, di 12 articoli.
L’articolo 1 espone i residui attivi e passivi definitivamente determinati.
L’articolo 2 evidenzia il saldo finanziario alla chiusura del 2012, che ammonta a 5 miliardi e 174 milioni di euro.
L’articolo 3 espone i residui perenti.
L’articolo 4 disciplina le variazioni al bilancio annuale.
L’articolo 5 apporta la rimodulazione delle spese autorizzate con il bilancio 2013, che sono dettagliatamente indicate nella tabella C allegata alla proposta di legge.
L’articolo 6 attiene alle nuove autorizzazioni di spesa.
L’articolo 7 prevede nuove autorizzazioni di spesa a favore del Consiglio regionale.
Gli articoli 8 e 9 attengono alle anticipazioni di liquidità di cui agli articoli 2 e 3 del decreto legge numero 35 del 2013.
L’articolo 10 reca una modifica dell’art. 37 della legge regionale 69 del 2012, che altro non è che il collegato alla manovra finanziaria 2013.
L’articolo 11 assesta i valori del bilancio pluriennale per le parti modificate nelle tabelle A e B.
L’articolo 12 dispone le relative coperture finanziarie delle spese e delle procedure per la pubblicazione della legge.
In definitiva, signor Presidente e onorevoli colleghi, una manovra che risente certamente di un contesto nazionale ed internazionale ben conosciuto, con vincoli stringenti sotto ogni profilo, ma che fruisce di risorse assegnate dal Governo centrale in comparti diversi, proprio per la virtuosità dell’azione amministrativa dell’esecutivo.
Da qui, la conseguente e quasi ovvia limitatezza delle somme utilizzabili, ma con la soddisfazione di essere riusciti a mantenere quegli equilibri di bilancio, ormai ineludibili a tutti i livelli istituzionali, pur con tutta la possibile attenzione verso settori strategici per la nostra regione.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Mancini. Ne ha facoltà.
I caratteri e le linee dell’assestamento che oggi occupano la nostra seduta sono stati già
tratteggiati da par suo dal Presidente della Commissione bilancio, Candeloro
Imbalzano, per questo non ripeterò i concetti che già sono stati espressi. A me
spetta unicamente tratteggiare, seppur brevemente, alcuni elementi che reputo,
insieme ai colleghi di Giunta, salienti dell’atto che stiamo ponendo
all’attenzione del Consiglio: il primo e politicamente più importante e più rilevante sta nel fatto che, attraverso questa
proposta legislativa, noi fissiamo in legge e liberiamo 357 milioni di euro che
rappresentano le cosiddette anticipazioni di liquidità, che consentiranno di
ricevere risposte importanti da parte dei Comuni e degli enti locali più in
generale e da parte delle imprese.
Quindi poniamo a compimento il percorso avviato dal Governo nazionale,
che consentirà di saldare i cosiddetti debiti della pubblica amministrazione,
una risposta importante e significativa che, senza enfasi, però, vogliamo qui
sottolineare perché tante volte si dice che il momento è difficile, però, per
tentare di imboccare una strada nuova e di crescita, l’amministrazione
regionale guidata dal governatore Scopelliti offre queste risorse, 357 milioni
di euro, alla comunità regionale. Per farlo, utilizza un percorso normativo
offerto dal Governo nazionale, ma di suo prevede una copertura economica e
finanziaria consistente attraverso l’erogazione di un mutuo ventennale che
graverà sulle casse della Regione Calabria.
Rispetto, poi, agli altri interventi, anche questa volta l’assestamento
di bilancio viene offerto all’esame dell’Aula, per come sono stati gli
assestamenti di bilancio negli anni precedenti fin dall’inizio di questa
amministrazione, nei termini previsti dalla legge, cioè entro il 30 giugno, e
questo è un altro elemento che rappresenta la strada virtuosa che anche la
Calabria ha imboccato e della quale siamo orgogliosi.
Dicevo, in quest’assestamento c’è soltanto un carattere prettamente
tecnico e numerico, gli aspetti normativi non sono stati presi in considerazione,
di conseguenza gli emendamenti di carattere normativo non potranno in nessun
modo essere né discussi né posti all’attenzione di questo Consiglio.
Abbiamo stanziato 8,1 milioni di risorse autonome da destinare nel modo
in cui il consigliere Imbalzano ha illustrato, che si vanno ad aggiungere alle
risorse che nel corso degli anni già sono state allocate dall’amministrazione
attraverso l’approvazione di leggi regionali; cito qui le più importanti che
riguardano i 20 milioni di euro stanziati ed allocati attraverso legge
regionale per affrontare le emergenze rifiuti; 6,1 milioni di euro allocati
attraverso altra legge regionale già approvata dal Consiglio per affrontare una
serie di emergenze sociali; penso anche ai 15 milioni anticipati all’inizio
dell’anno per quanto riguarda il comparto dei trasporti.
Quindi la cosiddetta manovra che in passato veniva a concentrarsi
unicamente nel momento dell’assestamento, in questo anno è stata anticipata ai
mesi precedenti; in una piccola parte, 8,1 milioni, sarà in qualche modo
concentrata oggi. Poi, rispetto alle altre problematiche che rimangono aperte,
una serie di nuovi provvedimenti legislativi saranno presentati all’attenzione
del Consiglio nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Questi sono gli elementi che, a mio giudizio, sinteticamente, devono
essere posti all’attenzione del Consiglio, rispetto al quale mi piace qui
evidenziare un alto grado di maturità rivelato dalla presentazione di sempre
minori emendamenti, soprattutto per quanto riguarda gli emendamenti di spesa,
che dai tanti faldoni d’inizio legislatura sono diventati soltanto poche
decine. Ne approfitto per invitare i colleghi che hanno voluto presentare
queste poche decine a ritirarli, perché le scelte sono state fatte e condivise
e, fatto salvo alcuni emendamenti presentati dai capigruppo, sarà – e lo dico
per chiarezza, per offrire già l’intendimento della Giunta – richiesto ai
presentatori di ritirarli.
Così come ho già detto, non essendoci un collegato legislativo, gli
emendamenti normativi ritengo che non potranno essere né discussi né
affrontati.
Sono questi gli elementi che volevo porre sinteticamente all’attenzione
del Consiglio, riservandomi di intervenire, eventualmente, all’esito del
dibattito.
E’
aperta la discussione generale.
Ho iscritto a parlare per primo il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, signori consiglieri,
sinceramente fatico a comprendere la
ragione per la quale non si sia addivenuto ad una votazione comune o forse,
addirittura, a nessuna votazione circa la mozione, ordine del giorno che noi abbiamo presentato come forze di opposizione,
che in sostanza non conteneva altro che una condivisione del problema del
conseguimento del Patto di stabilità per le Regioni ad obiettivo convergenza e
non faceva altro che sottolineare l’attuale situazione di grave crisi della
nostra regione e del nostro Paese, rispetto al quale urgono provvedimenti
straordinari.
Che cosa
si deve chiedere a un Consiglio regionale che si appresta ad approvare un
assestamento di bilancio che sottolinea ed evidenzia un avanzo di 5 miliardi e
114 milioni di euro, se non quello di lavorare e di sforzarsi per raggiungere
gli obiettivi di spesa, utilizzare le
risorse? Sinceramente, non capisco quali siano le ragioni che possano in alcun
modo legittimare una valutazione difforme.
Noto con grande dispiacere che abbiamo dedicato molto più tempo a
discutere se inserire una norma circa alcuni aspetti della caccia, della
proroga, forse – non so quanto legittima – fino alla prossima legislatura,
superando, peraltro, la proposta che era all’ordine del giorno in Commissione,
piuttosto che obbligare, impegnare la Commissione a mettere in campo un
progetto di velocizzazione della spesa che consenta ai calabresi di avere 5
miliardi di euro spesi sul proprio territorio.
Sarà un problema mio di comprensione, ma sinceramente non riesco ad
individuare quale fosse il problema e qual è la proposta alternativa, perché al
di là delle rappresentazioni oratorie che sentiremo da qua a breve in
quest’Aula, la proposta alternativa rispetto a un problema grande quanto un
macigno, che è rappresentato da una forte disponibilità di risorse, da una
gravissima recessione, la più grave della storia del capitalismo così come noi
lo intendiamo, cioè dinanzi a questi problemi non capisco quale sia lo
strumento.
Credo, quindi, che ci si assuma una grave responsabilità a non voler
neanche discutere nelle sedi competenti quelli che sono i reali problemi della
nostra regione, quelli che sono gli strumenti, le opportunità, le possibilità,
i tentativi, se volete, di uscire dalla crisi. Nessuno imputerà mai né a
Mancini per la sua parte né agli altri assessori il problema della crisi che
sta vivendo il nostro Paese o l’Europa, ma di certo a ognuno di noi i calabresi
e gli italiani chiedono di sforzarsi e di adoperarsi, di mettere in campo degli
strumenti per uscire fuori dalla crisi, almeno di tentarci.
Tutto ciò mi sembra che sia lontano, almeno io non vedo il tentativo e
nemmeno il conato.
A me fa molto piacere che l’assessore sottolinei che si approva nei
termini previsti – termini peraltro ordinatori – dal nostro ordinamento
regionale, l’assestamento di bilancio, così come il bilancio di previsione, è
indubbiamente un fatto che è una buona norma. Tuttavia io gradirei che noi
leggessimo questi documenti. Se noi approviamo nei termini un assestamento che
non dà copertura ai contratti di servizi dei trasporti, che non dà copertura ai
salari dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, che non dà
copertura a una serie di interventi che sono obbligatori, cadiamo in quel
paradosso – consentitemi il termine – anche un po’ risibile di fare i
comunicati stampa perché sono stati pagati gli stipendi o sono state erogare –
come spesso avviene da parte della Ragioneria – delle risorse ogni volta che un
funzionario liquida e fa un ordinativo di spesa. Consentitemi di dirlo che non
è questo un messaggio di cui poter essere orgogliosi, cioè approvare nei
termini un bilancio che non copre le spese obbligatorie! Un assestamento
soprattutto, perché il bilancio si potrebbe anche approvare in attesa di
introitare extra gettito, di fare altre manovre, ma nel momento in cui questo è
l’assestamento di bilancio, noi lo approviamo nei termini e non copriamo le spese!
E questo è un risultato?!
Guardate che dobbiamo avere anche un po’ il senso del ridicolo, perché
se non abbiamo il senso del ridicolo, probabilmente, noi stessi ci convinciamo
man mano che ripetiamo le cose che diciamo continuamente.
Quella mozione che noi avevamo presentato voleva, in sostanza, dire due
cose: da una parte sostenere lo sforzo anche della maggioranza, quindi un senso
di responsabilità mi pare significativo da parte dell’opposizione, che sostiene
lo sforzo di una Regione come la Calabria, Regione ad obiettivo convergenza,
che vede un Patto di stabilità ingiusto, non equo, perché non sono nettizzati gran parte dei fondi comunitari e dei fondi
nazionali, persino quelli che rappresentano un adempimento – potremmo dire – di
quella che è la programmazione europea e nazionale; dall’altra, chiedevamo di
impegnare la Commissione a mettere in campo entro 15 giorni un progetto di
velocizzazione della spesa.
Va beh, su questo non si è trovato un accordo. Non so su che cosa
troveremo un accordo in questo Consiglio, forse sulla Juventus o sul Milan,
sulla Reggina o sul Cosenza! Ma se non troviamo un accordo su questo, vuol dire
che veramente siamo strabici, cioè la prospettiva in base alla quale ci
impegniamo e lavoriamo in questo Consiglio è, in qualche maniera, inquinata.
E dire che noi avremmo potuto fare polemica su tante questioni,
sottolineare legittimamente l’assenza del confronto al tavolo dell’economia; le
parti sociali, le organizzazioni di categoria non sono state nemmeno consultate
per quest’assestamento. Forse è una delle pochissime volte nella storia della
Regione che al tavolo della Commissione non ci sono le audizioni, cioè ci
rifiutiamo persino di ascoltare e comprendere i problemi e i bisogni della
Calabria.
Chiaramente – lo voglio sottolineare – non mi rivolgo all’assessore al
bilancio in sé, che ha anche l’onere di rappresentare con dei numeri quella che
è un’azione complessiva, mi rivolgo all’azione di tutta la maggioranza e
all’azione del governo regionale, che non può pensare di scrollarsi di dosso le
responsabilità rispetto all’andamento della nostra Regione.
Abbiamo assistito anche in questi anni a piccoli provvedimenti con cui
veniva spacciato un impegno per misure verso la povertà che povertà non era.
Noi continuiamo ad essere l’unica Regione
d’Italia a non avere uno strumento di contrasto all’esclusione sociale, non
diamo il sostegno alle imprese - che sembrerebbe esserci da quello che leggiamo
nei tanti comunicati stampa -, abbiamo dovuto constatare in Commissione che
persino il Consiglio regionale è sottofinanziato,
quindi c’è il rischio della creazione di un debito fuori bilancio su questa
questione.
Importanti leggi non sono state soddisfatte
nelle richieste e nelle previsioni, pensiamo una per tutte quella sul
contributo alloggiativo, che prevede che, in un
momento in cui nella nostra regione non ci sarà disponibilità di risorse
nazionali a tale scopo, la Regione proceda lo stesso a fare i bandi, senza
adempiere a un articolo di una legge propria che prevede che le economie dai
lavori nel settore vengano destinate al contributo alloggiativo,
con ciò non venendo incontro a una serie di categorie di soggetti che
drammaticamente vivono la tensione abitativa e il problema di conseguire, di
avere le risorse per dare una casa. Qui non stiamo parlando dell’Imu, stiamo parlando della possibilità di avere un alloggio
anche in fitto e di poter mantenere la propria famiglia all’interno di questo
alloggio. E’ una legge regionale che prevede un impegno e che viene disattesa.
Sul piano metodologico, abbiamo illustrato
anche la nostra contrarietà a quello che sembrava, addirittura, all’inizio
dovesse essere un’approvazione fatta in quattro e quattr’otto. Anche qui, se la
velocità e la brevità sono un valore, bisognerebbe utilizzare qualche farmaco
per il ritardo! Vedete, immaginare – come voleva fare la maggioranza – di
approvare l’assestamento con tre riunioni, senza neanche ascoltare un direttore
generale, addirittura il primo giorno c’era la gentile disponibilità
dell’assessore, ma le nostre domande sono state poi trasmesse al dipartimento e
ad altri dipartimenti, che poi alla seconda chiamata, alla chiamata di riserva,
al secondo estratto – ve lo ricordate? Napoli, secondo estratto, 2! – alla fine
si sono convinti e si sono degnati di venire in Commissione. E questi soggetti
ci hanno rappresentato un insieme di problemi. Ho invitato i giornalisti a
leggere che cosa ha scritto il direttore generale dell’ambiente circa la
gestione straordinaria che è stata operata dal commissario, che di certo non
abbiamo nominato noi; ho invitato i giornalisti a leggere anche la situazione
di rischio circa i residui per il debito idropotabile
che la Regione ha nel proprio bilancio e rispetto ai quali c’è un problema
evidente, c’è un problema dei Comuni a garantire quel tipo di entrata.
Abbiamo sentito, addirittura, il direttore
generale della sanità, che ci ha poi consegnato una relazione, dicendoci che
avrebbe sperato che i maggiori dubbi fossero dissipati dall’audizione del
dirigente di settore, con ciò mettendo in grave crisi la convinzione che tutti
noi abbiamo, che un direttore generale debba coordinare un lavoro nel suo
complesso, non debba essere informato vagamente di ciò che accade nel proprio
dipartimento, ma debba avere cognizione dei problemi per poter intervenire su
di essi, e non ci ha risposto a una serie di domande: nell’assestamento sono
previsti 100 milioni di euro per coprire il disavanzo dell’anno scorso, ma lui
non ci ha voluto dire se quei 100 milioni di euro sono sufficienti a coprire
quello che è stato il disavanzo e non ancora contabilizzato il disavanzo del
2012.
Ecco perché è estremamente difficile
utilizzare un termine per giudicare questo documento, che non assesta nulla,
perché gran parte delle obbligazioni, gran parte delle spese obbligatorie, una
parte – se vogliamo – delle spese obbligatorie della Regione non sono coperte.
Questo non è dato da un destino cinico e baro, è dato dal concentrarsi nel
corso degli ultimi dieci anni di una serie di provvedimenti di un Governo che
voi rappresentate politicamente in quest’Aula, che ha tagliato in una maniera
drammatica le risorse per le Regioni del Mezzogiorno,
utilizzando quelle risorse per frenare la crisi
economica del Nord del Paese, che ha inserito ante litteram rispetto al
processo di federalismo una diversa distribuzione e allocazione delle risorse,
che in una parola ha impoverito le Regioni del Mezzogiorno.
Accanto e a fronte di questo problema, c’è
stata una sorta di incoscienza, cioè di mancata responsabilizzazione di alcune
Regioni del Mezzogiorno,
che non si sono fatte carico della necessità di dare una svolta a quella che è
la propria azione in termini di disponibilità di risorse, di spesa di risorse,
di target e di obiettivi da raggiungere.
Ebbene, cosa dire anche sul Patto di stabilità?
Noi, più per una forma di responsabilità rispetto alla quale vi prego, però, di
non abusare eccessivamente, vogliamo evitare di fare delle valutazioni
ulteriori sui meccanismi di garanzia del Patto di stabilità. Dico solo che, in
sostanza, per la Calabria non sembra esserci una compiuta assunzione di
responsabilità, siamo nella rappresentazione mitologica di Tantalo che, di
fronte a una tavola imbandita di ogni ben di Dio, non aveva la possibilità di
utilizzare quel cibo, di mangiarlo, poteva solo guardarlo, poteva stare a
guardare il cibo e morire di fame! E’ un po’ questo il messaggio che in maniera
inutilmente irresponsabile – sottolineo in maniera inutilmente irresponsabile –
noi come Consiglio regionale mandiamo alla Calabria una grande disponibilità di
risorse, ancorché vincolate e finalizzate, ma questo vuol dire che si
utilizzano i meccanismi previsti dalle norme e dalle regole per sbloccarli e
finalizzarli, per spenderli, spesso è un passaggio in più rispetto alla spesa
ordinaria e, dinanzi a questa messe di risorse che si contemplano, la Calabria,
alla fine, si rinchiude su se stessa e, in qualche maniera, si avvita nella
crisi e in questa crisi condanniamo i calabresi a non avere speranza e a non
avere futuro.
Per questo motivo siamo contrari a questo
assestamento di bilancio, ma ancora di più al metodo che contraddistingue
il lavoro di questa maggioranza ed
offriamo continuamente opportunità per condividere un
percorso diverso, ma vediamo che c’è una grande indisponibilità a lavorare
insieme, pur nella distinzione dei ruoli, per l’interesse della Calabria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, penso che tutte le discussioni sugli
strumenti relativi alla parte finanziaria che avvengono ritualmente all’interno
di quest’Aula spesso vengano ampliate rispetto a quella che è la sostanza del
provvedimento che andiamo ad approvare.
Come diceva
bene l’assessore Mancini, oggi andiamo ad approvare
uno strumento finanziario che è quello dell’assestamento di bilancio.
Poi, approfittando di questo argomento si impernia, all’interno di quest’Aula,
una discussione su di tutto e di più.
Noi
dobbiamo chiarire una cosa all’opposizione perché se ci sono elementi chiari e
di vera discussione su quella che è la possibilità di manovrabilità di un
assestamento di bilancio, allora, si può anche fare, all’interno dell’Aula del
Consiglio, una discussione approfondita su questo strumento come abbiamo fatto
anche all’interno della Commissione dove abbiamo più volte discusso della
questione, cercando di trovare anche gli elementi giusti per approfondire le
tematiche che l’assestamento poneva dinanzi a noi.
Quando,
però, qui si vengono a fare tutta una serie di interventi in cui si usano toni
allarmistici e fantasiosi su quella che è la situazione della crisi calabrese,
sulla situazione che oggi attraversa il Paese e su quelli che sono i rapporti
politici oggi mutati a livello nazionale e che potrebbero essere mutati a
livello regionale, penso che non facciamo un bene alla nostra Regione, non lo
facciamo alla Calabria, ma non lo facciamo nemmeno a noi stessi perché, se la
discussione deve essere improntata su queste cose, penso che alla fine la
sostanza di quel che noi diciamo all’interno di quest’Aula non interesserà
sicuramente a nessuno.
Allora,
il problema reale e serio qual è oggi? E’ che noi ci troviamo di fronte ad una
manovra di ricognizione della spesa regionale e dell’assestamento dei residui
della spesa regionale che non ci consentono, per l’esiguità delle risorse a
disposizione, di poter rispondere a nessuno dei grandi obiettivi che la Giunta
regionale si è posta in questi tre anni di amministrazione rispetto alle
problematiche regionali calabresi.
Non
possiamo risolvere con l’assestamento né i problemi del trasporto, della
disoccupazione giovanile, né i problemi relativi alle questioni riguardanti lo
sviluppo, ma su questi argomenti e su queste questioni c’è un percorso che la
Giunta regionale sta facendo attraverso l’utilizzo di altri tipi di strumenti
che, certamente, non possono essere contemplati all’interno dell’assestamento,
ma in parte sono riferiti al contesto dei bilanci che noi approviamo
annualmente, quali l’utilizzo dei fondi europei che sono a disposizione della
Regione, in cui l’impegno e la spesa – e lo ripetiamo ancora una volta – sono
certamente aumentati rispetto al trend passato della Regione.
Questo
ci consente di poter dire una parola definitiva anche rispetto ad una questione
importante che ha coinvolto la Regione, cioè il fatto che questo assestamento, come i bilanci precedenti, non aumenta la tassazione
sui cittadini che è portata ad un livello quasi massimo, dovuto principalmente
alle problematiche relative al Piano di rientro regionale dal deficit
sanitario; noi l’abbiamo tenuta ferma lì, a quel che ci è stato imposto per
quanto riguarda il debito sanitario.
L’altra questione è che, finalmente,
si è definita, anche attraverso l’intervento fatto in Commissione, in
audizione, dal dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute, la
questione relativa al pagamento dei debiti sanitari.
Questi sono gli aspetti che
riteniamo importanti da comunicare ai cittadini calabresi. Finalmente, la
Regione ha iniziato il percorso virtuoso per uscire fuori da quella che è la
situazione debitoria ed è stata consentita attraverso il Piano di riparto, sia
ante che post 2008, la possibilità della copertura finanziaria, anche
attraverso il Decreto legge numero 35 del 2013 emanato dal Governo e che ha consentito alla
Calabria di poter accedere ai finanziamenti previsti, quindi all’accensione del
mutuo per beneficiare delle anticipazioni di liquidità. Questo ci consente,
oggi, di poter pianificare e di poter dare una risposta certa per quanto
riguarda il debito sanitario.
Ritengo, inoltre, che abbia ragione
il consigliere Giamborino a chiedere risposte al presidente Scopelliti anche
rispetto alle problematiche relative alla costruzione degli ospedali così come
anche a quelle relative all’impegno della Regione nei confronti degli operai
che oggi protestano a Vibo Valentia per quanto riguarda la perdita del posto di
lavoro, così come - l’abbiamo visto - protestano un po’ in tutta la Calabria.
Questo è certo e giusto, ma dobbiamo
anche capire che alcune volte ci sono dei tempi che, purtroppo, non dipendono
soltanto dall’amministrazione.
Per quanto riguarda gli ospedali
sarà poi il presidente Scopelliti, quando concluderemo questa discussione, a
dare una risposta. Ma certamente per gli ospedali ci sono state una serie di
problematiche che hanno riguardato sia la proroga del commissariamento, per
quanto riguarda la possibilità del Presidente di accelerare i processi di
spesa, sia alcuni ritardi, a volte, nelle amministrazioni locali
nell’individuare i siti per poter costruire questi ospedali. Finalmente si è
andati avanti e siamo a buon punto e, quindi, a breve anche gli ospedali
potranno vedere la luce, quella luce di inizio di lavori che possibilmente
tutti quanti noi auspichiamo.
Intanto, dobbiamo organizzare il
Servizio sanitario regionale calabrese, non soltanto attraverso gli ospedali,
ma anche attraverso la rete territoriale di emergenza che è necessaria per
poter creare quella simbiosi tra la parte sanitaria e la parte territoriale.
Su questo stiamo lavorando per
arrivare a trovare una soluzione.
In questa discussione che oggi si
tiene in Aula, penso che possiamo benissimo attenerci a quelle che sono le
linee che l’assessore Mancini ha individuato nella sua relazione e dire che,
oggi, questo assestamento alla
fine ci consente soltanto di sopperire ad alcune questioni che sono state poste
ed evidenziate nella discussione; sicuramente, molti dei problemi della regione
dobbiamo per forza affrontarli durante il percorso dell’utilizzo dei fondi che
la Regione ha a disposizione, attraverso la progettualità che stanno mettendo
in campo l’assessore Salerno – che ringrazio per l’attività che sta svolgendo
all’interno dell’assessorato che sta portando avanti attraverso questo tavolo
nazionale per quanto riguarda l’occupazione – ed anche utilizzando bene, se la
Regione potrà essere protagonista, le risorse che il Governo nazionale sta cercando di mettere a disposizione per la
problematica dell’occupazione.
Penso che oggi tutti quanti noi non
possiamo certamente essere contenti per come vanno le cose e sicuramente non lo
sono i calabresi. Ma penso che l’appello che ha fatto l’amico De Masi
all’interno di quest’Aula vada accolto nel momento in cui ci dobbiamo
confrontare sui problemi e cercare le soluzioni giuste. Perché qui non si
tratta oggi di distinguere tra maggioranza e opposizione, ma di trovare un
percorso affinché molti problemi della Calabria possano essere affrontati e
risolti con operazioni concrete e con impegni precisi sia da parte del Governo nazionale ma anche dalle
forze politiche che noi rappresentiamo.
Ritengo che ci siano le condizioni
per poter discutere di queste questioni e che nei prossimi mesi potremmo anche
aprire un confronto tra le forze politiche presenti all’interno del Consiglio
regionale – se lo vorranno i partiti che noi rappresentiamo – ed anche trovare
il modo per portare avanti insieme un nuovo metodo di confronto all’interno del
Consiglio regionale, incentrato sulle proposte e sui progetti piuttosto che
sulle chiacchiere, considerato che, poiché ci avviciniamo alla fine di questa
legislatura, ci sarà una campagna elettorale lunga, oltre un anno e mezzo.
Spero che in questo anno e mezzo non si faccia soltanto campagna elettorale ma
si guardi di più ai problemi concreti dei nostri concittadini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, avevo deciso di
non intervenire nella discussione generale perché il collega Naccari Carlizzi
aveva espresso – come concordato con il gruppo – la posizione del Partito
democratico. Ho ascoltato l’intervento, però, dell’assessore Mancini e questo
intervento mi ha costretto ad intervenire perché penso che stasera si stia
scrivendo una pagina non bellissima di questo Consiglio regionale in cui è bene
che ognuno si assuma la propria responsabilità.
Mentre l’ascoltavo mi sono ricordato
di un altro contesto amministrativo, non politico, a cui sono appartenuto in
cui c’era un Presidente di questo organismo molto anziano, quasi novantenne e
molto autorevole che stava in questo organismo perché dava prestigio a questa
formazione.
Lui riuniva l’organismo
amministrativo soltanto in occasione dell’approvazione del bilancio e quando
proponeva il bilancio di previsione diceva “questo è il bilancio di previsione
ma penso che sia inutile discutere perché essendo una previsione vedremo poi
cosa succede”. Quando si presentava con il bilancio consuntivo diceva “questo è
il bilancio consuntivo, cioè è quello che si è verificato. Di che cosa vogliamo
discutere?”. Ovviamente non c’erano assestamenti di bilancio in quel contesto
ma se ci fosse stato un assestamento di bilancio l’intervento sarebbe stato
quello dell’assessore Mancini.
Di che cosa discutiamo? Ci sono solo
8 milioni di euro liberi e discrezionali. Penso che sia anche inutile e
fuorviante aprire una discussione.
Ci siamo, quindi, ricondotti ad uno
schema che è quello politico-istituzionale molto vecchio in cui la maggioranza
sa che il bilancio è un documento politico e che quindi, compattamente, occorre
approvare la manovra, qualunque sia il contenuto.
Consigliere Nucera, cortesemente.
Pregherei i consiglieri di prendere posto e consentire al collega Maiolo di
svolgere il proprio intervento. Grazie.
La minoranza, invece, di contro,
dire “poiché siamo all’opposizione comunque votiamo contro il documento”.
Ad inizio seduta, come annunciato
anche in Conferenza dei capigruppo, volevamo proporre - ma non è strumentale –
un momento di riflessione su come vogliamo affrontare alcune delle questioni in
questa Regione. E’ una sessione di bilancio, ancorché un assestamento, ancorché
di 8 milioni di euro liberi, e questa è l’occasione in cui alcune cose si
mettono a punto e non strumentalmente.
Lo dico al presidente Scopelliti.
Ormai avete concluso i tre anni di governo. La famigerata Giunta Loiero ha
governato meno di quanto avete governato voi; è inutile che stiamo sempre a
rimpallare responsabilità, ritardi antichi, vecchi e nuovi, perché poi uno
dovrebbe dire: benissimo, se discutiamo di ospedali con strumenti particolari,
è un risultato politico ottenuto da quella Giunta con un Governo che era il Governo Prodi. Se ci sono state
misure importanti sull’occupazione e sulle stabilizzazioni le hanno adottate
quella maggioranza con quel Governo.
Vi domanderei, caro consigliere Magno, caro presidente Scopelliti, cosa
ha guadagnato la Calabria in termini di credibilità e di interlocuzione
politica nel momento in cui questa Giunta di centro-destra rimarrà sempre fino alla fine una Giunta di
centro-destra; ha vinto le elezioni, ha una maggioranza solida e va avanti fino
alla fine e noi facciamo l’opposizione.
C’è una
condizione: la differenza di comportamento di una Giunta di centro-sinistra che
ha governato in Calabria, che ha avuto tutti i limiti di questo mondo, ma ha
avuto una credibilità nel Governo nazionale che ha dato degli aiuti importanti.
Qui c’è stata una fase di una Giunta di centro-destra che ha interloquito con
un Governo forte nel numero, all’inizio di centro-destra, dal quale non ha
attenuto alcun risultato politico per la Regione Calabria.
Oggi
siamo nella condizione in cui la maggioranza è di centro-destra e la minoranza
è di centro-sinistra, ma c’è un Governo che ci vede entrambi interlocutori.
Ebbene,
qual è il risultato politico che in Calabria un effetto di questo genere deve
determinare? Caro consigliere Magno, è’, innanzitutto, un confronto sulle cose
di merito, sulle questioni che si vogliono affrontare, al di là della
dimensione del bilancio, al di là di quel che diranno i partiti – come tu dici – più avanti.
Saremo in
campagna elettorale. Che vuoi che dicano i partiti nelle campagne elettorali?
Diranno quel che sarà necessario dire.
Il
problema è che questo Consiglio regionale non riesce ad affrontare le emergenze
della Calabria – non sto ad elencarle perché qui dentro le conosciamo tutti e molto bene –,
ma di queste emergenze si riesce in
questo Consiglio a fare un punto politico e mettere in ordine le cose per
tentare di avere una interlocuzione da qualche parte per essere aiutati ad
affrontarle? Bene, l’assestamento di bilancio non poteva essere una occasione
del genere? No, la maggioranza non è disponibile ad un percorso del
genere.
Noi
l’abbiamo rifatto anche oggi con la mozione all’ordine del giorno per dire
“attenzione stiamo perdendo tempo, state perdendo tempo”. Guardate, non c’è più
nemmeno gente che protesta perché probabilmente capisce che qui non c’è
l’interlocuzione per risolvere le questioni, ma non solo perché non ci sono le
risorse ma perché non ci sono gli strumenti, perché sappiamo tutti quanti che sono
molto limitati. Però, quando si legge che c’è una task force
sui fondi comunitari, che c’è un avanzo di amministrazione, poi è difficile
spiegare che è vincolato o non vincolato. La gente queste cose non le capisce,
capisce che qui c’è un’incapacità di interlocuzione politica sul posizionamento
delle politiche in questa Regione perché voi siete stati bravi e siete bravi
nel posizionamento in politica, rafforzando le vostre condizioni di potere, ma
sul posizionamento delle politiche non ci siamo e non ci siete proprio perché
tutto quello che strumentalmente avete detto sui giovani è clamorosamente
fallito perché i bandi per l’occupazione dei giovani sono lì inchiodati e
nessuna risposta proviene da questa Giunta regionale.
(Applausi)
Allora, su questo, penso che questa
sia una occasione mancata dalla quale io e noi ci tiriamo fuori perché qui c’è
una maggioranza netta che deve assumersi la responsabilità dell’iniziativa di
proposta.
La vostra iniziativa è “non
discutiamo, non c’è nulla da discutere, è già tutto deciso, ritirate gli
emendamenti”. Ma di che cosa vogliamo parlare? Noi vorremmo che voi
innanzitutto parlaste delle priorità della Calabria e di come voi pensate di
affrontarle e di come noi possiamo dare una mano alla maggioranza per assumere
la responsabilità nei confronti dei calabresi.
Tutto questo anche oggi non l’avete
fatto.
Fra un po’ parlerà il presidente
Scopelliti e al solito dirà che lui è stato più bravo di noi, che lui ha fatto
molto più di noi, che noi non siamo in grado di condurre nemmeno l’opposizione.
Le dirà tutte ma domani i problemi e le questioni politiche anche in termini di
capacità di rapporto e di messa insieme di un programma collettivo resteranno
ed anche oggi questa cosa voi non siete stati in grado di farla.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Hanno parlato
tanti colleghi del gruppo del Partito democratico e sono d’accordo con tutto
quello che hanno detto, dal collega Maiolo, ai colleghi Naccari Carlizzi e
Giamborino.
Credo, assessore Mancini e
Presidente della Giunta regionale, che questo sia un assestamento di bilancio
veramente misero e povero.
Sono consigliere regionale da otto
anni e non mi era mai capitato di assistere ad un assestamento di bilancio di 8 milioni di euro. Diceva
giustamente il collega Naccari Carlizzi che forse sarebbe stato meglio non fare
un assestamento di bilancio di
8 milioni di euro anche perché le esigenze che ha la Calabria rimangono tutte
inevase. Nella fase di approvazione del bilancio erano stati presi degli
impegni dicendo che con l’assestamento
di bilancio sarebbero state aumentate le risorse per andare incontro ad
esigenze che non sono state rispettate.
Voglio
toccare soltanto tre punti perché non mi voglio dilungare in quanto, come
dicevo prima, hanno già parlato benissimo i colleghi prima di me.
Assessore
Mancini, il primo punto riguarda i precari della Regione Calabria: Lsu e Lpu.
In fase
di bilancio ci avevate garantito – l’assessore Salerno lo aveva garantito anche
negli incontri sindacali – che durante l’assestamento di bilancio sarebbero
stati reperiti 18-19 milioni di euro, circa, che mancavano per pagare i sussidi
e le integrazioni dei precari Lsu e Lpu fino a fine anno.
Non c’è
traccia in questo bilancio delle risorse per pagare questi sussidi e queste
integrazioni.
Vi faccio
una domanda semplice e chiara, visto che i soldi bastano fino al 15 luglio: che
facciamo dal 16 luglio che è dietro l’angolo? Che è tra 15 giorni? Mandiamo a
casa questi lavoratori e queste lavoratrici? Noi siamo contrari a questo ed
abbiamo presentato un emendamento che va nella direzione di trovare le risorse
finanziarie per arrivare fino a fine anno.
Vorrei
ricordare che, in questi ultimi 10 anni, non era mai avvenuto che mancassero i
soldi per pagare questi lavoratori e queste lavoratrici e non mi voglio
dilungare nel dire che sono indispensabili, perché sono tutte cose che
sappiamo. Ma gli impegni presi non sono stati rispettati e noi vorremmo avere
una risposta su questo, una risposta vera non con promesse come è stato durante
la fase di approvazione del bilancio di previsione.
Nell’assestamento
metterete i soldi. Ora che ci verrete a dire? Faremo una variazione tra 15
giorni e troveremo i soldi? Non ci crediamo più. Tra l’altro questa mancanza di
chiarezza genera un disagio sociale molto forte.
Già c’è
aria di scioperi che sono in vista in tutti i comuni della Calabria. La
settimana scorsa sono venuti 50 lavoratori e 50 lavoratrici a protestare
davanti la sede del Consiglio e c’è stato anche un episodio increscioso con un
sindacalista che è stato costretto a servirsi del pronto soccorso per il
parapiglia avvenuto all’ingresso del Consiglio regionale perché queste persone
volevano un incontro per capire quale destino sarebbe toccato loro.
In questo
momento di difficoltà economica in Calabria, di grave crisi economica, non è il
caso di dare ancora questi segnali che non danno certezze ai lavoratori e alle
lavoratrici; parliamo di oltre 5 mila persone in Calabria.
Come
Partito democratico abbiamo presentato un emendamento e chiediamo che venga
approvato per dare la possibilità a questi lavoratori e a queste lavoratrici di
continuare in questo percorso lavorativo.
Secondo
aspetto: la questione degli stagisti, del “Programma Stage”.
Anche
qui, con i colleghi Adamo, Guccione e Giamborino abbiamo presentato un
emendamento per dare la possibilità, attraverso lo stanziamento di 500 mila
euro, di far continuare, di prorogare questi progetti. E’ veramente incredibile
che le migliori intelligenze che ha la Calabria e che sono state selezionate
per titoli – soltanto chi è laureato con 110 e lode – e che stanno offrendo un
servizio fondamentale in tante amministrazioni, dalle Università, alle
province, ai comuni a Confindustria e a tanti enti che hanno partecipato a quel
bando, nel giro di qualche giorno concluderanno la loro esperienza lavorativa.
Tante
promesse, tanti ordini del giorno approvati dalla maggioranza. Vorrei ricordare
ai colleghi della maggioranza che quando si è maggioranza non bisogna approvare
ordini del giorno ma ci sono momenti come questo in cui si approvano le leggi e
si mettono i soldini per far partire e far continuare i progetti. E’ comodo
fare ordini del giorno ed essere sulla stampa un minuto dopo, ma in questo momento
occorre mettere in campo i fatti ed i fatti sono che mancano i soldi per poter
continuare il “Programma Stage”.
Noi ci
proviamo. Abbiamo presentato un emendamento e ci auguriamo che anche i colleghi
di maggioranza, che sono stati vicini a questi stagisti, diano una mano per far
approvare questo emendamento.
Non
avremmo voluto arrivare all’assestamento di bilancio per proporre questo
emendamento ma avremmo voluto risolvere il problema prima. Quest’Aula non è
stata capace, questa maggioranza non è stata capace. Proviamo tutti insieme
oggi a mettere una pezza ed a portare avanti una battaglia che è di tutti.
Si dice
che i cervelli scappano dalla Calabria. Quando non siamo riusciti a dare la
possibilità a tanti giovani, alle migliori intelligenze della Calabria, di
poter dare un contributo alla Calabria, che facciamo? Diciamo grazie e
arrivederci e chiudiamo i battenti? Noi, come Partito democratico, non ci
stiamo e su questo facciamo battaglia politica. Non facciamo battaglia politica
su situazioni di campanile, su spot, ma su problemi concreti: precari,
“Programma Stage”. Su questioni che toccano al cuore gli interessi della
Calabria che più soffre in questo momento.
Signor
Presidente del Consiglio, concludo. Comprendiamo le difficoltà che ci sono,
capiamo che il Governo in questi anni ha tagliato a fondo i trasferimenti alle
Regioni e agli enti intermedi. Come diceva il collega Naccari Carlizzi, sono
stati tutti tagli fatti per la maggior parte dal Governo di centro-destra, in
particolare, dal ministro Tremonti.
E quando
li faceva Tremonti, da quest’Aula non uscivano grandi battaglie contro questi
tagli indiscriminati che hanno colpito a fondo e al cuore la nostra Regione.
Comprendiamo la difficoltà – dicevo – ma la politica deve fare scelte e credo
che la Regione Calabria non possa non scegliere di stare dalla parte dei
lavoratori e delle lavoratrici, dei precari, di chi è in difficoltà e deve
scegliere con forza quella strada.
Si può
tagliare, ma si taglia in altre direzioni, non si può tagliare mandando a casa
lavoratori e lavoratrici, mandando a casa i ragazzi del “Programma Stage”,
mettendo in difficoltà tutta una serie di settori, non ultimo quello delle
politiche sociali nel quale, tanto per cambiare, la Calabria è all’ultimo posto
e si allontana sempre di più dagli standard nazionali nei servizi erogati nel
terzo settore, nelle politiche sociali.
Per
questo noi voteremo contro questo assestamento di bilancio salvo che
l’assessore Mancini e il Presidente della Giunta non accolgano questi
emendamenti presentati in maniera oculata. Sono pochi emendamenti ma che vanno
nella direzione di migliorare questa manovra. Se li approveranno saremo nelle
condizioni anche di cambiare opinione da questo punto di vista. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo, come
qualcun altro, con il sottofondo di qualche fischio che ci auguriamo sia di
giubilo e di gioia non di protesta, ma siamo abituati in una stagione difficile
europea, internazionale, calabrese.
Ho sentito che tutti li hanno citati
e proviamo a parlare al cuore; insomma, anche nella dimensione di chi ha una
forte umanità, sono tentato quotidianamente di parlare al mio cuore, al cuore
della gente, ma noi qui dobbiamo parlare con il cervello e parlare ad una
opinione pubblica senza fare interventi per giocare il ruolo della minoranza,
benché ci stia anche.
In che termini? Oggi noi discutiamo
un assestamento di bilancio che non è neanche un bilancio di previsione. Anche
io ero tra coloro che non voleva intervenire perché va da sé in una condizione
di grande serietà.
L’aspetto tecnico che l’assessore
Mancini, con tutte le difficoltà del momento, di maggioranza, di minoranza, ha
provato a spiegare all’opinione pubblica in una intervista, rimane tecnico
perché parlare al cuore, come diceva il collega De Gaetano, e non al cervello,
è molto semplice.
Spiegatelo, poi, a chi fa politica
da 35 anni, a chi siede nelle istituzioni da 35 anni, a chi è stato in
Parlamento o in Consiglio regionale, a chi ha fatto l’assessore e, nello
specifico, mi riferisco ad Oliverio, Presidente della
provincia di Cosenza, perché è come sentire un riverbero.
Il fatto tecnico è che noi viviamo
la stagione del Patto di stabilità, viviamo una stagione di commissariamento e
per questo il consigliere Giamborino interveniva e chiedeva notizie sulla
costruzione degli ospedali. Finalmente, vivaddio, gli ospedali! Dopo tanti
interventi, governi tecnici, protezione civile rischiamo di portare 100 mila argomenti
che sono argomenti di opinione pubblica, argomenti di bilancio di previsione,
argomenti, se volete, di campagna elettorale di fine stagione o di inizio
stagione.
Un assestamento è tecnicamente quello che un assessore al bilancio fa con
gli uffici, con il lavoro dei diversi dipartimenti, con tutto quello che è
stato fatto in questi mesi, perché sembra che abbiate cancellato dalla vostra
memoria le diverse richieste che hanno riguardato la sorveglianza idraulica, i
rifiuti, 100 mila altre questioni che in questi mesi, ahinoi, abbiamo dovuto
affrontare. Anch’io avrei preferito, alla mia prima legislatura, vivere un
periodo di vacche grasse e non essere costretto ad intervenire nelle piazze,
nei consessi più disparati, quindi, con i sindaci e con gli operatori sanitari,
con gli affetti più cari; ciò significa incontrare gente che non ha cognomi
illustri e a questa gente pochi riescono a spiegare - perché non la incontro
tutti i giorni - qual è il momento difficile di scelte impopolari che sono
toccate a noi. Anche perché chi ci ha preceduto - e dico forse anche da un
decennio - prendendo una quota parte di responsabilità, non di centro-destra ma
di centro-sinistra, ma della classe dirigente calabrese, pensava che fosse
sempre periodo delle vacche grasse.
E ci sono
tante questioni che qui sono state citate - perché il consigliere Naccari
Carlizzi annuncia il voto contrario e non rimane poi in Aula a votare -
compresa quelle di Ferrovie della Calabria, di mille famiglie.
La
seconda fase della possibilità sui trasporti riguarda l’utilizzo dei fondi Fas,
quei fondi Fas non utilizzati perché la Calabria non aveva i progetti - perché
questa è l’altra verità – per andare ad intervenire su questioni importanti
come, appunto, quelle di Ferrovie della Calabria.
Per intenderci,
non dovremmo parlarne in assestamento di bilancio ma, visto che avete parlato
dell’universo mondo, dobbiamo ricordare che per salvare mille famiglie da un
buco di 120 milioni di euro, con un’inerzia che è durata sette anni, tocca a
noi - che dovevamo essere quelli ad agire in continuità avendo presentato un
progetto anche di governo, al di là della continuità amministrativa che ha
visto prima il centro-sinistra e oggi il centro-destra -, dover dire
“utilizziamo quelle risorse per fare le grandi opere che sono Gallico/Gambarie, Valle dell’Esaro”, non
ricordo tutte quelle che fanno parte di questo piano di interventi.
Va da sé
che anche quelle risorse, le abbiamo portate alla Calabria per risolvere uno
dei problemi, purtroppo, in maniera straordinaria, con un emendamento
presentato dall’onorevole Santelli e discusso nel Governo.
Ma parlo
di questo come di tante altre cose perché, consigliere De Gaetano, è facile
parlare ai ragazzi del “Programma Stage” che incontro tutti i giorni - non ne
conosco nessuno se non qualcuno per praticità di vita nel senso che viviamo
nella stessa città, quindi li conosci e li apprezzi - e fare i comizi.
Ricordo a
me stesso, ricordo a lei e a quest’Aula, al di là di un grande momento
importante: qual è stata la valutazione all’epoca? Lo dico a lei che, tra
l’altro, è stato assessore al lavoro e non mi pare che sugli Lsu-Lpu abbia messo in campo programmi di razionalizzazione
anche andando a sfidare i Governi. Tutte quelle cose su cui oggi potremmo
andare – diciamo - a raffrontarci.
Comprendo
bene chi dice, anche con la fermezza, “io stando al governo avrei fatto altro e
vorrei proporre altro”.
Ma quando
lei parla a chi ha fatto uno stage che significa che, nel mondo, in Italia, se
fai uno stage alla Hunday in 300 e ci sono 20 posti e
prendono i migliori 20, non bisogna venire in quest’Aula soprattutto se si
parla di 110 e lode e 110 e lode in Calabria. Ce ne sono tanti giovani che è un
problema … noi abbiamo valutato il problema.
Perché
parlare poi alle corde ed al cuore non all’intelligenza di chi ne ha a iosa
avendo avuto quell’esperienza e non essendo legato ai carrozzoni della
politica.
È ovvio
che se lei lo chiede a me, lo chiede all’assessore Mancini, lo chiede a questo
governo ma anche a tutti quelli che siedono in quest’Aula e se volete anche
all’opinione pubblica, tutti quanti pretenderemmo che fosse salvata una
esperienza che, comunque, è servita nell’ambito degli enti locali.
Il
tentativo c’è stato con una prima proroga, con una delibera di Giunta – se non
vado errato – io non sono in Giunta ma mi sono accertato che è stato messo in
campo un programma che impiegherà i ragazzi del “Programma Stage”. Quindi, il
problema non si risolve con un emendamento.
Anche io
oggi ho presentato un emendamento. Poiché è stata approvata una proposta di
legge che riguardava il Patrono della Calabria, San Francesco da Paola, che
prevedeva uno stanziamento di 50 mila euro, sarà anche quello importante, ma
purtroppo anche quello non trova spazio, anzi diciamo, non troverà spazio.
Ognuno
può presentare emendamenti su cose più o meno importanti ed è ovvio che, al di là della santità, i giovani del
“Programma Stage” che nel tempo diventano sempre meno giovani hanno la loro
valenza.
Ma non bisogna più continuare a
girarci intorno. È stata adottata una delibera di Giunta regionale che va nella
direzione di utilizzare dei fondi, delle somme su progetti e quindi consentire
una stabilizzazione. Ma anche quando quel Presidente della Provincia, che oggi
pontifica, ha 35 anni di esperienza nelle istituzioni, prova a dare lezioni
all’assessore Mancini, alla opinione pubblica e a noi, quando ha impiegato 34
giovani del “Programma Stage” nella provincia di Cosenza; su un percorso di
stage, se ne prendi tre, va da sé che accompagnerai al pensionamento due-tre di quei dirigenti e non farai i concorsi; è facile
parlare al cuore ed è sempre meno più facile parlare con il cervello ed al
cervello delle persone.
Per cui lo dico con grande rispetto
e con tutto il rispetto che voi meritate: non è un problema di emendamenti
perché non c’è spazio per gli emendamenti, per i 500 mila euro per l’ulteriore
proroga.
C’è spazio soltanto, in un momento
di straordinaria importanza, per un lavoro che voi andate a svolgere con le
amministrazioni, con le amministrazioni nelle quali dovremmo cancellare tanti
sindaci e tanta burocrazia.
Va da sé che tutti i giorni vi
confrontate con quella utilità. È ovvio che dobbiamo far mettere in campo quei
progetti che sono sostenibili, quindi quel progetto previsto dalla delibera di
Giunta che vedrà l’impiego di questa esperienza che, se posso valutare, spero
possa sfociare – anche al di là della pubblica amministrazione dove ce n’è
bisogno e dove si accede per concorso e non per stage – anche in altre
esperienze, anche in altri contenitori.
Questo per essere chiari fino in
fondo perché, per intenderci, anche io avrei potuto presentare un emendamento e
prevedere uno stanziamento non da 500 mila ma da un milione di euro per la
proroga del “Programma Stage” ma non c’è lo spazio economico, non c’è lo spazio
finanziario. C’è però una delibera approvata in Giunta relativa ad un progetto
che riguarda questi giovani del “Programma Stage”.
Concludo per dire che oggi
discutiamo con grande difficoltà di tutto quello che si è potuto fare con le
risorse finanziarie a disposizione e aggiungo anche un altro elemento cioè che
lo sforzo che questa amministrazione ha messo in campo – vedo riconfermato il
direttore generale del Dipartimento bilancio Manna al quale faccio gli auguri
di buon lavoro – con un recupero straordinario di risorse su accertamenti, è
già intervenuto nel corso dell’anno grazie all’assessore Mancini e a questa
Giunta, per far che cosa? Per andare a recuperare su un valore di circa 150
milioni di euro circa 29 milioni di euro di cui una parte costituirà un
sollievo per le famiglie bisognose e l’altra parte – se non vado errato,
assessore Mancini – sarà destinata a risolvere il problema dei rifiuti che
abbiamo per strada.
È una materia estremamente complessa
che fa tremare i polsi. Quindi, dico, bene tutti gli interventi, bene tutti gli
stimoli ma non si può far demagogia e populismo su dei dati tecnici, sulla
capacità di progettare, perché poi tu, oggi, hai in contemporanea – è come se
sei un pugile sul ring con 8 pugili come avversari – la crisi che si aggiunge
in ambito nazionale, quindi trasporti, quello e quell’altro.
Noi dobbiamo vivere una stagione
che, vivaddio, si va ad incanalare verso una prospettiva positiva.
Se osserviamo il lavoro che il
presidente Letta sta facendo in queste ore in Europa con l’intervento di sei
miliardi di euro per l’occupazione, che è un dato importante, e l’ulteriore
lavoro – su questo mi unirei in modo bipartisan – che è quello che dalle prime
ore hanno fatto il presidente Scopelliti, l’assessore Mancini e tutta la Giunta
regionale, va nella direzione di dire “per lo meno toglieteci la quota parte
che impatta sul Patto di stabilità degli investimenti legati alle risorse
europee”. Quella è la battaglia intelligente.
Superata quella, superato un
intervento del Governo che va anche nella direzione di stabilizzazione del
precariato storico e quant’altro, possiamo fare delle scelte nelle quali si
misura poi la qualità della politica.
Per il resto intervengo perché mi
pare di aver sentito lo scibile umano e con lo scibile umano ho risposto.
Ci sono 100 mila difficoltà, non
continuiamo a prenderci in giro ed iniziamo ad essere seri nel momento in cui
si approvano degli strumenti che non sono ordinatori e programmatori ma di
riallocazione tecnica di risorse che vengono dalla ricognizione attenta dei
diversi dipartimenti.
Ha chiesto di parlare l’assessore Salerno. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, avrei preferito
non intervenire ma, per come si è sviluppato il dibattito in Aula, mi è
doveroso intervenire soprattutto su alcuni punti che sono stati sollevati da
qualche collega dell’opposizione.
Vorrei un attimo fare un passaggio
sull’assestamento che, dico, è un assestamento tecnico perché le risorse sono
quelle che sono, i numeri lo testimoniano; anzi dico che l’assessore Mancini ha
fatto bene, il governo regionale sta lavorando bene. Purtroppo queste sono le
risorse e ovviamente abbiamo il dovere di intervenire laddove vi sono maggiori
criticità.
Non è accettabile la speculazione di
carattere politico su temi importanti e mi riferisco a quanto detto poco fa
nell’intervento da parte del collega Giamborino in merito alla problematica
dell’Italcementi di Vibo Valentia.
Vorrei sottolineare al collega
Giamborino che la Giunta regionale, ed in prima persona il Presidente
Scopelliti, segue questa problematica da un anno, da quando si è cominciato a
presentare il problema. Vi sono stati diversi tavoli di lavoro a Roma.
(Interruzione)
Non l’ho interrotta, abbia la
pazienza di ascoltare, se vuole, altrimenti faccia come ritiene.
Ci sono stati dei tavoli a Roma, al
Ministero delle attività produttive con le parti sociali, con l’azienda, con i
rappresentanti dei lavoratori, con le altre istituzioni: comune di Vibo
Valentia e provincia di Vibo Valentia. La Regione è stata presente con il
presidente Scopelliti, con la Vicepresidente dottoressa Stasi, con il
sottoscritto presente all’epoca come Presidente della Commissione competente.
Abbiamo fatto altri incontri dove
anche il collega Bruni ha partecipato come consigliere regionale in
rappresentanza del territorio, assieme al collega Grillo. La Regione ha
partecipato offrendo diverse possibilità laddove poteva intervenire con degli
incentivi per scoraggiare l’Italcementi da questa iniziativa. Ma l’Italcementi
ha fatto una scelta netta: vuole chiudere questo stabilimento perché c’è un
problema di quote di mercato che hanno ceduto ad altre realtà.
Abbiamo anche sollevato il problema
che in Calabria ci sono delle opere che si stanno realizzando come la A3, ma
l’Italcementi ancora una volta ha detto no. E’ incominciato un programma di
ammortizzatori sociali per una parte di lavoratori e devo dire che, fino ad
ieri, eravamo presenti in Prefettura all’incontro presieduto dal Prefetto di
Vibo Valentia, dottore Di Bari, che ringrazio per quello che sta facendo.
Ancora una volta la Regione era presente con il sottoscritto e il collega
Pugliano perché abbiamo affrontato la problematica sotto diverse sfaccettature,
quando era venuta fuori l’ipotesi di trasformare quell’impianto e di trattare i
rifiuti.
Ma questo non è possibile e
l’Italcementi ancora una volta ha detto no. Poi, verso la fine della riunione,
quando abbiamo rimarcato ancora una volta le disponibilità della Regione e il
sottoscritto ha messo a disposizione gli strumenti che la Regione ha, dicendo
che possiamo anche parlare in un discorso di riqualificazione dell’impianto,
per mantenere gli standard occupazionali, di mettere in campo tirocini
formativi, dei voucher per dare degli incentivi per reimmettere
quei lavoratori in cassa integrazione nel sistema produttivo, un minimo di
apertura sembra ci sia stato e alla fine si è concluso di fare un tavolo
tecnico composto dai dirigenti generali del dipartimento lavoro, del
dipartimento attività produttive e del dipartimento ambiente assieme alla
società, all’azienda ed assieme alle parti sociali per trovare una possibile
soluzione. Mentre accadeva questo, purtroppo, alcuni operai hanno scelto di
protestare in cima all’altoforno.
Voglio rimarcare che la Regione ha
fatto e sta facendo, ma non si può sostituire ad una azienda che ha deciso di
chiudere uno stabilimento in Calabria. La Regione ha anche evidenziato
all’Italcementi che ha beneficiato di contributi pubblici, anche in passato, a
fondo perduto e ora sta sbattendo la porta in faccia e sta andando via.
Allora gli accordi, la volontà a
continuare questa attività non la può decidere la Regione e lo sa bene,
consigliere Giamborino.
(Interruzione)
E’ inutile che grida, è abituato a
gridare, forse lei vive in un altro mondo ed in un’altra era. Lei è
completamente fuori dalla problematica che oggi sta vivendo la nostra regione
ed in particolare in quello che sta accadendo nel suo territorio di Vibo
Valentia.
(Interruzione)
Questo è un intervento, da parte
mia, doveroso perché non possiamo accettare degli interventi, di carattere
populistico, che cercano di buttare polvere e fumo negli occhi. La realtà è
questa oggi: c’è una Regione che vuole difendere non solo quei lavoratori ma
tutti quei lavoratori che oggi vedono a rischio il proprio posto di lavoro. Una
Regione che lo sta facendo con atti: abbiamo fatto una delibera di Giunta
rappresentando l’emergenza Calabria al tavolo nazionale, presieduto dal
sottosegretario alla Presidenza, Patroni Griffi, a cui hanno partecipato altri
quattro Ministeri: interno, funzione pubblica, attività produttive e Ministero
del lavoro.
Queste sono le cose serie, questo è
il percorso che la Regione sta facendo, un governo regionale responsabile che ha monitorato e che ha
rappresentato al Governo
nazionale una emergenza mai vista che certamente non è nata per colpa o
responsabilità di questo governo regionale.
Buon senso, senso di responsabilità,
impone che anche negli interventi che si fanno in Consiglio regionale è bene
che si rappresenti la verità e che non si facciano degli interventi di
carattere fantasioso perché questi, sicuramente, non aiutano né il Consiglio
regionale ma soprattutto la Calabria e quei lavoratori che lei poco fa diceva
che sono proprio in cima all’altoforno. Grazie.
Prego assessore Mancini.
(Interruzione)
Consigliere Giamborino, lei ha
svolto il suo intervento, non mi interrompa.
(Interruzione)
Consigliere Giamborino, lei ha
svolto, in ossequio al Regolamento, il suo intervento anche in maniera
appassionata.
Adesso non ha facoltà di parlare,
consigliere Giamborino. Prego, assessore Mancini.
Grazie, signor Presidente, consegno
all’Aula la mia soddisfazione personale perché nel corso degli interventi che
si sono susseguiti alla relazione del presidente Imbalzano e del mio modesto
intervento sono venuto a conoscenza del fatto che alcuni consiglieri di
opposizione hanno, finalmente, capito che anche la Calabria deve sottostare al
regime del Patto di stabilità.
Mi rallegro di questa nuova
consapevolezza di alcuni colleghi di opposizione. Sarà l’aria fresca che
respiriamo in quest’Aula, sarà la tranquillità con la quale si svolgono i
lavori ma è un fatto nuovo perché soltanto lunedì scorso della esistenza del
Patto di stabilità alcuni colleghi della opposizione non facevano bella mostra
di ignorarne l’esistenza, tant’è che si è tenuta una conferenza stampa, da
parte degli esponenti del Partito democratico, volta a scagliare politicamente
e polemicamente, contro la nostra amministrazione, l’esistenza di un avanzo di
amministrazione di 5 milioni di euro. Come se tale avanzo fosse addebitabile
alla nostra amministrazione e come, al contrario, non fosse – come è – frutto
di tutta una serie di azioni amministrative alcune delle quali sono anche
addebitabili al passato.
Ritengo giusto, però, non attardarci
nel rimpallarci le responsabilità.
Tutti siamo chiamati a parlare il
linguaggio della verità. E la verità dice che abbiamo nei nostri forzieri 5
miliardi e passa di euro, però a causa delle leggi che regolano il Patto di
stabilità la Calabria nel 2013 ne potrà spendere meno di un miliardo di euro.
E’ da qui, da questa constatazione,
che alcuni colleghi scoprono nei giorni successivi a lunedì che è nata la
nostra insistita richiesta dall’avvio della legislatura a far fronte comune, in
questo Consiglio regionale, in ogni sede politica e istituzionale, per chiedere
alle istituzioni nazionali ed europee di cambiare questo meccanismo e di far in
modo che le risorse di cui dispongono le singole istituzioni territoriali
possano essere effettivamente spese.
Ci si dice ed è stato detto anche
con un po’ di indignazione “abbiamo presentato un ordine del giorno che vi siete
rifiutati di sostenere e di votare”. Ma, vivaddio, se nell’ordine del giorno si
dicono castronerie! Questo è il motivo per il quale abbiamo ritenuto di non
sostenerlo, per non provocare imbarazzo a coloro i quali hanno firmato l’ordine
del giorno.
Perché un conto è dire, ed è giusto
dire, che bisogna lavorare per l’intera nettizzazione delle risorse
comunitarie. Le risorse comunitarie sono nettizzate
di regola al 50 per cento; chiediamo l’intera nettizzazione semmai. E’ quello
il grande, unico, importante risultato rispetto al quale tutti si deve tendere.
Nulla c’entra – e mi dispiace che lo abbia fatto in questi giorni sulla stampa
un esponente istituzionale e politico di lunghissimo corso come il Presidente
della provincia di Cosenza – il fatto di pensare ad un decentramento del
governo di spesa.
Colleghi, le risorse che la Regione
quotidianamente e con difficoltà eroga, sono erogate tutte a Comuni, Province
ed enti sub-regionali. Per la stragrande maggioranza del plafond di spesa le
risorse sono già in qualche modo – per utilizzare il termine – decentrate.
Però quelle risorse incidono tutte
sul Patto di stabilità. Quindi prima di impegnarsi su posizioni che non hanno
nessun fondamento forse sarebbe più utile – lo dico sommessamente perché tutto
sono tranne che un tecnico – informarsi, studiare quel che si vuole dire e
leggersi quel che si scrive prima di sottoscriverlo.
Quindi, ben venga una posizione
comune, una lotta comune, finalmente, contro i limiti diabolici e nefasti del
Patto di stabilità. Però concentriamoci tutti su una posizione forte e
condivisa, forte e sostenibile all’interno delle istituzioni e non in una
posizione che nel momento in cui viene presentata, chi la legge e sa quel che
c’è scritto si mette soltanto a ridere.
Adottiamo un metodo nuovo, un
meccanismo nuovo e soprattutto adottiamo una politica nuova. Ritengo che sia
elemento di grande novità il fatto di rispettare le tempistiche; ritengo che
sia argomento di grande novità approvare i bilanci nei tempi stabiliti dalla
normativa. E’ un elemento nuovo e positivo del quale, ritengo, tutta l’Aula
nella sua differente articolazione debba essere orgogliosa.
E se, naturalmente, siamo
consapevoli che il grande limite è quello del Patto di stabilità, comunicare –
come facciamo quotidianamente – che i pagamenti che effettuiamo rappresentano
in qualche modo la percezione che vogliamo dare alla opinione pubblica del
lavoro che stiamo facendo nell’interesse dei nostri concittadini.
Un tempo in un’altra stagione, 10-15
anni fa, pagare con regolarità l’Arssa, l’Afor, i Consorzi di bonifica rappresentava in qualche modo
una cosa scontata e naturale. Oggi drammaticamente lo dico: non lo è più.
Quindi il fatto che in qualche modo si faccia, comunichiamolo in qualche modo
alla opinione pubblica quello che stiamo facendo, gli sforzi che insieme stiamo
affrontando.
Questo è, ritengo, lo spirito che
oggi occorre. Non occorrono, scusate, le vecchie liturgie o il richiamarci ad
un approfondimento sempre maggiore. Ma, colleghi, vivaddio, dell’assestamento
in Commissione abbiamo parlato tre giorni da parte di tanti colleghi, al di là
di una enunciazione che poi è stata riproposta sui giornali, non è venuto uno
spunto nuovo ma anzi, lo dico con dispiacere, è venuto il reiterarsi di
comportamenti vecchi. Vedete, coloro i quali oggi qui applaudono dovrebbero
leggere alcuni emendamenti proposti dai rappresentanti dell’opposizione che non
hanno copertura finanziaria e rappresentano il paradigma della vecchia e
negativa gestione della cosa pubblica.
Pensare, cioè, di utilizzare risorse
di cui la nostra Istituzione non dispone. Ci sono degli emendamenti che
chiedono di inserire in bilancio 18 milioni di euro senza spiegare dove poterli
trovare.
Ecco, ritengo che questo rappresenti
il punto evidente di una politica che non guarda responsabilmente al futuro e
di una politica che guarda al passato e reitera i comportamenti negativi del
passato.
Quindi cerchiamo, in qualche modo,
tutti di parlare con serietà all’opinione pubblica che ci guarda. La stagione
del Bengodi non c’è più, la stagione degli sperperi non c’è più, la stagione,
in qualche modo, in cui poter allocare risorse senza prevederne la copertura
finanziaria non c’è più.
Sbaglia chi si attarda a questi
comportamenti, non è responsabile chi si attarda in queste condotte. Quindi,
colleghi, ritengo che il percorso più giusto sia quello di parlare un
linguaggio chiaro e limpido che spieghi ai nostri concittadini cosa si può e
cosa non si può fare.
Il collega Naccari Carlizzi, che ci
ha fatto la lezione e poi è andato via, ha fatto un elenco di priorità
inenarrabili e lunghissimo. Benissimo, ma purtroppo le risorse per soddisfare
in qualche modo le priorità che condivido non ci sono e quindi bisogna fare
delle scelte. Rispetto alle scelte che ha fatto la nostra amministrazione, i
colleghi di opposizione leggendo i loro emendamenti, non hanno avanzato alcuna
richiesta di approfondimento.
Ecco, quindi, è questa purtroppo la
situazione. Questa situazione richiede un linguaggio nuovo e chiaro e mi auguro
che nel prosieguo dei nostri lavori e di questa legislatura tutti quanti si
abbia la capacità – se è possibile insieme - perché alcune sfide si possono
affrontare solo insieme, di raggiungere risultati utili alla Calabria e ai
calabresi.
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La
parola, per la chiusura del dibattito generale, va al Presidente
della Giunta regionale, Scopelliti.
Grazie, Presidente, solo per fare
poche considerazioni perché è stata molto puntuale e precisa la relazione
conclusiva dell’assessore Mancini e soprattutto per ricordare un po’ anche i
tempi.
Oggi facciamo un assestamento di bilancio che si basa
su pochi milioni di euro. Non è quello che avevamo auspicato o immaginato, ma
la situazione attuale ci spinge e ci porta a mettere in risalto, in evidenza,
che siamo in una fase storica difficilissima che stiamo cercando di governare
al meglio e che, ovviamente, di tutto abbiamo bisogno tranne che di
strumentalizzazioni. Perché quando si incomincia a dire che ci sono 5 miliardi
e 400 milioni di soldi non spesi si dà un messaggio distorto al cittadino
calabrese. Cioè se qualcuno dice che ci sono 5 miliardi e 700 milioni non spesi
significa dare un messaggio che, secondo me, è sbagliato, che non è quello che
serve oggi in questo momento.
Nei giorni scorsi a Roma ho riunito
i parlamentari calabresi di tutti i partiti. Ho chiesto, cortesemente, un
incontro per parlare della zona economica speciale di Gioia Tauro. Spero di
poter continuare questa riunione mercoledì perché è importante che si comprenda
che su alcuni temi, che sono strategici per il futuro della Calabria, ci sia
una larga convergenza, ci sia una convergenza totale e abbiamo dato un esempio,
in quella circostanza, approvando la legge all’unanimità.
Però dei segnali vanno dati e non
possono essere sempre di scontro e di conflitto perché altrimenti la gente
continua a non comprendere e a non condividere la politica. Dobbiamo, invece,
portare avanti l’idea che ognuno, nei propri ruoli, sia in grado di
rappresentare una politica all’interno di questa Regione.
Abbiamo il compito di governare e
cerchiamo di farlo al meglio, voi che siete minoranza dovreste cercare di
sforzarvi di rappresentare una alternativa credibile di governo. Dovete quindi
essere propositivi, cioè portare all’attenzione dell’Aula, della maggioranza e
della Giunta qualcosa che possa servire a scuotere il territorio.
Anche la stessa amministrazione
regionale, convinta, magari, che le scelte siano le migliori, è pronta a ravvedersi
se ci sono progetti utili e funzionali che possono dare respiro al territorio.
Il problema di fondo è che si esce
sempre con dichiarazioni altisonanti che fanno rumore e che, mentre qualcuno
pensa che possano colpire una parte, non si capisce che colpiscono, invece, la
politica tutta e la indeboliscono decisamente. Quindi la delegittimazione che
la stessa politica indirizza ad una parte, diciamo così, è una delegittimazione
che colpisce interamente una classe dirigente.
Credo che in questi momenti tutti,
forse l’ha detto nel suo intervento il collega Maiolo, siamo al Governo con
gran parte di voi – non in Regione – a livello nazionale. Cerchiamo di capire
cosa possiamo mettere in campo per portare a casa un risultato che, forse, può
tornare utile al bene della Calabria.
Questa è la vera grande analisi che,
oggi, una classe dirigente deve riuscire a mettere in campo.
Siamo in una situazione in cui
spesso ci troviamo a colpire le persone che forse stanno incominciando a
produrre qualcosa per la Calabria. Prima leggevo con alcuni colleghi, con
Fedele, con la dottoressa Stasi, con Gentile, leggevo la mail che è arrivata,
perché la prossima settimana il Presidente Ciucci torna in Calabria per rompere
il diaframma della galleria di Piale. Ci sarà
l’apertura di altri 5 chilometri dell’autostrada.
E quando Ciucci viene in Commissione
regionale, nella quarta Commissione, anziché parlare di strategie volte ad
affrontare il tema dello sviluppo della Calabria, corriamo il rischio di
parlare della strada o della mulattiera che serve per dare una risposta alla
frazione di un Comune. Dovremmo, invece, concentrare le nostre attenzioni su
quelli che sono sordi e ciechi verso la Calabria come le Ferrovie dello Stato.
Stiamo cercando di sventare un intervento che il Governo stava facendo sull’APQ
di Gioia Tauro per togliere i finanziamenti e destinarli all’occupazione
giovanile. Abbiamo detto che non è possibile e magari Ferrovie dello Stato era
disponibile a dire tanto… Allora alcune cose, secondo
me, per il bene dei calabresi e della Calabria si devono dire; poi magari c’è
chi le dice più forte o meglio e sortisce più effetto ma ci piace dire così, ci
piace immaginare che qualcuno sia in grado di dire le cose meglio di noi e
riesca a penetrare nel cittadino perché, comunque, significa che, se non siamo
stati bravi noi a raccogliere il consenso o l’attenzione del cittadino, è
giusto che lo facciate voi.
Ma se si sparano certe
dichiarazioni, che sono veramente poco attinenti alla realtà, sono demagogiche
e rappresentano una politica parolaia; continuiamo a dimostrare l’incapacità
della politica perché Mancini poteva dire o forse l’avrà fatto o l’avrà
lasciato intendere “non abbiamo speso 5 miliardi e 400”… chissà perché non li
abbiamo spesi.
Poi non so se avete approvato poco
fa un ordine del giorno, quello che aveva in mano il mio capogruppo Chiappetta.
Ma in quell’ordine del giorno che è stato presentato, che non è stato approvato
ma che è firmato da voi smentite e ridicolizzate una parte del vostro partito
che ha detto che non spendiamo i soldi.
E mentre questi signori scrivono che
non siamo in grado di spendere i soldi, nel documento, nell’ordine del giorno
che avete sottoscritto scrivete che la Regione non può spendere le risorse
perché c’è il vincolo del Patto di stabilità. Grazie, quindi, per aver dato una
risposta ad una parte del vostro partito.
Ma la partita, collega De Masi, e
questo è stato già messo in evidenza nel suo intervento, non si gioca su chi è
più bravo a colpire l’avversario ma su chi è più bravo a partire o a centrare
ancora meglio quelli che sono gli interessi della collettività, cioè quelle che
sono le scelte che possono incidere sulla vita dei cittadini in una fase così
delicata e difficile.
Certamente noi abbiamo forse tante
cose da raccontare ai calabresi, qualcuno potrebbe dire, siamo convinti di
poterne raccontare tante ma purtroppo non siamo sostenuti perché la fase
storica rappresenta una serie di cose e l’ho detto più volte.
Quando lasceremo la Regione
lasceremo una Regione che parte finalmente da zero. Questa è una Regione che
fino ad oggi era a meno 10, a meno 15 perché con tutte le nuove regole, vuoi
per la nostra capacità di sintonizzarsi su una nuova lunghezza d’onda, vuoi
perché forse costretti – qualcuno potrebbe dire costretti, ci siamo dovuti
sintonizzare però stiamo producendo degli sforzi importanti.
Certo, quando prima dialogavo col
collega Giamborino sul tema degli ospedali non è che ci siamo presi tre anni di
tempo per gli ospedali. Dopo tre anni non c’era uno straccio di progetto. Oggi
dopo tre anni c’è uno straccio di progetto e ci sono le gare già bandite, le
prossime settimane sarà…
(Interruzione)
Stavo cercando di capire cosa stesse
dicendo. E’ un contributo, non so se il collega Guccione è d’accordo.
Intanto andiamo ad aggiudicare,
nelle prossime settimane, i lavori all’impresa che dovrà realizzare l’ospedale
di Vibo Valentia e quello della Sibaritide, non siamo
ancora alla fase progettuale; e non vi dimenticate che c’è stato un anno in cui
quel Governo Monti - così
dannoso per questo Paese e per questa terra – su cui oggi tutti dicono di tutto
e di più, ha compiuto nefandezze e vergogne pari a quelle di un Governo incapace a gestire una fase
così difficile del Paese, la fase della spending
review, dei tagli, mettendo in ginocchio l’intera economia di questo Paese
perché frutto di scelte dettate da logiche che ovviamente sono diverse dalla
politica italiana. Rispetto a questo, dicevo, siamo stati un anno fermi ad
aspettare il rinnovo. Se vogliamo dirla tutta, collega Giamborino, in due anni
siamo stati in grado di arrivare all’assegnazione e quindi da qui a sei mesi –
speriamo - all’avvio dei lavori.
(Interruzione del consigliere
Giamborino)
Meno male che lei è diventato
consigliere, altrimenti il ruolo di consulente le si addiceva.
Allora dicevo che a questo punto,
anche su questo versante degli ospedali in Calabria siamo in una fase avanzata.
Concludo ricordando che, purtroppo, con 8 milioni di euro non si possono fare
grandi cose; abbiamo cercato di mettere in campo queste risorse per dare
risposte prevalentemente ai temi della occupazione, cioè si è voluto garantire
il pagamento degli stipendi a tante persone, dando continuità a questo folto
gruppo di persone che a vario titolo fanno riferimento al bilancio regionale.
Poi un’altra cosa che vorrei
sottolineare è che, anche quest’anno, riusciamo entro il 30 giugno ad approvare
l’assestamento e ci poniamo in
continuità con tutto quello che abbiamo fatto in questi anni: approvazione del
bilancio entro l’anno corrente, approvazione dell’assestamento entro il 30
giugno, dimostrando che questa amministrazione e soprattutto questa
maggioranza, che ringrazio, continua a rispondere ad un tipo di politica
assolutamente nuova; ad una politica che si basa e si fonda sull’interesse
comune e non sull’interesse dei pochi e dei singoli.
Anche
questo per quanto ci riguarda è un ulteriore elemento di valutazione, almeno
per noi, al nostro interno, molto positivo che dimostra la coesione, la
compattezza e la determinazione che abbiamo nel perseguire questi obiettivi
così importanti.
Credo che
anche questa seduta abbia prodotto, attraverso questo piccolo sforzo di risorse
che mettiamo in campo, un risultato importante che è quello di dare, da lunedì,
l’opportunità ad un gruppo di lavoratori, ad una serie di figure all’interno
dei vari enti e delle varie strutture, di continuare la loro esperienza, il
loro rapporto lavorativo e, soprattutto, di continuare a lavorare nella
speranza di poter investire risorse.
Certo,
abbiamo il famoso limite del Patto di stabilità sul quale continuiamo a
spingere come Conferenza delle Regioni nei confronti del Governo nazionale per
cercare di comprendere perché non si riesce ad ottenere un risultato maggiore.
Credo che, tutto questo, dipenda molto dalla credibilità del Governo nazionale.
Un
Governo nazionale che nella duplice capacità, di Letta e di Alfano, potrà dare
un contributo; questo Governo, nel momento in cui arriverà a dare risposte
importanti, sarà credibile. Guardavo prima alla televisione l’intervento del
Premier Letta in Europa e c’è un segnale che rappresenta un elemento di grande
novità.
La
capacità di trasmettere un messaggio nuovo da parte di questo Paese che, se
diventa credibile, è chiaro che ha la forza e la capacità di chiedere modifiche
ed una rivisitazione del rispetto del Patto di stabilità.
Su questo
abbiamo fondato e costruito una battaglia come Conferenza delle Regioni; non
abbiamo mollato perché il risultato che ci aspettiamo è decisamente diverso e
più importante. Speriamo, però, che nei prossimi mesi questo grande sforzo
possa essere premiato da una Unione europea che dovrà vedere o meglio rivedere
le posizioni perché abbiamo bisogno di poter spendere queste risorse per
alimentare non soltanto il mondo imprenditoriale ma soprattutto la speranza di una
ripresa della nostra comunità.
(Interruzione del consigliere
Giamborino)
Il
consigliere Giamborino pone le cose in maniera così simpatica che è difficile
anche rispettare il Regolamento.
Ha già risposto l’assessore Salerno
che è un autorevole rappresentante dell’amministrazione e della Giunta.
(Interruzione)
Con l’assessore Salerno i lavoratori
non scendono. Adesso, nelle prossime ore, proveremo ad andare insieme per farli
scendere, al di là della battuta, parliamo di cose molto serie. Dobbiamo
approfondire bene le cose che ha detto l’assessore Salerno, verificarle, e poi
ci potremo recare per avere un colloquio con questi lavoratori perché è giusto
che quanto meno abbiano un conforto da parte nostra e, se è possibile, un
sostegno per trovare soluzioni.
In questi anni sia io che la
Vicepresidente Stasi, insieme al consigliere Salerno e ad altri, abbiamo
comunque avuto modo di ascoltare e recepire quelle che erano le difficoltà
manifestate da questi lavoratori.
Se ci saranno le condizioni,
certamente, daremo una riposta anche a questo mondo che ha una grande
preoccupazione che è quella del loro futuro.
Nei prossimi giorni, certamente,
saremo presenti per portare la nostra testimonianza.
Grazie al Presidente Scopelliti per
aver concluso il dibattito sul provvedimento di assestamento del bilancio
regionale. Possiamo procedere con l’esame dell’articolato e con la trattazione
degli emendamenti presentati dai singoli consiglieri.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
All’articolo 5 è stato presentato
emendamento protocollo numero 30109/3, a firma dei consiglieri Maiolo e Naccari
Carlizzi, che così recita: “Dopo il comma 1, inserire il successivo comma (2)
<comma (2): “La variazione delle autorizzazioni di spesa di cui al prospetto
1 riferito alla legge regionale 10 febbraio 1997, numero 4 – Legge organica di
protezione civile della Regione Calabria – di € 700.000,00 è vincolato al 50
per cento per il cofinanziamento di progetti di volontariato rivolti alla
tutela dei soggetti svantaggiati durante le emergenze”>“.
Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha
facoltà.
Presidente, questo emendamento
rappresenta il tentativo di vincolare una parte di queste risorse per la
Protezione civile per colmare una differenza con le altre Regioni in termini di
tutela dei soggetti svantaggiati durante le emergenze.
Parere del relatore?
Invito al ritiro.
Parere della Giunta?
Invito al ritiro. E’ evidente che
riteniamo che lo spirito sia meritevole ma non serve vincolare le risorse in
partenza. Lasciamo alla valutazione della casistica. Si potrebbe trasformare in
ordine del giorno.
In raccomandazione?
Si può trasformare in
raccomandazione alla Giunta e, con questo spirito, l’emendamento è ritirato.
(E’ ritirato)
Sempre all’articolo 5 è stato
presentato emendamento protocollo numero 30109/5, a firma dei consiglieri
Maiolo e Naccari Carlizzi, che così recita: “Dopo il comma 1, inserire il
successivo comma (2) <comma (2): “La variazione delle autorizzazioni di
spesa di cui al prospetto 1 riferito alla legge regionale 5 dicembre 2003,
numero 23 – Realizzazione del Sistema integrato dei servizi sociali della Regione
Calabria - di euro 1.800.000,00 è vincolato al pagamento prioritario dei debiti
nei confronti dei soggetti autorizzati alla erogazione di servizi per
minori.”>“.
Prego, consigliere Maiolo.
Presidente, questo serve per tentare
di dare risposta alle tante esigenze che esistono nelle politiche sociali.
Capisco perfettamente quali sono le difficoltà di questo settore ma penso che
ci sia un aspetto particolare che riguarda la gestione dell’assistenza dei
centri per minori che vivono una condizione di disagio finanziario alquanto
spinto. Per cui questi ragazzi, che vengono assistiti dalla Regione anche per
le rette, sono nelle condizioni di non poter avere nemmeno il vitto da parte
dei soggetti che hanno in gestione questi centri.
Questo emendamento ha lo spirito di
condizionare la Giunta e quindi il Dipartimento a dare priorità al pagamento
delle rette, delle quote di arretrati dei centri che gestiscono, appunto,
l’assistenza ai minori.
Parere del relatore?
Condivido, ovviamente, le
motivazioni che hanno spinto il consigliere Maiolo a presentare questo
emendamento ma i vincoli di bilancio sono questi, almeno in questa fase.
Pertanto invito al ritiro.
Il mio parere è analogo a quello del
relatore anche perché, con un emendamento successivo, le risorse saranno
destinate al pagamento delle spettanze degli Lsu e
degli Lpu.
Collega Maiolo?
Non esiste più nell’idea l’ipotesi
di assegnare il milione e ottocento alle politiche sociali. Quindi nemmeno come
raccomandazione; mi par di capire quindi che sia bocciato.
Una raccomandazione alla Giunta?
Mi pare che non sia nemmeno
possibile poiché la volontà della maggioranza è quella di approvare un
successivo emendamento che sopprime proprio una voce di spesa. Chiedo che venga
votato.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 30109/5.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato
presentato emendamento protocollo numero 29310, a firma del consigliere
Giordano, che così recita: “Alla tabella C richiamata dall’articolo 5 della
presente legge sono apportate le variazioni seguenti: <La dotazione di euro
1.500.000 all’Upb 2.2.04.03 capitolo 22040314
(Interventi a favore del settore agricolo e agro-alimentare) è ridotta di euro
100.000,00 e contestualmente è aumentata del medesimo importo la dotazione
sull’Upb 6.2.01.02 capitolo 62010210 (fondo regionale
per le vittime sul lavoro)>“.
Prego, collega Giordano.
Presidente, questo emendamento di
oggi è la consecutio del dibattito
che si è sviluppato già durante la trattazione delle interrogazioni a risposta
immediata ed è inerente il fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti
sul lavoro.
Avrei poche cose da dire perché lo
stesso assessore Salerno ha già ravvisato come l’insufficienza dell’ esigua
posta in bilancio abbia come senso quello di un provvedimento che sia coerente
anche con quello che il Consiglio regionale aveva fatto l’anno scorso e che è
stato inspiegabilmente violato, cioè l’incremento di 200 mila euro con legge di
questo Consiglio mediante l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione.
Per cui questo è quello che offro a
voi e alla vostra sensibilità. Questa legge viene praticamente calpestata da
tre anni, ma dietro essa c’è tanta sofferenza; non aggiungo altro, solo la
sensibilità perché 100 mila euro in aggiunta alla seppur esigua cifra
disponibile, costituisce già una prima risposta.
Parere del relatore?
Pur condividendo profondamente e
sinceramente le motivazioni che hanno spinto il consigliere Giordano a
presentare questo emendamento, ovviamente, invito al ritiro – ne abbiamo
parlato tanto anche in Commissione.
Parere della Giunta?
Conforme a quello del relatore, per
come già fatto in Commissione in cui, tra l’altro, presi l’impegno di andare
personalmente a verificare la fattibilità di un finanziamento e di una risposta
di copertura a questa legge. Il collega Salerno mi può confermare che presso
l’assessorato al lavoro sono state presentate 115 richieste per vittime del
lavoro.
E’ del tutto evidente che questa
cifra di 100 mila euro è simbolica ma del tutto insufficiente e ben al di là
della soddisfazione delle esigenze reali.
A tal proposito si suggerisce il
ritiro dell’emendamento e si invita a presentare una proposta organica, di
concerto con il Dipartimento ed in presenza di una eventuale, futura,
augurabile copertura finanziaria che possa dare non una risposta simbolica ma,
bensì, una risposta effettiva.
Presidente, intanto chiedo che questo
emendamento sia votato per appello nominale e aggiungo una considerazione: Non
siamo ad inizio di esercizio di mandato!
Fossimo al primo anno potrei anche
accogliere questa raccomandazione, questa sollecitazione dell’assessore Mancini
ma sono tre anni che questa legge viene mortificata ed è stata mortificata
violando una legge del Consiglio regionale.
Il Consiglio regionale aveva
destinato, all’unanimità, la somma di euro 200 mila - cifra aggiuntiva al
capitolo annuale del 2012 - dall’avanzo di amministrazione.
Inspiegabilmente - e qui ribadisco
la necessità di fare un’ indagine, una inchiesta interna – i 200 mila euro non
sono stati impegnati e quindi questa gente è stata tradita, questi sfortunati
calabresi aspettano ancora una risposta, ragion per cui non posso ritirare
l’emendamento.
Chiedo che sia messo ai voti. Avevo
offerto questo emendamento alla vostra sensibilità
lungi e scevro da ogni cappello politico.
Se questo
non è possibile chiedo, Presidente, che si voti, intanto per appello nominale, perché
questa cosa non è più tollerabile. Grazie.
Non ci
sono altri interventi, pertanto procediamo alla votazione per appello nominale.
Prego,
collega Nucera, può procedere all’appello.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 36. Hanno risposto sì 12; hanno risposto no 24; astenuti nessuno.
Pertanto l’emendamento protocollo numero 29310 è respinto.
(E’ respinto)
(Hanno risposto
si i consiglieri: Adamo, Bova, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giordano,
Guccione, Maiolo, Scalzo, Sulla, Talarico D., Tripodi)
Hanno risposto
no i consiglieri: Albano, Bruni, Caputo, Chiappetta, Chizzoniti, Crinò, Fedele, Gallo,
Gentile, Grillo, Imbalzano, Magno, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso,
Pacenza, Parente, Pugliano,
Salerno, Talarico F., Tallini, Trematerra,
Vilasi)
All’articolo 5 è stato presentato
emendamento protocollo numero 29322, a firma del consigliere Magno, che così
recita: “Al 3^ rigo inerente “legge organica di protezione civile della Regione
Calabria numero 4/97” l’importo corrispondente all’anno 2013, capitolo 2141103
è ridimensionato in euro 600.000,00.
Conseguentemente al 4^ rigo inerente
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2001 (legge finanziaria)
articolo 9, commi 24 e 25 – Attività di spettacolo – il corrispondente importo
è incrementato in euro 400.000,00 a valere sul capitolo 3132104”.
Presidente, è un emendamento che riguarda un aumento di possibilità di spesa su un capitolo relativo agli spettacoli. Questo aumento di spesa serve per consentire alla Regione di poter far fronte ad una serie di impegni in essere.
Chiedo se c’è la possibilità
dell’approvazione e mi rimetto alle decisioni dell’assessore.
Parere del relatore?
Anche se vorrei esprimere parere
diverso, invito al ritiro.
Parere della Giunta?
Conforme.
Ritira l’emendamento, collega Magno?
Ritirato.
L’emendamento è ritirato.
Sempre all’articolo 5 è stato
presentato emendamento protocollo numero 29973/1, a firma del consigliere
Grillo, che così recita: “Alla tabella C) apportare le seguenti variazioni:
Detratti in tal modo euro 400.000
dall’Upb 1.1.01.01 dello stato di previsione della
spesa 2013, ed euro 600.000 nello stato di previsione della spesa, area di
intervento 3 (infrastrutture) contestualmente aumentare di euro 1.000.000,00 la
dotazione di cui all’Upb 32030163 <contributo una
tantum in conto capitale ad enti locali per la realizzazione di opere
pubbliche> per finanziare primi interventi di messa in sicurezza del porto
di Vibo Valentia Marina”.
Prego, consigliere Grillo.
Presidente, alla luce del dibattito
che si è aperto sul territorio di Vibo Valentia, reputo opportuno esporre
l’emendamento in questione. Anche io mi unisco alle persone che, in questo
momento, stanno subendo un torto dovuto alla sottrazione del posto di lavoro.
Anche se questa mattina il
consigliere Giamborino ha fatto un po’ di strumentalizzazione politica,
ampiamente spiegata dall’assessore Salerno che, insieme a me e al Presidente
Scopelliti, ha affrontato la questione in questi mesi; una questione legata,
purtroppo, ad una presa di posizione forte da parte dell’azienda Italcementi
che, davanti alle proposte costruttive del governo regionale, ha deciso, ormai
definitivamente, di chiudere i battenti su Vibo Marina.
Vibo Marina subisce questo torto e,
attraverso questa proposta di legge, legata ad un altro argomento, che è quello
del porto, da un lato compenserebbe il sacrificio ambientale che sopporta da
oltre 40 anni e, dall’altro, andrebbe a prevenire con costi accettabili l’ulteriore
erogazione di entrata di accise che si riserva relativamente sulla spesa dei
trasporti che, conseguentemente, paghiamo tutti.
Questo perché sul porto di Vibo
Marina - anche se le accise non vengono elargite direttamente al governo
regionale ma sempre attraverso il Governo
nazionale - percepiamo una cifra di quasi 55 milioni di euro.
Purtroppo in questi anni abbiamo
perso quasi il 25-20 per cento, legato al fatto che la fruibilità del porto
ormai non è più legata ai livelli di qualche anno fa.
Questo emendamento mira a realizzare
un intervento sul porto di Vibo Marina che ci consentirebbe di acquisire,
all’interno del bilancio regionale, ulteriori sei milioni di euro da poter
spendere sui trasporti.
Invito il Governo regionale ad attenzionare seriamente questo problema e cercare di
intervenire tempestivamente prima ancora che la Capitaneria di porto, dove ho
avuto un incontro qualche settimana fa, arrivi alla tragica decisione di
chiudere i battenti sul porto di Vibo Marina con gravi danni dal punto di vista
economico al bilancio regionale, all’economia e all’attività di quell’area.
Mi auguro che il Governo regionale
possa attenzionare seriamente questo emendamento.
Grazie Presidente.
Parere del relatore?
Sono rammaricato per il mio
capogruppo ma non posso che invitarlo al ritiro.
Parere della Giunta?
Conforme a quello del relatore.
Aggiungo e mi permetto di suggerire al consigliere Grillo, di trasformare
l’emendamento in ordine del giorno così da poter eventualmente valutare in
futuro la possibilità di dar seguito alla proposta.
Registro l’impegno del Governo e ritiro l’emendamento. Mi
riserverò di presentare anche una proposta di legge a favore del porto di Vibo
Marina che consacri nel tempo questo finanziamento ricordando al governo
regionale che è un finanziamento molto importante per l’economia della Regione Calabria
in quanto, attraverso il Governo nazionale, entrano nelle casse regionali quasi
55 milioni di euro.
Se continuiamo a mantenere il porto
di Vibo Marina in queste condizioni, il rischio è di perdere queste accise che
vengono trasformate dal governo regionale.
Registro l’impegno, quindi, e ritiro
l’emendamento, riservandomi di presentare una proposta di legge a favore del
porto di Vibo Marina.
L’emendamento è ritirato.
Sempre all’articolo 5 è stato
presentato emendamento protocollo numero 30076, a firma del consigliere De
Masi, che così recita: “Al prospetto 1 della tabella C, la dotazione del
capitolo 22010415, Upb 2.2.01.04 (Riordino
dell’organizzazione turistica regionale), di euro 230.000 è ridotta di euro
80.000 e contestualmente è assegnata al capitolo 23010616, Upb
2.3.01.06 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011,
articolo 49, Servizi aeroportuali) legge del 29 dicembre 2010, numero 34”.
Prego, consigliere De Masi.
Senza molte speranza, comunque,
perché pur convinto che questo emendamento avesse dei fondamenti, ho avuto già
modo di intrattenermi, in maniera informale, ai banchi della Giunta dove mi
sono state anticipate difficoltà al suo accoglimento.
Si tratta di incentivare la somma
prevista per l’aiuto al sistema aeroportuale calabrese all’interno del quale,
ovviamente, c’è quello di Crotone che soffre di maggiori difficoltà rispetto
agli altri.
Si era immaginato di spostare delle
cifre, non molto consistenti, da voci che corrispondono ad attività di
spettacolo ad altre turistiche.
Parere del relatore?
Apprezzo il
realismo del collega De Masi, ma sono costretto a chiedergli di ritirare
l’emendamento.
Parere della Giunta?
Invito al
ritiro.
Collega De
Masi? Ritirato? Ritirato.
Sempre
all’articolo 5 a firma del consigliere De Masi è stato presentato emendamento
protocollo numero 30076/1 che così recita: “Al prospetto numero 1 della Tabella
C la dotazione del capitolo 3132104, Upb 5.2.01.06
“Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2001 (legge finanziaria) articolo 9, commi 24 e 25 – Attività di
spettacolo –” di euro 300.000 è ridotta di euro 100.000 e contestualmente è
assegnata al capitolo 23010616 Upb 2.3.01.06 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno
2011, articolo 49, Servizi aeroportuali) legge del 29 dicembre 2010, numero
34”.
Prego, consigliere De Masi.
Presidente, sono tre componenti di un unico emendamento perché la finalità è la stessa e quindi per
abbreviare i tempi della nostra seduta posso già
ritirare sia questo che quelli successivi.
Allora
questo emendamento protocollo numero 30076/1 e 30076/2 sono ritirati.
Sempre
all’articolo 5 il successivo emendamento protocollo numero 30093, a firma del
consigliere Chiappetta, così recita: “Alle autorizzazioni di spesa disposte con
l’articolo 5 del disegno di
legge in argomento sono apportate le seguenti modifiche: l’Upb 4.3.02.02, capitolo 43020209 “Misure di politiche attive
dell’impiego in Calabria” (legge regionale numero 4 del 30 gennaio 2001) è
incrementato della somma di € 1.520.000,00 con conseguente detrazione della
somma dall’Upb 6.2.01.02, capitolo 4331103
“Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella
regione Calabria – art.64 Fondo per le politiche sociali (legge regionale
numero 23 del 5 dicembre 2003).
Prego,
consigliere Chiappetta.
L’emendamento si illustra da sé, Presidente.
Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo numero 30095, a firma dei consiglieri Gallo e Bruni, che così
recita: “Lo stanziamento di cui alla Upb 2.2.03.02
capitolo 6132102 (Spese per la partecipazione diretta della Regione
contributi a favore di enti ed operatori per la promozione e partecipazione a
mostre, fiere, esposizioni interprovinciali, regionali,
nazionale ed internazionali, nonché spese per la commercializzazione
della produzione regionale) è incrementato dell’importo di euro 20.000,00 con
contemporanea riduzione dei seguenti capitoli Upb
2.2.04.13 – Capitolo 2133104, per euro 10.000,00; Upb
2.2.04.02 – Capitolo 5114105 per euro 5.000,00; Upb
3.2.01.01 Capitolo 32010129 per euro 5.000,00”.
Prego, consigliere Gallo.
Presidente, è un aggiustamento di 20 mila euro tra capitoli per il finanziamento della legge numero 11.
Parere del relatore?
Prego i
colleghi di trasformarlo in ordine del giorno per verificare successivamente la possibilità di venire incontro.
Parere della Giunta?
Conforme anche perché le risorse sono impegnate.
C’è la richiesta di trasformarlo in ordine del giorno.
Va bene, in ordine del giorno.
Possiamo votarlo come raccomandazione alla Giunta. Pertanto l’emendamento è ritirato.
Sempre all’articolo 5 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 30099/1, a firma dei consiglieri Adamo e Giamborino, che così recita: “Lo stanziamento del capitolo 1002114 del bilancio 2013 è incrementato dell’importo di euro 80.000,00. Alla relativa copertura finanziaria si provvede con le risorse allocate con la tabella 1 allegata al Ddl in esame al capitolo 22040314”.
Prego, consigliere Adamo.
Presidente, potrei pure dire che si illustra da sé ma è
riferito ad un capitolo che già registra un arretrato di somme dovute da
erogare in virtù di quella che è la normativa vigente. Per cui la cifra
riportata, come del resto anche l’assessore al
bilancio Mancini sa, è indicatoria per fronteggiare
soltanto una minima parte delle incombenze che sono già maturate.
Se
è possibile un accoglimento di questo emendamento penso che si faciliti una
azione amministrativa. Grazie.
Parere del
relatore?
Mi rimetto al
parere dell’Aula.
Parere della Giunta?
Conforme a
quello del relatore.
Su questo
argomento vi è qualche intervento di maggioranza?
Il consigliere
Adamo l’ha illustrato, il relatore si rimette all’Aula. C’è qualche intervento
della maggioranza?
(Interruzione)
Inviterei il
relatore e l’assessore ad essere un po’ più precisi
perché se c’è la copertura finanziaria votiamo.
Invito al
ritiro.
Per essere
chiari, dopo una verifica con gli uffici, il presupposto del proponente,
consigliere Adamo, è giusto e va ad rimpinguare un capitolo che deve essere
rimpinguato.
La copertura
finanziaria c’è ed è individuata
rispetto all’Arcea. Il collega Trematerra mi fa
notare che quel capitolo non si può ridurre e, di conseguenza, chiedo al
consigliere Adamo di ritirare l’emendamento.
Prego,
consigliere Adamo.
Ritiro, pur
non comprendendo il dramma o il danno che avrebbe potuto arrecare questa cifra
all’agricoltura. Ne prendiamo atto, che si può dire!, se crolla l’agricoltura calabrese per questi soldi, ci mancherebbe altro.
Allora, l’emendamento protocollo numero 30099/1 è ritirato.
All’articolo 5
è stato presentato l’emendamento protocollo numero 30109, a firma dei
consiglieri Naccari Carlizzi e Maiolo, che così recita: “Al
prospetto 1 dell’articolo 5 della proposta di legge in oggetto sono apportate
le seguenti modifiche: <l’Upb 3.2.02.06 dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2013 capitolo 4344104 “Contributi
a carico del bilancio regionale per favorire l’accesso alle abitazioni in
locazione (Decreto del Ministero dei LL.PP. del 7.6.1999, art. 1, comma 4,
legge regionale 10.12.2001, n. 36)” è incrementato per € 3.147.585,00.
La copertura finanziaria è assicurata dalla riduzione
lineare dell’1 per cento di tutte le voci di bilancio iscritte alla tabella C)
della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 70”.
Prego, consigliere Maiolo.
Presidente, questo è un obbligo di legge nazionale che è
quello di favorire l’accesso alle abitazioni in locazione. Chiediamo che ci sia
una copertura per tre milioni di euro e che questi vengano reperiti mediante
una riduzione lineare di tutte le voci che sono interessate dalla variazione di
bilancio.
Parere del relatore?
Invito al ritiro.
Parere della Giunta?
Parere conforme a quello del relatore anche perché parte
delle risorse di cui il proponente, consigliere Maiolo, chiede la riduzione
lineare dell’1 per cento sono state impegnate e molte sono state già spese,
quindi non ha copertura finanziaria.
Come non ha copertura finanziaria? Se c’è una variazione
di bilancio con un saldo attivo per le voci elencate vuol dire che l’1 per
cento può essere detratto? Su questo, Presidente, insisto perché essendo un
obbligo di legge, non essendoci copertura finanziaria e facendo una variazione
di bilancio è opportuno che la Giunta si renda conto che vorrebbe dire,
insomma, venir meno ad un obbligo di legge su un comparto particolarmente
delicato.
Se il consigliere Maiolo insiste il parere è contrario.
L’emendamento è ritirato?
(Interruzione)
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
30109, col parere negativo della Giunta e del relatore.
(E’ respinto)
Si passa adesso all’emendamento all’articolo 5,
protocollo numero 30159, a firma del consigliere Orsomarso, che così recita:
“Al fine di garantire le attività di cui alla legge regionale 26 luglio 2012,
n. 31, lo stanziamento dell’Upb è incrementato per
l’esercizio finanziario 2013 di euro 50.000,00.
Alla relativa copertura finanziaria si provvede con le
risorse allocate con la tabella 1 allegata al Ddl in
esame al capitolo 2141103 il cui stanziamento è ridotto per lo stesso importo”.
E’ in Aula il consigliere Orsomarso?
Invito al ritiro.
L’emendamento è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.
(E’ approvato)
Si passa all’emendamento all’articolo 6, protocollo
numero 29531, a firma del consigliere Imbalzano, che così recita: “Stante il
ruolo importante per la promozione turistica del comprensorio della locride e della intera Calabria svolto dal Palio di Ribusa di Stilo, si propone la concessione di un
finanziamento pari a 15.000,00 € per supportare le spese di organizzazione
dell’evento. Alla relativa copertura finanziaria si provvede con le risorse
allocate alla Upb 2.2.01.04 – capitolo 6133104 –
dello stato di previsione della spese di bilancio 2013, che presenta la
necessaria disponibilità”.
Prego, consigliere Imbalzano.
Presidente, l’emendamento è ritirato e trasformato in
ordine del giorno, protocollo numero 29994, che ho già presentato alla
Presidenza, che impegna il Presidente della Giunta regionale a concedere un
finanziamento di 15 mila euro per supportare le spese di organizzazione del
Palio di Ribusa di Stilo con le risorse allocate ai
capitoli indicati, quindi viene trasformato in ordine del giorno.
Presidente, chiedo la parola.
Presidente, le chiedo scusa, c’è una richiesta di
inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno? Voglio capire come l’ha
trasformata in ordine del giorno.
Collega
Tripodi, il consigliere Nucera nel suo intervento
chiarirà meglio.
Presidente,
intanto, preso atto della disponibilità da parte del Governo a sostenere le buone
iniziative che si realizzano nella nostra regione, il Palio di Ribusa di Stilo rappresenta una iniziativa lodevole sotto
questo punto di vista che necessita – ringraziamo anche il collega Imbalzano
per aver presentato l’emendamento – di un intervento che non può limitarsi a 15
mila euro; invece, proprio per la buona riuscita della manifestazione stessa
propongo che la cifra venga incrementata. Sono perfettamente in coerenza per la
trasformazione in ordine del giorno dell’emendamento, ma sostengo che sul piano
economico necessiti di 50 mila euro. Allora sì che avremo dato un segnale
chiaro ed evidente ad una volontà che deve essere necessariamente espressa da
un Consiglio regionale attento, da un Governo che punti a valorizzare la
storia, le tradizioni e le forme vive della nostra partecipazione regionale.
Per cui
il sub-emendamento all’emendamento tende ad incrementare la posta in gioco e a
farla diventare 50 mila euro. Grazie.
Presidente, chiedo scusa, non giochiamo al rialzo.
Volevo capire: il consigliere Imbalzano ha trasformato questo emendamento in
ordine del giorno. Ha chiesto l’inserimento? Deve essere inserito? Qual è la
procedura che propone il collega Imbalzano, questo voglio dire.
E’ stato
formalizzato e debitamente presentato ieri alla segreteria della Presidenza per essere discusso in Aula
(Interruzione)
E’ stato
annunciato tra le comunicazioni del Presidente.
E’ stato
annunciato ma non l’abbiamo votato, Presidente.
Collega
Imbalzano, posso intervenire ad adiuvandum?
No, non
prendete la parola.
Quello che chiama ordine del giorno è una raccomandazione di fatto, quindi, come tale deve essere interpretata; l’espressione ordine del giorno prevede un suo iter processuale, istituzionale all’interno del Consiglio; la raccomandazione è cosa diversa che, invece, rientra nell’ambito del segnalare una situazione ottima da privilegiare.
Collega Tripodi, deve aggiungere qualcosa a chiarire? Qualche chiarimento?
Alla fine che cos’è: una raccomandazione, un ordine del giorno o un emendamento?
Capisco che,
dopo 30 anni in Consiglio regionale, il
consigliere Nucera ed il consigliere Tripodi abbiano fatto ormai del
Regolamento le interpretazioni che ritengono più opportune. Mantengo
comunque la mia idea che venga sottoposto all’Aula l’ordine del giorno
presentato formalmente ieri alla Segreteria dell’Assemblea.
Non ho chiesto l’inserimento oggi, è stato presentato
nei termini.
Però, non è all’ordine del giorno. Questo riguarda il Palo di Ribusa di Stilo. Non è all’ordine
del giorno, per cui se si vuole inserire all’ordine
del giorno, si trasforma e se ne chiede l’inserimento. Se non ci sono i
due terzi, l’inserimento non avviene. Allora, o si trasforma in raccomandazione e allora ne
usciamo in questo modo, oppure bisogna votare poi, alla fine, la richiesta di
inserimento all’ordine del giorno.
Lo
trasformerei in una raccomandazione
alla Giunta per trovare le risorse necessarie
al finanziamento della manifestazione.
Lo
trasformiamo in un impegno al Presidente della
Giunta affinché trovi le risorse per il Palio
di Ribusa.
Sotto questa
veste si può accogliere.
Siamo
all’articolo 6. Il primo emendamento, a firma del collega Imbalzano, è stato
trasformato in raccomandazione.
Sempre
all’articolo 6 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 30159/1, a
firma del consigliere Orsomarso, che così recita: “Al fine di consentire
l’aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale
(Pear) è autorizzata la spesa nel limite massimo di
euro 200.000,00 con istituzione di apposito capitolo all’Upb
2.2.02.02 dello stato di previsione della spesa di bilancio 2013.
Alla
copertura
finanziaria della
disposizione di cui al comma precedente si provvede con le risorse allocate
nella stessa Upb 2.2.02.02 a valere sullo
stanziamento di cui al capitolo 6125201”.
Essendo
assente il consigliere Orsomarso, l’emendamento decade.
Sempre
all’articolo 6 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 30095/1, a
firma dei consiglieri Gallo, Bruni, Chiappetta, Serra, Grillo, che così recita:
“Le economie risultanti dalla revoca dei contributi concessi ai comuni ai sensi
della legge regionale 10
novembre 1975, n. 31 per la realizzazione di opere pubbliche sono destinate a
finanziare fino alla concorrenza di contributi poliennali di euro 500.000,00
(cinquecentomila/00) per la concessione di contributi in conto capitale ai
comuni di Mormanno e Laino
Borgo e Laino Castello per la realizzazione di
interventi di recupero e ripristino di opere pubbliche e del patrimonio
edilizio pubblico e privato danneggiati dal sisma del 26 ottobre 2012”.
Prego, collega
Gallo.
Presidente, questo
emendamento sottoscritto anche dai capigruppo di maggioranza
riguarda l’area colpita dal sisma il 26 ottobre scorso. In sede di approvazione
del bilancio di previsione avevo presentato un
emendamento di uguale natura e l’assessore Mancini mi
aveva invitato al ritiro dichiarando che nei confronti di quell’area la Regione avrebbe effettuato degli interventi.
Ripropongo l’emendamento che, tra l’altro, genera un sub-emendamento che pongo alla
sua attenzione in questa sede, senza imporre una maggiore spesa alla Regione o modificare capitoli di bilancio, ma semplicemente
tenendo presenti le somme, le economie risultanti dalla legge 10 novembre 1975,
numero 31 che è per la realizzazione di opere pubbliche, vale a dire i
contributi poliennali concessi ai Comuni per opere pubbliche ed anche – ed è
l’oggetto del subemendamento – l’articolo 38 della legge 23 dicembre 2011,
numero 47, poiché risultano esserci delle economie.
Utilizzando queste economie
si potrebbero concedere ulteriori risorse ai Comuni dell’area colpita dal sisma
il 26 ottobre, nei confronti dei quali il Governo ha
concesso un contributo di 10 milioni di euro ma che non è assolutamente sufficiente a riparare i danni
subiti da quelle popolazioni per intervenire sulle opere pubbliche e private e
offrire una risposta in termini di interventi.
Questo perché ci sono delle
economie, cioè ci sono stati molti Comuni che, anche con l’ultima legge
approvata dal Consiglio regionale, non sono stati in grado – per una serie di problematiche relative ai Patti di stabilità, alle dichiarazioni di enti
strutturalmente deficitari – di contrarre i mutui e,
quindi, risultano esserci delle economie che non possono essere tenute ferme
anche perché questi Comuni, quelli di cui parliamo, per essere stati vittime
del sisma del 26 ottobre, sono esentati dal rispetto del Patto di
stabilità.
Chiedo, quindi, all’Aula di
approvare questo emendamento, facendo sì che questo Consiglio regionale e la Regione diano un segnale significativo con somme già a
disposizione ed economie risultanti alle aree colpite dal sisma del 26 ottobre.
Parere del relatore?
Presidente,
condivido lo spirito e le
motivazioni con cui il collega Gallo ha illustrato questo emendamento ed anche
quello successivo, immagino, presentato insieme ai colleghi Bruni, Chiappetta,
Serra e Grillo, però ritengo che siamo costretti a chiederne il ritiro o
comunque la trasformazione in raccomandazione
per la Giunta al fine di individuare strade
idonee per assicurare queste risorse.
Ha chiesto di parlare il consigliere Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Presidente, sinteticamente vorrei chiedere sia al
relatore sia all’assessore Mancini una ulteriore
riflessione rispetto a questo emendamento, presentato insieme ai colleghi
Gallo, Serra, Bruni e Grillo perché – lo vorrei dire anche all’Aula intera – si
tratta di un emendamento che, a parere non solo mio ma anche degli altri
firmatari, potrebbe essere preso in considerazione in relazione ad una
specificità che è presente nello stesso, Presidente Imbalzano, e lo dico sia a
lei che all’assessore Mancini.
Si
tratta di possibili, probabili economie. Tra l’altro, la presenza in Aula
dell’assessore Gentile credo sia anche da conferma rispetto a quel che ha
illustrato il collega Gallo un attimo fa e che mi permetto di evidenziare. Nel
senso che per una serie di difficoltà che sono emerse in sede di applicazioni
della legge 24, alla quale questo emendamento fa riferimento ed è strettamente correlato e collegato, per le
notizie in nostro possesso che provengono dagli uffici del dipartimento
interessato si potrebbero realizzare delle somme importanti sulla base delle
economie e di una mancata utilizzazione delle risorse che a suo tempo sono
state assegnate ai Comuni, rispetto alle quali non si possono non privilegiare
le situazioni di difficoltà così come sono emerse.
Vedete: non sono emerse solo in relazione all’argomento
che stiamo trattando ma sono emerse in più di una occasione a seguito
dell’evento sismico che ha interessato le popolazioni del comprensorio il 26
ottobre e per le quali vi è stata anche un’ampia discussione sia in sede delle
Commissioni consiliari interessate sia nella sede dell’Assemblea legislativa,
quindi nella sede del Consiglio regionale.
Ecco perché credo - e lo dico anche ai fini di valutare,
di proporre una eventuale riflessione, magari affidandoci, se dovesse essere
necessario, al successivo coordinamento formale – che ciò possa essere
esaminato favorevolmente sulla base di queste argomentazioni che, a parere
nostro, potrebbero trovare favorevole accoglimento in relazione alle possibili,
probabili economie che si potrebbero verificare in relazione ad una mancata
utilizzazione delle risorse che, a suo tempo, sono state assegnate a talune
amministrazioni comunali i cui vincoli di bilancio – e qui ritorniamo al
problema che è stato oggetto della discussione generale sull’assestamento di
bilancio – hanno, di fatto, determinato una non applicabilità delle somme, una
non utilizzazione delle somme che a suo tempo sono state disposte.
Prego, assessore.
Per quanto riguarda la Giunta, a tutti è chiaro lo spirito
dell’emendamento che ha animato i proponenti. Lo spirito è chiaro ed è
condiviso e va nella direzione da tutti quanti noi auspicata, ad iniziare
naturalmente dalla Giunta, però non sfuggirà a nessuno che l’emendamento poggia
su una eventualità di presenza di economie che non è possibile valutare in
questa sede e non è possibile in nessun altro modo derogare alla legge, alla
fonte legislativa, ma è attività che spetta al dipartimento competente.
Siccome è presente il collega Gentile, del quale è a
tutti nota la sensibilità su tutti i territori della Regione Calabria, ad
iniziare da questi tre comuni, vittime, tra l’altro, del triste evento sismico,
sarà suo compito verificare l’eventuale presenza di economie e – se riterrà –
insieme ai proponenti la possibile attuazione del proposito giusto e
sacrosanto.
Se i colleghi proponenti sono d’accordo, si può
trasformare in ordine del giorno e poi in sede amministrativa insieme - se è
d’accordo - al collega Gentile sarà valutata la fattibilità e la procedibilità
dell’intendimento.
Prego,
consigliere Gallo.
Ringrazio
l’assessore Mancini per queste valutazioni che però sono molto simili a quelle
che lei, assessore, ha esposto in questa stessa sede allorquando abbiamo
approvato il bilancio di previsione.
Ora,
a me risulta - poiché sono consigliere regionale e quindi conosco un po’ le
dinamiche dei dipartimenti – che rispetto alla legge numero 34 molti
Comuni non siano stati in grado di contrarre i mutui per le motivazioni alle
quali facevo riferimento in precedenza: problematiche di Patto di stabilità e
problematiche relative alla dichiarazione di enti strutturalmente deficitari.
Credo, pertanto, che queste economie ci siano. Se
assumiamo un impegno con una raccomandazione o un ordine del giorno che abbia
uguale valenza è bene, altrimenti non so – discutevo con i colleghi – se sia il
caso di passare ad una richiesta diversa.
Vorrei che però ci fosse un impegno, atteso che queste
economie ci sono e il dipartimento può tranquillamente reperirle perché stiamo
parlando della legge istitutiva di questo strumento che è la legge 10 novembre
1975, numero 31.
Vorrei che ci fosse un impegno preciso, che vada al di
là dell’impegno assunto in questa sede, per cui questa raccomandazione dicesse
chiaramente che nel momento in cui c’è il reperimento entro due mesi di queste
economie – che, ripeto, a me risulta già esserci – si procede alla erogazione
del contributo per una rata/mutuo di 500 mila euro a questi territori.
Altrimenti rinunciamo alla nostra funzione di consiglieri regionali, fa tutto
l’Esecutivo e gestisce tutto l’Esecutivo!
Non voglio creare incidenti di percorso, figuriamoci,
con l’assessore Gentile che è persona di grandissima disponibilità e di
grandissimo garbo ma vorrei che ci fosse un impegno preciso per dare una
risposta a quei territori che sono stati colpiti dal sisma del 26 ottobre e
rispetto ai quali è necessario che la risposta sia chiara, univoca e precisa da
parte della Regione.
L’assessorato
che ho l’onore di presiedere mi pare che sia stato sempre aperto a chiunque sia
venuto lì dei consiglieri regionali e mi pare che il consigliere Gallo, in modo
particolare, esca ed entri quando vuole senza che nessuno abbia posto freni.
Qual è il problema? Il problema è di farsi qualche cliente in più a Laino Borgo o in qualche altro Comune? Di questo tipo di
problema si sta trattando?
Le
risorse ci sono e sono a disposizione. Se ci sono Comuni che sono in grado di
contrarre il mutuo, così come hanno fatto in passato altri, noi siamo lì. Non è
che i soldi ce li possiamo portare a casa! Sono lì e sono a disposizione. Lo
devo riconfermare? Lo riconfermo questa sera e non c’è bisogno di fare
emendamenti in cui si mette in contrapposizione, se il consigliere è
consigliere sennò fa tutto la Giunta. Questa Giunta mi pare sia molto aperta e
non abbia problemi di questo tipo.
Voglio
ribadire questo a scanso di equivoci perché lì non c’è bisogno di fare
emendamenti di questo tipo. Se venite, la porta sarà aperta e guardiamo insieme
le cose che possiamo fare. Non c’è bisogno di altro.
(Interruzione)
Da
noi non c’è bisogno. Se venite guardiamo insieme e vediamo le cose che si
possono fare. Non abbiamo problemi di nessun tipo, anzi sulle economie stiamo
facendo una ricognizione proprio per avere maggiore tranquillità. Voglio
ribadire questo per evitare che si possano creare equivoci o contrapposizioni
tra la Giunta e il Consiglio o tra la Giunta e qualche consigliere regionale.
Prego,
collega Gallo.
Prendo
atto delle dichiarazioni dell’assessore e mi dispiace che, facendo riferimento
ad una azione legittima, credo, dei consiglieri regionali – sono primo
firmatario, ma hanno firmato anche tutti i capigruppo di maggioranza – dica che
il problema è fare qualche cliente in più a Mormanno
o a Laino Castello o a Laino
Borgo.
Credo
fosse semplicemente un invito dei consiglieri regionali a dare una risposta
alle legittime aspettative di quei territori che hanno vissuto una emergenza
rispetto alla quale la Regione - credo - debba dare una risposta, situazione per la quale, tra
l’altro, sono stati assunti impegni in più circostanze in questo senso.
Prendo
atto dell’impegno in merito dell’assessore e nei prossimi giorni chiederò il
risultato di questa verifica, affinché ci possa essere la risposta alla quale
facciamo riferimento.
Per
il resto trasformiamo in raccomandazione
questo emendamento, attendendo fiduciosi la volontà della Giunta.
Bene
allora questo emendamento è ritirato.
Il
prossimo emendamento all’articolo 6, protocollo 30095/2, a firma dei
consiglieri Gallo, Bruni, Serra, così recita: “A valere sulle risorse di cui
alla Upb 6.2.01.02 di cui al fondo regionale per le
politiche sociali (legge regionale
n. 23), la somma di euro 500.000,00 (cinquecentomila/00) è destinata al Comune
di San Lucido per la gestione delle attività attribuite al comune medesimo in
attuazione della legge 21 ottobre 1978, numero 641 che sarà erogata dal
competente dipartimento sulla base delle direttive dallo stesso impartite e
previa dettagliata rendicontazione”.
Prego,
collega Gallo.
Presidente,
fra le problematiche che vive questa regione c’è anche quella dell’O.n.p.i.
della quale più volte quest’Aula si è occupata. Lo scorso anno, proprio in sede
di assestamento di bilancio, su proposta del
consigliere Guccione era stato approvato un emendamento che dava la possibilità al
comune di San Lucido di gestire l’O.n.p.i. con tutto
ciò che ne consegue. Quindi, la struttura regionale O.n.p.i.
è stata assegnata in gestione al comune di San Lucido.
Una
legge regionale assegnava per la gestione
al Comune di San Lucido un milione di euro. Questa
norma è stata cancellata nel momento in cui in questa legislatura il
Consiglio regionale ha cassato circa 300 norme.
Accortisi dell’errore, si è corsi ai ripari con una copertura
parziale rispetto al milione di euro con 400 e rotti mila euro.
Chiediamo, pertanto, con questo emendamento di dare
copertura intera alle esigenze di gestione dell’O.n.p.i.
attraverso l’utilizzazione di fondi delle politiche sociali. Ripeto, è una
struttura di proprietà regionale solo gestita dal Comune di San Lucido.
Parere del relatore?
Prego
il collega Gallo di trasformarlo in raccomandazione.
Parere
della Giunta?
Conforme.
Con l’impegno dell’amministrazione di tentare ogni sforzo, insieme al collega
Gallo, per dare risposte importanti.
Collega
Gallo?
Ne ho parlato con l’assessore Salerno che ha dichiarato la disponibilità a dare copertura, non appena ci sarà la possibilità, attraverso l’utilizzazione di fondi di provenienza nazionale, probabilmente fondi Fas, per la gestione di questa come di altre emergenze.
Prendo atto quindi di questa volontà conforme dell’Esecutivo e trasformo l’emendamento in raccomandazione approvata dall’Aula. Grazie.
Si passa allora al prossimo emendamento protocollo 30095/3, a firma dei consiglieri Gallo, Bruni, Chiappetta, Serra, Grillo, che così recita: “I lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità fuoriusciti dal bacino regionale con decorrenza dall’1 gennaio 2013 in poi a condizione che per la fuoriuscita non siano state erogate risorse pubbliche a titolo di incentivazione, possono essere sostituiti nei progetti di utilizzo dai soggetti riammessi nel bacino con provvedimento della Commissione regionale tripartita che risultano non utilizzati alla data del 31 dicembre 2012.
L’applicazione della norma di cui al comma precedente non può produrre l’effetto di aumentare il numero dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità effettivamente utilizzati rispetto a quello risultante alla data del 31 dicembre 2012.
Con successivo Regolamento della Giunta regionale saranno disciplinate le modalità di attuazione ed integrazione della presente norma”.
Prego, collega Gallo.
Presidente, altro emendamento. Alcuni lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità fuoriusciti dal bacino regionale sono stati poi riammessi dalla Commissione tripartita, ma mai utilizzati, creando fra essi e altri che hanno avuto la stessa sorte una chiara disparità di trattamento, in quanto, invece, molti di essi sono stati utilizzati dai Comuni per cui continuano a percepire l’indennità di Lsu e di Lpu.
Questa differenza di trattamento è stata valutata
anche dalla terza Commissione, in particolare
per alcuni lavoratori Lsu e Lpu
dell’area dell’ex Parco Pollino – ma ce ne sono tanti altri della nostra Regione.
Per non gravare di ulteriore
spesa il relativo capitolo di bilancio, insieme all’assessore Salerno ed al dipartimento,
abbiamo pensato di fare una valutazione di carattere diverso.
Vale a dire che i lavoratori riammessi nel bacino
saranno riutilizzati solo nel momento in cui altri lavoratori socialmente utili
e di pubblica utilità fuoriusciranno dal bacino – con decorrenza 1 gennaio 2013
–, purché non siano erogate risorse pubbliche a titolo di incentivazione. I
lavoratori fuoriusciti per varie motivazioni, ad esempio pensionamenti,
fuoriuscite per stabilizzazioni o scelte diverse, possono essere sostituiti nei
progetti di utilizzo dai soggetti riammessi nel bacino con provvedimento della
Commissione regionale tripartita.
Naturalmente non può essere aumentato il numero dei
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità effettivamente utilizzati,
rispetto a quello risultante alla data del 31 dicembre 2012.
Le modalità di attuazione e di integrazione della
presente norma verranno disciplinate con successivo Regolamento della Giunta
regionale.
Prego, collega Maiolo.
Presidente, in questa norma c’è qualcosa che non ci convince fino in fondo.
Chiedo scusa per l’interruzione, collega Maiolo.
Presidente, chiedo di
intervenire.
Il consigliere Maiolo vuole
intervenire sull’emendamento prima del suo parere.
Voglio chiarire che si tratta di una norma ordinamentale. L’emendamento è, pertanto, inammissibile così come tutti gli altri.
(Interruzione)
L’articolo 22 della legge 8 del 2002 non consente
norme ordinamentali in sede di assestamento. Questo lo voglio dire, ma ovviamente
il Consiglio decide.
In
Commissione ci siamo orientati aderendo allo spirito e alla lettera della
norma.
Prego,
assessore Salerno.
Non voglio entrare nel merito tecnico, cioè se sia
ammissibile o meno l’emendamento, ma
questo è un problema serio, si tratta di lavoratori socialmente utili che sono
stati già riammessi dalla Commissione regionale tripartita e devono essere
soltanto utilizzati.
Originariamente erano
420. Sono stati utilizzati tutti, tranne 75 lavoratori socialmente utili che
hanno subito una forte discriminazione. Non
stiamo parlando di oggi, ma del passato. È una cosa che ho trovato lì e che
abbiamo anche discusso con i sindacati e con le parti sociali.
Pertanto, ringrazio
dell’intervento il collega Gallo, il consigliere Chiappetta ed anche la stessa
Commissione che si è interessata - anche quando ero Presidente della
Commissione. Il Consiglio regionale, a mio avviso, ha il dovere di rendere
giustizia - forse è un termine troppo grosso - a questi lavoratori che hanno
subito una discriminazione.
Non andrà ad aumentare le
spese del bacino perché comunque sono già nel bacino ed in ogni caso
l’utilizzazione è collegata alle fuoriuscite dallo stesso. Si tratta di
allocare queste unità negli enti che le dovranno utilizzare. Di questo si
tratta. Tecnicamente mi rimetto a chi è preposto per come bisognerà fare, ma
dal punto di vista politico ritengo sia un
atto doveroso.
Prego collega Maiolo.
Presidente, vorrei
intervenire su questa norma perché, mentre è chiaro l’interesse di tutti a dare
risposte soprattutto a chi vive in situazioni di precarietà, la cosa che non ci
convince – ferma restando la fissazione del bacino e delle regole che fanno
dimensionare il bacino stesso – è il meccanismo temporale con cui si dà
possibilità a chi è riammesso nel bacino degli Lsu e
degli Lpu di poter subentrare in progetti di
utilizzazione solo nei posti vacanti lasciati da lavoratori che dal 1 gennaio
2013 vanno in fuoriuscita.
Il mio intervento, al di là
del limite normativo che ha richiamato il Presidente Imbalzano, è finalizzato a
richiamare l’attenzione dell’Aula sulla necessità di una regolamentazione più
specifica e più articolata del bacino degli Lsu e
degli Lpu, anche perché le discriminazioni
a cui faceva riferimento l’assessore Salerno non sono state di carattere
liberale o discrezionale e l’ampliamento del bacino in alcuni periodi storici è
stato fatto in maniera non pienamente corretta. Lì sì che sono state fatte
discriminazioni.
Ad un certo punto il meccanismo è stato regolamentato in
maniera corretta,quindi, ci sembra strano che venga utilizzata una data
temporale da cui far partire un processo che invece, forse con una legge
specifica e con una norma specifica, può essere regolamentato in maniera più
puntuale.
Prego, consigliere De Gaetano.
Presidente, anche io voglio intervenire su questa
vicenda e condivido quel che diceva il collega Maiolo per il semplice motivo
che conosco la realtà dei lavoratori del Parco del Pollino. Quando ero
assessore al lavoro abbiamo riammesso tanti lavoratori che, stabilizzati da una
cooperativa dell’epoca, dopo qualche anno sono stati licenziati, ovviamente non
per colpa dei lavoratori che sono stati poi reintegrati - perché era un loro
diritto - nel bacino degli Lsu e degli Lpu.
La cosa strana è che negli anni scorsi sono stati
chiesti vari lavoratori in tutta la Calabria e la Commissione regionale
tripartita ha approvato richieste di riammissione in bacino.
La cosa che non riesco a capire è perché mettete la data
del 1 gennaio 2013. Se un povero disgraziato è stato licenziato il 31 dicembre
2012 penso che abbia gli stessi diritti di un lavoratore che è stato licenziato
il 1 gennaio 2013. Non capisco perché mettete questa data, sembra alquanto
strano, se uno ha un diritto questo vale per tutti, non se parte dal 2013.
Il secondo aspetto che sottolineava il collega Maiolo è
quello della certificazione del diritto. Se hai un diritto è giusto che tu
venga reintegrato, ma non si può dire: “ti riconosco il diritto nella misura in
cui si riduce il bacino”, perché, ovviamente, le due cose non stanno insieme.
Questo mi sembra contraddittorio, sono d’accordo con il
collega Maiolo.
Credo che questa vicenda vada inquadrata in una legge a
parte, su cui discutere realmente. Se siamo tutti d’accordo, sarei per darle la
precedenza. La possiamo portare la settimana in Commissione entrante con una
corsia preferenziale, in modo da portarla alla prossima seduta di Consiglio
regionale, il 10 luglio. I tempi ci sono, facendo però un progetto per evitare
che ci siano disparità tra lavoratori e lavoratrici in base alle date e,
soprattutto, facendo un qualcosa che possa servire realmente a dare più diritti
a questi lavoratori e lavoratrici, cosa che è capitata molto spesso per colpa
dei comuni. Faccio un esempio per chiarire, un comune decide dall’1 gennaio
2014 di eliminare la convenzione con la Regione, è un suo diritto, può decidere
autonomamente, 10 lavoratori che lavorano presso quel comune andranno a casa
Ovviamente non è colpa di quei lavoratori che avrebbero
diritto di essere reintegrati nel bacino e di essere spostati nei comuni
limitrofi.
Appunto, secondo me – come diceva giustamente anche il collega
Maiolo –, va fatta una norma ad hoc
che disciplini in tutti gli aspetti questa delicata materia per evitare di fare
più danni dei risultati che possiamo ottenere.
Prego, assessore Mancini.
Non entro nel merito perché, secondo me e secondo la
Giunta, è pregiudiziale l’osservazione che ha fatto presente il presidente
Imbalzano. Essendo questo un emendamento esclusivamente normativo, non può
trovare ospitalità nell’assestamento e c’è una norma che lo prevede. Tra
l’altro in questa fase in cui c’è una grande attenzione da parte della Corte
dei conti e del Governo nazionale rispetto alla puntualità degli atti di natura
economica-finanziaria e della esclusività di tali atti aventi esclusivamente
natura economica e finanziaria, il nostro parere è quello di espungere questo
emendamento, così come gli altri che seguiranno e che hanno esclusiva natura
normativa, così da non dar nessun problema all’assestamento che stiamo per
approvare.
Se poi, l’Aula deciderà di intervenire in questa materia lo potrà fare seguendo le linee maestre della proposta di legge che potrà essere – se ci sarà l’accordo tra le componenti politiche del Consiglio – discussa ed approvata anche in tempi molto, molto rapidi.
Prego, consigliere Chiappetta.
Presidente,
approfitto di questo chiarimento dell’assessore
Mancini, anticipato dal presidente Imbalzano, che condivido e mi associo per la
parte che mi riguarda.
Approfitto per fare una
valutazione in relazione a quello che è il merito di questo emendamento.
Riguarda quel che ha detto
il presidente Imbalzano e confermato dall’assessore Mancini. Credo che non ci
siano interpretazioni diverse rispetto a quello che è evidenziato. L’articolo
22 della legge numero 8 del 2002 specifica bene - così come mi risulta che è
stato fatto anche in sede di Commissione – l’ammissibilità degli emendamenti di
tipo normativo rispetto a quello che è il collegato all’assestamento di bilancio,
tanto è vero che non solo deve essere espunto questo emendamento dalla
dichiarazione, da tutto quello che l’oggetto della trattazione qui in Aula, ma
anche gli altri che fanno parte del cosiddetto altro blocco degli emendamenti
che sono di tipo ordinamentale e sono normativi, tra
i quali, però - e chiedo anche l’avallo dell’assessore e quindi dell’Esecutivo
-, ce ne sono alcuni - lo dico anche e soprattutto ai colleghi della minoranza
che hanno firmato taluni emendamenti – a firma del collega Adamo ma anche di
altri colleghi, rispetto ai quali, se siamo tutti d’accordo, Presidente, credo
sia avvertita la necessità - anzi sono sicuro che è avvertita da tutte le forze
politiche presenti in Consiglio - di attribuire una sorta di corsia
preferenziale a questi emendamenti oggetto di discussione, ma che non vengono
trattati per le cose che ci siamo detti, affinché nelle prossime sedute di
Consiglio si possa consentire una definizione accelerata, bypassando – se
dovesse essere necessario – anche il vaglio delle apposite Commissioni. Appunto
perché parliamo di emendamenti già sottoposti all’esame dell’Aula, quelli
assunti nella logica bipartisan.
Rispetto a questo emendamento, per il quale ho detto in
premessa, ribadisco, ancora, soprattutto dopo aver ascoltato le considerazioni
che, a tal riguardo, sono state fatte dall’assessore Salerno, non solo nella
sua attuale qualità di assessore al dipartimento delle politiche sociali ma
anche nella sua precedente qualità di Presidente della Commissione sanità,
credo che sia opportuno evidenziare – rispetto anche quel che è stato detto dai
colleghi di minoranza Maiolo e De Gaetano – che nella fattispecie si tratta, lo
ha detto bene l’assessore Salerno, di un atto di giustizia.
Si tratta di lavoratori che sono stati penalizzati - e
non si comprende bene il motivo per cui sia successo - rispetto ai quali credo
che sia necessario addivenire ad una soluzione che sia la più celere possibile,
indipendentemente da quello che è il contesto ed il discorso generale.
Vorrei ricordare che fino a poco tempo fa ho fatto parte
anche della terza Commissione che si interessa delle problematiche sociali e
delle problematiche del lavoro. Nell’ambito di quella Commissione – so fra
l’altro che è stata reiterata anche nei giorni scorsi –, a suo tempo, sono
state approvate delle risoluzioni all’unanimità, quindi condivise dalla
maggioranza e dalla minoranza, che davano conferma, in un certo qual modo,
rispetto al discorso procedurale che doveva essere attivato.
Ecco perché concordo con quello che è stato detto
dall’assessore Mancini ed invito anche ad intervenire - o non so se vuole
intervenire qualcuno della minoranza - in relazione a quello che è il
suggerimento del percorso rispetto agli emendamenti di tipo ordinamentale.
Per ciò che riguarda nello specifico questo emendamento, a firma mia e dei
colleghi Gallo, Bruno, Serra e Grillo, credo che si possa dare una decisa
accelerazione rispetto ad un atto che credo sia di equità sociale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Rapidamente, per non perdere molto tempo, per ribadire
che siamo disponibili e favorevoli ad affrontare alcune questioni centrali come
quella oggetto di questo emendamento.
L’abbiamo detto anche in Commissione e lo ripetiamo in
Aula: acceleriamo tutti i tempi che vogliamo, ma seguiamo percorsi
istituzionali corretti e lineari. Se si ritiene di affrontare questi
emendamenti, si mandino in seconda Commissione espunti dall’assestamento di bilancio, si
acceleri il più possibile, ma si utilizzino percorsi istituzionali e lineari,
perché di coordinamento formale non ne vorremmo sentire parlare perché avremmo
molto da ridire su come siano state completate alcune partite dal punto di
vista legislativo da quest’Aula.
Quindi,
torniamo a percorsi lineari, impegniamoci a lavorare nelle Commissioni e
auguriamoci che l’Ufficio di Presidenza possa fare un calendario organizzato e
lineare del funzionamento delle Commissioni.
Presidente
Talarico, le chiedo di poter organizzare il lavoro delle Commissioni in maniera
ordinata con un calendario che sia quanto più sinergico e produttivo possibile,
in modo da far lavorare le Commissioni e dare risposte all’alta esigenza
legislativa che c’è e alla quale dovremmo rispondere con ordine rispettando i
ruoli dei diversi organi del Consiglio regionale.
Collega
Maiolo, già in Conferenza dei capigruppo abbiamo parlato della organizzazione
dei lavori del mese di luglio.
La
prossima seduta sarà giorno 10 e in quella data alle ore 11, con i Presidenti
di Commissione, terremo un incontro per organizzare e calendarizzare
bene i lavori delle Commissioni. Quindi, il 10 mattina lavoreremo in modo tale
che ci sia un lavoro ordinato dei Presidenti di Commissione.
Glielo
volevo anticipare visto che lei ha sollevato il problema.
….convocazione di Commissione per una audizione in giorni…
Stiamo
dicendo la stessa cosa: per meglio organizzare i lavori.
Prego,
collega Adamo.
Il
collega Chiappetta ha fatto una proposta, mi par di capire, che è riferita ai
lavori di questa sera ed ha dato anche un’indicazione per quanto riguarda,
diciamo così, la definizione di una sorta di percorso preferenziale in
riferimento all’iter legislativo che potrebbe riguardare gli emendamenti che
stasera sono stati presentati all’attenzione e all’esame del Consiglio.
La
proposta che fa il Presidente è rivolta ad una organizzazione dei lavori del
Consiglio proprio per soddisfare la richiesta che fa il collega Chiappetta o a
prescindere?
A prescindere.
(Interruzione)
Stavo
rispondendo al consigliere Maiolo che mi sollecitava di organizzare al meglio i
lavori delle Commissioni per evitare che ci siano magari più Commissioni
durante il giorno.
Non
capivo. Penso, collega Chiappetta, che, se l’Assemblea l’accoglie, la
Presidenza e il Governo la faranno propria.
Senza
pronunciamenti di merito, per quanto riguarda gli emendamenti che vedono la mia
firma, io ho presentato questi emendamenti convinto, per esempio, che ci fosse
una quota, una parte minima di imprese calabresi che, pur avendo ricevuto dei
benefici da forme di incentivazione e agevolazioni statali, comunitarie e
regionali, se non viene recepita la norma Monti per individuare il settore di
intervento in Calabria, saranno soggette a disagi.
Vi è una
certa urgenza, non comporta impegni finanziari. L’urgenza rimane. Faccio
l’esempio dell’emendamento che ho presentato insieme al collega Magno, ma ci
sono anche altri emendamenti.
Penso che
possa essere soddisfatta la richiesta del consigliere Maiolo, per cui va bene
il riordino del calendario di cui parlava il presidente Talarico, ma possiamo
decidere già da stasera che la sede della Commissione bilancio possa essere
dirimente per quanto riguarda l’impostazione e l’istruttoria di questo disegno
di legge, perché si tratterebbe adesso di trasformarli da emendamenti a disegno
di legge. La stessa Commissione, partendo dagli emendamenti che stasera
decidiamo di rinviare all’esame della Commissione, li trasforma in disegno di
legge e ne definisce il percorso calendarizzato anche
per quanto riguarda l’esame dell’Aula.
Prego, consigliere Pacenza.
Grazie, Presidente, in ausilio a quel che è stato detto,
relativamente alla discussione dei 70 lavoratori, volevo aggiungere che i
rappresentanti sindacali sono stati auditi
recentemente all’interno della terza Commissione. La stessa Commissione ha poi
prodotto un ordine del giorno che è stato consegnato alla Presidenza, in
maniera tale che l’Aula ne potesse prendere visione, che impegna la Giunta
regionale relativamente al problema che stiamo trattando e che è stato oggetto
della presentazione in forma emendativa.
Per cui, rispetto alla discussione che ha preso corpo
relativamente a questi lavoratori, dal punto di vista procedurale noi avevamo –
ripeto – audito i rappresentanti sindacali di questi
lavoratori, si era preso atto di questa sperequazione, di questa
differenziazione, la classe sindacale ha recepito la buona volontà da parte della Commissione che, all’unanimità, ha firmato un
ordine del giorno consegnato alla sua attenzione, perché potesse venire in Aula
e stimolare la Giunta al provvedimento che si attende rispetto alla situazione
di questi lavoratori.
Visto che la discussione, dal merito dell’emendamento, si è evoluta
anche nella discussione di merito in generale sugli emendamenti legislativi che
ci saranno dopo, inviterei l’Aula ad assumere un orientamento unico per capire
anche come dover procedere perché, poiché dopo ci sono altri emendamenti di
merito legislativo – il consigliere Adamo ne ha illustrato uno, ce ne sono
anche altri che riguardano altri argomenti – noi dobbiamo andare ad individuare
qual è il percorso più agevole, più normale e più naturale; c’è un precedente
importante, ossia la Commissione guidata dal presidente Imbalzano non ha posto
in votazione gli emendamenti legislativi in Commissione.
Tutti noi sappiamo che anche nel passato nell’assestamento di bilancio,
spesso, invece c’erano delle norme legislative che accompagnavano l’assestamento
stesso.
Vorrei capire dall’Aula come dover procedere, cioè qual è il percorso
che noi ci diamo, in modo tale che anche nella riunione dei Presidenti di
Commissione, già convocata per il 10, questi emendamenti che sono qui previsti
e che riguardano diversi progetti di legge, perché sono uno diverso dall’altro,
possano avere una corsia preferenziale e siano approvati in tempi brevi. Però,
vorrei capire dall’Aula come dover procedere prima, in modo tale che anche nel
prosieguo, quando arriveranno gli emendamenti normativi, noi sappiamo già che
questo viene rinviato in una corsia privilegiata per l’approvazione rapida ed
immediata in Commissione e in Consiglio.
Vediamo come voler procedere e vorrei sentire anche da parte di tutti i
gruppi come intendono andare avanti su questi argomenti, che sono tutti
importanti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Sull’emendamento a firma dei consiglieri Gallo, Bruni,
Chiappetta, Serra e Grillo, c’è un impegno – volevo ricordarlo all’assessore
Nazzareno Salerno: quando noi approvammo la legge ponte per gli Lsu-Lpu, la Giunta si era impegnata a presentare un
progetto di legge in terza Commissione, per riordinare tutto il sistema del
precariato in Calabria. Questo progetto di legge ancora non è stato presentato
in Commissione.
Noi non possiamo su questo punto lavorare a
compartimenti stagni. Quel progetto di legge di iniziativa della Giunta
regionale è fondamentale. Noi votammo a favore della legge ponte anche perché
c’era questo impegno di riordinare tutta la questione del precariato che è in
capo alla Regione, però la Giunta, da questo punto di vista, è inadempiente e
il rischio è di procedere a tentoni rispetto a una questione che è molto
delicata.
Per questo chiedo che, giustamente, questa questione passi alle
Commissioni competenti e ci aspettiamo che nelle prossime settimane l’assessore
Salerno sia nelle condizioni di darci la possibilità di discutere di questo
progetto di legge.
(Interruzione)
Un attimo, aveva chiesto di intervenire il consigliere
Bruni.
(Interruzione)
Vorrei pure ascoltare non nel merito, perché se passa il principio che
tutti gli emendamenti presentati vengono stralciati per riproporli poi nella
riunione dei Presidenti, anche questo seguirà lo stesso percorso degli altri.
Quindi, man mano che andiamo avanti…
Presidente, il consigliere Imbalzano ha detto che, in sede di assestamento, c’è un
Regolamento, ha citato che in sede di assestamento gli emendamenti ordinamentali non si possono discutere. Quindi che dobbiamo
discutere! Va da sé.
Noi, in quest’Aula, in tantissime occasioni – chi è alla seconda
legislatura lo ricorda – abbiamo previsto all’interno dell’assestamento di
bilancio una serie di norme ad esso collegate.
Siccome ci sono tanti emendamenti di maggioranza e di minoranza ai
punti successivi, io vorrei ascoltare i gruppi.
La parola al consigliere Bruni.
Intervengo
non nel merito di questo emendamento,
ma prendo spunto da questo per dire che, effettivamente, ci
sono anche oggi emendamenti che sono collegati all’assestamento ed io condivido la proposta del consigliere Chiappetta,
cioè ci sono delle cose urgenti ed importanti per le quali si può seguire un
percorso procedurale accelerato.
Per cui,
se anche stasera riusciamo a baipassare alcune norme
restrittive e rigide per discutere alcuni emendamenti che riguardano norme
ordina mentali, credo che risolveremo qualche problema che riveste anche
carattere di urgenza.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Magno. Ne ha facoltà.
Sono
anche presentatore di un emendamento di natura legislativa, ne ho presentato un
altro in Commissione bilancio,
all’interno della Commissione il mio
emendamento è stato ritirato e stamattina l’ho trasformato in proposta di
legge. Quindi penso che l’aggiunta che ha fatto il capogruppo del Pdl rispetto all’iter da far seguire a questi tipi di
emendamenti sia un percorso che può essere utile per far sì che gli emendamenti
possano essere approvati in maniera celere all’interno delle Commissioni e poi,
eventualmente, una volta approvati in Commissione come proposte di legge,
saranno portati in Consiglio nelle prossime sedute.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Imbalzano, ne ha facoltà.
Ovviamente
non entro nel merito e non
ricordo neanche quali siano gli emendamenti ordinamentali
che sono stati presentati, però ricordo a me stesso che con una Corte dei conti
le cui linee-guida, peraltro recenti e conosciute dai colleghi, sono
assolutamente stringenti e – come ricordava l’assessore Mancini – con un
Governo che guarda al microscopio tutte le leggi anche di questo Consiglio
regionale, in modo particolare le leggi di bilancio, non possiamo permetterci
il lusso di esporci a rischi di impugnativa, che creerebbero grandi problemi
alla vita della Regione.
Ci sono altri?
Volevo intervenire nel merito dell’emendamento.
Se condividiamo un metodo e un percorso tutti insieme, maggioranza e
minoranza, penso che poi negli emendamenti successivi, quando arrivano gli
emendamenti normativi, sappiamo che cosa fare; cioè dobbiamo stabilire se
condividiamo che gli emendamenti presentati vengano inseriti all’ordine del
giorno delle rispettive Commissioni, in modo tale che ci sia una trattazione di
merito sui singoli emendamenti, un approfondimento, siccome poi abbiamo delle
sedute sia a luglio sia ad agosto, possiamo lavorare in una direzione accelerata,
in modo tale che poi possiamo approvare questi progetti di legge con una corsia
privilegiata. Con i Presidenti di Commissione ci incontreremo giorno 10, man
mano che arrivano gli emendamenti normativi, che ce ne sono ancora molti a
seguire, li stralciamo e li mandiamo in Commissione con un percorso accelerato
di approvare rapida e immediata, proprio per evitare che sull’assestamento ci
sia qualche problema di impugnativa anche a livello nazionale.
Non so se qualcuno che deve aggiungere qualcosa. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Chiappetta, ne ha facoltà.
Presidente, sono assolutamente d’accordo su quello che lei ha detto, anche perché è la volontà unanime
dell’Aula.
Vorrei dire, anche per cercare di accelerare l’approvazione del
provvedimento legislativo del quale stiamo parlando, che anche gli emendamenti
normativi, arrivati a questo punto ed avendo noi condiviso un percorso che è
quello accelerato al quale ha fatto riferimento lei, possono essere considerati
tutti ritirati allorquando si arriva, se siamo d’accordo tutti, naturalmente.
Più che ritirati, rinviati in Commissione, poi capiamo quali sono le
varie Commissioni competenti a seconda dell’argomento dell’emendamento. Quindi,
man mano che arriviamo, possiamo procedere così. Allora, abbiamo condiviso
questo percorso, l’Aula nella sua interezza.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Anch’io
condivido, naturalmente, il percorso perché è la volontà unanime dell’Aula. Volevo soltanto
chiarire ai colleghi dell’opposizione intervenuti su questo emendamento che –
come già specificato dal consigliere Chiappetta, dall’assessore Salerno e dal
Presidente della terza Commissione, consigliere Pacenza
– questo emendamento nasce da un’esigenza di questi lavoratori supportata dai
sindacati, quindi dalle parti sociali e sindacali.
L’emendamento è anche preciso e specifico. Certo, non ha l’ambizione di
risolvere i problemi del precariato in questa regione, ma risolve un problema
annoso, non risolto da chi probabilmente ha governato in precedenza, sulla
questione di questi lavoratori socialmente utili, che sono stati riammessi nel
bacino della tripartita, ma non utilizzati a differenza di altri. E non sono
solo i lavoratori del Parco del Pollino – perché per mia volontà, perché sono
stato il presentatore in Commissione insieme al Presidente Pacenza
e insieme al collega Scalzo di quell’ordine del giorno – ma quelli che si
trovano nelle medesime condizioni giuridiche, che non sono 70, ma sono circa
130 in tutta la regione, lavoratori riammessi, ma non utilizzati, a differenza
di altri.
Dobbiamo sanare una differenza di trattamento, perché questi
lavoratori, che peraltro sono percettori della mobilità, quindi percepiscono
altre risorse regionali, attraverso l’utilizzazione all’interno del bacino
degli Lsu-Lpu, non in sostituzione di altri, ma di
quelli che, di fatto, vanno in pensione o escono fuori dal bacino dall’1
gennaio 2013, collega De Gaetano, quindi non quelli che sono stati licenziati
prima, ma questi lavoratori, quelli che si trovano in quelle
condizioni giuridiche vanno a sostituire quelli che dall’1 gennaio 2013
fuoriescono dal bacino e, via via, nel corso del 2013
o 2014, andranno a compensare quelli che nel corso di quest’anno
e del 2014 fuoriusciranno dal bacino, ma quelli che si
trovano in questa condizione al 31 dicembre 2012, vale
a dire fuoriusciti e non utilizzati.
Naturalmente questa norma passerà in terza Commissione – credo – poi in
seconda Commissione per il parere di natura finanziaria, ma credo che la
finalizzazione sia più che giusta, perché si tratta di dare risposta a
lavoratori che non vengono utilizzati, ma che comunque percepiscono la mobilità
da più anni.
Possiamo
proseguire col percorso
che ci siamo dati, quindi l’emendamento protocollo numero 30095/3 a firma del consigliere Gallo ed altri viene rinviato in Commissione.
Emendamento protocollo numero 30109/1 a firma del consigliere Maiolo: “Si propone che:
- per l'anno 2013 il capitolo di spesa n. 1011104 sia incrementato di euro 100 mila;
- il capitolo di spesa n. 11010107 sia diminuito di euro 100 mila;
- l'incremento di spesa del capitolo 1011104 sia destinato alla Lega delle Autonomie Locali della Calabria anche a copertura della eventuale convenzione per il supporto tecnico-specialistico al Consiglio regionale delle autonomie locali, istituito con legge regionale n. 1 del 5 gennaio 2007;
- tale previsione sia confermata nei successivi bilanci annuali”.
Questo è un
emendamento di rito, per richiamare
l’attenzione dell’Aula al finanziamento delle associazioni di rappresentanza
degli enti locali.
Questa maggioranza si è
caratterizzata per aver cancellato il sostegno alle associazioni di
rappresentanza degli enti locali, Anci, Lega
autonomie, Upi e Uncem, per
quell’aspetto che ancora rimane in capo all’Uncem
separatamente.
Questa scelta politica ha portato a
finanziare per un importo sottratto alle associazioni di rappresentanza degli
enti locali per quattro volte l’importo sottratto a queste associazioni, è
stato finanziato un progetto a Field per assistere le
Unioni dei Comuni e degli enti locali e abbiamo visto qual è stato l’esito di
quel progetto.
Noi chiediamo che ci sia il ripristino di un sostegno reale alle
associazioni di rappresentanza degli enti locali e - per come lei, Presidente
Talarico, sa - penso che sia utile coinvolgere le associazioni di
rappresentanza per far sì di dare un supporto tecnico specialistico alla
Consulta per le autonomie locali, in modo da fargli svolgere il ruolo che in
maniera importante deve svolgere anche di sostegno l’attività legislativa del
Consiglio.
Per cui questo emendamento, che è finanziario, serve a ripristinare un
percorso che, purtroppo, avevamo abbandonato.
Preciso che nella relazione del bilancio del 2013 – l’assessore Mancini
se lo ricorderà – questo emendamento - che di fatto era stato approvato in
Aula, poi c’è stato un problema di coordinamento nella fase finale e non se n’è
fatto nulla - noi lo riproponiamo perché riteniamo che sia utile riprendere
questo rapporto.
Parere del relatore?
Proprio
perché aderisco e condivido le motivazioni dei
colleghi proponenti – vedo due firme – pregherei il consigliere Maiolo, se è d’accordo, di trasformarlo in raccomandazione
nei confronti della Giunta perché almeno in parte possa essere accolto, reperendo le risorse nell’ambito di capitoli a cui la
Giunta riterrà di attingere.
Parere della Giunta?
Il consigliere Maiolo ha ragione quando dice che nella redazione e
nell’approvazione del bilancio di previsione 2013 c’è
stato un meccanismo di corto circuito che ha impedito la concretizzazione della
proposta emendativa. Il consigliere Maiolo, però, non ha ragione quando dice che
l’amministrazione regionale ha
cancellato le contribuzioni alle associazioni degli enti in differente modo
appellate. C’è stata una riduzione, ma c’è stata una riduzione per tutti: l’Anci, per esempio, è destinataria di un contributo di 20
mila euro.
Ritengo,
tra l’altro, anche rispetto alle dimensioni delle associazioni, che si potrebbe
pensare di parametrare il contributo all’Anci con quello della Lega autonomie.
Faccio anche notare – poi l’Aula è sovrana – che le
risorse che danno la copertura finanziaria alla proposta emendativa sono le
risorse del Consiglio regionale.
Quindi, alla luce di tutto ciò, mi rimetto al proponente,
eventualmente, se riterrà, di riformulare il testo della proposta.
Mi
rimetto alla volontà della Giunta rispetto alla
proposta che fa il Presidente
Imbalzano. Voglio solamente precisare all’assessore
Mancini che non è una richiesta esclusiva per Lega autonomie, nel senso che io
penso che sia necessario proporre una convenzione fra il Cal
e le associazioni di rappresentanza tutte per assistere il Cal
stesso. Quindi questo serve a compensare quello che non è stato dato a Lega
autonomie e, in parte, anche ad Uncem, ma che serve
anche a finanziare una convenzione che
riguarda tutte le associazioni autonomiste, per come è scritto l’emendamento;
però accetto che vengo usato come raccomandazione, questa volta penso con la
chiarezza e la trasparenza dell’Aula.
Emendamento protocollo numero 30101, a firma dei consiglieri Guccione,
Adamo, Giamborino, De Gaetano, che così recita: “Il capitolo n.
4.3.02.02 Upb dello stato di previsione della spesa
di bilancio è incrementato della cifra di euro 500 mila per l’anno 2013. Tanto
al fine di garantire una prosecuzione dell'esperienza professionale dei
soggetti già vincitori del bando regionale “Programma Stage” di cui all'art. 5
della legge regionale
19.04.2007 n. 8 di integrazione e modifica della legge regionale 12.11.2004 n. 26 ed al fine di
non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai lavoratori, nonché
di contribuire all'efficienza ed al buon andamento delle pubbliche
amministrazioni fruitrici”.
Questo emendamento
viene presentato in ottemperanza a quanto deciso dal Consiglio regionale con un ordine del giorno della
trascorsa seduta e prevede uno stanziamento di 500 mila euro per il programma “Stage”,
per permettere la continuità – noi sappiamo che sono scaduti il 30 maggio – in attesa che l’assessore Salerno proponga a
quest’Aula una soluzione definitiva di utilizzazione dei giovani che vengono
utilizzati nelle autonomie locali ed altri enti della nostra regione; un
passaggio, una risorsa necessaria a garantire questa fase di passaggio, che può
permettere al Consiglio regionale, su proposta dell’assessore Salerno, una
proposta che va nella direzione di utilizzazione a tempo pieno di questi
giovani che hanno già maturato una competenza e sono utili e svolgono
un’attività preziosissima negli enti utilizzatori.
Dico questo perché ci troviamo di fronte al fatto che, alla fine
dell’approvazione di questo bilancio di assestamento, mancherà la copertura sia
per Lsu-Lpu sia per la sorveglianza idraulica ed
anche per i lavoratori precari che sono in capo alla Regione, che comunque
hanno qualche tempo in più di garanzia e di una fase di transizione per trovare
una soluzione.
Credo che questa opportunità la dobbiamo dare anche al “Programma
Stage”, perché la mia valutazione è di un’esperienza positiva che deve essere
consolidata.
Parere del relatore?
Voglio ricordare che sul “Pprogramma
Stage” c’è in corso un’interrogazione, anche all’interno della Commissione
abbiamo tenuto delle audizioni, stiamo trattando la questione e credo che sia
giusto continuare su questo percorso, anche perché mi dicono che, comunque,
l’emendamento è privo di copertura, quindi credo ci sia poco da fare
sull’emendamento in questione. L’impegno della Commissione è quello di
procedere lungo il percorso già tracciato con l’audizione – spero a breve –
dell’assessore Salerno, al fine di individuare un percorso virtuoso che
consenta agli stagisti di restituirli al loro lavoro.
Parere della Giunta?
Conforme
a quello del relatore.
Presidente,
chiedo la votazione per appello nominale.
Consigliere Nucera,
può procedere con la chiama.
Fa la
chiama.
Voto no,
non perché non ci creda nel “Programma Stage” anche in relazione a quello che è stato fatto
da un po’ di tempo a questa parte, sicuramente da quando c’è l’amministrazione
Scopelliti. Gli stagisti che sono presenti qui in Aula sanno che sono state
numerose le discussioni, sono stati numerosi gli incontri istituzionali, non istituzionali,
però io credo che, al di là della motivazione addotta da uno dei presentatori
di questo emendamento, il collega Guccione, sia necessario esplicitare con
chiarezza le considerazioni e le riflessioni che sottostanno a tutto ciò che si
è verificato da quando, con la legge che avrebbe dovuto favorire l’espatrio
delle eccellenze al di fuori del territorio calabrese, di fatto, però, ha
prodotto una sorta di corto circuito istituzionale che non ha prodotto
quantomeno i risultati auspicati.
Lo sanno bene sia coloro che sono qui questa sera in sala sia quelli
che non ci sono e che, comunque, sono stati più di una volta ricevuti dal
sottoscritto nella qualità di consigliere regionale e nella qualità di
capogruppo anche nelle sedi istituzionali, che non è un problema di volontà
politica negativa, tant’è vero che – io sono certo che lo dirà anche
l’assessore appena sarà il momento di esplicitare il suo pensiero, quindi il
suo voto – c’è una volontà ben precisa di addivenire a delle soluzioni che non
possono non essere condivise rispetto a quelle che sono le possibilità
occupazionali vere in questo territorio.
Lo vorrei ricordare che il motivo per il quale il sottoscritto e gli
altri colleghi voteranno no questa sera è un problema – collega Guccione, lo
dico a lei che ha presentato l’emendamento – di assoluta mancanza di
disponibilità finanziaria. Noi siamo qui, lo abbiamo detto, lo hanno detto i
colleghi nell’apposita Commissione consiliare che si tratta di un assestamento
di bilancio che tiene conto di una mobilitazione di pochissime risorse, che
sono quelle che si è riusciti a tirare fuori sulla base anche di una serie di
operazioni importanti fatte dall’assessore, dal dipartimento, dall’intero
Esecutivo e dall’intera maggioranza, però nel momento stesso in cui c’è la
volontà politica di trovare una soluzione, anche la presentazione di un
emendamento e soprattutto – veda, lo dico con grande stima, collega Guccione –
la necessità di richiedere un voto per appello nominale che avrebbe dovuto o
avrebbe voluto significare una sorta di conta fra chi è buono e chi è cattivo
all’interno di questa Assemblea, credo che faccia torto a quelle che sono le
intelligenze presenti all’interno di questo Consiglio regionale.
Prosegue
la chiama.
Intervengo
per esprimere il mio voto
favorevole, sono un presentatore di questo emendamento insieme al collega Guccione, Adamo, Giamborino, ma a tutti i colleghi del
Pd, e vorrei dire al collega Chiappetta, senza esprimere polemica, soltanto per
chiarire alcuni aspetti, l’ho detto
anche prima: la maggioranza ha l’obbligo non di presentare ordini del giorno,
perché gli ordini del giorno lasciano il tempo che trovano; abbiamo approvato
in questa legislatura, in quest’Aula, centinaia di ordini del giorno che non
sono stati poi portati avanti dalla Giunta regionale; sono come le
raccomandazioni che facciamo alla Giunta quando trasformiamo gli emendamenti, che poi puntualmente nessuno
viene approvato o portato avanti come programma di governo della Giunta
regionale.
Allora c’era la possibilità – e c’è ancora – di votare “si” a questo
emendamento, per dare la possibilità di far continuare questo progetto. Questo
è il punto vero, non ci si può trincerare dietro il fatto che mancano i soldi.
Voi siete la maggioranza, voi avete la contezza del bilancio, si fanno scelte
politiche, si può tagliare da una parte e prendere da un’altra.
La vera verità è che voi non volete andare avanti su questo programma,
non l’avete fatto, collega Chiappetta…
(Interruzione)
Non l’avete fatto e continuate a non farlo.
(Interruzione)
Mi fa piacere che vi stiate innervosendo ma,
nonostante tutto, state votando no alla prosecuzione del “Programma stage”.
Noi, invece, vi diciamo…
Le elezioni sono fra un anno e mezzo!
Le elezioni sono quasi fra due anni, ma il punto è che oggi
stai votando “no”, nonostante tu abbia approvato ordini del giorno e fatto
interventi in quest’Aula. La coerenza vuole che, se uno è a favore di una cosa, vota “si”, altrimenti è meglio dirlo
dall’inizio e non prendere in giro.
E’ disonesto dire queste cose, è disonesto!
Presidente, io sto parlando. Se il collega vuole intervenire, può
intervenire.
Scorrettezza è, invece, cambiare opinione o non dire la realtà; bisogna
parlare con la realtà alle persone. Se non c’è la volontà di portare avanti questo
progetto, basta dirlo. Non potete dire che siete a favore quando fate l’ordine
del giorno e, quando si approvano gli emendamenti, votate in maniera difforme.
Consigliere De Gaetano, siamo in dichiarazione di voto. Lei deve dire o
sì o no, quindi non ci lasciamo andare a riflessioni, se no non finiamo più!
Devo argomentare e, se mi interrompono i colleghi, devo anche spiegare.
Leggiti l’atto deliberativo dell’Ufficio di Presidenza, che parlava di un
anno, fine anno a casa. Abbiamo fatto la conferenza stampa, il Presidente Bova
ha chiarito a tutti quelli che chiedevano, ai giornalisti che dopo un anno
sarebbero andati a casa. Si legga attentamente la delibera, consigliere De
Gaetano. Non facciamo come sempre, perché tutti siamo d’accordo e dalla parte
dei giovani e dei disoccupati, però non cerchiamo di fare demagogia, perché
questa è bella e buona demagogia!
Presidente, io stavo facendo…
Se concludiamo le dichiarazioni
di voto.
Concludo se mi fanno concludere,
perché è il terzo collega che mi interrompe.
Siccome siamo in sede di bilancio, non è che si tratta di entrare
nel merito del “Programma Stage”, qui si tratta esclusivamente di un fatto economico, di dove prendere i 500
mila euro. Mi sembra che si sia chiesto l’appello nominale.
Concludo,
Presidente. Ma il Presidente sta facendo intervento politico o sta facendo un
intervento tecnico? Per capire! Grazie.
Prego.
Ho chiuso
quasi, dicendo che quello che diceva il collega Vilasi: è vero che è partito …
ma l’abbiamo continuato quando noi eravamo maggioranza, quindi quando noi
eravamo al governo di questa Regione questo progetto è sempre proseguito. Ora
ci siete voi e vediamo che in questo momento questo progetto si ferma, perché
da domani questi ragazzi non lavoreranno più. Alcuni contratti sono scaduti il
30 maggio, altri scadranno il 30 giugno, qualcuno scadrà la prima settimana di
luglio.
Il punto
è questo ed oggi voi state mettendo, votando contro questo emendamento, una
pietra tombale su questo progetto.
Prosegue
la chiama.
Dichiarazione di voto. Presidente, mi astengo su questo punto perché il
mio gruppo, tra l’altro, di fatto, sostiene la posizione da me intrapresa con
la presentazione di quell’ordine del giorno, però voglio dire ai colleghi che
questo è un emendamento che non ha copertura finanziaria, quindi di per sé è
già un emendamento inammissibile, è una specie di legge quadro. Tra l’altro,
questa maggioranza in questi anni ha sostenuto fortemente con fondi di
bilancio, in un momento di grandi ristrettezze, questo programma e c’è un
impegno anche da parte dell’assessore Salerno a sostenere ulteriormente questi
giovani, che peraltro sono meritevoli; sono stato primo firmatario di un ordine
del giorno insieme ad alcuni colleghi su questo programma che ha formato delle
professionalità che sono fra le migliori di questa regione dopo un ottimo curriculum
universitario, perché l’Università non abilita alla vita, ma probabilmente
questi anni di esperienza all’interno degli enti pubblici regionali hanno
notevolmente fortificato queste intelligenze.
Credo che ci debba essere un’ulteriore manifestazione di volontà da
parte della Giunta e la maggioranza, credo il Consiglio regionale su questo ne
sia perfettamente consapevole, deve aiutare l’assessore Salerno a fare un
progetto che non sia quello dei 500 mila euro, perché i 500 mila euro,
colleghi, coprono soltanto due mesi rispetto a questo programma o, forse,
nemmeno due mesi, perché sono 300 giovani e sono qualcosa come 1.000 euro al
mese, sono solo due mesi di copertura. Sarebbe un ulteriore palliativo.
Credo che l’impegno e l’astensione del gruppo dell’Udc sia in questo
senso, debba essere non nel senso di dare ulteriori due mesi e poi rivederci
fra due mesi e fare la vittoria di Pirro della situazione, quindi vincere solo
una battaglia; noi dobbiamo vincere la guerra e cercare di sostenere, invece,
questi giovani in maniera forte, determinata, facendo sì che queste esperienze
possano essere veramente utilizzate, trovando poi le forme.
Assessore Salerno, so che le ha questa volontà e le chiedo di trovare
qualsiasi modo, qualsiasi forma che non preveda soltanto questi 500 mila euro
che non hanno copertura attraverso una legge manifesto, ma di dare la
possibilità a questi giovani di proseguire la loro esperienza all’interno delle
istituzioni calabresi.
Credo che questa debba essere la sfida, vincere la guerra e non solo la
battaglia di questo emendamento. Comunque il gruppo dell’Udc – lo ha dichiarato
il capogruppo Bruni e tutti ci conformiamo alla volontà del capogruppo – si
astiene e quindi mi astengo anch’io.
Prosegue
la chiama.
Mi
impegno ad essere breve nella mia
dichiarazione di voto.
La
storia di questa Regione, non la casistica, la storia
trasferisce il seguente pensiero all’Aula: nel passato questa Regione,
dunque tutti i governi che si sono susseguiti, ha prorogato bacini di migliaia
di precari, se vogliamo davvero entrare nel tema, senza qualità o almeno
considerati tali, parassiti o assistiti. Non è un’affermazione mia, è
un’affermazione che ormai è passata anche attraverso coloro che studiano
l’antropologia della Calabria e dei calabresi. Questi ragazzi, invece, che sono
pochi e sbagliano, ma sono 350, a fronte di 450 che hanno trovato ristoro e
soddisfazione, probabilmente, in posto diverso, sono la parte migliore della
Calabria. Questo lo ha detto insieme a me il Presidente Talarico nella passata
legislatura; lo dico per dire che il 50 per cento di quest’Aula o avendo
emendato in questa legislatura o avendo emendato avallato all’unanimità
l’iniziativa del passato, ha censito, ha certificato che questi ragazzi sono le
migliori risorse di questa terra, la più qualificata.
La Pubblica Amministrazione o le Pubbliche Amministrazioni in cui hanno
prestato servizio rilasciano certificati, con amministrazioni di destra o di
sinistra, di centro, superlativi nei confronti di questi ragazzi. Non capisco
chi, in quest’Aula, avrà davvero la forza di correre il rischio di mandarli
definitivamente a casa, vista la storia politica e sociale della nostra
regione.
Allora non si tratta di chi ha torto o di chi ha ragione, se c’è la
posta di bilancio o se non c’è, si tratta di dire ai ragazzi, non a mio figlio
che non vuole studiare – e il Presidente Bruni lo sa – ma a ragazzi che si sono
laureati con 110 e lode, che abbiamo scelto con un solo criterio,
meritocratico, certificato, che per 500 mila euro non riusciamo a mantenere la
speranza né l’attesa di invogliare e di sostenere la Pubblica Amministrazione
verso una soluzione definitiva.
A me poco importa, probabilmente non avrò più interesse di chiedere
consenso libero e consensuale, però in questo momento noi stiamo per scrivere
un rigo di storia nei confronti di 400 ragazzi scelti dalle Università di
tutt’Italia a mo’ di notaio. Questi ragazzi non li state mandando, io non
voglio fare come qualcuno poco fa, additando una lesa maestà che non esiste più
in democrazia né nelle interruzioni né nell’altro; la democrazia è tollerante,
è quasi caritatevole, non c’è lesa maestà. Non voglio dire che questo governo
ha torto e che la responsabilità di questa cosa dovrebbe ricadere o cadrà sulla
responsabilità di chi governa in questo momento, questa responsabilità cadrà
sulle coscienze di ognuno di noi.
Prosegue
la chiama.
No, per
le motivazioni che ho espresso all’inizio.
Prosegue
la chiama.
Presidente,
anche per me sarebbe stato facile votare sì o
astenermi all’interno di quest’Aula, ma io penso che su questa problematica
bisogni essere seri e non usare la democrazia per far intendere ai lavoratori presenti in
quest’Aula - principalmente a tutti quelli che sono ancora sul posto di lavoro
all’interno dei Comuni o degli enti che li utilizzano - che il problema non è
questo “si” o “no” in Consiglio regionale, perché intanto l’emendamento – come
dicevano il Presidente Imbalzano e il consigliere Gallo – è irricevibile,
perché non prevede la copertura finanziaria, quindi ancora di più ha valore
la tesi della demagogia. E di questo mi dispiace: oggi in Aula si consuma questo
percorso, presentato anche da persone che io reputo serie, da persone che hanno
svolto anche ruoli di assessore all’interno della Giunta regionale nella
passata legislatura, da persone che io penso che non si dovrebbero prestare a
un tipo di percorso del genere.
Noi abbiamo ascoltato questi lavoratori all’interno della Commissione,
loro stessi hanno capito che il problema non si sarebbe potuto risolvere con i
fondi di bilancio regionale, ma avremmo dovuto trovare un percorso di
progettualità che consentisse loro di poter trovare una dimensione diversa
anche dal punto di vista giuridico nel contesto di quello che è questa norma
approvata nella passata legislatura nel Consiglio regionale.
Loro stessi, attraverso la propria volontà, hanno presentato
all’assessore Salerno già due proposte progettuali che sono in valutazione
presso l’assessorato, per trovare una soluzione definitiva. Mi meraviglio come
almeno uno di questi 400 dipendenti della Regione non sia stato sistemato nei
Comuni, amico Giamborino, lo dico veramente con un senso di frustrazione anche
da parte mia. Quando abbiamo detto ai Comuni “se potete, noi vi diamo i soldi,
vi diamo anche l’incentivo per poterli sistemare all’interno dei Comuni”, ma
perché all’interno dei Comuni nemmeno uno di essi e nemmeno un ente si è posto
il problema di questi lavoratori che non prestano la loro opera presso gli
uffici della Regione Calabria? Noi li paghiamo per prestare la loro opera
presso altri uffici ed altri enti. Già questo è un discorso ed è una
problematica che andrebbe dibattuta in maniera diversa all’interno di questo
Consiglio regionale.
Non lo so fino a quale punto questo percorso possa continuare ad
esistere all’interno di questo Consiglio regionale, perché penso che questo
problema, alla luce della normativa nuova che c’è per quanto riguarda il
pubblico impiego e l’utilizzo del personale del pubblico impiego, andrebbe
rivisto in questo senso, perché non è possibile che questo percorso continui in
questi termini.
Per questo dico che
oggi ci deve essere l’assunzione di responsabilità da parte di tutti nei loro
riguardi, nei riguardi di
questi ragazzi, che tutti quanti noi riteniamo degli ottimi professionisti;
però dobbiamo
fare lo sforzo tutti quanti insieme di trovare una soluzione, come è stato fatto la
prima volta quando siamo andati verso il rinnovo, perché voi sapevate che quel
rinnovo non era possibile, perché loro erano stati assunti per un solo anno per
portare avanti un progetto sperimentale all’interno della nostra regione.
Abbiamo avuto la volontà allora, troviamola ancora oggi questa volontà,
però troviamo anche la soluzione giusta anche dal punto di vista giuridico,
definendo in maniera chiara il loro ruolo, definendo in maniera chiara il loro
ruolo e la loro collocazione.
Penso che su questo percorso possiamo, senz’altro, nei prossimi giorni
e nelle prossime settimane, insieme all’assessore Salerno, trovare una
soluzione che ci consenta di poter far sì che l’opera di questi professionisti
non venga tolta alla nostra regione.
Voto no per senso di responsabilità, come fanno tutti i componenti del
gruppo consiliare del Pdl e degli altri gruppi che
votano no, ma certamente sarebbe più facile assumere una posizione di
scappatoia rispetto a un’assunzione di responsabilità.
Prosegue
la chiama.
Posso, per pregiudiziale, fare per un minuto un’osservazione, prima di
proseguire? Riguarda la votazione, però. Voglio dire che, se è inammissibile,
che la Presidenza lo dichiari tale. Se non è stato dichiarato inammissibile e
siamo in sede di votazione, collega Magno, mi pare inopportuno che si faccia
l’osservazione sulla copertura finanziaria, perché l’osservazione, per come è
stata presentata la norma, burocraticamente è corretta, ma sappiamo come noi
lavoriamo. Sostanzialmente vuole essere una forma di responsabilità per dire
che, se siamo d’accordo, troviamo il modo di vedere nelle pieghe del bilancio
come si trovano i 500 mila euro.
Quindi non invochiamo l’inammissibilità, perché altrimenti sospendiamo
la votazione e si dichiara inammissibile, ma a quel punto non so se
l’inammissibilità di questo emendamento potrebbe consentire una valutazione, un
esame di tanti altri emendamenti e anche di testi di legge che abbiamo pure
valutato in altri momenti come ammissibili.
Tecnicamente, confermo che è inammissibile, poi la soluzione politica è
un altro discorso.
Sì, purché si metta ai voti la sua votazione. Faccio la proposta
affinché l’Aula l’accolga. Sono d’accordo, tecnicamente ha ragione.
Prosegue
la chiama.
Voi avete impostato una votazione, quindi il Presidente si è assunto la
responsabilità di mettere ai voti un emendamento e lo stiamo votando, a meno
che non si sospenda la votazione e si faccia un’altra dichiarazione. Però io
voglio intervenire perché penso che – non ho firmato l’emendamento, ma c’è
l’adesione politica all’iniziativa – che sia stato un errore arrivare ad oggi
in Aula a discutere di queste cose, per il semplice motivo che con il
Presidente Imbalzano è stato fatto un percorso di ascolto degli stagisti, è
stato tentato un raccordo con il predecessore dell’assessore Salerno,
l’assessore Stillitani, e si è registrata una volontà politica della
maggioranza di non assumersi una responsabilità fino in fondo.
Mi spiego: la legge che ha originato queste cose è una legge fatta
nella legislatura 2000-2005, che non ha avuto mai copertura finanziaria, una legge
manifesto di tante leggi fatte per dire “io mi occupo di quelli bravi che ci
sono in Calabria”. Nella legislatura successiva, all’unanimità, abbiamo deciso
di assumerci una responsabilità su quella legge sia il Consiglio, con un
meccanismo molto virtuoso, sia la Giunta utilizzando anche risorse comunitarie
ed è stato finanziato questo programma con le precisazioni che sono state
chiamate. Nessuno pensa che quella - credo che nemmeno i giovani lo pensino -
sia l’anticamera di un precariato di alta qualità, però se è vero che quelle
famiglie hanno fatto un investimento, se è vero che questo Consiglio regionale
ha fatto un investimento su questi giovani, è chiaro che noi dobbiamo trovare
dei meccanismi che consenta che questo investimento venga portato a produzione;
con il collega Imbalzano avevamo trovato in Commissione alcune soluzioni
approvate anche dal rappresentante della Giunta, cioè di dire: “Favoriamo,
agevoliamo, garantiamo dei percorsi di inserimento soprattutto nel privato e
nel pubblico con un meccanismo di incentivazione all’assunzione”.
Beh, da quel deliberato della Commissione la Giunta regionale ha emesso
molti bandi che riguardavano l’imprenditoria giovanile, che riguardavano altre
questioni che potevano interessare i giovani laureati e non è stato previsto
nessun meccanismo di incentivazione in termini di punteggio aggiuntivo per chi
ha svolto un ruolo nella Regione e quant’altro, cioè si possono trovare tante
forme per favorire questi percorsi.
La Giunta, purtroppo, per carenza di coordinamento e di iniziativa –
mettiamola come vogliamo – ha manifestato una scarsa attenzione politica nei
confronti di questa questione; mi dispiace che questa arrivi in Aula, perché su
queste questioni penso che, come anche per precariati non di alta qualità, ma
sicuramente funzionali alla Regione, in quest’Aula, all’unanimità, siamo venuti
trovando soluzioni a monte e poi sono state approvate. Chi è esperto e di lungo
corso di questo Consiglio sa che sono state sempre affrontate in questo modo.
Se si arriva in Aula stasera con un emendamento di questo genere, non
si può accusare i proponenti di strumentalizzazione politica, è che siamo
arrivati in Aula senza avere nessuna proposta di soluzione da parte della
maggioranza.
Su questo evitiamo strumentalizzazioni. Penso che non dobbiamo arrivare
al voto finale su questa cosa. Siccome abbiamo assunto impegno che da questa
seduta discendono delle attività normative, penso che questa sia una strada;
avevamo anche proposto una bozza di legge che vincola l’azione di inserimento
lavorativo dando punteggio aggiuntivo non solo a questi giovani, ma a tutti
quelli su cui la Regione fa un investimento anche di formazione e che deve poi,
in un certo senso, garantire e favorire l’inserimento lavorativo.
Penso che la mozione – e dico che sono a favore dell’interruzione della
votazione in Aula su quest’ordine del giorno – debba trovare una soluzione
anche normativa di vincolo al riconoscimento in termini di punteggi nei bandi
regionali, per favorire questo tipo di inserimento e per dare, dal punto di
vista legislativo, una continuità a quella legge, che ovviamente poi trova,
qualora – come io penso e mi auguro – ci sia la necessità finanziaria di
coprire percorsi di questo genere, un impegno collettivo affinché si copra
finanziariamente un percorso legislativo aggiuntivo.
Questo è, ma questo è il motivo per cui vi abbiamo detto che questo
assestamento di bilancio doveva essere la sede per fare discussioni di questo
genere, almeno sul piano politico, consigliere Chiappetta, perché lei mi dice
“è vero, non si possono trovare 500 mila euro”, però questo ragionamento perché
non si è fatto in Commissione, perché non l’abbiamo fatto a seguito delle
audizioni dei giovani che andavano avanti e indietro per la Calabria per essere
auditi dalla Commissione? Perché siamo arrivati in
Aula? Siamo arrivati in Aula perché c’è stata una carenza di volontà e
conduzione politica.
Quindi, aderisco alla proposta di sospendere la votazione e di trovare
l’impegno legislativo e finanziario per trovare uno sbocco su questo
investimento.
Il consigliere Maiolo, nel corso della sua dichiarazione di voto, ha
fatto una proposta un po’ anomala, perché quando si è in dichiarazione di voto
si conclude la votazione e poi, magari, si individua un percorso; però, essendo
l’Aula sovrana rispetto all’argomento, visto che l’argomento riguarda
tantissimi giovani, quindi è estremamente delicato e non si può fare certamente
demagogia e strumentalizzazioni, darei la parola, subito dopo questo
intervento, per un attimo all’assessore Salerno.
(Interruzione
del consigliere Vilasi)
Siccome ha chiamato in causa l’assessore Salerno…
(Interruzioni)
No, consigliere Vilasi, sto chiedendo all’Aula se è d’accordo sulla
proposta avanzata dal consigliere Maiolo. Siccome vedevo i banchi della
maggioranza e molti annuivano su questa proposta del consigliere Maiolo, sto
chiedendo se l’Aula è d’accordo, perché è sovrana, se ritenete opportuno che si
debba interrompere la votazione. Siccome la votazione per appello nominale è
stata chiesta dalla minoranza, perché è un emendamento della minoranza, nel
corso di una dichiarazione di voto un esponente della minoranza chiede che ci
possa essere questo percorso condiviso rispetto all’argomento.
Allora, se siete d’accordo, possiamo ascoltare l’assessore al ramo,
peraltro abbiamo risposto tante volte a questo argomento, eccetera. Se ci sono
le condizioni e in Aula c’è la volontà comune di tutti di sospendere la
votazione, noi andiamo a prendere questo emendamento e lo inseriamo in quel
percorso privilegiato che ci eravamo dati nell’intervento che avevo dato prima.
Quindi interrompiamo di fatto la votazione, ma dobbiamo essere tutti
d’accordo.
Chiedo la parola, Presidente.
Siamo in votazione. Finiamo la votazione e poi parla l’assessore
Salerno, perché la soluzione l’abbiamo già trovata, non siamo né sprovveduti né
insensibili. Hanno chiesto questa votazione e noi andiamo avanti. Poi la
soluzione l’illustrerà successivamente l’assessore Salerno, perché la soluzione
già l’abbiamo, non votiamo altrimenti così, tanto per caso, abbiamo già una
soluzione.
Quindi adesso si prosegue la votazione così come prescrive il
Regolamento. Finita la votazione, l’assessore Salerno esporrà la soluzione.
(Interruzione)
Dopo, non prima.
(Interruzioni)
Prosegue
la chiama.
Innanzitutto,
chiedo scusa al collega De Gaetano per averlo
interrotto, però, come era prevedibile, la discussione
è scivolata su un piano politico e – mi dispiace ribadirlo – come se da quella parte ci fossero coloro i quali sono preoccupati per la sorte
di questi giovani e valenti professionisti, da questa parte ci fossero persone
insensibili e non propense a favorire un percorso.
Sanno
bene – ed io non voglio ledere l’intelligenza di questi giovani professionisti
– quanto quest’argomento sia stato all’attenzione di tutti quanti i consiglieri
regionali, credo nessuno escluso; sanno bene che il percorso è stato anche
prorogato nel novembre 2011 da quest’Aula per volontà di questa amministrazione
regionale; sanno bene che la presentazione di questo emendamento presenta una
situazione di irritualità, perché non è indicato da nessuna parte da dove questi 500 mila euro dovevano essere presi. Ma, a
parte questo aspetto, in relazione ad una serie di indicazioni venute
direttamente dall’assessore Salerno, che si è prodigato, fin dal momento in cui
si è insediato, alla possibile soluzione - e ne sono state opzionate e messe in
campo diverse - c’è pronto quello che poi l’assessore dirà e metterà a
disposizione di tutta l’Aula.
Qui non si tratta di andare a stimolare le nostre coscienze, perché
sono state stimolate abbastanza; qui non si tratta di non avere la sensibilità
giusta per pensare a coloro i quali in questo momento chiedono una soluzione;
qui si tratta di trovare una soluzione che non può essere quella – mi pare di
capire – della stabilizzazione, non è possibile, si tratta di verificare quali
sono i percorsi, qual è il tracciato attraverso il quale si può, in qualche
modo, affidare questi professionisti ad una fase successiva. Sono nati come
stagisti, stage significa fare una formazione, si è proseguito, si è
andato avanti con reciproca soddisfazione e, certo, caro assessore, che è
necessario verificare nelle proposte che metterai a disposizione di quest’Aula
che l’utilizzo sia il migliore possibile, congruo con la responsabilità, con la
professionalità che nel frattempo hanno maturato, grazie anche all’attenzione
che quest’Aula, questa amministrazione ha avuto nei loro confronti.
Mi affido alla loro intelligenza, che è elevata, alla loro capacità,
che sono elevate, perché so che sanno distinguere coloro i quali questa sera
stanno facendo, mio malgrado, purtroppo – devo dire – stanno rimestando dal
punto di vista demagogico – me lo dovete consentire – perché non è possibile
che qui centro ci siano coloro i quali vogliono e coloro i quali non vogliono.
Vogliamo tutti quanti – non c’è da chinare il capo, perché è così – trovare una
soluzione, ma che sia compatibile con le casse della Regione, che in questo
momento ci dicono altro, e siano compatibili con normative che ci possono dare
la possibilità di un prosieguo corretto.
Non è immaginabile un qualcosa di irraggiungibile e credo che chi è
onesto intellettualmente vi abbia sempre detto queste cose, dunque aspettiamo
la risposta che in quest’Aula correttamente deve dare e darà l’assessore al
lavoro. Non sono io delegato a farlo, mi rimetto a quello che l’assessore da
qui a poco dirà.
Prosegue
la chiama.
Ho
ascoltato con molto interesse, però – consentitemi – Ponzio
Pilato si lavò le mani e Gesù Cristo è finito in croce. Questo è un emendamento che consente agli stagisti di andare avanti o è la fine del “Programma Stage”? Perché
questo emendamento, che non ha una copertura finanziaria, che non indica dove
reperire le
risorse, ma parla solo di incrementare di 500 mila euro un capitolo di
bilancio, significa che questa legge di assestamento verrà impugnata, questa
parte di questo emendamento verrà cassata e per gli stagisti sarà la fine!
Se vogliamo parlare, invece, di cose più serie e concrete – e mi
dispiace, voglio sottolineare un passaggio politico, dell’astensione dei colleghi
dell’Udc – dobbiamo dircela tutta: perché si sta interessando la Giunta? Perché
si sta interessando oggi l’assessore al ramo, il sottoscritto? Perché in
Consiglio regionale non ci sono più le risorse per poter finanziare il
“Programma Stage”. Ma andiamo un attimino indietro: il collega Pacenza, ma anche altri colleghi, l’intervento del collega
Chiappetta, “Programma Stage” che significa? Formare, arricchire di esperienza
questi giovani laureati ed ha un inizio e una fine. Questo programma va avanti
dal 2008.
Oggi, certamente, la Regione, la Giunta regionale, la maggioranza che
governa questa Regione non vuole abbandonare 364 persone che sono dentro questo
progetto, nella misura più assoluta, ma deve fare i conti con quello che si può
fare e quello che si potrà fare e vi posso assicurare che abbiamo fatto tutto,
l’impossibile e lo stiamo facendo. Se i colleghi dell’opposizione leggessero
gli atti che la Giunta regionale produce, si accorgerebbero che c’è una
delibera di Giunta regionale dove, oltre ai 19.760 percettori di ammortizzatori
sociali in questa regione, ci sono 4.973 lavoratori di pubblica utilità e
lavoratori socialmente utili e ci sono altri 3.100 precari della legge 15,
della legge 28, e chi ne ha più ne metta!
Accanto a questi, insieme a questi, abbiamo inserito in questa delibera
anche il “Programma Stage”. Abbiamo chiesto ed ottenuto, per la prima volta, un
tavolo tecnico nazionale presieduto dal sottosegretario Patroni Griffi, con la
presenza del Ministero dell’interno, Ministero della funzione pubblica,
Ministero del lavoro e Ministero delle attività produttive, questo per avviare
un percorso di soluzione concreta ai bacini di precariato che si sono formati
ed accumulati negli anni in questa regione, chiedendo un percorso che vada
verso lo svuotamento dei bacini e verso la stabilizzazione di questi precari.
Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto la presenza del Dipartimento della
funzione pubblica.
Al tavolo tecnico nazionale, su questo programma, ci hanno fatto delle
rimostranze, dicendo che questo è un programma “Stage” e che non può rientrare
nella delibera di emergenza per stabilizzare i precari in Calabria. Noi non ci
siamo fermati, siamo andati avanti e siamo avanti e già i ragazzi che hanno
avuto modo di interloquire con il sottoscritto, con il Presidente Scopelliti,
con i colleghi della maggioranza ed anche con colleghi della minoranza; dal
sottoscritto hanno avuto un’anticipazione su quella che potrà essere la
soluzione e vi assicuro che è l’unica soluzione in questo momento che ci potrà
essere, che andrà a restituire soprattutto la dignità a quei laureati con 110 e
lode in questa regione, perché è umiliante che un laureato con 110 e lode
continui da cinque anni a percepire 600 euro al mese e che i Comuni laddove
prestano servizio facciano orecchie da mercante per non stabilizzarli o per non
contrattualizzarli con uno stipendio dignitoso,
affidando loro un ruolo dignitoso.
La Regione è qui, ma è già intervenuta qualche mese fa, quando ha
pubblicato il bando per la dote occupazionale che ha derogato al limite di età.
C’erano dei paletti, certo, ma vi posso dire che domande per quel bando ne sono
state presentate due da parte degli stagisti. Va bene.
Oggi, la Regione è pronta con un nuovo avviso riservato agli stagisti,
utilizzando l’Asse II “Occupabilità”, per dare loro
la possibilità di continuare altri sei mesi negli enti dove vengono utilizzati
e questi enti, se vogliono e se sono nelle condizioni - perché anche loro hanno
il problema del rispetto del Patto di stabilità - potranno cominciare a
stabilizzare questi lavoratori o, comunque, inserirli nel loro organico,
ovviamente utilizzando anche gli incentivi dell’Asse II “Occupabilità”,
che possono essere i 20 mila euro per chi assume nel privato a tempo
indeterminato questi soggetti, quindi 20 mila euro all’azienda che assume,
questo potrà essere, anche sotto altre forme, indirizzato agli enti
utilizzatori. L’altra opzione è quella dei 20 mila euro se ognuno di loro vuole
intraprendere la libera professione, l’autoimpiego.
Questo significa dare una possibilità a questi laureati con 110 e lode
per entrare veramente con dignità, con orgoglio e con fierezza nel mondo del
lavoro.
Oggi parlare di stabilizzazione è impossibile, sono 17 anni che ci
trasciniamo i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, 17 anni, ed
abbiamo difficoltà a stabilizzare. Quindi illudere questi giovani, questi
laureati che potranno accedere ad una stabilizzazione, un posto nel pubblico
impiego è una follia, è una presa in giro, è demagogia, come diceva il collega
Vilasi.
Allora oggi su questo dobbiamo ragionare, su queste cose ci dobbiamo
confrontare. La Giunta è pronta e i colleghi di maggioranza lo sanno, lo sanno
tutti. Consigliere Gallo, con lei ne abbiamo parlato più volte, le ho spiegato,
ho spiegato a tutti quelle che sono le intenzioni della Giunta regionale e oggi
col presidente Scopelliti abbiamo incontrato una delegazione di questi stagisti
e loro sono rimasti contenti. Ci sono dei paletti, ovviamente, che l’Asse II
impone, che sono quelli del reddito: gli 8 mila euro per i lavoratori
dipendenti; certo, chi supera gli 8 mila euro all’anno, oltre gli emolumenti
acquisiti per il “Programma Stage” che non vengono contemplati.
Consentitemi, non si tratta di giovani laureati disoccupati, perché
vuol dire che guadagnano 8 mila euro oltre le risorse derivanti dal “Programma
Stage”, che equivalgono a 600 euro al mese netti per 12 mesi, sono altri 7.800
euro; quindi sono stipendiati, non stiamo parlando di disoccupati.
Allora, consentitemi, questa è la verità, questa è la realtà, questa è
la situazione del “Programma Stage”.
L’Asse II lo mettiamo a disposizione, mi pare che questa sia la strada
per incominciare ad indirizzare questi ragazzi verso il mondo del lavoro.
Cinquecento mila euro, collega Guccione – sai che ti stimo molto, abbiamo
lavorato insieme anche in Commissione – non risolvono alcun problema. A 600
euro al mese – e ovviamente parliamo di 600 euro al mese senza contribuzione
previdenziale, quindi situazione analoga a quella dei lavoratori di pubblica
utilità, che dopo 17 anni non si trovano neanche un anno di contribuzione
per poter percepire la pensione – per sei mesi, ci vogliono 1.296.000 euro.
Quindi capite bene che 500 mila non vanno a risolvere il problema degli
stagisti, a settembre il problema si ripropone. Comunque, quale situazione
sarebbe dare un futuro precario a 600 euro al mese a questi laureati!?
Consentitemi, oggi non ci sono le condizioni perché non ci sono le
risorse finanziarie, ci sono dei paletti, perché altrimenti sarebbe stato
interesse di tutti, di tutto il Consiglio regionale e, prima di tutto, della
maggioranza, del governo regionale stabilizzarli, dare loro un posto di lavoro
dignitoso, collocarli, magari, anche nell’organico della Regione con dei posti
dirigenziali – perché no? – ma oggi non ci sono queste condizioni. E’ inutile
illudere, è inutile creare illusioni. Diamo loro la possibilità di entrare nel
mondo del lavoro. Questo è quello che noi possiamo fare oggi, vi assicuro che
di più non si può fare, stiamo facendo il massimo.
Questa è la situazione sul “Programma Stage”.
Il mio voto su questo emendamento e il mio voto da consigliere
regionale è “no”, perché questo emendamento significa un qualcosa che segna la
fine del “Programma Stage”, perché è una mera illusione ed io voglio aiutare
questi ragazzi da consigliere regionale, da cittadino calabrese, voglio che ci
sia uno strumento serio che dia loro la possibilità di costruirsi un futuro e
di poter contare su quei sacrifici che loro hanno fatto e le loro famiglie
per potersi laureare e conseguire anche l’eccellente risultato di 110 e
lode.
Prosegue
la chiama.
Credo
che le argomentazioni dell’assessore vadano tenute in seria considerazione, ma
alcuni ragionamenti che ho sentito portare avanti da alcuni colleghi sulla
copertura finanziaria e sulla specificazione o spiegazione del termine stage preoccupano, non possono che
preoccuparci. Se qualcuno ci spiega che stage
vuol dire formare per un periodo limitato, insomma, tutto quello che ha detto,
l’impegno a trovare una soluzione, se la giustificazione viene data in quella
maniera, come hanno fatto alcuni colleghi dicendo che ve ne dovevate andare
perché un anno durava il progetto, quindi dovevate andare a casa…
E’ un
termine anglosassone.
Credo
che questa sia una spiegazione
inutile che avremmo fatto bene a risparmiarci.
Tutti quanti ricordiamo come abbiamo
finanziato la prima volta questo progetto,
tagliando i costi della politica e indirizzandoli a un obiettivo preciso,
quello di evitare la fuga dei cervelli dalla Calabria, anzi invitando tanti di
questi ragazzi, alcuni dei quali allora si trovavano fuori a fare delle
esperienze, a ritornare nella propria terra. Se questi ragazzi si devono
pentire di essere tornati nella loro terra perché non hanno bene identificato
il termine stage, secondo me c’è da
stare molto preoccupati.
Qualunque sia la soluzione che
mantenga questa esperienza e che – come diceva anche il consigliere Maiolo – la
incanali in un percorso di
stabilizzazione attraverso il riconoscimento delle capacità professionali, ma
anche dell’esperienza che hanno maturato in questi anni nella Pubblica
Amministrazione, qualificando la nostra Pubblica Amministrazione, credo che
anche il percorso della Giunta – così come diceva il consigliere Maiolo prima – possa essere un
elemento da tenere in seria considerazione.
Quindi
qui non c’è chi vuole fare demagogia o chi non la vuole fare. Sono convinto
anch’io che dovremmo tutti quanti avere questo obiettivo.
Ricordo
solo, però, che l’anno scorso il milione di euro fu trovato dal Consiglio
regionale, la Giunta l’anno scorso non le stanziò le risorse. Quindi vorrei sottolinearlo. Per cui non credo che il
problema siano i 500 mila euro, perché davvero, se si parla di non copertura
finanziaria, tante volte ho visto che si spende molto di più di 500 mila euro
in cose davvero inutili, magari per qualche manifestazione che, addirittura,
non serve granché alla Calabria.
Sull’emendamento voto “si”, e concordo con la proposta del consigliere
Maiolo di trovare insieme una soluzione che, intanto, assicuri la continuità e
poi riconosca i meriti di queste professionalità e di queste esperienze per
puntare alla stabilizzazione definitiva; qui parliamo di professionalità alte,
non parliamo di persone che hanno bisogno di un lavoro qualunque, ma credo che
possano dare un grande contributo alla Calabria, così come stanno facendo, e
noi questi cervelli ce li dobbiamo tenere, com’era nello spirito della norma,
che era quello – mi ricordo la polemica con Conichino
e altri, che insistevano su questa cosa dello stage, della precarietà,
che non serviva - di mantenere qui i nostri cervelli e dobbiamo fare di tutto
per mantenerli.
Se la strada che indica l’assessore va in questa direzione e porta alla
stabilizzazione, sarò il primo a fare l’applauso all’assessore, non mi creo
problemi di destra, di sinistra, di centro o di schieramento. L’interessante è
che questi lavoratori trovino una soluzione e una tranquillità per il loro
futuro.
Prosegue
la chiama.
Per
dichiarazione di voto, non fosse altro che voglio che la mia posizione resti
registrata, perché ho ricevuto gli stagisti, ho parlato con loro e penso che molti di loro siano convinti che la
soluzione non sia quella proposta dall’emendamento del consigliere De Gaetano,
anzi mi meraviglio come il collega De Gaetano abbia voluto mettere questo
Consiglio regionale in grande difficoltà. Credo che l’emendamento De Gaetano
abbia messo in difficoltà la maggioranza, ma anche l’opposizione.
Credo che non sia tanto il problema se votare o non votare a favore
dell’emendamento, è e sono preoccupato della strumentalizzazione che domani si
potrà fare fuori da questo Consiglio regionale.
Credo che anche i colleghi della maggioranza che hanno dato un voto di
astensione – e lo dico con grande rispetto nei confronti di questo voto – lo
abbiano fatto con una certa superficialità, perché un modo serio di affrontare
il problema è quello esposto dall’assessore Salerno; ne abbiamo parlato insieme
nei giorni scorsi e vi posso assicurare che gran parte degli stagisti ha la
consapevolezza che o si esce da questo schema oppure anche loro stessi non
hanno nessuna voglia di continuare in queste condizioni.
Quindi i due mesi senza la copertura finanziaria, credo non servano a
nessuno, pertanto credo che l’intervento del collega Maiolo, che aveva capito
che votare questo emendamento in queste condizioni significa dividere il
Consiglio regionale su un problema su cui tutti dovremmo essere uniti,
significa, forse, addirittura affossare quello che può essere o complicare un
percorso per dare una soluzione dignitosa a questi lavoratori.
Questa, rimanga registrato, è la mia posizione.
Prosegue
la chiama.
Caro collega Giamborino, noi nel 2010 eravamo insieme in questo
Consiglio regionale ed eravamo insieme anche nel 2007, quando nacque questa
idea che abbiamo avuto la capacità di sminuire, a mio avviso; lo dico oggi
perché votai nel 2010 quel bilancio in cui si prevedeva la possibilità per gli
enti di poter eventualmente stabilizzare gli stagisti e, quando votai quella norma,
vi devo dire – lo dico soprattutto a loro che sono le nostre eccellenze – non
ero affatto convinto di fare una cosa buona e giusta, non perché davo a loro o
toglievo a loro qualcosa ma perché lo spirito di quella legge nacque nel 2007,
quando a larga maggioranza, all’unanimità – questo vada a mente – si decise di
investire i tagli della politica, per evitare che le nostre eccellenze
potessero andare via dalla regione e per dare a loro la possibilità, ad una
parte di quei giovani di tornarsene in Calabria, di iniziare un’avventura
lavorativa negli enti e di dare la possibilità a loro in quell’arco temporale
di acclimatarsi alla nostra terra.
(Interruzioni)
Per dare loro la possibilità di venire in Calabria, di avere sotto
forma di stage un contributo da parte del Consiglio regionale e di
potersi, quindi, affermare professionalmente e poi buttarsi nel mondo del
lavoro. Questo era lo spirito che doveva riguardare, a rotazione, tutte le
eccellenze e tutti i nostri laureati con 110 e lode.
Beh, facemmo una grande frittata, a mio avviso, che è quella di non
creare questo meccanismo di ricambio e di dare la possibilità a tanti giovani
laureati con 110 e lode di poter fare questa esperienza di stage. Questo
era lo spirito della norma e oggi ci troviamo a dividerci qui in Consiglio fra
chi è più bravo e chi è meno bravo a risolvere la questione di questi ragazzi,
per un vulnus che noi abbiamo commesso nel 2010.
Mi astengo su questo provvedimento, ma non mi piace assolutamente che
si possa fare in questo Consiglio regionale questo tipo di polemica, perché c’è
una responsabilità oggettiva di chi ha voluto modificare quella legge che era
nobile, a mio avviso, e tutti quanti noi l’abbiamo votata e sostenuta, quella
del 2007, facendo, invece, qualcosa che ha creato un precariato culturale come
nel caso di questi ragazzi.
Oggi non si può richiamare la maggioranza alla sua responsabilità,
dimenticando che, se qui siamo in queste condizioni, è perché, probabilmente,
nel recente passato qualche errore è stato commesso dal Consiglio regionale nel
voler modificare quell’impianto che, secondo me, era innovativo e non
finalizzato a creare una situazione del genere, con tanti professionisti, tanti
ragazzi molto capaci che fanno bene nella Pubblica Amministrazione e che
ancora, a distanza di sette-otto anni, percepiscono
una misera ricompensa – perché di questo si tratta – e non hanno sicuramente
avuto l’opportunità di buttarsi nel mondo del lavoro, visto che sono persone
laureate con 110 e lode e che, sicuramente, avrebbero avuto maggiore
possibilità nel mercato del lavoro che non tenerli vincolati a queste nostre
dinamiche che a loro sicuramente non faranno piacere.
Prosegue la chiama.
Ascoltando questa discussione,
non dico
che sono confuso, ma vorrei fare un’analisi un po’ più articolata rispetto a queste problematiche che sta
vivendo la Calabria.
Se si ricorda l’assessore Fedele,
nel 2000 abbiamo partecipato, insieme con il consigliere Bova, ad una trasmissione
a Reggio Tv, in cui abbiamo parlato del bacino Lsu-Lpu,
in particolare della legge che aveva presentato l’allora assessore Scopelliti,
oggi Presidente della Giunta regionale, e già allora io dissi: “Guardi, gli
effetti di questa legge non penso che saranno altamente qualificanti e
qualificati, né per i lavoratori né per la diminuzione del bacino, stante” –
allora, al 2000 – “la situazione in cui i nostri Comuni versano”. Così è stato
fino al 2013, a distanza di tredici anni.
Fare dietrologia non serve a niente, però di fatto anche
negli enti che hanno stabilizzato una parte di Lsu-Lpu
hanno dovuto subire la mortificazione che sono stati immessi nel bacino,
addirittura, nella fascia A, nemmeno nella fascia B – parlo della nostra
provincia – però una risposta l’hanno ricevuta.
Qua ci troviamo di fronte ad una forza lavoro – chiamiamoli in questo
modo perché è così – altamente qualificata, per la quale il Consiglio regionale
del passato ha approvato una legge in cui le motivazioni che ha dato poco fa
l’assessore Trematerra non fanno una piega, l’orientamento ab
initio era quello, però di fatto adesso ci
troviamo con del personale altamente specializzato, utile agli enti che non
hanno stabilizzato all’interno delle loro piante organiche questo tipo di
personale. E su questo ho sentito anche una critica – chiamiamola in questo
modo – verso i Comuni.
Ricordo a me stesso, non sicuramente a voi che siete più accorti di me,
che già stamattina c’era una polemica nel cosentino perché, addirittura, i
sindaci vogliono restituire le proprie fasce al Prefetto perché i tagli ai
Comuni sui fondi sono stati superiori a quanto già annunciato dal Governo.
Quindi analizziamo i fatti per come sono, anche rispetto alle
dichiarazioni che ha fatto l’assessore Salerno, perché parto dal presupposto
che sui fatti non ci possa smentire nessuno. I fatti quali sono? Che entro il
15 luglio tutti e 364 partecipanti allo stage avranno terminato la loro
esperienza, e questo è un fatto.
L’altro fatto qual è? Quello che ci ha appena esposto l’assessore
Salerno – lo dico con molta franchezza – il quale ha detto: “Per quel che
possiamo fare e con gli strumenti che possiamo utilizzare,
quelli comunitari, al massimo possiamo garantire o i 20 mila euro se volete
uscire dal bacino” – mi corregga se sbaglio, assessore – “o i 20 mila euro che
possiamo dare o al privato o ad enti che intendono stabilizzarvi oppure
prendiamo atto che, alla fine di questo percorso, la Regione Calabria non vi
può garantire, in ogni caso, non una vostra stabilizzazione” – perché non se ne
parla nemmeno, da quel che ho capito – “ma addirittura la continuità lavorativa
che avete al momento”. Questi sono i fatti.
Allora io dico, assessore, e lo dico alla maggioranza, perché fare
dietrologia o fare populismo non serve a nessuno, né a noi, né a voi, né a
loro, ritengo che l’assessore Salerno non possa attivare questo meccanismo –
l’ho detto molto chiaramente “io posso fare questo” – da qua ad una settimana o
a dieci giorni; sicuramente l’assessore Salerno questo meccanismo lo può attivare,
verosimilmente, a settembre.
(Interruzione)
Pure adesso? Speriamo che sia così. Direi, intanto, se non è possibile
fare subito quello che dice l’assessore Salerno, di garantire continuità al
progetto affinché non siano mandati a casa, fermo restando che io prendo per
buono quello che testé ci ha detto l’assessore Salerno, poi vedremo i percorsi,
ma perlomeno garantiamo una continuità lavorativa a questi giovani, mentre
l’assessore Salerno attiva i meccanismi che ci ha detto.
Quindi significa che quell’emendamento serve, se non altro, a dare una
continuità, una tranquillità mentre l’assessore Salerno riesce ad attivare quel
meccanismo.
Dove si possono prendere i soldi? Avete
fatto un assestamento di bilancio dove avete fatto una sintesi di quell’emendamento.
Francamente, assessore Mancini, invece di destinare 2 milioni al turismo, se
destiniamo 1 milione e mezzo e 500 mila euro li destiniamo a questi giovani per
garantire giugno, luglio e agosto, non penso che cada il mondo, ma perlomeno
abbiamo il tempo, insieme alla maggioranza – perché il lavoro riguarda tutti, è
una priorità che riguarda maggioranza e opposizione – per definire percorsi, mi
auguro virtuosi, per poter garantire una continuità, stante la professionalità
che hanno acquisito negli enti e all’interno della Regione.
Detto questo, voto sì convintamente
all’emendamento, ma con le motivazioni che ho esplicitato, non perché
l’emendamento riesca a risolvere il problema -non lo risolve e lo sappiamo
tutti-; è stato un modo per smuovere la discussione sul problema, ma quella
somma, se riusciamo a recepirla e a reperirla all’interno del bilancio che
stiamo approvando, serve per garantire una continuità finché l’assessore riesca
ad attivare quel meccanismo.
Questo Consiglio regionale, poi, la Commissione
e la Giunta regionale avranno la capacità di dire con molta chiarezza a questi
giovani “il percorso è questo, non c’è niente da fare, provvedete” oppure
“siamo riusciti a trovare le risorse economiche” – perché di questo si tratta e
loro lo sanno pure – “affinché possiamo garantirvi una continuità all’interno
del sistema lavoro calabrese”.
Prosegue la chiama.
Comunico l’esito della votazione sull’emendamento protocollo numero 30101: presenti e votanti 32; hanno votato sì 8; hanno votato no 19; astenuti 5.
(E’ respinto)
(Hanno risposto sì i consiglieri: Adamo, De
Gaetano, Giamborino, Giordano, Guccione, Maiolo, Sulla, Tripodi;
hanno
risposto no i consiglieri: Albano, Chiappetta, Crinò, Fedele, Gentile, Grillo, Imbalzano,
Magno, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso,
Pacenza, Parente, Pugliano,
Salerno, Stillitani, Tallini,
Vilasi;
si sono
astenuti i consiglieri: Bruni, Dattolo, Gallo, Talarico F., Trematerra.)
Emendamento protocollo numero 30093/1, a firma del consigliere Chiappetta: “Articolo 6, comma 2.
1. Al fine di consentire l'espletamento di interventi specifici finalizzati al sostegno delle categorie protette nel settore delle politiche sociali e del volontariato, è autorizzata per l'esercizio 2013 la spesa di euro 280 mila con allocazione all’Upb 6.2.01.02 dello stato di previsione della spesa di bilancio 2013.
2. Alla copertura finanziaria della disposizione di cui al comma precedente si provvede con la corrispondente riduzione delie risorse destinate al finanziamento della legge regionale 23/2003 di cui alla tabella C allegata all'art. 5 (capitolo 4331103)”.
Si commenta
da sé.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
C’è un subemendamento tecnico da collegare all’emendamento
Chiappetta che prevede di spostare sul capitolo 1002114 70 mila euro da diminuire contestualmente dal capitolo
22040314.
Quindi, un subemendamento
all’emendamento presentato dal consigliere Chiappetta. Ha detto i capitoli e
anche la cifra.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione il subemendamento del consigliere Orsomarso.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’emendamento a firma del
consigliere Chiappetta, come sub emendato.
(E’
approvato)
Emendamento, protocollo numero 30117, a firma del consigliere De Gaetano, che
recita: “Il Bilancio di
previsione all'Upb 4.3.02.02.09 relativo al fondo
regionale per l’occupazione relativo al finanziamento di interventi di politica
attiva dell'impiego, finalizzati alla progressiva e graduale stabilizzazione
occupazionale (legge regionale 21 marzo 2013 n. 10), ha previsto solo euro
3.761.372,36, cifra assolutamente insufficiente per coprire gli emolumenti
degli LSU ed LPU, viene aumentato ad euro 18.000.000,00”.
Penso che
questo sia un emendamento normativo, quindi lo rinviamo alla Commissione.
(Interruzioni)
E’ normativo perché non c’è il capitolo di riferimento.
E’ senza copertura finanziaria, Presidente, quindi è inammissibile.
Intanto,
lo voglio illustrare.
Secondo me, però, possiamo rinviarlo.
No, devo illustrare quest’emendamento.
Poi, ovviamente, decidete quello che volete fare, però tenete conto che il
criterio va adottato dall’inizio e non da ora.
Il punto è questo: come avevo detto
nella discussione generale, per quanto riguarda il precariato Lsu-Lpu, mancano circa 18-19 milioni per arrivare a fine anno. Nella manovra di assestamento che avete presentato oggi con un emendamento
avete aggiunto 1 milione e 700 mila euro, quindi mancano circa 17 milioni di
euro per arrivare alla fine dell’anno, al 31 dicembre 2013.
Ora vi chiedo, assessore Mancini: come
facciamo a pagare gli Lsu-Lpu fino alla fine
dell’anno? Come facciamo a pagare gli ex articolo 7? Come facciamo a
pagare tutto il precariato regionale che è nei vari comparti?
Con questo emendamento chiedo una cosa che voi
dovevate già fare, perché non era mai successo nella Regione Calabria che
nell’assestamento di bilancio non venivano comprese le somme per arrivare fino
a fine anno. Sono fortemente preoccupato che per la prima volta non ci saranno
i soldi per pagare gli Lsu-Lpu e a poco servono le rassicurazioni
di un Tavolo tecnico nazionale che non deve dare risposte su questo. Il Tavolo
tecnico nazionale deve dare risposte sulla parte normativa per la
stabilizzazione.
Siamo d’accordo su questo e incoraggiamo la
Giunta regionale negli incontri che farà con il Governo nazionale per trovare
una soluzione normativa; significa che vanno cassate tre leggi dello Stato che
impediscono ad oggi la stabilizzazione, che sono il blocco delle assunzioni, il
Patto di stabilità ed il superamento del tetto degli stipendi. Queste tre norme
inserite dal Governo Berlusconi, perché, colleghi, avete parlato prima di che
cosa abbiamo fatto noi. Quando c’eravamo noi col Governo Prodi avevamo fatto
una legge per consentire la stabilizzazione, infatti 4 mila Lsu
furono stabilizzati. Il Governo Berlusconi ha inserito queste norme.
Ora, ovviamente, dopo tanti ordini del giorno,
chiediamo che queste norme vengano cassate, ma il pagamento per gli Lpu del sussidio e l’integrazione per Lpu-Lsu
è stato sempre carico della Regione Calabria ed è la prima volta che non ci
sono i fondi per pagare questi lavoratori e queste lavoratrici.
L’emendamento va in questa direzione. Si erano
presi impegni in quest’Aula e anche con le organizzazioni sindacali che, in
fase di assestamento di bilancio, la Giunta regionale avrebbe trovato i fondi.
I fondi non ci sono. Vogliamo sapere come pensate di trovare questi fondi.
Siamo fortemente preoccupati, per questo
presentiamo questo emendamento che chiediamo all’Aula ed alla Giunta regionale
di approvare per evitare tensioni sociali forti da qui a poco in tutta la
nostra regione.
Parere della Giunta?
Il tema
sollevato dal consigliere De
Gaetano è serio; la Giunta sta lavorando, il collega
Salerno è protagonista di tutta una serie di
vicende amministrative che il Consiglio conosce. Sull’emendamento,
naturalmente, non essendoci copertura finanziaria, l’invito è quello di
ritirarlo.
Parere del relatore?
Stesso parere.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 30117.
(E’
respinto)
Emendamento, protocollo numero 30156, a firma del consigliere Nucera.
Inammissibile.
E’ normativo, quindi non può essere
accolto.
Emendamento, protocollo numero
30190, a firma del consigliere
Imbalzano.
Parere favorevole.
Parere favorevole.
Un attimo solo, perché prima
dobbiamo votare l’articolo 6.
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
All’articolo 7 c’è un emendamento protocollo numero
29973, a firma del consigliere Grillo: “All'articolo 7 ed alla
Tabella C, richiamata dall'art. 5, sono apportate le seguenti variazioni:
articolo 7 (bilancio del consiglio regionale)
1) sostituire ‘E' incrementata di euro 1.500.000’ con
‘E’ incrementata di euro 1.100.000’”.
Questo emendamento
è strettamente legato a quello
precedente; ha avuto impegni da parte della Giunta, lo ritiro.
E’ ritirato. Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
All’articolo 8 c’è un emendamento con protocollo numero 30190, a firma del consigliere Imbalzano: “Anticipazioni di liquidità (articoli 8 e 9).
1. All'art. 8, commi 2 e 4, l'importo di euro 5.165.683,06 è sostituito dall'importo di euro 5.643.884,80 e l'importo di euro 8.016.862,78 è sostituito dall'importo 8.322.950,70.
2. All’art. 9, commi 2 e 4, l'importo di euro 5.466.305,48 è sostituito dall'importo di euro 5.972.336,68.
3. All'art. 9, il comma 3 è sostituito dal seguente:
3. A tale scopo, sono istituiti nell’Upb 6.1.01.01 della spesa del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 i capitoli 61010192 e 61010193, con uno stanziamento complessivo pari alla rata annua di euro 5.972.336,68 da restituire per la durata di 30 anni ed il cui utilizzo è subordinato alla sottoscrizione di apposito contratto e all'effettivo livello delle somme attinte.
Alla relativa copertura, da assicurare nel bilancio
pluriennale 2013-2015, annualità 2014 e 2015, si provvede con la riduzione
contestuale delle spese di funzionamento delia Giunta
di cui all’Upb 1.2.04.01”, che ha
dato parere favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 30190.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 30109/4, a firma del consigliere Maiolo, che così recita: “All'art.8 aggiungere il seguente comma 5:
5. Le somme rivenienti dai capitoli di bilancio di competenza o a qualsiasi altro titolo di entrate e su cui ha già trovato applicazione l'art. 2, comma 1, del decreto 8 aprile 2013 n. 35, sono accantonati in un fondo unico dì investimenti e riprogrammati m sede di bilancio annuale. A tale scopo è istituita l’Upb 5.3.03, capitolo 53020103 dello stato di previsione delle entrate”.
Si
illustra da sé.
Si
illustra da sé. Parere del relatore?
Invito al
ritiro.
Parere
della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
30109/4.
(E’ respinto)
Ultimo
emendamento, protocollo numero 30109/2, a firma del consigliere Maiolo, che
così recita: “All’articolo 10 sopprimere le parole da “anche” fino a
“erogazioni”.
Con questo emendamento richiamo l’attenzione dell’Aula, perché all’articolo 10, in questo capoverso finale si fa
riferimento a una compensazione, e questo non è possibile, anche l’Ufficio
legislativo aveva fatto rilevare, quindi l’emendamento serve a cassare questa parte che
sicuramente non passerà al controllo del Governo.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 30109/2.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso, come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Tutti gli altri emendamenti
normativi sono rinviati nelle Commissioni competenti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Su quest’ultima considerazione finale che ha svolto, cioè riprendendo la proposta degli emendamenti normativi
che vengono trasmessi alle Commissioni, siccome sono il primo firmatario di un emendamento, protocollo
numero 30099, che ovviamente si considera normativo, penso che il contenuto
possa essere oggetto anche di una decisione che l’Aula può assumere stasera
sotto forma di atto amministrativo da parte del Consiglio regionale, una sorta di
atto di indirizzo teso ad autorizzare l’Ufficio di Presidenza ad assumere una
misura puramente organizzativa, senza prevedere né aggravio di spesa né alcun
tipo di onere aggiuntivo per le finalità che tratta questo emendamento.
Se siamo d’accordo, penso che questo si possa fare. Sa benissimo che,
oltretutto, questa materia è regolabile con semplice delibera dell’Ufficio di
Presidenza; però mi rendo conto, se c’è la volontà del Consiglio che autorizza
l’Ufficio di Presidenza, si ha una maggiore forza.
Perché questo emendamento? Sostengo che, alla luce della revisione
della legge che regolamenta i finanziamenti ai gruppi consiliari, può essere
impedito lo svolgimento dell’attività del singolo consigliere regionale nelle
circoscrizioni elettorali provinciali che non sono sedi del Consiglio
regionale. Un semplice punto recapito, un ufficio recapito dei gruppi
consiliari consente a tutti i consiglieri regionali della provincia di Crotone,
di Vibo Valentia e di Catanzaro di svolgere un’attività che, altrimenti, dal
momento che c’è stata di fatto la soppressione dei contributi per i rimborsi ai
gruppi, può essere priva di una sede riconosciuta come tale ai fini della
funzione istituzionale. Per cui ritengo che questo voto si potrebbe ottenere,
se l’Aula è d’accordo; se non è d’accordo è chiaro che bisogna prenderne atto.
Penso che, se l’Aula è d’accordo, come atto amministrativo può essere un
semplice indirizzo da dare all’Ufficio di Presidenza e al dipartimento
competente del Consiglio regionale.
Consigliere Adamo, posso prendere l’impegno di portare in discussione,
alla prossima Conferenza dei capigruppo, l’emendamento che ha proposto per
capire due cose: intanto, gli uffici, se ci sono costi aggiuntivi, quali sono i
recapiti, dove sono le sedi, se nelle città di Vibo Valentia e Crotone ci sono
delle sedi per poter fare dei recapiti di proprietà della Regione. L’impegno
che posso assumere è questo, duplice, di portarlo in Conferenza dei capigruppo
per una discussione di merito e, quindi, se si è d’accordo, approvare anche un
ordine del giorno nella seduta stessa, nel contempo disporre un’istruttoria
preventiva dal punto di vista economico per individuare materialmente quali
possono essere le sedi, a Cosenza, Vibo, Crotone, in modo tale da andare a una
discussione di merito e, poi, procedere all’approvazione di un ordine del
giorno in Consiglio regionale.
Quindi, se è d’accordo, prima di approvare un ordine del giorno,
facciamo questi due passaggi, che sono una verifica tecnica nelle tre province
dove non c’è il recapito dei gruppi; bisogna capire se c’è un aumento di spesa
e poi sentire i capigruppo e portare al prossimo Consiglio regionale
l’approvazione di un ordine del giorno.
Se siamo d’accordo su questa impostazione e se il consigliere Adamo è
d’accordo su questo percorso, possiamo procedere.
Va bene,
rinviamo alla prossima seduta
di Conferenza dei Presidenti consiliari, ma va da sé che, se ci dovesse essere aumento di spesa non
si potrebbe attuare il provvedimento. Non subordinerei alla verifica se c’è
l’aumento di spesa. Direi nettamente che, se ci dovesse essere aumento di
spesa, è una norma da non applicarsi, si applica solo se non c’è aumento di
spesa.
Con questo orientamento, senza
aggravio ed aumento di spesa, già può essere dato un orientamento che poi si va
a verificare concretamente come attuarlo e realizzarlo; se la volontà è reale e
non è indirizzata soltanto al rinvio della discussione di stasera, per quanto
mi riguarda, nulla
osta affinché si vada alla Conferenza dei capigruppo. Dubito che la Conferenza
dei capigruppo, però, risolva il problema; questo glielo dico non per
diffidenza verso i capigruppo, ma per un andazzo che stiamo assumendo su tutte
le questioni organizzative che riguardano un po’ l’argomento.
Consigliere Adamo, se vuole partecipare alla Conferenza dei capigruppo
per illustrare qualche perplessità. Capisco Cosenza che conosce bene, ma voglio
fare qualche verifica su Vibo Valentia e Crotone. Va bene, procediamo così.
Il provvedimento di assestamento è stato approvato.
Quando è stato approvato?
L’abbiamo votato nel suo complesso, sì.
Le dichiarazioni di voto non si fanno più?!
L’abbiamo approvato.
Il terzo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 451/9^ di iniziativa del consigliere Parente: “Norme in materia di Pet-Therapy – Terapie ed attività assistite con animali”.
E’ relatore il consigliere Pacenza, che ha facoltà di intervenire.
E’ una proposta di legge passata all’unanimità nella Commissione
competente che si dota di otto articoli e cerca di portare all’interno
dell’ordinamento della nostra Regione la possibilità, attraverso questa
normativa, di intervenire sui disturbi psichici e fisici degli anziani e dei
bambini.
(Interruzione)
Mi date la possibilità di parlare per due minuti? E’ una normativa che
agisce, essenzialmente, sul sociale, più che sul sanitario, prevede otto
articoli. Bisogna porre l’attenzione sull’ultimo articolo, che è l’articolo 8,
che prevede una clausola di invarianza per oneri e di adeguamento, in maniera
tale che non ci siano possibilità di interventi di tipo finanziario e, nel caso
in cui vada ad impattare con il Piano di rientro, c’è la possibilità che il
provvedimento venga assunto dal commissario ad acta.
La relazione è allegata agli atti, quindi possiamo farla nostra.
Non essendoci richieste di parola per la discussione generale, si passa
all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il quarto punto all’ordine del giorno reca il progetto di legge numero 421/9^ di iniziativa del consigliere Talarico D.: “Interpretazione autentica dell'articolo 18, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 'Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002”. Ne abbiamo discusso già in conferenza dei capigruppo.
In Commissione è stato approvato all’unanimità. In
realtà, si tratta di un’interpretazione
autentica dell’articolo 18 della legge regionale 26 febbraio 2010, numero 8,
che è stato modificato con un emendamento presentato all’epoca da me e da altri
colleghi. La legge originaria prevedeva l’elaborazione e l’approvazione da
parte del dipartimento regionale lavoro di progetti di sviluppo di politiche attive del lavoro per quegli enti od
organismi pubblici direttamente partecipati dalla Regione.
Con
l’emendamento in questione si è allargata la platea dei beneficiari a favore di
quegli enti soggetti anche indirettamente partecipati dalla Regione.
Nella
formulazione definitiva o, meglio, nell’interpretazione degli uffici regionali,
i soggetti e gli enti indirettamente partecipati dalla Regione dovevano
presentare una manifestazione d’interesse che, invece, non era richiesta nella
formulazione dell’emendamento.
La
Commissione competente ha esaminato il testo, il resoconto dell’Aula, e ha
concordato con la versione originaria, secondo la quale la partecipazione è
aperta a tutti i soggetti, anche a quei soggetti indirettamente partecipati
dalla Regione che non potevano né avevano presentato manifestazione
d’interesse.
C’è stato
l’accordo dei capigruppo su questo provvedimento, peraltro passato
all’unanimità in Commissione.
E’ un
articolo unico, che pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il quinto punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 479/9^ di iniziativa del consigliere Chiappetta: “Modifica dell’articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69”.
La parola all’assessore Fedele.
Si tratta solo di una proroga di tre mesi per l’installazione
nelle aziende di autolinee del servizio di controllo satellitare.
Avevo già parlato con i colleghi dell’opposizione che erano d’accordo,
quindi è una proroga di tre mesi fino al 1° ottobre.
Quindi
dal 1° ottobre al 1° gennaio.
Pongo in
votazione l’articolo unico.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bruni. Ne ha facoltà.
Ci sono due proposte
di legge, Presidente: la prima tendente ad agevolare il
processo di liquidazione delle comunità montane, in applicazione della legge
regionale numero 25 del 2013. La Regione, considerato che lo Stato ormai ha
abolito il fondo ordinario per le Comunità montane, aveva già stabilito con
legge regionale numero 17 del 2009 che le risorse finanziarie di
cui alla legge numero 94 del 1997 potessero essere destinate dalle comunità
montane anche alla copertura delle spese correnti.
Presentiamo questa proposta di legge che si compone di due articoli:
all’articolo 1 diciamo che le risorse finanziarie di cui alla legge 31 gennaio
94/1997, nella misura massima del 50 per cento, possono essere destinate dalle
comunità montane anche alla copertura delle spese correnti, sempre nella misura
del 50 per cento; all’articolo 2, in via transitoria, le risorse finanziarie
delle annualità 2009, 2010 e 2011 di cui al comma 1 potranno essere interamente
destinate alla copertura delle spese relative al trattamento stipendiale del
personale dipendente ed, eventualmente, anche alle spese correnti. Tali risorse
saranno giustamente ripartite in base alle dotazioni organiche di ciascun ente.
Questo ci consente di eliminare un eventuale contenzioso per spettanze
arretrate.
Quindi due progetti di legge?
Questo è il primo.
Questo è il primo. Poniamo in votazione la proposta di legge.
(Interruzione)
C’è la firma – mi sembra – della maggioranza e della
minoranza.
(Interruzione)
L’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge firmata da
maggioranza e da minoranza.
Facciamo parlare l’assessore Trematerra.
Giusto per integrare quello
che ha già detto il consigliere Bruni.
Di cosa si tratta? In
maniera transitoria, per il 2009-2010-2011 le risorse destinate al
fondo della montagna.
Va bene, assessore Trematerra, va bene.
(Interruzioni)
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 481/9^.
(Il Consiglio approva)
Prego, consigliere Bruni, illustri la prossima proposta.
La proposta è di
modifica alla legge regionale
numero 66 del 20 dicembre 2012.
Diciamo che al comma 2 dell’articolo 5 le parole “secondo criteri di rotazione per quanto
riguarda la Consulta degli agricoltori esterni alle organizzazioni medesime”
sono soppresse e, alla fine del comma 2 dell’articolo 5, aggiungiamo le
seguenti parole: “Il Comitato tecnico di indirizzo dura in carica tre anni”.
Poi, il comma 1 dell’articolo 6 è abrogato e sostituito dal seguente,
cioè riguarda il Collegio dei sindaci: “Il Collegio dei sindaci è costituito i
forma monocratica, è composto da un membro effettivo e da un membro supplente,
nominati dal Consiglio regionale tra gli iscritti all’Albo dei Revisori dei
conti per la durata di anni tre.
Il compenso del componente supplente del Collegio è consentito
esclusivamente in caso di sostituzione del sindaco effettivo, in misura
corrispondente alla durata della sostituzione stessa”.
(Interruzione)
No, c’è l’articolo 11 bis, col quale si intendono trasferire gli
impianti irrigui silani gestiti dall’Arssa ai consorzi di bonifica: “Il commissario liquidatore
dell’Arssa, entro 30 giorni dalla pubblicazione della
presente legge, trasferisce la gestione dei 22 impianti di irrigazione
ricadenti nei comprensori dei consorzi di bonifica dei bacini meridionali del
cosentino, dei bacini dell’Alto Ionio crotonese e dei bacini dello Ionio
catanzarese ai consorzi stessi.
I consorzi di bonifica provvederanno alla gestione degli impianti con
il personale già utilizzato dall’Arssa in numero di
25 unità a tempo indeterminato ed assegnato ad ognuno di essi con l’atto di cui
al comma 1, secondo la ripartizione fissata al terzo comma del presente
articolo”.
C’è l’accordo del Consiglio, quindi pongo in votazione l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge numero 480/9^.
(Il
Consiglio approva)
Se mi fa avere anche i progetti di legge.
(Interruzioni)
Prima c’è un provvedimento, la proposta di legge numero 445/9^,
di iniziativa del consigliere Gallo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della Struttura Tecnica di
Valutazione VAS-VIA-AIA-VI)”, che abbiamo inserito all’ordine del giorno. Sono due articoli, quindi
possiamo procedere alla votazione.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Mettiamo in votazione i due provvedimenti di legge inseriti all’ordine
del giorno, il primo è la proposta di legge numero 481/9^ di iniziativa
del consigliere Bruni, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 aprile 2009, n. 17,
il 481, già inserito all’ordine del giorno”. E’ un articolo unico.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Altro provvedimento inserito all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 480/9^ di iniziativa del consigliere Bruni, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 66 del 20 dicembre 2012”.
E’ sempre un articolo unico che pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Non ci
sono più progetti di legge, c’è solo un ordine del giorno a firma dei
consiglieri Guagliardi e Tripodi: “In ordine al rispetto delle deroghe
in materia di dimensionamento scolastico”, che hanno già illustrato nel precedente intervento di inserimento,
di cui dò lettura:
“Premesso che:
il Parlamento Italiano ha approvato la Legge 15
Dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia
di tutela delle minoranze linguistiche storiche”;
l’art. 2 stabilisce: “In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei ed internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.”
Sottolineato che:
in Calabria, nelle province di Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Catanzaro, esistono da secoli comunità linguistiche di origine greca, albanese e occitana fondate da popolazione proveniente dalla Grecia, dall’Albania e Valli Valdesi del Piemonte;
la letteratura scientifica mondiale (storia, linguistica, letteratura, antropologia) non ha mai messo in discussione la provenienza di queste popolazione di lingua straniera in Italia;
allo stato esistono tra queste comunità intensi scambi culturale con le università e gli istituti scientifici di linguistica e letteratura dell’Albania e della Grecia, nonché con le regioni della Francia e della Spagna dove esistono le popolazioni di lingua occitana;
il Consiglio regionale della Calabria a seguito della
approvazione della Legge 482/99 ha provveduto a dotarsi di una propria Legge
regionale 30 ottobre 2003, n. 15 “Norme
per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle
minoranze linguistiche e storiche di Calabria”, il cui art. 1 stabilisce:
“1. La Regione Calabria riconosce che la protezione e la valorizzazione delle lingue minoritarie contribuiscono alla costruzione di un’Europa fondata sui principi della democrazia e del rispetto delle diversità culturali e, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e dell’art. 56 dello Statuto regionale lettera r), con propria Legge regionale, ai sensi degli articoli 2 e 3 della Legge 15 dicembre 1999, n. 482, tutela le parlate della popolazione albanese, grecanica e occitanica di Calabria e promuove la valorizzazione e divulgazione del loro patrimonio linguistico, culturale e materiale.
2. La Regione Calabria adegua la propria legislazione ai principi stabiliti dalla presente legge favorendo l’aggregazione in consorzi intercomunali e costituzione in comuni autonomi di quelle comunità minoritarie presenti nel suo territorio che nella ridefinizione dell’attuale assetto amministrativo individua una condizione di garanzia per la valorizzazione del territorio e il recupero delle sue potenzialità economiche ed ambientali con i propri beni culturali.
3. L’ambito territoriale e sub-comunale in cui si applicano le disposizioni di tutela di ciascuna minoranza linguistica storica è quello previsto dal comma 3, art. 1 del D.P.R. del 2 maggio 2001, n. 345 e adottato dai Consigli provinciali in sua attuazione.”
negli ultimi decenni a seguito dei riconoscimenti legislativi e amministrativa è in corso una produzione attiva di cultura nella lingua madre di queste popolazioni;
nella seduta 29 Dicembre del 2008 il Consiglio regionale ha approvato le linee guida per dimensionamento scolastico nelle quali si stabiliva che la “deroga minima fino a 300 alunni è consentita nei confronti degli istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, nonché nei confronti di istituti superiori comprendenti corsi o sezioni diverso ordine e tipo, a condizione che detti istituti siano ubicati nelle piccole isole, nei comuni montani ovvero nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche.”
Osservato che
Nell’articolo 14, comma 16, della legge di
riconversione l.n.135 del d.l. n. 95/12 è scritto
chiaramente che “per aree geografiche caratterizzate da specificità
linguistica si intendono quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua
madre straniera”.
Tutto ciò premesso, sottolineato e osservato il Consiglio Regionale della Calabria
Ribadisce:
che le comunità linguistiche della Calabria hanno come codice linguistico una lingua madre straniera, come già riconosciuto nell’art. 2 della Legge 482/99;
che per quanto sopra affermato tali comunità non rientrano nella sfera restrittiva di cui all’art, 14 della Legge 135/2012;
Invita:
la Giunta a comunicare all’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria di osservare e rispettare in fase di programmazione del Dimensionamento scolastico regionale i provvedimenti legislativi e amministrativi adottata dalla Regione Calabria.”
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Non ci
sono altri punti all’ordine del giorno. La seduta è tolta e sarà convocata a
domicilio.
La seduta termina
alle 22,02
Hanno chiesto i consiglieri Ciconte, Guagliardi, Magarò, Minasi, Mirabelli, Principe, Serra.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Caputo – “Disciplina dell’attività di onicotecnico” (P.L. n. 476/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Maiolo, Orsomarso – “Disciplina per il
Sistema regionale dell’Istruzione e formazione professionale” (P.L. n. 477/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Modifiche ed integrazioni all’articolo 13 della legge regionale 26/2013 <Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e per l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio)” (P.L. n. 478/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Modifica dell’articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2013, n. 69” (P.L. n. 479/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Bruni
– “Modifiche ed integrazione alla legge
regionale n. 66 del 20 dicembre 2012” (P.L. n. 480/9^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Bruni
– “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 30 aprile 2009, n. 17” (P.L. n. 481/9^)
E’
stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Naccari Carlizzi:
“Proposta di legge al Parlamento – Disposizioni per la stabilizzazione
dei lavoratori socialmente utili nella Regione Calabria” (P.P.A.
n. 233/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
la Giunta
regionale con deliberazione n. 99 del 29 marzo 2013 ha approvato le direttive
generali per la disciplina delle modalità di conferimento, mutamento e revoca
degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e di livello non
generale;
come rilevato
dalle organizzazioni sindacali di settore le modalità suindicate avrebbero
dovuto trovare esplicazione in un atto regolamentare ai sensi dell'art. 50
dello statuto regionale che demanda, appunto, ai regolamenti l'organizzazione e
le attribuzioni delle strutture, prevedendo espressamente al comma 5 che
l'attribuzione e la revoca degli incarichi dirigenziali vanno disciplinate
nell'esercizio della potestà legislativa e regolamentare della regione e
ciò in linea con quanto previsto dall'art. 27 del Dlgs
165/2000;
le direttive
in esame prevedono, altresì, una modalità di selezione dei dirigenti non
conforme alla normativa vigente, atteso che ogni procedimento di nomina delle
figure dirigenziali, pur non avendo natura concorsuale in senso stretto,
determina l'esigenza di un apprezzamento oggettivo, anche comparativo, sulle
qualità professionali possedute dagli aspiranti, la cui scelta, peraltro, secondo
quanto previsto dalla legge regionale n. 31/2002 non può essere demandata al
Presidente della Giunta che deve limitarsi al solo decreto di nomina, previa
delibera di Giunta e a selezione effettuata -:
se la
deliberazione della giunta regionale n. 99 del 29 marzo 2013 sia conforme ai
dettati normativi e in ordine alla qualificazione dell'atto e in ordine alla
procedura di selezione dei dirigenti;
quali
iniziative si intendono intraprendere per risolvere le criticità normative
evidenziate e se non si ritenga opportuno, in via di autotutela, revocare la
deliberazione della Giunta regionale n. 99 del 29 marzo 2013.
(392;
27.06.2013)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
in base alla
normativa vigente ,nel rispetto dei principi stabiliti dagli artt. 19 e 23 del D.Lgs. n. 165/2001, come modificati e integrati dal D. Lgs. N. 150/2009, sono fissati i limiti massimi della
dirigenza per soggetti "esterni" con contratto di diritto privato,
nonché il limite del 5% della dotazione organica della dirigenza per dirigenti
di altre amministrazioni in posizione di comando, distacco o fuori ruolo;
la Regione
Calabria, come già segnalato dalle organizzazioni sindacali del settore che
diverse volte hanno denunciato la vicenda agli organi competenti, si è
caratterizzata in questi anni per il continuo sforamento dei limiti percentuali
di legge degli incarichi dirigenziali "esterni" e dei comandi,
direttamente vincolanti per la regione in quanto stabiliti con norma dello
Stato (art. 19 citato) adottato in materia di "ordinamento civile",
come confermato dalla Sentenza C. Cost. 3-12 novembre 2010, n. 324;
in proposito
va tenuto presente che, per la corretta applicazione della norma, ai sensi
dell'art. 19, comma 5-bis, del d.lgs. n. 165/2001 e s.m.i.
, gli incarichi dirigenziali "possono essere conferiti, da ciascuna
amministrazione, entro il limite del 10% della dotazione organica dei dirigenti
appartenenti alla prima fascia dei ruoli di cui all'art. 23 e del 5% della
dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia, anche a
dirigenti non appartenenti ai ruoli di cui al medesimo articolo 23, ";nel
caso specifico dell'ente regionale la Corte dei Conti ha avuto modo di chiarire
che il limite applicabile è quello del 5% in quanto dotata di una unica fascia
dirigenziale e in tal senso la stessa legge regionale sulla materia approvata
nella seduta del 24 giugno scorso , che ha introdotto il limite del 10%, potrebbe
presentare profili di incostituzionalità; inoltre la percentuale suddetta deve
calcolarsi sulla base della "dotazione organica della dirigenza" e
non su quella di tutti i dipendenti dell'ente per non violare la normativa
inerente il reclutamento mediante procedure concorsuali;
sempre la
Giunta regionale ed il Dipartimento "Organizzazione e Personale"
della Regione Calabria, sulla base della delibera n. 339/2010, hanno proceduto
a indire (con delibere n. 239 del 31 maggio 2011, n. 276 del 21 giugno 2011 e
n. 295 del 12 luglio 2011 ed altre successive) una serie di avvisi di mobilità
interna senza tuttavia dare formale ed adeguata pubblicità e congrui termini
per la partecipazione per la copertura di posizioni dirigenziali vacanti con
personale di ruolo;
in ordine ai predetti procedimenti non si è dato seguito ad alcune
delle procedure avviate per la riassegnazione dei
dirigenti interni di ruolo candidati in quanto il Dipartimento Organizzazione e
Personale si è rifatto alla Deliberazione n. 2548 del 22 maggio 2012 della
Giunta regionale che specificatamente rileva: "ritenuto che allo stato - tenendo conto che si sta procedendo in
ottemperanza a quanto previsto dalle modifiche apportate con L.R. n. 3/2012 all'art. 7 della L.R.
n. 31/2001 ad una radicale riorganizzazione della struttura sulla base degli
attuali assetti organizzativi dei Dipartimenti e degli specifici obiettivi
fissati a quest'ultimi, non è opportuno procedere - al fine di conferire gli
incarichi dirigenziali dei settori e dei servizi rimasti vacanti per effetto
della Deliberazione n. 171 del 26.04.2012 – alla riassegnazione
di ulteriori dirigenti candidati per i quali, invece, si ravvisa l'opportunità,
onde non pregiudicare l'efficacia e l'efficienza dell'azione amministrativa, di
garantirne la permanenza negli incarichi funzionali allo stati
attribuitigli";
in realtà per
gli stessi incarichi dirigenziali dei Settori messi a bando con gli avvisi di
manifestazione di interesse sopracitati la Giunta Regionale si è determinata
assegnando ulteriori dirigenti, non ultimi con Deliberazione n. 208 dell'08
giugno 2013 in sfregio a qualsiasi legittima procedura di valutazione comparata
ed utilizzando impropriamente l'art. 19 del D.Lgs.
165/01 -:
se nella
procedura di nomina dei dirigenti esterni siano stati rispettati i limiti
numerici previsti dalla normativa indicata in premessa;
i motivi per
cui non si è dato seguito al conferimento di alcuni incarichi dirigenziali di
Settore relativamente alle procedure avviate con Deliberazioni n. 239 del 31
maggio 2011, n. 276 del 21 giugno 2011 e n. 295 del 12 luglio 2011;
in ogni caso quali
iniziative si intendono intraprendere per risolvere le criticità normative
evidenziate e se non si ritenga opportuno, in via di autotutela, revocare i
provvedimenti di nomina dei dirigenti effettuati in violazione della normativa
esistente.
(393; 27.06.2013)
Guccione. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere
– premesso che:
in
data 31.05.2013 ho avanzato formale richiesta al Dipartimento Politiche
dell'Ambiente della Regione Calabria per poter conoscere l'elenco delle
pratiche assoggettate alla procedura di VIA, Autorizzazione Integrata
Ambientale, valutazione di impatto ambientale, verifica di assoggettabilità alla
procedura di valutazione di impatto ambientale, valutazione di incidenza e
valutazione ambientale strategica e, in data 26.06.2013, con Prot. N. 0213757, il Dirigente Generale del Dipartimento
"Politiche dell'Ambiente" della Regione Calabria ha provveduto ad
inoltrarmi nota di risposta alla mia richiesta di ricognizione dei progetti
sottoposti alla valutazione del Nucleo VIA-VAS-IPPC;
da
tale nota ho preso atto che il Nucleo VIA-VAS-IPPC attualmente ha un notevole
carico di pratiche da esaminare (sono circa 200 i progetti in attesa) e che,
per molte di esse, sono già scaduti i tempi per la conclusione del
procedimento;
che le due
sedute settimanali previste per la valutazione dei progetti non consentono uno
svolgimento delle attività di valutazione tale da poter rispondere con celerità
e tempestività alle richieste, rendendo inevitabile l'accumulo di arretrati che
arrecano un danno notevole sia ai richiedenti che all'intera economia
calabrese;
i circa 200
progetti in attesa di valutazione, di fatto, impediscono che sia immesso
nell'economia calabrese circa un miliardo di euro di risorse pubbliche e
private che rappresenterebbero per la nostra regione la realizzazione non
soltanto di importanti e necessarie infrastrutture, ma anche la creazione di
nuovi posti di lavoro e occupazione in una situazione drammatica che colloca la
Calabria tra le prime regioni con il più alto tasso di disoccupazione -:
quali iniziative urgenti intende adottare affinché:
venga
istituita una struttura interna per attività istruttoria e valutativa che operi
a tempo pieno per sbloccare la situazione di stallo che si è venuta a creare e
per consentire l'espletamento delle attività di istruttoria tecnica e di
valutazione, favorendo così una maggiore fluidità nell'azione amministrativa e
anche una riduzione dei costi rispetto alla situazione attuale;
il
progetto di legge regionale già licenziato dalla IV Commissione regionale,
venga esaminato e approvato nel Consiglio regionale già nella seduta di venerdì
28 giugno p.v. per fare in modo che si provveda celermente ad una rapida
istruttoria ed approvazione dei 200 progetti che da diversi anni sono
all'attenzione degli uffici regionali del VIA, permettendo così che gli stessi
possano trasformarsi in opere e, quindi, in occasioni di sviluppo economico e
occupazionale per i nostri territori.
(394;
28.06.2013)
Naccari Carlizzi. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il programma
Menta per risolvere il problema del reperimento di acqua potabile da fornire
alla città di Reggio Calabria, è composto da cinque iniziative progettuali
interconnesse sotto il profilo funzionale che richiede un finanziamento
complessivo di circa 115 Meuro di cui 85 Meuro di risorse pubbliche (Programma Infrastrutture
Strategiche) e 30 Meuro di capitale privato in capo a
SoRiCal s.p.a.;
i segmenti
dello schema in via di realizzazione comprendono la galleria di derivazione, la
condotta forzata di connessione alla centrale idroelettrica, la centrale
idroelettrica, le adduzioni a valle di quest'ultima e l'impianto di
potabilizzazione;
nel 2006 è
stata stipulata una convenzione tra il Presidente della Giunta Loiero e SoRiCal; nel 2010 sono
stati completati i lavori della galleria;
si registra a
distanza di 3 anni un ritardo in quanto il quanto la data di consegna delle
opere è stata da qualche anno superata;
le opere
realizzate con finanziamenti pubblici risultano all’85% stato d'avanzamento;
le opere
realizzate con finanziamento SoRical (torre
piezometrica e centrale idroelettrica), risultano invece al 60% di
realizzazione ed i lavori risultano tutt'oggi fermi;
si registra da
mesi una stasi dei lavori;
la situazione
di grave criticità finanziaria di SoRiCal s.p.a., che
dallo scorso mese di luglio si trova in stato di liquidazione, mette oggi a
serio pericolo il completamento delle opere;
la regione ha
richiesto la rimodulazione delle risorse già stanziate nell'agosto 2011
attraverso il Piano per il Sud;
la cifra della
rimodulazione delle risorse del cd. Piano per il Sud è di 25Meuro;
i ritardi
accumulati negli ultimi 3 anni e l'inerzia con cui negli ultimi anni è stato
gestito il programma rischiano di abbandonare le opere nell'oblio privando la
città della storica soluzione al problema della crisi idrica -:
quali
provvedimenti s'intende adottare per far ripartirei cantieri fermi da tempo e
quali sono i tempi previsti per il completamento;
se il problema
della crisi idrica della città di Reggio Calabria sia ancora una priorità della
Giunta regionale.
(391;
26.06.2013)
Art. 1
(Residui attivi e passivi)
1. Sulla base
della ricognizione dei residui attivi e passivi effettuata a norma degli
articoli 41 e 52 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8 (Ordinamento del
bilancio e della contabilità della regione Calabria), e dei dati definitivi
risultanti dal rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2012, approvato
con deliberazione della Giunta regionale n. 154 del 29 aprile 2013, è disposto
l'aggiornamento dei dati presunti relativi ai residui attivi e passivi riportati
rispettivamente negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio
per l'esercizio finanziario 2013 - approvati con l'articolo 3 della legge regionale
27 dicembre 2012, n. 71 (Bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013/2015), come
di seguito specificato:
a) il totale
dei residui attivi delle unità previsionali di base (UPB) al 10 gennaio 2013,
al netto delle contabilità speciali, risulta essere rideterminato definitivamente
da euro 6.721.054.965,33 in euro 6.601.882.887,35;
b) il totale
dei residui attivi delle contabilità speciali al 10 gennaio 2013 risulta essere
determinato definitivamente in euro 215.313.170,91;
c) il totale
dei residui passivi delle UPB al 10 gennaio 2013, al netto delle contabilità
speciali, risulta essere rideterminato definitivamente da euro 1.805.862.161,34
ad euro 1.588.082.396,15;
d) il totale
dei residui passivi delle contabilità speciali al 10 gennaio 2013 risulta
essere determinato definitivamente in euro 415.458.350,83.
2. Le
differenze tra l'ammontare dei residui definitivi determinati al 10 gennaio
2013 e l'ammontare dei residui presunti riportato negli stati di previsione
dell'entrata e della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2013, approvato
con la citata legge regionale n. 71/2012, sono indicate a livello di UPB nelle
allegate tabelle "A" e "B", prima colonna.
3. Il fondo di
cassa presso il Tesoriere al 10 gennaio 2013 risulta essere determinato
definitivamente in euro 361.031.709,48.
Art. 2
(Saldo finanziario alla chiusura
dell'esercizio 2012)
1. Per effetto
degli aggiornamenti di cui all'articolo 1, il saldo finanziario positivo alla
chiusura dell'esercizio finanziario 2012 risulta essere determinato definitivamente
in euro 5.174.687.020,76.
2. Il predetto
saldo è utilizzato per come indicato nell'allegato 1 alla citata legge
regionale n. 71/2012, che è riformulato nei termini di cui al documento allegato
alla presente legge, secondo la seguente articolazione:
- euro
1.395.498.392,50 per la reiscrizione in bilancio
delle economie di spesa dell'esercizio 2012 finanziate con fondi assegnati con
vincolo di destinazione, così come indicato nella parte A (prima colonna);
- euro
2.827.805.911,05 per la copertura del fondo pluriennale vincolato di cui ai
capitoli 83010301, 83010302, 83010304, 83010306, 83010307, 83010308, 83010309,
83010310 e 83010311 dello stato di previsione della spesa del bilancio
2013,così come indicato nella parte A (seconda colonna);
- euro
426.921.575,17 per la copertura dei residui perenti così come indicato nella
parte B;
- euro
524.461.142,04 per la copertura di spese finanziate con la quota di
disponibilità residua, così come indicato nella parte C (prima e seconda colonna).
Art. 3
(Residui perenti)
1. L'importo
complessivo degli impegni di spesa assunti negli esercizi precedenti in
perenzione amministrativa alla chiusura dell'esercizio 2012, risulta essere
definitivamente determinato in euro 609.887.964,53 di cui euro 345.927.672,67
di parte corrente ed euro 263.960.291,86 di parte in conto capitale.
2. L'importo
complessivo iscritto nelle apposite UPB dello stato di previsione della spesa
8.3.01.01 (parte corrente) e 8.03.01.02 (parte in conto capitale), relativo ai
residui in perenzione amministrativa che si prevede possano essere reclamati
dai creditori nel corso dell'esercizio finanziario 2013, è determinato
complessivamente in euro 426.921.575,17, pari al 70 per cento del totale
dell'importo complessivo di cui al comma precedente. L'importo di euro
242.149.370,87 è iscritto al capitolo 7003101 (fondi in perenzione amministrativa
di parte corrente) e l'importo di euro 184.772.204,30 è iscritto al capitolo
7003201 (fondi in perenzione amministrativa di parte in conto capitale).
Art. 4
(Variazioni al Bilancio annuale)
1. Nello stato
di previsione di competenza e di cassa delle UPB della parte entrata e della
parte spesa del bilancio per l’esercizio finanziario 2013 approvato con legge
regionale n. 71/2012, sono introdotte le variazioni di cui alle allegate
tabelle “A" e “B” seconda e terza colonna.
2. Le
variazioni di competenza di cui al comma 1 comprendono le economie di spesa
derivanti dal riaccertamento di residui passivi ed in
perenzione amministrativa inerenti a stanziamenti di spesa finanziati da assegnazioni
con vincolo di destinazione, che sono riprodotte nel bilancio 2013 attraverso
l'allegato 1 di cui al precedente art. 2, comma 2.
3. Le
variazioni di cui al comma 2 non comprendono le variazioni al bilancio 2013 già
effettuate ai sensi degli artt. 23, comma 3, e 52, comma 7, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 e dell'art. 1, comma 7, della legge regionale
27 dicembre 2012, n. 71.
Art. 5
(Variazioni alle spese autorizzate con la
legge finanziaria 2013)
1. Alle
autorizzazioni di spesa disposte con la tabella C di cui all'articolo 2 della
legge regionale 27 dicembre 2012, n. 70 recante "Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 (Legge finanziaria)",
sono apportate le variazioni di cui al prospetto 1allegato alla presente legge.
Art. 6
(Nuove autorizzazioni di spesa)
1. Al fine di
garantire la prosecuzione delle attività del Centro di fisiologia clinica che
opera presso l’Azienda Ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli
di Reggio Calabria, attraverso una convenzione con il Centro Nazionale delle Ricerche
di Roma, è autorizzata per il triennio 2013-2015 la spesa annua di euro 300.000,00
allocata all'UPB 6.1.01.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio
2013.
2. Al fine di
consentire l'espletamento di interventi specifici finalizzati al sostegno delle
categorie protette nel settore delle politiche sociali e del volontariato, è
autorizzata per l'esercizio 2013 la spesa di euro 280.000,00 allocata all'UPB
6.2.01.02 dello stato di previsione della spesa di bilancio medesimo.
Art. 7
(Bilancio del Consiglio Regionale)
1.
L'autorizzazione di spesa relativa alla erogazione di fondi al Consiglio regionale
allocata all'UPB 1.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio
2013, disposta con l'articolo 13 della legge regionale n. 71/2012, è incrementata
di euro 1.500.000,00.
2. Il
Consiglio regionale, con proprio atto, apporta le conseguenti modifiche al
proprio bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013, approvato con
deliberazione n. 266 del 21 dicembre 2012.
Art. 8
(Anticipazione di liquidità di cui
all'articolo 2 del DL 35/2013)
1.
L'anticipazione di liquidità attribuita alla Regione ai sensi dell'articolo 2,
comma 1, del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento
dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario
degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti
locali), convertito dalla legge 6 giugno 2013, n. 64, determinata con decreto del
Ministero dell'Economia e delle Finanze del 14 maggio 2013 in complessivi euro
250.561.006,19, di cui una prima tranche di euro 101.249.667,80 per l'anno 2013
ed una seconda tranche di euro 149.311.338,39 per l'anno 2014, è iscritta
all'UPB 5.3.02 (capitolo 53020102) dello stato di previsione dell'entrata e all'UPB
1.2.04.09 (capitolo 12040924) dello stato di previsione della spesa del bilancio
annuale 2013 e pluriennale 2013-2015.
2. Al fine di
garantire la copertura finanziaria dell'anticipazione di liquidità di cui al
comma precedente, una quota delle entrate in libera disponibilità della Regione
- per un importo di euro 5.643.884,80 a partire dall'anno 2014 e fino all'anno
2043 e di ulteriori euro 8.322.950,70 a partire dall'anno 2015 e fino all'anno
2044 - accertate e riscosse al capitolo 1101103 dell'entrata, relativo alla
Tassa automobilistica regionale, è finalizzata alla restituzione della predetta
anticipazione.
3. A tale
scopo sono istituiti nell'UPB 1.2.04.09 della spesa del bilancio annuale 2013 e
pluriennale 2013-2015 i capitoli 12040925 e 12040926, per l'anticipazione di
liquidità relativa all'anno 2013, ed i capitoli 12040927 e 12040928 per
l'anticipazione di liquidità relativa all'anno 2014, con uno stanziamento
complessivo pari alla corrispondente rata di ammortamento annua da restituire,
distinta per quota interessi e quota capitale, per la durata di 30 anni ed il
cui utilizzo è subordinato alla sottoscrizione di apposito contratto con il
Ministero dell'Economia e delle Finanze e all'effettivo livello delle somme attinte.
4. Per far
fronte alla maggiore spesa di cui al comma precedente, nel bilancio pluriennale
2013-2015, annualità 2014 e 2015, è contestualmente ridotta per gli stessi
importi di euro 5.643.884,80 ed euro 8.322.950,70 la spesa realizzata con le
risorse autonome, così come evidenziato nelle tabelle allegate al bilancio
pluriennale di cui al successivo articolo 11.
Art. 9
(Anticipazione dì liquidità di cui all'art. 3
del DL 35/2013)
1.
L'anticipazione di liquidità di euro 107.142.000,00 attribuita alla Regione ai sensi dell'articolo 3, comma 1,
del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito dalla legge 6 giugno 2013,
n. 64, è iscritta all'UPB 5.3.02 dello stato di previsione dell'entrata e
all'UPB 6.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio annuale
2013 e pluriennale 2013-2015.
2. Al fine di
garantire la copertura finanziaria all'anticipazione di liquidità di cui al
comma precedente, una quota delle entrate in libera disponibilità della Regione
- per un importo di euro 5.972.336,68 a partire dall'anno 2014 e fino all'anno
2043, accertate e riscosse al capitolo 1101103 dell'entrata relativo alla Tassa
automobilistica regionale, è finalizzata alla restituzione della predetta anticipazione.
3. A tale
scopo, sono istituiti nell'UPB 6.1.01.01 della spesa del bilancio annuale 2013
e pluriennale 2013-2015 i capitoli 61010192 e 61010193, con uno stanziamento
complessivo pari alla rata annua di euro 5.972.336,68 da restituire per la
durata di 30 anni ed il cui utilizzo è subordinato alla sottoscrizione di
apposito contratto e all'effettivo livello delle somme attinte.
4. Per far
fronte alla maggiore spesa di cui al comma precedente, nel bilancio pluriennale
2013-2015, è contestualmente ridotta per lo stesso importo di euro 5.972.336,68
la spesa realizzata con le risorse autonome, così come evidenziato nelle
tabelle allegate al bilancio pluriennale di cui al successivo articolo 11.
Art. 10
(Modifica dell'art. 37 LR. n. 69 del
27.12.2012)
1. All'art. 37
della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 sono apportate le seguenti
modifiche ed integrazioni:
- il comma 3 è
così sostituito: "Nei casi in cui le somme non siano disponibili sugli
impegni residui o in perenzione amministrativa originariamente assunti, la
riallocazione nei capitoli di provenienza della spesa delle somme confluite nei
capitoli costituiti ai sensi del comma 1 è disposta, per la quota parte
effettivamente impegnabile nel corso dello stesso esercizio finanziario, per le
operazioni incluse nell'Allegato IV al Rapporto finale di esecuzione del POR
Calabria 2000-2006, che, seppur ultimate e rese operative entro il 30.09.2012,
non risultano concluse finanziariamente e per le operazioni nuove finanziate
con le risorse liberate correlate al POR Calabria 2000-2006, con provvedimento
del Dirigente Generale del Dipartimento Bilancio e Patrimonio, su richiesta
motivata del Dipartimento competente e previa validazione del Dipartimento
Programmazione Nazionale e Comunitaria".
- al comma 5,
sono eliminate le parole "o non completate entro il 30.09.2012";
- è aggiunto
il seguente comma 6 "Al fine di assicurare il completamento delle
operazioni del POR Calabria 2000-2006 non concluse e/o non rese operative entro
il 30.09.2012, il relativo finanziamento è interamente imputato alle risorse
liberate, fermo restando l'obbligo per i Dipartimenti interessati di provvedere,
nei casi in cui ricorrano i presupposti per la revoca dei progetti, al recupero
delle somme percepite dai beneficiari, ai sensi degli articoli 40 bis e 40 ter della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, anche
mediante compensazione delle somme da recuperare con i crediti vantati dai
beneficiari nei confronti della Regione, per i quali la stessa non abbia ancora
effettuato l'erogazione.
Art. 11
(Bilancio pluriennale)
1. Nella parte
entrata e spesa del bilancio pluriennale 2013-2015, approvato con l'articolo 11
della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 71, sono introdotte, per il triennio
2013-2015, le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e
"B" del bilancio pluriennale.
Art. 12
(Copertura finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria delle disposizioni contenute nella presente legge,
laddove non diversamente stabilito, si provvede, per la quota parte corrispondente,
con i maggiori accertamenti registrati alle UPB 1.1.01, 1.1.03, 1.1.04 e 1.1.05
dello stato di previsione dell'entrata.
2. La Giunta
regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al
documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.
Art. 13
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
(Allegati)
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione
Calabria individua e promuove le terapie assistite con gli animali (TAA), le
attività assistite con gli animali (AAA) e l'educazione assistita con gli
animali (EM), riconoscendone il valore terapeutico e riabilitativo. Definisce,
inoltre, gli ambiti applicativi e le modalità di intervento, stabilendo i parametri
necessari per garantire il benessere psicofisico dei fruitori dell'intervento
terapeutico o ludico-ricreativo e la salute ed il benessere degli animali
coinvolti, al fine di evitare azioni che possano arrecare danni a carico dei
fruitori e degli animali.
Art. 2
(Definizioni)
1. Le TAA, le
AAA e le EAA costituiscono un metodo co-terapeutico
in cui, attraverso attività ludico-ricreative e con l'ausilio degli animali, il
paziente è stimolato, sia a livello fisico che psicologico, assumendo un ruolo
di protagonista nell'interazione e partecipando attivamente al processo
riabilitativo.
2. Per TAA si
intendono attività terapeutiche, rivolte a persone con problematiche
psicosociali, neuromotorie, cognitive o psichiatriche, che affiancano e
supportano le terapie della medicina tradizionale con lo scopo di migliorare le
condizioni di salute e le funzioni fisiche, sociali, emotive e cognitive del
paziente.
3. Per AAA si
intendono interventi di tipo ludico, ricreativo ed educativo finalizzati a
migliorare la qualità della vita dei soggetti interessati. In tali tipologie di
interventi può essere utilizzata anche solo la referenza animale, senza il
coinvolgimento diretto dell'animale stesso.
4. Per EAA si
intendono interventi che hanno l'obiettivo di favorire il miglioramento delle
capacità cognitive dei bambini o degli adulti con deficit di apprendimento, con
azioni mirate alla valenza didattica della corretta interazione con gli animali
e con la natura.
5. L'insieme
dei metodi di cui al comma 1 costituiscono gli Interventi Assistiti con Animali
(1M).
Art. 3
(Ambiti applicativi)
1. Le T AA, le
AAA e le EM possono essere praticate presso strutture sanitarie pubbliche e
private, case di riposo, centri diurni, centri di riabilitazione, centri
residenziali e semi-residenziali sanitari, comunità di recupero, scuole di ogni
ordine e grado, istituti dì detenzione e in altri luoghi idonei.
Art. 4
(Scelta degli animali ammessi)
1. Ai
programmi di TAA, AAA e EAA sono ammessi esclusivamente animali appartenenti a
specie domestiche, di età non inferiore a dodici mesi, che, per caratteristiche
fisiologiche e comportamentali, siano compatibili con gli obiettivi del
progetto; i cani ospitati nei canili possono essere, eventualmente, impiegati
solo a seguito di appropriato percorso rieducativo e di socializzazione,
coordinati da un medico veterinario, esperto in comportamento animale; il cane
e l'operatore sono formati in coppia.
2. Gli animali
devono essere regolarmente sottoposti ad un programma sanitario che ne attesti
costantemente lo stato di buona salute e di benessere.
3. I percorsi
di addestramento degli animali e le attività di TAA , AAA ed EAA, ai quali sono
destinati, sono svolti senza alcuna coercizione o maltrattamento e nel rispetto
delle naturali propensioni individuali di ciascun soggetto, senza l'utilizzo di
stimoli avversativi, al fine di garantire l'equilibrio psico-comportamentale
dell'animale e la corretta relazione con l'uomo.
Art. 5
(Commissione regionale)
1. Per
realizzare le finalità di cui all'articolo 1, la Giunta regionale istituisce
con deliberazione, presso l'Assessorato regionale competente in materia di
tutela della salute, una commissione per gli interventi assistiti con animali
di cui all'articolo 2.
2. La
commissione è composta da:
a) un
rappresentante dell'assessorato competente in materia di tutela della salute e
sanità pubblica, con funzioni di coordinamento;
b) un medico
con specializzazione in neurologia o psichiatria;
c) uno
psicologo;
d) un medico
veterinario zooiatra;
e} un medico
veterinario con formazione e/o esperienza nelle scienze comportamentali
applicate;
f) un
professionista della riabilitazione (fisioterapista, tecnico della neuropsicomotricità, terapista occupazionale, etc.) con
esperienza nell'ambito delle TAA, AAA e EAA;
g) un educatore
professionale, con esperienza nell'ambito delle TAA, AAA e EAA.
3. La
partecipazione alla Commissione di cui al comma 1 è a titolo gratuito.
4. La
commissione ha funzione di:
a) verificare
i requisiti dei soggetti che intendono erogare servizi di TAA, AAA e EM sul
territorio regionale;
b) stabilire i
criteri e le procedure per la certificazione dei soggetti di cui alla lettera
a);
c) verificare
la validità ed il regolare svolgimento dei progetti di TAA, AAA e EAA nonché il
rispetto dei requisiti per tutelare il benessere degli animali ammessi ai
progetti e dei fruitori degli interventi;
d) valutare i
requisiti professionali del personale addetto e coinvolto nei progetti di TAA,
AAA e EAA;
e) creare un
elenco regionale dei soggetti certificati, abilitati all'erogazione di servizi
di TAA, AAA e EAA, da tenersi presso l'Assessorato regionale competente in
materia di tutela della salute;
f) definire le
procedure per la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori che
erogano servizi di T M , AAA e EM;
g) valutare i
requisiti professionali del personale addetto all'educazione e gestione degli
animali adibiti a TAA, AAA e EM.
5. La Giunta
regionale, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente
legge, determina i criteri e le modalità di nomina, nonché la durata in carica
dei componenti della commissione.
Art. 6
(Equipe multidisciplinari di lavoro)
1. Le TAA, le
AAA e le EAA necessitano, nella fase progettuale e di monitoraggio, di equipe
multidisciplinari di lavoro costituite da figure qualificate in funzione della
tipologia progettuale e provviste di curriculum attestanti esperienze
professionali documentabili o competenze specifiche.
2. Nell'equipe,
di cui al comma 1, sono sempre previste le figure di un medico specializzato in
neurologia o psichiatria, di uno psicologo, di un medico veterinario zooiatra,
di un medico veterinario con formazione ed esperienza nelle scienze
comportamentali applicate e di un operatore tecnico con specifica preparazione
nell'interazione con la specie di riferimento.
3. Le equipe
sono costituite a cura delle strutture, di cui all'articolo 3, senza nuovi
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 7
(Norme di attuazione)
1. La Giunta
regionale, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente
legge, sentita la competente commissione consiliare, adotta un regolamento che
individua:
a) i soggetti,
persone fisiche o giuridiche, che possono esercitare le attività di cui
all'articolo 2;
b) i requisiti
strutturali ed organizzativi, le modalità operative per lo svolgimento di TAA,
AAA ed EAA, nonché le modalità per permettere l'accesso degli animali di
affezione del proprietario o detentore nelle strutture, pubbliche e private
regionali, accreditate dal Servizio sanitario regionale;
c) le
procedure per la formazione e l'aggiornamento professionale degli operatori di
TAA, AAA ed EAA;
d) le specie
animali ammesse ai programmi di TAA, AAA ed EAA;
e) i criteri e
le modalità di formazione ed educazione degli animali coinvolti.
Art. 8
(Clausola di invarianza oneri e di
adeguamento)
1. Dall'attuazione
della presente legge, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
2. Le
disposizioni della presente legge, ove difformi, sono adeguate a quanto
disposto dai provvedimenti assunti dal Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione
Calabria, ai sensi dell'articolo 4 del decreto legge 1 ottobre 2007 n. 159
(Interventi urgenti in materia economica finanziaria, per lo sviluppo e
l'equità sociale), convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222.
3. I provvedimenti
assunti dal Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano, di cui al comma 2, si applicano in luogo delle disposizioni regionali in
contrasto, sino alla data di entrata in vigore della norma regionale di
adeguamento.
Art. 9
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Interpretazione autentica del comma 1
dell'articolo 18 della legge regionale 26 febbraio 2010 n. 8
"Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario")
1. Alla fine
del comma 1 dell'articolo 18 della legge regionale 26 febbraio 2010 n. 8,
l'asserzione "che abbiano partecipato alla manifestazione di interesse
espletata in forza del DDG Dipartimento «Formazione Professionale, Lavoro e
Politiche Sociali» n. 17910 del 14.11.200811 si interpreta nel senso che la
stessa è riferita esclusivamente agli Enti strumentali della Regione.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica articolo 36 l.r. 69/2012)
1. La lettera
c) del comma 2 dell'articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 è
così sostituita: "c) utilizzano, a decorrere dal 10 ottobre 2013, sistemi
per la localizzazione in tempo reale dei mezzi, di cui devono dotarsi in
conformità alle prescrizioni tecniche determinate con provvedimento della Giunta
regionale, ai fini dell'informazione in tempo reale all'utenza e della
certificazione della percorrenza; la Giunta regionale può prevedere la proroga
del termine fino al 10 gennaio 2014, prevedendo contestualmente delle penali
per chi non rispetta il termine del 10 ottobre."
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifica articolo 1 l.r. 39/2012)
1.Al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI), le parole “all’acquisto di attrezzature informatiche, attività di supporto alla S.T.V. su interventi particolarmente complessi.” sono sostituite dalle parole “al funzionamento della S.T.V.”.
Art. 2
(Clausola d’invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
1. Alla legge
regionale 30 aprile 2009, n. 17 (Integrazione alla legge regionale 10 luglio
2008, n. 20), sono apportate le seguenti modifiche:
a)
all'articolo 1 del comma 1 della lr. 17/2009 dopo le
parole "possono essere destinate anche alla copertura delle spese
correnti", sono inserite le seguenti "nella misura massima del
50%";
b) dopo il
comma 1 dell'articolo 1 si aggiunge il seguente comma: "1bis. In via
transitoria le risorse finanziarie della annualità 2009-2010-2011, di cui al
comma 1, potranno essere interamente destinate alla copertura delle spese
relative al trattamento stipendiale del personale dipendente ed eventualmente,
anche delle spese correnti. Tali risorse saranno ripartite in base alle
dotazioni organiche di ciascun Ente.
Art. 2
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifiche lr.
66/2012)
1. Alla legge
regionale 20 dicembre 2012 n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per lo
sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo
dell'agricoltura), sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 2
dell'articolo 5 le parole: ", secondo criteri di rotazione," e
", esterni alle organizzazioni medesime" sono soppresse. Alla fine
del comma 2 dell'articolo 5 sono aggiunte le seguenti parole: "Il CTI dura
in carica tre anni";
b) il comma 1
dell'articolo 6 è abrogato e sostituito dal seguente: "Il Collegio dei
sindaci è costituito in forma monocratica e composto da un membro effettivo e
da un membro supplente, nominati dal Consiglio regionale tra gli iscritti
all'albo dei revisori dei conti, per la durata di anni tre. Il compenso del
componente supplente del Collegio è consentito esclusivamente in caso di
sostituzione del sindaco effettivo, in misura corrispondente alla durata della
sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al componente
effettivo".
c) dopo
l'articolo 11 è aggiunto il seguente:
"Art. 11bis
(Trasferimento degli impianti irrigui silani gestiti dall'A.R.S.S.A. ai
Consorzi di Bonifica)
1. Il
Commissario Liquidatore dell'A.R.S.S.A., entro trenta
giorni dalla pubblicazione della presente legge, trasferisce la gestione dei
ventidue impianti di irrigazione ricadenti nei comprensori dei Consorzi di
Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino, dei Bacini dello Jonio Crotonese e dei Bacini dello Jonio
Catanzarese, ai Consorzi stessi, in funzione della rispettiva competenza
territoriale. Con l'atto che dispone tale trasferimento il Commissario
Liquidatore destina ogni impianto a ciascun Consorzio di Bonifica ed assegna
nominativamente ai Consorzi il personale utilizzato per la gestione, secondo la
ripartizione fissata al terzo comma del presente articolo. A decorrere dalla
data del trasferimento in questione, la gestione degli impianti irrigui e del
personale utilizzato a tal fine è conferita, in ragione della presente legge,
ai Consorzi di Bonifica sopra nominati, mentre la proprietà degli impianti
irrigui rimane in capo alla Regione Calabria.
2. I Consorzi
di Bonifica provvederanno alla gestione degli impianti con il personale già
utilizzato dall'A.R.S.S.A. in numero di 25 unità a
tempo indeterminato ed assegnato ad ognuno di essi con l'atto di cui al comma
1, secondo la ripartizione fissata al terzo comma del presente articolo. Il
personale in questione transita dall'A.R.S.S.A. ai
ruoli del Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino, del
Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio
Crotonese, del Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio
Catanzarese e rimane sottoposto al regime contrattuale in essere alla data di
pubblicazione della presente legge, mantenendo le qualifiche contrattuali ed i
livelli retributivi in godimento, nonché l'anzianità di servizio maturata. Con
l'atto di cui al comma 1 il Commissario Liquidatore dell'AR.S.S.A
trasferisce ai Consorzi di Bonifica destinatari del personale le somme
accantonate per il trattamento di fine rapporto del personale stesso.
3. Il
trasferimento della gestione degli impianti di irrigazione e del personale
relativo è così ripartita:
a) n. 17
impianti e n. 17 unità lavorative al Consorzio di Bonifica dei Bacini
Meridionali del Cosentino;
b) n. 04
impianti e n. 05 unità lavorative al Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio Crotonese;
c) n. 01
impianti e n. 03 unità lavorative al Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio Catanzarese.
4. A partire
dall'anno 2014 la Regione corrisponderà a ciascuno dei Consorzi di Bonifica
destinatari degli impianti e del personale di cui al comma 3 un contributo
annuo pari al costo lordo totale della mano d'opera in utilizzo per la
gestione, nonché al costo relativo alla gestione degli impianti stessi. Per l'anno
2013 e fino al 31 dicembre dello stesso anno i costi in questione graveranno
sull'AR.S.S.A in liquidazione. la Regione adeguerà, a
partire dall'anno 2014, ove necessario, la disponibilità dell'apposito capitolo
di bilancio sulla base dei costi effettivi della manodopera e dei costi per la
gestione degli impianti, come risulteranno nella loro effettiva entità dalla
rendicontazione annuale dei Consorzi. I Consorzi di Bonifica destinatari provvederanno
a riscuotere il pagamento del servizio irriguo erogato e ad esigere dai
proprietari degli immobili serviti dagli impianti i contributi consortili
dovuti. Gli importi in questione saranno portati a scomputo del contributo
complessivo dovuto dalla Regione per l'anno di riferimento.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale -
premesso che:
il Parlamento
Italiano ha approvato la Legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di
tutela delle minoranze linguistiche storiche”;
l’art. 2
stabilisce: “In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con
i principi generali stabiliti dagli organismi europei ed internazionali, la
Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il
franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo”;
sottolineato
che:
in Calabria,
nelle province di Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Catanzaro, esistono da
secoli comunità linguistiche di origine greca, albanese e occitana fondate da
popolazioni proveniente dalla Grecia, dall’Albania e Valli Valdesi del
Piemonte;
la letteratura
scientifica mondiale (storia, linguistica, letteratura, antropologia) non ha
mai messo in discussione la provenienza di queste popolazioni di lingua
straniera in Italia;
allo stato
esistono tra queste comunità intensi scambi culturali con le università e gli
istituti scientifici di linguistica e letteratura dell’Albania e della Grecia,
nonché con le regioni della Francia e della Spagna dove esistono le popolazioni
di lingua occitana;
il Consiglio
regionale della Calabria a seguito della approvazione della Legge 482/99 ha
provveduto a dotarsi di una propria Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15
“Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio
culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria”, il cui art. 1
stabilisce:
“la Regione
Calabria riconosce che la protezione e la valorizzazione delle lingue
minoritarie contribuiscono alla costruzione di un’Europa fondata sui principi
della democrazia e del rispetto delle diversità culturali e, in attuazione
dell’articolo 6 della Costituzione e dell’art. 56 dello Statuto regionale
lettera “r”, con propria Legge regionale, ai sensi degli articoli 2 e 3 della
Legge 15 dicembre 1999, n. 482, tutela le parlate della popolazione albanese, grecanica e occitanica di Calabria e promuove la
valorizzazione e divulgazione del loro patrimonio linguistico, culturale e
materiale;
la Regione
Calabria adegua la propria legislazione ai principi stabiliti dalla presente
legge favorendo l’aggregazione in consorzi intercomunali e costituzione in
comuni autonomi di quelle comunità minoritarie presenti nel suo territorio che
nella ridefinizione dell’attuale assetto amministrativo individua una
condizione di garanzia per la valorizzazione del territorio e il recupero delle
sue potenzialità economiche ed ambientali con i propri beni culturali;
l’ambito
territoriale e sub-comunale in cui si applicano le disposizioni di tutela di
ciascuna minoranza linguistica storica è quello previsto dal comma 3, art. 1
del D.P.R. del 2 maggio 2001, n. 345 e adottato dai Consigli provinciali in sua
attuazione”;
negli ultimi
decenni a seguito dei riconoscimenti legislativi e amministrativi è in corso
una produzione attiva di cultura madre di queste popolazioni;
nella seduta
29 dicembre del 2008 il Consiglio regionale ha approvato le linee guida per
dimensionamento scolastico nelle quali si stabiliva che la “deroga minima fino
a 300 alunni è consentita nei confronti degli istituti comprensivi di scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, nonché nei confronti di
istituti superiori comprendenti corsi o sezioni diverso ordine e tipo, a
condizione che detti istituti siano ubicati nelle piccole isole, nei comuni
montani ovvero nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o
linguistiche”;
osservato che:
nell’articolo
14, comma 16, della legge di riconversione n. 135 del d.l. n. 95/12 è scritto
chiaramente che “per aree geografiche caratterizzate da specificità linguistica
si intendono quelle nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre
straniera”
tutto ciò
premesso, sottolineato e osservato -
ribadisce:
che le
comunità linguistiche della Calabria hanno come codice linguistico una lingua
madre straniera, come già riconosciuto nell’art. 2 della Legge 482/99;
che per quanto
sopra affermato tali comunità non rientrano nella sfera restrittiva di cui
all’art. 14 della Legge 135/2012;
invita
la Giunta
regionale a comunicare all’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria di
osservare e rispettare in fase di programmazione del Dimensionamento scolastico
regionale i provvedimenti legislativi e amministrativi adottati dalla Regione
Calabria.”