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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

68.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 24 GIUGNO 2013

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 14,59

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Gianluca GALLO, Segretario Questore f.f.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

GALLO Gianluca, Segretario Questore f.f.

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera per l’inserimento di un ordine del giorno. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (PDL)

Presidente, chiedo l’inserimento dell’ordine del giorno afferente l’intitolazione della casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone, già provveditore regionale, già dirigente territoriale, già dirigente nazionale delle case di reclusione, morto tragicamente. Oggi – su richiesta anche delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria e su richiesta degli operatori di Polizia penitenziaria – viene avanzata la richiesta di sostenere l’intitolazione di questo carcere di Arghillà al dottor Paolo Quattrone. Grazie.

(Interruzione)

Mi dicono che c’è un ordine del giorno presentato dal collega Nicolò che ha lo stesso oggetto. Per cui chiedo che sia posto in essere un unico ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno sullo stesso argomento presentati dai consiglieri Nucera e Nicolò di cui si chiede l’inserimento all’ordine del giorno. È un ordine del giorno congiunto.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE

Su questo argomento collega Tripodi?

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Sì, Presidente, non voglio entrare nel merito della proposta, che peraltro condivido, ma discuto il metodo e lo voglio dire ai colleghi della maggioranza.

(Interruzione)

Aspettiamo che facciano silenzio così comprendiamo tutti.

Dicevo che non voglio entrare nel merito dell’ordine del giorno che, peraltro, condivido. Entro nel merito del metodo, Presidente.

L’inserimento all’ordine del giorno per Regolamento ha bisogno della maggioranza qualificata di quest’Aula. Prego i colleghi di maggioranza di concordare l’inserimento altrimenti, lo preannuncio già da ora, Presidente, chiederemo la verifica dei due terzi dei presenti per ogni richiesta di inserimento. Non entro nel merito di questo ordine del giorno che sottoscrivo e di cui sono convinto della bontà, ma dobbiamo iniziare a chiarirci sul metodo,

Metodo vuole che si concordi l’inserimento e ci debba essere l’approvazione con maggioranza dei due terzi dei presenti - consigliere Nucera, non parlo dell’ordine del giorno che condivido, ripeto -, altrimenti ad ogni seduta di Consiglio – come si è verificato nel passato – vi è l’inserimento di ordini del giorno, di proposte di legge e quant’altro.

Dobbiamo capire, quindi, come regolare i lavori di quest’Aula.

PRESIDENTE

Chiunque proponga in Consiglio regionale l’inserimento di un provvedimento all’ordine del giorno necessita nella votazione della maggioranza dei due terzi. Quindi, su una richiesta di un consigliere regionale di maggioranza o minoranza possono essere avanzate eccezioni ed è possibile opporsi alla richiesta di inserimento.

Capisco quel che lei dice ed io sono il primo ad osservarlo, la ringrazio per aver ricordato questo che è alla base del Regolamento del Consiglio regionale. Tornando all’argomento specifico, se non ci sono obiezioni, possiamo votare l’inserimento. Se non ci sono obiezioni possiamo proporre l’inserimento dell’ordine del giorno Nicolò, Nucera.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

GUAGLIARDI Damiano (Federazione della sinistra)

Grazie, Presidente, intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno finalizzato a sollecitare l’Anas affinché stimoli il completamento dei lavori di un’opera nella SS18 in prossimità dell’ingresso di Paola.

Sapete bene che la strada statale 18 è una arteria importantissima per tutta la fascia tirrenica cosentina. Praticamente, da tre anni e quattro mesi i lavori in corso, per la realizzazione di una rotatoria tra il Santuario di San Francesco e la città di Paola, rallentano e creano grande difficoltà per la circolazione e sono causa di frequenti incidenti stradali.

Mi permetto di chiedere l’inserimento e l’approvazione di questo ordine del giorno, soprattutto in vista della prossima stagione turistica che per quel territorio della fascia cosentina rappresenta una grande opportunità economica.

PRESIDENTE

Il consigliere Guagliardi chiede l’inserimento di un ordine del giorno sui lavori della Tirrena Inferiore all’altezza del Santuario di San Francesco di Paola che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Prego, collega Gallo.

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, colleghi consiglieri, nella precedente seduta avevo chiesto ed ottenuto l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno riguardante la questione degli stagisti, sottoscritto da me e dai colleghi Chiappetta, Serra, De Masi e Guccione, che non si è potuto discutere per mancanza del numero legale, chiedo sia richiamato in Aula e discusso oggi.

Chiedo, altresì, l’inserimento di un ordine del giorno riguardante la donazione degli organi ed in particolare che impegni il governo regionale, nella persona dell’assessore regionale alla pubblica istruzione, a voler adottare ogni iniziativa per favorire campagne informative in grado di sensibilizzare le scuole verso questo mondo che è sconosciuto, ma che, invece, può essere un aiuto per la difficile situazione in cui versa la sanità del Paese ed in particolare della nostra regione, magari con una convenzione tra Regione, assessorato regionale alla pubblica istruzione, ufficio scolastico regionale, dipartimento regionale sanità e dipartimento regionale pubblica istruzione, oltre che Aido e associazione medici cattolici.

PRESIDENTE

Il consigliere Gallo chiede l’inserimento di un ordine del giorno che riguarda il programma Stage che aveva già presentato nella precedente seduta di Consiglio. Possiamo porre in votazione l’inserimento all’ordine del giorno se non ci sono obiezioni.

(Il Consiglio approva)

GALLO Gianluca (UDC)

Presidente, c’è un altro ordine del giorno per il quale ho chiesto l’inserimento che riguarda la donazione degli organi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tropi, ne ha facoltà.

TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)

Presidente, donazione degli organi? Collega Gallo, ci faccia capire, di quali organi? Inerente a che cosa?

PRESIDENTE

Prego, collega Gallo.

GALLO Gianluca (UDC)

La Regione Calabria dovrebbe avviare un’azione di promozione nelle scuole attraverso una convenzione con l’Ufficio scolastico regionale, con l’associazione medici cattolici e l’Aido, per far sì che ci sia una sensibilizzazione verso questa pratica che vede l’Italia al terzo posto nel mondo.

La Calabria è un po’ indietro e speriamo, attraverso questa pratica - che non auguriamo a nessuno –, di favorire la salvezza di vite umane. Ci sono tantissimi nostri connazionali in attesa di trapianto ed attraverso questa sensibilizzazione forse potremo salvare qualche vita in più. Semplicemente questo.

PRESIDENTE

Possiamo procedere e votare l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno del consigliere Gallo sulla donazione degli organi.

(Il Consiglio approva)

Non ci sono altri interventi preliminari pertanto possiamo procedere con il primo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata. Ricordo che un’ora del Consiglio sarà dedicata a questo, sono le 15,20 e fino alle 16,20 affronteremo le varie interrogazioni proposte dai consiglieri ed avremo in Aula le risposte immediate da parte della Giunta.

Interrogazione a risposta immediata numero 346/9^ del 8 aprile 2013 a firma del consigliere Mirabelli “Programma stage 2008”

PRESIDENTE

La prima interrogazione a risposta immediata è la numero 346/9^ del 8 aprile 2013 a firma del consigliere Mirabelli “Programma stage 2008”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

visto l’art. 117 comma II della Costituzione italiana nella parte in cui tale norma prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;

visto l’art. 3 della Costituzione nella parte in cui prevede l’impegno delle istituzioni nell’attuazione dell’uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;

sinteticamente: A) il «Programma Stages» trova il suo primo riconoscimento giuridico nella Legge regionale numero 26 del 12 novembre 2004 rubricata “Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell’economia della conoscenza” (pubblicata sul BUR Calabria numero 21 del 16 novembre 2004, supplemento straordinario numero 1);

all’art. 1 sono individuate le finalità della legge: “realizzare un sistema integrato di interventi orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per lo sviluppo della società calabrese”;

la Regione Calabria, quindi, con detta legge, in attuazione di quanto disposto dall’art. 117 della Costituzione e utilizzando fondi comunitari, statali e regionali, “...promuove un percorso d’eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione ...” (Art. 2);

B) con la legge regionale 19 aprile 2007 numero 8, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l’art. 3 della legge regionale numero 26 del 12 novembre 2004 su citata, istituendo ufficialmente il «Programma Stages». Il nuovo art. 3 testualmente recita: “1. La Regione, al fine di promuovere la residenzialità in Calabria, concede ai giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d’eccellenza nella formazione universitaria. 2. I destinatari degli interventi di cui al comma precedente sono esclusivamente i giovani calabresi che abbiano conseguito la laurea in università italiane e straniere col massimo dei voti. 3. I premi, pari ad Euro 24.000,00 ciascuno, sono erogati in rate mensili pari a Euro 1.000,00 per 24 mensilità, con la contestuale frequenza da parte del beneficiario di uno stage presso un’Università calabrese, un Ente di ricerca avente sede in Calabria, la Regione Calabria ovvero un Comune della Calabria”;

C) la legge regionale numero 3 del 5 marzo 2008, all’art 3, aumenta il numero dei voucher formativi da assegnare suddivisi nei vari Ambiti professionali, che passano da 250 unità a 500;

D) in data 20 ottobre 2008, viene avviata la fase di formazione professionale dei vincitori del «Programma Stages». Il programma formativo si articola in due distinti momenti: formazione in aula e attività pratico-formativa all’interno delle pubbliche amministrazioni che hanno aderito alla manifestazione di interesse di cui alla deliberazione numero 119 del 3 dicembre 2007;

la formazione in aula si svolge presso le sedi universitarie calabresi rispettivamente di Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Catanzaro, le quali organizzano corsi specifici necessari a garantire agli stagisti, suddivisi per aree di specializzazione, l’inserimento negli enti pubblici. Tale formazione impegna gli stagisti per un ammontare complessivo di 450 ore di didattica, di cui 360 nei primi 4 mesi e ulteriori 90 ore sostenute in tre distinte settimane a intervalli semestrali;

il secondo momento dello stage, di durata non inferiore ai 20 mesi, si svolge nelle Pubbliche Amministrazioni. Gli stagisti a far data dal 09 marzo 2009 vengono assegnati, in relazione alle proprie qualifiche, ai settori di propria competenza. Ciascun ente affianca ad ogni stagista dei tutor i quali, non vigilano sul corretto espletamento dello stage, forniscono e scambiano le proprie competenze e conoscenze. Il «Programma Stages» si conclude in data 20.10.2010;

E) con legge regionale numero 32 del 22 novembre 2010 la Regione Calabria, in modifica dell’art. 10 della legge regionale 11 agosto numero 23, pubblicata sul B.U.R. numero 21 del 16 novembre 2010, supplemento straordinario numero 2 del 30 novembre 2010 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012), al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai giovani impegnati nel “Programma Stages” ha previsto “...l’erogazione di un contributo annuo di euro 10.000,00 a favore di soggetti pubblici, che si fossero impegnati a stipulare, con ogni stagista, che avesse concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento di cui alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale 49 del 09 luglio 2007, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore ai 12 mesi di lavoro” (Art. 1) impegnandosi ad incentivare, da parte di soggetti pubblici e privati nei confronti degli stagisti, la realizzazione, di percorsi integrati (anche individuali) di orientamento, di alta formazione e di inserimento occupazionale, con risorse provenienti dai fondi comunitari strutturali. Infatti, il comma 6 dell’art. 1 della legge 32 del 2010 prevede l’impiego di fondi comunitari per consentire un’ulteriore valorizzazione dei giovani già meritocraticamente reclutati;

F) gli Enti pubblici che aderiscono all’Avviso pubblico ed inseriscono gli ex stagisti dal 01 settembre 2011 nei vari settori di competenza stipulando con gli stessi contratti di lavoro di durata non inferiore all’anno, costituiti in prevalenza da co.co.co ed in scadenza, nella maggior parte dei casi, al 31 agosto 2012;

G) con legge regionale numero 36 del 2012, approvata nel mese di agosto, il Consiglio regionale della Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di attività degli ex stagisti a condizione che gli enti fruitori rinnovino i relativi contratti;

allo stato, la maggior parte dei contratti stipulati con gli enti fruitori andrà in scadenza nel maggio 2013-:

considerata l’imminente scadenza contrattuale nel maggio 2013, la proroga del finanziamento regionale alle Amministrazioni fruitrici, al fine di garantire la continuità lavorativa dei giovani interessati;

considerati l’eccezionale crisi internazionale e nazionale ed il pressante fenomeno della disoccupazione giovanile che impongono la predisposizione di politiche ad elevato grado di progettualità onde valorizzare la permanenza in Calabria delle giovani generazioni quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell’esperienza già in atto sotto il profilo dell’apporto di valido e formato capitale umano all’interno delle Amministrazioni Pubbliche calabresi.”

Prego, collega Mirabelli.

MIRABELLI Rosario Francesco Antonio (Gruppo Misto)

Grazie, signor Presidente, finalmente riusciamo a trovare il tempo per parlare di un argomento importante e delicato, visto che interessa un gran numero di professionisti, di laureati, di eccellenze calabresi che, effettivamente, aspettano di sapere, con un certo patema d’animo, quale sarà il loro destino in termini lavorativi.

Si parla di Programma Stage e tutti i consiglieri regionali conoscono questa situazione, anche perché di questo problema si parla sin dal 2004 epoca, anno in cui trova senza dubbio il suo primo riconoscimento giuridico tramite la legge 26 del 12 novembre 2004, rubricandola in questi termini: “incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo della Calabria e della economia della conoscenza, quindi dei giovani laureati calabresi” al fine di poter consentire agli stessi di poter esercitare la loro attività a sostegno della Calabria all’interno della stessa.

Dal 2004 ad oggi anni ne sono passati e varie leggi che si sono susseguite: nel 2007 c’è stata l’istituzione ufficiale del Programma Stage; in data 20 ottobre 2008 è partita finalmente questa fase, l’avviamento reale e concreto, pratico di questo corso, un corso che è durato due anni con una parte iniziale didattica di quasi 450 ore in corsi di tipo formativo e la restante parte gestita all’interno delle pubbliche amministrazioni.

Proprio perché si sapeva che su queste cose bisogna avere il coraggio di osare, perché si aveva la necessità a livello amministrativo, nei vari enti pubblici, di rafforzare in termini professionali oltre che amministrativi tutta la dirigenza – parliamo di professionisti, quindi di un titolo a livello quasi dirigenziale – e poter supportare meglio le pratiche amministrative.

Dopo questi due anni di formazione, cosa è successo? Non ci si è fermati. Non abbiamo detto il corso è finito, ragazzi miei avete fatto questa formazione, ve ne potete andare a casa.

No, c’è stata una volontà politica ben precisa di investire su questi giovani, tant’è che per ulteriori tre anni si è andati avanti con proroghe annuali, proprio per mantenere queste professionalità all’interno degli enti pubblici locali. L’ha fatto la Regione - non riuscendo a portali nel proprio seno, nel proprio interno, nei propri dipartimenti, nelle proprie strutture -, utilizzando un bando che dava la possibilità ad eventuali enti che ne avessero fatto richiesta, in modo particolare i Comuni, di poterli mantenere in servizio per ulteriori tre anni.

Il contratto è scaduto il 30 maggio e questi professionisti sono fuori da qualsiasi attività lavorativa. E’ ovvio che è necessario, quanto meno, stimolare la Giunta per capire cosa intenda fare a fronte di un investimento, giusto dal mio punto di vista, che però è costato una certa cifra economica perché tutti ci credevano allora e ancora oggi. Mi riferisco ai consiglieri ed alla Giunta, altrimenti non si capirebbe per quale strano motivo si sia andati di proroga in proroga dal 2009 al 2010, al 2011, fino al 2012. Sarebbe altrimenti giusto pensar male, che sia stata solo una questione di immagine, di facciata - non voglio dire di ritorno elettorale, non lo penso proprio –, se il Consiglio ha fatto determinate scelte - perché questa è una iniziativa di tipo consiliare non tanto della Giunta regionale - ed oggi ci ritroviamo qui a discutere di quello che dobbiamo fare di questi non più giovani laureati, professionisti, eccellenze selezionate per titoli, secondo uno schema molto rigido, in maniera stringente. Abbiamo preso il meglio di quello che il banco offriva in quel momento.

Caro assessore, la domanda viene spontanea. Questa interrogazione serve a far capire qual è la reale volontà ed intenzione del Consiglio – mi riferisco al presidente Talarico, ed anche, in modo particolare, al Presidente della Giunta – per il destino di questi giovani. Vorrei sapere se è possibile fare ricorso, quanto meno in questa fase – visto che c’è anche l’assestamento di bilancio in discussione – , ad una ulteriore proroga di almeno di sei mesi. Non tanto per tenerli sospesi ad un filo per ulteriori sei mesi, ma per avere il tempo necessario che prima - male abbiamo fatto a non farlo - non abbiamo utilizzato bene per cercare di definire un percorso definitivo tramite una programmazione che la Giunta dovrà porre in essere. Il Presidente del Consiglio, se vorrà, potrà darci lumi per poter evidenziare quale potrebbe essere, al di là dei sei mesi di proroga, il destino, la risoluzione non dico definitiva, ma quanto meno significativa per poter far sì che questi nostri giovani possano essere utilizzati nella pubblica amministrazione.

La formazione l’hanno fatta nella pubblica amministrazione e gran parte dei titoli che hanno non possono sposare altri settori se non la pubblica amministrazione ed in modo particolare quelli del Consiglio regionale, dei comuni e delle province, ma soprattutto, caro assessore, quelli dei dipartimenti regionali che sappiamo benissimo essere sempre un passo indietro rispetto alle loro attività, molto probabilmente perché l’organico non è sufficiente o perché c’è la necessità di un rinforzo di professionalità, di competenza, di freschezza e di passione da parte di professionisti che settore per settore, qualifica per qualifica, potrebbero dare un incentivo.

Aspettiamo di sapere cosa la Giunta ha posto in essere, visto che è un problema che stiamo sollecitando già da marzo di cui l’assessore è al corrente.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Risponde all’interrogazione 346/9^ sul programma Stage 2008 l’assessore Salerno.

SALERNO Nazzareno, assessore al lavoro, alle politiche sociali e formazione

Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molto interesse l’intervento del collega Mirabelli con il quale, comunque, anche negli ultimi giorni ho avuto modo di colloquiare.

Il problema del Programma Stage parte da lontano, è una situazione che - come diceva Mirabelli - era in capo al Consiglio regionale.

Oggi sono qui a rispondere a questa interrogazione su quello che la Giunta regionale ha intenzione di fare e sulla volontà politica che vuole mettere in campo per questi giovani laureati con 110 e lode.

La Giunta regionale può utilizzare una parte delle risorse dell’Asse II Occupabilità. Ci stiamo lavorando e stiamo mettendo a punto un provvedimento, sarà fatto un bando, un avviso pubblico riservato a questi giovani, da qui a qualche giorno, uno o due giorni, saremo pronti. Questo è quello che la Giunta intende fare e che può fare tenendo conto della situazione. Anche questo programma è stato inserito dalla Giunta regionale, per volontà del presidente Scopelliti, nella delibera per l’emergenza lavoro in Calabria. Abbiamo chiesto un tavolo tecnico nazionale e lo abbiamo anche ottenuto, c’è stata anche una prima riunione.

Devo dire con molta chiarezza che al tavolo romano non intendono ricevere questo programma come emergenza lavoro in Calabria, c’è stato risposto che un Programma Stage inizia e finisce ed ognuno deve inserirsi nel mondo del lavoro. Il Programma Stage serve per formare e per arricchire l’esperienza di questi giovani e non può continuare nel tempo.

Non v’è dubbio che noi abbiamo una situazione particolare che si è protratta per cinque anni. Certo, oggi la Giunta non se ne vuole lavare le mani, farà quello che potrà e quello che è consentito fare tenendo conto, comunque, che in questo momento particolare di grave disagio – l’ho già detto ai ragazzi – è inutile sperare in una possibile stabilizzazione, considerato che abbiamo 8 mila precari in Calabria.

Certo, la Giunta guarda con interesse a questi giovani e che certamente non si tirerà indietro per dare la possibilità di individuare un percorso che dia maggiore tranquillità. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Mirabelli.

MIRABELLI Rosario Francesco Antonio (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente Nicolò. Capisco e conosco la sensibilità dell’assessore Salerno su questo problema anche se è appena entrato. Però, assessore - con la massima franchezza e con grande amicizia -, rispetto a questo approccio, non posso ritenermi soddisfatto e spiego subito il motivo.

Sono insoddisfatto della paventata ipotetica soluzione, perché utilizzare i fondi comunitari, premesso che sapevamo benissimo già che era impossibile inserirli nel calderone dei precari perché non lo sono…

PRESIDENTE

Collega Mirabelli, ricordo che ha solo un minuto per la replica.

MIRABELLI Rosario Francesco Antonio (Gruppo Misto)

È ovvio che a Roma la risposta sia stata quella, quindi il percorso, il modus operandi non può che essere differente. Utilizzare l’Asse II Occupazione porta di per sé una discriminante terrificante che finisce per ammazzare letteralmente la gran parte di questi stagisti, anche perché quando è stato fatto il bando vi era un limite di età massimo di 37 anni, ma molta gente che ha partecipato 5 anni fa i 35 anni li ha superati. Abbiamo anche il limite del reddito ed il limite più grosso, che stravolge l’essenza dello stage nel senso sostanziale di questa iniziativa, è il fatto che l’Asse II si riferisce esclusivamente a che cosa? Al settore privatistico, ad aziende private.

Mi domando: quali sono le aziende che possono avere questa opportunità, questa volontà di assumere determinate figure professionali che poco hanno a che spartire con i loro piani industriali. E’ ovvio che questi lavoratori guardano alla pubblica amministrazione.

Dato che il tempo stringe, mi sono permesso di fare un oggetto alla replica - sapendo già – da consegnare; una iniziativa da mettere in campo prima di fare ricorso all’Asse II - non mi riferisco all’assessore Salerno, perché arrivati a questo punto la competenza è di altri -, utilizzando altri Assi comunitari, come gli Assi VI e VII che guarda alla pubblica amministrazione, con misure meno stringenti rispetto all’Asse II che vincola per reddito, per età e quant’altro, l’inserimento in questo bando - ammesso che passi come bando riservato, anche su questo ho qualche dubbio – e la possibilità di reinserimento nel lavoro.

Concludo, Presidente, chiedo a lei, alla Giunta, alla Vicepresidente - che vedo qui - la realizzazione di un tavolo tecnico, dove a fianco dei dipartimenti, della Giunta, del Presidente del Consiglio  -perché sappiamo benissimo che questo programma è figlio di una iniziativa del Consiglio -, ci siano i rappresentanti dei comuni calabresi, cioè gli enti fruitori - che anche hanno responsabilità senza dubbio – , ed i rappresentanti delle province calabresi, in modo da poter trovare, insieme ad un delegato degli stagisti, la formula per poterli finalmente inserire in un contratto, quanto meno triennale, che possa essere utilizzato – concludo – dalla Regione.

Rammento che è anche possibile - al di là del decreto Monti che lo prevede pure -  utilizzarli, proprio per le loro caratteristiche professionali, in società in house, anche perché non comporterebbe un ulteriore aggravio di spesa, ma soltanto una partita di giro.

Caro assessore, mi permetto di lasciare una replica in cui inserisco dettagliatamente qualche spunto per poter far sì che la Giunta regionale possa affrontare la questione partendo dai fondi comunitari e utilizzando altri Assi, forse migliori, per potersi avvalere di questi professionisti.

Interrogazione a risposta immediata numero 352 del 22 aprile 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e formazione professionale

PRESIDENTE

Si passa all’Interrogazione a risposta immediata numero 352 del 22 aprile 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e formazione professionale” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Consiglio regionale della Calabria nella seduta del 30 gennaio 2012 ha approvato all’unanimità l’Ordine del giorno numero 44 di iniziativa dei consiglieri Maiolo, Dattolo, Principe e Fedele “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e Formazione Professionale” con il quale si impegnava la Giunta regionale:

a rendere ordinario e disciplinare in via definitiva il sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale con percorsi di durata triennale e quadriennale finalizzati, rispettivamente, al conseguimento della qualifica professionale e del diploma professionale da realizzare, in via ordinaria, dalle Istituzioni Formative accreditate dalla Regione;

a rendere i percorsi di IeFP paralleli temporalmente ai percorsi scolastici promulgando per tempo gli avvisi o favorendo, come in altre Regioni, la creazione di un’Agenzia Unica sotto forma di ATS o Consorzio tra le Istituzioni Formative accreditate;

a definire le Linee Guida Regionali sull’Istruzione e Formazione Professionale adottando, oltre all’ordinamento didattico, requisiti rigorosi per l’accreditamento delle Istituzioni Formative;

ad individuare i percorsi formativi strategici per lo sviluppo regionale e per favorire l’occupazione dei giovani anche fuori dal contesto regionale ad integrazione delle figure professionali previste negli Accordi Stato-Regioni;

a creare un sistema di orientamento condiviso tra le centrali regionali (Azienda Calabria Lavoro e FIELD), i Centri per l’Impiego, la Direzione Scolastica Regionale, le Istituzioni Formative accreditate e le Parti Sociali;

a richiedere l’incremento dei finanziamenti previsti dallo Stato e integrarli con quelli del F.S.E. ivi comprese quote dell’Asse Capitale Umano e finalizzate alla lotta alla dispersione scolastica al fine di favorire la domanda delle, famiglie e dei giovani calabresi”;.

la normativa nazionale di riferimento, nel frattempo, ha continuato a migliorare il sistema in quanto il 23 aprile 2012 è stato adottato, successivamente pubblicato, il 31 luglio 2012, nella serie generale della Gazzetta Ufficiale, il Decreto MIUR di concerto con il MLPS del 23 aprile 2012 di recepimento dell’Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2012, riguardante l’integrazione del Repertorio delle figure professionali di riferimento nazionale, approvato con l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 27 luglio 2011;

l’obiettivo principale è di offrire la possibilità a tutti coloro che lo vogliano di acquisire una qualifica professionale triennale dopo il completamento della scuola secondaria di primo grado. Tale obiettivo assume tuttavia una caratteristica specifica: la nuova offerta, che si rivolge a tutti gli studenti, prevede anche specifiche modalità mirate al rafforzamento delle competenze, generali o professionalizzanti, utili a superare situazioni di difficoltà a continuare gli studi. Il sistema regionale di IeFP deve, pertanto, essere impostato ed organizzato (pure nei tempi, analoghi a quelli scolastici), anche in stretta coerenza con le indicazioni europee, mirando al miglioramento dell’accoglienza e ad una composizione flessibile e personalizzata del percorso formativo anche per ridurre l’abbandono scolastico e per accompagnare gli studenti al successo formativo con il completamento del percorso intrapreso;

secondo i più recenti pronunciamenti dell’Unione Europea in merito alle politiche di contrasto all’abbandono, i giovani che lasciano la scuola costituiscono on gruppo eterogeneo e le ragioni individuali dell’abbandono variano sensibilmente: la famiglia di provenienza e le condizioni socio­economiche generali, come pure l’attrazione esercitata dal mercato del lavoro, sono fattori importanti;

il loro effetto è condizionato dalla struttura del sistema di istruzione e formazione, dalle opportunità formative loro proposte, dall’ambiente formativo in cui vengono inseriti. Si veda in proposito la Proposta 1 febbraio 2011, formulata dalla Commissione Europea, di Raccomandazione del Consiglio Europeo sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico; nella proposta è evidenziato che “L’istruzione e la formazione professionali possono motivare all’apprendimento, dare agli studenti maggiore flessibilità, mettere in atto una pedagogia più appropriata e rispondere meglio alle aspirazioni dei giovani sottolineando come l’abbandono scolastico rappresenta ima perdita di opportunità per i giovani e di potenzialità per la società e l’economia”;

gli interventi formativi di IeFP mirano a contrastare la dispersione attraverso la creazione di un ambiente di apprendimento positivo, il rafforzamento della qualità e dell’innovazione pedagogiche, il miglioramento della capacità dei docenti di far fronte alle diversità sociali e culturali;

il rafforzamento di percorsi formativi di qualità, della loro attrattiva e della loro flessibilità offre agli studenti a rischio alternative credibili all’abbandono. Un’istruzione e una formazione ben integrate nel sistema generale di IeFP possono offrire percorsi alternativi per l’accesso al mondo del lavoro, ma anche per la prosecuzione nell’istruzione secondaria superiore e nell’istruzione terziaria;

l’espressione istruzione e formazione professionale trae origine da una formula usata dal legislatore statale sulla scorta della nota riforma del 2001 al titolo V, parte II, della Costituzione e in particolare all’art. 117 (in particolare del comma terzo, laddove è disposto che la competenza legislativa concorrente Stato-Regioni ha per oggetto 1’ istruzione con esclusione della istruzione e della formazione professionale);

l’endiadi istruzione e formazione professionale è infatti impiegata - in attuazione della delega contenuta nell’art. 1 della legge numero 53 del 2003 - dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, numero 226, relativo al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Il capo III del decreto detta appunto i livelli essenziali delle prestazioni relativi ai percorsi di istruzione e formazione professionale, che devono essere garantiti dallo Stato e assicurati dalle Regioni. Il rispetto di questi livelli minimi consente agli ordinamenti regionali di creare percorsi formativi di valenza nazionale e preordinati all’assolvimento dell’obbligo d’istruzione nonché del diritto-dovere all’istruzione e formazione;

le Regioni, dunque, possono erogare formazione professionale anche agli studenti che si trovano ancora nell’obbligo scolastico. Di conseguenza tutti i titoli e le qualifiche professionali spettano alle Regioni e vengono rilasciati esclusivamente dalle istituzioni scolastiche e formative del sistema regionale d’istruzione e formazione professionale;

in sintesi, il nuovo ordinamento statale prevede, da un lato, che ogni Regione debba istituire un proprio sistema di istruzione e formazione professionale capace di offrire percorsi e titoli di valenza nazionale, di dignità pari a quella del sistema statale, dall’altro, che gli istituti professionali cessino di rilasciare (in via ordinaria) diplomi di qualifica triennale, che diventano esclusiva regionale;

l’iniziativa posta in essere con l’approvazione dell’Ordine del Giorno del 30 gennaio 2012, tende, pertanto, a creare il sistema di Istruzione e Formazione Professionale della Regione Calabria dando una impostazione ed una organizzazione che gli consenta di avere la dignità e le caratteristiche analoghe al sistema scolastico nazionale anche attraverso una selezione di qualità delle Agenzie formative accreditate che dovranno realizzare i percorsi -:

quali iniziative sono state assunte a seguito dell’approvazione, si ribadisce all’unanimità del Consiglio, del sopra indicato ordine del giorno”.

Prego, consigliere Maiolo.

MAIOLO Mario (PD)

Grazie, Presidente. L’interrogazione, come diceva, riguarda la disciplina dei percorsi dell’istruzione e formazione professionale. Nasce dal fatto che il Consiglio regionale il 30 gennaio 2012 ha approvato all’unanimità un ordine del giorno firmato dal sottoscritto e dai capigruppo di maggioranza e di opposizione nel quale si chiedeva e si impegnava la Giunta regionale a rendere ordinario e disciplinare in maniera definitiva il sistema dell’istruzione e formazione professionale. Per intenderci sono i percorsi paralleli a quelli ordinari dell’istruzione per i giovani sottoposti ad obbligo, quindi al di sotto dei 16 anni, che hanno per legge diritto ed obbligo a frequentare percorsi di formazione professionale.

L’attivazione di questi percorsi e l’iscrizione dei giovani a questi corsi, fra l’altro, esonera le famiglie dalle responsabilità che sono previste dalla legge e che in Calabria proprio in questo anno hanno avuto una serie di iniziative da parte della magistratura nei confronti di famiglie inadempienti in quanto i figli hanno abbandonato le scuole e non risultano iscritti in nessun corso di formazione professionale.

Nell’ordine del giorno si chiedeva non solo di rendere ordinario e disciplinare questo percorso ma anche renderli temporalmente paralleli all’anno scolastico affinché i giovani che non vanno in aula abbiano la possibilità di seguire l’attività curriculare e potere frequentare le aule di formazione e per individuare i percorsi di formazione strategici rispetto a quella che è la possibilità occupazionale della nostra regione, anche in ottemperanza agli accordi Stato-Regioni in materia di figure professionali; creare, quindi, un sistema ordinario e stabile di orientamento e di formazione, coinvolgendo Azienda Calabria Lavoro e tutte le centrali formative della nostra regione.

Si sottolineava, poi, la necessità di incrementare e utilizzare i finanziamenti messi a disposizione della Giunta regionale, facendo ricorso non solo all’Asse capitale umano del fondo sociale ma anche alla richiesta di incentivazione, di incremento dei fondi nazionali che nei confronti della nostra regione risultano inferiori rispetto alle altre. C’è da dire che da quando è stato approvato l’ordine del giorno in Consiglio c’è stato un nuovo accordo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 luglio 2012, nel quale sono state aggiornate ed ampliate le opportunità formative e quindi individuati nuovi profili professionali che possono essere attivati nei corsi di formazione e istruzione professionale. Nel frattempo ci sono state diverse iniziative della Commissione europea, a partire da quella che è la proposta al Consiglio europeo del 1 febbraio 2011 nel quale è stato individuato come obiettivo prioritario il contrasto all’abbandono scolastico, individuando negli strumenti per contrastare questo fenomeno, soprattutto l’utilizzo del fondo sociale per l’istruzione e il capitale umano. Rispetto a questi impegni che il Consiglio regionale ha assunto con questo ordine del giorno alla unanimità c’è da dire che in questo periodo non risulta che siano state prese iniziative. Con l’interrogazione, pertanto, si chiede al Presidente della Giunta regionale di sapere quali iniziative siano state assunte a seguito dell’approvazione dell’ordine del giorno, ribadendo che quella iniziativa fu assunta alla unanimità dal Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Risponde all’interrogazione l’assessore Salerno.

SALERNO Nazzareno, assessore al lavoro, alle politiche sociali e formazione

Grazie, Presidente. Rispondo all’interrogazione. Innanzitutto per quanto riguarda l’ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio regionale vorrei comunicare che la Giunta regionale, con la delibera numero 460, lo ha recepito formulando un atto di indirizzo, ne ha accolto l’input formulando atto di indirizzo al dipartimento cultura, istruzione e ricerca anche per aumentare lo stanziamento ed utilizzare i fondi dell’Asse IV.

Per quanto mi riguarda, come assessorato - mi sono insediato da poco- ci siamo già attivati per reperire anche risorse all’interno dell’FSE.

Riteniamo questa una questione importantissima, ponendocela come obiettivo prioritario. Fra queste situazioni di cui stiamo tenendo conto per l’attuazione vi è proprio la possibilità che il tutto viaggi in parallelo all’anno scolastico che è molto importante per evitare la distrazione dall’ambiente scolastico. Farlo coincidere, quindi, con l’anno scolastico e, ovviamente, anche in questo stiamo lavorando per cercare di adottare un sistema di qualità al fine di valorizzare le conoscenze e le competenze. Stiamo approfondendo anche la problematica per quanto riguarda gli enti di formazione che vanno ridisegnati riguardo ai criteri per qualificare ancora di più, in maniera molto più complessiva, tutto il sistema.

La Giunta regionale sta lavorando in questa direzione. Io, assieme al collega Caligiuri, che è in pratica titolare, per quanto riguarda l’aspetto dell’istruzione, ci siamo incontrati qualche giorno fa e penso che a breve riusciremo ad avere concretamente la situazione chiara per partire in maniera definitiva.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Maiolo se vuole utilizzare il tempo a sua disposizione per la replica, ne ha facoltà.

MAIOLO Mario (PD)

Assolutamente sì, per dire che, al di là della bontà dell’assessore, egli stesso conferma che quest’anno, per quanto riguarda l’anno scolastico 2012-2013, la Giunta regionale, interrompendo un percorso che era invece attivo, non ha predisposto i corsi di istruzione e formazione professionale della nostra Regione facendo, di fatto, perdere un anno a chi è sottoposto all’obbligo formativo.

Mi dichiaro, quindi, soddisfatto della bontà dell’assessore e assolutamente insoddisfatto dell’azione di governo della Giunta. Voglio anche sottolineare all’assessore, che mi auguro mantenga – come sono certo – impegno e fede a quanto sostenuto in Aula, che lo inviterei a valutare questo aspetto non già come una priorità ma un obbligo stringente. E’ come se decidessimo di non aprire i licei classici in Calabria. Penso che sarebbe una notizia completamente stravolgente. Abbiamo, invece, deciso quest’anno di non aprire le aule di formazione professionale per quei ragazzi che abbandonano la scuola; sappiamo dalle analisi che sono anche a disposizione dell’assessore Caligiuri che l’abbandono scolastico riguarda i ceti meno abbienti della nostra regione, quelli che hanno maggiori difficoltà e disagio, non solo familiare ma anche personale.

Questo significa che non solo nella nostra regione non funziona e non funzionerà mai l’ascensore sociale ma sicuramente esiste una volontà di marginalizzazione di questi ragazzi, atteso che la Giunta regionale quest’anno ha interrotto l’attività ordinaria di obbligo formativo di questi ragazzi.

Interrogazione a risposta immediata numero 359 del 15 maggio 2013, a firma del consigliere Giordano, “Sull’utilizzo dell’avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio regionale ai sensi della l.r. 36/2012”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 359 del 15 maggio 2013, a firma del consigliere Giordano, “Sull’utilizzo dell’avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio regionale ai sensi della legge regionale numero 36 del 2012” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con legge regionale 10 agosto 2012, numero 36, Variazione al bilancio di previsione 2012 ai sensi dell’articolo 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8, in sede di collegato alla manovra finanziaria di assestamento del bilancio del consiglio regionale, è stato previsto all’art. 1 che una quota parte dell’avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2011, approvato con deliberazione numero 213 del 3 agosto 2012, per un importo di € 4.200.000,00, è restituita, nel corso dell’esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell’entrata ed essere destinata, dal lato della spesa, al finanziamento di alcune leggi regionali;

parte delle risorse stanziate sono state destinate al finanziamento delle seguenti leggi regionali:

per € 1.000.000,00 alle attività di cui alla legge regionale 14 agosto 2008, numero 28 relativa alla realizzazione di progetti di politiche attive del lavoro, da allocare all’UPB 4.3.02.01 (capitolo 43020108) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

per € 200.000,00 al finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, numero 11, da allocare all’UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

per € 500.000,00 al finanziamento dell’articolo 6, comma 5, della legge regionale 28 giugno 2012, numero 27, inerente gli indennizzi a carico del bilancio regionale dovuti ai soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni di cui alla legge 25 febbraio 1992, numero 210, non più finanziata con risorse statali, da allocare all’UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020112) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

per € 500.000,00 alla parziale copertura di quota parte dei debiti pregressi inerenti l’anno 2011 relativi alle provvidenze in favore di soggetti affetti da particolari patologie di cui alla legge regionale 29 marzo 1999, numero 8, da allocare all’UPB 6.1.02.01 (capitolo 61020111) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

per € 1.000.000,00 al finanziamento delle prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di cui all’articolo 49 della legge regionale 23 dicembre 2011, numero 47, da allocare all’UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010213) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

da alcuni segnalazioni pervenute si evincerebbe che alcuni dei capitoli suindicati non siano stati implementate con le risorse individuate dalla legge regionale 36 del 2010 -:

se la Giunta regionale ha provveduto ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 8 del 2002;

se le somme previste siano state interamente destinate ai capitoli di spesa meglio indicati in premessa

in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per regolarizzare una situazione contabile al fine di dare risposte a quelle fasce sociali interessate dall’intervento finanziario.”

La parola al consigliere Giordano. A questa interrogazione dovrebbe rispondere l’assessore Mancini ma mi dice la Vicepresidente, dottoressa Stasi, che è assente e che, pertanto, la Giunta regionale ne chiede il rinvio.

È d’accordo? Allora l’interrogazione è rinviata.

Interrogazione a risposta immediata numero 361 del 21 maggio 2013, a firma dei consiglieri Guccione, Scalzo, Ciconte, De Gaetano, “Sulla ricostruzione del ponte sul fiume Savuto crollato a causa della piena del fiume verificatasi nella notte tra l’11 ed il 12 dicembre 2008”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 361 del 21 maggio 2013, a firma dei consiglieri Guccione, Scalzo, Ciconte, De Gaetano, “Sulla ricostruzione del ponte sul fiume Savuto crollato a causa della piena del fiume verificatasi nella notte tra l’11 ed il 12 dicembre 2008” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

nonostante le reiterate assicurazioni, gli impegni e gli annunci ottimistici più volte diffusi sulla stampa e attraverso le Tv locali e ai rilievi assunti dalle notizie sul ponte anche a livello nazionale (su questa problematica è intervenuta, tra l’altro, anche la trasmissione satirica “Striscia la Notizia”), il ponte sul Savuto, lungo circa 180 metri, che univa i comuni di Nocera Terinese ed Amantea, crollato nel 2008 a causa della piena del fiume, da oltre cinque anni attende di essere ricostruito;

la chiusura al transito veicolare del ponte sin dal 2006 e la sua assenza hanno prodotto il completo isolamento di tutto il territorio interessato, provocando un conseguente effetto di abbandono e di degrado il cui effetto è stato la creazione di una discarica a cielo aperto in cui continuano ad accumularsi rifiuti di ogni genere e tipo anche con tracce di elementi altamente tossici ed inquinanti che spesso interessano il corso d’acqua stesso;

dal 2008 ad oggi non si è mai provveduto ad assicurare una benché minima protezione dell’area prossima al vuoto lasciato dagli elementi del ponte crollati che costituiscono un costante pericolo per l’incolumità pubblica;

le macerie del ponte continuano ad occupare il letto del fiume nonostante le promesse fatte nel 2010 secondo cui in dieci mesi si sarebbe provveduto alla messa in sicurezza dell’alveo del fiume e alla rimozione delle stesse;

il ponte riveste un ruolo fondamentale di cerniera e di collegamento tra i comuni interni ed il mare, con la SS 18 e Campora S. Giovanni, oltre che con i comuni collinari come Cleto e le sue frazioni, Aiello, Serra d’Aiello, ecc;

l’assenza di questa importante struttura viaria, che collega la provincia di Cosenza con quella di Catanzaro, è parte fondamentale ed integrante della Strada Provinciale 163/1 ed attraversa un ambito paesaggistico-storico-culturale di grande pregio, anche e soprattutto sotto il profilo archeologico, blocca la fruibilità e la valorizzazione di tutto il territorio circostante e vincola la già fragile economia dell’intera area, che anche su ciò potrebbe ritrovare una sua precisa e forte identità;

questa struttura ha un ruolo fondamentale in un sistema viario di più ampio respiro che consentirebbe la fruizione di un percorso alternativo alla SS.18, ma anche lo sviluppo di una buona viabilità interna che potrebbe aggiungersi a quella esistente. Basterebbe in tal senso effettuare modesti investimenti per sviluppare e portare a compimento, una tra tutte, la strada Galasso che si sviluppa lungo il Savuto sino allo svincolo A3 di Altilia Grimaldi e che, parzialmente, è già provincializzata. Ciò consentirebbe la fruizione di un territorio interno sempre più dimenticato e soprattutto la costituzione di un agevole percorso alternativo al servizio della A3, la cui utilità è del tutto evidente;

un intervento rapido sul Savuto si rende ancor più necessario, infine, anche per consentire i lavori di ripristino e di protezione del rilevato ferroviario che potrebbero avvenire in maggiore sicurezza sia per gli utenti della strada che per i lavoratori coinvolti. Ciò potrebbe essere attuato ricorrendo all’efficienza e consolidata competenza del Genio Militare -:

quali iniziative urgenti e necessarie si intendono assumere per ripristinare nel più breve tempo possibile questa struttura fondamentale per una vasta area del nostro territorio regionale e a quali fondi si intende attingere per finanziare l’opera di ricostruzione e ammodernamento del ponte sul fiume Savuto.”

Prego, consigliere Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio (PD)

Sarò brevissimo. Insieme ai colleghi abbiamo presentato questa interrogazione perché il ponte Savuto è crollato nel 2008 e vorremmo sapere che tipo di iniziative saranno assunte, considerato che sappiamo che questo ponte rappresenta un collegamento importante tra la provincia di Cosenza e quella di Catanzaro, tra Nocera Terinese e Amantea e molti comuni in quell’area stanno soffrendo per la mancanza di questa viabilità che sarebbe necessario ripristinare al più presto.

Vorremmo anche capire perché in quest’area si stanno accumulando una serie di situazioni negative, anche per quanto riguarda la spazzatura. Vorremmo capire effettivamente se è possibile e quando ripristinare la viabilità di questo ponte e procedere anche con un progetto nuovo di ammodernamento per fare in modo che quei paesi possano usufruire di questo ponte che è fondamentale per quell’area.

Vorrei sapere, quindi, che iniziative la Giunta regionale, l’assessore Gentile ed il Governatore abbiano intenzione di prendere in merito a questa problematica. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ciconte. Risponde l’assessore Gentile che al momento non è qui presente ma pregherei gli assessori, i destinatari delle interrogazioni, di essere presenti in Aula per un corretto svolgimento dei lavori che riguardano tutto il Consiglio regionale.

Interrogazione a risposta immediata numero 365 del 28 maggio 2013, a firma del consigliere D. Talarico, “In ordine alla rimozione del Prof. Attilio Renzulli dall’incarico di Direttore della U.O. di Cardiochirurgia del Policlinico Mater Domini (CZ) ed alle dichiarazioni rese dal medesimo in una recente intervista al <Quotidiano della Calabria> del 21.05.2013”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 365 del 28 maggio 2013, a firma del consigliere D. Talarico, “In ordine alla rimozione del Prof. Attilio Renzulli dall’incarico di Direttore della U.O. di Cardiochirurgia del Policlinico Mater Domini (CZ) ed alle dichiarazioni rese dal medesimo in una recente intervista al <Quotidiano della Calabria> del 21 maggio 2013” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

giorni addietro il prof. Attilio Renzulli, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Policlinico universitario Mater Domini con sede a Germaneto (CZ), è stato rimosso dal suo incarico per “inidoneità” alla mansione;

tale decisione è stata assunta dall’Azienda a seguito di una malattia che ha riguardato il medesimo;

in una recente intervista concessa al Quotidiano della Calabria il noto cardiochirurgo ha profuso pesanti accuse al sistema di gestione della sanità in Calabria, concludendo che la sua rimozione dall’incarico di che trattasi sarebbe ricollegabile a pressioni di “lobby” e “caste” ostili alla sua persona ad alla sua attività;

nella stessa intervista il prof. Renzulli ha ricordato che la decisione dell’Azienda è arrivata immediatamente dopo che egli aveva inviato una lettera-esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro con la quale denunciava le carenze della struttura e chiedeva interventi urgenti;

la lettera-esposto sarebbe stata formulata dopo insistenti richieste all’Azienda e alla Regione per potenziare i servizi della struttura, dato che negli ultimi tempi si erano peraltro verificati dei decessi per infezioni acute proprio tra i malati della divisione di cardiochirurgia;

tali richieste, a detta del professor Renzulli, non sarebbero state “mai recepite né mai discusse”, mentre si sarebbe registrata un’attenzione “particolare” verso altre Unità Operative “che già possedevano tanto e che divoravano gran parte delle poche risorse a disposizione dell’Azienda”;

del prestigio internazionale del professor Renzulli e della gravità delle affermazioni fatte dallo stesso nel corso della citata intervista -:

quali iniziative sono state assunte ovvero si intendono assumere a verifica di quanto affermato dal professor Attilio Renzulli nell’intervista sopra citata;

se non sia il caso di verificare eventuali lesioni di diritti, omissioni e/o abusi nella vicenda di che trattasi.”

Prego, collega Talarico.

TALARICO Domenico (IDV)

Presidente, parliamo delle dichiarazioni rese alla stampa dal professor Renzulli. In realtà le dichiarazioni fanno riferimento ad una vera e propria rimozione dall’incarico che il professor Attilio Renzulli rivestiva presso l’Unità Operativa di Cardiochirurgia del Policlinico universitario Mater Domini di Catanzaro, per “inidoneità” alla mansione. Lo stesso, nell’intervista concessa ad un quotidiano regionale, sostiene che questa sua rimozione debba essere ricondotta o potrebbe essere ricondotta a delle sue posizioni, in realtà ad una lettera/esposto della Procura della Repubblica di Catanzaro, attraverso la quale il professore Renzulli denunciava le carenze della struttura e chiedeva interventi urgenti.

Si tratterebbe, quindi, di una sorta di rivalsa da parte delle Unità sanitarie nei suoi confronti e, tenendo conto del clamore suscitato sulla stampa dall’articolo in questione e soprattutto del prestigio internazionale del professor Renzulli nonché della gravità delle affermazioni mosse dallo stesso – qualora le stesse affermazioni dovessero risultare fondate –, chiedo alla Vicepresidente quali iniziative siano state assunte per verificare la veridicità delle affermazioni del professor Renzulli e, qualora dovessero verificarsi fondate, quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere per tutelare i diritti dello stesso professore ed eventualmente sanzionare potenziali omissioni o abusi commessi da chi abbia responsabilità dirette o indirette in questa vicenda. Grazie.

PRESIDENTE

La parola alla dottoressa Stasi.

STASI Antonella, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Talarico, abbiamo letto sulla stampa tutta la vicenda del professor Renzulli ma poi abbiamo anche interrogato il dipartimento. Si tratta, in effetti, di questioni inerenti l’azienda ospedaliera e, quindi, non di pertinenza della Giunta regionale, né dell’ufficio del commissario.

Non possiamo entrare, quindi, nel merito di vicende direttamente e prettamente inerenti all’Azienda ospedaliera e all’Università. Non c’è una risposta da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Talarico. Ne ha facoltà.

TALARICO Domenico (IDV)

Mi dichiaro insoddisfatto perché, se è vero che dal punto di vista formale non c’è alcuna responsabilità da parte della Giunta regionale e del suo Presidente, sarebbe stato opportuno avviare una verifica di fronte alle accuse di casta, di lobby, di gestione clientelare e di potere che in qualche modo chiama in causa, anche se indirettamente, la Regione. L’azienda ospedaliera non è completamente astratta dalla Regione, dall’Ente Regione. Così come credo che l’Università abbia dei rapporti molto stabili e di lunga data con l’istituzione regionale.

Se dovessimo essere davvero di fronte alla lesione evidente dei diritti di un medico prestigioso, in ogni caso, non sarebbe un errore se la Regione si interrogasse, se queste accuse fossero più o meno vere. Politicamente la Regione sarebbe legittimata ad intervenire e, anzi, sarebbe davvero auspicabile che la Regione intervenisse per appurare la veridicità o meno delle gravissime accuse mosse dal professore Renzulli. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 366 del 31 maggio 2013, a firma del consigliere Scalzo, “Sulla riduzione dei posti presso le Scuole di specializzazione in medicina all’università di Catanzaro”

PRESIDENTE

Interrogazione a risposta immediata numero 366 del 31 maggio 2013, a firma del consigliere Scalzo, “Sulla riduzione dei posti presso le Scuole di specializzazione in medicina all’università di Catanzaro” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la facoltà di Medicina esistente da circa trenta anni presso l’università Magna Graecia di Catanzaro è l’unica in Calabria;

la stessa ha sempre recitato un ruolo centrale e di fondamentale importanza nella formazione della classe medica e paramedica nella regione;

il Decreto Min. 24 aprile 2013 numero 333, relativo alla definizione del numero di contratti di formazione assegnati alle Scuole di Specializzazione di area Medica dell’Ateneo calabrese, ha tagliato posti di Chirurgia generale, Anestesia, Igiene e Medicina preventiva, Malattie apparato cardiovascolare. Malattie apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa, Oftalmologia, Oncologia, Ortopedia traumatologia;

la pubblicazione del Bando di Concorso per l’ammissione alle Scuole di Specializzazione di area Medica per l’Anno Accademico 2012/2013 ha reso noto che il numero dei posti disponibili è stato ridotto di svariate unità e in alcuni casi da 3 a 2 posti con la conseguenza che per  tali scuole è prevista la federazione con altre università;

i tagli andranno ad incidere sulle scuole di specializzazione nella maniera che segue: un posto in meno in Anestesia che passa da 8 a 7, uno in meno in Chirurgia generale che passa da 5 a 4, uno in meno in Igiene che passa da 3 a 2, uno in meno in Malattie dell’Apparato respiratorio che passa da 3 a 2, uno in meno in Medicina fisica e riabilitativa che passa da 3 a 2, uno in meno in Oftalmologia che passa da 3 a 2, uno in meno in Oncologia che passa da 3 a 2, uno in meno in Ortopedia che passa da 4 a 3;

tale operazione prettamente ragionieristica di riduzione dell’offerta formativa determinerà in alcuni casi, fin dal prossimo anno, l’accorpamento a scuole extra regionali con un tragico depauperamento strutturale e culturale per la facoltà di Medicina Calabrese e di conseguenza per l’intero territorio, e ancora gravi danni immateriali alla popolazione studentesca che vede ridotta l’offerta formativa;

tale decisione sta destando profonda amarezza sia a livello di popolazione studentesca, nell’ambito della docenza universitaria oltre che in tutta la popolazione calabrese, dettata dalla consapevolezza che le ripercussioni avranno effetti su tutto il tessuto sociale regionale;

negli ultimi tempi sono stati registrati, sia dal mondo accademico che dalla rappresentanza studentesca e dalla società civile, tantissimi appelli e interventi sulla stampa locale al fine di scongiurare tali pregiudizievoli tagli;

la rimodulazione comporta, pertanto, 11 contratti in meno per le scuole già federate, che passano da 48 a 37, e 9 contratti in meno per le scuole autonome, che passano da 61 a 52, per un taglio complessivo di 20 posti;

sintetizzando il numero dei posti di specializzazioni passano da 109 a 89;

ciò appare alquanto sproporzionato e contraddittorio soprattutto alla luce delle decisione ministeriale che assegna all’Umg, 240 posti, con un aumento delle iscrizioni pari a 80 unità;

da una parte il Ministero aumenta il numero delle iscrizioni e dall’altra riduce quello relativo alla scuole di specializzazione;

tale fatto potrebbe indurre tantissimi studenti a iscriversi presso le Facoltà di Medicina di altre regioni;

la Regione Calabria è l’unico Ente che può tutelare e salvaguardare nell’immediato la formazione specialistica, attraverso la concessione di specifiche borse di studio;

la concessione di ulteriori borse regionali metterebbe al sicuro le cinque Scuole attualmente a rischio. Il costo annuo a specializzando si aggirerebbe attorno ai 25.000.00 euro annui;

A fronte di una elevata richiesta di iscrizioni al corso di laurea di medicina e all’ovvio incremento dei neolaureati, ci ritroviamo oggi a dover rinunciare ad un importante forza lavoro che non farà altro che andare ad arricchire con il proprio sapere e le proprie forze, strutture extra-regionali;

la rilevante problematica potrebbe essere risolta con un intervento della Regione Calabria, che. a seguito di specifica norma di legge, potrebbe autorizzazione e stanziare le somme utili al finanziamento dei corsi specialistici per tutta la loro durata -:

quali iniziative ha già adottato o intende adottare la Regione Calabria presso il Ministero competente al fine di scongiurare i predetti tagli e per ripristinare l’autonomia territoriale delle Scuole di Specializzazione, considerato che la Calabria è l’unica regione italiana che ha subito un accorpamento extra-regionale;

se la Regione Calabria intende finanziare autonomamente, con proprie risorse, i corsi di specializzazione colpiti dai tagli ministeriali, con l’istituzione e il finanziamento per l’intero corso di studi di cinque nuove borse di studio regionali.”

Prego, consigliere Scalzo, ha facoltà di parlare.

(Interruzione)

Il collega Scalzo non c’è, pertanto l’interrogazione decade. E’ arrivato in Aula l’assessore Gentile. Andiamo avanti.

Interrogazione a risposta immediata numero 367 del 31 maggio 2013, a firma del consigliere Maiolo, “In ordine all’avviso pubblico per la selezione ed il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Nuovi Giovani Imprenditori”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 367 del 31 maggio 2013, a firma del consigliere Maiolo, “In ordine all’avviso pubblico per la selezione ed il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Nuovi Giovani Imprenditori” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

sul BURC numero 22 - parte III del 01 giugno 2012 è stato pubblicato l’avviso per la selezione ed il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Nuovi Giovani Imprenditori, in attuazione alla linea di intervento 7.1.4.3. “Promozione dell’imprenditoria giovanile” dell’Asse VII “Sistemi Produttivi” del POR Calabria FESR 2007-2013;

le Domande di partecipazione dovevano essere spedite entro il 60° giorno a partire dal 01 giugno 2012 esclusivamente a mezzo raccomandata, posta celere, o corriere espresso con relativi avvisi di ricevimento, con conseguente scadenza per la presentazione delle domande fissata per giorno 31 luglio 2012;

a distanza di un anno dalla pubblicazione dell’Avviso Pubblico, non si hanno ancora notizie in merito alle domande pervenute, ai progetti ammessi a finanziamento ed alle richieste escluse con conseguente motivazione -:

quali iniziative la Giunta regionale intende assumere per fare si che i tanti giovani, che hanno presentato domanda di finanziamento possano avere risposte celeri e concrete, non si sentano illusi per la mancanza di una politica seria di programmazione regionale che, nonostante ingenti risorse economiche provenienti dall’Unione Europea, non ha creato le basi per uno sviluppo territoriale con la conseguente creazione di poli scientifici e ricerca tecnologica che avrebbero portato all’insediamento di centinaia di nuove imprese.”

Prego, consigliere Maiolo.

MAIOLO Mario (PD)

Presidente, l’interrogazione è riferita a questo avviso pubblico che è stato pubblicato sul BURC del 1 giugno 2012 e prevedeva la selezione di nuove iniziative imprenditoriali promosse da “Nuovi Giovani Imprenditori”, in attuazione alla linea di intervento 7.1.4.3. che riguarda la “Promozione dell’imprenditoria giovanile” dell’Asse VII “Sistemi Produttivi” del POR.

Le domande di partecipazione dovevano essere spedite entro il 60° giorno a partire dal 1° giugno 2012, esclusivamente a mezzo raccomandata ed il termine di presentazione delle domande era fissato per il 31 luglio 2012.

Considerato che a distanza di un anno dalla pubblicazione dell’avviso pubblico non si hanno ancora notizie in merito alle domande pervenute, ai progetti ammessi a finanziamento ed alle richieste escluse con conseguente motivazione, chiediamo di sapere dal Presidente della Giunta regionale, dall’assessore Arena, quali siano state le iniziative assunte e qual è il punto dell’adempimento relativo a questo avviso pubblico, considerando che sono giovani che hanno la speranza, ovviamente, di mettere in piedi qualcosa di positivo.

PRESIDENTE

Prego, assessore Arena.

ARENA Demetrio, assessore alle attività produttive

Intanto, una premessa: l’attività del dipartimento in questo momento è indirizzata a rendere disponibili le ingenti risorse che il governo regionale ha messo in campo per le imprese. Si tratta di risorse europee in cui le procedure sono abbastanza lunghe e complesse. In questo momento riteniamo che l’emergenza tempo imponga di concentrarci prevalentemente per portare avanti e rendere disponibili queste risorse che il sistema delle imprese aspetta in un momento di grande difficoltà.

Per quanto riguarda il progetto sui “Giovani Imprenditori”, come ha poc’anzi detto, si tratta di una linea di intervento del Por Fesr 2007-2013, intervento 7.1.4.3 trattante, appunto “Pacchetti integrati per il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Giovani Imprenditori”. Con decreto del direttore generale del dipartimento attività produttive in data 29 maggio 2012 è stato pubblicato il bando nell’ambito dei Pia – Pacchetti integrati di agevolazione – per la selezione dei finanziamenti delle nuove iniziative produttive. Alla scadenza del bando, che era stata fissata al 31 luglio 2012,– adesso le fornisco un po’ di informazioni così avrà modo di poter acquisire conoscenza su quello che è stato l’iter – sono pervenute 803 richieste di finanziamento. I progetti sono stati poi trasferiti al gestore Fincalabra che ha curato l’esame per il riscontro dei requisiti soggettivi e oggettivi richiesti per poter essere ammessi a valutazione.

Il lavoro di Fincalabra si è concluso il 31 maggio 2013 ed è stato messo, quindi, a disposizione di una Commissione che era prevista dal bando e per la quale contemporaneamente il dipartimento aveva iniziato le procedure di selezione; procedure di selezione che sono state effettuate utilizzando l’Albo Mise e sono stati estratti a sorte i tre componenti della Commissione. Sulla scelta delle materie è stata effettuata una pre-analisi sui settori che maggiormente hanno riguardato le richieste di finanziamento. I settori sono quelli dell’informatica, della economia e della impiantistica.

Successivamente, con nota del 28 marzo 2013 il dipartimento attività produttive ha inoltrato richiesta al dipartimento programmazione per l’assunzione dell’impegno di spesa relativo alla istituzione della Commissione. L’impegno di spesa è risultato assunto in data 19 giugno 2013, quindi qualche giorno fa. A tale atto ha fatto immediatamente seguito il decreto di nomina dei tre esperti che sono stati già contattati e che rispondono a nome del professor Vittorio Bello, del professor Andrea Michele Scarpinati e del professor Pierluigi Ritrovato. Entro questa settimana provvederemo a convocare la Commissione. Chiederemo loro, entro qualche giorno, di prendere visione delle procedure e del lavoro preliminare svolto fin qui e di stilare un cronoprogramma che possa definire meglio la situazione e offrire risposte precise ai tanti giovani che hanno presentato dei progetti che -da quanto mi risulta- sono abbastanza interessanti, oltre che aderenti a quella che è la situazione economica della nostra regione, per poter dare una risposta precisa alle speranze dei giovani calabresi che aspettano con trepidazione la definizione di queste procedure.

PRESIDENTE

Prego, collega Maiolo, a lei la parola per la replica.

MAIOLO Mario (PD)

Ringrazio l’assessore per la puntuale risposta. Mi auguro che la parte successiva della procedura sia un po’ più rapida perché i ritardi della spesa comunitaria sono alla fine questi: sono i ritardi delle procedure.

Se un bando da un certo punto di vista abbastanza semplice impiega un anno per arrivare poi ad essere valutato -perché sono stati solo riscontrati i requisiti a presentare il progetto ma la valutazione del progetto non è stata ancora compiuta-, da quanto dice l’assessore, c’è probabilmente un’altra fase istruttoria di altri 5/6 mesi. Il che significa che queste iniziative non solo scoraggiano i giovani ma forse rendono anche obsolete alcune previsioni e, fra l’altro, probabilmente non riusciranno nemmeno ad essere rendicontate nei termini.

Interrogazione a risposta immediata numero 368 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine all’avviso pubblico per la concessione di contributi per il finanziamento di assegni di ricerca con percorso obbligatorio all’estero”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 368 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine all’avviso pubblico per la concessione di contributi per il finanziamento di assegni di ricerca con percorso obbligatorio all’estero” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

sul BUR Calabria numero 36 Parte Terza del 07 Settembre 2012, è stato pubblicato l’avviso per la concessione di contributi per il finanziamento di Assegni di Ricerca con percorso obbligatorio all’estero - (Por Calabria FSB 2007-2013 Asse IV - Capitale Umano/Obiettivo Operativo M2 “Sostenere la realizzazione di percorsi individuali di alta formazione per giovani laureati e ricercatori presso organismi di riconosciuto prestigio nazionale e internazionale” - Piano regionale per le risorse umane/Piano d’azione 2011-2013);

l’articolo 5 del Bando per la realizzazione del progetto stabilisce l’erogazione di un assegno per 18 mesi;

l’articolo 8 del bando recita “I progetti dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2014 e comunque non oltre il termine massimo previsto per l’ammissibilità delle spese del POR Calabria FSE 2007/2013”;

le scadenze stabilite sull’avviso pubblico impongono, come data ultima, per potere realizzare i progetti in 18 mesi ed entro la data del 31 dicembre 2014, quella del 30 giugno 2013;

ad oggi non si hanno ancora notizie in merito alla valutazione dei progetti con conseguente predisposizione delle graduatorie dei programmi d’intervento ammissibili e non ammissibili a finanziamento -:

quali iniziative la Giunta regionale intende assumere, a distanza di sette mesi dalla chiusura del bando, per dare risposte ai tanti giovani laureati e ricercatori della nostra Calabria nei termini di scadenza previsti dall’Avviso Pubblico specificati in premessa.”

Prego, collega Maiolo.

MAIOLO Mario (PD)

Presidente, questo è un avviso pubblico pubblicato a settembre 2012, che riguardava il finanziamento di assegni di ricerca con un percorso obbligatorio all’estero e previsto dal POR, volto a sostenere i percorsi individuali di giovani laureati per la formazione presso organismi di ricerca riconosciuti per prestigio nazionale e internazionale.

Il bando prevedeva che il progetto avesse un’erogazione dell’assegno per 18 mesi e che questa attività andrebbe conclusa entro il 31 dicembre 2014 e comunque non oltre il termine della rendicontazione del POR.

Le scadenze stabilite sull’avviso pubblico, quindi, impongono come data ultima, per potere realizzare i progetti in 18 mesi – quindi che si concludano entro il 31 dicembre 2014 - quella del 30 giugno 2013. Praticamente, sabato prossimo i giovani laureati dovrebbero essere già all’estero per poter usufruire di questa borsa di ricerca ed avere la possibilità non solo di assolvere al loro obbligo nei confronti del bando ma anche e soprattutto alla loro prospettiva di ulteriore formazione.

Mi pare che ad oggi non ci sia la graduatoria dei beneficiari e vorrei sapere dalla Giunta qual è lo stato di avanzamento delle procedure di assegnazione delle borse di ricerca per i giovani laureati.

PRESIDENTE

L’assessore competente per materia è il dottore Caligiuri che non è presente, pertanto viene rinviata alla prossima seduta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.

MAIOLO Mario (PD)

Mi dispiace di averla illustrata inutilmente. Però, Presidente, colgo l’occasione per dire che ho preso alcuni bandi rivolti ai giovani – ne approfitto perché c’è il Presidente della Giunta regionale – e devo far rilevare, come si vede facilmente da queste interrogazioni, che gli stessi non vengono presi nella giusta considerazione dalla Giunta regionale ed i ritardi sono evidenti.

Interrogazione a risposta immediata numero 369 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere De Masi “Sugli interventi connessi all’erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali”

PRESIDENTE

Passiamo alla interrogazione a risposta immediata numero 369 del 31 maggio 2013 a firma del consigliere De Masi “Sugli interventi connessi all’erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 08 aprile 2013, si è tenuta la riunione congiunta del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza;

nelle conclusioni, Tavolo e Comitato, sulla base dell’istruttoria condotta denunciano il gravissimo ritardo riguardo agli interventi connessi all’erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza. Al riguardo, al fine di evitare che si creino i presupposti di cui all’art. 2, comma 84, della legge numero 191 del 2009, invitano il Commissario ad attuare tempestivamente ogni utile azione necessaria per garantire l’erogazione dei LEA in maniera uniforme sul territorio regionale -:

se corrisponde al vero quanto denunciato da Tavolo e Comitato, riguardo al gravissimo ritardo degli interventi connessi all’erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza;

come intende procedere per garantire l’erogazione dei Lea in maniera uniforme sul territorio regionale”.

Risponde la Vicepresidente Stasi. Intanto è arrivato l’assessore Gentile, successivamente daremo a lui la parola in merito alla risposta dell’interrogazione 361, a firma del consigliere Ciconte.

Prego, consigliere De Masi, ne ha facoltà.

DE MASI Emilio (IDV)

In data 8 aprile scorso, si è tenuta – com’è noto – la riunione congiunta del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza. Le conclusioni di questo incontro rileverebbero un notevole ritardo circa gli interventi funzionali all’erogazione delle prestazioni comprese nei cosiddetti livelli essenziali di assistenza. In tal senso, infatti, il Commissario ad acta viene invitato all’attuazione tempestiva di ogni azione che possa rivelarsi utile alla garanzia dei Lea in maniera uniforme su tutto il territorio della regione.

Dunque, l’interrogazione si propone semplicemente di conoscere se corrisponde al vero quanto denunciato da Tavolo e Comitato riguardo a questo presunto ritardo nell’erogazione dei servizi che assicurano i livelli essenziali di assistenza e, in caso affermativo, come si intende procedere per garantire la risoluzione di questa problematica che, se vera, indubbiamente è di una qualche gravità.

PRESIDENTE

Risponde la dottoressa Stasi.

STASI Antonella, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, consigliere De Masi, in effetti la sua interrogazione ci dà l’occasione per puntualizzare quello che riguarda la questione dei Lea la cui valutazione viene fatta all’interno di un questionario ben preciso con una griglia di valutazioni, quindi numerica e assolutamente inconfutabile.

Il questionario dei Lea è una valutazione oggettiva che prende in esame una serie di punti, quindi una vera e propria griglia di numeri e di valori, tramite 21 punti che vengono identificati in quattro aree: la prevenzione, aree distrettuali dove dentro ci sono gli anziani, i malati terminali e la farmaceutica specialistica ambulatoriale, salute mentale, poi c’è l’area ospedaliera e l’area emergenza.

Confrontando le varie griglie, nel triennio 2009-2011, perché la valutazione viene fatta per trienni, con sorpresa, ma soprattutto perché effettivamente c’è stata la verifica di un lavoro puntuale che è stato fatto in questi anni, abbiamo avuto una valutazione di 88 punti nel 2009, di 99 punti nel 2010, di 128 punti nel 2011, quindi un miglioramento della valutazione della Regione Calabria sui Lea che, è sicuramente, evidente, puntuale e certificata proprio dal questionario ministeriale.

Per quanto riguarda gli elementi che hanno determinato questo miglioramento da 88 punti del 2009 ai 128 punti del 2011, ci troviamo, primo fra tutti, il decremento dell’ospedalizzazione totale, quindi considerato assolutamente un punteggio a favore, consistente proprio nella riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza che in Calabria sono diminuiti notevolmente; il valore della degenza media operatoria, che sappiamo bene essere ogni anno in decremento, sul versante dell’assistenza farmaceutica la Regione Calabria ha sicuramente evidenziato un notevole miglioramento.

Ovviamente, questo significa che la Calabria è in miglioramento, ma non è arrivata al top, quindi saranno presi in considerazione altri valori, soprattutto per quanto riguarda elementi ancora di criticità presenti nel territorio regionale, li conosciamo bene, ad esempio alcuni aspetti che riguardano la territorialità: vedi il discorso degli hospices oppure le residenze per anziani, per cui bisogna fare ancora molta strada ma, comunque, i punteggi non sono così negativi, ma più o meno prossimi alla valutazione che ci consentirà, in qualche modo, di aumentare per il 2012.

Quindi, probabilmente, riusciremo a superare, soprattutto per il 2012, il target dei 130 punti complessivi che ci potrebbero assegnare la dicitura di adempienza ai Lea in forma piena. Oggi siamo a 128, mancano solo 2 punti, quindi decisamente prossimi a quella che è l’adempienza dei Lea. Ovviamente, il massimo è 160 e pensiamo di arrivarci sicuramente da qui a due anni,

PRESIDENTE

La parola al consigliere De Masi per il diritto di replica.

DE MASI Emilio (IDV)

Devo apprezzare lo sforzo di onestà che la Vicepresidente ha compiuto nel fornire una risposta che, sostanzialmente, conferma, pur sottolineando un qualche sviluppo in termini di espansione dei Lea, la persistenza di ritardi e, in particolare, apprezzo, con piacere, la sua sottolineatura circa la disomogeneità territoriale, perché il fatto davvero grave, se non drammatico, consiste esattamente in differenze che tra un segmento e l’altro del territorio calabrese si registrano circa un sistema che garantisce salute e che, quindi, evoca il rispetto di un diritto fondamentale della società.

Naturalmente, mi rendo conto che, in questo caso, si sta adoperando, soprattutto la parte del commissario ad acta in una dimensione di estrema difficoltà. Prendo ottimisticamente per buone le rassicurazioni della Vicepresidente, che si intensifichino gli sforzi, affinché alcune differenze, soprattutto territoriali, non descrivano la Calabria come un territorio ricco di tante povertà e di tante necessità, persino di paradossalità, che sarebbero insopportabili.

Quindi sono parzialmente soddisfatto.

Interrogazione a risposta immediata numero 361 del 21 maggio 2013, a firma dei consiglieri Guccione, Scalzo, Ciconte, De Gaetano, “Sulla ricostruzione del ponte sul fiume Savuto crollato a causa della piena del fiume verificatasi nella notte tra l’11 ed il 12 dicembre 2008”

PRESIDENTE

Recuperiamo l’interrogazione numero 361 a firma dei consiglieri Guccione, De Gaetano, Scalzo, Ciconte: “Sulla ricostruzione del ponte sul fiume Savuto, crollato a causa della piena, verificatosi nella notte dell’11 e 12 dicembre 2008”.

Risponde l’assessore Pino Gentile.

(Interruzione)

L’interrogazione è stata già illustrata in sua assenza, adesso dovrebbe rispondere all’interrogante.

GENTILE Giuseppe, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Il problema del ponte sul Savuto, che confina tra la provincia di Cosenza e quella di Catanzaro, ci è stato sollecitato da alcuni sindaci e, in modo particolare, anche dal Presidente della Provincia di Catanzaro.

Effettivamente, questo ponte poteva servire una zona prevalentemente agricola e che aveva una sua funzione; da quando non c’è più, tutto il traffico si riverbera sulla statale, per cui diventa veramente difficile, a volte, percorrere quei chilometri di strada.

Allora ci siamo preoccupati di verificare, con il Piano per il Sud, di trovare dei finanziamenti – si tratta di 3 milioni e mezzo di euro, perché a tutto questo ammonta l’opera – e credo che, da qui a qualche giorno, se tutto va bene, ne daremo notizia ufficiale.

Ad oggi non lo posso ancora garantire, perché sarebbe sbagliato, ma lo faremo appena ci sarà l’ufficialità da parte del Ministero sul Piano per il Sud; si tratta di un’opera che sia io, sia il presidente Scopelliti nonché la struttura vogliamo fare. Diciamo che, ad oggi, siamo impegnati al 50 per cento, ma saremo felici e contenti di dare la notizia ufficiale nei prossimi giorni.

PRESIDENTE

Consigliere Ciconte, se vuole utilizzare il tempo a sua disposizione per la replica, ne ha facoltà.

CICONTE Vincenzo Antonio (PD)

Ci riteniamo soddisfatti della risposta e mi auguro che quanto riferito dall’assessore Gentile vada in porto, quindi che quest’opera sia risanata al più presto, in maniera da ridurre le difficoltà di quel territorio.

Interrogazione a risposta immediata numero 363/9^ del 27 maggio 2013 di iniziativa del consigliere Guccione, recante: “Sul mancato utilizzo dei fondi ex Gescal destinati alla Calabria

PRESIDENTE

Recuperiamo anche l’interrogazione a risposta immediata numero 363/9^ del 27 maggio 2013, a firma del consigliere Guccione, di cui è destinatario l’assessore Gentile: “Sul mancato utilizzo dei fondi ex Gescal destinati alla Calabria”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

sono circa un miliardo di euro le risorse degli ex fondi Gescal assegnati alle regioni per l’edilizia sovvenzionata, ma ancora non spesi. Ciò é quanto emerge dai dati comunicati dalla Cassa Depositi e Prestiti alla data del 1 gennaio 2013. In un quadro di complessiva inefficienza ci sono regioni migliori di altre, regioni che hanno speso più di quello che potevano spendere in base alla giacenza di cassa.

Per le regioni in ritardo come la Calabria che, alla data del 31 marzo 2013 sul conto corrente numero 20128 della Cassa Depositi e Prestiti, ha una giacenza di oltre 134 milioni, il rischio è che quelle più virtuose possano spendere anche attingendo dalla cassa di altre regioni più lente nella spesa. I numeri che la Cassa Depositi e Prestiti ci prospetta, e cioè oltre un miliardo di euro ancora non spesi da parte delle regioni, stanno a significare che è mancata una programmazione efficace per l’utilizzo dei fondi per l’edilizia sovvenzionata -:

quali iniziative si intendono adottare per impedire che le risorse destinate alla Calabria dei fondi ex Gescal per l’edilizia sovvenzionata possano essere revocate o utilizzate da altre regioni più virtuose e a tal fine non sia necessario rilanciare un piano di edilizia sociale ristrutturando e riutilizzando il patrimonio pubblico esistente e i centri storici e prevedere un utilizzo delle aree dismesse o degradate per insediamenti abitativi finalizzati all’offerta locativa a canoni accessibili, sperimentando servizi a sostegno sociosanitario per anziani, per l’infanzia e l’adolescenza”.

Prego, consigliere Guccione.

GUCCIONE Carlo (PD)

Si tratta di un’interrogazione riguardo ai fondi ex Gescal, assegnati alle Regioni per l’edilizia sovvenzionata. Sono circa 1 miliardo di euro quelli che ancora non risultano spesi e ciò emerge dai dati comunicati dalla Cassa depositi e prestiti alla data del 1° gennaio 2013. In un quadro di complessiva inefficienza, ci sono Regioni migliori delle altre e Regioni che hanno speso più di quello che potevano spendere, in base alla giacenza di cassa.

Per le Regioni in ritardo, come la Calabria, alla data del 31 marzo 2013 sul conto corrente numero 20128 della Cassa depositi e prestiti la giacenza è di oltre 134 milioni di euro.

Il rischio è duplice: quello che le Regioni più virtuose possano spendere anche attingendo dalla cassa di altre Regioni più lente nella spesa e il rischio della revoca da parte del Ministero competente, perché lo Stato nazionale sta rastrellando tutte le risorse che le Regioni non hanno speso per investirle nel Piano per quanto riguarda l’occupazione e il lavoro.

Chiedo all’assessore quali siano le iniziative che l’assessorato, la Giunta ha messo in atto per evitare che le risorse destinate a un settore importante e nevralgico, quello dell’edilizia sovvenzionata nella nostra regione, non vengano sottratte da parte del Ministero.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gentile.

GENTILE Giuseppe, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Si tratta di – ha detto bene lei – 134 milioni di euro giacenti negli uffici della Regione da una ventina di anni che abbiamo recuperato facendo un piano cui metterli a disposizione.

Naturalmente, una parte è stata già impegnata mentre per un’altra parte sono in corso le operazioni burocratiche necessarie. Una parte di questi fondi va sulla legge 36 e un’altra sulle Aterp, che hanno problemi seri e importantissimi; su un’altra parte ancora, si stanno facendo degli studi, proprio per aiutare le Aterp ad uscire da questa situazione di crisi generale; una parte è per l’edilizia sperimentale, ed è quella che riguarda i nuovi piani dell’energia e la modernità nel costruire per cui è stata fatta anche una legge in Consiglio regionale.

Quindi non c’è pericolo che i soldi siano revocati, perché sono quasi tutti impegnati. Sono in corso di impegno le ultime cifre, perché hanno necessità di essere impegnati man mano che si fanno i decreti e man mano che vanno avanti gli atti deliberativi che abbiamo già prodotto e che abbiamo approvato in illo tempore.

Per cui sono convinto e tranquillo che queste somme saranno utilizzate tutte, fino all’ultimo centesimo. Lo stiamo facendo perché la Regione, in questo periodo di grande crisi, ha trovato come unica valvola di sfogo, proprio quella della legge 36, e sono fondi di questo tipo che hanno dato ossigeno alle imprese, ai Comuni, alle cooperative e, in qualche modo, aiutano l’economia in questo particolare momento. Mentre nelle altre Regioni si piange, in questo settore, quantomeno, abbiamo sorriso, perché in qualche modo questa Regione sta rispondendo alle esigenze della gente, per quello che si può, limitata ad una parte, a un segmento del settore dei lavori pubblici e della casa.

PRESIDENTE

Consigliere Guccione, ha facoltà di intervenire.

GUCCIONE Carlo (PD)

Sono d’accordo con l’assessore visto che si parla di fondi che sono giacenti da diversi anni nella Cassa depositi e prestiti riguardo l’edilizia sovvenzionata.

Volevo ricordare a me stesso e all’Aula che 134 milioni di euro di edilizia sovvenzionata possono mobilitare circa 1 miliardo di euro di fondi privati per complessive costruzioni di circa 4.500 alloggi. Sono dati che si trovano in tutte i manuali di Confindustria, dell’Ance.

Penso che questo sia un settore fondamentale per rilanciare l’occupazione nella nostra regione.

C’è una crisi profonda e credo che se ne esca solo attraverso l’attivazione di fondi pubblici che possono creare lavoro ed occupazione. Questo è un aspetto importante e mi rassicurano le parole dell’assessore, del fatto che per una parte sono stati già impegnati, per l’altra stanno andando avanti le procedure di impegno. Mi auguro che, da questo punto di vista, potremo avere, nei prossimi giorni, la certezza dell’impegno totale dei 134 milioni di euro, per evitare revoche o sottrazioni da parte dello Stato.

Interrogazione a risposta immediata numero 359 del 15 maggio 2013, a firma del consigliere Giordano, “Sull’utilizzo dell’avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio regionale ai sensi della l.r. 36/2012” – ripresa della discussione

PRESIDENTE

Interrogazione successiva – seguiamo l’ordine cronologico – c’è quella del consigliere Giordano, numero 359/9^. Consigliere Giordano, prego, ha facoltà di illustrarla.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, l’assessore Mancini chiedeva di rinviarla per avere maggiori dettagli tecnici. Io non ho problemi.

Ma voglio raccomandarle, però, che l’interrogazione sia iscritta all’ordine del giorno della seduta del 28, considerato che si parlerà di questioni di bilancio, sia per una coerenza di materia sia per dare efficacia agli atti di sindacato ispettivo che facciamo, e che non venga, invece, poi, trovato il modo per non fare le interrogazioni il 28.

PRESIDENTE

L’interrogazione è rinviata.

Nella seduta del 28 saranno inserite anche le interrogazioni.

Interrogazione numero 370/9^ del 31 maggio 2013 di iniziativa dei consiglieri Bova e Tripodi: “Sulla riduzione dei posti del reparto di Medicina Interna dell’Ospedale di Santa Maria degli Ungheresi di Polistena”.

PRESIDENTE

Interrogazione numero 370/9^ a firma dei consiglieri Bova e Tripodi: “Sulla riduzione dei posti del reparto di Medicina Interna dell’Ospedale di Santa Maria degli Ungheresi di Polistena”.

Chi la illustra? Non sono presenti i due consiglieri regionali, quindi l’interrogazione decade.

Interrogazione successiva.

(Interruzione)

Mi fa cenno il segretario che è scaduta l’ora relativa alle interrogazioni, quindi passiamo al successivo punto all’ordine del giorno.

(Interruzione del consigliere Naccari Carlizzi)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Dicevo che, essendo stato tanto sensibile da far superare l’ora per queste interrogazioni, che peraltro sono molte ed è anche un dibattito – come ha detto giustamente lei – a beneficio di tutta l’Aula, molto istruttivo, ho notato che la Vicepresidente le ha comunicato che si è superata l’ora di tempo. Ora valuti lei.

(Interruzione della Vicepresidente della Giunta)

Questa è una battuta! Tenga presente che, siccome venerdì esamineremo l’assestamento di bilancio, quindi vi sarà una discussione piuttosto impegnativa, dovrebbe valutare se prorogare di un quarto d’ora, venti minuti, per farne qualcun’altra. Poi, ci mancherebbe, non è un problema, si tratta solo di affrontare le singole questioni.

PRESIDENTE

Se la Giunta è d’accordo, possiamo – mi dice la Vicepresidente Stasi – proseguire con qualche altra interrogazione. Non ho niente in contrario, se volete, possiamo continuare.

STASI Antonella, Vicepresidente della Giunta regionale

Possiamo fare almeno la numero 370/9^, visto che per quella successiva non c’è l’assessore Trematerra.

PRESIDENTE

Va bene. L’interrogazione a risposta immediata numero 370 del 31 maggio 2013 a firma dei consiglieri Bova, Tripodi, che sono assenti, decade.

Interrogazione numero 371 a firma del consigliere Franchino. Mi diceva il consigliere Franchino che avrebbe concordato il rinvio, però gli faccio presente che il rinvio prevede, qualora si volesse ripresentare l’interrogazione, di riproporla agli uffici competenti.

Interrogazione a risposta immediata numero 373 del 31 maggio 2013 a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi, De Gaetano e Guccione, recante: “UU.OO. Cardiologia Interventistica – Cardiochirurgia Azienda Ospedaliera Reggio Calabria”

PRESIDENTE

Si passa all’ interrogazione a risposta immediata numero 373 del 31 maggio 2013 a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi, De Gaetano e GuccioneUU.OO. Cardiologia Interventistica – Cardiochirurgia Azienda Ospedaliera Reggio Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere – premesso che:

con legge regionale numero 13 del 17 agosto 2005 (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2005), su proposta di emendamento dei consiglieri regionali Demetrio Naccari Carlizzi, Antonino De Gaetano e Antonio Borrello è stata istituita l’UU.OO di Cardiologia Interventistica- Cardiochirurgia presso l’Azienda Ospedaliera B. M.M. di Reggio Calabria;

con successivo atto è stata autorizzata la costituzione di un “Centro Cuore” per la cura di tutte le patologie cardiovascolari (cardiochirurgia, Cardiologia clinica, Cardiologia interventistica, Cardioanestesia);

la struttura è stata costruita, completata e consegnata da cinque mesi per un costo di 13 milioni di euro;

l’A.O. di Reggio Calabria ha cofinanziato l’opera con un contratto di leasing per le attrezzature;

il finanziamento è diventato operativo nel 2008, utilizzando risorse nell’ambito dell’articolo 20 per l’edilizia sanitaria;

la stessa è composta da due sale operatorie che costituiscono il blocco operatorio, 10 posti letto di terapia intensiva e 10 posti di blocco di degenza e si sviluppa su una superficie di circa 3000 mq;

la struttura è dotata di strumentazioni di tecnologia biomedica tra le più avanzate;

l’A.O. sopporta un costo, strumentazioni comprese, di 100 mila euro di leasing al mese;

l’utenza ospedaliera cittadina e provinciale subisce, nel caso in cui sia necessario un intervento d’urgenza di cardiochirurgia, una grave limitazione del diritto alla salute, soprattutto nei casi in cui non sono sufficienti le tecniche dell’Emodinamica mettendo a rischio la vita dei cittadini sopportando il trasporto al presidio ospedaliero di Catanzaro;

la migrazione sanitaria dei reggini verso altre strutture extraregionali registra una spesa annua pari 20 milioni di euro;

da mesi la Calabria assiste ad uno stucchevole confronto tra gli organi di Ateneo di CZ e la Presidenza circa il trasferimento della cardiochirurgia o di parte di essa a Reggio Calabria arrivando ad ipotizzare una triplicazione delle strutture regionali su cui si rincorrono voci di una richiesta già inoltrata al Ministero -:

quali provvedimenti intende adottare il Presidente - Commissario ad acta per rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l’avvio e la fruizione dell’ UU.OO di Cardiochirurgia a Reggio Calabria;

se non intende più logico localizzare l’eventuale terza Cardiochirurgia a Cosenza;

quali atti intenda produrre per scongiurare quello che appare come un danno erariale tramite, il pagamento del rateo mensile, pari a 100 mila euro, del contratto di leasing;

quali controlli intende attivare per verificare e sanzionare, eventuali responsabilità”.

Prego, consigliere Naccari Carlizzi.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Grazie, Presidente, e grazie alla Vicepresidente per aver concordato questo ulteriore spazio per la discussione.

Com’è noto, con legge regionale del 2005 è stata prevista l’istituzione della cardiochirurgia presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Com’è altrettanto noto, attualmente, abbiamo due cardiochirurgie allocate entrambe presso strutture ospedaliere di Cosenza e, oramai, è patrimonio comune la conoscenza di una struttura, quella che è stata finanziata con l’articolo 20 per gli investimenti infrastrutturali, per la realizzazione di un centro avanzatissimo, un vero e proprio Centro cuore, presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, con l’obiettivo di curare, in un bacino molto più ampio di quello della nostra stessa regione, quindi rivolto a tutto il Mediterraneo, patologie cardiovascolari come interventi in cardiochirurgia, cardiologia clinica, cardiologia interventistica e cardio-anestesia.

La struttura ha utilizzato circa 18 milioni di investimenti e, probabilmente, è una delle strutture, sul piano delle attrezzature, più attuali e all’avanguardia a livello europeo.

Sappiamo anche che l’utenza ospedaliera della provincia di Reggio da una parte subisce la mobilità verso la provincia di Catanzaro e dall’altra, purtroppo, la mobilità verso altre regioni, quindi una mobilità passiva che rappresenta, chiaramente, un costo per l’amministrazione regionale.

Sappiamo anche che, alle volte, quando taluni interventi non sono rinviabili ovvero nei casi in cui, quindi, l’intervento di emodinamica non è sufficiente a dare una risposta al bisogno di salute del paziente, del cittadino, tale intervento rischia di essere tardivo con conseguenti risultati di cura drammatici e, in ogni caso, meno aderenti a quello che è l’obiettivo di cura ed i Lea che una struttura deve garantire.

A questo punto, non si capisce come mai l’ospedale di Reggio Calabria, autorizzato con legge regionale e che ha supportato anche una parte dei 18 milioni di euro di investimenti per realizzare questa struttura, non venga autorizzato ad aprire materialmente il reparto, un reparto che costa più di 100 mila euro al mese di leasing per le attrezzature previste.

D’altra parte, la richiesta - di cui siamo venuti a conoscenza attraverso la stampa - di avere autorizzate tre cardiochirurgie, è fortemente penalizzante per tutto il territorio. Per quale motivo? Perché se le tre cardiochirurgie – come sembra di capire – vengono autorizzate per mantenerne due nella città di Catanzaro ed aprire la terza nella città di Reggio, lasciando fuori la provincia di Cosenza, che è la provincia più popolosa e più ampia della Calabria, chiaramente è una dislocazione che non corrisponde ai bisogni organizzativi e, di conseguenza, di salute della sanità calabrese.

Quindi chiediamo, innanzitutto, una veloce apertura della Cardiochirurgia di Reggio e, nel caso di accoglimento di un’autorizzazione ministeriale, laddove ce ne fosse bisogno, per la terza Cardiochirurgia e che la provincia di Cosenza abbia questa struttura, perché per esigenze logiche, razionali ed organizzative di cura è logico localizzarla in quel territorio.

PRESIDENTE

Risponde la dottoressa Stati, Vicepresidente della Giunta regionale.

STASI Antonella, Vicepresidente della Giunta regionale

In questo momento il decreto 18 è alquanto vincolante – come ha detto lei, consigliere Naccari Carlizzi – la presenza di due sole Cardiochirurgie nella regione Calabria; però è anche vero che il Presidente Scopelliti è stato chiaro – come diceva lei – lo ha detto alla stampa, ma lo ha fatto direttamente presso i Ministeri competenti e, in più, ha dichiarato che proprio nel Piano operativo 2013-2015 verrà inserita in modo chiaro la presenza di una terza Cardiochirurgia in Calabria.

C’è da dire anche che in questo momento, presso il Ministero della Salute, in Conferenza delle Regioni, si è avviata la discussione sul nuovo Patto della Salute 2013-2015 e, proprio mercoledì, ci sarà il primo incontro, dove, tra l’altro, verranno fissati criteri molto stringenti per quanto riguarda la costituzione di nuovi reparti e la costituzione, soprattutto, di servizi e unità operative.

Per la Cardiochirurgia, il ministro Balduzzi aveva segnalato la necessità di avere un requisito di 600 mila/1 milione e 2 circa abitanti per una Cardiochirurgia. Se fa solo 600 mila, per averne quattro, significa avere 2 milioni e 4, quindi non rientreremmo, ma, sicuramente, tre cardiochirurgie in Calabria, con i requisiti previsti dal ministro Balduzzi, perché sicuramente verranno riportate all’interno del Patto per la salute, sarà possibile attuarle.

Sicuramente è intenzione del Presidente Scopelliti fare in modo che ci sia una Cardiochirurgia operativa, così come è stato già fatto in termini di investimenti per Reggio Calabria, quindi una Cardiochirurgia che potrà aprire immediatamente.

Ovviamente, in questo momento c’è anche un altro vincolo per le norme attuali e per come prevedono i decreti regionali, ed è quello della firma di un protocollo d’intesa che è già pronto, quindi un protocollo d’intesa tra Regione e Università, che da qui a non molto avrà sicuramente luce.

Quindi, ormai, l’apertura della Cardiochirurgia di Reggio Calabria sarà sicuramente attuativa.

PRESIDENTE

Consigliere Naccari Carlizzi, se vuole, può intervenire per la replica.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Innanzitutto, credo che, a questo punto, sia da attendere in maniera immediata quest’apertura, altrimenti il leasing delle apparecchiature si configura e si continua a configurare come un danno erariale e, poiché parliamo dei criteri di riferimento introdotti dal ministro Balduzzi, teniamo presente, ancora una volta, che se 600 mila è il limite minimo del range previsto, è evidente che Cosenza deve avere la sua Cardiochirurgia.

Allo stesso modo, oggi, abbiamo anche un intervento da parte del Presidente Dattola, della Camera di commercio di Reggio, che condivide questa valutazione, proprio perché la nostra non è una rivendicazione territoriale, noi facciamo un ragionamento regionale.

Tuttavia, in chiusura, mi consenta di dirle, Vicepresidente, che noi vorremmo avere notizia dei dati sul rischio clinico, perché prima, rispondendo all’interrogazione dei consigliere del gruppo di Italia dei Valori, ha messo in evidenza come ci sia un adempimento circa i Lea da parte della Regione Calabria, che è un adempimento crescente rispetto al programma triennale.

Ebbene, quella che lei ha citato non è la situazione quantitativa e qualitativa dell’assistenza in riferimento ai livelli essenziali di assistenza, ma è semplicemente il file, cioè il programma degli adempimenti dei Lea che fa riferimento alla presenza – faccio un esempio a caso – nelle Carte dei Servizi dei numeri di telefono di tutti i reparti.

L’adempimento e la garanzia dei Lea previsti nella Costituzione fanno riferimento alla quantità e alla qualità dei servizi sanitari prestati sul territorio e, di conseguenza, nulla ha a che vedere col file adempimenti Lea del tavolo Massicci.

In questo senso, spero che la distribuzione delle cardiochirurgie in Calabria possa avvenire su base omogenea, non sulla base della difficoltà di convincere l’Università circa il trasferimento o meno di una delle due cardiochirurgie a Reggio Calabria e gradirei che, magari successivamente, in un dibattito sulla sanità, si possa discutere anche di quelli che sono i Drg medici o chirurgici delle singole Cardiochirurgie calabresi, perché, probabilmente dall’analisi di questi dati, ci renderemmo conto dell’esatto impatto sulla salute dei calabresi delle strutture in atto esistenti.

PRESIDENTE

Questa era l’ultima interrogazione. Procediamo con i punti previsti all’ordine del giorno.

Proposta di legge numero 434/9^ di iniziativa del consigliere Magno, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, numero 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)”

PRESIDENTE

Il primo punto reca la proposta di legge numero 434/9^ di iniziativa del consigliere Magno: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, numero 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)”.

E’ relatore il consigliere Grillo che è assente. Relaziona il consigliere Magno, che ha facoltà di intervenire.

MAGNO Mario, relatore

Questa proposta di legge riguarda la possibilità di introdurre anche all’interno della nostra Regione il corso-concorso per l’assunzione dei dirigenti.

Inoltre, la proposta riassume in sé un’altra possibilità, quella riguardante la spesa del personale relativa alle strutture ausiliarie della Giunta, finanziata con i fondi comunitari e nazionali o privati. Questa parte dell’iniziale proposta di legge l’abbiamo esclusa, perché non c’era la possibilità di accedere ai fondi comunitari e all’interno della Commissione, attraverso un lavoro approfondito che si è fatto anche con l’apporto dell’opposizione all’interno di questo Consiglio, si è pervenuti a portare in Aula una proposta di legge che ripetesse di pari passo la Legge nazionale e quindi consentisse al Consiglio di poterla approvare.

L’altra cosa inserita in questa proposta di legge è il Comitato unico di garanzia che consente di sostituire il vecchio Comitato per le pari opportunità ed il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing. Quindi c’è la possibilità, attraverso questo Comitato, di rivedere anche tutto quello che riguarda le questioni relative alle pari opportunità, nel contesto di quella che è l’organizzazione del personale all’interno della Regione.

Ne chiedo, quindi, l’approvazione.

PRESIDENTE

La legge consta di due articoli; c’è, però, un emendamento sostitutivo di tutto l’articolato, presentato dallo stesso consigliere Magno.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Naccari Carlizzi, ne ha facoltà.

NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)

Innanzitutto, devo dire che apprezzo lo sforzo del consigliere Magno, che in sede di Commissione ha ritenuto di recepire alcune considerazioni che noi facevamo circa i criteri di accesso al corso-concorso, uniformandoli di più a quella che è la normativa nazionale del Decreto 165 del 2001. Il che, secondo noi, rappresenta una formula più completa e capace di contribuire a creare una dirigenza regionale che possiede diversi saperi e proviene anche da diverse esperienze professionali.

Nel merito, però, della legge noi non siamo contrari all’introduzione della formula del corso-concorso, abbiamo solo notato una certa – permettetemi il termine – frettolosità nell’individuare un adeguamento alla normativa nazionale che, per una Regione che ha una dotazione organica di 164 dirigenti, di cui 134 di ruolo, peraltro molti reclutati con un concorso recentissimo, addirittura alcuni reclutati da qualche mese, segnala una Regione che, in qualche maniera, ha già rinnovato profondamente la propria dotazione di dirigenti, molto aderente a quelli che sono i nuovi saperi, la cultura di riferimento del contesto in cui viviamo.

Di conseguenza, ci siamo posti il dubbio, cioè il differenziale, lo spread, per usare un termine molto in voga, fra i 134 di ruolo e i 164, l’amministrazione regionale come lo vuole coprire? Perché è logico immaginare che sia opportuno mantenere una sorta di differenziazione fra soggetti che sono di ruolo, altri che sono esterni ed altri che vengono utilizzati in posizioni di comando.

Certo, noi non siamo assolutamente dell’idea che bisogna fare l’utilizzo degli esterni che questa Giunta regionale sta facendo, secondo noi – l’abbiamo detto in più interrogazioni – assolutamente fuori squadra rispetto a quelli che sono i limiti consentiti dalla legge nazionale e dalla legislazione nel suo complesso.

Questo, in sostanza, era il dubbio, perché altrimenti parliamo di un semplice adeguamento, di una semplice integrazione della normativa vigente. Ai posteri, molto prossimi, l’ardua sentenza, cioè capire se questa è una norma che va solo a completare il quadro generale dei meccanismi di accesso alla dirigenza regionale oppure se su questo si vuole fare un’operazione diversa, cosa che giudicheremo al momento opportuno, valutando l’utilità ed anche la conformità alle norme circa il Patto di stabilità e la programmazione pluriennale sia della spesa sia del personale.

PRESIDENTE

Non ci sono altri iscritti a parlare, pertanto pongo in votazione la proposta del consigliere Magno con l’emendamento interamente sostitutivo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

E’ approvato con l’astensione del consigliere Guagliardi.

(Interruzione)

MAGNO Mario, relatore

Presidente, c’è un altro emendamento a firma del consigliere De Masi.

DE MASI Emilio (IDV)

C’è un emendamento nostro.

PRESIDENTE

L’emendamento sostitutivo integrerebbe anche il suo, lo assorbe, consigliere De Masi.

DE MASI Emilio (IDV)

Va bene, grazie.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 216/9^ d’Ufficio recante: “Proposta di legge numero 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: ‘Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia’. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, numero 13

PRESIDENTE

Il punto successivo all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 216/9^ d’Ufficio: “Proposta di legge numero 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: ‘Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia’. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, numero 13”.

E’ relatore il consigliere Bruni che ha facoltà di relazionare.

BRUNI Ottavio Gaetano, relatore

Il Comune di Zambrone e il Comune di Zaccanopoli hanno manifestato la precisa volontà di rideterminare i propri confini comunali attraverso la permuta di due aree, questo perché la frazione del Comune di Zaccanopoli, la cosiddetta frazione Cancino, dista circa 10 chilometri dal comune stesso di Zaccanopoli, ci sono 13 famiglie, per un totale di 49 abitanti, e sono proprio nel centro abitato del Comune di Zambrone, che fornisce anche l’erogazione di servizi.

PRESIDENTE

Pregherei i consiglieri, per consentire un corretto svolgimento dei lavori, di prendere posto e di permettere lo svolgimento dell’intervento al consigliere Bruni.

BRUNI Ottavio Gaetano, relatore

Dicevo, l’erogazione di servizi pubblici essenziali, quali acquedotto, smaltimento acqua, raccolta rifiuti, eccetera, quindi poiché tutto ciò può avvenire attraverso una legge regionale, la numero 13 del 1983, noi proponiamo al Consiglio regionale di deliberare un referendum consultivo per gli abitanti di Cancino del Comune di Zaccanopoli, demandando per l’incombenza al Presidente della Giunta regionale l’indizione del referendum.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, pertanto pongo in votazione il provvedimento.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 395/9^ di iniziativa del consigliere Magno, recante: “Modifica dell’art. 10 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale)”

PRESIDENTE

Provvedimento successivo all’ordine del giorno: proposta di legge numero 395/9^ di iniziativa del consigliere Magno, recante – “Modifica dell’art. 10 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale)”.

Relaziona il consigliere Grillo.

GRILLO Alfonsino (Scopelliti Presidente)

Presidente, relaziona il consigliere Magno.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Magno.

MAGNO Mario, relatore

Anche questo è un adeguamento legislativo al decreto numero 165 del 2001, considerata l’esigenza di poter adeguare la percentuale di nomina dei dirigenti esterni non appartenenti ai ruoli della Giunta. Con questa norma si pone il limite del 10 per cento rispetto al limite precedente che era dell’8 per cento, in quanto l’ultimo decreto Brunetta consente di poter arrivare a questo tipo di percentuale.

Quindi, chiedo l’approvazione del provvedimento.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, pertanto si passa all’esame dell’articolato. La legge consta di un solo articolo. All’articolo 1 è previsto un emendamento a firma del consigliere Giordano, protocollo numero 29219 di cui do lettura: “Al primo comma dell’art. 1 dopo le parole “possono essere conferiti in misura non superiore al 10% della dotazione organica dei dirigenti” sono aggiunte le seguenti parole: <appartenenti alla prima fascia e del 5 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia>“. Se lo vuole illustrare, ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

L’emendamento è stato presentato perché questa legge consta di un solo articolo, però rispetto alla Legge quadro nazionale, opportunamente anche indicata nella relazione che ha fatto il consigliere Magno, il 165, è espressamente previsto che, per quanto riguarda il caso specifico, c’è una distinzione tra dirigenti di seconda e di prima fascia. Nel caso di specie, è vero che il 10 per cento è il limite complessivo, ma è pur vero che il decreto numero 165 prevede entro il 5 per cento della dotazione organica per i dirigenti appartenenti alla seconda fascia.

Quindi questo emendamento va in sintonia, non dico a correggere, va a recepire esattamente e letteralmente la legge nazionale, che ritengo non possa essere dalla Regione Calabria derogata. Ecco lo spirito dell’emendamento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 29219.

GIORDANO Giuseppe (IDV)

Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

L’avrebbe dovuto chiedere prima, però lo mettiamo ai voti per appello nominale.

Prego, consigliere Sulla, proceda con la chiama.

SULLA Francesco, Segretario Questore

Fa la chiama.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 40; hanno risposto sì 14; hanno risposto no 26.

(E’ respinto)

(Hanno risposto sì i consiglieri: Amato, Bova, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giamborino, Giordano, Guagliardi, Guccione, Maiolo, Naccari Carlizzi, Sulla, Talarico D., Tripodi;

hanno risposto no i consiglieri: Albano, Bruni, Caputo, Chiappetta, Crinò, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Minasi, Morrone, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Serra, Talarico F., Tallini, Trematerra, Vilasi)

Non ci sono altri emendamenti alla proposta di legge, possiamo procedere alla votazione dell’articolo 1 che è l’unico articolo della legge.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nucera: “Sull’intitolazione della casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Nicolò: “Sull’intitolazione della casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone

PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno che verranno poi unificati, di cui do lettura. Il primo, a firma del consigliere Nucera “Sull’intitolazione della casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone, di cui do lettura:

“I consiglieri regionali della Calabria aderiscono all’iniziativa avviata da rappresentanze sindacali, operatori del settore giustizia sia amministrativi che di polizia penitenziaria, da moltitudini di cittadini e fortemente sostenuta da molti parlamentari calabresi e non per intitolare la casa di reclusione di Arghillà di Reggio di Calabria al dott. Paolo Maria Quattrone.

Un uomo che ha speso la Sua vita al servizio dello Stato e della Amministrazione Penitenziaria testimoniando nel corso della sua carriera professionale capacità manageriali e attaccamento alle istituzioni. Le sue doti umane, la sua sensibilità e la generosità che hanno caratterizzato il suo impegno nell’Amministrazione penitenziaria sono state apprezzate e riconosciute da tutti coloro che all’interno delle istituzioni e nella società hanno avuto la possibilità di collaborare con Lui.

Quattrone, deceduto all’età di 56 anni, reggino, era provveditore in Calabria da dieci anni. Alle spalle aveva una lunga esperienza nel settore dell’amministrazione penitenziaria. Era stato direttore di varie carceri e successivamente aveva diretto la scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte (Savona). Prima di svolgere lo stesso incarico in Calabria era stato provveditore regionale in Umbria. Un funzionario che ha risollevato le sorti delle carceri calabresi avviando un poderoso programma teso al recupero ed al reinserimento sociale dei detenuti, come ha ricordato il Capo del Dipartimento pro-tempore Franco Ionta in occasione del funerale “Sono qui per ricordare l’opera del provveditore Quattrone che ha speso sette anni della sua vita per migliorare le condizioni dei detenuti e per far lavorare meglio il personale di polizia penitenziaria in Calabria. Quando fu deciso il suo ritorno in Calabria, Quattrone non esitò a lasciare il suo incarico per affrontare invece una realtà molto più difficile sul piano personale, familiare e professionale”. In Calabria Quattrone ha realizzato numerose iniziative tra cui la struttura di custodia attenuata a Laureana di Borrello, nel reggino. Le realizzazioni che si devono a Quattrone - ha aggiunto Ionta - sono una ricchezza dell’amministrazione penitenziaria. Riuscire ad avere una detenzione migliore, e con possibilità di lavoro, significa offrire concrete occasioni alle persone per un giusto reinserimento nella società”. Ma l’eredità degli insegnamenti di Quattrone ha attecchito anche tra i familiari delle vittime di mafia come Deborah Cartisano di Libera che inserisce Quattrone tra le persone “che parlano anche quando non ci sono, attraverso i fatti. Nel Suo impegno si è scontrato anche con i poteri criminali e mafiosi, subendo in più occasioni attentati ed intimidazioni.

Uno degli impegni che Paolo Quattrone si era assunto e che aveva perseguito con ostinazione è stato quello della apertura del carcere di Arghillà.

Da Direttore della casa circondariale di Reggio Calabria si era impegnato per la localizzazione dell’area e per ottenere i primi finanziamenti. Ritornato in Calabria si era subito attivato per la ripresa e la conclusione dei lavori.

L’intitolazione a Lui della struttura, oltre al tributo per un servitore dello Stato calabrese che ha onorato il suo mandato istituzionale, è anche il riconoscimento al funzionario che più di tutti si adoperò per il carcere di Arghillà, con una azione continua di sollecitazione e di mediazione tra i vari Ministeri ed Uffici preposti per recuperare un progetto che porterà sicuramente sollievo alla situazione di sovraffollamento delle carceri calabresi e benefici ai detenuti ed alle loro famiglie. Un istituto dove avrebbe voluto realizzare importanti attività trattamentali e lavorative in grado di dare opportunità di riscatto a chi aveva violato la legge. Si invita, pertanto, il Presidente del Consiglio Regionale di comunicare al Ministero di Grazia e Giustizia e alle Autorità di Governo competenti la volontà espressa dal Consiglio Regionale della Calabria con l’approvazione di questo ordine del giorno.”

Il secondo, a firma del consigliere Nicolò, di cui do lettura:

“Premesso che

Paolo Maria Quattrone deceduto all’età di 56 anni era provveditore in Calabria da dieci anni ed aveva una lunga esperienza nell’Amministrazione penitenziaria prima a Savona e poi in Umbria;

durante il suo incarico in Calabria si è prodigato per risollevare le carceri calabresi avviando un corposo programma teso al recupero ed al reinserimento sociale dei detenuti nel tentativo di rendere concreto e non già astratto il principio costituzionale contenuto all’art. 27 comma III Cost. quando afferma che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” ; l’adesione a questa proposta di intitolazione della Casa di Reclusione Arghillà di R.C. a Paolo Maria Quattrone ha visto insieme note personalità dell’autorità religiosa e del mondo politico e della società civile (per citare solo alcuni tra i tanti: i Vescovi della Calabria come Mons. Mondello, Nunnari, Marciano, Morosini ,alcuni parlamentari Calabresi, rappresentanti del Sindacato della Polizia Penitenziaria, rappresentanti di Associazioni di Volontariato nonché esponenti del mondo del giornalismo);

considerato che

l’intitolazione della struttura a Paolo Maria Quattrone, oltre al tributo per un servitore dello Stato in Calabria che ha onorato il suo mandato istituzionale, è anche il riconoscimento al funzionario che più di tutti si adoperò per il carcere di Arghillà, con un’azione continua di sollecitazione e mediazione tra i vari Ministeri ed Uffici preposti per recuperare un progetto che porterà sicuramente sollievo alla situazione di sovraffollamento della carceri calabresi e benefici ai detenuti e alle loro famiglie. Un istituto, quello di Arghillà, dove lo stesso alto funzionario avrebbe voluto realizzare importanti attività di recupero sociale e lavorative in grado di dare opportunità di riscatto a chi aveva violato la legge.

il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale

ad assumere tutte le iniziative utili ed efficaci per l’adozione di ogni provvedimento, in aderenza con le premesse che costituiscono parte integrante del dispositivo, per la intitolazione della Casa di Reclusione Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone

Sono stati già illustrati, quindi possiamo porli in votazione, come unificati.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Guagliardi: “Sul completamento dei lavori Anas sulla Statale 18 in prossimità della rotatoria per raggiungere il Santuario di San Francesco di Paola

PRESIDENTE

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Guagliardi “Sul completamento dei lavori Anas sulla Statale 18 in prossimità della rotatoria per raggiungere il Santuario di San Francesco di Paola”, di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale

premesso che:

sono passati 1240 giorni dall’apertura del cantiere per la realizzazione del nuovo bivio al Km 316 della SS 18 “Tirreno inferiore” in corrispondenza dell’incrocio con la strada di ingresso principale per la città di Paola e l’inizio della strada che porta al celebre Santuario di San Francesco;

nel bando di gara, pubblicato dall’ANAS sulla Gazzetta Ufficiale del 3 aprile 2009, relativo alle opere per l’eliminazione dell’incrocio semaforizzato in corrispondenza del suddetto bivio, il termine di esecuzione dei lavori era previsto in 223 giorni a decorrere dal verbale di consegna;

il progetto di ammodernamento e razionalizzazione della viabilità del suddetto bivio è riconducibile addirittura alla redazione del piano di interventi extra Lazio per il Giubileo del 2000;

la strada statale 18 rappresenta una delle arterie stradali più importanti della Calabria, molto spesso utilizzata anche per deviare il traffico della A3 nei casi, non rari, di lavori, incidenti o altri impedimenti;

il procrastinarsi di suddetti lavori per oltre tre anni rende nei fatti disagevole la viabilità lungo l’intero territorio provinciale della litorale tirrenica, nonché eccessivamente pericoloso oltre che disagevole l’attraversamento dell’arteria anche per la città capoluogo, come dimostrano i frequenti sinistri e gli incidenti più o meno gravi che si stanno verificando;

i summenzionati lavori, oltre a rappresentare una difficoltà per gli utenti della strada, stanno creando innumerevoli disagi ai residenti della cittadina di Paola, addirittura comportano il quasi isolamento del quartiere “case popolari” a ridosso del bivio, a causa della costruzione di una rampa che lambisce l’ingresso e ne determina la chiusura;

il ritardo continuato della fine dei lavori compromette non poco l’immagine del Santuario di San Francesco di Paola che rappresenta una meta importante non solo per i fedeli, ma anche per l’intero movimento turistico che sceglie la Calabria tirrenica ed è costretto a servirsi unicamente della SS 18 negli spostamenti alla ricerca delle attrattive turistico-culturali;

tutto ciò premesso, il Consiglio regionale

Impegna la Giunta regionale a

intraprendere attraverso l’amministratore unico dell’Anas, dottor Ciucci, tutte le azioni possibili nei confronti dell’impresa appaltatrice affinché si acceleri la consegna dei suddetti lavori”.

E’ stato già illustrato, quindi lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo, Serra, Guccione, Chiappetta, De Masi: “Sulla proroga del Programma Stage

PRESIDENTE

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo, Serra, Guccione, Chiappetta, De Masi “Sulla proroga del Programma Stage”, di cui do lettura:

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

con legge numero 26 del 12 novembre 2004, pubblicata sul Burc numero 21 del 16 novembre 2004, la Regione Calabria promuoveva un percorso deccellenza finalizzato ad attrarre e trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che avessero conseguito la laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero la laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che avessero capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione;

nel corso degli anni detta legge ha dimostrato la sua efficacia, riuscendo a frenare la fuga dei cervelli attraverso un sistema integrato di incentivi finalizzato allo sviluppo di idee progetto nel campo della ricerca e dellinnovazione tecnologica, comportanti una ricaduta culturale, sociale ed economica altamente positiva per la società calabrese, prevedendo altresì la concessione di finanziamenti per favorire la specializzazione post-universitaria e le attività imprenditoriali;

essa è stata inizialmente finanziata con uno stanziamento annuo di 3 milioni di euro, poi confermato ed incrementato negli anni successivi;

stando ad alcune indiscrezioni, le stringenti ed oggettive difficoltà di carattere finanziario, acuite dal perdurare della diffusa crisi generale, porrebbero a rischio per il presente e lavvenire il rifinanziamento della legge in oggetto;

qualora questa eventualità dovesse tradursi in concretezza si giungerebbe al risultato di penalizzare fortemente i giovani calabresi e la Calabria stessa, che si vedrebbe privata di intelligenze e risorse invece necessarie per la sua crescita sociale, culturale ed economica;

impegna

il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale e dell’assessore regionale competente, a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna ad evitare il mancato rifinanziamento della legge numero 26 del 2004 ed a garantirne comunque, nelle more dell’approvazione degli strumenti contabili di programmazione, l’effettiva vigenza”.

Ha facoltà di illustrarlo, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (UDC)

L’ho illustrato già nella precedente seduta, ma intervengo semplicemente per prendere atto che oggi, da parte dell’assessore Salerno, c’è stata un’apertura nei confronti di questa problematica rispondendo a un’interrogazione del collega Mirabelli. Ritengo che l’approvazione di quest’ordine del giorno, di fatto, confermi una volontà unanime da parte del Consiglio regionale perché quest’ordine del giorno è stato sottoscritto dai rappresentanti di quasi tutti i gruppi politici, quindi vi è una volontà unanime del Consiglio regionale rispetto alla prosecuzione di un programma che ha valorizzato in termini di esperienza 300 fra i migliori laureati di questa regione.

L’appello al governo regionale è affinché possa individuare gli strumenti migliori per la prosecuzione di questo percorso e per non perdere le esperienze acquisite sul campo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (PD)

Ho ascoltato con molta attenzione le parole dell’assessore Salerno sull’interrogazione del consigliere Mirabelli. L’ordine del giorno pone una questione: come, nelle more in cui si provvede a realizzare un percorso finalizzato ad una loro utilizzazione, si reperiscono le risorse necessarie a prorogare i contratti, perché mi pare che in parte i contratti siano già scaduti o stiano per scadere. Mi suggerisce il collega Giamborino che sono scaduti il 30 maggio.

Dal 30 maggio, fino a quando non troviamo la soluzione, c’è bisogno che la Giunta, d’intesa con le opposizioni, trovi le risorse necessarie per garantire i mesi che ci separano dalla soluzione, giugno, luglio, agosto, settembre, quanti mesi ci vorranno. Noi dobbiamo trovare le risorse necessarie affinché ci sia la proroga e l’ordine del giorno va in questa direzione.

Mi auguro che la Giunta sia già in grado di fare una proposta nel momento in cui approveremo l’assestamento di bilancio, per garantire la prosecuzione di questi stagisti e lavorare comunemente a una soluzione che possa riportarli al ruolo per cui è nato questo programma di stage, qualificare la pubblica amministrazione calabrese.

Ovviamente, annunciamo il voto favorevole del gruppo del Pd.

PRESIDENTE

Quest’ordine del giorno è firmato sia dai gruppi di maggioranza sia da quelli di minoranza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo: “Sulla necessità di promuovere e sostenere la cultura della donazione degli organi

PRESIDENTE

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Gallo “Sulla necessità di promuovere e sostenere la cultura della donazione degli organi”, di cui do lettura:

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

la donazione degli organi è un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita, dal momento che donare vuol dire regalare nuova speranza a chi ha unaspettativa di vita molto bassa;

rilevante ed essenziale, ai fini della donazione, è la conoscenza delle leggi che disciplinano la materia e la formazione di una coscienza morale e civile improntata ai principi della solidarietà e della fratellanza;

la dichiarazione di volontà a donare organi e tessuti è attualmente regolamentata dallarticolo 23 della legge 1 aprile 1999, numero 91, dal Decreto ministeriale dell’8 aprile 2000, aggiornato con il Decreto ministeriale dell’11 aprile 2008;

in proposito, nel nostro Paese il principio del silenzio assenso, sebbene previsto dalla legge numero 91 del 1999, non ha mai trovato pratica e concreta attuazione;

secondo il Report 2011 del Centro Nazionale Trapianti, l’Italia, con 22 donatori per milione di persone, è terza tra i grandi paesi europei, dopo la Spagna e la Francia e avanti al Regno Unito e alla Germania: la media europea è di 16,9 donatori;

il trend di crescita è costante, visto che nel 2011, rispetto agli anni precedenti, sono aumentati sia il numero complessivo dei donatori sia quello degli organi donati;

ciononostante, soprattutto al Sud, resta ancora insufficiente il numero dei donatori e delle donazioni;

in particolare al Meridione ed in Calabria tale situazione risulta originata anche dalla mancata formazione di una coscienza informata, specie tra le giovani generazioni e dunque tra i cittadini del domani;

impegna

il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale e dell’assessore regionale alla pubblica istruzione, a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna a favorire la diffusione e la conoscenza dei principi in tema di donazione, avviando campagne informative e di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso la stipula di una convenzione tra la Regione, l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Dipartimento Regionale Sanità, il Dipartimento Regionale Pubblica Istruzione e le associazioni da anni operanti nel settore, in modo particolare Aido e Associazione dei Medici Cattolici Italiani”.

Ha facoltà di illustrarlo, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (UDC)

L’ho illustrato in precedenza, quindi possiamo metterlo in votazione.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi da parte della minoranza, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sulla convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non c’è altro nella seduta di oggi, quindi il Consiglio sarà convocato per il 28 giugno. La seduta è tolta.

La seduta termina alle 17,05

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Adamo, Principe, Scalzo, Stillitani, Caligiuri.

(Sono concessi)

Annunzio di proposta di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2013 e del bilancio pluriennale 2013-2015 a norma dell’articolo 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Delibera G.R. n. 213 dell’8.6.2013)” (P.L. n. 469/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Naccari Carlizzi – “Riqualificazione del Presidio ospedaliero di Melito Porto Salvo e accorpamento all’Azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria” (P.L. n. 467/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Nuove norme per la programmazione e liberalizzazione della rete regionale di distribuzione dei carburanti per autotrazione” (P.L. n. 468/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Giordano, Gallo – “Disposizioni concernenti norme per il contenimento del consumo del suolo agricolo” (P.L. n. 470/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Guagliardi – “Disciplina regionale in materia di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilati non pericolosi” (P.L. n. 471/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Guagliardi – “Misure urgenti in materia di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato” (P.L. n. 472/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Minasi – “Disciplina dell’attività di onicotecnico” (P.L. n. 473/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Minasi – “Disposizioni in materia di semplificazioni degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute” (P.L. n. 474/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Maiolo – “Istituzione Unità di Senologia (Breast-Unit)” (P.L. n. 475/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Adozione della revisione del Psr Calabria 2007/2013 approvata dalla Commissione europea con decisione n. C(2013) 379 final del 25.1.2013 - (Delibera G.R. n. 182 del 30.5.2013)” (P.P.A. n.  230/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

“Por Calabria Fse 2007/2013. Presa d’atto del Programma operativo regionale Calabria Fse 2007/2013 così come modificato dalla Decisione C (2012) 9617 del 14 dicembre 2012 della Commissione europea ed approvazione del nuovo Piano finanziario per assi prioritari e obiettivi specifici comuni – (Delibera G.R. n. 183 del 30.05.2013)” (P.P.A. n. 231/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

De Masi, Pacenza, Sulla – “Proposta di legge al Parlamento <Modifiche al decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625 in relazione alla disciplina sulle aliquote di prodotto della coltivazione degli idrocarburi” (P.P.A. n. 232/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 224 del 18 giugno 2013, recante: “Presa d’atto della decisione della Commissione europea C (2013) 2871 final del 27.5.2013 e approvazione del Piano finanziario del Por Calabria Fesr 2007/2013 per Assi prioritari, Settore e Linee di intervento” (Parere n. 57)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 226 del 18 giugno 2013, recante: “Legge regionale 15/2013. Approvazione regolamento attuativo” (Parere n. 58)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 197 del 30 maggio 2013, recante: “Legge regionale 30 aprile 2009, n. 15, art. 6 – Disposizioni attuative per l’esercizio delle attività di ittiturismo e pescaturismo” (Parere n. 59)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di legge regionale

In data 13 giugno 2013 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 3 del 13 giugno 2013 al Bur n. 11 dell’1 giugno 2013:

legge regionale 5 giugno 2013, n. 27, recante “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario. Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2013)”.

Assegnazione di consigliere regionale a Commissione consiliare

Il consigliere Pietro Crinò è stato assegnato quale componente della seconda Commissione consiliare.

Emanazione di regolamento regionale

In data 16 maggio 2013 il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 24 maggio 2013 al Bur n. 10 del 16 maggio 2013:

Regolamento regionale n. 5 del 16 maggio 2013 concernente: “Regolamento di organizzazione: procedure e criteri per le nomine e le designazioni di competenza della Giunta regionale nelle società e fondazioni a partecipazione regionale con esclusione di quelle afferenti al sistema sanitario”.

In data 3 giugno 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 1 del 7 giugno 2013 al Bur n. 10 del 16 maggio 2013:

Regolamento regionale n. 6 del 3 giugno 2013, concernente: “Modifiche ed integrazioni al Regolamento regionale del 28.06.2012, n. 7 <Procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 s.m.i> così come modificato dal Regolamento regionale n. 2 del 19 marzo 2013”.

Trasmissione di copia di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2013:

deliberazione Giunta regionale n. 179 del 30 maggio 2013;

deliberazione Giunta regionale n. 218 del 12 giugno 2013.

Interrogazioni a risposta immediata

Franchino. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere - premesso che:

Eni, Shell, Apennine E., Northern, Enel L, Nautical P. e altre compagnie hanno avviato le procedure per iniziare trivellazioni marittime riguardanti in particolare le coste dei comuni dell’Alto Jonio Cosentino e del Mare Jonio, tra il Golfo di Taranto e quello di Sibari;

tali procedure stanno suscitando la ferma opposizione delle popolazioni locali in quanto queste aree hanno una spiccata vocazione turistica, agricola e ittica e sono incompatibili con qualsivoglia tipo di attività estrattiva in mare;

i comuni particolarmente interessati sono pugliesi, lucani e calabresi;

la fascia riguardante la costa calabrese si estende da Rocca Imperiale a Calopezzati, nella provincia di Cosenza;

i rischi di catastrofi naturali (erosione delle coste, fenomeni di subsidenza, alluvioni, abbassamento del suolo terrestre, possibili terremoti e tsunami) con le ricadute finanziarie sull’economia non sono adeguatamente e oculatamente valutati;

la tutela dell’ambiente e la salute di cittadini e turisti vengono seriamente compromesse;

la vocazione turistica delle zone costiere descritte viene sacrificata violando così i trattati internazionali di protezione delle specie a rischio (l’ecosistema marino contiene alcune specie protette dalla direttiva Habitat - Natura2000 92/43 CEE e incluse nella lista rossa IUCN perché considerate a rischio di estinzione) e del patrimonio archeologico sommerso;

la costa ionica ospita bellezze naturali e ambientali di particolare pregio tra cui numerosi siti archeologici della Magna Grecia e un inestimabile patrimonio sommerso tutelato dalla Convenzione di Parigi sulla protezione del patrimonio subacqueo;

al largo della costa tra i comuni di Amendolara, Albidona e Trebisacce, si trova la "secca di Amendolara" già proposta quale patrimonio dell’UNESCO;

le Regioni Puglia e Basilicata hanno già da tempo espresso parere negativo alle suddette trivellazioni;

il Consiglio regionale della Calabria nella seduta del 21 dicembre 2012 ha accolto e votato all’unanimità l’Ordine del Giorno n. 97 da me presentato -:

quale seguito ha avuto l’O.d.G. di cui sopra e se è stato espresso parere alle competenti autorità, tenuto conto che sono trascorsi ben sei mesi dall’approvazione unanime del precitato ordine del giorno.

(383; 17.06.2013)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria partecipa alla Società “Stretto di Messina Spa” con una quota pari al 2,6% del capitale sociale;

con la delibera Cipe n. 83 del 29 marzo 2006 veniva approvato il piano finanziario per la realizzazione della cosiddetta “Variante Ferroviaria di Cannitello” quale opera destinata al miglioramento e all’implementazione del sistema della rete ferroviaria regionale, pur mantenendo le caratteristiche tecniche originarie;

con delibera n. 77/2009 il Cipe, nel quadro del mutato quadro politico nazionale, riteneva di dover ricondurre la citata opera tra quelle propedeutiche alla realizzazione del manufatto stabile di collegamento con la Sicilia, assegnando al Contraente Generale Eurolink il compito della realizzazione della cd “Variante di Cannitello”;

in data 23 dicembre 2009 il Contraente Generale “Eurolink”, incaricato dalla Società “Stretto di Messina Spa”, avviava i cantieri per la realizzazione della cosiddetta “variante ferroviaria di Cannitello”;

nell’allegato 1 alla deliberazione 83/2006 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica si legge che, nell’ambito del progetto relativo a tale galleria ferroviaria artificiale, si sarebbe dovuto provvedere, tra le altre cose, al "completo ricoprimento della galleria artificiale in maniera da ottenere un completo mascheramento, estendendo ad un ambito più vasto di alcuni chilometri, ove possibile, la riconformazione e ricontestualizzazione morfologica”;

la rinnovata delibera Cipe n. 77/2009 espressamente confermava le clausole contenute nella delibera n. 83/2006;

nell’ambito della ricontestualizzazione morfologica e della riconformazione ambientale, è stata considerata la sistemazione a verde attrezzato dell’area risultante dal mascheramento della galleria artificiale e la ristrutturazione straordinaria del tratto di lungomare attiguo alla predetta galleria;

con delibera Cipe n. 6 del 20 gennaio 2012, in ottemperanza alla decisione parlamentare del 28 ottobre 2011, lo stesso Comitato per la Programmazione Economica provvedeva alla rideterminazione, in riduzione, del fondo infrastrutture, sottraendo circa 1,3 mld di euro al Ponte sullo Stretto e 337 milioni di euro alla “variante ferroviaria di Cannitello”;

per effetto di tale riduzione finanziaria, la Società “Stretto di Messina” era costretta, al fine di provvedere al finanziamento necessario alla ultimazione dell’infrastruttura, ad accendere un mutuo di 12 milioni e 204 mila euro da pagarsi negli 11 anni successivi;

allo stato, l’opera definita “Variante Ferroviaria di Cannitello”, entrata regolarmente in esercizio, non risulta completata nella parte delle prescrizioni imposte dalla menzionata delibera Cipe n. 83/2006 e 77/2009, con l’effetto di stare ingenerando viva preoccupazione tra la popolazione locale;

nonostante le rassicurazioni fornite dai rappresentanti dell’ente locale, sul sito dedicato all’infrastruttura stabile di collegamento, la Società “Stretto di Messina Spa” dichiarava che l’opera era stata ultimata nel mese di aprile scorso;

tale notizia veniva confermata con l’atto a firma del sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, il quale, con provvedimento del 2 ottobre scorso, suo malgrado, era costretto a dare “pubblicità-notizia” che, in data 21 maggio 2012, la società Eurolink ha provveduto all’ultimazione dei lavori afferenti la cosiddetta “variante ferroviaria di Cannitello”;

lo stato dell’arte è oggi rappresentato da un cantiere ormai rimosso da tempo da parte del Contraente Generale e da uno “scatolare” in cemento armato che, come è stato definito, rappresenta “un manufatto esteticamente deteriore e paesaggisticamente deturpante”;

in ottemperanza al D.L. 179/2012, convertito nella legge 221/2012, la mancata sottoscrizione del previsto “atto aggiuntivo”, da sottoscriversi entro 60 giorni da parte della società “Stretto di Messina Spa” e Contraente Generale, ha comportato la caducazione di tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, nonché le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato dalla società concessionaria;

per effetto, l’infrastruttura stabile di collegamento tra la Sicilia ed il Continente deve ritenersi cancellata da ogni programma infrastrutturale e che, tuttavia, allo stato, l’opera definita "Variante Ferroviaria di Cannitello", pur entrata regolarmente in esercizio, non risulta completata nella parte delle prescrizioni imposte dalla menzionata delibera Cipe n. 83/2006, con l’effetto di stare ingenerando viva preoccupazione tra la popolazione locale;

la vicenda sta generando forte preoccupazione nella città di Villa San Giovanni, la quale legittimamente ritiene di potere e dovere pretendere la completa realizzazione del manufatto nei termini indicati dalla delibera n. 83/2006 del Cipe, quale atto di ristoro per i danni sofferti da quella comunità;

a fronte di tale situazione e in un momento in cui monta tra i cittadini un sentimento ostile nei confronti della politica e delle istituzioni, occorre assumersi la responsabilità di parlare ai cittadini con il linguaggio della chiarezza, ma anche di esercitare tutte le prerogative finalizzate a pretendere che le imprese e le società affidatane e delegate alla realizzazione dei programmi e delle opere portino a compimento gli impegni contrattualmente assunti;

la Regione Calabria, quale socio della compagine guidata dal Presidente Ciucci, non può chiamarsi fuori da un simile comportamento e dalla compartecipazione ad una scelta societaria che danneggia gravemente un territorio che istituzionalmente ha il dovere di tutelare :-

se e quando la Regione Calabria abbia ricevuto, dal proprio rappresentante presso il consigli di amministrazione della Stretto di Messina, notizie ed informative riguardo il mancato completamento della Variante Ferroviaria di Cannitello nei termini prescritti dal Cipe, ovvero quali iniziative intende adottare nei confronti del proprio fiduciario, ove tale vicenda non sia stata segnalata all’azionista di riferimento;

quali iniziative, inoltre, ha già assunto o intende assumere l’assessore regionale ai trasporti, allo scopo di garantire il territorio ed i cittadini di Villa San Giovanni, per costringere la propria partecipata ed il Contraente Generale “Eurolink” ad ottemperare a tutte le prescrizioni introdotte dalla delibera Cipe n. 83/2006.

(384; 18.06.2013)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dal 2002, ai sensi dell’art. 18 bis della L. R. n. 7/2001 è stata istituita la Fondazione “Calabria Etica”, al fine di finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore di soggetti deboli svantaggiati;

lo Statuto della Fondazione, proprio per le sue peculiari finalità ed operando in un contesto di grave disagio di una parte consistente della popolazione, non ha mai previsto compensi per gli amministratori, ma solo la possibilità di corrispondere un gettone di presenza ed il rimborso delle spese sostenute, ma nessun consiglio di amministrazione si è avvalso di tale facoltà;

con L. R. n. 22/2010, nell’ambito delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa pubblica regionale, all’art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle fondazioni sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi risultanti al 31 dicembre 2009;

con delibera n. 80 del 18 marzo 2011 la Giunta ha approvato, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale 22/2010, delle modifiche allo Statuto della Fondazione con le quali viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità di carica -:

se risponde a verità che l’indennità che il Presidente si è autodeterminata è pari al 60% dell’indennità di un consigliere regionale;

se tale indennità è superiore al contributo annuo che la Regione assicura alla Fondazione per le spese di funzionamento, nonché al compenso complessivo corrisposto ai componenti del Collegio dei revisori, per cui tale provvedimento è in palese contrasto con la Legge 22/2010 e configura un ingiusto vantaggio agli organi di Calabria Etica;

se risponde a verità che nel bilancio previsionale 2012 l’indennità del Presidente è di 133.600 euro, che risulta essere, sempre da previsionale, superiore all’indennità complessiva del personale dipendente (118.338);

se il Presidente della Fondazione è stato candidato nelle ultime competizioni elettorali nella lista “Scopelliti Presidente”;

quali determinazioni intende assumere la Giunta;

se intende revocare la delibera n. 80 del 18 marzo 2011, al fine di non consentire che una somma consistente delle risorse finanziarie della fondazione sia sottratta dalle finalità statutarie che prevedono un impegno a favore della fasce deboli della popolazione calabrese, che sono allo stato penalizzate;

se intende richiedere al Presidente della Fondazione la restituzione delle somme illegittimamente percepite, in modo da destinarle a sostegno delle tante situazioni presenti in Calabria.

(385; 18.06.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

i vertici di Rete Ferroviaria Italiana nel corso dell’ultimo comitato di sorveglianza POR Calabria-Fesr hanno comunicato di voler interrompere unilateralmente tutti i bandi previsti nell’Accordo di Programma Quadro firmato tra Regione e governo tesi a potenziare lo scalo portuale di Gioia Tauro;

la presunta motivazione sarebbe imputabile al fatto che non ci sarebbero più le condizioni di garanzia da parte pubblica dei pagamenti previsti su queste opere. Per questo Rfi sospenderà l’iter procedurale dei bandi fino a quando non ci saranno le dovute garanzie sulle quote di finanziamento del Programma operativo nazionale (Pon) 2007-2013;

durante la discussione lo stesso Partenariato aveva dovuto prendere atto del fallimento della procedura di gara per la realizzazione del terminal intermodale, meglio conosciuto come "gateway", opera fondamentale per dotare il porto di un collegamento finalmente adeguato con la piattaforma ferroviaria nazionale;

l’annunciato disimpegno, con la decisione unilaterale di sospendere le procedure di affido dei lavori in atto, da parte dei rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana, pone in discussione il rilancio del porto di Gioia Tauro e conferma, ove ce ne fosse bisogno, come Rfi (Trenitalia) abbia deciso di investire in altre zone del paese, quali Trieste e Vado Ligure, e di abbandonare al suo destino la struttura portuale gioiese;

tale decisione metterebbe a rischio l’intero progetto di potenziamento del porto di Gioia Tauro che, al contrario, persegue da anni l’obiettivo di diventare uno snodo fondamentale per il traffico merci italiano, come d’altronde lo stesso governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha ribadito in più occasioni e ciò nell’ottica di "potenziare il collegamento alla rete ferroviaria nazionale del grande hub di trashipment tra i più importanti d’Europa".

come denunciato dalle organizzazioni sindacali regionali, alla luce degli ultimi sviluppi, “ci si trova dinanzi ad una situazione assolutamente inaccettabile che va a compromettere il futuro di una infrastruttura portuale già provata da precedenti politiche ad alto tasso discriminante, non ultimo la quasi totale esclusione dal Piano nazionale della Logistica di recente emanazione" -:

quali siano le reali motivazioni che hanno indotto RFI ad adottare le decisioni meglio indicate in premessa;

se e quali siano gli interventi programmati del governo regionale per far recedere RFI dalle decisioni assunte;

quali iniziative si intendono intraprendere, anche con il coinvolgimento del governo nazionale, per salvaguardare i progetti di sviluppo del porto di Gioia Tauro tesi a creare, fra l’altro, un terminal intermodale che, se non realizzato, rischia di affossare definitivamente ogni ipotesi di crescita di una intera area.

(386; 20.06.2013)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore all’Agricoltura e al Sottosegretario alla Protezione Civile. Per sapere – premesso che:

l’arrivo della stagione estiva aumenta nella nostra regione il verificarsi degli incendi boschivi che, se non adeguatamente individuati, fronteggiati e circoscritti per tempo, rappresentano una grave minaccia per gli uomini, le abitazioni e il grande patrimonio naturalistico calabrese;

da quattro giorni nelle località Macchia della Pita in agro di Bocchigliero e Mezzo Campo in agro di Savelli è in corso un vasto incendio che sta distruggendo decine di ettari di bosco e di vegetazione mediterranea senza che ancora sia stato effettuato alcun tipo di intervento aereo e terrestre così come denunciato pubblicamente dagli amministratori comunali di Bocchigliero -:

se ancora a tutt’oggi non siano state corrisposte le risorse destinate alla Convenzione stipulata tra la Regione Calabria e il Comando Regionale dei Vigili del fuoco per la lotta contro gli incendi boschivi;

se non siano state ancora trasferite le risorse necessarie al saldo del servizio svolto negli anni 2011 e 2012, determinando addirittura il ricorso di quest’ ultimo alle vie legali;

se analoga situazione si sarebbe verificata nei confronti del Corpo Forestale dello Stato, impossibilitato a utilizzare due elicotteri attualmente bloccati all’aeroporto di Lamezia Terme e a svolgere le funzioni di coordinamento aereo e terrestre degli interventi antincendio (DOS) poiché la Regione Calabria non avrebbe ancora provveduto a trasferire le risorse che riguardano il saldo dell’utilizzo degli elicotteri negli anni 2011 e 2012 e il coordinamento terrestre degli interventi svolto nel 2012;

se la Regione Calabria non abbia ancora provveduto a stipulare con la Protezione Civile Nazionale la convenzione annua per l’utilizzo di due aerei canadair, attualmente fermi all’aeroporto di Lamezia Terme, perché non sarebbe in grado di versare la propria quota-parte necessaria all’attivazione della stessa;

se non reputa grave ed inammissibile il fatto che, alla data odierna, con l’eccezionale ondata di caldo che sta interessando tutto il nostro territorio, la Regione Calabria non sia ancora in grado di rendere operativo un servizio fondamentale per la salvaguardia della vita degli uomini e del patrimonio ambientale del nostro territorio;

se non ritenga necessario individuare e rimuovere coloro i quali si sono resi responsabili di tale gravissima situazione e predisporre un atto deliberativo urgente che sblocchi e regolarizzi immediatamente il servizio antincendio nella nostra regione, essenziale per la salvaguardia e la tutela della vita delle persone e di oltre seicentomila ettari di foresta.

(389; 24.06.2013)

Giamborino, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in attuazione al Decreto 106/2011 voluto, predisposto ed adottato dal governatore Giuseppe Scopelliti, nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, il reparto di Nefrologia dello Jazzolino di Vibo Valentia è stato declassato da Struttura complessa a Struttura semplice e, al contempo, sono state soppresse le Strutture semplici di Nefrologia a Serra San Bruno, Tropea, Nicotera e Soriano Calabro;

allo Jazzolino, il reparto di Nefrologia assicura soltanto prestazioni ambulatoriali, con pesanti disagi per l’utenza vibonese;

nell’ultimo anno da più parti, compresa la sezione calabrese della Società italiana di Nefrologia e la sezione regionale dell’Associazione nazionale emodializzati, sono giunti moniti e proteste rimaste puntualmente inevase, al punto che la struttura regionale ha più volte dato l’impressione di non voler minimamente sforzarsi per cogliere l’afflizione di chi soffre e di chi quotidianamente è costretto a vedere il proprio diritto alla salute calpestato da inaccettabili decisioni assunte da chi, invece, per il ruolo ricoperto, dovrebbe soltanto aiutare e sostenere chi soffre e chi lotta con la malattia;

è rilevante la forte sperequazione dell’offerta sanitaria e la scarsa omogeneità dei livelli essenziali di assistenza, come peraltro è emerso in maniera chiara e drammatica durante la riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei LEA dell’8 aprile 2013, in provincia di Vibo Valentia stanno creando immani e irragionevoli difficoltà all’utenza vibonese;

la logica puramente e dissennatamente contabile che contraddistingue le politiche sanitarie del Governatore Scopelliti sta cassando il diritto alla salute, soprattutto in quelle province maggiormente penalizzate dalla forte ed evidente sperequazione dell’offerta sanitaria;

l’aggiornamento dei nuovi Lea, attuato con il Decreto legge Balduzzi, contempla anche le Patologie Renali Croniche ed il Rene Policistico Autosomico Dominante;

pertanto, la ripartizione dei posti letto per i pazienti nefrologici penalizza oltremisura l’utenza vibonese, in una provincia dove la domanda è in continua crescita -:

se il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario sia a conoscenza della insostenibilità di questo stato di cose;

quali iniziative e soluzioni tese ad attutire al più presto gli inaccettabili disagi che ledono i diritti elementari dei cittadini e che penalizzano i pazienti vibonesi e le loro famiglie intenda attuare il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario;

(390; 24.06.2013)

Interrogazioni a risposta scritta

Naccari Carlizzi, Guccione, Guagliardi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’organizzazione e personale. Per sapere – premesso che:

i commi 6,6-bis e 6-ter, dell’Art.19 del D.lgs. 30 marzo 2001n.165 e sue s.m.i. stabiliscono, tra l’altro, che gli incarichi di dirigente sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale;

proprio in applicazione e per effetto del citato comma 6-ter del l’Art. 19, commi 6,6-bis e 6-ter, D.lgs. 30 marzo 2001n.165 e sue s.m.i, ferma restando la competenza del Presidente della Giunta per la nomina, sono da ritenersi implicitamente abrogati i seguenti articoli di Leggi Regionali: l’art. 25 comma 1 L.R. n. 7/1996; l’art. 26 L.R. n. 7/1996; l’art.10, commi 4, 4-bis,4-ter della L.R. n. 31/2002 come modificata dalla L.R. n. 13/ 2005;

la mancata attivazione delle procedure di verifica delle professionalità interne, di esplicita motivazione e certificazione, per il conferimento dei suddetti incarichi, comporta la totale illegittimità della nomina ed il conseguente danno erariale per indebita erogazione di emolumenti;

la Giunta regionale non ha provveduto ad alcuna verifica delle professionalità interne prima di affidare gli incarichi di dirigente -:

sulla mancata applicazione del D.lgs 30 marzo 2001 n. 165, art. 19 commi 6, 6-bis e 6 ter:

se l’Avv. Francesco Zoccali, attuale Dirigente generale del Dipartimento Presidenza e Segretariato Generale della Giunta, rinominato di recente, di qualifica funzionario C2 dello stato (equiparato a D3 della Regione) possegga i requisiti di legge (di cui all. 8 L.R. n. 31/2002);

se la Dr.ssa Anna Tavano, ex Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, possedesse i requisiti da "dirigente privato" per un quinquennio e l’adeguata professionalità che richiede l’assegnazione al suddetto Dipartimento;

se l’Avv. Pietro Manna, già dirigente Generale del Dipartimento Bilancio, possedesse il requisito dell’esercizio per almeno 5 (cinque) anni delle funzioni dirigenziali;

se il Dr. Raffaele Rio, attuale Dirigente Generale del Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo, Politiche Giovanili, possedesse la qualifica dirigenziale, essendo privo sia dei 5 (cinque) anni di dirigenza, sia del possesso dei requisiti, alternativi;

se il Dr. Francesco Antonio Tucci, nominato Autorità di Audit (equiparato a Dirigente generale), in possesso dei requisiti da "dirigente privato" (nominato dall’Aprile 1991 al dicembre 2009 Direttore Generale di Fincalabra), possedesse le adeguate competenze e professionalità che l’incarico assegnato prevede;

se il Dott. Orlando Antonino, dirigente medico del comparto sanità, idoneo alla nomina da "esterno", possedesse la qualifica di Dirigente Generale per poter essere comandato" in pari posizione;

se la D.ssa Sarlo Alessandra, dirigente non generale dell’ente Provincia, idonea alla nomina da "esterno", possedesse la qualifica di Dirigente Generale per potere essere "comandata" in pari posizione;

se l’Avv. Valeria Fedele, dirigente esterno di Settore assegnata al “Dipartimento n. 7 Organizzazione e Personale", possedesse la particolare e comprovata qualificazione professionale per il posto da ricoprire e per la quale non sono comprovati i requisiti di "dirigente privato" per un quinquennio;

se il Dr. Giuseppe Nardi, dirigente esterno di Settore assegnato al Dipartimento n. 9, possedesse la particolare e comprovata qualificazione professionale per il posto da ricoprire, ed il quinquennio per lo svolgimento di funzione dirigenziali;

se il Dr. Alessandro Zanfino, dirigente esterno di Settore assegnato al Dipartimento n. 10, possedesse la particolare e comprovata qualificazione professionale per il posto da ricoprire ed il quinquennio richiesto per lo svolgimento di funzioni dirigenziali;

se il Dott. Giorgio Margiotta, dirigente esterno di Settore al Dipartimento Urbanistica, possedesse il quinquennio per lo svolgimento di funzione dirigenziali;

se il Dott. Salvatore Umberto Mazzeo, qualifica funzionale ex 7 livello-bis, dirigente esterno al Dipartimento Presidenza, possedesse il quinquennio per lo svolgimento di funzioni dirigenziali;

se eventualmente verificato il mancato possesso dei requisiti per alcuni dirigenti, non ritengano di dover procedere alla revoca e agli atti conseguenti.

(381; 08.06.2013)

Naccari Carlizzi, Guccione, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’art. 16 comma 4 del Decreto Sviluppo: D.L. 22 giugno 2012 n. 83 convertito dalla legge 7 agosto 2012 n. 134 cosi prevede:

"A seguito del trasferimento della proprietà sociale, le predette regioni, a copertura degli oneri necessari per la regolazione delle partite debitorie delle società, possono utilizzare, entro il limite complessivo di euro 100 milioni, per ciascuna regione, le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione ad esse assegnate. Per la Regione Calabria, le risorse di cui al secondo periodo sono rese disponibili previa rimodulazione del piano di interventi di cui alla delibera del CIPE n. 62/2011 del 3 agosto 2011, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 304 del 31 dicembre 2011. Gli accordi di trasferimento devono essere corredati di una dettagliata ricognizione della situazione debitoria e creditoria delle società trasferite";

in passato il trasferimento non fu attuato per il timore che dall’operazione potesse derivare nel bilancio regionale un carico di passività di esercizio. E ciò in quanto, sebbene l’accordo prevedesse come condizione del trasferimento il risanamento tecnico ed economico, sussistevano ancora dubbi sull’effettiva posizione di equilibrio economico della Società;

il risanamento tecnico è stato finanziato in misura molto limitata da parte della Stato;

la Regione Calabria è intervenuta con proprie risorse per il rinnovo degli autobus obsoleti allo scopo di consentire alla Società di poter proseguire nell’esercizio;

la Regione avrebbe dovuto pretendere dallo Stato l’effettivo risanamento tecnico ed economico, ovviamente al netto di quanto già erogato;

tale accordo in sostanza vista la situazione aziendale venutasi a creare ha sì comportato il salvataggio dell’Azienda Ferrovie della Calabria ma a totale carico della Regione, utilizzando fondi propri o destinati alla Regione stessa e soprattutto grazie all’impegno del sindacato ed al sacrificio dei lavoratori che hanno accettato una robusta decurtazione dei contratti di cui beneficiavano;

ancora una volta le risorse destinate ad investimenti strutturali vengono impiegati per pagare i debiti della gestione, limitando le prospettive dell’Azienda -:

perché la Regione ha accettato la cessione della proprietà sociale senza previo risanamento dell’azienda Ferrovie della Calabria, che per legge risulta a carico dello Stato;

se c’è stata una dettagliata ricognizione della situazione debitoria e creditoria delle società trasferite;

se è vero che al momento del trasferimento tra lo Stato e la Regione, la società Ferrovie della Calabria, si trovasse con un bilancio strutturale in perdita e con un debito pregresso di 100 milioni di euro;

se è vero che lo Stato ha contribuito a saldare il debito con soli 22 milioni di euro su 100 complessivi dovuti;

se è vero che in questo piano di risanamento è previsto l’utilizzo dei fondi FAS e a quanto ammontano visti gli ultimi tagli intervenuti;

se si ritiene opportuno adottare i provvedimenti necessari per evitare che la condotta fin qui assunta possa configurare un danno erariale ed invece recuperare risorse per gli investimenti di cui l’azienda necessita.

(382; 08.06.2013)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Avv. Rosa Lombardo è stata contrattualizzata con l’ASP di Reggio Calabria fino al 31 luglio 2013;

da notizie di stampa è emerso che a carico la predetta professionista è stata chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Catanzaro per le ipotesi di truffa e falso, in relazione allo svolgimento di attività incompatibili con l’incarico ricevuto;

il contratto ex art. 15-septies D.lgs 502/92, stipulato dall’ex ASL n. 9 con la professionista esterna, è stato ritenuto illegittimo dalla Corte dei Conti di Catanzaro, che con la sentenza n. 315/2008, aveva condannato al risarcimento dei darmi la direzione dell’Ente;

tale contratto è stato prorogato annualmente, sino al 31 Luglio 2013 con la delibera n. 580/2012, nonostante il blocco del turn over del personale sanitario (fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in corso) e i divieti di legge in materia. (D.Lgs n. 502/92, s.m.i; D.lgs n. 165/2001 art. 19, c. 1,5-bis e 6 e 23, c. 2, mod. ed integrati dal D.lgs n.150/2009 c .d "legge Brunetta"; Legge n.189 dell’8.11.2012 c.d. "Balduzzi"; Legge. 228 del 24.12.2012 c.d. di "Stabilità");

nella riunione dell’8 aprile scorso il Tavolo Massicci, censurando la delibera n. 580/2012 dell’ASP di Reggio Calabria, ha ribadito come il rispetto dei LEA fosse appannaggio del solo personale sanitario e che sulla scorta della legge 189/12 "è ammissibile solo la proroga dei contratti a tempo determinato del Personale Sanitario del Servizio sanitario nazionale...";

pertanto il contratto appare illegittimo e assunto in violazione della normativa vigente;

tutto ciò è significativamente evidenziato anche dalla Corte dei Conti in sede di controllo con la deliberazione n. 129 del 20.7.2012 -:

se corrisponde al vero che la dirigente esterna con contratto in proroga è organica alla segreteria del Direttore Generale dell’ASP di Reggio Calabria ed è stata investita anche di compiti e funzioni di natura diversa da quello di avvocato;

quali provvedimenti sono stati assunti dal Direttore Generale in difesa e tutela dei diritti, degli interessi e dell’immagine dell’ASP e quali iniziative intenda assumere il Presidente della Giunta Regionale Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, anche in via sostitutiva per la mancata revoca del contratto nullo, approssimandosi la scadenza della proroga dell’affidamento dell’incarico alla dirigente esterna.

(387; 20.06.2013)

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione con Decreto 54/11 aveva adottato le linee guida regionali per l’adozione degli atti aziendali e i Ministeri avevano segnalato, a riguardo, la presenza di numerose criticità riconducibili prevalentemente alla individuazione delle strutture semplici e complesse e alla riduzione dei fondi contrattuali;

la Regione ha trasmesso il Decreto n. 24/13 (prot. 73_13 del 12.02.2013) che valida la proposta di atto Aziendale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza;

Tavolo e Comitato ritengono necessario che la Regione adotti tempestivamente un documento di aggiornamento delle linee guida regionali per l’adozione degli atti aziendali che recepisca le osservazioni ministeriali e sia coerente con l’atto complessivo di programmazione di tutte le reti assistenziali richiesto, anche al fine di poter permettere alle Aziende del SSR di adottare i relativi atti aziendali;

l’ASP di Cosenza non ha ottenuto l’approvazione dell’Atto Aziendale;

comunque il DG dell’ASP di Cosenza ha recentemente nominato i nuovi direttori di distretto;

la stampa ha riportato la notizia di una lotta di potere per la sostituzione dei precedenti direttori di distretto con professionisti segnalati come appartenenti a un preciso gruppo politico;

tale politicizzazione, anche solo ipotizzata dalla stampa, determina il rischio di sminuire il valore delle scelte, ed invece la pubblicazione dei curricula dei nominati, in comparazione con gli altri aspiranti, consentirebbe di fugare ogni dubbio sui criteri di scelta utilizzati, oltre che obbligata ex art. 15 del d.lgs. 33/2013;

sarebbero stati nominati Direttori non in possesso dei requisiti previsti dal DPR 484/97 per accedere alle funzioni dirigenziali di struttura complessa, in contrasto con l’avviso interno, che riporta "...I requisiti per accedere alle funzioni dirigenziali di cui all’incarico, ulteriori a quelli di struttura complessa, sono quelli individuati dall’art. 3sexies, comma 3, del D.Lgs. 502/92 e s.m.i.", comportando ciò anche maggiori oneri per l’ASP;

la Commissione preposta alla verifica dei requisiti per il conferimento degli incarichi avrebbe proceduto alla valutazione dei curricula e ad esprimere i giudizi sui circa 250 aspiranti, in una seduta di 4 ore complessive -:

quali urgenti provvedimenti intenda adottare per verificare la legittimità delle nomine effettuate e quali altri per adottare tempestivamente un documento d’aggiornamento delle linee guida Regionali cosi come dal Tavolo e dal Comitato.

(388; 20.06.2013)

Proposta di legge numero 434/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 1996, numero 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)” (Del. n. 312 – L.R. n. 28 del 2013)

Art. 1

(Modifiche ed integrazioni alla l.r. 13 maggio 1996, n. 7)

1. Alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 1 dell’articolo 5, così come modificato dalla legge regionale 3 settembre 2012, n. 40, è sostituito dal seguente: "La Giunta regionale, nell’ambito delle proprie articolazioni amministrative, regolamenta le strutture ausiliarie, prevedendo l’utilizzo di personale appartenente alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2 del d.lgs. n. 165/2001 e introducendo una riduzione del 3 per cento, rispetto alla spesa sostenuta, a par titolo per l’anno 2011, degli importi delle indennità spettanti, ferme restando le limitazioni numeriche dei componenti previste da norme e regolamenti vigenti, ad esclusione delle indennità finanziate con fondi comunitari o statali.";

b) all’articolo 29 dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti commi: "2 bis. L’accesso alla qualifica di dirigente avviene, altresì, mediante corso-concorso selettivo di formazione per titoli ed esami di durata non superiore a 24 mesi al quale possono essere ammessi, con le modalità stabilite con regolamento emanato dalla Giunta regionale, soggetti muniti di laurea nonché di uno dei seguenti titoli: laurea specialistica, diploma di specializzazione, dottorato di ricerca o altro titolo post-universitario rilasciato da istituti universitari italiani o stranieri, ovvero da primarie istituzioni formative pubbliche o private, secondo modalità di riconoscimento disciplinate secondo quanto previsto dell’articolo 28 comma 3 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165. Al corso-concorso possono partecipare dipendenti di ruolo delle pubbliche amministrazioni, muniti di laurea, che abbiano compiuto almeno cinque anni di servizio, svolti posizioni funzionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea. Possono essere ammessi, altresì, dipendenti di strutture private, collocati in posizioni professionali equivalenti a quelle indicate nel comma 2 dell’articolo 28 del D.lgs, n.165/2001 per i dipendenti pubblici, secondo modalità individuate con il sopracitato regolamento emanato dalla Giunta regionale. Tali dipendenti devono essere muniti del diploma di laurea e avere maturato almeno cinque anni di esperienza lavorativa in tali posizioni professionali all’interno delle strutture stesse. Durante il corso-concorso dovranno essere previsti periodi di stage in strutture pubbliche e private di livello internazionale, nazionale e regionale per un periodo minimo non inferiore a 6 mesi. La procedura di cui al presente comma è affidata, previa intesa, alla Scuola superiore della pubblica amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri di cui al decreto legislativo 1 dicembre 2009, n. 178; 2 ter. La Giunta regionale, gli enti e le aziende dipendenti dalla Regione aventi natura di P.A., in sede di programmazione triennale del fabbisogno di personale, prevedono, nel limite massimo del 50% dei posti disponibili, il reclutamento del personale di qualifica dirigenziale secondo le modalità di cui al comma 2 bis.»;

c) all’articolo 29, comma 1, alinea, la parola "esclusivamente" è soppressa;

d) dopo l’articolo 37 è inserito il seguente:

"Art. 37 bis

(Comitato Unico di Garanzia)

1. E’ istituito il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità (CUG), ai sensi dell’articolo 57 del d.lgs. 165/2001. Il CUG assume unificandole, le funzioni del Comitato Pari Opportunità, e del Comitato paritetico del mobbing.

2. Il CUG è formato in maniera paritetica da un componente per ciascuna delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello di amministrazione regionale e da un pari numero di rappresentanti dell’amministrazione regionale, in modo da assicurare nel complesso la presenza paritaria di entrambe i generi.

3. Dalla data di costituzione del CUG, il Comitato per le pari opportunità e il Comitato paritetico per il fenomeno del mobbing cessano dalle relative funzioni.

4. La Giunta regionale definisce la rappresentanza dell’Amministrazione regionale e la presidenza del CUG.

5. Il CUG è costituito con decreto del Dipartimento "Organizzazione e Personale". Entro sessanta giorni dalla sua costituzione il CUG delibera un proprio regolamento che disciplina l’organizzazione e il funzionamento.

6. Il CUG opera senza oneri aggiuntivi a carico della finanza regionale.

7. Ogni riferimento al Comitato per le Pari Opportunità o al Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing, contenute in norme o atti della Regione, è da intendersi riferito al CUG.

8. L’attuazione del presente articolo avviene senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.»;

e) i commi 4 e 5 dell’articolo 37 sono soppressi.

Art. 2

(Clausola di invarianza della spesa)

1. All’attuazione della presente legge si provvede nell’ambito delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 216/9^, recante: “Proposta di legge numero 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: ‘Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia’. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, numero 13” )” (Del. n. 313)

“Il Consiglio regionale

premesso che

è stata presentata una proposta di legge di iniziativa del consigliere Bruni recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia"; che con la suddetta iniziativa si è voluto aderire alla concorde manifestazione di volontà espressa dai Consigli comunali dei comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia rispettivamente, con deliberazione del Consiglio comunale n. 7 del 30/04/2012, e con deliberazione del Consiglio comunale n. 27 del 19/07/2012, i quali hanno manifestato la precisa volontà di una rideterminazione dei propri confini comunali attraverso la permuta di due aree di superficie quasi equivalente, censite ai seguenti numeri di foglio e mappa:

Comune di Zambrone, foglio 16, mappali 130, 129, 128, 127, 126, 125, 124,123,350,351,120,353,357,352,356,355,354,118, 133, 131, 134, 135, 137, 132, 144, 142, 143, 138, 141, 140, 139, 145, 146, 147, 148, 149, per una superficie di ettari 06.95.20 di proprietà privata. In questa parte di territorio non esiste popolazione residente.

Comune di Zaccanopoli, foglio 1, mappali 217, 212, 221, 214, 222, 213, 210,211,207,208,209,215,216,153,132,131,144,152, 151, 150, 149, 148, 147, 139, 140, 141, 142, 143, 138, 176, 177, 180, 182, 183, 185,186,190,129,187,189,188,175,181,184,137,154, 121, 160, 194,195,196,198,199,200,201,229,228,205,204,202, 203,119, 159, 128, 2, 231, 122, 161, 123, 8 per una superficie complessiva di ettari 05.53.03 di proprietà privata; catasto foglio di mappa n. 1 particella 159 sub 1, 2, 3, 4, 5, 6; particella 161 sub 1, 2, 3; particella 154 sub 1, 2, 3, 4; particella 123 sub 1, 2, 3, 4, 5, 6. In questa parte di territorio, denominato località "Cancino", sono collocate 13 famiglie per un numero di 49 abitanti.

Visti:

l’articolo 133, comma 2 della Costituzione che stabilisce che "la Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni";

l’articolo 15, comma 1 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) che stabilisce che "le regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale";

la legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, che all’art. 40 (Norme di attuazione dello statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum) sancisce l’obbligatorietà del referendum consultivo sulle proposte di istituzione di nuovi Comuni e sui mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali;

in particolare la legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, che alla lettera c) del comma 4 dell’art. 40 così come modificato dalla legge 30 maggio 2012, n. 17, nella delibera di effettuazione del referendum, dà facoltà al Consiglio regionale di escludere, con decisione motivata, ...le popolazioni che non presentano un interesse qualificato alla variazione territoriale: per le caratteristiche dei gruppi residenti sul territorio dei Comuni interessati, della dotazione infrastrutturale e delle funzioni territoriali, nonché per i casi di eccentricità dei luoghi rispetto al capoluogo e, quindi, di caratterizzazione distintiva dei relativi gruppi;

la proposta di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere Bruni recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia", iscritta al Protocollo generale del Consiglio regionale n. 44118 del 10/10/2012;

la Prima Commissione "Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento" ha esaminato in sede referente il progetto di legge e ha adottato una risoluzione nella quale, valutate le ragioni che giustificano la modificazione proposta e considerato il consenso di tutte le amministrazioni locali interessate, si esprime per l’approvazione della deliberazione in ordine al referendum consultivo, limitandolo ai soli abitanti della frazione "Cancino" del Comune di Zaccanopoli; la stessa Commissione propone, pertanto, al Consiglio regionale di deliberare l’effettuazione del referendum consultivo ai sensi della legge regionale n. 13 del 1983;

vista la legge regionale n. 13 del 1983 e in particolare: l’articolo 40, comma 1 che prevede che il Consiglio regionale prima di procedere all’approvazione di ogni progetto di legge che comporti l’istituzione di nuovi Comuni ovvero mutamenti delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali, delibera l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio; la lettera c) del comma 4 dell’art. 40 cosi come modificato dalla legge 30 maggio 2012, n. 17 dà facoltà al Consiglio regionale di escludere, con decisione motivata, ...le popolazioni che non presentano un interesse qualificato alla variazione territoriale: per le caratteristiche dei gruppi residenti sul territorio dei Comuni interessati, della dotazione infrastrutturale e delle funzioni territoriali, nonché per i casi di eccentricità dei luoghi rispetto al capoluogo e, quindi, di caratterizzazione distintiva dei relativi gruppi; l’articolo 40, comma 3 secondo il quale, qualora il Consiglio regionale indice il referendum la deliberazione dello stesso indica il quesito da sottoporre a votazione con riferimento agli estremi della relativa proposta di legge.

Dato atto che:

ai sensi dello Statuto, la disciplina applicabile per l’individuazione degli aventi diritto al voto è quella contenuta nella legge regionale 13/83, in quanto legge speciale che regola le forme di consultazione delle popolazioni interessate in materia di istituzione di nuovi Comuni, e che pertanto, ai sensi del citato art. 40, comma 4, lettera c) della legge regionale 13/1983, gli aventi diritto al voto sono gli abitanti della frazione "Cancino" del Comune di Zaccanopoli residenti nel territorio individuato al catasto foglio 1, mappali 217,212,221,214,222,213,210,211,207,208, 209,215,216,153,132, 131,144,152,151,150,149,148,147,139,140,141,142, 143,138,176, 177, 180, 182, 183, 185, 186, 190, 129, 187, 189, 188, 175, 181, 184, 137, 154,121,160,194,195,196,198, 199,200,201,229,228,205,204,202, 203, 119, 159, 128, 2, 231, 122, 161, 123, 8; catasto foglio di mappa n. 1 particella 159 sub 1, 2, 3, 4, 5, 6; particella 161 sub 1, 2, 3; particella 154 sub i, 2, 3,4; particella 123 sub 1,2,3,4,5,6, per tali intendendosi coloro che, in base alla vigente disciplina statale, godono del diritto di elettorato attivo per le elezioni amministrative comunali;

Ritenuto di accogliere la proposta della Commissione consiliare di procedere all’effettuazione del referendum consultivo delle popolazioni interessate;

Delibera

a) di sottoporre a referendum consultivo il progetto di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere Bruni recante: "Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia", a norma dell’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13;

b) di definire nei seguenti termini il quesito da sottoporre alla consultazione popolare con riferimento al progetto di legge esaminato: "Volete voi che i confini territoriali tra i comuni di Zambrone e Zaccanopoli siano modificati secondo quanto previsto dal progetto di legge n. 377/9^, determinando in tal modo il trasferimento della frazione denominata località «Cancino» del comune di Zaccanopoli al comune di Zambrone?";

c) di stabilire che, ai sensi dell’articolo 133, comma 2 della Costituzione e dell’articolo 40, comma 4, lettera c) della legge regionale n. 13 del 1983, partecipano al referendum consultivo gli elettori residenti nella frazione "Cancino" del Comune dì Zaccanopoli, per tali intendendosi coloro che, in base alla vigente disciplina statale, godono del diritto di elettorato attivo per le elezioni amministrative comunali;

d) di trasmettere la presente deliberazione al Presidente della Giunta regionale per l’indizione del referendum;

e) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria".

Proposta di legge numero 395/9^, recante: “Modifica dell’art. 10 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale)” (Del. n. 314 – L.R. n. 29 del 2013)

Art. 1

(Modifica articolo 10 l.r. 31/2002)

1. All’articolo 10 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale) dopo il comma 3 è inserito il seguente comma: "3 bis. Nell’ambito di un razionale ed economicamente neutro utilizzo del personale della pubblica amministrazione, e nell’ambito delle risorse finanziarie già previste dalla legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, gli incarichi dirigenziali, presso gli uffici della Giunta regionale, possono essere conferiti, in misura percentuale non superiore al 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti, anche a dirigenti non appartenenti al ruolo della Giunta, purché dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del d.lgs. 16512001, previo collocamento fuori ruolo, comando, distacco o analogo provvedimento secondo i rispettivi ordinamenti. Fermo restando il limite della dotazione organica, il quoziente derivante dall’applicazione della percentuale di cui al presente comma è arrotondato all’unità inferiore, se il primo decimale è inferiore a cinque, o all’unità superiore, se esso è uguale o superiore a cinque.".

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 115 del 24 giugno 2013 a firma dei consiglieri Nucera e Nicolò  “Sull’intitolazione della casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

i consiglieri regionali della Calabria aderiscono all’iniziativa avviata da rappresentanze sindacali, operatori del settore giustizia sia amministrativi che di polizia penitenziaria, da moltitudini di cittadini e fortemente sostenuta da molti parlamentari calabresi e non per intitolare la casa di reclusione di Arghillà di Reggio Calabria al dott. Paolo Maria Quattrone.

Un uomo che ha speso la sua vita al servizio dello Stato e della Amministrazione Penitenziaria testimoniando nel corso della sua carriera professionale capacità manageriali e attaccamento alle istituzioni. Le sue doti umane, la sua sensibilità e la generosità che hanno caratterizzato il suo impegno nell’Amministrazione penitenziaria sono state apprezzate e riconosciute da tutti coloro che all’interno delle istituzioni e nella società hanno avuto la possibilità di collaborare con Lui.

Quattrone, deceduto all’età di 56 anni, reggino, era provveditore in Calabria da dieci anni. Alle spalle aveva una lunga esperienza nel settore dell’amministrazione penitenziaria. Era stato direttore di varie carceri e successivamente aveva diretto la scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte (Savona). Prima di svolgere lo stesso incarico in Calabria era stato provveditore regionale in Umbria.

Un funzionario che ha sollevato le sorti delle carceri calabresi avviando un ponderoso programma teso al recupero ed al reinserimento sociale dei detenuti, come ha ricordato il Capo del Dipartimento pro-tempore Franco Ionta in occasione del funerale “Sono qui per ricordare l’opera del provveditore Quattrone che ha speso sette anni della sua vita per migliorare le condizioni dei detenuti e per far lavorare meglio il personale di polizia penitenziaria in Calabria. Quando fu deciso il suo ritorno in Calabria, Quattrone non esitò a lasciare il suo incarico per affrontare invece una realtà molto più difficile sul piano personale, familiare e professionale”. In Calabria Quattrone ha realizzato numerose iniziative tra cui la struttura di custodia attenuata a Laureana di Borrello, nel reggino. Le realizzazioni che si devono a Quattrone – ha aggiunto Ionta – sono una ricchezza dell’amministrazione penitenziaria. Riuscire ad avere una detenzione migliore, e con possibilità di lavoro, significa “offrire concrete occasioni alle persone per un giusto reinserimento nella società”. Ma l’eredità degli insegnamenti di Quattrone ha attecchito anche tra i familiari delle vittime di mafia come Deborah Cartisano di Libera che inserisce Quattrone tra le persone “che parlano anche quando non ci sono, attraverso i fatti”. Nel suo impegno si è scontrato anche con i poteri criminali e mafiosi, subendo in più occasioni attentati ed intimidazioni.

Uno degli impegni che Paolo Quattrone si era assunto e che aveva perseguito con ostinazione è stato quello della apertura del carcere di Arghillà.

Da Direttore della casa circondariale di Reggio Calabria si era impegnato per la localizzazione dell’area e per ottenere i primi finanziamenti. Ritornato in Calabria si era subito attivato per la ripresa e la conclusione dei lavori.

L’intitolazione a Lui della struttura, oltre al tributo per un servitore dello Stato calabrese che ha onorato il suo mandato istituzionale, è anche il riconoscimento al funzionario che più di tutti si adoperò per il carcere di Arghillà, con una azione continua di sollecitazione e di mediazione tra i vari Ministeri ed Uffici preposti per recuperare un progetto che porterà sicuramente sollievo alla situazione di sovraffollamento delle carceri calabresi e benefici ai detenuti ed alle loro famiglie. Un istituto dove avrebbe voluto realizzare importanti attività trattamentali e lavorative in grado di dare opportunità di riscatto a chi aveva violato la legge.

Impegna

la Giunta regionale ad assumere presso il Ministero della Giustizia tutte le iniziative utili ed efficaci per l’adozione di ogni provvedimento, in aderenza con le premesse che costituiscono parte integrante del dispositivo, per l’intitolazione della Casa di Reclusione Arghillà di Reggio Calabria a Paolo Maria Quattrone.”

Ordine del giorno numero 116 del 24 giugno 2013 di iniziativa del consigliere Guagliardi “Sul procrastinarsi dei lavori al km 316,7 della S.S. 18 <Tirrena Inferiore> all’altezza del Santuario di San Francesco di Paola”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

sono passati 1240 giorni dall’apertura del cantiere per la realizzazione del nuovo bivio al km 316 della SS 18 “Tirreno inferiore” in corrispondenza dell’incrocio con la strada di ingresso principale per la città di Paola e l’inizio della strada che porta al celebre Santuario di San Francesco;

nel bando di gara, pubblicato dall’ANAS sulla Gazzetta Ufficiale del 3 aprile 2009, relativo alle opere per l’eliminazione dell’incrocio semaforizzato in corrispondenza del suddetto bivio, il termine di esecuzione dei lavori era previsto in 223 giorni a decorrere dal verbale di consegna;

il progetto di ammodernamento e razionalizzazione della viabilità del suddetto bivio è riconducibile addirittura alla redazione del piano di interventi extra Lazio per il Giubileo del 2000;

la strada statale 18 rappresenta una delle arterie stradali più importanti della Calabria, molto spesso utilizzata anche per deviare il traffico della A3 nei casi, non rari, di lavori, incidenti o altri impedimenti;

il procrastinarsi di suddetti lavori per oltre tre anni rende nei fatti disagevole la viabilità lungo l’intero territorio provinciale della litorale tirrenica, nonché eccessivamente pericoloso oltre che disagevole l’attraversamento dell’arteria anche per la città capoluogo, come dimostrano i frequenti sinistri e gli incidenti più o meno gravi che si stanno verificando;

i summenzionati lavori, oltre a rappresentare una difficoltà per gli utenti della strada, stanno creando innumerevoli disagi ai residenti della cittadina di Paola, addirittura comportano il quasi isolamento del quartiere “case popolari” a ridosso del bivio, a causa della costruzione di una rampa che lambisce l’ingresso e ne determina la chiusura;

il ritardo continuato della fine dei lavori compromette non poco l’immagine del Santuario di San Francesco di Paola che rappresenta una meta importante non solo per i fedeli, ma anche per l’intero movimento turistico che sceglie la Calabria tirrenica ed è costretto a servirsi unicamente della SS 18 negli spostamenti alla ricerca delle attrattive turistico-culturali;

Tutto ciò premesso

Impegna

la Giunta regionale a intraprendere attraverso l’amministratore unico dell’ANS, dottor Ciucci, tutte le azioni possibili nei confronti dell’impresa appaltatrice affinché si acceleri la consegna dei suddetti lavori.”

Ordine del giorno numero 117 del 24 giugno 2013 di iniziativa dei consiglieri Gallo, Serra, Guccione, Chiappetta, “Sul rifinanziamento della legge regionale 26/2004 (Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell’economia della conoscenza)”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

con legge regionale n. 26 del 12 novembre 2004, pubblicata sul Burc n. 21 del 16 novembre 2004, la Regione Calabria, promuoveva un percorso d’eccellenza finalizzato ad attrarre e trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che avessero conseguito la laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero la laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che avessero capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione;

nel corso degli anni detta legge ha dimostrato la sua efficacia, riuscendo a frenare la fuga dei cervelli attraverso un sistema integrato di incentivi finalizzato allo sviluppo di idee progetto nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, comportanti una ricaduta culturale, sociale ed economica altamente positiva per la società calabrese, prevedendo altresì la concessione di finanziamenti per favorire la specializzazione post-universitaria e le attività imprenditoriali;

essa è stata inizialmente finanziata con uno stanziamento annuo di 3 milioni di euro, poi confermato ed incrementato negli anni successivi;

stando ad alcune indiscrezioni, le stringenti ed oggettive difficoltà di carattere finanziario, acuite dal perdurare della diffusa crisi generale, porrebbero a rischio per il presente e l’avvenire il rifinanziamento della legge in oggetto;

qualora questa eventualità dovesse tradursi in concretezza si giungerebbe al risultato di penalizzare fortemente i giovani calabresi e la Calabria stessa, che si vedrebbe privata di intelligenze e risorse invece necessarie per la sua crescita sociale, culturale ed economica;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna ad evitare il mancato rifinanziamento della legge regionale 26/2004 ed a garantire comunque, nelle more dell’approvazione degli strumenti contabili di programmazione, l’effettiva vigenza.”

Ordine del giorno numero 118 del 24 giugno 2013 di iniziativa del consigliere Gallo “Sulla necessità di promuovere e sostenere la cultura della donazione degli organi”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

la donazione degli organi è un atto di grande civiltà e di rispetto per la vita, dal momento che donare vuol dire regalare nuova speranza a chi ha un’aspettativa di vita molto bassa;

rilevante ed essenziale, ai fini della donazione, è la conoscenza delle leggi che disciplinano la materia e la formazione di una coscienza morale e civile improntata ai principi della solidarietà e della fratellanza;

la dichiarazione di volontà a donare organi e tessuti è attualmente regolamentata dall’articolo 23 della legge 1° aprile 1999, n. 91, dal Decreto ministeriale dell’8 aprile 2000, aggiornato con il Decreto ministeriale dell’11 aprile 2008;

in proposito, nel nostro Paese il principio del silenzio assenso, sebbene previsto dalla legge 91/99, non ha mai trovato pratica e concreta attuazione;

secondo il Report 2011 del Centro Nazionale Trapianti, l’Italia, con 22 donatori per milione di persone, è terza tra i grandi paesi europei, dopo la Spagna e la Francia e avanti al Regno Unito e alla Germania: la media europea è di 16,9 donatori;

il trend di crescita è costante, visto che nel 2011, rispetto agli anni precedenti, sono aumentati sia il numero complessivo dei donatori sia quello degli organi donati;

ciononostante, soprattutto al Sud, resta ancora insufficiente il numero dei donatori e delle donazioni;

in particolare al Meridione ed in Calabria tale situazione risulta originata anche dalla mancata formazione di una coscienza informata, specie tra le giovani generazioni e dunque tra i cittadini del domani;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale a voler adottare ogni iniziativa idonea ed opportuna a favorire la diffusione e la conoscenza dei principi in tema di donazione, avviando campagne informative e di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso la stipula di una convenzione tra la Regione, l’Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Dipartimento Regionale Sanità, il Dipartimento Regionale Pubblica Istruzione e le associazioni da anni operanti nel settore, in modo particolare Aido e Associazione dei Medici Cattolici Italiani”.