IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
67.
SEDUTA DI SABATO 8 GIUGNO 2013
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 13,12
La seduta è
aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Finite le comunicazioni ci sono interventi in via
preliminare alla seduta d’Aula.
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, chiedo l’inserimento all’ordine dei
lavori di un ordine del giorno sul rifinanziamento della legge regionale numero
26 del 2004 sugli incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo
sviluppo in Calabria della economia della conoscenza.
In più circostanze questo Consiglio regionale in maniera
bipartisan, sia con la volontà della maggioranza sia con la volontà della minoranza,
ha rifinanziato questa legge dando la possibilità ai 300 giovani, i migliori
laureati della nostra regione, di rimanere e permanere presso gli enti ai quali
erano stati assegnati e per i quali hanno svolto attività professionale, con
uno stanziamento di 3 milioni di euro l’anno da parte del Consiglio regionale,
ma dai quali hanno anche acquisito esperienza amministrativa.
Per molti di questi giovani questa esperienza oggi volge
al termine perché stanno scadendo i contratti ed urge un nuovo finanziamento.
Sappiamo che da parte del neo assessore al lavoro,
Salerno, c’è un progetto per l’utilizzazione dei fondi comunitari per
continuare ad utilizzare questi giovani nella Pubblica Amministrazione.
Attraverso questo ordine del giorno sottoscritto da me e dai consiglieri Serra,
Guccione, Chiappetta e De Masi, praticamente da tutti i gruppi consiliari e con
l’accordo del consigliere di Rifondazione comunista, Guagliardi, impegniamo la
Giunta regionale ad attuare ogni iniziativa idonea al mantenimento di questi
giovani presso la Pubblica Amministrazione, attraverso il rifinanziamento della
legge regionale numero 26 del 2004 e, comunque, nelle more di poter garantire
la prosecuzione della vigenza del programma. Grazie.
Il consigliere Gallo chiede l’inserimento all’ordine dei
lavori di un ordine del giorno; ne pongo in votazione l’inserimento per
trattarlo alla fine della seduta.
(Il Consiglio approva)
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il
consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che il
gruppo del Partito democratico ha
inteso presentare inerente anche al dibattito che inizierà da qui a poco in
quest’Aula sulla problematica dei trasporti.
E’ un ordine
del giorno frutto dell’analisi di una situazione dei trasporti
viaria-ferroviaria delle problematiche che riguardano i porti e gli aeroporti
della Calabria.
Credo che
sia superfluo adesso illustrarlo in pochi minuti, se non più dettagliatamente
allorché affronteremo il problema dei trasporti e, all’interno di questo,
l’ordine del giorno che presentiamo va nella direzione di un’approvazione che è
senz’altro migliorativa di un settore che riguarda innanzitutto i cittadini calabresi per il lavoro che si devono
spostare ma anche i tanti turisti che vengono nella nostra regione.
Chiedo che questo ordine del giorno venga inserito.
Grazie.
Diciamo che questo è un ordine del giorno che riguarda la
discussione che si terrà adesso in Aula e stiamo aspettando poiché in
concomitanza c’è anche la seduta di Giunta regionale, per questo mancano tutti
i colleghi assessori insieme al Presidente della Regione.
Abbiamo avviato tutta la fase preliminare del Consiglio,
abbiamo letto le comunicazioni ed i verbali pensando che la Giunta concludesse
la riunione ma mi dicono che ci vuole almeno un quarto d’ora.
(Interruzione)
O se l’assessore Fedele può lasciare la Giunta per
esporre la relazione iniziale – questo glielo possiamo chiedere – così si avvia
il percorso della discussione.
(Interruzione)
Capisco che è sabato e che è un giorno un po’
particolare.
Presidente, il Consiglio regionale è stato convocato per
le 11, sono le 14 e la Giunta non è presente in Aula.
Capisco ma se vi accomodate e chiedete la parola io la
darò.
(Interruzione)
Un attimo, non ho dato la parola a nessuno e quindi
nessuno può intervenire. Si alza la mano e io darò la parola.
Ha chiesto di parlare il consigliere Domenico Talarico.
Ne ha facoltà.
(Interruzione)
Poiché stavo fornendo una mia interpretazione su questo
documento e poichè c’è un ordine del giorno che riguarda l’argomento che si
discuterà, è prassi del Consiglio regionale, di solito, che sull’argomento
all’ordine dei lavori non ci sia l’inserimento contestuale di un ordine del
giorno. Durante la discussione, probabilmente, quello che è scritto qui
riguarderà gli stessi argomenti che saranno trattati dall’assessore ai
trasporti, Fedele.
Invitavo, quindi, il presentatore ad ascoltare prima la
relazione dell’assessore magari e, poi, se è in contrasto con quel che espone
l’assessore, il capogruppo del Pd o la minoranza nella sua interezza presenterà
– come è avvenuto – un ordine del giorno alternativo a quel che dice
l’assessore.
Diciamo che è prassi del Consiglio regionale che
l’inserimento di un ordine del giorno sia esclusivamente qualcosa che si fa se
quell’argomento non è previsto all’ordine dei lavori.
Stavo dicendo questo al consigliere Scalzo.
Presidente, ho ascoltato le sue argomentazioni ma per
l’ordine del giorno chiedo, in questo caso, che venga votato l’inserimento.
Poi, in seguito alla discussione ed anche alla relazione dell’assessore e al dibattito che seguirà, se l’ordine del
giorno sarà condiviso verrà votato, altrimenti lo voteremo come minoranza e
sarà bocciato ma chiedo che venga inserito all’ordine dei lavori.
C’è
qualche consigliere di maggioranza che possa dire se è d’accordo o no
sull’inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Scalzo?
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Magno. Ne ha facoltà.
Mi sembra
opportuno quel che ha detto il Presidente.
Poiché l’argomento è all’ordine del giorno e
sarebbe interessante sentire la relazione dell’assessore
Fedele alla quale tutti quanti siamo interessati, penso che quest’ordine del
giorno si possa benissimo decidere se presentarlo o meno dopo la relazione.
Dalla
relazione dell’assessore potrebbero anche darsi le indicazioni che
consentirebbero di superare l’ordine del giorno presentato dai gruppi di centro-sinistra. Chiederei, quindi, al
consigliere Scalzo di soprassedere al momento sulla presentazione dell’ordine
del giorno e di inserirlo a fine seduta.
Chiederei,
semmai, Presidente, se l’Aula è d’accordo, in attesa che arrivi l’assessore
Fedele, di disporre l’inversione dei punti previsti all’ordine del giorno e
trattare il secondo punto che reca una proposta di legge, così intanto andiamo
avanti e concludiamo col dibattito complessivo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha
facoltà.
Credo che,
al di là del merito delle questioni, sia opportuno mantenere in Aula il
rispetto delle norme. L’inserimento, quindi, all’ordine
dei lavori di questo ordine del giorno che il gruppo del Partito
democratico ha presentato non
contrasta con il lavoro ed il dibattito che si
terrà sui trasporti. Ci sarà poi una valutazione nel merito ma adesso
l’approvazione o meno dell’ordine del giorno è
una scelta politica.
Chiedo,
quindi, che la mia richiesta venga posta ai voti perché ritengo che andremmo a
creare un precedente che da un punto
di vista istituzionale non ci possiamo permettere.
Il consigliere Scalzo ha chiesto l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno,
nonostante la prassi del Consiglio regionale
preveda che l’ordine del giorno relativo ad un argomento inserito all’ordine
dei lavori si presenti dopo aver ascoltato la relazione dell’assessore competente e nonostante per inserire un punto
all’ordine dei lavori occorra il voto favorevole dei due terzi - quando c’è
accordo dell’Assemblea si inserisce direttamente -. Sentendo su questo
l’intervento del consigliere Magno c’è disaccordo.
Quindi
o si evita di proseguire e ascoltiamo la relazione oppure si vota e se non ci
sono le condizioni non viene inserito all’ordine del giorno.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, non voglio assolutamente contraddire il suo
dire ma questa prassi del Consiglio regionale
per la quale vi sarebbe l’impossibilità o inopportunità di presentare ordini
del giorno sull’argomento prima della discussione non ci risulta essere così.
Siccome c’è
una iniziativa del Consiglio sul tema, anche
alla luce dei provvedimenti adottati dalla Giunta
regionale, che esprime una volontà di maggioranza
e ci sono degli atti in essere, penso sia doveroso da parte del Consiglio mettere ai voti l’ordine del giorno che un
gruppo di minoranza ha presentato all’inizio dei lavori.
Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.
PRESIDENTE
Su cosa? Su
questo? Richiede l’appello nominale? Possiamo procedere con l’appello nominale.
Consigliere
Pacenza, faccia la chiama, per favore.
Fa la
chiama.
Comunico
l’esito della votazione relativa alla richiesta di inserimento all’ordine del giorno da parte del consigliere Scalzo di un ordine del giorno.
Presenti e votanti
34. Hanno risposto sì 15; hanno risposto no 19. Pertanto l’inserimento
dell’ordine del giorno è respinto.
(E’ respinto)
Possiamo proseguire
con l’ordine del giorno che recita al primo punto: “Sistema dei trasporti
pubblici locali. Dibattito”.
La parola
all’assessore Fedele per la relazione introduttiva al
dibattito in Aula.
Grazie, Presidente, intanto comincio chiedendo scusa a lei
ed ai colleghi per il ritardo ma eravamo impegnati in una seduta di Giunta per questioni urgenti e, quindi, il ritardo è
stato causato da questo.
Mi fa
piacere, tra l’altro, che anche i colleghi dell’opposizione
abbiano voluto chiedere il dibattito odierno, al quale non ci sottraiamo, perché credo che il tema dei trasporti non sia un
tema che riguarda soltanto la Giunta regionale
o la maggioranza, ma riguarda tutti, maggioranza e opposizione,
e la Calabria in modo particolare.
Voglio dirlo
in Aula e l’ho detto anche in altre occasioni pubbliche: se si ferma il
trasporto in Calabria, si ferma la Calabria.
Credo che
questo debba essere capito e recepito da tutti anche quando si vanno a fare in Consiglio regionale delle scelte che devono andare
in questa direzione. La difficoltà c’è e nessuno la nega; stiamo lavorando
con determinazione, ma, da questo punto di
vista, mi auguro che dal dibattito di oggi possa venir fuori un sostegno
all’azione che stiamo compiendo ed anche dei suggerimenti che possono venire
non soltanto dalla maggioranza ma anche dall’opposizione.
Devo
dire, tra l’altro, per quanto mi riguarda, che con i colleghi c’è sempre stato
un confronto e non soltanto con loro ma anche con le associazioni di categoria,
con i sindacati, con le aziende che sono
qui anche oggi presenti.
Vorrei un po’ di silenzio in Aula. Invito i colleghi ad
accomodarsi evitando di parlare tra di loro; se devono parlare possono accomodarsi
fuori perché non si capisce assolutamente nulla. Chiedo anche, se è possibile,
di alzare il volume dell’audio perché non si riesce a seguire l’intervento.
Prego, assessore Fedele.
Dicevo, dell’importanza del dibattito odierno perché il
tema dei trasporti, insieme a quello della sanità e dei rifiuti, credo che sia
tra i temi principali che riguardano la nostra regione.
Abbiamo visto cosa è successo in Calabria quando,
purtroppo, inopinatamente, questi servizi si sono fermati.
Andiamo adesso alla relazione articolata in diversi
punti, cominciando dalla pianificazione
del sistema di trasporto regionale e iniziando dai bacini di traffico.
Un primo
importante tassello del processo di pianificazione in materia di trasporti è
stata l’individuazione e delimitazione dei bacini territoriali ottimali e
omogenei. Sulla base dei bacini si potranno riorganizzare i servizi di
trasporto pubblico locale e procedere con le gare per l’affidamento dei
servizi. Due azioni sulle quali già si sta lavorando e che, per essere
efficaci, devono necessariamente essere attuate congiuntamente.
Sono stati
definiti: un bacino unico regionale per i servizi ferroviari; cinque bacini per
i servizi su gomma, di cui: due cosiddetti di “area vasta”, uno per la Calabria
settentrionale e uno per la Calabria meridionale (separati dalla SS 280 dei Due
Mari) tra Lamezia Terme, Catanzaro; tre cosiddetti di
“area urbana”: Cosenza-Rende, Catanzaro-Lamezia Terme e Reggio Calabria-Villa
San Giovanni, con i comuni limitrofi.
Essi sono
stati approvati con deliberazione di Giunta regionale del 28 novembre 2012,
numero 419, accogliendo quasi integralmente alcune proposte avanzate
congiuntamente da alcuni Comuni e, comunque, adottando criteri uniformi su
tutto il territorio regionale.
Devo dire
che in questo caso molti comuni dell’area cosentina, specialmente, hanno fatto
delle proposte che noi abbiamo accolto e inserito nella delibera.
Andiamo, poi, alle Linee guida del Piano regionale dei trasporti.
La Giunta
regionale ha approvato con deliberazione di Giunta regionale del 28 gennaio
2013, numero 30, le Linee guida del Piano regionale dei trasporti, che sono
state redatte a valle di un ampio processo partecipativo che ha visto coinvolti
nei mesi di dicembre e gennaio: le Province come uffici tecnici, ma l’Upi come
organo politico, l’Anci, le organizzazioni sindacali, le Associazioni delle
aziende di autotrasporto viaggiatori, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, la Direzione
marittima regionale, l’Anas e le Ferrovie dello Stato.
Quindi, un
ampio coinvolgimento perché su un tema così
importante noi ritenevamo e riteniamo importante per il prosieguo che ci sia un
ampio coinvolgimento e dei suggerimenti che possono venire dai soggetti
interessati.
Il 2
febbraio si è svolto presso il centro agroalimentare di Lamezia Terme un
incontro con tutti gli enti locali e altri stakeholder
nel quale, presentando le Linee guida, è stata data a tutti la possibilità di
partecipare alla costruzione della visione strategica regionale in materia di
trasporti.
Contemporaneamente
le Linee guida sono state pubblicate sul sito www.calabriatrasporti.it
che è un sito che contiene altre utili informazioni per gli utenti dei servizi
di trasporto e rese così disponibili per la consultazione a tutte le
associazioni, aziende e ad ogni cittadino calabrese. Grazie a questa ampia
diffusione, sono state raccolte tutte le osservazioni sulle Linee guida pervenute
dal territorio in questi mesi e le stesse sono in corso di analisi.
Restando
inderogabile la necessità di proseguire rapidamente nel processo di
pianificazione con il successivo tassello che è costituito dalla redazione del
Piano - già in corso - deve però evidenziarsi che le Linee guida contengono
indirizzi rilevanti e una visione strategica che potrà, fin da subito,
orientare le scelte della Regione negli investimenti e nella riorganizzazione
del sistema, con particolare riguardo al periodo di programmazione comunitaria
2014-2020 e alla razionalizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale.
Queste Linee
guida, infatti, esulano da una visione meramente tecnica, essendo esplicitati in
esse gli indirizzi politici che si traducono: nella scelta degli obiettivi da
perseguire prioritariamente e in una visione strategica che - senza presunzione
di anticipare i risultati del processo di pianificazione - individua le
strategie fondamentali sulla base del quadro delle conoscenze attuali.
Andiamo
adesso al Piano regionale dei trasporti che come
tutti ricordano – qualcuno dei colleghi è in Aula – risale a più di 12 anni fa,
quindi, si registra negli anni passati un nettissimo ritardo su questo tema.
Nel mese di
febbraio, subito dopo la presentazione delle Linee guida, è stata avviata la
redazione del Piano regionale dei trasporti alla quale si intende dare il
massimo impulso al fine di concludere le attività tecniche di redazione del
Piano nell’anno corrente.
La redazione
del Piano è, infatti, nel vivo: proprio in questi giorni sono in corso di
svolgimento i rilievi del traffico veicolare in 50 sezioni in tutta la
Calabria, grazie anche alla collaborazione di Anas, delle Province, e dei
Comuni interessati, che hanno celermente fornito le autorizzazioni sulle strade
di loro competenza.
Per altri
aspetti è stata di recente richiesta la collaborazione degli Enti locali e sarà
ulteriormente richiesta nei prossimi giorni, e ci auguriamo che la risposta sia
altrettanto celere per poter rispettare i tempi che ci siamo imposti. Peraltro,
già nel mese correnti i dati rilevati e le elaborazioni già effettuate
nell’ambito della redazione del Piano saranno messi a disposizione degli Enti
locali, di Ferrovie dello Stato, dell’Anas.
Nel mese di
maggio è stato avviato un tavolo con Ferrovie dello Stato, per mezzo del quale
si sta cercando di condividere la strategia di sviluppo dell’infrastruttura
ferroviaria e dei servizi. Tale tavolo è fondamentale perché le strategie
regionali non posso prescindere dalle strategie attuate dal concessionario
della rete ferroviaria nazionale. Al momento si è registrata un’ampia apertura
su tale percorso, che vede coinvolti i livelli locali e nazionali delle
Ferrovie dello Stato.
In questi
giorni si sta anche cercando di definire un protocollo d’intesa con
Unioncamere, finalizzato a comprendere le necessità delle aziende calabresi e a
rilevare i flussi di merci, poiché il Piano deve essere strumento incentrato
oltre che sulla mobilità delle persone, anche su quella delle merci.
È degno di
nota che l’attività di redazione del Piano è svolta dagli uffici del
Dipartimento competente, potenziati con le professionalità esterne la cui spesa
grava sulle risorse del Por Calabria Fse 2007/2013 – Asse 7 - “Progetto
tematico settoriale per la mobilità regionale”, con un utilizzo estremamente
ridotto delle sempre più esigue risorse di bilancio regionale.
Questo l’ho
voluto ricordare grazie anche alla professionalità di questi soggetti retribuiti, in effetti, con fondi che
non fanno parte del bilancio regionale. Senza di loro, ovviamente, considerando
la difficoltà e l’esiguità del personale del dipartimento trasporti, i problemi
sicuramente sarebbero stati molteplici.
Andiamo adesso alla riforma normativa e affidamento dei servizi e a quello che si è fatto in
questo periodo relativamente alle leggi regionali.
Infatti,
parliamo della legge regionale numero 67 del
2012 con la quale si è
compiuto un primo, parziale ma rilevante, passo in avanti verso un riassetto
normativo del comparto del trasporto pubblico locale in Calabria.
La legge,
che si inserisce in un progetto più ampio perseguito con forza dalla Giunta
regionale guidata dal presidente Scopelliti, riveste un carattere transitorio
atto a regolare il periodo durante il quale sarà completato il processo di
pianificazione e l’affidamento dei servizi mediante gara, riformulando del
tutto la precedente normativa transitoria del 2006.
Essa, però,
contiene anche disposizioni di carattere strutturale. Alcune di esse realizzano
l’impianto giuridico che rende efficaci le sanzioni verso i trasgressori non in
possesso del biglietto. Al contempo, la nuova norma consente a bordo la
regolarizzazione dei passeggeri che sono stati impossibilitati ad acquistare il
titolo di viaggio a terra.
Il testo di
legge è stato approvato dopo un utile lavoro in Commissione, grazie – voglio
anche ricordarlo - alla presenza e alla collaborazione della minoranza che ha
apportato degli emendamenti migliorativi per il testo stesso.
Poi c’è la legge regionale numero 69 del 2012 approvata il 27 dicembre 2012.
Questa ha
previsto, a decorrere dal mese di luglio, l’obbligo per tutti gli autobus della
flotta del trasporto pubblico locale di essere dotati di sistema satellitare di
localizzazione della posizione, ai fini dell’informazione in tempo reale
all’utenza e della certificazione della percorrenza. La stessa norma prevede
precisi obblighi di comunicazione per le aziende, finalizzati a rendere
efficace e basata su dati concreti la razionalizzazione del sistema.
Noi diamo
molta importanza a questa norma come sanno anche i concessionari, perché finalmente si riesce a dare una informazione
corretta ai cittadini ed a capire come vanno le corse e come funzionano gli
orari. Credo che gli utenti da questo
punto di vista ne potranno trarre sicuramente beneficio e, perché no?,
anche le concessionarie sapendo come è dislocata la loro flotta su tutto il
territorio regionale.
Andiamo poi
alla legge istituiva degli Enti di governo e
dell’Agenzia regionale che sono due norme molto importanti.
L’Assessorato
ha redatto una prima bozza della legge di riforma dell’assetto istituzionale
del trasporto pubblico locale calabrese, costituita da 20 articoli, che presto
sarà portata all’attenzione della Giunta regionale, delle organizzazioni
sindacali e poi della Commissione consiliare competente per la discussione e
l’approvazione.
Questa
norma, tra l’altro, arriva con qualche settimana di ritardo perché le norme nazionali
non hanno consentito che si facesse prima perché in questi ultimi mesi devo
dire che le norme nazionali sono cambiate in continuazione molte volte
contraddicendo la norma successiva quel che diceva la norma precedente.
Finalmente, però, siamo arrivati alla redazione di questa bozza che sarà presentata
al più presto.
Brevemente
vi dico che la norma prevede l’istituzione degli Organi di governo dei bacini,
costituiti dagli enti locali ricompresi nel medesimo bacino territoriale
ottimale, cui è demandato l’esercizio associato delle funzioni in materia di
trasporto pubblico locale, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
L’istituzione dell’Agenzia regionale per la mobilità, con funzioni di supporto
e di proposta alla Regione, agli enti locali e agli organi di governo, fra le
quali la funzione di stazione appaltante per l’espletamento delle procedure di
affidamento dei servizi, e le funzioni di coordinamento e vigilanza sui servizi
in tutto il territorio regionale, e di verifica dell’attuazione della
pianificazione regionale.
Chiaramente
questi sono soltanto degli spunti, poi nella discussione avremo modo di
confrontarci sicuramente con tutti i colleghi ed in particolare, oltre che con
quelli di maggioranza, anche con i colleghi
della opposizione.
Quanto all’affidamento dei servizi, seguendo un percorso già
attuato da altre Regioni, anche questa Amministrazione selezionerà le
professionalità migliori per assistere il Dipartimento competente nelle
predisposizione dei bandi di gara per i servizi di trasporto pubblico locale.
Comprendete
bene che non sono bandi semplici ma complessi. Tutte le Regioni d’Italia che hanno fatto queste gare si
sono servite di alte professionalità perché, indubbiamente, sono gare di
importanza anche extra nazionale e noi vogliamo fare le cose per bene in modo
che ci sia una gara che risponda alle esigenze, anche, del territorio
regionale.
Nel corso
della prossima settimana saranno avviate le procedure per la selezione del
soggetto più idoneo.
Il parallelo
avanzamento di questa attività, dell’approvazione ed attuazione della sopra
citata norma istitutiva degli Enti di governo e dell’Agenzia regionale, nonché
dell’avanzamento del processo di pianificazione, potrà consentire di disporre
fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 degli strumenti amministrativi necessari
per bandire le gare per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale
su gomma.
Andiamo
adesso ad altre azioni che questa maggioranza,
questa Giunta regionale, ha portato avanti
prima di me ma anche durante questo mio mandato insieme al Presidente Scopelliti.
In modo
particolare, voglio parlare dell’acquisizione di Ferrovie della Calabria perché, tra l’altro, oggi
sui giornali leggevo che è stata presentata da alcuni colleghi una
interrogazione. Onestamente,
il collega Guccione era in Aula quando abbiamo discusso di questo tema e non mi
pare che si sia detto il contrario a questa acquisizione.
Il
consigliere Naccari Carlizzi
non c’era ma poiché è stato assessore ai trasporti ricorderà bene questa vicenda.
Tra l’altro dopo 12 anni siamo stati l’unica Giunta regionale che ha deciso
di trovare questa soluzione accollandoci, sicuramente, nell’interesse della Regione, una grande responsabilità
della società ed in modo particolare dei dipendenti che in essa lavorano e di tutto l’indotto che questa società
rappresenta.
Alcune
cose che si dicono oggi si sarebbero potute fare prima e non ci saremmo trovati
in questo momento a questo punto. Tra l’altro, se negli anni scorsi si fossero
spesi per Ferrovie della Calabria i
soldi trasferiti dal Governo a tal fine senza che fossero
dirottati per altri settori, probabilmente tutti questi debiti non ci sarebbero
stati. Ma il presidente Scopelliti su questo, sul nostro invito, non ha avuto
un attimo di esitazione, quando si è trattato di fare questa scelta che abbiamo
ritenuto e che riteniamo strategica in questo momento di crisi in modo
particolare per tutti questi lavoratori e per i servizi che svolgono nella
nostra regione.
C’è
stato un accordo, quindi, fra Stato e Regione
l’8 novembre 2012, che è stato
stipulato dal presidente Scopelliti con il Viceministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti, Mario Ciaccia, si è finalmente definita la conclusione di un
percorso, rimasto in sospeso per 12 anni – quasi quanto il Piano regionale dei trasporti - che il 20 dicembre scorso
ha determinato con formale atto notarile il passaggio della proprietà di
Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione.
Che ci sono
voluti 12 anni è un dato di fatto! Infatti, l’11 febbraio del 2000 era stato
stipulato l’Accordo di programma fra l’allora Ministero dei Trasporti e della
Navigazione e la Regione che, attuando l’articolo 8 del Decreto legislativo
numero 422/1997, prevedeva il trasferimento a titolo gratuito della società
dallo Stato alla Regione.
Le risorse
messe in campo a favore della Società con l’Accordo sono: 20 milioni di euro già trasferiti
dallo Stato, 65 milioni di euro
di fondi Fas regionali, ed inoltre il patrimonio disponibile trasferito alla
Regione in applicazione dell'Accordo di programma del 2000, del valore pari a
circa 22 milioni di euro.
L’unica
altra alternativa possibile senza tali risorse sarebbe stato il fallimento di
una società che gestisce circa il 15 per cento del trasporto collettivo calabrese e impiega circa 850
dipendenti.
A gennaio,
inoltre, la Regione e Ferrovie della Calabria hanno stipulato le convenzioni
per la realizzazione di interventi di riqualificazione della rete ferroviaria,
per un valore di 16,5 milioni
di euro, a valere sui fondi di un mutuo contratto nel 2012 grazie anche
all’allora impegno del consigliere Orsomarso.
È degno di
nota che il costo della produzione dell’azienda è passato dai 68 milioni di
euro del 2010, ai 64 del 2011 e, infine, ai circa 56 milioni previsti nel
bilancio 2012 in corso di approvazione con una riduzione, quindi che si attesta
intorno al 20 per cento.
Penso che
degli sforzi notevoli siano stati fatti anche qui.
Andiamo
adesso alla informazione all’utenza e certificazione
della percorrenza.
Come già
anticipato, l’articolo 36 della legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012
ha previsto, a decorrere da luglio, l’obbligo per tutti gli autobus di essere
dotati di sistema di localizzazione satellitare della posizione, ai fini
dell’informazione in tempo reale all’utenza e della certificazione della
percorrenza.
Le aziende
sanno che su questo tema c’è una grande determinazione da parte dell’assessore affinché nei tempi previsti si arrivi alla giusta
messa in atto di questo strumento.
Con
deliberazione di Giunta regionale del 28 settembre 2012, numero 145, i sistemi
che devono essere installati dalle aziende sono stati cofinanziati in misura
del 75 per cento, per un
totale di circa 4 milioni di Euro.
Di recente
alcune società hanno stipulato i contratti per la fornitura dei dispositivi.
Nel frattempo l’Università della Calabria, nell’ambito di un protocollo
d’intesa che prevede una collaborazione con la Regione per potenziare
l’Osservatorio della mobilità, ha completato la realizzazione
dell’infrastruttura tecnologica centrale. Quindi, anche a dimostrazione che non
soltanto il nostro assessorato ma per quanto riguarda
il dipartimento trasporti c’è un ampio
rapporto di collaborazione con le Università calabresi che da questo punto di
vista, in questo settore, certamente sono già all’avanguardia anche a livello
nazionale.
Di recente è
stato, inoltre, redatto ed approvato, d’intesa con l’Assessorato al lavoro, un
progetto di monitoraggio dei servizi, con l’utilizzo di circa 30 unità, che
consentirà una verifica della loro qualità e grado di utilizzo.
Poi, andiamo
al sistema aeroportuale che è strategico per la regione, per i trasporti
e per tutto lo sviluppo della regione.
È intensa
l’attività portata avanti da questa Giunta regionale, e consentitemi di dire in
particolare dal Presidente e dalla Vicepresidente oltre che dal sottoscritto in
un secondo tempo, per potenziare il sistema aeroportuale calabrese. Questa
azione è portata avanti in un quadro normativo e in un contesto nazionale e
comunitario che spesso si sono rivelati disattenti alle esigenze di continuità
territoriale della regione.
Oltre alle
iniziative volte ad incentivare i vettori aerei, congiuntamente al marketing territoriale e al turismo, che
hanno prodotto, stanno producendo e produrranno un incremento dei collegamenti
aerei, si sta lavorando per scongiurare l’approvazione della proposta dell’ex
ministro Passera di Piano Nazionale degli Aeroporti, che. in particolare,
penalizzava l’aeroporto di Crotone, che verrebbe declassato ad aeroporto di
livello regionale. Un aeroporto che per noi è strategico considerando la
marginalità di quel territorio.
Si sta,
inoltre, lavorando per costruire un contesto economicamente sostenibile per le
società di gestione, anche coerentemente con il pesantemente restrittivo quadro
normativo europeo a tutela della concorrenza che, purtroppo, molte volte blocca molte iniziative regionali e che cinque anni fa aveva comportato
l’avvio della procedura di infrazione della Commissione europea, a seguito
della notifica effettuata dalla stessa Regione purtroppo in quel momento.
Il Consiglio
regionale con l’articolo 49 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34,
ha costruito il presupposto normativo di riferimento. Conseguentemente l’azione
politica ha costruito le necessarie intese sul territorio ed il Dipartimento,
nel mese di aprile, ha concluso quanto di competenza regionale per la stipula
delle convenzioni che dovrebbero garantire la sufficiente copertura finanziaria
alle società di gestione. Proprio in data odierna la Giunta regionale ha previsto
nell’assestamento di bilancio l’istituzione di
un capitolo di bilancio con le necessarie risorse finanziare destinate proprio
a questo settore.
Sui servizi
di trasporto pubblico locale che sono molto importanti e rilevanti per tutti i
settori in generale della regione, intanto bisogna dire che il trasporto pubblico
locale in Calabria include: servizi ferroviari, eserciti per la gran parte da
Trenitalia e in parte anche da Ferrovie della Calabria; e poi i servizi su
gomma, esercitati da 28 aziende organizzate in 6 Società Consortili.
Sulla razionalizzazione dei servizi di cui si parla tanto in questo periodo, in
questi ultimi anni ed in questi giorni in modo particolare, posso dire che nel
2012 è proseguita con maggiore forza l’azione già avviata nel 2011 per la
razionalizzazione dei servizi di trasporto.
Nell’ultimo
biennio sia i servizi di trasporto ferroviario di Trenitalia che i servizi su
gomma sono stati ridotti del 8 o 9 per cento. La spesa si è conseguentemente ridotta, anche se non
nella stessa proporzione, per via dell’adeguamento all’inflazione che abbiamo
dovuto operare, peraltro particolarmente accentuata nel settore dei trasporti.
La riduzione
dei servizi non ha avuto un impatto rilevante sull’utenza, anzi in alcuni casi
ha registrato un contenuto peggioramento del servizio ed in altri persino un miglioramento
perché la razionalizzazione molte volte ha portato ad un miglioramento dei servizi
stessi per l’utenza.
In ogni caso
la percezione della riduzione dell’offerta si ritiene sia stata molto più
contenuta rispetto alla riduzione effettiva, per via del fatto che le azioni
sono state prevalentemente mirate verso i servizi a bassissimo contenuto di
traffico e quelli in sovrapposizione ed in Calabria
ce ne erano ancora parecchi e qualcuno ancora c’è.
Invece da metà 2010, ma dal 2011 in poi fino
al 2013, fino adesso, al 2012 siamo già a 56 milioni di chilometri quindi una
riduzione notevole che continuerà di poco anche per il 2013. Quindi, una
sensibile e forte azione anche su questo terreno.
Passo, poi, alle questioni che sembrano molte
volte più di attualità, ma non soltanto a queste perché
se poi alla fine non c’è la programmazione, se non si guarda al futuro, se non si guarda al
Piano regionale dei trasporti, alle gare e a
tutto il resto, rischiamo di essere sempre rincorsi dalle criticità e dalla
emergenza senza pensare al resto.
Ma in ogni caso non ci sottraiamo dal parlare
di contenzioso e di debiti pregressi.
Questo
Consiglio regionale, già con l’articolo 52 della legge regionale numero 47 del 2011, ha inteso
colmare il debito nei confronti delle aziende di trasporto per il periodo 2008-2010.
Dobbiamo ammettere, però, per correttezza di informazione, che per carenza di
risorse siamo riusciti a poterlo fare soltanto per l’anno 2008.
Nonostante
la seria criticità finanziaria del momento, è significativo lo sforzo per
concretizzare una via già individuata per liquidare i debiti pregressi alle
aziende di trasporto, nonché per mettere fine ad una serie infinita di
contenziosi che ormai trovano le loro radici in questioni risalenti fino al
1987.
Ci rendiamo
conto – e lo dico anche in Aula perché è
giusto che si sappia – che la questione dei debiti pregressi crea grandi
problemi e grandi danni alle aziende.
Ma quando parliamo di debiti che arrivano dal lontano 1987 e che negli anni
scorsi non solo non si sono ridotti ma si sono accentuati, – quando
probabilmente c’era, a livello nazionale, una maggiore possibilità economica da
parte del Governo, delle risorse del bilancio regionale e molte cose non si
sono fatte –, diventa difficile pensare che si possa risolvere tutto in questo
momento in cui la crisi finanziaria e la crisi economica è la più grave degli
ultimi anni e non degli ultimi anni, intesi pochi anni.
Quindi, su questo stiamo lavorando perché il presidente
Scopelliti mi ha dato incarico di trovare una soluzione che possa portare, a breve,
a tamponare o a definire quelle partite già chiare e per cui non c’è
contenzioso, quelle partite per cui, in effetti, le aziende – lo dico
pubblicamente – molte volte hanno anche ragione.
Le aziende che vantano questi crediti verso la Regione,
hanno grossi problemi in questo momento di grande difficoltà. Come ho detto
alle aziende e ai sindacati, stiamo lavorando ed accelereremo i ritmi nei
prossimi giorni.
Poi, sul costo dei servizi e risorse disponibili per il
2013, il costo dei servizi
effettuati nel 2012, aggiornato al 2013 tenendo conto dell’inflazione,
suddiviso per tipologia è il seguente: in Calabria
spendiamo per la gomma 129 milioni; per il ferro con Ferrovie della Calabria una piccola parte, 29,5
milioni; per il ferro di Trenitalia
che riguarda per la maggior parte il ferro, 96,5 milioni; per i contratti
collettivi 13,5 milioni per un totale di 268 milioni e 500 mila euro.
Capite che
non è una cifra di poco conto; è una cifra che, purtroppo, non viene erogata
dal Governo nazionale che ha ridotto sempre
di più queste risorse. E quest’anno speriamo con l’aiuto di tutti di riuscire
ad avere la premialità, altrimenti anche questi 212 milioni, cari colleghi, si
andrebbero a ridurre, cosa che non possiamo certamente permettere.
Da una
parte, per come imposto dalla normativa nazionale, si sta procedendo alla
soppressione dei servizi a domanda debole e dall’altra all’efficientamento dei
costi di Ferrovie della Calabria. Tali azioni porteranno ad un risparmio di
spesa di oltre 10 milioni di euro nell’anno corrente. Tra l’altro, a parte
alcuni servizi che non sono più appetibili serve anche per raggiungere
quell’obiettivo di cui vi parlavo che è quello della premialità.
Tuttavia,
nonostante ciò, le risorse attualmente disponibili per la Regione Calabria per
i servizi di trasporto pubblico locale sono insufficienti rispetto alle
necessità, per via del progressivo ridursi dei trasferimenti statali a vario
titolo erogati e della contemporanea contrazione delle risorse autonome
regionali. Come sapete ormai il bilancio regionale è talmente asfittico che non consente più
come si faceva negli anni passati di poter accedere al bilancio
stesso per ripianare molti debiti. Per quest’anno la carenza è pari a circa 30
milioni di euro ed i colleghi lo sanno ma è giusto ribadirlo anche in
quest’Aula per quando si andranno ad assumere
provvedimenti di sostegno verso tutte le categorie di crisi della nostra regione,
come è giusto che sia; vorrei – e lo ricordo a quest’Aula – che un sostegno
importante ci fosse anche per quanto riguarda il comparto dei trasporti.
La
disponibilità attuale di risorse comporterebbe una insostenibile riduzione dei
servizi, che non ne consentirebbe neanche una razionale riorganizzazione perché tale e tanto alta dovrebbe essere la riorganizzazione. Il basso livello delle risorse non
ha, infatti, consentito negli ultimi anni essenziali investimenti, soprattutto
in termini di acquisto di materiale rotabile ferroviario che nella nostra regione è
veramente molto vetusto.
Come
conseguenza la bassa capacità dei convogli e la loro vetustà – quindi la scarsa
appetibilità di questi mezzi - costituisce un limite concreto all’utilizzo
della modalità ferroviaria, anche quando questa potrebbe essere più efficace ed
efficiente della modalità di trasporto su gomma evitando, appunto, se questo
sistema funzionasse meglio, tanti parallelismi che in questo momento non si
possono eliminare ma che in qualche modo andrebbero sicuramente in alcuni casi
anche eliminati per evitare l’aggravio dei costi di esercizio.
Però, anche
su questo stiamo trovando delle risorse per intervenire, anche con Trenitalia e con risorse rientranti
nella titolarità della Regione,
per acquistare dei nuovi mezzi per quanto riguarda il
sistema ferrato considerato che la situazione, specialmente nell’area ionica, è
insostenibile.
Avviandomi
alla conclusione voglio dire anche una cosa in questo momento di attualità che
riguarda il reperimento dei fondi che servono in quest’anno e, perché no?, la possibilità di reperire qualcosa per l’anno
prossimo.
Dopo un
ampio sforzo compiuto con i Ministeri sia da parte del Presidente
che da parte del sottoscritto, è stata sottoposta al Governo una proposta. Si tratta di una norma che
consente significativi investimenti per materiale rotabile ferroviario, come ho
detto prima, perché con questo sistema abbiamo
la possibilità di assicurare anche le risorse
necessarie per lo svolgimento dei servizi nel periodo necessario ad una loro
riconfigurazione e al concretizzarsi degli investimenti necessari di cui sopra.
In poche
parole, si tratta di trovare i fondi cioè i 30 milioni che servono per
quest’anno e qualcosa anche per il prossimo anno perché
chiaramente le risorse nazionali non soltanto
non aumenteranno ma, probabilmente, può darsi che diminuiscano e, quindi, ci
saranno difficoltà già dal prossimo
anno.
Per
questo stiamo pensando già in anticipo a come organizzarci per il prossimo
anno. La norma dovrebbe
consentire, appunto, l’utilizzo per tale finalità di fondi regionali, ad oggi
finalizzati diversamente.
Certamente questo
lo voglio dire non si tratta di fondi aggiuntivi che il Governo dà in più. E’ uno sforzo notevole che la Regione fa destinando questi
fondi da altri settori a questo perché,
indubbiamente, si percepisce, si è percepito – il Presidente questo l’ha percepito
dal primo momento, devo dir la verità, anche la maggioranza e la Giunta ma sono
convinto anche i colleghi della opposizione – che bisogna reperire questi fondi
comprendendo che il sistema dei trasporti, il comparto dei trasporti, è
prioritario per lo sviluppo della nostra regione.
Quindi,
con questa soluzione che abbiamo individuato da portare avanti attraverso la
presentazione di un emendamento a livello nazionale perché c’è bisogno - lo
voglio ricordare – di una norma nazionale che ci consenta di utilizzare questi
fondi, sicuramente risolveremo il problema di quest’anno e daremo un respiro
anche al prossimo anno oltre all’acquisto di materiale rotabile che, come
ricordavo prima, è molto vetusto nella regione.
Come
vedete, i temi sono tanti. Molte volte si parla di trasporto nella Regione soltanto quando c’è lo sciopero ed
i servizi si fermano e molte volte anche la percezione della politica stessa si
ha soltanto in quel momento.
Credo
che il dibattito di oggi sia veramente importante e possa essere importante
ascoltando i suggerimenti che verranno anche da parte dei colleghi e che se
saranno positivi saranno recepiti sicuramente da parte nostra, oltre che quelli
di maggioranza anche quelli della opposizione. Ripeto quel che ho detto
all’inizio e chiudo: il comparto dei trasporti non è qualcosa che riguarda
soltanto la maggioranza.
Noi
dobbiamo fare le nostre scelte e portarle avanti. La Giunta deve decidere, deve
programmare e certamente governare e su questo non ci sottraiamo. Ma su questo
tema così come altri di primaria importanza credo che il contributo di tutti
sia determinante ed importante.
In
questo momento abbiamo - per quanto mi riguarda – la fortuna di avere, momentaneamente, anche un Governo nazionale bipartisan, che in
qualche caso stiamo già sperimentando e quindi c’è la possibilità, anche su
temi come questi che riguardano la mobilità, il trasporto e gli aeroporti, di
fare fronte comune con il Governo
ognuno per la propria parte.
Credo
che se si fa un’azione del genere non si può parlare di inciucio e di chissà
quale connivenza tra opposizione e maggioranza, ma soltanto di chi vuol fare e
fa gli interessi della Regione.
Credo che su questo dobbiamo lavorare insieme e l’incontro di oggi mi auguro
che possa andare sicuramente in questa direzione. Attenderò anche di ascoltare
poi i colleghi che vorranno intervenire per capire anche da loro quali possano
essere le esigenze e le proposte migliorative sul Piano regionale dei trasporti
su cui avremo modo di confrontarci in futuro tantissime volte, ma anche su
questi altri temi che ho citato alla fine.
Mi
auguro che alla fine venga fuori d a questa giornata un dibattito utile ed
importante ma che sia anche determinante per lo sviluppo di questo settore e
per far sì che si riesca per il futuro a garantire la mobilità ai nostri
corregionali che poi è il nostro fine primo ed ultimo.
Sono
importanti le aziende. E’ importante
Ferrovie della Calabria, è importante Trenitalia,
sono importantissimi i lavoratori ma per quanto ci riguarda ai primissimi posti
chiaramente c’è l’utenza che è poi quella che usufruisce di questi mezzi.
Grazie all’assessore Fedele. Prima di procedere col dibattito
vorrei che il Consiglio osservasse un minuto di raccoglimento perché è giunta
la notizia che è morto un Capitano dei bersaglieri, Giuseppe La Rosa, in
Afganistan, e ne sono stati feriti altri tre.
Si tratta di un capitano originario della Sicilia e
vorrei che il Consiglio osservasse un minuto di raccoglimento in onore della
sua memoria.
(I consiglieri in piedi osservano un minuto
di silenzio)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Naccari.
Ne ha facoltà.
Presidente, le facevo segno prima, perché nell’ultima seduta non ci sono stato, volevo chiederle se il Consiglio ha
provveduto a ricordare l’ex consigliere Guerriero che, purtroppo, – come tutti
sanno – è deceduto. Le facevo segno per associare il ricordo del capitano anche
all’ex consigliere Guerriero. Purtroppo non sono fortunato quando le chiedo la
parola, comunque questo era il problema. Valuti lei in che termini ricordare un collega che è stato
componente del Consiglio nella legislatura precedente e di cui credo tutti
abbiamo un dolce ricordo, essendo stato un consigliere eccellente e veramente
una persona di livello.
Mi associo
alle sue valutazioni. Ho avuto
il piacere di conoscerlo, siamo stati colleghi per cinque
anni, sia da Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta sia come
componente dell’Ufficio di Presidenza; è stato un punto di riferimento
importante per il Consiglio e tutti noi che l’abbiamo conosciuto abbiamo
apprezzato molto il suo modo garbato, lineare, semplice di proporre le
questioni e c’è sempre stato un grande rapporto.
Il Consiglio ha provveduto a stare vicino alla famiglia anche con dei
necrologi sui quotidiani e ha fatto tutto quello che era nelle proprie
competenze. Mi sembra estremamente opportuno che osserviamo anche per lui un
minuto di raccoglimento in quest’Aula, quindi mi sembra doveroso.
(I consiglieri, in
piedi, osservano un minuto di silenzio)
Proseguiamo
con i lavori dell’Aula. Subito
dopo la relazione ha chiesto di
intervenire il consigliere Franchino. Raccomando i colleghi di mantenere gli interventi nei
tempi stabiliti dal Regolamento.
Abbiamo ascoltato
attentamente la relazione svolta dall’assessore Fedele: non la condividiamo, la si ritiene fortemente
insufficiente, incapace di offrire alcuna risposta e priva di qualsiasi
proposta concreta ed anche di qualche verità.
I tagli
che la Regione ha deciso di effettuare sul trasporto pubblico locale sono del
50 per cento per l’anno corrente. Per la Calabria, la riorganizzazione voluta
dalla Giunta regionale e adottata con la delibera numero 173 del 2013 si
traduce in un taglio del 50 per cento delle percorrenze chilometriche urbane ed
extraurbane; si riducono le risorse, i
chilometri da percorrere e, di conseguenza, in un settore che sembrava immune
dai licenziamenti, scende anche l’occupazione. A rischiare non sono solo i
precari dei trasporti, ma un consistente numero di operatori che, secondo le stime
fatte, riguarderà circa 1.300 addetti. Altri addetti, invece, dovranno essere
trasferiti dalle attuali sedi di lavoro diffuse nel territorio a quelle
centrali delle aziende per il trasporto extraurbano.
Il taglio a livello regionale è stato deciso senza riflettere sulle
gravi ricadute che produrrà sull’intero comparto del trasporto pubblico locale
e sul diritto alla mobilità dei calabresi. La decisione è stata assunta
seguendo un metodo che noi non possiamo assolutamente condividere; se è vero
che c’è un problema relativo alla mancanza di risorse che stringe nella morsa
le Regioni e gli enti locali, la realtà è che i Comuni della Calabria
verrebbero privati dei collegamenti essenziali, utili a soddisfare esigenze
primarie di spostamento come quelle per
lavoro e per studio.
La preoccupazione maggiore, oltre quella del risvolto occupazionale, è
soprattutto l’utenza che viene penalizzata dalla decisione della Giunta
regionale, infatti verrebbero tagliate corse che lascerebbero, di fatto,
scollegati i centri dell’entroterra e verrebbero dimezzati i servizi di
trasporto urbano delle principali città calabresi. Alcuni paesi dell’entroterra
sarebbero costretti a soffrire per le interruzioni dei collegamenti con gli
altri Comuni e con i capoluoghi di provincia, specialmente nelle ore
pomeridiane.
Molte aziende che operano nel settore, sia pubbliche sia private, sono
rimaste praticamente all’oscuro della decisione assunta dalla Giunta regionale,
che dovrebbe essere efficace già dalla fine di giugno. Non c’è stata
concertazione con i Comuni né con le Province, non c’è stata concertazione con
le organizzazioni datoriali e sindacali. La decisione della Giunta regionale è
stata assunta con grave leggerezza e unilateralità, seppur consapevoli delle
ricadute prodotte a danno dell’occupazione e della domanda di mobilità dei
cittadini; una decisione che evidenzia in maniera più marcata, a nostro avviso,
l’incapacità dell’attuale maggioranza di governo della Calabria che, invece di
pensare ad elaborare un progetto serio di riordino del settore, propone tagli
che, se attuati, porterebbero il sistema dei trasporti regionale alla paralisi.
Non neghiamo che esista il bisogno di razionalizzare la spesa del
settore; questo può essere fatto solo attraverso l’elaborazione di un Piano
regionale dei trasporti e della mobilità capace di introdurre, anche nel nostro
territorio regionale, un sistema di trasporto pubblico integrato.
Tutto ciò non può prescindere dal Piano regionale dei trasporti, ormai
datato 1997, che – ricordiamo – ad inizio legislatura il consigliere Orsomarso,
che reggeva il settore, in più occasioni, almeno nella quarta Commissione
ambiente e territorio, ha ribadito che, entro massimo due anni, si sarebbe
avuto un nuovo PRT, cosa che non è assolutamente avvenuta.
La recessione del trasporto pubblico locale è giunta, ormai, ad una
svolta cruciale che nella nostra regione rischia irrimediabilmente di
travolgere l’intero settore, con pesanti ricadute – ripeto – sull’occupazione e
sulla garanzia del diritto alla mobilità. Il dato più allarmante è quello della
crisi in cui versa l’azienda pubblica più grande della regione, che è Ferrovie
della Calabria.
E’, dunque, una necessità non più rinviabile che il problema trasporti
venga affrontato nella sua complessità in questa Regione con una efficace
iniziativa coordinata da azioni che consolidino il sistema territoriale di
mobilità sostenibile e rilancino il ruolo e la funzione che in tale sistema
deve svolgere il trasporto pubblico locale; una necessità, perché il
congestionamento dato dalla circolazione di auto ed il conseguente grave
peggioramento del livello di inquinamento dell’area nelle città del nostro
territorio portano a livelli intollerabili i rischi per la salute dei
cittadini; una necessità perché integrazione, intermodalità ed implementazione
dei nodi strutturali rappresentano sempre più un fattore decisivo per lo
sviluppo del sistema economico regionale.
I crescenti costi e le diseconomie legate ad un trasporto
principalmente su gomma influiscono in maniera negativa sulla capacità di stare
sul mercato da parte di una miriade di piccole e medie aziende a cui i processi
innovativi non fanno più agio. Alle difficoltà date dall’eccessiva
parcellizzazione delle imprese di trasporto, cronicamente anche incapaci di
aggregarsi, si aggiungono oggi quelle della concorrenza e della vendita
sottocosto delle Nazioni comunitarie, che sono state pesantemente subite negli
anni passati dalle grandi imprese con chiusure e ristrutturazioni.
L’alto tasso di manodopera proveniente dai Paesi dell’Est nelle nostre
imprese va considerato come una risposta a questo fenomeno con le note
conseguenze sociali di degrado e sfruttamento. E’, quindi, indispensabile
invertire da subito questa deriva con processi di aggregazione intelligenti su
filiere più ampie, per creare economie di scala.
Anche per sostenere tale sforzo è necessaria una politica che rafforzi
l’intermodalità. Tale politica è, tra l’altro, agevolata dalla presenza nel
nostro territorio di alcune, seppur precarie, infrastrutture: il porto di Gioia
Tauro, lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme, autostrade e alcune direttrici.
A questo occorre agganciare, rilanciandone la funzione, gli scali merci
ferroviari anche come potenziali piattaforme logistiche, intesi come trasporto
distributivo nei centri urbani con mezzi ecocompatibili.
L’aspetto della qualità ambientale e di vita è oggi assai più
impellente rispetto a un decennio fa, quando venne concepito il primo Piano
regionale dei trasporti. La situazione è tale che l’azione di contenimento
delle emissioni inquinanti con provvedimenti tampone appare oggi, anche per le
condizioni meteoclimatiche, assai modesta.
Occorre, oggi, una scelta netta che disincentivi l’utilizzo del mezzo
privato a vantaggio del mezzo pubblico, sia di quello ferroviario sia di quello
su gomma, e non sono più rinviabili conseguenti atti di governo che
concretizzino tale scelta; arrivare ad assicurare in modo costante le cadenze
orarie accettabili dall’utenza sulla direttrice sud-nord, attraverso la
riqualificazione e il rafforzamento strutturale del servizio ferroviario
regionale, anche per i collegamenti tra il Tirreno e lo Ionio con l’area urbana
di Cosenza, è una risposta urgente e non più procrastinabile.
Ecco perché è importante assicurare le risorse finanziarie pubbliche
adeguate all’equilibrio del sistema, è il primo dei compiti del Governo
nazionale e della Giunta regionale. A tale proposito, noi chiediamo con forza
che la Giunta regionale effettui la verifica puntuale dei finanziamenti erogati
nel territorio regionale, eliminando sovrapposizioni e sprechi di risorse che
possono essere, invece, indirizzate per il finanziamento di nuove linee,
laddove la domanda non è sufficiente o per nulla evasa.
La città di Cosenza è tra quelle che, in venti anni, non ha mai
ricevuto un aumento chilometrico, rimanendo ferma a 2 milioni e 280 chilometri
di percorrenza autorizzata, nei quali – si badi bene – sono anche compresi 400
mila chilometri della concessione che interessa il servizio effettuato nel
territorio del Comune di Castrovillari; una percorrenza chilometrica
sicuramente insufficiente a dare risposte ad un centro urbano su cui,
quotidianamente, gravitano circa 200 mila utenti.
Secondo: bisogna perseguire l’obiettivo di ridurre significativamente
la velocità commerciale dei mezzi pubblici, considerando che i tempi biblici di
spostamento negli ultimi anni hanno frenato la propensione all’utilizzo di tale
modalità di trasporto. Così, nonostante sia complessivamente aumentato il numero
degli utenti, si registra oggi una tipizzazione della clientela principalmente
su tre fasce socialmente deboli – studenti, ovviamente compresa l’università,
anziani e stranieri – quindi è necessario uscire velocemente da questo grave empasse
che inibisce la piena valorizzazione di tale sistema di trasporti, che è e
resta, invece, l’unica ed ottimale soluzione per i gravi problemi ambientali
prodotti dalla circolazione.
A tale proposito, attraverso scelte nette e coraggiose, con le
amministrazioni locali, insieme alla Regione e alle Province, ci permettiamo di
suggerire di favorire l’adeguato sviluppo di un’efficace rete di corsie
preferenziali dedicata ai mezzi pubblici sulle direttrici di penetrazione nelle
aree urbane, incrementando, così, la velocità commerciale per recuperare
competitività e convenienza del trasporto pubblico locale rispetto al mezzo
privato; predisporre un piano che si ponga l’obiettivo, nel prossimo triennio,
di trasformare a gas metano Gpl o bus elettrici tutti i mezzi di trasporto
pubblico, allocando a tale misura di riduzione dell’impatto ambientale risorse
finanziarie degli enti locali, Comuni e Province, e ovviamente anche la
Regione, oltre a quelle attivabili con i finanziamenti regionali disponibili;
individuare su vasta area un piano integrato di mobilità che valorizzi la
massima integrazione modale tra infrastrutture ferroviarie ed aree portuali e
conseguenti organizzazione del servizio di trasporto pubblico su gomma anche
attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie.
Punto terzo: agli enti locali bisogna chiedere di prendere atto con
chiarezza e fino in fondo delle motivazioni reali della grave situazione di
crisi del trasporto pubblico, essendo questa una condizione indispensabile per
rilanciarne ruolo e funzioni quale valida e credibile alternativa dell’uso del
mezzo privato, in un progetto più complessivo di mobilità sostenibile.
Bisogna prendere atto che va riformato il sistema nella nostra regione
e che va rivisto, quindi, strutturalmente il modello che qui si è adottato per
il governo del settore. Si avverte la necessità di dare vita a moderne imprese
di trasporto capaci di operare sull’intero ciclo della mobilità. Bisogna anche
superare la frammentazione esistente nella nostra regione fra le aziende di
gestione del servizio, per aprire così la strada ad una possibile integrazione
funzionale più larga a livello di bacino. E’, cioè, necessario che le aziende
di gestione raggiungano dimensioni competitive, non escludendo anche l’ingresso
di capitale privato in grado di mettere in campo economie di scala che
alleggeriscano la struttura dei costi ed un uso ottimale delle risorse
disponibili, dimensioni competitive per far fronte al rischio latente di una
esternalizzazione da pubblico verso il privato dell’attività di esercizio, in
un mercato che oggi vede la presenza di imprese straniere assai più strutturate
delle nostre ed interessate ad operare sul nostro territorio.
Per fare ciò è necessario avviare un confronto responsabile, svincolato
da tatticismi e da velleità monopolistiche, per dare vita ad aziende che per
dimensioni e robustezza economico-strutturale siano in grado di competere con
le realtà che già operano nel resto del territorio nazionale e in quello della
Comunità europea, aggiudicandosi così le gare per l’affidamento dei servizi e
garantire una produzione accettata dai cittadini, che sempre più reclamano
efficienza, qualità, attendibilità negli orari e nei passaggi del vettore
pubblico.
Analogo discorso vale per il trasporto urbano, che non può essere
ancora ristretto al perimetro di un solo territorio comunale, ma che risponda
pienamente alla domanda che proviene da realtà urbane che in materia di
trasporti non possano più conoscere barriere e campanili.
Nella realtà urbana dei Comuni capoluogo bisogna mantenere l’impegno di
dare una nuova prospettiva di sviluppo alle aziende comunali e, perché ciò si
realizzi, è necessario affermare e fare crescere una nuova cultura
imprenditoriale.
L’esperienza Bin-Bus realizzata nell’area urbana di Cosenza è un
importante momento di confronto tra le aziende che ne fanno parte, un punto che
noi consideriamo di partenza, un’esperienza che bisogna allargare e rafforzare
a tutte le realtà similari della regione. A proposito di Cosenza – e termino –
noi volgiamo una particolare attenzione, perché deve avere la definizione della
rete dei servizi che comprenderà l’area urbana di Cosenza, un’estensione
territoriale che non può prescindere dai Comuni del Savuto, della pre-Sila e
delle Serre cosentine. Queste sono le dimensioni geografiche che devono essere
prese a riferimento per riorganizzare un sistema dei trasporti moderno, che
risponda pienamente alla domanda di mobilità di una collettività che sceglie
sempre più il mezzo privato per i suoi spostamenti quotidiani.
Realizzare un sistema che abbia queste caratteristiche, significa anche
intervenire nella modificazione di usi, costumi ed abitudini nei tempi
consolidati, significa incoraggiare uno sviluppo di mobilità più sostenibile,
rafforzare e meglio coordinare il sistema di integrazione tariffaria,
armonizzare il sistema degli orari, eliminare le sovrapposizioni e gli sprechi,
ridurre anche l’uso dell’automobile e, con esso, gli altri livelli degli
inquinamenti, acustico ed atmosferico.
In questa ottica deve prendere forma anche il progetto di realizzazione
della metropolitana che, su sede fissa, collegherà la città di Cosenza con il territorio rendese e con l’Unical,
integrando attraverso il sistema attualmente gestito dalla Ferrovie della
Calabria e da Trenitalia questi centri urbani con i territori a sud del Savuto
e della pre-Sila e a nord con quelli del Tirreno e dello Ionio e sia anche in
grado di realizzare un sistema a rete di trasporto su gomma integrativo e non
sostitutivo di quello su ferro; una nuova e più armonica politica del trasporto
pubblico che sappia coniugare, attraverso la gomma e il ferro, le esigenze di
spostamento a breve e medio percorso e che sia ben integrata anche con il
sistema ferroviario della rete nazionale. Una risposta, questa, che in tempi
brevi potrà dare vivibilità al centro universitario di Cosenza, spesso
paralizzato dal traffico, una risposta importante anche in termini di maggiore
sicurezza e di affidabilità del servizio di trasporto pubblico.
Provincia di Cosenza e Comuni interessati
dovranno ragionare insieme per ricercare concretamente la strada che porta alla
realizzazione di questo collegamento, ricorrendone in termini di tempi e di
spostamento e di vicinanza geografica delle infrastrutture ferroviarie già
esistenti, tutte le condizioni tecniche e logistiche. I trasporti pubblici
hanno bisogno di maggiore attenzione e di risorse economiche, ma anche di una
più moderna gestione rapportata alle grandi trasformazioni imposte dalla nuova
cultura europea, una nuova cultura che deve essere diffusa anche in sede locale
attraverso l’affermazione non solo del bus e della metropolitana, ma anche di
una maggiore varietà e disponibilità del tipo di offerta, quale ad esempio
taxi, taxi collettivo, autobus a chiamata e soprattutto di una nuova e più
moderna considerazione sull’uso delle città e del suolo pubblico.
Diventa, pertanto, improcrastinabile avviare
concretamente la fase di una riforma che, definendo i bacini di traffico, non
come quelli che noi abbiamo ascoltato, sui bisogni reali delle popolazioni e
del tessuto economico dei territori superi, con la messa a gara dei servizi,
l’attuale sistema di sostanziale monopolio dell’esistente, senza alcuna
rispondenza alle reali e mutate esigenze di mobilità delle popolazioni e di chi
viene nella nostra regione, che con l’attuale arcaica offerta di servizi di
tipo prevalentemente scolastico vivono, di fatto, una sorta di coprifuoco.
Se il Consiglio regionale è capace di
garantire una mobilità efficace ed efficiente, anche noi come minoranza
possiamo ipotizzare un inizio di sviluppo di questa terra e di questa regione.
Grazie al
consigliere Franchino. Ha
chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi sarei aspettato, francamente, una
relazione diversa dall’assessore ai trasporti,
Fedele. Una relazione che ci desse la possibilità di fare una valutazione
oggettiva su quello che è avvenuto in questi tre anni di amministrazione di
Giunta regionale e ciò che di concreto si vuol fare per il futuro.
Suddividendo
in valore assoluto e valore relativo il concetto che ha espresso l’assessore,
per la verità l’assessore ha omesso anche di riferirsi all’ultimo periodo sugli
accordi sindacali e non che ci sono stati a garanzia delle risorse che si sono
impegnate, si è impegnata
Ricordo
l’intervento che a suo tempo, circa 2 anni fa, fece il collega Orsomarso
quando, in quest’Aula, abbiamo parlato dei tagli che si volevano fare al
sistema trasportistico.
Tagliare
è facile, è come nel settore sanità, poi se muore il paziente è un’altra cosa.
Un
taglio sul trasporto pubblico locale in generale, vuoi su gomma o vuoi su
ferro, implica delle ripercussioni in ogni caso sull’occupazione, ma anche sul
diritto alla mobilità dei cittadini.
Il
risultato è – mi attengo ai fatti semplicemente, così nessuno ci può smentire –
che dopo tre anni si deve rivedere in ogni caso il sistema di rifinanziamento del trasporto pubblico
locale.
Detto
questo, è fuori di dubbio - e questo lo dico scevro da ogni contrapposizione perché qui siamo per cooperare e
per offrire l’opportunità di dare una soluzione a questo annoso problema che
abbiamo – che il Piano regionale dei trasporti, per vostra stessa ammissione, è
il vecchio Piano che abbiamo preso e ristrutturato in qualche parte e che
abbiamo approvato; perché quello poteva essere.
Ma la filosofia di una evoluzione dei trasporti,
francamente, non la vedo non solo come risorsa, ma come impostazione generale
di una idea che vada ad integrare non solo il trasporto tra gomma e ferrato, ma
anche, per i centri di attrazione, una offerta di mobilità che al momento non
c’è. Ma, a parte l’innovazione tecnologica, dobbiamo capire cosa fare del
trasporto pubblico.
Operazione Ferrovie della Calabria che questa
maggioranza ha ostentato come una novità, come un’assunzione di responsabilità:
ma la vogliamo dir tutta! Non parlo della bontà dell’operazione dal punto di
vista della garanzia dell’occupazione, ma parlo della capacità che
Scusatemi, ma è possibile che voi ci venite a dire che
una società che era gestita dallo Stato non dovesse essere risanata prima di
essere presa in carico dalla Regione? Ma stiamo scherzando!? O ci possiamo far
carico – come ci siamo fatti carico – sul bilancio regionale di risanare
un’azienda in passivo e ce la prendiamo così d’emblée? Allora qui c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa che non
riusciamo a capire: qual è l’utilità e l’integrazione dei servizi che Ferrovie
della Calabria dava a questa Calabria con il sistema trasportistico che già
c’era, di fatto, anche sull’area del reggino e che è letteralmente scomparso.
Questo per quanto riguarda l’impostazione. Ma
l’impostazione per i centri di attrazione, vogliamo capire rispetto
all’università, rispetto agli ospedali, rispetto al porto di Gioia Tauro o ad altri porti e aeroporti cosa si fa o
cosa si sta facendo.
Vorrei offrirvi una riflessione.
A fronte di un budget sul trasporto pubblico
locale - per esempio – di 94 milioni di euro erogati per servizi resi e svolti,
oltretutto verificati, siamo scesi a 86 milioni di euro. Ma questi tagli in
rapporto a che cosa? Dell’inutilità delle cose che si facevano prima? Oppure ci
si è alzati una mattina e si è detto “dobbiamo tagliare l’8 per cento” e così
tagli lineari a chi capita, capita? Alla fine stiamo ritornando indietro
rispetto anche ad un monte complessivo di 224 milioni di euro come ci diceva
l’assessore dove là dentro c’è di tutto e di più.
Bisogna capire come vogliamo ripartire e garantire i 6
milioni di accise che sono là dentro, rispetto alle corse che garantiamo per i
grandi centri universitari o per lo meno i centri attrattori, come ci vogliamo
regolare e che tipo di trasporto, rispetto anche alla visione che hanno le
province ed i grandi comuni, vogliamo dare a questa Calabria.
Ricordo a me stesso - perché l’ho fatto questo lavoro –
che, quando abbiamo ascoltato le Province, le esigenze di mobilità che
chiedevano erano di gran lunga superiori a quelle che
Con il servizio delle gare… e qui ci vuole una
assunzione di responsabilità di questa Regione, di questa classe dirigente,
perché voglio capire, poi, come ci mettiamo.
Su questo va fatta una riflessione seria, né ci possiamo
accontentare di quello che ci diceva l’assessore: faremo, diremo, vedremo. Che
cosa?
Rispetto alle risorse che abbiamo, c’è l’assessore al
bilancio, quali sono le poste che abbiamo messo in gioco, che abbiamo visto
entro il 31 dicembre 2013 e quali sono le poste che riteniamo, per il 2014, di
incrementare o meno.
Rispetto a questo c’è un piano, anche di tipo
ordinativo, che dobbiamo prevedere perché è facile dire “abbiamo approvato una
legge e l’applichiamo”. Ma su che cosa? Applichiamo su quale modello? Perché,
poi, ci riduciamo, alla fine, anche a fare considerazioni sulle aziende che
danno o garantiscono la mobilità sulle grandi città, compresa Reggio Calabria,
perché poi l’Atam a Reggio Calabria, per non parlare delle altre realtà, offre
un determinato disservizio la cui sofferenza non è dovuta all’erogazione
regionale ma, caso mai, è dovuta ad altre cose come acquisizione di aziende o
acquisti che abbiamo fatto per i pullman e poi il Comune non ha garantito le
somme poste in palio perdendo liquidità.
Le cose le dobbiamo dire con molta verità e onestà
mentale, anche perché abbiamo il diritto-dovere di riconoscere e di dare
orientamenti ed indirizzi sul nuovo concetto di mobilità che vogliamo dare a
questa Calabria. Altrimenti “tutto va bene, madama la marchesa” e poi alla fine
niente va bene.
E se le aziende, in genere, hanno avvertito l’esigenza
di manifestare è perché il grado di sofferenza è evidente e palpabile, si tocca
non solo come garanzia dell’occupazione ma anche come garanzia e come
autogaranzia di offrire un servizio che è adeguato alle esigenze dei calabresi.
Vorrei chiedere all’assessore se è a conoscenza di
quante corse Trenitalia abbia
soppresso in Calabria, lunedì mattina, quindi sei giorni fa. Io lo so perché mi
sono informato, ma lo chiedo all’assessore.
Non possiamo avere un’interlocuzione pure con Trenitalia che si permette il lusso
di annullare, quasi giorno per giorno, 54 corse, perché noi paghiamo per quelle
corse ed allora abbiamo un contenzioso con Trenitalia su queste cose non avendo la garanzia né nel
trasporto nazionale ma non abbiamo garantito nemmeno il trasporto regionale;
alcuni treni sono stati soppressi perché Trenitalia
ritiene che non ci sia traffico sufficiente perché possano essere garantite da
una parte e dall’altra. Assessore, la prego, si informi con Trenitalia per sapere quante corse
sono annullate quasi ogni giorno.
Vuoi per la vecchiezza dei mezzi, vuoi per altre cose ma
questa è la situazione e anche su questo andrebbe fatta una riflessione, perché
se dobbiamo fare il famoso raccordo a pettine dobbiamo trovare le risorse per
garantire queste cose.
Siccome ho sentito in quest’Aula, e ne sono convinto,
che il sistema trasporti è una priorità per la Calabria, noi ridiamo le risorse
in modo prioritario a questo settore nella condizione di garantire una offerta
di mobilità che sia normale, non eccezionale, rispetto ad altre regioni.
Non voglio portare ad esempio il modello campano, perché
ogni Regione ha le sue difficoltà, le sue peculiarità, le sue discrasie anche
rispetto alle risorse utilizzate e all’impiego che esse vantano, ma non è
possibile che alla fine, quasi con le stesse risorse rispetto al comparto
ferroviario, si offra un servizio che è migliore del nostro.
Va fatta, anche qui, una riflessione. Ritengo che per
quanto riguarda la discussione sull’offerta dei servizi il meccanismo lo
sappiamo. L’assessorato, quando approva un piano di esercizio finanziario che
presentano le aziende, dà l’ok su quel tipo di mobilità, perché fa una analisi,
fa un riscontro ed eroga le risorse economiche in virtù del lavoro che le varie
aziende, i consorzi… che poi, assessore un Consorzio è una aggregazione
temporanea o, se non temporanea, di imprese vera e propria, che offre un
servizio.
Che poi, francamente, sento dire che alcuni Consorzi non
svolgono appieno il loro compito e il loro mandato; qui c’è qualcosa che non va
soprattutto quando facciamo una convenzione con l’assessorato al lavoro per
verificare se queste corse sono adeguate o il flusso di traffico che esse
garantiscono è adeguato rispetto alle risorse spese. Però o è l’una o è
l’altra.
Non ci possiamo incardinare o fare una valutazione
esclusivamente sull’orientamento e la disponibilità di risorse che noi abbiamo.
Se questo è, allora diciamo che abbiamo esclusivamente
questa posta in gioco rispetto alla quale chiamiamo le aziende Trenitalia e Ferrovie della Calabria.
Voi per garantirci questo avete licenziato 100-200-300 persone perché i servizi
costano e vanno garantiti se li vogliamo.
Altrimenti assumiamoci la responsabilità come Giunta
regionale, come Consiglio no, perché ognuno poi la dice come la sente, ognuno
può approvare o non approvare. Diciamoci le cose in modo chiaro, perché se
andiamo con le province o con i grandi comuni a fare una integrazione reale
delle esigenze dei territori è fuori di dubbio che quello che esce è poi la
risultanza economica che ci deve essere, perché se questa non c’è è inutile che
andiamo e ci sediamo con chi è interlocutore a stabilire un piano dei
trasporti.
Poi ogni cosa ha un costo minimo o massimo che sia.
Su questo bisogna dare priorità a livello di bilancio
perché altrimenti ci ritroviamo, poi, a fine anno, a dire nostro malgrado che
le risorse non ci sono, mentre gli accordi che sono stati sottoscritti in via
di massima andrebbero garantiti.
Di questo si tratta ed io la pregherei, assessore, di
organizzare, non solo con l’opposizione, dei veri e propri incontri e giornate
di studio su queste cose. Le idee diverse o diversificate della opposizione o
di altri soggetti possono contribuire, ognuno per la propria parte, a offrire
soluzioni ed indicazioni che siano migliorative del sistema, anche perché qui
da questi banchi ritengo che ci sia la volontà di arrivare ad una soluzione che
sia condivisa.
Ma per essere una soluzione condivisa, assessore, non
possiamo mortificare né i calabresi né le aziende che operano in Calabria,
ancor più visto che siamo in un periodo in cui una crisi devastante sta
costringendo questa Calabria a fare scelte molto impopolare.
Abbiamo capito dove andare, ferma rimanendo la mia
disponibilità personale ma penso di tutta l’opposizione, a confrontarsi in modo
fattivo su queste cose. Ma le ripeto che concordare una cosa con gli enti
locali, con l’azienda o con qualcosa presuppone sempre un costo.
Se diciamo: cari signori, noi abbiamo queste risorse e
di più non vi possiamo garantire, loro vedono cosa fare, ma noi abbiamo la
coscienza a posto almeno nel dire a questa Calabria – con molta onestà mentale
- che il sistema di mobilità calabrese che possiamo garantire a tutti i cittadini
di questa nostra terra è questo senza infingimenti o altro. Perché poi, quando
ci sono accordi scritti, dove i sindacati dicono “noi ci siamo incontrati col
Presidente che ci ha garantito che…” quel “garantito che” deve essere tradotto
in atti concreti e gli atti concreti sono delibere, erogazioni ed impostazioni
legislative che garantiscono noi e gli altri. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Ha chiesto di parlare il consigliere Domenico Talarico.
Ne ha facoltà.
Pensavo che parlasse qualcuno della maggioranza.
Ascoltando la relazione dell’assessore Fedele ed i colleghi della opposizione
ho l’impressione che ci stiamo avviando verso un dibattito che, in qualche
modo, assume i limiti ed i ritardi, il sistema della mobilità della nostra
regione da un lato e dall’altro - come dire? - un elenco di buone intenzioni
che non riescono, nonostante siano passati ormai tre anni dall’inizio della
legislatura, a concretizzarsi in un Piano dei trasporti.
Discutiamo del nulla. Non abbiamo una proposta seria e
concreta che punti a risolvere in via definitiva la questione della mobilità
nella nostra regione.
Approfitterei del momento e della occasione di questo
dibattito per ribadire e denunciare con forza il ritardo che registriamo in
questo settore.
Sono uno dei pochi consiglieri, forse l’unico della
minoranza, che ha partecipato alla presentazione delle Linee guida sui
trasporti e devo dire che sono uscito soddisfatto da quell’incontro. Però, a
distanza di 5 mesi, non credo che sia stato fatto un passo in avanti.
Soddisfatto nel senso che si delineano, in via generale, le tendenze a
cominciare dalla grande questione che la mobilità su ferro in questa regione
non va trascurata, anzi approfitto della presenza dell’assessore Mancini per
dire che nella prossima programmazione comunitaria va recuperato quello che è
stato un deficit nella passata
programmazione.
Nella scorsa programmazione c’erano pochi centesimi, ad
esempio, sul trasporto su ferro e una delle grandi questioni con le Ferrovie
della Calabria è riconducibile alla mancata individuazione delle risorse idonee
che potessero ridare alla regione quella straordinaria direttrice che
attraversava
Tornando al dibattito, stamattina, abbiamo avuto la
conferma che i tagli sono del 52 per cento, che manca o comunque rimane incerta
la soglia del 30 per cento per quanto riguarda i contratti di servizio.
Apprendiamo – qualora non l’avessimo fatto prima – che
ci muoviamo in una giungla normativa che non viene semplificata e questo lo si
può fare solamente col nuovo Piano dei trasporti, che la scarsità delle risorse
è ormai una tendenza progressiva e che lo Stato dice ancora una volta alle
Regioni “cominciate a far da sole perché non ce la facciamo”.
Apprendiamo dell’isolamento e della mancanza assoluta di
comunicazione con Trenitalia e
farebbe bene il Presidente Scopelliti a riprendere la polemica con Trenitalia. Non possiamo fare da soli
in una logica di intermodalità, di relazioni inevitabili e costanti con altre
Regioni e col resto del Paese. Non usciamo dall’isolamento se non si investe
nel Mezzogiorno ed in Calabria e questo deve farlo lo Stato, deve farlo Trenitalia.
Non è possibile, caro assessore Fedele, che siamo
costretti a rincorrere provvedimenti che ci costringono ogni volta a riaprire
tavoli che non vengono mai chiusi e che restano sospesi.
Dobbiamo muoverci in quest’ottica se vogliamo affrontare
i problemi nella nostra regione. Lei ha usato la parola razionalizzazione ma
dobbiamo dare un senso a questa parola, alla razionalizzazione. Che significa
razionalizzazione? Che siamo disponibili una volta per tutte ad eliminare la
confusione nel sistema delle imprese private? Siamo disponibili ad eliminare la
polverizzazione che vige in questo sistema? Siamo disponibili ad eliminare gli
sprechi nella più grande azienda dei trasporti che è Ferrovie della Calabria, a
razionalizzare davvero? Ad individuare responsabilità? A capire perché si è
arrivati a questa situazione e come sia possibile che alcuni errori,
chiamiamoli errori, possano ripetersi per il futuro?
Ecco, forse tutte queste cose lei potrà dircele con un
vero Piano dei trasporti che dovrà essere un Piano di bonifica del settore, del
sistema della mobilità nella nostra regione stabilendo gerarchie e priorità
che, probabilmente, innescheranno contraddizioni e conflitti con un sistema che
gode, certamente, di straordinaria disponibilità e professionalità ma che gode
anche di incertezze, per non dir altro, che vanno eliminate col concorso e con
l’aiuto di tantissimi imprenditori onesti e capaci che pure ci sono e che vanno
autorizzati partendo da un dato: in questi ultimi mesi, soprattutto, non siamo
riusciti a garantire i servizi minimi che più leggi nel nostro Paese hanno
sancito in maniera solenne.
I servizi minimi agli utenti non sono stati garantiti e
questo è un problema serissimo di cui tutti noi dobbiamo farci carico.
Non vado oltre, ma potrei riprendere o inserire altre
grandi questioni ma mi pare che vengano dopo: dalla mobilità turistica ai
rapporti con Gioia Tauro, alla grande questione degli aeroporti. Vorrei,
insomma, che davvero si parlasse di mobilità come un sistema che comprende più
punti che andrebbero affrontati insieme anche quando se ne vuole risolvere solo
uno.
Però, la mia richiesta, questa mattina,è che si faccia
presto. Le chiedo di venire in Aula al più presto a dirci in cosa consista
concretamente il Piano dei trasporti e se le straordinarie linee guida che lei
ha annunciato e genericamente illustrato a Lamezia Terme e che ha ripreso
questa mattina troveranno o meno concretezza in questa legislatura.
Il suo predecessore le ha annunciate tempo fa e sono
passati tre anni. Certamente non si muove in un contesto facile per lei e per
Non dobbiamo essere costretti, ogni qualvolta accade un
inconveniente o un ritardo, a rincorrere, a farci assediare dai lavoratori ai
quali le imprese devono erogare lo stipendio mensile. Non possiamo esser costretti
a rispondere alle contestazioni degli utenti che restano appiedati. Noi abbiamo
appiedato la nostra regione, prima con Ferrovie della Calabria, adesso col
sistema dell’imprenditoria privata, per più volte migliaia e migliaia di
calabresi.
Questo non possiamo più farlo, dobbiamo però cominciare
a dare una risposta precisa e soprattutto ragionare sulle risorse di cui
abbiamo la disponibilità.
Possiamo fare il Piano più bello del mondo e dobbiamo
capire in che modo questo Piano possa essere utilizzato, cioè rimodulare
l’offerta di mobilità in base alle risorse che abbiamo e stabilire lì le
priorità, ma facciamolo. Se necessario, fare dei tagli, delle rinunce; questo
va pensato ed organizzato prima ancora che questo Piano possa adeguatamente
partire e sortire qualche effetto.
Quindi, assessore, faccia presto. Quando lo farà, ci
dica la verità nel senso che noi siamo in grado di realizzare quel piano al 20,
al 30, all’80 per cento in corrispondenza delle risorse derivate o originarie di
cui possiamo disporre e soprattutto ragionare in maniera franca anche col
sistema privato che è gran parte della mobilità della nostra regione.
Anche con loro, la razionalizzazione, parola dietro la
quale spesso si nascondono tagli e rinunce, riorganizzazioni, dobbiamo farlo
però anzitempo in una logica di programmazione che eviti alla Calabria di far
le figure che ha fatto e di creare i disservizi di cui tutti noi abbiamo avuto
conoscenza in queste settimane.
La mia più che una riflessione di merito è un’esortazione
perché credo che i limiti, le deficienze e le storture del sistema le
conosciamo tutti. Potremmo aggiungerne qualcun'altra rispetto a quelle passate.
Conosciamo anche le buone intenzioni, è arrivato il momento di far qualche
passo in avanti. Il dibattito stanco e scarsamente partecipato questa mattina,
sia del governo sia dei consiglieri, è forse la testimonianza che probabilmente
non si vuole ascoltare con la dovuta serietà questo grande problema.
Ed è un rammarico questo, di tutto il Consiglio. Cioè la
visione plastica non solo del ritardo con cui è iniziato questo Consiglio ma
dell’attenzione dei colleghi consiglieri è evidentemente un ulteriore problema
che si aggiunge a quelli sinora evidenziati da me e dai miei colleghi.
Grazie, consigliere Talarico. Ha chiesto di parlare il
consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato la relazione dell’assessore Fedele, diciamo che l’ho ascoltata e l’ho vissuta per 16
mesi prima dell’assessore, quando sono stato consigliere delegato; allora
chiesi con forza, vista quell’esperienza – che è una forma di sostegno non male
per chi vuole impegnarsi a lavorare - che un tema così importante come quello
dei trasporti avesse un assessorato; dissi al Presidente: “Guarda che al più presto
serve l’assessorato ai trasporti”.
Non abbiamo trovato l’assessorato ai trasporti, abbiamo trovato un
dipartimento.
Rispetto alle critiche che ho sentito, posso comprendere il consigliere
Domenico Talarico che ha svolto un intervento più politico – neanche a me è
concesso fare un grande intervento tecnico - ma un po’ meno quello del
consigliere Tripodi che di trasporti si è occupato e che dovrebbe conoscere anche meglio, quindi, alcuni dei dati che contesta
all’assessore Fedele.
Quando arrivai ad occuparmi di trasporti,
immaginavo di entrare in una stanza un po’ più attrezzata in cui c’era un
tabellone; immaginavo ci fossero, come nei film, quando uno vede le
metropolitane e gli autobus, tutte le lucine, invece non abbiamo trovato nulla.
Non abbiamo
trovato neanche un sito internet che fornisse l’insieme di questo quadro, nel
caso in cui un calabrese o un turista avessero voluto avere l’opportunità di
consultarlo.
Questa è l’immagine plastica per descrivervi il contesto in cui si
opera.
Tra l’altro dico - senza polemica - che da chiunque può arrivare un
contributo, nonostante ci sia un vezzo della politica e delle maggioranze per
cui ognuno si innamora del settore in cui opera ed immagina, quindi, di avere
risorse.
Penso che questa maggioranza - se si unisce la minoranza, siamo
contenti – abbia l’obbligo di decidere fra le varie priorità, con una coperta
che non è che corta ma è cortissima, se i trasporti siano o meno una priorità
in una regione come la Calabria, con le sue vocazioni, le sue difficoltà per il
comparto e per quanti vi operano.
Credo che, politicamente, se è così, anche la minoranza possa portare
dei contributi utili, però studiando, in che termini? Noi possiamo fare la
critica a un’azione se è veloce o meno, possiamo fare la critica a un’azione se
funziona o meno, io stesso - e credo anche l’assessore Fedele - siamo critici
sul fatto che potevamo evitarci alcune proteste, ben sapendo che comunque
eravamo già impegnati su quelle cose.
Sono arrivato ad occuparmi di trasporti con il pregiudizio classico che
ogni calabrese aveva nei confronti dei trasporti; devo dirvi che, tutto sommato
- lo vado dicendo da tempo e nessuno può muovermi critiche, primo, perché non
me ne occupo più, secondo, perché non avevo legami di conoscenza passata -
abbiamo operato una grande difesa di una società pubblica per eccellenza che è
Ferrovie della Calabria; nonostante tutto, nonostante i difetti, nonostante le
stagioni che potevano essere gestite meglio con qualche spreco in meno, abbiano
trovato dei privati, per fortuna; meno male che li abbiamo trovati, meno male
che ci sono, perché anche assumersi determinate responsabilità significa non
dare bastone e carote ma dare un’organizzazione, rispetto alle difficoltà,
quindi alle differenze di fascia; alcune aziende si stanno impegnando – come
noi - come sta accadendo in tutta Italia, ad andare verso il costo standard,
omologando quelle tariffe; era un impegno politico che, rispetto alle risorse,
non si può mantenere.
C’è un quadro complessivo di attori, di stakeholders – dicono in
Europa – che va valutato attentamente, non con superficialità, non per luoghi
comuni, rispetto al quale, quando si parla, serve competenza, anche quando
qualcuno dice – ed è stata la mia prima esigenza che mi sono posto, e lo dico
al collega Domenico Talarico - “ah, ma sai, avevate annunciato azioni
mirabolanti”. Vi do un quadro di alcune cose che l’assessore Fedele ha messo in
relazione. Questa è una Regione il cui Piano regionale dei trasporti è datato
vent’anni fa e noi abbiamo messo in campo delle azioni per redigere un Piano
regionale dei trasporti, grazie all’assessore Fedele – e lo ringrazio perché in
Giunta state accelerando il percorso.
Al di là di quello che accade ogni giorno in Calabria, ognuno ha le
proprie responsabilità sia che si tratti di una forza sindacale, di una forza
aziendale, di una forza politica; chiunque deve pensare che oggi ogni parola è
una pietra. Redigere un Piano dei trasporti richiede tempo perché – sapete –
non c’erano grandi risorse per affidare la redazione all’esterno e devo dirvi
che ho trovato dei piani di professori universitari che possiamo metterci nel
cassetto rispetto alla filosofia che vi è contenuta e comprendo che anche chi
ci ha preceduto avrà trovato centomila difficoltà.
Noi non avevamo trovato nessuna azione che andasse a muovere alcuni
elementi che portassero non dico la rivoluzione, ma degli aggiustamenti, una
razionalizzazione.
Quindi redigere un Piano dei trasporti – lo dico al consigliere
Domenico Talarico – con tutta la buona volontà mia, dell’assessore Fedele, di
chiunque, anche dei sindaci che offrono suggerimenti, è difficile. Credo che se
noi ci rimettiamo qui possiamo cancellare un po’ di cose - non posso cancellare
le linee borboniche del 1838 delle Ferrovie, gli unici investimenti realizzati
-, ed essere incazzati – ed utilizzo un termine forte – con Moretti, con
Ferrovie, con i Governi, è un fatto fondamentale, facciamolo insieme.
Penso che, se noi ci mettessimo a ridisegnare quella cifra, 268, 270
milioni, forse la organizzeremmo meglio.
Che cosa è accaduto in questi anni? Che i trasporti hanno avuto giuste
apposizioni non di un piano complessivo, dice “sai, ho delle aree, quindi la
tratto come regione”, “no, sai, c’è l’assessore di riferimento, un’esigenza”,
le famose corse bis, c’è Pavone … Lo spiego ai calabresi: le corse bis che cosa
erano? Il trasporto è garantito dal pubblico, avendo una contribuzione che, se
non erro, è più o meno pari al 75 per cento delle risorse pubbliche, il 25 per
cento, quello che noi spendiamo. Le corse bis, che giustamente anche l’azienda
era obbligata a garantire, che cosa erano? E abbiamo sancito che le corse bis,
per quanto ci riguarda, non esistono più, perché altrimenti ti ritrovavi a fine
anno, fatto salvo i 129 milioni di euro… Che cos’era la corsa bis? Che io passo
in un posto dove ho una tratta, per cui ho una convenzione con la Regione,
trovo 50 persone, le recupero, ne trovo altre 50, non posso lasciarle.
Quindi, lì c’è un primo serio problema tecnico, che comprendeva anche
una parte di quei debiti da verificare quantitativamente ed accertare, perché
se ci accorgiamo che l’esigenza di trasporto c’è, possiamo capire come
finanziarla, sostenerla e quant’altro.
E’ facile parlare, ma faccio un
appello e non in tono polemico, benché avrei da fare 100 mila polemiche
e le voglio evitare: è necessario mettere in campo azioni utili che sostengano,
al di là della rivoluzione del Piano dei trasporti.
Collega Tripodi, collega Naccari che seguirà, collega Domenico
Talarico, la vostra responsabilità sta nel comprendere le esigenze di
un’azienda che vuole fare bene il proprio lavoro – e ce ne sono tante, chi non
vuole stare sul mercato, vivaddio, se arriva alle gare, uscirà fuori dal
mercato.
Tra le riforme fatte, eravamo fermi a vent’anni fa, è facile discutere,
ma ho vissuto per 16 mesi questa esperienza e gli ultimi tre mesi gli studenti
– e sono molto più vicino agli studenti di tanti altri che parlano, perché i
trasporti li conosco un po’ più da vicino – avevano il cartello “Orsomarso
boia” perché Orsomarso, che non è sicuramente un pazzo che voleva fare scelte
impopolari, ha dovuto – e l’ho fatto a bilanci aperti con le aziende, con
l’Anav, con l’Astra, cercando di valutare tutte le difficoltà – predisporre gli
adeguamenti tariffari, cioè la quota parte che noi paghiamo quando facciamo il ticket,
fosse esso dell’Amaco o di un’azienda privata o di quant’altro, che erano fermi
a vent’anni fa, quando la Regione Lombardia – ad esempio – era al quinto
adeguamento tariffario al pari della Regione Toscana.
I fatti, le scelte politiche… E’ stata una cosa impopolare dover dire
ai giovani, che frequento più di altri, che noi abbiamo dovuto fare obtorto
collo quella scelta, per evitare di non garantire i servizi minimi di cui
tutti si riempiono la bocca mentre organizzano conferenze internazionali con
professoroni che non capiscono nulla dei trasporti - contrariamente a chi,
invece, sta sul campo; universitari che ci dicono come in Spagna le Ferrovie
omologhe abbiano agito e che hanno fatto cose fantastiche con investimenti di
300 milioni di euro.
E su Ferrovie della Calabria che cosa abbiamo fatto, responsabilmente,
avendo trovato un’azienda decotta, 130 milioni di buco, di deficit, come volete
chiamarlo? Ci siamo posti un problema, non essendocene occupati noi, facendo, insieme
al dirigente Pavone e ad altri dirigenti, 36 riunioni al Ministero che non
interloquiva da tempo con un rappresentante della Regione Calabria.
Ci hanno detto: da sei anni, lì, c’era un problema politico più che di
efficienza dei servizi, se volete, perché sta sotto gli occhi di tutti, di
mille famiglie di calabresi – perché l’azienda aveva quote nazionali, ma aveva
piedi, case, lavoratori, infrastrutture, tutto in Calabria – e insieme
all’assessore Giacomo Mancini abbiamo portato a patrimonio i beni di Ferrovia,
abbiamo detto: “Guardate, c’è una vertenza sindacale, se un’autista dell’Amaco
o dell’omologa di Reggio, Atam, prende una media – non so – di 1.800 euro al
mese, ci sembra strano che un’autista di Ferrovie ne prenda 4 mila”.
Si è trattato quindi di alcuni interventi già previsti con quel famoso
referendum che ha fatto scuola in Italia sul costo del lavoro, condizionando,
quindi, anche un aspetto che non ci apparteneva, nel senso che doveva essere
una vertenza fra azienda e sindacati. Siamo entrati finanche su questo aspetto,
facendo assemblee con 600-700 persone ed assumendoci la responsabilità di dire
“guardate che è cambiata un’epoca, non abbiamo più quelle risorse che si
possono sprecare”.
Su Ferrovie della Calabria vorrei che, prima o poi, venisse fatta
un’inchiesta fino in fondo, ma non un’inchiesta di quelle tragiche ma una di
quelle finalizzate a capire come si possano far funzionare le cose e di come
per tanti anni non hanno funzionato. Comunque il fatto di Ferrovie della
Calabria è molto semplice, lo spiego ai giornalisti, lo sanno un po’ di più gli
operatori del settore: questa è un’azienda che ha – ed oggi la invidia il
mercato – un contratto di servizio importante, un contratto di servizio di 44
milioni di euro l’anno con la Regione, che chi oggi sta sul lastrico e cerca
mercato farebbe applausi ad ottenerla.
C’è solo un problema: Ferrovie della Calabria, negli ultimi sette anni,
quindi prima che arrivasse chi aveva la sensibilità di occuparsene, costava,
anziché 44 milioni 56, cioè 12 milioni di euro in più, che sommati portano a
quel deficit strutturale che abbiamo trovato. E perché costava 56 milioni? E
perché non si è potuto contrattare con il Governo che ha detto “è
responsabilità della Regione Calabria”? Perché Ferrovie della Calabria, che nel
consiglio di amministrazione aveva nominato un membro indicato dal Presidente pro
tempore, guidata malamente da tutti quei tecnici ministeriali che si sono
avvicendati, iscriveva in bilancio somme che nessuno ha mai contestato come
Regione, dicendo che la Regione le dovesse.
Quindi, siamo andati a tirare le fila di un percorso amministrativo per
cui ci era consentito dire “l’azienda, finalmente, diventa nostra e mettiamo
mano al management, mettiamo mano e decidiamo se deve essere ferro o
gomma”, tutti temi che sono attuali e che affronterà diligentemente l’assessore
Fedele, con la rappresentanza di chi guiderà la nuova Ferrovie della Calabria.
Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, perché non deve arrivare chi mi ha
preceduto a dire che ho il cerino in mano. Era bello per me lasciare il cerino
in mano a chi mi aveva preceduto, dire “è tutta colpa di”, perché è facile.
Ho detto il giorno dopo: mi arrivavano pacchi di carte e a me non
interessa che è successo fino a ieri, il cerino in mano oggi l’abbiamo noi;
Vorrei spiegare al consigliere Domenico Talarico – forse il consigliere
Tripodi lo sa – che prima che arrivassimo noi il trasporto funzionava così:
c’era scritta una cifra in bilancio, spendevamo 12-13 milioni in più e dovevamo
prendere poi – possono essere testimoni le aziende – una parte della prima
trimestralità dell’anno dopo come anticipazione.
Quindi noi abbiamo messo a posto, grazie all’assessore Mancini, la
quota di bilancio dei trasporti, razionalizzato quel 5 per cento per far sì che
si pagassero ogni mese e fatto quegli interventi strutturali, che significa poi
il nuovo Piano regionale dei trasporti. Per fare un Piano regionale dei
trasporti non è che serva la politica che parla e che, a livello intuitivo,
dica “l’ha fatto il consigliere Franchino”. Sono di Cosenza, immaginatevi se
uno non volesse attenzionare anche una zona di riferimento, è facile a dirlo,
ma come lo si fa? Si fa tecnicamente.
Ho l’orgoglio di dire - andatelo a vedere, perché hanno tutti
esperienze di dieci anni - che li chiamavo, quando facevo riunioni coi
sindacati e l’Anav, in modo gergale “gli scienziati”.
Guardate, un’altra cosa che è banale, è da “Striscia la Notizia”: nella
nostra stagione, finalmente, ad occuparsi a dirigere i trasporti c’è
l’ingegnere Pavone, che è un ingegnere ai trasporti; nelle altre stagioni
c’erano gli avvocati! Non lo so chi c’era, adesso non ricordo. E’ questo il
dato tecnico prioritario, per cui il contributo che può arrivare oggi
sull’esigenza politica di un territorio, di quant’altro deve fare i conti con
un aspetto altamente tecnico; noi abbiamo ridotto, con una delibera, i
consulenti da 20 a 11, che oggi sono a supporto del dipartimento.
Quando siamo andati noi, aveva dentro soltanto due laureati. Ma io lo
chiedo a chi è tecnico, quindi anche alla stampa: ma immaginate che un Piano
regionale dei trasporti lo possa fare, con tutto il rispetto, un diplomato, se
tu non hai i tecnici che hanno studiato per redigerlo?!
Allora è ovvio che bene ha fatto l’assessore Fedele a sentire, ad ascoltare,
ha fatto un elenco – l’ultimo è datato vent’anni fa – ha sentito tutti gli stakeholders,
quelli che si occupano di infrastrutture, ferrovie e quant’altro e con dei
tecnici, emendabili poi dal Consiglio, ha, dopo vent’anni, realizzato delle
cose grazie a quei tecnici che oggi si ritrova e che lo supportano nel redigere
le linee-guida, lo supporteranno.
A questo possiamo dare un contributo di tipo politico, immaginando
anche gli Shuttle che vanno sulla Luna. Poi bisogna fare i conti,
responsabilmente e insieme, su quello che abbiamo a disposizione.
Ah, una cosa importante: mi sono trovato – e mi dicono che la Calabria
era stata assente anche in Conferenza Stato-Regioni – a litigare con uno della
Lombardia del Pdl, a cui ho detto – l’ho ricordato anche in questo Consiglio –
che l’italiano non ha slang, perché parlava un po’ così, avevano fatto
un’autentica porcata nella divisione delle risorse, che poi stanno in ambito
nazionale; sulle risorse che riguardano i treni, ci avevano detto che la
Calabria doveva adeguarsi con degli indici di premialità con una modalità che
non guardava il futuro ma al passato. Gli indici di premialità per avere
risorse sul trasporto dei treni erano: l’acquisto di nuove vetture – quando
siamo arrivati noi, zero –; l’adeguamento tariffario, zero; la contribuzione
regionale, zero. Perdonate se è poco!
(Interruzione)
Noi, 9 milioni di euro, a parte un treno nuovo richiesto dalle Ferrovie
regionali, che è arrivato, non abbiamo fatto neanche l’inaugurazione perché ci
sembrava poca roba, perché poi quando viaggiavano su questi treni sgangherati,
è arrivato un treno nuovo; anzi ho letto che l’assessore Fedele ne ha
annunciato un altro, che era un impegno assunto da Ferrovie. Non è che potete
pensare e immaginare… ci sono degli atti, delle carte, vorrei che l’assessore
Gigi Fedele le portasse; c’è una delibera datata – penso – fine 2011 di 9
milioni di euro in cui, benché altri suggerissero di fare le gare locali,
partecipiamo a una gara nazionale con Trenitalia, perché con 9 milioni di euro
se partecipi solo alla gara, compri un pendolino e mezzo, due, tre – non so,
adesso, tecnicamente, non ricordo il nome; se, invece, partecipi a una gara di
400 milioni, ne compri qualcuno in più. Carta canta! Noi abbiamo messo dei
soldi, risorse nostre per acquisto di treni nuovi, perché vi erano degli indici
di premialità con cui uno della Lombardia che aveva dato il “pizzino” a
Tremonti che doveva “fottere” – e in parte ha preso – le risorse alla Calabria.
Quindi la difesa a cui si può aggiungere anche la minoranza si fa ogni
giorno, la passione e tutto il resto, però stiamo con i piedi per terra.
Più volte nel confronto con il Presidente che aveva lo stesso
pregiudizio mio, con altri, anche con il direttore Laganà, ho detto:
“Attenzione, se voi lo chiedete a me, se lo chiedete oggi all’assessore Fedele,
se lo chiedete a questa maggioranza, tra uno dei lavori veri” – perché tante
volte la politica in questi anni e in Calabria siamo stati maestri nel
costruire lavori finti, maestri – “da difendere, su cui scegliere come linea”,
per cui poi non ci possiamo lamentare se a fronte di un bilancio dove ha inciso
il patto di stabilità, diciamo “ma, sai, vogliamo gli ospedali” – e li stiamo
facendo noi, li stiamo chiudendo noi – “vogliamo l’Afor” – e lì stiamo razionalizzando
noi.
Io sono dell’idea che, fra questi temi caldi del lavoro in Calabria,
quindi tra le emergenze ci dispiace che si siano dovuti aggiungere anche i
trasporti, perché c’è l’Afor, gli ospedali e quant’altro. Per noi, ritengo per
il Presidente e per l’assessore Gigi Fedele, se posso suggerirle, e quindi per
tutta l’Aula, i trasporti restino una priorità, perché si tratta di lavoro vero
che tu vedi, che è sensibile, tant’è che, se uno ha un minimo di sensibilità
politica, è ovvio che, se blocchi i trasporti, blocchi la Calabria e diranno:
“Ah, sta funzionando male”, le solite cose.
Quindi, per noi, resta una priorità politica su cui decidere, nelle
more di quel bilancio che è molto difficoltoso, e possiamo dire “quei servizi
minimi, quelle cose, insomma garantiamoli”.
Anche i più cari affetti ogni giorno ci dicono “ma, sai, che problema
c’è!”. Posso comprendere mia madre che non è informata, ma un consigliere
regionale si deve informare. Quella delibera tecnica del taglio del 50 per
cento, giustamente con la preoccupazione anche delle aziende, fugata in tempi
normalissimi, era un modo per fare finanziare i trasporti e, insieme, in
parallelo, costruire quelle azioni che da sempre in questi anni, da sempre,
esclusa una quota che vale 26 milioni di euro e su cui avevamo fatto una legge
regionale qui nel bilancio di previsione, vanno sicuramente recuperate.
(Interruzione)
Mille difficoltà.
Allora quello che chiedo – e lo chiedo veramente con grande umiltà e
spirito di partecipazione – è di essere responsabili, di essere responsabili
quando si fanno investimenti in centomila campi, quando si parla in quest’Aula;
è facile gridare, quando, invece, c’è chi con grande sforzo, sicuramente non
saremo perfetti, però ha messo in campo azioni che da vent’anni non si
vedevano. E le ricordo: adeguamento di tariffe, salvataggio di Ferrovie, 36
riunioni al Ministero, i treni nuovi, le delibere che rientrano negli indici di
premialità, tanti grandi sforzi.
Il presidente Scopelliti, fra le tante azioni che sta ponendo in essere
con la Giunta, sta sostenendo la madre di tutte le battaglie; fatte salve tante
cose confuse che si dicono, è necessario capire dove c’è stato il danno
maggiore che vale 250 milioni di euro l’anno, che sono assorbiti dal costo
pesantissimo della sanità che, tra l’altro, non funziona; in parallelo il
presidente Scopelliti sta tentando di far funzionare la sanità e di rientrare
in quel Piano di rientro dove ogni giorno si registrano cento difficoltà.
Ognuno dice una cosa, però mi pare di capire che noi, nel 2014, finalmente
arriveremo a liberare delle risorse, se Dio vuole – e lì serve la famosa pietra
di sale di Giacomo Mancini.
La proposta che faccio a questa minoranza, la farò da parte mia alla
mia maggioranza, è di chiedere al presidente Scopelliti, sulla base di un piano
che c’è di riorganizzazione, che queste risorse prioritariamente, si possano e
si debbano destinare ai trasporti, se volete, già da oggi, con un nuovo ordine
del giorno su questo tema, con il controllo della minoranza che può contribuire
a questo nuovo Piano regionale.
Presidente, mi perdoni se mi sono dilungato, ultimi due minuti per dire
una cosa in merito alla razionalizzazione: penso che gli uffici possano
testimoniare che ho chiesto “mettete dentro i criteri oggettivi, in modo che
non ci sia una scelta – figuratevi se io che sono di Cosenza volevo tagliare un
chilometro a Cosenza, nella logica territoriale, però in una fase un po’ così.
E i criteri quali erano? Il parallelismo ferro-gomma, il gomma-gomma, per fare
un esempio pratico, sempre a chi non può occuparsi di trasporti direttamente:
se io ho due corse – che so – Ferrovie della Calabria e un privato che fanno un
percorso, che partono magari, combinazione, alla stessa ora, quelle corse
portano 20 persone l’una e 20 persone l’altra; non sarà un dramma quello che
abbiamo realizzato. Ricordo alcune aziende che, giustamente, hanno posto un
problema che abbiamo affrontato a viso aperto non stando chiusi nelle stanze e
che dicono: “Guarda, quella sovrapposizione, perché se tu devi portare 40
persone con due pullman, siccome il pullman ne porta – se non sbaglio – 54 o
55, ne basta uno”. Quindi è lì il risparmio della contribuzione, del percorso,
e quello è stato fatto, poi contestato.
Ma finanche l’umiltà di capire l’esigenza di un’azienda – poi l’ha
continuato l’assessore Fedele – che giustamente dice: “Guarda, guarda, io ho
una cosa che può essere in sovrapposizione, però, attenzione, ha dati di
traffico importanti” – se non ricordo male, era una Cosenza-Catanzaro –
“difendiamola, perché con la contribuzione pubblica funziona”.
Questa, secondo me, è la capacità di ascolto di chi, fino a ieri, non
ha avuto un riferimento che voleva ragionare e fare un Piano nuovo, sedendosi e
dicendo - perché qui il Piano nuovo si può fare – “cancelliamo tutto,
azzeriamo, lo riscriviamo da capo”; fino a ieri i trasporti – mi è parso di
capire – anche con il contributo importante dei sindaci, che sono in prima
linea più di noi che pavoneggiamo a intenditori di trasporti, queste aziende
sull’esigenza reale, con i sindaci, neanche con la Regione, con una
programmazione che, ex post, veniva superata dagli uffici, raccoglievano
l’esigenza, la lamentela – che so – di San Marco Argentano – guardo a una zona
che conosco un po’ di più – e i trasporti, così, sono stati organizzati
“aggiungo un chilometro, lo tolgo”, in modo random.
Questo, se volete, è il difetto storico che va sanato con chi – e
aggiungo un tema tutto calabrese – si prepara e si prepara con le pubbliche a
dover gestire anche investimenti importanti, saranno le nuove Ferrovie, dove,
se sul Por aggiungiamo altro, potremo avere la metropolitana, cioè tutte cose
futuribili che prepari oggi, che devono preparare anche le aziende, i
sindacati, facendo magari un Consorzio unico; mi sono sgolato in ogni modo nel
chiedere a queste aziende di fare un Consorzio unico, ma attenzione a giocarsi
la pagina della calabresità, perché quando farai da qui a due anni le gare,
poiché saranno a livello europeo, vorrei che il nostro patrimonio di
esperienza, di storia, anche di sacrifici, potesse concorrere in qualche modo,
potesse essere l’alternativa agli spagnoli.
Questo lo ottieni se ti strutturi, se gli dai spazio e se non li fai
soffocare.
L’assessore Fedele sa che un pezzo di riforma, che per noi è
fondamentale per garantire novità, riguarda le piccole aziende, riguarda quelle
piccole aziende con cui aveva preso un impegno personale, poi sono mancate le
risorse per l’ordinario.
Questa è la proposta! Recupereremo nei prossimi mesi, al di là dello
sforzo fatto anche con questo consuntivo, per aggiungere una fiche in più, il
risparmio della sanità, e se volete possiamo predisporre un ordine del giorno;
poi, non puoi chiedere cento cose al presidente Scopelliti considerati tutti i
sacrifici che fa. Facciamo un ordine del giorno insieme, in cui diremo che i
risparmi futuri, oltre agli sforzi, li destiniamo ai trasporti: trasporti
rinnovati, un Piano complessivo, battaglie insieme contro Trenitalia, che
riduce ogni anno dell’8 per cento le proprie corse, che ci fa viaggiare con
treni che sono del periodo borbonico.
Questi sono tutti temi caldi. Mi ci sono appassionato politicamente e –
ribadisco – è sbagliato appassionarsi politicamente, bisogna farlo
tecnicamente; è facile parlare e dire con professori universitari che sono
arrivati con le diapositive della Spagna, non so, tra l’altro la Spagna è
fallita.
E’ facile. Basta! Abbiamo la responsabilità di quello che accade ogni
giorno, abbiamo la responsabilità che, se questi soldi possono essere spesi
bene, il contributo che arriva benché politico deve essere anche estremamente
tecnico; per cui studiare lo snodo di una cosa deve farlo Pavone che ha
studiato ingegneria dei trasporti, che ha fatto il dottorato di ricerca e che
oggi lavora a fianco dell’assessore Fedele, per arrivare qui con le soluzioni
su cui emendare. L’Anav e l’Astra sanno che hanno sempre emendato gli
interventi anche in modo critico, anche agli organi giurisdizionali, però è un
momento di grande realismo.
Non voglio coppe dei campioni, non le vorrà neanche l’assessore Fedele,
ma – perdonatemi – adeguare le tariffe, tentare di fare un Piano regionale dei
trasporti è un mare fermo che si inizia a smuovere, con tutti i limiti.
Date un contributo, datelo in termini positivi. Il miglior contributo è
firmare un ordine del giorno di maggioranza e minoranza che da domani consenta,
quando il presidente Scopelliti libererà risorse, di stabilire tutti insieme,
con il grande lavoro che sta facendo l’assessore Fedele, che la priorità per
noi – e lo diciamo ai calabresi – sono i trasporti; ne sono convinto, quindi lo
lascio come appello a tutti i contributi che possono arrivare di natura
tecnica; lo sforzo di natura politica sarà quello di sederci insieme e non
protestare.
Lo ribadisco – l’ha ribadito l’assessore Fedele nella relazione, anche
il presidente Scopelliti – per noi questo settore che stiamo tentando di
formare era e resta una priorità, sempre migliorabile.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.
Per un attimo, mi sono immedesimato nelle aziende
di trasporto, quelle che volgarmente qualcuno chiama
ancora concessionari, immaginando che ci sia ancora la concessione, e ho
immaginato il brivido freddo che deve
aver percorso le loro schiene nel momento
in cui, sempre in assoluta buonafede, il collega Orsomarso ha immaginato di
recuperare le risorse per pagarli da
quella che è l’eliminazione del disavanzo in sanità.
Ora, ricordo ancora quando a scuola si diceva che spero, promitto,
iuro reggono l’infinito futuro. Questa volta siamo proprio quasi alla
provocazione! Non so, forse sarà dovuto a dei rapporti non idilliaci, è una
velata minaccia rispetto ai futuri pagamenti o non pagamenti.
(Interruzione)
Consentitemi anche la battuta…
(Interruzione)
Avevo avuto una certa difficoltà a riprendermi, peraltro, dallo shock di
leggere su un invito che ad Alta Fiumara si è tenuto un confronto pubblico e un
seminario con l’autorevole presenza del Presidente Ciucci sul contributo
dell’Anas al turismo; sinceramente, questa cosa mi ha molto colpito, perché ho
pensato quanto l’Anas abbia contribuito al turismo in questi anni in Calabria:
ricordiamo che l’autostrada è al ventunesimo anno dall’inizio dei lavori,
quindi l’Anas non ha nemmeno recepito la maggiore età a 18 anni, a 21 anni;
l’Anas, il nuovo tracciato dell’autostrada, oramai, è iper-maggiorenne, ma da
questo punto di vista ci sono delle prospettive
immense e questo contributo che l’Anas ha dato sicuramente sarà calcolabile
anche scientificamente e noi calabresi, che percorriamo quotidianamente le
strade della Calabria, ne abbiamo sicuramente contezza.
Dopodiché,
appena ripreso da questo shock, ho
dovuto anche ascoltare…
(Interruzione)
Me lo scelgo da solo!
Ho dovuto ascoltare la relazione, per la quale ringrazio l’assessore,
perché non voglio fare una polemica inutile, ma ha dato una rappresentazione
che, sinceramente, non mi soddisfa - già il collega Franchino ha dato un
giudizio anche di natura politica -, sulla base di alcune valutazioni empiriche
e tecniche che ascoltiamo, alle volte, magari, anche da qualche professorone –
come diceva il collega Orsomarso – dimenticando che, se parliamo della stessa
persona, è talmente scarso da aver scritto il Piano nazionale dei trasporti!
Quindi c’è un abbaglio nazionale e forse anche internazionale, vedendo le
pubblicazioni che qualcuno di questi soggetti ha firmato ed anche il prodotto
qualitativo del suo insegnamento, atteso che colui che viene riportato come un
valentissimo dirigente – ed io sono convinto che lo sia – è un suo allievo e,
di conseguenza, da qualcuno dovrà pure avere imparato!
Peraltro, vorrei dire al consigliere Orsomarso che l’ingegnere in
questione non dirige il dipartimento, è dirigente di settore – su questo non
l’avranno informata – ed è stato reclutato, a suo tempo, dal concorso che
l’amministrazione precedente e quella ancora prima, per opportunità di tempi,
hanno bandito per dotare la Regione di alcune professionalità che indubbiamente
non c’erano, di cui probabilmente – concordo con il consigliere Orsomarso – non
è ancora, tuttora, completamente dotata.
Tuttavia, permettetemi brevemente di fare – ma in uno spirito
assolutamente di servizio e di confronto – qualche altra puntualizzazione.
La pubblicazione delle corse sul sito, le lucine, le lampadine: mi
dispiace che non l’abbiano informata ma c’erano, perché è stata fatta
addirittura gratuitamente dall’Università della Calabria, con una convenzione
fra l’assessorato ai trasporti e l’Università, e consente a chiunque voglia, da
qualsiasi parte del mondo, di collegarsi ad internet, di poter scrivere il
luogo di partenza e il luogo di arrivo e di sapere con quale vettore si può
spostare in Calabria. Duole – e questo è gravissimo – che non abbiano informato
in passato il delegato del Presidente della Regione, perché questa è una cosa
di una gravità inaudita, sono sicuro che su questo farete un’indagine
conoscitiva per capire perché ciò non è avvenuto.
Consentitemi, peraltro, di spendere pochissime parole sul treno nuovo,
il nuovo materiale rotabile. Consiglierei a tutti di leggere i contratti di
servizio che firmate – alle volte, leggere prima di firmare, è utile! Il
contratto di servizio prevede l’investimento da parte di Trenitalia in nuovo
materiale rotabile per una cifra che è superiore ai 9 milioni di euro. Quindi,
non c’è un risultato straordinario che è stato portato, peraltro siamo a più
della metà della legislatura e ancora siamo all’effetto annuncio e agli aerei
di Mussolini! Quello è un obbligo contrattuale che deriva da un contratto
firmato quattro anni fa con l’ente e chi ha la pazienza, la voglia e la
competenza di leggere un contratto può andare sempre a verificare che questo
prevedeva esplicitamente anche l’utilizzo di altre risorse da parte di Ferrovie
dello Stato e l’utilizzo di quello che è il fondo nazionale di cui, allo stato
attuale, non si ha notizia, forse perché la Calabria non ha bisogno di nuovo
materiale rotabile, devo dire questo. Probabilmente qualcuno pensa che sia
così, considerata la mancata partecipazione all’utilizzo di quel fondo.
Poi, se qualcuno aveva in mente di fare una gara locale, io penso che
sia da ricoverare! Qui non siamo nel campo delle opinioni personali, perché la
gara per acquistare un treno, poiché ogni treno costa diversi milioni di euro
qualsiasi esso sia, è chiaro che è una gara internazionale, una gara europea.
Magari su questo è opportuno richiamare la normativa che, peraltro, è in uso
persino nella Regione Calabria.
Quali riflessioni voglio fare? Innanzitutto sull’aspetto della
valutazione del passato e del futuro, cerchiamo di uscire da questa logica del
passato e del futuro: Tripodi, Naccari, Orsomarso, Fedele, usciamone! Avete
superato i tre anni di consiliatura, qualcuno di voi, addirittura, è stato
presente già nell’esperienza Chiaravalloti, quindi vi ritrovate ad essere il
passato di voi stessi, cioè questa idea di fare affermazioni fregandosene poi
anche del danno collaterale. A me dispiace per il consigliere giovane ed io
giudico un contributo positivo quello che dà il consigliere Orsomarso, benché
nel tentativo di criticare me per l’anno e mezzo in cui sono stato assessore ai
trasporti; si è parlato dell’inadeguatezza delle scelte degli ultimi anni, con
il risultato di avere quello che si chiama un danno collaterale per coloro che
hanno gestito in questi tre anni prima dell’assessore Fedele.
Questa è anche una mancanza di rispetto per chi ha preceduto, perché è
chiaro che se, per menare Naccari, meni chi è stato nello stesso periodo con la
tua maggioranza, fai un danno collaterale che, secondo me, non si giustifica in
politica, ma in guerra quando per conquistare una montagna, un generale decide
di sacrificare 50 persone per ottenere un risultato; in politica no, alla luce
di quella disponibilità che voi dite di voler avere e di voler mettere, ma che
poi, in pratica, non mettete.
Quali sono, secondo me, i punti fondamentali di una riflessione sui
trasporti? Innanzitutto, il rapporto fra passato e futuro, spese per
investimenti e spesa corrente. Noi siamo contentissimi che sia stata “salvata”
Ferrovie della Calabria, non c’è dubbio, ma siamo scontenti che, poiché la
legge nazionale prevedeva l’obbligo in capo allo Stato di risanare previamente
le Ferrovie prima di trasferirle alla Regione, voi abbiate deciso di firmare
subito e maledettamente quella convenzione, senza pretendere da un Governo che
era del vostro stesso colore – perché quel Governo era del vostro stesso colore
– il risanamento finanziario, determinando, probabilmente, un danno erariale
alla Calabria.
Vi ricordate quando, nella legislatura precedente, noi abbiamo votato
la sostituzione di tutti gli autobus di Ferrovie della Calabria a carico della
Regione? Ci siamo trovati a dover sopportare un costo in nome e per conto dello
Stato, ma abbiamo posto il problema allora e abbiamo detto: “Noi non
accetteremo il transito dell’azienda diversamente da come hanno fatto le altre
Regioni, che le ferrovie concesse le hanno avute risanate e poi trasferite”.
Voi, presi dal panico di quest’azienda che ormai si era avvitata su se stessa e
stava chiudendo, avete firmato impegni per 100 milioni di euro! Badate che è un
fatto gravissimo, perché avete, peraltro, utilizzato risorse che sono destinate
al futuro della Calabria, perché indirizzate ad investimenti infrastrutturali,
sono le risorse Fas.
Capisco che, in un momento drammatico, la sanità utilizzi i fondi Fas
per coprire un buco perché altrimenti non si sa cosa fare, poi le Ferrovie
della Calabria utilizzano un’altra parte – e poi non ci lamentiamo che le
infrastrutture non esistono – e poi si arriva al contratto di servizio. Questa
amministrazione utilizza i fondi delle future generazioni, perché i fondi per
investimento non sono nostri, ma disegnano un futuro per le generazioni
successive. Spostate, quindi, tutti i fondi per investimento in fondi per
l’ordinario, per la gestione corrente. E’ un modello che non voglio citare qui,
perché oramai è conosciuto in tutto il mondo!
Il secondo punto su cui voglio richiamare la vostra attenzione è il
problema delle scelte, cioè ambiente, sostenibilità, economia, tanti valori di
cui ci riempiamo la bocca, e revisione della spesa. Non la capisco questa
valutazione schizofrenica - non dell’assessore su questo argomento non ho avuto
modo di ascoltare alcune sue valutazioni -: da una parte si dice che ci sono
stati sprechi, dall’altra si dice che le risorse erano insufficienti,
dall’altra ancora si dice che queste risorse sono diminuite. Guardate che è
scioccante!
Seguite per un attimo il sillogismo dell’assessore Fedele: lui sostiene
che, in sostanza, noi avremmo lasciato a lui un debito - confondendo i
cosiddetti crediti pregressi che sono dal 1988 al 1999 e poi c’è una seconda
parte dal 1994 al 1997, con quello che lui cita il 2008-2010, che non c’entra
nulla con questi crediti. – e dice: “Voi avete aumentato i chilometri, noi li
abbiamo diminuiti; voi non avete dato copertura di spesa e noi dobbiamo
arrancare in salita, sudando per dare copertura di spesa a questi servizi”.
Il piccolo problema per cui il sillogismo non funziona è che noi che
abbiamo aumentato l’offerta chilometrica li pagavamo puntualmente, siete
arrivati voi e a giugno dello stesso anno, cioè dopo i primi sei mesi, non li
avete pagati più e avete dovuto immaginare una negoziazione incostituzionale
con il Governo nazionale per utilizzare i fondi del futuro. Noi siamo
disponibili, siamo d’accordo, perché, per come siamo arrivati a questo punto,
non c’è alternativa all’utilizzo di quei fondi.
Ma mi spiegate come sia possibile che chi lascia debiti paghi
puntualmente e chi non lascia debiti, perché materialmente riduce, a metà anno
non paga?! Guardate che ci vogliono Milton Friedman, Krugman, i più grandi
economisti del mondo per spiegare questa cosa, perché una persona normale come
me o come voi non credo che riesca a spiegarla!
Raccontate fandonie! Smettetela di raccontare fandonie, perché il dato
è abbastanza evidente per tutti!
Il terzo punto: la titolarità, la soggettività del governo, quella che
in altri posti si chiama account ability di un governo. Le Ferrovie
dello Stato non hanno mai avuto un rapporto con il Mezzogiorno, per loro il
Mezzogiorno si chiama Campania e Puglia, perché bene o male saranno stati
obbligati a questo. Il resto non è nemmeno Mezzogiorno!
Qual è il dato? Rispetto a questo, vi siete limitati a dire: “Le
Ferrovie non hanno un buon rapporto con la Calabria”. Dopodiché, cosa avete
fatto? Avete firmato un Piano di Azione e Coesione. Ve lo ricordate? Andate a
guardare la scheda che avete firmato del Piano di Azione e Coesione: sui 400
milioni a disposizione per la Calabria, che erano dote di investimento per la
Calabria, sapete quanti ce ne sono sul territorio calabrese per le risorse che
voi avete firmato? Trecento: vi sono scappati 100 milioni! Non vi siete resi
conto che avete regalato 100 milioni della dotazione infrastrutturale futura
della Calabria! E per fare cosa? Per collegare la Calabria tramite la zona
ionica e Metaponto alla Puglia, a Taranto, per investire sul corridoio ionico,
un corridoio che per le Ferrovie è semichiuso – infatti è parzialmente chiusa
la linea ionica, specie la notte e in determinati orari – e voi avete messo,
quindi, la Calabria e Gioia Tauro a servizio del porto di Taranto.
Siccome è più oneroso il trasporto ferroviario del trasporto via
cabotaggio, via mare, è evidente che state investendo indirettamente su
Taranto, con buona pace di ogni valutazione economica e geopolitica. Quindi,
con l’accordo del Piano di azione Sud, vi hanno fregato 100 milioni di euro e,
subito dopo, avete messo 300 milioni a servizio della Puglia – complimenti! – e
a servizio di Taranto, che è uno dei tre porti di transhipment di
Italia, guarda caso, tutti nel Mediterraneo!
Vedete, c’è una responsabilità che si deve assumere – io sono d’accordo
con il consigliere Orsomarso – però bisogna – come ha detto lui – studiare e
questa credo che non sia una tradizione positiva negli ultimi anni nella
Calabria. Responsabilità vuol dire che voi a metà anno avete fatto una delibera
per tagliare il 52 per cento dei servizi automobilistici e non l’avete
revocata. Avete fatto una battaglia per non far presentare al Partito
democratico un emendamento talmente disponibile, talmente comprensivo, che era
un biglietto da visita con il quale noi ci eravamo presentati in quest’Aula
disponibili a ragionare, a confrontarci, a parlare di un fatto
amministrativo. Voi firmate di tutto, ma
poi la delibera non l’avete revocata. Spero che il ministro Trigilia vi
autorizzi, siamo d’accordo ad utilizzare quei fondi, ma contestiamo la
metodologia nell’affrontare un problema, quando questo è già scoppiato ed è
irrisolvibile con gli strumenti ordinari.
Non si può fare un bilancio in cui l’assessore ai
trasporti non si accorge che ci sono sei mesi
scoperti, come quando non si è accorto che non avevano fatto lo svincolo di
Bagnara e se n’è accorto solo quando l’hanno inaugurato 10 chilometri più
sopra! Guardate, è una cosa inimmaginabile questa! Su questo c’è un triste
primato.
I bacini di traffico: avete disegnato dei bacini di
traffico e avete avuto delle collaborazioni strepitose, su qualcuna ho presentato qualche interrogazione. A proposito,
ho visto laureati in economia e commercio superare docenti universitari di
trasporti e questa cosa per fare un Piano dei trasporti è sicuramente coerente.
Tuttavia, su questi bacini noi abbiamo una valutazione differente e saremmo
contenti di confrontarci in sede di Commissione su un bacino unico, come ha
detto il consigliere Franchino.
Le Linee guida, è stato detto: “Da dodici anni
non abbiamo il Piano regionale dei trasporti, noi finalmente abbiamo fatto le
Linee guida”. Scusate, voi avete fatto le Linee guida il 28 gennaio 2013.
Leggetele, perché, nelle Linee guida del 28 gennaio, avete scritto che avete
riproposto le nostre Linee guida approvate nel 2009, vi dico pure la delibera,
la numero 834 del 2009. La delibera numero 834 del 2009 sono Linee guida che
hanno un’impostazione talmente avanzata, che sono state utilizzate come Linee
guida da altre Regioni d’Italia. Chiaramente sbagliamo tutti, sbagliano tutti
in Italia a vantaggio di una scienza che fatica a dimostrare il suo valore
pratico, però è sicuramente superiore!
Ricordatevi che, senza quelle Linee guida, non
avremmo potuto autorizzare la progettazione per la metropolitana di Cosenza,
perché l’Unione europea richiede una programmazione su scala regionale per
autorizzare le metropolitane, le infrastrutture.
Non discuto del fatto che siamo talmente in
ritardo, che entro dicembre bisognerebbe rendicontare quei fondi, non so se
riuscirete a completare la gara d’appalto; non discuto della metropolitana di
Catanzaro, come potrei discutere di quella di Reggio Calabria, su cui non c’è
nemmeno una progettazione e una scelta di massima; sarebbe, da parte mia, una
provocazione!
L’assessore, anche in questa sede, ha ribadito una
frase che gli sta a cuore o sta a cuore al suo ghost writer – ognuno di
noi, se ce l’ha, non è mica un problema –
, dice che le loro Linee -guida esulano da una visione tecnica ed esplicitano
indirizzi politici, dopodiché dice che, però, non hanno i dati e stanno facendo le gare adesso. Quindi, hanno fatto
delle Linee guida dopo di noi senza avere i dati e, giustamente, non sono delle
Linee guida tecniche. Considero questo uno dei più grandi complimenti che sia
stato fatto a una gestione politica, perché secondo me la Calabria ha bisogno
di competenze tecniche, non di discussioni finalizzate al nulla.
Causa ritardo questa scarsa programmazione, ma
voi sapete che quando nel 2009 con la delibera numero 834 abbiamo approvato ed
erano vigenti le Linee guida e il documento strategico sui trasporti,
successivamente abbiamo, da una parte, dato l’incarico per quello che è il
cosiddetto Piano direttore – secondo la legge regionale, non si chiama Piano
regionale dei trasporti, almeno nella terminologia aggiorniamoci, è la legge
vigente della Regione Calabria, si chiama Piano direttore, poi ci sono i piani
attuativi - , abbiamo approvato una delibera – andate a guardarvela – la numero
165 del 2010, che prevedeva, tramite l’utilizzo di risorse comunitarie ed
approvava dei progetti, i cosiddetti progetti-pilota, per mettere da subito
mano alla dinamica e ai problemi del trasporto pubblico locale. Una serie di
obiettivi che sono stati esplicitati con i cosiddetti progetti-pilota - sarei
molto contento che qualche giornale decidesse di pubblicarli - io, intanto e
per sintesi, cito esclusivamente il titolo di questi progetti: mobilità
sostenibile in accesso alle scuole, percorsi scolastici sostenibili, mobilità
di emergenza negli edifici scolastici, realizzazione di interventi per il
miglioramento dei tempi di evacuazione, eliminazione dei punti di maggiore
incidentalità, i cosiddetti black spot, bus con alto livello di servizio
per un trasporto urbano di qualità, redazione, adozione e attuazione dei piani
urbani del traffico, servizi di bus a domanda, integrazione oraria e tariffe
del sistema di trasporto pubblico, Calabria accessibile per tutti e
diversamente abili, siti logistica.
Per intenderci e in poche parole, con questa delibera si sono approvati
i progetti su questi obiettivi ed erano finanziati. Altro che ritardo! Qui
parliamo della non conoscenza di quelli che sono atti esecutivi, delibere
esecutive e finanziate che la Regione ha in mano.
Da questo punto di vista, è stato detto che su Ferrovie della Calabria
i consiglieri Franchino o Guccione non si sarebbero alzati e non si sarebbero
bruciati lì al centro dell’Aula per impedire quel provvedimento! Abbiamo già
detto che noi, di certo, non lavoriamo per impedire che dei lavoratori
mantengano il posto di lavoro, ma vorrei ricordare a chi è succeduto alla guida
del dipartimento che tutte queste cose erano scritte in un documento, una
relazione tecnica, che l’allora direttore generale aveva inviato formalmente
all’assessore e a tutti gli assessori.
Quindi, la scelta di buttarsi dal balcone su Ferrovie della Calabria,
cioè di non negoziare con un Governo il risanamento, è una scelta cosciente e
rappresenta, secondo me, un grande problema per il futuro. Nell’interrogazione noi non abbiamo detto di tornare
indietro, abbiamo detto di rinegoziare col Governo, perché oggi – come è stato
detto – il Governo è ibrido, ci siamo anche noi, quindi forse un’attenzione
alle cose, alle questioni e alle risorse per la Calabria, probabilmente, ci
sarà.
Poi, andando velocemente, questa valutazione
circa il debito – non ne parlo oggi, l’ho già detto che è abbastanza ridicolo
che chi non avrebbe messo i soldi pagava. Chi ha i soldi e la sensibilità paga,
ma vorrei dire anche al collega Orsomarso di andare a guardare, dico solo una
parolina: “Fincalabra”; poi magari ne parleremo in qualche altra occasione del
finanziamento, del pagamento, dei trasporti, di altri servizi, cosicché capiamo
l’ultimo anno, l’anno scorso come sono stati pagati alcuni servizi, non per
colpa di chi li ha gestiti, ma probabilmente per le scelte fatte.
Sulle Linee guida avete perso tre anni e le
avete peggiorate rispetto alle precedenti. Perché sono peggiori? Non perché io
sia innamorato delle precedenti, ma perché voi - parlando testualmente - avete
sovrapposto i bacini del gommato ai bacini del ferro. Ma che razionalizzazione
è, se invece di eliminare le
sovrapposizioni, fate due bacini differenti? Avete moltiplicato materialmente i
costi, quando il dato fondamentale era l’integrazione del ferro con la gomma, a
secondo della tipologia di utenza, cioè della quantità di traffico e poi,
chiaramente, la scelta tra ferro, gomma o servizi a chiamata.
Su questo vi devo dire che io ho cambiato
impostazione e opinione rispetto a quando sono arrivato, nell’anno e mezzo in
cui sono stato assessore ai servizi al Trasporto pubblico locale, perché ho
potuto constatare quanto fossero utili nella nostra regione certi servizi su
gomma automobilistici, peraltro visto che le Ferrovie dello Stato hanno deciso
di essere una forza nemica di occupazione e di sottrazione di risorse della
Calabria.
Quindi, avete perso tre anni a rifare le Linee
guida, non so quanto ci metterete a fare la traduzione esecutiva del Piano del
trasporto pubblico locale, ma quello che serve è il Piano direttore e il Piano
del trasporto pubblico locale, essenzialmente.
Intanto, noi abbiamo un problema che fa
riferimento a quell’account ability di cui dicevamo prima. La legge
numero 42 del 2009 ha previsto due elementi utili per il Sud - il resto è,
purtroppo, un disastro, vi ricordate la legge sul federalismo fiscale? –: il
primo è la perequazione infrastrutturale. Chiaramente, nessuno si è mai posto
il problema di chiedere di creare un tavolo sulla perequazione
infrastrutturale. Sarebbe grave che il Governo spendesse qualche soldo in più
per il Mezzogiorno!
Il secondo punto su cui è intervenuta è di
inserire materialmente i servizi di trasporto nei livelli essenziali delle
prestazioni, tutelati dalla Costituzione e garantiti su tutto il territorio
nazionale come i diritti sociali, che, tradotto, vuol dire che dichiarare ogni
anno: “siamo riusciti a portare le stesse risorse al tavolo della divisione del
Trasporto pubblico locale” è una pazzia, perché chiunque se ne intenda sa che
nel Mezzogiorno c’è una quota di Trasporto pubblico locale storicizzata nei
finanziamenti e nei trasferimenti dallo Stato che è inferiore alle esigenze ed
allo standard dei servizi del resto del Paese.
Di conseguenza, una Regione illuminata che
cosa dovrebbe fare? Dovrebbe rinegoziare, alla luce – e sarebbe veramente una
risposta incredibile alla Lega – della legge sul federalismo e della
perequazione infrastrutturale, la garanzia dei Lep, quindi il maggiore
finanziamento dei servizi di trasporto. Ciò consentirebbe, chiaramente, alla Calabria di avere più risorse e di non
dover bruciare le risorse di investimento dei propri figli e dei
propri nipoti per mantenere un sistema che oggi, se non fosse mantenuto,
determinerebbe il crollo della Calabria e la rovina di più di 5 mila famiglie.
Sul trasporto merci non dico nulla, potremmo fare un lungo elenco su
quella che è la definitiva chiusura che si sta paventando di tutti i servizi,
proprio in conseguenza di questo atteggiamento di Trenitalia, che è oltremodo
oltraggioso anche per la logica dell’unitarietà del nostro Paese.
Voglio concludere con un invito: questo atteggiamento di resistenza e
di guerriglia che il livello nazionale dell’ex azienda di Stato ha verso il
Mezzogiorno non si combatte con le chiacchiere, ma con la competenza, con la
capacità di portare al tavolo elementi di concreti e dati, una capacità di
creare un’interlocuzione sostanziale, non con l’affermazione e il tentativo di
condizionamento dei giornali, dei media o dei consiglieri in quest’Aula.
Non voglio intervenire sulle altre questioni, su
Gioia Tauro, perché ne parleremo con dei focus specifici, quantomeno abbiamo il
garbo e la correttezza della Vicepresidente che viene in Commissione e ha il
buongusto di stabilire un dialogo sereno. Prendo atto che gli ultimi bandi
della Regione sono andati deserti, così come prendo atto che si ragiona sui
fondi di Gioia Tauro come per gli aerei di Mussolini; oramai se sommiamo tutti gli interventi previsti negli ultimi anni per
quanto riguarda Gioia Tauro, c’è una cifra che non dico, perché è oggetto di
uno studio di altri soggetti, ma che è scioccante. Poi non mi risulta che un
euro sia stato speso! Quindi, realmente è come per gli aerei di Mussolini.
Non parlo dello Stretto né della situazione complessiva di alcune zone,
per esempio, del cosentino, che sono in una situazione drammatica da questo
punto di vista. Dico solo una cosa: se volete confrontarvi, ci confrontiamo con
i dati; se volete che collaboriamo, siamo pronti; se volete fare da soli,
sapete cosa mi ricordate? Consentitemi questa battuta finale: mi ricordate
Linus, quando si scriveva in un foglio dietro le spalle “non seguitemi, mi sono
perso anch’io”!
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
Grazie,
consigliere Naccari Carlizzi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Assessore,
rispetto al 2001, quando abbiamo discusso della distribuzione chilometrica da
assegnare alle aziende, dissi
che la questione dei trasporti diventava una sorta di Far West del ‘900, di
inizio millennio.
Rispetto a oggi devo umilmente cospargermi la testa di
cenere perché le cose che ci ha detto il consigliere Orsomarso sono una
versione molto avanzata di analisi e di proposta del fenomeno dei trasporti.
Dopo gli interventi dei consiglieri Franchino e Naccari
Carlizzi rimangono da fare considerazioni diverse su questo tema.
Vedete: un anno fa, lungo la tratta ferroviaria Rossano-Cariati
morivano 6 rumeni travolti da un treno. Erano lavoratori che rientravano dal
lavoro e sono morti perché viaggiavano su un furgone che non sappiamo se fosse
abilitato al trasporto delle persone.
Tre-quattro giorni fa, alle 2,30 del mattino, un altro
furgone con 7 cittadini rumeni si trasferiva da Rossano a Policoro per lavorare
nei campi di coltivazione di quel territorio e, anche in questo caso, sarebbe
servito il trasporto pubblico locale. Anche loro andavano a lavorare e, come
noi, sono cittadini di questa terra, dopo l’avvento dell’ Unione europea.
Ebbene anche loro sono morti tra le lamiere di un furgone che non si sa se
fosse abilitato o meno a trasportare la gente.
Allora pongo all’attenzione di questa nobile Assemblea
una riflessione di questo tipo: vogliamo continuare a discutere di un tema che
domani diventerà come quello della sanità, se non interveniamo per tempo?
Vogliamo discutere di questa forma di organizzazione dell’economia e dei
trasporti calabresi in termini seri, di riflessione realistica del territorio,
o vogliamo continuare come il citato Linus a dire che va tutto bene, che c’è
solo qualche sommovimento da fare e poi si va avanti?
O, vogliamo, ancora, discutere delle difficoltà o degli
eccessi che sono avvenuti nel passato? Credo che ad un certo punto dobbiamo
avere la coscienza che molte cose sono cambiate rispetto al 2000 o al 2001,
quando discussi, per la prima volta, il tema in Consiglio regionale perché è
cambiata la Calabria e sono cambiati i bisogni, sono cambiate tante cose e non
siamo adeguati ad affrontare i reali bisogni.
Lo sciopero dei giorni scorsi fa specie non tanto per il
rischio dei lavoratori, di perdere il posto, che, essendo preoccupati entrano
in sciopero ma più che altro perché ci sono realtà interne che con questa crisi
non si possono muovere e sono rimaste bloccate nei loro paesi, magari c’è chi
non è potuto andare a studiare, chi aveva un’analisi da fare e, non potendo
avere la macchina propria, perché i costi della benzina sono elevati, ha
bisogno del trasporto pubblico locale; magari qualcuno va ancora a lavorare col
gommato ed ha bisogno di questo servizio che deve essere continuo e duraturo.
Fa specie anche perché una economia di imprese regionali rischia di saltare
perché ci rincorriamo durante il periodo elettorale, tu hai fatto questo, io ho
fatto quello, tu sei stato incapace, io sono più capace e così via mentre non
prendiamo mai il toro per le corna.
Ci lamentiamo che non abbiamo un sistema aeroportuale
adeguato, che Trenitalia ci ha
abbandonati, ci lamentiamo perché non abbiamo un sistema portuale adeguato alla
complessità delle infrastrutture che abbiamo nel sistema portuale calabrese,
che non utilizziamo le vie del mare e che non abbiamo il sistema del trasporto
pubblico locale. Non esiste più un trasporto ferrato locale, sopravvive la
linea del Tirreno ma quella Ionica è morta. E quegli 8 rumeni, sei una volta e
due dopo, forse sarebbero sopravvissuti se avessero potuto andare alle 4 del
mattino in una stazione e prendere il locale che va a Taranto e scendere alla
stazione adeguata del paese dove andavano a lavorare e forse avrebbero avuto la
vita salva. Qualcuno dirà che è una fortuna che non siano stati calabresi
quelli che hanno avuto questo incidente, sono rumeni tanto non interessa a
nessuno.
C’è un punto da assolvere, assessore, e le chiedo solo
di attivarsi a predisporre un Piano regionale dei trasporti concentrato sul
trasporto pubblico locale, in tempi brevissimi, che sani il passato ed
organizzi, alla luce delle normative europee e nazionali, il trasporto in
Calabria altrimenti, assessore, troveremo un Tavolo Massicci anche per il
sistema dei trasporti ed in quel momento, anche nel sistema dei trasporti, i
signori che abbiamo di fronte, molti dei quali sono imprenditori anche molto
avanzati, probabilmente dovranno chiudere perché, quando i tagli saranno tanti
e si sarà costretti a chiudere, non avremo più risposte adeguate.
Succederà come adesso che si muore in un paese dell’Alto
Ionio perché non c’è il medico, né la guardia medica né l’assistenza di base e
si muore perché si è soli. Così succederà anche nei trasporti.
Credo che abbiamo sentito anche cose importanti.
Qualcosa avrebbe dovuto dirla anche la maggioranza e non affidarsi solo alla
relazione tecnica del nostro assessore o solo alla lezione del neo docente di
logistica di trasporto che abbiamo sentito dai banchi della maggioranza, con
tutto il rispetto.
La politica rispetto ai numeri vale sempre, assessore, così
come vale il bene collettivo rispetto ai numeri e noi dobbiamo ragionare
nell’organizzare un Piano dei trasporti soprattutto alla luce delle
modificazioni avvenute nella realtà calabrese.
In gioventù ho lavorato in un’azienda dei trasporti e mi
ero anche appassionato al settore ma lì c’era un indirizzo: tutti andavano
nella città capoluogo o nelle due-tre grandi città del territorio ma non c’era
la circolarità degli spostamenti, la nascita di nuove realtà territoriali che
significherebbe la rimodulazione del nostro sistema dei trasporti. Allora
funzionavano le ferrovie, oggi no; oggi siamo in questa condizione e non è
colpa né della maggioranza né della minoranza ma del fatto che siamo asserviti
ad un sistema perverso che è il sistema dei poteri nazionali che ci condiziona.
Inutile dire “potenziamo Gioia Tauro perché Trenitalia sarà di supporto alla
nostra regione”: sono sogni. E’ bastata l’interruzione dell’autostrada per un
anno per far bypassare la Calabria dal sistema di comunicazione di mare da Salerno
a Messina. In tantissimi usano i traghetti da Salerno o da Napoli verso la
Sicilia senza passare più nemmeno dalla Calabria. Sottovalutiamo questo
problema? Cosa significa per la nostra economia? Credo che oggi la giornata
avrebbe dovuto sottolineare questo e non tranquillizzare gli operatori delle
aziende di trasporto locale, non criminalizzare chi dirige in questo momento
alcuni settori della nostra Calabria.
Non possiamo gloriarci delle Ferrovie della Calabria ma
non perché abbiamo speso i fondi Fas per poterla regionalizzare, come diceva il
consigliere Naccari Carlizzi.
Abbiamo distrutto un modello di collegamenti che le
vecchie Ferrovie della Calabria, nel loro buonsenso e nell’adeguatezza del
governo di quel territorio, davano come modello. Da Spezzano Albanese partiva
un trenino che raggiungeva Lagonegro, attraversando la montagna, laddove il
gommato non poteva arrivarci. C’era un treno che arrivava lì ed era una idea di
società dei trasporti e non un’idea di speculazione.
Ora, assessore, dobbiamo riportare il nostro
ragionamento nel suo Piano regionale, l’idea dei trasporti che sono un elemento
fondamentale della Costituzione, della possibilità del cittadino italiano di
poter circolare liberamente.
In questo senso, forse, oggi abbiamo fallito, perché non
abbiamo capito quanto sia importante discutere dei trasporti.
Certo, potrebbero farsi delle proposte demagogiche, il
biglietto unico regionale o agevolazioni di vario tipo ma, a cosa servirebbero?
Assessore, credo che abbiamo un solo punto ed un solo ordine del giorno da
approvare insieme: immediato via del Piano regionale dei trasporti.
Questo deve essere l’impegno dell’Aula; darsi anche dei
tempi e non ricorrere i luminari che, magari, ci costeranno qualche denaro in
più, ma avendo una interlocuzione con le imprese, con le province, con i
comparti territoriali, con le aree interne, con le ex aree delle comunità
montane, con l’idea che, se forniamo questa regione di un trasporto pubblico
locale adeguato, ci saranno i risparmi energetici di cui parlava il consigliere
Franchino, il risparmio dell’inquinamento del territorio e la possibilità che
uno quando esce di casa e si mette sopra un mezzo pubblico – come si diceva una
volta – sia sicuro di arrivare al proprio lavoro.
Ecco che ritorno alle parole con cui ho iniziato il mio
intervento: si muore per assenza dei trasporti non perché si va nei night club o nelle discoteche da cui si
esce ubriachi, ma la gente muore perché non ha la possibilità di avere un
sistema di trasporto adeguato e quando non può farsi visitare o essere
assistita. E così via.
Ringrazio l’assessore e il Presidente per l’attenzione.
Credo che oggi ci siano parole da dire, ha fatto bene questo o quello ma solo
l’impegno di scendere in campo, predisporre, si può usare una parola che non mi
piace tanto, bipartisan, che possiamo
pure accettare ma bisogna costruire un Piano dei trasporti che sia moderno ed
adeguato per questa Regione.
Possiamo ritenere concluso il dibattito sui trasporti. L’assessore
ha seguito tutti gli interventi dei consiglieri ed ha preso appunti sulle
diverse questioni che sono state poste.
A lui la parola, quindi, per la conclusione del
dibattito e per rispondere a qualsiasi riflessione dei colleghi consiglieri.
Grazie, Presidente. Lo faccio con piacere perché, devo
dire, che da parte di alcuni colleghi anche dell’opposizione ho ascoltato con attenzione anche i loro
interventi - ho anche colto uno spirito di collaborazione su alcuni punti e su
alcuni temi, come il Piano regionale dei trasporti ma anche su altri, che fa
ben sperare anche per il futuro delle nostre attività e dei nostri lavori. Come
dicevo all’inizio, il comparto dei trasporti non è qualcosa che riguarda solo
la maggioranza pur avendo noi, certamente, maggiori responsabilità.
Ho visto che alcuni colleghi tra i quali Franchino,
Talarico, Guagliardi – cominciamo da qui – hanno parlato di questa delibera che
prevede il taglio del 50 per cento dei fondi per i trasporti.
In effetti questa delibera c’è, è vera, esiste ed è
ancora in vigore ma è una delibera, come abbiamo avuto modo di spiegare più
volte – finalmente da più di qualche settimana è stato recepito – tecnica che
ci ha consentito - senza la quale non sarebbe stato possibile - di erogare la
trimestralità corrente altrimenti rischiavamo, pur avendo i fondi, di non
poterla pagare.
Ormai le regole e le norme di bilancio sono molto
diverse da quando il collega Naccari amministrava sia i trasporti sia il
bilancio e le somme si potevano spostare come si volevano. Ricordo che egli è
stato assessore di entrambi i settori e, diciamo, che c’era molta più duttilità
da questo punto di vista.
Quest’anno le norme sono cambiate e se non c’è la reale
copertura dei servizi previsti, il bilancio non dà l’ok all’approvazione della
delibera; quindi per evitare che le aziende – ma diciamo la verità – più i
lavoratori e gli utenti, abbiano dei problemi abbiamo cercato di trovare questa
soluzione. Nessuno di noi, né della maggioranza, né il Presidente, né io ma
nessun consigliere, può pensare che dal 1° agosto taglieremo il 50 per cento
dei servizi per tutto il resto dell’anno. E’ stato un escamotage tecnico
che ha portato subito dei risultati perché, in effetti, dopo pochi giorni la
trimestralità è stata pagata.
Tra l’altro, per quanto riguarda i fondi di quest’anno
ho detto, e ripeto, che mancano 30 milioni ma mancano da settembre in poi
perché fino a settembre ci sono e da questo punto di vista ci può essere la
massima tranquillità e serenità e l’abbiamo spiegato chiaramente ai sindacati
dopo aver individuato una strada.
Abbiamo individuato una strada che, come ho detto
all’inizio, è già intrapresa e ci consentirà non solo di recuperare questi 30
milioni, guardando con maggiore serenità all’anno prossimo, ma ci consentirà di
fare investimenti che, come ricordava qualche collega, non abbiamo fatto. Ma
chi è stato lì negli anni passati non mi pare abbia fatto tanti investimenti in
questo settore.
Credo che questa sia la prima volta in cui mi rivolgo al
passato, tra l’altro, perché non è mia abitudine dire che le responsabilità
sono del passato ma, certamente, qualcosa in questo caso e in questa replica
bisogna dirla.
Siamo d’accordo sul discorso di Trenitalia. Voglio dire che proprio qualche giorno fa ho scritto
una lettera al Ministro delle infrastrutture e trasporti, Lupi, per informarlo
ufficialmente – lui lo era già – della situazione che Trenitalia ha destinato al Sud ma, in modo particolare, diciamoci
la verità, alla Calabria, sia per i trasporti a lungo raggio, quindi per le
linee più dirette che vanno a Roma, a Milano quindi fuori regione, sia per i
treni regionali.
Alcune situazioni non sono più accettabili e quindi ho
pregato il Ministro di intervenire con forza con Moretti che, certamente, non
ha a cuore né il Sud né la Calabria in modo particolare, e questo è ormai sotto
gli occhi di tutti.
Tra l’altro lo era anche prima perché non mi pare che ci
siano stati investimenti che, dal passato, stanno continuando in questo
periodo, in questi anni, grazie all’azione che la precedente Giunta magari
aveva fatto.
Quindi, da questo punto di vista se “mal comune è mezzo
gaudio” in questo caso è una tragedia, purtroppo, non c’erano prima e non ci
sono nemmeno adesso.
Ho scritto, dicevo, una lettera al Ministro per dire con
forza che c’è bisogno di un suo intervento autorevole sull’amministratore unico
Moretti affinché si ricordi anche del Sud perché l’Italia non è solo da Napoli o
a Roma in su, non c’è solo l’alta velocità che è apprezzabilissima ma
sicuramente il Sud va tenuto in grande considerazione anche in base al fatto
che, avendo momentaneamente sospeso il discorso che riguarda il ponte sullo
Stretto di Messina, credo che avremo un ulteriore danno; infatti, non essendoci
questa grande opera, sarà difficile che si facciano anche altre strutture
collegate. Proprio per questo abbiamo bisogno che ci siano degli investimenti
sul nostro territorio affinché l’alta capacità ferroviaria non sia un miraggio
o solo qualcosa che possa interessare da Salerno in su ma anche Calabria e
Sicilia che hanno veramente bisogno di essere collegate al resto dell’Italia
Anche gli interventi fatti per l’ammodernamento della
tratta di cui diceva il collega Naccari Carlizzi, con cui abbiamo fatto un
favore a Taranto, non mi pare che da Taranto i mezzi vengano verso giù e quindi
se movimentiamo questa tratta e l’ammoderniamo con questi fondi facciamo un
favore – come è giusto che sia – ma non è un favore è qualcosa di giusto al
porto di Gioia Tauro.
In genere le merci non vengono in Calabria da Taranto,
ma dal porto di Gioia Tauro
devono andare verso il nord, verso l’Europa
e quindi anche questo collegamento è importantissimo ed anche il lavoro che si
sta facendo.
Il bando é pronto e mi auguro che ci siano delle buone
partecipazioni. La Vicepresidente Stasi ed il Presidente stanno seguendo la
costruzione del gateway ferroviario
su Gioia Tauro; questo finalmente darà la svolta al porto ed inoltre c’è bisogno
anche di questi collegamenti, dell’ammodernamento della linea. Quindi, altro
che favore a Taranto!
Se poi dobbiamo restare sempre isolati anche da questo
punto di vista, questa è una scelta che certamente non condividiamo.
E così come siamo stati sempre critici con Rfi, lo siamo
stati fino a qualche tempo fa anche con Anas e, per quanto mi riguarda, sono
uno tra i più critici di quelli che si è interfacciato con Anas ma non si può
negare che negli ultimi due anni la situazione sia cambiata. Se dobbiamo possiamo
anche negarlo.
Non sono un estimatore di Ciucci, non lo ero, ma negli
ultimi due anni la situazione è completamente cambiata e l’autostrada sta
arrivando al termine, esclusi quei 58 chilometri che devono essere finanziati.
Anche su questo ci vuole un’azione comune di tutti i
parlamentari, del Consiglio regionale, del Presidente della Giunta, che già c’è
stato, e di tutti noi, col Governo nazionale, affinché venga finanziato quest’altro tratto
di 58 chilometri che manca al vero completamento dell’autostrada.
Diciamoci la verità: al di là dell’ironia che il collega
Naccari faceva sul convegno dell’altro giorno, dopo i tanti problemi che l’Anas
ha creato al turismo, in questa
occasione, quando si viene a dire che entro la fine di luglio saranno aperti
quasi tutti i cantieri e che rimarranno solo 11-12 chilometri su tutto il
tratto e nemmeno in una stessa zona ma su diversi tratti, credo che questo sia
un segnale importante da portare anche all’esterno.
Se poi dobbiamo farci male da soli dicendo che è tutto
negativo, facciamolo pure, lo abbiamo fatto anche in passato e continuiamo a
farlo ma credo che, sicuramente, da questo punto di vista, invece, sia stata
un’azione di marketing importante, utile per far capire agli italiani
che, rispetto all’anno scorso, rispetto a due-tre anni fa, la situazione della
viabilità, per quanto riguarda l’autostrada, certamente è cambiata. Da questo
punto di vista l’incontro ad Altafiumara andava certamente in questa direzione.
Poi su Ferrovie della Calabria, l’ho detto all’inizio,
mi fa piacere che, proprio oggi, oltre ai colleghi che condividono la nostra
impostazione, anche il collega Naccari Carlizzi, già assessore ai trasporti ed
al bilancio, parli, proprio lui di quando molti fondi destinati nel passato a
Ferrovie della Calabria siano stati destinati ad altre cose. Ha contribuito ad
indebitare ancor di più quell’ente che abbiamo salvato. Noi volevamo che
venisse risanato, certo, dal Governo nazionale ma quando il Governo ci ha imposto l’out-out si trattava di scegliere o prendere così o far fallire la
società. E noi non ce la siamo sentita di fronte ai calabresi, di fronte ai
lavoratori e di fronte a quelli che usufruiscono di questo servizio.
Ci rendiamo certo conto che per la Regione Calabria è
stato uno sforzo notevolissimo perché 65 milioni di euro destinati agli
investimenti – e questo è vero – li abbiamo dovuti destinare al salvataggio di
questa società. E’ vero, ma al contempo voglio vedere chi di voi avrebbe avuto
il coraggio di mandare 850 famiglie per strada, di interrompere un servizio, di
bloccare tutta la società con tutto l’indotto che dà e con i servizi a livello
regionale.
Noi questo coraggio non l’abbiamo avuto. Abbiamo
sbagliato? Va bene. Dico di no, il Presidente della Giunta sicuramente dice di
no, così come tutta la Giunta e la maggioranza e devo dire la gran parte dei
colleghi dell’opposizione.
Non abbiamo sbagliato, perché in quel momento storico
non c’era altro da fare, eravamo con le spalle al muro tra far fallire la
società e prenderla in questo modo; abbiamo ricevuto 20 milioni di euro che
certamente non sono tanti ma che da subito come liquidità sono serviti a dar
ossigeno a questa società.
E’
quello che è successo in Campania dove sono stati utilizzati i fondi Fas che, però, non hanno salvato molte
società. E quando i fondi Fas li utilizza il Piemonte,
che fino a qualche settimana fa era considerata una Regione
virtuosa, che ha chiesto di utilizzarli proprio nel
settore dei trasporti, e l’hanno già detto tutti i Presidenti
delle Giunte, nessuno escluso, al nuovo Governo Letta ed ai vari ministri, si è
detto che la situazione dei trasporti in Italia è insostenibile.
Non
lo dice la Calabria, lo dice la Toscana, la Lombardia, il Piemonte e lo dicono
tutte le altre Regioni del Sud. Allora significa che il problema c’è e quando
alcune Regioni tra cui la Campania, la Sicilia ed il Piemonte utilizzano i
fondi Fas non lo fanno perché vogliono dilapidare queste risorse. Lo fanno
perché c’è un emergenza, una necessità e un’urgenza alle quali non si può derogare,
vista la riduzione dei fondi.
Già adesso,
dalla settimana prossima, chiederò al Presidente
della Giunta che abbia a non rinnovare,
certamente da quel che ho sentito, l’incarico al direttore
generale Laganà per la parte che riguarda me ed anche all’ingegnere
Pavone, che abbia la cortesia di dimettersi perché se
dopo tre anni che siamo lì ed era tutto pronto – come diceva il collega Naccari – per fare le cose,
non ho capito cosa avete fatto in questi anni.
Era tutto
pronto per esser fatto, il Piano era fatto, debiti non ce n’erano, era tutto
preparato e cosa avete fatto? Niente? Anche lo stesso collega Orsomarso che ha
parlato prima di me, il collega Naccari
Carlizzi ha usato un termine “noi diciamo fandonie”.
Consentitemi
di dirlo, le fandonie le ha dette lui, che ha lasciato 25 milioni di euro di
debiti, quelli dei contratti 2008, 2009 e 2010 che noi stiamo cercando di
ripianare con una legge
regionale ed abbiamo fatto solo il 2008, questo l’ho detto all’inizio perché le risorse non sono bastate.
Chi ha
lasciato questi 25 milioni in questi anni? Altro che pagare in tempo e nei
termini.
Su questo
tema avevo avuto all’inizio – e molti colleghi l’hanno anche ribadito – un
approccio collaborativo ma, quando si vengono a raccontare queste cose, non
possiamo star zitti perché i debiti dei
contratti del 2008, del 2009 e del 2010 sono certificati, collega Franchino.
Questa Giunta e questa maggioranza
hanno dovuto fare una legge
regionale per ripianarli, non lo sto dicendo io. C’è una legge regionale e noi siamo riusciti
a pagare solo un anno alle
aziende che sono qui presenti
perché i fondi non ci sono. Diciamo allora le cose come stanno. Se vogliamo far
polemica siamo tutti bravi, io forse meno perché per carattere non sono molto
portato ma se mi ci metto anche io riesco a farla.
Diciamo le cose come stanno: c’è la difficoltà, ci sono
i problemi e quindi o ci impegniamo tutti e cerchiamo di risolverli oppure la
Calabria andrà a picco.
L’abbiamo detto per quanto riguarda la sanità, lo stesso
vale per l’emergenza ambientale e per i trasporti che, come ricordava il
collega Orsomarso, sono prioritari per la regione, specialmente in questo
momento di grande disoccupazione.
Stiamo portando avanti un’azione di razionalizzazione e
di risanamento ma anche di investimenti perché, come dicevo, su questi fondi
che andremo a realizzare e su cui il Governo ci darà il via libera, c’è una parte che va
verso gli investimenti e quindi avremo anche un qualcosa di utile da questi
fondi e per migliorare i nostri servizi sul territorio.
E poi, se il Piano regionale fosse stato fatto e se le
Linee guida fossero state pronte, perché, alla fine, non sono state approvate?
Il Piano regionale la volta scorsa? Qui mi rivolgo ai colleghi che l’hanno
citato e che coinvolgerò anche nella discussione e nella preparazione perché il
Piano regionale dei trasporti non è di Fedele o di Scopelliti ma della Calabria e c’è bisogno di tutti.
I colleghi dell’opposizione sanno che tutte le volte che
sono stato chiamato ad intervenire in situazioni locali di comuni e di sindaci
per dialogare con loro e per parlare, per migliorare la situazione, mi sono
sempre prestato e presentato perché è giusto che sia così. I trasporti non sono
miei e non sono di nessuno ma sono di tutti. In questo momento non so se è una
fortuna ma, per quanto mi riguarda non la chiamo così, il fatto di seguire
questo settore ma indubbiamente è un qualcosa che riguarda tutti.
Il Piano dei trasporti non è qualcosa che si scrive chiusi
all’interno dell’assessorato, ma prevede una serie di norme che hanno bisogno
di tempi, di consultazioni, di ascolto, di norme e di accertamenti scientifici
che vanno inseriti al suo interno.
Non è solo fare la strada di Bagnara o di Longobucco,
non è quello il Piano dei trasporti. Il Piano dei trasporti è quello che deve
dare le prospettive e che, in questo momento, grazie alle Linee guida, già in
qualche modo, ci siamo dati grazie anche alla quasi approvazione del Piano
direttore al quale seguirà il Piano regionale dei trasporti.
Ci sono dei tempi, infatti, che non dipendono solo da
noi ma bisogna farli in certo modo anche scientificamente altrimenti rimarrà
qualcosa di scritto, un blocco di carta messo in un cassetto che non servirà a
nessuno. Non vogliamo che succeda questo come in qualche modo, in parte, è
successo per quello vecchio.
Dico di cercare di collaborare in questa fase e questo
dibattito è stato utile.
Ho apprezzato i colleghi che dicono che vogliono anche
collaborare e discutere di questo tema, perché no? Ricordo anche che lo diceva
qualche altro collega, il collega Tripodi mi pare, di fare una giornata di
discussione. Ma perché no? Quando vengono delle idee positive sono e siamo i
primi ad accettarle ma quando vengono dette delle cose che non rispondono alla
realtà da chi le ha create, consentitemi di dire che questo non lo possiamo
accettare.
Andiamo avanti nella discussione procedendo e seguendo
due fasi: quella dell’emergenza che certamente c’è e va seguita con gli
interventi nazionali, con gli interventi del Governo affinché approvi questa norma e con i fondi
che mettiamo a disposizione e quella del futuro, della programmazione, perché
altrimenti presi dall’emergenza, purtroppo, siamo costretti a non poter seguire
queste cose.
In questa occasione voglio approfittare per ringraziare
i sindacati e le forze sociali con cui ci siamo confrontati ed hanno sempre
capito – loro forse più di noi – che il momento è difficile in cui tutte le
forze sindacali confederali non hanno mai messo da parte il loro sostegno verso
la nostra azione.
Ci siamo confrontati e lo voglio dire alle aziende che,
pure in momenti di difficoltà, pur avanzando tanti crediti dal passato, sono in
sofferenza. Questo lo capiamo e stiamo cercando di lavorare ma anche loro hanno
accolto il nostro invito che è stato quello, prima di tutto, di far i servizi
ma non licenziare nessuno.
In questi anni non è stato licenziato nessun dipendente
del pubblico o del privato e questo va a merito anche dei sacrifici che hanno
fatto i sindacati ma anche le aziende.
Ci possiamo scontrare anche per altre cose, ci possono
essere cose che non condividiamo e su cui c’è un dibattito continuo e quindi
anche incontri quasi quotidiani con l’Anav, con l’Astra che sono anche da
questo punto di vista molto ben attrezzati ed organizzati. Ma non bisogna
negare le cose che in effetti sono state fatte: non hanno licenziato nessuno in
questi tre anni ed è un fatto che voglio rimarcare qui in Aula perché in un
momento di grande difficoltà e crisi queste cose vanno sicuramente dette.
Mi avvio alla conclusione, anche perché si è fatto
tardi. Accetto il dialogo ed il confronto, l’ho sempre fatto, è anche mio
costume, se ci sono delle proposte positive, discuterne insieme e portarle
avanti, specialmente quello che sarà il progetto dei trasporti per il futuro
della nostra regione e quindi il Piano regionale ma anche la prossima legge
regionale che ci sarà e che organizzerà anche l’azienda regionale che non
abbiamo e che dobbiamo realizzare.
Anche lì i suggerimenti saranno ben accetti in
Commissione ed in Consiglio perché é giusto che sia così. Ma se dobbiamo
metterci a discutere o a dire alcune cose che non stanno né in cielo né in
terra permettetemi di dire che non sono d’accordo.
Voglio ringraziare anche i colleghi che sono intervenuti
oggi, quelli della maggioranza che mi hanno sempre sostenuto in questa azione e
in questo momento difficile.
Diciamo la verità, in questo difficile momento ho sempre
avuto vicino il mio capogruppo, tutto il gruppo e tutta la maggioranza e, devo
dire, anche alcuni colleghi della opposizione che sono stati molto garbati
perché bisogna lavorare tutti insieme e senza strumentalizzazioni.
Indubbiamente, in un momento di grande difficoltà, in un
settore difficile e strategico per la nostra regione vogliamo che ci sia il
contributo di tutti.
Noi la nostra parte la faremo in ogni caso e ci
auguriamo che anche gli altri possano fare una relazione comune, rivolta al Governo nazionale
per l’incremento delle risorse, che è un discorso più generale, ma anche per le
cose che riguardano la nostra regione in particolare si possa lavorare insieme.
L’occasione in questo momento è buona con questo Governo, lo dicevo
all’inizio, ma dobbiamo lavorare insieme per raggiungere risultati.
Se alla fine di questa legislatura avremo raggiunto dei
risultati, se alla fine di questa legislatura i trasporti funzioneranno, non
bene, ma un po’ meglio, il merito non sarà certamente solo mio ma sicuramente
di tutti. Grazie.
Con l’intervento dell’assessore Fedele si è concluso il
dibattito sul sistema dei trasporti pubblici locali e quindi possiamo
proseguire la seduta di Consiglio col prossimo punto all’ordine del giorno.
Presidente, chiedo la parola sull’ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Presidente, a nome mio e dei colleghi Guccione e
Giamborino, chiedo la verifica del numero legale.
Il
consigliere De Gaetano, chiede la verifica del numero legale.
Prego,
consigliere Chiappetta.
Presidente, scusi, intervengo a proposito della
richiesta che ha fatto il collega De Gaetano per chiedergli di soprassedere perché credo che ci sia una motivazione che spinge
in questa direzione.
Nella Conferenza dei capigruppo che si è tenuta
qualche giorno addietro, collega De Gaetano, in cui abbiamo deciso su una sorta
di ulteriore assunzione di responsabilità nel
dare tutti il via libera ad una riunione di Consiglio
- che è quella in corso - che si svolge in un giorno non previsto perché, lo vorrei ricordare, anche approfittando della
presenza degli organi di informazione, credo che in 42 anni di regionalismo non
si è mai verificata una riunione di Consiglio regionale in un giorno
immediatamente prefestivo, il sabato.
Questo
perché nell’ambito della Conferenza dei
capigruppo abbiamo tutti ravvisato l’inderogabile e assoluta necessità
di procedere anche a questo surplus di lavoro finalizzandolo a quello che è
stato l’oggetto dei lavori, Presidente. Vale a dire il dibattito ampio ed
articolato sulle problematiche dei trasporti che – lo diceva bene l’assessore
Fedele – non può non appartenere ad una sola parte politica ma è un elemento di
condivisione totale e assoluto rispetto anche a quelle che sono state le
criticità del passato.
Quando
parlo di criticità del passato, vedete, non intendo le criticità ereditate
dalla precedente gestione ma le criticità di 40 anni di regionalismo. Ecco
perché adesso, fra l’altro, abbiamo due punti all’ordine del giorno importanti
perché credo sia assolutamente necessario una sorta di ulteriore assunzione di
responsabilità, un surplus di responsabilità rispetto alle cose che ognuno di
noi dice quando è al di fuori della massima Assemblea regionale, che è il
Consiglio regionale. Vale a dire che non vorrei si adottasse quel motto in base
al quale si predica bene e si razzola male nel senso che abbiamo la necessità,
considerando che è anche un ordine del giorno, che la presenza dell’assessore
al ramo, Salerno, rende ancora più concreta, pratica, pragmatica.
Naturalmente
parliamo dell’ordine del giorno che investe il futuro lavorativo degli stagisti
rispetto ai quali unanime, ripeto, è stata la condivisione, anche in precedenza.
Così
come abbiamo anche un provvedimento che – lo vorrei ricordare – è passato all’
unanimità in Conferenza dei capigruppo
perché si ravvisa l’assoluta necessità di poter dare risposte anche rispetto a
questo particolare argomento che da qui a poco dovremmo discutere; ecco perché
lo chiedo, in maniera sommessa, al collega De Gaetano che ha parlato in nome e
per conto di altri colleghi. L’invito è esteso anche agli altri colleghi che,
attraverso il consigliere De Gaetano, si sono resi promotori della verifica del
numero legale perché vi è una
eccezionalità rispetto alla quale credo che nessuno possa tirarsi indietro.
Ecco
perché inviterei il collega a non considerare consequenziale la richiesta che
ha fatto un attimo fa.
Consigliere
De Gaetano, il consigliere Chiappetta chiedeva se può soprassedere su questa
richiesta visti gli argomenti importanti.
Ovviamente, apprezzo il tono ed il garbo del collega ma
vorrei ricordare sommessamente che in quest’Aula abbiamo chiesto prima di
poter discutere un ordine del giorno e di votarlo e la maggioranza
ce lo ha impedito.
Per un fatto
di galateo istituzionale dovreste imparare a rispettare l’opposizione. Il compito della maggioranza è garantire il numero legale; se in questo momento non ne siete capaci, è una
vostra responsabilità.
La prossima
volta, quando l’opposizione, responsabilmente,
chiederà di votare un ordine del giorno che riguarda gli interessi calabresi potrete bocciarla e lo potete fare.
Invece, non ci avete fatto nemmeno discutere.
Questa sua richiesta, che è garbata ed apprezzabile dal
punto di vista dei toni, non la possiamo purtroppo accettare. Quindi chiedo al
Presidente di mettere all’ordine del giorno la verifica del numero legale.
Consigliere Pacenza, può procedere con la chiama.
Fa la
chiama.
Prima della
proclamazione del risultato chiamo i capigruppo al banco della Presidenza.
(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)
Comunica l’esito della verifica del numero legale:
presenti 16; assenti 34.
Constatata la mancanza del numero legale, ai sensi
dell’articolo 100 del Regolamento, sospendo la seduta per un’ora.
La seduta
sospesa alle 17,10 è ripresa alle 18,10
Constatata la mancanza del numero legale necessario per
poter continuare i lavori tolgo la seduta, la prossima sarà convocata a
domicilio.
La seduta
termina alle 18,11
Hanno
chiesto congedo i consiglieri Caligiuri, Caputo, Dattolo, Loiero, Magarò, Mirabelli,
Morrone, Principe, Serra.
(Sono concessi)
E’ stata
presentata alla Presidenza la seguente
proposta di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Rendiconto
generale relativo all’esercizio finanziario 2012 (Delibera G.R. n. 154 del
29.04.2013)” (P.L. n. 466/9^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione consiliare
- Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – se pur in attesa
della parifica da parte della Sezione regionale di controllo della Corte dei
conti.
(Così resta stabilito)
In data 30
maggio 2013 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è
stata pubblicata sul supplemento straordinario
n. 1 del 7 giugno 2013 al Bur n. 11 dell’1 giugno 2013:
legge regionale 30 maggio 2013, n. 26, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 maggio
1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e
l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata
dell’esercizio venatorio)”.
In data 16
maggio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha
emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo
stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario
n. 2 del 24 maggio 2013 al Bur n. 10 dell’16 maggio 2013:
<<Regolamento
regionale n. 5 del 16 maggio 2013,
concernente: “Regolamento di organizzazione: procedure e criteri per le nomine
e le designazioni di competenza della Giunta
regionale nelle società e fondazioni a partecipazione regionale con esclusione di quelle afferenti al
sistema sanitario”>>.
In data 3
giugno 2013, il Presidente della Giunta regionale ha
emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo
stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario
n. 1 del 7 giugno 2013 al Bur n. 11 dell’1 giugno 2013:
<<Regolamento
regionale n. 6 del 3 giugno 2013, concernente:
“Modifiche ed integrazioni al Regolamento regionale
del 28.6.2012, n. 7 <Procedure per la denuncia, il deposito e
l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione
territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009,
s.m.i> così come modificato dal Regolamento regionale
n. 2 del 19 marzo 2013”>>.
Franchino. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
la
vertenza dei lavoratori stagionali del Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini Tirrenici del Cosentino, ente attualmente in gestione commissariale,
vede la particolare situazione di disagio del personale stagionale addetto ai
servizi di irrigazione e di bonifica;
gli
operai stagionali del Consorzio di Bonifica Valle Lao vengono da oltre
vent'anni illegittimamente assunti con contratti a termine,
"rinnovati" di anno in anno senza alcuna certezza;
la
maggior parte dei dipendenti ha promosso causa contro il Consorzio per il
riconoscimento del diritto alla conversione del rapporto di lavoro da tempo
determinato a tempo indeterminato e il Tribunale di Paola ha accolto e
riconosciuto le loro istanze disponendo I' assunzione a tempo indeterminato;
il
Consorzio non ha ottemperato alle sentenze emesse e, inoltre, quest'anno,
adducendo giustificazioni di carattere finanziario, ha addirittura previsto un
"piano di riduzione di spesa", determinando così oltre che tagli
evidenti alle giornate lavorative del personale stagionale e alla retribuzione
anche il mancato accesso a forme di "integrazione" salariale, nonché
la diminuzione dei servizi resi al territorio e agli utenti consorziati -:
al di là del
problema dell'inottemperanza alle sentenze che verrà opportunamente trattato in
sede giudiziaria, per quanto sopra descritto , cosa intende fare la Regione
Calabria per dirimere la vertenza in modo da restituire serenità e sicurezza ai
lavoratori e alle rispettive famiglie.
(371;
31.05.2013)
Naccari Carlizzi, De Gaetano, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di commissario ad acta. Per sapere – premesso che:
con
legge regionale n. 13 del 17 agosto 2005
(collegato alla manovra di assestamento di bilancio
per l'anno 2005), su proposta di emendamento dei consiglieri regionali Demetrio
Naccari Carlizzi, Antonino De Gaetano e Antonio Borrello è stata istituita
l'UU.OO di Cardiologia Interventistica- Cardiochirurgia presso l'Azienda
Ospedaliera B. M.M. di Reggio Calabria;
con
successivo atto è stata autorizzata la costituzione di un "Centro
Cuore" per la cura di tutte le patologie cardiovascolari (cardiochirurgia,
Cardiologia clinica, Cardiologia interventistica, Cardioanestesia);
la
struttura è stata costruita, completata e consegnata da cinque mesi per un costo
di 13 milioni di euro;
l'A.O.
di Reggio Calabria ha cofinanziato l'opera con un contratto di leasing per le
attrezzature;
il
finanziamento è diventato operativo nel 2008, utilizzando risorse nell'ambito
dell'art. 20 per l'edilizia sanitaria;
la
stessa è composta da due sale operatorie che costituiscono il blocco
operatorio, 10 posti letto di terapia intensiva e 10 posti di blocco di degenza
e si sviluppa su una superficie di circa 3000 mq;
la
struttura è dotata di strumentazioni di tecnologia biomedica tra le più
avanzate;
l'A.O.
sopporta un costo, strumentazioni comprese, di 100 mila euro di leasing al
mese;
l'utenza
ospedaliera cittadina e provinciale subisce, nel caso in cui sia necessario un
intervento d'urgenza di cardiochirurgia, una grave limitazione del diritto alla
salute, soprattutto nei casi in cui non sono sufficienti le tecniche
dell'Emodinamica mettendo a rischio la vita dei cittadini sopportando il
trasporto al presidio ospedaliero di Catanzaro;
la
migrazione sanitaria dei reggini verso altre strutture extraregionali registra
una spesa annua pari 20 milioni di euro;
da
mesi la Calabria assiste ad uno stucchevole confronto tra gli organi di Ateneo
di CZ e la Presidenza circa il trasferimento della cardiochirurgia o di parte
di essa a Reggio Calabria arrivando ad ipotizzare una triplicazione delle
strutture regionali su cui si rincorrono voci di una richiesta già inoltrata al
Ministero -:
quali
provvedimenti intende adottare il Presidente - Commissario ad acta per
rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l'avvio e la fruizione dell' UU.OO di
Cardiochirurgia a Reggio Calabria;
se
non intende più logico localizzare l'eventuale terza Cardiochirurgia a Cosenza;
quali
atti intenda produrre per scongiurare quello che appare come un danno erariale
tramite, il pagamento del rateo mensile, pari a 100 mila euro ,del contratto di
leasing;
quali
controlli intende attivare per verificare e sanzionare, eventuali
responsabilità.
(373;
31.05.2013)
Guagliardi.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso
che:
da
anni, nella Piana di Sibari, territorio ad elevata vocazione agricola e già
caratterizzato dalla presenza di importanti insediamenti colturali, soprattutto
di agrumi, olive ed orto-frutta, insiste il grave problema della scarsità di
acqua per uso irriguo;
in
data 31 maggio 2013 non si è ancora provveduto alia distribuzione dell'acqua di
irrigazione in contrada Lattughelle, Permuta, Corsi e Piano Scafo, ricadenti
nel Comune di Cassano allo Ionio;
il
problema è sostanzialmente determinato dall'inadeguatezza della rete irrigua
del Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, la cui realizzazione risale al lontano
1960;
esiste
da diversi anni un progetto per la realizzazione ex novo della rete irrigua del
Consorzio di Bonifica citato, ma, allo stato, i lavori di realizzazione non
sono ancora iniziati;
i
cittadini e gli operatori agricoli del territorio lamentano la perdita dei
prodotti delle colture per mancanza di acqua, cosa che, a tutt'oggi, non appare
risolvibile attraverso semplici lavori di rattoppamento dell'impianto, bensì
soltanto con la realizzazione della nuova rete -:
quali
sono le azioni poste in essere per l'immediato ripristino della distribuzione
dell'acqua dì irrigazione in suddette contrade;
quale
è lo stato d'attuazione del progetto per la realizzazione del nuovo impianto
della rete irrigua.
(374;
3.06.2013)
Principe, Naccari Carlizzi, Guccione, De
Gaetano, Scalzo, Adamo, Sulla, Franchino, Ciconte, Maiolo, Amato, Giamborino. Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di commissario ad acta. Per sapere - premesso che:
in
data 31 Dicembre 2012 è scaduto il piano di rientro e i risultati insufficienti
hanno determinato la proroga dello stesso e del commissariamento della sanità
calabrese;
il
termine utile del 10 maggio, fissato nell'ultima riunione del tavolo Massicci,
per la presentazione del piano operativo per la riprogrammazione del piano di
rientro è abbondantemente superato, senza che la Regione producesse alcunché
nonostante i formali solleciti dei Ministeri;
il
Consiglio regionale e la competente commissione consiliare sono spogliati
nell'esercizio della propria competenza sulla programmazione, per cui il futuro
piano operativo diventa una decisione arbitraria del Governo regionale.
il
decreto legislativo 174/2012 e il d.lgs. 149/2011 impongono la sostituzione del
Governatore, nella qualità di commissario ad acta, nel caso di Regioni come la
Calabria che abbiano applicato per due esercizi finanziari consecutivi
l'aliquota addizionale Irpef massima e, nel contempo non abbiamo adempiuto agli
obblighi temporali del piano di rientro, i cui inadempimenti vengano
riscontrati in sede di verifica annuale dagli organismi ministeriali;
tali
condizioni si sono ampliamente verificate nella Regione Calabria;
le
aziende sanitarie non hanno attuato le prescrizioni del piano di rientro,
operando arbitrariamente e difformemente dai provvedimenti del commissario ad
acta, in particolare in ordine alla ricollocazione di personale in esubero
derivante dalle riconversioni dei presidi ospedalieri;
si
registra un cortocircuito tra il direttore generale del Dipartimento, che
invita i direttori delle aziende ad attribuire validità provvisoria alle nomine
dei direttori di distretto, e i sub commissari che con atto formale (prot.
173448 del 23 Maggio 2013), invece, chiariscono come non sia prevista nella
legislazione vigente l'istituto dell'incarico provvisorio;
non
è stato emanato alcun decreto riguardante la ridefinizione della rete
territoriale il che rende assolutamente incongruo tutto il riassetto delle reti
di cui al decreto 18;
non
è stato emanato alcun decreto attuativo delle disposizioni del decreto 18
relative alla rete di emergenza-urgenza, con ciò lasciando scoperto un settore
fondamentale dell'assistenza, in particolare in Calabria la cui orografia e
viabilità rende estremamente difficile ogni trasporto;
si
continuano ad omettere le sanzioni richieste dal tavolo Massicci, da oltre un
anno, per i direttori generali che hanno effettuato assunzioni in violazione
del blocco del turnover attivo ope-legis per tutta la durata del
commissariamento;
il
Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale e che mirava a
stabilizzare i precari della sanità, mettendo a forte rischio i livelli
essenziali di assistenza;
si
continua a non dare risposta ai Ministeri che hanno chiesto da oltre un anno la
revoca dell'art. 40 della l.r. 47/2011;
si
perpetua la storia dei finanziamenti alle case di cura per il trattamento delle
post-acuzie e di tali finanziamenti, promessi in campagna elettorale, non si
vede ombra mettendo con ciò a rischio, non solo centinaia di posti di lavoro,
ma anche il corretto percorso assistenziale per i pazienti che continueranno,
se le condizioni economiche lo consentiranno, ad essere costretti ad emigrare,
per completare il ciclo assistenziale;
taluni
direttori generali, sanitari ed amministrativi non possiedono i requisiti
previsti dalla legge o versano in condizioni di palese incompatibilità;
la
gestione commissariale ha sinora utilizzato soltanto 180 mln dei 420 ricevuti
dal mutuo trentennale (rateo di 30 mln annui) a causa dell'incapacità delle
aziende di ricognire e certificare i crediti. Tale situazione cozza con le
difficoltà delle imprese ed evidenzia criticità gestionali inaccettabili nelle
aziende sanitarie;
le
contabilità delle Asp e delle Ao suscitano perplessità in quanto non hanno
contabilizzato le partite contrattuali verso i dipendenti e gran parte dei
crediti verso i professionisti esterni. In alcuni casi, come in quello
dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, le sopravvenienze
passive come rilevato dai revisori e
dall'advisor, non sono state registrate nei bilanci in quanto
prive di validazione;
nell'ASP
di Cosenza si consumano comportamenti alquanto "impropri", nel
settore del contenzioso e della liquidazione a case di cura;
la
corte dei conti, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica
presentato al Senato, mette in luce la grave situazione di crisi in cui versa
il comparto della sanità in Calabria sottolineando il peggioramento della
qualità dell'assistenza, la mancata erogazione dei Livelli Essenziali di
Assistenza ed una forte criticità nelle politiche di prevenzione, nella
gestione economica e finanziaria del Piano di Rientro e dei deficit annuali che
hanno accresciuto il debito complessivo, nella mancata predisposizione di una
rete ospedaliera equilibrata sull'intero territorio e delle strutture
territoriali, nella gestione del turn-over per l'area medica;
il
Direttore Generale del Ministero della Salute Bevere insieme all'Ispettore Capo
dell'Ispettorato Generale sulla Spesa Sociale Massicci hanno consegnato alla
Commissione Igiene e Sanità del Senato una relazione impietosa da cui emergono
i ritardi e le inadempienze della gestione commissariale che portano al collasso
del sistema sanitario calabrese -:
il
Presidente della Giunta regionale anche nella qualità di commissario ad acta
sui punti citati.
(375;
31.05.2013)
Giordano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che: |
la Regione
con legge del 26 febbraio 2010, n. 11 ha introdotto un sostegno economico a
favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi
a causa di incidenti sui luoghi di lavoro;
in
particolare per perseguire gli obiettivi della legge, è prevista l'istituzione
di un fondo regionale di solidarietà finalizzato all'erogazione di un
contributo una tantum non tassabile a titolo di assistenza sociale;
l'erogazione
del contributo e la operatività della normativa è condizionato alla emanazione
di un regolamento di attuazione da emanarsi parte della Giunta regionale entro
novanta giorni dall'entrata in vigore della legge;
il suddetto
regolamento, che definisce le modalità per la presentazione delle domande di
contributo, è stato definito solo in data 1 aprile 2012 con la conseguenza che
le somme stanziate in bilancio per gli anni 2010 e 2011 sono venute meno;
per
l'annualità 2012, alla luce di quanto previsto dal suddetto regolamento, la
domanda di ammissione ai contributi, per gli eventi avvenuti dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011,
doveva essere presentata al Dipartimento n. 10 «Lavoro, Politiche della
Famiglia, Formazione, Cooperazione e Volontariato entro il termine perentorio
di 60 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del regolamento sul BUR della
Regione Calabria, termine che andava a scadere il 06/06/2012, mentre le domande
relative agli incidenti verificatesi dopo la data del 31 dicembre 2011 potevano
essere presentate entro l'I marzo dell'anno successivo all'evento;
l'erogazione
dei contributi, sempre secondo il regolamento approvato, è disposta con decreto
dirigenziale del dipartimento 10 entro il termine di sessanta giorni dalla
presentazione della domanda o in caso di risorse insufficienti entro 60 g.
dalla data di pubblicazione della graduatoria degli aventi diritto;
per l'annualità 2012 il bilancio
di previsione della regione Calabria ha previsto sull'apposito fondo regionale
per le vittime sul lavoro uno stanziamento di euro 101500,00 sull'UPB 6.2.01.02
,capitolo 62010210, a cui va aggiunta la somma ulteriore di euro 200.000,00
prevista in sede di assestamento del bilancio del consiglio regionale approvato
nella seduta consiliare del 3 agosto 2012 che dispone "che una quota parte dell'avanzo di amministrazione risultante
dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio
finanziario 2011, è restituita, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, al
bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo
3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell'entrata ed essere
destinata, dal lato della spesa, al finanziamento per euro 200.000,00 al
finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di
incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio
2010, n. 11, da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2012;
in ragione
del regolamento approvato e della relativa copertura finanziaria numerosi
soggetti beneficiari dei contributi secondo i dettami della legge approvata
hanno presentato richiesta allegando i documenti richiesti nei termini previsti
dalla normativa regionale;
nonostante
il tempo trascorso per la relativa istruttoria, a tutt'oggi l'erogazione dei contributi
non è stata attivata, tant'è che i beneficiari interessati e I' associazione di
categoria ANMIL hanno richiesto dei chiarimenti al Dipartimento il quale non ha
fornito alcun riscontro tant'è da far temere che anche per l'annualità in corso
le risorse previste in bilancio non siano state impegnate;
la
preoccupazione dei soggetti beneficiari nasce dalla circostanza che il periodo
per la relativa istruttoria, secondo quanto previsto dal regolamento, sia stato
abbondantemente superato senza che le richieste siano state riscontrate con il
timore legittimo che le risorse stanziate sull'apposito fondo regionale siano
stati stornate illegittimamente;
la Calabria è la regione il cui dramma delle
morti bianche e degli infortuni sul lavoro incide notevolmente sulle
statistiche nazionali, numerose sono le famiglie interessate alla concreta
applicazione della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum,
potrebbe contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa
di un contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi -:
in quale
stato trovasi l'istruttoria presso il Dipartimento 10 della regione riguardante
le richieste di erogazione dei contributi per l'annualità 2012 e afferente al
Regolamento Regionale 2 aprile, 2012 n. 1 (Regolamento di attuazione per
interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e
lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di
lavoro, ai sensi della Legge regionale n. 11 del 26 febbraio 2010);
se le
risorse finanziarie previste in bilancio per l'annualità 2012 sull'apposito
fondo regionale e meglio indicate in premessa siano state regolarmente
impegnate e i tempi previsti per l'erogazione dei contributi di cui al
regolamento di attuazione;
in caso
contrario quali eventuali omissioni siano stati poste in essere, anche alla
luce di quanto disposto in sede di assestamento di bilancio del consiglio
regionale;
quali
iniziative in ogni caso si intendono intraprendere per garantire la necessaria
copertura finanziaria e l'immediata erogazione dei contributi in ragione delle
risorse stanziate nell'annualità 2012 sul fondo regionale a favore dei
familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di
incidenti sui luoghi di lavoro.
(376;
03.06.2013)
Guccione, De
Gaetano, Adamo, Giamborino. Al Presidente della Giunta
regionale nella qualità di commissario
ad acta. Per sapere – premesso che:
il riparto
del fondo sanitario regionale avviene secondo criteri che non garantiscono una
quota procapite uguale per tutti i cittadini calabresi e che in particolare la
provincia di Cosenza nel riparto delle risorse del Fondo Sanitario Regionale ha
ricevuto nell'anno 2011 oltre 42 milioni di euro in meno rispetto a quanto le
era dovuto e che la stessa cosa si è ripetuta per l'anno 2012 con oltre 40
milioni di euro in meno rispetto alle altre Provincie della Calabria;
anche per quanto
riguarda gli erogatori sanitari privati per la specialistica e laboratori la
distribuzione delle risorse ha fortemente penalizzato la provincia di Cosenza;
in provincia di
Cosenza vi sono undici strutture sanitarie private che versano in una
situazione economica veramente difficile, sia a causa dei mancati pagamenti da
parte dell'Asp, sia per le scelte penalizzanti del commissario Scopelliti nel
riparto delle risorse del fondo sanitario regionale e tutto ciò rischia di
mettere a repentaglio gli stipendi e, addirittura, i posti di lavoro di ben
settecento dipendenti;
l’ADI
(Assistenza Domiciliare Integrata), nonostante le numerose richieste degli
assistiti, in provincia di Cosenza non è ancora operativa e le risorse
finalizzate alla sua attivazione restano disimpegnate da mesi;
i tre ospedali
"spoke" della provincia di Cosenza (Castrovillari, Rossano-Corigliano
e Paola-Cetraro) ad oggi non hanno ancora attivato i posti-letto per acuti
previsti nei decreti ( 733 posti per acuti meno della metà attivati) del
Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di Rientro, che diversi reparti
funzionano con meno della metà dei posti-letto previsti che, a loro volta, per
mancanza di medici e paramedici, rischiano di essere ridimensionati o,
addirittura, chiusi definitivamente;
al 31.03.2012
sono stati chiusi ben 17 ospedali senza che preventivamente siano stati
potenziati i servizi sanitari territoriali e che, ancora ad oggi, non sono
stati realizzati 13 Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) o Case
della Salute ( nella provincia di Cosenza - San Marco A., Mormanno, Lungro,
Trebisacce, Cariati, Praia a Mare), che rimangono ancora disegnati solo sulla
carta;
all'ospedale
civile dell'Annunziata di Cosenza si registra una grave carenza di personale
medico e paramedico: mancano 150 medici sui 579 previsti, 260 infermieri su
960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 operatori socio-sanitari su 240 con grave
pregiudizio per i servizi ospedalieri che dovrebbero essere erogati e garantiti
da un presidio "Hub" e che grazie al personale medico e paramedico in
servizio che si sottopone a turni massacranti non vengono chiusi alcuni reparti;
la spesa per
l'immigrazione passiva dei cittadini calabresi che si recano fuori dalla nostra
regione per curarsi nell'anno 2012 è cresciuta fino a raggiungere la somma di
circa 250 milioni di euro;
con Decreto
24/13 è stato adottato l'Atto Aziendale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza in
netto contrasto con quanto previsto dal 'Tavolo Massicci" che ha chiesto
alla Regione Calabria di adottare tempestivamente un documento di aggiornamento
delle linee-guida regionali per l'adozione di atti aziendali che dovranno
recepire le osservazioni ministeriali e siano coerenti con l'atto complessivo
di programmazione di tutte le reti assistenziali, anche al fine di poter
permettere alle aziende del Servizio Sanitario Regionale di poter adottare i
relativi atti aziendali -:
si chiede alla
S.V. di sapere quali iniziative immediate, urgenti e tempestive si intendono
mettere in atto per porre fine alla penalizzazione della provincia di Cosenza
che subisce i maggiori tagli nei servizi sanitari e riceve meno risorse di quelle
previste e che tale situazione non garantisce l'erogazione dei Livelli
Essenziali di Assistenza (LEA) in maniera uniforme su tutto il territorio
regionale con il rischio di mettere a repentaglio la vita dei cittadini.
(377; 4.06.2013)
Talarico D. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
con delibera
della Giunta N. 57 del 8/3/2013, pubblicata all'albo pretorio in data
11/3/2013, il Comune di Catanzaro, senza gara pubblica, ha approvato uno studio
di videosorveglianza della Città, affidando l'incarico di realizzazione del
sistema ad una società israeliana, con mandato al comandante della Polizia
Municipale di Catanzaro di
"attivare i procedimenti necessari per il finanziamento dell'intervento
presso i competenti uffici regionali';
il servizio
di che trattasi prevede tra l'altro la collocazione di 900 telecamere per
l'importo di oltre 23 milioni di euro;
avverso tale
decisione alcune associazioni, portatori di interessi collettivi e superindividuali,
e singoli cittadini residenti nella città di Catanzaro, hanno chiesto
l'annullamento al Tar dell'atto con cui il Comune di Catanzaro ha inteso
istituire il servizio sopracitato;
i ricorrenti
fanno notare come l'affidamento del servizio sia avvenuto in violazione delle
norme che regolamentano gli affidamenti pubblici, per mancanza di gara ad
evidenza pubblica, e in totale violazione della diritto alla privacy della
comunità catanzarese;
quest'ultima
contestazione si basa sul fatto che la realizzazione dell'opera andrebbe, senza
alcun motivo di sicurezza plausibile, a mettere la città e l'intera comunità
catanzarese sotto costante controllo e sorveglianza;
la città di
Catanzaro è città sostanzialmente sicura, in cui non c'è il rischio di attentati
terroristici, né è apprezzabile un tasso di criminalità a livelli elevati.
ad ogni buon
conto, non è dato capire cosa abbia spinto la Giunta Comunale di Catanzaro ad
adottare l'atto di che trattasi, con cui si è deciso di affidare direttamente,
per l'importo di oltre 23 milioni di euro, ad una società israeliana un
servizio militare d'i
videosorveglianza di cui
non solo la città e la comunità catanzarese non ha alcun bisogno, che, peraltro
è evidentemente lesiva della riservatezza e della privacy dei cittadini;
nella
delibera è specificato che ogni e qualsiasi successivo atto avverrà soltanto ad
avvenuto incasso da parte della Regione Calabria della somma occorrente per la
realizzazione -:
se si è a
conoscenza della richiesta di finanziamento alla Regione Calabria di un
progetto di videosorveglianza nel Comune di Catanzaro, per un importo di oltre
23 milioni di euro alla cui realizzazione interverrebbe una società con sede in
Israele;
se non sia
il caso di respingere una tale richiesta di finanziamento stante l'inutilità,
la lesività e l'esosità dell'opera di che trattasi.
(378;
4.06.2013)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:
da anni si
assiste, ad uno scenario scolastico sempre più inquietante e sempre più
ripetitivo, in relazione al drammatico status quo vissuto dal mondo
dell'istruzione e dell'integrazione scolastica della disabilità. Scenario
drammatico, determinato dall' insicurezza, dalla emergenza in termini di diritto
scolastico per tutti gli utenti siano essi alunni, famiglie e docenti, il tutto
a causa dei continui e indiscriminati tagli, operati dal M.I.U.R, che nel tempo
hanno generato condizioni di disagio sociale e inadempienza. Tale situazione
negativa si acuisce e si riverbera anche in termini di disservizio ed
inefficienza in materia di sicurezza, a causa dell'abbattimento dei limiti ex lege sulla densità di affollamento
nelle classi, nell'ambito delle diverse istituzione scolastiche del territorio
nazionale e, in particolare, della Regione Calabria e della provincia di Reggio
Calabria;
opera nel
territorio per tutelare i diritti dei più deboli e crede nel valore e nella
funzione della scuola pubblica, per quanto riguarda la Regione Calabria e la
suddivisione della dotazione organica nelle province calabresi, esprime la sua
preoccupazione, indignazione, disapprovazione e sgomento di fronte alla carenza
di legittimità e trasparenza nella pubblicazione degli atti e delle procedure
adottate dall'Amministrazione in materia di attivazione delle unità di sostegno
e di assegnazione della relativa dotazione dei docenti ai territori province in
rapporto al numero degli alunni disabili in possesso di regolare certificazione
clinica. L'esperienza, i monitoraggi e le contrazioni organiche di sostegno
registrate dalle istituzioni scolastiche della Provincia di Reggio Calabria,
denotano inaccettabili discrepanze nella ripartizione del relativo contingente
tra le province calabresi che si perpetuano da circa cinque anni a danno del
territorio reggino. Difatti, sulla base delle ore legittimamente richieste
dalle scuole (in virtù delle certificazioni di disabilità rilasciate
dall'A.S.P. n. 5) e quelle assegnate dal competente USR di cui in intestazione,
risulta che, nella predetta Provincia, il rapporto minimo, nell'organico di
sostegno, tra docenti e alunni disabili con certificazione ex art. 3, comma 1,
L. 194/92) si attesta sull'assurdo coefficiente minimo di 1/4, per arrivare in
molti casi a 1/5 e in qualche caso ad 1/6; a differenza di Reggio Calabria,
invece, nelle province di Vibo Valentia e Catanzaro il rapporto docente e
alunni disabili è 1/le 1/2 . Ci si chiede quale offerta formativa e quali
vantaggi possano trarre un alunno disabile con 3 ore settimanali di sostegno e
il rispettivo docente. Inoltre, esistono casi di alunni disabili, in stato di
gravità con certificazione ex art. 3, comma 3, L. 104/92) ai quali non è stato
riconosciuto il rapporto 1/1, come previsto dalla sentenza della Corte
Costituzionale n. 80/2010. Altri alunni disabili (con certificazione ex art 3,
comma 1, L. 104/92 o con DPCM 185/2006) non godono dell'insegnamento
individualizzato, perché la certificazione, perviene con ritardo o non vengono
attivati i relativi posti in deroga;
la L.
244/2007 (finanziaria per il 2008) stabilisce che, il contingente dell'organico
di sostegno, va distribuito equamente dal MIUR alle varie Regioni e che lo
stesso sia ripartito tra le province nella consistenza del 70% in l'organico di
diritto, ed il 30% in l'organico di fatto. Tale normativa nella Regione
Calabria, fin dall'A.S. 2007/08, non è mai stata rispettata, principalmente, in
relazione alla quota dell'organico di diritto, come si evince dei dati di
seguito riportati: il contingente di posti dei docenti di sostegno della
Regione Calabria è in totale di 3701 posti, ripartito in 2865 posti in organico
di diritto, (comma percentuale di 77,41%) e 836 in organico di fatto, (con una
percentuale di 22,55). L'ATP di Catanzaro ha un contingente di docenti di
sostegno totale medio di 660, così ripartito: 599 posti in organico di diritto
(con il 90,75%), 61 posti in organico di fatto (con il 9,25%); l'ATP di Cosenza
ha un contingente totale medio di 1220, così ripartito 920 organico di diritto
(con il 75,40%), 300 in organico di fatto (con il 24,60%); l'ATP di Crotone ha
un contingente totale medio di 305 così ripartito, 249 organico di diritto (con
l'81,63%), 56 organico di fatto (con il 18,37%); l'ATP di Reggio Calabria ha un
contingente totale medio 1171, cosi ripartito 771 organico di diritto (con il
65,84%), 400 in organico di fatto (con il 34,16); l'ATP di Vibo Valentia ha un
contingente totale medio 346, così ripartito 326 organico di diritto (con il
94,21%), 20 in organico di diritto (con il 5,59) in organico di fatto. Come si
può costatare dai valori riportati, che sono quelli dei decreti ufficiali
diramati dall'USR Calabria, l'organico di diritto dell'ATP di Reggio Calabria
si attesta su una percentuale del 65%, quelli di Vibo Valentia e Catanzaro
superano il 90%. Se si prende in esami il numero degli alunni disabili e le
immissioni in ruolo degli insegnanti di sostegno, negli ultimi 4 anni, della
Regione Calabria, si evince che c'è una discrepanza assurda tra gli insegnanti
di sostegno immessi in ruolo nelle Province di Vibo Valentia e Catanzaro e
quelli immessi a Reggio Calabria. Difatti, la media d'assieme, negli ultimi
quattro anni, del numero di alunni disabili, delle province di Vibo Valentia e
Catanzaro, è di circa 1400 ,in queste due province, sono stati immessi in ruolo
221 docenti di sostegno, mentre nella provincia di Reggio Calabria, con la
media di 2250 alunni disabili, sono stati immessi in ruolo solo 134 docenti di
sostegno. Nell'anno in corso (2012/13), su un totale di 92 posti dati alla
regione Calabria per l'immissione in ruolo degli insegnanti di sostegno,
all'ATP di Reggio Calabria sono stati assegnati solo 12docenti,mentre all'ATP
di Catanzaro 36 docenti;
gli alunni
con disabilità hanno diritto al riconoscimento di un rapporto individualizzato
con l'insegnante specializzato nell'attività di sostegno nella misura indicata
dalle certificazioni medicocollegiali (L. n. 104/92, D.P.C.M. n. 185/2006)
rilasciate dalle competenti commissioni dell'ASP n.5della Provincia di Reggio
Calabria nonché dalle relative Diagnosi Funzionali, Profili Dinamici Funzionali
e Piani Educativi Individualizzati;
avendo preso
visione della C.M. n. 10 del 2013, prot. N. 727, sulla consistenza 21/03/2013
delle dotazioni organiche del personale docente per l'A.S. 2013/2014, la quale
alla tabella E, colonna A, attribuisce alla Regione Calabria n. 2.865 posti di
sostegno (come gli anni precedenti) e recando, altresì, esplicito riferimento
alla recente sentenza n. 80 emanata in data 22/02/2010 dalla Corte
costituzionale, la quale ha risolto la questione generata dalla parte dall'art.
2, comma 413, della legge finanziaria n. 244/2007, che avendo fissato un tetto
massimo al numero di docenti da nominare annualmente nell'organico di fatto del
sostegno vietando, conseguentemente, la possibilità di assegnare ore aggiuntive
e violando il diritto del soggetto disabile in apprendimento al rapporto 1/1
(docente/alunno) derivante dalla certificazione di gravità ed evidenziando,
inoltre, che la stessa Corte Costituzionale ha sottolineato come l'integrazione
sia un diritto costituzionalmente garantito per gli alunni disabili e prevale
sul diritto erariale dello Stato, realizzandosi, precipuamente, tramite
assegnazione di un contingente di docenti sulla base delle "effettive
esigenze" di ciascuno e non secondo un rapporto medio nazionale;
avendo preso
visione di quanto esplicitamente menzionato nella C.M. di cui sopra, che recita
in riferimento alla citata sentenza n. 80/2010 "La declaratoria di
incostituzionalità del comma 414, dell'art. 2 della legge n. 244/2007 non è
estesa alla parte della norma di cui è previsto che la datazione dell'organico
di diritto dei docenti di sostegno deve essere progressivamente rideterminata,
nel triennio 2008-2010, fino al raggiungimento, nell'anno scolastico 2010/11,
di una consistenza pari al 70% per conto del numero dei posti complessivamente
attivati nell'anno scolastico 2006/07";
avendo preso
visione della medesima C.M. n. 10/2013 della raccomandazione circa la
costituzione di classi delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le sezioni
di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità, formate secondo i
criteri e i parametri di cui all'art. 5del Regolamento sul dimensionamento
(D.P.R. n. 81/2009) "Nel senso di limitare, per quanto possibile, in
presenza di grave disabilità, la formazione delle stesse con più di 20
alunni";
avendo preso
visione del D.DG. del U.S.R. per la Calabria Prot. N. 4605, recante data
05/04/2013 per la Calabria e pubblicatosi sito Internet della predetta
Amministrazione scolastica in data 09/04/2013 , nel quale vengono assegnati
alla Provincia di Reggio Calabria n. 788 unita di sostegno e viene specificato
letteralmente "Sono ammesse compensazioni tra i contingenti di organico
relativi a diversi ambiti di scolarità, con esclusione della scuola
dell'infanzia, in relazione alle esigenze presenti nel territorio, fino alla
concorrenza della dotazione complessiva assegnata a ciascuna provincia";
tale
dotazione organica (n.788 posti) del contingente di diritto del personale di
sostegno risulta insufficiente, inadeguata ed iniqua, in quanto la stessa è
stata aumentata , esclusivamente di numero 17 unità di sostegno e, altresì,
illegittima in considerazioni delle determinazioni assunte dall'U.S.R. per la
Calabria nel passato (n. 771 posti di sostegno cristallizzati nei precedenti
DD.GG. per gli anni scolastici 2009/10; 2010/11; 2011/12; 2012/13) a fronte di
una consistenza numerica di alunni con disabilità di circa 2.258 (secondo i
dati diffusi dalla stessa Amministrazione nell'A.S. corrente) e sottolineando
l'ingiustizia perpetrata nei confronti del territorio provinciale reggino che
emerge limpidissimamente, laddove si rivela che: alla provincia di Catanzaro, a
fronte di circa n. 883 alunni (secondo i citati dati) sono stati assegnati n.
592 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla provincia di Cosenza, a fronte di
circa n. 1919 alunni (secondi i citati dati), sono stati assegnati n. 905
docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla provincia di Crotone, a fronte di
circa n. 454 alunni (secondo i citati dati), sono stati assegnati n.254 docenti
(con D.DG. del 09/04/2013); alla Provincia di Vibo Valentia - unica provincia
che non ha subito decurtazioni rispetto all'A.S. 2012/13; a fronte di circa n.
476 alunni (secondo i dati citati), sono stati assegnati n. 326 docenti (con
D.DG. del 09/04/2013);
si tratta di
una consistenza numerica inferiore al 70% previsto ex lege (come già dimostrato in passato) in quanto Reggio Calabria
costituisce la provincia con il maggior numero di alunni disabili e ha un
coefficiente docenti/alunni irrisorio che si attesta, attualmente, su 2,9023, a
differenza principalmente delle Province di Vibo Valentia e Catanzaro il cui
coefficiente docenti/alunni si attesta rispettivamente, per Vibo Valentia
ini,46012 e per Catanzaro in 1,491554, circa la metà; mentre le province di
Cosenza e Crotone hanno un coefficiente docenti/alunni rispettivamente di
2,12044 e l,78740. Considerando che con l'organico di diritto la media
nazionale è di 1 docente ogni 2 alunni, si nota subito l'imparzialità e la
discrepanza che esiste tra le province calabresi -:
come e
quando intendono procedere al fine di:
vigilare
sull'operato del competente USR per la Calabria e di vagliare la tempestiva
applicazione di ogni procedura necessaria all'attivazione dei posti per il
contingente di sostegno secondo le effettive esigenze degli alunni disabili
appartenenti alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della
provincia di Reggio Calabria, a procedere ad una ragionevole, ponderata e
giusta ripartizione del contingente di sostegno, in particolar modo nell'O.D.
(Organico di Diritto), tra le province calabresi, considerando la peculiarità
di ciascuna ed avendo riguardo nei confronti della consistenza numerica della
popolazione scolastica e del tasso di precariato dei docenti, a tutelare
l'interesse concreto degli utenti, nel rispetto dell'impianto normativo
descritto ed in relazione alle documentate e numerosissime ipotesi di
violazione di legge e di diritto soggettivo all'istruzione a all'inclusione
scolastica. Si voglia, altresì, revocare ogni atto o provvedimento che possa
ledere ulteriormente i diritti soggettivi e gli interessi legittimi degli
stessi minori e docenti di sostegno.
(380;
07.06.2013)
Naccari
Carlizzi, Maiolo. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
all'art.
14 comma 5 della L.R. 11/2004 è previsto che "in ogni caso il mancato
raggiungimento dell'equilibrio economico determina automaticamente la decadenza
dall'incarico" del Direttore Generale;
il
D.lgs. 502/1992 al comma 6 dell'art. 3-bis prevede la verifica da parte della
Regione dei risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi
di cui ai comma 5 entro i 18 Mesi dalla nomina di ciascun Direttore -:
quali
provvedimenti ha assunto o intende assumere il Commissario ad acta, anche nella
qualità di Presidente delia Giunta, nei confronti dei Direttori Generali che
non hanno adempiuto agli obblighi previsti dalia normativa nazionale e
regionale vigente in relazione all'equilibrio economico, aziendale;
quali
Aziende Sanitarie ed Ospedaliere hanno approvato, nei termini previsti dalla
normativa vigente, i bilanci di esercizio (previsione e consuntivi) per gli
anni relativi al periodo per 2009/2012 ed in caso contrario quali provvedimenti
sono stati assunti nei confronti dei DD.GG inadempienti.
(372;
31.05.2013)
Giamborino. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
nelle Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria prestano servizio
circa 80 Psicologi, figure professionali impiegate nelle mansioni proprie e
trasferite alle A.S.P. Dalla Regione Calabria, che da anni lottano affinché
siano riconosciuti i loro diritti giuridici, economici e di progressione professionale;
l'iter del loro trasferimento ha generato incomprensioni, rimbalzi di
competenze, anomalie amministrative e contrattuali, tra le A.S.P. ed Ente
Regione Calabria sinora non risolti, creando grande sconcerto a danni ai
suddetti psicologi;
i suddetti professionisti, laureati in psicologia ed iscritti
all'Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti della Calabria, sono regolarmente
in servizio, in qualità di Psicologi sin dal 1980, negli Enti Locali seguendo
l'evoluzione dei servizi socio-sanitari in Italia;
in base alla L.R. 57/90 i suddetti psicologi divenivano dipendenti a
tempo indeterminato della Regione Calabria ed erano assegnati funzionalmente
alle A.S.P. Nel 1993;
successivamente la Regione Calabria con Decreto Dirigenziale del
10/03/2008 - Dipartimento n. 7 Organizzazione e Personale- operava anche il
trasferimento giuridico del suddetto personale nelle stesse A.S.P. in cui già
prestavano servizio funzionalmente;
il suddetto personale sanitario laureato continua a svolgere realmente
il lavoro di Psicologo, impegnato nelle strutture delle A.S.P. al servizio dei
pazienti ricoverati o ambulatoriali, al pari degli altri psicologi aziendali
ma, ingiustamente, sottopagato e sottostimato;
i suddetti psicologi svolgono da decenni un lavoro utile e necessario
alle A.S.P, con esperienza professionale ed elevata competenza da valorizzare,
contribuendo nel contempo alla produttività aziendale -:
quali
determinazioni urgenti la Regione Calabria intenda adottare per completare
positivamente l'iter procedurale del trasferimento giuridico dei suddetti
psicologi dalla Regione Calabria alle Aziende Sanitarie Provinciali, al fine di
ribadire più correttamente la qualifica professionale già espressa nel
trasferimento funzionale e per disciplinare in maniera chiara i rapporti tra
gli Enti;
quali
interventi la Regione Calabria intenda intraprendere affinché le Aziende
Sanitarie Provinciali, amministrazioni cessionarie dei suddetti psicologi
laureati, procedano con urgenza al loro inquadramento nella posizione a loro maggiormente
corrispondente ed alle mansioni di psicologo realmente svolte, nel quadro della
disciplina legale e contrattuale applicabile dall'amministrazione di
destinazione.
(379;
05.06.2013)
Il Consiglio regionale
premesso che
il
Tribunale di Vibo Valentia è attualmente fortemente limitato a svolgere le
proprie attività per la grave carenza di organico;
le
attività degli Uffici della Procura della Repubblica sono affidate a soli 4
(quattro) magistrati rispetto ai 6 (sei) assegnati, in quanto 2 (due) di essi
sono destinati agli Uffici del GIP e del GUP;
codesto
Tribunale opera in un territorio ad alta ed invasiva presenza 'ndranghetista;
la
mole dei procedimenti civili e di quelli penali, in particolare quelli
riguardanti reati contro la tutela e la salvaguardia dell'ambiente, è di gran
lunga superiore alla media nazionale;
autorizza la Giunta regionale:
a farsi promotrice delle
necessarie iniziative istituzionali affinché il Governo nazionale, il Parlamento
della Repubblica ed il Consiglio Superiore della Magistratura possano, delle
relative e rispettive competenze, attivare le soluzioni idonee ed adeguate a
promuovere il potenziamento degli organici e, dunque, garantire che lo
svolgimento dell'attività della giurisdizione si svolga senza limitazioni e
lungaggini.
(90; 5.06.2013) Giamborino
Il Consiglio
regionale
il
Santuario-Basilica di Paola è stato ed è il cuore spirituale, il centro di
eccellenza della devozione a San Francesco di Paola;
la sua
vitalità da oltre cinque secoli ha da sempre affascinato l'uomo nella ricerca
dell'assoluto;
la comunità
che in esso vive, sulla scia dello stesso San Francesco, resta il luogo
privilegiato ed un punto di incontro e un anello di congiunzione tra Dio e l'uomo;
il messaggio
del Santo di Paola, nonostante sia vissuto nel 15° secolo, continua ad essere
attuale ai nostri giorni, in una società come quella odierna nella quale Egli
apparirebbe, forse, come uno di quei giovani che non accettando le regole e le
convenzioni, si fa promotore di riconciliazione, testimoniando la propria
attenzione ai problemi della Calabria, raccogliendone le ansie della gente
oppressa dalle vecchie e nuove angherie, che mortificano l'essere umano dal
punto di vista morale, spirituale e materiale;
è ancora
forte e vivo il richiamo di San Francesco nella direzione dello stare insieme
agli altri, di riconciliarsi e di riconciliare, di dire la verità con coraggio,
di farsi carico dei bisogni comuni e di difendere la giustizia;
l'uomo di oggi,
nonostante rincorra il mito dell'autosufficienza e sembra essere concentrato su
se stesso ed i sui suoi bisogni, in realtà avverte l'esigenza di andare oltre
questa direzione, nella ricerca di qualcosa di più profondo e che in questo San
Francesco di Paola indica la via con un forte richiamo all'interiorità e non
all'intimismo, dicendo a tutti che per ritrovare se stessi , per rispondere al
bisogno di felicità che c'è in ognuno, bisogna percorrere la strada del
deserto, inteso non solo come luogo fisico, ma come stile di vita fondato su
valori ampiamente riconosciuti e condivisi;
anche
nell'ambito sociale l'insegnamento di San Francesco di Paola continua ad avere
un ruolo specifico da svolgere, visto che tutti ci stiamo rendendo conto di
come sia impossibile che la nostra civiltà sopravviva ai ritmi di sviluppo che
le stiamo imponendo, avvertendo il bisogno di costruire sulle ceneri della
realtà consumistica una nuova civiltà che si fondi sull'essenziale, sul
rispetto della natura e delle sue risorse, sul riconoscimento che le attese
dell'uomo non sono soddisfatte solo dall'appagamento dei bisogni materiali;
San
Francesco di Paola ci indica la via per conseguire la liberazione, una delle
aspirazioni più profonde dell'uomo contemporaneo, che oltre ad esprimersi in
forme politico-sociali, va oggi assumendo un significato più ampio, esprimendo
il bisogno di un mutamento del cuore dell'uomo, della rottura dei meccanismi
oppressivi che insidiano l'uomo dal di dentro e che sono poi causa di tutte le
oppressioni e le violenze che i deboli subiscono nel corso della storia, quando
ci invita a distaccarci dai nostri egoismi e dalle nostre paure per conseguire
quella libertà totale, nella quale l'incontro con l'altro diventa liberante;
tantissime
sono le cose che San Francesco di Paola ha in comune con noi uomini di oggi,
visto che indica a tutti noi un cammino di purificazione, che è liberazione dai
vincoli temporali e materiali, per affrancarci dai condizionamenti che derivano
dai beni del mondo e renderci liberi di vivere in piena comunità, solidarietà e
fratellanza con gli altri. Un messaggio universalmente riconosciuto e che lo
ripropone a noi oggi, uomini del XXI° secolo, come nostro contemporaneo;
autorizza
la Giunta regionale:
a
farsi promotrice, presso la Conferenza Episcopale Calabra, delle necessarie
iniziative istituzionali al fine di promuovere la formulazione di un invito
ufficiale a Sua Santità Papa Francesco a visitare la Regione Calabria ed in
particolare il Santuario-Basilica di San Francesco di Paola. La visita di Sua
Santità darebbe una gioia immensa ai Calabresi e permetterebbe al Santo Padre
di riaffermare e sottolineare la forza e l'attualità del messaggio testimoniato
con la propria vita da San Francesco di Paola.
(91;
05.06.2013) Giamborino
Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
con D.D.G.
n. 99 del 29/03/2013, sono state approvate le direttive generali per la
disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi di funzione
dirigenziale di livello generale e non generale;
le predette direttive generali disciplinano all'articolo 4 i criteri di
scelta da seguire per il conferimento degli incarichi dirigenziali;
l'articolo 5 al paragrafo 1 nel disciplinare le procedure di
conferimento dell'incarico prevede che il Dipartimento competente rende
conoscibili, mediante pubblicazione, per un periodo non superiore a 15 giorni
riducibile a soli 7 giorni nei casi di urgenza i posti dirigenziali disponibili
per la copertura;
sempre l'articolo 5, al paragrafo 3, attribuisce al Presidente della
Giunta regionale, oltre che all'Assessore al personale, il potere di
individuazione dei candidati all'incarico di dirigente generale, mentre tale
potere di individuazione viene attribuito all'Assessore al personale, oltre che
al dirigente generale per il conferimento degli incarichi dirigenziali di
livello non generale;
lo stesso articolo 5 al paragrafo 10 stabilisce che l'incarico di
dirigente generale è conferito dal Presidente della Giunta regionale con
proprio Decreto "previa deliberazione della Giunta regionale assunta, su
proposta dell'Assessore al personale, previo parere motivato dello stesso
Presidente";
il paragrafo 11 dell'art. 5 prescrive che il conferimento degli incarichi
di funzione dirigenziale di livello non generale sono conferiti "dal
Dirigente Generale, previa deliberazione della Giunta regionale su proposta
dell'Assessore regionale previo parere motivato del Dirigente generale del
Dipartimento" -:
se il termine non inferiore e 7 e non superiore a 15 stabilito dal
paragrafo 10 dell'articolo 5 stabilito per la presentazione delle domande di
conferimento delle funzioni dirigenziali non sia palesemente insufficiente per
assicurare quella necessaria trasparenza (tra l'altro non si prevedono altre
forme di pubblicità) al procedimento di conferimento delle funzioni
dirigenziali;
se le stesse direttive non lascino eccessiva ed irragionevole potere
discrezionale di scelta dei candidati laddove e non si prevede quella necessaria
valutazione comparativa dei titoli posseduti basata sull'apprezzamento
oggettivo soprattutto delle qualità professionali possedute dagli aspiranti,
come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, nonché la giurisprudenza
amministrativa, escludendo ogni forma di valutazione soggettiva;
se
l'individuazione in capo alla Presidenza della Giunta del potere di
conferimento dell'incarico dirigenziale di livello generale non configura un
"potere assoluto" in capo allo stesso Presidente il quale solo può liberamente
rappresentare quella particolare connotazione che intende attribuire al ruolo
da svolgere al dirigente da nominare e se ciò non è in contrasto con quanto
previsto dalla legge regionale n.31/2002 (art. 10) che attribuisce alla Giunta
tale potere per i dirigenti generali, per cui sostanzialmente la Giunta sarà
chiamata solo a prendere atto di una scelta già fatta;
se le
direttive emanate costituiscano una violazione dell'articolo 50 dello Statuto
che stabilisce espressamente, al comma 5, che l'attribuzione e la revoca degli
incarichi dirigenziali vanno disciplinati nell'esercizio della potestà
legislativa e regolamentare della Regione e, quindi, non con una mero atto
amministrativo qual è la delibera approvata;
se ritiene
che possa essere revocato l'atto deliberativo assunto che si appalesa
illegittimo sotto vari profili costituendo una devianza abnorme rispetto ai
principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione,
suscettibile di produrre danni risarcibili e un proliferare di contenziosi con
notevoli aggravi di spesa per la Regione.
(353;
29.04.2013)
Risposta – “In riferimento
all'interrogazione in oggetto emarginata, acquisita agli atti di questo
Dipartimento in data 16.5.2013 per il tramite di codesto Segretariato, con la
quale il consigliere Demetrio Naccari Carlizzi ha sollevato delle criticità in
ordine alle direttive adottate dalla Giunta regionale con la deliberazione n.
99/2013, si osserva quanto segue.
La Giunta regionale, con la deliberazione n. 99 del 29 marzo 2013, ha
approvato le "Direttive generali per la disciplina
delle modalità di conferimento, mutamento e revoca degli incarichi di funzione
dirigenziale di livello generale e di livello non generale", esercitando una competenza riconosciuta
dall'art. 4, comma 1, lett. b) del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, che
testualmente recita: "Gli organi di governo esercitano le funzioni
di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da
attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali
funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività
amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti. Ad essi spettano, in
particolare… b) la definizione di
obiettivi, priorità, piani, programmi e
difettive generali per l'azione amministrativa e per la gestione".
La scelta di non adire la via regolamentare
non solo risponde al dettato normativo sopra richiamato, ma si pone anche in
un'ottica di continuità con un iter già consolidato nel tempo, avendo, la
Giunta regionale, utilizzato anche in passato, questo mezzo (direttive) per
disciplinare la stessa materia.
Esemplificativamente, si ricordano le
precedenti direttive, approvate dalla Giunta regionale, sempre ai sensi
dell'art. 4, comma 1, lett. b") del D.Lgs. n. 165/2001, con propria
deliberazione n. 295 del 12 luglio 2011.
Esaminando, poi, le ulteriori censure
sollevate nella proposta interrogazione sub punto 1) 2) 3), relative all'iter
procedimentale volto al conferimento, ai sensi dell'art 19 del D.Lgs. n.
165/2001, degli incarichi dirigenziali sia apicali che non (contestazione della
ristrettezza dei termine di presentazione delle domande, delle modalità di
pubblicazione, assenza di comparatività nella valutazione), si sottolinea che
le asserite criticità sono da ricondurre ad una errata equiparazione dei
procedimenti in oggetto alle diverse procedure, di natura concorsuale, previste
per l'accesso alla dirigenza e disciplinate all'art 28 del medesimo D.Lgs. n.
165/2001.
In particolare, si evidenzia che,
diversamente dal sopra indicato art 28, l'art. 19, comma 1, del citato D.Lgs n.
165/01, non contiene alcun riferimento a concorsualità (o para-concorsualità)
(ex multis, Cass. SS.UU. n.
5457/2009) e, quindi, ad obblighi di valutazione comparativa o specifici
obblighi di pubblicità. La norma, infatti, per quanto riguarda gli oneri di
pubblicità, di procedura e di valutazione, si limita a prevedere che "L'amministrazione rende conoscibili,
anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il
numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella
dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei
dirigenti interessati e le valuta (art. 19, co. 1 bis)”.
Appare evidente, pertanto, che, la
pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, nonché i criteri di
scelta, basati sulla natura e sulle caratteristiche degli obiettivi prefissati,
delle attitudini e delle capacità del "singolo dirigente" senza,
quindi, alcun onere di comparazione tra le diverse candidature, rispettano
l'obbligo di pubblicità e di trasparenza imposi dal dettato normativo.
In relazione poi ai dubbi manifestati sulla
legittimità della competenza del Presidente ad individuare i candidati a cui
conferire l'incarico dirigenziale apicale, si osserva che, la stessa trova il
proprio fondamento normativo nell'art 10 della Legge regionale n. 31 del 7
agosto 2002, n. 31 e che le direttive adottate dalla Giunta si imitano a
dettare modalità procedimentali atte a garantire condizioni di trasparenza ed
imparzialità nell'esercizio di detta competenza.
Nello specifico, il Presidente, acquisiti dal
Dipartimento "Organizzazione e
Personale" il prospetto riepilogativo delle candidature, i relativi
cv e l'ulteriore documentazione istruttoria ivi prevista, esercita il potere
d'individuazione attraverso la predisposizione di un parere motivato, da
formularsi tenendo conto degli elementi di valutazione dì cui all'art. 19,
comma 1, del D.Lgs. n. 165/2001, nonché degli ulteriori criteri di cui al
paragrafo 4.1 delle direttive.
Testualmente, la scelta della candidatura deve essere ponderata
attraverso "una valutazione concreta,
differenziata e di graduata pregnanza in riferimento alla maggiore rispondenza delle
attitudini e capacità professionali stesse alle peculiarità della struttura
interessata ed alla natura e caratteristica degli obiettivi da
raggiungere" e
"un'attenta considerazione e valutazione di quelle esperienze
professionali che appaiono particolarmente coerenti con lo specifico ruolo da
svolgere" tenendo conto che
"l'individuazione di tali esperienze professionali, cui riconnettere una
specifica intrinseca significatività attitudinale, rientra nella
discrezionalità del titolare del potere di individuazione, in quanto postula,
da parte sua, una previa rappresentazione della particolare connotazione che
intende attribuire al ruolo da svolgere".
Conformemente all'art 19, co. 6, del D.Lgs.
n. 165/2001, inoltre, nel caso di individuazione di candidati esterni alla
pubblica amministrazione è previsto un ulteriore onere, dovendo il Presidente
motivare il prescritto parere anche con riferimento all'eventuale insussistenza
o indisponibilità oggettiva di dirigenti rinvenibili nei ruoli
dell'amministrazione che abbiano formalizzato la propria candidatura.
In ultimo, difformemente a quanto eccepito
nell'interrogazione che si riscontra, la Giunta regionale non si limita
asetticamente a "prendere atto di
una scelta già fatta": la nomina del candidato per il quale il
Presidente ha motivato con proprio parere la preferenza, infatti, è deliberata
dalla Giunta regionale solo previa attestazione e a condizione che il
competente Dipartimento del Personale attesti, tenuto conto della candidatura
prescelta, il rispetto degli ulteriori limiti previsti dalla normativa vigente
( paragrafo 5.7 e 5.8 delle direttive).”
Il dirigente del settore (Avv. Sergio Tassone)
Il dirigente generale (Avv. Umberto Nucara)
L’assessore con delega ai rapporti col Consiglio
regionale (Ass. Luigi Fedele)