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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

67.

 

SEDUTA DI SABATO 8 GIUGNO 2013

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,12

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Finite le comunicazioni ci sono interventi in via preliminare alla seduta d’Aula.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, grazie, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno sul rifinanziamento della legge regionale numero 26 del 2004 sugli incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria della economia della conoscenza.

In più circostanze questo Consiglio regionale in maniera bipartisan, sia con la volontà della maggioranza sia con la volontà della minoranza, ha rifinanziato questa legge dando la possibilità ai 300 giovani, i migliori laureati della nostra regione, di rimanere e permanere presso gli enti ai quali erano stati assegnati e per i quali hanno svolto attività professionale, con uno stanziamento di 3 milioni di euro l’anno da parte del Consiglio regionale, ma dai quali hanno anche acquisito esperienza amministrativa.

Per molti di questi giovani questa esperienza oggi volge al termine perché stanno scadendo i contratti ed urge un nuovo finanziamento.

Sappiamo che da parte del neo assessore al lavoro, Salerno, c’è un progetto per l’utilizzazione dei fondi comunitari per continuare ad utilizzare questi giovani nella Pubblica Amministrazione. Attraverso questo ordine del giorno sottoscritto da me e dai consiglieri Serra, Guccione, Chiappetta e De Masi, praticamente da tutti i gruppi consiliari e con l’accordo del consigliere di Rifondazione comunista, Guagliardi, impegniamo la Giunta regionale ad attuare ogni iniziativa idonea al mantenimento di questi giovani presso la Pubblica Amministrazione, attraverso il rifinanziamento della legge regionale numero 26 del 2004 e, comunque, nelle more di poter garantire la prosecuzione della vigenza del programma. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Gallo chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno; ne pongo in votazione l’inserimento per trattarlo alla fine della seduta.

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Presidente, per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che il gruppo del Partito democratico ha inteso presentare inerente anche al dibattito che inizierà da qui a poco in quest’Aula sulla problematica dei trasporti.

E’ un ordine del giorno frutto dell’analisi di una situazione dei trasporti viaria-ferroviaria delle problematiche che riguardano i porti e gli aeroporti della Calabria.

Credo che sia superfluo adesso illustrarlo in pochi minuti, se non più dettagliatamente allorché affronteremo il problema dei trasporti e, all’interno di questo, l’ordine del giorno che presentiamo va nella direzione di un’approvazione che è senz’altro migliorativa di un settore che riguarda innanzitutto i cittadini calabresi per il lavoro che si devono spostare ma anche i tanti turisti che vengono nella nostra regione.

Chiedo che questo ordine del giorno venga inserito. Grazie.

PRESIDENTE

Diciamo che questo è un ordine del giorno che riguarda la discussione che si terrà adesso in Aula e stiamo aspettando poiché in concomitanza c’è anche la seduta di Giunta regionale, per questo mancano tutti i colleghi assessori insieme al Presidente della Regione.

Abbiamo avviato tutta la fase preliminare del Consiglio, abbiamo letto le comunicazioni ed i verbali pensando che la Giunta concludesse la riunione ma mi dicono che ci vuole almeno un quarto d’ora.

(Interruzione)

O se l’assessore Fedele può lasciare la Giunta per esporre la relazione iniziale – questo glielo possiamo chiedere – così si avvia il percorso della discussione.

(Interruzione)

Capisco che è sabato e che è un giorno un po’ particolare.

Domenico TALARICO

Presidente, il Consiglio regionale è stato convocato per le 11, sono le 14 e la Giunta non è presente in Aula.

PRESIDENTE

Capisco ma se vi accomodate e chiedete la parola io la darò.

(Interruzione)

Un attimo, non ho dato la parola a nessuno e quindi nessuno può intervenire. Si alza la mano e io darò la parola.

Ha chiesto di parlare il consigliere Domenico Talarico. Ne ha facoltà.

(Interruzione)

Poiché stavo fornendo una mia interpretazione su questo documento e poichè c’è un ordine del giorno che riguarda l’argomento che si discuterà, è prassi del Consiglio regionale, di solito, che sull’argomento all’ordine dei lavori non ci sia l’inserimento contestuale di un ordine del giorno. Durante la discussione, probabilmente, quello che è scritto qui riguarderà gli stessi argomenti che saranno trattati dall’assessore ai trasporti, Fedele.

Invitavo, quindi, il presentatore ad ascoltare prima la relazione dell’assessore magari e, poi, se è in contrasto con quel che espone l’assessore, il capogruppo del Pd o la minoranza nella sua interezza presenterà – come è avvenuto – un ordine del giorno alternativo a quel che dice l’assessore.

Diciamo che è prassi del Consiglio regionale che l’inserimento di un ordine del giorno sia esclusivamente qualcosa che si fa se quell’argomento non è previsto all’ordine dei lavori.

Stavo dicendo questo al consigliere Scalzo.

Antonio SCALZO

Presidente, ho ascoltato le sue argomentazioni ma per l’ordine del giorno chiedo, in questo caso, che venga votato l’inserimento. Poi, in seguito alla discussione ed anche alla relazione dell’assessore e al dibattito che seguirà, se l’ordine del giorno sarà condiviso verrà votato, altrimenti lo voteremo come minoranza e sarà bocciato ma chiedo che venga inserito all’ordine dei lavori.

PRESIDENTE

C’è qualche consigliere di maggioranza che possa dire se è d’accordo o no sull’inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Scalzo?

Ha chiesto di intervenire il consigliere Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Mi sembra opportuno quel che ha detto il Presidente. Poiché l’argomento è all’ordine del giorno e sarebbe interessante sentire la relazione dell’assessore Fedele alla quale tutti quanti siamo interessati, penso che quest’ordine del giorno si possa benissimo decidere se presentarlo o meno dopo la relazione.

Dalla relazione dell’assessore potrebbero anche darsi le indicazioni che consentirebbero di superare l’ordine del giorno presentato dai gruppi di centro-sinistra. Chiederei, quindi, al consigliere Scalzo di soprassedere al momento sulla presentazione dell’ordine del giorno e di inserirlo a fine seduta.

Chiederei, semmai, Presidente, se l’Aula è d’accordo, in attesa che arrivi l’assessore Fedele, di disporre l’inversione dei punti previsti all’ordine del giorno e trattare il secondo punto che reca una proposta di legge, così intanto andiamo avanti e concludiamo col dibattito complessivo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Credo che, al di là del merito delle questioni, sia opportuno mantenere in Aula il rispetto delle norme. L’inserimento, quindi, all’ordine dei lavori di questo ordine del giorno che il gruppo del Partito democratico ha presentato non contrasta con il lavoro ed il dibattito che si terrà sui trasporti. Ci sarà poi una valutazione nel merito ma adesso l’approvazione o meno dell’ordine del giorno è una scelta politica.

Chiedo, quindi, che la mia richiesta venga posta ai voti perché ritengo che andremmo a creare un precedente che da un punto di vista istituzionale non ci possiamo permettere.

PRESIDENTE

Il consigliere Scalzo ha chiesto l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno, nonostante la prassi del Consiglio regionale preveda che l’ordine del giorno relativo ad un argomento inserito all’ordine dei lavori si presenti dopo aver ascoltato la relazione dell’assessore competente e nonostante per inserire un punto all’ordine dei lavori occorra il voto favorevole dei due terzi - quando c’è accordo dell’Assemblea si inserisce direttamente -. Sentendo su questo l’intervento del consigliere Magno c’è disaccordo.

Quindi o si evita di proseguire e ascoltiamo la relazione oppure si vota e se non ci sono le condizioni non viene inserito all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, non voglio assolutamente contraddire il suo dire ma questa prassi del Consiglio regionale per la quale vi sarebbe l’impossibilità o inopportunità di presentare ordini del giorno sull’argomento prima della discussione non ci risulta essere così.

Siccome c’è una iniziativa del Consiglio sul tema, anche alla luce dei provvedimenti adottati dalla Giunta regionale, che esprime una volontà di maggioranza e ci sono degli atti in essere, penso sia doveroso da parte del Consiglio mettere ai voti l’ordine del giorno che un gruppo di minoranza ha presentato all’inizio dei lavori.

Carlo GUCCIONE

Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Su cosa? Su questo? Richiede l’appello nominale? Possiamo procedere con l’appello nominale.

Consigliere Pacenza, faccia la chiama, per favore.

Salvatore PACENZA, Segretario Questore ff.

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione relativa alla richiesta di inserimento all’ordine del giorno da parte del consigliere Scalzo di un ordine del giorno.

Presenti e votanti 34. Hanno risposto sì 15; hanno risposto no 19. Pertanto l’inserimento dell’ordine del giorno è respinto.

(E’ respinto)

Sistema dei trasporti pubblici locali - Dibattito

PRESIDENTE

Possiamo proseguire con l’ordine del giorno che recita al primo punto: “Sistema dei trasporti pubblici locali. Dibattito”.

La parola all’assessore Fedele per la relazione introduttiva al dibattito in Aula.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Grazie, Presidente, intanto comincio chiedendo scusa a lei ed ai colleghi per il ritardo ma eravamo impegnati in una seduta di Giunta per questioni urgenti e, quindi, il ritardo è stato causato da questo.

Mi fa piacere, tra l’altro, che anche i colleghi dell’opposizione abbiano voluto chiedere il dibattito odierno, al quale non ci sottraiamo, perché credo che il tema dei trasporti non sia un tema che riguarda soltanto la Giunta regionale o la maggioranza, ma riguarda tutti, maggioranza e opposizione, e la Calabria in modo particolare.

Voglio dirlo in Aula e l’ho detto anche in altre occasioni pubbliche: se si ferma il trasporto in Calabria, si ferma la Calabria.

Credo che questo debba essere capito e recepito da tutti anche quando si vanno a fare in Consiglio regionale delle scelte che devono andare in questa direzione. La difficoltà c’è e nessuno la nega;  stiamo lavorando con determinazione, ma, da questo punto di vista, mi auguro che dal dibattito di oggi possa venir fuori un sostegno all’azione che stiamo compiendo ed anche dei suggerimenti che possono venire non soltanto dalla maggioranza ma anche dall’opposizione.

Devo dire, tra l’altro, per quanto mi riguarda, che con i colleghi c’è sempre stato un confronto e non soltanto con loro ma anche con le associazioni di categoria, con i sindacati, con le aziende che sono qui anche oggi presenti.

PRESIDENTE

Vorrei un po’ di silenzio in Aula. Invito i colleghi ad accomodarsi evitando di parlare tra di loro; se devono parlare possono accomodarsi fuori perché non si capisce assolutamente nulla. Chiedo anche, se è possibile, di alzare il volume dell’audio perché non si riesce a seguire l’intervento.

Prego, assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Dicevo, dell’importanza del dibattito odierno perché il tema dei trasporti, insieme a quello della sanità e dei rifiuti, credo che sia tra i temi principali che riguardano la nostra regione.

Abbiamo visto cosa è successo in Calabria quando, purtroppo, inopinatamente, questi servizi si sono fermati.

Andiamo adesso alla relazione articolata in diversi punti, cominciando dalla pianificazione del sistema di trasporto regionale e iniziando dai bacini di traffico.

Un primo importante tassello del processo di pianificazione in materia di trasporti è stata l’individuazione e delimitazione dei bacini territoriali ottimali e omogenei. Sulla base dei bacini si potranno riorganizzare i servizi di trasporto pubblico locale e procedere con le gare per l’affidamento dei servizi. Due azioni sulle quali già si sta lavorando e che, per essere efficaci, devono necessariamente essere attuate congiuntamente.

Sono stati definiti: un bacino unico regionale per i servizi ferroviari; cinque bacini per i servizi su gomma, di cui: due cosiddetti di “area vasta”, uno per la Calabria settentrionale e uno per la Calabria meridionale (separati dalla SS 280 dei Due Mari) tra Lamezia Terme, Catanzaro; tre cosiddetti di “area urbana”: Cosenza-Rende, Catanzaro-Lamezia Terme e Reggio Calabria-Villa San Giovanni, con i comuni limitrofi.

Essi sono stati approvati con deliberazione di Giunta regionale del 28 novembre 2012, numero 419, accogliendo quasi integralmente alcune proposte avanzate congiuntamente da alcuni Comuni e, comunque, adottando criteri uniformi su tutto il territorio regionale.

Devo dire che in questo caso molti comuni dell’area cosentina, specialmente, hanno fatto delle proposte che noi abbiamo accolto e inserito nella delibera.

Andiamo, poi, alle Linee guida del Piano regionale dei trasporti.

La Giunta regionale ha approvato con deliberazione di Giunta regionale del 28 gennaio 2013, numero 30, le Linee guida del Piano regionale dei trasporti, che sono state redatte a valle di un ampio processo partecipativo che ha visto coinvolti nei mesi di dicembre e gennaio: le Province come uffici tecnici, ma l’Upi come organo politico, l’Anci, le organizzazioni sindacali, le Associazioni delle aziende di autotrasporto viaggiatori, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, la Direzione marittima regionale, l’Anas e le Ferrovie dello Stato.

Quindi, un ampio coinvolgimento perché su un tema così importante noi ritenevamo e riteniamo importante per il prosieguo che ci sia un ampio coinvolgimento e dei suggerimenti che possono venire dai soggetti interessati.

Il 2 febbraio si è svolto presso il centro agroalimentare di Lamezia Terme un incontro con tutti gli enti locali e altri stakeholder nel quale, presentando le Linee guida, è stata data a tutti la possibilità di partecipare alla costruzione della visione strategica regionale in materia di trasporti.

Contemporaneamente le Linee guida sono state pubblicate sul sito www.calabriatrasporti.it che è un sito che contiene altre utili informazioni per gli utenti dei servizi di trasporto e rese così disponibili per la consultazione a tutte le associazioni, aziende e ad ogni cittadino calabrese. Grazie a questa ampia diffusione, sono state raccolte tutte le osservazioni sulle Linee guida pervenute dal territorio in questi mesi e le stesse sono in corso di analisi.

Restando inderogabile la necessità di proseguire rapidamente nel processo di pianificazione con il successivo tassello che è costituito dalla redazione del Piano - già in corso - deve però evidenziarsi che le Linee guida contengono indirizzi rilevanti e una visione strategica che potrà, fin da subito, orientare le scelte della Regione negli investimenti e nella riorganizzazione del sistema, con particolare riguardo al periodo di programmazione comunitaria 2014-2020 e alla razionalizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale.

Queste Linee guida, infatti, esulano da una visione meramente tecnica, essendo esplicitati in esse gli indirizzi politici che si traducono: nella scelta degli obiettivi da perseguire prioritariamente e in una visione strategica che - senza presunzione di anticipare i risultati del processo di pianificazione - individua le strategie fondamentali sulla base del quadro delle conoscenze attuali.

Andiamo adesso al Piano regionale dei trasporti che come tutti ricordano – qualcuno dei colleghi è in Aula – risale a più di 12 anni fa, quindi, si registra negli anni passati un nettissimo ritardo su questo tema.

Nel mese di febbraio, subito dopo la presentazione delle Linee guida, è stata avviata la redazione del Piano regionale dei trasporti alla quale si intende dare il massimo impulso al fine di concludere le attività tecniche di redazione del Piano nell’anno corrente.

La redazione del Piano è, infatti, nel vivo: proprio in questi giorni sono in corso di svolgimento i rilievi del traffico veicolare in 50 sezioni in tutta la Calabria, grazie anche alla collaborazione di Anas, delle Province, e dei Comuni interessati, che hanno celermente fornito le autorizzazioni sulle strade di loro competenza.

Per altri aspetti è stata di recente richiesta la collaborazione degli Enti locali e sarà ulteriormente richiesta nei prossimi giorni, e ci auguriamo che la risposta sia altrettanto celere per poter rispettare i tempi che ci siamo imposti. Peraltro, già nel mese correnti i dati rilevati e le elaborazioni già effettuate nell’ambito della redazione del Piano saranno messi a disposizione degli Enti locali, di Ferrovie dello Stato, dell’Anas.

Nel mese di maggio è stato avviato un tavolo con Ferrovie dello Stato, per mezzo del quale si sta cercando di condividere la strategia di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria e dei servizi. Tale tavolo è fondamentale perché le strategie regionali non posso prescindere dalle strategie attuate dal concessionario della rete ferroviaria nazionale. Al momento si è registrata un’ampia apertura su tale percorso, che vede coinvolti i livelli locali e nazionali delle Ferrovie dello Stato.

In questi giorni si sta anche cercando di definire un protocollo d’intesa con Unioncamere, finalizzato a comprendere le necessità delle aziende calabresi e a rilevare i flussi di merci, poiché il Piano deve essere strumento incentrato oltre che sulla mobilità delle persone, anche su quella delle merci.

È degno di nota che l’attività di redazione del Piano è svolta dagli uffici del Dipartimento competente, potenziati con le professionalità esterne la cui spesa grava sulle risorse del Por Calabria Fse 2007/2013 – Asse 7 - “Progetto tematico settoriale per la mobilità regionale”, con un utilizzo estremamente ridotto delle sempre più esigue risorse di bilancio regionale.

Questo l’ho voluto ricordare grazie anche alla professionalità di questi soggetti retribuiti, in effetti, con fondi che non fanno parte del bilancio regionale. Senza di loro, ovviamente, considerando la difficoltà e l’esiguità del personale del dipartimento trasporti, i problemi sicuramente sarebbero stati molteplici.

Andiamo adesso alla riforma normativa e affidamento dei servizi e a quello che si è fatto in questo periodo relativamente alle leggi regionali.

Infatti, parliamo della legge regionale numero 67 del 2012 con la quale si è compiuto un primo, parziale ma rilevante, passo in avanti verso un riassetto normativo del comparto del trasporto pubblico locale in Calabria.

La legge, che si inserisce in un progetto più ampio perseguito con forza dalla Giunta regionale guidata dal presidente Scopelliti, riveste un carattere transitorio atto a regolare il periodo durante il quale sarà completato il processo di pianificazione e l’affidamento dei servizi mediante gara, riformulando del tutto la precedente normativa transitoria del 2006.

Essa, però, contiene anche disposizioni di carattere strutturale. Alcune di esse realizzano l’impianto giuridico che rende efficaci le sanzioni verso i trasgressori non in possesso del biglietto. Al contempo, la nuova norma consente a bordo la regolarizzazione dei passeggeri che sono stati impossibilitati ad acquistare il titolo di viaggio a terra.

Il testo di legge è stato approvato dopo un utile lavoro in Commissione, grazie – voglio anche ricordarlo - alla presenza e alla collaborazione della minoranza che ha apportato degli emendamenti migliorativi per il testo stesso.

Poi c’è la legge regionale numero 69 del 2012 approvata il 27 dicembre 2012.

Questa ha previsto, a decorrere dal mese di luglio, l’obbligo per tutti gli autobus della flotta del trasporto pubblico locale di essere dotati di sistema satellitare di localizzazione della posizione, ai fini dell’informazione in tempo reale all’utenza e della certificazione della percorrenza. La stessa norma prevede precisi obblighi di comunicazione per le aziende, finalizzati a rendere efficace e basata su dati concreti la razionalizzazione del sistema.

Noi diamo molta importanza a questa norma come sanno anche i concessionari, perché finalmente si riesce a dare una informazione corretta ai cittadini ed a capire come vanno le corse e come funzionano gli orari. Credo che gli utenti da questo punto di vista ne potranno trarre sicuramente beneficio e, perché no?, anche le concessionarie sapendo come è dislocata la loro flotta su tutto il territorio regionale.

Andiamo poi alla legge istituiva degli Enti di governo e dell’Agenzia regionale che sono due norme molto importanti.

L’Assessorato ha redatto una prima bozza della legge di riforma dell’assetto istituzionale del trasporto pubblico locale calabrese, costituita da 20 articoli, che presto sarà portata all’attenzione della Giunta regionale, delle organizzazioni sindacali e poi della Commissione consiliare competente per la discussione e l’approvazione.

Questa norma, tra l’altro, arriva con qualche settimana di ritardo perché le norme nazionali non hanno consentito che si facesse prima perché in questi ultimi mesi devo dire che le norme nazionali sono cambiate in continuazione molte volte contraddicendo la norma successiva quel che diceva la norma precedente. Finalmente, però, siamo arrivati alla redazione di questa bozza che sarà presentata al più presto.

Brevemente vi dico che la norma prevede l’istituzione degli Organi di governo dei bacini, costituiti dagli enti locali ricompresi nel medesimo bacino territoriale ottimale, cui è demandato l’esercizio associato delle funzioni in materia di trasporto pubblico locale, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. L’istituzione dell’Agenzia regionale per la mobilità, con funzioni di supporto e di proposta alla Regione, agli enti locali e agli organi di governo, fra le quali la funzione di stazione appaltante per l’espletamento delle procedure di affidamento dei servizi, e le funzioni di coordinamento e vigilanza sui servizi in tutto il territorio regionale, e di verifica dell’attuazione della pianificazione regionale.

Chiaramente questi sono soltanto degli spunti, poi nella discussione avremo modo di confrontarci sicuramente con tutti i colleghi ed in particolare, oltre che con quelli di maggioranza, anche con i colleghi della opposizione.

Quanto all’affidamento dei servizi, seguendo un percorso già attuato da altre Regioni, anche questa Amministrazione selezionerà le professionalità migliori per assistere il Dipartimento competente nelle predisposizione dei bandi di gara per i servizi di trasporto pubblico locale.

Comprendete bene che non sono bandi semplici ma complessi. Tutte le Regioni d’Italia che hanno fatto queste gare si sono servite di alte professionalità perché, indubbiamente, sono gare di importanza anche extra nazionale e noi vogliamo fare le cose per bene in modo che ci sia una gara che risponda alle esigenze, anche, del territorio regionale.

Nel corso della prossima settimana saranno avviate le procedure per la selezione del soggetto più idoneo.

Il parallelo avanzamento di questa attività, dell’approvazione ed attuazione della sopra citata norma istitutiva degli Enti di governo e dell’Agenzia regionale, nonché dell’avanzamento del processo di pianificazione, potrà consentire di disporre fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 degli strumenti amministrativi necessari per bandire le gare per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma.

Andiamo adesso ad altre azioni che questa maggioranza, questa Giunta regionale, ha portato avanti prima di me ma anche durante questo mio mandato insieme al Presidente Scopelliti.

In modo particolare, voglio parlare dell’acquisizione di Ferrovie della Calabria perché, tra l’altro, oggi sui giornali leggevo che è stata presentata da alcuni colleghi una interrogazione. Onestamente, il collega Guccione era in Aula quando abbiamo discusso di questo tema e non mi pare che si sia detto il contrario a questa acquisizione.

Il consigliere Naccari Carlizzi non c’era ma poiché è stato assessore ai trasporti ricorderà bene questa vicenda. Tra l’altro dopo 12 anni siamo stati l’unica Giunta regionale che ha deciso di trovare questa soluzione accollandoci, sicuramente, nell’interesse della Regione, una grande responsabilità  della società ed in modo particolare dei dipendenti che in essa lavorano e di tutto l’indotto che questa società rappresenta.

Alcune cose che si dicono oggi si sarebbero potute fare prima e non ci saremmo trovati in questo momento a questo punto. Tra l’altro, se negli anni scorsi si fossero spesi per Ferrovie della Calabria i soldi trasferiti dal Governo a tal fine senza che fossero dirottati per altri settori, probabilmente tutti questi debiti non ci sarebbero stati. Ma il presidente Scopelliti su questo, sul nostro invito, non ha avuto un attimo di esitazione, quando si è trattato di fare questa scelta che abbiamo ritenuto e che riteniamo strategica in questo momento di crisi in modo particolare per tutti questi lavoratori e per i servizi che svolgono nella nostra regione.

C’è stato un accordo, quindi, fra Stato e Regione l’8 novembre 2012, che è stato stipulato dal presidente Scopelliti con il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Ciaccia, si è finalmente definita la conclusione di un percorso, rimasto in sospeso per 12 anni – quasi quanto il Piano regionale dei trasporti - che il 20 dicembre scorso ha determinato con formale atto notarile il passaggio della proprietà di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione.

Che ci sono voluti 12 anni è un dato di fatto! Infatti, l’11 febbraio del 2000 era stato stipulato l’Accordo di programma fra l’allora Ministero dei Trasporti e della Navigazione e la Regione che, attuando l’articolo 8 del Decreto legislativo numero 422/1997, prevedeva il trasferimento a titolo gratuito della società dallo Stato alla Regione.

Le risorse messe in campo a favore della Società con l’Accordo sono: 20 milioni di euro già trasferiti dallo Stato, 65 milioni di euro di fondi Fas regionali, ed inoltre il patrimonio disponibile trasferito alla Regione in applicazione dell'Accordo di programma del 2000, del valore pari a circa 22 milioni di euro.

L’unica altra alternativa possibile senza tali risorse sarebbe stato il fallimento di una società che gestisce circa il 15 per cento del trasporto collettivo calabrese e impiega circa 850 dipendenti.

A gennaio, inoltre, la Regione e Ferrovie della Calabria hanno stipulato le convenzioni per la realizzazione di interventi di riqualificazione della rete ferroviaria, per un valore di 16,5 milioni di euro, a valere sui fondi di un mutuo contratto nel 2012 grazie anche all’allora impegno del consigliere Orsomarso.

È degno di nota che il costo della produzione dell’azienda è passato dai 68 milioni di euro del 2010, ai 64 del 2011 e, infine, ai circa 56 milioni previsti nel bilancio 2012 in corso di approvazione con una riduzione, quindi che si attesta intorno al 20 per cento.

Penso che degli sforzi notevoli siano stati fatti anche qui.

Andiamo adesso alla informazione all’utenza e certificazione della percorrenza.

Come già anticipato, l’articolo 36 della legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012 ha previsto, a decorrere da luglio, l’obbligo per tutti gli autobus di essere dotati di sistema di localizzazione satellitare della posizione, ai fini dell’informazione in tempo reale all’utenza e della certificazione della percorrenza.

Le aziende sanno che su questo tema c’è una grande determinazione da parte dell’assessore affinché nei tempi previsti si arrivi alla giusta messa in atto di questo strumento.

Con deliberazione di Giunta regionale del 28 settembre 2012, numero 145, i sistemi che devono essere installati dalle aziende sono stati cofinanziati in misura del 75 per cento, per un totale di circa 4 milioni di Euro.

Di recente alcune società hanno stipulato i contratti per la fornitura dei dispositivi. Nel frattempo l’Università della Calabria, nell’ambito di un protocollo d’intesa che prevede una collaborazione con la Regione per potenziare l’Osservatorio della mobilità, ha completato la realizzazione dell’infrastruttura tecnologica centrale. Quindi, anche a dimostrazione che non soltanto il nostro assessorato ma per quanto riguarda il dipartimento trasporti c’è un ampio rapporto di collaborazione con le Università calabresi che da questo punto di vista, in questo settore, certamente sono già all’avanguardia anche a livello nazionale.

Di recente è stato, inoltre, redatto ed approvato, d’intesa con l’Assessorato al lavoro, un progetto di monitoraggio dei servizi, con l’utilizzo di circa 30 unità, che consentirà una verifica della loro qualità e grado di utilizzo.

Poi, andiamo al sistema aeroportuale che è strategico per la regione, per i trasporti e per tutto lo sviluppo della regione.

È intensa l’attività portata avanti da questa Giunta regionale, e consentitemi di dire in particolare dal Presidente e dalla Vicepresidente oltre che dal sottoscritto in un secondo tempo, per potenziare il sistema aeroportuale calabrese. Questa azione è portata avanti in un quadro normativo e in un contesto nazionale e comunitario che spesso si sono rivelati disattenti alle esigenze di continuità territoriale della regione.

Oltre alle iniziative volte ad incentivare i vettori aerei, congiuntamente al marketing territoriale e al turismo, che hanno prodotto, stanno producendo e produrranno un incremento dei collegamenti aerei, si sta lavorando per scongiurare l’approvazione della proposta dell’ex ministro Passera di Piano Nazionale degli Aeroporti, che. in particolare, penalizzava l’aeroporto di Crotone, che verrebbe declassato ad aeroporto di livello regionale. Un aeroporto che per noi è strategico considerando la marginalità di quel territorio.

Si sta, inoltre, lavorando per costruire un contesto economicamente sostenibile per le società di gestione, anche coerentemente con il pesantemente restrittivo quadro normativo europeo a tutela della concorrenza che, purtroppo, molte volte blocca molte iniziative regionali e che cinque anni fa aveva comportato l’avvio della procedura di infrazione della Commissione europea, a seguito della notifica effettuata dalla stessa Regione purtroppo in quel momento.

Il Consiglio regionale con l’articolo 49 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34, ha costruito il presupposto normativo di riferimento. Conseguentemente l’azione politica ha costruito le necessarie intese sul territorio ed il Dipartimento, nel mese di aprile, ha concluso quanto di competenza regionale per la stipula delle convenzioni che dovrebbero garantire la sufficiente copertura finanziaria alle società di gestione. Proprio in data odierna la Giunta regionale ha previsto nell’assestamento di bilancio l’istituzione di un capitolo di bilancio con le necessarie risorse finanziare destinate proprio a questo settore.

Sui servizi di trasporto pubblico locale che sono molto importanti e rilevanti per tutti i settori in generale della regione, intanto bisogna dire che il trasporto pubblico locale in Calabria include: servizi ferroviari, eserciti per la gran parte da Trenitalia e in parte anche da Ferrovie della Calabria; e poi i servizi su gomma, esercitati da 28 aziende organizzate in 6 Società Consortili.

Diciamoci la verità: queste società consortili sono più sulla carta perché, in effetti, 28 aziende erano e 28 aziende sono rimaste perché i Consorzi non sempre rispondono appieno funzionalmente.

Sulla razionalizzazione dei servizi di cui si parla tanto in questo periodo, in questi ultimi anni ed in questi giorni in modo particolare, posso dire che nel 2012 è proseguita con maggiore forza l’azione già avviata nel 2011 per la razionalizzazione dei servizi di trasporto.

Nell’ultimo biennio sia i servizi di trasporto ferroviario di Trenitalia che i servizi su gomma sono stati ridotti del 8 o 9 per cento. La spesa si è conseguentemente ridotta, anche se non nella stessa proporzione, per via dell’adeguamento all’inflazione che abbiamo dovuto operare, peraltro particolarmente accentuata nel settore dei trasporti.

La riduzione dei servizi non ha avuto un impatto rilevante sull’utenza, anzi in alcuni casi ha registrato un contenuto peggioramento del servizio ed in altri persino un miglioramento perché la razionalizzazione molte volte ha portato ad un miglioramento dei servizi stessi per l’utenza.

In ogni caso la percezione della riduzione dell’offerta si ritiene sia stata molto più contenuta rispetto alla riduzione effettiva, per via del fatto che le azioni sono state prevalentemente mirate verso i servizi a bassissimo contenuto di traffico e quelli in sovrapposizione ed in Calabria ce ne erano ancora parecchi e qualcuno ancora c’è.

Voglio soltanto ricordare brevemente che nel 2008 noi avevamo circa 58 milioni di chilometri che nel 2009 sono arrivati a 59 milioni 250. Il picco si è raggiunto nel 2010 con 60 milioni e 700 mila chilometri ma devo dire che sarebbe stato bello se questo incremento chilometrico fosse stato supportato poi anche da un incremento economico. Cosa che non c’è stata e che ha creato non poco squilibrio a tutto il settore.

Invece da metà 2010, ma dal 2011 in poi fino al 2013, fino adesso, al 2012 siamo già a 56 milioni di chilometri quindi una riduzione notevole che continuerà di poco anche per il 2013. Quindi, una sensibile e forte azione anche su questo terreno.

Passo, poi, alle questioni che sembrano molte volte più di attualità, ma non soltanto a queste perché se poi alla fine non c’è la programmazione, se non si guarda al futuro, se non si guarda al Piano regionale dei trasporti, alle gare e a tutto il resto, rischiamo di essere sempre rincorsi dalle criticità e dalla emergenza senza pensare al resto.

Ma in ogni caso non ci sottraiamo dal parlare di contenzioso e di debiti pregressi.

Questo Consiglio regionale, già con l’articolo 52 della legge regionale numero 47 del 2011, ha inteso colmare il debito nei confronti delle aziende di trasporto per il periodo 2008-2010. Dobbiamo ammettere, però, per correttezza di informazione, che per carenza di risorse siamo riusciti a poterlo fare soltanto per l’anno 2008.

Nonostante la seria criticità finanziaria del momento, è significativo lo sforzo per concretizzare una via già individuata per liquidare i debiti pregressi alle aziende di trasporto, nonché per mettere fine ad una serie infinita di contenziosi che ormai trovano le loro radici in questioni risalenti fino al 1987.

Ci rendiamo conto – e lo dico anche in Aula perché è giusto che si sappia – che la questione dei debiti pregressi crea grandi problemi e grandi danni alle aziende. Ma quando parliamo di debiti che arrivano dal lontano 1987 e che negli anni scorsi non solo non si sono ridotti ma si sono accentuati, – quando probabilmente c’era, a livello nazionale, una maggiore possibilità economica da parte del Governo, delle risorse del bilancio regionale e molte cose non si sono fatte –, diventa difficile pensare che si possa risolvere tutto in questo momento in cui la crisi finanziaria e la crisi economica è la più grave degli ultimi anni e non degli ultimi anni, intesi pochi anni.

Quindi, su questo stiamo lavorando perché il presidente Scopelliti mi ha dato incarico di trovare una soluzione che possa portare, a breve, a tamponare o a definire quelle partite già chiare e per cui non c’è contenzioso, quelle partite per cui, in effetti, le aziende – lo dico pubblicamente – molte volte hanno anche ragione.

Le aziende che vantano questi crediti verso la Regione, hanno grossi problemi in questo momento di grande difficoltà. Come ho detto alle aziende e ai sindacati, stiamo lavorando ed accelereremo i ritmi nei prossimi giorni.

Poi, sul costo dei servizi e risorse disponibili per il 2013, il costo dei servizi effettuati nel 2012, aggiornato al 2013 tenendo conto dell’inflazione, suddiviso per tipologia è il seguente: in Calabria spendiamo per la gomma 129 milioni; per il ferro con Ferrovie della Calabria una piccola parte, 29,5 milioni; per il ferro di Trenitalia che riguarda per la maggior parte il ferro, 96,5 milioni; per i contratti collettivi 13,5 milioni per un totale di 268 milioni e 500 mila euro.

Capite che non è una cifra di poco conto; è una cifra che, purtroppo, non viene erogata dal Governo nazionale che ha ridotto sempre di più queste risorse. E quest’anno speriamo con l’aiuto di tutti di riuscire ad avere la premialità, altrimenti anche questi 212 milioni, cari colleghi, si andrebbero a ridurre, cosa che non possiamo certamente permettere.

Da una parte, per come imposto dalla normativa nazionale, si sta procedendo alla soppressione dei servizi a domanda debole e dall’altra all’efficientamento dei costi di Ferrovie della Calabria. Tali azioni porteranno ad un risparmio di spesa di oltre 10 milioni di euro nell’anno corrente. Tra l’altro, a parte alcuni servizi che non sono più appetibili serve anche per raggiungere quell’obiettivo di cui vi parlavo che è quello della premialità.

Tuttavia, nonostante ciò, le risorse attualmente disponibili per la Regione Calabria per i servizi di trasporto pubblico locale sono insufficienti rispetto alle necessità, per via del progressivo ridursi dei trasferimenti statali a vario titolo erogati e della contemporanea contrazione delle risorse autonome regionali. Come sapete ormai il bilancio regionale è talmente asfittico che non consente più come si faceva negli anni passati di poter accedere al bilancio stesso per ripianare molti debiti. Per quest’anno la carenza è pari a circa 30 milioni di euro ed i colleghi lo sanno ma è giusto ribadirlo anche in quest’Aula per quando si andranno ad assumere provvedimenti di sostegno verso tutte le categorie di crisi della nostra regione, come è giusto che sia; vorrei ­– e lo ricordo a quest’Aula ­– che un sostegno importante ci fosse anche per quanto riguarda il comparto dei trasporti.

La disponibilità attuale di risorse comporterebbe una insostenibile riduzione dei servizi, che non ne consentirebbe neanche una razionale riorganizzazione perché tale e tanto alta dovrebbe essere la riorganizzazione. Il basso livello delle risorse non ha, infatti, consentito negli ultimi anni essenziali investimenti, soprattutto in termini di acquisto di materiale rotabile ferroviario che nella nostra regione è veramente molto vetusto.

Come conseguenza la bassa capacità dei convogli e la loro vetustà – quindi la scarsa appetibilità di questi mezzi - costituisce un limite concreto all’utilizzo della modalità ferroviaria, anche quando questa potrebbe essere più efficace ed efficiente della modalità di trasporto su gomma evitando, appunto, se questo sistema funzionasse meglio, tanti parallelismi che in questo momento non si possono eliminare ma che in qualche modo andrebbero sicuramente in alcuni casi anche eliminati per evitare l’aggravio dei costi di esercizio.

Però, anche su questo stiamo trovando delle risorse per intervenire, anche con Trenitalia e con risorse rientranti nella titolarità della Regione, per acquistare dei nuovi mezzi per quanto riguarda il sistema ferrato considerato che la situazione, specialmente nell’area ionica, è insostenibile.

Avviandomi alla conclusione voglio dire anche una cosa in questo momento di attualità che riguarda il reperimento dei fondi che servono in quest’anno e, perché no?, la possibilità di reperire qualcosa per l’anno prossimo.

Dopo un ampio sforzo compiuto con i Ministeri sia da parte del Presidente che da parte del sottoscritto, è stata sottoposta al Governo una proposta. Si tratta di una norma che consente significativi investimenti per materiale rotabile ferroviario, come ho detto prima, perché con questo sistema abbiamo la possibilità di assicurare anche le risorse necessarie per lo svolgimento dei servizi nel periodo necessario ad una loro riconfigurazione e al concretizzarsi degli investimenti necessari di cui sopra.

In poche parole, si tratta di trovare i fondi cioè i 30 milioni che servono per quest’anno e qualcosa anche per il prossimo anno perché chiaramente le risorse nazionali non soltanto non aumenteranno ma, probabilmente, può darsi che diminuiscano e, quindi, ci saranno difficoltà già dal  prossimo anno.

Per questo stiamo pensando già in anticipo a come organizzarci per il prossimo anno. La norma dovrebbe consentire, appunto, l’utilizzo per tale finalità di fondi regionali, ad oggi finalizzati diversamente.

Certamente questo lo voglio dire non si tratta di fondi aggiuntivi che il Governo dà in più. E’ uno sforzo notevole che la Regione fa destinando questi fondi da altri settori a questo perché, indubbiamente, si percepisce, si è percepito – il Presidente questo l’ha percepito dal primo momento, devo dir la verità, anche la maggioranza e la Giunta ma sono convinto anche i colleghi della opposizione – che bisogna reperire questi fondi comprendendo che il sistema dei trasporti, il comparto dei trasporti, è prioritario per lo sviluppo della nostra regione.

Quindi, con questa soluzione che abbiamo individuato da portare avanti attraverso la presentazione di un emendamento a livello nazionale perché c’è bisogno - lo voglio ricordare – di una norma nazionale che ci consenta di utilizzare questi fondi, sicuramente risolveremo il problema di quest’anno e daremo un respiro anche al prossimo anno oltre all’acquisto di materiale rotabile che, come ricordavo prima, è molto vetusto nella regione.

Come vedete, i temi sono tanti. Molte volte si parla di trasporto nella Regione soltanto quando c’è lo sciopero ed i servizi si fermano e molte volte anche la percezione della politica stessa si ha soltanto in quel momento.

Credo che il dibattito di oggi sia veramente importante e possa essere importante ascoltando i suggerimenti che verranno anche da parte dei colleghi e che se saranno positivi saranno recepiti sicuramente da parte nostra, oltre che quelli di maggioranza anche quelli della opposizione. Ripeto quel che ho detto all’inizio e chiudo: il comparto dei trasporti non è qualcosa che riguarda soltanto la maggioranza.

Noi dobbiamo fare le nostre scelte e portarle avanti. La Giunta deve decidere, deve programmare e certamente governare e su questo non ci sottraiamo. Ma su questo tema così come altri di primaria importanza credo che il contributo di tutti sia determinante ed importante.

In questo momento abbiamo - per quanto mi riguarda – la fortuna di avere, momentaneamente, anche un Governo nazionale bipartisan, che in qualche caso stiamo già sperimentando e quindi c’è la possibilità, anche su temi come questi che riguardano la mobilità, il trasporto e gli aeroporti, di fare fronte comune con il Governo ognuno per la propria parte.

Credo che se si fa un’azione del genere non si può parlare di inciucio e di chissà quale connivenza tra opposizione e maggioranza, ma soltanto di chi vuol fare e fa gli interessi della Regione. Credo che su questo dobbiamo lavorare insieme e l’incontro di oggi mi auguro che possa andare sicuramente in questa direzione. Attenderò anche di ascoltare poi i colleghi che vorranno intervenire per capire anche da loro quali possano essere le esigenze e le proposte migliorative sul Piano regionale dei trasporti su cui avremo modo di confrontarci in futuro tantissime volte, ma anche su questi altri temi che ho citato alla fine.

Mi auguro che alla fine venga fuori d a questa giornata un dibattito utile ed importante ma che sia anche determinante per lo sviluppo di questo settore e per far sì che si riesca per il futuro a garantire la mobilità ai nostri corregionali che poi è il nostro fine primo ed ultimo.

Sono importanti le aziende. E’ importante Ferrovie della Calabria, è importante Trenitalia, sono importantissimi i lavoratori ma per quanto ci riguarda ai primissimi posti chiaramente c’è l’utenza che è poi quella che usufruisce di questi mezzi.

In memoria del bersagliere deceduto in Afghanistan

PRESIDENTE

Grazie all’assessore Fedele. Prima di procedere col dibattito vorrei che il Consiglio osservasse un minuto di raccoglimento perché è giunta la notizia che è morto un Capitano dei bersaglieri, Giuseppe La Rosa, in Afganistan, e ne sono stati feriti altri tre.

Si tratta di un capitano originario della Sicilia e vorrei che il Consiglio osservasse un minuto di raccoglimento in onore della sua memoria.

(I consiglieri in piedi osservano un minuto di silenzio)

Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari. Ne ha facoltà.

In memoria dell’ex consigliere Pino Guerriero

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Presidente, le facevo segno prima, perché nell’ultima seduta non ci sono stato, volevo chiederle se il Consiglio ha provveduto a ricordare l’ex consigliere Guerriero che, purtroppo, – come tutti sanno – è deceduto. Le facevo segno per associare il ricordo del capitano anche all’ex consigliere Guerriero. Purtroppo non sono fortunato quando le chiedo la parola, comunque questo era il problema. Valuti lei in che termini ricordare un collega che è stato componente del Consiglio nella legislatura precedente e di cui credo tutti abbiamo un dolce ricordo, essendo stato un consigliere eccellente e veramente una persona di livello.

PRESIDENTE

Mi associo alle sue valutazioni. Ho avuto il piacere di conoscerlo, siamo stati colleghi per cinque anni, sia da Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta sia come componente dell’Ufficio di Presidenza; è stato un punto di riferimento importante per il Consiglio e tutti noi che l’abbiamo conosciuto abbiamo apprezzato molto il suo modo garbato, lineare, semplice di proporre le questioni e c’è sempre stato un grande rapporto.

Il Consiglio ha provveduto a stare vicino alla famiglia anche con dei necrologi sui quotidiani e ha fatto tutto quello che era nelle proprie competenze. Mi sembra estremamente opportuno che osserviamo anche per lui un minuto di raccoglimento in quest’Aula, quindi mi sembra doveroso.

(I consiglieri, in piedi, osservano un minuto di silenzio)

Sistema dei trasporti pubblici locali – DIBATTITO - seguito

PRESIDENTE

Proseguiamo con i lavori dell’Aula. Subito dopo la relazione ha chiesto di intervenire il consigliere Franchino. Raccomando i colleghi di mantenere gli interventi nei tempi stabiliti dal Regolamento.

Mario FRANCHINO

Abbiamo ascoltato attentamente la relazione svolta dall’assessore Fedele: non la condividiamo, la si ritiene fortemente insufficiente, incapace di offrire alcuna risposta e priva di qualsiasi proposta concreta ed anche di qualche verità.

I tagli che la Regione ha deciso di effettuare sul trasporto pubblico locale sono del 50 per cento per l’anno corrente. Per la Calabria, la riorganizzazione voluta dalla Giunta regionale e adottata con la delibera numero 173 del 2013 si traduce in un taglio del 50 per cento delle percorrenze chilometriche urbane ed extraurbane; si riducono le risorse, i chilometri da percorrere e, di conseguenza, in un settore che sembrava immune dai licenziamenti, scende anche l’occupazione. A rischiare non sono solo i precari dei trasporti, ma un consistente numero di operatori che, secondo le stime fatte, riguarderà circa 1.300 addetti. Altri addetti, invece, dovranno essere trasferiti dalle attuali sedi di lavoro diffuse nel territorio a quelle centrali delle aziende per il trasporto extraurbano.

Il taglio a livello regionale è stato deciso senza riflettere sulle gravi ricadute che produrrà sull’intero comparto del trasporto pubblico locale e sul diritto alla mobilità dei calabresi. La decisione è stata assunta seguendo un metodo che noi non possiamo assolutamente condividere; se è vero che c’è un problema relativo alla mancanza di risorse che stringe nella morsa le Regioni e gli enti locali, la realtà è che i Comuni della Calabria verrebbero privati dei collegamenti essenziali, utili a soddisfare esigenze primarie di spostamento come quelle  per lavoro e per studio.

La preoccupazione maggiore, oltre quella del risvolto occupazionale, è soprattutto l’utenza che viene penalizzata dalla decisione della Giunta regionale, infatti verrebbero tagliate corse che lascerebbero, di fatto, scollegati i centri dell’entroterra e verrebbero dimezzati i servizi di trasporto urbano delle principali città calabresi. Alcuni paesi dell’entroterra sarebbero costretti a soffrire per le interruzioni dei collegamenti con gli altri Comuni e con i capoluoghi di provincia, specialmente nelle ore pomeridiane.

Molte aziende che operano nel settore, sia pubbliche sia private, sono rimaste praticamente all’oscuro della decisione assunta dalla Giunta regionale, che dovrebbe essere efficace già dalla fine di giugno. Non c’è stata concertazione con i Comuni né con le Province, non c’è stata concertazione con le organizzazioni datoriali e sindacali. La decisione della Giunta regionale è stata assunta con grave leggerezza e unilateralità, seppur consapevoli delle ricadute prodotte a danno dell’occupazione e della domanda di mobilità dei cittadini; una decisione che evidenzia in maniera più marcata, a nostro avviso, l’incapacità dell’attuale maggioranza di governo della Calabria che, invece di pensare ad elaborare un progetto serio di riordino del settore, propone tagli che, se attuati, porterebbero il sistema dei trasporti regionale alla paralisi.

Non neghiamo che esista il bisogno di razionalizzare la spesa del settore; questo può essere fatto solo attraverso l’elaborazione di un Piano regionale dei trasporti e della mobilità capace di introdurre, anche nel nostro territorio regionale, un sistema di trasporto pubblico integrato.

Tutto ciò non può prescindere dal Piano regionale dei trasporti, ormai datato 1997, che – ricordiamo – ad inizio legislatura il consigliere Orsomarso, che reggeva il settore, in più occasioni, almeno nella quarta Commissione ambiente e territorio, ha ribadito che, entro massimo due anni, si sarebbe avuto un nuovo PRT, cosa che non è assolutamente avvenuta.

La recessione del trasporto pubblico locale è giunta, ormai, ad una svolta cruciale che nella nostra regione rischia irrimediabilmente di travolgere l’intero settore, con pesanti ricadute – ripeto – sull’occupazione e sulla garanzia del diritto alla mobilità. Il dato più allarmante è quello della crisi in cui versa l’azienda pubblica più grande della regione, che è Ferrovie della Calabria.

E’, dunque, una necessità non più rinviabile che il problema trasporti venga affrontato nella sua complessità in questa Regione con una efficace iniziativa coordinata da azioni che consolidino il sistema territoriale di mobilità sostenibile e rilancino il ruolo e la funzione che in tale sistema deve svolgere il trasporto pubblico locale; una necessità, perché il congestionamento dato dalla circolazione di auto ed il conseguente grave peggioramento del livello di inquinamento dell’area nelle città del nostro territorio portano a livelli intollerabili i rischi per la salute dei cittadini; una necessità perché integrazione, intermodalità ed implementazione dei nodi strutturali rappresentano sempre più un fattore decisivo per lo sviluppo del sistema economico regionale.

I crescenti costi e le diseconomie legate ad un trasporto principalmente su gomma influiscono in maniera negativa sulla capacità di stare sul mercato da parte di una miriade di piccole e medie aziende a cui i processi innovativi non fanno più agio. Alle difficoltà date dall’eccessiva parcellizzazione delle imprese di trasporto, cronicamente anche incapaci di aggregarsi, si aggiungono oggi quelle della concorrenza e della vendita sottocosto delle Nazioni comunitarie, che sono state pesantemente subite negli anni passati dalle grandi imprese con chiusure e ristrutturazioni.

L’alto tasso di manodopera proveniente dai Paesi dell’Est nelle nostre imprese va considerato come una risposta a questo fenomeno con le note conseguenze sociali di degrado e sfruttamento. E’, quindi, indispensabile invertire da subito questa deriva con processi di aggregazione intelligenti su filiere più ampie, per creare economie di scala.

Anche per sostenere tale sforzo è necessaria una politica che rafforzi l’intermodalità. Tale politica è, tra l’altro, agevolata dalla presenza nel nostro territorio di alcune, seppur precarie, infrastrutture: il porto di Gioia Tauro, lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme, autostrade e alcune direttrici. A questo occorre agganciare, rilanciandone la funzione, gli scali merci ferroviari anche come potenziali piattaforme logistiche, intesi come trasporto distributivo nei centri urbani con mezzi ecocompatibili.

L’aspetto della qualità ambientale e di vita è oggi assai più impellente rispetto a un decennio fa, quando venne concepito il primo Piano regionale dei trasporti. La situazione è tale che l’azione di contenimento delle emissioni inquinanti con provvedimenti tampone appare oggi, anche per le condizioni meteoclimatiche, assai modesta.

Occorre, oggi, una scelta netta che disincentivi l’utilizzo del mezzo privato a vantaggio del mezzo pubblico, sia di quello ferroviario sia di quello su gomma, e non sono più rinviabili conseguenti atti di governo che concretizzino tale scelta; arrivare ad assicurare in modo costante le cadenze orarie accettabili dall’utenza sulla direttrice sud-nord, attraverso la riqualificazione e il rafforzamento strutturale del servizio ferroviario regionale, anche per i collegamenti tra il Tirreno e lo Ionio con l’area urbana di Cosenza, è una risposta urgente e non più procrastinabile.

Ecco perché è importante assicurare le risorse finanziarie pubbliche adeguate all’equilibrio del sistema, è il primo dei compiti del Governo nazionale e della Giunta regionale. A tale proposito, noi chiediamo con forza che la Giunta regionale effettui la verifica puntuale dei finanziamenti erogati nel territorio regionale, eliminando sovrapposizioni e sprechi di risorse che possono essere, invece, indirizzate per il finanziamento di nuove linee, laddove la domanda non è sufficiente o per nulla evasa.

La città di Cosenza è tra quelle che, in venti anni, non ha mai ricevuto un aumento chilometrico, rimanendo ferma a 2 milioni e 280 chilometri di percorrenza autorizzata, nei quali – si badi bene – sono anche compresi 400 mila chilometri della concessione che interessa il servizio effettuato nel territorio del Comune di Castrovillari; una percorrenza chilometrica sicuramente insufficiente a dare risposte ad un centro urbano su cui, quotidianamente, gravitano circa 200 mila utenti.

Secondo: bisogna perseguire l’obiettivo di ridurre significativamente la velocità commerciale dei mezzi pubblici, considerando che i tempi biblici di spostamento negli ultimi anni hanno frenato la propensione all’utilizzo di tale modalità di trasporto. Così, nonostante sia complessivamente aumentato il numero degli utenti, si registra oggi una tipizzazione della clientela principalmente su tre fasce socialmente deboli – studenti, ovviamente compresa l’università, anziani e stranieri – quindi è necessario uscire velocemente da questo grave empasse che inibisce la piena valorizzazione di tale sistema di trasporti, che è e resta, invece, l’unica ed ottimale soluzione per i gravi problemi ambientali prodotti dalla circolazione.

A tale proposito, attraverso scelte nette e coraggiose, con le amministrazioni locali, insieme alla Regione e alle Province, ci permettiamo di suggerire di favorire l’adeguato sviluppo di un’efficace rete di corsie preferenziali dedicata ai mezzi pubblici sulle direttrici di penetrazione nelle aree urbane, incrementando, così, la velocità commerciale per recuperare competitività e convenienza del trasporto pubblico locale rispetto al mezzo privato; predisporre un piano che si ponga l’obiettivo, nel prossimo triennio, di trasformare a gas metano Gpl o bus elettrici tutti i mezzi di trasporto pubblico, allocando a tale misura di riduzione dell’impatto ambientale risorse finanziarie degli enti locali, Comuni e Province, e ovviamente anche la Regione, oltre a quelle attivabili con i finanziamenti regionali disponibili; individuare su vasta area un piano integrato di mobilità che valorizzi la massima integrazione modale tra infrastrutture ferroviarie ed aree portuali e conseguenti organizzazione del servizio di trasporto pubblico su gomma anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie.

Punto terzo: agli enti locali bisogna chiedere di prendere atto con chiarezza e fino in fondo delle motivazioni reali della grave situazione di crisi del trasporto pubblico, essendo questa una condizione indispensabile per rilanciarne ruolo e funzioni quale valida e credibile alternativa dell’uso del mezzo privato, in un progetto più complessivo di mobilità sostenibile.

Bisogna prendere atto che va riformato il sistema nella nostra regione e che va rivisto, quindi, strutturalmente il modello che qui si è adottato per il governo del settore. Si avverte la necessità di dare vita a moderne imprese di trasporto capaci di operare sull’intero ciclo della mobilità. Bisogna anche superare la frammentazione esistente nella nostra regione fra le aziende di gestione del servizio, per aprire così la strada ad una possibile integrazione funzionale più larga a livello di bacino. E’, cioè, necessario che le aziende di gestione raggiungano dimensioni competitive, non escludendo anche l’ingresso di capitale privato in grado di mettere in campo economie di scala che alleggeriscano la struttura dei costi ed un uso ottimale delle risorse disponibili, dimensioni competitive per far fronte al rischio latente di una esternalizzazione da pubblico verso il privato dell’attività di esercizio, in un mercato che oggi vede la presenza di imprese straniere assai più strutturate delle nostre ed interessate ad operare sul nostro territorio.

Per fare ciò è necessario avviare un confronto responsabile, svincolato da tatticismi e da velleità monopolistiche, per dare vita ad aziende che per dimensioni e robustezza economico-strutturale siano in grado di competere con le realtà che già operano nel resto del territorio nazionale e in quello della Comunità europea, aggiudicandosi così le gare per l’affidamento dei servizi e garantire una produzione accettata dai cittadini, che sempre più reclamano efficienza, qualità, attendibilità negli orari e nei passaggi del vettore pubblico.

Analogo discorso vale per il trasporto urbano, che non può essere ancora ristretto al perimetro di un solo territorio comunale, ma che risponda pienamente alla domanda che proviene da realtà urbane che in materia di trasporti non possano più conoscere barriere e campanili.

Nella realtà urbana dei Comuni capoluogo bisogna mantenere l’impegno di dare una nuova prospettiva di sviluppo alle aziende comunali e, perché ciò si realizzi, è necessario affermare e fare crescere una nuova cultura imprenditoriale.

L’esperienza Bin-Bus realizzata nell’area urbana di Cosenza è un importante momento di confronto tra le aziende che ne fanno parte, un punto che noi consideriamo di partenza, un’esperienza che bisogna allargare e rafforzare a tutte le realtà similari della regione. A proposito di Cosenza – e termino – noi volgiamo una particolare attenzione, perché deve avere la definizione della rete dei servizi che comprenderà l’area urbana di Cosenza, un’estensione territoriale che non può prescindere dai Comuni del Savuto, della pre-Sila e delle Serre cosentine. Queste sono le dimensioni geografiche che devono essere prese a riferimento per riorganizzare un sistema dei trasporti moderno, che risponda pienamente alla domanda di mobilità di una collettività che sceglie sempre più il mezzo privato per i suoi spostamenti quotidiani.

Realizzare un sistema che abbia queste caratteristiche, significa anche intervenire nella modificazione di usi, costumi ed abitudini nei tempi consolidati, significa incoraggiare uno sviluppo di mobilità più sostenibile, rafforzare e meglio coordinare il sistema di integrazione tariffaria, armonizzare il sistema degli orari, eliminare le sovrapposizioni e gli sprechi, ridurre anche l’uso dell’automobile e, con esso, gli altri livelli degli inquinamenti, acustico ed atmosferico.

In questa ottica deve prendere forma anche il progetto di realizzazione della metropolitana che, su sede fissa, collegherà la città di Cosenza con il territorio rendese e con l’Unical, integrando attraverso il sistema attualmente gestito dalla Ferrovie della Calabria e da Trenitalia questi centri urbani con i territori a sud del Savuto e della pre-Sila e a nord con quelli del Tirreno e dello Ionio e sia anche in grado di realizzare un sistema a rete di trasporto su gomma integrativo e non sostitutivo di quello su ferro; una nuova e più armonica politica del trasporto pubblico che sappia coniugare, attraverso la gomma e il ferro, le esigenze di spostamento a breve e medio percorso e che sia ben integrata anche con il sistema ferroviario della rete nazionale. Una risposta, questa, che in tempi brevi potrà dare vivibilità al centro universitario di Cosenza, spesso paralizzato dal traffico, una risposta importante anche in termini di maggiore sicurezza e di affidabilità del servizio di trasporto pubblico.

Provincia di Cosenza e Comuni interessati dovranno ragionare insieme per ricercare concretamente la strada che porta alla realizzazione di questo collegamento, ricorrendone in termini di tempi e di spostamento e di vicinanza geografica delle infrastrutture ferroviarie già esistenti, tutte le condizioni tecniche e logistiche. I trasporti pubblici hanno bisogno di maggiore attenzione e di risorse economiche, ma anche di una più moderna gestione rapportata alle grandi trasformazioni imposte dalla nuova cultura europea, una nuova cultura che deve essere diffusa anche in sede locale attraverso l’affermazione non solo del bus e della metropolitana, ma anche di una maggiore varietà e disponibilità del tipo di offerta, quale ad esempio taxi, taxi collettivo, autobus a chiamata e soprattutto di una nuova e più moderna considerazione sull’uso delle città e del suolo pubblico.

Diventa, pertanto, improcrastinabile avviare concretamente la fase di una riforma che, definendo i bacini di traffico, non come quelli che noi abbiamo ascoltato, sui bisogni reali delle popolazioni e del tessuto economico dei territori superi, con la messa a gara dei servizi, l’attuale sistema di sostanziale monopolio dell’esistente, senza alcuna rispondenza alle reali e mutate esigenze di mobilità delle popolazioni e di chi viene nella nostra regione, che con l’attuale arcaica offerta di servizi di tipo prevalentemente scolastico vivono, di fatto, una sorta di coprifuoco.

Se il Consiglio regionale è capace di garantire una mobilità efficace ed efficiente, anche noi come minoranza possiamo ipotizzare un inizio di sviluppo di questa terra e di questa regione.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Franchino. Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie, Presidente. Mi sarei aspettato, francamente, una relazione diversa dall’assessore ai trasporti, Fedele. Una relazione che ci desse la possibilità di fare una valutazione oggettiva su quello che è avvenuto in questi tre anni di amministrazione di Giunta regionale e ciò che di concreto si vuol fare per il futuro.

Suddividendo in valore assoluto e valore relativo il concetto che ha espresso l’assessore, per la verità l’assessore ha omesso anche di riferirsi all’ultimo periodo sugli accordi sindacali e non che ci sono stati a garanzia delle risorse che si sono impegnate, si è impegnata la Giunta e si è impegnato il Presidente a garantire al sistema trasportistico calabrese. E’ bene fare, però, un’analisi-verità intanto su quello che è successo e su quello che la Giunta e l’assessorato hanno prodotto in questi tre anni.

Ricordo l’intervento che a suo tempo, circa 2 anni fa, fece il collega Orsomarso quando, in quest’Aula, abbiamo parlato dei tagli che si volevano fare al sistema trasportistico.

Tagliare è facile, è come nel settore sanità, poi se muore il paziente è un’altra cosa.

Un taglio sul trasporto pubblico locale in generale, vuoi su gomma o vuoi su ferro, implica delle ripercussioni in ogni caso sull’occupazione, ma anche sul diritto alla mobilità dei cittadini.

Il risultato è – mi attengo ai fatti semplicemente, così nessuno ci può smentire – che dopo tre anni si deve rivedere in ogni caso il sistema di rifinanziamento del trasporto pubblico locale.

Detto questo, è fuori di dubbio - e questo lo dico scevro da ogni contrapposizione perché qui siamo per cooperare e per offrire l’opportunità di dare una soluzione a questo annoso problema che abbiamo – che il Piano regionale dei trasporti, per vostra stessa ammissione, è il vecchio Piano che abbiamo preso e ristrutturato in qualche parte e che abbiamo approvato; perché quello poteva essere.

Ma la filosofia di una evoluzione dei trasporti, francamente, non la vedo non solo come risorsa, ma come impostazione generale di una idea che vada ad integrare non solo il trasporto tra gomma e ferrato, ma anche, per i centri di attrazione, una offerta di mobilità che al momento non c’è. Ma, a parte l’innovazione tecnologica, dobbiamo capire cosa fare del trasporto pubblico.

Operazione Ferrovie della Calabria che questa maggioranza ha ostentato come una novità, come un’assunzione di responsabilità: ma la vogliamo dir tutta! Non parlo della bontà dell’operazione dal punto di vista della garanzia dell’occupazione, ma parlo della capacità che la Regione deve avere di integrare un modello passivo che era rappresentato da Ferrovie della Calabria, all’interno di un sistema trasportistico che per lo meno fino al 2010, con tutte le sue carenze, veniva pagato regolarmente con differenza di qualche mese.

Scusatemi, ma è possibile che voi ci venite a dire che una società che era gestita dallo Stato non dovesse essere risanata prima di essere presa in carico dalla Regione? Ma stiamo scherzando!? O ci possiamo far carico – come ci siamo fatti carico – sul bilancio regionale di risanare un’azienda in passivo e ce la prendiamo così d’emblée? Allora qui c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa che non riusciamo a capire: qual è l’utilità e l’integrazione dei servizi che Ferrovie della Calabria dava a questa Calabria con il sistema trasportistico che già c’era, di fatto, anche sull’area del reggino e che è letteralmente scomparso.

Questo per quanto riguarda l’impostazione. Ma l’impostazione per i centri di attrazione, vogliamo capire rispetto all’università, rispetto agli ospedali, rispetto al porto di Gioia Tauro o ad altri porti e aeroporti cosa si fa o cosa si sta facendo.

Vorrei offrirvi una riflessione.

A fronte di un budget sul trasporto pubblico locale - per esempio – di 94 milioni di euro erogati per servizi resi e svolti, oltretutto verificati, siamo scesi a 86 milioni di euro. Ma questi tagli in rapporto a che cosa? Dell’inutilità delle cose che si facevano prima? Oppure ci si è alzati una mattina e si è detto “dobbiamo tagliare l’8 per cento” e così tagli lineari a chi capita, capita? Alla fine stiamo ritornando indietro rispetto anche ad un monte complessivo di 224 milioni di euro come ci diceva l’assessore dove là dentro c’è di tutto e di più.

Bisogna capire come vogliamo ripartire e garantire i 6 milioni di accise che sono là dentro, rispetto alle corse che garantiamo per i grandi centri universitari o per lo meno i centri attrattori, come ci vogliamo regolare e che tipo di trasporto, rispetto anche alla visione che hanno le province ed i grandi comuni, vogliamo dare a questa Calabria.

Ricordo a me stesso - perché l’ho fatto questo lavoro – che, quando abbiamo ascoltato le Province, le esigenze di mobilità che chiedevano erano di gran lunga superiori a quelle che la Regione stava garantendo in quel momento.

Con il servizio delle gare… e qui ci vuole una assunzione di responsabilità di questa Regione, di questa classe dirigente, perché voglio capire, poi, come ci mettiamo.

Su questo va fatta una riflessione seria, né ci possiamo accontentare di quello che ci diceva l’assessore: faremo, diremo, vedremo. Che cosa?

Rispetto alle risorse che abbiamo, c’è l’assessore al bilancio, quali sono le poste che abbiamo messo in gioco, che abbiamo visto entro il 31 dicembre 2013 e quali sono le poste che riteniamo, per il 2014, di incrementare o meno.

Rispetto a questo c’è un piano, anche di tipo ordinativo, che dobbiamo prevedere perché è facile dire “abbiamo approvato una legge e l’applichiamo”. Ma su che cosa? Applichiamo su quale modello? Perché, poi, ci riduciamo, alla fine, anche a fare considerazioni sulle aziende che danno o garantiscono la mobilità sulle grandi città, compresa Reggio Calabria, perché poi l’Atam a Reggio Calabria, per non parlare delle altre realtà, offre un determinato disservizio la cui sofferenza non è dovuta all’erogazione regionale ma, caso mai, è dovuta ad altre cose come acquisizione di aziende o acquisti che abbiamo fatto per i pullman e poi il Comune non ha garantito le somme poste in palio perdendo liquidità.

Le cose le dobbiamo dire con molta verità e onestà mentale, anche perché abbiamo il diritto-dovere di riconoscere e di dare orientamenti ed indirizzi sul nuovo concetto di mobilità che vogliamo dare a questa Calabria. Altrimenti “tutto va bene, madama la marchesa” e poi alla fine niente va bene.

E se le aziende, in genere, hanno avvertito l’esigenza di manifestare è perché il grado di sofferenza è evidente e palpabile, si tocca non solo come garanzia dell’occupazione ma anche come garanzia e come autogaranzia di offrire un servizio che è adeguato alle esigenze dei calabresi.

Vorrei chiedere all’assessore se è a conoscenza di quante corse Trenitalia abbia soppresso in Calabria, lunedì mattina, quindi sei giorni fa. Io lo so perché mi sono informato, ma lo chiedo all’assessore.

Non possiamo avere un’interlocuzione pure con Trenitalia che si permette il lusso di annullare, quasi giorno per giorno, 54 corse, perché noi paghiamo per quelle corse ed allora abbiamo un contenzioso con Trenitalia su queste cose non avendo la garanzia né nel trasporto nazionale ma non abbiamo garantito nemmeno il trasporto regionale; alcuni treni sono stati soppressi perché Trenitalia ritiene che non ci sia traffico sufficiente perché possano essere garantite da una parte e dall’altra. Assessore, la prego, si informi con Trenitalia per sapere quante corse sono annullate quasi ogni giorno.

Vuoi per la vecchiezza dei mezzi, vuoi per altre cose ma questa è la situazione e anche su questo andrebbe fatta una riflessione, perché se dobbiamo fare il famoso raccordo a pettine dobbiamo trovare le risorse per garantire queste cose.

Siccome ho sentito in quest’Aula, e ne sono convinto, che il sistema trasporti è una priorità per la Calabria, noi ridiamo le risorse in modo prioritario a questo settore nella condizione di garantire una offerta di mobilità che sia normale, non eccezionale, rispetto ad altre regioni.

Non voglio portare ad esempio il modello campano, perché ogni Regione ha le sue difficoltà, le sue peculiarità, le sue discrasie anche rispetto alle risorse utilizzate e all’impiego che esse vantano, ma non è possibile che alla fine, quasi con le stesse risorse rispetto al comparto ferroviario, si offra un servizio che è migliore del nostro.

Va fatta, anche qui, una riflessione. Ritengo che per quanto riguarda la discussione sull’offerta dei servizi il meccanismo lo sappiamo. L’assessorato, quando approva un piano di esercizio finanziario che presentano le aziende, dà l’ok su quel tipo di mobilità, perché fa una analisi, fa un riscontro ed eroga le risorse economiche in virtù del lavoro che le varie aziende, i consorzi… che poi, assessore un Consorzio è una aggregazione temporanea o, se non temporanea, di imprese vera e propria, che offre un servizio.

Che poi, francamente, sento dire che alcuni Consorzi non svolgono appieno il loro compito e il loro mandato; qui c’è qualcosa che non va soprattutto quando facciamo una convenzione con l’assessorato al lavoro per verificare se queste corse sono adeguate o il flusso di traffico che esse garantiscono è adeguato rispetto alle risorse spese. Però o è l’una o è l’altra.

Non ci possiamo incardinare o fare una valutazione esclusivamente sull’orientamento e la disponibilità di risorse che noi abbiamo.

Se questo è, allora diciamo che abbiamo esclusivamente questa posta in gioco rispetto alla quale chiamiamo le aziende Trenitalia e Ferrovie della Calabria. Voi per garantirci questo avete licenziato 100-200-300 persone perché i servizi costano e vanno garantiti se li vogliamo.

Altrimenti assumiamoci la responsabilità come Giunta regionale, come Consiglio no, perché ognuno poi la dice come la sente, ognuno può approvare o non approvare. Diciamoci le cose in modo chiaro, perché se andiamo con le province o con i grandi comuni a fare una integrazione reale delle esigenze dei territori è fuori di dubbio che quello che esce è poi la risultanza economica che ci deve essere, perché se questa non c’è è inutile che andiamo e ci sediamo con chi è interlocutore a stabilire un piano dei trasporti.

Poi ogni cosa ha un costo minimo o massimo che sia.

Su questo bisogna dare priorità a livello di bilancio perché altrimenti ci ritroviamo, poi, a fine anno, a dire nostro malgrado che le risorse non ci sono, mentre gli accordi che sono stati sottoscritti in via di massima andrebbero garantiti.

Di questo si tratta ed io la pregherei, assessore, di organizzare, non solo con l’opposizione, dei veri e propri incontri e giornate di studio su queste cose. Le idee diverse o diversificate della opposizione o di altri soggetti possono contribuire, ognuno per la propria parte, a offrire soluzioni ed indicazioni che siano migliorative del sistema, anche perché qui da questi banchi ritengo che ci sia la volontà di arrivare ad una soluzione che sia condivisa.

Ma per essere una soluzione condivisa, assessore, non possiamo mortificare né i calabresi né le aziende che operano in Calabria, ancor più visto che siamo in un periodo in cui una crisi devastante sta costringendo questa Calabria a fare scelte molto impopolare.

Abbiamo capito dove andare, ferma rimanendo la mia disponibilità personale ma penso di tutta l’opposizione, a confrontarsi in modo fattivo su queste cose. Ma le ripeto che concordare una cosa con gli enti locali, con l’azienda o con qualcosa presuppone sempre un costo.

Se diciamo: cari signori, noi abbiamo queste risorse e di più non vi possiamo garantire, loro vedono cosa fare, ma noi abbiamo la coscienza a posto almeno nel dire a questa Calabria – con molta onestà mentale - che il sistema di mobilità calabrese che possiamo garantire a tutti i cittadini di questa nostra terra è questo senza infingimenti o altro. Perché poi, quando ci sono accordi scritti, dove i sindacati dicono “noi ci siamo incontrati col Presidente che ci ha garantito che…” quel “garantito che” deve essere tradotto in atti concreti e gli atti concreti sono delibere, erogazioni ed impostazioni legislative che garantiscono noi e gli altri. Grazie.

 

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Domenico Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Pensavo che parlasse qualcuno della maggioranza. Ascoltando la relazione dell’assessore Fedele ed i colleghi della opposizione ho l’impressione che ci stiamo avviando verso un dibattito che, in qualche modo, assume i limiti ed i ritardi, il sistema della mobilità della nostra regione da un lato e dall’altro - come dire? - un elenco di buone intenzioni che non riescono, nonostante siano passati ormai tre anni dall’inizio della legislatura, a concretizzarsi in un Piano dei trasporti.

Discutiamo del nulla. Non abbiamo una proposta seria e concreta che punti a risolvere in via definitiva la questione della mobilità nella nostra regione.

Approfitterei del momento e della occasione di questo dibattito per ribadire e denunciare con forza il ritardo che registriamo in questo settore.

Sono uno dei pochi consiglieri, forse l’unico della minoranza, che ha partecipato alla presentazione delle Linee guida sui trasporti e devo dire che sono uscito soddisfatto da quell’incontro. Però, a distanza di 5 mesi, non credo che sia stato fatto un passo in avanti. Soddisfatto nel senso che si delineano, in via generale, le tendenze a cominciare dalla grande questione che la mobilità su ferro in questa regione non va trascurata, anzi approfitto della presenza dell’assessore Mancini per dire che nella prossima programmazione comunitaria va recuperato quello che è stato un deficit nella passata programmazione.

Nella scorsa programmazione c’erano pochi centesimi, ad esempio, sul trasporto su ferro e una delle grandi questioni con le Ferrovie della Calabria è riconducibile alla mancata individuazione delle risorse idonee che potessero ridare alla regione quella straordinaria direttrice che attraversava la Calabria interna e di cui oggi siamo costretti a privarci ed a sostituire con il servizio su gomma. Vorrei che si riprendesse questo dibattito su Ferrovie della Calabria partendo dalla programmazione 2014-2020.

Tornando al dibattito, stamattina, abbiamo avuto la conferma che i tagli sono del 52 per cento, che manca o comunque rimane incerta la soglia del 30 per cento per quanto riguarda i contratti di servizio.

Apprendiamo – qualora non l’avessimo fatto prima – che ci muoviamo in una giungla normativa che non viene semplificata e questo lo si può fare solamente col nuovo Piano dei trasporti, che la scarsità delle risorse è ormai una tendenza progressiva e che lo Stato dice ancora una volta alle Regioni “cominciate a far da sole perché non ce la facciamo”.

Apprendiamo dell’isolamento e della mancanza assoluta di comunicazione con Trenitalia e farebbe bene il Presidente Scopelliti a riprendere la polemica con Trenitalia. Non possiamo fare da soli in una logica di intermodalità, di relazioni inevitabili e costanti con altre Regioni e col resto del Paese. Non usciamo dall’isolamento se non si investe nel Mezzogiorno ed in Calabria e questo deve farlo lo Stato, deve farlo Trenitalia.

Non è possibile, caro assessore Fedele, che siamo costretti a rincorrere provvedimenti che ci costringono ogni volta a riaprire tavoli che non vengono mai chiusi e che restano sospesi.

Dobbiamo muoverci in quest’ottica se vogliamo affrontare i problemi nella nostra regione. Lei ha usato la parola razionalizzazione ma dobbiamo dare un senso a questa parola, alla razionalizzazione. Che significa razionalizzazione? Che siamo disponibili una volta per tutte ad eliminare la confusione nel sistema delle imprese private? Siamo disponibili ad eliminare la polverizzazione che vige in questo sistema? Siamo disponibili ad eliminare gli sprechi nella più grande azienda dei trasporti che è Ferrovie della Calabria, a razionalizzare davvero? Ad individuare responsabilità? A capire perché si è arrivati a questa situazione e come sia possibile che alcuni errori, chiamiamoli errori, possano ripetersi per il futuro?

Ecco, forse tutte queste cose lei potrà dircele con un vero Piano dei trasporti che dovrà essere un Piano di bonifica del settore, del sistema della mobilità nella nostra regione stabilendo gerarchie e priorità che, probabilmente, innescheranno contraddizioni e conflitti con un sistema che gode, certamente, di straordinaria disponibilità e professionalità ma che gode anche di incertezze, per non dir altro, che vanno eliminate col concorso e con l’aiuto di tantissimi imprenditori onesti e capaci che pure ci sono e che vanno autorizzati partendo da un dato: in questi ultimi mesi, soprattutto, non siamo riusciti a garantire i servizi minimi che più leggi nel nostro Paese hanno sancito in maniera solenne.

I servizi minimi agli utenti non sono stati garantiti e questo è un problema serissimo di cui tutti noi dobbiamo farci carico.

Non vado oltre, ma potrei riprendere o inserire altre grandi questioni ma mi pare che vengano dopo: dalla mobilità turistica ai rapporti con Gioia Tauro, alla grande questione degli aeroporti. Vorrei, insomma, che davvero si parlasse di mobilità come un sistema che comprende più punti che andrebbero affrontati insieme anche quando se ne vuole risolvere solo uno.

Però, la mia richiesta, questa mattina,è che si faccia presto. Le chiedo di venire in Aula al più presto a dirci in cosa consista concretamente il Piano dei trasporti e se le straordinarie linee guida che lei ha annunciato e genericamente illustrato a Lamezia Terme e che ha ripreso questa mattina troveranno o meno concretezza in questa legislatura.

Il suo predecessore le ha annunciate tempo fa e sono passati tre anni. Certamente non si muove in un contesto facile per lei e per la Regione, per le risorse del Paese più in generale, ma dobbiamo far presto e dar risposte concrete agli utenti, alle imprese, ai lavoratori e a tutti i calabresi.

Non dobbiamo essere costretti, ogni qualvolta accade un inconveniente o un ritardo, a rincorrere, a farci assediare dai lavoratori ai quali le imprese devono erogare lo stipendio mensile. Non possiamo esser costretti a rispondere alle contestazioni degli utenti che restano appiedati. Noi abbiamo appiedato la nostra regione, prima con Ferrovie della Calabria, adesso col sistema dell’imprenditoria privata, per più volte migliaia e migliaia di calabresi.

Questo non possiamo più farlo, dobbiamo però cominciare a dare una risposta precisa e soprattutto ragionare sulle risorse di cui abbiamo la disponibilità.

Possiamo fare il Piano più bello del mondo e dobbiamo capire in che modo questo Piano possa essere utilizzato, cioè rimodulare l’offerta di mobilità in base alle risorse che abbiamo e stabilire lì le priorità, ma facciamolo. Se necessario, fare dei tagli, delle rinunce; questo va pensato ed organizzato prima ancora che questo Piano possa adeguatamente partire e sortire qualche effetto.

Quindi, assessore, faccia presto. Quando lo farà, ci dica la verità nel senso che noi siamo in grado di realizzare quel piano al 20, al 30, all’80 per cento in corrispondenza delle risorse derivate o originarie di cui possiamo disporre e soprattutto ragionare in maniera franca anche col sistema privato che è gran parte della mobilità della nostra regione.

Anche con loro, la razionalizzazione, parola dietro la quale spesso si nascondono tagli e rinunce, riorganizzazioni, dobbiamo farlo però anzitempo in una logica di programmazione che eviti alla Calabria di far le figure che ha fatto e di creare i disservizi di cui tutti noi abbiamo avuto conoscenza in queste settimane.

La mia più che una riflessione di merito è un’esortazione perché credo che i limiti, le deficienze e le storture del sistema le conosciamo tutti. Potremmo aggiungerne qualcun'altra rispetto a quelle passate. Conosciamo anche le buone intenzioni, è arrivato il momento di far qualche passo in avanti. Il dibattito stanco e scarsamente partecipato questa mattina, sia del governo sia dei consiglieri, è forse la testimonianza che probabilmente non si vuole ascoltare con la dovuta serietà questo grande problema.

Ed è un rammarico questo, di tutto il Consiglio. Cioè la visione plastica non solo del ritardo con cui è iniziato questo Consiglio ma dell’attenzione dei colleghi consiglieri è evidentemente un ulteriore problema che si aggiunge a quelli sinora evidenziati da me e dai miei colleghi.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Talarico. Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Ho ascoltato la relazione dell’assessore Fedele, diciamo che l’ho ascoltata e l’ho vissuta per 16 mesi prima dell’assessore, quando sono stato consigliere delegato; allora chiesi con forza, vista quell’esperienza – che è una forma di sostegno non male per chi vuole impegnarsi a lavorare - che un tema così importante come quello dei trasporti avesse un assessorato; dissi al Presidente: “Guarda che al più presto serve l’assessorato ai trasporti”.

Non abbiamo trovato l’assessorato ai trasporti, abbiamo trovato un dipartimento.

Rispetto alle critiche che ho sentito, posso comprendere il consigliere Domenico Talarico che ha svolto un intervento più politico – neanche a me è concesso fare un grande intervento tecnico - ma un po’ meno quello del consigliere Tripodi che di trasporti si è occupato e che dovrebbe conoscere anche meglio, quindi, alcuni dei dati che contesta all’assessore Fedele.

Quando arrivai ad occuparmi di trasporti, immaginavo di entrare in una stanza un po’ più attrezzata in cui c’era un tabellone; immaginavo ci fossero, come nei film, quando uno vede le metropolitane e gli autobus, tutte le lucine, invece non abbiamo trovato nulla. Non abbiamo trovato neanche un sito internet che fornisse l’insieme di questo quadro, nel caso in cui un calabrese o un turista avessero voluto avere l’opportunità di consultarlo.

Questa è l’immagine plastica per descrivervi il contesto in cui si opera.

Tra l’altro dico - senza polemica - che da chiunque può arrivare un contributo, nonostante ci sia un vezzo della politica e delle maggioranze per cui ognuno si innamora del settore in cui opera ed immagina, quindi, di avere risorse.

Penso che questa maggioranza - se si unisce la minoranza, siamo contenti – abbia l’obbligo di decidere fra le varie priorità, con una coperta che non è che corta ma è cortissima, se i trasporti siano o meno una priorità in una regione come la Calabria, con le sue vocazioni, le sue difficoltà per il comparto e per quanti vi operano.

Credo che, politicamente, se è così, anche la minoranza possa portare dei contributi utili, però studiando, in che termini? Noi possiamo fare la critica a un’azione se è veloce o meno, possiamo fare la critica a un’azione se funziona o meno, io stesso - e credo anche l’assessore Fedele - siamo critici sul fatto che potevamo evitarci alcune proteste, ben sapendo che comunque eravamo già impegnati su quelle cose.

Sono arrivato ad occuparmi di trasporti con il pregiudizio classico che ogni calabrese aveva nei confronti dei trasporti; devo dirvi che, tutto sommato - lo vado dicendo da tempo e nessuno può muovermi critiche, primo, perché non me ne occupo più, secondo, perché non avevo legami di conoscenza passata - abbiamo operato una grande difesa di una società pubblica per eccellenza che è Ferrovie della Calabria; nonostante tutto, nonostante i difetti, nonostante le stagioni che potevano essere gestite meglio con qualche spreco in meno, abbiano trovato dei privati, per fortuna; meno male che li abbiamo trovati, meno male che ci sono, perché anche assumersi determinate responsabilità significa non dare bastone e carote ma dare un’organizzazione, rispetto alle difficoltà, quindi alle differenze di fascia; alcune aziende si stanno impegnando – come noi - come sta accadendo in tutta Italia, ad andare verso il costo standard, omologando quelle tariffe; era un impegno politico che, rispetto alle risorse, non si può mantenere.

C’è un quadro complessivo di attori, di stakeholders – dicono in Europa – che va valutato attentamente, non con superficialità, non per luoghi comuni, rispetto al quale, quando si parla, serve competenza, anche quando qualcuno dice – ed è stata la mia prima esigenza che mi sono posto, e lo dico al collega Domenico Talarico - “ah, ma sai, avevate annunciato azioni mirabolanti”. Vi do un quadro di alcune cose che l’assessore Fedele ha messo in relazione. Questa è una Regione il cui Piano regionale dei trasporti è datato vent’anni fa e noi abbiamo messo in campo delle azioni per redigere un Piano regionale dei trasporti, grazie all’assessore Fedele – e lo ringrazio perché in Giunta state accelerando il percorso.

Al di là di quello che accade ogni giorno in Calabria, ognuno ha le proprie responsabilità sia che si tratti di una forza sindacale, di una forza aziendale, di una forza politica; chiunque deve pensare che oggi ogni parola è una pietra. Redigere un Piano dei trasporti richiede tempo perché – sapete – non c’erano grandi risorse per affidare la redazione all’esterno e devo dirvi che ho trovato dei piani di professori universitari che possiamo metterci nel cassetto rispetto alla filosofia che vi è contenuta e comprendo che anche chi ci ha preceduto avrà trovato centomila difficoltà.

Noi non avevamo trovato nessuna azione che andasse a muovere alcuni elementi che portassero non dico la rivoluzione, ma degli aggiustamenti, una razionalizzazione.

Quindi redigere un Piano dei trasporti – lo dico al consigliere Domenico Talarico – con tutta la buona volontà mia, dell’assessore Fedele, di chiunque, anche dei sindaci che offrono suggerimenti, è difficile. Credo che se noi ci rimettiamo qui possiamo cancellare un po’ di cose - non posso cancellare le linee borboniche del 1838 delle Ferrovie, gli unici investimenti realizzati -, ed essere incazzati – ed utilizzo un termine forte – con Moretti, con Ferrovie, con i Governi, è un fatto fondamentale, facciamolo insieme.

Penso che, se noi ci mettessimo a ridisegnare quella cifra, 268, 270 milioni, forse la organizzeremmo meglio.

Che cosa è accaduto in questi anni? Che i trasporti hanno avuto giuste apposizioni non di un piano complessivo, dice “sai, ho delle aree, quindi la tratto come regione”, “no, sai, c’è l’assessore di riferimento, un’esigenza”, le famose corse bis, c’è Pavone … Lo spiego ai calabresi: le corse bis che cosa erano? Il trasporto è garantito dal pubblico, avendo una contribuzione che, se non erro, è più o meno pari al 75 per cento delle risorse pubbliche, il 25 per cento, quello che noi spendiamo. Le corse bis, che giustamente anche l’azienda era obbligata a garantire, che cosa erano? E abbiamo sancito che le corse bis, per quanto ci riguarda, non esistono più, perché altrimenti ti ritrovavi a fine anno, fatto salvo i 129 milioni di euro… Che cos’era la corsa bis? Che io passo in un posto dove ho una tratta, per cui ho una convenzione con la Regione, trovo 50 persone, le recupero, ne trovo altre 50, non posso lasciarle.

Quindi, lì c’è un primo serio problema tecnico, che comprendeva anche una parte di quei debiti da verificare quantitativamente ed accertare, perché se ci accorgiamo che l’esigenza di trasporto c’è, possiamo capire come finanziarla, sostenerla e quant’altro.

E’ facile parlare, ma faccio un  appello e non in tono polemico, benché avrei da fare 100 mila polemiche e le voglio evitare: è necessario mettere in campo azioni utili che sostengano, al di là della rivoluzione del Piano dei trasporti.

Collega Tripodi, collega Naccari che seguirà, collega Domenico Talarico, la vostra responsabilità sta nel comprendere le esigenze di un’azienda che vuole fare bene il proprio lavoro – e ce ne sono tante, chi non vuole stare sul mercato, vivaddio, se arriva alle gare, uscirà fuori dal mercato.

Tra le riforme fatte, eravamo fermi a vent’anni fa, è facile discutere, ma ho vissuto per 16 mesi questa esperienza e gli ultimi tre mesi gli studenti – e sono molto più vicino agli studenti di tanti altri che parlano, perché i trasporti li conosco un po’ più da vicino – avevano il cartello “Orsomarso boia” perché Orsomarso, che non è sicuramente un pazzo che voleva fare scelte impopolari, ha dovuto – e l’ho fatto a bilanci aperti con le aziende, con l’Anav, con l’Astra, cercando di valutare tutte le difficoltà – predisporre gli adeguamenti tariffari, cioè la quota parte che noi paghiamo quando facciamo il ticket, fosse esso dell’Amaco o di un’azienda privata o di quant’altro, che erano fermi a vent’anni fa, quando la Regione Lombardia – ad esempio – era al quinto adeguamento tariffario al pari della Regione Toscana.

I fatti, le scelte politiche… E’ stata una cosa impopolare dover dire ai giovani, che frequento più di altri, che noi abbiamo dovuto fare obtorto collo quella scelta, per evitare di non garantire i servizi minimi di cui tutti si riempiono la bocca mentre organizzano conferenze internazionali con professoroni che non capiscono nulla dei trasporti - contrariamente a chi, invece, sta sul campo; universitari che ci dicono come in Spagna le Ferrovie omologhe abbiano agito e che hanno fatto cose fantastiche con investimenti di 300 milioni di euro.

E su Ferrovie della Calabria che cosa abbiamo fatto, responsabilmente, avendo trovato un’azienda decotta, 130 milioni di buco, di deficit, come volete chiamarlo? Ci siamo posti un problema, non essendocene occupati noi, facendo, insieme al dirigente Pavone e ad altri dirigenti, 36 riunioni al Ministero che non interloquiva da tempo con un rappresentante della Regione Calabria.

Ci hanno detto: da sei anni, lì, c’era un problema politico più che di efficienza dei servizi, se volete, perché sta sotto gli occhi di tutti, di mille famiglie di calabresi – perché l’azienda aveva quote nazionali, ma aveva piedi, case, lavoratori, infrastrutture, tutto in Calabria – e insieme all’assessore Giacomo Mancini abbiamo portato a patrimonio i beni di Ferrovia, abbiamo detto: “Guardate, c’è una vertenza sindacale, se un’autista dell’Amaco o dell’omologa di Reggio, Atam, prende una media – non so – di 1.800 euro al mese, ci sembra strano che un’autista di Ferrovie ne prenda 4 mila”.

Si è trattato quindi di alcuni interventi già previsti con quel famoso referendum che ha fatto scuola in Italia sul costo del lavoro, condizionando, quindi, anche un aspetto che non ci apparteneva, nel senso che doveva essere una vertenza fra azienda e sindacati. Siamo entrati finanche su questo aspetto, facendo assemblee con 600-700 persone ed assumendoci la responsabilità di dire “guardate che è cambiata un’epoca, non abbiamo più quelle risorse che si possono sprecare”.

Su Ferrovie della Calabria vorrei che, prima o poi, venisse fatta un’inchiesta fino in fondo, ma non un’inchiesta di quelle tragiche ma una di quelle finalizzate a capire come si possano far funzionare le cose e di come per tanti anni non hanno funzionato. Comunque il fatto di Ferrovie della Calabria è molto semplice, lo spiego ai giornalisti, lo sanno un po’ di più gli operatori del settore: questa è un’azienda che ha – ed oggi la invidia il mercato – un contratto di servizio importante, un contratto di servizio di 44 milioni di euro l’anno con la Regione, che chi oggi sta sul lastrico e cerca mercato farebbe applausi ad ottenerla.

C’è solo un problema: Ferrovie della Calabria, negli ultimi sette anni, quindi prima che arrivasse chi aveva la sensibilità di occuparsene, costava, anziché 44 milioni 56, cioè 12 milioni di euro in più, che sommati portano a quel deficit strutturale che abbiamo trovato. E perché costava 56 milioni? E perché non si è potuto contrattare con il Governo che ha detto “è responsabilità della Regione Calabria”? Perché Ferrovie della Calabria, che nel consiglio di amministrazione aveva nominato un membro indicato dal Presidente pro tempore, guidata malamente da tutti quei tecnici ministeriali che si sono avvicendati, iscriveva in bilancio somme che nessuno ha mai contestato come Regione, dicendo che la Regione le dovesse.

Quindi, siamo andati a tirare le fila di un percorso amministrativo per cui ci era consentito dire “l’azienda, finalmente, diventa nostra e mettiamo mano al management, mettiamo mano e decidiamo se deve essere ferro o gomma”, tutti temi che sono attuali e che affronterà diligentemente l’assessore Fedele, con la rappresentanza di chi guiderà la nuova Ferrovie della Calabria. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, perché non deve arrivare chi mi ha preceduto a dire che ho il cerino in mano. Era bello per me lasciare il cerino in mano a chi mi aveva preceduto, dire “è tutta colpa di”, perché è facile.

Ho detto il giorno dopo: mi arrivavano pacchi di carte e a me non interessa che è successo fino a ieri, il cerino in mano oggi l’abbiamo noi;

Vorrei spiegare al consigliere Domenico Talarico – forse il consigliere Tripodi lo sa – che prima che arrivassimo noi il trasporto funzionava così: c’era scritta una cifra in bilancio, spendevamo 12-13 milioni in più e dovevamo prendere poi – possono essere testimoni le aziende – una parte della prima trimestralità dell’anno dopo come anticipazione.

Quindi noi abbiamo messo a posto, grazie all’assessore Mancini, la quota di bilancio dei trasporti, razionalizzato quel 5 per cento per far sì che si pagassero ogni mese e fatto quegli interventi strutturali, che significa poi il nuovo Piano regionale dei trasporti. Per fare un Piano regionale dei trasporti non è che serva la politica che parla e che, a livello intuitivo, dica “l’ha fatto il consigliere Franchino”. Sono di Cosenza, immaginatevi se uno non volesse attenzionare anche una zona di riferimento, è facile a dirlo, ma come lo si fa? Si fa tecnicamente.

Ho l’orgoglio di dire - andatelo a vedere, perché hanno tutti esperienze di dieci anni - che li chiamavo, quando facevo riunioni coi sindacati e l’Anav, in modo gergale “gli scienziati”.

Guardate, un’altra cosa che è banale, è da “Striscia la Notizia”: nella nostra stagione, finalmente, ad occuparsi a dirigere i trasporti c’è l’ingegnere Pavone, che è un ingegnere ai trasporti; nelle altre stagioni c’erano gli avvocati! Non lo so chi c’era, adesso non ricordo. E’ questo il dato tecnico prioritario, per cui il contributo che può arrivare oggi sull’esigenza politica di un territorio, di quant’altro deve fare i conti con un aspetto altamente tecnico; noi abbiamo ridotto, con una delibera, i consulenti da 20 a 11, che oggi sono a supporto del dipartimento.

Quando siamo andati noi, aveva dentro soltanto due laureati. Ma io lo chiedo a chi è tecnico, quindi anche alla stampa: ma immaginate che un Piano regionale dei trasporti lo possa fare, con tutto il rispetto, un diplomato, se tu non hai i tecnici che hanno studiato per redigerlo?!

Allora è ovvio che bene ha fatto l’assessore Fedele a sentire, ad ascoltare, ha fatto un elenco – l’ultimo è datato vent’anni fa – ha sentito tutti gli stakeholders, quelli che si occupano di infrastrutture, ferrovie e quant’altro e con dei tecnici, emendabili poi dal Consiglio, ha, dopo vent’anni, realizzato delle cose grazie a quei tecnici che oggi si ritrova e che lo supportano nel redigere le linee-guida, lo supporteranno.

A questo possiamo dare un contributo di tipo politico, immaginando anche gli Shuttle che vanno sulla Luna. Poi bisogna fare i conti, responsabilmente e insieme, su quello che abbiamo a disposizione.

Ah, una cosa importante: mi sono trovato – e mi dicono che la Calabria era stata assente anche in Conferenza Stato-Regioni – a litigare con uno della Lombardia del Pdl, a cui ho detto – l’ho ricordato anche in questo Consiglio – che l’italiano non ha slang, perché parlava un po’ così, avevano fatto un’autentica porcata nella divisione delle risorse, che poi stanno in ambito nazionale; sulle risorse che riguardano i treni, ci avevano detto che la Calabria doveva adeguarsi con degli indici di premialità con una modalità che non guardava il futuro ma al passato. Gli indici di premialità per avere risorse sul trasporto dei treni erano: l’acquisto di nuove vetture – quando siamo arrivati noi, zero –; l’adeguamento tariffario, zero; la contribuzione regionale, zero. Perdonate se è poco!

(Interruzione)

Noi, 9 milioni di euro, a parte un treno nuovo richiesto dalle Ferrovie regionali, che è arrivato, non abbiamo fatto neanche l’inaugurazione perché ci sembrava poca roba, perché poi quando viaggiavano su questi treni sgangherati, è arrivato un treno nuovo; anzi ho letto che l’assessore Fedele ne ha annunciato un altro, che era un impegno assunto da Ferrovie. Non è che potete pensare e immaginare… ci sono degli atti, delle carte, vorrei che l’assessore Gigi Fedele le portasse; c’è una delibera datata – penso – fine 2011 di 9 milioni di euro in cui, benché altri suggerissero di fare le gare locali, partecipiamo a una gara nazionale con Trenitalia, perché con 9 milioni di euro se partecipi solo alla gara, compri un pendolino e mezzo, due, tre – non so, adesso, tecnicamente, non ricordo il nome; se, invece, partecipi a una gara di 400 milioni, ne compri qualcuno in più. Carta canta! Noi abbiamo messo dei soldi, risorse nostre per acquisto di treni nuovi, perché vi erano degli indici di premialità con cui uno della Lombardia che aveva dato il “pizzino” a Tremonti che doveva “fottere” – e in parte ha preso – le risorse alla Calabria.

Quindi la difesa a cui si può aggiungere anche la minoranza si fa ogni giorno, la passione e tutto il resto, però stiamo con i piedi per terra.

Più volte nel confronto con il Presidente che aveva lo stesso pregiudizio mio, con altri, anche con il direttore Laganà, ho detto: “Attenzione, se voi lo chiedete a me, se lo chiedete oggi all’assessore Fedele, se lo chiedete a questa maggioranza, tra uno dei lavori veri” – perché tante volte la politica in questi anni e in Calabria siamo stati maestri nel costruire lavori finti, maestri – “da difendere, su cui scegliere come linea”, per cui poi non ci possiamo lamentare se a fronte di un bilancio dove ha inciso il patto di stabilità, diciamo “ma, sai, vogliamo gli ospedali” – e li stiamo facendo noi, li stiamo chiudendo noi – “vogliamo l’Afor” – e lì stiamo razionalizzando noi.

Io sono dell’idea che, fra questi temi caldi del lavoro in Calabria, quindi tra le emergenze ci dispiace che si siano dovuti aggiungere anche i trasporti, perché c’è l’Afor, gli ospedali e quant’altro. Per noi, ritengo per il Presidente e per l’assessore Gigi Fedele, se posso suggerirle, e quindi per tutta l’Aula, i trasporti restino una priorità, perché si tratta di lavoro vero che tu vedi, che è sensibile, tant’è che, se uno ha un minimo di sensibilità politica, è ovvio che, se blocchi i trasporti, blocchi la Calabria e diranno: “Ah, sta funzionando male”, le solite cose.

Quindi, per noi, resta una priorità politica su cui decidere, nelle more di quel bilancio che è molto difficoltoso, e possiamo dire “quei servizi minimi, quelle cose, insomma garantiamoli”.

Anche i più cari affetti ogni giorno ci dicono “ma, sai, che problema c’è!”. Posso comprendere mia madre che non è informata, ma un consigliere regionale si deve informare. Quella delibera tecnica del taglio del 50 per cento, giustamente con la preoccupazione anche delle aziende, fugata in tempi normalissimi, era un modo per fare finanziare i trasporti e, insieme, in parallelo, costruire quelle azioni che da sempre in questi anni, da sempre, esclusa una quota che vale 26 milioni di euro e su cui avevamo fatto una legge regionale qui nel bilancio di previsione, vanno sicuramente recuperate.

(Interruzione)

Mille difficoltà.

Allora quello che chiedo – e lo chiedo veramente con grande umiltà e spirito di partecipazione – è di essere responsabili, di essere responsabili quando si fanno investimenti in centomila campi, quando si parla in quest’Aula; è facile gridare, quando, invece, c’è chi con grande sforzo, sicuramente non saremo perfetti, però ha messo in campo azioni che da vent’anni non si vedevano. E le ricordo: adeguamento di tariffe, salvataggio di Ferrovie, 36 riunioni al Ministero, i treni nuovi, le delibere che rientrano negli indici di premialità, tanti grandi sforzi.

Il presidente Scopelliti, fra le tante azioni che sta ponendo in essere con la Giunta, sta sostenendo la madre di tutte le battaglie; fatte salve tante cose confuse che si dicono, è necessario capire dove c’è stato il danno maggiore che vale 250 milioni di euro l’anno, che sono assorbiti dal costo pesantissimo della sanità che, tra l’altro, non funziona; in parallelo il presidente Scopelliti sta tentando di far funzionare la sanità e di rientrare in quel Piano di rientro dove ogni giorno si registrano cento difficoltà. Ognuno dice una cosa, però mi pare di capire che noi, nel 2014, finalmente arriveremo a liberare delle risorse, se Dio vuole – e lì serve la famosa pietra di sale di Giacomo Mancini.

La proposta che faccio a questa minoranza, la farò da parte mia alla mia maggioranza, è di chiedere al presidente Scopelliti, sulla base di un piano che c’è di riorganizzazione, che queste risorse prioritariamente, si possano e si debbano destinare ai trasporti, se volete, già da oggi, con un nuovo ordine del giorno su questo tema, con il controllo della minoranza che può contribuire a questo nuovo Piano regionale.

Presidente, mi perdoni se mi sono dilungato, ultimi due minuti per dire una cosa in merito alla razionalizzazione: penso che gli uffici possano testimoniare che ho chiesto “mettete dentro i criteri oggettivi, in modo che non ci sia una scelta – figuratevi se io che sono di Cosenza volevo tagliare un chilometro a Cosenza, nella logica territoriale, però in una fase un po’ così. E i criteri quali erano? Il parallelismo ferro-gomma, il gomma-gomma, per fare un esempio pratico, sempre a chi non può occuparsi di trasporti direttamente: se io ho due corse – che so – Ferrovie della Calabria e un privato che fanno un percorso, che partono magari, combinazione, alla stessa ora, quelle corse portano 20 persone l’una e 20 persone l’altra; non sarà un dramma quello che abbiamo realizzato. Ricordo alcune aziende che, giustamente, hanno posto un problema che abbiamo affrontato a viso aperto non stando chiusi nelle stanze e che dicono: “Guarda, quella sovrapposizione, perché se tu devi portare 40 persone con due pullman, siccome il pullman ne porta – se non sbaglio – 54 o 55, ne basta uno”. Quindi è lì il risparmio della contribuzione, del percorso, e quello è stato fatto, poi contestato.

Ma finanche l’umiltà di capire l’esigenza di un’azienda – poi l’ha continuato l’assessore Fedele – che giustamente dice: “Guarda, guarda, io ho una cosa che può essere in sovrapposizione, però, attenzione, ha dati di traffico importanti” – se non ricordo male, era una Cosenza-Catanzaro – “difendiamola, perché con la contribuzione pubblica funziona”.

Questa, secondo me, è la capacità di ascolto di chi, fino a ieri, non ha avuto un riferimento che voleva ragionare e fare un Piano nuovo, sedendosi e dicendo - perché qui il Piano nuovo si può fare – “cancelliamo tutto, azzeriamo, lo riscriviamo da capo”; fino a ieri i trasporti – mi è parso di capire – anche con il contributo importante dei sindaci, che sono in prima linea più di noi che pavoneggiamo a intenditori di trasporti, queste aziende sull’esigenza reale, con i sindaci, neanche con la Regione, con una programmazione che, ex post, veniva superata dagli uffici, raccoglievano l’esigenza, la lamentela – che so – di San Marco Argentano – guardo a una zona che conosco un po’ di più – e i trasporti, così, sono stati organizzati “aggiungo un chilometro, lo tolgo”, in modo random.

Questo, se volete, è il difetto storico che va sanato con chi – e aggiungo un tema tutto calabrese – si prepara e si prepara con le pubbliche a dover gestire anche investimenti importanti, saranno le nuove Ferrovie, dove, se sul Por aggiungiamo altro, potremo avere la metropolitana, cioè tutte cose futuribili che prepari oggi, che devono preparare anche le aziende, i sindacati, facendo magari un Consorzio unico; mi sono sgolato in ogni modo nel chiedere a queste aziende di fare un Consorzio unico, ma attenzione a giocarsi la pagina della calabresità, perché quando farai da qui a due anni le gare, poiché saranno a livello europeo, vorrei che il nostro patrimonio di esperienza, di storia, anche di sacrifici, potesse concorrere in qualche modo, potesse essere l’alternativa agli spagnoli.

Questo lo ottieni se ti strutturi, se gli dai spazio e se non li fai soffocare.

L’assessore Fedele sa che un pezzo di riforma, che per noi è fondamentale per garantire novità, riguarda le piccole aziende, riguarda quelle piccole aziende con cui aveva preso un impegno personale, poi sono mancate le risorse per l’ordinario.

Questa è la proposta! Recupereremo nei prossimi mesi, al di là dello sforzo fatto anche con questo consuntivo, per aggiungere una fiche in più, il risparmio della sanità, e se volete possiamo predisporre un ordine del giorno; poi, non puoi chiedere cento cose al presidente Scopelliti considerati tutti i sacrifici che fa. Facciamo un ordine del giorno insieme, in cui diremo che i risparmi futuri, oltre agli sforzi, li destiniamo ai trasporti: trasporti rinnovati, un Piano complessivo, battaglie insieme contro Trenitalia, che riduce ogni anno dell’8 per cento le proprie corse, che ci fa viaggiare con treni che sono del periodo borbonico.

Questi sono tutti temi caldi. Mi ci sono appassionato politicamente e – ribadisco – è sbagliato appassionarsi politicamente, bisogna farlo tecnicamente; è facile parlare e dire con professori universitari che sono arrivati con le diapositive della Spagna, non so, tra l’altro la Spagna è fallita.

E’ facile. Basta! Abbiamo la responsabilità di quello che accade ogni giorno, abbiamo la responsabilità che, se questi soldi possono essere spesi bene, il contributo che arriva benché politico deve essere anche estremamente tecnico; per cui studiare lo snodo di una cosa deve farlo Pavone che ha studiato ingegneria dei trasporti, che ha fatto il dottorato di ricerca e che oggi lavora a fianco dell’assessore Fedele, per arrivare qui con le soluzioni su cui emendare. L’Anav e l’Astra sanno che hanno sempre emendato gli interventi anche in modo critico, anche agli organi giurisdizionali, però è un momento di grande realismo.

Non voglio coppe dei campioni, non le vorrà neanche l’assessore Fedele, ma – perdonatemi – adeguare le tariffe, tentare di fare un Piano regionale dei trasporti è un mare fermo che si inizia a smuovere, con tutti i limiti.

Date un contributo, datelo in termini positivi. Il miglior contributo è firmare un ordine del giorno di maggioranza e minoranza che da domani consenta, quando il presidente Scopelliti libererà risorse, di stabilire tutti insieme, con il grande lavoro che sta facendo l’assessore Fedele, che la priorità per noi – e lo diciamo ai calabresi – sono i trasporti; ne sono convinto, quindi lo lascio come appello a tutti i contributi che possono arrivare di natura tecnica; lo sforzo di natura politica sarà quello di sederci insieme e non protestare.

Lo ribadisco – l’ha ribadito l’assessore Fedele nella relazione, anche il presidente Scopelliti – per noi questo settore che stiamo tentando di formare era e resta una priorità, sempre migliorabile.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Naccari Carlizzi. Ne ha facoltà.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Per un attimo, mi sono immedesimato nelle aziende di trasporto, quelle che volgarmente qualcuno chiama ancora concessionari, immaginando che ci sia ancora la concessione, e ho immaginato il brivido freddo che deve aver percorso le loro schiene nel momento in cui, sempre in assoluta buonafede, il collega Orsomarso ha immaginato di recuperare le risorse per pagarli da quella che è l’eliminazione del disavanzo in sanità.

Ora, ricordo ancora quando a scuola si diceva che spero, promitto, iuro reggono l’infinito futuro. Questa volta siamo proprio quasi alla provocazione! Non so, forse sarà dovuto a dei rapporti non idilliaci, è una velata minaccia rispetto ai futuri pagamenti o non pagamenti.

(Interruzione)

Consentitemi anche la battuta…

(Interruzione)

Avevo avuto una certa difficoltà a riprendermi, peraltro, dallo shock di leggere su un invito che ad Alta Fiumara si è tenuto un confronto pubblico e un seminario con l’autorevole presenza del Presidente Ciucci sul contributo dell’Anas al turismo; sinceramente, questa cosa mi ha molto colpito, perché ho pensato quanto l’Anas abbia contribuito al turismo in questi anni in Calabria: ricordiamo che l’autostrada è al ventunesimo anno dall’inizio dei lavori, quindi l’Anas non ha nemmeno recepito la maggiore età a 18 anni, a 21 anni; l’Anas, il nuovo tracciato dell’autostrada, oramai, è iper-maggiorenne, ma da questo punto di vista ci sono delle prospettive immense e questo contributo che l’Anas ha dato sicuramente sarà calcolabile anche scientificamente e noi calabresi, che percorriamo quotidianamente le strade della Calabria, ne abbiamo sicuramente contezza.

Dopodiché, appena ripreso da questo shock, ho dovuto anche ascoltare…

(Interruzione)

Me lo scelgo da solo!

Ho dovuto ascoltare la relazione, per la quale ringrazio l’assessore, perché non voglio fare una polemica inutile, ma ha dato una rappresentazione che, sinceramente, non mi soddisfa - già il collega Franchino ha dato un giudizio anche di natura politica -, sulla base di alcune valutazioni empiriche e tecniche che ascoltiamo, alle volte, magari, anche da qualche professorone – come diceva il collega Orsomarso – dimenticando che, se parliamo della stessa persona, è talmente scarso da aver scritto il Piano nazionale dei trasporti! Quindi c’è un abbaglio nazionale e forse anche internazionale, vedendo le pubblicazioni che qualcuno di questi soggetti ha firmato ed anche il prodotto qualitativo del suo insegnamento, atteso che colui che viene riportato come un valentissimo dirigente – ed io sono convinto che lo sia – è un suo allievo e, di conseguenza, da qualcuno dovrà pure avere imparato!

Peraltro, vorrei dire al consigliere Orsomarso che l’ingegnere in questione non dirige il dipartimento, è dirigente di settore – su questo non l’avranno informata – ed è stato reclutato, a suo tempo, dal concorso che l’amministrazione precedente e quella ancora prima, per opportunità di tempi, hanno bandito per dotare la Regione di alcune professionalità che indubbiamente non c’erano, di cui probabilmente – concordo con il consigliere Orsomarso – non è ancora, tuttora, completamente dotata.

Tuttavia, permettetemi brevemente di fare – ma in uno spirito assolutamente di servizio e di confronto – qualche altra puntualizzazione.

La pubblicazione delle corse sul sito, le lucine, le lampadine: mi dispiace che non l’abbiano informata ma c’erano, perché è stata fatta addirittura gratuitamente dall’Università della Calabria, con una convenzione fra l’assessorato ai trasporti e l’Università, e consente a chiunque voglia, da qualsiasi parte del mondo, di collegarsi ad internet, di poter scrivere il luogo di partenza e il luogo di arrivo e di sapere con quale vettore si può spostare in Calabria. Duole – e questo è gravissimo – che non abbiano informato in passato il delegato del Presidente della Regione, perché questa è una cosa di una gravità inaudita, sono sicuro che su questo farete un’indagine conoscitiva per capire perché ciò non è avvenuto.

Consentitemi, peraltro, di spendere pochissime parole sul treno nuovo, il nuovo materiale rotabile. Consiglierei a tutti di leggere i contratti di servizio che firmate – alle volte, leggere prima di firmare, è utile! Il contratto di servizio prevede l’investimento da parte di Trenitalia in nuovo materiale rotabile per una cifra che è superiore ai 9 milioni di euro. Quindi, non c’è un risultato straordinario che è stato portato, peraltro siamo a più della metà della legislatura e ancora siamo all’effetto annuncio e agli aerei di Mussolini! Quello è un obbligo contrattuale che deriva da un contratto firmato quattro anni fa con l’ente e chi ha la pazienza, la voglia e la competenza di leggere un contratto può andare sempre a verificare che questo prevedeva esplicitamente anche l’utilizzo di altre risorse da parte di Ferrovie dello Stato e l’utilizzo di quello che è il fondo nazionale di cui, allo stato attuale, non si ha notizia, forse perché la Calabria non ha bisogno di nuovo materiale rotabile, devo dire questo. Probabilmente qualcuno pensa che sia così, considerata la mancata partecipazione all’utilizzo di quel fondo.

Poi, se qualcuno aveva in mente di fare una gara locale, io penso che sia da ricoverare! Qui non siamo nel campo delle opinioni personali, perché la gara per acquistare un treno, poiché ogni treno costa diversi milioni di euro qualsiasi esso sia, è chiaro che è una gara internazionale, una gara europea. Magari su questo è opportuno richiamare la normativa che, peraltro, è in uso persino nella Regione Calabria.

Quali riflessioni voglio fare? Innanzitutto sull’aspetto della valutazione del passato e del futuro, cerchiamo di uscire da questa logica del passato e del futuro: Tripodi, Naccari, Orsomarso, Fedele, usciamone! Avete superato i tre anni di consiliatura, qualcuno di voi, addirittura, è stato presente già nell’esperienza Chiaravalloti, quindi vi ritrovate ad essere il passato di voi stessi, cioè questa idea di fare affermazioni fregandosene poi anche del danno collaterale. A me dispiace per il consigliere giovane ed io giudico un contributo positivo quello che dà il consigliere Orsomarso, benché nel tentativo di criticare me per l’anno e mezzo in cui sono stato assessore ai trasporti; si è parlato dell’inadeguatezza delle scelte degli ultimi anni, con il risultato di avere quello che si chiama un danno collaterale per coloro che hanno gestito in questi tre anni prima dell’assessore Fedele.

Questa è anche una mancanza di rispetto per chi ha preceduto, perché è chiaro che se, per menare Naccari, meni chi è stato nello stesso periodo con la tua maggioranza, fai un danno collaterale che, secondo me, non si giustifica in politica, ma in guerra quando per conquistare una montagna, un generale decide di sacrificare 50 persone per ottenere un risultato; in politica no, alla luce di quella disponibilità che voi dite di voler avere e di voler mettere, ma che poi, in pratica, non mettete.

Quali sono, secondo me, i punti fondamentali di una riflessione sui trasporti? Innanzitutto, il rapporto fra passato e futuro, spese per investimenti e spesa corrente. Noi siamo contentissimi che sia stata “salvata” Ferrovie della Calabria, non c’è dubbio, ma siamo scontenti che, poiché la legge nazionale prevedeva l’obbligo in capo allo Stato di risanare previamente le Ferrovie prima di trasferirle alla Regione, voi abbiate deciso di firmare subito e maledettamente quella convenzione, senza pretendere da un Governo che era del vostro stesso colore – perché quel Governo era del vostro stesso colore – il risanamento finanziario, determinando, probabilmente, un danno erariale alla Calabria.

Vi ricordate quando, nella legislatura precedente, noi abbiamo votato la sostituzione di tutti gli autobus di Ferrovie della Calabria a carico della Regione? Ci siamo trovati a dover sopportare un costo in nome e per conto dello Stato, ma abbiamo posto il problema allora e abbiamo detto: “Noi non accetteremo il transito dell’azienda diversamente da come hanno fatto le altre Regioni, che le ferrovie concesse le hanno avute risanate e poi trasferite”. Voi, presi dal panico di quest’azienda che ormai si era avvitata su se stessa e stava chiudendo, avete firmato impegni per 100 milioni di euro! Badate che è un fatto gravissimo, perché avete, peraltro, utilizzato risorse che sono destinate al futuro della Calabria, perché indirizzate ad investimenti infrastrutturali, sono le risorse Fas.

Capisco che, in un momento drammatico, la sanità utilizzi i fondi Fas per coprire un buco perché altrimenti non si sa cosa fare, poi le Ferrovie della Calabria utilizzano un’altra parte – e poi non ci lamentiamo che le infrastrutture non esistono – e poi si arriva al contratto di servizio. Questa amministrazione utilizza i fondi delle future generazioni, perché i fondi per investimento non sono nostri, ma disegnano un futuro per le generazioni successive. Spostate, quindi, tutti i fondi per investimento in fondi per l’ordinario, per la gestione corrente. E’ un modello che non voglio citare qui, perché oramai è conosciuto in tutto il mondo!

Il secondo punto su cui voglio richiamare la vostra attenzione è il problema delle scelte, cioè ambiente, sostenibilità, economia, tanti valori di cui ci riempiamo la bocca, e revisione della spesa. Non la capisco questa valutazione schizofrenica - non dell’assessore su questo argomento non ho avuto modo di ascoltare alcune sue valutazioni -: da una parte si dice che ci sono stati sprechi, dall’altra si dice che le risorse erano insufficienti, dall’altra ancora si dice che queste risorse sono diminuite. Guardate che è scioccante!

Seguite per un attimo il sillogismo dell’assessore Fedele: lui sostiene che, in sostanza, noi avremmo lasciato a lui un debito - confondendo i cosiddetti crediti pregressi che sono dal 1988 al 1999 e poi c’è una seconda parte dal 1994 al 1997, con quello che lui cita il 2008-2010, che non c’entra nulla con questi crediti. – e dice: “Voi avete aumentato i chilometri, noi li abbiamo diminuiti; voi non avete dato copertura di spesa e noi dobbiamo arrancare in salita, sudando per dare copertura di spesa a questi servizi”.

Il piccolo problema per cui il sillogismo non funziona è che noi che abbiamo aumentato l’offerta chilometrica li pagavamo puntualmente, siete arrivati voi e a giugno dello stesso anno, cioè dopo i primi sei mesi, non li avete pagati più e avete dovuto immaginare una negoziazione incostituzionale con il Governo nazionale per utilizzare i fondi del futuro. Noi siamo disponibili, siamo d’accordo, perché, per come siamo arrivati a questo punto, non c’è alternativa all’utilizzo di quei fondi.

Ma mi spiegate come sia possibile che chi lascia debiti paghi puntualmente e chi non lascia debiti, perché materialmente riduce, a metà anno non paga?! Guardate che ci vogliono Milton Friedman, Krugman, i più grandi economisti del mondo per spiegare questa cosa, perché una persona normale come me o come voi non credo che riesca a spiegarla!

Raccontate fandonie! Smettetela di raccontare fandonie, perché il dato è abbastanza evidente per tutti!

Il terzo punto: la titolarità, la soggettività del governo, quella che in altri posti si chiama account ability di un governo. Le Ferrovie dello Stato non hanno mai avuto un rapporto con il Mezzogiorno, per loro il Mezzogiorno si chiama Campania e Puglia, perché bene o male saranno stati obbligati a questo. Il resto non è nemmeno Mezzogiorno!

Qual è il dato? Rispetto a questo, vi siete limitati a dire: “Le Ferrovie non hanno un buon rapporto con la Calabria”. Dopodiché, cosa avete fatto? Avete firmato un Piano di Azione e Coesione. Ve lo ricordate? Andate a guardare la scheda che avete firmato del Piano di Azione e Coesione: sui 400 milioni a disposizione per la Calabria, che erano dote di investimento per la Calabria, sapete quanti ce ne sono sul territorio calabrese per le risorse che voi avete firmato? Trecento: vi sono scappati 100 milioni! Non vi siete resi conto che avete regalato 100 milioni della dotazione infrastrutturale futura della Calabria! E per fare cosa? Per collegare la Calabria tramite la zona ionica e Metaponto alla Puglia, a Taranto, per investire sul corridoio ionico, un corridoio che per le Ferrovie è semichiuso – infatti è parzialmente chiusa la linea ionica, specie la notte e in determinati orari – e voi avete messo, quindi, la Calabria e Gioia Tauro a servizio del porto di Taranto.

Siccome è più oneroso il trasporto ferroviario del trasporto via cabotaggio, via mare, è evidente che state investendo indirettamente su Taranto, con buona pace di ogni valutazione economica e geopolitica. Quindi, con l’accordo del Piano di azione Sud, vi hanno fregato 100 milioni di euro e, subito dopo, avete messo 300 milioni a servizio della Puglia – complimenti! – e a servizio di Taranto, che è uno dei tre porti di transhipment di Italia, guarda caso, tutti nel Mediterraneo!

Vedete, c’è una responsabilità che si deve assumere – io sono d’accordo con il consigliere Orsomarso – però bisogna – come ha detto lui – studiare e questa credo che non sia una tradizione positiva negli ultimi anni nella Calabria. Responsabilità vuol dire che voi a metà anno avete fatto una delibera per tagliare il 52 per cento dei servizi automobilistici e non l’avete revocata. Avete fatto una battaglia per non far presentare al Partito democratico un emendamento talmente disponibile, talmente comprensivo, che era un biglietto da visita con il quale noi ci eravamo presentati in quest’Aula disponibili a ragionare, a confrontarci, a parlare di un fatto amministrativo.  Voi firmate di tutto, ma poi la delibera non l’avete revocata. Spero che il ministro Trigilia vi autorizzi, siamo d’accordo ad utilizzare quei fondi, ma contestiamo la metodologia nell’affrontare un problema, quando questo è già scoppiato ed è irrisolvibile con gli strumenti ordinari.

Non si può fare un bilancio in cui l’assessore ai trasporti non si accorge che ci sono sei mesi scoperti, come quando non si è accorto che non avevano fatto lo svincolo di Bagnara e se n’è accorto solo quando l’hanno inaugurato 10 chilometri più sopra! Guardate, è una cosa inimmaginabile questa! Su questo c’è un triste primato.

I bacini di traffico: avete disegnato dei bacini di traffico e avete avuto delle collaborazioni strepitose, su qualcuna ho presentato qualche interrogazione. A proposito, ho visto laureati in economia e commercio superare docenti universitari di trasporti e questa cosa per fare un Piano dei trasporti è sicuramente coerente. Tuttavia, su questi bacini noi abbiamo una valutazione differente e saremmo contenti di confrontarci in sede di Commissione su un bacino unico, come ha detto il consigliere Franchino.

Le Linee guida, è stato detto: “Da dodici anni non abbiamo il Piano regionale dei trasporti, noi finalmente abbiamo fatto le Linee guida”. Scusate, voi avete fatto le Linee guida il 28 gennaio 2013. Leggetele, perché, nelle Linee guida del 28 gennaio, avete scritto che avete riproposto le nostre Linee guida approvate nel 2009, vi dico pure la delibera, la numero 834 del 2009. La delibera numero 834 del 2009 sono Linee guida che hanno un’impostazione talmente avanzata, che sono state utilizzate come Linee guida da altre Regioni d’Italia. Chiaramente sbagliamo tutti, sbagliano tutti in Italia a vantaggio di una scienza che fatica a dimostrare il suo valore pratico, però è sicuramente superiore!

Ricordatevi che, senza quelle Linee guida, non avremmo potuto autorizzare la progettazione per la metropolitana di Cosenza, perché l’Unione europea richiede una programmazione su scala regionale per autorizzare le metropolitane, le infrastrutture.

Non discuto del fatto che siamo talmente in ritardo, che entro dicembre bisognerebbe rendicontare quei fondi, non so se riuscirete a completare la gara d’appalto; non discuto della metropolitana di Catanzaro, come potrei discutere di quella di Reggio Calabria, su cui non c’è nemmeno una progettazione e una scelta di massima; sarebbe, da parte mia, una provocazione!

L’assessore, anche in questa sede, ha ribadito una frase che gli sta a cuore o sta a cuore al suo ghost writer – ognuno di noi, se ce l’ha, non è mica un problema – , dice che le loro Linee -guida esulano da una visione tecnica ed esplicitano indirizzi politici, dopodiché dice che, però, non hanno i dati e stanno facendo le gare adesso. Quindi, hanno fatto delle Linee guida dopo di noi senza avere i dati e, giustamente, non sono delle Linee guida tecniche. Considero questo uno dei più grandi complimenti che sia stato fatto a una gestione politica, perché secondo me la Calabria ha bisogno di competenze tecniche, non di discussioni finalizzate al nulla.

Causa ritardo questa scarsa programmazione, ma voi sapete che quando nel 2009 con la delibera numero 834 abbiamo approvato ed erano vigenti le Linee guida e il documento strategico sui trasporti, successivamente abbiamo, da una parte, dato l’incarico per quello che è il cosiddetto Piano direttore – secondo la legge regionale, non si chiama Piano regionale dei trasporti, almeno nella terminologia aggiorniamoci, è la legge vigente della Regione Calabria, si chiama Piano direttore, poi ci sono i piani attuativi - , abbiamo approvato una delibera – andate a guardarvela – la numero 165 del 2010, che prevedeva, tramite l’utilizzo di risorse comunitarie ed approvava dei progetti, i cosiddetti progetti-pilota, per mettere da subito mano alla dinamica e ai problemi del trasporto pubblico locale. Una serie di obiettivi che sono stati esplicitati con i cosiddetti progetti-pilota - sarei molto contento che qualche giornale decidesse di pubblicarli - io, intanto e per sintesi, cito esclusivamente il titolo di questi progetti: mobilità sostenibile in accesso alle scuole, percorsi scolastici sostenibili, mobilità di emergenza negli edifici scolastici, realizzazione di interventi per il miglioramento dei tempi di evacuazione, eliminazione dei punti di maggiore incidentalità, i cosiddetti black spot, bus con alto livello di servizio per un trasporto urbano di qualità, redazione, adozione e attuazione dei piani urbani del traffico, servizi di bus a domanda, integrazione oraria e tariffe del sistema di trasporto pubblico, Calabria accessibile per tutti e diversamente abili, siti logistica.

Per intenderci e in poche parole, con questa delibera si sono approvati i progetti su questi obiettivi ed erano finanziati. Altro che ritardo! Qui parliamo della non conoscenza di quelli che sono atti esecutivi, delibere esecutive e finanziate che la Regione ha in mano.

Da questo punto di vista, è stato detto che su Ferrovie della Calabria i consiglieri Franchino o Guccione non si sarebbero alzati e non si sarebbero bruciati lì al centro dell’Aula per impedire quel provvedimento! Abbiamo già detto che noi, di certo, non lavoriamo per impedire che dei lavoratori mantengano il posto di lavoro, ma vorrei ricordare a chi è succeduto alla guida del dipartimento che tutte queste cose erano scritte in un documento, una relazione tecnica, che l’allora direttore generale aveva inviato formalmente all’assessore e a tutti gli assessori.

Quindi, la scelta di buttarsi dal balcone su Ferrovie della Calabria, cioè di non negoziare con un Governo il risanamento, è una scelta cosciente e rappresenta, secondo me, un grande problema per il futuro. Nell’interrogazione noi non abbiamo detto di tornare indietro, abbiamo detto di rinegoziare col Governo, perché oggi – come è stato detto – il Governo è ibrido, ci siamo anche noi, quindi forse un’attenzione alle cose, alle questioni e alle risorse per la Calabria, probabilmente, ci sarà.

Poi, andando velocemente, questa valutazione circa il debito – non ne parlo oggi, l’ho già detto che è abbastanza ridicolo che chi non avrebbe messo i soldi pagava. Chi ha i soldi e la sensibilità paga, ma vorrei dire anche al collega Orsomarso di andare a guardare, dico solo una parolina: “Fincalabra”; poi magari ne parleremo in qualche altra occasione del finanziamento, del pagamento, dei trasporti, di altri servizi, cosicché capiamo l’ultimo anno, l’anno scorso come sono stati pagati alcuni servizi, non per colpa di chi li ha gestiti, ma probabilmente per le scelte fatte.

Sulle Linee guida avete perso tre anni e le avete peggiorate rispetto alle precedenti. Perché sono peggiori? Non perché io sia innamorato delle precedenti, ma perché voi - parlando testualmente - avete sovrapposto i bacini del gommato ai bacini del ferro. Ma che razionalizzazione è, se invece di  eliminare le sovrapposizioni, fate due bacini differenti? Avete moltiplicato materialmente i costi, quando il dato fondamentale era l’integrazione del ferro con la gomma, a secondo della tipologia di utenza, cioè della quantità di traffico e poi, chiaramente, la scelta tra ferro, gomma o servizi a chiamata.

Su questo vi devo dire che io ho cambiato impostazione e opinione rispetto a quando sono arrivato, nell’anno e mezzo in cui sono stato assessore ai servizi al Trasporto pubblico locale, perché ho potuto constatare quanto fossero utili nella nostra regione certi servizi su gomma automobilistici, peraltro visto che le Ferrovie dello Stato hanno deciso di essere una forza nemica di occupazione e di sottrazione di risorse della Calabria.

Quindi, avete perso tre anni a rifare le Linee guida, non so quanto ci metterete a fare la traduzione esecutiva del Piano del trasporto pubblico locale, ma quello che serve è il Piano direttore e il Piano del trasporto pubblico locale, essenzialmente.

Intanto, noi abbiamo un problema che fa riferimento a quell’account ability di cui dicevamo prima. La legge numero 42 del 2009 ha previsto due elementi utili per il Sud - il resto è, purtroppo, un disastro, vi ricordate la legge sul federalismo fiscale? –: il primo è la perequazione infrastrutturale. Chiaramente, nessuno si è mai posto il problema di chiedere di creare un tavolo sulla perequazione infrastrutturale. Sarebbe grave che il Governo spendesse qualche soldo in più per il Mezzogiorno!

Il secondo punto su cui è intervenuta è di inserire materialmente i servizi di trasporto nei livelli essenziali delle prestazioni, tutelati dalla Costituzione e garantiti su tutto il territorio nazionale come i diritti sociali, che, tradotto, vuol dire che dichiarare ogni anno: “siamo riusciti a portare le stesse risorse al tavolo della divisione del Trasporto pubblico locale” è una pazzia, perché chiunque se ne intenda sa che nel Mezzogiorno c’è una quota di Trasporto pubblico locale storicizzata nei finanziamenti e nei trasferimenti dallo Stato che è inferiore alle esigenze ed allo standard dei servizi del resto del Paese.

Di conseguenza, una Regione illuminata che cosa dovrebbe fare? Dovrebbe rinegoziare, alla luce – e sarebbe veramente una risposta incredibile alla Lega – della legge sul federalismo e della perequazione infrastrutturale, la garanzia dei Lep, quindi il maggiore finanziamento dei servizi di trasporto. Ciò consentirebbe, chiaramente, alla Calabria di avere più risorse e di non dover bruciare le risorse di investimento dei propri figli e dei propri nipoti per mantenere un sistema che oggi, se non fosse mantenuto, determinerebbe il crollo della Calabria e la rovina di più di 5 mila famiglie.

Sul trasporto merci non dico nulla, potremmo fare un lungo elenco su quella che è la definitiva chiusura che si sta paventando di tutti i servizi, proprio in conseguenza di questo atteggiamento di Trenitalia, che è oltremodo oltraggioso anche per la logica dell’unitarietà del nostro Paese.

Voglio concludere con un invito: questo atteggiamento di resistenza e di guerriglia che il livello nazionale dell’ex azienda di Stato ha verso il Mezzogiorno non si combatte con le chiacchiere, ma con la competenza, con la capacità di portare al tavolo elementi di concreti e dati, una capacità di creare un’interlocuzione sostanziale, non con l’affermazione e il tentativo di condizionamento dei giornali, dei media o dei consiglieri in quest’Aula.

Non voglio intervenire sulle altre questioni, su Gioia Tauro, perché ne parleremo con dei focus specifici, quantomeno abbiamo il garbo e la correttezza della Vicepresidente che viene in Commissione e ha il buongusto di stabilire un dialogo sereno. Prendo atto che gli ultimi bandi della Regione sono andati deserti, così come prendo atto che si ragiona sui fondi di Gioia Tauro come per gli aerei di Mussolini; oramai se sommiamo tutti gli interventi previsti negli ultimi anni per quanto riguarda Gioia Tauro, c’è una cifra che non dico, perché è oggetto di uno studio di altri soggetti, ma che è scioccante. Poi non mi risulta che un euro sia stato speso! Quindi, realmente è come per gli aerei di Mussolini.

Non parlo dello Stretto né della situazione complessiva di alcune zone, per esempio, del cosentino, che sono in una situazione drammatica da questo punto di vista. Dico solo una cosa: se volete confrontarvi, ci confrontiamo con i dati; se volete che collaboriamo, siamo pronti; se volete fare da soli, sapete cosa mi ricordate? Consentitemi questa battuta finale: mi ricordate Linus, quando si scriveva in un foglio dietro le spalle “non seguitemi, mi sono perso anch’io”!

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Naccari Carlizzi.

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Grazie, Presidente. Assessore, rispetto al 2001, quando abbiamo discusso della distribuzione chilometrica da assegnare alle aziende, dissi che la questione dei trasporti diventava una sorta di Far West del ‘900, di inizio millennio.

Rispetto a oggi devo umilmente cospargermi la testa di cenere perché le cose che ci ha detto il consigliere Orsomarso sono una versione molto avanzata di analisi e di proposta del fenomeno dei trasporti.

Dopo gli interventi dei consiglieri Franchino e Naccari Carlizzi rimangono da fare considerazioni diverse su questo tema.

Vedete: un anno fa, lungo la tratta ferroviaria Rossano-Cariati morivano 6 rumeni travolti da un treno. Erano lavoratori che rientravano dal lavoro e sono morti perché viaggiavano su un furgone che non sappiamo se fosse abilitato al trasporto delle persone.

Tre-quattro giorni fa, alle 2,30 del mattino, un altro furgone con 7 cittadini rumeni si trasferiva da Rossano a Policoro per lavorare nei campi di coltivazione di quel territorio e, anche in questo caso, sarebbe servito il trasporto pubblico locale. Anche loro andavano a lavorare e, come noi, sono cittadini di questa terra, dopo l’avvento dell’ Unione europea. Ebbene anche loro sono morti tra le lamiere di un furgone che non si sa se fosse abilitato o meno a trasportare la gente.

Allora pongo all’attenzione di questa nobile Assemblea una riflessione di questo tipo: vogliamo continuare a discutere di un tema che domani diventerà come quello della sanità, se non interveniamo per tempo? Vogliamo discutere di questa forma di organizzazione dell’economia e dei trasporti calabresi in termini seri, di riflessione realistica del territorio, o vogliamo continuare come il citato Linus a dire che va tutto bene, che c’è solo qualche sommovimento da fare e poi si va avanti?

O, vogliamo, ancora, discutere delle difficoltà o degli eccessi che sono avvenuti nel passato? Credo che ad un certo punto dobbiamo avere la coscienza che molte cose sono cambiate rispetto al 2000 o al 2001, quando discussi, per la prima volta, il tema in Consiglio regionale perché è cambiata la Calabria e sono cambiati i bisogni, sono cambiate tante cose e non siamo adeguati ad affrontare i reali bisogni.

Lo sciopero dei giorni scorsi fa specie non tanto per il rischio dei lavoratori, di perdere il posto, che, essendo preoccupati entrano in sciopero ma più che altro perché ci sono realtà interne che con questa crisi non si possono muovere e sono rimaste bloccate nei loro paesi, magari c’è chi non è potuto andare a studiare, chi aveva un’analisi da fare e, non potendo avere la macchina propria, perché i costi della benzina sono elevati, ha bisogno del trasporto pubblico locale; magari qualcuno va ancora a lavorare col gommato ed ha bisogno di questo servizio che deve essere continuo e duraturo. Fa specie anche perché una economia di imprese regionali rischia di saltare perché ci rincorriamo durante il periodo elettorale, tu hai fatto questo, io ho fatto quello, tu sei stato incapace, io sono più capace e così via mentre non prendiamo mai il toro per le corna.

Ci lamentiamo che non abbiamo un sistema aeroportuale adeguato, che Trenitalia ci ha abbandonati, ci lamentiamo perché non abbiamo un sistema portuale adeguato alla complessità delle infrastrutture che abbiamo nel sistema portuale calabrese, che non utilizziamo le vie del mare e che non abbiamo il sistema del trasporto pubblico locale. Non esiste più un trasporto ferrato locale, sopravvive la linea del Tirreno ma quella Ionica è morta. E quegli 8 rumeni, sei una volta e due dopo, forse sarebbero sopravvissuti se avessero potuto andare alle 4 del mattino in una stazione e prendere il locale che va a Taranto e scendere alla stazione adeguata del paese dove andavano a lavorare e forse avrebbero avuto la vita salva. Qualcuno dirà che è una fortuna che non siano stati calabresi quelli che hanno avuto questo incidente, sono rumeni tanto non interessa a nessuno.

C’è un punto da assolvere, assessore, e le chiedo solo di attivarsi a predisporre un Piano regionale dei trasporti concentrato sul trasporto pubblico locale, in tempi brevissimi, che sani il passato ed organizzi, alla luce delle normative europee e nazionali, il trasporto in Calabria altrimenti, assessore, troveremo un Tavolo Massicci anche per il sistema dei trasporti ed in quel momento, anche nel sistema dei trasporti, i signori che abbiamo di fronte, molti dei quali sono imprenditori anche molto avanzati, probabilmente dovranno chiudere perché, quando i tagli saranno tanti e si sarà costretti a chiudere, non avremo più risposte adeguate.

Succederà come adesso che si muore in un paese dell’Alto Ionio perché non c’è il medico, né la guardia medica né l’assistenza di base e si muore perché si è soli. Così succederà anche nei trasporti.

Credo che abbiamo sentito anche cose importanti. Qualcosa avrebbe dovuto dirla anche la maggioranza e non affidarsi solo alla relazione tecnica del nostro assessore o solo alla lezione del neo docente di logistica di trasporto che abbiamo sentito dai banchi della maggioranza, con tutto il rispetto.

La politica rispetto ai numeri vale sempre, assessore, così come vale il bene collettivo rispetto ai numeri e noi dobbiamo ragionare nell’organizzare un Piano dei trasporti soprattutto alla luce delle modificazioni avvenute nella realtà calabrese.

In gioventù ho lavorato in un’azienda dei trasporti e mi ero anche appassionato al settore ma lì c’era un indirizzo: tutti andavano nella città capoluogo o nelle due-tre grandi città del territorio ma non c’era la circolarità degli spostamenti, la nascita di nuove realtà territoriali che significherebbe la rimodulazione del nostro sistema dei trasporti. Allora funzionavano le ferrovie, oggi no; oggi siamo in questa condizione e non è colpa né della maggioranza né della minoranza ma del fatto che siamo asserviti ad un sistema perverso che è il sistema dei poteri nazionali che ci condiziona.

Inutile dire “potenziamo Gioia Tauro perché Trenitalia sarà di supporto alla nostra regione”: sono sogni. E’ bastata l’interruzione dell’autostrada per un anno per far bypassare la Calabria dal sistema di comunicazione di mare da Salerno a Messina. In tantissimi usano i traghetti da Salerno o da Napoli verso la Sicilia senza passare più nemmeno dalla Calabria. Sottovalutiamo questo problema? Cosa significa per la nostra economia? Credo che oggi la giornata avrebbe dovuto sottolineare questo e non tranquillizzare gli operatori delle aziende di trasporto locale, non criminalizzare chi dirige in questo momento alcuni settori della nostra Calabria.

Non possiamo gloriarci delle Ferrovie della Calabria ma non perché abbiamo speso i fondi Fas per poterla regionalizzare, come diceva il consigliere Naccari Carlizzi.

Abbiamo distrutto un modello di collegamenti che le vecchie Ferrovie della Calabria, nel loro buonsenso e nell’adeguatezza del governo di quel territorio, davano come modello. Da Spezzano Albanese partiva un trenino che raggiungeva Lagonegro, attraversando la montagna, laddove il gommato non poteva arrivarci. C’era un treno che arrivava lì ed era una idea di società dei trasporti e non un’idea di speculazione.

Ora, assessore, dobbiamo riportare il nostro ragionamento nel suo Piano regionale, l’idea dei trasporti che sono un elemento fondamentale della Costituzione, della possibilità del cittadino italiano di poter circolare liberamente.

In questo senso, forse, oggi abbiamo fallito, perché non abbiamo capito quanto sia importante discutere dei trasporti.

Certo, potrebbero farsi delle proposte demagogiche, il biglietto unico regionale o agevolazioni di vario tipo ma, a cosa servirebbero? Assessore, credo che abbiamo un solo punto ed un solo ordine del giorno da approvare insieme: immediato via del Piano regionale dei trasporti.

Questo deve essere l’impegno dell’Aula; darsi anche dei tempi e non ricorrere i luminari che, magari, ci costeranno qualche denaro in più, ma avendo una interlocuzione con le imprese, con le province, con i comparti territoriali, con le aree interne, con le ex aree delle comunità montane, con l’idea che, se forniamo questa regione di un trasporto pubblico locale adeguato, ci saranno i risparmi energetici di cui parlava il consigliere Franchino, il risparmio dell’inquinamento del territorio e la possibilità che uno quando esce di casa e si mette sopra un mezzo pubblico – come si diceva una volta – sia sicuro di arrivare al proprio lavoro.

Ecco che ritorno alle parole con cui ho iniziato il mio intervento: si muore per assenza dei trasporti non perché si va nei night club o nelle discoteche da cui si esce ubriachi, ma la gente muore perché non ha la possibilità di avere un sistema di trasporto adeguato e quando non può farsi visitare o essere assistita. E così via.

Ringrazio l’assessore e il Presidente per l’attenzione. Credo che oggi ci siano parole da dire, ha fatto bene questo o quello ma solo l’impegno di scendere in campo, predisporre, si può usare una parola che non mi piace tanto, bipartisan, che possiamo pure accettare ma bisogna costruire un Piano dei trasporti che sia moderno ed adeguato per questa Regione.

PRESIDENTE

Possiamo ritenere concluso il dibattito sui trasporti. L’assessore ha seguito tutti gli interventi dei consiglieri ed ha preso appunti sulle diverse questioni che sono state poste.

A lui la parola, quindi, per la conclusione del dibattito e per rispondere a qualsiasi riflessione dei colleghi consiglieri.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Grazie, Presidente. Lo faccio con piacere perché, devo dire, che da parte di alcuni colleghi anche dell’opposizione  ho ascoltato con attenzione anche i loro interventi - ho anche colto uno spirito di collaborazione su alcuni punti e su alcuni temi, come il Piano regionale dei trasporti ma anche su altri, che fa ben sperare anche per il futuro delle nostre attività e dei nostri lavori. Come dicevo all’inizio, il comparto dei trasporti non è qualcosa che riguarda solo la maggioranza pur avendo noi, certamente, maggiori responsabilità.

Ho visto che alcuni colleghi tra i quali Franchino, Talarico, Guagliardi – cominciamo da qui – hanno parlato di questa delibera che prevede il taglio del 50 per cento dei fondi per i trasporti.

In effetti questa delibera c’è, è vera, esiste ed è ancora in vigore ma è una delibera, come abbiamo avuto modo di spiegare più volte – finalmente da più di qualche settimana è stato recepito – tecnica che ci ha consentito - senza la quale non sarebbe stato possibile - di erogare la trimestralità corrente altrimenti rischiavamo, pur avendo i fondi, di non poterla pagare.

Ormai le regole e le norme di bilancio sono molto diverse da quando il collega Naccari amministrava sia i trasporti sia il bilancio e le somme si potevano spostare come si volevano. Ricordo che egli è stato assessore di entrambi i settori e, diciamo, che c’era molta più duttilità da questo punto di vista.

Quest’anno le norme sono cambiate e se non c’è la reale copertura dei servizi previsti, il bilancio non dà l’ok all’approvazione della delibera; quindi per evitare che le aziende – ma diciamo la verità – più i lavoratori e gli utenti, abbiano dei problemi abbiamo cercato di trovare questa soluzione. Nessuno di noi, né della maggioranza, né il Presidente, né io ma nessun consigliere, può pensare che dal 1° agosto taglieremo il 50 per cento dei servizi per tutto il resto dell’anno. E’ stato un escamotage tecnico che ha portato subito dei risultati perché, in effetti, dopo pochi giorni la trimestralità è stata pagata.

Tra l’altro, per quanto riguarda i fondi di quest’anno ho detto, e ripeto, che mancano 30 milioni ma mancano da settembre in poi perché fino a settembre ci sono e da questo punto di vista ci può essere la massima tranquillità e serenità e l’abbiamo spiegato chiaramente ai sindacati dopo aver individuato una strada.

Abbiamo individuato una strada che, come ho detto all’inizio, è già intrapresa e ci consentirà non solo di recuperare questi 30 milioni, guardando con maggiore serenità all’anno prossimo, ma ci consentirà di fare investimenti che, come ricordava qualche collega, non abbiamo fatto. Ma chi è stato lì negli anni passati non mi pare abbia fatto tanti investimenti in questo settore.

Credo che questa sia la prima volta in cui mi rivolgo al passato, tra l’altro, perché non è mia abitudine dire che le responsabilità sono del passato ma, certamente, qualcosa in questo caso e in questa replica bisogna dirla.

Siamo d’accordo sul discorso di Trenitalia. Voglio dire che proprio qualche giorno fa ho scritto una lettera al Ministro delle infrastrutture e trasporti, Lupi, per informarlo ufficialmente – lui lo era già – della situazione che Trenitalia ha destinato al Sud ma, in modo particolare, diciamoci la verità, alla Calabria, sia per i trasporti a lungo raggio, quindi per le linee più dirette che vanno a Roma, a Milano quindi fuori regione, sia per i treni regionali.

Alcune situazioni non sono più accettabili e quindi ho pregato il Ministro di intervenire con forza con Moretti che, certamente, non ha a cuore né il Sud né la Calabria in modo particolare, e questo è ormai sotto gli occhi di tutti.

Tra l’altro lo era anche prima perché non mi pare che ci siano stati investimenti che, dal passato, stanno continuando in questo periodo, in questi anni, grazie all’azione che la precedente Giunta magari aveva fatto.

Quindi, da questo punto di vista se “mal comune è mezzo gaudio” in questo caso è una tragedia, purtroppo, non c’erano prima e non ci sono nemmeno adesso.

Ho scritto, dicevo, una lettera al Ministro per dire con forza che c’è bisogno di un suo intervento autorevole sull’amministratore unico Moretti affinché si ricordi anche del Sud perché l’Italia non è solo da Napoli o a Roma in su, non c’è solo l’alta velocità che è apprezzabilissima ma sicuramente il Sud va tenuto in grande considerazione anche in base al fatto che, avendo momentaneamente sospeso il discorso che riguarda il ponte sullo Stretto di Messina, credo che avremo un ulteriore danno; infatti, non essendoci questa grande opera, sarà difficile che si facciano anche altre strutture collegate. Proprio per questo abbiamo bisogno che ci siano degli investimenti sul nostro territorio affinché l’alta capacità ferroviaria non sia un miraggio o solo qualcosa che possa interessare da Salerno in su ma anche Calabria e Sicilia che hanno veramente bisogno di essere collegate al resto dell’Italia

Anche gli interventi fatti per l’ammodernamento della tratta di cui diceva il collega Naccari Carlizzi, con cui abbiamo fatto un favore a Taranto, non mi pare che da Taranto i mezzi vengano verso giù e quindi se movimentiamo questa tratta e l’ammoderniamo con questi fondi facciamo un favore – come è giusto che sia – ma non è un favore è qualcosa di giusto al porto di Gioia Tauro.

In genere le merci non vengono in Calabria da Taranto, ma dal porto di Gioia Tauro devono andare verso il nord, verso l’Europa e quindi anche questo collegamento è importantissimo ed anche il lavoro che si sta facendo.

Il bando é pronto e mi auguro che ci siano delle buone partecipazioni. La Vicepresidente Stasi ed il Presidente stanno seguendo la costruzione del gateway ferroviario su Gioia Tauro; questo finalmente darà la svolta al porto ed inoltre c’è bisogno anche di questi collegamenti, dell’ammodernamento della linea. Quindi, altro che favore a Taranto!

Se poi dobbiamo restare sempre isolati anche da questo punto di vista, questa è una scelta che certamente non condividiamo.

E così come siamo stati sempre critici con Rfi, lo siamo stati fino a qualche tempo fa anche con Anas e, per quanto mi riguarda, sono uno tra i più critici di quelli che si è interfacciato con Anas ma non si può negare che negli ultimi due anni la situazione sia cambiata. Se dobbiamo possiamo anche negarlo.

Non sono un estimatore di Ciucci, non lo ero, ma negli ultimi due anni la situazione è completamente cambiata e l’autostrada sta arrivando al termine, esclusi quei 58 chilometri che devono essere finanziati.

Anche su questo ci vuole un’azione comune di tutti i parlamentari, del Consiglio regionale, del Presidente della Giunta, che già c’è stato, e di tutti noi, col Governo nazionale, affinché venga finanziato quest’altro tratto di 58 chilometri che manca al vero completamento dell’autostrada.

Diciamoci la verità: al di là dell’ironia che il collega Naccari faceva sul convegno dell’altro giorno, dopo i tanti problemi che l’Anas ha creato  al turismo, in questa occasione, quando si viene a dire che entro la fine di luglio saranno aperti quasi tutti i cantieri e che rimarranno solo 11-12 chilometri su tutto il tratto e nemmeno in una stessa zona ma su diversi tratti, credo che questo sia un segnale importante da portare anche all’esterno.

Se poi dobbiamo farci male da soli dicendo che è tutto negativo, facciamolo pure, lo abbiamo fatto anche in passato e continuiamo a farlo ma credo che, sicuramente, da questo punto di vista, invece, sia stata un’azione di marketing importante, utile per far capire agli italiani che, rispetto all’anno scorso, rispetto a due-tre anni fa, la situazione della viabilità, per quanto riguarda l’autostrada, certamente è cambiata. Da questo punto di vista l’incontro ad Altafiumara andava certamente in questa direzione.

Poi su Ferrovie della Calabria, l’ho detto all’inizio, mi fa piacere che, proprio oggi, oltre ai colleghi che condividono la nostra impostazione, anche il collega Naccari Carlizzi, già assessore ai trasporti ed al bilancio, parli, proprio lui di quando molti fondi destinati nel passato a Ferrovie della Calabria siano stati destinati ad altre cose. Ha contribuito ad indebitare ancor di più quell’ente che abbiamo salvato. Noi volevamo che venisse risanato, certo, dal Governo nazionale ma quando il Governo ci ha imposto l’out-out si trattava di scegliere o prendere così o far fallire la società. E noi non ce la siamo sentita di fronte ai calabresi, di fronte ai lavoratori e di fronte a quelli che usufruiscono di questo servizio.

Ci rendiamo certo conto che per la Regione Calabria è stato uno sforzo notevolissimo perché 65 milioni di euro destinati agli investimenti – e questo è vero – li abbiamo dovuti destinare al salvataggio di questa società. E’ vero, ma al contempo voglio vedere chi di voi avrebbe avuto il coraggio di mandare 850 famiglie per strada, di interrompere un servizio, di bloccare tutta la società con tutto l’indotto che dà e con i servizi a livello regionale.

Noi questo coraggio non l’abbiamo avuto. Abbiamo sbagliato? Va bene. Dico di no, il Presidente della Giunta sicuramente dice di no, così come tutta la Giunta e la maggioranza e devo dire la gran parte dei colleghi dell’opposizione.

Non abbiamo sbagliato, perché in quel momento storico non c’era altro da fare, eravamo con le spalle al muro tra far fallire la società e prenderla in questo modo; abbiamo ricevuto 20 milioni di euro che certamente non sono tanti ma che da subito come liquidità sono serviti a dar ossigeno a questa società.

E’ quello che è successo in Campania dove sono stati utilizzati i fondi Fas che, però, non hanno salvato molte società. E quando i fondi Fas li utilizza il Piemonte, che fino a qualche settimana fa era considerata una Regione virtuosa, che ha chiesto di utilizzarli proprio nel settore dei trasporti, e l’hanno già detto tutti i Presidenti delle Giunte, nessuno escluso, al nuovo Governo Letta ed ai vari ministri, si è detto che la situazione dei trasporti in Italia è insostenibile.

Non lo dice la Calabria, lo dice la Toscana, la Lombardia, il Piemonte e lo dicono tutte le altre Regioni del Sud. Allora significa che il problema c’è e quando alcune Regioni tra cui la Campania, la Sicilia ed il Piemonte utilizzano i fondi Fas non lo fanno perché vogliono dilapidare queste risorse. Lo fanno perché c’è un emergenza, una necessità e un’urgenza alle quali non si può derogare, vista la riduzione dei fondi.

Già adesso, dalla settimana prossima, chiederò al Presidente della Giunta che abbia a non rinnovare, certamente da quel che ho sentito, l’incarico al direttore generale Laganà per la parte che riguarda me ed anche all’ingegnere Pavone, che abbia la cortesia di dimettersi perché se dopo tre anni che siamo lì ed era tutto pronto – come diceva il collega Naccari – per fare le cose, non ho capito cosa avete fatto in questi anni.

Era tutto pronto per esser fatto, il Piano era fatto, debiti non ce n’erano, era tutto preparato e cosa avete fatto? Niente? Anche lo stesso collega Orsomarso che ha parlato prima di me, il collega Naccari Carlizzi ha usato un termine “noi diciamo fandonie”.

Consentitemi di dirlo, le fandonie le ha dette lui, che ha lasciato 25 milioni di euro di debiti, quelli dei contratti 2008, 2009 e 2010 che noi stiamo cercando di ripianare con una legge regionale ed abbiamo fatto solo il 2008, questo l’ho detto all’inizio perché le risorse non sono bastate.

Chi ha lasciato questi 25 milioni in questi anni? Altro che pagare in tempo e nei termini.

Su questo tema avevo avuto all’inizio – e molti colleghi l’hanno anche ribadito – un approccio collaborativo ma, quando si vengono a raccontare queste cose, non possiamo star zitti perché i debiti dei contratti del 2008, del 2009 e del 2010 sono certificati, collega Franchino.

Questa Giunta e questa maggioranza hanno dovuto fare una legge regionale per ripianarli, non lo sto dicendo io. C’è una legge regionale e noi siamo riusciti a pagare solo un anno alle aziende che sono qui presenti perché i fondi non ci sono. Diciamo allora le cose come stanno. Se vogliamo far polemica siamo tutti bravi, io forse meno perché per carattere non sono molto portato ma se mi ci metto anche io riesco a farla.

Diciamo le cose come stanno: c’è la difficoltà, ci sono i problemi e quindi o ci impegniamo tutti e cerchiamo di risolverli oppure la Calabria andrà a picco.

L’abbiamo detto per quanto riguarda la sanità, lo stesso vale per l’emergenza ambientale e per i trasporti che, come ricordava il collega Orsomarso, sono prioritari per la regione, specialmente in questo momento di grande disoccupazione.

Stiamo portando avanti un’azione di razionalizzazione e di risanamento ma anche di investimenti perché, come dicevo, su questi fondi che andremo a realizzare e su cui il Governo ci darà il via libera, c’è una parte che va verso gli investimenti e quindi avremo anche un qualcosa di utile da questi fondi e per migliorare i nostri servizi sul territorio.

E poi, se il Piano regionale fosse stato fatto e se le Linee guida fossero state pronte, perché, alla fine, non sono state approvate? Il Piano regionale la volta scorsa? Qui mi rivolgo ai colleghi che l’hanno citato e che coinvolgerò anche nella discussione e nella preparazione perché il Piano regionale dei trasporti non è di Fedele o di Scopelliti ma della Calabria e c’è bisogno di tutti.

I colleghi dell’opposizione sanno che tutte le volte che sono stato chiamato ad intervenire in situazioni locali di comuni e di sindaci per dialogare con loro e per parlare, per migliorare la situazione, mi sono sempre prestato e presentato perché è giusto che sia così. I trasporti non sono miei e non sono di nessuno ma sono di tutti. In questo momento non so se è una fortuna ma, per quanto mi riguarda non la chiamo così, il fatto di seguire questo settore ma indubbiamente è un qualcosa che riguarda tutti.

Il Piano dei trasporti non è qualcosa che si scrive chiusi all’interno dell’assessorato, ma prevede una serie di norme che hanno bisogno di tempi, di consultazioni, di ascolto, di norme e di accertamenti scientifici che vanno inseriti al suo interno.

Non è solo fare la strada di Bagnara o di Longobucco, non è quello il Piano dei trasporti. Il Piano dei trasporti è quello che deve dare le prospettive e che, in questo momento, grazie alle Linee guida, già in qualche modo, ci siamo dati grazie anche alla quasi approvazione del Piano direttore al quale seguirà il Piano regionale dei trasporti.

Ci sono dei tempi, infatti, che non dipendono solo da noi ma bisogna farli in certo modo anche scientificamente altrimenti rimarrà qualcosa di scritto, un blocco di carta messo in un cassetto che non servirà a nessuno. Non vogliamo che succeda questo come in qualche modo, in parte, è successo per quello vecchio.

Dico di cercare di collaborare in questa fase e questo dibattito è stato utile.

Ho apprezzato i colleghi che dicono che vogliono anche collaborare e discutere di questo tema, perché no? Ricordo anche che lo diceva qualche altro collega, il collega Tripodi mi pare, di fare una giornata di discussione. Ma perché no? Quando vengono delle idee positive sono e siamo i primi ad accettarle ma quando vengono dette delle cose che non rispondono alla realtà da chi le ha create, consentitemi di dire che questo non lo possiamo accettare.

Andiamo avanti nella discussione procedendo e seguendo due fasi: quella dell’emergenza che certamente c’è e va seguita con gli interventi nazionali, con gli interventi del Governo affinché approvi questa norma e con i fondi che mettiamo a disposizione e quella del futuro, della programmazione, perché altrimenti presi dall’emergenza, purtroppo, siamo costretti a non poter seguire queste cose.

In questa occasione voglio approfittare per ringraziare i sindacati e le forze sociali con cui ci siamo confrontati ed hanno sempre capito – loro forse più di noi – che il momento è difficile in cui tutte le forze sindacali confederali non hanno mai messo da parte il loro sostegno verso la nostra azione.

Ci siamo confrontati e lo voglio dire alle aziende che, pure in momenti di difficoltà, pur avanzando tanti crediti dal passato, sono in sofferenza. Questo lo capiamo e stiamo cercando di lavorare ma anche loro hanno accolto il nostro invito che è stato quello, prima di tutto, di far i servizi ma non licenziare nessuno.

In questi anni non è stato licenziato nessun dipendente del pubblico o del privato e questo va a merito anche dei sacrifici che hanno fatto i sindacati ma anche le aziende.

Ci possiamo scontrare anche per altre cose, ci possono essere cose che non condividiamo e su cui c’è un dibattito continuo e quindi anche incontri quasi quotidiani con l’Anav, con l’Astra che sono anche da questo punto di vista molto ben attrezzati ed organizzati. Ma non bisogna negare le cose che in effetti sono state fatte: non hanno licenziato nessuno in questi tre anni ed è un fatto che voglio rimarcare qui in Aula perché in un momento di grande difficoltà e crisi queste cose vanno sicuramente dette.

Mi avvio alla conclusione, anche perché si è fatto tardi. Accetto il dialogo ed il confronto, l’ho sempre fatto, è anche mio costume, se ci sono delle proposte positive, discuterne insieme e portarle avanti, specialmente quello che sarà il progetto dei trasporti per il futuro della nostra regione e quindi il Piano regionale ma anche la prossima legge regionale che ci sarà e che organizzerà anche l’azienda regionale che non abbiamo e che dobbiamo realizzare.

Anche lì i suggerimenti saranno ben accetti in Commissione ed in Consiglio perché é giusto che sia così. Ma se dobbiamo metterci a discutere o a dire alcune cose che non stanno né in cielo né in terra permettetemi di dire che non sono d’accordo.

Voglio ringraziare anche i colleghi che sono intervenuti oggi, quelli della maggioranza che mi hanno sempre sostenuto in questa azione e in questo momento difficile.

Diciamo la verità, in questo difficile momento ho sempre avuto vicino il mio capogruppo, tutto il gruppo e tutta la maggioranza e, devo dire, anche alcuni colleghi della opposizione che sono stati molto garbati perché bisogna lavorare tutti insieme e senza strumentalizzazioni.

Indubbiamente, in un momento di grande difficoltà, in un settore difficile e strategico per la nostra regione vogliamo che ci sia il contributo di tutti.

Noi la nostra parte la faremo in ogni caso e ci auguriamo che anche gli altri possano fare una relazione comune, rivolta al Governo nazionale per l’incremento delle risorse, che è un discorso più generale, ma anche per le cose che riguardano la nostra regione in particolare si possa lavorare insieme.

L’occasione in questo momento è buona con questo Governo, lo dicevo all’inizio, ma dobbiamo lavorare insieme per raggiungere risultati.

Se alla fine di questa legislatura avremo raggiunto dei risultati, se alla fine di questa legislatura i trasporti funzioneranno, non bene, ma un po’ meglio, il merito non sarà certamente solo mio ma sicuramente di tutti. Grazie.

PRESIDENTE

Con l’intervento dell’assessore Fedele si è concluso il dibattito sul sistema dei trasporti pubblici locali e quindi possiamo proseguire la seduta di Consiglio col prossimo punto all’ordine del giorno.

Antonino DE GAETANO

Presidente, chiedo la parola sull’ordine dei lavori.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Presidente, a nome mio e dei colleghi Guccione e Giamborino, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE

Il consigliere De Gaetano, chiede la verifica del numero legale.

Prego, consigliere Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, scusi, intervengo a proposito della richiesta che ha fatto il collega De Gaetano per chiedergli di soprassedere perché credo che ci sia una motivazione che spinge in questa direzione.

Nella Conferenza dei capigruppo che si è tenuta qualche giorno addietro, collega De Gaetano, in cui abbiamo deciso su una sorta di ulteriore assunzione di responsabilità nel dare tutti il via libera ad una riunione di Consiglio - che è quella in corso - che si svolge in un giorno non previsto perché, lo vorrei ricordare, anche approfittando della presenza degli organi di informazione, credo che in 42 anni di regionalismo non si è mai verificata una riunione di Consiglio regionale in un giorno immediatamente prefestivo, il sabato.

Questo perché nell’ambito della Conferenza dei capigruppo abbiamo tutti ravvisato l’inderogabile e assoluta necessità di procedere anche a questo surplus di lavoro finalizzandolo a quello che è stato l’oggetto dei lavori, Presidente. Vale a dire il dibattito ampio ed articolato sulle problematiche dei trasporti che – lo diceva bene l’assessore Fedele – non può non appartenere ad una sola parte politica ma è un elemento di condivisione totale e assoluto rispetto anche a quelle che sono state le criticità del passato.

Quando parlo di criticità del passato, vedete, non intendo le criticità ereditate dalla precedente gestione ma le criticità di 40 anni di regionalismo. Ecco perché adesso, fra l’altro, abbiamo due punti all’ordine del giorno importanti perché credo sia assolutamente necessario una sorta di ulteriore assunzione di responsabilità, un surplus di responsabilità rispetto alle cose che ognuno di noi dice quando è al di fuori della massima Assemblea regionale, che è il Consiglio regionale. Vale a dire che non vorrei si adottasse quel motto in base al quale si predica bene e si razzola male nel senso che abbiamo la necessità, considerando che è anche un ordine del giorno, che la presenza dell’assessore al ramo, Salerno, rende ancora più concreta, pratica, pragmatica.

Naturalmente parliamo dell’ordine del giorno che investe il futuro lavorativo degli stagisti rispetto ai quali unanime, ripeto, è stata la condivisione, anche in precedenza.

Così come abbiamo anche un provvedimento che – lo vorrei ricordare – è passato all’ unanimità in Conferenza dei capigruppo perché si ravvisa l’assoluta necessità di poter dare risposte anche rispetto a questo particolare argomento che da qui a poco dovremmo discutere; ecco perché lo chiedo, in maniera sommessa, al collega De Gaetano che ha parlato in nome e per conto di altri colleghi. L’invito è esteso anche agli altri colleghi che, attraverso il consigliere De Gaetano, si sono resi promotori della verifica del numero legale perché vi è una eccezionalità rispetto alla quale credo che nessuno possa tirarsi indietro.

Ecco perché inviterei il collega a non considerare consequenziale la richiesta che ha fatto un attimo fa.

PRESIDENTE

Consigliere De Gaetano, il consigliere Chiappetta chiedeva se può soprassedere su questa richiesta visti gli argomenti importanti.

Antonino DE GAETANO

Ovviamente, apprezzo il tono ed il garbo del collega ma vorrei ricordare sommessamente che in quest’Aula abbiamo chiesto prima di poter discutere un ordine del giorno e di votarlo e la maggioranza ce lo ha impedito.

Per un fatto di galateo istituzionale dovreste imparare a rispettare l’opposizione. Il compito della maggioranza è garantire il numero legale; se in questo momento non ne siete capaci, è una vostra responsabilità.

La prossima volta, quando l’opposizione, responsabilmente, chiederà di votare un ordine del giorno che riguarda gli interessi calabresi potrete bocciarla e lo potete fare. Invece, non ci avete fatto nemmeno discutere.

Questa sua richiesta, che è garbata ed apprezzabile dal punto di vista dei toni, non la possiamo purtroppo accettare. Quindi chiedo al Presidente di mettere all’ordine del giorno la verifica del numero legale.

PRESIDENTE

Consigliere Pacenza, può procedere con la chiama.

Salvatore PACENZA, Segretario Questore ff.

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Prima della proclamazione del risultato chiamo i capigruppo al banco della Presidenza.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Comunica l’esito della verifica del numero legale: presenti 16; assenti 34.

Constatata la mancanza del numero legale, ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento, sospendo la seduta per un’ora.

 

La seduta sospesa alle 17,10 è ripresa alle 18,10

PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale necessario per poter continuare i lavori tolgo la seduta, la prossima sarà convocata a domicilio.

 

La seduta termina alle 18,11

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Caligiuri, Caputo, Dattolo, Loiero, Magarò, Mirabelli, Morrone, Principe, Serra.

(Sono concessi)

Annunzio di proposta di legge e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2012 (Delibera G.R. n. 154 del 29.04.2013)” (P.L. n. 466/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – se pur in attesa della parifica da parte della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di legge regionale

In data 30 maggio 2013 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul supplemento straordinario n. 1 del 7 giugno 2013 al Bur n. 11 dell’1 giugno 2013:

legge regionale 30 maggio 2013, n. 26, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio)”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 16 maggio 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 2 del 24 maggio 2013 al Bur n. 10 dell’16 maggio 2013:

<<Regolamento regionale n. 5 del 16 maggio 2013, concernente: “Regolamento di organizzazione: procedure e criteri per le nomine e le designazioni di competenza della Giunta regionale nelle società e fondazioni a partecipazione regionale con esclusione di quelle afferenti al sistema sanitario”>>.

In data 3 giugno 2013, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 1 del 7 giugno 2013 al Bur n. 11 dell’1 giugno 2013:

<<Regolamento regionale n. 6 del 3 giugno 2013, concernente: “Modifiche ed integrazioni al Regolamento regionale del 28.6.2012, n. 7 <Procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009, s.m.i> così come modificato dal Regolamento regionale n. 2 del 19 marzo 2013”>>.

Interrogazioni a risposta immediata

Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la vertenza dei lavoratori stagionali del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Tirrenici del Cosentino, ente attualmente in gestione commissariale, vede la particolare situazione di disagio del personale stagionale addetto ai servizi di irrigazione e di bonifica;

gli operai stagionali del Consorzio di Bonifica Valle Lao vengono da oltre vent'anni illegittimamente assunti con contratti a termine, "rinnovati" di anno in anno senza alcuna certezza;

la maggior parte dei dipendenti ha promosso causa contro il Consorzio per il riconoscimento del diritto alla conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato e il Tribunale di Paola ha accolto e riconosciuto le loro istanze disponendo I' assunzione a tempo indeterminato;

il Consorzio non ha ottemperato alle sentenze emesse e, inoltre, quest'anno, adducendo giustificazioni di carattere finanziario, ha addirittura previsto un "piano di riduzione di spesa", determinando così oltre che tagli evidenti alle giornate lavorative del personale stagionale e alla retribuzione anche il mancato accesso a forme di "integrazione" salariale, nonché la diminuzione dei servizi resi al territorio e agli utenti consorziati -:

al di là del problema dell'inottemperanza alle sentenze che verrà opportunamente trattato in sede giudiziaria, per quanto sopra descritto , cosa intende fare la Regione Calabria per dirimere la vertenza in modo da restituire serenità e sicurezza ai lavoratori e alle rispettive famiglie.

(371; 31.05.2013)

Naccari Carlizzi, De Gaetano, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere – premesso che:

con legge regionale n. 13 del 17 agosto 2005 (collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l'anno 2005), su proposta di emendamento dei consiglieri regionali Demetrio Naccari Carlizzi, Antonino De Gaetano e Antonio Borrello è stata istituita l'UU.OO di Cardiologia Interventistica- Cardiochirurgia presso l'Azienda Ospedaliera B. M.M. di Reggio Calabria;

con successivo atto è stata autorizzata la costituzione di un "Centro Cuore" per la cura di tutte le patologie cardiovascolari (cardiochirurgia, Cardiologia clinica, Cardiologia interventistica, Cardioanestesia);

la struttura è stata costruita, completata e consegnata da cinque mesi per un costo di 13 milioni di euro;

l'A.O. di Reggio Calabria ha cofinanziato l'opera con un contratto di leasing per le attrezzature;

il finanziamento è diventato operativo nel 2008, utilizzando risorse nell'ambito dell'art. 20 per l'edilizia sanitaria;

la stessa è composta da due sale operatorie che costituiscono il blocco operatorio, 10 posti letto di terapia intensiva e 10 posti di blocco di degenza e si sviluppa su una superficie di circa 3000 mq;

la struttura è dotata di strumentazioni di tecnologia biomedica tra le più avanzate;

l'A.O. sopporta un costo, strumentazioni comprese, di 100 mila euro di leasing al mese;

l'utenza ospedaliera cittadina e provinciale subisce, nel caso in cui sia necessario un intervento d'urgenza di cardiochirurgia, una grave limitazione del diritto alla salute, soprattutto nei casi in cui non sono sufficienti le tecniche dell'Emodinamica mettendo a rischio la vita dei cittadini sopportando il trasporto al presidio ospedaliero di Catanzaro;

la migrazione sanitaria dei reggini verso altre strutture extraregionali registra una spesa annua pari 20 milioni di euro;

da mesi la Calabria assiste ad uno stucchevole confronto tra gli organi di Ateneo di CZ e la Presidenza circa il trasferimento della cardiochirurgia o di parte di essa a Reggio Calabria arrivando ad ipotizzare una triplicazione delle strutture regionali su cui si rincorrono voci di una richiesta già inoltrata al Ministero -:

quali provvedimenti intende adottare il Presidente - Commissario ad acta per rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l'avvio e la fruizione dell' UU.OO di Cardiochirurgia a Reggio Calabria;

se non intende più logico localizzare l'eventuale terza Cardiochirurgia a Cosenza;

quali atti intenda produrre per scongiurare quello che appare come un danno erariale tramite, il pagamento del rateo mensile, pari a 100 mila euro ,del contratto di leasing;

quali controlli intende attivare per verificare e sanzionare, eventuali responsabilità.

(373; 31.05.2013)

Guagliardi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

da anni, nella Piana di Sibari, territorio ad elevata vocazione agricola e già caratterizzato dalla presenza di importanti insediamenti colturali, soprattutto di agrumi, olive ed orto-frutta, insiste il grave problema della scarsità di acqua per uso irriguo;

in data 31 maggio 2013 non si è ancora provveduto alia distribuzione dell'acqua di irrigazione in contrada Lattughelle, Permuta, Corsi e Piano Scafo, ricadenti nel Comune di Cassano allo Ionio;

il problema è sostanzialmente determinato dall'inadeguatezza della rete irrigua del Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, la cui realizzazione risale al lontano 1960;

esiste da diversi anni un progetto per la realizzazione ex novo della rete irrigua del Consorzio di Bonifica citato, ma, allo stato, i lavori di realizzazione non sono ancora iniziati;

i cittadini e gli operatori agricoli del territorio lamentano la perdita dei prodotti delle colture per mancanza di acqua, cosa che, a tutt'oggi, non appare risolvibile attraverso semplici lavori di rattoppamento dell'impianto, bensì soltanto con la realizzazione della nuova rete -:

quali sono le azioni poste in essere per l'immediato ripristino della distribuzione dell'acqua dì irrigazione in suddette contrade;

quale è lo stato d'attuazione del progetto per la realizzazione del nuovo impianto della rete irrigua.

(374; 3.06.2013)

Principe, Naccari Carlizzi, Guccione, De Gaetano, Scalzo, Adamo, Sulla, Franchino, Ciconte, Maiolo, Amato, Giamborino. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere - premesso che:

in data 31 Dicembre 2012 è scaduto il piano di rientro e i risultati insufficienti hanno determinato la proroga dello stesso e del commissariamento della sanità calabrese;

il termine utile del 10 maggio, fissato nell'ultima riunione del tavolo Massicci, per la presentazione del piano operativo per la riprogrammazione del piano di rientro è abbondantemente superato, senza che la Regione producesse alcunché nonostante i formali solleciti dei Ministeri;

il Consiglio regionale e la competente commissione consiliare sono spogliati nell'esercizio della propria competenza sulla programmazione, per cui il futuro piano operativo diventa una decisione arbitraria del Governo regionale.

il decreto legislativo 174/2012 e il d.lgs. 149/2011 impongono la sostituzione del Governatore, nella qualità di commissario ad acta, nel caso di Regioni come la Calabria che abbiano applicato per due esercizi finanziari consecutivi l'aliquota addizionale Irpef massima e, nel contempo non abbiamo adempiuto agli obblighi temporali del piano di rientro, i cui inadempimenti vengano riscontrati in sede di verifica annuale dagli organismi ministeriali;

tali condizioni si sono ampliamente verificate nella Regione Calabria;

le aziende sanitarie non hanno attuato le prescrizioni del piano di rientro, operando arbitrariamente e difformemente dai provvedimenti del commissario ad acta, in particolare in ordine alla ricollocazione di personale in esubero derivante dalle riconversioni dei presidi ospedalieri;

si registra un cortocircuito tra il direttore generale del Dipartimento, che invita i direttori delle aziende ad attribuire validità provvisoria alle nomine dei direttori di distretto, e i sub commissari che con atto formale (prot. 173448 del 23 Maggio 2013), invece, chiariscono come non sia prevista nella legislazione vigente l'istituto dell'incarico provvisorio;

non è stato emanato alcun decreto riguardante la ridefinizione della rete territoriale il che rende assolutamente incongruo tutto il riassetto delle reti di cui al decreto 18;

non è stato emanato alcun decreto attuativo delle disposizioni del decreto 18 relative alla rete di emergenza-urgenza, con ciò lasciando scoperto un settore fondamentale dell'assistenza, in particolare in Calabria la cui orografia e viabilità rende estremamente difficile ogni trasporto;

si continuano ad omettere le sanzioni richieste dal tavolo Massicci, da oltre un anno, per i direttori generali che hanno effettuato assunzioni in violazione del blocco del turnover attivo ope-legis per tutta la durata del commissariamento;

il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale e che mirava a stabilizzare i precari della sanità, mettendo a forte rischio i livelli essenziali di assistenza;

si continua a non dare risposta ai Ministeri che hanno chiesto da oltre un anno la revoca dell'art. 40 della l.r. 47/2011;

si perpetua la storia dei finanziamenti alle case di cura per il trattamento delle post-acuzie e di tali finanziamenti, promessi in campagna elettorale, non si vede ombra mettendo con ciò a rischio, non solo centinaia di posti di lavoro, ma anche il corretto percorso assistenziale per i pazienti che continueranno, se le condizioni economiche lo consentiranno, ad essere costretti ad emigrare, per completare il ciclo assistenziale;

taluni direttori generali, sanitari ed amministrativi non possiedono i requisiti previsti dalla legge o versano in condizioni di palese incompatibilità;

la gestione commissariale ha sinora utilizzato soltanto 180 mln dei 420 ricevuti dal mutuo trentennale (rateo di 30 mln annui) a causa dell'incapacità delle aziende di ricognire e certificare i crediti. Tale situazione cozza con le difficoltà delle imprese ed evidenzia criticità gestionali inaccettabili nelle aziende sanitarie;

le contabilità delle Asp e delle Ao suscitano perplessità in quanto non hanno contabilizzato le partite contrattuali verso i dipendenti e gran parte dei crediti verso i professionisti esterni. In alcuni casi, come in quello dell'azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, le sopravvenienze passive come rilevato dai revisori e dall'advisor, non sono state registrate nei bilanci in quanto prive di validazione;

nell'ASP di Cosenza si consumano comportamenti alquanto "impropri", nel settore del contenzioso e della liquidazione a case di cura;

la corte dei conti, nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica presentato al Senato, mette in luce la grave situazione di crisi in cui versa il comparto della sanità in Calabria sottolineando il peggioramento della qualità dell'assistenza, la mancata erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza ed una forte criticità nelle politiche di prevenzione, nella gestione economica e finanziaria del Piano di Rientro e dei deficit annuali che hanno accresciuto il debito complessivo, nella mancata predisposizione di una rete ospedaliera equilibrata sull'intero territorio e delle strutture territoriali, nella gestione del turn-over per l'area medica;

il Direttore Generale del Ministero della Salute Bevere insieme all'Ispettore Capo dell'Ispettorato Generale sulla Spesa Sociale Massicci hanno consegnato alla Commissione Igiene e Sanità del Senato una relazione impietosa da cui emergono i ritardi e le inadempienze della gestione commissariale che portano al collasso del sistema sanitario calabrese -:

il Presidente della Giunta regionale anche nella qualità di commissario ad acta sui punti citati.

(375; 31.05.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:


la Regione con legge del 26 febbraio 2010, n. 11 ha introdotto un sostegno economico a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro;

in particolare per perseguire gli obiettivi della legge, è prevista l'istituzione di un fondo regionale di solidarietà finalizzato all'erogazione di un contributo una tantum non tassabile a titolo di assistenza sociale;

l'erogazione del contributo e la operatività della normativa è condizionato alla emanazione di un regolamento di attuazione da emanarsi parte della Giunta regionale entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge;

il suddetto regolamento, che definisce le modalità per la presentazione delle domande di contributo, è stato definito solo in data 1 aprile 2012 con la conseguenza che le somme stanziate in bilancio per gli anni 2010 e 2011 sono venute meno;

per l'annualità 2012, alla luce di quanto previsto dal suddetto regolamento, la domanda di ammissione ai contributi, per gli eventi avvenuti dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2011, doveva essere presentata al Dipartimento n. 10 «Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione, Cooperazione e Volontariato entro il termine perentorio di 60 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del regolamento sul BUR della Regione Calabria, termine che andava a scadere il 06/06/2012, mentre le domande relative agli incidenti verificatesi dopo la data del 31 dicembre 2011 potevano essere presentate entro l'I marzo dell'anno successivo all'evento;

l'erogazione dei contributi, sempre secondo il regolamento approvato, è disposta con decreto dirigenziale del dipartimento 10 entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda o in caso di risorse insufficienti entro 60 g. dalla data di pubblicazione della graduatoria degli aventi diritto;

per l'annualità 2012 il bilancio di previsione della regione Calabria ha previsto sull'apposito fondo regionale per le vittime sul lavoro uno stanziamento di euro 101500,00 sull'UPB 6.2.01.02 ,capitolo 62010210, a cui va aggiunta la somma ulteriore di euro 200.000,00 prevista in sede di assestamento del bilancio del consiglio regionale approvato nella seduta consiliare del 3 agosto 2012 che dispone "che una quota parte dell'avanzo di amministrazione risultante dal rendiconto del bilancio autonomo del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2011, è restituita, nel corso dell'esercizio finanziario 2012, al bilancio della Giunta regionale per essere accertata e riscossa al capitolo 3601101 (UPB 3.4.03) dello stato di previsione dell'entrata ed essere destinata, dal lato della spesa, al finanziamento per euro 200.000,00 al finanziamento del fondo di solidarietà per le famiglie delle vittime di incidenti mortali sul luogo di lavoro di cui alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 11, da allocare all'UPB 6.2.01.02 (capitolo 62010210) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2012;

in ragione del regolamento approvato e della relativa copertura finanziaria numerosi soggetti beneficiari dei contributi secondo i dettami della legge approvata hanno presentato richiesta allegando i documenti richiesti nei termini previsti dalla normativa regionale;

nonostante il tempo trascorso per la relativa istruttoria, a tutt'oggi l'erogazione dei contributi non è stata attivata, tant'è che i beneficiari interessati e I' associazione di categoria ANMIL hanno richiesto dei chiarimenti al Dipartimento il quale non ha fornito alcun riscontro tant'è da far temere che anche per l'annualità in corso le risorse previste in bilancio non siano state impegnate;

la preoccupazione dei soggetti beneficiari nasce dalla circostanza che il periodo per la relativa istruttoria, secondo quanto previsto dal regolamento, sia stato abbondantemente superato senza che le richieste siano state riscontrate con il timore legittimo che le risorse stanziate sull'apposito fondo regionale siano stati stornate illegittimamente;

la Calabria è la regione il cui dramma delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro incide notevolmente sulle statistiche nazionali, numerose sono le famiglie interessate alla concreta applicazione della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum, potrebbe contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa di un contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi -:

in quale stato trovasi l'istruttoria presso il Dipartimento 10 della regione riguardante le richieste di erogazione dei contributi per l'annualità 2012 e afferente al Regolamento Regionale 2 aprile, 2012 n. 1 (Regolamento di attuazione per interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro, ai sensi della Legge regionale n. 11 del 26 febbraio 2010);

se le risorse finanziarie previste in bilancio per l'annualità 2012 sull'apposito fondo regionale e meglio indicate in premessa siano state regolarmente impegnate e i tempi previsti per l'erogazione dei contributi di cui al regolamento di attuazione;

in caso contrario quali eventuali omissioni siano stati poste in essere, anche alla luce di quanto disposto in sede di assestamento di bilancio del consiglio regionale;

quali iniziative in ogni caso si intendono intraprendere per garantire la necessaria copertura finanziaria e l'immediata erogazione dei contributi in ragione delle risorse stanziate nell'annualità 2012 sul fondo regionale a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro.

(376; 03.06.2013)

Guccione, De Gaetano, Adamo, Giamborino. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta. Per sapere – premesso che:

il riparto del fondo sanitario regionale avviene secondo criteri che non garantiscono una quota procapite uguale per tutti i cittadini calabresi e che in particolare la provincia di Cosenza nel riparto delle risorse del Fondo Sanitario Regionale ha ricevuto nell'anno 2011 oltre 42 milioni di euro in meno rispetto a quanto le era dovuto e che la stessa cosa si è ripetuta per l'anno 2012 con oltre 40 milioni di euro in meno rispetto alle altre Provincie della Calabria;

anche per quanto riguarda gli erogatori sanitari privati per la specialistica e laboratori la distribuzione delle risorse ha fortemente penalizzato la provincia di Cosenza;

in provincia di Cosenza vi sono undici strutture sanitarie private che versano in una situazione economica veramente difficile, sia a causa dei mancati pagamenti da parte dell'Asp, sia per le scelte penalizzanti del commissario Scopelliti nel riparto delle risorse del fondo sanitario regionale e tutto ciò rischia di mettere a repentaglio gli stipendi e, addirittura, i posti di lavoro di ben settecento dipendenti;

l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), nonostante le numerose richieste degli assistiti, in provincia di Cosenza non è ancora operativa e le risorse finalizzate alla sua attivazione restano disimpegnate da mesi;

i tre ospedali "spoke" della provincia di Cosenza (Castrovillari, Rossano-Corigliano e Paola-Cetraro) ad oggi non hanno ancora attivato i posti-letto per acuti previsti nei decreti ( 733 posti per acuti meno della metà attivati) del Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di Rientro, che diversi reparti funzionano con meno della metà dei posti-letto previsti che, a loro volta, per mancanza di medici e paramedici, rischiano di essere ridimensionati o, addirittura, chiusi definitivamente;

al 31.03.2012 sono stati chiusi ben 17 ospedali senza che preventivamente siano stati potenziati i servizi sanitari territoriali e che, ancora ad oggi, non sono stati realizzati 13 Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) o Case della Salute ( nella provincia di Cosenza - San Marco A., Mormanno, Lungro, Trebisacce, Cariati, Praia a Mare), che rimangono ancora disegnati solo sulla carta;

all'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza si registra una grave carenza di personale medico e paramedico: mancano 150 medici sui 579 previsti, 260 infermieri su 960, 50 tecnici-radiologi su 168, 125 operatori socio-sanitari su 240 con grave pregiudizio per i servizi ospedalieri che dovrebbero essere erogati e garantiti da un presidio "Hub" e che grazie al personale medico e paramedico in servizio che si sottopone a turni massacranti non vengono chiusi alcuni reparti;

la spesa per l'immigrazione passiva dei cittadini calabresi che si recano fuori dalla nostra regione per curarsi nell'anno 2012 è cresciuta fino a raggiungere la somma di circa 250 milioni di euro;

con Decreto 24/13 è stato adottato l'Atto Aziendale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza in netto contrasto con quanto previsto dal 'Tavolo Massicci" che ha chiesto alla Regione Calabria di adottare tempestivamente un documento di aggiornamento delle linee-guida regionali per l'adozione di atti aziendali che dovranno recepire le osservazioni ministeriali e siano coerenti con l'atto complessivo di programmazione di tutte le reti assistenziali, anche al fine di poter permettere alle aziende del Servizio Sanitario Regionale di poter adottare i relativi atti aziendali -:

si chiede alla S.V. di sapere quali iniziative immediate, urgenti e tempestive si intendono mettere in atto per porre fine alla penalizzazione della provincia di Cosenza che subisce i maggiori tagli nei servizi sanitari e riceve meno risorse di quelle previste e che tale situazione non garantisce l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in maniera uniforme su tutto il territorio regionale con il rischio di mettere a repentaglio la vita dei cittadini.

(377; 4.06.2013)

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera della Giunta N. 57 del 8/3/2013, pubblicata all'albo pretorio in data 11/3/2013, il Comune di Catanzaro, senza gara pubblica, ha approvato uno studio di videosorveglianza della Città, affidando l'incarico di realizzazione del sistema ad una società israeliana, con mandato al comandante della Polizia Municipale di Catanzaro di "attivare i procedimenti necessari per il finanziamento dell'intervento presso i competenti uffici regionali';

il servizio di che trattasi prevede tra l'altro la collocazione di 900 telecamere per l'importo di oltre 23 milioni di euro;

avverso tale decisione alcune associazioni, portatori di interessi collettivi e superindividuali, e singoli cittadini residenti nella città di Catanzaro, hanno chiesto l'annullamento al Tar dell'atto con cui il Comune di Catanzaro ha inteso istituire il servizio sopracitato;

i ricorrenti fanno notare come l'affidamento del servizio sia avvenuto in violazione delle norme che regolamentano gli affidamenti pubblici, per mancanza di gara ad evidenza pubblica, e in totale violazione della diritto alla privacy della comunità catanzarese;

quest'ultima contestazione si basa sul fatto che la realizzazione dell'opera andrebbe, senza alcun motivo di sicurezza plausibile, a mettere la città e l'intera comunità catanzarese sotto costante controllo e sorveglianza;

la città di Catanzaro è città sostanzialmente sicura, in cui non c'è il rischio di attentati terroristici, né è apprezzabile un tasso di criminalità a livelli elevati.

ad ogni buon conto, non è dato capire cosa abbia spinto la Giunta Comunale di Catanzaro ad adottare l'atto di che trattasi, con cui si è deciso di affidare direttamente, per l'importo di oltre 23 milioni di euro, ad una società israeliana un servizio militare d'i videosorveglianza di cui non solo la città e la comunità catanzarese non ha alcun bisogno, che, peraltro è evidentemente lesiva della riservatezza e della privacy dei cittadini;

nella delibera è specificato che ogni e qualsiasi successivo atto avverrà soltanto ad avvenuto incasso da parte della Regione Calabria della somma occorrente per la realizzazione -:

se si è a conoscenza della richiesta di finanziamento alla Regione Calabria di un progetto di videosorveglianza nel Comune di Catanzaro, per un importo di oltre 23 milioni di euro alla cui realizzazione interverrebbe una società con sede in Israele;

se non sia il caso di respingere una tale richiesta di finanziamento stante l'inutilità, la lesività e l'esosità dell'opera di che trattasi.

(378; 4.06.2013)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:

da anni si assiste, ad uno scenario scolastico sempre più inquietante e sempre più ripetitivo, in relazione al drammatico status quo vissuto dal mondo dell'istruzione e dell'integrazione scolastica della disabilità. Scenario drammatico, determinato dall' insicurezza, dalla emergenza in termini di diritto scolastico per tutti gli utenti siano essi alunni, famiglie e docenti, il tutto a causa dei continui e indiscriminati tagli, operati dal M.I.U.R, che nel tempo hanno generato condizioni di disagio sociale e inadempienza. Tale situazione negativa si acuisce e si riverbera anche in termini di disservizio ed inefficienza in materia di sicurezza, a causa dell'abbattimento dei limiti ex lege sulla densità di affollamento nelle classi, nell'ambito delle diverse istituzione scolastiche del territorio nazionale e, in particolare, della Regione Calabria e della provincia di Reggio Calabria;

opera nel territorio per tutelare i diritti dei più deboli e crede nel valore e nella funzione della scuola pubblica, per quanto riguarda la Regione Calabria e la suddivisione della dotazione organica nelle province calabresi, esprime la sua preoccupazione, indignazione, disapprovazione e sgomento di fronte alla carenza di legittimità e trasparenza nella pubblicazione degli atti e delle procedure adottate dall'Amministrazione in materia di attivazione delle unità di sostegno e di assegnazione della relativa dotazione dei docenti ai territori province in rapporto al numero degli alunni disabili in possesso di regolare certificazione clinica. L'esperienza, i monitoraggi e le contrazioni organiche di sostegno registrate dalle istituzioni scolastiche della Provincia di Reggio Calabria, denotano inaccettabili discrepanze nella ripartizione del relativo contingente tra le province calabresi che si perpetuano da circa cinque anni a danno del territorio reggino. Difatti, sulla base delle ore legittimamente richieste dalle scuole (in virtù delle certificazioni di disabilità rilasciate dall'A.S.P. n. 5) e quelle assegnate dal competente USR di cui in intestazione, risulta che, nella predetta Provincia, il rapporto minimo, nell'organico di sostegno, tra docenti e alunni disabili con certificazione ex art. 3, comma 1, L. 194/92) si attesta sull'assurdo coefficiente minimo di 1/4, per arrivare in molti casi a 1/5 e in qualche caso ad 1/6; a differenza di Reggio Calabria, invece, nelle province di Vibo Valentia e Catanzaro il rapporto docente e alunni disabili è 1/le 1/2 . Ci si chiede quale offerta formativa e quali vantaggi possano trarre un alunno disabile con 3 ore settimanali di sostegno e il rispettivo docente. Inoltre, esistono casi di alunni disabili, in stato di gravità con certificazione ex art. 3, comma 3, L. 104/92) ai quali non è stato riconosciuto il rapporto 1/1, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80/2010. Altri alunni disabili (con certificazione ex art 3, comma 1, L. 104/92 o con DPCM 185/2006) non godono dell'insegnamento individualizzato, perché la certificazione, perviene con ritardo o non vengono attivati i relativi posti in deroga;

la L. 244/2007 (finanziaria per il 2008) stabilisce che, il contingente dell'organico di sostegno, va distribuito equamente dal MIUR alle varie Regioni e che lo stesso sia ripartito tra le province nella consistenza del 70% in l'organico di diritto, ed il 30% in l'organico di fatto. Tale normativa nella Regione Calabria, fin dall'A.S. 2007/08, non è mai stata rispettata, principalmente, in relazione alla quota dell'organico di diritto, come si evince dei dati di seguito riportati: il contingente di posti dei docenti di sostegno della Regione Calabria è in totale di 3701 posti, ripartito in 2865 posti in organico di diritto, (comma percentuale di 77,41%) e 836 in organico di fatto, (con una percentuale di 22,55). L'ATP di Catanzaro ha un contingente di docenti di sostegno totale medio di 660, così ripartito: 599 posti in organico di diritto (con il 90,75%), 61 posti in organico di fatto (con il 9,25%); l'ATP di Cosenza ha un contingente totale medio di 1220, così ripartito 920 organico di diritto (con il 75,40%), 300 in organico di fatto (con il 24,60%); l'ATP di Crotone ha un contingente totale medio di 305 così ripartito, 249 organico di diritto (con l'81,63%), 56 organico di fatto (con il 18,37%); l'ATP di Reggio Calabria ha un contingente totale medio 1171, cosi ripartito 771 organico di diritto (con il 65,84%), 400 in organico di fatto (con il 34,16); l'ATP di Vibo Valentia ha un contingente totale medio 346, così ripartito 326 organico di diritto (con il 94,21%), 20 in organico di diritto (con il 5,59) in organico di fatto. Come si può costatare dai valori riportati, che sono quelli dei decreti ufficiali diramati dall'USR Calabria, l'organico di diritto dell'ATP di Reggio Calabria si attesta su una percentuale del 65%, quelli di Vibo Valentia e Catanzaro superano il 90%. Se si prende in esami il numero degli alunni disabili e le immissioni in ruolo degli insegnanti di sostegno, negli ultimi 4 anni, della Regione Calabria, si evince che c'è una discrepanza assurda tra gli insegnanti di sostegno immessi in ruolo nelle Province di Vibo Valentia e Catanzaro e quelli immessi a Reggio Calabria. Difatti, la media d'assieme, negli ultimi quattro anni, del numero di alunni disabili, delle province di Vibo Valentia e Catanzaro, è di circa 1400 ,in queste due province, sono stati immessi in ruolo 221 docenti di sostegno, mentre nella provincia di Reggio Calabria, con la media di 2250 alunni disabili, sono stati immessi in ruolo solo 134 docenti di sostegno. Nell'anno in corso (2012/13), su un totale di 92 posti dati alla regione Calabria per l'immissione in ruolo degli insegnanti di sostegno, all'ATP di Reggio Calabria sono stati assegnati solo 12docenti,mentre all'ATP di Catanzaro 36 docenti;

gli alunni con disabilità hanno diritto al riconoscimento di un rapporto individualizzato con l'insegnante specializzato nell'attività di sostegno nella misura indicata dalle certificazioni medico­collegiali (L. n. 104/92, D.P.C.M. n. 185/2006) rilasciate dalle competenti commissioni dell'ASP n.5della Provincia di Reggio Calabria nonché dalle relative Diagnosi Funzionali, Profili Dinamici Funzionali e Piani Educativi Individualizzati;

avendo preso visione della C.M. n. 10 del 2013, prot. N. 727, sulla consistenza 21/03/2013 delle dotazioni organiche del personale docente per l'A.S. 2013/2014, la quale alla tabella E, colonna A, attribuisce alla Regione Calabria n. 2.865 posti di sostegno (come gli anni precedenti) e recando, altresì, esplicito riferimento alla recente sentenza n. 80 emanata in data 22/02/2010 dalla Corte costituzionale, la quale ha risolto la questione generata dalla parte dall'art. 2, comma 413, della legge finanziaria n. 244/2007, che avendo fissato un tetto massimo al numero di docenti da nominare annualmente nell'organico di fatto del sostegno vietando, conseguentemente, la possibilità di assegnare ore aggiuntive e violando il diritto del soggetto disabile in apprendimento al rapporto 1/1 (docente/alunno) derivante dalla certificazione di gravità ed evidenziando, inoltre, che la stessa Corte Costituzionale ha sottolineato come l'integrazione sia un diritto costituzionalmente garantito per gli alunni disabili e prevale sul diritto erariale dello Stato, realizzandosi, precipuamente, tramite assegnazione di un contingente di docenti sulla base delle "effettive esigenze" di ciascuno e non secondo un rapporto medio nazionale;

avendo preso visione di quanto esplicitamente menzionato nella C.M. di cui sopra, che recita in riferimento alla citata sentenza n. 80/2010 "La declaratoria di incostituzionalità del comma 414, dell'art. 2 della legge n. 244/2007 non è estesa alla parte della norma di cui è previsto che la datazione dell'organico di diritto dei docenti di sostegno deve essere progressivamente rideter­minata, nel triennio 2008-2010, fino al raggiungimento, nell'anno scolastico 2010/11, di una consistenza pari al 70% per conto del numero dei posti complessivamente attivati nell'anno sco­lastico 2006/07";

avendo preso visione della medesima C.M. n. 10/2013 della raccomandazione circa la costituzione di classi delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità, formate secondo i criteri e i parametri di cui all'art. 5del Regolamento sul dimensionamento (D.P.R. n. 81/2009) "Nel senso di limitare, per quanto possibile, in presenza di grave disabilità, la formazione delle stesse con più di 20 alunni";

avendo preso visione del D.DG. del U.S.R. per la Calabria Prot. N. 4605, recante data 05/04/2013 per la Calabria e pubblicatosi sito Internet della predetta Amministrazione scolastica in data 09/04/2013 , nel quale vengono assegnati alla Provincia di Reggio Calabria n. 788 unita di sostegno e viene specificato letteralmente "Sono ammesse compensazioni tra i contingenti di organico relativi a diversi ambiti di scolarità, con esclusione della scuola dell'infanzia, in relazione alle esigenze presenti nel territorio, fino alla concorrenza della dotazione complessiva assegnata a ciascuna provincia";

tale dotazione organica (n.788 posti) del contingente di diritto del personale di sostegno risulta insufficiente, inadeguata ed iniqua, in quanto la stessa è stata aumentata , esclusivamente di numero 17 unità di sostegno e, altresì, illegittima in considerazioni delle determinazioni assunte dall'U.S.R. per la Calabria nel passato (n. 771 posti di sostegno cristallizzati nei precedenti DD.GG. per gli anni scolastici 2009/10; 2010/11; 2011/12; 2012/13) a fronte di una consistenza numerica di alunni con disabilità di circa 2.258 (secondo i dati diffusi dalla stessa Amministrazione nell'A.S. corrente) e sottolineando l'ingiustizia perpetrata nei confronti del territorio provinciale reggino che emerge limpidissimamente, laddove si rivela che: alla provincia di Catanzaro, a fronte di circa n. 883 alunni (secondo i citati dati) sono stati assegnati n. 592 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla provincia di Cosenza, a fronte di circa n. 1919 alunni (secondi i citati dati), sono stati assegnati n. 905 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla provincia di Crotone, a fronte di circa n. 454 alunni (secondo i citati dati), sono stati assegnati n.254 docenti (con D.DG. del 09/04/2013); alla Provincia di Vibo Valentia - unica provincia che non ha subito decurtazioni rispetto all'A.S. 2012/13; a fronte di circa n. 476 alunni (secondo i dati citati), sono stati assegnati n. 326 docenti (con D.DG. del 09/04/2013);

si tratta di una consistenza numerica inferiore al 70% previsto ex lege (come già dimostrato in passato) in quanto Reggio Calabria costituisce la provincia con il maggior numero di alunni disabili e ha un coefficiente docenti/alunni irrisorio che si attesta, attualmente, su 2,9023, a differenza principalmente delle Province di Vibo Valentia e Catanzaro il cui coefficiente docenti/alunni si attesta rispettivamente, per Vibo Valentia ini,46012 e per Catanzaro in 1,491554, circa la metà; mentre le province di Cosenza e Crotone hanno un coefficiente docenti/alunni rispettivamente di 2,12044 e l,78740. Considerando che con l'organico di diritto la media nazionale è di 1 docente ogni 2 alunni, si nota subito l'imparzialità e la discrepanza che esiste tra le province calabresi -:

come e quando intendono procedere al fine di:

vigilare sull'operato del competente USR per la Calabria e di vagliare la tempestiva applicazione di ogni procedura necessaria all'attivazione dei posti per il contingente di sostegno secondo le effettive esigenze degli alunni disabili appartenenti alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della provincia di Reggio Calabria, a procedere ad una ragionevole, ponderata e giusta ripartizione del contingente di sostegno, in particolar modo nell'O.D. (Organico di Diritto), tra le province calabresi, considerando la peculiarità di ciascuna ed avendo riguardo nei confronti della consistenza numerica della popolazione scolastica e del tasso di precariato dei docenti, a tutelare l'interesse concreto degli utenti, nel rispetto dell'impianto normativo descritto ed in relazione alle documentate e numerosissime ipotesi di violazione di legge e di diritto soggettivo all'istruzione a all'inclusione scolastica. Si voglia, altresì, revocare ogni atto o provvedimento che possa ledere ulteriormente i diritti soggettivi e gli interessi legittimi degli stessi minori e docenti di sostegno.

(380; 07.06.2013)

Interrogazione a risposta scritta

Naccari Carlizzi, Maiolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

all'art. 14 comma 5 della L.R. 11/2004 è previsto che "in ogni caso il mancato raggiungimento dell'equilibrio economico determina automaticamente la decadenza dall'incarico" del Direttore Generale;

il D.lgs. 502/1992 al comma 6 dell'art. 3-bis prevede la verifica da parte della Regione dei risultati aziendali conseguiti e il raggiungimento degli obiettivi di cui ai comma 5 entro i 18 Mesi dalla nomina di ciascun Direttore -:

quali provvedimenti ha assunto o intende assumere il Commissario ad acta, anche nella qualità di Presidente delia Giunta, nei confronti dei Direttori Generali che non hanno adempiuto agli obblighi previsti dalia normativa nazionale e regionale vigente in relazione all'equilibrio economico, aziendale;

quali Aziende Sanitarie ed Ospedaliere hanno approvato, nei termini previsti dalla normativa vigente, i bilanci di esercizio (previsione e consuntivi) per gli anni relativi al periodo per 2009/2012 ed in caso contrario quali provvedimenti sono stati assunti nei confronti dei DD.GG inadempienti.

(372; 31.05.2013)

Interrogazione a risposta orale

Giamborino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nelle Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria prestano servizio circa 80 Psicologi, figure professionali impiegate nelle mansioni proprie e trasferite alle A.S.P. Dalla Regione Calabria, che da anni lottano affinché siano riconosciuti i loro diritti giuridici, economici e di progressione professionale;

l'iter del loro trasferimento ha generato incomprensioni, rimbalzi di competenze, anomalie amministrative e contrattuali, tra le A.S.P. ed Ente Regione Calabria sinora non risolti, creando grande sconcerto a danni ai suddetti psicologi;

i suddetti professionisti, laureati in psicologia ed iscritti all'Ordine degli Psicologi e Psicoterapeuti della Calabria, sono regolarmente in servizio, in qualità di Psicologi sin dal 1980, negli Enti Locali seguendo l'evoluzione dei servizi socio-sanitari in Italia;

in base alla L.R. 57/90 i suddetti psicologi divenivano dipendenti a tempo indeterminato della Regione Calabria ed erano assegnati funzionalmente alle A.S.P. Nel 1993;

successivamente la Regione Calabria con Decreto Dirigenziale del 10/03/2008 - Dipartimento n. 7 Organizzazione e Personale- operava anche il trasferimento giuridico del suddetto personale nelle stesse A.S.P. in cui già prestavano servizio funzionalmente;

il suddetto personale sanitario laureato continua a svolgere realmente il lavoro di Psicologo, impegnato nelle strutture delle A.S.P. al servizio dei pazienti ricoverati o ambulatoriali, al pari degli altri psicologi aziendali ma, ingiustamente, sottopagato e sottostimato;

i suddetti psicologi svolgono da decenni un lavoro utile e necessario alle A.S.P, con esperienza professionale ed elevata competenza da valorizzare, contribuendo nel contempo alla produttività aziendale -:

quali determinazioni urgenti la Regione Calabria intenda adottare per completare positivamente l'iter procedurale del trasferimento giuridico dei suddetti psicologi dalla Regione Calabria alle Aziende Sanitarie Provinciali, al fine di ribadire più correttamente la qualifica professionale già espressa nel trasferimento funzionale e per disciplinare in maniera chiara i rapporti tra gli Enti;

quali interventi la Regione Calabria intenda intraprendere affinché le Aziende Sanitarie Provinciali, amministrazioni cessionarie dei suddetti psicologi laureati, procedano con urgenza al loro inquadramento nella posizione a loro maggiormente corrispondente ed alle mansioni di psicologo realmente svolte, nel quadro della disciplina legale e contrattuale applicabile dall'amministrazione di destinazione.

(379; 05.06.2013)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che

il Tribunale di Vibo Valentia è attualmente fortemente limitato a svolgere le proprie attività per la grave carenza di organico;

le attività degli Uffici della Procura della Repubblica sono affidate a soli 4 (quattro) magistrati rispetto ai 6 (sei) assegnati, in quanto 2 (due) di essi sono destinati agli Uffici del GIP e del GUP;

codesto Tribunale opera in un territorio ad alta ed invasiva presenza 'ndranghetista;

la mole dei procedimenti civili e di quelli penali, in particolare quelli riguardanti reati contro la tutela e la salvaguardia dell'ambiente, è di gran lunga superiore alla media nazionale;

autorizza la Giunta regionale:

a farsi promotrice delle necessarie iniziative istituzionali affinché il Governo nazionale, il Parlamento della Repubblica ed il Consiglio Superiore della Magistratura possano, delle relative e rispettive competenze, attivare le soluzioni idonee ed adeguate a promuovere il potenziamento degli organici e, dunque, garantire che lo svolgimento dell'attività della giurisdizione si svolga senza limitazioni e lungaggini.

(90; 5.06.2013) Giamborino

Il Consiglio regionale

il Santuario-Basilica di Paola è stato ed è il cuore spirituale, il centro di eccellenza della devozione a San Francesco di Paola;

la sua vitalità da oltre cinque secoli ha da sempre affascinato l'uomo nella ricerca dell'assoluto;

la comunità che in esso vive, sulla scia dello stesso San Francesco, resta il luogo privilegiato ed un punto di incontro e un anello di congiunzione tra Dio e l'uomo;

il messaggio del Santo di Paola, nonostante sia vissuto nel 15° secolo, continua ad essere attuale ai nostri giorni, in una società come quella odierna nella quale Egli apparirebbe, forse, come uno di quei giovani che non accettando le regole e le convenzioni, si fa promotore di riconciliazione, testimoniando la propria attenzione ai problemi della Calabria, raccogliendone le ansie della gente oppressa dalle vecchie e nuove angherie, che mortificano l'essere umano dal punto di vista morale, spirituale e materiale;

è ancora forte e vivo il richiamo di San Francesco nella direzione dello stare insieme agli altri, di riconciliarsi e di riconciliare, di dire la verità con coraggio, di farsi carico dei bisogni comuni e di difendere la giustizia;

l'uomo di oggi, nonostante rincorra il mito dell'autosufficienza e sembra essere concentrato su se stesso ed i sui suoi bisogni, in realtà avverte l'esigenza di andare oltre questa direzione, nella ricerca di qualcosa di più profondo e che in questo San Francesco di Paola indica la via con un forte richiamo all'interiorità e non all'intimismo, dicendo a tutti che per ritrovare se stessi , per rispondere al bisogno di felicità che c'è in ognuno, bisogna percorrere la strada del deserto, inteso non solo come luogo fisico, ma come stile di vita fondato su valori ampiamente riconosciuti e condivisi;

anche nell'ambito sociale l'insegnamento di San Francesco di Paola continua ad avere un ruolo specifico da svolgere, visto che tutti ci stiamo rendendo conto di come sia impossibile che la nostra civiltà sopravviva ai ritmi di sviluppo che le stiamo imponendo, avvertendo il bisogno di costruire sulle ceneri della realtà consumistica una nuova civiltà che si fondi sull'essenziale, sul rispetto della natura e delle sue risorse, sul riconoscimento che le attese dell'uomo non sono soddisfatte solo dall'appagamento dei bisogni materiali;

San Francesco di Paola ci indica la via per conseguire la liberazione, una delle aspirazioni più profonde dell'uomo contemporaneo, che oltre ad esprimersi in forme politico-sociali, va oggi assumendo un significato più ampio, esprimendo il bisogno di un mutamento del cuore dell'uomo, della rottura dei meccanismi oppressivi che insidiano l'uomo dal di dentro e che sono poi causa di tutte le oppressioni e le violenze che i deboli subiscono nel corso della storia, quando ci invita a distaccarci dai nostri egoismi e dalle nostre paure per conseguire quella libertà totale, nella quale l'incontro con l'altro diventa liberante;

tantissime sono le cose che San Francesco di Paola ha in comune con noi uomini di oggi, visto che indica a tutti noi un cammino di purificazione, che è liberazione dai vincoli temporali e materiali, per affrancarci dai condizionamenti che derivano dai beni del mondo e renderci liberi di vivere in piena comunità, solidarietà e fratellanza con gli altri. Un messaggio universalmente riconosciuto e che lo ripropone a noi oggi, uomini del XXI° secolo, come nostro contemporaneo;

autorizza la Giunta regionale:

a farsi promotrice, presso la Conferenza Episcopale Calabra, delle necessarie iniziative istituzionali al fine di promuovere la formulazione di un invito ufficiale a Sua Santità Papa Francesco a visitare la Regione Calabria ed in particolare il Santuario-Basilica di San Francesco di Paola. La visita di Sua Santità darebbe una gioia immensa ai Calabresi e permetterebbe al Santo Padre di riaffermare e sottolineare la forza e l'attualità del messaggio testimoniato con la propria vita da San Francesco di Paola.

(91; 05.06.2013) Giamborino

Risposta scritta ad interrogazione

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con D.D.G. n. 99 del 29/03/2013, sono state approvate le direttive generali per la disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e non generale;

le predette direttive generali disciplinano all'articolo 4 i criteri di scelta da seguire per il conferimento degli incarichi dirigenziali;

l'articolo 5 al paragrafo 1 nel disciplinare le procedure di conferimento dell'incarico prevede che il Dipartimento competente rende conoscibili, mediante pubblicazione, per un periodo non superiore a 15 giorni riducibile a soli 7 giorni nei casi di urgenza i posti dirigenziali disponibili per la copertura;

sempre l'articolo 5, al paragrafo 3, attribuisce al Presidente della Giunta regionale, oltre che all'Assessore al personale, il potere di individuazione dei candidati all'incarico di dirigente generale, mentre tale potere di individuazione viene attribuito all'Assessore al personale, oltre che al dirigente generale per il conferimento degli incarichi dirigenziali di livello non generale;

lo stesso articolo 5 al paragrafo 10 stabilisce che l'incarico di dirigente generale è conferito dal Presidente della Giunta regionale con proprio Decreto "previa deliberazione della Giunta regionale assunta, su proposta dell'Assessore al personale, previo parere motivato dello stesso Presidente";

il paragrafo 11 dell'art. 5 prescrive che il conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale sono conferiti "dal Dirigente Generale, previa deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale previo parere motivato del Dirigente generale del Dipartimento" -:

se il termine non inferiore e 7 e non superiore a 15 stabilito dal paragrafo 10 dell'articolo 5 stabilito per la presentazione delle domande di conferimento delle funzioni dirigenziali non sia palesemente insufficiente per assicurare quella necessaria trasparenza (tra l'altro non si prevedono altre forme di pubblicità) al procedimento di conferimento delle funzioni dirigenziali;

se le stesse direttive non lascino eccessiva ed irragionevole potere discrezionale di scelta dei candidati laddove e non si prevede quella necessaria valutazione comparativa dei titoli posseduti basata sull'apprezzamento oggettivo soprattutto delle qualità professionali possedute dagli aspiranti, come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, nonché la giurisprudenza amministrativa, escludendo ogni forma di valutazione soggettiva;

se l'individuazione in capo alla Presidenza della Giunta del potere di conferimento dell'incarico dirigenziale di livello generale non configura un "potere assoluto" in capo allo stesso Presidente il quale solo può liberamente rappresentare quella particolare connotazione che intende attribuire al ruolo da svolgere al dirigente da nominare e se ciò non è in contrasto con quanto previsto dalla legge regionale n.31/2002 (art. 10) che attribuisce alla Giunta tale potere per i dirigenti generali, per cui sostanzialmente la Giunta sarà chiamata solo a prendere atto di una scelta già fatta;

se le direttive emanate costituiscano una violazione dell'articolo 50 dello Statuto che stabilisce espressamente, al comma 5, che l'attribuzione e la revoca degli incarichi dirigenziali vanno disciplinati nell'esercizio della potestà legislativa e regolamentare della Regione e, quindi, non con una mero atto amministrativo qual è la delibera approvata;

se ritiene che possa essere revocato l'atto deliberativo assunto che si appalesa illegittimo sotto vari profili costituendo una devianza abnorme rispetto ai principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, suscettibile di produrre danni risarcibili e un proliferare di contenziosi con notevoli aggravi di spesa per la Regione.

(353; 29.04.2013)

Risposta – “In riferimento all'interrogazione in oggetto emarginata, acquisita agli atti di questo Dipartimento in data 16.5.2013 per il tramite di codesto Segretariato, con la quale il consigliere Demetrio Naccari Carlizzi ha sollevato delle criticità in ordine alle direttive adottate dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 99/2013, si osserva quanto segue.

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 99 del 29 marzo 2013, ha approvato le "Direttive generali per la disciplina delle modalità di conferimento, mutamento e revoca degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e di livello non generale", esercitando una competenza riconosciuta dall'art. 4, comma 1, lett. b) del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, che testualmente recita: "Gli organi di governo esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti. Ad essi spettano, in particolare… b) la definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi e difettive generali per l'azione amministrativa e per la gestione".

La scelta di non adire la via regolamentare non solo risponde al dettato normativo sopra richiamato, ma si pone anche in un'ottica di continuità con un iter già consolidato nel tempo, avendo, la Giunta regionale, utilizzato anche in passato, questo mezzo (direttive) per disciplinare la stessa materia.

Esemplificativamente, si ricordano le precedenti direttive, approvate dalla Giunta regionale, sempre ai sensi dell'art. 4, comma 1, lett. b") del D.Lgs. n. 165/2001, con propria deliberazione n. 295 del 12 luglio 2011.

Esaminando, poi, le ulteriori censure sollevate nella proposta interrogazione sub punto 1) 2) 3), relative all'iter procedimentale volto al conferimento, ai sensi dell'art 19 del D.Lgs. n. 165/2001, degli incarichi dirigenziali sia apicali che non (contestazione della ristrettezza dei termine di presentazione delle domande, delle modalità di pubblicazione, assenza di comparatività nella valutazione), si sottolinea che le asserite criticità sono da ricondurre ad una errata equiparazione dei procedimenti in oggetto alle diverse procedure, di natura concorsuale, previste per l'accesso alla dirigenza e disciplinate all'art 28 del medesimo D.Lgs. n. 165/2001.

In particolare, si evidenzia che, diversamente dal sopra indicato art 28, l'art. 19, comma 1, del citato D.Lgs n. 165/01, non contiene alcun riferimento a concorsualità (o para-concorsualità) (ex multis, Cass. SS.UU. n. 5457/2009) e, quindi, ad obblighi di valutazione comparativa o specifici obblighi di pubblicità. La norma, infatti, per quanto riguarda gli oneri di pubblicità, di procedura e di valutazione, si limita a prevedere che "L'amministrazione rende conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero e la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili nella dotazione organica ed i criteri di scelta; acquisisce le disponibilità dei dirigenti interessati e le valuta (art. 19, co. 1 bis)”.

Appare evidente, pertanto, che, la pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, nonché i criteri di scelta, basati sulla natura e sulle caratteristiche degli obiettivi prefissati, delle attitudini e delle capacità del "singolo dirigente" senza, quindi, alcun onere di comparazione tra le diverse candidature, rispettano l'obbligo di pubblicità e di trasparenza imposi dal dettato normativo.

In relazione poi ai dubbi manifestati sulla legittimità della competenza del Presidente ad individuare i candidati a cui conferire l'incarico dirigenziale apicale, si osserva che, la stessa trova il proprio fondamento normativo nell'art 10 della Legge regionale n. 31 del 7 agosto 2002, n. 31 e che le direttive adottate dalla Giunta si imitano a dettare modalità procedimentali atte a garantire condizioni di trasparenza ed imparzialità nell'esercizio di detta competenza.

Nello specifico, il Presidente, acquisiti dal Dipartimento "Organizzazione e Personale" il prospetto riepilogativo delle candidature, i relativi cv e l'ulteriore documentazione istruttoria ivi prevista, esercita il potere d'individuazione attraverso la predisposizione di un parere motivato, da formularsi tenendo conto degli elementi di valutazione dì cui all'art. 19, comma 1, del D.Lgs. n. 165/2001, nonché degli ulteriori criteri di cui al paragrafo 4.1 delle direttive.

Testualmente, la scelta della candidatura deve essere ponderata attraverso "una valutazione concreta, differenziata e di graduata pregnanza in riferimento alla maggiore rispondenza delle attitudini e capacità professionali stesse alle peculiarità della struttura interessata ed alla natura e caratteristica degli obiettivi da raggiungere" e "un'attenta considerazione e valutazione di quelle esperienze professionali che appaiono particolarmente coerenti con lo specifico ruolo da svolgere" tenendo conto che "l'individuazione di tali esperienze professionali, cui riconnettere una specifica intrinseca significatività attitudinale, rientra nella discrezionalità del titolare del potere di individuazione, in quanto postula, da parte sua, una previa rappresentazione della particolare connotazione che intende attribuire al ruolo da svolgere".

Conformemente all'art 19, co. 6, del D.Lgs. n. 165/2001, inoltre, nel caso di individuazione di candidati esterni alla pubblica amministrazione è previsto un ulteriore onere, dovendo il Presidente motivare il prescritto parere anche con riferimento all'eventuale insussistenza o indisponibilità oggettiva di dirigenti rinvenibili nei ruoli dell'amministrazione che abbiano formalizzato la propria candidatura.

In ultimo, difformemente a quanto eccepito nell'interrogazione che si riscontra, la Giunta regionale non si limita asetticamente a "prendere atto di una scelta già fatta": la nomina del candidato per il quale il Presidente ha motivato con proprio parere la preferenza, infatti, è deliberata dalla Giunta regionale solo previa attestazione e a condizione che il competente Dipartimento del Personale attesti, tenuto conto della candidatura prescelta, il rispetto degli ulteriori limiti previsti dalla normativa vigente ( paragrafo 5.7 e 5.8 delle direttive).”

Il dirigente del settore (Avv. Sergio Tassone)

Il dirigente generale (Avv. Umberto Nucara)

L’assessore con delega ai rapporti col Consiglio regionale (Ass. Luigi Fedele)