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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

66.

 

SEDUTA DI VENERDI’ 31 MAGGIO 2013

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 15,31

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Francesco SULLA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Diamo inizio ai lavori con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.

Interrogazione a risposta immediata numero 360 del 16 maggio 2013 di iniziativa dei consiglieri Guccione, De Gaetano “Sulla grave crisi che investe il settore ittico in Calabria”

PRESIDENTE

L’assessore Trematerra ha chiesto che fosse trattata come prima interrogazione – se siamo d’accordo - la numero 360 del 16 maggio 2013 di iniziativa dei consiglieri Guccione, De Gaetano “Sulla grave crisi che investe il settore ittico in Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla pesca. Per sapere - premesso che:

la crisi del settore della pesca vive in Calabria momenti di grande tensione e preoccupazione che, proprio di recente, sono sfociati nella rabbia e nelle proteste disperate delle donne di Bagnara, scese in piazza insieme all’intera cittadinanza per protestare contro le misure adottate dalla Comunità Europea in materia di pesca al pescespada;

i disagi dei pescatori sono andati progressivamente aumentando dal gennaio del 2012, con l’applicazione dei nuovi Regolamenti CE sui controlli numero 1224/2009 e 404/2011, assolutamente impraticabili per le imbarcazioni gestite da imprese a carattere familiare, che prevedono la licenza a punti, la marcatura degli attrezzi da pesca, l’installazione di apparati di controllo Blue Box e l’obbligo del giornale elettronico di bordo alle unità da pesca di L.F.T. (lunghezza fuori tutto) comprese tra 12 e 15 metri;

a tutto ciò si sono aggiunte le nuove norme in materia di commercializzazione e tracciabilità dei prodotti del settore con il D.M. 10/11/2011 che comportano dinamiche documentali a vantaggio delle grandi imprese e l’inapplicabilità alle imprese che praticano la piccola pesca;

la restrittiva normativa e le ultime raccomandazioni della commissione internazionale sui tonni e grandi pelagici numero 09/04 del 2009 e 11/03 del novembre scorso hanno introdotto dal 2008 una serie di norme inique che hanno portato al fermo della cattura del pescespada mediterraneo nei mesi di ottobre e novembre di ogni anno e alla previsione, inoltre, dal 2012, di un altro mese di stop alla cattura con un piano di gestione della risorsa nel 2013 e l’introduzione delle TAC (quote) anche per i Palangari Derivanti;

fallimentare si è dimostrata la scelta legata al tonno rosso mediterraneo con l’introduzione del regime delle quote (TAC) e la riduzione annuale delle tac, che hanno escluso molte imprese dell’Italia meridionale che praticano la pesca con i Palangari;

la situazione si è progressivamente aggravata per l’uso della ferrettara - piccola rete derivante - poiché una recente sentenza (l’ultima) ha ristabilito l’efficacia del decreto 1 luglio 2011 dopo che per ben due volte lo stesso decreto, che penalizza pesantemente le marinerie del Mezzogiorno e della nostra regione, era stato sospeso dal TAR del Lazio su impugnativa dei pescatori;

ulteriori disagi sono nati anche dal punto di vista previdenziale poiché dal primo gennaio 2012, con la legge di stabilità, sono aumentati i contributi che dallo sgravio dell’80% sono passati al 60% per tutto il 2012, e poi al 70% nel 2013, aumentando ulteriormente il costo del lavoro per le imprese;

l’attuale regime previdenziale e assicurativo esclude i lavoratori della piccola pesca da tutti gli ammortizzatori sociali relegandoli, di fatto, a un regime pensionistico basso, tale da costringere buona parte dei pescatori pensionati a continuare a lavorare, con ulteriore peggioramento della propria condizione personale e sociale;

soprattutto sulle piccole imprese di pesca incidono pesantemente anche i costi della burocrazia del settore e il rapporto molto spesso conflittuale con le Autorità preposte alla gestione della pesca (autorità marittime, autorità di controllo, autorità sanitarie, ecc.). che spesso hanno modi e metodi non coordinati e differenti nell’applicazione di norme che invece dovrebbero essere comuni;

considerevoli sono i ritardi delle Amministrazioni Regionali nell’attuazione del Fondo Europeo Pesca (FEP) necessario per l’ammodernamento e l’’innovazione del settore e che, in Calabria, è mancata addirittura la concertazione nell’attuazione del FEP sia con il sindacato che con i pescatori non organizzati nelle associazioni di categoria.

Auspicato che:

venga rivista al più presto la politica Europea sulla pesca e superati i ritardi e le disattenzioni ministeriali, in modo da armonizzare le normative del settore e attuare politiche adeguate tese a salvaguardare i livelli occupazionali e a rendere compatibile economicamente, socialmente e ambientalmente lo sforzo di pesca;

la Regione Calabria, alla stregua di altre regioni, si doti celermente di apposite leggi per la regolamentazione della pesca nell’ambito delle acque territoriali (miglia 12), previsto dalla modifica del titolo V della Carta Costituzionale che, di fatto, ha già decentralizzato la gestione di molte competenze, demandandole alle Regioni;

venga attuato definitivamente il passaggio delle competenze sulla gestione delle licenze per la pesca costiera dal Ministero delle Politiche Agricole alle Regioni e portato a 25 miglia dalla costa il limite delle acque nazionali;

si possa coniugare, anche nell’ambito della Politica Comunitaria, la gestione delle risorse acquatiche del proprio territorio con l’aspetto occupazionale ed economico delle attività di mare da sempre legate agli usi e alle consuetudini locali;

si attui con urgenza una reale ed indispensabile inversione di tendenza, introducendo politiche innovative e condivise che tengano conto delle realtà locali per evitare la caduta verticale dei livelli occupazionali senza alternative ad un settore che si tramanda da padre in figlio accumulando competenze ed esperienza;

la Commissione europea sviluppi un’azione forte e immediata per decidere e attuare una politica alternativa a quella attuale che si è dimostrata sbagliata nell’area del Mediterraneo dove gravitano quattordici Paesi che non fanno parte della Unione Europea;

sia prevista per legge la presenza e la partecipazione dei rappresentanti degli operatori della pesca negli organismi e nei tavoli decisionali europei e nazionali in cui vengono discusse le problematiche del settore -:

quali iniziative e strumenti si intendono adottare per dare corso agli impegni assunti e da assumere nei confronti di un settore che rischia l’estinzione e per superare, nel più breve tempo possibile, i gravi ritardi che la Regione ha accumulato nei confronti dei lavoratori e delle imprese della pesca, individuando un percorso che consenta a centinaia di famiglie addette al comparto di poter continuare a svolgere un’ attività che contribuisce in modo significativo alla crescita del prodotto interno lordo calabrese.”

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, la crisi del settore pesca nella nostra regione è esplosa in modo evidente con le manifestazioni che si sono tenute a Bagnara e con la mobilitazione dei pescatori visto che le misure adottate dalla Comunità europea hanno creato notevoli disagi ed hanno messo in ginocchio il settore pesca in Calabria.

Da questo punto di vista abbiamo bisogno di affrontare una serie di emergenze in un settore che vede coinvolti come addetti oltre 5 mila persone e dobbiamo intervenire con misure emergenziali rispetto all’accesso al credito e alla ristrutturazione del debito di migliaia di imprese che svolgono il lavoro nel settore della pesca.

In bilancio ci sono 500 mila euro che potrebbero essere utilizzati immediatamente al fine di garantire un sostegno al credito. Abbiamo bisogno che il dipartimento metta in essere tutto quello che è necessario per emanare i bandi per utilizzare i fondi comunitari.

Abbiamo bisogno di una Conferenza regionale sulla pesca, un luogo dove chiamare anche i rappresentanti d’Europa per discutere sulle questioni che riguardano sia i vincoli nazionali sia quelli europei.

Da questo punto di vista bisogna muoversi con un’attenzione forte a questo appuntamento che dovrà coinvolgere tutti gli attori della pesca calabrese ma dovrà avere gli interlocutori giusti, europei e nazionali, perché la questione potrà essere risolta solo se mettiamo in moto un processo virtuoso che riguarda il Governo nazionale e la Comunità europea.

Da questo punto di vista la richiesta che è stata fatta da parte dell’assessore, della Giunta dello stato di crisi può aiutare a far superare questa fase perché, altrimenti, il rischio è che nelle prossime settimane, nei prossimi mesi siano migliaia le imprese che saranno costrette a chiudere in questo importante settore dell’economia calabrese.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Grazie, Presidente. Devo ringraziare anche il consigliere Guccione che mi dà la possibilità, attraverso questa interrogazione che mi ha rivolto, che ha rivolto al governo regionale, anche di fare il punto della situazione viste le tante iniziative che sul territorio si sono via via succedute su una questione importantissima che riguarda un comparto peculiare per la Calabria che è bagnata dal mare e che storicamente ha avuto in questo comparto ed in alcune sue aree geografiche elementi importanti dal punto di vista economico.

E’ ovvio che quando c’è un settore in crisi bisogna far sempre molta attenzione su quello che noi trasferiamo fuori dai livelli istituzionali perché viviamo in un contesto ben più ampio di quello regionale e molto spesso le norme che siamo costretti ad applicare non sono frutto di una valutazione o di una scelta del governo regionale, come non lo è anche del Governo nazionale, ma sono conseguenze di scelte fatte a livello comunitario e neanche risalenti a qualche giorno fa ma a molti anni fa.

La materia è molto complessa e bisogna evitare che su questa si inseriscano fattori che non aiutano la comprensione del problema.

Va da sé che, diciamo, le norme comunitarie, che hanno cercato di evitare il depauperamento di quelli che sono i nostri mari, da un lato hanno creato tanti vincoli all’Europa ma dall’altro - non possiamo, però, nasconderlo – hanno favorito Paesi terzi che si affacciano sul Mediterraneo che continuano ad esercitare l’attività di pesca con strumenti che non sono consentiti dalle nostre latitudini.

Ci troviamo, quindi, in una situazione di crisi di un comparto a causa delle norme comunitarie. Perché le cosiddette spadare di una volta sono state messe al bando e perché altre forme di pesca, come il “novellame”, sono state, di fatto, messo al bando.

Le criticità, quindi, vengono fuori in maniera forte soprattutto in questo momento dopo che gli stessi regolamenti hanno trovato piena attuazione.

Noi stiamo portando avanti, il dipartimento agricoltura e pesca sta portando avanti tutte le iniziative possibili. Proprio ieri alla conferenza degli assessori all’agricoltura, in quella sede ho chiesto ai miei colleghi, facendo anche un report della situazione calabrese, che per la Calabria possa essere riconosciuto lo stato di crisi nel settore. I colleghi hanno aderito a questa mia richiesta e il tutto sarà trasferito al Governo.

Perché lo stato di crisi? Perché attraverso lo stato di crisi si possono aprire tutta una serie di iniziative e la cassa integrazione ne è un esempio, ma anche una rimodulazione delle risorse che sono presenti sul Fep proprio per dare una boccata d’ossigeno alle stesse marinerie che stanno vivendo un momento particolarmente gravoso.

Faceva riferimento il collega Guccione al Fep, ai soldi comunitari.

Nel 2010, nel 2011 e nel 2012 siamo riusciti a centrare gli obiettivi di spesa. Abbiamo speso le risorse che per quell’anno avevamo a disposizione; certo oggi posso dire di avere il 90 per cento delle risorse impegnate. Obiettivamente non so se a fronte di questo impegno, vista la crisi presente, le stesse risorse alla fine del quinquennio saranno completamente spese; il trascorso mi fa ben sperare.

Non ultimo proprio ieri abbiamo approvato altre tre importanti graduatorie mettendo a disposizione del settore circa 3 milioni di euro a fondo perduto che consentiranno investimenti produttivi per oltre 5 milioni di euro.

Abbiamo aperto un tavolo di concertazione a livello ministeriale con la direzione generale della pesca col dottor Gatto con il quale stiamo seguendo i cosiddetti piani di gestione che servono a far analisi scientifiche. Abbiamo chiesto, però, alla direzione generale che una volta approvati i piani di gestione anche la vendita del prodotto sia garantita perché sembrerebbe veramente paradossale che si peschi per fini scientifici e lo stesso pescato poi non venga venduto.

Abbiamo quindi - come dicevo - uno stato di crisi e i fondi Fep sono messi a disposizione. Abbiamo approvato i bandi e stiamo portando avanti i piani di gestione.

Vogliamo mettere su, sempre con una riprogrammazione dei fondi comunitari, la possibilità di sostituzione di quegli arnesi che ormai, purtroppo, non danno la possibilità ai pescatori di andare per mare. Sono molte le attività, come vedete, che stiamo ponendo in essere. La Regione può nulla rispetto ai regolamenti comunitari.

Nel 2011 ci fu un decreto ministeriale, del 1° luglio del 2011, che ha vietato la possibilità di portare contestualmente sulla barca due attrezzi per la pesca e mi riferisco al “palangaro” e alle cosiddette “reti derivanti” creando un ulteriore problema.

Le misure che noi stiamo mettendo in campo sono di compensazione. L’idea che è venuta al consigliere Guccione – che, devo dire, comincia a leggermi anche nel pensiero perché è una ottima idea che noi stiamo per ufficializzare – è che in Calabria vorremmo organizzare per la prima quindicina del mese di luglio la Conferenza, gli Stati generali della pesca calabrese chiedendo formalmente – lo faremo attraverso i nostri deputati al Parlamento europeo con i quali ho avuto già modo di confrontarmi – la presenza del commissario Damanakis perché venga a vedere la nostra realtà; perché non perdurino i pregiudizi che indicano le marinerie calabresi non disponibili a innovarsi ma perché si trovino quelle vie di fuga che consentono alle stesse marinerie di non gravare sui bilanci regionali.

Abbiamo trovato 500 mila euro che sono allocati sul bilancio regionale e questo ci consentirà di poter ripianare, attraverso una legge sulle passività onerose, i debiti degli stessi armatori.

Sono molte le cose che abbiamo fatto, non ultimo proprio ieri in Giunta abbiamo approvato il regolamento per l’esercizio di pesca-turismo e di itti-turismo.

Come vedete non si aggredisce questo problema solo da un lato. Ci sono molte iniziative che il dipartimento ha messo in cantiere. Sono tante le iniziative che noi vogliamo portare avanti e capiamo che è un problema sociale che riguarda aree geografiche ben circoscritte della Calabria dove insistono queste importanti marinerie. Non siamo assolutamente sordi al problema sociale che hanno alcune comunità e stiamo lavorando alacremente e da tutti i punti di vista per aggredire e risolvere il problema. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Credo che noi dobbiamo – l’ha detto anche l’assessore – mettere in campo le misure che competono alla Regione e dare ossigeno alle imprese che si occupano della pesca. Sono circa 1.800 le imprese che si occupano di questo settore, vi sono 5 mila addetti.

Noi dobbiamo, attraverso le risorse che sono in bilancio, agevolare l’accesso al credito, le passività onerose, va bene, ma dobbiamo, da questo punto di vista, mobilitare tutte le risorse necessarie ai fondi comunitari tentando di risolvere un grande problema che è quello di avere un rapporto più equilibrato e più serio con l’Europa.

L’Europa non può avere due pesi e due misure! Anche in questo campo ed in questo senso la conferenza sulla pesca regionale o gli Stati generali della pesca in Calabria va nella direzione giusta: dobbiamo utilizzare quel momento per porre una serie di questioni che riguardano la pesca calabrese e, io penso, di tutto il Mediterraneo, attraverso la questione delle quote del pescato e attraverso la ricontrattazione del ruolo delle marinerie calabresi riguardo alla questione della pesca rispetto alla Comunità europea.

Da questo punto di vista si tratta di un appuntamento che va preparato bene; mi auguro che ci possa essere il commissario della Comunità europea che si occupa di queste questioni perché lì potremmo far partire un’azione positiva di rilancio produttivo di questo settore.

Interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese”

PRESIDENTE

Procediamo quindi con l’ordine naturale delle interrogazioni.

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese”.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, poiché è stata trattata l’interrogazione numero 360, chiederei in via prioritaria – anche perché la numero 327 è una interrogazione datata – di trattare con la Vicepresidente l’interrogazione numero 362 del 24 maggio 2013 a mia firma “Sul ricorso giurisdizionale avverso il decreto del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012 proposto dalla Regione Calabria per bloccare la costruzione della centrale a carbone di Saline Ioniche”.

Chiedo, se possibile, di anticiparne la trattazione anche perché è un’interrogazione che è delicata e ci sono precisi termini di scadenza.

Interrogazione a risposta immediata numero 362 del 24 maggio 2013 a firma del consigliere Giordano “Sul ricorso giurisdizionale avverso il decreto del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012 proposto dalla Regione Calabria per bloccare la costruzione della centrale a carbone di Saline Ioniche”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 362 del 24 maggio 2013 a firma del consigliere Giordano “Sul ricorso giurisdizionale avverso il decreto del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012 proposto dalla Regione Calabria per bloccare la costruzione della centrale a carbone di Saline Ioniche” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria, a seguito di un ampio dibattito in sede di assise regionale, si è determinata ad impugnare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012, con il quale è stata decretata la compatibilità ambientale e l’autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla società S.E.I. S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Ioniche nel Comune di Montebello Ionico (RC) e relative opere connesse, pubblicato in G.U - Parte II - foglio delle inserzioni n. 138 del 24 novembre 2012;

il Presidente del Consiglio dei Ministri con il decreto del 15 giugno 2012 decreta: "la compatibilità ambientale e l’autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla SEI S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (RC) e relative opere connesse, a condizione che vengono ottemperate le prescrizioni e disposizioni contenute nei seguenti allegati: allegato A: quadro prescrittivo e adempimenti di natura amministrativa; allegato B: piano di monitoraggio e controllo. Gli allegati A e B predetti, unitamente all’allegato C, relativo al parere della commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS n. 559 del 21 ottobre 2010, costituiscono parte integrante del decreto. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.";

il decreto, adottato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 5, comma 2, lettera c) bis, I. 400/88, viene successivamente trasmesso alla Corte dei Conti al fine dell’esercizio del controllo preventivo di legittimità imposto sugli atti del Governo (art. 100 Cost) con richiesta di registrazione;

la Corte dei Conti, con nota del 19 settembre 2012, "restituisce, ai sensi dell’art. 5 del DLgs 123/2011 il provvedimento non registrato", con richiesta di documentazione e di numerosi chiarimenti strutturati in 8 punti in cui, sostanzialmente, il Giudice contabile solleva dubbi di legittimità in relazione a numerosi parametri sia costituzionali (punti B e C) che legali (punti F, G, H) ed esprime rilievi attinenti al difetto e alla contraddittorietà della motivazione (punti D ed E), precisando in conclusione che "resta inteso che il procedimento di controllo avrà decorrenza soltanto dalla data in cui il provvedimento perverrà per il tramite dell’Ufficio competente, completo della idonea documentazione, reputata indispensabile ai fini istituzionali di questo Ufficio";

successivamente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, parzialmente tornando sui propri passi, aggira l’ostacolo rappresentato dalla sospensione della procedura di registrazione del DPCM disposta unitamente alla formulazione dei rilievi, con l’adozione, da parte del Ministro dell’Ambiente del decreto n. 115 del 5 aprile 2013. Tale decreto, in larga parte sovrapponibile quanto a contenuti e dispositivo al DPCM, chiarisce che lo stesso, nonostante la lettera del dispositivo, non sia da interpretarsi quale atto amministrativo di valutazione della "compatibilità ambientale e autorizzazione al successivo esercizio (...)" della centrale e opere connesse, ma, solo e semplicemente, quale atto di indirizzo, a carattere evidentemente ed eminentemente politico, volto a superare il contrasto tra i competenti Ministeri, e come tale insuscettibile di essere sottoposto alla procedura di registrazione presso la Corte dei Conti (al quale pure dal Governo era stato contraddittoriamente inviato);

nel Decreto del Ministro dell’Ambiente, il DPCM assume il tenore di mero atto preparatorio e presupposto la cui funzione sarebbe esclusivamente quella di superare “il mancato concerto con il (solo n.d.r.) Ministero per i Beni e le Attività Culturali di cui all’art. 7 comma 5 del DLgs 152/2006";

alla luce di tale nuovo provvedimento amministrativo appare, come rilevato da numerose associazioni ambientalistiche, necessario procedere all’impugnazione del suindicato decreto del Ministro dell’Ambiente n° 115 del 5 aprile 2013 attraverso la formulazione di motivi aggiunti, atteso che l’omessa impugnazione determinerebbe l’improcedibilità per carenza di interesse del ricorso principale già presentato e più specificatamente rileverebbe l’atto successivo non oggetto di impugnazione -:

se la Regione abbia provveduto ad impugnare, per le motivazioni di cui in premessa, il decreto n° 115 del 5 aprile 2013 emanato dal Ministro dell’Ambiente; in caso contrario, stante i tempi limitati, se non si intenda con urgenza dare mandato all’Avvocatura regionale perché depositi l’ulteriore ricorso al fine di evitare un provvedimento di inammissibilità con tutte le conseguenze che si possono immaginare per la tutela della salute e del paesaggio di un intero territorio.”

La parola al consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

La vicenda, che tutti ricorderemo in quest’Aula, trova in due occasioni il Consiglio regionale in maniera compatta, unanime, dire e ribadire, nel novembre 2010, il “No” al carbone in Calabria e nella seduta del 23 luglio 2012, dopo un dibattito articolato, ricco e vibrante, confermare quella che era la decisione della Regione Calabria con una mozione per impegnare la Giunta regionale a ricorrere, presso la Consulta, rispetto al DPCM che era stato emanato dal Consiglio dei Ministri il 15 giugno.

La Regione impugna il decreto e trova un seguito laddove il Consiglio dei Ministri emana un provvedimento che giunge per la registrazione presso la Corte dei Conti che con un proprio provvedimento solleva dubbi di legittimità in relazione a numerosi parametri sia di natura costituzionale che difetti e contraddittorietà nelle motivazioni, addirittura delle eccezioni di carattere legale.

In buona sostanza la Corte dei Conti contesta al DPCM quello che è il cuore del problema, ossia il mancato assenso istituzionale da parte della Regione Calabria secondo il quale nessuna autorizzazione poteva essere rilasciata né ci poteva essere la procedibilità tant’è che il DPCM viene respinto e non trova la registrazione necessaria affinché divenga esecutivo.

Cosa succede, nel frattempo? Il Governo avrebbe trovato un modo surrettizio per aggirare l’ostacolo. Faccio un passo indietro. Dobbiamo ricordarci tutti che oltre al mancato assenso istituzionale della Regione Calabria che è stato espresso ripetutamente e reiteratamente sia dall’amministrazione precedente con atto del Consiglio e della Giunta sia da questo Consiglio regionale nella sua interezza, c’era anche il pesante vincolo che derivava dal mancato assenso del Ministero dei beni culturali che aveva detto no a questo mostro che doveva essere installato nella provincia di Reggio Calabria.

Il Governo, cercando di aggirare l’ostacolo, che fa? Adotta un nuovo provvedimento attraverso un decreto del Ministero dell’ambiente – con decreto 115 del 5 aprile 2013, questa è la data che dobbiamo tenere a mente – che non è un atto che ha una configurazione amministrativa in senso stretto ma è un atto che avrebbe il valore di atto di indirizzo, di atto eminentemente politico che viene emanato cercando di superare la questione della registrazione presso la Corte dei Conti in quanto atto politico e non atto che produce effetti di natura contabile e amministrativa.

Questa è una cosa molto pericolosa, Presidente e colleghi consiglieri. Rispetto a questo assunto che è stato pubblicato, emanato il 5 aprile 2013, non sappiamo se è stato notificato alla Regione Calabria come parte interessata che ha azionato un provvedimento nei confronti del DPCM che prima richiamavo.

Il punto è questo: ho voluto che si trattasse questa interrogazione in via di urgenza perché qualora fosse valida la data di pubblicazione, se dovesse coincidere col 5 aprile 2013, entro il 4 giugno prossimo, quindi meno di una settimana, la Regione deve necessariamente, pena il rischio di improcedibilità dell’atto principale, con motivazione aggiunta, supportare il ricorso principale già presentato in maniera che non ci sia il rischio di improcedibilità dichiarata per carenza di interesse.

Questa è una cosa sulla quale chiedo al governo regionale, rappresentato autorevolmente dalla Vicepresidente, dottoressa Stasi, sapere se è stato già predisposto l’atto integrativo, l’atto di costituzione per far sì che quanto già attuato ed impugnato da parte della Regione trovi nelle sedi giurisdizionali la pronuncia. E la pronuncia non può che essere quella che venga cassato un atto che ha un vizio enorme a monte: quello che è stata per l’ennesima volta ignorata la Regione Calabria, che si tenta di mettere il bavaglio alla popolazione di questa Regione che si è espressa attraverso questo autorevole Consiglio regionale, le comunità locali e il Consiglio provinciale a piena voce a dire “No” al carbone e a simili atteggiamenti che sono da respingere e che questo Consiglio ha già fatto in maniera corale ed egregia in passato.

La domanda è questa: sapere a che punto è la Regione Calabria, stante la ristrettezza dei tempi; la scadenza sarebbe quella del 4 giugno per presentare le motivazioni aggiunte e per supportare con maggiore ampiezza quanto già fatto in precedenza. Grazie.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Giordano, in effetti la Regione Calabria si è mossa e presenterà nei termini prestabiliti dalla legge ricorso per motivi aggiunti. E’ stata conferita procura speciale agli avvocati Paolo Arillotta e Benito Spanti, già costituiti nel ricorso principale; il ricorso sarà notificato nei prossimi giorni a tutte le amministrazioni interessate ed alla società proponente, tenendo conto che il termine per l’impugnazione è di 60 giorni, come ricordava lei. Quindi scadrà proprio nei primissimi giorni di giugno.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Mi dichiaro soddisfatto per la stringata ma comunque esaustiva risposta della Vicepresidente Stasi. Prendiamo atto che le motivazioni aggiunte al ricorso saranno presentate nei termini.

Voglio chiedere alla Vicepresidente Stasi l’impegno, ed a lei, Presidente, se mi ascolta, che questo Consiglio e quindi di conseguenza la Calabria abbia notizia del deposito del ricorso e che ci sia anche – è arrivato, ecco, il presidente Scopelliti – una informativa compiuta su quelle iniziative che in quella sede del luglio 2012 furono anche sede di dibattito per dire che la Regione voleva darsi delle ipotesi di sviluppo alternative al carbone e allo scempio di una centrale.

Chiedo che nella prossima seduta di Consiglio ci sia anche una informativa utile ed opportuna al Consiglio e alla Calabria intera. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che

il Governo nazionale attraverso diversi provvedimenti adottati nell’anno 2012 ha disciplinato i rapporti di credito e debito tra la Pubblica Amministrazione e le imprese fornitrici sulla base della legge 6 luglio 2012, n. 94;

in particolare sulla tematica rilevano due decreti certificazione e più specificatamente il D.M. 25 giugno 2012 avente ad oggetto la certificazione dei crediti scaduti nei confronti delle Regioni ed Enti locali, un decreto compensazione del 25 giugno 2012 che regolamenta la compensazione di crediti maturati nei confronti di Regioni, Enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale e un decreto sul fondo centrale di garanzia a cui si sono succeduti ulteriori decreti ministeriali di recepimento delle modifiche della normativa primaria;

attualmente il procedimento di certificazione del credito è gestito tramite un piattaforma elettronica messa a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e gli attori principali nella certificazione dei crediti sono il titolare del credito e l’amministrazione o ente debitore;

per rendere operativo il sistema è necessario che i soggetti debbano accreditarsi alla piattaforma elettronica e per quanto concerne le amministrazioni pubbliche le stesse debbono essere preventivamente registrate nell’Indice Pubblica Amministrazione (IRA);

da notizie di stampa si apprende, però, che il numero delle P.A. che si sarebbero accreditate sulla piattaforma elettronica è limitato mentre, nelle more, è stata eliminata la possibilità di utilizzare in via transitoria la modalità cartacea;

tale situazione sta determinando ulteriori problemi alle imprese le quali, con un sistema di fatto bloccato, si trovano nell’impossibilità, in presenza di uria forte carenza di liquidità, di accedere ai servizi sostitutivi come la certificazione;

anche la Regione Calabria sembra non aver ancora ottemperato all’accreditamento con gravi conseguenze per le imprese che operano sul territorio regionale e che vantano crediti nei confronti dell’ente regione -:

se la Regione Calabria, anche attraverso le sue varie articolazioni amministrative, abbia provveduto ad effettuare l’accreditamento al sistema PCC e, in caso contrario, quali siano le motivazioni del ritardo;

in ogni caso quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per sanare una situazione che rischia di compromettere ulteriormente lo stato economico delle imprese regionali alle prese con una crisi sistemica che coinvolge l’intero Paese”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, solo come informazione, perché ritengo che gli adempimenti siano stati fatti. Voglio ricordare che questa interrogazione è relativa all’accreditamento della Regione Calabria alla piattaforma elettronica necessaria per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese.

Un’argomentazione scottante. A quella data – io la presentai il 18 febbraio 2013 – la Regione non era ancora accreditata, si paventavano delle pesanti questioni che potevano incidere nell’economia, nel rapporto tra debiti e crediti della Regione.

Ricordiamoci che la certificazione serve per tutta una serie di questioni importanti, intanto per compensare i debiti ed i tributi erariali regionali e locali, per ottenere anticipazioni bancarie e per cedere la cessione del credito. In un momento di gravissima crisi che attanaglia l’economia e le imprese è un passo necessario ed importante.

A questo punto, approfitto per sapere oltre all’accreditamento, che ritengo sia stato fatto nel termine del 30 aprile, quali altre iniziative la Regione ha adottato in merito. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi. Ne ha facoltà.

(Interruzione)

La Vicepresidente Stasi dice che dovrebbe rispondere l’assessore Mancini che invitiamo, pertanto, a rientrare in Aula.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione e fondi europei

Tranquillizzo il consigliere Giordano, sebbene la sua interrogazione sia datata nel tempo, che la Regione ha fatto richiesta al Ministero per l’iscrizione alla piattaforma già nell’ottobre 2012.

Dopo una serie di problemi di mal funzionamento informatico legati – a quel che mi dicono gli uffici – a problemi del Ministero e dopo una serie di solleciti da parte della nostra amministrazione, il via libera all’iscrizione è stato dato dal Ministero con atto formale datato 23 novembre.

La preoccupazione del consigliere Giordano è stata affrontata e risolta da tempo.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto, è chiaro che mi ritengo soddisfatto nel merito, perché l’obiettivo era avere chiarezza e che non ci fosse la disfunzione del mancato accreditamento entro il 30 aprile.

Da notizia che ho assunto in via diretta, a febbraio del 2013, la procedura, quanto meno, non era ancora perfezionata.

In ogni caso ne prendo atto e sono soddisfatto che la Regione abbia posto in essere questo adempimento necessario e vitale per l’economia e per le imprese.

Interrogazione a risposta immediata numero 342 del 4 aprile 2013 a firma del consigliere Giordano “Sul finanziamento di euro 3,3 milioni all’autorità portuale di Gioia Tauro da parte del Ministero dello sviluppo economico

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 342 del 4 aprile 2013 a firma del consigliere Giordano “Sul finanziamento di euro 3,3 milioni all’autorità portuale di Gioia Tauro da parte del Ministero dello sviluppo economico” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha firmato il decreto che ripartisce oltre 80 milioni di euro tra le Autorità Portuali che hanno utilizzato, come previsto dalla normativa, almeno l’80% dei finanziamenti ottenuti alla data del 31 dicembre 2009 per la realizzazione di opere infrastrutturali;

destinatari di tali risorse sono i porti di Genova, Savona, Gioia Tauro, Cagliari e Civitavecchia. A Genova andranno 20 milioni di euro quale cofinanziamento dell’Accordo di programma del 28 luglio 2011 per l’area industriale di Sestri; 25 milioni a Savona per il completamento della Piastra multifunzionale di Vado; 33 milioni a Civitavecchia, in tranche annuali a partire dal 2013 e fino al 2021, e destinati all’infrastrutturazione del porto commerciale di Gaeta. Come compensazione dei minori introiti derivanti dall’azzeramento delle tasse di ancoraggio sono stati riconosciuti infine 3,3 milioni di euro a Gioia Tauro e circa 1 milione a Cagliari;

come evidenziato da una nota stampa ufficiale diramata dal Ministero dello Sviluppo economico il 22 marzo 2013 l’emanazione del provvedimento di riparto è giunta dopo una complessa istruttoria coordinata dal viceministro Mario Ciaccia, che ha coinvolto anche il Cipe e le regioni interessate;

la valutazione delle risorse stanziate indica come l’infrastruttura gioiese abbia usufruito di un finanziamento di gran lunga inferiore rispetto alle altre realtà portuali della penisola -:

quali criteri siano stati utilizzati nella relativa istruttoria che ha portato alla ripartizione dei fondi e le motivazioni che hanno determinato l’esiguità del finanziamento a favore dell’area portuale di Gioia Tauro;

se l’Ente Regione abbia fatto valere, durante l’istruttoria, tutti le problematiche afferenti al porto di Gioia Tauro, le risorse impegnate nell’Accordo di Programma Quadro e se tali parametri siano stati utilizzati nei criteri di ripartizione;

se l’Ente regionale abbia fatto rilevare come dal 2008 al 2011 la struttura portuale progressivamente abbia perduto circa un terzo del proprio traffico con la conseguente Cassa integrazione straordinaria per circa 400 lavoratori e che la situazione rischia di aggravarsi a causa dei rincari delle tasse portuali in seguito al decreto interministeriale Trasporti/Finanze che ha adeguato gli importi dei tributi portuali con aumenti del 30% quest’anno e di un ulteriore 15% dal 2014 delle tasse di ancoraggio e delle tasse sull’imbarco e sbarco delle merci nei porti;

quale sia lo stato di attuazione degli interventi ad oggi approvati per il rilancio dell’area portuale di Gioia Tauro e quali iniziative si intendono intraprendere per sostenere e riaffermare, nell’ambito delle risorse nazionali da ripartire tra le strutture portuali attraverso lo specifico fondo, criteri più equi e coerenti che non avvantaggino sistematicamente i porti siti nell’area centro settentrionale del Paese”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione è del 4 aprile e prende il via dal riparto che il Ministero dello sviluppo economico con un proprio decreto adottato dal ministro Passera ha emanato per l’importo di 80 milioni di euro tra le autorità portuali che avevano utilizzato secondo la normativa almeno l’80 per cento dei finanziamenti ottenuti al 31 dicembre 2009 per la realizzazione di opere infrastrutturali.

Queste risorse sono state destinate ai porti di Genova, Savona, Cagliari e Civitavecchia. Genova: 20 milioni di euro quale quota di cofinanziamento dell’ APQ del 28 luglio 2011 per l’area industriale di Sestri. Savona: 25 milioni per il completamento della Piastra multifunzionale di Vado. Civitavecchia: 33 milioni per le infrastrutture non solo di Civitavecchia, ma, addirittura, del porto commerciale di Gaeta che ricade nell’ambito della stessa autorità portuale.

Gioia Tauro – cenerentola delle cenerentole – ottiene una compartecipazione per 3,3 milioni, non per interventi di natura infrastrutturale, ma come quota di compensazione per l’abbattimento dei tassi di ancoraggio.

Ancora una volta si assiste - nonostante tutte le questioni che tratteremo, oggi c’è una sessione dedicata alla istituzione della Zona Economica Speciale e avremo modo di approfondire, sarò stringato -, alla mortificazione di una realtà che dovrebbe essere, ed è, ritenuta il polmone della economia e dello sviluppo del sud, del Mediterraneo.

Questo però accade anche per l’inerzia della Regione. Bisogna capire se la quota di compartecipazione non viene erogata in quanto le procedure dell’infrastrutturazione attraverso l’APQ ancora per tanti versi sono ferme, perché il decreto emanato dal ministro Passera dice che fotografa la realtà degli impegni assunti entro il 31 dicembre 2009.

Il significato di questo provvedimento è che non vengono finanziate le infrastrutture pena i ritardi che l’APQ, quindi l’infrastrutturazione del porto, ha conosciuto in questo periodo.

Quindi, il senso dell’interrogazione è chiedere: rispetto a questo, che è inaccettabile, quali iniziative sono state avviate e se sono state fatte rilevare e, in ipotesi che ci fossero le condizioni dimostrabili riguardo l’infrastrutturazione, se, invece, sono state fatte valere queste cose al Governo e quindi al Ministro competente.

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Giordano, credo sia stata fatta un po’ di confusione perché, in effetti, l’APQ di Gioia Tauro c’è, ci sono i programmi e ci sono già le risorse stanziate. C’è un cronoprogramma che si sta rispettando e che è in linea per quanto riguarda le procedure e il completamento che dovrebbe avvenire entro il 2015.

Relativamente alle tasse di ancoraggio la storia è tutt’altra. Intanto, il Ministero, con il decreto legge numero 40 del 2010, ha istituito il fondo per le infrastrutture portuali. Cosa è andato a finire in questo fondo? Sono andate a finire risorse che altri porti non avevano utilizzato e sono state ridestinate ad altre infrastrutture.

In tutto questo, però, c’era un tema importante che stavano portando avanti tre porti soltanto, Gioia Tauro, Taranto e Cagliari: avevano chiesto ed ottenuto garanzia dal Ministero di aver finanziato l’abbattimento delle tasse di ancoraggio.

Parliamo di soli tre porti, quindi porti di transhipment.

Per due anni di seguito l’intervento è stato finanziato attraverso il “Mille proroghe” - se vi ricordate abbiamo fatto un po’ di battaglie tutti insieme, una volta l’abbiamo portato anche in Consiglio regionale -, ovviamente in misura sempre limitata e non sufficiente a quelle che erano le reali necessità.

Nel 2012, con il Governo Monti, non è stato inserito nel “Mille proroghe”, nonostante le sollecitazioni della Regione Calabria, qui ci sono le testimonianze delle lettere del presidente Scopelliti oltre che degli articoli di stampa e di altre riunioni anche in Conferenza Stato-Regioni.

Attraverso il fondo delle infrastrutture si è trovata poi una norma su cui appoggiare, eventualmente, le risorse che bisognava ancora individuare per poterle erogare.

La richiesta dell’autorità portuale era di 10 milioni. Ci sono stati tantissimi solleciti da parte della Regione Calabria e credo che basti prendere una rassegna stampa per ricordarli. Dopo di ché, purtroppo, non è stata tenuta in considerazione la richiesta di 10 milioni e ne sono stati erogati solo 3, anzi vorrei ricordare che non sono ancora nemmeno arrivati nelle casse della Autorità portuale.

Purtroppo, quindi, la storia delle tasse di ancoraggio è un po’ la storia del porto di Gioia Tauro, manca - sono d’accordo e condivido quanto da lei sostenuto, ma ne parleremo sicuramente dopo - in questo momento un’attenzione nei confronti del nostro porto, non della politica, ma probabilmente proprio dello Stato centrale e di questo credo che ne parleremo successivamente tutti assieme, perché serve una presa di posizione forte in questa direzione.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto, comunque l’ampiezza dell’argomento ci soccorre perché avremo, da qui a poco, un dibattito dedicato sulla Zona Economica Speciale.

Questo decreto non doveva trovare l’ennesima briciola, l’ennesima elemosina, non bisognava chiedere solo di indicare le tasse di ancoraggio, perché il problema del porto di Gioia Tauro non è l’abbattimento delle tasse di ancoraggio o l’abbattimento degli oneri sociali.

Il problema di Gioia Tauro sappiamo tutti che è strategico, così come con questo decreto sono state finanziate, implementate e sostenute attività che creano nelle altre realtà del Paese piattaforme logistiche strategicamente avanzate dove ci sono investimenti di banche, di colossi della finanza.

Credo che, allora, il problema sia proprio questo.

In ogni caso, per non assorbire tutto il tempo con questa interrogazione, dato che da qui a poco c’è l’opportunità di intervenire nel dibattito, riprenderemo successivamente l’argomento. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 344 del 8 aprile 2013 a firma dei consiglieri Adamo, Censore, De Gaetano, Franchino, Guccione “Sulla cessazione immediata del commissariamento per l’attuazione dell’APQ per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione a risposta immediata numero 344 del 8 aprile 2013 a firma dei consiglieri Adamo, Censore, De Gaetano, Franchino, Guccione “Sulla immediata cessazione del commissariamento per l’attuazione dell’APQ per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore regionale ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

in data 25 novembre 2010 è stato sottoscritto un APQ tra il Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare e la Regione Calabria, con il quale sono stati stanziati 220 (duecentoventi) milioni di euro per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria;

il succitato APQ, all’art. 8, istituisce un “Comitato di indirizzo e controllo per la gestione dell’accordo” composto da un rappresentante della Regione Calabria- Dip. LL.PP. e da un rappresentante del Dipartimento della Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti di indirizzo e controllo per la gestione dell’accordo;

l’art. 5 dell’APQ prevede, inoltre, che per l’attuazione dell’accordo i soggetti sottoscrittori si avvalgano di uno o più commissari straordinari;

con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposte del Ministro dell’Ambiente, è stato nominato commissario straordinario il dr. Domenico Percolla, con incarico di durata triennale, per l’attuazione dell’APQ in oggetto;

“il Decreto di nomina stabilisce, all’art. 2, che il Commissario provvede” alle opportune azioni di indirizzo e di supporto promuovendo le occorrenti intese tra i soggetti pubblici e privati interessati e, se del caso, emani gli atti, i provvedimenti e curi tutte le attività di competenza delle amministrazioni pubbliche necessarie alla realizzazione degli interventi, avvalendosi, ove necessario, dei poteri di sostituzione e deroga";

l’art. 4 del predetto Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri prevede, inoltre, che per l’espletamento di tutte le attività tecnico amministrative “degli Uffici del Ministero dell’ambiente e degli enti da questo vigilati, il commissario può avvalersi di società specializzate a totale capitale pubblico, delle strutture degli uffici delle amministrazioni periferiche dello Stato, della Regione, delle Provincie e dei Comuni, dei consorzi, delle università, delle aziende pubbliche di servizi”;

allo stato attuale, sui 179 (centosettantanove) interventi previsti dall’APQ, risultano avviate solo 4 (quattro) gare di appalto

è stata stipulata una convenzione con Invitalia SpA per 2 milioni di euro;

il compenso annuo del commissario è stato statuito in € 150.000;

tra i 179 interventi per l’ammontare complessivo di 220 milioni di euro, l’APQ prevede, la sistemazione del fiume Crati nei pressi dei comuni di Cassano e Corigliano e, quindi, l’area colpita dalla recente alluvione che ha inondato gli scavi di Sibari, il cui intervento prevede la somma di quattro milioni di euro che poteva e doveva essere già realizzato impedendo così un grave danno ad un’area archeologica di interesse mondiale;

appare evidente che l’emergenza è servita solo a dilatare costi e tempi di attuazione degli interventi e ad esautorare Regione, Province e Comuni:

quali iniziative urgenti si intendono assumere nei confronti del Governo nazionale per far cessare immediatamente il commissariamento per l’attuazione dell’APQ e la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria, considerati i fallimenti, gli sprechi e l’incapacità del Commissario a far partire e realizzare i 179 interventi previsti dallo stesso APQ, la cui mancata realizzazione ha provocato un danno gravissimo ai territori interessati e all’economia calabrese che, da oltre tre anni, non ha visto utilizzare uno solo dei 220 milioni di euro stanziati per la Calabria dal Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare per le finalità previste.”

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Grazie per avermi dato la parola. La questione che stiamo affrontando e che riguarda lo sviluppo in questi anni del commissariamento da parte della Regione Calabria sull’APQ, del Ministero dell’ambiente e del territorio riguardo allo stanziamento di 220 milioni di euro per la riduzione del rischio idrogeologico in Calabria é alquanto scabrosa.

Tutto questo avveniva il 25 novembre del 2010. Siamo a maggio 2013, sono passati 3 anni e di quegli interventi, di quei milioni di euro che erano destinati alla mitigazione del rischio idrogeologico abbiamo visto ben poco.

Ma in questi tre anni è accaduto qualcosa di più grave, per esempio, a me risulta siano stati solo 4 interventi ed è stata stipulata una convenzione con Invitalia per circa 2 milioni di euro per il reclutamento, credo, di personale da parte del commissario Percolla.

Il Governo nazionale ha assunto una decisione – parlo del Governo Monti – ed oggi è anche all’attenzione del Governo Letta di sostituire Percolla e nominare un nuovo commissario come soggetto attuatore di tutti questi interventi che ancora oggi non sono stati portati a compimento.

La cosa che volevo sapere é se a lei risulta quanti dipendenti ci sono, quanto personale ha l’ufficio del commissario, che era stato ubicato qui a Reggio Calabria, se questo risulta ancora in capo al commissario e quali sono le iniziative che la Regione intende mettere in essere per avviare rapidamente i lavori di sistemazione degli oltre 90 interventi per i 220 milioni che sono a disposizione della Regione Calabria da oltre tre anni.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Guccione, in effetti, come lei ha evidenziato più volte, e come anche la Giunta regionale ha evidenziato; il presidente Scopelliti ha scritto direttamente proprio per evidenziare che, in effetti, il commissariamento è stato un fallimento.

Dei 184 interventi ne sono stati avviati solo 3. Non so quanti dipendenti ci sono oggi ma siamo ancora in attesa di avere un nominativo per la sostituzione o comunque una risoluzione della questione.

Più volte il presidente Scopelliti ha sollecitato la questione presso i Ministeri competenti per avere risposte a quella che era stata una sua nota ufficiale proprio nel marzo 2013.

Ad oggi, purtroppo, non abbiamo avuto risposta, nonostante le diverse e continue sollecitazioni anche della parte tecnica, non solo per quanto riguarda la parte politica.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Vicepresidente Stasi, apprendo da lei che il governo regionale, nella persona del presidente Scopelliti, ha attivato un’iniziativa tesa a rimuovere gli ostacoli che il commissario Percolla, il commissariamento di questo importante APQ, ha portato, ancora, alla non realizzazione di tutti questi importanti interventi.

Le ricordo che un intervento programmato in questa APQ riguardava il tratto di fiume del Crati che qualche mese fa ha provocato l’esondazione che ha interessato gli scavi di Sibari. Un intervento di 5 milioni di euro proprio in quel tratto dove il fiume è esondato invadendo con le proprie acque gli scavi di Sibari.

La cosa sulla quale chiedo maggiore chiarezza è capire come sono state utilizzate, in questi tre anni, le risorse per il reclutamento del personale stanziate con apposita convenzione con Invitalia.

E’ anche giusto che la Regione, il Consiglio e la Giunta regionale sappiano quanto personale c’è e a cosa sono serviti questi due milioni di euro, a quanto personale interno e esterno.

Nel decreto di commissariamento c’era scritto che il personale doveva essere quello dell’assessorato ai lavori pubblici. A cosa è servita questa convenzione? Cosa ha messo in atto il commissario Percolla?

Mi auguro e, anche noi faremo in modo di intervenire sul Governo nazionale, affinché su questo venga nominato urgentemente il commissario e vengano individuati gli Enti attuatori di tutti gli interventi che attendono da lungo tempo di essere appaltati per iniziare i lavori. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 345 del 8 aprile 2013 a firma dei consiglieri Adamo, Censore, De Gaetano, Franchino, Guccione “Sugli accreditamenti, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 345 dell’8 aprile 2013 a firma dei consiglieri Adamo, Censore, De Gaetano, Franchino, Guccione “Sugli accreditamenti, gli accordi contrattuali e i controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private” di cui dò lettura: “Al Presidente della Giunta regionale commissario per la gestione del servizio sanitario calabrese. Per sapere – premesso che:

la legge regionale n. 24/2008 stabilisce le norme di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private;

il Regolamento regionale n. 13/2009 ha reso attuative le norme contenute nella legge regionale sopracitata;

le suddette norme regolamentano anche i requisiti relativi ai posti letto ed alle dotazioni organiche per l’accreditamento delle case di cura private;

nei giorni scorsi il sub-commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, dott. Luigi D’Elia, ha emanato una circolare sull’applicazione delle suddette norme regolamentari;

i DPGR n. 106/2011 e n. 26/2012 non formulano una rilettura degli standard previsti dal Regolamento regionale in riferimento ai requisiti organizzativi;

con codesta circolare si esprimono indirizzi che reinterpretano le norme regolamentari in maniera diversa da come sono state attuate dalla data di entrata in vigore;

un semplice atto amministrativo, anche se di emanazione commissariale, non può modificare i contenuti posti in un atto legislativo e nei suoi regolamenti attuativi;

lo stesso Ufficio del Commissario ha avocato a sé la competenza di determinare i budget annuali delle case di cura private e che ciò avviene non solo in ritardo (la previsione annuale per il 2012 è avvenuta a fine dicembre dello stesso anno) ma con una evidente discrezionalità conseguente ad interpretazioni soggettive da parte dell’ufficio per assumere decisioni del tutto "convenzionali" a seconda i casi e le circostanze -:

se intende annullare la circolare emanata al fine di evitare disparità di trattamento nei rapporti tra la Regione e i soggetti erogatori e, soprattutto, non consentire una applicazione discrezionale degli standard dei requisiti minimi organizzativi che potrebbe generare gravi rischi per i livelli di sicurezza da garantire a tutela della salute dei cittadini;

se intende verificare e correggere ogni eventuale anomalia o interpretazione erronea nella definizione e nella attribuzione dei budget annuali sia per tutelare l’interesse della PA regionale che per evitare anche in questo caso oggettive disparità nei rapporti con i soggetti erogatori di prestazioni sanitarie.”

Prego, consigliere Adamo.

Nicola ADAMO

Presidente, l’interrogazione è molto chiara ed è finalizzata soprattutto ad un chiarimento; speriamo che la risposta arrivi in quest’Aula.

Pare – lo abbiamo espressamente detto nell’interrogazione – che, attraverso una circolare emanata dall’Ufficio del commissario a firma di uno dei sub-commissari, ci sia stata, quanto meno, una interpretazione diversa rispetto alla norma vigente per quanto riguarda tutta la regolamentazione degli accreditamenti e dell’organizzazione dei budget posti a contratto delle prestazioni da acquistare per quanto riguarda la sanità privata.

Chiedevamo, in tal senso, chiarimenti ai fini di capire quale fosse l’orientamento del commissario perché, se dovesse rispondere al vero tutto ciò, è ovvio, va da sé, che una circolare, seppur esplicativa o interpretativa, non possa sovraordinarsi ad una legge ed è la prima questione.

L’altro aspetto è che anche nel calcolo fatto per quanto riguarda il riconoscimento dei budget ci siano stati da parte dell’Ufficio del commissario quanto meno dei difetti di errore.

Per correttezza, debbo dire che, sull’onda di questa interrogazione, non prevedendo i tempi di risposta che potesse giungere al governo e che soprattutto potesse venire qui in Aula, ho chiesto un incontro ufficiale alla dirigenza del dipartimento ed, in qualche modo, la risposta che è venuta dalla dirigenza del dipartimento mette in discussione tutto il ragionamento rispetto al significato dato alla circolare.

Se debbo, mi ritengo soddisfatto, per dire che non è questo il punto, cioè così mi è stato detto.

Però, poiché penso che il problema permanga nel rapporto tra l’ufficio del commissario, il dipartimento e il sistema è bene che si vada ad un chiarimento anche perché l’interpretazione della norma può essere persino positiva, non dico che è di per sé negativa, porta a collocare in una posizione di sovranità, nella stipula dei rapporti contrattuali, addirittura il dipartimento e l’ufficio del commissario che si sostituisce alle stesse aziende sanitarie.

Essendo aziende che hanno personalità giuridica autonoma, ritengo che anche questo sarebbe un elemento da chiarire. Cioè non è l’elemento di gestione che compete, secondo me, all’ufficio del commissario; esso compete alle aziende e all’Ufficio del commissario rimane in capo la responsabilità della programmazione e del controllo.

Non so se, per dare la risposta, il governo abbia verificato le condizioni che sono state poste nella interrogazione, ma ho cercato di esporle per come le abbiamo conosciute nelle fasi istruttorie della preparazione di questa interrogazione. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

In merito a questa interrogazione è stato sentito l’ufficio del commissario.

Relativamente alla prima questione della circolare si specifica che si tratta di reinterpretazione e non di rivisitazione di una norma.

Si sta interpretando una norma senza modificarne i contenuti. Volevo specificalo e poi volevo leggere puntualmente la risposta per capire se si è chiari. In ogni caso, credo che l’ufficio del commissario si fosse reso disponibile, in qualche modo anche ad interpretarlo ulteriormente con un decreto ad hoc se dovesse eventualmente permanere ancora il dubbio, la non chiarezza.

Il modulo, sia esso generalista o specialista, non per disciplina debba essere preso in considerazione sia nel settore pubblico che in quello privato per area funzionale, in modo tale da garantire assistenza omogenea in relazione ai livelli di intensità di cura delle patologie trattate.

Il carico di lavoro non può che essere, per equità, distribuito sia nel settore pubblico che privato in modo da garantire quella sicurezza assistenziale che viene richiesta nella interrogazione di che trattasi.

La standardizzazione prevista per il requisito delle risorse umane non può che essere letta in relazione alle riconversioni e alla riorganizzazione nei soggetti di erogazione pubblici e privati ed in modo da rendere flessibile l’organizzazione anche nelle strutture da ridimensionamento ricettivo limitato.

Questo è quanto scrive puntualmente l’ufficio del commissario, precisamente il dottore D’Elia.

Relativamente alla seconda questione, quella dei budget delle strutture private del 2012 si fa presente, intanto, che la competenza dei budget è proprio dell’ufficio del commissario, del commissario straordinario e dei sub-commissari, in modo particolare del sub-commissario Luciano Pezzi proprio come definito dalla delibera del Consiglio dei Ministri di luglio 2010.

Per quanto riguarda, invece, i ritardi di assegnazione dei budget, voglio ricordare che c’è stato un processo di riaccreditamento delle strutture concluso entro il 30 giugno 2012 e di conseguenza si è avuto uno sdoppiamento dei budget per il 2012 dove un primo semestre è stato firmato, tra l’altro, da tutti gli erogatori privati entro il 30 giugno 2012 e poi la seconda parte a dicembre nel momento in cui si sono completati gli accertamenti e quindi le delibere di accreditamento.

Per quanto riguarda, invece, la determinazione dei budget proprio la garanzia di non fare differenziazioni da un Asp all’altra, come avveniva in passato, si è deciso di centralizzare e di conseguenza di uniformare il trattamento per tutte le strutture in modo uguale e in modo assolutamente uniforme.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Adamo.

Nicola ADAMO

Questa non è un’interrogazione su cui ci si può dichiarare soddisfatti o meno, perché non ho motivo di dichiararmi insoddisfatto.

Prendo atto di quanto ha detto il governo regionale. Dico solo che sull’aspetto della spesa sanitaria e della sua programmazione, parlo dell’organizzazione della programmazione per l’acquisto di prestazioni da parte del Servizio sanitario e quindi, necessariamente, di un tema che non può non essere anche riferito ai criteri attraverso cui avviene il riparto del fondo sanitario regionale, su questo aspetto non sarebbe male approfondire come in altri momenti ha fatto questo Consiglio regionale. Vorrei dire alla Vicepresidente Stasi che questo Consiglio regionale ha deliberato, per esempio, anni fa una Commissione di inchiesta – lo ricorderà sicuramente l’assessore Gentile - per quanto riguarda la vicenda dei laboratori di analisi convenzionati.

Si fece un lavoro prezioso, pregevole, diciamo, per quanto riguarda la definizione dello stato delle cose in riferimento all’esplicazione dei compiti di controllo che sono attribuiti al Consiglio regionale.

Ritengo, anche a nome degli altri firmatari - e non abbiamo avanzato in tal senso la proposta perché una Commissione di questo tipo o si fa di intesa o non ha senso presentarla, come formalizzazione di un disegno di legge - che non sarebbe male che il Consiglio regionale, con la disponibilità del governo ma soprattutto con la disponibilità della maggioranza di governo qui in Consiglio regionale, istituisse una Commissione di inchiesta ad hoc per fare un report, una relazione su quello che è l’andamento della spesa, i criteri, le modalità, le prestazioni acquistate; cioè fare una analisi dettagliata di quella che è la qualità della spesa, almeno nell’ultimo quinquennio, nell’ultimo decennio. Non c’è un problema di investigazione e di indagine ma di conoscenza.

Per quanto esigua sia la quota in rapporto al fondo regionale sanitario - parliamo di un 3 per cento mi pare, non più di questo – è importante perché ciò può mettere ordine in un settore, in un segmento della sanità, molto esposto ad una forte domanda sociale che non è solo quella dei cittadini ma anche quella degli operatori.

Per cui se la Vicepresidente conviene e il Governo è d’accordo, possiamo riservarci di presentare il disegno di legge o a firma congiunta rispettando la norma statutaria, una Commissione di inchiesta che abbia questo ruolo di ricognizione e consegna il rapporto al governo e all’ufficio del commissario pera fare il punto sull’andamento della vicenda della spesa di questi anni in questo settore. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 346 del 8 aprile 2013 a firma del consigliere Mirabelli “Programma stage 2008”

PRESIDENTE

Siamo adesso all’interrogazione a risposta immediata numero 346 del 8 aprile 2013, a firma del consigliere Mirabelli “Programma stage 2008” di cui do lettura: “Per sapere – premesso che:

visto l’art. 117 comma II della Costituzione italiana nella parte in cui tale norma prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;

visto l’art. 3 della Costituzione nella parte in cui prevede l’impegno delle istituzioni nell’attuazione dell’uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;

sinteticamente: A) il «Programma Stages» trova il suo primo riconoscimento giuridico nella Legge regionale n. 26 del 12.11.2004 rubricata “Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell’economia della conoscenza” (pubblicata sul BUR Calabria n. 21 del 16 novembre 2004, supplemento straordinario n. 1);

all’art. 1 sono individuate le finalità della legge: “realizzare un sistema integrato di interventi orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per lo sviluppo della società calabrese”;

la Regione Calabria, quindi, con detta legge, in attuazione di quanto disposto dall’art. 117 della Costituzione e utilizzando fondi comunitari, statali e regionali, “...promuove un percorso d’eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione...” (Art. 2);

B) con la legge regionale 19 aprile 2007 n. 8, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l’art. 3 della legge regionale n. 26 del 12 novembre 2004 su citata, istituendo ufficialmente il «Programma Stages». Il nuovo art. 3 testualmente recita: “1. La Regione, al fine di promuovere la residenzialità in Calabria, concede ai giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d’eccellenza nella formazione universitaria. 2. I destinatari degli interventi di cui al comma precedente sono esclusivamente i giovani calabresi che abbiano conseguito la laurea in università italiane e straniere col massimo dei voti. 3. I premi, pari ad Euro 24.000,00 ciascuno, sono erogati in rate mensili pari a Euro 1.000,00 per 24 mensilità, con la contestuale frequenza da parte del beneficiario di uno stage presso un’Università calabrese, un Ente di ricerca avente sede in Calabria, la Regione Calabria ovvero un Comune della Calabria”;

C) la Legge regionale n. 3 del 5 marzo 2008, all’art 3, aumenta il numero dei voucher formativi da assegnare suddivisi nei vari Ambiti professionali, che passano da 250 unità a 500;

D) in data 20.10.2008, viene avviata la fase di formazione professionale dei vincitori del «Programma Stages». Il programma formativo si articola in due distinti momenti: formazione in aula e attività pratico-formativa all’interno delle pubbliche amministrazioni che hanno aderito alla manifestazione di interesse di cui alla deliberazione n. 119 del 3 dicembre 2007;

la formazione in aula si svolge presso le sedi universitarie calabresi rispettivamente di Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Catanzaro, le quali organizzano corsi specifici necessari a garantire agli stagisti, suddivisi per aree di specializzazione, l’inserimento negli enti pubblici. Tale formazione impegna gli stagisti per un ammontare complessivo di 450 ore di didattica, di cui 360 nei primi 4 mesi e ulteriori 90 ore sostenute in tre distinte settimane a intervalli semestrali;

il secondo momento dello stage, di durata non inferiore ai 20 mesi, si svolge nelle Pubbliche Amministrazioni. Gli stagisti a far data dal 09 marzo 2009 vengono assegnati, in relazione alle proprie qualifiche, ai settori di propria competenza. Ciascun ente affianca ad ogni stagista dei tutor i quali, non vigilano sul corretto espletamento dello stage, forniscono e scambiano le proprie competenze e conoscenze. Il «Programma stages» si conclude in data 20.10.2010;

E) con Legge regionale n. 32 del 22 novembre 2010 la Regione Calabria, in modifica dell’art. 10 della L.R. 11 Agosto n. 23, pubblicata sul B.U.R. n. 21 del 16 novembre 2010, supplemento straordinario n. 2 del 30 novembre 2010 (Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012), al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai giovani impegnati nel “Programma Stages” ha previsto “...l’erogazione di un contributo annuo di euro 10.000,00 a favore di soggetti pubblici, che si fossero impegnati a stipulare, con ogni stagista, che avesse concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento di cui alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n° 49 del 09 luglio 2007, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore ai 12 mesi di lavoro” (Art. 1) impegnandosi ad incentivare, da parte di soggetti pubblici e privati nei confronti degli stagisti, la realizzazione, di percorsi integrati (anche individuali) di orientamento, di alta formazione e di inserimento occupazionale, con risorse provenienti dai fondi comunitari strutturali. Infatti, il comma 6 dell’art. 1 della legge 32/2010 prevede l’impiego di fondi comunitari per consentire un’ulteriore valorizzazione dei giovani già meritocraticamente reclutati;

F) gli Enti pubblici che aderiscono all’Avviso pubblico ed inseriscono gli ex stagisti dal 01.09.2011 nei vari settori di competenza stipulando con gli stessi contratti di lavoro di durata non inferiore all’anno, costituiti in prevalenza da co.co.co ed in scadenza, nella maggior parte dei casi, al 31-08-2012;

G) con legge regionale n. 36/2012, approvata nel mese di agosto, il Consiglio regionale della Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di attività degli ex stagisti a condizione che gli enti fruitori rinnovino i relativi contratti;

allo stato, la maggior parte dei contratti stipulati con gli enti fruitori andrà in scadenza nel maggio 2013-:

considerata l’imminente scadenza contrattuale nel maggio 2013, la proroga del finanziamento regionale alle Amministrazioni fruitrici, al fine di garantire la continuità lavorativa dei giovani interessati;

considerati l’eccezionale crisi internazionale e nazionale ed il pressante fenomeno della disoccupazione giovanile che impongono la predisposizione di politiche ad elevato grado di progettualità onde valorizzare la permanenza in Calabria delle giovani generazioni quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell’esperienza già in atto sotto il profilo dell’apporto di valido e formato capitale umano all’interno delle Amministrazioni Pubbliche calabresi.”

Prego, consigliere Mirabelli.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, vorrei farle una richiesta perché penso che la competenza sia dell’assessore Salerno, per cui chiederei, se è possibile, che questo punto – visto che oggi scade il contratto – possa essere messo all’ultimo punto delle interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE

La rimandiamo, consigliere?

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

No, chiederei di metterla all’ultimo punto delle interrogazioni a risposta immediata in attesa che arrivi l’assessore.

Interrogazione a risposta immediata numero 348 del 9 aprile 2013, a firma del consigliere Giordano “Sugli interventi a favore dei soggetti dializzati residenti nella città di Reggio Calabria”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione a risposta immediata numero 348 del 9 aprile 2013, a firma del consigliere Giordano “Sugli interventi a favore dei soggetti dializzati residenti nella città di Reggio Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’assistenza ai dializzati nella nostra regione presenta gravi carenze e in particolare emerge come nella città di Reggio Calabria numerosi pazienti sono costretti a sottoporsi a dialisi in ambulatori situati nella città di Messina; tale modalità, oltre che influire sulla qualità di vita degli interessati, costretti a sostenere un disagio nell’attraversamento periodico dello stretto di Messina, determina un onere finanziario supplementare a carico delle casse della regione Calabria sia con riferimento alle spese di trasporto, sia per i costi sostenuti a favore di strutture private;

l’insufficienza delle strutture pubbliche finalizzate al servizio di dialisi con l’esternalizzazione dell’intera filiera dei servizi nefro-dialitici ha implicazioni potenzialmente negative per l’azienda pubblica e per i cittadini, in quanto con l’esternalizzazione dei servizi il Sistema Sanitario Nazionale perde delle competenze cruciali. Ad oggi i pazienti dializzati in Italia sono circa 40.000 ed il costo annuo di un paziente in trattamento sostitutivo dialitico è di circa 35.000 euro all’anno;

l’esternalizzazione dei servizi sanitari ha senso solo quando interviene per garantire efficienza e appropriatezza a strutture pubbliche, che per qualsiasi motivo non siano in grado di assicurare questi requisiti ai cittadini, tenuto conto che l’outsourcing presenta problematicità nel rapporto costi/benefici;

scorso anno si è registrato un intervento positivo sul punto, atteso che l’Azienda Ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli ha implementato i posti letto offrendo la possibilità a sedici dializzati di potersi curare a Reggio Calabria;

in occasione della conferenza stampa dedicata a tale iniziativa lo stesso governatore Scopelliti, nella sua qualità di Commissario ad acta alla sanità, assicurò il proprio impegno al fine di raggiungere in breve tempo la piena autosufficienza evitando così che numerosi malati subiscano il disagio dell’attraversamento dello stretto di Messina e incidendo così anche sui costi accessori nascenti dal trasporto dei pazienti e sui costi nascenti dalla mobilità sanitaria passiva, ma a tutt’oggi non si registra alcun novità essendo rimasto immutato il numero dei posti letto -:

quali siano i costi di trasporto che la regione Calabria sostiene annualmente per garantire la mobilità dei dializzati verso la città di Messina nonché le relative risorse finanziarie impegnate a favore delle strutture private che erogano il servizio; quali siano i motivi eventualmente ostativi che impediscono l’apertura di nuovi posti letto per dializzati presso l’azienda ospedaliera reggina o, in via subordinatale cause della mancata implementazione dei turni di lavoro per rispondere alle esigenze sanitarie dei dializzati;

quali iniziative si intendono intraprendere per ridurre la mobilità passiva dei pazienti dializzati della città di Reggio Calabria e se non si ritenga opportuno a tal fine programmare degli interventi atti ad implementare i posti letto e i turni di lavoro presso l’azienda ospedaliera o, in ultima analisi, prevedere l’utilizzo, compatibilmente con il piano di rientro sanitario, di strutture private cittadine.”

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa è una interrogazione che ho presentato il 9 aprile stante la realtà che stanno vivendo i pazienti dializzati che nella città di Reggio Calabria sono numerosissimi e devono sopportare – per sottoporsi alle cure – il trasferimento nella città di Messina nelle giornate in cui vengono erogati i trattamenti. Questa modalità ha ovviamente una forte incidenza, intanto sulla qualità della vita dei singoli pazienti per il disagio dell’attraversamento e non ultimo determina un onere supplementare pesante alle casse della Regione, sia per le spese di trasporto sia per i costi che devono essere sostenuti a favore di strutture che in questo caso sono private. L’insufficienza delle strutture pubbliche finalizzate a tale servizio ha delle implicazioni negative, come viene sottolineato da più parti del mondo scientifico. L’esternalizzazione di questi servizi da parte del Servizio sanitario pubblico vengono additate come un pesante gap cui va posto rimedio. In Italia sono circa 40 mila i soggetti dializzati ed il trattamento sostitutivo dialitico costa per ogni paziente circa 35 mila euro all’anno.

Ciò premesso, avevamo registrato già un intervento che aveva implementato una parte dei posti letto per soli 16 pazienti dializzati per potersi curare a Reggio Calabria. Lo stesso presidente Scopelliti, che ci sta ascoltando, quando fu presentato questo progetto aveva assunto l’impegno che, in breve tempo, si sarebbe raggiunta l’autosufficienza in questa città.

Oggi cosa vogliamo sapere? E’ trascorso tantissimo tempo, parliamo di oltre un anno e vogliamo sapere quali siano i costi che annualmente sopporta la Regione Calabria per garantire la mobilità dei pazienti dializzati verso la città di Messina.

Vogliamo sapere quali sono i motivi ostativi che impediscono l’apertura di nuovi posti letto per dializzati presso l’Azienda sanitaria reggina e quali sono, in via subordinata, le cause della mancata implementazione degli eventuali turni, una ulteriore turnazione di lavoro che risponda alle esigenze e quindi limiti o abbatta completamente questa mobilità che incide sulla qualità della vita dei soggetti e sulla economia delle casse regionali.

Questa è una delle questioni che tante volte è stata trattata da quest’Aula. Quando si parla della mobilità passiva si deve iniziare anche a dare concretezza e questa è una delle misure su cui ci vuole una risposta vibrata ed immediata.

Vogliamo sapere cosa si è fatto, cosa si sta facendo e in che tempi.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Intanto credo debba essere fatta una differenza tra pazienti in dialisi e tutta la discussione sui posti letto relativamente a quello che citava il consigliere Giordano, quindi l’implementazione dei nuovi posti previsti ma non ancora attuati.

Per quanto riguarda i pazienti in dialisi cui accennava e di cui abitualmente abbiamo letto, si è verificato un flusso verso Messina nel 2011 ed ho ricordato il 2011 perché quanto al 2012 il dato non è ancora completo poiché la lettura dei dati del 2012 si ha di solito al 31 maggio dell’anno successivo. I dati sono nel 2011 di soli 64 pazienti che hanno generato un numero totale di 6651 dialisi con un costo medio-prestazioni di 197 euro, quindi i conti sono presto fatti.

I dati al 2012 non li conosciamo ma sappiamo di certo che sono notevolmente diminuiti perché l’offerta di postazioni di dialisi presso l’azienda ospedaliera nel 2012 è stata incrementata notevolmente. Relativamente ancora all’impossibilità di attuare, di aprire i nuovi posti letto nella Azienda ospedaliera, purtroppo il problema è quello che hanno, tra l’altro, anche gli altri ospedali della Regione Calabria di poter attivare nuovi servizi ma non poterlo fare materialmente per mancanza di personale. Questo, ovviamente, si inserisce in qualche modo nelle richieste che continuiamo a fare dello sblocco del turn-over che finalmente potrà consentirci -perché no?- la possibilità di aprire questi nuovi servizi che sono previsti nei programmi e negli atti aziendali, negli atti dell’ufficio del commissario e che per carenza del personale non è ancora possibile attuare.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Non posso dichiararmi soddisfatto perché la Vicepresidente Stasi si richiamava anche al 2011 quando si erano registrate delle iniziative che avevano comunque fornito una risposta parziale - parliamo del 40 per cento circa. C’è un 60 per cento di pazienti che dopo due anni ancora non avranno nessuna risposta. Avevo anche chiesto l’eventualità della implementazione dei turni di lavoro. Non è un problema solo dei costi. Una valutazione l’avevamo fatta e ci sono costi ulteriori di circa 500 mila euro l’anno che potevano essere risparmiati e si potevano reinvestire per potenziare, invece, la struttura ospedaliera reggina.

Ancora oggi, purtroppo, prendiamo mestamente atto che non si è fatto nulla per dare questa risposta che mirava a migliorare la qualità della vita e dell’approccio clinico, dell’approccio di ogni singolo paziente che si porta dietro una patologia così importante e così pesante.

Interrogazione a risposta immediata numero 349 del 16 aprile 2013 a firma del consigliere Guccione “Sulle strutture sanitarie costruite in Calabria in base all’art. 20 della Legge n. 67/88”

PRESIDENTE

L’ultima interrogazione a risposta immediata è la numero 349 del 16 aprile 2013, a firma del consigliere Guccione “Sulle strutture sanitarie costruite in Calabria in base dell’ex art. 20 della Legge n. 67/88” che così recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

negli anni che vanno dal 1990 al 2000 sono state costruite in Calabria diverse strutture sanitarie in base all’art.20 della Legge n. 67/88 che dovevano essere adibite a casa famiglie, Rsa, alloggi protetti e comunità terapeutiche;

gran parte di esse a tutt’oggi risultano inutilizzate e lasciate in un profondo abbandono e degrado;

nella sola provincia di Cosenza le strutture sanitarie costruite in base all’art. 20, sono 21, di cui 18 sono state ultimate e tre risultano ancora con i lavori in corso;

lo Stato ha stanziato per la costruzione di dette strutture oltre 14 milioni di euro;

lo stato di abbandono in cui versano queste strutture rischia di creare una situazione di degrado ambientale e strutturale nell’area in cui sono ubicate;

nei giorni scorsi i sindaci di Spezzano Piccolo, Pedace, Serra Pedace, Casole Bruzio, Trenta e Celico hanno avanzato una proposta di riutilizzo di una di queste strutture sanitarie abbandonate costruita a Casole Bruzio con i fondi dell’ex articolo 20 per poter ospitare un polo polispecialistico sanitario che attualmente è ubicato in un locale angusto ed inadeguato, di soli 200 metri quadrati, che conta ventiduemila accessi all’anno per prestazioni sanitarie come cardiologia, diabetologia, ortopedia, oculistica, chirurgia generale, sala-prelievi;

la struttura in questione dispone di oltre 600 metri quadrati di superficie che darebbero la possibilità di una sistemazione più adeguata per gli oltre ventiduemila cittadini che ogni anno usufruiscono dei servizi sanitari offerti dall’attuale polo specialistico, per i medici e per gli operatori sanitari che vi operano, offrendo anche la possibilità di poter ampliare la gamma dei servizi sanitari territoriali per un bacino di utenza che conta oltre cinquantamila abitanti -:

quali iniziative immediate e urgenti si intendono assumere per evitare di far disperdere questo importante patrimonio che è costato oltre cinquanta milioni di euro e che, in alcuni casi, è diventato luogo di degrado e di abbandono;

se non ritenga urgente e necessario predisporre un piano di recupero e di riutilizzo sanitario di queste strutture, così come richiesto e proposto dai sindaci dei comuni sopracitati che hanno già inviato una lettera al Direttore generale del Dipartimento generale della Salute della Regione Calabria, Antonino Orlando, e al Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, attraverso la quale chiedono di poter utilizzare al meglio la struttura abbandonata di Casole Bruzio come polo socio-sanitario al servizio delle popolazioni della presila cosentina.”

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, negli anni che vanno dal 1990 al 2000 sono state costruite in Calabria diverse strutture sanitarie, in base all’articolo 20 della legge numero 67 del 1988, che dovevano essere adibite a case famiglia, Rsa, alloggi protetti e comunità terapeutiche.

Gran parte di esse a tutt’oggi risultano essere inutilizzate e lasciate in un profondo abbandono e degrado. Il caso più eclatante riguarda la provincia di Cosenza con 21 strutture costruite ex articolo 20 e, ad oggi, l’Asp di Cosenza ci dice che 18 risultano essere ultimate e le altre tre sono ancora sospese, gli appalti per contenziosi.

Nessuna di queste strutture è stata fino adesso utilizzata, sono tutte inutilizzate. E solo per la Provincia di Cosenza lo Stato ha speso 13 milioni 918 mila euro per strutture che ad oggi – parliamo di strutture che sono state completate da almeno 10 anni – sono in forte degrado e per metterle in esercizio abbisognano di diverse ristrutturazioni di recupero degli immobili.

Chiedo alla Giunta regionale di sapere quali siano le iniziative finalizzate ad un riutilizzo di queste strutture a fini sanitari anche attraverso un richiesta che va fatta al Ministero, per far in modo che lo stesso possa autorizzare un uso diverso da quello per il quale erano state costruite.

Le faccio un esempio: - le ho quasi girate tutte nella mia provincia - un immobile di Casole Bruzio potrebbe ospitare un polo ambulatorio che oggi è messo in 200 metri quadri, invece c’è una struttura completata che ha bisogno di qualche migliaio di euro per essere messa in esercizio. Con 600 metri quadri parliamo di un polo ambulatorio che, attualmente, ha 22 mila accessi l’anno.

Ci sono altri tipi di strutture ed ho parlato con diversi sindaci che vorrebbero averle a disposizione per utilizzarle sempre a fini socio-sanitari. Credo che da questo punto di vista si sia bisogno di una iniziativa urgente della Giunta regionale verso il Ministero affinché possa concedere l’autorizzazione ad un riutilizzo socio-sanitario di queste strutture che erano state costruite in un vecchio Piano per scopi diversi che oggi non hanno più motivo di esistere. Non possiamo, però, perdere un patrimonio di questa natura.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Quel che sostiene il consigliere Guccione in effetti è vero perché ancora tante strutture non sono state completate e diverse strutture completate non sono utilizzate. Proprio di recente il dipartimento alla salute ha avviato una ricognizione e si sta adoperando per superare in qualche modo queste criticità rappresentate, tra l’altro, da diverse aziende sanitarie e capire cosa impedisce il completamento di molte strutture, verificare la parte tecnica e poi valutare eventualmente come poterle utilizzare ovviamente alla luce del Piano di rientro e delle richieste delle Asp. Lo stesso vale proprio per la comunità terapeutica semiresidenziale di Casole Bruzio dove l’utilizzo della struttura sarà valutato – questo glielo confermo, consigliere Guccione –, da qui a non molto sarà sentita l’Asp che è stata già interrogata sulla questione, incrociando quelle che sono le previsioni del Piano di rientro. Da qui a breve, quindi, avremo la possibilità di avere la valutazione su questa struttura ma anche su tante altre. C’è già un lavoro in corso, che si sta compiendo e che, da qui a non molto, sarà ultimato.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, mi ritengo soddisfatto della risposta che ha fornito la Vicepresidente Stasi. Ci tengo molto a verificare un riutilizzo produttivo e socio-sanitario di queste strutture in un momento in cui la crisi economica stringe molte famiglie italiane e vedere queste strutture dove lo Stato italiano ha speso milioni di euro inutilizzati. C’è una richiesta di un riutilizzo di queste strutture ai fini socio-sanitari.

Le racconto un altro caso emblematico nella mia provincia: abbiamo due strutture che sono state addirittura anche arredate ma sono bloccate per entrare in esercizio dal Piano di rientro. Anche qui sono pronte a dare una risposta socio-sanitaria a persone che hanno esigenza di andare in Rsa; nella mia provincia abbiamo due di queste strutture che, ripeto, sono addirittura completate anche negli arredamenti. Anche qui c’è bisogno di verificare le iniziative per permettere l’apertura di queste strutture.

Credo che ci siano tutte le condizioni e credo che siamo disponibili su questo terreno a collaborare e a offrire il nostro contributo.

Interrogazione a risposta immediata numero 350 del 18 aprile 2013 a firma del consigliere Imbalzano “Per conoscere le iniziative che l’Assessore ai Trasporti vorrà assumere per garantire la libera circolazione di tutto il personale dei vigili del fuoco, sulle autolinee private della aziende in regime di convenzione con la Regione Calabria”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 350 del 18 aprile 2013 a firma del consigliere Imbalzano “Per conoscere le iniziative che l’Assessore ai Trasporti vorrà assumere per garantire la libera circolazione di tutto il personale dei vigili del fuoco, sulle autolinee private della aziende in regime di convenzione con la Regione Calabria” di cui do lettura: “All’assessore regionale ai trasporti. Per sapere – premesso che:

l’art. 19, comma 1 della Legge 4 Novembre 2010 n. 183 riconosce la specificità del ruolo svolto dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, unitamente alle Forze Armate ed a tutte le Forze di Polizia, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per la funzione di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell’ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed i correlati impieghi in attività usuranti;

in forza di questa specificità ed anche ai sensi della recente legge approvata dal Consiglio regionale, quasi tutte le aziende di autolinee private convenzionate con la Regione Calabria consentono, doverosamente, la libera circolazione del personale dello stesso Corpo;

esistono alcune di queste imprese che si ostinano a rifiutare questo diritto normativamente riconosciuto, nei confronti del Personale del Supporto Amministrativo Tecnico Informatico (S.A.T.I.) componente essenziale ed organica al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, determinando una ingiustificabile discriminazione, con notevole aggravio delle spese di trasporto da parte di decine di lavoratori;

l’Assessore ai trasporti di recente ha reso noto che è stata chiarita con una circolare la modalità di attuazione della Legge 67/2012, che consente la libera circolazione gratuita sui mezzi di trasporto pubblico da parte degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, a partire dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, per esigenze di servizio e identificandosi con la tessera di riconoscimento rilasciata dalla rispettiva Amministrazione di appartenenza, invece della divisa, consentendo, in tal modo, di superare quella che, in effetti, rappresentava una significativa anomalia della norma che non consentiva al personale in borghese l’utilizzo del mezzo pubblico alle stesse condizioni del personale in divisa e chiarendo che le modalità di fruizione dipendono dalle norme e regolamenti applicabili ai singoli Corpi ed Amministrazioni;

infine, i compiti istituzionali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non sono di pubblica sicurezza ma di Soccorso Pubblico e Difesa Civile, contribuendo insieme al personale SATI, che partecipa attivamente ad ogni tipo di emergenza, alla Sicurezza nazionale -:

se sia possibile chiedere una omogenea applicazione della legge di cui in premessa e riconoscere quindi il diritto alla libera circolazione in ambito regionale a tutto il personale appartenente al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, come previsto dalla legge, specificando, soprattutto alle aziende che stanno continuando a disattendere agli obblighi della legge di cui trattasi, in modo chiaro, la sua applicazione;

se non ritenga necessario, ove dovesse persistere tale anomalo comportamento, adattare misure adeguate per imporre il rispetto di una normativa ormai riconosciuta in modo pressoché generalizzato nell’intero Paese”.

Prego, consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Grazie, signor Presidente. La mia è un’interrogazione che intende denunciare un atteggiamento discriminatorio di alcune società di autotrasporti della Regione Calabria nei confronti di alcuni dipendenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ai quali la legge numero 183 del 4 novembre 2010 riconosce una specificità di ruolo così come la riconosce alle altre componenti delle Forze Armate e delle Forze di Polizia svolgendo compiti in qualche modo analoghi.

Devo dire che quasi tutte le aziende private calabresi rispettano rigorosamente queste norme e, quindi, la libera circolazione del personale dello stesso corpo dei vigili del fuoco. Ve ne sono alcune, però, che si ostinano, da tempo, e si rifiutano di accogliere questo diritto che è normativamente riconosciuto in particolare nei confronti del personale del Supporto Amministrativo Tecnico Informatico dei Vigili del Fuoco, determinando una ingiustificabile discriminazione, con un aggravio notevole di spese per tanti lavoratori.

So che l’assessore ai trasporti, Fedele, nei mesi scorsi ha chiarito con una circolare la modalità di attuazione della legge numero 67 del 2012, che consente la libera circolazione gratuita sui mezzi di trasporto pubblico da parte degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, a partire dal Corpo dei Vigili del Fuoco, per esigenze di servizio e identificandosi con la sola tessera di riconoscimento rilasciata dalle rispettive Amministrazione invece della divisa.

Adesso interrogo l’assessore per chiedere finalmente un’omogenea applicazione della legge su tutto il territorio regionale da parte di tutte le aziende che hanno rapporti con la Regione e, ove qualcuna di queste aziende intendesse continuare a mantenere questo atteggiamento in qualche modo discriminatorio, di intervenire con maggiore perentorietà, con una circolare esplicativa, magari, affinché si ponga fine a questo atteggiamento che ormai è diventato intollerabile. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Fedele.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all’intermodalità e all’internazionalizzazione

Grazie, Presidente. Rispondo con piacere al consigliere Imbalzano che ha sollevato questa problematica della quale avevamo già parlato anche in altre occasioni.

Intanto, come per tutte le altre forze dell’ordine anche per i vigili del fuoco, purché siano in servizio, c’è l’esenzione dal pagamento del biglietto quando si viaggia per motivi di servizio.

Abbiamo mandato una circolare lo ricordava anche lui nella interrogazione e molte aziende si sono adeguate, ma alcune non lo hanno fatto.

Nei giorni scorsi, la Giunta regionale ha approvato una delibera contenente una bozza di contratto che, appena sarà sottoscritto dalle aziende, le vincolerà, tra le altre cose, anche sotto questo aspetto. Non soltanto, ma le aziende che non dovessero adempiere saranno sanzionate come previsto da questo contratto. 

Tra l’altro, per quest’anno abbiamo stanziato 600 mila euro come sostegno a queste aziende proprio per consentire alle forze dell’ordine in servizio di viaggiare gratuitamente. Quindi, anche da questo punto di vista c’è un impegno da parte della Giunta regionale.

Diciamo la verità: qualche azienda, magari, è inadempiente perché le difficoltà economiche che  il comparto sta attraversando in questo momento hanno creato qualche problema.

Devo dire che, alla luce degli ultimi incontri che il presidente Scopelliti ha promosso ed alle ultime iniziative che stiamo portando avanti insieme al Presidente, credo che su questo comparto si sia individuata una strada per reperire i fondi necessari affinché i servizi vengano garantiti per tutto l’anno ed anche in quest’ottica ed alla luce del contratto che queste aziende dovranno firmare da qui a qualche giorno questo problema potrà essere risolto. A quel punto, non soltanto avremo modo di poter controllare se mettono in atto quello che già gli abbiamo chiesto con la circolare, ma, nel caso dovessero reiterare questo comportamento, saremo in grado di applicare delle sanzioni.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Mi ritengo complessivamente soddisfatto dalla risposta dell’assessore Fedele. Peraltro, quest’ultima novità ci incoraggia e ci fa sperare che si possa normalizzare una questione che era assai antipatica perché poi all’interno dello stesso corpo si facevano distinzioni curiose.

Oggi, tutti i dipendenti del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco hanno una tessera indistinta e speriamo che queste tre-quattro ditte, perché di questo si tratta sostanzialmente che non cito per ovvi motivi, ma in privato avrò modo di precisare, che hanno una presenza importante all’interno della Regione, possano, a questo punto, alla luce di questi ultimi provvedimenti della Giunta, adeguarsi definitivamente.

Interrogazione a risposta immediata numero 351 del 18 aprile 2013 a firma del consigliere Naccari Carlizzi “Sul mancato completamento della Variante Ferroviaria di Cannitello”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 351 del 18 aprile 2013 a firma del consigliere Naccari Carlizzi “Sul mancato completamento della Variante Ferroviaria di Cannitello”.

L’interrogazione decade essendo assente il consigliere Naccari Carlizzi.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 352 del 28 aprile 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e Formazione Professionale”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 352 del 28 aprile 2013 a firma del consigliere Maiolo “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e Formazione Professionale” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Consiglio regionale della Calabria nella seduta del 30 gennaio 2012 ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno numero 44 di iniziativa dei consiglieri Maiolo, Dattolo, Principe e Fedele “In ordine alla disciplina dei percorsi dell’Istruzione e Formazione Professionale” con il quale si impegnava la Giunta regionale:

a rendere ordinario e disciplinare in via definitiva il sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale con percorsi di durata triennale e quadriennale finalizzati, rispettivamente, al conseguimento della qualifica professionale e del diploma professionale da realizzare, in via ordinaria, dalle Istituzioni Formative accreditate dalla Regione;

a rendere i percorsi di IeFP paralleli temporalmente ai percorsi scolastici promulgando per tempo gli avvisi o favorendo, come in altre Regioni, la creazione di un’Agenzia Unica sotto forma di ATS o Consorzio tra le Istituzioni Formative accreditate;

a definire le Linee Guida Regionali sull’Istruzione e Formazione Professionale adottando, oltre all’ordinamento didattico, requisiti rigorosi per l’accreditamento delle Istituzioni Formative;

ad individuare i percorsi formativi strategici per lo sviluppo regionale e per favorire l’occupazione dei giovani anche fuori dal contesto regionale ad integrazione delle figure professionali previste negli Accordi Stato-Regioni;

a creare un sistema di orientamento condiviso tra le centrali regionali (Azienda Calabria Lavoro e FIELD), i Centri per l’Impiego, la Direzione Scolastica Regionale, le Istituzioni Formative accreditate e le Parti Sociali;

a richiedere l’incremento dei finanziamenti previsti dallo Stato e integrarli con quelli del F.S.E. ivi comprese quote dell’Asse Capitale Umano e finalizzate alla lotta alla dispersione scolastica al fine di favorire la domanda delle, famiglie e dei giovani calabresi";.

la normativa nazionale di riferimento, nel frattempo, ha continuato a migliorare il sistema in quanto il 23 aprile 2012 è stato adottato, successivamente pubblicato, il 31 luglio 2012, nella serie generale della Gazzetta Ufficiale, il Decreto MIUR di concerto con il MLPS del 23 aprile 2012 di recepimento dell’Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2012, riguardante l’integrazione del Repertorio delle figure professionali di riferimento nazionale, approvato con l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 27 luglio 2011;

l’obiettivo principale è di offrire la possibilità a tutti coloro che lo vogliano di acquisire una qualifica professionale triennale dopo il completamento della scuola secondaria di primo grado. Tale obiettivo assume tuttavia una caratteristica specifica: la nuova offerta, che si rivolge a tutti gli studenti, prevede anche specifiche modalità mirate al rafforzamento delle competenze, generali o professionalizzanti, utili a superare situazioni di difficoltà a continuare gli studi. Il sistema regionale di IeFP deve, pertanto, essere impostato ed organizzato (pure nei tempi, analoghi a quelli scolastici), anche in stretta coerenza con le indicazioni europee, mirando al miglioramento dell’accoglienza e ad una composizione flessibile e personalizzata del percorso formativo anche per ridurre l’abbandono scolastico e per accompagnare gli studenti al successo formativo con il completamento del percorso intrapreso;

secondo i più recenti pronunciamenti dell’Unione Europea in merito alle politiche di contrasto all’abbandono, i giovani che lasciano la scuola costituiscono on gruppo eterogeneo e le ragioni individuali dell’abbandono variano sensibilmente: la famiglia di provenienza e le condizioni socio­economiche generali, come pure l’attrazione esercitata dal mercato del lavoro, sono fattori importanti;

il loro effetto è condizionato dalla struttura del sistema di istruzione e formazione, dalle opportunità formative loro proposte, dall’ambiente formativo in cui vengono inseriti. Si veda in proposito la Proposta 1 febbraio 2011, formulata dalla Commissione Europea, di Raccomandazione del Consiglio Europeo sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico; nella proposta è evidenziato che "L’istruzione e la formazione professionali possono motivare all’apprendimento, dare agli studenti maggiore flessibilità, mettere in atto una pedagogia più appropriata e rispondere meglio alle aspirazioni dei giovani sottolineando come l’abbandono scolastico rappresenta ima perdita di opportunità per i giovani e di potenzialità per la società e l’economia";

gli interventi formativi di IeFP mirano a contrastare la dispersione attraverso la creazione di un ambiente di apprendimento positivo, il rafforzamento della qualità e dell’innovazione pedagogiche, il miglioramento della capacità dei docenti di far fronte alle diversità sociali e culturali;

il rafforzamento di percorsi formativi di qualità, della loro attrattiva e della loro flessibilità offre agli studenti a rischio alternative credibili all’abbandono. Un’istruzione e una formazione ben integrate nel sistema generale di IeFP possono offrire percorsi alternativi per l’accesso al mondo del lavoro, ma anche per la prosecuzione nell’istruzione secondaria superiore e nell’istruzione terziaria;

l’espressione istruzione e formazione professionale trae origine da una formula usata dal legislatore statale sulla scorta della nota riforma del 2001 al titolo V, parte II, della Costituzione e in particolare all’art. 117 (in particolare del comma terzo, laddove è disposto che la competenza legislativa concorrente Stato-Regioni ha per oggetto 1’ istruzione con esclusione della istruzione e della formazione professionale);

l’endiadi istruzione e formazione professionale è infatti impiegata - in attuazione della delega contenuta nell’art. 1 della legge n. 53 del 2003 - dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, relativo al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Il capo III del decreto detta appunto i livelli essenziali delle prestazioni relativi ai percorsi di istruzione e formazione professionale, che devono essere garantiti dallo Stato e assicurati dalle Regioni. Il rispetto di questi livelli minimi consente agli ordinamenti regionali di creare percorsi formativi di valenza nazionale e preordinati all’assolvimento dell’obbligo d’istruzione nonché del diritto-dovere all’istruzione e formazione;

le Regioni, dunque, possono erogare formazione professionale anche agli studenti che si trovano ancora nell’obbligo scolastico. Di conseguenza tutti i titoli e le qualifiche professionali spettano alle Regioni e vengono rilasciati esclusivamente dalle istituzioni scolastiche e formative del sistema regionale d’istruzione e formazione professionale;

in sintesi, il nuovo ordinamento statale prevede, da un lato, che ogni Regione debba istituire un proprio sistema di istruzione e formazione professionale capace di offrire percorsi e titoli di valenza nazionale, di dignità pari a quella del sistema statale, dall’altro, che gli istituti professionali cessino di rilasciare (in via ordinaria) diplomi di qualifica triennale, che diventano esclusiva regionale;

l’iniziativa posta in essere con l’approvazione dell’Ordine del Giorno del 30 gennaio 2012, tende, pertanto, a creare il sistema di Istruzione e Formazione Professionale della Regione Calabria dando una impostazione ed una organizzazione che gli consenta di avere la dignità e le caratteristiche analoghe al sistema scolastico nazionale anche attraverso una selezione di qualità delle Agenzie formative accreditate che dovranno realizzare i percorsi -:

quali iniziative sono state assunte a seguito dell’approvazione, si ribadisce all’unanimità del Consiglio, del sopra indicato ordine del giorno”.

Prego, consigliere Maiolo. A questa interrogazione dovrebbe rispondere l’assessore Salerno che è assente. Ci sono altre tre interrogazioni alle quali dovrebbe rispondere, forse dovremmo rinviarle.

Se, cortesemente, favoriamo l’ordinato svolgimento dei lavori, consentiamo al consigliere Maiolo di svolgere il suo intervento. Prego i colleghi di prendere posto.

Mario MAIOLO

Presidente, poi entro nel merito dell’interrogazione che vorrei illustrare. Poco fa lei ha rinviato l’interrogazione del consigliere Mirabelli sugli stagisti …

PRESIDENTE

L’ho inserita in coda all’ordine del giorno in attesa che arrivi, se arriva, l’assessore Salerno.

Mario MAIOLO

Poiché, ovviamente, le interrogazioni vengono rivolte al Presidente della Giunta regionale questi ha facoltà di delegare in Consiglio un suo delegato, un assessore affinché risponda alle interrogazioni e scelga liberamente. Non è detto che debba essere l’assessore delegato.

PRESIDENTE

Ho detto, risponderebbe l’assessore Salerno, eventualmente …

Mario MAIOLO

Entro nel merito della mia interrogazione e le dico che, in base agli atti, non dovrebbe rispondere l’assessore Salerno. Vorrei capire, quindi, dal Presidente della Giunta regionale se l’indicazione dell’assessore Salerno, assente, a rispondere a questa interrogazione sia dovuta al fatto di non voler rispondere all’interrogazione o ad un difetto di conoscenza che sono in grado, invece, di far superare all’Aula del Consiglio.

Dico questo perché rispetto all’interrogazione degli stagisti capisco che si deleghi l’assessore Salerno a rispondere, ma in quest’Aula su questi argomenti potrebbero rispondere le pareti del Palazzo del Consiglio regionale. Poi, si decide di far rispondere chi è assente.

La mia interrogazione, che non riguarda il consigliere Maiolo, è rivolta al Presidente della Giunta regionale per conoscere lo stato di attuazione dell’ordine del giorno approvato all’unanimità nella seduta del Consiglio regionale del 30 gennaio 2012 con il quale si chiedeva di disciplinare il percorso dei corsi di istruzione e formazione professionale. Era gennaio 2012 e si chiedeva alla Giunta regionale di garantire ai ragazzi sottoposti all’obbligo scolastico e che non frequentano di poter frequentare i corsi di formazione professionale previsti dalla legge.

Per capirci, quando inizia l’anno scolastico per tutti i ragazzi, dovrebbe iniziare anche per questi ultimi; quindi, l’anno scolastico 2012-2013 sarebbe dovuto cominciare allo stesso modo anche per questi studenti, cosa che, signor Presidente del Consiglio, non è avvenuta.

Non soltanto non è avvenuta e, quindi, la Giunta non ha fatto nulla rispetto a quello che noi abbiamo chiesto – ripeto – con un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale – ma vedo che il presidente Scopelliti ed il presidente Talarico hanno altro di più importante da discutere –, però, ovviamente, ci sono migliaia di ragazzi in Calabria che non hanno potuto frequentare l’anno scolastico nella nostra regione, perché …

PRESIDENTE

Continui, consigliere Maiolo.

Mario MAIOLO

Presidente, fra un po’ porrò una questione anche di ordine dei lavori perché noi qui stiamo svolgendo una seduta di Consiglio regionale con grande responsabilità da parte della minoranza su un tema che richiede risposte immediate ed un solo punto all’ordine del giorno sul quale, per responsabilità, in Commissione abbiamo votato a favore pur essendo una iniziativa che sarebbe stato più opportuno fare a firma di tutti i capigruppo del Consiglio regionale. Per cui se nemmeno rispondiamo alle interrogazioni e pensiamo di andare avanti in questo modo, penso che sarebbe utile ridurre il numero delle sedute di Consiglio anziché documentarle.

Presidente, su questa interrogazione, l’ordine del giorno era chiaro e si chiedeva di dare le opportunità a questi ragazzi e mi pare che il presidente Talarico avesse anche convocato per stamattina una riunione affinché la Giunta regionale si adoperasse.

Lei, presidente Talarico, aveva convocato per oggi una riunione specificatamente su questo ordine del giorno che è rinviato da tre sedute di Consiglio. Questo è un tema che lei dovrebbe conoscere, perché ha convocato per stamattina e poi sconvocato una riunione sui corsi di formazione di Iefp, cioè di istruzione e formazione professionale.

Noi abbiamo approvato in Aula all’unanimità un ordine del giorno dicendo alla Giunta regionale: c’è questo problema, dovremmo regolamentare questa attività. Nell’ordine del giorno, quindi, si chiedeva: regoliamo, diamo ordinarietà secondo la legge, facciamo in modo che i ragazzi che devono frequentare l’anno scolastico lo facciano come prescrive la legge. Ma nulla è avvenuto e quei ragazzi hanno perso totalmente questo anno perché nulla è stato avviato.

Ma io dico che il presidente Scopelliti può delegare l’assessore Salerno a rispondere e non essendoci può chiederci di rinviare l’interrogazione. Però, c’è un problema: la Giunta regionale nel momento in cui non è partito l’anno scolastico ha fatto una delibera ed ha preso atto dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio e l’ha fatto il 12 ottobre 2012, cioè esattamente dieci mesi dopo, ad anno scolastico iniziato. Quindi, il presidente Scopelliti ha compiuto l’atto politico di recepire quello che era l’indirizzo del Consiglio, di impegnarsi a ciò, ma nella stessa delibera di Giunta, caro Presidente del Consiglio, la Giunta regionale non ha delegato l’assessore Salerno ma l’assessore alla cultura a compiere le attività relative.

Mi sarei, quindi, aspettato che lei oggi mi avesse detto … so che non c’è problema, ma per dire che il rinvio delle interrogazioni se si deve fare si fa, ma faccio presente che il presidente Scopelliti può delegare chiunque a rispondere. Ma se c’è una delibera di Giunta che dice “se ne occupa l’assessore alla cultura” mi aspetto che oggi risponda l’assessore alla cultura.

Probabilmente, adesso mi risponderà pure perché non è che sia difficile rispondere ad una interrogazione. Il dato di fatto qual è? Mi aspetto una risposta ma poi replicherò alla risposta: che ci sia anche una coerenza rispetto agli atti, ma soprattutto la tempestività delle risposte perché l’anno scolastico è finito. Vorrei capire dalla Giunta regionale quali sono le iniziative che ha inteso intraprendere rispetto a questa problematica.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Consigliere Maiolo, di solito alle interrogazioni, a seconda dell’argomento che rivestono, risponde l’assessore al ramo non perché gli altri non siano informati ma è la prassi.

Mario MAIOLO

Presidente, forse non mi ha seguito. C’è la delibera di Giunta regionale numero 460 del 12 ottobre 2012; è una delibera specifica in cui la Giunta regionale prende atto dell’ordine del giorno del Consiglio e da indirizzo al dipartimento della cultura, istruzione e ricerca a porre in essere le conseguenti attività.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Il problema è che nella preparazione delle interrogazioni ci dividiamo in funzione delle competenze. Quasi sempre su delega del Presidente ci sono delle risposte che do io ma se c’è l’assessore al ramo sarà lui a darle, ovviamente.

Queste risposte le aveva preparate l’assessore Salerno. Poi se per un inconveniente l’assessore non può esser qui credo non sia la fine del mondo se le rinviamo alla prossima volta. E’ solo un inconveniente la non presenza dell’assessore Salerno che aveva le risposte pronte e che oggi non possono essere date. Si daranno la prossima volta.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Maiolo.

Mario MAIOLO

Prendo atto che non si risponde all’interrogazione. Sottolineo solamente che la Giunta regionale, Vicepresidente della Giunta, con atto di Giunta ha dato mandato ad un dipartimento e ad un assessorato di seguire questa cosa. Ad oggi, finito l’anno scolastico, non c’è risposta. Aspetteremo l’assessore Salerno per aver risposta anche di queste cose.

PRESIDENTE

Questa interrogazione sarà trattata alla prossima seduta di Consiglio.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 356 del 10 maggio 2013 a firma del consigliere Giordano “Sulla erogazione delle risorse di cui al Regolamento regionale 2 aprile 2012, n. 1”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 356 del 10 maggio 2013 a firma del consigliere Giordano “Sulla erogazione delle risorse di cui al Regolamento regionale 2 aprile 2012, n. 1”.

L’interrogazione decade per assenza del proponente.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 357 del 10 maggio 2013 a firma del consigliere Naccari Carlizzi “Sulle risorse finanziarie della Fondazione Calabria Etica”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 357 del 10 maggio 2013 a firma del consigliere Naccari Carlizzi “Sulle risorse finanziarie della Fondazione Calabria Etica”.

Anche questa interrogazione decade per assenza del proponente.

Interrogazione a risposta immediata numero 358 del 14 maggio 2013 a firma del consigliere Guagliardi “Sull’operato del dirigente scolastico del liceo <Fermi> di Cosenza”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 358 del 14 maggio 2013 a firma del consigliere Guagliardi “Sull’operato del dirigente scolastico del liceo <Fermi> di Cosenza” di cui do lettura: “All’assessore alla cultura ed all’istruzione. Per sapere – premesso che:

c’è forte preoccupazione per ciò che da mesi si legge relativamente a quanto starebbe accadendo in relazione all’operato del dirigente scolastico del liceo "Fermi" di Cosenza, una delle scuole più grandi e prestigiose della Regione Calabria;

in questi articoli si denuncia la costante negazione dell’agibilità e dei diritti sindacali, come più volte denunciato dalla FLC provinciale e regionale;

sulla stampa vengono, altresì denunciate gravi violazioni delle normative vigenti, in quanto non verrebbero consegnati atti e documenti richiesti dal sindacato provinciale e dalla componente RSU della FLC, ed addirittura si paventa la cattiva gestione dei soldi pubblici fino alla configurazione di possibile danno all’erario;

nel suddetto Liceo si propongono costantemente attività che prevedono una corresponsione economica (anche molto onerosa) per le famiglie, la qual cosa, già fastidiosa e discriminante in tempi di economia stabile, alla luce della profonda crisi economica in atto diventa una odiosa selezione sociale che riproduce insopportabili differenze di classe che negano le pari opportunità solennemente sancite dalla Costituzione italiana;

sempre in merito all’operato del Dirigente scolastico in oggetto di recente è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro competente da parte del senatore Barozzino;

quanto detto in premessa inficia la possibilità di esplicitazione democratica dell’esercizio della corretta pratica sindacale e la difesa dei diritti;

altresì, costituisce una palese violazione delle normative vigenti, ed ancora negherebbe l’eguaglianza delle opportunità formative sancita solennemente dalla Costituzione italiana -:

se non intende immediatamente intervenire, investendo della pesante situazione denunciata il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, dottor Francesco Mercurio, responsabile delle nomine dei dirigenti scolastici nella regione, affinché invii una immediata ispezione al liceo "Fermi", come già richiesto da mesi dalla FLC regionale, per verificare quanto denunciato in termini di agibilità sindacale e correttezza della gestione dell’importante istituzione scolastica.”

Prego, consigliere Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, la mia era una interrogazione soft per così dire perché chiedeva lumi sull’operato di un dirigente scolastico di Cosenza e anche per sapere se ci fosse necessità di una verifica da parte del dirigente scolastico regionale, dottor Mercurio, per riscontrare se sia vero quanto ho sollevato.

La cosa paradossale, Presidente, è che subito dopo questa mia interrogazione sono avvenuti due fatti curiosi. Una sfida, attraverso la stampa, del dirigente scolastico di Cosenza che mi invitava a visitarla non sapendo che i tempi di Giamburrasca sono ancora presenti.

Cioè le visite e le ispezioni attese sono in genere sempre preparate. Quindi pensava che attraverso una forma di sfida alla Far West si potesse risolvere il problema.

L’altro elemento curioso è che prima della discussione in Aula, il dottor Mercurio – non sappiamo se gode di doti soprannaturali o di che cos’altro – il giorno 24 maggio fa uscire un comunicato stampa in cui si diceva che era già stato all’istituto Fermi di Cosenza, problema che io sollevavo, e che tutto filava liscio.

La verità è che quel giorno lui non c’era e che la visita scolastica sarebbe dovuta avvenire il giorno in cui usciva la sua affermazione di visita all’istituto dove si diceva che tutto andava bene.

Per fortuna il giorno dopo l’ha smentito ma ha ribadito che tutto va bene in quell’istituto, assessore.

Ora non voglio entrare nei dettagli della questione, che sono anche antipatici, perché si discute di carattere eccessivamente accentratore del dirigente scolastico, di iniziative che vanno al di là delle regole, di penalizzazione per progetti e di richieste di risorse extra scolastiche agli alunni. Si discute di terribili rapporti conflittuali-autoritari tra il dirigente scolastico, i sindacati interni alla scuola e gli stessi sindacati confederali.

Ora, assessore, la mia è sempre una richiesta faceta e tranquilla che non vuole allarmare né mettere alla gogna nessuno. Ma siccome il tema della scuola, dell’insegnamento e soprattutto dell’insegnamento obbligatorio è un tema fondamentale per la civiltà di un popolo e poiché il tema dell’apprendimento è un tema così alto di cui forse ci sentiamo non adeguati a parlare e dato che si parla di criteri molto soggettivi, per esempio, del direttore Mercurio nell’assegnare gli incarichi di dirigenti scolastici nelle più grandi realtà calabresi, le chiedo se vuole istituire un tavolo di verifica e di controllo di quanto i sindacalisti lamentano al fine di rasserenare la situazione generale.

Non stiamo chiedendo l’incriminazione di nessun dirigente scolastico ma solo di avere la bontà, il rispetto delle regole, il rispetto del lavoro altrui e il rispetto della professionalità degli insegnanti. E’ possibile che ciò avvenga? Questa è la mia interrogazione che, poi, per bontà divina di chissà quale fenomeno soprannaturale, il dottor Mercurio ha già risolto.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali e alla istruzione

Ringrazio il consigliere Guagliardi che ha portato il tema della scuola nuovamente all’interno del Consiglio regionale. Non appena ho ricevuto copia dell’interrogazione a risposta immediata, che il consigliere Guagliardi ha presentato, ho immediatamente inoltrato una lettera al direttore dell’ufficio scolastico regionale perché, come è noto, i dirigenti scolastici dipendono dal Ministero e vengono nominati dal direttore dell’ufficio scolastico regionale.

Il direttore dell’ufficio scolastico regionale ha risposto con una lettera in cui si dice che “nel rilevare l’esclusiva competenza del direttore generale riguardo ai dirigenti scolastici, nello spirito di piena collaborazione che contraddistingue l’operato di questa direzione generale, si comunica che da un immediato approfondimento effettuato da questo ufficio - al fine di fornire al Ministero elementi di conoscenza per predisporre risposta puntuale ad una interrogazione parlamentare che riguarda lo stesso argomento – non emergono a parere di questo ufficio elementi sufficienti per disporre una visita ispettiva atteso che, peraltro, in particolare su alcuni specifici punti occorre rispettare l’autonomia delle istituzioni scolastiche sancite dagli articoli 6 e 7 del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola. Si coglie l’occasione per porgere distinti saluti”.

La risposta che ci ha fatto pervenire l’ufficio scolastico regionale, a firma del vice dirigente vicario, Giuseppe Virarchi, è di questo tenore. Posso garantire ed assicurare al consigliere Guagliardi che da parte nostra siamo sulla stessa linea, cioè cerchiamo di garantire alle istituzioni scolastiche, nell’ambito di quelle che sono le nostre competenze, un dialogo che sia efficace al fine di garantire l’obiettivo dell’istruzione che ponga al centro gli studenti e gli assicuri una formazione adeguata.

E’ evidente che situazioni di questo tipo, tensioni di questo tipo non facilitano questi percorsi ma dobbiamo prendere atto di quelle che sono le rispettive competenze.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, capisco l’eleganza ed il tono soft dell’assessore all’istruzione ma il dottor Mercurio non deve dire fesserie perché se sui giornali scrive che tutto va bene e che tutto marcia a gonfie vele; lui è entrato nel merito e ha già ispezionato lo stato dei rapporti tra il dirigente scolastico ed il corpo docente, l’incapacità di portare avanti il lavoro degli organismi collegiali, le discriminanti che avvengono tra gli studenti.

Lui le ritiene tutte superate, lo dichiara sulla stampa, e quindi è entrato nel merito e siccome è un bugiardo questo signore va redarguito perché non può fare dichiarazioni secondo le quali tutto va a gonfie vele mentre c’è il mare in burrasca. Per questo non sono soddisfatto, assessore, e per questo rinnovo, reitero la richiesta di un tavolo tra le organizzazioni sindacali, il dottor Mercurio ed i livelli che lei ritiene necessari per affrontare il tema della didattica nelle scuole della Calabria che è il tema che abbiamo più a cuore.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Le interrogazioni si concludono qui. Proseguiranno nelle prossime sedute.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, io avevo presentato una mia interrogazione sugli stagisti che è stata già rinviata nella scorsa seduta.

PRESIDENTE

Come?

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

C’è una interrogazione sugli stagisti.

(Interruzione)

Già la scorsa volta abbiamo rinviato questa interrogazione e così pure la volta precedente. Adesso manca per problemi istituzionali, sicuramente, l’assessore Salerno ma, comunque, vorrei esporre l’interrogazione anche perché, oggi, scade il contratto di questi professionisti, di questi laureati, per cui è giusto che ci sia almeno una risposta anche da parte della Giunta.

C’è il Presidente e ne possiamo approfittare, al di là della presenza dell’assessore Salerno, che è subentrante al vecchio assessore e deve avere anche il tempo di guardarsi le carte.

PRESIDENTE

Consigliere Mirabelli, penso che una interrogazione per avere l’ efficacia che vogliamo, cioè che ci sia una risposta da parte della Giunta e dell’assessore preposto che conosce il lavoro e che sa cosa sta portando avanti, non ha bisogno solo di essere esposta.

Per esporla uno può fare anche un articolo su un giornale. Penso che lo strumento della interrogazione a risposta immediata consista nella sua esposizione ed in una risposta da parte della Giunta. Siccome l’assessore Salerno manca, chiunque le risponderà non ha assolutamente competenza e considerato che la prossima seduta di Consiglio è fra una settimana non cambia assolutamente nulla.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, la posso interrompere?

PRESIDENTE

Prego.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, capisco tutto e lei sa che per mia forma mentis sono un tollerante, capisco anche se non si deve capire. Ma il problema è che proprio che l’interrogazione a risposta immediata questa immediatezza non l’avrà mai.

Visto che in questo caso specifico proprio oggi - e lo sapevate perché lo abbiamo detto al passato rinvio – questo contratto di lavoro da parte degli enti fruitori che utilizzano questi giovani che come Consiglio illo tempore avete selezionato, è ovvio che scadendo oggi il contratto questi lavoratori chiedono di sapere quale sarà il loro destino.

Dal momento in cui l’assessore non c’è anche perché, ripeto, è subentrante ed ha trovato quest’altra situazione da assessore, ma sapendo benissimo che tutti i consiglieri, tutto il Consiglio partendo dal Presidente del Consiglio per finire all’ultimo consigliere e passando per il Presidente della Giunta regionale Scopelliti, conosce a menadito la situazione degli stagisti, perché non è questione di oggi ma è una questione che si trascina de ben 5 anni, credo che sia doverosa e sia possibile da parte della Giunta – ammesso che mi stiano ad ascoltare – una risposta, quanto meno l’intendimento che vogliono porre in essere pur sapendo che c’è, da parte della Giunta, una buona predisposizione. So che stanno affrontando la problematica quanto meno per farci capire quale sarà il futuro di questi giovani e più che altro per dare una risposta a questa situazione.

Per cui, caro Presidente, non so se da parte della Giunta c’è la volontà a dare una risposta specifica nel merito.

Presidente, chiedo scusa, altrimenti che parliamo a fare.

Vorrei sapere se c’è un impegno, quanto meno, da parte della Giunta a risolvere questa problematica, allora si discute. Se poi non si è in grado, perché manca l’assessore specifico al ramo, – lo capisco pure – di poter dare oggi una risposta capisco che da qui a 7 giorni non muore nessuno. Prendiamo atto che non siamo nelle condizioni oggi di dare una risposta e fra 7/8 giorni, alla prossima seduta di Consiglio, mi deve garantire la presenza quanto meno dell’assessore, visto che sono già due o tre sedute di Consiglio che per motivi vari diserta questo incontro.

PRESIDENTE

Va bene, conclusa.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Presidente, va bene che cosa? Vorrei una risposta da parte della Giunta, se è in condizioni di potermela dare o dobbiamo aspettare l’assessore.

PRESIDENTE

Intanto lei parla di un argomento che è stato a cuore a tutto il Consiglio regionale perché tutti ci siamo impegnati.

Adesso le sto dicendo per l’ennesima volta e glielo ripeto ancora una volta se è un argomento riguardante la materia del lavoro risponde l’assessore al ramo è inutile che i consiglieri regionali mi chiedano che riaspondano altri assessori. Perché quell’assessore al ramo probabilmente ha notizie ed informazioni serie e dettagliate. E siccome qui si devono dare risposte certe con documenti seri di persone che conoscono il settore, la materia di quel che parlano, le sto dicendo che vista l’importanza dell’argomento questa interrogazione andrà al primo punto del prossimo ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, l’assessore provvederà a dirle e rispondere seriamente, dicendole delle notizie e degli impegni precisi che ci dovranno essere.

Esclusivamente questo. Gliel’ho già detto una volta. Lei mi ha ribadito il solito concetto e le ho anche dato la parola.

(Interruzione)

Consigliere Mirabelli le ho dato anche la parola.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

L’argomento è conosciutissimo, tutti ne sono informati e pensavo che si potesse avere già una risposta anche in assenza dell’assessore. Prendiamo atto del fatto che si vuol dare una risposta specifica non solo politica ma anche tecnica. E’ una settimana. Lei mi garantisce che verrà discussa come primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio tra una settimana e allora va bene, aspettiamo questa ulteriore settimana tanto non muore nessuno.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Una precisazione, Presidente. Lei prima ha dichiarato decaduta l’interrogazione numero 356 che riguarda il Regolamento regionale 2 della legge 1. Mi ero distratto un attimo.

PRESIDENTE

Consigliere Giordano, lei non c’era.

Giuseppe GIORDANO

No, non la voglio trattare ma non l’avremmo potuta comunque trattare perché è materia dell’assessore Salerno.

PRESIDENTE

Lei non c’era, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Ero qui, Presidente.

(Interruzione)

Non sto contestando ma sto dicendo semplicemente…

PRESIDENTE

Io l’ho chiamata e lei non c’era.

Giuseppe GIORDANO

Non l’avremmo potuta comunque trattare, per cui le chiedo di inserirla per la prossima seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

C’è una norma del Regolamento che vale per lei e per tutti. Quando non c’è l’interrogante in Aula l’interrogazione decade e lei ha facoltà di ripresentarla. Domani.

Giuseppe GIORDANO

L’interrogante era in Aula e si è distratto.

PRESIDENTE

Non era in Aula perché tra i banchi del Consiglio lei non c’era.

Giuseppe GIORDANO

La ripresenteremo, va bene.

PRESIDENTE

La ripresenta e sarà poi inserita all’ordine del giorno. Va bene. Le interrogazioni sono concluse.

In memoria di Fabiana Luzzi

PRESIDENTE

Prima di procedere con l’ordine del giorno, se i colleghi prendono posto e fanno silenzio, vorrei che l’Aula osservasse un minuto di raccoglimento per ricordare Fabiana Luzzi.

(L’Aula in piedi osserva un minuto di silenzio)

(Applausi)

PRESIDENTE

Nei giorni scorsi si è verificato l’ennesimo episodio di violenza sulle donne.

Il Consiglio regionale ha voluto ricordare questa giovane vita spezzata, Fabiana Luzzi. Abbiamo voluto ricordarla così, solennemente, in Consiglio regionale e abbiamo anche deciso come Consiglio regionale di intitolare a lei il concorso che ogni anno dedichiamo alle scuole.

Alla fine dell’anno agli elaborati più meritevoli dei ragazzi che partecipano in visita al Consiglio regionale viene dato un riconoscimento. Dal prossimo anno in poi questo riconoscimento sarà intitolato a Fabiana Luzzi, vittima di un episodio che lascia tutti sgomenti, per definire il quale non si trovano aggettivi.

L’auspicio è che questi episodi non si ripetano. La questione della violenza sta assumendo numeri molto alti che devono far preoccupare tutti. Il Consiglio regionale esprime il cordoglio alla famiglia e proprio l’intitolazione di questo riconoscimento annuale che va alle scuole ha un indirizzo ben preciso che è quello di riconoscere, rendere indelebile nella memoria di tutti quanti noi questo gesto che non ha aggettivi per essere definito.

Ecco perché il Consiglio ha voluto ricordarlo in maniera solenne durante i lavori.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la consigliera Albano. Ne ha facoltà.

Gabriella ALBANO

Signor Governatore e onorevoli colleghi, prima di iniziare intendo rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente del Consiglio per aver accolto la mia richiesta di intervento.

La Regione da noi rappresentata in questa Assise ha vissuto negli ultimi giorni dei momenti difficili. Le immagini di Fabiana Luzzi, la quindicenne uccisa a Corigliano Calabro dalla follia omicida del fidanzatino poco più grande di lei, hanno turbato la quotidianità di questa nostra terra scaraventando l’intera comunità regionale in uno scenario per certi versi grottesco. La ferocia che ha trasformato in assassino un ragazzino non ancora maggiorenne e la lucidità con cui è stato portato avanti il terribile disegno di morte che ha sottratto la nostra giovane corregionale alla vita ed all’affetto dei suoi cari hanno profondamente colpito l’animo dei calabresi destando sentimenti contrastanti nell’opinione pubblica.

La violenza di genere le cui conseguenze estreme vengono oggi indicate con l’orribile etichetta di femminicidio si è manifestata nella nostra regione nella maniera più brutale ed ignobile. Una epifania tragica e drammatica che ricorda, soprattutto a noi che abbiamo il compito di amministrare, come tanto si possa e si debba ancora fare per debellare questo male dalla società.

Balzata, suo malgrado, agli onori della cronaca, la Calabria ha dovuto subire anche un accanimento mediatico senza precedenti. Come se non bastasse già il dolore per essere stata teatro di un orribile delitto, la nostra regione è stata risucchiata in un vortice di luoghi comuni, una sfilata di stereotipi declinati al negativo, utilizzata senza scrupolo alcuno dai media nazionali per spiegare l’atto di immane violenza perpetrato ai danni di una giovane donna.

In Calabria – hanno detto – fatti come questi sono all’ordine del giorno, la donna vale zero ed è costretta fin dalla nascita a sottomettersi all’autorità maschile, a subire le aggressioni psicologiche e fisiche dei padri prima e dei mariti poi, a sottostare all’insindacabile giudizio della famiglia per quanto riguarda il matrimonio o l’abbigliamento. Una “fimmina” più che una donna, un essere senza un particolare significato in sé, culturalmente obbligata al silenzio ed atavicamente costretta a vivere in funzione di chi porta i pantaloni.

I più temerari hanno scritto anche che non è abitudine per le mamme calabresi abbracciare o baciare le proprie figlie. Una immagine che – lo dico da mamma prima che da figura istituzionale di questo Consiglio – mi indigna profondamente.

E’ contro l’aberrante fenomeno di violenza sulle donne che vi chiedo di manifestare oggi, ma anche contro chi ha impudentemente offeso la Calabria descrivendola come una terra geneticamente e culturalmente avversa al genere femminile.

La Calabria rifiuta la violenza di genere. Lo ricordino coloro che adoperano violenza sulle donne ma anche coloro che in queste ore hanno cercato di dare una lettura cultural geografica degli eventi di Corigliano demonizzando una terra che per storia e tradizione ha visto crescere e fiorire fulgidi esempi di coraggio al femminile.

Quel che vi chiedo, onorevoli colleghi, è di inaugurare la seduta odierna indossando questa spilletta che vi è stata consegnata all’ingresso in Aula. E’ qualcosa di più di un gesto puramente simbolico, è un moto di orgoglio per dar voce a quella Calabria ferita ed umiliata dai media; uno scatto di dignità da tradurre in pratica politica per contrastare un fenomeno sì in triste ascesa ma non circoscrivibile unicamente alla Calabria. Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.

Clotilde MINASI

Ovviamente anche io faccio i complimenti alla consigliera Albano per questo apprezzabilissimo gesto contro il drammatico fenomeno del femminicidio che, ovviamente, non ci può vedere inermi. E’ importante, infatti, che dalle Istituzioni e soprattutto dalla massima Assise calabrese parta un messaggio chiaro in tal senso.

A tal proposito, voglio cogliere questa occasione per sottolineare come, proprio insieme alla consigliera Albano, stiamo lavorando per la redazione di una legge regionale ad hoc che possa supportare le donne vittime di tali tragedie ma che si schieri in generale contro ogni tipo di violenza. Grazie.

(Applausi)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Presidente, volevo chiedere a lei e all’Aula di inserire all’ordine dei lavori l’ordine del giorno che ho presentato qualche giorno fa per far aderire il Consiglio regionale al Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo.

PRESIDENTE

Il consigliere Magarò chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Prego, consigliere De Gaetano.

Antonino DE GAETANO

Presidente, anche io chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno presentato insieme al collega Guccione che riguarda la crisi della pesca in Calabria di cui abbiamo letto in questi giorni sui giornali. Nell’ordine del giorno chiediamo alla Giunta regionale tutta una serie di interventi per andare incontro alle giuste rivendicazioni dei pescatori, delle cooperative e delle imprese che lavorano in questo settore che è un comparto molto importante per la nostra regione.

Per questo chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta del consigliere De Gaetano di inserimento dell’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo, ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che riguarda un problema dell’aeroporto di Lamezia Terme che, come ben sapete, è l’aeroporto che, rispetto agli altri due, ha certamente l’utenza maggiore per la sua centralità e per il numero dei passeggeri.

In questo momento vive una difficoltà legata soprattutto alla mancanza dei voli low cost nella tratta più frequentata che centinaia di migliaia di cittadini hanno maggiore necessità di percorrere cioè quella tra la Calabria e la capitale, la città di Roma.

Questo ordine del giorno va nella direzione affinché vengano implementati i voli low cost tra la città di Lamezia Terme e Roma.

PRESIDENTE

Il consigliere Scalzo ha chiesto l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno. Richiesta che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.

Clotilde MINASI

Grazie, Presidente, chiedo che venga inserita all’ordine del giorno la mozione relativa all’ intervento presso il Governo per la modifica, in sede di conversione, del decreto numero 35 riguardante disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti dalla pubblica amministrazione per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali nonché in materia di versamenti di tributi degli enti locali.

Credo che sia fondamentale approvare questa mozione oggi vista la ristrettezza dei tempi perché la conversione del decreto che, ritengo, debba essere modificato, andrà in discussione a brevissimo al Senato.

All’urgenza di natura temporale va aggiunta quella economico-finanziaria che riguarda le piccole e medie imprese che oggi stanno soffrendo il momento di crisi vissuto dal Paese.

Per questo le chiedo di intervenire presso il Presidente del Consiglio dei Ministri affinché questo decreto venga modificato così da prevedere la regolarità del documento unico di regolarità contributiva al momento della scadenza del debito anziché a quello del pagamento come invece è previsto oggi.

Questo perché la mancanza di liquidità delle aziende, nella maggior parte dei casi, è dovuta al ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e non consente sempre questo assorbimento e in caso di Durc negativo si compromette e non poco la normale attività delle imprese. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione, presentata dalla consigliera Minasi.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 228/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Istituzione di una Zona Economica Speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro”

PRESIDENTE

Possiamo procedere adesso con la proposta di provvedimento amministrativo numero 228/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Istituzione di una Zona Economica Speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro”.

Il consigliere Imbalzano, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Grazie, Presidente. Il provvedimento della Giunta regionale è stato discusso qualche giorno fa ed approvato alla unanimità dalla seconda Commissione ed è stato trasmesso al Consiglio affinché, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione e dell’articolo 16 dello Statuto, il Consiglio stesso possa esercitare la propria potestà legislativa presentando alle Camere la proposta di legge in oggetto.

Si tratta di un provvedimento la cui finalità, come è noto, è quella di creare una Zona Economica Speciale all’interno dell’area di Gioia Tauro, un’area che tutti gli strumenti di programmazione economica individuano come un luogo esemplare della geografia economica calabrese non solo per consolidare il ruolo del porto nel contesto del transhipment nel bacino del Mediterraneo ma ormai un’area votata a convertirsi in polo logistico integrato.

La scelta dell’Esecutivo regionale di riproporre una ZES ci appare quanto mai opportuno in questo contesto storico dal momento che, essendo dotata di una legislazione economica differente dalla legislazione in atto, finalmente, può porsi l’obiettivo di attrarre grandi investitori esteri e non solo esteri che potrebbero essere interessati alle agevolazioni fiscali, economiche e finanziarie praticate nella zona stessa.

Come è noto le ZES sorgono in aree economicamente o socialmente disagiate, generalmente orientate all’export o comunque ad attività portuali. La loro creazione nasce dalla convinzione che esse siano in grado di stimolare una rapida crescita economica nelle aree interessate, come è dimostrato dalle esperienze positive in altri Paesi. Penso alla Repubblica Popolare Cinese, in India, in Giordania, a Madera, in Polonia, nella Corea del Nord e nella stessa Russia.

Per certi aspetti, nell’area di Gioia Tauro, sembrano coesistere tutte le condizioni ideali per l’istituzione di una ZES in quanto, oggi più che mai rispetto al passato, si integra con l’attuazione dell’APQ per l’area di Gioia Tauro e con il polo logistico che dovrà sorgere in questo comprensorio.

Naturalmente non è e non sarà un processo automatico perché il Governo prima e la Comunità europea dopo saranno chiamati ad assumere decisioni che non saranno né facili né condivise da tutti i Paesi europei.

Da qui l’esigenza di una mobilitazione non solo dei parlamentari europei più sensibili ai problemi della Calabria in particolare ma dell’intero Governo. Peraltro, a ciò si aggiunge la guerra a tutti noti tra i porti del nostro Paese, in particolare tra quelli del nord e Gioia Tauro che ha punti di forza straordinaria, come è noto, e sono invidiati dalle infrastrutture portuali del centro nord.

E’ giusto ricordare ai colleghi che nell’area di Gioia Tauro è stata - con provvedimento dell’Agenzia delle dogane nel 2003 – istituita una zona franca aperta per promuovere analoghe iniziative industriali e commerciali connesse con la movimentazione di merci e con il traffico dei container nel porto di Gioia Tauro.

Questa esperienza da sola, a distanza di 10 anni, si è rivelata pressoché fallimentare non avendo generato quei miglioramenti economico-sociali che si speravano. Anzi, come è noto, registriamo nell’area del retroporto quel deserto che è sotto gli occhi di tutti.

La scelta di creare una ZES, quindi, è una scelta naturale in questo contesto storico; anzi, la scelta di creare una zona di attività logistica allargata e di orientarsi verso la creazione di una Zona Economica Speciale diventa un obiettivo ineludibile.

La sua costituzione potrebbe interessare sia l’attuale zona franca attualmente esistente che le aree industriali e portuali fino ad un massimo di 700 ettari comprensivo di tutto il retroporto.

La realizzazione di una ZES a Gioia Tauro è una scommessa che tutti assieme dobbiamo accettare; una irripetibile opportunità per tentare di attrarre quei grandi gruppi internazionali che da decenni inseguiamo per la nostra regione e anche per tante parti del nostro Paese. Né lo Stato può fare i conti della serva in ordine alle perdite che l’erario sosterrà per implementare il sistema di incentivazione sia in termini di oneri sociali che in Ires e in Irap dal momento che l’attuale deserto del retroporto rende oggi le entrate fiscali quasi inesistenti.

Vi è in sostanza un forte interesse anche del Governo nazionale a sostenere questo percorso per lo sviluppo dell’area, quasi una scelta obbligata.

Il nostro auspicio quindi fortemente voluto dal presidente Scopelliti, dalla Giunta regionale ed in particolare dalla Vicepresidente Stasi che ringrazio anche per l’apporto che ha dato in Commissione qualche giorno fa, e dell’intero Consiglio regionale è quello che esso possa concretizzarsi nei tempi più ristretti ben coscienti che solo questo intervento può costituire un elemento reale di rottura della pluriennale crisi economica-sociale dell’area di Gioia Tauro. Forse l’unico capace di realizzare un incremento di quei livelli occupazionali a cui da sempre aspiriamo attraverso il rilancio del sistema comprensivo di quel comprensorio e della Calabria intera.

Devo aggiungere, a margine di questa breve relazione, che rispetto all’articolato presentato dalla Giunta regionale in Commissione abbiamo riformulato l’articolo 7 rubricato come “copertura finanziaria” che è stato interamente sostituito.

Aggiungo, ancora, che abbiamo ritenuto di proporre un coordinamento formale su due commi dell’articolo 4 riletti con maggiore attenzione rispetto a qualche giorno fa; ci siamo accorti che occorreva riformularli un po’ meglio.

Lo dico perché, come è noto, il provvedimento andrà votato nel suo complesso e non nei singoli articoli.

Il primo riguarda il comma 2 dell’articolo 4 in cui il periodo che leggo testualmente “nella ZES le imprese beneficiano dell’esenzione completa delle imposte doganali ed Iva di importazione e di esportazione, consumo e circolazione per tutti i prodotti che entrano, che sono lavorati e quindi esportati attraverso la free zone” devo dire che non appare di senso compiuto. Per questo proporrei di riformularlo in questo modo: “nella ZES le imprese beneficiano dell’esenzione completa delle imposte doganali ed Iva sulle attività di importazione e di esportazione, di consumo e di circolazione per tutti i prodotti che entrano, che sono lavorati e quindi esportati attraverso la free zone”.

Alla lettera c) del comma 4 dello stesso articolo 4 occorre indicare la percentuale che individua la soglia massima di riferimento per i benefici fiscali concedibili alle imprese di nuova costituzione non indicate nel testo della Giunta.

Di concerto con il dipartimento all’assessorato alle attività produttive abbiamo ottenuto che questo beneficio fiscale complessivo che comprende sia l’Irap, l’Ires che gli oneri sociali riconosciuta ad ogni impresa è stato stabilito nel 40 per cento del fatturato di ciascun esercizio. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Imbalzano per aver fatto la relazione iniziale al dibattito della nostra discussione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Grazie, signor Presidente, è vero che in Commissione abbiamo affrontato l’argomento in questione nello specifico e, giustamente, tutte le forze politiche componenti la Commissione hanno dato un voto unanime, in modo particolare, di apprezzamento ad una istituzione quella di una Zona Economica Speciale nell’ambito del distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro. Distretto logistico-industriale che, ad oggi, è sulla carta ma, di fatto, concretamente non esiste.

Di fronte ad una proposta di queste credo che nessuno possa prendere una posizione contraria e, se questa proposta fosse stata fatta negli anni passati, molto probabilmente oggi avremmo potuto avere qualche risultato migliore anche perché “negli anni passati” non significa 2-3 o 5 anni fa.

Voglio evidenziare ai vari consiglieri che, al di là delle Zone Franche, queste esperienze, in altri Paesi o in altri continenti – vedi, ad esempio, le aree depresse degli Stati Uniti – già quando c’era Reagan aveva istituito in quegli anni le aree meridionali che erano veramente depresse dal punto di vista socio-economico con altissimi tassi di disoccupazione.

Si erano create - tramite l’applicazione concreta della teoria economica di Friedman – le zone di libera impresa. Cosa erano? Erano zone dove coloro che andavano ad investire non pagavano tasse, avevano una fortissima defiscalizzazione e, per alcuni aspetti, quasi totale al 90 per cento, quindi anche abbattimento del costo degli oneri sociali e, fondamentalmente, quindi, anche il costo del lavoro veniva pagato meno, oltre ai vari benefici.

Cosa comportava, automaticamente, questo? Sicuramente comportava l’innesto sul territorio di nuove imprese, nuova occupazione e nuovo sviluppo, profitti senza dubbio forti per le imprese a patto, però, – qui stava la differenza – che quelle imprese, che amplificavano nei primi tre anni il loro prodotto rispetto al primo anno di nascita, andassero a reinvestire una quota di quel profitto nell’innovazione tecnologica dell’azienda e in nuova occupazione.

E’ ovvio che stiamo parlando di teorie di applicazione di meccanismi che non sono tanto rivoluzionari, lo saranno per noi, ma di cui avevano già fatto grande esperienza la conoscenza e la cultura economica ed anche l’azione politica-amministrativa di altri Governi di altri Paesi.

Anche la Zona Economica Speciale è una cosa che altri Paesi hanno fatto prima di noi.

Come al solito, in Italia, con questa legislazione sempre più farraginosa e difficile, con questo dualismo con l’Europa, che dovrebbe essere da pungolo, da stimolo, da copertura e che spesso si rivela un’aguzzina feroce che rallenta anche le varie iniziative, che dai vari Governi vengono posti in essere, ci rendiamo conto che ci siamo accontentati di quelle Zone Franche che hanno una loro valenza e che hanno dato una ricaduta nel transhipment su Gioia Tauro.

Non possiamo dire che sia stata una cosa fallimentare; certo è che, però, non è stato così attrattivo in termini di investimenti e di attecchimento di imprese perché, molto probabilmente, al di là dell’azione prettamente portuale e di transhipment, nel retroporto dove doveva insediarsi una miriade di piccole e medie imprese legate fra di loro, nell’ambito di quello che doveva essere un progetto di sviluppo della Calabria ed in modo particolare di quelle zone, probabilmente è successo qualcosa che ha bloccato, di fatto, la possibilità o comunque l’interesse più che la possibilità dell’attecchimento delle varie imprese su quel territorio.

Qual è allora la mia paura? Non vorrei che nonostante si sia data una marcia in più, giusta, doverosa e abbastanza forte con la richiesta – speriamo che venga accettata perché abbiamo visto che spesso l’Europa pone dei vincoli e dei paletti insormontabili e incomprensibili, qui no e in altre parti sì – che possa essere esaudita l’istituzione di Zona Economica Speciale e si possa avere un maggior potere attrattivo sulle imprese e sulla imprenditoria straniera o italiana per poter far sì che si possa finalmente innestare quel germoglio positivo attraverso cui riuscire a creare una realtà di impresa.

Ho qualche dubbio, vi parlo chiaro. Sicuramente è un passo che dobbiamo fare ed è doveroso da parte nostra porre in essere, soprattutto in un contesto economico così difficile, tutto quello che abbiamo a disposizione per poter migliorare e creare questo sviluppo socio-economico.

Ho qualche dubbio perché è ovvio che quella è una zona particolare, non ci dobbiamo nascondere dietro un dito, c’è una forte questione di legalità e sicurezza che va sposata da tutta la politica, dalle amministrazioni e dal territorio proprio per far sì che si possano mettere in atto tutti quei meccanismi virtuosi che possano rendere agibile l’innesto delle eventuali imprese che dovrebbero venire.

L’altra questione su cui ci siamo soffermati in Commissione ha riguardato l’APQ.

E’ ovvio che questa richiesta, questa istituzione, che sposa una profonda defiscalizzazione, un abbattimento degli oneri sociali, del costo di impresa e quant’altro che agevola i dazi, abbattendo anche il dazio doganale, è ovvio che vada inserita in un ambito un po’ più ampio.

E l’ambito un po’ più ampio è stato già posto in essere da tempo tramite l’APQ che, onestamente, è un ottimo APQ per alcune parti, che guarda con molto interesse alla logistica, al gateway ferroviario, che guarda, insomma, ad una miriade di schede tecniche che hanno, però, necessità di attecchire contestualmente e velocemente onde evitare che questa richiesta, da qui al 2015, se ancora dovessimo rimanere fermi fino al 2015-2016 con un’ inapplicazione concreta, non teorica-cartacea dell’APQ finirebbe per vanificare anche la sacrosanta richiesta che stasera stiamo affrontando in Consiglio.

E la mia preoccupazione è questa: vedere questa lentezza nell’applicazione dell’APQ e soprattutto nella sua concretizzazione che, al di là, senza dubbio, dei tempi tecnici, ha un’effettiva necessità di essere spinta velocemente qualora, dal Governo centrale ma soprattutto dalla Comunità europea, si avesse il lasciapassare positivo per l’istituzione di questa Zona Economica Speciale.

E nell’ambito – e concludo – di questa APQ, c’è da mettere in risalto - cara Vicepresidente - un argomento che, onestamente, mi è scappato nella discussione in Commissione, l’ho accennato ma non l’ho affrontato bene ovvero la realizzazione del rigassificatore.

Dobbiamo capire se nell’ambito di questa Zona Economica Speciale, vista la normativa di legge della Comunità europea, un eventuale posizionamento del rigassificatore possa stare dentro o fuori. A prima vista e a primo acchitto sembrerebbe che non possa stare all’interno come rigassificatore.

Dico questo perché – lei sa benissimo, meglio di me – nell’ambito dell’APQ il rigassificatore, che ha una sua valenza economica, potrebbe essere, oltre a tutte le altre schede presenti nell’ambito dello stesso APQ che guardano ad altri settori, alla logistica, al gateway ferroviario, al potenziamento e a tutto quel che volete voi, potrebbe rappresentare forse la cosa più importante di primo acchito per poter far iniziare un processo nel retroporto di installazione di piccole, medie e forse anche grosse imprese, deputate alla trasformazione dell’agro-alimentare.

Perché? Perché non è tanto importante il rigassificatore in sé per il territorio - e concludo - ma é importante la consequenzialità che può derivare dal rigassificatore che oggi, combinazione, viene osteggiata da molti sindaci che sono stati forse un po’ fermi nel momento in cui si andava ad impiantare in quella zona sbagliando, dal mio punto di vista.

Il termovalorizzatore, arrivando addirittura al raddoppio, può essere veramente causa di inquinamenti ambientali e di messa in discussione della sicurezza e della salubrità di quel territorio.

Oggi si mette in discussione, senza capire, che dal rigassificatore la cosa più importante che può derivare è la possibilità, attraverso la realizzazione della piastra del freddo, di far diventare Gioia Tauro il punto centrale dell’intero mar Mediterraneo, dell’intero bacino del Mediterraneo soprattutto guardando qual è l’esplosione, anche in agricoltura, del Marocco, della Tunisia e della Libia, dove molti italiani stanno investendo denari nonostante i fermenti politici-amministrativi che hanno grosse aziende.

Quindi, far diventare Gioia Tauro il centro, il punto di stoccaggio dell’intero agro-alimentare dell’area Mediterranea perché, trattandosi di una piastra del freddo, si può avere in mente la realizzazione di un grosso progetto industriale che guardi alla trasformazione di queste merci e quindi anche alla commercializzazione.

E’ ovvio che ci stiamo giocando una partita importantissima ed è su queste partite che dobbiamo veramente cercare non tanto la diatriba politica a poco peso. Ecco il perché dell’unanimità, senza essere entrati bene nello specifico, già in quella seduta. Ma la richiesta è seria e può avere una ricaduta positiva se il contesto interno a cui si muove ha una sua serietà, una sua applicazione veloce, dei punti di arrivo e degli obiettivi ben precisi da raggiungere nel più breve tempo possibile.

Qualora l’APQ dovesse essere una cosa distaccata o comunque attuata con notevole ritardo rispetto al 2014-2015, in termini di concretizzazione reale, dovremmo solo sperare che qualche grosso imprenditore, al di là del favore che si fa nel rafforzare – ed è anche giusto – il transhipment e quindi la gestione del porto e quant’altro, si passi una mano sulla coscienza e possa applicare il proprio interesse a questa zona.

Da qui la necessità di una sollecitazione alla Giunta regionale di attivarsi al massimo per poter, quanto meno, concretizzare quelle schede tecniche dell’APQ che servono non per far da corollario ma per poter chiudere il cerchio su una zona che da anni, purtroppo, vede molte parole, molte chiacchiere e molte buone volontà ma scarsi raggiungimenti pratici.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie, Presidente. Voglio ribadire la posizione che abbiamo avuto in Commissione perché abbiamo condiviso questo provvedimento come finalità per dare alla Calabria ed alla zona di Gioia Tauro una nuova opportunità, diversa anche come capacità di attrazione di investimenti internazionali.

Però abbiamo posto un problema in Commissione e lo poniamo con forza anche stasera.

Qual è il problema? E’ inutile nasconderci dietro il dito.

La verità è che ci sarà una contrapposizione tra Gioia Tauro e Trieste, una volta presentata questa richiesta al Governo. Non si scappa. Una interlocuzione col Governo alla fine ci vuole e noi abbiamo pregato la Vicepresidente di farsi carico con la Giunta affinché ci sia una interlocuzione ante e non post con il Governo.

Perché diciamo ante e non post? Perché alla fine deve essere un percorso condiviso, non solo a livello locale, e questo lo abbiamo manifestato in Commissione ed abbiamo votato a favore del provvedimento. Ritenevamo che anche un passaggio con i capigruppo, dal punto di vista istituzionale, un passaggio con la deputazione calabrese di qualsiasi colore politico, che rappresenti questa terra, fosse propedeutico ad una interlocuzione con il Governo che ci potesse dare la capacità e la forza di poter essere proposto alla Comunità europea e quindi approvata dal Governo italiano su una ZES che, in ogni caso, ci possa dare la possibilità di attrarre investimenti di una certa natura.

Riteniamo che questo sia un percorso privilegiato per creare le condizioni affinché questo provvedimento possa passare ed essere approvato dal Governo, ne prendiamo atto. Volevamo, però, condividere questa responsabilità e contribuire insieme al governo della Regione e insieme ai partiti che rappresentano il governo regionale a dare il nostro contributo alla realizzazione di questo progetto.

In questo momento vi chiediamo una riflessione, ovvero se ritenete di fare questo percorso che, altrimenti, potete fare tranquillamente, come maggioranza, così nessuno potrà dire poi “non l’avevamo detto”.

Lo stiamo dicendo prima e con l’assunzione di responsabilità di voler contribuire a determinare un processo positivo per la Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Signor Presidente, penso che sia la relazione introduttiva alla proposta che la delibera che ha fatto la Giunta regionale ci consentono oggi di portare in Aula un provvedimento che ritengo importante per il futuro del porto di Gioia Tauro e dell’area connessa.

Ricordo i primi atti di cui abbiamo discusso all’interno di quest’Aula nel momento in cui si pose il problema della crisi del porto e tutto l’iter successivo messo in campo dal presidente Scopelliti e dalla vicepresidente Stasi insieme all’Autorità portuale e agli enti che interagiscono sul territorio di Gioia Tauro per consentire il rilancio del porto e dell’attività interconnessa.

Penso che alcune delle cose dette oggi in quest’Aula - in modo particolare dal consigliere Mirabelli - siano importanti e riguardino la strategia futura che può essere alla base del rilancio del porto ed in modo particolare due questioni: il rigassificatore e l’APQ.

Sono due aspetti importanti che ritengo vadano approfonditi in maniera seria nei prossimi mesi, perché danno due opportunità al porto di Gioia Tauro: poter utilizzare attraverso il rigassificatore tutta la catena del freddo che consentirebbe un nuovo sviluppo al retroterra e puntare fortemente al potenziamento della rete degli investimenti e infrastrutturale all’interno di quell’area, per far sì che il porto di Gioia Tauro possa essere appetibile alle compagnie e continuare a svolgere egregiamente il lavoro come già sta facendo in questi ultimi mesi.

Abbiamo letto qualche giorno fa sulla stampa il risalto che è stato dato alla capacità delle maestranze all’interno del porto di accelerare i processi relativi allo scarico dei container. Penso che la proposta di oggi di una Zona Economica Speciale consenta a questo Consiglio ed alla Giunta regionale di poter avere uno strumento in più da mettere in campo per consentire a quell’area di essere importante all’interno della nostra regione.

E’ ovvio che ci scontriamo con tutta una serie di interessi che non sono solo nazionali. Non è solo il porto di Trieste, ma tutta una serie di porti europei certamente non vedono di buon occhio l’eventuale istituzione di quest’area, perché, ovviamente, l’istituzione di un’area a fiscalità speciale diventa un punto di attrazione talmente forte che certamente le altre Autorità portuali non staranno a guardare.

Noi abbiamo dalla nostra parte il fatto che questa è una regione che ha tutti gli indicatori economici e sociali della depressione economica che ci consentono di poter essere propositivi rispetto a questa problematica.

Se non lo siamo noi, non vedo come possa esserlo Trieste o un’altra regione d’Europa.

Penso che, a causa delle condizioni economiche e sociali in cui versa oggi la nostra regione, sia necessario fare pressioni sul Governo nazionale affinché faccia sua questa proposta e la difenda non solo a livello nazionale ma anche in Europa, perché sapete che l’istituzione di quest’area non è una questione che riguarda solo l’Italia, ma la politica fiscale Europea.

Il dibattito odierno ha portato alla condivisione unanime della proposta, questo dobbiamo tenerlo presente perché rafforza il Consiglio regionale ed anche la possibilità che a livello nazionale ci sia un impegno di tutti i parlamentari dei gruppi consiliari presenti all’interno del Consiglio regionale affinché possano sostenere a livello di Governo la nostra proposta.

Il gruppo del Pdl è contento di aver portato in Consiglio regionale questa proposta, perché riteniamo che, grazie al provvedimento che oggi approveremo, si aprirà un capitolo nuovo in questa regione per far sì che non soltanto il porto di Gioia Tauro ma tutte le aree intorno e l’intera regione possano avere in futuro un risultato migliore in sviluppo e occupazione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Grazie, Presidente, il lavoro fatto dalla Commissione, con l’apporto dei colleghi, è stato condiviso ed è stata espressa la volontà e l’auspicio di portare all’approvazione questo provvedimento. Credo che noi, come classe dirigente, abbiamo il dovere di guardare con grande attenzione a problemi di questo tipo, perché il provvedimento non riguarda solo Gioia Tauro, ma lo sviluppo della nostra regione nel suo complesso, il suo ruolo all’interno del Mediterraneo per una politica che veda il Mezzogiorno come elemento propulsore in un settore così importante e strategico.

Certo, accanto alla condivisione vi è anche un motivo di preoccupazione – come in tutte le vicende che vedono contrapposti territori, interessi economici e forze politiche -: accompagnare in modo efficace i provvedimenti, affinché non restino manifesto. Vi è il rischio - lo sollevava prima il collega Tripodi - non solo di una contrapposizione di territori, ma in un quadro più generale di sviluppo all’interno del nostro Paese e dell’Europa in generale.

Quando avremo questa legge, non potremo dire di averla approvata senza poi accompagnarla con uno sforzo che venga tradotto in fatti concreti, l’istituzione della Zona Economica Speciale.

Per quanto riguarda questo settore, così come altri, voglio ricordare alla vicepresidente Stasi che vi è un problema altrettanto grave ed importante che riguarda i distretti tecnologici.

La nostra regione, in un quadro più generale di sviluppo economico del Mezzogiorno d’Italia, rappresenta un anello debole. La politica deve avere la capacità di accompagnare processi che favoriscano lo sviluppo nelle aree in cui si è deficitari; in questi settori la politica deve fare degli sforzi per non lasciare sole le imprese ed i territori, questo lo si può fare attraverso politiche di macro aree che favoriscano i distretti innovativi tecnologici in vari settori.

All’interno di questo, la costituzione della zona economica speciale di Gioia Tauro rappresenta non un punto di arrivo, ma di partenza. Voglio ribadire la preoccupazione di accompagnare in modo efficace i provvedimenti.

Sarebbe stato preferibile aver operato “ante legem” anziché “post” con una azione di coinvolgimento di tutte le forze politiche e parlamentari calabresi e non solo. Suggerisco di coinvolgere anche i rappresentanti del Mezzogiorno e soprattutto quelli che nel Governo rappresentano forze politiche presenti in quest’Aula.

Lo voglio ribadire ancora una volta: bisogna superare ostacoli a livello nazionale, non solo il porto di Trieste, certamente sarà dura. Bisogna fare uno sforzo perché ci sia grande attenzione da parte della Comunità europea e soprattutto dei partiti che possono sostenere questa impostazione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. Questo Consiglio torna ad occuparsi di Gioia Tauro con un dibattito dopo circa 2 anni e mezzo. Ricordo quando nel gennaio del 2011 ci fu una levata di scudi nel momento in cui si profilava un ridimensionamento, un abbandono di ogni possibile ipotesi concreta di rilancio e di sviluppo di quello che si doveva configurare come il polmone dello sviluppo del sud e del bacino del Mediterraneo.

Non vorrei che questo provvedimento, che l’Aula tratta dopo sei mesi quando è stata avviata la procedura amministrativa per il riconoscimento della Zona Economica Speciale, si traduca in un grande spot, in una ennesima battuta di arresto che questa Regione non si può più consentire.

E’ evidente che nel merito della vicenda noi siamo convinti che sia un provvedimento che può essere funzionale a creare quella piattaforma strategica che deve vedere il porto di Gioia Tauro uscire dalle pastoie che l’hanno visto fino ad oggi vivere una stagione solo ed esclusivamente per il transhipment.

Dobbiamo ragionare sui ritardi e dobbiamo chiederci e vi dovete chiedere perché il bando del gateway ferroviario è andato deserto per tre volte, perché non si è realizzata ancora la società di gestione dell’interporto.

Questi quesiti li ho posti all’Aula reiteratamente in questi mesi. Guardiamo quello che succede in Sicilia dove, addirittura, da tre società di interporto si arriva ad una società di interporto unica. La Sicilia è una grande piattaforma logistica. Il porto avrà una proiezione e un futuro e dicevano bene i colleghi rispetto non alla concorrenza ma a quelle che sono delle forze che si sono coagulate per creare alternative: Trieste-Monfalcone dove c’è stato un intervento dell’Unicredit con un investimento di un milione di euro, la stessa piattaforma di Genova che trova la proiezione dell’interporto su Alessandria con investimenti del San Paolo e di Rfi per 200 milioni di euro.

Perché su Gioia Tauro l’APQ, a distanza di tre anni, registra ritardi, un investimento corposo di 459 milioni di euro che registra ritardi anche sulla logistica e sulle infrastrutturazioni che riguardano i fondali del canale portuale che sono fermi.

Di cosa parliamo, quindi? Su queste cose si deve interrogare il governo regionale. L’ho detto poc’anzi quando trattavo l’interrogazione che riguardava il riparto delle risorse che è stato alla Autorità portuale di 80 milioni di euro. Per Gioia Tauro solo le briciole. Perché? Perché ci sono i ritardi? perché sugli altri porti l’infrastrutturazione è già avviata? Il Governo implementa le altre realtà ed evidentemente il vero problema di Gioia Tauro è che non rientra nell’Agenda delle priorità della politica nazionale.

Noi cosa chiediamo? Noi chiediamo che ci sia uno scatto di orgoglio, che si prenda atto che ci sono cose ferme che sono al palo, l’APQ è al palo; che si prenda atto che è necessaria una interlocuzione seria col Governo che si poteva fare sei mesi fa. Qualcuno potrà obiettare che c’era il Governo dei tecnici.

Oggi che c’è un Governo che viene sostenuto dalla quasi totalità delle forze che sono rappresentate in quest’Aula vogliamo capire qual è la relazione, qual è l’azione che si intende porre in essere e non è sufficiente il riconoscimento della ZES. Se Gioia Tauro non diventa una piattaforma intermodale abbiamo perso la partita, la Calabria ha perso la partita.

Su queste cose vi invito a riflettere, così come vi invito a riflettere che se non c’è una forza politica, probabilmente anche questa seduta sarà purtroppo vanificata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

La ringrazio, Presidente, perché questa è una discussione importante del Consiglio regionale della Calabria. Forse noi non abbiamo ancora la sensibilità adeguata per discutere di un provvedimento che dovrebbe determinare non solo lo sviluppo della Calabria ma dare indicazioni sul nuovo modello di sviluppo calabrese e forse meridionale.

Sono convinto che l’Europa uscirà dalla crisi nel momento in cui riuscirà ad individuare un modello di sviluppo che vada al di là di quello degli ultimi 20 anni che non è impostato solo sugli schemi della finalizzazione della economia ma riporti la centralità alle attività produttive e guardi alla forza e alla capacità di esportare merci e di incassare ricchezza.

Sono convinto che noi dobbiamo ragionare – quando parliamo di Calabria – di una nuova ipotesi di economia che suggerisca all’Europa dei banchieri un modello alternativo che metta al centro della sua progettualità il Mediterraneo, che guardi ai Paesi immediatamente di fronte per le attività di interscambio economico e che riporti il mare al centro delle vie delle comunicazioni del nostro Paese.

E’ un progetto che deve rimodulare anche l’idea dello sviluppo. Ieri sera l’onorevole Sgarbi in televisione ci ha dato una lezione di come dovrebbe essere modellato il nuovo sviluppo dell’Italia e della stessa Europa. Un modello incentrato sulle produzioni autoctone, sulle attività culturali e sul turismo, quindi una nuova idea dell’economia che possa attirare soprattutto e far innalzare la bilancia commerciale.

Non ho nulla in contrario a che Gioia Tauro sia una Zona Economica Speciale. Ho molte perplessità per come si sviluppa questo progetto perché la mia impressione è che questo atto normativo che noi andiamo a fare sia visto come un intervento di nicchia per un territorio che ha in sé una grande potenzialità, per dare universalità di tendenza alla economia calabrese, meridionale e nazionale.

Ora se è questa l’idea noi sbagliamo perché nel momento in cui facciamo ciò uccidiamo qualsiasi potenzialità della Calabria di diventare un modello di sviluppo alternativo.

Noi nel passato attraverso interventi straordinari, le varie leggi 64 e 488 ecc., abbiamo verificato una calata nel territorio calabrese di imprese che hanno goduto delle risorse e dei vantaggi economici che scaturivano dalla loro scelta di venire in Calabria ad investire. Ma passati 5 anni del loro intervento speciale e quindi dei benefici del loro intervento speciale hanno lasciato il vuoto, il deserto se non cassa integrazione, mobilità, disagio e così via. Lo sappiamo noi di Cosenza, della zona del Pianolago o nella Sibaritide.

Voglio dire questo perché se non abbiamo l’attenzione di pensare che un modello di sviluppo economico che si deve fermare a Gioia Tauro abbia anche le stesse caratteristiche in tutto il territorio calabrese noi condanniamo la Calabria a non avere un modello di sviluppo. Se noi prendiamo come vettore specialistico un settore, di fatto, rallentiamo o impediamo il nascere di una imprenditoria autonoma nella nostra regione.

Credo che essere contro la proposta in sé potrebbe essere irrilevante, stupido forse ma non è sufficiente votare questo provvedimento per dare una idea dello sviluppo della economia calabrese perché noi abbiamo altri porti, abbiamo aeroporti; non abbiamo più le ferrovie e le strade, siamo bloccati nei nostri strumenti di commercializzazione, non c’è credibilità sulla imprenditoria calabrese e stiamo soltanto creando le condizioni che vengano per un periodo molto breve nuove attività che poi, come al solito, lasceranno il vuoto e faranno il deserto lasciando migliaia e migliaia di cassa integrati e gente senza lavoro.

Credo che questo spirito, questo intervento di questa sera, in cui io annuncio la mia astensione perché non voglio votare contro pur non condividendo il processo del provvedimento, debba servirci per una riflessione sul modello di sviluppo della Calabria perché altrimenti facciamo chiacchiere.

Noi non possiamo parlare solo di turismo o solo di beni culturali o solo di parchi se non abbiamo una economia diffusa nel nostro territorio. I calabresi consumano tutto al di fuori della propria regione, dei nostri prodotti neanche gli aghi consumiamo noi, neanche le scatole produciamo noi. Noi in questa regione non produciamo nulla e quindi il nostro compito è di creare le condizioni affinché ci sia in Calabria una industria, reale e non fittizia, capace di affiancare i grandi settori del turismo e dell’agricoltura; che non sia soltanto una operazione di restyling in qualche zona della Calabria che pure è importante ma che non sarà mai sufficiente a ricostruire la dignità dei calabresi e un modello economico che da Rocca Imperiale a Melito Porto Salvo sia omogeneo in tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE

Non ci sono più interventi, pertanto la parola va al Presidente della Giunta regionale per l’intervento conclusivo.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. E’ un peccato perché l’unico effettivo punto all’ordine del giorno di questo dibattito, di questa seduta di Consiglio, era ed è un punto molto delicato anche perché – benché sia una proposta che facciamo al Parlamento – è un documento importante per il futuro di un’area e non è soltanto legato al tema di una parte della Calabria. L’elemento che alla fine può caratterizzare l’azione di questo Consiglio regionale è l’idea di comprendere che qui si gioca una partita che è di livello nazionale e sulla quale, secondo me, se i colleghi del centro-sinistra condividono – i capigruppo dei gruppi di minoranza – è importante che si faccia poi una battaglia a livello romano.

Fare una scelta che vada a privilegiare Gioia Tauro, la Zona Economica Speciale, significa invertire la tendenza su quello che è sempre stato il concetto manifestato e poi espresso concretamente da parte dei Governi nei confronti di una parte del territorio nazionale.

Non ci dimentichiamo che nei momenti topici più importanti e fondamentali della storia di questa regione, legata all’esperienza di Gioia Tauro, mentre Gioia Tauro reclamava spazi ed opportunità c’era il ministro Burlando che sacrificava Gioia Tauro in favore di Genova.

Ci sono, comunque, state sempre condizioni che non hanno mai favorito ed agevolato Gioia Tauro. Su questa parte di territorio ci stiamo giocando una partita importante: l’Accordo di Programma Quadro; abbiamo presentato il bando per le imprese; c’è il nuovo bando sul gateway ferroviario e quello su tutte le sorveglianze; i finanziamenti che abbiamo messo noi, 8 milioni, per l’Autorità portuale; ci sono gli investimenti della Autorità portuale e c’è il bando che il Nise sta per pubblicare per quanto riguarda gli investimenti e le attività produttive su quella parte di territorio. Se tutto questo sistema funzionerà e perfettamente, se noi saremo tempestivi…

Perché è importante costituire, istituire questo gruppo, questa task force che abbiamo condiviso con il Commissario Hann? Qualche ignorante della stampa scrive che siamo stati commissariati, poi l’ignoranza spinge anche ad essere sbeffeggiati dagli altri perché una parte di stampa dice che è stato un accordo.

Non si prendono mai le cose così come sono e ognuno cerca di fare lo scoop pensando di esser più sveglio.

Il problema è che abbiamo concordato con il Commissario Hann, insieme all’assessore Mancini e al ministro Trigilia, questa task force per un semplice motivo. Il problema di fondo è la tristezza che c’è in Calabria, il problema della politica è quando va a ruota dietro ad altri.

Ad esempio, qualcuno esce con una notizia e poi il consigliere Magno lo segue. Consigliere Magno, si svegli! è lei che deve indirizzare gli altri non può esser guidato. Ovviamente non è indirizzato al consigliere Magno, lui ha capito molto bene.

Qui è veramente paradossale che a volte ci siano organi di informazione che escono e dettano la linea ai partiti, è vergognoso ed assurdo, veramente non so.

(Interruzione)

Parlo dei partiti perché faccio politica.

E’ veramente assurdo e paradossale pensare che la politica si possa far guidare da altri poteri o da altre logiche.

Su questo tema concordiamo con il Commissario Hann ed il ministro Trigilia, l’idea di fare questa task force, perché? Intanto qualche giornalista aveva scritto che noi avevamo rifiutato, con tanto di lettera, la task force perché il Ministro del tempo, Barca, disse “la sto facendo in tutte le Regioni”.

Bene, se la fai in tutte le Regioni la facciamo anche in Calabria. Quando dice “intanto partiamo dalla Calabria” ma era un modo per non farla poi in altre Regioni o meglio farla partire dopo ed a quel punto abbiamo detto “scusa allora noi non abbiamo bisogno”.

Messa, invece, in un contesto in cui noi al tavolo abbiamo determinato alcune scelte e abbiamo detto che la task force non serve solo a darci una mano perché abbiamo una mobilitazione di risorse nel 2012 che è pari a 2 miliardi di euro e c’è il problema che tutti ci poniamo, cioè come riuscire questi 2 miliardi e 100 milioni di euro a spenderli in due anni e mezzo, ci sta anche bene.

La task force nasce sul presupposto che noi andiamo a creare la filiera che ci consente di indirizzare anche le scelte del Governo nazionale. Mi spiego. Siamo in ritardo sulla spesa dei fondi comunitari? Sicuramente non siamo i primi della classe e qui, pubblicamente, nel convegno ho detto “scusate ma se ad aprile 2010, dal 2007 al 2010, sono stati spesi solo 160 milioni di euro in tre anni e mezzo, e sono stati impegnati 247 milioni di euro tu, Ministero dov’eri?”. Perché se il Ministero avesse vigilato e monitorato l’andamento e l’indirizzo di lavoro della Regione e avesse stimolato la Regione al perseguimento degli obiettivi che si erano prefissi noi tenderemmo a fare – qui sì – un cronoprogramma per determinare alcune cose.

Sui fondi comunitari dovremmo metterci al lavoro. L’Unione europea con il Ministero avranno un ruolo diverso, faranno un monitoraggio costante, non ci sarà il comitato di sorveglianza ogni anno ma ci sarà una verifica più puntuale e più ristretta temporalmente perché questo ci aiuta a capire dove dobbiamo arrivare, quali sono le procedure attivate e quindi la task force nasce in questa direzione perché serve a capire l’andamento della spesa che è importante – la rendicontazione – e serve a capire e a controllare cosa fa il Nise.

Il Nise ha dei soldi sui fondi comunitari e deve mettere in campo APQ e così via per capire cosa fa su Gioia Tauro.

La task force viene messa in piedi perché in questo accordo che chiudiamo noi potremo vigilare l’andamento dei lavori delle Ferrovie dello Stato, di Rfi, non solo su Gioia Tauro ma in tutti quegli accordi in cui subentrano le risorse dei fondi comunitari che noi abbiamo messo a disposizione delle grandi società di Stato.

La task force nasce perché ci consente di monitorare se l’Anas, sulla trasversale delle Serre rispetto ai finanziamenti che ha ricevuto su quelle che sono le rotatorie di Crotone, della statale 106, è in piena e totale sintonia e adesione rispetto all’indirizzo dato perché il problema non è solo del Mezzogiorno. Il Commissario Hann in quella circostanza ha fatto un’unica considerazione che è stata di una lucidità incredibile, l’hanno pure applaudito. Ci ha detto “voi non siete tra gli ultimi in Europa”, ci ha detto “siete gli ultimi” e lì l’hanno applaudito. Ci ha preso a schiaffi a noi come Paese e tutti quanti erano lì tranquilli.

Ha detto che questo Paese ha una spesa, di cui manca la rendicontazione finale, di 31 miliardi di euro. Noi su 31 miliardi dobbiamo spendere forse 2 o 2,5 miliardi e ci sono altri 29 miliardi che altri dovranno spendere e non sono le risorse che mancano alla Sicilia, o alla Campania o alla Puglia e così via.

E’ un sistema che fa riferimento anche a ritardi che sono su base nazionale del Governo centrale che dovrà darci delle risposte.

Ecco perché, dicevo, la task force nasce con l’intuizione di chiedere una verifica costante della filiera perché se noi costruiamo i capannoni su Gioia Tauro – cosa che il bando ci consentirà di fare – e noi a questi capannoni non diamo la possibilità di avere il gateway ferroviario e di non mettere in campo tutti gli strumenti dell’alta capacità del ferrato che deve costruire Rfi, se non diamo tutti gli strumenti necessari e se non mettiamo in campo la ZES, la Zona Economica Speciale che ci rende competitivi, correremo il rischio di non avere un grande appeal su tutte le scelte che andremo a fare.

Ecco perché strategicamente l’abbiamo condivisa su questo livello, perché come abbiamo detto “no” a Barca avremmo potuto dire “no” a Trigilia, eravamo lì al tavolo. Ho detto subito “certo noi condividiamo perché siamo per il gioco di squadra ma nel gioco di squadra dovete mettervi pure voi. Questo significa che voi, Governo nazionale, dovete darci le risposte anche rispetto alle filiere, perché se Rfi arriva al tavolo e non ha un solo progetto per la Calabria, vuol dire che Rfi è un ente che comunque non aiuta lo sviluppo della nostra terra”.

A quel tavolo voglio come interlocutore Rfi e la task force sarà uno strumento che consentirà di dire a Rfi “dove sei? perché non hai fornito risposte?” Il ruolo dei ministeriali, di coloro che arriveranno servirà ad interfacciarsi con tutti gli altri enti o le grandi società di Stato che sono inadempienti nei confronti della Regione e, perché no?, di ausilio al nostro lavoro.

Quindi la Zona Economica Speciale è uno strumento che alla fine consente sicuramente di attrarre investitori stranieri, di attrarre tutta una serie di situazioni estremamente vantaggiose perché sono cose che non può fare una Regione ma che può fare un Governo nazionale. Per essere competitivi con gli altri porti del Mediterraneo rispetto al costo del lavoro esistono tutte le agevolazioni che gli altri porti danno e che qui non ci sono. Per essere competitivi quanti Teus, quanti container si riescono a scaricare in un’ora? Non vorrei sbagliare ma mi sembra che la media sia di 25 e noi per essere competitivi dobbiamo scaricarne 30-31 che è il record che abbiamo fatto.

Per recuperare le differenze sugli altri versanti, cioè quelli legati alla esenzione fiscale e alla disponibilità agevolata dei terreni e dei canoni, alle esenzioni di regolamentazioni e contratti di lavoro, riduzione degli oneri sociali sulle retribuzioni e su tutte quelle cose che in altre parti del mondo esistono e quindi del Mediterraneo, per essere competitivi dobbiamo cercare di recuperare su quelle questioni come lo scarico dei Teus, dei container.

Ma se noi riusciamo a queste performance dei lavoratori, non ultima quella che è uscita l’altro giorno per quello che è stato l’impegno di pochi giorni fa, ad aggiungere le agevolazioni è chiaro che questa diventa un’area competitiva.

Diciamo da 15 anni che questa deve essere un’area competitiva ma non lo è mai diventata fino in fondo perché pur non avendo una parte del riconoscimento legato alla zona franca ci sono poi tutta una serie di problematiche che non hanno aiutato lo sviluppo, l’azione e l’incremento di questa area.

Questa proposta di legge – qui è la vera forza di un gruppo dirigente - che presentiamo al Parlamento, se supportata da tutti i parlamentari calabresi, potrebbe consentirci di conseguire un risultato.

La partita è molto difficile perché qualcuno dovrà spiegare perché la facciamo qui e magari perché dobbiamo, alla fine, correre il rischio – qualcuno penserà – di non agevolare altri.

Poiché siamo stati su questo molto lungimiranti nell’uscire e nell’anticipare alcune scelte, sappiamo - anche perché questo la Vicepresidente Stasi lo ha fatto nel rapporto alla Commissione europea - che l’Unione europea non sarebbe ostile ad un percorso del genere.

Realizzando tutte queste cose è chiaro che ci poniamo nella situazione in cui possiamo dire che comunque abbiamo fatto un altro passo in avanti. Certo, poi, mancheranno tutti gli altri obiettivi che sono fondamentali e necessari, cioè come riempire di contenuti tutto il resto. Qui noi possiamo costruire i capannoni, gli spazi, le aree ma probabilmente corriamo il rischio che arrivi solo una parte delle grandi imprese che con questo tipo di agevolazioni potranno arrivare.

Possiamo e dobbiamo fare uno sforzo enorme per stimolare le imprese a venire qui, con questo tipo di procedura; se il Governo, il Parlamento dovessero approvare questa scelta noi corriamo il rischio serio di non doverci prodigare più di tanto perché verrebbero di corsa qui le imprese a far sempre ciò che abbiamo immaginato e desiderato.

Non è una cosa facile ma penso che sia una cosa importante su cui dobbiamo lavorare e ognuno poi farà la sua battaglia – speriamo di farla tutti insieme – per cercare di far condividere questa scelta dal Governo nazionale, quindi dal Parlamento. Perché se questo alla fine sarà il risultato noi avremo dato sicuramente un altro sostegno serio a questa nostra area.

Credo che queste siano le cose più importanti alla fine perché qui si realizzerebbe sul regime fiscale l’esenzione delle imposte sui redditi, dell’Ires per i primi otto periodi di imposta per le piccole e medie imprese, l’esenzione viene estesa per i tre anni successivi nella misura del 50 per cento dell’importo dovuto; l’esenzione dell’imposta, quindi dell’Irap, per i 5 periodi di imposta, l’esenzione dell’Imu e della Tarsu per 5 anni. La riduzione dei contributi sulle retribuzioni.

Cambia il mondo. Su una cosa del genere si stravolge un sistema. Questo è il presupposto che a quel punto non può non vedere la Regione, il Governo, Rfi e tutti gli altri collegati a creare le condizioni ideali: quindi l’alta capacità del ferrato e gli interventi di Rfi; il gateway, i bandi per le nuove imprese che stiamo facendo, quello che dovrà fare il Nise che sarà la parte poi più delicata e utile al raggiungimento di questo grande risultato.

Su Gioia Tauro – e finisco – si è sempre parlato tantissimo e si è sempre detto che è una grande opportunità. Poi mi pare che l’unica opportunità che si è creata è quella del terminalista che dà mille posti di lavoro, carico/scarico e le navi che vanno via. Cioè arrivano le navi, scaricano, mettiamo a terra, arrivano le gru, arrivano le navi Feeder più piccole, mettiamo i container sulle navi Feeder che vanno in giro in Europa e nel Mediterraneo. Alla fine avviene sempre questo: la movimentazione delle merci e di questo tipo di contenitori che va da una nave all’altra e così via. Non si è mai valorizzato ciò che è attorno.

Credo che, per quella che è l’impostazione che noi abbiamo messo in campo e sviluppato e per quel che noi riteniamo possa rappresentare Gioia Tauro nello scenario del Mediterraneo, ci sia un impegno importante da portare avanti non solo nella sede del Consiglio regionale; viene facile e credo che qui anche i colleghi del centro-sinistra voteranno a favore di questo provvedimento. Chi voterebbe contro? Non c’è nessuno che si asterrebbe rispetto ad un provvedimento del genere ma la battaglia ci sarà in una fase successiva.

Dobbiamo dimostrare, anche sfruttando la capacità di un Governo nazionale, di un governo di larghe intese, di proporre tutti, insieme ai parlamentari calabresi – ed io mi posso far promotore –nella speranza che si presentino; qualche volta arrivano con delegazioni, magari si dice “andiamo in due a rappresentare tutto il gruppo” ma mi pare che qui debba esserci un gioco di squadra più ampio e che rappresenti tutto l’arco dei partiti presenti in Parlamento ma soprattutto che ci debba essere la presenza puntuale dei singoli perché questo può essere un punto di svolta ed un motivo per misurare l’appeal, la forza ed il peso della classe dirigente e dei nostri parlamentari che su queste cose vengono interpellati.

Cioè se noi riusciremo a fare questo gioco di squadra tra Consiglio regionale e parlamentari, secondo me, otterremo un risultato molto importante. Se dovesse passare alla fine questo provvedimento noi daremmo un grande segnale di novità.

Devo dirvi che nell’ultima riunione che abbiamo fatto con la Vicepresidente Stasi, quando abbiamo presentato il bando insieme all’assessore Arena, abbiamo incontrato delle imprese, abbiamo tre-quattro imprese che vivono in altre realtà e che hanno le loro attività, che ci hanno detto “se fate la Zes si apre una stagione completamente diversa per Gioia Tauro; se realizzerete questo progetto qui si aprirà un mondo nuovo”. Noi non vogliamo certamente cullarci né illuderci ma abbiamo il compito di provarci, di dimostrare che noi, comunque, rispetto a temi e argomenti così delicati che fanno parte di una strategia di ampio respiro di un territorio così fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio, quanto meno sul tema della portualità, siamo presenti e facciamo la nostra parte. Consegniamo il tutto al livello nazionale dove, insieme a tutti i nostri parlamentari, abbiamo il compito di insistere fino a raggiungere l’obiettivo che per noi è necessario, utile e che serve a dare a Gioia Tauro un ulteriore riconoscimento che forse aprirà le porte a nuova occupazione e sviluppo, alla possibilità di avere grandi imprese che magari arrivano qui, finalmente, nella nostra terra non soltanto perché sono attratte dalle agevolazioni come spesso è accaduto ma perché ci sono degli strumenti che producono ricchezza e sviluppo per il territorio e quindi andranno a rianimare quella parte di territorio, a dare respiro e a costruire una prospettiva.

PRESIDENTE

Con l’intervento conclusivo del presidente Scopelliti si chiude il dibattito su un importante provvedimento approvato dalla Giunta e trasmesso al Consiglio oggi per l’approvazione e contenente una proposta di legge da inviare al Parlamento sull’istituzione della Zona Economica Speciale che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno a firma del consigliere Magarò “Sull’adesione del Consiglio regionale della Calabria al Manifesto dei sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo

PRESIDENTE

Si passa adesso all’ordine del giorno a firma del consigliere Magarò “Sull’adesione del Consiglio regionale della Calabria al Manifesto dei sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

la Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale della Calabria nel corso della seduta del 18 aprile u.s. ha approvato un Piano di lavoro nel quale, tra le proposte di attività, vi è anche la redazione di una proposta legislativa per contrastare la diffusione dei giochi d’azzardo e prevenire il diffondersi delle patologie ad essi connesse e che finiscono con l’avere gravi ripercussioni sulle famiglie e sulla società;

il fenomeno del gioco d’azzardo patologico sta dilagando anche in Calabria assumendo i contorni di una vera e propria piaga sociale;

nella nostra regione è alto il rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella gestione delle attività economiche connesse al gioco d’azzardo, per come emerso nell’ambito di numerose inchieste giudiziarie che dimostrano come la ‘ndrangheta gestisce in maniera diretta, illecita ed occulta, centinaia di apparecchi, garantendosi lauti guadagni ed alimentando altri gravi reati quali il riciclaggio e l’usura;

la Presidenza della Commissione contro la ‘ndrangheta ha aderito formalmente alla manifestazione nazionale antislot che si è svolta a Pavia il 18 maggio u.s.

in seguito a tale adesione la Presidenza della Commissione contro la ‘ndrangheta ha ricevuto l’invito a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo promosso dall’Associazione Onlus Terre di Mezzo e da Legautonomie;

la sottoscrizione del Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo assumerebbe maggiore rilevanza se fosse deliberata dal Consiglio regionale della Calabria, attraverso l’approvazione di un apposito ordine del giorno;

la Calabria sarebbe la prima regione italiana a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo

tanto premesso il Consiglio regionale si impegna

a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo.”

Prego, consigliere Magarò.

Pasquale Maria TRIPODI

Se intanto fa distribuire l’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Prego la Segreteria di recepire la richiesta del consigliere Tripodi.

Salvatore MAGARO’

Presidente, chiedo al Consiglio regionale di aderire al Manifesto che i sindaci italiani hanno promosso per la legalità contro il gioco d’azzardo.

I Sindaci, insieme alla società civile hanno chiesto al Parlamento di legiferare per quanto riguarda la presenza e l’organizzazione dei giochi d’azzardo in alcune aree.

Invitano il Parlamento a legiferare al più presto per quanto riguarda le distanze, nel senso che dovrà essere proibito che queste sale di gioco d’azzardo siano vicine a dei punti strategici come scuole, banche, bancomat e autostrade, per quanto riguarda i rifornimenti di benzina.

Per queste ragioni, dato che questo fenomeno ormai sta assumendo una questione rilevante e si finisce anche con alcune patologie che ad esse sono connesse, i sindaci di alcune città importanti, insieme alla società civile, hanno chiesto al Parlamento di legiferare in tale direzione.

Attraverso questo ordine del giorno si aderisce a questa iniziativa e si invita il Parlamento a legiferare al più presto su questo tema.

Sono molti i sindaci della Regione Calabria hanno aderito a questo Manifesto; per questo chiedo anche al Consiglio regionale di aderire per dare più forza a questa idea, che è quella di regolamentare e di porre delle misure restrittive per quanto riguarda l’organizzazione e l’apertura di nuove sale di giochi d’azzardo. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono iscritti a parlare su questo ordine del giorno, pertanto lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione e De Gaetano “In merito alla situazione della pesca in Calabria

PRESIDENTE

Si passa adesso all’ordine giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione e De Gaetano “In merito alla situazione della pesca in Calabria” di cui do lettura: “Premesso che il settore della pesca in Calabria, versa in uno stato di grave crisi economica;

tale settore rappresenta una delle risorse produttive più importanti della Calabria, con punte di vere e proprie eccellenze, come quelle di Bagnara, Cariati e Corigliano;

la Regione non ha ancora provveduto all’erogazione dei fondi ordinari destinati al comparto;

non sono stati attivati neppure i relativi fondi comunitari;

imprese, anche a conduzione familiare, cooperative del settore rischiano la chiusura dell’attività;

impegna la Giunta regionale

a riconoscere lo stato di crisi del settore;

a intervenire presso il Ministero di competenza per sbloccare la situazione riguardante le attrezzature (ferrettara);

a provvedere all’assegnazione delle quote tonno;

a riaprire i bandi FEP;

ad adottare misure di accompagnamento alla dismissione dei pescherecci che prevedano sostegno al reddito e riconversione a sistemi di pesca diversi;

ad adottare misure tese a favorire gli investimenti a bordo dei pescherecci e la selettività delle catture (piccola pesca costiera) Misura 1.3;

ad ammettere gli investimenti tesi a migliorare gli standard di sicurezza di bordo e l’efficienza energetica;

a rendere disponibili i fondi ordinari, tramite l’attivazione, con Fincalabra, di una linea di accesso al credito, per la gestione ordinaria;

ad elaborare un piano regionale di gestione della pesca, prevedendo:

deroghe relative alla pesca tradizionale calabrese, rivisitazione del fermo biologico e gli interventi sui costi energetici;

ammortizzatori sociali in deroga per il comparto (con l’inserimento degli armatori del personale di bordo);

riconoscimento dell’attività meritoria, svolta dai pescatori, nella "pulizia del mare", ipotizzando misure socio-economiche, legate a tale azione di salvaguardia;

a convocare, al più presto, la Conferenza regionale sulla pesca”.

Prego, consigliere De Gaetano ha facoltà di illustrarlo.

Antonino DE GAETANO

Presidente, questo ordine del giorno si illustra da sé ed è soltanto per segnalare la gravissima crisi che sta attraversando il settore.

Come Consiglio regionale chiediamo di impegnare la Giunta a tutta una serie di iniziative per tutelare questo importante settore economico della nostra regione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno come letto ed illustrato in Aula, non essendoci richieste di parola.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione di iniziativa della consigliera Minasi, recante “Interventi presso il governo per la modifica in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante <Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali>”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla mozione di iniziativa della consigliera Minasi, recante “Interventi presso il governo per la modifica in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante <Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli Enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali>” di cui dò lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che

il difficile momento di crisi che stiamo attraversando ha inciso profondamente, soprattutto, sulle piccole e medie imprese, che, anche a causa della mancanza di liquidità, sono state costrette a chiudere;

nel 2012, secondo i dati di Confindustria, sono state chiuse 12.442 aziende e, nei primi quattro mesi del 2013, il ritmo di fallimento delle aziende è aumentato, attestandosi al più 13%, dato che risulta essere peggiore di quello dell’intero 2008, anno in cui scoppiò la crisi finanziaria;

la media dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, in Italia, è tre volte superiore alla media europea e per far fronte a tale situazione emergenziale, in data 8 aprile 2013, è stato emanato il decreto legge numero 35, recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli Enti Territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli Enti locali";

il decreto legge numero 35/2013, pur allentando i vincoli del patto di stabilità per permettere agli enti territoriali il pagamento dei debiti scaduti, lascia invariate le regole per quel che riguarda la regolarità contributiva delle aziende creditrici;

il mancato pagamento dei debiti scaduti da parte della pubblica amministrazione comporta delle enormi difficoltà per le aziende, e spesso causano l’impossibilità di mantenersi in regola con i contributi;

per i detti motivi, è opportuno emendare in sede di conversione il decreto legge numero 35/2013, affinché venga previsto che il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) sia regolare al momento della scadenza del debito, invece che al momento del pagamento;

Invita

il Presidente del Consiglio regionale della Calabria

ad intervenire sul Presidente del Consiglio dei Ministri affinché in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, numero 35, recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali", lo stesso venga emendato, nel senso di prevedere la regolarità del Durc al momento della scadenza del debito, anziché al momento del pagamento dello stesso”.

Prego, consigliera Minasi.

Clotilde MINASI

Presidente, si illustra da sé.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione la mozione come letta in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Scalzo “Per l’implementazione dei voli low cost tra l’aeroporto di Lamezia Terme e Roma

PRESIDENTE

L’ultimo ordine del giorno è di iniziativa del consigliere Scalzo “Per l’implementazione dei voli low cost tra l’aeroporto di Lamezia Terme e Roma”. Ne dò lettura: “Premesso che:

l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, il più grande della Calabria e con un bacino di utenza che abbraccia la province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e parte del territorio di Reggio Calabria, negli ultimi tempi ha raggiunto i due milioni di passeggeri;

tanti cittadini calabresi si recano a Roma per motivi di lavoro, di studio o al fine di poter raggiungere altre destinazioni;

attualmente, la tratta Lamezia Terme-Roma è servita unicamente da Alitalia che, per l’evidente mancanza di concorrenza, propone costi elevati per l’acquisto dei biglietti;

tale circostanza, evidentemente, è da imputare all’assenza di compagnie low cost operanti sulla stessa tratta, come ormai avviene sulla maggior parte degli scali italiani;

per diverse ragioni, quali costi eccessivi o condizioni precarie della viabilità, risultano altrettanto penalizzanti per i nostri territori anche le possibili alternative costituite dal treno, dall’auto o dall’autobus;

soprattutto nelle condizioni economiche attuali, appare necessario che la classe politica faccia ogni sforzo per andare incontro alle esigenze di tante famiglie calabresi, mitigando, per quanto possibile, anche i costi per gli spostamenti che, spesso, risultano necessari;

fino a qualche tempo addietro, sull’aeroporto di Lamezia Terme hanno operato compagnie low cost, quali Blu express, Ryanair e Easy Jet, che effettuavano collegamenti con Roma;

risulta incomprensibile, visti i dati di traffico registrati negli ultimi anni dall’Aeroporto di Lamezia, la presenza di un solo vettore che collega lo scalo calabrese con il più’ importante scalo italiano.

l’assenza di voli low cost da Lamezia Terme per Roma rappresenta una indubbia penalizzazione per l’intera Calabria;

pertanto, appare assolutamente necessario un intervento politico forte, finalizzato a promuovere iniziative che riportino compagnie "low cost" a operare sulla tratta Lamezia Terme-Roma;

Tutto ciò premesso,

il Consiglio regionale della Calabria

Impegna

il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad attivarsi con ogni azione opportuna presso tutti gli organi e gli Enti interessati, nonché presso le società aeree presenti sul mercato, al fine di implementare voli low cost tra l’aeroporto di Lamezia Terme e Roma”.

Prego, consigliere Scalzo.

Antonio SCALZO

Presidente, brevemente per porre all’attenzione dell’Aula un problema che riguarda l’aeroporto di Lamezia Terme che essendo il più grande aeroporto della Calabria coinvolge la regione nella sua interezza.

Come sapete, l’aeroporto di Lamezia Terme ha superato i due milioni di passeggeri e fino a qualche tempo fa, nella tratta che va da Lamezia Terme al più importante scalo italiano, quello “Leonardo da Vinci”, insistevano alcune compagnie low cost che garantivano vantaggi non solo in termini di orari dei voli ma anche a molte famiglie a cui era consentito di raggiungere agevolmente la Capitale non solo per lavoro ma per tanti altri svariati motivi. Questo a beneficio del dato economico, visto soprattutto il momento difficile.

Da un po’ di tempo a questa parte vi è un solo vettore, Alitalia, una tratta a prezzi difficilmente sostenibili dalle famiglie calabresi. Ci sembra incomprensibile come, visti i flussi di traffico registrati negli ultimi anni dall’aeroporto di Lamezia Terme, insista un solo vettore nella tratta Lamezia Terme-Roma.

L’assenza di voli low cost nella tratta Lamezia Terme – Roma rappresenta una penalizzazione anche per l’intera regione. Appare, quindi, necessario un intervento politico forte della Giunta regionale e del Presidente della Giunta per promuovere il ripristino dei voli con compagnie low cost nel tratto Lamezia Terme - Roma.

Questo ordine del giorno è volto ad impegnare il Presidente della Giunta e la Giunta regionale nel suo insieme ad attivarsi per promuovere ogni azione opportuna presso gli organi e gli enti interessati affinché le diverse società presenti sul mercato possano implementare i voli low cost tra l’aeroporto di Lamezia Terme e la Capitale. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno come letto ed illustrato in Aula non essendoci richieste di parola.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Non vi sono più argomenti in discussione all’ordine del giorno. La seduta è tolta e il Consiglio è convocato a domicilio.

 

La seduta termina alle 19,03

 

Allegati

Congedo

Hanno chiesto congedo i consiglieri Ciconte, Giamborino, Morrone, Naccari Carlizzi, Principe,  Salerno, Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Istituzione dell’Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale” (P.L. n. 464/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Chiappetta – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 30 marzo 1995, n. 8 (Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)” (P.L. n. 461/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Minasi – “Norme per la promozione della cittadinanza di genere e politiche di conciliazione vita-lavoro” (P.L. n. 462/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Pacenza – “Modifica degli articoli 17 e 18 della legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22 (Ulteriori disposizioni di carattere ordinamentale e finanziario collegate alla manovra di assestamento del bilancio di previsione per l’anno 2007 ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (P.L. n. 463/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Norme per la disciplina degli interventi ed attività della Regione Calabria in materia di comunicazione ed informazione” (P.L. n. 465/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Proposta di legge al Parlamento – Istituzione della Zona economica speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro (Delibera G.R. n. 392 del 7.9.2012)” (P.P.A. n. 228/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

Naccari Carlizzi, De Gaetano, Franchino – “Proposta di legge al Parlamento. Abrogazione delle norme in materia di rimborso delle spese elettorali sostenute da partiti politici e movimenti” (P.P.A. n. 229/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Approvazione di risoluzione

La seconda Commissione consiliare nella seduta del 16 maggio 2013, ha approvato la risoluzione sulle Proposte di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio di riforma degli appalti pubblici – Com (2011) 895 definitivo del 20.12.2011 e Com (2011) 896 definitivo del 20.12.2011.

Comunicazione su proposte di provvedimento amministrativo non esaminate

La seconda Commissione consiliare, con nota del 30 maggio 2013, in riferimento alle proposte di provvedimento amministrativo nn. 208/9^, 217/9^, 218/9^, 221/9^ e 222/9^ ha ritenuto di non doverle esaminare in quanto l’autorizzazione all’esercizio provvisorio è atto di prerogativa della Giunta regionale ai sensi dell’articolo 57 della legge regionale 8/2002.

Interrogazioni a risposta immediata

Guccione, Scalzo, Ciconte, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

nonostante le reiterate assicurazioni, gli impegni e gli annunci ottimistici più volte diffusi sulla stampa e attraverso le Tv locali e ai rilievi assunti dalle notizie sul ponte anche a livello nazionale (su questa problematica è intervenuta, tra l'altro, anche la trasmissione satirica "Striscia la Notizia"), il ponte sul Savuto, lungo circa 180 metri, che univa i comuni di Nocera Terinese ed Amantea, crollato nel 2008 a causa della piena del fiume, da oltre cinque anni attende di essere ricostruito;

la chiusura al transito veicolare del ponte sin dal 2006 e la sua assenza hanno prodotto il completo isolamento di tutto il territorio interessato, provocando un conseguente effetto di abbandono e di degrado il cui effetto è stato la creazione di una discarica a cielo aperto in cui continuano ad accumularsi rifiuti di ogni genere e tipo anche con tracce di elementi altamente tossici ed inquinanti che spesso interessano il corso d’acqua stesso;

dal 2008 ad oggi non si è mai provveduto ad assicurare una benché minima protezione dell'area prossima al vuoto lasciato dagli elementi del ponte crollati che costituiscono un costante pericolo per l'incolumità pubblica;

le macerie del ponte continuano ad occupare il letto del fiume nonostante le promesse fatte nel 2010 secondo cui in dieci mesi si sarebbe provveduto alla messa in sicurezza dell'alveo del fiume e alla rimozione delle stesse;

il ponte riveste un ruolo fondamentale di cerniera e di collegamento tra i comuni interni ed il mare, con la SS 18 e Campora S. Giovanni, oltre che con i comuni collinari come Cleto e le sue frazioni, Aiello, Serra d'Aiello, ecc;

l'assenza di questa importante struttura viaria, che collega la provincia di Cosenza con quella di Catanzaro, è parte fondamentale ed integrante della Strada Provinciale 163/1 ed attraversa un ambito paesaggistico-storico-culturale di grande pregio, anche e soprattutto sotto il profilo archeologico, blocca la fruibilità e la valorizzazione di tutto il territorio circostante e vincola la già fragile economia dell'intera area, che anche su ciò potrebbe ritrovare una sua precisa e forte identità;

questa struttura ha un ruolo fondamentale in un sistema viario di più ampio respiro che consentirebbe la fruizione di un percorso alternativo alla SS.18, ma anche lo sviluppo di una buona viabilità interna che potrebbe aggiungersi a quella esistente. Basterebbe in tal senso effettuare modesti investimenti per sviluppare e portare a compimento, una tra tutte, la strada Galasso che si sviluppa lungo il Savuto sino allo svincolo A3 di Altilia Grimaldi e che, parzialmente, è già provincializzata. Ciò consentirebbe la fruizione di un territorio interno sempre più dimenticato e soprattutto la costituzione di un agevole percorso alternativo al servizio della A3, la cui utilità è del tutto evidente;

un intervento rapido sul Savuto si rende ancor più necessario, infine, anche per consentire i lavori di ripristino e di protezione del rilevato ferroviario che potrebbero avvenire in maggiore sicurezza sia per gli utenti della strada che per i lavoratori coinvolti. Ciò potrebbe essere attuato ricorrendo all'efficienza e consolidata competenza del Genio Militare -:

quali iniziative urgenti e necessarie si intendono assumere per ripristinare nel più breve tempo possibile questa struttura fondamentale per una vasta area del nostro territorio regionale e a quali fondi si intende attingere per finanziare l'opera di ricostruzione e ammodernamento del ponte sul fiume Savuto.

(361; 21.05.2013)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria, a seguito di un ampio dibattito in sede di assise regionale, si è determinata ad impugnare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2012, con il quale è stata decretata la compatibilità ambientale e l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla società S.E.I. S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Ioniche nel Comune di Montebello Ionico (RC) e relative opere connesse, pubblicato in G.U - Parte II - foglio delle inserzioni n. 138 del 24 novembre 2012;

il Presidente del Consiglio dei Ministri con il decreto del 15 giugno 2012 decreta: "la compatibilità ambientale e l'autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla SEI S.p.A., concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MWe, da ubicarsi nella località Saline Joniche nel comune di Montebello Jonico (RC) e relative opere connesse, a condizione che vengono ottemperate le prescrizioni e disposizioni contenute nei seguenti allegati: allegato A: quadro prescrittivo e adempimenti di natura amministrativa; allegato B: piano di monitoraggio e controllo. Gli allegati A e B predetti, unitamente all'allegato C, relativo al parere della commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA-VAS n. 559 del 21 ottobre 2010, costituiscono parte integrante del decreto. Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana.";

il decreto, adottato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell'art. 5, comma 2, lettera c) bis, I. 400/88, viene successivamente trasmesso alla Corte dei Conti al fine dell'esercizio del controllo preventivo di legittimità imposto sugli atti del Governo (art. 100 Cost.) con richiesta di registrazione;

la Corte dei Conti, con nota del 19 settembre 2012, "restituisce, ai sensi dell'art. 5 del dlgs 123/2011 il provvedimento non registrato", con richiesta di documentazione e di numerosi chiarimenti strutturati in 8 punti in cui, sostanzialmente, il Giudice contabile solleva dubbi di legittimità in relazione a numerosi parametri sia costituzionali (punti B e C) che legali (punti F, G, H) ed esprime rilievi attinenti al difetto e alla contraddittorietà della motivazione (punti D ed E), precisando in conclusione che "resta inteso che il procedimento di controllo avrà decorrenza soltanto dalla data in cui il provvedimento perverrà per il tramite dell'Ufficio competente, completo della idonea documentazione, reputata indispensabile ai fini istituzionali di questo Ufficio";

successivamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri, parzialmente tornando sui propri passi, aggira l'ostacolo rappresentato dalla sospensione della procedura di registrazione del DPCM disposta unitamente alla formulazione dei rilievi, con l'adozione, da parte del Ministro dell'Ambiente del decreto n. 115 del 5 aprile 2013. Tale decreto, in larga parte sovrapponibile quanto a contenuti e dispositivo al DPCM, chiarisce che lo stesso, nonostante la lettera del dispositivo, non sia da interpretarsi quale atto amministrativo di valutazione della "compatibilità ambientale e autorizzazione al successivo esercizio (...)" della centrale e opere connesse, ma, solo e semplicemente, quale atto di indirizzo, a carattere evidentemente ed eminentemente politico, volto a superare il contrasto tra i competenti Ministeri, e come tale insuscettibile di essere sottoposto alla procedura di registrazione presso la Corte dei Conti (al quale pure dal Governo era stato contraddittoriamente inviato);

nel Decreto del Ministro dell'Ambiente, il DPCM assume il tenore di mero atto preparatorio e presupposto la cui funzione sarebbe esclusivamente quella di superare “il mancato concerto con il (solo n.d.r.) Ministero per i Beni e le Attività Culturali di cui all'art. 7 comma 5 del dlgs 152/2006";

alla luce di tale nuovo provvedimento amministrativo appare, come rilevato da numerose associazioni ambientalistiche, necessario procedere all'impugnazione del suindicato decreto del Ministro dell'Ambiente n° 115 del 5 aprile 2013 attraverso la formulazione di motivi aggiunti, atteso che l'omessa impugnazione determinerebbe l'improcedibilità per carenza di interesse del ricorso principale già presentato e più specificatamente rileverebbe l'atto successivo non oggetto di impugnazione -:

se la Regione abbia provveduto ad impugnare, per le motivazioni di cui in premessa, il decreto n° 115 del 5 aprile 2013 emanato dal Ministro dell'Ambiente; in caso contrario, stante i tempi limitati, se non si intenda con urgenza dare mandato all'Avvocatura regionale perché depositi l'ulteriore ricorso al fine di evitare un provvedimento di inammissibilità con tutte le conseguenze che si possono immaginare per la tutela della salute e del paesaggio di un intero territorio.

( 362; 24.05.2013)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

sono circa un miliardo di euro le risorse degli ex fondi Gescal assegnati alle regioni per l'edilizia sovvenzionata, ma ancora non spesi. È quanto emerge dai dati comunicati dalla Cassa Depositi e Prestiti alla data del 1 gennaio 2013. In un quadro di complessiva inefficienza ci sono regioni migliori di altre, ci sono regioni che hanno speso più di quello che potevano spendere in base alla giacenza di cassa. Per le regioni in ritardo come la Calabria che, alla data del 31 marzo 2013 sul conto corrente n. 20128 della Cassa Depositi e Prestiti ha una giacenza di oltre 134 milioni, il rischio è che quelle più virtuose possano spendere anche attingendo dalla cassa di altre regioni più lente nella spesa. I numeri che la Cassa Depositi e Prestiti ci prospetta, e cioè oltre un miliardo di euro ancora non spesi da parte delle regioni, stanno a significare che è mancata una programmazione efficace per l'utilizzo dei fondi per l'edilizia sovvenzionata -:

quali iniziative si intendono adottare per impedire che le risorse destinate alla Calabria dei fondi ex Gescal per l'edilizia sovvenzionata possano essere revocate o utilizzate da altre regioni più virtuose e a tal fine non sia necessario rilanciare un piano di edilizia sociale ristrutturando e riutilizzando il patrimonio pubblico esistente e i centri storici e prevedere un utilizzo delle aree dismesse o degradate per insediamenti abitativi finalizzati all'offerta locativa a canoni accessibili, sperimentando servizi a sostegno sociosanitario per anziani, per l'infanzia e l'adolescenza.

(363; 27.05.2013)

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

giorni addietro il prof. Attilio Renzulli, Direttore dell'Unità Operativa di Cardiochirurgia del Policlinico universitario Mater Domini con sede a Germaneto (CZ), è stato rimosso dal suo incarico per “inidoneità” alla mansione;

tale decisione è stata assunta dall'Azienda a seguito di una malattia che ha riguardato il medesimo;

in una recente intervista concessa al Quotidiano della Calabria il noto cardiochirurgo ha profuso pesanti accuse al sistema di gestione della sanità in Calabria, concludendo che la sua rimozione dall'incarico di che trattasi sarebbe ricollegabile a pressioni di “lobby” e “caste” ostili alla sua persona ad alla sua attività;

nella stessa intervista il prof. Renzulli ha ricordato che la decisione dell'Azienda è arrivata immediatamente dopo che egli aveva inviato una lettera-esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro con la quale denunciava le carenze della struttura e chiedeva interventi urgenti;

la lettera-esposto sarebbe stata formulata dopo insistenti richieste all'Azienda e alla Regione per potenziare i servizi della struttura, dato che negli ultimi tempi si erano peraltro verificati dei decessi per infezioni acute proprio tra i malati della divisione di cardiochirurgia;

tali richieste, a detta del professor Renzulli, non sarebbero state “mai recepite né mai discusse”, mentre si sarebbe registrata un'attenzione “particolare” verso altre Unità Operative “che già possedevano tanto e che divoravano gran parte delle poche risorse a disposizione dell'Azienda”;

del prestigio internazionale del professor Renzulli e della gravità delle affermazioni fatte dallo stesso nel corso della citata intervista -:

quali iniziative sono state assunte ovvero si intendono assumere a verifica di quanto affermato dal professor Attilio Renzulli nell'intervista sopra citata;

se non sia il caso di verificare eventuali lesioni di diritti, omissioni e/o abusi nella vicenda di che trattasi.

(365; 28.05.2013)

Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la facoltà di Medicina esistente da circa trenta anni presso l'università Magna Graecia di Catanzaro è l'unica in Calabria;

la stessa ha sempre recitato un ruolo centrale e di fondamentale importanza nella formazione della classe medica e paramedica nella regione;

il Decreto Min. 24 aprile 2013 n. 333, relativo alla definizione del numero di contratti di formazione assegnati alle Scuole di Specializzazione di area Medica dell'Ateneo calabrese, ha tagliato posti di Chirurgia generale, Anestesia, Igiene e Medicina preventiva, Malattie apparato cardiovascolare. Malattie apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa, Oftalmologia, Oncologia, Ortopedia traumatologia;

la pubblicazione del Bando di Concorso per l'ammissione alle Scuole di Specializzazione di area Medica per l'Anno Accademico 2012/2013 ha reso noto che il numero dei posti disponibili è stato ridotto di svariate unità e in alcuni casi da 3 a 2 posti con la conseguenza che per  tali scuole è prevista la federazione con altre università;

i tagli andranno ad incidere sulle scuole di specializzazione nella maniera che segue: un posto in meno in Anestesia che passa da 8 a 7, uno in meno in Chirurgia generale che passa da 5 a 4, uno in meno in Igiene che passa da 3 a 2, uno in meno in Malattie dell'Apparato respiratorio che passa da 3 a 2, uno in meno in Medicina fisica e riabilitativa che passa da 3 a 2, uno in meno in Oftalmologia che passa da 3 a 2, uno in meno in Oncologia che passa da 3 a 2, uno in meno in Ortopedia che passa da 4 a 3;

tale operazione prettamente ragionieristica di riduzione dell'offerta formativa determinerà in alcuni casi, fin dal prossimo anno, l'accorpamento a scuole extra regionali con un tragico depauperamento strutturale e culturale per la facoltà di Medicina Calabrese e di conseguenza per l'intero territorio, e ancora gravi danni immateriali alla popolazione studentesca che vede ridotta l'offerta formativa;

tale decisione sta destando profonda amarezza sia a livello di popolazione studentesca, nell'ambito della docenza universitaria oltre che in tutta la popolazione calabrese, dettata dalla consapevolezza che le ripercussioni avranno effetti su tutto il tessuto sociale regionale;

negli ultimi tempi sono stati registrati, sia dal mondo accademico che dalla rappresentanza studentesca e dalla società civile, tantissimi appelli e interventi sulla stampa locale al fine di scongiurare tali pregiudizievoli tagli;

la rimodulazione comporta, pertanto, 11 contratti in meno per le scuole già federate, che passano da 48 a 37, e 9 contratti in meno per le scuole autonome, che passano da 61 a 52, per un taglio complessivo di 20 posti;

sintetizzando il numero dei posti di specializzazioni passano da 109 a 89;

ciò appare alquanto sproporzionato e contraddittorio soprattutto alla luce delle decisione ministeriale che assegna all'Umg, 240 posti, con un aumento delle iscrizioni pari a 80 unità;

da una parte il Ministero aumenta il numero delie iscrizioni e dall'altra riduce quello relativo alla scuole di specializzazione;

tale fatto potrebbe indurre tantissimi studenti a iscriversi presso le Facoltà di Medicina di altre regioni;

la regione Calabria è l'unico Ente che può tutelare e salvaguardare nell'immediato la formazione specialistica, attraverso la concessione di specifiche borse di studio;

la concessione di ulteriori borse regionali metterebbe al sicuro le cinque Scuole attualmente a rischio. Il costo annuo a specializzando si aggirerebbe attorno ai 25.000 euro annui;

A fronte di una elevata richiesta di iscrizioni al corso di laurea di medicina e all'ovvio incremento dei neolaureati, ci ritroviamo oggi a dover rinunciare ad un importante forza lavoro che non farà altro che andare ad arricchire con il proprio sapere e le proprie forze, strutture extra-regionali;

la rilevante problematica potrebbe essere risolta con un intervento della Regione Calabria, che. a seguito di specifica norma di legge, potrebbe autorizzazione e stanziare le somme utili al finanziamento dei corsi specialistici per tutta la loro durata -:

quali iniziative ha già adottato o intende adottare la Regione Calabria presso il Ministero competente al fine di scongiurare i predetti tagli e per ripristinare l'autonomia territoriale delle Scuole di Specializzazione, considerato che la Calabria è l'unica regione italiana che ha subito un accorpamento extra-regionale;

se la Regione Calabria intende finanziare autonomamente, con proprie risorse, i corsi di specializzazione colpiti dai tagli ministeriali, con l'istituzione e il finanziamento per l'intero corso di studi di cinque nuove borse di studio regionali.

(366; 31.05.2013)

Maiolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

sul BURC n. 22 - parte III del 01 giugno 2012 è stato pubblicato l'avviso per la selezione ed il finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali promosse da Nuovi Giovani Imprenditori, in attuazione alla linea di intervento 7.1.4.3. "Promozione dell'imprenditoria giovanile" dell'Asse VII "Sistemi Produttivi" del POR Calabria FESR 2007-2013;

le Domande di partecipazione dovevano essere spedite entro il 60° giorno a partire dal 01 giugno 2012 esclusivamente a mezzo raccomandata, posta celere, o corriere espresso con relativi avvisi di ricevimento, con conseguente scadenza per la presentazione delle domande fissata per giorno 31/07/2012;

a distanza di un anno dalla pubblicazione dell'Avviso Pubblico, non si hanno ancora notizie in merito alle domande pervenute, ai progetti ammessi a finanziamento ed alle richieste escluse con conseguente motivazione -:

quali iniziative la Giunta regionale intende assumere per fare si che i tanti giovani, che hanno presentato domanda di finanziamento possano avere risposte celeri e concrete, non si sentano illusi per la mancanza di una politica seria di programmazione regionale che, nonostante ingenti risorse economiche provenienti dall'Unione Europea, non ha creato le basi per uno sviluppo territoriale con la conseguente creazione di poli scientifici e ricerca tecnologica che avrebbero portato all'insediamento di centinaia di nuove imprese.

(367; 31.05.2013)

Maiolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

sul BUR Calabria n. 36 Parte Terza del 07 Settembre 2012, è stato pubblicato l'avviso per la concessione di contributi per il finanziamento di Assegni di Ricerca con percorso obbligatorio all'estero - (Por Calabria FSB 2007-2013 Asse IV - Capitale Umano/Obiettivo Operativo M2 "Sostenere la realizzazione di percorsi individuali di alta formazione per giovani laureati e ricercatori presso organismi di riconosciuto prestigio nazionale e internazionale" - Piano regionale per le risorse umane/Piano d'azione 2011-2013);

l'art. 5 del Bando per la realizzazione del progetto stabilisce la erogazione di un assegno per 18 mesi;

l'art.8 del bando recita "I progetti dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2014 e comunque non oltre il termine massimo previsto per l'ammissibilità delle spese del POR Calabria FSE 2007/2013";

le scadenze stabilite sull'avviso pubblico impongono come data ultima, per potere realizzare i progetti in 18 mesi ed entro la data del 31 dicembre 2014, quella del 30 giugno 2013;

ad oggi non si hanno ancora notizie in merito alla valutazione dei progetti con conseguente predisposizione delle graduatorie dei programmi d'intervento ammissibili e non ammissibili a finanziamento -:

quali iniziative la Giunta regionale intende assumere, a distanza di sette mesi dalla chiusura del bando, per dare risposte ai tanti giovani laureati e ricercatori della nostra Calabria nei termini di scadenza previsti dall'Avviso Pubblico specificati in premessa.

(368; 31.05.2013)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

in data 08 aprile 2013, si è tenuta la riunione congiunta del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza;

nelle conclusioni, Tavolo e Comitato, sulla base dell'istruttoria condotta denunciano il gravissimo ritardo riguardo agli interventi connessi all'erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza. Al riguardo, al fine di evitare che si creino i presupposti di cui all'art. 2, comma 84, della legge 191/2009, invitano il Commissario ad attuare tempestivamente ogni utile azione necessaria per garantire l'erogazione dei LEA in maniera uniforme sul territorio regionale -:

se corrisponde al vero quanto denunciato da Tavolo e Comitato, riguardo al gravissimo ritardo degli interventi connessi all'erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza;

come intende procedere per garantire l'erogazione dei LEA in maniera uniforme sul territorio regionale.

(369; 31.05.2013)

Bova, Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dalle dichiarazioni a mezzo stampa del consigliere provinciale Francesco D'Agostino si paventa da parte dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria una drastica riduzione presso l'Ospedale "S. Maria degli Ungheresi" di Polistena dei posti letto del reparto di medicina interna generale, che al momento conta n. 32 posti letto;

Tale atto aziendale del Direttore generale dell'ASP di Reggio Calabria, dott.ssa Rosanna Squillacioti, sembra avere ragion d'essere in virtù dell'applicazione del Decreto del Presidente della Giunta regionale n.106/2011 avente per oggetto: "Riordino della rete ospedaliera ex DPGR n. 18/2010. Determinazione dei posti letto per acuzie e post acuzie pubblici e privati" -:

se risponde al vero che, tra le linee di intervento previste dal Piano di rientro del settore sanitario della Regione Calabria, sia prevista anche la riduzione dei posti letto del reparto di medicina interna dell'Ospedale "S. Maria degli Ungheresi" di Polistena.

nel caso che tale assunto sia fondato, in base a quali motivazioni tale atto aziendale del Direttore generale dell'ASP di Reggio Calabria risulti necessario ed indispensabile ai fini sia del perseguimento dell'equilibrio economico della sanità calabrese sia del rispetto dell'erogazione delle prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza.

(370; 31.05.2013)

Interrogazione a risposta scritta

Naccari Carlizzi, Maiolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con precedenti interrogazione n. 343 del 05/04/2013, rimasta tutt'oggi senza risposta, lo scrivente ha formulato alcuni quesiti sul possesso dei requisiti e sulla assenza di cause di incompatibilità di taluni direttori di aziende sanitarie di seguito elencati;

con Deliberazione della Giunta regionale n. 117/2011 è stato approvato l'«Avviso pubblico per manifestazione d'interesse per la costituzione di una lista permanente ad aggiornamento periodico ai fini dell'acquisizione della disponibilità alla nomina a direttore generale delle Aziende sanitarie provinciali ed aziende ospedaliere della Regione Calabria»;

con il DDG n. 8049 del 5/7/2011 è stata approvata la lista degli aspiranti alla nomina di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere della Regione Calabria;

con DDG n. 7762 del 29/6/2011 è stato approvato lo schema di contratto di lavoro tra la Regione Calabria e i Direttori generali delle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere del SSR;

ai sensi della predetta normativa i Dirigenti nominati devono produrre apposita dichiarazione di inesistenza delle condizioni ostative e di incompatibilità previste dal vigente ordinamento nazionale e regionale;

è precipua responsabilità dell'Amministrazione conferente effettuare le verifiche di tutte le dichiarazioni rese in sede di nomina, nonché richiedere il deposito, in originale o in forma di dichiarazione sostitutiva di certificazione della relativa documentazione comprovante il possesso dei requisiti;

richiamati il D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 e s.m.i. la L.R. 19/3/2004 n. 11., l'articolo 15 comma 3 del DPR 461 /2001, la legge 724/1994, D.lgs n.33 /2013 D.lgs n.39/2013 Nel reiterare la richiesta di delucidazioni circa il possesso dei requisiti e l'assenza di cause impeditive per lo svolgimento delle funzioni dei sottoindicati direttori generali, sanitari e amministrativi nominati con vari provvedimenti si interroga il Presidente della Giunta regionale - Commissario Ad acta per il Piano di rientro in Sanità -:

1. con riferimento all'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria se sono state effettuate le seguenti verifiche di legge sulle nomine conferite ai Dottori Bellinvia, Sidari e Siciliano:

Dott. Bellinvia, articolo 25 comma 1, legge 724/1994 ed articolo 8,9 e 10 del d.lgs 39/2013;

Dott. Sidari, articolo 15 l.r. 11/2004, art. 3 d.lgs.502/1992 e smi, articolo 25 comma 1 legge 724/1994 e articoli 8,9,11, D.lgs n.39/2013;

2. con riferimento all'Azienda Sanitaria Provinciale Reggio Calabria se sono state effettuate le seguenti verifiche di legge sulle nomine conferite alla Dott.ssa Squillacioti, Dott. Scali e Dott. Sarica:

- Dott.ssa Squillacioti, articolo 10, comma 8 l.r. n.34/2010, articolo 25 comma 1, legge 724/1994, art. 14 l.r.11/2004, art. 3bis D.lgs 502/1992 e s.m.i;

- Dott. Scali; articolo 15 l.r. 11/2004, art.3 bis, d.lgs. 502/1992 e s.m.i., legge 335, articolo 15 comma 3 D.pr 461/2001;

- Dott. Sarica; articolo 15 l.r. 11/2004 ed articolo 3 bis d.lgs. 502/1992 e s.m.i., articoli 8, 9 e 10 del D.lgs. 39/2013.

3. Con riferimento all'Azienda Ospedaliera di Catanzaro se sono state effettuate le seguenti verifiche di legge sulle nomine conferite alla Dott.ssa Rizzo e Dott. Ciacci.

- Dott.ssa Rizzo: articolo 14 l.r. 11/2004 e articolo 3 bis d.lgs. 502/1992 e s.m.i.;

- Dott. Ciacci articoli 8,9,11, d.lgs. 39/2013;

4. Con riferimento Fondazione Campanella se sono state effettuate le verifiche di legge sulle nomine conferite al Dott. Esposito Sinibaldo in relazione alla legittimità del provvedimento di aspettativa concesso;

5. Con riferimento all'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza se sono state effettuate le seguenti verifiche di legge sulle nomine conferite ai Dottori Palumbo e Cedolia:

- Dott. Palumbo articolo 14 l.r. 11/2004 e articolo 3 bis d.lgs. 502/1992 e s.m.i.;

- Dott. Cedolia articolo 14 l.r. 11/2004 e articolo 3 bis d.lgs. 502/1992es.m.i..

6. Con riferimento all'Azienda Ospedaliera di Cosenza se sono state effettuate le seguenti verifiche di legge sulle nomine conferite al Dottor Aloise:

- Dott. Aloise articolo 15 l.r. 11/2004 e articolo 3bis d.lgs. 502/1992 e s.m.i.

8. se tali requisiti richiesti siano stati dichiarati dai destinatari degli incarichi nei curricula allegati agli stessi provvedimenti di incarico;

9. se sono state disposte le verifiche sul rispetto degli obblighi previsti dal D.lgs. n. 33 del 14.03.2013 "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni" ed in particolare sul rispetto da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere di quanto previsto dall'articolo 41;

10. se in difetto di condizioni su riportate non sia opportuna l’immediata revoca in autotutela dei decreti e atti di nomina.

(364; 27.05.2013)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 228/9^, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Istituzione di una Zona Economica Speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro” (Del. n. 311)

“Il Consiglio regionale

vista la proposta di legge al Parlamento recante: "Istituzione di una Zona Economica Speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro";

visto l'articolo 121 della Costituzione; VISTO l'articolo 16 dello Statuto regionale;

Delibera

di approvare la proposta di legge al Parlamento che, nell'unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;

di conferire mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata”.

Ordine del giorno numero 112 del 31.05.2013 a firma del consigliere Magarò “Per l’adesione del Consiglio regionale della Calabria al Manifesto dei sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

la Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale della Calabria nel corso della seduta del 18 aprile u.s. ha approvato un Piano di lavoro nel quale, tra le proposte di attività, vi è anche la redazione di una proposta legislativa per contrastare la diffusione dei giochi d’azzardo e prevenire il diffondersi delle patologie ad essi connesse e che finiscono con l’avere gravi ripercussioni sulle famiglie e sulla società;

il fenomeno del gioco d’azzardo patologico sta dilagando anche in Calabria assumendo i contorni di una vera e propria piaga sociale;

nella nostra regione è alto il rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata nella gestione delle attività economiche connesse al gioco d’azzardo, per come emerso nell’ambito di numerose inchieste che dimostrano come la ‘ndrangheta gestisce in maniera diretta, illecita ed occulta, centinaia di apparecchi, garantendosi lauti guadagni ed alimentando altri gravi reati quali il riciclaggio e l’usura;

la Presidenza della Commissione contro la ‘ndrangheta ha aderito formalmente alla manifestazione nazionale antislot che si è svolta a Pavia il 18 maggio u.s.;

in seguito a tale adesione la Presidenza della Commissione contro la ‘ndrangheta ha ricevuto l’invito a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo promosso dall’Associazione Onlus Terre di Mezzo e da Legautonomie;

la sottoscrizione del Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo assumerebbe maggiore rilevanza se fosse deliberata dal Consiglio regionale della Calabria attraverso l’approvazione di un apposito ordine del giorno;

la Calabria sarebbe la prima regione italiana a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo

Si impegna

a sottoscrivere il Manifesto dei Sindaci per la Legalità contro il gioco d’azzardo”.

Ordine del giorno numero 113 del 31.05.2013 a firma dei consiglieri Guccione e De Gaetano “In merito alla situazione della pesca in Calabria”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

il settore della pesca in Calabria, versa in uno stato di grave crisi economica;

tale settore rappresenta una delle risorse produttive più importanti della Calabria, con punte di vere e proprie eccellenza, come quelle di Bagnara, Cariati e Corigliano;

la Regione non ha ancora provveduto all’erogazione dei fondi ordinari destinati al comparto;

non sono stati attivati neppure i relativi fondi comunitari;

imprese, anche a conduzione familiare, cooperative del settore rischiano la chiusura dell’attività;

Impegna la Giunta regionale:

1) a riconoscere lo stato di crisi del settore;

2) ad intervenire presso il Ministero di competenza per sbloccare la situazione riguardante le attrezzature (ferrettara);

3) a provvedere all’assegnazione delle quote tonno;

4) a riaprire i bandi FEP;

5) ad adottare misure di accompagnamento alla dismissione dei pescherecci che prevedano sostegno al reddito e riconversione a sistemi di pesca diversi;

6) ad adottare misure tese a favorire gli investimenti a bordo dei pescherecci e la selettività delle catture (Piccola pesca costiera) Misura 1.3;

7) ad ammettere gli investimenti tesi a migliorare gli standard di sicurezza di bordo e l’efficienza energetica;

8) a rendere disponibili i fondi ordinari, tramite l’attivazione, con Fincalabra, di una linea di accesso al credito, per la gestione ordinaria;

9) ad elaborare un piano regionale di gestione della pesca, prevedendo:

deroghe relative alla pesca tradizionale calabrese, rivisitazione del fermo biologico e gli interventi sui costi energetici;

ammortizzatori sociali in deroga per il comparto (con l’inserimento degli armatori del personale di bordo);

riconoscimento dell’attività meritoria, svolta dai pescatori, nella “pulizia del mare”, ipotizzando misure socio-economiche, legate a tale azione di salvaguardia;

10) a convocare, al più presto, la conferenza regionale sulla pesca”.

Mozione numero 88 del 31.05.2013 di iniziativa della consigliera Minasi, recante “Interventi presso il Governo per la modifica in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante <Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali>”

“Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che:

il difficile momento di crisi che stiamo attraversando ha inciso profondamente, soprattutto, sulle piccole e medie imprese, che, anche a causa della mancanza di liquidità, sono state costrette a chiudere;

nel 2012, secondo i dati di Confindustria, sono state chiuse 12.442 aziende e, nei primi quattro mesi del 2013, il ritmo di fallimento delle aziende è aumentato, attestandosi al più 13%, dato che risulta essere peggiore di quello dell’intero 2008, anno in cui scoppiò la crisi finanziaria;

la media dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione, in Italia, è tre volte superiore alla media europea e per far fronte a tale situazione emergenziale in data 8 aprile 2013 è stato emanato il decreto legge n. 35, recante “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali”;

considerato che:

il decreto legge n. 35/2013, pur allentando i vincoli del patto di stabilità per permettere agli enti territoriali il pagamento dei debiti scaduti, lascia invariate le regole per quel che riguarda la regolarità contributiva delle aziende creditrici;

il mancato pagamento dei debiti scaduti da parte della pubblica amministrazione comporta delle enormi difficoltà per le aziende, che spesso causano l’impossibilità di mantenersi in regola con i contributi;

per i detti motivi, è opportuno emendare in sede di conversione il decreto legge n. 35/2013, affinché venga previsto che il Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) sia regolare al momento della scadenza del debito, invece che al momento del pagamento;

Impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire sul Presidente del Consiglio dei Ministri affinché in sede di conversione del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, recante “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali”, lo stesso venga emendato nel senso di prevedere la regolarità del Durc al momento della scadenza del debito, anziché al momento del pagamento dello stesso.”

Ordine del giorno numero 114 del 31.05.2013 a firma del consigliere Scalzo “Sull’aeroporto internazionale di Lamezia Terme”

“Il Consiglio regionale

Premesso che:

l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, il più grande della Calabria e con un bacino di utenza che abbraccia le province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e parte del territorio di Reggio Calabria, negli ultimi tempi ha raggiunto i due milioni di passeggeri;

tanti cittadini calabresi si recano a Roma per motivi di lavoro, di studio o al fine di poter raggiungere altre destinazioni;

attualmente, la tratta Lamezia Terme-Roma è servita unicamente da Alitalia che,  per l’evidente mancanza di concorrenza, propone costi elevati per l’acquisto dei biglietti;

tale circostanza, evidentemente, è da imputare all’assenza di compagnie low-cost operanti sulla stessa tratta, come ormai avviene sulla maggior parte degli scali italiani;

per diverse ragioni, quali costi eccessivi o condizioni precarie della viabilità, risultano altrettanto penalizzanti per i nostri territori anche le possibili alternative costituite dal treno, dall’auto o dall’autobus;

soprattutto nelle condizioni economiche attuali, appare necessario che la classe politica faccia ogni sforzo per andare incontro alle esigenze di tante famiglie calabresi, mitigando, per quanto possibile, anche i costi per gli spostamenti che, spesso, risultano necessari;

fino a qualche tempo addietro, sull’aeroporto di Lamezia Terme hanno operato compagnie low cost, quali Blu express, Ryanair e Easy Jet, che effettuavano collegamenti con Roma;

risulta incomprensibile, visti i dati di traffico registrati negli ultimi anni dall’Aeroporto di Lamezia, la presenza di un solo vettore che collega lo scalo calabrese con il più importante scalo italiano;

l’assenza di voli “low cost” da Lamezia Terme per Roma rappresenta una indubbia penalizzazione per l’intera Calabria;

pertanto, appare assolutamente necessario un intervento politico forte, finalizzato a promuovere iniziative che riportino compagnie “low cost” a operare sulla tratta Lamezia Terme-Roma;

Impegna

il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad attivarsi con ogni azione opportuna presso tutti gli organi e gli enti interessati, nonché presso le società aeree presenti sul mercato, al fine di implementare voli “low cost” tra l’aeroporto di Lamezia Terme e Roma”.