IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
62.
SEDUTA DI LUNEDI’ 29 APRILE 2013
La
seduta di Consiglio è aggiornata ad oggi
pomeriggio alle ore 15 per dare la possibilità
alla Commissione bilancio,
che è in corso, di esprimere il parere sul provvedimento che è all’ordine del giorno e che riguarda il “Riordino
delle aziende regionali, degli enti e delle
fondazioni e delle agenzie”.
La seduta è aggiornata alle ore 15.
La
seduta sospesa alle 12,40 è ripresa alle 15,41
La
seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge
il verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge
le comunicazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Legge
le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Non ci
sono più comunicazioni, passiamo al primo punto all’ordine
del giorno.
Presidente,
chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.
Chiedo
ai colleghi di prendere posto e di fare un po’ di silenzio. Le do subito la
parola, il tempo di ricomporre l’Aula e riportare tranquillità, serenità e
silenzio.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tripodi,
ne ha facoltà.
Presidente,
premetto gli auguri di buon lavoro ai nuovi assessori e al nuovo sottosegretario che sono stati
nominati in questa settimana.
Ho chiesto la parola, Presidente, per invitarla ancora una volta –
l’ho fatto anche alcuni mesi fa e reitero la richiesta – vista anche la
richiesta presentatale per iscritto dall’assessore alla cultura, Mario Caligiuri,
per quanto riguarda la nomina dei consiglieri regionali sia di maggioranza che
della opposizione nella composizione degli organismi delle minoranze linguistiche.
La pregherei di far questo perché è un organismo al momento monco.
Se dobbiamo costruire qualcosa è bene che gli organismi siano completati. La
pregherei, pertanto, per la prossima seduta di Consiglio di inserire il
provvedimento all’ordine del giorno o, perlomeno, di chiedere all’Aula la
facoltà di conferirle la delega alle nomine.
Come ritiene più opportuno. Grazie.
Riguardo la nomina dei componenti degli organismi per le minoranze
linguistiche, come previsto dalla legge regionale che abbiamo approvato tempo
fa, penso che le procedure siano quelle della predisposizione di un bando ai
sensi dell’articolo 3, della legge regionale numero 39 del 1995. L’Ufficio di
Presidenza, quindi, deve procedere – se non ricordo male – a predisporre un
bando dove coloro che sono in possesso dei titoli possono partecipare e poi il Consiglio
regionale procederà alle nomine.
Se questa è la procedura, nella prossima riunione dell’Ufficio di
Presidenza predisporremo gli atti necessari, per bandire…
Consigliere Tripodi…
Presidente,
la legge dice una cosa leggermente diversa.
L’assessore Caligiuri ha già provveduto a convocare gli
organismi ed ha già nominato i componenti di sua competenza. Il Consiglio
regionale deve nominare un consigliere di minoranza ed uno di maggioranza che
facciano parte degli organismi, tutto qua.
C’è una lettera dell’assessore Caligiuri, protocollata mesi
orsono, in cui la invitava a dar seguito a queste nomine. Rispetto a questa
richiesta presentata dall’assessore Caligiuri alcuni mesi fa mi ero permesso di
sollecitare questa nomina.
Reitero ancora la mia richiesta, considerato che all’ordine del
giorno non ci sono le nomine né da parte della maggioranza né da parte della opposizione.
Tutto qua.
Nella prossima Conferenza dei
capigruppo porremo la questione e vedremo di individuare la procedura
più rapida ed immediata per completare l’organismo e procedere a definire le
nomine per come la legge prevede.
Quindi, nella prossima Conferenza
dei capigruppo discuteremo ed arriveremo ad una determinazione.
Vorrei anche io – prima di procedere – da Presidente del Consiglio
regionale a nome di tutta l’Assemblea
formulare i più affettuosi auguri di buon lavoro ai nuovi assessori; al
consigliere Dattolo ed al consigliere Salerno che fino alla settimana scorsa
sedevano, da consiglieri regionali, tra i banchi della maggioranza. Vorrei
anche dare il più affettuoso benvenuto all’assessore esterno, il dottor Arena,
che siede tra i banchi della Giunta regionale. Naturalmente vorrei augurare un buon lavoro, un lieto ritorno, al
consigliere Giovanni Dima, nominato sottosegretario.
A tutti va un augurio
affettuoso di buon lavoro e speriamo che nei settori delicati di vostra competenza
ci possa essere quella spinta propulsiva per andare avanti nella stagione della
crescita economica e sociale della Calabria. Quindi, gli auguri più affettuosi
a nome del Consiglio regionale.
Possiamo
partire adesso con l’interrogazione a risposta immediata numero 321 del 24
gennaio
nell’ambito del Por Fesr Calabria 2007-2013, Asse
VII - sistemi produttivi, linea di intervento 7.1.4.1 - Pacchetti Integrati di
Agevolazioni per sostenere la competitività delle imprese esistenti,
come recita l’art. 1 dell’Avviso si intende a supportare le imprese titolari di emittenti televisive locali:
a) nella transizione delle trasmissioni televisive dal sistema analogico ai sistema digitale terrestre;
b) nell’introduzione delle nuove tecnologie disponibili nel settore della trasmissione televisiva in tecnica digitale al fine di agevolare l’integrazione con il sistema economico e produttivo del territorio regionale e favorire positive ricadute sociali, culturali ed economiche;
l’avviso è teso a favorire, in considerazione degli impatti sociali, culturali ed economici derivanti dal passaggio al sistema digitale terrestre, il rafforzamento del sistema delle imprese regionali operanti nel settore della tele-radiotrasmissione sostenendone, in stretta coerenza con quanto previsto dall’Asse VII del Por Calabria Fesr n. 2007/2G13, l’ammodernamento delle strutture produttive e organizzative, attraverso l’attivazione di investimenti sia materiali che immateriali;
con riferimento alla tempistica prevista per la valutazione dei piani di sviluppo aziendale, l’Amministrazione regionale nomina un Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) composto da esperti con pluriennale esperienza sulle tematiche oggetto di valutazione e del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria;
entro 120 giorni dal termine di chiusura dell’Avviso, l’Amministrazione regionale approva e pubblica nel Bollettino Ufficiale, la graduatoria dei Piani di Sviluppo Aziendali ammessi alle agevolazioni e l’elenco delle domande non ammesse, con l’indicazione delle cause di esclusione;
i termini previsti dal bando sono stati superati e, stante l’importanza per il settore televisivo calabrese, lo stesso Presidente della Giunta regionale aveva assicurato che la graduatoria sarebbe stata pubblicata entro il mese di novembre dello scorso anno, ma a tutt’oggi non si sono registrate novità;
i ritardi accumulati stanno determinando situazioni preoccupanti per gli operatori del comparto tenuto conto delle anticipazioni finanziarie affrontate dalle aziende per riconvertirsi al nuovo sistema digitale, difficoltà che hanno portato in molti casi a non poter garantire la retribuzioni dei numerosi dipendenti e giornalisti -:
quale sia lo stato della istruttoria per la valutazione delle domande e i tempi previsti per la pubblicazione della graduatoria, se vi sono ritardi rispetto a quanto definito dal bando e, in caso affermativo, quali azioni si intendano intraprendere per sollecitare gli organismi competenti ad adempiere in tempi brevi alle relative incombenze”.
Ricordo i tempi che sono
tre minuti per esporre l’interrogazione, due minuti per la risposta ed un
minuto per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta da parte dell’assessore.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente, intanto porgo anche io un augurio di buon lavoro alle new entry della Giunta, ai colleghi e agli altri esterni che fanno oggi il loro esordio in quest’Aula del Consiglio regionale.
L’interrogazione è datata 24 gennaio 2013, è un tema
molto atteso perché nell’ambito dei Pia, dei
Pacchetti integrati di agevolazioni, attraverso il Por-Fesr Asse VII,
Rispetto a questo avviso, il Presidente della Giunta regionale aveva assicurato, nei mesi scorsi, che la graduatoria sarebbe stata pubblicata addirittura nel novembre del 2012. Ora con questa interrogazione piuttosto datata intendiamo sapere qual è lo stato dell’istruttoria e se la graduatoria è stata già esaminata e se è in via di pubblicazione.
Risponde l’assessore Arena.
Intanto molto brevemente grazie per gli auguri formulati;
ringrazio il Governatore
Scopelliti per avermi chiamato a far parte della squadra di governo e spero di
poter essere all’altezza del compito che sono stato chiamato a svolgere e
soprattutto di ripagare la fiducia e la stima che nella mia persona è stata
riposta; così come mi dichiaro onorato di poter sedere in quest’Aula. Credo che
approfondimenti li possiamo rinviare ad altre occasioni ma considerato che è la
prima volta che prendo la parola ritenevo opportuno formulare i ringraziamenti
a lei, Presidente, per le parole che ha avuto nei nostri confronti.
Per
quanto riguarda la risposta all’interrogazione, pur nella immediatezza del mio
insediamento, ho ritenuto, in virtù del periodo in cui è stata formulata, di dover
rispondere sulla base di quella che è la nota che mi è stata consegnata dagli
uffici.
Il
dipartimento attività produttive a seguito della rimodulazione dell’Asse VII,
sistemi produttivi, introdotta con Dgr 256 del 24 maggio
Alla
scadenza del termine di presentazione dei progetti con Dds numero 17041 del 3
dicembre 2012 e successivo Ddg numero 284 del 10 gennaio 2013 sono state
nominate rispettivamente
Al
termine dei lavori delle Commissioni con Ddg numero 5367 del 5 aprile 2013 è
stata approvata la graduatoria provvisoria delle imprese ammesse ad
agevolazioni fissando il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del
decreto per la presentazione di eventuali istanze di revisione.
Il
predetto decreto, che è consultabile sul sito della Regione, è in corso di
pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. La procedura si
è conclusa con un differimento del termine ordinatorio di giorni 120 fissati
dal bando, in considerazione della complessità dei progetti presentati, con
particolare riferimento alla valutazione dei differenziati livelli di
innovazione tecnologica proposti per il passaggio al digitale terrestre.
Prego, consigliere Giordano.
Mi dichiaro parzialmente soddisfatto. La risposta dà una scansione temporale chiara
e tuttavia non posso non rilevare che la procedura doveva essere chiusa
addirittura nel novembre 2012. Siamo a fine aprile e solo il 5 aprile, ossia
dopo due mesi dopo l’inoltro della mia interrogazione, si è provveduto. Ritengo,
quindi, che la mia interrogazione abbia prodotto l’effetto di stimolare il dipartimento
e l’assessorato a velocizzare l’iter che è certamente complesso.
A conclusione, quello che raccomando è di cercare di
recuperare il tempo perduto e dare certezze a tutte le aziende che hanno atteso
per tantissimi mesi questo importante provvedimento.
Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Governo nazionale attraverso diversi
provvedimenti adottati nell’anno
in particolare sulla tematica rilevano due decreti certificazione e più specificatamente il D.M. 25 giugno 2012 avente ad oggetto la certificazione dei crediti scaduti nei confronti delle regioni ed enti locali, un decreto compensazione del 25 giugno 2012 che regolamenta la compensazione di crediti maturati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale e un decreto sul fondo centrale di garanzia a cui si sono succeduti ulteriori decreti ministeriali di recepimento delle modifiche della normativa primaria;
attualmente il procedimento di certificazione del credito è gestito tramite un piattaforma elettronica messa a disposizione dal Ministero dell’economia e delle Finanze e gli attori principali nella certificazione dei crediti sono il titolare del credito e l’amministrazione o ente debitore;
per rendere operativo il sistema è necessario che i soggetti debbano accreditarsi alla piattaforma elettronica e per quanto concerne le amministrazioni pubbliche le stesse debbono essere preventivamente registrate nell’Indice Pubblica Amministrazione (IRA);
da notizie di stampa si apprende però, che il numero delle P.A. che si sarebbero accreditate sulla piattaforma elettronica è limitato mentre, nelle more, è stata eliminata la possibilità di utilizzare in via transitoria la modalità cartacea;
tale situazione sta determinando ulteriori problemi alle imprese le quali, con un sistema di fatto bloccato, si trovano nell’impossibilità, in presenza di uria forte carenza di liquidità, di accedere ai servizi sostitutivi come la certificazione;
anche
se
in ogni caso quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per sanare una situazione che rischia di compromettere ulteriormente lo stato economico delle imprese regionali alle prese con una crisi sistemica che coinvolge l’intero Paese”.
Prego, consigliere Giordano.
Consigliere Giordano, non vedo l’assessore Mancini che era la persona deputata alla risposta
vediamo se ci raggiunge dopo, magari la riprendiamo…
Presidente, questa
interrogazione sarebbe bene in ogni caso trattarla, in virtù del fatto che
proprio in queste ore scade il termine ultimo perché le amministrazioni
pubbliche, le Regioni e gli enti locali si accreditino presso l’Ipa, il protocollo
della piattaforma elettronica, senza il quale non è possibile procedere alla
certificazione della enorme massa di debiti che la pubblica amministrazione ha
nei confronti delle aziende. Quindi, Presidente, se arriva l’assessore Mancini,
bene, altrimenti le chiedo, anche alla fine della trattazione delle
interrogazioni a risposta immediata, di reperire queste notizie perché è
importante sapere a che punto è questo provvedimento.
Accantonerei questa interrogazione in attesa che arrivi
l’assessore Mancini per poi riprenderla. Va bene.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 329 del
26 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano: “Sul DPGR n. 197 del
20 dicembre 2012 riguardante la razionalizzazione degli interventi in materia
di randagismo” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con DPGR n. 197 del 20 dicembre 2012, emesso dal Presidente della
Giunta regionale nella qualità di Commissario ad acta per la sanità, avente ad
oggetto la razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo è stata
prevista l’istituzione di una rete di canili sanitari nel territorio regionale;
l’intervento si inserisce nell’ambito della legge 14 agosto 1991 n. 281
(legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo)
che prevede che le regioni, con proprio dispositivo, stabiliscano i criteri per
la costruzione e per il risanamento dei canili comunali, nonché le modalità di
riparto del fondo, istituito ai sensi dell’art. 8 della legge medesima, tra i
comuni;
con il suddetto decreto commissariale è stato approvato il relativo
piano di intervento che prevede l’istituzione di numero sette canili sanitari
di cui due in provincia di Cosenza, due in provincia di Reggio Calabria e uno
ciascuno per le altre Provincie;
la normativa nazionale e quella regionale (n. 41 del 5 maggio 1990)
prevedono l’istituzione, accanto ai canili sanitari, finalizzati ad un ricovero
provvisorio per gli accertamenti sanitari di rito, dei canili rifugio il cui
scopo è quello di un ricovero permanente e stabile degli animali per l’adozione
degli interventi previsti dalla legislazione in materia;
il decreto commissariale in esame, nell’utilizzare i fondi
ministeriali, non ha previsto risorse per la costruzione o l’adeguamento delle
strutture adibite a canili rifugio -:
se nell’ambito dei fondi regionali siano state previste risorse
aggiuntive per la costruzione o adeguamento dei canili rifugio, anche alla luce
dei nuovi requisiti richiesti per l’accreditamento;
in caso contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per
rispondere a tale esigenza tenuto conto che, in assenza di tali strutture, dopo
il primo periodo di ricovero presso i canili sanitari si prefigura il rischio
concreto che la fase di accoglienza degli animali non possa essere evasa;
se, in ultima analisi, non si possa procedere ad una rimodulazione del
budget finanziario e prevedere una quota parte finalizzata alla costruzione e/o
adeguamento dei canili rifugio”.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente,
come ricordava lei, con il Dprg 197 del 20 dicembre, emesso dal Presidente della Giunta
in qualità di Commissario per la sanità, nell’ambito delicatissimo riguardante la
prevenzione del randagismo,
A questo proposito lo stesso decreto pone una problematica secondo noi
molto importante e potrebbe ingenerare e acuire questo fenomeno giacché questo
decreto prevede l’istituzione solo dei canili sanitari
che, sappiamo, hanno un termine; cioè i cani randagi possono essere ospitati
solamente per 60 giorni e non prevede alla stessa stregua la creazione e quindi
l’implementazione di quelle che sono, invece, le strutture dedicate all’accoglienza,
ossia i canili rifugio.
A questo scopo noi chiediamo quali iniziative
La parola alla Vicepresidente Stasi per la risposta.
Grazie, Presidente. Anche io mi associo agli auguri per i
nuovi componenti di Giunta e lo faccio a nome di tutta
In riferimento alla domanda del consigliere Giordano c’è da
dire, intanto, che non è possibile utilizzare queste risorse destinate a canili
sanitari come canili rifugio perché sono risorse finalizzate. C’è però da
ricordare anche che ci sono state delle risorse destinate proprio a canili
rifugio nel 2010 con cui sono stati finanziati ben 5 canili rifugio che voglio
ricordare: Gimigliano, Marcellinara, Soverato, San Giovanni e Palmi, per un
totale di 750 mila euro.
L’intenzione, ovviamente, è riuscire a farne altri non
appena saranno recuperate altre risorse. In effetti, però, l’incongruenza a livello
normativo c’è, perché laddove ci sono canili sanitari bisogna individuare poi
anche i canili rifugio e lavoreremo, pertanto, in questo senso per correggere
il tiro e per individuare sicuramente nuove risorse.
Prego, consigliere Giordano.
Non mi posso dichiarare soddisfatto perché altre Regioni ed
altre realtà hanno, invece, utilizzato le risorse derivanti dalla “
Prendo atto del fatto che nel 2010 c’è
comunque stato un impegno, un investimento di 750 mila euro e ribadisco la domanda
e quindi la richiesta che si trovi il modo per modificare questo decreto e che
si faccia un’analisi attenta perché, per esempio, nella provincia di Reggio
Calabria sappiamo bene che l’unica realtà, citata anche dalla Vicepresidente,
quella di Palmi, è insufficiente. Quindi è necessario che ci sia una
implementazione e una particolare attenzione a tutto il resto delle aree della
provincia, così come nelle altre realtà calabresi.
Ribadisco la necessità che venga
modificato questo decreto e che le risorse che, comunque, risalgono a circa un
triennio, vengano rimodulate e razionalizzate in questa direzione.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 330 del
26 febbraio
Fincalabra S.p.A. è stata istituita con
con Presidenza del Presidente Aurelio Chizzoniti il 24 gennaio 2013, si
è riunita
è stato audito il Dottor Umberto De Rose, Presidente di Fincalabra
S.p.a.;
il Presidente Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della documentazione
inerente le procedure espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione di
personale. In un articolo del “Corriere della Calabria” on-line dell’11
febbraio
se corrisponde al vero quanto riportato dal Corriere della Calabria in
riferimento alle assunzioni in Fincalabra di parenti, nipoti, affini,
collaterali e cugini di politici in carica;
quali iniziative intende adottare
Prego, consigliere De Masi.
Grazie, Presidente. Mi associo anche io agli auguri che sono stati formulati a beneficio dei nuovi componenti della Giunta regionale con la convinzione e con l’auspicio che possano rafforzare tutte le azioni che risultino utili alla Calabria.
Questa è una interrogazione – come molte altre in verità – abbastanza datata e risale al febbraio scorso e riguarda una particolare situazione di Fincalabra.
Premesso che Fincalabra
è stata istituita con legge regionale del 30
aprile 1984 allo scopo di concorrere, nel quadro della politica di programmazione economica della Regione, allo sviluppo
economico e sociale della Calabria e con Presidenza del Presidente Aurelio
Chizzoniti il 24 gennaio scorso
E’ stato audito il dottor De Rose, Presidente di Fincalabra S.p.a.,
appunto, ed il Presidente Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della
documentazione inerente le procedure espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione
di personale.
In un articolo del “Corriere della Calabria” dell’11 febbraio 2013
vengono riportati stralci dei lavori della Commissione, dai quali si evince che
Fincalabra avrebbe assunto parenti, nipoti e affini di politici in carica
attualmente.
Inoltre, si evince che il Consiglio di amministrazione di Fincalabra
avrebbe deliberato una short list
selezionata facendo riferimento alla delibera di Giunta numero 68 del 24
febbraio 2012 e facendo ricorso a procedure di interpello. Ed ancora che
Fincalabra avrebbe acquisito l’intero capitale della “Settingiano Sviluppo”
(oggi "Calabria I&T srl") impiegando 75 risorse umane della
suddetta società.
L’interrogazione, quindi si prefigge di sapere se corrisponde al vero
quanto riportato da quell’organo di stampa richiamato in riferimento alle
assunzioni in Fincalabra e quali iniziative intende adottare
La parola all’assessore
Arena.
Con delibera della Giunta
regionale numero 12 del 10 gennaio 2012, avente ad oggetto società a
partecipazione regionale, modifica ed
integrazione delibera di Giunta regionale
numero 176 del 20.04.2009, sono state disciplinate le competenze ascritte al dipartimento
regionale in ordine al controllo da esercitarsi sulle società partecipate.
In particolare la stessa delibera differenzia le diverse
tipologie di controllo: il controllo societario, controllo
economico-finanziario, controllo di efficacia, controllo sul valore delle
partecipazioni e controllo analogo.
Oltre ad individuare i dipartimenti interessati per
materia delle società partecipate, per Fincalabra Spa il dipartimento attività
produttive,
La direttiva è stata adottata con decreto del direttore
generale del dipartimento controlli, numero 4854 del 28 marzo 2013.
La stessa direttiva definisce gli ambiti di esercizio
del controllo analogo sulle società e sulle fondazioni in house providing anche
indirette, demandando, nel rispetto della normativa vigente, il controllo sull’andamento
e correttezza dei singoli servizi offerti oggetto di affidamento diretto al dipartimento
che procede all’affidamento; dal che spetta al dipartimento vigilante l’esercizio
dei soli controlli disciplinati con Dgr 12/2012 ed ai dipartimenti affidatari
la verifica sull’andamento e la correttezza dei singoli servizi offerti.
Si precisa, comunque, che Fincalabra Spa, quale soggetto
in house della Regione Calabria, è
comunque tenuta all’osservanza delle regole e delle procedure pubblicistiche
per l’espletamento dei servizi affidati, con particolare riferimento ai
progetti finanziati a valere sulle risorse comunitarie Por Fesr 2007-2013.
Non di meno il dipartimento attività produttive ha
chiesto a riguardo informazioni a Fincalabra Spa. La stessa società,
cortesemente, con nota protocollo 1621 del 7 marzo
Questo è uno stralcio della risposta data da Fincalabra.
In ordine all’asserita acquisizione della società
Settingiano Sviluppo Scarl, oggi Calabria It, si rimanda al Dgr 68 del 24
febbraio 2010 avente ad oggetto “Rilevanza strategica delle società partecipate
da Fincalabra Spa, linee di indirizzo, articolo 21 della legge regionale 23
dicembre 2011 numero
La società Calabria It Srl, oltre a costituire
partecipazione strategica nell’ambito del gruppo Fincalabra è stata da ultimo
riconosciuta in house indiretta della
Regione Calabria con atto del dipartimento controlli.
Prego, consigliere De Masi.
C’è qualche perplessità nella dichiarazione di uno stato
di soddisfazione o meno perché il neo assessore, che ringrazio per la
generosità che ha conferito alla sua risposta, in realtà non ha fornito
elementi di chiarificazione definitiva rispetto alle questioni che abbiamo
sollevato insieme ai colleghi.
Prendo semplicemente atto che, poco meno di un mese fa,
è stato indotto il dipartimento ad emanare – il 28 marzo – un provvedimento con
il quale in qualche misura si cercano di esercitare funzioni di controllo in
merito alle questioni di cui abbiamo parlato.
L’unica soddisfazione che posso esprimere riguarda le forme di controllo democratico che a qualunque livello, vuoi di stampa, vuoi consiliare in qualche maniera finiscono anche qualche volta per condizionare in maniera più positiva l’attività del governo.
La prossima interrogazione a risposta immediata è la numero 331 del 4
marzo
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 332 del 4 marzo
Anche questa interrogazione è decaduta.
E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 333 del 7 marzo 2013 di iniziativa del consigliere Talarico D. “In ordine ai criteri adottati dalle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere per il conferimento o il rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa, per il personale appartenente al ruolo amministrativo” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria, la discussione per l’approvazione dello strumento statutario;
l’art. 70 del D.P.R. n. 483 del 10 dicembre 1997, fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente amministrativo;
i requisiti previsti dal summenzionato Decreto, sono: a) diploma di laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente; b) anzianità di servizio effettivo di almeno cinque anni corrispondente alla medesima professionalità prestato in enti del Servizio sanitario nazionale nella posizione funzionale di livello settimo, ottavo e ottavo- bis, ovvero qualifiche funzionali di settimo, ottavo e nono livello di altre pubbliche amministrazioni;
si apprende che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;
allo scopo di regolamentare e offrire alle stesse Aziende Sanitarie un indirizzo univoco per la corretta applicazione delle norme vigenti in materia di affidamenti di incarichi nella dirigenza amministrativa, appare opportuno, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa nel ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, occorra essere in possesso del diploma di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997 -:
se corrisponde al vero che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere, ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;
nel caso siano stati effettivamente conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i motivi che ne hanno determinato la scelta;
se il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa per il personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, sia richiesto il titolo di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997.”
Prego, consigliere Talarico.
Signor Presidente, premesso che il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria la discussione per l’approvazione dello strumento statutario e che l’art. 70 del D.P.R. n. 483/97 fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente amministrativo.
Premesso che i requisiti previsti dal summenzionato decreto prevedono che le persone aspiranti a dette mansioni siano in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente e che si apprende che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente, noi chiediamo se corrisponde al vero che personale appartenente di ruolo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente.
E, nel caso siano stati effettivamente conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i motivi che ne hanno determinato la scelta e se il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa sia richiesto il titolo di laurea di cui al richiamato articolo 70 del DPR 483/1997.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Intanto con il dipartimento è stata ovviamente fatta una
verifica ed esiste una lettura duplice nel senso che per i nuovi incarichi non
c’è dubbio che la normativa sia quella nazionale e poi quella regionale e
prevede, ovviamente, l’incarico di struttura complessa solo per chi possiede
titoli di laurea nelle specialità che lei stesso ha elencato.
Ci sono incarichi, però, anche precedenti, cioè
conferimenti di incarichi avvenuti negli anni precedenti alla normativa attuale
ma soprattutto incarichi nei confronti di dipendenti delle aziende sanitarie
che secondo il contratto di lavoro specifico non dovrebbero prevedere il
diploma di laurea.
In pratica cosa sta succedendo? Intanto noi stiamo
facendo una verifica e ad ogni Asp, ad ogni azienda ospedaliera è stato
richiesto l’elenco dei nominativi con i titoli specifici. Il dipartimento già
ha verificato, in ogni caso, che qualora si tratti di rinnovo di incarico,
rispetto ad incarichi preesistenti, anche in assenza del titolo di laurea ma avendo
maturato i 5 anni di esperienza dirigenziale sono conformi alla normativa
attuale.
Qualora si tratti di nuovi incarichi, in ogni caso, e
soprattutto di incarico di esterno non c’è dubbio, la normativa è chiara e
devono possedere ovviamente il titolo di laurea nelle specialità che abbiamo
detto prima.
Prego, consigliere Talarico.
L’uso del condizionale da parte della Vicepresidente mi
fa pensare che ancora la verifica non sia stata completata o che, addirittura,
non sia stata iniziata.
Per cui mi ritengo insoddisfatto e chiedo sin da ora
alla Vicepresidente della Giunta, al commissario ad acta, di mettere in atto le opportune verifiche perché noi fra
un mese – ne sono passati già due – riproporremo la stessa interrogazione per
verificare se il personale recentemente incaricato sia in possesso dei titoli
così come prevede la legge oppure no. Grazie.
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 334 del 11 marzo
con avviso del 10.12.2009, in attuazione della deliberazione n. 855 del 9.02.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, è stata attuata una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL - Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.04.1999;
la predetta graduatoria, impugnata da alcuni candidati, ritenutisi danneggiati sulla valutazione dei titoli, è stata, altresì, riconfermata, dandone ufficiale e definitiva conferma;
in fase successiva, una rappresentanza sindacale, non sufficientemente soddisfatta, ha impugnato l’intera procedura sull’iter concorsuale con ricorso al Giudice del Lavoro;
con sentenza del Giudice del Lavoro di Locri, il ricorso è stato respinto e confermata la volontà espressa dalla Commissione incaricata;
l’accorpamento dell’ASL di Locri all’Azienda Unica Provinciale di Reggio Calabria, invece di favorire e definire l’iter procedurale, secondo le regole della trasparenza e del buon governo, ha ritenuto di convocare un’ulteriore commissione di verifica sul lavoro già svolto dai dirigenti dell’ASL di Locri, accertato dalla dirigenza aziendale e dal Tribunale di Locri, sezione lavoro;
l’esito di quest’ultima commissione, insediatasi circa due anni orsono, ancora non è conosciuto -:
se era proprio necessario nominare una nuova commissione dopo che la procedura era già conclusa con esito positivo;
come mai, a distanza di due anni e più, la commissione suddetta, formata da personale amministrativo dell’Azienda Provinciale, ancora oggi non esprime i pareri richiesti;
se non sorge il sospetto che la strategia aziendale voglia far decorrere il tempo, al fine di vanificare la volontà dell’avviso, l’esito del concorso e, così facendo, punire i titolati fruitori degli effetti che il bando aveva posto in essere;
se non ritiene opportuno avviare una Commissione regionale, al fine di verificare se c’è danno erariale in questo comportamento, con la trasmissione degli atti alla Procura Generale della Corte dei Conti, ed eventualmente valutare se vi siano anche atteggiamenti dolosi, di non ben definite persone, finalizzati a prevaricare le legittime aspettative di quanti hanno partecipato alla procedura selettiva e, quindi, trasmettere gli atti alla procura della repubblica competente”.
Prego, consigliere Nucera.
Presidente, è una interrogazione ormai abbondantemente stagionata ma che, purtroppo, dopo due anni rimane ancora attiva.
C’è stato un avviso pubblico nella ex Asl di Locri, pubblicato il 10 dicembre 2009, per avviare una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento all’organico di coordinamento dei lavoratori di cui ex articolo 10 del contratto nazionale. Si riferisce al personale sanitario non medico.
Che
Questa graduatoria, tuttavia, è stata impugnata da altri
lavoratori che sono ricorsi unitamente a qualche
categoria sindacale – qualche, non tutte le categorie – al Giudice del
Lavoro che si pronuncia nel merito, dando torto al ricorso di questi lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali.
Cosa accade nelle more? Che vi è l’accorpamento tra l’Asl di Locri e quella di Reggio Calabria in un’Asl unica; la procedura concorsuale che era stata resa ulteriormente idonea, proprio dalla sentenza del giudice, transita negli uffici dell’Asl di Reggio Calabria.
Questo accadeva esattamente due anni fa. Dopo due
anni l’Asl di Reggio Calabria, invece di dar
seguito a quella procedura concorsuale e dare una risposta esaustiva a quei lavoratori che in quella procedura si riconoscevano, blocca
tutta la procedura senza revocare il bando e dare una risposta esaustiva al perché
di questo blocco, offrendo la possibilità, magari, – perché no? – emanando un
nuovo bando, quindi ampliando l’organico stesso senza dare alcuna risposta.
Questo è un modo abbastanza
sibillino di procedere sul piano della trasparenza degli atti amministrativi
ma, soprattutto, sul piano della garanzia che dobbiamo offrire ai concorrenti –
perché, di fatto, si è trattato di un pubblico concorso – che dopo quattro
anni, tali sono dal 2009 ad oggi, attendono una risposta esaustiva da parte
della direzione generale dell’Asl di Reggio Calabria che, interpellata in
proposito, non riesce a fornirci una risposta sufficiente.
Obbligato, ovviamente dai
fatti, al fine di garantire e di tutelare questi lavoratori mi rivolgo al Presidente
della Regione Calabria che ha un diretto controllo sul direttore dell’Asl
affinché ci dia una risposta: se intende revocare, se intende convalidare l’atto,
se intende procedere al conseguimento degli effetti di quella graduatoria, cosa
intende fare rispetto ad una aspettativa reale che alcuni lavoratori cittadini
della Calabria hanno e che hanno posto in quella redazione di graduatoria.
La parola alla Vicepresidente Stasi.
In effetti, consigliere Nucera, la graduatoria è ferma,
soprattutto perché in questo momento è stato redatto un atto aziendale e si è
in attesa dell’approvazione definitiva dello stesso. Solo dopo aver recepito e
concluso la parte di riorganizzazione attraverso l’atto aziendale sarà
necessario verificare questa che è una anomalia perché, in effetti, nessuno
vuol annullare il bando ma è anche vero che – così come ci ha riferito
direttamente il direttore dell’Asp – sarà necessario chiedere ufficialmente un
parere legale. Infatti, se ci sono le condizioni di poter recuperare la
graduatoria sicuramente verrà recuperata e quindi verranno in qualche modo date
indicazioni su come procedere dal punto di vista normativo, considerando che non
si tratta più, comunque, della sola Asp di Locri ma di un’Asp completamente
nuova e diversa in quanto un’Asp accorpata.
Ha chiesto di intervenire, per un piccolo chiarimento,
il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.
Presidente, le
chiedo scusa, è colpa mia che non ho sentito. Vicepresidente, lei ha appena
finito di dire che l’atto aziendale della nostra Asl non è stato approvato ancora
oppure ho capito male io?
Vicepresidente, le sarei grato se gentilmente mi
potesse rispondere al microfono. Lei ha detto poco fa nella risposta al consigliere Nucera che l’atto aziendale
deve essere approvato?
(Interruzione)
Non è stato ancora approvato. Va bene, grazie.
Prego, consigliere Nucera.
Dottoressa Stasi, se le dicessi che sono soddisfatto
della risposta metterei a repentaglio anche la mia stessa pazienza. Non sono
soddisfatto per un motivo semplicissimo perché non
è sufficiente dire che l’atto aziendale non è stato approvato dopo 4 anni. Dopo 4 anni
ci saremmo dovuti aspettare da parte del direttore generale dell’Asl almeno una
risposta interlocutoria per tutti quei lavoratori che ancora oggi, di fatto,
attendono di sapere se è ancora valida o non è valida quella graduatoria, pur considerando
la complessità - perché potrebbe anche essere giustificato – della situazione
venutasi a creare con l’accorpamento delle Asl.
Ma non possiamo tenere sospesa per 4 anni una
graduatoria solo nella prospettiva di un fatto che dovrà ancora venire.
Capisco la risposta, tecnicamente è ineccepibile ed io la ringrazio per la disponibilità che ha avuto nel fornirci il dato tecnico ma, dal punto di vista politico, devo stigmatizzare il comportamento dell’Azienda ospedaliera che dopo 4 anni non riesce a costruire un quadro perfetto di intervento che dia una risposta esaustiva al sistema. Grazie.
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 335 del 13 marzo
l’Arssa (Agenza regionale
per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura) è tata commissariata e posta in liquidazione nel 2007 e, successivamente, con la legge n. 66 del 20.12.2012, trasformata
in Arsac -:
se nel mese di
gennaio del 2013 è stata corrisposta ai dirigenti dell’Arssa per gli anni 2011
e 2012, una “indennità di risultato” pari a circa quarantamila euro ciascuno
per ogni anno e se tale indennità poteva esser loro riconosciuta trattandosi,
nello specifico, di un’azienda in liquidazione ormai da sei anni;
inoltre, ove
tutto ciò dovesse esser vero, quali idonee iniziative intende intraprendere nei
confronti del commissario liquidatore che avrebbe riconosciuto una “indennità
di risultato” a dirigenti di un’azienda che era nelle condizioni di
commissariamento e liquidazione”.
Prego, consigliere Guccione.
Presidente, grazie per avermi dato la parola su una
questione che reputo delicata ed anche moralmente rilevante sul tema amministrativo e politico.
Si tratta di una
vicenda tutta calabrese di
un’azienda che è stata posta nel 2007 - prima commissariata - in liquidazione e
che ha visto riconoscere ai dirigenti di questa azienda - l’Arssa, posta in liquidazione – per il 2011 e
il 2012 indennità di risultato e di posizione.
Mi chiedo: in
una azienda in liquidazione i
dirigenti quali indennità di risultato dovevano raggiungere? Quali indennità di
posizione? Parliamo di cifre. Leggo dal verbale di contrattazione decentrata
integrativa del personale dirigente dell’Arssa di una indennità di posizione
determinata nella misura di 43 mila 944 euro per i dirigenti di settore, di
40.824 per i dirigenti dello staff legale, del polo enologico e dell’ispettorato
di controllo di gestione e del polo sopra suoli boschivi non incardinati gerarchicamente nei settori e di 36.144 euro per i dirigenti di
servizio.
L’indennità di risultato – si legge nel verbale – viene attribuita con criteri che
prevedono 21 mila euro annui per i dirigenti di settore e 18.900 per i
dirigenti di servizio.
Questi emolumenti sono stati riconosciuti senza
un organismo indipendente di valutazione delle performance previste dall’articolo
14 del decreto legislativo 165 del 2001.
La questione è di dar conto all’opinione pubblica di
come vengono gestite le risorse economiche.
Sapete di quale data è il verbale di contrattazione
decentrata e integrativa relativa al personale dirigente dell’Arssa? Del 6
febbraio 2013. L’Arssa non esisteva più perché nel frattempo a dicembre 2012 il
Consiglio regionale l’ha soppressa definitivamente approvando una nuova legge
ed istituendo l’Arsac. Ci sono motivi gravi per i quali è necessario fare
chiarezza in quest’Aula per parlare in modo trasparente e dare un senso anche a
come si gestiscono le risorse pubbliche.
Prego, assessore Trematerra.
Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo di dibattere su
questa questione e lo facciamo oggi in Aula nella massima Assise regionale ed è giusto, come dice il consigliere
Guccione, far chiarezza su una vicenda che potrebbe apparire se non si
chiarisce bene con qualche chiaro-scuro.
In premessa
voglio dire al collega Guccione che nessuna indennità di risultato è stata
trasferita ai dirigenti per l’anno 2011 e 2012.
Facciamo però un
passo indietro nel tempo perché, come ha ben
ricordato, nel 2007 questa importante Agenzia fu posta in liquidazione ma nella
stessa legge di liquidazione
si faceva menzione del fatto che avrebbe dovuto svolgere attività cosiddette
ordinarie per garantire la funzionalità della stessa Agenzia.
Prima di
arrivare ad una nuova legge di riordino abbiamo impiegato la bellezza di sette
anni in cui non si poteva solamente tenere in liquidazione, quindi cercare di
vendere alcuni cespiti, ma c’era anche la necessità di svolgere attività, così
come è stato fatto in questi sette anni.
Fa bene anche a
ricordare il consigliere Guccione che i soldi pubblici vanno spesi bene e
voglio ricordargli che i trasferimenti dal bilancio
regionale verso questa Agenzia – la cosiddetta
Arssa in liquidazione – hanno avuto un depauperamento o una decurtazione di circa il 28 per cento rispetto agli anni precedenti. Anche rispetto a
prima, quindi, con risorse inferiori la stessa struttura è andata avanti, ha pagato
gli stipendi.
In qualche
piccola occasione abbiamo avuto un ritardo nel trasferimento degli stipendi
agli operai ma, come vedete, una riduzione del 28 per cento sul capitolo di bilancio
non ha assolutamente creato malumori all’interno dell’Agenzia perché si sono tagliati i necessari tanti rami
secchi per portare la nostra terra in un’altra
dimensione.
Non
solo questo, consigliere Guccione, ma molti cespiti sono stati utilizzati in
maniera fruttifera e voglio ricordare gli impianti di risalita di Camigliatello
che negli ultimi 2 anni hanno incassato circa un milione di euro.
Si è
svolta l’attività, quindi, e, come dicevo poc’anzi, non abbiamo pagato nessuna
indennità ai dirigenti come era stato fatto - giustamente, dico io - negli anni
2008, 2009 e 2010.
Abbiamo
sì accantonato le risorse ma anche queste ridotte in maniera significativa del
40 per cento perché nel
triennio 2008-2010 proprio per questa partita furono accantonati 1 milione 600
mila euro mentre questa amministrazione negli anni 2011 e
Dicevo
che l’unica cosa che abbiamo pagato – e qui secondo me è l’elemento su cui
dobbiamo intenderci – è per il comparto della cosiddetta categoria “A”. A loro
sì che abbiamo pagato l’indennità di risultato. Ma se ci sono i funzionari che
ricevono un indennizzo perché hanno raggiunto dei risultati va da sé che anche
i dirigenti che guidano questi funzionari dovrebbero prendere l’indennità che,
ribadisco, ancora noi non abbiamo trasferito.
Abbiamo
trasferito solo alle categorie A e non ai dirigenti.
Per
quanto riguarda le somme, consigliere Guccione, non mi pare che ci siano le
cifre che lei ha detto. A me risulta che si tratta per i dirigenti di un
compenso di 20 mila euro lorde all’anno, almeno questa era la richiesta della
sua interrogazione illo tempore. So che trattiamo l’interrogazione a
distanza di qualche mese dalla sua presentazione e dalla mia risposta. Quindi
solo 20 mila euro lorde l’anno e non cifre come 40-50 mila.
Devo
dire che ritengo sia giusto che quei dirigenti percepiscano l’indennità se è
vero, come è vero, che la percepiscono anche i funzionari.
Detto
questo, mi sembra che dalla mia risposta venga fuori questo quadro: pur avendo
trasferito per le ristrettezze economiche all’Agenzia meno risorse, questa ha
continuato ad andare avanti. E se i dirigenti hanno fatto un buon lavoro sia
nella gestione liquidatoria sia in quella ordinaria non mi pare assolutamente
scandaloso che possano avere essi stessi una indennità di risultato come l’hanno
avuta anche i funzionari.
Prego,
consigliere Guccione.
Presidente,
mi ritengo insoddisfatto per il semplice motivo che la motivazione per la quale
tende ad autoassolversi l’assessore è quella che non sono state pagate le
indennità, sono state riconosciute ma non pagate.
Ma
cosa significa? Se tu riconosci un diritto a qualcuno prima o poi questo
diritto verrà preteso. Siccome io parlo con le carte, ho qui il verbale in cui
sono presenti due dirigenti dell’Arssa, il commissario liquidatore, uno dei
sindacati in cui si stabiliscono quali sono le indennità che sono quelle che ho
letto prima. Questo è il verbale di contrattazione decentrata.
Si
sono riconosciuti questi emolumenti.
Poi
vorrei capire, lei è assessore, una curiosità: qual era l’indennità di
risultato? Cosa dovevano raggiungere questi dirigenti a inizio, a fine anno?
Qual è stato il consuntivo? Cosa è stato chiesto a questi dirigenti di una
società commissariata ed in liquidazione? Qual era il risultato? Indennità di
risultato significa che dovevano raggiungere un risultato ma di una società in
liquidazione qual è? E poi perché non c’era l’organismo indipendente
che doveva valutare i dirigenti rispetto alla indennità di risultato? Perché?
Si sono autovalutati e la invito a leggere i verbali, sottoscritti solo da una organizzazione
sindacale perché le altre due organizzazioni sindacali non se la sono sentita.
E poi la rimando alla lettura della relazione della Corte
dei Conti su Arssa e Afor di qualche mese fa in cui si è detto che per
garantire solo l’ordinaria amministrazione - perché due enti in liquidazione
possono garantire solo l’ordinaria amministrazione - sono stati spesi quasi 1
miliardo di euro negli ultimi 5 anni. Un miliardo di euro: due enti
commissariati ed in liquidazione.
Questo è il punto, secondo me, sul quale dobbiamo
riflettere; tant’è che ci avviamo ad un processo di riforme degli enti
giustamente. Da qui a poco approveremo la riforma dell’Afor e penso che su
questo dobbiamo riservare una apposita riunione del Consiglio regionale sulla
qualità e sulla spesa della Regione e degli enti sub-regionali.
Presidenza del Vicepresidente
Alessandro Nicolò
E’ stata presentata interrogazione a risposta
immediata numero 337 del 20 marzo
in seguito alle
ultime avverse condizioni meteorologiche del mare che hanno interessato la
costa tirrenica calabrese, il tratto di Strada Statale 18 al confine sud della
Provincia di Cosenza (ricadente nel Comune di Amantea) ha subito notevoli
danni, provocando il crollo di parte della corsia in direzione Reggio Calabria;
lo stato d’erosione
del tratto costiero, in continua evoluzione da diversi anni, che minaccia
ad oggi la
viabilità è regolata, in quel tratto, attraverso un senso unico alternato, con
scarse condizioni di sicurezza;
la strada
provinciale 163/1, che rappresenta l’unica alternativa valida in caso di
impedimenti alla viabilità lungo la statale 18, non è percorribile per via del
mancato ripristino del ponte sul fiume Savuto;
il Comune di
Amantea ha promosso la prima Conferenza dei Servizi su tale problema il 24
novembre
nella Conferenza
dei Servizi del 24 novembre 2010, già tutte le autorità presenti concordavano
circa un intervento risolutorio e non tampone, evitando sperperi di denaro
pubblico ed assicurando la propria disponibilità economica e strumentale alla
realizzazione di un progetto di difesa della costa;
il 29 maggio
2012 si è tenuta una seconda Conferenza dei Servizi, in cui erano
rappresentati: il Comune di Amantea, l’ANAS,
come dichiarato
nella conferenza dei servizi del 29 maggio 2012, la provincia di Cosenza ha
elaborato uno studio di fattibilità e la redazione di un progetto per la
salvaguardia della costa a sud del Porto per un ammontare complessivo di 3
milioni di euro;
ottenuto il
placet da parte delle autorità competenti, il progetto preliminare è stato
inoltrato dalla Provincia di Cosenza alla Regione Calabria nel mese di luglio
2012 con prot. 72283;
per la
realizzazione dell’intervento è necessario uno stanziamento di fondi anche da
parte della Regione Calabria;
tutti i
solleciti fatti dagli Enti competenti, Comune di Amantea, Anas e Provincia di
Cosenza, da luglio 2012 sono rimasti vani -:
quali
provvedimenti urgenti si intendono adottare per porre fine ad una emergenza che
ha visto dissipare ingenti risorse pubbliche per interventi di somma urgenza e
che, a tutt’oggi, a quasi un anno dalla redazione del progetto, non è stato
ancora previsto lo stanziamento dei fondi necessari, da parte della Regione
Calabria, per cofinanziare l’intervento previsto;
la chiusura
della SS18, unica principale arteria sulla costa tirrenica, potrebbe mettere in
serie difficoltà aziende, operatori turistici e commerciali.”
Prego, consigliere Guccione.
Presidente, da quando ho presentato questa interrogazione è
trascorso un po’ di tempo. E’ rivolta a sollevare una questione che richiede un
contributo e una fase concertativa di tutti gli enti per risolvere questo
problema.,
C’è stata una
riunione in Prefettura in cui erano presenti tutte le Istituzioni interessate a
risolvere il problema di una arteria fondamentale che è una infrastruttura
viaria importante in una realtà della provincia di Cosenza
altamente turistica e sviluppata che, per una serie di motivi, penso al
ripristino ancora non effettuato del ponte del Savuto, rischia di essere
completamente isolata.
Si accede oggi a
corsia alternata, c’è una difficoltà ma anche qui voglio portare un dato: oggi
lo Stato italiano ha speso solo 2 milioni di
euro per la somma urgenza, cioè per
non aver messo in campo un tavolo concertativo tra le varie istituzioni: Regione, Provincia,
Comune e Anas… Rischiamo, ancora dobbiamo sperare di non assistervi più, una dilapidazione
di risorse pubbliche.
Da questo punto di vista, ripeto, si è fatto un passo
avanti e poi sarà l’assessore a specificarci qual è stato l’accordo raggiunto
in Prefettura.
Lì bisogna intervenire anche sull’erosione costiera perché
c’è il rischio, se non si interviene, che tutte le risorse che noi destiniamo
al ripristino della strada se le mangi il mare, come è avvenuto già per 2 milioni
di euro. Per questo c’è bisogno di un intervento rapido, di un progetto che
coinvolga tutte le Istituzioni per risolvere definitivamente questo problema.
Prego, assessore Gentile.
L’interrogazione del consigliere Guccione solleva e mette in evidenza un problema molto importante che riguarda la strada statale 106. Nei pressi di Amantea, un po’ prima di Campora San Giovanni il mare – dopo che è stato costruito il porto – ha invaso la battigia ed è andato oltre causando danni alla Strada Statale.
Ci sono, pertanto, problemi sia per gli imprenditori della zona che per gli abitanti di quel comprensorio e soprattutto c’è un problema di collegamento tra la statale ed il resto del Tirreno.
Ci siamo mossi in tempo e per tempo e con l’Autorità di bacino insieme al Prefetto di Cosenza, insieme al Comune di Amantea e all’Anas abbiamo promosso più riunioni, più incontri ed abbiamo già predisposto un tipo di intervento.
Quello più urgente riguarda alcuni finanziamenti che
avevamo già dato al comune di Amantea con la legge 24
che stanno per essere utilizzati ed una parte di intervento riguarda proprio l’Anas
che sta facendo degli interventi urgenti.
Al di là di questo,
avevamo predisposto un piano di 38 milioni di euro che riguarda, come diceva giustamente l’amico Guccione, l’erosione costiera della Calabria. Il piano
era stato fatto all’epoca in cui non era calcolato il danno di Amantea, non
esisteva. Adesso lo stiamo aggiornando per includerlo, giustamente, perché è un
lavoro più consistente e molto più scientifico finalizzato ad includere il
tratto di Campora San Giovanni.
Quindi,
consigliere Guccione, siamo molto attenti alla vicenda, la stiamo seguendo da
vicino e bisogna dare atto al mio dipartimento e
all’Autorità di
bacino del nostro dipartimento che si stanno dando da fare e stanno seguendo da
vicino la problematica. Devo dire che abbiamo trovato le giuste connessioni con
il comune di Amantea, con gli altri enti e soprattutto col Prefetto di Cosenza,
persona molto sensibile e molto attenta, stiamo seguendo la partita da vicino.
Credo che
anche il Presidente Scopelliti sia andato lì senza far clamore a visitare la
zona proprio perché
Credo, consigliere
Guccione, che l’aggiornerò man mano che andremo avanti.
Prego, consigliere
Guccione.
Presidente, mi fa enormemente piacere che
si sia trovata un’intesa istituzionale per risolvere un problema che può
riguardare un danno all’economia di enormi proporzioni. Lì vi è una realtà
vivace dal punto di vista commerciale, industriale
e soprattutto turistica. E l’unica strada che oggi si può utilizzare è quella
che sul quel tratto ha subito un serio danno dalle ultime mareggiate.
Il problema è come
coniugare l’emergenza, quindi il ripristino della sede stradale, con una difesa
a mare della erosione costiera.
Mi fa piacere che
E’ stata
presentata interrogazione a risposta immediata numero 338 del 21 marzo
con decreto del dirigente generale del Dipartimento N. 6 Agricoltura, Foreste e Forestazione, poi ratificato con decreto del Presidente della Giunta regionale in data 18 gennaio 2011, è stato nominato il Garante sull’esercizio venatorio nella persona della dott.ssa Antonella Mangano;
detto
incarico è stato assegnato ai sensi dell’art. 6 bis della Legge 9/1996, che
testualmente recita: “
per tale incarico sarebbe stato stabilito un compenso annuo pari a 80 mila €, come risulterebbe dall’impegno di spesa corrispondente;
nondimeno, di detto incarico si sono recentemente occupati alcuni giornali regionali, evidenziando, non a torto, come la spesa sostenuta dalla Regione per lo stesso sia in contrasto con altre misure recentemente adottate, volte a sfoltire il numero di consulenze esterne ed a ridurre la spesa per il mantenimento di enti sub regionali;
il rilievo mosso dalla stampa, e da settori dell’opinione
pubblica, è altresì suffragato dalle recenti scelte dei governi nazionali in
tema di contenimento della spesa pubblica (Spending review), alle quali
a partire da incarichi come quello in esame, sarebbe opportuna una drastica riduzione degli incarichi esterni non giustificati da plausibili ragioni amministrative, insieme alla cancellazione di enti ed istituti inutili ai fini di un proficuo svolgimento dell’azione di governo -:
quali effettive attività amministrative, di controllo e di coordinamento ha svolto il Garante per l’esercizio venatorio dal momento della sua istituzione fino ad oggi;
se non sia il caso di abolire detta figura, valutata
la sua non indispensabilità ai fini del monitoraggio sull’attività venatoria,
che, con N.
Prego, consigliere Talarico.
Presidente, premesso che con decreto del dirigente generale del Dipartimento agricoltura e foreste, è stato nominato in data 18 gennaio 2011 il Garante sull’esercizio venatorio nella persona della dottoressa Antonella Mangano.
Premesso che detto
incarico è stato assegnato ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale
numero 9 del 1996, che testualmente recita: “
per tale incarico sarebbe stato stabilito un compenso annuo pari a 80 mila euro, come risulterebbe dall’impegno di spesa corrispondente. Che, nondimeno, di detto incarico si sono recentemente occupati alcuni giornali regionali, evidenziando, non a torto, come la spesa sostenuta dalla Regione per lo stesso sia in contrasto con altre misure recentemente adottate, volte a sfoltire il numero di consulenze esterne ed a ridurre la spesa per il mantenimento di enti sub regionali.
Si chiede di sapere quali effettive attività
amministrative, di controllo e di coordinamento ha svolto il Garante per l’esercizio
venatorio dal momento della sua istituzione fino ad oggi e se non sia il caso
di abolire detta figura, valutata la sua non indispensabilità ai fini del
monitoraggio sull’attività venatoria, che, con ogni evidenza potrebbe essere
svolto dal personale certamente qualificato in forza al dipartimento numero 6 agricoltura e
foresta. Grazie.
Prego, assessore Trematerra.
Intanto, in via
preliminare la nomina viene fatta direttamente con delibera di Giunta regionale
non con decreto del dirigente generale del dipartimento agricoltura.
Come sappiamo il garante dell’esercizio venatorio è un’autorità
di garanzia per cui la richiesta di essere inserita all’interno del dipartimento
non è ammissibile, perché non svolge funzioni amministrative ma la mission che è prevista dalla legge e che
gli viene affidata dalla legge è di controbilanciare i diversi portatori di
interesse che ci sono nel mondo venatorio.
Proprio in questi giorni ci sono alcune proposte di
legge alcune delle quali sono state già trattate in Commissione, una legge
bipartisan che porta la firma degli onorevoli Tripodi, Nucera, Giordano e
Bilardi su alcune norme che riguardano l’esercizio venatorio; in quella proposta
di legge è stata prevista l’abolizione, dalla prossima legislatura, del Garante
della caccia che, come ho detto in premessa, è esplicita figura prevista da una
norma di legge.
Prego, consigliere Talarico.
Non sono soddisfatto, Presidente,
perché l’assessore
non ha risposto alle mie domande, soprattutto alla domanda sull’attività svolta
dal Garante in questo periodo, su cosa abbia fatto questo garante.
La seconda domanda è
rimasta inevasa nel senso che mi ha risposto, più o meno, con un’altra domanda
facendo riferimento ad una proposta di legge ma non ha detto, l’assessore, se
la condivide o meno.
Questa proposta di legge,
mi par di capire, contempla anche l’abolizione del Garante della caccia. Non
sappiamo, però, se questa proposta di abolire il Garante sia condivisa dall’assessore.
Lo preciso perché altrimenti le mie domande rimangono inevase.
Per una precisazione la
parola all’assessore.
Per quanto riguarda la
seconda domanda la legge che è passata in Commissione è stata sottoscritta dai
consiglieri di cui ho fatto prima menzione ma seguita anche dal dipartimento
agricoltura. E’ stata approvata in Commissione e mi par di capire che nella
prossima seduta dovrebbe essere approvata in Consiglio.
Quindi il dipartimento e l’assessore hanno detto sì a
questa proposta di legge che prevede anche l’abolizione del Garante della
caccia dalla prossima legislatura. Questa è la seconda.
Rispetto alla prima mi pare…
Sull’attività svolta da questo Garante.
Come dicevo, l’attività del Garante è una attività
non già amministrativa, partecipa a tutte le riunioni che ci sono presso il dipartimento
per ciò che attiene alla elaborazione del calendario venatorio perché come
dicevo poc’anzi…
Una relazione tecnica…
Se le vuole gliele faccio avere…
Pare ci sia un compenso di 80 mila euro probabilmente qualcosa…
Previsto dalla legge, come dicevamo, che può essere,
in un momento di spending
review sicuramente – come è giusto che sia – rivisto. Le farò anche
avere il lavoro svolto dal Garante della
caccia che è a garanzia dei portatori di interesse che da un lato sono i
cacciatori ma dall’altro sono anche le organizzazioni ambientaliste che partecipano
a questo tipo di attività.
E’ stata
presentata interrogazione a risposta immediata numero 339 del 28 marzo
con il Decreto 136/2011 il commissario alla sanità ha creato le
premesse di una situazione devastante per l’intero comprensorio catanzarese;
l’ospedale Pugliese-Ciaccio, infatti, in base al suddetto decreto, vede
completamente depotenziato il suo ruolo perdendo i posti letto destinati soprattutto
all’emergenza e all’urgenza (
quali
provvedimenti intende assumere, per salvaguardare l’Ospedale Pugliese-Ciaccio,
evitando le gravi ripercussioni che la situazione prospettata potrebbe avere
sull’erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini calabresi”.
Prego, consigliere Ciconte.
Signor
Presidente, signori consiglieri, faccio i complimenti
ai neoassessori, al neosottosegretario, credo che sia
importante in questa fase, tra maggioranza e opposizione,
creare le giuste premesse per proseguire un lavoro rilevante in Regione.
Per quanto riguarda questa interrogazione, credo che non si possano
fare dei decreti in maniera monocratica, senza ascoltare alcuni tecnici che
possono dare un contributo enorme nel settore sanitario, caro Presidente.
Il decreto 136 va a tagliare circa 130 posti in un centro Hub, come l’ospedale
“Pugliese-Ciaccio”, dove vengono eliminati completamente alcuni posti letto
della medicina d’urgenza, della dermatologia, della pneumologia e di altri
reparti importanti pur sapendo che la riduzione di organici e una riduzione
estrema di questi posti letto porta ad offrire risultati negativi alla popolazione
calabrese.
Dobbiamo capire una cosa: perché vengono tagliati circa 130 posti al “Pugliese”,
per darli all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro? L’Università “Magna Graecia”
di Catanzaro è l’Università di Catanzaro o l’Università di tutta
Ritengo, allora, che l’Università di Catanzaro debba essere l’Università
di tutta la regione, quindi la rete ospedaliera regionale dovrebbe entrare
insieme a concorrere per dare posti letto all’Università “Magna Graecia”. Se
così non fosse, a questo punto mi chiedo: è normale che un ospedale Hub con pronto
soccorso, l’unico centro Hub a Catanzaro con pronto soccorso, dove ci sono
circa 80 mila prestazioni all’anno, non possa assolutamente chiedere aiuto all’Università
“Magna Graecia”, perché lì vengono curati i pazienti cronici o i pazienti che
non hanno malattie acute, perché manca un pronto soccorso? E’ possibile tutto
questo?!
Pertanto, caro Presidente, credo che sul decreto 136 sia necessario fare
un ragionamento logico, annullare questo decreto e ripristinare i posti letto
all’ospedale “Pugliese-Ciaccio”; in questo momento, invito gli assessori
presenti in Aula o che sono dell’area di Catanzaro e i consiglieri regionali a verificare
quello che avviene giornalmente nell’ospedale “Pugliese”, in cui ci sono
barelle in ogni reparto, cosa che non avviene, chiaramente, all’Università “Magna
Graecia”, dove i pazienti vengono ricoverati in maniera non acuta.
Caro Presidente, queste cose vanno ripristinate, altrimenti credo che
non si possano curare i pazienti in questa maniera e non si possa creare una struttura
ospedaliera che deve soccorrere le emergenze di tutto il territorio e vi sia,
al contrario, una struttura che deve rimanere quasi privata.
Ha chiesto di rispondere il Presidente della Giunta regionale. Ne ha
facoltà.
Rispondo
al collega Ciconte, vista la delicatezza dell’argomento. Spero che, magari, qualcuno faccia dono, dell’intervento
del collega Ciconte,
al magnifico Rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, il professore
Quattrone, proprio per comprendere bene cosa esprime la politica in Consiglio
regionale rispetto ai temi della vicenda dei posti letto di Catanzaro.
Catanzaro ha 735 posti letto; Reggio
Calabria, come città – per fare un esempio – che ha una popolazione che è quasi
il doppio, ne ha 516! Catanzaro ha l’azienda ospedaliera, la direzione generale
della fondazione “Campanella”, l’azienda “Mater Domini”, ha 3 manager e
tre strutture nella stessa città.
Quando proponemmo, ad inizio legislatura,
l’accorpamento per costruire il polo
oncologico regionale, quindi la fusione tra “Campanella” e “Ciaccio”, a Catanzaro
ci fu una sommossa! Adesso, giustamente e legittimamente, il collega Ciconte dice: “Abbiamo tolto 100 posti
letto a Catanzaro dall’azienda “Pugliese-Ciaccio”. E’ anche vero che i 100 posti
letto vanno a rafforzare la presenza dell’Università che rivendica il ruolo
della formazione e della specializzazione e la messa in campo di nuove figure
mediche e sanitarie, che sono fondamentali per la sanità calabrese.
Quindi, sostanzialmente,
abbiamo preso 100 posti letto che erano al “Pugliese” e li abbiamo trasferiti,
sempre nella città di Catanzaro, all’Università.
Non entro
nel merito di quanto lei dice, perché –
mi pare di capire - alla fine ha definito l’Università quasi una struttura
privata. Giusto?
(Interruzione)
Ho capito bene. Mi auguro che il Magnifico Rettore dell’Università “Magna
Graecia” di Catanzaro ne prenda atto; però il problema, a mio modo di vedere, è
capire come stimolare l’azienda “Mater Domini” a contribuire ancora di più a creare questa
sinergia con l’azienda ospedaliera. Dopodiché lei non deve dimenticare – perché ne sa
molto di più di me in materia – che Catanzaro, proprio perché ha tre direzioni
generali in città, più l’azienda territoriale, ancora oggi non ha l’ospedale in
fase di costruzione e di appalto; un’altra grande idea – penso di tutti, ma da
noi coltivata ed oggi perseguita come obiettivo – è quella della nascita di un’unica
azienda tra ospedale e Università.
Quindi, la mia è soltanto una constatazione: è vero che c’è una fase di
difficoltà delle strutture ospedaliere, ma riguarda tutta
Gli Hub sono dei catalizzatori, perché sono delle grandi realtà, però
se noi riuscissimo a creare questa sintonia e quest’azione sinergica tra le due
realtà per costituire – e questo è il documento a cui stiamo lavorando e
presenteremo prossimamente – l’accorpamento ed avere un’Asp unica, con due ospedali,
che diventerebbe una sorta di policentrico a tutti gli effetti, con un ospedale
nuovo, una direzione strategica, quindi una direzione generale e sicuramente
meno problemi e meno difficoltà. Spero che sia i colleghi consiglieri di Catanzaro,
presenti insieme all’assessore Tallini che conosce bene l’argomento, e lei.
nella duplice veste di consigliere e di Presidente dell’Ordine dei medici.
sosterrete questa linea dell’amministrazione.
Questo, effettivamente, anche in una logica di sinergia per implementare
l’attività esistente; possono anche servire il pronto soccorso, per un tipo di attività,
e poi si può trasferire anche al “Mater Domini” per dare continuità assistenziale.
Quindi la nostra idea è questa e la carenza dei 100 posti letto, che in
atto c’è all’azienda “Pugliese”, la si può superare con questo tipo di
approccio.
Se
troveremo il conforto nelle aule dei civici consessi e quindi
della politica e delle istituzioni del
territorio noi, ancora una volta, proporremo questo tipo di idea, non provocatoriamente
ma strategicamente, per raggiungere un obiettivo.
Concludo
con un’unica riflessione. Lei sa molto bene che, fin quando non miglioreremo l’attività
della medicina sul territorio, gli ospedali
continueranno ad essere dei centri che prendono tutto, cioè dal codice bianco a
qualsiasi altro tipo di codice, proprio perché questa difficoltà culturale e
anche di difficoltà del territorio di dare risposte genera questo tipo di confusione.
In conclusione, i 100 posti all’Università riteniamo sia opportuno
darli, perché diventano funzionali a quel tipo di proposta; non possiamo fare
andare fuori i nostri giovani a studiare, quindi avere meno opportunità occupazionale
in Calabria, formative e di specializzazione. Questa alternativa, questo tipo
di scelta ci spinge ad accelerare ad una sorta di integrazione funzionale e
poi, successivamente, ad un’unica struttura di direzione strategica generale.
Se a questo diamo un’accelerazione e lo prevediamo nel Programma operativo, che
è quello che stiamo costruendo per il tavolo dei ministeri competenti per il prossimo
triennio, e diciamo che entro tre anni si arriverà, ad esempio, all’azienda
ospedaliera unica e, nel contempo, a quel punto acceleriamo molto di più il percorso
di realizzazione del nuovo ospedale, noi avremo creato quello che Catanzaro, probabilmente,
doveva fare già da tempo, ma che tra le mille difficoltà ancora oggi non si è
realizzato.
Questa è la nostra idea e il vero rimedio a questo tipo di problema è chiedere,
e lei l’ha fatto esplicitamente; devo dire la verità ad una riunione col
Rettore, per le dichiarazioni dell’assessore Salerno che aveva detto molto meno
di quanto abbia fatto lei, sono stato quasi aggredito verbalmente dal Rettore
stesso che, spero, prenda atto che la sua posizione è molto più spinta della
mia. Ho la sensazione che la politica, forse, sia molto più avanti di tanti
altri, perché comunque c’è una visione comune rispetto alla strategia e quindi
alla città di Catanzaro.
Al di là del recupero sul territorio che diventa importante perché drena
molto di quello che finisce sull’ospedale, che può essere un intervento nel
brevissimo periodo, da questo punto di vista stiamo, per costruire, da qui ai
prossimi anni, due-tre anni massimo, una realtà completamente nuova in grado di
dare risposte a Catanzaro e non solo, a un’intera comunità molto più ampia, perché
Catanzaro ha una grande struttura, che è quella dell’azienda ospedaliera, in
cui ci sono grandi professionisti, molto apprezzata e, tra l’altro, molto
cercata e ricercata.
Quindi, insieme a questo, si possono coniugare i centri di eccellenza
che ci sono anche dentro il “Mater Domini” e fare un’unica grande azienda
ospedaliera in grado di dare risposte a un bacino così vasto, però – ribadisco
– Catanzaro ha 735 posti letto, Reggio Calabria – che ha 186 mila abitanti – ne
ha 516! Io parlo di città. Catanzaro ha un ospedale Spoke a non più di
Anche in termini di bacino, tutto questo dà la dimostrazione che, numericamente,
non c’è un danno a quella parte di territorio, è l’aspetto organizzativo che va
migliorato e reso più funzionale.
Consigliere Ciconte, si dichiara soddisfatto?
Non posso essere soddisfatto,
sono soddisfatto per quella che può essere la proiezione, perché giustamente il
Presidente Scopelliti non sa che io, negli
anni precedenti, ho parlato sempre di un’azienda unica e il Rettore dell’epoca
non ha mai voluto l’azienda unica “Pugliese”.
(Interruzione)
Il nuovo Rettore vuole l’azienda unica? Non lo so se la vuole, questo lo
sa lei, non ho idea. Mi auguro che la voglia, però so – da quello che leggo –
che ha molti dubbi sull’azienda unica, quindi il problema, Presidente, non è
tanto i 735 posti dell’area di Catanzaro o di Catanzaro. A Catanzaro insiste un’Università
della Calabria, una facoltà di medicina che è patrimonio di tutta
Non è questo il ragionamento, ma bisogna ragionare in termini diversi e
dire: “I pazienti che vanno al pronto soccorso del “Pugliese” perché debbono essere
ricoverati in barella, in duplice, triplice barella per ogni reparto e non
possono arrivare all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro? Diversamente, è
chiaro che dobbiamo dare più posti letto all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, mantenere
non dico 120, ma almeno 60-70 posti letto per garantire quei reparti di urgenza.
Credo che questo, Presidente, sia buonsenso; mi creda, non è un discorso di provocazione
o di stimolare quella discussione giusta che deve avvenire.
Poi, l’ha
detto il Rettore stesso che l’Università
non è per acuti, considerato che manca un pronto soccorso. Avete mai visto un ospedale senza un pronto soccorso
che può curare gli acuti?! Spiegatemelo, perché io sono un medico e non lo so.
Se una persona si sente male e non può andare al pronto soccorso di quel nosocomio,
secondo voi curano gli acuti? Credo di no, gli acuti si curano in maniera indiretta,
pazienti che arrivano in ospedali Spoke o in altri ospedali e vengono poi
trasferiti in reparti che funzionano per
fare cose che sono necessarie, come lo fa Villa Sant’Anna e come lo fanno altri
reparti di tutta la Calabria.
Chiedo scusa, Presidente, un’ultima provocazione e termino: le chiedo
di predisporre un tavolo di proposte, coinvolgendo anche l’opposizione. Vedrà
che molti di questi problemi che afferiscono a quest’area centrale della Calabria
si possono risolvere – ripeto – con buonsenso e un po’ di equilibrio. Non ci
tenga fuori da queste cose, perché credo che sia un momento difficile per la sanità
e – mi creda – sulla sanità si gioca il destino della Calabria.
Siamo all’interrogazione a risposta immediata
numero 340 del 28 marzo
nel presidio ospedaliero “Spoke” di Castrovillari sono emerse gravi
criticità che compromettono il ruolo e la funzione assunti dallo stesso
presidio nel sistema “Emergenza-Urgenza” della Regione Calabria;
particolarmente gravi risultano essere le condizioni organizzative del
Pronto Soccorso e dei reparti di Ortopedia e di Pneumologia;
il Pronto Soccorso è sottoposto ad un’intensa attività e versa in una
situazione organizzativa emergenziale che ne compromette il funzionamento,
determinando disservizi che si ripercuotono sui cittadini dell’area di
competenza del presidio ospedaliero in oggetto;
il volume delle attività e delle prestazioni sanitarie presenta una
media giornaliera di oltre 56 utenti trattati;
su dieci unità mediche previste, sono presenti nell’attuale dotazione
organica solo cinque medici turnisti, un medico a 18 ore settimanali ed un
medico che, per gravi motivi di salute riscontrati, non potrà più essere
utilizzato in Pronto Soccorso;
la protratta carenza di almeno quattro medici, nonostante i turni
aggiuntivi programmati, rende difficile garantire standards assistenziali
accettabili e impossibile l’attivazione dei quattro posti- letto OBI
(Osservazione Breve Intensiva) previsti dalla programmazione regionale con
Decreto n. 14 del 2012;
altrettanto critica risulta essere la situazione dell’Unità Operativa
di Ortopedia e Traumatologia, già da molti mesi ridimensionata attraverso la
riduzione dei posti letto da venti a dieci per gravi carenze di organico
medico, in cui attualmente la situazione si è ulteriormente aggravata per il
pensionamento di un medico ortopedico a causa del quale, ad oggi, sono in
servizio solo un direttore facente-funzioni, un dirigente medico a tempo
indeterminato e un dirigente medico con un contratto per 34 ore settimanali;
la mancanza di almeno quattro medici rende praticamente impossibile il
funzionamento del reparto e non garantisce un’adeguata assistenza ai degenti
neanche in H12;
l’Unità Operativa di Pneumologia ha visto ridursi l’organico medico di
due unità a fronte di un fabbisogno di personale medico stimato in quattro
unità operative e tutto ciò rende precaria e inadeguata l’offerta del servizio;
il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli ha più
volte richiesto l’autorizzazione all’Ufficio del Commissario per l’attuazione
del Piano di Rientro di emanare avvisi pubblici per l’assunzione di personale
medico al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e non ha
ricevuto, finora, nessuna risposta;
lo stesso Direttore Generale ha più volte sollecitato al Commissario
per l’attuazione del Piano di Rientro lo sblocco del turn over (per come
previsto dal Decreto Balduzzi) per il personale sanitario e medico richiedendo
l’autorizzazione a bandire avvisi pubblici per l’assunzione di 38 medici -:
come intende intervenire per scongiurare la chiusura o il ridimensionamento
di interi reparti dell’ospedale “Spoke” di Castrovillari per gravi carenze di
personale medico e paramedico ed evitare, così, il rischio di non garantire i
LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);
le ragioni per le quali il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza non è
stato ancora autorizzato, per come da egli stesso richiesto, ad espletare
avvisi pubblici per l’assunzione temporanea di personale medico al fine di
scongiurare la mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
perché, a tutt’oggi, non sia ancora pervenuta, per come previsto dal Decreto Balduzzi, l’autorizzazione allo sblocco del turn-over che darebbe all’Asp di Cosenza la possibilità di bandire concorsi pubblici per l’assunzione di 38 medici”.
La parola al consigliere Guccione.
Si
tratta del presidio Spoke di Castrovillari, si trova
in grave emergenza, rischia di compromettere il
ruolo e la funzione dello stesso Spoke, in quanto previsto nel sistema emergenza-urgenza nella nostra regione.
Particolarmente gravi risultano essere le condizioni
organizzative del pronto soccorso e del reparto di ortopedia
e pneumologia.
Il pronto soccorso è sottoposto ad un’intensa
attività e versa in una situazione organizzativa emergenziale che ne
compromette il funzionamento, determinando disservizi che si ripercuotono sui cittadini dell’area di
competenza del presidio ospedaliero Spoke in oggetto.
Il volume delle attività e delle prestazioni sanitarie presenta una
media giornaliera di oltre 56 utenti trattati.
Su dieci unità mediche previste, sono presenti nell’attuale dotazione
organica solo cinque medici turnisti, un medico a 18 ore settimanali ed un
medico che, per gravi motivi di salute riscontrati, non potrà più essere
utilizzato in pronto soccorso.
La protratta carenza di almeno quattro medici, nonostante i turni
aggiuntivi programmati, rende difficile garantire standard assistenziali
accettabili e impossibile l’attivazione dei quattro posti- letto Obi
(Osservazione Breve Intensiva) previsti dalla programmazione regionale con decreto
n. 14 del 2012.
Altrettanto critica risulta essere la situazione dell’Unità di
Ortopedia e Traumatologia, per mancanza di personale
medico.
Il reparto di ortopedia e traumatologia rischia di essere
chiuso, perché non può garantire i turni notturni. Così per quanto riguarda
emodinamica che a Castrovillari fa solo interventi programmati.
Anche le recenti
inaugurazioni delle sale operatorie dell’ospedale Spoke di Castrovillari,
ancora, a distanza di un anno dalla loro inaugurazione, non sono entrate in
funzione.
Abbiamo più volte sottoposto
al direttore generale, Gianfranco Scarpelli, la situazione grave in cui versa,
per mancanza di personale medico e paramedico, l’ospedale Spoke di Castrovillari,
che rischia la chiusura di alcuni servizi ospedalieri essenziali.
Il direttore generale
Gianfranco Scarpelli ci ha confermato che l’autorizzazione dell’Ufficio del commissario
per l’attuazione del Piano di rientro di emanare avvisi pubblici e l’assunzione di personale medico per garantire i livelli
essenziali di assistenza gli è stata sempre negata, che ancora ad oggi non è
stata autorizzata l’Asp di Cosenza ad utilizzare lo sblocco del turn-over,
così come previsto dal decreto Balduzzi, che potrebbe fare in modo di bandire
concorsi per l’assunzione di 38 medici.
La situazione si aggrava di giorno in giorno e un’area strategica che
rappresenta un pezzo importante della Calabria
rischia di non poter avere garantiti i livelli essenziali di assistenza.
Noi chiediamo che, da questo punto di vista, si prendano i provvedimenti
urgenti e necessari al fine di garantire il diritto costituzionale alla salute.
Risponde
Sì, in
effetti l’ospedale Spoke di Castrovillari
soffre di quello che, in qualche modo, tutti gli ospedali della Calabria, tutti
gli Spoke e tutte le aziende ospedaliere soffrono, cioè la carenza di personale,
soprattutto carenza di personale medico e sanitario.
Non c’è dubbio che lo sblocco del 15
per cento del turn-over consentirà una boccata di ossigeno, sono 134
figure in tutta la regione, 38 nell’azienda cosentina, ma sappiamo che diventa
una goccia nel mare. Tuttavia si sta lavorando perché è in atto un’interlocuzione
con il Tavolo Massicci per
completare questo adempimento e quindi, da qui a non molto, avremo finalmente l’ok
per procedere con i bandi e bandire quantomeno questa prima boccata d’ossigeno.
Continuano, però, le interlocuzioni a livello nazionale e devo dire che quello
che soffre
Il problema potrà essere risolto momentaneamente con poco personale che
sarà acquisito attraverso questi nuovi bandi, ma sappiamo che ancora è poca
cosa rispetto a quelle che sono le necessità dell’ospedale Spoke di Castrovillari
e di tanti altri ospedali della Calabria.
La parola al consigliere Guccione.
Presidente,
non sono soddisfatto della risposta, perché noi parliamo di un ospedale Spoke, di una sanità virtuale, perché quell’ospedale
Spoke, in base a un decreto del commissario per l’attuazione del Piano di
rientro, doveva avere 223 posti letto per acuti. Oggi, quelli attivati sono
113, mancano oltre 100 posti letto, è passato circa un anno e mezzo da quel decreto
e neanche si riesce a garantire i servizi ospedalieri previsti dallo Spoke, l’erogazione
di quei servizi. Siamo in una situazione in cui la sanità in Calabria è
virtuale, i decreti dicono una cosa e la realtà è totalmente diversa da quanto
stabilito nei decreti; ed anche le assicurazioni, c’è una sorta di rassegnazione,
ma stiamo
parlando di salute.
Vicepresidente, se non si garantiscono quei servizi, la mortalità può aumentare,
la gente rischia la vita. Se non ci sono questi numeri minimi, alla gente non è
garantito il livello essenziale di assistenza, il diritto costituzionale alla
salute. Parliamo di ospedali Spoke che vivono in una situazione di questo tipo.
Per questo non mi meraviglio. Non amo “Report”, però credo che su questo
attendiamo con impazienza di conoscere l’esito del Tavolo Massicci, per capire
qual è la situazione dei livelli essenziali nella nostra Regione.
Mi ritengo insoddisfatto e penso che, rispetto a questo, sia necessario
un provvedimento rapido e, se non è in grado di garantire i livelli essenziali
di assistenza nella Regione Calabria, dovremo attivare procedure, iniziative straordinarie
perché i calabresi abbiano garantito, ovunque abitino, il diritto costituzionale
alle cure.
Passiamo all’interrogazione a risposta orale numero
341 del 3 aprile
nell’ambito di una nota trasmissione televisiva nazionale, “Le lene Show” su Italia 1, è andato in onda recentemente un servizio sull’attività di associazioni Onlus con finalità di promozione nel mondo di prodotti tipici calabresi, che avrebbero ricevuto cospicui finanziamenti da parte della Regione Calabria;
l’esempio portato nell’ambito del servizio era quello di un’associazione denominata “Fimetica onlus” finalizzata alla promozione dell’olio extra vergine d’oliva calabrese, anche attraverso la partecipazione ad eventi fieristici e competizioni internazionali del settore agroalimentare;
con grave danno d’immagine per
gli stessi avrebbero perfino ammesso che i concorsi internazionali sono per lo più fittizi, non effettivamente svoltisi, ma inventati ad arte, solo per una questione formale, per giustificare l’esborso di contributi pubblici;
un membro della Fimetica, per come è stato riportato da alcuni organi di stampa, avrebbe raccontato di come alcuni politici calabresi “Abbiano una figlia o degli amici che possiedono associazioni costituite esclusivamente per distribuire questi soldi pubblici, che poi diventano finanziamenti per grossi bacini elettorali che così vengono ricompensati per il loro servizio”;
il Dirigente generale del dipartimento 4 Bilancio e Patrimonio della Regione, l’avv. Pietro Manna, sempre nel corso della trasmissione, ha parlato di pratiche di contributi per un ammontare di 50 milioni di euro revocate o da revocare, riferite anche alle attività di cui sopra;
dal servizio televisivo sembrerebbe emergere un “sistema truffaldino” messo in piedi ai danni della Regione, nell’ambito del quale molti soldi pubblici sarebbero stati dissipati per creare una rete di clientela mediante associazioni di comodo, che, nella realtà, ancorché abbiano intascato ingenti contributi, non avrebbero mai portato a termine alcun progetto formalmente dichiarato;
a seguito del clamore suscitato dal servizio televisivo, l’associazione Fimetica, con proprio comunicato stampa, ha smentito di aver usato soldi pubblici per pagare ai suoi membri il soggiorno a Dubai e che la stessa manifestazione abbia goduto di finanziamenti pubblici -:
se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità di quanto fatto emergere nell’ambito della nota trasmissione televisiva “Le Iene Show”;
quali iniziative si intendono assumere per accertare eventuali responsabilità, anche di tipo penale, nell’ipotesi di uso distorto del denaro pubblico, per come emergerebbe dal servizio televisivo in questione;
se corrisponde al vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in associazioni che hanno beneficiato in questi anni di contributi pubblici, nell’ambito del “sistema” denunciato nel corso della trasmissione”.
La illustra il consigliere Domenico Talarico.
Premesso
che, nell’ambito di una trasmissione televisiva nazionale, è andato in onda recentemente un servizio sull’attività di associazioni
onlus con finalità di promozione del mondo dei prodotti tipici calabresi, che avrebbero
ricevuto cospicui finanziamenti da parte della Regione Calabria;
l’esempio portato nell’ambito del servizio era quello di un’associazione denominata “Fimetica onlus” finalizzata alla promozione dell’olio extra vergine d’oliva calabrese, anche attraverso la partecipazione ad eventi fieristici e competizioni internazionali del settore agroalimentare;
con grave danno d’immagine per la Calabria e le sue istituzioni, è stato mostrato che i membri della suddetta associazione, con soldi pubblici, avrebbero visitato la città di Dubai e albergato in lussuosi hotel, dietro la copertura di un concorso internazionale;
gli stessi avrebbero perfino ammesso che i concorsi internazionali sono per lo più fittizi, non effettivamente svoltisi, ma inventati ad arte, solo per una questione formale, per giustificare l’esborso di contributi pubblici;
un membro della Fimetica onlus, per come è stato riportato da alcuni organi di stampa, avrebbe raccontato di come alcuni politici calabresi “abbiano una figlia o degli amici” – recito testualmente – “che possiedono associazioni costituite esclusivamente per distribuire questi soldi pubblici, che poi diventano finanziamenti per grossi bacini elettorali, che così vengono ricompensati per il loro servizio”;
il direttore generale del dipartimento bilancio e patrimonio, l’avvocato Pietro Manna, avrebbe parlato di pratiche di contributi per un ammontare di 50 milioni di euro revocate o da revocare, riferite anche alle attività di cui sopra;
sembrerebbe emergere un “sistema truffaldino” messo in piedi ai danni della Regione Calabria, nell’ambito del quale molti soldi pubblici sarebbero stati dissipati per creare una rete di clientela mediante associazioni di comodo;
per tutto questo chiediamo di sapere, io e il collega Guccione, se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità di quanto fatto emergere nell’ambito della nota trasmissione televisiva e quali iniziative si intendono assumere per accertare eventuali responsabilità, anche di tipo penale, nell’ipotesi in cui ci sia stato effettivamente un uso distorto del denaro pubblico, per come emergerebbe dal servizio televisivo in questione;
infine, se corrisponde al vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in associazioni che hanno beneficiato, in questi anni di contributi pubblici, nell’ambito del “sistema” denunciato nel corso della stessa trasmissione.
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
Risponde l’assessore Trematerra.
In
merito all’interrogazione – scusi un attimo, l’ho
dovuta trovare sul mio iPad, perché non avevo il documento cartaceo – rispetto alla prima domanda,
ossia se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità,
rispondo che il dipartimento agricoltura della Regione Calabria non ha mai
concesso, quindi trasferito alcun contributo per la manifestazione promozionale
tenutasi a Dubai ed organizzata dall’associazione Fimetica per l’anno 2012,
come avevo già dichiarato attraverso i mezzi di informazione regionali e nazionali.
Quindi, nessun contributo è stato dato per quanto riguarda la manifestazione in
questione.
Per
quanto riguarda la seconda domanda, vale a dire le iniziative che si intendono assumere,
devo dire che, non avendo elargito alcun finanziamento per la manifestazione in
essere, non c’è nulla da controllare da parte dell’amministrazione, perché nulla
è stato dato all’associazione Fimetica.
Per
quanto riguarda il terzo punto, ossia se corrisponde al vero che congiunti di
esponenti politici regionali sono coinvolti in queste associazioni e in questo
sistema, per quanto riguarda sempre il dipartimento agricoltura, si chiarisce
che nessun congiunto, nell’attuale management dell’assessorato e del dipartimento
agricoltura, ha beneficiato in questi anni di elargizioni e di incarichi da
parte dell’associazione Fimetica.
La parola
al consigliere Talarico.
Credo
che la risposta sia insoddisfacente. Ovviamente, non voglio mettere in dubbio l’onestà intellettuale dell’assessore Trematerra, però quanto
da lui affermato stride con le dichiarazioni del dirigente generale, avvocato
Pietro Manna, il quale sostiene o avrebbe sostenuto che è in corso la revoca di
50 milioni di euro riferiti a contributi
concessi e, quindi, anche alle attività in questione.
Evidentemente,
l’assessore Trematerra risponde per il settore di sua competenza, ma non
esclude – né poteva farlo – che la Regione Calabria abbia finanziato,
sostenuto, contribuito ad attività di questo tipo, per cui un’eventuale attività
di verifica, di indagine amministrativa interna deve essere estesa a tutti i dipartimenti,
con particolare riferimento a quello delle attività produttive.
Prendiamo
atto, questa sera, che l’assessorato, il dipartimento all’agricoltura e foreste
non ha concesso alcun contributo alla onlus in questione, ma l’assessore Trematerra
non esclude – né poteva escluderlo – che questa associazione abbia potuto ricevere
benefici, emolumenti, sostegni, contributi vari da parte di altri dipartimenti della
Regione. Per cui il mio invito – tant’è che l’interrogazione non è rivolta solo
all’assessore Trematerra, ma al Presidente della Giunta regionale – è quello di
estendere ed allargare l’attività di verifica anche ad altri dipartimenti. Per queste
ragioni non sono persuaso della risposta dell’assessore Trematerra.
Conclusa l’interrogazione numero 341, abbiamo esaurito anche il tempo
destinato alle interrogazioni a risposta immediata; per quelle rimanenti,
provvederemo a trattarle nella prossima seduta del Consiglio fissata per il 3
maggio.
Prego, consigliere Giordano.
Presidente,
avevamo accantonato l’interrogazione numero 327 che riguarda l’accreditamento della Regione alla piattaforma
elettronica?
Non è presente in Aula l’assessore
Mancini, quindi, la tratteremo la prossima seduta di Consiglio.
Le ricordo e ricordo all’Aula che il
termine ultimo per l’accreditamento scade oggi e può comportare una serie di problemi che potrebbero essere
irreversibili non soltanto per le imprese, ma per tutta la filiera della
Regione ed enti locali. Quindi, volevo quantomeno sapere se il processo di accreditamento
è stato completato e se la Regione è accreditata.
Se la Vicepresidente
Stasi prende atto di questa scadenza, in modo tale che … Oggi è 29 aprile,
forse la scadenza è domani, il 30 aprile …
(Interruzione)
E’ stato
già attivato l’assessore Tallini? Però, poiché anche domani è prevista la
seduta del Consiglio, se c’è l’assessore Mancini, può essere l’occasione per avere
rassicurazioni in merito alla scadenza del 30 aprile. La sospendiamo e la
possiamo trattare domani, se sarà presente l’assessore Mancini.
Va bene,
grazie, la riprendiamo domani.
Concluso
il tempo dedicato alle interrogazioni a risposta immediata, possiamo procedere
con il secondo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino degli enti, aziende regionali,
fondazioni …”…
(Interruzione)
La Vicepresidente
Stasi vorrebbe dare la risposta, perché forse ha avuto notizie in merito.
Sì,
confermo che è già stato fatto l’accreditamento della Regione alla piattaforma
elettronica, quindi siamo perfettamente in linea e siamo assolutamente
accreditati, ma anche da parecchio tempo – mi dicono – già dal mese di
novembre. Verificheremo ulteriormente,
quando arriva l’assessore.
No, certamente
non è il mese di novembre, perché l’interrogazione è del 18 febbraio, mi ero preoccupato a
tempo debito e a quella data – me lo ha confermato anche il dottore Manna – l’iter non era stato completato.
A
novembre abbiamo iniziato la procedura, che, ovviamente, ora è completata e siamo perfettamente in linea
con gli accreditamenti.
Prendo
atto della rassicurazione odierna.
Bene,
possiamo procedere.
Presidente,
chiedo di intervenire sull’ordine dei lavori.
Sì, stavo
soltanto leggendo l’argomento inserito al secondo punto all’ordine del giorno,
lo completo e poi le do la parola: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni,
agenzie regionali, società e consorzi, comunque denominati, con esclusione del settore
sanità”, di cui è relatore il consigliere Grillo.
Ha chiesto
di parlare il consigliere Maiolo.
Ne ha facoltà.
Presidente,
innanzitutto, ricordo che, nella precedente seduta, lei aveva preso l’impegno a completare, nella seduta odierna, tutte le interrogazioni
presenti all’ordine del giorno, ma capisco che si voglia dare corso al secondo
punto all’ordine del giorno, e su questo voglio far presente che anche oggi si
è tenuta la riunione della Commissione bilancio. Su questo aspetto,
vorrei porre la questione laicamente, essendo stato abituato in Consiglio a
procedure anche molto rapide, frettolose, che spesso hanno portato ad esiti non
positivi. Voglio sottolineare che la Commissione bilancio è stata convocata
nello stesso giorno della seduta del Consiglio, per discutere del parere
finanziario su un provvedimento che è già iscritto all’ordine del giorno del
Consiglio.
Presidente, vorrei che lei seguisse, perché l’inserimento all’ordine
del giorno di un provvedimento che non è ancora stato licenziato dalla
Commissione costituisce una estrema novità delle procedure.
Siamo abituati anche ad esaminare provvedimenti presentati direttamente
in Consiglio; nell’ultima seduta del Consiglio c’è stata una lunga discussione
sul ruolo della Conferenza dei capigruppo, però, francamente, convocare la
riunione della Commissione, che deve esprimere un parere e lo deve fare in tempi
ristretti in apertura del Consiglio, è una cosa rispetto alla quale dissentiamo
perché, fra l’altro, il provvedimento all’ordine del giorno non è un
provvedimento ordinario, non è una legge qualsiasi, è una legge importante di un
percorso che è quello delle riforme, che noi condividiamo.
Invito i colleghi a prendere posto e a seguire la proposta del
consigliere Maiolo.
Questo delle
riforme è un processo che abbiamo affrontato,
fra maggioranza e
minoranza, anche nel mese
di luglio, soprattutto
con riferimento al metodo con cui questi processi si devono affrontare.
Considerando quello che è avvenuto nel percorso dell’Arssa, nel percorso dell’Afor – che ci auguriamo si completerà nella
prossima seduta del Consiglio –
ci sembrava chiaro che fosse stato acquisito un metodo, non soltanto per un
rispetto statutario e legislativo, che è valso per l’Arssa e varrà per l’Afor,
ma vale anche per questo provvedimento che produce quegli effetti legislativi
che questa proposta prevede e che, è chiaro, deve essere approvato, secondo lo
Statuto, a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale.
Per cui è ovvio che, in questa occasione, nel percorso di formazione di
questo provvedimento, non si è tenuto conto della necessità e volontà che noi
abbiamo espresso anche stamattina nei tempi dati, poiché avremmo voluto entrare
in maniera più significativa nel merito del provvedimento, anche confrontandoci
su alcune scelte e opzioni che la maggioranza, dal punto di vista politico, ha
fatto scegliendo di mantenere alcune organizzazioni, alcuni enti in-house,
e di accorparne altri. Sono scelte politiche di partenza che è giusto che la
maggioranza faccia, sulle quali, però, avremmo voluto un confronto diverso, più
spinto, anche perché stamattina il sottosegretario Sarra, durante la seduta
della Commissione, ha esplicitato alcuni contenuti del provvedimento che
prevedono delle attività a valle di questo provvedimento, che sono di previsione
di enti strumentali, di questioni che andrebbero definite ed organizzate all’interno
della legge.
E’, quindi, una legge che istituisce, modifica enti e aziende che hanno
la necessità di coinvolgere, a volte, gli enti locali, ad esempio le ASI, quindi
c’è una partecipazione alla formazione di questi soggetti che, legislativamente
e dal punto di vista statutario, richiede l’approvazione a maggioranza dei due
terzi del Consiglio regionale. Immaginavamo che questo metodo, questa procedura
fosse stata acquisita, per quello che abbiamo fatto e quello che dovremo fare
in futuro, però in questo percorso non è stato così e non solo nelle previsione
di merito, nelle quali non entro in questo momento, ma non lo è stato nemmeno dal
punto di vista di quello che è l’impatto finanziario, della necessità di prevedere
gli impatti e il coinvolgimento della Regione, delle strutture burocratiche e
organizzative rispetto a questo processo di riforma.
Tutto questo non è stato fatto: non abbiamo dato il nostro contributo,
non abbiamo potuto incidere per migliorare, anche attraverso il confronto con
la maggioranza, un testo e un’iniziativa che va ad incidere profondamente sul
contenimento della spesa, dell’organizzazione burocratica e le scelte contenute
in questo provvedimento – l’abbiamo detto con chiarezza nelle Commissioni competenti
– non sono condivise. Abbiamo votato nelle Commissioni in maniera responsabile
nel merito contro questo provvedimento, ci siamo astenuti sulla parte
finanziaria, ma anche per il motivo che già stamattina, durante la discussione
nella Commissione consiliare bilancio, è arrivata l’anticipazione da parte
della Giunta che ci sarebbe stato un provvedimento emendativo, che tre-quattro
enti, previsti in questa proposta di legge (ente Fiera, Comalca, Comac,
eccetera) sarebbero stati stralciati dalla legge stessa.
Quindi, scelte di una certa importanza e di una certa rilevanza, che – ci pare – siano arrivate
all’esame di questa seduta di Consiglio troppo rapidamente e forse in maniera
non ponderata.
Su questo, proprio sull’ordine dei lavori, vorremmo fosse chiaro che
questo percorso di riforma non è il percorso che avevamo inteso svolgere fra
maggioranza e minoranza, considerate le tematiche fondamentali; poi, fra l’altro,
dal punto di vista regolamentare, la necessità che questo provvedimento debba
essere approvato con i due terzi dei componenti dell’Aula ci spinge a dire che
il lavoro fin qui fatto, sicuramente, è di avvio, ma, a nostro parere, ha
necessità di una riconsiderazione profonda che richiederebbe il rinvio nella
Commissione competente e, quindi, una discussione diversa, alla luce della
necessità di un confronto più costruttivo.
Consigliere Maiolo, in merito alla seduta del Consiglio di oggi, di
domani e del 3 maggio, era stata una volontà della Conferenza dei capigruppo quella
di procedere alle riforme, quindi di organizzare al più presto questa settimana
dedicandola alle riforme. Pertanto, abbiamo fissato la data del 29, 30 aprile e
3 maggio; poi, il provvedimento è stato approvato dalla Commissione competente
in data 24 aprile ed oggi è stato espresso il parere da parte della Commissione
bilancio, che ha reso completo il provvedimento per poterlo approvare in Aula.
Detto questo, è da oltre un anno che si parla del provvedimento; c’è stata
da parte dei gruppi, anche con l’approvazione di ordini del giorno in
Consiglio, la volontà, di maggioranza e di minoranza, di procedere al riordino
degli enti per rendere la Regione più snella, per cercare di ridurre la spesa,
razionalizzare, accorpare, sopprimere, liquidare. E’ stato un lavoro molto
difficile, complesso che ha impegnato il sottosegretario Sarra e, attraverso di
lui, anche la Conferenza dei capigruppo, il Presidente della Commissione. Ci
sono state anche versioni che sono state aggiornate in corso d’opera, perché
lei sa bene che è un provvedimento molto delicato, complesso, che ha bisogno
anche dei pareri legislativi da parte degli uffici. Diciamo che siamo arrivati
alla conclusione e, quindi, è arrivato all’esame dell’Aula proprio perché la
Conferenza dei capigruppo l’aveva già calendarizzato per il 29, 30 aprile e il
3 maggio, abbiamo anche deciso di procedere con l’Afor.
Per quanto riguarda l’istituzione di nuovi enti, per la quale sarà
necessaria l’approvazione a maggioranza dei due terzi, il Consiglio si
determinerà al riguardo, quindi arriveremo all’approvazione di qualche articolo
o di qualche emendamento per il quale è richiesta la maggioranza dei due terzi.
Naturalmente non si procederà all’approvazione degli articoli, ove non ci
dovesse essere la presenza e l’approvazione dei due terzi in Aula.
Poiché si parla di nuovi enti, è necessaria l’approvazione a
maggioranza dei due terzi, mentre per quanto riguarda la riduzione di enti, la soppressione,
l’accorpamento, la liquidazione, non c’è bisogno dell’approvazione da parte dei
due terzi dei componenti dell’Aula, perché si può fare a maggioranza semplice; ritengo
che qui non si tratti soltanto di un problema della maggioranza, penso che sia
anche un problema della minoranza cercare di consegnare ai calabresi una Regione
più snella, ridotta, meno poltrone, meno consigli di amministrazione, meno
persone che hanno la possibilità di gestione diretta e indeterminata, delle
volte anche trascurando quali sono le indicazioni della Giunta o del Consiglio
regionale.
Penso che su questi argomenti non ci possa essere una diversificazione,
perché riguarda il buon andamento del Consiglio regionale e della sua amministrazione,
considerando anche i tempi che stiamo vivendo.
Vorrei sentire anche qualche consigliere di maggioranza sulla proposta avanzata
dal consigliere Maiolo per quanto attiene l’eventuale aggiornamento, mi sembra
che lei chiedesse questo rispetto a questi argomenti. Le posso dire che la
Conferenza dei capigruppo ha calendarizzato le sedute del Consiglio per il 29 e
30 aprile e per il 3 maggio; le Commissioni hanno espresso i pareri, quindi dal
punto di vista tecnico il procedimento è completo, le norme sono state seguite
alla perfezione, il Regolamento del Consiglio è stato seguito alla perfezione. Affinché
un argomento del genere possa essere aggiornato come, mi sembra di capire, ha
chiesto il consigliere Maiolo occorre la volontà del Consiglio regionale,
quindi vorrei sentire qualche collega di maggioranza, rispetto a questa proposta,
per stabilire come procedere nella seduta odierna.
Se c’è qualcuno della maggioranza che prende la parola dopo l’intervento
del consigliere Maiolo…
Ho voluto soltanto tranquillizzare l’Aula sulla correttezza e linearità
delle procedure che abbiamo seguito in Commissione, poi con il parere espresso
oggi dalla seconda Commissione, presieduta dal consigliere Imbalzano, il
procedimento è pronto per essere esaminato, approfondito e seguito dall’Aula.
Chi interviene? Il consigliere Maiolo, dopo il suo intervento per
chiedere la verifica della legittimità dell’atto oggi all’ordine del giorno del
Consiglio, ha chiesto – quindi ho risposto sulla legittimità dell’atto precisando
che era tutto secondo il percorso che ci siamo dati, sia in Conferenza dei
capigruppo sia in Consiglio – visto l’argomento e l’importanza dello stesso, un
aggiornamento ad una prossima seduta del Consiglio regionale rispetto alla
questione delle riforme.
Do la parola al consigliere Chiappetta.
Presidente,
rispondo. Le chiedo scusa se, pur chiamato in
causa - anche se lei ha fatto riferimento ad un componente della maggioranza – non sono
immediatamente intervenuto però ero impegnato in una valutazione attinente a
quello di cui il Consiglio si sta per occupare.
Presidente, come credo lei abbia già detto, l’argomento che oggi e
anche domani è all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio è relativo ad un
provvedimento – poi entreremo nel merito, allorquando si aprirà la discussione
generale – del quale si parla da tantissimo tempo, non soltanto per tutto
quello che rappresenta ed è contenuto all’interno dello stesso, ma anche e
soprattutto perché fa parte di un progetto di legge – che si spera possa essere
approvato dal Consiglio nella giornata di domani – relativo ad un qualcosa o a
parte di un qualcosa che è attinente a provvedimenti legislativi nazionali, come
sono certo avrà sottolineato il sottosegretario Sarra – che ha curato e seguito l’istruttoria all’interno delle diverse
Commissioni consiliari competenti ed anche in occasioni esterne allo stesso
Consiglio; tenuto conto del
fatto che il provvedimento riguarda accorpamenti, iniziative che vanno ad
incidere anche sulla necessità di fare le riforme – avvertita ormai da più tempo nella nostra
regione, con dei riferimenti temporali che impediscono la richiesta del collega
Maiolo – vorrei ricordare che, nel
provvedimento legislativo nazionale, nel cosiddetto decreto della spending
review, che poi è stato convertito in legge, vi è un riferimento temporale
che è quello della scadenza del 30 aprile. Ripeto, questo provvedimento, che ci
accingiamo adesso a discutere, sia pure nella parte generale – poi il contenuto
normativo, per quello che è stato deciso anche in sede di Conferenza dei
capigruppo, lo si esaminerà nella giornata di domani – ha un riferimento
temporale ben definito, che è quello del 30 aprile, rispetto al quale non si
può assolutamente derogare.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, intanto, rivolgo il mio saluto ai colleghi ed al Presidente
visto il mio ritorno in Consiglio regionale.
Pongo un problema che sarà del tutto personale, ma mi spinge ad
accogliere la proposta del consigliere Maiolo. Si diceva poco fa che il
provvedimento in discussione stasera è dettato dalle politiche nazionali che ci
impongono alcune direzioni. Chiedo soltanto un elemento: poiché si andrà a
discutere di enti e di strutture importanti, quindi di una importante riduzione
della spesa – è una mia carenza perché sono rientrato realmente appena oggi in
Consiglio regionale e non ho potuto seguire i lavori – vorrei capire se esiste
una riflessione della Giunta regionale o del sottosegretario Sarra, finalizzata
a metterci in condizione di conoscere lo stato patrimoniale di questi enti, il
numero degli addetti su cui andiamo, comunque, ad incidere e la spesa reale di
questi enti negli anni passati, altrimenti non saprei come regolarmi rispetto
al provvedimento.
Non solo non si può discutere di un provvedimento importante nel giro
di due-tre ore, perché queste sono le ore trascorse dalla seduta della seconda
Commissione consiliare delle ore 12,00, ma chiedo se esista un reale
ragionamento su cui appoggiarci. Credo che questo manchi e su questo dovremmo
essere messi nelle condizioni di poter, poi, esprimere la nostra valutazione.
Lo ribadisco, forse è una mia carenza perché sono un neofita di ritorno
in questa Assemblea, ma mi pare che sarebbero necessari elementi minimi per poter
valutare il provvedimento.
La ringrazio per questo e, in questo senso, chiedo che sia accolta la
proposta del consigliere Maiolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, se ho inteso bene la sua precisazione, la condivido e proprio da qui parto per
dire che non comprendo la risposta e l’argomentazione del consigliere.
C’è un punto posto dal consigliere Maiolo nel
suo intervento che è sovraordinato rispetto a tutto il resto nella forma e
nella sostanza. Il punto è sovraordinato perché, mentre il riferimento, secondo
me forzoso e forzato del consigliere Chiappetta, è alla spending review, cioè ad una legge ordinaria dello Stato – il suo riferimento per dire che non
può –, invece, il riferimento
centrale della proposta del consigliere Maiolo riguarda una disposizione, con
precisione l’articolo 54 dello Statuto, che ha rilievo costituzionale e, quindi,
è sovraordinata, nel metodo, rispetto alla risposta che dà il consigliere
Chiappetta dal punto di vista formale ed istituzionale.
Presidente, quello che lei
sottolinea, lo condivido come una forte raccomandazione perché tutti gli
itinerari e i progetti di legge di
riforma abbiano un consenso più ampio; non si può non condividere, in generale
e nello specifico attuale del nostro Paese, l’Italia, e ancor più della
Calabria, che rivendicano un consenso il più alto possibile. Ma da noi, in
Calabria, tutto ciò non è un auspicio, è sancito dall’articolo 54 dello Statuto
della Regione, tutto il resto viene dopo.
L’atteggiamento
del consigliere Maiolo, per
quanto mi riguarda anche mio, e quello sentito poco fa del consigliere
Guagliardi, non è specioso o di chi vuole mandare la palla fuori, ma vuole che
l’apporto di un voto positivo e consapevole della minoranza – così come c’è
stato anche oggi in seconda Commissione – sia subordinato ad un consenso di
fatto, e non per partecipare, con tutto il rispetto, ad una sorta di spot elettorale.
Tutti noi siamo per la mamma e quindi siamo anche per le riforme. Il punto è
che la sostanza, il nome, non neghi il titolo e che, quindi, sia un
procedimento che, ovviamente, razionalizzi la spesa, abbia i crismi di
efficienza e di efficacia e così via e, in qualche modo, salvaguardi diritti
che in qualsiasi progetto efficace ed efficiente non possono essere
sacrificati.
Questo è
lo spirito ed invito il consigliere Chiappetta e la maggioranza a pronunciarsi
su questo. In assenza di questo, non è che non vogliamo, non possumus,
non possiamo, in quanto ci si condanna ad un ruolo marginale, ad un ruolo “se
vuoi, questa è la minestra: o ti mangi questa minestra o ti butti dalla
finestra!”, dimenticando, però, che qui non è una licenza della maggioranza che
ci sia il voto dei due terzi, è un
obbligo costituzionale o statutario.
Chiarito questo, a chi piace o a chi non piace, quello è un punto: la
legge che è sovraordinata a tutte le altre le leggi, perché le leggi ordinarie
dello Stato sono da rispettare, ma la Costituzione, di cui anche lo Statuto e
le norme dello Statuto calabrese fanno parte sono più importanti, sono sovraordinate
rispetto a tutto il resto.
Poiché a questo non c’è stata data una risposta, chiedo scusa, non
capisco e non mi adeguo, quindi ripropongo la stessa questione che lei, con
molto garbo, ha posto ai colleghi del gruppo di maggioranza, in attesa di avere
una risposta che non è una libera licenza della maggioranza, è il duro percorso
di un progetto di riforme nella nostra Regione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Consigliere Bova, non esistono riforme perfette, esistono le riforme e
va da sé che l’argomento del capogruppo Chiappetta diventa stringente; è poi
quello che abbiamo discusso in queste settimane anche in Commissione, relativamente
alla data stringente di quella quota parte delle riforme previste dalla “spending
review”, che ha interessato anche altri settori e finanche l’organizzazione
della vita istituzionale di questo Consiglio.
Giova, però, ricordare che, proprio perché esiste una stagione delle
riforme, non esistono sicuramente stagioni perfette o riforme perfette. Questo
tema è all’ordine del giorno da diversi anni ormai, nel senso che c’era stato
uno stimolo di questa maggioranza su taluni enti – a partire
da Arssa, Afor – a completare quanto
iniziato negli anni passati, anche con altre società, fondazioni che non
necessariamente dovevano rientrare in quello spirito di riforma della “spending
review” che sta in campo da tempo; e da tempo, come è avvenuto anche per l’Arssa
e per l’Afor, la minoranza poteva tranquillamente presentare in Commissione
progetti alternativi.
Non c’è un’arroganza della maggioranza su un testo, perché va da sé che
questo testo anche in Commissione, anche nell’ambito della maggioranza e con
grande opportunità dal punto di vista della minoranza, è all’ordine del giorno,
se non calendarizzato, in Consiglio ormai forse da un anno e mezzo, da prima
che il Governo intervenisse con la norma sulla “spending review”.
Penso che, rispetto al tema stringente di quello che si aspettano i
cittadini – e non parlate con uno che insegue necessariamente la pancia dei
cittadini – abbiamo riflettuto abbastanza, c’è uno spazio di dibattito anche in
queste ore e anche il giorno che seguirà per approfondire la questione nel
dettaglio e anche lì dove, tra i vari enti che andiamo a riformare, ci fosse un
legittimo dubbio argomentato dalla minoranza, noi siamo pronti a rivedere qualche
disposizione, però rinviare su approfondimento o perché manca …
Comprendo bene che la minoranza si voglia sentire più partecipe, voglio
dire che non sarà sicuramente questa maggioranza a dire che sono state riforme
di una parte, però credo che il tempo sia maturo, sia il tempo giusto, i
segnali arrivano anche dall’ambito nazionale e non penso che ci siano argomenti
o temi centrali per i diversi enti che andiamo a tentare di riformare che non
possano essere approfonditi in queste ore, quindi nella seduta di Consiglio di
oggi e anche in quella di domani.
L’auspicio è che la minoranza possa contribuire in modo sostanzioso ad
emendare questo testo di riforma, così come è stato fatto da diversi capigruppo
della maggioranza per arrivare velocemente all’approvazione. Non saremo
sicuramente noi, non sarà questa parte politica a dire che è stata una riforma
di parte.
Non penso si debba aggiungere altro, se non auspicare che in queste due
giornate possiamo approvare velocemente questo testo di riforma a cui ha
contribuito il Consiglio tutto, quindi anche questa minoranza, e ringraziare il
lavoro del governo,.
Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
Presidente,
prima che lei ed anche la maggioranza vi pronunciate definitivamente, mi permetto di spendere una parola di
convincimento per chiedere un approfondimento che consenta di varare le riforme
con un voto ampio di quest’Aula.
I colleghi che mi hanno preceduto,
tra i quali padri costituenti
della nostra Costituzione, cioè dello Statuto, hanno evidenziato gli aspetti di
carattere statutario ed io mi permetto di sottolineare anche un aspetto di
carattere politico, che si aggiunge agli aspetti statutari, che, comunque, non
possono che sussistere perché, al di là delle interpretazioni, poi ci sarà la
necessità di un voto finale, quindi la questione si ripresenterebbe comunque.
Penso, però, che l’aspetto politico debba prevalere, anche perché noi non siamo
la Repubblica autonoma della Calabria, cioè le Regioni hanno la loro autonomia,
ma non possono non respirare il clima che si respira nell’intero Paese: il
Paese è in grande difficoltà, ci sono riforme istituzionali, elettorali, provvedimenti
economici per rilanciare un po’ l’economia, che hanno imposto ai grandi partiti
dello schieramento politico italiano di mettere insieme un Governo di larga
intesa. Insomma, sarebbe veramente strano che, in un clima politico generale di
questo tipo, noi eletti della Regione Calabria non facessimo uno sforzo per
arrivare ad un risultato utile di sintesi, perché oltre gli aspetti di carattere statutario, ci sono
anche aspetti di carattere politico – di cui ho già detto – ma anche di carattere amministrativo.
Su molte cose previste dalla cosiddetta riforma, noi non troviamo un
punto di accordo. Siamo pronti agli approfondimenti perché ci sia questo
accordo, ma gli approfondimenti richiedono un ulteriore confronto, un’ulteriore
meditazione, un ulteriore studio delle questioni; sapete che abbiamo un
pallino, forse sbagliato - ci rendiamo conto che ci si potrebbe dire “questo
vostro pallino è facile, nel momento in cui siete una forza di minoranza e di
opposizione” - cioè noi ci battiamo da più tempo per una Regione meno
accentratrice, più leggera e che valorizzi il sistema delle autonomie locali.
Onestamente, riteniamo che questo provvedimento vada nel senso
completamente opposto rispetto a questa nostra visione. Mi auguro che questa
visione potrà essere condivisa per il bene della Calabria alla fine della
legislatura, quando non ci sarà più un problema di chi governa e di chi si
oppone e pensando alla Calabria del domani, metteremo in piedi un ente che sia
più agile, più collegato con i territori, meno di gestione.
Ora, tornando alla riforma, non possiamo plaudire soltanto perché si
riducono i posti nei consigli di amministrazione e il tutto può determinare un’evidente
riduzione dei costi. Questo può essere senz’altro un fatto positivo, ma non
basta, perché se a fronte di una riduzione dei costi derivanti dal governo
degli enti, poi abbiamo un’evidente prospettiva di forte centralizzazione della
gestione di questi settori, penso che non andiamo da nessuna parte.
Peraltro – e chiudo – notiamo che c’è un’ulteriore diminuzione del
ruolo – Presidente Talarico, lei, sotto questo profilo, dovrebbe essere, come
sa essere quando vuole, elemento di garanzia –; c’è, Presidente Scopelliti, un
ulteriore affievolimento, del ruolo del Consiglio regionale, perché quando, in sede
di liquidazione degli enti, il commissario liquidatore, nel momento in cui va a
porre in essere un rendiconto lo confronta soltanto con il Presidente della
Giunta regionale, mi pare che si rafforzi la linea accentratrice.
Vi pregherei, allora, di prendere atto che il nostro non è,
assolutamente, un atteggiamento ostruzionistico, ci teniamo a dare il nostro
contributo perché le riforme si facciano, però metteteci in condizioni di darlo
questo contributo.
Anche la questione metodologica sollevata dal collega Maiolo e che tanti
consiglieri mettono in campo cioè delle Commissioni convocate nella stessa
mattinata in cui si riunisce l’Aula, non sono una buona presentazione per un’Assemblea
che vuole riformare in modo incisivo questi settori e, quindi, guarda ad una
Regione diversa per la prospettiva.
Per queste ragioni mi sento di chiedere al Presidente del Consiglio, ma
anche e soprattutto al Presidente della Giunta, di dare a quest’Aula l’opportunità
di trovare una sintesi importante su argomenti che sono importantissimi per la Calabria.
Ha chiesto di parlare il Presidente Scopelliti. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
sulla scorta della proposta avanzata dal collega Maiolo ed anche ribadita e rafforzata dal collega
Principe. Lei non era presente nell’ultima seduta, dove le larghe intese sono venute meno nel dibattito, nel confronto,
nel metodo all’interno di quest’Aula, però io credo che, da parte nostra, ci sia tutta la necessità di ricercare
su questi argomenti una soluzione unitaria – lo abbiamo detto più volte, lo
ribadiamo anche oggi in Aula. Rimarcherei, come fatto di conoscenza, non di
critica, un aspetto cioè che le riforme sono in Commissione da dicembre – c’è
una proposta di riforma di tutta una serie di enti che giace in Commissione da
dicembre – e che le Commissioni competenti o, meglio, la prima, quella
presieduta dal collega Caputo, ha licenziato il provvedimento la settimana
scorsa; quello di questa mattina, della seconda Commissione legato all’aspetto
degli impegni di spesa, era un
puro atto formale.
Credo
che, da parte nostra, ci sia tutta l’esigenza e la necessità di arrivare all’approvazione
di questo testo, ovviamente aperto ad emendamenti e ad ulteriori contributi,
perché le riforme, quando si fanno, si fanno per tutti, non sono le riforme della maggioranza; anzi le vere grandi
riforme sono quelle che si realizzano con il contributo, con la partecipazione
e l’adesione di un’intera Aula, quindi di un’intera Assemblea, perché vuol dire
che sono ampiamente condivise e sono un passaggio importante per una nuova
stagione, che poi appartiene a tutti, non soltanto ad una parte e, quindi, appartiene alla politica.
In questo momento, credo che sia importante dare un segnale forte come questo e il segnale
più forte – se mi è consentito – lo stiamo dando noi come maggioranza – nel
senso che è facile chiedere il taglio, la rivisitazione, il dimensionamento di
una serie di realtà quando sono altri a nominare, è un po’ più difficile farlo quando le nomine spettano
alla maggioranza e questo tipo di scelte vanno comunque a pesare, per alcuni
aspetti. Ma noi siamo noncuranti di tutto questo, perché riteniamo che sia
fondamentale – e questo smentisce anche le illazioni di queste ore; mi pare chiaro
ed evidente - se c’è una Giunta che taglia posti che, magari, possono essere di
interesse di gente vicina ai partiti di maggioranza o di professionisti
comunque indicati dalla maggioranza
– che si sia in controtendenza con quanto anche visto in queste ultime ore e,
faziosamente, ancora una volta, riportato dalla Tv di Stato. Mi sembra chiaro
ed evidente: le vere vergogne vengono sempre coperte, emergono soltanto gli aspetti marginali e diventa anche
interessante leggere che qualche giornalista di testate online ci faccia
la morale, loro che di sanità ne hanno goduto per le proprie tasche, facendo
affari sulle spalle dei cittadini! Questa è una delle cose più belle che
dobbiamo registrare anche oggi, di chi ci scrive di sanità, avendo avuto
responsabilità serie sulla sanità calabrese ed avendo fatto man bassa, spesso e
volentieri, di quello che era il sistema sanitario!
Credo,
rispondendo al collega Principe, che da parte nostra ci sia tutta la
disponibilità ad accogliere la proposta, prendendola in considerazione, valutandola
attentamente e cioè: iniziare il dibattito questa sera, rinviare a domani l’approvazione
del testo, che spero sia approvato all’unanimità, riaprire, Presidente, fino a
questa notte o fino a domani mattina alle 10,00 il termine per la presentazione
di nuovi emendamenti e poi fare una riunione veloce di capigruppo per capire su
quali altri argomenti si possa intervenire; subito dopo entrare in Aula e
procedere direttamente con l’approvazione del testo, in modo da consumare già
oggi il dibattito, considerato che di riforme ne parliamo già dal maggio dello
scorso anno. Questa amministrazione, soprattutto questa maggioranza aveva
annunciato la volontà di realizzare le riforme e il testo della proposta era
stato già depositato a dicembre, quindi abbiamo avuto modo, su più tavoli, in
più momenti e poi nelle ultime settimane anche in Commissione, di approfondire
i vari testi; era, però, un percorso già tracciato da un anno, che fa parte di
un dibattito ormai ampiamente condiviso e sempre più reclamato dai territori.
Credo che
non approvare oggi questo testo o, comunque, non avviare la discussione ed
approvarlo domani, rappresenti un segno di grande debolezza della politica.
Non parlo
della maggioranza dei due terzi, perché
non faccio affidamento sui due terzi, nel senso che per me questo aspetto è
marginale. Poi, così come fu per l’Afor, se qualcuno si vuole assumere la
responsabilità di non approvare le grandi riforme della Regione, lo faccia
pure, però io, da politico calabrese, penso che oggi abbiamo una sola strada,
quella di approvare questo testo, anche domani ed avere tutto il tempo per
apportare ulteriori modifiche, recepire ulteriori contributi; non possiamo,
però, superare la data del 30 aprile, che per noi è fondamentale.
Questo testo, questa riforma va approvata e va offerta come momento di
valutazione ai calabresi, per dimostrare che non ci sono stati tentennamenti,
che non ci sono ripensamenti, ma che c’è la ferma volontà di approvare un testo
che consenta di tagliare i tanti sperperi che ci sono negli enti sub regionali,
che noi abbiamo notato e che oggi abbiamo l’esigenza e la necessità di porre
all’attenzione anche dell’opinione pubblica e non soltanto del Consiglio
regionale.
Il
Presidente della Giunta proponeva di continuare oggi nella discussione generale
del provvedimento e domani, magari alle ore 10,30, 11,00 – definiamo l’orario –
ci potrebbe essere, prima di entrare in Aula, una Conferenza dei capigruppo per
valutare gli emendamenti pervenuti e l’articolato al fine di recepire delle
riflessioni che possono venire da parte della
minoranza e poi, finita la Conferenza dei capigruppo, arrivare in Aula
in maniera spedita ed approvare il provvedimento entro domani.
Mi sembra
che sia una proposta, se la minoranza è d’accordo, che si potrebbe condividere;
oggi possiamo procedere con la discussione di merito del provvedimento e poi,
domani mattina – definiamo l’orario preciso – si terrà la Conferenza dei
capigruppo, per valutare gli emendamenti presentati; possiamo anche lasciare
aperto il termine per la presentazione degli emendamenti fino a domani mattina
alle ore 10,00, poi magari vederci in Conferenza dei capigruppo, esaminare l’articolato
e gli emendamenti per una discussione generale, per poi andare in Aula e votare
il provvedimento, con l’auspicio di arrivare alla sua approvazione – perché no?
– all’unanimità.
(Interruzione)
Domani
mattina potremmo fare una Conferenza dei capigruppo, alle ore 11,00, se siete d’accordo,
e poi approvare il provvedimento ed arrivare in Aula.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.
Voglio
ribadire alcune cose, anche in virtù dell’intervento che ha fatto poc’anzi
il Presidente della Giunta regionale.
Non c’è dubbio che questo provvedimento sia utile alla Calabria; anche
in Commissione abbiamo dichiarato che siamo disponibili ad un ragionamento che
ci porta a condividere questo provvedimento legislativo; è notorio, è agli atti
e il Presidente Caputo ci può dare atto della disponibilità di discussione anche
in Commissione ma, Presidente, bisogna capire la disponibilità della
maggioranza a recepire alcuni ragionamenti che noi già abbiamo fatto in
Commissione; secondo noi questo provvedimento va rafforzato nella proiezione di
essere utile alla Calabria e soprattutto vanno individuati altri provvedimenti
che sicuramente proporremmo domani sotto forma di emendamento, al fine di dare
un quadro compiuto al provvedimento stesso.
Se questo è, penso che già nella Conferenza dei capigruppo si arriverà
ad una mediazione, reale nell’interesse della Calabria, per approvare un
provvedimento che sia utile veramente al riordino della Regione, altrimenti non
ha senso portare avanti una discussione, perché da ora fino a domani la
posizione non cambierà.
Poiché abbiamo già dato a monte la nostra disponibilità a voler
colloquiare per dare un contributo fattivo a questo provvedimento di legge,
siamo qua ad accogliere di buon grado questa proposta, se l’orientamento della
maggioranza, rispetto anche alle proposte della minoranza, è ragionare in modo
compiuto sugli interessi della Calabria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.
A noi non è
sfuggito lo sforzo del presidente Scopelliti, al di
là di qualche inevitabile richiamo alla recente e – perché no? – anche meno
recente storia della Regione Calabria; non è sfuggito il senso di affrontare la
questione in termini istituzionali come conviene al Presidente della Regione e
ci auguriamo che, pur nelle diversificazioni di merito che da qui alla fine di
questa legislatura continueranno ad esserci, questo reciproco rispetto
istituzionale permanga e si rafforzi.
Con molta sincerità, dobbiamo dire
che i punti di differenziazione sono tuttora notevoli e, se dobbiamo essere
sinceri fino in fondo, la tempistica proposta ci sembra un minus, ma i latini dicevano ad
impossibilia nemo tenetur. Se
da parte vostra questa è l’apertura, oltre che istituzionale, temporale, ne
prendiamo atto.
A questo
punto, che si tenga la Conferenza alle 12,00, perché non ci sono Nembo Kid
nella maggioranza, non ci sono per nulla dei Rambo nella minoranza, quindi
continui il dibattito, ci saranno gli
emendamenti, valuteremo domani il tutto, nella speranza di poter trovare punti
di sintesi, ma consapevoli che su molti aspetti partiamo – scusate la cacofonia
– da punti di partenza molto distanti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.
Avrei potuto evitare di intervenire perché il collega Principe ha già detto. Sia la
proposta di aggiornamento del collega Maiolo sia le considerazioni espresse dal
collega Principe evidenziano non un tentativo dilatorio da parte nostra ma un richiamo alla responsabilità di tutti,
soprattutto ai consiglieri di maggioranza, affinché su alcune questioni di
merito si possa valutare con attenzione il testo che è sottoposto all’esame del
Consiglio regionale, al fine di evitare errori e, anziché andare in una
direzione riformatrice, compromettere non solo il percorso di riforma ma
aggiungere nuovi problemi ai vecchi e persino elementi di contenzioso. In più,
se guardate gli emendamenti che ci sono stati sottoposti, firmati dai colleghi
di maggioranza, non di minoranza, alcuni pongono questioni che pesano come
macigni.
Se questi emendamenti si
sono posti e sono stati firmati dai colleghi di maggioranza vuol dire che le
questioni esistono e molti di essi li condivido perché, molto probabilmente, il
testo, in alcune sue parti, è lacunoso rispetto ad alcuni problemi che si
pongono nell’ambito del processo riformatore.
Ho ascoltato anche il
Presidente della Giunta regionale – l’ha già detto il consigliere Principe – ed
il senso che dà al modo di procedere. Mi pare che non ci sia un diniego alla
proposta che ha avanzato il consigliere Maiolo, cioè non stiamo discutendo si o
no ad un aggiornamento ma stiamo trovando il metodo su come andare avanti. Sia
chiara una cosa: accettiamo il percorso indicato dal presidente Scopelliti anche per
presentare eventualmente nuovi emendamenti. Del resto questo è già avvenuto senza che
lo si decidesse in Aula perché qui c’è pervenuto un emendamento che è stato
presentato qualche minuto fa.
(Interruzione)
No, è firmato ma è atto ufficiale, non ricadiamo io e lei
in questa querelle -per carità di
patria!- su chi firma e su come si firma l’emendamento. In effetti non è
firmato, ha ragione lei, ma è pervenuto questo emendamento che salvaguarda e
tutela il diritto di ognuno di noi a presentare emendamenti; il problema, però,
non è quello di fare una gara nel presentare gli emendamenti ma di capire,
soprattutto sulla base della volontà del Presidente della Giunta, quale sia l’orientamento
della Giunta regionale su alcuni punti per andare a legiferare in Aula. Penso,
ad esempio, al destino di certa quota di personale di enti che vengono soppressi
e posti in liquidazione. Non so se sia previsto negli emendamenti che sono
stati presentati perché il testo non prevede qual è l’orientamento della
Giunta. E’ necessario un minimo di discussione, può anche essere la Conferenza
dei capigruppo, va bene, un minimo di confronto secondo me è utile. La proposta
del consigliere Maiolo, quindi, è da interpretare come un volersi assumere la
responsabilità da questa parte a fare le riforme e a farle bene. Ciò che
significa? Che domani mattina, Presidente, la Conferenza dei capigruppo deve
lavorare davvero.
E’ forse più utile la Conferenza dei capigruppo che l’Aula,
in modo che lì si possa lavorare anche sui testi, vedere gli emendamenti e
riformarli, senza fretta e senza anteporre esigenze di chiusura ad ogni costo
per strozzare il dibattito del Consiglio regionale. Anche se dobbiamo chiedere
parere al Servizio legislativo, se serve un’ora in più ce la prenderemo ed è
questa la nostra preoccupazione. Se questo è, per noi va bene il percorso che è
stato indicato e l’ha già detto il consigliere Principe. Ho voluto solo fare
questo richiamo al fatto che avvertiamo il dovere di dire stiamo attenti: ci
sono cose che vanno viste meglio e bene, anche per quello che voi stessi ci
state dicendo con gli emendamenti.
E poi l’altro aspetto qual è? E’ bene che forse risponda
il Presidente del Consiglio regionale secondo la sua interpretazione e quella
degli uffici. Quali sono i punti su cui è richiesta la votazione a maggioranza
qualificata dei due terzi, secondo lei? Perché secondo noi è assai generale, è
il provvedimento che comunque la richiede ed anche sui singoli articoli potrebbero
esserci, probabilmente, problemi se l’approvassimo a maggioranza semplice.
Valutiamo e ragioniamo insieme.
Riassumo il lavoro di questi giorni: oggi si continua
col dibattito generale sulle riforme, quindi sentiremo la relazione del
relatore, del sottosegretario Sarra e poi l’intervento dei rappresentanti dei gruppi.
Possiamo indicare il termine ultimo per gli emendamenti che i consiglieri vorranno presentare alle ore 11 di domani
mattina. Seguirà
poi la Conferenza dei capigruppo alle 12 e, non appena questa sarà conclusa, la
seduta d’Aula, dove verranno esaminati l’articolato e gli emendamenti e si
provvederà alla votazione del progetto di legge. Se siamo d’accordo su questo
percorso possiamo procedere con la discussione generale.
Il
consigliere Grillo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione per poi
procedere al dibattito. Invito i colleghi a prendere posto e a fare un po’ di
silenzio nell’ascoltare la relazione.
Grazie, Presidente,
colleghi consiglieri. Con il
riordino e la semplificazione degli enti strumentali, delle fondazioni e delle
proprie quote nelle società partecipate, la Regione Calabria si propone una
serie di obiettivi, anzitutto il
contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica mediante fusione,
accorpamento e soppressione degli stessi enti, aziende, fondazioni, agenzie,
società e consorzi comunque denominati con esclusione di quelli operanti nel
settore sanità.
L’esigenza
di intraprendere una
maggiore integrazione tra l’attività regionale e quella delle autonomie locali, attraverso una migliore
organizzazione funzionale degli enti in via di costituzione; la riduzione degli
oneri organizzativi, procedimentali e finanziari, nel contesto dei processi di
riforma volti al rafforzamento dell’efficacia dell’azione amministrativa; un
unico organo responsabile amministrativamente per gli enti strumentali
accorpati, allo scopo di assicurare l’unitario esercizio dei servizi e delle
funzioni amministrative.
Va notato
che l’obiettivo della riduzione degli oneri finanziari a carico del bilancio
regionale è perseguito in coerenza a quanto disposto dall’articolo 9 della “spending
review”. Si evidenzia, inoltre, che la Regione Calabria, già con
legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012 - collegato
alla finanziaria per l’anno 2013 - ha
provveduto, nell’ottica di realizzare la riduzione degli oneri finanziari degli
enti sub-regionali, per come indicato all’articolo 9 comma 1 della “spending
review”, a garantire la riduzione del 20 percento dei
trasferimenti regionali a tali enti. Gli enti coinvolti nel
riordino, in base all’articolo 2 della presente proposta di legge, sono: Consorzi provinciali per le aree di
sviluppo industriale; Fondazione Field,
istituita dalla legge regionale 26 giugno 2003, numero 8; Aziende per l’edilizia
residenziale, le Aterp; Enti di gestione dei cinque Parchi Marini Regionali; Fondazione Calabria Film Commission; Ente fiera di Cosenza; Fondazione Calabresi nel mondo;
Fondazione Mediterranea Terina; Sial
Servizi S.p.A.; Calabria Impresa & Territori srl; Comac e Comalca.
Gli enti,
aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi, comunque
denominati, sono riordinati, accorpati, fusi o soppressi per materie omogenee e
secondo criteri generali di economicità,
efficacia ed efficienza. In
particolare gli enti accorpati presenteranno un unico bilancio, saranno
soggetti al controllo di legittimità e di gestione - quindi anche di merito - da
parte della Regione.
In base
al principio di economicità, è possibile ipotizzare che verranno via via
dismesse le attività suscettibili di causare rilevanti perdite di esercizio.
Passando
ora ad esaminare l’articolato, dopo l’articolo 1 (Finalità del riordino) e l’articolo 2 (Accorpamento, fusione, liquidazione e riordino di enti) dei quali si è già detto, l’articolo
3 (Norme procedimentali) prevede un percorso da
concludersi in nove mesi. Infatti, entro sessanta
giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Presidente della Giunta
regionale nomina un commissario con poteri di amministrazione ordinaria e
straordinaria per ciascun ente conseguente agli accorpamenti.
Il
commissario, scelto di norma tra i dirigenti della
Regione Calabria, senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale,
entro novanta giorni dalla nomina provvede a redigere una relazione
tecnico-economica per ciascuno degli enti accorpati, e ne cura la trasmissione
al Presidente della Giunta regionale. Entro i successivi centoventi giorni, con
decreto del Presidente della Giunta regionale, da adottare previa deliberazione
della Giunta regionale, sulla base di conforme parere rilasciato dalle
competenti Commissioni consiliari, si provvede: all’istituzione dell’ente
regionale conseguente alla procedura di accorpamento; al conferimento dei beni
mobili, immobili, strumentali con le inerenti risorse umane, finanziarie e
patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi degli
enti accorpati. L’articolo 3 prevede, infine, che le funzioni attribuite agli
enti accorpati continuano ad essere esercitate con le relative risorse umane,
finanziarie e strumentali. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli
enti accorpati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva la
posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza all’atto
del trasferimento all’ente incorporante.
L’articolo
5 (Nomine, requisiti e compensi) stabilisce, ai sensi dell’articolo
34, comma l, lettera e), che sia il Presidente della Giunta regionale a
nominare degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui alla
presente legge di riordino, previo bando pubblico e valutazione da parte di una
commissione. Il comma 2 stabilisce i requisiti di professionalità che devono
possedere i componenti degli organi monocratici e collegiali in relazione all’incarico
da ricoprire ed all’importanza dell’ente. I commi 3 e 4 stabiliscono le
incompatibilità che impediscono il conferimento degli incarichi.
Nel caso
i nominati siano esterni al personale della Regione, nel provvedimento di
nomina è determinato il compenso lordo. I relativi oneri gravano sui bilanci
degli enti riordinati.
L’articolo
6 (Organi del Consorzio regionale per lo sviluppo delle
attività produttive) disciplina il nuovo assetto dei cinque enti accorpati in uno,
stabilendo, anzitutto, che vi siano un unico Direttore generale e un revisore
unico dei conti (più un supplente) istituendo il Comitato di programmazione, la
cui composizione è specificata al quarto comma. I compiti, le funzioni e l’organizzazione
degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dal
Consorzio regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.
Sono
previsti, rispetto ai bilanci 2010: riduzione compensi dei componenti del
Consiglio di amministrazione e revisioni per 1.620.000,00 mila euro; riduzione
altri costi degli organi sociali (rimborsi, spese, ecc.) per € 560 mila;
riduzioni costi direzione e consulenza per 1.400.000,00 mila euro;
efficientamento (5 per cento del totale costi correnti) per 240 mila euro. Il
tutto per un risparmio complessivo di € 3 milioni 900 mila.
L’articolo
7 istituisce l’Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale, che accorpa le cinque Aterp
oggi esistenti. La sede
legale è nella città di Catanzaro ma l’Aterp unica è articolata in unità
operative ubicate nelle città di: Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo
Valentia. Essa opera quale ente tecnico operativo a supporto delle attività del
dipartimento lavori pubblici della Regione Calabria. Sono organi dell’Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale: il Direttore
generale; il Comitato di indirizzo; il revisore unico dei conti e un revisore
supplente. Sulla base di tale accorpamento si prevede: riduzione componenti del
Consiglio di amministrazione e revisioni per € 2 milioni 700 mila. Stima complessiva risparmi sui bilanci per € 2 milioni 132 mila e 475.
L’articolo
8 (Azienda Calabria Lavoro) prevede e disciplina l’accorpamento
della Fondazione Field all’Azienda Calabria Lavoro. Si tratta di un
accorpamento fra due enti omogenei. Infatti, l’Azienda Calabria Lavoro, svolge,
oltre alle funzioni istituzionali attribuite dalla legge regionale 19 febbraio
2001, numero 5, quelle proprie della Fondazione FIELD a seguito dell’incorporazione.
A mente del comma 6, Azienda Calabria Lavoro opera in integrazione con il
dipartimento lavoro e con il dipartimento cultura ed istruzione della Regione
Calabria e raccorda la propria azione con tutti i soggetti, sia pubblici che privati,
che operano in campi di intervento
analoghi, affini o complementari, attivando le opportune forme di cooperazione
e collaborazione. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente
legge gli organi della Field decadono. Il taglio dei costi stimato è pari ad € 161 mila rispetto al 2012.
L’articolo
9 (Ente per i Parchi marini regionali) accorpa in un solo ente i
cinque Parchi Marini regionali creati con altrettante leggi del 2008 e finora
mai entrati in piena operatività. L’Ente per i Parchi marini regionali è
preposto allo svolgimento di funzioni tecnico-operative e gestionali nel
settore della tutela dei beni ambientali, con particolare riferimento ai parchi
marini regionali con sede in Catanzaro. Il comma 5 prevede che l’Ente per i
Parchi marini regionali si raccordi, in modo organico, con il dipartimento
ambiente ed il dipartimento urbanistica e governo del territorio della Regione
Calabria. È previsto in questa circostanza un risparmio di € 147.200 rispetto alla dotazione prevista per l’anno 2013
(€ 36 mila 800 di dotazione per ogni parco regionale marino), in seguito all’accorpamento
di quattro parchi in uno unico. Il risparmio è pari ad € 184 mila rispetto all’anno
2012 (dotazione di € 46 mila per ogni parco marino regionale).
L’articolo
10
(Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale) prevede la soppressione
della Fondazione Calabria Film Commission, alla quale nell’anno 2012 era stata
garantita una dotazione di € 1 milione
(capitolo di bilancio 52010253), con il passaggio delle funzioni e della
dotazione finanziaria stessa all’istituenda Agenzia regionale per il marketing
turistico e territoriale regionale.
L’articolo
11
(Procedura di liquidazione dell’Ente
Fiera di Cosenza) prevede la messa in
liquidazione dell’Ente Fiera di Cosenza, con un risparmio rispetto alla
dotazione del 2012, di € 150 mila.
L’articolo
12
(Fondazione Calabresi nel mondo: cessazione) disciplina la cessazione della Fondazione
Calabresi nel Mondo, secondo le norme del proprio statuto e della vigente
normativa in materia, con un taglio dei costi pari ad € 200 mila rispetto a quelli previsti nel bilancio di
previsione del 2013.
L’articolo
13 (Servizi ed assistenza finanziaria alle imprese), comma 4, prevede il
trasferimento della partecipazione posseduta dalla Regione Calabria nella
società Comalca Srl alla Fincalabra S.p.a. Ad oggi tale quota di capitale
risulta essere di euro 1 milione 400 mila. E’ previsto, peraltro, uno
stanziamento di euro 482 mila per spese di copertura del leasing.
L’articolo
14, (Agricolture,
montagne e foreste), comma 2,
prevede la soppressione della figura del Garante per la caccia, con un
risparmio complessivo di € 80 mila, quale indennità precedentemente prevista
per lo stesso.
L’articolo
15 (Procedura di
liquidazione della SIAL servizi S.p.A.) prevede la soppressione della Società in house Sial Servizi S.p.a.,
per la quale nel bilancio di previsione 2013 sono stati stanziati € 72 mila. Gli articoli 16 e 17 stabiliscono il sistema dei
controlli di legittimità e di gestione che la Regione eserciterà sui nuovi
enti.
L’articolo
18 (Finanziamento delle attività) stabilisce che gli enti
regionali conseguenti alle procedure di accorpamento di cui
alla presente legge utilizzino le dotazioni umane e
patrimoniali loro attribuite a seguito delle procedure di accorpamento.
L’articolo 19 (Risorse umane e strumentali) prevede che per lo svolgimento dei compiti
istituzionali, gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento di
cui alla presente legge sono dotati di proprio personale tecnico,
amministrativo e operaio, nel rispetto di quanto stabilito nei rispettivi
regolamenti di organizzazione.
L’articolo 20 (Controllo di gestione e sistemi contabili) è una norma di carattere generale che
stabilisce il sistema dei controlli di gestione e di contabilità.
L’articolo 21 (Revoca e scioglimento) stabilisce le sanzioni per gli organi di gestione e di revisione.
L’articolo
22 (Adozione degli statuti e dei
regolamenti) prevede
che gli statuti dei nuovi enti siano adottati entro 30 giorni dalla loro
costituzione.
L’articolo
23 (Modifiche e integrazioni alla
l.r. 20/1999) prevede
modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 20 del 1999 (Istituzione
Agenzia per la protezione dell’ambiente della Calabria), tra le quali la
riduzione del numero dei revisori dei conti ad uno (oltre il supplente) e di un
Direttore generale. Con specifico riguardo ai costi per gli organi di
amministrazione e controllo dell’Arpacal, gli stessi sono desumibili dalla
proposta di bilancio di previsione dell’Arpacal per il 2013 che contiene le
seguenti previsioni: spese per il collegio dei revisori € 75 mila; spese per il
Presidente più Consiglio di amministrazione € 79 mila. Prevedendo, la proposta
di legge in argomento, la riduzione del numero dei revisori da tre a uno, il
costo effettivamente da contemplare sarà pari ad € 25 mila con un risparmio di
quasi € 50 mila. Con la riforma de qua non sono più previste
le figure del Presidente e del Consiglio di amministrazione, con un risparmio
di € 79 mila, precedentemente
previsti dal bilancio di previsione Arpacal.
In
conclusione, la proposta di legge prevede una netta riduzione dei costi e un
congruo risparmio sugli oneri finanziari quantificabile da 10 a 15 milioni di
euro direttamente
ed indirettamente a carico del bilancio regionale. La norma finanziaria
assicura la disponibilità di euro 100 mila attraverso l’utilizzo dello
stanziamento di bilancio 2013. L’articolato è stato approvato a maggioranza in
prima ed in seconda Commissione consiliare regionale. Grazie, Presidente.
Grazie al
consigliere Grillo per la relazione sul provvedimento. Darei adesso la parola
al sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa, Sarra, che ha
seguito fin dall’inizio il provvedimento, confrontandosi sia in Commissione sia
con gli organismi deputati, ascoltando per un confronto di merito anche, uno
per uno, i singoli enti e le organizzazioni sociali.
Prego,
sottosegretario Sarra. Chi intende intervenire potrà iscriversi.
Grazie,
Presidente. Intervenendo a questo punto del dibattito dopo la relazione del
consigliere Grillo, mi permetto, evitando di ripetere quello che ha già
evidenziato da par suo, di svolgere una relazione di carattere generale
introduttiva all’approvazione di una legge che riguarda il riordino di tutti
gli enti regionali, di tutti i settori, di tutti i compartimenti che compongono
l’architettura istituzionale regionale ad esclusione del settore sanità.
Ritengo
doverosa una premessa: quella di esprimere un principio che è stato quello che
ha sostenuto, in qualche modo, sin dall’inizio il lavoro della Giunta regionale
su questa proposta di legge, cioè quali sono i pilastri culturali che
presiedono al lavoro che è stato fatto in Giunta dalla unione operativa delle
riforme, dalla competente Commissione consiliare, dalla Commissione presieduta
dal consigliere Caputo e, poi, in seconda Commissione.
Credo che
questa proposta di legge – lo dico con serenità e senza tema di smentita –
rappresenti assolutamente una risposta a quelle che sono le rinnovate esigenze della
collettività calabrese.
Qual è l’inversione
di tendenza sostanziale che abbiamo inteso realizzare? Apro qui una parentesi:
al di là dei tecnicismi, poi, ci soffermeremo, richiamando le norme statutarie,
in particolare l’articolo 16 e l’articolo 54 che stabiliscono le competenze del
Consiglio e la necessità delle maggioranze che devono, in qualche modo,
presidiare una approvazione a seconda dei rispettivi casi e del coinvolgimento
o meno degli altri enti.
Dicevo:
qual è l’esigenza di carattere culturale? Come dimostrano le recenti ricerche
sull’austerità e sulle politiche del rigore, che in questi ultimi anni hanno
caratterizzato anche la politica nazionale, i loro riflessi hanno avuto degli
effetti sulle politiche del cosiddetto welfare.
Signor
Presidente della Giunta regionale, mi sono permesso, allora, di richiamare, già
durante i lavori che hanno preceduto questi del Consiglio regionale, un
articolo godibilissimo che è illuminante in questa direzione e porta la
prestigiosa firma di un importante nome dell’economia che è Giuliano Amato, in
questi giorni indicato alla carica di Ministro e, fino a qualche tempo fa,
super Ministro dell’economia. Articolo che analizza i risultati dell’economia
di rigore e di austerità sulle politiche del welfare.
Perché faccio
questo richiamo? Perché a più riprese abbiamo presentato questa proposta di
legge come di riforma degli enti ma in qualche caso, in maniera assolutamente
semplificativa e forse anche banale, è stata presentata come proposta di legge
che taglia soltanto gli enti. Eppure credo che il mandato, la delega che
presiede a questo lavoro consiliare, non sia quella del taglio sic et
simpliciter degli enti o dei costi degli stessi ma sia, anche e
soprattutto, una politica di razionalizzazione della spesa perché non c’è un
taglio che è effettuato in maniera miope, oserei dire in maniera cieca ed
assoluta, ma viene esercitato un taglio nel senso della razionalizzazione degli
enti. Bene è stato fatto anche in questa sede dal Governatore, richiamando
quell’introduzione che avevamo già elaborato a dicembre dello scorso anno in
cui abbiamo detto “semplificando la legge di riordino approveremo una legge in
cui, secondo il principio della sussidiarietà, avremo un ente per ogni area di
intervento regionale”. Così è stato fatto, così è stato assolutamente
predisposto e così in maniera assolutamente consequenziale abbiamo operato
salvaguardando tutti i settori che compongono la vita amministrativa della
Regione.
Volevo
fare una premessa in questo senso: qual è il risultato delle politiche di
rigore, così come sono state poste in essere sin qui? Amato in questa sua
riflessione, a voce alta, non ha problemi ad ammettere che la riforma di
austerità, nel senso che sin qui è stato posto in essere, secondo le direttive
di Alberto Alesi e delle relazioni che sono state elaborate dalla Commissione
europea da Carmen Reinhart e Kenneth
Rogoff, è risultata addirittura inficiata da errori matematici. Ciò significa
che tutto quello che questa impostazione aveva determinato ha portato ad una
serie di errori consequenziali perché, come un sillogismo, onorevoli, era
errata la parte fondamentale, il presupposto su cui poggiavano i ragionamenti
successivi. Allora, se così è, credo che quello che la Commissione europea ha
dovuto registrare, ponendo in qualche modo in essere un atteggiamento più
morbido rispetto alle politiche di rigore, concedendo i due anni in più alla
Spagna per il piano di rientro, significa una presa d’atto.
Non si può accettare ad ogni costo una politica di rigore ma bisogna
trasformare una politica di razionalizzazione finalizzata alla crescita. E’
questo che in maniera molto umile il provvedimento vuole attuare. Una
razionalizzazione attraverso una diminuzione della spesa che non viene fatta in
maniera miope ed ottusa ma in maniera razionale, appunto, per ottenere una
riforma decisa e rigorosa finalizzata all’ottenimento delle politiche che
realizzeranno veramente quelle politiche di welfare per la Calabria.
Questo è quel che presiede alla riforma.
La Regione Calabria è la prima ed in questo senso la proposta non può
non essere approvata - così come abbiamo già effettuato nelle Commissioni – con
la condivisione di tutti. Condivido il ragionamento che precede questo mio: non
può non esserci una condivisione assoluta, una unanimità per un provvedimento
di questo genere, con tutti gli aggiustamenti del caso; per carità, non c’è
nessuna presunzione di perfezione, è un provvedimento che va sicuramente
migliorato, può essere sicuramente migliorato col contributo di ogni
consigliere ma da questo punto di vista l’esigenza che dà vita a questo
provvedimento è una esigenza che non può non essere condivisa.
Se così è, allora, abbiamo una prova provata della bontà delle nostre
azioni. Le relazioni della Corte dei conti che hanno introdotto il documento
economico-finanziario del 2013 hanno notato una diminuzione della spesa
pubblica del 2 per cento con una riduzione, rispetto al passato, cioè al
triennio precedente 2007/2010, che invece registrava un aumento fino al 10 per
cento ma questo aumento, miglioramento e riduzione della spesa pubblica –
attenzione – non ha registrato un miglioramento del Pil (prodotto interno
lordo) regionale. Lo realizzeremo, invece, attraverso questo tipo di intervento
che è un intervento che agisce ed effettua una serie di azioni sul Pil
regionale. Allora questo è: realizzare questo tipo di interventi per inaugurare
un processo di crescita che è l’unica possibilità di sviluppo. Non pretendiamo
di dettare l’agenda a nessuno ma quello che la Calabria sta facendo, inaugurando
questo percorso, è da valutare con grande attenzione anche da parte di una
opposizione che, in questo senso, in questa direzione non può avere una
posizione preconfezionata e sono convinto che così non è.
Scusatemi, allora, un solo passaggio: realizziamo – come ha giustamente
detto il consigliere Grillo – una Regione agile e snella, una Regione che,
appunto, si sostanzierà secondo il meccanismo della sussidiarietà che abbiamo
applicato in maniera rigorosa ed assoluta, prevedendo che per ogni settore ci
sarà un ente che manteniamo in vita accorpando, fondendo tutte le strutture
precedentemente esistenti, secondo un malinteso principio della
parcellizzazione dell’attività amministrativa che oggi non ha più senso.
Quando, allora, viene chiesto giustamente in Commissione: riuscite a
dare una valutazione precisa - al di là dei dati che sono stati sciorinati dal
consigliere Grillo – o un dato preciso ed esatto sui risparmi che derivano dall’attuazione
di questa riforma? È la risposta che interessa un po’ tutti e possiamo dire che
esiste un dato minimo dal quale partire ma la percentuale di efficientamento
delle strutture che verrà determinata e che partirà dall’approvazione e dalla
attuazione di questa norma realizzerà dei risparmi ulteriori che, stando agli
studi che abbiamo eseguito, è superiore al 4 per cento del risparmio generale
già conteggiato. Un intervento importante, quindi, in termini di risparmio ma
anche un intervento che determinerà l’esistenza di strutture che offriranno
servizi reali alle imprese, di strutture che offriranno servizi finanziari alle
imprese, di strutture che, finalmente, interverranno nel settore dell’ambiente.
E un’attenzione particolare, con tutte le attenzioni che il caso
merita, mi permetto di chiedervela sulla istituenda Agenzia di marketing
territoriale che è una grande novità voluta da questo Esecutivo. In termini
tecnici abbiamo risolto, poi, i problemi che riguardavano l’approvazione del
provvedimento in Commissione perché non entro nel merito dei tecnicismi della autorizzazione
a procedere alla Giunta regionale a tutti gli atti necessari e consequenziali.
Sono aspetti tecnici che da questo punto di vista, credo, non interessino l’Assemblea.
All’Assemblea, credo, interessi quello che questa Agenzia determinerà, che è
quello che, in qualche modo, a più riprese, è stato chiesto a gran voce in
quest’Aula così come fuori.
Si è sempre parlato della mancata valorizzazione del brand
Calabria, della incapacità di offrire all’esterno una valutazione del brand
Calabria, della incapacità di “vendere” il brand Calabria all’esterno.
Ebbene, l’intuizione importante e assolutamente straordinaria – mi permetto di
sottolineare ciò in questa sede – è quella di creare un soggetto che avrà poi,
se vi interessa, le caratteristiche tecniche dell’ente strumentale, al di là
del nome di Agenzia, che riuscirà attraverso la interdipartimentalizzazione dei
servizi ad operare, garantendo proprio questo: la possibilità di portare il
marchio Calabria all’attenzione degli operatori economici e commerciali, degli
operatori istituzionali. Non mi sembra una rivoluzione di poco conto. E allora
se questo è, se queste sono le mosse dalle quali partire, a gran voce ma con un
atteggiamento di umiltà, credo che il lavoro che è stato inaugurato in
Commissione e che, devo dire, ha portato al recepimento di una serie di
emendamenti che – non trovo difficoltà a dire – hanno sicuramente reso il testo
migliore e sicuramente più efficace dal punto di vista dell’azione
amministrativa, debba assolutamente trovare compimento attraverso il voto e la
collaborazione che, in qualche modo, mi par di capire, troverà spazio anche in
quest’Aula.
Credo che, al di là delle considerazioni che ho esposto, un
atteggiamento costruttivo, lontano da dinieghi preconfezionati, debba caratterizzare
il lavoro di quest’Aula.
In questi giorni abbiamo assistito ad una serie di eventi straordinari
ed importanti anche e soprattutto per il nostro Paese. E svolgere un’opera di
legislazione attenta, intervenendo fuori da un contesto, non credo che abbia
senso perché ogni legge è figlia del tempo. Bodelaire diceva che il modo
migliore per dimenticare il tempo è impegnarlo. Non c’è un atteggiamento
migliore e più costruttivo da questo punto di vista se non quello di impegnare
il tempo per migliorare le condizioni della propria terra, anche il commento,
che in questi giorni veniva fatto ad una atteggiamento oltranzista, moralista
ad ogni costo, che tante conseguenze negative ha portato anche nel nostro Paese;
penso, ad esempio, all’atteggiamento del moralismo preconfezionato di chi deve
dire no ad ogni costo, di chi deve essere ad ogni costo alla opposizione,
malgrado le proposte di scongelamento. Chiaramente il mio non è un riferimento
che va a quest’Aula.
Sono convinto che alcuni atteggiamenti sono assolutamente lontani e,
anzi, il lavoro che è stato svolto in Commissione non solo mi consiglia ma mi
offre certezza di lavoro diverso. Mi fa pensare ad un discorso che qualche
tempo fa è stato pronunciato dall’allora Cardinale Ratzinger, in occasione di una
messa che è stata tenuta a Bonn, nella cattedrale della città, e rivolta a
tutti i deputati cattolici. In sintesi, la premessa qual era? Oggi per un
cattolico impegnato in politica non ha più senso una impostazione divina del
potere perché questo era quello che avveniva in epoca pre-cristiana dove il
potere aveva, appunto, una caratterizzazione assoluta. Il consigliere Nucera
non è presente in Aula ce lo insegnerebbe.
(Interruzione)
Nel messaggio di De Gasperi e di Sturzo vi sono addentellati tanto cari
al consigliere Nucera.
Dicevo, la concezione lontana e laica del ruolo dei cattolici in
politica è lontana dal totalitarismo. Per effettuare, allora, un richiamo
affettuoso, cordiale alla dignità del ruolo ed alla responsabilità del ruolo di
un legislatore mi permetto di leggere testualmente un passaggio che credo sia
significativo e qualificante del discorso dell’allora Cardinale Ratzinger ed è
un discorso che è stato richiamato da Antonio Socci nelle pagine di Libero di
qualche giorno fa e per questo di straordinaria attualità, anche se il discorso
era del 1981 e poi inserito in un testo che, invece, è stato pubblicato molto
tempo dopo. Dice testualmente Ratzinger “Essendo stato il Cristianesimo a
portare la laicizzazione dello Stato e della politica sono rispuntate le
ideologie ed i totalitarismi e tramontate le ideologie sistematiche e
totalitarie del ‘900, una analoga tentazione di messianismo politico continua a
permanere oggi nei fondamentalismi, negli utopismi moralisti e giacobini, nei
fanatismi manichei che vedono in una parte politica il bene assoluto e nella
parte avversa il male assoluto”.
Credo che una impostazione di questo tipo debba consigliare degli
atteggiamenti diversi da quelli che abbiamo registrato, purtroppo, in altre
Aule e che portano poi anche a caratterizzare negativamente la situazione di
disagio e la disperazione che nasce dal disagio stesso. Parlare, allora, di
messianismo politico credo debba essere una tentazione che dobbiamo allontanare
dai nostri interventi.
Oggi ci troviamo di fronte ad una possibilità che è quella di garantire
alla Calabria una regolamentazione, una disciplina diversa e di essere tra i
primi in Italia ad approvare una norma del genere, nel rispetto di quelli che
sono i principi sulla spending review. E qui apro una brevissima
parentesi: è vero che i tempi sono ristretti ed è anche vero che questo
progetto di legge è stato depositato, certo, in una prima formulazione
assolutamente provvisoria già a dicembre dello scorso anno. E’ vero che ci sono
stati in Commissione ed il Presidente Caputo ha calendarizzato tutta una serie
di incontri con tutti gli attori istituzionali e con i Presidenti degli enti
interessati oltre che con le categorie sociali. Voglio dire: il tempo che è
necessario per approvare un emendamento costruttivo c’è. Non voglio ricordare
che in passato le Commissioni venivano convocate ad horas, addirittura
durante lo svolgimento del Consiglio ed è una prassi sulla quale – ne sono
convinto – non era d’accordo nessuno, rispondevano a delle necessità che, oggi,
comunque, abbiamo tenuto lontano da quest’Aula perché c’è stato tutto il tempo
per evidenziare delle posizioni e c’è tutto il tempo per apportare dei
miglioramenti che sono ben accetti e ben vengano da parte della maggioranza,
così come della opposizione.
Ritengo che non si possa per dignità porre il problema della mancanza
di tempo – lo dico in maniera assolutamente serena – perché il tempo c’è stato
e c’è cos’ come c’è la disponibilità di ragionare ancora sugli emendamenti.
Comprendo bene che si tratta di un documento importante, che è destinato
fatalmente a regolamentare questo ente non per il prossimo futuro ma, diciamo,
a tempo indeterminato.
Questa non è una presunzione ma una concreta certezza. Allora se così è
– e credo che così sia – ritengo che questo documento -scusatemi, lo dico con
umiltà e sapete come mi esprimo- non possa e non debba non essere approvato a
maggioranza, al di là di quanto previsto dagli articoli 16 e 54 dello Statuto,
al di là del parere che può giungere dall’Ufficio legale, dall’Ufficio dell’unità
operativa, dall’Ufficio della Giunta regionale.
Credo che qui non si debba perdere la possibilità di superare il manicheismo
insito in alcuni atteggiamenti, la divisione tra il bene ed il male assoluto.
In questo senso la conclusione di Ratzinger che diceva che l’equilibrio ed il
compromesso sano che nasce dall’equilibrio testualmente ci salverà dai
moralisti. Mi permetto di chiudere, allora, così come chiudeva in questo
discorso l’ex Santo Padre: “Se i protagonisti saranno capaci di far
fronte alla grandezza della responsabilità ci sarà, allora, la possibilità
perché un nuovo umanesimo ed un nuovo rinascimento saranno all’orizzonte e l’ambizione
di una nuova pacificazione nazionale troverà finalmente l’alba anche in questo
nostro Paese”. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
E’ aperto il dibattito sulla relazione generale. Non ho iscritti a
parlare sulla relazione del consigliere Grillo. Nessuno si iscrive a parlare.
Il dibattito è chiuso, il Consiglio regionale è aggiornato a domani.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Bilardi, Bruni, Censore.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Grillo – “Modifica alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8 – articolo 20, comma 2” (P.L. n. 455/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.
(Così resta stabilito)
Bilardi, Chiappetta,
Dattolo, Serra - “Istituzione
dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna e
disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna” (P.L. n.
456/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica) della provincia di Cosenza per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R.
n. 127 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 217/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica) della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2013 (Delibera
G.R. n. 128 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 218/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica) della provincia di Crotone per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R.
n. 129 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 219/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’Arcea (Agenzia Regione
Calabria per le erogazioni in agricoltura) per l’anno finanziario 2013 e
pluriennale 2013-2015 (Delibera G.R. n. 134 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 220/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale
pubblica) della provincia di Vibo Valentia per l’anno finanziario 2013
(Delibera G.R. n. 135 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 221/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Regione
Calabria) per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 136 del 22.4.2013)”
(P.P.A. n. 222/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 148 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 223/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro
per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 150 del 22.4.2013)” (P.P.A.
n. 224/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio finanziario 2012 (Deliberazione U.P. n. 24 del 19.4.2013)” (P.P.A. n. 225/9^)
E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Proposta di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: <Modifica dei confini territoriali dei comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia>. Effettuazione del referendum consultivo ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13” (P.P.A. n. 216/9^)
L’onorevole Damiano Guagliardi, eletto nella lista della Federazione della sinistra (Fds) con nota del 24 aprile 2013, acquisita al protocollo generale n. 19114 in pari data, ha fatto presente che ai sensi dell’articolo 13, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio, ha ricostituito il relativo gruppo consiliare.
Con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 33 del 12 aprile
2013, pervenuto in data 26 aprile 2013, protocollo generale n. 19245, si è
preso atto delle dimissioni da assessori regionali
dei senatori dottor Pietro Aiello e dottor Antonio Stefano Caridi.
Con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 35 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile
2013, protocollo generale 19557, si è preso atto delle dimissioni da assessore regionale
dell’onorevole Francescantonio Stillitani.
Con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 35 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile
2013, protocollo generale 19557:
è stato nominato assessore
al lavoro, alla formazione professionale,
alla famiglia ed alle politiche sociali, l’onorevole Nazzareno Salerno;
è stato nominato assessore
alle attività produttive, il dottor Demetrio Arena esterno al Consiglio
regionale;
è stato nominato assessore
all’urbanistica, società dell’informazione, e-governement,
l’onorevole Alfonso Dattolo.
Con decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 36 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile
2013, protocollo generale 19557, è stato nominato sottosegretario alla Presidenza
della Giunta regionale, l’onorevole Giovanni Dima, in sostituzione del dottor
Franco Torchia, dimissionario.
Naccari Carlizzi. Al
Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
con D.D.G.
n. 99 del 29/03/2013, sono state approvate le direttive generali per la
disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale
di livello generale e non generale;
le predette direttive generali disciplinano all'articolo 4 i criteri di
scelta da seguire per il conferimento degli incarichi dirigenziali;
l'articolo 5 al paragrafo 1 nel disciplinare le procedure di conferimento
dell'incarico prevede che il Dipartimento competente rende conoscibili,
mediante pubblicazione, per un periodo non superiore a 15 giorni riducibile a
soli 7 giorni nei casi di urgenza i posti dirigenziali disponibili per la
copertura;
sempre l'articolo 5, al paragrafo 3, attribuisce al Presidente della
Giunta regionale, oltre che all'Assessore al personale, il potere di
individuazione dei candidati all'incarico di dirigente generale, mentre tale
potere di individuazione viene attribuito all'Assessore al personale, oltre che
al dirigente generale per il conferimento degli incarichi dirigenziali di
livello non generale;
lo stesso articolo 5 al paragrafo 10 stabilisce che l'incarico di
dirigente generale è conferito dal Presidente della Giunta regionale con proprio
Decreto "previa deliberazione della Giunta regionale assunta, su proposta
dell'Assessore al personale, previo parere motivato dello stesso
Presidente";
il paragrafo 11 dell'art. 5 prescrive che il conferimento degli
incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale sono conferiti "dal
Dirigente Generale, previa deliberazione della Giunta regionale su proposta
dell'Assessore regionale previo parere motivato del Dirigente generale del
Dipartimento" -:
se il termine non inferiore e 7 e non superiore a 15 stabilito dal
paragrafo 10 dell'articolo 5 stabilito per la presentazione delle domande di
conferimento delle funzioni dirigenziali non sia palesemente insufficiente per
assicurare quella necessaria trasparenza (tra l'altro non si prevedono altre
forme di pubblicità) al procedimento di conferimento delle funzioni
dirigenziali;
se le stesse direttive non lascino eccessiva ed irragionevole potere
discrezionale di scelta dei candidati laddove e non si prevede quella
necessaria valutazione comparativa dei titoli posseduti basata
sull'apprezzamento oggettivo soprattutto delle qualità professionali possedute
dagli aspiranti, come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, nonché la
giurisprudenza amministrativa, escludendo ogni forma di valutazione soggettiva;
se
l'individuazione in capo alla Presidenza della Giunta del potere di
conferimento dell'incarico dirigenziale di livello generale non configura un
"potere assoluto" in capo allo stesso Presidente il quale solo può
liberamente rappresentare quella particolare connotazione che intende
attribuire al ruolo da svolgere al dirigente da nominare e se ciò non è in
contrasto con quanto previsto dalla legge regionale n.31/2002 (art. 10) che
attribuisce alla Giunta tale potere per i dirigenti generali, per cui
sostanzialmente la Giunta sarà chiamata solo a prendere atto di una scelta già
fatta;
se le
direttive emanate costituiscano una violazione dell'articolo 50 dello Statuto
che stabilisce espressamente, al comma 5, che l'attribuzione e la revoca degli incarichi
dirigenziali vanno disciplinati nell'esercizio della potestà legislativa e
regolamentare della Regione e, quindi, non con una mero atto amministrativo
qual è la delibera approvata;
se ritiene
che possa essere revocato l'atto deliberativo assunto che si appalesa
illegittimo sotto vari profili costituendo una devianza abnorme rispetto ai
principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione,
suscettibile di produrre danni risarcibili e un proliferare di contenziosi con
notevoli aggravi di spesa per la Regione.
(353;
29.04.2013)