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IX^ LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

62.

SEDUTA DI LUNEDI’ 29 APRILE 2013

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,37

PRESIDENTE

La seduta di Consiglio è aggiornata ad oggi pomeriggio alle ore 15 per dare la possibilità alla Commissione bilancio, che è in corso, di esprimere il parere sul provvedimento che è all’ordine del giorno e che riguarda il “Riordino delle aziende regionali, degli enti e delle fondazioni e delle agenzie”.

La seduta è aggiornata alle ore 15.

La seduta sospesa alle 12,40 è ripresa alle 15,41

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Non ci sono più comunicazioni, passiamo al primo punto all’ordine del giorno.

Sull’ordine dei lavori

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di prendere posto e di fare un po’ di silenzio. Le do subito la parola, il tempo di ricomporre l’Aula e riportare tranquillità, serenità e silenzio.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, premetto gli auguri di buon lavoro ai nuovi assessori e al nuovo sottosegretario che sono stati nominati in questa settimana.

Ho chiesto la parola, Presidente, per invitarla ancora una volta – l’ho fatto anche alcuni mesi fa e reitero la richiesta – vista anche la richiesta presentatale per iscritto dall’assessore alla cultura, Mario Caligiuri, per quanto riguarda la nomina dei consiglieri regionali sia di maggioranza che della opposizione nella composizione degli organismi delle minoranze linguistiche.

La pregherei di far questo perché è un organismo al momento monco. Se dobbiamo costruire qualcosa è bene che gli organismi siano completati. La pregherei, pertanto, per la prossima seduta di Consiglio di inserire il provvedimento all’ordine del giorno o, perlomeno, di chiedere all’Aula la facoltà di conferirle la delega alle nomine.

Come ritiene più opportuno. Grazie.

PRESIDENTE

Riguardo la nomina dei componenti degli organismi per le minoranze linguistiche, come previsto dalla legge regionale che abbiamo approvato tempo fa, penso che le procedure siano quelle della predisposizione di un bando ai sensi dell’articolo 3, della legge regionale numero 39 del 1995. L’Ufficio di Presidenza, quindi, deve procedere – se non ricordo male – a predisporre un bando dove coloro che sono in possesso dei titoli possono partecipare e poi il Consiglio regionale procederà alle nomine.

Se questa è la procedura, nella prossima riunione dell’Ufficio di Presidenza predisporremo gli atti necessari, per bandire…

Consigliere Tripodi…

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, la legge dice una cosa leggermente diversa.

L’assessore Caligiuri ha già provveduto a convocare gli organismi ed ha già nominato i componenti di sua competenza. Il Consiglio regionale deve nominare un consigliere di minoranza ed uno di maggioranza che facciano parte degli organismi, tutto qua.

C’è una lettera dell’assessore Caligiuri, protocollata mesi orsono, in cui la invitava a dar seguito a queste nomine. Rispetto a questa richiesta presentata dall’assessore Caligiuri alcuni mesi fa mi ero permesso di sollecitare questa nomina.

Reitero ancora la mia richiesta, considerato che all’ordine del giorno non ci sono le nomine né da parte della maggioranza né da parte della opposizione. Tutto qua.

PRESIDENTE

Nella prossima Conferenza dei capigruppo porremo la questione e vedremo di individuare la procedura più rapida ed immediata per completare l’organismo e procedere a definire le nomine per come la legge prevede.

Quindi, nella prossima Conferenza dei capigruppo discuteremo ed arriveremo ad una determinazione.

Vorrei anche io – prima di procedere – da Presidente del Consiglio regionale a nome di tutta l’Assemblea formulare i più affettuosi auguri di buon lavoro ai nuovi assessori; al consigliere Dattolo ed al consigliere Salerno che fino alla settimana scorsa sedevano, da consiglieri regionali, tra i banchi della maggioranza. Vorrei anche dare il più affettuoso benvenuto all’assessore esterno, il dottor Arena, che siede tra i banchi della Giunta regionale. Naturalmente vorrei augurare un buon lavoro, un lieto ritorno, al consigliere Giovanni Dima, nominato sottosegretario.

A tutti va un augurio affettuoso di buon lavoro e speriamo che nei settori delicati di vostra competenza ci possa essere quella spinta propulsiva per andare avanti nella stagione della crescita economica e sociale della Calabria. Quindi, gli auguri più affettuosi a nome del Consiglio regionale.

Interrogazione a risposta immediata numero 321 del 24 gennaio 2013 a firma del consigliere Giordano: “Sugli adempimenti connessi all’avviso pubblico per il sostegno alle Pmi calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre”

PRESIDENTE

Possiamo partire adesso con l’interrogazione a risposta immediata numero 321 del 24 gennaio 2013 a firma del consigliere Giordano: “Sugli adempimenti connessi all’avviso pubblico per il sostegno alle Pmi calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre” che così recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nell’ambito del Por Fesr Calabria 2007-2013, Asse VII - sistemi produttivi, linea di intervento 7.1.4.1 - Pacchetti Integrati di Agevolazioni per sostenere la competitività delle imprese esistenti, la Regione Calabria pubblicava in data 5 giugno 2012 avviso pubblico per il sostegno alle PMI calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al sistema digitale terrestre;

come recita l’art. 1 dell’Avviso si intende a supportare le imprese titolari di emittenti televisive locali:

a) nella transizione delle trasmissioni televisive dal sistema analogico ai sistema digitale terrestre;

b) nell’introduzione delle nuove tecnologie disponibili nel settore della trasmissione televisiva in tecnica digitale al fine di agevolare l’integrazione con il sistema economico e produttivo del territorio regionale e favorire positive ricadute sociali, culturali ed economiche;

l’avviso è teso a favorire, in considerazione degli impatti sociali, culturali ed economici derivanti dal passaggio al sistema digitale terrestre, il rafforzamento del sistema delle imprese regionali operanti nel settore della tele-radiotrasmissione sostenendone, in stretta coerenza con quanto previsto dall’Asse VII del Por Calabria Fesr n. 2007/2G13, l’ammodernamento delle strutture produttive e organizzative, attraverso l’attivazione di investimenti sia materiali che immateriali;

con riferimento alla tempistica prevista per la valutazione dei piani di sviluppo aziendale, l’Amministrazione regionale nomina un Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) composto da esperti con pluriennale esperienza sulle tematiche oggetto di valutazione e del Dipartimento attività produttive della Regione Calabria;

entro 120 giorni dal termine di chiusura dell’Avviso, l’Amministrazione regionale approva e pubblica nel Bollettino Ufficiale, la graduatoria dei Piani di Sviluppo Aziendali ammessi alle agevolazioni e l’elenco delle domande non ammesse, con l’indicazione delle cause di esclusione;

i termini previsti dal bando sono stati superati e, stante l’importanza per il settore televisivo calabrese, lo stesso Presidente della Giunta regionale aveva assicurato che la graduatoria sarebbe stata pubblicata entro il mese di novembre dello scorso anno, ma a tutt’oggi non si sono registrate novità;

i ritardi accumulati stanno determinando situazioni preoccupanti per gli operatori del comparto tenuto conto delle anticipazioni finanziarie affrontate dalle aziende per riconvertirsi al nuovo sistema digitale, difficoltà che hanno portato in molti casi a non poter garantire la retribuzioni dei numerosi dipendenti e giornalisti -:

quale sia lo stato della istruttoria per la valutazione delle domande e i tempi previsti per la pubblicazione della graduatoria, se vi sono ritardi rispetto a quanto definito dal bando e, in caso affermativo, quali azioni si intendano intraprendere per sollecitare gli organismi competenti ad adempiere in tempi brevi alle relative incombenze”.

Ricordo i tempi che sono tre minuti per esporre l’interrogazione, due minuti per la risposta ed un minuto per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta da parte dell’assessore.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, intanto porgo anche io un augurio di buon lavoro alle new entry della Giunta, ai colleghi e agli altri esterni che fanno oggi il loro esordio in quest’Aula del Consiglio regionale.

L’interrogazione è datata 24 gennaio 2013, è un tema molto atteso perché nell’ambito dei Pia, dei Pacchetti integrati di agevolazioni, attraverso il Por-Fesr Asse VII, la Regione aveva fatto un avviso in cui, all’articolo 1, prevedeva un sostegno per le aziende televisive nel passaggio dal sistema analogico al sistema digitale terrestre, l’introduzione delle nuove tecnologie del settore televisivo in tecnica digitale, per agevolare l’integrazione col sistema economico e produttivo e favorire positive ricadute sociali, culturali ed economiche.

Rispetto a questo avviso, il Presidente della Giunta regionale aveva assicurato, nei mesi scorsi, che la graduatoria sarebbe stata pubblicata addirittura nel novembre del 2012. Ora con questa interrogazione piuttosto datata intendiamo sapere qual è lo stato dell’istruttoria e se la graduatoria è stata già esaminata e se è in via di pubblicazione.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Arena.

Demetrio ARENA, assessore alle attività produttive

Intanto molto brevemente grazie per gli auguri formulati; ringrazio il Governatore Scopelliti per avermi chiamato a far parte della squadra di governo e spero di poter essere all’altezza del compito che sono stato chiamato a svolgere e soprattutto di ripagare la fiducia e la stima che nella mia persona è stata riposta; così come mi dichiaro onorato di poter sedere in quest’Aula. Credo che approfondimenti li possiamo rinviare ad altre occasioni ma considerato che è la prima volta che prendo la parola ritenevo opportuno formulare i ringraziamenti a lei, Presidente, per le parole che ha avuto nei nostri confronti.

Per quanto riguarda la risposta all’interrogazione, pur nella immediatezza del mio insediamento, ho ritenuto, in virtù del periodo in cui è stata formulata, di dover rispondere sulla base di quella che è la nota che mi è stata consegnata dagli uffici.

Il dipartimento attività produttive a seguito della rimodulazione dell’Asse VII, sistemi produttivi, introdotta con Dgr 256 del 24 maggio 2012, ha emanato il bando “Pacchetti integrati di agevolazioni, piccole e medie imprese calabresi titolari di emittenti televisive locali per il rafforzamento tecnologico e organizzativo e la transizione al digitale terrestre”; il bando è stato approvato con decreto del dirigente del settore industria, commercio ed artigianato numero 7672 del 29 maggio 2012 a valere sulle risorse allocate sulla linea di intervento 7.1.4.1 Pacchetti integrati di agevolazioni del Por Fesr Calabria 2007-2013.

Alla scadenza del termine di presentazione dei progetti con Dds numero 17041 del 3 dicembre 2012 e successivo Ddg numero 284 del 10 gennaio 2013 sono state nominate rispettivamente la Commissione di valutazione di merito per l’attribuzione dei punteggi composta da esperti nelle materie oggetto del bando e la Commissione interna per la preventiva verifica dell’ammissibilità alle domande presentate.

Al termine dei lavori delle Commissioni con Ddg numero 5367 del 5 aprile 2013 è stata approvata la graduatoria provvisoria delle imprese ammesse ad agevolazioni fissando il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto per la presentazione di eventuali istanze di revisione.

Il predetto decreto, che è consultabile sul sito della Regione, è in corso di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. La procedura si è conclusa con un differimento del termine ordinatorio di giorni 120 fissati dal bando, in considerazione della complessità dei progetti presentati, con particolare riferimento alla valutazione dei differenziati livelli di innovazione tecnologica proposti per il passaggio al digitale terrestre.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto. La risposta dà una scansione temporale chiara e tuttavia non posso non rilevare che la procedura doveva essere chiusa addirittura nel novembre 2012. Siamo a fine aprile e solo il 5 aprile, ossia dopo due mesi dopo l’inoltro della mia interrogazione, si è provveduto. Ritengo, quindi, che la mia interrogazione abbia prodotto l’effetto di stimolare il dipartimento e l’assessorato a velocizzare l’iter che è certamente complesso.

A conclusione, quello che raccomando è di cercare di recuperare il tempo perduto e dare certezze a tutte le aziende che hanno atteso per tantissimi mesi questo importante provvedimento.

Interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 327 del 18 febbraio 2013 “Sullo stato dell’accreditamento della Regione Calabria sulla piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti vantati dalle imprese” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Governo nazionale attraverso diversi provvedimenti adottati nell’anno 2012 ha disciplinato i rapporti di credito e debito tra la Pubblica Amministrazione e le imprese fornitrici, sulla base della legge 6 luglio 2012, n. 94;

in particolare sulla tematica rilevano due decreti certificazione e più specificatamente il D.M. 25 giugno 2012 avente ad oggetto la certificazione dei crediti scaduti nei confronti delle regioni ed enti locali, un decreto compensazione del 25 giugno 2012 che regolamenta la compensazione di crediti maturati nei confronti di regioni, enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale e un decreto sul fondo centrale di garanzia a cui si sono succeduti ulteriori decreti ministeriali di recepimento delle modifiche della normativa primaria;

attualmente il procedimento di certificazione del credito è gestito tramite un piattaforma elettronica messa a disposizione dal Ministero dell’economia e delle Finanze e gli attori principali nella certificazione dei crediti sono il titolare del credito e l’amministrazione o ente debitore;

per rendere operativo il sistema è necessario che i soggetti debbano accreditarsi alla piattaforma elettronica e per quanto concerne le amministrazioni pubbliche le stesse debbono essere preventivamente registrate nell’Indice Pubblica Amministrazione (IRA);

da notizie di stampa si apprende però, che il numero delle P.A. che si sarebbero accreditate sulla piattaforma elettronica è limitato mentre, nelle more, è stata eliminata la possibilità di utilizzare in via transitoria la modalità cartacea;

tale situazione sta determinando ulteriori problemi alle imprese le quali, con un sistema di fatto bloccato, si trovano nell’impossibilità, in presenza di uria forte carenza di liquidità, di accedere ai servizi sostitutivi come la certificazione;

anche la Regione Calabria sembra non aver ancora ottemperato all’accreditamento con gravi conseguenze per le imprese che operano sul territorio regionale e che vantano crediti nei confronti dell’ente Regione -:

se la Regione Calabria, anche attraverso le sue varie articolazioni amministrative, abbia provveduto ad effettuare l’accreditamento al sistema PCC e, in caso contrario, quali siano le motivazioni del ritardo;

in ogni caso quali siano le iniziative che si intendono intraprendere per sanare una situazione che rischia di compromettere ulteriormente lo stato economico delle imprese regionali alle prese con una crisi sistemica che coinvolge l’intero Paese”.

Prego, consigliere Giordano.

Consigliere Giordano, non vedo l’assessore Mancini che era la persona deputata alla risposta vediamo se ci raggiunge dopo, magari la riprendiamo…

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione sarebbe bene in ogni caso trattarla, in virtù del fatto che proprio in queste ore scade il termine ultimo perché le amministrazioni pubbliche, le Regioni e gli enti locali si accreditino presso l’Ipa, il protocollo della piattaforma elettronica, senza il quale non è possibile procedere alla certificazione della enorme massa di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle aziende. Quindi, Presidente, se arriva l’assessore Mancini, bene, altrimenti le chiedo, anche alla fine della trattazione delle interrogazioni a risposta immediata, di reperire queste notizie perché è importante sapere a che punto è questo provvedimento.

PRESIDENTE

Accantonerei questa interrogazione in attesa che arrivi l’assessore Mancini per poi riprenderla. Va bene.

(Così resta stabilito)

Interrogazione a risposta immediata numero 329 del 26 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano: “Sul DPGR n. 197 del 20 dicembre 2012 riguardante la razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 329 del 26 febbraio 2013 di iniziativa del consigliere Giordano: “Sul DPGR n. 197 del 20 dicembre 2012 riguardante la razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con DPGR n. 197 del 20 dicembre 2012, emesso dal Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario ad acta per la sanità, avente ad oggetto la razionalizzazione degli interventi in materia di randagismo è stata prevista l’istituzione di una rete di canili sanitari nel territorio regionale;

l’intervento si inserisce nell’ambito della legge 14 agosto 1991 n. 281 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) che prevede che le regioni, con proprio dispositivo, stabiliscano i criteri per la costruzione e per il risanamento dei canili comunali, nonché le modalità di riparto del fondo, istituito ai sensi dell’art. 8 della legge medesima, tra i comuni;

con il suddetto decreto commissariale è stato approvato il relativo piano di intervento che prevede l’istituzione di numero sette canili sanitari di cui due in provincia di Cosenza, due in provincia di Reggio Calabria e uno ciascuno per le altre Provincie;

la normativa nazionale e quella regionale (n. 41 del 5 maggio 1990) prevedono l’istituzione, accanto ai canili sanitari, finalizzati ad un ricovero provvisorio per gli accertamenti sanitari di rito, dei canili rifugio il cui scopo è quello di un ricovero permanente e stabile degli animali per l’adozione degli interventi previsti dalla legislazione in materia;

il decreto commissariale in esame, nell’utilizzare i fondi ministeriali, non ha previsto risorse per la costruzione o l’adeguamento delle strutture adibite a canili rifugio -:

se nell’ambito dei fondi regionali siano state previste risorse aggiuntive per la costruzione o adeguamento dei canili rifugio, anche alla luce dei nuovi requisiti richiesti per l’accreditamento;

in caso contrario, quali iniziative si intendono intraprendere per rispondere a tale esigenza tenuto conto che, in assenza di tali strutture, dopo il primo periodo di ricovero presso i canili sanitari si prefigura il rischio concreto che la fase di accoglienza degli animali non possa essere evasa;

se, in ultima analisi, non si possa procedere ad una rimodulazione del budget finanziario e prevedere una quota parte finalizzata alla costruzione e/o adeguamento dei canili rifugio”.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, come ricordava lei, con il Dprg 197 del 20 dicembre, emesso dal Presidente della Giunta in qualità di Commissario per la sanità, nell’ambito delicatissimo riguardante la prevenzione del randagismo, la Regione e quindi il commissario ad acta ha preso le risorse che sono state devolute attraverso la legge nazionale numero 281 del 1991 che prevede le modalità e le misure per combattere e limitare il fenomeno del randagismo.

A questo proposito lo stesso decreto pone una problematica secondo noi molto importante e potrebbe ingenerare e acuire questo fenomeno giacché questo decreto prevede l’istituzione solo dei canili sanitari che, sappiamo, hanno un termine; cioè i cani randagi possono essere ospitati solamente per 60 giorni e non prevede alla stessa stregua la creazione e quindi l’implementazione di quelle che sono, invece, le strutture dedicate all’accoglienza, ossia i canili rifugio.

A questo scopo noi chiediamo quali iniziative la Giunta regionale e il dipartimento intendano porre in essere per correggere questo decreto e, comunque, per porre al centro anche i canili rifugio che, secondo noi, secondo la legge e secondo tutta una serie di cose rappresentano l’unico rimedio per dare adeguatezza al fenomeno del randagismo.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi per la risposta.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Anche io mi associo agli auguri per i nuovi componenti di Giunta e lo faccio a nome di tutta la Giunta regionale con l’augurio di un buon lavoro.

In riferimento alla domanda del consigliere Giordano c’è da dire, intanto, che non è possibile utilizzare queste risorse destinate a canili sanitari come canili rifugio perché sono risorse finalizzate. C’è però da ricordare anche che ci sono state delle risorse destinate proprio a canili rifugio nel 2010 con cui sono stati finanziati ben 5 canili rifugio che voglio ricordare: Gimigliano, Marcellinara, Soverato, San Giovanni e Palmi, per un totale di 750 mila euro.

L’intenzione, ovviamente, è riuscire a farne altri non appena saranno recuperate altre risorse. In effetti, però, l’incongruenza a livello normativo c’è, perché laddove ci sono canili sanitari bisogna individuare poi anche i canili rifugio e lavoreremo, pertanto, in questo senso per correggere il tiro e per individuare sicuramente nuove risorse.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Non mi posso dichiarare soddisfatto perché altre Regioni ed altre realtà hanno, invece, utilizzato le risorse derivanti dalla “281” per realizzare i canili rifugio.

Prendo atto del fatto che nel 2010 c’è comunque stato un impegno, un investimento di 750 mila euro e ribadisco la domanda e quindi la richiesta che si trovi il modo per modificare questo decreto e che si faccia un’analisi attenta perché, per esempio, nella provincia di Reggio Calabria sappiamo bene che l’unica realtà, citata anche dalla Vicepresidente, quella di Palmi, è insufficiente. Quindi è necessario che ci sia una implementazione e una particolare attenzione a tutto il resto delle aree della provincia, così come nelle altre realtà calabresi.

Ribadisco la necessità che venga modificato questo decreto e che le risorse che, comunque, risalgono a circa un triennio, vengano rimodulate e razionalizzate in questa direzione.

Interrogazione a risposta immediata numero 330 del 26 febbraio 2013 a firma dei consiglieri De Masi, Talarico D. “In ordine alle assunzioni di personale effettuate da Fincalabra s.p.a..”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 330 del 26 febbraio 2013 a firma dei consiglieri De Masi, Talarico D. “In ordine alle assunzioni di personale effettuate da Fincalabra s.p.a..” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

Fincalabra S.p.A. è stata istituita con la L.R. n. 7 del 30 aprile 1984, allo «scopo di concorrere, nel quadro della politica di programmazione economica della Regione, allo sviluppo economico e sociale della Calabria»;

con Presidenza del Presidente Aurelio Chizzoniti il 24 gennaio 2013, si è riunita la Commissione Speciale di Vigilanza con all’ordine del giorno "Audizione Presidente di Fincalabra s.p.a., per acquisizione elementi di valutazione afferenti realizzazione obiettivi strategici, risorse umane, organizzazione territoriale, progetti ed investimenti";

è stato audito il Dottor Umberto De Rose, Presidente di Fincalabra S.p.a.;

il Presidente Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della documentazione inerente le procedure espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione di personale. In un articolo del “Corriere della Calabria” on-line dell’11 febbraio 2013, a firma del giornalista Lucio Musolino, vengono riportati stralci dei lavori della Commissione, dai quali emerge che Fincalabra avrebbe assunto parenti, nipoti, affini, collaterali e cugini di politici in carica. Inoltre, si evince che il Consiglio di Amministrazione di Fincalabra avrebbe deliberato una short list selezionata facendo riferimento alla Delibera di Giunta numero 68 del 24 febbraio 2012 e facendo ricorso a procedure di interpello, ed ancora che Fincalabra avrebbe acquisito l’intero capitale della “Settingiano Sviluppo Scarl” (oggi "Calabria I&T srl") impiegando 75 risorse umane della suddetta società -:

se corrisponde al vero quanto riportato dal Corriere della Calabria in riferimento alle assunzioni in Fincalabra di parenti, nipoti, affini, collaterali e cugini di politici in carica;

quali iniziative intende adottare la Regione Calabria eventualmente corrispondesse al vero la notizia richiamata.”

Prego, consigliere De Masi.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente. Mi associo anche io agli auguri che sono stati formulati a beneficio dei nuovi componenti della Giunta regionale con la convinzione e con l’auspicio che possano rafforzare tutte le azioni che risultino utili alla Calabria.

Questa è una interrogazione – come molte altre in verità – abbastanza datata e risale al febbraio scorso e riguarda una particolare situazione di Fincalabra.

Premesso che Fincalabra è stata istituita con legge regionale del 30 aprile 1984 allo scopo di concorrere, nel quadro della politica di programmazione economica della Regione, allo sviluppo economico e sociale della Calabria e con Presidenza del Presidente Aurelio Chizzoniti il 24 gennaio scorso la Commissione da egli presieduta si è riunita con all’ordine del giorno “Audizione Presidente di Fincalabra s.p.a.”, per acquisizione elementi di valutazione afferenti realizzazione obiettivi strategici, risorse umane ed altro.

E’ stato audito il dottor De Rose, Presidente di Fincalabra S.p.a., appunto, ed il Presidente Chizzoniti ha chiesto l’acquisizione della documentazione inerente le procedure espletate da Fincalabra S.p.A. per l’assunzione di personale.

In un articolo del “Corriere della Calabria” dell’11 febbraio 2013 vengono riportati stralci dei lavori della Commissione, dai quali si evince che Fincalabra avrebbe assunto parenti, nipoti e affini di politici in carica attualmente.

Inoltre, si evince che il Consiglio di amministrazione di Fincalabra avrebbe deliberato una short list selezionata facendo riferimento alla delibera di Giunta numero 68 del 24 febbraio 2012 e facendo ricorso a procedure di interpello. Ed ancora che Fincalabra avrebbe acquisito l’intero capitale della “Settingiano Sviluppo” (oggi "Calabria I&T srl") impiegando 75 risorse umane della suddetta società.

L’interrogazione, quindi si prefigge di sapere se corrisponde al vero quanto riportato da quell’organo di stampa richiamato in riferimento alle assunzioni in Fincalabra e quali iniziative intende adottare la Regione Calabria eventualmente corrispondesse al vero la notizia.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Arena.

Demetrio ARENA, assessore alle attività produttive

Con delibera della Giunta regionale numero 12 del 10 gennaio 2012, avente ad oggetto società a partecipazione regionale, modifica ed integrazione delibera di Giunta regionale numero 176 del 20.04.2009, sono state disciplinate le competenze ascritte al dipartimento regionale in ordine al controllo da esercitarsi sulle società partecipate.

In particolare la stessa delibera differenzia le diverse tipologie di controllo: il controllo societario, controllo economico-finanziario, controllo di efficacia, controllo sul valore delle partecipazioni e controllo analogo.

Oltre ad individuare i dipartimenti interessati per materia delle società partecipate, per Fincalabra Spa il dipartimento attività produttive, la Giunta regionale ha delegato al dipartimento controlli la predisposizione di apposita direttiva finalizzata a definire il modello di governance alle società a partecipazione regionale.

La direttiva è stata adottata con decreto del direttore generale del dipartimento controlli, numero 4854 del 28 marzo 2013.

La stessa direttiva definisce gli ambiti di esercizio del controllo analogo sulle società e sulle fondazioni in house providing anche indirette, demandando, nel rispetto della normativa vigente, il controllo sull’andamento e correttezza dei singoli servizi offerti oggetto di affidamento diretto al dipartimento che procede all’affidamento; dal che spetta al dipartimento vigilante l’esercizio dei soli controlli disciplinati con Dgr 12/2012 ed ai dipartimenti affidatari la verifica sull’andamento e la correttezza dei singoli servizi offerti.

Si precisa, comunque, che Fincalabra Spa, quale soggetto in house della Regione Calabria, è comunque tenuta all’osservanza delle regole e delle procedure pubblicistiche per l’espletamento dei servizi affidati, con particolare riferimento ai progetti finanziati a valere sulle risorse comunitarie Por Fesr 2007-2013.

Non di meno il dipartimento attività produttive ha chiesto a riguardo informazioni a Fincalabra Spa. La stessa società, cortesemente, con nota protocollo 1621 del 7 marzo 2013 ha, tra l’altro, asserito che pur rilevando casi di omonimia con politici in carica non ci è dato sapere – tranne per caso appreso dalla stampa – se tra gli assunti ci siano parenti, nipoti, affini, collaterali o cugini di politici in carica anche perché la previsione in sede di selezione di cause ostative all’assunzione derivanti da tali situazioni di parentela o affinità sarebbe in contrasto con il dettato costituzionale e con la vigente normativa giuslavoristica.

Questo è uno stralcio della risposta data da Fincalabra.

In ordine all’asserita acquisizione della società Settingiano Sviluppo Scarl, oggi Calabria It, si rimanda al Dgr 68 del 24 febbraio 2010 avente ad oggetto “Rilevanza strategica delle società partecipate da Fincalabra Spa, linee di indirizzo, articolo 21 della legge regionale 23 dicembre 2011 numero 47” con la quale è stato definito il livello della rilevanza strategica delle partecipazioni che possono essere assunte da Fincalabra Spa, stabilendo, inoltre, che la stessa società, al fine di gestire le commesse affidate ad esse dalla Regione Calabria, nel rispetto delle medesime condizioni, debba avvalersi delle risorse umane, logistiche e strumentali delle proprie partecipate strategiche e che, unicamente in caso di comprovata assenza di professionalità interne al proprio gruppo in grado di assicurare la prestazione dei servizi richiesti, possa avvalersi di professionalità esterne.

La società Calabria It Srl, oltre a costituire partecipazione strategica nell’ambito del gruppo Fincalabra è stata da ultimo riconosciuta in house indiretta della Regione Calabria con atto del dipartimento controlli.

PRESIDENTE

Prego, consigliere De Masi.

Emilio DE MASI

C’è qualche perplessità nella dichiarazione di uno stato di soddisfazione o meno perché il neo assessore, che ringrazio per la generosità che ha conferito alla sua risposta, in realtà non ha fornito elementi di chiarificazione definitiva rispetto alle questioni che abbiamo sollevato insieme ai colleghi.

Prendo semplicemente atto che, poco meno di un mese fa, è stato indotto il dipartimento ad emanare – il 28 marzo – un provvedimento con il quale in qualche misura si cercano di esercitare funzioni di controllo in merito alle questioni di cui abbiamo parlato.

L’unica soddisfazione che posso esprimere riguarda le forme di controllo democratico che a qualunque livello, vuoi di stampa, vuoi consiliare in qualche maniera finiscono anche qualche volta per condizionare in maniera più positiva l’attività del governo.

Interrogazione a risposta immediata numero 331 del 4 marzo 2013 a firma del consigliere Aiello F. “In ordine al mancato avvio esecutivo del progetto Study in Action-Studi e Azioni integrate su Immigrati, Rom e vittime di tratta”

PRESIDENTE

La prossima interrogazione a risposta immediata è la numero 331 del 4 marzo 2013 a firma del consigliere Aiello F. “In ordine al mancato avvio esecutivo del progetto Study in Action-Studi e Azioni integrate su Immigrati, Rom e vittime di tratta”. Questa interrogazione è decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 332 del 4 marzo 2013 a firma del consigliere Aiello F. “In ordine al mancato rispetto dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province recante: Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 332 del 4 marzo 2013 a firma del consigliere Aiello F. “In ordine al mancato rispetto dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province recante: Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome”.

Anche questa interrogazione è decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 333 del 7 marzo 2013 di iniziativa del consigliere Talarico D. “In ordine ai criteri adottati dalle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere per il conferimento o il rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa, per il personale appartenente al ruolo amministrativo”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 333 del 7 marzo 2013 di iniziativa del consigliere Talarico D. “In ordine ai criteri adottati dalle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere per il conferimento o il rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa, per il personale appartenente al ruolo amministrativo” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria, la discussione per l’approvazione dello strumento statutario;

l’art. 70 del D.P.R. n. 483 del 10 dicembre 1997, fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente amministrativo;

i requisiti previsti dal summenzionato Decreto, sono: a) diploma di laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente; b) anzianità di servizio effettivo di almeno cinque anni corrispondente alla medesima professionalità prestato in enti del Servizio sanitario nazionale nella posizione funzionale di livello settimo, ottavo e ottavo- bis, ovvero qualifiche funzionali di settimo, ottavo e nono livello di altre pubbliche amministrazioni;

la Legge Regionale n. 1 del 15/01/2009, all’art. 5 prevede testualmente: “Ove la normativa nazionale non preveda diversamente, è fatto divieto alle Aziende Sanitarie provinciali ed ospedaliere di conferire o rinnovare incarichi di direzione di struttura complessa al personale non in possesso del diploma di laurea”;

si apprende che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;

allo scopo di regolamentare e offrire alle stesse Aziende Sanitarie un indirizzo univoco per la corretta applicazione delle norme vigenti in materia di affidamenti di incarichi nella dirigenza amministrativa, appare opportuno, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa nel ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, occorra essere in possesso del diploma di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997 -:

se corrisponde al vero che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere, ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente;

nel caso siano stati effettivamente conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i motivi che ne hanno determinato la scelta;

se il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che, per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa per il personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, sia richiesto il titolo di laurea di cui all’art. 70 del DPR 483/1997.”

Prego, consigliere Talarico.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, premesso che il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario ha avviato con le Aziende Sanitarie della Regione Calabria la discussione per l’approvazione dello strumento statutario e che l’art. 70 del D.P.R. n. 483/97 fissa i requisiti specifici di ammissione per l’accesso ai concorso, per titoli ed esami, per la posizione funzionale di dirigente amministrativo.

Premesso che i requisiti previsti dal summenzionato decreto prevedono che le persone aspiranti a dette mansioni siano in possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza o in scienze politiche o in economia e commercio o altra laurea equipollente e che si apprende che personale appartenente al ruolo amministrativo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricoprirebbe incarichi di direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente, noi chiediamo se corrisponde al vero che personale appartenente di ruolo delle Aziende Sanitarie ed ospedaliere ricopre incarichi di Direzione di Struttura Complessa, ancorché privo di diploma di laurea necessario per l’accesso a tale profilo ovvero in possesso di un diploma di Laurea diverso da quelli previsti dalla normativa vigente.

E, nel caso siano stati effettivamente conferiti incarichi in assenza dei requisiti previsti dalla legge, quali siano i motivi che ne hanno determinato la scelta e se il Commissario ad acta per il Piano di rientro dal debito sanitario intenda, in fase di approvazione degli atti aziendali, chiarire in maniera inequivocabile che per il conferimento e/o rinnovo degli incarichi di direzione di Struttura Complessa sia richiesto il titolo di laurea di cui al richiamato articolo 70 del DPR 483/1997.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Intanto con il dipartimento è stata ovviamente fatta una verifica ed esiste una lettura duplice nel senso che per i nuovi incarichi non c’è dubbio che la normativa sia quella nazionale e poi quella regionale e prevede, ovviamente, l’incarico di struttura complessa solo per chi possiede titoli di laurea nelle specialità che lei stesso ha elencato.

Ci sono incarichi, però, anche precedenti, cioè conferimenti di incarichi avvenuti negli anni precedenti alla normativa attuale ma soprattutto incarichi nei confronti di dipendenti delle aziende sanitarie che secondo il contratto di lavoro specifico non dovrebbero prevedere il diploma di laurea.

In pratica cosa sta succedendo? Intanto noi stiamo facendo una verifica e ad ogni Asp, ad ogni azienda ospedaliera è stato richiesto l’elenco dei nominativi con i titoli specifici. Il dipartimento già ha verificato, in ogni caso, che qualora si tratti di rinnovo di incarico, rispetto ad incarichi preesistenti, anche in assenza del titolo di laurea ma avendo maturato i 5 anni di esperienza dirigenziale sono conformi alla normativa attuale.

Qualora si tratti di nuovi incarichi, in ogni caso, e soprattutto di incarico di esterno non c’è dubbio, la normativa è chiara e devono possedere ovviamente il titolo di laurea nelle specialità che abbiamo detto prima.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Talarico.

Domenico TALARICO

L’uso del condizionale da parte della Vicepresidente mi fa pensare che ancora la verifica non sia stata completata o che, addirittura, non sia stata iniziata.

Per cui mi ritengo insoddisfatto e chiedo sin da ora alla Vicepresidente della Giunta, al commissario ad acta, di mettere in atto le opportune verifiche perché noi fra un mese – ne sono passati già due – riproporremo la stessa interrogazione per verificare se il personale recentemente incaricato sia in possesso dei titoli così come prevede la legge oppure no. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 334 del 11 marzo 2013 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata definizione delle procedure di cui alla deliberazione n. 855 del 9.2.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, per l’individuazione attraverso una procedura concorsuale per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL – Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.4. 1999, e al relativo inquadramento del personale”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 334 del 11 marzo 2013 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata definizione delle procedure di cui alla deliberazione n. 855 del 9.2.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, per l’individuazione attraverso una procedura concorsuale per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL – Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.4. 1999, e al relativo inquadramento del personale” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con avviso del 10.12.2009, in attuazione della deliberazione n. 855 del 9.02.2009 della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria di Locri, è stata attuata una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento dell’incarico di coordinamento, ex art. 10 CCNL - Biennio 2000-2001, e dell’incarico di responsabile di posizione organizzativa, ex art. 20 del CCNL 7.04.1999;

la Commissione, prevista dal suddetto avviso, ha redatto una graduatoria per gli incarichi di coordinamento e per le posizioni organizzative, delineando una gerarchia di posizioni in funzione dei titoli e dei colloqui, così come previsto dal bando, dopo l’espletamento del concorso, con verbale sottoscritto dalla predetta Commissione, costituita dal Dr. Forte, Direttore sanitario pro tempore, al Dr. Pavone, Primario di Chirurgia generale, dalla Dr.ssa Falbo, Capo distretto sud, e dal sig. Sansalone, come segretario, che è stata resa pubblica attraverso sistemi informatici;

la predetta graduatoria, impugnata da alcuni candidati, ritenutisi danneggiati sulla valutazione dei titoli, è stata, altresì, riconfermata, dandone ufficiale e definitiva conferma;

in fase successiva, una rappresentanza sindacale, non sufficientemente soddisfatta, ha impugnato l’intera procedura sull’iter concorsuale con ricorso al Giudice del Lavoro;

con sentenza del Giudice del Lavoro di Locri, il ricorso è stato respinto e confermata la volontà espressa dalla Commissione incaricata;

l’accorpamento dell’ASL di Locri all’Azienda Unica Provinciale di Reggio Calabria, invece di favorire e definire l’iter procedurale, secondo le regole della trasparenza e del buon governo, ha ritenuto di convocare un’ulteriore commissione di verifica sul lavoro già svolto dai dirigenti dell’ASL di Locri, accertato dalla dirigenza aziendale e dal Tribunale di Locri, sezione lavoro;

l’esito di quest’ultima commissione, insediatasi circa due anni orsono, ancora non è conosciuto -:

se era proprio necessario nominare una nuova commissione dopo che la procedura era già conclusa con esito positivo;

come mai, a distanza di due anni e più, la commissione suddetta, formata da personale amministrativo dell’Azienda Provinciale, ancora oggi non esprime i pareri richiesti;

se non sorge il sospetto che la strategia aziendale voglia far decorrere il tempo, al fine di vanificare la volontà dell’avviso, l’esito del concorso e, così facendo, punire i titolati fruitori degli effetti che il bando aveva posto in essere;

se non ritiene opportuno avviare una Commissione regionale, al fine di verificare se c’è danno erariale in questo comportamento, con la trasmissione degli atti alla Procura Generale della Corte dei Conti, ed eventualmente valutare se vi siano anche atteggiamenti dolosi, di non ben definite persone, finalizzati a prevaricare le legittime aspettative di quanti hanno partecipato alla procedura selettiva e, quindi, trasmettere gli atti alla procura della repubblica competente”.

Prego, consigliere Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, è una interrogazione ormai abbondantemente stagionata ma che, purtroppo, dopo due anni rimane ancora attiva.

C’è stato un avviso pubblico nella ex Asl di Locri, pubblicato il 10 dicembre 2009, per avviare una procedura selettiva per titoli e colloquio di disponibilità al conferimento all’organico di coordinamento dei lavoratori di cui ex articolo 10 del contratto nazionale. Si riferisce al personale sanitario non medico.

Che la Commissione, prevista dal suddetto avviso, dopo aver espletato le prove ha redatto una graduatoria stabilendo, di conseguenza, i vincitori ed elencandoli, diciamo così, rispetto ad un ordine che loro hanno definito.

Questa graduatoria, tuttavia, è stata impugnata da altri lavoratori che sono ricorsi unitamente a qualche categoria sindacale – qualche, non tutte le categorie – al Giudice del Lavoro che si pronuncia nel merito, dando torto al ricorso di questi lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali.

Cosa accade nelle more? Che vi è l’accorpamento tra l’Asl di Locri e quella di Reggio Calabria in un’Asl unica; la procedura concorsuale che era stata resa ulteriormente idonea, proprio dalla sentenza del giudice, transita negli uffici dell’Asl di Reggio Calabria.

Questo accadeva esattamente due anni fa. Dopo due anni l’Asl di Reggio Calabria, invece di dar seguito a quella procedura concorsuale e dare una risposta esaustiva a quei lavoratori che in quella procedura si riconoscevano, blocca tutta la procedura senza revocare il bando e dare una risposta esaustiva al perché di questo blocco, offrendo la possibilità, magari, – perché no? – emanando un nuovo bando, quindi ampliando l’organico stesso senza dare alcuna risposta.

Questo è un modo abbastanza sibillino di procedere sul piano della trasparenza degli atti amministrativi ma, soprattutto, sul piano della garanzia che dobbiamo offrire ai concorrenti – perché, di fatto, si è trattato di un pubblico concorso – che dopo quattro anni, tali sono dal 2009 ad oggi, attendono una risposta esaustiva da parte della direzione generale dell’Asl di Reggio Calabria che, interpellata in proposito, non riesce a fornirci una risposta sufficiente.

Obbligato, ovviamente dai fatti, al fine di garantire e di tutelare questi lavoratori mi rivolgo al Presidente della Regione Calabria che ha un diretto controllo sul direttore dell’Asl affinché ci dia una risposta: se intende revocare, se intende convalidare l’atto, se intende procedere al conseguimento degli effetti di quella graduatoria, cosa intende fare rispetto ad una aspettativa reale che alcuni lavoratori cittadini della Calabria hanno e che hanno posto in quella redazione di graduatoria.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

In effetti, consigliere Nucera, la graduatoria è ferma, soprattutto perché in questo momento è stato redatto un atto aziendale e si è in attesa dell’approvazione definitiva dello stesso. Solo dopo aver recepito e concluso la parte di riorganizzazione attraverso l’atto aziendale sarà necessario verificare questa che è una anomalia perché, in effetti, nessuno vuol annullare il bando ma è anche vero che – così come ci ha riferito direttamente il direttore dell’Asp – sarà necessario chiedere ufficialmente un parere legale. Infatti, se ci sono le condizioni di poter recuperare la graduatoria sicuramente verrà recuperata e quindi verranno in qualche modo date indicazioni su come procedere dal punto di vista normativo, considerando che non si tratta più, comunque, della sola Asp di Locri ma di un’Asp completamente nuova e diversa in quanto un’Asp accorpata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per un piccolo chiarimento, il consigliere Tripodi, ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo scusa, è colpa mia che non ho sentito. Vicepresidente, lei ha appena finito di dire che l’atto aziendale della nostra Asl non è stato approvato ancora oppure ho capito male io?

Vicepresidente, le sarei grato se gentilmente mi potesse rispondere al microfono. Lei ha detto poco fa nella risposta al consigliere Nucera che l’atto aziendale deve essere approvato?

(Interruzione)

Non è stato ancora approvato. Va bene, grazie.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Nucera.

Giovanni NUCERA

Dottoressa Stasi, se le dicessi che sono soddisfatto della risposta metterei a repentaglio anche la mia stessa pazienza. Non sono soddisfatto per un motivo semplicissimo perché non è sufficiente dire che l’atto aziendale non è stato approvato dopo 4 anni. Dopo 4 anni ci saremmo dovuti aspettare da parte del direttore generale dell’Asl almeno una risposta interlocutoria per tutti quei lavoratori che ancora oggi, di fatto, attendono di sapere se è ancora valida o non è valida quella graduatoria, pur considerando la complessità - perché potrebbe anche essere giustificato – della situazione venutasi a creare con l’accorpamento delle Asl.

Ma non possiamo tenere sospesa per 4 anni una graduatoria solo nella prospettiva di un fatto che dovrà ancora venire.

Capisco la risposta, tecnicamente è ineccepibile ed io la ringrazio per la disponibilità che ha avuto nel fornirci il dato tecnico ma, dal punto di vista politico, devo stigmatizzare il comportamento dell’Azienda ospedaliera che dopo 4 anni non riesce a costruire un quadro perfetto di intervento che dia una risposta esaustiva al sistema. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 335 del 13 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione: “Sulla corresponsione di indennità di risultato ai dirigenti dell’Arssa negli anni 2011-2012”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 335 del 13 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione: “Sulla corresponsione di indennità di risultato ai dirigenti dell’Arssa negli anni 2011-2012” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Arssa (Agenza regionale per lo sviluppo ed i servizi in agricoltura) è tata commissariata e posta in liquidazione nel 2007 e, successivamente, con la legge n. 66 del 20.12.2012, trasformata in Arsac -:

se nel mese di gennaio del 2013 è stata corrisposta ai dirigenti dell’Arssa per gli anni 2011 e 2012, una “indennità di risultato” pari a circa quarantamila euro ciascuno per ogni anno e se tale indennità poteva esser loro riconosciuta trattandosi, nello specifico, di un’azienda in liquidazione ormai da sei anni;

inoltre, ove tutto ciò dovesse esser vero, quali idonee iniziative intende intraprendere nei confronti del commissario liquidatore che avrebbe riconosciuto una “indennità di risultato” a dirigenti di un’azienda che era nelle condizioni di commissariamento e liquidazione”.

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, grazie per avermi dato la parola su una questione che reputo delicata ed anche moralmente rilevante sul tema amministrativo e politico.

Si tratta di una vicenda tutta calabrese di un’azienda che è stata posta nel 2007 - prima commissariata - in liquidazione e che ha visto riconoscere ai dirigenti di questa azienda - l’Arssa, posta in liquidazione – per il 2011 e il 2012 indennità di risultato e di posizione.

Mi chiedo: in una azienda in liquidazione i dirigenti quali indennità di risultato dovevano raggiungere? Quali indennità di posizione? Parliamo di cifre. Leggo dal verbale di contrattazione decentrata integrativa del personale dirigente dell’Arssa di una indennità di posizione determinata nella misura di 43 mila 944 euro per i dirigenti di settore, di 40.824 per i dirigenti dello staff legale, del polo enologico e dell’ispettorato di controllo di gestione e del polo sopra suoli boschivi non incardinati gerarchicamente nei settori e di 36.144 euro per i dirigenti di servizio.

L’indennità di risultato – si legge nel verbale – viene attribuita con criteri che prevedono 21 mila euro annui per i dirigenti di settore e 18.900 per i dirigenti di servizio.

Questi emolumenti sono stati riconosciuti senza un organismo indipendente di valutazione delle performance previste dall’articolo 14 del decreto legislativo 165 del 2001.

La questione è di dar conto all’opinione pubblica di come vengono gestite le risorse economiche.

Sapete di quale data è il verbale di contrattazione decentrata e integrativa relativa al personale dirigente dell’Arssa? Del 6 febbraio 2013. L’Arssa non esisteva più perché nel frattempo a dicembre 2012 il Consiglio regionale l’ha soppressa definitivamente approvando una nuova legge ed istituendo l’Arsac. Ci sono motivi gravi per i quali è necessario fare chiarezza in quest’Aula per parlare in modo trasparente e dare un senso anche a come si gestiscono le risorse pubbliche.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo di dibattere su questa questione e lo facciamo oggi in Aula nella massima Assise regionale ed è giusto, come dice il consigliere Guccione, far chiarezza su una vicenda che potrebbe apparire se non si chiarisce bene con qualche chiaro-scuro.

In premessa voglio dire al collega Guccione che nessuna indennità di risultato è stata trasferita ai dirigenti per l’anno 2011 e 2012.

Facciamo però un passo indietro nel tempo perché, come ha ben ricordato, nel 2007 questa importante Agenzia fu posta in liquidazione ma nella stessa legge di liquidazione si faceva menzione del fatto che avrebbe dovuto svolgere attività cosiddette ordinarie per garantire la funzionalità della stessa Agenzia.

Prima di arrivare ad una nuova legge di riordino abbiamo impiegato la bellezza di sette anni in cui non si poteva solamente tenere in liquidazione, quindi cercare di vendere alcuni cespiti, ma c’era anche la necessità di svolgere attività, così come è stato fatto in questi sette anni.

Fa bene anche a ricordare il consigliere Guccione che i soldi pubblici vanno spesi bene e voglio ricordargli che i trasferimenti dal bilancio regionale verso questa Agenzia – la cosiddetta Arssa in liquidazione – hanno avuto un depauperamento o una decurtazione di circa il 28 per cento rispetto agli anni precedenti. Anche rispetto a prima, quindi, con risorse inferiori la stessa struttura è andata avanti, ha pagato gli stipendi.

In qualche piccola occasione abbiamo avuto un ritardo nel trasferimento degli stipendi agli operai ma, come vedete, una riduzione del 28 per cento sul capitolo di bilancio non ha assolutamente creato malumori all’interno dell’Agenzia perché si sono tagliati i necessari tanti rami secchi per portare la nostra terra in un’altra dimensione.

Non solo questo, consigliere Guccione, ma molti cespiti sono stati utilizzati in maniera fruttifera e voglio ricordare gli impianti di risalita di Camigliatello che negli ultimi 2 anni hanno incassato circa un milione di euro.

Si è svolta l’attività, quindi, e, come dicevo poc’anzi, non abbiamo pagato nessuna indennità ai dirigenti come era stato fatto - giustamente, dico io - negli anni 2008, 2009 e 2010.

Abbiamo sì accantonato le risorse ma anche queste ridotte in maniera significativa del 40 per cento perché nel triennio 2008-2010 proprio per questa partita furono accantonati 1 milione 600 mila euro mentre questa amministrazione negli anni 2011 e 2012 ha accantonato solo 300 mila euro per anno. Quindi, vi è stata spesa pubblica sempre razionale.

Dicevo che l’unica cosa che abbiamo pagato – e qui secondo me è l’elemento su cui dobbiamo intenderci – è per il comparto della cosiddetta categoria “A”. A loro sì che abbiamo pagato l’indennità di risultato. Ma se ci sono i funzionari che ricevono un indennizzo perché hanno raggiunto dei risultati va da sé che anche i dirigenti che guidano questi funzionari dovrebbero prendere l’indennità che, ribadisco, ancora noi non abbiamo trasferito.

Abbiamo trasferito solo alle categorie A e non ai dirigenti.

Per quanto riguarda le somme, consigliere Guccione, non mi pare che ci siano le cifre che lei ha detto. A me risulta che si tratta per i dirigenti di un compenso di 20 mila euro lorde all’anno, almeno questa era la richiesta della sua interrogazione illo tempore. So che trattiamo l’interrogazione a distanza di qualche mese dalla sua presentazione e dalla mia risposta. Quindi solo 20 mila euro lorde l’anno e non cifre come 40-50 mila.

Devo dire che ritengo sia giusto che quei dirigenti percepiscano l’indennità se è vero, come è vero, che la percepiscono anche i funzionari.

Detto questo, mi sembra che dalla mia risposta venga fuori questo quadro: pur avendo trasferito per le ristrettezze economiche all’Agenzia meno risorse, questa ha continuato ad andare avanti. E se i dirigenti hanno fatto un buon lavoro sia nella gestione liquidatoria sia in quella ordinaria non mi pare assolutamente scandaloso che possano avere essi stessi una indennità di risultato come l’hanno avuta anche i funzionari.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, mi ritengo insoddisfatto per il semplice motivo che la motivazione per la quale tende ad autoassolversi l’assessore è quella che non sono state pagate le indennità, sono state riconosciute ma non pagate.

Ma cosa significa? Se tu riconosci un diritto a qualcuno prima o poi questo diritto verrà preteso. Siccome io parlo con le carte, ho qui il verbale in cui sono presenti due dirigenti dell’Arssa, il commissario liquidatore, uno dei sindacati in cui si stabiliscono quali sono le indennità che sono quelle che ho letto prima. Questo è il verbale di contrattazione decentrata.

Si sono riconosciuti questi emolumenti.

Poi vorrei capire, lei è assessore, una curiosità: qual era l’indennità di risultato? Cosa dovevano raggiungere questi dirigenti a inizio, a fine anno? Qual è stato il consuntivo? Cosa è stato chiesto a questi dirigenti di una società commissariata ed in liquidazione? Qual era il risultato? Indennità di risultato significa che dovevano raggiungere un risultato ma di una società in liquidazione qual è? E poi perché non c’era l’organismo indipendente che doveva valutare i dirigenti rispetto alla indennità di risultato? Perché? Si sono autovalutati e la invito a leggere i verbali, sottoscritti solo da una organizzazione sindacale perché le altre due organizzazioni sindacali non se la sono sentita.

E poi la rimando alla lettura della relazione della Corte dei Conti su Arssa e Afor di qualche mese fa in cui si è detto che per garantire solo l’ordinaria amministrazione - perché due enti in liquidazione possono garantire solo l’ordinaria amministrazione - sono stati spesi quasi 1 miliardo di euro negli ultimi 5 anni. Un miliardo di euro: due enti commissariati ed in liquidazione.

Questo è il punto, secondo me, sul quale dobbiamo riflettere; tant’è che ci avviamo ad un processo di riforme degli enti giustamente. Da qui a poco approveremo la riforma dell’Afor e penso che su questo dobbiamo riservare una apposita riunione del Consiglio regionale sulla qualità e sulla spesa della Regione e degli enti sub-regionali.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Interrogazione a risposta immediata numero 337 del 20 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione: “Sull’emergenza erosione costiera e viabilità strada statale tirrenica 18 in loc. Principessa”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 337 del 20 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione: “Sull’emergenza erosione costiera e viabilità strada statale tirrenica 18 in loc. Principessa” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in seguito alle ultime avverse condizioni meteorologiche del mare che hanno interessato la costa tirrenica calabrese, il tratto di Strada Statale 18 al confine sud della Provincia di Cosenza (ricadente nel Comune di Amantea) ha subito notevoli danni, provocando il crollo di parte della corsia in direzione Reggio Calabria;

lo stato d’erosione del tratto costiero, in continua evoluzione da diversi anni, che minaccia la SS18 ed attività imprenditoriali, è stato più volte evidenziato alla Regione Calabria, da parte degli Enti e dalle Autorità competenti;

la SS18 rappresenta un’importante arteria di comunicazione che spesso sopporta anche tutto il traffico autostradale dell’A3 in caso di maltempo o chiusura del tratto Falerna - Cosenza per i lavori di ammodernamento dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria;

la SS18 rappresenta un’infrastruttura strategica per la viabilità e le comunicazioni di un comprensorio ad alto sviluppo turistico e commerciale, e che la stessa dovrà essere utilizzata dalla carovana del Giro d’Italia il 7 maggio 2013 per la tappa Policastro Bussentino - Serra San Bruno;

ad oggi la viabilità è regolata, in quel tratto, attraverso un senso unico alternato, con scarse condizioni di sicurezza;

la strada provinciale 163/1, che rappresenta l’unica alternativa valida in caso di impedimenti alla viabilità lungo la statale 18, non è percorribile per via del mancato ripristino del ponte sul fiume Savuto;

il Comune di Amantea ha promosso la prima Conferenza dei Servizi su tale problema il 24 novembre 2010, in cui erano rappresentati il Comune di Amantea, l’ANAS, la Capitaneria di Porto di V.V., la Provincia di Cosenza, assente la Regione Calabria sebbene invitata formalmente;

nella Conferenza dei Servizi del 24 novembre 2010, già tutte le autorità presenti concordavano circa un intervento risolutorio e non tampone, evitando sperperi di denaro pubblico ed assicurando la propria disponibilità economica e strumentale alla realizzazione di un progetto di difesa della costa;

il 29 maggio 2012 si è tenuta una seconda Conferenza dei Servizi, in cui erano rappresentati: il Comune di Amantea, l’ANAS, la Provincia di Cosenza, l’Autorità di Bacino Regionale, il Dipartimento LL.PP. della Regione Calabria, operatori turistici. Nella Conferenza è stata ribadita la disponibilità all’assistenza tecnica degli Enti ed è stata prevista una necessaria suddivisione degli impegni economici per permettere la realizzazione dell’intervento;

come dichiarato nella conferenza dei servizi del 29 maggio 2012, la provincia di Cosenza ha elaborato uno studio di fattibilità e la redazione di un progetto per la salvaguardia della costa a sud del Porto per un ammontare complessivo di 3 milioni di euro;

ottenuto il placet da parte delle autorità competenti, il progetto preliminare è stato inoltrato dalla Provincia di Cosenza alla Regione Calabria nel mese di luglio 2012 con prot. 72283;

per la realizzazione dell’intervento è necessario uno stanziamento di fondi anche da parte della Regione Calabria;

tutti i solleciti fatti dagli Enti competenti, Comune di Amantea, Anas e Provincia di Cosenza, da luglio 2012 sono rimasti vani -:

quali provvedimenti urgenti si intendono adottare per porre fine ad una emergenza che ha visto dissipare ingenti risorse pubbliche per interventi di somma urgenza e che, a tutt’oggi, a quasi un anno dalla redazione del progetto, non è stato ancora previsto lo stanziamento dei fondi necessari, da parte della Regione Calabria, per cofinanziare l’intervento previsto;

la chiusura della SS18, unica principale arteria sulla costa tirrenica, potrebbe mettere in serie difficoltà aziende, operatori turistici e commerciali.”

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, da quando ho presentato questa interrogazione è trascorso un po’ di tempo. E’ rivolta a sollevare una questione che richiede un contributo e una fase concertativa di tutti gli enti per risolvere questo problema.,

C’è stata una riunione in Prefettura in cui erano presenti tutte le Istituzioni interessate a risolvere il problema di una arteria fondamentale che è una infrastruttura viaria importante in una realtà della provincia di Cosenza altamente turistica e sviluppata che, per una serie di motivi, penso al ripristino ancora non effettuato del ponte del Savuto, rischia di essere completamente isolata.

Si accede oggi a corsia alternata, c’è una difficoltà ma anche qui voglio portare un dato: oggi lo Stato italiano ha speso solo 2 milioni di euro per la somma urgenza, cioè per non aver messo in campo un tavolo concertativo tra le varie istituzioni: Regione, Provincia, Comune e Anas… Rischiamo, ancora dobbiamo sperare di non assistervi più, una dilapidazione di risorse pubbliche.

Da questo punto di vista, ripeto, si è fatto un passo avanti e poi sarà l’assessore a specificarci qual è stato l’accordo raggiunto in Prefettura.

Lì bisogna intervenire anche sull’erosione costiera perché c’è il rischio, se non si interviene, che tutte le risorse che noi destiniamo al ripristino della strada se le mangi il mare, come è avvenuto già per 2 milioni di euro. Per questo c’è bisogno di un intervento rapido, di un progetto che coinvolga tutte le Istituzioni per risolvere definitivamente questo problema.

PRESIDENTE

Prego, assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

L’interrogazione del consigliere Guccione solleva e mette in evidenza un problema molto importante che riguarda la strada statale 106. Nei pressi di Amantea, un po’ prima di Campora San Giovanni il mare – dopo che è stato costruito il porto – ha invaso la battigia ed è andato oltre causando danni alla Strada Statale.

Ci sono, pertanto, problemi sia per gli imprenditori della zona che per gli abitanti di quel comprensorio e soprattutto c’è un problema di collegamento tra la statale ed il resto del Tirreno.

Ci siamo mossi in tempo e per tempo e con l’Autorità di bacino insieme al Prefetto di Cosenza, insieme al Comune di Amantea e all’Anas abbiamo promosso più riunioni, più incontri ed abbiamo già predisposto un tipo di intervento.

Quello più urgente riguarda alcuni finanziamenti che avevamo già dato al comune di Amantea con la legge 24 che stanno per essere utilizzati ed una parte di intervento riguarda proprio l’Anas che sta facendo degli interventi urgenti.

Al di là di questo, avevamo predisposto un piano di 38 milioni di euro che riguarda, come diceva giustamente l’amico Guccione, l’erosione costiera della Calabria. Il piano era stato fatto all’epoca in cui non era calcolato il danno di Amantea, non esisteva. Adesso lo stiamo aggiornando per includerlo, giustamente, perché è un lavoro più consistente e molto più scientifico finalizzato ad includere il tratto di Campora San Giovanni.

Quindi, consigliere Guccione, siamo molto attenti alla vicenda, la stiamo seguendo da vicino e bisogna dare atto al mio dipartimento e all’Autorità di bacino del nostro dipartimento che si stanno dando da fare e stanno seguendo da vicino la problematica. Devo dire che abbiamo trovato le giuste connessioni con il comune di Amantea, con gli altri enti e soprattutto col Prefetto di Cosenza, persona molto sensibile e molto attenta, stiamo seguendo la partita da vicino.

Credo che anche il Presidente Scopelliti sia andato lì senza far clamore a visitare la zona proprio perché la Giunta regionale è molto attenta alla soluzione di questo e di altri problemi.

Credo, consigliere Guccione, che l’aggiornerò man mano che andremo avanti.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, mi fa enormemente piacere che si sia trovata un’intesa istituzionale per risolvere un problema che può riguardare un danno all’economia di enormi proporzioni. Lì vi è una realtà vivace dal punto di vista commerciale, industriale e soprattutto turistica. E l’unica strada che oggi si può utilizzare è quella che sul quel tratto ha subito un serio danno dalle ultime mareggiate.

Il problema è come coniugare l’emergenza, quindi il ripristino della sede stradale, con una difesa a mare della erosione costiera.

Mi fa piacere che la Giunta regionale e lo stesso Presidente Scopelliti – non lo sapevo – si stiano interessando della vicenda. Vuol dire che c’è la giusta attenzione, che il problema esiste ed io mi auguro che si possa risolvere al più presto, garantendo la risoluzione dal punto di vista emergenziale, con interventi definitivi che sono a carico della Regione, in particolare quelli della difesa costiera; da questo punto di vista penso che la politica, chi governa, chi sta nelle Istituzioni debba offrire ai cittadini i risultati e la risoluzione dei problemi.

Interrogazione a risposta immediata numero 338 del 21 marzo 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla nomina del Garante della caccia”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 338 del 21 marzo 2013 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine alla nomina del Garante della caccia” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

con decreto del dirigente generale del Dipartimento N. 6 Agricoltura, Foreste e Forestazione, poi ratificato con decreto del Presidente della Giunta regionale in data 18 gennaio 2011, è stato nominato il Garante sull’esercizio venatorio nella persona della dott.ssa Antonella Mangano;

detto incarico è stato assegnato ai sensi dell’art. 6 bis della Legge 9/1996, che testualmente recita: La Regione, a tutela degli interessi dei destinatari della presente legge e per monitorarne lo stato di attuazione, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura, Forestazione, Caccia e Pesca e per la durata della legislatura, nomina, tra i professionisti di chiara competenza, in possesso di laurea, con esperienza specifica nei settore venatorio almeno decennale, il Garante sull’esercizio venatorio”;

per tale incarico sarebbe stato stabilito un compenso annuo pari a 80 mila €, come risulterebbe dall’impegno di spesa corrispondente;

nondimeno, di detto incarico si sono recentemente occupati alcuni giornali regionali, evidenziando, non a torto, come la spesa sostenuta dalla Regione per lo stesso sia in contrasto con altre misure recentemente adottate, volte a sfoltire il numero di consulenze esterne ed a ridurre la spesa per il mantenimento di enti sub regionali;

il rilievo mosso dalla stampa, e da settori dell’opinione pubblica, è altresì suffragato dalle recenti scelte dei governi nazionali in tema di contenimento della spesa pubblica (Spending review), alle quali la Regione, per altri comparti, si è dovuta comunque adeguare;

a partire da incarichi come quello in esame, sarebbe opportuna una drastica riduzione degli incarichi esterni non giustificati da plausibili ragioni amministrative, insieme alla cancellazione di enti ed istituti inutili ai fini di un proficuo svolgimento dell’azione di governo -:

quali effettive attività amministrative, di controllo e di coordinamento ha svolto il Garante per l’esercizio venatorio dal momento della sua istituzione fino ad oggi;

se non sia il caso di abolire detta figura, valutata la sua non indispensabilità ai fini del monitoraggio sull’attività venatoria, che, con N. 6.”

PRESIDENTE

Prego, consigliere Talarico.

Domenico TALARICO

Presidente, premesso che con decreto del dirigente generale del Dipartimento agricoltura e foreste, è stato nominato in data 18 gennaio 2011 il Garante sull’esercizio venatorio nella persona della dottoressa Antonella Mangano.

Premesso che detto incarico è stato assegnato ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale numero 9 del 1996, che testualmente recita: “La Regione, a tutela degli interessi dei destinatari della presente legge e per monitorarne lo stato di attuazione, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura, Forestazione, Caccia e Pesca e per la durata della legislatura, nomina, tra i professionisti di chiara competenza, in possesso di laurea, con esperienza specifica nei settore venatorio almeno, il Garante sull’esercizio venatorio”.

per tale incarico sarebbe stato stabilito un compenso annuo pari a 80 mila euro, come risulterebbe dall’impegno di spesa corrispondente. Che, nondimeno, di detto incarico si sono recentemente occupati alcuni giornali regionali, evidenziando, non a torto, come la spesa sostenuta dalla Regione per lo stesso sia in contrasto con altre misure recentemente adottate, volte a sfoltire il numero di consulenze esterne ed a ridurre la spesa per il mantenimento di enti sub regionali.

Si chiede di sapere quali effettive attività amministrative, di controllo e di coordinamento ha svolto il Garante per l’esercizio venatorio dal momento della sua istituzione fino ad oggi e se non sia il caso di abolire detta figura, valutata la sua non indispensabilità ai fini del monitoraggio sull’attività venatoria, che, con ogni evidenza potrebbe essere svolto dal personale certamente qualificato in forza al dipartimento numero 6 agricoltura e foresta. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Intanto, in via preliminare la nomina viene fatta direttamente con delibera di Giunta regionale non con decreto del dirigente generale del dipartimento agricoltura.

Come sappiamo il garante dell’esercizio venatorio è un’autorità di garanzia per cui la richiesta di essere inserita all’interno del dipartimento non è ammissibile, perché non svolge funzioni amministrative ma la mission che è prevista dalla legge e che gli viene affidata dalla legge è di controbilanciare i diversi portatori di interesse che ci sono nel mondo venatorio.

Proprio in questi giorni ci sono alcune proposte di legge alcune delle quali sono state già trattate in Commissione, una legge bipartisan che porta la firma degli onorevoli Tripodi, Nucera, Giordano e Bilardi su alcune norme che riguardano l’esercizio venatorio; in quella proposta di legge è stata prevista l’abolizione, dalla prossima legislatura, del Garante della caccia che, come ho detto in premessa, è esplicita figura prevista da una norma di legge.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Talarico.

Domenico TALARICO

Non sono soddisfatto, Presidente, perché l’assessore non ha risposto alle mie domande, soprattutto alla domanda sull’attività svolta dal Garante in questo periodo, su cosa abbia fatto questo garante.

La seconda domanda è rimasta inevasa nel senso che mi ha risposto, più o meno, con un’altra domanda facendo riferimento ad una proposta di legge ma non ha detto, l’assessore, se la condivide o meno.

Questa proposta di legge, mi par di capire, contempla anche l’abolizione del Garante della caccia. Non sappiamo, però, se questa proposta di abolire il Garante sia condivisa dall’assessore. Lo preciso perché altrimenti le mie domande rimangono inevase.

PRESIDENTE

Per una precisazione la parola all’assessore.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Per quanto riguarda la seconda domanda la legge che è passata in Commissione è stata sottoscritta dai consiglieri di cui ho fatto prima menzione ma seguita anche dal dipartimento agricoltura. E’ stata approvata in Commissione e mi par di capire che nella prossima seduta dovrebbe essere approvata in Consiglio.

Quindi il dipartimento e l’assessore hanno detto sì a questa proposta di legge che prevede anche l’abolizione del Garante della caccia dalla prossima legislatura. Questa è la seconda.

Rispetto alla prima mi pare…

Domenico TALARICO

Sull’attività svolta da questo Garante.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Come dicevo, l’attività del Garante è una attività non già amministrativa, partecipa a tutte le riunioni che ci sono presso il dipartimento per ciò che attiene alla elaborazione del calendario venatorio perché come dicevo poc’anzi…

Domenico TALARICO

Una relazione tecnica…

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Se le vuole gliele faccio avere…

Domenico TALARICO

Pare ci sia un compenso di 80 mila euro probabilmente qualcosa…

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

Previsto dalla legge, come dicevamo, che può essere, in un momento di spending review sicuramente – come è giusto che sia – rivisto. Le farò anche avere il lavoro svolto dal Garante della caccia che è a garanzia dei portatori di interesse che da un lato sono i cacciatori ma dall’altro sono anche le organizzazioni ambientaliste che partecipano a questo tipo di attività.

Interrogazione a risposta immediata numero 339 del 28 marzo 2013 a firma del consigliere Ciconte “In ordine alla salvaguardia dei posti letto dell’ospedale Pugliese-Ciaccio”

PRESIDENTE

E’ stata presentata interrogazione a risposta immediata numero 339 del 28 marzo 2013 a firma del consigliere Ciconte “In ordine alla salvaguardia dei posti letto dell’ospedale Pugliese-Ciaccio” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario della sanità. Per sapere – premesso che:

con il Decreto 136/2011 il commissario alla sanità ha creato le premesse di una situazione devastante per l’intero comprensorio catanzarese;

l’ospedale Pugliese-Ciaccio, infatti, in base al suddetto decreto, vede completamente depotenziato il suo ruolo perdendo i posti letto destinati soprattutto all’emergenza e all’urgenza (la Medicina di Urgenza), e ad altri reparti di riconosciute e consolidate competenze e professionalità quali la dermatologia e la pneumologia. Il tutto a favore di un paventato aumento dei posti dell’università Magna Grecia, che devono invece gravare sull’intera rete ospedaliera regionale, essendo l’Università patrimonio di tutti i calabresi -:

quali provvedimenti intende assumere, per salvaguardare l’Ospedale Pugliese-Ciaccio, evitando le gravi ripercussioni che la situazione prospettata potrebbe avere sull’erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini calabresi”.

Prego, consigliere Ciconte.

Vincenzo Antonio CICONTE

Signor Presidente, signori consiglieri, faccio i complimenti ai neoassessori, al neosottosegretario, credo che sia importante in questa fase, tra maggioranza e opposizione, creare le giuste premesse per proseguire un lavoro rilevante in Regione.

Per quanto riguarda questa interrogazione, credo che non si possano fare dei decreti in maniera monocratica, senza ascoltare alcuni tecnici che possono dare un contributo enorme nel settore sanitario, caro Presidente.

Il decreto 136 va a tagliare circa 130 posti in un centro Hub, come l’ospedale “Pugliese-Ciaccio”, dove vengono eliminati completamente alcuni posti letto della medicina d’urgenza, della dermatologia, della pneumologia e di altri reparti importanti pur sapendo che la riduzione di organici e una riduzione estrema di questi posti letto porta ad offrire risultati negativi alla popolazione calabrese.

Dobbiamo capire una cosa: perché vengono tagliati circa 130 posti al “Pugliese”, per darli all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro? L’Università “Magna Graecia” di Catanzaro è l’Università di Catanzaro o l’Università di tutta la Calabria? L’unica facoltà di medicina che – ripeto – dovrebbe andare a colmare i punti strategici della formazione e dell’assistenza non nell’urgenza di tutta la Calabria.

Ritengo, allora, che l’Università di Catanzaro debba essere l’Università di tutta la regione, quindi la rete ospedaliera regionale dovrebbe entrare insieme a concorrere per dare posti letto all’Università “Magna Graecia”. Se così non fosse, a questo punto mi chiedo: è normale che un ospedale Hub con pronto soccorso, l’unico centro Hub a Catanzaro con pronto soccorso, dove ci sono circa 80 mila prestazioni all’anno, non possa assolutamente chiedere aiuto all’Università “Magna Graecia”, perché lì vengono curati i pazienti cronici o i pazienti che non hanno malattie acute, perché manca un pronto soccorso? E’ possibile tutto questo?!

Pertanto, caro Presidente, credo che sul decreto 136 sia necessario fare un ragionamento logico, annullare questo decreto e ripristinare i posti letto all’ospedale “Pugliese-Ciaccio”; in questo momento, invito gli assessori presenti in Aula o che sono dell’area di Catanzaro e i consiglieri regionali a verificare quello che avviene giornalmente nell’ospedale “Pugliese”, in cui ci sono barelle in ogni reparto, cosa che non avviene, chiaramente, all’Università “Magna Graecia”, dove i pazienti vengono ricoverati in maniera non acuta.

Caro Presidente, queste cose vanno ripristinate, altrimenti credo che non si possano curare i pazienti in questa maniera e non si possa creare una struttura ospedaliera che deve soccorrere le emergenze di tutto il territorio e vi sia, al contrario, una struttura che deve rimanere quasi privata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di rispondere il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Rispondo al collega Ciconte, vista la delicatezza dell’argomento. Spero che, magari, qualcuno faccia dono, dell’intervento del collega Ciconte, al magnifico Rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, il professore Quattrone, proprio per comprendere bene cosa esprime la politica in Consiglio regionale rispetto ai temi della vicenda dei posti letto di Catanzaro.

Catanzaro ha 735 posti letto; Reggio Calabria, come città – per fare un esempio – che ha una popolazione che è quasi il doppio, ne ha 516! Catanzaro ha l’azienda ospedaliera, la direzione generale della fondazione “Campanella”, l’azienda “Mater Domini”, ha 3 manager e tre strutture nella stessa città.

Quando proponemmo, ad inizio legislatura, l’accorpamento per costruire il polo oncologico regionale, quindi la fusione tra “Campanella” e “Ciaccio”, a Catanzaro ci fu una sommossa! Adesso, giustamente e legittimamente, il collega Ciconte dice: “Abbiamo tolto 100 posti letto a Catanzaro dall’azienda “Pugliese-Ciaccio”. E’ anche vero che i 100 posti letto vanno a rafforzare la presenza dell’Università che rivendica il ruolo della formazione e della specializzazione e la messa in campo di nuove figure mediche e sanitarie, che sono fondamentali per la sanità calabrese.

Quindi, sostanzialmente, abbiamo preso 100 posti letto che erano al “Pugliese” e li abbiamo trasferiti, sempre nella città di Catanzaro, all’Università.

Non entro nel merito di quanto lei dice, perché – mi pare di capire - alla fine ha definito l’Università quasi una struttura privata. Giusto?

(Interruzione)

Ho capito bene. Mi auguro che il Magnifico Rettore dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro ne prenda atto; però il problema, a mio modo di vedere, è capire come stimolare l’azienda “Mater Domini” a contribuire ancora di più a creare questa sinergia con l’azienda ospedaliera. Dopodiché lei non deve dimenticare – perché ne sa molto di più di me in materia – che Catanzaro, proprio perché ha tre direzioni generali in città, più l’azienda territoriale, ancora oggi non ha l’ospedale in fase di costruzione e di appalto; un’altra grande idea – penso di tutti, ma da noi coltivata ed oggi perseguita come obiettivo – è quella della nascita di un’unica azienda tra ospedale e Università.

Quindi, la mia è soltanto una constatazione: è vero che c’è una fase di difficoltà delle strutture ospedaliere, ma riguarda tutta la Calabria dove ci sono gli Hub; poco fa sono stato agli ospedali “Riuniti” di Reggio Calabria, ho incontrato il primario di chirurgia e mi diceva: “Sono arrivati, oggi, un paziente da Cetraro, uno da Vibo, una dalla provincia di Catanzaro, uno dalla provincia di Crotone, qui arrivano un po’ dappertutto”.

Gli Hub sono dei catalizzatori, perché sono delle grandi realtà, però se noi riuscissimo a creare questa sintonia e quest’azione sinergica tra le due realtà per costituire – e questo è il documento a cui stiamo lavorando e presenteremo prossimamente – l’accorpamento ed avere un’Asp unica, con due ospedali, che diventerebbe una sorta di policentrico a tutti gli effetti, con un ospedale nuovo, una direzione strategica, quindi una direzione generale e sicuramente meno problemi e meno difficoltà. Spero che sia i colleghi consiglieri di Catanzaro, presenti insieme all’assessore Tallini che conosce bene l’argomento, e lei. nella duplice veste di consigliere e di Presidente dell’Ordine dei medici. sosterrete questa linea dell’amministrazione.

Questo, effettivamente, anche in una logica di sinergia per implementare l’attività esistente; possono anche servire il pronto soccorso, per un tipo di attività, e poi si può trasferire anche al “Mater Domini” per dare continuità assistenziale.

Quindi la nostra idea è questa e la carenza dei 100 posti letto, che in atto c’è all’azienda “Pugliese”, la si può superare con questo tipo di approccio.

Se troveremo il conforto nelle aule dei civici consessi e quindi della politica e delle istituzioni del territorio noi, ancora una volta, proporremo questo tipo di idea, non provocatoriamente ma strategicamente, per raggiungere un obiettivo.

Concludo con un’unica riflessione. Lei sa molto bene che, fin quando non miglioreremo l’attività della medicina sul territorio, gli ospedali continueranno ad essere dei centri che prendono tutto, cioè dal codice bianco a qualsiasi altro tipo di codice, proprio perché questa difficoltà culturale e anche di difficoltà del territorio di dare risposte genera questo tipo di confusione.

In conclusione, i 100 posti all’Università riteniamo sia opportuno darli, perché diventano funzionali a quel tipo di proposta; non possiamo fare andare fuori i nostri giovani a studiare, quindi avere meno opportunità occupazionale in Calabria, formative e di specializzazione. Questa alternativa, questo tipo di scelta ci spinge ad accelerare ad una sorta di integrazione funzionale e poi, successivamente, ad un’unica struttura di direzione strategica generale. Se a questo diamo un’accelerazione e lo prevediamo nel Programma operativo, che è quello che stiamo costruendo per il tavolo dei ministeri competenti per il prossimo triennio, e diciamo che entro tre anni si arriverà, ad esempio, all’azienda ospedaliera unica e, nel contempo, a quel punto acceleriamo molto di più il percorso di realizzazione del nuovo ospedale, noi avremo creato quello che Catanzaro, probabilmente, doveva fare già da tempo, ma che tra le mille difficoltà ancora oggi non si è realizzato.

Questa è la nostra idea e il vero rimedio a questo tipo di problema è chiedere, e lei l’ha fatto esplicitamente; devo dire la verità ad una riunione col Rettore, per le dichiarazioni dell’assessore Salerno che aveva detto molto meno di quanto abbia fatto lei, sono stato quasi aggredito verbalmente dal Rettore stesso che, spero, prenda atto che la sua posizione è molto più spinta della mia. Ho la sensazione che la politica, forse, sia molto più avanti di tanti altri, perché comunque c’è una visione comune rispetto alla strategia e quindi alla città di Catanzaro.

Al di là del recupero sul territorio che diventa importante perché drena molto di quello che finisce sull’ospedale, che può essere un intervento nel brevissimo periodo, da questo punto di vista stiamo, per costruire, da qui ai prossimi anni, due-tre anni massimo, una realtà completamente nuova in grado di dare risposte a Catanzaro e non solo, a un’intera comunità molto più ampia, perché Catanzaro ha una grande struttura, che è quella dell’azienda ospedaliera, in cui ci sono grandi professionisti, molto apprezzata e, tra l’altro, molto cercata e ricercata.

Quindi, insieme a questo, si possono coniugare i centri di eccellenza che ci sono anche dentro il “Mater Domini” e fare un’unica grande azienda ospedaliera in grado di dare risposte a un bacino così vasto, però – ribadisco – Catanzaro ha 735 posti letto, Reggio Calabria – che ha 186 mila abitanti – ne ha 516! Io parlo di città. Catanzaro ha un ospedale Spoke a non più di 30 chilometri di distanza che si chiama Lamezia Terme, anche meno di 30 chilometri; Reggio Calabria ha due ospedali Spoke che stanno uno a 100 chilometri, Locri, l’altro a 70-80 chilometri, che è Polistena.

Anche in termini di bacino, tutto questo dà la dimostrazione che, numericamente, non c’è un danno a quella parte di territorio, è l’aspetto organizzativo che va migliorato e reso più funzionale.

PRESIDENTE

Consigliere Ciconte, si dichiara soddisfatto?

Vincenzo Antonio CICONTE

Non posso essere soddisfatto, sono soddisfatto per quella che può essere la proiezione, perché giustamente il Presidente Scopelliti non sa che io, negli anni precedenti, ho parlato sempre di un’azienda unica e il Rettore dell’epoca non ha mai voluto l’azienda unica “Pugliese”.

(Interruzione)

Il nuovo Rettore vuole l’azienda unica? Non lo so se la vuole, questo lo sa lei, non ho idea. Mi auguro che la voglia, però so – da quello che leggo – che ha molti dubbi sull’azienda unica, quindi il problema, Presidente, non è tanto i 735 posti dell’area di Catanzaro o di Catanzaro. A Catanzaro insiste un’Università della Calabria, una facoltà di medicina che è patrimonio di tutta la Calabria, altrimenti è chiaro che lei mi dica poi: “Ma esiste un centro Spoke a 35 chilometri!”. Io le potrei dire che Lamezia è la terza città della Calabria come popolazione.

Non è questo il ragionamento, ma bisogna ragionare in termini diversi e dire: “I pazienti che vanno al pronto soccorso del “Pugliese” perché debbono essere ricoverati in barella, in duplice, triplice barella per ogni reparto e non possono arrivare all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro? Diversamente, è chiaro che dobbiamo dare più posti letto all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro, mantenere non dico 120, ma almeno 60-70 posti letto per garantire quei reparti di urgenza. Credo che questo, Presidente, sia buonsenso; mi creda, non è un discorso di provocazione o di stimolare quella discussione giusta che deve avvenire.

Poi, l’ha detto il Rettore stesso che l’Università non è per acuti, considerato che manca un pronto soccorso. Avete mai visto un ospedale senza un pronto soccorso che può curare gli acuti?! Spiegatemelo, perché io sono un medico e non lo so. Se una persona si sente male e non può andare al pronto soccorso di quel nosocomio, secondo voi curano gli acuti? Credo di no, gli acuti si curano in maniera indiretta, pazienti che arrivano in ospedali Spoke o in altri ospedali e vengono poi trasferiti in reparti che funzionano per fare cose che sono necessarie, come lo fa Villa Sant’Anna e come lo fanno altri reparti di tutta la Calabria.

Chiedo scusa, Presidente, un’ultima provocazione e termino: le chiedo di predisporre un tavolo di proposte, coinvolgendo anche l’opposizione. Vedrà che molti di questi problemi che afferiscono a quest’area centrale della Calabria si possono risolvere – ripeto – con buonsenso e un po’ di equilibrio. Non ci tenga fuori da queste cose, perché credo che sia un momento difficile per la sanità e – mi creda – sulla sanità si gioca il destino della Calabria.

Interrogazione a risposta immediata numero 340 del 28 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione “In ordine alle misure da intraprendere per scongiurare la chiusura o il ridimensionamento di interi reparti dell’ospedale <Spoke> di Castrovillari”

PRESIDENTE

Siamo allinterrogazione a risposta immediata numero 340 del 28 marzo 2013 a firma del consigliere Guccione “In ordine alle misure da intraprendere per scongiurare la chiusura o il ridimensionamento di interi reparti dell’ospedale <Spoke> di Castrovillari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale, commissario al Piano di Rientro dal debito sanitario. Per sapere - premesso che:

nel presidio ospedaliero “Spoke” di Castrovillari sono emerse gravi criticità che compromettono il ruolo e la funzione assunti dallo stesso presidio nel sistema “Emergenza-Urgenza” della Regione Calabria;

particolarmente gravi risultano essere le condizioni organizzative del Pronto Soccorso e dei reparti di Ortopedia e di Pneumologia;

il Pronto Soccorso è sottoposto ad un’intensa attività e versa in una situazione organizzativa emergenziale che ne compromette il funzionamento, determinando disservizi che si ripercuotono sui cittadini dell’area di competenza del presidio ospedaliero in oggetto;

il volume delle attività e delle prestazioni sanitarie presenta una media giornaliera di oltre 56 utenti trattati;

su dieci unità mediche previste, sono presenti nell’attuale dotazione organica solo cinque medici turnisti, un medico a 18 ore settimanali ed un medico che, per gravi motivi di salute riscontrati, non potrà più essere utilizzato in Pronto Soccorso;

la protratta carenza di almeno quattro medici, nonostante i turni aggiuntivi programmati, rende difficile garantire standards assistenziali accettabili e impossibile l’attivazione dei quattro posti- letto OBI (Osservazione Breve Intensiva) previsti dalla programmazione regionale con Decreto n. 14 del 2012;

altrettanto critica risulta essere la situazione dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia, già da molti mesi ridimensionata attraverso la riduzione dei posti letto da venti a dieci per gravi carenze di organico medico, in cui attualmente la situazione si è ulteriormente aggravata per il pensionamento di un medico ortopedico a causa del quale, ad oggi, sono in servizio solo un direttore facente-funzioni, un dirigente medico a tempo indeterminato e un dirigente medico con un contratto per 34 ore settimanali;

la Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dovrebbe avere una dotazione organica di almeno sette medici;

la mancanza di almeno quattro medici rende praticamente impossibile il funzionamento del reparto e non garantisce un’adeguata assistenza ai degenti neanche in H12;

l’Unità Operativa di Pneumologia ha visto ridursi l’organico medico di due unità a fronte di un fabbisogno di personale medico stimato in quattro unità operative e tutto ciò rende precaria e inadeguata l’offerta del servizio;

il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli ha più volte richiesto l’autorizzazione all’Ufficio del Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro di emanare avvisi pubblici per l’assunzione di personale medico al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e non ha ricevuto, finora, nessuna risposta;

lo stesso Direttore Generale ha più volte sollecitato al Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro lo sblocco del turn over (per come previsto dal Decreto Balduzzi) per il personale sanitario e medico richiedendo l’autorizzazione a bandire avvisi pubblici per l’assunzione di 38 medici -:

come intende intervenire per scongiurare la chiusura o il ridimensionamento di interi reparti dell’ospedale “Spoke” di Castrovillari per gravi carenze di personale medico e paramedico ed evitare, così, il rischio di non garantire i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);

le ragioni per le quali il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza non è stato ancora autorizzato, per come da egli stesso richiesto, ad espletare avvisi pubblici per l’assunzione temporanea di personale medico al fine di scongiurare la mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza;

perché, a tutt’oggi, non sia ancora pervenuta, per come previsto dal Decreto Balduzzi, l’autorizzazione allo sblocco del turn-over che darebbe all’Asp di Cosenza la possibilità di bandire concorsi pubblici per l’assunzione di 38 medici”.

La parola al consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Si tratta del presidio Spoke di Castrovillari, si trova in grave emergenza, rischia di compromettere il ruolo e la funzione dello stesso Spoke, in quanto previsto nel sistema emergenza-urgenza nella nostra regione.

Particolarmente gravi risultano essere le condizioni organizzative del pronto soccorso e del reparto di ortopedia e pneumologia.

Il pronto soccorso è sottoposto ad un’intensa attività e versa in una situazione organizzativa emergenziale che ne compromette il funzionamento, determinando disservizi che si ripercuotono sui cittadini dell’area di competenza del presidio ospedaliero Spoke in oggetto.

Il volume delle attività e delle prestazioni sanitarie presenta una media giornaliera di oltre 56 utenti trattati.

Su dieci unità mediche previste, sono presenti nell’attuale dotazione organica solo cinque medici turnisti, un medico a 18 ore settimanali ed un medico che, per gravi motivi di salute riscontrati, non potrà più essere utilizzato in pronto soccorso.

La protratta carenza di almeno quattro medici, nonostante i turni aggiuntivi programmati, rende difficile garantire standard assistenziali accettabili e impossibile l’attivazione dei quattro posti- letto Obi (Osservazione Breve Intensiva) previsti dalla programmazione regionale con decreto n. 14 del 2012.

Altrettanto critica risulta essere la situazione dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia, per mancanza di personale medico.

Il reparto di ortopedia e traumatologia rischia di essere chiuso, perché non può garantire i turni notturni. Così per quanto riguarda emodinamica che a Castrovillari fa solo interventi programmati.

Anche le recenti inaugurazioni delle sale operatorie dell’ospedale Spoke di Castrovillari, ancora, a distanza di un anno dalla loro inaugurazione, non sono entrate in funzione.

Abbiamo più volte sottoposto al direttore generale, Gianfranco Scarpelli, la situazione grave in cui versa, per mancanza di personale medico e paramedico, l’ospedale Spoke di Castrovillari, che rischia la chiusura di alcuni servizi ospedalieri essenziali.

Il direttore generale Gianfranco Scarpelli ci ha confermato che l’autorizzazione dell’Ufficio del commissario per l’attuazione del Piano di rientro di emanare avvisi pubblici e l’assunzione di personale medico per garantire i livelli essenziali di assistenza gli è stata sempre negata, che ancora ad oggi non è stata autorizzata l’Asp di Cosenza ad utilizzare lo sblocco del turn-over, così come previsto dal decreto Balduzzi, che potrebbe fare in modo di bandire concorsi per l’assunzione di 38 medici.

La situazione si aggrava di giorno in giorno e un’area strategica che rappresenta un pezzo importante della Calabria rischia di non poter avere garantiti i livelli essenziali di assistenza.

Noi chiediamo che, da questo punto di vista, si prendano i provvedimenti urgenti e necessari al fine di garantire il diritto costituzionale alla salute.

PRESIDENTE

Risponde la Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, in effetti l’ospedale Spoke di Castrovillari soffre di quello che, in qualche modo, tutti gli ospedali della Calabria, tutti gli Spoke e tutte le aziende ospedaliere soffrono, cioè la carenza di personale, soprattutto carenza di personale medico e sanitario.

Non c’è dubbio che lo sblocco del 15 per cento del turn-over consentirà una boccata di ossigeno, sono 134 figure in tutta la regione, 38 nell’azienda cosentina, ma sappiamo che diventa una goccia nel mare. Tuttavia si sta lavorando perché è in atto un’interlocuzione con il Tavolo Massicci per completare questo adempimento e quindi, da qui a non molto, avremo finalmente l’ok per procedere con i bandi e bandire quantomeno questa prima boccata d’ossigeno. Continuano, però, le interlocuzioni a livello nazionale e devo dire che quello che soffre la Regione Calabria lo soffrono anche le altre Regioni in Piano di rientro: proprio a livello nazionale all’interno della nuova stesura del patto della salute, quello dove probabilmente riusciremo finalmente a sederci e scrivere, quindi il patto della salute 2013-2015, è intenzione della Regione Calabria chiedere fortemente che ci sia un avanzamento in questa direzione e quindi consentirci di avere più spazio per avere nuovo personale.

Il problema potrà essere risolto momentaneamente con poco personale che sarà acquisito attraverso questi nuovi bandi, ma sappiamo che ancora è poca cosa rispetto a quelle che sono le necessità dell’ospedale Spoke di Castrovillari e di tanti altri ospedali della Calabria.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, non sono soddisfatto della risposta, perché noi parliamo di un ospedale Spoke, di una sanità virtuale, perché quell’ospedale Spoke, in base a un decreto del commissario per l’attuazione del Piano di rientro, doveva avere 223 posti letto per acuti. Oggi, quelli attivati sono 113, mancano oltre 100 posti letto, è passato circa un anno e mezzo da quel decreto e neanche si riesce a garantire i servizi ospedalieri previsti dallo Spoke, l’erogazione di quei servizi. Siamo in una situazione in cui la sanità in Calabria è virtuale, i decreti dicono una cosa e la realtà è totalmente diversa da quanto stabilito nei decreti; ed anche le assicurazioni, c’è una sorta di rassegnazione, ma stiamo parlando di salute.

Vicepresidente, se non si garantiscono quei servizi, la mortalità può aumentare, la gente rischia la vita. Se non ci sono questi numeri minimi, alla gente non è garantito il livello essenziale di assistenza, il diritto costituzionale alla salute. Parliamo di ospedali Spoke che vivono in una situazione di questo tipo.

Per questo non mi meraviglio. Non amo “Report”, però credo che su questo attendiamo con impazienza di conoscere l’esito del Tavolo Massicci, per capire qual è la situazione dei livelli essenziali nella nostra Regione.

Mi ritengo insoddisfatto e penso che, rispetto a questo, sia necessario un provvedimento rapido e, se non è in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza nella Regione Calabria, dovremo attivare procedure, iniziative straordinarie perché i calabresi abbiano garantito, ovunque abitino, il diritto costituzionale alle cure.

Interrogazione a risposta immediata numero 341 del 3 aprile 2013 a firma dei consiglieri Guccione e Talarico D. “In ordine al caso dei finanziamenti concessi ad associazioni onlus di cui alla trasmissione “Le Iene” andata in onda recentemente su Italia 1”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione a risposta orale numero 341 del 3 aprile 2013 a firma dei consiglieri Guccione e Talarico D. “In ordine al caso dei finanziamenti concessi ad associazioni Onlus di cui alla trasmissione “Le Iene” andata in onda recentemente su Italia 1” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

nell’ambito di una nota trasmissione televisiva nazionale, “Le lene Show” su Italia 1, è andato in onda recentemente un servizio sull’attività di associazioni Onlus con finalità di promozione nel mondo di prodotti tipici calabresi, che avrebbero ricevuto cospicui finanziamenti da parte della Regione Calabria;

l’esempio portato nell’ambito del servizio era quello di un’associazione denominata “Fimetica onlus” finalizzata alla promozione dell’olio extra vergine d’oliva calabrese, anche attraverso la partecipazione ad eventi fieristici e competizioni internazionali del settore agroalimentare;

con grave danno d’immagine per la Calabria e le sue Istituzioni, è stato mostrato che i membri della suddetta associazione, con soldi pubblici, avrebbero visitato la città di Dubai e albergato in lussuosi hotel, dietro la copertura di un concorso internazionale;

gli stessi avrebbero perfino ammesso che i concorsi internazionali sono per lo più fittizi, non effettivamente svoltisi, ma inventati ad arte, solo per una questione formale, per giustificare l’esborso di contributi pubblici;

un membro della Fimetica, per come è stato riportato da alcuni organi di stampa, avrebbe raccontato di come alcuni politici calabresi “Abbiano una figlia o degli amici che possiedono associazioni costituite esclusivamente per distribuire questi soldi pubblici, che poi diventano finanziamenti per grossi bacini elettorali che così vengono ricompensati per il loro servizio”;

il Dirigente generale del dipartimento 4 Bilancio e Patrimonio della Regione, l’avv. Pietro Manna, sempre nel corso della trasmissione, ha parlato di pratiche di contributi per un ammontare di 50 milioni di euro revocate o da revocare, riferite anche alle attività di cui sopra;

dal servizio televisivo sembrerebbe emergere un “sistema truffaldino” messo in piedi ai danni della Regione, nell’ambito del quale molti soldi pubblici sarebbero stati dissipati per creare una rete di clientela mediante associazioni di comodo, che, nella realtà, ancorché abbiano intascato ingenti contributi, non avrebbero mai portato a termine alcun progetto formalmente dichiarato;

a seguito del clamore suscitato dal servizio televisivo, l’associazione Fimetica, con proprio comunicato stampa, ha smentito di aver usato soldi pubblici per pagare ai suoi membri il soggiorno a Dubai e che la stessa manifestazione abbia goduto di finanziamenti pubblici -:

se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità di quanto fatto emergere nell’ambito della nota trasmissione televisiva “Le Iene Show”;

quali iniziative si intendono assumere per accertare eventuali responsabilità, anche di tipo penale, nell’ipotesi di uso distorto del denaro pubblico, per come emergerebbe dal servizio televisivo in questione;

se corrisponde al vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in associazioni che hanno beneficiato in questi anni di contributi pubblici, nell’ambito del “sistema” denunciato nel corso della trasmissione”.

La illustra il consigliere Domenico Talarico.

Domenico TALARICO

Premesso che, nell’ambito di una trasmissione televisiva nazionale, è andato in onda recentemente un servizio sull’attività di associazioni onlus con finalità di promozione del mondo dei prodotti tipici calabresi, che avrebbero ricevuto cospicui finanziamenti da parte della Regione Calabria;

l’esempio portato nell’ambito del servizio era quello di un’associazione denominata “Fimetica onlus” finalizzata alla promozione dell’olio extra vergine d’oliva calabrese, anche attraverso la partecipazione ad eventi fieristici e competizioni internazionali del settore agroalimentare;

con grave danno d’immagine per la Calabria e le sue istituzioni, è stato mostrato che i membri della suddetta associazione, con soldi pubblici, avrebbero visitato la città di Dubai e albergato in lussuosi hotel, dietro la copertura di un concorso internazionale;

gli stessi avrebbero perfino ammesso che i concorsi internazionali sono per lo più fittizi, non effettivamente svoltisi, ma inventati ad arte, solo per una questione formale, per giustificare l’esborso di contributi pubblici;

un membro della Fimetica onlus, per come è stato riportato da alcuni organi di stampa, avrebbe raccontato di come alcuni politici calabresi “abbiano una figlia o degli amici” – recito testualmente – “che possiedono associazioni costituite esclusivamente per distribuire questi soldi pubblici, che poi diventano finanziamenti per grossi bacini elettorali, che così vengono ricompensati per il loro servizio”;

il direttore generale del dipartimento bilancio e patrimonio, l’avvocato Pietro Manna, avrebbe parlato di pratiche di contributi per un ammontare di 50 milioni di euro revocate o da revocare, riferite anche alle attività di cui sopra;

sembrerebbe emergere un “sistema truffaldino” messo in piedi ai danni della Regione Calabria, nell’ambito del quale molti soldi pubblici sarebbero stati dissipati per creare una rete di clientela mediante associazioni di comodo;

per tutto questo chiediamo di sapere, io e il collega Guccione, se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità di quanto fatto emergere nell’ambito della nota trasmissione televisiva e quali iniziative si intendono assumere per accertare eventuali responsabilità, anche di tipo penale, nell’ipotesi in cui ci sia stato effettivamente un uso distorto del denaro pubblico, per come emergerebbe dal servizio televisivo in questione;

infine, se corrisponde al vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in associazioni che hanno beneficiato, in questi anni di contributi pubblici, nell’ambito del “sistema” denunciato nel corso della stessa trasmissione.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura e alla forestazione

In merito all’interrogazione – scusi un attimo, l’ho dovuta trovare sul mio iPad, perché non avevo il documento cartaceo – rispetto alla prima domanda, ossia se è stata avviata un’iniziativa per accertare la veridicità, rispondo che il dipartimento agricoltura della Regione Calabria non ha mai concesso, quindi trasferito alcun contributo per la manifestazione promozionale tenutasi a Dubai ed organizzata dall’associazione Fimetica per l’anno 2012, come avevo già dichiarato attraverso i mezzi di informazione regionali e nazionali. Quindi, nessun contributo è stato dato per quanto riguarda la manifestazione in questione.

Per quanto riguarda la seconda domanda, vale a dire le iniziative che si intendono assumere, devo dire che, non avendo elargito alcun finanziamento per la manifestazione in essere, non c’è nulla da controllare da parte dell’amministrazione, perché nulla è stato dato all’associazione Fimetica.

Per quanto riguarda il terzo punto, ossia se corrisponde al vero che congiunti di esponenti politici regionali sono coinvolti in queste associazioni e in questo sistema, per quanto riguarda sempre il dipartimento agricoltura, si chiarisce che nessun congiunto, nell’attuale management dell’assessorato e del dipartimento agricoltura, ha beneficiato in questi anni di elargizioni e di incarichi da parte dell’associazione Fimetica.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Talarico.

Domenico TALARICO

Credo che la risposta sia insoddisfacente. Ovviamente, non voglio mettere in dubbio l’onestà intellettuale dell’assessore Trematerra, però quanto da lui affermato stride con le dichiarazioni del dirigente generale, avvocato Pietro Manna, il quale sostiene o avrebbe sostenuto che è in corso la revoca di 50 milioni di euro riferiti a contributi concessi e, quindi, anche alle attività in questione.

Evidentemente, l’assessore Trematerra risponde per il settore di sua competenza, ma non esclude – né poteva farlo – che la Regione Calabria abbia finanziato, sostenuto, contribuito ad attività di questo tipo, per cui un’eventuale attività di verifica, di indagine amministrativa interna deve essere estesa a tutti i dipartimenti, con particolare riferimento a quello delle attività produttive.

Prendiamo atto, questa sera, che l’assessorato, il dipartimento all’agricoltura e foreste non ha concesso alcun contributo alla onlus in questione, ma l’assessore Trematerra non esclude – né poteva escluderlo – che questa associazione abbia potuto ricevere benefici, emolumenti, sostegni, contributi vari da parte di altri dipartimenti della Regione. Per cui il mio invito – tant’è che l’interrogazione non è rivolta solo all’assessore Trematerra, ma al Presidente della Giunta regionale – è quello di estendere ed allargare l’attività di verifica anche ad altri dipartimenti. Per queste ragioni non sono persuaso della risposta dell’assessore Trematerra.

PRESIDENTE

Conclusa l’interrogazione numero 341, abbiamo esaurito anche il tempo destinato alle interrogazioni a risposta immediata; per quelle rimanenti, provvederemo a trattarle nella prossima seduta del Consiglio fissata per il 3 maggio.

Prego, consigliere Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, avevamo accantonato l’interrogazione numero 327 che riguarda l’accreditamento della Regione alla piattaforma elettronica?

PRESIDENTE

Non è presente in Aula l’assessore Mancini, quindi, la tratteremo la prossima seduta di Consiglio.

Giuseppe GIORDANO

Le ricordo e ricordo all’Aula che il termine ultimo per l’accreditamento scade oggi e può comportare una serie di problemi che potrebbero essere irreversibili non soltanto per le imprese, ma per tutta la filiera della Regione ed enti locali. Quindi, volevo quantomeno sapere se il processo di accreditamento è stato completato e se la Regione è accreditata.

PRESIDENTE

Se la Vicepresidente Stasi prende atto di questa scadenza, in modo tale che … Oggi è 29 aprile, forse la scadenza è domani, il 30 aprile …

(Interruzione)

E’ stato già attivato l’assessore Tallini? Però, poiché anche domani è prevista la seduta del Consiglio, se c’è l’assessore Mancini, può essere l’occasione per avere rassicurazioni in merito alla scadenza del 30 aprile. La sospendiamo e la possiamo trattare domani, se sarà presente l’assessore Mancini.

Giuseppe GIORDANO

Va bene, grazie, la riprendiamo domani.

PRESIDENTE

Concluso il tempo dedicato alle interrogazioni a risposta immediata, possiamo procedere con il secondo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino degli enti, aziende regionali, fondazioni …”…

(Interruzione)

La Vicepresidente Stasi vorrebbe dare la risposta, perché forse ha avuto notizie in merito.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, confermo che è già stato fatto l’accreditamento della Regione alla piattaforma elettronica, quindi siamo perfettamente in linea e siamo assolutamente accreditati, ma anche da parecchio tempo – mi dicono – già dal mese di novembre. Verificheremo ulteriormente, quando arriva l’assessore.

Giuseppe GIORDANO

No, certamente non è il mese di novembre, perché l’interrogazione è del 18 febbraio, mi ero preoccupato a tempo debito e a quella data me lo ha confermato anche il dottore Manna l’iter non era stato completato.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

A novembre abbiamo iniziato la procedura, che, ovviamente, ora è completata e siamo perfettamente in linea con gli accreditamenti.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto della rassicurazione odierna.

PRESIDENTE

Bene, possiamo procedere.

Mario MAIOLO

Presidente, chiedo di intervenire sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Sì, stavo soltanto leggendo l’argomento inserito al secondo punto all’ordine del giorno, lo completo e poi le do la parola: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi, comunque denominati, con esclusione del settore sanità”, di cui è relatore il consigliere Grillo.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, innanzitutto, ricordo che, nella precedente seduta, lei aveva preso l’impegno a completare, nella seduta odierna, tutte le interrogazioni presenti all’ordine del giorno, ma capisco che si voglia dare corso al secondo punto all’ordine del giorno, e su questo voglio far presente che anche oggi si è tenuta la riunione della Commissione bilancio. Su questo aspetto, vorrei porre la questione laicamente, essendo stato abituato in Consiglio a procedure anche molto rapide, frettolose, che spesso hanno portato ad esiti non positivi. Voglio sottolineare che la Commissione bilancio è stata convocata nello stesso giorno della seduta del Consiglio, per discutere del parere finanziario su un provvedimento che è già iscritto all’ordine del giorno del Consiglio.

Presidente, vorrei che lei seguisse, perché l’inserimento all’ordine del giorno di un provvedimento che non è ancora stato licenziato dalla Commissione costituisce una estrema novità delle procedure.

Siamo abituati anche ad esaminare provvedimenti presentati direttamente in Consiglio; nell’ultima seduta del Consiglio c’è stata una lunga discussione sul ruolo della Conferenza dei capigruppo, però, francamente, convocare la riunione della Commissione, che deve esprimere un parere e lo deve fare in tempi ristretti in apertura del Consiglio, è una cosa rispetto alla quale dissentiamo perché, fra l’altro, il provvedimento all’ordine del giorno non è un provvedimento ordinario, non è una legge qualsiasi, è una legge importante di un percorso che è quello delle riforme, che noi condividiamo.

PRESIDENTE

Invito i colleghi a prendere posto e a seguire la proposta del consigliere Maiolo.

Mario MAIOLO

Questo delle riforme è un processo che abbiamo affrontato, fra maggioranza e minoranza, anche nel mese di luglio, soprattutto con riferimento al metodo con cui questi processi si devono affrontare. Considerando quello che è avvenuto nel percorso dell’Arssa, nel percorso dell’Afor che ci auguriamo si completerà nella prossima seduta del Consiglio ci sembrava chiaro che fosse stato acquisito un metodo, non soltanto per un rispetto statutario e legislativo, che è valso per l’Arssa e varrà per l’Afor, ma vale anche per questo provvedimento che produce quegli effetti legislativi che questa proposta prevede e che, è chiaro, deve essere approvato, secondo lo Statuto, a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale.

Per cui è ovvio che, in questa occasione, nel percorso di formazione di questo provvedimento, non si è tenuto conto della necessità e volontà che noi abbiamo espresso anche stamattina nei tempi dati, poiché avremmo voluto entrare in maniera più significativa nel merito del provvedimento, anche confrontandoci su alcune scelte e opzioni che la maggioranza, dal punto di vista politico, ha fatto scegliendo di mantenere alcune organizzazioni, alcuni enti in-house, e di accorparne altri. Sono scelte politiche di partenza che è giusto che la maggioranza faccia, sulle quali, però, avremmo voluto un confronto diverso, più spinto, anche perché stamattina il sottosegretario Sarra, durante la seduta della Commissione, ha esplicitato alcuni contenuti del provvedimento che prevedono delle attività a valle di questo provvedimento, che sono di previsione di enti strumentali, di questioni che andrebbero definite ed organizzate all’interno della legge.

E’, quindi, una legge che istituisce, modifica enti e aziende che hanno la necessità di coinvolgere, a volte, gli enti locali, ad esempio le ASI, quindi c’è una partecipazione alla formazione di questi soggetti che, legislativamente e dal punto di vista statutario, richiede l’approvazione a maggioranza dei due terzi del Consiglio regionale. Immaginavamo che questo metodo, questa procedura fosse stata acquisita, per quello che abbiamo fatto e quello che dovremo fare in futuro, però in questo percorso non è stato così e non solo nelle previsione di merito, nelle quali non entro in questo momento, ma non lo è stato nemmeno dal punto di vista di quello che è l’impatto finanziario, della necessità di prevedere gli impatti e il coinvolgimento della Regione, delle strutture burocratiche e organizzative rispetto a questo processo di riforma.

Tutto questo non è stato fatto: non abbiamo dato il nostro contributo, non abbiamo potuto incidere per migliorare, anche attraverso il confronto con la maggioranza, un testo e un’iniziativa che va ad incidere profondamente sul contenimento della spesa, dell’organizzazione burocratica e le scelte contenute in questo provvedimento – l’abbiamo detto con chiarezza nelle Commissioni competenti – non sono condivise. Abbiamo votato nelle Commissioni in maniera responsabile nel merito contro questo provvedimento, ci siamo astenuti sulla parte finanziaria, ma anche per il motivo che già stamattina, durante la discussione nella Commissione consiliare bilancio, è arrivata l’anticipazione da parte della Giunta che ci sarebbe stato un provvedimento emendativo, che tre-quattro enti, previsti in questa proposta di legge (ente Fiera, Comalca, Comac, eccetera) sarebbero stati stralciati dalla legge stessa.

Quindi, scelte di una certa importanza e di una certa rilevanza, che ci pare siano arrivate all’esame di questa seduta di Consiglio troppo rapidamente e forse in maniera non ponderata.

Su questo, proprio sull’ordine dei lavori, vorremmo fosse chiaro che questo percorso di riforma non è il percorso che avevamo inteso svolgere fra maggioranza e minoranza, considerate le tematiche fondamentali; poi, fra l’altro, dal punto di vista regolamentare, la necessità che questo provvedimento debba essere approvato con i due terzi dei componenti dell’Aula ci spinge a dire che il lavoro fin qui fatto, sicuramente, è di avvio, ma, a nostro parere, ha necessità di una riconsiderazione profonda che richiederebbe il rinvio nella Commissione competente e, quindi, una discussione diversa, alla luce della necessità di un confronto più costruttivo.

PRESIDENTE

Consigliere Maiolo, in merito alla seduta del Consiglio di oggi, di domani e del 3 maggio, era stata una volontà della Conferenza dei capigruppo quella di procedere alle riforme, quindi di organizzare al più presto questa settimana dedicandola alle riforme. Pertanto, abbiamo fissato la data del 29, 30 aprile e 3 maggio; poi, il provvedimento è stato approvato dalla Commissione competente in data 24 aprile ed oggi è stato espresso il parere da parte della Commissione bilancio, che ha reso completo il provvedimento per poterlo approvare in Aula.

Detto questo, è da oltre un anno che si parla del provvedimento; c’è stata da parte dei gruppi, anche con l’approvazione di ordini del giorno in Consiglio, la volontà, di maggioranza e di minoranza, di procedere al riordino degli enti per rendere la Regione più snella, per cercare di ridurre la spesa, razionalizzare, accorpare, sopprimere, liquidare. E’ stato un lavoro molto difficile, complesso che ha impegnato il sottosegretario Sarra e, attraverso di lui, anche la Conferenza dei capigruppo, il Presidente della Commissione. Ci sono state anche versioni che sono state aggiornate in corso d’opera, perché lei sa bene che è un provvedimento molto delicato, complesso, che ha bisogno anche dei pareri legislativi da parte degli uffici. Diciamo che siamo arrivati alla conclusione e, quindi, è arrivato all’esame dell’Aula proprio perché la Conferenza dei capigruppo l’aveva già calendarizzato per il 29, 30 aprile e il 3 maggio, abbiamo anche deciso di procedere con l’Afor.

Per quanto riguarda l’istituzione di nuovi enti, per la quale sarà necessaria l’approvazione a maggioranza dei due terzi, il Consiglio si determinerà al riguardo, quindi arriveremo all’approvazione di qualche articolo o di qualche emendamento per il quale è richiesta la maggioranza dei due terzi. Naturalmente non si procederà all’approvazione degli articoli, ove non ci dovesse essere la presenza e l’approvazione dei due terzi in Aula.

Poiché si parla di nuovi enti, è necessaria l’approvazione a maggioranza dei due terzi, mentre per quanto riguarda la riduzione di enti, la soppressione, l’accorpamento, la liquidazione, non c’è bisogno dell’approvazione da parte dei due terzi dei componenti dell’Aula, perché si può fare a maggioranza semplice; ritengo che qui non si tratti soltanto di un problema della maggioranza, penso che sia anche un problema della minoranza cercare di consegnare ai calabresi una Regione più snella, ridotta, meno poltrone, meno consigli di amministrazione, meno persone che hanno la possibilità di gestione diretta e indeterminata, delle volte anche trascurando quali sono le indicazioni della Giunta o del Consiglio regionale.

Penso che su questi argomenti non ci possa essere una diversificazione, perché riguarda il buon andamento del Consiglio regionale e della sua amministrazione, considerando anche i tempi che stiamo vivendo.

Vorrei sentire anche qualche consigliere di maggioranza sulla proposta avanzata dal consigliere Maiolo per quanto attiene l’eventuale aggiornamento, mi sembra che lei chiedesse questo rispetto a questi argomenti. Le posso dire che la Conferenza dei capigruppo ha calendarizzato le sedute del Consiglio per il 29 e 30 aprile e per il 3 maggio; le Commissioni hanno espresso i pareri, quindi dal punto di vista tecnico il procedimento è completo, le norme sono state seguite alla perfezione, il Regolamento del Consiglio è stato seguito alla perfezione. Affinché un argomento del genere possa essere aggiornato come, mi sembra di capire, ha chiesto il consigliere Maiolo occorre la volontà del Consiglio regionale, quindi vorrei sentire qualche collega di maggioranza, rispetto a questa proposta, per stabilire come procedere nella seduta odierna.  

Se c’è qualcuno della maggioranza che prende la parola dopo l’intervento del consigliere Maiolo…

Ho voluto soltanto tranquillizzare l’Aula sulla correttezza e linearità delle procedure che abbiamo seguito in Commissione, poi con il parere espresso oggi dalla seconda Commissione, presieduta dal consigliere Imbalzano, il procedimento è pronto per essere esaminato, approfondito e seguito dall’Aula.

Chi interviene? Il consigliere Maiolo, dopo il suo intervento per chiedere la verifica della legittimità dell’atto oggi all’ordine del giorno del Consiglio, ha chiesto – quindi ho risposto sulla legittimità dell’atto precisando che era tutto secondo il percorso che ci siamo dati, sia in Conferenza dei capigruppo sia in Consiglio – visto l’argomento e l’importanza dello stesso, un aggiornamento ad una prossima seduta del Consiglio regionale rispetto alla questione delle riforme.

Do la parola al consigliere Chiappetta.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Presidente, rispondo. Le chiedo scusa se, pur chiamato in causa - anche se lei ha fatto riferimento ad un componente della maggioranza – non sono immediatamente intervenuto però ero impegnato in una valutazione attinente a quello di cui il Consiglio si sta per occupare.

Presidente, come credo lei abbia già detto, l’argomento che oggi e anche domani è all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio è relativo ad un provvedimento – poi entreremo nel merito, allorquando si aprirà la discussione generale – del quale si parla da tantissimo tempo, non soltanto per tutto quello che rappresenta ed è contenuto all’interno dello stesso, ma anche e soprattutto perché fa parte di un progetto di legge – che si spera possa essere approvato dal Consiglio nella giornata di domani – relativo ad un qualcosa o a parte di un qualcosa che è attinente a provvedimenti legislativi nazionali, come sono certo avrà sottolineato il sottosegretario Sarra che ha curato e seguito l’istruttoria all’interno delle diverse Commissioni consiliari competenti ed anche in occasioni esterne allo stesso Consiglio; tenuto conto del fatto che il provvedimento riguarda accorpamenti, iniziative che vanno ad incidere anche sulla necessità di fare le riforme avvertita ormai da più tempo nella nostra regione, con dei riferimenti temporali che impediscono la richiesta del collega Maiolo vorrei ricordare che, nel provvedimento legislativo nazionale, nel cosiddetto decreto della spending review, che poi è stato convertito in legge, vi è un riferimento temporale che è quello della scadenza del 30 aprile. Ripeto, questo provvedimento, che ci accingiamo adesso a discutere, sia pure nella parte generale – poi il contenuto normativo, per quello che è stato deciso anche in sede di Conferenza dei capigruppo, lo si esaminerà nella giornata di domani – ha un riferimento temporale ben definito, che è quello del 30 aprile, rispetto al quale non si può assolutamente derogare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Presidente, intanto, rivolgo il mio saluto ai colleghi ed al Presidente visto il mio ritorno in Consiglio regionale.

Pongo un problema che sarà del tutto personale, ma mi spinge ad accogliere la proposta del consigliere Maiolo. Si diceva poco fa che il provvedimento in discussione stasera è dettato dalle politiche nazionali che ci impongono alcune direzioni. Chiedo soltanto un elemento: poiché si andrà a discutere di enti e di strutture importanti, quindi di una importante riduzione della spesa – è una mia carenza perché sono rientrato realmente appena oggi in Consiglio regionale e non ho potuto seguire i lavori – vorrei capire se esiste una riflessione della Giunta regionale o del sottosegretario Sarra, finalizzata a metterci in condizione di conoscere lo stato patrimoniale di questi enti, il numero degli addetti su cui andiamo, comunque, ad incidere e la spesa reale di questi enti negli anni passati, altrimenti non saprei come regolarmi rispetto al provvedimento.

Non solo non si può discutere di un provvedimento importante nel giro di due-tre ore, perché queste sono le ore trascorse dalla seduta della seconda Commissione consiliare delle ore 12,00, ma chiedo se esista un reale ragionamento su cui appoggiarci. Credo che questo manchi e su questo dovremmo essere messi nelle condizioni di poter, poi, esprimere la nostra valutazione.

Lo ribadisco, forse è una mia carenza perché sono un neofita di ritorno in questa Assemblea, ma mi pare che sarebbero necessari elementi minimi per poter valutare il provvedimento.

La ringrazio per questo e, in questo senso, chiedo che sia accolta la proposta del consigliere Maiolo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Signor Presidente del Consiglio, se ho inteso bene la sua precisazione, la condivido e proprio da qui parto per dire che non comprendo la risposta e l’argomentazione del consigliere.

C’è un punto posto dal consigliere Maiolo nel suo intervento che è sovraordinato rispetto a tutto il resto nella forma e nella sostanza. Il punto è sovraordinato perché, mentre il riferimento, secondo me forzoso e forzato del consigliere Chiappetta, è alla spending review, cioè ad una legge ordinaria dello Stato il suo riferimento per dire che non può –, invece, il riferimento centrale della proposta del consigliere Maiolo riguarda una disposizione, con precisione l’articolo 54 dello Statuto, che ha rilievo costituzionale e, quindi, è sovraordinata, nel metodo, rispetto alla risposta che dà il consigliere Chiappetta dal punto di vista formale ed istituzionale.

Presidente, quello che lei sottolinea, lo condivido come una forte raccomandazione perché tutti gli itinerari e i progetti di legge di riforma abbiano un consenso più ampio; non si può non condividere, in generale e nello specifico attuale del nostro Paese, l’Italia, e ancor più della Calabria, che rivendicano un consenso il più alto possibile. Ma da noi, in Calabria, tutto ciò non è un auspicio, è sancito dall’articolo 54 dello Statuto della Regione, tutto il resto viene dopo.

L’atteggiamento del consigliere Maiolo, per quanto mi riguarda anche mio, e quello sentito poco fa del consigliere Guagliardi, non è specioso o di chi vuole mandare la palla fuori, ma vuole che l’apporto di un voto positivo e consapevole della minoranza – così come c’è stato anche oggi in seconda Commissione – sia subordinato ad un consenso di fatto, e non per partecipare, con tutto il rispetto, ad una sorta di spot elettorale. Tutti noi siamo per la mamma e quindi siamo anche per le riforme. Il punto è che la sostanza, il nome, non neghi il titolo e che, quindi, sia un procedimento che, ovviamente, razionalizzi la spesa, abbia i crismi di efficienza e di efficacia e così via e, in qualche modo, salvaguardi diritti che in qualsiasi progetto efficace ed efficiente non possono essere sacrificati.

Questo è lo spirito ed invito il consigliere Chiappetta e la maggioranza a pronunciarsi su questo. In assenza di questo, non è che non vogliamo, non possumus, non possiamo, in quanto ci si condanna ad un ruolo marginale, ad un ruolo “se vuoi, questa è la minestra: o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra!”, dimenticando, però, che qui non è una licenza della maggioranza che ci sia il voto dei due terzi, è un obbligo costituzionale o statutario.

Chiarito questo, a chi piace o a chi non piace, quello è un punto: la legge che è sovraordinata a tutte le altre le leggi, perché le leggi ordinarie dello Stato sono da rispettare, ma la Costituzione, di cui anche lo Statuto e le norme dello Statuto calabrese fanno parte sono più importanti, sono sovraordinate rispetto a tutto il resto.

Poiché a questo non c’è stata data una risposta, chiedo scusa, non capisco e non mi adeguo, quindi ripropongo la stessa questione che lei, con molto garbo, ha posto ai colleghi del gruppo di maggioranza, in attesa di avere una risposta che non è una libera licenza della maggioranza, è il duro percorso di un progetto di riforme nella nostra Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Consigliere Bova, non esistono riforme perfette, esistono le riforme e va da sé che l’argomento del capogruppo Chiappetta diventa stringente; è poi quello che abbiamo discusso in queste settimane anche in Commissione, relativamente alla data stringente di quella quota parte delle riforme previste dalla “spending review”, che ha interessato anche altri settori e finanche l’organizzazione della vita istituzionale di questo Consiglio.

Giova, però, ricordare che, proprio perché esiste una stagione delle riforme, non esistono sicuramente stagioni perfette o riforme perfette. Questo tema è all’ordine del giorno da diversi anni ormai, nel senso che c’era stato uno stimolo di questa maggioranza su taluni enti a partire da Arssa, Afor – a completare quanto iniziato negli anni passati, anche con altre società, fondazioni che non necessariamente dovevano rientrare in quello spirito di riforma della “spending review” che sta in campo da tempo; e da tempo, come è avvenuto anche per l’Arssa e per l’Afor, la minoranza poteva tranquillamente presentare in Commissione progetti alternativi.

Non c’è un’arroganza della maggioranza su un testo, perché va da sé che questo testo anche in Commissione, anche nell’ambito della maggioranza e con grande opportunità dal punto di vista della minoranza, è all’ordine del giorno, se non calendarizzato, in Consiglio ormai forse da un anno e mezzo, da prima che il Governo intervenisse con la norma sulla “spending review”.

Penso che, rispetto al tema stringente di quello che si aspettano i cittadini – e non parlate con uno che insegue necessariamente la pancia dei cittadini – abbiamo riflettuto abbastanza, c’è uno spazio di dibattito anche in queste ore e anche il giorno che seguirà per approfondire la questione nel dettaglio e anche lì dove, tra i vari enti che andiamo a riformare, ci fosse un legittimo dubbio argomentato dalla minoranza, noi siamo pronti a rivedere qualche disposizione, però rinviare su approfondimento o perché manca …

Comprendo bene che la minoranza si voglia sentire più partecipe, voglio dire che non sarà sicuramente questa maggioranza a dire che sono state riforme di una parte, però credo che il tempo sia maturo, sia il tempo giusto, i segnali arrivano anche dall’ambito nazionale e non penso che ci siano argomenti o temi centrali per i diversi enti che andiamo a tentare di riformare che non possano essere approfonditi in queste ore, quindi nella seduta di Consiglio di oggi e anche in quella di domani.

L’auspicio è che la minoranza possa contribuire in modo sostanzioso ad emendare questo testo di riforma, così come è stato fatto da diversi capigruppo della maggioranza per arrivare velocemente all’approvazione. Non saremo sicuramente noi, non sarà questa parte politica a dire che è stata una riforma di parte.

Non penso si debba aggiungere altro, se non auspicare che in queste due giornate possiamo approvare velocemente questo testo di riforma a cui ha contribuito il Consiglio tutto, quindi anche questa minoranza, e ringraziare il lavoro del governo,.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, prima che lei ed anche la maggioranza vi pronunciate definitivamente, mi permetto di spendere una parola di convincimento per chiedere un approfondimento che consenta di varare le riforme con un voto ampio di quest’Aula.

I colleghi che mi hanno preceduto, tra i quali padri costituenti della nostra Costituzione, cioè dello Statuto, hanno evidenziato gli aspetti di carattere statutario ed io mi permetto di sottolineare anche un aspetto di carattere politico, che si aggiunge agli aspetti statutari, che, comunque, non possono che sussistere perché, al di là delle interpretazioni, poi ci sarà la necessità di un voto finale, quindi la questione si ripresenterebbe comunque. Penso, però, che l’aspetto politico debba prevalere, anche perché noi non siamo la Repubblica autonoma della Calabria, cioè le Regioni hanno la loro autonomia, ma non possono non respirare il clima che si respira nell’intero Paese: il Paese è in grande difficoltà, ci sono riforme istituzionali, elettorali, provvedimenti economici per rilanciare un po’ l’economia, che hanno imposto ai grandi partiti dello schieramento politico italiano di mettere insieme un Governo di larga intesa. Insomma, sarebbe veramente strano che, in un clima politico generale di questo tipo, noi eletti della Regione Calabria non facessimo uno sforzo per arrivare ad un risultato utile di sintesi, perché oltre gli aspetti di carattere statutario, ci sono anche aspetti di carattere politico di cui ho già detto ma anche di carattere amministrativo.

Su molte cose previste dalla cosiddetta riforma, noi non troviamo un punto di accordo. Siamo pronti agli approfondimenti perché ci sia questo accordo, ma gli approfondimenti richiedono un ulteriore confronto, un’ulteriore meditazione, un ulteriore studio delle questioni; sapete che abbiamo un pallino, forse sbagliato - ci rendiamo conto che ci si potrebbe dire “questo vostro pallino è facile, nel momento in cui siete una forza di minoranza e di opposizione” - cioè noi ci battiamo da più tempo per una Regione meno accentratrice, più leggera e che valorizzi il sistema delle autonomie locali.

Onestamente, riteniamo che questo provvedimento vada nel senso completamente opposto rispetto a questa nostra visione. Mi auguro che questa visione potrà essere condivisa per il bene della Calabria alla fine della legislatura, quando non ci sarà più un problema di chi governa e di chi si oppone e pensando alla Calabria del domani, metteremo in piedi un ente che sia più agile, più collegato con i territori, meno di gestione.

Ora, tornando alla riforma, non possiamo plaudire soltanto perché si riducono i posti nei consigli di amministrazione e il tutto può determinare un’evidente riduzione dei costi. Questo può essere senz’altro un fatto positivo, ma non basta, perché se a fronte di una riduzione dei costi derivanti dal governo degli enti, poi abbiamo un’evidente prospettiva di forte centralizzazione della gestione di questi settori, penso che non andiamo da nessuna parte.

Peraltro – e chiudo – notiamo che c’è un’ulteriore diminuzione del ruolo – Presidente Talarico, lei, sotto questo profilo, dovrebbe essere, come sa essere quando vuole, elemento di garanzia –; c’è, Presidente Scopelliti, un ulteriore affievolimento, del ruolo del Consiglio regionale, perché quando, in sede di liquidazione degli enti, il commissario liquidatore, nel momento in cui va a porre in essere un rendiconto lo confronta soltanto con il Presidente della Giunta regionale, mi pare che si rafforzi la linea accentratrice.

Vi pregherei, allora, di prendere atto che il nostro non è, assolutamente, un atteggiamento ostruzionistico, ci teniamo a dare il nostro contributo perché le riforme si facciano, però metteteci in condizioni di darlo questo contributo.

Anche la questione metodologica sollevata dal collega Maiolo e che tanti consiglieri mettono in campo cioè delle Commissioni convocate nella stessa mattinata in cui si riunisce l’Aula, non sono una buona presentazione per un’Assemblea che vuole riformare in modo incisivo questi settori e, quindi, guarda ad una Regione diversa per la prospettiva.

Per queste ragioni mi sento di chiedere al Presidente del Consiglio, ma anche e soprattutto al Presidente della Giunta, di dare a quest’Aula l’opportunità di trovare una sintesi importante su argomenti che sono importantissimi per la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente Scopelliti. Ne ha facoltà.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, intervengo sulla scorta della proposta avanzata dal collega Maiolo ed anche ribadita e rafforzata dal collega Principe. Lei non era presente nell’ultima seduta, dove le larghe intese sono venute meno nel dibattito, nel confronto, nel metodo all’interno di quest’Aula, però io credo che, da parte nostra, ci sia tutta la necessità di ricercare su questi argomenti una soluzione unitaria – lo abbiamo detto più volte, lo ribadiamo anche oggi in Aula. Rimarcherei, come fatto di conoscenza, non di critica, un aspetto cioè che le riforme sono in Commissione da dicembre – c’è una proposta di riforma di tutta una serie di enti che giace in Commissione da dicembre – e che le Commissioni competenti o, meglio, la prima, quella presieduta dal collega Caputo, ha licenziato il provvedimento la settimana scorsa; quello di questa mattina, della seconda Commissione legato all’aspetto degli impegni di spesa, era un puro atto formale.

Credo che, da parte nostra, ci sia tutta l’esigenza e la necessità di arrivare all’approvazione di questo testo, ovviamente aperto ad emendamenti e ad ulteriori contributi, perché le riforme, quando si fanno, si fanno per tutti, non sono le riforme della maggioranza; anzi le vere grandi riforme sono quelle che si realizzano con il contributo, con la partecipazione e l’adesione di un’intera Aula, quindi di un’intera Assemblea, perché vuol dire che sono ampiamente condivise e sono un passaggio importante per una nuova stagione, che poi appartiene a tutti, non soltanto ad una parte e, quindi, appartiene alla politica.

In questo momento, credo che sia importante dare un segnale forte come questo e il segnale più forte – se mi è consentito – lo stiamo dando noi come maggioranza – nel senso che è facile chiedere il taglio, la rivisitazione, il dimensionamento di una serie di realtà quando sono altri a nominare, è un po’ più difficile farlo quando le nomine spettano alla maggioranza e questo tipo di scelte vanno comunque a pesare, per alcuni aspetti. Ma noi siamo noncuranti di tutto questo, perché riteniamo che sia fondamentale – e questo smentisce anche le illazioni di queste ore; mi pare chiaro ed evidente - se c’è una Giunta che taglia posti che, magari, possono essere di interesse di gente vicina ai partiti di maggioranza o di professionisti comunque indicati dalla maggioranza – che si sia in controtendenza con quanto anche visto in queste ultime ore e, faziosamente, ancora una volta, riportato dalla Tv di Stato. Mi sembra chiaro ed evidente: le vere vergogne vengono sempre coperte, emergono soltanto gli aspetti marginali e diventa anche interessante leggere che qualche giornalista di testate online ci faccia la morale, loro che di sanità ne hanno goduto per le proprie tasche, facendo affari sulle spalle dei cittadini! Questa è una delle cose più belle che dobbiamo registrare anche oggi, di chi ci scrive di sanità, avendo avuto responsabilità serie sulla sanità calabrese ed avendo fatto man bassa, spesso e volentieri, di quello che era il sistema sanitario!

Credo, rispondendo al collega Principe, che da parte nostra ci sia tutta la disponibilità ad accogliere la proposta, prendendola in considerazione, valutandola attentamente e cioè: iniziare il dibattito questa sera, rinviare a domani l’approvazione del testo, che spero sia approvato all’unanimità, riaprire, Presidente, fino a questa notte o fino a domani mattina alle 10,00 il termine per la presentazione di nuovi emendamenti e poi fare una riunione veloce di capigruppo per capire su quali altri argomenti si possa intervenire; subito dopo entrare in Aula e procedere direttamente con l’approvazione del testo, in modo da consumare già oggi il dibattito, considerato che di riforme ne parliamo già dal maggio dello scorso anno. Questa amministrazione, soprattutto questa maggioranza aveva annunciato la volontà di realizzare le riforme e il testo della proposta era stato già depositato a dicembre, quindi abbiamo avuto modo, su più tavoli, in più momenti e poi nelle ultime settimane anche in Commissione, di approfondire i vari testi; era, però, un percorso già tracciato da un anno, che fa parte di un dibattito ormai ampiamente condiviso e sempre più reclamato dai territori.

Credo che non approvare oggi questo testo o, comunque, non avviare la discussione ed approvarlo domani, rappresenti un segno di grande debolezza della politica.

Non parlo della maggioranza dei due terzi, perché non faccio affidamento sui due terzi, nel senso che per me questo aspetto è marginale. Poi, così come fu per l’Afor, se qualcuno si vuole assumere la responsabilità di non approvare le grandi riforme della Regione, lo faccia pure, però io, da politico calabrese, penso che oggi abbiamo una sola strada, quella di approvare questo testo, anche domani ed avere tutto il tempo per apportare ulteriori modifiche, recepire ulteriori contributi; non possiamo, però, superare la data del 30 aprile, che per noi è fondamentale.

Questo testo, questa riforma va approvata e va offerta come momento di valutazione ai calabresi, per dimostrare che non ci sono stati tentennamenti, che non ci sono ripensamenti, ma che c’è la ferma volontà di approvare un testo che consenta di tagliare i tanti sperperi che ci sono negli enti sub regionali, che noi abbiamo notato e che oggi abbiamo l’esigenza e la necessità di porre all’attenzione anche dell’opinione pubblica e non soltanto del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta proponeva di continuare oggi nella discussione generale del provvedimento e domani, magari alle ore 10,30, 11,00 – definiamo l’orario – ci potrebbe essere, prima di entrare in Aula, una Conferenza dei capigruppo per valutare gli emendamenti pervenuti e l’articolato al fine di recepire delle riflessioni che possono venire da parte della minoranza e poi, finita la Conferenza dei capigruppo, arrivare in Aula in maniera spedita ed approvare il provvedimento entro domani.

Mi sembra che sia una proposta, se la minoranza è d’accordo, che si potrebbe condividere; oggi possiamo procedere con la discussione di merito del provvedimento e poi, domani mattina – definiamo l’orario preciso – si terrà la Conferenza dei capigruppo, per valutare gli emendamenti presentati; possiamo anche lasciare aperto il termine per la presentazione degli emendamenti fino a domani mattina alle ore 10,00, poi magari vederci in Conferenza dei capigruppo, esaminare l’articolato e gli emendamenti per una discussione generale, per poi andare in Aula e votare il provvedimento, con l’auspicio di arrivare alla sua approvazione – perché no? – all’unanimità.

(Interruzione)

Domani mattina potremmo fare una Conferenza dei capigruppo, alle ore 11,00, se siete d’accordo, e poi approvare il provvedimento ed arrivare in Aula.

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Voglio ribadire alcune cose, anche in virtù dell’intervento che ha fatto poc’anzi il Presidente della Giunta regionale.

Non c’è dubbio che questo provvedimento sia utile alla Calabria; anche in Commissione abbiamo dichiarato che siamo disponibili ad un ragionamento che ci porta a condividere questo provvedimento legislativo; è notorio, è agli atti e il Presidente Caputo ci può dare atto della disponibilità di discussione anche in Commissione ma, Presidente, bisogna capire la disponibilità della maggioranza a recepire alcuni ragionamenti che noi già abbiamo fatto in Commissione; secondo noi questo provvedimento va rafforzato nella proiezione di essere utile alla Calabria e soprattutto vanno individuati altri provvedimenti che sicuramente proporremmo domani sotto forma di emendamento, al fine di dare un quadro compiuto al provvedimento stesso.

Se questo è, penso che già nella Conferenza dei capigruppo si arriverà ad una mediazione, reale nell’interesse della Calabria, per approvare un provvedimento che sia utile veramente al riordino della Regione, altrimenti non ha senso portare avanti una discussione, perché da ora fino a domani la posizione non cambierà.

Poiché abbiamo già dato a monte la nostra disponibilità a voler colloquiare per dare un contributo fattivo a questo provvedimento di legge, siamo qua ad accogliere di buon grado questa proposta, se l’orientamento della maggioranza, rispetto anche alle proposte della minoranza, è ragionare in modo compiuto sugli interessi della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

A noi non è sfuggito lo sforzo del presidente Scopelliti, al di là di qualche inevitabile richiamo alla recente e – perché no? – anche meno recente storia della Regione Calabria; non è sfuggito il senso di affrontare la questione in termini istituzionali come conviene al Presidente della Regione e ci auguriamo che, pur nelle diversificazioni di merito che da qui alla fine di questa legislatura continueranno ad esserci, questo reciproco rispetto istituzionale permanga e si rafforzi.

Con molta sincerità, dobbiamo dire che i punti di differenziazione sono tuttora notevoli e, se dobbiamo essere sinceri fino in fondo, la tempistica proposta ci sembra un minus, ma i latini dicevano ad impossibilia nemo tenetur. Se da parte vostra questa è l’apertura, oltre che istituzionale, temporale, ne prendiamo atto.

A questo punto, che si tenga la Conferenza alle 12,00, perché non ci sono Nembo Kid nella maggioranza, non ci sono per nulla dei Rambo nella minoranza, quindi continui il dibattito, ci saranno gli emendamenti, valuteremo domani il tutto, nella speranza di poter trovare punti di sintesi, ma consapevoli che su molti aspetti partiamo – scusate la cacofonia – da punti di partenza molto distanti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Avrei potuto evitare di intervenire perché il collega Principe ha già detto. Sia la proposta di aggiornamento del collega Maiolo sia le considerazioni espresse dal collega Principe evidenziano non un tentativo dilatorio da parte nostra ma un richiamo alla responsabilità di tutti, soprattutto ai consiglieri di maggioranza, affinché su alcune questioni di merito si possa valutare con attenzione il testo che è sottoposto all’esame del Consiglio regionale, al fine di evitare errori e, anziché andare in una direzione riformatrice, compromettere non solo il percorso di riforma ma aggiungere nuovi problemi ai vecchi e persino elementi di contenzioso. In più, se guardate gli emendamenti che ci sono stati sottoposti, firmati dai colleghi di maggioranza, non di minoranza, alcuni pongono questioni che pesano come macigni.

Se questi emendamenti si sono posti e sono stati firmati dai colleghi di maggioranza vuol dire che le questioni esistono e molti di essi li condivido perché, molto probabilmente, il testo, in alcune sue parti, è lacunoso rispetto ad alcuni problemi che si pongono nell’ambito del processo riformatore.

Ho ascoltato anche il Presidente della Giunta regionale – l’ha già detto il consigliere Principe – ed il senso che dà al modo di procedere. Mi pare che non ci sia un diniego alla proposta che ha avanzato il consigliere Maiolo, cioè non stiamo discutendo si o no ad un aggiornamento ma stiamo trovando il metodo su come andare avanti. Sia chiara una cosa: accettiamo il percorso indicato dal presidente Scopelliti anche per presentare eventualmente nuovi emendamenti. Del resto questo è già avvenuto senza che lo si decidesse in Aula perché qui c’è pervenuto un emendamento che è stato presentato qualche minuto fa.

(Interruzione)

No, è firmato ma è atto ufficiale, non ricadiamo io e lei in questa querelle -per carità di patria!- su chi firma e su come si firma l’emendamento. In effetti non è firmato, ha ragione lei, ma è pervenuto questo emendamento che salvaguarda e tutela il diritto di ognuno di noi a presentare emendamenti; il problema, però, non è quello di fare una gara nel presentare gli emendamenti ma di capire, soprattutto sulla base della volontà del Presidente della Giunta, quale sia l’orientamento della Giunta regionale su alcuni punti per andare a legiferare in Aula. Penso, ad esempio, al destino di certa quota di personale di enti che vengono soppressi e posti in liquidazione. Non so se sia previsto negli emendamenti che sono stati presentati perché il testo non prevede qual è l’orientamento della Giunta. E’ necessario un minimo di discussione, può anche essere la Conferenza dei capigruppo, va bene, un minimo di confronto secondo me è utile. La proposta del consigliere Maiolo, quindi, è da interpretare come un volersi assumere la responsabilità da questa parte a fare le riforme e a farle bene. Ciò che significa? Che domani mattina, Presidente, la Conferenza dei capigruppo deve lavorare davvero.

E’ forse più utile la Conferenza dei capigruppo che l’Aula, in modo che lì si possa lavorare anche sui testi, vedere gli emendamenti e riformarli, senza fretta e senza anteporre esigenze di chiusura ad ogni costo per strozzare il dibattito del Consiglio regionale. Anche se dobbiamo chiedere parere al Servizio legislativo, se serve un’ora in più ce la prenderemo ed è questa la nostra preoccupazione. Se questo è, per noi va bene il percorso che è stato indicato e l’ha già detto il consigliere Principe. Ho voluto solo fare questo richiamo al fatto che avvertiamo il dovere di dire stiamo attenti: ci sono cose che vanno viste meglio e bene, anche per quello che voi stessi ci state dicendo con gli emendamenti.

E poi l’altro aspetto qual è? E’ bene che forse risponda il Presidente del Consiglio regionale secondo la sua interpretazione e quella degli uffici. Quali sono i punti su cui è richiesta la votazione a maggioranza qualificata dei due terzi, secondo lei? Perché secondo noi è assai generale, è il provvedimento che comunque la richiede ed anche sui singoli articoli potrebbero esserci, probabilmente, problemi se l’approvassimo a maggioranza semplice. Valutiamo e ragioniamo insieme.

PRESIDENTE

Riassumo il lavoro di questi giorni: oggi si continua col dibattito generale sulle riforme, quindi sentiremo la relazione del relatore, del sottosegretario Sarra e poi l’intervento dei rappresentanti dei gruppi. Possiamo indicare il termine ultimo per gli emendamenti che i consiglieri vorranno presentare alle ore 11 di domani mattina. Seguirà poi la Conferenza dei capigruppo alle 12 e, non appena questa sarà conclusa, la seduta d’Aula, dove verranno esaminati l’articolato e gli emendamenti e si provvederà alla votazione del progetto di legge. Se siamo d’accordo su questo percorso possiamo procedere con la discussione generale.

Proposta di legge numero 411/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del Settore Sanità”

PRESIDENTE

Il consigliere Grillo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione per poi procedere al dibattito. Invito i colleghi a prendere posto e a fare un po’ di silenzio nell’ascoltare la relazione.

Alfonsino GRILLO, relatore

Grazie, Presidente, colleghi consiglieri. Con il riordino e la semplificazione degli enti strumentali, delle fondazioni e delle proprie quote nelle società partecipate, la Regione Calabria si propone una serie di obiettivi, anzitutto il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica mediante fusione, accorpamento e soppressione degli stessi enti, aziende, fondazioni, agenzie, società e consorzi comunque denominati con esclusione di quelli operanti nel settore sanità.

L’esigenza di intraprendere una maggiore integrazione tra l’attività regionale e quella delle autonomie locali, attraverso una migliore organizzazione funzionale degli enti in via di costituzione; la riduzione degli oneri organizzativi, procedimentali e finanziari, nel contesto dei processi di riforma volti al rafforzamento dell’efficacia dell’azione amministrativa; un unico organo responsabile amministrativamente per gli enti strumentali accorpati, allo scopo di assicurare l’unitario esercizio dei servizi e delle funzioni amministrative.

Va notato che l’obiettivo della riduzione degli oneri finanziari a carico del bilancio regionale è perseguito in coerenza a quanto disposto dall’articolo 9 della “spending review. Si evidenzia, inoltre, che la Regione Calabria, già con legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012 - collegato alla finanziaria per l’anno 2013 - ha provveduto, nell’ottica di realizzare la riduzione degli oneri finanziari degli enti sub-regionali, per come indicato all’articolo 9 comma 1 della “spending review, a garantire la riduzione del 20 percento dei trasferimenti regionali a tali enti. Gli enti coinvolti nel riordino, in base all’articolo 2 della presente proposta di legge, sono: Consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale; Fondazione Field, istituita dalla legge regionale 26 giugno 2003, numero 8; Aziende per l’edilizia residenziale, le Aterp; Enti di gestione dei cinque Parchi Marini Regionali; Fondazione Calabria Film Commission; Ente fiera di Cosenza; Fondazione Calabresi nel mondo; Fondazione Mediterranea Terina; Sial Servizi S.p.A.; Calabria Impresa & Territori srl; Comac e Comalca.

Gli enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi, comunque denominati, sono riordinati, accorpati, fusi o soppressi per materie omogenee e secondo criteri generali di economicità, efficacia ed efficienza. In particolare gli enti accorpati presenteranno un unico bilancio, saranno soggetti al controllo di legittimità e di gestione - quindi anche di merito - da parte della Regione.

In base al principio di economicità, è possibile ipotizzare che verranno via via dismesse le attività suscettibili di causare rilevanti perdite di esercizio.

Passando ora ad esaminare l’articolato, dopo l’articolo 1 (Finalità del riordino) e l’articolo 2 (Accorpamento, fusione, liquidazione e riordino di enti) dei quali si è già detto, l’articolo 3 (Norme procedimentali) prevede un percorso da concludersi in nove mesi. Infatti, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Presidente della Giunta regionale nomina un commissario con poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria per ciascun ente conseguente agli accorpamenti.

Il commissario, scelto di norma tra i dirigenti della Regione Calabria, senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale, entro novanta giorni dalla nomina provvede a redigere una relazione tecnico-economica per ciascuno degli enti accorpati, e ne cura la trasmissione al Presidente della Giunta regionale. Entro i successivi centoventi giorni, con decreto del Presidente della Giunta regionale, da adottare previa deliberazione della Giunta regionale, sulla base di conforme parere rilasciato dalle competenti Commissioni consiliari, si provvede: all’istituzione dell’ente regionale conseguente alla procedura di accorpamento; al conferimento dei beni mobili, immobili, strumentali con le inerenti risorse umane, finanziarie e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi degli enti accorpati. L’articolo 3 prevede, infine, che le funzioni attribuite agli enti accorpati continuano ad essere esercitate con le relative risorse umane, finanziarie e strumentali. Il rapporto di lavoro del personale di ruolo degli enti accorpati non subisce interruzioni e il personale stesso conserva la posizione giuridica ed economica in godimento presso l’ente di appartenenza all’atto del trasferimento all’ente incorporante.

L’articolo 5 (Nomine, requisiti e compensi) stabilisce, ai sensi dell’articolo 34, comma l, lettera e), che sia il Presidente della Giunta regionale a nominare degli organi monocratici e collegiali dei soggetti di cui alla presente legge di riordino, previo bando pubblico e valutazione da parte di una commissione. Il comma 2 stabilisce i requisiti di professionalità che devono possedere i componenti degli organi monocratici e collegiali in relazione all’incarico da ricoprire ed all’importanza dell’ente. I commi 3 e 4 stabiliscono le incompatibilità che impediscono il conferimento degli incarichi.

Nel caso i nominati siano esterni al personale della Regione, nel provvedimento di nomina è determinato il compenso lordo. I relativi oneri gravano sui bilanci degli enti riordinati.

L’articolo 6 (Organi del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive) disciplina il nuovo assetto dei cinque enti accorpati in uno, stabilendo, anzitutto, che vi siano un unico Direttore generale e un revisore unico dei conti (più un supplente) istituendo il Comitato di programmazione, la cui composizione è specificata al quarto comma. I compiti, le funzioni e l’organizzazione degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dal Consorzio regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.

Sono previsti, rispetto ai bilanci 2010: riduzione compensi dei componenti del Consiglio di amministrazione e revisioni per 1.620.000,00 mila euro; riduzione altri costi degli organi sociali (rimborsi, spese, ecc.) per € 560 mila; riduzioni costi direzione e consulenza per 1.400.000,00 mila euro; efficientamento (5 per cento del totale costi correnti) per 240 mila euro. Il tutto per un risparmio complessivo di € 3 milioni 900 mila.

L’articolo 7 istituisce l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale, che accorpa le cinque Aterp oggi esistenti. La sede legale è nella città di Catanzaro ma l’Aterp unica è articolata in unità operative ubicate nelle città di: Reggio Calabria, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Essa opera quale ente tecnico operativo a supporto delle attività del dipartimento lavori pubblici della Regione Calabria. Sono organi dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale: il Direttore generale; il Comitato di indirizzo; il revisore unico dei conti e un revisore supplente. Sulla base di tale accorpamento si prevede: riduzione componenti del Consiglio di amministrazione e revisioni per € 2 milioni 700 mila. Stima complessiva risparmi sui bilanci per € 2 milioni 132 mila e 475.

L’articolo 8 (Azienda Calabria Lavoro) prevede e disciplina l’accorpamento della Fondazione Field all’Azienda Calabria Lavoro. Si tratta di un accorpamento fra due enti omogenei. Infatti, l’Azienda Calabria Lavoro, svolge, oltre alle funzioni istituzionali attribuite dalla legge regionale 19 febbraio 2001, numero 5, quelle proprie della Fondazione FIELD a seguito dell’incorporazione. A mente del comma 6, Azienda Calabria Lavoro opera in integrazione con il dipartimento lavoro e con il dipartimento cultura ed istruzione della Regione Calabria e raccorda la propria azione con tutti i soggetti, sia pubblici che privati, che operano in campi di intervento analoghi, affini o complementari, attivando le opportune forme di cooperazione e collaborazione. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge gli organi della Field decadono. Il taglio dei costi stimato è pari ad € 161 mila rispetto al 2012.

L’articolo 9 (Ente per i Parchi marini regionali) accorpa in un solo ente i cinque Parchi Marini regionali creati con altrettante leggi del 2008 e finora mai entrati in piena operatività. L’Ente per i Parchi marini regionali è preposto allo svolgimento di funzioni tecnico-operative e gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con particolare riferimento ai parchi marini regionali con sede in Catanzaro. Il comma 5 prevede che l’Ente per i Parchi marini regionali si raccordi, in modo organico, con il dipartimento ambiente ed il dipartimento urbanistica e governo del territorio della Regione Calabria. È previsto in questa circostanza un risparmio di € 147.200 rispetto alla dotazione prevista per l’anno 2013 (€ 36 mila 800 di dotazione per ogni parco regionale marino), in seguito all’accorpamento di quattro parchi in uno unico. Il risparmio è pari ad € 184 mila rispetto all’anno 2012 (dotazione di € 46 mila per ogni parco marino regionale).

L’articolo 10 (Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale) prevede la soppressione della Fondazione Calabria Film Commission, alla quale nell’anno 2012 era stata garantita una dotazione di € 1 milione (capitolo di bilancio 52010253), con il passaggio delle funzioni e della dotazione finanziaria stessa all’istituenda Agenzia regionale per il marketing turistico e territoriale regionale.

L’articolo 11 (Procedura di liquidazione dell’Ente Fiera di Cosenza) prevede la messa in liquidazione dell’Ente Fiera di Cosenza, con un risparmio rispetto alla dotazione del 2012, di € 150 mila.

L’articolo 12 (Fondazione Calabresi nel mondo: cessazione) disciplina la cessazione della Fondazione Calabresi nel Mondo, secondo le norme del proprio statuto e della vigente normativa in materia, con un taglio dei costi pari ad € 200 mila rispetto a quelli previsti nel bilancio di previsione del 2013.

L’articolo 13 (Servizi ed assistenza finanziaria alle imprese), comma 4, prevede il trasferimento della partecipazione posseduta dalla Regione Calabria nella società Comalca Srl alla Fincalabra S.p.a. Ad oggi tale quota di capitale risulta essere di euro 1 milione 400 mila. E’ previsto, peraltro, uno stanziamento di euro 482 mila per spese di copertura del leasing.

L’articolo 14, (Agricolture, montagne e foreste), comma 2, prevede la soppressione della figura del Garante per la caccia, con un risparmio complessivo di € 80 mila, quale indennità precedentemente prevista per lo stesso.

L’articolo 15 (Procedura di liquidazione della SIAL servizi S.p.A.) prevede la soppressione della Società in house Sial Servizi S.p.a., per la quale nel bilancio di previsione 2013 sono stati stanziati € 72 mila. Gli articoli 16 e 17 stabiliscono il sistema dei controlli di legittimità e di gestione che la Regione eserciterà sui nuovi enti.

L’articolo 18 (Finanziamento delle attività) stabilisce che gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento di cui alla presente legge utilizzino le dotazioni umane e patrimoniali loro attribuite a seguito delle procedure di accorpamento.

L’articolo 19 (Risorse umane e strumentali) prevede che per lo svolgimento dei compiti istituzionali, gli enti regionali conseguenti alle procedure di accorpamento di cui alla presente legge sono dotati di proprio personale tecnico, amministrativo e operaio, nel rispetto di quanto stabilito nei rispettivi regolamenti di organizzazione.

L’articolo 20 (Controllo di gestione e sistemi contabili) è una norma di carattere generale che stabilisce il sistema dei controlli di gestione e di contabilità.

L’articolo 21 (Revoca e scioglimento) stabilisce le sanzioni per gli organi di gestione e di revisione.

L’articolo 22 (Adozione degli statuti e dei regolamenti) prevede che gli statuti dei nuovi enti siano adottati entro 30 giorni dalla loro costituzione.

L’articolo 23 (Modifiche e integrazioni alla l.r. 20/1999) prevede modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 20 del 1999 (Istituzione Agenzia per la protezione dell’ambiente della Calabria), tra le quali la riduzione del numero dei revisori dei conti ad uno (oltre il supplente) e di un Direttore generale. Con specifico riguardo ai costi per gli organi di amministrazione e controllo dell’Arpacal, gli stessi sono desumibili dalla proposta di bilancio di previsione dell’Arpacal per il 2013 che contiene le seguenti previsioni: spese per il collegio dei revisori € 75 mila; spese per il Presidente più Consiglio di amministrazione € 79 mila. Prevedendo, la proposta di legge in argomento, la riduzione del numero dei revisori da tre a uno, il costo effettivamente da contemplare sarà pari ad € 25 mila con un risparmio di quasi € 50 mila. Con la riforma de qua non sono più previste le figure del Presidente e del Consiglio di amministrazione, con un risparmio di € 79 mila, precedentemente previsti dal bilancio di previsione Arpacal.

In conclusione, la proposta di legge prevede una netta riduzione dei costi e un congruo risparmio sugli oneri finanziari quantificabile da 10 a 15 milioni di euro direttamente ed indirettamente a carico del bilancio regionale. La norma finanziaria assicura la disponibilità di euro 100 mila attraverso l’utilizzo dello stanziamento di bilancio 2013. L’articolato è stato approvato a maggioranza in prima ed in seconda Commissione consiliare regionale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Grillo per la relazione sul provvedimento. Darei adesso la parola al sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa, Sarra, che ha seguito fin dall’inizio il provvedimento, confrontandosi sia in Commissione sia con gli organismi deputati, ascoltando per un confronto di merito anche, uno per uno, i singoli enti e le organizzazioni sociali.

Prego, sottosegretario Sarra. Chi intende intervenire potrà iscriversi.

Alberto SARRA, Sottosegretario alle riforme e semplificazione amministrativa

Grazie, Presidente. Intervenendo a questo punto del dibattito dopo la relazione del consigliere Grillo, mi permetto, evitando di ripetere quello che ha già evidenziato da par suo, di svolgere una relazione di carattere generale introduttiva all’approvazione di una legge che riguarda il riordino di tutti gli enti regionali, di tutti i settori, di tutti i compartimenti che compongono l’architettura istituzionale regionale ad esclusione del settore sanità.

Ritengo doverosa una premessa: quella di esprimere un principio che è stato quello che ha sostenuto, in qualche modo, sin dall’inizio il lavoro della Giunta regionale su questa proposta di legge, cioè quali sono i pilastri culturali che presiedono al lavoro che è stato fatto in Giunta dalla unione operativa delle riforme, dalla competente Commissione consiliare, dalla Commissione presieduta dal consigliere Caputo e, poi, in seconda Commissione.

Credo che questa proposta di legge – lo dico con serenità e senza tema di smentita – rappresenti assolutamente una risposta a quelle che sono le rinnovate esigenze della collettività calabrese.

Qual è l’inversione di tendenza sostanziale che abbiamo inteso realizzare? Apro qui una parentesi: al di là dei tecnicismi, poi, ci soffermeremo, richiamando le norme statutarie, in particolare l’articolo 16 e l’articolo 54 che stabiliscono le competenze del Consiglio e la necessità delle maggioranze che devono, in qualche modo, presidiare una approvazione a seconda dei rispettivi casi e del coinvolgimento o meno degli altri enti.

Dicevo: qual è l’esigenza di carattere culturale? Come dimostrano le recenti ricerche sull’austerità e sulle politiche del rigore, che in questi ultimi anni hanno caratterizzato anche la politica nazionale, i loro riflessi hanno avuto degli effetti sulle politiche del cosiddetto welfare.

Signor Presidente della Giunta regionale, mi sono permesso, allora, di richiamare, già durante i lavori che hanno preceduto questi del Consiglio regionale, un articolo godibilissimo che è illuminante in questa direzione e porta la prestigiosa firma di un importante nome dell’economia che è Giuliano Amato, in questi giorni indicato alla carica di Ministro e, fino a qualche tempo fa, super Ministro dell’economia. Articolo che analizza i risultati dell’economia di rigore e di austerità sulle politiche del welfare.

Perché faccio questo richiamo? Perché a più riprese abbiamo presentato questa proposta di legge come di riforma degli enti ma in qualche caso, in maniera assolutamente semplificativa e forse anche banale, è stata presentata come proposta di legge che taglia soltanto gli enti. Eppure credo che il mandato, la delega che presiede a questo lavoro consiliare, non sia quella del taglio sic et simpliciter degli enti o dei costi degli stessi ma sia, anche e soprattutto, una politica di razionalizzazione della spesa perché non c’è un taglio che è effettuato in maniera miope, oserei dire in maniera cieca ed assoluta, ma viene esercitato un taglio nel senso della razionalizzazione degli enti. Bene è stato fatto anche in questa sede dal Governatore, richiamando quell’introduzione che avevamo già elaborato a dicembre dello scorso anno in cui abbiamo detto “semplificando la legge di riordino approveremo una legge in cui, secondo il principio della sussidiarietà, avremo un ente per ogni area di intervento regionale”. Così è stato fatto, così è stato assolutamente predisposto e così in maniera assolutamente consequenziale abbiamo operato salvaguardando tutti i settori che compongono la vita amministrativa della Regione.

Volevo fare una premessa in questo senso: qual è il risultato delle politiche di rigore, così come sono state poste in essere sin qui? Amato in questa sua riflessione, a voce alta, non ha problemi ad ammettere che la riforma di austerità, nel senso che sin qui è stato posto in essere, secondo le direttive di Alberto Alesi e delle relazioni che sono state elaborate dalla Commissione europea da Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, è risultata addirittura inficiata da errori matematici. Ciò significa che tutto quello che questa impostazione aveva determinato ha portato ad una serie di errori consequenziali perché, come un sillogismo, onorevoli, era errata la parte fondamentale, il presupposto su cui poggiavano i ragionamenti successivi. Allora, se così è, credo che quello che la Commissione europea ha dovuto registrare, ponendo in qualche modo in essere un atteggiamento più morbido rispetto alle politiche di rigore, concedendo i due anni in più alla Spagna per il piano di rientro, significa una presa d’atto.

Non si può accettare ad ogni costo una politica di rigore ma bisogna trasformare una politica di razionalizzazione finalizzata alla crescita. E’ questo che in maniera molto umile il provvedimento vuole attuare. Una razionalizzazione attraverso una diminuzione della spesa che non viene fatta in maniera miope ed ottusa ma in maniera razionale, appunto, per ottenere una riforma decisa e rigorosa finalizzata all’ottenimento delle politiche che realizzeranno veramente quelle politiche di welfare per la Calabria. Questo è quel che presiede alla riforma.

La Regione Calabria è la prima ed in questo senso la proposta non può non essere approvata - così come abbiamo già effettuato nelle Commissioni – con la condivisione di tutti. Condivido il ragionamento che precede questo mio: non può non esserci una condivisione assoluta, una unanimità per un provvedimento di questo genere, con tutti gli aggiustamenti del caso; per carità, non c’è nessuna presunzione di perfezione, è un provvedimento che va sicuramente migliorato, può essere sicuramente migliorato col contributo di ogni consigliere ma da questo punto di vista l’esigenza che dà vita a questo provvedimento è una esigenza che non può non essere condivisa.

Se così è, allora, abbiamo una prova provata della bontà delle nostre azioni. Le relazioni della Corte dei conti che hanno introdotto il documento economico-finanziario del 2013 hanno notato una diminuzione della spesa pubblica del 2 per cento con una riduzione, rispetto al passato, cioè al triennio precedente 2007/2010, che invece registrava un aumento fino al 10 per cento ma questo aumento, miglioramento e riduzione della spesa pubblica – attenzione – non ha registrato un miglioramento del Pil (prodotto interno lordo) regionale. Lo realizzeremo, invece, attraverso questo tipo di intervento che è un intervento che agisce ed effettua una serie di azioni sul Pil regionale. Allora questo è: realizzare questo tipo di interventi per inaugurare un processo di crescita che è l’unica possibilità di sviluppo. Non pretendiamo di dettare l’agenda a nessuno ma quello che la Calabria sta facendo, inaugurando questo percorso, è da valutare con grande attenzione anche da parte di una opposizione che, in questo senso, in questa direzione non può avere una posizione preconfezionata e sono convinto che così non è.

Scusatemi, allora, un solo passaggio: realizziamo – come ha giustamente detto il consigliere Grillo – una Regione agile e snella, una Regione che, appunto, si sostanzierà secondo il meccanismo della sussidiarietà che abbiamo applicato in maniera rigorosa ed assoluta, prevedendo che per ogni settore ci sarà un ente che manteniamo in vita accorpando, fondendo tutte le strutture precedentemente esistenti, secondo un malinteso principio della parcellizzazione dell’attività amministrativa che oggi non ha più senso.

Quando, allora, viene chiesto giustamente in Commissione: riuscite a dare una valutazione precisa - al di là dei dati che sono stati sciorinati dal consigliere Grillo – o un dato preciso ed esatto sui risparmi che derivano dall’attuazione di questa riforma? È la risposta che interessa un po’ tutti e possiamo dire che esiste un dato minimo dal quale partire ma la percentuale di efficientamento delle strutture che verrà determinata e che partirà dall’approvazione e dalla attuazione di questa norma realizzerà dei risparmi ulteriori che, stando agli studi che abbiamo eseguito, è superiore al 4 per cento del risparmio generale già conteggiato. Un intervento importante, quindi, in termini di risparmio ma anche un intervento che determinerà l’esistenza di strutture che offriranno servizi reali alle imprese, di strutture che offriranno servizi finanziari alle imprese, di strutture che, finalmente, interverranno nel settore dell’ambiente.

E un’attenzione particolare, con tutte le attenzioni che il caso merita, mi permetto di chiedervela sulla istituenda Agenzia di marketing territoriale che è una grande novità voluta da questo Esecutivo. In termini tecnici abbiamo risolto, poi, i problemi che riguardavano l’approvazione del provvedimento in Commissione perché non entro nel merito dei tecnicismi della autorizzazione a procedere alla Giunta regionale a tutti gli atti necessari e consequenziali. Sono aspetti tecnici che da questo punto di vista, credo, non interessino l’Assemblea. All’Assemblea, credo, interessi quello che questa Agenzia determinerà, che è quello che, in qualche modo, a più riprese, è stato chiesto a gran voce in quest’Aula così come fuori.

Si è sempre parlato della mancata valorizzazione del brand Calabria, della incapacità di offrire all’esterno una valutazione del brand Calabria, della incapacità di “vendere” il brand Calabria all’esterno. Ebbene, l’intuizione importante e assolutamente straordinaria – mi permetto di sottolineare ciò in questa sede – è quella di creare un soggetto che avrà poi, se vi interessa, le caratteristiche tecniche dell’ente strumentale, al di là del nome di Agenzia, che riuscirà attraverso la interdipartimentalizzazione dei servizi ad operare, garantendo proprio questo: la possibilità di portare il marchio Calabria all’attenzione degli operatori economici e commerciali, degli operatori istituzionali. Non mi sembra una rivoluzione di poco conto. E allora se questo è, se queste sono le mosse dalle quali partire, a gran voce ma con un atteggiamento di umiltà, credo che il lavoro che è stato inaugurato in Commissione e che, devo dire, ha portato al recepimento di una serie di emendamenti che – non trovo difficoltà a dire – hanno sicuramente reso il testo migliore e sicuramente più efficace dal punto di vista dell’azione amministrativa, debba assolutamente trovare compimento attraverso il voto e la collaborazione che, in qualche modo, mi par di capire, troverà spazio anche in quest’Aula.

Credo che, al di là delle considerazioni che ho esposto, un atteggiamento costruttivo, lontano da dinieghi preconfezionati, debba caratterizzare il lavoro di quest’Aula.

In questi giorni abbiamo assistito ad una serie di eventi straordinari ed importanti anche e soprattutto per il nostro Paese. E svolgere un’opera di legislazione attenta, intervenendo fuori da un contesto, non credo che abbia senso perché ogni legge è figlia del tempo. Bodelaire diceva che il modo migliore per dimenticare il tempo è impegnarlo. Non c’è un atteggiamento migliore e più costruttivo da questo punto di vista se non quello di impegnare il tempo per migliorare le condizioni della propria terra, anche il commento, che in questi giorni veniva fatto ad una atteggiamento oltranzista, moralista ad ogni costo, che tante conseguenze negative ha portato anche nel nostro Paese; penso, ad esempio, all’atteggiamento del moralismo preconfezionato di chi deve dire no ad ogni costo, di chi deve essere ad ogni costo alla opposizione, malgrado le proposte di scongelamento. Chiaramente il mio non è un riferimento che va a quest’Aula.

Sono convinto che alcuni atteggiamenti sono assolutamente lontani e, anzi, il lavoro che è stato svolto in Commissione non solo mi consiglia ma mi offre certezza di lavoro diverso. Mi fa pensare ad un discorso che qualche tempo fa è stato pronunciato dall’allora Cardinale Ratzinger, in occasione di una messa che è stata tenuta a Bonn, nella cattedrale della città, e rivolta a tutti i deputati cattolici. In sintesi, la premessa qual era? Oggi per un cattolico impegnato in politica non ha più senso una impostazione divina del potere perché questo era quello che avveniva in epoca pre-cristiana dove il potere aveva, appunto, una caratterizzazione assoluta. Il consigliere Nucera non è presente in Aula ce lo insegnerebbe.

(Interruzione)

Nel messaggio di De Gasperi e di Sturzo vi sono addentellati tanto cari al consigliere Nucera.

Dicevo, la concezione lontana e laica del ruolo dei cattolici in politica è lontana dal totalitarismo. Per effettuare, allora, un richiamo affettuoso, cordiale alla dignità del ruolo ed alla responsabilità del ruolo di un legislatore mi permetto di leggere testualmente un passaggio che credo sia significativo e qualificante del discorso dell’allora Cardinale Ratzinger ed è un discorso che è stato richiamato da Antonio Socci nelle pagine di Libero di qualche giorno fa e per questo di straordinaria attualità, anche se il discorso era del 1981 e poi inserito in un testo che, invece, è stato pubblicato molto tempo dopo. Dice testualmente Ratzinger “Essendo stato il Cristianesimo a portare la laicizzazione dello Stato e della politica sono rispuntate le ideologie ed i totalitarismi e tramontate le ideologie sistematiche e totalitarie del ‘900, una analoga tentazione di messianismo politico continua a permanere oggi nei fondamentalismi, negli utopismi moralisti e giacobini, nei fanatismi manichei che vedono in una parte politica il bene assoluto e nella parte avversa il male assoluto”.

Credo che una impostazione di questo tipo debba consigliare degli atteggiamenti diversi da quelli che abbiamo registrato, purtroppo, in altre Aule e che portano poi anche a caratterizzare negativamente la situazione di disagio e la disperazione che nasce dal disagio stesso. Parlare, allora, di messianismo politico credo debba essere una tentazione che dobbiamo allontanare dai nostri interventi.

Oggi ci troviamo di fronte ad una possibilità che è quella di garantire alla Calabria una regolamentazione, una disciplina diversa e di essere tra i primi in Italia ad approvare una norma del genere, nel rispetto di quelli che sono i principi sulla spending review. E qui apro una brevissima parentesi: è vero che i tempi sono ristretti ed è anche vero che questo progetto di legge è stato depositato, certo, in una prima formulazione assolutamente provvisoria già a dicembre dello scorso anno. E’ vero che ci sono stati in Commissione ed il Presidente Caputo ha calendarizzato tutta una serie di incontri con tutti gli attori istituzionali e con i Presidenti degli enti interessati oltre che con le categorie sociali. Voglio dire: il tempo che è necessario per approvare un emendamento costruttivo c’è. Non voglio ricordare che in passato le Commissioni venivano convocate ad horas, addirittura durante lo svolgimento del Consiglio ed è una prassi sulla quale – ne sono convinto – non era d’accordo nessuno, rispondevano a delle necessità che, oggi, comunque, abbiamo tenuto lontano da quest’Aula perché c’è stato tutto il tempo per evidenziare delle posizioni e c’è tutto il tempo per apportare dei miglioramenti che sono ben accetti e ben vengano da parte della maggioranza, così come della opposizione.

Ritengo che non si possa per dignità porre il problema della mancanza di tempo – lo dico in maniera assolutamente serena – perché il tempo c’è stato e c’è cos’ come c’è la disponibilità di ragionare ancora sugli emendamenti. Comprendo bene che si tratta di un documento importante, che è destinato fatalmente a regolamentare questo ente non per il prossimo futuro ma, diciamo, a tempo indeterminato.

Questa non è una presunzione ma una concreta certezza. Allora se così è – e credo che così sia – ritengo che questo documento -scusatemi, lo dico con umiltà e sapete come mi esprimo- non possa e non debba non essere approvato a maggioranza, al di là di quanto previsto dagli articoli 16 e 54 dello Statuto, al di là del parere che può giungere dall’Ufficio legale, dall’Ufficio dell’unità operativa, dall’Ufficio della Giunta regionale.

Credo che qui non si debba perdere la possibilità di superare il manicheismo insito in alcuni atteggiamenti, la divisione tra il bene ed il male assoluto. In questo senso la conclusione di Ratzinger che diceva che l’equilibrio ed il compromesso sano che nasce dall’equilibrio testualmente ci salverà dai moralisti. Mi permetto di chiudere, allora, così come chiudeva in questo discorso l’ex Santo Padre: “Se i protagonisti saranno capaci di far fronte alla grandezza della responsabilità ci sarà, allora, la possibilità perché un nuovo umanesimo ed un nuovo rinascimento saranno all’orizzonte e l’ambizione di una nuova pacificazione nazionale troverà finalmente l’alba anche in questo nostro Paese”. Grazie.

 

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

E’ aperto il dibattito sulla relazione generale. Non ho iscritti a parlare sulla relazione del consigliere Grillo. Nessuno si iscrive a parlare.

Il dibattito è chiuso, il Consiglio regionale è aggiornato a domani.

La seduta termina alle 19,16

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Bilardi, Bruni, Censore.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Grillo – “Modifica alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8 – articolo 20, comma 2” (P.L. n. 455/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Bilardi, Chiappetta, Dattolo, Serra -  “Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna” (P.L. n. 456/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Cosenza per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 127 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 217/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 128 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 218/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Crotone per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 129 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 219/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Arcea (Agenzia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura) per l’anno finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015 (Delibera G.R. n. 134 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 220/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della provincia di Vibo Valentia per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 135 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 221/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Regione Calabria) per l’anno finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 136 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 222/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 148 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 223/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione di Azienda Calabria Lavoro per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 150 del 22.4.2013)” (P.P.A. n. 224/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio finanziario 2012 (Deliberazione U.P. n. 24 del 19.4.2013)” (P.P.A. n. 225/9^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Proposta di legge n. 377/9^ di iniziativa del consigliere regionale Bruni, recante: <Modifica dei confini territoriali dei comuni di Zambrone e Zaccanopoli della provincia di Vibo Valentia>. Effettuazione del referendum consultivo ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13” (P.P.A. n. 216/9^)

Ricostituzione di gruppo consiliare

L’onorevole Damiano Guagliardi, eletto nella lista della Federazione della sinistra (Fds) con nota del 24 aprile 2013, acquisita al protocollo generale n. 19114 in pari data, ha fatto presente che ai sensi dell’articolo 13, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio, ha ricostituito il relativo gruppo consiliare.

Dimissioni dalla carica di assessore regionale

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 33 del 12 aprile 2013, pervenuto in data 26 aprile 2013, protocollo generale n. 19245, si è preso atto delle dimissioni da assessori regionali dei senatori dottor Pietro Aiello e dottor Antonio Stefano Caridi.

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 35 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile 2013, protocollo generale 19557, si è preso atto delle dimissioni da assessore regionale dell’onorevole Francescantonio Stillitani.

Nomina di assessori  regionali

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 35 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile 2013, protocollo generale 19557:

è stato nominato assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali, l’onorevole Nazzareno Salerno;

è stato nominato assessore alle attività produttive, il dottor Demetrio Arena esterno al Consiglio regionale;

è stato nominato assessore all’urbanistica, società dell’informazione, e-governement, l’onorevole Alfonso Dattolo.

Nomina di sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 36 del 24 aprile 2013, pervenuto in data 29 aprile 2013, protocollo generale 19557, è stato nominato sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, l’onorevole Giovanni Dima, in sostituzione del dottor Franco Torchia, dimissionario.

Interrogazione a risposta scritta

Naccari Carlizzi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con D.D.G. n. 99 del 29/03/2013, sono state approvate le direttive generali per la disciplina delle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e non generale;

le predette direttive generali disciplinano all'articolo 4 i criteri di scelta da seguire per il conferimento degli incarichi dirigenziali;

l'articolo 5 al paragrafo 1 nel disciplinare le procedure di conferimento dell'incarico prevede che il Dipartimento competente rende conoscibili, mediante pubblicazione, per un periodo non superiore a 15 giorni riducibile a soli 7 giorni nei casi di urgenza i posti dirigenziali disponibili per la copertura;

sempre l'articolo 5, al paragrafo 3, attribuisce al Presidente della Giunta regionale, oltre che all'Assessore al personale, il potere di individuazione dei candidati all'incarico di dirigente generale, mentre tale potere di individuazione viene attribuito all'Assessore al personale, oltre che al dirigente generale per il conferimento degli incarichi dirigenziali di livello non generale;

lo stesso articolo 5 al paragrafo 10 stabilisce che l'incarico di dirigente generale è conferito dal Presidente della Giunta regionale con proprio Decreto "previa deliberazione della Giunta regionale assunta, su proposta dell'Assessore al personale, previo parere motivato dello stesso Presidente";

il paragrafo 11 dell'art. 5 prescrive che il conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale sono conferiti "dal Dirigente Generale, previa deliberazione della Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale previo parere motivato del Dirigente generale del Dipartimento" -:

se il termine non inferiore e 7 e non superiore a 15 stabilito dal paragrafo 10 dell'articolo 5 stabilito per la presentazione delle domande di conferimento delle funzioni dirigenziali non sia palesemente insufficiente per assicurare quella necessaria trasparenza (tra l'altro non si prevedono altre forme di pubblicità) al procedimento di conferimento delle funzioni dirigenziali;

se le stesse direttive non lascino eccessiva ed irragionevole potere discrezionale di scelta dei candidati laddove e non si prevede quella necessaria valutazione comparativa dei titoli posseduti basata sull'apprezzamento oggettivo soprattutto delle qualità professionali possedute dagli aspiranti, come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, nonché la giurisprudenza amministrativa, escludendo ogni forma di valutazione soggettiva;

se l'individuazione in capo alla Presidenza della Giunta del potere di conferimento dell'incarico dirigenziale di livello generale non configura un "potere assoluto" in capo allo stesso Presidente il quale solo può liberamente rappresentare quella particolare connotazione che intende attribuire al ruolo da svolgere al dirigente da nominare e se ciò non è in contrasto con quanto previsto dalla legge regionale n.31/2002 (art. 10) che attribuisce alla Giunta tale potere per i dirigenti generali, per cui sostanzialmente la Giunta sarà chiamata solo a prendere atto di una scelta già fatta;

se le direttive emanate costituiscano una violazione dell'articolo 50 dello Statuto che stabilisce espressamente, al comma 5, che l'attribuzione e la revoca degli incarichi dirigenziali vanno disciplinati nell'esercizio della potestà legislativa e regolamentare della Regione e, quindi, non con una mero atto amministrativo qual è la delibera approvata;

se ritiene che possa essere revocato l'atto deliberativo assunto che si appalesa illegittimo sotto vari profili costituendo una devianza abnorme rispetto ai principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, suscettibile di produrre danni risarcibili e un proliferare di contenziosi con notevoli aggravi di spesa per la Regione.

(353; 29.04.2013)