IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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52.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 12 NOVEMBRE 2012

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 14,45

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozione

 

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Signor Presidente, come concordato in Conferenza dei capigruppo, propongo di inserire all’ordine del giorno una proposta di legge relativa alla modifica dell’articolo 65 della legge urbanistica della Regione Calabria. E’ stata approvata alla unanimità in Commissione e, considerato che è stata accolta dalla Conferenza dei capigruppo, chiedo la possibilità di inserirla nella discussione odierna.

PRESIDENTE

Onorevole Dattolo, questo è oggetto della Conferenza dei capigruppo e c’è stato l’accordo di tutti i capigruppo per una modifica alla legge urbanistica. Sarà inserita, quindi, all’ordine del giorno del Consiglio regionale. Pongo in votazione la richiesta di inserimento proposta dall’onorevole Dattolo.

(Il Consiglio approva)

Un altro punto che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di inserire nella discussione riguarda una informativa sull’accordo che l’assessore regionale ed il Presidente Scopelliti hanno posto in essere, a livello nazionale, sulle Ferrovie della Calabria. Possiamo, quindi, inserire questo punto che riguarda esclusivamente una informativa al Consiglio regionale, mentre il dibattito sul punto sarà inserito nelle  prossime sedute già  calendarizzate.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, la ringrazio. Intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge inerente una modifica, che si rende necessaria per un errore di recepimento in sede di coordinamento formale, di un emendamento all’articolo 10 della legge regionale numero 13, sull’emersione del lavoro nero, che abbiamo approvato qualche mese fa. Ne avevo già chiesto, la volta scorsa, l’inserimento e credo che agli atti della Presidenza ci sia l’emendamento come formulato. Si tratta di un emendamento approvato alla unanimità. Per un refuso in sede di trascrizione ci sono degli errori che sarebbe bene correggere affinché sia aderente allo spirito della legge che abbiamo approvato.

PRESIDENTE

Prima di porre in votazione la sua richiesta, però, verifichiamolo con gli uffici. Subito dopo la poniamo in votazione. Se si avvicina con l’emendamento, così possiamo procedere alla verifica per poi procedere con l’inserimento.

Possiamo iniziare la seduta  con il primo punto: le interrogazioni a risposta immediata.

Interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine ad abusi commettendi in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS) ed alla tutela delle coste da interventi di cementificazione”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno 2012, a firma del consigliere Talarico D., “In ordine ad abusi commettendi in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS) ed alla tutela delle coste da interventi di cementificazione”.

(Interruzione)

Se arriva nell’ora dedicata al question time , la possiamo trattare, altrimenti da Regolamento non può essere trattata. La possiamo posdatare di qualche minuto, altrimenti sarà decaduta. Sono le 14,57 adesso e alle 16,00 il question time sarà concluso.

Bruno CENSORE

Presidente, le chiedo scusa, per richiamare un ordine del giorno: lo facciamo adesso oppure dopo?

PRESIDENTE

Lo facciamo dopo.

Interrogazione a risposta immediata numero 265 del 29 giugno 2012 a firma del consigliere Giordano “Sul blocco delle attività del termovalorizzatore di Gioia Tauro e sulle conseguenze ambientali nei comuni ricadenti nell’area”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 265 del 29 giugno 2012, a firma del consigliere Giordano, “Sul blocco delle attività del termovalorizzatore di Gioia Tauro e sulle conseguenze ambientali nei comuni ricadenti nell’area” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a seguito di uno stato di agitazione dei lavoratori della società Tec Veolia, che gestisce l'impianto termovalorizzatore di Gioia Tauro, ancora una volta si assiste ad un blocco del ciclo di smaltimento dei rifiuti su tutta l'area della Piana;

la problematica Veolia investe sotto diversi aspetti la nostra regione e nello specifico la società ritiene di abbandonare la gestione dell'impianto per delle rivendicazioni legati a presunti crediti vantati (100 milioni di euro) a cui si accompagnano le presunte perdite riscontrate che sarebbero pari a 7 milioni di euro nel 2009 e 10 milioni di euro nel 2010. Il tutto con conseguenze sullo stato di occupazione delle maestranze attualmente in stato di agitazione;

ormai periodicamente l'area in questione vive situazioni allarmanti sotto il profilo ambientale e sanitario le cui causali sono molteplici, ora legate al suddetto impianto, ora riconducibili alla protesta dei lavoratori di Piana Ambiente;

in questo quadro desolante l'attuale blocco dell'impianto termovalorizzatore sta creando disagi e, nonostante le rassicurazioni fornite dal Commissario per l'emergenza ambientale ai lavoratori in stato di agitazione sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, la situazione rimane critica come denunciato da alcuni sindaci e amministratori della Piana;

emerge ancora una volta la fragilità del sistema in un contesto che potrebbe diventare grave se la raccolta non dovesse ripartire in tempi brevissimi, come già verificatosi nei mesi scorsi per situazioni analoghe -:

anche attraverso un rapporto da assumere dallo stesso Commissario per l'emergenza ambientale, lo stato attuale sulla gestione del termovalorizzatore, le criticità esistenti e Se soluzioni individuate per il superamento delle stesse;

se conseguentemente, nonostante le rassicurazioni del Commissario per l'emergenza ambientale, sussista il reale pericolo di una cessazione, sia pur provvisoria, dell’attività dell'impianto a seguito delle decisioni della società Veolia;

se da parte del Commissario per l'emergenza ambientale siano stati adottati dei piani alternativi per la raccolta e io smaltimento dei rifiuti ogniqualvolta si verifica il blocco dell'impianto e quali iniziative, in ogni caso, sono state intraprese per rispondere con urgenza alla difficile situazione ambientale e sanitaria che i comuni della piana di Gioia Tauro stanno vivendo in questi giorni;

se, alla luce della conclusione della gestione commissariale prevista per la fine dell'anno, quali azioni l'Ente regione stia ponendo in essere per il rientro alla gestione ordinaria e in che mondo intenda programmare una pianificazione complessiva sull'intero territorio regionale del ciclo di gestione dei rifiuti che garantisca una efficace operatività al momento della cessazione della fase emergenziale”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, questa interrogazione è stata presentata il 29 giugno ed è stata una anticipazione rispetto alla criticità che ora è diventata quasi irreversibile, quindi, un crollo del sistema dell’ambiente calabrese, del sistema rifiuti in Calabria. Poiché, in questi giorni, gli organi di stampa si sono dedicati a questo tema, la Calabria è sommersa, è veramente arrivata ad un punto di non ritorno. Veolia, il 23 novembre, abbandonerà gli impianti e questa interrogazione l’avevo già proposta quando c’erano le prime avvisaglie. Avevamo avvertito una fortissima preoccupazione quando Veolia annunciava di voler abbandonare il termovalorizzatore di Gioia Tauro. Un termovalorizzatore che, secondo quanto dice Veolia, abbandonerebbe per i 100 milioni di euro di crediti vantati. Non può essere solo la risposta dell’assessore indirizzata alla questione specifica del termovalorizzatore, dove ci sono altre situazioni molto pesanti; c’è una situazione di non funzionamento, c’era la situazione del blocco della seconda linea, c’è la vertenza che costerebbe alla Regione 41 milioni di euro ma, soprattutto, c’è una Calabria che è sommersa dai rifiuti, che certifica il fallimento del sistema in Calabria e del commissariamento, che è costato oltre 1 miliardo di euro alle tasche dei calabresi, che certifica anche un fallimento nella gestione di questi due anni e mezzo del sistema che non ha avuto nessun sussulto per tentare di invertire una tendenza che porta la Calabria al collasso. Con questa preoccupazione, quindi, al di là di queste premesse che, ovviamente, sono estese a Gioia Tauro, a Siderno, a Rossano, all’impianto di Sambatello, alla stessa situazione della Daneco a Pianopoli, penso che l’assessore riferirà relativamente a questa massa che sta schiacciando la Calabria. Sappiamo che il Commissario per l’emergenza ambientale, tra l’altro, -dobbiamo ricordarcelo- cesserà il 31 dicembre, quindi questa interrogazione voleva specificate le iniziative per uscir fuori da una situazione di commissariamento e rendere strategica la risposta per lo smaltimento, la raccolta e la tutela dell’ambiente in Calabria. Vado per sintesi. Questa è la prima questione che riguarda il rapporto che il Commissario ha posto in essere per la situazione del termovalorizzatore di Gioia Tauro; quali sono le iniziative che allora ed ora sono eventualmente pensate per superare la straordinaria emergenza sanitaria che sta avvolgendo la Piana di Gioia Tauro e tutti i Comuni della Calabria e qual è la strada, la prospettiva che questa Regione, questo Governo regionale intende avere per superare il commissariamento e per cercare di dare una risposta che -lo dico con molta franchezza e preoccupazione- sta viaggiando verso un collasso irreversibile.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Presidente, credo che, nonostante questa interrogazione sia retrodatata, i temi trattati sono attuali. So che non soddisferò le domande molto ampie e generali dell’onorevole Giordano ma credo di poter dire che, rispetto alla situazione attuale, che vedrà, il 23 di questo mese, lasciare gli impianti del sistema Calabria Sud da parte di Veolia nelle mani del commissario delegato al superamento dell’emergenza sui rifiuti, nel frattempo, si è attivato per una manifestazione di interesse i cui termini scadevano proprio oggi per cercare di individuare un soggetto gestore che possa prendere in mano la gestione di questo pacchetto di impianti del Sistema Calabria Sud o, in alternativa, i singoli impianti dello stesso sistema. C’è da dire che sapremo oggi, o al massimo domani, quali proposte, quali domande siano pervenute a questa manifestazione di interesse. Certo è che la Regione Calabria, nel frattempo, sta sollecitando la Presidenza del Consiglio dei ministri -dipartimento protezione civile- e lo stesso Ministero dell’ambiente per la convocazione urgentissima di un Tavolo tecnico per capire in che condizioni la Regione Calabria riceverà, al 31 dicembre 2012, per gestire in sessione ordinaria, questo sistema dei rifiuti. Vorremmo capire quali saranno gli strumenti finanziari e legislativi che accompagneranno la consegna della responsabilità perché ci sembra di avere contezza che, rispetto al contratto, rispetto alla infrastrutturazione, rispetto alla concessione datata 2000, che l’ufficio del Commissario e, quindi, la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha affidato nel Sistema Calabria Sud, ci sono ritardi, anche rispetto alle percentuali di raccolta differenziata che la Calabria non ha raggiunto. Vogliamo capire in che condizioni, in che stato di salute riceveremo la responsabilità del sistema perché non possiamo sicuramente riceverla in questo stato precario. Vorremmo, pertanto, sapere quali strumenti legislativi, oltre a quelli finanziari, avremo in mano per poterle gestire dal 1° gennaio e se queste resteranno le posizioni di questo Governo.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, per una replica breve. Quella dell’assessore, purtroppo, è una non risposta e glielo dico senza il furore che la replica meriterebbe rispetto alla enormità del problema. Non è accettabile che si dica che oggi o domani ci sarà qualche segnale rispetto ad una manifestazione di interesse. Abbiamo interrogato la Regione Calabria 4 mesi fa e la Regione Calabria ha assistito impassibilmente al disastro che in queste settimane è certificato in tutti i comuni della Calabria, in tutte le realtà. Il Sistema Calabria Sud, il sistema complessivamente, ormai è crollato. Penso che la risposta sarebbe dovuta già vertere su quali erano le misure e le iniziative per superare il Commissariamento che verrà chiuso definitivamente il 31 dicembre. E’ un fallimento, purtroppo, che certifica anche il fallimento di questa Giunta regionale. Lo devo dire fuori dai denti. Francamente non so.

PRESIDENTE

Onorevole Giordano, ha solo un minuto.

Giuseppe GIORDANO

Francamente non so dove può andare la Calabria in queste condizioni. Avete lasciato senza guida e senza nessuna risposta un sistema che, se crolla, travolge tutta la Calabria e tutta la cittadinanza che, in 15 anni, ha assistito a disastri che sono costati oltre 1 miliardo di euro.

Interrogazione a risposta immediata numero 284 del 14 settembre 2012 a firma del consigliere Giordano “Sull’impianto di produzione di bitume gestito dalla società Gioiabit srl all’interno della zona industriale di Campo Calabro e sui conseguenti rischi per l’ambiente e la salute del territorio”

PRESIDENTE

E’ stata presentata la interrogazione a risposta immediata numero 284 del 14 settembre 2012, a firma del consigliere Giordano, “Sull’impianto di produzione di bitume gestito dalla società Gioiabit srl all’interno della zona industriale di Campo Calabro e sui conseguenti rischi per l’ambiente e la salute del territorio” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nel comune di Campo Calabro, all'interno della zona industriale gestita dall'ASI, è stata realizzato un impianto per la produzione di bitume e altri conglomerati asfaltici, di proprietà della Gioiabit srl e gestito dalla stessa;

tale impianto, allocato a breve distanza dal centro abitato, per le sue caratteristiche presenta un forte rischio di inquinamento causato dalla particolare insalubrità del ciclo produttivo del bitume oltre che problemi di ordine ambientale per il transito continuo di mezzi pesanti;

in via generale un impianto per la produzione di conglomerati bituminosi, definito dalla normativa vigente come industria insalubre, provoca l'emissione nell'aria di inquinanti che derivano dai processi di combustione dei bruciatori, dalla lavorazione degli inerti, dal riscaldamento del bitume e dai mezzi per la movimentazione e il trasporto, con l'esposizione dei lavoratori e delle popolazioni a rischi per la presenza di agenti chimici pericolosi, tossici e cancerogeni, rumore, vibrazioni e altro;

i principali inquinanti, come dimostrano studi del settore, sono i materiali particellari (polveri sottili), i composti organici volatili (idrocarburi policiclici aromatici, IPA, e le aldeidi) gli ossidi di azoto, di zolfo, di carbonio, gli oli diatermici;

l'Unione Europea, a dimostrazione della particolare pericolosità delle sostanze legate a tale ciclo produttivo, specifica che non vi sia una soglia identificabile al di sotto della quale le suddette sostanze non comportano un rischio per la salute umana -:

se i vari enti competenti al rilascio delle autorizzazioni abbiano tenuto conto, visto il potenziale rischio di cancerogenicità dell'impianto, della collocazione particolare del sito che si trova in prossimità di un centro abitato e di alcuni istituti scolastici operando, sia pur all'interno di una zona industriale, accanto a stabilimenti del settore alimentare;

se gli enti adibiti ai controlli, in particolare di competenza regionale come l'Arpacal o l'ASP, abbiano effettuato i relativi i controlli periodici previsti dalla normativa sui valori delle emissioni e sul rispetto delle norme di prevenzione e di sicurezza e quali sono stati i risultati acquisiti;

se non si ritenga opportuno, alla luce delle preoccupazioni manifestate dalla comunità locale, attivare gli enti regionali competenti perché procedano ad un controllo straordinario e integrale sull'impianto al fine di verificare la compatibilità ambientale e sanitaria dello stesso alle norme vigenti”.

Prego, onorevole Giordano. Volevo pregare di stare nei tempi stabiliti: 3 minuti, 2 minuti e 1 minuto.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, sarò velocissimo.

Anche questa interrogazione è stata presentata qualche mese fa e riguarda un impianto di produzione di bitumi che è in corso di realizzazione nel Comune di Campo Calabro.

Questo impianto è nella zona industriale, a ridosso dell’abitato. Voglio ricordare all’Aula che questi impianti per norma sono definiti come impianti ed industrie insalubri. Quindi solo la qualifica e la classificazione di “impianto insalubre” dovrebbe escludere categoricamente la vicinanza a ridosso di un centro abitato. Parliamo di qualche metro rispetto al centro abitato, pochi metri rispetto ad impianti sportivi, pochi metri rispetto alle scuole del comune di Campo Calabro.

Queste sono le condizioni che, tra l’altro, sono state già denunciate dalla popolazione di quel centro e dall’amministrazione comunale.

Voglio ricordare tutti gli inquinanti che vengono generati dal processo di lavorazione, tutte le polveri sottili, i composti organici volatili, ossidi di azoto, di zolfo, di carbonio ed altri oli.

Già l’Unione europea, rispetto a queste industrie insalubri, ha dei protocolli rigorosissimi che escluderebbero l’insediamento in luoghi sensibili come quelli di un centro abitato e di luoghi frequentati da una straordinaria massa di popolazione.

Vogliamo, quindi, sapere intanto qual è l’iter autorizzativo rispetto agli enti competenti e rispetto alla competenza della Regione. Se gli enti adibiti ai controlli, in particolare quelli di competenza regionale come le Arpacal o le Asp, abbiano effettuato i relativi controlli periodici, previsti dalla normativa, sui valori delle emissioni e sul rispetto delle norme di prevenzione e sicurezza. E rispetto alla preoccupazione espressa dalla comunità locale ed anche in maniera diffusa da altri vari organismi, quali iniziative la Regione per la parte di propria competenza intende attivare affinché ci sia, intanto, un controllo straordinario ed integrale sull’impianto e sulle procedure per verificare se e chi ha rilasciato gli eventuali pareri di compatibilità ambientale e sanitaria rispetto alle norme vigenti.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Credo che lo strumento question time stia ricevendo un uso improprio perché a cominciare da questa interrogazione, ma anche quella precedente assegna responsabilità alla Regione Calabria per competenze non proprie.

Dovrebbe sapere, l’onorevole Giordano, che nella fattispecie l’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione è l’Ente Provincia; nella fattispecie la Provincia ha indetto conferenza dei servizi alla quale conferenza, ha invitato il comune di Campo Calabro e l’Asp reggina che hanno dato parere favorevole per l’autorizzazione provvisoria che era data come termine al 16 luglio 2012 con la prescrizione di dar comunicazione preventiva per la messa in esercizio dell’impianto.

In data 1 luglio la società ha fatto richiesta, alla stessa Provincia di Reggio Calabria, di proroga rispetto all’autorizzazione provvisoria e allo stato, almeno a due settimane fa, dalle notizie che abbiamo cercato di attingere, la Provincia di Reggio Calabria non aveva neanche autorizzato la proroga, perché la società, senza mettere ancora in esercizio l’impianto, aveva dovuto notificare dei ritardi dovuti alla riconversione del combustibile impiegato da olio denso a gas metano.

Allo stato, quindi, mi risulti che non è in attività l’impianto, ma credo che sia da interrogare la Provincia di Reggio Calabria e non la Regione e l’assessorato all’ambiente.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, sono perplesso rispetto alla parte finale delle conclusioni dell’assessore a cui riconosco sempre puntualità e garbo.

Se non sono le interrogazioni a risposta immediata lo strumento per chiarire le problematiche di questa Regione non capisco quale possa essere.

Ancorché altri enti concorrano alle autorizzazioni e la Regione per quanto attiene gli organismi di sua diretta articolazione, Arpacal e Asp, l’interrogazione non era rivolta certamente ad accusare il dipartimento ambiente di aver rilasciato autorizzazioni che non erano di sua pertinenza, ma per fare chiarezza.

Un primo chiarimento lei l’ha dato affermando che l’impianto è inattivo e mi auguro che tale rimanga.

Le chiedo, anche, se l’istituto delle interrogazioni a risposta immediata non preveda una controreplica, rispetto alla parte di risposta relativa alla riconversione del sistema produttivo. Lì, caro assessore, ci vuole intanto una nuova conferenza dei servizi; cioè, questa procedura dovrebbe ripartire da zero. A questo punto le faccio un appello affinché, attraverso l’Arpacal, le Asp e tutti i poteri che la Regione ha di controllare questi procedimenti, si faccia attenzione massima e si valuti con grande rigore perché partiamo dall’assunto che queste sono industrie insalubri.

Chiedo che ci sia il massimo rigore perché certamente non è né coerente né compatibile con un centro abitato. Vi chiedo, quindi, un ulteriore e rigoroso controllo e di seguire la vicenda attraverso l’Arpacal e le Asp.

Interrogazione a risposta immediata numero 287 del 27 settembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al trasferimento dell’Ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico a Reggio Calabria”

PRESIDENTE

E’ stata presentata Interrogazione a risposta immediata numero 287 del 27 settembre 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine al trasferimento dell’Ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico a Reggio Calabria”.

L’onorevole Talarico Domenico, è assente.

Interrogazione a risposta immediata numero 289 del 2 ottobre 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine al trasferimento del Dipartimento Tutela della salute - U.O. Centro Elaborazione Dati dalla sede di Reggio Calabria a Catanzaro”

PRESIDENTE

E’ stata presentata Interrogazione a risposta immediata numero 288 del 2 ottobre 2012 a firma del consigliere Nucera: “In ordine al trasferimento del Dipartimento Tutela della salute - U.O. Centro Elaborazione Dati dalla sede di Reggio Calabria a Catanzaro” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con DDG n. 11422 del 9.08.2012 del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria è stata istituita una tecnostruttura presso lo stesso Dipartimento per far confluire tutti coloro che, alle dipendenze del citato Dipartimento, si occupano di flussi informativi, con particolare riferimento a quelli previsti dal NSIS (Nuovo Sistema Informativo Sanitario);

a seguito di tale delibera, l’U.O. Centro Elaborazione Dati di Reggio Calabria e stato chiuso ed è stato disposto il trasferimento a Catanzaro delle attrezzature hardware e software e del personale;

l’U.O. Centro Elaborazione Dati di Reggio Calabria, struttura di smistamento, archiviazione ed elaborazione dati, ha operato in modo efficiente ed efficace a beneficio dell’intera regione, rendendo possibile il recupero di una media di sei milioni di euro l'anno, con il trattamento dei soli dati afferenti alla mobilità sanitaria interregionale;

l’attività di trattamento ed elaborazione dati sanitari svolta dal CED non necessita di una concentrazione territoriale dell’ufficio, cui compete solo il compito di rendere intelligibili i dati afferenti;

il trasferimento del CED da Reggio Calabria a Catanzaro comporta un grave disagio economico e sociale per i dipendenti e le loro famiglie, oltre che un ulteriore depaupero per la città di Reggio -:

se, e quali provvedimenti intende adottare per ripristinare l’U.O. Centro Elaborazione Dati a Reggio Calabria, con il conseguente ritrasferimento nella detta città delle attrezzature hardware e software e del personale.”

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, voglio esporre l’interrogazione perchè abbastanza importante. C’è stato un decreto del direttore generale del dipartimento della salute e delle politiche sanitarie, il numero 11422 del 9 agosto 2012 che ha istituito una tecno-struttura presso il dipartimento sanità per far confluire tutti coloro che alle dipendenze del citato dipartimento si occupano di flussi informativi con particolare riferimento a quelli previsti dai Nsis, cioè il Nuovo Sistema Informativo Sanitario.

Ovviamente, l’istituzione di questo centro a Catanzaro implica non solo il trasferimento di attrezzature, hardware, software a Catanzaro, ma anche le conseguenti applicazioni che lo stesso provvedimento impone, cioè il trasferimento del personale che da oltre 40 anni, cioè dal tempo dell’istituzione regionale, era concentrato in un ufficio, in una unità operativa che era al Centro di elaborazione dati di Reggio Calabria. E’ una struttura di smistamento, archiviazione ed elaborazione dati che opera in maniera efficiente ed efficace a beneficio dell’intera Regione consentendo anche il recupero in media di 6 milioni di euro l’anno solo per il trattamento dei dati afferenti alla modalità sanitaria interregionale e parliamo di 6 milioni di euro l’anno.

Ciò significa una struttura che effettuava, effettivamente, un controllo sulla spesa sanitaria. Nessuno mette in dubbio che lo stesso lavoro può essere fatto anche a Catanzaro, ma premesso che in questa struttura i 17-18 dipendenti sono tutti di Reggio Calabria, dove hanno famiglia e dove vivono, e da Reggio Calabria per 40 anni hanno controllato il sistema operativo, ci chiediamo come mai questa decisione così improvvisa di chiudere e bloccare un servizio così efficiente ed utile per la Regione Calabria e trasferirlo ad un nuovo istituendo cento regionale, con tutto ciò che ne comporta.

Cioè spostamento per il personale, nuovo adattamento di sistema, aggiornamento di dati ecc., con una professionalità già formata, come dicevo, di un gruppo di persone che effettivamente ormai da parecchi anni operava in questa struttura.

Non voglio addentrarmi fra “pettegolezzi di corridoio”, ma sembra che dietro questa decisione di ci sia il non gradito controllo che questa struttura in via informatica effettua su alcune prestazioni che vengono fatte dalle strutture specialistiche sanitarie e non sanitarie e che rientrano nei compiti funzionali di un dipartimento importante e serio che deve essere controllato quale, appunto, quello della spesa sanitaria regionale.

I controlli non sempre hanno fortuna. Chiedo, all’assessore competente, nella fattispecie, non essendo presente l’assessore, alla gentilissima dottoressa Stasi se c’è una volontà di recuperare questo torto che è stato effettuato, non tanto e non solo per un fatto campanilistico per la città di Reggio Calabria, ma anche e soprattutto per i dipendenti che si dovranno sobbarcare l’onere di essere trasferiti a Catanzaro. Se può essere revocato questo decreto e quali provvedimenti la Giunta eventualmente vorrà adottare.

PRESIDENTE

La parola alla Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente del Consiglio regionale

Grazie, onorevole Nucera, perché con questa interrogazione ci dà, anche, la possibilità di fare un chiarimento. Su quanto da lei esposto è stato interrogato il dipartimento alla salute e il dirigente generale, dottor Orlando, il quale, come lei diceva, ha emanato un decreto dirigenziale il 9 agosto 2012 per istituire questa tecno-struttura.

Intanto, ci è stato chiarito che non c’è alcuna correlazione tra l’istituzione della tecno-struttura e quello che apparentemente sembra il processo in itinere di riorganizzazione del Ced.

Questo lo dico perché, in effetti, tutto quello che sarà la riorganizzazione generale, sicuramente, riguarda in modo particolare il concetto dei flussi informativi, ma in effetti il principio che ha regolamentato, che ha voluto soprattutto l’istituzione e la realizzazione della tecnostruttura è un percorso un po’ più ampio rispetto a quello del semplice Ced.

Intanto, al momento, non c’è alcuna disposizione di chiusura del Ced ed è tutto fermo. Però, è vero che c’è la volontà di concentrare, all’interno del dipartimento, i compiti che in questo momento sta svolgendo il Ced.

Questo perché, ripeto, in effetti è nata la necessità di migliorare assolutamente quelli che sono i flussi informativi e di concentrare all’interno del dipartimento questo lavoro che, ovviamente, va, anche, nella direzione di esser compatibile con quella che è stata la delibera della Giunta regionale, la 727 del 9 novembre 2010 che, in qualche modo, assegna alle sedi centrali, sulla base di un piano di accorpamento e di quelle periferiche, dovrà in qualche modo non essere inferiore all’80 per cento del totale dei dipendenti.

Comunque, c’è questa azione della Giunta regionale di accorpare le sedi periferiche.

Ovviamente, in questo percorso sono due le considerazioni che il dipartimento ha fatto. Il primo sicuramente nel tener presente – come diceva lei onorevole Nucera – l’appartenenza ad un’area territoriale ben precisa di questi dipendenti. Saranno considerate le peculiarità e quindi l’appartenenza a questo territorio e sicuramente saranno valutate le esigenze di questo personale che, probabilmente, resterà proprio all’interno dell’area di Reggio Calabria.

Non dovranno essere vanificate le esperienze e soprattutto la capacità tecnica raccolta in questi anni. Quindi alcuni di questi referenti saranno utilizzati determinate giornate alla settimana all’interno del dipartimento, all’interno di questa nuova struttura per il raccordo dei flussi informativi che sarà ovviamente una struttura molto importante proprio per quello che lei diceva, perché i flussi informativi regolamentano e controllano anche soprattutto la mobilità sanitaria su cui questa Giunta regionale, il commissario Scopelliti, in modo particolare, ha accentuato un controllo in questo ultimo anno in modo particolare.

Dai controlli è venuto fuori che in effetti moltissimi di queste richieste di mobilità sanitaria, di questi rimborsi venivano fatti anche in modo superficiale e quindi un lavoro attento ci ha fatto evidenziare che, comunque, possono essere risparmiate delle risorse.

Quindi oltre ai 6 milioni cui accennava lei, onorevole Nucera, probabilmente quest’anno questo importo salirà o forse addirittura si raddoppierà.

Ne approfitto per rispondere a quella che era stata una “polemica” nata con l’onorevole Giordano la volta scorsa sui dati della mobilità sanitaria che, voglio ribadire in questa sede, sono diminuiti nettamente rispetto al 2010. I dati del 2011 sono decisamente inferiori al 2010 soprattutto relativamente al numero dei ricoveri.

Nel 2011 abbiamo 3 mila ricoveri in meno e grazie proprio al lavoro fatto dalla struttura di controllo della mobilità sanitaria, probabilmente, avremo dei risultati ancora più straordinari, il lavoro si completerà entro fine anno, perché molti di questi ricoveri sono risultati inappropriati. Pertanto i controlli ci hanno fatto risparmiare, decisamente, delle risorse in più per l’anno in corso. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, per rispondere che c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e c’è chi lo vede mezzo vuoto.

Dovrei considerarmi soddisfatto, ma non è proprio così, dottoressa. Ci sono due elementi che mi spingono a non esser contento della risposta. Il primo elemento è che dire che è tutto fermo in questo momento non realizza una piena tranquillità, intanto per i lavoratori e poi per quel che accadrà dopo, perché la domanda è dopo.

La soddisfazione nasce dal dato che il dipartimento, la Giunta, il Governo, il Presidente Scopelliti avete preso atto che uno dei pochi uffici attivi della nostra Regione, perché non parla di passività ma di recuperi, grazie ad un’azione di controllo che dovrebbe essere incentivato in diversi altri assessorati di 6 milioni di euro per l’anno 2010, ma ancor di più per il 2011, le posso confermare che sarà aumentato almeno un terzo, almeno a 10-12 milioni di euro la possibilità di rientro.

Per cui a me sembra strano che un ufficio che funziona, che è attivo, che ha delle professionalità e che lavora al passo con la tecnologia mondiale venga smantellato e mandato altrove. Cioè io corro, sono in piena corsa, sto per tagliare il traguardo e qualcuno mi dice “no, fermati perché dobbiamo ripetere la corsa”.

E’ una cosa che oggettivamente non capisco. Insisto nel dire che la soluzione migliore sarebbe quella di lasciare l’ufficio così dove è, anzi di potenziarlo nelle sue unità di personale ed andare ad effettuare controlli laddove i controlli necessitano, affinché la regione ne possa trarre beneficio. Non tanto la Regione come istituzione quanto la comunità dei calabresi.

Interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine ad abusi commettendi in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS) ed alla tutela delle coste da interventi di cementificazione”

PRESIDENTE

Avevamo posdatato l’interrogazione a risposta immediata numero 264 del 29 giugno 2012 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine ad abusi commettendi in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS) ed alla tutela delle coste da interventi di cementificazione”. Possiamo riprenderla adesso e ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

il Comitato WWF del Medio-Alto Tirreno cosentino ha segnalato alle competenti autorità (Soprintendente per i Beni Paesaggistici per la Provincia di Cosenza in primis) una serie di abusi che si starebbero commettendo sulla scogliera di Santa Maria in località Zilletta del Comune di Bonifati (CS);

detta scogliera è ricompresa nel Parco marino della Riviera dei Cedri ed assoggettata a vincolo paesaggistico;

in tale segnalazione sono contenute precise informazioni ed immagini inequivocabili sull'opera di cementificazione della punta del promontorio della Zilletta;

detto promontorio è classificato ad alto rischio idrogeologico ed è attraversato per giunta da una galleria ferroviaria, che ne rende ancora più precaria la stabilità geomorfologica;

sulla roccia prospiciente il mare dello stesso promontorio, da circa un mese si sta lavorando alla costruzione di una scala, che, con ogni evidenza, reca oltraggio al paesaggio ed all'ambiente circostante;

per tali lavori il Sindaco della cittadina tirrenica afferma di non aver ricevuto alcuna richiesta di inizio lavori né alcun progetto;

nonostante le ripetute sollecitazioni del WWF, né l’Amministrazione comunale di Bonifati, né la Soprintendenza per i Beni Paesaggistici, né l’ufficio competente per il nulla osta paesistico - ambientale della Provincia di Cosenza, né la Regione Calabria avrebbero finora assunto le dovute iniziative atte ad impedire ulteriori scempi ed a sanare le situazioni più critiche venutesi a creare in quell’area;

tali casi di abusivismo e di stravolgimento dell'assetto paesaggistico costituiscono esempi di una più generale condizione di illegalità riscontrabile nei processi di edificazione sulle nostre coste;

a tal riguardo, risulta straordinariamente eloquente l’ultimo rapporto di Legambiente denominato Mare Monstrum, nel quale la Calabria viene ad essere collocata al quarto posto nella speciale classifica delle regioni che hanno fatto registrare più abusi edilizi sul demanio marittimo, dopo Sicilia, Campania e Puglia;

secondo lo stesso rapporto, sarebbero quattrocentoventuno le infrazioni alle normative edilizie e paesaggistiche accertate in Calabria solo nel 2011 (il 13,3% del totale nazionale), con 432 provvedimenti tra denunce e arresti e 132 sequestri;

nello stesso documento, viene preso in considerazione il fenomeno delle cosiddette “case fantasma” (Immobili non accatastati) nelle città costiere in cui i casi di abusivismo edilizio sono più numerosi;

a tal proposito, al secondo posto dopo Napoli si collocherebbe la città di Reggio Calabria, con 6.237 immobili non accatastati;

non potrà esserci una politica efficace per il settore turistico senza affrontare seriamente la piaga dell'abusivismo e della cementificazione delle nostre coste;

la Calabria è tra le regioni a più alto rischio idrogeologico -:

quali concrete iniziative, di tipo conoscitivo ed interdittivo, si intendono assumere riguardo ai casi di abuso e di modificazione dell'assetto paesaggistico-ambientale in località S. Maria nel Comune di Bonifati (CS);

se non sia il caso di assumere come prioritaria la lotta all’abusivismo ed alla cementificazione selvaggia sulle nostre coste, nel quadro delle politiche di sostegno e di rilancio dell'economia turistica regionale e di tutela del territorio”.

Prego, onorevole Talarico.

 

Domenico TALARICO

Presidente, si tratta di una interrogazione relativa ad abusi edilizi, o presunti tali, chiediamo all’assessore Pugliano e al Presidente della Giunta di verificare la reale concretezza di questi lavori.

Premetto che l’interrogazione risale al 29 giugno 2012 e sono passati cinque mesi. A volte la tempestività e l’informazione richiede tempi che, purtroppo, non vengono rispettati. Si tratta, ripeto, di una interrogazione relativa ad una segnalazione che l’associazione Wwf ha inoltrato alle competenti autorità perché, all’epoca della denuncia, si stavano commettendo abusi sulla scogliera di Santa Maria in località Zilletta del comune di Bonifati.

Da tale segnalazione emergeva che era in atto una cementificazione, o comunque dei lavori, su questa scogliera tale da pregiudicare il promontorio della Zilletta.

Questa interrogazione nasce anche a seguito di un rapporto di Legambiente di qualche mese fa che denunciava 421 infrazioni alle normative edilizie e paesaggistiche in Calabria solo nel 2011 con 432 provvedimenti tra denunce, arresti e 132 sequestri.

Dati allarmanti, molto gravi, che ci consegnano una realtà complessa che richiede interventi urgenti soprattutto da parte della Regione.

Assessore, le chiedo quali iniziative di tipo conoscitivo ed interdittivo si intendano assumere riguardo al caso di specie di Santa Maria in Zilletta del comune di Bonifati e, più in generale, per tutelare il paesaggio della nostra regione e se non sia il caso di assumere come una battaglia prioritaria la lotta all’abusivismo edilizio da parte della Regione Calabria.

Questo è il senso dell’interrogazione che richiedeva un intervento immediato se dopo la denuncia del Wwf fossero stati riscontrati fatti concreti. Fermo restando che nel caso di specie forse non siamo più in tempo per intervenire, rimane aperta la domanda sulla tutela più in generale del paesaggio e dell’ambiente nella nostra regione e quali iniziative intendiate prendere per i prossimi mesi. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Presidente, con grande simpatia devo confermare all’onorevole Talarico che lo strumento delle interrogazioni a risposta immediata di tanto in tanto si utilizza in maniera impropria.

Anche in questa fattispecie non si dovrebbe chiedere alla Regione, in particolare all’assessore all’ambiente – dovrò anche espropriare il ruolo e la funzione del collega Aiello -, l’onorevole Talarico sa meglio di me - anche lui proviene da altre esperienze amministrative - che la responsabilità del controllo del territorio è demandata al Comune.

Devo rilevare una certa incongruenza nell’interrogazione in quanto il consigliere Talarico nelle premesse dice che il sindaco non ha ricevuto alcuna richiesta o progetto. Ebbene, mi meraviglia che il sindaco venga interrogato e risponda: “non ho ricevuto alcuna richiesta, alcun progetto” e  non intervenga, come è sua responsabilità, facendo una verifica, un sopralluogo, sospendendo i lavori - se è vero che non ha ricevuto richiesta o progetto - ed eventualmente procedendo al sequestro.

Così come sa l’onorevole Talarico che la responsabilità dell’autorizzazione paesaggistica è demandata alla responsabilità della Provincia. Ma volendo espropriare le funzioni dell’assessore Aiello - perché attiene all’urbanistica e non all’ambiente –, devo dire che nella politica di contrasto agli abusi l’assessorato urbanistica ha già realizzato una mappatura di 5 mila potenziali eco-mostri in Calabria ed ha chiesto a tutti i sindaci della Calabria di confermare o negare quali siano realmente abusivi per attivare tutte le azioni e tutti gli interventi per le relative demolizioni.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Sono assolutamente insoddisfatto a differenza di altre circostanze simili. Mi stupisce la meraviglia dell’assessore.

Se un Assessore all’ambiente o all’urbanistica viene a conoscenza di un presunto abuso che si sta consumando su un territorio calabrese, ed in particolare su un’area di particolarissimo pregio ambientale, quanto meno dovrebbe indignarsi e non dare una risposta di tipo burocratico, fare uno scaricabarile sulle competenze.

Sappiamo bene che la tutela in primis del paesaggio e del territorio è in capo ai sindaci, poi alla Provincia, poi alle Sovrintendenze e tutto il resto.

Ma, vivaddio, se la Regione viene a conoscenza di qualcosa che un consigliere denuncia attraverso una interrogazione, mi aspetterei che quell’Assessore o quel Presidente si prodigassero con gli strumenti a loro disposizione per dire: “guarda caro sindaco forse non stai facendo il tuo dovere, forse sarebbe il caso di investire altre autorità di fronte all’immobilismo di una amministrazione comunale o di altri enti”.

Mi consenta, assessore Pugliano, un Assessore all’urbanistica non chiede ai sindaci di confermare o meno gli abusi edilizi. Non si può limitare ad una risposta di questo tipo, a catalogare gli abusi. C’è già una catalogazione che ha un fondamento scientifico e proviene non solo da associazioni, ma anche da istituti e soggetti riconosciuti istituzionalmente.

Mi aspetterei che davvero si affrontasse in maniera bipartisan la questione di peso e non si facessero altre cose che invece si stanno facendo. Perché questo atteggiamento di indifferenza, questo scarica barile, questa visione burocratica del territorio fa il paio, ad esempio, con la legge sulla casa - ma questa è un’altra questione che riguarda altri punti all’ordine del giorno.

Mi ritengo insoddisfatto per il tono di natura culturale e se volete anche morale rispetto a questo tipo di scempi e a questa aggressione del territorio, piuttosto che per le competenze specifiche. Non ho motivo di dubitare delle cose che ha detto l’assessore Pugliano per quanto riguarda le competenze, ma io sarei più aggressivo nell’affrontare il problema degli scempi urbanistici, della tutela del territorio.

Forse il sottosegretario Torchia in queste settimane ci potrebbe suggerire ben altre iniziative rispetto al terremoto o ad altre calamità naturali, probabilmente se avessimo più cura del nostro territorio potremmo limitare molto i danni.

Questo non significa che lei, assessore Pugliano, abbia responsabilità specifiche, me ne guarderei bene, non è questo il punto. Grazie.

PRESIDENTE

Onorevole Aiello, non è possibile intervenire, risponde l’assessore cui l’interrogazione si rivolge.

Interrogazione a risposta immediata numero 290 del 2.10.2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 289 del 2 ottobre 2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012 di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale (nella qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario). Per sapere – premesso che:

con Decreto del Presidente della Giunta regionale (nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, nominato con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010) numero 155 del 7 agosto 2012 sono stati determinati i tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012;

in detto decreto il tetto di spesa per l'anno 2012 per lo Stabilimento Termale "Fonti Sant'Elia" di Galatro è stato determinato in € 621.875,00 accorpando, tra l'altro, il ticket al budget;

successivamente, con decreto del Presidente della Giunta Regionale numero 166 del 20 settembre 2012 è stato modificato il decreto numero 155 e rideterminati i tetti di spesa, abbassando il budget per lo Stabilimento Termale "Fonti Sant'Elia" di Galatro ad € 520.990,00;

la determinazione dei tetti di spesa per le prestazioni di assistenza termale per l'anno 2012 per come prevista dai succitati Decreti del Presidente della Giunta regionale avvantaggia alcuni stabilimenti a sfavore di altri;

la presenza degli utenti alle terme "Sant'Elia" di Galatro è programmata per tutta la stagione termale (marzo - dicembre) e non concentrata, esclusivamente, nel periodo estivo, per cui l'andamento della produzione, pur registrando un incremento de 30% nel mese di agosto, risulta costante nei restanti periodi;

a seguito della riduzione di budget prevista dal decreto del Presidente della Giunta Regionale numero 166 del 20 settembre 2012 la società Terme Service srl non potrà garantire dal prossimo 10 ottobre la continuità assistenziale e di prestazioni specialistiche agli utenti già prenotati per quel periodo, poiché tale provvedimento inciderà profondamente sulla possibilità di continuare a versare la mensilità ai propri dipendenti;

la situazione sopra descritta comporta il licenziamento di 41 lavoratori, i quali sono pronti a mettere in atto tutte le forme di protesta necessarie a porre fine alla disuguaglianza di stanziamenti determinata dal citato Decreto:

se e quali provvedimenti intende adottare per sopperire alla disuguaglianza di stanziamenti determinata dal decreto del Presidente della Giunta regionale numero 166 del 20 settembre 2012 e di conseguenza garantire, oltre che la possibilità di prosecuzione delle cure agli utenti dello Stabilimento Termale "Fonti Sant'Elia" di Galatro, soprattutto il posto di lavoro ai dipendenti di dello stesso.”

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Signor Presidente, premesso che con decreto del Presidente della Giunta regionale del 7 agosto 2012 sono stati determinati i tetti di spesa per la prestazioni di assistenza termale. Un tetto di spesa di circa 6 milioni e rotti euro annui per l’intera Calabria, un budget  ridotto e striminzito per il reale fabbisogno termale della regione.

La domanda, vivaddio, è estremamente positiva - infatti sono molti che vengono anche da fuori Calabria per effettuare i bagni termali nelle nostre acque e negli stabilimenti con i fanghi terapeutici, oltre che aerosol e via dicendo -, questo determina soprattutto una mobilità attiva che è oro per le casse della Regione Calabria.

Notiamo che, da parte del dipartimento sanità - dobbiamo dirlo a prescindere da quelli che sono gli impegni che il nostro Commissario ad acta, il presidente Scopelliti, pone in essere nella sua azione -, vengono create delle discrepanze sostanziali.

La prima è che questo budget di 6 milioni di euro è statico  e non aumenta da diversi anni.

La seconda che dobbiamo rilevare è che nella determinazione, e quindi nella ripartizione dei diversi stabilimenti termali, del budget viene considerata anche la quota ticket pagata, per cui gli stabilimenti termali sono chiamati a registrare per due volte un mancato introito: la carenza del budget e il ticket che è la somma che paga l’utente a prescindere dalla prestazione che viene effettuata per la sanità.

Questo sul piano generale. Se poi andiamo sul particolare quest’anno ne abbiamo visto delle belle  - mi verrebbe da dire, se non fossi seduto qui.

Mi soffermo in particolare su un esempio che si è ripetuto in diversi stabilimenti termali ed è quello dello stabilimento termale “Fonti di Sant’Elia di Galatro” cui erano stati determinati con un decreto dell’agosto 2012, 621 mila euro accorpando – come dicevo prima – sia il ticket che altro.

Successivamente, quindi dopo che erano stati programmati i fondi, accertata la spesa e programmata la stagione termale sono stati, con un ulteriore decreto del 20 settembre 2012, rimessi in discussione e da 621 mila euro sono stati tolti 100 mila euro riducendoli a 520 mila euro.

Per capirci: io programmo una spesa di 10 e poi mi dicono: “no, dopo che hai programmato, hai avviato la stagione e tutto il resto, non hai 10 ma hai 5”. Il che significa tagliare definitivamente le gambe ad una intera struttura. Questo è un fatto gravissimo.

Questo è stato fatto notare agli organi competenti che hanno provveduto a modificare alcuni budget assegnati nel contesto regionale. Ahimé! Hanno dato più soldi ai forti, a quelli che hanno una vita media tranquilla e serena che garantiscono e hanno programmato in virtù di ispezioni fatte successivamente, ed hanno invece ridotto la spesa ad altri creando grave danno e pregiudizio, confusione sul piano della programmazione e producendo una cattiva impressione sulla gestione delle politiche termali del nostro territorio soprattutto in coloro che vengono da fuori Calabria.

Questo Consiglio regionale ha approvato una importantissima legge sulle politiche termali.

Abbiamo contributo tutti ad inserire nel piano turistico il termalismo come fulcro fondamentale per la nostra zona. Non capisco per quale strano motivo il Generale Pezzi  - che è il tutto fare della sanità calabrese -, insieme al dipartimento, insista nel non voler dare orientamenti programmatici seri e soprattutto la certezza su come muoversi nella materia.

Questa - poco fa parlavo dei ticket sanitari - è una delle  materie attive e virtuose per la Calabria e noi andiamo a colpirla favorendo altri settori che sono rami secchi e non aiutano la regione.

Allora, alla gentilissima e garbatissima dottoressa, Vicepresidente Stasi, che si fa carico ormai di responsabilità forse non sue, chiedo se il prossimo anno possiamo aumentare il budget per il termalismo in Calabria portandolo da 6 a 12 milioni di euro.

Chiedo, ancora, di scorporare il ticket dalla sanità…

(Interruzione)

No, non sono un consigliere di minoranza, Presidente.

Espongo un problema dei calabresi portandolo in quest’Aula. Le interrogazioni a risposta immediata hanno la funzione di dar luce ai problemi, laddove gli assessori sono distratti, perché il tecnicismo della burocrazia li induce anche a commettere errori, e riportarli sulla giusta strada.

Sono qui nella mia veste, non di consigliere di opposizione, non è questo lo spirito, ma di consigliere di maggioranza che vuol dare un contributo di chiarezza ai cittadini. Su queste domande si gioca la credibilità di questo governo regionale e della nostra stessa maggioranza.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Relativamente al termalismo c’è stata una attenzione particolare da parte della Giunta e del Consiglio regionale nell’anno 2012. E’ proprio sulla questione che citava l’onorevole Nucera è stato interrogato il dipartimento, ma soprattutto l’Ufficio del Commissario ed il Sub-commissario che rispondendo proprio alle interrogazioni a risposta immediata riferiscono che la stima del budget 2012 è stata effettuata per ciascuna struttura proiettando quello che era il potenziale, il fatturato di ogni struttura, fino al 2012.

Il budget è stato calcolato in proiezione rispetto a quello che era stato realizzato nei primi mesi dell’anno.

È una proiezione statistica dalla quale si evinceva chiaramente che molte strutture non avrebbero raggiunto il budget assegnato.

Tra l’altro, in modo particolare la struttura che cita l’onorevole Nucera, sembra che nel 2011 non abbia raggiunto il budget assegnato.

Il discorso dei ticket è a sé stante perché sappiamo che proprio nel 2011 è intervenuta una norma, un chiarimento direttamente dal Ministero della salute che precisa che il ticket è idealmente una partita di giro per le strutture sanitarie private. Mentre prima veniva incassato, oggi le strutture private, chiaramente, acquisiscono il ticket da parte degli utenti e devono riversarlo alla Regione. Ovviamente, questo di solito viene fatto in compensazione con quello che ricevono con il budget. E’ una novità del 2011, è precisa ed è una norma che vale in tutta Italia non solo in Calabria.

L’auspicio per il 2013 è che ci si possa sedere, il dipartimento con tutti i fruitori e i fornitori di questo servizio speciale che la Regione Calabria eroga, per trovare un momento di incontro, soprattutto in virtù del fatto che, in questo momento, la Regione vuole potenziare questo tipo particolare di servizio sanitario.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Presidente, mi considero ampiamente soddisfatto dei buoni propositi e con l’auspicio che nell’anno 2013 venga fatta una valutazione su ciò che effettivamente è stato effettuato nel 2012, non solo nella struttura oggetto dell’interrogazione di Santa Elia di Galatro, ma anche per tutte le strutture termali della Calabria.

Devo dire - sulla scorta delle sue parole -, ancora una volta, che ho l’impressione che il dipartimento sanità stenti a camminare. Il motivo è semplicissimo: come si può – e pongo una domanda dottoressa ed al dipartimento – fare una programmazione e prevedere una somma di spesa senza considerare che nel 2012 c’è una nuova gestione di uno stabilimento rispetto al 2011 in cui lo stesso lavorava a scompartimento ridotto perché aveva lavori in corso.

È una programmazione fatta in maniera approssimativa. Mi auguro per il futuro che questo non avvenga e che tutto si possa sanare al più presto.

Confido nella capacità di questa Giunta a sapersi organizzare e rilanciare costantemente. La risposta che l’assessore mi dà guardando il futuro è ampiamente soddisfacente.

Interrogazione a risposta immediata numero 291 del 3 ottobre 2012 a firma dei consiglieri Censore e Guccione “In ordine alla proroga dei contratti del personale medico, infermieristico, paramedico e interinale”

PRESIDENTE

Siamo alla Interrogazione a risposta immediata numero 290 del 3 ottobre 2012 a firma dei consiglieri Censore e Guccione “In ordine alla proroga dei contratti del personale medico, infermieristico, paramedico e interinale” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

a seguito del piano di dimensionamento scolastico e dei forti tagli operati dal Governo nazionale, in Calabria il sistema scolastico ha subito una grave battuta d'arresto con perdite di migliaia di posti di lavoro fra il personale precario;

la Regione Calabria, attraverso l'attivazione di una serie di progetti regionali, ha cercato di alleviare il disagio economico del personale precario appartenente alle categorie dei docenti e degli ATA, anche se una valutazione ex post degli interventi progettuali ha evidenziato un utilizzo parziale del personale e un monte orario inidoneo a garantire una sufficiente retribuzione -:

se anche per l'annualità in corso sono previsti da parte della Regione l'attivazione di progetti finalizzati all'utilizzo di personale precario e, in caso affermativo, se non sia il caso di aumentare le risorse finanziarie da destinare ai progetti e di prevedere, contestualmente, modalità operative che prevedano l'utilizzazione integrale dei precari; ciò al fine di rispondere in maniera adeguata ai bisogni dei soggetti coinvolti;

ove, al contrario, non siano stati previsti e definiti progetti regionali, se e quali interventi, sulla falsariga di altre regioni, abbia programmato il governo regionale per l'anno in corso a sostegno del personale precario della scuola”.

Prego, onorevole Censore.

 

Bruno CENSORE

Presidente, ho presentato questa interrogazione, insieme al collega Guccione, perché la questione dei precari nella sanità è un fatto che è stato molto dibattuto, anche sulla stampa. Ci sono stati due ordini del giorno approvati alla unanimità in Consiglio, ma, ancora oggi, non sappiamo effettivamente come stanno le cose. Rispetto a questo siamo preoccupati perché ci sono 2 mila lavoratori i cui contratti andranno a scadere fra qualche mese, alcuni dei quali sono già scaduti, e questa situazione ha ripercussioni gravissime sui livelli essenziali di assistenza.

Se, malauguratamente, questi lavoratori dovessero essere licenziati, interi presidi sarebbero costretti a chiudere e questo significa che noi dovremmo dire ai calabresi che non c’è più la possibilità di curarsi.

Pertanto, noi ci siamo limitati a chiedere quali sono i provvedimenti che si intendono adottare per risolvere il problema e per dare, intanto, una risposta a questi lavoratori alcuni dei quali sono vincitori di concorso ed operano nella sanità da 10-15 anni.

Oltre alla necessità di dare una risposta ai lavoratori, vi è quella di salvaguardare i livelli essenziali di assistenza. Per questo chiediamo – ritengo alla Vicepresidente Stasi – una risposta chiara e netta rispetto al problema. Grazie.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

L’onorevole Censore, fa, in effetti, una disamina di quello che è uno stato di fatto, nel senso che la preoccupazione che fa emergere è, sicuramente, una preoccupazione di questa Giunta regionale e di tutto il Consiglio regionale perché i numeri che citava, in effetti, sono reali.

In questo momento, ci sono nella sanità calabrese 1097 contratti in scadenza al 31.12.2012 di personale a tempo determinato e a questo si aggiungono, poi, tutte le altre forme di precariato che vorrei, tuttavia, specificare quali sono.

Ci sono 1097 contratti a tempo determinato in scadenza, di cui 717 di personale non dirigenziale, 465 sanitari e 252 non sanitari; ed, inoltre, 380 unità di personale dirigenziale di cui 363 sono sanitari. Quindi, è un numero molto elevato di figure sanitarie.

In questo momento, come sapete, sta per essere definitivamente approvato il decreto Balduzzi che consentirà una proroga dei contratti a tempo determinato per il personale sanitario. So che è prevista la presentazione di emendamenti e, pertanto, questo decreto potrebbe avere delle evoluzioni e garantire, anche in modo tranquillo, la possibilità di far confluire anche personale non sanitario.

Oltre a questa tipologia di personale, ci sono altre tipologie di figure che sono “precarie” nel senso che ci danno preoccupazione perché la loro mancata stabilizzazione e, soprattutto, il venir meno del loro lavoro, potrebbe veramente non consentire di garantire i livelli essenziali di assistenza all’interno dei nostri ospedali.

In particolare, parliamo delle figure che sono state stabilizzate in alcune Asp; stabilizzazione di cui la Corte costituzionale, con la sentenza numero 121, ha dichiarato l’illegittimità, pertanto, anche questi lavoratori potrebbero essere ricompresi nel decreto Balduzzi. Poi, abbiamo, invece, un altro gruppo di lavoratori che sono, per intenderci, quei lavoratori che prestano servizio nelle aziende che somministrano lavoro alle aziende sanitarie che – specifichiamo – non saranno comprese nel decreto Balduzzi. Quindi, per loro resterà il problema.

Come stiamo agendo? Sicuramente stiamo monitorando il problema, settimana per settimana, anche se la maggior parte dei contratti scadranno per fine anno, pertanto, per fine anno, sicuramente, avremo una conferma e, quindi, la possibilità di operare all’interno del decreto.

Nel frattempo, proprio venerdì scorso, sono state allertate tutte le organizzazioni sindacali, ed il venerdì precedente c’è stata un’ultima riunione in cui sono state aggiornate tutte le organizzazioni sindacali; quindi, possiamo dire che il sistema, in questo momento, è monitorato.

Ovviamente, siamo tranquilli nel senso che, comunque, abbiamo avvertito, anche a livello centrale, di questo problema importante per la Calabria e auspichiamo che, per fine anno, il problema non al 100 per cento ma in gran parte possa essere risolto.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Ringrazio la Vicepresidente Stasi, che ci ha fatto chiaramente comprendere che la questione è monitorata. Aspettiamo fiduciosi anche noi l’emanazione del decreto Balduzzi, ma ritengo che da parte della Giunta e da parte del commissario alla sanità ci debba essere un’alta vigilanza perché la problematica per quanto riguarda i servizi sanitari è davvero importante e stringente. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 292 del 3 ottobre 2012 a firma del consigliere Magno “Sulle motivazioni del rallentamento nelle operazioni di conferimento dei rifiuti nelle discariche di Lamezia e Pianopoli

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 292 del 3 ottobre 2012 a firma del consigliere Magno “Sulle motivazioni del rallentamento nelle operazioni di conferimento dei rifiuti nelle discariche di Lamezia e Pianopoli” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

risulta che il conferimento dei rifiuti nelle discariche di Lamezia e Pianopoli, entrambe gestite dalla Daneco Spa, sia attualmente sospeso;

in particolare, si ha notizia dell'esistenza, all'esterno dei suddetti impianti, di diversi camion provenienti dai Comuni del lametino e dalla città di Lamezia Terme, contenenti materiali da sottoporre a smaltimento ed ai quali non viene autorizzato il conferimento. Si è appreso altresì, che dalla giornata odierna i rifiuti di alcuni Comuni della provincia di Cosenza, che prima conferivano alla discarica di Alli, saranno trasferiti a quella di Pianopoli;

tale situazione determina una evidente condizione di disagio per le popolazioni interessate e per le condizioni igienico-sanitarie del territorio -:

quali sono le motivazioni del rallentamento nelle operazioni di conferimento e smaltimento;

se ci sono ritardi, imputabili all'Ente Regionale o all'Ufficio del Commissario, relativi ai pagamenti a favore della società Daneco, o se tali ritardi sono da computare alla Società che gestisce l'impianto;

quali sono le iniziative che s’intendono intraprendere per rimuovere tutti gli ostacoli al fine dell'immediata ripresa del servizio presso gli impianti;

inoltre, qual è lo stato dell'arte e quali sono i tempi che si prevedono per la presentazione del Piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti a cura del Commissario per l'emergenza”.

Prego, onorevole Magno.

Mario MAGNO

Presidente, l’interrogazione è stata presentata il 3 ottobre in un momento cruciale in cui si è verificato un blocco dei conferimenti presso la discarica di Pianopoli, ubicata nella zona ex Sir di Lamezia Terme, dove queste discariche vengono gestite dalla Daneco Spa. Questo ha portato ad una serie di disagi all’interno della città e del comprensorio lametino.

Inoltre, in quel momento si paventava il blocco dei conferimenti nella discarica di Alli da parte dei comuni del comprensorio per cui c’era la necessità di capire cosa stava succedendo e cosa succede oggi all’interno di quella discarica.

So che l’Assessore è persona sensibile ed attiva nel contesto di quella che è questo tipo di attività. Pur non gestendo direttamente la Regione l’aspetto relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani poiché, come tutti sappiamo, è sottoposto al commissariamento è necessario che la Regione assuma anche una posizione forte di vigilanza rispetto a quel che succede nei territori. 

E’ proprio di stamattina, Assessore, la notizia che nei prossimi giorni la discarica verrà nuovamente chiusa a causa del mancato pagamento alla Daneco Spa da parte del commissario regionale per l’emergenza di oltre 21 milioni di euro. Questo, chiaramente, porterà di nuovo ad una situazione di disagio e creerà nel contesto di quel territorio una condizione anche di grave emergenza dal punto di vista sanitario.

Voglio, allora, capire e penso che lo vorranno capire anche i colleghi consiglieri regionali, perché si va avanti in questo stato di continuo disagio nel trasferimento dei rifiuti presso la discarica, quali azioni sono state messe in campo affinché i comuni possano pagare con puntualità anche quelli che sono i servizi che offre in questo caso la Daneco Spa, ma che offrono tutti coloro che svolgono questo tipo di attività all’interno della nostra Regione e, quindi, cosa vuol fare la Regione, nei confronti dell’Ufficio del commissario per capire quali rimedi porre in essere affinché all’interno del contesto regionale si possa superare la fase dell’emergenza per arrivare ad una fase di gestione equilibrata e corretta di quelle che sono le questioni relative allo smaltimento.

Vorremmo anche capire che fine ha fatto e perché non viene elaborato da parte del commissario anche un piano regionale dei rifiuti affinché si capisca quali discariche sono aperte, quali bisogna ancora aprire e come affrontare questa situazione di emergenza che, certamente, ci porterà, nei mesi futuri, anche a condizioni di maggiore disagio.

Poiché so che lei, Assessore, sta lavorando molto su questa problematica ed è in continuo contatto con il commissario Speranza, vorrei anche da lei una risposta a queste mie riflessioni. E vorrei anche capire da lei se possiamo – e vado oltre l’interrogazione – anche in una prossima seduta del Consiglio regionale, verificare qual è la situazione della depurazione e dello smaltimento dei rifiuti all’interno della nostra Regione per capire, proprio, come ci stiamo muovendo e a che punto siamo per quanto riguarda le questioni che qui stamattina sono state poste in evidenza e che riguardano lo stato dell’ambiente in Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Grazie all’onorevole Magno, perché, pur essendo questa interrogazione retrodatata, credo che sia ancora molto attuale.

Devo almeno per questo momento tranquillizzare l’onorevole Magno perché è di un paio di ore fa la notizia che già oggi pomeriggio la discarica ha riaperto, dopo l’intervento del presidente Scopelliti che ha agevolato la liquidazione, da parte dell’ufficio del commissario, di alcune somme per onorare gli impegni nei confronti della società Daneco Spa.

Segnalava l’onorevole Magno – ed è vero – che la Daneco Spa vanta dei crediti nei confronti dell’ufficio del commissario e c’è in corso un piano di rientro per il recupero di questi crediti. Si deve, tuttavia, guardare l’altra faccia della medaglia e credo che abbia fatto bene l’onorevole Magno a richiedere l’approfondimento di questa tematica in Consiglio regionale perché penso che anche qui siamo davanti ad una grande responsabilità considerato che lo stesso ufficio del commissario, per il 2012, si è dovuto autofinanziare con le tariffe di smaltimento da parte dei comuni e non v’è dubbio che, se i comuni non pagano le tariffe di smaltimento, non sarà possibile né per l’ufficio del commissario né per la Regione Calabria tenere in ordine il sistema.

Quindi, secondo me, il Consiglio regionale dovrà assumersi la responsabilità di indirizzare, entro determinati tempi, i comuni ad essere ossequiosi e rispettosi dei doveri per ricevere la garanzia del servizio.

Abbiamo, pertanto, per il futuro la necessità di sostenere o lo strumento dei poteri sostitutivi per i comuni inadempienti oppure il riconoscimento del servizio per i comuni adempienti con ritardi nei confronti di quelli inadempienti. Perché non c’è più Pantalone che paga, non c’è più l’ufficio del commissario che riceve finanziamenti dal Governo, ma dovendosi il sistema autofinanziare c’è bisogno che ognuno faccia la propria parte e si assuma le proprie responsabilità.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Magno.

Mario MAGNO

Presidente, ringrazio l’Assessore per aver capito qual era il problema ed anche il presidente Scopelliti per essersi adoperato affinché venisse erogata una parte dei soldi che la Daneco Spa deve ricevere da parte dell’ufficio del commissario.

Questo è importante in quanto consente di poter porre in essere al momento un’attività regolare rispetto a quello che è il conferimento dei rifiuti nei prossimi giorni.

Penso che la disponibilità da parte dell’Assessore di tenere una prossima seduta del Consiglio sulla questione ambientale debba essere sottolineata, a conferma della correttezza e dell’impegno che mette all’interno di questo settore. Grazie.

PRESIDENTE

E’ conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata. Le rimanenti saranno trattate nella  prossima seduta del Consiglio regionale.

Proposta di legge numero 386/9^ di iniziativa del consigliere Dattolo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m. e i. (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria)

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’ordine del giorno per come stabilito, ma prima di procedere con l’ordine del giorno che era stato concordato in Conferenza dei capigruppo bisogna discutere di due provvedimenti di cui il primo riguarda la proroga che proponeva l’onorevole Dattolo, che era la proroga della legge urbanistica per la scadenza dei piani regolatori.

Onorevole Dattolo, ha facoltà di illustrarla.

Alfonso DATTOLO, relatore

Nella modifica che abbiamo fatto, dopo dieci anni, alla legge urbanistica, l’articolo 65 era già stato modificato, nella proposta in discussione rendiamo ancora più esplicito quello che riguarda la valenza dei piani strutturali in essere, che erano scaduti il 19 giugno del 2012, viene procrastinata la loro validità anche per adeguarli all’approvando Quadro territoriale di riferimento regionale in discussione nella quarta Commissione, la validità degli strumenti urbanistici in essere è prorogata al 19 giugno 2013. In sintesi, si tratta di questo.

Le ripeto, è un provvedimento che i Comuni, magari, aspettavano e che in Commissione è stato approvato all’unanimità.

PRESIDENTE

Questo è un provvedimento già passato in Commissione all’unanimità, oggi la Conferenza dei capigruppo all’unanimità l’ha richiamato in Aula, quindi pongo in votazione l’unico articolo previsto nella proposta di legge.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Un’altra decisione che la Conferenza dei capigruppo ha assunto all’unanimità e che va in direzione del contenimento dei costi della politica, che sostanzialmente era stata la linea guida che l’intera Assemblea ha percorso dall’inizio della legislatura con una serie di provvedimenti, dall’abolizione del vitalizio che è stata ha approvata in maniera rapida così come la riduzione del numero dei consiglieri.

Proposta di legge numero 392/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Dattolo, Ciconte, Chiappetta, Serra, Principe, Loiero, De Masi e Bova, recante: “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996 numero 3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale)”

PRESIDENTE

Oggi proseguiamo con l’abolizione del trattamento di fine mandato dei consiglieri regionali e, con l’approvazione della proposta oggi in Aula, che è stata approvata all’unanimità dai consiglieri regionali, non ci sarà più da subito il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali. Questa è una decisione che abbiamo assunto all’unanimità in Conferenza dei capigruppo e che si aggiunge alla riduzione del finanziamento dei gruppi, riduzione dei consulenti, riduzione delle strutture e attendiamo anche il provvedimento che sarà in discussione, approvato nei prossimi giorni da parte del Parlamento nazionale, che attiene anche alla riduzione delle indennità, alla riduzione del finanziamento dei gruppi.

Quindi da qui al 23 dicembre, ultima data in cui le Regioni dovranno legiferare, ci sarà anche questa ulteriore decurtazione in base a quello che sarà l’accordo nella Conferenza Stato-Regioni, che dovrà essere fatto entro il 10 dicembre.

Oggi penso che sia un momento estremamente significativo per il Consiglio regionale, la proposta è composta da un articolo unico che sopprime gli articoli 12 e 13 della legge regionale 13 maggio 1996, numero 3, in cui si prevedeva il trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali. Quindi anche questo è stato un altro punto importante nella direzione del contenimento della spesa, visto il momento che stiamo vivendo in Calabria. Penso che anche su questo la Regione Calabria, se non è la prima, sarà la seconda delle Regioni d’Italia che hanno abolito il trattamento di fine mandato riconosciuto ai consiglieri regionali. C’è la firma di tutti i capigruppo, per cui pongo in votazione la proposta di legge in discussione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

Bruno CENSORE

Presidente, per richiamare un ordine del giorno.

PRESIDENTE

Aveva chiesto la parola l’onorevole Gallo prima. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Vorrei chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che riguarda i danni causati dallo sciame sismico che ha interessato l’area del Pollino, una mozione che impegna la Regione ad adottare i provvedimenti necessari per istituire un fondo di solidarietà, sospendere i termini per i tributi regionali e qualche altra misura che può andare incontro alle esigenze delle popolazioni di quell’area.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Gallo di inserire il punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Sul rinnovo delle Commissioni consiliari competenti

PRESIDENTE

Volevo comunicare un’altra informazione all’Aula che  oggi la Conferenza dei capigruppo ha assunto all’unanimità: abbiamo ridotto le Commissioni consiliari da dieci a sei, come ricorderete, e si tratta di un provvedimento che non parte dalla prossima legislatura, ma da questa. Siccome le Commissioni sono in scadenza, abbiamo deciso di calendarizzare l’elezione dei nuovi Presidenti che, per come prevede l’articolo del Regolamento, quello che prevede l’elezione e il rinnovo delle Commissioni consiliari, non verrà fatta in Aula attraverso il voto, come è avvenuto nel momento dell’insediamento, ma sarà fatta direttamente nelle Commissioni competenti.

Abbiamo fissato le due date per eleggere le sei Commissioni che oggi rimangono, ovvero il 27 e il 28 di novembre. Questo perché il 26 novembre dovremo provvedere a fare anche una modifica delle competenze delle rispettive Commissioni, perché ci sono Commissioni importanti, che hanno anche competenze di una certa rilevanza e per questo dobbiamo effettuare una modifica del Regolamento – gli uffici ci stanno lavorando – per addivenire, poi, ad un accorpamento delle Commissioni in base alle competenze. Quindi dovremo decidere la Commissione politiche comunitarie ove accorparla, dove accorpare le competenze del Comitato regionale di controllo – questo sarà fatto in questi giorni – il 26 sarà approvata la modifica del Regolamento e, senza perdere tempo, 27 e 28 ci saranno le elezioni dei nuovi Presidenti.

I capigruppo, naturalmente, hanno effettuato le loro indicazioni nelle rispettive Commissioni e lì, nelle Commissioni, avverrà l’elezione del Presidente, del Vicepresidente e del Segretario delle Commissioni.

Volevo avvertire un po’ tutti i componenti l’Aula di questa decisione che abbiamo assunto all’unanimità in Conferenza dei capigruppo, in modo tale che organizziamo i nostri lavori per favorire l’elezione dei nuovi vertici delle Commissioni e, naturalmente, la riduzione delle Commissioni da dieci a sei.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Ho chiesto la parola per richiamare in Aula un ordine del giorno, che abbiamo presentato insieme al collega Guccione, relativamente a un fatto grave successo in Calabria il 25 ottobre ultimo scorso, quando per uno scambio di persona è stato ucciso un giovane lavoratore di 19 anni, Filippo Ceravolo, a Soriano Calabro. Questo fatto ha commosso tutta l’Italia, ha fatto venir fuori un sussulto popolare di indignazione, di condanna e di una ferma volontà da parte del popolo calabrese affinché questi fatti non succedano più e che gli esecutori di questo barbaro omicidio siano assicurati alla giustizia.

Il fatto è stato anche discusso nel Parlamento italiano, è giusto che si dia, da parte del Consiglio regionale, un segnale di condanna nel nome di Filippo, ma anche in nome di tante vittime innocenti che sono, in maniera ignara, vittime di mafia. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Censore d’inserimento di un ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Non ci sono altri punti richiesti dai colleghi, pertanto possiamo procedere con il primo punto all’ordine del giorno, che è la proposta di provvedimento amministrativo numero 198/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2013-2015 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”).

E’ relatore l’onorevole Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.

(Interruzione)

Informativa dell’assessore ai Trasporti su Ferrovie della Calabria

 

PRESIDENTE

No, prima di darle la parola su questo argomento, c’è l’informativa da parte dell’assessore Fedele per quanto attiene l’accordo raggiunto a livello nazionale per le Ferrovie della Calabria. Quindi, prima di procedere con questo punto, darei la parola per ascoltare l’informativa dell’assessore ai trasporti. Poi ricordo che il dibattito su questo argomento sarà rinviato.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Sì, un’informativa, per come è stata chiesta anche dai consiglieri regionali nella scorsa seduta consiliare, proprio quando ci apprestavamo, insieme al Presidente Scopelliti, a firmare questo accordo.

Ad accordo fatto, siamo qui a riferire riguardo a come è andata la trattativa, quindi anche i contenuti di questo accordo, che riteniamo veramente importante e che riguarda la principale azienda di trasporti della nostra regione.

Con l’accordo dell’8 novembre scorso, infatti, che è stato stipulato dal Presidente Scopelliti con il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Mario Ciaccia, si è finalmente definita la conclusione del percorso, rimasto in sospeso per dodici anni – e dico dodici anni – che entro il 2012 determinerà il passaggio delle proprietà di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione, evitando il fallimento di una società che occupa 860 dipendenti e che offre i propri servizi a decine di migliaia di cittadini ogni giorno.

Non si tratta di considerazioni e previsioni personali, ma di dati di fatto che è possibile dimostrare con numeri alla mano: ci sono voluti, appunto, dodici anni, ed è un dato di fatto.

Infatti l’11 febbraio del 2000 era stato stipulato l’accordo di programma fra l’allora Ministero dei trasporti e della navigazione e la Regione, che attuando l’articolo 8 del decreto legislativo 422 del 1997, prevedeva il trasferimento a titolo gratuito della società dallo Stato alla Regione.

Senza approfondire i dettagli tecnici, certamente non si è trattato di un'operazione semplice, ma anzi "complessa" come lo stesso ministro Ciaccia l'ha definita, e pur tuttavia non è certamente giustificabile un ritardo di 12 anni.

Ma non è questo l'unico aspetto dell'Accordo di Programma del 2000 che prima dell'insediamento di questa Giunta non ha avuto definitiva soluzione; anzi erano rimasti senza conclusione tutti i principali adempimenti che lo stesso Accordo prevedeva. Infatti, fino alla deliberazione della Giunta numero 13 del 10 gennaio 2012, non era stato definito il passaggio a titolo definitivo dallo Stato alla Regione dei beni immobili e mobili della ex gestione commissariale governativa di Ferrovie della Calabria, del valore di molte decine di milioni di euro.

Azione che ha visto impegnato sia il collega Orsomarso che ha seguito prima di me questo settore, ed anche il collega Mancini, per le sue competenze.

Ed ancora oggi non è formalizzato con un regolare contratto l'affidamento dei servizi ferroviari regionali, cosa che sarà fatta nei prossimi mesi, come previsto dall'Accordo del 8 novembre scorso, definendo finalmente gli standard quantitativi e qualitativi dell'offerta di trasporto all'utenza e concludendo una situazione di incertezza nella quale si è originato lo squilibrio finanziario della società.

Lo squilibrio finanziario della Società è un altro dato di fatto. La ricognizione che è stata allegata all'Accordo del 8 novembre, effettuata dall'Azienda e condivisa dal Ministero e della Regione, evidenzia infatti uno squilibrio fra debiti e crediti pari a oltre 89 milioni di euro, e in aggiunta la completa erosione del capitale sociale, pari a 10 milioni di euro.

Determinare, poi, in quale parte questo squilibrio sia dovuto all'inefficienza dell'azienda e in quale parte alla mancata copertura dei crediti dovuti sul bilancio regionale è un esercizio complesso quanto inutile, permettetemi di dire, dal momento che in ogni caso lo squilibrio è comunque il frutto della disattenzione di anni.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Collega Fedele, si interrompa un attimo. Prego i colleghi di prendere posto, vista l’importanza dell’argomento.

Chi deve parlare si accomodi fuori. Però facciamo un attimo di attenzione, si tratta di una scelta importante e fondamentale che la Regione ha fatto. Non si può fare una relazione con questa disattenzione dell’Aula.

Prego, assessore, può continuare.

Luigi FEDELE, assessore ai trasporti, all'intermodalità e all'internazionalizzazione

Grazie, Presidente.

Dicevo che parliamo di un esercizio inutile proprio perché l'assenza di un contratto di servizio non ha mai chiarito oneri e corrispettivi.

Ed inoltre, oggi, si sono presentate sul tavolo questioni che si trascinano da decenni, come la copertura dei disavanzi di bilancio delle aziende di trasporto pubblico locale riguardante il periodo dal 1987 al 1999, o la copertura del debito dell'azienda nel periodo dal 2001 al 2007, per la quale il Ministero sostiene di aver provveduto a fornire le risorse necessarie, senza che però le stesse siano state trasferite dall'Azienda come ben sa, appunto, l’onorevole Orsomarso.

 Per capire l'ordine di grandezza, ciascuna di queste due questioni vale circa 25-30 milioni di euro.

Altre questioni sono di più recente origine, come la differenza fra l'importo contrattuale iscritto come credito nei bilanci della Società e l'importo contrattuale impegnato nei bilanci regionali, dall’anno 2008 all’anno 2010, forse per un'incomprensione – diciamo così - fra l'Assessorato ai trasporti e quello al bilancio di allora.

Tale scostamento vale circa 25 milioni per l'intero periodo dal 2008 al 2010, di cui solo 9 milioni per il 2010, anno nel quale la Regione ha fatto chiarezza. Tale chiarezza ha evitato negli anni successivi, appunto, l'appostamento di discutibili iscrizioni di crediti nel bilancio dell'Azienda, che non hanno fatto altro che rinviare di anno in anno il problema, che poi si è presentato di recente in tutta la sua gravità.

Anche l'imminente fallimento della Società, scongiurato dall'Accordo firmato l’8 novembre, è un altro dato di fatto e non una ipotetica previsione e, dico anche perché.

Si legge infatti nella relazione di ricognizione della situazione creditoria e debitoria, prodotta dalla stessa Società e vagliata dai tecnici ministeriali e regionali, che "il patrimonio netto della società al 31.12.2011 ammonta ad euro 1.125.540,00" e che si determinerà "una probabile perdita di esercizio pari a 1.151.422,00 euro”.

Una semplice sottrazione porta alla previsione di avere un patrimonio netto negativo al 31.12.2012 e ciò, è bene precisarlo, anche nel caso in cui la Regione avesse negli anni corrisposto tutti i crediti iscritti nei suoi confronti nel bilancio dell'Azienda.

Quindi avrebbe portato al 31 dicembre di quest’anno al fallimento della società.

Sono altri dati di fatto le risorse messe in campo con l'Accordo del 8 novembre. La Società, per compensare le proprie partite debitorie e ricostituire il capitale sociale, riceverà 65 milioni di fondi FAS regionali e il patrimonio disponibile che la Regione ha di recente acquisito dallo Stato a titolo definitivo del valore stimato di 22 milioni di euro.

A queste somme si aggiungeranno 20 milioni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che proprio l'Accordo di recente stipulato renderà immediatamente esigibili.

Per quanto riguarda i Fas voglio chiarire che non sono somme aggiuntive che il Governo ha dato alla Regione ma sono fondi a carico della Regione per opere da realizzare e che con una legge il Governo ci ha permesso di utilizzare per ripianare i debiti.

Purtroppo non sono fondi aggiuntivi ed è bene chiarire questo aspetto.

Questo accordo, che sicuramente è il punto fondamentale del percorso che sta trasformando Ferrovie della Calabria da problema a risorsa, per quanto di incomparabile importanza, non è il primo passo che questa Giunta ha fatto per affrontare la questione.

Non è da trascurarsi infatti l'efficientamento preteso e ottenuto, che ha visto nell'ultimo periodo un progressivo, drastico e rassicurante decremento dei costi gestionali. Infatti il costo della produzione è passato dai 68 milioni di euro del 2010 ai 64,5 del 2011 e infine 56 milioni previsti per il 2012.

L'efficientamento si è ottenuto anche con una oculata politica delle risorse umane, che è passata dalle assunzioni di 30 autisti nei primi mesi del 2010 al prepensionamento di decine di unità nell'ultimo anno.

Si è anche passati da accordi sul contratto collettivo di secondo livello, che di recente avevano aumentato il costo del lavoro; all'accordo dell'ottobre 2011, che ha ridotto tale costo, prevedendo ulteriori misure di efficientamento. Si è passati da progressioni verticali incoerenti con la struttura aziendale - che hanno creato squilibri organizzativi e territoriali - ad una politica di rigore sul personale.

Un'altra azione concreta è il mutuo per la manutenzione straordinaria delle infrastrutture ferroviarie, per 20 milioni di euro riguardo al quale nei prossimi giorni sarà erogata la prima anticipazione.

Questa è opera di questa Giunta regionale e del mio predecessore, collega Orsomarso che insieme al collega Mancini si sono molto impegnati in questa operazione.

Questo mutuo compensa 17 milioni di euro di risorse che la Regione aveva trasferito allo stesso scopo, in quote annuali di circa 3 milioni di euro, il cosiddetto "fondo comune". Queste risorse erano state distratte dal loro naturale utilizzo negli anni precedenti, fino al 2010, ultimo anno in cui lo Stato le ha trasferite alla Regione. Questa distrazione di risorse ed il conseguente depauperamento della rete ferroviaria sono state la principale causa delle interruzioni di linea e della chiusura delle Taurensi, che non presentavano più i necessari requisiti di sicurezza.

Con le ingenti risorse messe a disposizione della Società con l'Accordo dell’8 novembre, pari a oltre 100 milioni di euro, ci sono tutte le condizioni per il consolidamento ed il rilancio della principale azienda di trasporto pubblico locale calabrese, con 860 dipendenti, che gestisce all'anno, sul nostro territorio, circa 8 milioni di chilometri per bus e 1 milione 100 mila chilometri per treno.

Proprio in questa prospettiva la Giunta regionale il 6 novembre, su proposta che veniva dal nostro dipartimento, si è assunta la responsabilità di questo Accordo. Una responsabilità che capite bene, dalle cifre che ho detto, non è di poco conto ma è una responsabilità che il presidente Scopelliti ha affrontato subito dal primo momento quando si è posta la questione perché cosciente della rilevanza che una società di questo livello, di questo tipo e di questa importanza riveste, per la nostra economia, non poteva essere lasciata allo sbando e fatta fallire da qui a qualche mese.

Per questo rilancio e per il definitivo cambio di rotta l'azienda avrà necessità di un management di grande competenza, e si avvarrà dei risultati di un piano industriale che sarà commissionato a breve, come previsto nello stesso accordo e che abbiamo voluto fosse della società dal 1° gennaio 2013 in avanti.

A questo aggiungiamo – e non è cosa di poco conto – che la missione dell'azienda diverrà ancora più importante dopo la realizzazione delle "metropolitane" di Catanzaro e Cosenza - Rende. Due impegni notevolissimi da parte della Regione che già sono stati approvati e che faranno sì che questa società possa in qualche modo allargare i propri confini.

E’ un qualcosa a cui stiamo lavorando per rendere sempre più fattivo il tutto ed è una qualche cosa che credo i lavoratori ed i calabresi dovranno apprezzare proprio perché in questo momento di difficoltà economica l’impegno che ha messo in atto la Giunta e la maggioranza nel suo complesso, credo sia stato veramente importante.

A questo devo aggiungere che ho avuto occasione di incontrarmi e parlare con i colleghi dell’opposizione e ci sono stati momenti di condivisione di questo progetto. Mi pare di aver letto qualche nota di qualche parlamentare del Pd che, probabilmente, parla sempre di sfascio e non si è reso conto, invece, che con questa operazione, la Regione Calabria ha fatto fronte dopo 12 anni ad un impegno che certamente non era facile e che con grande correttezza e coerenza, il Presidente Scopelliti e la Giunta intera, hanno fatto proprio e portato avanti. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie all’assessore Fedele che ha dato un’illustrazione dell’accordo raggiunto a Roma nei giorni scorsi. In Conferenza dei capigruppo abbiamo concordato che la discussione di merito su quanto riferito dall’Assessore sarà svolta nella prossima seduta del Consiglio regionale, però era necessario sentire dalla sua voce che cosa si è prodotto nell’accordo con il Governo.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 198/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2013-2015 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)”

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’ordine del giorno e, quindi, darei la parola all’onorevole Imbalzano per la relazione.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio ricordare che, secondo quanto previsto dall’articolo 2 della legge regionale di contabilità, il documento di programmazione economica e finanziaria è un atto di indirizzo programmatico economico e finanziario dell’attività di governo della Regione per l’anno successivo con proiezione triennale.

Si tratta di un documento che precede la presentazione della manovra finanziaria per il prossimo triennio, nel quale il governo regionale, analizzato il contesto economico e finanziario nazionale, europeo e internazionale, fa il punto sull’andamento delle principali politiche regionali e sui nuovi obiettivi da perseguire nel prossimo triennio.

In questa fase, vorrei soffermarmi su alcuni punti salienti del documento, in particolare sullo stato di attuazione della politica regionale, con particolare riferimento alla programmazione comunitaria, fondi europei e fondi nazionali per lo sviluppo e la coesione territoriale, sullo stato dell’arte della spesa nel settore della sanità calabrese, sull’evoluzione della normativa statale in tema di coordinamento della finanza pubblica e i suoi impatti con il sistema delle Regioni.

In ordine al primo punto inerente la programmazione comunitaria, il provvedimento che andiamo ad esaminare espone, anzitutto, il quadro della spesa a valere sulle risorse liberate Por 2000-2006, con le quali la Calabria potrà contare su investimenti pubblici aggiuntivi.

Il contributo complessivo di queste risorse è pari a circa 870 milioni di euro, di cui 721 già impegnati e 214 già spesi. Si tratta, quindi, di risorse che hanno permesso di intervenire in modo significativo con nuovi progetti per qualificare in particolare i sistemi produttivi locali e l’assetto del territorio.

Il documento offre, poi, una disamina dell’andamento della spesa attivata dallo Stato e dalle Regioni con il Quadro strategico nazionale 2007-2013.

Pur non dimenticando le difficoltà che si registrano in sede di attuazione che coinvolgono un po’ tutte le Regioni italiane, non possiamo non sottolineare che la Regione Calabria mantiene livelli di impegno e di spesa superiori a gran parte delle Regioni ad “Obiettivo convergenza”, così come, peraltro, oggi confermato dal “Corriere economia” con i dati che puntualmente sono stati pubblicati. In particolare, il Por Fesr, che costituisce il pilastro principale della politica regionale con quasi 3 miliardi di euro, interviene sui principali ambiti di policy regionale: infrastrutture, ambiente, qualità della vita in ambito urbano, incentivazione delle piccole e medie imprese, ricerca scientifica e tecnologica, valorizzazione degli Asset culturali e naturali in funzione della loro fruizione turistica.

Il dato generale di avanzamento del programma segnala il raggiungimento di impegni per il 44 per cento delle risorse e il 18,9 di pagamenti al 30 giugno di quest’anno, in sostanziale linea con gli obiettivi prefissati, anche questi sottolineati – neanche a farlo apposta – oggi da “Corriere economia”.

Per quanto riguarda il Por Calabria Fse, la cui dotazione finanziaria è pari a 860 milioni di euro, il documento di programmazione regionale menziona chiaramente i progressi compiuti in quest’ultimo anno, che hanno incrementato gli impegni di 13 punti percentuali, dal 13,9 del 2011 al 47,4 del 2012, ed i pagamenti di 12 punti percentuali, infatti la spesa passa dal 17,1 al 29,5, anzi – sempre con riferimento ai dati di “Corriere economia” di oggi, che sono dati ufficiali – addirittura saremmo al 32,4 per cento al 31 ottobre 2012.

Il provvedimento in esame, quindi, dà evidenza delle azioni concordate con il Governo centrale per accelerare la spesa, interventi che interessano in particolare il Fesr.

Va aggiunto che il 15 dicembre 2011 è stato firmato il Piano di azione-coesione, che porterà una concentrazione delle risorse su tre grandi direttrici: l’istruzione, l’agenda digitale, infrastrutture ferroviarie, con impegno di risorse Fesr per circa 271 milioni di euro. A queste risorse si aggiungono circa 62 milioni di euro sul Por-Fse indirizzate su crediti di imposta per nuova occupazione e sui programmi che puntano a ridurre la dispersione scolastica.

Il documento di programmazione offre, poi, uno spaccato significativo sulle risorse nazionali disponibili per le politiche di coesione. Dopo le recenti modifiche che hanno portato il Governo centrale ad introdurre il Fondo per lo sviluppo e la coesione che sostituisce il precedente Fondo per le aree sottoutilizzate – i Fas, per intenderci – complessivamente queste risorse ammontano a circa 760 milioni di euro.

La prima parte del Dpefr si conclude, quindi, con i dati che registrano un positivo avanzamento delle politiche regionali in rapporto alla capacità della Regione di conseguire gli 11 indicatori relativi agli obiettivi di servizio definiti nel Quadro strategico nazionale. Si tratta degli obiettivi ritenuti essenziali per la qualità della vita dei cittadini e per l'attrattività territoriale delle regioni, il cui progressivo conseguimento ci censente di affermare che è in corso un significativo avvicinamento della Calabria alle regioni italiane più virtuose.

In ordine alle politiche di spesa nel settore sanitario, il provvedimento indica le azioni che la Regione sta implementando per dare attuazione al Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, sottoscritto con lo Stato nel dicembre 2009. Tra gli interventi, si segnalano: la riorganizzazione ed il rafforzamento della struttura dipartimentale, il miglioramento delle relazioni con le aziende sanitarie attraverso la diffusione delle “migliori pratiche” e l'armonizzazione dei flussi contabili.

Il governo regionale ha, poi, indicato i progetti strategici che intende realizzare nel prossimo triennio per il settore sanitario: il potenziamento del sistema informativo sanitario regionale; la realizzazione di nuovi quattro ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro, Vibo Valentia, Catanzaro), la cui ultimazione, precedentemente indicata nel 31 dicembre 2015, slitterà di un anno, stante i ritardi nell'emanazione dei provvedimenti da parte dei ministeri competenti.

Il quadro dei progetti strategici si completa con le indicazioni sullo stato di attuazione del progetto di realizzazione della rete “casa della salute” e di riconversione di alcuni presidi ospedalieri in Centri di assistenza primari territoriali (Capt), per i quali si è provveduto alla individuazione dei siti.

Sul versante sanitario occorre prendere in considerazione due aspetti: il primo riguarda la mobilità verso altre regioni italiane che continua, anche se in leggera flessione, ad essere uno dei principali punti di attenzione della Regione; il secondo riguarda lo stato del debito sanitario, sul quale immaginiamo che l'assessore Mancini vorrà dare un proprio contributo per approfondire, nel corso del suo intervento, i risultati conseguiti nell'anno e gli avanzamenti in ordine alla quantificazione del debito finanziario e dei suoi riflessi sulla finanza regionale.

Con riferimento al terzo punto ed ultimo punto, il documento di programmazione, stante l'attuale difficoltà a prevedere gli effetti del federalismo fiscale avviato con la legge delega numero 42 del 2009 ed analizzati gli effetti dell'armonizzazione dei bilanci regionali, delinea l'evoluzione della normativa statale in tema di coordinamento della finanza pubblica ed i suoi impatti con il sistema delle Regioni.

Vengono approfonditi, in particolare, il nuovo principio del pareggio di bilancio introdotto con la legge costituzionale numero 1 del 2012, gli effetti della sentenza della Corte costituzionale numero 70 del 2012 in relazione alle forme di copertura dei residui perenti nei bilanci regionali, gli effetti della spending review adottata dal Governo con decreto legge numero 52 del 2012.

Ho voluto incentrare questa relazione soprattutto sulla prima parte del provvedimento, in quanto ritengo opportuno che sia l'assessore Mancini, – al quale va dato atto di aver compiuto un ottimo lavoro –, nel momento in cui riterrà di intervenire, a sottolineare le parti salienti del documento di programmazione regionale che esprimono gli obiettivi del governo per il raggiungimento dei saldi di finanza pubblica sempre più nuovi e virtuosi.

Da parte mia, nel concludere questa relazione, non posso non dare atto all'Esecutivo guidato dal presidente Scopelliti ed alla maggioranza che lo sostiene in Consiglio regionale, al netto delle fisiologiche critiche politiche – spesso, per la verità, poco ancorate alla realtà dei dati reali – di un grande e sinergico sforzo per permettere alla Calabria ed ai calabresi – che,  non dimentichiamo, vivono sulla loro pelle una crisi drammatica – di partecipare alla costruzione del loro futuro, con il raggiungimento di quegli importanti obiettivi di crescita sui quali questa maggioranza si ritiene fortemente impegnata.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

In merito al documento di programmazione economica e finanziaria della Regione Calabria per gli anni 2013-2015, chiede di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Avevo detto che era più corretto che parlasse prima l’Assessore.

(Interruzione)

Parlo io o l’assessore? Come preferite, io non ho difficoltà.

PRESIDENTE

Onorevole Censore, aveva chiesto di parlare. Prego, ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, se l’assessore Mancini, in qualità di Assessore al bilancio, deve fare una relazione sul Dpefr, penso che procedura voglia che parli prima l’Assessore, perché normalmente si fa così. Se poi l’Assessore non deve relazionare sul Dpefr, allora posso intervenire io.

PRESIDENTE

Lei ha chiesto la parola sulla relazione dell’onorevole Imbalzano ed io gliel’ho data!

Bruno CENSORE

Sì, ma qui non si tratta di dare o non dare la parola. Ho detto questo per l’utilità del discorso e anche per garbo istituzionale: se l’assessore Mancini deve relazionare, è giusto che relazioni, cioè non vedo nessun problema. Se poi l’Assessore non deve fare nessuna relazione ed interviene dopo, io posso tranquillamente intervenire adesso. Va bene, parlo io.

Ho ascoltato la relazione del collega Imbalzano, abbiamo discusso del Dpefr anche in Commissione e noi, come Partito democratico, siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie che attraversano le Regioni, della crisi che c’è nel Paese e dei vincoli che sono imposti agli enti locali, alle amministrazioni, alle Regioni; sappiamo benissimo che i trasferimenti erariali per le Regioni si sono ridotti al lumicino o sono quasi inesistenti ed anche che c’è il vincolo del patto di stabilità e che, quindi, la situazione economica e finanziaria delle Regioni non è molto rosea.

A ciò si aggiunge il fatto che l’autonomia impositiva delle Regioni ha toccato i livelli massimi: noi siamo sottoposti al Piano di rientro dal deficit sanitario e le aliquote dell’addizionale Irap e Irpef sono al massimo, quindi sappiamo chiaramente e percepiamo che il Dpefr che avete approntato ricalca in buona misura quelli che sono stati i documenti di programmazione economica e finanziaria degli anni precedenti; anzi, aggiungerei che c’è una sequela di documenti di programmazione economica e finanziaria, anche relativi al periodo in cui governava il centro-sinistra, che riflettono la situazione esistente nel Paese, rispetto alla quale è difficile fare miracoli.

Quindi, siamo consapevoli di questa situazione. Tuttavia, ho ascoltato la parte della relazione relativa all’analisi che ha fatto il collega Imbalzano per quanto riguarda la spesa comunitaria e, chiaramente, mi attengo a quello che avete scritto nel documento di programmazione economica e finanziaria, che non ho certo scritto io. A pagina 108 – per chi ha il documento – lo stato di attuazione dei programmi operativi 2007-2013 della Calabria, il penultimo capoverso recita così: “In questo senso, si può rilevare come l’avanzamento finanziario, al 30 giugno 2012, del sistema di monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato, restituisca un quadro attuativo ancora tinteggiato da luci ed ombre, nonostante l’accelerazione registrata negli ultimi mesi, su impulso dei provvedimenti di indirizzo definiti a livello comunitario e nazionale”.

Pertanto, noi riconosciamo questa accelerazione, tuttavia, andando avanti, “analizzando il dato generale di avanzamento a giugno 2012, relativo agli impegni e ai pagamenti, si evince che i progressi, rispetto al dato del 5 settembre 2011, riportato nel precedente documento di programmazione economica e finanziaria 2012-2014 della Regione Calabria, risultano significativi, ma pur sempre limitati rispetto agli obiettivi di spesa finale. Gli impegni sono del 36,7 al 44,7  percento attestandosi a poco …” e poi continua e dice che non c’è, non si registra un sostanziale e vero progresso della spesa comunitaria, quindi non c’è un avanzamento soddisfacente.

Per quanto riguarda la sanità, aspettiamo di leggere il verbale del tavolo Massicci, perché una volta letto questo verbale, avremo la situazione più chiara e capiremo perché è stata concessa una proroga di tre anni. Da notizie giornalistiche, abbiamo appreso la questione relativa alla “Fondazione Campanella”, ma se c’è una proroga, vuol dire che non sono stati raggiunti gli obiettivi.

Quindi, per noi, questo documento di programmazione economica e finanziaria non contiene una spinta per gli investimenti, per la crescita, ma è un documento in cui ci sono lacrime e sangue per i contribuenti calabresi, per le famiglie; non c’è un segnale importante per i comparti in crisi in questa regione nel settore della forestazione, nel settore dei trasporti, del precariato, del lavoro.

In questo documento, ci sono degli artifici che la Giunta regionale ha messo in piedi, che per noi non sono affatto convincenti, cioè, per dirla in breve, il documento di programmazione economica e finanziaria serve come linea guida per fare il prossimo bilancio e i bilanci futuri!

In queste linee-guida, non vedo un’azione che libera risorse a favore dei servizi, del lavoro, anzi c’è una chiusura. Come si potevano liberare le risorse? Se aveste avuto il coraggio di fare le riforme, di chiudere tanti enti strumentali inutili e di ridurre gli sprechi, la spesa superflua, perché solo così la Calabria poteva avere un nuovo respiro e potevamo dare un segno tangibile di un’inversione di rotta.

È un Dpefr che, secondo me, ricalca norme di altri documenti di programmazione economica e finanziaria, in cui non c’è il coraggio, da parte vostra, di chiudere con alcune logiche, con le clientele, quindi, c’è una debolezza. Per questo, come gruppo del Partito democratico, votiamo in maniera contraria a questo documento, perché in esso non abbiamo visto uno slancio a favore del precariato, del lavoro, dei comparti che soffrono, ma abbiamo letto – perché è fatto bene, soprattutto nella parte descrittiva – un’analisi di quella che è la situazione calabrese, una situazione con tante difficoltà, ma nella seconda parte, dove dovevano essere previste le cure, non abbiamo visto le cure necessarie.

Abbiamo visto, quindi, un atteggiamento molto tiepido di una Calabria che continua nei suoi vecchi vezzi, che non vuole scrivere una pagina nuova con coraggio e determinazione.

Voi avevate vinto con uno straordinario risultato e vi eravate presentati, all’indomani della vittoria, dinanzi ai calabresi dicendo che avreste fatto delle riforme vere che avrebbero modernizzato questa Regione, rendendola più snella, più moderna. Così non è, per questo noi votiamo contro, perché non vediamo in questo documento i segnali per lo sviluppo e la ripresa.

Nella precedente seduta di Consiglio, per quanto riguarda il pagamento di lavoratori che non ricevono lo stipendio, i lavoratori del comparto forestale, gli Lpu-Lsu, avevamo anche  suggerito di chiedere un’anticipazione di cassa ed era stato votato all’unanimità un ordine del giorno. Anche su questa questione vorremmo dei lumi, perché oggi abbiamo presentato un’interrogazione e fatto una conferenza stampa per quanto riguarda i pagamenti di tutto il precariato calabrese.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, grazie. Premessa la posizione del nostro gruppo che è nettamente contraria al documento presentato dalla Giunta regionale non solo per una doverosa azione di opposizione o per un atteggiamento precostituito ma, al contrario, purtroppo, con grande rammarico perché di fronte allo scenario che viene ormai delineato dai vari rapporti, il rapporto Svimez e l’ultimo scenario terrificante il rapporto Bankitalia, vediamo il ripetersi e susseguirsi dei proclami, degli atti che avete già presentato nelle occasioni degli anni precedenti.

Inviterei i colleghi a leggersi i precedenti Dpefr che ricalcano la stessa fotocopia, le stesse premesse e le stesse buone intenzioni ma niente che riguardi un’azione di revisione e di riforma vera della spesa, di vera resa della spesa in senso produttivo di investimento, niente che intacchi una spesa corrente che sta affossando la Regione. Probabilmente perché i veti incrociati ed il peso imponente delle lobby che ci sono in questa Regione e dentro i suoi gangli amministrativi sono ancora oggi così influenti e pesanti che non vi consentono di trasformare questa Regione, di avere quello spirito riformista, quella forza e quello slancio che vi era stato conferito dalla Calabria per governare.

Voglio essere molto sintetico nel ricordarvi alcune cose e alcuni impegni presi in Consiglio regionale: la legge regionale numero 22 del 2010, che prevedeva i cosiddetti report per arrivare alle riforme, al taglio degli enti strumentali, all’accorpamento ed alla revisione, è rimasta lettera morta; l’articolo 5 di quella legge che doveva prevedere un piano di soppressione e dismissione dei Comitati, di enti, fondazioni e altri orpelli. Ancora: l’articolo 6 e l’articolo 8 prevedevano la verifica puntuale delle leggi di spesa, della spesa corrente e tante altre cose che sono rimaste, semplicemente, dei proclami vuoti che, purtroppo, danno il senso di una Calabria che scivola e che così continuando sta morendo.

Per questo e per le ragioni espresse in tutti gli altri momenti di vita di questo governo regionale noi diciamo no con forza ed auspichiamo che ci sia un sussulto di orgoglio per invertire una tendenza che è devastante per questa Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, non avrei voluto intervenire anche perché il collega Censore ha espresso quello che è stato il lavoro del Pd in Commissione ed anche la posizione in Aula che il capogruppo riprenderà.

Nella sostanza intervengo perché mi sarei aspettato, ma non è stata sua responsabilità probabilmente, che l’assessore Mancini facesse una sua relazione perché anche su questo penso che una riflessione sia da farsi.  Ci accingiamo, a breve, a modificare le Commissioni consiliari e non so  cosa si farà il 26 nello specifico, ho saputo quel che mi ha riferito il capogruppo.

Penso che sia utile fare una riflessione sul funzionamento delle Commissioni, atteso che ne cambiamo anche i contenuti. Penso che non sia nemmeno istituzionalmente utile immaginare che si tratti esclusivamente di un fatto burocratico e che le Commissioni continuino come nulla fosse.

Se noi abbiamo fatto una rivisitazione delle Commissioni penso che sia stato fatto non solo per ridurre i costi ma anche per cercare di dare qualità e razionalità al nostro lavoro.

E’ chiaro che con questa impostazione la relazione del collega Imbalzano dovrebbe essere una cosa, mentre la relazione dell’assessore competente dovrebbe essere un’altra cosa.

Mi aspettavo, quindi, di ascoltare l’assessore Mancini. Ovviamente non è sua responsabilità ma registro, signor Presidente Scopelliti, che anche la volta scorsa sulla rimodulazione del fondo sociale il suo assessore non è intervenuto in Aula a dirci il suo punto di vista.

Anche noi nella scorsa legislatura abbiamo redatto i documenti di programmazione economica e finanziaria che stavano all’interno di una programmazione più lunga e capisco, quindi, che nell’arco di un ciclo di programmazione risentano di una ripetizione di concetti, di obiettivi e di prospettive.

Stasera stiamo, però, approvando e discutendo il documento, signor Presidente, che è a cavallo fra le due programmazioni comunitarie, perché è il documento di programmazione economico finanziaria del triennio 2013 - 2015.

Noi lo dicemmo nella prima seduta di Consiglio che al 2012 avremmo avuto i problemi di avanzamento del programma e sta scritto da voi nelle carte, oggi, che abbiamo i problemi di avanzamento del programma; questi avanzamenti del programma noi li conoscevamo perché riguardavano il problema dei fondi Fas e di tutta quella impostazione.

Avevamo detto: rimoduliamo il programma e discutiamone nel merito in Consiglio.

In questo documento non c’è un rigo – dicasi un rigo – sulla nuova programmazione comunitaria; ed in questo triennio inizierà la nuova programmazione. Se un documento ha un limite di questo tipo mi domando: che discussione facciamo su questo documento? Facciamo un consuntivo triennale? Qui si parla di quel che sta avvenendo e di quel che è avvenuto.

Ha detto bene il collega Censore: il problema è che qui non dite cosa questa programmazione - che è in corso - con le difficoltà che avrà ad essere attuata entro la scadenza, sia capace di realizzare.

E’ chiaro che non si potranno realizzare i grandi progetti, è chiaro che in questa legislatura non si potranno realizzare i progetti strategici regionali. Chiediamoci, allora: cosa si vuol fare?

Vogliamo considerare questa programmazione in corso come una grande programmazione a cavallo fra quello che è il POR 2000-2006 rispetto al quale noi abbiamo dato discontinuità nella programmazione? Allora voi volete avviare un ragionamento di confronto serio su cui impostare la discontinuità di questa programmazione, per come è stata gestita recentemente, senza un minimo di consapevolezza programmatoria?

Niente di tutto questo: voi state facendo un atto burocratico in un momento di straordinaria difficoltà finanziaria e politica e capisco bene - lo ha detto anche Censore, lo ha sottolineato - che non ci saranno risorse, ci saranno tagli. Tutta la comprensione di questo mondo, ma la nuova programmazione ci sarà, le risorse ci saranno.

E qual è il contributo che noi diamo sulla discussione del programma comunitario futuro? Zero.

Tra l’altro ci accingiamo anche a chiudere la Commissione per le politiche comunitarie dando un segnale esterno assolutamente negativo, come se la Calabria avesse rinunciato a stare in una prospettiva comunitaria.

Questo documento, che voi avete predisposto, suggella una miopia programmatoria che ci pone fuori da quello che è il dibattito più complessivo e comunitario del Paese e ci fa stare lì, ragionieristicamente, a registrare gli effetti di una crisi e soprattutto la vostra difficoltà politica a governare queste cose.

Noi ve lo ripetiamo anche stasera, nell’interesse dei cittadini calabresi: stabiliamo su queste cose, sulla prospettiva finanziaria ed economica - che non gestirà questa Giunta perché va ben oltre qualsiasi rosea previsione di continuità di questa amministrazione - sulle cose fondamentali una impostazione.

Questa è un’altra occasione sprecata: approviamo un documento liturgico in una fase assolutamente straordinaria.

Quando sarete pronti a fare un ragionamento serio? Noi non approveremo questo documento perché è un documento triennale che sta a ragionare a cavallo della programmazione e non c’è una riflessione di questo genere.

Adesso capisco che questo dibattito si concluderà con la relazione dell’assessore che dirà che quel che abbiamo detto noi è tutto assolutamente sbagliato, che continueremo su questa contrapposizione, sul nulla di fatto da parte della Giunta regionale.

Chiudo sottolineando quel che è stato già messo in evidenza - questa volta lo scrivete voi - noi l’abbiamo già detto; andate a vedere gli atti del Consiglio, la nostra impostazione vi porterà fino al 2012, dopo di che saremo tutti in difficoltà.

Questi ragionamenti si potevano anticipare due anni fa; oggi, avendo davanti una crisi che continua, i ragionamenti probabilmente saranno completamente diversi e penso che affrontarli senza una visione politica e programmatica, come emerge da queste carte, sia assolutamente delittuoso nei confronti dei cittadini calabresi.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, la parola va all’assessore Mancini per le conclusioni.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Grazie, signor Presidente. La relazione è stata svolta in maniera molto esauriente e la ringrazio anche per questo oltre che per il lavoro svolto alla Presidenza della Commissione competente, dall’onorevole Imbalzano.

A me spetta, anche alla luce del dibattito che si è sviluppato da parte dei colleghi di minoranza, consegnare all’Aula alcune osservazioni e alcuni spunti per il lavoro che noi abbiamo dinanzi.

Innanzitutto, mi piace sottolineare che questo documento di programmazione economica e finanziaria viene approvato dall’Aula nei tempi previsti dalla legge. E’ un primo punto, un punto formale che si inserisce in un’azione avviata fin dall’inizio della legislatura per opera dell’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti che vede puntualmente approvare i documenti contabili, ad iniziare dai bilanci di previsione, nei tempi e nei termini previsti dalla legge.

Non era mai avvenuto prima in Calabria; per noi è la norma e questo ci consente, in qualche modo, di collocare la nostra comunità regionale nel solco delle Regioni virtuose del nostro Paese.

Con i Dpefr si fissano le sfide del presente e del futuro.

Nella redazione di questo atto - è stato ben detto – fondamentale per il prosieguo dell’azione politica ed amministrativa della nostra Regione, noi siamo stati confortati dal contributo dello Svimez. Quello Svimez che tante volte è stato richiamato ed è richiamato anche dai colleghi di minoranza nelle sue prese di posizione.

Lo Svimez ci ha supportato nella redazione di questo documento ed ha fissato insieme a noi le sfide che riguardano il presente ed il futuro e che si inseriscono in un contesto, onorevoli colleghi, profondamente mutato e cambiato sia per la grave crisi economica-finanziaria che affligge il nostro Paese e non risparmia la nostra Regione sia per il mutato contesto normativo che il nostro Paese – e di fatto anche la nostra Regione – sta vivendo.

I colleghi sanno come il Parlamento sia alle prese con la conversione della cosiddetta legge di stabilità che offrirà alle comunità, soprattutto ai governi territoriali e degli enti locali, la necessità di confrontarsi col nuovo quadro che sta emergendo e che punta – questo è facile vederlo a prescindere da quale angolazione politica si svolga l’analisi – ad una azione di contrazione nei confronti delle decisioni dei governi locali.

Le Province sono state limitate nel numero ed ancora di più nelle funzioni e c’è un’azione, direi anche un attacco, nei confronti dei governi e delle istituzioni regionali.

Il clima negativo e l’ondata di biasimo e di indignazione che ha accompagnato tutta una serie di scandali avvenuti a diverse latitudini e le responsabilità gravi di rappresentanti istituzionali, diversamente collocati, hanno dato la stura per presentare da parte del Governo una serie di provvedimenti volti a tagliare i cosiddetti costi della politica; da questo punto di vista il Consiglio regionale, il Presidente Talarico, il Presidente Scopelliti sono stati, come è stato ricordato poc’anzi, tra i primi, con il contributo della maggioranza e dell’opposizione, a porre in essere ed a dare sbocco a quei provvedimenti volti a tagliare i costi della politica.

Però, insieme a questi sacrosanti provvedimenti, ce ne sono degli altri che nel momento in cui dovessero essere convertiti cambiano completamente l’aspetto, la fase e la vita delle istituzioni regionali a prescindere, ripeto, dal quadro politico e dal colore politico che le guida, peggiorando una situazione che è già difficile e che noi sapevamo fosse già difficile dall’avvio di questa esperienza.

Anche qui non cito parole ma numeri che rendono molto chiara la situazione.

Nel 2010 il plafond di spesa consentito e concesso alla nostra Regione era di 1 miliardo 420 milioni di euro; nel 2011 il plafond è sceso a 1 miliardo 195 milioni di euro; quest’anno siamo ad 1 miliardo 85 milioni di euro e il prossimo anno saremo ad 1 miliardo 6 milioni di euro.

Dicono i numeri, e non il modesto assessore che vi parla, che la Calabria in soli tre anni ha avuto compressa la spesa prevista dal Patto di stabilità del 40 per cento. Siamo passati da 1 miliardo 420 milioni di euro ad 1 miliardo 6 milioni di euro.

Ciò significa che noi possiamo, come sistema Calabria, immettere nella spesa rendicontata dalla nostra Ragioneria e trasmessa alla Ragioneria centrale dello Stato un plafond che diminuisce sempre di più.

Dall’altro, sono certo che l’onorevole Maiolo lo sappia perfettamente e meglio di me, i target di spesa che dell’Fse ogni anno aumentano. Ciò significa che la spesa comunitaria più si fa tale più si riducono gli ambiti e gli spazi di manovra rispetto alla spesa ordinaria. E’ chiaro? Quindi diciamo che ci troviamo nel paradosso che pur avendo saturato la programmazione sia del Por Fesr che del Por Fse oggi siamo in grado di spendere tutto quanto il programma, sia il Fesr che l’Fse.

Il collega Stillitani ed io, personalmente, abbiamo avuto modo di informare l’Aula rispetto alla complessità, alla totalità ed alla mole di bandi che sono stati messi in atto in questi due anni e mezzo di legislatura, però, ci troviamo nella paradossale e difficile situazione di non poter spendere quelle risorse perché un euro speso in spesa comunitaria, in liquidazione della spesa comunitaria, viene sottratto alla possibilità per parte nostra di pagare la spesa ordinaria.

E quando dico spesa ordinaria mi riferisco agli stipendi dei nostri corregionali. Ed anche qui cito qualche numero perché i numeri sono più chiari di mille parole.

Il comparto della forestazione in Calabria pesa per 240 milioni di euro cioè 17 milioni di euro per 14 mensilità, quindi 17 milioni mensili per 14 mensilità. Poi c’è il comparto dei trasporti: 110 milioni; il personale: altri 110 milioni; i mutui: 176 milioni; il Consiglio regionale: 70 milioni. Poi ci sono gli Lsu, il precariato, occorrerebbero 50 milioni in più per le politiche sociali e per le Rsa.

Questa è la situazione - ripeto che cito numeri e non opinioni – che dovrebbe far comprendere a tutti il quadro nel quale operiamo.

Si consideri poi - e da questo punto di vista anche il Governatore Scopelliti in prima persona nell’ultima seduta del Consiglio lo ha annunziato, onorevole Maiolo – che la nostra amministrazione ha avuto la capacità di sbloccare i pagamenti dell’Fse che era iniziato nel 2009.

Questo sblocco dei pagamenti ci consente di avere delle risorse in cassa che altrimenti piangerebbe, ma non - cari colleghi di opposizione, di minoranza – per nostra responsabilità ma perché subiamo e siamo vittima dei rallentamenti che ci pervengono dal Governo nazionale.

Ancora - come mi ricorda quotidianamente l’assessore Fedele - dobbiamo ricevere l’annualità dei 64 milioni per quanto riguarda il comparto dei trasporti. Non abbiamo più i trasferimenti del decreto legislativo 112 poiché il Governo ci ha applicato tagli per oltre 100 milioni di euro che andavano a finanziare le imprese, le iniziative dell’agricoltura e le politiche sociali lasciandoci, però, le funzioni e gli obblighi, come quello che dovremo sostenere per i malati di sangue infetto che costerà circa 20 milioni di euro che prima erano per intero a carico dello Stato.

Questa è la situazione che la Regione Calabria in qualche modo vive ed è costretta a governare. La Giunta, insieme ai colleghi ed al supporto dei colleghi di maggioranza, ritengo che stia governando con capacità e lungimiranza.

A questa situazione difficile si aggiungerà la complessità dettata dai provvedimenti – ove saranno convertiti in legge – del decreto legge 174 del 2012 che impone l’obbligo di tutta una serie di interventi che, se non attuati, porteranno la Regione a subire della sanzioni gravissime, prime fra tutti il taglio dei trasferimenti dell’80 per cento ed infine lo scioglimento del Consiglio regionale per gravi violazioni di legge.

Questo per significare, non con opinioni ma con i freddi numeri da una parte e la citazione dei provvedimenti che sono all’esame del Parlamento dall’altra, l’azione che punta a strangolare di fatto il sistema delle autonomie territoriali e delle Regioni in particolare.

Per questo già è stato dato conto, attraverso una comunicazione stampa, che la nostra amministrazione sta portando avanti tutta una serie di azioni volte a governare questa dinamica.

Abbiamo provveduto in tempi rapidi alla certificazione dei crediti e stiamo provvedendo da qui ai prossimi giorni al pagamento di tutti i comparti che prevedono delle difficoltà.

Però, e qui in qualche modo accogliamo anche l’invito lanciato dai banchi della opposizione che è quello di affrontare insieme le sfide che abbiamo dinanzi, le sfide sono due. Colleghi, se le sfide si vogliono affrontare insieme nel momento in cui sono all’esame dell’Aula non ci si può ritrarre come, purtroppo, è stato fatto. Poi ci torno.

La prima sfida è quella della intera nettizzazione dei fondi strutturali e dei fondi comunitari. Questo è il punto.

L’altro giorno il Governatore Scopelliti ha convocato le forze sociali e con queste ha condiviso questo punto: se l’Unione europea ed il Governo nazionale ci impongono di raggiungere tutta una serie di target sempre più alti e sempre più imponenti dobbiamo essere messi nelle condizioni di far in modo che la Regione possa effettivamente sostenere questa spesa.

Questo passa attraverso l’intera nettizzazione delle risorse comunitarie, né più né meno di come avviene nel comparto sanitario dove le risorse che vengono trasmesse alla Regione non incidono minimamente sul patto. Quindi, se si spendono, per fare un esempio, 160 milioni di euro per il grande progetto della metropolitana di Cosenza-Rende, quei 160 milioni incidono zero sul plafond per l’anno in corso.

Questa è la prima sfida che, io ritengo, deve essere necessariamente condivisa da tutte le forze politiche, se veramente vogliamo far seguire ai principi i fatti.

La seconda sfida, colleghi, è quella delle riforme. Ed ecco che in qualche modo mi rivolgo anche io sommessamente ai banchi della opposizione: abbiamo presentato, grazie all’egregio lavoro del collega Trematerra, una importante riforma della forestazione alla quale però parte della opposizione ha fatto mancare il suo contributo. Ed è evidente che oggi della mancata attuazione di quelle riforme se ne paga un prezzo perché avrebbero consentito, se approvate, una riduzione degli stanziamenti di quel comparto.

Oggi le riforme non sono più rinviabili. Dobbiamo in qualche modo far in modo che tutti i comparti seguano l’esempio virtuoso intrapreso dalla sanità dove in soli 2 anni e mezzo il deficit sanitario è stato ridotto da 200 e passa milioni a 80 milioni. La stessa cosa la dobbiamo fare nella forestazione, nei trasporti e nel sociale in tutti quei comparti, cioè, all’interno dei quali si annidano ancora sprechi, sperperi e cattiva gestione rispetto ai quali tutti quanti noi dobbiamo avere la capacità di porre rimedio per comprimere la spesa, tagliando quella inutile e concentrandoci su quella fruttifera di servizi offerti ai cittadini oltre che di pagamenti di indennità, salari e stipendi ai nostri corregionali.

Sono queste le sfide che anche il Dpefr pone. Lo fa in maniera sistematica, lo fa con una sintesi che non è quella di un dibattito consiliare: sono 250 pagine ed è evidente che occorre leggerle e farle proprie e dopo, magari, esercitare le critiche. Naturalmente, le critiche si esercitano dopo aver compreso quanto è scritto.

Questa è la sfida!

L’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti ce l’ha presente fin dall’avvio della nostra esperienza. E’ una sfida complessa e naturalmente siamo pronti ad ascoltare e fare nostri anche i consigli delle forze di opposizione alle quali diciamo “fate seguire la proposta concreta e non fermatevi all’invettiva ed alla propaganda”. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Mancini. Si chiude il dibattito sul secondo punto che riguarda la discussione del documento di programmazione economica e finanziaria che pongo in votazione.

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, illustrissimi colleghi, l’intervento dell’assessore Mancini ha chiarito un po’ lo stato dell’arte perché è stato un intervento più da discussione sul bilancio generale e quindi un consuntivo che non un intervento di programmazione.

Mi spiace dirlo anche se è evidente che quando finiscono gli effetti speciali poi sul terreno resta poco. Mi pare che i fuochi d’artificio comincino ad essere meno incisivi e alla fine si troveranno i resti anche di un fuoco d’artificio di grande livello.

Non c’è stata una discussione di carattere programmatorio. Questo è un documento che avrebbe dovuto privilegiare l’aspetto della programmazione rispetto alle questioni di consuntivo e il Governo ci costringere a parlare anche noi di consuntivi e di programmazione.

Andando ai consuntivi l’intervento dell’assessore Mancini è stato un intervento giustificativo che sui principi generali si può anche, per una parte, condividere.

Condivido che in questo momento ci sia un attacco feroce al regionalismo ed un tentativo forte di ritornare al vecchio Stato accentratore. Quando noi rileviamo questo aspetto, però, abbiamo anche il dovere di fare un minimo di autocritica; e le autocritiche sono due.

La prima autocritica è che – e non mi stanco mai di dirlo perché quando si crede in un principio, in una idea, in progetto, bisogna essere petulanti e ripeterlo - le Regioni in generale ed in particolare le Regioni del Mezzogiorno sono fallite, hanno fallito la loro missione perché sono diventate dei piccoli Stati accentratori.

Torno a ripetere, giacché parliamo di confronto sulle proposte, che noi stiamo per presentare una proposta di legge sulla Regione leggera che può essere un grande lascito di questa legislatura che, peraltro, attese le rinvenienze vicine elettorali, non sappiamo che durata avrà.

La Regione leggera, fatta in modo bipartisan, sarebbe un grande lascito per i futuri governanti della Regione Calabria e quindi alla collettività calabrese.

L’assessore Mancini ha citato dati e ci ha detto che i numeri parlano chiaro. Ma parla chiaro anche il fatto che non so se siamo ultimi o penultimi per quanto riguarda gli impegni e la spesa comunitaria.

Questo non lo dico per far polemica perché non è questo il punto. Dico questo perché vorrei che si immaginasse quanti impegni di più e soprattutto quanta spesa in più avremmo fatto se la Regione non fosse stata il piccolo “Stato Hag” accentratore che è. La Regione Calabria così come la Regione Campania, come anche le Regioni del nord.

Si è trattato, quindi, di una relazione di giustificazione su quello che poteva essere e che non è stato ed anche rispetto a come incide la spesa comunitaria sul Patto di stabilità.

Vorrei chiedere agli amici del governo di centro-destra dove erano quando il Partito democratico spingeva sul Governo Berlusconi per modificare il patto di stabilità.

Insomma, la politica ha anche una sua dimensione che deve essere di carattere generale. Quando noi abbiamo detto che il vostro governo è stato timido verso Roma ci riferivamo anche a questo. Addirittura, noi avevamo proposto di eliminare dal conteggio del Patto di stabilità anche i piccoli lavori dei comuni; infatti, se la Regione è in grande difficoltà, i comuni sono alla fame, non riescono più a dare i servizi, debbono aumentare l’imposizione fiscale al massimo.

Caro assessore Mancini, quindi, sul problema del Patto stabilità facciamo tutti un po’ di autocritica; fatela pure voi che avete avuto nell’onorevole Tremonti uno strenuo difensore del Patto di stabilità.

Andiamo per un attimo alle riforme e cerchiamo, in quest’Aula, di sforzarci e di dire fino in fondo la verità a proposito della riforma dell’Arssa e dell’Afor.

Noi abbiamo dato un grande contributo per arrivare ad una sintesi.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, le ricordo che ha tre minuti per dichiarazione di voto.

Sandro PRINCIPE

Grazie per averlo gentilmente ricordato.

Abbiamo trovato una sintesi sull’Arssa, sull’Afor abbiamo detto e continuiamo a dire all’assessore Trematerra di proporci, lo faremo noi arrivati a questo punto, il corpo della riforma, il vestito è l’ultima cosa.

Avete spinto per portare in Aula una riforma sapendo che non c’era accordo sulla qualificazione giuridica.

Cosa dovevamo fare restando in Aula? Parlare dell’articolo quinto quando poi avremmo votato contro perché non era stata raggiunta la sintesi?

Andiamo agli aspetti di programmazione. Non c’è una parola che riguardi la futura programmazione comunitaria. Si tratta del Dpefr 2013, 2014 e 2015! Siamo l’unica regione che non ha affrontato a livello centrale la nuova programmazione comunitaria.

Del resto non mi meraviglio – e chiudo, Presidente, mi conceda qualche secondo –, vedendo come agite nell’attuare la vecchia programmazione e nel programmare i settori.

Ho sempre seguito la cultura e l’innovazione. Quest’ultima vanteria dei 45 milioni per i beni culturali è la dimostrazione di come il centro-destra in Calabria programma la spesa comunitaria.

Udite: 45 milioni per 58 interventi, quando anche i bambini sanno che per ristrutturare un semplice tetto - caro assessore Caligiuri, riconosco che sei un grande maestro nella comunicazione, ma dovresti informarti dai tuoi tecnici  - di una chiesa ci vogliono, in base alle dimensioni, da 300 a 500 mila euro. Facendo quattro conti: 45 diviso 58 viene una media di 800 mila euro per intervento. E ci vantiamo dell’area di Sibari!

La programmazione rende se si ha la capacità di concentrare gli investimenti. Abbiamo 5 province, 5 interventi di qualità per la provincia– cui appartengo –di Sibari che può essere la “Pompei” della Calabria. Ma quale programmazione? Guardando come state utilizzando i fondi per la ricerca e per l’innovazione: 33 milioni di euro per nove poli di innovazione, una carezza a tutti!

Mentre, caro presidente Scopelliti…

PRESIDENTE

Onorevole Principe, è scaduto il suo tempo…

Sandro PRINCIPE

Ho finito. Il distretto tecnologico, so che queste cose danno dispiacere a sentirle, di Gioia Tauro – e ci sciacquiamo la bocca su Gioia Tauro – ed il distretto dei beni culturali di Crotone - che il Vicepresidente ben conosce - sono stati abbandonati a se stessi. Una carezza a tutti per non risolvere niente.

Se questo è il modo di agire di un governo che è chiaramente in crisi e che ha fallito nella sua missione non mi meraviglio che nel Dpefr 2013-2015 non ci sia una parola sulla nuova programmazione comunitaria.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Apprezziamo lo sforzo anche analitico dell’assessore Mancini, ma vorremmo ricordare sia a lui che al Presidente che il documento di programmazione economica è un atto di indirizzo annuale per il governo regionale attraverso il quale si programmano attività ed obiettivi nei vari settori di competenza in cui la Regione deve intervenire, declinando le politiche regionali, appunto, al di là delle fonti delle risorse, siano esse comunitarie, nazionali o, addirittura, originarie.

Nel documento, leggendo dalla prima all’ultima riga, riscontriamo una forte carenza nella individuazione di obiettivi, di iniziative.

Più che un documento di programmazione è un ottimo rapporto sullo stato dell’economia della nostra regione, suffragato da dati certi e dettagliati che ci ha fornito la Svimez nei mesi scorsi.

Non sappiamo se questo dipenda dalla volontà della Giunta regionale di rinunciare a programmare gli investimenti e quindi lo sviluppo di questa regione in base alle risorse che ha a disposizione, oppure se la crisi è tale che impedisce alla Giunta regionale di programmare il proprio futuro nei mesi e negli anni a venire.

In entrambi i casi riteniamo che questo documento non solo sia sufficiente, ma che non rappresenti ciò che deve un documento di questo tipo: raccogliere lo sforzo programmatorio del governo regionale, indirizzare le risorse in base ad una gerarchia di interventi - che non vengono individuati, ma leggiamo un lungo e triste rosario di criticità, dalla sanità al turismo, ad altri settori, che non lascia ben sperare per il futuro di questa regione.

Per queste ragioni e per quello che ha detto nel precedente intervento il collega Giordano, votiamo contro la proposta dell’assessore Mancini.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Grazie, Presidente, potevamo anche non intervenire per dichiarazione di voto visto che c’è stato un dibattito – in Consiglio e in Commissione – corposo, ma come diciamo sempre la minoranza – non tutta, perché ce ne sono due diverse nell’ambito del Pd – sta sul pezzo, poi l’onorevole Principe alla fine di ogni sessione si appassiona consegnandoci un comizio sul passato più che sul futuro.

Dico al presidente Scopelliti, alla nostra Giunta, all’assessore Mancini da membro della maggioranza che se guarderemo indietro fra 5 anni  - ognuno di noi a partire da Mancini, dal Presidente, da chi contribuisce a questa stagione di governo - ci interrogheremo su quello che potevamo fare e non abbiamo fatto, su tutto quello che potevamo fare in termini di programmazione e che non abbiamo fatto.

Caro onorevole Principe, caro capogruppo del Pd, stante le condizioni e vista una base di lavoro già posta, mi sembra che da una cronaca attenta emerga che nell’azione di governo dell’assessore Mancini e della Giunta regionale si sia iniziato a parlare di programmazione dei nuovi fondi comunitari.

Per questo annuncio il mio voto favorevole, per la lunga lista di attività elencata. Non ultima quella di oggi, no? Se c’è una programmazione di fondi Fas - quei fondi che in tanti anni di programmazione non vi hanno visto impegnati, perché non c’era un progetto sui fondi Fas  -e se siamo addirittura alla seconda rimodulazione, perché prendiamo una quota parte che c’è stata assegnata e l’affidiamo al salvataggio di un’azienda storica come Ferrovie della Calabria, parliamo di fatti concreti.

Poi, onorevole Maiolo, il confronto tecnico che lei vuole mettere in campo  - lo fa da ex assessore - non ci coglie impreparati nel cogliere gli spunti critici che possono servire da stimolo.

Però, considero un controsenso parlare di Regione leggera, che programma nel campo della cultura - l’onorevole Principe è stato assessore alla cultura -,  avendo sprecato 5 anni di grandi opportunità. Ricordo a me stesso, e lo ricordano anche i calabresi, che in termini di programmazione l’efficacia e l’efficienza di un’azione dipende anche alla squadra che si mette in campo.

Siete stati – non vorrei parlare del passato – il governo che ha cambiato 36 assessori regionali in tre anni. Qui, invece, abbiamo una Giunta solida - bene ha fatto l’assessore Mancini - che mette in campo una programmazione e che ha individuato un profilo - in questo documento si cita anche la legge rivoluzionaria relativa alla forestazione, anche su questa non si è capito perché non avete voluto votare, disertando addirittura il dibattito.

Intervengo, quindi, per sostenere il nostro voto favorevole e per dire basta ai sermoni. Abbiamo già chiesto più volte in Aula un atteggiamento di grande responsabilità. C’è stata una stagione nella programmazione comunitaria in cui siete stati protagonisti del nulla e c’è una stagione difficile in cui potremmo, potenzialmente, rischiare anche noi di esser protagonisti del nulla.

Dibattiamo di questo, dibattiamo sui fatti. Non guardiamo necessariamente di volta in volta la paternità di tutta una serie di cose.

Onorevole Principe, lei ha la memoria corta rispetto alla storia. Questo è un discorso da addetto ai lavori: c’è in Senato -cosa delle ultime ore - un emendamento che prende corpo dalla deputazione tremontiana del Pdl che chiede al Governo che in periodo di recessione quella quota, non tanto di Patto di stabilità, ma di pareggio di bilancio  - che il governo precedente, con tutti i difetti che poteva avere, ha stabilito per stare al passo con l’Europa, stare dentro i numeri significava raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 - possa essere modificata in periodo di recessione.

Ci stiamo tutti sui tecnicismi, anche questa opzione di poter non inserire nel Patto di stabilità gli investimenti è una voce unanime e corale che appartiene a tutte le Giunte di centro-destra e di centro-sinistra. Non bisogna fare i professorini dicendo:“l’avevamo detto”, sta di fatto che con il Patto di stabilità, il pareggio di bilancio è previsto nel 2013 e non nel 2014-2015 come accade per altri Paesi europei. Non è un problema di elezioni, ma di grande coerenza dei comportamenti.

Fate bene a stimolare il dibattito, ha fatto bene l’assessore Mancini ad illustrare un documento di programmazione che, ricordo a me stesso e all’Aula ed ai calabresi, rispetto a tante stagioni, arriva puntuale nei termini.

Se ci siamo scordati qualcosa, se abbiamo improvvisato qualcosa -  il rischio lo corriamo anche noi - ci guarderemo criticamente dietro nella prossima legislatura - quindi da qui a due anni e mezzo - ricordando che questa Giunta - a differenza di chi ci ha preceduto, che ha cambiato circa 25 Giunte solo nel primo anno - ha una squadra di governo a cui è data fiducia che lavora e che prova a dare ogni giorno un risultato ad una terra che ha tutte le difficoltà che bene avete fatto voi ad evidenziare. Grazie.

PRESIDENTE

Per dichiarazioni di voto ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, prendo la parola per annunciare a nome del gruppo dell’Udc il voto favorevole al documento di programmazione economica e finanziaria.

Naturalmente dal dibattito, dai vari interventi, in particolare dalla relazione dell’onorevole Imbalzano e, soprattutto, dell’assessore Mancini, è venuto fuori un quadro, uno spaccato della difficile situazione che vive in questo momento storico la nostra regione.

Credo che abbia fatto bene, per senso di responsabilità, qualche consigliere regionale di opposizione a richiamare la necessità di un dialogo e di un confronto, di evitare possano essere alzate che delle barricate su questi argomenti.

Ritengo che questa possa essere una via da seguire nei prossimi mesi e per l’immediato futuro. Ritengo sia fondamentale affrontare le varie problematiche e emergenze che ci sono in questa regione, attraverso uno sforzo comune anche da parte delle opposizioni che, peraltro, non sono scevre di responsabilità sulla situazione che viviamo oggi.

Un richiamo alla responsabilità ed alla comune condivisione di queste responsabilità, credo che sia necessario e oltremodo giusto.

Per quanto riguarda il documento in sé e per sé, mi sarei aspettato da parte delle opposizioni una maggiore consapevolezza del momento che si sta vivendo. Non credo si possano fare voli pindarici, non credo si possa pensare in questo momento a grosse azioni di sviluppo. Ritengo che noi dobbiamo in questa fase affrontare le mille emergenze ed i mille fronti che in questo momento vive questa regione.

Tra i mille fronti ci sono Afor e Arssa, gli Lsu e gli Lpu, Ferrovie della Calabria, le Rsa e tutti quei comparti nei quali per anni, probabilmente, non c’è stata la consapevolezza o non si sono volute affrontare le problematiche, non si è legiferato nel miglior modo possibile ed oggi stanno scoppiando tutte insieme.

Fatto sta che questa Giunta e questa maggioranza non hanno creato precariato, non hanno creato situazioni di scontro in questa regione. Però queste problematiche vanno affrontate fino in fondo.

Una maggioranza ed un governo serio queste problematiche le devono affrontare.

Come Udc noi ribadiamo il nostro voto favorevole, ma chiediamo che le emergenze vadano affrontate e che nel bilancio 2013 le emergenze che riguardano i settori ai quali facevo riferimento vadano affrontate con priorità ,dando loro copertura finanziaria.

Ci sono decine di migliaia di famiglie in difficoltà che non ricevono a fine mese il salario o lo stipendio. Credo che una classe dirigente non possa fare a meno di occuparsi di queste problematiche.

Noi come Udc, come gruppo consiliare, chiediamo fortemente che nel 2013, nella programmazione che si farà in sede di bilancio di previsione, questi fronti, che oggi vive la Giunta regionale, non si aprano, anzi possano essere affrontati e risolti per tempo.

Per il resto, io credo che per quanto attiene la programmazione dei fondi comunitari molto si sia fatto rispetto al passato in questa legislatura. Ritengo ci sia stata una accelerazione sulla spesa come non è successo in passato.

Sicuramente oggi non è il momento di valutare la qualità della spesa, cosa che verrà fatta in una fase successiva.

Intanto, con la richiesta da parte del gruppo di affrontare le emergenze alle quali facevo cenno, ribadisco il voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Gallo, registriamo il suo parere favorevole.

Per fatto personale

PRESIDENTE

Per fatto personale ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Chiedo scusa ai colleghi consiglieri se intervengo, come diceva prima il collega, a norma di Regolamento non è consentito.

Intervengo per un fatto, direi, personale, Presidente. Credo sia veramente assurdo che ogni volta che partecipiamo ad un dibattito o leggiamo sui giornali dichiarazioni o interventi di colleghi, ci troviamo di fronte al fatto che la stampa pubblica oggi quello che dice Mancini o Gallo e poi il giorno dopo nuove colonne le ha Salerno, la stessa cosa all’opposto la dice Caputo che conquista nuove colonne perché ha urlato di più.

Penso che la politica un minimo si debba documentare, debba essere a conoscenza di quello che esprime.

Se il capogruppo del Partito democratico dice che siamo penultimi nella spesa comunitaria, mi preoccupo perché significa che non riesce nemmeno a leggere una tabella che pubblica sul suo sito il Ministero per la coesione territoriale o lo stesso “Corriere del Mezzogiorno”.

Vi invito, veramente, a documentarvi quando esprimete qualche giudizio, per evitare che la stampa - che giustamente ha il suo bel da fare – dica: “lo ha detto il capogruppo del Pd, probabilmente sarà vero”. Non tutti sono obbligatoriamente tenuti a documentarsi tra le mille cose che devono fare.

I dati sono chiari, sono rilevati dal Ministero per la coesione territoriale, e non sembra proprio che siamo l’ultima regione in termini di spesa, di rispetto dei parametri e di capacità di investimento.

Non entro nel merito di altre considerazioni, ma mi sembra il caso che si inizi a parlare un linguaggio appropriato - quando si può, per carità - facendo il massimo sforzo, cercando di evitare di dire bugie e di raccontare falsità, dicendo, rispetto a cifre e numeri, la verità sull’andamento di ogni comparto e di ogni settore.

Mi limito a questo, Presidente, perché non ho la facoltà di poter parlare per dire tantissime altre cose, ma mi sembrava che questo fosse giusto e doveroso per un fatto di chiarezza e di rispetto nei confronti della Giunta regionale e dell’assessore che ha il compito di gestire e governare i processi legati alla spesa comunitaria. Se la Regione ha il 32,4 per cento di risultati raggiunti anziché 32 per cento sul Fondo sociale europeo, rispetto alla Sicilia e alla Puglia che hanno il 25 per cento o alla Campania che ha 17 per cento, mi sembra che non sia l’ultima regione.

Era solo per una informazione corretta, rispetto alle cose incoerenti ed inesatte che sono state riportate.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il secondo punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 320/9^ di iniziativa del consigliere G. Bilardi, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 4/1997 'Legge organica di protezione civile della Regione Calabria'

PRESIDENTE

Passiamo al punto 3, la proposta di legge numero 320/9^ di iniziativa del consigliere G. Bilardi, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 4/1997 'Legge organica di protezione civile della Regione Calabria'”. E’ relatore l’onorevole Caputo che ha facoltà di intervenire.

Giuseppe CAPUTO, relatore

La proposta di legge che abbiamo in esame è stata presentata dal collega Bilardi.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

PRESIDENTE

E’ già intervenuto, onorevole Principe, ha svolto il suo intervento per dichiarazione di voto. Prego, onorevole Caputo, ne ha facoltà.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Ha parlato un quarto d’ora ed è intervenuto per dichiarazione di voto, ha svolto un intervento. Ho avuto rispetto nei confronti della sua persona e della sua posizione.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Prego, onorevole Caputo.

Giuseppe CAPUTO, relatore

La proposta di legge che abbiamo in esame è stata presentata dal collega Bilardi e tende a modificare e ad integrare la legge regionale numero 4 del 1997 sulla protezione civile.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Collega Principe, cortesemente, non mi pare un atteggiamento giusto.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

No, non mi confondo, figurati se mi confondo dopo tanti anni!

Questa proposta di legge cade in un contesto temporale che vede la Calabria interessata da quello che sta accadendo sul Pollino, quindi, assume una rilevanza particolare se partiamo da subito ed è tesa, principalmente, ad aumentare la formazione e l’informazione nelle scuole sul rischio sismico. Ce ne dimentichiamo; ce ne ricordiamo, purtroppo, solo quando accade qualcosa che ha rilevanza nazionale o quando accade, addirittura, nella nostra regione. Credo, però, che dovremmo ricordarcene sempre e cercare di mettere in atto quei provvedimenti che, certamente, non possono anticipare o prevedere i tempi, e dare un’adeguata formazione ed anche un’adeguata informazione, perché molte volte c’è un rischio sismico e non si sa dove correre, non si sa dove andare. Credo che i Comuni, da questo punto di vista, si stiano attrezzando, anche noi abbiamo una protezione civile degna di questo nome, che ha dato già buona prova di sé negli ultimi accadimenti sul Pollino; ritengo, quindi, che sia importante coinvolgere le scuole. In conseguenza di questo, la Giunta regionale deve predisporre un programma di formazione per i docenti e di informazione per gli studenti, utilizzando, se compatibili, i fondi a valere sul Fondo sociale europeo, con particolare riguardo alle esercitazioni pratiche di protezione civile, stimolando, eventualmente, l’interesse degli allievi anche con obiettivi premiali, richiedendo loro non un ruolo passivo, ma una capacità di collaborazione attiva nell’affrontare le situazioni di pericolo. Tutto questo deve poter risvegliare le coscienze su un tema che spesso è stato trascurato ed affrontato con un atteggiamento irresponsabile e fatalista, specialmente dai soggetti più deboli. Da questo punto di vista, quindi, credo che suscitare una maggiore attenzione nelle scuole, negli allievi e negli insegnanti sia una cosa altamente meritoria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Intervengo perché questa proposta di legge che è stata discussa in Commissione affronta un articolo particolare della legge sulla protezione civile. L’iniziativa è, ovviamente, positiva, anche se, forse, di questi tempi potevamo fare – ma lo potremo fare prossimamente – una riflessione maggiore sulla legge relativa alla protezione civile, così come penso che sia anche utile sottolineare come ci eravamo permessi, nel Consiglio regionale precedente, di presentare un ordine del giorno con cui si chiedeva lo stato di emergenza per le realtà del Pollino, proprio per quello che è il rischio sismico richiamato nella relazione di questo provvedimento, e lo facevamo spingendo anche il Presidente Scopelliti ad esporsi rispetto al fatto che era giusto che questo Consiglio regionale richiedesse fortemente lo stato di emergenza e un percorso che avevamo individuato nell’ordine del giorno. Poi c’è stato, invece, un tentativo, una certa timidezza nel richiedere lo stato di emergenza perché i vertici della protezione civile non erano tanto favorevoli rispetto a quel riconoscimento. Penso che abbiamo perso, in quella occasione, la possibilità di essere più determinati e più netti, come Consiglio regionale, sulla dichiarazione dello stato di emergenza. Lo abbiamo, comunque, complessivamente ottenuto grazie ad un lavoro, anche politico, che il Partito democratico ha svolto sia sul governo sia sui territori, perché ritenevamo giusto il percorso di riconoscimento di quella che è l’emergenza di quella realtà e quindi il percorso, che ci auguriamo possa essere celere, di aiuto sostanziale a queste popolazioni.

Guardate, questo provvedimento che si sottopone all’approvazione riguarda proprio le attività di formazione, informazione e preparazione all’emergenza. Queste, sì, sono – lo dico ai giornalisti – materie e competenze che rientrano nel Fondo sociale, la formazione e quant’altro, e il Presidente Scopelliti, nel tentare sempre di ribaltare la frittata per come gli conviene, ha risposto impropriamente alle nostre sottolineature sulla spesa del Fesr, che è un’altra cosa, non è il Fondo sociale, perché il Fondo sociale -vi ricordo- che è quel fondo che ho suggerito al Presidente Scopelliti in Aula quando la Regione non era in grado di dare risposta alle interrogazioni in Consiglio regionale. Quella spesa del Fondo sociale era la attestazione e lo sblocco dei pagamenti che la Commissione europea ha fatto sulle nostre certificazioni di pagamento; la Regione ha impiegato due anni e mezzo per poter dare le risposte alle richieste, che, poi, sono state date, e per sbloccare quei pagamenti.

Il suo intervento sul Fondo sociale ha, quindi, un’origine ben precisa che è il fallimento totale della programmazione 2000-2006 con il primo assessore regionale, l’onorevole Scopelliti, assessore alla formazione, al lavoro e alle politiche sociali, che ha predisposto quel programma, che ha prodotto un blocco dei pagamenti per l’assoluta incapacità di presentare le domande di pagamento, non di presentarle con problemi. Ci fu un’interruzione di quattro anni e fu sbloccato nel 2009 il Fondo sociale, con un lavoro e una spesa che andate a vedere che significa. Nell’intervento precedente avevamo fatto un ragionamento totalmente diverso, però, non è che l’opposizione incalza. No, l’opposizione cerca di dire le cose per come stanno – e si vada a vedere la graduatoria del Fesr, si vada a leggere il vostro Documento di programmazione economica e finanziaria che ha letto Censore! –, siete voi che certificate che siete in difficoltà. Questo era chiaro già dal fatto che si vedeva la Regione scendere nella graduatoria del Fesr, nel 2010, nel 2011, perché non c’erano impegni nuovi e quel 30 per cento iniziale è diventato il 40 dopo tre anni.

 Dico, allora, che su questi interventi, è chiaro, si può fare propaganda, demagogia, l’importante è che – come diceva qualcuno, l’altra sera –, quando uno fa propaganda e demagogia, non si deve convincere che è una cosa vera. Stiamo solamente sottolineando i dati veri che scrivete nella relazione che avete approvato, in cui dite che siete in difficoltà col Fesr. Non si può rispondere che siete stati bravi sul Fondo sociale, raccogliendo i risultati nostri, perché sul Fondo sociale fu fatta una programmazione di spesa molto forte alla fine della programmazione precedente, mentre sul Fesr furono avviati dei progetti che hanno più difficoltà.

(Interruzione)

Non sono fuori tema. Lo dico perché anche su questa norma, che è importante approvare e che, per quanto mi riguarda, ci sarà, poi, la dichiarazione di voto, apprezzo l’iniziativa perché in questa fase è bene dare un segnale, anche di vicinanza, alle popolazioni che in questo momento non dormono in casa, che hanno difficoltà a capire che la Regione prova a sensibilizzare, a rendere più efficiente l’informazione e la comunicazione nella gestione dell’emergenza. Forse bisognerebbe coinvolgere molto di più e meglio e sistematicamente anche il volontariato; su questo, però, voglio dire che abbiamo sempre dato un contributo costruttivo quando si avanzano delle proposte e si cerca il confronto. Quello che notiamo che manca assolutamente è l’onestà intellettuale di voler affrontare un confronto e, quindi, l’individuazione di una soluzione dei problemi che esistono, partendo da una realtà che chiediamo solamente di registrare e per la quale si possa attivare, prima che sia troppo tardi, un meccanismo di confronto costruttivo per modificare le difficoltà, gli errori che non ci porteranno assolutamente a migliorare la situazione che sta degenerando. Sull’intervento specifico che riguarda l’attività di formazione, informazione e preparazione all’emergenza, quindi, penso che sia un’iniziativa positiva su cui, ovviamente, esprimiamo una valutazione positiva.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Interverrò brevemente perché ho avuto il piacere di partecipare ai lavori di questa Commissione e prendere atto, visto che questa proposta di legge è passata all’unanimità, dell’interezza del contenuto, soprattutto, anche del tentativo di sensibilizzazione del collega Bilardi, attraverso questa proposta di legge. Ricordo che era un periodo antecedente anche a quello che è successo nel nostro territorio e dobbiamo anche registrare – vedo il sottosegretario Torchia – che, riguardo a questo tema, la protezione civile penso abbia dato dimostrazione di efficienza e che il lavoro condotto dal Consiglio regionale, poi, abbia portato anche a dei risultati con la dichiarazione dello stato di emergenza. Ritengo, però, importante un aspetto culturale che questa introduzione, questa proposta di legge intende richiamare all’attenzione: il modo anche di un approccio culturale diverso, dove la prevenzione, attraverso l’ausilio e la collaborazione, soprattutto delle scuole, possa diventare un patrimonio condiviso, comune. Penso che nell’animo calabrese ci sia la generosità, la solidarietà; sono qualità che sicuramente appartengono alle nostre popolazioni, un po’ meno solidale e generosa è stata sempre la macchina organizzativa. Oggi, accanto alle esperienze di volontariato che sono cresciute tantissimo in questa regione, ritengo che abbiano fatto bene il collega Bilardi ed il relatore, insieme ai componenti della Commissione, ad aver voluto insistere su un aspetto che riguarda il coinvolgimento delle scuole; non una sorta di guardia civile, come è quella americana – grazie a Dio, non siamo soggetti a quei disastri, come si è verificato qualche settimana fa con l’uragano Sandy! – però, sicuramente l’obiettivo di offrire alle scuole dimostrazioni pratiche su come possa essere gestita un’emergenza. In Calabria, purtroppo, il territorio è sicuramente – con dispiacere – uno dei più esposti e questo progetto di legge di sensibilizzazione è un primo passo importante. Caro assessore Caligiuri, sulla cultura, anche questa, non soltanto dei beni culturali, ma, soprattutto, di un approccio nuovo, di una mentalità nuova, ritengo che la scuola calabrese e la politica calabrese devono fare in modo che resti traccia di un approccio nuovo, diverso e, soprattutto, di una sensibilità acquisita verso le problematiche. La prevenzione è meglio di qualsiasi altra forma di intervento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Torchia. Ne ha facoltà.

Franco TORCHIA, sottosegretario alla protezione civile e meteo regionale

Grazie, signor Presidente, grazie onorevoli consiglieri, soprattutto all’onorevole Bilardi, all’onorevole Caputo e a tutta la Commissione che ha predisposto e approvato questa rivisitazione – la chiamo così – dell’articolo 6 della legge regionale numero 4 del 1997, che era opportuna, anche alla luce, non tanto degli avvenimenti ultimi che hanno interessato la Calabria, ma in relazione a tutto quello che si è realizzato in questi due anni. La protezione civile ha già lavorato fortemente sull’attività di formazione ed informazione e, addirittura, con l’Ufficio scolastico regionale ha attivato una convenzione che ha riguardato quasi l’80 per cento di tutti gli istituti scolastici con delle prove di esercitazione e di evacuazione degli istituti scolastici relative ad esercitazioni per il rischio sismico. Vi ringrazio ancora per aver confermato quello che è stato detto nella precedente seduta di Consiglio regionale: che la macchina ha funzionato proprio grazie a questa attività che oggi viene riconfermata e rafforzata con questo articolo, che è tutta un’attività di formazione che ha riguardato quell’area del Pollino, dove le componenti del sistema di protezione civile si sono attivate immediatamente. Abbiamo spinto, quindi, su questa attività di informazione e lo stiamo facendo e lo faremo anche nel prossimo anno. Voglio soltanto informare il Consiglio regionale che è stato chiuso da pochi giorni un bando sui fondi Por della Regione Calabria per attivare corsi di formazione che avranno la durata di 18-24 mesi, rivolti non soltanto alle scuole ma a tutte le istituzioni ed alle associazioni di volontariato. Mi auguro – come ho avuto modo di dire – che a questa attività di formazione possano partecipare anche i sindaci ed i tecnici comunali perché sono loro che devono fronteggiare la prima emergenza. Soltanto una battuta per quello che l’onorevole Maiolo ha sostenuto –che ringrazio per l’apporto che ha voluto dare alla stesura di quest’ordine del giorno nel precedente Consiglio regionale insieme a tutti gli altri consiglieri regionali– per dire che non era timidezza, era una strategia su cui avevamo discusso, perché anche la Regione Basilicata si era mossa in quel modo; tant’è vero che, nell’incontro avuto con Catricalà, si è verificato che la legge numero 100 non consentiva la dichiarazione dello stato di emergenza ed è stata una forzatura nei confronti del Governo, ma soprattutto perché abbiamo adottato quel sistema.

Se avessimo chiesto lo stato di emergenza, sicuramente non l’avremmo ottenuto in quella fase: ecco perché si trattava soltanto di prendere tempo. La stesura di quest’ordine del giorno, quindi, è stata ben architettata. Ringrazio di nuovo tutti e spero che questo articolo, che è molto interessante, venga approvato all’unanimità dal Consiglio regionale; tra l’altro, devo necessariamente informare il Consiglio che, nelle prossime settimane, sarà pronta la rivisitazione complessiva della legge regionale numero 4, con una proposta di legge che porteremo in Giunta e, successivamente, in Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Non ci sono più interventi.

(Interruzione)

Quando andremo a votare, adesso c’è l’articolato; non ci sono più interventi sulla relazione generale. Andiamo ad esaminare l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, sono rimasto in Aula per una forma di rispetto verso gli amici, le donne, i bambini che soffrono nell’area del Pollino, poiché trattiamo di protezione civile. Vorrei aggiungere a quanto egregiamente detto dal collega Maiolo sull’ordine del giorno che quando ci si affida al coordinamento formale si rischia sempre una parzialità di contenuti, perché avevamo puntato ad un impegno della Giunta regionale di rimodulare il Fers, non solo per gli interventi di prevenzione, perché sappiamo che in materia sismica la prevenzione vale più dell’intervento. Noi italiani siamo bravi nel pronto intervento, siamo pessimi sotto l’aspetto della prevenzione. Inviterei, quindi, il Governo ad interpretare l’ordine del giorno in senso globale e ad inserire, se si trovano risorse sul Fers, sia la parte che riguarda la prevenzione sia il modo di rimediare al danno che hanno subìto le famiglie, le istituzioni; interventi, quindi, che possa fare la Regione, in aggiunta a quelli che deve fare il Governo. Dicevo che sono rimasto per rispetto delle popolazioni, trattandosi di un argomento così delicato, ma colgo l’occasione per sottoscrivere quanto sostenuto dall’onorevole Maiolo, perché parlando di protezione civile e di interventi futuri parliamo anche di Por e, quindi, di interventi strutturali europei. Faccio mie le parole dell’onorevole Maiolo circa gli impegni e la spesa della Giunta Scopelliti: l’intervento dell’onorevole Maiolo evidenzia che una deformazione della realtà dei fatti e dei dati non fa parte della cultura e del senso di responsabilità della minoranza e del Partito democratico, ma questa concettualizzazione appartiene a tutt’altre sponde.

 Preannuncio una lettera al Presidente del Consiglio, perché qui siamo adulti e responsabili e non possiamo accettare la cultura giovanilista che porta avanti una specie di gioco istituzionale che l’ultima parola spetta sempre ad una parte, anzi, ad una persona: anche questo non è previsto nel Regolamento.

 Chiederò con una lettera al Presidente Talarico di valutare bene che cosa significa chiedere e dare la parola per fatto personale.

Se in quest’Aula siamo costretti a tacere, se parliamo di fatti e ci sono membri del Governo, dal Presidente a scendere, che interpretano un ragionamento di carattere politico e su questioni concrete come un fatto personale, ritengo che abbiamo una concezione sballatissima non solo della democrazia, ma anche di come si conducono i lavori in questo Consiglio regionale, perché nel mio dire sul Por non c’era alcuna offesa di carattere personale; semmai l’offesa di carattere personale è stata subita dal sottoscritto che, quasi direttamente, è stato appellato come bugiardo. Chi poteva avere la parola per fatto personale, quindi, non l’ha avuta; chi non aveva diritto si : questa questione la sottoporrò al Presidente del Consiglio e la richiamerò nella prossima Conferenza dei capigruppo, perché se c’è una qualità che deve avere chi presiede un’Assemblea legislativa è quella della imparzialità e, caro Vicepresidente Nicolò, lei questa qualità non ce l’ha!

PRESIDENTE

Grazie per il suo pensiero e per il suo intervento. Non ci sono più interventi, per cui pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 338/9^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Abrogazione dell'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e s.m.i. (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria)”

PRESIDENTE

Al punto 4 dell’ordine del giorno c’è la proposta di legge numero 338/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione dell'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e s.m.i. (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria)”. E’ relatore l’onorevole Imbalzano che ha facoltà di intervenire.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Si tratta di una proposta che mira a ricondurre le ipotesi di subentro nei contratti di lavoro alle norme stabilite nel Decreto legislativo numero 165 del 2001, in materia di passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse. La proposta – com’è noto – si compone di un unico articolo con il quale si intende abrogare il comma 2 dell’articolo 10 della legge regionale numero 19 del 1999 che disciplina la materia dei servizi di sviluppo agricolo. Questo articolo 10, comma 2, prevede, nel caso di scioglimento volontario di un’associazione di divulgazione agricola e del mancato assorbimento del personale dell’associazione disciolta da parte di altra associazione di categoria, il passaggio diretto di questo personale alle dipendenze della Regione. In attuazione di questa norma, con delibera di Giunta regionale numero 283 del marzo 2010, è stato autorizzato il subentro della Regione Calabria nel contratto del personale proveniente dall’Agris Coldiretti, titolare di unità di divulgazione agricola. Dobbiamo dire che questa delibera non ha mai trovato esecuzione perché il dipartimento del personale ha rappresentato in più note che la Regione Calabria non potesse subentrare, sic et simpliciter, quindi senza garantire il rispetto di tutte le normative nazionali che regolano l’accesso al pubblico impiego, nonché degli ulteriori vincoli alle assunzioni nella titolarità dei contratti di lavoro a tempo determinato, originariamente stipulati tra organizzazioni professionali e il relativo personale. Ha rilievo, inoltre, come il subentro dei contratti di lavoro è ammissibile solo tra pubbliche amministrazioni. Questa situazione, però, ha generato un contenzioso che ha visto soccombente la Regione Calabria, la quale, in ottemperanza alla sentenza, si è vista costretta a dare seguito alla delibera del marzo 2010 e, per l’effetto, ha assunto i ricorrenti presso il dipartimento agricoltura, subentrando, pertanto, nel rapporto di lavoro subordinato dagli stessi, intrattenuto con l’Agris Coldiretti. Al fine di scongiurare il verificarsi di casi analoghi – ci sono contenziosi in corso – atteso che, come si evidenzia da una nota del dirigente del settore dipartimento agricoltura, risultano pendenti altre quattro richieste di immissione nei ruoli regionali di personale proveniente da altre associazioni nel frattempo disciolte, la Giunta regionale propone l’abrogazione di questa norma.

PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede di intervenire, si passa all’esame dell’articolato, costituito da un solo articolo.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Imbalzano, ha facoltà di parlare.

Candeloro IMBALZANO, relatore

Volevo solo precisare che il consolidato c’è, le persone che hanno già acquisito la posizione restano in pregiudicato, questo è chiaro.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 311/9^ di iniziativa del consigliere Caputo, recante: “Riconoscimento del metodo storico ‘Moscato al Governo di Saracena’ quale bene culturale della Calabria

PRESIDENTE

Il punto successivo riguarda la proposta di legge numero 311/9^ di iniziativa del consigliere Caputo, recante – “Riconoscimento del metodo storico ‘Moscato al Governo di Saracena’ quale bene culturale della Calabria”.

E’ relatore l’onorevole Salerno che ha facoltà di intervenire.

Nazzareno SALERNO, relatore

Questa proposta di legge, di iniziativa del consigliere Caputo, in pratica, prevede il riconoscimento quale bene culturale della Calabria del metodo “Moscato al Governo di Saracena”. Approfitto anche per salutare il sindaco, qui presente oggi in Aula.

In pratica si tratta di due articoli: il primo prevede un’integrazione al decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio del 2004, in cui, oltre ai beni culturali ed al paesaggio, vengono anche inseriti i metodi di produzione artigianale ed enogastronomica; il secondo prevede che sia riconosciuto quale bene culturale il metodo “Moscato al Governo di Saracena”, che risale al 900 dopo Cristo ed è stato portato dagli arabi qui in Calabria.

Questa proposta di legge è stata approvata all’unanimità in Commissione, pertanto propongo che sia approvata dall’Aula.

PRESIDENTE

Si apre il dibattito. Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Noi esprimiamo la massima attenzione e il buonsenso necessario a questa proposta, perché riteniamo che, attraverso questa legge, si riconosca il valore non solo rispetto alla qualità del prodotto e al metodo, così come viene indicato dalla legge, ma un riconoscimento anche storico alla cittadina di Saracena, conosciuta in tutta Italia e in tutta Europa per i suoi prodotti, ma mai adeguatamente celebrata per quello che hanno fatto e quello che fanno per l’immagine della nostra regione.

Preannuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo di Italia dei valori e formulo i migliori auguri alla città di Saracena ed al suo sindaco.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Intervengo per dare la mia adesione al provvedimento che è unico, nel senso che questa legge rappresenta il primo atto di tipo legislativo che riconosce, forse anche impropriamente come bene culturale un bene immateriale, ma soprattutto come bene culturale un prodotto “enogastronomico”.

E’ una legge sostanzialmente manifesto che valorizza ed erige a bene culturale un metodo di produzione riguardo al Moscato. Vorrei che la Regione cogliesse l’opportunità - giacché c’è pure l’amministrazione locale - attraverso una proposta che può venire anche dall’amministrazione comunale, di provvedere ad una mappatura delle zone del vitigno prodotto direttamente nel territorio del Pollino e comunque di Saracena, affinché dopo questa legge ci possa essere un provvedimento anche di tipo legislativo e non solo amministrativo che consenta di richiedere il riconoscimento del Dop, cioè la denominazione di origine protetta per quanto riguarda il tipo di vitigno sottoposto a quel metodo e che fa del Moscato di Saracena un Moscato unico a livello mondiale.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, per cui si passa all’esame dell’articolato, che si compone di due articoli. Non ci sono emendamenti alla proposta di legge, peraltro è passata in Commissione all’unanimità.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

I prossimi punti all’ordine del giorno sono stati inseriti nel corso del dibattito iniziale.

(Interruzione)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Aveva chiesto di parlare l’onorevole Amato, che doveva richiedere un’integrazione dell’ordine del giorno. Ne ha facoltà.

Pietro AMATO

Chiedo l’inserimento della proposta di provvedimento amministrativo, approvato all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza, che riguarda la sostituzione di un componente, dimissionario, del collegio dei consulenti legali.

PRESIDENTE

Chiede l’inserimento di una delibera dell’Ufficio di Presidenza che sostituisce un componente del Comitato dei consulenti.

Nicola ADAMO

Ci faccia capire di che si tratta. Piena fiducia all’onorevole Amato, ma ci faccia capire, ci illustri il provvedimento.

PRESIDENTE

Do la parola all’onorevole Amato.

Pietro AMATO

Il Consiglio regionale, all’inizio della legislatura, ha votato i cinque componenti del collegio dei consulenti giuridici; uno di questi componenti, l’avvocato Gualtieri, si è dimesso per tutta una serie di questioni, perché ci sono state polemiche sulle sue dimissioni da funzionario della Regione, e quindi l’Ufficio di Presidenza, all’unanimità, ha indicato un altro componente.

Nicola ADAMO

Su questo non so come avete proceduto, però ritengo che, in seguito al rinnovo dell’Ufficio di Presidenza che quest’Aula ha provveduto a fare, addirittura, in tempi anticipati, non ci sia continuità di quella delibera, per cui non si tratta di sostituire, oltretutto con comunicazione in quest’Aula, un componente. Probabilmente si tratta di andare a registrare una nuova delibera con una nuova proposta, se l’Ufficio di Presidenza valuta che dovrà avvalersi tuttora di un Comitato giuridico di consulenza, perché potrebbe pure decidere, ipoteticamente… Adesso, per una pura combinazione, c’è stato il rinnovo del vecchio organismo, ma potevano essere anche nuovi componenti quelli che andavano a comporre l’Ufficio di Presidenza.

Per cui, se si rinnova la volontà – nulla osta, ci mancherebbe altro – di andare nella direzione di continuare ad avvalersi di un Comitato dell’Ufficio di Presidenza, penso che la delibera vada rifatta interamente, riguardando un reincarico, con cessazione di quello precedente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Presidente, mi pare che l’obiezione sollevata dall’onorevole Adamo abbia un suo fondamento, nel senso che, se si deve procedere, anche alla luce del rinnovo che c’è stato dell’Ufficio di Presidenza, va posto all’ordine del giorno il rinnovo complessivo dell’organismo che lei ha posto oggi come una semplice integrazione.

Ritengo che su questo ci debba essere la sospensione di questa pratica e un approfondimento con l’ufficio giuridico rispetto alla questione che in precedenza poneva, secondo me in modo puntuale, l’onorevole Adamo.

PRESIDENTE

Preciso che, all’inizio della legislatura, l’Ufficio di Presidenza propone all’Aula – e l’Aula vota – i cinque consulenti giuridici, che sono coloro che esprimono pareri quando l’Ufficio di Presidenza deve assumere delle delibere; in tantissime occasioni, infatti, chiediamo ai consulenti giuridici di esprimere un loro parere di merito, di legittimità sugli atti che poniamo in essere.

Che cosa è avvenuto? Questo Collegio dei consulenti, che dura per l’intera legislatura, non si scioglie prima o dura in carica un anno, come avviene per qualche altra forma di consulenza o per il nucleo di valutazione o per quanto concerne l’assetto istituzionale del Consiglio che dura fino alla scadenza dell’Ufficio di Presidenza, ma rappresenta l’unico caso di durata per l’intera legislatura.

L’avvocato Gualtieri, componente dell’Ufficio dei consulenti, si è dimesso. L’Ufficio di Presidenza ha preso atto di queste dimissioni ed oggi, con questo inserimento all’ordine del giorno chiesto dall’onorevole Amato, propone che l’Aula – perché non è all’ordine del giorno – possa votare la sostituzione di quel componente con un altro.

Adesso il Consiglio può fare due cose: se ci sono i due terzi dei componenti che approvano l’inserimento stasera provvediamo ad effettuare la sostituzione dell’avvocato Gualtieri con l’avvocato Iannello; se non si ha il voto favorevole dei due terzi per l’inserimento nella seduta odierna, il punto viene inserito alla prossima seduta di Consiglio regionale. Stiamo parlando di questo, non di rinnovo, perché non scade nulla.

Carlo GUCCIONE

Lei mi sta dicendo che noi, come Consiglio regionale, se avessimo eletto un altro Presidente, un altro Ufficio di Presidenza qualche mese fa, il nuovo Presidente eletto si doveva tenere quello che voi avevate fatto?

(Interruzione)

Su questo ho molti dubbi!

PRESIDENTE

Il Collegio dei consulenti dura per l’intera legislatura. Questo prevede l’attuale normativa. Poi, ritengo che nel caso un Collegio di consulenti si ritrovi un nuovo Ufficio di Presidenza, va da sé che, probabilmente, gli stessi consulenti danno le dimissioni. Presumo.

Giuseppe CAPUTO

Sono consulenti esterni, Presidente?

PRESIDENTE

Sono consulenti esterni, nominati all’inizio della legislatura.

Giuseppe CAPUTO

Di supporto all’Ufficio di Presidenza? Ho capito.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Sembra che veniate dalla luna! Il Regolamento e lo Statuto della Regione Calabria li conoscete? Potete andare a verificare che cosa prevede il Collegio dei consulenti e quali sono le sue funzioni. Non ce lo stiamo inventando o ce lo siamo inventati all’inizio della legislatura!

(Interruzione)

Posso dirle una cosa? Lei può pensarla come vuole, ma posso assicurarle che ci sono molte delibere che l’Ufficio di Presidenza approva che hanno bisogno di un parere preventivo. Poi stiamo parlando esclusivamente della sostituzione di un componente.

Se siete d’accordo, lo inseriamo in questa seduta; se non siete d’accordo, l’inserimento va all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio.

(Interruzione)

Stiamo parlando di questo.

(Interruzioni)

Bruno CENSORE

Presidente, l’approfondiamo e presentiamo, contemporaneamente, una proposta di legge perché in futuro sia ridotto il numero dei componenti, perché in un momento in cui sono chiesti sacrifici penso che un ufficio di consulenza così nutrito sia dispendioso, anche per offrire un buon segnale ai calabresi.

PRESIDENTE

Noi abbiamo già provveduto a ridurre i consulenti, come Consiglio regionale, del 50 per cento e l’abbiamo già inserito per norma, quindi non c’è assolutamente niente di nuovo. Questo è un Collegio che aveva un compito ben diverso. Se lei ritiene che questa sia un’iniziativa positiva, può presentare la proposta di legge, assolutamente; su questi argomenti si può essere d’accordo.

Quindi il punto è rinviato ed inserito all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale.

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Censore e Guccione “In ordine alla barbara uccisione di Filippo Ceravolo a Soriano Calabro

PRESIDENTE

Ci sono due ordini del giorno, il primo è di iniziativa dei consiglieri Censore e Guccione: “In ordine alla barbara uccisione di Filippo Ceravolo a Soriano Calabro”.

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Presidente, lo avevo illustrato prima, si tratta di un fatto tragico, l’uccisione per errore di questo ragazzo di Soriano. C’è stata una mobilitazione in Calabria, una presa di coscienza in tutta Italia rispetto ad un fatto che ci ha commosso, un fatto grave.

Penso che il Consiglio debba esprimere una condanna e, al tempo stesso, la solidarietà alla famiglia  e chiedere agli organi inquirenti, che sono sulla buona strada per assicurare gli assassini alla giustizia, di intensificare le loro azioni, affinché ci sia un segnale tangibile di un impegno straordinario per combattere il crimine in Calabria. Questo lo dobbiamo a Filippo, ma a tutti i morti innocenti di mafia che, magari, sono persone che si sono trovate nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

PRESIDENTE

Penso che siamo tutti d’accordo su questa iniziativa che gli onorevoli Censore e Guccione hanno posto in essere, quindi pongo in votazione l’ordine del giorno in discussione, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che il 25 ottobre 2012, nella cittadina di Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è stato ucciso per uno scambio di persona il giovane lavoratore diciannovenne Filippo Ceravolo;

questo omicidio, di cui si sono occupati per più giorni tutti gli organi di stampa e le televisioni nazionali, ha creato un sussulto popolare ed un forte sentimento di rabbia a motivo del fatto che si trattava di un bravo ragazzo, laborioso ed altruista che nulla aveva a che fare con gli ambienti criminali;

intorno a questa vicenda, si è costituito un movimento popolare fatto di giovani e di persone comuni che hanno manifestato il proprio dissenso in modo aperto, partecipando ad una fiaccolata silenziosa che ha raccolto migliaia di persone;

l’estraneità del giovane Ceravolo a qualsiasi legame criminale è stato accertato anche dal Procuratore della DDA di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, che ha dichiarato l’inesistenza di qualunque rapporto della vittima con le consorterie mafiose e che l’omicidio è solamente frutto di uno scambio di persona;

per il livello di efferatezza, la vicenda ha commosso tutti i cittadini calabresi e migliaia di famiglie italiane;

impegna il Presidente della Giunta ed il governo regionale ad esprimere una dura condanna per l’omicidio del giovane Filippo Ceravolo e ad avviare tutte le procedure utili al fine di garantire un sostegno economico alla famiglia della giovane vittima, da destinare all’istituzione di una fondazione il cui scopo sarà quello di diffondere la cultura della legalità nel nome di Filippo e di tutte quelle persone che sono cadute ingiustamente per mano criminale”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Mozione di iniziativa del consigliere Gallo “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione di iniziativa dell’onorevole Gallo “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino”, che può illustrare.

Gianluca GALLO

Con riferimento al sisma del Pollino dello scorso 26 ottobre all’una di notte, che tra l’altro ha avuto da parte del Governo il riconoscimento dello stato di emergenza, con impegno anche della Giunta regionale, del sottosegretario Torchia, propongo che ci sia un’altra serie di misure a favore di quelle popolazioni: la sospensione dei tributi regionali e la costituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività imprenditoriali danneggiate dal sisma, la riapertura dei termini del condono per il bollo auto e quant’altro il governo regionale ritiene utile per alleviare i disagi di quelle popolazioni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Apprezzo lo spirito e la sostanza della mozione presentata dall’onorevole Gallo, perché credo che anche noi, il Consiglio, la Giunta dobbiamo fare il nostro dovere verso queste popolazioni che sono in uno stato di stress che, ormai, dura da due anni, anche perché il sisma – per chi legge l’Ansa quotidianamente – persiste e noi dobbiamo vedere quali misure la Regione sia in grado di intraprendere, come è avvenuto per l’Emilia Romagna: una serie di moratorie nel pagamento delle imposte, una serie di aiuti alle famiglie ed anche ai Comuni per ripristinare la quotidianità di queste popolazioni.

Si è fatto un buon lavoro, il Consiglio regionale ha svolto un lavoro eccellente nella preparazione e presentazione della mozione, che ha portato anche al riconoscimento dello stato di emergenza.

Credo che, per come è impostata la mozione, per quelle popolazioni dobbiamo vedere quali misure possiamo prendere a sostegno come Regione, perché si tratta di un segnale importante, di un segnale di speranza, per dire che le istituzioni ci sono e fanno il proprio dovere. Anche piccoli interventi, piccoli sostegni sono necessari a dare forza e coraggio a quelle popolazioni.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi sul punto, quindi possiamo porre in votazione la mozione presentata dall’onorevole Gallo, di cui do lettura:“Il Consiglio regionale,

 premesso che il 26 ottobre, all’1.05, un sisma di magnitudo 5.0 con epicentro localizzato a Mormanno ha colpito i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire i suoi effetti anche in Puglia e Campania;

detta scossa, apice di uno sciame sismico iniziato nell’autunno del 2010 e fin qui caratterizzato da oltre 2500 eventi sismici, pur senza fortunatamente far registrare vittime, è stata causa di crolli e lesioni, con conseguente sgombero ed evacuazione di decine di famiglie;

in particolare, stando alle prime stime, nella sola Mormanno sarebbero inagibili il 40 per cento delle abitazioni del centro storico ed in via precauzionale è stato vietato l’utilizzo a fini potabili dell’acqua, mentre dai controlli eseguiti dai Vigili del Fuoco e dagli ingegneri dell’Ordine provinciale di Cosenza, unitamente a personale della Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l’inagibilità dell’ospedale cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria del Colle;

parimenti grave sarebbe il bilancio dei danni subiti dal patrimonio culturale, secondo l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri, di ammontare pari a «diversi milioni di euro»;

la Regione Calabria ha già stanziato somme considerevoli che si sono rivelate, tuttavia, insufficienti rispetto ai bisogni effettivi delle popolazioni dell’area del Pollino;

pertanto è necessario individuare ulteriori soluzioni e misure, per contribuire a garantire sollievo ai residenti del comprensorio e l’immediata ripresa delle attività imprenditoriali ed economiche;

impegna il governo regionale ed il dipartimento regionale di Protezione Civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed, in particolare, ad adottare in tempi brevi tutti i provvedimenti utili a giungere all’istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività imprenditoriali danneggiate dal sisma, la riapertura dei termini del condono per il bollo auto, con correlata temporanea sospensione del pagamento di tributi e tasse di matrice regionale, limitatamente ai residenti nei paesi maggiormente interessati dal movimento tellurico”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Non ci sono altri argomenti all’ordine del giorno, il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,36

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Gentile e Mirabelli.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Caputo – “Fiera storica della Ronza a Campana” (P.L. n. 389/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Aiello F. – “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli” (P.L. n. 390/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Dattolo – “Istituzione del Parco naturale regionale delle Valli Cupe” (P.L. n. 391/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Bilardi, Dattolo, Ciconte, Chiappetta, Serra, Principe, Loiero, De Masi, Bova – “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale)” (P.L. n. 392/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Determinazione in ordine al gruppo dei consulenti giuridici. Sostituzione componente (Deliberazione U.P. n. 87 del 22.10.2012)” (P.P.A. n. 199/9^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 30 ottobre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 dell’8 novembre 2012 al Bur n. 20 del 2 novembre 2012:

legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48, recante: “Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione Calabria”;

legge regionale 30 ottobre 2012, n. 49, recante: “Modifiche alla legge regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della struttura tecnica di valutazione Vas-Via-Aia-Vi)”;

legge regionale 30 ottobre 2012, n. 50, recante: “Modifiche alla legge regionale 3 settembre 2012, n. 38 (Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria)”.

Interrogazioni a risposta immediata

De Gaetano, Censore, Guccione. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:

in Calabria vi sono circa 4800 lavoratori Lsu-Lpu;

gli stessi non percepiscono i sussidi e le integrazioni dal mese di luglio 2012;

la Giunta regionale non ha previsto nell'assestamento di bilancio la relativa copertura finanziaria fino a dicembre 2012;

pur essendoci un accordo con i sindacati per chiedere un tavolo istituzionale con il Governo nazionale per la stabilizzazione degli stessi lavoratori Lsu-Lpu, tale tavolo ad oggi non è mai stato convocato -:

come intendono intervenire tempestivamente affinché siano pagate le spettanze arretrate ai lavoratori LSU e LPU, prevedendo al contempo, un piano di puntuale pagamento mensile.

(306; 08.11.2012)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera della Giunta regionale n. 357 del 30 luglio 2012 è stato approvato il piano di programmazione per l'anno 2012 per l'autosufficienza regionale di emocomponenti ed emoderivati;

dal piano approvato emerge come l'autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati è un obiettivo cui concorrono tutte le regioni dotandosi di strumenti di governo caratterizzati da capacità di programmazione, monitoraggio, controllo e partecipazione attiva alle funzioni di rete di interesse regionale, interregionale e nazionale;

obiettivo primario, come si evince dal piano approvato, è l'incremento dell'attività di plasma produzione per inviare all'industria una maggiore quantità di plasma e assicurare sul territorio regionale una maggiore disponibilità di prodotti emoderivati;

l'analisi dei dati regionali sul punto evidenzia un lieve e insufficiente aumento dell'attività di plasma produzione e ciò ha determinato nel biennio 2010/2011 un incremento nell'acquisto da parte della regione Calabria di emoderivati e più precisamente si è passati dai circa quattro milioni di euro ai circa dieci milioni attuali di spesa;

tale situazione, come sottolineato da diversi operatori del settore, sarebbe causata dalla insufficienza nei centri trasfusionali ospedalieri di separatori cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, procedimento essenziale per ottenere il plasma necessario ad essere inviato all'industria;

nel contempo, a seguito dell'accordo Stato/Regioni del 16 dicembre 2010 sono stati individuati i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delie attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica, requisiti che nascono dall'esigenza di recepire le direttive in materia europea in materia di sangue ,emocomponenti e farmaci derivati al fine di garantire omogenei livelli di qualità e sicurezza dei prodotti e delle prestazioni trasfusionali su tutto il territorio dell'Unione europea;

secondo quanto previsto dall'accordo ci si dovrà conformare ai requisiti entro il 31 dicembre 2014 e in tale direzione la regione Calabria ha avviato le opportune verifiche presso i centri trasfusionali e di raccolta perché, previa prescrizione, gli stessi si adeguino ai parametri normativi -:

se tutti i centri trasfusionali ospedalieri sono attualmente dotati dei separatori cellulari per l'effettuazione della plasmaferesi, in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per colmare tale carenza e permettere così il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di programmazione regionale per l'autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati;

se l'attività di verifica dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta sia stata completata e quali siano i relativi dati acquisiti, se sono stati previsti dei contributi finanziari a favore dei centri e delle unità di raccolta gestiti dalle onlus, in particolare dalle sezioni regionali dell'Avis, per sostenere le spese di adeguamento delle strutture ai requisiti richiesti, in caso contrario quali iniziative si intendono intraprendere per sostenere economicamente le suddette organizzazioni di volontariato che supportano in modo rilevante un settore vitale per la sanità calabrese.

(307; 09.11.2012)

Censore. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con deliberazione della Giunta regionale n. 664 del 5 ottobre 2010 è stato istituito il Comitato tecnico e scientifico per l'elaborazione del programma degli eventi inerenti le celebrazioni del IV centenario della nascita del pittore calabrese Mattia Preti;

alla Presidenza del Comitato in questione è stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;

con successiva deliberazione della Giunta regionale n. 700 del 29 ottobre 2010 detto Comitato è stato integrato con un elenco aggiuntivo di personalità facenti parte del mondo accademico e culturale;

con deliberazione della Giunta regionale n. 463 del 19 ottobre 2012 sono state revocate le precedenti delibere n. 664 del 5 ottobre 2010 e n. 700 del 29 ottobre 2010 e di conseguenza è stato cancellato il Comitato alla cui presidenza era stato designato il Prof. Vittorio Sgarbi;

in conseguenza di detta revoca, con la delibera n. 463 del 19 ottobre 2012 la realizzazione e la promozione del programma degli eventi per le celebrazioni del IV centenario della morte di Mattia Preti sono stati affidati al programma Sensi contemporanei inserito nell'APQ - Promozione e Diffusione dell'Arte Contemporanea e la Valorizzazione di contesti Architettonici e Urbanistici;

il programma Sensi contemporanei è stato demandato alla gestione della realizzazione e della promozione degli eventi in oggetto per come individuato nella deliberazione n. 463 del 19 ottobre 2012 nonché la gestione delle risorse finanziarie già individuate per un importo di euro 720.000,00 -:

quali siano i motivi che hanno consentito di mantenere l'attribuzione della presidenza del Comitato tecnico e scientifico al Prof. Vittorio Sgarbi nonostante le delibere della Giunta regionale che gli attribuivano tale incarico siano state revocate come specificato in premessa;

se non sia poco opportuno coinvolgere attivamente il prof. Vittorio Sgarbi nelle celebrazioni in oggetto dal momento che parrebbe che lo stesso Prof. Sgarbi abbia a proprio carico condanne per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, così come riportato in molteplici organi di stampa;

se non è il caso di accelerare il calendario delle attività celebrative alla luce del fatto che l'anniversario della nascita di Mattia Preti cade il 24 febbraio 2013.

(308; 12.11.2012)

Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Istituto di Scienze Neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (ISN-CNR) è Istituto di ricerca nazionale con sede principale in Mangone (CS), e Unità Organizzative di Supporto in Roccelletta di Borgia (CZ) e Catania;

l'ISN del Consiglio Nazionale delle Ricerche è Ente pubblico nazionale di ricerca vigilato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), da cui riceve i trasferimenti necessari per il suo funzionamento;

la sede dell'ISN-CNR di Mangone (CS) è struttura di ricerca di eccellenza a livello internazionale, in cui operano ricercatori e tecnici con ventennale esperienza ed attività nello studio delle malattie del sistema nervoso;

l'ISN-CNR svolge attività di diagnosi avanzata e di ricerca nel campo delle malattie ereditarie del sistema nervoso su base genetica, nell'ambito delle quali vanta numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, collaborando, inoltre, con prestigiosi istituti nazionali ed internazionali e costituendo un punto di riferimento per tutto il meridione d'Italia;

le malattie ereditarie del sistema nervoso, come la Corea di Huntinton, il CADASIL, le demenze, le atassie cerebellari dominanti e recessive, le neuropatie periferiche ereditarie, le distrofie muscolari, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi Multipla, le malattie mitocondriali, ecc., rappresentano un gruppo di gravi e disabilitanti patologie croniche e che i più importanti studi scientifici su tali malattie sono stati realizzati da studiosi italiani ed internazionali, sulla popolazione dell'Italia meridionale ed in particolare su quella calabrese;

l'Istituto di Scienze Neurologiche CNR di Mangone (CS) ha contrastato efficacemente in questi anni la mobilità sanitaria extraregionale afferente a dette;

nell'ambito della valutazione degli Istituti del CNR effettuata da 26 Panel di Area composti da un totale di 150 scienziati, di cui 90 provenienti da Istituzioni italiane e 60 da Istituzioni europee, il CNR - Istituto di Scienze Neurologiche di Mangone (CS) si è distinto tra le eccellenze in Italia, per la qualità della sua attività di ricerca;

l'ISN-CNR di Mangone (CS) ogni anno ha erogato fino a 8.000 prestazioni altamente specialistiche di indagine nella genetica molecolare, biochimica e diagnostica per immagini (Risonanza Magnetica Nucleare), uniche in regione nella loro tipologia, per gravi malattie neurodegenerative;

tale attività sanitaria è stata svolta in regime di convenzione con la Regione Calabria, che ha consentito di sopperire alle carenze del Sistema Sanitario Regionale nell'ambito dei servizi a favore di pazienti affetti da malattie del sistema nervoso su base genetica;

con delibera n. 390 del 01.09.2011 la Giunta regionale ha disposto la revoca della convenzione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per l'erogazione di servizi sanitari;

tale convenzione ha garantito servizi sanitari d'eccellenza alla popolazione calabrese, servizi diagnostici specialistici, di indagine genetica per gravi malattie neuro/degenerative, in supplenza alle carenze del Sistema Sanitario Regionale, sin dal 16.12.1998, giusta delibera n. 8530 della Giunta regionale, evitando di conseguenza la migrazione sanitaria fuori regione;

a seguito delle proteste degli operatori della struttura, ma anche dell'iniziativa politica di consiglieri regionali, sindaci del territorio e parlamentari nazionali sulla vicenda, della Provincia di Cosenza, il presidente della Giunta regionale con una con una lettera al Presidente dell'Amministrazione provinciale di Cosenza in data 18. 09. 2012 comunicava di avere "assegnato il relativo budget all'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per il ripristino della convenzione, precisando che "nessuno dei componenti l'attuale Giunta regionale, tantomeno il sottoscritto. ha mai ipotizzato il trasferimento delle attività del Cnr di Mangone a Catanzaro”;

ad oggi non è stata ripristinata la convezione di cui sopra;

per il 14 novembre p.v, è stato convocato un consiglio di amministrazione dell'Istituto, con all’ordine del giorno la riproposizione del punto sulla "Riorganizzazione dell'ISN-CNR", che comporterebbe lo smantellamento della struttura di Mangone (CS) ed il suo trasferimento a Catanzaro.

tale prospettiva è evidenziata nella relazione (Proposta di Riorganizzazione dell'Istituto di Scienze Neurologiche prot. 1883 del 25.10.2012) predisposta dall'Ufficio Programmazione Operativa dell'Istituto e nella relativa documentazione istruttoria sottoposta all'attenzione del consiglio di amministrazione -:

se non sia il caso di intervenire tempestivamente per ripristinare, formalmente, il rapporto di convenzione tra ISN-CNR di Mangone e Regione Calabria, dando seguito agli impegni pubblicamente assunti da codesta Presidenza in ordine alla vicenda di che trattasi;

quali iniziative si intendono assumere per evitare il trasferimento dello stesso a Catanzaro, smantellamento di fatto uno dei centri di eccellenza nel campo della ricerca, della diagnostica e dei servizi sanitari nella nostra regione.

(309; 12.11.2012)

Mozione

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il 26 ottobre, all'1.05, un sisma di magnitudo 5.0 con epicentro localizzato a Mormanno, ha colpito i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire i suoi effetti anche in Puglia e Campania;

detta scossa, apice di uno sciame sismico iniziato nell'autunno del 2010 e fin qui caratterizzato da oltre 2500 eventi sismici, pur senza fortunatamente far registrare vittime, è stata causa di crolli e lesioni, con conseguente sgombero ed evacuazione di decine di famiglie;

in particolare, stando alle prime stime, nella sola Mormanno sarebbero inagibili il 40% delle abitazioni del centro storico ed in via precauzionale è stato vietato l'utilizzo a fini potabili dell'acqua, mentre dai controlli eseguiti dai Vigili del Fuoco e dagli ingegneri dell'Ordine provinciale di Cosenza, unitamente a personale della Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l'inagibilità dell'ospedale cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria del Colle;

parimenti grave sarebbe il bilancio dei danni subiti dal patrimonio culturale, secondo l'assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri di ammontare pari a «diversi milioni di euro»;

la Regione Calabria ha già stanziato somme considerevoli che si sono rivelate tuttavia insufficienti rispetto ai bisogni effettivi delle popolazioni dell'area del Pollino;

pertanto è necessario individuare ulteriori soluzioni e misure per contribuire a garantire sollievo ai residenti del comprensorio e l'immediata ripresa delle attività imprenditoriali ed economiche;

Impegna

il governo regionale ed il Dipartimento regionale di protezione civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed in particolare ad adottare in tempi brevi tutti provvedimenti utili a giungere all'istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività imprenditoriali danneggiate dal sisma la riapertura dei termini del condono per il bollo auto, con correlata temporanea sospensione del pagamento di tributi e tasse di matrice regionale, limitatamente ai residenti nei paesi maggiormente interessati dal movimento tellurico.

(78; 12.11.2012) Gallo

Proposta di legge numero 386/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m. e i. (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria)” (Del. n. 245)

Art. 1

(Modifiche all'articolo 65, l.r. 19/2002)

1. Alla lettera a), del comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria), le parole: "cinquantaquattro mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione Regionale" sono sostituite dalle parole “il 19 giugno 2013".

2. Alla lettera c), del comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, le parole: "cinquantaquattro mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione Regionale successivamente a tale scadenza" sono sostituite dalle parole" il 19 giugno 2013".

3. Alla lettera d), del comma 2, dell'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002, le parole: "sessantasei mesi dall'entrata in vigore delle Linee Guida della Pianificazione Regionale, ovvero il 19 giugno 2012" sono sostituite dalle parole "il 19 giugno 2013".

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore i1 giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 392/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996 numero 3 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale)” (Del. n. 246)

Art. 1

1. Gli articoli 12 e 13 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 3 "Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di Consigliere regionale" sono abrogati.

Proposta di Provvedimento Amministrativo numero 198/9^, recante: "Documento di Programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2013-2015 (articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)" (Del. n. 247)

“Il Consiglio regionale

vista la delibera di Giunta regionale del 28 settembre 2012, n. 414;

premesso che:

l'articolo 1, comma 4, della legge regionale di contabilità 4 febbraio 2002, n. 8 individua nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria Regionale (DPEFR), nella legge finanziaria, nel bilancio pluriennale e nel bilancio di previsione annuale gli strumenti di programmazione economico/finanziari adottati dalla Regione;

l'articolo 2, comma 1, della suddetta legge definisce il DPEFR quale atto di indirizzo programmatico. economico e finanziario dell'attività di governo della Regione per l'anno successivo, con proiezione triennale, nonché strumento di raccordo per la programmazione generale della Regione;

lo stesso articolo 2, al comma 3, dispone che ogni anno la Giunta regionale adotta il DPEFR e lo trasmette al Consiglio che lo approva con propria risoluzione;

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare, l'articolo 2, comma 3, che dispone in materia di adozione del DPEFR;

tenuto conto che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive ha approvato il provvedimento in oggetto nella seduta del 31 ottobre 2012;

Delibera

di approvare il Documento di Programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2013-2015 che fa parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.

(Allegati)

Proposta di legge numero 320/9^, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 4/1997 'Legge organica di protezione civile della Regione Calabria'” (Del. n. 248)

Art. 1

(Sostituzione articolo 6 della legge regionale 4/1997)

1. L'articolo 6 della legge regionale 10 febbraio 1997, n. 4 (Legge organica di protezione civile della Regione Calabria) è sostituito dal seguente:

"Art. 6

(Attività di formazione, informazione e preparazione all'emergenza)

1. La Regione promuove ed organizza una permanente attività di formazione, informazione e preparazione all'emergenza al fine di aumentare il livello di conoscenza della popolazione relativamente ai rischi naturali ed antropici con particolare riferimento a quelli presenti sul territorio regionale. Le attività di cui al presente articolo sono rese allo scopo di favorire adeguate azioni per la limitazione dei danni a cose e persone in seguito al manifestarsi di un evento calamitoso.

2. Le iniziative regionali di cui al comma 1, dirette all'intera collettività, sono rivolte prioritariamente alla popolazione scolastica, in particolare a quella della scuola dell'obbligo, attraverso programmi di informazione da predisporre permanentemente all'interno dell'attività didattica previo accordo con l'ufficio scolastico regionale. I programmi di informazione pongono particolare attenzione al rischio sismico e devono sistematicamente concludersi, ai fini della preparazione all'emergenza, con una esercitazione di protezione civile attraverso l'evacuazione scolastica.

3. I programmi di cui al comma 2 sono comprensivi delle attività di formazione del personale docente, direttamente coinvolto nell'attività di informazione dei discenti, nonché dei dirigenti scolastici, responsabili dell'attivazione dei programmi stessi.

4. Per la elaborazione dei programmi di formazione, informazione e preparazione all'emergenza sono ricercate le più opportune forme di collaborazione con i soggetti di cui all'articolo 11 della legge 225/1992 ed in particolare con il Ministero della pubblica istruzione, Ministero dell'interno, il Dipartimento della protezione civile per le attività di cui al comma 2 ed i dipartimenti regionali competenti. L'attività di collaborazione è avviata solo nel caso in cui essa non preveda alcun onere a carico del bilancio regionale.

5. La Giunta regionale predispone, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il programma di informazione, formazione e preparazione all'emergenza di cui al comma 2, sentita la commissione consiliare permanente che si esprime entro trenta giorni dalla data di assegnazione. Con lo stesso provvedimento sono stabilite, di concerto con i soggetti indicati al comma 4, le modalità di svolgimento e di partecipazione agli interventi previsti dalla presente legge."

Art. 2

(Clausola di invarianza degli oneri)

1. All'attuazione della presente legge si provvede nell'ambito delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 338/9^, recante: "Abrogazione dell'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e s.m.i. (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria)" (Del. n. 249)

Art. 1

(Abrogazione dell'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 e ss.mm.ii)

1. L'articolo 10, comma 2, della legge regionale 26 luglio 1999, n. 19 (Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo nella Regione Calabria), così come modificato dall'articolo 13, comma 1, della legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22, e così come interpretato dall'articolo 42, comma 4, della legge regionale 13 giugno 2008 n. 15, è abrogato.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 311/9^, recante: "Riconoscimento del metodo storico 'Moscato al Governo di Saracena' quale bene culturale della Calabria" (Del. n. 250)

Art. 1

(Definizione)

1. Sono beni culturali immateriali della Calabria, oltre a quelli indicati e descritti nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio· 2004, n. 42), anche i metodi di produzione artigianale ed enogastronomica, documentati attraverso fonti storiche accreditate e/o tramandati, anche soltanto oralmente, caratterizzati da unicità ed esclusività e che rischiano di andare definitivamente perduti.

Art. 2

(Metodo 'Moscato al Governo di Saracena')

1. E' bene culturale della Calabria il seguente metodo (sistema di bollitura), antecedente di diversi secoli la scoperta dell'America (nel '500 era già rinomato, tanto da essere donato al Papa; si presume che il vitigno moscato sia stato portato nel 900 d.C. dagli Arabi), di produzione del Moscato Passito di Saracena, unico vino dolce con questa tecnica di vinificazione al mondo. La vinificazione prevede la separazione dell'uva moscato, ottenuta dal vitigno autoctono e da altre uve. Il mosto, ottenuto vinificando le uve malvasia e guarnaccia, viene concentrato per aumentare il tenore zuccherino, mentre l'aroma ed il gusto particolari provengono dall'uva moscatello, raccolta e appassita alcune settimane prima della vendemmia. Gli acini del moscate Ilo disidratati vengono a loro volta selezionati, schiacciati manualmente e quindi aggiunti al mosto (prima spremitura) concentrato. Dopo una lunga e lenta fermentazione si ottiene quindi, un passito color giallo ambra con riflessi aurei, dall'aroma intenso e dal sapore di miele, di fichi secchi e di frutta esotica.

Ordine del giorno numero 86 del 12 novembre 2012 di iniziativa dei consiglieri Censore e Guccione “In ordine alla barbara uccisione di Filippo Ceravolo a Soriano Calabro”

“Il Consiglio regionale

premesso che: il 25 ottobre u.s. nella cittadina di Soriano Calabro, in provincia di Vibo Valentia, è stato ucciso per uno scambio di persona il giovane lavoratore diciannovenne Filippo Ceravolo;

questo omicidio, di cui si sono occupati per più giorni tutti gli organi di stampa e le televisioni nazionali, ha creato un sussulto popolare ed un forte sentimento di rabbia a motivo del fatto che si trattava di un bravo ragazzo, laborioso ed altruista che nulla aveva a che fare con gli ambienti criminali;

intorno a questa vicenda, si è costituito un movimento popolare fatto di giovani e di persone comuni che hanno manifestato il proprio dissenso in modo aperto partecipando ad una fiaccolata silenziosa che ha raccolto migliaia di persone;

l'estraneità del giovane Ceravolo a qualsiasi legame criminale è stato accertato anche dal Procuratore della ODA di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, che ha dichiarato l'inesistenza di qualunque rapporto della vittima con le consorterie mafiose e che l'omicidio è solamente frutto di uno scambio di persona;

per il livello di efferatezza, la vicenda ha commosso tutti cittadini calabresi e migliaia di famiglie italiane;

Impegna

il Presidente della Giunta ed il governo regionale ad esprimere una dura condanna per l'omicidio del giovane Filippo Ceravolo e ad avviare le procedure utili al fine di garantire un sostegno economico alla famiglia della giovane vittima da destinare all'istituzione di una fondazione il cui scopo sarà quello di diffondere la cultura della legalità nel nome di Filippo e di tutte quelle persone che sono cadute ingiustamente per mano criminale.

Mozione numero 78 del 12 novembre 2012 di iniziativa del consigliere Gallo “In ordine ai danni causati dallo sciame sismico che interessa l’area del Pollino”

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il 26 ottobre U.S., all'1.05, un sisma di magnitudo 5.0 con epicentro localizzato a Mormanno, ha colpito i territori al confine tra Calabria e Basilicata, facendo avvertire i suoi effetti anche in Puglia e Campania;

detta scossa, apice di uno sciame sismico iniziato nell'autunno del 2010 e fin qui caratterizzato da oltre 2500 eventi sismici, pur senza fortunatamente far registrare vittime, è stata causa di crolli e lesioni, con conseguente sgombero ed evacuazione di decine di famiglie;

in particolare, stando alle prime stime, nella sola Mormanno sarebbero inagibili il 40% delle abitazioni del centro storico ed in via precauzionale è stato vietato l'utilizzo a fini potabili dell'acqua, mentre dai controlli eseguiti dai Vigili del Fuoco e dagli ingegneri dell'ordine provinciale di Cosenza, unitamente a personale della Protezione Civile, sarebbe altresì emersa anche l'inagibilità dell'ospedale cittadino e di diverse chiese, tra le quali quella di Santa Maria del Colle;

parimenti grave sarebbe il bilancio dei danni subiti dal patrimonio culturale, secondo l'Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri di un ammontare pari a «diversi milioni di euro»;

la Regione Calabria ha già stanziato somme considerevoli che si sono rivelate tuttavia insufficienti rispetto ai bisogni effettivi delle popolazioni dell'area del Pollino;

è necessario individuare ulteriori soluzioni e misure per contribuire a garantire sollievo ai residenti del comprensorio e l'immediata ripresa delle attività imprenditoriali ed economiche;

Impegna

il governo regionale ed il Dipartimento regionale di Protezione Civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa per alleviare le sofferenze e i disagi delle popolazioni colpite dal sisma ed in particolare ad adottare in tempi brevi tutti provvedimenti utili a giungere all'istituzione di un fondo di solidarietà destinato alle attività imprenditoriali danneggiate dal sisma, alla riapertura dei termini del condono per il bollo auto, con correlata temporanea sospensione del pagamento di tributi e tasse di matrice regionale, limitatamente ai residenti nei paesi maggiormente interessati dal movimento tellurico”.