IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
50.
SEDUTA DI MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE 2012
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Completate le comunicazioni, possiamo darei inizio ai
lavori del Consiglio regionale. Dobbiamo procedere, prima di dare la parola, ad
inserire all’ordine del giorno due proposte di legge di modifica di due leggi
che potrebbero, altrimenti, subire eccezioni di natura costituzionale. Si
tratta, peraltro, di due leggi che sono state approvate all’unanimità da parte del
Consiglio regionale: la prima è l’istituzione della struttura tecnica di valutazione
Vas-Via, che era esaminata dalla quarta Commissione e che è stata approvata all’unanimità; il provvedimento di modifica si sostanzia
solo in un articolo, l’articolo 1; la seconda riguarda la legge regionale sul
termalismo.
Pongo ai voti il loro inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
La
parola all’onorevole Dattolo per la relazione.
Presidente, colleghi, così come anche rappresentato in Conferenza dei
capigruppo, ci potrebbero essere delle eccezioni di costituzionalità; non che
la legge sia stata impugnata, ma vorremmo evitare che ci fossero, successivamente,
problemi. Accogliamo, quindi, il suggerimento dei nostri uffici e la relazione trasmessaci
ci impone di far chiarezza su due aspetti che potrebbero – ripeto – costituire qualche
eccezione.
In merito alla struttura tecnica di valutazione, dobbiamo sopprimere le
parole “per remunerazione del personale impegnato nelle attività della struttura
che abbia conseguito gli obiettivi di produttività o di risultato, secondo le
incentivazioni previste dalla contrattazione collettiva”, altrimenti potrebbe
prefigurarsi una ipotesi di incostituzionalità. Poi seguirà un Regolamento
interno che chiarirà meglio.
Possiamo procedere alla votazione della modifica della legge 3
settembre 2012, numero 39 “Istituzione della struttura tecnica di valutazione
Vas”. E’ un articolo unico, che pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
La
parola all’onorevole Dattolo per la relazione.
Per ciò che attiene la proposta di legge sul termalismo, anche qui si
tratta di fare chiarezza, in riferimento alla valorizzazione e promozione del termalismo,
sulle attività di formazione professionale. Leggo il testo: “la Regione, al
fine di valorizzare la qualità delle prestazioni termali, nel rispetto dell’articolo
9 della legge 24 ottobre 2000 numero 323, attiva iniziative di formazione professionale
tese al conseguimento presso enti pubblici privati delle necessarie qualifiche
relative”, eccetera, eccetera. Noi dobbiamo fermarci solamente – e chiedo questo
con il vostro consenso – ad “attiva iniziative di formazione professionale”,
senza il conseguimento, eccetera, perché non è una competenza che si può attribuire
alle aziende.
Anche qui si tratta di un articolo unico, che pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Conclusi questi due punti, prima di procedere, comunico che la Conferenza
dei capigruppo ha deciso che le interrogazioni a risposta immediata siano
rinviate alla seduta del 29 ottobre; c’è la volontà da parte di tutti di arrivare
ad una conclusione, magari dedicando un po’ di tempo in più per completarne la
trattazione. Purtroppo, da più sedute di Consiglio si sono registrate una serie
di emergenze che non ci hanno consentito di poter avviare i lavori all’orario
di convocazione, perché le sedute sono state precedute da riunioni di capigruppo;
si è trattato di problematiche estremamente serie ed importanti, in cui era
necessario confrontarsi ed assumere anche delle decisioni. Per queste
motivazioni la seduta ha avuto inizio con netto ritardo.
Nella seduta del 29, che sarebbe lunedì, dedicheremo più di un’ora alle
interrogazioni a risposta immediata, tentando di completare la trattazione di tutte
le interrogazioni inserite all’ordine del giorno, così saranno presenti tutti
gli assessori e potranno rispondere alle domande dei consiglieri.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Giordano, ne ha facoltà.
Presidente,
prendo atto che si è deciso di rinviare ulteriormente la trattazione delle
interrogazioni a risposta immediata, nonostante il capogruppo di Italia dei valori avesse chiesto che ciò non
avvenisse. Stiamo differendo da mesi la trattazione di queste interrogazioni
che rappresentano per la Calabria, ormai, vere e proprie emergenze.
Nelle interrogazioni a risposta
immediata a nostra firma vengono richiesti chiarimenti ed informazioni su molte questioni: sulla Sorical, sui rifiuti in
Calabria, sulla Veolia che sta abbandonando e sta mettendo in mobilità i
dipendenti di tutti gli impianti di gestione dei rifiuti della Calabria, sul
dimensionamento scolastico. Su quest’ultimo argomento vi avevo pregato di
discutere, perché dal dimensionamento discendono tutta una serie di questioni
che riguardano la scuola in Calabria.
Ora prendo
atto con rammarico di questa scelta e le chiedo l’impegno, visto che il Consiglio
è convocato per il 29 ottobre, che l’Aula dedichi tutto il tempo possibile affinché venga
esaurito tutto l’ordine del giorno che afferisce alle interrogazioni, perché si
tratta di questioni sulle quali va
fatta chiarezza. La Calabria attende risposte. Non si tratta di risposte date a
noi della minoranza che utilizziamo questa prerogativa, benché sia una delle
poche che abbiamo da consiglieri regionali, ma sono questioni sulle quali la Calabria
incalza questa Regione, incalza questo Governo regionale, Presidente. Non
tollereremo ulteriormente altri differimenti. Questo glielo dico in maniera chiara.
Onorevole Giordano, tutti i capigruppo hanno deciso unanimemente, non
solo in questa seduta, ma anche nelle altre precedute da riunioni di capigruppo,
di rinviare alla prossima seduta di Consiglio la trattazione delle
interrogazioni a risposta immediata, compreso il suo capogruppo. Non sono state
decisioni che ho assunto io, abbiamo deciso all’unanimità questo rinvio. Le
posso assicurare – l’ho detto anch’io in premessa – che giorno 29, lo dico
anche agli assessori presenti, per le rispettive competenze, è mia intenzione
completare tutto l’arretrato, per dare delle risposte a tutte le
interrogazioni.
Quindi, nella seduta del 29 inizieremo puntuali e completeremo tutto quello
che c’è all’ordine del giorno, questo glielo posso garantire. Peraltro, sulla
Sorical, di cui ha parlato, nella prossima seduta ci sarà un punto ad essa dedicato,
su richiesta anche del Presidente Scopelliti, affinché possa riferire sull’argomento
e si avvii un dibattito. C’è anche una proposta di legge, presentata dai gruppi
di minoranza, per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta, quindi sarà l’occasione
utile per un confronto e per poi decidere il Consiglio regionale cosa deve realizzare
e fare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Intervengo
per richiamare in Aula un importante ordine del
giorno a firma di molti consiglieri, del collega Guccione, del collega Aiello, De
Gaetano, Bruni, Mirabelli, Ciconte, Adamo, Bova, Loiero, sui pagamenti e sulla copertura
dei lavoratori della forestazione, Arssa, Afor, sorveglianti idraulici.
Oggi stesso i lavoratori hanno manifestato,
hanno interrotto il traffico su
un’importante arteria viaria calabrese e i lavoratori vivono una situazione di
disagio per loro e per le loro famiglie.
Noi chiediamo, attraverso
quest’ordine del giorno, che si ponga rimedio a questa situazione e che si assicurino
i pagamenti arretrati e la copertura degli emolumenti fino a dicembre, compresa
la tredicesima mensilità. Inoltre, in quest’ordine del giorno vorremmo impegnare
la Giunta affinché, a sua volta, impegnasse i commissari liquidatori di Arssa e
di Afor a fare un’anticipazione bancaria per affrontare questo problema che non
può essere più rinviato.
Prima che si verifichino disagi
sociali, noi chiediamo che il Consiglio, all’unanimità, affronti questa
questione e con un voto dia manforte alla Giunta e all’assessore per definire questa
questione.
Possiamo inserire all’ordine del
giorno la proposta da lei fatta, per poi arrivare anche alla discussione di
merito.
Quindi pongo in votazione la proposta di inserimento all’ordine del
giorno dell’ordine del giorno proposto.
(Il Consiglio approva)
Siamo punto all’ordine del giorno
che riguarda il riordino delle Province. Il Consiglio regionale, nella seduta
del 18 ottobre, ha aggiornato la determinazione del Consiglio alla seduta
odierna. Si è tenuta una Conferenza dei capigruppo, c’è stata anche un’audizione
dei rappresentanti di Crotone e di Vibo e abbiamo acquisito anche un deliberato che la
Provincia di Crotone
ha predisposto ieri attraverso un confronto aperto, al pari di un parere della
Provincia di Catanzaro che ha deliberato insieme al Comune di Catanzaro, in una riunione aperta,
qual è l’intenzione dei due organismi.
C’è stato un confronto tra i capigruppo, la discussione è stata lunga
ed articolata tra maggioranza e minoranza, per addivenire al voto di un ordine
del giorno che fosse unanime, perché il senso del nostro impegno deve essere soprattutto
questo.
Devo dire che c’è stata grande responsabilità da parte di tutti, c’erano
stati anche nella precedente seduta di Consiglio degli ordini del giorno. Oggi,
è stato approvato e firmato dalla Conferenza dei capigruppo, all’unanimità, quest’ordine
del giorno di cui do lettura, in modo tale che i colleghi abbiano contezza di quanto
approvato:
“Premesso che il Governo, attraverso il decreto legislativo 95,
convertito con modificazione con la legge 7 agosto 2012 numero 135, in
particolare con l’articolo 17 del medesimo decreto legge convertito, ha
provveduto al riordino delle Province e delle loro funzioni;
premesso, altresì, che con successiva deliberazione del Consiglio dei
Ministri del 20 luglio 2012 il Governo ha stabilito i seguenti criteri per il
riordino: a) dimensione territoriale non inferiore a 2.500 chilometri quadrati;
b) popolazione residente non inferiore a 350 mila abitanti;
considerato che il procedimento di riordino delle Province, così come
previsto dall’articolo 17 del decreto legge 95, convertito con legge 7 agosto
2012 numero 135, presenta forti dubbi di costituzionalità in relazione: 1) alla
violazione dell’articolo 77 e 144, stante la manifesta assenza dei requisiti di
necessità ed urgenza per l’adozione del decreto legge; 2) alla violazione degli
articoli 3, 5, 114 e 117 della Costituzione, in quanto detto riordino incide in
maniera irrazionale sul sistema delle autonomie locali, costituzionalmente
garantito, cagiona ingiustificate disparità di trattamento tra i cittadini
mediante adozione di criteri arbitrari per il riordino, quali la dimensione
territoriale e la posizione residente, oltre che costituisce un’indebita
invasione della sfera di competenza legislativa regionale; 3) alla violazione
dell’articolo 118 della Costituzione, che impone nella distribuzione delle
funzioni amministrate tra i vari livelli di governo il rispetto dei princìpi di
sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza; 4) alla violazione
dell’articolo 133 della Costituzione, che prevede un articolato processo di
consultazione in specie delle popolazioni interessate;
viste le indicazioni del Consiglio delle autonomie locali, così come
formalizzate nel documento approvato all’unanimità dal medesimo organo in data
1° ottobre 2012, in cui, anche tenendo conto della storia territoriale del
comprensorio della provincia di Catanzaro e delle successive argomentazioni che
a suo tempo avevano portato alla costituzione delle Province di Crotone e di
Vibo Valentia, si sottolineava l’abnormità della scelta operata dal Governo
sottesa all’attuazione di un piano di riordino non condiviso dai territori coinvolti
e soprattutto in assoluto contrasto con l’iter procedimentale stabilito
dall’articolo 133 della Costituzione, il quale mette al centro del processo la
volontà dei Comuni;
tenuto conto che il Consiglio regionale della Calabria auspica che il
Governo proceda ad un riassetto organico dell’intero ordinamento statuale del
Paese, nel quale può essere considerata anche l’abolizione di tutte le
Province;
tanto premesso, visto e considerato, il Consiglio regionale della
Calabria
approva e sostiene la decisione della Giunta regionale di adire la
Corte costituzionale al fine di ottenere l’espunzione dell’ordinamento
giuridico delle citate norme, in quanto volte a violare l’ordinamento
costituzionale e la ivi delineata divisione di potere e funzioni;
indica al Governo nazionale quale priorità assoluta il mantenimento
dell’attuale assetto politico, amministrativo e istituzionale, con la
conseguente conferma delle quattro Province, oltre che della città
metropolitana di Reggio Calabria”.
Questo è il provvedimento che la Conferenza dei capigruppo, all’unanimità,
ha approvato, con un’indicazione chiara al Governo nazionale: noi non siamo disponibili,
alla luce anche della discussione che abbiamo svolto in Consiglio regionale, attraverso
un percorso coerente, all’idea che l’organizzazione istituzionale della nostra Regione
possa essere, in qualche modo, intaccata.
Noi riteniamo che le Province siano degli organismi importanti, ciò
nonostante non siamo contro l’abolizione delle Province; più volte abbiamo
ribadito che l’abolizione di tutte le Province sarebbe stata un modo serio di procedere
del Governo, però il provvedimento di riordino, certamente, non aiuta la nostra
regione.
Questo è il provvedimento che abbiamo approvato e che sottopongo all’Aula,
agli altri colleghi consiglieri. Abbiamo anche concordato un intervento di maggioranza
ed uno di minoranza per esprimere le proprie valutazioni sull’argomento. Possiamo
procedere con la discussione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Intervengo
su mandato della maggioranza e sicuramente non
lo faccio soltanto perché sono esponente
di una delle Province che rischiano di scomparire. Ritengo assolutamente che – così
come ho detto il 17 luglio di quest’anno,
quando c’è stata una riunione straordinaria del Consiglio su tale problematica
– il Consiglio abbia adempiuto all’impegno, al preciso compito di impugnare questa
legge, che i capigruppo, all’unanimità, gli avevano dato.
Devo dire che, con molto senso di
responsabilità e di correttezza, registriamo la volontà di mantenimento delle
Province non soltanto a fini numerici, –
perché voglio ricordare che la Calabria ha i chilometri quadrati e la
popolazione necessaria per mantenere cinque Province – ma, in un certo qual senso, abbiamo registrato anche che c’è
la volontà di impugnare questo decreto, perché sicuramente non si può modificare
la Costituzione a colpi di decreto legge.
Lo dico anche con la consapevolezza
di essere rappresentante di un partito che, a livello nazionale, si è sempre
speso per questo Governo, ma dobbiamo anche evidenziare che in molte circostanze,
tenuto conto anche della scarsa efficacia
che ha il Parlamento in questo momento, molti dei provvedimenti sono stati
espressi attraverso decreti legge.
Ritengo
che il Consiglio abbia dato corso a quello che si era deciso di fare il 17
luglio, unanimemente stabilendo di chiedere una deroga finalizzata al
mantenimento delle cinque Province. Non dimentichiamo che sono state chieste
deroghe – ce ne sono altre in discussione – per motivi di viabilità, per motivi
legati ai territori di montagna.
Reputo che
la situazione politica, economica e sociale calabrese sia un po’ diversa dal
resto della penisola, soprattutto che ci siano problemi molto importanti e i presidi
di legalità costituiti in queste Province, con gli uffici periferici dello
Stato, hanno garantito, in questi anni, anche risultati adeguati; non so se sufficientemente
utili per ciò che attiene gli aspetti economici, ma sicuramente rilevantissimi
dal punto di vista sociale, con le prefetture, le questure, i comandi provinciali
e tutti gli uffici periferici che hanno dato ossigeno anche economicamente ai
territori.
Penso che
la scelta di non prendere decisioni che andassero contro la soppressione di
queste province sia una scelta rispettosa di quanto venuto fuori dal Consiglio
delle Autonomie Locali.
Presidente,
il CAL è stato insediato dopo 5 anni dalla sua costituzione e penso che sia anche importante che questo
organismo, che rappresenta un po’ tutti gli amministratori locali di questo
territorio, abbia una competenza che debba andare anche al di là del parere sul
riordino delle Province, con una rinnovata collaborazione perché siamo
dell’avviso che il Codice delle autonomie debba essere riscritto non a colpi di
decreto legge ma con un disegno più organico che preveda – come diceva anche
lei e come avevano scritto quasi tutti i partiti nel loro programma governativo
del 2008 – un riordino generale degli enti anche con l’abolizione delle
Province.
Tuttavia,
un provvedimento, che ne lascia in vita alcune senza neanche spiegare
compiutamente quale sia l’economia di spesa che si realizza, sicuramente ha
lasciato perplessa non soltanto questa Regione ma tante altre che si sono
espresse per il mantenimento dei loro territori anche alla luce di esigenze di
non violazione, ripeto, della Costituzione.
Concludo
il mio intervento perché il dibattito c’è già stato ed è stato abbondantemente
fatto nelle sedute precedenti. Ritengo che oggi abbiamo avuto un dialogo, per
alcuni versi, anche serrato pure all’interno della maggioranza come è giusto
che sia quando si tratta di dover prendere delle decisioni importanti.
Non è
vero che non abbiamo deciso stabilendo di presentare ricorso e chiedendo di
mantenere in Calabria le cinque Province. Non è vero che non abbiamo deciso –
ripeto –, ma abbiamo deciso con senso di responsabilità ed io ritengo che,
insieme ai gruppi consiliari di minoranza anche alla luce di quelle che saranno
le decisioni successive del Governo e della Corte costituzionale, possiamo
sicuramente fare molto su questo tema.
Così come
è necessario coinvolgere anche le popolazioni interessate – è previsto dalla Costituzione
– e non si possono accorpare o sopprimere delle Province a discapito della
volontà di questi elettori. Non è – ripeto – un problema soltanto calabrese,
ma è nazionale e penso che noi dobbiamo far in modo che vengano salvaguardati
non soltanto i campanili delle province – così per forma campanilistica – ma
soprattutto per quello che hanno rappresentato in territori difficili, in cui
il tessuto sociale è lacerato e ci sono esigenze che gli uffici periferici
dello Stato lascino inalterata la loro presenza.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, interverrò molto brevemente, per non più
di quattro-cinque minuti. Approfitto, in premessa, per dire a lei, Presidente, che poiché ho visto qui nei settori
destinati al pubblico alcune firme del giornalismo nazionale,
anche alcune firme di buona qualità, non vorrei che riportassero l’impressione
che iniziamo le sedute di Consiglio regionale con 4-5
ore di ritardo rispetto all’orario di convocazione, perché non è così.
E’ vero che spesso iniziamo con un po’ di ritardo e questo non sta
bene – glielo dico con tutto il garbo di
cui sono capace – ma, oggi, siamo estremamente giustificati perché ci siamo
riuniti più di una volta in Conferenza dei
capigruppo considerato che questo delle Province è, purtroppo, un tema incandescente in Calabria.
Presidente, voglio dire che non c’è dubbio che tutta l’opposizione,
alla fine, abbia accettato di convergere in un documento unitario. Naturalmente, è un documento unitario con
il quale si chiede una deroga – e non deve scandalizzare nessuno se una deroga
la possono chiedere Province come Sondrio o Belluno che sono in una condizione
economica sicuramente diversa dalla nostra –, ma non possiamo negare che qui da
noi, purtroppo, – e non voglio fare lamentele – non ci sono investimenti in
quanto c’è soprattutto un rischio criminalità che scoraggia gli investimenti
rendendoli quasi impossibili.
Come diceva poco fa il consigliere Dattolo, quindi, intorno alle Province
si era creata una presenza importante anche sul piano sociale per la capacità
di aggregazione di Province che hanno una storia come Vibo Valentia o Crotone, che ha una storia antichissima.
Si tratta, quindi, di difendere anche una identità culturale.
Questo è stato uno sforzo che abbiamo compiuto, quello di trovarci
in un unico documento perché si sa che nel nostro codice genetico c’è una
tendenza alla conflittualità ma non è colpa di
nessuno, è un prodotto della storia. La nostra è una storia difficile fatta di isolamento
e di solitudine. C’è stato conflitto – è previsto quasi sociologicamente che ci
sia – ma in Calabria ce ne è stato quasi sempre di più del dovuto.
Siamo arrivati a questo documento
unitario avendo consapevolezza di quel che era successo nel 1970, – e molti consiglieri
regionali giovani non ricordano visivamente quella tremenda spaccatura che c’è
stata all’interno del territorio proprio perché il territorio non si voleva –,
non si immaginava che potesse essere suddiviso, così come poi lo è stato.
Pensate che c’è la Giunta a Catanzaro
ed il Consiglio regionale qui a Reggio Calabria, è una situazione quasi unica.
Voglio ricordare, poi, che una ventina di anni dopo c’è stato uno strappo in
cui uno Stato in forma unidirezionale ha finito per costruire altre Province.
E’ stato uno strappo, diciamo la verità, ma questo ormai appartiene al passato.
Noi siamo qui per chiedere questa
deroga perché alcuni equilibri territoriali nuovi si sono ampiamente
consolidati ed è giusto chiederla.
Ultima cosa e finisco perché ho
detto che non volevo fare un lungo discorso. Noi abbiamo, purtroppo, un
territorio con una immagine completamente devastata per le ragioni che
sappiamo.
Ci siamo messi, un po’, anche noi di
buzzo buono per devastare un pezzo di territorio - perché è anche colpa nostra
se lo abbiamo devastato – ma credo che questo elemento che ci trova tutti
quanti insieme a chiedere una deroga sia il frutto di una consapevolezza non
soltanto della crisi che attraversa il Paese.
Ho detto l’altra volta proprio in
quest’Aula che quando il Capo del Governo si presenta presso l’opinione
pubblica a dire che è stato costretto a compiere una manovra brutale, badate a
che cosa il Governo penserà del
documento che manderemo noi quando ormai su tutto il territorio nazionale ed
oltre impera uno stereotipo quasi come se la Calabria fosse soltanto criminalità.
Voglio ricordare, lo dico agli
ospiti che sono qui, che in Calabria non c’è soltanto criminalità ma c’è una
parte preponderante e positiva di popolazione che non ha nulla a che fare con
la criminalità e che dalla criminalità finisce per subire una violenza doppia.
Non solo perché vivere in forma contigua alla criminalità comporta un prezzo,
ma soprattutto perché poi si viene ad essere assimilati nella veloce
informazione che spesso le televisioni danno anche con la Calabria che
delinque. Quindi, la gente buona che è ancora oggi la grande maggioranza di
questa regione paga un doppio prezzo.
Ripeto, quindi, che questo è uno
sforzo che abbiamo compiuto come minoranza e non nego che c’erano condizioni
anche diversificate all’inizio, ma abbiamo voluto dare questa immagine unitaria
anche se non so quali effetti produrrà. Noi abbiamo voluto dare questa
testimonianza. Grazie Presidente.
Grazie, onorevole Loiero. La parola
al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.
Grazie, Presidente, ovviamente
il ringraziamento va anche ai colleghi che sono intervenuti sia per la sintesi
che per il contributo che hanno dato al dibattito.
Devo
dire la verità. Oggi questa votazione che – mi auguro – abbia un coinvolgimento
unanime di tutti i consiglieri per votare questo documento, credo sia un
ulteriore importante segnale della capacità di ricercare sempre soluzioni utili
e funzionali agli obiettivi del territorio regionale
e della capacità, a volte, di rinuncia ad aspirazioni – magari – come in questo
momento di alcuni territori, quindi con tendenze e spinte che possono arrivare
in maniera legittima da alcuni consiglieri regionali.
Dico
questo perché in queste settimane abbiamo registrato
che sul territorio si è aperta una disputa e, come spesso accade, questo tipo
di confronti non sempre portano ad un risultato positivo; non è un dibattito
che aiuta la crescita del territorio, ma rischia di sgretolare ulteriormente il
tessuto sociale ed economico delle nostre comunità; rischia di non aiutare quel
percorso che noi tutti cerchiamo ogni giorno di mettere in campo per aiutare la
nostra Regione a crescere.
Abbiamo registrato le sensibilità dei vari Consigli che si sono
convocati e che hanno espresso una posizione ed un giudizio e ci siamo correttamente domandati cosa fare, dopo aver anche valutato ciò che
hanno fatto altre Regioni italiane; ad
eccezione di qualcuna, la stragrande maggioranza ha deciso di non pronunciarsi,
di chiedere deroghe, di impugnare gli atti o l’atto di fronte alla Corte Costituzionale,
di far scelte diverse rispetto anche all’orientamento, dando soluzioni, in
qualche circostanza, rappresentando aspirazioni di territori rispetto a
percorsi storici, rispetto ad aspetti geografici e così via.
Ma abbiamo registrato una
fondamentale presa di posizione che dimostra che la nostra idea di questa sera
non è una idea di non decidere perché a volte la Calabria decide di restarsene
al di fuori per evitare o, comunque, per non offrire il proprio contributo. Noi
rivendichiamo un aspetto che ritenevamo importante e fondamentale su questo
dibattito della riorganizzazione degli assetti: un ente intermedio o c’è o non
c’è. Non possiamo dire due rimangono e
due vengono accorpate. Credo che questi concetti siano stati abbondantemente
valorizzati nel documento ed erano questi i punti di forza del documento che ha
visto tutti uniti.
Mentre anche in altre Regioni su
nove Province ne verrebbero meno 2 o 3 da noi va fuori circa il 50 per cento
delle Province. E’ questa la filosofia che abbiamo sempre espresso in
quest’Aula, indipendentemente dall’attuale vicenda, rispetto ad un tema, ad un
dibattito più antico e quindi vecchio; non ci dimentichiamo che questo tema è
stato oggetto di discussione anche all’interno di un documento programmatico
dei partiti di governo o di quelli che si sono presentati alle ultime elezioni
sul versante nazionale.
L’idea di un azzeramento delle
Province aveva una sua logica perché veniva meno un ente intermedio con una
riallocazione di competenze, di funzioni, di gestione e di indirizzo che
venivano nuovamente ribaltate tra l’ente Regione e gli enti locali, quindi i
Comuni.
Questo avrebbe avuto un senso e noi
nonostante tutto in quest’Aula, e lo ricorderete, con grande coraggio, anche di
fronte alle Province che reclamavano – ricordate anche questo – l’invito alla Regione
di impugnare un provvedimento di cui si parlava, abbiamo detto “no, se si
tratta di azzeramento delle Province siamo decisamente favorevoli”.
Altra cosa è però dire che dobbiamo
adesso eliminare due Province, rispetto a chi si è seduto a tavolino ed ha
studiato come salvare la Provincia di Sondrio – dico per dire in riferimento ad
un’altra parte del territorio nazionale - e lo ha fatto attraverso gli
strumenti concessi a chi ha la potestà di poter scrivere, e quindi di poter
decidere e dare un indirizzo, come aiutare qualcuno sfavorendo, ovviamente,
qualcun altro.
Secondo me, in queste cose ci vuole
il coraggio delle scelte: o si fanno scelte nette oppure ogni scelta potrebbe
apparire finalizzata, come ho ipotizzato poc’anzi - può darsi che stia
sbagliando, ho parlato di Sondrio per fare un esempio perché non so se sarà
salvata o meno – a tutelare qualche realtà.
Rispetto a questo se è vero che ci
sono queste difficoltà legate alla geografia, alla storia, alle tradizioni e a
tutto il resto - giusto, corretto e legittimo per carità - è anche vero che noi
non possiamo sottovalutare ciò che oggi è il territorio calabrese, un
territorio sempre più sguarnito.
Qui prima qualcuno evidenziava che
domani verrà meno la Prefettura con i ruoli dei Prefetti; verrà meno il Comando
provinciale della Guardia di Finanza, il Comando provinciale della compagnia
dei Carabinieri, insomma verranno meno tutta una serie di presidi di legalità e
verranno meno delle certezze. In un momento come questo, in cui si dice che
dobbiamo rilanciare attraverso la legalità, effettivamente si è favorito il
vuoto delle istituzioni e non sappiamo come andrà a finire in termini di forza
e di capacità delle reazioni da parte delle comunità; penso che tutto questo
rappresenterebbe un ulteriore indebolimento dello Stato sul nostro territorio.
Poi non faccio riferimento a
questioni politiche che ci possono dividere ma dico, in una analisi più
generale e complessiva – questo nessuno potrà sconfessarlo, e spero e credo che
sia così – che quando non c’è la
politica o le istituzioni vengono meno c’è sempre, comunque, una preoccupazione
seria perché chiunque può infiltrarsi e chiunque può impadronirsi di questa
istituzione.
Partendo da questo concetto non
possiamo rendere ancora più labile la presenza, la forza, il ruolo dello Stato
su questo nostro territorio. Noi non lo facciamo chiedendo una deroga perché la
Calabria è una terra inquinata in cui esistono le infiltrazioni o situazioni di
contiguità e così via, ma lo facciamo responsabilmente dicendo che in questo
momento si rischia ancora di più di sgretolare la Calabria, creando un
conflitto che non serve a nessuno e che non aiuta il processo di
riaggregazione.
Abbiamo fatto una battaglia ed
abbiamo portato all’attenzione di tutti l’idea di condurre un percorso, di
mettere in campo un percorso legato alla capacità di riaggregare questa grande
regione.
Abbiamo detto: superiamo il
provincialismo e le battaglie storiche di un tempo, i campanili e cerchiamo di
riaggregare questa regione. E mentre ci siamo sforzati di far questo e ci
stiamo sforzando di far questo ogni giorno – è una impresa difficile ma,
comunque, non certamente impossibile – tutti gli indirizzi e gli strumenti
messi in campo non agevolano il percorso delle istituzioni democratiche nel
processo di riaggregazione.
Noi, allora, responsabilmente
diciamo che siamo contrari.
Abbiamo già avanzato la proposta di
ricorso alla Corte costituzionale e diciamo che non è il caso, per questi
motivi e per tantissimi altri inseriti in quel documento, in quell’ordine del
giorno proposto dai colleghi capigruppo, di mettere in campo questo tipo di
azione; noi diciamo che, probabilmente, non si può pensare di far scelte di
questa natura che non tornerebbero utili ai nostri territori, abbandonando
ancora di più la politica al suo ruolo che è quello sempre più difficile di contenimento
di queste fasi così delicate, di fermenti.
Prima un collega si è alzato ed ha
detto “dobbiamo discutere dell’Afor, dei sorveglianti, dei forestali” e così
via. Ebbene, sì, discutiamo di tutto, ma dobbiamo dirci anche dove prendiamo i
soldi per pagare tutte queste persone.
Perché se il Patto di stabilità
incombe, noi abbiamo una difficoltà. Noi abbiamo messo in capo a tutti gli atti
deliberativi che la priorità è pagare i lavoratori e così via, ma se paghiamo i
lavoratori da un lato dall’altro ci sfugge il problema del non mantenimento del
target di spesa dei fondi comunitari.
Se da un lato paghiamo il target dei
fondi comunitari e raggiungiamo la capacità di spesa dovuta, dall’altro non
paghiamo i fornitori che non sono inseriti nei fondi comunitari.
E’ un problema difficile e
certamente la demagogia può servire a far tutto e tanto, ma proprio perché dobbiamo
essere responsabili, dobbiamo comprendere che il problema esiste e dobbiamo
governare. E se dobbiamo governare questi momenti emergenziali e difficili,
figuriamoci cosa accadrebbe se dovessimo sedare quei fermenti, quei focolai che
non riguardano segmenti di una comunità ma che rischiano di coinvolgere intere
province.
Corriamo il rischio che l’intera
provincia di Vibo Valentia scenda in campo per contestare questa decisione e
che la provincia di Crotone faccia altrettanto. Poi non si tratterà di
risolvere soltanto un focolaio di lavoratori, diventerà un problema capace di
alimentare una situazione di difficoltà su un territorio che non accetta di
fare un tipo di scelta.
Responsabilmente, per questi motivi,
assumiamo questa posizione e l’idea di assumere una posizione unitaria va a
merito anche di coloro che, magari, avevano anche fatto una spinta in avanti
giustamente e legittimamente ed ai quali va detto grazie da parte di tutti.
Questo significa avere una
sensibilità ancora più grande nel comprendere che in questa fase storica della
vita regionale abbiamo avuto la sensibilità,
anche quelli che magari erano già proiettati in una fase successiva, di
comprendere che in questo momento tutti dobbiamo mantenere la coesione e la
compattezza, perché anche il ruolo delle istituzioni, in questo momento, deve
essere questo. Non perché dobbiamo salvaguardare qualcosa, ma perché dobbiamo
essere i garanti – per quel che ci compete – di un percorso fatto di buona amministrazione
e di risposte e di garanzia del cittadino.
Questa è
la posizione, e concludo, caro Presidente, ringraziandola perché da questa
mattina avete avuto un grandissimo lavoro e capisco molto bene che non è stato
facile mediare le varie posizioni. Questa è la fase in cui noi andiamo a dire
in maniera molto netta e chiara qual è la posizione della Regione Calabria.
Certo, se
poi domani il Governo dovesse decidere che vuole ancora una volta – e dico
ancora una volta perché stanno accadendo cose che lasciano capire che è
possibile che gli stessi pareri delle Regioni siano superati da scelte centrali
– sentire il parere della Regione, a quel punto, sarà chiaro ed evidente che
noi non abbiamo difficoltà ad esprimere quale sarà il giudizio.
Il
processo di riaggregazione mi sembra che diventi quello naturale. Non ci sono
situazioni differenti che si possono realizzare anche perché abbiamo letto cose
per le quali è difficile concepire quale sia la filosofia che le guida. E se
permettete – nel caso si dovesse decidere – noi abbiamo il nostro ruolo, lo
rivendichiamo e anche noi daremo il nostro contributo.
Qualcuno,
certo, potrebbe dire “dovevate farlo oggi”. Oggi abbiamo fatto una scelta
diversa, le cose vanno costruite nel tempo e non si costruiscono d’imperio o
per decreto, ma si costruiscono attraverso la capacità di coinvolgimento, la
capacità del dibattito, la capacità di far comprendere alcune scelte.
Poiché,
come spesso accade, qualcuno dice “ma voi non decidete”, no! non hanno deciso
tantissimi altri perché diventa difficile veramente definire una strategia per
ogni Regione tesa a dare una risposta.
A questo
punto questa posizione, secondo me, offre un contributo unitario, che dà una
risposta forte e che dice ai calabresi che noi continuiamo a difendere
l’autonomia dei nostri territori, la capacità del ruolo delle istituzioni che
sono sul territorio. Se poi dovessero venire scelte diverse è chiaro che ne
prenderemo atto, ma speriamo a quel punto di poter dare anche in quella fase,
in quella circostanza, un contributo determinante per dire che, comunque, la Regione,
come sempre, si assumerà la responsabilità delle sue scelte e sarà in grado di
fornire il proprio contributo per ripartire ed organizzare il nostro territorio
nella speranza che questo provvedimento non passi, ovviamente.
Ribadisco
ancora una volta che noi siamo favorevoli all’abolizione di tutte le Province
ma non, certamente, alla penalizzazione di alcune. Anche qui noi avremmo 4
province che vanno, ovviamente, riorganizzate – dico 4 perché due sono
interessate – e poi abbiamo la Città metropolitana di Reggio Calabria che va anch’essa
nel percorso delle dieci città metropolitane.
In questo
contesto, speriamo che il Governo possa rivedere la propria posizione e
comprendere che non è questa la strada per riorganizzare gli enti sul
territorio, bensì quella di una attenta analisi, di una capacità diversa di
inserirsi e di misurare le scelte che vengono fatte; come abbiamo visto in
tante circostanze – e lo vediamo costantemente – gli sperperi ci sono, sono
altrove e probabilmente vanno anche messe in risalto le tante scelte sbagliate
fatte dalla politica ma non è corretto penalizzare i territori.
Ribadiamo questo nostro concetto ed approviamo questo documento convinti, anche e soprattutto, che l’unità di quest’Aula possa rappresentare un forte segnale nei confronti del Governo.
Grazie, Presidente Scopelliti, ci
eravamo dati questo ordine del giorno con l’obiettivo di superare posizioni
diversificate che c’erano all’interno.
Se abbiamo impiegato tanto per dare
inizio ai lavori del Consiglio regionale, di questo mi scuso, ma questa è
l’unica eccezione in questa legislatura, solitamente le sedute consiliari
iniziano con una -due ore al massimo di ritardo sempre e comunque per garantire
la possibilità a tutti i consiglieri regionali che vengono da fuori Reggio
Calabria di poter raggiungere la sede.
Oggi abbiamo fatto un’eccezione
lavorando in Conferenza dei capigruppo con l’obiettivo di arrivare all’ unanimità
dei consensi rispetto alla risoluzione della problematica.
Ci siamo riusciti e penso che sia
una pagina anche importante del Consiglio regionale in quanto, al di là della
singola provenienza politica di ognuno, alla fine si è raggiunta una posizione
unanime. Nel senso che unanimemente abbiamo approvato la linea di porre in
essere un ricorso avverso la legge del 7 agosto 2012 numero 135, attivando il
ricorso innanzi Corte costituzionale e approvando quel che ha fatto la Giunta
esentandoci da dare indicazioni precise sul territorio ma provvedendo a
indicare questa impostazione.
Questo è quel che ci siamo detti
tutti in Conferenza dei capigruppo in un dibattito abbastanza serrato. Qui c’è
la firma di tutti i capigruppo. Vorrei sottoporre ai voti quest’ordine del
giorno.
(Interruzione)
Gliela sto dando, mi faccia
completare, considerato che c’è stato qualche tipo di intervento che andava in
direzione diversa.
Questo è l’ordine del giorno che si
sottopone al Consiglio regionale. Ognuno, poi, sarà libero di esprimere il voto
favorevole o contrario rispetto all’argomento che ci siamo dati.
Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’intervento ho avuto modo di farlo già nella scorsa seduta
e quindi sintetizzo adesso in poche riflessioni quello che è il mio pensiero.
Eravamo partiti da un documento che era quello elaborato dal Cal che ho
definito irricevibile perché oltre a
cercare una strenua e forse inutile difesa dello status quo, addirittura
metteva in discussione l’unica positività di un provvedimento che è nato male,
è nato da un Governo che nel nome della spending review, del contenimento
della spesa ha invaso il campo rispetto a compiti e funzioni che la Costituzione
ha declinato e definito.
Certo, in quel provvedimento l’unica luce, l’unica positività era
quello della istituzione delle 10 città metropolitane. Rispetto a questo il documento
del Cal faceva un pericoloso passo indietro invocando, addirittura, un
differimento, lo dico in termini
semplici, appellandosi ad alcuni principi ed appellandosi in nome della
rappresentatività di Assemblee elette che dovrebbero andare a naturale
scadenza.
Presidente, intervengo perché sono convinto – potrà essere la mia anche
una voce dissonante rispetto alla coralità – e capisco e comprendo lo sforzo
dei colleghi e le ragioni per le quali i colleghi, la Conferenza dei capigruppo
ha stilato un documento che vuole forse andare nella direzione di dir basta
alla spoliazione ed alla mortificazione di una Regione. Però, Presidente,
questo è il momento del coraggio secondo me, non si può giocare in difesa.
Presidente, appartengo ad una forza politica che ha chiesto – è vero –
così come la sua forza politica e come altre forze politiche che compongono
questa Assemblea elettiva, l’azzeramento, il superamento di una impostazione di
una fisionomia istituzionale che è superata dal tempo, dagli eventi, dalle
congiunture dalla stessa locomotiva Europa che corre. Rischiamo come Italia e
come Calabria di rimanere al palo.
Il momento del coraggio allora qual è, che significava? Significava
immaginare in questa Regione una strategia di riordino, di messa a sistema
delle opportunità, delle eccellenze, delle competenze, delle città.
Il futuro sono le città ed insisto sulla città metropolitana.
Onorevole Giordano, per dichiarazione di voto ha due minuti.
Concludo, Presidente. Non ho sentito una sola voce che spingesse verso
questa opportunità per l’intera Regione non solo per la mia città che ha
bisogno di risorgere.
Prendo atto, Presidente, allora di un ricorso che è stato già fatto
dalla Regione, non decide il Consiglio, stasera, se opporre o non opporre
ricorso alla Corte Costituzionale. E’ un ricorso già presentato e ne prendo
atto ma questo documento, Presidente, non mi convince perché non mi convince la
deroga. Chiedere una deroga significa chiedere la clemenza della corte.
Ripeto con molta serenità di aver compreso le ragioni di tutti i
colleghi che hanno lavorato a questo documento ma per le ragioni che ho
espresso ed ho esposto nella scorsa seduta e per quelle che oggi ribadisco sinteticamente
non voterò questo documento.
Onorevole Giordano, su questo documento c’è la firma del suo
capogruppo. Cioè del capogruppo di Italia dei valori di cui lei fa parte e che
ha posto la firma rappresentando la volontà del gruppo.
Presidente, la mia è una posizione personale, non sto esprimendo la
posizione del gruppo.
Nel suo intervento certi passaggi è opportuno e, comunque, doveroso
sottolinearli, lei ha lasciato intendere che era l’intervento del gruppo di Italia
dei valori. Volevo ricordarle solo che in questo documento c’è la firma anche
del suo capogruppo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha facoltà.
Ho
chiesto di intervenire, Presidente, perché sono firmatario di un documento che è
depositato e non è stato ancora ritirato anche se dal dibattito si capisce che
siamo in una fase di superamento dello stesso .
Ed anche
per dire quali sono le ragioni che oggi mi portano ad essere riflessivo
rispetto alle vicende che riguardano questa storia delle province.
Non
voglio alimentare problemi di guerre tra i territori in quanto avevamo pensato
soltanto a porre in essere proposte e rivendicazioni che tenessero assolutamente
in conto le ansie e le giuste rivendicazioni di territori che, in questo
momento, si ribellano allo scioglimento per decreto delle Province che sono
rappresentate dal consenso popolare.
Quindi
questo è il senso che mi spinge a precisare meglio le motivazioni per cui quel documento
lo riteniamo superato. Ma ancor di più riteniamo quel documento superato nel
momento in cui il Presidente Scopelliti in Aula ha dichiarato che nel caso in cui il Governo dovesse respingere il ricorso e nel
caso in cui il Governo dovesse respingere la richiesta di
deroga, tutto ripartirà dalla riaggregazione della vecchia provincia di Catanzaro.
Presidente,
lei lo ha detto quasi timoroso di doverlo affermare con chiarezza quasi tra le
righe.
Ho
voluto rifare l’intervento proprio per
ricordarlo all’Aula e lei non lo potrà smentire in quanto lo ha affermato. E
non smentendo significa che conferma e queste sono le ragioni che mi portano a
votare il documento sapendo che oggi questo mio atteggiamento
insieme a quello dei colleghi – mi permetto di dire – non solo della provincia
di Catanzaro, non solo
della maggioranza ma anche con onestà
intellettuale della opposizione e anche i
colleghi della provincia di Vibo
sono atteggiamenti di grande responsabilità
sapendo che è il momento in cui dobbiamo mettere da parte le rivendicazioni
localistiche, dobbiamo pensare soltanto allo sviluppo del territorio e dobbiamo
dare anche un esempio di unità politica.
(Interruzione)
Che è successo?
Prego, onorevole Tallini, continui.
Ho
finito il mio intervento e concludo dicendo, ovviamente,
che per queste ragioni mi sento di votare la proposta che a nome della maggioranza, tra tante discussioni e tante
sofferenze, è venuto fuori un documento che alla fine –penso – sia veramente il
documento che rappresenta l’intera volontà del Consiglio
regionale.
Grazie, onorevole Tallini. Ha
chiesto di parlare l’onorevole Ciconte per l’ultima dichiarazione di voto. Ne
ha facoltà.
Noi come
gruppo di Progetto democratico votiamo a favore e siamo firmatari della
proposta unitaria perché riteniamo che l’impegno
assunto dal Presidente che l’ha meglio
esplicitato poc’anzi in Aula ci soddisfi.
Riteniamo
che al di là dei campanilismi oggi abbiamo dimostrato, credo, che un momento
unitario tra maggioranza e opposizione ci può essere sui grandi problemi, sui grandi
temi. Pertanto, voteremo a favore.
Non ci
sono altre dichiarazioni di voto possiamo procedere con la votazione dell’ordine
del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale
della Calabria premesso che il Governo attraverso il D.L n. 95/12,
convertito con modifiche con la legge 7 agosto 2012 n. 135, ed in particolare
con l'art. 17 del medesimo D.L, ha provveduto al riordino delle Province e loro
funzioni;
con
successiva deliberazione del Consiglio dei ministri del 20 luglio 2012, il
Governo ha stabilito i seguenti criteri per il riordino: a) dimensione
territoriale non inferiore a duemilacinquecento km quadrati; b) popolazione
residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti;
il
procedimento di riordino delle Province, così come previsto dall'art. 17 del
Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito con legge 7 agosto 2012 n.
135, presenta forti dubbi di costituzionalità in relazione: 1) alla violazione
dell'artt.77 e 144 Cost. stante la manifesta assenza dei requisiti di necessità
ed urgenza per l'adozione del Decreto Legge; 2) alla violazione degli articoli.
3, 5, 114 e 117 Cost. in
quanto detto riordino incide in maniera irrazionale sul sistema delle autonomie
locali costituzionalmente garantito, cagiona ingiustificate disparità di
trattamento tra i cittadini mediante adozione di criteri arbitrari per il
riordino, quali la dimensione territoriale e la popolazione residente, oltre a
costituire una indebita invasione della sfera di competenza legislativa
regionale; 3) alla violazione dell'articolo 118 della Costituzione che impone nella
distribuzione delle funzioni amministrate tra i vari livelli di governo il
rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza; 4) alla
violazione dell'articolo. 133 della Costituzione che prevede un articolato
processo di consultazione, in specie, delle popolazioni interessate;
le
indicazioni del Consiglio delle Autonomie Locali, così per come formalizzate
nel documento approvato all'unanimità dal medesimo organo in data 1.10.2012, in
cui - anche tenendo conto della "storia territoriale" del
comprensorio della Provincia di Catanzaro e delle successive argomentazioni che,
a suo tempo, avevano portato alla costituzione delle Province di Crotone e di
Vibo Valentia - si sottolineava l’abnormità della scelta operata dal Governo
sottesa all'attuazione di un piano di riordino non condiviso dai territori
coinvolti e, soprattutto, in assoluto contrasto con l'iter procedimentale
stabilito dall'articolo133 della Costituzione, il quale mette al centro del
processo la volontà dei comuni;
il
Consiglio regionale della Calabria auspica che il Governo proceda ad un
riassetto organico dell'intero ordinamento statuale del Paese attraverso il
quale può essere considerata anche l'abolizione di tutte le Provincie;
approva e
sostiene
la
decisione della Giunta regionale di adire la Corte Costituzionale al fine di
ottenere l'espunzione dall'ordinamento giuridico delle citate norme in quanto
volte a violare l'ordinamento costituzionale e la ivi delineata divisione di
poteri e funzioni;
indica
al
Governo nazionale, quale priorità assoluta, il mantenimento dell'attuale
assetto politico-amministrativo ed istituzionale con la conseguente conferma
delle quattro Province oltre che della Città metropolitana di Reggio Calabria”.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno testé letto in Aula col voto contrario dell’onorevole Giordano.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il punto
in esame riguarda la proposta di legge
numero 151/9^ di iniziativa del consigliere Grillo, recante: “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria
e comunità calabresi nel mondo”.
Il
relatore è assente ed ha chiesto di rinviare questo punto alla prossima seduta
di Consiglio regionale che è prevista per
lunedì.
Pongo in
votazione il rinvio del punto alla prossima seduta di Consiglio
regionale.
(Il
Consiglio approva il rinvio)
Passiamo all’esame della proposta di legge numero 278/9^ di iniziativa dei consiglieri Parente, F. Aiello, Salerno, recante: “Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Norme per l’attuazione del D.Lgs 81/2008 in materia di sanzioni”.
L’onorevole Salerno,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Prego i
consiglieri di prendere posto.
Grazie, Presidente. Il provvedimento in discussione vuole
focalizzare l’attenzione sul problema della sicurezza e sugli infortuni sui
luoghi di lavoro.
Alle Aziende sanitarie provinciali, per il tramite dei Servizi di
prevenzione igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro, sono attribuite le competenze
in materia di promozione e tutela della salute dei lavoratori, svolgendo
attività di vigilanza e controllo
sul rispetto, da parte delle aziende, sia private sia pubbliche.
Ai
Servizi di prevenzione delle Asp spettano, oltre ai compiti istituzionali di
Polizia giudiziaria, interventi di informazione e di assistenza alle Aziende
per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, promozione
di iniziative di formazione ed educazione alla salute nell’ambito dei rischi
professionali.
L’ampliarsi
dell’operatività nel settore della sicurezza e tutela della salute nei luoghi
di lavoro, nonché la necessità di raggiungere i gravosi obiettivi di vigilanza
e prevenzione, hanno accresciuto l’impegno richiesto alle Aziende sanitarie ed
ai Servizi Pisal che devono essere orientati verso strategie più marcatamente
di prevenzione e promozione e non solo repressive.
Proprio
per superare queste difficoltà ed assicurare adeguate risorse alle politiche
della prevenzione nei luoghi di lavoro, il Decreto legislativo numero 81 del 2008
ha testualmente previsto all’articolo 13, comma 6, che: “L’importo delle somme
che le Aziende sanitarie, in qualità di organo
di vigilanza, ammette a pagare in sede amministrativa ai sensi dell’articolo
21, comma 2, primo periodo, del Decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758,
integra l’apposito capitolo regionale per finanziare l’attività di prevenzione
nei luoghi di lavoro svolta dai dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie”.
Tali
fondi, pertanto, vanno ad integrare quelli già previsti nel riparto del Fondo sanitario regionale o da altre forme di finanziamento per progetti e piani di intervento.
Nello
specifico, quindi, con il provvedimento in discussione si stabilisce che la Regione Calabria dovrà istituire apposito capitolo di entrata e correlato capitolo di
uscita vincolato a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Le quote
introitrate dai provvedimenti derivanti dalle sanzioni, comminate ai sensi
dell’articolo 21, comma 2, del decreto legislativo 758 del 1994 e ai sensi
dell’articolo 14, commi 2, 3 e 5 del Decreto Legislativo 81 sono finalizzate a
migliorare le tecnologie e attrezzature informatiche e strumentali utilizzati
dai servizi Pisal ad implementare la loro funzionalità, a favorire la
formazione, informazione ed aggiornamento degli operatori nonché a promuovere
l’attività di assistenza alle parti sociali ed alle aziende del territorio, a
progetti incentivanti per il personale addetto alle prestazioni specifiche di
ispezione e vigilanza.
All’attuazione
della legge in discussione si provvede nell’ambito delle risorse finanziarie
già previste a legislazione vigente e quindi senza nuovi maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Grazie.
Grazie all’onorevole Salerno, per la relazione
introduttiva. Non ci sono interventi anche perché penso
che la proposta sia stata approvata all’unanimità dalla Commissione competente.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Aiello, ne ha facoltà.
Presidente, ritengo questa proposta di legge, presentata insieme ai colleghi Salerno e Parente, una iniziativa importante. Molte volte in questa terra si mette in discussione la sicurezza e la salute di chi è sul luogo di lavoro. Queste norme non solo vanno ad attuare il Decreto Legislativo 81 del 2008 ma fanno sì che possano tutelare tutti quelli che prestano un servizio nei luoghi di lavoro con continuità ed allo stesso modo che il datore di lavoro, non solo nel pubblico ma anche nel privato, possa tutelare e salvaguardare quello che è un diritto sacrosanto.
A volte ricordiamo che ci sono enti pubblici, ad esempio alcuni ospedali, che fino a qualche tempo fa avevano una copertura in amianto ed erano luoghi di lavoro costante per i dipendenti.
Questa proposta che voteremo anche come minoranza ci consentirà di tutelare e salvaguardare, non solo con ammende amministrative che sono state quasi raddoppiate, i luoghi di lavoro.
Ritengo che questo sia un provvedimento importante che
vada approvato per far sì che si apra un nuovo spiraglio in questa terra e che
qualsiasi lavoratore, per quel poco che c’è nei nostri
territori, non sia garantito solo dal punto di vista del reddito ma anche dal punto di vista della sicurezza.
In Calabria abbiamo un
numero spropositato di morti sui luoghi di lavoro perché a volte, con superficialità,
non viene controllata e garantita la sicurezza, delle volte anche da parte
delle istituzioni, il che diventa ancora più grave e non meno grave di quando
succede nel privato. Questa è una legge, però, che può cambiare la tendenza
dando una sicurezza in più ai lavoratori.
Come minoranza, come centro-sinistra voteremo questa legge che non solo abbiamo firmato ma su
cui abbiamo lavorato insieme affinché potesse uscir fuori un testo capace di
tutelare tutte le professionalità sul nostro
territorio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha
facoltà.
Presidente, solo per aggiungere qualche altra
considerazione; poche battute rispetto a quanto detto già dal collega Aiello.
Volevo precisare che questa legge che andremo ad
approvare è il frutto di più proposte di legge. Praticamente la proposta di legge
odierna riunifica la volontà di tutelare meglio i lavoratori sui luoghi di lavoro.
Secondo me questa legge consente alla Calabria di far un
passo avanti per quanto riguarda le tutele. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Giusto per un chiarimento che è doveroso nella mia qualità di relatore nei confronti dei firmatari della proposta di legge e nei suoi confronti come Presidente del Consiglio.
Agli atti della Commissione, agli atti del Consiglio, non vi sono altre proposte di legge attinenti questa materia, altrimenti avremmo parlato di testo unificato. Per ragioni di chiarezza, in base all’intervento del collega Censore, è giusto lo dica.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, brevemente per dichiarazione
di voto. Come ricordavano i colleghi questo è un provvedimento che in Commissione ha avuto un iter positivo anche grazie
al contributo diffuso di tutta la Commissione.
E’ un testo che va a colmare i vuoti pesanti che la normativa regionale ha in una Regione dove, purtroppo, la
sicurezza del lavoro è uno dei temi più caldi.
Abbiamo visto
proprio l’altro ieri l’audizione della Commissione
parlamentare che a
Catanzaro ha fatto il punto della situazione sugli infortuni e sulle vittime
che, purtroppo, in Calabria hanno subito una impennata quasi del 100 per cento
nel 2011 rispetto al 2010.
E’ una legge
importante che risolve e fa chiarezza su parecchie questioni. Per questo
motivo, così come fatto in Commissione col nostro contributo, confermiamo con
il voto favorevole il provvedimento.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo solo per un breve accenno all’importanza di questa legge, come già
fatto dagli interventi che mi hanno preceduto;
d’altronde l’importanza è confermata dall’importante consenso di tutti i
gruppi in Commissione.
Non è
solo un voto unanime. Si esprime anche un forte sentimento che questa legislatura ha voluto dare e dedicare a tutta la
materia afferente la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questo Consiglio regionale si è contraddistinto non solo
per l’approvazione della legge che tutela fortemente le invalidità, la capacità
di dare un giusto ristoro e riconoscimento a quanti hanno subito – per
circostanze di lavoro – danni di natura fisica
e di tutela alle famiglie, ma ancor di più questo Consiglio
regionale si è caratterizzato perché dai
fondi ricavati, dalle somme che siamo riusciti a risparmiare, quindi con i
risparmi del Consiglio regionale, abbiamo dato
un contributo forte al finanziamento di quella stessa legge facendo sì che
tante famiglie di lavoratori calabresi potessero trovare un ristoro non solo alla
indennità in sé, ma anche nel sostegno – soprattutto per i casi più gravi,
anche in caso di morte – alle famiglie che molte volte si vedevano anche
indebolite da questa presenza.
Se quello ha rappresentato un
elemento di sensibilità e di solidarietà alle famiglie sfortunate questa legge
di oggi serve a porci in un clima ancora più attento rispetto alla tematica
degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in genere, cioè
quello di voler a tutti i costi rimarcare un concetto: che in Calabria il lavoro,
per quanto poco, deve essere sacro ed ancor di più i luoghi di lavoro non
possono diventare dominio di chi pensa di dominare con il lavoro in nero, col lavoro
non tutelato e non garantito, ma sfruttando i lavoratori.
Questo è un piccolo segno, un
suggerimento che vogliamo dare, una spinta in più che vogliamo offrire alle aziende
sanitarie locali per tentare di recuperare questo rapporto sulla prevenzione e
sul controllo nei luoghi di lavoro.
E’ un segnale e certo non è la
soluzione definitiva. Ci aspettiamo che su questo versante qualcosa di più da
ora in avanti dovremo fare per cercare di creare le condizioni affinché il lavoro
possa essere sempre al centro della nostra azione politica ma anche per far
cessare le condizioni di difficoltà in cui molti lavoratori si trovano. La Calabria
deve dimostrare il suo vero volto, quello della solidarietà e dell’umanità.
Non ci sono altri interventi per
discussione generale sulla proposta di legge, possiamo procedere alla votazione
dell’articolato che si compone di otto articoli.
E’ stato presentato anche un emendamento
a firma dell’onorevole Parente, all’articolo 2.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo 2 è stato presentato un
emendamento a firma dell’onorevole Parente, protocollo numero 45858, che così
recita: “All’articolo 2, le parole <a partire dal primo gennaio 2012>
sono sostituite con le parole <dall’entrata in vigore della presente legge>”.
Prego, onorevole Parente, può
illustrarlo.
Presidente, è
solo un emendamento tecnico perché si
sostituisce la data di entrata in vigore poiché quella del 1 gennaio 2012 è
chiaramente superata, con l’entrata in vigore della presente legge.
Parere
del relatore?
L’onorevole Parente è anche il primo firmatario del provvedimento.
Siccome si tratta anche di una questione tecnica il parere è positivo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2,
come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la proposta di
legge nel suo complesso come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo adesso all’esame della proposta di provvedimento amministrativo numero 131/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proposta di legge al Parlamento – Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò”.
L’onorevole Salerno,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente. Anche questo provvedimento è stato licenziato all’unanimità in Commissione, si tratta di una proposta di iniziativa della Giunta regionale.
Anche il punto successivo che andremo a trattare tratterà lo stesso argomento e riguarderà la predisposizione della legge regionale.
Questa è una proposta rivolta al Parlamento affinché predisponga una legge nazionale per quanto riguarda l’istituzione della giornata regionale del calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò.
L’attuale vigente calendario è stato introdotto nel 1582 per volontà di Papa Gregorio XIII ed è stato riconosciuto, anche a seguito di una lieve modifica, il lavoro svolto proprio da Lilius da Cirò.
Ritengo che sia una cosa importante ed anche un motivo
di orgoglio per questa Assemblea legislativa approvare questa proposta per il
riconoscimento della istituzione della giornata per Lilius da Cirò.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, per precisare soltanto che in Commissione questa proposta non è stata votata alla unanimità ed ha avuto il voto contrario del gruppo del Partito democratico che confermiamo anche in Aula.
Riteniamo ci siano cose più importanti a cui i calabresi
devono pensare in un momento di difficoltà, pur riconoscendo il merito che
questo illustre calabrese ha avuto in passato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha
facoltà.
Per quanto mi risulta è
stata votata alla unanimità.
In Commissione bilancio ho votato personalmente contro.
Per cortesia, in Commissione per il gruppo del Partito democratico c’è l’onorevole Scalzo che è qui presente e può testimoniare di aver votato alla unanimità il provvedimento.
Presidente, ogni proposta di legge viene poi mandata in Commissione bilancio per il parere finanziario.
In Commissione bilancio si è votato contro questa proposta di legge.
E’ senza
oneri finanziari.
Presidente,
voto a favore.
(Interruzione)
Il bilancio è un’altra questione. Stiamo discutendo di
questo problema ed io per quanto mi riguarda
voto favorevolmente.
E’ senza
oneri finanziari.
Sostengo
questo provvedimento perché finalmente diamo lustro ad
una figura importante per la nostra regione. Credo che sia anche un riconoscimento
di natura culturale che non ci fa male. Per quanto mi riguarda, ribadisco il
mio voto a favore.
Ricomponiamoci
un attimo. Prego i colleghi di sedersi, prenotarsi e poi potrò dar loro la
parola così tutti avranno la possibilità di
intervenire.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Scalzo, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Volevo precisare, in pochissimo tempo,
la posizione assunta in terza Commissione.
Noi
abbiamo ritenuto all’unanimità che questa
fosse una legge che non contiene aggravi di tipo economico; ha un valore
storico e culturale ed ha un valore che attiene alla nostra
storia, quella della Magna Grecia di
cui tutti si riempiono la bocca. Poi dobbiamo esser consequenziali nelle nostre
azioni.
In terza Commissione ho votato favorevolmente, così come
dichiarava poc’anzi il collega Sulla; anche io in Aula voterò a favore del provvedimento
perché nel capitolo non c’è un aggravio di spesa. Mi sembra, quindi, assolutamente
legittimo e coerente votare anche in Aula.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Pacenza, ne ha facoltà.
Presidente,
il collega Scalzo mi ha preceduto in questa precisazione che mi sembra di non
poco conto.
L’articolo
1 della proposta di provvedimento amministrativo dice chiaramente che non ci sono oneri
di spesa.
Mi
sembra stucchevole andare in polemica rispetto ad una…
(Interruzione)
No,
l’articolo 1 dice che è senza oneri si spesa.
(Interruzione)
Il tuo
collega di partito dice la stessa cosa. Fare polemica su un aspetto, che dal punto di vista culturale mi sembra un passo in avanti notevole, mi sembra fuori
luogo.
(Interruzione)
Mi si
sta facendo notare che intervengono nella discussione sempre i consiglieri di Crotone
e Vibo Valentia e creano
sempre problemi.
No,
problemi no, questa non è una colpa se interveniamo, Presidente.
Finisco perché la polemica solitamente non mi
appartiene.
Se i
colleghi non vogliono votarla sono ovviamente
liberi, ma a me risulta che non ci sia oneri finanziario. Grazie.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole
Salerno, ne ha facoltà.
Intervengo
giusto per fare chiarezza: bisogna fare una distinzione. Noi stiamo trattando, adesso, la proposta
di legge che fa la Giunta regionale al Parlamento e, precisamente, stiamo
discutendo la proposta numero 131. Questa proposta di legge, come diceva l’onorevole
Pacenza, non prevede oneri finanziari
a carico della Regione. Inviterei i colleghi a guardarsi e leggersi le carte. Questo
punto che stiamo discutendo in questo momento non comporta oneri per la Regione,
è una proposta, rivolta al Parlamento, perché approvi una legge nazionale per il
riconoscimento della giornata in ricordo di Lilius da Cirò. Ed è quella di cui
discuteremo.
Spero che
la seconda Commissione riesca a rintracciare delle risorse da inserire.
Per
quanto riguarda il successivo punto, così evitiamo anche di ripetere la relazione perché è la stessa cosa, troviamo
una previsione di spesa di 10 mila euro. Ritengo superfluo, per l’importanza
del matematico Lilius da Cirò e per il lustro che ha dato e che dà alla Calabria,
che il Consiglio regionale, oggi, si ponga il problema di finanziare 10 mila
euro per valorizzare la sua storia, il suo patrimonio culturale. Allora –
consentitemi – c’è molto da riflettere!
Ha chiesto di intervenire l’onorevole
Aiello, ne ha facoltà.
Presidente,
ero presente in Commissione ed ho votato
favorevolmente alla proposta. Quando la Provincia di Crotone
verrà accorpata con la Provincia di Cosenza, chiederò l’istituzione della
Regione di Cosenza, così eviteremo le discussioni che stiamo facendo qui questa sera. E’ una questione
di carattere culturale – così l’abbiamo affrontata col collega Scalzo in Commissione
– anche importante, non ci
sono oneri di bilancio, quindi ritengo
che questa impostazione sia corretta. Dovremmo prevedere anche un Regolamento, Presidente,
che impedisca che ci siano due consiglieri regionali dello stesso paese, perché
altrimenti qui in Consiglio non riusciremo ad affrontare una questione che
possa entrare nel merito dal punto di vista storico e culturale!
E’ una
fase importante, sono d’accordo con il vicepresidente Sulla; penso che dovremmo
valutare la possibilità di sostenere un’iniziativa
di questo tipo con le risorse previste sull’Asse della cultura; non sono
di Crotone, però ritengo che sia una
cosa importante e ci tenevo a dire che l’ho votata, la condivido e la voterò
anche in Aula.
Ha chiesto di parlare l’assessore Caligiuri. Ne ha facoltà.
L’argomento posto all’attenzione del Consiglio regionale è di
grandissimo spessore, perché ribadisce una circostanza che spesso ripetiamo e
per la quale dobbiamo essere conseguenti, cioè che la Calabria è una terra
ricca di cultura.
Se Aloysius Lilius fosse nato in Germania, a quest’ora lo conoscerebbero
anche sulla Luna! E’ nato, invece, a Cirò ed è poco conosciuto. E’ nato 502
anni fa a Cirò, questo grande intellettuale, ideatore del calendario
gregoriano, che venne promulgato da Gregorio XIII nel 1582 con la Bolla inter
gravissimas; sostituisce il calendario gregoriano quello giuliano,
promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C. e promulgato nella sua qualità di pontifex
maximus.
E’ molto importante la riforma gregoriana perché è una riforma che
parla calabrese; il Presidente della Commissione pontificia era un cardinale di
Guardavalle, Guglielmo Sirleto, e facevano parte di questa Commissione,
composta da soli 8 membri, anche Vincenzo Di Lauro, che era di Tropea, e
Antonio Lirio, l’unico non religioso della Commissione.
Antonino Zichichi, uno degli uomini di cultura più importanti del nostro
Paese, grande fisico noto in tutto il mondo, ha inaugurato nel 2010, a Cirò, il
Museo nazionale di Aloysius Lilius, che è stato realizzato anche con fondi regionali.
Questa figura straordinaria, quindi, è importante, perché affronta il problema
del tempo. Il tempo, per definizione, è incerto e a Lilius dobbiamo il calendario
perfetto, che determina con esattezza la quattordicesima luna, cioè il plenilunio
della Pasqua. Per questo è la Chiesa che promulga il calendario.
Oggi noi abbiamo bisogno di bussole di orientamento che sono
indispensabili. Oggi, la gran parte del mondo misura il tempo grazie ai calcoli
di Aloysius Lilius.
Noi abbiamo tutti i limiti e riferimenti in questa epoca dalle passioni
tristi ed abbiamo necessità di avere delle ancore di riferimento. Scrive Paul
Bowles nel “Te nel deserto” – che poi è diventato un grandissimo film – che
“tutto accade un numero minimo di volte”. Quante altre volte vedremo spuntare
la luna? Forse una dozzina di volte, eppure tutto sembra senza limiti.
Dobbiamo, quindi, ad Aloysius Lilius il senso del limite, della misura,
del tempo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato
attentamente la discussione, ma francamente non
mi convince il presupposto. Ho ascoltato con molta
attenzione il presidente Scopelliti, dieci minuti fa, che lamentava, addirittura,
la condizione di precarietà per quanto riguarda gli emolumenti da corrispondere
agli operai. E noi proponiamo una legge in cui, anche se minimo, c’è un impegno
di spesa.
E’ giusto che la maggioranza, se lo
ritiene, adotti ed approvi un provvedimento; lo faccia, però, se ha i numeri in
quest’Aula. Da un’occhiata generica, non vedo i numeri che ci vogliono per approvare
questa legge.
Quindi, Presidente, preannuncio il
mio voto contrario e, al contempo, le chiedo la verifica del numero legale.
Invito il consigliere Nucera a fare
la chiama per la verifica del numero legale.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della chiama: presenti 28, assenti
22. Il numero legale c’è, quindi proseguiamo con la votazione.
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’altro punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 196/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò”.
Qui ci sono due articoli rivisti, la discussione
c’è già stata, quindi possiamo procedere alla votazione.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
E’ approvato col voto contrario dell’onorevole
Censore.
Pongo in votazione il provvedimento nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo all’esame della proposta di provvedimento amministrativo numero 187/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro – Approvazione Rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2011”.
E’ relatore l’onorevole Imbalzano, che ha facoltà di intervenire.
La Commissione da me presieduta il 6 settembre ha
licenziato la proposta di provvedimento amministrativo riguardante
il rendiconto consuntivo 2011 dell’Azienda Calabria Lavoro. Come al solito, il metodo di lavoro che abbiamo impiegato in Commissione
per l’esame del documento contabile è stato basato sul controllo della
regolarità di tutte le procedure richiamate dalla legge di contabilità, nonché
sull’approfondimento delle raccomandazioni e delle prescrizioni del Collegio
dei revisori dei conti, dei dipartimenti regionali competenti, della Giunta
regionale, che la Commissione ha fatto
proprie ai fini dell’approvazione del provvedimento.
In questa sede, vorrei brevemente
richiamare queste osservazioni e, successivamente, evidenziare i risultati
raggiunti dall’ente: in primo luogo, è
emerso il parere favorevole – come dicevo – del Collegio dei revisori, che
raccomanda all’Azienda di richiedere annualmente al competente dipartimento regionale
lo stanziamento di tutte le somme occorrenti per il funzionamento di “Calabria Lavoro”
ai sensi dell’articolo 9 dello Statuto.
Lo stesso
Collegio ha prescritto, altresì, di non utilizzare la quota disponibile dell’avanzo
di amministrazione applicato al bilancio di previsione 2012 fino a quando non
fosse stato approvato il rendiconto della Giunta regionale, cosa che puntualmente
è già avvenuta.
Per
quanto riguarda, invece, le disposizioni normative di contenimento della spesa
pubblica contenute nella legge regionale numero 22 del 2010, il commissario ha
dichiarato e confermato in Commissione di avere ridotto le spese per relazioni
pubbliche, per convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, atteso che non
possono essere – com’è noto – superiori all’80 per cento della stessa spesa
impegnata nel 2009.
Lo stesso
commissario ha attestato – cosa assai importante – l’inesistenza di debiti
fuori bilancio non ancora riconosciuti in relazione all’esercizio finanziario
2011.
Devo
precisare che sia il dipartimento politiche del lavoro sia il dipartimento bilancio
hanno espresso parere favorevole all’approvazione di questi consuntivi.
Sotto il
profilo gestionale, l’Azienda chiude l’esercizio 2011 con un avanzo di
amministrazione pari ad euro 1.727.611,14.
Lo stesso
dipartimento bilancio ha verificato la determinazione dei residui attivi e
passivi al 31 dicembre 2011, focalizzando l’attenzione sull’esatta corrispondenza
tra i dati finali 2010 e i dati iniziali 2011.
La Commissione
ha fatto proprie le determinazioni sul rendiconto
2011 – come dicevo poc’anzi – della Giunta regionale, nonché le osservazioni e
le raccomandazioni del Collegio dei revisori e del dipartimento bilancio.
Non ci sono richieste di interventi, pertanto pongo in votazione il rendiconto
generale dell’Azienda Calabria Lavoro per l’esercizio 2011.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
E’
approvato col voto contrario della minoranza.
Sul punto precedente, è necessario apportare una piccola modifica alla
norma, come evidenziato dalla Commissione, senza oneri di spesa; in coordinamento
formale poi provvederemo ad armonizzare il provvedimento.
L’ultimo
punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 366/9^ di
iniziativa del consigliere Imbalzano, recante: “Modifica dell’articolo 2, comma
2, lettera b), della legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 ‘Unione tra i
Comuni’”.
E’ relatore l’onorevole Magno,
che ha facoltà di intervenire.
Ringraziamo
l’onorevole Imbalzano per aver proposto questa modifica all’articolo 2 della legge numero 43 sull’Unione dei Comuni.
Il provvedimento è stato votato all’unanimità
dalla Commissione. La modifica sostanziale abbassa il tetto dei Comuni inferiori
a 1.000 abitanti, per quanto riguarda la costituzione dell’Unione dei Comuni,
da 2.500 a 2.000 abitanti per i Comuni che ricadono nei territori montani che o
facevano parte o fanno parte delle comunità
montane.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Solo per
fare qualche breve sottolineatura. Voglio ricordare
che la proposta di legge – e questo lo ritengo un fatto estremamente positivo – nasce dal basso, dalle esigenze
manifestate da diversi sindaci, soprattutto di territori un po’ marginalizzati,
lontani, della provincia, delle sedi più lontane dai capoluoghi e soprattutto
di comuni collinari e montani che, rispetto alla legge regionale numero 43 del
2011 sulle Unioni dei Comuni - una buona legge votata da questo Consiglio
regionale - introduce questa significativa novità di ridurre il limite
demografico per favorire l’accorpamento di questi Comuni, in una Regione che ha
un numero di Comuni eccessivo.
Da qui l’esigenza
di abbassare questo limite demografico in una fase non solo di spending
review, ma anche di funzionalità dei servizi, di razionalizzazione delle
spese dei Comuni stessi e di elevazione della qualità dei servizi resi, per cui
si rendeva necessario favorire quelle aggregazioni che si intende portare
avanti. Da qui, quindi, è nata la proposta di legge.
Ringrazio
anche io il collega Magno, relatore in Consiglio, che in Commissione si è
prodigato per farla licenziare al più presto.
Non ci
sono altri interventi, possiamo procedere alla votazione della legge, che è
composta da un unico articolo che modifica la legge regionale numero 43 del
2011.
Pongo in
votazione l’articolo unico.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, se non l’ordine del giorno a
firma di consiglieri di minoranza, Guccione, Censore, Aiello, De Gaetano ed
altri, più un altro ordine del giorno firmato da Scalzo e Maiolo.
La
parola all’onorevole Censore per l’illustrazione dell’ordine del giorno sui lavoratori di Afor ed Arssa.
Presidente e onorevoli colleghi, rispetto a quest’ordine del giorno, quando inizialmente l’ho
richiamato in Aula, avevo specificato il motivo per cui quest’ordine del giorno
è stato presentato: c’è una situazione di disagio che vivono i lavoratori dell’Arssa,
dell’Afor, i sorveglianti idraulici, i lavoratori dei consorzi di bonifica, perché
non si è provveduto al pagamento degli stipendi dei mesi passati e non c’è la copertura
finanziaria per i mesi futuri e per la tredicesima mensilità.
Tutto ciò ha portato i lavoratori,
oggi, ad occupare la sede stradale della superstrada che da Cosenza porta a Crotone.
Ieri, nella mia provincia c’è stato un altro presidio da parte dei sorveglianti
idraulici, i quali si ritengono
abbandonati, anche perché vivono una situazione particolare.
Presentiamo quest’ordine del giorno,
affinché la Giunta renda immediatamente disponibili le risorse finanziarie degli
emolumenti pregressi. In più, chiediamo alla Giunta di autorizzare i commissari
liquidatori di Arssa ed Afor a procedere alla richiesta di un’anticipazione
bancaria delle somme poste in bilancio destinate all’Arssa e all’Afor per poter
pagare gli stipendi.
Pensiamo, quindi, che sia un ordine
del giorno importante, tra l’altro è stato firmato anche da parte del collega
Bruni, che appartiene all’Udc, quindi alla maggioranza. Ritengo, dunque, che ci
siano le condizioni affinché quest’Aula, nella sua interezza, voti quest’ordine
del giorno.
Possiamo porre in votazione l’ordine
del giorno che, peraltro, va unificato con quello presentato dai consiglieri
Scalzo e Maiolo che tratta un argomento simile, al di là di qualche
differenziazione. Siamo d’accordo con i sottoscrittori perché siano unificati.
Possiamo, quindi, accorparli e votare l’ordine del giorno. Do lettura dei due
ordini del giorno. Il primo, a firma dei consiglieri Censore e altri, così
recita:
“Premesso che:
l’Arssa non ha ancora provveduto al pagamento e alla copertura degli stipendi dei propri dipendenti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre più la tredicesima e che l’Afor non ha ancora erogato gli stipendi di agosto, settembre e ottobre ai lavoratori forestali e a quelli della sorveglianza idraulica e non ha le risorse necessarie per coprire il pagamento degli stipendi di questi ultimi per quanto riguarda i mesi di novembre, dicembre più la tredicesima;
tutto ciò ha creato uno stato di gravissimo disagio tra le migliaia di lavoratori che vivono di questo stipendio;
in queste ore, sono in corso manifestazioni di protesta come l’occupazione della SS. 107 in prossimità di San Giovanni in Fiore, mentre ieri i lavoratori della sorveglianza idraulica hanno occupato la sede di Cosenza dell’Afor e il presidio idraulico di Vibo Valentia per protestare contro la Giunta regionale per la mancata copertura finanziaria degli stipendi per l’anno 2012;
il Consiglio regionale della Calabria chiede
alla Giunta regionale di porre definitivamente fine a tale situazione, rendendo immediatamente disponibili le risorse necessarie alla copertura finanziaria degli emolumenti pregressi fino al 31.12.2012 o di autorizzare i Commissari Liquidatori di Arssa e Afor a procedere alla richiesta di un’anticipazione bancaria delle somme poste in bilancio destinate ad Arssa ed Afor, per poter disporre così delle risorse necessarie per garantire il sacrosanto diritto alla retribuzione mensile ai lavoratori forestali, ai sorveglianti idraulici e ai dipendenti dell’Arssa”.
Il secondo, a firma dei consiglieri Scalzo e Maiolo, così recita:
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
i circa 300 sorveglianti idraulici forestali svolgono un’irrinunciabile e insostituibile servizio pubblico in quanto impegnati in attività volte al monitoraggio e alla sicurezza dei fiumi, torrenti e altri corsi d’acqua al fine di prevenire danni di vario genere, già purtroppo, registratasi nel recente passato;
gli stessi, altamente professionalizzati, pur essendo assegnati al Dipartimento lavori Pubblici della Regione Calabria, vengono pagati dall’A.fo.r.; da tre mesi (agosto, settembre, ottobre) non ricevono lo stipendio con conseguenti oggettive difficoltà economiche aggravate dal fatto cha, la maggior parte di essi, appartiene a famiglie monoreddito;
nonostante le conclamate difficoltà economiche si recano al lavoro pur di poter continuare a garantire l’insopprimibile ed importante servizio pubblico rivolto alla cura del territorio e alla prevenzione del dissesto idrogeologico;
impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta:
ad attivarsi al fine di provvedere all’immediato al pagamento di tutte le mensilità arretrate;
all’attivazione delle procedure amministrative volte al definitivo inquadramento presso gli uffici o i dipartimenti più idonei al fine di un migliore proficuo svolgimento di questo insopprimibile servizio pubblico in un quadro che definisca al meglio la gestione organica dei sorveglianti idraulici”.
Pongo in votazione entrambi gli ordini del giorno, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(Sono riportati in allegato)
Non ci sono altri punti all’ordine
del giorno, il Consiglio sarà convocato per il 29 ottobre alle ore 11,00.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Franchino, Principe, Stillitani, Morrone.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa del consigliere Dattolo:
“Modifiche alla legge regionale 3 settembre 2012, n. 38 (Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria)” (P.L. n. 383/9^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare –
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Modifiche alla legge regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della struttura Tecnica di Valutazione (VAS- VIA – AIA–VI)” (P.L. n. 384/9^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare –
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Documento di programmazione economica-finanziaria della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2013-2015 (art. 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8) –
(Delibera G.R. n. 414 del 28.9.2012)” (P.P.A. n. 198/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
In data 12
ottobre 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate
leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul
supplemento straordinario n. 2 del 20 ottobre 2012 al Bur n. 19 del 16 ottobre
2012:
legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45, recante: “Gestione, tutela e
valorizzazione del patrimonio forestale regionale”;
legge regionale 12 ottobre 2012, n. 46, recante: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 15
ottobre 2009, n. 35, recante: “Procedure per la denuncia, il deposito e
l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione
territoriale in prospettiva antismica”;
legge regionale 12 ottobre 2012, n. 47, recante: “Interventi a favore dei
soggetti celiaci”.
L’onorevole consigliere Pasquale Tripodi, ha rassegnato le
proprie dimissioni, con effetto immediato da Segretario della seconda Commissione
consiliare, giusta comunicazione del 19 ottobre 2012, acquisita agli atti in
data 22 ottobre 2012 al protocollo generale n. 45597.
Talarico D.. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere- premesso che:
con decreto n. 1178 del 28/12/99
la Regione Calabria (Settore 20/Dipartimento LL.PP) impegnava la somma di Euro
2.065.827,60 di cui Euro 1.032.913,80 a carico della misura 1.2 - POP 1994/1999
ed Euro 1.032.913,80 a carico della Regione, per la realizzazione dell'opera
denominata "Lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero
natanti da diporto del comune di Diamante (CS) e della sua successiva
gestione";
l'impegno finanziario è stato
confermato dalla Regione con Delibera di G.R. 20.03.2000, n. 145 e con Decreto
in data 08.02.2000, n. 175 a firma del Dirigente del settore 20/Dipartimento
LL.PP;
il progetto preliminare
dell'opera di che trattasi, dell'importo complessivo di Euro 4.131.655,19, è
stato approvato con determina n. 2351 del 08.03.2000 del summenzionato
dirigente di settore;
con avviso in data 10.03.2000 è
stata indetta la gara relativa alla licitazione privata per l'affidamento in
concessione dei summenzionati lavori;
la parte privata (Concessionario)
si sarebbe fatto carico della restante somma derivante dalla differenza tra il
finanziamento erogato e l'importo complessivo dei lavori;
il progetto esecutivo,
comprensivo di oneri per spese tecniche, sicurezza, forniture e arredi
portuali, è stato approvato dalla Regione Calabria per l'importo complessivo di
Euro 5.932.228,29;
dopo un lungo iter
amministrativo, conclusosi con l'acquisizione del favorevole parere Via, i
lavori e la successiva gestione dell'opera, sono stati aggiudicati all'Ati Icad Costruzioni Generali S.r.l. e Diamante Blu S.r.l.;
la Giunta regionale con
deliberazione n. 1097 del 23.12.2008 ha autorizzato il Dipartimento n. 9 a
procedere agli atti di impegno, in favore del Comune di Diamante, necessari per
la concessione di un finanziamento per la "Riqualificazione molo esistente
con completamento strada annessa" a valere sulla L.R. 24/87, mediante
assegnazione di un contributo costante di durata ventennale di Euro 83.449,25
decorrente dall'esercizio finanziario 2008, della durata massima di 20 anni, a
totale carico della Regione Calabria;
il rapporto tra il Comune di
Diamante e la Regione Calabria, ai fini dell'utilizzo del contributo ventennale
sopra richiamato, è stato regolato da apposita convenzione, approvata dalla
Giunta comunale di Diamante con delibera in data 29.01. 2009;
con Decreto Prot. 1006 del
27.07.2011, a firma del Dirigente generale del Dipartimento 9/Infrastrutture e
LL.PP., è stato effettuato uno stralcio dell'impegno di spesa a favore del
Comune di Diamante per un importo di Euro 1.500.000,00;
in ogni caso, I lavori dell'opera
di che trattasi, iniziati nei primi mesi del 2010 dopo un iter amministrativo
durato oltre dieci anni, si sono interrotti improvvisamente nel novembre dello
stesso anno;
ad oggi detti lavori non hanno
raggiunto nemmeno il primo stato di avanzamento;
non sono chiare, univoche, le
motivazioni che hanno portato all'interruzione dei lavori;
la realizzazione dell'opera e
l'avvio della sua gestione possono rappresentare un importante fattore di
ammodernamento, di potenziamento, di riqualificazione funzionale delle
strutture di servizio alle attività turistiche, di miglioramento della
logistica applicata al settore, che può favorire nondimeno una crescita
complessiva dell'economia del territorio;
la Regione Calabria, attraverso
il Dipartimento n. 9 Infrastrutture, LL.PP. e Politiche della casa, è soggetto
attuatore dell'intervento di che trattasi;
in data 15.10.2012, come si è
appreso da alcune agenzie di stampa, si è tenuto un incontro tra la Regione
Calabria, il Comune di Diamante e l'impresa concessionaria per fare il punto
della situazione, al termine del quale è stato dichiarato che tutte le
difficoltà sono state superate e che i lavori riprenderanno al più presto -:
quali motivazioni sono alla base
dell'improvvisa sospensione dei lavori;
quali sarebbero state le
difficoltà, tecniche e/o amministrative, che avrebbero ostacolato la
prosecuzione dei lavori, oggi dichiarate superate;
su quali basi, certe et definite, si basa la convinzione che i lavori riprenderanno in brevissimo-tempo;
quali iniziative ha inteso e/o
intende assumere l'Assessorato per addivenire ad una ripresa dei lavori in
tempi brevi.
(302; 19.12.2012)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in provincia di Cosenza operano
93 strutture che accolgono 998 minori distribuite in 27 Case famiglia con 297
minori accolti, 59 Centri Diurni con 652 minori accolti, 7 Gruppi Appartamento
con 49 minori accolti;
i minori ospitati in queste
strutture sono perlopiù bambini disagiati e bisognosi di aiuto, privi di una
famiglia idonea, provenienti dalle zone
più povere e più difficili dell'area urbana cosentina e dell'intera provincia.
Essi appartengono al tessuto più fragile della nostra comunità e portano con sé
il peso di situazioni di sofferenza e di disagio maturate in contesti familiari
spesso inimmaginabili e che invocano sicuramente un percorso di tutela e di
accoglienza assai delicato e faticoso;
all'interno di queste strutture
operano figure specialistiche (educatori ed assistenti sociali) che hanno fatto
dell'accoglienza prima che un lavoro, la ragione della propria vita;
da tempo opera in provincia di
Cosenza un Coordinamento Provinciale dei servizi per i minori (case-famiglia,
centri diurni, centri socio-educativi, servizi domiciliari, centri di incontro
ecc. ecc.) che non ha fini di lucro e che si propone di collegare le case
famiglia e gli altri servizi educativi, sociali ed assistenziali aderenti,
favorendo il confronto, lo scambio di esperienze e di buone prassi ed offrendo
supporto organizzativo ed operativo nello svolgimento delle attività
pedagogico- educative e nel pieno adempimento degli obblighi di legge su
aspetti organizzativi e gestionali comuni, promuovendo e divulgando una cultura
dell'infanzia e dell'accoglienza fondata sulla centralità della persona umana
quale "essere unico e irripetibile", sulla prevenzione di ogni abuso
fisico e psichico e di qualsiasi forma di sfruttamento e di violenza;
la Regione Calabria, rispetto
alle altre regioni del Paese, elargisce una retta omnicomprensiva che è la più
bassa d'Italia e che ammonta a soli 31 euro al giorno per ogni bambino
ospitato, nonostante le ripetute e accorate richieste di adeguamento inoltrate
al presidente della Giunta Regionale, on. Giuseppe Scopelliti basate sia
sull'aumentato costo della vita e sia perché ai servizi sono stati richiesti
adeguamenti funzionali, strutturali e di personale con conseguente lievitazione
dei costi a carico degli enti gestori,
stante l'inadeguatezza delle
risorse loro destinate, per le annualità 2010 e 2011 e per il 2012 queste
strutture non hanno ancora ricevuto i fondi trasferiti dalla Regione al Comune
di Cosenza e, a dieci mesi dall'inizio del 2012, dalla Regione non si è ancora
visto nemmeno un euro;
in conseguenza di ciò queste
strutture sono ormai ridotte alla fame e non possono più provvedere ai
fabbisogni quotidiani degli ospiti, mentre gli operatori non ricevono gli
stipendi ormai da diversi mesi -:
quali iniziative urgenti si
intendono assumere per adeguare le misere rette che eroga la Regione Calabria
per ogni bambino ospitato e per risanare celermente una situazione di ritardi
nell'erogazione dei fondi destinati alle strutture di accoglienza dei minori
che definire "vergognosa" significa davvero usare un eufemismo. Una
situazione che non può essere più sottaciuta e tollerata soprattutto in un
momento di crisi gravissima come quello che sta attraversando la Calabria. Una
società veramente civile e democratica non può starsene tranquilla e
indifferente di fronte al dolore e alla sofferenza di bambini sfortunati,
poveri e abbandonati fin dalla nascita, a cui ora si vuole negare anche quello
che spetta loro di diritto.
(303; 22.10.2012)
De Gaetano. All’assessore alle politiche ambientali e
all’assessore ai lavori pubblici. Per
sapere – premesso che:
le falde acquifere lungo la fiumara Amusa presso il Comune di Caulonia sono risultate contaminate da arsenico;
il problema interessa il centro storico di Caulonia e la rete di case sparse lungo la perimetrazione urbana, la Contrada Candidati e le Case sparse lungo gli argini della fiumara Amusa, fino alla foce;
oltre duemila persone sono quotidianamente a contatto con l'acqua avvelenata;
la So.Ri.Cal S.p.a., con comunicazione del 18/04/2012, presenta il quadro generale delle risultanze di quanto emerso a seguito dei controlli eseguiti nonché delle iniziative di pronto intervento ritenute opportune;
alla So.Ri.Cal S.p.a. è affidato il servizio della fornitura idropotabile all'ingrosso, giusta “convezione per l'affidamento in gestione degli acquedotti regionali della Calabria e del servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili" sottoscritta in data 13 giugno 2003, repertorio n. 41022 tra So.Ri.Cal S.p.a. Regione Calabria;
già con ordinanza n. 32 del 13/04/2012 il Sindaco pro-tempore, ordinava la chiusura delle fontane pubbliche di via Brigida Postorino e Piazzetta Municipio disponendo, altresì, l'utilizzo dell'acqua per soli usi non potabili. Il tutto in attesa di nuove analisi di laboratorio;
con delibera n. 119 del 26/04/2012 la Giunta comunale di Caulonia, stabiliva di valutare, unitamente ai responsabili dei servizi interessati, le iniziative volte alla bonifica e al filtraggio delle acque all'uscita del serbatoio di Caulonia Centro nonché di demandare all'Ufficio Tecnico comunale l'adozione di tutti gli atti per quanto di competenza;
i tecnici della So.Ri.Cal ed il Responsabile dell'ufficio Tecnico Comunale concordavano l'inizio dei lavori per le opere di bonifica fissando la data del 04/06/2012;
ad oggi la So.Ri.Cal S.p.a. è rimasta inadempiente non avendo ottemperato cordato nonché a quanto di propria competenza -:
se intendano intervenire tempestivamente affinché la Società erogatrice del servizio, So.Ri.Cal. S.p.a., adempia alla realizzazione delle opere necessarie di bonifica, per tutelare la salute dei cittadini di Caulonia.
(304; 23.10.2012)
Art 1
(Modifica all'articolo 1 l.r. 39/2012)
1. AI comma 4 dell'articolo 1 (Struttura Tecnica di Valutazione -S.TV.) della legge regionale 3 settembre 2012, n. 39 (Istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI) le parole «e per la remunerazione del persc;1ale impegnato nelle attività della struttura che abbiano conseguito gli obiettivi di produttività o di risultato secondo le incentivazioni previste dalla contrattazione collettiva» sono soppresse.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 1 l.r. 38/2012)
1. Il comma 2 dell'articolo 1 (Finalità della legge) della legge regionale 3 settembre 2012, n. 38 (Valorizzazione e promozione del termalismo in Calabria) è sostituito dal seguente: "2. La Regione, al fine di valorizzare la qualità delle prestazioni termali, nel rispetto dell'articolo 9 della legge 24 ottobre 2000, n. 323, attiva iniziative di formazione professionale."
2. Il comma 4 dell'articolo 1 della l.r. 38/2012 è abrogato.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
il Governo attraverso il D.L. n. 95/12, convertito con modifiche con la legge 7 agosto 2012 n. 135, ed in particolare con l'art. 17 del medesimo D.L. convertito, ha provveduto al riordino delle Province e loro funzioni;
altresì che con successiva deliberazione del Consiglio dei Ministri del 20 luglio 2012, il Governo ha stabilito i seguenti criteri per il riordino: a) dimensione territoriale non inferiore a duemilacinquecento km2; b) popolazione residente non inferiore a trecentocinquantamila abitanti;
il procedimento di riordino delle Province, così come previsto dall'art. 17 del Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito con legge 7 agosto 2012 n. 135, presenta forti dubbi di costituzionalità in relazione 1) alla violazione degli artt. 77 e 144 Cost. stante la manifesta assenza dei requisiti di necessità ed urgenza per l'adozione del Decreto legge; 2) alla violazione degli artt. 3, 5, 114 e 117 Cost. in quanto detto riordino incide in maniera irrazionale sul sistema delle autonomie locali costituzionalmente garantito, cagiona ingiustificate disparità di trattamento tra i cittadini mediante adozione di criteri arbitrari per il riordino quali la dimensione territoriale e la popolazione residente, oltre che costituisce una indebita invasione della sfera di competenza legislativa regionale; 3) alla violazione dell'art. 118 Cost. che impone nella distribuzione delle funzioni amministrative tra i vari livelli di governo il rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza; 4) alla violazione dell'art. 133 Cost. che prevede un articolato processo di consultazione, in specie delle popolazioni interessate;
viste le indicazioni del Consiglio delle Autonomie Locali, così per come formalizzate nel documento approvato all'unanimità dal medesimo organo in data 1.10.2012, in cui - anche tenendo conto della "storia territoriale" del comprensorio della Provincia di Catanzaro e delle successive argomentazioni che a suo tempo avevano portato alla costituzione delle Province di Crotone e di Vibo Valentia - si sottolineava l'abnormità della scelta operata dal Governo sottesa all'attuazione di un piano di riordino non condiviso dai territori coinvolti e, soprattutto, in assoluto contrasto con l'iter procedimentale stabilito dall'art. 133 della Costituzione, il quale mette al centro del processo la volontà dei comuni;
il Consiglio regionale della Calabria auspica che il Governo proceda ad un riassetto organico dell'intero ordinamento statuale del Paese nel quale può essere considerata anche l'abolizione di tutte le province;
tanto premesso e visto
approva e sostiene la decisione della Giunta regionale di adire la Corte Costituzionale al fine di ottenere l'espunzione dall'ordinamento giuridico delle citate norme in quanto volte a violare l'ordinamento costituzionale e la ivi delineata divisione di poteri e funzioni.
Indica
Al Governo nazionale quale priorità assoluta il mantenimento dell'attuale assetto politico-amministrativo ed istituzionale con la conseguente conferma delle quattro Province oltre che della Città metropolitana di Reggio Calabria.”
Art. 1
(Finalità)
1. Le disposizioni contenute nella presente -legge costituiscono attuazione dell'articolo 21, comma 2, primo periodo, del decreto legislativo 19 dicembre 1994, n. 758, e degli articoli 13, comma 6, e 14, commi 2, 3, 5, 8, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
Art. 2
(Iscrizione proventi)
1. I proventi derivanti dalle sanzioni comminate ai sensi dell'articolo 21, comma 2, primo periodo, del d.lgs. n. 758 del 1994 e dai pagamenti di somme aggiuntive dovute per la revoca del provvedimento di sospensione da parte dell'azienda sanitaria provinciale (ASP) che lo ha adottato a seguito dell'accertamento delle reiterazioni delle violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro ai sensi dell'articolo 14, commi 2, 3, 5 lettera b, 8, del d.lgs n. 81 del 2008, sono destinati, dall'entrata in vigore della presente legge, in un apposito capitolo di spesa gestito dal dipartimento competente in materia di tutela della salute e politiche sanitarie della Regione Calabria, vincolato a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Art. 3
(Istituzione appositi capitoli di bilancio)
1. I proventi delle sanzioni di cui all'articolo 2 della presente legge sono introitati dalla Regione Calabria che istituisce apposito capitolo di entrata e correlato capitolo di uscita vincolato a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, gestito dal dipartimento competente in materia di tutela della salute e politiche sanitarie della Regione Calabria.
Art. 4
(Ripartizione tra le ASP)
1. Le somme di cui ai precedenti articoli sono ripartite tra le ASP della Regione Calabria, per finanziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro svolte dai Servizi di Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro delle medesime ASP documentate e congruenti alla pianificazione regionale.
Art. 5
(Destinazione proventi)
1. Le somme che si renderanno disponibili sul corrispondente capitolo di bilancio regionale saranno destinate ai servizi dei dipartimenti di prevenzione delle ASP che le hanno prodotte. Tali somme incrementano il budget economico riservato al dipartimento di prevenzione derivante dal fondo sanitario regionale.
2. Le somme introitate dalla Regione sono attribuite in misura proporzionale agli importi derivati dall'applicazione, da parte dei rispettivi servizi dei dipartimenti di prevenzione, dell'articolo 21, comma 2, del d.lgs. n. 758 del 1994 e dell’articolo 14, del d.lgs. n. 81 del 2008.
Art. 6
(Finalità dei proventi)
1. Le quote dei proventi di cui all'articolo 5, comma 1, destinate ai servizi di Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro (PISAL) delle ASP, sono finalizzate a:
a) migliorare le tecnologie e le attrezzature informatiche e strumentali utilizzate dai Servizi PISAL;
b) implementare la funzionalità dei Servizi PISAL;
c) favorire la formazione, informazione e aggiornamento degli operatori;
d) promuovere l'attività di assistenza alle parti sociali e alle aziende del territorio;
e) progetti incentivanti per il personale addetto alle prestazioni specifiche di ispezione e vigilanza (fino a un massimo pro capite di euro 5.000 annue).
Art. 7
(Modalità attuative)
1. È demandata alla Giunta regionale l'istituzione dell'apposito capitolo di entrata e del correlato capitolo di uscita vincolato a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, nonché la determinazione dei termini e delle modalità di versamento dei proventi di cui all'articolo 2 ed i relativi flussi informativi al fine di consentire il necessario monitoraggio dell'attuazione della presente legge.
Art. 8
(Clausola di invarianza degli oneri)
1. All'attuazione della presente legge si provvede nell'ambito delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 9
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
vista la proposta di legge al Parlamento recante: "Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò";
visto l'articolo 121 della Costituzione;
visto l'articolo 16 dello Statuto regionale;
delibera
di approvare la proposta di legge al Parlamento che, nell'unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;
di conferire mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata”.
Art. 1
1. E' istituita, senza oneri di spesa, la giornata del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò, ideatore della riforma del vigente calendario voluta da Papa Gregorio XIII.
2. La giornata del Calendario è fissata il 21 marzo di ogni anno.
Art. 2
(Norma finanziaria)
1. Per gli eventi celebrativi, da realizzarsi in occasione della prima ricorrenza nel corso del 2013, il Presidente della Giunta regionale approva, con proprio decreto, un programma di iniziative da finanziare, per l'importo di euro 10.000,00, con la legge di approvazione del bilancio dì previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento, nel limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all'UPB 1.2.04.02 dello stato di previsione della spesa.
“Il Consiglio regionale
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 334 del 30 luglio 2012;
premesso che con legge regionale n. 5 del 19 febbraio 2001 si è provveduto a disciplinare le funzioni e i compiti della Regione e degli Enti Locali in materia di politiche del lavoro e dei servizi per l'impiego istituendo "Azienda Calabria Lavoro, quale ente pubblico economico, strumentale della Regione;
visti:
l'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002 e successive modificazioni ed integrazioni;
l'articolo 54 dello Statuto della Regione Calabria;
la delibera della Giunta Regionale n. 75 del 18/03/2011, con la quale si è proceduto all'approvazione del Bilancio di previsione per ,'anno 2011 di Azienda Calabria Lavoro;
la delibera della Giunta Regionale n. 488 del 02/11/2011 con la quale si è proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo relativo all'esercizio finanziario 2010;
il decreto del Commissario di Azienda Calabria Lavoro n. 21 del 28/03/2011, con il quale viene approvato il Rendiconto Generale per l'Esercizio Finanziario 2011;
il Conto Generale del Patrimonio di Azienda Calabria Lavoro relativo all'anno 2011 indicante le attività e le passività finanziarie evidenziando le variazioni intervenute;
la relazione del 28 marzo 2012, con la quale il Collegio dei Revisori dei Conti esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto senza rilievi ed osservazioni, ma con le raccomandazioni all'Azienda di richiedere, annualmente, al competente Dipartimento Regionale lo stanziamento di tutte le somme occorrenti per il suo funzionamento e di non utilizzare la quota disponibile dell'avanzo di amministrazione, applicato al bilancio di previsione 2012, fino a quando non sarà approvato dalla Giunta regionale, ai sensi dell'art. 7 dello statuto di Azienda Calabria, il Rendiconto dell'esercizio 2011;
considerata la relazione del Commissario di Azienda Calabria Lavoro, sul Bilancio Consuntivo dell'esercizio 2011;
tenuto conto del valore dei residui attivi iscritti nel Conto Consuntivo-Esercizio Finanziario 2011 dell'Azienda Calabria Lavoro a fronte di somme vantate nei confronti dell'Amministrazione Regionale per assegnazione di Fondi per il funzionamento (decreto n. 10427 del 25/08/2011) e per assegnazioni di Fondi per Progetti - residui 2010 (decreti n. 5377 del 13/04/2010, n. 2713 del 10/0312010);
tenuto conto del decreto del Dipartimento lavoro n. 3567 del 19/04/2011, con il quale è stato erogato ad Azienda Calabria Lavoro l'importo di € 2.507.738,27, per l'utilizzo dei lavoratori di cui alla LR. 28/2008;
viste:
le tabelle concernenti l'anno di generazione dei residui attivi e passivi;
l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio non ancora riconosciuti;
considerato che, come dichiarato dal Commissario dell'Ente nel decreto n. 54 del 9 maggio 2011 sulla riduzione delle spese, il disposto di cui all'articolo 9 della LR. n. 22/2010 è stato formalmente rispettato, in quanto gli impegni di spesa per consulenze, studi e incarichi professionali assunti nell'anno 2009 sono stati pari ad € 26.000,00 e nell'anno 2011 sono stati ridotti dell'80%, delle corrispondenti spese del 2009 impegnando, sui relativi capitoli la somma di € 20.800,00;
rilevato il parere favorevole all'approvazione del Rendiconto Generale Esercizio Finanziario 2011 espresso dal Dipartimento n. 10;
tenuto conto della relazione istruttoria definitiva sul Conto Consuntivo in oggetto redatta dal Settore Ragioneria Generale con la quale "viene proposta l'approvazione del Conto Consuntivo esercizio finanziario 2011, segnatamente e limitatamente alla propria competenza contabile;
considerato che la Seconda Commissione Bilancio, Programmazione economica e attività produttive, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo di cui all'oggetto nella seduta del 6 settembre 2012, facendo proprie le raccomandazioni indicate nella delibera di Giunta regionale, le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori, dal Dipartimento Politiche del Lavoro e dal Dipartimento Bilancio;
Delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il Rendiconto Generale relativo all'Esercizio Finanziario 2011 dell'Azienda Calabria Lavoro, unitamente alle prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni formulate dal collegio dei revisori, dal Dipartimento Bilancio con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione”.
(Allegati)
Art. 1
(Modifiche alla legge regionale 43/2011)
1. All'articolo 1 della legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 (Unione tra i Comuni) sono apportate le seguenti modifiche:
a) le parole «, comma 6,» e «, comma 31,) sono soppresse;
b) dopo le parole: «dalla legge 14 settembre 2011, n. 148,» sono aggiunte le seguenti: «e successive modificazioni»; c) dopo le parole: «legge 30 luglio 2010, n. 122,» sono aggiunte le seguenti: «e successive modificazioni».
2. All'articolo 2 della legge regionale 12 dicembre 2011, n. 43 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1 le parole «, comma 1,» sono soppresse;
b) al comma 2 le parole «, comma 6,» sono soppresse e dopo le parole: «dalla legge 14 settembre 2011, n. 148,» sono aggiunte le seguenti: «e successive modificazioni»;
c) la lettera b) del comma 2 è sostituita dalla seguente: «b) 2000 abitanti, se i comuni appartengono o sono appartenuti a comunità montane»;
d) al comma 3 le parole «, comma 28,» sono soppresse e dopo le parole: «legge 30 luglio 2010, n. 122,» sono aggiunte le seguenti: «e successive modificazioni».
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
l'Arssa non ha ancora provveduto al pagamento e alla copertura degli stipendi dei propri dipendenti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre più la tredicesima e che l'Afor non ha ancora erogato gli stipendi di agosto, settembre e ottobre sia ai lavoratori forestali sia ai 300 sorveglianti idraulici forestali (assegnati al Dipartimento lavori pubblici e pagati dall'Afor) e non ha le risorse necessarie per coprire il pagamento degli stipendi anche per quanto riguarda i mesi di novembre, dicembre più la tredicesima;
nonostante le conclamate difficoltà economiche tutti i dipendenti, appartenenti per la maggior parte a famiglie monoreddito, si recano al lavoro pur di garantire l'insopprimibile ed importante servizio pubblico rivolto alla cura del territorio e alla prevenzione del dissesto idrogeologico;
in queste ore, sono in corso manifestazioni di protesta come l'occupazione della SS. 107 in prossimità di San Giovanni in Fiore, mentre ieri i lavoratori della sorveglianza idraulica hanno occupato la sede di Cosenza dell'Afor e il presidio idraulico di Vibo Valentia per protestare contro la Giunta regionale per la mancata copertura finanziaria degli stipendi per l'anno 2012;
Chiede
al Presidente della Giunta regionale e alla Giunta regionale di attivarsi al fine di porre definitivamente 'fine a tale situazione, rendendo immediatamente disponibili le risorse necessarie alla copertura finanziaria degli emolumenti pregressi fino al 31.12.2012 o di autorizzare i Commissari Liquidatori di Arssa e Afor a procedere alla richiesta di un'anticipazione bancaria delle somme poste in bilancio destinate ad Arssa ed Afor per poter disporre così delle risorse necessarie per garantire il sacrosanto diritto alla retribuzione mensile ai lavoratori forestali, ai sorveglianti idraulici e ai dipendenti dell'Arssa;
di attivare, per i sorveglianti idraulici, le procedure amministrative volte al definitivo inquadramento presso gli uffici o i dipartimenti più idonei al fine di un proficuo svolgimento dell'insopprimibile servizio pubblico in un quadro che definisca al meglio la loro gestione organica”.