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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

 

35.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 16 APRILE 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,08

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta a interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 212 del 23 febbraio 2012 a firma del consigliere Battaglia.

(E’ riportata in allegato)

Prego i consiglieri di prendere posto. Diamo quindi inizio ai lavori dell’odierna seduta di Consiglio regionale.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, intanto le chiedo scusa se quello che sto per dire può sembrare ultroneo.

(Interruzione)

Se mi sente, Presidente, cortesemente.

Quello che sto per dirle può sembrare ultroneo rispetto all’ordine dei lavori, le devo però far presente che la Giunta regionale con delibera 47 del 30 marzo 2012 ha approvato la programmazione relativa ai trasporti pubblici locali.

A nostro modesto avviso, trattandosi di una vera e propria programmazione andava rispettata la legge numero 23 del 1999 che prevede, intanto, una procedura concertativa per stabilire i servizi minimi. Naturalmente quando la Giunta fa il progetto di programma, questo deve contenere i servizi minimi, per contenerli è prevista una apposita procedura di concertazione che richiede di sentire tutte le rappresentanze ed addirittura un organismo che la legge ha istituito.

Ora, di tutta questa concertazione non c’è traccia. Mi permetto di aggiungere che oltre all’aspetto concertativo che riguarda i servizi minimi e che non è stato per nulla attivato, ai sensi dell’articolo 10 della legge numero 23, questo progetto prevede un parere obbligatorio della competente Commissione consiliare prima che la delibera diventi esecutiva.

Le dico questo perché, in effetti, questa deliberazione ha messo in subbuglio tutto il mondo del trasporto pubblico locale ed avrà efficacia a partire dal 1° maggio. Quindi, Presidente, io penso che il Consiglio e la sua persona in rappresentanza…

(Interruzione)

Onorevole Franchino, è una cosa molto seria questa.

Penso debba intervenire, dicevo, su questa procedura che a nostro avviso è stata stravolta, perché dal 1° maggio la delibera sarà esecutiva contenendo i servizi minimi senza aver attivato la procedura concertativa ope legis e senza aspettare il parere della competente Commissione e, naturalmente, se non viene dato entro 60 giorni il progetto si intende approvato.

Noi rileviamo due illegittimità procedurali molto gravi: la non attivazione della concertazione per inserire nel progetto i servizi minimi, questo è già gravissimo sotto il profilo della legittimità, e la mancanza del parere della Commissione.

Penso che la Commissione avrebbe rilevato la non attivazione della concertazione per quanto riguarda i servizi minimi.

Le chiediamo, quindi, attivando i suoi poteri di Presidente di mettere in piedi tutte le iniziative che ritiene necessarie e che, a nostro avviso, sono per legge dovute.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, gli uffici stanno verificando se la Giunta regionale ha trasmesso questa delibera al Consiglio. Quindi, il tempo di verificare e poi le darò la risposta.

Qualche collega mi ha chiesto degli ordini del giorno che ha firmato insieme ad altri. L’onorevole Franchino mi ha detto di voler presentare un ordine del giorno a firma di più consiglieri.

Onorevole Franchino, se può illustrare al microfono l’ordine del giorno che ha presentato. Se qualche altro consigliere intende firmarlo, potrà aggiungersi dopo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Grazie, Presidente, noi chiediamo che il Consiglio regionale si impegni su una questione molto delicata in questo momento nel Paese e assuma le iniziative legislative e regolamentari finalizzate alla modifica dell’articolo 24 del decreto legge numero 201 del 2011.

E’ necessaria la risoluzione delle problematiche che interessano i cosiddetti lavoratori “esodati” per evitare che rimangano senza stipendio e senza pensione per un periodo molto lungo, rispetto alla previgente normativa pensionistica.

Invitiamo, quindi, a tener conto delle osservazioni e dei provvedimenti proposti in merito dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ampiamente descritte e motivate nella comunicazione che il Presidente della Conferenza ha inviato al Ministro del lavoro e al Ministro della funzione pubblica nella nota del 16 marzo di questo stesso anno.

L’ordine del giorno è presentato nella speranza che tutta la maggioranza e tutto il Consiglio regionale possano firmarlo e impegnarsi in questa direzione. Grazie.

PRESIDENTE

Onorevole Franchino, siccome lei dovrà raccogliere le firme, se è d’accordo, lo inseriamo all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, il 10 maggio. Va bene?

Mario FRANCHINO

Va bene, Presidente. Ho distribuito alcune copie a molti colleghi. Intanto lo presentiamo, dopodiché, se altri colleghi lo vogliono firmare non ci sono difficoltà.

PRESIDENTE

Questo ordine del giorno viene inserito all’ordine del giorno della prossima seduta.

E’ stato presentato anche un altro ordine del giorno a firma dei colleghi Tripodi e Bova.

Prego, onorevole Tripodi.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, grazie, questa è una mozione che riguarda una questione incresciosa che si sta creando per la caserma dei Vigili del fuoco a Reggio Calabria.

Per un fatto tecnico, accertato, peraltro, dalla Commissione nazionale dei Vigili del fuoco, c’è stato un incendio nella caserma, all’interno del dormitorio che è praticamente andato distrutto.

Sul vecchio dormitorio c’è un contenzioso, che dura da un paio di anni, fra la ditta che stava seguendo i lavori ed il Ministero competente. Il fatto che non si riesca a sbloccare i lavori ha creato una difficoltà di usufruire dal punto di vista logistico – da parte dei Vigili del fuoco – di una porzione del complesso destinata a spogliatoio.

Il problema non è solo tecnico, per cui sollecitiamo il Ministero ad intervenire con urgenza per risolverlo. Sono rimasti circa un mese di lavori per una cifra pressoché irrisoria per il Ministero, parliamo di circa 200 mila euro.

Il problema riguarda il messaggio che vogliamo dare. Lo dico anche ai signori della stampa, agli amici giornalisti: questa Calabria è vituperata per alcuni aspetti come se la classe politica fosse disattenta ai problemi del territorio. Ma non ci possiamo permettere il lusso, quando il Governo nelle sue emanazioni periferiche, poi, disattende quella che è una effettività reale, di non mettere nelle condizioni poi il Governo stesso, lo “Stato” - perché poi è un’altra cosa quando parliamo di Stato e di Governo – di poter essere operativo e di compiere le proprie funzioni.

A maggior ragione perché si tratta di struttura dedicata alla salvaguardia della comunità.

Qui una riflessione la dobbiamo fare.

Se non riusciamo ad aver risposte su cose che non riguardano né il Consiglio regionale, né il Consiglio provinciale, né il Comune di Reggio Calabria, ma che riguardano il Governo di questa nostra Nazione, di questa nostra Italia - in cui un Ministero da anni non riesce a risolvere un problema -, dobbiamo capire che tutela ha o vogliamo offrire a questa terra, anche nelle sue emanazioni periferiche.

E’ un problema che va affrontato. Possiamo dire quello che vogliamo, che questa Calabria si sa o non si sa muovere dal punto di vista della politica e della interlocuzione con gli enti, ma alla fine ci dobbiamo far carico di salvaguardare un qualcosa che è dedicato alla nostra incolumità.

Non è immaginabile che una caserma dei pompieri venga spostata dal territorio urbano e poi si prevedano servizi prestati in un tempo di intervento di 10-15 minuti.

Questo è il vero problema che ha questa nostra terra. Grazie.

PRESIDENTE

Onorevole Tripodi, tratteremo anche questo ordine del giorno il 10 di maggio così come l’altro.

Lo inseriamo il 10 di maggio? A meno che lei non raccolga le firme dei due terzi dei consiglieri presenti in Aula.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo, di darmi il tempo di raccogliere le firme.

Le spiego: non è un problema spostarlo, ma bisogna comprendere l’urgenza di trattare questo problema e di far intervenire subito il Ministero.

Mi dia il tempo di raccogliere le firme.

PRESIDENTE

Lo estenda a tutti gli altri consiglieri così lo votiamo oggi. Va bene?

Prima di votare l’inserimento dell’ordine del giorno, iniziamo la seduta con il solo punto previsto all’ordine del giorno previsto e che riguarda l’ambiente, la depurazione e la difesa del mare.

Dibattito su Ambiente, Depurazione e Difesa del mare

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto, così procediamo con la relazione iniziale dell’assessore al ramo, l’assessore Pugliano.

Abbiamo voluto fortemente questa seduta, condivisa all’unanimità da tutti i capigruppo, perché riteniamo che la questione dell’ambiente, abbinata alla depurazione in difesa del nostro mare, sia dirimente ed essenziale. Vogliamo affrontarla oggi, con largo anticipo rispetto alla stagione estiva, proprio perché il mare rappresenta un bene prezioso per il nostro turismo e per la nostra regione. Avere un mare pulito significa avere tanti turisti, tanta gente che viene in Calabria e può fare da cassa di risonanza in tutta Italia.

C’è bisogno di uno sforzo corale tra enti locali, istituzioni, mondo produttivo e la Regione che ha un ruolo fondamentale.

Prego tutti i colleghi di prendere posto altrimenti non possiamo procedere con la relazione dell’assessore.

(Interruzione)

Prego i colleghi di prendere posto e smettere di parlare, altrimenti non facciamo proprio la seduta .

Prego, onorevole Sarra, prenda posto. Anche i colleghi della minoranza devono accomodarsi e fare un attimo di silenzio, altrimenti non si capisce assolutamente nulla. L’amplificazione è già in una situazione difficile, se non prendiamo posto non inizieremo la seduta odierna. Spegnete anche i telefonini.

Prego, assessore Pugliano, ha facoltà di svolgere la sua relazione. Ascolteremo quali sono gli interventi che si stanno facendo sulla depurazione e, in particolare, sulla difesa del mare.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Grazie, signor Presidente. Grazie, per aver dato luce in maniera anticipata ad un tema che, sicuramente, merita la nostra attenzione. Grazie, quindi, ai capigruppo che hanno condiviso la necessità che di mare e di ambiente si parli in maniera continua, non ad intermittenza e non solo nella stagione estiva.

Credo che tutti i calabresi condividano il concetto che il mare, sicuramente, è fra i beni più preziosi che abbiamo a disposizione e che dovremmo cominciare a cercare di tutelare, salvaguardare e valorizzare.

Credo che aver convocato una seduta con questo solo tema all’ordine del giorno, sia in linea con gli impegni e le azioni che sta mettendo in campo questo Governo regionale e il suo Governatore Scopelliti. Ritengo che questo possa essere il segnale di una stagione di politiche e di azioni preventive per cercare di vedere come far star meglio, in salute, l’ambiente ed il mare in Calabria.

Abbiamo la necessità di far crescere in Calabria la sensibilità, la responsabilità nei confronti del mare, perché ha avuto un ruolo fondamentale nella storia, nella cultura ed anche nell’economia di questa regione.

Per restituire questo ruolo al mare e all’ambiente in Calabria, c’è bisogno di una stagione di concertazione, di cooperazione interistituzionale, ma anche di un patto fra calabresi.

Nel passato, dobbiamo confessarcelo, le politiche ambientali - e non solo in Calabria - non hanno ricevuto grande attenzione.

Non è stata, sicuramente, la cultura ambientalista che ci ha guidati nelle nostre azioni, nelle nostre attività.

Uso fare un esempio, per far toccare con mano il fatto che le politiche ambientali in Calabria non siano state sicuramente al centro delle agende di tutte le istituzioni o della comunità, parto dagli elementi da me oggi conosciuti.

Segnalano – è sintomatico per me – il grado, i livello di attenzione che hanno ricevuto le politiche ambientali, pochi elementi. Iniziando dal fatto che in una macchina amministrativa importante come la Regione - - anche dopo aver fatto una dieta, una cura dimagrante rispetto al personale che ha in ruolo oggi, -, è facile rilevare la scarsa attenzione alle politiche per l’ambiente,solo mettendo a confronto il dato:ad oggi che su 1844 dipendenti della Giunta regionale, il dipartimento alle Politiche per l’ambiente registra solo 29 unità.

Il dipartimento delle Politiche per l’ambiente registra come forza lavoro, come dotazione organica una percentuale dell’1,5%.

Credo che sia necessaria, quindi, una inversione di tendenza anche da questo punto di vista. Dovremmo capire con grande chiarezza che questo dipartimento, il personale, queste 29 unità, si devono occupare di temi importanti e delicati come la depurazione, l’inquinamento, le bonifiche e stanno per ricevere in maniera definitiva i rifiuti, avendo ricevuto comunicazione che l’Ufficio del commissario reggerà per questo anno 2012 senza poteri straordinari, perché la gestione del ciclo dei rifiuti deve passare alla Regione Calabria e quindi agli enti territorialmente competenti.

Capite bene che in prospettiva un compito così delicato e così fondamentale, qual è l’ambiente e quali sono le politiche per l’ambiente, merita sicuramente maggiore attenzione.

Il fatto che questa seduta sia stata convocata il 16 aprile e che si metta sulla scia la voglia di cambiare registro, di cambiare pagina da parte di questo Consiglio regionale, mentre il Presidente Scopelliti poco più di un mese fa ha - insieme a me - convocato tutti i sindaci della Calabria per trattare lo stesso tema e dare attenzione in stagioni distanti da quella estiva - perché abbiamo la necessità di capire che quello che indirizziamo al mare nella stagione autunnale ed invernale sicuramente ce lo troveremo nella stagione estiva -, credo serva per cambiar pagina e per iniziare una nuova stagione di cooperazione e di condivisione delle azioni, delle attività da mettere in campo ed anche a sotterrare l’ascia della contrapposizione politica.

Credo che nessuno possa pensare di avere in mano la ricetta per far star meglio l’ambiente e tutelare il mare della Calabria.

Dobbiamo registrare che in Calabria siamo abituati ad essere anche guidati da una cultura masochista che ci fa sperare che le cose non vadano bene, così avremo la possibilità – se le cose non vanno bene – di indirizzare la colpa su chi guida le amministrazioni ai diversi livelli.

Tornando al tema all’ordine del giorno e dedicandomi, di più o esclusivamente, alla depurazione per cercare di vedere come tutelare meglio il mare, credo di poter fare un quadro della situazione che registriamo oggi, per poi passare alle azioni messe in campo ed a quelle che dobbiamo cercare di condividere con tutte le istituzioni e le rappresentanze politico-istituzionali, affinché le azioni, le attività da mettere in campo possano produrre risultati.

La mia analisi ed il quadro che farò rispetto allo stato della depurazione, nel dichiarare che il sistema non funziona, non vanno alla ricerca di responsabilità.

Devo dire che il sistema della raccolta e del trattamento delle acque reflue in Calabria è in disordine per cause che attengono principalmente alla confusione normativa che ha, nel tempo, assegnato la responsabilità di questo settore prima all’ufficio del Commissario delegato al superamento delle emergenze, poi alla Regione, poi alle Province e poi attraverso le Province agli Ambiti territoriali, poi ancora ai Comuni.

Una confusione normativa che non ha reso una servizio ad una pianificazione ordinata. Per parlare delle cause che hanno messo in disordine il sistema della depurazione, a me piace catalogare queste cause in tre macro-elementi che afferiscono ai difetti infrastrutturali, ai difetti gestionali ed ai difetti culturali.

Per quanto riguarda il primo macro-elemento dei difetti infrastrutturali, c’è da dire che, proprio per questa confusione normativa, il dato che emerge è che gli interventi infrastrutturali i messi in campo e realizzati negli ultimi quattro anni dal 2008, danno la rappresentazione di cui parlavo prima. Cioè, gli interventi non hanno seguito una bussola che ha pianificato in maniera ordinata, perché dal 2008 in Calabria ci sono stati 343 interventi per 350 milioni di euro di spesa.

Ebbene, viene facile riscontrare che questi interventi non hanno sicuramente prodotto i risultati che avrebbero potuto se ci fosse stata una pianificazione ordinata e coordinata da uno stesso punto.

Per quanto riguarda i difetti infrastrutturali, devo dire che - non per assegnare meriti al sottoscritto o al dipartimento che io mi pregio di guidare - dal 2010 - avendo in qualche modo individuato, in questa confusione normativa ed in questa assenza di pianificazione ordinata, un grande difetto - abbiamo cercato di iniziare una pianificazione, partendo dalla condivisione delle priorità segnalate dagli Ambiti territoriali ottimali, dai Piani di ambito e anche dalla cooperazione e dalla condivisione con i Comuni della Calabria.

C’è da registrare, però, che noi tutti abbiamo il compito di stimolare una maggiore presa di coscienza da parte degli enti locali, una maggiore responsabilità. E quando parlo di una maggiore responsabilità degli enti locali, non mi riferisco – come generalmente si fa – solo agli amministratori.

Credo ci sia bisogno di stimolare la responsabilità e la sensibilità della classe dirigente tutta, iniziando dalla macchina amministrativa, di funzionari e dirigenti che il più delle volte non danno il massimo della collaborazione alla Regione Calabria per cercare di accelerare gli interventi che si mettono in campo ed evitare che si debba poi registrare la revoca di finanziamenti perché non si rientra nei tempi e nelle procedure dettate dalla Comunità europea.

Dal 2010 abbiamo, quindi, cercato di avere una pianificazione unitaria delle priorità da mettere in campo. Abbiamo cominciato nel 2010 con gli interventi straordinari su segnalazione dei Piani di ambito, degli Ambiti territoriali e abbiamo continuato anche con il Piano operativo di interventi che ha messo in campo 38 milioni di euro con interventi stabiliti dagli stessi Ambiti territoriali, per i quali dobbiamo ancora rincorrere – lo abbiamo fatto più volte con il Presidente Scopelliti – le amministrazioni locali. Abbiamo stipulato le convenzioni ad agosto 2011 e, ad oggi, non ci sono ancora partiti interventi da realizzare.

Così come registriamo che rispetto agli Accordi di programma quadro messi in campo nel 2008 e nel 2009, ancora molti interventi non sono stati ultimati e non sono stati collaudati.

Dobbiamo stimolare ulteriormente la responsabilità, la sensibilità, la collaborazione e la cooperazione degli enti locali. Ad esempio, abbiamo sollecitato agli enti locali la definizione di progetti preliminari, in particolare ai Comuni interessati dalle infrazioni comunitarie, per essere dotati di questi progetti nel momento in cui - speriamo e auspichiamo, da qui a poco - ci vedremo finanziati, attraverso il Piano per il sud, gli interventi necessari per superare le infrazioni comunitarie.

E’ di sabato scorso, di due giorni fa, la comunicazione dell’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici, del Ministero quindi, che ci chiede di confermare gli interventi che il Governo regionale ha previsto per sanare queste infrazioni comunitarie. Avendo il Governo regionale e il Presidente Scopelliti dato priorità nel Piano per il sud alle politiche ambientali, quindi anche alla depurazione, ci è stato chiesto avantieri, sabato, di confermare la priorità che abbiamo segnalato su questi interventi perché metteranno - non appena riceveranno questa nostra conferma – nella prossima delibera Cipe il finanziamento di altri 217 milioni 600 mila euro per le infrazioni comunitarie che attengono 16 interventi e che riguardano almeno 82 comuni.

Così come, avendo dato priorità in questo Piano per il sud alle attività di bonifica, ci viene chiesta conferma per mettere nella delibera Cipe che riguarda il Piano per il sud altri 42 milioni 900 mila euro per le 40 infrazioni comunitarie che attengono i siti inquinati.

Passiamo al secondo macro-elemento - che secondo noi ha inceppato il sistema della depurazione creando un cortocircuito -: il difetto gestionale.

Avendo individuato…

(Interruzione)

Le pratiche che ha aperto la Comunità europea nei confronti della Regione Calabria - ne apre, a dir il vero, in tanti settori che registrano ritardi in Calabria rispetto ai tempi che ha indicato la Comunità europea - che afferiscono alle infrazioni comunitarie sulla depurazione, per intenderci, riguardano solo dodici anni di ritardo che la Calabria registra per rendere efficiente il sistema della depurazione negli agglomerati con oltre i 15 mila abitanti equivalenti. Secondo le indicazioni della Comunità europea dovevano essere resi efficienti entro dicembre 2000.

Assunto il fatto che siamo nel 2012, la Comunità europea dopo aver diffidato la Calabria nel 2005 e nel 2009, ha mandato le pratiche di infrazione alla Corte di giustizia europea che ha già chiamato la Calabria in udienza.

C’è il rischio, se non si superano queste infrazioni, se non si rende efficiente il sistema della depurazione in questi siti, che, se va a sentenza la Corte di giustizia europea, ci sia una multa finanziaria per l’Italia di 500 mila euro per ogni giorno di ritardo. E’ chiaro che le eventuali multe che dovessero sopraggiungere, il Governo le ripartirà sulle spalle delle Regioni inadempienti.

Questo per quanto riguarda le infrazioni sulla depurazione, sono 16 agglomerati oltre i 15 mila abitanti equivalenti.

Per quanto riguarda, invece, i 40 siti in infrazione comunitaria, come siti inquinati da bonificare, abbiamo dato priorità per evitare che da queste infrazioni sortiscano altri effetti negativi dal punto di vista finanziario. Abbiamo voluto inserire il finanziamento della bonifica di questi siti in infrazione per dare loro priorità, li faremo inserire, quindi, nella delibera Cipe che attiene al Piano per il sud.

Per quanto riguarda la questione del circuito vizioso che si è creato nel sistema gestionale della depurazione, per dirla con la metafora veterinaria che mi appartiene: “il cane che si morde la coda”, perché i comuni non riescono a riscuotere i ruoli del servizio idrico integrato o, quando li riscuotono, non li destinano al sistema della depurazione.

Se i comuni non incassano gli oneri del sistema idrico integrato e quindi anche della depurazione, non riescono a pagare i corrispettivi contrattuali agli enti o ai soggetti gestori della depurazione.

Ed ecco che si creano i corto circuiti che registriamo un po’ ovunque in Calabria. Li abbiamo riscontrati nel lametino con la Deca, nel cosentino con la Smeco, nel reggino con Acque Reggine, nel crotonese con Soacro.

Se i soggetti gestori del servizio di depurazione non ricevono i corrispettivi contrattuali dai Comuni, è chiaro che non garantiranno mai un servizio adeguato e saranno messi in difficoltà anche per i pagamenti del personale.

Ecco perché questo Consiglio regionale, su input dell’assessorato e del dipartimento alle politiche per l’ambiente, nel 2010 ha realizzato uno strumento curativo di questo cortocircuito. Ha approvato nel 2010 una legge composta di due commi che inserisce i poteri sostitutivi da parte del Governo regionale per gli enti inadempienti.

I soggetti gestori, magari per superficialità, magari per disattenzione, non riscuotono e non pagano. Ecco perché noi abbiamo introdotto, tramite questa legge, i poteri sostitutivi della Regione, strumento che abbiamo già messo in campo, non per azioni repressive, ma curative. Qualche risultato si è già avuto è già stata introdotta, come strumento, la nomina del Commissario ad acta ed ha già prodotto degli effetti. Il concessionario, il gestore che ha chiesto al Presidente Scopelliti di attivare la legge numero 22 del 2010 ottenendo la nomina di un Commissario ad acta, non appena avvenuta la nomina, dopo un paio di settimane, ha chiesto la sospensione dello stesso strumento perché i Comuni inadempienti hanno iniziato a pagare.

Ecco perché va dato merito a questo Consiglio regionale di aver approvato una legge pensata dal dipartimento regionale e l’assessorato,quindi, dal Governo regionale per cercare di correggere questo corto-circuito.

Un altro tema che non possiamo più sottacere, riguarda la gestione e lo smaltimento dei fanghi che, secondo me, è il principale elemento di disturbo verso la tutela e la salvaguardia del mare, anche perché ha ereditato un sistema dell’Ufficio del commissario che vede i Comuni trattenere i costi onerosi della gestione e dello smaltimento dei fanghi. Abbiamo la percezione che in molti posti non avvenga una gestione ed uno smaltimento corretto.

Anche su questo argomento, c’è da registrare la mancata collaborazione degli enti locali. Il dipartimento più volte ha chiesto ai Comuni, dopo averlo chiesto agli Ambiti territoriali, di fornire i dati sullo smaltimento dei fanghi. Li chiede la Comunità europea che ci intima di avere questi dati, pena l’apertura di altre infrazioni nei confronti della Calabria.

Ebbene, allo stato, dopo innumerevoli sollecitazioni e dopo aver comunicato che il dipartimento ha messo sul suo sito l’elenco dei Comuni che hanno risposto e le tabelle a cui rispondere per fornire questi dati, ad oggi, dopo due anni di solleciti, oltre il 50 per cento non ha risposto.

Questo ci convince che non sia corretto e adeguato il sistema di gestione e di smaltimento dei fanghi. Ci fa pensare che questi fanghi, per evitare di sopportare il peso dei costi onerosi di smaltimento, vengano mandati da qualche parte. Quindi, c’è la possibilità che vengano sversati in mare.

Questo crea un effetto moltiplicatore di elementi di disturbo sul mare. Questi fanghi, assieme ad un altro elemento che crea sicuramente inquinamento o danni per il mare, le acque reflue nei servizi di auto spurgo, sono da attenzionare da parte degli enti territorialmente competenti, per evitare che si lasci in anarchia e senza controllo la gestione sia dei fanghi della depurazione che i servizi di autospurgo che vanno a prelevare i reflui prodotti da case sparse non collegate con la rete fognante o, addirittura, da attività produttive nate abusivamente e che non si son adeguate alle leggi urbanistiche.

Credo che evitare che questi fanghi - magari nelle stagioni in cui non c’è grande attenzione sul mare e, quindi, molte cose possono passare illegalmente e abusivamente - questi rifiuti, possano arrivare a mare, scongiurerebbe di creare nutrimento per le alghe che si nutrono degli stessi e producono le mucillagini presenti in molti tratti costieri in Calabria.

L’ultimo dei tre macro elementi, cui facevo riferimento - non sicuramente ultimo per importanza -, è il difetto culturale che, insieme, dobbiamo vedere come curare.

Dobbiamo tutti quanti adoperarci, iniziando dagli enti territorialmente competenti per vedere come stanare e combattere ogni forma di abusivismo ed illegalità.

Ci sono molti scarichi abusivi ed illegali in giro per la Calabria. Dobbiamo vedere, però, come implementare le attività di controllo e di vigilanza partendo da rapporti di collaborazione e di cooperazione con gli enti territorialmente competenti.

Nel 2011, per proprio conto, la Regione Calabria ha istituito una task force tra il dipartimento regionale alle politiche per l’ambiente con il supporto altamente qualificato di Arpacal e delle Capitaneria di porto per cercare di individuare le criticità e le anomalie segnalate.

La Regione Calabria, l’assessorato e il dipartimento alle Politiche per l’ambiente vorrà sicuramente implementare questo servizio.

Nei prossimi giorni con il nuovo management nominato di Arpacal - ai quali: al direttore generale, al direttore amministrativo, al direttore scientifico, vanno i nostri auguri per un buon lavoro - e con la Capitaneria di porto studieremo come formalizzare un protocollo per implementare questi servizi straordinari di controllo e di vigilanza per andare ad individuare le patologie, le anomalie, le criticità.

Lo faremo anche con il supporto di un numero verde - che vedremo di attivare straordinariamente per queste attività nei mesi estivi -, che ove necessario, su segnalazione degli enti locali, per criticità e anomalie a pronto intervento, chiederà sia il supporto, da terra, di Arpacal che il supporto, fronte mare, delle Capitanerie di porto.

Così come stiamo cercando di chiudere, di confermare e di implementare, il servizio dei battellini che devono garantire il servizio di pulizia delle acque superficiali.

Credo che tutte queste attività abbiano bisogno di una azione, di una politica educativa, formativa e di sensibilizzazione anche nei confronti della comunità. Perché, se non viene resa partecipe la comunità di ogni azione e di ogni politica, ogni intervento messo in campo dalle istituzioni non avrà sicuramente i risultati auspicati.

Credo che uno sforzo vada chiesto a tutti. Lo chiedo a tutti e rimango aperto non solo a mettere in campo le azioni e le politiche che abbiamo già programmato e che stiamo portando avanti, ma anche all’ascolto ed alle sollecitazioni, in quanto ogni contributo e suggerimento può essere utile per cercare di invertire la rotta e realizzare veramente in Calabria una nuova coscienza ambientale che sappia tutelare e salvaguardare il grande patrimonio ambientale e naturale che abbiamo, iniziando dal mare.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Pugliano, per la sua dettagliata relazione.

Possiamo aprire il dibattito in Consiglio. Iniziamo con il primo consigliere che si è prenotato, l’onorevole De Masi, capogruppo di Italia dei Valori, che ha facoltà di parlare.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente. Credo - come lei ha sostenuto e come ha ribadito l’assessore - che abbiamo avuto una semplice quanto intelligente intuizione in sede di Conferenza dei capigruppo ad indire una seduta del Consiglio destinata alla trattazione del tema cruciale, alla trattazione della questione delle questioni della nostra regione.

Penso che questa sarà una occasione non sciupata a condizione che l’approccio di quanti interverranno non risenta più di tanto della appartenenza di schieramento e partitica, proprio per via della consapevolezza e della drammaticità del tema, ma semmai si ponga insieme all’ascolto di chi amministra e si predisponga eventualmente, se ne ha voglia, titolo ed esperienza ad apportare all’attività di governo ed in particolare dell’assessore Pugliano - come egli in chiusura della sua relazione ci ha chiesto - un qualche contributo fattivo.

Penso, in primo luogo – e l’assessore l’ha fatto con una sorta di capacità analitico politica di cui gli voglio dar atto – che tutte le disgrazie da cui è afflitto l’ambiente calabrese per molti versi siano riconducibili alla confusione che c’è sul piano normativo; ed io aggiungo, ammesso che lui non l’abbia detto, per il ritardo col quale la classe dirigente indistintamente intesa ha offerto la propria partecipe condivisione di problemi che, fino a qualche decennio fa, erano superficialmente conosciuti e, in qualche caso, in maniera calcolata trascurati.

Questo ha permesso una sorta di montante capacità di proposizione da parte di movimenti cosiddetti ambientalisti che molte volte erano ispirati da suggestioni ideologiche che, se riproposte oggi, diventano pericolose.

Fatto è, comunque, che la classe dirigente nel suo insieme, ma probabilmente non solo quella calabrese, sconta tutt’ora il ritardo col quale ha preso piena coscienza politica della urgenza e dell’emergenza che sul territorio si stava riversando per via di attività di governo del passato oltre che di complicità dei cittadini, come in molti casi ha ricordato l’assessore, che hanno determinato danni che sono sotto gli occhi di tutti nell’ambiente, inteso in senso generale e non parlo soltanto dell’ambiente e del mare.

Qui un’altra riflessione la vorrei fare: una politica di tutela dell’ambiente non può esaurirsi nella esplicitazione della singola delega destinata a gestire questo fenomeno perché, per molti versi, vi convergono responsabilità che sono demandate ad altri titolari di deleghe.

Così è per le infrastrutture, per esempio, così è per la politica della casa, della residenzialità. Quindi, mi permetto – forse sarà l’unico cenno polemico che faccio – di fare riferimento a quella legge sulla casa che la maggioranza ha voluto anche con una foga e con una frettolosità che, mi spiace dirlo, corrisponde più a quella politica che deve dimostrare di fare purché sia, trascurando la qualità che all’osservanza di problemi veri di esigenze del territorio.

Non è un caso che quella legge, per una serie di ragioni, sia stata ricusata dal Governo e tra queste indubbiamente insiste anche un qualche contributo che, più o meno involontariamente, viene perpetrato a danno del territorio.

Allora, se così è, ora più che mai credo che adesso bisogna che la rotta di qualunque attività di governo si faccia in qualche modo testimone della capacità di avvertire il bisogno primario, un po’ dovunque ma in particolare in Calabria, essendosi esaurita la stagione dell’apprendistato da parte della classe dirigente che derivava da quella autoreferenzialità che la dimensione istituzionale e quella politica, purtroppo, hanno vissuto in maniera prolungata e forse in parte ora vivono.

Noi siamo, e l’assessore lo ha con piena onestà riconosciuto e non per responsabilità sua, in piena emergenza. Questo vale per i rifiuti, per la depurazione, per responsabilità diffusa delle classi dirigenti locali che non solo non contrastano, ma, credo, confermino integralmente le iniziali premesse che ho cercato di produrre a questa Assemblea.

Mi pare di prendere atto che siamo tutti, caro assessore, di fronte ad una paradossalità concettuale oltre che politica.

L’emergenza per definizione significa l’emersione di una massima criticità che ha una durata evidentemente limitata rispetto alla quale si attuano strategie straordinarie allo scopo di mettervi riparo.

Sono diversi lustri che qui siamo in emergenza per i rifiuti. Il fatto grave di cui forse i cittadini non sono pienamente informati è che questa prolungata gestione commissariale, lungi dal produrre effetti in qualche modo utili a cercare di scongiurare o limitare i danni ambientali prodotti nel passato, nulla ha in realtà prodotto salvo che sperpero di denaro pubblico in una misura consistente se corrispondessero al vero i dati che io desumo da letture nelle quali in qualche modo cerco di avventurarmi.

C’è una cifra che non vorrei ripetere perché in un momento in cui monta l’antipolitica, probabilmente una notizia sbagliata o soltanto affermata per proporre le proprie ragioni, potrebbe rivelarsi un contributo ulteriore ad un distacco con i cittadini che dobbiamo cercare di evitare, anzi di saldare.

Tuttavia questo è il dato perché le difficoltà che l’assessore richiamava in qualche misura fanno un po’ tremare. Nel confermare i dati drammatici di cui in buona sostanza eravamo consapevoli egli delinea tutte le strategie che generosamente, a quanto pare, ha messo in campo e cerca di attuare.

Però, avverte che se non ci sarà la collaborazione dei cittadini, se non ci sarà soprattutto la condivisione operativa e gestionale degli altri enti, per così dire sottoposti a quello regionale, i risultati potrebbero non esserci e comunque non ci saranno da qui ad una scadenza ragionevolmente breve.

Noi, come gruppo, abbiamo questo approccio che penso di rappresentare in termini di piena onestà tanto che – e l’assessore Pugliano ne è autorevole testimone – siamo sostenuti da un sentimento politico che per molti versi potrebbe essere non riconosciuto alla forza che esprimiamo. Ma non è così, perché cerchiamo di comprendere la realtà, perché cerchiamo di appurare, ricorrendo ad una consultazione diretta, onesta ed umile della fonte, la realtà di determinate situazioni perché, in questo caso, per quanto riguarda i rifiuti abbiamo tenuto una apposita circostanza nella città di Crotone alla quale ha partecipato lo stesso assessore Pugliano ed altri qualificati esponenti.

Questo per farci una idea ed essendocela per molti versi fatta, oggi la declinazione di dati e condizioni che l’assessore ci sottopone non ci sorprende ma, anzi semmai, ci induce ad avere un atteggiamento il più costruttivo possibile perché in nessuno dei settori della vita organizzata è ammissibile essere strumentali.

Non lo è assolutamente certo in questa materia.

E’ evidente, però, alla luce di ciò che confermava l’assessore, ovvero che è stato emanato un atto col quale, in maniera un po’ paradossale, comunque strana ed irrituale, viene confermato il commissariamento sui rifiuti, ma vengono sottratti al commissario i poteri straordinari in modo che egli, in sostanza, non possa ricorrere, per fare un esempio, ad affidamenti diretti e comunque a attività al di fuori della legge.

E’ evidente che questo, in qualche modo, sollecita una sorta di risposta istituzionale che deve essere straordinaria così come è la sollecitazione che la produce.

Immagino che ammesso che non sia – me lo auguro – privo di conseguenze per contenziosi numerosi, magari questa situazione già rappresenta uno stimolo alla Giunta e quindi all’assessore affinché si attrezzi – e faccio un esempio calzante e l’assessore mi potrà sempre smentire – e si rielabori un Piano dei rifiuti che risale al 2001 che è stato poi rimaneggiato e che non ha avuto poi una attuazione.

So degli ambiti, delle aree che riguardavano il nord della Calabria, il centro ed il sud. Insomma, mi pare che anche sul piano della politica impiantistica ed ancora di più sul piano della politica propedeutica alla realizzazione o alla espansione della differenziata davvero si conoscano dati che inquietano e che ci fanno un tantino umiliare.

Ci sono direttive della Comunità europea che adesso propugnano che entro il 2020, se non sbaglio, si pervenga addirittura al 65 per cento della differenziata. A me risulta che la Calabria – terz’ultima o quart’ultima tra le regioni italiane – addirittura si attesti su una percentuale che varia tra il 10 e il 12 per cento.

Se così è, è evidente che prendiamo atto delle rassicurazioni e della descrizione dell’attività che la Giunta, in particolare l’assessore, intende adottare. Ci apprestiamo ad esser vigili come è doverosamente ascrivibile ad una opposizione che voglia intitolarsi un atteggiamento istituzionale pieno di quell’etica della responsabilità che viene sovente evocata e che a maggior ragione penso che dovrebbe essere attuata in un settore come questo.

Per quanto riguarda la depurazione, neanche da questo punto di vista ho avuto modo di sorprendermi per le descrizioni che ci ha fatto l’assessore perché io so, insomma, che c’è una situazione di maggiore drammaticità che riguarda la costa tirrenica che soffre maggiormente per via delle inadeguatezze organizzative e gestionali, e per via della inadeguatezza degli impianti; nella costa ionica, in particolare durante il periodo estivo, quando la popolazione per via dell’intenso sviluppo dei flussi turistici che conosce ancora, grazie a Dio, in quella zona si triplica.

Ma ciò che mi ha sorpreso, ricorrendo alle letture di cui mi è stato dato atto di fare, è che ci sono tre tipi di impianti di depurazione: di primo, di secondo e di terzo grado. La gran parte della Calabria è dotata di impianti del primo grado che, in sostanza, se non ho capito male, limitano la loro funzione solo al trattenimento della materia grossolana, per così dire, e quindi non viene effettuato nessun filtro di natura chimica o biologica.

Questo a conferma di una drammaticità davvero intensa e particolare rispetto alla quale auspico che le garanzie che l’assessore ci ha appena dato conoscano immediata, puntuale e costante applicazione nel suo sforzo che Dio sa quanto debba essere impegnativo.

Naturalmente, io che sono espressione, come lui, della realtà di Crotone non posso prescindere da qualche annotazione che riguarda la mia città. Nella città di Crotone ed un po’ diffusamente nel suo territorio provinciale il contesto ambientale è fatto di veleni, non è una esasperazione terminologica, non è una drammatizzazione concettuale ma è esattamente così per le ragioni che la Vicepresidente, l’assessore e lo stesso Presidente conoscono bene. Rispetto alle ipotesi, anche convincenti, che sarebbero state delineate per mettere mano finalmente ad una bonifica definitiva di quell’area, si registrano un po’ di ritardi, di contraddizioni e di incertezze.

Frattanto, la bonifica per quella realtà - come sanno i colleghi Dattolo e Sulla – è una iniziativa che travalica il valore intrinseco, perché per molti versi, per via della industrializzazione della nostra realtà che l’ha impoverita, rappresenta anche una occasione di riproposizione di dinamiche economiche che da troppo tempo ci hanno abbandonato come realtà.

Anche in questo senso dico all’assessore che, appena possibile nelle forme più convincenti date, si diano risposte alla città di Crotone non perché dipendano esclusivamente da lui ma perché, insomma, la Regione ha una centralità funzionale dal punto di vista istituzionale per queste e per altre materie.

Mi auguro quindi che - predisponendomi positivamente ad accogliere la relazione che ha fatto l’assessore – queste risposte non tardino a venire.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole De Masi.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, esprimo non un mio pensiero personale ma collettivo che, oserei dire, dovrebbe essere condiviso un po’ da tutti i calabresi.

Una discussione sull’ambiente in cui, in modo particolare, si parla di depurazione del mare dovrebbe portare ad una visione strategica delle problematiche e vedere, finalmente, questa Regione utilizzare gli anni che restano di questa legislatura per cambiare registro.

Da queste brevi parole si dovrebbe comprendere che non faccio una questione fredda di polemica politica, perché se siamo in queste condizioni, che riguardano molte regioni del Mezzogiorno, viene fuori il fallimento del regionalismo e, con esso, una responsabilità che ha, indubbiamente, colori politici prescindendo da brevissime stagioni in cui si è tentato di far di più.

Voglio dire che nessuno si deve rizzelare in quest’Aula, partendo anche dal sottoscritto che, magari, non ha avuto responsabilità in questo settore ma, comunque, per un biennio ha avuto responsabilità di governo; chi ne ha avute non si rizzeli se da parte mia c’è un ragionamento di questo tipo.

Ci sono stati brevi lampi di luce, ma in questi 42 anni, in definitiva, questi lampi lasciano la Calabria in ginocchio sotto il profilo dell’ambiente. In questa materia noi siamo lontani da una cultura politica di tipo anglosassone che vede, a volte, le opposizioni essere propositive e tentare di avere una cultura di governo come un fatto ricorrente.

Da noi questo dato viene scambiato per un tentativo quasi di “inciucio” non tenendo conto della stagione politico-governativa che stiamo vivendo in Italia, in cui il fallimento dei poli contrapposti del sistema politico ci ha regalato un Governo tecnico che, paradossalmente, viene sostenuto dal Popolo della libertà e dal Partito Democratico che io ho l’onore di rappresentare in quest’Aula.

Caro assessore e caro Presidente, voglio dire che forse stamattina avremmo dovuto presentare un programma ampio per affrontare i problemi dell’ambiente e su questo programma vedere il contributo di tutti gli schieramenti politici. Noi saremmo pronti a dare un contributo su una strategia complessiva e non sul lamento delle varie emergenze.

Ho apprezzato il suo intervento pulito, molto garbato che si è sforzato anche di essere analitico ma è un intervento che descrive le emergenze. Noi non abbiamo più bisogno di romanzi descrittivi dell’emergenza, ma di mettere in piedi tre-quattro punti per vedere tutti cosa fare in questo triennio nella normalità della durata della legislatura.

Il primo punto. Sento parlare di legge urbanistica.

Il Presidente Dattolo che apprezzo per la sua passione e per il suo slancio che, a mio avviso, a volte lo porta ad essere un po’ frettoloso, si appresta a valutare la riforma della legge urbanistica.

Di grazia, a cosa ci serve questa riforma della legge urbanistica? Perché da lì bisogna partire. Ambiente significa tutela e valorizzazione e, in primo luogo, caro assessore, programmazione del territorio, altrimenti la descrizione deamicisiana delle nostre esigenze sarà infinita.

Allora cosa ci serve, caro Presidente Dattolo e caro assessore Aiello, la riforma di qualche articolo, la modifica della legge urbanistica inattuata in questi 10 anni se, nel contempo, adottiamo un Piano casa che rischia di stravolgere il nostro territorio?

E’ una nostra opinione, voi non siete d’accordo, ma noi abbiamo il dovere di dirvelo.

E se la Regione non riesce a partorire un Piano territoriale di coordinamento, il mio è un modesto parere, ma ho il dovere di dirlo. Se mi si chiede dove ha fallito l’urbanistica calabrese, io rispondo che ha fallito perché è mancato un Piano territoriale di coordinamento.

Mi dispiace che l’assessore Aiello non abbia colto che questo è anche argomento di suo interesse, ma se fosse presente gli direi di incaricare un suo funzionario di prendere qualche carrello ferroviario e di farsi portare i piani regolatori ed i programmi di fabbricazione che giacciono negli uffici, negli scaffali dell’assessorato all’urbanistica, di farli esaminare e troverebbe quasi delle fotocopie.

Ma faccio una domanda semplice: è possibile che in questa nostra benedetta o maledetta regione ogni comune abbia una vocazione residenziale, commerciale, artigianale, industriale, turistica e chi più ne ha più ne metta?

Del garbato intervento dell’assessore Pugliano non condivido per nulla un punto. Lei ha continuamente scaricato responsabilità sui comuni e far questo significa non rendersi conto che il pesce puzza sempre dalla testa. E, poiché la programmazione territoriale è un precipuo compito della Regione, da lì sono venuti tutti i guai, perché non è possibile che in ogni comune ci siano tutte le vocazioni in termini di destinazione d’uso, quindi un macello. Un macello che ha determinato le varie emergenze.

Non propongo qui ipotesi montiane, perché noi siamo in un contesto istituzionale del tutto diverso. Abbiamo un Governatore eletto direttamente dal popolo che ha una sua maggioranza – debbo dire – molto prussiana ed una minoranza con i limiti, cioè noi non eleggiamo un Governatore …

Io non ho mai condiviso questa legge regionale che da un lato ha evitato le fasi continue di ingovernabilità. Ricordo Presidenti che restavano tali con crisi che duravano un anno e quello era negativo, però eleggere un re non credo che sia mai un fatto positivo perché in effetti per come è impostata l’istituzione Regione il Governatore domina il Consiglio.

Allora, al Governatore che domina il Consiglio, mi permetto di dare questo umile suggerimento: di utilizzare questi tre anni partendo dalla legge urbanistica che se, però, non è accompagnata da un Piano territoriale di coordinamento non serve a nulla, ma al massimo, a salvaguardare qualche pratica o qualche situazione nei vari comuni lasciandoli senza la protezione istituzionale.

Perché, a volte, in una realtà comunale anche il sindaco più aperto non è in grado di indicare al Consiglio le scelte che sono anche obbligate. Se ci fosse, invece, il Piano territoriale di coordinamento il povero sindaco direbbe al suo Consiglio comunale, ai suoi cittadini: guardate, non posso mettere la zona industriale nel nostro comune perché nel Piano regionale di coordinamento quest’area non è prevista come un’area di sviluppo industriale.

Ho fatto un piccolo esempio. Quindi, da lì discende tutto.

Fin qui l’assessore Pugliano mi potrà dire: ma io che cosa c’entro? Noi stiamo facendo un ragionamento di governo, di carattere generale.

Il secondo punto: tutela dell’ambiente e mare pulito.

Faccio mia la descrizione delle emergenze indicate dall’assessore Pugliano perché stamattina non mi interessa, peraltro, discutere e descrivere le emergenze, ma se noi mettiamo in piedi quel programma con pochi punti, al primo inseriamo la programmazione territoriale, al secondo la necessità di questa Regione di disporre di reti fognarie per 700 chilometri.

Ma, insomma, di grazia, tutte le questioni di cui ha parlato l’assessore Pugliano dai fanghi, dagli autospurghi e quant’altro … !

In questi nostri enti locali siamo pieni di polizia: vedo divise strane in giro che, a volte, – per la verità – sul piano estetico sono poco condivisibili: vigili urbani, vigili provinciali e chi più ne ha più ne metta in tema di vigilanza. Ci sono tanti corpi dello Stato eppure gli autospurgo continuano tranquillamente a depositare in mare quel che prendono nei pozzi neri delle varie abitazioni.

E, caro assessore Pugliano, questo non si verifica soltanto per le abitazioni sparse nelle zone agricole, ma, soprattutto, per la speculazione edilizia che c’è stata sulle coste.

Conosco molto bene il Tirreno cosentino e vi debbo dire che, solo negli ultimi anni, i comuni hanno iniziato a dotare la parte marina del proprio territorio di reti fognarie, il che significa che tutti i complessi utilizzavano il pozzo nero e, quindi, utilizzavano ed utilizzano gli autospurgo. Altro che i fanghi della depurazione! Quello che buttano a mare gli autospurgo è qualcosa di inimmaginabile.

Allora, come correggiamo questo problema? Lo correggiamo se consideriamo il depuratore, anche se c’è, certamente, la fase della incultura gestionale.

Non so se l’assessore Pugliano mi sente o sta parlando con il Padreterno. Evidentemente, sta parlando con il Padreterno visto che non sente il modesto richiamo di questa modestissima persona che vi sta parlando.

Scusatemi, però, ammesso che riusciamo a gestire nel modo più oculato ed efficiente i depuratori, al massimo si depura bene quello che arriva ai depuratori, ma se tutti i fiumi della Calabria non sono protetti vuol dire che tutto ciò che va direttamente nei fiumi arriva, poi, al mare oltre a quello che al mare arriva per i villaggi turistici non dotati di fognature sulle coste.

Allora, il primo punto è il sistema fognario. Ricordo una mia piccola esperienza di amministratore.

Quando il Consorzio Valle Crati era degno di questo nome abbiamo protetto tutti i torrenti di quell’area con un sistema fognario che confluiva in un collettore il quale, proteggendo il Crati, portava le acque luride al depuratore che, oggi, è però diventato insufficiente. Pertanto, quello che non riesce a depurare va direttamente nel Crati. Ma questa è una operazione che va fatta in tutta la Calabria: proteggere i corsi d’acqua con le fognature, costruire collettori che debbono correre paralleli alla linea ferroviaria sulle coste e costruire o tenere in efficienza i depuratori nelle zone strategiche.

Così si risolve il problema, caro assessore Pugliano.

Cosa voglio dire? Mi si risponderà: di grazia, con quali risorse? Vediamo le risorse che ci sono. Ma è vero o non è vero che, come è vostro costume, state rimodulando il Por in perfetta solitudine?

Se devo fare un appunto al Presidente Scopelliti – che, poi, se ne fregherà di questo appunto, ci mancherebbe altro – questa è visione autoritaria ed autoreferenziale che avete dei rapporti istituzionali, politici e burocratici perché non c’è settore in cui non prendete decisioni senza rispettare il principio della concertazione.

Mi volete dire che siete come il Presidente Monti che, giustamente, dal suo punto di vista, ha tagliato la testa alla concertazione? Ma, almeno, il Presidente Monti sente le parti sociali. Voi non solo non concertate, ma non avete neanche l’umiltà di sentire.

Questo vale per la sanità. Sì, nella sanità c’è un commissario. Siamo nella Regione dei commissari, ma, rimodulando la rete ospedaliera si vogliono sentire o no gli attori, protagonisti del territorio? Tutto in solitudine, vale per i trasporti, vale per il Por.

Perché le dico questo, assessore Pugliano? Perché sappiamo che il bilancio regionale è ingessato ma, di grazia, nel Por ci sono risorse? Vi confrontate con il ministro Barca? Allora, nel rimodulare il Por, confrontandovi anche con il ministro Barca, il sistema fognario e quello depurativo deve essere una priorità.

Non so se il mio ragionamento è chiaro, perché, se ogni sei mesi, facciamo l’elenco delle doglianze la merda rimane dov’è e non depuriamo alcunché.

Stesso discorso e chiudo, debbo fare per quanto riguarda i rifiuti. Su questo tema da questi banchi si alza forte la voce per dire “basta al commissariamento”.

Non è possibile che questa sia una Regione che viene commissariata in eterno. Nella vicenda dei rifiuti il commissariamento deve finire affinché la Regione si riappropri delle proprie prerogative gestionali e, a monte, delle proprie prerogative di programmazione.

La raccolta differenziata. Benissimo, spingiamo la raccolta differenziata ben sapendo che in Calabria non siamo neanche al 10 per cento.

Ci saranno e ci sono anche comuni virtuosi che non vorrei citare per non esser tacciato di campanilismo o di simpatie particolari, ma, voglio dire, che per quanto saremo bravi con la raccolta differenziata, resterà sempre qualcosa che va conferita in termini di impianti.

Sulla impiantistica siamo all’anno zero.

E’ vero che ci sono Gioia Tauro 1 e Gioia Tauro 2, ma non si sa, poi, nella gestione cosa stia avvenendo perché sui giornali leggiamo cose strane. Tutta l’impiantistica,che va dal momento della raccolta al momento del conferimento all’impianto, è quasi inesistente in Calabria.

Anche qui, caro assessore Pugliano, vogliamo fare un programma insieme al ministro Barca per realizzare, innanzitutto, gli impianti intermedi? E, poi, anche per stabilire l’aspetto del conferimento?

Non voglio fare il tecnico in questa sede perché è cosa che non mi appartiene, non sono un tecnico ma un ignorante in materia. Tuttavia, quando giro il mondo e l’Italia, osservo quel che succede nelle zone che sono più evolute del nostro territorio.

Vorrei capire se i veneziani sono una massa di stupidi e di ignoranti perché a Mestre si è costruito un grande termovalorizzatore, se Brescia, che è una delle città più evolute d’Italia, è fatta da idioti se ad un chilometro della città c’è un grande impianto di termovalorizzatore.

E potrei citare migliaia di esempi.

Mi si dice – e chiedo scusa ancora tre minuti – che noi abbiamo un surplus sotto il profilo della termovalorizzazione, che, per esempio, gli 800 mila cosentini sono destinati per l’eternità a mandare sempre a Gioia Tauro ciò che resta dei rifiuti dopo il trattamento della differenziata.

Poi, sento il sindaco di Gioia Tauro che, a Bruxelles, ad un convegno a cui ho partecipato ha sparato a zero contro il termovalorizzatore; cioè, da un lato, i cittadini della Piana di Gioia Tauro si sentono penalizzati, dall’altra parte i cosentini debbono mandare i rifiuti a Gioia Tauro pagando un quid in più, in termini di Tarsu, per i trasporti.

Ma ci vogliamo mettere d’accordo su questo punto? Vogliamo capire che nell’area Cosenza Nord serve un impianto? Non sarà un termovalorizzatore. Come dire? Chi di dovere interpelli i tecnici più lungimiranti che ci sono al mondo. Scegliete la tecnologia meno inquinante, ma facciamo gli impianti e non venite a dirmi che, essendoci Gioia Tauro 1 e Gioia Tauro 2, – ho già detto dei limiti sia con riferimento ai cittadini della Piana che con riferimento ai cittadini della provincia di Cosenza – non c’è bisogno del terzo termovalorizzatore.

Piuttosto, caro assessore Pugliano, vorrei dire che, se lei invita ad una partita a scopa l’attuale commissario e quello precedente, sarebbe interessante capire se c’è o non c’è lo spazio per il terzo termovalorizzatore, o meglio chiamiamolo impianto di smaltimento perché non voglio correre il rischio di dare una indicazione.

Perché il precedente commissario ci ha detto che non c’era spazio, quello di oggi ci dice che lo spazio c’è.

Ma c’è un altro dato di cui dobbiamo tener conto e mi dispiace che non siano presenti gli amici o i compagni – non so come chiamarli – di Italia dei Valori, perché se dovessimo idealizzare e santificare l’attuale sindaco di Napoli, bontà sua, con la raccolta differenziata si risolve tutto al 100 per cento.

Intanto, Napoli riempie dei propri rifiuti le navi olandesi o di altri Paesi che sono nel porto di Napoli.

Allora, se nel sud siamo in queste condizioni, se la Campania e la Sicilia scoppiano, ammesso che il terzo impianto cosentino sia un po’ sovradimensionato, leggermente magari rispetto alle esigenze calabresi, – perché, chiaramente, un impianto non può essere dimensionato sotto un certo limite –non sarebbe un danno se De Magistris mandasse i suoi rifiuti nell’attesa di risolvere tutto con la differenziata.

Scusatemi se mi vien da ridere: che De Magistris mandi qualcosa in Calabria…….?

Chiederemo una raccomandazione, se non è reato, agli amici di Italia dei Valori presenti in Consiglio regionale.

Allora, per concludere, caro assessore, lei ci deve deliziare un’altra volta e fra tre mesi venire in quest’Aula, insieme all’assessore Aiello, e parlarci di programmazione territoriale, di cosa intendete fare in termini di fognatura e di depurazione e cosa intendete fare per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti.

Voglio dire un’ultima cosa: naturalmente sarebbe troppo esteso il ragionamento se parlassimo di dissesto idrogeologico, ma teniamo conto che, se si vuole avere una visione complessiva del problema, dobbiamo inserire nel programma come quarto punto – ma quarto non perché meno importante perché per importanza sarebbe il primo – come intervenire sul dissesto idrogeologico.

Perché i programmi fatti un paio di anni fa sono al palo dopo che i fondi Fas sono finiti per pagare quote latte e cassa integrazione. Siamo al palo in materia di dissesto idrogeologico.

L’ultima cosa che volevo dire è che non condivido - anche se l’abbiamo votata – la questione dei commissari ad acta affinché i comuni paghino i gestori.

Vede, cosa è successo per la depurazione: Smeco e company, è la stessa questione accaduta in precedenza per il Valle Crati; cioè i comuni incassano i corrispettivi per la depurazione che costituiscono una percentuale dell’acqua ed incassano anche la Tarsu.

Con la cassa unica – e adesso, tra l’altro, il Presidente Monti, ha toccato anche il problema della cassa unica per cui fra qualche mese ci sarà, insomma, non so se da sorridere, ridere o piangere – i comuni incamerano la Tarsu e non pagano. Faccio l’esempio cosentino del Valle Crati: incamerano i corrispettivi per la depurazione e non pagano Smeco e company.

Con il commissario ad acta, che è un fatto normalissimo, non credo che risolveremo i problemi, perché se Principe, che è commissario ad acta del comune di Panicuocoli, fa il provvedimento e non trova nulla nelle casse del comune non abbiamo risolto il problema.

Allora, suggerirei che il Consiglio regionale della Calabria proponga una norma al riguardo e diventi realmente innovativo rispetto alla legislazione dello Stato dando il potere di esazione a chi gestisce il servizio.

A Cosenza è il Consorzio Valle Crati che con una gara ha incaricato la Smeco? Allora il Consorzio Valle Crati diventa diretto esattore della parte della bolletta dell’acqua che riguarda la depurazione.

Per lo smaltimento chi gestisce gli impianti diventa diretto esattore di una parte della Tarsu in modo che questo flusso di risorse non passi proprio per le casse comunali.

In questo modo – e chiudo veramente – togliamo un alibi ai gestori perché nel momento in cui il gestore è titolare della esazione e, quindi, potenzialmente potrebbe avere le proprie casse piene per effettuare il servizio, non può accampare alcuna scusa.

Potremmo farlo noi come gruppo, facciamolo insieme, visto che voi avete gli strumenti, consulenti, direttori generali, tutti i generali …

Questa la voglio dire ed ho concluso.

Quando si facevano le cause contro il Consorzio di bonifica in cui tutti chiedevano un livello professionale più elevato, c’è stato un grande avvocato cosentino che era originario di Firenze, un cosentino-fiorentino che nella sua arringa disse “tutti generali, signor giudice, ma la truppa dov’è?”.

Voi avete tanti generali, utilizzateli per studiare il problema e proporre una norma al riguardo e certamente noi daremo tutta la collaborazione per tagliare le unghie a questo alibi che frena e spezza e uccide servizi essenziali.

Per la parte strategica di programmazione io suggerisco, caro assessore Pugliano, che fra tre mesi, a settembre, veniate qui con tre punti secchi su come ripartire per ovviare ai guasti che il regionalismo calabrese ha prodotto all’ambiente di questa regione.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Principe.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Grazie, signor Presidente, credo, come hanno detto i colleghi prima di me, che la Conferenza dei capigruppo ha fatto bene a decidere che oggi ci fosse questa seduta dedicata a questi temi, in una regione che presenta criticità storiche come la nostra, così scottanti ed urgenti che interessano, per quanto concerne segnatamente l’ambiente, non soltanto l’Unione europea, con la quale la Regione ha intessuto rapporti di scambio utili e proficui, e non uno o più specifici settori della nostra economia, ma l’intera collettività e direi, subito e senza equivoci, l’intero Paese.

Se è vero, infatti, che soltanto attivando la crescita il Paese può venire fuori da questa devastante crisi che rende fosca ogni ipotesi di futuro, in tal senso cosa c’è di più potenzialmente produttivo della risorsa ambiente, in un’area svantaggiata come la nostra? Se riuscissimo, infatti, a porre fine ad una serie di emergenze ambientali, che sono di per sé lo specchio inequivocabile di un non più sopportabile arretramento del Mezzogiorno, rispetto al resto del Paese e dell’Europa...

Se noi riuscissimo, come d’altronde la Giunta regionale efficacemente presieduta dal Governatore Scopelliti sta facendo, dopo decenni di commissariamenti e sciatterie sia politiche che amministrative rispetto al buon governo del territorio e quindi dell’ambiente, a normalizzare, finalmente, sia le procedure di governo che l’attenzione, che ogni pubblico amministratore coscienzioso e l’intero sistema imprenditoriale debbono riservare alla risorsa ambiente, produrremmo non solo ricchezza generale per la Calabria ma per il Paese. Ambiente significa infatti non solo cultura ma anche economia e civiltà: di qui il nostro impegno in tutte le articolazioni istituzionali della Regione per questo settore troppo spesso trascurato.

Un Paese che - e va detto subito anche a integrazione di questo dibattito così importante, oggi, in quest’Assemblea regionale - non può continuare a guardare al Mezzogiorno con fare sempre distratto. Lo Stato - e sarebbe bene che questo messaggio lo inviassimo tutte le forze politiche unitariamente - deve guardare alla Calabria con l’attenzione che esige una terra su cui non si è mai investito nell’interesse generale.

Capiamo che vi sono vincoli della finanza pubblica, scarsità di risorse pubbliche, urgenze un po’ dappertutto, e che centrale per il Paese è il rilancio della produttività, ma, oggi, questo Consiglio regionale deve trovare la forza di unitariamente porre il Governo dinanzi alle sue storiche responsabilità.

Perché l’Italia non vince la sfida che ha di fronte, se il Sud rimane nelle gravi condizioni sociali che bruciano un patrimonio di intelligenze allo stato inutilizzate e costrette ad emigrare.

Naturalmente ognuno deve fare la propria parte, che è la condizione prima perché si possa sperare in un mutamento. In tal senso l’ambiente, il lavoro il territorio e l’infrastrutturazione di base senza cui non si va da nessuna parte, costituiscono temi su cui occorrerebbe che tutti ci concentrassimo con il massimo delle energie. Sono questi, in sostanza, i temi che fanno della questione meridionale quella a mio avviso ancora drammatica con cui qualsiasi Governo deve iniziare a fare i conti senza più reticenze.

L’ambiente e la sua difesa, il suo rilancio e il suo potenziamento costituiscono, nello specifico, uno degli obiettivi principali assunto fin dall’inizio di questa legislatura.

Troppe polemiche ci ha lasciato - e lo dico senza entrare nel merito di tante esasperazioni - la precedente legislatura. Anche in termini di diffusione di un’immagine devastante che è filtrata ingiustamente sul nostro territorio che ancora adesso si fatica a raddrizzare ed i cui effetti nocivi si avvertono in ogni settore.

Sicché l’azione dell’assessorato e della Giunta, coadiuvate dalla sua maggioranza, hanno posto l’esigenza immediata di insistere su una maggiore e puntuale informazione e sensibilizzazione sui temi ambientali, ad incominciare dalle scuole.

Naturalmente non per nascondere le brutture che decenni di incuria e devastazioni fatte di costruzioni a casaccio e corse alla speculazione hanno prodotto, ma per valorizzare il nostro territorio e quindi la nostra terra, perché proprio dall’apprezzamento dello spazio che ci circonda e dalla sua difesa inizia il diritto dovere di cittadinanza.

Ebbene, non pochi segnali ci dicono che siamo riusciti, lentamente ma con determinazione, ad arrestare la deriva degradante dell’uso smodato del territorio.

Per quanto riguarda la risorsa mare, che ci preoccupa per una serie di motivi soprattutto in prossimità dell’estate, la Regione Calabria per sopperire alle criticità ancora evidenti nel territorio regionale, dovute particolarmente alla mancata piena attuazione del Servizio idrico integrato da parte delle Autorità d’ambito e degli enti locali competenti in materia di depurazione, ha condotto un’attività di programmazione straordinaria con il coinvolgimento delle Autorità d’ambito regionali e dell’Arpacal.

Già dal mese di febbraio 2011, conformemente agli indirizzi della Giunta regionale, d’accordo con le Autorità di ambito, il dipartimento Ambiente ha predisposto un Piano operativo di intervento finalizzato all’individuazione degli interventi prioritari e necessari al miglioramento dello stato qualitativo delle acque marine costiere, classificate “sufficienti” o “scarse”, sulla base dei controlli effettuati dall’Arpacal e pubblicati dal Ministero della salute.

Il Piano operativo di intervento a valere sui fondi Por Calabria Fesr 2007-2013 - Asse III Ambiente, contempla quindi operazioni volte al completamento, l’adeguamento, il riefficientamento e l’ottimizzazione delle reti fognarie esistenti e dei depuratori, per un costo complessivo di oltre 38 milioni di euro.

A fronte, quindi, dell’impegno della Regione non c’è stata altrettanta sollecitudine, purtroppo, da parte dei Comuni tanto che, su 42 comuni – lo dicevamo anche prima - soltanto due hanno predisposto il bando di gara e altri due lo hanno pubblicato. Per i restanti 38 ancora sono in corso le procedure di progettazione.

Un ritardo delle amministrazioni che, non solo mette a repentaglio la stagione estiva per quanto riguarda la balneabilità dei mari, ma che denota una certa incapacità di utilizzo delle risorse. Un gap che bisogna assolutamente colmare attraverso il sostegno della Regione Calabria e dell’assessorato competente che ha messo a disposizione un’apposita task force per affiancare i tecnici dei comuni che hanno difficoltà a predisporre il bando.

A partire dall’analisi di queste aree costiere e dei relativi bacini versanti, laddove le criticità manifestate hanno influenzato negativamente la qualità delle acque di balneazione, il Programma operativo individua interventi puntuali finalizzati a rimuovere le situazioni di rischio di sversamento di reflui non opportunamente collettati e/o trattati presso gli impianti di depurazione.

Riconoscendo il valore strategico che la risorsa mare ha per questa Regione, le attività sopra descritte hanno visto l’interessamento anche di tutte le autorità deputate al controllo del rispetto delle leggi vigenti in materia ambientale nella piena convinzione che ciascun apporto e/o conoscenza avrebbe costituito un contributo valido per migliorare e rendere più efficaci gli interventi.

La predisposizione del riferito Piano operativo di intervento si pone in coerenza rispetto alle strategie sulla gestione integrata dei sistemi costieri nonché con la legislazione comunitaria e nazionale inerenti le acque di balneazione e con le specifiche competenze assegnate alle regioni, configurandosi in tale direzione, quale strumento di attuazione degli interventi, di già contemplati nella Pianificazione d’ambito delle cinque Autorità d’ambito regionali, necessari per il superamento di tutte quelle criticità che possono compromettere lo stato qualitativo delle acque marino-costiere.

Il Piano prevede di eliminare i punti di debolezza del sistema depurativo, evitando nel contempo situazioni di compromissione sia per la salute dei bagnanti sia per le attività produttive legate al turismo e relativo indotto, con grave danno all’economia ed all’occupazione stagionale, specie in una congiuntura economica critica e sfavorevole come quella attuale.

La legge sull’urbanistica senz’altro ci aiuterà a mettere in sicurezza il territorio senza però nulla cedere alle posizioni ambientaliste più intransigenti che sconfinano spesso nell’ideologismo di stampo fondamentalista.

Fin dall’inizio, il Presidente Scopelliti e l’assessore Pugliano hanno ritenuto essere la salvaguardia ambientale una priorità irrinunciabile e non solo per porre fine alla serie di criticità ambientali a tutti note, ma proprio perché l’ambiente costituisce il terreno più fertile per realizzare nel migliore dei modi una cultura nuova verso questa risorsa capace di generare occupazione e ricchezza.

Un tema che preoccupa le nostre popolazioni e su cui vale la pena di soffermarsi è quello della bonifica dei siti ad alto rischio. E se ne accennava anche prima.

Con grande soddisfazione accogliamo la notizia secondo cui il dipartimento regionale “Politiche dell’ambiente” è in procinto di avviare un apposito “Laboratorio tematico settoriale” per l’aggiornamento del “Piano regionale di bonifica dei siti inquinati”. Nelle more della definizione del Piano generale degli interventi e, considerando la scala di priorità fissata dal Piano delle bonifiche nonché il livello di progettazione raggiunto per la bonifica dei siti ad alto rischio, è stato predisposto un “Piano stralcio del Piano operativo generale” degli interventi per la bonifica dei siti inquinati, dal quale è scaturita una graduatoria degli interventi relativi ai Progetti operativi di bonifica dei siti ad alto rischio, per gli oltre 45 milioni di euro.

Il dipartimento Politiche dell’ambiente ha completato l’attività sui siti ad alto rischio, in modo da acquisire 18 progetti operativi di bonifica, conformi ai requisiti ambientali di cui al Decreto legislativo numero 152 del 2006.

E’ anche positivo apprendere che il dipartimento Politiche dell’ambiente, tenuto conto della necessità di procedere all’appalto in tempi brevi, compatibilmente con le procedure di scelta del contraente, completerà, attingendo a fondi propri, la progettazione in itinere con le ulteriori indagini e studi specialistici necessarie per pervenire ad una più adeguata e completa progettazione di livello definitivo, che consenta ai Comuni beneficiari delle risorse il successivo espletamento delle gare.

Si tratta di un altro tassello importante che si aggiunge alla più che lodevole azione amministrativa in tema di politiche ambientali, che dimostra grande sensibilità in questo comparto e l’impegno che la Giunta regionale sta dispiegando cercando di dare risposte concrete e significative ai nostri territori.

Sia la Commissione regionale competente, guidata dall’amico, onorevole Alfonso Dattolo, sia l’assessorato che la Giunta regionale hanno accolto, si può asserire senza tema di smentite, le sfide ambientali, avendo in mente di coordinarne le politiche con la strategia generale di sviluppo sostenibile di cui la nostra maggioranza è portatrice.

D’altronde, abbiamo sempre saputo che soltanto rendendo fruibile la nostra ricchezza ambientale è possibile riscoprire le tradizioni culturali che rendono la Calabria una meta turistica assai appetibile.

Tutto ciò, mi preme precisarlo, anche dal punto di vista politico di cui quale Presidente del gruppo del Popolo della libertà in Consiglio regionale mi faccio carico, non va considerato mai in maniera settoriale. Nel senso che se ciascuno degli assessori che ha responsabilità dirette su ciascun settore ed ha un cronoprogramma da rispettare e impegni da assolvere, poi ciò che è essenziale è la visione d’insieme dello sviluppo, di cui ambiente, territorio e lavoro sono parti importanti che vanno considerate nella loro unitarietà.

L’unitarietà è data dal risultato complessivo di miglioramento delle condizioni generali di vita e dalla qualità della vita in Calabria e soprattutto dal progetto politico di cui la Giunta Scopelliti è interprete grazie al poderoso mandato elettorale avuto due anni fa direttamente dai calabresi.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Fedele.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.

Antonio SCALZO

Grazie, signor Presidente, credo che oggi con la relazione dell’assessore Pugliano si sia aperto un dibattito su uno dei temi più importanti e rilevanti, non solo per le istituzioni ma anche per i cittadini calabresi.

Questo perché di fronte abbiamo un argomento che, di per sé, quando si parla di ambiente si pensa al mare pulito e all’aria non inquinata, senza poi pensare che dietro ci sono gli effetti più importanti, quelli sulla salute dei cittadini.

Quindi riveste e deve avere massima attenzione da parte di chi è impegnato a vari ruoli nelle istituzioni di questa nostra regione.

Ho ascoltato con attenzione la relazione dell’assessore Pugliano che ricopre un ruolo delicato, di responsabile di questo settore. Nella relazione si vede lo sforzo che apprezzo anche per i modi garbati di porre in essere un problema e di mettere tutti di fronte alle nostre responsabilità.

Da questo punto di vista, credo che, sia personalmente, ma anche come Partito democratico, il capogruppo ha già parlato prima di me, non vogliamo e non ci sottrarremo a quella che può essere una azione positiva e propositiva per questo settore.

Oggi, però, di fronte ad un argomento così ampio, credo che dobbiamo fare delle scelte di campo soprattutto perché altrimenti il rischio è di parlare di tante cose, argomenti altrettanto importanti ed interessanti senza trovare una sintesi. Altrimenti, poi, succede che l’ascia di guerra l’abbiamo di fatto sotterrata e questo lo abbiamo verificato in più di una occasione; ricordo che maggioranza e minoranza abbiamo approvato una legge regionale sull’amianto, che dovrebbe avere conseguenze per il risanamento ambientale.

Ho detto più volte in Commissione che il problema è che con questa legge facciamo un passo avanti in termini di sensibilità culturale ed istituzionale, ma apriamo un problema grosso che è quello dell’adeguata copertura finanziaria per lo smaltimento.

La stessa cosa vale per i tanti siti, di interesse nazionale, di amianto naturale. Sapete bene, colleghi e lo sa anche la stampa, quali sono gli effetti devastanti dell’amianto naturale in alcune aree della Calabria. Ho avuto modo di ascoltare l’aspetto che riguarda tutte le bonifiche dei siti, pensiamo a Crotone.

Ma, oggi, credo che l’attenzione era soprattutto quella rivolta a due aspetti altrettanto importanti che sono stati posti in essere nella relazione introduttiva e che fondamentalmente riguardano lo stato dell’arte per il settore del sistema depurativo calabrese e l’aspetto che riguarda la campagna di balneazione.

Questo mi induce ad una riflessione di grande perplessità, assessore, perché abbiamo di fronte due problemi estremamente importanti. Però mi sembra un po’ paradossale che, oggi 16 aprile, discutiamo di questi due importanti argomenti a campagna già iniziata.

Lei lo sa, lo sanno anche molti altri esponenti in questo Consiglio regionale e lo sa anche la stampa, la campagna di balneazione inizia il 1° aprile ed è il frutto di un programma, di un processo di programmazione d’indirizzo su come procedere, perché poi i dati vengono trasmessi alla Giunta regionale. E, per esempio, quando si parla di aumento o di diminuzione di chilometri della balneabilità bisogna capire che quelli si riferiscono alla campagna precedente.

Credo che tutti i nostri sforzi, e penso che nessuno voglia sottrarsi ad uno sforzo comune per risolvere un problema come questo, debbano andare nella direzione che preveda una campagna che possa essere indirizzata non più al 2012.

Se vogliamo essere estremamente seri e concreti dobbiamo sottolineare che le cose che diremo, le posizioni che prenderemo, le azioni che la Giunta regionale e il dipartimento, il suo assessorato prenderà, i frutti si potranno avere nel 2013. Perché se non diciamo questo rischiamo di parlare a vuoto.

Credo che, invece, abbiamo l’obbligo di essere estremamente propositivi perché sull’ambiente e sulla salute le ideologie contano poco, e poi alla fine i cittadini ci giudicano su quella che è la sensazione di vivibilità di una regione, della qualità degli ambienti urbani, sulla qualità della balneazione e sul gradimento dei turisti in questo settore. Solo così si capirà se questa attività sarà stata una attività che ha portato frutti oppure un altro fallimento.

Dico, non in vena polemica, che siamo in estremo e grande ritardo perché le attività sono iniziate, con difficoltà organizzative, lei parlava prima della difficoltà del suo dipartimento per quanto riguarda le professionalità sono poche. Contare su professionalità di alto profilo e di giovani preparati ed altamente qualificati, credo che siano effettivamente pochi per un dipartimento qual è quello dell’ambiente. Forse meriterebbe una maggiore attenzione anche in questa direzione.

E dico: meno male che ci sono quelle figure che lei citava poc’anzi, e sulle quali si sta basando anche un lavoro piuttosto gravoso.

Credo che per fare un salto avanti in questa direzione, dobbiamo partire anche da quello che abbiamo e capire dove le cose non funzionano.

Del sistema depurativo ne ha parlato prima lei, poi il consigliere Principe ha posto altre criticità, voglio dire partiamo dalle positività che abbiamo perché le emergenze sono state citate in quest’Aula. Dobbiamo partire anche dai punti di forza che abbiamo.

E siccome, in Calabria, abbiamo anche circa 105 depuratori cosiddetti in area sensibile e critica che sono quelli costieri, dobbiamo partire da un dato fondamentale. Per la razionalizzazione del sistema depurativo dobbiamo partire da una azione efficace e di controllo e lei, assessore, attraverso un sistema estremamente moderno che è quello dei campionatori automatici, quindi con le centraline messe nei depuratori ha uno strumento estremamente efficace che però deve essere messo a regime, deve essere messo nelle condizioni di poter esprimere – chi ci lavora – dei risultati. Lei sa benissimo che un sistema così che è già in dotazione con i fondi Por 2000-2006 consente alle istituzioni, agli enti locali e anche ai cittadini per il livello di accessibilità del data base dei risultati di avere in maniera istantanea, immediata, le inefficienze, le anomalie del sistema depurativo.

Poi, credo che quando parliamo di sistema depurativo, considerato l’aspetto fondamentale del controllo e monitoraggio all’entrata e all’uscita del depuratore, per capire qual è il problema e soprattutto per metterlo al servizio dei cittadini calabresi, bisogna pensare anche ad un’altra cosa.

Lo si è detto prima: il problema è sia l’inefficienza del sistema depurativo, sia quello degli scarichi abusivi, e quant’altro. Altro problema che non è assolutamente da trascurare riguarda il sistema depurativo inesistente nei comuni dell’entroterra e dei comuni montani.

Allora lì bisogna fare un’azione seria, bisogna scegliere che tipo di depurazione e credo che le linee guida anche della Comunità europea ormai accettano, sono più che accettati quei sistemi di fitto-depurazione che, come lei sa, abbattono la carica batterica e praticamente evitano di portare inquinamento lungo i corsi dei fiumi e di conseguenza sul mare.

Un’altra cosa la vorrei dire, e mi avvio alle conclusioni, per quanto riguarda l’aspetto della programmazione.

Su questo aspetto della programmazione credo che, oggi, abbiamo con grande ritardo – lo voglio ribadire – affrontato questo problema.

Prendiamolo non come un punto di arrivo, perché se così fosse sarebbe una grave deficienza, una grave manchevolezza della Giunta regionale.

Allora la voglio leggere e voglio prendere l’aspetto positivo che, oggi, noi ripartiamo e non ci sottrarremo a quelle che possono essere le nostre idee in materia ambientale e a quelli che sono i contributi che potremo dare.

Questo lo faremo con grande impegno. Ma soprattutto vorremmo che da oggi cominciassimo a parlare di questi problemi e lo facessimo, non solo in Aula, ma nei tavoli tematici dove ognuno possa dare un contributo.

Bisogna capire, ad esempio, che fine ha fatto il monitoraggio marino-costiero che è fermo dal 2009. Che fine hanno fatto i finanziamenti del Ministero dell’ambiente, e ci sono le schede già pronte, assessore, per poter essere utilizzate. Bisogna, però su queste cose avere le idee chiare e lavorare perché è lì che bisogna attingere sui finanziamenti non sui fondi ordinari.

Questa può essere la chiave di una svolta positiva in questo settore dove noi, il gruppo del Partito democratico, ed io personalmente non mi sottrarrò dal dare un contributo perché il contributo che offriamo in maniera positiva, non lo diamo solo per l’Istituzione che rappresentiamo, ma per garantire un futuro alle nuove generazioni, un futuro che sia fatto di una qualità della vita e di una qualità ambientale adeguata ai tempi. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Scalzo. Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Caro assessore, con estremo interesse ho ascoltato la sua relazione. E’ ovvio che l’argomento in oggetto è abbastanza complesso ed esteso, parlare di ambiente significa trattare tutti gli aspetti di un settore che è multisettoriale e anche multidisciplinare nelle risposte, perché significherebbe parlare del dissesto idrogeologico, dello smaltimento dei rifiuti, della situazione delle discariche, di programmazione varia inerente la desertificazione, che è un altro problema che sta per uscire fuori, nonché dell’erosione delle coste marine. Mi limiterò esclusivamente ad affrontare il problema del mare in riferimento a quello che è stato l’oggetto della sua relazione: la depurazione.

Oggi mi sarei aspettato, onestamente, alla luce di questa discussione o comunque di questo approfondimento che, da parte della Giunta, fosse stato realizzato un Piano, una bozza di programmazione che tenesse conto, sulla questione della depurazione e quindi delle ricadute sulle politiche del mare, di una pianificazione di tipo territoriale, con dei progetti settoriali specifici, innanzitutto, un excursus in riferimento a quelli che sono stati gli anni persi, le responsabilità oggettive, nonché anche le pianificazioni da porre in essere in termini di risposte esaustive. Questo era necessario per poter, finalmente, cercare in tutti i modi, partendo da stamattina – ma spero che ci sarà tempo per poterlo fare – di recuperare del tempo importante perduto, perché credo che una delle maggiori cause del fallimento della Regione Calabria, in rapporto alla situazione della depurazione e quindi del mantenimento dello stato del mare in maniera ottimale sia stata proprio questa lunga gestione commissariale che, di fatto, non ha ottemperato negli anni al raggiungimento di determinati obiettivi.

E’ durata oltre dieci anni, è iniziata nel 1998, si è protratta fino al 2008, poi si è riattivata un’altra volta, ci sono stati periodi di luce ed ombre, poche le luci, molte le ombre, soprattutto durante questi regimi commissariali, ma la cosa più preoccupante è che, forse, è stata una scusa da parte della politica– e mi riferisco ai tempi giusti nel periodo in cui c’erano le provvidenze o comunque c’era un Piano sulla depurazione, mi riferisco agli anni 1999-2005 –che approfittando dalla gestione commissariale si è messa un po’ in disparte, si è comportata, con disinteresse, forse anche con un po’ di negligenza rispetto a quelle problematicità e quelle criticità che questo argomento poneva alla politica come momento di interesse primario rispetto anche ad altre questioni.

Nel momento in cui sento che le programmazioni latitano riguardo ad un problema che è scoppiato nel 2011 e che sicuramente si ripeterà nel 2012 – speriamo che si possa risolvere almeno per ampi tratti delle nostre coste nel 2013 –, nel momento in cui sento che bisogna in Calabria evidenziare la questione che il mare non è inquinato, ma sporco, credo che si cada nel ridicolo! Siamo in una disquisizione inutile, perché non basta, caro assessore – e lei lo sa meglio di me – da esperto della problematica, cambiare i parametri, le soglie per quanto riguarda i contenuti inquinanti all’interno del mare, delle acque, per poter far sì che non sia inquinato, ma soltanto sporco. E’ sporco solo di un determinato tipo di materiale. E’ inquinato perché? Per un semplice motivo, perché abbiamo quasi 700 depuratori e lei sa benissimo che abbiamo depuratori che nell’entroterra non funzionano o, addirittura, non esistono, abbiamo oltre 100 depuratori sulle varie coste che, purtroppo, sono obsoleti e fatiscenti, non c’è stata una programmazione da parte dei commissari, qualcosa si è tentato di tirare in ballo a fine 2008 con delle procedure di mantenimento che lo stesso Loiero – ho visto le carte-– ha cercato di spendere sui 300 e passa milioni di euro per cercare, alla luce di un’assenza di riferimento economico-finanziario, di copertura finanziaria, di poter dare quelle risposte per poter far sì che la stagione turistica potesse passare nel migliore dei modi.

Vi è, quindi, l’assenza di questa impostazione con anni persi e con una situazione sui depuratori che ha veramente del ridicolo, basta leggere le relazioni anche dell’Arpacal, che è vero che in alcuni punti sono quasi in conflitto con le relazioni fatte dalla Lega Ambiente e che sono poi sono state ulteriormente confermate da altre associazioni, ma il problema vero è questo, che questo sistema di depurazione calabrese va rifatto di sana pianta, perché la gran parte dei depuratori che funzionano si fermano al trattamento dei liquami in fase primaria, pochissimi svolgono la fase secondaria, nessuno ha i meccanismi di raccolta degli oli e dei grassi che rappresentano il peggiore problema, i famosi disoleatori, quelli che riescono a recuperare le sostanze grasse, che sono quelle che poi maggiormente danno fastidio anche all’occhio del turista e del bagnante. Allora c’è la necessità di affrontarlo e, per poterlo fare, non basta una semplice relazione, ma bisognava venire qua stamattina, chiaramente col cuore in mano e nella massima obiettività dei casi, senza voler dare responsabilità all’attuale Giunta, ed evidenziare quale doveva essere questo percorso, al di là dei meccanismi importanti e necessari, i 38, i 39 milioni ripresi nel Por 2007-2013 dell’Asse III, al di là di quella che sarà la proposta all’interno del Cipe sui 247 milioni, che poi diventano 218, 217 milioni.

E’ ovvio che c’è la necessità di andare a risistemare tutta questa situazione nell’interesse dei calabresi, perché oggi ci troviamo di fronte a un dato difficile e cattivo, mi riferisco esclusivamente al fatto che i liquami di oltre mezzo milione di calabresi, di fatto, è come se non venissero proprio trattati e andassero direttamente a mare.

Allora la situazione va presa seriamente, di petto, al di là dei colori politici, al di là di tutto, perché questa altro non è che una storia cronica, ormai, un’emergenza che si è cronicizzata, che si vive quotidianamente e anno dopo anno riesplode nel periodo pre-estivo e in estate, dove c’è quasi un tumulto da parte dell’opinione pubblica generale, in modo particolare riguardo ad un settore, quale quello del turismo, che dovrebbe essere uno dei settori trainanti. Altro che bella figura! Pessima figura, come è stata fatta anche l’anno scorso!

Allora un’assenza di programmazione, di pianificazione e soprattutto l’assenza di controllo fa capire chiaramente in che situazione ci troviamo, e che il sistema va tutto ridisegnato in maniera seria.

Responsabilità ce ne sono tante: non è possibile poter pensare solo ai Comuni. I Comuni hanno una grande responsabilità, non tanto nella gestione dei depuratori, perché non è facile con quattro soldi e con pochissime risorse poter gestire dei depuratori che hanno meccanismi molto complicati e che spesso non sono neanche esaustivi nella loro impostazione, anche perché vecchi rispetto alla localizzazione e rispetto a quello che si è fatto dopo con i piani regolatori e, ancor prima, con i piani di fabbricazione. La vera colpa dei Comuni è quella di non aver programmato il proprio sviluppo urbanistico ed edilizio, in modo particolare nell’ambito di piani regolatori, dei quali pochi sono stati i Comuni in Calabria nel passato che se ne sono serviti; molti sono andati avanti con piani di fabbricazione abbastanza elastici sotto tutti i punti di vista. Da qui è nato quell’abusivismo edilizio fonte della sofferenza primaria dei territori lungo le coste calabresi, dove forte era l’impatto e la ricaduta economica, soprattutto nell’ambito dell’industria delle costruzioni.

Allora questo fatto i Comuni oggi lo pagano, lo pagano anche i cittadini. E’ ovvio che sarebbe stato necessario – dice bene Sandro Principe – avere una legge urbanistica che prevedesse regole e vincoli obbligatori già nel passato; al fine di avere un ulteriore strumento di prevenzione, più che di repressione.

Per non parlare anche del sistema fognario. Sul sistema fognario andava fatto il mappaggio delle fognature, mappaggio che non è mai stato fatto, eseguito o comunque si sa che il sistema fognario calabrese non è certamente esaustivo nella sua tipologia territoriale e nella sua mappatura; le fognature hanno necessità di essere riviste non solo per il completamento e per il collegamento agli eventuali depuratori che vanno realizzati, ma soprattutto perché va invertita proprio l’impostazione della fognatura. Oggi il sistema fognario calabrese – e anche ieri – dove c’è, per la maggior parte delle cose è a sistema unico, cioè raccoglie acque bianche e acque nere. Questo cosa ti comporta? Automaticamente un aumento in termini volumetrici di quantitativi esagerati dei liquami che vengono poi centralizzati a livello dei depuratori, che non riescono per il sovraccarico, per il surplus di quantità che arriva, allungato dalle acque bianche e anche dalle acque piovane, purtroppo, in alcuni casi, a smaltirlo nel modo migliore, al di là del fatto che la gran parte sono depuratori – ripeto – di prima generazione, che fanno solo il primo trattamento, pochissimi sono in grado di svolgere il secondo trattamento.

Allora ecco che bisogna entrare anche nel tecnicismo, non solo nel politico, nel politico ci vuole solo la volontà, una volontà che, senza dubbio, è comune a tutti quanti, a quelli che hanno amministrato, a quelli che stanno amministrando e, forse, anche a quelli che amministreranno un domani, oggi ci troviamo, a due anni di distanza, con una situazione che è stata appena impostata e che, ancora oggi, evidenzia la difficoltà da parte dei Comuni di poter gestire anche i 38 milioni per infatti solo due Comuni hanno espletato le procedure, due sono pronti a fare le procedure e gli altri non hanno neanche fatto i progetti. E non si tratta solo di sistema di depurazione, ma si tratta anche di fognature, di collegamenti, di allacci e quant’altro.

Allora qui è il dato politico forse più importante, cioè che oggi ci ritroviamo, molto probabilmente, a capire se i Comuni sono ancora in grado di poter fare opera meritoria e con propria responsabilità su questo argomento o sono incapaci, da soli, stando come singole entità istituzionali, di poter svolgere queste funzioni. Forse ci vuole un passo in avanti, molto probabilmente non so se sia giusto che la Regione si vada a riprendere questa responsabilità o se è il caso di consorziare i Comuni fra di loro anche in materia di depurazione. Questo non lo so, è una cosa che andrebbe analizzata. Un dato è certo: abbiamo perso tanto di quel tempo perché oggi, per poter riprogrammare, abbiamo dovuto fare delle richieste nell’ambito del fondo Cipe, cercando di poter capire e sperare se ci sia la copertura da parte dello Stato e poter attingere anche a questi finanziamenti, corroboranti e aggiuntivi delle risorse regionali e comunitarie, e nello stesso tempo dimenticando, però, che quando i soldi li abbiamo avuti – e mi riferisco a 900 milioni, quelli di cui si parla in questi giorni – dal 2000 al 2005, nulla è stato fatto o, se è stato fatto, per un terzo è stato fatto male, al di là della copertura finanziaria che non è stata utilizzata bene e che è, ancora oggi, oggetto di indagini giudiziarie.

E’ ovvio che qua dobbiamo capire su che proposte dobbiamo muoverci e considerare, ad esempio, quelle che provengono dalle varie associazioni ambientaliste, la Lega Ambiente e quant’altro, al di là della loro appartenenza culturale e ideologica. Sono proposte molto serie, molto semplici che partono dalle responsabilità che i Comuni dovrebbero avere esclusivamente nell’ambito del monitoraggio, approfondito, del proprio territorio, proprio per sollevare e per andare a identificare quelle criticità, andare a controllare anche quella singola abitazione per capire dove vanno a finire le proprie fogne.

E’ ovvio che bisogna fare degli interventi di natura anche immediata, non possiamo perdere molto tempo, anni e anni nella programmazione; abbiamo un problema emergenziale che va affrontato con una proposta di pianificazione generale, ma temporalmente veloce.

Allora differenziare le acque bianche dalle acque nere, mettere impianti di depurazione che possano trattare a livello secondario e a livello terziario questi liquami, munirli di dissalatori, di disoleatori che sono importanti, verificare l’idoneità stessa delle aziende che li gestiscono, oltre a cercare di eliminare i costi dell’elettricità, perché sappiamo benissimo che, anche dove funzionano, questi benedetti impianti di depurazione, molte volte, visto che il costo dell’elettricità grava moltissimo sul profitto, sono fatti camminare a regime alternato, per sei ore si chiudono, per sei ore si riattivano e viceversa, diventando una presa in giro!

Bisogna controllare anche gli auto-spurghi – ne avete parlato tutti –, è una situazione, queste benedette vasche ad isola, queste benedette abitazioni – e sono tante – che non sono collegate alla rete fognaria, quindi, la necessità da parte della Regione di vincolare i Comuni ad attuare le fognature e di poter dare agli stessi la copertura finanziaria per realizzare le reti fognarie.

Badate, le fognature non sono un problema di oggi, noi non siamo nel Nord, dove con l’intervento ordinario – qua ci sono parecchi sindaci, persone che hanno fatto i sindaci in Comuni e che nelle fognature i servizi fondamentali primari li hanno fatti più volti con l’intervento ordinario dello Stato. Da noi, in Calabria, per arrivare a fare le fognature, fino agli anni 1990 anche grossi Comuni – non dico i nomi è inutile – hanno dovuto utilizzare anche gli interventi non solo con la Cassa del Mezzogiorno di prima, ma utilizzando gli interventi straordinari della “64” per farsi le fogne nei Comuni.

Quindi abbiamo un ritardo storico, del quale paghiamo uno scotto. Ecco perché la velocizzazione diventa importante, insieme ad una giusta pianificazione e programmazione.

PRESIDENTE

Onorevole Mirabelli, il tempo a sua disposizione è scaduto.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

La necessità, quindi, della task force è rilevantissima, però è ancora più importante, secondo me, attivare il coordinamento delle attività di controllo e di pianificazione, dove non deve essere solo l’Arpacal o la Regione, ma anche il nucleo dei Carabinieri, visto il problema della ‘ndrangheta presente all’interno di questo settore – ne parlano tutti –, ma bisogna aggiungere la Guardia di Finanza, il Corpo forestale per le proprie competenze, la Polizia provinciale, cioè ci deve essere un momento unitario dove questo problema possa essere finalmente affrontato seriamente e nel modo migliore.

E’ ovvio pure che la politica sulla gestione dello smaltimento dei fanghi diventa un problema consequenziale, una risultanza secondaria, perché i fanghi chi è che li fa? Li fa l’azione della depurazione ed è ovvio che i fanghi, per poter poi essere trattati definitivamente in quanto molto nocivi, hanno la necessità non solo di essere prosciugati dalla parte liquida che andrà ad evaporare, ma l’ulteriore parte secca va compressa e poi va messa negli inceneritori. Da qui la necessità di poter considerare la necessità di una programmazione che dia risposte serie e definitive anche sui rifiuti solidi urbani e sul trattamento dei fanghi.

Ecco perché era necessaria una programmazione più esaustiva per capire di che cosa si parlava in termini generali, anche se in termini iniziali, per avviare finalmente un percorso di rafforzamento su queste problematiche e di definitiva soluzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore, con preghiera di contenere il suo intervento nei 15 minuti previsti dal Regolamento. Prego, ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Anch’io voglio dare il mio contributo a questa discussione che ritengo importante e che affronta un problema delicato per la nostra regione, che ha non solo risvolti di natura ambientale che attengono alla tutela del territorio, ma anche risvolti di natura economica, perché la nostra è una regione vocata al turismo.

Ho ascoltato con molta attenzione la relazione dell’assessore, ne ho apprezzato lo sforzo, una relazione molto dettagliata su cose che, per la verità, sono pure condivise non solo dalla classe politica, ma da gran parte dei cittadini. L’assessore ha tenuto una lezione che rappresenta una buona diagnosi di un problema. Poi ha cercato di indicare una terapia, però la terapia, sinceramente, è molto blanda, perché alla fine lei, assessore, dopo aver sviscerato tutti i problemi, ci ha detto che ci sarà questo “numero verde”, che sarà attivato questo battellino che dovrà pulire le acque superficialmente. Ci ha detto che nei tre punti è richiesto anche un nuovo approccio culturale, quindi uno sforzo da parte di tutti volto a risolvere questo problema, però se vogliamo dare un senso a questa discussione dobbiamo affermare che il problema della depurazione, il problema del mare in Calabria è gravissimo.

L’altro giorno, nella mia provincia, alla Prefettura di Vibo Valentia io sono intervenuto perché la mia provincia, dal punto di vista turistico, ha un certo dinamismo, c’è stata una riunione in Prefettura e la riunione non si è conclusa in maniera positiva. C’è stata questa riunione dell’Osservatorio permanente sull’ambiente, lì è emersa una difficoltà da parte dei sindaci ad ammodernare i depuratori, a costruirne nuovi e a gestirli. Quindi è una situazione di allarme.

Ho avuto modo di parlare con il prefetto della mia provincia e mi ha detto: “L’estate scorsa è stata una stagione triste dal punto di vista della qualità del nostro mare, ma quella che verrà sarà ancora più triste”. L’approccio che la Giunta ha scelto, sinceramente, non mi è piaciuto, cioè è vero, c’è questo Piano di 38 milioni di euro e avete, in un certo senso, detto ai Comuni “bene, noi vi diamo questi soldi” non a tutti i Comuni, ad alcuni, guarda caso nella mia provincia è stato escluso il Comune di Ricadi, un Comune che in estate ha una capienza di 17 mila posti letto.

Quindi il problema è stato gestito a macchia di leopardo, non in modo strutturale, per aggredire un problema nella sua interezza, ma lì un Comune, lì un altro e poi, chiaramente, l’assessore, forse concertandola con il Presidente, a dicembre ha fatto una lettera ai sindaci per dire “guardate, a che punto siete con la progettazione? A che punto siete con la cantierizzazione delle opere? E perché avete scelto questa strada?”, perché a un certo punto, quando questa estate scoppierà nuovamente il problema, si dirà: “abbiamo fatto la lettera a dicembre, siamo a posto, siete inadempienti, perché non avete avviato le opere”. Quindi, in un certo senso, avete scaricato il problema sui Comuni.

Allora dobbiamo smetterla di dire che ci sono responsabilità pregresse, che dobbiamo sotterrare l’ascia della contrapposizione politica. Intanto, chi governa è forza di governo ed è stato scelto dalla gente perché deve affrontare e risolvere i problemi; l’opposizione ha il compito di sollevare i problemi, di vigilare e di controllare. Quindi, l’approccio di oggi mi sembra flebile, cioè non ho visto proposte concrete rispetto a un problema che deve diventare la priorità della Calabria.

E’ vero, assessore, lei ha fatto bene, ha parlato della situazione evidenziando che c’è un circolo vizioso dovuto al fatto che i Comuni non introitano i soldi e poi non pagano i gestori. Noi, però, non possiamo solo fotografare la situazione – lo diceva pure il collega Mirabelli – rispetto alle fasi del commissariamento, un commissariamento che doveva finire nel 2008, ma che si sta prorogando. Lei anche su questo non è stato chiaro nel comunicarci se finisce o non finisce, se continua o se questa è una cosa che fa comodo alla politica.

Rispetto ad alcune questioni si deve scrivere una parola definitiva, non possiamo affrontare una questione che riguarda il futuro della Calabria in questo modo. Parliamo di una cosa delicata, perché nel 2011 la Goletta Verde ha consegnato a questa regione la maglia nera, perché è il mare più inquinato d’Italia.

Allora, se vogliamo affrontare una discussione in modo serio, queste cose le dobbiamo dire e ridire e dobbiamo vedere come intervenire definitivamente.

Dunque, rispetto alla programmazione comunitaria, è inutile spendere la programmazione in mille rivoli, è inutile spendere la programmazione per creare consenso e clientela, la programmazione va programmata per macro-obiettivi e per affrontare il problema, nella sua drammaticità, in modo compiuto. Allora si scriva una parola chiara sulla depurazione, si avanzi una proposta – lo diceva molto bene il mio capogruppo in Consiglio – in cui si afferma “noi vogliamo risolvere il problema della depurazione, vogliamo investire queste risorse su questo punto, andremo avanti con una programmazione seria”, non a macchia di leopardo, perché così il problema non lo risolviamo, perché è un problema complesso. Lo ha detto lei nella relazione e tante cose le condivido.

Ha evidenziato la questione dei fanghi. Lì, nella mia provincia, sul problema dei fanghi deve intervenire l’Autorità giudiziaria, perché si tratta di un problema complesso e perché i Comuni non hanno i soldi per smaltire quei fanghi. Quindi è un problema che va sviscerato ed affrontato bene.

Facciamo una proposta come Partito democratico, diciamo che il sistema della depurazione deve tornare alla sua normalità da subito, per questo presenteremo un ordine del giorno, perché la gestione commissariale in Calabria – non so se è convenuta a qualcuno o meno – ha prodotto solo danni, più ombre che luci.

Allora, chiaramente, dovete tornare, secondo me, in Aula con uno sforzo più chiaro, più decisi, con tre-quattro punti che siano risolutivi del problema, con una vera pianificazione, ponendo la depurazione come priorità per il futuro della nostra terra, perché alle fiere sul turismo gli operatori ci chiedono qual è lo stato del mare. Lo stato è quello che è!

Allora, secondo me, il Piano che avete messo in atto, questo Piano operativo di 38 milioni, non può affrontare in maniera seria e compiuta il problema, perché rispetto a tutta la fascia costiera della Calabria, che è quasi oltre 700 chilometri, ci sono 16 foci con allarme rosso, 20 punti fortemente inquinati, 35 chilometri di tratto non balneabile, e chi più ne ha più ne metta!

Quindi, a mio avviso, la questione non va affrontata con una terapia debole, ci vuole una terapia d’urto forte, un’assunzione di responsabilità da parte di questa maggioranza, perché è vero, nel 2008 alcuni interventi sono stati fatti con l’Apq, alcuni hanno prodotto effetti, altri ancora non sono partiti, altri non sono stati collaudati. Quindi c’è una situazione esplosiva e di emergenza e, chiaramente, il problema della depurazione va affrontato per tempo, non è che noi, adesso ad aprile, ci ricordiamo del mare per la prossima stagione estiva, quando la stagione estiva comincerà fra un mese! La questione va affrontata un anno prima, non a ridosso della stagione estiva, perché questa estate sicuramente, me ne duole da calabrese e da rappresentante istituzionale, il mare sarà sporco. Poi, magari, il Presidente Scopelliti farà un giro in elicottero e constaterà che ci sono degli scarichi, interverrà la Capitaneria di porto, ma il problema così non si risolve.

Serve una strategia strutturale che aggredisca il problema nella sua interezza, serve una pianificazione, una spesa straordinaria, un ritorno alla gestione ordinaria ed anche, poi, un approccio culturale nuovo da parte degli operatori, dei cittadini, degli enti locali, sui quali non si può scaricare tutto; serve una mappatura. Non è possibile che, per esempio, nella mia provincia ci siano tantissimi Comuni che ancora non sono dotati di un depuratore, alcuni non ce l’hanno, in altri non funziona, in altri è inadeguato, altri non hanno i soldi per mandarlo avanti.

Allora di che cosa parliamo?! Vogliamo stabilire per la nostra regione tre o quattro punti che riguardino lo sviluppo e il futuro? Diversamente, non ci sarà speranza per la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Ho ascoltato con grande attenzione la relazione dell’assessore. Devo dire con franchezza che sono un po’ deluso, lo dico senza fare eccessive polemiche, ma voglio aggiungere che, secondo me, una relazione così descrittiva come quella dell’assessore, a due anni e qualche mese dall’insediamento di questa nuova Giunta regionale, in questo momento storico è inaccettabile. Ho partecipato e ho voluto sentire tutti finora, perché credo che questo sia un dibattito davvero cruciale, sono convinto che ci siano due o tre temi cruciali (sanità, ambiente, fondi europei). Tutti i temi sono cruciali per la Calabria, ma questi lo sono per la vita di una regione.

Sono convinto – lo voglio dire – che questa Giunta regionale, per quello che rappresenta anche a livello nazionale, non ce la fa da sola ed io, come ho sempre finito i discorsi in quest’Aula, ho sempre offerto una grandissima disponibilità; ma non l’ho fatto solo io, l’ha fatto anche la minoranza, perché non ci stiamo che questa Regione affondi e definitivamente. Lo dico perché sull’ambiente – ripeto – si gioca davvero una credibilità.

Mi ha stupito moltissimo l’intervento che ha fatto poc’anzi l’onorevole Fedele, che, con la solita litania, se l’è presa, naturalmente, con la passata legislatura. Ho subìto critiche plurime da diverse provenienze, ma sapete perché mi ha stupito? Un po’ perché mi sembra – lo dico come un dato di costume, questo non ha un valore politico – che si sia alzato negli ultimi giorni il suo livello di adulazione. E’ una cosa incredibile per chi ha fatto il Presidente del Consiglio ed è stato parlamentare. Lo so che spesso sento un intercalare nei confronti del Presidente, erano cose che io aborro per natura, non voglio dire per cultura, per costume, però è aumentato. Forse aspetta un incarico, perché non riesco a capire come se la sia potuta prendere con l’altra legislatura, quando il sottoscritto, con grande amarezza e angoscia, nel luglio-agosto del 2005, ha chiesto scusa a tutti gli italiani per le condizioni del mare, ma non per colpe mie, perché non avevo ancora colpe. Ho chiesto scusa a tutti e, naturalmente, mi sono messo insieme alla Giunta regionale di buzzo buono per cambiare certe situazioni.

Per questo mi ha stupito moltissimo ciò che ha detto, come se l’avesse caricata all’altra parte politica. Questo è un giochino che non va da nessuna parte. Vi invito a leggere i giornali, non solo quelli regionali, leggete anche quelli nazionali e vi accorgete che è così, come dico io.

Allora, chiusa questa parte, un altro appunto, anche questo di costume, voglio sollevarlo all’assessore: non è per niente vero che la nostra cultura di calabresi è una cultura di mare; è una cultura totale di montagna – in tutti i secoli è stato scritto questo – perché abbiamo un riferimento vero.

(Interruzione)

Sì, abbiamo un riferimento vero con la montagna, non col mare, non abbiamo alcuna assuefazione, non ai fini del turismo, come ha detto lei, in forma storica; glielo voglio dire.

Ultima cosa e poi faccio un intervento – spero – mostrando cifre e sempre in maniera costruttiva. Sono convinto che questo è un tema difficilissimo e che il dramma di oggi è retroattivo, ci sono problemi dietro le spalle: è il prodotto di lavori sbagliati e non del passato, è fatto di delibere, di impegni elusi, anche di divisione.

Volevo approfittare, ma lo dico al Vicepresidente, anche per dire un’altra cosa: ho visto che il Presidente Talarico ieri ha fatto un appello e ha detto che l’ambiente è una questione centrale. Ho notato che si sta conducendo una seduta monotematica. Inviterei la Presidenza del Consiglio a predisporne più di una di queste cose, ma perché? Per le motivazioni che in parte ha detto il consigliere Principe. Signori, stiamo andando avanti con un sistema autoritario, dove non c’è confronto con i sindacati, con nessuno. Ma dove si va a sbattere così?! Avete qui questa grande occasione dell’Assemblea, in cui ci si può confrontare, magari correggere, perché no? Mica, sedendo là, si ha la certezza di non commettere errori! Là gli errori si fanno di più di quanto non si faccia stando seduti da questa parte.

Questa sarebbe, allora, un’occasione straordinaria per una partecipazione maggiore, per evitare questi provvedimenti dittatoriali che non portano in nessun luogo.

Signori, tenete conto che fino ad oggi avete avuto – lo dice la gente, io non ci credo, però la gente dice questo – una grande opposizione. Voglio ricordare che qui ci sono protagonisti della legislatura antecedente a quella in cui sono stato Presidente della Regione; alcuni di loro - non voglio fare i nomi, ma sono in quest’Aula, eletti -, mi ricordo, nei confronti della Giunta regionale di centro-destra di Chiaravalloti erano arrivati ad occupare più volte l’Aula, fino quasi, talvolta, a cancellare l’elemento della democrazia dell’Assemblea. Oggi questa opposizione è sconosciuta, ma questo non deve apparire come una circostanza per cui si possa fare tutto, lo dico per la regione, non per salvare una parte politica.

Approfitterei, quindi, per fare altro: facciamo una Conferenza dei capigruppo, parliamo di sanità, per portare anche qualche elemento importante che può provenirvi dall’opposizione. D’altra parte, si evince dalle cose che si leggono: siete in un vicolo cieco!

Anche quello che ha detto il Presidente Talarico sull’attenzione qualificata: in certi settori, come quello dell’ambiente, la qualificazione prevede una tecnicalità decisiva, perché non tutti si possono cimentare – con grande rispetto per la professione dell’assessore! Se avessi potuto avrei fatto proprio la sua professione; non l’ho potuta fare, avevo condizioni che non mi permettevano, poi ho preso un’altra laurea, ma avrei voluto fare quello. Non per denigrare, però qui c’è bisogno di una tecnicalità. Non è un caso che l’assessore all’ambiente della seconda parte della scorsa legislatura era uno dei migliori biologi marini che ci sono in Italia e aveva una conoscenza molecolare del mare, è arrivato a dire delle cose al limite, perché quando si afferma con una certa prosopopea, che ci possono essere navi venefiche nel fondo, negli abissi marini, è un problema che si pone. Uno non sa, ma che facciamo, scacciamo il turismo?! Voglio dire, cose discutibili, ma provenienti da una passione per il lavoro e per la tutela dei calabresi.

Dico allora che non possiamo più improvvisare e voglio dire anche che non possiamo più applicare scelte semplici a problemi che sono complessi, e lo sono al massimo. Sono convinto, infatti, che più un settore è tecnico, più c’è bisogno di continuità nel lavoro, perché è chiaro che dove si è arrivati lavorando, si è arrivati attraverso eliminazione di errori, attraverso esclusioni di percorsi che possono essere negativi. E’ un patrimonio di conoscenza, di esperienza da tramandare a quelli che verranno. Non si può interrompere e cominciare tutto ex novo come se fosse – come ho detto l’altra volta – un anno zero, come se cominciasse un’era luminosa. Ma dove sono le competenze per fare questo!?

Allora, se in un posto nevralgico – e anche qui voglio fare un discorso senza infingimenti – si privilegia la fedeltà o l’accordo preelettorale e si vuole dare il senso proprio fisico, plastico del possesso di un settore, quasi che quel valore pedagogico possa fare scuola dappertutto, beh, quello è un errore clamoroso. Mi pare questo discorso l’abbia sfiorato il consigliere Principe.

Già in Calabria – diciamo la verità, lo dico in particolare al Vicepresidente che frequenta Roma – non vuole venirci nessuno, perché qui ci sono troppi problemi. Perché uno che ha una grandissima tecnicalità, una cultura di settore dovrebbe venire qui da noi?! E’ difficilissimo. Se poi si mette una persona, magari modesta – sto parlando anche dei dipartimenti – con gli esclusivi requisiti di fedeltà in un settore che non conosce, cioè che ignora – ignora quel settore, magari è bravissimo in un altro – beh, si crea una miscela negativa tra fedeltà e mancanza di conoscenza e si compone una miscela che in poco tempo ci fa esplodere.

Ora, in certi settori, come la programmazione dei fondi europei della sanità, se si cammina, se si procede così, il disastro è sicuro!

Un altro elemento negativo – l’ho accennato all’inizio – è proprio quest’assenza totale di confronto. Se devo dire la verità, nei cinque anni – scusate se vi faccio il riferimento, ma è inevitabile che ci sia qualcosa di analogico che richiami il passato – da qua, in quest’Aula, ho avuto stimoli straordinari. Le sedute di Giunta duravano otto o nove ore- magari sono entrato con un’idea e sono uscito con un’altra, perché cambiare idea è una delle elasticità più belle della cultura.

Perché pensate che voi da soli blindate? Potete fare tutto per conto vostro? Da qua arrivano stimoli, specie se, poi, anche quel confronto sindacale, quello che la grande tradizione di questa regione aveva posto alla base delle azioni di Governo, non c’è più. E’ importante quello che sto per dirvi.

Riprendo il filo conduttore -e non la voglio fare lunga!- però alcuni fatti ve li voglio puntualizzare. Questa mancanza di confronto è avvenuta in tutti i settori e si è rivelata un’improvvisazione, un’inadeguatezza, come se ci trovassimo in un piccolo Comune, mentre qua ci troviamo nell’Assemblea legiferante. Credo che stia qui il problema più grande.

Voglio sottolineare un’altra circostanza, anche riferita al passato: nel 2005 ho avuto, da Presidente della Giunta regionale, gli stessi problemi, e quando il Presidente Scopelliti è venuto per le consegne e mi ha chiesto alcune cose, gli ho confessate esattamente come erano avvenute. Che cosa è avvenuto? Che nelle scelte dei capi dipartimento ho usato un criterio semplice semplice: ho detto agli assessori “sceglietevelo voi!”, perché è importante quell’armonia tra assessore e capo dipartimento per fare andare avanti un settore. Nel momento in cui la scelta non mi convinceva, naturalmente, mi sono preso la briga di trovarlo io, ma sempre in sinergia con l’assessore; le scelte sono sempre state dell’assessore. Solo di fronte ad un conflitto sulla competenza del soggetto si arrivava ad un’altra scelta. Alcuni assessori delle vecchie Giunte regionali da me presiedute sono in quest’Aula, non potrei dire bugie, sono qua, loro lo sanno come è avvenuto.

Non è un caso che, nella gestione complessiva della legislatura, ho accettato anche alcuni capi dipartimento che provenivano dalla vecchia Giunta regionale, dove non avevo nulla di meglio. Certo, dovevo rispettare, naturalmente, anche la coalizione; ho preso persone, capi dipartimento che erano tesserati con Alleanza Nazionale, ma pensavo che non ci fosse nulla di meglio in campo.

Abbiamo anche emanato la legge sullo spoils system – lo voglio ricordare – col voto di qualcuno di voi, perché là ci volevano i due terzi. Ebbene, l’abbiamo emanata perché la Procura della Corte dei Conti ci aveva detto “non potete fare un’operazione del genere, per cui create 60 contenziosi, tante quante erano state le nomine fatte negli ultimi sei mesi”; abbiamo sostenuto la nostra tesi presso il Tribunale amministrativo regionale, non come capita adesso – lo voglio dire al Presidente –, abbiamo vinto e abbiamo vinto anche al Consiglio di Stato, sulla magistratura ordinaria, sulla Corte costituzionale che una volta ci ha dato ragione e un’altra volta ci dato torto perché aveva – lo voglio dire – una sua ragionevolezza.

Non voglio farla lunga, ma vorrei puntualizzare altre due circostanze sul tema del mare. Non voglio apparire – ripeto – polemico, perché sono d’accordo con chi ha detto che ha esposto una relazione garbata all’assessore, però, se non si portano cifre a sostegno della verità, il confronto diventa inutile. Non abbiamo mai fatto proclami, annunci, non abbiamo saputo farli, - non ho proprio la cultura in merito a questo - né ho coperto fatti negativi con nuovi annunci, abbiamo lavorato incessantemente, assiduamente. Nel biennio 2006-2007 -prima ancora che arrivasse il biologo di cui ho riferito prima- con la Giunta regionale, di cui facevano parte i consiglieri Adamo e Principe, abbiamo attuato 201 interventi per un importo di 205 e passa milioni di euro. Nel 2008, col nuovo assessore, abbiamo effettuato cinque interventi sul versante tirrenico per oltre 14 milioni di euro, abbiamo operato nella discarica di Catanzaro perché c’era un problema che poteva scoppiare. Ho sentito l’altra volta in questa polemica elettorale che noi, addirittura, avremmo sversato i rifiuti di Napoli. Mai, neanche un camion! La fetta era così piccola, che pur con i decreti ponte, Bassolino non ha mandato nessuno qua.

Dato che questo è un problema importantissimo, per quello che temo che può succedere in questo settore, mi tutelerò se qualcuno dice qualcosa, perché non l’ho sentito direttamente ma me l’hanno detto.

Abbiamo anche conferito all’ufficio del commissario circa 15 milioni di euro per l’ambiente. Nel 2009 sono stati finanziati 90 interventi per un totale di 15 milioni di euro e l’infrazione di cui parla lei, assessore, è riferita al 2003. Quell’infrazione del 2009 di cui ha parlato oggi è riferita al 2003, non alla nostra gestione.

Abbiamo installato 103 centraline, non la voglio fare lunga, però voglio dirvi che abbiamo speso un totale, dal 2006 al 2009 – tanto avevamo a cura – di 322 milioni di euro per il mare e devo dirvi anche qui, lo dico ufficialmente in modo che resti a verbale, che c’è una dichiarazione del Procuratore capo della Repubblica di Paola, il dottor Bruno Giordano, che riprende “La Stampa” di Torino, è un’intervista dell’8 agosto 2011, assessore, 8 agosto 2011, in modo che la possa controllare, nella quale il Procuratore capo di Paola, che si è interessato del mare, dichiara: “Negli ultimi anni la situazione del mare” – riferisco testualmente – “era migliorata, ora è disastrosa”, l’8 agosto 2011.

E poi – per questo volevo che ci fosse anche il Presidente Talarico – nel documento esposto, presentato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme dal Comitato per lo sviluppo della costa lametina, è scritto quanto segue – questo è riportato dal Quotidiano del 21 agosto 2011 –: “La balnearità del litorale lametino, dopo la manifestazione del Comitato presso il Lido del Finanziere di tre anni fa, aveva subìto un visibile miglioramento che oggi rischia di essere assorbito”. Sto sempre citando testualmente, vi ho riferito la data ed i giornali, perché altrimenti diciamo cose che non hanno senso.

Ultimo dato sul mare e poi chiudo, riferisco due circostanze sulle discariche. Assessore, ha affermato di non aver avuto contezza di questa cifra così grande, di 322 milioni di euro. Credo che sia un’affermazione grave perché l’investimento rientrava negli accordi di programma quadro sottoscritti dalla Regione, quindi non da soli, ma con il Ministero dello sviluppo economico, dell’ambiente, e dimostra come la discontinuità amministrativa, non politica, perché quella è sacrosanta e legittima, dell’attuale Giunta regionale, si sia spinta fino ad ignorare lo stato dei lavori già avviati a fronte degli interventi programmati, con corrispettivo interamente impegnato. Il problema è che, nei fatti, per il 2011 sono stati stanziati 12, non 38 milioni di euro, come avete detto in maniera enfatica all’esterno, queste circostanze ve le voglio evidenziare. Il mio discorso naturalmente, non è un discorso di una parte politica, lo faccio sempre nel tentativo di poter collaborare, ma se non trovi gli errori, non puoi collaborare. Insomma, si possono affermare queste circostanze, ma quale Comune può avviare interventi senza una totale copertura finanziaria, avendo solo il 30 per cento delle risorse!

Concludo sul mare: quest’anno, purtroppo, drammaticamente – speriamo che sia un profeta di situazioni non vere – il mare sarà molto, ma molto più sporco del 2011, perché non sono stati eseguiti lavori, non sono state fornite le risorse economiche, è stata solo inviata una lettera di sollecito ai sindaci. Se si ignora la programmazione e si ferma per un anno e mezzo l’erogazione dei fondi ai Comuni e, di conseguenza, alle ditte appaltatrici, avremo un grave problema sul mare, di vero dissesto.

Due rilievi su rifiuti e bonifiche.

Confesso che durante la Giunta regionale precedente, non nego, né mi fa spavento o mi stupisce, né mi fa senso il fatto che, nel primo anno, davanti alla vastità dei problemi, dopo un grande lavoro preparatorio, ho avuto più di un disorientamento. Non l’ho detto, perché queste circostanze non si raccontano, ma le ho vissute insieme a quella prima Giunta regionale, per la vastità dei problemi.

Assessore, le ricordo, un fatto per tutti, il problema di Europaradiso, davanti agli israeliani che vennero in Giunta regionale e ci dissero che avrebbero portato 10 mila posti letto. Si può dire, da parte di una Giunta regionale “no” a chi ti offre 10 mila posti di lavoro?! Abbiamo detto di no. Mi ricordo che c’era il consigliere Senatore che portò, improvvisamente, durante una seduta di Giunta regionale – credo che molti assessori se lo ricordino – un camion con tre mucche e le lasciò là, nel posteggio di via De Filippis. “Ecco come vuole ridurre Loiero questa regione: ritornare a forme bucoliche di esistenza!” Non era vero, perché là c’era la mafia e noi siamo contro la mafia. Voglio dire che può capitare.

Abbiamo predisposto un’attività di programmazione, negli ultimi anni– la sto portando alle lunghe e voglio chiudere – avevamo una soluzione straordinaria sul termovalorizzatore e siamo riusciti, ogni quindici giorni, dal 2008 ad organizzare sistematicamente una riunione.

Perché mi sono impressionato quando ho visto quello che era capitato per tre giorni a Cosenza, in cui c’era il Segretario generale per la parte tecnica, il commissario Sottile, l’assessore all’ambiente, c’erano tutti i Presidenti delle Province e abbiamo convinto un sindaco ad ubicare il secondo termovalorizzatore in Provincia di Cosenza -problema cui faceva riferimento il consigliere Principe. Vedete, quello che ci potrà costare è portare da Laino Borgo, da Castrovillari o da Villapiana a Gioia Tauro. Gioia Tauro è intasata, non può avere tutto questo.

Ripeto così, a iosa, lo dico, ancora una volta, che c’è la massima volontà di collaborare, però, se vi blindate, se continuate a restare chiusi dentro voi stessi, questa regione che amiamo la porterete a sbattere!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Mi sembrava opportuno intervenire anche per dare un contributo a questa discussione su un argomento tematico non meno importante di altri che seguiranno – penso – perché in Conferenza dei capigruppo abbiamo stabilito un percorso legato alle criticità per fare in modo che, di conseguenza, da quest’Aula possano arrivare, così come ho sentito dire dai colleghi dell’opposizione, contributi di proposte e di idee.

Ritengo che la seduta di oggi su questo argomento con la relazione così puntuale da parte dell’assessore Pugliano non sia esaustiva per la risoluzione del problema, che non può ridursi solo ed esclusivamente ad una discussione in Aula; pertanto, già da adesso, do la mia disponibilità, chiedendo all’assessore Pugliano e alle altre organizzazioni di svolgere in Commissione una serie di audizioni per conoscere anche le difficoltà dei Comuni.

Caro collega Censore, non è che la Regione voglia scaricare il problema sui Comuni, ma i soggetti attuatori debbono essere gli attori e i protagonisti di una stagione che ha dimostrato una carenza di programmazione. Non voglio ritornare sull’argomento né, tantomeno, utilizzare questa parentesi per fare polemica. Apprezzo molto la disponibilità che viene dall’altra parte, ma debbo, altresì, dire che dall’opposizione si fa presto a dare consigli, quando poi, quando si è al governo, si rifugge dall’affrontare le tematiche e le problematiche.

Anche sulla legge urbanistica, che ha dieci anni di vita, c’è un quadro territoriale di riferimento che è la programmazione regionale, che ha soltanto delle linee-guida e non è mai stata attuata. Ma, vivaddio, dopo dieci anni ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità, perché, come diceva il collega Principe, la programmazione è una delle priorità e, la Calabria soprattutto, anche dal punto di vista urbanistico, non l’ha mai attuata.

So che lui, probabilmente, vorrebbe mettere le ruote alla sua città, Rende, e portarla fuori dalla Calabria, perché capiamo che lo intravede come uno strumento principale di pianificazione.

Ma il problema principale della depurazione che cos’è, se non l’abusivismo dilagante che c’è stato negli anni scorsi di molte case che non sono allacciate al collegamento fognario e scaricano direttamente oppure aumentano, non essendo censita la quantità di liquami, mettendo a repentaglio la funzionalità degli impianti?

Ecco, ritengo che gridare allo scandalo per uno strumento come il Piano casa sia quantomeno riduttivo di un problema che riguarda – è vero – l’aumento volumetrico di alcune abitazioni, che, però, sono censite, accatastate e regolarmente dichiarate.

Allora, non è il problema dell’abusivismo legato al Piano casa; il Piano casa, semmai, combatte l’abusivismo edilizio, perché lo fa emergere, eventualmente, per le abitazioni che non hanno diritto, perché non hanno il certificato di proprietà o non sono state regolarmente accatastate. Ho sentito anche su questo una forma di collaborazione.

Quanto alla programmazione, so che dopo tanti anni l’assessore Aiello sta finalmente cercando di licenziare il Qtr, perché è vero, ma in tutti questi anni un po’ tutti abbiamo navigato a vista senza programmazione; tutti quanti abbiamo rincorso questi modelli di sviluppo, sapendo che, in mancanza di un Piano regolatore generale di indirizzo e di sviluppo, quale doveva essere il quadro territoriale di riferimento regionale, è chiaro che anche i Piani territoriali di coordinamento provinciale debbono aspettare che la Regione inquadri quali sono le problematiche e, soprattutto, quali sono gli indirizzi sui quali basare il proprio futuro.

L’ambiente, la depurazione non sono temi che non si legano direttamente all’urbanistica; è normale, lo dicevano anche alcuni colleghi dell’opposizione. Se oggi sento dire da alcuni colleghi che, nonostante i tantissimi interventi, i quasi 400 milioni di euro spesi, forse saremo costretti di nuovo a chiedere scusa agli italiani, beh, una preoccupazione di tal genere vorrei cercare di evitarla ed evitare un’altra volta di tarpare le ali ad un sistema, quello turistico, che rappresenta una delle poche speranze di una regione.

Ho letto il famoso “Acque nere” che è il dossier che ha fatto Lega Ambiente e non vi nascondo, da amministratore, tante preoccupazioni; io ho fatto l’amministratore in un paese in cui non c’era un sistema depurativo agibile e avendo un Comune in dissesto finanziario e dovendo reperire risorse attraverso gli interventi della Regione, ho vissuto le difficoltà di poter attuare una politica che andasse soprattutto verso la salute dei cittadini, perché il sistema depurativo altro non è che dare risposte anche in termini di prevenzione e di salvaguardia della salute dei cittadini, oltre che dei bagnanti.

Penso che nel suo intervento l’assessore replicherà alla discussione ricca di spunti svoltasi in Aula; sicuramente è una discussione efficace che – ripeto – non serve soltanto a risolvere il problema, perché i problemi non si risolvono con le discussioni, ma ritengo che su questo tema dell’ambiente i riflettori debbono necessariamente essere accesi 365 giorni all’anno, perché purtroppo l’ambiente è anche e soprattutto sviluppo e non, come l’abbiamo inteso, come una rincorsa delle emergenze territoriali.

Caro assessore, ritengo importante l’aiuto ed il contributo che verrà dall’Aula e il Presidente Scopelliti, sicuramente, si adopererà affinché all’ambiente vengano destinate le dovute attenzioni.

Lei poneva anche il problema del personale che, forse, non è sufficiente. Allora, cerchiamo una rimodulazione anche in questo senso, perché abbiamo bisogno non tanto di quantità ma di persone che stiano ai posti giusti e che abbiano le competenze necessarie per dare servizi a questa regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Vorrei contenere il mio intervento nei 10 minuti, anche perché parliamo tanto di regole, ma penso che quest’Aula debba cominciare a rispettare i tempi che ognuno di noi ha a disposizione, perché altrimenti finiremo per fare una grande discussione plenaria senza entrare nel merito del problema e parlare, magari, 50 minuti ciascuno, sapendo che anche in questo i tempi europei sono molto, ma molto inferiori rispetto ai nostri; anche perché c’è un’abitudine – la mia non è una polemica – che è quella di iniziare sempre con due o tre ore di ritardo la seduta del Consiglio.

E’ qualcosa di inaccettabile per chi arriva puntuale!

Detto questo, ogni qualvolta si arriva alla stagione turistica, alla stagione balneare, si discute di depurazione e di sistema di depurazione. Questo avviene, secondo me, omettendo quello che è, alla fonte, il problema principale – lo diceva il capogruppo del Partito democratico, onorevole Principe, e mi trova d’accordo – che se noi non studiamo fino in fondo il problema – ma anch’io non sono un tecnico e posso dare soltanto un giudizio politico, anche perché ricoprivo la carica di assessore all’ambiente alla Provincia di Cosenza, che è una delle più grandi della regione Calabria – l’inquinamento non parte sicuramente dal mare, parte dall’alto, dalla montagna.

Quindi, se noi facciamo una riflessione sul sistema attualmente in vigore, non può che essere questo il risultato. Non è una questione di istituzione di questo o di quell’altro – come diceva il collega Dattolo, anche perché al collega Dattolo vorrei dire che cosa deve dare l’opposizione in questo Consiglio, oltre al contributo che diamo, qualora ce lo chiediate e qualora si discuta di questioni nel merito –, ma penso che il sistema della depurazione non possa essere risolto in questo momento, perché noi abbiamo il 33 per cento di depurazione integrata, che significa – lo spiego a me stesso – non solo il grosso, ma tutta la depurazione dalle acque nere alle acque reflue dei comuni, cosa che avviene costantemente d’estate e che si riversa nei nostri mari.

Non ci sono stati risultati eccellenti, perché anche quest’anno perdiamo il 4 per cento di balneabilità delle coste del nostro territorio; il 4 per cento su oltre 700 chilometri sono più di 28 chilometri di costa che non sono balneabili. Se noi non risolviamo questo sistema – e c’è stato un commissariamento che doveva risolverlo e non è stato capace di risolverlo e di affrontarlo definitivamente –, se non risolviamo il sistema di depurazione integrata, non si può che arrivare ad una definizione e alla registrazione di quello che registriamo ogni anno, cioè tutto ciò che esce a galla è l’inefficienza totale di un sistema politico-gestionale che si verifica sul mare e che è lo specchio della nostra inefficienza, la vostra, in questo momento, visto che siete al governo.

Guardate, ci sono gli scarichi illegali, ci sono i villaggi turistici con i loro pozzi neri sulla spiaggia che scaricano direttamente all’interno dei mari – e non lo dico io, basta leggere la documentazione delle infrazioni che sono arrivate al 100 per cento in più nel giro degli anni – per cui, se gli si concede di continuare ad essere così come sono stati abituati negli anni da una classe imprenditoriale, anche dirigenziale, che è quella che governa la nostra costa ed il nostro territorio, non può che venire fuori questo risultato.

Che cosa si può fare? Io penso che 371 infrazioni nell’anno 2010 e 444 nell’anno 2011 costituiscano più di un’infrazione al giorno che si verifica sulle nostre coste, senza contare tutto ciò che scaricano attraverso i fiumi e che sono stati rilevati, perché gran parte dei fiumi delle nostre province arrivano nel mare che hanno già un tasso di inquinamento altissimo e nessuno controlla da dove provenga questo inquinamento. Su 700 depuratori, ne funzionano sì e no, a regime, quasi 450.

Quindi, la situazione, il giro di vite che c’è intorno a questa cosa non sto qui a dirvelo, è cosa nota a tutti quanti voi, ma sicuramente c’è un’operazione politica da fare.

Non so, adesso, se per responsabilità, ma non penso sia possibile da parte dei Comuni gestire un depuratore che è fatto per la capienza di 10 mila abitanti che poi d’estate arriva a 50 mila e succede quello che succede all’interno del tuo comune di residenza. Penso che il Comune abbia bisogno del sostegno. Per esempio, si può andare avanti in questa direzione:c’è chi gestisce il depuratore, magari ad ore alterne, perché paga moltissimo l’energia elettrica e quindi dare la possibilità di intervenire con un contributo sul contratto elettrico; contribuire, perché se non avviene questo, guardate che i depuratori all’interno dei nostri territori funzionano ad ore alterne, quindi staccano per 12 ore e funzionano solo per 12 ore, però non c’è chi va a controllare.

Non è questa una materia che può essere demandata durante il periodo estivo alla magistratura, non è questo il compito, o – come diceva l’onorevole Principe – alla Polizia. Penso che sia nostro compito garantire quantità e qualità del mare, perché non si può parlare di dati turistici, se non garantiamo a chi viene nei nostri territori la balneabilità e la possibilità di accedere alla pari a tutti i mari della nostra Nazione. Guardate che questo non avviene, perché gli scarichi sono aperti e a cielo aperto, perché ogni anno i depuratori di Comuni vengono posti sotto sequestro e avvengono delle cose che sono poco chiare, perché ci sono gli interessi della criminalità organizzata, ovviamente, che gestisce questo tipo di operazione, e anche gli scarichi degli autospurgo, che non vengono controllati da nessuno. Però, mi ricordo nella provincia di Salerno, per esempio, la possibilità di controllare attraverso un sistema di Gps le società di depurazione che erano obbligate ad avere sul loro macchinario un Gps che controllava costantemente dove il camion andava a scaricare.

Insomma, basterebbe mettere una Polizia costiera, visto che tutti hanno delle polizie, e controllare sulla spiaggia quanti sono gli autospurgo che vanno a scaricare la notte, per esempio.

Guardate che questa incontrollabilità porta a una non gestione, ma – ripeto – a monte c’è la questione della verifica dell’idoneità delle ditte. Bisogna verificare, infatti, innanzitutto se sono in grado di andare a servire i nostri depuratori, garantire delle figure professionali che non abbiamo mai avuto all’interno della Regione; eliminare i costi elettrici di funzionamento del depuratore, cioè la Regione andare in sostegno di quello che è un costo che è altissimo, anche per la sola manutenzione di un depuratore all’interno del suo territorio.

Guardate che se c’è questa coscienza, bisogna cominciare a programmare la depurazione integrata. Se noi non abbiamo una depurazione integrata, siamo l’ultima regione d’Italia, anzi la penultima. l’ultima è la Sicilia per pochi dati percentuali, perché solo il 33 per cento degli impianti su 700, che sono 210, ha questo sistema integrato, ciò vuol dire che quasi 490 depuratori non hanno questo sistema integrato. Quindi tutto ciò che è extra, grossolano, finisce a mare. Non è un dato che può lasciarci indifferenti, perché non esiste il ciclo integrato della depurazione in Calabria. Questo bisogna dire, che questo mare continuerà ad essere così, oltre alle polemiche che ci sono state in questi anni per altre vicende che non sto qui a ripetere, continuerà a rimanere così perché non c’è il ciclo integrato della depurazione. Quindi nessuno controlla tutto ciò che arriva dove va a finire, pertanto finiscono nei fiumi. Ci sono anche degli ospedali che non hanno il funzionamento della depurazione.

Quindi, badate bene, che questi controlli vanno fatti dopo che tu avvii un ciclo di depurazione seria su quello che è il sistema e quello che richiede. Io dico arriviamo agli standard europei, niente di più, non voglio un’eccellenza. Arriviamo a ciò che ci chiede la Comunità europea, così possiamo garantire non solo ai nostri concittadini, ma anche a chi viene da fuori e ai complessi turistici, solo così garantiremo i complessi turistici.

Io non so perché in Sardegna una cosa del genere non avviene, evidentemente c’è stato un investimento in quella direzione che garantisce una pulizia totale con dei vincoli. Anche per questo, collega Dattolo, il collega Principe citava il Piano casa, perché ci sono dei vincoli messi a delle costruzioni che sono all’interno dei nostri territori, le nostre arrivano a un metro dalla spiaggia e hanno lo scarico direttamente a mare.

Io capisco le esigenze, però nessuno può giocare sul futuro di questa terra e di questa regione, perché se c’è una prospettiva, quella che mi sono sentito dire io da quando ero piccolo, che era quella del turismo, ma questo benedetto turismo lo metti in condizioni di arrivare in un posto che non solo ti garantisce i servizi, ma garantisce anche la lealtà, la trasparenza, la pulizia di un mare.

Io non so perché Rimini, con 8 chilometri di costa, riesce ad avere d’estate un prodotto interno lordo che è uguale a un prodotto interno lordo altissimo e noi, con 800 chilometri di costa, non riusciamo ad avere uno sviluppo turistico all’interno di questo territorio! Qualcuno dovrà chiedersi il perché, cioè da 8 chilometri a 800 c’è una differenza, eppure questi 800 chilometri non riusciamo a servirli non solo con la depurazione, nemmeno con l’assistenza. Non voglio entrare, adesso, in un tema che non c’entra, ma io sfido tutti quanti voi a trovare una spiaggia che possa essere utilizzata da un disabile su tutto il territorio regionale. Non ne esiste una!

Allora vedete che le deficienze sono tante. Io mi appello alla programmazione, a un sistema integrato e spero che, da qui a sei-sette mesi, l’assessore possa venire in Aula e farci notare che c’è stato un aumento di quella percentuale di sistema integrato di depurazione e non c’è stata una diminuzione della balneazione del mare, perché – ahimè – quest’anno dal 93 possiamo all’84 per cento della costa balneabile, ed è un dato non di poco conto, perché penso che in quei 25 chilometri di mare ci saranno tantissimi villaggi turistici e tante persone che hanno prenotato una vacanza, ma che sicuramente il secondo anno non ritorneranno in questa regione.

PRESIDENTE

Vorrei ricordare all’onorevole Aiello che oggi, eccezionalmente, il Consiglio non ha rispettato l’ora prevista per la convocazione. Una delle cose che ha caratterizzato questa legislatura consiliare è stato proprio il rispetto degli orari di convocazione delle sedute consiliari.

Ha chiesto di parlare l’assessore Pugliano per la replica. Ne ha facoltà.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Credo sia doveroso da parte mia, proprio per aver ascoltato pedissequamente dal primo all’ultimo intervento con grande interesse, per gli spunti che sono sopraggiunti, ma lasciatemi dire che non sono un missionario, un prelato, quindi in qualche modo devo anche rispondere a qualche dichiarazione, perché – come ho detto al mio predecessore sulla stampa – a me non piace nelle mie attività e nelle mie esperienze amministrative andare a spulciare e a giudicare il lavoro svolto prima del mio insediamento in una funzione istituzionale, ma non posso non replicare alle dichiarazioni – e ci metto dei puntini senza esplicitarle aggettivamente – e non volendo utilizzare lo stesso tempo della relazione, dovendo cercare di stringere, doverosamente mi si chiama principalmente a rispondere all’intervento dell’onorevole Loiero.

Risponderò anche a qualche dichiarazione fatta da chi effettivamente farebbe bene a trattenersi da alcune critiche, per esempio, sul sistema dei rifiuti, perché qualcuno, a cominciare dall’onorevole Censore, mi ha segnalato che non ho parlato per niente di rifiuti – non ne ho parlato perché non era all’ordine del giorno – così come l’onorevole Mirabelli.

Per andare a quello che ritengo più meritevole nelle mie repliche, perché di apprezzamenti ne devo fare a quasi tutti gli interventi, ma per dare attenzione alla mia replica, non posso che partire dall’onorevole Loiero, che è deluso dalla mia relazione e che si pone in partenza il problema di che cosa faccia io di professione, perché devo segnalare all’ex Presidente Loiero che la mia professione è sicuramente attinente alla materia di cui mi occupo, perché nella mia professione sono sempre stato impegnato non solo a vedere come tenere tutelato l’ambiente, ma anche a vedere come tenere tutelata la salute dei cittadini, perché forse lui ricorderà la rappresentazione dei veterinari come i medici degli animali, ma è una rappresentazione che forse si riferisce a 40-50 anni fa. Non si conosce, invece, il vero ruolo, la vera funzione del veterinario.

Mi verrebbe da chiedere all’ex Presidente Loiero quali titoli, quali lauree, eventualmente, sono indicate per candidarsi a Presidente, perché se un domani mi dovesse venire in mente, giacché io non sono un tecnico come il biologo nella materia ambientale, ma ho già detto al professore Greco, sulla stampa, non sono uno scienziato come lui, però mi fregio di avere grandi esperienze amministrative, perché ho fatto la gavetta amministrativa come non l’ha fatta neanche l’onorevole Loiero, se è ritornato su errori marchiani che ho letto come dichiarazioni del professore Greco, che allo stato devo pensare siano state fatte in maniera congiunta con l’onorevole Loiero.

Dico questo perché il fatto che lui dica che abbiamo detto fesserie alla gente, dichiarando che abbiamo impegnato 38 milioni e non, come lui sostiene e come sosteneva il professore Greco, 12 milioni, beh, secondo me dal punto di vista amministrativo neanche l’ex Presidente Loiero ha esperienza, perché non si comprende che per il 2011 abbiamo impegnato 12 milioni dei 38 milioni perché non si poteva spendere di più nel 2011, perché i 12 milioni sono calcolati. Se tutti i Comuni fossero stati in grado di attivare le procedure di gara e di consegnare i lavori, beh, quei 12 milioni rappresentavano il 30 per cento di anticipazione che era prevista dalle convenzioni stipulate con i Comuni e quindi erano 12 milioni che dovevano servire e non potevano servirne di più per il 2011 viste le anticipazioni del 30 per cento.

Anche le dichiarazioni che ha ricordato sulla stampa l’ex Presidente Loiero, e cioè che il mare negli anni precedenti era migliorato e che nel 2011, guarda caso, solo perché sono arrivati Scopelliti e Pugliano, il mare si è sporcato! Non so che cosa abbiamo potuto fare né io né il Governatore Scopelliti per risporcarlo.

D’altra parte, secondo mio costume – e ho dichiarato che non sono andato alla ricerca delle responsabilità nel sistema andato in corto circuito – ho segnalato anche che dal 2008, quindi negli ultimi quattro anni, sono stati spesi, portando le cifre, per 343 interventi 350 milioni. Quindi, giacché il nostro intervento finanziario si è limitato ai 38 milioni del Programma operativo di interventi e ai 5 milioni come manutenzione straordinaria data nel 2010, beh, mi pare desumibile che avevo assegnato al governo Loiero il finanziamento di queste risorse finanziarie.

Altra cosa è dover dire, oggi, però, che di quei 350 milioni non vedo risultati; di quei 343 interventi – e parlo con cognizione di causa – non ho trovato traccia di bussole, di criteri segnati e stabiliti per orientare questi 350 milioni.

Altra cosa è quello che sta facendo questo Governo dal 2010. I 38 milioni, per rispondere all’onorevole Censore, che parla in rappresentanza di un territorio, dove sono andato a parlare di questi interventi e dove ho sostenuto che per la prima volta quel territorio riceveva, da questi 38 milioni, 9 milioni di euro che rappresentano oltre il 25 per cento di questa cifra. Quindi giacché Censore sostiene che la programmazione non va spesa per clientela a macchia di leopardo, la programmazione di questi 38 milioni e non solo dei 38, ma anche di quello che dovrà avvenire è fatta in collaborazione, in concertazione e cooperazione con gli ambiti territoriali. Abbiamo preso come bussola di orientamento le priorità che i territori hanno individuato, non abbiamo fatto clientela, come magari è stata fatta nel passato, in cui si è operato senza una bussola che ha orientato le priorità nella spesa di quei 350 milioni di euro E mi fa specie pure che l’onorevole Mirabelli faccia il salto della quaglia, all’indietro, andando a ricordare le risorse finanziarie messe in campo dal Governo Chiaravalloti, senza fare cenno alle risorse finanziarie stanziate dal governo Loiero.

E poi un’altra dichiarazione, che è giustificata dalla inesperienza amministrativa dell’ onorevole Loiero, perché non ha fatto la gavetta amministrativa e quindi non ha esperienza amministrativa, quando dice che le infrazioni comunitarie si riferiscono al 2003, ho detto cosa molto diversa: le infrazioni comunitarie sulla depurazione partono dal 2000, perché la Comunità europea stabiliva, come termine di scadenza per rendere efficienti i sistemi depurativi nelle piattaforme che afferiscono agli agglomerati oltre i 15 mila abitanti, la data di dicembre 2000.

Quindi farei all’onorevole Loiero la stessa domanda che ho fatto all’ex assessore Greco: dal 2005, da quando sono iniziate le diffide della Comunità europea – la prima diffida è datata 2005, la seconda ed ultima è datata 2009, in tutte e due date l’onorevole Loiero era Presidente della Regione: in quei salottini quindicinali che era abituato a fare con l’ex assessore e con l’ex commissario per l’emergenza, non solo hanno parlato di rifiuti, perché mi verrebbe da rispondere a qualche domanda che mi è pervenuta, che segnalava la carenza impiantistica, l’ha fatta l’onorevole Principe – e mi dispiace che lo faccia pure lui – il rilievo sulla carenza impiantistica, perché a me, per essere franco di nome e di fatto, piace, sempre, segnalare perché il sistema dei rifiuti in Calabria è in squilibrio. La responsabilità non la indirizzo solo ai commissari che si sono avvicendati, ma è di tutta la classe dirigente calabrese, che non ha consentito nel territorio cosentino e nel territorio vibonese, da cui proviene l’onorevole Censore, la realizzazione di un impianto.

Ecco perché, poi, il sistema è andato in tilt, perché gli altri territori, Crotone prima, Reggio e Catanzaro oggi, hanno dovuto sopportare il peso delle disattenzioni, per non dire altro, per non dire irresponsabilità, della classe dirigente cosentina e vibonese, che non hanno consentito la realizzazione in quei due territori di un solo impianto di trattamento, di selezione e di valorizzazione della raccolta differenziata.

Ecco perché ho preso appunti rispetto ai contributi positivi che sono arrivati, perché – l’ho detto nella mia relazione – non mi sento mai uno che ha la verità in tasca anche perché, pur non avendo conoscenza di tutte le materie, comunque mi sono occupato di tutte le materie nelle mie esperienze amministrative prima comunali e poi provinciali, quindi l’esperienza me la sono fatta sul campo, ma quando mi occupo di qualche materia che è in evoluzione – e questa è una delle materie che deve stare attenta alle evoluzioni – beh, studio tutti i giorni, continuo a studiare tutti i giorni e apprendo ancora di più quando ascolto buoni consigli, buoni suggerimenti.

Mi pare di poter chiudere, dicendo che in questa sessione di Consiglio regionale ne ho ricevuti di suggerimenti e di consigli, ma ho dovuto anche registrare tante o, per non dire tante, qualche fandonia!

PRESIDENTE

Dopo la replica dell’assessore, conclude il dibattito l’onorevole Scopelliti.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

In politica non esistono i fatti personali. Lei se la prende sempre! Non penso che il collega abbia fatto un riferimento offensivo personale.

(Interruzione dell’onorevole Principe)

No, penso io, visto quello che ha detto l’assessore.

PRESIDENTE

Onorevole, poi le do la parola per fatto personale. Faccia parlare il governatore.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Se deve prendere la parola, la prenda adesso.

PRESIDENTE

Prego, Presidente.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Ogni volta che facciamo seduta, dobbiamo avere il collega Principe che ci fa la paternale dopo che parla il Presidente! Se gli deve dare la parola, gliela dia adesso, così vediamo cosa ci deve raccontare!

PRESIDENTE

Prego, onorevole Principe.

Per fatto personale

Sandro PRINCIPE

Non sono abituato a fare racconti, sarà modestia, ma all’interpretazione autentica di quello che uno dice, almeno per quanto mi riguarda, ci tengo. Siccome lei era al telefono e non ha sentito neanche la mia battuta ironica “forse l’assessore sta parlando con Dio”, non ha inteso che non era una critica alla sua persona, perché se avessi criticato la sua persona per mancanza dell’impiantistica nella provincia di Cosenza, sarò pure cretino, ma, comunque, me la sarei data da solo la patente di cretino, perché forse parlava con Dio al telefono, ma siccome non è certamente un dio, non me la potevo prendere con lei per la mancanza di impiantistica.

Quindi io ho fatto un ragionamento oggettivo.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, tre minuti per fatto personale.

Sandro PRINCIPE

Dopo quarantadue anni di regionalismo è assolutamente scandaloso che in una provincia di 800 mila abitanti non ci sia l’impiantistica di secondo livello, né un impianto di smaltimento. Per sua conoscenza, comunque, e dell’Aula le faccio presente che, se la provincia di Cosenza non ha un impianto di smaltimento, è certamente una responsabilità di tutta la classe dirigente regionale, in particolare di quella cosentina, ma soprattutto di un Presidente della Regione che porta il nome di Nisticò, perché la provincia di Cosenza era all’avanguardia sotto questo profilo, avendo installato all’inizio degli anni 1980 il secondo inceneritore di prima generazione d’Italia, il primo a Livorno, il secondo a Cosenza. Quell’inceneritore, invece di essere ammodernato, perché gli inceneritori sono come i telefonini, un Presidente di nome Nisticò ha provveduto a chiuderlo.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, l’intervento l’ha già svolto, solo per fatto personale, altrimenti la parola non gliela posso concedere.

Sandro PRINCIPE

Il fatto personale è questo.

PRESIDENTE

Il tempo è scaduto. Prego, onorevole Scopelliti.

Sandro PRINCIPE

Ho invitato l’assessore a rivedere le sue posizioni.

PRESIDENTE

Il suo tempo è scaduto.

Sandro PRINCIPE

Non mi ha sentito.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Scopelliti, per le conclusioni.

Ambiente, depurazione e difesa del mare – Dibattito – Seguito

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, soltanto per alcune brevi considerazioni, anche perché – devo dire la verità – non avevo mai visto il collega assessore Franco Pugliano così battagliero, il che vuol dire che qualcuno è riuscito a farlo arrabbiare.

Intanto, ringrazio per l’opportunità che ci viene offerta di una seduta di Consiglio dedicata ad un tema così particolare e così delicato come quello dell’ambiente, della depurazione e della difesa del mare, per ribadire il nostro impegno in questa direzione. La relazione dell’assessore Pugliano è stata puntuale, ferma, decisa, molto chiara, netta, ha detto ciò che è la strategia che questa amministrazione regionale vuole mettere in campo e, soprattutto, ha fatto anche un po’ chiarezza su quelle che sono per noi le vere priorità; mi pare di capire che non sempre si è trattato di priorità quando si è parlato di questo argomento, ma spesso e volentieri si è, magari, pensato ad altre formule per cercare di dare risposte ai territori, con logiche ormai superate e non certamente percorribili, visto che quello di oggi è uno dei temi più allarmanti per i nostri territori.

Mi piace ricordare che, tra qualche giorno, credo il 19 aprile, è prevista una seduta di pre-Cipe, in cui il gruppo di lavoro valuterà la possibilità di erogare questi finanziamenti, pari a circa 260 milioni di euro, di cui 43 finalizzati alle bonifiche e 217 alla depurazione.

Devo dire la verità, avendo avuto la possibilità e l’opportunità di incontrare ripetutamente il Ministro dell’ambiente attraverso anche i suoi dipartimenti, ho registrato con grandissima soddisfazione e piacere che questa procedura, questo documento, va all’esame del Cipe con un ritardo minimo; la Regione Calabria è stata una tra le poche che ha presentato in tempi certi i progetti, che ha avuto il riconoscimento per la celerità e per la qualità della linea dell’esposizione realizzata dalla direzione generale e, quindi, dal suo assessore in termini di strategia. Oggi – veramente noi ce lo aspettavamo già da qualche settimana – anche altri sono riusciti a fornire i propri dati per avviare questa procedura, quindi consentire anche a noi di ottenere dal Cipe questa approvazione.

Come abbiamo già detto e ribadito ad alcuni sindaci sul tema della depurazione, abbiamo attuato due livelli di intervento: il primo è stato quello di una strategia tesa a limitare le difficoltà e creare minori emergenze possibili, intervenendo sul tema – diciamo così – con risorse pari a 39 milioni di euro, ormai famosi, che abbiamo messo in campo e che speriamo possano sortire qualche effetto nel breve periodo; a tal proposito abbiamo più volte allertato i Comuni, dimostrando la loro lentezza nell’iter, nelle procedure, nelle gare d’appalto e quindi nell’attuazione della spesa – anche questi sono fondi comunitari –; dall’altro lato abbiamo immaginato che questo tipo di intervento potesse dare risposte in materia di infrazioni. Ha fatto molto bene l’assessore Pugliano ad evidenziare che ci sono tutta una serie di ritardi, di sollecitazioni e di situazioni che portano questa Regione ad incappare in quelle infrazioni rilevate dall’Unione europea, che poi riguardano il territorio nazionale, di cui facciamo parte ed in cui si tende sempre di più, magari, ad ipotizzare un rallentamento e un percorso in salita.

Quindi, questa opportunità ci consente di dare risposte al tema dell’infrazione; significa risorse ingenti che saranno dirottate sui territori, proprio per cercare di ridurre drasticamente una delle criticità più importanti della nostra regione.

Questo, per un aspetto, riguarda il mare, per un altro no e riguarda l’intero territorio regionale, evitando che i territori che si trovano in aree marine, comunque, indipendentemente da tutto, vengano – come spesso accade – messi in difficoltà da quella che, a cascata, è il tema dei centri più alti, delle zone più collinari che poi, non avendo un sistema di depurazione, corrono il rischio di mandare tutto verso valle e quindi verso il mare.

Credo che sia stato e sia importante avere la capacità sia di studiare il territorio calabrese, da una parte rispondendo pienamente a quelli che sono i quesiti posti dall’Unione europea e dall’altra inserendo quelle priorità che sono per noi importanti per garantire anche il tema della balneazione, sia una opportunità diversa alle nostre comunità.

Certo, veniamo da stagioni difficili, in cui la criticità del mare è sempre stata messa in risalto e non soltanto dai media locali; corriamo il rischio, ancora oggi, di passare per la regione che ha il mare radioattivo, perché qualcuno aveva detto questo qualche anno addietro, purtroppo. C’è da fare sempre di più un grandissimo lavoro per cercare di recuperare in questa direzione la credibilità di un mare che radioattivo non è.

Vorrei anche aggiungere che, non più tardi di qualche settimana fa, anche con l’assessore abbiamo presentato un intervento di circa 45 milioni di euro, che riguarda i siti inquinati. Questa strategia che abbiamo messo in campo nasce anche dalla valutazione fatta dalla Commissione europea nel Comitato di sorveglianza del 2010, che ci chiedeva e ci diceva: “Basta carte, basta produrre atti, passate alla capacità di intervenire per la risoluzione delle criticità dei problemi sui vostri territori”. Anche questo finanziamento è rivolto, quindi, ad azioni, prediligendo i lavori ai servizi.

Sotto questo tema – l’assessore non so se nel suo intervento lo ha ricordato – volevo fare anche un passaggio che, secondo me, era utile che l’assessore ricordasse: in questi 45 milioni di euro sono compresi i 6 milioni che abbiamo recuperato, originariamente erano poco più di trenta. Non so se lei, assessore, l’ha detto, perché il suo stile, il suo garbo è decisamente qualcosa che poco ha a che fare con una certa politica.

Ecco, 6 milioni e mezzo di euro abbiamo recuperato, destinati ad indagine conoscitiva per bonifica di siti inquinati a medio e basso rischio. Per questo tipo di finanziamento – noi l’abbiamo fatto per il bene della Calabria – all’ultima gara espletata sul territorio avevano partecipato tre società, di cui una anche calabrese, e noi abbiamo ritenuto che, poiché questo intervento era già stato realizzato nell’anno 2001 attraverso il commissario per l’emergenza ambientale, fosse preferibile superare questa nuova ripetizione di lavori e pensare, invece, di aggregare queste risorse su altro tipo di intervento.

L’ipotesi di utilizzo di queste risorse era stata paventata nel 2009 e noi abbiamo deciso di recuperarle perché, comunque, gli interventi erano stati già realizzati nel 2001, si era monitorato costantemente, poi abbiamo avviato anche un ottimo rapporto con l’Arpacal e quindi abbiamo pensato di superare questo problema e di evitare di entrare su temi che avevano già registrato un’attenta e particolare attenzione da parte degli organi competenti.

In buona sostanza, credo che se questa è la strategia, benché non sia prettamente politica e riguardante chissà quali grandi temi, la stessa riguardi il tema del nostro territorio e quindi significhi riuscire a pensare ed immaginare concretamente come poter ridurre drasticamente quelle che sono le preoccupazioni ed i disagi che si vivono sui nostri territori. Abbiamo interi paesi, intere città che vivono un momento di grande difficoltà e disagio e tutto questo, secondo la valutazione messa in campo dalla nostra struttura e quindi dalla Giunta regionale, può servire a fornire una risposta importante.

L’investimento di 260 milioni di euro sicuramente darà un respiro nuovo a tutto il territorio regionale, nei prossimi tre-quattro anni, comunque nel tempo che sarà necessario; attenzione, però, c’è un altro argomento importante: perché la Regione Calabria è stata apprezzata e ha dato un segnale anche qui di novità? Perché c’è stato l’impegno da parte della Regione Calabria a produrre i bandi, quindi noi abbiamo già chiamato i Comuni per allertare le amministrazioni competenti, impegnandoci comunque a pubblicare i bandi nel più breve tempo possibile.

Questo significa dimostrare che c’è una certa capacità di rottura da parte dell’amministrazione, per cercare di fornire delle risposte utili e indispensabili.

Ogni volta viene ribadito che le nostre sedute di Giunta non durano giornate intere. Purtroppo, non ci sono all’interno della maggioranza, evidentemente, tali e tante differenze da dover comportare riunioni fiume, anche perché a volte si segue una filosofia diversa; il Presidente non è sempre a Roma, è sempre in Calabria, anzi, veramente, è a Catanzaro. Il Presidente, a Catanzaro, sugli atti deliberativi, spesso, settimane prima, si consulta e decide la strategia da seguire con i direttori generali e con gli assessori, stabilendo l’orientamento che dobbiamo mettere in campo.

Il buon lavoro di concertazione e di condivisione di una strategia è chiaro che diventa un lavoro che nella collegialità della Giunta diventa agevole e forte, perché comunque è sostenuta e supportata una scelta da chi ha il compito di relazionare, è supportata dalla conoscenza del Presidente e anche, a volte, degli assessori che partecipano attraverso i direttori generali; l’idea è quella che un atto, spesso e volentieri, o meglio gli atti importanti, quelli che comportano una certa strategia da mettere in campo vengono discussi sulla capacità di più settori, quindi di più dipartimenti di sedersi a un tavolo, di concertare, di condividere un percorso e, quindi, quando poi si passa alla fase di attuazione e di approvazione, si è già consumata una capacità di dibattito e di condivisione che, poi, può portare, a volte, anche a cambiare idea, ma nella fase in cui si realizza, nella fase in cui si discute.

Credo che questo sia un metodo di lavoro che forse non tutti hanno applicato nel tempo, ognuno ha i propri, noi siamo rispettosi di quelli che fanno le riunioni fiume, che poi, magari, portano i loro risultati. Noi siamo soliti lavorare in questo modo, spero che questo non sia un delitto, non sia una responsabilità così grave da dover annoverare. Vorrei che, magari, domani qualche giornale non uscisse con qualche titolo a tutta pagina, qualche nazionale, quelli soliti che conosciamo e che fanno parte sempre del solito giro, che dicono che tutto è concordato fuori e che in Calabria la Giunta si riunisce poco perché tutto viene concertato in altri luoghi. Questo non ci stupirebbe rispetto a determinate nefandezze che vengono dette.

Siccome noi lavoriamo dalla mattina alla sera, abbiamo il compito e la capacità di confronto, siamo a Catanzaro e non viviamo a Roma o, comunque, in giro per le varie città italiane e non solo, quindi, di conseguenza, stando a lavorare, riusciamo a concentrare i nostri sforzi, a concordare e individuare i percorsi in piena e grande sintonia.

Credo che questo sia un Consiglio regionale, caro Presidente, che a mio giudizio rimarrà agli atti perché, comunque, anche su questo comparto noi abbiamo dato una nostra impronta, offriamo un momento di valutazione.

Poc’anzi leggevo che la proposta sull’occupazione e sul lavoro fatta dal Presidente Scopelliti ha sconcertato la Cgil, però il problema è che parlare è facile, poi bisogna saper governare. La stessa cosa è fare sindacato. La Cgil dice che questa è una proposta sconcertante, offensiva, lacunosa e tutta una serie di altri termini. Purtroppo, ci dobbiamo confrontare anche col nulla, cioè con coloro che riescono ad esprimere niente, in grado soltanto di contestare.

Noi cerchiamo di mettere in campo delle idee ed anche oggi, in questo Consiglio regionale, abbiamo ipotizzato una strategia da mettere a frutto, per cercare di risolvere un problema. E’ un problema che non so se risalga all’epoca del Presidente Nisticò, perché l’abilità della politica è sempre quella di addebitare agli altri le responsabilità. Spero che alla fine di questo mandato, pur non avendo il ruolo di commissario per l’emergenza, ribadendo ciò che ha detto l’assessore Pugliano, si possa trovare una soluzione al problema dell’emergenza ambientale, si possano trovare delle soluzioni rispetto al tema dei rifiuti.

Certo, per me non sarebbe una consolazione – ve lo dico e ne sono convinto – poter, magari fra dieci anni, dire: “Sapete, la colpa non è stata mia, è stata di chi era prima di me”. Per me sarebbe una grande sconfitta, perché vuol dire che cinque anni del mio governo saranno passati inutilmente e la mia esperienza sarebbe servita poco al bene della Calabria.

Indipendentemente dall’assegnazione delle responsabilità, oggi noi abbiamo il compito, purtroppo, tra i tanti gravosi, di farci carico anche di queste vicende; speriamo di riuscire a trovare delle soluzioni tali da affrontare tematiche anche legate al tema dei rifiuti per dire alla Calabria che, comunque, alcuni passi in avanti, chi ha avuto la capacità e il coraggio di fare delle scelte, li ha fatti compiere alla nostra regione.

PRESIDENTE

L’intervento del governatore Scopelliti conclude il dibattito su questo punto all’ordine del giorno. Non sono previsti altri punti all’ordine del giorno, ma sono arrivati al tavolo della Presidenza due documenti: una proposta formulata dagli onorevoli Bova e Tripodi e una integrazione e modifica alla legge regionale 28 dicembre 2010, numero 34, che sottoporrò all’Aula ai sensi dell’articolo 42 del Regolamento.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno numero 52 del 16 aprile 2012 a firma dei consiglieri Bova, Tripodi, Franchino, Giordano, Rappoccio, Mirabelli, Sulla, Imbalzano, Loiero, Battaglia, Bilardi, De Masi, Morrone, Fedele, De Gaetano, Bruni, ed altri “In merito alla ristrutturazione della caserma dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria”

PRESIDENTE

E’, pertanto, inserito l’ordine del giorno a firma dei consiglieri Bova, Tripodi ed altri in merito alla ristrutturazione della caserma dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria:

“I sottoscritti consiglieri regionali,

premesso che

a seguito dell'incendio sviluppatosi nei giorni scorsi all'interno della sede dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria sono venute meno le condizioni minime di sicurezza, stabilità e di salubrità di una buona parte della caserma;

ad oggi il Ministero dell'Interno non ha ancora trovato una immediata soluzione al problema, ne tantomeno risulta abbia fornito delle risposte immediate alle già numerose sollecitazioni mosse dagli stessi occupanti della caserma;

pertanto, si rende improcrastinabile l'esigenza che tutte le istituzioni del comprensorio mettano in atto iniziative e proposte volte a rimarcare, per un verso, la necessità di tutelare l’incolumità dei Vigili del Fuoco ivi operanti e, per l'altro, l'opportunità che la sede operativa dei Vigili del Fuoco resti all'interno del circondario cittadino, affinché costoro possano continuare a garantire l'immediato servizio di soccorso alla popolazione;

tanto premesso e considerato,

si chiede che

il Consiglio regionale della Calabria solleciti il Ministero dell’Interno, affinché trovi una soluzione celere e concreta per risolvere la questione afferente il precario stato in cui versa la Caserma dei Vigili del fuoco di Reggio Calabria”.

Se vuole, onorevole Tripodi, lo può illustrare benché lo avesse già illustrato in precedenza.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Pongo, ora, in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 325/9^.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge n. 325/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo, Gallo, Magno ed altri, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34

PRESIDENTE

E’, pertanto, inserita all’ordine del giorno la proposta di legge numero 325/9^ di iniziativa dei consiglieri Dattolo, Gallo, Magno ed altri, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34”.

La illustra l’onorevole Dattolo, capogruppo dell’Udc.

Alfonso DATTOLO, relatore

Si tratta di prorogare i termini al 2012, nel caso in cui ci siano richieste di concessione demaniali marittime a supporto delle attività ricettive alberghiere, di villaggi turistici e di impianti di pubblico interesse, per comprovate e documentate esigenze, che potrebbero essere rilasciate in via del tutto eccezionale. Così com’è stato per il 2010 e il 2011, chiedo che venga prorogata al 2012, naturalmente senza diritto di insistenza e soprattutto che queste destinazioni siano incluse nei redigenti Piani comunali spiaggia.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di legge numero 325/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non vi sono più punti all’ordine del giorno. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 17,22

 

Allegati

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione Calabria (Delibera G.R. n. 127 del 27.03.2012)” (P.L. n. 323/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Approvazione proposta di legge di ratifica dell’accordo tra Regione Campania e Regione Calabria relativo alla gestione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno (Delibera G.R. n. 142 del 27.03.2012)” (P.L. n. 324/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Franchino – “Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico” (P.L. n. 322/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Dattolo, Fedele, Serra, Gallo, Orsomarso, Magno, Chiappetta, Tripodi, Bruni – “Integrazione e modifica alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34” (P.L. n. 325/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 (Delibera Giunta regionale n. 128 del 27.03.2012)” (P.P.A. n. 167/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2012 (Delibera Giunta regionale n. 129 del 27.03.2012)” (P.P.A. n. 168/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione numero 137 del 27 marzo 2012, recante: “Legge regionale n. 15 del 13 giugno 2008, articolo 45. Adempimenti relativi all’anno 2012” (Parere n. 37)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione numero 141 del 27 marzo 2012, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano di inserimento occupazionale 2012”. (Parere n. 38)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La seconda Commissione consiliare con nota n. 17144 del 5 aprile 2012, ha comunicato che nella seduta del 4 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, con osservazioni, alla deliberazione della Giunta regionale n. 110 del 13 marzo 2012, recante: “Legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, articolo 45 “Istituzione del fondo unico per le attività produttive ed economiche. Approvazione piano”. (Parere n. 36)

Promulgazione di leggi regionalizzazione

In data 28 marzo 2012, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 2 aprile 2012, al Bur n. 6 del 2 aprile 2012:

legge regionale 28 marzo 2012, n. 8, recante: “Istituzione della fondazione per la valorizzazione del Santuario delle Cappelle – Sacro Monte di Laino Borgo”;

legge regionale 28 marzo 2012, n. 9, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino della organizzazione turistica regionale)”.

Pubblicazione di deliberazione

La deliberazione legislativa numero 160 del 12 marzo 2012, recante: “Legge regionale <Modifiche allo Statuto della Regione Calabria>” è stata pubblicata ai fini notiziali - ai sensi dell’articolo 123 della Costituzione e dell’art. 2 della legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001 – sul supplemento straordinario n. 1 del 2 aprile 2012 al Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 6 del 2 aprile 2012.

Interrogazioni a risposta immediata

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria ha predisposto un uno stralcio dell'elaborando “Piano regionale di bonifica dei siti inquinati”, stanziando la somma di 45 milioni di euro per la bonifica di alcuni siti inquinati e ad alto rischio ricadenti nel territorio di 17 comuni della Calabria;

tra i Comuni individuati nel Piano stralcio non figurano quelli di Amantea, Serra d'Aiello, Aiello Calabro, S. Pietro in Amantea, nei cui territori ricadono i siti inquinati delia vallata del fiume Oliva, dove sarebbero stati interrati centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, come risulta dalla rilevazione in loco di sostanze nocive e radioattive (Cesio 137);

i dati sull'inquinamento relativi alle aree di che trattasi sono suffragati dalle risultanze dei carotaggi effettuati su incarico della Procura della Repubblica di Paola e dai risultati delle analisi chimiche e radiometriche eseguite su campioni di terreno, di acque emerse e di sottosuolo;

dette analisi sono state effettuate da agenzie istituzionali e certificate dall'ISPRA, che ne ha peraltro diretto i lavori redigendo anche un piano di caratterizzazione;

è assolutamente fondata la protesta dei sindaci del Tirreno cosentino, che, proprio sulla questione, hanno chiesto un incontro urgente presso il Dipartimento regionale Politiche dell'Ambiente, chiedendo che lo stesso si attivi in tempi certi per l'attuazione di interventi dì bonifica nelle aree di che trattasi -:

1. Quali ragioni hanno indotto il Dipartimento regionale Politiche dell'Ambiente ad escludere dal Piano di bonifica le aree ricadenti nella vallata del fiume Oliva nel Tirreno cosentino;

2. Quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione alla bonifica delle suddette aree.

(235; 02.04.2012)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria con legge regionale 8 agosto 1996, n. 21, recante “Servizi socio- assistenziali a favore di minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria”, disciplina l'organizzazione e la gestione dei servizi socio-assistenziali a favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria ed assicurando, in base all'art. 8, comma 3, le somme necessarie per l'espletamento del servizio;

l'art. 4, comma 1, della suddetta legge regionale prevede la stipula di apposite convenzioni per l'espletamento del servizio tra la Regione Calabria e soggetti abilitati;

a tale scopo con legge regionale 23.12.2011, n. 48, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012/2014” (legge finanziaria 2011), ha previsto la somma di € 4.000.000,00 per lo svolgimento dell'attività socio-assistenziale dei Gruppi Appartamento operanti in Calabria;

però, le somme spettanti agli enti gestori non sono state accreditate, indispensabili per le spese di gestione relative all'anno 2011 (affitto locale, pagamento degli stipendi agli operatori), e ciò mette a serio rischio la sopravvivenza dei Gruppi Appartamento;

la mancata assegnazione delle somme spettanti agli enti gestori dei Gruppi Appartamento determinerebbe un grave pregiudizio nell'erogazione del servizio all'utenza, oltre che la perdita di posti di lavoro e professionalità;

enti ed associazioni svolgono un ruolo rilevante per la nostra società e rappresentano, anche e soprattutto grazie alla dedizione e all'umanità degli operatori, una garanzia di civiltà ed esempio d'integrazione e accoglienza sociale per i minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria -:

a) se ci sono motivi ostativi per cui la Regione Calabria non ha provveduto, ad oggi, ad erogare le competenze spettanti per l'anno 2011 agli enti e associazioni per la gestione dei Gruppi Appartamento;

b) se la Regione Calabria intende provvedere all'erogazione delle somme spettanti agli enti e associazioni per la gestione dei Gruppi Appartamento, nonché i tempi della liquidazione delle competenze.

(236: 03.04.2012)

Guccione, De Gaetano, Censore, Mirabelli, Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria è a conoscenza da tempo del pesante inquinamento della Valle del fiume Oliva, i cui dati sono emersi a seguito di analisi predisposte su richiesta della Procura della Repubblica di Paola e da analisi effettuate su campioni di terreno, del sottosuolo e sulle acque compiuti dall'Arpacal e certificati dall'ISPRA;

i campioni prelevati lungo il corso del fiume Oliva tramite 100 carotaggi di terreni e l'esame dei valori di 35 piezometri piazzati nelle acque del torrente sono stati effettuati tra il 27 aprile e il 7 luglio 2010;

dalle analisi risulta che quasi 100 mila tonnellate di rifiuti tossici sono stati interrati nell'area nel corso di più anni e che gli effetti sulla salute della popolazione possono essere molto gravi;

la Regione Calabria non può disconoscere l'assoluta rilevanza del problema, considerata l'attenzione mediatica che la vicenda ha suscitato in questi anni, sia per le richieste di intervento avanzate dai sindaci dei Comuni di Aiello Calabro, Amantea, Serra d'Aiello e San Pietro in Amantea e dal Comitato Civico "De Grazia", sia per l'azione dei cittadini sfociata nell'ottobre del 2009 in una grande manifestazione popolare svoltasi ad Amantea;

già nel 2004 l'Ente Regione, precedentemente alle indagini condotte dalla Procura di Paola, riconoscendo la gravità della situazione ed i pericoli per la salute delle popolazioni abitanti nell'area, aveva inserito la vallata dell'Oliva tra le zone da bonificare con urgenza con particolare riferimento ai siti di Foresta e Carbonara;

recentemente l'area è stata oggetto anche delle attenzioni della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI), recatasi sul posto nel mese di novembre 2011, che ha ribadito la necessità della bonifica;

la notizia dell'esclusione del fiume Oliva tra i siti da bonificare da parte della Regione Calabria è stata oggetto di una forte sollecitazione da parte dei Sindaci dei Comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra d'Aiello e San Pietro in Amantea che, in una lettera indirizzata al Presidente della Regione e all'Assessore Regionale all'Ambiente, dissentono completamente dalle scelte fatte dal Dipartimento regionale alle Politiche Ambientali e ribadiscono con fermezza la priorità dell'area del Fiume Oliva ed il diritto alla necessaria bonifica;

risulta davvero illogico ed incomprensibile come il fiume Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione necessario per la bonifica, pur risultando una delle aree più inquinate della Calabria, venga escluso dal piano di bonifica predisposto dalla Regione -:

perché non si è ancora presa coscienza della grave situazione ambientale che caratterizza quella area e dell'urgenza della bonifica;

le ragioni dell'esclusione del fiume Oliva dal piano regionale di bonifica;

quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione all'ormai improcrastinabile bonifica.

(237; 04.04.2012)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

all'interno del Piano di Riordino dell'ASP di Cosenza per come pubblicato in data 22 settembre 2011 si prevede la conversione dell'ospedale di Lungro in Centro di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) ;

con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 106 del 20 ottobre 2011 (nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria) viene previsto come termine ultimo e perentorio per l'articolazione definitiva della rete ospedaliera la data del 31 marzo 2012;

per questa data viene stabilita inoltre la dismissione dei posti letti ritenuti in esubero, depotenziando di fatto nel caso specifico l'ospedale di Lungro che insiste in un territorio che necessita invece di mantenere una struttura complessiva ospedaliera e di posti letti sufficienti contrariamente a quanto ritenuto e previsto nel succitato decreto;

con lettera del 04.01.2011 l'Amministrazione Comunale di Lungro - cofirmatari i sindaci dei comuni di Acquaformosa, Firmo, Altomonte e San Donato chiedevano in ragione e per conto dei loro territori la sospensione di ogni azione in ragione di ridimensionamento e/o accorpamento dell'ospedale di Lungro per la funzione strategica che ricopre nel territorio;

ai sensi della legge regionale n. 15/2003 recante “Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria” vengono nell'articolo 24 elencati tutti quei servizi ritenuti fondamentali e nello specifico le sedi scolastiche di qualsiasi ordine e grado, le strutture sanitarie, gli uffici postali e amministrativi, sono ritenuti servizi fondamentali per la difesa della cultura e del territorio dei Comuni di cui all'art. 1 della legge prima citata -:

quali azioni intende intraprendere in ordine all'importanza .strategica che ricopre nel territorio l'ospedale di Lungro e nei paesi che su di esso gravitano con un supplemento di approfondimento con riferimento proprio all'obbligo derivante dal rispetto di una legge regionale vigente che impone il mantenimento di tutti quei servizi ritenuti fondamentali come le strutture sanitarie necessarie nel concorrere a garantire la difesa della cultura dei paesi ricompresi nella legge regionale prima citata (n. 15/2003).

(239; 05.04.2012)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel dicembre 2010 è stato pubblicato un decreto del Dirigente del Settore 3 - Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie (n. 18179 – 13.12.2010), che prevede l'impegno dei fondi necessari alle ASP calabresi per l'acquisto a carico della Regione dei comunicatori oculari;

il decreto dirigenziale demandava alle ASP la valutazione sull'acquisto sia dal punto di vista del numero che del modello dei comunicatori, rendendosi necessaria una personalizzazione dei dispositivi rispetto alle richieste dei pazienti affetti da patologie neuromotorie progressive;

il Dipartimento della Giunta regionale competente ha espletato tutti i passaggi necessari per coinvolgere le 5 ASP calabresi;

allo stato attuale, solo le ASP di Cosenza e Crotone risultano essersi dotate di un numero adeguato di comunicatori oculari come da decreti dirigenziali di erogazione di fondi numero. l4907 del 29.11.2011 e 13989 del 8.11.2011, l'ASP di Catanzaro ha acquistato un solo dispositivo, mentre le ASP di Vibo Valentia e Reggio Calabria, non hanno acquistato comunicatori oculari nonostante le necessità certificate;

i comunicatori oculari sono strumenti indispensabili per migliorare la qualità della vita ai pazienti affetti da patologie neuromotorie progressive, tra cui la SLA e che il costo di un dispositivo potrebbe risultare proibitivo per i soggetti di fasce più deboli -:

quali iniziative intenda intraprendere, in qualità di commissario ad acta per la sanità calabrese per superare il gap tra province, sollecitando le ASP a rimuovere gli ostacoli burocratici e fare in modo che anche i pazienti con tali necessità che risiedono nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia possano essere messi in condizione di dotarsi di comunicatori oculari.

(240; 05.04.2012)

Interrogazione a risposta orale

Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

oltre cento dipendenti dell'Ente Regione entro il 30/11/2011 hanno prodotto istanza per usufruire dell'art. 13 della L. R. n. 34/2010 (esodo incentivato);

in data 6/12/2011 entrava in vigore il D.L. n. 201, convertito in legge n. 214 del 22/12/2011, cosiddetta “Salva Italia”;

il Dipartimento “Organizzazione e Personale”, a firma dei dirigenti G. Longo e R. Marasco, inviava lettera raccomandata A.R. prot. n. 18829/siar del 18/01/2012 agli istanti a cui si comunicava che, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 214, si era reso necessario formulare un quesito al Dipartimento Funzione Pubblica circa l'impatto che avrebbe avuto l'art. 24, comma 14, lettera e) della norma citata sulla normativa regionale e, in attesa di risposta, sospendeva il procedimento;

tranne l'interpretazione dell'art. 24 della citata norma, non esistono impedimenti di natura organizzativa o finanziaria per accogliere l'istanza di coloro che hanno manifestato l'interesse alla fruizione dell'esodo;

la situazione organizzativa e finanziaria, rispetto all'anno precedente, non risulta essere mutata e, anzi, si deve sottolineare che si sono mantenuti in servizio dirigenti che, dopo le recenti sentenze della Corte Costituzionale, non sarebbero dovuti rimanere in seno alla Regione Calabria, ma rientrare al proprio ente di appartenenza;

a distanza di oltre tre mesi, gli istanti non hanno ricevuto comunicazione alcuna sul procedimento instaurato, né, tantomeno, il Dipartimento Funzione Pubblica ha dato risposta a quanto richiesto, ciò in quanto l'art. 24, comma 14, lett. e) nulla ha a che vedere con la normativa regionale;

dalle possibili azioni che i dipendenti potrebbero intraprendere, ne deriverebbe un danno per l'Ente Regione -:

quali azioni si intendono intraprendere per evitare danni economici all'ente e come si intende procedere, con immediatezza, nei confronti dei dipendenti che hanno chiesto di fruire della L. R. n. 34/2010, art. 13.

(234; 30.03.2012)

Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 27 dicembre 2011 il Consiglio regionale, con ordine del giorno n. 39/2011 unanimemente approvato, ha impegnato il Presidente del Consiglio e l'Assessore al Bilancio della Regione Calabria a presentare istanza al Ministro degli Interni - Direzione Centrale finanza Locale - per il recupero del Fondo consolidato (ex L. 285/77) e il relativo ripristino;

il tempo trascorso e l'interesse urgente della Regione Calabria a vedersi liquidato il predetto Fondo;

una sigla sindacale (CGIL) ha potuto prendere atto della giacenza del Fondo citato a seguito di incontro col Ministro degli Interni avvenuto in data 02 aprile 2012 -:

quali iniziative sono state prese dalla Regione, a parte la trasmissione dell'ordine del giorno n. 39 del Consiglio, in argomento;

se vi sia stato qualche incontro al Ministero e relativi esiti; come mai ad oggi le somme in argomento non sono state erogate alla Regione Calabria;

infine quali ulteriori iniziative, intendono essere perseguite da codesta Regione.

(238; 04.04.2012)

Risposta scritta ad interrogazione

Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dal 2002, ai sensi dell’art. 18 bis della L.R. n. 7/2001 è stata istituita la Fondazione “Calabria Etica” al fine di finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore di soggetti deboli e svantaggiati;

lo Statuto della Fondazione proprio per le sue peculiari finalità ed operando in un contesto di gravi disagi, anche economici, di una parte consistente della popolazione ha sempre previsto la gratuità degli organi fatti salvi i rimborsi spesa e la possibilità di un modesto compenso per il Segretario generale;

con L.R. n. 22/2010, nell’ambito delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa pubblica regionale all’art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle fondazioni sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi risultanti al 31 dicembre 2009 -:

se l’attuale Presidente della citata Fondazione abbia o meno presentato proposta di modifica dello Statuto;

se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di auto-determinarsi una indennità di carica;

se la Fondazione è carente di controllo interno per mancanza di Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati;

se la Fondazione è sprovvista dell’importante figura del Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario generale continua a deliberare da solo;

se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l’ammontare della stessa.

(218; 23.02.2012)

Risposta – “Si trasmette la nota del Dirigente generale del Dipartimento controlli, ai fini della risposta da fornire al consigliere interrogante”.

D’ordine del Presidente – (Dott.ssa Alessandra Sarlo)

“In data 23 febbraio 2012, il consigliere regionale onorevole Demetrio Battaglia, ha presentato l’interrogazione a risposta scritta n. 218 al Presidente della Giunta regionale sulla Fondazione Calabria Etica, composta dai seguenti quesiti:

1. se l'attuale Presidente della Fondazione abbia o meno presentato proposta di modifica dello Statuto;

2. se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità di carica;

3. se la Fondazione è carente di controllo interno per mancanza del Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati;

4. se la Fondazione è sprovvista dell'importante figura del Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario Generale continua a deliberare da solo;

5. se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l'ammontare della stessa.

In data 29 febbraio 2012, con nota prot. 0073611 SIAR, lo scrivente Dipartimento ha chiesto al Presidente della Fondazione Calabria Etica di fornire tutte le informazioni utili per poter opportunamente relazionare sui quesiti oggetto di interrogazione.

Le suddette informazioni sono state trasmesse in data 1 marzo e acquisite agli atti in data 2 marzo 2012 con prot. n. 0077383 SIAR.

Di seguito, sulla scorta degli atti d'ufficio, si relazione per come segue.

rif. quesito n. 1:

se l'attuale Presidente della Fondazione abbia o meno presentato proposta di modifica dello Statuto.

Il Presidente di Calabria Etica, con determina n. 1 del 17 gennaio 2011, ha approvato le modifiche statutarie che, successivamente, sono state approvate dalla Giunta regionale con deliberazione n. 80 del 18 marzo 2011.

L'art 11 della Legge regionale 20 agosto 2011, n. 22, dispone "1. Nelle more dell'approvazione di una normativa di riorganizzazione degli enti sub-regionali secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza, l'assetto organizzativo delle Fondazioni operanti partecipate dalla sola Regione Calabria è modificato mediante concentrazione di tutti i poteri di amministrazione e rappresentanza in capo ad un organo individuale, che sarà individuato dalla Giunta regionale, su proposta del Presidente. 2. Con la nomina del nuovo organo individuale, i corrispondenti organismi collegiali si estinguono ed i relativi componenti cessano di diritto".

Considerato che Calabria Etica rientra nel novero delle fondazioni operanti e partecipate dalla sola Regione Calabria, in esecuzione delle predetta normativa, con deliberazione n. 763 del 30 novembre 2010, la Giunta regionale:

- ha nominato il dott. Pasqualino Ruperto quale Presidente della Fondazione;

- ha specificato che con la nomina del nuovo organo individuale sono estinti i corrispondenti

- organismi collegiali di amministrazione e i relativi componenti cessano di diritto;

- ha incaricato il Presidente della Fondazione di adeguare il corrispondente Statuto alle modifiche legislativamente apportate.

Rif. Quesito n. 2:

se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità di carica.

L'art. 18 bis della Legge regionale n. 7/2001, istitutivo della Fondazione Calabria Etica, non fa alcun esplicito riferimento alle modalità di determinazione del compenso del Presidente della Fondazione.

L'art. 6 del nuovo Statuto della Fondazione, approvato per come sopra evidenziato, con D.G.R. n. 80/2011, prevede che "il Presidente è l'organo di governo della Fondazione, ha tutti i poteri di indirizzo e coordinamento dell'attività della Fondazione" e che "il Presidente per l'attività svolta può determinarsi una indennità di carica, oltre al rimborso delle spese sostenute e documentate".

La precedente formulazione dello Statuto prevedeva la gratuità della carica e un gettone di presenza per i componenti del Consiglio di amministrazione.

rif. quesito n. 3:

se la Fondazione è carente di controllo interno per mancanza del Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati.

Il mandato dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti nominati con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 200/2006 e n. 25/2010 è scaduto in data 26 giugno 2011.

rif. quesito n. 4:

se la Fondazione è sprovvista dell'importante figura del Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario Generale, continua a deliberare da solo.

L'art. 11 della Legge regionale n. 22/2010 concentra tutti i poteri di amministrazione e rappresentanza in capo al Presidente (Organo individuale).

Il Segretario generale non si configura, quindi, come una figura di garanzia ma di semplice supporto amministrativo al Presidente della Fondazione, in capo al quale spettano tutti i poteri e gravano le corrispondenti responsabilità.

Infatti, a norma dell'art. 7 dello Statuto della Fondazione Calabria Etica, il Segretario generale "1. ... è nominato dal Presidente della giunta regionale; 2. ... Collabora con il Presidente ed attua i suoi provvedimenti; 3. Partecipa alle riunioni del Presidente della fondazione e ne cura la redazione dei verbali, avvalendosi, ove lo ritenga, di personale della fondazione, e li sottoscrive insieme al Presidente; 4. Svolge tutte le funzioni operative necessarie per il corretto svolgimento dell'attività della fondazione; 5. Indirizza e coordina l'attività degli uffici e servizi per il migliore espletamento delle attività delle Fondazione; 6. Dirige il personale ed i collaboratori che prestano attività per la Fondazione ed assegna, tenendo conto delle direttive del Presidente e della consistenza dell'organico, compiti, mansioni e responsabilità. Sovrintende a tutte le iniziative della Fondazione in conformità alle direttive del Presidente della Fondazione, provvedendo a dare ogni impulso alle attività in modo da consentire un'efficiente realizzazione delle attività; 7. Può essere delegato dal Presidente allo svolgimento di funzioni di sua competenza; 8. Cura che siano redatti i bilanci preventivi e consuntivi e, rispettivamente nei mesi di novembre e marzo, dovrà trasmettere al Collegio dei revisori, unitamente alla relazione sull' attività della Fondazione; 9. Allo stesso il Presidente può riconoscere un modico compenso sulla base dell'effettiva attività svolta; 10. Il Segretario generale dura in carica cinque anni e può essere riconfermato."

rif. quesito n. 5

se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l'ammontare della stessa.

Ai sensi dell'art. 6 dello Statuto, con determinazione n. 6 del 14 aprile 2011, il Presidente della Fondazione, ha fissato l'indennità annuale di carica in misura pari al 60% del trattamento su base annua spettante al Consigliere regionale.

Lo stesso Presidente di Calabria Etica nella succitata determinazione n. 6, stabilisce che "considerato che in data 9 novembre 2010 la Fondazione ha ricevuto dalla Commissione Europea il riconoscimento di organismo in house della Regione Calabria, che tale riconoscimento ha comportato un eccezionale incremento degli impegni e dei compiti connessi all'efficace espletamento delle funzioni e delle responsabilità gestionali e di indirizzo che gravano in capo al Presidente. Pertanto si è ravvisata la necessità di introdurre l'indennità per il Presidente come previsto dalla nuova formulazione dall'art 6 dello Statuto".

Dalla lettura della stessa deliberazione n. 6 emerge, inoltre, che "la parametrazione dell'indennità è stata effettuata sulla base di una ricerca condotta rispetto ad organismi analoghi e comparabili e che essendo in sede di prima determinazione il compenso del Presidente, non si applica il comma 2 dell'art 9, della Legge regionale n. 22/2010".

In particolare, tale norma stabilisce che le somme riguardanti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità comunque denominate, corrisposti ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati presenti nelle Fondazioni, nei casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, sono automaticamente ridotte del 20% rispetto agli importi risultanti alla data del 31dicembre 2009.

Va comunque considerato che pur non essendo prevista alla data del 31.12.2009 una indennità per il Presidente, l'attuale compenso è stato calcolato effettuando una ricerca su altri organismi analoghi senza applicare la norma che prevede la riduzione del 20% .

Distinti saluti.”

(Dott.ssa Alessandra Sarlo)

Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)

Ordine del giorno numero 52 del 16 aprile 2012 a firma dei consiglieri Bova, Tripodi, Franchino, Giordano, Serra, Censore, Rappoccio, Mirabelli, Sulla, Imbalzano, Amato, Chiappetta, Loiero, Battaglia, Bilardi, De Masi, Aiello F., Dattolo, Guccione, Gallo, Morrone, Rappoccio, Tallini, Morrone, Fedele, De Gaetano, Bruni “In merito alla ristrutturazione della caserma dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria”

“Il Consiglio regionale

premesso che

a seguito dell'incendio sviluppatosi nei giorni scorsi all'interno della sede dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria sono venute meno le condizioni minime di sicurezza, di stabilità e di salubrità di una buona parte della caserma;

considerato che

ad oggi il Ministero dell'Interno non ha ancora trovato un'immediata soluzione al problema, né tantomeno risulta abbia fornito delle risposte immediate alle già numerose sollecitazioni mosse dagli stessi occupanti della caserma;

pertanto, si rende improcrastinabile l'esigenza che tutte le istituzioni del comprensorio mettano in atto iniziative e proposte volte a rimarcare per un verso la necessità di tutelare l'incolumità dei Vigili del Fuoco ivi operanti e per l'altro l'opportunità che la sede operativa dei Vigili del Fuoco resti all'interno del circondario cittadino affinché costoro possano continuare a garantire l'immediato servizio di soccorso alla popolazione;

Tutto ciò premesso e considerato

sollecita

il Ministero dell'Interno affinché trovi una soluzione celere e concreta per risolvere la questione afferente il precario stato in cui versa la Caserma dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria”.

Proposta di legge numero 325/9^, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34” (Del. n. 172)

Art. 1

1. Al comma 11 dell'articolo 45, dopo le parole "limitatamente alle sole stagioni estive 2010 e 2011" sono aggiunte le parole "e 2012”.