IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
___________
35.
SEDUTA
DI LUNEDI’ 16 APRILE 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
La seduta è
aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
E’ pervenuta
risposta scritta all’interrogazione numero
212 del 23 febbraio
(E’
riportata in allegato)
Prego i
consiglieri di prendere posto. Diamo quindi inizio ai lavori
dell’odierna seduta di Consiglio regionale.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto
le chiedo scusa se quello che sto per dire può sembrare ultroneo.
(Interruzione)
Se mi sente, Presidente,
cortesemente.
Quello che sto per dirle può
sembrare ultroneo rispetto all’ordine dei lavori, le devo però far presente che
A nostro modesto avviso, trattandosi di una vera e propria
programmazione andava rispettata la legge numero 23 del 1999 che prevede,
intanto, una procedura concertativa per stabilire i servizi minimi.
Naturalmente quando
Ora, di tutta questa concertazione non c’è traccia. Mi
permetto di aggiungere che oltre all’aspetto concertativo che riguarda i
servizi minimi e che non è stato per nulla attivato, ai sensi dell’articolo 10
della legge numero 23, questo progetto prevede un parere obbligatorio della
competente Commissione consiliare prima che la delibera diventi esecutiva.
Le dico questo perché, in effetti, questa deliberazione
ha messo in subbuglio tutto il mondo del trasporto pubblico locale ed avrà
efficacia a partire dal 1° maggio. Quindi, Presidente, io penso che il
Consiglio e la sua persona in rappresentanza…
(Interruzione)
Onorevole Franchino, è una cosa molto seria questa.
Penso debba intervenire, dicevo, su questa procedura che
a nostro avviso è stata stravolta, perché dal 1° maggio la delibera sarà
esecutiva contenendo i servizi minimi senza aver attivato la procedura
concertativa ope legis e senza
aspettare il parere della competente Commissione e, naturalmente, se non viene
dato entro 60 giorni il progetto si intende approvato.
Noi rileviamo due illegittimità procedurali molto gravi:
la non attivazione della concertazione per inserire nel progetto i servizi
minimi, questo è già gravissimo sotto il profilo della legittimità, e la
mancanza del parere della Commissione.
Penso che
Le chiediamo, quindi, attivando i suoi poteri di
Presidente di mettere in piedi tutte le iniziative che ritiene necessarie e
che, a nostro avviso, sono per legge dovute.
Onorevole Principe, gli
uffici stanno verificando se
Qualche collega mi ha
chiesto degli ordini del giorno che ha firmato insieme ad altri. L’onorevole
Franchino mi ha detto di voler presentare un ordine del giorno a firma di più
consiglieri.
Onorevole Franchino, se può
illustrare al microfono l’ordine del giorno che ha presentato. Se qualche altro
consigliere intende firmarlo, potrà aggiungersi dopo.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, noi chiediamo che il Consiglio regionale si impegni su una questione molto delicata in questo momento nel Paese e assuma le iniziative legislative e regolamentari finalizzate alla modifica dell’articolo 24 del decreto legge numero 201 del 2011.
E’ necessaria la risoluzione
delle problematiche che interessano i cosiddetti lavoratori “esodati” per
evitare che rimangano senza stipendio e senza pensione per un periodo molto
lungo, rispetto alla previgente normativa pensionistica.
Invitiamo,
quindi, a tener conto delle osservazioni e dei provvedimenti proposti in merito
dalla Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, ampiamente descritte e motivate nella comunicazione che il Presidente
della Conferenza ha inviato al Ministro del lavoro e al Ministro della funzione
pubblica nella nota del 16 marzo di questo stesso anno.
L’ordine del giorno è presentato nella speranza che tutta la maggioranza e tutto il Consiglio regionale possano firmarlo e impegnarsi in questa direzione. Grazie.
Onorevole Franchino, siccome lei dovrà raccogliere le firme, se è d’accordo, lo inseriamo all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, il 10 maggio. Va bene?
Va bene, Presidente. Ho distribuito alcune copie a molti colleghi. Intanto lo presentiamo, dopodiché, se altri colleghi lo vogliono firmare non ci sono difficoltà.
Questo ordine del giorno viene inserito all’ordine del giorno della prossima seduta.
E’ stato presentato anche un
altro ordine del giorno a firma dei colleghi Tripodi e Bova.
Prego, onorevole Tripodi.
Presidente, grazie, questa è una mozione che riguarda una questione incresciosa che si sta creando per la caserma dei Vigili del fuoco a Reggio Calabria.
Per un fatto tecnico, accertato, peraltro, dalla Commissione nazionale dei Vigili del fuoco, c’è stato un incendio nella caserma, all’interno del dormitorio che è praticamente andato distrutto.
Sul vecchio dormitorio c’è un contenzioso, che dura da
un paio di anni, fra la ditta che stava seguendo i lavori
ed il Ministero competente. Il fatto che non si riesca a sbloccare i lavori ha
creato una difficoltà di usufruire dal punto di vista logistico – da parte dei Vigili del fuoco – di una
porzione del complesso destinata a spogliatoio.
Il problema non è solo
tecnico, per cui sollecitiamo il Ministero ad intervenire con urgenza per
risolverlo. Sono rimasti circa un mese di lavori per una cifra pressoché
irrisoria per il Ministero, parliamo di circa 200 mila euro.
Il problema riguarda il
messaggio che vogliamo dare. Lo dico anche ai signori della stampa, agli amici
giornalisti: questa Calabria è vituperata per alcuni aspetti come se la classe
politica fosse disattenta ai problemi del territorio. Ma non ci possiamo
permettere il lusso, quando il Governo nelle sue emanazioni periferiche, poi,
disattende quella che è una effettività reale, di non mettere nelle condizioni
poi il Governo stesso, lo “Stato” - perché poi è un’altra cosa quando parliamo
di Stato e di Governo – di poter essere operativo e di compiere le proprie
funzioni.
A maggior ragione perché si
tratta di struttura dedicata alla salvaguardia della comunità.
Qui una riflessione la dobbiamo fare.
Se non riusciamo ad aver risposte su cose che non
riguardano né il Consiglio regionale, né il Consiglio provinciale, né il Comune
di Reggio Calabria, ma che riguardano il Governo di questa nostra Nazione, di
questa nostra Italia - in cui un Ministero da anni non riesce a risolvere un
problema -, dobbiamo capire che tutela ha o vogliamo offrire a questa terra,
anche nelle sue emanazioni periferiche.
E’ un problema che va affrontato. Possiamo dire quello
che vogliamo, che questa Calabria si sa o non si sa muovere dal punto di vista
della politica e della interlocuzione con gli enti, ma alla fine ci dobbiamo
far carico di salvaguardare un qualcosa che è dedicato alla nostra incolumità.
Non è immaginabile che una caserma dei pompieri venga
spostata dal territorio urbano e poi si prevedano servizi prestati in un tempo
di intervento di 10-15 minuti.
Questo è il vero problema che ha questa nostra terra.
Grazie.
Onorevole Tripodi, tratteremo anche questo ordine del giorno il 10 di maggio così come l’altro.
Lo inseriamo il 10 di maggio? A meno che lei non raccolga le firme dei due terzi dei consiglieri presenti in Aula.
Presidente, le chiedo, di darmi il tempo di raccogliere le firme.
Le spiego: non è un problema spostarlo, ma bisogna comprendere l’urgenza di trattare questo problema e di far intervenire subito il Ministero.
Mi dia il tempo di raccogliere le firme.
Lo estenda a tutti gli altri consiglieri così lo votiamo oggi. Va bene?
Prima di votare l’inserimento dell’ordine
del giorno, iniziamo la seduta con il solo punto previsto all’ordine del giorno
previsto e che riguarda l’ambiente, la depurazione e la difesa del mare.
Prego i colleghi di prendere posto, così procediamo con la relazione iniziale dell’assessore al ramo, l’assessore Pugliano.
Abbiamo voluto fortemente questa seduta, condivisa
all’unanimità da tutti i capigruppo, perché riteniamo
che la questione dell’ambiente, abbinata alla depurazione in difesa del nostro
mare, sia dirimente ed essenziale. Vogliamo affrontarla oggi, con largo
anticipo rispetto alla stagione estiva, proprio perché il mare rappresenta un
bene prezioso per il nostro turismo e per la nostra regione. Avere un mare
pulito significa avere tanti turisti, tanta gente che viene in Calabria e può
fare da cassa di risonanza in tutta Italia.
C’è bisogno di uno sforzo
corale tra enti locali, istituzioni, mondo produttivo e
Prego tutti i colleghi di
prendere posto altrimenti non possiamo procedere con la relazione
dell’assessore.
(Interruzione)
Prego i colleghi di prendere posto e smettere di parlare, altrimenti non facciamo proprio la seduta .
Prego, onorevole Sarra,
prenda posto. Anche i colleghi della minoranza devono accomodarsi e fare un
attimo di silenzio, altrimenti non si capisce assolutamente nulla. L’amplificazione
è già in una situazione difficile, se non prendiamo posto non inizieremo la
seduta odierna. Spegnete anche i telefonini.
Prego, assessore Pugliano, ha facoltà di svolgere la sua
relazione. Ascolteremo quali sono gli interventi che si stanno facendo sulla
depurazione e, in particolare, sulla difesa del mare.
Grazie, signor Presidente.
Grazie, per aver dato luce in maniera anticipata ad un tema che, sicuramente,
merita la nostra attenzione. Grazie, quindi, ai
capigruppo che hanno condiviso la necessità che di mare e di ambiente si parli
in maniera continua, non ad intermittenza e non solo nella stagione estiva.
Credo che tutti i calabresi
condividano il concetto che il mare, sicuramente, è fra i beni più preziosi che
abbiamo a disposizione e che dovremmo cominciare a cercare di tutelare,
salvaguardare e valorizzare.
Credo che aver convocato una seduta con questo solo tema
all’ordine del giorno, sia in linea con gli impegni e le azioni che sta
mettendo in campo questo Governo
regionale e il suo Governatore Scopelliti. Ritengo che questo possa essere il
segnale di una stagione di politiche e di azioni preventive per cercare di
vedere come far star meglio, in salute, l’ambiente ed il mare in Calabria.
Abbiamo la necessità di far crescere in Calabria la sensibilità, la responsabilità
nei confronti del mare, perché ha avuto un ruolo fondamentale nella storia,
nella cultura ed anche nell’economia di questa regione.
Per restituire questo ruolo
al mare e all’ambiente in Calabria, c’è bisogno di una stagione di
concertazione, di cooperazione interistituzionale, ma anche di un patto fra calabresi.
Nel passato, dobbiamo confessarcelo, le politiche
ambientali - e non solo in Calabria - non hanno ricevuto grande attenzione.
Non è stata, sicuramente, la cultura ambientalista che
ci ha guidati nelle nostre azioni, nelle nostre attività.
Uso fare un esempio, per far toccare con mano il fatto
che le politiche ambientali in Calabria non siano state sicuramente al centro
delle agende di tutte le istituzioni o della comunità, parto dagli elementi da
me oggi conosciuti.
Segnalano – è sintomatico per me – il grado, i livello
di attenzione che hanno ricevuto le politiche ambientali, pochi elementi.
Iniziando dal fatto che in una macchina amministrativa importante come
Il dipartimento delle Politiche per l’ambiente registra
come forza lavoro, come dotazione organica una percentuale dell’1,5%.
Credo che sia necessaria, quindi, una inversione di
tendenza anche da questo punto di vista. Dovremmo capire con grande chiarezza
che questo dipartimento, il personale, queste 29 unità, si devono occupare di
temi importanti e delicati come la depurazione, l’inquinamento, le bonifiche e
stanno per ricevere in maniera definitiva i rifiuti, avendo ricevuto
comunicazione che l’Ufficio del commissario reggerà per questo anno 2012 senza
poteri straordinari, perché la gestione del ciclo dei rifiuti deve passare alla
Regione Calabria e quindi agli enti territorialmente competenti.
Capite bene che in prospettiva un compito così delicato
e così fondamentale, qual è l’ambiente e quali sono le politiche per
l’ambiente, merita sicuramente maggiore attenzione.
Il fatto che questa seduta sia stata convocata il 16
aprile e che si metta sulla scia la voglia di cambiare registro, di cambiare
pagina da parte di questo Consiglio regionale, mentre il Presidente Scopelliti
poco più di un mese fa ha - insieme a me - convocato tutti i sindaci della
Calabria per trattare lo stesso tema e dare attenzione in stagioni distanti da
quella estiva - perché abbiamo la necessità di capire che quello che
indirizziamo al mare nella stagione autunnale ed invernale sicuramente ce lo
troveremo nella stagione estiva -, credo serva per cambiar pagina e per
iniziare una nuova stagione di cooperazione e di condivisione delle azioni,
delle attività da mettere in campo ed anche a sotterrare l’ascia della
contrapposizione politica.
Credo che nessuno possa pensare di avere in mano la
ricetta per far star meglio l’ambiente e tutelare il mare della Calabria.
Dobbiamo registrare che in Calabria siamo abituati ad
essere anche guidati da una cultura masochista che ci fa sperare che le cose
non vadano bene, così avremo la possibilità – se le cose non vanno bene – di
indirizzare la colpa su chi guida le amministrazioni ai diversi livelli.
Tornando al tema all’ordine del giorno e dedicandomi, di
più o esclusivamente, alla depurazione per cercare di vedere come tutelare
meglio il mare, credo di poter fare un quadro della situazione che registriamo
oggi, per poi passare alle azioni messe in campo ed a quelle che dobbiamo
cercare di condividere con tutte le istituzioni e le rappresentanze
politico-istituzionali, affinché le azioni, le attività da mettere in campo
possano produrre risultati.
La mia analisi ed il quadro che farò rispetto allo stato
della depurazione, nel dichiarare che il sistema non funziona, non vanno alla
ricerca di responsabilità.
Devo dire che il sistema della raccolta e del
trattamento delle acque reflue in Calabria è in disordine per cause che
attengono principalmente alla confusione normativa che ha, nel tempo, assegnato
la responsabilità di questo settore prima all’ufficio del Commissario delegato
al superamento delle emergenze, poi alla Regione, poi alle Province e poi
attraverso le Province agli Ambiti territoriali, poi ancora ai Comuni.
Una confusione normativa che non ha reso una servizio ad
una pianificazione ordinata. Per parlare delle cause che hanno messo in disordine
il sistema della depurazione, a me piace catalogare queste cause in tre
macro-elementi che afferiscono ai difetti infrastrutturali, ai difetti
gestionali ed ai difetti culturali.
Per quanto riguarda il primo macro-elemento dei difetti
infrastrutturali, c’è da dire che, proprio per questa confusione normativa, il
dato che emerge è che gli interventi infrastrutturali i messi in campo e
realizzati negli ultimi quattro anni dal 2008, danno la rappresentazione di cui
parlavo prima. Cioè, gli interventi non hanno seguito una bussola che ha
pianificato in maniera ordinata, perché dal
Ebbene, viene facile riscontrare che questi interventi
non hanno sicuramente prodotto i risultati che avrebbero potuto se ci fosse
stata una pianificazione ordinata e coordinata da uno stesso punto.
Per quanto riguarda i difetti infrastrutturali, devo
dire che - non per assegnare meriti al sottoscritto o al dipartimento che io mi
pregio di guidare - dal 2010 - avendo in qualche modo individuato, in questa
confusione normativa ed in questa assenza di pianificazione ordinata, un grande
difetto - abbiamo cercato di iniziare una pianificazione, partendo dalla
condivisione delle priorità segnalate dagli Ambiti territoriali ottimali, dai
Piani di ambito e anche dalla cooperazione e dalla condivisione con i Comuni
della Calabria.
C’è da registrare, però, che noi tutti abbiamo il
compito di stimolare una maggiore presa di coscienza da parte degli enti locali,
una maggiore responsabilità. E quando parlo di una maggiore responsabilità
degli enti locali, non mi riferisco – come generalmente si fa – solo agli
amministratori.
Credo ci sia bisogno di stimolare la responsabilità e la
sensibilità della classe dirigente
tutta, iniziando dalla macchina amministrativa, di funzionari e dirigenti che
il più delle volte non danno il massimo della collaborazione alla Regione
Calabria per cercare di accelerare gli interventi che si mettono in campo ed
evitare che si debba poi registrare la revoca di finanziamenti perché non si
rientra nei tempi e nelle procedure dettate dalla Comunità europea.
Dal 2010 abbiamo, quindi,
cercato di avere una pianificazione unitaria delle priorità da mettere in
campo. Abbiamo cominciato nel 2010 con gli interventi straordinari su
segnalazione dei Piani di ambito, degli Ambiti territoriali e abbiamo
continuato anche con il Piano operativo di interventi che ha messo in campo 38
milioni di euro con interventi stabiliti dagli stessi Ambiti territoriali, per
i quali dobbiamo ancora rincorrere – lo abbiamo fatto più volte con il
Presidente Scopelliti – le amministrazioni locali. Abbiamo stipulato le
convenzioni ad agosto 2011 e, ad oggi, non ci sono ancora partiti interventi da
realizzare.
Così come registriamo che
rispetto agli Accordi di programma quadro messi in campo nel 2008 e nel 2009,
ancora molti interventi non sono stati ultimati e non sono stati collaudati.
Dobbiamo stimolare
ulteriormente la responsabilità, la sensibilità, la collaborazione e la
cooperazione degli enti locali. Ad esempio, abbiamo sollecitato agli enti
locali la definizione di progetti preliminari, in particolare ai Comuni
interessati dalle infrazioni comunitarie, per essere dotati di questi progetti
nel momento in cui - speriamo e auspichiamo, da qui a poco - ci vedremo
finanziati, attraverso il Piano per il sud, gli interventi necessari per
superare le infrazioni comunitarie.
E’ di sabato scorso, di due
giorni fa, la comunicazione dell’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici,
del Ministero quindi, che ci chiede di confermare gli interventi che il Governo
regionale ha previsto per sanare queste infrazioni comunitarie. Avendo il
Governo regionale e il Presidente Scopelliti dato priorità nel Piano per il sud
alle politiche ambientali, quindi anche alla depurazione, ci è stato chiesto
avantieri, sabato, di confermare la priorità che abbiamo segnalato su questi
interventi perché metteranno - non appena riceveranno questa nostra conferma –
nella prossima delibera Cipe il finanziamento di altri 217 milioni 600 mila
euro per le infrazioni comunitarie che attengono 16 interventi e che riguardano
almeno 82 comuni.
Così come, avendo dato
priorità in questo Piano per il sud alle attività di bonifica, ci viene chiesta
conferma per mettere nella delibera Cipe che riguarda il Piano per il sud altri
42 milioni 900 mila euro per le 40 infrazioni comunitarie che attengono i siti
inquinati.
Passiamo al secondo
macro-elemento - che secondo noi ha inceppato il sistema della depurazione
creando un cortocircuito -: il difetto gestionale.
Avendo individuato…
(Interruzione)
Le pratiche che ha aperto
Assunto il fatto che siamo
nel 2012,
C’è il rischio, se non si
superano queste infrazioni, se non si rende efficiente il sistema della
depurazione in questi siti, che, se va a sentenza
Questo per quanto riguarda le
infrazioni sulla depurazione, sono 16 agglomerati oltre i 15 mila abitanti
equivalenti.
Per quanto riguarda, invece,
i 40 siti in infrazione comunitaria, come siti inquinati da bonificare, abbiamo
dato priorità per evitare che da queste infrazioni sortiscano altri effetti
negativi dal punto di vista finanziario. Abbiamo voluto inserire il
finanziamento della bonifica di questi siti in infrazione per dare loro
priorità, li faremo inserire, quindi, nella delibera Cipe che attiene al Piano
per il sud.
Per quanto riguarda la
questione del circuito vizioso che si è creato nel sistema gestionale della
depurazione, per dirla con la metafora veterinaria che mi appartiene: “il cane
che si morde la coda”, perché i comuni non riescono a riscuotere i ruoli del
servizio idrico integrato o, quando li riscuotono, non li destinano al sistema
della depurazione.
Se i comuni non incassano gli
oneri del sistema idrico integrato e quindi anche della depurazione, non
riescono a pagare i corrispettivi contrattuali agli enti o ai soggetti gestori
della depurazione.
Ed ecco che si creano i corto
circuiti che registriamo un po’ ovunque in Calabria. Li abbiamo riscontrati nel
lametino con
Se i soggetti gestori del
servizio di depurazione non ricevono i corrispettivi contrattuali dai Comuni, è
chiaro che non garantiranno mai un servizio adeguato e saranno messi in
difficoltà anche per i pagamenti del personale.
Ecco perché questo Consiglio
regionale, su input dell’assessorato e del dipartimento alle politiche
per l’ambiente, nel
I soggetti gestori, magari
per superficialità, magari per disattenzione, non riscuotono e non pagano. Ecco
perché noi abbiamo introdotto, tramite questa legge, i poteri sostitutivi della
Regione, strumento che abbiamo già messo in campo, non per azioni repressive,
ma curative. Qualche risultato si è già avuto è già stata introdotta, come
strumento, la nomina del Commissario ad acta ed ha già prodotto degli
effetti. Il concessionario, il gestore che ha chiesto al Presidente Scopelliti
di attivare la legge numero 22 del 2010 ottenendo la nomina di un Commissario ad
acta, non appena avvenuta la nomina, dopo un paio di settimane, ha chiesto
la sospensione dello stesso strumento perché i Comuni inadempienti hanno
iniziato a pagare.
Ecco perché va dato merito a
questo Consiglio regionale di aver approvato una legge pensata dal dipartimento
regionale e l’assessorato,quindi, dal Governo regionale per cercare di
correggere questo corto-circuito.
Un altro tema che non
possiamo più sottacere, riguarda la gestione e lo smaltimento dei fanghi che,
secondo me, è il principale elemento di disturbo verso la tutela e la
salvaguardia del mare, anche perché ha ereditato un sistema dell’Ufficio del
commissario che vede i Comuni trattenere i costi onerosi della gestione e dello
smaltimento dei fanghi. Abbiamo la percezione che in molti posti non avvenga
una gestione ed uno smaltimento corretto.
Anche su questo argomento,
c’è da registrare la mancata collaborazione degli enti locali. Il dipartimento
più volte ha chiesto ai Comuni, dopo averlo chiesto agli Ambiti territoriali,
di fornire i dati sullo smaltimento dei fanghi. Li chiede
Ebbene, allo stato, dopo
innumerevoli sollecitazioni e dopo aver comunicato che il dipartimento ha messo
sul suo sito l’elenco dei Comuni che hanno risposto e le tabelle a cui rispondere
per fornire questi dati, ad oggi, dopo due anni di solleciti, oltre il 50 per
cento non ha risposto.
Questo ci convince che non
sia corretto e adeguato il sistema di gestione e di smaltimento dei fanghi. Ci
fa pensare che questi fanghi, per evitare di sopportare il peso dei costi
onerosi di smaltimento, vengano mandati da qualche parte. Quindi, c’è la
possibilità che vengano sversati in mare.
Questo crea un effetto
moltiplicatore di elementi di disturbo sul mare. Questi fanghi, assieme ad un
altro elemento che crea sicuramente inquinamento o danni per il mare, le acque
reflue nei servizi di auto spurgo, sono da attenzionare da parte degli enti
territorialmente competenti, per evitare che si lasci in anarchia e senza
controllo la gestione sia dei fanghi della depurazione che i servizi di
autospurgo che vanno a prelevare i reflui prodotti da case sparse non collegate
con la rete fognante o, addirittura, da attività produttive nate abusivamente e
che non si son adeguate alle leggi urbanistiche.
Credo che evitare che questi
fanghi - magari nelle stagioni in cui non c’è grande attenzione sul mare e,
quindi, molte cose possono passare illegalmente e abusivamente - questi
rifiuti, possano arrivare a mare, scongiurerebbe di creare nutrimento per le
alghe che si nutrono degli stessi e producono le mucillagini presenti in molti
tratti costieri in Calabria.
L’ultimo dei tre macro
elementi, cui facevo riferimento - non sicuramente ultimo per importanza -, è
il difetto culturale che, insieme, dobbiamo vedere come curare.
Dobbiamo tutti quanti
adoperarci, iniziando dagli enti territorialmente competenti per vedere come
stanare e combattere ogni forma di abusivismo ed illegalità.
Ci sono molti scarichi
abusivi ed illegali in giro per
Nel 2011, per proprio conto,
Nei prossimi giorni con il
nuovo management nominato di Arpacal - ai quali: al direttore generale,
al direttore amministrativo, al direttore scientifico, vanno i nostri auguri
per un buon lavoro - e con
Lo faremo anche con il
supporto di un numero verde - che vedremo di attivare straordinariamente per
queste attività nei mesi estivi -, che ove necessario, su segnalazione degli
enti locali, per criticità e anomalie a pronto intervento, chiederà sia il
supporto, da terra, di Arpacal che il supporto, fronte mare, delle Capitanerie
di porto.
Così come stiamo cercando di
chiudere, di confermare e di implementare, il servizio dei battellini che
devono garantire il servizio di pulizia delle acque superficiali.
Credo che tutte queste
attività abbiano bisogno di una azione, di una politica educativa, formativa e
di sensibilizzazione anche nei confronti della comunità. Perché, se non viene
resa partecipe la comunità di ogni azione e di ogni politica, ogni intervento
messo in campo dalle istituzioni non avrà sicuramente i risultati auspicati.
Credo che uno
sforzo vada chiesto a tutti. Lo chiedo a tutti e rimango aperto non solo a
mettere in campo le azioni e le politiche che abbiamo già programmato e che
stiamo portando avanti, ma anche all’ascolto ed alle sollecitazioni, in quanto
ogni contributo e suggerimento può essere utile per cercare di invertire la
rotta e realizzare veramente in Calabria una nuova coscienza ambientale che
sappia tutelare e salvaguardare il grande patrimonio ambientale e naturale che abbiamo,
iniziando dal mare.
Grazie, assessore Pugliano,
per la sua dettagliata relazione.
Possiamo aprire il dibattito
in Consiglio. Iniziamo con il primo consigliere che si è prenotato, l’onorevole
De Masi, capogruppo di Italia dei Valori, che ha facoltà di parlare.
Grazie, Presidente.
Credo - come lei ha sostenuto e come ha ribadito l’assessore
- che abbiamo avuto una semplice quanto intelligente intuizione in sede di Conferenza dei capigruppo ad indire una
seduta del Consiglio destinata alla trattazione del tema cruciale, alla
trattazione della questione delle questioni della nostra regione.
Penso che questa sarà una
occasione non sciupata a condizione che l’approccio di quanti interverranno non
risenta più di tanto della appartenenza di schieramento e partitica, proprio
per via della consapevolezza e della drammaticità del tema, ma semmai si ponga
insieme all’ascolto di chi amministra e si predisponga eventualmente, se ne ha
voglia, titolo ed esperienza ad apportare all’attività di governo ed in
particolare dell’assessore Pugliano - come egli in chiusura della sua relazione
ci ha chiesto - un qualche contributo fattivo.
Penso, in primo luogo – e
l’assessore l’ha fatto con una sorta di capacità analitico politica di cui gli
voglio dar atto – che tutte le disgrazie da cui è afflitto l’ambiente calabrese per molti versi siano riconducibili alla confusione che
c’è sul piano normativo; ed io aggiungo, ammesso che lui non l’abbia detto, per
il ritardo col quale la classe dirigente indistintamente intesa ha offerto la
propria partecipe condivisione di problemi che, fino a qualche decennio fa,
erano superficialmente conosciuti e, in qualche caso, in maniera calcolata
trascurati.
Questo ha permesso una sorta
di montante capacità di proposizione da parte di movimenti cosiddetti
ambientalisti che molte volte erano ispirati da suggestioni ideologiche che, se
riproposte oggi, diventano pericolose.
Fatto è, comunque, che la classe dirigente nel suo
insieme, ma probabilmente non solo quella calabrese, sconta tutt’ora il ritardo
col quale ha preso piena coscienza politica della urgenza e dell’emergenza che
sul territorio si stava riversando per via di attività di governo del passato
oltre che di complicità dei cittadini, come in molti casi ha ricordato
l’assessore, che hanno determinato danni che sono sotto gli occhi di tutti
nell’ambiente, inteso in senso generale e non parlo soltanto dell’ambiente e
del mare.
Qui un’altra riflessione la vorrei fare: una politica di
tutela dell’ambiente non può esaurirsi nella esplicitazione della singola
delega destinata a gestire questo fenomeno perché, per molti versi, vi
convergono responsabilità che sono demandate ad altri titolari di deleghe.
Così è per le infrastrutture, per esempio, così è per la
politica della casa, della residenzialità. Quindi, mi permetto – forse sarà
l’unico cenno polemico che faccio – di fare riferimento a quella legge sulla
casa che la maggioranza ha voluto anche con una foga e con una frettolosità
che, mi spiace dirlo, corrisponde più a quella politica che deve dimostrare di
fare purché sia, trascurando la qualità che all’osservanza di problemi veri di
esigenze del territorio.
Non è un caso che quella legge, per una serie di
ragioni, sia stata ricusata dal Governo e tra queste indubbiamente insiste
anche un qualche contributo che, più o meno involontariamente, viene perpetrato
a danno del territorio.
Allora, se così è, ora più che mai credo che adesso
bisogna che la rotta di qualunque attività di governo si faccia in qualche modo
testimone della capacità di avvertire il bisogno primario, un po’ dovunque ma
in particolare in Calabria, essendosi esaurita la stagione dell’apprendistato
da parte della classe dirigente che derivava da quella autoreferenzialità che
la dimensione istituzionale e quella politica, purtroppo, hanno vissuto in
maniera prolungata e forse in parte ora vivono.
Noi siamo, e l’assessore lo ha con piena onestà
riconosciuto e non per responsabilità sua, in piena emergenza. Questo vale per i
rifiuti, per la depurazione, per responsabilità diffusa delle classi dirigenti
locali che non solo non contrastano, ma, credo, confermino integralmente le
iniziali premesse che ho cercato di produrre a questa Assemblea.
Mi pare di prendere atto che siamo tutti, caro
assessore, di fronte ad una paradossalità concettuale oltre che politica.
L’emergenza per definizione significa l’emersione di una
massima criticità che ha una durata evidentemente limitata rispetto alla quale
si attuano strategie straordinarie allo scopo di mettervi riparo.
Sono diversi lustri che qui siamo in emergenza per i
rifiuti. Il fatto grave di cui forse i cittadini non sono pienamente informati
è che questa prolungata gestione commissariale, lungi dal produrre effetti in
qualche modo utili a cercare di scongiurare o limitare i danni ambientali
prodotti nel passato, nulla ha in realtà prodotto salvo che sperpero di denaro
pubblico in una misura consistente se corrispondessero al vero i dati che io
desumo da letture nelle quali in qualche modo cerco di avventurarmi.
C’è una cifra che non vorrei ripetere perché in un
momento in cui monta l’antipolitica, probabilmente una notizia sbagliata o
soltanto affermata per proporre le proprie ragioni, potrebbe rivelarsi un
contributo ulteriore ad un distacco con i cittadini che dobbiamo cercare di
evitare, anzi di saldare.
Tuttavia questo è il dato perché le difficoltà che
l’assessore richiamava in qualche misura fanno un po’ tremare. Nel confermare i
dati drammatici di cui in buona sostanza eravamo consapevoli egli delinea tutte
le strategie che generosamente, a quanto pare, ha messo in campo e cerca di
attuare.
Però, avverte che se non ci sarà la collaborazione dei
cittadini, se non ci sarà soprattutto la condivisione operativa e gestionale
degli altri enti, per così dire sottoposti a quello regionale, i risultati
potrebbero non esserci e comunque non ci saranno da qui ad una scadenza
ragionevolmente breve.
Noi, come gruppo, abbiamo questo approccio che penso di
rappresentare in termini di piena onestà tanto che – e l’assessore Pugliano ne
è autorevole testimone – siamo sostenuti da un sentimento politico che per
molti versi potrebbe essere non riconosciuto alla forza che esprimiamo. Ma non
è così, perché cerchiamo di comprendere la realtà, perché cerchiamo di
appurare, ricorrendo ad una consultazione diretta, onesta ed umile della fonte,
la realtà di determinate situazioni perché, in questo caso, per quanto riguarda
i rifiuti abbiamo tenuto una apposita circostanza nella città di Crotone alla
quale ha partecipato lo stesso assessore Pugliano ed altri qualificati
esponenti.
Questo per farci una idea ed essendocela per molti versi
fatta, oggi la declinazione di dati e condizioni che l’assessore ci sottopone
non ci sorprende ma, anzi semmai, ci induce ad avere un atteggiamento il più
costruttivo possibile perché in nessuno dei settori della vita organizzata è
ammissibile essere strumentali.
Non lo è assolutamente certo in questa materia.
E’ evidente, però, alla luce di ciò che confermava
l’assessore, ovvero che è stato emanato un atto col quale, in maniera un po’
paradossale, comunque strana ed irrituale, viene confermato il commissariamento
sui rifiuti, ma vengono sottratti al commissario i poteri straordinari in modo
che egli, in sostanza, non possa ricorrere, per fare un esempio, ad affidamenti
diretti e comunque a attività al di fuori della legge.
E’ evidente che questo, in qualche modo, sollecita una
sorta di risposta istituzionale che deve essere straordinaria così come è la
sollecitazione che la produce.
Immagino che ammesso che non sia – me lo auguro – privo
di conseguenze per contenziosi numerosi, magari questa situazione già
rappresenta uno stimolo alla Giunta e quindi all’assessore affinché si attrezzi
– e faccio un esempio calzante e l’assessore mi potrà sempre smentire – e si
rielabori un Piano dei rifiuti che risale al 2001 che è stato poi rimaneggiato
e che non ha avuto poi una attuazione.
So degli ambiti, delle aree che riguardavano il nord
della Calabria, il centro ed il sud. Insomma, mi pare che anche sul piano della
politica impiantistica ed ancora di più sul piano della politica propedeutica
alla realizzazione o alla espansione della differenziata davvero si conoscano
dati che inquietano e che ci fanno un tantino umiliare.
Ci sono direttive della Comunità europea che adesso
propugnano che entro il 2020, se non sbaglio, si pervenga addirittura al 65 per
cento della differenziata. A me risulta che
Se così è, è evidente che prendiamo atto delle
rassicurazioni e della descrizione dell’attività che
Per quanto riguarda la depurazione, neanche da questo
punto di vista ho avuto modo di sorprendermi per le descrizioni che ci ha fatto
l’assessore perché io so, insomma, che c’è una situazione di maggiore
drammaticità che riguarda la costa tirrenica che soffre maggiormente per via
delle inadeguatezze organizzative e gestionali, e per via della inadeguatezza
degli impianti; nella costa ionica, in particolare durante il periodo estivo,
quando la popolazione per via dell’intenso sviluppo dei flussi turistici che
conosce ancora, grazie a Dio, in quella zona si triplica.
Ma ciò che mi ha sorpreso, ricorrendo alle letture di
cui mi è stato dato atto di fare, è che ci sono tre tipi di impianti di
depurazione: di primo, di secondo e di terzo grado. La gran parte della
Calabria è dotata di impianti del primo grado che, in sostanza, se non ho
capito male, limitano la loro funzione solo al trattenimento della materia
grossolana, per così dire, e quindi non viene effettuato nessun filtro di
natura chimica o biologica.
Questo a conferma di una drammaticità davvero intensa e
particolare rispetto alla quale auspico che le garanzie che l’assessore ci ha
appena dato conoscano immediata, puntuale e costante applicazione nel suo
sforzo che Dio sa quanto debba essere impegnativo.
Naturalmente, io che sono espressione, come lui, della
realtà di Crotone non posso prescindere da qualche annotazione che riguarda la
mia città. Nella città di Crotone ed un po’ diffusamente nel suo territorio
provinciale il contesto ambientale è fatto di veleni, non è una esasperazione
terminologica, non è una drammatizzazione concettuale ma è esattamente così per
le ragioni che
Frattanto, la bonifica per quella realtà - come sanno i
colleghi Dattolo e Sulla – è una iniziativa che travalica il valore intrinseco,
perché per molti versi, per via della industrializzazione della nostra realtà
che l’ha impoverita, rappresenta anche una occasione di riproposizione di
dinamiche economiche che da troppo tempo ci hanno abbandonato come realtà.
Anche in questo senso dico all’assessore che, appena
possibile nelle forme più convincenti date, si diano risposte alla città di
Crotone non perché dipendano esclusivamente da lui ma perché, insomma,
Mi auguro quindi che - predisponendomi positivamente ad
accogliere la relazione che ha fatto l’assessore – queste risposte non tardino
a venire.
Grazie, onorevole De Masi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, esprimo
non un mio pensiero personale ma collettivo che, oserei dire, dovrebbe essere condiviso un po’ da tutti i calabresi.
Una discussione sull’ambiente in cui, in modo particolare,
si parla di depurazione del mare dovrebbe portare ad una visione strategica
delle problematiche e vedere, finalmente, questa Regione utilizzare gli anni
che restano di questa legislatura per cambiare registro.
Da queste brevi parole si dovrebbe comprendere che non
faccio una questione fredda di polemica politica, perché se siamo in queste
condizioni, che riguardano molte regioni del Mezzogiorno, viene fuori il
fallimento del regionalismo e, con esso, una responsabilità che ha,
indubbiamente, colori politici prescindendo da brevissime stagioni in cui si è
tentato di far di più.
Voglio dire che nessuno si deve rizzelare in quest’Aula,
partendo anche dal sottoscritto che, magari, non ha avuto responsabilità in
questo settore ma, comunque, per un biennio ha avuto responsabilità di governo;
chi ne ha avute non si rizzeli se da parte mia c’è un ragionamento di questo
tipo.
Ci sono stati brevi lampi di luce, ma in questi 42 anni,
in definitiva, questi lampi lasciano
Da noi questo dato viene scambiato per un tentativo
quasi di “inciucio” non tenendo conto della stagione politico-governativa che
stiamo vivendo in Italia, in cui il fallimento dei poli contrapposti del
sistema politico ci ha regalato un Governo tecnico che, paradossalmente, viene
sostenuto dal Popolo della libertà e dal Partito Democratico che io ho l’onore
di rappresentare in quest’Aula.
Caro assessore e caro Presidente, voglio dire che forse
stamattina avremmo dovuto presentare un programma ampio per affrontare i
problemi dell’ambiente e su questo programma vedere il contributo di tutti gli
schieramenti politici. Noi saremmo pronti a dare un contributo su una strategia
complessiva e non sul lamento delle varie emergenze.
Ho apprezzato il suo intervento pulito, molto garbato
che si è sforzato anche di essere analitico ma è un intervento che descrive le
emergenze. Noi non abbiamo più bisogno di romanzi descrittivi dell’emergenza,
ma di mettere in piedi tre-quattro punti per vedere tutti cosa fare in questo
triennio nella normalità della durata della legislatura.
Il primo punto. Sento parlare di legge urbanistica.
Il Presidente Dattolo che apprezzo per la sua passione e
per il suo slancio che, a mio avviso, a volte lo porta ad essere un po’
frettoloso, si appresta a valutare la riforma della legge urbanistica.
Di grazia, a cosa ci serve questa riforma della legge
urbanistica? Perché da lì bisogna partire. Ambiente significa tutela e
valorizzazione e, in primo luogo, caro assessore, programmazione del
territorio, altrimenti la descrizione deamicisiana delle nostre esigenze sarà
infinita.
Allora cosa ci serve, caro Presidente Dattolo e caro
assessore Aiello, la riforma di qualche articolo, la modifica della legge
urbanistica inattuata in questi 10 anni se, nel contempo, adottiamo un Piano
casa che rischia di stravolgere il nostro territorio?
E’ una nostra opinione, voi non siete d’accordo, ma noi
abbiamo il dovere di dirvelo.
E se
Mi dispiace che l’assessore Aiello non abbia colto che
questo è anche argomento di suo interesse, ma se fosse presente gli direi di
incaricare un suo funzionario di prendere qualche carrello ferroviario e di
farsi portare i piani regolatori ed i programmi di fabbricazione che giacciono
negli uffici, negli scaffali dell’assessorato all’urbanistica, di farli esaminare
e troverebbe quasi delle fotocopie.
Ma faccio una domanda semplice: è possibile che in
questa nostra benedetta o maledetta regione ogni comune abbia una vocazione
residenziale, commerciale, artigianale, industriale, turistica e chi più ne ha
più ne metta?
Del garbato intervento dell’assessore Pugliano non
condivido per nulla un punto. Lei ha continuamente scaricato responsabilità sui
comuni e far questo significa non rendersi conto che il pesce puzza sempre
dalla testa. E, poiché la programmazione territoriale è un precipuo compito
della Regione, da lì sono venuti tutti i guai, perché non è possibile che in
ogni comune ci siano tutte le vocazioni in termini di destinazione d’uso,
quindi un macello. Un macello che ha determinato le varie emergenze.
Non propongo qui ipotesi montiane, perché noi siamo in
un contesto istituzionale del tutto diverso. Abbiamo un Governatore eletto direttamente dal popolo che ha una sua maggioranza –
debbo dire – molto prussiana ed una minoranza con i limiti, cioè noi non eleggiamo
un Governatore …
Io non ho mai condiviso
questa legge regionale che da un lato ha evitato le fasi continue di
ingovernabilità. Ricordo Presidenti che restavano tali con crisi che duravano
un anno e quello era negativo, però eleggere un re non credo che sia mai un
fatto positivo perché in effetti per come è impostata l’istituzione Regione il
Governatore domina il Consiglio.
Allora, al Governatore che
domina il Consiglio, mi permetto di dare questo umile suggerimento: di
utilizzare questi tre anni partendo dalla legge urbanistica che se, però, non è
accompagnata da un Piano territoriale di coordinamento non serve a nulla, ma al
massimo, a salvaguardare qualche pratica o qualche situazione nei vari comuni
lasciandoli senza la protezione istituzionale.
Perché, a volte, in una
realtà comunale anche il sindaco più aperto non è in grado di indicare al
Consiglio le scelte che sono anche obbligate. Se ci fosse, invece, il Piano
territoriale di coordinamento il povero sindaco direbbe al suo Consiglio
comunale, ai suoi cittadini: guardate, non posso mettere la zona industriale
nel nostro comune perché nel Piano regionale di coordinamento quest’area non è
prevista come un’area di sviluppo industriale.
Ho fatto un piccolo esempio.
Quindi, da lì discende tutto.
Fin qui l’assessore Pugliano
mi potrà dire: ma io che cosa c’entro? Noi stiamo facendo un ragionamento di
governo, di carattere generale.
Il secondo punto: tutela
dell’ambiente e mare pulito.
Faccio mia la descrizione
delle emergenze indicate dall’assessore Pugliano perché stamattina non mi
interessa, peraltro, discutere e descrivere le emergenze, ma se noi mettiamo in
piedi quel programma con pochi punti, al primo inseriamo la programmazione
territoriale, al secondo la necessità di questa Regione di disporre di reti
fognarie per
Ma, insomma, di grazia, tutte
le questioni di cui ha parlato l’assessore Pugliano dai fanghi, dagli
autospurghi e quant’altro … !
In questi nostri enti locali
siamo pieni di polizia: vedo divise strane in giro che, a volte, – per la
verità – sul piano estetico sono poco condivisibili: vigili urbani, vigili
provinciali e chi più ne ha più ne metta in tema di vigilanza. Ci sono tanti
corpi dello Stato eppure gli autospurgo continuano tranquillamente a depositare
in mare quel che prendono nei pozzi neri delle varie abitazioni.
E, caro assessore Pugliano,
questo non si verifica soltanto per le abitazioni sparse nelle zone agricole,
ma, soprattutto, per la speculazione edilizia che c’è stata sulle coste.
Conosco molto bene il Tirreno
cosentino e vi debbo dire che, solo negli ultimi anni, i comuni hanno iniziato
a dotare la parte marina del proprio territorio di reti fognarie, il che
significa che tutti i complessi utilizzavano il pozzo nero e, quindi, utilizzavano
ed utilizzano gli autospurgo. Altro che i fanghi della depurazione! Quello che
buttano a mare gli autospurgo è qualcosa di inimmaginabile.
Allora, come correggiamo
questo problema? Lo correggiamo se consideriamo il depuratore, anche se c’è,
certamente, la fase della incultura gestionale.
Non so se l’assessore
Pugliano mi sente o sta parlando con il Padreterno. Evidentemente, sta parlando
con il Padreterno visto che non sente il modesto richiamo di questa
modestissima persona che vi sta parlando.
Scusatemi, però, ammesso che
riusciamo a gestire nel modo più oculato ed efficiente i depuratori, al massimo
si depura bene quello che arriva ai depuratori, ma se tutti i fiumi della
Calabria non sono protetti vuol dire che tutto ciò che va direttamente nei
fiumi arriva, poi, al mare oltre a quello che al mare arriva per i villaggi
turistici non dotati di fognature sulle coste.
Allora, il primo punto è il
sistema fognario. Ricordo una mia piccola esperienza di amministratore.
Quando il Consorzio Valle
Crati era degno di questo nome abbiamo protetto tutti i torrenti di quell’area
con un sistema fognario che confluiva in un collettore il quale, proteggendo il
Crati, portava le acque luride al depuratore che, oggi, è però diventato
insufficiente. Pertanto, quello che non riesce a depurare va direttamente nel
Crati. Ma questa è una operazione che va fatta in tutta
Così si risolve il problema,
caro assessore Pugliano.
Cosa voglio dire? Mi si
risponderà: di grazia, con quali risorse? Vediamo le risorse che ci sono. Ma è
vero o non è vero che, come è vostro costume, state rimodulando il Por in
perfetta solitudine?
Se devo fare un appunto al
Presidente Scopelliti – che, poi, se ne fregherà di questo appunto, ci
mancherebbe altro – questa è visione autoritaria ed autoreferenziale che avete
dei rapporti istituzionali, politici e burocratici perché non c’è settore in
cui non prendete decisioni senza rispettare il principio della concertazione.
Mi volete dire che siete come
il Presidente Monti che, giustamente, dal suo punto di vista, ha tagliato la
testa alla concertazione? Ma, almeno, il Presidente Monti sente le parti
sociali. Voi non solo non concertate, ma non avete neanche l’umiltà di sentire.
Questo vale per la sanità.
Sì, nella sanità c’è un commissario. Siamo nella Regione dei commissari, ma,
rimodulando la rete ospedaliera si vogliono sentire o no gli attori,
protagonisti del territorio? Tutto in solitudine, vale per i trasporti, vale
per il Por.
Perché le dico questo,
assessore Pugliano? Perché sappiamo che il bilancio regionale è ingessato ma,
di grazia, nel Por ci sono risorse? Vi confrontate con il ministro Barca?
Allora, nel rimodulare il Por, confrontandovi anche con il ministro Barca, il
sistema fognario e quello depurativo deve essere una priorità.
Non so se il mio ragionamento
è chiaro, perché, se ogni sei mesi, facciamo l’elenco delle doglianze la merda
rimane dov’è e non depuriamo alcunché.
Stesso discorso e chiudo,
debbo fare per quanto riguarda i rifiuti. Su questo tema da questi banchi si
alza forte la voce per dire “basta al commissariamento”.
Non è possibile che questa
sia una Regione che viene commissariata in eterno. Nella vicenda dei rifiuti il
commissariamento deve finire affinché
La raccolta differenziata.
Benissimo, spingiamo la raccolta differenziata ben sapendo che in Calabria non
siamo neanche al 10 per cento.
Ci saranno e ci sono anche
comuni virtuosi che non vorrei citare per non esser tacciato di campanilismo o di
simpatie particolari, ma, voglio dire, che per quanto saremo bravi con la
raccolta differenziata, resterà sempre qualcosa che va conferita in termini di
impianti.
Sulla impiantistica siamo
all’anno zero.
E’ vero che ci sono Gioia
Tauro 1 e Gioia Tauro 2, ma non si sa, poi, nella gestione cosa stia avvenendo
perché sui giornali leggiamo cose strane. Tutta l’impiantistica,che va dal
momento della raccolta al momento del conferimento all’impianto, è quasi
inesistente in Calabria.
Anche qui, caro assessore Pugliano,
vogliamo fare un programma insieme al ministro Barca per realizzare,
innanzitutto, gli impianti intermedi? E, poi, anche per stabilire l’aspetto del
conferimento?
Non voglio fare il tecnico in
questa sede perché è cosa che non mi appartiene, non sono un tecnico ma un
ignorante in materia. Tuttavia, quando giro il mondo e l’Italia, osservo quel
che succede nelle zone che sono più evolute del nostro territorio.
Vorrei capire se i veneziani
sono una massa di stupidi e di ignoranti perché a Mestre si è costruito un
grande termovalorizzatore, se Brescia, che è una delle città più evolute
d’Italia, è fatta da idioti se ad un chilometro della città c’è un grande
impianto di termovalorizzatore.
E potrei citare migliaia di
esempi.
Mi si dice – e chiedo scusa
ancora tre minuti – che noi abbiamo un surplus sotto il profilo della
termovalorizzazione, che, per esempio, gli 800 mila cosentini sono destinati
per l’eternità a mandare sempre a Gioia Tauro ciò che resta dei rifiuti dopo il
trattamento della differenziata.
Poi, sento il sindaco di
Gioia Tauro che, a Bruxelles, ad un convegno a cui ho partecipato ha sparato a
zero contro il termovalorizzatore; cioè, da un lato, i cittadini della Piana di
Gioia Tauro si sentono penalizzati, dall’altra parte i cosentini debbono
mandare i rifiuti a Gioia Tauro pagando un quid in più, in termini di
Tarsu, per i trasporti.
Ma ci vogliamo mettere
d’accordo su questo punto? Vogliamo capire che nell’area Cosenza Nord serve un
impianto? Non sarà un termovalorizzatore. Come dire? Chi di dovere interpelli i
tecnici più lungimiranti che ci sono al mondo. Scegliete la tecnologia meno
inquinante, ma facciamo gli impianti e non venite a dirmi che, essendoci Gioia
Tauro 1 e Gioia Tauro 2, – ho già detto dei limiti sia con riferimento ai
cittadini della Piana che con riferimento ai cittadini della provincia di
Cosenza – non c’è bisogno del terzo termovalorizzatore.
Piuttosto, caro assessore
Pugliano, vorrei dire che, se lei invita ad una partita a scopa l’attuale
commissario e quello precedente, sarebbe interessante capire se c’è o non c’è
lo spazio per il terzo termovalorizzatore, o meglio chiamiamolo impianto di
smaltimento perché non voglio correre il rischio di dare una indicazione.
Perché il precedente
commissario ci ha detto che non c’era spazio, quello di oggi ci dice che lo
spazio c’è.
Ma c’è un altro dato di cui
dobbiamo tener conto e mi dispiace che non siano presenti gli amici o i
compagni – non so come chiamarli – di Italia dei Valori, perché se dovessimo
idealizzare e santificare l’attuale sindaco di Napoli, bontà sua, con la
raccolta differenziata si risolve tutto al 100 per cento.
Intanto, Napoli riempie dei
propri rifiuti le navi olandesi o di altri Paesi che sono nel porto di Napoli.
Allora, se nel sud siamo in
queste condizioni, se
Scusatemi se mi vien da
ridere: che De Magistris mandi qualcosa in Calabria…….?
Chiederemo una
raccomandazione, se non è reato, agli amici di Italia dei Valori presenti in
Consiglio regionale.
Allora, per concludere, caro
assessore, lei ci deve deliziare un’altra volta e fra tre mesi venire in
quest’Aula, insieme all’assessore Aiello, e parlarci di programmazione
territoriale, di cosa intendete fare in termini di fognatura e di depurazione e
cosa intendete fare per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti.
Voglio dire un’ultima cosa:
naturalmente sarebbe troppo esteso il ragionamento se parlassimo di dissesto
idrogeologico, ma teniamo conto che, se si vuole avere una visione complessiva
del problema, dobbiamo inserire nel programma come quarto punto – ma quarto non
perché meno importante perché per importanza sarebbe il primo – come
intervenire sul dissesto idrogeologico.
Perché i programmi fatti un
paio di anni fa sono al palo dopo che i fondi Fas sono finiti per pagare quote
latte e cassa integrazione. Siamo al palo in materia di dissesto idrogeologico.
L’ultima cosa che volevo dire
è che non condivido - anche se l’abbiamo votata – la questione dei commissari ad
acta affinché i comuni paghino i gestori.
Vede, cosa è successo per la
depurazione: Smeco e company, è la stessa questione accaduta in
precedenza per il Valle Crati; cioè i comuni incassano i corrispettivi per la
depurazione che costituiscono una percentuale dell’acqua ed incassano anche
Con la cassa unica – e
adesso, tra l’altro, il Presidente Monti, ha toccato anche il problema della
cassa unica per cui fra qualche mese ci sarà, insomma, non so se da sorridere,
ridere o piangere – i comuni incamerano
Con il commissario ad
acta, che è un fatto normalissimo, non credo che risolveremo i problemi,
perché se Principe, che è commissario ad acta del comune di Panicuocoli,
fa il provvedimento e non trova nulla nelle casse del comune non abbiamo
risolto il problema.
Allora, suggerirei che il
Consiglio regionale della Calabria proponga una norma al riguardo e diventi
realmente innovativo rispetto alla legislazione dello Stato dando il potere di
esazione a chi gestisce il servizio.
A Cosenza è il Consorzio
Valle Crati che con una gara ha incaricato
Per lo smaltimento chi
gestisce gli impianti diventa diretto esattore di una parte della Tarsu in modo
che questo flusso di risorse non passi proprio per le casse comunali.
In questo modo – e chiudo
veramente – togliamo un alibi ai gestori perché nel momento in cui il gestore è
titolare della esazione e, quindi, potenzialmente potrebbe avere le proprie
casse piene per effettuare il servizio, non può accampare alcuna scusa.
Potremmo farlo noi come
gruppo, facciamolo insieme, visto che voi avete gli strumenti, consulenti,
direttori generali, tutti i generali …
Questa la voglio dire ed ho
concluso.
Quando si facevano le cause
contro il Consorzio di bonifica in cui tutti chiedevano un livello
professionale più elevato, c’è stato un grande avvocato cosentino che era
originario di Firenze, un cosentino-fiorentino che nella sua arringa disse
“tutti generali, signor giudice, ma la truppa dov’è?”.
Voi avete tanti generali,
utilizzateli per studiare il problema e proporre una norma al riguardo e
certamente noi daremo tutta la collaborazione per tagliare le unghie a questo
alibi che frena e spezza e uccide servizi essenziali.
Per la parte strategica di
programmazione io suggerisco, caro assessore Pugliano, che fra tre mesi, a
settembre, veniate qui con tre punti secchi su come ripartire per ovviare ai
guasti che il regionalismo calabrese ha prodotto all’ambiente di questa
regione.
Grazie, onorevole Principe.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente,
credo, come hanno detto i colleghi prima di me, che
Se è vero, infatti, che
soltanto attivando la crescita il Paese può venire fuori da questa devastante crisi
che rende fosca ogni ipotesi di futuro, in tal senso cosa c’è di più
potenzialmente produttivo della risorsa ambiente, in un’area svantaggiata come
la nostra? Se riuscissimo, infatti, a porre fine ad una serie di emergenze
ambientali, che sono di per sé lo specchio inequivocabile di un non più
sopportabile arretramento del Mezzogiorno, rispetto al resto del Paese e
dell’Europa...
Se noi riuscissimo, come
d’altronde
Un Paese che - e va detto
subito anche a integrazione di questo dibattito così importante, oggi, in
quest’Assemblea regionale - non può continuare a guardare al Mezzogiorno con
fare sempre distratto. Lo Stato - e sarebbe bene che questo messaggio lo
inviassimo tutte le forze politiche unitariamente - deve guardare alla Calabria
con l’attenzione che esige una terra su cui non si è mai investito
nell’interesse generale.
Capiamo che vi sono vincoli
della finanza pubblica, scarsità di risorse pubbliche, urgenze un po’
dappertutto, e che centrale per il Paese è il rilancio della produttività, ma,
oggi, questo Consiglio regionale deve trovare la forza di unitariamente porre
il Governo dinanzi alle sue storiche responsabilità.
Perché l’Italia non vince la
sfida che ha di fronte, se il Sud rimane nelle gravi condizioni sociali che
bruciano un patrimonio di intelligenze allo stato inutilizzate e costrette ad
emigrare.
Naturalmente ognuno deve fare
la propria parte, che è la condizione prima perché si possa sperare in un
mutamento. In tal senso l’ambiente, il lavoro il territorio e
l’infrastrutturazione di base senza cui non si va da nessuna parte,
costituiscono temi su cui occorrerebbe che tutti ci concentrassimo con il
massimo delle energie. Sono questi, in sostanza, i temi che fanno della
questione meridionale quella a mio avviso ancora drammatica con cui qualsiasi
Governo deve iniziare a fare i conti senza più reticenze.
L’ambiente e la sua difesa,
il suo rilancio e il suo potenziamento costituiscono, nello specifico, uno
degli obiettivi principali assunto fin dall’inizio di questa legislatura.
Troppe polemiche ci ha
lasciato - e lo dico senza entrare nel merito di tante esasperazioni - la
precedente legislatura. Anche in termini di diffusione di un’immagine
devastante che è filtrata ingiustamente sul nostro territorio che ancora adesso
si fatica a raddrizzare ed i cui effetti nocivi si avvertono in ogni settore.
Sicché l’azione
dell’assessorato e della Giunta, coadiuvate dalla sua maggioranza, hanno posto
l’esigenza immediata di insistere su una maggiore e puntuale informazione e
sensibilizzazione sui temi ambientali, ad incominciare dalle scuole.
Naturalmente non per nascondere
le brutture che decenni di incuria e devastazioni fatte di costruzioni a
casaccio e corse alla speculazione hanno prodotto, ma per valorizzare il nostro
territorio e quindi la nostra terra, perché proprio dall’apprezzamento dello
spazio che ci circonda e dalla sua difesa inizia il diritto dovere di
cittadinanza.
Ebbene, non pochi segnali ci
dicono che siamo riusciti, lentamente ma con determinazione, ad arrestare la
deriva degradante dell’uso smodato del territorio.
Per quanto riguarda la
risorsa mare, che ci preoccupa per una serie di motivi soprattutto in
prossimità dell’estate,
Già dal mese di febbraio
2011, conformemente agli indirizzi della Giunta regionale, d’accordo con le
Autorità di ambito, il dipartimento Ambiente ha predisposto un Piano operativo
di intervento finalizzato all’individuazione degli interventi prioritari e
necessari al miglioramento dello stato qualitativo delle acque marine costiere,
classificate “sufficienti” o “scarse”, sulla base dei controlli effettuati
dall’Arpacal e pubblicati dal Ministero della salute.
Il Piano operativo di
intervento a valere sui fondi Por Calabria Fesr 2007-2013 - Asse III Ambiente,
contempla quindi operazioni volte al completamento, l’adeguamento, il
riefficientamento e l’ottimizzazione delle reti fognarie esistenti e dei
depuratori, per un costo complessivo di oltre 38 milioni di euro.
A fronte, quindi,
dell’impegno della Regione non c’è stata altrettanta sollecitudine, purtroppo,
da parte dei Comuni tanto che, su 42 comuni – lo dicevamo anche prima -
soltanto due hanno predisposto il bando di gara e altri due lo hanno
pubblicato. Per i restanti 38 ancora sono in corso le procedure di
progettazione.
Un ritardo delle
amministrazioni che, non solo mette a repentaglio la stagione estiva per quanto
riguarda la balneabilità dei mari, ma che denota una certa incapacità di
utilizzo delle risorse. Un gap che bisogna assolutamente colmare attraverso il
sostegno della Regione Calabria e dell’assessorato competente che ha messo a
disposizione un’apposita task force per affiancare i tecnici dei comuni
che hanno difficoltà a predisporre il bando.
A partire dall’analisi di
queste aree costiere e dei relativi bacini versanti, laddove le criticità
manifestate hanno influenzato negativamente la qualità delle acque di
balneazione, il Programma operativo individua interventi puntuali finalizzati a
rimuovere le situazioni di rischio di sversamento di reflui non opportunamente
collettati e/o trattati presso gli impianti di depurazione.
Riconoscendo il valore
strategico che la risorsa mare ha per questa Regione, le attività sopra
descritte hanno visto l’interessamento anche di tutte le autorità deputate al
controllo del rispetto delle leggi vigenti in materia ambientale nella piena
convinzione che ciascun apporto e/o conoscenza avrebbe costituito un contributo
valido per migliorare e rendere più efficaci gli interventi.
La predisposizione del riferito
Piano operativo di intervento si pone in coerenza rispetto alle strategie sulla
gestione integrata dei sistemi costieri nonché con la legislazione comunitaria
e nazionale inerenti le acque di balneazione e con le specifiche competenze
assegnate alle regioni, configurandosi in tale direzione, quale strumento di
attuazione degli interventi, di già contemplati nella Pianificazione d’ambito
delle cinque Autorità d’ambito regionali, necessari per il superamento di tutte
quelle criticità che possono compromettere lo stato qualitativo delle acque
marino-costiere.
Il Piano prevede di eliminare
i punti di debolezza del sistema depurativo, evitando nel contempo situazioni
di compromissione sia per la salute dei bagnanti sia per le attività produttive
legate al turismo e relativo indotto, con grave danno all’economia ed
all’occupazione stagionale, specie in una congiuntura economica critica e
sfavorevole come quella attuale.
La legge sull’urbanistica
senz’altro ci aiuterà a mettere in sicurezza il territorio senza però nulla
cedere alle posizioni ambientaliste più intransigenti che sconfinano spesso
nell’ideologismo di stampo fondamentalista.
Fin dall’inizio, il
Presidente Scopelliti e l’assessore Pugliano hanno ritenuto essere la
salvaguardia ambientale una priorità irrinunciabile e non solo per porre fine
alla serie di criticità ambientali a tutti note, ma proprio perché l’ambiente
costituisce il terreno più fertile per realizzare nel migliore dei modi una
cultura nuova verso questa risorsa capace di generare occupazione e ricchezza.
Un tema che preoccupa le
nostre popolazioni e su cui vale la pena di soffermarsi è quello della bonifica
dei siti ad alto rischio. E se ne accennava anche prima.
Con grande soddisfazione
accogliamo la notizia secondo cui il dipartimento regionale “Politiche
dell’ambiente” è in procinto di avviare un apposito “Laboratorio tematico
settoriale” per l’aggiornamento del “Piano regionale di bonifica dei siti
inquinati”. Nelle more della definizione del Piano generale degli interventi e,
considerando la scala di priorità fissata dal Piano delle bonifiche nonché il
livello di progettazione raggiunto per la bonifica dei siti ad alto rischio, è
stato predisposto un “Piano stralcio del Piano operativo generale” degli
interventi per la bonifica dei siti inquinati, dal quale è scaturita una
graduatoria degli interventi relativi ai Progetti operativi di bonifica dei
siti ad alto rischio, per gli oltre 45 milioni di euro.
Il dipartimento Politiche
dell’ambiente ha completato l’attività sui siti ad alto rischio, in modo da
acquisire 18 progetti operativi di bonifica, conformi ai requisiti ambientali
di cui al Decreto legislativo numero 152 del 2006.
E’ anche positivo apprendere
che il dipartimento Politiche dell’ambiente, tenuto conto della necessità di procedere
all’appalto in tempi brevi, compatibilmente con le procedure di scelta del
contraente, completerà, attingendo a fondi propri, la progettazione in itinere
con le ulteriori indagini e studi specialistici necessarie per pervenire ad una
più adeguata e completa progettazione di livello definitivo, che consenta ai
Comuni beneficiari delle risorse il successivo espletamento delle gare.
Si tratta di un altro
tassello importante che si aggiunge alla più che lodevole azione amministrativa
in tema di politiche ambientali, che dimostra grande sensibilità in questo
comparto e l’impegno che
Sia
D’altronde, abbiamo sempre
saputo che soltanto rendendo fruibile la nostra ricchezza ambientale è
possibile riscoprire le tradizioni culturali che rendono
Tutto ciò, mi preme precisarlo,
anche dal punto di vista politico di cui quale Presidente del gruppo del Popolo
della libertà in Consiglio regionale mi faccio carico, non va considerato mai
in maniera settoriale. Nel senso che se ciascuno degli assessori che ha
responsabilità dirette su ciascun settore ed ha un cronoprogramma da rispettare
e impegni da assolvere, poi ciò che è essenziale è la visione d’insieme dello
sviluppo, di cui ambiente, territorio e lavoro sono parti importanti che vanno
considerate nella loro unitarietà.
L’unitarietà è data dal
risultato complessivo di miglioramento delle condizioni generali di vita e
dalla qualità della vita in Calabria e soprattutto dal progetto politico di cui
Grazie all’onorevole Fedele.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente,
credo che oggi con la relazione dell’assessore
Pugliano si sia aperto un dibattito su uno dei temi più importanti e rilevanti,
non solo per le istituzioni ma anche per i cittadini calabresi.
Questo perché di fronte abbiamo un argomento che, di per
sé, quando si parla di ambiente si pensa al mare pulito e all’aria non
inquinata, senza poi pensare che dietro ci sono gli effetti più importanti,
quelli sulla salute dei cittadini.
Quindi riveste e deve avere massima attenzione da parte
di chi è impegnato a vari ruoli nelle istituzioni di questa nostra regione.
Ho ascoltato con attenzione
la relazione dell’assessore Pugliano che ricopre un ruolo delicato, di
responsabile di questo settore. Nella relazione si vede lo sforzo che apprezzo
anche per i modi garbati di porre in essere un problema e di mettere tutti di
fronte alle nostre responsabilità.
Da questo punto di vista,
credo che, sia personalmente, ma anche come Partito democratico, il capogruppo ha già
parlato prima di me,
non vogliamo e non ci sottrarremo a quella che può essere una azione positiva e
propositiva per questo settore.
Oggi,
però, di fronte ad un argomento così ampio, credo che dobbiamo fare delle
scelte di campo soprattutto perché altrimenti il rischio è di parlare di tante
cose, argomenti altrettanto importanti ed interessanti senza trovare una
sintesi. Altrimenti, poi, succede che l’ascia di guerra l’abbiamo di fatto
sotterrata e questo lo abbiamo verificato in più di una occasione; ricordo che
maggioranza e minoranza abbiamo approvato una legge regionale sull’amianto, che
dovrebbe avere conseguenze per il risanamento ambientale.
Ho
detto più volte in Commissione che il problema è che con questa legge facciamo
un passo avanti in termini di sensibilità culturale ed istituzionale, ma
apriamo un problema grosso che è quello dell’adeguata copertura finanziaria per
lo smaltimento.
La
stessa cosa vale per i tanti siti, di interesse nazionale, di amianto naturale.
Sapete bene, colleghi e lo sa anche la stampa, quali sono gli effetti
devastanti dell’amianto naturale in alcune aree della Calabria. Ho avuto modo
di ascoltare l’aspetto che riguarda tutte le bonifiche dei siti, pensiamo a
Crotone.
Ma,
oggi, credo che l’attenzione era soprattutto quella rivolta a due aspetti
altrettanto importanti che sono stati posti in essere nella relazione
introduttiva e che fondamentalmente riguardano lo stato dell’arte per il
settore del sistema depurativo calabrese e l’aspetto che riguarda la campagna
di balneazione.
Questo
mi induce ad una riflessione di grande perplessità, assessore, perché abbiamo
di fronte due problemi estremamente importanti. Però mi sembra un po’
paradossale che, oggi 16 aprile, discutiamo di questi due importanti argomenti
a campagna già iniziata.
Lei
lo sa, lo sanno anche molti altri esponenti in questo Consiglio regionale e lo
sa anche la stampa, la campagna di balneazione inizia il 1° aprile ed è il
frutto di un programma, di un processo di programmazione d’indirizzo su come
procedere, perché poi i dati vengono trasmessi alla Giunta regionale. E, per
esempio, quando si parla di aumento o di diminuzione di chilometri della
balneabilità bisogna capire che quelli si riferiscono alla campagna precedente.
Credo
che tutti i nostri sforzi, e penso che nessuno voglia sottrarsi ad uno sforzo
comune per risolvere un problema come questo, debbano andare nella direzione
che preveda una campagna che possa essere indirizzata non più al 2012.
Se
vogliamo essere estremamente seri e concreti dobbiamo sottolineare che le cose
che diremo, le posizioni che prenderemo, le azioni che
Credo
che, invece, abbiamo l’obbligo di essere estremamente propositivi perché
sull’ambiente e sulla salute le ideologie contano poco, e poi alla fine i
cittadini ci giudicano su quella che è la sensazione di vivibilità di una
regione, della qualità degli ambienti urbani, sulla qualità della balneazione e
sul gradimento dei turisti in questo settore. Solo così si capirà se questa
attività sarà stata una attività che ha portato frutti oppure un altro
fallimento.
Dico,
non in vena polemica, che siamo in estremo e grande ritardo perché le attività
sono iniziate, con difficoltà organizzative, lei parlava prima della difficoltà
del suo dipartimento per quanto riguarda le professionalità sono poche. Contare
su professionalità di alto profilo e di giovani preparati ed altamente
qualificati, credo che siano effettivamente pochi per un dipartimento qual è
quello dell’ambiente. Forse meriterebbe una maggiore attenzione anche in questa
direzione.
E
dico: meno male che ci sono quelle figure che lei citava poc’anzi, e sulle
quali si sta basando anche un lavoro piuttosto gravoso.
Credo
che per fare un salto avanti in questa direzione, dobbiamo partire anche da
quello che abbiamo e capire dove le cose non funzionano.
Del
sistema depurativo ne ha parlato prima lei, poi il consigliere Principe ha
posto altre criticità, voglio dire partiamo dalle positività che abbiamo perché
le emergenze sono state citate in quest’Aula. Dobbiamo partire anche dai punti
di forza che abbiamo.
E
siccome, in Calabria, abbiamo anche circa 105 depuratori cosiddetti in area
sensibile e critica che sono quelli costieri, dobbiamo partire da un dato
fondamentale. Per la razionalizzazione del sistema depurativo dobbiamo partire
da una azione efficace e di controllo e lei, assessore, attraverso un sistema
estremamente moderno che è quello dei campionatori automatici, quindi con le
centraline messe nei depuratori ha uno strumento estremamente efficace che però
deve essere messo a regime, deve essere messo nelle condizioni di poter
esprimere – chi ci lavora – dei risultati. Lei sa benissimo che un sistema così
che è già in dotazione con i fondi Por 2000-2006 consente alle istituzioni,
agli enti locali e anche ai cittadini per il livello di accessibilità del data
base dei risultati di avere in maniera istantanea, immediata, le
inefficienze, le anomalie del sistema depurativo.
Poi,
credo che quando parliamo di sistema depurativo, considerato l’aspetto fondamentale
del controllo e monitoraggio all’entrata e all’uscita del depuratore, per
capire qual è il problema e soprattutto per metterlo al servizio dei cittadini
calabresi, bisogna pensare anche ad un’altra cosa.
Lo
si è detto prima: il problema è sia l’inefficienza del sistema depurativo, sia
quello degli scarichi abusivi, e quant’altro. Altro problema che non è
assolutamente da trascurare riguarda il sistema depurativo inesistente nei
comuni dell’entroterra e dei comuni montani.
Allora
lì bisogna fare un’azione seria, bisogna scegliere che tipo di depurazione e
credo che le linee guida anche della Comunità europea ormai accettano, sono più
che accettati quei sistemi di fitto-depurazione che, come lei sa, abbattono la
carica batterica e praticamente evitano di portare inquinamento lungo i corsi
dei fiumi e di conseguenza sul mare.
Un’altra
cosa la vorrei dire, e mi avvio alle conclusioni, per quanto riguarda l’aspetto
della programmazione.
Su
questo aspetto della programmazione credo che, oggi, abbiamo con grande ritardo
– lo voglio ribadire – affrontato questo problema.
Prendiamolo
non come un punto di arrivo, perché se così fosse sarebbe una grave deficienza,
una grave manchevolezza della Giunta regionale.
Allora
la voglio leggere e voglio prendere l’aspetto positivo che, oggi, noi
ripartiamo e non ci sottrarremo a quelle che possono essere le nostre idee in
materia ambientale e a quelli che sono i contributi che potremo dare.
Questo
lo faremo con grande impegno. Ma soprattutto vorremmo che da oggi cominciassimo
a parlare di questi problemi e lo facessimo, non solo in Aula, ma nei tavoli
tematici dove ognuno possa dare un contributo.
Bisogna
capire, ad esempio, che fine ha fatto il monitoraggio marino-costiero che è fermo
dal 2009. Che fine hanno fatto i finanziamenti del Ministero dell’ambiente, e
ci sono le schede già pronte, assessore, per poter essere utilizzate. Bisogna,
però su queste cose avere le idee chiare e lavorare perché è lì che bisogna
attingere sui finanziamenti non sui fondi ordinari.
Questa
può essere la chiave di una svolta positiva in questo settore dove noi, il
gruppo del Partito democratico, ed io personalmente non mi sottrarrò dal dare
un contributo perché il contributo che offriamo in maniera positiva, non lo
diamo solo per l’Istituzione che rappresentiamo, ma per garantire un futuro
alle nuove generazioni, un futuro che sia fatto di una qualità della vita e di
una qualità ambientale adeguata ai tempi. Grazie.
Grazie,
onorevole Scalzo. Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Caro assessore, con estremo
interesse ho ascoltato la sua relazione. E’ ovvio che l’argomento in
oggetto è abbastanza complesso ed esteso, parlare di ambiente significa
trattare tutti gli aspetti di un settore che è multisettoriale e anche
multidisciplinare nelle risposte, perché significherebbe parlare del dissesto
idrogeologico, dello smaltimento dei rifiuti, della situazione delle
discariche, di programmazione varia inerente la desertificazione, che è un
altro problema che sta per uscire fuori, nonché dell’erosione delle coste marine. Mi limiterò esclusivamente ad affrontare
il problema del mare in riferimento a quello che è stato l’oggetto
della sua relazione: la depurazione.
Oggi mi sarei aspettato,
onestamente, alla luce di questa discussione o comunque di questo
approfondimento che, da parte della Giunta, fosse stato realizzato un Piano,
una bozza di programmazione che tenesse conto, sulla questione della
depurazione e quindi delle ricadute sulle politiche del mare, di una
pianificazione di tipo territoriale, con dei progetti settoriali specifici, innanzitutto, un excursus
in riferimento a quelli che sono stati gli anni persi, le responsabilità
oggettive, nonché anche le pianificazioni da porre in essere in termini di
risposte esaustive. Questo era necessario per poter, finalmente, cercare in
tutti i modi, partendo da stamattina – ma spero che ci sarà tempo per poterlo
fare – di recuperare del tempo importante perduto, perché credo che una delle
maggiori cause del fallimento della Regione Calabria, in rapporto alla
situazione della depurazione e quindi del mantenimento dello stato del mare in
maniera ottimale sia stata proprio questa lunga gestione commissariale che, di
fatto, non ha ottemperato negli anni al raggiungimento di determinati
obiettivi.
E’ durata
oltre dieci anni, è iniziata nel 1998, si è protratta fino al 2008, poi si è
riattivata un’altra volta, ci sono stati periodi di luce ed ombre, poche le
luci, molte le ombre, soprattutto durante questi regimi commissariali, ma la
cosa più preoccupante è che, forse, è stata una scusa da parte della politica–
e mi riferisco ai tempi giusti nel periodo in cui c’erano le provvidenze o
comunque c’era un Piano sulla depurazione, mi riferisco agli anni 1999-2005
–che approfittando dalla gestione commissariale si è messa un po’ in disparte,
si è comportata, con disinteresse, forse anche con un po’ di negligenza
rispetto a quelle problematicità e quelle criticità che questo argomento poneva
alla politica come momento di interesse primario rispetto anche ad altre
questioni.
Nel
momento in cui sento che le programmazioni latitano riguardo ad un problema che
è scoppiato nel 2011 e che sicuramente si ripeterà nel 2012 – speriamo che si
possa risolvere almeno per ampi tratti delle nostre coste nel 2013 –, nel
momento in cui sento che bisogna in Calabria evidenziare la questione che il
mare non è inquinato, ma sporco, credo che si cada nel ridicolo! Siamo in una
disquisizione inutile, perché non basta, caro assessore – e lei lo sa meglio di
me – da esperto della problematica, cambiare i parametri, le soglie per quanto
riguarda i contenuti inquinanti all’interno del mare, delle acque, per poter
far sì che non sia inquinato, ma soltanto sporco. E’ sporco solo di un
determinato tipo di materiale. E’ inquinato perché? Per un semplice motivo,
perché abbiamo quasi 700 depuratori e lei sa benissimo che abbiamo depuratori
che nell’entroterra non funzionano o, addirittura, non esistono, abbiamo oltre
100 depuratori sulle varie coste che, purtroppo, sono obsoleti e fatiscenti,
non c’è stata una programmazione da parte dei commissari, qualcosa si è tentato
di tirare in ballo a fine 2008 con delle procedure di mantenimento che lo
stesso Loiero – ho visto le carte-– ha cercato di spendere sui 300 e passa
milioni di euro per cercare, alla luce di un’assenza di riferimento
economico-finanziario, di copertura finanziaria, di poter dare quelle risposte
per poter far sì che la stagione turistica potesse passare nel migliore dei
modi.
Vi è,
quindi, l’assenza di questa impostazione con anni persi e con una situazione
sui depuratori che ha veramente del ridicolo, basta leggere le relazioni anche
dell’Arpacal, che è vero che in alcuni punti sono quasi in conflitto con le
relazioni fatte dalla Lega Ambiente e che sono poi sono state ulteriormente
confermate da altre associazioni, ma il problema vero è questo, che questo
sistema di depurazione calabrese va rifatto di sana pianta, perché la gran
parte dei depuratori che funzionano si fermano al trattamento dei liquami in
fase primaria, pochissimi svolgono la fase secondaria, nessuno ha i meccanismi
di raccolta degli oli e dei grassi che rappresentano il peggiore problema, i
famosi disoleatori, quelli che riescono a recuperare le sostanze grasse, che
sono quelle che poi maggiormente danno fastidio anche all’occhio del turista e
del bagnante. Allora c’è la necessità di affrontarlo e, per poterlo fare, non
basta una semplice relazione, ma bisognava venire qua stamattina, chiaramente
col cuore in mano e nella massima obiettività dei casi, senza voler dare
responsabilità all’attuale Giunta, ed evidenziare quale doveva essere questo
percorso, al di là dei meccanismi importanti e necessari, i 38, i 39 milioni
ripresi nel Por 2007-2013 dell’Asse III, al di là di quella che sarà la
proposta all’interno del Cipe sui 247 milioni, che poi diventano 218, 217
milioni.
E’ ovvio
che c’è la necessità di andare a risistemare tutta questa situazione
nell’interesse dei calabresi, perché oggi ci troviamo di fronte a un dato
difficile e cattivo, mi riferisco esclusivamente al fatto che i liquami di
oltre mezzo milione di calabresi, di fatto, è come se non venissero proprio
trattati e andassero direttamente a mare.
Allora la
situazione va presa seriamente, di petto, al di là dei colori politici, al di
là di tutto, perché questa altro non è che una storia cronica, ormai,
un’emergenza che si è cronicizzata, che si vive quotidianamente e anno dopo
anno riesplode nel periodo pre-estivo e in estate, dove c’è quasi un tumulto da
parte dell’opinione pubblica generale, in modo particolare riguardo ad un
settore, quale quello del turismo, che dovrebbe essere uno dei settori
trainanti. Altro che bella figura! Pessima figura, come è stata fatta anche
l’anno scorso!
Allora
un’assenza di programmazione, di pianificazione e soprattutto l’assenza di
controllo fa capire chiaramente in che situazione ci troviamo, e che il sistema
va tutto ridisegnato in maniera seria.
Responsabilità
ce ne sono tante: non è possibile poter pensare solo ai Comuni. I Comuni hanno
una grande responsabilità, non tanto nella gestione dei depuratori, perché non
è facile con quattro soldi e con pochissime risorse poter gestire dei depuratori
che hanno meccanismi molto complicati e che spesso non sono neanche esaustivi
nella loro impostazione, anche perché vecchi rispetto alla localizzazione e
rispetto a quello che si è fatto dopo con i piani regolatori e, ancor prima,
con i piani di fabbricazione. La vera colpa dei Comuni è quella di non aver
programmato il proprio sviluppo urbanistico ed edilizio, in modo particolare
nell’ambito di piani regolatori, dei quali pochi sono stati i Comuni in
Calabria nel passato che se ne sono serviti; molti sono andati avanti con piani
di fabbricazione abbastanza elastici sotto tutti i punti di vista. Da qui è
nato quell’abusivismo edilizio fonte della sofferenza primaria dei territori
lungo le coste calabresi, dove forte era l’impatto e la ricaduta economica,
soprattutto nell’ambito dell’industria delle costruzioni.
Allora
questo fatto i Comuni oggi lo pagano, lo pagano anche i cittadini. E’ ovvio che
sarebbe stato necessario – dice bene Sandro Principe – avere una legge
urbanistica che prevedesse regole e vincoli obbligatori già nel passato; al
fine di avere un ulteriore strumento di prevenzione, più che di repressione.
Per non
parlare anche del sistema fognario. Sul sistema fognario andava fatto il
mappaggio delle fognature, mappaggio che non è mai stato fatto, eseguito o
comunque si sa che il sistema fognario calabrese non è certamente esaustivo
nella sua tipologia territoriale e nella sua mappatura; le fognature hanno
necessità di essere riviste non solo per il completamento e per il collegamento
agli eventuali depuratori che vanno realizzati, ma soprattutto perché va
invertita proprio l’impostazione della fognatura. Oggi il sistema fognario
calabrese – e anche ieri – dove c’è, per la maggior parte delle cose è a
sistema unico, cioè raccoglie acque bianche e acque nere. Questo cosa ti
comporta? Automaticamente un aumento in termini volumetrici di quantitativi
esagerati dei liquami che vengono poi centralizzati a livello dei depuratori,
che non riescono per il sovraccarico, per il surplus di quantità che arriva,
allungato dalle acque bianche e anche dalle acque piovane, purtroppo, in alcuni
casi, a smaltirlo nel modo migliore, al di là del fatto che la gran parte sono
depuratori – ripeto – di prima generazione, che fanno solo il primo
trattamento, pochissimi sono in grado di svolgere il secondo trattamento.
Allora
ecco che bisogna entrare anche nel tecnicismo, non solo nel politico, nel
politico ci vuole solo la volontà, una volontà che, senza dubbio, è comune a
tutti quanti, a quelli che hanno amministrato, a quelli che stanno
amministrando e, forse, anche a quelli che amministreranno un domani, oggi ci
troviamo, a due anni di distanza, con una situazione che è stata appena
impostata e che, ancora oggi, evidenzia la difficoltà da parte dei Comuni di
poter gestire anche i 38 milioni per infatti solo due Comuni hanno espletato le
procedure, due sono pronti a fare le procedure e gli altri non hanno neanche
fatto i progetti. E non si tratta solo di sistema di depurazione, ma si tratta
anche di fognature, di collegamenti, di allacci e quant’altro.
Allora
qui è il dato politico forse più importante, cioè che oggi ci ritroviamo, molto
probabilmente, a capire se i Comuni sono ancora in grado di poter fare opera
meritoria e con propria responsabilità su questo argomento o sono incapaci, da
soli, stando come singole entità istituzionali, di poter svolgere queste
funzioni. Forse ci vuole un passo in avanti, molto probabilmente non so se sia
giusto che
E’ ovvio
che qua dobbiamo capire su che proposte dobbiamo muoverci e considerare, ad
esempio, quelle che provengono dalle varie associazioni ambientaliste,
E’ ovvio
che bisogna fare degli interventi di natura anche immediata, non possiamo
perdere molto tempo, anni e anni nella programmazione; abbiamo un problema
emergenziale che va affrontato con una proposta di pianificazione generale, ma
temporalmente veloce.
Allora
differenziare le acque bianche dalle acque nere, mettere impianti di
depurazione che possano trattare a livello secondario e a livello terziario
questi liquami, munirli di dissalatori, di disoleatori che sono importanti,
verificare l’idoneità stessa delle aziende che li gestiscono, oltre a cercare
di eliminare i costi dell’elettricità, perché sappiamo benissimo che, anche
dove funzionano, questi benedetti impianti di depurazione, molte volte, visto
che il costo dell’elettricità grava moltissimo sul profitto, sono fatti camminare a regime alternato, per sei ore si
chiudono, per sei ore si riattivano e viceversa, diventando una presa in giro!
Bisogna
controllare anche gli auto-spurghi – ne avete parlato tutti –, è una
situazione, queste benedette vasche ad isola, queste benedette
abitazioni – e sono tante – che non sono collegate alla rete fognaria, quindi,
la necessità da parte della Regione di vincolare i Comuni ad attuare le
fognature e di poter dare agli stessi la copertura finanziaria per realizzare
le reti fognarie.
Badate,
le fognature non sono un problema di oggi, noi non siamo nel Nord, dove con
l’intervento ordinario – qua ci sono parecchi sindaci, persone che hanno fatto
i sindaci in Comuni e che nelle fognature i servizi fondamentali primari li
hanno fatti più volti con l’intervento ordinario dello Stato. Da noi, in
Calabria, per arrivare a fare le fognature, fino agli anni 1990 anche grossi
Comuni – non dico i nomi è inutile – hanno dovuto utilizzare anche gli
interventi non solo con la Cassa del Mezzogiorno di prima, ma utilizzando gli interventi
straordinari della “
Quindi
abbiamo un ritardo storico, del quale paghiamo uno scotto. Ecco perché la velocizzazione diventa
importante, insieme ad una giusta pianificazione e programmazione.
Onorevole
Mirabelli, il tempo a sua disposizione è scaduto.
La
necessità, quindi, della task force è rilevantissima, però è ancora più
importante, secondo me, attivare il coordinamento delle attività di controllo e
di pianificazione, dove non deve essere solo l’Arpacal o
E’ ovvio
pure che la politica sulla gestione dello smaltimento dei fanghi diventa un
problema consequenziale, una risultanza secondaria, perché i fanghi chi è che
li fa? Li fa l’azione della depurazione ed è ovvio che i fanghi, per poter poi
essere trattati definitivamente in quanto molto nocivi, hanno la necessità non
solo di essere prosciugati dalla parte liquida che andrà ad evaporare, ma
l’ulteriore parte secca va compressa e poi va messa negli inceneritori. Da qui
la necessità di poter considerare la necessità di una programmazione che dia
risposte serie e definitive anche sui rifiuti solidi urbani e sul trattamento
dei fanghi.
Ecco
perché era necessaria una programmazione più esaustiva per capire di che cosa
si parlava in termini generali, anche se in termini iniziali, per avviare
finalmente un percorso di rafforzamento su queste problematiche e di definitiva
soluzione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Censore, con preghiera di contenere il suo
intervento nei 15 minuti previsti dal Regolamento. Prego, ne ha facoltà.
Anch’io voglio dare il mio contributo a questa discussione che
ritengo importante e che affronta un problema delicato per la nostra regione, che ha non solo risvolti di natura
ambientale che attengono alla tutela del territorio, ma anche risvolti di
natura economica, perché la nostra è
una regione vocata al turismo.
Ho ascoltato con molta attenzione la
relazione dell’assessore, ne ho apprezzato lo sforzo, una relazione molto
dettagliata su cose che, per la verità, sono pure condivise non solo dalla
classe politica, ma da gran parte dei cittadini. L’assessore ha tenuto una
lezione che rappresenta una buona diagnosi di un problema. Poi ha cercato di
indicare una terapia, però la terapia, sinceramente, è molto blanda, perché
alla fine lei, assessore, dopo aver sviscerato tutti i problemi, ci ha detto che
ci sarà questo “numero verde”, che sarà attivato questo battellino che dovrà
pulire le acque superficialmente. Ci ha detto che nei tre punti è richiesto
anche un nuovo approccio culturale, quindi uno sforzo da parte di tutti volto a
risolvere questo problema, però se vogliamo dare un senso a questa discussione
dobbiamo affermare che il problema della depurazione, il problema del mare in
Calabria è gravissimo.
L’altro giorno, nella mia provincia,
alla Prefettura di Vibo Valentia io sono intervenuto perché la mia provincia,
dal punto di vista turistico, ha un certo dinamismo, c’è stata una riunione in
Prefettura e la riunione non si è conclusa in maniera positiva. C’è stata
questa riunione dell’Osservatorio permanente sull’ambiente, lì è emersa una
difficoltà da parte dei sindaci ad ammodernare i depuratori, a costruirne nuovi
e a gestirli. Quindi è una situazione di allarme.
Ho avuto modo di parlare con il
prefetto della mia provincia e mi ha detto: “L’estate scorsa è stata una
stagione triste dal punto di vista della qualità del nostro mare, ma quella che
verrà sarà ancora più triste”.
L’approccio che
Quindi il
problema è stato gestito a macchia di leopardo, non in modo strutturale, per
aggredire un problema nella sua interezza, ma lì un Comune, lì un altro e poi,
chiaramente, l’assessore, forse concertandola con il Presidente, a dicembre ha
fatto una lettera ai sindaci per dire “guardate, a che punto siete con la progettazione?
A che punto siete con la cantierizzazione delle opere? E perché avete scelto
questa strada?”, perché a un certo punto, quando questa estate scoppierà
nuovamente il problema, si dirà: “abbiamo fatto la lettera a dicembre, siamo a
posto, siete inadempienti, perché non avete avviato le opere”. Quindi, in un
certo senso, avete scaricato il problema sui Comuni.
Allora
dobbiamo smetterla di dire che ci sono responsabilità pregresse, che dobbiamo
sotterrare l’ascia della contrapposizione politica. Intanto, chi governa è
forza di governo ed è stato scelto dalla gente perché deve affrontare e
risolvere i problemi; l’opposizione ha il compito di sollevare i problemi, di
vigilare e di controllare. Quindi, l’approccio di oggi mi sembra flebile, cioè
non ho visto proposte concrete rispetto a un problema che deve diventare la
priorità della Calabria.
E’ vero,
assessore, lei ha fatto bene, ha parlato della situazione evidenziando che c’è
un circolo vizioso dovuto al fatto che i Comuni non introitano i soldi e poi
non pagano i gestori. Noi, però, non possiamo solo fotografare la situazione –
lo diceva pure il collega Mirabelli – rispetto alle fasi del commissariamento,
un commissariamento che doveva finire nel 2008, ma che si sta prorogando. Lei
anche su questo non è stato chiaro nel comunicarci se finisce o non finisce, se
continua o se questa è una cosa che fa comodo alla politica.
Rispetto
ad alcune questioni si deve scrivere una parola definitiva, non possiamo
affrontare una questione che riguarda il futuro della Calabria in questo modo.
Parliamo di una cosa delicata, perché nel 2011
Allora,
se vogliamo affrontare una discussione in modo serio, queste cose le dobbiamo
dire e ridire e dobbiamo vedere come intervenire definitivamente.
Dunque,
rispetto alla programmazione comunitaria, è inutile spendere la programmazione
in mille rivoli, è inutile spendere la programmazione per creare consenso e
clientela, la programmazione va programmata per macro-obiettivi e per
affrontare il problema, nella sua drammaticità, in modo compiuto. Allora si
scriva una parola chiara sulla depurazione, si avanzi una proposta – lo diceva
molto bene il mio capogruppo in Consiglio – in cui si afferma “noi vogliamo
risolvere il problema della depurazione, vogliamo investire queste risorse su
questo punto, andremo avanti con una programmazione seria”, non a macchia di
leopardo, perché così il problema non lo risolviamo, perché è un problema
complesso. Lo ha detto lei nella relazione e tante cose le condivido.
Ha
evidenziato la questione dei fanghi. Lì, nella mia provincia, sul problema dei
fanghi deve intervenire l’Autorità giudiziaria, perché si tratta di un problema
complesso e perché i Comuni non hanno i soldi per smaltire quei fanghi. Quindi
è un problema che va sviscerato ed affrontato bene.
Facciamo
una proposta come Partito democratico, diciamo che il sistema della depurazione
deve tornare alla sua normalità da subito, per questo presenteremo un ordine
del giorno, perché la gestione commissariale in Calabria – non so se è
convenuta a qualcuno o meno – ha prodotto solo danni, più ombre che luci.
Allora,
chiaramente, dovete tornare, secondo me, in Aula con uno sforzo più chiaro, più
decisi, con tre-quattro punti che siano risolutivi del problema, con una vera
pianificazione, ponendo la depurazione come priorità per il futuro della nostra
terra, perché alle fiere sul turismo gli operatori ci chiedono qual è lo stato
del mare. Lo stato è quello che è!
Allora,
secondo me, il Piano che avete messo in atto, questo Piano operativo di 38
milioni, non può affrontare in maniera seria e compiuta il problema, perché
rispetto a tutta la fascia costiera della Calabria, che è quasi oltre
Quindi, a
mio avviso, la questione non va affrontata con una terapia debole, ci vuole una
terapia d’urto forte, un’assunzione di responsabilità da parte di questa
maggioranza, perché è vero, nel 2008 alcuni interventi sono stati fatti con
l’Apq, alcuni hanno prodotto effetti, altri ancora non sono partiti, altri non
sono stati collaudati. Quindi c’è una situazione esplosiva e di emergenza e,
chiaramente, il problema della depurazione va affrontato per tempo, non è che
noi, adesso ad aprile, ci ricordiamo del mare per la prossima stagione estiva,
quando la stagione estiva comincerà fra un mese! La questione va affrontata un
anno prima, non a ridosso della stagione estiva, perché questa estate
sicuramente, me ne duole da calabrese e da rappresentante istituzionale, il
mare sarà sporco. Poi, magari, il Presidente Scopelliti farà un giro in
elicottero e constaterà che ci sono degli scarichi, interverrà
Serve una
strategia strutturale che aggredisca il problema nella sua interezza, serve una
pianificazione, una spesa straordinaria, un ritorno alla gestione ordinaria ed
anche, poi, un approccio culturale nuovo da parte degli operatori, dei
cittadini, degli enti locali, sui quali non si può scaricare tutto; serve una
mappatura. Non è possibile che, per esempio, nella mia provincia ci siano
tantissimi Comuni che ancora non sono dotati di un depuratore, alcuni non ce
l’hanno, in altri non funziona, in altri è inadeguato, altri non hanno i soldi
per mandarlo avanti.
Allora di
che cosa parliamo?! Vogliamo stabilire per la nostra regione tre o quattro
punti che riguardino lo sviluppo e il futuro? Diversamente, non ci sarà
speranza per
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato con grande attenzione
la relazione dell’assessore. Devo dire con franchezza che sono un po’ deluso, lo dico senza fare
eccessive polemiche, ma voglio aggiungere
che, secondo me, una relazione così descrittiva come quella dell’assessore, a
due anni e qualche mese dall’insediamento di questa nuova Giunta regionale, in
questo momento storico è inaccettabile. Ho partecipato e ho voluto sentire
tutti finora, perché credo che questo sia un dibattito davvero cruciale, sono
convinto che ci siano due o tre temi cruciali (sanità, ambiente, fondi
europei). Tutti i temi sono cruciali per
Sono
convinto – lo voglio dire – che questa Giunta regionale, per quello che
rappresenta anche a livello nazionale, non ce la fa da sola ed io, come ho
sempre finito i discorsi in quest’Aula, ho sempre offerto una grandissima
disponibilità; ma non l’ho fatto solo io, l’ha fatto anche la minoranza, perché
non ci stiamo che questa Regione affondi e definitivamente. Lo dico perché
sull’ambiente – ripeto – si gioca davvero una credibilità.
Mi ha
stupito moltissimo l’intervento che ha fatto poc’anzi l’onorevole Fedele, che,
con la solita litania, se l’è presa, naturalmente, con la passata legislatura.
Ho subìto critiche plurime da diverse provenienze, ma sapete perché mi ha
stupito? Un po’ perché mi sembra – lo dico come un dato di costume, questo non
ha un valore politico – che si sia alzato negli ultimi giorni il suo livello di
adulazione. E’ una cosa incredibile per chi ha fatto il Presidente del Consiglio ed è stato parlamentare. Lo so che spesso sento un
intercalare nei confronti del Presidente, erano cose che io aborro per natura,
non voglio dire per cultura, per costume, però è aumentato. Forse aspetta un
incarico, perché non riesco a capire come se la sia potuta prendere con l’altra
legislatura, quando il sottoscritto, con grande amarezza e angoscia, nel
luglio-agosto del
Per
questo mi ha stupito moltissimo ciò che ha detto, come se l’avesse caricata
all’altra parte politica. Questo è un giochino che non va da nessuna parte. Vi
invito a leggere i giornali, non solo quelli regionali, leggete anche quelli
nazionali e vi accorgete che è così, come dico io.
Allora,
chiusa questa parte, un altro appunto, anche questo di costume, voglio
sollevarlo all’assessore: non è per niente vero che la nostra cultura di
calabresi è una cultura di mare; è una cultura totale di montagna – in tutti i
secoli è stato scritto questo – perché abbiamo un riferimento vero.
(Interruzione)
Sì,
abbiamo un riferimento vero con la montagna, non col mare, non abbiamo alcuna
assuefazione, non ai fini del turismo, come ha detto lei, in forma storica;
glielo voglio dire.
Ultima
cosa e poi faccio un intervento – spero – mostrando cifre e sempre in maniera
costruttiva. Sono convinto che questo è un tema difficilissimo e che il dramma
di oggi è retroattivo, ci sono problemi dietro le spalle: è il prodotto di
lavori sbagliati e non del passato, è fatto di delibere, di impegni elusi,
anche di divisione.
Volevo
approfittare, ma lo dico al Vicepresidente, anche per dire un’altra cosa: ho
visto che il Presidente Talarico ieri ha fatto un appello e ha detto che
l’ambiente è una questione centrale. Ho notato che si sta conducendo una seduta
monotematica. Inviterei
Questa
sarebbe, allora, un’occasione straordinaria per una partecipazione maggiore,
per evitare questi provvedimenti dittatoriali che non portano in nessun luogo.
Signori,
tenete conto che fino ad oggi avete avuto – lo dice la gente, io non ci credo,
però la gente dice questo – una grande opposizione. Voglio ricordare che qui ci
sono protagonisti della legislatura antecedente a quella in cui sono stato
Presidente della Regione; alcuni di loro - non voglio fare i nomi, ma sono in
quest’Aula, eletti -, mi ricordo, nei confronti della Giunta regionale di
centro-destra di Chiaravalloti erano arrivati ad occupare più volte l’Aula,
fino quasi, talvolta, a cancellare l’elemento della democrazia dell’Assemblea.
Oggi questa opposizione è sconosciuta, ma questo non deve apparire come una
circostanza per cui si possa fare tutto, lo dico per la regione, non per
salvare una parte politica.
Approfitterei,
quindi, per fare altro: facciamo una Conferenza dei capigruppo, parliamo di
sanità, per portare anche qualche elemento importante che può provenirvi
dall’opposizione. D’altra parte, si evince dalle cose che si leggono: siete in
un vicolo cieco!
Anche
quello che ha detto il Presidente Talarico sull’attenzione qualificata: in
certi settori, come quello dell’ambiente, la qualificazione prevede una
tecnicalità decisiva, perché non tutti si possono cimentare – con grande
rispetto per la professione dell’assessore! Se avessi potuto avrei fatto
proprio la sua professione; non l’ho potuta fare, avevo condizioni che non mi
permettevano, poi ho preso un’altra laurea, ma avrei voluto fare quello. Non
per denigrare, però qui c’è bisogno di una tecnicalità. Non è un caso che
l’assessore all’ambiente della seconda parte della scorsa legislatura era uno
dei migliori biologi marini che ci sono in Italia e aveva una conoscenza
molecolare del mare, è arrivato a dire delle cose al limite, perché quando si
afferma con una certa prosopopea, che ci possono essere navi venefiche nel
fondo, negli abissi marini, è un problema che si pone. Uno non sa, ma che
facciamo, scacciamo il turismo?! Voglio dire, cose discutibili, ma provenienti
da una passione per il lavoro e per la tutela dei calabresi.
Dico
allora che non possiamo più improvvisare e voglio dire anche che non possiamo
più applicare scelte semplici a problemi che sono complessi, e lo sono al
massimo. Sono convinto, infatti, che più un settore è tecnico, più c’è bisogno
di continuità nel lavoro, perché è chiaro che dove si è arrivati lavorando, si
è arrivati attraverso eliminazione di errori, attraverso esclusioni di percorsi
che possono essere negativi. E’ un patrimonio di conoscenza, di esperienza da
tramandare a quelli che verranno. Non si può interrompere e cominciare tutto ex
novo come se fosse – come ho detto l’altra volta – un anno zero, come se
cominciasse un’era luminosa. Ma dove sono le competenze per fare questo!?
Allora,
se in un posto nevralgico – e anche qui voglio fare un discorso senza
infingimenti – si privilegia la fedeltà o l’accordo preelettorale e si vuole
dare il senso proprio fisico, plastico del possesso di un settore, quasi che
quel valore pedagogico possa fare scuola dappertutto, beh, quello è un errore
clamoroso. Mi pare questo discorso l’abbia sfiorato il consigliere Principe.
Già in
Calabria – diciamo la verità, lo dico in particolare al Vicepresidente che
frequenta Roma – non vuole venirci nessuno, perché qui ci sono troppi problemi.
Perché uno che ha una grandissima tecnicalità, una cultura di settore dovrebbe
venire qui da noi?! E’ difficilissimo. Se poi si mette una persona, magari
modesta – sto parlando anche dei dipartimenti – con gli esclusivi requisiti di
fedeltà in un settore che non conosce, cioè che ignora – ignora quel settore,
magari è bravissimo in un altro – beh, si crea una miscela negativa tra fedeltà
e mancanza di conoscenza e si compone una miscela che in poco tempo ci fa
esplodere.
Ora, in
certi settori, come la programmazione dei fondi europei della sanità, se si
cammina, se si procede così, il disastro è sicuro!
Un altro
elemento negativo – l’ho accennato all’inizio – è proprio quest’assenza totale
di confronto. Se devo dire la verità, nei cinque anni – scusate se vi faccio il
riferimento, ma è inevitabile che ci sia qualcosa di analogico che richiami il
passato – da qua, in quest’Aula, ho avuto stimoli straordinari. Le sedute di
Giunta duravano otto o nove ore- magari sono entrato con un’idea e sono uscito
con un’altra, perché cambiare idea è una delle elasticità più belle della
cultura.
Perché
pensate che voi da soli blindate? Potete fare tutto per conto vostro? Da qua
arrivano stimoli, specie se, poi, anche quel confronto sindacale, quello che la
grande tradizione di questa regione aveva posto alla base delle azioni di
Governo, non c’è più. E’ importante quello che sto per dirvi.
Riprendo il
filo conduttore -e non la voglio fare lunga!- però alcuni fatti ve li voglio
puntualizzare. Questa mancanza di confronto è avvenuta in tutti i settori e si
è rivelata un’improvvisazione, un’inadeguatezza, come se ci trovassimo in un
piccolo Comune, mentre qua ci troviamo nell’Assemblea legiferante. Credo che
stia qui il problema più grande.
Voglio
sottolineare un’altra circostanza, anche riferita al passato: nel 2005 ho
avuto, da Presidente della Giunta regionale, gli stessi problemi, e quando il
Presidente Scopelliti è venuto per le consegne e mi ha chiesto alcune cose, gli
ho confessate esattamente come erano avvenute. Che cosa è avvenuto? Che nelle
scelte dei capi dipartimento ho usato un criterio semplice semplice: ho detto
agli assessori “sceglietevelo voi!”, perché è importante quell’armonia tra
assessore e capo dipartimento per fare andare avanti un settore. Nel momento in
cui la scelta non mi convinceva, naturalmente, mi sono preso la briga di
trovarlo io, ma sempre in sinergia con l’assessore; le scelte sono sempre state
dell’assessore. Solo di fronte ad un conflitto sulla competenza del soggetto si
arrivava ad un’altra scelta. Alcuni assessori delle vecchie Giunte regionali da
me presiedute sono in quest’Aula, non potrei dire bugie, sono qua, loro lo
sanno come è avvenuto.
Non è un
caso che, nella gestione complessiva della legislatura, ho accettato anche
alcuni capi dipartimento che provenivano dalla vecchia Giunta regionale, dove
non avevo nulla di meglio. Certo, dovevo rispettare, naturalmente, anche la
coalizione; ho preso persone, capi dipartimento che erano tesserati con
Alleanza Nazionale, ma pensavo che non ci fosse nulla di meglio in campo.
Abbiamo
anche emanato la legge sullo spoils system – lo voglio ricordare – col
voto di qualcuno di voi, perché là ci volevano i due terzi. Ebbene, l’abbiamo
emanata perché
Non
voglio farla lunga, ma vorrei puntualizzare altre due circostanze sul tema del
mare. Non voglio apparire – ripeto – polemico, perché sono d’accordo con chi ha
detto che ha esposto una relazione garbata all’assessore, però, se non si
portano cifre a sostegno della verità, il confronto diventa inutile. Non
abbiamo mai fatto proclami, annunci, non abbiamo saputo farli, - non ho proprio
la cultura in merito a questo - né ho coperto fatti negativi con nuovi annunci,
abbiamo lavorato incessantemente, assiduamente. Nel biennio 2006-2007 -prima
ancora che arrivasse il biologo di cui ho riferito prima- con
Dato che
questo è un problema importantissimo, per quello che temo che può succedere in
questo settore, mi tutelerò se qualcuno dice qualcosa, perché non l’ho sentito
direttamente ma me l’hanno detto.
Abbiamo anche
conferito all’ufficio del commissario circa 15 milioni di euro per l’ambiente.
Nel 2009 sono stati finanziati 90 interventi per un totale di 15 milioni di
euro e l’infrazione di cui parla lei, assessore, è riferita al 2003.
Quell’infrazione del 2009 di cui ha parlato oggi è riferita al 2003, non alla
nostra gestione.
Abbiamo
installato 103 centraline, non la voglio fare lunga, però voglio dirvi che
abbiamo speso un totale, dal 2006 al 2009 – tanto avevamo a cura – di 322
milioni di euro per il mare e devo dirvi anche qui, lo dico ufficialmente in
modo che resti a verbale, che c’è una dichiarazione del Procuratore capo della
Repubblica di Paola, il dottor Bruno Giordano, che riprende “
E poi –
per questo volevo che ci fosse anche il Presidente Talarico – nel documento
esposto, presentato alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme dal Comitato
per lo sviluppo della costa lametina, è scritto quanto segue – questo è
riportato dal Quotidiano del 21 agosto 2011 –: “La balnearità del litorale
lametino, dopo la manifestazione del Comitato presso il Lido del Finanziere di
tre anni fa, aveva subìto un visibile miglioramento che oggi rischia di essere
assorbito”. Sto sempre citando testualmente, vi ho riferito la data ed i
giornali, perché altrimenti diciamo cose che non hanno senso.
Ultimo
dato sul mare e poi chiudo, riferisco due circostanze sulle discariche.
Assessore, ha affermato di non aver avuto contezza di questa cifra così grande,
di 322 milioni di euro. Credo che sia un’affermazione grave perché
l’investimento rientrava negli accordi di programma quadro sottoscritti dalla
Regione, quindi non da soli, ma con il Ministero dello sviluppo economico,
dell’ambiente, e dimostra come la discontinuità amministrativa, non politica,
perché quella è sacrosanta e legittima, dell’attuale Giunta regionale, si sia
spinta fino ad ignorare lo stato dei lavori già avviati a fronte degli
interventi programmati, con corrispettivo interamente impegnato. Il problema è
che, nei fatti, per il 2011 sono stati stanziati 12, non 38 milioni di euro,
come avete detto in maniera enfatica all’esterno, queste circostanze ve le
voglio evidenziare. Il mio discorso naturalmente, non è un discorso di una
parte politica, lo faccio sempre nel tentativo di poter collaborare, ma se non
trovi gli errori, non puoi collaborare. Insomma, si possono affermare queste
circostanze, ma quale Comune può avviare interventi senza una totale copertura
finanziaria, avendo solo il 30 per cento delle risorse!
Concludo
sul mare: quest’anno, purtroppo, drammaticamente – speriamo che sia un profeta
di situazioni non vere – il mare sarà molto, ma molto più sporco del 2011,
perché non sono stati eseguiti lavori, non sono state fornite le risorse
economiche, è stata solo inviata una lettera di sollecito ai sindaci. Se si
ignora la programmazione e si ferma per un anno e mezzo l’erogazione dei fondi
ai Comuni e, di conseguenza, alle ditte appaltatrici, avremo un grave problema
sul mare, di vero dissesto.
Due
rilievi su rifiuti e bonifiche.
Confesso
che durante
Assessore,
le ricordo, un fatto per tutti, il problema di Europaradiso, davanti agli
israeliani che vennero in Giunta regionale e ci dissero che avrebbero portato
10 mila posti letto. Si può dire, da parte di una Giunta regionale “no” a chi
ti offre 10 mila posti di lavoro?! Abbiamo detto di no. Mi ricordo che c’era il
consigliere Senatore che portò, improvvisamente, durante una seduta di Giunta
regionale – credo che molti assessori se lo ricordino – un camion con tre
mucche e le lasciò là, nel posteggio di via De Filippis. “Ecco come vuole
ridurre Loiero questa regione: ritornare a forme bucoliche di esistenza!” Non
era vero, perché là c’era la mafia e noi siamo contro la mafia. Voglio dire che
può capitare.
Abbiamo
predisposto un’attività di programmazione, negli ultimi anni– la sto portando
alle lunghe e voglio chiudere – avevamo una soluzione straordinaria sul
termovalorizzatore e siamo riusciti, ogni quindici giorni, dal 2008 ad
organizzare sistematicamente una riunione.
Perché mi
sono impressionato quando ho visto quello che era capitato per tre giorni a
Cosenza, in cui c’era il Segretario generale per la parte tecnica, il
commissario Sottile, l’assessore all’ambiente, c’erano tutti i Presidenti delle
Province e abbiamo convinto un sindaco ad ubicare il secondo termovalorizzatore
in Provincia di Cosenza -problema cui faceva riferimento il consigliere
Principe. Vedete, quello che ci potrà costare è portare da Laino Borgo, da
Castrovillari o da Villapiana a Gioia Tauro. Gioia Tauro è intasata, non può
avere tutto questo.
Ripeto
così, a iosa, lo dico, ancora una volta, che c’è la massima volontà di
collaborare, però, se vi blindate, se continuate a restare chiusi dentro voi
stessi, questa regione che amiamo la porterete a sbattere!
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Mi
sembrava opportuno intervenire anche per dare un contributo a questa
discussione su un argomento tematico non meno importante di altri che
seguiranno – penso – perché in Conferenza dei capigruppo abbiamo stabilito un
percorso legato alle criticità per fare in modo che, di conseguenza, da
quest’Aula possano arrivare, così come ho sentito dire dai colleghi
dell’opposizione, contributi di proposte e di idee.
Ritengo
che la seduta di oggi su questo argomento con la relazione così puntuale da
parte dell’assessore Pugliano non sia esaustiva per la risoluzione del
problema, che non può ridursi solo ed esclusivamente ad una discussione in
Aula; pertanto, già da adesso, do la mia disponibilità, chiedendo all’assessore
Pugliano e alle altre organizzazioni di svolgere in Commissione una serie di
audizioni per conoscere anche le difficoltà dei Comuni.
Caro
collega Censore, non è che
Anche
sulla legge urbanistica, che ha dieci anni di vita, c’è un quadro territoriale
di riferimento che è la programmazione regionale, che ha soltanto delle
linee-guida e non è mai stata attuata. Ma, vivaddio, dopo dieci anni ognuno di
noi deve assumersi le proprie responsabilità, perché, come diceva il collega
Principe, la programmazione è una delle priorità e,
So che
lui, probabilmente, vorrebbe mettere le ruote alla sua città, Rende, e portarla
fuori dalla Calabria, perché capiamo che lo intravede come uno strumento
principale di pianificazione.
Ma il
problema principale della depurazione che cos’è, se non l’abusivismo dilagante
che c’è stato negli anni scorsi di molte case che non sono allacciate al
collegamento fognario e scaricano direttamente oppure aumentano, non essendo
censita la quantità di liquami, mettendo a repentaglio la funzionalità degli
impianti?
Ecco,
ritengo che gridare allo scandalo per uno strumento come il Piano casa sia
quantomeno riduttivo di un problema che riguarda – è vero – l’aumento
volumetrico di alcune abitazioni, che, però, sono censite, accatastate e
regolarmente dichiarate.
Allora,
non è il problema dell’abusivismo legato al Piano casa; il Piano casa, semmai,
combatte l’abusivismo edilizio, perché lo fa emergere, eventualmente, per le abitazioni
che non hanno diritto, perché non hanno il certificato di proprietà o non sono
state regolarmente accatastate. Ho sentito anche su questo una forma di
collaborazione.
Quanto
alla programmazione, so che dopo tanti anni l’assessore Aiello sta finalmente
cercando di licenziare il Qtr, perché è vero, ma in tutti questi anni un po’
tutti abbiamo navigato a vista senza programmazione; tutti quanti abbiamo
rincorso questi modelli di sviluppo, sapendo che, in mancanza di un Piano
regolatore generale di indirizzo e di sviluppo, quale doveva essere il quadro
territoriale di riferimento regionale, è chiaro che anche i Piani territoriali
di coordinamento provinciale debbono aspettare che
L’ambiente,
la depurazione non sono temi che non si legano direttamente all’urbanistica; è
normale, lo dicevano anche alcuni colleghi dell’opposizione. Se oggi sento dire
da alcuni colleghi che, nonostante i tantissimi interventi, i quasi 400 milioni
di euro spesi, forse saremo costretti di nuovo a chiedere scusa agli italiani,
beh, una preoccupazione di tal genere vorrei cercare di evitarla ed evitare
un’altra volta di tarpare le ali ad un sistema, quello turistico, che
rappresenta una delle poche speranze di una regione.
Ho letto
il famoso “Acque nere” che è il dossier che ha fatto Lega Ambiente e non vi
nascondo, da amministratore, tante preoccupazioni; io ho fatto l’amministratore
in un paese in cui non c’era un sistema depurativo agibile e avendo un Comune
in dissesto finanziario e dovendo reperire risorse attraverso gli interventi
della Regione, ho vissuto le difficoltà di poter attuare una politica che
andasse soprattutto verso la salute dei cittadini, perché il sistema depurativo
altro non è che dare risposte anche in termini di prevenzione e di salvaguardia
della salute dei cittadini, oltre che dei bagnanti.
Penso che
nel suo intervento l’assessore replicherà alla discussione ricca di spunti
svoltasi in Aula; sicuramente è una discussione efficace che – ripeto – non
serve soltanto a risolvere il problema, perché i problemi non si risolvono con
le discussioni, ma ritengo che su questo tema dell’ambiente i riflettori
debbono necessariamente essere accesi 365 giorni all’anno, perché purtroppo
l’ambiente è anche e soprattutto sviluppo e non, come l’abbiamo inteso, come
una rincorsa delle emergenze territoriali.
Caro
assessore, ritengo importante l’aiuto ed il contributo che verrà dall’Aula e il
Presidente Scopelliti, sicuramente, si adopererà affinché all’ambiente vengano
destinate le dovute attenzioni.
Lei
poneva anche il problema del personale che, forse, non è sufficiente. Allora,
cerchiamo una rimodulazione anche in questo senso, perché abbiamo bisogno non
tanto di quantità ma di persone che stiano ai posti giusti e che abbiano le
competenze necessarie per dare servizi a questa regione.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
Vorrei
contenere il mio intervento nei 10
minuti, anche perché parliamo tanto di regole, ma penso che quest’Aula debba
cominciare a rispettare i tempi che ognuno di noi ha a disposizione, perché
altrimenti finiremo per fare una grande discussione plenaria senza entrare nel
merito del problema e parlare, magari, 50 minuti ciascuno, sapendo che anche in
questo i tempi europei sono molto, ma molto inferiori rispetto ai nostri; anche
perché c’è un’abitudine – la mia non è una polemica – che è quella di iniziare
sempre con due o tre ore di ritardo la seduta del Consiglio.
E’ qualcosa di inaccettabile per chi
arriva puntuale!
Detto questo, ogni qualvolta si
arriva alla stagione turistica, alla stagione balneare, si discute di depurazione e di sistema di depurazione. Questo
avviene, secondo me, omettendo quello che è, alla fonte, il problema principale
– lo diceva il capogruppo del Partito democratico, onorevole Principe, e mi
trova d’accordo – che se noi non studiamo fino in fondo il problema – ma
anch’io non sono un tecnico e posso dare soltanto un giudizio politico, anche
perché ricoprivo la carica di assessore all’ambiente alla Provincia di Cosenza,
che è una delle più grandi della regione Calabria – l’inquinamento non parte
sicuramente dal mare, parte dall’alto, dalla montagna.
Quindi,
se noi facciamo una riflessione sul sistema attualmente in vigore, non può che
essere questo il risultato. Non è una questione di istituzione di questo o di
quell’altro – come diceva il collega Dattolo, anche perché al collega Dattolo
vorrei dire che cosa deve dare l’opposizione in questo Consiglio, oltre al
contributo che diamo, qualora ce lo chiediate e qualora si discuta di questioni
nel merito –, ma penso che il sistema della depurazione non possa essere
risolto in questo momento, perché noi abbiamo il 33 per cento di depurazione
integrata, che significa – lo spiego a me stesso – non solo il grosso, ma tutta
la depurazione dalle acque nere alle acque reflue dei comuni, cosa che avviene
costantemente d’estate e che si riversa nei nostri mari.
Non ci
sono stati risultati eccellenti, perché anche quest’anno perdiamo il 4 per
cento di balneabilità delle coste del nostro territorio; il 4 per cento su
oltre
Guardate,
ci sono gli scarichi illegali, ci sono i villaggi turistici con i loro pozzi
neri sulla spiaggia che scaricano direttamente all’interno dei mari – e non lo
dico io, basta leggere la documentazione delle infrazioni che sono arrivate al
100 per cento in più nel giro degli anni – per cui, se gli si concede di
continuare ad essere così come sono stati abituati negli anni da una classe
imprenditoriale, anche dirigenziale, che è quella che governa la nostra costa
ed il nostro territorio, non può che venire fuori questo risultato.
Che cosa
si può fare? Io penso che 371 infrazioni nell’anno 2010 e 444 nell’anno 2011
costituiscano più di un’infrazione al giorno che si verifica sulle nostre
coste, senza contare tutto ciò che scaricano attraverso i fiumi e che sono
stati rilevati, perché gran parte dei fiumi delle nostre province arrivano nel
mare che hanno già un tasso di inquinamento altissimo e nessuno controlla da
dove provenga questo inquinamento. Su 700 depuratori, ne funzionano sì e no, a
regime, quasi 450.
Quindi,
la situazione, il giro di vite che c’è intorno a questa cosa non sto qui a
dirvelo, è cosa nota a tutti quanti voi, ma sicuramente c’è un’operazione
politica da fare.
Non so,
adesso, se per responsabilità, ma non penso sia possibile da parte dei Comuni
gestire un depuratore che è fatto per la capienza di 10 mila abitanti che poi
d’estate arriva a 50 mila e succede quello che succede all’interno del tuo
comune di residenza. Penso che il Comune abbia bisogno del sostegno. Per
esempio, si può andare avanti in questa direzione:c’è chi gestisce il
depuratore, magari ad ore alterne, perché paga moltissimo l’energia elettrica e
quindi dare la possibilità di intervenire con un contributo sul contratto
elettrico; contribuire, perché se non avviene questo, guardate che i depuratori
all’interno dei nostri territori funzionano ad ore alterne, quindi staccano per
12 ore e funzionano solo per 12 ore, però non c’è chi va a controllare.
Non è
questa una materia che può essere demandata durante il periodo estivo alla
magistratura, non è questo il compito, o – come diceva l’onorevole Principe –
alla Polizia. Penso che sia nostro compito garantire quantità e qualità del
mare, perché non si può parlare di dati turistici, se non garantiamo a chi
viene nei nostri territori la balneabilità e la possibilità di accedere alla
pari a tutti i mari della nostra Nazione. Guardate che questo non avviene,
perché gli scarichi sono aperti e a cielo aperto, perché ogni anno i depuratori
di Comuni vengono posti sotto sequestro e avvengono delle cose che sono poco
chiare, perché ci sono gli interessi della criminalità organizzata, ovviamente,
che gestisce questo tipo di operazione, e anche gli scarichi degli autospurgo,
che non vengono controllati da nessuno. Però, mi ricordo nella provincia di
Salerno, per esempio, la possibilità di controllare attraverso un sistema di
Gps le società di depurazione che erano obbligate ad avere sul loro macchinario
un Gps che controllava costantemente dove il camion andava a scaricare.
Insomma,
basterebbe mettere una Polizia costiera, visto che tutti hanno delle polizie, e
controllare sulla spiaggia quanti sono gli autospurgo che vanno a scaricare la
notte, per esempio.
Guardate
che questa incontrollabilità porta a una non gestione, ma – ripeto – a monte c’è
la questione della verifica dell’idoneità delle ditte. Bisogna verificare,
infatti, innanzitutto se sono in grado di andare a servire i nostri depuratori,
garantire delle figure professionali che non abbiamo mai avuto all’interno
della Regione; eliminare i costi elettrici di funzionamento del depuratore,
cioè
Guardate
che se c’è questa coscienza, bisogna cominciare a programmare la depurazione
integrata. Se noi non abbiamo una depurazione integrata, siamo l’ultima regione
d’Italia, anzi la penultima. l’ultima è
Quindi,
badate bene, che questi controlli vanno fatti dopo che tu avvii un ciclo di
depurazione seria su quello che è il sistema e quello che richiede. Io dico
arriviamo agli standard europei, niente di più, non voglio un’eccellenza.
Arriviamo a ciò che ci chiede
Io non so perché in Sardegna una cosa del genere non avviene,
evidentemente c’è stato un investimento in quella direzione che garantisce una
pulizia totale con dei vincoli. Anche per questo, collega Dattolo, il collega
Principe citava il Piano casa, perché ci sono dei vincoli messi a delle
costruzioni che sono all’interno dei nostri territori, le nostre arrivano a un
metro dalla spiaggia e hanno lo scarico direttamente a mare.
Io capisco le esigenze, però nessuno può giocare sul futuro di questa
terra e di questa regione, perché se c’è una prospettiva, quella che mi sono
sentito dire io da quando ero piccolo, che era quella del turismo, ma questo
benedetto turismo lo metti in condizioni di arrivare in un posto che non solo
ti garantisce i servizi, ma garantisce anche la lealtà, la trasparenza, la
pulizia di un mare.
Io non so perché Rimini, con
Allora vedete che le deficienze sono tante. Io mi appello alla
programmazione, a un sistema integrato e spero che, da qui a sei-sette mesi, l’assessore
possa venire in Aula e farci notare che c’è stato un aumento di quella
percentuale di sistema integrato di depurazione e non c’è stata una diminuzione
della balneazione del mare, perché – ahimè – quest’anno dal 93 possiamo all’84
per cento della costa balneabile, ed è un dato non di poco conto, perché penso
che in quei
Vorrei ricordare all’onorevole Aiello che oggi, eccezionalmente, il
Consiglio non ha rispettato l’ora prevista per la convocazione. Una delle cose
che ha caratterizzato questa legislatura consiliare è stato proprio il rispetto
degli orari di convocazione delle sedute consiliari.
Ha chiesto di parlare l’assessore Pugliano per la replica. Ne ha
facoltà.
Credo
sia doveroso da parte mia, proprio per aver ascoltato pedissequamente dal primo all’ultimo intervento con
grande interesse, per gli spunti che sono sopraggiunti, ma lasciatemi dire che
non sono un missionario, un prelato, quindi in qualche modo devo anche
rispondere a qualche dichiarazione, perché – come ho detto al mio predecessore
sulla stampa – a me non piace nelle mie attività e nelle mie esperienze
amministrative andare a spulciare e a giudicare il lavoro svolto prima del mio
insediamento in una funzione istituzionale, ma non posso non replicare alle dichiarazioni
– e ci metto dei puntini senza esplicitarle aggettivamente – e non volendo
utilizzare lo stesso tempo della relazione, dovendo cercare di stringere,
doverosamente mi si chiama principalmente a rispondere all’intervento
dell’onorevole Loiero.
Risponderò anche a qualche
dichiarazione fatta da chi effettivamente farebbe bene a trattenersi da alcune
critiche, per esempio, sul sistema dei rifiuti, perché qualcuno, a cominciare
dall’onorevole Censore, mi ha segnalato che non ho parlato per niente di rifiuti
– non ne ho parlato perché non era all’ordine del giorno – così come
l’onorevole Mirabelli.
Per andare a quello che ritengo più
meritevole nelle mie repliche, perché di apprezzamenti ne devo fare a quasi
tutti gli interventi, ma per dare attenzione alla mia replica, non posso che
partire dall’onorevole Loiero, che è deluso dalla mia relazione e che si pone
in partenza il problema di che cosa faccia io di professione, perché devo
segnalare all’ex Presidente Loiero che la mia professione è sicuramente attinente
alla materia di cui mi occupo, perché nella mia professione sono sempre stato
impegnato non solo a vedere come tenere tutelato l’ambiente, ma anche a vedere
come tenere tutelata la salute dei cittadini, perché forse lui ricorderà la
rappresentazione dei veterinari come i medici degli animali, ma è una
rappresentazione che forse si riferisce a 40-50 anni fa. Non si conosce,
invece, il vero ruolo, la vera funzione del veterinario.
Mi
verrebbe da chiedere all’ex Presidente Loiero quali
titoli, quali lauree, eventualmente, sono indicate per candidarsi a Presidente,
perché se un domani mi dovesse venire in mente, giacché io non sono un tecnico
come il biologo nella materia ambientale, ma ho già detto al professore Greco,
sulla stampa, non sono uno scienziato come lui, però mi fregio di avere grandi
esperienze amministrative, perché ho fatto la gavetta amministrativa come non
l’ha fatta neanche l’onorevole Loiero, se è ritornato su errori marchiani che
ho letto come dichiarazioni del professore Greco, che allo stato devo pensare
siano state fatte in maniera congiunta con l’onorevole Loiero.
Dico questo perché il fatto che lui
dica che abbiamo detto fesserie alla gente, dichiarando che abbiamo impegnato
38 milioni e non, come lui sostiene e come sosteneva il professore Greco, 12
milioni, beh, secondo me dal punto di vista amministrativo neanche l’ex
Presidente Loiero ha esperienza, perché non si comprende che per il 2011
abbiamo impegnato 12 milioni dei 38 milioni perché non si poteva spendere di
più nel 2011, perché i 12 milioni sono calcolati. Se tutti i Comuni fossero
stati in grado di attivare le procedure di gara e di consegnare i lavori, beh,
quei 12 milioni rappresentavano il 30 per cento di anticipazione che era
prevista dalle convenzioni stipulate con i Comuni e quindi erano 12 milioni che
dovevano servire e non potevano servirne di più per il 2011 viste le
anticipazioni del 30 per cento.
Anche le dichiarazioni che ha
ricordato sulla stampa l’ex Presidente Loiero, e cioè che il mare negli anni
precedenti era migliorato e che nel 2011, guarda caso, solo perché sono arrivati Scopelliti e Pugliano, il
mare si è sporcato! Non so che cosa abbiamo potuto fare né io né il Governatore
Scopelliti per risporcarlo.
D’altra parte, secondo mio costume –
e ho dichiarato che non sono andato alla ricerca delle responsabilità nel
sistema andato in corto circuito – ho segnalato anche che dal 2008, quindi
negli ultimi quattro anni, sono stati spesi, portando le cifre, per 343
interventi 350 milioni. Quindi, giacché il nostro intervento finanziario si è
limitato ai 38 milioni del Programma operativo di interventi e ai 5 milioni
come manutenzione straordinaria data nel 2010, beh, mi pare desumibile che
avevo assegnato al governo Loiero il finanziamento di queste risorse finanziarie.
Altra cosa è dover dire, oggi, però,
che di quei 350 milioni non vedo risultati; di quei 343 interventi – e parlo
con cognizione di causa – non ho trovato traccia di bussole, di criteri segnati e stabiliti per
orientare questi 350 milioni.
Altra cosa è quello che sta facendo questo Governo dal 2010. I 38
milioni, per rispondere all’onorevole Censore, che parla in rappresentanza di
un territorio, dove sono andato a parlare di questi interventi e dove ho
sostenuto che per la prima volta quel territorio riceveva, da questi 38
milioni, 9 milioni di euro che rappresentano oltre il 25 per cento di questa
cifra. Quindi giacché Censore sostiene che la programmazione non va spesa per
clientela a macchia di leopardo, la programmazione di questi 38 milioni e non
solo dei 38, ma anche di quello che dovrà avvenire è fatta in collaborazione,
in concertazione e cooperazione con gli ambiti territoriali. Abbiamo preso come
bussola di orientamento le priorità che i territori hanno individuato, non
abbiamo fatto clientela, come magari è stata fatta nel passato, in cui si è
operato senza una bussola che ha orientato le priorità nella spesa di quei 350
milioni di euro E mi fa specie pure che l’onorevole Mirabelli faccia il salto
della quaglia, all’indietro, andando a ricordare le risorse finanziarie messe
in campo dal Governo Chiaravalloti, senza fare cenno alle risorse finanziarie
stanziate dal governo Loiero.
E poi un’altra dichiarazione, che è giustificata dalla inesperienza
amministrativa dell’ onorevole Loiero, perché non ha fatto la gavetta
amministrativa e quindi non ha esperienza amministrativa, quando dice che le
infrazioni comunitarie si riferiscono al 2003, ho detto cosa molto diversa: le
infrazioni comunitarie sulla depurazione partono dal 2000, perché
Quindi farei all’onorevole Loiero la stessa domanda che ho fatto all’ex
assessore Greco: dal 2005, da quando sono iniziate le diffide della Comunità
europea – la prima diffida è datata 2005, la seconda ed ultima è datata
Ecco perché, poi, il sistema è andato in tilt, perché gli altri
territori, Crotone prima, Reggio e Catanzaro oggi, hanno dovuto sopportare il
peso delle disattenzioni, per non dire altro, per non dire irresponsabilità,
della classe dirigente cosentina e vibonese, che non hanno consentito la
realizzazione in quei due territori di un solo impianto di trattamento, di
selezione e di valorizzazione della raccolta differenziata.
Ecco perché ho preso appunti rispetto ai contributi positivi che sono
arrivati, perché – l’ho detto nella mia relazione – non mi sento mai uno che ha
la verità in tasca anche perché, pur non avendo conoscenza di tutte le materie,
comunque mi sono occupato di tutte le materie nelle mie esperienze
amministrative prima comunali e poi provinciali, quindi l’esperienza me la sono
fatta sul campo, ma quando mi occupo di qualche materia che è in evoluzione – e
questa è una delle materie che deve stare attenta alle evoluzioni – beh, studio
tutti i giorni, continuo a studiare tutti i giorni e apprendo ancora di più quando
ascolto buoni consigli, buoni suggerimenti.
Mi pare di poter chiudere, dicendo che in questa sessione di Consiglio
regionale ne ho ricevuti di suggerimenti e di consigli, ma ho dovuto anche
registrare tante o, per non dire tante, qualche fandonia!
Dopo la replica dell’assessore, conclude il dibattito l’onorevole
Scopelliti.
(Interruzione
dell’onorevole Principe)
In politica non esistono i fatti personali. Lei se la prende sempre! Non penso che il
collega abbia fatto un riferimento offensivo personale.
(Interruzione dell’onorevole
Principe)
No, penso io, visto quello che ha
detto l’assessore.
Onorevole,
poi le do la parola per fatto personale. Faccia parlare il governatore.
Se deve
prendere la parola, la prenda adesso.
Prego,
Presidente.
Ogni
volta che facciamo seduta, dobbiamo avere il collega Principe che ci fa la
paternale dopo che parla il Presidente! Se gli deve dare la parola, gliela dia
adesso, così vediamo cosa ci deve raccontare!
Prego,
onorevole Principe.
Non sono
abituato a fare racconti, sarà modestia, ma all’interpretazione
autentica di quello che uno dice, almeno per quanto mi riguarda, ci tengo.
Siccome lei era al telefono e non ha sentito neanche la mia battuta ironica
“forse l’assessore sta parlando con Dio”, non ha inteso che non era una critica
alla sua persona, perché se avessi criticato la sua persona per mancanza
dell’impiantistica nella provincia di Cosenza, sarò pure cretino, ma, comunque,
me la sarei data da solo la patente di cretino, perché forse parlava con Dio al
telefono, ma siccome non è certamente un dio, non me la potevo prendere con lei
per la mancanza di impiantistica.
Quindi io ho fatto un ragionamento
oggettivo.
Onorevole Principe, tre minuti per
fatto personale.
Dopo quarantadue anni di
regionalismo è assolutamente scandaloso che in una provincia di 800 mila
abitanti non ci sia l’impiantistica di secondo livello, né un impianto di
smaltimento. Per sua conoscenza, comunque, e dell’Aula le faccio presente che,
se la provincia di Cosenza non ha un impianto di smaltimento, è certamente una
responsabilità di tutta la classe dirigente regionale, in particolare di quella
cosentina, ma soprattutto di un Presidente della Regione che porta il nome di
Nisticò, perché la provincia di Cosenza era all’avanguardia sotto questo
profilo, avendo installato all’inizio degli anni 1980 il secondo inceneritore
di prima generazione d’Italia, il primo a Livorno, il secondo a Cosenza.
Quell’inceneritore, invece di essere ammodernato, perché gli inceneritori sono
come i telefonini, un Presidente di nome Nisticò ha provveduto a chiuderlo.
Onorevole Principe, l’intervento
l’ha già svolto, solo per fatto personale, altrimenti la parola non gliela
posso concedere.
Il fatto personale è questo.
Il tempo è scaduto. Prego, onorevole
Scopelliti.
Ho invitato l’assessore a rivedere
le sue posizioni.
Il suo tempo è scaduto.
Non mi ha sentito.
Prego, onorevole Scopelliti, per le
conclusioni.
Presidente, soltanto per alcune brevi considerazioni, anche perché – devo dire la verità – non avevo mai visto il
collega assessore Franco Pugliano così battagliero, il che vuol dire che
qualcuno è riuscito a farlo arrabbiare.
Intanto,
ringrazio per l’opportunità che ci viene offerta di una seduta di Consiglio
dedicata ad un tema così particolare e così delicato come quello dell’ambiente,
della depurazione e della difesa del mare, per ribadire il nostro impegno in
questa direzione. La relazione dell’assessore Pugliano è stata puntuale, ferma,
decisa, molto chiara, netta, ha detto ciò che è la strategia che questa
amministrazione regionale vuole mettere in campo e, soprattutto, ha fatto anche
un po’ chiarezza su quelle che sono per noi le vere priorità; mi pare di capire
che non sempre si è trattato di priorità quando si è parlato di questo
argomento, ma spesso e volentieri si è, magari, pensato ad altre formule per
cercare di dare risposte ai territori, con logiche ormai superate e non
certamente percorribili, visto che quello di oggi è uno dei temi più allarmanti
per i nostri territori.
Mi piace
ricordare che, tra qualche giorno, credo il 19 aprile, è prevista una seduta di
pre-Cipe, in cui il gruppo di lavoro valuterà la possibilità di erogare questi
finanziamenti, pari a circa 260 milioni di euro, di cui 43 finalizzati alle
bonifiche e 217 alla depurazione.
Devo dire
la verità, avendo avuto la possibilità e l’opportunità di incontrare
ripetutamente il Ministro dell’ambiente attraverso anche i suoi dipartimenti,
ho registrato con grandissima soddisfazione e piacere che questa procedura,
questo documento, va all’esame del Cipe con un ritardo minimo;
Come abbiamo già detto e ribadito ad alcuni sindaci sul
tema della depurazione, abbiamo attuato due livelli
di intervento: il primo è stato quello di una strategia tesa a limitare le difficoltà e creare minori
emergenze possibili, intervenendo sul tema – diciamo così – con risorse pari a
39 milioni di euro, ormai famosi, che abbiamo messo in campo e che speriamo
possano sortire qualche effetto nel breve periodo; a tal proposito abbiamo più
volte allertato i Comuni, dimostrando la loro lentezza nell’iter, nelle
procedure, nelle gare d’appalto e quindi nell’attuazione della spesa – anche
questi sono fondi comunitari –; dall’altro lato abbiamo immaginato che questo
tipo di intervento potesse dare risposte in materia di infrazioni. Ha fatto
molto bene l’assessore Pugliano ad evidenziare che ci sono tutta una serie di
ritardi, di sollecitazioni e di situazioni che portano questa Regione ad
incappare in quelle infrazioni rilevate dall’Unione europea, che poi riguardano
il territorio nazionale, di cui facciamo parte ed in cui si tende sempre di
più, magari, ad ipotizzare un rallentamento e un percorso in salita.
Quindi,
questa opportunità ci consente di dare risposte al tema dell’infrazione;
significa risorse ingenti che saranno dirottate sui territori, proprio per
cercare di ridurre drasticamente una delle criticità più importanti della
nostra regione.
Questo,
per un aspetto, riguarda il mare, per un altro no e riguarda l’intero
territorio regionale, evitando che i territori che si trovano in aree marine,
comunque, indipendentemente da tutto, vengano – come spesso accade – messi in
difficoltà da quella che, a cascata, è il tema dei centri più alti, delle zone
più collinari che poi, non avendo un sistema di depurazione, corrono il rischio
di mandare tutto verso valle e quindi verso il mare.
Credo che
sia stato e sia importante avere la capacità sia di studiare il territorio
calabrese, da una parte rispondendo pienamente a quelli che sono i quesiti
posti dall’Unione europea e dall’altra inserendo quelle priorità che sono per
noi importanti per garantire anche il tema della balneazione, sia una
opportunità diversa alle nostre comunità.
Certo,
veniamo da stagioni difficili, in cui la criticità del mare è sempre stata
messa in risalto e non soltanto dai media locali; corriamo il rischio,
ancora oggi, di passare per la regione che ha il mare radioattivo, perché
qualcuno aveva detto questo qualche anno addietro, purtroppo. C’è da fare
sempre di più un grandissimo lavoro per cercare di recuperare in questa
direzione la credibilità di un mare che radioattivo non è.
Vorrei
anche aggiungere che, non più tardi di qualche settimana fa, anche con
l’assessore abbiamo presentato un intervento di circa 45 milioni di euro, che
riguarda i siti inquinati. Questa strategia che abbiamo messo in campo nasce anche
dalla valutazione fatta dalla Commissione europea nel Comitato di sorveglianza
del 2010, che ci chiedeva e ci diceva: “Basta carte, basta produrre atti,
passate alla capacità di intervenire per la risoluzione delle criticità dei
problemi sui vostri territori”. Anche questo finanziamento è rivolto, quindi,
ad azioni, prediligendo i lavori ai servizi.
Sotto
questo tema – l’assessore non so se nel suo intervento lo ha ricordato – volevo
fare anche un passaggio che, secondo me, era utile che l’assessore ricordasse:
in questi 45 milioni di euro sono compresi i 6 milioni che abbiamo recuperato,
originariamente erano poco più di trenta. Non so se lei, assessore, l’ha detto,
perché il suo stile, il suo garbo è decisamente qualcosa che poco ha a che fare
con una certa politica.
Ecco, 6
milioni e mezzo di euro abbiamo recuperato, destinati ad indagine conoscitiva
per bonifica di siti inquinati a medio e basso rischio. Per questo tipo di
finanziamento – noi l’abbiamo fatto per il bene della Calabria – all’ultima gara
espletata sul territorio avevano partecipato tre società, di cui una anche
calabrese, e noi abbiamo ritenuto che, poiché questo intervento era già stato
realizzato nell’anno 2001 attraverso il commissario per l’emergenza ambientale,
fosse preferibile superare questa nuova ripetizione di lavori e pensare,
invece, di aggregare queste risorse su altro tipo di intervento.
L’ipotesi
di utilizzo di queste risorse era stata paventata nel 2009 e noi abbiamo deciso
di recuperarle perché, comunque, gli interventi erano stati già realizzati nel
2001, si era monitorato costantemente, poi abbiamo avviato anche un ottimo
rapporto con l’Arpacal e quindi abbiamo pensato di superare questo problema e
di evitare di entrare su temi che avevano già registrato un’attenta e particolare
attenzione da parte degli organi competenti.
In buona
sostanza, credo che se questa è la strategia, benché non sia prettamente
politica e riguardante chissà quali grandi temi, la stessa riguardi il tema del
nostro territorio e quindi significhi riuscire a pensare ed immaginare
concretamente come poter ridurre drasticamente quelle che sono le
preoccupazioni ed i disagi che si vivono sui nostri territori. Abbiamo interi
paesi, intere città che vivono un momento di grande difficoltà e disagio e tutto
questo, secondo la valutazione messa in campo dalla nostra struttura e quindi
dalla Giunta regionale, può servire a fornire una risposta importante.
L’investimento
di 260 milioni di euro sicuramente darà un respiro nuovo a tutto il territorio
regionale, nei prossimi tre-quattro anni, comunque nel tempo che sarà
necessario; attenzione, però, c’è un altro argomento importante: perché
Questo
significa dimostrare che c’è una certa capacità di rottura da parte
dell’amministrazione, per cercare di fornire delle risposte utili e
indispensabili.
Ogni
volta viene ribadito che le nostre sedute di Giunta non durano giornate intere.
Purtroppo, non ci sono all’interno della maggioranza, evidentemente, tali e
tante differenze da dover comportare riunioni fiume, anche perché a volte si
segue una filosofia diversa; il Presidente non è sempre a Roma, è sempre in
Calabria, anzi, veramente, è a Catanzaro. Il Presidente, a Catanzaro, sugli
atti deliberativi, spesso, settimane prima, si consulta e decide la strategia
da seguire con i direttori generali e con gli assessori, stabilendo
l’orientamento che dobbiamo mettere in campo.
Il buon
lavoro di concertazione e di condivisione di una strategia è chiaro che diventa
un lavoro che nella collegialità della Giunta diventa agevole e forte, perché
comunque è sostenuta e supportata una scelta da chi ha il compito di
relazionare, è supportata dalla conoscenza del Presidente e anche, a volte,
degli assessori che partecipano attraverso i direttori generali; l’idea è
quella che un atto, spesso e volentieri, o meglio gli atti importanti, quelli
che comportano una certa strategia da mettere in campo vengono discussi sulla
capacità di più settori, quindi di più dipartimenti di sedersi a un tavolo, di
concertare, di condividere un percorso e, quindi, quando poi si passa alla fase
di attuazione e di approvazione, si è già consumata una capacità di dibattito e
di condivisione che, poi, può portare, a volte, anche a cambiare idea, ma nella
fase in cui si realizza, nella fase in cui si discute.
Credo che
questo sia un metodo di lavoro che forse non tutti hanno applicato nel tempo,
ognuno ha i propri, noi siamo rispettosi di quelli che fanno le riunioni fiume,
che poi, magari, portano i loro risultati. Noi siamo soliti lavorare in questo
modo, spero che questo non sia un delitto, non sia una responsabilità così
grave da dover annoverare. Vorrei che, magari, domani qualche giornale non
uscisse con qualche titolo a tutta pagina, qualche nazionale, quelli soliti che
conosciamo e che fanno parte sempre del solito giro, che dicono che tutto è
concordato fuori e che in Calabria
Siccome
noi lavoriamo dalla mattina alla sera, abbiamo il compito e la capacità di
confronto, siamo a Catanzaro e non viviamo a Roma o, comunque, in giro per le
varie città italiane e non solo, quindi, di conseguenza, stando a lavorare,
riusciamo a concentrare i nostri sforzi, a concordare e individuare i percorsi
in piena e grande sintonia.
Credo che
questo sia un Consiglio regionale, caro Presidente, che a mio giudizio rimarrà
agli atti perché, comunque, anche su questo comparto noi abbiamo dato una
nostra impronta, offriamo un momento di valutazione.
Poc’anzi
leggevo che la proposta sull’occupazione e sul lavoro fatta dal Presidente
Scopelliti ha sconcertato
Noi
cerchiamo di mettere in campo delle idee ed anche oggi, in questo Consiglio
regionale, abbiamo ipotizzato una strategia da mettere a frutto, per cercare di
risolvere un problema. E’ un problema che non so se risalga all’epoca del
Presidente Nisticò, perché l’abilità della politica è sempre quella di
addebitare agli altri le responsabilità. Spero che alla fine di questo mandato,
pur non avendo il ruolo di commissario per l’emergenza, ribadendo ciò che ha
detto l’assessore Pugliano, si possa trovare una soluzione al problema
dell’emergenza ambientale, si possano trovare delle soluzioni rispetto al tema
dei rifiuti.
Certo,
per me non sarebbe una consolazione – ve lo dico e ne sono convinto – poter,
magari fra dieci anni, dire: “Sapete, la colpa non è stata mia, è stata di chi
era prima di me”. Per me sarebbe una grande sconfitta, perché vuol dire che
cinque anni del mio governo saranno passati inutilmente e la mia esperienza
sarebbe servita poco al bene della Calabria.
Indipendentemente
dall’assegnazione delle responsabilità, oggi noi abbiamo il compito, purtroppo,
tra i tanti gravosi, di farci carico anche di queste vicende; speriamo di
riuscire a trovare delle soluzioni tali da affrontare tematiche anche legate al
tema dei rifiuti per dire alla Calabria che, comunque, alcuni passi in avanti,
chi ha avuto la capacità e il coraggio di fare delle scelte, li ha fatti
compiere alla nostra regione.
L’intervento
del governatore Scopelliti conclude il dibattito su questo punto all’ordine del
giorno. Non sono previsti altri punti all’ordine del giorno, ma sono arrivati
al tavolo della Presidenza due documenti: una proposta formulata dagli
onorevoli Bova e Tripodi e una integrazione e modifica alla legge regionale 28
dicembre 2010, numero 34, che sottoporrò all’Aula ai sensi dell’articolo 42 del
Regolamento.
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
E’,
pertanto, inserito l’ordine del giorno a firma dei consiglieri Bova, Tripodi ed
altri in merito alla ristrutturazione della caserma dei Vigili del Fuoco di
Reggio Calabria:
“I sottoscritti consiglieri regionali,
a seguito dell'incendio sviluppatosi nei giorni scorsi all'interno
della sede dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria sono venute meno le
condizioni minime di sicurezza, stabilità e di salubrità di una buona parte
della caserma;
ad oggi il Ministero dell'Interno non ha ancora trovato una immediata
soluzione al problema, ne tantomeno risulta abbia fornito delle risposte
immediate alle già numerose sollecitazioni mosse dagli stessi occupanti della
caserma;
pertanto, si rende improcrastinabile l'esigenza che tutte le
istituzioni del comprensorio mettano in atto iniziative e proposte volte a
rimarcare, per un verso, la necessità di tutelare l’incolumità dei Vigili del
Fuoco ivi operanti e, per l'altro, l'opportunità che la sede operativa dei
Vigili del Fuoco resti all'interno del circondario cittadino, affinché costoro
possano continuare a garantire l'immediato servizio di soccorso alla
popolazione;
tanto premesso e considerato,
si chiede che
il
Consiglio regionale della Calabria solleciti il Ministero dell’Interno,
affinché trovi una soluzione celere e concreta per risolvere la questione
afferente il precario stato in cui versa
Se vuole,
onorevole Tripodi, lo può illustrare benché lo avesse già illustrato in
precedenza.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo,
ora, in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge
numero 325/9^.
(Il Consiglio approva)
E’, pertanto, inserita all’ordine
del giorno la proposta di legge numero 325/9^ di iniziativa dei
consiglieri Dattolo, Gallo, Magno ed altri, recante: “Integrazione e modifica
alla legge regionale 29 dicembre 2010, n.
La illustra l’onorevole Dattolo, capogruppo dell’Udc.
Si tratta
di prorogare i termini al 2012, nel caso in cui ci siano richieste di
concessione demaniali marittime a supporto delle attività ricettive
alberghiere, di villaggi turistici e di impianti di pubblico interesse, per
comprovate e documentate esigenze, che potrebbero essere rilasciate in via del
tutto eccezionale. Così com’è stato per il 2010 e il 2011, chiedo che venga
prorogata al 2012, naturalmente senza diritto di insistenza e soprattutto che
queste destinazioni siano incluse nei redigenti Piani comunali spiaggia.
Pongo in
votazione la proposta di legge numero
325/9^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Non vi
sono più punti all’ordine del giorno. Il Consiglio
sarà convocato a domicilio.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo
della Regione Calabria (Delibera G.R. n. 127 del 27.03.2012)” (P.L. n. 323/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Approvazione
proposta di legge di ratifica dell’accordo tra Regione Campania e Regione Calabria relativo alla gestione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del
Mezzogiorno (Delibera G.R. n. 142 del 27.03.2012)” (P.L. n. 324/9^)
E’
stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Franchino – “Tutela e valorizzazione
del patrimonio geologico e speleologico” (P.L. n. 322/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Dattolo, Fedele, Serra,
Gallo, Orsomarso, Magno, Chiappetta, Tripodi, Bruni – “Integrazione e modifica
alla legge regionale 29 dicembre
2010, n. 34” (P.L. n. 325/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione dell’Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 (Delibera
Giunta regionale n. 128 del 27.03.2012)” (P.P.A. n. 167/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione dell’Ardis
(Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario) di Catanzaro per
l’anno finanziario 2012 (Delibera Giunta regionale n. 129 del 27.03.2012)”
(P.P.A. n. 168/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione numero 137 del 27 marzo 2012, recante: “Legge regionale n. 15 del
13 giugno 2008, articolo 45. Adempimenti relativi all’anno 2012” (Parere n. 37)
E’ stata assegnata alla
sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con
l’estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione numero 141 del 27 marzo 2012, recante: “Misure di contrasto alla
crisi economica. Articolo 2 della legge
regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano di inserimento occupazionale
2012”. (Parere n. 38)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
La seconda Commissione consiliare con nota n. 17144 del 5 aprile 2012, ha comunicato che nella seduta del 4 aprile 2012 ha espresso parere favorevole, con osservazioni, alla deliberazione della Giunta regionale n. 110 del 13 marzo 2012, recante: “Legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, articolo 45 “Istituzione del fondo unico per le attività produttive ed economiche. Approvazione piano”. (Parere n. 36)
In data 28 marzo 2012, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 1 del 2 aprile 2012, al Bur n. 6
del 2 aprile 2012:
legge
regionale 28 marzo 2012, n. 8, recante:
“Istituzione della fondazione per la valorizzazione del Santuario delle
Cappelle – Sacro Monte di Laino Borgo”;
legge
regionale 28 marzo 2012, n. 9, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino della organizzazione
turistica regionale)”.
La deliberazione legislativa numero 160 del 12 marzo
2012, recante: “Legge regionale <Modifiche
allo Statuto della Regione Calabria>” è stata pubblicata ai fini
notiziali - ai sensi dell’articolo 123 della Costituzione e dell’art. 2 della legge
regionale n. 35 del 10 dicembre 2001 – sul supplemento straordinario n. 1 del 2
aprile 2012 al Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 6 del 2 aprile
2012.
Talarico
D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria ha predisposto
un uno stralcio dell'elaborando “Piano regionale di bonifica dei siti
inquinati”, stanziando la somma di 45 milioni di euro per la bonifica di alcuni
siti inquinati e ad alto rischio ricadenti nel territorio di 17 comuni della
Calabria;
tra i Comuni individuati nel Piano
stralcio non figurano quelli di Amantea, Serra d'Aiello, Aiello Calabro, S.
Pietro in Amantea, nei cui territori ricadono i siti inquinati delia vallata
del fiume Oliva, dove sarebbero stati interrati centinaia di migliaia di
tonnellate di rifiuti tossici, come risulta dalla rilevazione in loco di
sostanze nocive e radioattive (Cesio 137);
i dati sull'inquinamento relativi
alle aree di che trattasi sono suffragati dalle risultanze dei carotaggi
effettuati su incarico della Procura della Repubblica di Paola e dai risultati
delle analisi chimiche e radiometriche eseguite su campioni di terreno, di
acque emerse e di sottosuolo;
dette analisi sono state effettuate
da agenzie istituzionali e certificate dall'ISPRA, che ne ha peraltro diretto i
lavori redigendo anche un piano di caratterizzazione;
è assolutamente fondata la protesta
dei sindaci del Tirreno cosentino, che, proprio sulla questione, hanno chiesto
un incontro urgente presso il Dipartimento regionale Politiche dell'Ambiente,
chiedendo che lo stesso si attivi in tempi certi per l'attuazione di interventi
dì bonifica nelle aree di che trattasi -:
1. Quali ragioni hanno indotto il
Dipartimento regionale Politiche dell'Ambiente ad escludere dal Piano di
bonifica le aree ricadenti nella vallata del fiume Oliva nel Tirreno cosentino;
2. Quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione alla bonifica delle suddette aree.
(235; 02.04.2012)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria
con legge regionale 8 agosto 1996, n. 21, recante “Servizi socio- assistenziali
a favore di minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria”,
disciplina l'organizzazione e la gestione dei servizi socio-assistenziali a
favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria ed
assicurando, in base all'art. 8, comma 3, le somme necessarie per
l'espletamento del servizio;
l'art. 4, comma
1, della suddetta legge regionale prevede la stipula di apposite convenzioni
per l'espletamento del servizio tra la Regione Calabria e soggetti abilitati;
a tale scopo con
legge regionale 23.12.2011, n. 48, “Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2012 e pluriennale 2012/2014” (legge finanziaria 2011), ha previsto la
somma di € 4.000.000,00 per lo svolgimento dell'attività socio-assistenziale
dei Gruppi Appartamento operanti in Calabria;
però, le somme
spettanti agli enti gestori non sono state accreditate, indispensabili per le
spese di gestione relative all'anno 2011 (affitto locale, pagamento degli
stipendi agli operatori), e ciò mette a serio rischio la sopravvivenza dei
Gruppi Appartamento;
la mancata
assegnazione delle somme spettanti agli enti gestori dei Gruppi Appartamento
determinerebbe un grave pregiudizio nell'erogazione del servizio all'utenza,
oltre che la perdita di posti di lavoro e professionalità;
enti ed
associazioni svolgono un ruolo rilevante per la nostra società e rappresentano,
anche e soprattutto grazie alla dedizione e all'umanità degli operatori, una
garanzia di civiltà ed esempio d'integrazione e accoglienza sociale per i
minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria -:
a) se ci sono
motivi ostativi per cui la Regione Calabria non ha provveduto, ad oggi, ad
erogare le competenze spettanti per l'anno 2011 agli enti e associazioni per la
gestione dei Gruppi Appartamento;
b) se la Regione Calabria intende provvedere all'erogazione delle somme spettanti agli enti e associazioni per la gestione dei Gruppi Appartamento, nonché i tempi della liquidazione delle competenze.
(236: 03.04.2012)
Guccione,
De Gaetano, Censore, Mirabelli, Aiello F. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria è a conoscenza da
tempo del pesante inquinamento della Valle del fiume Oliva, i cui dati sono
emersi a seguito di analisi predisposte su richiesta della Procura della
Repubblica di Paola e da analisi effettuate su campioni di terreno, del
sottosuolo e sulle acque compiuti dall'Arpacal e certificati dall'ISPRA;
i campioni prelevati lungo il corso del
fiume Oliva tramite 100 carotaggi di terreni e l'esame dei valori di 35
piezometri piazzati nelle acque del torrente sono stati effettuati tra il 27
aprile e il 7 luglio 2010;
dalle analisi risulta che quasi 100 mila
tonnellate di rifiuti tossici sono stati interrati nell'area nel corso di più
anni e che gli effetti sulla salute della popolazione possono essere molto
gravi;
la Regione Calabria non può disconoscere
l'assoluta rilevanza del problema, considerata l'attenzione mediatica che la vicenda
ha suscitato in questi anni, sia per le richieste di intervento avanzate dai
sindaci dei Comuni di Aiello Calabro, Amantea, Serra d'Aiello e San Pietro in
Amantea e dal Comitato Civico "De Grazia", sia per l'azione dei
cittadini sfociata nell'ottobre del 2009 in una grande manifestazione popolare
svoltasi ad Amantea;
già nel 2004 l'Ente Regione,
precedentemente alle indagini condotte dalla Procura di Paola, riconoscendo la
gravità della situazione ed i pericoli
per la salute delle popolazioni abitanti nell'area, aveva inserito la vallata
dell'Oliva tra le zone da bonificare con urgenza con particolare riferimento ai
siti di Foresta e Carbonara;
recentemente l'area è stata oggetto anche
delle attenzioni della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI),
recatasi sul posto nel mese di novembre 2011, che ha ribadito la necessità
della bonifica;
la notizia dell'esclusione del fiume Oliva
tra i siti da bonificare da parte della Regione
Calabria è stata oggetto di una forte sollecitazione da parte dei Sindaci dei
Comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra d'Aiello e San Pietro in Amantea che,
in una lettera indirizzata al Presidente della Regione e all'Assessore
Regionale all'Ambiente, dissentono completamente dalle scelte fatte dal
Dipartimento regionale alle Politiche Ambientali e ribadiscono con fermezza la
priorità dell'area del Fiume Oliva ed il diritto alla necessaria bonifica;
risulta davvero illogico ed
incomprensibile come il fiume Oliva, che a differenza di altri siti è dotato
del piano di caratterizzazione necessario per la bonifica, pur risultando una
delle aree più inquinate della Calabria, venga escluso dal piano di bonifica
predisposto dalla Regione -:
perché non si è ancora presa coscienza
della grave situazione ambientale che caratterizza quella area e dell'urgenza
della bonifica;
le ragioni dell'esclusione del fiume Oliva
dal piano regionale di bonifica;
quali azioni si intendono avviare, nel
breve periodo, per dare attuazione all'ormai improcrastinabile bonifica.
(237; 04.04.2012)
Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
all'interno del Piano di Riordino dell'ASP
di Cosenza per come pubblicato in data 22 settembre 2011 si prevede la
conversione dell'ospedale di Lungro in Centro di Assistenza Primaria
Territoriale (CAPT) ;
con decreto del Presidente della Giunta
regionale n. 106 del 20 ottobre 2011 (nella sua qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore
sanitario della Regione Calabria) viene previsto come termine ultimo e
perentorio per l'articolazione definitiva della rete ospedaliera la data del 31
marzo 2012;
per questa data viene stabilita inoltre la
dismissione dei posti letti ritenuti in esubero, depotenziando di fatto nel
caso specifico l'ospedale di Lungro che insiste in un territorio che necessita
invece di mantenere una struttura complessiva ospedaliera e di posti letti
sufficienti contrariamente a quanto ritenuto e previsto nel succitato decreto;
con lettera del 04.01.2011
l'Amministrazione Comunale di Lungro - cofirmatari i sindaci dei comuni di
Acquaformosa, Firmo, Altomonte e San Donato chiedevano in ragione e per conto
dei loro territori la sospensione di ogni azione in ragione di
ridimensionamento e/o accorpamento dell'ospedale di Lungro per la funzione
strategica che ricopre nel territorio;
ai sensi della legge regionale n. 15/2003
recante “Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio
culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria” vengono
nell'articolo 24 elencati tutti quei servizi ritenuti fondamentali e nello
specifico le sedi scolastiche di qualsiasi ordine e grado, le strutture
sanitarie, gli uffici postali e amministrativi, sono ritenuti servizi
fondamentali per la difesa della cultura e del territorio dei Comuni di cui
all'art. 1 della legge prima citata -:
quali azioni intende intraprendere in
ordine all'importanza .strategica che ricopre nel territorio l'ospedale di
Lungro e nei paesi che su di esso gravitano con un supplemento di approfondimento
con riferimento proprio all'obbligo derivante dal rispetto di una legge
regionale vigente che impone il mantenimento di tutti quei servizi ritenuti
fondamentali come le strutture sanitarie necessarie nel concorrere a garantire
la difesa della cultura dei paesi ricompresi nella legge regionale prima citata
(n. 15/2003).
(239; 05.04.2012)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel dicembre 2010 è stato pubblicato un
decreto del Dirigente del Settore 3 - Dipartimento Tutela della Salute e
Politiche sanitarie (n. 18179 – 13.12.2010), che prevede l'impegno dei fondi
necessari alle ASP calabresi per l'acquisto a carico della Regione dei
comunicatori oculari;
il decreto dirigenziale demandava alle ASP
la valutazione sull'acquisto sia dal punto di vista del numero che del modello
dei comunicatori, rendendosi necessaria una personalizzazione dei dispositivi
rispetto alle richieste dei pazienti affetti da patologie neuromotorie
progressive;
il Dipartimento della Giunta regionale
competente ha espletato tutti i passaggi necessari per coinvolgere le 5 ASP
calabresi;
allo stato attuale, solo le ASP di Cosenza
e Crotone risultano essersi dotate di un numero adeguato di comunicatori
oculari come da decreti dirigenziali di erogazione di fondi numero. l4907 del
29.11.2011 e 13989 del 8.11.2011, l'ASP di Catanzaro ha acquistato un solo
dispositivo, mentre le ASP di Vibo Valentia e Reggio Calabria, non hanno
acquistato comunicatori oculari nonostante le necessità certificate;
i comunicatori oculari sono strumenti
indispensabili per migliorare la qualità della vita ai pazienti affetti da
patologie neuromotorie progressive, tra cui la SLA e che il costo di un
dispositivo potrebbe risultare proibitivo per i soggetti di fasce più deboli -:
quali iniziative intenda intraprendere, in
qualità di commissario ad acta per la sanità calabrese per superare il gap tra
province, sollecitando le ASP a rimuovere gli ostacoli burocratici e fare in
modo che anche i pazienti con tali necessità che risiedono nelle province di
Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia possano essere messi in condizione
di dotarsi di comunicatori oculari.
(240; 05.04.2012)
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
oltre cento dipendenti dell'Ente
Regione entro il 30/11/2011 hanno prodotto istanza per usufruire dell'art. 13
della L. R. n. 34/2010 (esodo incentivato);
in data 6/12/2011 entrava in vigore il
D.L. n. 201, convertito in legge n. 214 del 22/12/2011, cosiddetta “Salva
Italia”;
il Dipartimento “Organizzazione e
Personale”, a firma dei dirigenti G. Longo e R. Marasco, inviava lettera
raccomandata A.R. prot. n. 18829/siar del 18/01/2012 agli istanti a cui si
comunicava che, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 214, si era
reso necessario formulare un quesito al Dipartimento Funzione Pubblica circa
l'impatto che avrebbe avuto l'art. 24, comma 14, lettera e) della norma citata
sulla normativa regionale e, in attesa di risposta, sospendeva il procedimento;
tranne l'interpretazione dell'art.
24 della citata norma, non esistono impedimenti di natura organizzativa o
finanziaria per accogliere l'istanza di coloro che hanno manifestato l'interesse
alla fruizione dell'esodo;
la situazione organizzativa e finanziaria, rispetto all'anno precedente, non risulta essere mutata e, anzi, si deve sottolineare che si sono mantenuti in servizio dirigenti che, dopo le recenti sentenze della Corte Costituzionale, non sarebbero dovuti rimanere in seno alla Regione Calabria, ma rientrare al proprio ente di appartenenza;
a distanza di oltre tre mesi, gli
istanti non hanno ricevuto comunicazione alcuna sul procedimento instaurato,
né, tantomeno, il Dipartimento Funzione Pubblica ha dato risposta a quanto
richiesto, ciò in quanto l'art. 24, comma 14, lett. e) nulla ha a che vedere
con la normativa regionale;
dalle possibili azioni che i
dipendenti potrebbero intraprendere, ne deriverebbe un danno per l'Ente Regione
-:
quali azioni si intendono intraprendere per evitare danni economici all'ente e come si intende procedere, con immediatezza, nei confronti dei dipendenti che hanno chiesto di fruire della L. R. n. 34/2010, art. 13.
(234; 30.03.2012)
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 27
dicembre 2011 il Consiglio regionale, con ordine del giorno n.
39/2011 unanimemente
approvato, ha impegnato il Presidente del Consiglio e l'Assessore al Bilancio
della Regione Calabria a presentare istanza al Ministro degli Interni -
Direzione Centrale finanza Locale - per il recupero del Fondo consolidato (ex
L. 285/77) e il relativo ripristino;
il tempo
trascorso e l'interesse urgente della Regione Calabria a vedersi liquidato il
predetto Fondo;
una sigla
sindacale (CGIL) ha potuto prendere atto della giacenza del Fondo citato a
seguito di incontro col Ministro degli Interni avvenuto in data 02 aprile 2012
-:
quali
iniziative sono state prese dalla Regione, a parte la trasmissione dell'ordine
del giorno n. 39 del Consiglio, in argomento;
se vi sia
stato qualche incontro al Ministero e relativi esiti; come mai ad oggi le somme
in argomento non sono state erogate alla Regione Calabria;
infine quali
ulteriori iniziative, intendono essere perseguite da codesta Regione.
(238; 04.04.2012)
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2002, ai sensi dell’art. 18 bis della L.R. n. 7/2001 è stata istituita la Fondazione “Calabria Etica” al fine di finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore di soggetti deboli e svantaggiati;
lo Statuto
della Fondazione proprio per le sue peculiari finalità ed operando in un
contesto di gravi disagi, anche economici, di una parte consistente della
popolazione ha sempre previsto la gratuità degli organi fatti salvi i rimborsi
spesa e la possibilità di un modesto compenso per il
Segretario generale;
con L.R. n. 22/2010,
nell’ambito delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa
pubblica regionale all’art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni,
indennità, retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo,
direzione e controllo, consigli di
amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali
e anche nelle fondazioni sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto
agli importi risultanti al 31 dicembre 2009 -:
se l’attuale Presidente della citata Fondazione abbia o
meno presentato proposta di modifica dello Statuto;
se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a
quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene
demandata allo stesso Presidente la facoltà di auto-determinarsi una indennità
di carica;
se la Fondazione è carente di controllo interno per
mancanza di Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non
rinnovati;
se la Fondazione è sprovvista dell’importante figura del
Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il
Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario
generale continua a deliberare da solo;
se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia
attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l’ammontare della
stessa.
(218; 23.02.2012)
Risposta – “Si
trasmette la nota del Dirigente generale del Dipartimento controlli, ai fini
della risposta da fornire al consigliere interrogante”.
D’ordine del Presidente – (Dott.ssa Alessandra Sarlo)
“In data 23
febbraio 2012, il consigliere regionale onorevole Demetrio Battaglia, ha presentato
l’interrogazione a risposta scritta n.
218 al Presidente della Giunta regionale sulla Fondazione Calabria Etica,
composta dai seguenti quesiti:
1. se
l'attuale Presidente della Fondazione abbia o meno presentato proposta di
modifica dello Statuto;
2. se il
nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a quanto già precedentemente
sancito con legge regionale un articolo in cui viene demandata allo stesso
Presidente la facoltà di autodeterminarsi una indennità di carica;
3. se la
Fondazione è carente di controllo interno per mancanza del Collegio dei
revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati;
4. se la
Fondazione è sprovvista dell'importante figura del Segretario Generale, perché
lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente, privo dei compiti
di assistenza e supporto propri del Segretario Generale continua a deliberare
da solo;
5. se, ove
ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una indennità di
carica e, in caso affermativo, l'ammontare della stessa.
In data 29
febbraio 2012, con nota prot. 0073611 SIAR, lo scrivente Dipartimento ha
chiesto al Presidente della Fondazione Calabria Etica di fornire tutte le
informazioni utili per poter opportunamente relazionare sui quesiti oggetto di
interrogazione.
Le suddette
informazioni sono state trasmesse in data 1 marzo e acquisite agli atti in data
2 marzo 2012 con prot. n. 0077383 SIAR.
Di seguito,
sulla scorta degli atti d'ufficio, si relazione per come segue.
se l'attuale Presidente della Fondazione
abbia o meno presentato proposta di modifica dello Statuto.
Il
Presidente di Calabria Etica, con determina n. 1 del 17 gennaio 2011, ha
approvato le modifiche statutarie che, successivamente, sono state approvate
dalla Giunta regionale con deliberazione n. 80 del 18 marzo 2011.
L'art 11 della Legge regionale 20 agosto 2011, n. 22,
dispone "1. Nelle more
dell'approvazione di una normativa di riorganizzazione degli enti sub-regionali
secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza, l'assetto
organizzativo delle Fondazioni operanti partecipate dalla sola Regione Calabria
è modificato mediante concentrazione di tutti i poteri di amministrazione e
rappresentanza in capo ad un organo individuale, che sarà individuato dalla
Giunta regionale, su proposta del Presidente. 2. Con la nomina del nuovo organo individuale, i corrispondenti
organismi collegiali si estinguono ed i relativi componenti cessano di
diritto".
Considerato
che Calabria Etica rientra nel novero delle fondazioni operanti e partecipate
dalla sola Regione Calabria, in esecuzione delle predetta normativa, con
deliberazione n. 763 del 30 novembre 2010, la Giunta regionale:
- ha
nominato il dott. Pasqualino Ruperto quale Presidente della Fondazione;
- ha
specificato che con la nomina del nuovo organo individuale sono estinti i
corrispondenti
- organismi
collegiali di amministrazione e i relativi componenti cessano di diritto;
- ha
incaricato il Presidente della Fondazione di adeguare il corrispondente Statuto
alle modifiche legislativamente apportate.
L'art. 18
bis della Legge regionale n. 7/2001, istitutivo della Fondazione Calabria
Etica, non fa alcun esplicito riferimento alle modalità di determinazione del
compenso del Presidente della Fondazione.
L'art. 6 del nuovo Statuto della Fondazione, approvato
per come sopra evidenziato, con D.G.R. n. 80/2011, prevede che "il Presidente è l'organo di governo
della Fondazione, ha tutti i poteri di indirizzo e coordinamento dell'attività
della Fondazione" e che
"il Presidente per l'attività svolta può determinarsi una indennità di
carica, oltre al rimborso delle spese sostenute e documentate".
La
precedente formulazione dello Statuto prevedeva la gratuità della carica e un
gettone di presenza per i componenti del Consiglio di amministrazione.
rif. quesito n. 3:
se la Fondazione è carente di controllo interno per mancanza del
Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati.
Il mandato
dei componenti del Collegio dei Revisori dei Conti nominati con Decreto del
Presidente della Giunta regionale n. 200/2006 e n. 25/2010 è scaduto in data 26
giugno 2011.
rif. quesito n. 4:
se la Fondazione è sprovvista dell'importante figura del
Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e
che il Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del
Segretario Generale, continua a deliberare da solo.
L'art. 11
della Legge regionale n. 22/2010 concentra tutti i poteri di amministrazione e
rappresentanza in capo al Presidente (Organo individuale).
Il
Segretario generale non si configura, quindi, come una figura di garanzia ma di
semplice supporto amministrativo al Presidente della Fondazione, in capo al
quale spettano tutti i poteri e gravano le corrispondenti responsabilità.
Infatti, a norma dell'art. 7 dello Statuto della
Fondazione Calabria Etica, il Segretario generale "1. ... è nominato dal Presidente della
giunta regionale; 2. ... Collabora con il Presidente ed attua i suoi
provvedimenti; 3. Partecipa alle riunioni del Presidente della fondazione e ne
cura la redazione dei verbali, avvalendosi, ove lo ritenga, di personale della
fondazione, e li sottoscrive insieme al Presidente; 4. Svolge tutte le funzioni
operative necessarie per il corretto svolgimento dell'attività della
fondazione; 5. Indirizza e coordina l'attività degli uffici e servizi per il
migliore espletamento delle attività delle Fondazione; 6. Dirige il personale
ed i collaboratori che prestano attività per la Fondazione ed assegna, tenendo
conto delle direttive del Presidente e della consistenza dell'organico,
compiti, mansioni e responsabilità. Sovrintende a tutte le iniziative della
Fondazione in conformità alle direttive del Presidente della Fondazione,
provvedendo a dare ogni impulso alle attività in modo da consentire
un'efficiente realizzazione delle attività; 7. Può essere delegato dal
Presidente allo svolgimento di funzioni di sua competenza; 8. Cura che siano
redatti i bilanci preventivi e consuntivi e, rispettivamente nei mesi di
novembre e marzo, dovrà trasmettere al Collegio dei revisori, unitamente alla
relazione sull' attività della Fondazione; 9. Allo stesso il Presidente può
riconoscere un modico compenso sulla base dell'effettiva attività svolta; 10.
Il Segretario generale dura in carica cinque anni e può essere
riconfermato."
rif. quesito n. 5
se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una
indennità di carica e, in caso affermativo, l'ammontare della stessa.
Ai sensi
dell'art. 6 dello Statuto, con determinazione n. 6 del 14 aprile 2011, il
Presidente della Fondazione, ha fissato l'indennità annuale di carica in misura
pari al 60% del trattamento su base annua spettante al Consigliere regionale.
Lo stesso Presidente di Calabria Etica nella succitata
determinazione n. 6, stabilisce che "considerato che in data 9 novembre 2010 la Fondazione ha ricevuto
dalla Commissione Europea il riconoscimento di organismo in house della Regione
Calabria, che tale riconoscimento ha comportato un eccezionale incremento degli
impegni e dei compiti connessi all'efficace espletamento delle funzioni e delle
responsabilità gestionali e di indirizzo che gravano in capo al Presidente.
Pertanto si è ravvisata la necessità di introdurre l'indennità per il
Presidente come previsto dalla nuova formulazione dall'art 6 dello Statuto".
Dalla lettura della stessa deliberazione n. 6 emerge,
inoltre, che "la
parametrazione dell'indennità è stata effettuata sulla base di una ricerca
condotta rispetto ad organismi analoghi e comparabili e che essendo in sede di
prima determinazione il compenso del Presidente, non si applica il comma 2
dell'art 9, della Legge regionale n. 22/2010".
In
particolare, tale norma stabilisce che le somme riguardanti i compensi,
gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità comunque denominate,
corrisposti ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo,
consigli di amministrazione comunque denominati presenti nelle Fondazioni, nei
casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, sono automaticamente
ridotte del 20% rispetto agli importi risultanti alla data del 31dicembre 2009.
Va comunque
considerato che pur non essendo prevista alla data del 31.12.2009 una indennità
per il Presidente, l'attuale compenso è stato calcolato effettuando una ricerca
su altri organismi analoghi senza applicare la norma che prevede la riduzione
del 20% .
Distinti
saluti.”
(Dott.ssa
Alessandra Sarlo)
Giuseppe
Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)
“Il Consiglio regionale
premesso che
a seguito dell'incendio sviluppatosi nei giorni scorsi all'interno della sede dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria sono venute meno le condizioni minime di sicurezza, di stabilità e di salubrità di una buona parte della caserma;
considerato che
ad oggi il Ministero dell'Interno non ha ancora trovato un'immediata soluzione al problema, né tantomeno risulta abbia fornito delle risposte immediate alle già numerose sollecitazioni mosse dagli stessi occupanti della caserma;
pertanto, si rende improcrastinabile l'esigenza che tutte le istituzioni del comprensorio mettano in atto iniziative e proposte volte a rimarcare per un verso la necessità di tutelare l'incolumità dei Vigili del Fuoco ivi operanti e per l'altro l'opportunità che la sede operativa dei Vigili del Fuoco resti all'interno del circondario cittadino affinché costoro possano continuare a garantire l'immediato servizio di soccorso alla popolazione;
Tutto ciò premesso e considerato
il Ministero dell'Interno affinché trovi una soluzione celere e concreta per risolvere la questione afferente il precario stato in cui versa la Caserma dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria”.
Art. 1
1. Al comma 11 dell'articolo 45, dopo le parole "limitatamente alle sole stagioni estive 2010 e 2011" sono aggiunte le parole "e 2012”.