IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

 

33.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 12 MARZO 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,50

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni pervenute alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio interrogazioni

Salvatore PACENZA, Segretario Questore f.f.

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 15 del 18 giugno 2010 a firma del consigliere Giordano.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Grazie, Presidente, mi permetto di chiedere l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 12…

PRESIDENTE

Prego i colleghi di fare un attimo di silenzio. Abbiamo finito sia la lettura del verbale della seduta precedente che le comunicazioni. Adesso ho dato la parola all’onorevole Principe che deve chiedere un inserimento all’ordine del giorno. Vorrei sentire anche gli altri colleghi. Prego.

Sandro PRINCIPE

Presidente, chiedevo se si può inserire all’ordine del giorno la proposta di legge numero 12/9^ che prevede l’istituzione della “Fondazione per la valorizzazione del Santuario delle Cappelle Sacro Monte di Laino Borgo”.

Questa proposta di legge è stata licenziata alla unanimità dalla Commissione presieduta dall’onorevole Salerno.

Siccome l’Unesco sta dichiarando tutti i Sacri monti come beni da tutelare ai fini della legislazione relativa all’Unesco, questo è l’unico Sacro monte del Mezzogiorno d’Italia.

Chiederei, quindi, che venga inserito all’ordine del giorno anche perché la Commissione non ha previsto una spesa, una copertura finanziaria.

PRESIDENTE

Però se non si fa silenzio non si sente assolutamente nulla.

Sandro PRINCIPE

La stessa diocesi di Cassano può intanto partire e poi in sede di assestamento si potrebbe chiedere alla Giunta e poi al Consiglio di prevedere un modesto finanziamento per questa iniziativa che ha una importanza di carattere mondiale. Ripeto che è l’unico Sacro monte del Mezzogiorno d’Italia.

PRESIDENTE

L’onorevole Principe chiede l’inserimento di questo punto - che se ho capito bene è stato anche discusso in Conferenza dei capigruppo – all’ultimo punto dell’ordine del giorno della seduta odierna .

Se siamo d’accordo pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta dell’onorevole Principe.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Sì, Presidente, anche io per inserire all’ordine del giorno l’intitolazione dell’aeroporto di Lamezia Terme a San Francesco di Paola che è il Patrono della Calabria. Ovviamente poi evidenzierò le motivazioni nella presentazione dell’ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

L’onorevole Orsomarso, chiede l’inserimento di un ordine del giorno per l’intitolazione dell’aeroporto di Lamezia Terme a San Francesco di Paola in occasione del cinquantennale del riconoscimento a Patrono della nostra regione.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno avanzata dall’onorevole Orsomarso.

(Il Consiglio approva)

Non ci sono altre richieste di intervento, quindi possiamo partire col Question time. Sono le 13, pertanto la prima ora del Consiglio sarà dedicata a queste interrogazioni.

Interrogazione a risposta immediata numero 196 del 9.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “Sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale del 25 marzo 2010 n. 289 (progetto per la realizzazione del registro tumori di popolazione della regione Calabria)”

PRESIDENTE

Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 196 del 9.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “Sullo stato di attuazione della deliberazione della Giunta regionale del 25 marzo 2010 n. 289 (progetto per la realizzazione del registro tumori di popolazione della regione Calabria)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:

ormai da anni emerge un quadro inquietante sulla situazione sanitaria della nostra regione in ordine all'alto tasso di incidenza di tumori in diverse zone e in particolare sulla costa tirrenica con i centri ricadenti nell'ambito del bacino fluviale del fiume Oliva, Gioia Tauro per la presenza dell'inceneritore, Vibo Valentia per il cementificio, Crotone per la fabbrica dismessa della Pertusola e su ampie aree della Locride;

con riferimento a tali problematiche, in ambito nazionale si è ritenuto necessario prevedere l'istituzione dei Registri Tumori che permettano la raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un determinato territorio, l’individuazione del tasso di incidenza delle neoplasie in una area geografica e ciò al fine di una efficace pianificazione degli interventi preventivi;

la prima funzione dei registri tumori consiste nel descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni temporali attraverso misure di incidenza e mortalità, fornendo un indicatore fondamentale della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del suo evolversi nel tempo;

sulla base di tali premesse la Giunta regionale, con delibera n. 289 del 25 marzo 2010, approvava il progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria che si propone di definire gli obiettivi e gli strumenti da porre in essere per l'estensione a tutto il territorio regionale dell'attività del Registro Tumori calabrese;

la succitata deliberazione stabiliva, altresì, per la concretizzazione del progetto, l'approvazione di una convenzione con il Registro Tumori di Modena, di prevedere, con successivi atti, la creazione numero tre Registri Tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, di istituire un coordinamento regionale -:

quali sia lo stato di attuazione del Progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria e quali atti propedeutici, richiamati nella deliberazione n. 289/2010, sono stati avviati;

quali iniziative, in caso di omesso o parziale avvio delle procedure, intenda intraprendere con urgenza per porre in essere i dovuti provvedimenti che rendano operativi i Registri Tumori individuati nella deliberazione approvata”.

Prego, onorevole Giordano. Ha facoltà di parlare.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, la prego però di richiamare l’Aula…

(Interruzione)

Allora, come ormai da anni era stato auspicato, la Regione con una delibera del 25 marzo 2010 – quindi da esattamente due anni – ha istituito il Registro tumori.

In Calabria l’incidenza di neoplasie ha ormai superato ogni livello di guardia.

Ci sono intere aree dove l’incidenza ha avuto delle impennate nell’ultimo anno soprattutto e mi riferisco, in particolare, all’ambito fluviale del bacino dell’Oliva. In questi giorni, colleghi, avrete sentito le iniziative poste in essere dalla cittadinanza e dalle rappresentanze delle comunità locali. Ma lo stesso livello di guardia lo hanno superato le zone della piana di Gioia Tauro per le emergenze che derivano dalla presenza dell’inceneritore o la stessa Vibo Valentia con l’emergenza ambientale del cementificio, così come Crotone con le aree dismesse della Pertusola.

E soprattutto un’area dove l’incidenza neoplastica – sebbene non ci siano delle vere e proprie emergenze in loco – e mi riferisco all’area della bassa locride, dello Ionio reggino, dove ci sono dei comuni che sono stati decimati dai decessi per cause tumorali, neoplastiche.

Come dicevo, il 25 marzo 2010 la Giunta regionale adottò una delibera con la quale si avviò un percorso per la creazione di un Registro tumori. Questo avrebbe dovuto essere il primo step per creare sul territorio regionale un percorso che velocemente dia delle risposte. Doveva, tra l’altro, prevedere la convenzione col registro tumori di Modena per importare un know-how già ampiamente collaudato e quindi la creazione nella regione Calabria di tre centri, di tre registri che erano quello di Cosenza-Crotone, di Catanzaro-Vibo Valentia e di Reggio Calabria.

Quindi vogliamo sapere a che punto è questo iter data l’emergenza e la drammaticità della situazione, quali sono gli atti che sono stati adottati e se ci sono omissioni, quali atti sono stati intrapresi o quali atti il Governo regionale intende intraprendere per sbloccare ed avviare l’istituzione di questo importante e fondamentale organismo per la tutela della salute pubblica della intera regione.

PRESIDENTE

La parola per la risposta alla Vicepresidente, dottoressa Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, intanto l’istituzione del registro tumori è prioritaria anche per questa Giunta regionale, però bisogna dar atto che, in effetti, non si è dato seguito alla delibera del 25 marzo 2010, delibera della Giunta precedente. Proprio perché da un lato ci si avviava verso il rinnovo dell’Assemblea regionale e poi perché bisogna tener conto che questa delibera prevedeva una convenzione, come diceva l’onorevole Giordano, con l’azienda sanitaria di Modena e ricordo – l’ex direttore del dipartimento della salute proveniva proprio da quell’azienda sanitaria.

Ci si immagina che questa convenzione fosse, comunque, a titolo oneroso. Comunque si è verificato che non c’era impegno finanziario e quindi copertura degli eventuali posti.

Sappiamo bene che la Calabria è stata commissariata ad agosto 2010 e all’interno del piano di rientro non era previsto l’adempimento di questo obbligo.

Cosa si intende fare nell’immediato? Su questo bisogna rispondere. Intanto diciamo che l’argomento del registro dei tumori deve essere trattato con estrema cautela e con grande competenza professionale.

Un messaggio non corretto su possibili eccessi di decesso o malattie specifiche o possibili fonti inquinanti se non supportato da metodiche epidemiologiche robuste ed inattaccabili può generare nella opinione pubblica gravi ripercussioni e di questo ne siamo convinti tutti.

Non a caso a livello nazionale esiste l’Airtum, cioè l’associazione italiana registro tumori, che verifica i registri locali aziendali o regionali che siano e verifica soprattutto la metodica rigorosamente scientifica adeguatamente adottata da questi registri.

Troppi sono stati in passato i ciarlatani che basandosi su proprie impressioni hanno creato inutili preoccupazioni per la popolazione.

In Calabria in questo momento l’unico registro tumori esistente e soprattutto certificato dall’Airtum è il registro tumori dell’Asp di Catanzaro. Quindi bisognerebbe partire proprio da questo per estenderlo a tutta la regione.

Per alimentare un registro tumori – abbiamo verificato all’interno del dipartimento – sono tre gli elementi necessari. Intanto un data base relativo all’anagrafe degli assistiti che ci risulta aggiornato e quotidianamente verificato. Poi sicuramente un data base relativamente alle Sdo, cioè alle schede di dimissioni ospedaliere e anche queste sono verificate e aggiornate attraverso un sistema collaudato e aggiornato che è ormai in uso dal 1996. Infine il Rencam che sarebbe il Registro nominale della causa di morte.

Sicuramente questo flusso regionale risulta più problematico perché ancora non è sistematicamente implementato in tutte le aziende né sono state rilasciate a livello regionale delle specifiche tecniche per il flusso medesimo.

Cosa si sta facendo? Intanto è di quasi un mesetto fa l’approvazione di un progetto importante con il Ministero della salute attraverso Agenas – un progetto che si chiama Pot salute – per l’implementazione di questi flussi.

Questo progetto finanziato con fondi ministeriali ha recentemente messo a disposizione della Regione Calabria sulla linea verticale del Siris – il sistema regionale informativo sanitario – i massimi esperti nazionali tra cui voglio ricordare il professor Carlo Perucci ex direttore dell’osservatorio epidemiologico della Regione Lazio e il professore Cesare Cislaghi insigne esperto di fama mondiale. Proprio al fine di realizzare il Rencam e conseguentemente il registro tumori calabresi per poi estenderlo a tutto il territorio regionale.

Conforta che queste grosse professionalità lavoreranno per la Regione Calabria senza oneri a carico del bilancio regionale e potranno supportare il dipartimento verso la realizzazione, realmente, di un registro tumori che sia qualitativamente e soprattutto scientificamente di altissimo livello.

PRESIDENTE

Grazie, Vicepresidente Stasi. Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Molto brevemente, Presidente, prendo atto della parte finale della risposta che però non ha chiarito i tempi. Ci sarebbe questo progetto con Agenas.

Io ricordo l’interrogazione del 9 gennaio, questo progetto è di qualche giorno fa. Ne prendo comunque atto e mi auguro che sia la volta buona a far partire questo Registro tumori.

Voglio, però, soffermarmi su una questione che è di merito e che è degna di una riflessione da parte di tutti quanti noi.

Lei ha detto per l’implementazione del Registro tumori che la base di partenza sono tre data base che dovrebbero essere patrimonio quotidiano di chi deve tutelare la sanità dei cittadini calabresi: quello sulle dimissioni ospedaliere, quello dei medici di base e quello sulle cause di morte.

Mi chiedo allora perché si attendono due anni per implementare delle cose che dovrebbero operare in una condizione di normalità e del dovere di chi per un verso o per l’altro deve essere giornalmente impegnato a difendere e a tutelare la salute dei cittadini.

Prendo atto – anche se non mi dichiaro soddisfatto – che non è chiara la tempistica. Su questo se vuole mi può anche dire qualche altra cosa, anche se il Regolamento non lo prevede. Vorrei che però ci fosse data con chiarezza una tempistica certa perché la Calabria non può più attendere su questa cosa.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

La tempistica dipende, ovviamente, dalla risposta delle aziende ospedaliere. Intanto si è partiti, si inizia a lavorare perché, ripeto, i primi due data base sono già accertati e conformemente verificati.

L’ultimo, quello del Rencam, è importante e speciale ma comunque in qualche anno al massimo sarà completato e darà vita non solo al Registro Tumori ma a quello che in qualche modo questo registro di causa di morte che è la prima volta che sarà istituito nella regione Calabria.

Interrogazione a risposta immediata numero 197 del 11.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine alla cogenza delle norme che disciplinano l'attività di sindacato ispettivo dei Consiglieri regionali”

PRESIDENTE

Si passa, ora, alla interrogazione a risposta immediata numero 197 del 11.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine alla cogenza delle norme che disciplinano l'attività di sindacato ispettivo dei Consiglieri regionali” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

tra le prerogative dei consiglieri regionali rientrano i cosiddetti atti di sindacato ispettivo, ovverosia quegli atti mediante i quali il Consiglio regionale esercita la propria funzione di controllo sull'attività della Giunta regionale;

sono strumenti di sindacato ispettivo le interrogazioni e le interpellanze a risposta scritta, disciplinate rispettivamente dagli artt. 120 e 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005);

l'art. 121 in particolare recita testualmente:

“1. Ciascun consigliere può interrogare la Giunta su fatti o questioni che ne investano la competenza. L'interrogazione è posta per iscritto ed è presentata al Presidente del Consiglio, che la trasmette alla Giunta.

2. La Giunta ha l'obbligo di dare la risposta all'interrogante non oltre venti giorni dalla ricezione dell'interrogazione stessa, comunicandola in copia al Presidente del Consiglio, il quale ne dà notizia nella prima seduta successiva del Consiglio.

3. L'interrogazione e la risposta sono inserite nel resoconto della seduta nella quale sono annunciate.

4. Se la Giunta non fa pervenire la risposta nel termine di cui al secondo comma, il Presidente pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della seduta successiva alla scadenza del termine per il suo svolgimento orale, avvertendone il Presidente della Giunta.

5. Il Presidente della Giunta o un altro membro della Giunta dallo stesso delegato è tenuto a partecipare alle sedute del Consiglio nelle quali si svolgono le interrogazioni alle quali la Giunta non ha dato la richiesta risposta scritta entro i termini previsti. In sede di discussione, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.”;

il succitato articolo, oltre a prevedere la facoltà del consigliere di interrogare la Giunta, prevede l'obbligatorietà della risposta da parte di quest'ultima entro e non oltre venti giorni dal ricevimento;

lo stesso articolo prevede altresì che trascorso invano il termine dei venti giorni, il Presidente del Consiglio è tenuto a porre l'interrogazione all'ordine del giorno nella prima seduta utile;

le norme contenute in detto articolo sono generalmente disattese sia dai membri della Giunta regionale, sia, per quanto di sua competenza, dal Presidente del Consiglio;

è ormai abitudine consolidata degli assessori e del Presidente della Giunta regionale di non rispondere alle interrogazioni nei tempi previsti dal Regolamento ovvero di non rispondere affatto alle stesse;

è abitudine altrettanto consolidata quella del Presidente del Consiglio regionale di non consentire lo svolgimento in Aula delle interrogazioni a risposta scritta inevase dai membri della Giunta, ai sensi del comma 4 del succitato articolo del Regolamento;

tale situazione pone oggettivamente un problema di legalità nel Consiglio regionale della Calabria, venendo ad essere sistematicamente ignorato il carattere di cogenza delle disposizioni che ne regolano il funzionamento;

l'inosservanza di tali importanti disposizioni ha come effetto una limitazione delle prerogative dei consiglieri regionali in tema di controllo sull'operato della Giunta e degli Uffici amministrativi della Regione;

nondimeno è da considerarsi la caduta di credibilità dell'Istituzione agli occhi della società calabrese, che spesso, nelle sue varie espressioni sia economiche che culturali, è la vera ispiratrice di tanti atti di sindacato ispettivo nei confronti del governo regionale;

la situazione appena descritta è vieppiù aggravata dal fatto che decine di mozioni ed ordini del giorno, riguardanti temi e questioni di altissima rilevanza, dall'ambiente all'energia, giacciono inevasi presso la Segreteria del Consiglio regionale, in aperta violazione della disposizione contenuta nell'art. 119 del Regolamento interno del Consiglio che impone al Presidente di "dare comunicazione al Consiglio delle mozioni ricevute entro la seduta successiva alla presentazione e di "iscriverle all'ordine del giorno della seduta successiva a quella del loro annuncio" -:

se non sia il caso di sanare definitivamente il vulnus venutosi a creare nel rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio regionale, richiamando a tal scopo tutti i membri della Giunta alle proprie responsabilità;

quali misure si intendono adottare per indurre l'intero Esecutivo all'osservanza delle norme sopra richiamate”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, questa interrogazione è rivolta essenzialmente a lei perché è una interrogazione molto delicata che riguarda le prerogative dei consiglieri regionali che, a mio avviso, vengono messe seriamente in discussione da un comportamento omissivo da parte del Presidente della Giunta – non sempre devo dire – e degli assessori e dallo stesso Presidente del Consiglio regionale, che dovrebbe ascoltare almeno in questa sede.

Presidente, come lei sa, ciascun consigliere può interrogare il Presidente della Giunta e gli assessori e questi sono tenuti – non oltre 20 giorni – a dare una risposta alla interrogazione medesima.

Il Presidente della Giunta o un suo delegato dovrebbero rispondere per iscritto. Qualora non lo facessero, sono tenuti a farlo nella seduta del Consiglio regionale.

Lei sa, però, che ormai è una abitudine consolidata da parte della Giunta e del Consiglio non rispondere alle interrogazioni o non rispondere nei tempi previsti, mettendo seriamente in discussione una delle poche prerogative dei consiglieri regionali.

Sono decine le interrogazioni sui più svariati argomenti che attengono risposta da un anno o da un anno e mezzo, dall’inizio della consiliatura.

Ad esempio le interrogazioni sul “Piano spiaggia” vengono affrontate a distanza di un anno o nella stagione balneare successiva, ma non hanno alcuna risposta.

Ci sono inoltre, egregio Presidente, decine e decine di mozioni sulle materie più disparate, dal porto di Gioia Tauro alle centrali. Questioni di rilevante interesse politico-istituzionale che riguardano la nostra regione e che giacciono nei cassetti della Segreteria del Consiglio regionale.

Siamo di fronte ad una vera e propria omissione, ad una violazione palese del Regolamento consiliare e dello Statuto.

Lei deve dare una risposta a questo vulnus che mina la funzionalità dello stesso Consiglio. Assistiamo in queste settimane ad una polemica fondata in alcuni casi contro la casta, contro la politica e contro le istituzioni.

Ebbene, questo comportamento da parte nostra alimenta e rafforza il pregiudizio nei confronti del Consiglio regionale.

L’unico modo per rispondere in maniera positiva e sana alle perplessità e alle critiche anche violente che provengono dall’opinione pubblica calabrese è che noi tutti facciamo il nostro dovere. Ovvero portare in Aula le istanze dei calabresi attraverso l’istituto della interrogazione quando ci è consentito, come in questo caso. E’ l’unico modo possibile, credo, per dare una risposta.

Così lo stesso problema, egregio Presidente, che riguarda le proposte di legge. Siamo in tema di festeggiamenti della giornata della donna. C’è una proposta di legge depositata l’8 marzo 2011 e a distanza di un anno la competente Commissione consiliare non ha neanche calendarizzato la stessa proposta.

Può un Consiglio regionale siffatto esser fiero del proprio ruolo? A mio avviso, signor Presidente, ci sono molte risposte da rivedere in maniera sostanziale. Intanto a dare la dignità del proprio ruolo ad ogni consigliere regionale sia esso di maggioranza o di minoranza.

Stando ai numeri che io ho offerto e che lei può verificare questa dignità, questo diritto principale che viene riconosciuto viene costantemente negato. Grazie.

PRESIDENTE

Su questo argomento delle risposte alle interrogazioni devo dire che questa Presidenza non ha niente per cui essere in difetto. Lei sa meglio di me per esser stato consigliere regionale anche nelle precedenti legislature che per la prima volta in Consiglio regionale si è istituzionalizzata l’interrogazione a risposta immediata. Il question time che abbiamo voluto inaugurare in quest’Aula, che dà la possibilità ai consiglieri immediatamente, in diretta, di avere delle notizie su quello che è l’orientamento da parte della Giunta e di tutti gli assessori.

Lo abbiamo fatto in maniera convinta. Penso che stia dando dei risultati positivi visto il numero delle interrogazioni che siamo riusciti ad espletare in questo anno e mezzo di legislatura. Siamo intorno alle 80 interrogazioni che abbiamo portato a termine.

Devo dire che queste risposte, lei interroga i componenti della Giunta, vengono registrate e vengono inserite sul sito del Consiglio regionale in modo tale che ogni cittadino su qualsiasi argomento può essere documentato ed informato rispetto a quel che facciamo per la prima volta nella storia di questa regione.

Per quanto riguarda invece l’altro argomento che sono le risposte scritte, devo dire sono diventate pochissime perché rispetto al passato adesso per effetto del question time sono pochi i consiglieri che chiedono una risposta scritta.

Però su questo argomento il Presidente del Consiglio regionale immediatamente informa la Giunta e per prassi consolidata del Consiglio regionale non si pongono all’ordine del giorno per come è nel Regolamento ma si aspetta qualche mese in più la risposta da parte della Giunta.

Questa è occasione anche per sollecitare la Giunta regionale e tutti gli assessori presenti, quindi i direttori generali e tutta l’organizzazione della Giunta a dare delle risposte immediate. In questo senso penso che potremmo fare un appello insieme rispetto a questo argomento.

Per quanto attiene poi le mozioni che sono anch’esse iscritte all’ordine del giorno – anche se non sono elencate singolarmente ma c’è all’ordine del giorno –, qualsiasi consigliere può o per le mozioni presentate o per le mozioni e gli ordini del giorno che ritiene di voler ricordare all’Aula durante i lavori della stessa, procedere a ricordarle e vengono puntualmente trattate e approvate.

Ci sono tantissimi ordini del giorno e tantissime mozioni che vengono approvati anche senza essere all’ordine del giorno perché delle volte degli argomenti non possono essere attuali.

E’ quindi libertà del consigliere che vede all’ordine del giorno inserite tutte le mozioni presenti, poterle proporle o richiederle perché magari col tempo che passa una mozione può essere più o meno attuale.

L’ultima questione che lei ha posto riguarda le proposte di legge in Commissione, ma attiene alle Commissioni, ai Presidenti delle Commissioni il procedere a fare l’ordine del giorno e quindi anche alla Conferenza dei capigruppo che può essere anche un organismo superiore dove si possono trattare anche argomenti per fare un calendario, per avere rapidità viste le tantissime proposte di legge che giacciono in Commissione.

Questo non può che essere un plauso a tutto il Consiglio regionale per l’attività legislativa molto elevata che viene svolta da parte di tutti i consiglieri.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Mi dichiaro insoddisfatto dalla sua risposta perché delle due l’una. O io sono un visionario oppure lei non ha l’esatta percezione del numero delle interrogazioni per iscritto formulate al Presidente della Giunta e alla Giunta che non hanno ricevuto fino ad oggi alcuna risposta.

Non conosce, evidentemente, il numero delle mozioni che sono state presentate alla Presidenza del Consiglio e che non sono state fino ad oggi discusse. Non conosce - perché i dati non gli sono stati forniti con correttezza – il numero delle proposte di legge che giacciono nelle Commissioni.

Ora lei è il Presidente del Consiglio e può benissimo avviare una azione di controllo e di ispezione presso le competenti Commissioni e verificare lo stato dell’arte delle varie proposte di legge, la quantità e la qualità del lavoro svolto.

E’ interesse di tutti, maggioranza e minoranza, procedere nell’attività legislativa in maniera celere e soddisfacente rispetto ai bisogni della regione Calabria.

Presidente, le diamo atto di aver introdotto anche su nostra pressante sollecitazione il question time che però è rimasto monco. Avevamo chiesto anche le riprese televisive di questa parte del Consiglio per far entrare i lavori del Consiglio in tutte le case dei calabresi anche con lo spirito di dare una idea e una immagine diversa del Consiglio, di quella che viene percepita oggi in Calabria e che non è sempre corrispondente al vero.

Però queste regole del gioco che lei ha introdotto purtroppo non vengono in qualche modo applicate perché manca il gioco. Allora un modo per superare questa crisi del Consiglio, per quanto riguarda questo aspetto è forse quello di convocare il Consiglio con maggiore frequenza, di chiedere alle Commissioni di portare in discussione le proposte di legge e di fare in modo che ad ogni seduta vengano calendarizzate anche le mozioni e non attendere che il consigliere di turno le richiami e le solleciti attraverso vie informali che non devono trovar posto e ospitalità in questo Consiglio regionale.

Bisogna calendarizzarle e dare ad ogni cosa il giusto riconoscimento formale.

Per queste ragioni mi dichiaro insoddisfatto ma in ogni caso colgo la sua disponibilità a superare questi problemi come una attenzione positiva di venire incontro alle esigenze dell’intero Consiglio regionale.

Interrogazione a risposta immediata numero 198 del 12.01.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sulla assegnazione dei budget per i contratti prestazioni ospedaliere private”

PRESIDENTE

Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 198 del 12.01.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sulla assegnazione dei budget per i contratti prestazioni ospedaliere private” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:

annualmente vengono individuati gli indicatori/parametri attraverso i quali formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientrati nel comparto dell’ospedalità privata;

per l’annualità 2010, nella ripartizione dei fondi assegnati si sono verificate delle sperequazioni in alcune Asp della regione, atteso che rispetto al budget assegnato inizialmente, nella parte finale dell’anno si è provveduto a certificare delle produzioni di diverse strutture che hanno sforato lo stanziamento previsto con conseguente rideterminazione delle risorse finanziarie;

addirittura, per la determinazione dell’annualità successiva del 2011 al di là degli abbattimenti delle risorse in via generale, è stata considerata quale base di partenza per la determinazione dei budget la produzione annuale del 2010 così come certificata;

ciò ha creato una situazione paradossale a discapito degli enti che hanno rispettato i budget assegnati e che si sono visti penalizzati, laddove, al contrario sono state riconosciute premialità a favore delle strutture che hanno sforato il plafond assegnato come, ad esempio, l’Istituto Giomi di Reggio Calabria che avrebbe ricevuto un surplus economico nel solo anno 2010 di euro 1.673.323,00 -:

se, effettivamente, nell’annualità 2010 sono stati legittimati gli sforamenti di budget e saldate le relative spettanze a favore di diverse strutture private ospedaliere operanti sul territorio regionale quali criteri sono stati usati per il loro riconoscimento e se tali produzioni sono stati usati per il loro riconoscimento e se tali produzioni sono state utilizzate quali parametro per il calcolo dei fondi da assegnare nell’annualità successiva 2011;

se, al contrario, le strutture ospedaliere private che hanno rispettato i parametri iniziali assegnati non hanno goduto di alcun incremento;

se anche per l’annualità 2012, nella determinazione dei nuovi parametri e quindi dei fondi da assegnare, saranno tenuti in considerazione gli sforamenti di budget verificatisi nelle annualità precedenti e, in ogni caso, quali saranno i criteri da utilizzare nel riparto dei fondi;

in caso affermativo quali iniziative si intendono intraprendere per la individuazione di parametri oggettivi che possono rideterminare in modo equo i budget da assegnare alle strutture ospedaliere private per l’annualità 2012, tenendo conto di eventuali compensazioni a favore di quegli enti che in modo corretto hanno rispettato negli anni il plafond assegnato senza operare alcun sforamento ed evitare così sperequazioni fra i diversi enti, ripristinando una corretta gestione economico-finanziaria delle risorse;

quali iniziative, infine, si intendono intraprendere per rendere effettivo il principio tante volte effettivo il principio tante volte affermato e mai attuato secondo il quale la sanità privata dovrebbe operare in un’ottica di integrazione e non di sostituzione della sanità pubblica al fine di evitare un utilizzo inappropriato delle risorse finanziarie a discapito delle strutture ospedaliere pubbliche che rischiano di essere soppresse o depotenziate”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, grazie, annualmente vengono individuati gli indicatori ed i parametri attraverso i quali si devono formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientranti nel comparto ospedaliero privato di questa regione.

Per l’annualità 2010 nella ripartizione dei fondi assegnati si sono verificate delle sperequazioni in alcune Asp della regione atteso che rispetto al budget assegnato, inizialmente nella parte finale dell’anno si è provveduto a certificare delle produzioni di diverse strutture che hanno sforato lo stanziamento previsto con produzioni rideterminate rispetto alle risorse finanziarie assegnate.

Addirittura, sembrerebbe che per l’anno 2011 questa certificazione sugli sforamenti – nonostante l’abbattimento delle risorse generali che c’è stato sulla sanità - abbia costituito un vincolo per la riassegnazione del budget 2011.

Questa è una situazione che se si è verificata – e noi stamattina vogliamo una risposta chiara – ha del paradossale perché significa che si è certificato e si sono assegnate risorse per chi ha violato il budget pre-assegnato e chi invece ha osservato il budget pre-assegnato ha ricevuto un trattamento penalizzante.

Addirittura – è il caso dell’Asp di Reggio Calabria – c’è una struttura che ha ricevuto un surplus economico di oltre 1 milione e mezzo di euro.

Noi vogliamo sapere con chiarezza se nel 2010 il governo regionale, il commissario ad acta ha autorizzato ed ha legittimato gli sforamenti di queste strutture, se sono state saldate queste spettanze e se per il 2011 è accaduto che sono stati riassegnati i budget rispetto allo sforamento, quindi in violazione di un parametro di equità e se per il 2012 nella determinazione dei parametri si è adottato questo criterio fortemente discriminatorio e penalizzante per le strutture che invece hanno osservato i budget assegnati.

Inoltre quali iniziative – questo è delicato – si intendono intraprendere per rendere effettivo quel principio che tante volte è stato affermato soprattutto in quest’Aula, per il quale la sanità privata dovrebbe operare in un’ottica di integrazione e non mai di sostituzione della sanità pubblica per evitare quello che si sta verificando. Cioè l’utilizzo inappropriato delle risorse a discapito di strutture ospedaliere pubbliche che vengono depotenziate e che rischiano di andare al collasso.

Questo è quello che noi vogliamo sapere stamattina.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, intanto abbiamo interrogato la struttura commissariale perché è la struttura che è demandata a tutto quello che compete il piano di rientro. Ma anche oggi adesso l’assegnazione dei budget per le strutture pubbliche e private.

La struttura commissariale ci fa sapere che nel 2010 e nel 2011 non ha legittimato alcun sforamento di budget per l’ospedalità privata.

PRESIDENTE

Però se non facciamo silenzio non si sente. Non solo non sentiamo noi ma non sente nemmeno l’interrogante che non ha la possibilità di replicare. Altrimenti sospendo i lavori, non andiamo più avanti. Chi deve parlare lo fa fuori, onorevole Principe.

Prego, Vicepresidente.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

La struttura commissariale non ha autorizzato alcun sforamento di budget per l’ospedalità privata e ovviamente neanche per quella pubblica.

Effettivamente nel 2010 la stessa struttura commissariale ha constatato un incremento complessivo di produzione nell’Asp di Reggio Calabria ed in altre Asp e quindi in funzione di alcune disponibilità verificatesi, sono state distribuite alle diverse Asp.

Poi l’Asp di Reggio Calabria in funzione del fatto anche che c’erano state strutture private che non avevano raggiunto gli stessi budget che gli erano stati assegnati ha provveduto autonomamente ed ha effettuato un riequilibrio interno.

Per quanto riguarda invece i criteri 2011 il percorso è un po’ più complesso nel senso che si è lavorato a più requisiti ci fa sapere la struttura commissariale.

Quindi i piani di acquisto delle rispettive Asp hanno rappresentato la prima base. Quindi cosa effettivamente ogni Asp aveva bisogno di avere dalle strutture private? Ovviamente la produzione dell’anno 2010 ha rappresentato un requisito ed un elemento che è stato valutato.

Sono stati valutati anche i Drg che sono stati trasferiti in altro setting. Che vuol dire? In pratica la conferenza Stato-Regioni aveva definito 43 Drg inappropriati e di conseguenza la Calabria e tutte le altre Regioni d’Italia hanno dovuto trasferire…

(Interruzione)

Vi chiedo scusa ma è veramente difficile parlare e far ascoltare.

(Interruzione)

Quindi la Regione Calabria così come tutte le altre Regioni d’Italia hanno trasferito questi 43 Drg definiti inappropriati da regime ospedaliero in altro setting , cioè il setting ambulatoriale.

Di conseguenza anche in queste strutture private che prima svolgevano questi Drg sono stati considerati ovviamente, questi, trasferimenti di prestazioni particolari.

Ovviamente hanno inciso anche i Drg medici che prima venivano realizzati all’interno di queste strutture in reparti chirurgici perché ovviamente molti Drg medici in reparti chirurgici sono definiti inappropriati. Ovviamente poi sempre il concetto di post acuzie nel nuovo ordinamento e soprattutto nell’ottica del Piano di rientro, le tariffe che sono state accordate con le associazioni di categoria, alcune diminuite e altre incrementati, la chiusura dei punti nascita. Molte cliniche hanno visto chiuso il proprio punto nascita e di conseguenza molti budget ne hanno determinato le variazioni.

Ed infine le proposte delle singole aziende delle Asp che sono state comunque considerate. Tutto questo ha rappresentato lo schema che ha determinato la contrattazione 2011. Relativamente al 2012, in effetti l’impianto non cambia ed in più si terrà conto in modo particolare della appropriatezza delle prestazioni.

Si sta ancora lavorando, ci fanno sapere gli uffici del commissario a definire ulteriormente, a sottolineare quello che sarà e quello che è stato in passato e soprattutto quello che dovrà avere in futuro nel 2012, ogni struttura con una erogazione e numero di prestazioni assolutamente all’appropriatezza e a quello che necessitano effettivamente rispetto alle esigenze delle singole Asp.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, mi devo, purtroppo, dichiarare totalmente insoddisfatto da questa risposta che non fa che confermare quello che abbiamo denunciato ,chiedendo un chiarimento rispetto ad una situazione che appare paradossale.

In buona sostanza, cioè, la struttura commissariale che non aveva utilizzato nel 2010 quei parametri si è trovata a sanare, quindi a confermare ed ha premiare le strutture che hanno – in barba ad ogni regola e ad ogni principio di equità – sforato sulla produzione.

Questo la Vicepresidente, dottoressa Stasi, ha confermato che si è riverberato per il 2011 sebbene vengono indicati dei correttivi sui Drg che certamente non sono sufficienti, si dovrebbe costituire una condizione di normale azione correttiva rispetto alla massa enorme di inappropriatezza che ha anch’essa generato il fallimento ed il tracollo della sanità calabrese.

Tra l’altro vengono indicate le stesse tariffe sulle associazioni di categoria: è un punto oscuro e non chiaro.

Credo che siamo veramente indietro e questo non fa altro che confermare il nostro timore, la nostra preoccupazione che la sanità privata in Calabria venga utilizzata non per sostenere un processo di garanzia di diritto universale alla salute, ma per sostituire e quindi indebolire un tessuto che dovrebbe essere rafforzato e razionalizzato, quello della ospedalità pubblica, che con la scimitarra in mano del piano di rientro viene di volta in volta progressivamente depauperato e depotenziato. Con questo andazzo si andrà ad un tracollo irreversibile.

Per questo tutta la nostra preoccupazione e insoddisfazione perché non sono certamente questi i principi con i quali attuare una correzione ed un rispetto con criteri di equità della sanità e di complementarietà tra sanità pubblica e sanità privata.

Interrogazione a risposta immediata numero 199 del 16.01.2012 a firma del consigliere Guccione “Sull'iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio e Crotone”

PRESIDENTE

Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 199 del 16.01.2012 a firma del consigliere Guccione “Sull'iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio e Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 13 giugno 2008 è stata approvata la legge regionale n. 15 pubblicata sul Burc n. 12 del 16 giugno 2008, Supplemento straordinario n. 1 del 21 giugno del 2008, art. 51 “Investimenti nel settore della sanità” che ai commi 7, 8 e 9 (nella modifica introdotta dall’art. 36, comma 1, della legge regionale 26.2.2010, n. 8) recita testualmente: “La Giunta regionale è autorizzata a finanziare la progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Azienda ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quello esistente utilizzando le risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 si autorizza anche l’eventuale valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Azienda al fine di reperire risorse aggiuntive con il coinvolgimento dei soggetti privati (Progetto di finanza). Al fine di garantire la copertura finanziaria della quota a carico del bilancio regionale del piano di cui al precedente comma 7, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo III della legge regionale 8 febbraio 2002, n. 8. Il mutuo o prestito obbligazionario di cui al comma 8, quantificato nella misura massima di euro 40 milioni, sarà contratto per la durata massima di anni 20, anche in più soluzioni a mezzo di atti di erogazioni e quietanze;

l’articolo 36, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 recita testualmente che: la Giunta regionale è impegnata a verificare la fattibilità tecnica-economica e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di Reggio Calabria che sostituisca l’attuale presidio Bianchi-Melacrino e nella città di Crotone che sostituisca l’attuale ospedale San Giovanni di Dio;

a tal fine le aziende ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi dall’approvazione della presente legge utilizzando le risorse disponibili sia comunitarie sia statali ex art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 sia quelle rinvenienti dalla valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare del vecchio presidio e delle relative aree di pertinenza;

la Giunta regionale con delibera n. 206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e ha dato mandato al dipartimento n. 8 (urbanistica e territorio) e al dipartimento n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) di predisporre quando necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali -:

a che punto sia l’iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e di conoscere quali atti siano stati finora compiuti dai dipartimenti n. 8 (Urbanistica e territorio) e n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) per l’avvio delle procedure degli studi di fattibilità dei tre nuovi presidi ospedalieri calabresi”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Grazie. signor Presidente, in data 13 giugno 2008 il Consiglio regionale ha approvato la legge numero 15 che reca come titolo “Investimenti nel settore della sanità”. Ai commi 7, 8 e 9 recita testualmente “la Giunta regionale è autorizzata a finanziare la progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’azienda ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quella esistente utilizzando le risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’articolo 20 della legge 11 marzo 1988 numero 67. “Si autorizza l’eventuale valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’azienda al fine di reperire le risorse aggiuntive con il coinvolgimento dei settori privati”.

In data 8 febbraio 2002 con la legge numero 8, è stata autorizzata a ricorrere all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo 3 della suddetta legge.

Il 26 febbraio 2010 con la legge numero 8 la Giunta regionale si è impegnata a verificare la fattibilità tecnica, economica e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di Reggio Calabria in sostituzione dell’attuale e di Crotone in sostituzione dell’ospedale San Giovanni di Dio.

A tal fine le aziende ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi dalla presentazione di quella legge.

Ad oggi, dopo tutto questo iter, l’attuale Giunta regionale con delibera numero 206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone. Ha dato mandato al dipartimento numero 8 urbanistica e territorio e al dipartimento numero 9 infrastrutture e lavori pubblici di predisporre quanto necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali.

Ritengo prioritario, partendo da alcuni dati oggettivi, riferirmi alla situazione dell’ospedale di Cosenza che nella sua parte centrale è stato inaugurato nel 1939 e poi sono stati completati alcuni blocchi negli anni ’60 e negli anni ’80, i collegamenti avvengono attraverso cunicoli, sottopassi e corridoi. L’Azienda ospedaliera di Cosenza spende 150 mila euro all’anno per il trasporto nei vari presidi ospedalieri ad ambulanze ed associazioni Onlus per il trasporto dei pazienti per il movimento nei vari ospedali.

Ritengo sia necessario capire a che punto è l’iter burocratico ed in questo senso mi aspetto di capire a che punto è la pratica amministrativa per gli studi di fattibilità.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Onorevole Guccione, è intenzione di questa Giunta non solo portare avanti e concludere al più presto lo studio di fattibilità di questi ospedali ma si sta facendo già un importante lavoro portato avanti dal dipartimento urbanistica e dal dipartimento lavori pubblici per accelerare l’attuazione di questi studi, perché ci rendiamo conto che all’interno di un panorama nazionale dove le risorse dell’ articolo 20 sono carenti o addirittura assenti c’è stato da parte delle Regioni, all’interno proprio del patto per la salute, la richiesta di inserire un nuovo finanziamento, un rifinanziamento dell’ articolo 20.

Come Regione Calabria abbiamo intenzione di accelerare sullo studio, ma non solo di continuare a portarlo avanti così, in modo veloce per concorrere a livello nazionale a queste risorse.

Nel frattempo, i dipartimenti hanno avviato immediatamente uno studio sulla cartografia, sulle regole urbanistiche, sulle norme e soprattutto sulle previsioni di piano di ogni singola realtà provinciale, quindi Reggio Calabria, Cosenza e Crotone.

Ci sono stati degli incontri. C’è stato un incontro con i sindaci delle singole città che sono stati accompagnati proprio dai tecnici dell’ufficio urbanistica. In effetti sono stati individuati già alcuni parametri.

Per esempio, per l’area di Crotone è stata individuata un’area a sud del centro abitato e non lontano dalla “106” ritenuta già dagli uffici urbanistici del comune e quindi anche dalla programmazione comunale di Crotone, come area interessante e soprattutto già individuata nel piano regolatore della città come possibile destinazione ospedaliera in virtù della vicinanza alla “106”, della ferrovia e non distante dall’aeroporto. Quindi anche per consentire in qualche modo l’approccio all’elisoccorso e quindi un’area che potrebbe, in qualche modo, rappresentare un punto di partenza.

Ovviamente anche l’amministrazione comunale di Crotone si è riservata di fornire al più presto ulteriori delucidazioni sulla individuazione del sito.

Per quanto riguarda il comune di Cosenza, anche qui c’è stato un incontro con il sindaco di Cosenza insieme ad alcuni tecnici.

Il sindaco già con alcune interlocuzioni avute col Presidente della Regione, Scopelliti, aveva individuato come area disponibile proprio l’area dello stesso sito in cui insiste l’attuale ospedale di Cosenza. Perché ritenuto negli spazi e soprattutto nella collocazione un sito idoneo a poter ospitare anche una nuova struttura ospedaliera.

A detta del sindaco tutto questo sarebbe passato attraverso un concorso internazionale tutto da verificare. Ovviamente anche qui aspettiamo come dipartimenti regionali una verifica ed un approfondimento.

Per quanto riguarda Reggio Calabria, invece, il sindaco insieme con i tecnici comunali hanno proposto due soluzioni alternative e si sono riservati di approfondire la problematica e di formulare al più presto una possibile indicazione di un’area supportata di cartografia e soprattutto delle motivazioni.

Successivamente - ed è proprio di questi giorni – ci sarà a breve anche un incontro con il dipartimento della salute e con i direttori dell’Asp.

Dunque c’è un lavoro che procede, che è veloce, che si sta portando avanti e che noi contiamo – se c’è la risposta dei territori comunali – di poter concludere anche nel giro di sei/sette mesi al massimo. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Apprezzo lo sforzo della risposta della Vicepresidente rispetto ad una questione di questo tipo.

Capisco che il lavoro che è stato fatto di interfacciare la scelta delle aree in cui ubicare i nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone con i sindaci e questo mi sembra una soluzione corretta.

Vorrei esprimere da questo punto di vista qualche perplessità sulla possibilità di costruire un nuovo ospedale sull’area esistente, essendo un’area che è limitata del nosocomio cosentino, di cui fa parte anche il Santa Barbara di Rogliano ed un altro presidio ospedaliero che è fuori dalla cinta muraria dell’attuale ospedale.

Ritengo che su questo si debba riflettere e come Regione non è sufficiente, io mi affido ai dipartimenti degli assessorati all’urbanistica e ai lavori pubblici perché si vada ad una scelta di un’area più vasta. Perché nel momento in cui si va a costruire un nuovo presidio ospedaliero vanno previsti alcuni servizi e oggi questo non è possibile.

Ritengo che l’impegno dei 6-7 mesi che lei ha preso circa la predisposizione dello studio di fattibilità che è necessario alla possibilità di accedere ad eventuali finanziamenti, sia un tempo congruo e mi auguro che i tempi vengano rispettati perché qualche possibilità, qualche richiesta di finanziamenti anche rispetto al Governo Monti si possa aprire. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 200 del 23.1.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sugli interventi posti in essere a seguito di indagini giudiziarie nei confronti dell'Arpacal”

PRESIDENTE

Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 200 del 23.1.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sugli interventi posti in essere a seguito di indagini giudiziarie nei confronti dell'Arpacal” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

si apprende dagli organi di stampa che la Procura della Repubblica di Catanzaro sta portando avanti delle indagini sulla gestione complessiva dell’Arpacal e in particolare sulle modalità di espletamento di alcuni bandi di concorso per la nomina di figure dirigenziali;

stante la funzione essenziale che l’Arpacal svolge sul territorio calabrese rispetto alle tematiche ambientali, appare essenziale auspicare un corretto e legittimo operato, sia sul piano scientifico sia sul piano amministrativo del personale direttivo e conseguentemente garantire un utilizzo efficace delle risorse finanziarie assegnate -:

se alla luce delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, gli organi dell’Arpacal (Consiglio di amministrazione e commissario) abbiano attivato, in via autonoma e sotto il profilo amministrativo le relative procedure atte a riscontrare eventuali irregolarità e/o illegittimità e conseguentemente abbiano posto in essere gli atti propedeutici alla applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente;

quali iniziative, in caso contrario, si intendono intraprendere per ristabilire il corretto funzionamento amministrativo dell’ente strumentale.”

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, questa è una interrogazione del 23 gennaio. Si era appreso dagli organi di stampa che la Procura di Catanzaro stava portando avanti delle indagini sulla gestione complessiva dell’Arpacal e sulle modalità in particolare di espletamento di alcuni bandi di concorso per nomina di figure apicali dirigenziali.

Stante la funzione essenziale che l’Arpacal ( poi abbiamo avuto anche modo di ascoltare l’audizione del commissario, dottoressa Santagati che ha chiarito alcuni aspetti e le necessità che l’Arpacal abbia un riassetto ed un rilancio per svolgere sul territorio calabrese, ed un’azione più forte sulle tematiche ambientale), secondo noi appare necessario e si auspica un corretto e legittimo operato sia sul piano scientifico che amministrativo del personale direttivo che conseguentemente possa garantire l’utilizzo efficace delle risorse finanziarie ed umane.

Con questa interrogazione chiediamo al Governo regionale se alla luce delle indagini che dovranno fare, ovviamente, il loro corso se è compito della magistratura, di sapere se gli organi dell’Arpacal e lo stesso dipartimento abbiano attivato per le vie di propria esclusiva competenza le procedure per riscontrare se ci sono state queste illegittimità e queste irregolarità e conseguentemente quali misure siano state adottate e poste in essere e quali eventualmente si intendono adottare.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Grazie, Presidente, al collega onorevole Giordano devo segnalare intanto in via preliminare che trattasi di procedure concorsuali che si sono svolte nel 2007 e che gli organi in carica sono stati nominati, il commissario a settembre 2010 e il consiglio di amministrazione a giugno 2011.

Questo non per allontanare da questi organi prerogative per le procedure che chiede il collega onorevole Giordano, ma per segnalare la delicatezza delle questioni che hanno consolidato dei rapporti dal 1° gennaio 2008.

Però rispetto alla interrogazione devo osservare che sui punti di domanda che presenta l’interrogazione, per quanto riguarda la domanda “se gli organi dell’Arpacal abbiano attivato procedure atte a riscontrare eventuali irregolarità e illegittimità” devo rispondere sicuramente sì. Il commissario da aprile 2011, dopo qualche mese che è stata nominata, ha chiesto dei pareri in merito a questi concorsi prima all’Aran e poi al dipartimento funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri ed infine all’Avvocatura regionale della Calabria.

Dopo di che ha avviato il procedimento amministrativo, almeno per un caso, per il riesame della posizione del vincitore di quel concorso finalizzato all’assunzione dei provvedimenti di decadenza del rapporto.

Sul secondo punto di domanda che chiede “se abbiano posto in essere atti propedeutici all’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa” devo segnalare al collega Giordano che la dizione di sanzione non è dal punto di vista tecnico-giuridico corretta. Perché la norma mette a disposizione della pubblica amministrazione l’autotutela decisoria quando riscontra irregolarità o illegittimità per revocare eventuali atti. E il procedimento è avviato ma è molto delicato perché va sicuramente prodotto un atto che deve ponderare molto delicatamente degli interessi: pubblici, dei controinteressati e anche degli interessati.

Perché essendo un rapporto consolidato da oltre 4 anni se non è ponderato l’atto che porta con l’autotutela a bloccare quegli atti stessi, potrebbe la struttura e quindi Arpacal incorrere in grandi responsabilità per l’agenzia.

Quindi gli atti, le procedure, gli organi nella fattispecie il commissario dell’Arpacal li ha messi in atto. Li definirà e questi potrebbero portare alla sospensione , sempre con motivazioni molto dettagliate e delicate perché c’è da prevedere eventualmente le controdeduzioni dell’interessato, ma il commissario ha attivato tutte le procedure per arrivare alla sospensione e quindi alla revoca di un rapporto che è consolidato da oltre 4 anni.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, prendo atto della risposta che è stata anche cadenzata nei vari punti che abbiamo posto all’attenzione. Ci dichiariamo come gruppo parzialmente soddisfatti. Comunque l’assessore Pugliano ha detto con chiarezza che c’è un procedimento amministrativo che è avviato, che ci sono delle iniziative di cui il commissario aveva dato comunicazione, sebbene in Commissione l’argomento fosse altro con una audizione della seconda Commissione.

Dicevo, quindi, che ci dichiariamo parzialmente soddisfatti tenendo conto che è un procedimento sicuramente complesso, una situazione complessa ma vorremmo che con altrettanta chiarezza questo Consiglio, la Commissione competente venissero resi edotti sui vari passaggi.

Soprattutto ci sta a cuore una cosa. Io ricordo l’audizione della dottoressa Santagati che quasi quasi si rivolse in Commissione per dire “guardate che per far funzionare l’Arpacal bisogna avere la massima attenzione, bisogna colmare le carenze che sono anche dei ruoli interni che ancora sono vacanti e quindi c’è un problema di struttura, di organizzazione che non consente una pienezza di azioni che l’Arpacal dovrebbe svolgere in maniera delicata”.

A noi sta a cuore che l’Arpacal possa funzionare al meglio, intanto che ci sia la garanzia e che venga osservata la massima trasparenza non solo per questi procedimenti su cui abbiamo fatto l’interrogazione, ma anche che per il prossimo futuro ci sia – per questo saremo vigili – la massima trasparenza e garanzia dell’osservanza della evidenza pubblica e della massima trasparenza.

Ma soprattutto che ci sia un’agenzia, un organismo che possa avere tutte le condizioni per poter operare per la difesa e la tutela della salute pubblica calabrese. Questo è quello che ci sta a cuore e quindi mi dichiaro parzialmente soddisfatto con l’auspicio che si possa tornare sull’argomento quando ci saranno le condizioni per poter avere maggiori chiarimenti.

Interrogazione a risposta immediata numero 204 del 30.01.2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata attuazione dell'articolo 22, comma 5, della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 204 del 30.01.2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata attuazione dell'articolo 22, comma 5, della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)”.

Non vedo in Aula il presentatore, pertanto l’interrogazione è decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 205 del 30.01.2012 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F. “Sul trasferimento dei pazienti ricoverati presso l'Istituto Papa XXIII di Serra Aiello a seguito dell'ordinanza di chiusura e sgombero dell'Istituto stesso”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 205 del 30.01.2012 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F. “Sul trasferimento dei pazienti ricoverati presso l'Istituto Papa XXIII di Serra Aiello a seguito dell'ordinanza di chiusura e sgombero dell'Istituto stesso” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 15.03.2009 l’Asp di Cosenza aveva manifestato la necessità di ospitare presso la Casa di cura “Villa Igea” di località “Cozzi” di San Fili parte dei pazienti ricoverati presso l’Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello, a seguito dell’ordinanza di chiusura e di sgombero dello stesso istituto disposto dall’Autorità giudiziaria competente e che la Casa di cura “Villa Igea” con grande responsabilità e spirito di collaborazione aveva prontamente soddisfatto l’esigenza dell’Asp di Cosenza ospitando numero 76 pazienti, fronteggiando così una vera e propria emergenza umana, sociale e sanitaria e attrezzandosi adeguatamente per garantire un servizio ottimale finalizzato a fornire agli ospiti gli standard assistenziali adeguati, effettuando notevoli investimenti ed incrementando notevolmente l’organico con personale specializzato preparato a fronteggiare tale situazione;

l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza con lettera del 26.01.2012 ha ratificato al rappresentante legale della Rsa “Villa Igea” il trasferimento dei pazienti dell’ex Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello (Cs) presso la Casa di cura “La Rinascita” di Santa Caterina sullo Ionio (Cz) -:

quali sono le ragioni che sottendono alla decisione di trasferire i pazienti di cui sopra in una struttura sanitaria diversa da quella a cui erano stati precedentemente assegnati;

se di tale trasferimento sono stati informati i congiunti dei pazienti e se da essi è stato espresso parere positivo per iscritto a tale decisione.”

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, il 15 marzo 2009 l’Asp di Cosenza aveva manifestato la necessità di ospitare presso la casa di cura “Villa Igea” località San Fili, parte dei pazienti ricoverati presso l’Istituto Papa Giovanni 23° di Serra d’Aiello a seguito dell’ordinanza di chiusura e sgombero dello stesso istituto predisposto dall’autorità giudiziaria competente.

In quel momento con grande senso di responsabilità e spirito di collaborazione i dirigenti ed i proprietari di quella casa di cura hanno accolto, facendosi carico dei problemi e di quella situazione grave dal punto di vista sociale, i 76 pazienti che l’autorità competente chiedeva loro di poter ospitare in quella struttura.

In quel momento, grazie a questa disponibilità, fu possibile fronteggiare quella vera e propria emergenza umanitaria attrezzandosi per l’ospitalità e per garantire un ottimo servizio sia rispetto agli standard assistenziali che per quanto riguarda l’incremento dell’organico e delle strutture specializzate al trattamento di quei pazienti.

Oggi, a distanza di tre anni l’Asp di Cosenza ha predisposto il loro trasferimento con lettera che porta la data del 26 gennaio 2012.

L’interrogazione è per capire quali sono le ragioni di questo trasferimento sapendo che i pazienti non sono dei pacchi postali che possono essere trasferiti senza aver predisposto una serie di misure e senza anche il consenso dei medici e dei familiari o dei tutori.

L’interrogazione vuol capire qual è l’intendimento da parte della Giunta e del commissario per il piano di rientro, rispetto a questa questione specifica.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Onorevole Guccione, in effetti a marzo del 2009 ci fu un’ordinanza emessa proprio dalla Procura del Tribunale di Paola in cui visto lo stato di emergenza di questi pazienti si è provveduto ad individuare delle strutture, senza preoccuparsi di vedere di che strutture si trattava, soprattutto se avevano accreditamenti e autorizzazioni proprio per questa tipologia di pazienti.

A causa dell’emergenza e soprattutto per dover risolvere in brevissimo tempo il problema, sono state individuate delle strutture che hanno dato la disponibilità e che però ad oggi continuano a non risultare autorizzate, accreditate per queste patologie.

Ovviamente il problema non è loro perché sappiamo bene che le autorizzazioni e gli accreditamenti in questo momento sono bloccati.

D’altro canto risulta che la struttura sanitaria “Villa Igea” in questo momento ha 58 posti letto di cui 20 per anziani e 38 per disabili.

Ovviamente sappiamo anche bene che si tratta di persone fragili, che spesso si affezionano al luogo in cui permangono ma è anche vero che non risulta in questo momento che questi pazienti siano inseriti all’interno di posti letto individuati con requisiti idonei.

Visto che è passato un po’ di tempo e visto che c’è la disponibilità di altre Asp, proprio con l’aiuto dell’Asp di Catanzaro e proprio col supporto di una struttura per disabili, precisamente la “Rinascita” di Santa Caterina si è provveduto ad iniziare a ragionare per individuare delle aree, delle strutture, degli spazi più idonei e soprattutto più a norma con l’attuale normativa regionale.

Quindi della necessità di trasferire sono stati informati i parenti degli assistiti attraverso colloqui telefoni, attraverso raccomandate e fonogrammi.

Appare naturale ed anche scontato che al trasferimento i familiari non hanno dato consenso. Chiaramente perché parlare di accreditamento e sostenibilità economica nei confronti dei pazienti, per i familiari sono termini che non sempre si sposano con la necessità che vivono queste famiglie e che risultano a loro incomprensibili.

Per gli assistiti con amministratori di sostegno si è provveduto ad informare il giudice tutelare del tribunale di Paola sia a mezzo fax che con raccomandata con ricevuta di ritorno.

Si è parlato, dunque, di informazione e non di autorizzazione in quanto la priorità assoluta dell’Asp di Cosenza - perché abbiamo interrogato l’Asp di Cosenza su questo – è stata di affrontare l’assistenza del paziente e di individuare strutture idonee al bisogno assistenziale, mentre il solo confort alberghiero risulta essere l’unico elemento che in questo momento i familiari valutano.

Quindi l’ordinanza di sgombero citata in premessa e non come iniziative che non avrebbero avuto ragione di essere attivate, atteso che in via ordinaria tutti i pazienti vengano autorizzati al ricovero esclusivamente in posti letto di strutture in possesso di autorizzazione e accreditamento idoneo rispetto alle patologie individuate che, ripeto, non sono sempre di tipo psichiatrico soltanto.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Mi dichiaro completamente insoddisfatto, Vicepresidente, perché lei ha giustamente dato una risposta burocratica ma io vorrei capire come mai nel 2009 e per tre anni si è tollerata una situazione di questo genere in una struttura che, lei ha detto, non aveva i requisiti ma per un fatto emergenziale che è durato ben tre anni questa struttura si è dovuta dotare di personale, di lavoratori e di strumentazioni per essere adeguata agli standard che venivano richiesti per un adeguato sostegno a questi pazienti e nel frattempo la stessa struttura ha notificato una richiesta di accreditamento e di autorizzazione alla Regione Calabria per l’utilizzazione e gli accreditamenti di questo tipo di pazienti.

Ad oggi questa struttura ha tutti i requisiti per utilizzare ed ospitare pazienti di questo tipo grazie agli investimenti che sono stati fatti. Oggi dopo tre anni si adotta una misura lesiva dei diritti dei pazienti.

A me risulta – ho avuto documentazione – che nessun familiare, nessun tutore ha autorizzato il trasferimento. Quindi da questo punto di vista non c’è nessuna autorizzazione burocratica che può prescindere dalla volontà di coloro i quali hanno la titolarità e la rappresentanza giuridica di questi pazienti.

Le chiedo di soprassedere a questa decisione e di invitare il commissario per il piano di rientro, e di insediare presso l’Asp di Cosenza un tavolo tecnico per affrontare questa questione.

Proprio perché a me hanno raccontato che questi pazienti quando sono stati trasferiti dal Papa Giovanni a questa struttura, alcuni non si sono conosciuti, addirittura alcuni non hanno dormito sul letto perché abituati a dormire in un altro modo. Hanno avuto traumi drammatici.

Spostarli di nuovo dopo che si sono riambientati diventa una questione molto difficile.

Noi dobbiamo guardare, Vicepresidente, alle persone in carne ed ossa ed ovviamente a chi in questi tre anni ha lavorato affinché questi pazienti avessero quello che meritano. Grazie.

PRESIDENTE

Non si può replicare al replicante, onorevole Stasi, ve lo dite in privato non in pubblico.

E’ passata l’ora dedicata al question time. Concludiamo qui e riprendiamo alla prossima seduta .

Proposta di legge statutaria numero 7/9^ di iniziativa dei consiglieri regionali Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria (seconda lettura)”

PRESIDENTE

Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge statutaria numero 7/9^ di iniziativa dei consiglieri regionali Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria (seconda lettura)”.

Non c’è da aggiungere altro, è praticamente la prosecuzione della prima lettura che abbiamo già fatto nei mesi scorsi. Riguarda due o tre modifiche statutarie che per essere tali hanno bisogno del secondo passaggio in Consiglio regionale.

Quindi è inutile la discussione che abbiamo già fatto tempo fa. Possiamo solo procedere a votare in seconda lettura. Queste modifiche riguardano sia gli assessori esterni che le Commissioni permanenti che le figure dei sottosegretari.

Nessuno chiede di intervenire pertanto pongo in votazione la proposta di legge numero 7/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno coordinato su Infrastrutture e Trasporti

PRESIDENTE

Andiamo avanti adesso col terzo punto all’ordine del giorno che riguarda un ordine del giorno coordinato su “Infrastrutture e Trasporti”.

(Interruzione)

E’ stato un po’ condiviso da tutti, maggioranza e minoranza, alla fine del dibattito che abbiamo tenuto la volta scorsa. Poi c’è stata la Commissione che l’ha lavorato e quindi questo è l’ordine del giorno definitivo.

Possiamo leggere l’ordine del giorno che conclude il dibattito che abbiamo avuto su “Infrastrutture e trasporti”. E’ un ordine del giorno alla unanimità del Consiglio regionale.

(Interruzione)

Prego, onorevole Adamo.

Nicola ADAMO

Presidente, lei ne da lettura e ne prendo atto ma preferirei avere una copia del testo che non conosco affatto e al cui contenuto non ho sicuramente dato il mio assenso. Grazie.

PRESIDENTE

Possiamo fare le copie così le distribuiamo? Se mi segue io intanto lo leggo, se poi vorrà apportare qualche piccola correzione siamo qui.

Do lettura dell’ordine del giorno: “Il Consiglio regionale

premesso che

come è noto, lo stato delle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali calabresi, registra estrema arretratezza rispetto agli standard europei;

le predette infrastrutture necessitano di urgenti lavori di ammodernamento, di potenziamento e di manutenzione straordinaria, capaci di garantirne percorribilità, massima fruibilità e sicurezza;

il rilancio da tempo atteso dalla Calabria non può prescindere dal superamento degli atavici ostacoli legati ad un sistema viario in cui la necessità di completamento della Salerno-Reggio Calabria e degli interventi in essere sulla SS 106 è di allarmante evidenza e ad un sistema ferroviario che necessita di indifferibili progetti di velocizzazione e sviluppo e di interventi di estensione del sistema AV/AC alla dorsale ferroviaria della linea Battipaglia-Reggio Calabria e che sul fronte dei servizi ferroviari regionali registra la situazione di forte sofferenza di Ferrovie della Calabria;

gli inaccettabili criteri gestionali e le scelte di Trenitalia che hanno condotto alla soppressione di molti treni di lunga percorrenza, pongono, altresì, la Calabria in una condizione di vero e proprio isolamento nel contesto del quale, la presenza di una sola corsa delle cd. “Frecce” (una in direzione nord ed una, di ritorno, in direzione sud) restituisce l’immagine dell’estrema gravità;

il Governo presieduto dal prof. Monti con l’istituzione di un Ministero dello Sviluppo e delle infrastrutture, ha inteso riconoscere alla realizzazione delle infrastrutture il ruolo di presupposto imprescindibile per le politiche di sviluppo, soprattutto delle aree più arretrate come quelle meridionali con una chiara inversione di rotta rispetto al passato;

nella seduta del 20 febbraio u.s. si è tenuto un approfondito dibattito sullo stato dei trasporti e delle infrastrutture in Calabria;

dal dibattito, che ha registrato il contributo di tutti i gruppi, sono emerse con unanime determinazione le priorità su cui intervenire chiedendo un deciso impegno al Governo Monti;

la fondamentale quanto ampia portata dell’obiettivo teso ad una vera perequazione infrastrutturale, imprescindibile variabile di sviluppo della regione, richiede il necessario concorso di importanti risorse sia in termini economici che di sostegno istituzionale che rendono indispensabile la necessità di definire tempi e finanziamenti certi per le priorità individuate;

il Consiglio regionale all’unanimità dei presenti, individua le seguenti priorità da sottoporre all’attenzione del Governo centrale, conferendo al Presidente della Giunta regionale pieno mandato di rappresentare tali volontà dell’intero Consiglio regionale al Presidente del Consiglio dei ministri, Sen. Prof. Monti, ed al ministro dello Sviluppo e delle infrastrutture.

Completamento A3:

Lavori da finanziare per il completamento dell’opera, che necessitano di un fabbisogno di 2,8 miliardi di euro per i quali occorre definire modalità, tempi e previsioni di impegno finanziario.

Completamento degli interventi in corso sulla SS 106:

Fermo restando il quadro finanziario complessivo, previsto per il completamento dell’intera arteria su interventi ancora in fase di progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di euro, le esigenze relative agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad ulteriori 744 milioni di euro di cui:

1)      80 milioni di euro per il completamento del Megalotto 1;

2)      30 milioni di euro per il completamento del Megalotto 2 “Squillace/Simeri Crichi” in fase di esecuzione e già in parte fruibile;

3)      536 milioni di euro per il Megalotto 3 “Sibari (SS534)-Roseto Capo Spulico” già oggetto di affidamento a contraente generale;

4)      98 milioni di euro per il completamento dei lavori di costruzione della “Variante esterna all’abitato di Palizzi/2° lotto”.

Priorità per la progettazione del Megalotto Sibari-Crotone.

Estensione del sistema AV/AC alla dorsale ferroviaria della linea Battipaglia-Reggio Calabria:

Attivare le azioni propedeutiche all’inclusione nei documenti di programmazione relativi al periodo 2012-2016, dell’estensione del sistema AV/AC sulla linea Battipaglia-Reggio Calabria nella sezione “Opere prioritarie da avviare”;

immediati interventi per la velocizzazione della linea Battipaglia-Reggio Calabria per il potenziamento dei collegamenti con il corridoio ionico in termini di qualità del servizio e di numero di corse.

Soluzioni delle problematiche di “Ferrovie della Calabria”:

Occorre che il passaggio della proprietà dell’azienda dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come previsto dall’Accordo di programma dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico (ripiano di tutte le perdite) e tecnico (investimenti per il completo ripristino delle situazioni di degrado e obsolescenza dell’infrastruttura – in particolare la tratta CS-CZ – e del materiale rotabile) per ricondurre l’azienda a privilegiare le modalità di trasporto su ferro;

il ripristino di tutti i treni a lunga percorrenza e l’adeguato potenziamento dei collegamenti della Calabria con il resto del Paese e la previsione di almeno un’altra corsa A/R del servizio ferroviario previsto dalle cd. “Frecce”.

Piena e completa realizzazione del nodo intermodale di Gioia Tauro e potenziamento delle strutture aeroportuali.

Valorizzazione e potenziamento del sistema aeroportuale calabrese”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Presidente, penso che il fatto che sia stato prodotto un documento unitario o potenzialmente tale non sia un elemento da sottovalutare o disdegnare ma da valorizzare, dandogli il giusto riconoscimento per conferirgli la forza e la credibilità di pesare e condizionare di più l’andamento del rapporto tra il Governo nazionale e la Calabria.

Quello che ci apprestiamo a licenziare è un documento solenne ed importante, lungi da noi approvarlo semplicisticamente ed in forma burocratica. Sarebbe, in fondo, il primo atto di tipo unitario che questo Consiglio regionale compie su questioni dirimenti e strategiche che riguardano le prospettive e lo sviluppo della nostra regione, rispetto al quale maggioranza e opposizione unitariamente consegnano una delega ed un mandato all’onorevole Presidente della Giunta regionale.

Se questo è, e penso che questo valore non vada disperso, a mio avviso, bisognerebbe fare, onorevole Fedele, uno sforzo maggiore rispetto a questo argomento, perché, anche riguardo al dibattito e alle ambizioni che ci siamo posti nel corso della precedente seduta, trovo l’ordine del giorno abbastanza limitativo. Non mi sembra sufficiente che ci si limiti a lamentarsi di ciò che va fatto e che ancora non c’è o al riepilogo di ciò che si sta facendo.

Perché, se leggiamo con attenzione il documento nella parte del dispositivo cioè dopo il “premesso”, dopo il “rilevato” e dopo il “considerato” nel dare riconoscimento della delega al Presidente Scopelliti di porre a monte le questioni, noi troviamo la problematica del completamento dell’A3.

Ma cosa diciamo sull’A3? Prendiamo atto che ci sono ancora 2,8 miliardi di euro da stanziare.

Ripeto, questa della A3 è una questione che non può tacere i problemi che pone la gestione Anas.

Non voglio mettere in discussione la concessione di questa arteria all’Anas. E’ un dibattito che si è aperto da anni, però un punto noi dobbiamo sapere come porlo.

Poiché si fa riferimento, anche nel corso del dibattito, ai fondi destinati alla realizzazione dell’opera riguardante il ponte sullo Stretto ed alla sospensione che c’è stata di questa decisione, e noi facciamo una richiesta cioè la rimodulazione per Calabria e Sicilia di questi fondi, dobbiamo sapere quel che intende fare l’Anas, prima ancora che il Governo nazionale e come quest’ultimo si rapporta alla sua società concessionaria.

Questa società è diretta dal dottor Ciucci che contestualmente dirige la “Società dello Stretto”. Penso che non sia ininfluente per la Calabria sapere se il dottor Ciucci si rapporta alla questione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria come Presidente dell’Anas o come Presidente che fa gli interessi della società dello Stretto.

Un Consiglio regionale che dà un mandato così impegnativo al Presidente della Giunta deve dire una parola più chiara su questo punto.

Ed anche per quanto riguarda la strada statale 106 parliamo del riferimento ad opere che sono state già programmate e previste, ma che per quanto riguarda i nuovi eventuali investimenti sia relativi alla definizione della progettazione che alla scelta delle priorità per quanto riguarda la realizzazione delle opere, non trovano programmi e riferimenti definiti.

Anche qui, a parte la responsabilità del Cipe, che dice il programma del Ministero diretto dal dottor Passera su questa arteria che prima ancora che di interesse calabrese è di interesse europeo? Che cosa intende fare il Governo Monti anche in rapporto al Piano di investimenti rinveniente dall’utilizzo dei fondi europei di disponibilità nazionale? Dobbiamo dare una indicazione di priorità.

Per quanto riguarda il resto, poi volevo dire: su Trenitalia che cosa vogliamo fare? Ci limitiamo a chiedere una corsa aggiuntiva alla “Freccia Rossa”? penserei, piuttosto, che il Consiglio regionale deve dire al Presidente Scopelliti che occorre la presentazione di un programma adeguato al costo della convenzione che questa Regione firma con Trenitalia, perché la convenzione riguarda il trasporto pubblico locale regionale e non la lunga percorrenza, ma si parla sempre di 93 milioni di euro che noi corrispondiamo a Trenitalia.

E, quindi, sia l’organizzazione del trasporto pubblico locale che la grande percorrenza non possono essere materia rispetto alla quale non diciamo la nostra opinione.

Ritengo che già da oggi si dica in questo documento che si autorizza il Presidente Scopelliti in questo caso ad avvisare anche il Governo nazionale, se è il caso, che trascorso un certo limite di tempo, si procede con la disdetta del contratto.

E si fa come hanno fatto altre Regioni. L’ha fatto l’Emilia Romagna che sta stipulando intese con altre Regioni del nord. Si mette a gara il servizio.

Non si vuole dare in concessione alla Ferrovia di proprietà dello Stato che serve alla Calabria? Si mette a gara quel servizio, ma Trenitalia, il dottor Moretti, deve sapere che sulla Calabria non può più scherzare perché, altrimenti, se ci bruciamo questa carta, questa credibilità dell’unità del Consiglio regionale per dire nulla, io penso che faremmo un danno a noi stessi.

Infine, voglio fare un’ultima osservazione sugli aeroporti perché mi sento di dare una indicazione. Penso che il Consiglio regionale debba dire al Presidente della Giunta regionale di lavorare per una gestione consortile ed unitaria del sistema aeroportuale calabrese.

Anche questa questione degli aeroporti, riguarda soprattutto le criticità poste a Crotone e a Reggio Calabria; io penso che possiamo non affrontarla da questo versante, non soltanto sotto il versante della classificazione sociale, non sociale ecc., ecc.

Puntiamo ad una gestione unitaria consortile del sistema aeroportuale calabrese, tenendo conto - e qui lo direi espressamente perché altrimenti tutto il resto è parole – che il sistema aereoportuale e consortile, al di là delle funzioni e delle diverse finalità che possono avere gli aeroporti di Crotone o quello potenziale di Sibari, oggi è difficile che possa dir di no, soprattutto per la competizione che abbiamo con un’altra parte del Mezzogiorno, alla realizzazione dell’aeroporto di Sibari ed io lo specificherei qui come indicazione espressa.

Quindi, dico: fermiamoci 10 minuti. Se alcune correzioni possono essere fatte, bene, altrimenti io mi autodetermino di conseguenza, cioè su questo punto voglio tenermi la responsabilità di continuare a fare una battaglia politica rispetto a questioni strutturali che non vedo di facile soluzione attraverso anche un chiarimento del rapporto tra la Calabria ed il Governo nazionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, apprezzo, insieme ai colleghi del gruppo, lo sforzo di elaborazione del collega Adamo, ma l’ordine del giorno mi pare che tenga presente due aspetti che, secondo me, si intrecciano e sono di grande importanza.

Il primo aspetto è che il Consiglio regionale - meglio se nella sua interezza – rappresenta al Governo nazionale determinate priorità. Io penso che nell’ordine del giorno le priorità indicate se vogliamo siano anche eccessive.

Non che non siano giuste, cioè se noi facciamo un ragionamento di quel che servirebbe alla Calabria l’elencazione delle priorità è riduttiva, ma, se ci rendiamo conto del momento che attraversiamo, è chiaro che, estendendo lo spettro delle richieste, indeboliamo il risultato.

Anche per questo c’è una elencazione che parte dalla Salerno-Reggio Calabria, perché, se attraverso questo Governo riuscissimo veramente a mettere in piedi finanziariamente, sotto il profilo progettuale e quant’altro, il completamento di questo lavoro che dura da 20 anni per fare una modestissima corsia di emergenza, sarebbe già un grande risultato.

Quindi, richieste al Governo nazionale e priorità. Le questioni sollevate dal collega Adamo che io apprezzo, in gran parte sono problematiche che riguardano la Regione in quanto tale, cioè se noi volessimo mettere in piedi una gestione unitaria degli aeroporti non possiamo chiederlo al Presidente Monti. E’ una cosa che dobbiamo fare noi così come il rapporto, eventualmente da mettere in sofferenza, con Trenitalia come sarebbe giusto.

Comunque, al fine di avere questi chiarimenti, forse sarebbe utile una sospensione di 10-15 minuti per confrontarci al banco della Presidenza, perché io penso che il nostro sia un comportamento di grande responsabilità istituzionale che sta caratterizzando anche l’azione del Partito democratico sotto un profilo più ampio, affinché si giunga a licenziare questo provvedimento dando una forza alla Regione in quanto tale.

Noi non “siamo” il Governo Monti ma appoggiamo il Governo Monti. E nel momento in cui abbiamo deciso di appoggiarlo, abbiamo fatto un grande atto di responsabilità, così come intendiamo fare un atto altro stasera perché la Salerno-Reggio Calabria non è né di destra, né di sinistra né di centro, ma è la vergogna del sistema infrastrutturale italiano.

E se la Calabria nel suo insieme, non solo il Consiglio regionale, ma le province ed i comuni, i cittadini tutti ci solleviamo affinché questa vergogna finisca il prima possibile, penso che faremo cosa buona e giusta prendendo atto anche di decisioni del Governo centrale che mi pare abbia detto anche la parola fine per quanto riguarda il ponte sullo Stretto, del quale non intendiamo parlare anche per questo motivo. Comunque, Presidente, siamo pronti a venire al banco per un confronto se questo è necessario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Grazie, Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi Adamo e Principe.

Voglio dire che questo ordine del giorno è stato elaborato anche insieme ai colleghi della opposizione e, tra l’altro, non ci sono riferimenti di parte politica perché, come ricordava anche il collega Principe, su alcuni temi come l’autostrada A3 o la Salerno-Reggio Calabria o, appunto, la “106” e le ferrovie, non ci sono argomenti su cui dividerci.

E’ piuttosto un documento tecnico con il quale il Presidente Scopelliti si rivolgerà al Governo Monti, andrà dal ministro Passera come ha già fatto il mese scorso insieme al collega Orsomarso e all’incontro porteranno le priorità indicate dal Consiglio regionale.

Indubbiamente, comprendo e condivido anche in parte alcune argomentazioni portate avanti con grande intelligenza dal collega Adamo.

Credo, Presidente, che, al di là dello spirito che si è creato e del documento già fatto, si potrebbe approvare l’ordine del giorno e poi, se necessario, fare degli aggiustamenti con un coordinamento formale, considerato anche che è un tema su cui non ci sono stati scontri ma anzi c’è stata collaborazione e credo che sia nell’interesse di tutti senza entrare ulteriormente nei dettagli perché la discussione si è già svolta nella precedente seduta.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Presidente, ho compreso lo spirito dell’intervento del collega Adamo e non credo che noi oggi rafforziamo la volontà del Presidente Scopelliti, di questa maggioranza o di chi nello specifico si occupa dei trasporti.

Io sto cercando umilmente di farlo in questo anno e mezzo per manifestare con forza una posizione, come abbiamo fatto qualche settimana fa, in seguito all’ennesima soppressione di un treno che poi riguardava la provincia di Cosenza, perché se guardiamo i dati oggettivi dei ritardi, delle soppressioni dei treni e quant’altro ci ha inviato l’ingegner Costantino responsabile di Trenitalia regionale, siamo a posto rispetto a quei dati.

E’ ovvio che a noi non bastano quei dati tant’è che c’è stato un mio intervento scritto, per il tramite degli uffici, ma anche sulla stampa, con una ferma presa di posizione nei confronti di chi, pur avendo un contratto di decine di milioni di euro con la Regione Calabria, non è in grado di fare i servizi.

Noi abbiamo detto a Trenitalia – ed in questo ci deve essere la forza e la determinazione di una amministrazione regionale – “non si possono fare i servizi se non vi dotate di treni insieme a quelli che noi abbiamo deliberato di acquistare come Regione Calabria con una delibera di 9 milioni di euro”.

Al tempo stesso, per quanto riguarda la giornata di oggi e, quindi, questo ordine del giorno, eludendo l’argomento specifico, il braccio di ferro, anche lì bisognerà capire, per esser chiari fino in fondo, quando ed in che modo si possa rescindere un contratto e quali siano gli altri vettori interessati a fare trasporto ferroviario in Calabria. È un complesso di argomenti e di temi che non si esaurisce attraverso l’intervento di chi fa un passo più in avanti.

L’ordine del giorno di oggi rafforza, in un colloquio che è già iniziato, in un tavolo tecnico che è già operativo, il Presidente Scopelliti ed, in modo bipartisan, la deputazione calabrese nel confronto con il ministro Passera e, quindi, con il Presidente Monti.

Non le sarà sfuggito, collega Adamo, e lo dico a questo Consiglio regionale,- poi in Calabria, vuoi perché ci sono i sindacati che giustamente raccolgono le firme e rafforzano…- che qualche settimana fa ho letto che un Presidente di Provincia (- nello specifico il Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio) – annunciava che, insieme al Presidente del “Patto casa”, Perrelli, avrebbe incontrato il ministro Passera per parlare di infrastrutture e trasporti.

Questo documento che oggi approviamo, che è un ordine del giorno in cui si sintetizzano le priorità, è un fatto istituzionale importante, cioè non è una passeggiata nel confronto che avverrà giorno 15 con il ministro Passera e, quindi, con il Presidente Monti.

Su questo si innesca tanta confusione, perché il Presidente Oliverio della nostra comune Provincia, Cosenza, che annuncia che incontrerà il ministro Passera, non capisco cosa andrà a dire in più o in meno rispetto ad un documento che sintetizza il lavoro e le priorità date alla unanimità da quest’Aula. Anche da deputati rischiamo in Calabria per aggiungere temi, argomenti e protagonismo su una questione importante di chi deve sempre superare …

Collega Adamo, troveremo qualcuno che, al di fuori di quest’Aula, vorrà superarci di più su una interlocuzione in cui in questi anni poco si è detto e poco si è fatto per responsabilità complessiva.

Quindi, io dico: bene i suggerimenti complessivi, se i capigruppo dovranno interrogarsi con la Presidenza, io sottoscrivo in pieno tutto quello che ha detto il consigliere Adamo, ma intanto i rappresentanti istituzionali e di partiti dicono a chi sta fuori da quest’Aula che la Calabria fa una figura quasi che non ci fossero istituzioni. A me ha imbarazzato molto leggere che un Presidente di Provincia alla vigilia del secondo incontro dica “vado a Roma ad incontrare il ministro Passera”.

Cosa si saranno detti non lo so. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, sulla questione all’ordine del giorno non posso non esprimere una opinione favorevole sul fatto che nella precedente seduta del Consiglio regionale noi abbiamo avuto modo di dibattere a lungo sulle varie questioni e che oggi si arriva ad un ordine del giorno che possa essere in massima parte condiviso.

Proprio per questo affinché ci sia questa condivisione, ci sono alcune richieste da parte di consiglieri di opposizione che credo siano tese a favorire una concertazione definitiva sul documento.

Non c’è dubbio che alcune argomentazioni utilizzate dal collega Adamo, sono argomentazioni che io in Consiglio regionale ed in altre sedi faccio totalmente mie, ma non per rivendicazioni di carattere campanilistico perché, lungi da me, in questa o in altre sedi, farle. Ma è certo che sulla questione infrastrutturale, la più grande provincia di questa regione ha, naturalmente, del terreno da recuperare. E il terreno si può anche recuperare attraverso infrastrutture come quelle citate dall’onorevole Adamo, una infrastruttura aeroportuale nella provincia di Cosenza.

E’ chiaro che questa condivisione che, peraltro, dovrebbe andare - onorevole Adamo – a rafforzare un altro ordine del giorno che è stato approvato alla unanimità da questo Consiglio regionale nella seduta del 20 dicembre su proposta dei consiglieri regionali di maggioranza della provincia di Cosenza, che riguarda la realizzazione di un’altra infrastruttura aeroportuale in questa regione, ha una visione regionalistica e di tutela dei nostri territori.

Da Roma ci riferiscono che, probabilmente non conoscendo anche la sistemazione orografica ed il sistema viario dei collegamenti della nostra regione, si pensa a tagliare e non, eventualmente, a creare ulteriori infrastrutture che possano – in questa parte della Calabria – far aumentare considerevolmente anche il Pil utilizzando ed aiutando vocazioni che parti di territorio si sono costruite, come, per esempio, quella turistica.

E’ per questo che credo che potrebbe essere necessario un ulteriore rafforzamento dell’ordine del giorno attraverso gli argomenti utilizzati dal collega Adamo o in alternativa un ulteriore approfondimento che potrebbe aiutare una concertazione definitiva ma anche un voto unanime.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto secondo me potremmo approvare l’ordine del giorno così come è stato predisposto dai capigruppo.

(Interruzione)

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, intervengo brevemente per chiederle una sospensione di 10 minuti. Faccio mie anche le cose già dette dai colleghi della minoranza.

Qui non stiamo facendo un elenco per dire al Governo nazionale quali sono le priorità perché credo che sviliremmo anche il dibattito che abbiamo tenuto nella scorsa seduta di Consiglio regionale. Ci sono questioni che con questo ordine del giorno non vengono sufficientemente affrontate, anche in termini di impegno.

E’ vero che deve essere alzato il livello di confronto, deve essere più serrato e certamente più efficace e più incisivo con i Governi che hanno messo in coda, se non totalmente dimenticato, la questione del Sud e della Calabria in particolare.

Ci sono però anche questioni che afferiscono alla sfera degli impegni che questa Regione, questo Consiglio regionale, deve assumersi se vuole avere un forte ed un alto profilo e se vuole effettivamente iniziare a scrivere qualche pagina di politica, qualche pagina di decisione efficace.

Chiedo a nome del gruppo – adesso è arrivato anche il capogruppo – un approfondimento che ci metta in condizioni di uscire con un documento che sia unanime e che vada consapevolmente nella direzione che, credo, tutte le forze politiche di questo Consiglio dovrebbero auspicare.

Chiedo a lei, Presidente, faccio appello a lei, affinché ci sia un momento di concertazione che, secondo me, alla luce delle cose dette, è quanto meno necessario.

PRESIDENTE

Teniamo, allora, una Conferenza dei capigruppo qui al banco della Presidenza. Prego i capigruppo di avvicinarsi al banco.

(I capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 14,41 riprende alle 15,02

Ordine del giorno coordinato su infrastrutture e trasporti – seguito.

PRESIDENTE

Conclusa la Conferenza dei capigruppo ai banchi, possiamo approvare l’ordine del giorno con autorizzazione al coordinamento formale, aggiungendo alcune osservazioni emerse dagli interventi di chi non ha avuto la possibilità di leggere l’ordine del giorno concordato dalla maggioranza e dalla minoranza.

Pongo in votazione l’ordine del giorno…

Nicola ADAMO

Presidente, chiedo la parola per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Adamo, ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto.

Nicola ADAMO

Presidente, sento che questa dichiarazione di voto è opportuna per qualificare e precisare le motivazioni che ho espresso nel precedente intervento, rispetto ad un orientamento di voto non favorevole.

Non prediligo il voto contrario perché non penso sia utile censurare tout court lo sforzo che è stato fatto. Sono d’accordo con il consigliere Principe che lo sforzo è significativo, ma consentitemi una astensione critica, quindi un voto di astensione perché ritengo che probabilmente la nostra azione, quella del Consiglio regionale, richieda una maggiore puntualizzazione e precisione su questioni che ritengo strutturali e nevralgiche per dirimere alcune delle problematiche che qui sono state poste.

Sono quelle che ho esposto nel mio intervento e su cui intendo continuare a dare, e lo farò, battaglia anche rispetto alle responsabilità non solo nazionale ma anche regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, non è senza un qualche imbarazzo che ammetto di accingermi a fare una dichiarazione di voto che avrei voluto francamente evitare, non foss’altro perché nel documento stilato dall’onorevole Principe sicuramente vengono enunciate e giustificate tutte le ragioni che suggeriscono una certa rivendicazione di investimenti infrastrutturali in Calabria e che noi, ovviamente, come gruppo condividiamo: questa è una regione la cui sofferenza infrastrutturale è praticamente diffusa, tranne poche eccezioni, tra cui il territorio lametino che per una fortuita circostanza geografica/strategica si è trovato ad essere oggetto di investimenti infrastrutturali che ora hanno abbondanti fortune in termini di mobilità.

Noi avevamo – riepilogo brevemente – un certo andamento delle procedure che hanno caratterizzato questa fase di preparazione di questa seduta di Consiglio allo scopo di chiarire qual è il motivo che ci induce a prendere le distanze da un documento che, paradossalmente, in parte comprende anche indicazioni che condividiamo.

Il collega Giordano in particolare ed io avevamo presentato un ordine del giorno che si riferiva alle specifiche criticità in cui versano quasi drammaticamente gli aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria; non sto enfatizzando una circostanza difficile perché è esattamente in questi termini che può essere rappresentata la situazione in cui versano i due aeroporti.

Avevamo presentato un ordine del giorno col quale, nell’ambito di un contenzioso, comunque di un dialogo, di un negoziato col Governo nazionale, al netto di tutte le altre cose che vanno fatte - possibilmente presto – fosse rappresentata la possibilità di assicurare a Reggio Calabria per un verso e a Crotone per un altro la necessità assoluta di conservare due infrastrutture che ci sono e che necessitano unicamente di ulteriori interventi rafforzativi, in assenza dei quali queste infrastrutture rischiano di essere eclissate. I territori che i due aeroporti rappresentano rischiano, di fatto, di incorrere in un isolamento totale che – come dicevo al banco – per molti versi rappresenta anche una violazione dei diritti costituzionali sanciti nella nostra carta tra i diritti fondamentali delle persone.

In un momento come questo è davvero increscioso ridurre, per qualunque territorio italiano ed in particolare per il crotonese, i problemi della mobilità, della contiguità, della relazione con le altre comunità ad una circostanza di perifericità.

Ho detto pubblicamente, lo ribadisco, che tra l’altro questa Giunta sta dando prova, in verità, di una qualche sensibilità, di una qualche attenzione alle criticità vere infrastrutturali del territorio. In particolare, per esempio, oltre che a quelle di Reggio Calabria anche quelle di Crotone, prefigurando scenari, misure e strategie che tendano a rafforzare entrambi e non per escludere Lamezia Terme, che per evidenti ragioni è proiettata verso una collocazione che la vede annoverata tra i grandi aeroporti del Paese, ma esattamente per corrispondere a quelle esigenze e a quei diritti dei territori che rispettivamente rappresentano.

L’Unione europea, come la dottoressa Stasi sa meglio di me, riconosce a Crotone, equiparando quel territorio ad un’isola, i cosiddetti oneri di servizio.

Trovo particolarmente strano, se non paradossale, che in un documento che deve servire come strumento di pressione verso il Governo nazionale questa particolarità di un territorio svanisca del tutto e si ometta di declinarla.

E questo si fa. Non volevo aggiungere quest’ultima considerazione, unicamente perché si perseguono non più riservatamente, ma con altalenanti atteggiamenti pubblici, sogni che prevedono realizzazioni alte verso le quali noi non abbiamo nessuna contrarietà, salvo però ritenerle non tra le priorità assolute all’interno delle quali vanno collocati gli aeroporti di Reggio Calabria e quello di Crotone.

Mi pare ci siano ragioni abbondanti, purtroppo, per prendere le distanze da un documento che prescinde dalla criticità massima, dalla perifericità assoluta in cui versa il nostro territorio.

Non so cosa pensino i miei colleghi dell’altro versante che sono espressione di quel territorio e di quella mortificazione infrastrutturale ed altro. Mi piacerebbe sapere cosa pensano e se in qualche modo non intendano predisporsi a rafforzare la nostra richiesta.

PRESIDENTE

Onorevole De Masi, dunque il suo è un voto di astensione? Contrario.

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Presidente, parlo per motivare il voto di astensione critica dei sei consiglieri del Gruppo Misto.

La nostra non è una posizione né estemporanea né stravagante. Voglio ricordare all’Aula che fin dall’inizio della legislatura, in quella occasione da parte mia e del collega Adamo, avevamo sollecitato una iniziativa straordinaria nei confronti delle aziende monopoliste dei trasporti su rotaia e su strada, perché sin da allora era evidente che l’atteggiamento degli amministratori delegati e non solo di questa società era a dir poco distante e distratto, quasi di indifferenza rispetto alle questioni della Calabria e della mobilità su ferrovia e su strada; il documento che oggi è stato sottoposto alla nostra attenzione lo sottolinea, così come è vero che anche quegli obiettivi ci sono.

Mi sorprende, nella situazione attuale anche di crisi finanziaria del Paese, che non si faccia uno sforzo in questo documento per individuare con chiarezza le priorità su cui agire.

Nel momento in cui non vengono individuate le priorità si agisce come illo tempore si è fatto troppo spesso dalla Calabria, quando vigeva il vecchio regime della Cassa del Mezzogiorno in cui, per incapacità di decidere, le classi dirigenti, politiche amministrative regionali ci mettevano di tutto e, poi, decideva il centro su come scegliere, fiore da fiore.

Noi non possiamo consentirci questo lusso. Siamo arrivati in quest’Aula - lo voglio ricordare – chiedendo addirittura una Commissione di inchiesta sull’agire politico-amministrativo da parte dei dirigenti e degli amministratori delegati dell’Anas e delle ferrovie.

Francamente, se tanto mi dà tanto, tanto tuonò che non piovve. Perché un documento, da questo punto di vista così debole, che non individua priorità?

Se è già difficile farsi sentire quando si individuano obiettivi che mettono con le spalle al muro gli interlocutori, un ordine del giorno così non fa male a nessuno.

In questo senso, ovviamente, noi non pensiamo di essere quelli che la sanno meglio di tutti. C’è un atteggiamento di rispetto generale e questo è il motivo che ci porta a non esprimere un voto contrario.

Contemporaneamente, riteniamo che questo non ci porterà tanto lontano, anche in considerazione della nostra impostazione.

Quindi, nel momento in cui ci auguriamo che siate più bravi, si capisce che lo vota la maggioranza ed il Pd, i fatti ci dicono che non basta mettersi assieme quando gli obiettivi non vengono individuati con forza e non si fa una scelta.

Con molta modestia, senza pensare di saperne più di tutti, contemporaneamente noi esprimiamo un voto di astensione e di critica, che non è di chi si contrappone, ma di chi, contemporaneamente, dice che su questa strada non si arriva tanto lontano. Tutto qui.

Ho consultato i colleghi amici del Gruppo Misto e, per quanto ho capito, siamo tutti d’accordo ed esprimiamo questo voto. In bocca al lupo anche se io sono molto pessimista sull’esito di questa vicenda.

Non è che non votiamo a favore perché vogliamo prendere le distanze. Noi nel nostro piccolo saremmo in grado di assumerci le responsabilità nel momento in cui il documento facesse politicamente un radicale passo avanti nel dire pane al pane e vino al vino e scommettesse su alcune cose.

Poi, ovviamente, sappiamo che il Presidente Scopelliti ha la rappresentanza politica di governo della Regione Calabria. Dico di riflettere anche agli amici del Pd, non perché noi pensiamo di essere in alcun modo più bravi di loro, ma perché nel 2012 – in un’epoca di questo tipo – tutto il loro impegno non spinge ad individuare con più chiarezza le responsabilità; magari loro hanno una visione più ampia di quella che io riesco ad avere, ma lo dico in maniera sommessa e senza presunzione proprio per rispetto di tutti e mentirei a me stesso se non sottolineassi, come ho fatto, tutte queste cose.

Tutto qui. Voto di astensione e poi le motivazioni politiche che ci hanno indotto ad astenerci.

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il consigliere Principe. Ha facoltà di parlare.

(Interruzione)

Trattandosi di dichiarazione di voto, il suo intervento dovrebbe durare non più di tre minuti.

Sandro PRINCIPE

Presidente, forse trenta secondi in più glieli debbo chiedere, facendo una premessa di fondo: quando in una sede istituzionale incomincia la rincorsa a chi è più bravo nel salto degli ostacoli vuol dire che non si ha rispetto delle Istituzioni ed in un certo senso si ha poco rispetto anche degli interlocutori politici.

Dico con grande fermezza che il gruppo del Partito democratico non ha bisogno dei consigli né di “chicco” e né di “sia” come diceva un grande, cioè Totò.

Però vorrei dire all’amico Fedele, Presidente del gruppo del Pdl, e al Presidente Talarico che noi siamo entrati in quest’Aula per dar luogo ad un documento unitario.

Certo l’unità non si deve perseguire ad ogni costo e, per la parte che ci riguarda, le priorità indicate nel documento sono priorità oggettive.

Non condivido per niente le cose che ha detto il consigliere Bova; ha detto tutto e non ha detto nulla. Perché le priorità che servono alla Calabria sono chiare.

Ed anche rispetto al corridoio ionico mi pare che abbiamo fatto un grande sforzo; se uno vuol fare il salto ostacoli per dire che è il più bravo di tutti, va bene, noi avremmo potuto dire “vogliamo l’elettrificazione ed il secondo binario della ferrovia ionica”.

Anche i bambini dell’asilo nido avrebbero capito che questa è una posizione irresponsabile e strumentale.

(Interruzione)

Nel documento abbiamo inserito una cosa importante, visto che l’alta velocità non è possibile: quanto meno la velocizzazione e il raccordo col corridoio ionico, considerato che non si può chiedere di elettrificare e di raddoppiare la ferrovia ionica.

Anche sulla statale 106 forse non è stato notato un dato: a fronte di una carenza di progettazione dei megalotti abbiamo messo come priorità la progettazione del megalotto Sibari-Crotone.

Alcune cose dette dal Presidente De Masi sono, quindi, assolutamente ingenerose.

Alla fine il punto dolente è la questione del sistema aeroportuale.

Le cose che dice il consigliere Adamo sono altre. Sono d’accordo a discutere di una società unica che gestisce gli aeroporti, ma è una decisione che dobbiamo prendere noi. Non possiamo andare dal Presidente Monti come quelli che escono dal mondo delle favole per dire “caro Monti, noi abbiamo il potere di far questo e chiediamo a te di farlo”. Insomma, facciamo ridere, ma cerchiamo di non far ridere del tutto e sono d’accordo con il consigliere Adamo di affrontare questo problema in altra sede.

Il vero problema è stato quello del sistema aeroportuale perché poi, voglio dire, le posizioni che sono aprioristicamente finalizzate ad un obiettivo vengono condite dagli aromi più profumati. Si mette a queste posizioni la veste più bella ma il problema sta lì.

Detto questo, Presidente Fedele, penso che il Consiglio regionale debba dimostrare la massima responsabilità.

Non sarebbe la fine del mondo se rimandassimo l’approvazione dell’ordine del giorno di una decina di giorni per arrivare ad un documento condiviso da tutti ed evitare che fuori di qui venga fuori la solita Calabria che, come dire?, si divide sulle cose che non sono materialmente possibili. Troviamo una soluzione rapidissima, se ci sono i tempi giusti anche nella seduta del 30 marzo, altrimenti come gruppo del Partito democratico voteremo il documento che abbiamo presentato.

Viene meno lo spirito che volevamo raggiungere: individuare dei punti su cui interamente il Consiglio, d’accordo, desse all’Istituzione Regione, indipendentemente dai nomi, la forza per sostenere determinate tesi.

Non so, Presidente, se un altro quarto d’ora al banco ci consentirà di raggiungere questo risultato.

Noi lo auspichiamo perché siamo entrati in Aula con questo senso di responsabilità, ma naturalmente se questo senso di responsabilità viene meno il gruppo del Partito democratico assume una sua posizione autonoma e individuale e non collettiva.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, i tempi non ci consentono un rinvio perché dopodomani – come mi suggerisce il collega Orsomarso – giorno 15 ci sarà l’incontro con il Ministro.

Rischiamo di stravolgere un documento, di annacquarlo, di fare una lista della spesa senza concludere nulla.

Credo che il documento approvato sia condivisibile quasi da tutti, anzi a parte qualche astensione tecnica non mi pare che ci siano stati problemi. Per cui direi di andare avanti e di lasciarlo così com’è altrimenti rischiamo che si vada al Governo senza sapere – dopo un mese e mezzo – cosa dobbiamo fare.

PRESIDENTE

L’onorevole Fedele dice che poiché per dopodomani è fissato l’incontro con il Ministro non ha senso approvarlo fra dieci giorni. E’ necessario approvarlo adesso per dare l’opportunità e la possibilità di delegare, dopo un’attenta riflessione, una parte del Consiglio regionale.

Peraltro, questo era un documento che, certamente, i due partiti maggiori di maggioranza e di minoranza avevano individuato e concordato anche nei termini. Poi, è venuto fuori il dibattito dell’onorevole Adamo e dell’onorevole De Masi che si è dissociato.

Penso che il Consiglio regionale debba procedere oggi, anche con la differenziazione dell’astensione e del voto contrario, ed approvare questo ordine del giorno.

Ritengo si debba andare avanti, valutando la possibilità che in sede di coordinamento formale si possano apportare quelle lievi modifiche richieste. Peraltro, abbiamo tenuto un dibattito lungo ed articolato, tutti si sono espressi ed oggi manifestiamo la volontà in un documento condiviso.

Non capisco nemmeno le prese di posizione e le differenziazioni che ci sono state. Ho pensato che, anche così come l’ho letto, il documento fosse corretto e capace di metter d’accordo tutti.

Così non è stato e quindi possiamo porlo in votazione col voto contrario di Italia dei Valori e con l’astensione dei due consiglieri.

Ci possiamo vedere al banco della Presidenza? Va bene.

(I capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 15,23 riprende alle 15,32

Ordine del giorno coordinato su infrastrutture e trasporti - Seguito

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. Prego i colleghi di prendere posto così possiamo proseguire con l’ordine del giorno.

Abbiamo avuto un confronto dei capigruppo al banco. Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Presidente, per annunciare la mia astensione, perché, nel momento in cui si fa riferimento al sistema aeroportuale esistente tentando di fare in Consiglio regionale un passo indietro rispetto all’ordine del giorno approvato alla unanimità nello scorso dicembre, relativo all’impegno del governo regionale per l’approvazione e il reperimento dei finanziamenti per la realizzazione di un nuovo aeroporto, è chiaro che non ci può essere accordo.

Ognuno riferisce ai territori dei quali è espressione, io sono espressione della provincia di Cosenza e credo abbia diritto, essendo la più grossa provincia di questa regione, di rivendicare la realizzazione di nuove infrastrutture. Dicevo, essendo io espressione di quel territorio e cercando, quindi, di tutelarlo, non ho difficoltà a differenziarmi con una presa di posizione.

Mi piacerebbe che i colleghi della provincia di Cosenza sentissero la stessa responsabilità nei confronti del territorio dal quale proveniamo e del quale siamo espressione.

Per cui annuncio la mia astensione in merito.

PRESIDENTE

Possiamo procedere col voto.

L’ultimo punto - se gli amici di Italia dei Valori stanno attenti ed anche il capogruppo Principe – viene così modificato “valorizzazione del sistema aeroportuale calabrese esistente”.

Pongo in votazione l’ordine del giorno…

(Interruzione)

Vi astenete anche con questa modifica?

(Interruzione)

Non ho capito se si astiene tutto il gruppo del Partito democratico o solo i consiglieri della provincia di Cosenza?

(Interruzione)

Solo i consiglieri della provincia di Cosenza del Partito democratico si astengono? O tutto il gruppo?

(Interruzione)

Tutto il gruppo o solo quelli di Cosenza? Solo quelli di Cosenza?

(Interruzione)

Onorevole Principe, abbiamo già dedicato due sedute, cinque sospensioni…

Sandro PRINCIPE

Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.

Ferdinando AIELLO

Presidente, noi come Gruppo Misto ci asteniamo.

(Interruzione)

PRESIDENTE

E’ arrivato adesso, onorevole Aiello? Ha seguito tutto il dibattito?

Ferdinando AIELLO

Ho seguito anche parte della riunione che ha fatto lei, Presidente.

PRESIDENTE

Eravamo qui, presenti…

(Interruzione)

Quindi si astiene…

(Interruzione)

L’ha già detto l’onorevole Bova. Lei si astiene.

Ferdinando AIELLO

Giusto per ricordarle che rientro, geograficamente parlando, nella provincia di Cosenza. Dichiaro l’astensione come gruppo Misto.

PRESIDENTE

Astensione tecnica. Va bene.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 157/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all'emersione del lavoro non regolare”

PRESIDENTE

Proseguiamo con il quarto punto all’ordine del giorno che riguarda la Proposta di legge numero 157/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all'emersione del lavoro non regolare”.

L’onorevole Gallo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Gianluca GALLO, relatore

Signor Presidente della Giunta regionale, egregi assessori, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il progetto che oggi giunge all’esame dell’Aula dopo aver superato il vaglio delle competenti Commissioni consiliari, reca “Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all'emersione del lavoro non regolare”. Frutto di un percorso, credo, virtuoso elaborato dalla Giunta regionale - in primis dall’assessore ai servizi sociali, al lavoro e alla formazione professionale, Stillitani, anche grazie al lavoro importante e fecondo di questi anni e di questi mesi della Commissione per l’emersione del lavoro guidata dal Presidente Di Iacovo -, attraverso queste misure e disposizioni mira a definire in maniera organica le strategie e gli strumenti di intervento della Regione Calabria nei processi dell’emersione del lavoro irregolare alla luce dell’evoluzione della normativa comunitaria, nazionale e regionale sul tema.

Intende, inoltre, rafforzare l’azione sinergica tra tutti i soggetti istituzionali preposti alla regolarizzazione dei processi produttivi con particolare riferimento al contributo ed agli orientamenti avanzati dalla Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, luogo della concertazione tra le parti sociali.

Il dato di partenza è rappresentato dalle statistiche Istat che segnalano una contrazione del fenomeno e dal rapporto del Cnel sulle dimensioni e sulla filosofia del lavoro nero.

Cifre e situazioni che destano preoccupazioni ed inquietudine ed interrogano la classe dirigente, la politica e le istituzioni in ordine ad una questione drammaticamente intrecciata con il mancato sviluppo del comparto economico calabrese ed anche con le precarie condizioni – peraltro acuite in negativo dalla crisi presente – in cui versano migliaia di famiglie, con pesanti ricadute sul piano sociale ed educativo in un tessuto già drammaticamente difficile come quello calabrese.

Le vicende della quotidianità ci chiamano, dunque, ad una assunzione di responsabilità ed un impegno, se possibile, ancora più incisivo è richiesto ai cattolici impegnati in politica.

Bisogna rivendicare al lavoro condizioni progressivamente migliori.

Bisogna assicurare al lavoro una sua giustizia che cambi il suo volto adorante ed umiliato e gli renda un volto veramente umano, forte, libero, lieto ed irradiato dalla conquista dei beni non solo economici – anche se sufficienti ad una vita degna e sana -, ma altresì dei beni superiori della cultura, del ristoro, della legittima gioia di vivere e della speranza cristiana.

Non sono le parole di un consigliere regionale alla prima esperienza in Calabria, ma questo era l’invito che, nel 1968, Papa Paolo VI rivolgeva al mondo.

Oggi questo è il manifesto ideale per una società che attraverso il lavoro sogna di poter tornare a volteggiare nei cieli della speranza. E’ una delle richieste più pressanti della società nel nostro Paese e nella società calabrese.

Per questo, in una situazione di oggettiva debolezza dei lavoratori e delle lavoratrici calabresi, quella offerta alla vostra attenta valutazione è una legge che mira al contrasto del sommerso ed alla sua emersione, nella convinzione che sia un investimento di lungo periodo non solo in termini di legalità e di miglioramento della qualità della vita, ma anche sotto il profilo fiscale e tributario, stando ai dati forniti dalla Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare.

Infatti, si stimano in circa 1.300 euro per ogni unità dipendente emersa ed in 2.350 euro per ogni unità indipendente emersa, gli introiti che, a vario titolo - per esempio, per Irpef, Iva e Irap -, potrebbero finire nelle casse di comuni e Regione, ai quali si aggiungerebbe una importante fetta di contributi previdenziali che gli enti di previdenza, finalmente, sarebbero posti in condizione di recuperare.

Entrando nello specifico, va detto che la normativa proposta si configura come un’azione di sistema e costituisce un tassello strategico sia per la definizione del Piano regionale per il lavoro che per la revisione normativa organica che la Regione si prefigge per favorire la ripresa dell’occupazione in Calabria.

Tra i punti salienti, oltre all’articolo 1 sulle finalità e le funzioni esercitate dalla Regione in materia, merita una menzione particolare, anzitutto, l’articolo 5 che prevede l’istituzione della centrale di allarme emersione. Un archivio-banca dati nel quale verranno inserite tutte le imprese responsabili di infrazioni definitivamente accertate in materia di lavoro sommerso e non regolare ed in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Essa opererà in sinergia con la Stazione unica appaltante e con gli organi ispettivi, ognuno nella loro piena autonomia. La segnalazione di reiterate infrazioni di una certa rilevanza alla Cae, alla Centrale di allarme emersione, determinerà l’incapacità dell’impresa a contrattare con la Regione e l’esclusione da tutti i bandi regionali o su fondi europei qualora le infrazioni accertate non siano regolarizzate prima della partecipazione ai bandi.

Ciò, naturalmente, in armonia con la legislazione nazionale.

Degno di nota è anche l’articolo 6, mediante il quale si istituisce la cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive di controllo e di contrasto attraverso il coordinamento e l’integrazione fra le funzioni ispettive e forme di sperimentazione di modelli integrati di ispezioni tra i diversi enti a ciò preposti.

Da segnalare ancora l’articolo 10 con il quale si introducono criteri di premialità connessi alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a tutela dei lavoratori.

Nel complesso, dunque, si tratta di una legge importante, di quelle leggi che qualificano l’azione di un Consiglio regionale preso di mira dai media ed accusato di non lavorare nell’interesse dei calabresi.

Credo che questa legge, che va ad individuare le sacche di evasione nelle cui pieghe si annida la presenza forte in questa regione della criminalità organizzata, sia importante, perché per la prima volta la Regione Calabria si dota di una normativa organica di contrasto al fenomeno del sommerso e del lavoro non regolare.

Con essa il legislatore - mi auguro nella sua interezza e con il contributo fattivo ed unanime di tutte le parti politiche, come del resto è già avvenuto in Commissione - dimostra la volontà di incidere su questo fenomeno, coniugando politiche di repressione con politiche di sviluppo che mirano anche a prevenire la nascita del sommerso attraverso un sistema di premialità per le imprese che intendono emergere.

Del resto, in tempi di federalismo fiscale attuare politiche di contrasto non solo è doveroso sotto il profilo politico ed etico, ma lo è anche dal punto di vista sociale ed economico. In quanto, da una parte si restituiscono diritti ai lavoratori sfruttati e sottopagati, dall’altra si recuperano entrate erariali dirette delle Regioni.

In Calabria, ad esempio, dove secondo i dati Istat agli inizi del 2011 le unità irregolari erano pari a 202 mila, le stesse risultano essere scese a 138 mila unità.

Nel solo 2010 sono emerse circa 7 mila unità irregolari che hanno portato nelle casse dell’erario a vario titolo circa 130 milioni di euro, di cui 15 milioni in quelle della Regione Calabria.

Attuando questa legge il trend positivo dimostrato negli ultimi anni in termini di riduzione del sommerso non potrà quindi che rafforzarsi, fino a riportare la situazione calabrese almeno a livello di quella nazionale con un risultato che potrebbe avere un sapore storico.

Io personalmente ci credo, penso che i calabresi ci sperino. A noi tutti, quindi, il compito di tradurre in realtà positive l’agire di una politica finalmente capace di privilegiare la concretezza e di tendere una mano a chi dalla politica attende risposte concrete.

Si guarda alla politica con sempre maggiore sfiducia, ma anche con speranza. Questo potrebbe essere uno strumento attraverso il quale far sì che questa speranza continui a rimanere in piedi. Grazie.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di prendere posto, altrimenti non si può proseguire. Se non c’è silenzio in Aula interrompiamo i lavori.

Lo dico a tutti i colleghi.

Prego i colleghi consiglieri di accomodarsi, perché non si può affrontare una legge così seria con distrazione assoluta dove ognuno fa il proprio capannello.

Un attimo di attenzione. Chi intende intervenire, si prenoti.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, nella qualità di Presidente della Commissione bilancio ho il dovere di fare una breve informativa sul disegno di legge numero 157/9^ sul quale ha relazionato il collega Gallo.

E’ un disegno di legge che è stato licenziato nella seduta del 16 novembre dalla terza Commissione per il parere di merito e che è stato trasmesso alla Commissione bilancio per il relativo parere finanziario. Parere che è stato espresso nella seduta del 9 febbraio.

Non sarei intervenuto se non avessi ravvisato l’esigenza e la necessità di informare l’Aula sull’andamento dei lavori per quanto riguarda il parere finanziario sulla legge stessa che ha avuto momenti articolati. Avendo la Commissione un costante e continuo rapporto di interscambio con i dipartimenti regionali ed in particolare con il dipartimento bilancio, ha acquisito nel corso della seduta del 9 febbraio il parere dello stesso dipartimento che ha espresso l’incompatibilità delle previsioni di cui agli articoli 11, 12 e 13 lettera e) con l’attuale situazione finanziaria e regionale. In quanto le stesse dispongono un vincolo normativo di destinazione, una quota del gettito Irap in parte destinato alla copertura della spesa sanitaria e la restante parte impiegata per sopperire alla carenza dei fondi derivanti dalla cessazione dei trasferimenti statali.

In ogni caso, la Commissione bilancio sulla scorta del parere rilasciato dal dipartimento bilancio stesso che ravvisa la necessità di finanziare parzialmente gli interventi previsti nel disegno di legge con risorse stanziate nella Upb 4030205 ha riformulato la norma finanziaria che assorbe, quindi, il contenuto degli articoli 11, 12 e 13 del disegno di legge inizialmente licenziato dalla terza Commissione e la norma stessa per come rimodulata prevede ed ha previsto una integrazione finanziaria di 104 mila euro a valere sui fondi speciali del Consiglio regionale.

Questo per assicurare alla legge stessa una dotazione finanziaria complessiva di 300 mila euro. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Presidente, anzitutto per sottolineare – non abbiamo dubbi - l’importanza di questa iniziativa legislativa. Fra l’altro il relatore non so chi lo abbia nominato “cattolico” ma pare che non ci si possa proclamare cattolici, almeno, da una parte politica di questo Consiglio.

Questa è una iniziativa legislativa importante perché se adeguatamente regolamenta, dà un contributo ad una materia particolare che è quella del lavoro, in particolare del lavoro non regolare.

Il Consiglio regionale aveva nella precedente legislatura approvato una delega alla Giunta per redigere un testo unico sul lavoro per fare in modo che questa Regione, che sicuramente di questa materia ha necessità di discutere ma anche di proporre iniziative legislative ed amministrative, dia risposte ai bisogni dei calabresi.

Conosciamo la difficoltà che ci sono nella stesura di un testo unico in questo campo. Siamo arrivati fino ad un certo punto nella precedente legislatura. E’ un modo per sollecitare ulteriormente la Giunta e ad essere disponibili a collaborare con la stessa nelle Commissioni per far sì che questo Consiglio possa, quanto prima, discutere di un testo unico sul lavoro che, quindi, ci dia un quadro più complessivo delle iniziative normative e legislative in questo campo.

E’ una materia che ancorché oggetto di discussione politica, in questo momento molto particolare e delicato ha necessità di un inquadramento di un indirizzo più generale su queste tematiche, sicuramente ha necessità di una forte sinergia per diversi aspetti che hanno interesse rispetto alle tematiche del lavoro.

Devo segnalare – lo dico al Presidente del Consiglio rafforzando anche quella che è l’iniziativa del capogruppo Principe – che il Gruppo del Partito democratico ancora non è, purtroppo, rappresentato in terza Commissione. Quindi, signor Presidente, non abbiamo la possibilità e la invitiamo a voler provvedere secondo le sue competenze a far in modo che il Partito democratico possa avere il proprio rappresentante in terza Commissione, perché questo ci consente di dare il nostro contributo in una Commissione importante.

Questa difficoltà c’è, ovviamente, anche nel dibattito in Consiglio, stasera, su questa proposta di legge.

Avremmo voluto partecipare, in quella sede, nel momento in cui si costruisce una norma che deve cercare di concorrere nell’obiettivo col conforto di tutte le forze politiche, ma non abbiamo avuto questa possibilità. E lo dico perché è una norma importante, l’ha detto molto bene Gallo, è una legge molto delicata dal punto di vista legislativo, costituzionale, e proprio il dibattito di queste ore in Parlamento lo conferma.

E’ una materia riconosciuta come materia concorrente fra Stato e Regioni. Ma ovviamente come tutte queste questioni, le implicazioni di una norma, di una legge che va a incidere sulle questioni del lavoro, necessariamente vanno ad intaccare tutte le competenze di esclusiva competenza dello Stato.

Purtroppo – e dico purtroppo – più di una volta, in questo Consiglio, abbiamo rilevato difficoltà di contenuto legislativo, di coerenza costituzionale, quindi di legittimità .Perché qui ogni volta che si cerca di dare un contributo si pensa, invece, alla strumentalizzazione politica.

Ogni volta abbiamo detto in questo Consiglio quando si sono approvate norme per esempio sulla legalità, attenzione, guardate che questa parte non è legittima. Ce la impugneranno e questa legge non andrà da nessuna parte.

Noi lo dicevamo e si diceva lo facessimo strumentalmente dal punto di vista politico, come la minoranza che incalza la maggioranza ecc. Queste sono materie in cui dovremmo tutti collaborare per far in modo che le cose vadano in porto nel modo migliore.

Rappresentavamo le osservazioni che faceva - alla luce di quello che era stato fatto anche stasera in seconda lettura sullo Statuto – il Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi presieduta dal collega Pacenza che assieme agli uffici, quindi ai collaboratori che fanno sì che quel Comitato possa espletare una funzione propria; bene il Comitato ha messo in evidenza le questioni di costituzionalità che puntualmente il Governo ha sollevato e che puntualmente hanno travolto alcune leggi che questo Consiglio ha approvato.

Non è, quindi, una strumentalità politica ma è solo l’invito a dire che quando facciamo una norma ed una legge, siccome è oggetto di valutazione del Governo, bisogna guardarla con attenzione.

Mi sento di dire la stessa cosa oggi, stasera, pur non avendo avuto la possibilità di approfondirla in Commissione e di dare i contributi in quella giusta sede

Oggi dico questo. Nella previsione normativa ci sono due aspetti molto delicati che sono due aspetti che il Governo, in altre occasioni, ci ha sollevato e riguardano la necessità di non intervenire sulla maniera dei contratti della pubblica amministrazione, sui servizi e far in modo di non immettere meccanismi legislativi regionali che possano inficiare quella che è la regolamentazione nazionale dei contratti dei servizi .

Soprattutto in un momento in cui si parla di delegificazione, di snellimento delle procedure amministrative e di aumento della crescita, ovviamente tutto questo non deve assolutamente avvenire a discapito del lavoro regolare. E su questo faccio apprezzamento anche alla Commissione per l’emersione del lavoro nero, a chi ci lavora, persone impegnate, professionalità che si sono spese. Ho avuto modo di conoscere anche il loro lavoro, però ci sono anche questi aspetti.

Il primo riguarda la competenza che la Commissione per l’emersione del lavoro nero vuole giustamente creare forse sul nome, qualche riserva l’avrei per la dicitura di centrale di allarme all’emersione. Però al di là di questo fatto estetico, oggettivamente nel fare dei passaggi in cui poi si entra nella contrattualità fra la pubblica amministrazione e le imprese abbiamo già avuto modo di capire che il Governo nazionale su queste cose non va per il sottile.

L’altro aspetto particolare sul quale invito a riflettere - e purtroppo siamo in assenza di emendamenti e non siamo in grado di incidere in Aula per come avremmo voluto, questo limite che abbiamo ricordato - riguarda i parametri di regolarità e congruità del lavoro.

Guardate, qui è chiarissimo. Nella legislazione nazionale è anche oggetto di attuali discussioni, definizioni, il Ministero dovrà indicare degli indici di regolarità e congruità del lavoro.

Adesso è chiaro che se diciamo di voler, invece, incidere sui parametri e non sugli indici, ovviamente su questo capite bene che riguardo i parametri ed gli indici ci sono diverse interpretazioni, matematiche e legislative.

Non si capisce come una regolamentazione parametrica della regolarità e congruità del lavoro vada ad intersecarsi con la previsione di indici, fra l’altro, rimandando ad un Regolamento, quindi non ad un contenuto legislativo.

Ovviamente riguardo l’aspetto dei controlli c’è una volontà di far di più e questo è un aspetto molto importante e positivo che sottolineo. Lo Stato, gli organi dello Stato periferici che hanno compiti di vigilanza e di controllo, di fatto, difettano in questo campo.

Dobbiamo però fare attenzione perché la concertazione è un aspetto importante. Dobbiamo far sì che tutti facciano il proprio mestiere. Se poi ci spingiamo a dire che facciamo degli elenchi dei buoni e dei cattivi su alcuni aspetti, ebbene, l’aspetto legislativo e di compatibilità costituzionale comincia ad essere dubbio.

La smetto e non mi dilungo ancora.

Questa è una materia importante. Sicuramente la Giunta ha avuto il merito di proporre un testo- su cui fare una riflessione-, che, ovviamente, deve essere necessariamente inquadrato ed interagire con misure di politiche attive per il lavoro.

Sicuramente gli aspetti etici che richiamava il collega Gallo rispetto alla correttezza del rapporto tra il datore e il lavoratore sono fondamentali. Ma non c’è dubbio che – ho avuto anche modo di riscontrarlo – la migliore tecnica di regolarizzazione del lavoro e quindi di emersione del lavoro non regolare sta proprio nelle politiche attive, nella capacità di incentivazione della Regione del lavoro fatto in maniera regolare e quindi di premiare le imprese rispetto a questo meccanismo e di regolamentare il sistema di incentivazione a questi meccanismi.

Ebbene questo, stasera, non lo regolamentiamo ma facciamo una enunciazione in cui diciamo che queste previsioni legislative devono interagire con le politiche attive del lavoro ma, di fatto, non stabiliamo legislativamente un forte condizionamento di queste attività.

Mi fermo perché, ovviamente, il senso del mio intervento è quello di dire che questa legge ha una sua qualità, ha una bontà nell’obiettivo che è condivisibile ed ha, però, una forma che ci lascia perplessi.

Invitiamo quindi la maggioranza a riflettere sulla opportunità di approfondire questi aspetti per far in modo che questa legge abbia la garanzia di avere maggiore possibilità di successo.

Penso che i tecnici che hanno lavorato a questa legge possano essere tranquilli riguardo alla loro proposta.

Ho, però, letto la relazione e non conosco, per i motivi che ho detto, qual è il testo antecedente alla seduta odierna , scaturito dalla Commissione per la qualità delle leggi. Non conosco quindi come sono state recepite queste previsioni. Di fatto il testo finale, su questi due aspetti, ci lascia perplessi e ci impone di far presente alla maggioranza questa difficoltà.

Ovviamente l’importanza della materia, lo sforzo che la Giunta ha fatto di proporre una legge di questo genere ha, da parte nostra, la massima attenzione. Non vogliamo assolutamente ostacolare il lavoro della Giunta e del Consiglio per dare alla regione leggi che abbiano un senso nel rispetto degli interessi dei cittadini e delle problematiche che affliggono i cittadini.

Ci permettiamo, solo, di dire che abbiamo qualche dubbio e qualche perplessità che, magari, l’assessore Stillitani ci vorrà fugare. Ovviamente, dal punto di vista politico, in Consiglio esprimiamo una valutazione di attesa e di astensione rispetto alla prospettiva che il Consiglio si determini riguardo all’approvazione, odierna, di questo testo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, solo per una brevissima dichiarazione di voto. Italia dei Valori voterà in maniera favorevole a questo atteso ed importante provvedimento che, tra l’altro, ha avuto un iter che abbiamo seguito in Commissione nella quale – come ricorderà il relatore, onorevole Gallo – sono stati accolti tantissimi nostri emendamenti che, riteniamo, abbiano rafforzato un impianto normativo volto a dare delle risposte sia in materia di emersione del lavoro nero che sotto il profilo della sicurezza.

Voglio ricordare l’introduzione dell’articolo 10 di questa legge che prevede la priorità negli appalti della Regione o degli enti sub-regionali, dell’adozione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ponendo un argine e un fine alla situazione che col criterio del massimo ribasso si finisca per favorire lavoro nero, precarietà e sfruttamento intensivo dei lavoratori.

Credo che questo sia un punto importante che qualifica questa norma per la quale confidiamo si inizi un percorso virtuoso di cui questa regione ha tanto bisogno.

Sebbene abbiamo partecipato con emendamenti che, secondo noi, daranno efficacia e maggior impulso a questa legge ma qualche ombra l’abbiamo ravvisata.

Mi riferisco, in particolare, all’articolo 6 in cui con l’istituzione della cabina di concertazione – per la quale avevamo anche proposto l’abrogazione – si crea una sorta di duplicato dei compiti istituzionali che sono già, d’istituto, assolti dalle Commissioni regionali per l’emersione del lavoro non regolare.

Questo lo stabilisce la legge numero “124” del 23 aprile 2004. Avremmo preferito che non ci fosse stata questa possibile duplicazione di ruoli e funzioni che possono e saranno certamente oggetto di maggiore coordinamento e di maggiore vigilanza riguardo all’attività istituita presso ogni singola direzione regionale del lavoro.

In ogni caso riteniamo che nel complesso questa sia una buona norma che migliora il quadro attuale e che può dare delle buone risposte. Per cui il nostro è un voto favorevole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, naturalmente rappresentando la dichiarazione di voto del gruppo del Pdl anche per come è stato evidenziato bene non solo dal relatore ma anche dal collega Giordano che mi ha preceduto, questa legge nasce a seguito di un testo elaborato e presentato dalla Giunta regionale ampiamente discusso e trattato in Commissione. Nella Commissione consiliare competente.

Si tratta di un disegno di legge che, credo, oggi non possa non rappresentare un tassello importante rispetto a quelli che sono stati i provvedimenti legislativi di questo Consiglio in questa consiliatura.

Naturalmente tralascio di evidenziare gli aspetti significativamente rilevanti dello stesso disegno di legge perché sono stati ampliamenti trattati dal relatore e dai colleghi che sono intervenuti.

Voglio oltre che, naturalmente, rappresentare il voto favorevole del Pdl evidenziare che si tratta di una iniziativa legislativa che va nel solco di provvedimenti che non possono non essere considerati – così come sono stati considerati nell’ambito della Commissione consiliare competente, vale a dire la terza – per la loro valenza.

Perché, vede, e lo dico soprattutto al collega Maiolo in relazione anche a quelle che sono state le anomalie e le disfunzioni che probabilmente – anzi quasi sicuramente – sono dettate esclusivamente dalla non presenza in Commissione di un collega rappresentante del gruppo del Partito democratico in seno alla stessa.

Vede, questo è stato un disegno di legge ponderato attentamente e oggetto di approfondita riflessione all’interno della terza Commissione con l’apporto significativamente rilevante di tutti i gruppi di maggioranza e di minoranza basato su una logica bipartisan – condivisa e caratterizzata da un sentimento di antipolitica che, ripeto, non può non esser condiviso allorquando si tratta di provvedimenti importanti come quello in discussione. Vedete, al di là di quelle che sono le caratteristiche significativamente peculiari di questo disegno di legge,credo che non si possa non registrare, con l’attenzione che la cosa comporta e merita, quello che da un lato è stato fatto in questo ultimo periodo da parte della competente Commissione per l’emersione del lavoro che denota un segnale di discontinuità vera e netta rispetto al passato.

Ma quello che, a mio parere ,deve essere posto in risalto non è tanto la discontinuità rispetto al passato solo ed esclusivamente nelle cifre, ma in una concezione che è quella che più interessa in questo momento al varo di un provvedimento che si colloca in una di quelle concezioni che, a mio parere, hanno caratterizzato quelli che sono i primi due anni di inizio di questa consiliatura. Vale a dire la necessità di incidere, profondamente, attraverso quella che amiamo definire una rigenerazione culturale delle azioni susseguenti.

Ecco perché confermando il voto favorevole del gruppo del Pdl al quale appartengo, ed avendo apprezzato per essere membro della terza Commissione, il lavoro collaborativo, sinergico, fattivo, attivo e propositivo di tutti coloro i quali hanno avuto a cuore le sorti di questo provvedimento legislativo. Auspico che, anche per il futuro, sulla logica e sulla condivisione di quello che è stato l’assunto posto a base di questo provvedimento, per altri provvedimenti che devono essere posti alla base di un percorso condiviso da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale non può non essere ipotizzabile, quindi auspicabile, un percorso che ha portato e che porterà, questa sera, all’approvazione di questa legge in modo che si possa andare nella direzione di un riscatto vero del territorio calabrese. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola, pertanto ha facoltà di parlare l’onorevole Gallo.

Gianluca GALLO, relatore

Rafforzando quanto sosteneva l’onorevole Chiappetta e riprendendo il mio primo intervento e, inoltre, facendo mie anche le preoccupazioni del consigliere Maiolo, verso le quali non c’è insensibilità da parte di questi banchi o da parte della Giunta regionale, voglio sottolineare come l’iter legislativo è stato lungo e tortuoso come non mai, considerato che, in altre circostanze, leggi approvate da questo Consiglio regionale hanno visto l’impugnativa da parte del Governo nazionale.

Il percorso è stato finalizzato ad evitare questa conseguenza.

In una prima stesura il testo di legge aveva visto da parte del Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi, quindi dall’ufficio legislativo relativo, il sollevarsi di alcune questioni che potevano far sì che la norma fosse impugnata per incompatibilità con leggi dello Stato, causando, poi, l’impugnativa del Governo centrale.

Per la verità la Commissione, ben guidata dall’onorevole Salerno, si è fermata alcuni mesi per lavorare insieme alla Giunta regionale e insieme all’ufficio legislativo affinché tutte le eventuali e potenziali criticità fossero rimosse.

Pare che il lavoro di questi mesi, che ha visto l’approvazione del testo che oggi giunge in Aula prima da parte della terza Commissione e poi da parte della seconda Commissione, sia un testo che, secondo l’ufficio legislativo, supera le criticità.

Si parla non di eventuali incompatibilità con la normativa nazionale, ma di “eventuali” interferenze e questo non porterebbe e non porterà, ritengo, ad una questione di incompatibilità dinanzi alla Corte costituzionale. Grazie.

PRESIDENTE

Il dibattito è concluso, possiamo procedere alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

All’articolo 5, comma 2, c’è un comma per il quale è necessario autorizzare il coordinamento formale per evitare qualche problema di incostituzionalità.

Pongo in votazione il comma 1 dell’articolo 5.

(E’ approvato)

Per il comma 2 si autorizza il coordinamento formale.

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 150/9^ d'Ufficio, recante: "Programma di attività per l'anno 2012, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 – Corecom"

PRESIDENTE

Passo al punto 5 dell’ordine del giorno che recita: proposta di provvedimento amministrativo numero 150/9^ d'Ufficio, recante: "Programma di attività per l'anno 2012, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 – Corecom".

Prego, onorevole Fedele, ha facoltà di parlare.

Luigi FEDELE

Presidente, brevemente, poiché si tratta del piano di attività per l’anno 2012 del Corecom, voglio precisare che non abbiamo avuto tempo di approfondirlo. Chiedo, quindi, di rinviarlo alla prossima seduta del Consiglio per poterlo esaminare meglio.

Volevo chiederle, inoltre, Presidente se è possibile…

PRESIDENTE

Aspetti, onorevole Fedele, completiamo questo punto.

Per il punto numero 5 all’ordine del giorno si chiede l’aggiornamento al prossimo Consiglio regionale. Pongo in votazione la proposta di rinvio dell’onorevole Fedele.

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Grazie, Presidente, volevo esporre all’Aula la possibilità di poter inserire all’ordine del giorno e approvare – ne ho parlato anche con alcuni colleghi della opposizione, con il consigliere Censore ed altri – un provvedimento che è stato approvato alla unanimità in seconda Commissione che riguarda la modifica della legge regionale numero 8 riguardante il riordino della organizzazione turistica regionale.

Nella fattispecie si tratta di questo: per la nomina di direttori di agenzia la legge prevedeva che i direttori di agenzia potessero far domanda di partecipazione solo nella provincia in cui erano residenti.

Questo non è possibile perché le domande devono e possono essere presentate non solo dall’intera regione ma anche da tutto il territorio extra regionale. Se non approvassimo questa modifica, i bandi che stanno facendo le province rischierebbero di essere inficiati. Solo questo Presidente, quindi chiedo che sia inserito ed approvato.

PRESIDENTE

L’onorevole Fedele chiede l’inserimento all’ordine del giorno di una proposta di legge che ha brevemente illustrato e che riguarda i direttori di agenzia.

Se non ci sono obiezioni pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 12/9^ di iniziativa del consigliere Principe, recante: “Istituzione della Fondazione per la valorizzazione del Santuario delle Cappelle - Sacro Monte di Laino Borgo”

PRESIDENTE

Concluso l’ordine del giorno, così come stilato, passiamo all’esame della proposta di legge numero 12/9^ di iniziativa del consigliere Principe, recante: “Istituzione della Fondazione per la valorizzazione del Santuario delle Cappelle - Sacro Monte di Laino Borgo”.

Nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione l’articolato della legge che è stata licenziata in Commissione.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Esame abbinato:

Proposta di legge numero 85/9^, proposta di legge numero 123/9^, proposta di legge numero 229/9^, proposta di legge numero 251/9^, proposta di legge numero 264/9^, recanti: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 ( Riordino dell’organizzazione turistica regionale)”

PRESIDENTE

Si passa adesso all’esame abbinato delle proposte di legge numero 85/9^, numero 123/9^, numero 229/9^, numero 251/9^ e numero 264/9^, recanti: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 ( Riordino dell’organizzazione turistica regionale)” secondo quanto richiesto dall’onorevole Fedele.

Nessuno chiede di intervenire; pongo in votazione l’articolato della legge.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno a firma dei consiglieri Orsomarso e Magno “In ordine alla intitolazione aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco da Paola”

PRESIDENTE

Si passa adesso all’ordine del giorno a firma dei consiglieri Orsomarso e Magno “In ordine alla intitolazione aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco da Paola”.

Prego, onorevole Orsomarso.

Fausto ORSOMARSO

Presidente, questo è un ordine del giorno a mia firma e del collega Magno, collega di Lamezia Terme.

Si tratta di una richiesta di intitolazione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco di Paola.

Espongo brevemente anche le ragioni ai colleghi.

“In occasione del 50° anniversario del Patronato di San Francesco di Paola sulla regione Calabria, con il presente ordine del giorno si chiede l’intitolazione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme al Santo Taumaturgo della Calabria.

Le ragioni di tale proposta risiedono nella volontà di onorare l’illustre figura del Santo Francesco di Paola nota in tutto il mondo, attraverso intitolazione della porta principale della regione Calabria, l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, appunto.

Vero è che San Francesco è protettore delle genti di mare, oltre che della Calabria. Ma ciò non impedisce in una ricorrenza così importante quale il 50° anniversario del patronato del Santo sulla regione Calabria, di riconoscere alla porta che apre la nostra regione sul mondo, un valore universale.

E’ infatti universale il messaggio di San Francesco di Paola al mondo.

Oltre che in Italia (Bari, Cagliari, Catanzaro, Genova, Grotta Ferrata (RM), Grottaglie, Massalubrense, Milazzo, Napoli, Palermo, Paternò Calabro, Rimini, Roma, Taranto) le chiese e le basiliche in onore di San Francesco da Paola sono sparse in tutto il mondo (Repubblica Ceca-Vranov, Spagna-Siviglia, Messico Saltillo ecc.).

Un messaggio universale che non riguarda soltanto il valore della fede, ma che contiene anche un messaggio sociale e politico nel senso più alto e letterale del termine.

La vita di San Francesco di Paola è, infatti, stata contrassegnata dalla vicinanza ai più deboli, dalla salvaguardia dei valori della tradizione, dell’amore per la terra.…”

Vi evito insomma di sottolineare le ragioni e gli episodi che hanno portato alla santificazione di San Francesco di Paola. San Francesco ha vissuto gli ultimi anni della sua vita lontano dalla Calabria, vicino ai deboli, alla nostra gente ma ha vissuto un cambiamento radicale permanendo in Francia.

Si interessa di vari problemi politici che vanno dalla Francia all’Europa, risolvendo pacificamente questioni pendenti fra Francia e Spagna. Si interessa di problemi politici riguardanti la Santa Sede ed il suo regno.

Quindi, non solo un santo vicino alla gente ed ai suoi miracoli, ma anche al messaggio universale di impegno e di rappresentanza politica autentica della Calabria e di quello che noi calabresi possiamo e vogliamo essere.

Tanti sono gli episodi storici su cui, appunto, vado a soprassedere.

“Ricordiamo un episodio su tutti:

Luigi XI, re di Francia, ammalato gravemente di apoplessia, spera e cerca in tutti i modi di guarire pienamente dalla malattia: non bastano né le cure mediche, né il ricorso a reliquie di santi e guaritori, che pullulano attorno alla reggia.

Un mercante napoletano, Matteo Coppola, parla di Francesco e dei suoi miracoli. Il re scrive al papa Sisto IV e al re di Napoli, Ferrante d’Aragona, perché ordinino all’Eremita di recarsi in Francia per guarirlo. Il papa e il re fiutano i vantaggi politici che possono derivare da questo favore reso a re Luigi e si premurano di accontentarlo.

Corre l’anno 1482. Iniziano frenetiche le trattative per indurre Francesco ad accogliere l’invito. Presa la decisione, ai primi di febbraio del 1843 dal romitorio di Paternò Calabro parte alla volta della Francia.

Il trasferimento in Francia determina nella vita di San Francesco di Paola un cambiamento radicale. Egli continua nella sua vita di sempre: preghiera intensa (trova una grotta anche nel parco reale del castello di Plessiz-Iez-Tour), forte austerità di vita (i francesi rimangono meravigliati della sua vita austera e solitaria), lavoro manuale (lavora nell’orto per coltivare la verdura per il suo nutrimento quaresimale). Ma le condizioni di vita attorno a lui sono cambiate: non è più l’ambiente contadino e popolare della Calabria, ma quello urbano di una città reale, crocevia dell’Europa politica del tempo, incontro di culture diverse, banco di prova dei fermenti riformistici della Chiesa. L’Eremita di Paola si trova catapultato senza volerlo in questa nuova realtà nella quale però si muove con la saggezza e la prudenza dell’uomo di Dio.

Sta accanto a Carlo VIII, come aveva promesso a Luigi XI morente; e il giovane monarca accetta questa vigilanza spirituale e ama incontrarlo quasi ogni giorno per consigliarsi con lui.

Si interessa dei problemi politici della Francia e dell’Europa, risolvendo pacificamente le questioni pendenti tra la Spagna e la Francia. Si interessa dei problemi politici riguardanti la Santa Sede e il suo regno. Osserva quanto avviene a corte e scrive ripetutamente al Papa perché prenda i necessari provvedimenti per scongiurare i pericoli della guerra.

Non sappiamo, durante le guerre d’Italia con Carlo VIII prima e Luigi XII poi, quale atteggiamento egli abbia preso. Certamente pregò per l’incolumità di Carlo VIII ma probabilmente si schierò con chi vedeva nell’intervento di Carlo VIII una soluzione per la riforma della Chiesa e la difesa delle coste italiane dal pericolo turco. Il giovane re di Francia, veniva presentato da tutti come l’inviato di Dio.

Tanti altri sono gli episodi storici che inducono tutti i calabresi a vedere in San Francesco il cittadino più illustre ed i valori di questa terra. Al di sopra di tutto, anche partendo da posizioni laiciste nei giudizi rispetto al percorso della sua vita e delle sue opere.

Papa Giovanni XXIII aderendo alle numerose richieste del popolo calabrese, il 2 giugno 1962, dichiarò Francesco, con il breve Lumen Calabrie, “Patrono della Calabria” essendone – così è scritto nel breve – l’espressione più genuina, l’interprete più qualificato e il Santo più universalmente venerato e invocato.

E’ uno dei Santi più conosciuti della cristianità e il suo nome è dato a molti, perpetuando tradizioni familiari.

Una regione che ha conosciuto tanti uomini illustri, molti dei quali eroi caduti in nome della lotta alla illegalità ed alla mafia, oggi può riconoscersi verso il mondo intero attraverso il cittadino che del “bene”, della “carità”, della “solidarietà”, ha fatto il proprio percorso di vita da calabrese>”.

Io penso che noi oggi approvando, ritengo ci siano tutte le condizioni alla unanimità di poter al più presto intitolare questo aeroporto internazionale visto che è una delle poche cose ed oggi abbiamo parlato di infrastrutture e trasporti che funzionano della Calabria al Santo Patrono di tutti i calabresi facciamo una doppia operazione.

Una operazione di fede e celebriamo anche l’operazione laica. Cioè, intitolare la porta internazionale della Calabria a chi nel mondo più di ogni altro calabrese, più di ogni altra istituzione, rappresenta un sinonimo di calabresità positiva e rivolta alla pace dei popoli, alla carità, insomma a tutti quei valori che sono espressi in questo ordine del giorno.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Orsomarso, è una iniziativa lodevole che ha anche il mio apprezzamento.

Pongo in votazione l’ordine del giorno come testé letto.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno, a firma dei consiglieri De Masi, Dattolo, Pacenza, Pugliano, Sulla, Gallo “In merito alla costituzione delle Zone a Burocrazia Zero

PRESIDENTE

Adesso vi è un ultimo ordine del giorno a firma dei consiglieri De Masi, Dattolo, Pacenza, Pugliano, Sulla, Gallo “In merito alla costituzione delle Zone a Burocrazia Zero” di cui do lettura:

“Il Consiglio regionale

premesso che

ai sensi dell’articolo 43 della manovra correttiva (decreto legge n. 78, 31 maggio 2010, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122) è stato prevista l’istituzione di zone a burocrazia zero nel Mezzogiorno;

la lettera b) del succitato art. 43 recita testualmente “ove la zona a burocrazia zero coincida nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia con una delle zone franche urbane individuate dalla delibera Cipe dell’8 maggio 2009, n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 159 dell’11 luglio 2009, le risorse previste per tali zone franche urbane ai sensi dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 sono utilizzate dal Sindaco territorialmente competente per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero”;

le zone a burocrazia zero sostituiscono, di fatto, le Zone franche urbane istituite ai sensi dell’art. 1 comma 340 della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria 2007);

in Calabria erano state individuate quali Zone franche urbane: Crotone, Lamezia Terme e Rossano;

erano stati assegnati finanziamenti pari a euro 4.856.770 per Crotone, a euro 4.759.927 per Lamezia Terme e a euro 3.900.508 per Rossano;

tali benefici sono allo stato rimasti inutilizzati;

ai sensi dell’art. 14 della legge n. 183/2011 le cosi dette Zone a burocrazia zero (Zbz) sono state estese in tutta Italia in via sperimentale fino al 31 dicembre 2013 (in G.U. n. 265 del 14 novembre 2011);

il combinato dell’articolo 43 del D.L. n. 78/2010 e dell’articolo 14 Legge n. 183/2011 stabilisce seppur in via sperimentale una serie di agevolazioni per le imprese costituite dopo il primo gennaio 2012;

il comma 2 dell’art. 14 Legge n. 183/2011 recita testualmente “A tale scopo fino al 31 dicembre 2013 i provvedimenti di cui al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’art. 43 del citato decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre previsioni ivi contenute, in via esclusiva e alla unanimità dall’ufficio locale del Governo istituito in ciascun capoluogo di provincia su richiesta della Regione, di intesa con gli enti interessati e su proposta del ministro dell’Interno con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. La trasmissione dei dati e dei documenti previsti dal secondo periodo della medesima lettera avviene in favore del medesimo ufficio”;

il citato ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale fanno parte un rappresentante della Regione uno della Provincia ed uno del Comune interessato, adotta il provvedimento finale con un iter molto semplificato e deve, comunque, provvedere entro 30 giorni dalla istanza decorsi i quali scatta il silenzio-assenso;

non risulta ancora istituito l’ufficio locale del Governo;

alla luce del quadro normativo sopra delineato l’istituzione delle zone a burocrazia zero risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i comuni dove ricadono le zone franche urbane, nei quali sarebbe possibile utilizzare le somme assegnate con la citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14, ma per tutto il territorio regionale in quanto con la notevole semplificazione amministrativa introdotta snellirebbe notevolmente l’iter burocratico per l’avvio di nuove iniziative produttive e favorirebbe di conseguenza sia il rilancio dell’economia, sia lo sviluppo economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità di espansione inespressa sia infine la realizzazione di nuovi posti di lavoro;

impegna la Giunta regionale

ad assumere anche di concerto con tutte le autorità interessate gli adempimenti necessari per istituire l’Ufficio locale del Governo nonché tutte le iniziative tese all’attuazione delle “zone a burocrazia zero” nei comuni nei quali sono state previste le zone franche urbane con la citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14”

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire l’onorevole De Masi, ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Presidente, come è noto, ai sensi dell’articolo 43 della manovra collettiva decreto legge 31 maggio 2010 è stata prevista l’istituzione di zone a burocrazia zero nel Mezzogiorno.

Queste zone a burocrazia zero sostituiscono le zone franche urbane che erano state istituite nel 2007. In Calabria erano state individuate come tali: Crotone, Lamezia Terme e Rossano ed erano stati assegnati finanziamenti pari rispettivamente a 4 milioni 800 mila euro, 4.700 a Lamezia Terme e 3 milioni e 900 per Rossano.

Allo stato tali benefici sono rimasti inutilizzati. Rilevato che ai sensi dell’articolo 14 della Legge numero 183 del 2011 le cosiddette zone a burocrazia zero sono state estese in tutta Italia in via sperimentale fino al 31 dicembre 2013 e che il combinato dell’articolo 43 del decreto legge numero 78 del 2010 stabilisce, seppure in via sperimentale, una serie di agevolazioni per le imprese costituite dopo il periodo di gennaio 2012 e che il comma 2 dell’articolo 14 della Legge numero 183 del 2011 recita testualmente “A tale scopo fino al 31 dicembre 2013 i provvedimenti di cui al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’art. 43 del citato decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre previsioni ivi contenute, in via esclusiva e alla unanimità dall’ufficio locale del Governo istituito in ciascun capoluogo di provincia su richiesta della Regione, di intesa con gli enti interessati e su proposta del ministro dell’Interno…”.

“…il citato ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale fanno parte un rappresentante della Regione uno della Provincia ed uno del Comune interessato, adotta il provvedimento finale con un iter molto semplificato e deve, comunque, provvedere entro 30 giorni dalla istanza decorsi i quali scatta il silenzio-assenso…”.

Considerato che “non risulta ancora istituito l’ufficio locale del Governo;

alla luce del quadro normativo sopra delineato l’istituzione delle zone a burocrazia zero risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i comuni dove ricadono le zone franche urbane nei quali sarebbe possibile utilizzare le somme assegnate con la citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14, ma per tutto il territorio regionale in quanto con la notevole semplificazione amministrativa introdotta snellirebbe notevolmente l’iter burocratico per l’avvio di nuove iniziative produttive e favorirebbe di conseguenza sia il rilancio dell’economia, sia lo sviluppo economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità di espansione inespressa sia infine la realizzazione di nuovi posti di lavoro”.

Ciò detto con l’ordine del giorno si “impegna la Giunta regionale

ad assumere, anche di concerto con tutte le autorità interessate, gli adempimenti necessari per istituire l’Ufficio locale del Governo nonché tutte le iniziative tese all’attuazione delle “zone a burocrazia zero” nei comuni nei quali sono state previste le zone franche urbane con la citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno, così come letto.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sulla convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri argomenti all’ordine del giorno. Il Consiglio regionale, per volontà condivisa anche con i capigruppo, è spostato dal 26 di marzo al 30 di marzo 2012.

La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 16,32

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo il sottosegretario Sarra.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico dialettale e culturale della Regione Calabria - (delibera G.R. n. 38 del 2.2.2012)” (P.L. n. 309/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Modifica all’articolo 3, comma 10 lett. a) della legge regionale n. 26/2007 - (delibera G.R. n. 79 del 24.2.2012)” (P.L. n. 312/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Chiappetta – “Interventi regionali per la prevenzione e la tutela della donna dalle molestie e dal disagio psicofisico dalle violenze di natura sessuale” (P.L. n. 310/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Caputo – “Riconoscimento del metodo storico "Moscato al Governo di Saracena" quale bene culturale della Calabria” (P.L. n. 311/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Bilardi – “Interventi in materia di Partecipazione Cittadina” (P.L. n. 313/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Giordano, De Masi, Talarico D. – “Modifica alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 <Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica>" (P.L. n. 314/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“POR Calabria FSE 2007-2013. Proposta di revisione finanziaria. Incremento finanziario Asse II "Occupabilità" e Asse VI "Assistenza Tecnica" del POR - (delibera G.R. n. 44 del 2.2.2012) (P.P.A. n. 164/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

“ATERP - CATANZARO - Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2010 - (delibera G.R. n. 75 del 24.2.2012)” (P.P.A. n. 165/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 39 del 2 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 - art. 4 - Fondo unico per la cultura. Programma annuale 2012" (Parere n. 30)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 62 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 17/1985, articolo 15 - Riconoscimento biblioteche di interesse locale." (Parere n. 31)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 63 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 8 maggio 1985, n. 27. Proposta del Piano annuale degli interventi per il Diritto allo Studio -anno 2012" (Parere n. 32)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Richiesta di inserimento di punto all’ordine del giorno

Il consigliere regionale Fausto Orsomarso, con nota del 5 marzo u.s., prot. 11424, ha chiesto che, in occasione del 50° anniversario del Patronato di San Francesco di Paola sulla Regione Calabria, all’ordine del giorno della prossima seduta venga inserito il seguente punto: "Intitolazione aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco di Paola".

Interrogazioni a risposta immediata

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura e istruzione. Per sapere – premesso che:

è stato di recente approvato con delibera della Giunta regionale il Piano di riorganizzazione della rete scolastica della Calabria;

il suddetto Piano è stato elaborato sulla scorta dei Piani predisposti dalle province calabresi e redatti, a loro volta, in osservanza delle Linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa, approvate dal Consiglio regionale in data 4 agosto 2011;

la provincia di Cosenza nel Piano di rideterminazione degli ambiti scolastici di competenza ha previsto, nel comune di Luzzi (Cs) la disarticolazione dell’Istituto Omnicomprensivo (costituito con decreto del Miur nell’anno scolastico 2009-2010) aggregante la Scuola Secondaria di primo grado, il Liceo Classico ed il Liceo Artistico con indirizzo design (con un numero complessivo di 491 alunni), facendone venir meno l’autonomia;

nel territorio di Luzzi (rientrante ex lege nell’elenco dei “comuni montani” della provincia di Cosenza) oltre l’istituto dianzi indicato, risultava operante la Direzione didattica comprendente la Scuola dell’infanzia e la Scuola primaria (con un numero complessivo di 691 alunni) entrambi istituiti con delibera di G.R. n. 11 del 19.01.2009 e con Decreto dell’Ufficio scolastico regionale n. 903/P del 21.01.2009;

il Piano di riorganizzazione della rete scolastica, approvato dalla provincia di Cosenza, ha previsto nel comune di Luzzi il mantenimento di un unico polo (Scuola primaria e media);

tanto è stato previsto e predisposto nonostante i numerosi interventi “ad opponendum” della collettività e delle varie compagini politiche e nonostante i provvedimenti del comune e del commissario prefettizio, interventi tutti tesi alla salvaguardia in loco di un Istituto Omnicomprensivo, dalla Scuola primaria alla Scuola superiore, che continuasse a garantire la varietà e la specificità dell’offerta formativa nel territorio ed effettuati per tutelare la sopravvivenza dell’Istituto Omnicomprensivo “potenziandolo” mediante l’aggregazione ad esso del primo polo (ossia della Scuola primaria);

i criteri per l’organizzazione della rete scolastica regionale sono definiti nelle linee guida approvate con deliberazione del Consiglio regionale n. 48 del 4.8.2011 (che tengono conto dei parametri del Dpr n. 233/1998);

tali indirizzi sembrerebbero disattesi nel Piano della provincia di Cosenza in quanto l’Istituto Omnicomprensivo superiore preesistente nel comune di Luzzi è stato soppresso con la seguente disarticolazione: la scuola secondaria di primo grado è stata aggregata alla Direzione didattica di Luzzi; il Liceo Classico è stato aggregato all’Istituto di secondo grado di Bisignano, il Liceo artistico all’Istituto agrario di Cosenza;

sembrerebbe, pertanto, disatteso quanto determinato nella citata delibera del Consiglio regionale n. 48/2011 al paragrafo relativo ai “parametri e criteri” dove alla lettera m) viene affermato che <è preclusa la verticalizzazione dei nuovi istituti> confermando quindi, implicitamente, la verticalizzazione già esistente quale quella riscontrabile nell’istituto omnicomprensivo di Luzzi ora soppresso;

altresì, sempre nel paragrafo dianzi richiamato, alla lettera l) viene affermato che <l’unificazione degli istituti di secondo grado, si realizza prioritariamente tra istituti della medesima tipologia>;

tale indirizzo non trova riscontro nel caso dell’Istituto omnicomprensivo di secondo grado di Luzzi in quanto il Liceo artistico che ne faceva parte, unitamente al Liceo classico, è stato aggregato all’Istituto tecnico agrario di Cosenza -:

se verificata la rispondenza di quanto richiamato in premessa nell’esercizio dei propri poteri di controllo, ritengano possibile assumere idonei provvedimenti per rivedere le determinazioni della Giunta regionale riguardante la riorganizzazione delle scuole del comune di Luzzi, ripristinando la preesistente configurazione con due istituti: uno comprensivo (Scuola primaria) e uno omnicomprensivo (Scuola media e Liceo classico e Liceo artistico), oppure prevedendo un unico istituto omnicomprensivo con tutti gli istituti scolastici ivi esistenti rimuovendo in tal modo l’evidente disparità di trattamento e salvaguardando il rispetto degli atti di indirizzo della Regione e il diritto allo studio degli studenti.

(219; 24.02.2012)

Censore. Al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 11 dicembre 2007 è stato dichiarato lo stato d’emergenza socio-sanitario nella Regione Calabria;

in data 13 dicembre 2007 è stato stipulato l’accordo di programma integrativo tra lo Stato e la Regione Calabria per la realizzazione dei quattro nuovi ospedali di Catanzaro, della Piana di Gioia Tauro, della Sibaritide e di Vibo Valentia;

con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3635 del 21 dicembre 2007 è stato nominato il commissario per la gestione dell’emergenza sanitaria in Calabria;

il decreto “milleproroghe” del 29 dicembre 2010, n. 225, convertito in legge n. 10 del 26 febbraio 2011 ha modificato le procedure necessarie per la nomina dell’istituto del commissario per l’emergenza sanitaria prevedendo la concertazione tra il Ministero dell’economia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento della protezione civile;

la nomina del commissario ad acta per l’emergenza sanitaria in Calabria è scaduta il 31 dicembre 2011;

la procedura istruttoria per il rinnovo della nomina del commissario ad acta andava avviata in tempo utile onde impedire il blocco delle procedure di gara necessarie alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi e consentire l’attuazione degli accordi previsti nell’Apq in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria delle aziende ospedaliere calabresi;

la procedura di gara per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria è stata completata con l’offerta delle imprese scaduta il 20 gennaio 2012;

da quella data tutte le procedure di verifica sono sospese a causa della vacatio delle funzioni del commissario ad acta -:

quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il commissario ad acta per l’emergenza sanitaria per accelerare le procedure del rinnovo della propria nomina onde favorire la fase istruttoria delle gare per la costruzione dei nuovi ospedali della Calabria e l’attuazione dell’Apq in materia di implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria.

(220; 27.02.2012)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Pronto soccorso dell’ospedale Spoke di Castrovillari risulta essere sottodimensionato rispetto a quanto previsto dall’allegato n. 2 “Riordino della rete emergenza-urgenza” del decreto n. 18 del 2010;

questo Pronto soccorso è sprovvisto di letti per la terapia sub-intensiva previsti dallo stesso decreto mentre è provvisto di n. 2 locali destinati attrezzati, destinati ad Obi (Osservazione breve intensiva) che restano misteriosamente e perennemente chiusi a chiave e, quindi, non utilizzati prefigurando un vero e proprio caso di malasanità, poiché i pazienti sono costretti ad utilizzare barelle e carrozzelle per l’osservazione medica;

sono state investite notevoli risorse finanziarie per dotare il Pronto soccorso di Castrovillari di due sale Obi (Osservazione breve intensiva) -:

quali iniziative urgenti si intendono adottare per porre rimedio ad un così evidente spreco di risorse pubbliche che costringono i pazienti del Pronto soccorso della città del Pollino a subire situazioni di grande disagio e ad ottenere l’erogazione di servizi sanitari assolutamente inadeguati.

(221; 29.02.2012)

Censore, De Gaetano, Mirabelli, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Dgr n. 673/2006, la Regione Calabria ha aderito al Consorzio Piano Sicura con sede legale presso la Prefettura di Reggio Calabria e sede operativa presso il Comune di Rosarno;

gli scopi istituzionali del Consorzio sono diretti all’attuazione di una serie di iniziative volte all’affermazione della legalità e della sicurezza nell’ambito dei comuni della Piana di Gioia Tauro;

tra i compiti del Consorzio rientra la gestione del servizio di videosorveglianza per i comuni dell’area portuale di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando;

con Dgr del 17 giugno 2011, n. 274, la Regione Calabria ha manifestato il diritto di recesso dal Consorzio Piana Sicura;

la gravità della situazione in cui versa la Calabria, a seguito della preoccupante pervasività della criminalità organizzata, impone il potenziamento di azioni tendenti al recupero della legalità ed alla creazione di una nuova coscienza collettiva sostenuta da iniziative come quelle messe in campo dal Consorzio Piana Sicura;

la presenza della criminalità organizzata nella vita quotidiana dei cittadini calabresi costituisce un grave pregiudizio per le opportunità di sviluppo e di crescita del territorio con pesanti ricadute negative sulla capacità di attrazione di nuovi investimenti -:

quali siano le ragioni che hanno indotto la Regione Calabria, in qualità di socio di maggioranza, a recedere dal Consorzio Piana Sicura e se non sia opportuno trovare forme alternative e meno esose per le casse regionali per mantenere in funzione il servizio di videosorveglianza nei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando.

(222; 29.02.2012)

Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il decreto numero 106 del 20 ottobre 2011 “Riordino rete ospedaliera ex Dpgr 18 del 22 ottobre 2010” nel confermare per l’ospedale di Lamezia Terme la funzione di Spoke, assegna un numero di posti letto pari a 225 con le seguenti specialità: cardiologia con Utic, chirurgia generale, malattie infettive, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, psichiatria, urologia, terapia intensiva, neonatologia con Tin, oncologia, pneumologia;

questi reparti sono già presenti nei presidi ospedalieri, pubblici e privati della città di Catanzaro ove è concentrata la maggior parte dei posti letto assegnati all’intero territorio provinciale (il 4,6 per mille abitanti);

la distanza intercorrente tra la città di Catanzaro e quella di Lamezia Terme è pari a circa 35 km e il tempo di percorrenza è pari a circa 30 minuti;

il decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una programmazione complessiva i posti letto delle strutture pubbliche della città di Catanzaro: Ospedale Pugliese-Ciaccio, Policlinico Mater Domini, Fondazione Campanella con il fine di: “a) non avere duplicazioni di unità operative; b) ottimizzare l’utilizzazione dei posti letto anche per l’attività didattica; c) assicurare maggiore efficienza economica con la centralizzazione in un unico presidio delle cure delle patologie oncologiche, quale centro di riferimento regionale”;

l’ospedale di Lamezia Terme: a) ha tutte le caratteristiche di adeguatezza per essere integrato in questa prossima programmazione in maniera da svolgere una funzione regionale specifica; b) gode di una favorevole collocazione territoriale baricentrica che lo rende facilmente raggiungibile in tempi brevi da tutte le zone della regione; c) la programmazione complessiva nelle strutture catanzaresi renderà disponibili le specialità oggi mancanti nell’ospedale di Lamezia Terme per attivare il Polo traumatologico regionale;

il decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una futura collocazione regionale il Centro grandi ustioni, l’Unità spinale ed il trauma center che sono tutte attività previste nel Polo traumatologico regionale, allocato secondo i precedenti Piani sanitari regionali nell’ospedale di Lamezia Terme -:

le motivazioni secondo cui non si dispone una programmazione ospedaliera per l’intera provincia di Catanzaro essendo comune la necessità di non avere duplicazioni e di ottimizzare le risorse a favore dell’intero territorio della provincia che ha il più elevato indice di aggiudicazione dei fondi per la sanità regionale, al fine di prevedere al Polo ospedaliero Cz-Lamezia Terme la funzione congiunta di ospedale Hub;

se è intenzione dell’attuale governo regionale in tale contesto di allocare il Trauma center già previsto dai due precedenti Piani sanitari regionali presso l’ospedale di Lamezia Terme.

(224; 8.03.2012)

Interrogazione a risposta scritta

Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dal 2002, ai sensi dell’art. 18 bis della L.R. n. 7/2001 è stata istituita la Fondazione “Calabria Etica” al fine di finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore di soggetti deboli e svantaggiati;

lo Statuto della Fondazione, proprio per le sue peculiari finalità ed operando in un contesto di gravi disagi, anche economici, di una parte consistente della popolazione, ha sempre previsto la gratuità degli organi fatti salvi i rimborsi spesa e la possibilità di un modesto compenso per il Segretario generale;

con L.R. n. 22/2010, nell’ambito delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa pubblica regionale, all’art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle fondazioni sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi risultanti al 31 dicembre 2009 -:

se l’attuale Presidente della citata Fondazione abbia o meno presentato proposta di modifica dello Statuto;

se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene demandata allo stesso Presidente la facoltà di auto-determinarsi una indennità di carica;

se la Fondazione è carente di controllo interno per mancanza di Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non rinnovati;

se la Fondazione è sprovvista dell’importante figura del Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente, privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario generale continua a deliberare da solo;

se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l’ammontare della stessa.

(218; 23.02.2012)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla cultura, università e ricerca scientifica. Per sapere – premesso che:

si rileva la straordinaria e importante presenza numerica di tantissimi bambini Rom su tutto il territorio regionale, con forte concentrazione poi in alcune aree in particolare;

attraverso diversi comunicati da parte dell’assessore alla pubblica istruzione della Regione Calabria si dava particolare risalto alla loro inclusione e piena partecipazione alle attività scolastiche obbligatorie e non solo;

dalle attività di controllo di polizia giudiziaria sono emersi invece numeri e circostanze in parte contrarie a tali dichiarazioni, atteso il numero di denunce effettuate in danno di molti genitori stranieri con riferimento proprio alla violazione dell’obbligo scolastico;

in due distinti comunicati l’assessore alla pubblica istruzione ebbe ad annunciare e presentare idonee azioni a favore dei bambini Rom in carico alla Regione Calabria finalizzate ad azioni di contrasto alla dispersione scolastica da una parte e dall’altra attraverso talune azioni rivolte - tra gli altri risultati - anche alla loro inclusione;

tali interventi sono stati presentati come immediatamente esecutivi;

le azioni di cui sopra dovrebbero riferirsi tra l’altro – per come specificato nel dettaglio dei comunicati a due progetti distinti tra loro che mirano il primo al coinvolgimento di otto scuole ed il secondo al coinvolgimento di dieci – con modalità di intervento tra loro diverse;

nonostante di tutto questo si sia dato notizia ormai da oltre quattro mesi, non esiste ad oggi alcun riscontro dell’avvio di una seppur residuale attività in tale direzione;

da una nostra verifica preliminare presso gli uffici competenti dell’assessorato alla pubblica istruzione della Regione Calabria, si evince un riscontro contrario circa il numero complessivo di progetti a favore dei bambini Rom -:

quanti sono i progetti a favore dei bambini Rom in Calabria, attesa la discrasia evidente tra il numero che emerge dalle dichiarazioni dell’assessore competente, che parla di due diversi progetti (vedasi i comunicati del 15.10.2011 e del 11.12.2011), e gli atti disponibili invece negli uffici competenti riferibili ad un solo progetto;

con riferimento a quanto sopra, quante e quali siano le scuole coinvolte;

quali sono stati i criteri ispiratori circa la scelta delle aree e delle scuole da coinvolgere e se esiste una mappatura aggiornata della presenza territoriale dei bambini Rom che segue il flusso di alcuni nuovi modelli di lavoro in capo alle etnie Rom, in questo momento presenti in Calabria;

i criteri ispiratori circa la scelta delle associazioni e dei singoli profili da coinvolgere;

i motivi del mancato avvio di tali progetti previsti per il mese di gennaio c.a. e, a tutt’oggi invece, di fatto bloccati;

se non sia il caso che la Regione Calabria inizi a parlare meno di inclusione sociale e più di estensione dei diritti in capo e spettanti ad ogni singolo bambino Rom.

(223; 29.02.2012)

Proposta di legge statutaria numero 7/9^, recante: “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria (seconda lettura)” (Del. n. 160)

Art. 1

(Modifica dell’art. 26)

1. Il comma 2 dell’articolo 26 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente: "2. Nel Regolamento interno del Consiglio regionale sono istituite e disciplinate la Giunta delle elezioni e la Giunta per il Regolamento.".

Art. 2

(Commissioni permanenti)

1. Il comma 1 dell’articolo 28 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente: "1. Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la composizione e le modalità di funzionamento.".

Art. 3

(Modifiche dell’art. 35)

1. Al comma 4 dell’articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, le parole "a quattro unità" sono sostituite dalle parole "a due unità.".

2. Il comma 10 dell’articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è abrogato.

Art. 4

(Differimento dell’efficacia della legge)

1. Gli articoli 1 e 2 producono i loro effetti a decorrere dal rinnovo del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza della nona legislatura del Consiglio regionale.

2. L’articolo 3 produce i suoi effetti a decorrere dalla decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.

Ordine del giorno numero 48 del 12.03.2012 “Su Infrastrutture e Trasporti”

“Il Consiglio regionale

premesso che

come è noto, lo stato delle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali calabresi, registra estrema arretratezza rispetto agli standard europei; -che le predette infrastrutture necessitano dì urgenti lavori di ammodernamento, di potenziamento e di manutenzione straordinaria, capaci di garantirne percorribilità, massima fruibilità e sicurezza;

il rilancio da tempo atteso della Calabria non può prescindere dal superamento degli atavici ostacoli legati ad un sistema viario in cui la necessità di completamento della Salerno -Reggio Calabria e degli interventi in essere sulla S.S. 106 è di allarmante evidenza e da un sistema ferroviario che necessita di indifferibili progetti di velocizzazione e sviluppo e di interventi di estensione del sistema AV/AC alla dorsale ferroviaria della linea Battipaglia -Reggio Calabria e che sul fronte dei servizi ferroviari regionali registra la situazione di forte sofferenza di Ferrovie della Calabria;

gli inaccettabili criteri gestionali e le scelte di Trenitalia, che hanno condotto alla soppressione di molti treni di lunga percorrenza, pongono, altresì, la Calabria in una condizione di vero e proprio isolamento nel contesto del quale la presenza di una sola corsa delle C.d. "Frecce" (una in direzione nord ed una, di ritorno, in direzione sud) restituisce l’immagine dell’estrema gravità;

il Governo presieduto dal Prof. Monti, con l’istituzione di un Ministero dello Sviluppo e delle Infrastrutture, ha inteso riconoscere alla realizzazione delle infrastrutture il ruolo di presupposto imprescindibile per le politiche di sviluppo, soprattutto delle aree più arretrate come quelle meridionali, con una chiara inversione di rotta rispetto al passato;

nella seduta del 23 febbraio u.s. si è tenuto un approfondito dibattito sullo stato dei trasporti e delle infrastrutture in Calabria; che dal dibattito, che ha registrato il contributo di tutti i gruppi, sono emerse con unanime determinazione le priorità su cui intervenire chiedendo un deciso impegno al Governo Monti;

la fondamentale quanto ampia portata dell’obiettivo teso ad una vera perequazione infrastrutturale, imprescindibile variabile di sviluppo della regione, richiede il necessario concorso di importanti risorse sia in termini economici che di sostegno istituzionale che rendono indispensabile la necessità di definire tempi e finanziamenti certi per le priorità individuate.

Il Consiglio regionale individua le seguenti priorità da sottoporre all’attenzione del Governo centrale, conferendo al Presidente della Giunta regionale pieno mandato di rappresentare tali volontà dell’intero Consiglio regionale al Presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Prof. Monti, ed al Ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture:

COMPLETAMENTO A3:

I lavori da finanziare per il completamento dell’opera che necessitano di un fabbisogno di 2,8 miliardi di euro per i quali occorre definire modalità, tempi e previsioni di impegno finanziario;

COMPLETAMENTO DEGLI INTERVENTI IN CORSO SULLA S.S. 106:

Fermo restando il quadro finanziario complessivo, previsto per il completamento dell’intera arteria su interventi ancora in fase di progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di euro, le esigenze relative agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad ulteriori 744 milioni di euro di cui:

80 milioni di euro per il completamento del megalotto 1;

30 milioni di euro per il completamento del megalotto 2 "Squillace -Simeri Crichi" in fase di esecuzione e già in parte fruibile;

536 milioni di euro per il megalotto 3 "Sibari (S.S. 534) - Roseto Capo Spulico" già oggetto di affidamento a Contraente Generale;

98 milioni di euro per il completamento dei lavori di costruzione della "Variante esterna all’abitato di Palizzi - 2° lotto";

Priorità per la progettazione del megalotto Sibari -Crotone;

ESTENSIONE DEL SISTEMA AV/AC ALLA DORSALE FERROVIARIA DELLA LINEA BATTIPAGLIA-REGGIO CALABRIA:

Attivare le azioni propedeutiche all’inclusione nei documenti di programmazione, relativi al periodo 2012-2016, dell’estensione del sistema AV/AC sulla linea Battipaglia-Reggio Calabria nella sezione "Opere prioritarie da avviare". Immediati interventi per la velocizzazione della linea Battipaglia-Reggio Calabria e per il potenziamento dei collegamenti con il Corridoio Ionico in termini di qualità del servizio e di numero di corse;

SOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE DI "FERROVIE DELLA CALABRIA":

Occorre che il passaggio della proprietà dell’azienda dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come previsto dall’Accordo di Programma dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico (ripiano di tutte le perdite) e tecnico (investimenti per il completo ripristino delle situazioni di degrado e obsolescenza dell’infrastruttura - in particolare la tratta CS/CZ - e del materiale rotabile), per ricondurre l’azienda a privilegiare la modalità di trasporto su ferro. Il ripristino di tutti i treni a lunga percorrenza e l’adeguato potenziamento dei collegamenti della Calabria con il resto del Paese e la previsione di almeno un’altra corsa A/R del servizio ferroviario previsto dalle c.d. "Frecce";

PIENA E COMPLETA REALIZZAZIONE DEL NODO INTERMODALE DI GIOIA TAURO E POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE PORTUALI

POTENZIAMENTO DEL SISTEMA AEROPORTUALE CALABRESE”

Proposta di legge numero 157/9^, recante: “Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all’emersione del lavoro non regolare” (Del. n. 161)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria esercita le proprie competenze legislative ed amministrative in materia di tutela e sicurezza del lavoro, nel rispetto della Costituzione, dei principi fondamentali della legislazione statale, degli indirizzi dell’Unione Europea e dello Statuto regionale.

2. La Regione Calabria riconosce il diritto al lavoro di ogni donna e uomo, ed è orientata a perseguire le seguenti finalità:

a) promuovere la piena occupazione, la qualità, la regolarità, la stabilità e la sicurezza del lavoro;

b) attuare il principio delle pari opportunità nel mondo del lavoro;

c) favorire l’acquisizione di condizioni lavorative continuative e stabili capaci di contribuire alla qualità della vita dei lavoratori, contrastando le diverse forme di precarizzazione del lavoro;

d) rafforzare la coesione e l’integrazione sociale;

e) valorizzare le competenze professionali e i saperi del capitale umano, al fine di favorire la crescita, la competitività, la capacità di innovazione delle imprese e del sistema economico produttivo e territoriale;

f) favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, soprattutto per le donne lavoratrici;

g) favorire lo sviluppo occupazionale e l’imprenditorialità in termini quantitativi e qualitativi, anche mediante la facilitazione delle modalità di accesso al credito;

h) promuovere pari opportunità e qualità della condizione lavorativa degli immigrati, in coerenza con i principi e gli obiettivi della legge regionale n. 18 del 2009 (Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale della comunità locale);

i) promuovere condizioni più favorevoli per i lavoratori e per le imprese nell’accesso al credito;

j) favorire le condizioni per l’esercizio pieno, durante tutto l’arco della vita, del diritto alla formazione;

k) promuovere la realizzazione di un sistema integrato di tutele e di miglioramento della qualità del lavoro, la stabilità del lavoro, il contrasto di ogni forma di lavoro sommerso ed irregolare per la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza e tutela del lavoro.

Art. 2

(Funzioni della Regione)

1. La Regione Calabria individua, nell’ambito delle proprie competenze, indirizzi generali, modalità, misure e strumenti per favorire l’emersione del lavoro irregolare e svolge azioni di monitoraggio sull’attuazione della normativa vigente in materia di sicurezza e regolarità del lavoro e di valutazione degli interventi, sia direttamente che avvalendosi della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, istituita con deliberazione della Giunta regionale n. 1138 del 28 dicembre 2000 in attuazione dell’articolo 78 della legge n. 23 dicembre 1998, n. 448 (Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo).

2. La Giunta regionale, avvalendosi del supporto tecnico della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, definisce annualmente gli obiettivi specifici, gli interventi prioritari e le risorse per sostenere i processi di emersione del lavoro non regolare e, sentita la commissione consiliare competente, delibera, nel rispetto dei livelli essenziali stabiliti dalla legislazione nazionale, gli standard delle prestazioni in materia di tutela, sicurezza e qualità del lavoro da raggiungere nel territorio regionale.

Art. 3

(Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare)

1. La Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare esercita le sue funzioni anche attraverso sedi e servizi dislocati sul territorio regionale. Si può avvalere della collaborazione dei dipartimenti e di enti in house della Regione, previa stipula di protocolli di collaborazione.

2. Presso la Commissione, su richiesta del Presidente della stessa e per specifiche professionalità, può essere assegnato personale della Regione o di altri enti strumentali e strutture in house della stessa, previo nulla osta del dirigente della struttura di appartenenza dei dipendenti.

3. I compiti, le attività e le modalità di funzionamento della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, sono disciplinati da apposito regolamento approvato dalla Giunta regionale sentita la Commissione. Tale regolamento, tenendo conto delle misure organizzative a favore dei processi di emersione di cui all’articolo 78 della legge 448/1998, stabilisce altresì le modalità di nomina del Presidente e dei componenti della Commissione, le eventuali forme di incompatibilità degli incarichi, la composizione della rappresentanza delle forze sociali maggiormente rappresentative sul piano regionale e quella degli enti che ne fanno parte. Fino all’emanazione del nuovo regolamento resta in vigore il regolamento regionale 23 settembre 2009, n.14 (Regolamento per il funzionamento della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare).

4. La Commissione, nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale, ed il Presidente della stessa durano in carica 5 anni ed operano senza soluzione di continuità, fatto salvo quanto previsto dagli articoli 2, 3 e 6 della legge 15 luglio 1994, n. 444 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 293, recante disciplina della proroga degli organi amministrativi).

5. La Commissione, fermo restando quanto stabilito nel proprio regolamento, si può avvalere di unità organizzative di progetto per lo svolgimento delle proprie attività tecnico istituzionali. Le unità organizzative vengono istituite dalla Giunta regionale, qualora ne riscontri la necessità, secondo quanto previsto dall’articolo 7, comma 4 della legge regionale n. 31 del 7 agosto 2002 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale).

Art. 4

(Funzioni della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare)

1. La Commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare determina le condizioni per avviare processi di emersione e la scomparsa delle forme di lavoro irregolare e redige annualmente l’atto di indirizzo, di programmazione e di previsione finanziaria, approvato con delibera della Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente da esprimersi nel termine di trenta giorni decorsi i quali si intende favorevolmente acquisito.

2. La Commissione:

a) svolge studi ed analisi sulle problematiche del lavoro sommerso, del lavoro irregolare, della qualità del lavoro e sulle dinamiche economiche che hanno riflessi sul mercato del lavoro, anche attraverso campagne mirate di comunicazione istituzionale e di sensibilizzazione territoriale;

b) redige annualmente il rapporto sull’economia sommersa ed il lavoro non regolare in Calabria;

c) gestisce e aggiorna periodicamente la banca dati della Centrale di Allarme Emersione (CAE) di cui all’articolo 5;

d) garantisce il coordinamento ed il raccordo interistituzionale con tutti gli enti preposti alle politiche di contrasto al lavoro sommerso ed irregolare;

e) collabora con l’Autorità di Gestione nella definizione dei bandì e delle misure che riguardano direttamente l’emersione del lavoro irregolare e la promozione della sicurezza e qualità del lavoro;

f) sottoscrive appositi protocolli con la Stazione Unica Appaltante (SUA) per garantire il rispetto delle procedure previste dalla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata «Stazione Unica Appaltante» e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture);

g) promuove azioni di accompagnamento alle imprese sul versante della regolarità, qualità e legalità nel mercato del lavoro;

h) promuove iniziative di coordinamento nelle attività di vigilanza in materia di lavoro svolta dagli Enti locali e dalle aziende sanitarie.

3. La Commissione collabora con i dipartimenti alla esecuzione delle procedure di attuazione dei progetti, restando in capo ai dipartimenti competenti le procedure di pagamento degli obblighi contrattuali assunti per la realizzazione dei progetti. Può anche essere soggetto attuatore di specifiche misure dei Programmi Operativi Regionali che rientrino nelle sue competenze.

Art. 5

(Centrale di Allarme Emersione)

1. Presso la sede operativa della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare è istituita la Centrale di Allarme Emersione (CAE), una banca dati nella quale vengono registrate le imprese alle quali sono state accertate in via definitiva infrazioni in materia di lavoro sommerso e non regolare e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Art. 6

(Cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive e di controllo)

1. La Regione Calabria, per rendere più efficiente l’introduzione del nuovo modello di federalismo fiscale regionale, al fine di rafforzare ,’attività ispettiva sul territorio regionale favorisce il coordinamento e l’integrazione tra le funzioni ispettive svolte dagli organismi istituzionali, statali e comunali e promuove lo scambio di informazioni e forme di sperimentazione di modelli integrati di ispezioni tra i diversi enti a ciò preposti.

2. Per realizzare quanto previsto dal comma 1 presso la sede della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, fermo restando quanto previsto dall’articolo 5 del decreto legislativo 23 aprile 2004, n. 124 (Razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro, a norma dell’articolo 8 della legge 14 febbraio 2003, n. 30) e dagli articoli 5 e 7 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), nel pieno rispetto dell’autonomia dei singoli enti, è istituita la Cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive, di controllo e di contrasto, composta dagli enti di vigilanza e previdenziali, dalle associazioni datoriali. dalle organizzazioni sindacali e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).

3. La Regione impiega le risorse di cui all’articolo 12, nel limite massimo del dieci per cento, per rafforzare "attività ispettiva sul territorio regionale. I soggetti preposti all’attività ispettiva accertano le infrazioni e svolgono attività di supporto alle imprese che intendono regolarizzarsi.

Art. 7

(Regolamento di attuazione)

1. Entro novanta giorni dall’ entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, previo parere della competente commissione consiliare, adotta il regolamento di attuazione della stessa. Nel regolamento sono inoltre definite le forme di coordinamento e di scambio di informazioni con i soggetti istituzionali che svolgono compiti ispettivi in materia di lavoro, di sicurezza sui luoghi di lavoro, di salute e di previdenza sociale, nonché le procedure e il sistema di funzionamento della CAE.

Art. 8

(Parametri di regolarità e congruità del lavoro)

1. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Regione Calabria, avvalendosi della Commissione regionale per l’emersione, tenendo anche conto di quanto previsto Dlgs 163/06, individua, di concerto con le organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, i parametri di regolarità e di congruità del lavoro, articolati per settore e per categorie di imprese. Nella concertazione è possibile definire la non applicabilità dei parametri di regolarità e di congruità del lavoro a particolari settori.

2. I parametri di regolarità e congruità del lavoro definiscono il rapporto tra la quantità e qualità dei beni e dei servizi offerti dai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, e la quantità delle ore lavorate, nonché la deviazione percentuale dall’indice di congruità individuato. Gli indici di congruità sono oggetto di revisione ogni tre anni. I dati necessari per l’elaborazione dei parametri di regolarità e congruità del lavoro devono essere richiesti in ogni rapporto contrattuale fra l’impresa e la Regione Calabria.

3. La Regione Calabria, attraverso il dipartimento competente, segnala al datore di lavoro la difformità dai parametri di regolarità e congruità del lavoro di cui al comma 2, entro e non oltre sei mesi dalla data di ricezione dei dati.

4. Il datore di lavoro destinatario della segnalazione di cui al comma 3, può, nel termine perentorio di trenta giorni dalla data di ricezione della stessa, fornire documentazione idonea, illustrando le ragioni di fatto e di diritto per le quali la difformità dai parametri di regolarità e congruità del lavoro è da ritenere inesistente o giustificabile. L’amministrazione regionale, attraverso il dipartimento competente, decide nel termine perentorio di sessanta giorni, decorsi i quali le giustificazioni del datore di lavoro s’intendono accolte.

5. Nel caso di mancato accoglimento delle giustificazioni, l’amministrazione provvede, secondo il principio di proporzionalità, alla riduzione o alla revoca e all’eventuale recupero, parziale o totale, delle agevolazioni e delle erogazioni concesse.

6. I provvedimenti di cui al comma 5 non producono, in ogni caso, effetto sui rapporti dì lavoro e sui contributi previdenziali dovuti.

Art. 9

(Disposizioni dirette al contrasto del lavoro non regolare)

1. Nelle procedure di indizione delle gare e di affidamento dei contratti, di cui all’articolo 4 comma 4 della legge regionale n. 26 del 2007, la S.U.A. effettua le verifiche di regolarità amministrativa richiedendo all’impresa aggiudicataria la documentazione inerente la regolarità dei rapporti di lavoro instaurati e da instaurare e la dichiarazione unica on-line del modello UNILAV ai sensi del decreto ministeriale 30 ottobre 2007 (Comunicazioni obbligatorie telematiche dovute dai datori di lavoro pubblici e privati ai servizi competenti), ove non già acquisita. La SUA, nell’attività di verifica della regolarità dei rapporti di lavoro, può anche avvalersi della Direzione regionale del lavoro, dell’INPS, dell’INAIL, della Guardia di finanza e della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare.

2. I bandi e le lettere di invito, attinenti ai contratti di cui al comma 1, devono contenere l’obbligo esplicito per i soggetti beneficiari di applicare nella esecuzione degli appalti e nei confronti di tutti i lavoratori, quale che sia la qualificazione giuridica del rapporto di lavoro, le condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro della categoria. L’obbligo deve essere osservato per tutto il tempo in cui i suddetti soggetti beneficiano delle agevolazioni concesse, anche in via indiretta dalla Regione, sino all’approvazione della rendicontazione. Tale obbligo va esteso, in caso di subappalto, anche alle imprese subappaltatrici.

3. L’inadempimento dell’obbligo di cui al comma 2, accertato dai competenti organi ispettivi, comporta la riduzione delle erogazioni spettanti, o il loro recupero parziale o totale e, nei casi più gravi o di recidiva, l’esclusione dell’impresa inadempiente, fino a cinque anni, da qualsiasi ulteriore concessione di benefici ovvero da qualsiasi appalto ovvero da qualsiasi finanziamento regionale. L’avvio e la conclusione del relativo procedimento sono comunicati entro dieci giorni alla Presidenza della Giunta regionale della Regione Calabria e alla Commissione per l’emersione del lavoro non regolare della Regione Calabria per la relativa iscrizione dell’impresa inadempiente nella banca dati della CAE prevista dall’articolo 5.

4. Nelle procedure di affidamento o prima dell’erogazione dei contributi da parte della Regione Calabria deve essere richiesto ai soggetti beneficiari il certificato rilasciato dalla Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare attestante che i soggetti interessati non sono stati destinatari, negli ultimi cinque anni, di provvedimenti negativi di cui al comma 3 e che non risultano essere Iscritti nella CAE, prevista dall’articolo 5.

Art. 10

(Criteri di premialità connessi alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nelle procedure di aggiudicazione di lavori o opere pubbliche di interesse regionale)

1. In attesa di un intervento normativo organico in tema di tutela e sicurezza del lavoro in ambito regionale, nelle procedure di aggiudicazione dei lavori od opere elencate nell’allegato XI al Dlgs 81/2008, avviate e concluse dalla Regione, dagli Enti, dalle aziende e agenzie dipendenti dalla Regione, dalle società partecipate dai predetti, dagli enti pubblici territoriali e dagli organismi pubblici ad essi collegati, dalle associazioni, unioni e consorzi, comunque denominati, costituiti dai su indicati soggetti, dagli enti che usufruiscono, per la realizzazione dei lavori e delle opere, di un qualsiasi contributo finanziario regionale, le stazioni appaltanti adottano, ai· sensi dell’articolo 81 del Dlgs-n. 163/2006 il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso ovvero quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, autorizzando la presentazione di varianti connesse con il miglioramento delle condizioni a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione a quanto previsto dall’articolo 30 del d.lgs. 81/2008.

2. Ai fini di quanto previsto dall’articolo 76, commi 3 e 4, del decreto legislativo 12 aprile 2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), le varianti di cui al comma 1 sono volte:

a) all’eliminazione o alla riduzione delle interferenze tra le attività del cantiere e il contesto ambientale;

b) all’eliminazione o alla riduzione delle interferenze tra le varie fasi lavorative, anche nel caso in cui tali fasi siano realizzate dal medesimo operatore economico;

c) all’eliminazione o alla riduzione dei rischi specifici, con particolare riferimento alle fasi critiche di lavoro;

d) alla definizione di un organigramma del cantiere specificatamente dedicato alla gestione delle problematiche inerenti la salute e la sicurezza nell’esecuzione dei lavori;

e) alla definizione di un programma e delle modalità di controllo delle attrezzature e degli apprestamenti, sia prima dell’inizio che durante l’esecuzione dei lavori;

f) all’ottimizzazione della gestione, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, dei subappalti e dei subcontratti, con specifico riferimento alle problematiche della salute e della sicurezza nell’esecuzione dei lavori.

Art. 11

(Disposizioni finanziarie)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, determinati per l’esercizio in corso in euro 300.000,00, si provvede con le risorse disponibili all’UPB 4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa, capitolo 2233114 che ammontano ad euro 196.000,00 inerente "Spese relative alle attività della Commissione regionale per l’emersione del lavoro irregolare" e per i restanti 104.000,00 euro con le risorse disponibili all’UPB 8.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio inerente ai "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese di parte corrente".

2. La disponibilità finanziaria di cui al comma 1 è utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa nella UPB 4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa. La Giunta regionale è autorizzata a portare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.

3. Per gli anni successivi, si provvede con la legge di approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di accompagnamento, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome stanziate all’UPB 4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa.

4. Per la realizzazione dei progetti e interventi previsti dalla presente legge, si provvede mediante l’utilizzazione dei fondi comunitari e nazionali destinati all’emersione del lavoro non regolare e alle politiche attive per l’occupazione, con te modalità di cui al precedente articolo 2, comma 2.

Art. 12

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 12/9^, recante: “Istituzione della Fondazione per la valorizzazione del Santuario delle Cappelle - Sacro Monte di Laino Borgo” (Del. n. 162)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria, in attuazione dei principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, promuove l’istituzione della "Fondazione Santuario delle Cappelle-Sacro Monte di Laino Borgo", di seguito denominata fondazione, persona giuridica con sede presso la casa comunale di Laino Borgo.

Art. 2

(Obiettivi)

La fondazione ha lo scopo di promuovere la cultura del pellegrinaggio autoctono, di valorizzare i percorsi di fede lainigeni, il pregio storico, architettonico, artistico e culturale dell’ unico Sacro Monte dell’Italia meridionale.

La fondazione promuove con le altre istituzioni interessate l’inserimento del sito nel patrimonio dell’UNESCO.

Art. 3

(Patrimonio della fondazione)

1. Il patrimonio della fondazione è costituito: a) dal contributo in denaro indicato nell’atto costitutivo e versato dai fondatori nonché da ulteriori incrementi diretti ad accrescere il patrimonio;

b) da conferimenti, donazioni di beni mobili ed immobili, somme, contributi, eredità, lasciti, liberalità ed introiti di qualsiasi genere da parte dei fondatori, di altri enti pubblici e soggetti privati;

c) dai contributi versati dai fondatori;

d) dai proventi derivanti da qualsiasi attività svolta dalla fondazione.

Art. 4

(Costituzione e attività della fondazione)

1. Il Presidente della Giunta regionale compie gli atti esecutivi necessari per concorrere alla costituzione della fondazione e per l’adesione della Regione Calabria come socio fondatore, provvedendo, previa deliberazione della Giunta regionale, alla sottoscrizione dell’atto costitutivo e al versamento della somma stanziata a titolo di dotazione iniziale.

2. Alla costituzione della fondazione partecipano con la qualifica di soci fondatori:

a) la Regione Calabria;

b) il Comune di Laino Borgo;

c) la Diocesi di Cassano allo Jonio;

d) il Centro Internazionale di Studi "La Gerusalemme di Laino" con sede in Laino Borgo al vico dei Vitelli;

e) l’Università degli Studi della Calabria.

3. La Giunta regionale accerta che lo Statuto della fondazione è conforme alle norme di legge in materia e alle finalità della presente legge.

4. Le modalità di partecipazione della Regione e degli altri soggetti pubblici e privati nel consiglio di amministrazione sono indicate nello Statuto della fondazione.

5. L’attività della fondazione è definita sulla base di un programma triennale approvato dalla Giunta regionale su proposta del consiglio di amministrazione della fondazione.

Art. 5

(Consiglio di amministrazione)

1. La fondazione è amministrata da un consiglio d’amministrazione, secondo quanto disposto dallo Statuto.

2. Sono membri di diritto del consiglio d’amministrazione:

a) il Presidente pro-tempore della Regione Calabria, o un suo delegato;

b) il Sindaco pro-tempore del Comune di Laino Borgo, o un suo delegato;

c) il Vescovo pro-tempore della Diocesi di Cassano Ionio, o un suo delegato;

d) il Presidente pro-tempore del Centro internazionale di studi "La Gerusalemme di Laino", o un suo delegato;

e) il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Calabria o un suo delegato.

Art. 6

(Comitato scientifico)

1. Secondo il disposto di cui al comma 5 dell’articolo 3 della legge regionale 19 aprile 1995. n. 20, la programmazione delle attività della fondazione è curata da un comitato scientifico composto:

a) dal Sindaco del Comune di Laino Borgo o un suo delegato;

b) dal Presidente del Centro internazionale di studi "La Gerusalemme di Laino", con sede in Laino Borgo, o un suo delegato;

c) dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Calabria, o un suo delegato;

d) da due eminenti studiosi della materia designati dal Magnifico Rettore dell’Università degli studi della Calabria.

Art. 7

(Rapporti istituzionali)

1. La fondazione instaura rapporti istituzionali con le amministrazioni dei Sacri Monti dell’Italia settentrionale, con le fondazioni, enti ed istituzioni che perseguono analoghe finalità.

Art. 8

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Esame abbinato: Proposte di legge numeri 85/9^, 123/9^, numero 229/9^, numero 251/9^, numero 264/9^, recanti: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica regionale)” (Del. n. 163)

Art. 1

(Modifiche all’articolo 1 della l.r. 8/2008)

1. All’articolo 1 della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica regionale),sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla lettera i) del comma 2 dopo le parole "al turismo" è aggiunto il seguente periodo "nonché mediante le previsione di sistemi premiali in favore di iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo dell’offerta turistica della Regione Calabria";

b) dopo la lettera i) del comma 2 è aggiunta la seguente lettera:

"i bis) la necessità della rivisitazione coordinata, nei contenuti, nel format e nell’immagine, della segnaletica turistico - culturale regionale, attraverso l’inserimento obbligatorio del marchio turistico unico della Regione Calabria, nonché delle informazioni, anche in lingua inglese.

Art. 2

(Modifiche al comma 1 dell’articolo 29 della l.r. 8/2008)

1. AI comma 1 dell’articolo 29 della l.r.8/2008, le parole "La domanda di partecipazione deve essere presentata alla Provincia alla quale appartiene il comune di residenza" sono sostituite dalle seguenti parole: "La domanda di partecipazione è presentata alle Province senza alcun obbligo di residenza nel territorio regionale".

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 49 del 12.03.2012 a firma dei consiglieri Orsomarso e Magno “In ordine alla intitolazione aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco da Paola”

“Il Consiglio regionale

premesso che

quest’anno ricorre il 500 anniversario del Patronato di San Francesco da Paola sulla Regione Calabria, dichiarato da Papa Giovanni XXIII, il2 giugno 1962 con il breve "Lumen Calabrie";

in occasione di una ricorrenza così importante, appare doveroso onorare l’illustre figura del Santo Patrono della Calabria, attraverso l’intitolazione a Francesco da Paola dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, quale porta principale della Regione Calabria sul mondo;

oltre che in Italia (Bari, Cagliari, Catanzaro, Genova, Grotta Ferrata, Grottaglie, Massalubrense, Milazzo, Napoli, Palermo, Paterno Calabro, Rimini, Roma, Taranto), le Chiese e le Basiliche in onore di San Francesco da Paola sono sparse in tutto il mondo (Repubblica Ceca -Vranov, Spagna -Siviglia, Messico -Saltillo ecc ... )

una Regione che ha conosciuto tanti uomini illustri, molti dei quali eroi caduti in nome della lotta all’illegalità ed alla mafia, oggi può riconoscersi verso il mondo intero attraverso il cittadino calabrese che del "bene", della "carità", della "solidarietà", ha fatto il proprio percorso di vita;

il messaggio universale di San Francesco da Paola non riguarda soltanto il valore della fede, ma contiene anche un messaggio sociale e politico nel senso più alto e letterale del termine. Infatti, la vita di San Francesco da Paola è stata contrassegnata dalla vicinanza ai più deboli, dalla salvaguardia dei valori della tradizione, dell’amore per la terra. A tal proposito, si ricorda un episodio su tutti: Luigi XI, Re di Francia, ammalato gravemente di apoplessia, spera e cerca in tutti i modi di guarire pienamente dalla malattia. Non bastano né le cure mediche, né il ricorso a reliquie di Santi e guaritori che pullulano attorno alla reggia. In quel periodo, un mercante napoletano, Matteo Coppola, parla al Re di Francesco e dei suoi miracoli. Il Re allora si affretta a scrivere al Papa Sisto IV ed al Re di Napoli Ferrante d’Aragona perché ordinino all’eremita di recarsi in Francia per guarirlo. Il Papa ed il Re fiutano i vantaggi politici che potrebbero derivare da questo favore nei confronti del Re Luigi XI e si premurano quindi di accontentarlo. Corre l’anno 1482, iniziano le frenetiche trattative per indurre Francesco ad accogliere l’invito. Questi, presa la decisione ai primi di febbraio 1483, dal romitorio di Paterno Calabro parte alla volta della Francia. Il trasferimento in Francia determina nella vita di San Francesco da Paola un cambiamento radicale. Egli, seppur continuando nella sua vita di sempre scandita da intense preghiere e forte austerità, si ritrova in un ambiente ben lontano da quello contadino e popolare della Calabria. Il nuovo è, infatti, un ambiente urbano di una città reale, crocevia dell’Europa politica del tempo (incontro di culture e banco di prova dei fermenti riformistici della Chiesa) in cui l’eremita di Paola si muove però con la saggezza e la prudenza dell’uomo di Dio. Come promesso a Luigi XI ormai morente, Francesco rimane accanto al giovane monarca Carlo VIII, il quale accetta questa vigilanza spirituale, incontrandolo quasi ogni giorno per consigliarsi con lui che, nel frattempo, inizia ad interessarsi dei problemi politici che attanagliano la Francia e l’Europa, risolvendo pacificamente le questioni pendenti tra la Spagna e la Francia. Si interessa, inoltre, dei problemi politici che riguardano la Santa Sede ed il suo regno, scrivendo ripetutamente al Papa perché prenda i necessari provvedimenti per scongiurare i pericoli della guerra.

Non si sa durante le guerre d’Italia con Carlo VIII prima e Luigi XII poi, quale atteggiamento abbia assunto. Certamente pregò per l’incolumità di Carlo VIII e probabilmente si schierò con chi vedeva nell’intervento di Carlo VIII una soluzione per la riforma della Chiesa e la difesa delle coste italiane dal pericolo turco. Tanti altri sono gli episodi storici che inducono tutti i calabresi a vedere in cittadino più illustre e valoroso di questa terra, anche partendo da posizioni laiciste nei giudizi rispetto al percorso della sua vita e delle sue opere.

Tutto ciò premesso e considerato

Impegna

la Giunta regionale ad attivarsi affinché l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme sia intitolato a San Francesco da Paola, per compiere una operazione di fede e laica dedicando la porta principale della Regione Calabria a chi rappresenta la Calabria positiva”.

Ordine del giorno numero 50 del 12.03.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Dattolo, Pacenza, Pugliano, Sulla, Gallo “In merito alla costituzione delle Zone a Burocrazia Zero”

Il Consiglio regionale

premesso che

ai sensi dell’articolo 43 della manovra correttiva (decreto-legge n. 78, 31 maggio 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122) è stata prevista l’istituzione di Zone a Burocrazia Zero nel Mezzogiorno;

la lettera b) del succitato articolo 43 recita testualmente: «ove la zona a burocrazia zero coincida, nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, con una delle zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE dell’a maggio 2009, n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 159 dell’ 11 luglio 2009, le risorse previste per tali zone franche urbane ai sensi dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono utilizzate dal Sindaco territorialmente competente per la concessione di contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a burocrazia zero»;

le Zone a Burocrazia Zero sostituiscono di fatto le Zone Franche istituite ai sensi dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria 2007);

in Calabria erano state individuate, quali Zone Franche Urbane, Crotone, Lamezia Terme e Rossano;

erano stati assegnati finanziamenti pari a € 4.856.770 per Crotone, a € 4.759.927 per Lamezia Terme, a € 3.900.508 per Rossano; -che tali benefici sono, allo stato, rimasti irrealizzati;

ai sensi dell’articolo 14 legge n. 183/2011, le c.d. Zone a Burocrazia zero (Z.B.Z.), sono state estese in tutta l’Italia, in via sperimentale fino al 31 dicembre 2013 (in G. U. n. 265 del 14 novembre 2011);

il combinato dell’articolo 43 del d.1. n. 78/2010 e dell’articolo 14 legge n. 183/2011 stabilisce, seppur in via sperimentale, una serie di agevolazioni per le Imprese costituite dopo il primo gennaio 2012;

il comma 2 dell’articolo 14 legge n. 183/2011 recita testualmente: «A tale scopo, fino al 31 dicembre 2013, i provvedimenti di cui al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’articolo 43 del citato decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre previsioni ivi contenute, in via esclusiva e all’unanimità, dall’ufficio locale del Governo, istituito in ciascun capoluogo di provincia, su richiesta della Regione, d’intesa con gli enti interessati e su proposta del Ministro dell’Interno, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. La trasmissione dei dati e dei documenti previsti dal secondo periodo della medesima lettera, avviene in favore del medesimo ufficio»;

il citato Ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale fanno parte un rappresentante della Regione, uno della Provincia ed uno del Comune interessato, adotta il provvedimento finale con un iter molto semplificato e deve, comunque, provvedere entro 30 giorni dall’istanza, decorsi i quali scatta il silenzio-assenso;

che non risulta ancora istituito l’Ufficio Locale del Governo;

alla luce del quadro normativo sopra delineato l’istituzione delle Zone a Burocrazia Zero risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i Comuni dove ricadono le Zone Franche Urbane, nei quali sarebbe possibile utilizzare le somme assegnate con la citata delibera CIPE 8 maggio 2009, n. 14, ma per tutto il territorio regionale, in quanto, con la notevole semplificazione amministrativa introdotta, snellirebbe notevolmente l’iter burocratico per l’avvio di nuove iniziative produttive e favorirebbe, di conseguenza, sia il rilancio dell’economia, sia lo sviluppo economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità di espansione inespressa sia, infine, la realizzazione di nuovi posti di lavoro;

Impegna

la Giunta regionale ad assumere, anche di concerto con tutte le Autorità interessate, gli adempimenti necessari per istituire l’Ufficio Locale del Governo nonché tutte le iniziative tese all’attuazione delle "Zone a Burocrazia Zero" nei Comuni nei quali sono state previste le Zone Franche Urbane con la citata Delibera CIPE 8 maggio 2009, n. 14.”