IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
___________
33.
SEDUTA DI LUNEDI’ 12 MARZO 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alla interrogazione numero 15 del 18 giugno 2010 a firma del consigliere Giordano.
(E’ riportata in allegato)
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, mi permetto
di chiedere l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero
12…
Prego i colleghi di fare un attimo di silenzio. Abbiamo
finito sia la lettura del verbale della seduta precedente che le comunicazioni.
Adesso ho dato la parola all’onorevole Principe che deve chiedere un
inserimento all’ordine del giorno. Vorrei sentire anche gli altri colleghi.
Prego.
Presidente, chiedevo
se si può inserire all’ordine del giorno la proposta
di legge numero 12/9^ che prevede l’istituzione della “Fondazione per la
valorizzazione del Santuario delle Cappelle Sacro Monte di Laino Borgo”.
Questa proposta di legge è
stata licenziata alla unanimità dalla Commissione presieduta dall’onorevole Salerno.
Siccome l’Unesco sta
dichiarando tutti i Sacri monti come beni da tutelare ai fini della
legislazione relativa all’Unesco, questo è l’unico Sacro monte del Mezzogiorno
d’Italia.
Chiederei, quindi, che venga
inserito all’ordine del giorno anche perché la Commissione non ha previsto una
spesa, una copertura finanziaria.
Però se non si fa silenzio non si sente assolutamente
nulla.
La stessa diocesi di Cassano può intanto partire e poi
in sede di assestamento si potrebbe chiedere alla Giunta e poi al Consiglio di
prevedere un modesto finanziamento per questa iniziativa che ha una importanza
di carattere mondiale. Ripeto che è l’unico Sacro monte del Mezzogiorno
d’Italia.
L’onorevole Principe
chiede l’inserimento di questo punto - che se ho capito bene è stato anche
discusso in Conferenza dei capigruppo –
all’ultimo punto dell’ordine del giorno della
seduta odierna .
Se siamo d’accordo pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta dell’onorevole
Principe.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente, anche
io per inserire all’ordine del giorno l’intitolazione
dell’aeroporto di Lamezia Terme a San Francesco di Paola che è il Patrono della
Calabria. Ovviamente poi evidenzierò le motivazioni nella presentazione dell’ordine
del giorno. Grazie.
L’onorevole Orsomarso,
chiede l’inserimento di un ordine del giorno per l’intitolazione dell’aeroporto
di Lamezia Terme a San Francesco di Paola in occasione del cinquantennale del
riconoscimento a Patrono della nostra regione.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento all’ordine del giorno avanzata dall’onorevole Orsomarso.
(Il Consiglio approva)
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi possiamo partire col Question time. Sono le 13, pertanto la prima ora del Consiglio sarà dedicata a queste interrogazioni.
Si passa alla Interrogazione a risposta immediata
numero 196 del 9.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D.
“Sullo stato di attuazione della
deliberazione della Giunta regionale del 25 marzo 2010 n. 289 (progetto per la
realizzazione del registro tumori di popolazione della regione Calabria)”
di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:
ormai da anni emerge un quadro inquietante sulla
situazione sanitaria della nostra regione in ordine all'alto tasso di incidenza
di tumori in diverse zone e in particolare sulla costa tirrenica con i centri
ricadenti nell'ambito del bacino fluviale del fiume Oliva, Gioia Tauro per la
presenza dell'inceneritore, Vibo Valentia per il cementificio, Crotone per la
fabbrica dismessa della Pertusola e su ampie aree della Locride;
con riferimento a tali problematiche, in ambito
nazionale si è ritenuto necessario prevedere l'istituzione dei Registri Tumori
che permettano la raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un
determinato territorio, l’individuazione del tasso di incidenza delle neoplasie
in una area geografica e ciò al fine di una efficace pianificazione degli
interventi preventivi;
la prima funzione dei registri tumori consiste nel
descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni temporali attraverso
misure di incidenza e mortalità, fornendo un indicatore fondamentale della
qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del suo
evolversi nel tempo;
sulla base di tali premesse la Giunta regionale, con
delibera n. 289 del 25 marzo 2010, approvava il progetto per la realizzazione
del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria che si propone di
definire gli obiettivi e gli strumenti da porre in essere per l'estensione a
tutto il territorio regionale dell'attività del Registro Tumori calabrese;
la succitata deliberazione stabiliva, altresì, per la
concretizzazione del progetto, l'approvazione di una convenzione con il
Registro Tumori di Modena, di prevedere, con successivi atti, la creazione numero
tre Registri Tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria,
di istituire un coordinamento regionale -:
quali sia lo stato di attuazione del Progetto per la
realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria e quali
atti propedeutici, richiamati nella deliberazione n. 289/2010, sono stati
avviati;
quali iniziative, in caso di omesso o parziale avvio
delle procedure, intenda intraprendere con urgenza per porre in essere i dovuti
provvedimenti che rendano operativi i Registri Tumori individuati nella
deliberazione approvata”.
Prego, onorevole Giordano. Ha facoltà di parlare.
Grazie, Presidente, la prego però di richiamare l’Aula…
(Interruzione)
Allora, come ormai da anni era stato auspicato, la Regione
con una delibera del 25 marzo 2010 – quindi da esattamente due anni – ha istituito
il Registro tumori.
In Calabria l’incidenza di neoplasie ha ormai superato
ogni livello di guardia.
Ci sono intere aree dove l’incidenza ha avuto delle
impennate nell’ultimo anno soprattutto e mi riferisco, in particolare,
all’ambito fluviale del bacino dell’Oliva. In questi giorni, colleghi, avrete sentito
le iniziative poste in essere dalla cittadinanza e dalle rappresentanze delle
comunità locali. Ma lo stesso livello di guardia lo hanno superato le zone
della piana di Gioia Tauro per le emergenze che derivano dalla presenza
dell’inceneritore o la stessa Vibo Valentia con l’emergenza ambientale del
cementificio, così come Crotone con le aree dismesse della Pertusola.
E soprattutto un’area dove l’incidenza neoplastica –
sebbene non ci siano delle vere e proprie emergenze in loco – e mi riferisco
all’area della bassa locride, dello Ionio reggino, dove ci sono dei comuni che
sono stati decimati dai decessi per cause tumorali, neoplastiche.
Come dicevo, il 25 marzo 2010 la Giunta regionale adottò
una delibera con la quale si avviò un percorso per la creazione di un Registro
tumori. Questo avrebbe dovuto essere il primo step per creare sul territorio regionale un percorso che velocemente
dia delle risposte. Doveva, tra l’altro, prevedere la convenzione col registro
tumori di Modena per importare un know-how già ampiamente collaudato e quindi la creazione nella regione Calabria
di tre centri, di tre registri che erano quello di Cosenza-Crotone, di Catanzaro-Vibo
Valentia e di Reggio Calabria.
Quindi vogliamo sapere a che punto è questo iter data
l’emergenza e la drammaticità della situazione, quali sono gli atti che sono
stati adottati e se ci sono omissioni, quali atti sono stati intrapresi o quali
atti il Governo regionale intende intraprendere per sbloccare ed avviare l’istituzione
di questo importante e fondamentale organismo per la tutela della salute
pubblica della intera regione.
La parola per la risposta alla Vicepresidente,
dottoressa Stasi.
Grazie, Presidente,
intanto l’istituzione del registro tumori è prioritaria anche per questa Giunta regionale, però bisogna dar atto che, in
effetti, non si è dato seguito alla delibera del 25 marzo 2010, delibera della Giunta precedente. Proprio perché da un lato ci si avviava
verso il rinnovo dell’Assemblea regionale e poi perché bisogna tener conto che
questa delibera prevedeva una convenzione, come diceva l’onorevole Giordano,
con l’azienda sanitaria di Modena e ricordo – l’ex direttore del dipartimento
della salute proveniva proprio da quell’azienda sanitaria.
Ci si immagina che questa convenzione fosse, comunque, a
titolo oneroso. Comunque si è verificato che non c’era impegno finanziario e
quindi copertura degli eventuali posti.
Sappiamo bene che la Calabria è stata commissariata ad
agosto 2010 e all’interno del piano di rientro non era previsto l’adempimento
di questo obbligo.
Cosa si intende fare nell’immediato? Su questo bisogna
rispondere. Intanto diciamo che l’argomento del registro dei tumori deve essere
trattato con estrema cautela e con grande competenza professionale.
Un messaggio non corretto su possibili eccessi di
decesso o malattie specifiche o possibili fonti inquinanti se non supportato da
metodiche epidemiologiche robuste ed inattaccabili può generare nella opinione
pubblica gravi ripercussioni e di questo ne siamo convinti tutti.
Non a caso a livello nazionale esiste l’Airtum, cioè
l’associazione italiana registro tumori, che verifica i registri locali aziendali
o regionali che siano e verifica soprattutto la metodica rigorosamente
scientifica adeguatamente adottata da questi registri.
Troppi sono stati in passato i ciarlatani che basandosi
su proprie impressioni hanno creato inutili preoccupazioni per la popolazione.
In Calabria in questo momento l’unico registro tumori
esistente e soprattutto certificato dall’Airtum è il registro tumori dell’Asp
di Catanzaro. Quindi bisognerebbe partire proprio da questo per estenderlo a
tutta la regione.
Per alimentare un registro tumori – abbiamo verificato
all’interno del dipartimento – sono tre gli elementi necessari. Intanto un data base relativo all’anagrafe degli
assistiti che ci risulta aggiornato e quotidianamente verificato. Poi
sicuramente un data base
relativamente alle Sdo, cioè alle schede di dimissioni ospedaliere e anche
queste sono verificate e aggiornate attraverso un sistema collaudato e
aggiornato che è ormai in uso dal 1996. Infine il Rencam che sarebbe il
Registro nominale della causa di morte.
Sicuramente questo flusso regionale risulta più
problematico perché ancora non è sistematicamente implementato in tutte le aziende
né sono state rilasciate a livello regionale delle specifiche tecniche per il
flusso medesimo.
Cosa si sta facendo? Intanto è di quasi un mesetto fa
l’approvazione di un progetto importante con il Ministero della salute
attraverso Agenas – un progetto che si chiama Pot salute – per
l’implementazione di questi flussi.
Questo progetto finanziato con fondi ministeriali ha recentemente
messo a disposizione della Regione Calabria sulla linea verticale del Siris – il
sistema regionale informativo sanitario – i massimi esperti nazionali tra cui
voglio ricordare il professor Carlo Perucci ex direttore dell’osservatorio epidemiologico
della Regione Lazio e il professore Cesare Cislaghi insigne esperto di fama
mondiale. Proprio al fine di realizzare il Rencam e conseguentemente il registro
tumori calabresi per poi estenderlo a tutto il territorio regionale.
Conforta che queste grosse professionalità lavoreranno
per la Regione Calabria senza oneri a carico del bilancio regionale e potranno
supportare il dipartimento verso la realizzazione, realmente, di un registro
tumori che sia qualitativamente e soprattutto scientificamente di altissimo livello.
Grazie, Vicepresidente Stasi. Prego, onorevole Giordano.
Molto brevemente,
Presidente, prendo atto della parte finale della risposta che però non ha
chiarito i tempi. Ci sarebbe questo progetto con Agenas.
Io
ricordo l’interrogazione del 9 gennaio, questo progetto è di qualche giorno fa.
Ne prendo comunque atto e mi auguro che sia la volta buona a far partire questo
Registro tumori.
Voglio,
però, soffermarmi su una questione che è di merito e che è degna di una riflessione
da parte di tutti quanti noi.
Lei ha
detto per l’implementazione del Registro tumori che la base di
partenza sono tre data base che
dovrebbero essere patrimonio quotidiano di chi deve tutelare la sanità dei
cittadini calabresi: quello sulle dimissioni ospedaliere, quello dei medici di
base e quello sulle cause di morte.
Mi chiedo allora perché si attendono due anni per
implementare delle cose che dovrebbero operare in una condizione di normalità e
del dovere di chi per un verso o per l’altro deve essere giornalmente impegnato
a difendere e a tutelare la salute dei cittadini.
Prendo atto – anche se non mi dichiaro soddisfatto – che
non è chiara la tempistica. Su questo se vuole mi può anche dire qualche altra
cosa, anche se il Regolamento non lo prevede. Vorrei che però ci fosse data con
chiarezza una tempistica certa perché la Calabria non può più attendere su
questa cosa.
La tempistica dipende, ovviamente,
dalla risposta delle aziende ospedaliere. Intanto si è partiti, si inizia a lavorare
perché, ripeto, i primi due data base
sono già accertati e conformemente verificati.
L’ultimo, quello del Rencam, è importante e speciale ma comunque in qualche anno al massimo sarà completato e darà vita non solo al Registro Tumori ma a quello che in qualche modo questo registro di causa di morte che è la prima volta che sarà istituito nella regione Calabria.
Si passa, ora, alla interrogazione a risposta immediata numero 197 del 11.01.2012 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D. “In ordine alla cogenza delle norme che disciplinano l'attività di sindacato ispettivo dei Consiglieri regionali” di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
tra le prerogative dei consiglieri regionali rientrano i cosiddetti atti di sindacato ispettivo, ovverosia quegli atti mediante i quali il Consiglio regionale esercita la propria funzione di controllo sull'attività della Giunta regionale;
sono strumenti di sindacato ispettivo le interrogazioni e le interpellanze a risposta scritta, disciplinate rispettivamente dagli artt. 120 e 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005);
l'art. 121 in particolare recita testualmente:
“1. Ciascun consigliere può interrogare la Giunta su fatti o questioni che ne investano la competenza. L'interrogazione è posta per iscritto ed è presentata al Presidente del Consiglio, che la trasmette alla Giunta.
2. La Giunta ha l'obbligo di dare la risposta all'interrogante non oltre venti giorni dalla ricezione dell'interrogazione stessa, comunicandola in copia al Presidente del Consiglio, il quale ne dà notizia nella prima seduta successiva del Consiglio.
3. L'interrogazione e la risposta sono inserite nel resoconto della seduta nella quale sono annunciate.
4. Se la Giunta non fa pervenire la risposta nel termine di cui al secondo comma, il Presidente pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della seduta successiva alla scadenza del termine per il suo svolgimento orale, avvertendone il Presidente della Giunta.
5. Il Presidente della Giunta o un altro membro della Giunta dallo stesso delegato è tenuto a partecipare alle sedute del Consiglio nelle quali si svolgono le interrogazioni alle quali la Giunta non ha dato la richiesta risposta scritta entro i termini previsti. In sede di discussione, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.”;
il succitato articolo, oltre a prevedere la facoltà del consigliere di interrogare la Giunta, prevede l'obbligatorietà della risposta da parte di quest'ultima entro e non oltre venti giorni dal ricevimento;
lo stesso articolo prevede altresì che trascorso invano il termine dei venti giorni, il Presidente del Consiglio è tenuto a porre l'interrogazione all'ordine del giorno nella prima seduta utile;
le norme contenute in detto articolo sono generalmente disattese sia dai membri della Giunta regionale, sia, per quanto di sua competenza, dal Presidente del Consiglio;
è ormai abitudine consolidata degli assessori e del Presidente della Giunta regionale di non rispondere alle interrogazioni nei tempi previsti dal Regolamento ovvero di non rispondere affatto alle stesse;
è abitudine altrettanto consolidata quella del Presidente del Consiglio regionale di non consentire lo svolgimento in Aula delle interrogazioni a risposta scritta inevase dai membri della Giunta, ai sensi del comma 4 del succitato articolo del Regolamento;
tale situazione pone oggettivamente un problema di legalità nel Consiglio regionale della Calabria, venendo ad essere sistematicamente ignorato il carattere di cogenza delle disposizioni che ne regolano il funzionamento;
l'inosservanza di tali importanti disposizioni ha come effetto una limitazione delle prerogative dei consiglieri regionali in tema di controllo sull'operato della Giunta e degli Uffici amministrativi della Regione;
nondimeno è da considerarsi la caduta di credibilità dell'Istituzione agli occhi della società calabrese, che spesso, nelle sue varie espressioni sia economiche che culturali, è la vera ispiratrice di tanti atti di sindacato ispettivo nei confronti del governo regionale;
la situazione appena descritta è vieppiù aggravata dal fatto che decine di mozioni ed ordini del giorno, riguardanti temi e questioni di altissima rilevanza, dall'ambiente all'energia, giacciono inevasi presso la Segreteria del Consiglio regionale, in aperta violazione della disposizione contenuta nell'art. 119 del Regolamento interno del Consiglio che impone al Presidente di "dare comunicazione al Consiglio delle mozioni ricevute entro la seduta successiva alla presentazione e di "iscriverle all'ordine del giorno della seduta successiva a quella del loro annuncio" -:
se non sia il caso di sanare definitivamente il vulnus venutosi a creare nel rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio regionale, richiamando a tal scopo tutti i membri della Giunta alle proprie responsabilità;
quali misure si intendono adottare per indurre l'intero Esecutivo all'osservanza delle norme sopra richiamate”.
Prego, onorevole Talarico.
Signor Presidente, questa
interrogazione è rivolta essenzialmente a lei perché è una interrogazione molto
delicata che riguarda le prerogative dei consiglieri regionali che, a mio
avviso, vengono messe seriamente in discussione da un comportamento omissivo da
parte del Presidente della Giunta – non sempre devo dire – e degli assessori e
dallo stesso Presidente del Consiglio regionale, che dovrebbe ascoltare almeno
in questa sede.
Presidente, come lei sa,
ciascun consigliere può interrogare il Presidente della Giunta e gli assessori
e questi sono tenuti – non oltre 20 giorni – a dare una risposta alla interrogazione
medesima.
Il Presidente della Giunta o
un suo delegato dovrebbero rispondere per iscritto. Qualora non lo facessero,
sono tenuti a farlo nella seduta del Consiglio regionale.
Lei sa, però, che ormai è
una abitudine consolidata da parte della Giunta e del Consiglio non rispondere
alle interrogazioni o non rispondere nei tempi previsti, mettendo seriamente in
discussione una delle poche prerogative dei consiglieri regionali.
Sono decine le interrogazioni
sui più svariati argomenti che attengono risposta da un anno o da un anno e
mezzo, dall’inizio della consiliatura.
Ad esempio le interrogazioni
sul “Piano spiaggia” vengono affrontate a distanza di un anno o nella stagione
balneare successiva, ma non hanno alcuna risposta.
Ci sono inoltre, egregio Presidente,
decine e decine di mozioni sulle materie più disparate, dal porto di Gioia
Tauro alle centrali. Questioni di rilevante interesse politico-istituzionale
che riguardano la nostra regione e che giacciono nei cassetti della Segreteria
del Consiglio regionale.
Siamo di fronte ad una vera e propria omissione, ad una
violazione palese del Regolamento consiliare e dello Statuto.
Lei deve dare una risposta a questo vulnus che mina la funzionalità dello stesso Consiglio. Assistiamo
in queste settimane ad una polemica fondata in alcuni casi contro la casta,
contro la politica e contro le istituzioni.
Ebbene, questo comportamento da parte nostra alimenta e
rafforza il pregiudizio nei confronti del Consiglio regionale.
L’unico modo per rispondere in maniera positiva e sana
alle perplessità e alle critiche anche violente che provengono dall’opinione
pubblica calabrese è che noi tutti facciamo il nostro dovere. Ovvero portare in
Aula le istanze dei calabresi attraverso l’istituto della interrogazione quando
ci è consentito, come in questo caso. E’ l’unico modo possibile, credo, per
dare una risposta.
Così lo stesso problema, egregio Presidente, che
riguarda le proposte di legge. Siamo in tema di festeggiamenti della giornata
della donna. C’è una proposta di legge depositata l’8 marzo 2011 e a distanza
di un anno la competente Commissione consiliare non ha neanche calendarizzato
la stessa proposta.
Può un Consiglio regionale siffatto esser fiero del
proprio ruolo? A mio avviso, signor Presidente, ci sono molte risposte da
rivedere in maniera sostanziale. Intanto a dare la dignità del proprio ruolo ad
ogni consigliere regionale sia esso di maggioranza o di minoranza.
Stando ai numeri che io ho offerto e che lei può
verificare questa dignità, questo diritto principale che viene riconosciuto
viene costantemente negato. Grazie.
Su questo argomento delle risposte alle interrogazioni
devo dire che questa Presidenza non ha niente per cui essere in difetto. Lei sa
meglio di me per esser stato consigliere regionale anche nelle precedenti
legislature che per la prima volta in Consiglio regionale si è
istituzionalizzata l’interrogazione a risposta immediata. Il question time che abbiamo voluto
inaugurare in quest’Aula, che dà la possibilità ai consiglieri immediatamente,
in diretta, di avere delle notizie su quello che è l’orientamento da parte
della Giunta e di tutti gli assessori.
Lo abbiamo fatto in maniera convinta. Penso che stia
dando dei risultati positivi visto il numero delle interrogazioni che siamo
riusciti ad espletare in questo anno e mezzo di legislatura. Siamo intorno alle
80 interrogazioni che abbiamo portato a termine.
Devo dire che queste risposte, lei interroga i
componenti della Giunta, vengono registrate e vengono inserite sul sito del Consiglio
regionale in modo tale che ogni cittadino su qualsiasi argomento può essere
documentato ed informato rispetto a quel che facciamo per la prima volta nella
storia di questa regione.
Per quanto riguarda invece l’altro argomento che sono le
risposte scritte, devo dire sono diventate pochissime perché rispetto al
passato adesso per effetto del question time sono pochi i consiglieri che chiedono una risposta scritta.
Però su questo argomento il Presidente
del Consiglio regionale immediatamente informa la Giunta e per prassi
consolidata del Consiglio regionale non si pongono all’ordine del giorno per
come è nel Regolamento ma si aspetta qualche mese in più la risposta da parte
della Giunta.
Questa è occasione anche per
sollecitare la Giunta regionale e tutti gli assessori presenti, quindi i direttori
generali e tutta l’organizzazione della Giunta a dare delle risposte immediate.
In questo senso penso che potremmo fare un appello insieme rispetto a questo
argomento.
Per quanto attiene poi le
mozioni che sono anch’esse iscritte all’ordine del giorno – anche se non sono
elencate singolarmente ma c’è all’ordine del giorno –, qualsiasi consigliere
può o per le mozioni presentate o per le mozioni e gli ordini del giorno che
ritiene di voler ricordare all’Aula durante i lavori della stessa, procedere a
ricordarle e vengono puntualmente trattate e approvate.
Ci sono tantissimi ordini del
giorno e tantissime mozioni che vengono approvati anche senza essere all’ordine
del giorno perché delle volte degli argomenti non possono essere attuali.
E’ quindi libertà del
consigliere che vede all’ordine del giorno inserite tutte le mozioni presenti, poterle
proporle o richiederle perché magari col tempo che passa una mozione può essere
più o meno attuale.
L’ultima questione che lei ha
posto riguarda le proposte di legge in Commissione, ma attiene alle
Commissioni, ai Presidenti delle Commissioni il procedere a fare l’ordine del
giorno e quindi anche alla Conferenza dei capigruppo che può essere anche un
organismo superiore dove si possono trattare anche argomenti per fare un
calendario, per avere rapidità viste le tantissime proposte di legge che giacciono
in Commissione.
Questo non può che essere un
plauso a tutto il Consiglio regionale per l’attività legislativa molto elevata
che viene svolta da parte di tutti i consiglieri.
Prego, onorevole Talarico.
Mi dichiaro insoddisfatto
dalla sua risposta perché delle due l’una. O io sono un visionario oppure lei
non ha l’esatta percezione del numero delle interrogazioni per iscritto
formulate al Presidente della Giunta e alla Giunta che non hanno ricevuto fino
ad oggi alcuna risposta.
Non conosce, evidentemente,
il numero delle mozioni che sono state presentate alla Presidenza del Consiglio
e che non sono state fino ad oggi discusse. Non conosce - perché i dati non gli
sono stati forniti con correttezza – il numero delle proposte di legge che giacciono
nelle Commissioni.
Ora lei è il Presidente del Consiglio
e può benissimo avviare una azione di controllo e di ispezione presso le
competenti Commissioni e verificare lo stato dell’arte delle varie proposte di
legge, la quantità e la qualità del lavoro svolto.
E’ interesse di tutti, maggioranza
e minoranza, procedere nell’attività legislativa in maniera celere e
soddisfacente rispetto ai bisogni della regione Calabria.
Presidente, le diamo atto di
aver introdotto anche su nostra pressante sollecitazione il question time che
però è rimasto monco. Avevamo chiesto anche le riprese televisive di questa
parte del Consiglio per far entrare i lavori del Consiglio in tutte le case dei
calabresi anche con lo spirito di dare una idea e una immagine diversa del Consiglio,
di quella che viene percepita oggi in Calabria e che non è sempre
corrispondente al vero.
Però queste regole del gioco
che lei ha introdotto purtroppo non vengono in qualche modo applicate perché manca
il gioco. Allora un modo per superare questa crisi del Consiglio, per quanto
riguarda questo aspetto è forse quello di convocare il Consiglio con maggiore
frequenza, di chiedere alle Commissioni di portare in discussione le proposte
di legge e di fare in modo che ad ogni seduta vengano calendarizzate anche le
mozioni e non attendere che il consigliere di turno le richiami e le solleciti
attraverso vie informali che non devono trovar posto e ospitalità in questo Consiglio
regionale.
Bisogna calendarizzarle e
dare ad ogni cosa il giusto riconoscimento formale.
Per queste ragioni mi
dichiaro insoddisfatto ma in ogni caso colgo la sua disponibilità a superare
questi problemi come una attenzione positiva di venire incontro alle esigenze
dell’intero Consiglio regionale.
Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 198 del 12.01.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sulla assegnazione dei budget per i contratti prestazioni ospedaliere private” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:
annualmente vengono individuati gli indicatori/parametri attraverso i quali formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientrati nel comparto dell’ospedalità privata;
per l’annualità 2010, nella ripartizione dei fondi
assegnati si sono verificate delle sperequazioni in alcune Asp della regione,
atteso che rispetto al budget assegnato inizialmente, nella
parte finale dell’anno si è provveduto a certificare delle produzioni di
diverse strutture che hanno sforato lo stanziamento previsto con conseguente
rideterminazione delle risorse finanziarie;
addirittura,
per la determinazione dell’annualità successiva del 2011 al di là degli abbattimenti delle risorse in via generale, è
stata considerata quale base di partenza per la determinazione dei budget la
produzione annuale del 2010 così come certificata;
ciò ha creato una situazione paradossale a discapito degli enti che hanno rispettato i budget assegnati
e che si sono visti penalizzati, laddove, al contrario sono state riconosciute
premialità a favore delle strutture che hanno sforato il plafond assegnato
come, ad esempio, l’Istituto Giomi di Reggio Calabria che avrebbe ricevuto un
surplus economico nel solo anno 2010 di euro 1.673.323,00 -:
se, effettivamente,
nell’annualità 2010 sono stati legittimati gli sforamenti di budget e
saldate le relative spettanze a favore di diverse strutture private ospedaliere
operanti sul territorio regionale quali criteri sono stati usati per il loro
riconoscimento e se tali produzioni sono stati usati per il loro riconoscimento
e se tali produzioni sono state utilizzate quali parametro per il calcolo dei
fondi da assegnare nell’annualità successiva 2011;
se, al contrario, le
strutture ospedaliere private che hanno rispettato i parametri iniziali
assegnati non hanno goduto di alcun incremento;
se anche per l’annualità
2012, nella determinazione dei nuovi parametri e quindi dei fondi da assegnare,
saranno tenuti in considerazione gli sforamenti di budget verificatisi
nelle annualità precedenti e, in ogni caso, quali saranno i criteri da
utilizzare nel riparto dei fondi;
in caso affermativo quali
iniziative si intendono intraprendere per la individuazione di parametri
oggettivi che possono rideterminare in modo equo i budget da assegnare
alle strutture ospedaliere private per l’annualità 2012, tenendo conto di
eventuali compensazioni a favore di quegli enti che in modo corretto hanno
rispettato negli anni il plafond assegnato senza operare alcun sforamento ed
evitare così sperequazioni fra i diversi enti, ripristinando una corretta
gestione economico-finanziaria delle risorse;
quali iniziative, infine, si
intendono intraprendere per rendere effettivo il principio tante volte
effettivo il principio tante volte affermato e mai attuato secondo il quale la sanità
privata dovrebbe operare in un’ottica di integrazione e non di sostituzione
della sanità pubblica al fine di evitare un utilizzo inappropriato delle
risorse finanziarie a discapito delle strutture ospedaliere pubbliche che
rischiano di essere soppresse o depotenziate”.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie,
annualmente vengono individuati gli indicatori ed i parametri attraverso i
quali si devono formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientranti nel
comparto ospedaliero privato di questa regione.
Per
l’annualità 2010 nella ripartizione dei fondi assegnati si sono verificate
delle sperequazioni in alcune Asp della regione
atteso che rispetto al budget assegnato, inizialmente nella parte finale
dell’anno si è provveduto a certificare delle produzioni di diverse strutture
che hanno sforato lo stanziamento previsto con produzioni rideterminate
rispetto alle risorse finanziarie assegnate.
Addirittura, sembrerebbe che
per l’anno 2011 questa certificazione sugli sforamenti – nonostante
l’abbattimento delle risorse generali che c’è stato sulla sanità - abbia
costituito un vincolo per la riassegnazione del budget 2011.
Questa è una situazione che
se si è verificata – e noi stamattina vogliamo una risposta chiara – ha del
paradossale perché significa che si è certificato e si sono assegnate risorse
per chi ha violato il budget pre-assegnato e chi invece ha osservato il budget
pre-assegnato ha ricevuto un trattamento penalizzante.
Addirittura – è il caso
dell’Asp di Reggio Calabria – c’è una struttura che ha ricevuto un surplus
economico di oltre 1 milione e mezzo di euro.
Noi vogliamo sapere con
chiarezza se nel 2010 il governo regionale, il commissario ad acta ha
autorizzato ed ha legittimato gli sforamenti di queste strutture, se sono state
saldate queste spettanze e se per il 2011 è accaduto che sono stati riassegnati
i budget rispetto allo sforamento, quindi in violazione di un parametro
di equità e se per il 2012 nella determinazione dei parametri si è adottato
questo criterio fortemente discriminatorio e penalizzante per le strutture che
invece hanno osservato i budget assegnati.
Inoltre quali iniziative –
questo è delicato – si intendono intraprendere per rendere effettivo quel
principio che tante volte è stato affermato soprattutto in quest’Aula, per il
quale la sanità privata dovrebbe operare in un’ottica di integrazione e non mai
di sostituzione della sanità pubblica per evitare quello che si sta
verificando. Cioè l’utilizzo inappropriato delle risorse a discapito di
strutture ospedaliere pubbliche che vengono depotenziate e che rischiano di
andare al collasso.
Questo è quello che noi
vogliamo sapere stamattina.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Grazie, Presidente, intanto
abbiamo interrogato la struttura commissariale perché è la struttura che è
demandata a tutto quello che compete il piano di rientro. Ma anche oggi adesso
l’assegnazione dei budget per le strutture pubbliche e private.
La struttura commissariale ci
fa sapere che nel 2010 e nel 2011 non ha legittimato alcun sforamento di budget
per l’ospedalità privata.
Però se non facciamo silenzio
non si sente. Non solo non sentiamo noi ma non sente nemmeno l’interrogante che
non ha la possibilità di replicare. Altrimenti sospendo i lavori, non andiamo
più avanti. Chi deve parlare lo fa fuori, onorevole Principe.
Prego, Vicepresidente.
La struttura commissariale non
ha autorizzato alcun sforamento di budget per l’ospedalità privata e ovviamente
neanche per quella pubblica.
Effettivamente nel 2010 la
stessa struttura commissariale ha constatato un incremento complessivo di
produzione nell’Asp di Reggio Calabria ed in altre Asp e quindi in funzione di
alcune disponibilità verificatesi, sono state distribuite alle diverse Asp.
Poi l’Asp di Reggio Calabria
in funzione del fatto anche che c’erano state strutture private che non avevano
raggiunto gli stessi budget che gli erano stati assegnati ha provveduto autonomamente
ed ha effettuato un riequilibrio interno.
Per quanto riguarda invece i
criteri 2011 il percorso è un po’ più complesso nel senso che si è lavorato a
più requisiti ci fa sapere la struttura commissariale.
Quindi i piani di acquisto
delle rispettive Asp hanno rappresentato la prima base. Quindi cosa
effettivamente ogni Asp aveva bisogno di avere dalle strutture private? Ovviamente
la produzione dell’anno 2010 ha rappresentato un requisito ed un elemento che è
stato valutato.
Sono stati valutati anche i
Drg che sono stati trasferiti in altro setting. Che vuol dire? In
pratica la conferenza Stato-Regioni aveva definito 43 Drg inappropriati e di
conseguenza la Calabria e tutte le altre Regioni d’Italia hanno dovuto
trasferire…
(Interruzione)
Vi chiedo scusa ma è
veramente difficile parlare e far ascoltare.
(Interruzione)
Quindi la Regione Calabria
così come tutte le altre Regioni d’Italia hanno trasferito questi 43 Drg
definiti inappropriati da regime ospedaliero in altro setting , cioè il setting
ambulatoriale.
Di conseguenza anche in
queste strutture private che prima svolgevano questi Drg sono stati considerati
ovviamente, questi, trasferimenti di prestazioni particolari.
Ovviamente hanno inciso anche
i Drg medici che prima venivano realizzati all’interno di queste strutture in
reparti chirurgici perché ovviamente molti Drg medici in reparti chirurgici
sono definiti inappropriati. Ovviamente poi sempre il concetto di post acuzie
nel nuovo ordinamento e soprattutto nell’ottica del Piano di rientro, le
tariffe che sono state accordate con le associazioni di categoria, alcune
diminuite e altre incrementati, la chiusura dei punti nascita. Molte cliniche
hanno visto chiuso il proprio punto nascita e di conseguenza molti budget
ne hanno determinato le variazioni.
Ed infine le proposte delle
singole aziende delle Asp che sono state comunque considerate. Tutto questo ha
rappresentato lo schema che ha determinato la contrattazione 2011.
Relativamente al 2012, in effetti l’impianto non cambia ed in più si terrà
conto in modo particolare della appropriatezza delle prestazioni.
Si sta ancora lavorando, ci
fanno sapere gli uffici del commissario a definire ulteriormente, a
sottolineare quello che sarà e quello che è stato in passato e soprattutto
quello che dovrà avere in futuro nel 2012, ogni struttura con una erogazione e
numero di prestazioni assolutamente all’appropriatezza e a quello che
necessitano effettivamente rispetto alle esigenze delle singole Asp.
Prego, onorevole Giordano.
Presidente, mi devo,
purtroppo, dichiarare totalmente insoddisfatto da questa risposta che non fa
che confermare quello che abbiamo denunciato ,chiedendo un chiarimento rispetto
ad una situazione che appare paradossale.
In buona sostanza, cioè, la
struttura commissariale che non aveva utilizzato nel 2010 quei parametri si è
trovata a sanare, quindi a confermare ed ha premiare le strutture che hanno –
in barba ad ogni regola e ad ogni principio di equità – sforato sulla
produzione.
Questo la Vicepresidente,
dottoressa Stasi, ha confermato che si è riverberato per il 2011 sebbene
vengono indicati dei correttivi sui Drg che certamente non sono sufficienti, si
dovrebbe costituire una condizione di normale azione correttiva rispetto alla
massa enorme di inappropriatezza che ha anch’essa generato il fallimento ed il
tracollo della sanità calabrese.
Tra l’altro vengono indicate
le stesse tariffe sulle associazioni di categoria: è un punto oscuro e non
chiaro.
Credo che siamo veramente
indietro e questo non fa altro che confermare il nostro timore, la nostra
preoccupazione che la sanità privata in Calabria venga utilizzata non per
sostenere un processo di garanzia di diritto universale alla salute, ma per
sostituire e quindi indebolire un tessuto che dovrebbe essere rafforzato e
razionalizzato, quello della ospedalità pubblica, che con la scimitarra in mano
del piano di rientro viene di volta in volta progressivamente depauperato e
depotenziato. Con questo andazzo si andrà ad un tracollo irreversibile.
Per questo tutta la nostra preoccupazione
e insoddisfazione perché non sono certamente questi i principi con i quali
attuare una correzione ed un rispetto con criteri di equità della sanità e di
complementarietà tra sanità pubblica e sanità privata.
Si passa alla Interrogazione
a risposta immediata numero 199 del 16.01.2012 a firma del consigliere Guccione
“Sull'iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi
ospedali di Cosenza, Reggio e Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 13 giugno 2008 è
stata approvata la legge regionale n. 15 pubblicata sul Burc n. 12 del 16
giugno 2008, Supplemento straordinario n. 1 del 21 giugno del 2008, art. 51
“Investimenti nel settore della sanità” che ai commi 7, 8 e 9 (nella modifica
introdotta dall’art. 36, comma 1, della legge regionale 26.2.2010, n. 8) recita
testualmente: “La Giunta regionale è autorizzata a finanziare la progettazione
e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Azienda ospedaliera di Cosenza
in sostituzione di quello esistente utilizzando le risorse finanziarie già
assegnate alla Regione ai sensi dell’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67
si autorizza anche l’eventuale valorizzazione del patrimonio immobiliare
dell’Azienda al fine di reperire risorse aggiuntive con il coinvolgimento dei
soggetti privati (Progetto di finanza). Al fine di garantire la copertura
finanziaria della quota a carico del bilancio regionale del piano di cui al
precedente comma 7, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere
all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo III della legge
regionale 8 febbraio 2002, n. 8. Il mutuo o prestito obbligazionario di cui al
comma 8, quantificato nella misura massima di euro 40 milioni, sarà contratto per
la durata massima di anni 20, anche in più soluzioni a mezzo di atti di
erogazioni e quietanze;
l’articolo 36, comma 1, della
legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 recita testualmente che: la Giunta
regionale è impegnata a verificare la fattibilità tecnica-economica e
finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di
Reggio Calabria che sostituisca l’attuale presidio Bianchi-Melacrino e nella
città di Crotone che sostituisca l’attuale ospedale San Giovanni di Dio;
a tal fine le aziende
ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi
dall’approvazione della presente legge utilizzando le risorse disponibili sia
comunitarie sia statali ex art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 sia quelle
rinvenienti dalla valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare del
vecchio presidio e delle relative aree di pertinenza;
la Giunta regionale con
delibera n. 206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di indirizzo per la
verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone
e ha dato mandato al dipartimento n. 8 (urbanistica e territorio) e al
dipartimento n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) di predisporre quando
necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla realizzazione degli
studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali -:
a che punto sia l’iter per la
realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio
Calabria e Crotone e di conoscere quali atti siano stati finora compiuti dai
dipartimenti n. 8 (Urbanistica e territorio) e n. 9 (infrastrutture, lavori
pubblici e Erp) per l’avvio delle procedure degli studi di fattibilità dei tre
nuovi presidi ospedalieri calabresi”.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Grazie. signor Presidente, in
data 13 giugno 2008 il Consiglio regionale ha approvato la legge numero 15 che
reca come titolo “Investimenti nel settore della sanità”. Ai commi 7, 8 e 9
recita testualmente “la Giunta regionale è autorizzata a finanziare la
progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’azienda
ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quella esistente utilizzando le
risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’articolo 20 della legge
11 marzo 1988 numero 67. “Si autorizza l’eventuale valorizzazione del
patrimonio immobiliare dell’azienda al fine di reperire le risorse aggiuntive
con il coinvolgimento dei settori privati”.
In data 8 febbraio 2002 con
la legge numero 8, è stata autorizzata a ricorrere all’indebitamento sulla base
delle disposizioni di cui al titolo 3 della suddetta legge.
Il 26 febbraio 2010 con la legge
numero 8 la Giunta regionale si è impegnata a verificare la fattibilità
tecnica, economica e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio
ospedaliero nella città di Reggio Calabria in sostituzione dell’attuale e di Crotone
in sostituzione dell’ospedale San Giovanni di Dio.
A tal fine le aziende
ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi dalla presentazione
di quella legge.
Ad oggi, dopo tutto questo
iter, l’attuale Giunta regionale con delibera numero 206 del 20 maggio 2011 ha
approvato le linee di indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi
ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone. Ha dato mandato al dipartimento
numero 8 urbanistica e territorio e al dipartimento numero 9 infrastrutture e lavori
pubblici di predisporre quanto necessario per l’avvio delle procedure finalizzate
alla realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi
ospedali.
Ritengo prioritario, partendo
da alcuni dati oggettivi, riferirmi alla situazione dell’ospedale di Cosenza
che nella sua parte centrale è stato inaugurato nel 1939 e poi sono stati
completati alcuni blocchi negli anni ’60 e negli anni ’80, i collegamenti
avvengono attraverso cunicoli, sottopassi e corridoi. L’Azienda ospedaliera
di Cosenza spende 150 mila euro all’anno per il trasporto nei vari presidi
ospedalieri ad ambulanze ed associazioni Onlus per il trasporto dei pazienti
per il movimento nei vari ospedali.
Ritengo sia necessario capire a che punto è l’iter burocratico
ed in questo senso mi aspetto di capire a che punto è la pratica amministrativa
per gli studi di fattibilità.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Grazie, Presidente. Onorevole Guccione, è intenzione di questa Giunta non solo
portare avanti e concludere al più presto lo studio di fattibilità
di questi ospedali ma si sta facendo già un importante lavoro portato avanti
dal dipartimento urbanistica e dal dipartimento lavori pubblici per accelerare
l’attuazione di questi studi, perché ci rendiamo conto che all’interno di un panorama
nazionale dove le risorse dell’ articolo 20 sono carenti o addirittura assenti
c’è stato da parte delle Regioni, all’interno proprio del patto per la salute,
la richiesta di inserire un nuovo finanziamento, un rifinanziamento dell’
articolo 20.
Come Regione Calabria abbiamo intenzione di accelerare
sullo studio, ma non solo di continuare a portarlo avanti così, in modo veloce
per concorrere a livello nazionale a queste risorse.
Nel frattempo, i dipartimenti hanno avviato immediatamente
uno studio sulla cartografia, sulle regole urbanistiche, sulle norme e
soprattutto sulle previsioni di piano di ogni singola realtà provinciale,
quindi Reggio Calabria, Cosenza e Crotone.
Ci sono stati degli incontri. C’è stato un incontro con
i sindaci delle singole città che sono stati accompagnati proprio dai tecnici
dell’ufficio urbanistica. In effetti sono stati individuati già alcuni
parametri.
Per esempio, per l’area di Crotone è stata individuata
un’area a sud del centro abitato e non lontano dalla “106” ritenuta già dagli
uffici urbanistici del comune e quindi anche dalla programmazione comunale di Crotone,
come area interessante e soprattutto già individuata nel piano regolatore della
città come possibile destinazione ospedaliera in virtù della vicinanza alla
“106”, della ferrovia e non distante dall’aeroporto. Quindi anche per
consentire in qualche modo l’approccio all’elisoccorso e quindi un’area che
potrebbe, in qualche modo, rappresentare un punto di partenza.
Ovviamente anche l’amministrazione comunale di Crotone
si è riservata di fornire al più presto ulteriori delucidazioni sulla individuazione
del sito.
Per quanto riguarda il comune di Cosenza, anche qui c’è
stato un incontro con il sindaco di Cosenza insieme ad alcuni tecnici.
Il sindaco già con alcune interlocuzioni avute col Presidente
della Regione, Scopelliti, aveva individuato come area disponibile proprio
l’area dello stesso sito in cui insiste l’attuale ospedale di Cosenza. Perché
ritenuto negli spazi e soprattutto nella collocazione un sito idoneo a poter
ospitare anche una nuova struttura ospedaliera.
A detta del sindaco tutto questo sarebbe passato
attraverso un concorso internazionale tutto da verificare. Ovviamente anche qui
aspettiamo come dipartimenti regionali una verifica ed un approfondimento.
Per quanto riguarda Reggio Calabria, invece, il sindaco
insieme con i tecnici comunali hanno proposto due soluzioni alternative e si
sono riservati di approfondire la problematica e di formulare al più presto una
possibile indicazione di un’area supportata di cartografia e soprattutto delle
motivazioni.
Successivamente - ed è proprio di questi giorni – ci
sarà a breve anche un incontro con il dipartimento della salute e con i
direttori dell’Asp.
Dunque c’è un lavoro che procede, che è veloce, che si
sta portando avanti e che noi contiamo – se c’è la risposta dei territori
comunali – di poter concludere anche nel giro di sei/sette mesi al massimo.
Grazie.
Prego, onorevole Guccione.
Apprezzo lo sforzo della risposta della Vicepresidente rispetto ad una questione di questo tipo.
Capisco che il lavoro
che è stato fatto di interfacciare la scelta delle aree in cui ubicare i nuovi
ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone con i
sindaci e questo mi sembra una soluzione corretta.
Vorrei esprimere da questo punto
di vista qualche perplessità sulla possibilità di costruire un nuovo ospedale
sull’area esistente, essendo un’area che è limitata del nosocomio cosentino, di
cui fa parte anche il Santa Barbara di Rogliano ed un altro presidio
ospedaliero che è fuori dalla cinta muraria dell’attuale ospedale.
Ritengo che su questo si debba riflettere e come Regione
non è sufficiente, io mi affido ai dipartimenti degli assessorati
all’urbanistica e ai lavori pubblici perché si vada ad una scelta di un’area
più vasta. Perché nel momento in cui si va a costruire un nuovo presidio
ospedaliero vanno previsti alcuni servizi e oggi questo non è possibile.
Ritengo che l’impegno dei 6-7 mesi che lei ha preso circa
la predisposizione dello studio di fattibilità che è necessario alla possibilità
di accedere ad eventuali finanziamenti, sia un tempo congruo e mi auguro che i
tempi vengano rispettati perché qualche possibilità, qualche richiesta di finanziamenti
anche rispetto al Governo Monti si
possa aprire. Grazie.
Si passa alla Interrogazione a risposta immediata numero 200 del 23.1.2012 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, Talarico D. “Sugli interventi posti in essere a seguito di indagini giudiziarie nei confronti dell'Arpacal” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
si apprende dagli organi di stampa che la Procura della
Repubblica di Catanzaro sta
portando avanti delle indagini sulla gestione complessiva dell’Arpacal e in
particolare sulle modalità di espletamento di alcuni bandi di concorso per la
nomina di figure dirigenziali;
stante
la funzione essenziale che l’Arpacal svolge sul territorio calabrese rispetto alle tematiche ambientali,
appare essenziale auspicare un corretto e legittimo operato, sia sul piano
scientifico sia sul piano amministrativo del personale direttivo e conseguentemente
garantire un utilizzo efficace delle risorse finanziarie assegnate -:
se
alla luce delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro,
gli organi dell’Arpacal (Consiglio di amministrazione e commissario) abbiano
attivato, in via autonoma e sotto il profilo amministrativo le relative
procedure atte a riscontrare eventuali irregolarità e/o illegittimità e
conseguentemente abbiano posto in essere gli atti propedeutici alla
applicazione delle sanzioni previste dalla normativa vigente;
quali
iniziative, in caso contrario, si intendono intraprendere per ristabilire il
corretto funzionamento amministrativo dell’ente strumentale.”
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, questa è una interrogazione del 23 gennaio. Si era appreso dagli
organi di stampa che la Procura di Catanzaro stava portando avanti delle
indagini sulla gestione complessiva dell’Arpacal e sulle modalità in
particolare di espletamento di alcuni bandi di concorso per nomina di figure
apicali dirigenziali.
Stante
la funzione essenziale che l’Arpacal ( poi abbiamo avuto anche modo di
ascoltare l’audizione del commissario, dottoressa Santagati che ha chiarito
alcuni aspetti e le necessità che l’Arpacal abbia un riassetto ed un rilancio
per svolgere sul territorio calabrese, ed un’azione più forte sulle tematiche
ambientale), secondo noi appare necessario e si auspica un corretto e legittimo
operato sia sul piano scientifico che amministrativo del personale direttivo
che conseguentemente possa garantire l’utilizzo efficace delle risorse
finanziarie ed umane.
Con questa interrogazione chiediamo al Governo regionale se alla luce delle indagini
che dovranno fare, ovviamente, il loro corso se è compito della magistratura,
di sapere se gli organi dell’Arpacal e lo stesso dipartimento abbiano attivato
per le vie di propria esclusiva competenza le procedure per riscontrare se ci
sono state queste illegittimità e queste irregolarità e conseguentemente quali
misure siano state adottate e poste in essere e quali eventualmente si
intendono adottare.
Prego,
assessore Pugliano.
Grazie, Presidente,
al collega onorevole Giordano devo segnalare
intanto in via preliminare che trattasi di procedure concorsuali che si sono
svolte nel 2007 e che gli organi in carica sono stati nominati, il commissario a settembre 2010 e il consiglio di amministrazione a giugno 2011.
Questo non per
allontanare da questi organi prerogative per le procedure che chiede il collega
onorevole Giordano, ma per segnalare la
delicatezza delle questioni che hanno consolidato dei rapporti dal 1° gennaio
2008.
Però rispetto alla
interrogazione devo osservare che sui punti di
domanda che presenta l’interrogazione, per quanto riguarda la domanda “se gli
organi dell’Arpacal abbiano attivato procedure atte a riscontrare eventuali
irregolarità e illegittimità” devo rispondere sicuramente sì. Il commissario da
aprile 2011, dopo qualche mese che è stata nominata, ha chiesto dei pareri in
merito a questi concorsi prima all’Aran e poi al dipartimento
funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri ed infine
all’Avvocatura regionale della Calabria.
Dopo di che ha avviato il procedimento amministrativo,
almeno per un caso, per il riesame della posizione del vincitore di quel
concorso finalizzato all’assunzione dei provvedimenti di decadenza del
rapporto.
Sul secondo punto di domanda che chiede “se abbiano
posto in essere atti propedeutici all’applicazione delle sanzioni previste
dalla normativa” devo segnalare al collega Giordano che la dizione di sanzione
non è dal punto di vista tecnico-giuridico corretta. Perché la norma mette a
disposizione della pubblica amministrazione l’autotutela decisoria quando
riscontra irregolarità o illegittimità per revocare eventuali atti. E il
procedimento è avviato ma è molto delicato perché va sicuramente prodotto un
atto che deve ponderare molto delicatamente degli interessi: pubblici, dei
controinteressati e anche degli interessati.
Perché essendo un rapporto consolidato da oltre 4 anni
se non è ponderato l’atto che porta con l’autotutela a bloccare quegli atti
stessi, potrebbe la struttura e quindi Arpacal incorrere in grandi responsabilità
per l’agenzia.
Quindi gli atti, le procedure, gli organi nella
fattispecie il commissario dell’Arpacal li ha messi in atto. Li definirà e
questi potrebbero portare alla sospensione , sempre con motivazioni molto
dettagliate e delicate perché c’è da prevedere eventualmente le controdeduzioni
dell’interessato, ma il commissario ha attivato tutte le procedure per arrivare
alla sospensione e quindi alla revoca di un rapporto che è consolidato da oltre
4 anni.
Grazie, assessore. Prego, onorevole Giordano.
Presidente, prendo atto della risposta che è stata anche
cadenzata nei vari punti che abbiamo posto all’attenzione. Ci dichiariamo come
gruppo parzialmente soddisfatti. Comunque l’assessore Pugliano ha detto con
chiarezza che c’è un procedimento amministrativo che è avviato, che ci sono
delle iniziative di cui il commissario aveva dato comunicazione, sebbene in Commissione
l’argomento fosse altro con una audizione della seconda Commissione.
Dicevo, quindi, che ci dichiariamo parzialmente
soddisfatti tenendo conto che è un procedimento sicuramente complesso, una
situazione complessa ma vorremmo che con altrettanta chiarezza questo Consiglio,
la Commissione competente venissero resi edotti sui vari passaggi.
Soprattutto ci sta a cuore una cosa. Io ricordo
l’audizione della dottoressa Santagati che quasi quasi si rivolse in Commissione
per dire “guardate che per far funzionare l’Arpacal bisogna avere la massima
attenzione, bisogna colmare le carenze che sono anche dei ruoli interni che
ancora sono vacanti e quindi c’è un problema di struttura, di organizzazione
che non consente una pienezza di azioni che l’Arpacal dovrebbe svolgere in
maniera delicata”.
A noi sta a cuore che l’Arpacal possa funzionare al
meglio, intanto che ci sia la garanzia e che venga osservata la massima
trasparenza non solo per questi procedimenti su cui abbiamo fatto
l’interrogazione, ma anche che per il prossimo futuro ci sia – per questo
saremo vigili – la massima trasparenza e garanzia dell’osservanza della
evidenza pubblica e della massima trasparenza.
Ma soprattutto che ci sia un’agenzia, un organismo che
possa avere tutte le condizioni per poter operare per la difesa e la tutela
della salute pubblica calabrese. Questo è quello che ci sta a cuore e quindi mi
dichiaro parzialmente soddisfatto con l’auspicio che si possa tornare
sull’argomento quando ci saranno le condizioni per poter avere maggiori
chiarimenti.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 204 del 30.01.2012 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata attuazione dell'articolo 22, comma 5, della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)”.
Non vedo in Aula il presentatore, pertanto l’interrogazione è decaduta.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 205 del 30.01.2012 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F. “Sul trasferimento dei pazienti ricoverati presso l'Istituto Papa XXIII di Serra Aiello a seguito dell'ordinanza di chiusura e sgombero dell'Istituto stesso” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 15.03.2009 l’Asp di Cosenza
aveva manifestato la necessità di ospitare presso la Casa di cura “Villa Igea”
di località “Cozzi” di San Fili parte dei pazienti ricoverati presso l’Istituto
Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello, a seguito dell’ordinanza di chiusura e di
sgombero dello stesso istituto disposto dall’Autorità giudiziaria competente e
che la Casa di cura “Villa Igea” con grande responsabilità e spirito di
collaborazione aveva prontamente soddisfatto l’esigenza dell’Asp di Cosenza
ospitando numero 76 pazienti, fronteggiando così una vera e propria emergenza
umana, sociale e sanitaria e attrezzandosi adeguatamente per garantire un
servizio ottimale finalizzato a fornire agli ospiti gli standard assistenziali
adeguati, effettuando notevoli investimenti ed incrementando notevolmente
l’organico con personale specializzato preparato a fronteggiare tale
situazione;
l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza con lettera
del 26.01.2012 ha ratificato al rappresentante legale della Rsa “Villa Igea” il
trasferimento dei pazienti dell’ex Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aiello
(Cs) presso la Casa di cura “La Rinascita” di Santa Caterina sullo Ionio (Cz)
-:
quali sono le ragioni che sottendono alla decisione di
trasferire i pazienti di cui sopra in una struttura sanitaria diversa da quella
a cui erano stati precedentemente assegnati;
se di tale trasferimento sono stati informati i
congiunti dei pazienti e se da essi è stato espresso parere positivo per
iscritto a tale decisione.”
Prego, onorevole Guccione.
Presidente, il 15 marzo 2009 l’Asp di Cosenza aveva
manifestato la necessità di ospitare presso la casa di cura “Villa Igea”
località San Fili, parte dei pazienti ricoverati presso l’Istituto Papa
Giovanni 23° di Serra d’Aiello a seguito dell’ordinanza di chiusura e sgombero
dello stesso istituto predisposto dall’autorità giudiziaria competente.
In quel momento con grande senso di responsabilità e
spirito di collaborazione i dirigenti ed i proprietari di quella casa di cura
hanno accolto, facendosi carico dei problemi e di quella situazione grave dal punto
di vista sociale, i 76 pazienti che l’autorità competente chiedeva loro di
poter ospitare in quella struttura.
In quel momento, grazie a questa disponibilità, fu
possibile fronteggiare quella vera e propria emergenza umanitaria attrezzandosi
per l’ospitalità e per garantire un ottimo servizio sia rispetto agli standard
assistenziali che per quanto riguarda l’incremento dell’organico e delle
strutture specializzate al trattamento di quei pazienti.
Oggi, a distanza di tre anni l’Asp di Cosenza ha
predisposto il loro trasferimento con lettera che porta la data del 26 gennaio 2012.
L’interrogazione è per capire quali sono le ragioni di
questo trasferimento sapendo che i pazienti non sono dei pacchi postali che
possono essere trasferiti senza aver predisposto una serie di misure e senza
anche il consenso dei medici e dei familiari o dei tutori.
L’interrogazione vuol capire qual è l’intendimento da
parte della Giunta e del commissario per il piano di rientro, rispetto a questa
questione specifica.
Prego, Vicepresidente Stasi.
Onorevole Guccione, in effetti a marzo del 2009 ci fu
un’ordinanza emessa proprio dalla Procura del Tribunale di Paola in cui visto
lo stato di emergenza di questi pazienti si è provveduto ad individuare delle
strutture, senza preoccuparsi di vedere di che strutture si trattava,
soprattutto se avevano accreditamenti e autorizzazioni proprio per questa
tipologia di pazienti.
A causa dell’emergenza e soprattutto per dover risolvere
in brevissimo tempo il problema, sono state individuate delle strutture che
hanno dato la disponibilità e che però ad oggi continuano a non risultare
autorizzate, accreditate per queste patologie.
Ovviamente il problema non è loro perché sappiamo bene
che le autorizzazioni e gli accreditamenti in questo momento sono bloccati.
D’altro canto risulta che la struttura sanitaria “Villa
Igea” in questo momento ha 58 posti letto di cui 20 per anziani e 38 per
disabili.
Ovviamente sappiamo anche bene che si tratta di persone
fragili, che spesso si affezionano al luogo in cui permangono ma è anche vero
che non risulta in questo momento che questi pazienti siano inseriti
all’interno di posti letto individuati con requisiti idonei.
Visto che è passato un po’ di tempo e visto che c’è la
disponibilità di altre Asp, proprio con l’aiuto dell’Asp di Catanzaro e proprio
col supporto di una struttura per disabili, precisamente la “Rinascita” di
Santa Caterina si è provveduto ad iniziare a ragionare per individuare delle
aree, delle strutture, degli spazi più idonei e soprattutto più a norma con
l’attuale normativa regionale.
Quindi della necessità di trasferire sono stati
informati i parenti degli assistiti attraverso colloqui telefoni, attraverso
raccomandate e fonogrammi.
Appare naturale ed anche scontato che al trasferimento i familiari non hanno dato
consenso. Chiaramente perché parlare di accreditamento e sostenibilità
economica nei confronti dei pazienti, per i familiari sono termini che non
sempre si sposano con la necessità che vivono queste famiglie e che risultano a
loro incomprensibili.
Per gli assistiti con
amministratori di sostegno si è provveduto ad informare il giudice tutelare del
tribunale di Paola sia a mezzo fax che con raccomandata con ricevuta di
ritorno.
Si è parlato, dunque, di
informazione e non di autorizzazione in quanto la priorità assoluta dell’Asp di
Cosenza - perché abbiamo interrogato l’Asp di Cosenza su questo – è stata di
affrontare l’assistenza del paziente e di individuare strutture idonee al
bisogno assistenziale, mentre il solo confort alberghiero risulta essere
l’unico elemento che in questo momento i familiari valutano.
Quindi l’ordinanza di
sgombero citata in premessa e non come iniziative che non avrebbero avuto
ragione di essere attivate, atteso che in via ordinaria tutti i pazienti
vengano autorizzati al ricovero esclusivamente in posti letto di strutture in
possesso di autorizzazione e accreditamento idoneo rispetto alle patologie
individuate che, ripeto, non sono sempre di tipo psichiatrico soltanto.
Prego, onorevole Guccione.
Mi dichiaro completamente insoddisfatto,
Vicepresidente, perché lei ha giustamente dato
una risposta burocratica ma io vorrei capire come mai
nel 2009 e per tre anni si è tollerata una situazione di questo genere in una
struttura che, lei ha detto, non aveva i requisiti ma per un fatto emergenziale
che è durato ben tre anni questa struttura si è dovuta dotare di personale, di
lavoratori e di strumentazioni per essere adeguata agli standard che venivano
richiesti per un adeguato sostegno a questi pazienti e nel frattempo la stessa
struttura ha notificato una richiesta di accreditamento e di autorizzazione alla
Regione Calabria per l’utilizzazione e gli accreditamenti di questo tipo di
pazienti.
Ad oggi questa struttura ha tutti i requisiti per
utilizzare ed ospitare pazienti di questo tipo grazie agli investimenti che
sono stati fatti. Oggi dopo tre anni si adotta una misura lesiva dei diritti
dei pazienti.
A me risulta – ho avuto documentazione – che nessun
familiare, nessun tutore ha autorizzato il trasferimento. Quindi da questo
punto di vista non c’è nessuna autorizzazione burocratica che può prescindere dalla
volontà di coloro i quali hanno la titolarità e la rappresentanza giuridica di
questi pazienti.
Le chiedo di soprassedere a questa decisione e di
invitare il commissario per il piano di rientro, e di insediare presso l’Asp di
Cosenza un tavolo tecnico per affrontare questa questione.
Proprio perché a me hanno raccontato che questi pazienti
quando sono stati trasferiti dal Papa Giovanni a questa struttura, alcuni non
si sono conosciuti, addirittura alcuni non hanno dormito sul letto perché abituati
a dormire in un altro modo. Hanno avuto traumi drammatici.
Spostarli di nuovo dopo che si sono riambientati diventa
una questione molto difficile.
Noi dobbiamo guardare, Vicepresidente, alle persone in
carne ed ossa ed ovviamente a chi in questi tre anni ha lavorato affinché
questi pazienti avessero quello che meritano. Grazie.
Non si può replicare al replicante, onorevole Stasi, ve
lo dite in privato non in pubblico.
E’ passata l’ora dedicata al question time. Concludiamo qui e riprendiamo alla prossima
seduta .
Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge statutaria numero 7/9^ di iniziativa dei consiglieri regionali Fedele, Bilardi, Serra, Dattolo, Principe, Ciconte, Loiero, De Masi, Bova, recante: “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria (seconda lettura)”.
Non c’è da aggiungere altro, è praticamente la prosecuzione della prima lettura che abbiamo già fatto nei mesi scorsi. Riguarda due o tre modifiche statutarie che per essere tali hanno bisogno del secondo passaggio in Consiglio regionale.
Quindi è inutile la discussione che abbiamo già fatto tempo fa. Possiamo solo procedere a votare in seconda lettura. Queste modifiche riguardano sia gli assessori esterni che le Commissioni permanenti che le figure dei sottosegretari.
Nessuno chiede di intervenire pertanto pongo in votazione la proposta di legge numero 7/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Andiamo avanti adesso col terzo punto all’ordine del giorno che riguarda un ordine del giorno coordinato su “Infrastrutture e Trasporti”.
(Interruzione)
E’ stato un po’ condiviso da tutti, maggioranza e minoranza, alla fine del dibattito che
abbiamo tenuto la volta scorsa. Poi c’è stata la Commissione
che l’ha lavorato e quindi questo è l’ordine del
giorno definitivo.
Possiamo leggere l’ordine del giorno che conclude il
dibattito che abbiamo avuto su “Infrastrutture e trasporti”. E’ un ordine del
giorno alla unanimità del Consiglio regionale.
(Interruzione)
Prego, onorevole Adamo.
Presidente, lei ne da lettura e ne prendo atto ma preferirei avere una copia del testo che non conosco affatto e al cui contenuto non ho sicuramente dato il mio assenso. Grazie.
Possiamo fare le copie così le distribuiamo? Se mi segue io intanto lo leggo, se poi vorrà apportare qualche piccola correzione siamo qui.
Do lettura dell’ordine del giorno: “Il Consiglio regionale
premesso che
come è noto, lo stato delle infrastrutture stradali,
autostradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali calabresi, registra estrema
arretratezza rispetto agli standard europei;
le predette infrastrutture necessitano di urgenti lavori
di ammodernamento, di potenziamento e di manutenzione straordinaria, capaci di
garantirne percorribilità, massima fruibilità e sicurezza;
il rilancio da tempo atteso dalla Calabria non può
prescindere dal superamento degli atavici ostacoli legati ad un sistema viario
in cui la necessità di completamento della Salerno-Reggio Calabria e degli interventi
in essere sulla SS 106 è di allarmante evidenza e ad un sistema ferroviario che
necessita di indifferibili progetti di velocizzazione e sviluppo e di
interventi di estensione del sistema AV/AC alla dorsale ferroviaria della linea
Battipaglia-Reggio Calabria e che sul fronte dei servizi ferroviari regionali
registra la situazione di forte sofferenza di Ferrovie della Calabria;
gli inaccettabili criteri gestionali e le scelte di Trenitalia che hanno condotto alla
soppressione di molti treni di lunga percorrenza, pongono, altresì, la Calabria
in una condizione di vero e proprio isolamento nel contesto del quale, la
presenza di una sola corsa delle cd. “Frecce” (una in direzione nord ed una, di
ritorno, in direzione sud) restituisce l’immagine dell’estrema gravità;
il Governo presieduto dal
prof. Monti con l’istituzione di un Ministero dello Sviluppo e delle infrastrutture,
ha inteso riconoscere alla realizzazione delle infrastrutture il ruolo di
presupposto imprescindibile per le politiche di sviluppo, soprattutto delle
aree più arretrate come quelle meridionali con una chiara inversione di rotta
rispetto al passato;
nella seduta del 20 febbraio
u.s. si è tenuto un approfondito dibattito sullo stato dei trasporti e delle infrastrutture
in Calabria;
dal dibattito, che ha
registrato il contributo di tutti i gruppi, sono emerse con unanime
determinazione le priorità su cui intervenire chiedendo un deciso impegno al Governo
Monti;
la fondamentale quanto ampia
portata dell’obiettivo teso ad una vera perequazione infrastrutturale,
imprescindibile variabile di sviluppo della regione, richiede il necessario
concorso di importanti risorse sia in termini economici che di sostegno
istituzionale che rendono indispensabile la necessità di definire tempi e
finanziamenti certi per le priorità individuate;
il Consiglio regionale
all’unanimità dei presenti, individua le seguenti priorità da sottoporre
all’attenzione del Governo centrale, conferendo al Presidente della Giunta
regionale pieno mandato di rappresentare tali volontà dell’intero Consiglio
regionale al Presidente del Consiglio dei ministri, Sen. Prof. Monti, ed al
ministro dello Sviluppo e delle infrastrutture.
Completamento A3:
Lavori da finanziare per il
completamento dell’opera, che necessitano di un fabbisogno di 2,8 miliardi di
euro per i quali occorre definire modalità, tempi e previsioni di impegno
finanziario.
Completamento degli
interventi in corso sulla SS 106:
Fermo restando il quadro
finanziario complessivo, previsto per il completamento dell’intera arteria su
interventi ancora in fase di progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di
euro, le esigenze relative agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad
ulteriori 744 milioni di euro di cui:
1) 80 milioni di euro per il completamento del Megalotto 1;
2) 30 milioni di euro per il completamento del Megalotto 2 “Squillace/Simeri Crichi” in fase di esecuzione e già in parte fruibile;
3) 536 milioni di euro per il Megalotto 3 “Sibari (SS534)-Roseto Capo Spulico” già oggetto di affidamento a contraente generale;
4) 98 milioni di euro per il completamento dei lavori di costruzione della “Variante esterna all’abitato di Palizzi/2° lotto”.
Priorità per la progettazione
del Megalotto Sibari-Crotone.
Estensione del sistema AV/AC alla dorsale ferroviaria
della linea Battipaglia-Reggio Calabria:
Attivare le azioni propedeutiche all’inclusione nei documenti
di programmazione relativi al periodo 2012-2016, dell’estensione del sistema
AV/AC sulla linea Battipaglia-Reggio Calabria nella sezione “Opere prioritarie
da avviare”;
immediati interventi per la velocizzazione della linea
Battipaglia-Reggio Calabria per il potenziamento dei collegamenti con il
corridoio ionico in termini di qualità del servizio e di numero di corse.
Soluzioni delle problematiche di “Ferrovie della Calabria”:
Occorre che il passaggio della proprietà dell’azienda
dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come previsto dall’Accordo di programma
dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico (ripiano di tutte le
perdite) e tecnico (investimenti per il completo ripristino delle situazioni di
degrado e obsolescenza dell’infrastruttura – in particolare la tratta CS-CZ – e
del materiale rotabile) per ricondurre l’azienda a privilegiare le modalità di
trasporto su ferro;
il ripristino di tutti i treni a lunga percorrenza e
l’adeguato potenziamento dei collegamenti della Calabria con il resto del Paese
e la previsione di almeno un’altra corsa A/R del servizio ferroviario previsto
dalle cd. “Frecce”.
Piena e completa realizzazione del nodo intermodale di Gioia
Tauro e potenziamento delle strutture aeroportuali.
Valorizzazione e potenziamento del sistema aeroportuale calabrese”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Presidente, penso che il fatto che sia stato prodotto un documento unitario o potenzialmente tale non sia un elemento da sottovalutare o disdegnare ma da valorizzare, dandogli il giusto riconoscimento per conferirgli la forza e la credibilità di pesare e condizionare di più l’andamento del rapporto tra il Governo nazionale e la Calabria.
Quello che ci apprestiamo a licenziare è un documento
solenne ed importante, lungi da noi approvarlo semplicisticamente ed in forma burocratica. Sarebbe, in fondo, il primo atto di tipo
unitario che questo Consiglio regionale compie su questioni dirimenti e
strategiche che riguardano le prospettive e lo sviluppo della nostra regione,
rispetto al quale maggioranza e opposizione unitariamente consegnano una delega ed
un mandato all’onorevole Presidente della Giunta regionale.
Se questo è, e penso che questo valore non vada
disperso, a mio avviso, bisognerebbe fare, onorevole Fedele, uno sforzo
maggiore rispetto a questo argomento, perché, anche riguardo al dibattito e
alle ambizioni che ci siamo posti nel corso della precedente seduta, trovo l’ordine
del giorno abbastanza limitativo. Non mi sembra sufficiente che ci si limiti a
lamentarsi di ciò che va fatto e che ancora non c’è o al riepilogo di ciò che
si sta facendo.
Perché, se leggiamo con attenzione il documento nella
parte del dispositivo cioè dopo il “premesso”, dopo il “rilevato” e dopo il
“considerato” nel dare riconoscimento della delega al Presidente Scopelliti di
porre a monte le questioni, noi troviamo la problematica del completamento
dell’A3.
Ma cosa diciamo sull’A3? Prendiamo atto che ci sono
ancora 2,8 miliardi di euro da stanziare.
Ripeto, questa della A3 è una questione che non può
tacere i problemi che pone la gestione Anas.
Non voglio mettere in discussione la concessione di
questa arteria all’Anas. E’ un dibattito che si è aperto da anni, però un punto
noi dobbiamo sapere come porlo.
Poiché si fa riferimento,
anche nel corso del dibattito, ai fondi destinati alla realizzazione dell’opera
riguardante il ponte sullo Stretto ed alla sospensione che c’è stata di
questa decisione, e noi facciamo una richiesta cioè la rimodulazione per
Calabria e Sicilia di questi fondi, dobbiamo sapere quel che intende fare
l’Anas, prima ancora che il Governo nazionale e
come quest’ultimo si rapporta alla sua società
concessionaria.
Questa società è diretta dal
dottor Ciucci che contestualmente dirige la “Società dello Stretto”. Penso che
non sia ininfluente per la Calabria sapere se il dottor Ciucci si rapporta alla
questione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria come Presidente dell’Anas o
come Presidente che fa gli interessi della società dello Stretto.
Un Consiglio regionale che dà
un mandato così impegnativo al Presidente della Giunta deve dire una parola più
chiara su questo punto.
Ed anche per quanto riguarda
la strada statale 106 parliamo del riferimento ad opere che sono state già
programmate e previste, ma che per quanto riguarda i nuovi eventuali
investimenti sia relativi alla definizione della progettazione che alla scelta
delle priorità per quanto riguarda la realizzazione delle opere, non trovano
programmi e riferimenti definiti.
Anche qui, a parte la
responsabilità del Cipe, che dice il programma del Ministero diretto dal dottor
Passera su questa arteria che prima ancora che di interesse calabrese è di
interesse europeo? Che cosa intende fare il Governo Monti anche in rapporto al
Piano di investimenti rinveniente dall’utilizzo dei fondi europei di
disponibilità nazionale? Dobbiamo dare una indicazione di priorità.
Per quanto riguarda il resto,
poi volevo dire: su Trenitalia che cosa vogliamo fare? Ci limitiamo a chiedere
una corsa aggiuntiva alla “Freccia Rossa”? penserei, piuttosto, che il
Consiglio regionale deve dire al Presidente Scopelliti che occorre la
presentazione di un programma adeguato al costo della convenzione che questa
Regione firma con Trenitalia, perché la convenzione riguarda il trasporto
pubblico locale regionale e non la lunga percorrenza, ma si parla sempre di 93
milioni di euro che noi corrispondiamo a Trenitalia.
E, quindi, sia
l’organizzazione del trasporto pubblico locale che la grande percorrenza non
possono essere materia rispetto alla quale non diciamo la nostra opinione.
Ritengo che già da oggi si
dica in questo documento che si autorizza il Presidente Scopelliti in questo
caso ad avvisare anche il Governo nazionale, se è il caso, che trascorso un
certo limite di tempo, si procede con la disdetta del contratto.
E si fa come hanno fatto
altre Regioni. L’ha fatto l’Emilia Romagna che sta stipulando intese con altre
Regioni del nord. Si mette a gara il servizio.
Non si vuole dare in
concessione alla Ferrovia di proprietà dello Stato che serve alla Calabria? Si
mette a gara quel servizio, ma Trenitalia, il dottor Moretti, deve sapere che
sulla Calabria non può più scherzare perché, altrimenti, se ci bruciamo questa
carta, questa credibilità dell’unità del Consiglio regionale per dire nulla, io
penso che faremmo un danno a noi stessi.
Infine, voglio fare un’ultima
osservazione sugli aeroporti perché mi sento di dare una indicazione. Penso che
il Consiglio regionale debba dire al Presidente della Giunta regionale di
lavorare per una gestione consortile ed unitaria del sistema aeroportuale
calabrese.
Anche questa questione degli
aeroporti, riguarda soprattutto le criticità poste a Crotone e a Reggio
Calabria; io penso che possiamo non affrontarla da questo versante, non
soltanto sotto il versante della classificazione sociale, non sociale ecc.,
ecc.
Puntiamo ad una gestione
unitaria consortile del sistema aeroportuale calabrese, tenendo conto - e qui
lo direi espressamente perché altrimenti tutto il resto è parole – che il
sistema aereoportuale e consortile, al di là delle funzioni e delle diverse
finalità che possono avere gli aeroporti di Crotone o quello potenziale di
Sibari, oggi è difficile che possa dir di no, soprattutto per la competizione
che abbiamo con un’altra parte del Mezzogiorno, alla realizzazione
dell’aeroporto di Sibari ed io lo specificherei qui come indicazione espressa.
Quindi, dico: fermiamoci 10
minuti. Se alcune correzioni possono essere fatte, bene, altrimenti io mi
autodetermino di conseguenza, cioè su questo punto voglio tenermi la
responsabilità di continuare a fare una battaglia politica rispetto a questioni
strutturali che non vedo di facile soluzione attraverso anche un chiarimento
del rapporto tra la Calabria ed il Governo nazionale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, apprezzo, insieme ai colleghi del gruppo, lo sforzo di elaborazione del collega Adamo, ma l’ordine del giorno mi pare che tenga presente due aspetti che, secondo me, si intrecciano e sono di grande importanza.
Il primo aspetto è che il Consiglio
regionale - meglio se nella sua interezza – rappresenta al Governo nazionale determinate priorità. Io penso che nell’ordine del
giorno le priorità indicate – se vogliamo –
siano anche eccessive.
Non che non siano giuste,
cioè se noi facciamo un ragionamento di quel che servirebbe alla Calabria
l’elencazione delle priorità è riduttiva, ma, se ci rendiamo conto del momento
che attraversiamo, è chiaro che, estendendo lo spettro delle richieste,
indeboliamo il risultato.
Anche per questo c’è una
elencazione che parte dalla Salerno-Reggio Calabria, perché, se attraverso
questo Governo riuscissimo veramente a mettere in piedi finanziariamente, sotto
il profilo progettuale e quant’altro, il completamento di questo lavoro che
dura da 20 anni per fare una modestissima corsia di emergenza, sarebbe già un
grande risultato.
Quindi, richieste al Governo
nazionale e priorità. Le questioni sollevate dal collega Adamo che io apprezzo,
in gran parte sono problematiche che riguardano la Regione in quanto tale, cioè
se noi volessimo mettere in piedi una gestione unitaria degli aeroporti non
possiamo chiederlo al Presidente Monti. E’ una cosa che dobbiamo fare noi così
come il rapporto, eventualmente da mettere in sofferenza, con Trenitalia come
sarebbe giusto.
Comunque, al fine di avere
questi chiarimenti, forse sarebbe utile una sospensione di 10-15 minuti per
confrontarci al banco della Presidenza, perché io penso che il nostro sia un
comportamento di grande responsabilità istituzionale che sta caratterizzando
anche l’azione del Partito
democratico sotto un profilo più ampio, affinché si giunga a licenziare questo provvedimento dando una forza alla Regione in quanto
tale.
Noi
non “siamo” il Governo Monti ma appoggiamo il Governo Monti. E nel momento in
cui abbiamo deciso di appoggiarlo, abbiamo fatto un grande atto di
responsabilità, così come intendiamo fare un atto altro stasera perché la Salerno-Reggio
Calabria non è né di destra, né di sinistra né di centro, ma è la vergogna del
sistema infrastrutturale italiano.
E
se la Calabria nel suo insieme, non solo il Consiglio regionale, ma le province
ed i comuni, i cittadini tutti ci solleviamo affinché questa vergogna finisca
il prima possibile, penso che faremo cosa buona e giusta prendendo atto anche
di decisioni del Governo centrale che mi pare abbia detto anche la parola fine
per quanto riguarda il ponte sullo Stretto, del quale non intendiamo parlare
anche per questo motivo. Comunque, Presidente, siamo pronti a venire al banco
per un confronto se questo è necessario.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, ho
ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi Adamo e Principe.
Voglio dire che questo ordine
del giorno è stato elaborato anche insieme ai colleghi della opposizione e, tra
l’altro, non ci sono riferimenti di parte politica perché, come ricordava anche
il collega Principe, su alcuni temi come l’autostrada A3 o la Salerno-Reggio
Calabria o, appunto, la “106” e le ferrovie, non ci sono argomenti su cui
dividerci.
E’ piuttosto un documento
tecnico con il quale il Presidente Scopelliti si rivolgerà al Governo Monti,
andrà dal ministro Passera come ha già fatto il mese scorso insieme al collega
Orsomarso e all’incontro porteranno le priorità indicate dal Consiglio
regionale.
Indubbiamente, comprendo e
condivido anche in parte alcune argomentazioni portate avanti con grande intelligenza
dal collega Adamo.
Credo, Presidente, che, al di
là dello spirito che si è creato e del documento già fatto, si potrebbe
approvare l’ordine del giorno e poi, se necessario, fare degli aggiustamenti
con un coordinamento formale, considerato anche che è un tema su cui non ci
sono stati scontri ma anzi c’è stata collaborazione e credo che sia
nell’interesse di tutti senza entrare ulteriormente nei dettagli perché la
discussione si è già svolta nella precedente seduta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, ho compreso lo
spirito dell’intervento del collega Adamo e non credo che noi oggi rafforziamo
la volontà del Presidente Scopelliti, di questa maggioranza o di chi nello
specifico si occupa dei trasporti.
Io sto cercando umilmente di
farlo in questo anno e mezzo per manifestare con forza una posizione, come
abbiamo fatto qualche settimana fa, in seguito all’ennesima soppressione di un
treno che poi riguardava la provincia di Cosenza, perché se guardiamo i dati
oggettivi dei ritardi, delle soppressioni dei treni e quant’altro ci ha inviato
l’ingegner Costantino responsabile di Trenitalia regionale, siamo a posto
rispetto a quei dati.
E’ ovvio che a noi non
bastano quei dati tant’è che c’è stato un mio intervento scritto, per il
tramite degli uffici, ma anche sulla stampa, con una ferma presa di posizione
nei confronti di chi, pur avendo un contratto di decine di milioni di euro con
la Regione Calabria, non è in grado di fare i servizi.
Noi abbiamo detto a
Trenitalia – ed in questo ci deve essere la forza e la determinazione di una
amministrazione regionale – “non si possono fare i servizi se non vi dotate di
treni insieme a quelli che noi abbiamo deliberato di acquistare come Regione
Calabria con una delibera di 9 milioni di euro”.
Al tempo stesso, per quanto
riguarda la giornata di oggi e, quindi, questo ordine del giorno, eludendo
l’argomento specifico, il braccio di ferro, anche lì bisognerà capire, per
esser chiari fino in fondo, quando ed in che modo si possa rescindere un
contratto e quali siano gli altri vettori interessati a fare trasporto
ferroviario in Calabria. È un complesso di argomenti e di temi che non si
esaurisce attraverso l’intervento di chi fa un passo più in avanti.
L’ordine del giorno di oggi
rafforza, in un colloquio che è già iniziato, in un tavolo tecnico che è già
operativo, il Presidente Scopelliti ed, in modo bipartisan, la deputazione
calabrese nel confronto con il ministro Passera e, quindi, con il Presidente
Monti.
Non le sarà sfuggito, collega
Adamo, e lo dico a questo Consiglio regionale,- poi in Calabria, vuoi perché ci
sono i sindacati che giustamente raccolgono le firme e rafforzano…- che qualche
settimana fa ho letto che un Presidente di Provincia (- nello specifico il
Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio) – annunciava che, insieme al
Presidente del “Patto casa”, Perrelli, avrebbe incontrato il ministro Passera
per parlare di infrastrutture e trasporti.
Questo documento che oggi
approviamo, che è un ordine del giorno in cui si sintetizzano le priorità, è un
fatto istituzionale importante, cioè non è una passeggiata nel confronto che
avverrà giorno 15 con il ministro Passera e, quindi, con il Presidente Monti.
Su questo si innesca tanta
confusione, perché il Presidente Oliverio della nostra comune Provincia,
Cosenza, che annuncia che incontrerà il ministro Passera, non capisco cosa
andrà a dire in più o in meno rispetto ad un documento che sintetizza il lavoro
e le priorità date alla unanimità da quest’Aula. Anche da deputati rischiamo in
Calabria per aggiungere temi, argomenti e protagonismo su una questione
importante di chi deve sempre superare …
Collega Adamo, troveremo
qualcuno che, al di fuori di quest’Aula, vorrà superarci di più su una
interlocuzione in cui in questi anni poco si è detto e poco si è fatto per
responsabilità complessiva.
Quindi, io dico: bene i
suggerimenti complessivi, se i capigruppo dovranno interrogarsi con la
Presidenza, io sottoscrivo in pieno tutto quello che ha detto il consigliere
Adamo, ma intanto i rappresentanti istituzionali e di partiti dicono a chi sta
fuori da quest’Aula che la Calabria fa una figura quasi che non ci fossero
istituzioni. A me ha imbarazzato molto leggere che un Presidente di Provincia
alla vigilia del secondo incontro dica “vado a Roma ad incontrare il ministro
Passera”.
Cosa si saranno detti non lo
so. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, sulla
questione all’ordine del giorno non posso non
esprimere una opinione favorevole sul fatto che nella precedente seduta del
Consiglio regionale noi abbiamo avuto modo di dibattere a lungo sulle varie
questioni e che oggi si arriva ad un ordine del giorno che possa essere in
massima parte condiviso.
Proprio per questo affinché
ci sia questa condivisione, ci sono alcune richieste da parte di consiglieri di
opposizione che credo siano tese a favorire una concertazione definitiva sul
documento.
Non c’è dubbio che alcune
argomentazioni utilizzate dal collega Adamo, sono argomentazioni che io in
Consiglio regionale ed in altre sedi faccio totalmente mie, ma non per
rivendicazioni di carattere campanilistico perché, lungi da me, in questa o in
altre sedi, farle. Ma è certo che sulla questione infrastrutturale, la più
grande provincia di questa regione ha, naturalmente, del terreno da recuperare.
E il terreno si può anche recuperare attraverso infrastrutture come quelle
citate dall’onorevole Adamo, una infrastruttura aeroportuale nella provincia di
Cosenza.
E’ chiaro che questa condivisione che, peraltro,
dovrebbe andare - onorevole Adamo – a rafforzare un altro ordine del giorno che
è stato approvato alla unanimità da questo Consiglio regionale nella seduta del
20 dicembre su proposta dei consiglieri regionali di maggioranza della
provincia di Cosenza, che riguarda la realizzazione di un’altra infrastruttura
aeroportuale in questa regione, ha una visione regionalistica e di tutela dei
nostri territori.
Da Roma ci riferiscono che, probabilmente non conoscendo
anche la sistemazione orografica ed il sistema viario dei collegamenti della
nostra regione, si pensa a tagliare e non, eventualmente, a creare ulteriori
infrastrutture che possano – in questa parte della Calabria – far aumentare
considerevolmente anche il Pil utilizzando ed aiutando vocazioni che parti di
territorio si sono costruite, come, per esempio, quella turistica.
E’ per questo che credo che potrebbe essere necessario
un ulteriore rafforzamento dell’ordine del giorno attraverso gli argomenti
utilizzati dal collega Adamo o in alternativa un ulteriore approfondimento che
potrebbe aiutare una concertazione definitiva ma anche un voto unanime.
Non ci sono altre richieste di intervento, pertanto secondo me potremmo approvare l’ordine del giorno così come è stato predisposto dai capigruppo.
(Interruzione)
Prego, onorevole Giordano.
Presidente,
intervengo brevemente per
chiederle una sospensione di 10 minuti. Faccio mie anche le cose già dette dai
colleghi della minoranza.
Qui non
stiamo facendo un elenco per dire al Governo nazionale quali sono le priorità
perché credo che sviliremmo anche il dibattito che abbiamo tenuto nella scorsa
seduta di Consiglio regionale. Ci sono questioni che con questo ordine del
giorno non vengono sufficientemente affrontate, anche in termini di
impegno.
E’ vero che deve essere alzato il livello di confronto,
deve essere più serrato e certamente più efficace e più incisivo con i Governi
che hanno messo in coda, se non totalmente dimenticato, la questione del Sud e
della Calabria in particolare.
Ci sono però anche questioni che afferiscono alla sfera
degli impegni che questa Regione, questo Consiglio regionale, deve assumersi se
vuole avere un forte ed un alto profilo e se vuole effettivamente iniziare a
scrivere qualche pagina di politica, qualche pagina di decisione efficace.
Chiedo a nome del gruppo – adesso è arrivato anche il
capogruppo – un approfondimento che ci metta in condizioni di uscire con un
documento che sia unanime e che vada consapevolmente nella direzione che,
credo, tutte le forze politiche di questo Consiglio dovrebbero auspicare.
Chiedo a lei, Presidente, faccio appello a lei, affinché
ci sia un momento di concertazione che, secondo me, alla luce delle cose dette,
è quanto meno necessario.
Teniamo, allora, una Conferenza dei capigruppo qui al banco della Presidenza. Prego i capigruppo di avvicinarsi al
banco.
(I capigruppo si
avvicinano al banco della Presidenza)
Conclusa
Pongo in votazione l’ordine
del giorno…
Presidente, chiedo la parola per dichiarazione di voto.
Prego, onorevole Adamo, ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto.
Presidente, sento che questa dichiarazione di voto è opportuna per qualificare e precisare le motivazioni che ho espresso nel precedente intervento, rispetto ad un orientamento di voto non favorevole.
Non prediligo il voto contrario perché non penso sia utile censurare tout court lo sforzo che è stato fatto. Sono d’accordo
con il consigliere Principe che lo sforzo è significativo, ma consentitemi una
astensione critica, quindi un voto di astensione perché
ritengo che probabilmente la nostra azione,
quella del Consiglio regionale, richieda una maggiore puntualizzazione e
precisione su questioni che ritengo strutturali e nevralgiche per dirimere
alcune delle problematiche che qui sono state poste.
Sono
quelle che ho esposto nel mio intervento e su cui intendo continuare a dare, e
lo farò, battaglia anche rispetto alle responsabilità non solo nazionale ma
anche regionale.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, non è
senza un qualche imbarazzo che ammetto di accingermi a fare una dichiarazione
di voto che avrei voluto francamente evitare, non foss’altro perché nel
documento stilato dall’onorevole Principe
sicuramente vengono enunciate e giustificate tutte le ragioni che suggeriscono
una certa rivendicazione di investimenti infrastrutturali in Calabria e
che noi, ovviamente, come gruppo condividiamo: questa è una regione la cui
sofferenza infrastrutturale è praticamente diffusa, tranne poche eccezioni, tra
cui il territorio lametino che per una fortuita circostanza
geografica/strategica si è trovato ad essere oggetto di investimenti
infrastrutturali che ora hanno abbondanti fortune in termini di mobilità.
Noi avevamo – riepilogo brevemente – un certo andamento
delle procedure che hanno caratterizzato questa fase di preparazione di questa
seduta di Consiglio allo scopo di chiarire qual è il motivo che ci induce a
prendere le distanze da un documento che, paradossalmente, in parte comprende
anche indicazioni che condividiamo.
Il collega Giordano in particolare ed io avevamo
presentato un ordine del giorno che si riferiva alle specifiche criticità in
cui versano quasi drammaticamente gli aeroporti di Crotone e di Reggio
Calabria; non sto enfatizzando una circostanza difficile perché è esattamente
in questi termini che può essere rappresentata la situazione in cui versano i
due aeroporti.
Avevamo presentato un ordine del giorno col quale,
nell’ambito di un contenzioso, comunque di un dialogo, di un negoziato col Governo nazionale, al netto di tutte
le altre cose che vanno fatte - possibilmente presto – fosse rappresentata la
possibilità di assicurare a Reggio Calabria per un verso e a Crotone per un
altro la necessità assoluta di conservare due infrastrutture che ci sono e che
necessitano unicamente di ulteriori interventi rafforzativi, in assenza dei
quali queste infrastrutture rischiano di essere eclissate. I territori che i
due aeroporti rappresentano rischiano, di fatto, di incorrere in un isolamento
totale che – come dicevo al banco – per molti versi rappresenta anche una
violazione dei diritti costituzionali sanciti nella nostra carta tra i diritti
fondamentali delle persone.
In un momento come questo è davvero increscioso ridurre,
per qualunque territorio italiano ed in particolare per il crotonese, i
problemi della mobilità, della contiguità, della relazione con le altre
comunità ad una circostanza di perifericità.
Ho detto pubblicamente, lo ribadisco, che tra l’altro
questa Giunta sta dando prova, in verità, di una qualche sensibilità, di una
qualche attenzione alle criticità vere infrastrutturali del territorio. In
particolare, per esempio, oltre che a quelle di Reggio Calabria anche quelle di
Crotone, prefigurando scenari, misure e strategie che tendano a rafforzare
entrambi e non per escludere Lamezia Terme, che per evidenti ragioni è
proiettata verso una collocazione che la vede annoverata tra i grandi aeroporti
del Paese, ma esattamente per corrispondere a quelle esigenze e a quei diritti
dei territori che rispettivamente rappresentano.
L’Unione europea, come la dottoressa Stasi sa meglio di
me, riconosce a Crotone, equiparando quel territorio ad un’isola, i cosiddetti
oneri di servizio.
Trovo particolarmente strano, se non paradossale, che in
un documento che deve servire come strumento di pressione verso il Governo nazionale questa particolarità di un
territorio svanisca del tutto e si ometta di declinarla.
E questo si fa. Non volevo
aggiungere quest’ultima considerazione, unicamente perché si perseguono non più
riservatamente, ma con altalenanti atteggiamenti pubblici, sogni che prevedono
realizzazioni alte verso le quali noi non abbiamo nessuna contrarietà, salvo
però ritenerle non tra le priorità assolute all’interno delle quali vanno
collocati gli aeroporti di Reggio Calabria e quello di Crotone.
Mi pare ci siano ragioni
abbondanti, purtroppo, per prendere le distanze da un documento che prescinde
dalla criticità massima, dalla perifericità assoluta in cui versa il nostro
territorio.
Non so cosa pensino i miei
colleghi dell’altro versante che sono espressione di quel territorio e di
quella mortificazione infrastrutturale ed altro. Mi piacerebbe sapere cosa
pensano e se in qualche modo non intendano predisporsi a rafforzare la nostra
richiesta.
Onorevole De Masi,
dunque il suo è un voto di astensione? Contrario.
Ha chiesto di intervenire
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Presidente, parlo per motivare il voto di astensione critica dei sei consiglieri del Gruppo Misto.
La nostra non è una
posizione né estemporanea né stravagante. Voglio ricordare all’Aula
che fin dall’inizio della legislatura, in quella occasione da parte mia e del
collega Adamo, avevamo sollecitato una iniziativa straordinaria nei confronti
delle aziende monopoliste dei trasporti su rotaia e su strada, perché sin da
allora era evidente che l’atteggiamento degli amministratori delegati e non
solo di questa società era a dir poco distante e distratto, quasi di
indifferenza rispetto alle questioni della Calabria e della mobilità su
ferrovia e su strada; il documento che oggi è stato sottoposto alla nostra
attenzione lo sottolinea, così come è vero che anche quegli obiettivi ci sono.
Mi sorprende, nella situazione attuale anche di crisi
finanziaria del Paese, che non si faccia uno sforzo in questo documento per
individuare con chiarezza le priorità su cui agire.
Nel momento in cui non vengono individuate le priorità
si agisce come illo tempore si
è fatto troppo spesso dalla Calabria, quando vigeva il vecchio regime della
Cassa del Mezzogiorno in cui, per incapacità di decidere, le classi dirigenti,
politiche amministrative regionali ci mettevano di tutto e, poi, decideva il
centro su come scegliere, fiore da fiore.
Noi non possiamo consentirci
questo lusso. Siamo arrivati in quest’Aula - lo voglio ricordare – chiedendo
addirittura una Commissione di inchiesta sull’agire politico-amministrativo da
parte dei dirigenti e degli amministratori delegati dell’Anas e delle ferrovie.
Francamente, se tanto mi dà tanto,
tanto tuonò che non piovve. Perché un documento, da questo punto di vista così
debole, che non individua priorità?
Se è già difficile farsi
sentire quando si individuano obiettivi che mettono con le spalle al muro gli
interlocutori, un ordine del giorno così non fa male a nessuno.
In questo senso, ovviamente,
noi non pensiamo di essere quelli che la sanno meglio di tutti. C’è un
atteggiamento di rispetto generale e questo è il motivo che ci porta a non
esprimere un voto contrario.
Contemporaneamente, riteniamo
che questo non ci porterà tanto lontano, anche in considerazione della nostra
impostazione.
Quindi, nel momento in cui ci
auguriamo che siate più bravi, si capisce che lo vota la maggioranza ed il Pd,
i fatti ci dicono che non basta mettersi assieme quando gli obiettivi non
vengono individuati con forza e non si fa una scelta.
Con molta modestia, senza
pensare di saperne più di tutti, contemporaneamente noi esprimiamo un voto di
astensione e di critica, che non è di chi si contrappone, ma di chi,
contemporaneamente, dice che su questa strada non si arriva tanto lontano.
Tutto qui.
Ho consultato i colleghi
amici del Gruppo Misto e, per quanto ho capito, siamo tutti d’accordo ed
esprimiamo questo voto. In bocca al lupo anche se io sono molto pessimista
sull’esito di questa vicenda.
Non è che non votiamo a
favore perché vogliamo prendere le distanze. Noi nel nostro piccolo saremmo in
grado di assumerci le responsabilità nel momento in cui il documento facesse
politicamente un radicale passo avanti nel dire pane al pane e vino al vino e
scommettesse su alcune cose.
Poi, ovviamente, sappiamo che
il Presidente Scopelliti ha la rappresentanza politica di governo della Regione
Calabria. Dico di riflettere anche agli amici del Pd, non perché noi pensiamo
di essere in alcun modo più bravi di loro, ma perché nel 2012 – in un’epoca di
questo tipo – tutto il loro impegno non spinge ad individuare con più chiarezza
le responsabilità; magari loro hanno una visione più ampia di quella che io
riesco ad avere, ma lo dico in maniera sommessa e senza presunzione proprio per
rispetto di tutti e mentirei a me stesso se non sottolineassi, come ho fatto,
tutte queste cose.
Tutto qui. Voto di astensione
e poi le motivazioni politiche che ci hanno indotto ad astenerci.
Ha chiesto la parola il
consigliere Principe. Ha facoltà di parlare.
(Interruzione)
Trattandosi di dichiarazione
di voto, il suo intervento dovrebbe durare non più di tre minuti.
Presidente, forse
trenta secondi in più glieli debbo chiedere, facendo una premessa di fondo:
quando in una sede istituzionale incomincia la rincorsa a chi è più bravo
nel salto degli ostacoli vuol dire che non si ha rispetto delle Istituzioni ed
in un certo senso si ha poco rispetto anche degli interlocutori politici.
Dico con grande fermezza che il gruppo del Partito democratico non ha bisogno dei consigli né di
“chicco” e né di “sia” come diceva un grande, cioè Totò.
Però vorrei dire all’amico
Fedele, Presidente del gruppo del Pdl, e al Presidente Talarico che noi siamo
entrati in quest’Aula per dar luogo ad un documento unitario.
Certo l’unità non si deve
perseguire ad ogni costo e, per la parte che ci riguarda, le priorità indicate
nel documento sono priorità oggettive.
Non condivido per niente le
cose che ha detto il consigliere Bova; ha detto tutto e non ha detto nulla.
Perché le priorità che servono alla Calabria sono chiare.
Ed anche rispetto al
corridoio ionico mi pare che abbiamo fatto un grande sforzo; se uno vuol fare
il salto ostacoli per dire che è il più bravo di tutti, va bene, noi avremmo
potuto dire “vogliamo l’elettrificazione ed il secondo binario della ferrovia
ionica”.
Anche i bambini dell’asilo
nido avrebbero capito che questa è una posizione irresponsabile e strumentale.
(Interruzione)
Nel documento abbiamo
inserito una cosa importante, visto che l’alta velocità non è possibile: quanto
meno la velocizzazione e il raccordo col corridoio ionico, considerato che non
si può chiedere di elettrificare e di raddoppiare la ferrovia ionica.
Anche sulla statale 106
forse non è stato notato un dato: a fronte di una carenza di progettazione dei
megalotti abbiamo messo come priorità la progettazione del megalotto
Sibari-Crotone.
Alcune cose dette dal
Presidente De Masi sono, quindi, assolutamente ingenerose.
Alla fine il punto dolente è la questione del sistema
aeroportuale.
Le cose che dice il
consigliere Adamo sono altre. Sono d’accordo a discutere di una società unica
che gestisce gli aeroporti, ma è una decisione che dobbiamo prendere noi. Non
possiamo andare dal Presidente Monti come quelli che escono dal mondo delle
favole per dire “caro Monti, noi abbiamo il potere di far questo e chiediamo a
te di farlo”. Insomma, facciamo ridere, ma cerchiamo di non far ridere del
tutto e sono d’accordo con il consigliere Adamo di affrontare questo problema
in altra sede.
Il vero problema è stato
quello del sistema aeroportuale perché poi, voglio dire, le posizioni che sono
aprioristicamente finalizzate ad un obiettivo vengono condite dagli aromi più
profumati. Si mette a queste posizioni la veste più bella ma il problema sta
lì.
Detto questo, Presidente
Fedele, penso che il Consiglio regionale debba dimostrare la massima
responsabilità.
Non sarebbe la fine del
mondo se rimandassimo l’approvazione dell’ordine del giorno di una decina di
giorni per arrivare ad un documento condiviso da tutti ed evitare che fuori di
qui venga fuori la solita Calabria che, come dire?, si divide sulle cose che
non sono materialmente possibili. Troviamo una soluzione rapidissima, se ci sono
i tempi giusti anche nella seduta del 30 marzo, altrimenti come gruppo del
Partito democratico voteremo il documento che abbiamo presentato.
Viene meno lo spirito che
volevamo raggiungere: individuare dei punti su cui interamente il Consiglio,
d’accordo, desse all’Istituzione Regione, indipendentemente dai nomi, la forza
per sostenere determinate tesi.
Non so, Presidente, se un
altro quarto d’ora al banco ci consentirà di raggiungere questo risultato.
Noi lo auspichiamo perché
siamo entrati in Aula con questo senso di responsabilità, ma naturalmente se
questo senso di responsabilità viene meno il gruppo del Partito democratico
assume una sua posizione autonoma e individuale e non collettiva.
Ha chiesto di intervenire
l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, i tempi non ci
consentono un rinvio perché dopodomani – come mi suggerisce il collega
Orsomarso – giorno 15 ci sarà l’incontro con il Ministro.
Rischiamo di stravolgere un
documento, di annacquarlo, di fare una lista della spesa senza concludere
nulla.
Credo che il documento
approvato sia condivisibile quasi da tutti, anzi a parte qualche astensione
tecnica non mi pare che ci siano stati problemi. Per cui direi di andare avanti
e di lasciarlo così com’è altrimenti rischiamo che si vada al Governo senza sapere – dopo un mese e mezzo
– cosa dobbiamo fare.
L’onorevole
Fedele dice che poiché per dopodomani è fissato l’incontro con il Ministro non
ha senso approvarlo fra dieci giorni. E’ necessario approvarlo adesso per dare
l’opportunità e la possibilità di delegare, dopo un’attenta riflessione, una
parte del Consiglio regionale.
Peraltro,
questo era un documento che, certamente, i due partiti maggiori di maggioranza
e di minoranza avevano individuato e concordato anche nei termini. Poi, è
venuto fuori il dibattito dell’onorevole Adamo e dell’onorevole De Masi che si
è dissociato.
Penso
che il Consiglio regionale debba procedere oggi, anche con la differenziazione
dell’astensione e del voto contrario, ed approvare questo ordine del giorno.
Ritengo
si debba andare avanti, valutando la possibilità che in sede di coordinamento
formale si possano apportare quelle lievi modifiche richieste. Peraltro,
abbiamo tenuto un dibattito lungo ed articolato, tutti si sono espressi ed oggi
manifestiamo la volontà in un documento condiviso.
Non
capisco nemmeno le prese di posizione e le differenziazioni che ci sono state.
Ho pensato che, anche così come l’ho letto, il documento fosse corretto e
capace di metter d’accordo tutti.
Così
non è stato e quindi possiamo porlo in votazione col voto contrario di Italia
dei Valori e con l’astensione dei due consiglieri.
Ci
possiamo vedere al banco della Presidenza? Va bene.
(I capigruppo si
avvicinano al banco della Presidenza)
Riprendiamo
i lavori. Prego i colleghi di prendere posto così possiamo proseguire con
l’ordine del giorno.
Abbiamo
avuto un confronto dei capigruppo al banco. Ha chiesto di parlare l’onorevole
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, per
annunciare la mia astensione, perché, nel momento in cui si fa riferimento al sistema
aeroportuale esistente tentando di fare in Consiglio regionale un passo indietro
rispetto all’ordine del giorno approvato alla unanimità nello scorso dicembre,
relativo all’impegno del governo regionale per l’approvazione e il reperimento
dei finanziamenti per la realizzazione di un nuovo aeroporto, è chiaro che non
ci può essere accordo.
Ognuno riferisce ai territori dei quali è espressione,
io sono espressione della provincia di Cosenza e credo abbia diritto, essendo
la più grossa provincia di questa regione, di rivendicare la realizzazione di
nuove infrastrutture. Dicevo, essendo io espressione di quel territorio e
cercando, quindi, di tutelarlo, non ho difficoltà a differenziarmi con una
presa di posizione.
Mi piacerebbe che i colleghi della provincia di Cosenza
sentissero la stessa responsabilità nei confronti del territorio dal quale
proveniamo e del quale siamo espressione.
Per cui annuncio la mia astensione in merito.
Possiamo procedere col voto.
L’ultimo punto - se gli amici di Italia dei Valori stanno attenti ed anche il capogruppo Principe
– viene così modificato “valorizzazione del sistema aeroportuale calabrese
esistente”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno…
(Interruzione)
Vi astenete anche con questa modifica?
(Interruzione)
Non ho capito se si astiene tutto il gruppo del Partito democratico o solo i consiglieri della provincia
di Cosenza?
(Interruzione)
Solo i consiglieri della provincia di Cosenza del Partito democratico si astengono? O tutto il gruppo?
(Interruzione)
Tutto il gruppo o solo
quelli di Cosenza? Solo quelli di Cosenza?
(Interruzione)
Onorevole Principe, abbiamo
già dedicato due sedute, cinque sospensioni…
Chiedo cinque minuti di sospensione, Presidente.
Presidente, noi come Gruppo Misto ci asteniamo.
(Interruzione)
E’ arrivato adesso, onorevole Aiello? Ha seguito tutto
il dibattito?
Ho seguito anche parte della riunione che ha fatto lei,
Presidente.
Eravamo qui, presenti…
(Interruzione)
Quindi si astiene…
(Interruzione)
L’ha già detto l’onorevole Bova. Lei si astiene.
Giusto per ricordarle che rientro, geograficamente
parlando, nella provincia di Cosenza. Dichiaro l’astensione come gruppo Misto.
Astensione tecnica. Va bene.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proseguiamo con il quarto punto all’ordine del giorno
che riguarda
L’onorevole Gallo, relatore,
ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente della Giunta regionale, egregi assessori, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il progetto che oggi giunge all’esame dell’Aula dopo aver superato il vaglio delle competenti Commissioni consiliari, reca “Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all'emersione del lavoro non regolare”. Frutto di un percorso, credo, virtuoso elaborato dalla Giunta regionale - in primis dall’assessore ai servizi sociali, al lavoro e alla formazione professionale, Stillitani, anche grazie al lavoro importante e fecondo di questi anni e di questi mesi della Commissione per l’emersione del lavoro guidata dal Presidente Di Iacovo -, attraverso queste misure e disposizioni mira a definire in maniera organica le strategie e gli strumenti di intervento della Regione Calabria nei processi dell’emersione del lavoro irregolare alla luce dell’evoluzione della normativa comunitaria, nazionale e regionale sul tema.
Intende, inoltre, rafforzare l’azione sinergica tra tutti i soggetti istituzionali preposti alla regolarizzazione dei processi produttivi con particolare riferimento al contributo ed agli orientamenti avanzati dalla Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare, luogo della concertazione tra le parti sociali.
Il dato di partenza è rappresentato dalle statistiche
Istat che segnalano una contrazione del fenomeno e dal rapporto del Cnel sulle
dimensioni e sulla filosofia
del lavoro nero.
Cifre
e situazioni che destano preoccupazioni ed inquietudine ed interrogano la
classe dirigente, la politica e le istituzioni in ordine ad una questione
drammaticamente intrecciata con il mancato sviluppo del comparto economico calabrese ed anche con le precarie condizioni
– peraltro acuite in negativo dalla crisi presente – in cui versano migliaia di
famiglie, con pesanti ricadute sul piano sociale ed educativo in un tessuto già
drammaticamente difficile come quello calabrese.
Le
vicende della quotidianità ci chiamano, dunque, ad una assunzione di responsabilità ed un impegno,
se possibile, ancora più incisivo è richiesto ai cattolici impegnati in
politica.
Bisogna
rivendicare al lavoro condizioni progressivamente migliori.
Bisogna assicurare al lavoro una sua giustizia che cambi
il suo volto adorante ed umiliato e gli renda un volto veramente umano, forte,
libero, lieto ed irradiato dalla conquista dei beni non solo economici – anche
se sufficienti ad una vita degna e sana -, ma altresì dei beni superiori della
cultura, del ristoro, della legittima gioia di vivere e della speranza
cristiana.
Non sono le parole di un consigliere regionale alla
prima esperienza in Calabria, ma questo era l’invito che, nel 1968, Papa Paolo
VI rivolgeva al mondo.
Oggi questo è il manifesto ideale per una società che
attraverso il lavoro sogna di poter tornare a volteggiare nei cieli della
speranza. E’ una delle richieste più pressanti della società nel nostro Paese e
nella società calabrese.
Per questo, in una situazione di oggettiva debolezza dei
lavoratori e delle lavoratrici calabresi, quella offerta alla vostra attenta
valutazione è una legge che mira al contrasto del sommerso ed alla sua
emersione, nella convinzione che sia un investimento di lungo periodo non solo
in termini di legalità e di miglioramento della qualità della vita, ma anche
sotto il profilo fiscale e tributario, stando ai dati forniti dalla Commissione
regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare.
Infatti, si stimano in circa 1.300 euro per ogni unità
dipendente emersa ed in 2.350 euro per ogni unità indipendente emersa, gli
introiti che, a vario titolo - per esempio, per Irpef, Iva e Irap -, potrebbero
finire nelle casse di comuni e Regione, ai quali si aggiungerebbe una
importante fetta di contributi previdenziali che gli enti di previdenza,
finalmente, sarebbero posti in condizione di recuperare.
Entrando nello specifico, va detto che la normativa
proposta si configura come un’azione di sistema e costituisce un tassello
strategico sia per la definizione del Piano regionale per il lavoro che per la
revisione normativa organica che
Tra i punti salienti, oltre all’articolo 1 sulle
finalità e le funzioni esercitate dalla Regione in materia, merita una menzione
particolare, anzitutto, l’articolo 5 che prevede l’istituzione della centrale
di allarme emersione. Un archivio-banca dati nel quale verranno inserite tutte
le imprese responsabili di infrazioni definitivamente accertate in materia di
lavoro sommerso e non regolare ed in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Essa opererà in sinergia con
Ciò, naturalmente, in armonia con la legislazione
nazionale.
Degno di nota è anche l’articolo 6, mediante il quale si
istituisce la cabina di concertazione per il coordinamento delle politiche
ispettive di controllo e di contrasto attraverso il coordinamento e
l’integrazione fra le funzioni ispettive e forme di sperimentazione di modelli
integrati di ispezioni tra i diversi enti a ciò preposti.
Da segnalare ancora l’articolo 10 con il quale si
introducono criteri di premialità connessi alla salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro a tutela dei lavoratori.
Nel complesso, dunque, si tratta di una legge
importante, di quelle leggi che qualificano l’azione di un Consiglio regionale
preso di mira dai media ed accusato di non lavorare nell’interesse dei
calabresi.
Credo che questa legge, che va ad individuare le sacche
di evasione nelle cui pieghe si annida la presenza forte in questa regione
della criminalità organizzata, sia importante, perché per la prima volta
Con essa il legislatore - mi auguro nella sua interezza
e con il contributo fattivo ed unanime di tutte le parti politiche, come del
resto è già avvenuto in Commissione - dimostra la volontà di incidere su questo
fenomeno, coniugando politiche di repressione con politiche di sviluppo che
mirano anche a prevenire la nascita del sommerso attraverso un sistema di
premialità per le imprese che intendono emergere.
Del resto, in tempi di federalismo fiscale attuare
politiche di contrasto non solo è doveroso sotto il profilo politico ed etico,
ma lo è anche dal punto di vista sociale ed economico. In quanto, da una parte
si restituiscono diritti ai lavoratori sfruttati e sottopagati, dall’altra si
recuperano entrate erariali dirette delle Regioni.
In Calabria, ad esempio, dove secondo i dati Istat agli
inizi del 2011 le unità irregolari erano pari a 202 mila, le stesse risultano
essere scese a 138 mila unità.
Nel solo 2010 sono emerse circa 7 mila unità irregolari
che hanno portato nelle casse dell’erario a vario titolo circa 130 milioni di
euro, di cui 15 milioni in quelle della Regione Calabria.
Attuando questa legge il trend positivo dimostrato negli ultimi anni in termini di riduzione
del sommerso non potrà quindi che rafforzarsi, fino a riportare la situazione
calabrese almeno a livello di quella nazionale con un risultato che potrebbe
avere un sapore storico.
Io personalmente ci credo, penso che i calabresi ci
sperino. A noi tutti, quindi, il compito di tradurre in realtà positive l’agire
di una politica finalmente capace di privilegiare la concretezza e di tendere
una mano a chi dalla politica attende risposte concrete.
Si guarda alla politica con sempre maggiore sfiducia, ma
anche con speranza. Questo potrebbe essere uno strumento attraverso il quale
far sì che questa speranza continui a rimanere in piedi. Grazie.
Prego i colleghi di prendere posto, altrimenti non si può
proseguire. Se non c’è silenzio in Aula interrompiamo i lavori.
Lo dico a tutti i colleghi.
Prego i colleghi consiglieri di accomodarsi, perché non
si può affrontare una legge così seria con distrazione assoluta dove ognuno fa
il proprio capannello.
Un attimo di attenzione. Chi intende intervenire, si
prenoti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Presidente, nella qualità di Presidente della Commissione bilancio ho il dovere di fare una breve informativa sul disegno di legge numero 157/9^ sul quale ha relazionato il collega Gallo.
E’ un disegno di legge che è stato licenziato nella seduta del 16 novembre dalla terza Commissione per il parere di merito e che è stato trasmesso alla Commissione bilancio per il relativo parere finanziario. Parere che è stato espresso nella seduta del 9 febbraio.
Non sarei intervenuto se non avessi ravvisato
l’esigenza e la necessità di informare l’Aula sull’andamento dei lavori per quanto riguarda il parere finanziario sulla
legge stessa che ha avuto momenti articolati. Avendo
In ogni caso,
Questo per assicurare alla legge stessa una dotazione finanziaria complessiva di 300 mila euro. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.
Presidente, anzitutto per sottolineare – non abbiamo dubbi - l’importanza di questa iniziativa legislativa. Fra l’altro il relatore non so chi lo abbia nominato “cattolico” ma pare che non ci si possa proclamare cattolici, almeno, da una parte politica di questo Consiglio.
Questa è una iniziativa legislativa importante perché se adeguatamente regolamenta, dà un contributo ad una materia particolare che è quella del lavoro, in particolare del lavoro non regolare.
Il Consiglio regionale
aveva nella precedente legislatura
approvato una delega alla Giunta per redigere
un testo unico sul lavoro per fare in modo che
questa Regione, che sicuramente di questa materia ha necessità di discutere ma
anche di proporre iniziative legislative ed amministrative, dia risposte ai
bisogni dei calabresi.
Conosciamo la difficoltà che ci sono nella stesura di un
testo unico in questo campo. Siamo arrivati fino ad un certo punto nella
precedente legislatura. E’ un modo per sollecitare ulteriormente
E’ una materia che ancorché oggetto di discussione
politica, in questo momento molto particolare e delicato ha necessità di un
inquadramento di un indirizzo più generale su queste tematiche, sicuramente ha
necessità di una forte sinergia per diversi aspetti che hanno interesse
rispetto alle tematiche del lavoro.
Devo segnalare – lo dico al Presidente del Consiglio
rafforzando anche quella che è l’iniziativa del capogruppo Principe – che il
Gruppo del Partito democratico ancora non è, purtroppo,
rappresentato in terza Commissione. Quindi, signor Presidente, non abbiamo la
possibilità e la invitiamo a voler provvedere secondo le sue competenze a far
in modo che il Partito democratico possa avere il proprio rappresentante in
terza Commissione, perché questo ci consente di dare il nostro contributo in
una Commissione importante.
Questa difficoltà c’è,
ovviamente, anche nel dibattito in Consiglio, stasera, su questa proposta di
legge.
Avremmo voluto partecipare,
in quella sede, nel momento in cui si costruisce una norma che deve cercare di
concorrere nell’obiettivo col conforto di tutte le forze politiche, ma non abbiamo
avuto questa possibilità. E lo dico perché è una norma importante, l’ha detto
molto bene Gallo, è una legge molto delicata dal punto di vista legislativo,
costituzionale, e proprio il dibattito di queste ore in Parlamento lo conferma.
E’ una materia riconosciuta
come materia concorrente fra Stato e Regioni. Ma ovviamente come tutte queste
questioni, le implicazioni di una norma, di una legge che va a incidere sulle
questioni del lavoro, necessariamente vanno ad intaccare tutte le competenze di
esclusiva competenza dello Stato.
Purtroppo – e dico purtroppo
– più di una volta, in questo Consiglio, abbiamo rilevato difficoltà di
contenuto legislativo, di coerenza costituzionale, quindi di legittimità .Perché
qui ogni volta che si cerca di dare un contributo si pensa, invece, alla
strumentalizzazione politica.
Ogni volta abbiamo detto in
questo Consiglio quando si sono approvate norme per esempio sulla legalità,
attenzione, guardate che questa parte non è legittima. Ce la impugneranno e
questa legge non andrà da nessuna parte.
Noi lo dicevamo e si diceva
lo facessimo strumentalmente dal punto di vista politico, come la minoranza che
incalza la maggioranza ecc. Queste sono materie in cui dovremmo tutti
collaborare per far in modo che le cose vadano in porto nel modo migliore.
Rappresentavamo le
osservazioni che faceva - alla luce di quello che era stato fatto anche stasera
in seconda lettura sullo Statuto – il Comitato per la qualità e la fattibilità
delle leggi presieduta dal collega Pacenza che assieme agli uffici, quindi ai
collaboratori che fanno sì che quel Comitato possa espletare una funzione
propria; bene il Comitato ha messo in evidenza le questioni di costituzionalità
che puntualmente il Governo ha
sollevato e che puntualmente hanno travolto alcune leggi che questo Consiglio
ha approvato.
Non
è, quindi, una strumentalità politica ma è solo l’invito a dire che quando
facciamo una norma ed una legge, siccome è oggetto di valutazione del Governo,
bisogna guardarla con attenzione.
Mi
sento di dire la stessa cosa oggi, stasera, pur non avendo avuto la possibilità
di approfondirla in Commissione e di dare i contributi in quella giusta sede
Oggi
dico questo. Nella previsione normativa ci sono due aspetti molto delicati che
sono due aspetti che il Governo, in altre occasioni, ci ha sollevato e
riguardano la necessità di non intervenire sulla maniera dei contratti della
pubblica amministrazione, sui servizi e far in modo di non immettere meccanismi
legislativi regionali che possano inficiare quella che è la regolamentazione
nazionale dei contratti dei servizi .
Soprattutto
in un momento in cui si parla di delegificazione, di snellimento delle
procedure amministrative e di aumento della crescita, ovviamente tutto questo
non deve assolutamente avvenire a discapito del lavoro regolare. E su questo
faccio apprezzamento anche alla Commissione per l’emersione del lavoro nero, a
chi ci lavora, persone impegnate, professionalità che si sono spese. Ho avuto
modo di conoscere anche il loro lavoro, però ci sono anche questi aspetti.
Il
primo riguarda la competenza che
L’altro
aspetto particolare sul quale invito a riflettere - e purtroppo siamo in
assenza di emendamenti e non siamo in grado di incidere in Aula per come
avremmo voluto, questo limite che abbiamo ricordato - riguarda i parametri di
regolarità e congruità del lavoro.
Guardate,
qui è chiarissimo. Nella legislazione nazionale è anche oggetto di attuali
discussioni, definizioni, il Ministero dovrà indicare degli indici di
regolarità e congruità del lavoro.
Adesso
è chiaro che se diciamo di voler, invece, incidere sui parametri e non sugli
indici, ovviamente su questo capite bene che riguardo i parametri ed gli indici
ci sono diverse interpretazioni, matematiche e legislative.
Non
si capisce come una regolamentazione parametrica della regolarità e congruità
del lavoro vada ad intersecarsi con la previsione di indici, fra l’altro,
rimandando ad un Regolamento, quindi non ad un contenuto legislativo.
Ovviamente
riguardo l’aspetto dei controlli c’è una volontà di far di più e questo è un
aspetto molto importante e positivo che sottolineo. Lo Stato, gli organi dello
Stato periferici che hanno compiti di vigilanza e di controllo, di fatto,
difettano in questo campo.
Dobbiamo
però fare attenzione perché la concertazione è un aspetto importante. Dobbiamo
far sì che tutti facciano il proprio mestiere. Se poi ci spingiamo a dire che
facciamo degli elenchi dei buoni e dei cattivi su alcuni aspetti, ebbene,
l’aspetto legislativo e di compatibilità costituzionale comincia ad essere
dubbio.
La
smetto e non mi dilungo ancora.
Questa
è una materia importante. Sicuramente
Sicuramente
gli aspetti etici che richiamava il collega Gallo rispetto alla correttezza del
rapporto tra il datore e il lavoratore sono fondamentali. Ma non c’è dubbio che
– ho avuto anche modo di riscontrarlo – la migliore tecnica di regolarizzazione
del lavoro e quindi di emersione del lavoro non regolare sta proprio nelle
politiche attive, nella capacità di incentivazione della Regione del lavoro
fatto in maniera regolare e quindi di premiare le imprese rispetto a questo
meccanismo e di regolamentare il sistema di incentivazione a questi meccanismi.
Ebbene
questo, stasera, non lo regolamentiamo ma facciamo una enunciazione in cui
diciamo che queste previsioni legislative devono interagire con le politiche
attive del lavoro ma, di fatto, non stabiliamo legislativamente un forte
condizionamento di queste attività.
Mi
fermo perché, ovviamente, il senso del mio intervento è quello di dire che
questa legge ha una sua qualità, ha una bontà nell’obiettivo che è
condivisibile ed ha, però, una forma che ci lascia perplessi.
Invitiamo
quindi la maggioranza a riflettere sulla opportunità di approfondire questi
aspetti per far in modo che questa legge abbia la garanzia di avere maggiore
possibilità di successo.
Penso
che i tecnici che hanno lavorato a questa legge possano essere tranquilli
riguardo alla loro proposta.
Ho,
però, letto la relazione e non conosco, per i motivi che ho detto, qual è il
testo antecedente alla seduta odierna , scaturito dalla Commissione per la
qualità delle leggi. Non conosco quindi come sono state recepite queste
previsioni. Di fatto il testo finale, su questi due aspetti, ci lascia
perplessi e ci impone di far presente alla maggioranza questa difficoltà.
Ovviamente
l’importanza della materia, lo sforzo che
Ci
permettiamo, solo, di dire che abbiamo qualche dubbio e qualche perplessità
che, magari, l’assessore Stillitani ci vorrà fugare. Ovviamente, dal punto di
vista politico, in Consiglio esprimiamo una valutazione di attesa e di
astensione rispetto alla prospettiva che il Consiglio si determini riguardo
all’approvazione, odierna, di questo testo.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente,
solo per una brevissima dichiarazione di voto. Italia dei Valori voterà in
maniera favorevole a questo atteso ed importante provvedimento che, tra
l’altro, ha avuto un iter che abbiamo seguito in Commissione nella quale – come
ricorderà il relatore, onorevole Gallo – sono stati accolti tantissimi nostri
emendamenti che, riteniamo, abbiano rafforzato un impianto normativo volto a
dare delle risposte sia in materia di emersione del lavoro nero che sotto il
profilo della sicurezza.
Voglio
ricordare l’introduzione dell’articolo 10 di questa legge che prevede la
priorità negli appalti della Regione o degli enti sub-regionali, dell’adozione
del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ponendo un argine e
un fine alla situazione che col criterio del massimo ribasso si finisca per
favorire lavoro nero, precarietà e sfruttamento intensivo dei lavoratori.
Credo
che questo sia un punto importante che qualifica questa norma per la quale
confidiamo si inizi un percorso virtuoso di cui questa regione ha tanto
bisogno.
Sebbene
abbiamo partecipato con emendamenti che, secondo noi, daranno efficacia e maggior
impulso a questa legge ma qualche ombra l’abbiamo ravvisata.
Mi
riferisco, in particolare, all’articolo
Questo
lo stabilisce la legge numero “
In
ogni caso riteniamo che nel complesso questa sia una buona norma che migliora
il quadro attuale e che può dare delle buone risposte. Per cui il nostro è un
voto favorevole.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiappetta. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente,
onorevoli colleghi, naturalmente
rappresentando la dichiarazione di voto del gruppo del Pdl anche per come è
stato evidenziato bene non solo dal relatore ma anche dal collega Giordano che
mi ha preceduto, questa legge nasce a seguito di un testo elaborato e
presentato dalla Giunta regionale ampiamente discusso e trattato in
Commissione. Nella Commissione consiliare competente.
Si
tratta di un disegno di legge che, credo, oggi non possa non rappresentare un
tassello importante rispetto a quelli che sono stati i provvedimenti legislativi
di questo Consiglio in questa consiliatura.
Naturalmente
tralascio di evidenziare gli aspetti significativamente rilevanti dello
stesso disegno di legge perché sono stati ampliamenti trattati dal relatore e
dai colleghi che sono intervenuti.
Voglio oltre che, naturalmente, rappresentare il voto
favorevole del Pdl evidenziare che si tratta di una iniziativa legislativa che
va nel solco di provvedimenti che non possono non essere considerati – così
come sono stati considerati nell’ambito della Commissione consiliare
competente, vale a dire la terza – per la loro valenza.
Perché, vede, e lo dico soprattutto al collega Maiolo in
relazione anche a quelle che sono state le anomalie e le disfunzioni che
probabilmente – anzi quasi sicuramente – sono dettate esclusivamente dalla non
presenza in Commissione di un collega rappresentante del gruppo del Partito democratico in seno alla stessa.
Vede, questo è stato un
disegno di legge ponderato attentamente e oggetto di approfondita riflessione
all’interno della terza Commissione con l’apporto significativamente rilevante
di tutti i gruppi di maggioranza e di minoranza basato su una logica bipartisan
– condivisa e caratterizzata da un sentimento di antipolitica che, ripeto, non
può non esser condiviso allorquando si tratta di provvedimenti importanti come
quello in discussione. Vedete, al di là di quelle che sono le caratteristiche
significativamente peculiari di questo disegno di legge,credo che non si possa
non registrare, con l’attenzione che la cosa comporta e merita, quello che da
un lato è stato fatto in questo ultimo periodo da parte della competente
Commissione per l’emersione del lavoro che denota un segnale di discontinuità
vera e netta rispetto al passato.
Ma quello che, a mio parere
,deve essere posto in risalto non è tanto la discontinuità rispetto al passato
solo ed esclusivamente nelle cifre, ma in una concezione che è quella che più
interessa in questo momento al varo di un provvedimento che si colloca in una
di quelle concezioni che, a mio parere, hanno caratterizzato quelli che sono i
primi due anni di inizio di questa consiliatura. Vale a dire la necessità di
incidere, profondamente, attraverso quella che amiamo definire una
rigenerazione culturale delle azioni susseguenti.
Ecco perché confermando il
voto favorevole del gruppo del Pdl al quale appartengo, ed avendo apprezzato
per essere membro della terza Commissione, il lavoro collaborativo, sinergico,
fattivo, attivo e propositivo di tutti coloro i quali hanno avuto a cuore le
sorti di questo provvedimento legislativo. Auspico che, anche per il futuro,
sulla logica e sulla condivisione di quello che è stato l’assunto posto a base
di questo provvedimento, per altri provvedimenti che devono essere posti alla
base di un percorso condiviso da tutte le forze politiche presenti in Consiglio
regionale non può non essere ipotizzabile, quindi auspicabile, un percorso che
ha portato e che porterà, questa sera, all’approvazione di questa legge in modo
che si possa andare nella direzione di un riscatto vero del territorio
calabrese. Grazie.
Non ci sono altre richieste
di parola, pertanto ha facoltà di parlare l’onorevole Gallo.
Rafforzando quanto sosteneva l’onorevole
Chiappetta e riprendendo il mio primo intervento e, inoltre, facendo mie
anche le preoccupazioni del consigliere Maiolo, verso le quali non c’è
insensibilità da parte di questi banchi o da parte della Giunta regionale, voglio sottolineare come l’iter legislativo è stato lungo e tortuoso come non
mai, considerato che, in altre circostanze, leggi approvate da questo Consiglio regionale hanno visto l’impugnativa da
parte del Governo nazionale.
Il percorso è
stato finalizzato ad evitare questa conseguenza.
In una prima
stesura il testo di legge aveva visto da parte del Comitato per la qualità e la
fattibilità delle leggi, quindi dall’ufficio legislativo relativo, il sollevarsi di alcune questioni che potevano
far sì che la norma fosse impugnata per incompatibilità con leggi dello Stato,
causando, poi, l’impugnativa del Governo centrale.
Per la verità
Pare che il lavoro di questi
mesi, che ha visto l’approvazione del testo che oggi giunge in Aula prima da
parte della terza Commissione e poi da parte della seconda Commissione, sia un
testo che, secondo l’ufficio legislativo, supera le criticità.
Si parla non di eventuali
incompatibilità con la normativa nazionale, ma di “eventuali” interferenze e
questo non porterebbe e non porterà, ritengo, ad una questione di
incompatibilità dinanzi alla Corte costituzionale. Grazie.
Il dibattito è concluso,
possiamo procedere alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’ approvato)
All’articolo 5, comma 2, c’è
un comma per il quale è necessario autorizzare il coordinamento formale per
evitare qualche problema di incostituzionalità.
Pongo in votazione il comma 1
dell’articolo 5.
(E’ approvato)
Per il comma 2 si autorizza
il coordinamento formale.
Pongo in votazione l’articolo
6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
11.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Passo al punto 5 dell’ordine del giorno che recita: proposta di provvedimento amministrativo
numero 150/9^ d'Ufficio, recante: "Programma di attività per l'anno 2012,
ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2
– Corecom".
Prego, onorevole Fedele, ha facoltà di parlare.
Presidente, brevemente, poiché si tratta del
piano di attività per l’anno 2012 del Corecom, voglio precisare che non abbiamo
avuto tempo di approfondirlo. Chiedo, quindi, di rinviarlo alla prossima seduta
del Consiglio per poterlo esaminare meglio.
Volevo chiederle, inoltre, Presidente se è
possibile…
Aspetti, onorevole Fedele, completiamo
questo punto.
Per il punto numero 5 all’ordine del giorno
si chiede l’aggiornamento al prossimo Consiglio regionale. Pongo in votazione
la proposta di rinvio dell’onorevole Fedele.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, volevo esporre all’Aula la
possibilità di poter inserire all’ordine del giorno e approvare – ne ho parlato
anche con alcuni colleghi della opposizione, con il consigliere Censore ed
altri – un provvedimento che è stato approvato alla unanimità in seconda
Commissione che riguarda la modifica della legge regionale numero 8 riguardante
il riordino della organizzazione turistica regionale.
Nella fattispecie si tratta di questo: per la nomina di
direttori di agenzia la legge prevedeva che i direttori di agenzia potessero
far domanda di partecipazione solo nella provincia in cui erano residenti.
Questo non è possibile perché le domande devono e
possono essere presentate non solo dall’intera regione ma anche da tutto il
territorio extra regionale. Se non approvassimo questa modifica, i bandi che
stanno facendo le province rischierebbero di essere inficiati. Solo questo
Presidente, quindi chiedo che sia inserito ed approvato.
L’onorevole Fedele chiede l’inserimento all’ordine del
giorno di una proposta di legge che ha brevemente illustrato e che riguarda i
direttori di agenzia.
Se non ci sono obiezioni pongo in votazione la richiesta
di inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Concluso
l’ordine del giorno, così come stilato, passiamo all’esame della proposta di legge numero 12/9^ di
iniziativa del consigliere Principe, recante: “Istituzione della Fondazione per
la valorizzazione del Santuario delle Cappelle - Sacro Monte di Laino Borgo”.
Nessuno
chiede di intervenire, pongo in votazione l’articolato della legge che è stata
licenziata in Commissione.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso all’esame abbinato delle proposte di legge numero 85/9^, numero
123/9^, numero 229/9^, numero 251/9^ e numero 264/9^, recanti: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 ( Riordino
dell’organizzazione turistica regionale)” secondo quanto richiesto dall’onorevole Fedele.
Nessuno
chiede di intervenire; pongo in votazione l’articolato della legge.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa
adesso all’ordine del giorno a firma dei consiglieri Orsomarso
e Magno “In ordine alla intitolazione aeroporto internazionale di Lamezia Terme
a San Francesco da Paola”.
Prego, onorevole Orsomarso.
Presidente,
questo è un ordine del giorno a mia firma e del collega Magno, collega di Lamezia Terme.
Si
tratta di una richiesta di intitolazione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme a San Francesco di Paola.
Espongo brevemente anche le ragioni ai
colleghi.
“In
occasione del 50° anniversario del Patronato di San Francesco di Paola sulla regione
Calabria, con il presente
ordine del giorno si chiede l’intitolazione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme al Santo Taumaturgo della Calabria.
Le
ragioni di tale proposta risiedono nella volontà di onorare l’illustre figura
del Santo Francesco di Paola nota in tutto il mondo, attraverso intitolazione
della porta principale della regione
Calabria, l’aeroporto
internazionale di Lamezia Terme, appunto.
Vero è
che San Francesco è protettore delle genti di mare, oltre che della Calabria. Ma ciò non impedisce in una ricorrenza
così importante quale il 50° anniversario del patronato del Santo sulla regione Calabria, di riconoscere alla porta che apre la nostra
regione sul mondo, un valore universale.
E’ infatti universale il messaggio di San Francesco di Paola al
mondo.
Oltre che in Italia (Bari, Cagliari, Catanzaro, Genova, Grotta Ferrata (RM), Grottaglie, Massalubrense,
Milazzo, Napoli, Palermo, Paternò Calabro, Rimini, Roma, Taranto) le chiese e
le basiliche in onore di San Francesco da Paola sono sparse in tutto il mondo
(Repubblica Ceca-Vranov, Spagna-Siviglia, Messico Saltillo ecc.).
Un messaggio universale che non riguarda
soltanto il valore della fede, ma che contiene anche un messaggio sociale e
politico nel senso più alto e letterale del termine.
La vita di San Francesco di Paola è,
infatti, stata contrassegnata dalla vicinanza ai più deboli, dalla salvaguardia
dei valori della tradizione, dell’amore per la terra.…”
Vi evito insomma di
sottolineare le ragioni e gli episodi che hanno portato alla santificazione di
San Francesco di Paola. San Francesco ha vissuto gli ultimi anni della sua vita
lontano dalla Calabria, vicino ai deboli, alla nostra gente ma ha vissuto un
cambiamento radicale permanendo in Francia.
Si interessa di vari
problemi politici che vanno dalla Francia all’Europa, risolvendo pacificamente
questioni pendenti fra Francia e Spagna. Si interessa di problemi politici
riguardanti
Quindi, non solo un
santo vicino alla gente ed ai suoi miracoli, ma anche al messaggio universale
di impegno e di rappresentanza politica autentica della Calabria e di quello
che noi calabresi possiamo e vogliamo essere.
Tanti sono gli
episodi storici su cui, appunto, vado a soprassedere.
“Ricordiamo un episodio su tutti:
Luigi XI, re di Francia, ammalato gravemente
di apoplessia, spera e cerca in tutti i modi di guarire pienamente dalla
malattia: non bastano né le cure mediche, né il ricorso a reliquie di santi e
guaritori, che pullulano attorno alla reggia.
Un mercante napoletano, Matteo Coppola,
parla di Francesco e dei suoi miracoli. Il re scrive al papa Sisto IV e al re
di Napoli, Ferrante d’Aragona, perché ordinino all’Eremita di recarsi in
Francia per guarirlo. Il papa e il re fiutano i vantaggi politici che possono
derivare da questo favore reso a re Luigi e si premurano di accontentarlo.
Corre l’anno 1482. Iniziano frenetiche le
trattative per indurre Francesco ad accogliere l’invito. Presa la decisione, ai
primi di febbraio del 1843 dal romitorio di Paternò Calabro parte alla volta
della Francia.
Il trasferimento in Francia determina nella vita di
San Francesco di Paola un cambiamento radicale. Egli continua nella sua vita di
sempre: preghiera intensa (trova una grotta anche nel parco reale del castello
di Plessiz-Iez-Tour), forte austerità di vita (i francesi rimangono
meravigliati della sua vita austera e solitaria), lavoro manuale (lavora
nell’orto per coltivare la verdura per il suo nutrimento quaresimale). Ma le
condizioni di vita attorno a lui sono cambiate: non è più l’ambiente contadino
e popolare della Calabria, ma quello urbano di una città reale, crocevia
dell’Europa politica del tempo, incontro di culture diverse, banco di prova dei
fermenti riformistici della Chiesa. L’Eremita di Paola si trova catapultato
senza volerlo in questa nuova realtà nella quale però si muove con la saggezza
e la prudenza dell’uomo di Dio.
Sta
accanto a Carlo VIII, come aveva promesso a Luigi XI morente; e il giovane
monarca accetta questa vigilanza spirituale e ama incontrarlo quasi ogni giorno
per consigliarsi con lui.
Si
interessa dei problemi politici della Francia e dell’Europa, risolvendo
pacificamente le questioni pendenti tra
Non
sappiamo, durante le guerre d’Italia con Carlo VIII prima e Luigi XII poi,
quale atteggiamento egli abbia preso. Certamente pregò per l’incolumità di
Carlo VIII ma probabilmente si schierò con chi vedeva nell’intervento di Carlo
VIII una soluzione per la riforma della Chiesa e la difesa delle coste italiane
dal pericolo turco. Il giovane re di Francia, veniva presentato da tutti come
l’inviato di Dio.
Tanti
altri sono gli episodi storici che inducono tutti i calabresi a vedere in San
Francesco il cittadino più illustre ed i valori di questa terra. Al di sopra di
tutto, anche partendo da posizioni laiciste nei giudizi rispetto al percorso
della sua vita e delle sue opere.
Papa
Giovanni XXIII aderendo alle numerose richieste del popolo calabrese, il 2
giugno 1962, dichiarò Francesco, con il breve Lumen Calabrie, “Patrono della
Calabria” essendone – così è scritto nel breve – l’espressione più genuina,
l’interprete più qualificato e il Santo più universalmente venerato e invocato.
E’ uno
dei Santi più conosciuti della cristianità e il suo nome è dato a molti,
perpetuando tradizioni familiari.
Una regione
che ha conosciuto tanti uomini illustri, molti dei quali eroi caduti in nome
della lotta alla illegalità ed alla mafia, oggi può riconoscersi verso il mondo
intero attraverso il cittadino che del “bene”, della “carità”, della
“solidarietà”, ha fatto il proprio percorso di vita da calabrese>”.
Io penso
che noi oggi approvando, ritengo ci siano tutte le condizioni alla unanimità di
poter al più presto intitolare questo aeroporto internazionale visto che è una
delle poche cose ed oggi abbiamo parlato di infrastrutture e trasporti che
funzionano della Calabria al Santo Patrono di tutti i calabresi facciamo una
doppia operazione.
Una
operazione di fede e celebriamo anche l’operazione laica. Cioè, intitolare la
porta internazionale della Calabria a chi nel mondo più di ogni altro
calabrese, più di ogni altra istituzione, rappresenta un sinonimo di
calabresità positiva e rivolta alla pace dei popoli, alla carità, insomma a
tutti quei valori che sono espressi in questo ordine del giorno.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
onorevole Orsomarso, è una iniziativa lodevole che ha anche il mio
apprezzamento.
Pongo in
votazione l’ordine del giorno come testé letto.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Adesso
vi è un ultimo ordine del giorno a firma dei consiglieri
De Masi, Dattolo, Pacenza, Pugliano, Sulla, Gallo “In merito alla costituzione
delle Zone a Burocrazia Zero” di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale
premesso
che
ai sensi
dell’articolo 43 della manovra correttiva (decreto legge n. 78, 31 maggio 2010,
convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122) è stato
prevista l’istituzione di zone a burocrazia
zero nel Mezzogiorno;
la
lettera b) del succitato art. 43 recita testualmente
“ove la zona a burocrazia zero coincida nelle Regioni Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia con una delle zone
franche urbane individuate dalla delibera Cipe dell’8 maggio 2009, n. 14,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 159 dell’11
luglio 2009, le risorse previste per tali zone franche urbane ai sensi
dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 sono
utilizzate dal Sindaco territorialmente competente per la concessione di
contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a
burocrazia zero”;
le zone a burocrazia zero
sostituiscono, di fatto, le Zone franche urbane istituite ai sensi dell’art. 1
comma 340 della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria 2007);
in Calabria erano state individuate
quali Zone franche urbane: Crotone, Lamezia Terme e Rossano;
erano stati assegnati finanziamenti
pari a euro 4.856.770 per Crotone, a euro 4.759.927 per Lamezia Terme e a euro
3.900.508 per Rossano;
tali benefici sono allo stato
rimasti inutilizzati;
ai sensi dell’art. 14 della legge n.
183/2011 le cosi dette Zone a burocrazia zero (Zbz) sono state estese in tutta
Italia in via sperimentale fino al 31 dicembre 2013 (in G.U. n. 265 del 14
novembre 2011);
il combinato dell’articolo 43 del
D.L. n. 78/2010 e dell’articolo 14 Legge n. 183/2011 stabilisce seppur in via
sperimentale una serie di agevolazioni per le imprese costituite dopo il primo
gennaio 2012;
il comma 2 dell’art. 14 Legge n.
183/2011 recita testualmente “A tale scopo fino al 31 dicembre 2013 i
provvedimenti di cui al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’art. 43
del citato decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre
previsioni ivi contenute, in via esclusiva e alla unanimità dall’ufficio locale
del Governo istituito in ciascun
capoluogo di provincia su richiesta della Regione, di intesa con gli enti
interessati e su proposta del ministro dell’Interno con decreto del Presidente
del Consiglio dei ministri. La trasmissione dei dati e dei documenti previsti
dal secondo periodo della medesima lettera avviene in favore del medesimo
ufficio”;
il citato
ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale fanno parte un rappresentante
della Regione uno della Provincia ed uno del Comune interessato, adotta il
provvedimento finale con un iter molto semplificato e deve, comunque,
provvedere entro 30 giorni dalla istanza decorsi i quali scatta il
silenzio-assenso;
non
risulta ancora istituito l’ufficio locale del Governo;
alla luce
del quadro normativo sopra delineato l’istituzione delle zone a burocrazia zero
risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i comuni dove ricadono le zone
franche urbane, nei quali sarebbe possibile utilizzare le somme assegnate con
la citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14, ma per tutto il territorio
regionale in quanto con la notevole semplificazione amministrativa introdotta
snellirebbe notevolmente l’iter burocratico per l’avvio di nuove iniziative
produttive e favorirebbe di conseguenza sia il rilancio dell’economia, sia lo
sviluppo economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità
di espansione inespressa sia infine la realizzazione di nuovi posti di lavoro;
impegna
ad
assumere anche di concerto con tutte le autorità interessate gli adempimenti
necessari per istituire l’Ufficio locale del Governo nonché tutte le iniziative
tese all’attuazione delle “zone a burocrazia zero” nei comuni nei quali sono
state previste le zone franche urbane con la citata delibera Cipe 8 maggio 2009,
n.
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole De Masi, ne ha facoltà.
Presidente,
come è noto, ai sensi dell’articolo 43 della manovra collettiva decreto legge 31
maggio 2010 è stata prevista l’istituzione di zone a burocrazia zero nel
Mezzogiorno.
Queste
zone a burocrazia zero sostituiscono le zone franche urbane che erano state
istituite nel
Allo
stato tali benefici sono rimasti inutilizzati. Rilevato che ai sensi
dell’articolo 14 della Legge numero 183 del 2011 le cosiddette zone a
burocrazia zero sono state estese in tutta Italia in via sperimentale fino al
31 dicembre 2013 e che il combinato dell’articolo 43 del decreto legge numero
78 del 2010 stabilisce, seppure in via sperimentale, una serie di agevolazioni
per le imprese costituite dopo il periodo di gennaio 2012 e che il comma 2
dell’articolo 14 della Legge numero 183 del 2011 recita testualmente “A tale scopo fino al 31 dicembre 2013 i provvedimenti di
cui al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’art. 43 del citato
decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre previsioni
ivi contenute, in via esclusiva e alla unanimità dall’ufficio locale del Governo istituito in ciascun capoluogo di
provincia su richiesta della Regione, di intesa con gli enti interessati e su
proposta del ministro dell’Interno…”.
“…il
citato ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale fanno parte un
rappresentante della Regione uno della Provincia ed uno del Comune interessato,
adotta il provvedimento finale con un iter molto semplificato e deve, comunque,
provvedere entro 30 giorni dalla istanza decorsi i quali scatta il
silenzio-assenso…”.
Considerato
che “non risulta ancora istituito l’ufficio locale del Governo;
alla luce
del quadro normativo sopra delineato l’istituzione delle zone a burocrazia zero
risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i comuni dove ricadono le zone
franche urbane nei quali sarebbe possibile utilizzare le somme assegnate con la
citata delibera Cipe 8 maggio 2009, n. 14, ma per tutto il territorio regionale
in quanto con la notevole semplificazione amministrativa introdotta snellirebbe
notevolmente l’iter burocratico per l’avvio di nuove iniziative produttive e
favorirebbe di conseguenza sia il rilancio dell’economia, sia lo sviluppo
economico e sociale dei quartieri urbani più deboli con potenzialità di
espansione inespressa sia infine la realizzazione di nuovi posti di lavoro”.
Ciò detto
con l’ordine del giorno si “impegna
ad
assumere, anche di concerto con tutte le autorità interessate, gli adempimenti
necessari per istituire l’Ufficio locale del Governo nonché tutte le iniziative
tese all’attuazione delle “zone a burocrazia zero” nei comuni nei quali sono
state previste le zone franche urbane con la citata delibera Cipe 8 maggio
2009, n.
Pongo in votazione l’ordine del giorno, così come letto.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Non ci sono altri argomenti all’ordine del giorno. Il Consiglio regionale, per volontà condivisa anche con i capigruppo, è spostato dal 26 di marzo al 30 di marzo 2012.
La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.
Ha chiesto congedo il sottosegretario Sarra.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Tutela, valorizzazione e
promozione del patrimonio linguistico dialettale e culturale della Regione
Calabria - (delibera G.R. n. 38 del 2.2.2012)” (P.L. n. 309/9^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così
resta stabilito)
“Modifica all’articolo 3, comma 10 lett. a)
della legge regionale n. 26/2007 - (delibera G.R. n. 79 del 24.2.2012)” (P.L.
n. 312/9^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.
(Così
resta stabilito)
Sono
state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Chiappetta
– “Interventi regionali per la
prevenzione e la tutela della donna dalle molestie e dal disagio psicofisico
dalle violenze di natura sessuale” (P.L. n. 310/9^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Caputo – “Riconoscimento
del metodo storico "Moscato al Governo di Saracena" quale bene
culturale della Calabria” (P.L. n. 311/9^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Bilardi – “Interventi
in materia di Partecipazione Cittadina” (P.L. n. 313/9^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.
(Così
resta stabilito)
Giordano, De
Masi, Talarico D. – “Modifica alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 <Disposizioni
per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di
Bonifica>" (P.L. n. 314/9^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“POR Calabria
FSE 2007-2013. Proposta di revisione finanziaria. Incremento finanziario Asse II
"Occupabilità" e Asse VI "Assistenza Tecnica" del POR -
(delibera G.R. n. 44 del 2.2.2012) (P.P.A. n. 164/9^)
E’ stata assegnata
alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta
stabilito)
“ATERP -
CATANZARO - Rendiconto Consuntivo Esercizio Finanziario 2010 - (delibera G.R.
n. 75 del 24.2.2012)” (P.P.A. n. 165/9^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione consiliare
- Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
La Giunta
regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare,
la deliberazione n. 39 del 2 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 12
giugno 2009, n. 19 - art. 4 - Fondo unico per la cultura. Programma annuale
2012" (Parere n. 30)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
La Giunta
regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare,
la deliberazione n. 62 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge regionale
17/1985, articolo 15 - Riconoscimento biblioteche di interesse locale." (Parere
n. 31)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
La Giunta
regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare,
la deliberazione n. 63 del 16 febbraio 2012, recante: "Legge regionale 8
maggio 1985, n. 27. Proposta del Piano annuale degli interventi per il Diritto
allo Studio -anno 2012" (Parere n. 32)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Il consigliere
regionale Fausto Orsomarso, con nota del 5 marzo u.s., prot. 11424, ha chiesto
che, in occasione del 50° anniversario del Patronato di San Francesco di Paola
sulla Regione Calabria, all’ordine del giorno della prossima seduta venga
inserito il seguente punto: "Intitolazione aeroporto internazionale di
Lamezia Terme a San Francesco di Paola".
Chiappetta. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alla cultura e
istruzione. Per sapere – premesso che:
è stato di recente approvato
con delibera della Giunta regionale il Piano di riorganizzazione della rete scolastica
della Calabria;
il suddetto Piano è stato elaborato sulla scorta dei
Piani predisposti dalle province calabresi e redatti, a loro volta, in
osservanza delle Linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta
formativa, approvate dal Consiglio regionale in data 4 agosto 2011;
la provincia di Cosenza nel Piano di rideterminazione
degli ambiti scolastici di competenza ha previsto, nel comune di Luzzi (Cs) la
disarticolazione dell’Istituto Omnicomprensivo (costituito con decreto del Miur
nell’anno scolastico 2009-2010) aggregante la Scuola Secondaria di primo grado,
il Liceo Classico ed il Liceo Artistico con indirizzo design (con un numero
complessivo di 491 alunni), facendone venir meno l’autonomia;
nel territorio di Luzzi (rientrante ex lege nell’elenco dei “comuni montani” della provincia di Cosenza)
oltre l’istituto dianzi indicato, risultava operante la Direzione didattica
comprendente la Scuola dell’infanzia e la Scuola primaria (con un numero
complessivo di 691 alunni) entrambi istituiti con delibera di G.R. n. 11 del
19.01.2009 e con Decreto dell’Ufficio scolastico regionale n. 903/P del
21.01.2009;
il Piano di riorganizzazione della rete scolastica,
approvato dalla provincia di Cosenza, ha previsto nel comune di Luzzi il
mantenimento di un unico polo (Scuola primaria e media);
tanto è stato previsto e predisposto nonostante i
numerosi interventi “ad opponendum”
della collettività e delle varie compagini politiche e nonostante i provvedimenti
del comune e del commissario prefettizio, interventi tutti tesi alla
salvaguardia in loco di un Istituto
Omnicomprensivo, dalla Scuola primaria alla Scuola superiore, che continuasse a
garantire la varietà e la specificità dell’offerta formativa nel territorio ed
effettuati per tutelare la sopravvivenza dell’Istituto Omnicomprensivo
“potenziandolo” mediante l’aggregazione ad esso del primo polo (ossia della
Scuola primaria);
i criteri per l’organizzazione della rete scolastica regionale
sono definiti nelle linee guida approvate con deliberazione del Consiglio
regionale n. 48 del 4.8.2011 (che tengono conto dei parametri del Dpr n.
233/1998);
tali indirizzi sembrerebbero disattesi nel Piano della
provincia di Cosenza in quanto l’Istituto Omnicomprensivo superiore
preesistente nel comune di Luzzi è stato soppresso con la seguente
disarticolazione: la scuola secondaria di primo grado è stata aggregata alla
Direzione didattica di Luzzi; il Liceo Classico è stato aggregato all’Istituto
di secondo grado di Bisignano, il Liceo artistico all’Istituto agrario di Cosenza;
sembrerebbe, pertanto, disatteso quanto determinato
nella citata delibera del Consiglio regionale n. 48/2011 al paragrafo relativo
ai “parametri e criteri” dove alla lettera m) viene affermato che <è
preclusa la verticalizzazione dei nuovi istituti> confermando quindi,
implicitamente, la verticalizzazione già esistente quale quella riscontrabile
nell’istituto omnicomprensivo di Luzzi ora soppresso;
altresì, sempre nel paragrafo dianzi richiamato, alla
lettera l) viene affermato che <l’unificazione degli istituti di secondo
grado, si realizza prioritariamente tra istituti della medesima tipologia>;
tale indirizzo non trova riscontro nel caso dell’Istituto
omnicomprensivo di secondo grado di Luzzi in quanto il Liceo artistico che ne
faceva parte, unitamente al Liceo classico, è stato aggregato all’Istituto
tecnico agrario di Cosenza -:
se verificata la rispondenza di quanto richiamato in
premessa nell’esercizio dei propri poteri di controllo, ritengano possibile
assumere idonei provvedimenti per rivedere le determinazioni della Giunta
regionale riguardante la riorganizzazione delle scuole del comune di Luzzi,
ripristinando la preesistente configurazione con due istituti: uno comprensivo
(Scuola primaria) e uno omnicomprensivo (Scuola media e Liceo classico e Liceo
artistico), oppure prevedendo un unico istituto omnicomprensivo con tutti gli
istituti scolastici ivi esistenti rimuovendo in tal modo l’evidente disparità
di trattamento e salvaguardando il rispetto degli atti di indirizzo della Regione
e il diritto allo studio degli studenti.
(219; 24.02.2012)
Censore. Al
Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in
data 11 dicembre 2007 è stato dichiarato lo stato d’emergenza socio-sanitario
nella Regione Calabria;
in data 13 dicembre 2007 è stato stipulato l’accordo di
programma integrativo tra lo Stato e la Regione Calabria per la realizzazione
dei quattro nuovi ospedali di Catanzaro, della Piana di Gioia Tauro, della
Sibaritide e di Vibo Valentia;
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3635 del 21 dicembre 2007 è stato nominato il commissario per la gestione
dell’emergenza sanitaria in Calabria;
il decreto “milleproroghe” del 29 dicembre 2010, n. 225,
convertito in legge n. 10 del 26 febbraio 2011 ha modificato le procedure
necessarie per la nomina dell’istituto del commissario per l’emergenza
sanitaria prevedendo la concertazione tra il Ministero dell’economia e la Presidenza
del Consiglio dei Ministri, dipartimento della protezione civile;
la nomina del commissario ad acta per l’emergenza
sanitaria in Calabria è scaduta il 31 dicembre 2011;
la procedura istruttoria per il rinnovo della nomina del
commissario ad acta andava avviata in tempo utile onde impedire il blocco delle
procedure di gara necessarie alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi e
consentire l’attuazione degli accordi previsti nell’Apq in materia di implementazione
tecnologica e ristrutturazione sanitaria delle aziende ospedaliere calabresi;
la procedura di gara per la costruzione dei nuovi
ospedali della Calabria è stata completata con l’offerta delle imprese scaduta
il 20 gennaio 2012;
da quella data tutte le procedure di verifica sono
sospese a causa della vacatio delle funzioni del commissario ad acta -:
quali iniziative abbia assunto o intenda assumere il commissario
ad acta per l’emergenza sanitaria per accelerare le procedure del rinnovo della
propria nomina onde favorire la fase istruttoria delle gare per la costruzione
dei nuovi ospedali della Calabria e l’attuazione dell’Apq in materia di
implementazione tecnologica e ristrutturazione sanitaria.
(220; 27.02.2012)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Pronto soccorso dell’ospedale Spoke di Castrovillari risulta essere sottodimensionato rispetto a
quanto previsto dall’allegato n. 2 “Riordino della rete emergenza-urgenza” del
decreto n. 18 del 2010;
questo Pronto soccorso è
sprovvisto di letti per la terapia sub-intensiva previsti dallo stesso decreto
mentre è provvisto di n. 2 locali destinati attrezzati, destinati ad Obi
(Osservazione breve intensiva) che restano misteriosamente e perennemente chiusi
a chiave e, quindi, non utilizzati prefigurando un vero e proprio caso di malasanità,
poiché i pazienti sono costretti ad utilizzare barelle e carrozzelle per l’osservazione
medica;
sono state investite notevoli risorse finanziarie per
dotare il Pronto soccorso di Castrovillari di due sale Obi (Osservazione breve
intensiva) -:
quali iniziative urgenti si intendono adottare per porre
rimedio ad un così evidente spreco di risorse pubbliche che costringono i
pazienti del Pronto soccorso della città del Pollino a subire situazioni di
grande disagio e ad ottenere l’erogazione di servizi sanitari assolutamente
inadeguati.
(221; 29.02.2012)
Censore, De Gaetano, Mirabelli, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con Dgr n. 673/2006, la Regione Calabria ha aderito al
Consorzio Piano Sicura con sede legale presso la Prefettura di Reggio Calabria
e sede operativa presso il Comune di Rosarno;
gli scopi istituzionali del Consorzio sono diretti all’attuazione
di una serie di iniziative volte all’affermazione della legalità e della
sicurezza nell’ambito dei comuni della Piana di Gioia Tauro;
tra i compiti del Consorzio rientra la gestione del
servizio di videosorveglianza per i comuni dell’area portuale di Gioia Tauro,
Rosarno e San Ferdinando;
con Dgr del 17 giugno 2011, n. 274, la Regione Calabria
ha manifestato il diritto di recesso dal Consorzio Piana Sicura;
la gravità della situazione in cui versa la Calabria, a
seguito della preoccupante pervasività della criminalità organizzata, impone il
potenziamento di azioni tendenti al recupero della legalità ed alla creazione
di una nuova coscienza collettiva sostenuta da iniziative come quelle messe in
campo dal Consorzio Piana Sicura;
la presenza della criminalità organizzata nella vita
quotidiana dei cittadini calabresi costituisce un grave pregiudizio per le
opportunità di sviluppo e di crescita del territorio con pesanti ricadute
negative sulla capacità di attrazione di nuovi investimenti -:
quali siano le ragioni che hanno indotto la Regione
Calabria, in qualità di socio di maggioranza, a recedere dal Consorzio Piana
Sicura e se non sia opportuno trovare forme alternative e meno esose per le
casse regionali per mantenere in funzione il servizio di videosorveglianza nei
comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando.
(222; 29.02.2012)
Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il decreto numero 106 del 20 ottobre 2011 “Riordino rete ospedaliera ex Dpgr 18 del 22 ottobre 2010” nel confermare per l’ospedale di Lamezia Terme la funzione di Spoke, assegna un numero di posti letto pari a 225 con le seguenti specialità: cardiologia con Utic, chirurgia generale, malattie infettive, medicina generale, ortopedia e traumatologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, psichiatria, urologia, terapia intensiva, neonatologia con Tin, oncologia, pneumologia;
questi reparti sono già presenti nei presidi
ospedalieri, pubblici e privati della città di Catanzaro ove è concentrata la maggior parte dei posti
letto assegnati all’intero territorio provinciale (il 4,6 per mille abitanti);
la
distanza intercorrente tra la città di Catanzaro e quella di Lamezia Terme è
pari a circa 35 km e il tempo di percorrenza è pari a circa 30 minuti;
il
decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una programmazione complessiva i posti
letto delle strutture pubbliche della città di Catanzaro: Ospedale
Pugliese-Ciaccio, Policlinico Mater Domini, Fondazione Campanella con il fine
di: “a) non avere duplicazioni di unità operative; b) ottimizzare l’utilizzazione
dei posti letto anche per l’attività didattica; c) assicurare maggiore
efficienza economica con la centralizzazione in un unico presidio delle cure
delle patologie oncologiche, quale centro di riferimento regionale”;
l’ospedale di Lamezia Terme: a) ha tutte le caratteristiche
di adeguatezza per essere integrato in questa prossima programmazione in
maniera da svolgere una funzione regionale specifica; b) gode di una favorevole
collocazione territoriale baricentrica che lo rende facilmente raggiungibile in
tempi brevi da tutte le zone della regione; c) la programmazione complessiva
nelle strutture catanzaresi renderà disponibili le specialità oggi mancanti
nell’ospedale di Lamezia Terme per attivare il Polo traumatologico regionale;
il decreto 106 del 20 ottobre 2011 rinvia ad una futura
collocazione regionale il Centro grandi ustioni, l’Unità spinale ed il trauma
center che sono tutte attività previste nel Polo traumatologico regionale,
allocato secondo i precedenti Piani sanitari regionali nell’ospedale di Lamezia
Terme -:
le motivazioni secondo cui non si dispone una programmazione
ospedaliera per l’intera provincia di Catanzaro essendo comune la necessità di
non avere duplicazioni e di ottimizzare le risorse a favore dell’intero
territorio della provincia che ha il più elevato indice di aggiudicazione dei
fondi per la sanità regionale, al fine di prevedere al Polo ospedaliero Cz-Lamezia
Terme la funzione congiunta di ospedale Hub;
se è intenzione dell’attuale governo regionale in tale
contesto di allocare il Trauma center già previsto dai due precedenti Piani sanitari
regionali presso l’ospedale di Lamezia Terme.
(224; 8.03.2012)
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2002, ai sensi dell’art. 18 bis della L.R. n. 7/2001 è stata istituita la Fondazione “Calabria Etica” al fine di finanziare e sostenere le persone fisiche le famiglie in difficoltà, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente rilevanti a favore di soggetti deboli e svantaggiati;
lo Statuto
della Fondazione, proprio per le sue peculiari finalità ed operando in un
contesto di gravi disagi, anche economici, di una parte consistente della
popolazione, ha sempre previsto la gratuità degli organi fatti salvi i rimborsi
spesa e la possibilità di un modesto compenso per il
Segretario generale;
con L.R. n. 22/2010, nell’ambito
delle misure necessarie al contenimento e riordino delle spesa pubblica regionale,
all’art. 9 è stato stabilito che tutti i compensi, gettoni, indennità,
retribuzioni o altre utilità corrisposte agli organi di indirizzo, direzione e
controllo, consigli di amministrazione
comunque denominati, negli enti sub-regionali e anche nelle fondazioni
sono automaticamente ridotti del 20 per cento rispetto agli importi risultanti
al 31 dicembre 2009 -:
se l’attuale Presidente della citata Fondazione abbia o
meno presentato proposta di modifica dello Statuto;
se il nuovo Statuto abbia previsto, contrariamente a
quanto già precedentemente sancito con legge regionale un articolo in cui viene
demandata allo stesso Presidente la facoltà di auto-determinarsi una indennità
di carica;
se la Fondazione è carente di controllo interno per
mancanza di Collegio dei revisori dei conti perché scaduti lo scorso anno e non
rinnovati;
se la Fondazione è sprovvista dell’importante figura del
Segretario Generale, perché lo stesso si è dimesso da quasi un anno e che il Presidente,
privo dei compiti di assistenza e supporto propri del Segretario generale
continua a deliberare da solo;
se, ove ciò rispondesse a verità, il Presidente si sia
attribuito una indennità di carica e, in caso affermativo, l’ammontare della
stessa.
(218; 23.02.2012)
Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore alla cultura, università e ricerca scientifica. Per sapere
– premesso che:
si rileva la straordinaria e importante presenza
numerica di tantissimi bambini Rom su tutto il territorio regionale, con forte
concentrazione poi in alcune aree in particolare;
attraverso diversi comunicati da parte dell’assessore
alla pubblica istruzione della Regione Calabria si dava particolare risalto
alla loro inclusione e piena partecipazione alle attività scolastiche
obbligatorie e non solo;
dalle attività di controllo di polizia giudiziaria sono
emersi invece numeri e circostanze in parte contrarie a tali dichiarazioni,
atteso il numero di denunce effettuate in danno di molti genitori stranieri con
riferimento proprio alla violazione dell’obbligo scolastico;
in due distinti comunicati l’assessore alla pubblica
istruzione ebbe ad annunciare e presentare idonee azioni a favore dei bambini
Rom in carico alla Regione Calabria finalizzate ad azioni di contrasto alla
dispersione scolastica da una parte e dall’altra attraverso talune azioni
rivolte - tra gli altri risultati - anche alla loro inclusione;
tali interventi sono stati presentati come
immediatamente esecutivi;
le azioni di cui sopra dovrebbero riferirsi tra l’altro
– per come specificato nel dettaglio dei comunicati a due progetti distinti tra
loro che mirano il primo al coinvolgimento di otto scuole ed il secondo al
coinvolgimento di dieci – con modalità di intervento tra loro diverse;
nonostante di tutto questo si sia dato notizia ormai da
oltre quattro mesi, non esiste ad oggi alcun riscontro dell’avvio di una seppur
residuale attività in tale direzione;
da una nostra verifica preliminare presso gli uffici
competenti dell’assessorato alla pubblica istruzione della Regione Calabria, si
evince un riscontro contrario circa il numero complessivo di progetti a favore
dei bambini Rom -:
quanti sono i progetti a favore dei bambini Rom in Calabria,
attesa la discrasia evidente tra il numero che emerge dalle dichiarazioni dell’assessore
competente, che parla di due diversi progetti (vedasi i comunicati del
15.10.2011 e del 11.12.2011), e gli atti disponibili invece negli uffici
competenti riferibili ad un solo progetto;
con riferimento a quanto sopra, quante e quali siano le
scuole coinvolte;
quali sono stati i criteri ispiratori circa la scelta
delle aree e delle scuole da coinvolgere e se esiste una mappatura aggiornata
della presenza territoriale dei bambini Rom che segue il flusso di alcuni nuovi
modelli di lavoro in capo alle etnie Rom, in questo momento presenti in Calabria;
i criteri ispiratori circa la scelta delle associazioni
e dei singoli profili da coinvolgere;
i motivi del mancato avvio di tali progetti previsti per
il mese di gennaio c.a. e, a tutt’oggi invece, di fatto bloccati;
se non sia il caso che la Regione Calabria inizi a
parlare meno di inclusione sociale e più di estensione dei diritti in capo e
spettanti ad ogni singolo bambino Rom.
(223; 29.02.2012)
Art. 1
(Modifica
dell’art. 26)
1. Il comma 2 dell’articolo 26 della legge regionale 19
ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente: "2. Nel Regolamento interno
del Consiglio regionale sono istituite e disciplinate la Giunta delle elezioni
e la Giunta per il Regolamento.".
Art. 2
(Commissioni
permanenti)
1. Il comma 1 dell’articolo 28 della legge regionale 19
ottobre 2004, n. 25 è sostituito dal seguente: "1. Il Consiglio regionale
istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici
di materia. Il Regolamento interno ne disciplina il numero, la composizione e
le modalità di funzionamento.".
Art. 3
(Modifiche
dell’art. 35)
1. Al comma 4 dell’articolo 35 della legge regionale 19
ottobre 2004, n. 25, le parole "a quattro unità" sono sostituite
dalle parole "a due unità.".
2. Il comma 10 dell’articolo 35 della legge regionale 19
ottobre 2004, n. 25 è abrogato.
Art. 4
(Differimento
dell’efficacia della legge)
1. Gli articoli 1 e 2 producono i loro effetti a
decorrere dal rinnovo del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza della nona
legislatura del Consiglio regionale.
2. L’articolo 3 produce i suoi effetti a decorrere dalla
decima legislatura del Consiglio regionale della Calabria.
“Il Consiglio regionale
premesso che
come è noto, lo stato delle infrastrutture stradali,
autostradali, ferroviarie, aeroportuali e portuali calabresi, registra estrema
arretratezza rispetto agli standard europei; -che le predette infrastrutture
necessitano dì urgenti lavori di ammodernamento, di potenziamento e di
manutenzione straordinaria, capaci di garantirne percorribilità, massima
fruibilità e sicurezza;
il rilancio da tempo atteso della Calabria non può
prescindere dal superamento degli atavici ostacoli legati ad un sistema viario
in cui la necessità di completamento della Salerno -Reggio Calabria e degli
interventi in essere sulla S.S. 106 è di allarmante evidenza e da un sistema
ferroviario che necessita di indifferibili progetti di velocizzazione e
sviluppo e di interventi di estensione del sistema AV/AC alla dorsale
ferroviaria della linea Battipaglia -Reggio Calabria e che sul fronte dei
servizi ferroviari regionali registra la situazione di forte sofferenza di
Ferrovie della Calabria;
gli inaccettabili criteri gestionali e le scelte di
Trenitalia, che hanno condotto alla soppressione di molti treni di lunga
percorrenza, pongono, altresì, la Calabria in una condizione di vero e proprio
isolamento nel contesto del quale la presenza di una sola corsa delle C.d.
"Frecce" (una in direzione nord ed una, di ritorno, in direzione sud)
restituisce l’immagine dell’estrema gravità;
il Governo presieduto dal Prof. Monti, con l’istituzione
di un Ministero dello Sviluppo e delle Infrastrutture, ha inteso riconoscere
alla realizzazione delle infrastrutture il ruolo di presupposto imprescindibile
per le politiche di sviluppo, soprattutto delle aree più arretrate come quelle
meridionali, con una chiara inversione di rotta rispetto al passato;
nella seduta del 23 febbraio u.s. si è tenuto un
approfondito dibattito sullo stato dei trasporti e delle infrastrutture in
Calabria; che dal dibattito, che ha registrato il contributo di tutti i gruppi,
sono emerse con unanime determinazione le priorità su cui intervenire chiedendo
un deciso impegno al Governo Monti;
la fondamentale quanto ampia portata dell’obiettivo teso
ad una vera perequazione infrastrutturale, imprescindibile variabile di
sviluppo della regione, richiede il necessario concorso di importanti risorse
sia in termini economici che di sostegno istituzionale che rendono
indispensabile la necessità di definire tempi e finanziamenti certi per le
priorità individuate.
Il Consiglio regionale individua le seguenti priorità da
sottoporre all’attenzione del Governo centrale, conferendo al Presidente della
Giunta regionale pieno mandato di rappresentare tali volontà dell’intero
Consiglio regionale al Presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Prof. Monti,
ed al Ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture:
COMPLETAMENTO A3:
I lavori da finanziare per il completamento dell’opera
che necessitano di un fabbisogno di 2,8 miliardi di euro per i quali occorre
definire modalità, tempi e previsioni di impegno finanziario;
COMPLETAMENTO DEGLI INTERVENTI IN CORSO SULLA S.S. 106:
Fermo restando il quadro finanziario complessivo,
previsto per il completamento dell’intera arteria su interventi ancora in fase
di progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di euro, le esigenze relative
agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad ulteriori 744 milioni di
euro di cui:
80 milioni di euro per il completamento del megalotto 1;
30 milioni di euro per il completamento del megalotto 2
"Squillace -Simeri Crichi" in fase di esecuzione e già in parte
fruibile;
536 milioni di euro per il megalotto 3 "Sibari
(S.S. 534) - Roseto Capo Spulico" già oggetto di affidamento a Contraente
Generale;
98 milioni di euro per il completamento dei lavori di
costruzione della "Variante esterna all’abitato di Palizzi - 2°
lotto";
Priorità per la progettazione del megalotto Sibari
-Crotone;
ESTENSIONE DEL SISTEMA AV/AC ALLA DORSALE FERROVIARIA
DELLA LINEA BATTIPAGLIA-REGGIO CALABRIA:
Attivare le azioni propedeutiche all’inclusione nei
documenti di programmazione, relativi al periodo 2012-2016, dell’estensione del
sistema AV/AC sulla linea Battipaglia-Reggio Calabria nella sezione "Opere
prioritarie da avviare". Immediati interventi per la velocizzazione della
linea Battipaglia-Reggio Calabria e per il potenziamento dei collegamenti con
il Corridoio Ionico in termini di qualità del servizio e di numero di corse;
SOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE DI "FERROVIE DELLA
CALABRIA":
Occorre che il passaggio della proprietà dell’azienda
dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come previsto dall’Accordo di
Programma dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico (ripiano di tutte
le perdite) e tecnico (investimenti per il completo ripristino delle situazioni
di degrado e obsolescenza dell’infrastruttura - in particolare la tratta CS/CZ
- e del materiale rotabile), per ricondurre l’azienda a privilegiare la
modalità di trasporto su ferro. Il ripristino di tutti i treni a lunga
percorrenza e l’adeguato potenziamento dei collegamenti della Calabria con il
resto del Paese e la previsione di almeno un’altra corsa A/R del servizio
ferroviario previsto dalle c.d. "Frecce";
PIENA E COMPLETA REALIZZAZIONE DEL NODO INTERMODALE DI
GIOIA TAURO E POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE PORTUALI
POTENZIAMENTO DEL SISTEMA AEROPORTUALE CALABRESE”
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria esercita le proprie competenze
legislative ed amministrative in materia di tutela e sicurezza del lavoro, nel
rispetto della Costituzione, dei principi fondamentali della legislazione
statale, degli indirizzi dell’Unione Europea e dello Statuto regionale.
2. La Regione Calabria riconosce il diritto al lavoro di
ogni donna e uomo, ed è orientata a perseguire le seguenti finalità:
a) promuovere la piena occupazione, la qualità, la
regolarità, la stabilità e la sicurezza del lavoro;
b) attuare il principio delle pari opportunità nel mondo
del lavoro;
c) favorire l’acquisizione di condizioni lavorative
continuative e stabili capaci di contribuire alla qualità della vita dei
lavoratori, contrastando le diverse forme di precarizzazione del lavoro;
d) rafforzare la coesione e l’integrazione sociale;
e) valorizzare le competenze professionali e i saperi
del capitale umano, al fine di favorire la crescita, la competitività, la
capacità di innovazione delle imprese e del sistema economico produttivo e
territoriale;
f) favorire la conciliazione tra tempi di vita e di
lavoro, soprattutto per le donne lavoratrici;
g) favorire lo sviluppo occupazionale e l’imprenditorialità
in termini quantitativi e qualitativi, anche mediante la facilitazione delle
modalità di accesso al credito;
h) promuovere pari opportunità e qualità della
condizione lavorativa degli immigrati, in coerenza con i principi e gli
obiettivi della legge regionale n. 18 del 2009 (Accoglienza dei richiedenti
asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale della comunità
locale);
i) promuovere condizioni più favorevoli per i lavoratori
e per le imprese nell’accesso al credito;
j) favorire le condizioni per l’esercizio pieno, durante
tutto l’arco della vita, del diritto alla formazione;
k) promuovere la realizzazione di un sistema integrato
di tutele e di miglioramento della qualità del lavoro, la stabilità del lavoro,
il contrasto di ogni forma di lavoro sommerso ed irregolare per la
realizzazione di un sistema integrato di sicurezza e tutela del lavoro.
Art. 2
(Funzioni
della Regione)
1. La Regione Calabria individua, nell’ambito delle
proprie competenze, indirizzi generali, modalità, misure e strumenti per
favorire l’emersione del lavoro irregolare e svolge azioni di monitoraggio sull’attuazione
della normativa vigente in materia di sicurezza e regolarità del lavoro e di
valutazione degli interventi, sia direttamente che avvalendosi della
Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare,
istituita con deliberazione della Giunta regionale n. 1138 del 28 dicembre 2000
in attuazione dell’articolo 78 della legge n. 23 dicembre 1998, n. 448 (Misure
di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo).
2. La Giunta regionale, avvalendosi del supporto tecnico
della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare, definisce annualmente gli obiettivi specifici, gli interventi
prioritari e le risorse per sostenere i processi di emersione del lavoro non
regolare e, sentita la commissione consiliare competente, delibera, nel
rispetto dei livelli essenziali stabiliti dalla legislazione nazionale, gli
standard delle prestazioni in materia di tutela, sicurezza e qualità del lavoro
da raggiungere nel territorio regionale.
Art. 3
(Commissione
regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare)
1. La Commissione regionale della Calabria per l’emersione
del lavoro non regolare esercita le sue funzioni anche attraverso sedi e
servizi dislocati sul territorio regionale. Si può avvalere della
collaborazione dei dipartimenti e di enti in house della Regione, previa
stipula di protocolli di collaborazione.
2. Presso la Commissione, su richiesta del Presidente
della stessa e per specifiche professionalità, può essere assegnato personale
della Regione o di altri enti strumentali e strutture in house della stessa,
previo nulla osta del dirigente della struttura di appartenenza dei dipendenti.
3. I compiti, le attività e le modalità di funzionamento
della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare, sono disciplinati da apposito regolamento approvato dalla Giunta
regionale sentita la Commissione. Tale regolamento, tenendo conto delle misure
organizzative a favore dei processi di emersione di cui all’articolo 78 della
legge 448/1998, stabilisce altresì le modalità di nomina del Presidente e dei
componenti della Commissione, le eventuali forme di incompatibilità degli
incarichi, la composizione della rappresentanza delle forze sociali
maggiormente rappresentative sul piano regionale e quella degli enti che ne
fanno parte. Fino all’emanazione del nuovo regolamento resta in vigore il
regolamento regionale 23 settembre 2009, n.14 (Regolamento per il funzionamento
della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare).
4. La Commissione, nominata con decreto del Presidente
della Giunta regionale, ed il Presidente della stessa durano in carica 5 anni
ed operano senza soluzione di continuità, fatto salvo quanto previsto dagli
articoli 2, 3 e 6 della legge 15 luglio 1994, n. 444 (Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 293, recante disciplina
della proroga degli organi amministrativi).
5. La Commissione, fermo restando quanto stabilito nel
proprio regolamento, si può avvalere di unità organizzative di progetto per lo
svolgimento delle proprie attività tecnico istituzionali. Le unità
organizzative vengono istituite dalla Giunta regionale, qualora ne riscontri la
necessità, secondo quanto previsto dall’articolo 7, comma 4 della legge
regionale n. 31 del 7 agosto 2002 (Misure organizzative di razionalizzazione e
di contenimento della spesa per il personale).
Art. 4
(Funzioni
della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare)
1. La Commissione regionale per l’emersione del lavoro
non regolare determina le condizioni per avviare processi di emersione e la
scomparsa delle forme di lavoro irregolare e redige annualmente l’atto di
indirizzo, di programmazione e di previsione finanziaria, approvato con
delibera della Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare
competente da esprimersi nel termine di trenta giorni decorsi i quali si
intende favorevolmente acquisito.
2. La Commissione:
a) svolge studi ed analisi sulle problematiche del
lavoro sommerso, del lavoro irregolare, della qualità del lavoro e sulle
dinamiche economiche che hanno riflessi sul mercato del lavoro, anche
attraverso campagne mirate di comunicazione istituzionale e di
sensibilizzazione territoriale;
b) redige annualmente il rapporto sull’economia sommersa
ed il lavoro non regolare in Calabria;
c) gestisce e aggiorna periodicamente la banca dati
della Centrale di Allarme Emersione (CAE) di cui all’articolo 5;
d) garantisce il coordinamento ed il raccordo
interistituzionale con tutti gli enti preposti alle politiche di contrasto al
lavoro sommerso ed irregolare;
e) collabora con l’Autorità di Gestione nella
definizione dei bandì e delle misure che riguardano direttamente l’emersione
del lavoro irregolare e la promozione della sicurezza e qualità del lavoro;
f) sottoscrive appositi protocolli con la Stazione Unica
Appaltante (SUA) per garantire il rispetto delle procedure previste dalla legge
regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale
denominata «Stazione Unica Appaltante» e disciplina della trasparenza in
materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture);
g) promuove azioni di accompagnamento alle imprese sul
versante della regolarità, qualità e legalità nel mercato del lavoro;
h) promuove iniziative di coordinamento nelle attività
di vigilanza in materia di lavoro svolta dagli Enti locali e dalle aziende
sanitarie.
3. La Commissione collabora con i dipartimenti alla
esecuzione delle procedure di attuazione dei progetti, restando in capo ai
dipartimenti competenti le procedure di pagamento degli obblighi contrattuali
assunti per la realizzazione dei progetti. Può anche essere soggetto attuatore
di specifiche misure dei Programmi Operativi Regionali che rientrino nelle sue
competenze.
Art. 5
(Centrale di
Allarme Emersione)
1. Presso la sede operativa della Commissione regionale
della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare è istituita la Centrale
di Allarme Emersione (CAE), una banca dati nella quale vengono registrate le
imprese alle quali sono state accertate in via definitiva infrazioni in materia
di lavoro sommerso e non regolare e in materia di sicurezza sui luoghi di
lavoro.
Art. 6
(Cabina di
concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive e di controllo)
1. La Regione Calabria, per rendere più efficiente l’introduzione
del nuovo modello di federalismo fiscale regionale, al fine di rafforzare ,’attività
ispettiva sul territorio regionale favorisce il coordinamento e l’integrazione
tra le funzioni ispettive svolte dagli organismi istituzionali, statali e
comunali e promuove lo scambio di informazioni e forme di sperimentazione di
modelli integrati di ispezioni tra i diversi enti a ciò preposti.
2. Per realizzare quanto previsto dal comma 1 presso la
sede della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare, fermo restando quanto previsto dall’articolo 5 del decreto
legislativo 23 aprile 2004, n. 124 (Razionalizzazione delle funzioni ispettive
in materia di previdenza sociale e di lavoro, a norma dell’articolo 8 della
legge 14 febbraio 2003, n. 30) e dagli articoli 5 e 7 del decreto legislativo 9
aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.
123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro),
nel pieno rispetto dell’autonomia dei singoli enti, è istituita la Cabina di
concertazione per il coordinamento delle politiche ispettive, di controllo e di
contrasto, composta dagli enti di vigilanza e previdenziali, dalle associazioni
datoriali. dalle organizzazioni sindacali e dall’Associazione Nazionale Comuni
Italiani (ANCI).
3. La Regione impiega le risorse di cui all’articolo 12,
nel limite massimo del dieci per cento, per rafforzare "attività ispettiva
sul territorio regionale. I soggetti preposti all’attività ispettiva accertano
le infrazioni e svolgono attività di supporto alle imprese che intendono
regolarizzarsi.
Art. 7
(Regolamento
di attuazione)
1. Entro novanta giorni dall’ entrata in vigore della
presente legge, la Giunta regionale, previo parere della competente commissione
consiliare, adotta il regolamento di attuazione della stessa. Nel regolamento
sono inoltre definite le forme di coordinamento e di scambio di informazioni
con i soggetti istituzionali che svolgono compiti ispettivi in materia di
lavoro, di sicurezza sui luoghi di lavoro, di salute e di previdenza sociale,
nonché le procedure e il sistema di funzionamento della CAE.
Art. 8
(Parametri
di regolarità e congruità del lavoro)
1. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, la Regione Calabria, avvalendosi della Commissione
regionale per l’emersione, tenendo anche conto di quanto previsto Dlgs 163/06,
individua, di concerto con le organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente
rappresentative, i parametri di regolarità e di congruità del lavoro,
articolati per settore e per categorie di imprese. Nella concertazione è
possibile definire la non applicabilità dei parametri di regolarità e di
congruità del lavoro a particolari settori.
2. I parametri di regolarità e congruità del lavoro definiscono
il rapporto tra la quantità e qualità dei beni e dei servizi offerti dai datori
di lavoro, imprenditori e non imprenditori, e la quantità delle ore lavorate,
nonché la deviazione percentuale dall’indice di congruità individuato. Gli
indici di congruità sono oggetto di revisione ogni tre anni. I dati necessari
per l’elaborazione dei parametri di regolarità e congruità del lavoro devono
essere richiesti in ogni rapporto contrattuale fra l’impresa e la Regione
Calabria.
3. La Regione Calabria, attraverso il dipartimento
competente, segnala al datore di lavoro la difformità dai parametri di
regolarità e congruità del lavoro di cui al comma 2, entro e non oltre sei mesi
dalla data di ricezione dei dati.
4. Il datore di lavoro destinatario della segnalazione
di cui al comma 3, può, nel termine perentorio di trenta giorni dalla data di
ricezione della stessa, fornire documentazione idonea, illustrando le ragioni
di fatto e di diritto per le quali la difformità dai parametri di regolarità e
congruità del lavoro è da ritenere inesistente o giustificabile. L’amministrazione
regionale, attraverso il dipartimento competente, decide nel termine perentorio
di sessanta giorni, decorsi i quali le giustificazioni del datore di lavoro s’intendono
accolte.
5. Nel caso di mancato accoglimento delle
giustificazioni, l’amministrazione provvede, secondo il principio di
proporzionalità, alla riduzione o alla revoca e all’eventuale recupero,
parziale o totale, delle agevolazioni e delle erogazioni concesse.
6. I provvedimenti di cui al comma 5 non producono, in
ogni caso, effetto sui rapporti dì lavoro e sui contributi previdenziali
dovuti.
Art. 9
(Disposizioni
dirette al contrasto del lavoro non regolare)
1. Nelle procedure di indizione delle gare e di
affidamento dei contratti, di cui all’articolo 4 comma 4 della legge regionale
n. 26 del 2007, la S.U.A. effettua le verifiche di regolarità amministrativa
richiedendo all’impresa aggiudicataria la documentazione inerente la regolarità
dei rapporti di lavoro instaurati e da instaurare e la dichiarazione unica
on-line del modello UNILAV ai sensi del decreto ministeriale 30 ottobre 2007
(Comunicazioni obbligatorie telematiche dovute dai datori di lavoro pubblici e
privati ai servizi competenti), ove non già acquisita. La SUA, nell’attività di
verifica della regolarità dei rapporti di lavoro, può anche avvalersi della
Direzione regionale del lavoro, dell’INPS, dell’INAIL, della Guardia di finanza
e della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non
regolare.
2. I bandi e le lettere di invito, attinenti ai
contratti di cui al comma 1, devono contenere l’obbligo esplicito per i
soggetti beneficiari di applicare nella esecuzione degli appalti e nei
confronti di tutti i lavoratori, quale che sia la qualificazione giuridica del
rapporto di lavoro, le condizioni economiche e normative previste dai contratti
collettivi nazionali e territoriali di lavoro della categoria. L’obbligo deve
essere osservato per tutto il tempo in cui i suddetti soggetti beneficiano
delle agevolazioni concesse, anche in via indiretta dalla Regione, sino all’approvazione
della rendicontazione. Tale obbligo va esteso, in caso di subappalto, anche
alle imprese subappaltatrici.
3. L’inadempimento dell’obbligo di cui al comma 2,
accertato dai competenti organi ispettivi, comporta la riduzione delle
erogazioni spettanti, o il loro recupero parziale o totale e, nei casi più
gravi o di recidiva, l’esclusione dell’impresa inadempiente, fino a cinque
anni, da qualsiasi ulteriore concessione di benefici ovvero da qualsiasi
appalto ovvero da qualsiasi finanziamento regionale. L’avvio e la conclusione
del relativo procedimento sono comunicati entro dieci giorni alla Presidenza
della Giunta regionale della Regione Calabria e alla Commissione per l’emersione
del lavoro non regolare della Regione Calabria per la relativa iscrizione dell’impresa
inadempiente nella banca dati della CAE prevista dall’articolo 5.
4. Nelle procedure di affidamento o prima dell’erogazione
dei contributi da parte della Regione Calabria deve essere richiesto ai
soggetti beneficiari il certificato rilasciato dalla Commissione regionale
della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare attestante che i
soggetti interessati non sono stati destinatari, negli ultimi cinque anni, di
provvedimenti negativi di cui al comma 3 e che non risultano essere Iscritti
nella CAE, prevista dall’articolo 5.
Art. 10
(Criteri di
premialità connessi alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
nelle procedure di aggiudicazione di lavori o opere pubbliche di interesse
regionale)
1. In attesa di un intervento normativo organico in tema
di tutela e sicurezza del lavoro in ambito regionale, nelle procedure di
aggiudicazione dei lavori od opere elencate nell’allegato XI al Dlgs 81/2008,
avviate e concluse dalla Regione, dagli Enti, dalle aziende e agenzie
dipendenti dalla Regione, dalle società partecipate dai predetti, dagli enti
pubblici territoriali e dagli organismi pubblici ad essi collegati, dalle
associazioni, unioni e consorzi, comunque denominati, costituiti dai su
indicati soggetti, dagli enti che usufruiscono, per la realizzazione dei lavori
e delle opere, di un qualsiasi contributo finanziario regionale, le stazioni
appaltanti adottano, ai· sensi dell’articolo 81 del Dlgs-n. 163/2006 il criterio
di aggiudicazione del prezzo più basso ovvero quello dell’offerta
economicamente più vantaggiosa, autorizzando la presentazione di varianti
connesse con il miglioramento delle condizioni a tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro in relazione a quanto previsto dall’articolo 30
del d.lgs. 81/2008.
2. Ai fini di quanto previsto dall’articolo 76, commi 3
e 4, del decreto legislativo 12 aprile 2006 (Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE
e 2004/18/CE), le varianti di cui al comma 1 sono volte:
a) all’eliminazione o alla riduzione delle interferenze
tra le attività del cantiere e il contesto ambientale;
b) all’eliminazione o alla riduzione delle interferenze
tra le varie fasi lavorative, anche nel caso in cui tali fasi siano realizzate
dal medesimo operatore economico;
c) all’eliminazione o alla riduzione dei rischi
specifici, con particolare riferimento alle fasi critiche di lavoro;
d) alla definizione di un organigramma del cantiere
specificatamente dedicato alla gestione delle problematiche inerenti la salute
e la sicurezza nell’esecuzione dei lavori;
e) alla definizione di un programma e delle modalità di
controllo delle attrezzature e degli apprestamenti, sia prima dell’inizio che
durante l’esecuzione dei lavori;
f) all’ottimizzazione della gestione, sia sotto l’aspetto
quantitativo che qualitativo, dei subappalti e dei subcontratti, con specifico
riferimento alle problematiche della salute e della sicurezza nell’esecuzione
dei lavori.
Art. 11
(Disposizioni
finanziarie)
1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente
legge, determinati per l’esercizio in corso in euro 300.000,00, si provvede con
le risorse disponibili all’UPB 4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa,
capitolo 2233114 che ammontano ad euro 196.000,00 inerente "Spese relative
alle attività della Commissione regionale per l’emersione del lavoro
irregolare" e per i restanti 104.000,00 euro con le risorse disponibili
all’UPB 8.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio inerente
ai "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti
spese di parte corrente".
2. La disponibilità finanziaria di cui al comma 1 è
utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa nella UPB
4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa. La Giunta regionale è
autorizzata a portare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo
10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.
3. Per gli anni successivi, si provvede con la legge di
approvazione del bilancio di previsione annuale e con la legge finanziaria di
accompagnamento, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse
autonome stanziate all’UPB 4.3.02.05 dello stato di previsione della spesa.
4. Per la realizzazione dei progetti e interventi
previsti dalla presente legge, si provvede mediante l’utilizzazione dei fondi
comunitari e nazionali destinati all’emersione del lavoro non regolare e alle
politiche attive per l’occupazione, con te modalità di cui al precedente
articolo 2, comma 2.
Art. 12
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, in attuazione dei principi
statutari e nel rispetto delle proprie competenze, promuove l’istituzione della
"Fondazione Santuario delle Cappelle-Sacro Monte di Laino Borgo", di
seguito denominata fondazione, persona giuridica con sede presso la casa
comunale di Laino Borgo.
Art. 2
(Obiettivi)
La fondazione ha lo scopo di promuovere la cultura del
pellegrinaggio autoctono, di valorizzare i percorsi di fede lainigeni, il
pregio storico, architettonico, artistico e culturale dell’ unico Sacro Monte
dell’Italia meridionale.
La fondazione promuove con le altre istituzioni
interessate l’inserimento del sito nel patrimonio dell’UNESCO.
Art. 3
(Patrimonio
della fondazione)
1. Il patrimonio della fondazione è costituito: a) dal
contributo in denaro indicato nell’atto costitutivo e versato dai fondatori
nonché da ulteriori incrementi diretti ad accrescere il patrimonio;
b) da conferimenti, donazioni di beni mobili ed
immobili, somme, contributi, eredità, lasciti, liberalità ed introiti di
qualsiasi genere da parte dei fondatori, di altri enti pubblici e soggetti
privati;
c) dai contributi versati dai fondatori;
d) dai proventi derivanti da qualsiasi attività svolta
dalla fondazione.
Art. 4
(Costituzione
e attività della fondazione)
1. Il Presidente della Giunta regionale compie gli atti
esecutivi necessari per concorrere alla costituzione della fondazione e per l’adesione
della Regione Calabria come socio fondatore, provvedendo, previa deliberazione
della Giunta regionale, alla sottoscrizione dell’atto costitutivo e al
versamento della somma stanziata a titolo di dotazione iniziale.
2. Alla costituzione della fondazione partecipano con la
qualifica di soci fondatori:
a) la Regione Calabria;
b) il Comune di Laino Borgo;
c) la Diocesi di Cassano allo Jonio;
d) il Centro Internazionale di Studi "La
Gerusalemme di Laino" con sede in Laino Borgo al vico dei Vitelli;
e) l’Università degli Studi della Calabria.
3. La Giunta regionale accerta che lo Statuto della
fondazione è conforme alle norme di legge in materia e alle finalità della
presente legge.
4. Le modalità di partecipazione della Regione e degli
altri soggetti pubblici e privati nel consiglio di amministrazione sono
indicate nello Statuto della fondazione.
5. L’attività della fondazione è definita sulla base di
un programma triennale approvato dalla Giunta regionale su proposta del
consiglio di amministrazione della fondazione.
Art. 5
(Consiglio
di amministrazione)
1. La fondazione è amministrata da un consiglio d’amministrazione,
secondo quanto disposto dallo Statuto.
2. Sono membri di diritto del consiglio d’amministrazione:
a) il Presidente pro-tempore della Regione Calabria, o
un suo delegato;
b) il Sindaco pro-tempore del Comune di Laino Borgo, o
un suo delegato;
c) il Vescovo pro-tempore della Diocesi di Cassano
Ionio, o un suo delegato;
d) il Presidente pro-tempore del Centro internazionale
di studi "La Gerusalemme di Laino", o un suo delegato;
e) il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi
della Calabria o un suo delegato.
Art. 6
(Comitato
scientifico)
1. Secondo il disposto di cui al comma 5 dell’articolo 3
della legge regionale 19 aprile 1995. n. 20, la programmazione delle attività
della fondazione è curata da un comitato scientifico composto:
a) dal Sindaco del Comune di Laino Borgo o un suo
delegato;
b) dal Presidente del Centro internazionale di studi
"La Gerusalemme di Laino", con sede in Laino Borgo, o un suo
delegato;
c) dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi
della Calabria, o un suo delegato;
d) da due eminenti studiosi della materia designati dal
Magnifico Rettore dell’Università degli studi della Calabria.
Art. 7
(Rapporti
istituzionali)
1. La fondazione instaura rapporti istituzionali con le
amministrazioni dei Sacri Monti dell’Italia settentrionale, con le fondazioni,
enti ed istituzioni che perseguono analoghe finalità.
Art. 8
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifiche
all’articolo 1 della l.r. 8/2008)
1. All’articolo 1 della legge regionale 5 aprile 2008,
n. 8 (Riordino dell’organizzazione turistica regionale),sono apportate le
seguenti modifiche:
a) alla lettera i) del comma 2 dopo le parole "al
turismo" è aggiunto il seguente periodo "nonché mediante le
previsione di sistemi premiali in favore di iniziative imprenditoriali
finalizzate allo sviluppo dell’offerta turistica della Regione Calabria";
b) dopo la lettera i) del comma 2 è aggiunta la seguente
lettera:
"i bis) la necessità della rivisitazione
coordinata, nei contenuti, nel format e nell’immagine, della segnaletica
turistico - culturale regionale, attraverso l’inserimento obbligatorio del
marchio turistico unico della Regione Calabria, nonché delle informazioni,
anche in lingua inglese.
Art. 2
(Modifiche
al comma 1 dell’articolo 29 della l.r. 8/2008)
1. AI comma 1 dell’articolo 29 della l.r.8/2008, le
parole "La domanda di partecipazione deve essere presentata alla Provincia
alla quale appartiene il comune di residenza" sono sostituite dalle
seguenti parole: "La domanda di partecipazione è presentata alle Province
senza alcun obbligo di residenza nel territorio regionale".
Art. 3
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che
quest’anno ricorre il 500 anniversario del Patronato di
San Francesco da Paola sulla Regione Calabria, dichiarato da Papa Giovanni
XXIII, il2 giugno 1962 con il breve "Lumen Calabrie";
in occasione di una ricorrenza così importante, appare
doveroso onorare l’illustre figura del Santo Patrono della Calabria, attraverso
l’intitolazione a Francesco da Paola dell’aeroporto internazionale di Lamezia
Terme, quale porta principale della Regione Calabria sul mondo;
oltre che in Italia (Bari, Cagliari, Catanzaro, Genova,
Grotta Ferrata, Grottaglie, Massalubrense, Milazzo, Napoli, Palermo, Paterno
Calabro, Rimini, Roma, Taranto), le Chiese e le Basiliche in onore di San
Francesco da Paola sono sparse in tutto il mondo (Repubblica Ceca -Vranov,
Spagna -Siviglia, Messico -Saltillo ecc ... )
una Regione che ha conosciuto tanti uomini illustri,
molti dei quali eroi caduti in nome della lotta all’illegalità ed alla mafia,
oggi può riconoscersi verso il mondo intero attraverso il cittadino calabrese
che del "bene", della "carità", della
"solidarietà", ha fatto il proprio percorso di vita;
il messaggio universale di San Francesco da Paola non
riguarda soltanto il valore della fede, ma contiene anche un messaggio sociale
e politico nel senso più alto e letterale del termine. Infatti, la vita di San
Francesco da Paola è stata contrassegnata dalla vicinanza ai più deboli, dalla
salvaguardia dei valori della tradizione, dell’amore per la terra. A tal
proposito, si ricorda un episodio su tutti: Luigi XI, Re di Francia, ammalato
gravemente di apoplessia, spera e cerca in tutti i modi di guarire pienamente
dalla malattia. Non bastano né le cure mediche, né il ricorso a reliquie di
Santi e guaritori che pullulano attorno alla reggia. In quel periodo, un
mercante napoletano, Matteo Coppola, parla al Re di Francesco e dei suoi
miracoli. Il Re allora si affretta a scrivere al Papa Sisto IV ed al Re di Napoli
Ferrante d’Aragona perché ordinino all’eremita di recarsi in Francia per
guarirlo. Il Papa ed il Re fiutano i vantaggi politici che potrebbero derivare
da questo favore nei confronti del Re Luigi XI e si premurano quindi di
accontentarlo. Corre l’anno 1482, iniziano le frenetiche trattative per indurre
Francesco ad accogliere l’invito. Questi, presa la decisione ai primi di
febbraio 1483, dal romitorio di Paterno Calabro parte alla volta della Francia.
Il trasferimento in Francia determina nella vita di San Francesco da Paola un
cambiamento radicale. Egli, seppur continuando nella sua vita di sempre
scandita da intense preghiere e forte austerità, si ritrova in un ambiente ben
lontano da quello contadino e popolare della Calabria. Il nuovo è, infatti, un
ambiente urbano di una città reale, crocevia dell’Europa politica del tempo
(incontro di culture e banco di prova dei fermenti riformistici della Chiesa)
in cui l’eremita di Paola si muove però con la saggezza e la prudenza dell’uomo
di Dio. Come promesso a Luigi XI ormai morente, Francesco rimane accanto al
giovane monarca Carlo VIII, il quale accetta questa vigilanza spirituale,
incontrandolo quasi ogni giorno per consigliarsi con lui che, nel frattempo,
inizia ad interessarsi dei problemi politici che attanagliano la Francia e l’Europa,
risolvendo pacificamente le questioni pendenti tra la Spagna e la Francia. Si
interessa, inoltre, dei problemi politici che riguardano la Santa Sede ed il
suo regno, scrivendo ripetutamente al Papa perché prenda i necessari
provvedimenti per scongiurare i pericoli della guerra.
Non si sa durante le guerre d’Italia con Carlo VIII
prima e Luigi XII poi, quale atteggiamento abbia assunto. Certamente pregò per
l’incolumità di Carlo VIII e probabilmente si schierò con chi vedeva nell’intervento
di Carlo VIII una soluzione per la riforma della Chiesa e la difesa delle coste
italiane dal pericolo turco. Tanti altri sono gli episodi storici che inducono
tutti i calabresi a vedere in cittadino più illustre e valoroso di questa terra,
anche partendo da posizioni laiciste nei giudizi rispetto al percorso della sua
vita e delle sue opere.
Tutto ciò premesso e considerato
Impegna
la Giunta regionale ad attivarsi affinché l’aeroporto
internazionale di Lamezia Terme sia intitolato a San Francesco da Paola, per
compiere una operazione di fede e laica dedicando la porta principale della
Regione Calabria a chi rappresenta la Calabria positiva”.
Il Consiglio regionale
premesso che
ai sensi dell’articolo 43 della manovra correttiva
(decreto-legge n. 78, 31 maggio 2010, convertito, con modificazioni, dalla
legge 30 luglio 2010, n. 122) è stata prevista l’istituzione di Zone a
Burocrazia Zero nel Mezzogiorno;
la lettera b) del succitato articolo 43 recita
testualmente: «ove la zona a burocrazia zero coincida, nelle Regioni Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, con una
delle zone franche urbane individuate dalla delibera CIPE dell’a maggio 2009,
n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 159
dell’ 11 luglio 2009, le risorse previste per tali zone franche urbane ai sensi
dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono
utilizzate dal Sindaco territorialmente competente per la concessione di
contributi diretti alle nuove iniziative produttive avviate nelle zone a
burocrazia zero»;
le Zone a Burocrazia Zero sostituiscono di fatto le Zone
Franche istituite ai sensi dell’articolo 1, comma 340, della legge 27 dicembre
2007, n. 296 (legge finanziaria 2007);
in Calabria erano state individuate, quali Zone Franche
Urbane, Crotone, Lamezia Terme e Rossano;
erano stati assegnati finanziamenti pari a € 4.856.770
per Crotone, a € 4.759.927 per Lamezia Terme, a € 3.900.508 per Rossano; -che
tali benefici sono, allo stato, rimasti irrealizzati;
ai sensi dell’articolo 14 legge n. 183/2011, le c.d.
Zone a Burocrazia zero (Z.B.Z.), sono state estese in tutta l’Italia, in via
sperimentale fino al 31 dicembre 2013 (in G. U. n. 265 del 14 novembre 2011);
il combinato dell’articolo 43 del d.1. n. 78/2010 e dell’articolo
14 legge n. 183/2011 stabilisce, seppur in via sperimentale, una serie di
agevolazioni per le Imprese costituite dopo il primo gennaio 2012;
il comma 2 dell’articolo 14 legge n. 183/2011 recita
testualmente: «A tale scopo, fino al 31 dicembre 2013, i provvedimenti di cui
al primo periodo della lettera a) del comma 2 dell’articolo 43 del citato
decreto legge n. 78 del 2010 sono adottati, ferme restando le altre previsioni
ivi contenute, in via esclusiva e all’unanimità, dall’ufficio locale del
Governo, istituito in ciascun capoluogo di provincia, su richiesta della
Regione, d’intesa con gli enti interessati e su proposta del Ministro dell’Interno,
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. La trasmissione dei dati
e dei documenti previsti dal secondo periodo della medesima lettera, avviene in
favore del medesimo ufficio»;
il citato Ufficio, presieduto dal Prefetto e del quale
fanno parte un rappresentante della Regione, uno della Provincia ed uno del
Comune interessato, adotta il provvedimento finale con un iter molto
semplificato e deve, comunque, provvedere entro 30 giorni dall’istanza, decorsi
i quali scatta il silenzio-assenso;
che non risulta ancora istituito l’Ufficio Locale del
Governo;
alla luce del quadro normativo sopra delineato l’istituzione
delle Zone a Burocrazia Zero risulta particolarmente vantaggiosa non solo per i
Comuni dove ricadono le Zone Franche Urbane, nei quali sarebbe possibile
utilizzare le somme assegnate con la citata delibera CIPE 8 maggio 2009, n. 14,
ma per tutto il territorio regionale, in quanto, con la notevole semplificazione
amministrativa introdotta, snellirebbe notevolmente l’iter burocratico per l’avvio
di nuove iniziative produttive e favorirebbe, di conseguenza, sia il rilancio
dell’economia, sia lo sviluppo economico e sociale dei quartieri urbani più
deboli con potenzialità di espansione inespressa sia, infine, la realizzazione
di nuovi posti di lavoro;
Impegna
la Giunta regionale ad assumere, anche di concerto con
tutte le Autorità interessate, gli adempimenti necessari per istituire l’Ufficio
Locale del Governo nonché tutte le iniziative tese all’attuazione delle
"Zone a Burocrazia Zero" nei Comuni nei quali sono state previste le
Zone Franche Urbane con la citata Delibera CIPE 8 maggio 2009, n. 14.”