IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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32.
SEDUTA
DI GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO 2012
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ
La seduta è aperta.
Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Comunico che
circa questo punto all’ordine del giorno si è tenuta
una riunione della Conferenza dei
capigruppo per decidere come procedere.
Si
è preso atto della volontà del Presidente Scopelliti
che non ritiene opportuno – dopo aver ribadito la sua posizione in altra sede –
in merito alle vicende ed alle polemiche che lo hanno interessato, coinvolgere
l’Aula nella sua espressione massima di Istituzione regionale.
Su questa richiesta la minoranza ha espresso la propria
contrarietà in Conferenza dei capigruppo, per cui la decisione su come procedere
nei lavori del Consiglio è stata assunta dalla maggioranza che ha ritenuto di
condividere la volontà del Presidente della Giunta regionale.
Essendo questa la decisione assunta in Conferenza dei
capigruppo, dopo il confronto tra i capigruppo di maggioranza e di minoranza,
il primo punto all’ordine del giorno non verrà trattato.
Si può iniziare, quindi la seduta con il secondo punto
all’ordine del giorno: il dibattito su Infrastrutture e trasporti.
Il gruppo del Partito democratico deve partecipare ad una assemblea
oggi pomeriggio. Invito, pertanto, i colleghi a fare degli interventi
concentrati all’essenza, per non dilungarsi in frasi o concetti che potrebbero
essere evitati, per ridurre al minimo i propri interventi.
Inizierei con gli interventi
del Presidente della Commissione trasporti che ha avuto la possibilità in
questi giorni, proprio per questo Consiglio regionale, di ascoltare i soggetti preposti
e di trarre dalle loro parole delle riflessioni, delle istanze, delle proposte
e delle idee che potrà riassumere qui, all’interno dell’Aula del Consiglio
regionale.
Prego, onorevole Dattolo, ha
facoltà di parlare.
Grazie, Presidente e onorevoli
colleghi, ho avuto la possibilità nei giorni scorsi, anche grazie all’input venuto dal Presidente del
Consiglio e dalla Conferenza dei
capigruppo, di fare un dibattito sulle problematiche legate alle infrastrutture e ai trasporti.
Insieme ai colleghi della Commissione abbiamo fatto
delle audizioni per ascoltare le diverse categorie. Ne approfitto per dire che,
se c’è stata qualche dimenticanza negli inviti - ripeto pubblicamente -, siamo
sempre disponibili ai suggerimenti che verranno. Quando si tratterà di
affrontare in Commissione il Piano regionale dei trasporti, sicuramente, le
categorie di sindacati che hanno lamentato di non essere state convocate,
avranno pieno titolo ad essere audite in Commissione.
È inutile dire - è sotto gli occhi di tutti - che il
quadro regionale, per ciò che attiene le infrastrutture, è abbastanza delicato
e complesso.
Abbiamo avuto modo di ascoltare l’ingegnere Laganà, in
nome dell’assessore Gentile, in qualità di responsabile del dipartimento lavori
pubblici infrastrutture e trasporti. Il quadro delineato, chiaramente, comporta
una serie di difficoltà.
Se iniziamo dal punto di vista autostradale, abbiamo le
difficoltà della Salerno-Reggio Calabria. Qualcuno titolava oggi dicendo:
chissà quanti anni passeranno. La cosa preoccupante è che mancano i
finanziamenti solo sul tratto calabrese.
Abbiamo registrato dal punto di vista del sistema
ferroviario le grandi penalizzazioni che hanno interessato la nostra regione
con il taglio di alcune corse delle “Frecce d’argento” e soprattutto con la
soppressione di venticinque collegamenti notturni, con particolare riferimento
all’area ionica, che ha delineato una situazione di grande difficoltà.
Abbiamo registrato la situazione da parte di Ferrovie
della Calabria. Abbiamo, anche, messo a disposizione le copie degli ultimi
bilanci ai componenti della Commissione per rendersi conto del quadro di
difficoltà finanziaria e, soprattutto, delle prospettive di rilancio che questa
Giunta regionale ha dimostrato di aver posto in essere assumendo l’impegno di
un mutuo di 20 milioni di euro per il risanamento.
Abbiamo chiesto, chiaramente, che il Governo - il socio
unico – si faccia carico della situazione debitoria, naturalmente, vedete, non
siamo qui solamente a discutere delle difficoltà.
Ritengo sia necessario, questa deve essere una ulteriore
sfida, un nuovo Piano regionale dei trasporti considerato che è fermo al 1997.
E’ questa la sfida politica che questa maggioranza deve affrontare, perché in
quindici anni è cambiato il mondo. Quindici anni fa, non c’erano i mezzi di
comunicazione che ci sono adesso e noi abbiamo sempre tappato buchi di bilancio
senza una programmazione adeguata.
Sono contento che faccia parte di questa Commissione il
consigliere delegato ai trasporti per il lavoro che sta facendo.
Ritengo che nei prossimi anni ci sarà una ulteriore
riduzione dei trasferimenti pubblici al comparto, ma è altrettanto vero che la
programmazione non è più rinviabile, non abbiamo più possibilità di derogare
oltre, proprio perché vi è la necessità di capire e di razionalizzare il
sistema dei collegamenti privilegiando alcuni settori.
Naturalmente, Presidente Scopelliti, a questo bisogna
aggiungere anche il Quadro territoriale di riferimento regionale, la
programmazione che compete alla Regione Calabria.
Queste due sfide diventano, secondo me, gli aspetti più
qualificanti dell’amministrazione, tralasciando la sanità di cui tutti
conosciamo la situazione. Gli aspetti più qualificanti, oltre alla riforma
degli enti sub-regionali, devono essere questi due: la rivisitazione della
legge urbanistica e finalmente il Quadro territoriale di riferimento che
significa programmazione, cioè avere le idee chiare su quello che si vuole fare
nei singoli territori cercando, sicuramente, di coniugarlo con il Piano
regionale dei trasporti.
Sono due sfide in cui penso che
Sicuramente queste sfide non saranno esentate dalle
difficoltà che ci sono e soprattutto dai deficit che si sono cumulati.
Abbiamo sentito l’Anav, l’associazione delle autolinee.
Abbiamo sentito l’Astra che riguarda il trasporto pubblico. Abbiamo sentito
anche Trenitalia, alla quale
abbiamo chiesto spiegazioni su quello che sarà il lavoro propedeutico, in
quanto questo è un dibattito che dovrà preludere ad entrare nello specifico,
perché abbiamo solo registrato gli interventi delle parti coinvolte.
Nei giorni scorsi è arrivata una petizione per salvare
le Linee Taurensi ed abbiamo sentito le proposte e le analisi fatte dai
sindacati.
Abbiamo avuto contezza del lavoro che è stato fatto col
ministro Passera. Incontro a cui era presente anche una delegazione di
parlamentari calabresi.
Vorremmo che da questo dibattito – lo abbiamo auspicato
anche in Commissione – venisse fuori non soltanto l’elenco delle criticità, che
sono tante, non ultima la questione degli aeroporti.
Vede, Presidente, io è da quasi due anni che faccio il
consigliere regionale e non ho mai fatto polemiche di carattere territoriale,
ma le posso dire che ci sono anche aree della nostra regione – non voglio,
naturalmente, fare processi a nessuno – che sono completamente isolate.
Non oso immaginare cosa succederà se l’aeroporto di
Crotone dovesse chiudere. Vorrei invitare chi non conosce quell’area a
riflettere, c’è una stazione chiusa ed è l’unico tratto di strada statale
Vi posso garantire che camminare in quell’area è veramente
difficile, l’Anas non garantisce neanche l’ordinaria amministrazione del manto
stradale.
Mi chiedo, lo dico senza spirito polemico, “a che serve
spendere 40 milioni di euro per adeguare l’aeroporto previsto dall’Enav e poi
doverlo sotto utilizzare o pensare di aprire altri aeroporti?” senza voler
entrare in polemica.
Faccio una considerazione di fondo, anche sul Ponte
sullo stretto. Forse non sarebbe stata la panacea di tutti i mali, ma i soldi
che sono stati spesi per la progettazione e tutto il resto e che non sono stati
più destinati alla Calabria e alla Sicilia per risarcire il mancato
investimento, penso sia un qualcosa che questo nuovo Governo dovrebbe
considerare, a meno che, ripeto, non vogliano escludere
Se questa è la stagione delle riforme noi dobbiamo fare
la nostra parte con il Piano regionale dei trasporti, ecco perché non possiamo andare
a chiedere con il cappello in mano senza aver le idee chiare sulla situazione
debitoria pregressa di risanamento e soprattutto dei sacrifici che saranno
necessari. Perché far demagogia su quello che si potrebbe fare, senza aver a
disposizione i fondi, sarebbe un esercizio sterile che sicuramente non
interessa quest’Aula e, ancora meno, i calabresi.
Ritengo opportuno, se parliamo di Quadro territoriale
regionale, dare anche un equilibrio.
Lei ha dimostrato sensibilità, ha vinto in tutte le
province calabresi e sicuramente conosce le diverse difficoltà di ogni ambito.
Ritengo di dover esaurire questa fase, come Presidente
della Commissione, perché si entrerà nello specifico successivamente quando
L’altro invito che faccio ai colleghi consiglieri
regionali è che, su temi come questo, ci sia un dibattito - non dico con una
visione di insieme perché capisco che la maggioranza è una cosa e che
l’opposizione ragiona per la sua parte - che abbia una condivisione di fondo
anche per dare da parte di quest’Aula al Presidente Scopelliti - non dico un
mandato in bianco - nel prossimo incontro con il ministro Passera, un comune
denominatore che possa dare la speranza di un futuro diverso alle comunicazioni
e alla sicurezza dei cittadini calabresi.
Grazie, Presidente Dattolo per aver riassunto il lavoro
che
La parola adesso al Presidente Scopelliti per aver
notizia, come Consiglio regionale, sia degli incontri che ha avuto a Roma con
il ministro Passera sia per fare una riflessione sulle infrastrutture, sullo
stato della Salerno-Reggio Calabria, sulla soppressione dei treni. Il Consiglio
regionale ha voluto in maniera netta e chiara protestare contro la soppressione
dei treni dei mesi scorsi; il ridimensionamento degli aeroporti e la politica
regionale sui trasporti della nostra regione.
La parola al Presidente Scopelliti per la relazione
introduttiva.
Onorevole Presidente, onorevoli consiglieri, il rispetto
del mandato conferito dai cittadini calabresi merita un forte e concreto
impegno nel perseguire – a tutti i livelli – gli interessi del territorio
calabrese ed impone agli amministratori di rendersi parte attiva ed operativa
nella direzione di un rilancio che
La sfida che il Governo regionale ha raccolto in tal
senso è ambiziosa: guidare i processi ed assumere la responsabilità di dar
corso alle opzioni strategiche per la realizzazione di un programma di governo
che fa di uno sviluppo non più derogabile l’elemento su cui fondare ogni azione
e che, al contrario, il permanere di una infrastrutturazione di base
deficitaria rispetto al resto del Paese può, evidentemente, rischiare di
compromettere.
Se i principi di coesione territoriale, sociale ed
economica su cui si fonda il Trattato dell’UE individuano nella riduzione delle
disparità regionali la condizione per la crescita e lo sviluppo dell’intera
Unione europea, poter contare su un efficiente sistema di infrastrutture di
trasporto, quale fattore di avvicinamento e coesione fra le Regioni meridionali
dell’Italia e quelle dell’Europa settentrionale, riveste per il Mezzogiorno
un’importanza strategica vitale.
La scelta di un preciso percorso di individuazione di
strategie e di priorità risponde all’opportunità che a strumenti strategici ben
strutturati facciano seguito strumenti operativi efficaci e condivisi.
In tale delineato contesto si inseriscono le attività
che hanno condotto alla rimodulazione del piano relativo all’Asse “Reti,
Trasporti e Mobilità” del POR FESR 2007/2013 che ha avuto come presupposto
proprio il raccordo dinamico ed efficace degli obiettivi previsti nella parte
programmatica, in un’ottica di superamento delle “rigidità” che nei passati
periodi hanno spesso vanificato la possibilità di realizzare gli interventi.
Nell’ambito dell’Obiettivo Specifico del Programma che
si propone il fine di “Sviluppare l’accessibilità esterna e interna della
Calabria, potenziare il Sistema regionale dell’intermodalità e della logistica,
promuovere la mobilità regionale e urbana sostenibile e migliorare
l’accessibilità alle aree interne periferiche” è stato pianificato l’utilizzo
dei fondi - 479 milioni di euro - finanziando, con gli stessi, interventi
dotati di adeguato livello progettuale.
L’obiettivo perseguito è stato duplice: creare le
premesse per rendere efficace la spesa anche nell’ottica degli obiettivi
fissati in merito dalla Comunità europea e rendere produttivo l’investimento
dei fondi comunitari attraverso il criterio della priorità funzionale degli
interventi programmati.
A valle delle scelte che hanno condotto alla
rimodulazione, si è dato impulso – fattivo e operativo – alla concertazione ed
alla sinergia con i soggetti attuatori coinvolti nel processo di programmazione
e realizzazione degli interventi mediante condivisione con gli stessi delle
scelte e delle priorità da privilegiare.
Tali attività hanno già dato vita ad atti concreti.
Nel contesto dell’operazione di rimodulazione, la
previsione di dare “via libera” alla realizzazione dei Grandi Progetti relativi
al Sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto e al
Sistema di Mobilità su ferro dell’area di Cosenza - prevedendone l’intera
copertura finanziaria a valere su fondi FESR - si inserisce nell’ottica della
strategia delineata dalla Programmazione regionale unitaria, nell’ambito della
quale un ruolo fondamentale è assegnato alle politiche che favoriscono l’accessibilità
all’interno del territorio regionale.
I Quattro Grandi Progetti, tra cui rientrano anche
l’Adeguamento della strada Gallico-Gambarie e
Sulla loro approvazione, la medesima Commissione deve
ancora esprimersi definitivamente. Contestualmente, i progetti sono stati
trasmessi alla BEI per il perfezionamento della procedura di finanziamento
della quota regionale.
Ed ancora: gli interventi, cui si è assicurata copertura
finanziaria a valere, principalmente, su fondi POR Calabria FESR 2007/2013 e
PON “Reti e mobilità” 2007/2013, riguardano anche lo sviluppo del Corridoio
integrato. Venti milioni di euro mediante interventi per la messa in sicurezza
della SS 106 Jonica nel territorio crotonese, l’adeguamento del sistema
portuale – circa 27 milioni di euro - mediante interventi concentrati sui Porti
di Crotone, Corigliano e Vibo Valentia e l’adeguamento del sistema aeroportuale
per 88 milioni di euro.
E proprio per rimanere in tema di infrastrutture
aeroportuali, recependo le istanze di una parte importante del territorio
calabrese, è in fase di avvio, a cura dell’Assessorato regionale competente una
manifestazione di interesse legata ad una iniziativa di Project Financing finalizzata alla realizzazione dell’aeroporto di
Sibari.
La procedura per l’individuazione del promotore si
baserà su un programma di interventi in attuazione dello studio di fattibilità
già disponibile che potrà essere integrato e modificato al fine di perseguirne
la sostenibilità economico-finanziaria.
L’aeroporto di Sibari, potrà diventare una
infrastruttura regionale complementare e di supporto agli scali esistenti,
rispondendo alle esigenze di segmenti di mercato specifici, come charter, low-cost e voli commerciali
che, ad oggi, incontrano alcune difficoltà ad operare.
Nell’ottica di un approccio “sistemico”, la struttura
potrà agevolare l’integrazione del sistema dei trasporti del territorio e
garantire evidenti processi di investimento e sviluppo.
Fermo restando che i colleghi consiglieri non erano
presenti all’incontro che abbiamo avuto col ministro Passera. C’era il
consigliere delegato Fausto Orsomarso, insieme ai parlamentari. E quando
abbiamo parlato delle infrastrutture di Sibari lo stesso ministro ha
manifestato grande perplessità su questa iniziativa.
Ecco perché abbiamo inserito questa idea nel concetto di
infrastruttura regionale quando parliamo di aeroporti.
Tra l’altro, sul tema degli aeroporti credo che sabato
mattina sia a Reggio Calabria sia a Crotone - da una parte il sottoscritto e
dall’altra
Su un altro, importante fronte, il perseguimento da
parte del Governo regionale dell’obiettivo di un sistema ferroviario, stradale
e portuale moderno capace di ridurre i secolari gap regionali, ha reso possibile lo stanziamento di importanti
risorse previste per
Gli interventi selezionati tramite una responsabile
programmazione che ha convogliato le istanze provenienti dal territorio
permetteranno alla Calabria di consolidarsi nell’ottica di un pieno
sfruttamento della propria posizione baricentrica rispetto alla grande risorsa
rappresentata dal Mediterraneo.
All’interno del percorso delineato dal Piano per il Sud,
Il passaggio dalla fase strategica alla fase attuativa
del Piano tramite l’adozione di strumenti efficaci e condivisi, ne permetterà
la necessaria traduzione in azioni concrete e operative.
In tema di infrastrutture viarie il Piano contempla,
complessivamente, 500 milioni di interventi.
Partendo dall’esigenza di rafforzare la comunicazione
tra l’Est e l’Ovest del nostro territorio e i conseguenti scambi tra lo Jonio
ed il Tirreno, particolare attenzione è stata riservata alla Trasversale delle
Serre per la quale è stata garantita con 185 milioni di euro la completa
copertura economica dei lotti non realizzati.
Mi permetto di definire questo un risultato storico!
Sempre in tema di trasversali, il Piano finanzia
interventi di completamento di importanti itinerari di collegamento come quello
tra
Su un primo fronte, pertanto, mettere a frutto gli
sforzi intrapresi, significa intraprendere un percorso finalizzato alla
creazione di un sistema intermodale virtuoso nel cui contesto si inseriscono,
inoltre, le risorse stanziate per il potenziamento del porto di Catanzaro Lido
ed una parte di opere di rilevanza nazionale, relative ad interventi sull’asse
autostradale Salerno-Reggio Calabria ed al potenziamento dell’elettrificazione
sulla direttrice ferroviaria dello stesso itinerario.
Il Piano prevede, altresì, uno stanziamento di 120
milioni di euro per la mobilità sostenibile della città di Reggio Calabria
nonché 200 milioni per la riconfigurazione della linea ferroviaria sul nodo
terminale della Stazione mediante l’abbassamento del piano dei binari e la
successiva intubazione.
E’ di tutta evidenza, pertanto, che la strategicità
degli interventi selezionati e finanziati dal Piano assegna una connotazione di
grande importanza alla fase di attuazione di cui la pubblicazione della
Delibera CIPE 62/2011, che ufficializza lo stanziamento, segna l’avvio.
In tale contesto, l’attivazione di una fase di
interlocuzione con i soggetti attuatori degli interventi, sta consentendo agli
assessorati regionali competenti di avviare l’indispensabile percorso
finalizzato a coordinare le strategie generali con le opportune azioni
operative.
L’attuazione degli interventi avverrà attraverso
appositi “Contratti Istituzionali di Sviluppo” che rappresenteranno gli atti
negoziali volti a definire responsabilità, tempi e modalità di attuazione.
Con l’intento di fornire risposte reali a territori che
attendono da troppo tempo il completamento di opere strategiche, il Governo
regionale continuerà a concentrare i propri sforzi nella direzione di un indirizzo
efficiente ed efficace delle risorse pubbliche da convogliare su interventi che
siano in grado di suscitare il maggiore impatto sulla funzionalità delle reti.
Non può sottacersi, però, che l’elevato divario in
termini di dotazione infrastrutturale e qualità dei servizi di trasporto del
Sud, oltre a limitare le possibilità di crescita delle imprese e a deprimere le
condizioni sociali dei cittadini del Mezzogiorno costituisce, evidentemente, un
elemento di criticità per la crescita soprattutto in termini di impatti sulla
competitività e sulla sostenibilità dello sviluppo.
E’ proprio in tale direzione che si colloca la recente
attivazione del percorso di confronto con il Governo centrale, nel contesto del
quale il 9 febbraio scorso è stata rappresentata al Ministro dello Sviluppo
Economico e delle Infrastrutture una dettagliata analisi sull’inderogabile
quadro esigenziale infrastrutturale della nostra regione nell’intento di
proseguire, con rinnovata determinatezza, nel solco dei meccanismi già avviati ma
che, con ogni evidenza, non possono ritenersi esaustivi di un assetto
infrastrutturale palesemente deficitario.
Sul fronte del sistema viario abbiamo rappresentato le
evidenti problematiche relative al completamento dell’autostrada Salerno-Reggio
Calabria e degli interventi in corso sulla Strada Statale 106.
Se è vero, infatti, che i fabbisogni finanziari per il
completo adeguamento del tratto calabrese della A3 ammontano ad oltre 2,8
miliardi di euro e che la consistenza finanziaria prevista dall’ultima delibera
CIPE è pari a 217 milioni di euro, appare evidente che allo stato non è neanche
ipotizzabile una previsione di conclusione dell’opera per la quale non è più
rinviabile una rigorosa definizione di tempi di esecuzione e modalità di
finanziamento.
Alla stessa stregua, sull’estesa complessiva della
Statale 106, pari a circa
Fermo restando il quadro complessivo previsto per il
completamento dell’intera arteria su interventi ancora in fase di
progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di euro, le esigenze ascrivibili,
quantomeno agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad ulteriori 744
milioni di euro di cui: 80 milioni di euro per il completamento del sopracitato
Megalotto 1; 30 milioni di euro per il completamento del Megalotto 2 “Squillace
– Simeri Crichi”, in fase di esecuzione e già in parte fruibile; 536 milioni di
euro per il Megalotto 3 “Sibari (Strada Statale 534)–Roseto Capo Spulico, già
oggetto di affidamento a Contraente Generale; 98 milioni di euro per il
completamento dei lavori di costruzione della “Variante esterna all’abitato di
Palizzi-secondo lotto”.
Le esigenze di rilancio e sviluppo sono state
evidenziate anche per un sistema ferroviario che necessita di indifferibili
interventi di velocizzazione e sviluppo ostacolati dalla mancata previsione di
adeguata programmazione finalizzata all’estensione del sistema di Alta Velocità
sul territorio calabrese.
La garanzia dell’estensione di detto sistema alla
dorsale ferroviaria della linea Battipaglia–Reggio Calabria è elemento
preminente per le strategie di sviluppo della regione che, allo stato, non
appaiono colte dalla Società RFI atteso che l’aggiornamento del Contratto di
programma 2007/2011 include tale estensione nella sezione “Opere” previste a
completamento del Piano, con risorse finanziarie da reperire integralmente.
Abbiamo, pertanto, esortato il Governo ad impegnare
concretamente RFI S.p.A., ad attivare le azioni propedeutiche per l’inclusione
nei documenti di programmazione relativi al periodo 2012/2016 dell’estensione
del sistema AV/AC sulla Linea Battipaglia–Reggio Calabria, quantomeno nella
Sezione “Opere prioritarie da avviare”.
Sul fronte dei servizi ferroviari abbiamo sottoposto
all’attenzione del Governo la situazione di forte sofferenza registrata da
Ferrovie della Calabria, nei confronti della quale le azioni intraprese dalla
Regione necessitano di un forte sostegno da parte del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, nelle vesti di socio unico.
Se, infatti,
Riteniamo, inoltre, necessario che il passaggio della
proprietà dell’azienda dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come
previsto dall’Accordo di Programma dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico
“ripiano di tutte le perdite” e tecnico “investimenti per il completo
ripristino delle situazioni di degrado e obsolescenza dell’infrastruttura e del
materiale rotabile”.
All’attenzione del Ministro abbiamo sottoposto anche le
recenti problematiche legate ai collegamenti ferroviari nazionali, proprio
perché, nel corso dell’ ultimo biennio,
A ciò si aggiunge una ridotta qualità dei servizi resi,
dovuta sia alla vetustà di materiale rotabile sia ad insufficienze
organizzative che, all’interno di un contesto territoriale escluso dal progetto
di Alta Velocità e che vede la linea ferroviaria jonica neanche elettrificata,
restituisce un quadro allarmante per il quale abbiamo richiesto almeno una
prima verifica sulla materia del corretto riparto tra le diverse tratte
ferroviarie delle risorse destinate dal CIPE a Trenitalia S.p.A. - 250 milioni
di euro per il triennio 2009/2011 -, nell’ambito del nuovo contratto per i
servizi universali di trasporto ferroviario di passeggeri a media e lunga
percorrenza.
Per i servizi ferroviari regionali la possibilità di
garantire copertura del corrispettivo annuo previsto dal contratto di servizio
in vigore con Trenitalia S.p.A., stipulato in data 9 giugno 2011, pari a 85,172
milioni di euro, è legata al criterio di ripartizione delle risorse assicurate
dal Governo centrale che per l’anno in corso ammontano, per tutte le Regioni, a
800 milioni di euro.
A queste si potrebbero aggiungere le risorse derivanti
dall’accordo per il TPL firmato il 21 dicembre 2011 tra Governo, Regioni ed
ANCI, che dovrebbero portare l’intero fondo a complessivi 1,6 miliardi di euro.
Lo scenario di ripartizione delle risorse secondo
criteri “storici”, che assicurerebbe completa copertura del corrispettivo
previsto dal citato contratto, potrebbe mutare in virtù di quanto previsto dal
D.L. 29/12/2011, numero 216 che definisce in febbraio 2012 la data entro cui il
Governo dovrà sancire gli obiettivi di efficientamento e di razionalizzazione
ed i criteri di riparto del fondo per il triennio 2012-2014.
Sul tema dei servizi aeroportuali la gestione
dell’aeroporto dello Stretto e dell’aeroporto di Crotone rappresenta
presupposto indispensabile per garantire l’esistenza di collegamenti aerei in
regime di oneri di servizio pubblico, finalizzati all’obiettivo della
continuità territoriale riconosciuto dalla normativa europea e recepito dalla
legislazione statale.
I regolamenti europei prevedono, infatti, la possibilità
per uno Stato membro di imporre oneri di servizio pubblico riguardo ai servizi
aerei di linea effettuati tra un aeroporto comunitario e un aeroporto che serve
una regione periferica o in via di sviluppo all’interno del suo territorio o
una rotta a bassa densità di traffico verso un qualsiasi aeroporto nel suo
territorio, qualora tale rotta sia considerata essenziale per lo sviluppo
economico e sociale della regione servita dall’aeroporto stesso.
In conformità a tale principio comunitario, l’articolo
36 della Legge numero 144/99, prevede che il Ministro dei Trasporti e della
Navigazione - oggi Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - disponga,
con proprio decreto, gli oneri di servizio pubblico relativamente ai servizi
aerei di linea, effettuati da determinati scali aeroportuali tra cui proprio
Crotone e Reggio Calabria con i principali aeroporti nazionali.
Per consentire l’espletamento delle operazioni propedeutiche
all’attivazione dei voli in regime onerato, abbiamo richiesto al Governo di
garantire, con sufficiente anticipo, copertura finanziaria a tale disposizione
normativa.
Senza entrare, almeno in questa fase, nel merito
specifico del “Collegamento plurimodale permanente per l’attraversamento dello
Stretto Calabria–Messina e delle relative opere di collegamento”, attendendo,
in tal senso, le decisioni del Governo centrale, che è auspicabile siano in
linea con le determinazioni assunte dal precedente Governo, riteniamo,
comunque, fondamentale prevedere una riorganizzazione complessiva della
mobilità in attraversamento dello Stretto che disciplini i flussi di traffico
pendolare tra le città di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Messina dai
flussi di auto e mezzi pesanti a media e lunga percorrenza.
Le azioni da intraprendere dovranno definire i termini
di un accordo tra le due Regioni finalizzato alla regolamentazione, alla
organizzazione e alla gestione dei servizi di collegamento tra le tre città.
Tenendo conto, inoltre, anche degli esiti degli studi
dell’advisor per il progetto sul
collegamento stabile Sicilia, nello scenario alternativo multimodale, si dovrà
procedere ad adeguare l’assetto infrastrutturale con particolare riguardo ad
approdi ed accessi.
Mi avvio alle conclusioni, rappresentando che il
costante lavoro di analisi, pianificazione e programmazione, riservato dal
Governo regionale al cruciale tema delle politiche infrastrutturali, troverà il
momento di compiuta sintesi nel Piano regionale dei Trasporti il cui avvio
della procedura di redazione, colmando un vuoto “storico” nella pianificazione
regionale in materia – datata 1997 –, persegue uno degli obiettivi primari del
nostro Programma di governo.
Il Piano rappresenterà, infatti, lo strumento attraverso
cui delineare le priorità della regione in termini di infrastrutture da
realizzare e sarà evidentemente elemento decisivo anche per la riprogrammazione
dei servizi di Trasporto pubblico locale, che precederà il complessivo
ridisegno dei bacini di traffico.
Nell’intento di realizzare un Piano che rappresenti non
già uno strumento astratto, ma un concreto momento di costruzione di un vero
quadro conoscitivo sul sistema dei trasporti – presupposto indispensabile per
delineare gli indirizzi in materia –, la redazione del Piano medesimo sarà
accompagnata da un processo partecipato, finalizzato a recepire i bisogni e le
aspettative dei diversi attori coinvolti nel tema mobilità dei passeggeri e
delle merci.
La prima “tappa” di tale processo registrerà nel mese di
aprile un importante momento di incontro e sensibilizzazione del territorio nel
quale gli amministratori comunali, le associazioni e le forze economico-sociali
del territorio saranno invitate a manifestare le proprie istanze e ad offrire
il loro contributo conoscitivo e valutativo.
Concludo ribadendo che il perseguimento di un vero
recupero degli atavici ritardi calabresi in tema di infrastrutture è al centro
della nostra azione di governo e l’impegno profuso su tutti i livelli, in cui
il Governo regionale può e deve intervenire, ne è forte testimonianza.
E’ evidente, tuttavia, che gli sforzi regionali – sia
pure intensi – non sono sufficienti a garantire la perseguibilità di un
obiettivo di portata così ampia che richiede il necessario concorso di
importanti risorse sia in termini economici sia in termini di sostegno
istituzionale per un rilancio in cui fermamente crediamo.
In tale direzione, tramite l’attivazione dei recenti
meccanismi di interlocuzione con il Governo centrale, nel porre l’attenzione
sulle fondamentali priorità della nostra regione, vogliamo – al contempo – che
lo storico spirito di “solidarietà caritativa” verso i territori meno
sviluppati lasci il posto a scelte guidate da criteri di più ampio carattere
nazionale che, per il tramite di una imprescindibile perequazione
infrastrutturale, perseguono lo sviluppo e l’unificazione economico-sociale
dell’intero Paese.
Gli spunti e le riflessioni che scaturiranno nel corso
dell’odierno dibattito saranno, senz’altro, preziosi elementi per l’importante
percorso di individuazione delle priorità su cui concentrare sforzi ed
attenzioni oggetto dei prossimi incontri con il Governo centrale.
Rimane, ovviamente, un altro tema che è molto delicato
ed importante, che in questa relazione non trova grande spazio e che mi aiuta a
concludere l’intervento. Riguarda la destinazione e l’impegno verso Gioia
Tauro.
Su Gioia Tauro abbiamo investito nel bilancio regionale
un finanziamento di 8 milioni di euro. Aspettiamo in queste settimane che anche
il Governo nazionale ci dia
certezze sugli investimenti che intende fare per il porto di Gioia Tauro perché
il Governo Berlusconi, col ministro Matteoli, si era impegnato a garantire una
quota importante che era legata al decreto “mille proroghe” in cui vi erano i
contributi o, comunque, in cui vi era il tema delle tasse di ancoraggio.
Voglio ricordare -forse è sfuggito, ma per noi è una
cosa importante che va evidenziata- che nel decreto “mille proroghe” trovano
spazio quelli che sono i provvedimenti che vanno prorogati e che, per la prima
volta, si è trovato il modo lo scorso anno – grazie al nostro impegno che non
abbiamo certamente valorizzato in maniera adeguata – che nel “mille proroghe”
entrasse un nuovo provvedimento che era quello di Gioia Tauro e che negli anni precedenti -era sempre arrivato all’ultimo
e, poi, non si era trovato il modo- non aveva trovato spazio.
Il Governo, quindi, deve dare
una risposta sia sul tema del decreto “mille proroghe” e trovare le risorse per
finanziare fino in fondo questa idea delle tasse di ancoraggio, sia per quanto
riguarda il discorso che fa riferimento a risorse aggiuntive per sostenere
l’azione sul territorio, parte anche della società dei terminalisti e, quindi,
la società che gestisce il porto di Gioia Tauro.
Su questo faremo, quindi, la
nostra parte perché stiamo anche lavorando su questo per dare forza al polo
della logistica a Gioia Tauro.
Abbiamo anche su questo delle
iniziative intraprese e che porteranno a dei risultati – argomento, questo, sul
quale
Credo che Gioia Tauro in
tutto questo scenario meriti un’attenzione particolare, non soltanto da parte
del Governo regionale, ma anche e soprattutto da parte di quello nazionale che,
speriamo, riesca a reperire fondi e risorse per dare una risposta ai bisogni
che abbiamo più volte reclamato in sede di confronto con lo stesso ministro.
Volevo ricordare, ancora una
volta, che tutti gli interventi che abbiamo previsto sono interventi finanziati
e che per la prima volta trovano un finanziamento iniziale e finale.
Abbiamo, cioè, cambiato il
metodo di lavoro che è un’opera, forse, finanziata da più fonti di
finanziamento, da più voci.
Abbiamo trovato tanti
interventi come le metropolitane e tantissimi altri interventi in cui si
registrava il finanziamento che proveniva per il 30 per cento dal Por-Fesr
2007/2013, un altro 30 per cento dai fondi Fas quando questi sarebbero
arrivati, un altro 30 per cento dalle risorse liberate, un altro 10 per cento da
fondi, magari di bilancio.
Il rischio, cioè, immaginato
ma che abbiamo corso e misurato è che nessuna delle grandi opere è mai partita,
nessuno di questi progetti è mai partito.
Eppure vorrei ricordare che i
fondi comunitari Por-Fesr 2007/2013 partono nel 2007. E noi arriviamo al
L’idea di ricondurre tutti i
finanziamenti, tutte le opere a finanziamenti certi, pertanto, è un motivo che
ci fa ben sperare perché, comunque, anziché fare politica per la capacità di
dar risposte a tutti e, poi, a nessuno, abbiamo preferito mettere in campo la
responsabilità della politica e avere la certezza di stabilire quali sono le
priorità di intervento da parte nostra.
Una politica, cioè, che non
dà risposte a tutti in maniera vaga, antica e vecchia ma una politica che
stabilisce di finanziare alcune opere che sono prioritarie per questo gruppo
dirigente, assumendosi la responsabilità dell’indirizzo che va ad
intraprendere.
Voglio anche ricordare che ci
siamo trovati di fronte al ministro Fitto che quando venne in Calabria, non più
tardi di un anno fa, ci disse – con grande scalpore e imbarazzo – che
Se pensate che i fondi Fas
erano stati spezzettati e che erano stati costruiti finanziamenti per 3 mila
interventi per un finanziamento di 1 miliardo e 800!
E’ la dimostrazione, diciamo
così, della politica di quartiere.
Abbiamo costruito questa
azione attorno a quelle grandi opere che per noi sono strategiche. Certo,
abbiamo previsto 185 milioni di euro per
Se uno pensa al territorio di
Vibo Valentia, questa cifra, 185 milioni di euro, può sembrare strana perché
forse, in 40 anni di regionalismo, non li ha mai avuti per un’opera dalla
Regione.
Non abbiamo commisurato la
nostra azione rispetto alla capacità della popolazione e, quindi, ad un parametro
popolazione/investimento come spesso si fa in politica. Lo abbiamo fatto perché
quella è una grande opera, una grande infrastruttura che offre a Vibo, e non
soltanto al Soveratese e, quindi, al Catanzarese, uno sbocco che crea una
trasversale che consenta, ovviamente, dal Tirreno di arrivare allo Ionio così
come oggi è Rosarno-Marina di Gioiosa, Siderno-Marina di Gioiosa.
Un collegamento, cioè, che
attraversi questa Calabria così lunga e così difficile in maniera tale da
collegare i due versanti.
Credo che anche nel Piano per
il Sud sia previsto questo tipo di intervento per un totale di circa 1 miliardo
e 100 milioni di euro, 1 miliardo e 300 milioni di euro con
Lo stesso stiamo facendo con
gli altri fondi Fas che sono stati deliberati, che sono arrivati o che
arriveranno.
Non arriveremo certamente a 3
mila interventi, arriveremo a 100-150-90, non so quanti, ma è la dimostrazione
che per noi diventa prioritaria l’idea di investire in maniera concreta su quel
versante, pensando che ogni fonte di finanziamento serva a far inaugurare
l’avvio di un’opera e a farla completare senza lasciare opere che, poi, devono
avere fonti di finanziamento diverse.
Non parlo della negligenza
dei Governi nazionali, della indifferenza o di quello che abbiamo trovato.
Abbiamo il problema dei centri storici, che è serio e che vi sottopongo per
aiutarci e stimolarci perché il vostro assessore Tripodi è riuscito a fare un
bando per 110 milioni di euro, a seguito del quale tutti i Sindaci e tutte le
imprese della Calabria hanno inseguito l’assessore Aiello perché chiedono di
sapere chi pagherà i 67 milioni di euro che i Comuni hanno speso senza neanche
un atto deliberativo della Giunta regionale.
I comuni hanno avviato le
opere, qui ci sono anche i sindaci che hanno avviato opere per milioni di euro
e che non hanno avuto il risarcimento da parte della Regione.
E’ una cosa seria.
Quindi, anziché, prodigarsi
in dichiarazioni, a volte, estemporanee, qualcuno dovrebbe preoccuparsi di ciò
che ha lasciato; non sempre è una eredità nobile per chi arriva dopo!
Ecco perché dico che ci sono
problemi seri che dobbiamo affrontare e che sono questi. Stiamo cercando a Roma
di trovare il modo di avere, finalmente, queste risorse, siano esse risorse
liberate o altre risorse di fondi Fas, per andare a colmare un buco che non
appartiene a noi, ma ai comuni.
Abbiamo ogni giorno la
rappresentazione di sindaci e di imprese che bussano all’Assessorato
all’urbanistica per chiedere chi pagherà il conto, perché ci sono tanti comuni
che hanno investito.
Anche in questo, quindi,
siccome c’è questa rappresentazione nazionale di un Governo di larghe intese,
dovremmo cercare di tutelare i territori. I sindaci che nei comuni hanno fatto
degli investimenti non hanno trovato la possibilità di avere una risposta.
Questo per noi rappresenta un
impegno straordinario. Devo dire la verità: mi auguro almeno che il documento
che abbiamo redatto ed i successivi interventi, possano recepire i temi che
esulano, a nostro giudizio, la competenza regionale e che diventino atti di
indirizzo della Regione; mi auguro che si possa trovare uno strumento di
condivisione da presentare al Tavolo romano in occasione dell’incontro
ufficiale previsto per la fine del mese di marzo per riferire, durante la fase
della trattativa, quali siano le priorità della Calabria in queste settimane al
Ministro. Mi auguro che possiamo non decidere da soli ed ecco perché l’Aula ed
il confronto.
Che sia anche l’Aula ad
individuare un percorso su queste linee strategiche che abbiamo messo in campo
per stabilire delle priorità.
Certo, a volte, diventa
difficile, ovviamente, trovare l’accordo, ma da parte nostra c’è la massima
disponibilità per andare al Governo e dire: “questi sono gli interventi dei
miliardi di euro che
Penso che questo sia un
segnale. Ecco perché abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio regionale, che
ringrazio, di convocare questa seduta.
Perché ci si sforzi di trovare
su questi temi così fondamentali delle convergenze tali in grado di garantirci
un percorso e fare in modo che queste linee diventino linee di indirizzo, per
noi fondamentali, per l’attuazione e la realizzazione di interventi e che, al
tavolo romano, la classe dirigente, che governa questo territorio,
rappresentata, ovviamente, anche dall’intero Consiglio regionale, si presenti
con una valutazione complessiva ed unitaria, in modo da essere più forti nella
proposta che avanzeremo al Governo nazionale.
Valorizzando, poi, tutti gli
altri aspetti ed è inutile che sto qui a parlare dell’atteggiamento del
Presidente Moretti di grande indifferenza verso il Mezzogiorno.
Ci sono mille cose che
potremmo dire ma credo che, prendendo spunto dalla disponibilità manifestata
dal ministro Passera, dobbiamo presentarci in queste settimane con degli
interventi importanti per dare un impulso significativo all’attività che il
Governo ed il Ministero stanno mettendo in campo insieme ai nostri uffici.
Per questo, ed ho concluso,
volevo ringraziare per il grande gioco di squadra che è stato condotto
l’assessore Pino Gentile, che, attraverso un suo dipartimento coordinato, ha
certamente collaborato alla stesura dei documenti e alle scelte strategiche
operate.
Volevo ringraziare il collega
Orsomarso perché nella sua qualità di delegato a seguire queste attività ha
elaborato un pregevolissimo lavoro sul tema delle ferrovie e dei trasporti in
genere, attraverso l’impegno che abbiamo messo in campo.
Un ringraziamento,
ovviamente, anche all’assessore Mancini, che attraverso l’impegno del suo
Assessorato e, quindi, attraverso la programmazione, è riuscito ad inserire
tutti questi elementi all’interno di una riprogrammazione, di un utilizzo delle
risorse comunitarie che avevamo immaginato e che, quindi, è stato reso
possibile attraverso la sua sensibilità.
Insieme, ovviamente, alla
Vicepresidente Antonella Stasi che ha dato, come sempre, un grande contributo –
concreto e fattivo – per riuscire, come è accaduto in questi giorni a Roma sul
tema degli aeroporti calabresi, a focalizzare alcune delle criticità e cercare
nelle sedi opportune e appropriate le emergenze e le situazioni di criticità
per cercare di risolverle in modo da dare una risposta seria al territorio
calabrese.
Credo che questo sia stato
sicuramente il frutto di un gioco di squadra e che sia stato un elemento
fondamentale per la realizzazione di questo percorso.
Oggi, poi, ci manca la parte
che qualcuno definirebbe più importante: quello dell’avvio di tutte le
procedure in grado di dare corso e seguito agli interventi ed alle
realizzazioni.
Come avete sentito, ad
esempio per quanto riguarda le quattro opere, è di questi giorni una polemica,
e qualche preoccupazione eccessiva. Stiamo aspettando da parte della Unione
europea i pareri definitivi – oltre i primi pareri - per poter mettere in gara
le opere e cominciare i grandi interventi almeno sui fondi Fesr.
Pensare, quindi, alle grandi
opere da realizzare per dare ai calabresi un segnale vero e concreto di impegno
che, attenzione, non dipende solo dalla Regione perché non sarà
Cercheremo di incalzarli
nella speranza che si arrivi al 2015 con questi interventi in una fase
decisamente avanzata di realizzazione.
Grazie al Presidente
Scopelliti per la relazione dettagliata che ha fatto in Aula.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi di
limitare il loro intervento nei tempi prestabiliti dal Regolamento.
Grazie, Presidente, credo che
i lavori della riunione odierna del Consiglio siano decisamente importanti
perché laddove si parla di infrastrutture, senza scomodare le teorie più
accreditate politicamente, queste sono definite la condizione irrinunciabile
per il conseguimento di qualunque linea di sviluppo di qualunque territorio.
Quindi, in questo senso va
accolto, credo, compatibilmente con autentiche disponibilità da una parte e
dall’altra, l’invito del Presidente a contribuire in un gioco di insieme
all’allestimento delle strategie che risultino più efficaci e proficue per
ottenere risultati attesi a soddisfare aspettative che sono datate ed in molti
versi, in molte zone soprattutto drammatiche.
Mi piacerebbe addurre, come
preludio dialettico a questo intervento, una piccola annotazione che ha un
valore emblematico, secondo me, di rilievo: nel corso della Conferenza dei
capigruppo, abbiamo concordemente stabilito di invertire la declinazione
dell’ordine del giorno che era oggetto della discussione odierna e, anziché,
declinarlo come ordine del giorno riferito ai trasporti si è deciso di
riferirlo alle infrastrutture e ai trasporti.
Proprio per le ragioni che ho
detto prima, non si tratta di una distinzione meramente semantica, ma
rappresenta la vocazione, l’invito, la motivazione all’amministrazione ad
acquisirla come ragione fondamentale, ferma, forte e costante ad attuare tutte
le strategie che possano almeno ridurre il divario; ovviamente è difficile
immaginare che vengano colmate le gravi distanze tra
C’è poi da aggiungere che, all’interno
della Calabria, ci sono distanze anch’esse altrettanto drammatiche che
costringono alcuni territori, in particolare la fascia ionica crotonese, ad una
sofferenza inenarrabile nel 2012, anche perché evocano queste sofferenze
autentiche violazioni di sacrosanti diritti che sono contemplati persino nella
Carta costituzionale.
Quello della mobilità è un
diritto, ma non è un diritto che è estraneo alla condizione umana di una
società, non è un diritto come richiamo accademico della configurazione di un
codice, ma è esattamente la sollecitazione a porre tutti i cittadini in
identiche condizioni di correlazione dinamica e di trasporto con gli altri
territori, perché questo non corrisponde solo al bisogno di assecondare
aspettative economiche, ma anche persino – come
Alcuni trasferimenti da noi
se avvengono in un determinato arco temporale anziché in un altro più lungo,
assicurano meno, senza drammatizzare il concetto, la sopravvivenza perché il
diritto stesso all’assistenza sanitaria per molti versi passa attraverso una
configurazione ordinata delle infrastrutture e quindi ordinata alle aspettative
ed ai diritti delle popolazioni.
Sulla fascia ionica – se mi è
permesso – l’ha accennato il Presidente Dattolo ed io, se posso, ribadisco e
rafforzo le dichiarazioni che ha fatto. Lì insiste una condizione che chiama in
causa, evoca responsabilità diffuse, non so chi ne abbia di più ma certamente
il Governo nazionale, indifferentemente dalle colorazioni politiche che lo
hanno contraddistinto, ha peccato certo di distrazione - talvolta come diceva
il Presidente – verso
La fascia ionica: è stata
depauperata la linea ferroviaria, sono stati soppressi decine di treni, quelli
la cui soppressione definisce e chiarisce la mancata osservazione di alcuni
diritti.
Credo, in parte, nella
descrizione, nella lettura della relazione del Presidente che ci sono dei
tratti che possono incoraggiare a nutrire qualche ottimismo, ma ce ne sono altri
che deprimono alcune aspettative e qualche parola su questo è doveroso
spenderla.
Signor Presidente, credo che
in Calabria ciò che non bisogna fare – per far qualcosa di serio – sono
esattamente due cose: il ponte sullo Stretto e mi spiace dirglielo, ma
soprattutto l’aeroporto di Sibari.
Ho apprezzato nel corso della
lettura della sua relazione che quest’opera, fino a qualche mese fa prevista,
indicata o promessa con maggiore enfasi, ha conosciuto una sorta di
dequalificazione in una congettura progettuale.
Onorevole De
Masi, i dieci minuti sono finiti, non solo per un fatto regolamentare ma anche
per consentire ai colleghi del Partito democratico di
poter raggiungere Lamezia per partecipare all’importante impegno.
Sono
già passati i dieci minuti?
Siamo
già nei dieci minuti.
Mi
dà ancora due minuti? Abbiamo presentato un ordine del giorno che riguarda esattamente l’aeroporto.
Prego, continui, volevo solo ricordare i tempi previsti
dal Regolamento, anche, per rispetto dei colleghi e per dare ampio spazio al
dibattito.
Sono dell’idea - e mi scusi – di dover dire che, quando
si affrontano argomenti come questi, produrre questa catalogazione disciplinare
e contenere nell’arco di pochi minuti alcuni interventi che sono il frutto di
una sorta di lettura della realtà, la più appropriata ed onesta possibile, e
che risente anche, come avrete notato, di qualche passione che è tutta connessa
alla condizione di una intera comunità, francamente non è del tutto
accettabile.
Mi atterrò alle sue prescrizioni dicendo questo:
l’aeroporto di Sibari è stato nella congettura progettuale del Presidente
ridimensionato. Direi che occorre, prima di assegnare ad un aeroporto che deve
essere realizzato determinate funzioni, ristabilire quale siano quelle
dell’aeroporto di Crotone, e lo dico sulla base, anche, di interventi che
questa Giunta ha preannunciato di fare.
Si tratta di investimenti importanti verso
quell’aeroporto e sarebbe davvero paradossale ed insopportabile che uno scalo
aeroportuale che fruisce degli oneri di servizio che sono il riconoscimento di
una condizione infrastrutturale assimilabile ad un’isola, poi, venisse
sottratto e soppresso.
Allora – finisco davvero – sarebbe auspicabile e lo
sollecito con grande convinzione e forza che l’intermodalità non sia più una
sorta di suggestione e di descrizione semantica di un processo ma venga attuato
in maniera rapida perché la cosiddetta metropolitana leggera nel tratto che va
da Sibari a Crotone garantirebbe una fruibilità rapida da parte di quelle
popolazioni, di un aeroporto che c’è. Sarebbe francamente anche un po’
scandaloso doverne fare un altro atteso il fatto che dinanzi a questa
prospettiva è evidente che entrambi sarebbero destinati a fallire.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, prendo la parola nel corso di questo
dibattito sulla questione infrastrutture e trasporti che, come ampiamente
introdotto dal Presidente Scopelliti,
riguarda argomenti di strettissimo interesse per la popolazione calabrese.
Argomenti del quale il Consiglio regionale non può fare
a meno di occuparsi, perché sono argomenti che, soprattutto in questo ultimo
periodo, a causa dei tagli operati dal Governo centrale hanno preoccupato non
poco le popolazioni della nostra regione e che noi abbiamo il dovere di
rappresentare ed i cui interessi devono essere i nostri interessi.
Il Presidente Scopelliti ha fatto una relazione
approfondita ed ampia che ha riguardato tutti i temi della mobilità in questa
regione, dei trasporti e delle infrastrutture.
Naturalmente il Governo
regionale in questi due anni di attività ha cercato di impiegare risorse che
erano state, finora, non utilizzate e che avevano bisogno di essere liberate
per operare al servizio dei territori.
Plaudo ad alcune iniziative
come quella che definitivamente opererà il collegamento infrastrutturale viario
tra
Ora si tratta, finalmente, di
passare dalla discussione all’azione concreta perché finalmente i finanziamenti
almeno in totale, in toto per il tratto Firmo-Sibari e parzialmente per
il tratto Roseto-Sibari vi sono stati. Per cui, tra poco, potranno aprire i
cantieri e far sì che a nord la nostra regione ed in particolare l’Alto ionio
cosentino possa essere meglio collegato col resto d’Italia ed il resto d’Europa
attraverso infrastrutture viarie.
C’è poi la questione
dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria che è annosa e che rimane aperta sul
tavolo regionale anche se, francamente, non pare che
Tuttavia credo che un’azione
concreta e forte di contrapposizione nei confronti dell’Anas debba essere ancora
con maggiore determinazione condotta da questo Consiglio e dal Governo
regionale.
Ritengo che l’Anas debba dare
ai cittadini calabresi tutte le chance possibili in termini di mobilità
ed in termini di velocità di esecuzione dei lavori e degli appalti sulla
Salerno-Reggio Calabria, così come sulle altre infrastrutture viarie calabresi.
Credo che questo argomento,
il tentativo di portare in tempi brevi a conclusione i lavori della
Salerno-Reggio Calabria, debba essere un impegno prioritario anche negli incontri
futuri col ministro Passera.
Un’autostrada i cui lavori
durano da ormai 15 anni: necessariamente i lavori dovranno procedere
speditamente con il rispetto dei tempi che l’Anas si è data, vale a dire entro
il termine del 2013 per consentire collegamenti più rapidi all’interno della
nostra regione.
Vi sono poi altre
infrastrutture viarie sulle quali si è deciso di intervenire e tante altre
potrebbero essere oggetto di interventi, se ci dovesse essere necessità di una
rimodulazione anche dei finanziamenti previsti, di quanto previsto nei progetti
Por sui sistemi di mobilità.
C’è la questione dei servizi
ferroviari.
In queste ultime settimane
Trenitalia – lo diceva bene il Presidente Scopelliti – ha avuto un
atteggiamento negativo nei confronti della nostra regione, del nostro
territorio cancellando treni a lunga percorrenza di valenza storica per i
nostri corregionali che collegavano questa regione con il resto d’Italia. Uno
per tutti: il Crotone - Milano.
Di fatto moltissimi treni
soprattutto della tratta ionica sono stati cancellati e ciò ha reso quasi
inutile i collegamenti ferroviari su quella tratta.
Credo che questa sia una
grossa emergenza che fa sì che una parte del territorio calabrese, in
particolare la fascia ionica abbia grandi difficoltà di mobilità nei
collegamenti ferroviari.
Si potrebbe pensare ad un
collegamento, attraverso la trasversale Sibari-Paola, veloce, con la tratta
tirrenica per collegare la tratta ionica, e quindi i cittadini dell’area ionica
con il Tirreno e col resto d’Italia attraverso una metropolitana leggera, un
sistema di collegamenti veloci da Sibari a Paola.
In questo quadro c’è stata
fra le decisioni di depauperamento di Trenitalia un ridimensionamento della
stazione ferroviaria di Sibari che è il più grosso snodo ferroviario che esiste
sull’area ionica dopo Catanzaro Lido.
Credo che, anche questo
argomento debba entrare nell’agenda del Presidente Scopelliti e del consigliere
delegato Orsomarso, sul tavolo col ministro Passera.
Per quanto riguarda i
trasporti aeroportuali c’è da parte del Governo un attacco nei confronti del
sistema aeroportuale calabrese.
Si considerano alcuni
aeroporti calabresi, l’aeroporto di Reggio Calabria e l’aeroporto di Crotone,
non sufficienti in termini di numero di passeggeri per avere vitalità e proiezione
futura.
Questi credo siano argomenti
di chi ha una visione nazionalistica, centrale e non conosce probabilmente i
territori perché probabilmente sparato, proiettato improvvisamente in un
contesto nazionale e quindi non conosce le difficoltà di determinati territori.
Al Presidente Scopelliti do
atto di una decisione, insieme al Consiglio regionale ed insieme ai consiglieri
di maggioranza della provincia di Cosenza, relativa ad una ipotesi funzionale
per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari, project financing o
reperimento di finanziamenti, nel momento in cui il ministro Passera mostra
delle perplessità sulla ipotesi di realizzazione di un altro aeroporto in
questa regione. Credo che anche il ministro non abbia una visione chiara dei
contesti territoriali di questa regione.
La provincia di Cosenza è
quella più avanzata, più grande di questa regione. Nell’area di Sibari – non è
un problema di campanile – ci sono presenze turistiche per 1 milione 400 mila,
numeri del 2010 che sono stati in incremento anche nel 2011. Si chiede la
realizzazione non di un aeroporto che possa facilitare i collegamenti con il
resto d’Italia attraverso la continuità territoriale, ma un aeroporto che possa
collegare quella parte della Calabria, la provincia di Cosenza col resto
d’Italia e d’Europa per finalità turistiche - produttive.
Credo che questa decisione,
presa dal Consiglio regionale con un ordine del giorno approvato alla
unanimità, sia una decisione sulla quale non si può tornare assolutamente
indietro ma sulla quale bisogna necessariamente proseguire.
Presidente, chiudo dicendo
che su questi argomenti, su questi temi diamo atto al Presidente Scopelliti e a
chi ha lavorato con lui, dall’assessore Gentile al delegato Orsomarso, a coloro
i quali hanno lavorato anche negli uffici per il raggiungimento di obiettivi e
di risultati, sui quali il gruppo dell’Udc, i consiglieri dell’Udc dimostrano e
continueranno a dimostrare solidarietà sul cammino intrapreso.
Quel che si chiede è un
coinvolgimento in termini di maggioranza per quanto attiene alle decisioni, per
quanto attiene alla programmazione dei finanziamenti, perché questi sono gli
argomenti che interessano i nostri concittadini, sono gli argomenti dei quali
questo gruppo consiliare si vuol occupare e sono gli argomenti sui quali si
svolgono battaglie all’interno di questo Consiglio regionale, ma soprattutto
nell’interesse di coloro i quali ci hanno espresso. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio,
signor Presidente della Giunta, colleghi, noi
pensiamo che alcune premesse siano necessarie per affrontare bene questo tema.
La prima premessa, che ha una valenza
politica, ma non per fare polemiche, ma che abbiamo il dovere di affermare in
quest’Aula, è che il Mezzogiorno, quindi le infrastrutture, da anni non sono
all’ordine del giorno del Governo del Paese; soprattutto negli ultimi tre anni,
abbiamo avuto un Governo guidato dalle forze del Nord e tutta la parte delle
infrastrutture, che poi sono le più importanti, di competenza dello Stato è
stata completamente abbandonata.
Sono d’accordo con il ritrovato attivismo del Governo
regionale nell’avere un’interlocuzione con Roma, ma ci dovete consentire di affermare
che questo attivismo di interlocuzione con Roma è tardivo ed avviene solo da
quando c’è stato un cambio di Governo nel Paese. Che avvenga in questo momento,
non è di secondaria importanza – chiedo scusa per la voce – perché almeno negli
indirizzi di fondo, questo Governo nazionale sembra aver capito che se si vuole
far crescere l’Italia deve crescere il Mezzogiorno: regioni come
E c’è un indirizzo chiaro, a meno che le parole e gli
atti non abbiano nessun significato; c’è un Governo che ha istituito un
Ministero dello sviluppo e delle infrastrutture. Come leggete voi questo dato?
Noi, modestamente, lo leggiamo con la consapevolezza, finalmente, che, se non
si investe nelle infrastrutture, per il Mezzogiorno non c’è speranza.
Non è una novità di poco conto, perché tutte le forze
politiche sono state attraversate da un certo modo di concepire lo sviluppo e
per anni noi abbiamo ascoltato sermoni, provenienti anche dalla parte da cui io
parlo, che dicevano che le infrastrutture non servivano per lo sviluppo. Oggi,
questo è ammesso, quindi ben venga, finalmente, l’interlocuzione fra
Apro una parentesi: trovo corretto che all’incontro
partecipino tutti i deputati di tutti i gruppi politici (anche perché questo
Governo è appoggiato in modo particolare dal Partito
democratico e dal partito del Popolo della libertà), oltre il
Presidente, l’assessore Gentile e il delegato, che è questa figura innovativa
che è stata inventata in Calabria e che non trova riscontro in alcun atto
statutario; non sarebbe stato sbagliato avere anche una presenza ed una
rappresentanza del Consiglio regionale rappresentativa di tutta l’Aula.
Dico questo perché la seconda considerazione che intendo
fare è che noi riusciremo ad affrontare il problema e a portare a casa qualche
risultato se finalmente ragioniamo in termini generali. Ho grande stima dell’amico
consigliere Gallo, come di altri consiglieri, ma se stasera noi ci spendiamo
nel dibattito, in particolare io che non ho voce, per indicare pezzi del
problema, ritengo che sarebbe un errore. Noi dobbiamo, finalmente, ragionare in
termini regionali, perché è vero che potremmo avere un Ministero sensibile al
Mezzogiorno, però questa sensibilità si riscontra e avviene nel periodo più
nero dell’economia italiana, quando le risorse sono estremamente ridotte.
Talché, ragionare in termini di visione regionale è l’unica strategia che ci
può consentire di raggiungere qualche risultato.
Terza premessa: ormai mi pare che nessuno possa
continuare a vivere sulla illusione del ponte sullo Stretto, per cui in un momento di congiuntura economica
negativa, ove per realizzare quell’opera ci fossero realmente dei fondi, questi
fondi potrebbero essere utilizzati per le cose che noi andremo a proporre.
Detto questo, faccio due considerazioni e chiudo.
E’ fuor di dubbio che il sistema infrastrutturale
calabrese si basa sulla dorsale tirrenica, autostrada e ferrovia, e poi sul
Tirreno il nodo di Gioia Tauro, che – lo stiamo dicendo – può essere
Sulla dorsale tirrenica, arrivati a
Gioia Tauro, c’è il problema del nodo intermodale; la dorsale ionica,
ammodernamento della “
Il sistema aeroportuale: vorrei
avere un aeroporto sotto lo scalone di ogni casa calabrese oppure un porto o
una stazione ferroviaria! Cari colleghi, questo non è possibile.
Se questi sono i problemi,
consentitemi due considerazioni. La prima:
Il problema è di stabilire, su
queste emergenze, su che cosa puntiamo; il Presidente Scopelliti non si può
presentare a Roma con un elenco della spesa, perché faremmo la solita figura
dei calabresi che vanno con il cappello in mano e che non sono in grado di
avere una politica regionale e di fare delle proposte concrete.
Per concludere il mio intervento, se
le priorità sono in quello scenario che abbiamo disegnato, la tirrenica,
ferrovia, autostrada, 106 e l’utilizzazione ottimale della ferrovia ionica, le
trasversali ferroviarie e quelle stradali, troviamo una sede in cui, in un
confronto, stabiliremo delle priorità che tutti portiamo all’attenzione del
ministro Passera.
Non lo so se questo si può fare
stasera nell’Aula del Consiglio o, forse, è più opportuno tenere una seduta ad
hoc della Commissione competente con
una proposta di partenza della Giunta sulla quale discutere, individuando pochi
punti da sottoporre all’attenzione del Governo, oppure un’apposita riunione dei
capigruppo in questa direzione; personalmente, preferirei dare spazio
all’organo tecnico che è
Ultimissima
considerazione, caro Presidente Scopelliti: ho seguito diligentemente il tuo
intervento, ma – diciamo la verità – ci vedo una continuità notevole con le
battaglie fatte anche dal centro-sinistra, perché poi, a ben vedere, le opere
che stanno per partire sono le due metropolitane e gli altri due grandi
progetti, che – se vogliamo essere onesti – sono iniziative che sin dagli
albori hanno seguito le comunità locali e poi
Ho
sentito il Presidente farci un sermone sull’utilizzo dei fondi Fas. Se sono 3
mila gli interventi, convengo che sia una enormità, però c’è un’altra verità
che dobbiamo dire in quest’Aula: la vostra rimodulazione con riferimento alle
metropolitane non è stata una scelta, è stata una necessità, nel momento in cui
il Governo Berlusconi ha sottratto i fondi Fas. Certo, il Por aveva questa
impostazione – parlerà Maiolo meglio di me –: interventi finanziati con il Fers
e con il Fas, ma la rimodulazione non è avvenuta sulla scelta degli interventi,
è avvenuta perché il Governo centrale ha sottratto alle Regioni meridionali
quella parte di finanziamento che doveva venire con il Fas.
A
proposito di questo aspetto, faccio voti che l’assessore Gentile segua
personalmente la vicenda delle metropolitane, in modo che noi non rischiamo che
questi interventi che appartengono – si può dire – a tutta l’Aula di questo
Consiglio non vadano a buon fine. Caro assessore Gentile, siccome voi avete fatto
la scelta di dare alle metropolitane il ruolo di interventi strategici, questi
interventi seguono la vita del Por e, nel momento in cui si dice che una cosa è
strategica, non si può cambiare in corso d’opera, altrimenti si assiste alla
confessione dell’inesistenza di quella strategicità.
I
colleghi che mi seguiranno saranno più puntuali di me, ma invito a meditare
sulla conclusione di questo dibattito, da cui deve uscire, finalmente, la
cultura del regionalismo.
Dobbiamo
presentarci a Roma con interventi mirati che possano ottenere i finanziamenti e
non con una frittata, in cui ci mettiamo un po’ di tutto per accontentare le
provenienze territoriali di noi consiglieri regionali.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Magno, ne ha facoltà.
Ritengo che sia stato importante, ai fini
del dibattito odierno, il lavoro che ha svolto
Penso che il contributo che, in questo arco di quasi due
anni di amministrazione della Presidenza Scopelliti, ha dato, anche, il
consigliere Orsomarso, seguendo su
delega del Presidente la questione dei trasporti, ci abbia consentito, oggi, di
tenere un dibattito all’interno di questo Consiglio regionale che ci permette
di poter guardare due aspetti: la questione
della programmazione rispetto a quella che è l’attività nell’ambito
dell’intermodalità dei trasporti regionali; la programmazione futura delle
problematiche individuate.
Dall’altro canto, però, c’è anche la
questione relativa agli interventi da realizzare affinché – come diceva prima
il consigliere Principe – si possa lavorare su un progetto complessivo che riguardi i trasporti regionali, visti nel
contesto di quelli che sono i problemi della nostra regione. Lì si può lavorare
soltanto attraverso un piano specifico dei trasporti che, di fatto,
Penso che anche le questioni poste in questi
ultimi giorni, nell’ambito della
problematica dei trasporti, che sono partite dalla soppressione dei treni
calabresi, abbiano visto un confronto diverso rispetto al passato a livello
governativo, se è vero che, durante
l’inizio di questa legislatura, il Presidente Scopelliti più volte è stato interlocutore con il ministro Mattioli e con il
ministro Fitto rispetto alla problematica delle infrastrutture e della spesa
dei fondi europei.
E’ vero che, nel momento in cui c’è
un Governo nuovo, un Governo tecnico, diverso rispetto al passato, si è vista
la necessità che il Presidente Scopelliti si confrontasse col Governo nazionale
non più da solo come Presidente della Regione, ma che fosse accompagnato anche
dalla deputazione calabrese di centro-destra e di centro-sinistra, che
sostenesse fortemente la battaglia relativa al ruolo di Ferrovie, di Rfi, di Trenitalia, rispetto a quelli che sono gli
aspetti dei trasporti all’interno della nostra regione. Ci voleva una forza bipartisan
per affrontare questa problematica. Ed è vero che questo aspetto è stato
colto da alcuni deputati e senatori del Pd, ma altri deputati e senatori del Pd
si sono resi latitanti rispetto a questa problematica, mentre – guarda caso –
si ritrovano insieme su altre questioni che riguardano il Consiglio regionale o
alcuni aspetti di questa Regione.
Ritengo
che la deputazione debba stare vicina in caso di problematiche e cercare di polemizzare
di meno, rispetto a questioni che potrebbero mettere in difficoltà questo
Consiglio regionale e l’intera Regione. Ai nostri deputati noi chiediamo un
maggiore impegno sui problemi, sugli aspetti che fanno sì che questa regione
non vada avanti e non incontri il cammino del progresso regionale, invece di
andare a polemizzare e a guardare altre questioni.
Penso che
oggi questa seduta debba servire a mettere insieme una serie di aspetti: uno
riguarda le linee strategiche su cui muoverci nei prossimi mesi, rispetto a
tutte quelle che sono le questioni poste già in quest’Aula stamattina, nel
contesto degli aspetti dello sviluppo infrastrutturale della nostra regione.
C’è stato il Por, elaborato dalla precedente amministrazione, in parte già
rimodulato proprio per le cose che si dicevano, poiché mancavano i fondi Fas ed
alcune opere strategiche che potevano dare una svolta allo sviluppo di questa
regione. Nella rimodulazione sono state riviste alcune progettazioni, sono
stati scelti quattro grandi progetti strategici, su alcuni di questi quattro
progetti strategici c’è il parere positivo della Comunità europea e della Bei,
su altri ancora si devono pronunciare definitivamente
Dobbiamo
stare attenti rispetto a questi progetti, affinché gli stessi vengano messi in
cantiere, perché altrimenti rischiamo che, poi, sui progetti strategici, si
possano perdere i finanziamenti finalizzati a poter realizzare le quattro opere
strategiche della Calabria; se ritardiamo in quelli che sono i processi di
spesa, rischiamo, poi, di perdere i finanziamenti.
Su
questo, assessore Gentile, un richiamo alla Giunta regionale affinché definisca
al più presto le problematiche sorte a livello di Comunità europea, in modo
particolare per la metropolitana di Catanzaro, che in questi giorni è sotto
visione della Bei riguardo la fattibilità del progetto, ma anche rispetto ad
altre questioni che riguardano le altre opere. Vogliamo accelerare i tempi per
quanto riguarda l’opera relativa all’aeroporto di Lamezia, la metropolitana di
Cosenza, Cosenza-Rende, e l’altro progetto strategico relativo alla
Gallico-Gambarie che deve essere al più presto messo in cantiere, per
consentire di realizzare questa importante opera?
Vorrei,
però, chiedere anche alla Vicepresidente Stasi, notizie in merito a quanto ho
letto sulla stampa in riferimento al cofinanziamento che si doveva dare alle
Ferrovie dello Stato per l’elettrificazione e l’ammodernamento della tratta
ferroviaria Lamezia Terme - Catanzaro. Da notizie che ho letto sulla stampa,
sembra che una parte del finanziamento che era contemplato all’interno del Por
per questo ammodernamento sia stato dirottato su altri tipi di intervento,
mentre una piccola parte rimane relativamente a questa tratta per circa 1
milione di euro utile per la realizzazione di uno studio di fattibilità.
Questo
dato lo utilizzerò per richiamare un aspetto importante, che deve essere
contenuto in un eventuale documento che oggi questo Consiglio regionale deve
elaborare e che deve sottoporre poi anche a Rfi e a Trenitalia: il problema
inerente lo sviluppo intermodale dell’area centrale della Calabria. Questo tema
è stato messo da parte, ultimamente, perché abbiamo focalizzato l’attenzione su
altre problematiche infrastrutturali di questa regione, in modo particolare sul
porto di Gioia Tauro, sull’area dello Stretto, sulla questione delle
metropolitane, sull’aeroporto e sulle trasversali.
C’è un
problema grosso che oggi interessa l’area centrale della Calabria e che
riguarda l’ammodernamento della rete infrastrutturale di quest’area, nel senso
che, dopo l’alluvione che c’è stata nel 2011 e che ha visto cadere il ponte che
si trovava sulla tratta Lamezia - Catanzaro, oggi, di fatto, questa tratta
ferroviaria non esiste più. Dopo la caduta del ponte nessun intervento è stato
programmato da parte delle Ferrovie dello Stato su questa tratta ferroviaria.
Inoltre, sapete che è una tratta ferroviaria importante, perché collega l’area
centrale dei servizi di Catanzaro, l’area di Crotone, l’area del Soveratese e tutta
l’area ionica, per potersi legare a quello che è il nodo infrastrutturale e
ferroviario di Lamezia Terme.
Ritengo,
su questo, che sia necessario porre un attimo l’attenzione, affinché un
importante intervento sia realizzato, nel senso che va completato
l’ammodernamento della ferrovia, interrotto a Settingiano, va completata la
parte da Settingiano fino a Lamezia, va prevista l’elettrificazione di questa
parte della ferrovia, se non il raddoppio della linea ferroviaria, per pensare
alla costruzione della futura metropolitana Catanzaro - Lamezia, che aiuterà
fortemente il piccolo snodo di metropolitana di Catanzaro, affinché possa
esserci il numero necessario di passeggeri per consentire che nell’area
centrale della Calabria possa nascere realmente una metropolitana. Altrimenti,
oggi, per come sono messe le cose, l’unica metropolitana fattibile all’interno
di questa nostra regione è relativa soltanto all’area Cosenza-Rende, che ha il
numero di passeggeri utili per avere un investimento economicamente adeguato
rispetto a quelli che sono i parametri della Bei e delle altre agenzie
finanziarie che fanno la valutazione degli investimenti.
Se non
cominciamo a pensare a questo, rischiamo di costruire un qualcosa su cui, poi,
perderemmo complessivamente tutta quella che è la visione di una struttura che,
invece, ha necessità di avere, da una parte, l’investimento, ma dall’altra
anche la valutazione sulla fattibilità di quell’investimento.
Oggi
lancio questa problematica e vorrei che questo aspetto fosse sottoposto alla
riflessione all’interno del dipartimento trasporti, affinché si possa valutare
bene questa situazione e questa problematica che esiste al centro della
Calabria.
Per
concludere, ritengo, inoltre, che oggi questo Consiglio regionale, come detto
in parte nel suo intervento dall’onorevole Principe, debba realizzare un
documento comune su questi aspetti relativi al problema infrastrutturale. E’
vero che è stato costituito il Ministero dell’economia e delle infrastrutture,
perché è vero che le infrastrutture sono una parte dello sviluppo, nel senso
che senza infrastrutture non c’è sviluppo di una regione.
Oggi la
regione Calabria ha fortemente bisogno di avere una politica e una strategia
che affrontino insieme sviluppo delle infrastrutture e sviluppo dell’economia,
per potersi reinserire nei contesti di sviluppo dei corridoi europei e nei
contesti di sviluppo di questa regione, per agganciarsi al Centro e al Nord
Italia e rispondere a quelle che sono le esigenze dei calabresi.
In questo
contesto, un documento unitario penso che possa aiutare non soltanto
Ha chiesto
di intervenire l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, credo che la
seduta di Consiglio regionale di quest’oggi
rappresenti un punto importante per avviare un percorso che ripristini i
termini giusti della vicenda del trasporto locale e
del trasporto dalla regione verso il resto del nostro Paese, ma ad una
condizione: rischiamo di abbaiare alla luna se non affrontiamo una questione
dirimente, che è quella del ruolo e del rapporto della Calabria e del
Mezzogiorno col resto del Paese.
I dati che sono stati esposti quest’oggi, e prima in
Commissione ambiente e territorio in due giornate di audizioni, sono la testimonianza che
E’ un dato drammatico, siamo fuori dalle
grandi direttrici del trasporto privato e pubblico del nostro Paese e
dell’intera Europa. Se la più grande infrastruttura che attraversa la regione,
Riteniamo quest’opera prioritaria?
Come ci presenteremo all’incontro col Governo nazionale rispetto a questa
questione? Sarà una delle priorità? Sarà la madre di tutte le battaglie l’
impegno del Governo a reperire risorse necessarie nel giro di qualche mese?
Altrimenti, rischiamo di fare filosofia, oggi.
Così per quanto riguarda l’altra
questione. Trenitalia, nel
Mezzogiorno, investe il 12 per cento del suo bilancio, in Calabria solo il 3
per cento. E’ ancora possibile? Questo significa riduzione dei servizi, come il
fatto che il materiale rotabile utilizzato per la nostra regione sia degli anni
1960 e 1970; se noi andiamo a vedere gli intercity che sono stati
costruiti negli anni 1970, se guardiamo gli espressi anni 1970 e 1980, se
guardiamo anche l’Eurostar, è materiale rotabile degli anni 1980.
Perché
questo accade? Perché non si investe allo stesso modo come si investe nelle
altre parti del nostro Paese. Noi non chiediamo più risorse a Trenitalia, ma
quelle che spettano alla Calabria e al Mezzogiorno. Questa, secondo me, è
un’altra grande priorità.
Ho fatto
questi esempi perché al tavolo che ci sarà prossimamente col Governo nazionale
dobbiamo battere i pugni, altrimenti saremo condannati ad avere 21 treni di
lunga percorrenza tagliati, ad avere le difficoltà per l’aeroporto di Crotone e
di Reggio Calabria ed a vedere storcere il naso per il nascituro aeroporto di
Sibari. Dobbiamo rimettere
Poi,
dobbiamo saper fare la nostra parte, perché questo è quello che chiediamo al
Governo nazionale; la classe dirigente calabrese deve dimostrare di essere in
grado di fare la propria parte, a cominciare dal fatto di passare ad approvare
un nuovo Piano regionale del trasporto pubblico locale calabrese, uno strumento
che è vecchio negli anni, in cui permangono sprechi e clientele, dovuti al
fatto che ci sono sovrapposizioni su molte tratte e su alcune direttrici. Se un
treno parte alle 8 e 5 minuti da Roccella a Reggio Calabria e un pullman parte
da Roccella per Reggio Calabria alle 8 e un quarto si verificano troppe
sovrapposizioni totali, ma ci sono anche molte sovrapposizioni parziali.
Dobbiamo,
quindi, fare un nuovo Piano per utilizzare meglio le risorse che abbiamo, un
nuovo Piano che ci permetta di rendere più efficienti i servizi, anche perché i
dati in nostro possesso, relativi ai servizi che effettua Trenitalia e quelli
del trasporto pubblico locale, dimostrano come questo servizio faccia acqua da
tutte le parti, sia un colabrodo: nel gennaio 2012 sono state soppresse da
Trenitalia, traffico interno alla Calabria, 271 corse; il 14 febbraio 2012,
Trenitalia ha soppresso 175 corse. Questo dimostra come il servizio del
trasporto pubblico locale effettuato da Trenitalia non sia efficiente, vi sono
troppe soppressioni che rendono vana e difficile la mobilità interna nella
regione; va rivisto il contratto di servizio con Trenitalia e va affrontata la
grande questione che riguarda come tradurre le scelte in termini di maggiore
efficienza e di qualità e confort dei materiali rotabili.
C’è
un’altra grande questione: Ferrovie della Calabria patrimonio per questa nostra
regione, che, però, se rapidamente non inverte una rotta diversa da quella che è
in itinere, rischia di entrare in una profonda crisi già nel mese di
giugno, come ci è stato detto e documentato ampiamente in Commissione.
Anche
qui, il socio unico di Ferrovie della Calabria è un Ministero. In questo
Consiglio regionale abbiamo preso alcune misure: l’accordo con i sindacati per
la riduzione del costo del lavoro, il mutuo di 20 milioni di euro; questo non è
sufficiente, perché dobbiamo capire chi si accolla il debito. Poi, vedremo se
sono 80 o 100 milioni, ma un’azienda che ha un debito di queste dimensioni
rischia di non farcela, nonostante le operazioni che si sono fatte di riduzione
dei costi e di investimenti.
Non
possiamo fare morire Ferrovie della Calabria in silenzio. E’ una priorità per questa
amministrazione regionale, per questa Giunta porre al tavolo nazionale il fatto
che sia il Ministero a farsi carico dei debiti e dare corso, successivamente,
all’accordo del 2000, che prevede il passaggio delle quote alla Regione
Calabria? Credo che questo sia un altro nodo che dobbiamo sciogliere, un’altra
questione dirimente su cui dobbiamo fare chiarezza e vedere se ci sono i
termini e la possibilità di un accordo unanime del Consiglio regionale su
queste questioni.
Penso che
uno spiraglio ci sia. C’è la possibilità di individuare le giuste priorità
rispetto alla questione del trasporto e della mobilità che è strategica per una
regione, per un intero Paese.
Sono
pervenute indicazioni importanti anche nella Commissione e mi auguro che – e
questo lo chiedo al Presidente Scopelliti – al più presto
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Ritengo che dovremmo affrontare in maniera attenta
questo dibattito,perché
il tema dei trasporti e delle infrastrutture è decisivo per lo sviluppo della regione.
Credo,
cari colleghi, che dovremmo partire da un dato: in questi anni
Negli ultimi anni, il Governo aveva stilato una lista di
dieci opere fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese; di queste dieci
opere fondamentali, ne aveva inserita una soltanto nel Mezzogiorno, ed era il
ponte sullo Stretto di Messina. Ovviamente, come si è ben visto, le altre nove
opere saranno cantierizzate o, comunque, sono molto avanti nella progettazione;
il ponte sullo Stretto è scomparso dai radar
della politica nazionale. Per fortuna, dico, perché sono stato sempre contrario
a un’opera inutile che è l’ennesima beffa per la nostra regione, per il nostro
Mezzogiorno. C’è la dimostrazione provata che un Governo, soprattutto con
Tremonti e Berlusconi, ha pensato di non prevedere nessuna opera pubblica per
il Mezzogiorno d’Italia oltre a scippare i fondi Fas ed al contempo realizzare
una serie di operazioni che sono state finanziate al Nord. E non è nemmeno un
caso, colleghi, che l’alta velocità si fermi a Battipaglia, nonostante ci sia
un corridoio, il corridoio Berlino - Palermo, che dovrebbe collegare l’Europa;
l’alta velocità muore, per incanto, a Battipaglia e l’Unione europea decide di
non mettere questa opera pubblica nelle opere fondamentali da finanziare.
Ho detto tutto questo per un motivo importante,
Presidente Scopelliti, perché il Governo Prodi, quando ha deciso nel 2006 di
abbandonare la costruzione del ponte sullo Stretto come opera pubblica
fondamentale, aveva deciso di destinare i fondi stanziati dal Cipe per
realizzare le opere pubbliche in Sicilia e in Calabria assegnandole per il 70
per cento alla Sicilia e il rimanente 30 per cento alla Calabria.
Con questi fondi - erano 1,2 miliardi destinati alla
Calabria con opere pubbliche importanti che erano state già stabilite dal
Governo - si doveva realizzare il tratto della statale “
Ora, noi chiediamo – l’ha detto già
il collega Sandro Principe come capogruppo del Partito democratico – al
Presidente della Giunta di attivare un tavolo con il Ministro dei trasporti ed
il Ministro dell’economia, perché questi fondi che il CIPE ha stanziato, 6,2
miliardi di euro, per il ponte sullo Stretto non vengano destinati, come
vogliono fare, ad infrastrutture per tutto il territorio nazionale.
Noi dobbiamo pretendere, come era
stato fatto da Prodi e come vi chiediamo noi in questa mozione, che queste
risorse vadano investite per Calabria e Sicilia, perché è giusto, è sacrosanto
che queste zone d’Italia, che hanno più carenze di infrastrutture e non sono
state inserite nelle 10 grandi opere pubbliche da fare nel nostro Paese,
abbiano queste risorse per poter costruire un altro modello infrastrutturale.
Ribadisco, quindi, al Presidente
della Regione di attivarsi – l’abbiamo fatto come gruppo nella mozione che
abbiamo presentato – da subito affinché queste risorse, che sono state già
bloccate e destinate dal CIPE al ponte sullo Stretto, attraverso un tavolo
tecnico, vengano ad essere destinate a Calabria e Sicilia, come aveva fatto il
Governo Prodi.
Il Governo Berlusconi, poi, aveva
deciso di stanziare quei soldi per cacciare l’Ici sulla prima casa e per fare
altre operazioni. Noi chiediamo che queste ingenti risorse possano servire allo
sviluppo della nostra regione, partendo dall’opera pubblica fondamentale, che è
l’alta velocità sulla linea Battipaglia - Reggio Calabria, altrimenti saremo,
di fatto, tagliati fuori dalle grandi linee di comunicazione.
Un altro punto importante, secondo
me, è quello degli aeroporti. Starei molto attento alla politica che si intende
realizzare sugli aeroporti; c’è già grossa difficoltà negli aeroporti
calabresi, regge soltanto quello di Lamezia, ad oggi, fra tante difficoltà;
Crotone e Reggio sono in difficoltà perché, secondo il Ministero, gli aeroporti
che non faranno 1 milione di passeggeri durante un anno solare rischiano il
declassamento e di essere tolti dalle grandi direttrici del trasporto aereo.
Credo,
quindi, che dobbiamo stare attenti, dobbiamo
lavorare affinché questi aeroporti vengano ad essere sviluppati. L’aeroporto di
Reggio, per esempio, ha due grandi difficoltà, Presidente Scopelliti:
nell’avvicinamento all’aeroporto, ci sono degli standard di sicurezza arcaici
che non hanno più ragione di esistere,
che rendono per le compagnie aree molto costoso l’addestramento dei piloti che
devono atterrare a Reggio Calabria, impedendo, di fatto, che la charteristica
possa arrivare nello scalo reggino; come dibattiamo da anni, l’aeroporto di
Reggio Calabria potrebbe servire due regioni, Calabria e Sicilia, ma il pontile
che doveva collegare l’aeroporto di Reggio Calabria con il porto di Messina,
consentendo all’utenza messinese di fare il check in direttamente a
Messina, è fermo, è bloccato.
Su questo
bisogna intervenire e, poiché parliamo di trasporto pubblico locale, è giusto
rilevare che quest’aeroporto potrebbe avere – cosa unica e rara in Italia,
perché solo Roma e Palermo hanno questa possibilità – la stazione ferroviaria
all’interno dell’aeroporto. Reggio Calabria, per una questione logistica,
giacché l’aeroporto e la ferrovia sono a un tiro di schioppo, potrebbe avere
questa possibilità, che consentirebbe attraverso il servizio metropolitano a
una vasta zona, soprattutto della ionica reggina, ma anche della tirrenica, di
poter arrivare rapidamente nell’aeroporto dello Stretto.
Credo che
queste siano opere fondamentali, che voi non avete inserito nel Piano e che noi
riteniamo, invece, vadano inserite, se vogliamo realmente avere la possibilità
di cambiare le cose in Calabria.
Quando si
andrà dal Ministro Passera, credo che non gli si dovrà dire: “Ci avete
cancellato dieci treni, rimettetecene qualcuno e la partita è finita”. Non
serve a niente, credo che sia inutile, da questo punto di vista; bisogna
andare, secondo me, con un’azione più incisiva.
Nei mesi
scorsi,
Ritengo
che non si debba andare a piangere da Trenitalia, dobbiamo andare a dire
chiaramente che, se non ci sono le condizioni, poiché
C’è una
nuova società che si sta affacciando, che partirà da marzo, ce ne saranno
altre.
Onorevole
De Gaetano, il tempo a sua disposizione è scaduto.
Si
faranno gare d’appalto, si potrà fare una gara d’appalto e altre società, anche
internazionali, potrebbero partecipare ed offrire un servizio più decoroso alla
Calabria.
Nell’elenco
che ha fatto il Presidente Scopelliti l’ultimo punto riguarda le infrastrutture,
ne manca una che, secondo me, è fondamentale. Lei ha fatto riferimento alla
trasversale delle Serre, e su questo siamo d’accordo; anche noi, come Giunta di
centro-sinistra, l’abbiamo finanziata, in parte quell’opera è andata avanti
grazie al nostro lavoro. Credo, però, che ci sia un’altra trasversale
importantissima che dovremmo finanziare, che è la trasversale Bovalino-Bagnara,
fondamentale per lo sviluppo del territorio, perché potrebbe toglierebbe
dall’isolamento interi paesi che hanno grosse difficoltà economiche e sociali e
anche problemi di criminalità organizzata. Sto parlando di Platì, di San Luca,
di Careri, tutti paesi che uscirebbero da quell’isolamento storico che ha
favorito questi fenomeni e potrebbero costituire un nuovo sviluppo anche
turistico per quella zona.
Vorrei
ricordare soltanto un aspetto: quando è stata fatta la superstrada ionica da
Rosarno a Marina di Gioiosa, quelle zone della ionica erano ancora
turisticamente poco sviluppate. Negli ultimi vent’anni, da quando la strada è
stata aperta, quelle zone si sono sviluppate in maniera esponenziale.
Quest’opera, secondo me, è fondamentale ed il capogruppo l’ha inserita nella
nostra mozione.
Presidente
Scopelliti – ovviamente questa è una critica costruttiva per fare – credo che
quest’opera sia fondamentale per lo sviluppo di quelle zone e di quella parte
della provincia di Reggio Calabria che, tra l’altro, è la zona più povera
d’Italia, purtroppo. Allora, noi dobbiamo inserire nel Piano la realizzazione
di queste infrastrutture per far uscire dall’isolamento e porre le basi per
favorire le condizioni di sviluppo economico per la nostra regione.
Ha chiesto di
intervenire l’onorevole Orsomarso, ne ha
facoltà.
Penso che mai come in questo periodo, in Calabria, si
stia discutendo di trasporti, vuoi per delle emergenze che non dipendono da noi
– e farò un breve cenno, secondo me, alle responsabilità di dinamiche nazionali
– ,vuoi perché c’è una crisi che riguarda direttamente i trasporti, ed anche su
questo – lo dico spesso ai colleghi di maggioranza, quindi penso di poterlo
dire, con grande rispetto, anche a quelli di minoranza – noi dobbiamo, quando
si entra su temi specifici, essere bene informati, altrimenti rischiamo o di non
fare bene il nostro lavoro di consiglieri regionali o, come scrive qualcuno – e
non mi sembra sia così – che non vi sia opposizione, non vi sia minoranza.
Penso che, invece, questa minoranza, questa opposizione
sia puntuale su questi temi e, così come è giusto fare oggi, è puntuale
sull’esigenza di tenere una seduta di Consiglio regionale per interrogarsi
unitariamente sulle priorità infrastrutturali e dei servizi.
Purtroppo, avviene successivamente all’incontro tenuto
con il Ministro Passera, nel quale, però è stato coinvolto l’intero arco
istituzionale della deputazione calabrese: c’erano i rappresentanti del Pd,
l’onorevole De Sena, mancava l’onorevole Minniti, ma c’era l’onorevole Laratta,
diciamo i rappresentanti della maggioranza e della minoranza, per condividere
un documento, elaborato dagli uffici tecnici dell’assessore Gentile e
dell’assessore Mancini, da portare all’interlocuzione con il Ministro Passera;
l’ho ricordato, anche, al capogruppo Principe, che giustamente sottolineava che
ci sarebbe potuta essere una sensibilità maggiore da parte del Presidente del
Consiglio o della Giunta per informare, anche se la stampa ha riportato un
resoconto preciso.
Ho letto da qualche parte ieri, che mentre qui ci si
riuniva, a me non è sembrato, la Cgil stava tenendo un sit in; non ho visto che il Consiglio l’altro giorno fosse
assediato da chicchessia, tra l’altro la Cgil…
Adesso non so se è più merito loro o nostro, perché da
quando ci siamo insediati abbiamo cercato – i risultati li vedremo fra cinque anni
– di occuparci di trasporto in Calabria, di intermodalità, di costruire un
nuovo Piano regionale dei trasporti.
Il sindacato è stato incontrato più volte e
sull’argomento anche tutta la deputazione calabrese ha trovato un accordo
sostanziale che non è un accordo del tipo “non ti faccio opposizione”. No,
insieme, con il loro contributo ma anche di tutte le forze sociali che vanno
dagli stake holders di riferimento
che sono i sindaci agli operatori di settore che abbiamo sentito in
Commissione, grazie all’audizione richiesta dal collega Dattolo, si tratta per
capire, stante la situazione di drammaticità delle risorse, come si possa
intervenire.
Ricordo a questo Consiglio regionale, avendo approvato
nei termini il bilancio, che abbiamo dei problemi che riguardano le risorse per
il trasporto pubblico locale, quindi dovremo andare incontro a forme di
razionalizzazione; c’è gente che lavora e che fa un servizio pubblico; abbiamo
il problema di Ferrovie della Calabria, di cui parlerò a breve, ed un miliardo
di altri .
E’ ovvio che si tratta di una interlocuzione nuova.
Devo darvi la mia impressione onesta sulla mia prima
esperienza ad un tavolo di confronto governativo con un Ministro che incontra
l’intera deputazione calabrese, il Presidente con i dirigenti dei trasporti. Ho
trovato un Ministro molto attento che in modo serio - anche rispetto alle cose
che leggiamo sulla stampa in cui si riporta “ah, Passera ci ha trattato così” -
ha preso la relazione in cui in testa a
quella lista, a quell’elenco concordato con tutta la deputazione calabrese, ci
sono, di fatto, i 2,8 miliardi per il completamento della Salerno - Reggio
Calabria e tutte le priorità che il Presidente ha già ben elencato.
Ed il Ministro Passera cosa dice
nell’incontro? Non dice “beh, ci siamo incontrati, ecco qua”, dice “va bene,
abbiamo registrato priorità che sono di medio e lungo periodo, cioè
investimenti e priorità che riguardano emergenze”.
Fra tre settimane ci rincontreremo
nuovamente per capire cosa deciderà questo Governo.
A meno di smentite che saranno nei fatti, quindi, saremo noi a fare sit in insieme a tutti, saremo pronti a
incatenarci, ma il nostro dovere è governare come minoranza e come maggioranza.
Capiremo questo Governo che dice, e
mi sembra un fatto dovuto.
Fa bene il consigliere Guccione a
sottolineare dati che noi abbiamo già sottoposto ai tavoli tecnici del
Ministero che, molto spesso, non dialogano neanche bene con la politica, perché
molti ministri non sono nemmeno bene informati su tante situazioni. Si parla di
investimenti per 50, 60, 100 miliardi di euro e, per sapere se sarà vero o
meno, dovremo soltanto attendere questo Governo che ritiene importante, per lo
sviluppo dell’Italia, l’infrastrutturazione di un nuovo Mezzogiorno.
Concordo con il consigliere
Guccione, benché io non voglia utilizzare termini forti in Consiglio, ma sono
arrabbiato quanto e di più di intere generazioni di calabresi che aspettano da
tempo. La mia memoria mi riporta a quando andavo a Roma in macchina con la mia
famiglia, avevo cinque, sei anni, quell’autostrada non era completata e non lo
è ancora adesso.
Secondo me, questa legislatura non
vedrà gli investimenti di questo Governo, ma alla fine dei cinque anni ai
calabresi non potremo dire che l’elettrificazione della linea ferroviaria,
l’alta velocità, il completamento della Salerno - Reggio Calabria non ci sono
stati per questo; dobbiamo unire, agli investimenti che guardano al futuro,
quindi all’impegno di una politica seria, che deve essere la nostra politica e
quella del Governo che ci governa, anche la programmazione del breve periodo.
Rispetto al breve periodo, la prima
esigenza che si è posta è quella - il Presidente Scopelliti ha già annunciato
che faremo ad aprile una conferenza con tutti i sindaci, gli stake holders – di realizzare un nuovo
Piano regionale dei trasporti, anche perché, rispetto a questo annuncio la
gente che ci incontra per strada, soprattutto me che mi occupo di questa
materia, chiede chiarimenti.
Consigliere Guccione, il problema
non è, quindi, nominare un assessore – l’ho detto anche al Presidente
Scopelliti – ma quello di creare un assessorato ai trasporti; gli assessori già
ci sono e potranno condividere, rispetto al lavoro che stanno già svolgendo,
anche questa delega.
Il problema è creare quella
struttura.
Fare un nuovo Piano regionale dei
trasporti significa avere risorse umane capaci di realizzarlo , perché nel
settore trasporti, oggi, in Calabria abbiamo tredici dipendenti, di cui due
soli laureati, portati da noi, ed adesso sono arrivati due ingegneri, uno dei quali,
l’ingegnere . Giuseppe Pavone, è dirigente del settore. Inviterò, poi, i
giornalisti a vedere come stiamo operando in termini di risorse umane nel
settore trasporti; è finita da poco una selezione per prendere personale in
grado di coadiuvare l’attività, quindi ingegneri e gente che ha studiato per
fare questo .
Vi chiedo se, in questi anni, un
tema così importante potesse essere
governato da una struttura con tredici dipendenti, di cui due soli laureati, mentre
abbiamo altri settori in questa Regione in cui ci sono 80 dipendenti; anche questo è il tema, perché le richieste
che arrivano dal territorio sono infinite, ognuno dice “ah, ho bisogno di
trasporto”, e vanno rimodulate sulla base delle risorse disponibili e di una
nuova programmazione.
Vi faccio
un esempio che riguarda la navetta Cosenza – Lamezia che si chiama “al volo,
che – chi è di Cosenza la conosce più di chi proviene dalle altre province –
rappresenta un fatto positivo; la posso citare perché non è un’opera del
centro-destra, ma è frutto della programmazione del centro-sinistra. E’
dimostrabile che quella navetta si regge da sola, con i costi, in termini di
servizio. Ovviamente, sono costi ancora alti, perché penso che costi circa 30
euro. E’ ovvio che se a quel tipo di trasporto noi dessimo un contributo anche
minimo di 100-200 mila euro, costerebbe molto meno e sarebbe efficace.
Chi ha
studiato quel sistema di trasporto e l’ha messo in campo certamente sarà stato
un ingegnere ai trasporti, un economista, uno statistico. E’ mancato, purtroppo,
in questi anni alla Regione Calabria chi potesse programmare i trasporti in
modo tecnico.
Quando mi
sono recato per la prima volta al dipartimento trasporti – non mi stancherò mai
di ricordarlo a me stesso e all’opinione pubblica calabrese – immaginavo ci
fosse almeno un documento che indicasse, a chi si deve occupare dei trasporti,
dove stanno i treni e dove vanno gli autobus. Non erano pubblicati neanche gli
orari dei trasporti! A chi è un po’ esperto qualche dubbio viene del perché non
si pubblicano nemmeno gli orari, però dobbiamo guardare avanti.
Fatte
salve queste criticità che sono evidenti e sull’esigenza di avere, in una
regione che è scollegata, migliori trasporti e quant’altro, dobbiamo darci
delle priorità rispetto agli investimenti – l’ha detto bene tutta la minoranza,
quindi vi ringrazio per il contributo – e nell’interlocuzione col Governo è
necessario indicare l’autostrada e gli aeroporti.
Anche
riguardo al tema dell’aeroporto della Sibaritide – perdonatemi, si trova nella
mia provincia - volete che io non debba responsabilmente dire alla gente che ci
ha votato “sì, certo, per noi è importante, facciamo una manifestazione di
interesse”? Però, è ovvio che non ci possiamo scandalizzare se qualcuno,
soprattutto un Ministro, ti guarda e dice “ne stiamo per chiudere due in
termini di priorità”, eppure noi abbiamo avviato una manifestazione di
interesse; questo riguarda il futuro, però adesso abbiamo delle emergenze.
La prima
emergenza si chiama Ferrovie della Calabria. La ricordava bene il consigliere
Guccione, perché abbiamo sentito in audizione i suoi rappresentanti. Perché
Ferrovie della Calabria è importante? Perché è una delle aziende più importanti
della Calabria, ha mille dipendenti, sta trasportando negli ultimi anni, anche
se male, i calabresi e ha un problema: questa azienda – per essere chiari e
darvi un’informazione precisa – negli ultimi anni ha incassato in un contratto
di servizio con la Regione Calabria 44 milioni di euro, ma è costata negli
ultimi sette anni 56 milioni di euro.
Abbiamo,
quindi, accumulato un deficit strutturale nell’indifferenza di chi si è
succeduto, perché era un problema che dovevamo aggredire all’inizio, dovevamo
bloccarlo all’inizio. Non sono per colpevolizzare, ma qualcuno non se n’è
occupato, poi qualcuno ci dirà se siamo stati più bravi o meno bravi. Oggi
abbiamo un problema e questa interlocuzione che Guccione chiede c’è stata;
abbiamo tenuto trentasei riunioni presso il ministero con i nostri tecnici;
l’ho finanche ricordato al Ministro Passera, risultando forse un po’ fuori
luogo alla fine dell’intervento del Presidente.
C’è
un’emergenza che non può attendere e si chiama Ferrovie della Calabria.
Il
Governo, che è socio unico e nomina il consiglio di amministrazione, che incide
su quel management, non ha vigilato su quelle spese; poi si parla di
sprechi, non so, qualcuno valuti, noi dobbiamo parlare di efficienza.
Quell’azienda
oggi è ritornata ad essere efficiente economicamente, con un accordo anche
sindacale e che riguarda il management; i costi sono di 44 milioni di
euro, ma abbiamo un problema del debito che fa sì che questa azienda,
nonostante la Regione paghi completamente e puntualmente con trimestralità
anticipata, nonostante la contrazione del mutuo da parte della Regione, rischi
– come diceva bene Guccione – di portare a giugno i libri in tribunale, perché
chi doveva fare la propria parte, cioè il Ministero, cioè il Governo, non ha
detto nulla rispetto ai milioni che dovevano aggiungere. Se io ho un’azienda
che è mia ed ha il capitale sociale eroso, non funziona più, devo o
ricapitalizzarla o chiudere, e noi provocatoriamente abbiamo detto che siamo
pronti anche a fare una bad company: vi tenete i debiti,
istituiamo un’azienda calabrese e ci assumiamo tutto il personale.
Ripeto:
saremo giudicati sull’efficacia delle cose che faremo e, se non altro per
l’impegno, per l’onestà intellettuale, voglio dire a chi ieri governava ed oggi
sta all’opposizione e domani potrebbe governare che vedo molto populismo su
alcuni temi, molto pressappochismo su alcuni temi. Non possiamo derubricare le
questioni trattandole così, né potete dire che noi siamo responsabili di un
fallimento di Ferrovie della Calabria, per dire “non mi interessa nemmeno
parlare di quello”. Noi dobbiamo essere seri e convergere su tutta una serie di
questioni che hanno urgenza. Allora uniamoci.
Noi
abbiamo tenuto trentasei riunioni, abbiamo fatto centomila cose, adesso sembra
che si annunci un sit in che assedia – io non ho visto nessuno che
assediava – e sembra che gli altri stiano facendo quello che noi insieme non
abbiamo fatto. E’ dovere vostro quanto dovere nostro .
Penso che
in questi due anni siano state realizzate tante cose per aggredire i problemi,
attenzionarli; poi, ovviamente, bisogna risolverli, come giustamente diceva
Guccione, non possiamo continuare a dire “la Calabria dimenticata”ed anche su
questo dobbiamo raccontare come funziona la battaglia sulla lunga percorrenza.
Leggo
qualcuno che dice “ah, Vendola ha già avuto i treni”. Fesserie, perché anche su
questo l’informazione deve essere corretta: hanno tagliato la lunga percorrenza
in tutta Italia e sapete come funziona? L’abbiamo detto al tavolo, definendo il
Presidente Moretti – non mi stancherò mai di dirlo – un uomo solo al comando
che bada soltanto ai suoi interessi, a quelli della sua categoria, a qualche
investimento che ha pensato per il Nord. Lì succede che arrivano 7 mila pagine
di contratto per il trasporto nazionale.Poi le Frecce d’argento sono tutt’altra
cosa, perché sono treni che sono sul libero mercato, quindi potrebbero tenerle
un po’ di più, ma se non si pagano, non possiamo stabilire che ci devono
mettere questi treni a forza. Moretti prende 7 mila pagine, dice al Governo
“grazie del contratto” e poi da solo, senza il controllo di nessuno - c’è solo
un controllore che è un funzionario del Ministero dell’economia - decide gli
investimenti da fare, le tratte che si devono tagliare, non ha nemmeno il
buongusto di dire, in una stagione di difficoltà economiche – e ci sta – “sai,
dobbiamo tagliare qualche servizio”, ma ti chiama e dice: “Sai, ti taglio
questi”. Avremmo potuto decidere insieme che potevamo mettere una contribuzione
regionale in più, inventarci qualcos’altro, avremmo messo gli elicotteri per
quella fascia ionica che è tagliata a zero.
Quindi,
sono incazzato quanto voi e più di voi, perdonatemi, mi è scappato il termine;
però dobbiamo stare sul pezzo, cioè la Calabria non ha avuto negli ultimi anni
grandi leadership, al di là degli uomini impegnati dobbiamo interrogarci
su come un’intera classe dirigente, non ci servono necessariamente grandi leader.
Ne parlavo prima con il Presidente Loiero, noi abbiamo definito la sua
esperienza come incapacità nel governare, così penso l’abbiano definita anche i
calabresi.
La
Calabria deve essere frontalmente attrezzata per dire basta a gente come
Moretti, che prende quel contratto di servizio, non ha controlli parlamentari,
non ha controlli ministeriali e decide di quel pacco di 7 mila pagine, di un
investimento di circa 1 miliardo e 600 milioni, di fare quello che vuole. Non
deve essere concesso a nessuno, che si chiami Moretti, che si chiami Ciucci per
quanto riguarda l’Anas.
Questa è
la battaglia da fare ed è ovvio che non dobbiamo gridare, dobbiamo stare sul
pezzo.
Unitamente
a questo – ripeto – ben venga un documento che delinei oggi, anche dalle vostre
osservazioni, quali sono le priorità, che sono sicuramente autostrada, porto di
Gioia Tauro, la lunga percorrenza dei treni e, se è possibile, anche dei treni
un po’ veloci e più adeguati; bene anche i dati che citavano l’inadeguatezza
delle carrozze. Insieme a questo c’è quello che possiamo fare noi in Calabria.
Ho
un’altra amarezza, poi: non so se è l’amarezza della determinazione, della
grinta o del giovanilismo, però ci sono anche delle cose che offrono dei
risultati positivi in Calabria, ma non c’è mai la good news, c’è sempre
la cattiva notizia, tristissima, come i tagli dei treni, tristissima come tutte
le notizie a cui ci hanno abituato negli ultimi dieci anni.
Il nostro
impegno, nessuno l’ha scritto – e perdonatemi se voglio rivendicarlo oggi – è
anche sulle piccole cose con Trenitalia: Trenitalia non portava treni nuovi in
Calabria – parlo del trasporto regionale – da dodici anni e c’era poco da
festeggiare per un treno nuovo, che tra l’altro è un restyling importante
di alcune carrozze sulla tratta Cosenza-Reggio, eppure prima di firmare il
contratto di servizio nuovo l’abbiamo richiesto ed è arrivato. Ne verranno due
– ci dicono – anche a fine febbraio.
C’è un
altro problema che riguarda, poi, anche le distribuzioni di risorse nazionali.
Alla Conferenza Stato-Regioni la distribuzione delle risorse nazionali, cioè la
“pila” – per intenderci, detta alla calabrese – che ci mandano per i treni ha
avuto una nuova distribuzione; ti dicono che non sarà distribuita più come una
volta col criterio storico, te la daranno in funzione degli adeguamenti a una
serie di indici che noi abbiamo cercato di adeguare, anche indici impopolari.
Regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, che sono esempio
sempre di buona amministrazione, di buon trasporto, sono già al quarto
adeguamento tariffario al contrario di noi; lo Stato ti dice: “Se non vi
adeguate con la contribuzione dei cittadini che pagano anche il biglietto”… E
noi, per quanto sia una scelta impopolare, per il trasporto pubblico locale su
gomma e su treno, l’abbiamo fatto.
Ti dicono
che un altro indice di premialità è l’acquisto di materiale rotabile, e
perdonatemi – lo dico anche alla stampa – noi abbiamo fatto una delibera di
acquisto di materiale rotabile per 9 milioni di euro, che è diventata delibera
ad ottobre.
E’ ovvio
che quella delibera è un fatto sostanziale, cioè è un fatto di programmazione
che sta lì, dovendo partecipare a una gara complessiva che fa Trenitalia a
livello nazionale per acquistare 600 milioni di treni e conviene perché con
quei 9 milioni di euro acquistiamo qualche “Minuetto” in più.
E vi dico
anche, rispetto a una serie di strumenti pratici, che ci sono cose che
offendono i calabresi, a prescindere che oggi governiamo noi e ieri governavate
voi; è uno scandalo vedere ancora corse di autobus che passano da un paese
all’altro e portano zero persone, una o due persone, e quella linea, magari, è
stata istituita perché, non essendo stato fatto un nuovo Piano regionale dei
trasporti, c’era l’aggiustamento random: se il consigliere Mirabelli era
assessore e gli chiedevano una linea da Rende, gli diamo una linea a Rende e,
così, ancora, chiunque fosse.
Su queste
cose noi siamo intervenuti, imponendo nel contratto di quest’anno, che è un
atto amministrativo, il controllo satellitare delle flotte, che è uno strumento
semplice, mentre prima c’era l’omino che usciva a controllare. L’Università
della Calabria sta studiando il protocollo per adeguare uno strumento tecnico a
tutti gli autobus ed entro tre-sei mesi avremo uno strumento che non solo è di
informazione e ci dirà con la biglietteria elettronica quante persone salgono,
ma anche di controllo. Anche questo è un piccolo passo in avanti per fare che
cosa? Per fare insieme il nuovo Piano regionale dei trasporti.
Anche mia
madre mi chiede, quando torno a casa: “Ho letto, l’avete fatto?”. Un Piano
regionale dei trasporti non si fa così, non è soltanto con l’annuncio. Abbiamo
infrastrutturato computer, ingegneri ai trasporti, che sono stati selezionati,
ascoltando i bisogni del territorio che è mutato, valutando insieme le risorse
disponibili, considerato che da un giorno all’altro ti cambiano i riferimenti
legislativi, fai le gare, non le fai, tutto il resto. Non le ho fatte io le
sovrapposizioni degli autobus, né io né voi, nascono da anni di incuria, di non
programmazione.
E’
arrivato il tempo di dire insieme basta a questo ed è ovvio che quel Piano
debba essere molto tecnico e realizzato da chi è più competente di noi.
Anche
un’altra cosa, un’altra perplessità che da subito mi è nata – noi dobbiamo
essere una regione turistica, ce lo dicono da quando avevamo i pantaloni corti
–: non c’è un taxi in Calabria. Allora ci dobbiamo interrogare su come
incentivare le politiche dei taxi.
Tutto questo
diventa il Piano regionale dei trasporti ed è ovvio che noi saremo bravi tutti
insieme, noi che governiamo un po’ di più o in meno a seconda del risultato, se
fra sette mesi, che è il tempo necessario, consegneremo alla Calabria un
sistema di trasporti in cui, se c’è un treno che percorrerà Reggio-Cosenza per
l’università e dieci autobus che coprono la stessa tratta, verranno fatte delle
scelte precise: o togliamo il treno o togliamo l’autobus, tanto per fare un
esempio.
Onorevole
Orsomarso, il tempo a sua disposizione è già scaduto.
Ho
finito, mi sono dilungato un po’ di più.
Per
chiudere, ci sono degli elementi di positività di lavoro e li rivendico con
forza e con orgoglio, piccoli risultati che comunque rappresentano il bicchiere
mezzo pieno. Il bicchiere mezzo vuoto è l’interlocuzione col Governo e tutto
quello che in termini di investimenti e scelte sicure, quello che ha annunciato
il Presidente di concentrare gli investimenti su alcune opere, scelte nei
servizi, riusciremo a fare insieme.
Ribadisco
che noi consiglieri regionali dobbiamo avere la capacità di essere più precisi
nel gestire le informazioni e nel darle, perché altrimenti in mezzo ci sta
soltanto il populismo. Il populismo non serve a noi e permettetemi di dirvi che
non serve neanche a voi.
Vi
ringrazio.
La parola all’onorevole Maiolo.
Signor Presidente, ho atteso per il mio intervento, pur
avendo chiesto di intervenire prima, perché, malgrado gli impegni politici del gruppo del Partito
democratico di cui il Consiglio era a conoscenza, noi siamo qui a garantire un
giusto dibattito istituzionale.
Il capogruppo del Partito democratico, nel suo
intervento, ha detto chiaramente qual è lo spirito con cui noi affrontiamo
questo dibattito e, soprattutto, quello che ci
auguriamo possa avvenire dopo questo dibattito. Il consigliere Principe
auspicava un regionalismo più stringente su questioni fondamentali: da oltre
cento anni i libri di storia parlano dell’arretramento del Mezzogiorno rispetto
al resto del Paese in materia di infrastrutture e mi pare che il tema sia
proprio quello trattato dal consigliere Principe,
anche se devo dire con molta chiarezza – ma non lo faccio per rispondere alle
polemiche inutili che ancora stasera vengono fatte in quest’Aula – che, in tema
di programmazione delle infrastrutture del Mezzogiorno, pensare che tutti i
ritardi e le responsabilità attengano ad una programmazione di due anni,
ammesso che i contenuti siano quelli espressi dal Presidente della Giunta regionale,
è veramente fuori dalla strada che noi dovremmo percorrere.
E lo è anche il modo in cui ci presentiamo oggi al
dibattito, con una relazione – me lo consenta il Presidente – in cui io non ho
trovato una proposta; la si vuole costruire assieme? mi fa piacere, ma di fatto
è una fotografia – ed uso un termine a lui molto caro rispetto al passato – in
bianco e nero rispetto alla situazione di difficoltà, di necessità. E vedo
anche che viene messa in evidenza una nuova interlocuzione con il Governo
nazionale.
Ancora pochissimi secondi per dire – è nella storia
recente che appartiene a noi, a quelli che siamo qui – che noi avevamo una
programmazione nazionale e comunitaria sulle infrastrutture che è nata con il
Governo Prodi e con un cabina di regia su infrastrutture e sviluppo, che è
durata, ovviamente, il tempo in cui quel Governo ha potuto governare avendo la
maggioranza in Parlamento. Essa è finita nel momento in cui al governo del
Paese è tornato nuovamente il Presidente Berlusconi, che dal 2008 al 2011 ha
cancellato l’interlocuzione con il Mezzogiorno e con la Calabria, se si fa
eccezione per incontri di parte politica, più che di contesto regionale e
nazionale, in cui si annunciava, in occasione della inaugurazione di gallerie
autostradali, che la nostra autostrada sarebbe stata completata nel 2005, che
il ponte sullo Stretto sarebbe stato costruito il giorno dopo, che tutti i
problemi erano risolti: tutto questo senza nessuna interlocuzione reale con le
Regioni.
Infatti, non so a quale Fas (Fondo per le aree
sottoutilizzate) il Presidente Scopelliti si riferisca, perché nel Par-Fas (Programma Attuativo Regionale
- Fondo per le aree sottoutilizzate) che noi conosciamo, che la maggior
parte dei consiglieri che facevano parte anche della precedente legislatura ha
approvato all’unanimità in questo Consiglio, non c’erano 3 mila interventi;
c’era un Fas che metteva il 70 per cento delle risorse nelle quattro azioni
cardine.
Quindi, è stata notificata l’ammissibilità di quel
programma, che, pertanto, era coerente con quanto
previsto dalle linee di indirizzo del Governo.
Oggi, spuntano questi giudizi infondati su una questione
che non era assolutamente quella, che era un pilastro di una programmazione unitaria
che non è cambiata, perché quella è la programmazione unitaria, non c’è stata
modifica; è stato detto che si è cambiato metodo, ma il nostro metodo era quello che è nelle carte, che è quello di chi esercita
il governo delle risorse finanziarie pubbliche con lo stesso spirito di chi
amministra le risorse della propria famiglia, di mettere un’opera a
cofinanziamento da più fondi. Ma non perché c’è confusione, ma perché noi
sappiamo che ci sono tante difficoltà a realizzare, a progettare, a mettere in campo
quelle opere e le scadenze delle rendicontazioni e delle programmazioni
finanziarie richiedono dei tempi. Quindi, questo metodo di programmazione che è
stato quello nostro, di attingere a più fondi, è di garanzia per le finanze
pubbliche della Regione Calabria.
L’unica cosa – che sia chiaro anche a chi ha ascoltato
dalla tribuna stampa – che è stata fatta in questo inizio di legislatura, è
un’azione che ha descritto – io non dovrei dire nulla – in maniera molto
corretta il consigliere Magno anche se non so quanto sia stato ascoltato dai
banchi del Governo.
Le critiche che il consigliere Magno fa alle azioni di
questa Giunta regionale sono superiori a qualsiasi forma di opposizione, ma
sono quelle vere, perché – guardate – l’unica azione fatta è stata il
finanziamento interamente Fesr, quindi togliendo la quota Fas, perché il
Governo Berlusconi non l’ha finanziato e ha trasformato i Fas nella favola del
Piano Sud, cioè del “piano piano Sud”, vale a dire “non mandiamo risorse al
Sud”, perché ancora oggi, anche nella relazione del Presidente Scopelliti, c’è
scritto: “Poi, quando diventeranno fatti concreti, vedremo”.
Il Piano Sud è finito. C’è un’altra interlocuzione?
Dobbiamo farla tutti assieme? Noi siamo d’accordo, però non si può dire che c’è
stata in Calabria una Giunta regionale che ha sfasciato tutto; “noi abbiamo
aggiustato tutto” e non si è toccato nulla. L’unica cosa che è stata tolta l’ha
detta il consigliere Magno: è stato messo in crisi un disegno sui trasporti
che, comunque, in piccolo avevamo espresso in quel programma che era, per
esempio, costruire in questa
regione un sistema di metropolitana
regionale, che significava, però, dire una cosa importante – e lo dico da
cosentino – perché quando si pensa alla Calabria, non si dovrebbe pensare a spostare
le risorse sul proprio territorio, perché solo questo io noto nelle modifiche
della programmazione.
Beh, che
Catanzaro Lido, Catanzaro Germaneto e Lamezia Terme costituiscono un nodo
importante se si vuole fare un sistema organizzato in questa regione, lo deve
dire uno di Catanzaro o è una cosa importante per la Calabria?
Se in
questo disegno inseriamo le metropolitane leggere e se questo disegno fosse
stato mandato avanti come noi l’abbiamo impostato ed avviato – e l’ha ricordato
il consigliere Principe – forse questo piccolo sistema poteva funzionare anche
se forse avrà bisogno di modifiche e di accorgimenti. Certo, noi abbiamo
previsto di acquistare il materiale rotabile, perché è nell’idea che anche noi
facciamo la nostra parte e che, per esempio, diciamo che Ferrovie della
Calabria può diventare gestore di questo materiale.
Tutte
queste cose, queste idee e queste possibilità sono state cancellate, a parole,
e non sono state sostituite da altre negli scritti e si dice che si è cambiato
tutto. Io non ho visto nessun’altra modifica, se non lo spostamento delle
risorse necessarie per presentare i quattro grandi progetti, di cui uno
soltanto non era previsto, la Gallico-Gambarie, mentre gli altri erano tutti
progetti attivi rispetto alla programmazione e all’avvio progettuale. Ma,
attenzione, se si smonta la Lamezia-Catanzaro Lido, tutto questo sistema non
funziona; la metropolitana di Catanzaro – lo ha detto il consigliere Magno e lo
ripeto – non so se si regge.
Per cui
non vorrei che i grandi progetti, alla fine, fossero serviti solo per il
beneficio, di cui tutti abbiamo goduto come calabresi, di non perdere 100
milioni di euro al 31 dicembre 2011, perché questo fino ad ora abbiamo
conseguito con la presentazione dei grandi progetti; ma se crolla quell’asse di
collegamento, anche la metropolitana di Catanzaro non si regge.
Allora,
averli presentati come grandi progetti, cosa significa che la Commissione
europea valuta questo programma e le valutazioni sono oggettive e prescindono
dalle valutazioni anche politiche di necessità di riequilibrare i territori;
queste valutazioni fino in fondo non vengono fatte dalla Commissione europea.
Allora il
disegno qual è? Il disegno delle priorità? C’è stato un incontro, c’è stata
un’interlocuzione con questo Governo che ha fatto una scelta condivisa,
condivisibile, infrastrutture e sviluppo assieme, ma noi come interloquiamo con
questo Governo e con questa impostazione? Beh, quando abbiamo visto compiere
alcune scelte nel settore dei lavori pubblici con direttori generali che
avevano esperienze in un certo ambiente, avevamo pensato che anche qui si
facesse un assessorato e un dipartimento lavori pubblici, infrastrutture, molto
più ampio, eccetera.
All’ottimo
consigliere Orsomarso, a cui dobbiamo essere grati, perché fa dei trasporti
un’azione sistematica quotidiana, vorrei dire che non esiste un’interlocuzione
con un Governo forte per alcuni aspetti, ma debole rispetto all’interlocuzione
con i territori. Ci possiamo presentare senza un’idea, senza priorità e,
magari, dicendo una cosa che abbiamo detto noi, che hanno detto prima quelli di
noi, che faremo un grande piano delle infrastrutture, un grande Piano dei
trasporti.
Tutto
questo non c’è, non lo possiamo fare, e ricordiamoci che è un Governo che
durerà, se va bene, sette-otto mesi in più rispetto ad oggi, quindi ci saranno
alcuni incontri, alcune discussioni, ma poi tutto si fermerà.
Allora,
in Calabria, noi che vogliamo fare? Vogliamo continuare come abbiamo fatto fino
ad oggi, con l’Apq (Accordo di programma quadro) di Gioia Tauro che non è
passato dalla Commissione consiliare e non c’è una discussione di merito da
nessuna parte? Facciamo le sedute dei Consigli regionali per dire che abbiamo
affrontato il tema dei trasporti?
Allora,
se c’è una nuova fase politica, che mi pare che, anche per altri termini,
necessariamente si debba aprire in questa regione, perché non siamo più nella
condizione di quello che abbiamo alle spalle, dei due anni precedenti, qui nessuno
può procedere in direzioni assolutistiche che hanno dimostrato la reale
difficoltà e debolezza. Su questo noi ci vogliamo confrontare.
C’è la
possibilità di affrontare il tema dei trasporti fino in fondo? Si vuole
arrivare a condividere delle priorità reali? Si vada in Commissione, si
continui un lavoro di merito e di approfondimento e si arrivi a proposte che
siano condivise e che possano avere il sostegno unanime della Commissione, così
come è avvenuto nella precedente legislatura, e poi si costruisca
l’interlocuzione politica con il Governo nazionale. Ma l’interlocuzione
politica coesa che si cerca, la si deve costruire anzitutto in questo Consiglio
e nel lavoro della Commissione, non con lo scambio o con la minaccia; andando
nel merito e comprendendo quello che si vuole fare, che bisogna costruire un
sistema che riguarda i calabresi, che affronta le questioni con la difficoltà
con cui l’abbiamo affrontata noi nel passato, a volte, non risolvendole.
C’è la
volontà di farlo assieme? Noi siamo disponibili, che non significa essere
opposizione arrendevole, tutt’altro! Qui c’è il problema che sono finiti due
anni di legislatura e non ci sono stati fatti concreti nella programmazione,
non nella realizzazione – io non sto qua a chiedere che fine ha fatto il
cronoprogramma dei lavori annunciati, eccetera, non sto a dire questo, abbiamo
avuto esperienza e sappiamo cosa significa – parlo della programmazione: la
programmazione comunitaria non è stata toccata, non c’è stata una modifica con
l’impostazione che si annuncia essere diversa, non c’è nulla di nuovo.
C’è la
necessità di una ripartenza politica in termini di rispetto e di elevazione fra
maggioranza e minoranza, di priorità che riguardano complessivamente i
calabresi e, soprattutto, di evitare quelle che sono le manfrine strumentali
sui territori, e lo dobbiamo dire tutti, centro-destra e centro-sinistra; però,
non si possono più scrivere nell’elevazione le stesse favole che il Governo
nazionale ha scritto sul ponte, diciamo “facciamo fare ai privati cose che il
pubblico ritiene che non si debbano fare”. Diciamo “non si possono fare”.
Su
questo, io penso che il confronto, se è corretto, possa essere avviato. Se non
è corretto, non è che se sui problemi dei cittadini, dei quali non riusciamo ad
impostare la soluzione, non c’è confronto e non c’è dialogo, ci può essere
sulla questione politica e sui temi fondamentali quali la legalità? E no, non
ci può essere.
Allora,
il terreno di confronto deve essere una nuova volontà di interlocuzione
corretta e costruttiva, a prescindere da sicumere che non hanno più legittimità
politica di essere portate avanti.
Grazie,
onorevole Maiolo, soprattutto per essere riuscito a svolgere il suo intervento
nei dieci minuti previsti.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Intervengo anch’io su questo tema
che, in
verità, – chi lo ha detto aveva ragione – è annoso. Voglio ringraziare anch’io
la Commissione per il lavoro svolto.
Mi rendo
conto che questo è un problema difficile, complicato, che di tanto in tanto
affiora, però voglio dire che il Presidente ha svolto una relazione
ottimistica, infarcita di futuribile, di molte cose da fare e sarebbe utile che
si potessero fare, però sono convinto che le cose non sono semplici, che noi dobbiamo
fare i conti tenendo fortemente i piedi per terra, perché – faccio solo un
esempio – nei prossimi vent’anni, come spesso non si dice, se non
allusivamente, i governi, che saranno chiamati a gestire la cosa pubblica nel
nostro Paese, saranno costretti a fare una manovra di circa 40 miliardi l’anno
per venti anni.
Ora, noi
speriamo che molte cose si possano fare mettendo in moto competitività e
sviluppo. E’ possibile, ma se non sarà così, noi avremo lacrime e sangue
davanti a noi e in Calabria, nel Mezzogiorno in maniera particolare, dove i
morsi della crisi non si avvertono ancora, ma si avvertiranno di qui a poco.
Per cui non sarà facile portare avanti tutta questa coreografia, di cui abbiamo
avuto la rappresentazione oggi in Consiglio.
E poi –
ripeto un concetto che ho espresso in Conferenza dei capigruppo e che ho
sentito anche in quest’Aula – noi l’abbiamo avuto il tempo in cui alcune
richieste, alcuni impegni potevano essere assunti da parte del Governo
nazionale. Vi era il momento in cui c’era un Governo politico eletto – come
spesso dite voi – dai cittadini, dal consenso dei cittadini, e il consenso più
è ampio, più permette una discrezionalità delle scelte della politica. Queste
cose si potevano fare, ma non sono state fatte e noi sappiamo qual è ora la
funzione del Governo tecnico: è quella del rientro del debito, che non sarà
facile.
Quindi,
anche questo discorso della riduzione del Fas …
La
riduzione del Fas l’ha attuata il Governo Berlusconi. Ho sentito, addirittura,
che nelle prime conferenze dei Presidenti si è avallata anche l’idea che l’85
per cento che il Fas, giustamente, attribuisce alle zone sottoutilizzate, fosse
un flatus vocis su cui si poteva passare sopra. Questo mi è stato
riferito. Non è così, questa è la posizione del Nord, non può essere la
posizione del Sud.
E poi,
amici, per il Piano per il Sud, avete memoria della cifra che hanno portato
avanti Berlusconi, Monti, tutti i ministri, venivano nel Mezzogiorno …? Erano
cento miliardi il 26 novembre del 2010. Poi sono diventati 60, poi 50, poi di
fatto evaporano. Ma le risorse sono state sottratte al Sud, questa cosa non
possiamo dimenticarla, ancorché ci sia oggi al Governo un Esecutivo tecnico.
Noi con
il Fas, destinato – ripeto – per l’85 per cento al Sud, abbiamo fatto operazioni
di finanza pubblica, abbiamo pagato l’Ici che, in gran parte è al Nord, abbiamo
pagato gli ammortizzatori in deroga, l’Abruzzo, le quote latte. Sono tutti gli
indirizzi che la Lega Nord ha imposto e che noi abbiamo subìto senza dire una
parola, ma non solo la parola dei ministri, la parola dei Presidenti del Sud,
non hanno detto una parola. Mi sono stupito quando il Presidente Scopelliti,
due mesi fa, ha detto: “Beh, adesso che non c’è la Lega, qualche cosa si può
fare”. No, no, voi dovevate farla allora, non adesso che c’è il Governo tecnico
che ti può dire “io devo rientrare dal debito”.
Queste
cose le voglio dire, perché anche in questa occasione, nell’incontro che avete
avuto con il ministro Passera, vi voglio ricordare che nelle stesse ore e negli
stessi giorni il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci incontrava Monti
e i suoi ministri e lo stesso faceva il Presidente della Sicilia.
Lo dico
perché è importante e qualcuno ha ricordato – ogni tanto noi, come
centro-sinistra, abbiamo un ritorno di memoria inconsulta – che c’è stato un
Governo Prodi che ha istituito un tavolo istituzionale solo per la Calabria.
Naturalmente, ha ricevuto le proteste di tante Regioni del Sud, ma l’ha
mantenuto. Certo, è durato pochissimo e male, perché ha avuto problemi di
sopravvivenza ogni giorno, ogni settimana, ma quello era l’impegno.
Ora, al
di là di questo libro dei sogni, le risorse che abbiamo a disposizione sono
così poche che potremmo trovare un accordo qua dentro. Certo che lo potremmo
trovare.
Ho
ascoltato l’intervento del consigliere Orsomarso che reputo una persona di
qualità, lo voglio dire pubblicamente; anche se lui ha parlato di capacità di
governo,voglio dire che il governo che ho presieduto ha fatto delle cose
importanti ed io sto preparando un libricino – spero di avere il tempo di farlo
– per dimostrarvi che forse solo su un tema voi siete andati al di là degli slogan
dell’inizio, ma siete tornati tutti a fare le cose che abbiamo fatto noi e
queste cose le pubblicherò.
Al
consigliere Orsomarso voglio dire, anzi più che a lui, al Presidente e alla
Giunta: la sua posizione, rispettabile, ho detto anche di qualità, non si può
identificare così come viene identificata. Il consigliere Orsomarso faccia
l’assessore, ma non può stare in questa posizione. Noi abbiamo bisogno di
interlocutori che siano la Giunta, il Presidente della Giunta, che sia il
singolo assessore. Lo dico per la Calabria. Non vorrei danneggiarlo oltre
misura, però lo dico per la Calabria.
Ora, c’è
un’altra cosa che vorrei dire: quali sono queste opere di cui parla il
Presidente Scopelliti, che noi avremmo frantumato? Tutte queste grandi opere
sono state immaginate e programmate da noi e siamo arrivati ad un dipresso dal
finanziarle.
Mi ricordo
che, nel 2009, volendo aspettare anche l’opera di Reggio Calabria, ho invitato
ad un tavolo largo, dove c’erano tante di queste persone che ci sono qua
dentro, a fare in fretta, perché Reggio era in arretrato. Le dico queste cose:
le due metropolitane, l’aeroporto di Lamezia, l’aerostazione l’abbiamo
immaginata, come è giusto, noi. E anche sulla trasversale delle Serre, io sono
contentissimo di ascoltare il Presidente Scopelliti dire che la finanzierà.
Intanto, noi l’abbiamo finanziata e vorrei chiedere al Presidente: perché siamo
bloccati da due anni sulla trasversale? Sono due anni che i lavori sono
bloccati. Su questo dovete dare una risposta.
Un’altra
questione che è stata sfiorata credo che l’abbia affrontata il capogruppo del
Partito democratico Principe: ma del ponte non se ne parla più?! Avete una
posizione sul ponte? Ho seguito con grandissima attenzione la relazione del
Presidente Scopelliti, ma del ponte – non vorrei essermi sbagliato – non ne ha
parlato. Quindi, si rinuncia, come è giusto, senza polemiche? Io non voglio
entrare nella polemica tra ecologisti e realisti, ma – diciamo la verità – in
questo contesto di privazioni, c’è qualcuno in quest’Aula, indipendentemente
dall’appartenenza politica, che può pensare che il ponte sia ancora utile? C’è
qualcuno del pubblico, della stampa? Non era utile ieri, figuratevi oggi!
Perché noi dobbiamo per forza stilare una gerarchia dei bisogni di questo
territorio, in uno scenario che è di crisi, e sappiamo quali sono gli
interventi: l’autostrada 106.
Voglio
ricordare che, senza che ci fosse questa crisi, nel 2007, con il ministro Di
Pietro, con l’allora Presidente della Regione Sicilia avevamo diviso queste
risorse per il ponte e, poiché naturalmente era una suddivisione per estensione
del territorio, circa 2 miliardi li prendeva la Sicilia e noi prendevamo circa
900 milioni di euro. Erano 900 milioni di euro che venivano suddivisi, definiti
con il concorso delle Province per la viabilità secondaria, per l’autostrada
Salerno-Reggio Calabria.
Ora, voglio
dirlo al Vicepresidente che sarebbe davvero uno scempio, adesso: se è sparito
il ponte sullo Stretto, spariscono anche le risorse nostre, già suddivise.
Questo è importante.
Due cose
e chiudo, perché voglio stare nei tempi.
Gioia
Tauro è in una situazione di difficoltà. Sono convinto, anzi c’è un Regolamento
europeo che afferma che, se entro il 2014, il 2015 per dire la verità, non
verranno costruite alcune infrastrutture di base prevalentemente ferroviarie,
per esempio sulla linea Gioia Tauro-Catanzaro Lido, Taranto e Bari, cioè quelle
aree in cui bisogna rivedere le gallerie, ammodernare la stessa linea, se non
facciamo qualcosa per logistica e interporto – penso al bando del gateway,
all’ammodernamento, all’intermodalità – Gioia sarà completamente tagliata
fuori.
Questi
sono problemi grandissimi, senza parlare di quello che sta succedendo
all’interno del porto, perché qualcuno deve occuparsi anche di Gioia Tauro; il
fatto che Msc entri in Medcenter e Maersk abbia lasciato il porto, ma è nella
società di Medcenter al 33 per cento, questo crea dei problemi che esploderanno
nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché non si può immaginare che
Msc avrà interesse ad aumentare il volume di traffico a Gioia, rafforzando di
fatto quella che è la sua concorrente principale. Non è immaginabile tutto
questo, qualcuno ci deve mettere mano.
E poi
vorrei ricordare anche questo problema: noi siamo andati da Aponte, ma non ho
sentito più niente su questo. Oggi, di fatto, sono stati promessi incentivi, ma
tutto mi pare bloccato: Msc non paga il terminalista e il terminalista non paga
i fornitori? Questo è un problema grandissimo.
Chiudo
qua, per dire solamente, in finale, che noi un accordo, anche un accordo
vigoroso, di muscoli, contro Moretti, Rfi, potremmo prenderlo, per quello che
sta succedendo, che si avverte dall’opinione pubblica.
L’altro
giorno è venuto a Catanzaro un personaggio a partecipare ad un funerale, al
quale partecipavo anch’io, ed è dovuto scappare prima della fine perché non
c’era più il treno che lo portava verso il Nord, ed eravamo alle 16,00 del
pomeriggio. Qua bisognerebbe fare una protesta davvero corale.
Non sono
un rivoluzionario, ma non dimentichiamo che il 1° agosto del 1978 35 mila
calabresi – per chi lo ricorda – sono andati a Roma per protestare contro la
mancata industrializzazione di questo territorio. Non dico che siamo in grado
di mettere insieme tutto questo, ma su questo si può fare davvero una lotta in
comune, perché questo non colpisce solo la Calabria, colpisce le regioni meridionali,
ma anche quelli del Nord che vengono giù.
Davvero
chiudo qua e voglio chiudere con una notizia positiva e fuori tema. Forse,
impegnati nel Consiglio, non sappiamo che la Corte dei diritti umani di
Strasburgo, oggi, ha condannato il Governo Berlusconi per quei famosi
respingimenti in mare riconoscendo a tutti quegli immigrati che hanno fatto
ricorso – sono in numero di 20 – il diritto ad essere indennizzati con 15 mila
euro ciascuno, cioè facendo passare l’idea, concepita anche dalla Corte costituzionale,
per cui un individuo è tale indipendentemente da dove nasce.
Questa,
se permettete, poiché noi siamo andati in questa direzione, per la Calabria è
una buona notizia.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Adamo,
ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi riprometto
di contenere il mio intervento nel tempo stabilito anche per scelta; penso di essere volutamente
schematico perché confido che, questa volta, con lo schematismo, si possa dare
il senso, trasmettere il carattere di quello che può essere un ragionamento o,
se volete, più che una proposta, un mio semplice punto di vista sulla questione
che stiamo discutendo.
Prima questione: conveniamo tutti
che dobbiamo sfuggire alla tentazione del rito, del rituale, perché non vorrei
che si interpretasse questa seduta come un dovere di un’Assemblea legislativa,
una sessione dedicata appositamente ad una questione che riteniamo prioritaria,
dal punto di vista dei pronunciamenti astratti, ma, poi, nei fatti, una volta conclusa la
seduta, paghi – noi altri consiglieri regionali – di esserci messi la coscienza
a posto, le cose vanno per il loro corso.
Se questo non è – e sono convinto
che questo non è –, debbo dire che non discuto la relazione, – la chiamo
relazione – , l’introduzione del Presidente Scopelliti che, per quello che
dice, è davvero poco confutabile. Il punto non è sul merito di quello che dice
oggi il Presidente Scopelliti, è sul tipo, la dimensione della sfida, che in
quest’Aula vogliamo decidere se affrontare rispetto alla questione della
problematica dei trasporti. Io su questo mi sento, in qualche modo, di dire
qualcosa e di andare oltre anche quello che ha detto il Presidente Scopelliti.
Allora la questione qual è? Qual è
il contesto nel quale oggi ci muoviamo? Il contesto non può essere
indifferente, non si può discutere oggi di trasporti come se ne discuteva
cinque o dieci anni fa o, magari, come se ne discuteva anche qualche mese fa.
Anche la questione delle relazioni istituzionali, per esempio, il Governo regionale,
il Governo nazionale, soffermiamoci un attimo a valutarla: trovo stucchevole
una discussione che riporti tra di noi ad un giudizio, magari differenziato da
parte di tanti di noi, su quella che è stata l’esperienza della Calabria con il
Governo Prodi o con il Governo Berlusconi. Non ci serve questa discussione. A
questo punto, vediamo di capire in questa fase se possiamo fare di più, sapendo
che le responsabilità dei Governi che ci hanno preceduto sono enormi e pesano
quanto una casa. Su questo non ho alcuna difficoltà a riconoscere il fatto che,
in qualche modo, il Presidente Prodi puntava, per una scelta che faceva sul
Mediterraneo, sulla posizione geo-strategica della Calabria, che altri Governi
hanno abbandonato.
Il punto, oggi, qual è? Nessuno
sconto al Governo tecnico proprio da una terra come questa, a maggior ragione
per il fatto che questo Governo tecnico è chiamato, sul terreno del rigore e
dell’austerità, a fronteggiare la grave problematica del debito pubblico. Ma
sappiamo che rigore e austerità, se non sono coniugati con la crescita, non
servono a nulla e anche gli obiettivi che si sta ponendo il Governo, attraverso
la manovra, i sacrifici e attraverso la coerenza che si impone, ormai, sugli
accordi nell’ambito dell’Eurozona, non servono a nulla, se l’Italia non cresce
e non continua a produrre.
Allora, se questo è il tema, è vero
o non è vero che a questo Governo abbiamo il dovere di chiedere un
pronunciamento? Cioè l’Italia può crescere se, anche e soprattutto in questa
fase, per quelli che sono i possibili investimenti, si punta sul Mezzogiorno.
Forse, se si punta sul Mezzogiorno e si fa una scelta strategica guardando da
questo osservatorio dell’Europa al Mediterraneo, l’obiettivo della crescita può
essere affrontato in un periodo più ridotto, anche se a medio termine.
Con questo Governo dobbiamo spingere
su questo terreno, verificando su questo punto.
Sono molto d’accordo con
l’intervento dei consiglieri Principe e Maiolo, che sottoscrivo; spingo di più
su questo punto perché senza inciuci, senza trasversalismi alcuni, c’è il
governo della Regione che deve governare e c’è l’opposizione che deve fare
l’opposizione. Poi, ci possono essere alcune grandi questioni sulle quali ci
verifichiamo unitariamente. E quali sono queste questioni? Noi non dobbiamo
fare le vittime o i lamentosi verso il Governo Monti, dobbiamo richiamare il
Presidente gonti alle proprie responsabilità oggi di governo del Paese, per
quanto riguarda, per esempio, non le questioni che attengono alla Calabria, ma
che dalla Calabria possono essere poste come di convenienza e di interesse
razionale.
Quindi, su questa problematica e su
questo terreno, quali sono le questioni? Innanzitutto, il completamento dei
grandi corridoi europei. E che significa il completamento dei grandi corridoi
europei? Significa certamente il completamento e gli investimenti da attuare in
riferimento a tutta la dorsale della fibra ottica, ma significa poi,
innanzitutto e soprattutto, fare il punto su alcune grandi questioni che non
sono più calabresi, ma che ormai sono nazionali ed europee. Innanzitutto, la
E90, volutamente dico 90 e non 106: vogliamo pretendere un accordo di programma
anche con questo Governo che, in qualche modo, al di là della disponibilità
degli investimenti da realizzare subito, però, ci consegni quantomeno un
progetto organico definitivo dell’asse autostradale europeo? Perché si va
avanti a lotti e ad improvvisazione e ancora grandi parti della tratta
calabrese sono prive persino di un progetto di massima.
All’Anas vogliamo chiedere la
disponibilità almeno immediata, in tempi rapidi, di un progetto pronto per
l’uso per quanto riguarda la realizzazione dei lavori man mano che c’è una
programmazione compatibile con la disponibilità finanziaria? Questa è la prima
questione, ma io lancerei di più una sfida su questo terreno.
Il consigliere Maiolo citava i fondi
Fas: adesso, al di là di quanti erano o di quanti sono rimasti, se su questo
puntiamo al Piano Sud, una scelta noi nel 1999 l’avevamo fatta, poi è stata
messa in discussione, forse il Presidente Scopelliti lo ricorda, la mise in
discussione allora – mi pare – il Governo Nisticò. Eravamo pronti per la firma
di un accordo di programma in cui si diceva allo Stato e all’Anas “una parte di
investimenti li fa
L’altra questione è la velocizzazione
delle comunicazioni e dei collegamenti anche riguardo alla mobilità delle
persone e delle merci, quindi l’altra questione con Ferrovie.
Per cui emergono due questioni. La
prima è nel rapporto con il Governo: sediamoci intorno a un tavolo, lo voglia
fare o non lo voglia fare, noi diamo la disponibilità, vediamo come andare a
questo tavolo su queste grandi questioni per quanto riguarda le grandi
infrastrutturazioni nazionali, ferroviarie e stradali; il secondo punto è che
nel rapporto con le aziende – lasciatemelo dire – di Stato si pone questa
questione.
Su questo non possiamo soltanto
lamentarci o, addirittura, giocare a chi la spara più grossa quotidianamente
sulle agenzie di stampa, poi, però, lasciando le cose come stanno. Io capisco,
il consigliere Orsomarso ha detto che qualche treno nuovo è arrivato. Su questa
questione, dobbiamo prendere il coraggio ed operare secondo questo coraggio. Mi
pare che anche il Presidente Scopelliti era arrivato a dichiararlo, ma non abbiamo visto nulla di tutto questo. Dobbiamo
disdire il contratto con Trenitalia, noi non possiamo essere i soggetti
passivi, come Regione Calabria, di una partita di giro che si fa tra i fondi
che lo Stato ci gira sulla base del riparto tra le Regioni italiane e
Trenitalia. Noi dobbiamo esercitare un ruolo di vigilanza, ma anche di
protagonista attivo per quanto riguarda la convenzione che andiamo a stipulare,
una convenzione che fa incassare 85 milioni e oltre a Trenitalia e soltanto con
la bigliettazione ci sono altri 10 milioni che Trenitalia incassa dai cittadini
calabresi. Disdettiamo e poi discutiamo.
La stessa
cosa per quanto riguarda l’Anas: non è possibile che l’Anas faccia quello che
vuole, soprattutto dopo il trasferimento di una parte della rete ferroviaria
sulla base del trasferimento delle competenze adesso sugli assi stradali di sua
competenza. Gli assi stradali di sua competenza sono, innanzitutto, la A3. Noi
abbiamo un diritto da esercitare sulla A3, anche per quanto riguarda il
controllo sull’andamento dei lavori, l’E90 e poi tutta una parte di rete
stradale interna rispetto alla quale non diciamo e non sappiamo nulla.
Su questo
vogliamo fare un lavoro di attenzionamento puntuale e verificare tutto quello
che è attinente al merito delle attività di queste due aziende. Se la
maggioranza è d’accordo, lo valutasse il Presidente Scopelliti, perché non
insediare, il consigliere Principe diceva la Commissione permanente, mi pare
che anche altri dicevano “andiamo nella Commissione permanente, verifichiamo”?
Giusto, l’abbiamo fatto. Istituiamo una Commissione d’inchiesta ad hoc
per verificare le attività di Anas e Ferrovie.
Non dico
di anticipare già quello che è il sistema sanzionatorio che altre Regioni
stanno attivando, perché ho sentito parlare il Presidente Rossi il giorno della
grande nevicata sull’Appennino tosco-emiliano, so bene come si muove la
Lombardia nel rapporto per quanto riguarda il rapporto tra Lombardia e
Trenitalia.
Allora
verifichiamo, accertiamo. Questo Consiglio regionale che si doti di un proprio
strumento d’inchiesta, perché lo Statuto e la legge ce lo consentono,
prepariamo la proposta sulla base di una verifica delle attività che si
svolgono e su questo andiamo ad un confronto serrato, anche perché, a parte la
concezione dell’amministratore delegato di Trenitalia, Moretti, per quanto
riguarda il dottor Ciucci, non va dimenticato – su questo sono d’accordo – che
ancora permane nell’incarico di Presidente della Società dello Stretto, quella
che esercita la competenza per quanto riguarda la progettazione e la
realizzazione del ponte sullo Stretto.
Si è
aperta una discussione su questo punto, condivido quello che è stato detto, ma
il dottor Ciucci che dice su tutto questo? Al di là di quello che è
l’orientamento del Governo sulla finalizzazione di questi soldi, Ciucci è
d’accordo con la Sicilia e la Calabria, perchè questi soldi vengano finalizzati
ad un accordo di programma che noi potremmo fare per quanto riguarda la grande
viabilità nazionale? Dico, Ciucci parla da Presidente dell’Anas con la Calabria
o da Presidente della Società dello Stretto? Questa contraddizione la dobbiamo
sciogliere.
Non mi
soffermo sulle altre questioni di tipo regionale, però va da sé che su Ferrovie
della Calabria – sono d’accordo sia con quanto detto dal consigliere Guccione
che dal consigliere Orsomarso – un punto serio lo dobbiamo fare, perché qui –
come si dice – scivola sempre quell’oggetto misterioso verso la parte più … Il
socio unico è il ministero del tesoro: facciano il punto e vediamo.
Il
sistema delle concessionarie non è un limite soltanto che riguarda Ferrovie
della Calabria e la Calabria, riguarda un po’ tutto il resto del Paese. Ci sono
soldi non spesi su questo punto e, probabilmente, ormai si riduce a qualche
azienda che riguarda la Calabria e il napoletano. Vediamo un po’, cerchiamo di
avere un tavolo in cui entriamo nel merito delle questioni, perché la grande
responsabilità non può non essere ministeriale. Su questo, però, facciamoci
sentire e davvero.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli consiglieri, l’argomento in questione – è stato già detto –
è di notevole importanza e anche di grande spessore, soprattutto di grande
difficoltà in una regione come la nostra che, dopo sessant’anni di democrazia,
si ritrova con un sistema di
infrastrutture carenti – lo hanno detto gli altri colleghi –, con un sistema di
trasporto sempre più debole, poco esaustivo rispetto a quelle che sono le
esigenze della Calabria, che ha la necessità di dover rimettere in riga i
propri conti, di dover trovare la strada giusta per poter imboccare uno
sviluppo economico autosostenibile, a fronte di tanti anni di disimpegno –
chiamiamolo così – da parte dello Stato centrale e dei vari Governi che si sono
succeduti.
L’ultima
opera importante, l’ultima forte politica di investimento di tipo
infrastrutturale in Calabria risale a ben quarant’anni fa ed è stata
rappresentata dalla realizzazione della Salerno-Reggio Calabria per il percorso
del territorio calabrese, fatta da un cosentino, da un calabrese,
dall’onorevole Giacomo Mancini, che allora riuscì, nonostante le difficoltà che
si erano poste in essere anche allora nell’ambito sempre di questa controversa
situazione italiana, che di fatto ha annoverato regioni forti contro regioni
povere, nel senso che spesso ci si è sforzati per cercare di mandare meno
finanziamenti possibili a quelle regioni che non venivano considerate come
trainanti dello sviluppo nazionale o del sistema Italia.
L’ultima
grande opera calabrese, l’ultimo grosso investimento, fu realizzato
dall’onorevole Giacomo Mancini senior, una grande opera che doveva dare l’avvio
a un percorso diverso, un’opera che fu realizzata in cinque anni, nonostante le
difficoltà tecnologiche del tempo. Oggi ci troviamo un’autostrada che non si
riesce mai a finire, cantierata e cantierabile in continuazione, che non riesce
a modificare il proprio percorso e a dare un’esautorazione definitiva a questa
annosa questione.
La stessa
situazione verteva anche sulle questioni riferenti all’Anas come politiche di
investimenti. Allora, su 12 mila miliardi di vecchie lire – tanto era il
bilancio dell’Anas –10.800 miliardi andavano al Nord, la restante quota, 1.200,
veniva divisa fra le isole e dalla Campania a scendere.
E’ ovvio
che questo gap, questa arretratezza, la scontiamo ancora oggi, per
questo faccio mio l’invito che è venuto da tutte le forze politiche, in modo
particolare dal Presidente Scopelliti, volto a cercare una condivisione
programmatica, una certa unità da calabresi, non solo da consiglieri regionali,
fra le varie forze politiche, fra noi stessi, al fine di poter portare
all’attenzione di un Governo tecnico, di un Governo nazionale delle giuste
proposte, una giusta programmazione per far sì che si riesca, finalmente, a
ridestare questo interesse nazionale da parte del Governo centrale nei
confronti di noi calabresi.
Credo che abbiamo perso tanto tempo, purtroppo lo
dobbiamo dire con molta tranquillità, negli ultimi periodi il Governo
Berlusconi ha avuto difficoltà nel cercare di capire la situazione calabrese, e
lo dimostrano tante cose: dei Fas avete parlato prima, Fas che si sono
vaporizzati, sono stati utilizzati per il Nord e non per le aree
sottosviluppate, sono stati utilizzati per le quote latte – lo diceva Loiero –
sono stati utilizzati per i bradisismi sul Lago Como o di Garda, sono stati
utilizzati, addirittura, per fare la Mestre-Venezia, sono stati utilizzati per
ricostruire in maniera anche maldestra – lo dobbiamo riconoscere – la situazione
difficile che si era creata dopo il terremoto in Abruzzo.
A questo dobbiamo aggiungere
anche un completo allontanamento da quelli che dovevano essere alcuni percorsi
che avevano non tanto un ruolo di tipo regionale, ma nazionale ed europeo.
Mi
riferisco a che cosa? Al corridoio, al progetto strategico – così doveva essere
– del corridoio Berlino-Palermo, corridoio e progetto strategico 1, che ha
evidenziato anche qui un fallimento, perché questo corridoio, questo progetto
strategico certamente non interesserà più la Calabria, è rimasto esclusivamente
sulla carta, è stato abbandonato, tant’è che l’alta velocità si è fermata
prima, a Battipaglia e continuerà solamente sulla tratta Napoli-Bari, quindi
abbandonando completamente al suo destino, sempre più marginale e periferico,
questa nostra regione. Infatti la linea Battipaglia-Reggio, che non è più
prevista, è stata inserita in un secondo tempo nel connective network e
non sarà finanziata più dall’Unione europea, uscendo fuori da quello che doveva
essere, invece, un progetto strategico ben definito.
Se a
questo aggiungiamo tutte le varie carenze strutturali, non ultima quella di
Trenitalia, che ha eliminato ventuno tratti importantissimi, è ovvio che questo
nostro isolamento non può che aumentare e diventare sempre più difficoltoso,
soprattutto in rapporto a quella che sarà, purtroppo, una situazione economica
verso la quale stiamo andando che risulta essere sempre più precaria e sempre
più difficoltosa, anche in rapporto a quello che la nostra regione conta,
perché dobbiamo essere onesti.
Mi sono
sempre domandato: ma qual è, al di là della politica, al di là della prima
vecchia Repubblica che annoverava anche dei politici di un grande peso a
livello nazionale, qual è oggi il nostro potere contrattuale nei confronti dei
vari Governi, Prodi, Berlusconi o Governo Monti? Siamo una regione che può
essere considerata fortemente concorrenziale con le altre regioni? Questo è il
nostro limite, essere una regione debole economicamente con un basso peso
contrattuale rispetto a quelle che sono gli investimenti, che un Governo
centrale va ad attuare in rapporto a quella che è una situazione di economia,
anzi di diseconomia nazionale, perché – pensate bene – nel 2012 il prodotto
interno lordo e il fattore di crescita saranno negativi a livello nazionale,
non riusciremo neanche a poter stare sull’1,1, 1,2 che era l’incremento di Pil
del 2010 e del 2011. Per cui è ovvio che una regione povera, una regione debole
ha anche un basso potere contrattuale nelle eventuali richieste.
Da qui
nasce l’esigenza di non doverci dividere e di cercare insieme, al di là delle
varie responsabilità, al di là delle cose fatte dalla Giunta Loiero o meno, di
trovare insieme, nella condivisione più generale, una serie di progetti e di
programmi da dover sostenere con forza a livello nazionale.
Questa è
la sfida che ci attende, altro che dividerci! Abbiamo la necessità di unirci
sempre di più per andare a fare delle proposte certe nell’ambito delle grandi
programmazioni, possibilmente sovraregionali. Ha ragione Nicola Adamo, non
possiamo pensare ancora ad un’autostrada così, dobbiamo pensare ad avere
rapporti con altre Regioni nell’ambito di tratti più grossi, in modo tale da
poter godere di questo ritorno di economia e di finanziamenti.
Per non
parlare delle nostre linee ferroviarie, linee ottocentesche! Sono contrario, ad
esempio – l’ho letto sul programma presentato ora dal Presidente Scopelliti –
all’elettrificazione di quella ionica, perché ha alti costi, penso che sia una
rete sottoutilizzata, andrebbe rifatta la rete, più che elettrificarla,
utilizzando vettori a meccanismo diesel, molto probabilmente avremo una
maggiore velocizzazione e anche maggior risparmio.
Detto
questo, perché i livelli di responsabilità sono diversificati, c’è un livello
nazionale e uno regionale, due ultime battute sulla questione regionale.
Sulla
questione prettamente del trasporto pubblico, è ovvio, caro consigliere
Orsomarso, ti auguro tu possa diventare assessore, perché è giusto avere un’interlocuzione,
non è per amicizia –abbiamo una vecchia amicizia, non c’entra nulla – ma avere
fisicamente un assessore significa, per quanto riguarda le politiche regionali,
poterci confrontare più velocemente, in maniera molto più spedita. La cosa più
importante è creare questo dipartimento, creare l’assessorato, non si può avere
un dipartimento ai trasporti con due soli ingegneri, perché la complessità è
talmente vasta e grossa, che c’è la necessità di andare a definire
immediatamente la questione.
Spero
che, in quest’anno, sarete capaci di portare alla nostra attenzione un Piano
dei trasporti regionale, tale da poter dare risposte al trasporto pubblico
locale; cercare di capire come fare interfacciare e rafforzare il sistema ferro
con il sistema gommato, perché è anche ovvio che bisogna mettere mano alla
questione del gommato, al di là di quello che la normativa europea impone
nell’ambito dei consorzi e delle gare che dovranno essere fatte per
l’affidamento delle nuove linee. Ma c’è la necessità di andare a fare, alla
luce dei tagli economici e finanziari di trasferimento, una politica di
contenimento della spesa, cercando di arrivare ad una maggiore efficienza,
perché non è possibile che abbiamo linee e consorzi, abbiamo cinque consorzi in
Calabria dove ognuno si muove a modo suo. Nel passato nessuno li ha mai
controllati, non si capisce, onestamente, nulla! Va data, anche nel rispetto di questi operatori di servizi, una certa equità e un
uguale risposta per tutti.
Ecco perché è necessario intervenire
in maniera molto veloce.
Vorrei dire che c’è la possibilità
di intervenire, perché è vero esiste la questione del ponte – e non me ne
rammarico, ne sono felice – che non c’è neanche sulla relazione del Presidente.
Senza dubbio, non è frutto di una dimenticanza, ma se il ponte è una scelta di
tipo nazionale e anche questa è stata abbandonata, è giusto richiedere,
finalmente, quel famoso stanziamento di 1 miliardo e 200 mila euro che era
volto alle opere ex Fintecnica. Allora, con questo finanziamento che fu abolito
e cancellato in una nottata, abolito perché era necessario coprire i mancati
introiti dovuti all’abolizione dell’Ici, con questo finanziamento si era posta
in essere una serie di iniziative importanti. Ne dico qualcuna: ad esempio,
l’ampliamento del porto del Sud a Villa, la circonvallazione da Reggio a Campo
Calabro, la stessa Rossano-Amendolara e tante altre ancora. In più, si può
avanzare con forza una richiesta legittima, quella di poter riavere quel famoso
finanziamento di 450 milioni di euro, che erano stati previsti nella
Finanziaria 2007 e che servivano, più che altro, a finanziare e a mettere in
sicurezza le strade delle nostre province. Abbiamo avuto affidata solo la prima
tranche e anche quella è sparita,
dissolta nel nulla, grazie al Governo Berlusconi.
Allora riprendiamoci quello che è
nostro, cerchiamo quantomeno, visto che ci
sono queste voci che ci appartengono, voci di spesa, voci di
finanziamento che ci appartengono, di fare la nostra parte fino in fondo.
E’ ovvio che non è tutto da buttare
quello che è stato fatto nel precedente Governo, invito – e non entro nel
merito – a leggere le delibere, la 834 del 2009 – mi sono preso la briga di
andare a guardarla – soprattutto nell’articolo 43, dove tratta della
pianificazione dei trasporti a scala regionale e gli indirizzi tecnici, con
riferimenti specifici sugli obiettivi da realizzare; la delibera 165 del 27
febbraio 2010, che prevedeva proprio – ed erano già cantierati, già entrati nel
Por – la realizzazione di alcuni progetti-pilota,
sono undici, tutti attuabili – basta poco per farli partire – ,che trattava di
mobilità sostenibile, di tutta una serie di interventi atti a migliorare i
servizi pubblici di trasporto e di collegamento all’interno della nostra
regione, una cosa fondamentale.
Quantomeno,
al di là delle questioni annose nazionali che ci vedono soccombenti, cerchiamo
di fare il nostro lavoro, per quello che possiamo fare, almeno riguardo al
sistema del trasporto pubblico locale.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io
voglio dare un contributo a questa discussione, che
ritengo non formale; abbiamo fatto tanto per impegnare una seduta di Consiglio per una discussione su un problema
serio.
Mi pare che oggi siamo tutti
concordi nel ritenere che nella nostra
regione la carenza di servizi, di trasporto, di logistica, quindi la
scarsa dotazione di infrastrutture, gli investimenti insufficienti verso questo
settore rappresentano un punto principale rispetto agli ostacoli che si
sovrappongono allo sviluppo e alla crescita complessiva della Calabria. Anche
dall’Unione europea è arrivato un serio monito al recupero di un’adeguata
dotazione infrastrutturale che è indicata come un elemento determinante per il
rilancio dell’economia della Calabria e di tutte le regioni del Mezzogiorno.
Chiaramente, il problema delle
infrastrutture in questa regione
è annoso, un problema che tutti conosciamo, una vera carenza strutturale che
penalizza questa regione, una regione che, purtroppo, non è stata nell’agenda
del Governo Berlusconi.
Prima che il governatore Scopelliti
andasse via, rispetto a due cose che diceva, anzi vado subito al sodo, senza
fare il cappelletto.
Dopo la relazione, il Presidente
Scopelliti parlava – così poi, magari, affronto la discussione – di 8 milioni
che, nella scorsa finanziaria, sono stati destinati al porto di Gioia Tauro. Il Presidente Scopelliti, in Aula, ha detto che
parlava di tasse di ancoraggio.
(Interruzione del Presidente della
Giunta)
No,
perché ha parlato degli 8 milioni che avevamo messo nella finanziaria e questi
erano per incentivi alle aziende. Forse ho capito male io o si è espresso male
lei.
Un’altra
questione su cui voglio chiedere un’azione seria al Presidente Scopelliti è la
questione della trasversale delle Serre. Avevo presentato un’interrogazione
prima che iniziasse il question time, perché nella scorsa legislatura
erano stati destinati a questa importante arteria – e sono contento che nel
Piano del Sud si siano trovate le risorse per completarla – 44 milioni di
risorse liberate. Era stato fatto l’appalto, era stata fatta la qualificazione
delle imprese, la gara è stata esperita, però questi lavori non partono.
Allora le
chiedo, cortesemente, di attivarsi presso l’Anas, perché c’era un
crono-programma che doveva essere rispettato, per capire come mai questi
lavori, che riguardano il nuovo svincolo autostradale e arrivano fino al fondo
Valle Mesima, non partono, perché parliamo di un’importante infrastruttura in
via di completamento sulla dorsale ionica, ma chiaramente a rilento sulla parte
tirrenica. E un’opera importante, assume un connotato strategico quando sarà
completata nella sua intera progettazione.
Quindi
questa era una questione che le volevo dire, dicendole anche che prendiamo atto
che sono stati stanziati 185 milioni, ma questa era un’opera che era stata
anche voluta dal precedente governo regionale, anzi rispetto alla questione dei
fondi Fas che il Presidente Scopelliti poneva, dicendo che c’era una
frammentazione, le opere illustrate nella sua relazione non sono altro che la
continuità amministrativa delle criticità che questa regione ha e rispetto alle
quali, secondo me, va stabilito un criterio di priorità.
Sono
d’accordo con la discussione venuta fuori oggi, di andare in Commissione, di
istituire una cabina di regia, non so cosa, e di indicare al Governo quali sono
le vere criticità dal punto di vista infrastrutturale, però, lancio anche un
monito a tutti i colleghi: deve finire il periodo dei campanili, nel senso di
distribuire le risorse a pioggia. Ci si deve concentrare su quattro-cinque
punti importanti che sono nodali per lo sviluppo della Calabria.
Penso che
Gioia Tauro, all’interno di queste priorità, debba essere collocata al primo
posto, anche perché – l’avevo chiesto l’altra volta – esiste l’Apq, ma ancora
non è partito. Lo abbiamo chiesto più volte al Presidente, ma rispetto a questo
non abbiamo avuto risposte e, come ricordava il Presidente Loiero, c’è anche
una tempistica che va rispettata: entro il 2015 devono essere completate delle
opere soprattutto per quanto attiene l’intermodalità e il miglioramento della
rete ferroviaria fino a Salerno, perché solo così il porto può avere un futuro,
altrimenti resta solo un porto di transhipment da Gioia Tauro per altri
porti. Noi, invece, pensiamo che questo porto debba essere rilanciato e che ci
debba essere un’accelerazione sull’Apq, anche per far sì che questi fondi non
cadano in disimpegno.
Le problematiche
emerse oggi dalla discussione sono tante, il declassamento degli aeroporti di
Reggio e di Crotone, il taglio dei treni a lunga percorrenza, che divide il
Paese, isolando le regioni meridionali, ma questi tagli hanno un risvolto
negativo pure sull’occupazione, perché chiaramente ci sono dei conseguenti
tagli di posti di lavoro.
Penso che
le questioni vadano affrontate in maniera seria e responsabile. Intanto, una
responsabilità ci deve essere da parte della maggioranza nell’affrontare le
questioni impellenti.
Si è
accennata –l’ha fatto il collega Guccione, l’ha ripresa il collega Adamo e su
questo si è soffermato anche il collega Orsomarso – la questione delle Ferrovie
della Calabria, dove il governo è socio unico, ferrovie che risentono di una situazione
di grave crisi, addirittura rischiano il fallimento, con notevole pregiudizio
per gli oltre mille lavoratori che lavorano all’interno e con notevole
pregiudizio per i servizi che le Ferrovie della Calabria svolgono nella
regione.
Però,
vorrei chiedere, perché in questo vedo una debolezza del centro-destra, qual è
la vostra proposta o quale è stata la vostra interlocuzione rispetto ad una
questione così importante? Non bisogna solo parlare più volte col ministro
Passera della questione, c’è un credito che la Regione vanta nei confronti del
Governo, che tra l’altro è socio unico, mi pare che ammonti quasi a 24 milioni
di euro. Cosa si è fatto per avere indietro questi soldi e quindi rilanciare
questa importante azienda?
Su
questioni come queste non bisogna dividersi, bisogna essere responsabili e
seri, bisogna fare delle scelte condivise, poche ma importanti, perché penso
che la marginalità di questa regione imponga alla classe dirigente un salto di
qualità, quindi alla classe politica, perché è necessario creare quelle
condizioni di mobilità che possono permettere a questa regione di uscire
dall’isolamento e dalla marginalità.
Penso che
il governatore Scopelliti debba osare di più nei confronti di questo Governo tecnico,
e non lo chiedo solo al governatore Scopelliti, ma lo chiederò anche al mio
partito. Dobbiamo porre a questo Governo tecnico alcune questioni importanti
per la Calabria, uno, due, tre segnali importanti per la Calabria, perché il
Mezzogiorno e la Calabria possano essere una risorsa per l’Italia e non una
palla al piede.
Plaudo
alla discussione di oggi, ma, chiaramente, deve essere accompagnata da un
documento da presentare in maniera autorevole ai tavoli romani e non mi
fermerei qua, secondo me bisogna creare anche un’interlocuzione con i
Presidenti delle Regioni meridionali, con il Presidente della Regione
Basilicata, con il Presidente della Regione Campania, perché non è possibile
che l’alta velocità si fermi a Napoli, tagliando definitivamente la Calabria ed
altre regioni fuori da questa importante modernizzazione.
Quindi
serve una forte interlocuzione, una grossa visione, una grossa lungimiranza, ma
anche un forte impegno politico.
Da parte
nostra – lo diceva il capogruppo – abbiamo elaborato un’ipotesi di lavoro che
può essere rivista, concentrata, ma essenzialmente riassume i temi che oggi
sono stati discussi e che – guarda caso – non sono i temi di questa coalizione
che governa oggi, ma sono i temi che interessavano la Calabria anche nella scorsa
legislatura e forse anche in quella precedente.
Penso,
quindi, che per non far morire la discussione qua ci debbano essere degli atti
concreti. Intanto, da più parti è venuta la necessità di dotare questa Regione
di un assessorato, quindi di un’interlocuzione vera e seria al fine di
affrontare queste tematiche, e di valutare – lo diceva bene il collega Adamo –
anche un sistema di sanzioni per quanto riguarda Ferrovie italiane nonché di
istituire, se è necessario – faccio mia la proposta del collega Adamo – una
Commissione di lavoro che porti avanti l’inchiesta, che porti avanti un lavoro
importante, affinché quello che ci siamo detti oggi in quest’Aula non siano
solo parole da inserire in un libro dei sogni.
Da parte
nostra, ce la mettiamo tutta e condivideremo questo documento, auspichiamo che
ci sia in futuro una maggiore collaborazione, così come non c’è stata quando è
stato rimodulato il Por.Mi sarei aspettato da parte della maggioranza, su un
tema così importante, maggiore apertura, non c’è stata, ma mi pare che da oggi
ci sia un sentire diverso, mi pare che ci sia un’apertura e questa apertura
vogliamo verificarla nei fatti.
Ha
chiesto di intervenire l’onorevole Sulla, ne ha facoltà.
Credo che il tema che stiamo trattando sia di straordinaria
importanza, ma è stato – come spesso avviene in Calabria – dettato dall’urgenza
che si è determinata a seguito di alcune scelte fortemente penalizzanti operate da alcuni operatori – penso a Trenitalia – ma anche dalle notizie che da Roma giungevano sugli aeroporti.
Non mi
soffermerò affatto su alcune questioni, perché credo che siano state poste nel
modo più corretto possibile da altri colleghi, cioè le questioni del nostro
rapporto con il Governo sulle grandi scelte strategiche dai grandi corridoi
europei alle altre scelte nazionali sui collegamenti stradali, portuali,
aeroportuali, eccetera. Penso, invece – e su questo intendo concentrare il mio
breve intervento – che dobbiamo anche cominciare a mandare dei messaggi precisi
non solo alle nostre popolazioni, ma anche agli interlocutori nazionali, dai
quali si evinca che la Regione Calabria comincia a compiere alcuni atti in
proprio.
Credo che
questo sia fondamentale, perché viviamo una situazione di totale immobilismo
dei cittadini e degli operatori, se così si potesse dire, perché penso che
abbiamo una gran parte della Calabria paralizzata dal sistema che negli anni
abbiamo messo in piedi e che, oggi, risulta essere inadeguato alle esigenze di
mobilità che si manifestano nelle nostre realtà.
Ecco
perché penso che lo sforzo di istituire una Commissione, come proposto
dall’onorevole Adamo e che credo possa essere presa in seria considerazione,
non debba fermarsi a individuare i temi di politica nazionale ed europea,
quelli ritenuti strategici, che comunque sono al centro della nostra attenzione
e che nella relazione del Presidente Scopelliti sono riportati. Penso che il
problema sia anche quello di vedere come, nel frattempo, si riesce a
rivitalizzare il sistema del trasporto regionale, perché si impone con
un’assoluta urgenza.
E’ chiaro
che, se non mettiamo mano a questi limiti che oggi si evidenziano, ogni
modalità di trasporto ne risulta penalizzata e rischia di ingenerare, anzi lo
sta facendo, credo che, proprio da questo, dipendano tante spinte
campanilistiche che emergono nella nostra realtà. Faccio l’esempio
dell’aeroporto di Sibari perché è uno dei temi che è stato anche qui oggi
trattato dal Presidente Scopelliti, che di fatto lo pone come un’ulteriore
struttura a supporto del resto del sistema aeroportuale calabrese e che, però –
ha detto anche lo stesso ministro Passera – c’è qualche difficoltà a concepire
in una realtà come quella calabrese che già è dotata di tre aeroporti.
Penso
che, però, sarebbe davvero sbagliato sottovalutare l’importanza che rivestono
le richieste di quel territorio, nel senso che sono legittime e giuste le
richieste che gli operatori turistici, i cittadini di quell’area avanzano,
pensando di sopperire ad una difficoltà di mobilità aeroportuale con una
propria struttura.
Penso,
invece, che se il sistema del trasporto pubblico locale avesse una sua
razionalità – cosa che, sono convinto, oggi non ha – molte di quelle spinte
sarebbero attutite, perché se i cittadini di Rossano o della Sibaritide
avessero la possibilità di un collegamento rapido e comunque frequente con
l’aeroporto di Crotone, le distanze sarebbero quelle proprie di ogni realtà che
vede installati impianti aeroportuali – non ci sono realtà, in Italia, che
hanno la fortuna di avere aeroporti a pochi minuti – quindi la distanza sarebbe
quella ragionevole di tutte le altre realtà importanti del Paese.
Allora
qual è il problema? Penso che, a livello regionale, le nostre risorse sommate
alle risorse dei fondi dell’Unione europea siano sufficienti a mettere in moto
un processo di razionalizzazione del sistema pubblico locale, che sicuramente
faciliterebbe anche il rapporto con i grandi soggetti nazionali.
Per
essere concreto, faccio l’esempio più drammatico che abbiamo, che secondo me,
in questo momento, è quello della Ionica. La Ionica calabrese, quindi non
questa o quella provincia, ma tutta la tratta ionica calabrese, che per la
condizione orografica della Calabria avrebbe bisogno di un sistema autonomo di
trasporti come quello necessario sul lato tirrenico, che, però, tutti
razionalmente, crediamo non sia possibile realizzare nella situazione di
debolezza non solo regionale, ma anche di difficoltà nazionale. Penso che si
debba capire come quest’area della Calabria possa uscire dall’isolamento ormai
conclamato, ormai appalesatosi ancora di più in queste ultime settimane. Penso
che sia necessario vedere come favorire il collegamento di questa realtà con
quello che c’è già e con quello che potrebbe e deve essere potenziato sulla
fascia tirrenica.
Allora la
realtà della Ionica come si collega alla dorsale tirrenica o a quella adriatica
di Sibari che può metterla in contatto con il resto del Paese? E’ una domanda
alla quale, secondo me, dobbiamo rispondere e in qualche studio che è stato già
fatto non solo a livello regionale, ma anche da qualche provincia della
Calabria, risulta che con cifre, tutto sommato, sostenibili dalla stessa
Calabria saremmo nelle condizioni di adeguare l’attuale rete ferroviaria ionica
per metterla in un sistema di intermodalità col trasporto pubblico su gomma,
che al momento, almeno in quella fascia, ma credo in tutta la Calabria, anzi
dico in tutta la Calabria, risponde praticamente solo all’esigenza del
trasporto dei pendolari, degli studenti pendolari e di qualche necessità di
collegamento con il capoluogo di regione. Diciamo che si tratta di una
situazione assolutamente insufficiente a rispondere alle esigenze di mobilità
che oggi vengono richieste dalle popolazioni e dagli operatori economici e
sociali.
Penso,
quindi, che anche il trasporto pubblico su gomma debba essere, oggi, rivisitato
alla luce di questa esigenza. Per fare questo non c’è bisogno di finanziamenti
nazionali, non c’è bisogno di ulteriori finanziamenti, penso che si debba
ragionare su come l’esistente può essere razionalizzato e messo in rete per
rafforzare le realtà che già esistono, perché possiamo partire da queste realtà
senza bisogno di straordinari investimenti da parte di soggetti che ,in questo
momento, non manifestano la loro disponibilità a metterli a nostra disposizione.
In altro
periodo feci proprio uno studio insieme a dei tecnici del settore ed erano
somme che non arrivavano ai 300 milioni di euro, ma che prevedevano addirittura
abbattimento e superamento di passaggi a livello, cosa che le ferrovie stanno
già facendo in proprio, l’acquisto del materiale rotabile, altri interventi che
potrebbero essere anche finanziati con risorse che sono reperibili i più
facilmente di quelle che, invece, stiamo rivendicando su altri capitoli.
Ecco
perché, in sintesi, se riuscissimo a individuare questo percorso in modo
tecnicamente preciso, le risorse necessarie, che sono di quell’ordine – ma mi
sono tenuto abbastanza largo rispetto alle necessità che mi sono state date dai
tecnici con i quali avevamo a suo tempo lavorato – e ragionando su come
riutilizzare i chilometri che attualmente già sosteniamo con le concessioni al
trasporto pubblico locale su gomma, coinvolgendo anche Ferrovie della Calabria
e mandando un segnale chiaro a Trenitalia che non è necessario per forza il suo
supporto nella gestione delle rete ferroviaria( d’altronde ormai si va verso un
mercato libero, così come in altre realtà regionali esistono linee gestite da
soggetti o da imprese locali – penso alle Ferrovie Nord, alle laziali, potrei
continuare –),credo che potremmo anche con Trenitalia affrontare il tema in un
modo più autorevole e anche più forte, per arrivare alla conclusione che
Trenitalia non può più permettersi di non guardare a quella fascia importante
della Calabria, appunto quella ionica, come ad una fascia di proprio interesse,
ma anche di non pagare un prezzo rispetto agli atteggiamenti che
quotidianamente assume sul resto del sistema ferroviario calabrese.
Quindi
anche a Trenitalia bisogna mandare messaggi abbastanza forti e chiari sul fatto
che non può assumere gli atteggiamenti che sta mantenendo da sempre, da molti
anni – per la verità – ma in questo momento in modo ancora più forte, in un
braccio di ferro forse col Governo per avere ulteriori risorse, ma che vede
penalizzata la nostra realtà.
Credo,
infine, che il problema posto da tanti colleghi sulla necessità di assessori
almeno in due settori che dovrebbero essere strategici per la Calabria, appunto
quello dei trasporti e del turismo – mi fermo a quello dei trasporti –, beh
Orsomarso può fare tutto il lavoro che vuole, può metterci tutto l’impegno che
vuole, ma lo sa bene, quando dice che l’importante non è avere l’assessore ma
l’assessorato, cioè creare un assessorato strutturato in modo adeguato, si sa
che se non c’è l’assessore che si impegna quotidianamente in questo lavoro e
che guida quotidianamente quella struttura, sicuramente tutto diventa più
complicato.
Se
pensiamo che questo problema dei trasporti sia centrale per le nostre
prospettive di sviluppo economico, sociale, eccetera, penso che uno sforzo per
dare una struttura adeguata a questa necessità sia assolutamente essenziale.
Solo così il Piano regionale dei trasporti può essere davvero lo sbocco
conclusivo di un ragionamento che coinvolge tutti, non solo minoranza e maggioranza
del Consiglio, ma tutte le categorie e le rappresentanze sociali della Calabria
e tutte le istanze che pervengono dai cittadini.
Il Piano
regionale dei trasporti o ha un luogo dove viene quotidianamente vissuto ed
elaborato, per essere trasformato in linee operative nel più breve tempo
possibile, oppure diviene nuovamente il libro dei sogni di chi, praticamente,
pensa alla Calabria senza pensare come domani si debba rispondere ad
un’emergenza. Domani può significare anche qualche anno, ma non certo decine di
anni: se parliamo della 106, parliamo di decine di anni; se parliamo
dell’autostrada A3, parliamo sicuramente di ulteriori altri anni, visto che –
come ha detto oggi stesso Scopelliti – non sono sufficienti neanche le risorse
già messe nei capitoli per completare il lavoro iniziato. Così le altre grandi
strategie. Penso, invece, che più razionalmente e più pragmaticamente potremmo
cominciare a razionalizzare quello che oggi abbiamo, e questo sicuramente
darebbe già una buona risposta alla nostra comunità.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo brevemente la parola per portare il mio contributo a questa discussione
che ritengo utile ed importante, perché il tema che stiamo trattando merita
confronto ed attenzione. Soprattutto, è un tema che richiama la discussione sul
Mezzogiorno, sul sud, su come debba uscire dall’arretratezza in cui vive e come
possa diventare protagonista nel contesto unitario di un paese che cerca di
affrontare le emergenze e di avvicinare il Mezzogiorno al resto d’Europa.
Penso che questo richiami alla mente la questione del
ruolo che il sud, il Mezzogiorno ha svolto in questi anni, delle nostre
debolezze, dei nostri punti di forza. Penso che questo porti a domandarsi se
nel Mezzogiorno abbiamo le carte in regola per chiedere al Governo più attenzione, più risorse per i
trasporti e per altri settori.
Nel Mezzogiorno da molto tempo sosteniamo che per
svilupparci e per avanzare dobbiamo investire nelle infrastrutture, nell’innovazione
e nella ricerca. Sono profondamente
convinto che le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione sono le sfide che
abbiamo davanti, ma sono altrettanto convinto che prima di chiedere al Governo, allo Stato di fare la sua parte,
dobbiamo essere in grado di fare la nostra parte per presentarci al tavolo
romano con le carte in regola, con una capacità progettuale e soprattutto con
la storia di un governo che ha saputo realizzare i suoi progetti.
Questo richiama il tema del
Mezzogiorno e di come dovrebbero funzionare le istituzioni calabresi, di come
dobbiamo riuscire a spendere bene le risorse che abbiamo a disposizione ed
evitare di andare a Roma “col cappello in mano” a chiedere più risorse, più
investimenti per poi non essere in grado di canalizzarle, come in passato, né
in strutture, né in innovazione né in ricerca.
Per questo penso che il
dibattito e il confronto sia utile e che non debba finire oggi, in quanto
merita attenzione e metodo di lavoro.
Ritengo sia necessario
conoscere per programmare e progettare e, quindi, realizzare i nostri
obiettivi.
A partire dalla relazione del
Presidente e del consigliere delegato Orsomarso, il dibattito che ne è
scaturito ha dato vita ad una discussione interessante. Spetta alla Giunta,
penso, far sintesi su quanto è emerso, perché adesso dobbiamo mettere in campo
strategie, opzioni, strade e percorsi per realizzare le cose che abbiamo detto.
Per uscire dall’isolamento in
cui la Calabria si trova, penso che le infrastrutture siano una prima sfida che
dobbiamo cogliere, così come dobbiamo uscire dall’arretratezza e dalla
illegalità che, purtroppo, prevale nella nostra regione.
Per rompere questo isolamento
penso ci sia bisogno di una forte coesione e unità in Calabria.
Coesione ed unità che
dobbiamo metter in campo per far fronte alle sfide e vincere questa scommessa.
Penso che su questi temi
dobbiamo allargare il dialogo con le forze sane, con il mondo vitale che c’è in
Calabria, che è rappresentato da tanti amministratori locali, dai
rappresentanti delle forze del lavoro, delle forze imprenditoriali e di quella
società civile calabrese che come noi è convinta che si possa uscire
dall’isolamento e che, a tal fine, gli investimenti e le infrastrutture siano
necessari.
Nel nord del Paese i
cittadini con le istituzioni si organizzano per dir no alla Tav. Immagino di
organizzare unitariamente tutte le forze, tutto il mondo vitale per dire “noi
in Calabria vogliamo spendere le risorse che abbiamo a disposizione”, ma
chiediamo anche al Governo centrale di fare la propria parte.
Proporrei di allargare la
discussione e coinvolgere le forze sindacali, imprenditoriali, gli enti locali,
gli amministratori, le nostre Università, per far sentire al Governo centrale
la forza di una regione che non ne può più, che vuole uscire dalla sua
arretratezza e vuol essere coesa per rivendicare i suoi diritti, le
infrastrutture che non ha avuto e fare del Mezzogiorno il punto di partenza di
una nuova azione di governo delle stesse regioni del sud.
In questa discussione vedo il
Presidente Loiero molto attento, forse perché pensa di ritornare a Roma, al
Governo del Paese, perché sposta sempre le questioni al Governo centrale. Io
invece penso che vadano affrontate qui in Calabria, dove, dal mio punto di
vista, esistono tutte le condizioni politiche ed istituzionali per avviare un
confronto e mettere in campo un’agenda di lavoro.
Ritengo che con queste
infrastrutture, con la carenza di investimenti sull’innovazione, senza ricerca
e senza sconfiggere l’illegalità, questa regione è condannata, purtroppo
ritengo, a rimanere nelle condizioni in cui versa adesso.
Se vogliamo uscire da questa
arretratezza dobbiamo essere uniti e coesi, non solo come Consiglio regionale,
ma anche con tutte le forze sociali e vitali che sono presenti nella nostra
società.
Mi auguro che si possa aprire
una stagione della responsabilità e dell’unità in Calabria per uscire
dall’isolamento e far sentire forte la nostra voce al Governo centrale - sia
esso tecnico, di destra o di sinistra - per dire che la Calabria merita più attenzione
e, soprattutto, che saremo poi in grado di spendere bene fino in fondo le
risorse che avremo, senza sprechi, per togliere argomenti alla Lega Nord che,
purtroppo, molte volte non ha tutti i torti se non siamo stati in grado nel
Mezzogiorno di affrontare e di risolvere da soli le nostre questioni.
Perché, a volte, se le cose
non funzionano, ritengo che la colpa sia nostra e non del Governo nazionale.
Quindi la mia proposta stasera è di mettere in campo una forte coesione, una
forte alleanza di tutti i soggetti vitali che ci sono in Calabria e di scendere
in piazza per superare questa arretratezza e per rivendicare più attenzione dal
resto del Paese.
Al nord si riuniscono per
dire no alle grandi opere infrastrutturali. Qui, invece, vogliamo unirci e scendere
in piazza per dir sì a queste grandi azioni che mi sembra, unanimemente, siano
state invocate in tutti gli interventi.
Grazie, sono rimasto tempi a
me assegnati.
Grazie, onorevole Magarò per
l’efficacia e soprattutto per aver rispettato i minuti previsti dal
Regolamento.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, ritengo
che questa importante seduta - anche se a quest’ora vedo un’Aula poco attenta
ad una questione vitale per il futuro ed il presente di questa regione - debba
segnare, intanto, uno spartiacque rispetto a due anni trascorsi senza che la
Calabria abbia avuto alcuna risposta e senza una efficace, attenta ed incisiva
programmazione.
Una seduta che doveva essere certamente
più incisiva, ma che a tratti è apparsa timida rispetto alla gravità delle
questioni che, invece, afferiscono a infrastrutture e mobilità, che sono i temi
su cui poggia il presente ed il futuro di questa regione.
Una regione che, purtroppo,
scivola. Quindi, si impongono delle questioni importanti. Ha fatto bene nel suo
intervento, nelle premesse, l’onorevole De Masi a segnare anche la questione di
come debba essere un approccio strategico come l’intermodalità o
l’interoperabilità che devono uscir fuori dal processo della semantica e devono
diventare degli autentici imperativi per essere trasformati in strategie
concrete ed immediate.
Dicevo che la Calabria è
terzultima nelle graduatorie delle regioni con un parametro, un indice, un
indicatore di 77,1 che significa che è una regione che arretra sul piano delle
infrastrutture ferroviarie, telefoniche, tematiche, energetiche, ambientali.
Insomma la Calabria arretra e, quindi, ha bisogno di una decisa ed energica
svolta.
Come dare questa svolta? Ho
ascoltato la relazione del Presidente e non vorrei ripetere tutto quello che
stasera è stato detto dai tanti colleghi che mi hanno preceduto.
Una relazione che deve essere
anche una presa d’atto. Non sarà sfuggito agli amici giornalisti che è una
relazione che segna, rispetto alla questione Ponte sullo stretto un punto di
non ritorno. La relazione prende atto che il Ponte è un’opera che va archiviata
al di là del definanziamento. Prende atto, però, e non affronta in maniera
efficace e strategica la questione del nodo dello Stretto. Uno dei nodi che
significa le direttrici transeuropee sia la Berlino-Palermo sia dovesse essere
Helsinky-La Valletta.
Su questo invito il Governo
regionale, il Governatore a riflettere e lo faccio con carte alla mano perché è
stata citata la relazione degli advisor che avevano anche preconizzato
lo scenario senza Ponte. Scenario che veniva fotografato già dal 1999 e che,
però, era definito “lo scenario multimodale alternativo”, sul quale si
imponevano nel breve e nel medio periodo alcuni interventi che sono oggi
ineludibili e sui quali dovrebbe esser fondato un approccio che deve portare
questa Assemblea regionale a creare un piano straordinario e strategico della
mobilità e dei trasporti che deve fare il paio con quella interlocuzione che è
stata evocata più volte stasera.
L’interlocuzione che il
Governo nazionale vuole su infrastrutture e sviluppo.
Se questo deve essere,
bisogna riempire di contenuti la discussione. Lo scenario dello Stretto impone
la realizzazione dei collegamenti e degli approdi, la riorganizzazione degli
stessi, il potenziamento del raccordo autostradale nello svincolo di Villa San
Giovanni e la A3, ma siamo ancora all’anno zero su queste cose. La
realizzazione dei nuovi attracchi ferroviari, l’efficientamento delle
operazioni di traghettamento ferroviario, gli scivoli e quant’altro, imponevano
un impegno finanziario quando c’era il vecchio conio, la lira, di quasi 2
miliardi di lire.
Se vogliamo esser concreti e
propositivi questo governo regionale, questo Consiglio regionale deve aprire
una vertenza intanto per avere le risorse che sono state sottratte cari
colleghi, caro Presidente. Risorse che nel 2007, prevedendo questo scenario
come definitivo, il Governo Prodi aveva sapientemente indirizzato per le
infrastrutture del sud, per risolvere parte di queste questioni che ho prima
evocato e che sono nella relazione degli advisor.
I 3 miliardi di euro che
dovevano essere destinati a Calabria e Sicilia e che dovevano confluire nella soluzione
di questi problemi: la viabilità delle province, il problema degli approdi, la
viabilità dell’attraversamento stabile dello Stretto e il problema del
trasporto ferroviario.
Se ci sarà, allora, e ci vuol
essere da parte di questo Consiglio regionale, di questo governo regionale, un
serio e concreto approccio questo non può che passare dal concentrare gli
sforzi su tre-quattro questioni che, certamente, stasera devono vedere come una
priorità sulla quale dobbiamo confrontarci: il nodo dello Stretto sia esso
nella direzione transeuropea Berlino-Palermo che nell’altra alternativa - che,
purtroppo, però taglia fuori dall’asse di sviluppo la Calabria e la Sicilia.
Si è parlato di porti e di
aeroporti. Voglio spendere qualche parola, intanto, per poi richiamare, se
verranno posti ai voti, gli ordini del giorno. Ce n’è uno che ho presentato e
che è stato condiviso dai colleghi di Reggio Calabria che riguarda l’aeroporto
di Reggio Calabria. Non vuol essere una operazione di campanile, vorrei mettere
sul tavolo una proposta: la creazione di un organismo di respiro regionale che
possa disegnare in chiave strategica le funzioni ed i modelli di gestione e di governance
gli aeroporti calabresi.
Dice bene l’onorevole De Masi
nelle sue premesse quando afferma che “bisogna avere il coraggio di abbandonare
i campanili”.
Non voglio parlare contro
l’idea di fare l’aeroporto a Sibari, ma, se ci dobbiamo misurare con la realtà,
il sistema degli aeroporti calabresi dovrebbe vederci impegnati non solo a
mantenere Reggio Calabria per ragioni di campanile - perché ce l’abbiamo sotto
casa - piuttosto che Crotone o pensare all’Hub lametino, ma dovremmo pensare di
creare una rete intermodale, efficiente e strutturata che metta in condizione i
tre aeroporti di decollare, di essere un vero volano per lo sviluppo delle
relazioni di questa regione.
Credo che - se vuole - il
Consiglio possa andare in questa direzione, cioè di un organismo che possa
mettere a confronto tutte le potenzialità, comprese quelle private, per dar
slancio e vigore, per dare una funzione strategica agli aeroporti calabresi.
Un’ultima cosa la voglio dire
sulla questione Gioia Tauro.
Vedete, colleghi, questo sta
diventando un punto di non ritorno. Nella relazione del Presidente veniva
ricordato, forse, un impegno finanziario di 8 milioni di euro che, tra l’altro,
non riguarda lo scalo, ma le attività del retro porto, così come le tasse di
ancoraggio. Questo sa tanto di chi ancora una volta ragiona come il calabrese
che va” con il cappello in mano” a rivendicare le briciole.
Più di un anno fa, qui in
quest’Aula, il 28 gennaio abbiamo dedicato una seduta importante, quasi
storica, ragionando del porto di Gioia Tauro e di quella che deve essere questa
realtà. A distanza di un anno non sappiamo nulla se non da notizie, tra l’altro
frammentarie, di quella che è la realizzazione del gateway e dell’Apq
che doveva portare ad un impegno di circa 270 milioni di euro.
Voglio ricordare che la
Commissione europea ha stabilito e sancito, nell’ambito dei corridoi dei porti
transnazionali, che Gioia Tauro deve essere connesso secondo il sistema
ferroviario europeo Rtms che è un sistema che associa l’alta velocità, ma anche
una interoperabilità di controllo che deve essere realizzato necessariamente
entro il 2015.
Diversamente significherebbe
la morte definitiva per Gioia Tauro e per ogni prospettiva dello scalo che è
stato da sempre indicato come la speranza ed il futuro di questa regione.
Credo che le priorità sia un
piano strategico che deve prevedere queste tre grandi questioni, e questo
Consiglio, il governo regionale, vuole creare uno spartiacque rispetto ai due
anni nei quali nulla si è fatto. Credo che avremo la responsabilità di
disegnare il presente ed il futuro, senza andare a rivendicare altre cose.
Non ho voluto ripetere nel
mio intervento tutte le altre questioni importanti sulle linee “Calabro-Lucane”
o sulle “Taurensi”, sulle quali sono anche intervenuto, il trasporto pubblico
locale e il trattamento di Rfi, ma su queste direttrici si gioca il futuro
della Calabria. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi per l’intervento conclusivo. Ne ha facoltà.
Quasi
conclusivo, Presidente.
Vorrei cercare
di far un ragionamento leggermente diverso da quello che ho sentito fino adesso
da parte dei colleghi - per amor di Dio, apprezzabili.
Qui stiamo
parlando di qualcosa e ci stiamo assumendo la responsabilità
come Aula di dare una impostazione a questa Calabria.
(Interruzione)
Ne
parliamo lo stesso, poi ci sarà l’onorevole Orsomarso che riferirà al
Presidente.
Su
queste cose - a parte quello che ho sentito da parte dei colleghi di
maggioranza e di opposizione - vorrei fare un ragionamento proprio per andare
incontro ad una esigenza diversa.
La
novità politica che abbiamo sentito stasera non è soltanto la proposta che ha
fatto il Presidente Scopelliti o quello che
ha detto il consigliere Orsomarso.
La novità politica primaria è che l’Esecutivo, la
maggioranza di questa Regione, dice “vogliamo ragionare insieme, in quest’Aula,
per elaborare un piano che ci possa consentire nelle varie articolazioni del
piano di trasporto….”, perché -ricordo a me stesso - le varie componenti di un
Piano del trasporto, di intermodalità logica, il Piano aeroportuale sono
soprattutto il Trasporto nazionale, Tn, e il trasporto pubblico locale, Tpl,
con tutte le difficoltà oggettive che ci sono per affrontare ognuno di questi
temi.
Perché dico questo? Perché l’interlocuzione, a mio
avviso, non può essere solo ed esclusivamente in quest’Aula. Ricordo sempre a
me stesso, la competenza su alcune di queste articolazioni del Piano delle
Province. A suo tempo le Province – lo ricordo sempre a me stesso – hanno
elaborato - per la verità la prima è stata la provincia di Cosenza - un loro
piano di intervento. L’intersecazione ,poi, dei Piani provinciali con
l’esigenza regionale portava alla elaborazione del Piano regionale dei
trasporti.
Il problema che abbiamo con l’interlocuzione nazionale è
frutto di una volontà del Governo, non
me ne voglia nessuno, di tutti i Governi. Rammento sempre a me stesso, perché
non c’è bisogno di rammentarlo a voi, che quando si insediò il Presidente
Prodi, la prima cosa che disse della Calabria fu: “la Calabria è la mia figlia
prediletta”.
Di questa predilezione non
abbiamo visto alcunché. Non solo, ma sotto quel Governo - lo voglio dire a
scanso di equivoci, perché ognuno su queste cose deve avere la capacità di
essere al di sopra delle parti per il bene della Calabria, non far discorsi o da
una parte o dall’altra, ma deve avere la capacità di una piena elaborazione e
consapevolezza di un qualcosa che poi giova a questa terra -, se vi ricordate –
lo voglio dire pure all’onorevole Loiero, dopo quel bel giro in elicottero che
ci si siamo fatti -, in quel momento, io nella qualità di assessore ai
trasporti e lui nella qualità di Presidente della Regione, abbiamo avuto
l’assicurazione che le risorse c’erano e che entro il 2010, massimo il 2011,
tutto il raccordo autostradale sarebbe stato terminato, ma così non è stato.
Non è stato né con Prodi né tanto meno col Governo Berlusconi.
L’elaborazione che abbiamo
avuto nei 5 anni precedenti, nelle varie fasi, non è altro, consigliere
Orsomarso, che l’articolazione di quello che voi avete fatto con gli sforzi che
io riconosco, perché non voglio essere di parte.
Sono anche consapevole, però,
che se non ci sarà una condivisione su quello che questa Calabria si attende
nei rimedi che dobbiamo porre in essere e sulle varie componenti del Piano dei
trasporti, noi sicuramente non faremo un buon lavoro.
Faccio un esempio banale. Il
Trasporto pubblico locale. Abbiamo sentito parlare del Tpl, stiamo parlando di
aziende che, in effetti, dal 2001 non hanno avuto aggiornamenti della tariffa -
ve lo dice uno che si è occupato di queste cose -, il gasolio è aumentato del
65 per cento rispetto a prima e per delle aziende che hanno a disposizione
delle fasce chilometriche, sono io il primo a dire che non è utile, né
efficace, né efficiente per la Calabria. Dovremmo, però, se tocchiamo quel
settore, dare una impostazione che preservi la capacità di mantenere – non
creare ulteriore forza lavoro – la forza lavoro intatta, mentre così andiamo a
creare ulteriore disoccupazione in quel settore.
Questo vale per tutte le
altre cose che non sono state fatte fino ad oggi. Non voglio addossare
responsabilità a nessuno, però vi faccio un altro esempio e su questo vi prego
di riflettere, soprattutto la Giunta regionale.
Il Governo annuncia – e
questo lo voglio dire anche ai signori giornalisti presenti in Aula – una
riflessione, per cui non capisco quale interlocuzione dobbiamo avere. Il
Governo ha annunciato che a Gioia Tauro si farà il rigassificatore. Attenzione,
su questa cosa la discussione a livello regionale è stata tenuta, fino adesso,
ad un livello basso.
Tenendo presente che noi –
anche e soprattutto per la gestione delle risorse economiche in questa regione
– ci scontriamo con una realtà a Gioia Tauro, cioè che quel rigassificatore lo
possiamo rilanciare perché poi verrebbe la piastra del freddo e tutto quel che
ne consegue.
Riguardo la situazione delle
accise, apro una parentesi che non c’entra con la discussione che stiamo
facendo.
Per quanto riguarda le accise
sull’energia, onorevole Orsomarso, dobbiamo fare una scelta e capire se chi
investe e trae benefici dalla Calabria poi le risorse le lascia in Calabria o
meno.
E’ ora che questo Consiglio
regionale decida di fare una legge regionale che obblighi le aziende che
producono energia ad avere la residenza fiscale in Calabria, altrimenti non
riusciamo ad essere gli artefici e i destinatari dei provvedimenti che
facciamo.
Perché o siamo attori e
protagonisti del nostro destino oppure facciamo una discussione completamente
diversa.
Questo che significa? Che
anche sul piano delle infrastrutture abbiamo il dovere di fare delle scelte e
di dare delle priorità. Lo dice uno che è della provincia di Reggio Calabria,
che si trova d’accordo e ritiene un’opera utile, necessaria ed indispensabile
la “Gallico-Gambarie” per lo sviluppo di quella zona, ma che è ugualmente
convinto che la direttrice Lamezia-Germaneto sia altrettanto indispensabile.
Se prendete tutti i giornali
della Calabria di ieri, troverete un trafiletto delle Ferrovie della Calabria
in cui si pubblica il bando di gara per il collegamento Catanzaro
Sala-Germaneto-Catanzaro Lido.
Dobbiamo capire rispetto alle
priorità che questa Calabria vuole, cosa andiamo a fare.
E’ una regione a prevalente
caratterizzazione turistica. Perfetto. L’attività portuale o di diporto come la
organizziamo?
Un esempio banale: facciamo
un porto ogni 30 miglia marine, come dice l’ultima normativa nautica o no?
Rispetto a questo, quali risorse utilizziamo? E qual è l’interlocuzione col
Governo? Io penso che sia ora che questo Consiglio - addossandomi io per primo,
lo ricordo sempre a me stesso e non agli altri, la responsabilità di esercitare
un ruolo - crei una interlocuzione veramente forte col Governo nazionale. Non
perché è un Governo tecnico, ma perché riteniamo che alcuni diritti di questa
regione non possano esser negati. E se la proposta di Adamo, degli altri
colleghi e del consigliere Orsomarso è di avere la capacità di praticare un
confronto serrato, aperto e “incazzato” – scusate il termine un po’ volgaruccio
– con il Governo ebbene, facciamolo pure.
Ma che non succeda come per
Gioia Tauro, dove, nel 2006, abbiamo firmato un accordo di programma quadro in
cui Ferrovia Italia doveva attivare il piano di inserimento per lo scalo merci
ed ancora non è stato completato.
Dobbiamo capire qual è il vero
interlocutore.
Sul piano delle
infrastrutture, vorrei dire al Presidente Scopelliti – e lo dico ai suoi
rappresentanti –, è questione di scelte e di priorità perché è fuor di dubbio
che nella sua relazione ci sono cose che si possono fare a breve, a medio e
cose che sono a lungo termine.
Vogliamo capire qual è la
priorità di questa Calabria, perché poi sono i territori che ne risentono,
perché qui è tutta una emergenza.
La critica che ci è stata fatta
– lo voglio dire con molta pacatezza – è che questa Regione o i governi
regionali precedenti, hanno utilizzato in modo improprio i progetti sponda
nelle varie articolazioni.
Forse, in quel momento, era
un modo per non perder risorse, ma rispetto alle risorse che abbiamo dato “ai
gestori nazionali” - e mi riferisco ad Anas e alle Ferrovie soprattutto - qual
è stato il ritorno per la Calabria? Anche su questo una interlocuzione forte ci
vuole con queste “società”, abbiamo il dovere di farla.
Questo Consiglio regionale
deve avere la capacità di - parlo di Consiglio regionale perché ho sempre detto
che su alcuni temi non c’è maggioranza o minoranza, ma c’è la Calabria con la
capacità, però, che deve avere un governo regionale di approcciarsi in modo
adeguato e disponibile con una parte di questo Consiglio regionale che, nella
distinzione dei ruoli, può dare il suo contributo diretto - creare una nuova
interlocuzione in quest’Aula.
Vede, collega Orsomarso, lei
ha fatto sicuramente una recensione accurata delle carte e dei documenti che vi
erano già nell’assessorato regionale, oggi dipartimento, alcune cose erano
state iniziate, alcuni fondi erano stati spesi per fare il Piano della
logistica, il Piano della intermodalità o una proposta del Piano dei trasporti
con il professore Gattuso e con altri. Si tratta di capire, rispetto alle
risorse spese e ai piani presentati, se quella proposta va migliorata,
elaborata, se non va bene e se va fatta un’altra cosa.
In ogni caso, dobbiamo avere
la capacità di fare insieme una proposta che sia rispondente ai bisogni di
mobilità della Calabria. Gli attrattori di flusso - non la voglio far lunga ma
è così – sono, purtroppo, gli ospedali, le Università e le grandi città.
Su questo, cosa vogliamo
garantire? Lei ha fatto un esempio che condividiamo: c’è una navetta che si
autofinanzia, ma rispetto a questo possiamo attivare cento cose per dare una
risposta concreta.
Sicuramente – non me ne
voglia il Presidente –, il piano che oggi ha presentato, lo prendiamo come una
buona intenzione da parte del Presidente, ma da qui a realizzare tutto quello
che c’è scritto nella presentazione e nella interlocuzione con il ministro
Passera, ce ne corre.
Si ripresenta – facciamo un
po’ di filosofia che forse giova alla politica – l’antica questione
meridionale, in cui il nuovo regionalismo che ci doveva essere non c’è stato,
una nuova capacità di essere attori e protagonisti del proprio futuro non c’è
stata. Forse è il momento di iniziare questa discussione e di capire - noi per
primi e di fare un’autocritica con noi stessi – che, alla fine, essere
partigiani anche nei territori non giova a nessuno.
Ecco perché sono rimasto
perplesso – lo dico con molta serenità - nel vedere ordini del giorno che vanno
ad impegnare la Giunta su un qualcosa che ancora dobbiamo programmare. In
valore assoluto quest’Aula potrebbe anche decidere che gli aeroporti di Crotone
e di Reggio Calabria non hanno motivo di esistere, ma stasera vedo ordini del
giorno che impegnano già questa Giunta regionale e quest’Aula a fare qualcosa
in proiezione per il domani.
O l’una o l’altra. O abbiamo
la capacità di elaborare un piano che ci veda scorporati dalle mere esigenze
territoriali e facciamo un piano per la Calabria qualunque esso sia,
assumendoci la responsabilità delle scelte seppur dolorose per alcuni
territori, oppure qui “predichiamo bene e razzoliamo male”.
Concludo con le linee
Taurensi, Presidente.
Più che l’Esecutivo, io direi
che questo Consiglio regionale dovrebbe fare una scelta di fondo, che non è
solo il mantenimento della forza lavoro, ma l’interlocuzione con il Governo
rispetto alle garanzie che dà sull’immissione della Regione Calabria, onorevole
Orsomarso.
Altrimenti, ci riduciamo come
con l’Anas che ha provincializzato le strade senza aver garantito né manutenzione
né efficienza. Questo è successo nel 1997 con l’Anas, che ha dismesso i tratti
di sua competenza e li ha dati alle Province ed ai comuni, senza prima averli
messi a norma e manutentati.
Allora, dobbiamo sì tutelare
il lavoro, ma anche far sì che la Regione non si accolli dei pesi morti
rispetto agli investimenti che ha fatto su Ferrovie della Calabria.
Ricordo - sempre a me stesso
- il mutuo di 20 milioni di euro che abbiamo fatto per adeguare i pullman di
Ferrovie della Calabria, gli investimenti che abbiamo dato a Ferrovie della
Calabria nella gestione anche della metropolitana leggera. Così come ricordo a
me stesso, la capacità che abbiamo avuto come Regione Calabria di interloquire
con il Governo – allora era sottosegretario ai trasporti, l’onorevole Tassone –
per ridefinire il modello aziendale delle Ferrovie della Calabria.
Tutte queste cose oggi si
presentano mettendo alla prova la nostra capacità di essere coloro i quali, in
un percorso virtuoso, riescono a dare delle priorità e a fare delle scelte
anche rispetto al Piano dei trasporti ed al Piano infrastrutturale di cui
questa Calabria ha bisogno.
Avevamo concordato di
chiudere i lavori con l’intervento dell’onorevole Tripodi. Ha però chiesto di
parlare l’onorevole Imbalzano, prego, ne ha facoltà.
Onorevole Imbalzano, lei era
in Aula quando ho annunciato la chiusura degli interventi. Comunque chiuderà
lei gli interventi, la prego di mantenersi nei 10 minuti.
Presidente, la ringrazio intanto per avermi dato la
parola, non ero in Aula quando ha annunciato la chiusura degli interventi.
Capisce
che, altrimenti, sarebbe
consentito a tutti i colleghi di r prendere la parola e protrarre, quindi, il
dibattito sine
die. Diamoci una programmazione ed un ordine. Prego.
Dicevo che non
ero in Aula, non ho sentito, comunque limiterò il mio intervento a pochissimi
minuti.
Peraltro,
intervengo soprattutto – considerato anche il
rischio di ripetizione degli argomenti dopo un dibattito così lungo – su alcune
importanti questioni che ho ascoltato, su alcuni interventi che hanno offerto
una lettura non molto ortodossa di alcune grandi questioni, per esempio, il Ponte sullo Stretto nella relazione
del Presidente.
Voglio fare,
quindi, qualche puntualizzazione e non ruberò molti minuti.
Secondo me, il
Consiglio regionale arriva in ritardo a
discutere di queste grandi questioni che sono alcuni dei mali storici di questa
regione e del Mezzogiorno. Arriva in ritardo e
spesso – anzi sicuramente - arriva anche a rimorchio su alcune questioni delle
battaglie che il sindacato, per esempio, ha
fatto in questi anni.
Penso ai tagli
di Rfi sui treni a lunga percorrenza ed ai guasti che sono derivati da questi
tagli ed in particolare alle difficoltà di assumere una iniziativa forte nei
confronti del Governo.
Anche io credo che, con i
tempi che corrono e con la linea che prevale in questo Paese per fatti anche
oggettivi, occorra che questa Regione, questo Consiglio regionale debbano
assumere delle priorità e fare delle scelte strategiche, altrimenti si rischia
di fare, esclusivamente, una elencazione delle grandi questioni, di emergenze.
Sono tutte emergenze quelle che riguardano il sistema della mobilità e delle
infrastrutture di questa regione, l’elenco è infinito e però non approderemmo
da nessuna parte.
Da questo punto di vista
credo che bene si è fatto ad individuare anzitutto, per esempio, nell’alta
velocità una delle scelte che devono essere assunte per ridurre il gap e le distanze
col resto del Paese.
Mi rendo conto che, con i
tempi che corrono, destinare le risorse necessarie per questa grande questione
non è facile ma è su questo che noi, secondo me, dobbiamo batterci; questo
Consiglio regionale nella interlocuzione che ha appena avviato col ministro
Passera e col Governo Monti, è su questa questione che deve insistere in modo
particolare.
Ma, ovviamente, l’alta
velocità è una delle grandi questioni.
Con i 100 miliardi di
investimenti, ipotizzati in queste settimane, per rilanciare l’economia
nazionale nel campo delle infrastrutture, penso che la Regione Calabria debba
pretendere una compensazione rispetto a tutte le risorse che le sono state
sottratte in questi anni, con l’eliminazione, per esempio, di tutte le risorse
straordinarie che una volta venivano concesse a partire dagli anni 1950 per
mettere questa regione, non dico al pari, in una condizione di dignità
infrastrutturale rispetto al resto del Paese.
Il confronto col Governo e
col Ministro Passera – fin quando ci sarà lui, ovviamente - deve essere il più
serrato possibile.
Su Gioia Tauro si è parlato
tanto anche oggi. E’ chiaro che Rfi e il Governo stesso non possono tapparsi
gli occhi e le orecchie. Rfi non si può più lavare le mani su Gioia Tauro, così
come non può più lavarsi le mani rispetto a Ferrovie della Calabria che rischia
– come anticipava il collega Orsomarso – di portare in tribunale i guasti
gravissimi che si produrranno non soltanto sul piano istituzionale ma
soprattutto su quello della funzionalità dei trasporti in Calabria.
Da questo punto di vista, su
questa vicenda dei trasporti regionali, il Governo va inseguito affinché
intervenga sul Presidente Moretti in modo definitivo ed il più energico
possibile, con la consapevolezza che da qui a qualche mese non avremo neanche
occhi per piangere, nonostante gli sforzi profusi su questo versante nei mesi
scorsi, impegnando 20 milioni di euro con un mutuo che potrebbe rappresentare
soltanto una boccata d’ossigeno.
Infine una o due questioni.
Sul Ponte parlava poc’anzi il collega Giordano.
La relazione auspica che il
Governo attuale decida come quello precedente. Sembrerebbe, quindi, non
esserci, non c’è in effetti, una decisione definitiva.
La mia opinione personale,
ovviamente, è che il Ponte ancora si faccia, che questa decisione venga
ripresa. Noi consideriamo il Ponte un’opera strategica, importante e decisiva
non solo per lo sviluppo dell’area metropolitana ma dell’intera regione, perché
il Ponte sarebbe il corollario naturale della scelta di puntare sull’alta
velocità fino a Reggio Calabria e, perché no?, fino a Palermo.
Questa è una vicenda, una
partita tutt’ora aperta.
Altra cosa sono i trasporti
all’interno dell’area dello Stretto che non sono e non possono essere
alternativi rispetto alla vicenda “Ponte sì” e “Ponte no”. Credo che per
rimediare ad errori del passato, per quanto riguarda i trasporti sull’area
dello Stretto, avendo seguito negli anni scorsi questa vicenda in prima persona
con altre responsabilità, sia auspicabile che tra la Regione Calabria e la
Regione Sicilia si assuma un impegno forte e comune, per considerare questo
sistema di trasporti come interregionale, con un coinvolgimento anche
finanziario e diretto delle due Regioni.
Concludo, ovviamente anche io
per motivi di tempo, auspicando che questa sera si rediga un documento
possibilmente comune e condiviso affinché si dia il massimo della forza
possibile e perché ci si possa presentare al Governo nazionale con la forza che
interventi di questo tipo sicuramente impongono.
Dichiaro chiuso il dibattito
sulla questione trasporti.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Il dibattito è
stato molto ampio, sereno ed approfondito ed ha toccato un po’, se vogliamo,
l’universo mondo delle questioni trasportistiche calabresi.
Naturalmente, la seduta si deve concludere con una
decisione perché la discussione è stata incardinata.
Mi permetto a nome anche degli amici della minoranza e
del gruppo del Partito Democratico di fare un tipo di proposta, distinguendo in
due le questioni. Cioè ci sono questioni trasportistiche che sono di competenza
regionale; e stasera avremmo potuto anche – per dire – far un documento in cui
impegnavamo la Giunta a predisporre rapidamente il nuovo Piano generale dei
trasporti.
Mi riallaccio brevemente al collega Tripodi, tenendo
presente la questione dei piani di bacino. Giustamente, lei ha detto che è
l’unico modo per non vedere ad un tempo pullman vuoti e località che non
vengono raggiunte dal servizio.
Naturalmente, questo lo possiamo fare anche nel
documento che propongo e che viene molto condizionato dal confronto che
dobbiamo far col Governo.
Se l’Aula ha raggiunto una consapevolezza di tipo regionale,
questo significa che, nella congiuntura terribile che ci troviamo a vivere, la
Giunta Scopelliti, contornata da trenta mila vestali e non, non può proporre
una serie infinita di interventi. Se noi vogliamo fare gli interessi della
Calabria dobbiamo andare dal Ministro Passera, stabilendo preliminarmente come
agire, indicando al Ministro quali sono, nella situazione attuale, le priorità.
Non so se siete d’accordo.
Allora, dato che il tema è stato incardinato, proporrei
che il Presidente del Consiglio, Francesco Talarico, sentito ovviamente il Governatore, il suo delegato e la Giunta,
cerchi di raccogliere una sintesi di questo confronto che è stato ampio.
Noi abbiamo presentato un
documento che resta agli atti e ci sono stati gli interventi di tutti i
consiglieri. Si potrebbe fare un riepilogo con delle ipotesi di priorità che
potremmo valutare in questi giorni per arrivare ad una sintesi che sia la più
condivisa possibile e che proporremmo all’esame del Consiglio nella seduta di
giorno 12.
Perché il Presidente
Talarico? Perché essendo stata incardinata nell’Aula la discussione, ritengo
che debba essere la massima autorità dell’Aula a svolgere questo lavoro
istruttorio, attraverso un confronto serrato con la Giunta, in modo che, dopo
essere stato sottoposto al vaglio dei gruppi, sia esaminato e votato
definitivamente nella seduta di giorno 12.
Suggerisco, eventualmente,
che altre proposte dei capigruppo siano discusse per un approfondimento in sede
di conferenza dei capigruppo, ma l’urgenza è quella che mi sono permesso di
sottolineare prima.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, credo che, dopo questo dibattito dai
toni pacati e costruttivi e dopo l’intervento del Presidente Scopelliti, che ha
espressamente invitato i colleghi della opposizione su questo tema ad essere
propositivi come lo sono stati nel dibattito, anche questa proposta del collega
Principe possa essere accettata.
Tra l’altro se ci presenteremo, se il Presidente della
Giunta si presenterà dal Ministro Passera, dal Governo, con un documento congiunto approvato alla unanimità da tutto
il Consiglio regionale, specialmente in questa fase in cui il Governo attuale è
tecnico-politico, in questa situazione particolare, certamente avrà più forza.
Concordo anche col collega
Principe nel dire che non possiamo nemmeno pensare di presentarci con un libro
dei sogni, perché bisogna essere concreti senza distribuire in mille rivoli e
sfilacciare le nostre richieste, puntando su alcuni argomenti principali che il
Governo deve portare avanti.
Credo che ci possa essere la
condivisione di questa proposta.
Tra l’altro, il Presidente
Talarico si farà parte diligente per elaborare questo progetto da esporre a
noi, perché sia valutato anche dai colleghi del centro-sinistra. Credo che
all’inizio della prossima seduta di Consiglio, se c’è l’accordo come io penso,
anzi sono sicuro che ci sarà su questo tema e su queste priorità, il documento
si potrà approvare. Quindi, il Presidente si potrà presentare a Roma al
prossimo incontro con i parlamentari, o con chi deciderà, forte di questo
consenso non solo della maggioranza ma di tutto il Consiglio regionale.
Condividiamo la proposta del
collega Principe, ne avevamo già discusso prima col collega, per cui da parte
nostra c’è l’accordo perché si vada in questa direzione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa
se solo per un attimo intervengo per dirmi d’accordo con la proposta del
collega Principe di intesa anche col collega Fedele.
Vorrei, però,
fare una precisazione: si dà mandato al Presidente del Consiglio, Francesco
Talarico, di portare in quest’Aula un documento o di coordinare un lavoro che, prima della seduta di giorno 12, dovrà
essere oggetto di verifica in sede di Conferenza
dei capigruppo o della Commissione
permanente? Io preferirei la seconda.
Cioè, penso
che se vogliamo dare il giusto peso alla discussione che abbiamo fatto, ci
debba essere dopo il coordinamento che istruisce il Presidente
del Consiglio, prima della seduta del 12, una Conferenza dei capigruppo o una Commissione permanente in cui si valuti il
documento, dove lo si voti e lo si esamini.
Ma che si
venga direttamente in Aula mi pare un po’ azzardato.
(Interruzione)
Conferenza dei capigruppo
allora.
Sono pervenuti
alla Presidenza tre ordini del giorno ed una
mozione: il primo ordine del giorno è a firma del Presidente
Scopelliti e di consiglieri sia
di maggioranza sia di opposizione: Principe, Fedele, Orsomarso, Gallo,
Mirabelli, Censore, Adamo, Magno, Gallo ed altri. Questo ordine del giorno
riguarda la vicenda dei due marò del San Marco in stato di fermo di polizia a
Kochi; il secondo concerne la riapertura delle linee Taurensi delle Ferrovie
della Calabria; il terzo riguarda il paventato ridimensionamento e/o
rischio chiusura dello scalo aeroportuale di Crotone
Pongo ai voti
il loro inserimento all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno in ordine “Alla vicenda dei due marò del San Marco in stato di
fermo di polizia a Kochi”:
<Il Consiglio regionale
premesso che
lo scorso 15 febbraio 2012, Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone, militari impegnati da tempo nelle missioni internazionali,
imbarcati sul mercantile Enrica Lexie sono stati fermati dalle autorità indiane
a seguito dell’uccisione di due pescatori di nazionalità indiana avvenuta
durante un presunto attacco subito dalla predetta nave mercantile;
da una prima ricostruzione dei fatti appare che i due
militari abbiano risposto al fuoco a seguito di un attacco di pirati avvenuto
in acque internazionali;
la Farnesina ha affermato che i militari italiani
fermati in India “sono organi dello Stato italiano e godono, pertanto, della
immunità dalla giurisdizione rispetto agli stati stranieri” e prestavano la
loro attività sulla Enrica Lexie in base ad una legge italiana e alle
risoluzioni Onu sulla lotta alla pirateria;
i militari negano ogni responsabilità e forniscono una
ricostruzione dei fatti difforme da quella delle autorità indiane;
la ricostruzione degli eventi presenta diverse
incongruenze tanto da lasciare supporre che l’attacco alla nave mercantile e la
morte dei due pescatori siano da ricondurre ad eventi separati ed avvenuti a
distanza di alcune ore;
i due militari in precedenti missioni alle quali avevano
preso parte hanno dimostrato di possedere un elevato grado di specializzazione
ed una formazione specifica per fronteggiare situazioni ad alto rischio;
il Governo
italiano, nella persona del ministro degli Affari esteri, Giulio Terzi, si è
mobilitato a sostegno dei due marò in stato di fermo manifestando piena
solidarietà ed assicurando che l’Italia adotterà tutte le misure necessarie per
garantire, in tempi rapidi, il loro rientro in patria;
il governo regionale è da
sempre schierato a sostegno delle forze armate;
per quanto sopra impegna
la Giunta regionale a
sostenere presso il Governo nazionale e, segnatamente, il Presidente del
Consiglio dei ministri, il ministro degli Affari esteri, il ministro della
Difesa un’azione utile ad ottenere il rilascio dei due militari in stato di
fermo, esprimendo la propria solidarietà, del Consiglio e della Giunta alle
famiglie dei due marinai italiani e sensibilizzando l’opinione pubblica
attraverso l’esposizione delle immagini dei due militari sulla facciata di
Palazzo Campanella e di Palazzo Alemanni>.
Pongo in votazione l’ordine del giorno per come letto in
Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ stato presentato un ordine del giorno a firma del
sottoscritto e degli onorevoli Fedele, Bilardi e De Gaetano “Sulla riapertura
delle linee Taurensi delle Ferrovie della Calabria”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno di cui do
lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria
considerata la soppressione a partire dal mese di giugno
del 2011, delle linee ferroviarie Taurensi (Gioia Tauro-Palmi e Gioia
Tauro-Cinquefrondi) quale effetto, a livello regionale delle disposizioni
normative contenute nel D.L. 78/2010 il quale ha complessivamente operato un
taglio di 4 miliardi di euro alle Regioni nel 2011 e 4,5 miliardi nel 2012;
considerato che la tratta ferroviaria in questione,
oltre alla valenza fondamentale per la mobilità di base nel trasporto locale -
investendo un territorio che interessa i sette comuni più importanti della
Piana di Gioia Tauro (Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, San
Giorgio Morgeto, Polistena, Cinquefrondi e Palmi) – rappresenta al contempo il
naturale ed imprescindibile collettore tra siti di inestimabile pregio
artistico-archeologico altrimenti irraggiungibili (dal Parco archeologico dei
Tauriani alle bellezze storiche di San Giorgio Morgeto a quelle naturalistiche
dei territori interessati);
chiede
di impegnare la Giunta regionale ad intervenire con ogni
iniziativa utile per ripristinare le linee ferroviarie Taurensi”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il terzo ordine
del giorno è “In merito al paventato ridimensionamento e/o rischio chiusura
dello scalo aeroportuale di Crotone” ed è a firma dei consiglieri De Masi,
Dattolo, Pacenza e Sulla.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale
premesso che
il piano
trasporti del ministro Corrado Passera considererebbe 24 aeroporti come scali
“complementari” cioè sotto la gestione diretta degli enti
locali che dovrebbero, caso mai lo decidessero, farsi carico per intero
della loro gestione;
detti scali
aeroportuali rischierebbero un brusco ridimensionamento o addirittura la
chiusura;
tra questi
scali sono compresi, anche gli aeroporti di Reggio
Calabria e di Crotone;
al contrario
14 scali sarebbero invece definiti strategici e altri 10 (tra cui Genova,
Torino, Brindisi, Olbia) continuerebbero a servire ampi bacini d’utenza;
allo scopo di
varare tale riduzione il Ministero dei trasporti e l’Enac sono in attesa
dell’analisi di un dossier elaborato negli ultimi due anni da Nomisma, One
Works e Kpmg;
appare chiara
l’intenzione del Governo di chiudere strutture
aeroportuali che si reggono quasi esclusivamente con
finanziamenti pubblici e con i conti in rosso;
da
dichiarazioni del direttore generale dello scalo crotonese si evince che:
<nel
marzo 2011 il traffico dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone ha registrato un
incremento rispetto all’anno precedente del 26 per cento;
l’attività
rilancio dell’aeroporto continua senza interruzioni ed a breve verranno
definiti gli accordi commerciali per la stagione primavera-estate 2012 con
nuovi voli e nuove tratte>;
l’obiettivo
prefissato dal management dell’aeroporto è
quello di arrivare al termine del piano di sviluppo quindicinale dello scalo
(presentato lo scorso 14 dicembre) alla soglia di un milione di passeggeri;
detto piano prevede tra
l’altro, 4 interventi sostanziali sull’aerostazione ed in particolare su pista
e strutture collegate;
l’aeroporto di Crotone come
tutti gli scali dei territori periferici, beneficia degli oneri di servizio
pubblico per avere i servizi aerei di linea necessari a soddisfare i bisogni
primari per lo sviluppo economico della propria area;
la provincia di Crotone è il
territorio calabrese che maggiormente sente il peso dell’isolamento sia sotto
il profilo economico che sotto quello sociale e relazionale;
l’assetto attuale della rete
di trasporto crotonese è basato su assi principali stradali e ferroviari
caratterizzati da livelli di dotazione e di servizio notoriamente insufficienti
o inadeguati;
appare necessario un rilancio
dell’economia turistica e commerciale della provincia di Crotone mediante una
migliorata accessibilità territoriale dall’esterno e alla valorizzazione dei
nodi aeroportuale potenziati e disposti in rete;
l’unica opportunità
infrastrutturale, attualmente, per la provincia di Crotone per il conseguimento
di tali obiettivi è rappresentato dallo scalo aeroportuale;
impegna la Giunta regionale
ad adottare ogni iniziativa
volta a promuovere la salvaguardia dello scalo aeroportuale di Crotone al fine di
rendere più accessibile il territorio interessato dal resto dell’Italia;
a dar vita ad un unico
soggetto imprenditoriale in grado di effettuare una efficace politica
commerciale verso i vettori aerei e di ampliare considerevolmente le
opportunità di trasporto per le diverse tipologie di utenti, in modo da
agevolare ed incentivare gli investimenti privati e rendere competitiva la
politica industriale degli scali di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone;
a prevedere, al fine di
rilanciare definitivamente l’aeroporto di Crotone un sistema di trasporti
regionale orientato al riassetto e alla integrazione modale di tutti i servizi
di trasporto operativi sul territorio regionale in modo da collegare la fascia
costiera dell’alto ionio Cosentino e del basso ionio catanzarese allo scalo
aeroportuale di Crotone”.
(Interruzione)
Ha chiesto di
intervenire l’onorevole Principe, ne ha
facoltà.
Mi permetto di
sottoporre alla valutazione del Consiglio,
dell’Aula e dei presentatori se non sia il caso di prendere per buono il
ragionamento dell’onorevole Tripodi, nel senso
che, nel momento in cui avviamo una istruttoria, può sembrare strano che
anticipiamo con ordini del giorno questioni che potrebbero far parte delle
priorità.
Mi permetto sommessamente di suggerire che gli
ordini del giorno li possiamo valutare la prossima seduta insieme alla proposta
di ordine del giorno generale. Mi pare, infatti, che il consigliere Tripodi
sottoponesse questa questione.
Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Principe,
di rinvio dell’esame dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Il Consiglio è convocato a domicilio. La seduta è
sciolta.
Hanno chiesto
congedo i consiglieri: Aiello P., Trematerra, Caridi, Salerno, Grillo, Ciconte,
Serra.
(Sono concessi)
E’ stata
presentata alla Presidenza la
seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere:
Magno – “Istituzione dei <Cantieri scuola lavoro>”
(P.L. n. 308/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Guccione,
Talarico D., Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
in data 4
gennaio 2012 il gruppo UIB-Carime ha reso noto, attraverso la presentazione del
proprio Piano Industriale, gli interventi che intende attuare sulla propria
rete commerciale a partire dalla fine del mese di febbraio;
tali interventi prevedono la
chiusura di 23 minisportelli di cui 11 ubicati in Calabria ed in particolare
nella provincia di Cosenza;
tra gli sportelli interessati
alla chiusura sono previsti quelli dei comuni di Grimaldi, Rocca Imperiale
Marina, Cutro, Francavilla Marittima, Carolei, Squillace, Gioiosa Ionica,
Delianova, Briatico, Bovalino, Molochio dove la Carime opera da tempo;
nel Comune di Grimaldi in
particolare, la filiale Ubi-Carime opera da circa 72 anni e l’immobile in cui è
ubicato è di proprietà della stessa banca;
tale filiale svolge anche
servizio di tesoreria per lo stesso comune di Grimaldi e per i comuni viciniori
di Belsito, Malito e Altilia;
la massa dei depositi e degli
investimenti è sempre stata attiva;
questa decisione costringerà
l’utenza zonale a rivolgersi allo sportello di Rogliano, creando pesanti ed
evidenti disagi alla clientela nonché ulteriori costi aggiuntivi per imprese e
famiglie in tempi non facili a causa della perdurante crisi economica in atto;
lo stato di progressivo
depauperamento dei servizi in un’area già fortemente penalizzata come quella
del Savuto incide pesantemente anche sulla qualità della vita dei residenti di
tale area;
lo sproporzionato numero di
chiusure di sportelli in provincia di Cosenza e in Calabria e la successiva
trasformazione di alcuni di essi in mini sportelli non appare in alcun modo
giustificabile poiché la stessa Ubi-Banca non ha fornito, finora, a
giustificazione ed a sostegno di tale decisione, nessun dato riguardante
l’operatività delle filiali e la loro redditività;
ciò avviene in un quadro in
cui in Calabria il costo del denaro è il più alto d’Italia e che, nel corso del
2011 la nostra è stata la Regione in cui si è registrato il calo più sensibile
della concessione di crediti alle imprese;
tale manovra si
appaleserebbe, quindi, come un chiaro segnale di marginalizzazione e di ridimensionamento
della presenza di Ubi nel Mezzogiorno e come un vero e proprio atto di
disimpegno nei confronti del territorio calabrese dimenticando di aver
ereditato la grande storia della Cassa di Risparmio che per decenni ha operato
con grandi successi nella nostra Regione -:
quali iniziative urgenti ed
improcrastinabili si intendono assumere nei confronti del gruppo Ubi-Carime per
scongiurare l’attivazione in Calabria di un piano industriale discriminatorio,
iniquo e dannoso, che andrebbe solo ad impoverire e marginalizzare
ulteriormente un tessuto economico regionale già fortemente indebolito e
penalizzato dalle “rapine” e dagli “scippi” continui dell’ex Governo
Berlusconi-Tremonti.
(215; 20.02.2012)
Aiello F. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle politiche euromediterranee,
internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace. Per sapere – premesso che:
il
quinto settore del dipartimento Presidenza
della Giunta regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle
relative alla cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;
a tale settore afferisce l’assessorato alle politiche euromediterranee,
internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace;
in
data 1 settembre 2011 il predetto settore attraverso il dipartimento alle politiche euromediterranee pubblicava sul sito
della Regione Calabria un bando per
la selezione di n. 7 esperti per i Progetti di cooperazione territoriale europea: Terconmed, Robinwood plus e
Knowiung med;
in
data 10 febbraio 2012 si dà notizia circa l’esito delle selezioni di cui sopra;
all’art.
2, comma 2, punto 6 del predetto avviso – con riferimento ai requisiti minimi
in capo a ogni partecipante – si legge di dover essere in possesso di
comprovata esperienza lavorativa di almeno tre anni post-laurea e relative
competenze tecniche maturate e che tale requisito è richiesto per tutti i
profili messi a bando;
nei
criteri di valutazione al punto 4 – Esperienze professionali - si legge
contrariamente a quanto sopra richiamato che le esperienze svolte nei primi tre
anni dalla data di conseguimento del
Diploma di laurea - non verranno valutate;
risulta evidente che per concorrere con pari opportunità
bisogna aver maturato almeno sei anni di esperienze post laurea e non tre – per
come espressamente previsto nel bando all’art. 2, comma 2, punto 6;
il peso del punteggio assegnato alle predette esperienze
è pari a 24/100 -:
quali azioni si intendono adottare per sanare tale
evidente contraddizione presente nel bando;
quali azioni si intendono adottare per contrastare la
discriminazione in danno di tutti i partecipanti che pur soddisfacendo il
requisito dei tre anni di esperienze lavorative post laurea sono, di fatto, in palese
violazione dell’assunto delle pari opportunità, penalizzati nell’assegnazione
del punteggio;
se ritiene, nonostante tale contrastante procedura con
riferimento ai requisiti minimi previsti dal bando ed i successivi criteri di
valutazione nello stesso presenti, validare la graduatoria finale o se non si
dia il caso di sospendere la stessa.
(217; 20.02.2012)
Franchino. Al Presidente
del Consiglio regionale. Per sapere –
premesso che:
nelle elezioni
comunali del 2011 veniva eletto Sindaco di Rossano (Cs) il signor Giuseppe
Antoniotti il quale, nel nominare la Giunta,
chiamava come assessore il consigliere regionale
Giuseppe Caputo, Presidente della prima Commissione regionale permanente
“Affari istituzionali e affari generali”, a cui il Sindaco conferiva deleghe
formali nonostante l’esistenza di cause di incompatibilità
con la carica di consigliere regionale per come, inequivocabilmente, previste
dal Testo Unico degli enti locali, decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
per come è noto, l’articolo 46 della L.R. 34/2010 è
stato impugnato dinanzi alla Corte costituzionale che con sentenza n. 310/2011
ne ha dichiarato l’incostituzionalità “per violazione dell’art. 122, primo
comma e dell’articolo 51, in quanto contraddice in materia di incompatibilità,
un principio generale contenuto nelle norme legislative statali prima citate e
lede, al contempo, il principio di eguaglianza tra i cittadini nell’accesso
alle cariche elettive”;
nonostante tutto ciò, l’onorevole Caputo ha continuato a
svolgere il doppio incarico perché, a suo avviso, la sentenza per essere
operativa doveva essere pubblicata sul Bur della Calabria;
la sentenza della Corte costituzionale è stata
pubblicata sul Bur della Calabria in data 31.12.2011 e, in specie, nel caso di
consigliere comunale nominato fiduciariamente da un Sindaco, suo collaboratore,
basta l’atto di revoca del Primo cittadino, ovvero le dimissioni del nominato
amministratore regionale;
il consigliere regionale Caputo non ha manifestato
ancora l’intenzione di lasciare una delle due cariche, continuando attivamente
nel percorso di incompatibilità così dimostrando chiaro disprezzo per la
decisione della Suprema Corte -:
quali iniziative intenda promuovere per assicurare il
pieno rispetto della legge e il ristabilirsi del corretto rapporto democratico
nel comune di Rossano.
(216; 20.12.2012)
Chiappetta. Al Presidente
della Giunta regionale in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di
rientro sanitario e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:
da un servizio di informazione giornalistica riportato nei giorni scorsi
su alcuni quotidiani calabresi si è avuta notizia di
una controversia in atto tra l’Associazione italiana assistenza spastici (Aias)
di Cosenza e l’Associazione San Pancrazio, in merito all’utilizzo di terreni e
immobili in località Vadue di Carolei che, acquisiti dalla Regione nel 1981,
vennero trasferiti all’allora Usl di Cosenza e dopo circa 15 anni assegnati in
fitto all’Associazione San Pancrazio;
le due Associazioni ricoprono nella comunità della città
e della provincia di Cosenza un ruolo di particolare valenza sociale: da un
lato l’Aias con una storica presenza rivolta quotidianamente a favore di
persone affette da patologia spastica che si avvale di operatori di alta
professionalità che profondono un impegno costante non solo per l’assistenza ma
anche per la riabilitazione e, dall’altro, l’Associazione San Pancrazio che
opera nella città di Cosenza a partire dal 1991 nel campo del recupero dei
giovani dalla dispersione scolastica e dal disagio sociale e, altresì,
interagendo con le Cooperative sociali “Le Serre” e “L’Arca di Noè” di propria
diretta emanazione, fornendo un sostegno solidale a persone che si trovano in
condizione di disagio fisico, psichico, sociale con la finalità di contrastare
il loro stato di marginalità e favorirne l’inserimento in ambito lavorativo;
dalle notizie riportate dalla stampa emerge come la
titolarità dei terreni e degli immobili in località Vadue di Carolei sia stata
rivendicata dall’Aias e tale pretesa sia stata riconosciuta legittima dalla
Corte di Appello di Catanzaro con sentenza del 27 settembre 2010;
conseguentemente l’Aias ha chiesto il reintegro nella
disponibilità dei beni con ingiunzione di sgombero all’Associazione San
Pancrazio;
la situazione conseguente l’ingiunzione di sgombero con
il rilascio dei terreni e dei beni immobili da parte dell’Associazione San
Pancrazio renderà impossibile la prosecuzione delle attività dell’Associazione
e delle Cooperative sociali collegate “Le Serre” e “L’Arca di Noè” penalizzando
le comunità della città e della provincia di Cosenza, facendo venir meno un
servizio sociale svolto da operatori di volontariato che realizzano attività di
accoglienza, di “agricoltura sociale” di recupero per una utenza quotidiana di
oltre 40 assistiti, attività particolarmente significativa in un periodo in cui
il disagio sociale, nella Regione, è fortemente acuito dai riflessi della crisi
economica che ha investito l’intero Paese;
la necessità e l’opportunità che le meritorie e
qualificate attività svolte dalle predette Associazioni possano essere
sostenute, garantendo altresì la continuità di servizi sociali resi da
operatori del volontariato altamente qualificati evitando difficoltà insormontabili
agli assistiti ed alle loro famiglie che già versano in condizioni di forte
disagio;
similare problematica pare abbia riguardato in passato
la struttura di neuropsichiatria infantile dell’Asp di Cosenza allocata su
altri terreni dell’Aias siti in località “Serra Spiga” di Cosenza; problematica
poi risolta grazie all’intervento della Regione Calabria che ha, pertanto,
tutelato e garantito la continuazione dell’attività ivi effettuata -:
se la Regione
non ritenga necessario ed opportuno intervenire (così come pare sia stato
effettuato per la soluzioni della problematica inerente i terreni Aias in Serra
Spiga a Cosenza) con la dovuta urgenza per la
gestione e risoluzione della situazione riconoscendo le giuste pretese di
entrambe le parti, anche in considerazione dell’alta valenza di una realtà di
volontariato sociale rappresentata da Associazioni che ormai storicamente
garantiscono servizi socio-sanitari punto di riferimento per un numero cospicuo
di persone bisognose, attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico tra
Regione, Aias, Associazione San Pancrazio e Asp di Cosenza per porre fine alla
controversia, salvaguardando la continuità delle rispettive attività di
volontariato sociale.
(19;
21.02.2012)
“Il Consiglio regionale
premesso che
lo scorso 15 febbraio 2012, Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone, militari impegnati da tempo in missioni internazionali,
imbarcati sul mercantile Enrica Lexie, sono stati fermati dalle autorità
indiane a seguito dell’uccisione di due pescatori di nazionalità indiana
avvenuta durante un presunto attacco subito dalla predetta nave mercantile;
da una prima ricostruzione dei fatti appare che i due
militari abbiano risposto al fuoco a seguito di un attacco di pirati avvenuto
in acque internazionali;
la Farnesina ha affermato che i militari italiani
fermati in India “sono organi dello Stato italiano e pertanto godono
dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati stranieri” e prestavano
la loro attività sulla Enrica Lexie in base ad una legge italiana e alle
risoluzioni Onu sulla lotta alla pirateria;
i militari negano ogni responsabilità e forniscono una
ricostruzione dei fatti difforme da quella delle autorità indiane;
la ricostruzione degli eventi presenta diverse
incongruenze tanto da lasciare supporre che l’attacco alla nave mercantile e la
morte dei due pescatori siano da ricondurre ad eventi separati ed avvenuti a
distanza di alcune ore;
i due militari in precedenti missioni alle quali avevano
preso parte hanno dimostrato di possedere un elevato grado di specializzazione
ed una formazione specifica per fronteggiare situazioni ad alto rischio;
il Governo italiano, nella persona del Ministro degli
Affari Esteri, Giulio Terzi, si è mobilitato a sostegno dei due marò in stato
di fermo, manifestando piena solidarietà ed assicurando che l’Italia adotterà
tutte le misure necessarie per garantire, in tempi rapidi, il loro rientro in
patria;
il governo regionale è da sempre schierato a sostegno
delle Forze Armate;
impegna
la Giunta regionale a sostenere presso il Governo
nazionale e, segnatamente, il Presidente del Consiglio dei ministri, il
ministro degli Affari Esteri, il ministro della Difesa un’azione utile ad
ottenere il rilascio dei due militari in stato di fermo, esprimendo la propria
solidarietà alle famiglie dei due marinai italiani e sensibilizzando l’opinione
pubblica attraverso l’esposizione delle immagini dei due militari sulla
facciata di Palazzo Campanella e di Palazzo Alemanni.”
“Il Consiglio regionale
considerata la soppressione, a partire dal mese di
giugno del 2011, delle linee ferroviarie Taurensi (Gioia Tauro – Palmi e Gioia
Tauro – Cinquefrondi), quale effetto, a livello regionale, delle disposizioni
normative contenute nel D.L. 78/2010, il quale ha complessivamente operato un
taglio di 4 miliardi di euro alle regioni nel 2011 e 4,5 miliardi nel 2012;
considerato che la tratta ferroviaria in questione,
oltre alla valenza fondamentale per la mobilità di base nel trasporto locale –
investendo, un territorio che interessa i sette comuni più importanti della
Piana di Gioia Tauro (Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, San
Giorgio Morgeto, Polistena, Cinquefrondi e Palmi) – rappresenta, al contempo,
il naturale ed imprescindibile collettore tra siti di inestimabile pregio
artistico-archeologico altrimenti irraggiungibili (dal Parco archeologico dei
Tauriani alle bellezze storiche di San Giorgio Morgeto, a quelle naturalistiche
dei territori interessati);
chiede
di impegnare la Giunta regionale ad intervenire con ogni
iniziativa utile per ripristinare le linee ferroviarie Taurensi.”