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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

 

32.

 

SEDUTA DI GIOVEDI’ 23 FEBBRAIO 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,48

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e l’interpellanza

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale

PRESIDENTE

Comunico che circa questo punto all’ordine del giorno si è tenuta una riunione della Conferenza dei capigruppo per decidere come procedere.

Si è preso atto della volontà del Presidente Scopelliti che non ritiene opportuno – dopo aver ribadito la sua posizione in altra sede – in merito alle vicende ed alle polemiche che lo hanno interessato, coinvolgere l’Aula nella sua espressione massima di Istituzione regionale.

Su questa richiesta la minoranza ha espresso la propria contrarietà in Conferenza dei capigruppo, per cui la decisione su come procedere nei lavori del Consiglio è stata assunta dalla maggioranza che ha ritenuto di condividere la volontà del Presidente della Giunta regionale.

Essendo questa la decisione assunta in Conferenza dei capigruppo, dopo il confronto tra i capigruppo di maggioranza e di minoranza, il primo punto all’ordine del giorno non verrà trattato.

Si può iniziare, quindi la seduta con il secondo punto all’ordine del giorno: il dibattito su Infrastrutture e trasporti.

Dibattito su Infrastrutture e trasporti

PRESIDENTE

Il gruppo del Partito democratico deve partecipare ad una assemblea oggi pomeriggio. Invito, pertanto, i colleghi a fare degli interventi concentrati all’essenza, per non dilungarsi in frasi o concetti che potrebbero essere evitati, per ridurre al minimo i propri interventi.

Inizierei con gli interventi del Presidente della Commissione trasporti che ha avuto la possibilità in questi giorni, proprio per questo Consiglio regionale, di ascoltare i soggetti preposti e di trarre dalle loro parole delle riflessioni, delle istanze, delle proposte e delle idee che potrà riassumere qui, all’interno dell’Aula del Consiglio regionale.

Prego, onorevole Dattolo, ha facoltà di parlare.

Alfonso DATTOLO

Grazie, Presidente e onorevoli colleghi, ho avuto la possibilità nei giorni scorsi, anche grazie all’input venuto dal Presidente del Consiglio e dalla Conferenza dei capigruppo, di fare un dibattito sulle problematiche legate alle infrastrutture e ai trasporti.

Insieme ai colleghi della Commissione abbiamo fatto delle audizioni per ascoltare le diverse categorie. Ne approfitto per dire che, se c’è stata qualche dimenticanza negli inviti - ripeto pubblicamente -, siamo sempre disponibili ai suggerimenti che verranno. Quando si tratterà di affrontare in Commissione il Piano regionale dei trasporti, sicuramente, le categorie di sindacati che hanno lamentato di non essere state convocate, avranno pieno titolo ad essere audite in Commissione.

È inutile dire - è sotto gli occhi di tutti - che il quadro regionale, per ciò che attiene le infrastrutture, è abbastanza delicato e complesso.

Abbiamo avuto modo di ascoltare l’ingegnere Laganà, in nome dell’assessore Gentile, in qualità di responsabile del dipartimento lavori pubblici infrastrutture e trasporti. Il quadro delineato, chiaramente, comporta una serie di difficoltà.

Se iniziamo dal punto di vista autostradale, abbiamo le difficoltà della Salerno-Reggio Calabria. Qualcuno titolava oggi dicendo: chissà quanti anni passeranno. La cosa preoccupante è che mancano i finanziamenti solo sul tratto calabrese.

Abbiamo registrato dal punto di vista del sistema ferroviario le grandi penalizzazioni che hanno interessato la nostra regione con il taglio di alcune corse delle “Frecce d’argento” e soprattutto con la soppressione di venticinque collegamenti notturni, con particolare riferimento all’area ionica, che ha delineato una situazione di grande difficoltà.

Abbiamo registrato la situazione da parte di Ferrovie della Calabria. Abbiamo, anche, messo a disposizione le copie degli ultimi bilanci ai componenti della Commissione per rendersi conto del quadro di difficoltà finanziaria e, soprattutto, delle prospettive di rilancio che questa Giunta regionale ha dimostrato di aver posto in essere assumendo l’impegno di un mutuo di 20 milioni di euro per il risanamento.

Abbiamo chiesto, chiaramente, che il Governo - il socio unico – si faccia carico della situazione debitoria, naturalmente, vedete, non siamo qui solamente a discutere delle difficoltà.

Ritengo sia necessario, questa deve essere una ulteriore sfida, un nuovo Piano regionale dei trasporti considerato che è fermo al 1997. E’ questa la sfida politica che questa maggioranza deve affrontare, perché in quindici anni è cambiato il mondo. Quindici anni fa, non c’erano i mezzi di comunicazione che ci sono adesso e noi abbiamo sempre tappato buchi di bilancio senza una programmazione adeguata.

Sono contento che faccia parte di questa Commissione il consigliere delegato ai trasporti per il lavoro che sta facendo.

Ritengo che nei prossimi anni ci sarà una ulteriore riduzione dei trasferimenti pubblici al comparto, ma è altrettanto vero che la programmazione non è più rinviabile, non abbiamo più possibilità di derogare oltre, proprio perché vi è la necessità di capire e di razionalizzare il sistema dei collegamenti privilegiando alcuni settori.

Naturalmente, Presidente Scopelliti, a questo bisogna aggiungere anche il Quadro territoriale di riferimento regionale, la programmazione che compete alla Regione Calabria.

Queste due sfide diventano, secondo me, gli aspetti più qualificanti dell’amministrazione, tralasciando la sanità di cui tutti conosciamo la situazione. Gli aspetti più qualificanti, oltre alla riforma degli enti sub-regionali, devono essere questi due: la rivisitazione della legge urbanistica e finalmente il Quadro territoriale di riferimento che significa programmazione, cioè avere le idee chiare su quello che si vuole fare nei singoli territori cercando, sicuramente, di coniugarlo con il Piano regionale dei trasporti.

Sono due sfide in cui penso che la Regione giochi una parte decisiva, perché con questi due strumenti è possibile incanalare i fondi comunitari ed avere una bussola importante su ciò che avviene.

Sicuramente queste sfide non saranno esentate dalle difficoltà che ci sono e soprattutto dai deficit che si sono cumulati.

Abbiamo sentito l’Anav, l’associazione delle autolinee. Abbiamo sentito l’Astra che riguarda il trasporto pubblico. Abbiamo sentito anche Trenitalia, alla quale abbiamo chiesto spiegazioni su quello che sarà il lavoro propedeutico, in quanto questo è un dibattito che dovrà preludere ad entrare nello specifico, perché abbiamo solo registrato gli interventi delle parti coinvolte.

Nei giorni scorsi è arrivata una petizione per salvare le Linee Taurensi ed abbiamo sentito le proposte e le analisi fatte dai sindacati.

Abbiamo avuto contezza del lavoro che è stato fatto col ministro Passera. Incontro a cui era presente anche una delegazione di parlamentari calabresi.

Vorremmo che da questo dibattito – lo abbiamo auspicato anche in Commissione – venisse fuori non soltanto l’elenco delle criticità, che sono tante, non ultima la questione degli aeroporti.

Vede, Presidente, io è da quasi due anni che faccio il consigliere regionale e non ho mai fatto polemiche di carattere territoriale, ma le posso dire che ci sono anche aree della nostra regione – non voglio, naturalmente, fare processi a nessuno – che sono completamente isolate.

Non oso immaginare cosa succederà se l’aeroporto di Crotone dovesse chiudere. Vorrei invitare chi non conosce quell’area a riflettere, c’è una stazione chiusa ed è l’unico tratto di strada statale 106 in cui non sono stati fatti i lavori.

Vi posso garantire che camminare in quell’area è veramente difficile, l’Anas non garantisce neanche l’ordinaria amministrazione del manto stradale.

Mi chiedo, lo dico senza spirito polemico, “a che serve spendere 40 milioni di euro per adeguare l’aeroporto previsto dall’Enav e poi doverlo sotto utilizzare o pensare di aprire altri aeroporti?” senza voler entrare in polemica.

Faccio una considerazione di fondo, anche sul Ponte sullo stretto. Forse non sarebbe stata la panacea di tutti i mali, ma i soldi che sono stati spesi per la progettazione e tutto il resto e che non sono stati più destinati alla Calabria e alla Sicilia per risarcire il mancato investimento, penso sia un qualcosa che questo nuovo Governo dovrebbe considerare, a meno che, ripeto, non vogliano escludere la Calabria dal resto d’Italia. Penso che siamo in assoluto uno dei territori più penalizzati.

Se questa è la stagione delle riforme noi dobbiamo fare la nostra parte con il Piano regionale dei trasporti, ecco perché non possiamo andare a chiedere con il cappello in mano senza aver le idee chiare sulla situazione debitoria pregressa di risanamento e soprattutto dei sacrifici che saranno necessari. Perché far demagogia su quello che si potrebbe fare, senza aver a disposizione i fondi, sarebbe un esercizio sterile che sicuramente non interessa quest’Aula e, ancora meno, i calabresi.

Ritengo opportuno, se parliamo di Quadro territoriale regionale, dare anche un equilibrio.

Lei ha dimostrato sensibilità, ha vinto in tutte le province calabresi e sicuramente conosce le diverse difficoltà di ogni ambito.

Ritengo di dover esaurire questa fase, come Presidente della Commissione, perché si entrerà nello specifico successivamente quando la Giunta regionale licenzierà il Piano regionale dei trasporti.

L’altro invito che faccio ai colleghi consiglieri regionali è che, su temi come questo, ci sia un dibattito - non dico con una visione di insieme perché capisco che la maggioranza è una cosa e che l’opposizione ragiona per la sua parte - che abbia una condivisione di fondo anche per dare da parte di quest’Aula al Presidente Scopelliti - non dico un mandato in bianco - nel prossimo incontro con il ministro Passera, un comune denominatore che possa dare la speranza di un futuro diverso alle comunicazioni e alla sicurezza dei cittadini calabresi.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Dattolo per aver riassunto il lavoro che la Commissione ha fatto in preparazione di questa seduta.

La parola adesso al Presidente Scopelliti per aver notizia, come Consiglio regionale, sia degli incontri che ha avuto a Roma con il ministro Passera sia per fare una riflessione sulle infrastrutture, sullo stato della Salerno-Reggio Calabria, sulla soppressione dei treni. Il Consiglio regionale ha voluto in maniera netta e chiara protestare contro la soppressione dei treni dei mesi scorsi; il ridimensionamento degli aeroporti e la politica regionale sui trasporti della nostra regione.

La parola al Presidente Scopelliti per la relazione introduttiva.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Onorevole Presidente, onorevoli consiglieri, il rispetto del mandato conferito dai cittadini calabresi merita un forte e concreto impegno nel perseguire – a tutti i livelli – gli interessi del territorio calabrese ed impone agli amministratori di rendersi parte attiva ed operativa nella direzione di un rilancio che la Calabria attende ormai da troppo tempo.

La sfida che il Governo regionale ha raccolto in tal senso è ambiziosa: guidare i processi ed assumere la responsabilità di dar corso alle opzioni strategiche per la realizzazione di un programma di governo che fa di uno sviluppo non più derogabile l’elemento su cui fondare ogni azione e che, al contrario, il permanere di una infrastrutturazione di base deficitaria rispetto al resto del Paese può, evidentemente, rischiare di compromettere.

Se i principi di coesione territoriale, sociale ed economica su cui si fonda il Trattato dell’UE individuano nella riduzione delle disparità regionali la condizione per la crescita e lo sviluppo dell’intera Unione europea, poter contare su un efficiente sistema di infrastrutture di trasporto, quale fattore di avvicinamento e coesione fra le Regioni meridionali dell’Italia e quelle dell’Europa settentrionale, riveste per il Mezzogiorno un’importanza strategica vitale.

La scelta di un preciso percorso di individuazione di strategie e di priorità risponde all’opportunità che a strumenti strategici ben strutturati facciano seguito strumenti operativi efficaci e condivisi.

In tale delineato contesto si inseriscono le attività che hanno condotto alla rimodulazione del piano relativo all’Asse “Reti, Trasporti e Mobilità” del POR FESR 2007/2013 che ha avuto come presupposto proprio il raccordo dinamico ed efficace degli obiettivi previsti nella parte programmatica, in un’ottica di superamento delle “rigidità” che nei passati periodi hanno spesso vanificato la possibilità di realizzare gli interventi.

Nell’ambito dell’Obiettivo Specifico del Programma che si propone il fine di “Sviluppare l’accessibilità esterna e interna della Calabria, potenziare il Sistema regionale dell’intermodalità e della logistica, promuovere la mobilità regionale e urbana sostenibile e migliorare l’accessibilità alle aree interne periferiche” è stato pianificato l’utilizzo dei fondi - 479 milioni di euro - finanziando, con gli stessi, interventi dotati di adeguato livello progettuale.

L’obiettivo perseguito è stato duplice: creare le premesse per rendere efficace la spesa anche nell’ottica degli obiettivi fissati in merito dalla Comunità europea e rendere produttivo l’investimento dei fondi comunitari attraverso il criterio della priorità funzionale degli interventi programmati.

A valle delle scelte che hanno condotto alla rimodulazione, si è dato impulso – fattivo e operativo – alla concertazione ed alla sinergia con i soggetti attuatori coinvolti nel processo di programmazione e realizzazione degli interventi mediante condivisione con gli stessi delle scelte e delle priorità da privilegiare.

Tali attività hanno già dato vita ad atti concreti.

Nel contesto dell’operazione di rimodulazione, la previsione di dare “via libera” alla realizzazione dei Grandi Progetti relativi al Sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto e al Sistema di Mobilità su ferro dell’area di Cosenza - prevedendone l’intera copertura finanziaria a valere su fondi FESR - si inserisce nell’ottica della strategia delineata dalla Programmazione regionale unitaria, nell’ambito della quale un ruolo fondamentale è assegnato alle politiche che favoriscono l’accessibilità all’interno del territorio regionale.

I Quattro Grandi Progetti, tra cui rientrano anche l’Adeguamento della strada Gallico-Gambarie e la Nuova Aerostazione di Lamezia Terme, sono stati notificati alla Commissione europea che li ha ritenuti “ricevibili”.

Sulla loro approvazione, la medesima Commissione deve ancora esprimersi definitivamente. Contestualmente, i progetti sono stati trasmessi alla BEI per il perfezionamento della procedura di finanziamento della quota regionale.

Ed ancora: gli interventi, cui si è assicurata copertura finanziaria a valere, principalmente, su fondi POR Calabria FESR 2007/2013 e PON “Reti e mobilità” 2007/2013, riguardano anche lo sviluppo del Corridoio integrato. Venti milioni di euro mediante interventi per la messa in sicurezza della SS 106 Jonica nel territorio crotonese, l’adeguamento del sistema portuale – circa 27 milioni di euro - mediante interventi concentrati sui Porti di Crotone, Corigliano e Vibo Valentia e l’adeguamento del sistema aeroportuale per 88 milioni di euro.

E proprio per rimanere in tema di infrastrutture aeroportuali, recependo le istanze di una parte importante del territorio calabrese, è in fase di avvio, a cura dell’Assessorato regionale competente una manifestazione di interesse legata ad una iniziativa di Project Financing finalizzata alla realizzazione dell’aeroporto di Sibari.

La procedura per l’individuazione del promotore si baserà su un programma di interventi in attuazione dello studio di fattibilità già disponibile che potrà essere integrato e modificato al fine di perseguirne la sostenibilità economico-finanziaria.

L’aeroporto di Sibari, potrà diventare una infrastruttura regionale complementare e di supporto agli scali esistenti, rispondendo alle esigenze di segmenti di mercato specifici, come charter, low-cost e voli commerciali che, ad oggi, incontrano alcune difficoltà ad operare.

Nell’ottica di un approccio “sistemico”, la struttura potrà agevolare l’integrazione del sistema dei trasporti del territorio e garantire evidenti processi di investimento e sviluppo.

Fermo restando che i colleghi consiglieri non erano presenti all’incontro che abbiamo avuto col ministro Passera. C’era il consigliere delegato Fausto Orsomarso, insieme ai parlamentari. E quando abbiamo parlato delle infrastrutture di Sibari lo stesso ministro ha manifestato grande perplessità su questa iniziativa.

Ecco perché abbiamo inserito questa idea nel concetto di infrastruttura regionale quando parliamo di aeroporti.

Tra l’altro, sul tema degli aeroporti credo che sabato mattina sia a Reggio Calabria sia a Crotone - da una parte il sottoscritto e dall’altra la Vicepresidente Stasi insieme, ovviamente, ai consiglieri regionali – terremo contestualmente una conferenza stampa per illustrare, proprio sui temi che prima lo stesso collega Dattolo trattava, le iniziative che questa Giunta regionale ha intrapreso con i livelli nazionali proprio per andare incontro a quello che è il tema, diciamo così, all’esigenza e al soddisfacimento dei bisogni della collettività legati al tema della rete aeroportuale.

Su un altro, importante fronte, il perseguimento da parte del Governo regionale dell’obiettivo di un sistema ferroviario, stradale e portuale moderno capace di ridurre i secolari gap regionali, ha reso possibile lo stanziamento di importanti risorse previste per la Calabria dal Piano per il Sud.

Gli interventi selezionati tramite una responsabile programmazione che ha convogliato le istanze provenienti dal territorio permetteranno alla Calabria di consolidarsi nell’ottica di un pieno sfruttamento della propria posizione baricentrica rispetto alla grande risorsa rappresentata dal Mediterraneo.

All’interno del percorso delineato dal Piano per il Sud, la Regione ha svolto un ruolo essenziale nell’ambito del confronto attuato a livello nazionale, focalizzando l’attenzione sull’individuazione di interventi capaci di contribuire all’efficacia della politica di coesione finalizzata alla riduzione delle disparità regionali, garantendo, al contempo, presupposti in grado di rendere concreto l’impiego delle risorse in termini di risultati attesi.

Il passaggio dalla fase strategica alla fase attuativa del Piano tramite l’adozione di strumenti efficaci e condivisi, ne permetterà la necessaria traduzione in azioni concrete e operative.

In tema di infrastrutture viarie il Piano contempla, complessivamente, 500 milioni di interventi.

Partendo dall’esigenza di rafforzare la comunicazione tra l’Est e l’Ovest del nostro territorio e i conseguenti scambi tra lo Jonio ed il Tirreno, particolare attenzione è stata riservata alla Trasversale delle Serre per la quale è stata garantita con 185 milioni di euro la completa copertura economica dei lotti non realizzati.

Mi permetto di definire questo un risultato storico!

Sempre in tema di trasversali, il Piano finanzia interventi di completamento di importanti itinerari di collegamento come quello tra la Strada Statale 616 del Medio Savuto e la Strada Statale 280 dei due Mari per circa 100 milioni di euro e quello tra Mirto Crosia-Longobucco con un intervento di 22,4 milioni di euro.

Su un primo fronte, pertanto, mettere a frutto gli sforzi intrapresi, significa intraprendere un percorso finalizzato alla creazione di un sistema intermodale virtuoso nel cui contesto si inseriscono, inoltre, le risorse stanziate per il potenziamento del porto di Catanzaro Lido ed una parte di opere di rilevanza nazionale, relative ad interventi sull’asse autostradale Salerno-Reggio Calabria ed al potenziamento dell’elettrificazione sulla direttrice ferroviaria dello stesso itinerario.

Il Piano prevede, altresì, uno stanziamento di 120 milioni di euro per la mobilità sostenibile della città di Reggio Calabria nonché 200 milioni per la riconfigurazione della linea ferroviaria sul nodo terminale della Stazione mediante l’abbassamento del piano dei binari e la successiva intubazione.

E’ di tutta evidenza, pertanto, che la strategicità degli interventi selezionati e finanziati dal Piano assegna una connotazione di grande importanza alla fase di attuazione di cui la pubblicazione della Delibera CIPE 62/2011, che ufficializza lo stanziamento, segna l’avvio.

In tale contesto, l’attivazione di una fase di interlocuzione con i soggetti attuatori degli interventi, sta consentendo agli assessorati regionali competenti di avviare l’indispensabile percorso finalizzato a coordinare le strategie generali con le opportune azioni operative.

L’attuazione degli interventi avverrà attraverso appositi “Contratti Istituzionali di Sviluppo” che rappresenteranno gli atti negoziali volti a definire responsabilità, tempi e modalità di attuazione.

Con l’intento di fornire risposte reali a territori che attendono da troppo tempo il completamento di opere strategiche, il Governo regionale continuerà a concentrare i propri sforzi nella direzione di un indirizzo efficiente ed efficace delle risorse pubbliche da convogliare su interventi che siano in grado di suscitare il maggiore impatto sulla funzionalità delle reti.

Non può sottacersi, però, che l’elevato divario in termini di dotazione infrastrutturale e qualità dei servizi di trasporto del Sud, oltre a limitare le possibilità di crescita delle imprese e a deprimere le condizioni sociali dei cittadini del Mezzogiorno costituisce, evidentemente, un elemento di criticità per la crescita soprattutto in termini di impatti sulla competitività e sulla sostenibilità dello sviluppo.

E’ proprio in tale direzione che si colloca la recente attivazione del percorso di confronto con il Governo centrale, nel contesto del quale il 9 febbraio scorso è stata rappresentata al Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture una dettagliata analisi sull’inderogabile quadro esigenziale infrastrutturale della nostra regione nell’intento di proseguire, con rinnovata determinatezza, nel solco dei meccanismi già avviati ma che, con ogni evidenza, non possono ritenersi esaustivi di un assetto infrastrutturale palesemente deficitario.

Sul fronte del sistema viario abbiamo rappresentato le evidenti problematiche relative al completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria e degli interventi in corso sulla Strada Statale 106.

Se è vero, infatti, che i fabbisogni finanziari per il completo adeguamento del tratto calabrese della A3 ammontano ad oltre 2,8 miliardi di euro e che la consistenza finanziaria prevista dall’ultima delibera CIPE è pari a 217 milioni di euro, appare evidente che allo stato non è neanche ipotizzabile una previsione di conclusione dell’opera per la quale non è più rinviabile una rigorosa definizione di tempi di esecuzione e modalità di finanziamento.

Alla stessa stregua, sull’estesa complessiva della Statale 106, pari a circa 400 chilometri, risultano lavori finanziati e/o in corso esclusivamente per 82 chilometri e la dotazione prevista dal Piano per il Sud attribuisce parziale copertura finanziaria al solo Megalotto 1 “San’Ilario – Gioiosa Jonica”.

Fermo restando il quadro complessivo previsto per il completamento dell’intera arteria su interventi ancora in fase di progettazione, ammontante a circa 15 miliardi di euro, le esigenze ascrivibili, quantomeno agli interventi in corso di esecuzione, ammontano ad ulteriori 744 milioni di euro di cui: 80 milioni di euro per il completamento del sopracitato Megalotto 1; 30 milioni di euro per il completamento del Megalotto 2 “Squillace – Simeri Crichi”, in fase di esecuzione e già in parte fruibile; 536 milioni di euro per il Megalotto 3 “Sibari (Strada Statale 534)–Roseto Capo Spulico, già oggetto di affidamento a Contraente Generale; 98 milioni di euro per il completamento dei lavori di costruzione della “Variante esterna all’abitato di Palizzi-secondo lotto”.

Le esigenze di rilancio e sviluppo sono state evidenziate anche per un sistema ferroviario che necessita di indifferibili interventi di velocizzazione e sviluppo ostacolati dalla mancata previsione di adeguata programmazione finalizzata all’estensione del sistema di Alta Velocità sul territorio calabrese.

La garanzia dell’estensione di detto sistema alla dorsale ferroviaria della linea Battipaglia–Reggio Calabria è elemento preminente per le strategie di sviluppo della regione che, allo stato, non appaiono colte dalla Società RFI atteso che l’aggiornamento del Contratto di programma 2007/2011 include tale estensione nella sezione “Opere” previste a completamento del Piano, con risorse finanziarie da reperire integralmente.

Abbiamo, pertanto, esortato il Governo ad impegnare concretamente RFI S.p.A., ad attivare le azioni propedeutiche per l’inclusione nei documenti di programmazione relativi al periodo 2012/2016 dell’estensione del sistema AV/AC sulla Linea Battipaglia–Reggio Calabria, quantomeno nella Sezione “Opere prioritarie da avviare”.

Sul fronte dei servizi ferroviari abbiamo sottoposto all’attenzione del Governo la situazione di forte sofferenza registrata da Ferrovie della Calabria, nei confronti della quale le azioni intraprese dalla Regione necessitano di un forte sostegno da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nelle vesti di socio unico.

Se, infatti, la Regione ha affrontato la situazione debitoria della società mediante accordi finalizzati ad una riduzione dei costi del lavoro ed alla possibilità di alienare beni non utili all’esercizio di impresa, provvedendo, altresì, ad attivare l’iter di accensione di un finanziamento di 20 milioni di euro per la riqualificazione delle infrastrutture ferroviarie, è opportuno che il socio unico si faccia carico della completa erogazione dei fondi - circa 24 milioni di euro - necessari a coprire il maggior fabbisogno per il periodo 2002-2007, ripianando il disavanzo per gli anni dal 2008 in poi, stimabile in circa 9 milioni di euro all’anno.

Riteniamo, inoltre, necessario che il passaggio della proprietà dell’azienda dallo Stato alla Regione sia preceduto, così come previsto dall’Accordo di Programma dell’11 febbraio 2000, da un risanamento economico “ripiano di tutte le perdite” e tecnico “investimenti per il completo ripristino delle situazioni di degrado e obsolescenza dell’infrastruttura e del materiale rotabile”.

All’attenzione del Ministro abbiamo sottoposto anche le recenti problematiche legate ai collegamenti ferroviari nazionali, proprio perché, nel corso dell’ ultimo biennio, la Calabria ha assistito ad una consistente riduzione dei collegamenti con il Centro-Nord Italia che ha riguardato sia i servizi di Trenitalia sul libero mercato sia i servizi universali.

A ciò si aggiunge una ridotta qualità dei servizi resi, dovuta sia alla vetustà di materiale rotabile sia ad insufficienze organizzative che, all’interno di un contesto territoriale escluso dal progetto di Alta Velocità e che vede la linea ferroviaria jonica neanche elettrificata, restituisce un quadro allarmante per il quale abbiamo richiesto almeno una prima verifica sulla materia del corretto riparto tra le diverse tratte ferroviarie delle risorse destinate dal CIPE a Trenitalia S.p.A. - 250 milioni di euro per il triennio 2009/2011 -, nell’ambito del nuovo contratto per i servizi universali di trasporto ferroviario di passeggeri a media e lunga percorrenza.

Per i servizi ferroviari regionali la possibilità di garantire copertura del corrispettivo annuo previsto dal contratto di servizio in vigore con Trenitalia S.p.A., stipulato in data 9 giugno 2011, pari a 85,172 milioni di euro, è legata al criterio di ripartizione delle risorse assicurate dal Governo centrale che per l’anno in corso ammontano, per tutte le Regioni, a 800 milioni di euro.

A queste si potrebbero aggiungere le risorse derivanti dall’accordo per il TPL firmato il 21 dicembre 2011 tra Governo, Regioni ed ANCI, che dovrebbero portare l’intero fondo a complessivi 1,6 miliardi di euro.

Lo scenario di ripartizione delle risorse secondo criteri “storici”, che assicurerebbe completa copertura del corrispettivo previsto dal citato contratto, potrebbe mutare in virtù di quanto previsto dal D.L. 29/12/2011, numero 216 che definisce in febbraio 2012 la data entro cui il Governo dovrà sancire gli obiettivi di efficientamento e di razionalizzazione ed i criteri di riparto del fondo per il triennio 2012-2014.

Sul tema dei servizi aeroportuali la gestione dell’aeroporto dello Stretto e dell’aeroporto di Crotone rappresenta presupposto indispensabile per garantire l’esistenza di collegamenti aerei in regime di oneri di servizio pubblico, finalizzati all’obiettivo della continuità territoriale riconosciuto dalla normativa europea e recepito dalla legislazione statale.

I regolamenti europei prevedono, infatti, la possibilità per uno Stato membro di imporre oneri di servizio pubblico riguardo ai servizi aerei di linea effettuati tra un aeroporto comunitario e un aeroporto che serve una regione periferica o in via di sviluppo all’interno del suo territorio o una rotta a bassa densità di traffico verso un qualsiasi aeroporto nel suo territorio, qualora tale rotta sia considerata essenziale per lo sviluppo economico e sociale della regione servita dall’aeroporto stesso.

In conformità a tale principio comunitario, l’articolo 36 della Legge numero 144/99, prevede che il Ministro dei Trasporti e della Navigazione - oggi Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - disponga, con proprio decreto, gli oneri di servizio pubblico relativamente ai servizi aerei di linea, effettuati da determinati scali aeroportuali tra cui proprio Crotone e Reggio Calabria con i principali aeroporti nazionali.

Per consentire l’espletamento delle operazioni propedeutiche all’attivazione dei voli in regime onerato, abbiamo richiesto al Governo di garantire, con sufficiente anticipo, copertura finanziaria a tale disposizione normativa.

Senza entrare, almeno in questa fase, nel merito specifico del “Collegamento plurimodale permanente per l’attraversamento dello Stretto Calabria–Messina e delle relative opere di collegamento”, attendendo, in tal senso, le decisioni del Governo centrale, che è auspicabile siano in linea con le determinazioni assunte dal precedente Governo, riteniamo, comunque, fondamentale prevedere una riorganizzazione complessiva della mobilità in attraversamento dello Stretto che disciplini i flussi di traffico pendolare tra le città di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Messina dai flussi di auto e mezzi pesanti a media e lunga percorrenza.

Le azioni da intraprendere dovranno definire i termini di un accordo tra le due Regioni finalizzato alla regolamentazione, alla organizzazione e alla gestione dei servizi di collegamento tra le tre città.

Tenendo conto, inoltre, anche degli esiti degli studi dell’advisor per il progetto sul collegamento stabile Sicilia, nello scenario alternativo multimodale, si dovrà procedere ad adeguare l’assetto infrastrutturale con particolare riguardo ad approdi ed accessi.

Mi avvio alle conclusioni, rappresentando che il costante lavoro di analisi, pianificazione e programmazione, riservato dal Governo regionale al cruciale tema delle politiche infrastrutturali, troverà il momento di compiuta sintesi nel Piano regionale dei Trasporti il cui avvio della procedura di redazione, colmando un vuoto “storico” nella pianificazione regionale in materia – datata 1997 –, persegue uno degli obiettivi primari del nostro Programma di governo.

Il Piano rappresenterà, infatti, lo strumento attraverso cui delineare le priorità della regione in termini di infrastrutture da realizzare e sarà evidentemente elemento decisivo anche per la riprogrammazione dei servizi di Trasporto pubblico locale, che precederà il complessivo ridisegno dei bacini di traffico.

Nell’intento di realizzare un Piano che rappresenti non già uno strumento astratto, ma un concreto momento di costruzione di un vero quadro conoscitivo sul sistema dei trasporti – presupposto indispensabile per delineare gli indirizzi in materia –, la redazione del Piano medesimo sarà accompagnata da un processo partecipato, finalizzato a recepire i bisogni e le aspettative dei diversi attori coinvolti nel tema mobilità dei passeggeri e delle merci.

La prima “tappa” di tale processo registrerà nel mese di aprile un importante momento di incontro e sensibilizzazione del territorio nel quale gli amministratori comunali, le associazioni e le forze economico-sociali del territorio saranno invitate a manifestare le proprie istanze e ad offrire il loro contributo conoscitivo e valutativo.

Concludo ribadendo che il perseguimento di un vero recupero degli atavici ritardi calabresi in tema di infrastrutture è al centro della nostra azione di governo e l’impegno profuso su tutti i livelli, in cui il Governo regionale può e deve intervenire, ne è forte testimonianza.

E’ evidente, tuttavia, che gli sforzi regionali – sia pure intensi – non sono sufficienti a garantire la perseguibilità di un obiettivo di portata così ampia che richiede il necessario concorso di importanti risorse sia in termini economici sia in termini di sostegno istituzionale per un rilancio in cui fermamente crediamo.

In tale direzione, tramite l’attivazione dei recenti meccanismi di interlocuzione con il Governo centrale, nel porre l’attenzione sulle fondamentali priorità della nostra regione, vogliamo – al contempo – che lo storico spirito di “solidarietà caritativa” verso i territori meno sviluppati lasci il posto a scelte guidate da criteri di più ampio carattere nazionale che, per il tramite di una imprescindibile perequazione infrastrutturale, perseguono lo sviluppo e l’unificazione economico-sociale dell’intero Paese.

Gli spunti e le riflessioni che scaturiranno nel corso dell’odierno dibattito saranno, senz’altro, preziosi elementi per l’importante percorso di individuazione delle priorità su cui concentrare sforzi ed attenzioni oggetto dei prossimi incontri con il Governo centrale.

Rimane, ovviamente, un altro tema che è molto delicato ed importante, che in questa relazione non trova grande spazio e che mi aiuta a concludere l’intervento. Riguarda la destinazione e l’impegno verso Gioia Tauro.

Su Gioia Tauro abbiamo investito nel bilancio regionale un finanziamento di 8 milioni di euro. Aspettiamo in queste settimane che anche il Governo nazionale ci dia certezze sugli investimenti che intende fare per il porto di Gioia Tauro perché il Governo Berlusconi, col ministro Matteoli, si era impegnato a garantire una quota importante che era legata al decreto “mille proroghe” in cui vi erano i contributi o, comunque, in cui vi era il tema delle tasse di ancoraggio.

Voglio ricordare -forse è sfuggito, ma per noi è una cosa importante che va evidenziata- che nel decreto “mille proroghe” trovano spazio quelli che sono i provvedimenti che vanno prorogati e che, per la prima volta, si è trovato il modo lo scorso anno – grazie al nostro impegno che non abbiamo certamente valorizzato in maniera adeguata – che nel “mille proroghe” entrasse un nuovo provvedimento che era quello di Gioia Tauro e che negli anni precedenti -era sempre arrivato all’ultimo e, poi, non si era trovato il modo- non aveva trovato spazio.

Il Governo, quindi, deve dare una risposta sia sul tema del decreto “mille proroghe” e trovare le risorse per finanziare fino in fondo questa idea delle tasse di ancoraggio, sia per quanto riguarda il discorso che fa riferimento a risorse aggiuntive per sostenere l’azione sul territorio, parte anche della società dei terminalisti e, quindi, la società che gestisce il porto di Gioia Tauro.

Su questo faremo, quindi, la nostra parte perché stiamo anche lavorando su questo per dare forza al polo della logistica a Gioia Tauro.

Abbiamo anche su questo delle iniziative intraprese e che porteranno a dei risultati – argomento, questo, sul quale la Vicepresidente Stasi sta lavorando in maniera assidua, puntuale ed attenta.

Credo che Gioia Tauro in tutto questo scenario meriti un’attenzione particolare, non soltanto da parte del Governo regionale, ma anche e soprattutto da parte di quello nazionale che, speriamo, riesca a reperire fondi e risorse per dare una risposta ai bisogni che abbiamo più volte reclamato in sede di confronto con lo stesso ministro.

Volevo ricordare, ancora una volta, che tutti gli interventi che abbiamo previsto sono interventi finanziati e che per la prima volta trovano un finanziamento iniziale e finale.

Abbiamo, cioè, cambiato il metodo di lavoro che è un’opera, forse, finanziata da più fonti di finanziamento, da più voci.

Abbiamo trovato tanti interventi come le metropolitane e tantissimi altri interventi in cui si registrava il finanziamento che proveniva per il 30 per cento dal Por-Fesr 2007/2013, un altro 30 per cento dai fondi Fas quando questi sarebbero arrivati, un altro 30 per cento dalle risorse liberate, un altro 10 per cento da fondi, magari di bilancio.

Il rischio, cioè, immaginato ma che abbiamo corso e misurato è che nessuna delle grandi opere è mai partita, nessuno di questi progetti è mai partito.

Eppure vorrei ricordare che i fondi comunitari Por-Fesr 2007/2013 partono nel 2007. E noi arriviamo al 2010 in una condizione dopo circa 3 anni di percorso.

L’idea di ricondurre tutti i finanziamenti, tutte le opere a finanziamenti certi, pertanto, è un motivo che ci fa ben sperare perché, comunque, anziché fare politica per la capacità di dar risposte a tutti e, poi, a nessuno, abbiamo preferito mettere in campo la responsabilità della politica e avere la certezza di stabilire quali sono le priorità di intervento da parte nostra.

Una politica, cioè, che non dà risposte a tutti in maniera vaga, antica e vecchia ma una politica che stabilisce di finanziare alcune opere che sono prioritarie per questo gruppo dirigente, assumendosi la responsabilità dell’indirizzo che va ad intraprendere.

Voglio anche ricordare che ci siamo trovati di fronte al ministro Fitto che quando venne in Calabria, non più tardi di un anno fa, ci disse – con grande scalpore e imbarazzo – che la Calabria aveva nei fondi Fas 3 mila interventi.

Se pensate che i fondi Fas erano stati spezzettati e che erano stati costruiti finanziamenti per 3 mila interventi per un finanziamento di 1 miliardo e 800! La Calabria nei fondi Fas aveva 1,8 miliardi con la riduzione del 10 per cento. Quindi, 1,8 miliardi meno il 10 per cento, vi erano circa 3 mila interventi. Penso che neanche il Comune di Roma inserisce nel proprio piano triennale 3 mila interventi!

E’ la dimostrazione, diciamo così, della politica di quartiere. La Regione non può pensare di finanziare le mini opere dei piccoli Comuni ma lo può fare attraverso la legge regionale numero 24 del 31 luglio 1987.

La Regione ha il compito di programmare lo sviluppo e, quindi, il rilancio di un territorio. L’idea di rendere capace un territorio, di mettere in campo delle infrastrutture in grado di rilanciare un territorio così grande come il nostro.

Abbiamo costruito questa azione attorno a quelle grandi opere che per noi sono strategiche. Certo, abbiamo previsto 185 milioni di euro per la Provincia di Vibo per ultimare la trasversale delle Serre.

Se uno pensa al territorio di Vibo Valentia, questa cifra, 185 milioni di euro, può sembrare strana perché forse, in 40 anni di regionalismo, non li ha mai avuti per un’opera dalla Regione.

Non abbiamo commisurato la nostra azione rispetto alla capacità della popolazione e, quindi, ad un parametro popolazione/investimento come spesso si fa in politica. Lo abbiamo fatto perché quella è una grande opera, una grande infrastruttura che offre a Vibo, e non soltanto al Soveratese e, quindi, al Catanzarese, uno sbocco che crea una trasversale che consenta, ovviamente, dal Tirreno di arrivare allo Ionio così come oggi è Rosarno-Marina di Gioiosa, Siderno-Marina di Gioiosa.

Un collegamento, cioè, che attraversi questa Calabria così lunga e così difficile in maniera tale da collegare i due versanti.

Credo che anche nel Piano per il Sud sia previsto questo tipo di intervento per un totale di circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, 1 miliardo e 300 milioni di euro con la Sibari-Firmo; con un finanziamento del genere, su 1 miliardo e 100 abbiamo inserito forse 20/25 opere, credo molte di meno, a dimostrazione del fatto che abbiamo canalizzato le risorse.

Lo stesso stiamo facendo con gli altri fondi Fas che sono stati deliberati, che sono arrivati o che arriveranno.

Non arriveremo certamente a 3 mila interventi, arriveremo a 100-150-90, non so quanti, ma è la dimostrazione che per noi diventa prioritaria l’idea di investire in maniera concreta su quel versante, pensando che ogni fonte di finanziamento serva a far inaugurare l’avvio di un’opera e a farla completare senza lasciare opere che, poi, devono avere fonti di finanziamento diverse.

Non parlo della negligenza dei Governi nazionali, della indifferenza o di quello che abbiamo trovato. Abbiamo il problema dei centri storici, che è serio e che vi sottopongo per aiutarci e stimolarci perché il vostro assessore Tripodi è riuscito a fare un bando per 110 milioni di euro, a seguito del quale tutti i Sindaci e tutte le imprese della Calabria hanno inseguito l’assessore Aiello perché chiedono di sapere chi pagherà i 67 milioni di euro che i Comuni hanno speso senza neanche un atto deliberativo della Giunta regionale.

I comuni hanno avviato le opere, qui ci sono anche i sindaci che hanno avviato opere per milioni di euro e che non hanno avuto il risarcimento da parte della Regione.

E’ una cosa seria.

Quindi, anziché, prodigarsi in dichiarazioni, a volte, estemporanee, qualcuno dovrebbe preoccuparsi di ciò che ha lasciato; non sempre è una eredità nobile per chi arriva dopo!

Ecco perché dico che ci sono problemi seri che dobbiamo affrontare e che sono questi. Stiamo cercando a Roma di trovare il modo di avere, finalmente, queste risorse, siano esse risorse liberate o altre risorse di fondi Fas, per andare a colmare un buco che non appartiene a noi, ma ai comuni.

Abbiamo ogni giorno la rappresentazione di sindaci e di imprese che bussano all’Assessorato all’urbanistica per chiedere chi pagherà il conto, perché ci sono tanti comuni che hanno investito.

Anche in questo, quindi, siccome c’è questa rappresentazione nazionale di un Governo di larghe intese, dovremmo cercare di tutelare i territori. I sindaci che nei comuni hanno fatto degli investimenti non hanno trovato la possibilità di avere una risposta.

Questo per noi rappresenta un impegno straordinario. Devo dire la verità: mi auguro almeno che il documento che abbiamo redatto ed i successivi interventi, possano recepire i temi che esulano, a nostro giudizio, la competenza regionale e che diventino atti di indirizzo della Regione; mi auguro che si possa trovare uno strumento di condivisione da presentare al Tavolo romano in occasione dell’incontro ufficiale previsto per la fine del mese di marzo per riferire, durante la fase della trattativa, quali siano le priorità della Calabria in queste settimane al Ministro. Mi auguro che possiamo non decidere da soli ed ecco perché l’Aula ed il confronto.

Che sia anche l’Aula ad individuare un percorso su queste linee strategiche che abbiamo messo in campo per stabilire delle priorità.

Certo, a volte, diventa difficile, ovviamente, trovare l’accordo, ma da parte nostra c’è la massima disponibilità per andare al Governo e dire: “questi sono gli interventi dei miliardi di euro che la Regione ha già identificato e finanziato tra i fondi Fesr, Fas e così via. Vi chiediamo prioritariamente che il Governo inserisca queste altre opere, come priorità fino al 2013 in questa fase e nella fase di finanziamento dei fondi Por dal 2014/2020”, in modo che si predisponga, già da oggi, una programmazione di base che consenta di pianificare gli interventi in una fase così difficile e complessa per il futuro del nostro territorio.

Penso che questo sia un segnale. Ecco perché abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio regionale, che ringrazio, di convocare questa seduta.

Perché ci si sforzi di trovare su questi temi così fondamentali delle convergenze tali in grado di garantirci un percorso e fare in modo che queste linee diventino linee di indirizzo, per noi fondamentali, per l’attuazione e la realizzazione di interventi e che, al tavolo romano, la classe dirigente, che governa questo territorio, rappresentata, ovviamente, anche dall’intero Consiglio regionale, si presenti con una valutazione complessiva ed unitaria, in modo da essere più forti nella proposta che avanzeremo al Governo nazionale.

Valorizzando, poi, tutti gli altri aspetti ed è inutile che sto qui a parlare dell’atteggiamento del Presidente Moretti di grande indifferenza verso il Mezzogiorno.

Ci sono mille cose che potremmo dire ma credo che, prendendo spunto dalla disponibilità manifestata dal ministro Passera, dobbiamo presentarci in queste settimane con degli interventi importanti per dare un impulso significativo all’attività che il Governo ed il Ministero stanno mettendo in campo insieme ai nostri uffici.

Per questo, ed ho concluso, volevo ringraziare per il grande gioco di squadra che è stato condotto l’assessore Pino Gentile, che, attraverso un suo dipartimento coordinato, ha certamente collaborato alla stesura dei documenti e alle scelte strategiche operate.

Volevo ringraziare il collega Orsomarso perché nella sua qualità di delegato a seguire queste attività ha elaborato un pregevolissimo lavoro sul tema delle ferrovie e dei trasporti in genere, attraverso l’impegno che abbiamo messo in campo.

Un ringraziamento, ovviamente, anche all’assessore Mancini, che attraverso l’impegno del suo Assessorato e, quindi, attraverso la programmazione, è riuscito ad inserire tutti questi elementi all’interno di una riprogrammazione, di un utilizzo delle risorse comunitarie che avevamo immaginato e che, quindi, è stato reso possibile attraverso la sua sensibilità.

Insieme, ovviamente, alla Vicepresidente Antonella Stasi che ha dato, come sempre, un grande contributo – concreto e fattivo – per riuscire, come è accaduto in questi giorni a Roma sul tema degli aeroporti calabresi, a focalizzare alcune delle criticità e cercare nelle sedi opportune e appropriate le emergenze e le situazioni di criticità per cercare di risolverle in modo da dare una risposta seria al territorio calabrese.

Credo che questo sia stato sicuramente il frutto di un gioco di squadra e che sia stato un elemento fondamentale per la realizzazione di questo percorso.

Oggi, poi, ci manca la parte che qualcuno definirebbe più importante: quello dell’avvio di tutte le procedure in grado di dare corso e seguito agli interventi ed alle realizzazioni.

Come avete sentito, ad esempio per quanto riguarda le quattro opere, è di questi giorni una polemica, e qualche preoccupazione eccessiva. Stiamo aspettando da parte della Unione europea i pareri definitivi – oltre i primi pareri - per poter mettere in gara le opere e cominciare i grandi interventi almeno sui fondi Fesr.

Pensare, quindi, alle grandi opere da realizzare per dare ai calabresi un segnale vero e concreto di impegno che, attenzione, non dipende solo dalla Regione perché non sarà la Regione a dover gestire e governare queste risorse ma saranno – come spesso accade – i vari Enti sul territorio che avranno la competenza, da Anas a Rfi, dall’autorità portuale alle Ferrovie della Calabria eccetera, preposti al governo di questi processi.

Cercheremo di incalzarli nella speranza che si arrivi al 2015 con questi interventi in una fase decisamente avanzata di realizzazione.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti per la relazione dettagliata che ha fatto in Aula.

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Ricordo ai colleghi di limitare il loro intervento nei tempi prestabiliti dal Regolamento.

Emilio DE MASI

Grazie, Presidente, credo che i lavori della riunione odierna del Consiglio siano decisamente importanti perché laddove si parla di infrastrutture, senza scomodare le teorie più accreditate politicamente, queste sono definite la condizione irrinunciabile per il conseguimento di qualunque linea di sviluppo di qualunque territorio.

Quindi, in questo senso va accolto, credo, compatibilmente con autentiche disponibilità da una parte e dall’altra, l’invito del Presidente a contribuire in un gioco di insieme all’allestimento delle strategie che risultino più efficaci e proficue per ottenere risultati attesi a soddisfare aspettative che sono datate ed in molti versi, in molte zone soprattutto drammatiche.

Mi piacerebbe addurre, come preludio dialettico a questo intervento, una piccola annotazione che ha un valore emblematico, secondo me, di rilievo: nel corso della Conferenza dei capigruppo, abbiamo concordemente stabilito di invertire la declinazione dell’ordine del giorno che era oggetto della discussione odierna e, anziché, declinarlo come ordine del giorno riferito ai trasporti si è deciso di riferirlo alle infrastrutture e ai trasporti.

Proprio per le ragioni che ho detto prima, non si tratta di una distinzione meramente semantica, ma rappresenta la vocazione, l’invito, la motivazione all’amministrazione ad acquisirla come ragione fondamentale, ferma, forte e costante ad attuare tutte le strategie che possano almeno ridurre il divario; ovviamente è difficile immaginare che vengano colmate le gravi distanze tra la Calabria ed il resto del Paese.

C’è poi da aggiungere che, all’interno della Calabria, ci sono distanze anch’esse altrettanto drammatiche che costringono alcuni territori, in particolare la fascia ionica crotonese, ad una sofferenza inenarrabile nel 2012, anche perché evocano queste sofferenze autentiche violazioni di sacrosanti diritti che sono contemplati persino nella Carta costituzionale.

Quello della mobilità è un diritto, ma non è un diritto che è estraneo alla condizione umana di una società, non è un diritto come richiamo accademico della configurazione di un codice, ma è esattamente la sollecitazione a porre tutti i cittadini in identiche condizioni di correlazione dinamica e di trasporto con gli altri territori, perché questo non corrisponde solo al bisogno di assecondare aspettative economiche, ma anche persino – come la Calabria ne è la più eloquente testimone – alla soddisfazione, per esempio, del diritto alla salute.

Alcuni trasferimenti da noi se avvengono in un determinato arco temporale anziché in un altro più lungo, assicurano meno, senza drammatizzare il concetto, la sopravvivenza perché il diritto stesso all’assistenza sanitaria per molti versi passa attraverso una configurazione ordinata delle infrastrutture e quindi ordinata alle aspettative ed ai diritti delle popolazioni.

Sulla fascia ionica – se mi è permesso – l’ha accennato il Presidente Dattolo ed io, se posso, ribadisco e rafforzo le dichiarazioni che ha fatto. Lì insiste una condizione che chiama in causa, evoca responsabilità diffuse, non so chi ne abbia di più ma certamente il Governo nazionale, indifferentemente dalle colorazioni politiche che lo hanno contraddistinto, ha peccato certo di distrazione - talvolta come diceva il Presidente – verso la Calabria oltre che verso il meridione. Ma ha completamente derubricato a realtà non contemplate nella geografia del Paese addirittura una intera provincia che è quella crotonese.

La fascia ionica: è stata depauperata la linea ferroviaria, sono stati soppressi decine di treni, quelli la cui soppressione definisce e chiarisce la mancata osservazione di alcuni diritti.

Credo, in parte, nella descrizione, nella lettura della relazione del Presidente che ci sono dei tratti che possono incoraggiare a nutrire qualche ottimismo, ma ce ne sono altri che deprimono alcune aspettative e qualche parola su questo è doveroso spenderla.

Signor Presidente, credo che in Calabria ciò che non bisogna fare – per far qualcosa di serio – sono esattamente due cose: il ponte sullo Stretto e mi spiace dirglielo, ma soprattutto l’aeroporto di Sibari.

Ho apprezzato nel corso della lettura della sua relazione che quest’opera, fino a qualche mese fa prevista, indicata o promessa con maggiore enfasi, ha conosciuto una sorta di dequalificazione in una congettura progettuale.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Onorevole De Masi, i dieci minuti sono finiti, non solo per un fatto regolamentare ma anche per consentire ai colleghi del Partito democratico di poter raggiungere Lamezia per partecipare all’importante impegno.

Emilio DE MASI

Sono già passati i dieci minuti?

PRESIDENTE

Siamo già nei dieci minuti.

Emilio DE MASI

Mi dà ancora due minuti? Abbiamo presentato un ordine del giorno che riguarda esattamente l’aeroporto.

PRESIDENTE

Prego, continui, volevo solo ricordare i tempi previsti dal Regolamento, anche, per rispetto dei colleghi e per dare ampio spazio al dibattito.

Emilio DE MASI

Sono dell’idea - e mi scusi – di dover dire che, quando si affrontano argomenti come questi, produrre questa catalogazione disciplinare e contenere nell’arco di pochi minuti alcuni interventi che sono il frutto di una sorta di lettura della realtà, la più appropriata ed onesta possibile, e che risente anche, come avrete notato, di qualche passione che è tutta connessa alla condizione di una intera comunità, francamente non è del tutto accettabile.

Mi atterrò alle sue prescrizioni dicendo questo: l’aeroporto di Sibari è stato nella congettura progettuale del Presidente ridimensionato. Direi che occorre, prima di assegnare ad un aeroporto che deve essere realizzato determinate funzioni, ristabilire quale siano quelle dell’aeroporto di Crotone, e lo dico sulla base, anche, di interventi che questa Giunta ha preannunciato di fare.

Si tratta di investimenti importanti verso quell’aeroporto e sarebbe davvero paradossale ed insopportabile che uno scalo aeroportuale che fruisce degli oneri di servizio che sono il riconoscimento di una condizione infrastrutturale assimilabile ad un’isola, poi, venisse sottratto e soppresso.

Allora – finisco davvero – sarebbe auspicabile e lo sollecito con grande convinzione e forza che l’intermodalità non sia più una sorta di suggestione e di descrizione semantica di un processo ma venga attuato in maniera rapida perché la cosiddetta metropolitana leggera nel tratto che va da Sibari a Crotone garantirebbe una fruibilità rapida da parte di quelle popolazioni, di un aeroporto che c’è. Sarebbe francamente anche un po’ scandaloso doverne fare un altro atteso il fatto che dinanzi a questa prospettiva è evidente che entrambi sarebbero destinati a fallire.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Signor Presidente, colleghi consiglieri, prendo la parola nel corso di questo dibattito sulla questione infrastrutture e trasporti che, come ampiamente introdotto dal Presidente Scopelliti, riguarda argomenti di strettissimo interesse per la popolazione calabrese.

Argomenti del quale il Consiglio regionale non può fare a meno di occuparsi, perché sono argomenti che, soprattutto in questo ultimo periodo, a causa dei tagli operati dal Governo centrale hanno preoccupato non poco le popolazioni della nostra regione e che noi abbiamo il dovere di rappresentare ed i cui interessi devono essere i nostri interessi.

Il Presidente Scopelliti ha fatto una relazione approfondita ed ampia che ha riguardato tutti i temi della mobilità in questa regione, dei trasporti e delle infrastrutture.

Naturalmente il Governo regionale in questi due anni di attività ha cercato di impiegare risorse che erano state, finora, non utilizzate e che avevano bisogno di essere liberate per operare al servizio dei territori.

Plaudo ad alcune iniziative come quella che definitivamente opererà il collegamento infrastrutturale viario tra la Sicilia e l’Adriatico, completando l’itinerario della E-90 con i tratti Sibari-Firmo e Roseto-Sibari. Di questi tratti spesso si è parlato, spesso o quasi sempre negli ultimi anni – anche in questo caso – a sproposito e con scarsi risultati concreti.

Ora si tratta, finalmente, di passare dalla discussione all’azione concreta perché finalmente i finanziamenti almeno in totale, in toto per il tratto Firmo-Sibari e parzialmente per il tratto Roseto-Sibari vi sono stati. Per cui, tra poco, potranno aprire i cantieri e far sì che a nord la nostra regione ed in particolare l’Alto ionio cosentino possa essere meglio collegato col resto d’Italia ed il resto d’Europa attraverso infrastrutture viarie.

C’è poi la questione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria che è annosa e che rimane aperta sul tavolo regionale anche se, francamente, non pare che la Regione, tranne che per alcuni lotti, abbia una competenza specifica.

Tuttavia credo che un’azione concreta e forte di contrapposizione nei confronti dell’Anas debba essere ancora con maggiore determinazione condotta da questo Consiglio e dal Governo regionale.

Ritengo che l’Anas debba dare ai cittadini calabresi tutte le chance possibili in termini di mobilità ed in termini di velocità di esecuzione dei lavori e degli appalti sulla Salerno-Reggio Calabria, così come sulle altre infrastrutture viarie calabresi.

Credo che questo argomento, il tentativo di portare in tempi brevi a conclusione i lavori della Salerno-Reggio Calabria, debba essere un impegno prioritario anche negli incontri futuri col ministro Passera.

Un’autostrada i cui lavori durano da ormai 15 anni: necessariamente i lavori dovranno procedere speditamente con il rispetto dei tempi che l’Anas si è data, vale a dire entro il termine del 2013 per consentire collegamenti più rapidi all’interno della nostra regione.

Vi sono poi altre infrastrutture viarie sulle quali si è deciso di intervenire e tante altre potrebbero essere oggetto di interventi, se ci dovesse essere necessità di una rimodulazione anche dei finanziamenti previsti, di quanto previsto nei progetti Por sui sistemi di mobilità.

C’è la questione dei servizi ferroviari.

In queste ultime settimane Trenitalia – lo diceva bene il Presidente Scopelliti – ha avuto un atteggiamento negativo nei confronti della nostra regione, del nostro territorio cancellando treni a lunga percorrenza di valenza storica per i nostri corregionali che collegavano questa regione con il resto d’Italia. Uno per tutti: il Crotone - Milano.

Di fatto moltissimi treni soprattutto della tratta ionica sono stati cancellati e ciò ha reso quasi inutile i collegamenti ferroviari su quella tratta.

Credo che questa sia una grossa emergenza che fa sì che una parte del territorio calabrese, in particolare la fascia ionica abbia grandi difficoltà di mobilità nei collegamenti ferroviari.

Si potrebbe pensare ad un collegamento, attraverso la trasversale Sibari-Paola, veloce, con la tratta tirrenica per collegare la tratta ionica, e quindi i cittadini dell’area ionica con il Tirreno e col resto d’Italia attraverso una metropolitana leggera, un sistema di collegamenti veloci da Sibari a Paola.

In questo quadro c’è stata fra le decisioni di depauperamento di Trenitalia un ridimensionamento della stazione ferroviaria di Sibari che è il più grosso snodo ferroviario che esiste sull’area ionica dopo Catanzaro Lido.

Credo che, anche questo argomento debba entrare nell’agenda del Presidente Scopelliti e del consigliere delegato Orsomarso, sul tavolo col ministro Passera.

Per quanto riguarda i trasporti aeroportuali c’è da parte del Governo un attacco nei confronti del sistema aeroportuale calabrese.

Si considerano alcuni aeroporti calabresi, l’aeroporto di Reggio Calabria e l’aeroporto di Crotone, non sufficienti in termini di numero di passeggeri per avere vitalità e proiezione futura.

Questi credo siano argomenti di chi ha una visione nazionalistica, centrale e non conosce probabilmente i territori perché probabilmente sparato, proiettato improvvisamente in un contesto nazionale e quindi non conosce le difficoltà di determinati territori.

Al Presidente Scopelliti do atto di una decisione, insieme al Consiglio regionale ed insieme ai consiglieri di maggioranza della provincia di Cosenza, relativa ad una ipotesi funzionale per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari, project financing o reperimento di finanziamenti, nel momento in cui il ministro Passera mostra delle perplessità sulla ipotesi di realizzazione di un altro aeroporto in questa regione. Credo che anche il ministro non abbia una visione chiara dei contesti territoriali di questa regione.

La provincia di Cosenza è quella più avanzata, più grande di questa regione. Nell’area di Sibari – non è un problema di campanile – ci sono presenze turistiche per 1 milione 400 mila, numeri del 2010 che sono stati in incremento anche nel 2011. Si chiede la realizzazione non di un aeroporto che possa facilitare i collegamenti con il resto d’Italia attraverso la continuità territoriale, ma un aeroporto che possa collegare quella parte della Calabria, la provincia di Cosenza col resto d’Italia e d’Europa per finalità turistiche - produttive.

Credo che questa decisione, presa dal Consiglio regionale con un ordine del giorno approvato alla unanimità, sia una decisione sulla quale non si può tornare assolutamente indietro ma sulla quale bisogna necessariamente proseguire.

Presidente, chiudo dicendo che su questi argomenti, su questi temi diamo atto al Presidente Scopelliti e a chi ha lavorato con lui, dall’assessore Gentile al delegato Orsomarso, a coloro i quali hanno lavorato anche negli uffici per il raggiungimento di obiettivi e di risultati, sui quali il gruppo dell’Udc, i consiglieri dell’Udc dimostrano e continueranno a dimostrare solidarietà sul cammino intrapreso.

Quel che si chiede è un coinvolgimento in termini di maggioranza per quanto attiene alle decisioni, per quanto attiene alla programmazione dei finanziamenti, perché questi sono gli argomenti che interessano i nostri concittadini, sono gli argomenti dei quali questo gruppo consiliare si vuol occupare e sono gli argomenti sui quali si svolgono battaglie all’interno di questo Consiglio regionale, ma soprattutto nell’interesse di coloro i quali ci hanno espresso. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi, noi pensiamo che alcune premesse siano necessarie per affrontare bene questo tema. La prima premessa, che ha una valenza politica, ma non per fare polemiche, ma che abbiamo il dovere di affermare in quest’Aula, è che il Mezzogiorno, quindi le infrastrutture, da anni non sono all’ordine del giorno del Governo del Paese; soprattutto negli ultimi tre anni, abbiamo avuto un Governo guidato dalle forze del Nord e tutta la parte delle infrastrutture, che poi sono le più importanti, di competenza dello Stato è stata completamente abbandonata.

Sono d’accordo con il ritrovato attivismo del Governo regionale nell’avere un’interlocuzione con Roma, ma ci dovete consentire di affermare che questo attivismo di interlocuzione con Roma è tardivo ed avviene solo da quando c’è stato un cambio di Governo nel Paese. Che avvenga in questo momento, non è di secondaria importanza – chiedo scusa per la voce – perché almeno negli indirizzi di fondo, questo Governo nazionale sembra aver capito che se si vuole far crescere l’Italia deve crescere il Mezzogiorno: regioni come la Lombardia e il Veneto hanno poco spazio di crescita; l’Italia farà ripartire il proprio Pil, se cresce il Mezzogiorno.

E c’è un indirizzo chiaro, a meno che le parole e gli atti non abbiano nessun significato; c’è un Governo che ha istituito un Ministero dello sviluppo e delle infrastrutture. Come leggete voi questo dato? Noi, modestamente, lo leggiamo con la consapevolezza, finalmente, che, se non si investe nelle infrastrutture, per il Mezzogiorno non c’è speranza.

Non è una novità di poco conto, perché tutte le forze politiche sono state attraversate da un certo modo di concepire lo sviluppo e per anni noi abbiamo ascoltato sermoni, provenienti anche dalla parte da cui io parlo, che dicevano che le infrastrutture non servivano per lo sviluppo. Oggi, questo è ammesso, quindi ben venga, finalmente, l’interlocuzione fra la Giunta Scopelliti ed il Governo nella persona del ministro Passera.

Apro una parentesi: trovo corretto che all’incontro partecipino tutti i deputati di tutti i gruppi politici (anche perché questo Governo è appoggiato in modo particolare dal Partito democratico e dal partito del Popolo della libertà), oltre il Presidente, l’assessore Gentile e il delegato, che è questa figura innovativa che è stata inventata in Calabria e che non trova riscontro in alcun atto statutario; non sarebbe stato sbagliato avere anche una presenza ed una rappresentanza del Consiglio regionale rappresentativa di tutta l’Aula.

Dico questo perché la seconda considerazione che intendo fare è che noi riusciremo ad affrontare il problema e a portare a casa qualche risultato se finalmente ragioniamo in termini generali. Ho grande stima dell’amico consigliere Gallo, come di altri consiglieri, ma se stasera noi ci spendiamo nel dibattito, in particolare io che non ho voce, per indicare pezzi del problema, ritengo che sarebbe un errore. Noi dobbiamo, finalmente, ragionare in termini regionali, perché è vero che potremmo avere un Ministero sensibile al Mezzogiorno, però questa sensibilità si riscontra e avviene nel periodo più nero dell’economia italiana, quando le risorse sono estremamente ridotte. Talché, ragionare in termini di visione regionale è l’unica strategia che ci può consentire di raggiungere qualche risultato.

Terza premessa: ormai mi pare che nessuno possa continuare a vivere sulla illusione del ponte sullo Stretto, per cui in un momento di congiuntura economica negativa, ove per realizzare quell’opera ci fossero realmente dei fondi, questi fondi potrebbero essere utilizzati per le cose che noi andremo a proporre.

Detto questo, faccio due considerazioni e chiudo.

E’ fuor di dubbio che il sistema infrastrutturale calabrese si basa sulla dorsale tirrenica, autostrada e ferrovia, e poi sul Tirreno il nodo di Gioia Tauro, che – lo stiamo dicendo – può essere la Porta d’Oriente dell’Europa, però se le navi arrivano, scaricano e, poi, arrivano le navi cabotiera per prendersi le merci e andare verso altri porti, Gioia Tauro non produrrà né sviluppo nell’entroterra, né aiuterà il resto delle regioni del Paese.

Sulla dorsale tirrenica, arrivati a Gioia Tauro, c’è il problema del nodo intermodale; la dorsale ionica, ammodernamento della “106” ferrovia; le trasversali che riguardano certamente le Serre per la parte stradale, ma senza trascurare la Sibari-Firmo, senza trascurare la Bagnara-Bovalino; il sistema portuale, che parte da Gioia Tauro deve tenere conto necessariamente di Schiavonea, Crotone, Reggio Calabria e quant’altro.

Il sistema aeroportuale: vorrei avere un aeroporto sotto lo scalone di ogni casa calabrese oppure un porto o una stazione ferroviaria! Cari colleghi, questo non è possibile.

Se questi sono i problemi, consentitemi due considerazioni. La prima: la Giunta si deve affrettare a proporci un Piano generale dei trasporti, perché solo nel Piano regionale dei trasporti noi riusciamo a ricomporre a sistema le varie questioni, se è vero che bisogna velocizzare la tirrenica in termini di ferrovie, completare l’autostrada, investire su alcuni tratti della “106”. Plaudo all’idea di una metropolitana Paola-Sibari-Cosenza e – perché no? – anche Crotone.

Il problema è di stabilire, su queste emergenze, su che cosa puntiamo; il Presidente Scopelliti non si può presentare a Roma con un elenco della spesa, perché faremmo la solita figura dei calabresi che vanno con il cappello in mano e che non sono in grado di avere una politica regionale e di fare delle proposte concrete.

Per concludere il mio intervento, se le priorità sono in quello scenario che abbiamo disegnato, la tirrenica, ferrovia, autostrada, 106 e l’utilizzazione ottimale della ferrovia ionica, le trasversali ferroviarie e quelle stradali, troviamo una sede in cui, in un confronto, stabiliremo delle priorità che tutti portiamo all’attenzione del ministro Passera.

Non lo so se questo si può fare stasera nell’Aula del Consiglio o, forse, è più opportuno tenere una seduta ad hoc della Commissione competente con una proposta di partenza della Giunta sulla quale discutere, individuando pochi punti da sottoporre all’attenzione del Governo, oppure un’apposita riunione dei capigruppo in questa direzione; personalmente, preferirei dare spazio all’organo tecnico che è la Commissione. Questo potrebbe essere il modo giusto di procedere perché, concludendo, una battaglia va fatta sui servizi; non è consentito a Trenitalia di considerare la Calabria come un pezzo dell’Africa e bisogna ripristinare i servizi che rendono questa regione collegata con l’universo mondo dal punto di vista ferroviario.

Ultimissima considerazione, caro Presidente Scopelliti: ho seguito diligentemente il tuo intervento, ma – diciamo la verità – ci vedo una continuità notevole con le battaglie fatte anche dal centro-sinistra, perché poi, a ben vedere, le opere che stanno per partire sono le due metropolitane e gli altri due grandi progetti, che – se vogliamo essere onesti – sono iniziative che sin dagli albori hanno seguito le comunità locali e poi la Giunta di centro-sinistra.

Ho sentito il Presidente farci un sermone sull’utilizzo dei fondi Fas. Se sono 3 mila gli interventi, convengo che sia una enormità, però c’è un’altra verità che dobbiamo dire in quest’Aula: la vostra rimodulazione con riferimento alle metropolitane non è stata una scelta, è stata una necessità, nel momento in cui il Governo Berlusconi ha sottratto i fondi Fas. Certo, il Por aveva questa impostazione – parlerà Maiolo meglio di me –: interventi finanziati con il Fers e con il Fas, ma la rimodulazione non è avvenuta sulla scelta degli interventi, è avvenuta perché il Governo centrale ha sottratto alle Regioni meridionali quella parte di finanziamento che doveva venire con il Fas.

A proposito di questo aspetto, faccio voti che l’assessore Gentile segua personalmente la vicenda delle metropolitane, in modo che noi non rischiamo che questi interventi che appartengono – si può dire – a tutta l’Aula di questo Consiglio non vadano a buon fine. Caro assessore Gentile, siccome voi avete fatto la scelta di dare alle metropolitane il ruolo di interventi strategici, questi interventi seguono la vita del Por e, nel momento in cui si dice che una cosa è strategica, non si può cambiare in corso d’opera, altrimenti si assiste alla confessione dell’inesistenza di quella strategicità.

I colleghi che mi seguiranno saranno più puntuali di me, ma invito a meditare sulla conclusione di questo dibattito, da cui deve uscire, finalmente, la cultura del regionalismo.

Dobbiamo presentarci a Roma con interventi mirati che possano ottenere i finanziamenti e non con una frittata, in cui ci mettiamo un po’ di tutto per accontentare le provenienze territoriali di noi consiglieri regionali.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Magno, ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Ritengo che sia stato importante, ai fini del dibattito odierno, il lavoro che ha svolto la Commissione presieduta dal collega Dattolo, rispetto alle audizioni tenute in quella Commissione con tutte le forze e i rappresentanti delle organizzazioni che si interessano della rete dei trasporti regionali, sia su gomma sia su ferro, nonché per quanto riguarda gli aeroporti e i porti.

Penso che il contributo che, in questo arco di quasi due anni di amministrazione della Presidenza Scopelliti, ha dato, anche, il consigliere Orsomarso, seguendo su delega del Presidente la questione dei trasporti, ci abbia consentito, oggi, di tenere un dibattito all’interno di questo Consiglio regionale che ci permette di poter guardare due aspetti: la questione della programmazione rispetto a quella che è l’attività nell’ambito dell’intermodalità dei trasporti regionali; la programmazione futura delle problematiche individuate.

Dall’altro canto, però, c’è anche la questione relativa agli interventi da realizzare affinché – come diceva prima il consigliere Principe – si possa lavorare su un progetto complessivo che riguardi i trasporti regionali, visti nel contesto di quelli che sono i problemi della nostra regione. Lì si può lavorare soltanto attraverso un piano specifico dei trasporti che, di fatto, la Giunta regionale sta già avviando attraverso le prime mosse che sono state fatte, relative agli incarichi, per poter pervenire a breve all’elaborazione dell’équipe che deve interessarsi di questo Piano dei trasporti. Questo è un merito, consigliere Principe, di questa Giunta regionale che è riuscita a vedere nel Piano dei trasporti uno strumento fondamentale per poter affrontare in maniera organica questa materia. E di questo dobbiamo, ancora una volta, ringraziare il consigliere Orsomarso e il Presidente Scopelliti.

Penso che anche le questioni poste in questi ultimi giorni, nell’ambito della problematica dei trasporti, che sono partite dalla soppressione dei treni calabresi, abbiano visto un confronto diverso rispetto al passato a livello governativo, se è vero che, durante l’inizio di questa legislatura, il Presidente Scopelliti più volte è stato interlocutore con il ministro Mattioli e con il ministro Fitto rispetto alla problematica delle infrastrutture e della spesa dei fondi europei.

E’ vero che, nel momento in cui c’è un Governo nuovo, un Governo tecnico, diverso rispetto al passato, si è vista la necessità che il Presidente Scopelliti si confrontasse col Governo nazionale non più da solo come Presidente della Regione, ma che fosse accompagnato anche dalla deputazione calabrese di centro-destra e di centro-sinistra, che sostenesse fortemente la battaglia relativa al ruolo di Ferrovie, di Rfi, di Trenitalia, rispetto a quelli che sono gli aspetti dei trasporti all’interno della nostra regione. Ci voleva una forza bipartisan per affrontare questa problematica. Ed è vero che questo aspetto è stato colto da alcuni deputati e senatori del Pd, ma altri deputati e senatori del Pd si sono resi latitanti rispetto a questa problematica, mentre – guarda caso – si ritrovano insieme su altre questioni che riguardano il Consiglio regionale o alcuni aspetti di questa Regione.

Ritengo che la deputazione debba stare vicina in caso di problematiche e cercare di polemizzare di meno, rispetto a questioni che potrebbero mettere in difficoltà questo Consiglio regionale e l’intera Regione. Ai nostri deputati noi chiediamo un maggiore impegno sui problemi, sugli aspetti che fanno sì che questa regione non vada avanti e non incontri il cammino del progresso regionale, invece di andare a polemizzare e a guardare altre questioni.

Penso che oggi questa seduta debba servire a mettere insieme una serie di aspetti: uno riguarda le linee strategiche su cui muoverci nei prossimi mesi, rispetto a tutte quelle che sono le questioni poste già in quest’Aula stamattina, nel contesto degli aspetti dello sviluppo infrastrutturale della nostra regione. C’è stato il Por, elaborato dalla precedente amministrazione, in parte già rimodulato proprio per le cose che si dicevano, poiché mancavano i fondi Fas ed alcune opere strategiche che potevano dare una svolta allo sviluppo di questa regione. Nella rimodulazione sono state riviste alcune progettazioni, sono stati scelti quattro grandi progetti strategici, su alcuni di questi quattro progetti strategici c’è il parere positivo della Comunità europea e della Bei, su altri ancora si devono pronunciare definitivamente la Bei e la Comunità europea.

Dobbiamo stare attenti rispetto a questi progetti, affinché gli stessi vengano messi in cantiere, perché altrimenti rischiamo che, poi, sui progetti strategici, si possano perdere i finanziamenti finalizzati a poter realizzare le quattro opere strategiche della Calabria; se ritardiamo in quelli che sono i processi di spesa, rischiamo, poi, di perdere i finanziamenti.

Su questo, assessore Gentile, un richiamo alla Giunta regionale affinché definisca al più presto le problematiche sorte a livello di Comunità europea, in modo particolare per la metropolitana di Catanzaro, che in questi giorni è sotto visione della Bei riguardo la fattibilità del progetto, ma anche rispetto ad altre questioni che riguardano le altre opere. Vogliamo accelerare i tempi per quanto riguarda l’opera relativa all’aeroporto di Lamezia, la metropolitana di Cosenza, Cosenza-Rende, e l’altro progetto strategico relativo alla Gallico-Gambarie che deve essere al più presto messo in cantiere, per consentire di realizzare questa importante opera?

Vorrei, però, chiedere anche alla Vicepresidente Stasi, notizie in merito a quanto ho letto sulla stampa in riferimento al cofinanziamento che si doveva dare alle Ferrovie dello Stato per l’elettrificazione e l’ammodernamento della tratta ferroviaria Lamezia Terme - Catanzaro. Da notizie che ho letto sulla stampa, sembra che una parte del finanziamento che era contemplato all’interno del Por per questo ammodernamento sia stato dirottato su altri tipi di intervento, mentre una piccola parte rimane relativamente a questa tratta per circa 1 milione di euro utile per la realizzazione di uno studio di fattibilità.

Questo dato lo utilizzerò per richiamare un aspetto importante, che deve essere contenuto in un eventuale documento che oggi questo Consiglio regionale deve elaborare e che deve sottoporre poi anche a Rfi e a Trenitalia: il problema inerente lo sviluppo intermodale dell’area centrale della Calabria. Questo tema è stato messo da parte, ultimamente, perché abbiamo focalizzato l’attenzione su altre problematiche infrastrutturali di questa regione, in modo particolare sul porto di Gioia Tauro, sull’area dello Stretto, sulla questione delle metropolitane, sull’aeroporto e sulle trasversali.

C’è un problema grosso che oggi interessa l’area centrale della Calabria e che riguarda l’ammodernamento della rete infrastrutturale di quest’area, nel senso che, dopo l’alluvione che c’è stata nel 2011 e che ha visto cadere il ponte che si trovava sulla tratta Lamezia - Catanzaro, oggi, di fatto, questa tratta ferroviaria non esiste più. Dopo la caduta del ponte nessun intervento è stato programmato da parte delle Ferrovie dello Stato su questa tratta ferroviaria. Inoltre, sapete che è una tratta ferroviaria importante, perché collega l’area centrale dei servizi di Catanzaro, l’area di Crotone, l’area del Soveratese e tutta l’area ionica, per potersi legare a quello che è il nodo infrastrutturale e ferroviario di Lamezia Terme.

Ritengo, su questo, che sia necessario porre un attimo l’attenzione, affinché un importante intervento sia realizzato, nel senso che va completato l’ammodernamento della ferrovia, interrotto a Settingiano, va completata la parte da Settingiano fino a Lamezia, va prevista l’elettrificazione di questa parte della ferrovia, se non il raddoppio della linea ferroviaria, per pensare alla costruzione della futura metropolitana Catanzaro - Lamezia, che aiuterà fortemente il piccolo snodo di metropolitana di Catanzaro, affinché possa esserci il numero necessario di passeggeri per consentire che nell’area centrale della Calabria possa nascere realmente una metropolitana. Altrimenti, oggi, per come sono messe le cose, l’unica metropolitana fattibile all’interno di questa nostra regione è relativa soltanto all’area Cosenza-Rende, che ha il numero di passeggeri utili per avere un investimento economicamente adeguato rispetto a quelli che sono i parametri della Bei e delle altre agenzie finanziarie che fanno la valutazione degli investimenti.

Se non cominciamo a pensare a questo, rischiamo di costruire un qualcosa su cui, poi, perderemmo complessivamente tutta quella che è la visione di una struttura che, invece, ha necessità di avere, da una parte, l’investimento, ma dall’altra anche la valutazione sulla fattibilità di quell’investimento.

Oggi lancio questa problematica e vorrei che questo aspetto fosse sottoposto alla riflessione all’interno del dipartimento trasporti, affinché si possa valutare bene questa situazione e questa problematica che esiste al centro della Calabria.

Per concludere, ritengo, inoltre, che oggi questo Consiglio regionale, come detto in parte nel suo intervento dall’onorevole Principe, debba realizzare un documento comune su questi aspetti relativi al problema infrastrutturale. E’ vero che è stato costituito il Ministero dell’economia e delle infrastrutture, perché è vero che le infrastrutture sono una parte dello sviluppo, nel senso che senza infrastrutture non c’è sviluppo di una regione.

Oggi la regione Calabria ha fortemente bisogno di avere una politica e una strategia che affrontino insieme sviluppo delle infrastrutture e sviluppo dell’economia, per potersi reinserire nei contesti di sviluppo dei corridoi europei e nei contesti di sviluppo di questa regione, per agganciarsi al Centro e al Nord Italia e rispondere a quelle che sono le esigenze dei calabresi.

In questo contesto, un documento unitario penso che possa aiutare non soltanto la Giunta e il Presidente Scopelliti ad avere una forza maggiore nel contesto di quello che è il rapporto nazionale, quindi anche a livello ministeriale, ma anche possa consentire a questo Consiglio regionale, una volta per tutte, di dire che, su un aspetto del genere che riguarda lo sviluppo della Calabria, siamo tutti uniti per poter mettere in campo una politica che parta dai problemi di oggi, che passi attraverso il Piano regionale dei trasporti e delle infrastrutture e che ci porti, finalmente, ad essere una regione più credibile rispetto a quelli che sono gli aspetti che, di volta in volta, noi trattiamo e che, forse, una volta per tutte, unitariamente, possiamo anche trattare meglio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Grazie, Presidente, credo che la seduta di Consiglio regionale di quest’oggi rappresenti un punto importante per avviare un percorso che ripristini i termini giusti della vicenda del trasporto locale e del trasporto dalla regione verso il resto del nostro Paese, ma ad una condizione: rischiamo di abbaiare alla luna se non affrontiamo una questione dirimente, che è quella del ruolo e del rapporto della Calabria e del Mezzogiorno col resto del Paese.

I dati che sono stati esposti quest’oggi, e prima in Commissione ambiente e territorio in due giornate di audizioni, sono la testimonianza che la Calabria è isolata dal resto del Paese e dal resto dell’Europa.

E’ un dato drammatico, siamo fuori dalle grandi direttrici del trasporto privato e pubblico del nostro Paese e dell’intera Europa. Se la più grande infrastruttura che attraversa la regione, la Salerno -Reggio Calabria, ancora oggi rischia di non esser completata in tempi accettabili e prendiamo atto che mancano al fabbisogno finanziario 2 miliardi e 800 milioni di euro, oltre 5 mila miliardi di vecchie lire, e che – altro che 2014 – non c’è né certezza di risorse né certezza dell’ultimazione di questa grande infrastruttura, ma dove può andare la Calabria? Come può organizzare il proprio sviluppo, se l’autostrada è in queste condizioni!? Né ci sono ipotesi su come reperire i 2 miliardi e 800 milioni di euro, sul Piano per il Sud ci sono solo 217 milioni. Ci è stato detto che, sì e no, serviranno a pagare i contenziosi aperti con le ditte che stanno lavorando su questo tracciato.

Riteniamo quest’opera prioritaria? Come ci presenteremo all’incontro col Governo nazionale rispetto a questa questione? Sarà una delle priorità? Sarà la madre di tutte le battaglie l’ impegno del Governo a reperire risorse necessarie nel giro di qualche mese? Altrimenti, rischiamo di fare filosofia, oggi.

Così per quanto riguarda l’altra questione. Trenitalia, nel Mezzogiorno, investe il 12 per cento del suo bilancio, in Calabria solo il 3 per cento. E’ ancora possibile? Questo significa riduzione dei servizi, come il fatto che il materiale rotabile utilizzato per la nostra regione sia degli anni 1960 e 1970; se noi andiamo a vedere gli intercity che sono stati costruiti negli anni 1970, se guardiamo gli espressi anni 1970 e 1980, se guardiamo anche l’Eurostar, è materiale rotabile degli anni 1980.

Perché questo accade? Perché non si investe allo stesso modo come si investe nelle altre parti del nostro Paese. Noi non chiediamo più risorse a Trenitalia, ma quelle che spettano alla Calabria e al Mezzogiorno. Questa, secondo me, è un’altra grande priorità.

Ho fatto questi esempi perché al tavolo che ci sarà prossimamente col Governo nazionale dobbiamo battere i pugni, altrimenti saremo condannati ad avere 21 treni di lunga percorrenza tagliati, ad avere le difficoltà per l’aeroporto di Crotone e di Reggio Calabria ed a vedere storcere il naso per il nascituro aeroporto di Sibari. Dobbiamo rimettere la Calabria e il Mezzogiorno al centro dell’agenda politica del Governo Monti e lo dobbiamo fare tutti, tutte le parti politiche, e il grande senso politico di questa seduta del Consiglio regionale deve essere quello di individuare insieme le tre - quattro priorità da sottoporre al Governo nazionale.

Poi, dobbiamo saper fare la nostra parte, perché questo è quello che chiediamo al Governo nazionale; la classe dirigente calabrese deve dimostrare di essere in grado di fare la propria parte, a cominciare dal fatto di passare ad approvare un nuovo Piano regionale del trasporto pubblico locale calabrese, uno strumento che è vecchio negli anni, in cui permangono sprechi e clientele, dovuti al fatto che ci sono sovrapposizioni su molte tratte e su alcune direttrici. Se un treno parte alle 8 e 5 minuti da Roccella a Reggio Calabria e un pullman parte da Roccella per Reggio Calabria alle 8 e un quarto si verificano troppe sovrapposizioni totali, ma ci sono anche molte sovrapposizioni parziali.

Dobbiamo, quindi, fare un nuovo Piano per utilizzare meglio le risorse che abbiamo, un nuovo Piano che ci permetta di rendere più efficienti i servizi, anche perché i dati in nostro possesso, relativi ai servizi che effettua Trenitalia e quelli del trasporto pubblico locale, dimostrano come questo servizio faccia acqua da tutte le parti, sia un colabrodo: nel gennaio 2012 sono state soppresse da Trenitalia, traffico interno alla Calabria, 271 corse; il 14 febbraio 2012, Trenitalia ha soppresso 175 corse. Questo dimostra come il servizio del trasporto pubblico locale effettuato da Trenitalia non sia efficiente, vi sono troppe soppressioni che rendono vana e difficile la mobilità interna nella regione; va rivisto il contratto di servizio con Trenitalia e va affrontata la grande questione che riguarda come tradurre le scelte in termini di maggiore efficienza e di qualità e confort dei materiali rotabili.

C’è un’altra grande questione: Ferrovie della Calabria patrimonio per questa nostra regione, che, però, se rapidamente non inverte una rotta diversa da quella che è in itinere, rischia di entrare in una profonda crisi già nel mese di giugno, come ci è stato detto e documentato ampiamente in Commissione.

Anche qui, il socio unico di Ferrovie della Calabria è un Ministero. In questo Consiglio regionale abbiamo preso alcune misure: l’accordo con i sindacati per la riduzione del costo del lavoro, il mutuo di 20 milioni di euro; questo non è sufficiente, perché dobbiamo capire chi si accolla il debito. Poi, vedremo se sono 80 o 100 milioni, ma un’azienda che ha un debito di queste dimensioni rischia di non farcela, nonostante le operazioni che si sono fatte di riduzione dei costi e di investimenti.

Non possiamo fare morire Ferrovie della Calabria in silenzio. E’ una priorità per questa amministrazione regionale, per questa Giunta porre al tavolo nazionale il fatto che sia il Ministero a farsi carico dei debiti e dare corso, successivamente, all’accordo del 2000, che prevede il passaggio delle quote alla Regione Calabria? Credo che questo sia un altro nodo che dobbiamo sciogliere, un’altra questione dirimente su cui dobbiamo fare chiarezza e vedere se ci sono i termini e la possibilità di un accordo unanime del Consiglio regionale su queste questioni.

Penso che uno spiraglio ci sia. C’è la possibilità di individuare le giuste priorità rispetto alla questione del trasporto e della mobilità che è strategica per una regione, per un intero Paese.

Sono pervenute indicazioni importanti anche nella Commissione e mi auguro che – e questo lo chiedo al Presidente Scopelliti – al più presto la Regione Calabria possa avere un assessore ai trasporti. Lo dico perché noi, le imprese, tutti gli operatori del trasporto pubblico e privato locale devono avere un punto di riferimento ed è grave che, su una materia così strategica, la Giunta, qui in Calabria, non abbia l’assessore. Lo ritengo uno dei tasselli fondamentali per lo sviluppo; il trasporto per una regione come la Calabria, che può rappresentare una piattaforma dell’Italia e dell’Europa verso i Paesi del Mediterraneo, non può non avere un interlocutore che sia nella sua qualità pienamente capace di poter sedere ai tavoli e decidere in merito.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Ritengo che dovremmo affrontare in maniera attenta questo dibattito,perché il tema dei trasporti e delle infrastrutture è decisivo per lo sviluppo della regione.

Credo, cari colleghi, che dovremmo partire da un dato: in questi anni la Calabria e, in generale, il Mezzogiorno, sin dal precedente Governo nazionale, il Governo Berlusconi - Tremonti, è stata abbandonata dal punto di vista delle infrastrutture. Lo dico non per fare polemica, ma per partire da un punto preciso.

Negli ultimi anni, il Governo aveva stilato una lista di dieci opere fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese; di queste dieci opere fondamentali, ne aveva inserita una soltanto nel Mezzogiorno, ed era il ponte sullo Stretto di Messina. Ovviamente, come si è ben visto, le altre nove opere saranno cantierizzate o, comunque, sono molto avanti nella progettazione; il ponte sullo Stretto è scomparso dai radar della politica nazionale. Per fortuna, dico, perché sono stato sempre contrario a un’opera inutile che è l’ennesima beffa per la nostra regione, per il nostro Mezzogiorno. C’è la dimostrazione provata che un Governo, soprattutto con Tremonti e Berlusconi, ha pensato di non prevedere nessuna opera pubblica per il Mezzogiorno d’Italia oltre a scippare i fondi Fas ed al contempo realizzare una serie di operazioni che sono state finanziate al Nord. E non è nemmeno un caso, colleghi, che l’alta velocità si fermi a Battipaglia, nonostante ci sia un corridoio, il corridoio Berlino - Palermo, che dovrebbe collegare l’Europa; l’alta velocità muore, per incanto, a Battipaglia e l’Unione europea decide di non mettere questa opera pubblica nelle opere fondamentali da finanziare.

Ho detto tutto questo per un motivo importante, Presidente Scopelliti, perché il Governo Prodi, quando ha deciso nel 2006 di abbandonare la costruzione del ponte sullo Stretto come opera pubblica fondamentale, aveva deciso di destinare i fondi stanziati dal Cipe per realizzare le opere pubbliche in Sicilia e in Calabria assegnandole per il 70 per cento alla Sicilia e il rimanente 30 per cento alla Calabria.

Con questi fondi - erano 1,2 miliardi destinati alla Calabria con opere pubbliche importanti che erano state già stabilite dal Governo - si doveva realizzare il tratto della statale “106” che va da Rossano ad Amendolara, si doveva fare la nuova tangenziale di Reggio Calabria che avrebbe collegato Campo Calabro con Pellaro e tutta un’altra serie di opere pubbliche fondamentali per lo sviluppo della regione.

Ora, noi chiediamo – l’ha detto già il collega Sandro Principe come capogruppo del Partito democratico – al Presidente della Giunta di attivare un tavolo con il Ministro dei trasporti ed il Ministro dell’economia, perché questi fondi che il CIPE ha stanziato, 6,2 miliardi di euro, per il ponte sullo Stretto non vengano destinati, come vogliono fare, ad infrastrutture per tutto il territorio nazionale.

Noi dobbiamo pretendere, come era stato fatto da Prodi e come vi chiediamo noi in questa mozione, che queste risorse vadano investite per Calabria e Sicilia, perché è giusto, è sacrosanto che queste zone d’Italia, che hanno più carenze di infrastrutture e non sono state inserite nelle 10 grandi opere pubbliche da fare nel nostro Paese, abbiano queste risorse per poter costruire un altro modello infrastrutturale.

Ribadisco, quindi, al Presidente della Regione di attivarsi – l’abbiamo fatto come gruppo nella mozione che abbiamo presentato – da subito affinché queste risorse, che sono state già bloccate e destinate dal CIPE al ponte sullo Stretto, attraverso un tavolo tecnico, vengano ad essere destinate a Calabria e Sicilia, come aveva fatto il Governo Prodi.

Il Governo Berlusconi, poi, aveva deciso di stanziare quei soldi per cacciare l’Ici sulla prima casa e per fare altre operazioni. Noi chiediamo che queste ingenti risorse possano servire allo sviluppo della nostra regione, partendo dall’opera pubblica fondamentale, che è l’alta velocità sulla linea Battipaglia - Reggio Calabria, altrimenti saremo, di fatto, tagliati fuori dalle grandi linee di comunicazione.

Un altro punto importante, secondo me, è quello degli aeroporti. Starei molto attento alla politica che si intende realizzare sugli aeroporti; c’è già grossa difficoltà negli aeroporti calabresi, regge soltanto quello di Lamezia, ad oggi, fra tante difficoltà; Crotone e Reggio sono in difficoltà perché, secondo il Ministero, gli aeroporti che non faranno 1 milione di passeggeri durante un anno solare rischiano il declassamento e di essere tolti dalle grandi direttrici del trasporto aereo.

Credo, quindi, che dobbiamo stare attenti, dobbiamo lavorare affinché questi aeroporti vengano ad essere sviluppati. L’aeroporto di Reggio, per esempio, ha due grandi difficoltà, Presidente Scopelliti: nell’avvicinamento all’aeroporto, ci sono degli standard di sicurezza arcaici che non hanno più ragione di esistere, che rendono per le compagnie aree molto costoso l’addestramento dei piloti che devono atterrare a Reggio Calabria, impedendo, di fatto, che la charteristica possa arrivare nello scalo reggino; come dibattiamo da anni, l’aeroporto di Reggio Calabria potrebbe servire due regioni, Calabria e Sicilia, ma il pontile che doveva collegare l’aeroporto di Reggio Calabria con il porto di Messina, consentendo all’utenza messinese di fare il check in direttamente a Messina, è fermo, è bloccato.

Su questo bisogna intervenire e, poiché parliamo di trasporto pubblico locale, è giusto rilevare che quest’aeroporto potrebbe avere – cosa unica e rara in Italia, perché solo Roma e Palermo hanno questa possibilità – la stazione ferroviaria all’interno dell’aeroporto. Reggio Calabria, per una questione logistica, giacché l’aeroporto e la ferrovia sono a un tiro di schioppo, potrebbe avere questa possibilità, che consentirebbe attraverso il servizio metropolitano a una vasta zona, soprattutto della ionica reggina, ma anche della tirrenica, di poter arrivare rapidamente nell’aeroporto dello Stretto.

Credo che queste siano opere fondamentali, che voi non avete inserito nel Piano e che noi riteniamo, invece, vadano inserite, se vogliamo realmente avere la possibilità di cambiare le cose in Calabria.

Quando si andrà dal Ministro Passera, credo che non gli si dovrà dire: “Ci avete cancellato dieci treni, rimettetecene qualcuno e la partita è finita”. Non serve a niente, credo che sia inutile, da questo punto di vista; bisogna andare, secondo me, con un’azione più incisiva.

Nei mesi scorsi, la Regione Piemonte – se non vado errato – ha aperto un contenzioso con Trenitalia, di fatto ha iniziato una procedura per sospendere la gara che Trenitalia si è aggiudicata per il trasporto pubblico locale nella regione Piemonte, perché la Regione Piemonte ha visto che Trenitalia, soprattutto sui treni pendolari, sui treni secondari, non dava quei servizi in termini di qualità, di treni nuovi, di sicurezza, di puntualità.

Ritengo che non si debba andare a piangere da Trenitalia, dobbiamo andare a dire chiaramente che, se non ci sono le condizioni, poiché la Regione paga questo servizio e mette tante risorse, se Trenitalia non garantisce determinati standard, noi possiamo tranquillamente rivolgerci ad altri, perché Trenitalia oggi è un competitor come ce ne sono altri sul mercato, non è monopolista e, se non ci sono le condizioni e Trenitalia continua a dare alla Regione Calabria schiaffi, come li sta dando in questo periodo, noi possiamo tranquillamente decidere di prendere altre strade.

C’è una nuova società che si sta affacciando, che partirà da marzo, ce ne saranno altre.

PRESIDENTE

Onorevole De Gaetano, il tempo a sua disposizione è scaduto.

Antonino DE GAETANO

Si faranno gare d’appalto, si potrà fare una gara d’appalto e altre società, anche internazionali, potrebbero partecipare ed offrire un servizio più decoroso alla Calabria.

Nell’elenco che ha fatto il Presidente Scopelliti l’ultimo punto riguarda le infrastrutture, ne manca una che, secondo me, è fondamentale. Lei ha fatto riferimento alla trasversale delle Serre, e su questo siamo d’accordo; anche noi, come Giunta di centro-sinistra, l’abbiamo finanziata, in parte quell’opera è andata avanti grazie al nostro lavoro. Credo, però, che ci sia un’altra trasversale importantissima che dovremmo finanziare, che è la trasversale Bovalino-Bagnara, fondamentale per lo sviluppo del territorio, perché potrebbe toglierebbe dall’isolamento interi paesi che hanno grosse difficoltà economiche e sociali e anche problemi di criminalità organizzata. Sto parlando di Platì, di San Luca, di Careri, tutti paesi che uscirebbero da quell’isolamento storico che ha favorito questi fenomeni e potrebbero costituire un nuovo sviluppo anche turistico per quella zona.

Vorrei ricordare soltanto un aspetto: quando è stata fatta la superstrada ionica da Rosarno a Marina di Gioiosa, quelle zone della ionica erano ancora turisticamente poco sviluppate. Negli ultimi vent’anni, da quando la strada è stata aperta, quelle zone si sono sviluppate in maniera esponenziale. Quest’opera, secondo me, è fondamentale ed il capogruppo l’ha inserita nella nostra mozione.

Presidente Scopelliti – ovviamente questa è una critica costruttiva per fare – credo che quest’opera sia fondamentale per lo sviluppo di quelle zone e di quella parte della provincia di Reggio Calabria che, tra l’altro, è la zona più povera d’Italia, purtroppo. Allora, noi dobbiamo inserire nel Piano la realizzazione di queste infrastrutture per far uscire dall’isolamento e porre le basi per favorire le condizioni di sviluppo economico per la nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Orsomarso, ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Penso che mai come in questo periodo, in Calabria, si stia discutendo di trasporti, vuoi per delle emergenze che non dipendono da noi – e farò un breve cenno, secondo me, alle responsabilità di dinamiche nazionali – ,vuoi perché c’è una crisi che riguarda direttamente i trasporti, ed anche su questo – lo dico spesso ai colleghi di maggioranza, quindi penso di poterlo dire, con grande rispetto, anche a quelli di minoranza – noi dobbiamo, quando si entra su temi specifici, essere bene informati, altrimenti rischiamo o di non fare bene il nostro lavoro di consiglieri regionali o, come scrive qualcuno – e non mi sembra sia così – che non vi sia opposizione, non vi sia minoranza.

Penso che, invece, questa minoranza, questa opposizione sia puntuale su questi temi e, così come è giusto fare oggi, è puntuale sull’esigenza di tenere una seduta di Consiglio regionale per interrogarsi unitariamente sulle priorità infrastrutturali e dei servizi.

Purtroppo, avviene successivamente all’incontro tenuto con il Ministro Passera, nel quale, però è stato coinvolto l’intero arco istituzionale della deputazione calabrese: c’erano i rappresentanti del Pd, l’onorevole De Sena, mancava l’onorevole Minniti, ma c’era l’onorevole Laratta, diciamo i rappresentanti della maggioranza e della minoranza, per condividere un documento, elaborato dagli uffici tecnici dell’assessore Gentile e dell’assessore Mancini, da portare all’interlocuzione con il Ministro Passera; l’ho ricordato, anche, al capogruppo Principe, che giustamente sottolineava che ci sarebbe potuta essere una sensibilità maggiore da parte del Presidente del Consiglio o della Giunta per informare, anche se la stampa ha riportato un resoconto preciso.

Ho letto da qualche parte ieri, che mentre qui ci si riuniva, a me non è sembrato, la Cgil stava tenendo un sit in; non ho visto che il Consiglio l’altro giorno fosse assediato da chicchessia, tra l’altro la Cgil…

Adesso non so se è più merito loro o nostro, perché da quando ci siamo insediati abbiamo cercato – i risultati li vedremo fra cinque anni – di occuparci di trasporto in Calabria, di intermodalità, di costruire un nuovo Piano regionale dei trasporti.

Il sindacato è stato incontrato più volte e sull’argomento anche tutta la deputazione calabrese ha trovato un accordo sostanziale che non è un accordo del tipo “non ti faccio opposizione”. No, insieme, con il loro contributo ma anche di tutte le forze sociali che vanno dagli stake holders di riferimento che sono i sindaci agli operatori di settore che abbiamo sentito in Commissione, grazie all’audizione richiesta dal collega Dattolo, si tratta per capire, stante la situazione di drammaticità delle risorse, come si possa intervenire.

Ricordo a questo Consiglio regionale, avendo approvato nei termini il bilancio, che abbiamo dei problemi che riguardano le risorse per il trasporto pubblico locale, quindi dovremo andare incontro a forme di razionalizzazione; c’è gente che lavora e che fa un servizio pubblico; abbiamo il problema di Ferrovie della Calabria, di cui parlerò a breve, ed un miliardo di altri .

E’ ovvio che si tratta di una interlocuzione nuova.

Devo darvi la mia impressione onesta sulla mia prima esperienza ad un tavolo di confronto governativo con un Ministro che incontra l’intera deputazione calabrese, il Presidente con i dirigenti dei trasporti. Ho trovato un Ministro molto attento che in modo serio - anche rispetto alle cose che leggiamo sulla stampa in cui si riporta “ah, Passera ci ha trattato così” - ha preso la relazione in cui in testa a quella lista, a quell’elenco concordato con tutta la deputazione calabrese, ci sono, di fatto, i 2,8 miliardi per il completamento della Salerno - Reggio Calabria e tutte le priorità che il Presidente ha già ben elencato.

Ed il Ministro Passera cosa dice nell’incontro? Non dice “beh, ci siamo incontrati, ecco qua”, dice “va bene, abbiamo registrato priorità che sono di medio e lungo periodo, cioè investimenti e priorità che riguardano emergenze”.

Fra tre settimane ci rincontreremo nuovamente per capire cosa deciderà questo Governo.

A meno di smentite che saranno nei fatti, quindi, saremo noi a fare sit in insieme a tutti, saremo pronti a incatenarci, ma il nostro dovere è governare come minoranza e come maggioranza.

Capiremo questo Governo che dice, e mi sembra un fatto dovuto.

Fa bene il consigliere Guccione a sottolineare dati che noi abbiamo già sottoposto ai tavoli tecnici del Ministero che, molto spesso, non dialogano neanche bene con la politica, perché molti ministri non sono nemmeno bene informati su tante situazioni. Si parla di investimenti per 50, 60, 100 miliardi di euro e, per sapere se sarà vero o meno, dovremo soltanto attendere questo Governo che ritiene importante, per lo sviluppo dell’Italia, l’infrastrutturazione di un nuovo Mezzogiorno.

Concordo con il consigliere Guccione, benché io non voglia utilizzare termini forti in Consiglio, ma sono arrabbiato quanto e di più di intere generazioni di calabresi che aspettano da tempo. La mia memoria mi riporta a quando andavo a Roma in macchina con la mia famiglia, avevo cinque, sei anni, quell’autostrada non era completata e non lo è ancora adesso.

Secondo me, questa legislatura non vedrà gli investimenti di questo Governo, ma alla fine dei cinque anni ai calabresi non potremo dire che l’elettrificazione della linea ferroviaria, l’alta velocità, il completamento della Salerno - Reggio Calabria non ci sono stati per questo; dobbiamo unire, agli investimenti che guardano al futuro, quindi all’impegno di una politica seria, che deve essere la nostra politica e quella del Governo che ci governa, anche la programmazione del breve periodo.

Rispetto al breve periodo, la prima esigenza che si è posta è quella - il Presidente Scopelliti ha già annunciato che faremo ad aprile una conferenza con tutti i sindaci, gli stake holders – di realizzare un nuovo Piano regionale dei trasporti, anche perché, rispetto a questo annuncio la gente che ci incontra per strada, soprattutto me che mi occupo di questa materia, chiede chiarimenti.

Consigliere Guccione, il problema non è, quindi, nominare un assessore – l’ho detto anche al Presidente Scopelliti – ma quello di creare un assessorato ai trasporti; gli assessori già ci sono e potranno condividere, rispetto al lavoro che stanno già svolgendo, anche questa delega.

Il problema è creare quella struttura.

Fare un nuovo Piano regionale dei trasporti significa avere risorse umane capaci di realizzarlo , perché nel settore trasporti, oggi, in Calabria abbiamo tredici dipendenti, di cui due soli laureati, portati da noi, ed adesso sono arrivati due ingegneri, uno dei quali, l’ingegnere . Giuseppe Pavone, è dirigente del settore. Inviterò, poi, i giornalisti a vedere come stiamo operando in termini di risorse umane nel settore trasporti; è finita da poco una selezione per prendere personale in grado di coadiuvare l’attività, quindi ingegneri e gente che ha studiato per fare questo .

Vi chiedo se, in questi anni, un tema così importante potesse essere governato da una struttura con tredici dipendenti, di cui due soli laureati, mentre abbiamo altri settori in questa Regione in cui ci sono 80 dipendenti; anche questo è il tema, perché le richieste che arrivano dal territorio sono infinite, ognuno dice “ah, ho bisogno di trasporto”, e vanno rimodulate sulla base delle risorse disponibili e di una nuova programmazione.

Vi faccio un esempio che riguarda la navetta Cosenza – Lamezia che si chiama “al volo, che – chi è di Cosenza la conosce più di chi proviene dalle altre province – rappresenta un fatto positivo; la posso citare perché non è un’opera del centro-destra, ma è frutto della programmazione del centro-sinistra. E’ dimostrabile che quella navetta si regge da sola, con i costi, in termini di servizio. Ovviamente, sono costi ancora alti, perché penso che costi circa 30 euro. E’ ovvio che se a quel tipo di trasporto noi dessimo un contributo anche minimo di 100-200 mila euro, costerebbe molto meno e sarebbe efficace.

Chi ha studiato quel sistema di trasporto e l’ha messo in campo certamente sarà stato un ingegnere ai trasporti, un economista, uno statistico. E’ mancato, purtroppo, in questi anni alla Regione Calabria chi potesse programmare i trasporti in modo tecnico.

Quando mi sono recato per la prima volta al dipartimento trasporti – non mi stancherò mai di ricordarlo a me stesso e all’opinione pubblica calabrese – immaginavo ci fosse almeno un documento che indicasse, a chi si deve occupare dei trasporti, dove stanno i treni e dove vanno gli autobus. Non erano pubblicati neanche gli orari dei trasporti! A chi è un po’ esperto qualche dubbio viene del perché non si pubblicano nemmeno gli orari, però dobbiamo guardare avanti.

Fatte salve queste criticità che sono evidenti e sull’esigenza di avere, in una regione che è scollegata, migliori trasporti e quant’altro, dobbiamo darci delle priorità rispetto agli investimenti – l’ha detto bene tutta la minoranza, quindi vi ringrazio per il contributo – e nell’interlocuzione col Governo è necessario indicare l’autostrada e gli aeroporti.

Anche riguardo al tema dell’aeroporto della Sibaritide – perdonatemi, si trova nella mia provincia - volete che io non debba responsabilmente dire alla gente che ci ha votato “sì, certo, per noi è importante, facciamo una manifestazione di interesse”? Però, è ovvio che non ci possiamo scandalizzare se qualcuno, soprattutto un Ministro, ti guarda e dice “ne stiamo per chiudere due in termini di priorità”, eppure noi abbiamo avviato una manifestazione di interesse; questo riguarda il futuro, però adesso abbiamo delle emergenze.

La prima emergenza si chiama Ferrovie della Calabria. La ricordava bene il consigliere Guccione, perché abbiamo sentito in audizione i suoi rappresentanti. Perché Ferrovie della Calabria è importante? Perché è una delle aziende più importanti della Calabria, ha mille dipendenti, sta trasportando negli ultimi anni, anche se male, i calabresi e ha un problema: questa azienda – per essere chiari e darvi un’informazione precisa – negli ultimi anni ha incassato in un contratto di servizio con la Regione Calabria 44 milioni di euro, ma è costata negli ultimi sette anni 56 milioni di euro.

Abbiamo, quindi, accumulato un deficit strutturale nell’indifferenza di chi si è succeduto, perché era un problema che dovevamo aggredire all’inizio, dovevamo bloccarlo all’inizio. Non sono per colpevolizzare, ma qualcuno non se n’è occupato, poi qualcuno ci dirà se siamo stati più bravi o meno bravi. Oggi abbiamo un problema e questa interlocuzione che Guccione chiede c’è stata; abbiamo tenuto trentasei riunioni presso il ministero con i nostri tecnici; l’ho finanche ricordato al Ministro Passera, risultando forse un po’ fuori luogo alla fine dell’intervento del Presidente.

C’è un’emergenza che non può attendere e si chiama Ferrovie della Calabria.

Il Governo, che è socio unico e nomina il consiglio di amministrazione, che incide su quel management, non ha vigilato su quelle spese; poi si parla di sprechi, non so, qualcuno valuti, noi dobbiamo parlare di efficienza.

Quell’azienda oggi è ritornata ad essere efficiente economicamente, con un accordo anche sindacale e che riguarda il management; i costi sono di 44 milioni di euro, ma abbiamo un problema del debito che fa sì che questa azienda, nonostante la Regione paghi completamente e puntualmente con trimestralità anticipata, nonostante la contrazione del mutuo da parte della Regione, rischi – come diceva bene Guccione – di portare a giugno i libri in tribunale, perché chi doveva fare la propria parte, cioè il Ministero, cioè il Governo, non ha detto nulla rispetto ai milioni che dovevano aggiungere. Se io ho un’azienda che è mia ed ha il capitale sociale eroso, non funziona più, devo o ricapitalizzarla o chiudere, e noi provocatoriamente abbiamo detto che siamo pronti anche a fare una bad company: vi tenete i debiti, istituiamo un’azienda calabrese e ci assumiamo tutto il personale.

Ripeto: saremo giudicati sull’efficacia delle cose che faremo e, se non altro per l’impegno, per l’onestà intellettuale, voglio dire a chi ieri governava ed oggi sta all’opposizione e domani potrebbe governare che vedo molto populismo su alcuni temi, molto pressappochismo su alcuni temi. Non possiamo derubricare le questioni trattandole così, né potete dire che noi siamo responsabili di un fallimento di Ferrovie della Calabria, per dire “non mi interessa nemmeno parlare di quello”. Noi dobbiamo essere seri e convergere su tutta una serie di questioni che hanno urgenza. Allora uniamoci.

Noi abbiamo tenuto trentasei riunioni, abbiamo fatto centomila cose, adesso sembra che si annunci un sit in che assedia – io non ho visto nessuno che assediava – e sembra che gli altri stiano facendo quello che noi insieme non abbiamo fatto. E’ dovere vostro quanto dovere nostro .

Penso che in questi due anni siano state realizzate tante cose per aggredire i problemi, attenzionarli; poi, ovviamente, bisogna risolverli, come giustamente diceva Guccione, non possiamo continuare a dire “la Calabria dimenticata”ed anche su questo dobbiamo raccontare come funziona la battaglia sulla lunga percorrenza.

Leggo qualcuno che dice “ah, Vendola ha già avuto i treni”. Fesserie, perché anche su questo l’informazione deve essere corretta: hanno tagliato la lunga percorrenza in tutta Italia e sapete come funziona? L’abbiamo detto al tavolo, definendo il Presidente Moretti – non mi stancherò mai di dirlo – un uomo solo al comando che bada soltanto ai suoi interessi, a quelli della sua categoria, a qualche investimento che ha pensato per il Nord. Lì succede che arrivano 7 mila pagine di contratto per il trasporto nazionale.Poi le Frecce d’argento sono tutt’altra cosa, perché sono treni che sono sul libero mercato, quindi potrebbero tenerle un po’ di più, ma se non si pagano, non possiamo stabilire che ci devono mettere questi treni a forza. Moretti prende 7 mila pagine, dice al Governo “grazie del contratto” e poi da solo, senza il controllo di nessuno - c’è solo un controllore che è un funzionario del Ministero dell’economia - decide gli investimenti da fare, le tratte che si devono tagliare, non ha nemmeno il buongusto di dire, in una stagione di difficoltà economiche – e ci sta – “sai, dobbiamo tagliare qualche servizio”, ma ti chiama e dice: “Sai, ti taglio questi”. Avremmo potuto decidere insieme che potevamo mettere una contribuzione regionale in più, inventarci qualcos’altro, avremmo messo gli elicotteri per quella fascia ionica che è tagliata a zero.

Quindi, sono incazzato quanto voi e più di voi, perdonatemi, mi è scappato il termine; però dobbiamo stare sul pezzo, cioè la Calabria non ha avuto negli ultimi anni grandi leadership, al di là degli uomini impegnati dobbiamo interrogarci su come un’intera classe dirigente, non ci servono necessariamente grandi leader. Ne parlavo prima con il Presidente Loiero, noi abbiamo definito la sua esperienza come incapacità nel governare, così penso l’abbiano definita anche i calabresi.

La Calabria deve essere frontalmente attrezzata per dire basta a gente come Moretti, che prende quel contratto di servizio, non ha controlli parlamentari, non ha controlli ministeriali e decide di quel pacco di 7 mila pagine, di un investimento di circa 1 miliardo e 600 milioni, di fare quello che vuole. Non deve essere concesso a nessuno, che si chiami Moretti, che si chiami Ciucci per quanto riguarda l’Anas.

Questa è la battaglia da fare ed è ovvio che non dobbiamo gridare, dobbiamo stare sul pezzo.

Unitamente a questo – ripeto – ben venga un documento che delinei oggi, anche dalle vostre osservazioni, quali sono le priorità, che sono sicuramente autostrada, porto di Gioia Tauro, la lunga percorrenza dei treni e, se è possibile, anche dei treni un po’ veloci e più adeguati; bene anche i dati che citavano l’inadeguatezza delle carrozze. Insieme a questo c’è quello che possiamo fare noi in Calabria.

Ho un’altra amarezza, poi: non so se è l’amarezza della determinazione, della grinta o del giovanilismo, però ci sono anche delle cose che offrono dei risultati positivi in Calabria, ma non c’è mai la good news, c’è sempre la cattiva notizia, tristissima, come i tagli dei treni, tristissima come tutte le notizie a cui ci hanno abituato negli ultimi dieci anni.

Il nostro impegno, nessuno l’ha scritto – e perdonatemi se voglio rivendicarlo oggi – è anche sulle piccole cose con Trenitalia: Trenitalia non portava treni nuovi in Calabria – parlo del trasporto regionale – da dodici anni e c’era poco da festeggiare per un treno nuovo, che tra l’altro è un restyling importante di alcune carrozze sulla tratta Cosenza-Reggio, eppure prima di firmare il contratto di servizio nuovo l’abbiamo richiesto ed è arrivato. Ne verranno due – ci dicono – anche a fine febbraio.

C’è un altro problema che riguarda, poi, anche le distribuzioni di risorse nazionali. Alla Conferenza Stato-Regioni la distribuzione delle risorse nazionali, cioè la “pila” – per intenderci, detta alla calabrese – che ci mandano per i treni ha avuto una nuova distribuzione; ti dicono che non sarà distribuita più come una volta col criterio storico, te la daranno in funzione degli adeguamenti a una serie di indici che noi abbiamo cercato di adeguare, anche indici impopolari. Regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, che sono esempio sempre di buona amministrazione, di buon trasporto, sono già al quarto adeguamento tariffario al contrario di noi; lo Stato ti dice: “Se non vi adeguate con la contribuzione dei cittadini che pagano anche il biglietto”… E noi, per quanto sia una scelta impopolare, per il trasporto pubblico locale su gomma e su treno, l’abbiamo fatto.

Ti dicono che un altro indice di premialità è l’acquisto di materiale rotabile, e perdonatemi – lo dico anche alla stampa – noi abbiamo fatto una delibera di acquisto di materiale rotabile per 9 milioni di euro, che è diventata delibera ad ottobre.

E’ ovvio che quella delibera è un fatto sostanziale, cioè è un fatto di programmazione che sta lì, dovendo partecipare a una gara complessiva che fa Trenitalia a livello nazionale per acquistare 600 milioni di treni e conviene perché con quei 9 milioni di euro acquistiamo qualche “Minuetto” in più.

E vi dico anche, rispetto a una serie di strumenti pratici, che ci sono cose che offendono i calabresi, a prescindere che oggi governiamo noi e ieri governavate voi; è uno scandalo vedere ancora corse di autobus che passano da un paese all’altro e portano zero persone, una o due persone, e quella linea, magari, è stata istituita perché, non essendo stato fatto un nuovo Piano regionale dei trasporti, c’era l’aggiustamento random: se il consigliere Mirabelli era assessore e gli chiedevano una linea da Rende, gli diamo una linea a Rende e, così, ancora, chiunque fosse.

Su queste cose noi siamo intervenuti, imponendo nel contratto di quest’anno, che è un atto amministrativo, il controllo satellitare delle flotte, che è uno strumento semplice, mentre prima c’era l’omino che usciva a controllare. L’Università della Calabria sta studiando il protocollo per adeguare uno strumento tecnico a tutti gli autobus ed entro tre-sei mesi avremo uno strumento che non solo è di informazione e ci dirà con la biglietteria elettronica quante persone salgono, ma anche di controllo. Anche questo è un piccolo passo in avanti per fare che cosa? Per fare insieme il nuovo Piano regionale dei trasporti.

Anche mia madre mi chiede, quando torno a casa: “Ho letto, l’avete fatto?”. Un Piano regionale dei trasporti non si fa così, non è soltanto con l’annuncio. Abbiamo infrastrutturato computer, ingegneri ai trasporti, che sono stati selezionati, ascoltando i bisogni del territorio che è mutato, valutando insieme le risorse disponibili, considerato che da un giorno all’altro ti cambiano i riferimenti legislativi, fai le gare, non le fai, tutto il resto. Non le ho fatte io le sovrapposizioni degli autobus, né io né voi, nascono da anni di incuria, di non programmazione.

E’ arrivato il tempo di dire insieme basta a questo ed è ovvio che quel Piano debba essere molto tecnico e realizzato da chi è più competente di noi.

Anche un’altra cosa, un’altra perplessità che da subito mi è nata – noi dobbiamo essere una regione turistica, ce lo dicono da quando avevamo i pantaloni corti –: non c’è un taxi in Calabria. Allora ci dobbiamo interrogare su come incentivare le politiche dei taxi.

Tutto questo diventa il Piano regionale dei trasporti ed è ovvio che noi saremo bravi tutti insieme, noi che governiamo un po’ di più o in meno a seconda del risultato, se fra sette mesi, che è il tempo necessario, consegneremo alla Calabria un sistema di trasporti in cui, se c’è un treno che percorrerà Reggio-Cosenza per l’università e dieci autobus che coprono la stessa tratta, verranno fatte delle scelte precise: o togliamo il treno o togliamo l’autobus, tanto per fare un esempio.

PRESIDENTE

Onorevole Orsomarso, il tempo a sua disposizione è già scaduto.

Fausto ORSOMARSO

Ho finito, mi sono dilungato un po’ di più.

Per chiudere, ci sono degli elementi di positività di lavoro e li rivendico con forza e con orgoglio, piccoli risultati che comunque rappresentano il bicchiere mezzo pieno. Il bicchiere mezzo vuoto è l’interlocuzione col Governo e tutto quello che in termini di investimenti e scelte sicure, quello che ha annunciato il Presidente di concentrare gli investimenti su alcune opere, scelte nei servizi, riusciremo a fare insieme.

Ribadisco che noi consiglieri regionali dobbiamo avere la capacità di essere più precisi nel gestire le informazioni e nel darle, perché altrimenti in mezzo ci sta soltanto il populismo. Il populismo non serve a noi e permettetemi di dirvi che non serve neanche a voi.

Vi ringrazio.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Signor Presidente, ho atteso per il mio intervento, pur avendo chiesto di intervenire prima, perché, malgrado gli impegni politici del gruppo del Partito democratico di cui il Consiglio era a conoscenza, noi siamo qui a garantire un giusto dibattito istituzionale.

Il capogruppo del Partito democratico, nel suo intervento, ha detto chiaramente qual è lo spirito con cui noi affrontiamo questo dibattito e, soprattutto, quello che ci auguriamo possa avvenire dopo questo dibattito. Il consigliere Principe auspicava un regionalismo più stringente su questioni fondamentali: da oltre cento anni i libri di storia parlano dell’arretramento del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese in materia di infrastrutture e mi pare che il tema sia proprio quello trattato dal consigliere Principe, anche se devo dire con molta chiarezza – ma non lo faccio per rispondere alle polemiche inutili che ancora stasera vengono fatte in quest’Aula – che, in tema di programmazione delle infrastrutture del Mezzogiorno, pensare che tutti i ritardi e le responsabilità attengano ad una programmazione di due anni, ammesso che i contenuti siano quelli espressi dal Presidente della Giunta regionale, è veramente fuori dalla strada che noi dovremmo percorrere.

E lo è anche il modo in cui ci presentiamo oggi al dibattito, con una relazione – me lo consenta il Presidente – in cui io non ho trovato una proposta; la si vuole costruire assieme? mi fa piacere, ma di fatto è una fotografia – ed uso un termine a lui molto caro rispetto al passato – in bianco e nero rispetto alla situazione di difficoltà, di necessità. E vedo anche che viene messa in evidenza una nuova interlocuzione con il Governo nazionale.

Ancora pochissimi secondi per dire – è nella storia recente che appartiene a noi, a quelli che siamo qui – che noi avevamo una programmazione nazionale e comunitaria sulle infrastrutture che è nata con il Governo Prodi e con un cabina di regia su infrastrutture e sviluppo, che è durata, ovviamente, il tempo in cui quel Governo ha potuto governare avendo la maggioranza in Parlamento. Essa è finita nel momento in cui al governo del Paese è tornato nuovamente il Presidente Berlusconi, che dal 2008 al 2011 ha cancellato l’interlocuzione con il Mezzogiorno e con la Calabria, se si fa eccezione per incontri di parte politica, più che di contesto regionale e nazionale, in cui si annunciava, in occasione della inaugurazione di gallerie autostradali, che la nostra autostrada sarebbe stata completata nel 2005, che il ponte sullo Stretto sarebbe stato costruito il giorno dopo, che tutti i problemi erano risolti: tutto questo senza nessuna interlocuzione reale con le Regioni.

Infatti, non so a quale Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) il Presidente Scopelliti si riferisca, perché nel Par-Fas (Programma Attuativo Regionale - Fondo per le aree sottoutilizzate) che noi conosciamo, che la maggior parte dei consiglieri che facevano parte anche della precedente legislatura ha approvato all’unanimità in questo Consiglio, non c’erano 3 mila interventi; c’era un Fas che metteva il 70 per cento delle risorse nelle quattro azioni cardine.

Quindi, è stata notificata l’ammissibilità di quel programma, che, pertanto, era coerente con quanto previsto dalle linee di indirizzo del Governo.

Oggi, spuntano questi giudizi infondati su una questione che non era assolutamente quella, che era un pilastro di una programmazione unitaria che non è cambiata, perché quella è la programmazione unitaria, non c’è stata modifica; è stato detto che si è cambiato metodo, ma il nostro metodo era quello che è nelle carte, che è quello di chi esercita il governo delle risorse finanziarie pubbliche con lo stesso spirito di chi amministra le risorse della propria famiglia, di mettere un’opera a cofinanziamento da più fondi. Ma non perché c’è confusione, ma perché noi sappiamo che ci sono tante difficoltà a realizzare, a progettare, a mettere in campo quelle opere e le scadenze delle rendicontazioni e delle programmazioni finanziarie richiedono dei tempi. Quindi, questo metodo di programmazione che è stato quello nostro, di attingere a più fondi, è di garanzia per le finanze pubbliche della Regione Calabria.

L’unica cosa – che sia chiaro anche a chi ha ascoltato dalla tribuna stampa – che è stata fatta in questo inizio di legislatura, è un’azione che ha descritto – io non dovrei dire nulla – in maniera molto corretta il consigliere Magno anche se non so quanto sia stato ascoltato dai banchi del Governo.

Le critiche che il consigliere Magno fa alle azioni di questa Giunta regionale sono superiori a qualsiasi forma di opposizione, ma sono quelle vere, perché – guardate – l’unica azione fatta è stata il finanziamento interamente Fesr, quindi togliendo la quota Fas, perché il Governo Berlusconi non l’ha finanziato e ha trasformato i Fas nella favola del Piano Sud, cioè del “piano piano Sud”, vale a dire “non mandiamo risorse al Sud”, perché ancora oggi, anche nella relazione del Presidente Scopelliti, c’è scritto: “Poi, quando diventeranno fatti concreti, vedremo”.

Il Piano Sud è finito. C’è un’altra interlocuzione? Dobbiamo farla tutti assieme? Noi siamo d’accordo, però non si può dire che c’è stata in Calabria una Giunta regionale che ha sfasciato tutto; “noi abbiamo aggiustato tutto” e non si è toccato nulla. L’unica cosa che è stata tolta l’ha detta il consigliere Magno: è stato messo in crisi un disegno sui trasporti che, comunque, in piccolo avevamo espresso in quel programma che era, per esempio, costruire in questa regione un sistema di metropolitana regionale, che significava, però, dire una cosa importante – e lo dico da cosentino – perché quando si pensa alla Calabria, non si dovrebbe pensare a spostare le risorse sul proprio territorio, perché solo questo io noto nelle modifiche della programmazione.

Beh, che Catanzaro Lido, Catanzaro Germaneto e Lamezia Terme costituiscono un nodo importante se si vuole fare un sistema organizzato in questa regione, lo deve dire uno di Catanzaro o è una cosa importante per la Calabria?

Se in questo disegno inseriamo le metropolitane leggere e se questo disegno fosse stato mandato avanti come noi l’abbiamo impostato ed avviato – e l’ha ricordato il consigliere Principe – forse questo piccolo sistema poteva funzionare anche se forse avrà bisogno di modifiche e di accorgimenti. Certo, noi abbiamo previsto di acquistare il materiale rotabile, perché è nell’idea che anche noi facciamo la nostra parte e che, per esempio, diciamo che Ferrovie della Calabria può diventare gestore di questo materiale.

Tutte queste cose, queste idee e queste possibilità sono state cancellate, a parole, e non sono state sostituite da altre negli scritti e si dice che si è cambiato tutto. Io non ho visto nessun’altra modifica, se non lo spostamento delle risorse necessarie per presentare i quattro grandi progetti, di cui uno soltanto non era previsto, la Gallico-Gambarie, mentre gli altri erano tutti progetti attivi rispetto alla programmazione e all’avvio progettuale. Ma, attenzione, se si smonta la Lamezia-Catanzaro Lido, tutto questo sistema non funziona; la metropolitana di Catanzaro – lo ha detto il consigliere Magno e lo ripeto – non so se si regge.

Per cui non vorrei che i grandi progetti, alla fine, fossero serviti solo per il beneficio, di cui tutti abbiamo goduto come calabresi, di non perdere 100 milioni di euro al 31 dicembre 2011, perché questo fino ad ora abbiamo conseguito con la presentazione dei grandi progetti; ma se crolla quell’asse di collegamento, anche la metropolitana di Catanzaro non si regge.

Allora, averli presentati come grandi progetti, cosa significa che la Commissione europea valuta questo programma e le valutazioni sono oggettive e prescindono dalle valutazioni anche politiche di necessità di riequilibrare i territori; queste valutazioni fino in fondo non vengono fatte dalla Commissione europea.

Allora il disegno qual è? Il disegno delle priorità? C’è stato un incontro, c’è stata un’interlocuzione con questo Governo che ha fatto una scelta condivisa, condivisibile, infrastrutture e sviluppo assieme, ma noi come interloquiamo con questo Governo e con questa impostazione? Beh, quando abbiamo visto compiere alcune scelte nel settore dei lavori pubblici con direttori generali che avevano esperienze in un certo ambiente, avevamo pensato che anche qui si facesse un assessorato e un dipartimento lavori pubblici, infrastrutture, molto più ampio, eccetera.

All’ottimo consigliere Orsomarso, a cui dobbiamo essere grati, perché fa dei trasporti un’azione sistematica quotidiana, vorrei dire che non esiste un’interlocuzione con un Governo forte per alcuni aspetti, ma debole rispetto all’interlocuzione con i territori. Ci possiamo presentare senza un’idea, senza priorità e, magari, dicendo una cosa che abbiamo detto noi, che hanno detto prima quelli di noi, che faremo un grande piano delle infrastrutture, un grande Piano dei trasporti.

Tutto questo non c’è, non lo possiamo fare, e ricordiamoci che è un Governo che durerà, se va bene, sette-otto mesi in più rispetto ad oggi, quindi ci saranno alcuni incontri, alcune discussioni, ma poi tutto si fermerà.

Allora, in Calabria, noi che vogliamo fare? Vogliamo continuare come abbiamo fatto fino ad oggi, con l’Apq (Accordo di programma quadro) di Gioia Tauro che non è passato dalla Commissione consiliare e non c’è una discussione di merito da nessuna parte? Facciamo le sedute dei Consigli regionali per dire che abbiamo affrontato il tema dei trasporti?

Allora, se c’è una nuova fase politica, che mi pare che, anche per altri termini, necessariamente si debba aprire in questa regione, perché non siamo più nella condizione di quello che abbiamo alle spalle, dei due anni precedenti, qui nessuno può procedere in direzioni assolutistiche che hanno dimostrato la reale difficoltà e debolezza. Su questo noi ci vogliamo confrontare.

C’è la possibilità di affrontare il tema dei trasporti fino in fondo? Si vuole arrivare a condividere delle priorità reali? Si vada in Commissione, si continui un lavoro di merito e di approfondimento e si arrivi a proposte che siano condivise e che possano avere il sostegno unanime della Commissione, così come è avvenuto nella precedente legislatura, e poi si costruisca l’interlocuzione politica con il Governo nazionale. Ma l’interlocuzione politica coesa che si cerca, la si deve costruire anzitutto in questo Consiglio e nel lavoro della Commissione, non con lo scambio o con la minaccia; andando nel merito e comprendendo quello che si vuole fare, che bisogna costruire un sistema che riguarda i calabresi, che affronta le questioni con la difficoltà con cui l’abbiamo affrontata noi nel passato, a volte, non risolvendole.

C’è la volontà di farlo assieme? Noi siamo disponibili, che non significa essere opposizione arrendevole, tutt’altro! Qui c’è il problema che sono finiti due anni di legislatura e non ci sono stati fatti concreti nella programmazione, non nella realizzazione – io non sto qua a chiedere che fine ha fatto il cronoprogramma dei lavori annunciati, eccetera, non sto a dire questo, abbiamo avuto esperienza e sappiamo cosa significa – parlo della programmazione: la programmazione comunitaria non è stata toccata, non c’è stata una modifica con l’impostazione che si annuncia essere diversa, non c’è nulla di nuovo.

C’è la necessità di una ripartenza politica in termini di rispetto e di elevazione fra maggioranza e minoranza, di priorità che riguardano complessivamente i calabresi e, soprattutto, di evitare quelle che sono le manfrine strumentali sui territori, e lo dobbiamo dire tutti, centro-destra e centro-sinistra; però, non si possono più scrivere nell’elevazione le stesse favole che il Governo nazionale ha scritto sul ponte, diciamo “facciamo fare ai privati cose che il pubblico ritiene che non si debbano fare”. Diciamo “non si possono fare”.

Su questo, io penso che il confronto, se è corretto, possa essere avviato. Se non è corretto, non è che se sui problemi dei cittadini, dei quali non riusciamo ad impostare la soluzione, non c’è confronto e non c’è dialogo, ci può essere sulla questione politica e sui temi fondamentali quali la legalità? E no, non ci può essere.

Allora, il terreno di confronto deve essere una nuova volontà di interlocuzione corretta e costruttiva, a prescindere da sicumere che non hanno più legittimità politica di essere portate avanti.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Maiolo, soprattutto per essere riuscito a svolgere il suo intervento nei dieci minuti previsti.

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Intervengo anch’io su questo tema che, in verità, – chi lo ha detto aveva ragione – è annoso. Voglio ringraziare anch’io la Commissione per il lavoro svolto.

Mi rendo conto che questo è un problema difficile, complicato, che di tanto in tanto affiora, però voglio dire che il Presidente ha svolto una relazione ottimistica, infarcita di futuribile, di molte cose da fare e sarebbe utile che si potessero fare, però sono convinto che le cose non sono semplici, che noi dobbiamo fare i conti tenendo fortemente i piedi per terra, perché – faccio solo un esempio – nei prossimi vent’anni, come spesso non si dice, se non allusivamente, i governi, che saranno chiamati a gestire la cosa pubblica nel nostro Paese, saranno costretti a fare una manovra di circa 40 miliardi l’anno per venti anni.

Ora, noi speriamo che molte cose si possano fare mettendo in moto competitività e sviluppo. E’ possibile, ma se non sarà così, noi avremo lacrime e sangue davanti a noi e in Calabria, nel Mezzogiorno in maniera particolare, dove i morsi della crisi non si avvertono ancora, ma si avvertiranno di qui a poco. Per cui non sarà facile portare avanti tutta questa coreografia, di cui abbiamo avuto la rappresentazione oggi in Consiglio.

E poi – ripeto un concetto che ho espresso in Conferenza dei capigruppo e che ho sentito anche in quest’Aula – noi l’abbiamo avuto il tempo in cui alcune richieste, alcuni impegni potevano essere assunti da parte del Governo nazionale. Vi era il momento in cui c’era un Governo politico eletto – come spesso dite voi – dai cittadini, dal consenso dei cittadini, e il consenso più è ampio, più permette una discrezionalità delle scelte della politica. Queste cose si potevano fare, ma non sono state fatte e noi sappiamo qual è ora la funzione del Governo tecnico: è quella del rientro del debito, che non sarà facile.

Quindi, anche questo discorso della riduzione del Fas …

La riduzione del Fas l’ha attuata il Governo Berlusconi. Ho sentito, addirittura, che nelle prime conferenze dei Presidenti si è avallata anche l’idea che l’85 per cento che il Fas, giustamente, attribuisce alle zone sottoutilizzate, fosse un flatus vocis su cui si poteva passare sopra. Questo mi è stato riferito. Non è così, questa è la posizione del Nord, non può essere la posizione del Sud.

E poi, amici, per il Piano per il Sud, avete memoria della cifra che hanno portato avanti Berlusconi, Monti, tutti i ministri, venivano nel Mezzogiorno …? Erano cento miliardi il 26 novembre del 2010. Poi sono diventati 60, poi 50, poi di fatto evaporano. Ma le risorse sono state sottratte al Sud, questa cosa non possiamo dimenticarla, ancorché ci sia oggi al Governo un Esecutivo tecnico.

Noi con il Fas, destinato – ripeto – per l’85 per cento al Sud, abbiamo fatto operazioni di finanza pubblica, abbiamo pagato l’Ici che, in gran parte è al Nord, abbiamo pagato gli ammortizzatori in deroga, l’Abruzzo, le quote latte. Sono tutti gli indirizzi che la Lega Nord ha imposto e che noi abbiamo subìto senza dire una parola, ma non solo la parola dei ministri, la parola dei Presidenti del Sud, non hanno detto una parola. Mi sono stupito quando il Presidente Scopelliti, due mesi fa, ha detto: “Beh, adesso che non c’è la Lega, qualche cosa si può fare”. No, no, voi dovevate farla allora, non adesso che c’è il Governo tecnico che ti può dire “io devo rientrare dal debito”.

Queste cose le voglio dire, perché anche in questa occasione, nell’incontro che avete avuto con il ministro Passera, vi voglio ricordare che nelle stesse ore e negli stessi giorni il Presidente della Regione Sardegna Cappellacci incontrava Monti e i suoi ministri e lo stesso faceva il Presidente della Sicilia.

Lo dico perché è importante e qualcuno ha ricordato – ogni tanto noi, come centro-sinistra, abbiamo un ritorno di memoria inconsulta – che c’è stato un Governo Prodi che ha istituito un tavolo istituzionale solo per la Calabria. Naturalmente, ha ricevuto le proteste di tante Regioni del Sud, ma l’ha mantenuto. Certo, è durato pochissimo e male, perché ha avuto problemi di sopravvivenza ogni giorno, ogni settimana, ma quello era l’impegno.

Ora, al di là di questo libro dei sogni, le risorse che abbiamo a disposizione sono così poche che potremmo trovare un accordo qua dentro. Certo che lo potremmo trovare.

Ho ascoltato l’intervento del consigliere Orsomarso che reputo una persona di qualità, lo voglio dire pubblicamente; anche se lui ha parlato di capacità di governo,voglio dire che il governo che ho presieduto ha fatto delle cose importanti ed io sto preparando un libricino – spero di avere il tempo di farlo – per dimostrarvi che forse solo su un tema voi siete andati al di là degli slogan dell’inizio, ma siete tornati tutti a fare le cose che abbiamo fatto noi e queste cose le pubblicherò.

Al consigliere Orsomarso voglio dire, anzi più che a lui, al Presidente e alla Giunta: la sua posizione, rispettabile, ho detto anche di qualità, non si può identificare così come viene identificata. Il consigliere Orsomarso faccia l’assessore, ma non può stare in questa posizione. Noi abbiamo bisogno di interlocutori che siano la Giunta, il Presidente della Giunta, che sia il singolo assessore. Lo dico per la Calabria. Non vorrei danneggiarlo oltre misura, però lo dico per la Calabria.

Ora, c’è un’altra cosa che vorrei dire: quali sono queste opere di cui parla il Presidente Scopelliti, che noi avremmo frantumato? Tutte queste grandi opere sono state immaginate e programmate da noi e siamo arrivati ad un dipresso dal finanziarle.

Mi ricordo che, nel 2009, volendo aspettare anche l’opera di Reggio Calabria, ho invitato ad un tavolo largo, dove c’erano tante di queste persone che ci sono qua dentro, a fare in fretta, perché Reggio era in arretrato. Le dico queste cose: le due metropolitane, l’aeroporto di Lamezia, l’aerostazione l’abbiamo immaginata, come è giusto, noi. E anche sulla trasversale delle Serre, io sono contentissimo di ascoltare il Presidente Scopelliti dire che la finanzierà. Intanto, noi l’abbiamo finanziata e vorrei chiedere al Presidente: perché siamo bloccati da due anni sulla trasversale? Sono due anni che i lavori sono bloccati. Su questo dovete dare una risposta.

Un’altra questione che è stata sfiorata credo che l’abbia affrontata il capogruppo del Partito democratico Principe: ma del ponte non se ne parla più?! Avete una posizione sul ponte? Ho seguito con grandissima attenzione la relazione del Presidente Scopelliti, ma del ponte – non vorrei essermi sbagliato – non ne ha parlato. Quindi, si rinuncia, come è giusto, senza polemiche? Io non voglio entrare nella polemica tra ecologisti e realisti, ma – diciamo la verità – in questo contesto di privazioni, c’è qualcuno in quest’Aula, indipendentemente dall’appartenenza politica, che può pensare che il ponte sia ancora utile? C’è qualcuno del pubblico, della stampa? Non era utile ieri, figuratevi oggi! Perché noi dobbiamo per forza stilare una gerarchia dei bisogni di questo territorio, in uno scenario che è di crisi, e sappiamo quali sono gli interventi: l’autostrada 106.

Voglio ricordare che, senza che ci fosse questa crisi, nel 2007, con il ministro Di Pietro, con l’allora Presidente della Regione Sicilia avevamo diviso queste risorse per il ponte e, poiché naturalmente era una suddivisione per estensione del territorio, circa 2 miliardi li prendeva la Sicilia e noi prendevamo circa 900 milioni di euro. Erano 900 milioni di euro che venivano suddivisi, definiti con il concorso delle Province per la viabilità secondaria, per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Ora, voglio dirlo al Vicepresidente che sarebbe davvero uno scempio, adesso: se è sparito il ponte sullo Stretto, spariscono anche le risorse nostre, già suddivise. Questo è importante.

Due cose e chiudo, perché voglio stare nei tempi.

Gioia Tauro è in una situazione di difficoltà. Sono convinto, anzi c’è un Regolamento europeo che afferma che, se entro il 2014, il 2015 per dire la verità, non verranno costruite alcune infrastrutture di base prevalentemente ferroviarie, per esempio sulla linea Gioia Tauro-Catanzaro Lido, Taranto e Bari, cioè quelle aree in cui bisogna rivedere le gallerie, ammodernare la stessa linea, se non facciamo qualcosa per logistica e interporto – penso al bando del gateway, all’ammodernamento, all’intermodalità – Gioia sarà completamente tagliata fuori.

Questi sono problemi grandissimi, senza parlare di quello che sta succedendo all’interno del porto, perché qualcuno deve occuparsi anche di Gioia Tauro; il fatto che Msc entri in Medcenter e Maersk abbia lasciato il porto, ma è nella società di Medcenter al 33 per cento, questo crea dei problemi che esploderanno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché non si può immaginare che Msc avrà interesse ad aumentare il volume di traffico a Gioia, rafforzando di fatto quella che è la sua concorrente principale. Non è immaginabile tutto questo, qualcuno ci deve mettere mano.

E poi vorrei ricordare anche questo problema: noi siamo andati da Aponte, ma non ho sentito più niente su questo. Oggi, di fatto, sono stati promessi incentivi, ma tutto mi pare bloccato: Msc non paga il terminalista e il terminalista non paga i fornitori? Questo è un problema grandissimo.

Chiudo qua, per dire solamente, in finale, che noi un accordo, anche un accordo vigoroso, di muscoli, contro Moretti, Rfi, potremmo prenderlo, per quello che sta succedendo, che si avverte dall’opinione pubblica.

L’altro giorno è venuto a Catanzaro un personaggio a partecipare ad un funerale, al quale partecipavo anch’io, ed è dovuto scappare prima della fine perché non c’era più il treno che lo portava verso il Nord, ed eravamo alle 16,00 del pomeriggio. Qua bisognerebbe fare una protesta davvero corale.

Non sono un rivoluzionario, ma non dimentichiamo che il 1° agosto del 1978 35 mila calabresi – per chi lo ricorda – sono andati a Roma per protestare contro la mancata industrializzazione di questo territorio. Non dico che siamo in grado di mettere insieme tutto questo, ma su questo si può fare davvero una lotta in comune, perché questo non colpisce solo la Calabria, colpisce le regioni meridionali, ma anche quelli del Nord che vengono giù.

Davvero chiudo qua e voglio chiudere con una notizia positiva e fuori tema. Forse, impegnati nel Consiglio, non sappiamo che la Corte dei diritti umani di Strasburgo, oggi, ha condannato il Governo Berlusconi per quei famosi respingimenti in mare riconoscendo a tutti quegli immigrati che hanno fatto ricorso – sono in numero di 20 – il diritto ad essere indennizzati con 15 mila euro ciascuno, cioè facendo passare l’idea, concepita anche dalla Corte costituzionale, per cui un individuo è tale indipendentemente da dove nasce.

Questa, se permettete, poiché noi siamo andati in questa direzione, per la Calabria è una buona notizia.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Adamo, ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi riprometto di contenere il mio intervento nel tempo stabilito anche per scelta; penso di essere volutamente schematico perché confido che, questa volta, con lo schematismo, si possa dare il senso, trasmettere il carattere di quello che può essere un ragionamento o, se volete, più che una proposta, un mio semplice punto di vista sulla questione che stiamo discutendo.

Prima questione: conveniamo tutti che dobbiamo sfuggire alla tentazione del rito, del rituale, perché non vorrei che si interpretasse questa seduta come un dovere di un’Assemblea legislativa, una sessione dedicata appositamente ad una questione che riteniamo prioritaria, dal punto di vista dei pronunciamenti astratti, ma, poi, nei fatti, una volta conclusa la seduta, paghi – noi altri consiglieri regionali – di esserci messi la coscienza a posto, le cose vanno per il loro corso.

Se questo non è – e sono convinto che questo non è –, debbo dire che non discuto la relazione, – la chiamo relazione – , l’introduzione del Presidente Scopelliti che, per quello che dice, è davvero poco confutabile. Il punto non è sul merito di quello che dice oggi il Presidente Scopelliti, è sul tipo, la dimensione della sfida, che in quest’Aula vogliamo decidere se affrontare rispetto alla questione della problematica dei trasporti. Io su questo mi sento, in qualche modo, di dire qualcosa e di andare oltre anche quello che ha detto il Presidente Scopelliti.

Allora la questione qual è? Qual è il contesto nel quale oggi ci muoviamo? Il contesto non può essere indifferente, non si può discutere oggi di trasporti come se ne discuteva cinque o dieci anni fa o, magari, come se ne discuteva anche qualche mese fa. Anche la questione delle relazioni istituzionali, per esempio, il Governo regionale, il Governo nazionale, soffermiamoci un attimo a valutarla: trovo stucchevole una discussione che riporti tra di noi ad un giudizio, magari differenziato da parte di tanti di noi, su quella che è stata l’esperienza della Calabria con il Governo Prodi o con il Governo Berlusconi. Non ci serve questa discussione. A questo punto, vediamo di capire in questa fase se possiamo fare di più, sapendo che le responsabilità dei Governi che ci hanno preceduto sono enormi e pesano quanto una casa. Su questo non ho alcuna difficoltà a riconoscere il fatto che, in qualche modo, il Presidente Prodi puntava, per una scelta che faceva sul Mediterraneo, sulla posizione geo-strategica della Calabria, che altri Governi hanno abbandonato.

Il punto, oggi, qual è? Nessuno sconto al Governo tecnico proprio da una terra come questa, a maggior ragione per il fatto che questo Governo tecnico è chiamato, sul terreno del rigore e dell’austerità, a fronteggiare la grave problematica del debito pubblico. Ma sappiamo che rigore e austerità, se non sono coniugati con la crescita, non servono a nulla e anche gli obiettivi che si sta ponendo il Governo, attraverso la manovra, i sacrifici e attraverso la coerenza che si impone, ormai, sugli accordi nell’ambito dell’Eurozona, non servono a nulla, se l’Italia non cresce e non continua a produrre.

Allora, se questo è il tema, è vero o non è vero che a questo Governo abbiamo il dovere di chiedere un pronunciamento? Cioè l’Italia può crescere se, anche e soprattutto in questa fase, per quelli che sono i possibili investimenti, si punta sul Mezzogiorno. Forse, se si punta sul Mezzogiorno e si fa una scelta strategica guardando da questo osservatorio dell’Europa al Mediterraneo, l’obiettivo della crescita può essere affrontato in un periodo più ridotto, anche se a medio termine.

Con questo Governo dobbiamo spingere su questo terreno, verificando su questo punto.

Sono molto d’accordo con l’intervento dei consiglieri Principe e Maiolo, che sottoscrivo; spingo di più su questo punto perché senza inciuci, senza trasversalismi alcuni, c’è il governo della Regione che deve governare e c’è l’opposizione che deve fare l’opposizione. Poi, ci possono essere alcune grandi questioni sulle quali ci verifichiamo unitariamente. E quali sono queste questioni? Noi non dobbiamo fare le vittime o i lamentosi verso il Governo Monti, dobbiamo richiamare il Presidente gonti alle proprie responsabilità oggi di governo del Paese, per quanto riguarda, per esempio, non le questioni che attengono alla Calabria, ma che dalla Calabria possono essere poste come di convenienza e di interesse razionale.

Quindi, su questa problematica e su questo terreno, quali sono le questioni? Innanzitutto, il completamento dei grandi corridoi europei. E che significa il completamento dei grandi corridoi europei? Significa certamente il completamento e gli investimenti da attuare in riferimento a tutta la dorsale della fibra ottica, ma significa poi, innanzitutto e soprattutto, fare il punto su alcune grandi questioni che non sono più calabresi, ma che ormai sono nazionali ed europee. Innanzitutto, la E90, volutamente dico 90 e non 106: vogliamo pretendere un accordo di programma anche con questo Governo che, in qualche modo, al di là della disponibilità degli investimenti da realizzare subito, però, ci consegni quantomeno un progetto organico definitivo dell’asse autostradale europeo? Perché si va avanti a lotti e ad improvvisazione e ancora grandi parti della tratta calabrese sono prive persino di un progetto di massima.

All’Anas vogliamo chiedere la disponibilità almeno immediata, in tempi rapidi, di un progetto pronto per l’uso per quanto riguarda la realizzazione dei lavori man mano che c’è una programmazione compatibile con la disponibilità finanziaria? Questa è la prima questione, ma io lancerei di più una sfida su questo terreno.

Il consigliere Maiolo citava i fondi Fas: adesso, al di là di quanti erano o di quanti sono rimasti, se su questo puntiamo al Piano Sud, una scelta noi nel 1999 l’avevamo fatta, poi è stata messa in discussione, forse il Presidente Scopelliti lo ricorda, la mise in discussione allora – mi pare – il Governo Nisticò. Eravamo pronti per la firma di un accordo di programma in cui si diceva allo Stato e all’Anas “una parte di investimenti li fa la Calabria e un’altra parte lo Stato”, anche se l’onere della 106 dovrebbe essere tutto a carico dello Stato. Facciamo una grande scelta, creiamo un fondo di 1 miliardo, vediamo come costruirla e decidiamo di costruire quest’opera per quanto riguarda l’E90 o, almeno, cerchiamo di ottimizzare l’E90 rispetto ai grandi nodi infrastrutturali e intermodali che attraversano la Calabria, a partire dai nodi che riguardano il collegamento con le Serre.

L’altra questione è la velocizzazione delle comunicazioni e dei collegamenti anche riguardo alla mobilità delle persone e delle merci, quindi l’altra questione con Ferrovie.

Per cui emergono due questioni. La prima è nel rapporto con il Governo: sediamoci intorno a un tavolo, lo voglia fare o non lo voglia fare, noi diamo la disponibilità, vediamo come andare a questo tavolo su queste grandi questioni per quanto riguarda le grandi infrastrutturazioni nazionali, ferroviarie e stradali; il secondo punto è che nel rapporto con le aziende – lasciatemelo dire – di Stato si pone questa questione.

Su questo non possiamo soltanto lamentarci o, addirittura, giocare a chi la spara più grossa quotidianamente sulle agenzie di stampa, poi, però, lasciando le cose come stanno. Io capisco, il consigliere Orsomarso ha detto che qualche treno nuovo è arrivato. Su questa questione, dobbiamo prendere il coraggio ed operare secondo questo coraggio. Mi pare che anche il Presidente Scopelliti era arrivato a dichiararlo, ma non abbiamo visto nulla di tutto questo. Dobbiamo disdire il contratto con Trenitalia, noi non possiamo essere i soggetti passivi, come Regione Calabria, di una partita di giro che si fa tra i fondi che lo Stato ci gira sulla base del riparto tra le Regioni italiane e Trenitalia. Noi dobbiamo esercitare un ruolo di vigilanza, ma anche di protagonista attivo per quanto riguarda la convenzione che andiamo a stipulare, una convenzione che fa incassare 85 milioni e oltre a Trenitalia e soltanto con la bigliettazione ci sono altri 10 milioni che Trenitalia incassa dai cittadini calabresi. Disdettiamo e poi discutiamo.

La stessa cosa per quanto riguarda l’Anas: non è possibile che l’Anas faccia quello che vuole, soprattutto dopo il trasferimento di una parte della rete ferroviaria sulla base del trasferimento delle competenze adesso sugli assi stradali di sua competenza. Gli assi stradali di sua competenza sono, innanzitutto, la A3. Noi abbiamo un diritto da esercitare sulla A3, anche per quanto riguarda il controllo sull’andamento dei lavori, l’E90 e poi tutta una parte di rete stradale interna rispetto alla quale non diciamo e non sappiamo nulla.

Su questo vogliamo fare un lavoro di attenzionamento puntuale e verificare tutto quello che è attinente al merito delle attività di queste due aziende. Se la maggioranza è d’accordo, lo valutasse il Presidente Scopelliti, perché non insediare, il consigliere Principe diceva la Commissione permanente, mi pare che anche altri dicevano “andiamo nella Commissione permanente, verifichiamo”? Giusto, l’abbiamo fatto. Istituiamo una Commissione d’inchiesta ad hoc per verificare le attività di Anas e Ferrovie.

Non dico di anticipare già quello che è il sistema sanzionatorio che altre Regioni stanno attivando, perché ho sentito parlare il Presidente Rossi il giorno della grande nevicata sull’Appennino tosco-emiliano, so bene come si muove la Lombardia nel rapporto per quanto riguarda il rapporto tra Lombardia e Trenitalia.

Allora verifichiamo, accertiamo. Questo Consiglio regionale che si doti di un proprio strumento d’inchiesta, perché lo Statuto e la legge ce lo consentono, prepariamo la proposta sulla base di una verifica delle attività che si svolgono e su questo andiamo ad un confronto serrato, anche perché, a parte la concezione dell’amministratore delegato di Trenitalia, Moretti, per quanto riguarda il dottor Ciucci, non va dimenticato – su questo sono d’accordo – che ancora permane nell’incarico di Presidente della Società dello Stretto, quella che esercita la competenza per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione del ponte sullo Stretto.

Si è aperta una discussione su questo punto, condivido quello che è stato detto, ma il dottor Ciucci che dice su tutto questo? Al di là di quello che è l’orientamento del Governo sulla finalizzazione di questi soldi, Ciucci è d’accordo con la Sicilia e la Calabria, perchè questi soldi vengano finalizzati ad un accordo di programma che noi potremmo fare per quanto riguarda la grande viabilità nazionale? Dico, Ciucci parla da Presidente dell’Anas con la Calabria o da Presidente della Società dello Stretto? Questa contraddizione la dobbiamo sciogliere.

Non mi soffermo sulle altre questioni di tipo regionale, però va da sé che su Ferrovie della Calabria – sono d’accordo sia con quanto detto dal consigliere Guccione che dal consigliere Orsomarso – un punto serio lo dobbiamo fare, perché qui – come si dice – scivola sempre quell’oggetto misterioso verso la parte più … Il socio unico è il ministero del tesoro: facciano il punto e vediamo.

Il sistema delle concessionarie non è un limite soltanto che riguarda Ferrovie della Calabria e la Calabria, riguarda un po’ tutto il resto del Paese. Ci sono soldi non spesi su questo punto e, probabilmente, ormai si riduce a qualche azienda che riguarda la Calabria e il napoletano. Vediamo un po’, cerchiamo di avere un tavolo in cui entriamo nel merito delle questioni, perché la grande responsabilità non può non essere ministeriale. Su questo, però, facciamoci sentire e davvero.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, onorevoli consiglieri, l’argomento in questione – è stato già detto – è di notevole importanza e anche di grande spessore, soprattutto di grande difficoltà in una regione come la nostra che, dopo sessant’anni di democrazia, si ritrova con un sistema di infrastrutture carenti – lo hanno detto gli altri colleghi –, con un sistema di trasporto sempre più debole, poco esaustivo rispetto a quelle che sono le esigenze della Calabria, che ha la necessità di dover rimettere in riga i propri conti, di dover trovare la strada giusta per poter imboccare uno sviluppo economico autosostenibile, a fronte di tanti anni di disimpegno – chiamiamolo così – da parte dello Stato centrale e dei vari Governi che si sono succeduti.

L’ultima opera importante, l’ultima forte politica di investimento di tipo infrastrutturale in Calabria risale a ben quarant’anni fa ed è stata rappresentata dalla realizzazione della Salerno-Reggio Calabria per il percorso del territorio calabrese, fatta da un cosentino, da un calabrese, dall’onorevole Giacomo Mancini, che allora riuscì, nonostante le difficoltà che si erano poste in essere anche allora nell’ambito sempre di questa controversa situazione italiana, che di fatto ha annoverato regioni forti contro regioni povere, nel senso che spesso ci si è sforzati per cercare di mandare meno finanziamenti possibili a quelle regioni che non venivano considerate come trainanti dello sviluppo nazionale o del sistema Italia.

L’ultima grande opera calabrese, l’ultimo grosso investimento, fu realizzato dall’onorevole Giacomo Mancini senior, una grande opera che doveva dare l’avvio a un percorso diverso, un’opera che fu realizzata in cinque anni, nonostante le difficoltà tecnologiche del tempo. Oggi ci troviamo un’autostrada che non si riesce mai a finire, cantierata e cantierabile in continuazione, che non riesce a modificare il proprio percorso e a dare un’esautorazione definitiva a questa annosa questione.

La stessa situazione verteva anche sulle questioni riferenti all’Anas come politiche di investimenti. Allora, su 12 mila miliardi di vecchie lire – tanto era il bilancio dell’Anas –10.800 miliardi andavano al Nord, la restante quota, 1.200, veniva divisa fra le isole e dalla Campania a scendere.

E’ ovvio che questo gap, questa arretratezza, la scontiamo ancora oggi, per questo faccio mio l’invito che è venuto da tutte le forze politiche, in modo particolare dal Presidente Scopelliti, volto a cercare una condivisione programmatica, una certa unità da calabresi, non solo da consiglieri regionali, fra le varie forze politiche, fra noi stessi, al fine di poter portare all’attenzione di un Governo tecnico, di un Governo nazionale delle giuste proposte, una giusta programmazione per far sì che si riesca, finalmente, a ridestare questo interesse nazionale da parte del Governo centrale nei confronti di noi calabresi.

Credo che abbiamo perso tanto tempo, purtroppo lo dobbiamo dire con molta tranquillità, negli ultimi periodi il Governo Berlusconi ha avuto difficoltà nel cercare di capire la situazione calabrese, e lo dimostrano tante cose: dei Fas avete parlato prima, Fas che si sono vaporizzati, sono stati utilizzati per il Nord e non per le aree sottosviluppate, sono stati utilizzati per le quote latte – lo diceva Loiero – sono stati utilizzati per i bradisismi sul Lago Como o di Garda, sono stati utilizzati, addirittura, per fare la Mestre-Venezia, sono stati utilizzati per ricostruire in maniera anche maldestra – lo dobbiamo riconoscere – la situazione difficile che si era creata dopo il terremoto in Abruzzo.

A questo dobbiamo aggiungere anche un completo allontanamento da quelli che dovevano essere alcuni percorsi che avevano non tanto un ruolo di tipo regionale, ma nazionale ed europeo.

Mi riferisco a che cosa? Al corridoio, al progetto strategico – così doveva essere – del corridoio Berlino-Palermo, corridoio e progetto strategico 1, che ha evidenziato anche qui un fallimento, perché questo corridoio, questo progetto strategico certamente non interesserà più la Calabria, è rimasto esclusivamente sulla carta, è stato abbandonato, tant’è che l’alta velocità si è fermata prima, a Battipaglia e continuerà solamente sulla tratta Napoli-Bari, quindi abbandonando completamente al suo destino, sempre più marginale e periferico, questa nostra regione. Infatti la linea Battipaglia-Reggio, che non è più prevista, è stata inserita in un secondo tempo nel connective network e non sarà finanziata più dall’Unione europea, uscendo fuori da quello che doveva essere, invece, un progetto strategico ben definito.

Se a questo aggiungiamo tutte le varie carenze strutturali, non ultima quella di Trenitalia, che ha eliminato ventuno tratti importantissimi, è ovvio che questo nostro isolamento non può che aumentare e diventare sempre più difficoltoso, soprattutto in rapporto a quella che sarà, purtroppo, una situazione economica verso la quale stiamo andando che risulta essere sempre più precaria e sempre più difficoltosa, anche in rapporto a quello che la nostra regione conta, perché dobbiamo essere onesti.

Mi sono sempre domandato: ma qual è, al di là della politica, al di là della prima vecchia Repubblica che annoverava anche dei politici di un grande peso a livello nazionale, qual è oggi il nostro potere contrattuale nei confronti dei vari Governi, Prodi, Berlusconi o Governo Monti? Siamo una regione che può essere considerata fortemente concorrenziale con le altre regioni? Questo è il nostro limite, essere una regione debole economicamente con un basso peso contrattuale rispetto a quelle che sono gli investimenti, che un Governo centrale va ad attuare in rapporto a quella che è una situazione di economia, anzi di diseconomia nazionale, perché – pensate bene – nel 2012 il prodotto interno lordo e il fattore di crescita saranno negativi a livello nazionale, non riusciremo neanche a poter stare sull’1,1, 1,2 che era l’incremento di Pil del 2010 e del 2011. Per cui è ovvio che una regione povera, una regione debole ha anche un basso potere contrattuale nelle eventuali richieste.

Da qui nasce l’esigenza di non doverci dividere e di cercare insieme, al di là delle varie responsabilità, al di là delle cose fatte dalla Giunta Loiero o meno, di trovare insieme, nella condivisione più generale, una serie di progetti e di programmi da dover sostenere con forza a livello nazionale.

Questa è la sfida che ci attende, altro che dividerci! Abbiamo la necessità di unirci sempre di più per andare a fare delle proposte certe nell’ambito delle grandi programmazioni, possibilmente sovraregionali. Ha ragione Nicola Adamo, non possiamo pensare ancora ad un’autostrada così, dobbiamo pensare ad avere rapporti con altre Regioni nell’ambito di tratti più grossi, in modo tale da poter godere di questo ritorno di economia e di finanziamenti.

Per non parlare delle nostre linee ferroviarie, linee ottocentesche! Sono contrario, ad esempio – l’ho letto sul programma presentato ora dal Presidente Scopelliti – all’elettrificazione di quella ionica, perché ha alti costi, penso che sia una rete sottoutilizzata, andrebbe rifatta la rete, più che elettrificarla, utilizzando vettori a meccanismo diesel, molto probabilmente avremo una maggiore velocizzazione e anche maggior risparmio.

Detto questo, perché i livelli di responsabilità sono diversificati, c’è un livello nazionale e uno regionale, due ultime battute sulla questione regionale.

Sulla questione prettamente del trasporto pubblico, è ovvio, caro consigliere Orsomarso, ti auguro tu possa diventare assessore, perché è giusto avere un’interlocuzione, non è per amicizia –abbiamo una vecchia amicizia, non c’entra nulla – ma avere fisicamente un assessore significa, per quanto riguarda le politiche regionali, poterci confrontare più velocemente, in maniera molto più spedita. La cosa più importante è creare questo dipartimento, creare l’assessorato, non si può avere un dipartimento ai trasporti con due soli ingegneri, perché la complessità è talmente vasta e grossa, che c’è la necessità di andare a definire immediatamente la questione.

Spero che, in quest’anno, sarete capaci di portare alla nostra attenzione un Piano dei trasporti regionale, tale da poter dare risposte al trasporto pubblico locale; cercare di capire come fare interfacciare e rafforzare il sistema ferro con il sistema gommato, perché è anche ovvio che bisogna mettere mano alla questione del gommato, al di là di quello che la normativa europea impone nell’ambito dei consorzi e delle gare che dovranno essere fatte per l’affidamento delle nuove linee. Ma c’è la necessità di andare a fare, alla luce dei tagli economici e finanziari di trasferimento, una politica di contenimento della spesa, cercando di arrivare ad una maggiore efficienza, perché non è possibile che abbiamo linee e consorzi, abbiamo cinque consorzi in Calabria dove ognuno si muove a modo suo. Nel passato nessuno li ha mai controllati, non si capisce, onestamente, nulla! Va data, anche nel rispetto di questi operatori di servizi, una certa equità e un uguale risposta per tutti.

Ecco perché è necessario intervenire in maniera molto veloce.

Vorrei dire che c’è la possibilità di intervenire, perché è vero esiste la questione del ponte – e non me ne rammarico, ne sono felice – che non c’è neanche sulla relazione del Presidente. Senza dubbio, non è frutto di una dimenticanza, ma se il ponte è una scelta di tipo nazionale e anche questa è stata abbandonata, è giusto richiedere, finalmente, quel famoso stanziamento di 1 miliardo e 200 mila euro che era volto alle opere ex Fintecnica. Allora, con questo finanziamento che fu abolito e cancellato in una nottata, abolito perché era necessario coprire i mancati introiti dovuti all’abolizione dell’Ici, con questo finanziamento si era posta in essere una serie di iniziative importanti. Ne dico qualcuna: ad esempio, l’ampliamento del porto del Sud a Villa, la circonvallazione da Reggio a Campo Calabro, la stessa Rossano-Amendolara e tante altre ancora. In più, si può avanzare con forza una richiesta legittima, quella di poter riavere quel famoso finanziamento di 450 milioni di euro, che erano stati previsti nella Finanziaria 2007 e che servivano, più che altro, a finanziare e a mettere in sicurezza le strade delle nostre province. Abbiamo avuto affidata solo la prima tranche e anche quella è sparita, dissolta nel nulla, grazie al Governo Berlusconi.

Allora riprendiamoci quello che è nostro, cerchiamo quantomeno, visto che ci sono queste voci che ci appartengono, voci di spesa, voci di finanziamento che ci appartengono, di fare la nostra parte fino in fondo.

E’ ovvio che non è tutto da buttare quello che è stato fatto nel precedente Governo, invito – e non entro nel merito – a leggere le delibere, la 834 del 2009 – mi sono preso la briga di andare a guardarla – soprattutto nell’articolo 43, dove tratta della pianificazione dei trasporti a scala regionale e gli indirizzi tecnici, con riferimenti specifici sugli obiettivi da realizzare; la delibera 165 del 27 febbraio 2010, che prevedeva proprio – ed erano già cantierati, già entrati nel Por – la realizzazione di alcuni progetti-pilota, sono undici, tutti attuabili – basta poco per farli partire – ,che trattava di mobilità sostenibile, di tutta una serie di interventi atti a migliorare i servizi pubblici di trasporto e di collegamento all’interno della nostra regione, una cosa fondamentale.

Quantomeno, al di là delle questioni annose nazionali che ci vedono soccombenti, cerchiamo di fare il nostro lavoro, per quello che possiamo fare, almeno riguardo al sistema del trasporto pubblico locale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io voglio dare un contributo a questa discussione, che ritengo non formale; abbiamo fatto tanto per impegnare una seduta di Consiglio per una discussione su un problema serio.

Mi pare che oggi siamo tutti concordi nel ritenere che nella nostra regione la carenza di servizi, di trasporto, di logistica, quindi la scarsa dotazione di infrastrutture, gli investimenti insufficienti verso questo settore rappresentano un punto principale rispetto agli ostacoli che si sovrappongono allo sviluppo e alla crescita complessiva della Calabria. Anche dall’Unione europea è arrivato un serio monito al recupero di un’adeguata dotazione infrastrutturale che è indicata come un elemento determinante per il rilancio dell’economia della Calabria e di tutte le regioni del Mezzogiorno.

Chiaramente, il problema delle infrastrutture in questa regione è annoso, un problema che tutti conosciamo, una vera carenza strutturale che penalizza questa regione, una regione che, purtroppo, non è stata nell’agenda del Governo Berlusconi.

Prima che il governatore Scopelliti andasse via, rispetto a due cose che diceva, anzi vado subito al sodo, senza fare il cappelletto.

Dopo la relazione, il Presidente Scopelliti parlava – così poi, magari, affronto la discussione – di 8 milioni che, nella scorsa finanziaria, sono stati destinati al porto di Gioia Tauro. Il Presidente Scopelliti, in Aula, ha detto che parlava di tasse di ancoraggio.

(Interruzione del Presidente della Giunta)

No, perché ha parlato degli 8 milioni che avevamo messo nella finanziaria e questi erano per incentivi alle aziende. Forse ho capito male io o si è espresso male lei.

Un’altra questione su cui voglio chiedere un’azione seria al Presidente Scopelliti è la questione della trasversale delle Serre. Avevo presentato un’interrogazione prima che iniziasse il question time, perché nella scorsa legislatura erano stati destinati a questa importante arteria – e sono contento che nel Piano del Sud si siano trovate le risorse per completarla – 44 milioni di risorse liberate. Era stato fatto l’appalto, era stata fatta la qualificazione delle imprese, la gara è stata esperita, però questi lavori non partono.

Allora le chiedo, cortesemente, di attivarsi presso l’Anas, perché c’era un crono-programma che doveva essere rispettato, per capire come mai questi lavori, che riguardano il nuovo svincolo autostradale e arrivano fino al fondo Valle Mesima, non partono, perché parliamo di un’importante infrastruttura in via di completamento sulla dorsale ionica, ma chiaramente a rilento sulla parte tirrenica. E un’opera importante, assume un connotato strategico quando sarà completata nella sua intera progettazione.

Quindi questa era una questione che le volevo dire, dicendole anche che prendiamo atto che sono stati stanziati 185 milioni, ma questa era un’opera che era stata anche voluta dal precedente governo regionale, anzi rispetto alla questione dei fondi Fas che il Presidente Scopelliti poneva, dicendo che c’era una frammentazione, le opere illustrate nella sua relazione non sono altro che la continuità amministrativa delle criticità che questa regione ha e rispetto alle quali, secondo me, va stabilito un criterio di priorità.

Sono d’accordo con la discussione venuta fuori oggi, di andare in Commissione, di istituire una cabina di regia, non so cosa, e di indicare al Governo quali sono le vere criticità dal punto di vista infrastrutturale, però, lancio anche un monito a tutti i colleghi: deve finire il periodo dei campanili, nel senso di distribuire le risorse a pioggia. Ci si deve concentrare su quattro-cinque punti importanti che sono nodali per lo sviluppo della Calabria.

Penso che Gioia Tauro, all’interno di queste priorità, debba essere collocata al primo posto, anche perché – l’avevo chiesto l’altra volta – esiste l’Apq, ma ancora non è partito. Lo abbiamo chiesto più volte al Presidente, ma rispetto a questo non abbiamo avuto risposte e, come ricordava il Presidente Loiero, c’è anche una tempistica che va rispettata: entro il 2015 devono essere completate delle opere soprattutto per quanto attiene l’intermodalità e il miglioramento della rete ferroviaria fino a Salerno, perché solo così il porto può avere un futuro, altrimenti resta solo un porto di transhipment da Gioia Tauro per altri porti. Noi, invece, pensiamo che questo porto debba essere rilanciato e che ci debba essere un’accelerazione sull’Apq, anche per far sì che questi fondi non cadano in disimpegno.

Le problematiche emerse oggi dalla discussione sono tante, il declassamento degli aeroporti di Reggio e di Crotone, il taglio dei treni a lunga percorrenza, che divide il Paese, isolando le regioni meridionali, ma questi tagli hanno un risvolto negativo pure sull’occupazione, perché chiaramente ci sono dei conseguenti tagli di posti di lavoro.

Penso che le questioni vadano affrontate in maniera seria e responsabile. Intanto, una responsabilità ci deve essere da parte della maggioranza nell’affrontare le questioni impellenti.

Si è accennata –l’ha fatto il collega Guccione, l’ha ripresa il collega Adamo e su questo si è soffermato anche il collega Orsomarso – la questione delle Ferrovie della Calabria, dove il governo è socio unico, ferrovie che risentono di una situazione di grave crisi, addirittura rischiano il fallimento, con notevole pregiudizio per gli oltre mille lavoratori che lavorano all’interno e con notevole pregiudizio per i servizi che le Ferrovie della Calabria svolgono nella regione.

Però, vorrei chiedere, perché in questo vedo una debolezza del centro-destra, qual è la vostra proposta o quale è stata la vostra interlocuzione rispetto ad una questione così importante? Non bisogna solo parlare più volte col ministro Passera della questione, c’è un credito che la Regione vanta nei confronti del Governo, che tra l’altro è socio unico, mi pare che ammonti quasi a 24 milioni di euro. Cosa si è fatto per avere indietro questi soldi e quindi rilanciare questa importante azienda?

Su questioni come queste non bisogna dividersi, bisogna essere responsabili e seri, bisogna fare delle scelte condivise, poche ma importanti, perché penso che la marginalità di questa regione imponga alla classe dirigente un salto di qualità, quindi alla classe politica, perché è necessario creare quelle condizioni di mobilità che possono permettere a questa regione di uscire dall’isolamento e dalla marginalità.

Penso che il governatore Scopelliti debba osare di più nei confronti di questo Governo tecnico, e non lo chiedo solo al governatore Scopelliti, ma lo chiederò anche al mio partito. Dobbiamo porre a questo Governo tecnico alcune questioni importanti per la Calabria, uno, due, tre segnali importanti per la Calabria, perché il Mezzogiorno e la Calabria possano essere una risorsa per l’Italia e non una palla al piede.

Plaudo alla discussione di oggi, ma, chiaramente, deve essere accompagnata da un documento da presentare in maniera autorevole ai tavoli romani e non mi fermerei qua, secondo me bisogna creare anche un’interlocuzione con i Presidenti delle Regioni meridionali, con il Presidente della Regione Basilicata, con il Presidente della Regione Campania, perché non è possibile che l’alta velocità si fermi a Napoli, tagliando definitivamente la Calabria ed altre regioni fuori da questa importante modernizzazione.

Quindi serve una forte interlocuzione, una grossa visione, una grossa lungimiranza, ma anche un forte impegno politico.

Da parte nostra – lo diceva il capogruppo – abbiamo elaborato un’ipotesi di lavoro che può essere rivista, concentrata, ma essenzialmente riassume i temi che oggi sono stati discussi e che – guarda caso – non sono i temi di questa coalizione che governa oggi, ma sono i temi che interessavano la Calabria anche nella scorsa legislatura e forse anche in quella precedente.

Penso, quindi, che per non far morire la discussione qua ci debbano essere degli atti concreti. Intanto, da più parti è venuta la necessità di dotare questa Regione di un assessorato, quindi di un’interlocuzione vera e seria al fine di affrontare queste tematiche, e di valutare – lo diceva bene il collega Adamo – anche un sistema di sanzioni per quanto riguarda Ferrovie italiane nonché di istituire, se è necessario – faccio mia la proposta del collega Adamo – una Commissione di lavoro che porti avanti l’inchiesta, che porti avanti un lavoro importante, affinché quello che ci siamo detti oggi in quest’Aula non siano solo parole da inserire in un libro dei sogni.

Da parte nostra, ce la mettiamo tutta e condivideremo questo documento, auspichiamo che ci sia in futuro una maggiore collaborazione, così come non c’è stata quando è stato rimodulato il Por.Mi sarei aspettato da parte della maggioranza, su un tema così importante, maggiore apertura, non c’è stata, ma mi pare che da oggi ci sia un sentire diverso, mi pare che ci sia un’apertura e questa apertura vogliamo verificarla nei fatti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Sulla, ne ha facoltà.

Francesco SULLA

Credo che il tema che stiamo trattando sia di straordinaria importanza, ma è stato – come spesso avviene in Calabria – dettato dall’urgenza che si è determinata a seguito di alcune scelte fortemente penalizzanti operate da alcuni operatori – penso a Trenitalia – ma anche dalle notizie che da Roma giungevano sugli aeroporti.

Non mi soffermerò affatto su alcune questioni, perché credo che siano state poste nel modo più corretto possibile da altri colleghi, cioè le questioni del nostro rapporto con il Governo sulle grandi scelte strategiche dai grandi corridoi europei alle altre scelte nazionali sui collegamenti stradali, portuali, aeroportuali, eccetera. Penso, invece – e su questo intendo concentrare il mio breve intervento – che dobbiamo anche cominciare a mandare dei messaggi precisi non solo alle nostre popolazioni, ma anche agli interlocutori nazionali, dai quali si evinca che la Regione Calabria comincia a compiere alcuni atti in proprio.

Credo che questo sia fondamentale, perché viviamo una situazione di totale immobilismo dei cittadini e degli operatori, se così si potesse dire, perché penso che abbiamo una gran parte della Calabria paralizzata dal sistema che negli anni abbiamo messo in piedi e che, oggi, risulta essere inadeguato alle esigenze di mobilità che si manifestano nelle nostre realtà.

Ecco perché penso che lo sforzo di istituire una Commissione, come proposto dall’onorevole Adamo e che credo possa essere presa in seria considerazione, non debba fermarsi a individuare i temi di politica nazionale ed europea, quelli ritenuti strategici, che comunque sono al centro della nostra attenzione e che nella relazione del Presidente Scopelliti sono riportati. Penso che il problema sia anche quello di vedere come, nel frattempo, si riesce a rivitalizzare il sistema del trasporto regionale, perché si impone con un’assoluta urgenza.

E’ chiaro che, se non mettiamo mano a questi limiti che oggi si evidenziano, ogni modalità di trasporto ne risulta penalizzata e rischia di ingenerare, anzi lo sta facendo, credo che, proprio da questo, dipendano tante spinte campanilistiche che emergono nella nostra realtà. Faccio l’esempio dell’aeroporto di Sibari perché è uno dei temi che è stato anche qui oggi trattato dal Presidente Scopelliti, che di fatto lo pone come un’ulteriore struttura a supporto del resto del sistema aeroportuale calabrese e che, però – ha detto anche lo stesso ministro Passera – c’è qualche difficoltà a concepire in una realtà come quella calabrese che già è dotata di tre aeroporti.

Penso che, però, sarebbe davvero sbagliato sottovalutare l’importanza che rivestono le richieste di quel territorio, nel senso che sono legittime e giuste le richieste che gli operatori turistici, i cittadini di quell’area avanzano, pensando di sopperire ad una difficoltà di mobilità aeroportuale con una propria struttura.

Penso, invece, che se il sistema del trasporto pubblico locale avesse una sua razionalità – cosa che, sono convinto, oggi non ha – molte di quelle spinte sarebbero attutite, perché se i cittadini di Rossano o della Sibaritide avessero la possibilità di un collegamento rapido e comunque frequente con l’aeroporto di Crotone, le distanze sarebbero quelle proprie di ogni realtà che vede installati impianti aeroportuali – non ci sono realtà, in Italia, che hanno la fortuna di avere aeroporti a pochi minuti – quindi la distanza sarebbe quella ragionevole di tutte le altre realtà importanti del Paese.

Allora qual è il problema? Penso che, a livello regionale, le nostre risorse sommate alle risorse dei fondi dell’Unione europea siano sufficienti a mettere in moto un processo di razionalizzazione del sistema pubblico locale, che sicuramente faciliterebbe anche il rapporto con i grandi soggetti nazionali.

Per essere concreto, faccio l’esempio più drammatico che abbiamo, che secondo me, in questo momento, è quello della Ionica. La Ionica calabrese, quindi non questa o quella provincia, ma tutta la tratta ionica calabrese, che per la condizione orografica della Calabria avrebbe bisogno di un sistema autonomo di trasporti come quello necessario sul lato tirrenico, che, però, tutti razionalmente, crediamo non sia possibile realizzare nella situazione di debolezza non solo regionale, ma anche di difficoltà nazionale. Penso che si debba capire come quest’area della Calabria possa uscire dall’isolamento ormai conclamato, ormai appalesatosi ancora di più in queste ultime settimane. Penso che sia necessario vedere come favorire il collegamento di questa realtà con quello che c’è già e con quello che potrebbe e deve essere potenziato sulla fascia tirrenica.

Allora la realtà della Ionica come si collega alla dorsale tirrenica o a quella adriatica di Sibari che può metterla in contatto con il resto del Paese? E’ una domanda alla quale, secondo me, dobbiamo rispondere e in qualche studio che è stato già fatto non solo a livello regionale, ma anche da qualche provincia della Calabria, risulta che con cifre, tutto sommato, sostenibili dalla stessa Calabria saremmo nelle condizioni di adeguare l’attuale rete ferroviaria ionica per metterla in un sistema di intermodalità col trasporto pubblico su gomma, che al momento, almeno in quella fascia, ma credo in tutta la Calabria, anzi dico in tutta la Calabria, risponde praticamente solo all’esigenza del trasporto dei pendolari, degli studenti pendolari e di qualche necessità di collegamento con il capoluogo di regione. Diciamo che si tratta di una situazione assolutamente insufficiente a rispondere alle esigenze di mobilità che oggi vengono richieste dalle popolazioni e dagli operatori economici e sociali.

Penso, quindi, che anche il trasporto pubblico su gomma debba essere, oggi, rivisitato alla luce di questa esigenza. Per fare questo non c’è bisogno di finanziamenti nazionali, non c’è bisogno di ulteriori finanziamenti, penso che si debba ragionare su come l’esistente può essere razionalizzato e messo in rete per rafforzare le realtà che già esistono, perché possiamo partire da queste realtà senza bisogno di straordinari investimenti da parte di soggetti che ,in questo momento, non manifestano la loro disponibilità a metterli a nostra disposizione.

In altro periodo feci proprio uno studio insieme a dei tecnici del settore ed erano somme che non arrivavano ai 300 milioni di euro, ma che prevedevano addirittura abbattimento e superamento di passaggi a livello, cosa che le ferrovie stanno già facendo in proprio, l’acquisto del materiale rotabile, altri interventi che potrebbero essere anche finanziati con risorse che sono reperibili i più facilmente di quelle che, invece, stiamo rivendicando su altri capitoli.

Ecco perché, in sintesi, se riuscissimo a individuare questo percorso in modo tecnicamente preciso, le risorse necessarie, che sono di quell’ordine – ma mi sono tenuto abbastanza largo rispetto alle necessità che mi sono state date dai tecnici con i quali avevamo a suo tempo lavorato – e ragionando su come riutilizzare i chilometri che attualmente già sosteniamo con le concessioni al trasporto pubblico locale su gomma, coinvolgendo anche Ferrovie della Calabria e mandando un segnale chiaro a Trenitalia che non è necessario per forza il suo supporto nella gestione delle rete ferroviaria( d’altronde ormai si va verso un mercato libero, così come in altre realtà regionali esistono linee gestite da soggetti o da imprese locali – penso alle Ferrovie Nord, alle laziali, potrei continuare –),credo che potremmo anche con Trenitalia affrontare il tema in un modo più autorevole e anche più forte, per arrivare alla conclusione che Trenitalia non può più permettersi di non guardare a quella fascia importante della Calabria, appunto quella ionica, come ad una fascia di proprio interesse, ma anche di non pagare un prezzo rispetto agli atteggiamenti che quotidianamente assume sul resto del sistema ferroviario calabrese.

Quindi anche a Trenitalia bisogna mandare messaggi abbastanza forti e chiari sul fatto che non può assumere gli atteggiamenti che sta mantenendo da sempre, da molti anni – per la verità – ma in questo momento in modo ancora più forte, in un braccio di ferro forse col Governo per avere ulteriori risorse, ma che vede penalizzata la nostra realtà.

Credo, infine, che il problema posto da tanti colleghi sulla necessità di assessori almeno in due settori che dovrebbero essere strategici per la Calabria, appunto quello dei trasporti e del turismo – mi fermo a quello dei trasporti –, beh Orsomarso può fare tutto il lavoro che vuole, può metterci tutto l’impegno che vuole, ma lo sa bene, quando dice che l’importante non è avere l’assessore ma l’assessorato, cioè creare un assessorato strutturato in modo adeguato, si sa che se non c’è l’assessore che si impegna quotidianamente in questo lavoro e che guida quotidianamente quella struttura, sicuramente tutto diventa più complicato.

Se pensiamo che questo problema dei trasporti sia centrale per le nostre prospettive di sviluppo economico, sociale, eccetera, penso che uno sforzo per dare una struttura adeguata a questa necessità sia assolutamente essenziale. Solo così il Piano regionale dei trasporti può essere davvero lo sbocco conclusivo di un ragionamento che coinvolge tutti, non solo minoranza e maggioranza del Consiglio, ma tutte le categorie e le rappresentanze sociali della Calabria e tutte le istanze che pervengono dai cittadini.

Il Piano regionale dei trasporti o ha un luogo dove viene quotidianamente vissuto ed elaborato, per essere trasformato in linee operative nel più breve tempo possibile, oppure diviene nuovamente il libro dei sogni di chi, praticamente, pensa alla Calabria senza pensare come domani si debba rispondere ad un’emergenza. Domani può significare anche qualche anno, ma non certo decine di anni: se parliamo della 106, parliamo di decine di anni; se parliamo dell’autostrada A3, parliamo sicuramente di ulteriori altri anni, visto che – come ha detto oggi stesso Scopelliti – non sono sufficienti neanche le risorse già messe nei capitoli per completare il lavoro iniziato. Così le altre grandi strategie. Penso, invece, che più razionalmente e più pragmaticamente potremmo cominciare a razionalizzare quello che oggi abbiamo, e questo sicuramente darebbe già una buona risposta alla nostra comunità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Presidente, prendo brevemente la parola per portare il mio contributo a questa discussione che ritengo utile ed importante, perché il tema che stiamo trattando merita confronto ed attenzione. Soprattutto, è un tema che richiama la discussione sul Mezzogiorno, sul sud, su come debba uscire dall’arretratezza in cui vive e come possa diventare protagonista nel contesto unitario di un paese che cerca di affrontare le emergenze e di avvicinare il Mezzogiorno al resto d’Europa.

Penso che questo richiami alla mente la questione del ruolo che il sud, il Mezzogiorno ha svolto in questi anni, delle nostre debolezze, dei nostri punti di forza. Penso che questo porti a domandarsi se nel Mezzogiorno abbiamo le carte in regola per chiedere al Governo più attenzione, più risorse per i trasporti e per altri settori.

Nel Mezzogiorno da molto tempo sosteniamo che per svilupparci e per avanzare dobbiamo investire nelle infrastrutture, nell’innovazione e nella ricerca. Sono profondamente convinto che le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione sono le sfide che abbiamo davanti, ma sono altrettanto convinto che prima di chiedere al Governo, allo Stato di fare la sua parte, dobbiamo essere in grado di fare la nostra parte per presentarci al tavolo romano con le carte in regola, con una capacità progettuale e soprattutto con la storia di un governo che ha saputo realizzare i suoi progetti.

Questo richiama il tema del Mezzogiorno e di come dovrebbero funzionare le istituzioni calabresi, di come dobbiamo riuscire a spendere bene le risorse che abbiamo a disposizione ed evitare di andare a Roma “col cappello in mano” a chiedere più risorse, più investimenti per poi non essere in grado di canalizzarle, come in passato, né in strutture, né in innovazione né in ricerca.

Per questo penso che il dibattito e il confronto sia utile e che non debba finire oggi, in quanto merita attenzione e metodo di lavoro.

Ritengo sia necessario conoscere per programmare e progettare e, quindi, realizzare i nostri obiettivi.

A partire dalla relazione del Presidente e del consigliere delegato Orsomarso, il dibattito che ne è scaturito ha dato vita ad una discussione interessante. Spetta alla Giunta, penso, far sintesi su quanto è emerso, perché adesso dobbiamo mettere in campo strategie, opzioni, strade e percorsi per realizzare le cose che abbiamo detto.

Per uscire dall’isolamento in cui la Calabria si trova, penso che le infrastrutture siano una prima sfida che dobbiamo cogliere, così come dobbiamo uscire dall’arretratezza e dalla illegalità che, purtroppo, prevale nella nostra regione.

Per rompere questo isolamento penso ci sia bisogno di una forte coesione e unità in Calabria.

Coesione ed unità che dobbiamo metter in campo per far fronte alle sfide e vincere questa scommessa.

Penso che su questi temi dobbiamo allargare il dialogo con le forze sane, con il mondo vitale che c’è in Calabria, che è rappresentato da tanti amministratori locali, dai rappresentanti delle forze del lavoro, delle forze imprenditoriali e di quella società civile calabrese che come noi è convinta che si possa uscire dall’isolamento e che, a tal fine, gli investimenti e le infrastrutture siano necessari.

Nel nord del Paese i cittadini con le istituzioni si organizzano per dir no alla Tav. Immagino di organizzare unitariamente tutte le forze, tutto il mondo vitale per dire “noi in Calabria vogliamo spendere le risorse che abbiamo a disposizione”, ma chiediamo anche al Governo centrale di fare la propria parte.

Proporrei di allargare la discussione e coinvolgere le forze sindacali, imprenditoriali, gli enti locali, gli amministratori, le nostre Università, per far sentire al Governo centrale la forza di una regione che non ne può più, che vuole uscire dalla sua arretratezza e vuol essere coesa per rivendicare i suoi diritti, le infrastrutture che non ha avuto e fare del Mezzogiorno il punto di partenza di una nuova azione di governo delle stesse regioni del sud.

In questa discussione vedo il Presidente Loiero molto attento, forse perché pensa di ritornare a Roma, al Governo del Paese, perché sposta sempre le questioni al Governo centrale. Io invece penso che vadano affrontate qui in Calabria, dove, dal mio punto di vista, esistono tutte le condizioni politiche ed istituzionali per avviare un confronto e mettere in campo un’agenda di lavoro.

Ritengo che con queste infrastrutture, con la carenza di investimenti sull’innovazione, senza ricerca e senza sconfiggere l’illegalità, questa regione è condannata, purtroppo ritengo, a rimanere nelle condizioni in cui versa adesso.

Se vogliamo uscire da questa arretratezza dobbiamo essere uniti e coesi, non solo come Consiglio regionale, ma anche con tutte le forze sociali e vitali che sono presenti nella nostra società.

Mi auguro che si possa aprire una stagione della responsabilità e dell’unità in Calabria per uscire dall’isolamento e far sentire forte la nostra voce al Governo centrale - sia esso tecnico, di destra o di sinistra - per dire che la Calabria merita più attenzione e, soprattutto, che saremo poi in grado di spendere bene fino in fondo le risorse che avremo, senza sprechi, per togliere argomenti alla Lega Nord che, purtroppo, molte volte non ha tutti i torti se non siamo stati in grado nel Mezzogiorno di affrontare e di risolvere da soli le nostre questioni.

Perché, a volte, se le cose non funzionano, ritengo che la colpa sia nostra e non del Governo nazionale. Quindi la mia proposta stasera è di mettere in campo una forte coesione, una forte alleanza di tutti i soggetti vitali che ci sono in Calabria e di scendere in piazza per superare questa arretratezza e per rivendicare più attenzione dal resto del Paese.

Al nord si riuniscono per dire no alle grandi opere infrastrutturali. Qui, invece, vogliamo unirci e scendere in piazza per dir sì a queste grandi azioni che mi sembra, unanimemente, siano state invocate in tutti gli interventi.

Grazie, sono rimasto tempi a me assegnati.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Magarò per l’efficacia e soprattutto per aver rispettato i minuti previsti dal Regolamento.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, ritengo che questa importante seduta - anche se a quest’ora vedo un’Aula poco attenta ad una questione vitale per il futuro ed il presente di questa regione - debba segnare, intanto, uno spartiacque rispetto a due anni trascorsi senza che la Calabria abbia avuto alcuna risposta e senza una efficace, attenta ed incisiva programmazione.

Una seduta che doveva essere certamente più incisiva, ma che a tratti è apparsa timida rispetto alla gravità delle questioni che, invece, afferiscono a infrastrutture e mobilità, che sono i temi su cui poggia il presente ed il futuro di questa regione.

Una regione che, purtroppo, scivola. Quindi, si impongono delle questioni importanti. Ha fatto bene nel suo intervento, nelle premesse, l’onorevole De Masi a segnare anche la questione di come debba essere un approccio strategico come l’intermodalità o l’interoperabilità che devono uscir fuori dal processo della semantica e devono diventare degli autentici imperativi per essere trasformati in strategie concrete ed immediate.

Dicevo che la Calabria è terzultima nelle graduatorie delle regioni con un parametro, un indice, un indicatore di 77,1 che significa che è una regione che arretra sul piano delle infrastrutture ferroviarie, telefoniche, tematiche, energetiche, ambientali. Insomma la Calabria arretra e, quindi, ha bisogno di una decisa ed energica svolta.

Come dare questa svolta? Ho ascoltato la relazione del Presidente e non vorrei ripetere tutto quello che stasera è stato detto dai tanti colleghi che mi hanno preceduto.

Una relazione che deve essere anche una presa d’atto. Non sarà sfuggito agli amici giornalisti che è una relazione che segna, rispetto alla questione Ponte sullo stretto un punto di non ritorno. La relazione prende atto che il Ponte è un’opera che va archiviata al di là del definanziamento. Prende atto, però, e non affronta in maniera efficace e strategica la questione del nodo dello Stretto. Uno dei nodi che significa le direttrici transeuropee sia la Berlino-Palermo sia dovesse essere Helsinky-La Valletta.

Su questo invito il Governo regionale, il Governatore a riflettere e lo faccio con carte alla mano perché è stata citata la relazione degli advisor che avevano anche preconizzato lo scenario senza Ponte. Scenario che veniva fotografato già dal 1999 e che, però, era definito “lo scenario multimodale alternativo”, sul quale si imponevano nel breve e nel medio periodo alcuni interventi che sono oggi ineludibili e sui quali dovrebbe esser fondato un approccio che deve portare questa Assemblea regionale a creare un piano straordinario e strategico della mobilità e dei trasporti che deve fare il paio con quella interlocuzione che è stata evocata più volte stasera.

L’interlocuzione che il Governo nazionale vuole su infrastrutture e sviluppo.

Se questo deve essere, bisogna riempire di contenuti la discussione. Lo scenario dello Stretto impone la realizzazione dei collegamenti e degli approdi, la riorganizzazione degli stessi, il potenziamento del raccordo autostradale nello svincolo di Villa San Giovanni e la A3, ma siamo ancora all’anno zero su queste cose. La realizzazione dei nuovi attracchi ferroviari, l’efficientamento delle operazioni di traghettamento ferroviario, gli scivoli e quant’altro, imponevano un impegno finanziario quando c’era il vecchio conio, la lira, di quasi 2 miliardi di lire.

Se vogliamo esser concreti e propositivi questo governo regionale, questo Consiglio regionale deve aprire una vertenza intanto per avere le risorse che sono state sottratte cari colleghi, caro Presidente. Risorse che nel 2007, prevedendo questo scenario come definitivo, il Governo Prodi aveva sapientemente indirizzato per le infrastrutture del sud, per risolvere parte di queste questioni che ho prima evocato e che sono nella relazione degli advisor.

I 3 miliardi di euro che dovevano essere destinati a Calabria e Sicilia e che dovevano confluire nella soluzione di questi problemi: la viabilità delle province, il problema degli approdi, la viabilità dell’attraversamento stabile dello Stretto e il problema del trasporto ferroviario.

Se ci sarà, allora, e ci vuol essere da parte di questo Consiglio regionale, di questo governo regionale, un serio e concreto approccio questo non può che passare dal concentrare gli sforzi su tre-quattro questioni che, certamente, stasera devono vedere come una priorità sulla quale dobbiamo confrontarci: il nodo dello Stretto sia esso nella direzione transeuropea Berlino-Palermo che nell’altra alternativa - che, purtroppo, però taglia fuori dall’asse di sviluppo la Calabria e la Sicilia.

Si è parlato di porti e di aeroporti. Voglio spendere qualche parola, intanto, per poi richiamare, se verranno posti ai voti, gli ordini del giorno. Ce n’è uno che ho presentato e che è stato condiviso dai colleghi di Reggio Calabria che riguarda l’aeroporto di Reggio Calabria. Non vuol essere una operazione di campanile, vorrei mettere sul tavolo una proposta: la creazione di un organismo di respiro regionale che possa disegnare in chiave strategica le funzioni ed i modelli di gestione e di governance gli aeroporti calabresi.

Dice bene l’onorevole De Masi nelle sue premesse quando afferma che “bisogna avere il coraggio di abbandonare i campanili”.

Non voglio parlare contro l’idea di fare l’aeroporto a Sibari, ma, se ci dobbiamo misurare con la realtà, il sistema degli aeroporti calabresi dovrebbe vederci impegnati non solo a mantenere Reggio Calabria per ragioni di campanile - perché ce l’abbiamo sotto casa - piuttosto che Crotone o pensare all’Hub lametino, ma dovremmo pensare di creare una rete intermodale, efficiente e strutturata che metta in condizione i tre aeroporti di decollare, di essere un vero volano per lo sviluppo delle relazioni di questa regione.

Credo che - se vuole - il Consiglio possa andare in questa direzione, cioè di un organismo che possa mettere a confronto tutte le potenzialità, comprese quelle private, per dar slancio e vigore, per dare una funzione strategica agli aeroporti calabresi.

Un’ultima cosa la voglio dire sulla questione Gioia Tauro.

Vedete, colleghi, questo sta diventando un punto di non ritorno. Nella relazione del Presidente veniva ricordato, forse, un impegno finanziario di 8 milioni di euro che, tra l’altro, non riguarda lo scalo, ma le attività del retro porto, così come le tasse di ancoraggio. Questo sa tanto di chi ancora una volta ragiona come il calabrese che va” con il cappello in mano” a rivendicare le briciole.

Più di un anno fa, qui in quest’Aula, il 28 gennaio abbiamo dedicato una seduta importante, quasi storica, ragionando del porto di Gioia Tauro e di quella che deve essere questa realtà. A distanza di un anno non sappiamo nulla se non da notizie, tra l’altro frammentarie, di quella che è la realizzazione del gateway e dell’Apq che doveva portare ad un impegno di circa 270 milioni di euro.

Voglio ricordare che la Commissione europea ha stabilito e sancito, nell’ambito dei corridoi dei porti transnazionali, che Gioia Tauro deve essere connesso secondo il sistema ferroviario europeo Rtms che è un sistema che associa l’alta velocità, ma anche una interoperabilità di controllo che deve essere realizzato necessariamente entro il 2015.

Diversamente significherebbe la morte definitiva per Gioia Tauro e per ogni prospettiva dello scalo che è stato da sempre indicato come la speranza ed il futuro di questa regione.

Credo che le priorità sia un piano strategico che deve prevedere queste tre grandi questioni, e questo Consiglio, il governo regionale, vuole creare uno spartiacque rispetto ai due anni nei quali nulla si è fatto. Credo che avremo la responsabilità di disegnare il presente ed il futuro, senza andare a rivendicare altre cose.

Non ho voluto ripetere nel mio intervento tutte le altre questioni importanti sulle linee “Calabro-Lucane” o sulle “Taurensi”, sulle quali sono anche intervenuto, il trasporto pubblico locale e il trattamento di Rfi, ma su queste direttrici si gioca il futuro della Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi per l’intervento conclusivo. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Quasi conclusivo, Presidente.

Vorrei cercare di far un ragionamento leggermente diverso da quello che ho sentito fino adesso da parte dei colleghi - per amor di Dio, apprezzabili.

Qui stiamo parlando di qualcosa e ci stiamo assumendo la responsabilità come Aula di dare una impostazione a questa Calabria.

(Interruzione)

Ne parliamo lo stesso, poi ci sarà l’onorevole Orsomarso che riferirà al Presidente.

Su queste cose - a parte quello che ho sentito da parte dei colleghi di maggioranza e di opposizione - vorrei fare un ragionamento proprio per andare incontro ad una esigenza diversa.

La novità politica che abbiamo sentito stasera non è soltanto la proposta che ha fatto il Presidente Scopelliti o quello che ha detto il consigliere Orsomarso.

La novità politica primaria è che l’Esecutivo, la maggioranza di questa Regione, dice “vogliamo ragionare insieme, in quest’Aula, per elaborare un piano che ci possa consentire nelle varie articolazioni del piano di trasporto….”, perché -ricordo a me stesso - le varie componenti di un Piano del trasporto, di intermodalità logica, il Piano aeroportuale sono soprattutto il Trasporto nazionale, Tn, e il trasporto pubblico locale, Tpl, con tutte le difficoltà oggettive che ci sono per affrontare ognuno di questi temi.

Perché dico questo? Perché l’interlocuzione, a mio avviso, non può essere solo ed esclusivamente in quest’Aula. Ricordo sempre a me stesso, la competenza su alcune di queste articolazioni del Piano delle Province. A suo tempo le Province – lo ricordo sempre a me stesso – hanno elaborato - per la verità la prima è stata la provincia di Cosenza - un loro piano di intervento. L’intersecazione ,poi, dei Piani provinciali con l’esigenza regionale portava alla elaborazione del Piano regionale dei trasporti.

Il problema che abbiamo con l’interlocuzione nazionale è frutto di una volontà del Governo, non me ne voglia nessuno, di tutti i Governi. Rammento sempre a me stesso, perché non c’è bisogno di rammentarlo a voi, che quando si insediò il Presidente Prodi, la prima cosa che disse della Calabria fu: “la Calabria è la mia figlia prediletta”.

Di questa predilezione non abbiamo visto alcunché. Non solo, ma sotto quel Governo - lo voglio dire a scanso di equivoci, perché ognuno su queste cose deve avere la capacità di essere al di sopra delle parti per il bene della Calabria, non far discorsi o da una parte o dall’altra, ma deve avere la capacità di una piena elaborazione e consapevolezza di un qualcosa che poi giova a questa terra -, se vi ricordate – lo voglio dire pure all’onorevole Loiero, dopo quel bel giro in elicottero che ci si siamo fatti -, in quel momento, io nella qualità di assessore ai trasporti e lui nella qualità di Presidente della Regione, abbiamo avuto l’assicurazione che le risorse c’erano e che entro il 2010, massimo il 2011, tutto il raccordo autostradale sarebbe stato terminato, ma così non è stato. Non è stato né con Prodi né tanto meno col Governo Berlusconi.

L’elaborazione che abbiamo avuto nei 5 anni precedenti, nelle varie fasi, non è altro, consigliere Orsomarso, che l’articolazione di quello che voi avete fatto con gli sforzi che io riconosco, perché non voglio essere di parte.

Sono anche consapevole, però, che se non ci sarà una condivisione su quello che questa Calabria si attende nei rimedi che dobbiamo porre in essere e sulle varie componenti del Piano dei trasporti, noi sicuramente non faremo un buon lavoro.

Faccio un esempio banale. Il Trasporto pubblico locale. Abbiamo sentito parlare del Tpl, stiamo parlando di aziende che, in effetti, dal 2001 non hanno avuto aggiornamenti della tariffa - ve lo dice uno che si è occupato di queste cose -, il gasolio è aumentato del 65 per cento rispetto a prima e per delle aziende che hanno a disposizione delle fasce chilometriche, sono io il primo a dire che non è utile, né efficace, né efficiente per la Calabria. Dovremmo, però, se tocchiamo quel settore, dare una impostazione che preservi la capacità di mantenere – non creare ulteriore forza lavoro – la forza lavoro intatta, mentre così andiamo a creare ulteriore disoccupazione in quel settore.

Questo vale per tutte le altre cose che non sono state fatte fino ad oggi. Non voglio addossare responsabilità a nessuno, però vi faccio un altro esempio e su questo vi prego di riflettere, soprattutto la Giunta regionale.

Il Governo annuncia – e questo lo voglio dire anche ai signori giornalisti presenti in Aula – una riflessione, per cui non capisco quale interlocuzione dobbiamo avere. Il Governo ha annunciato che a Gioia Tauro si farà il rigassificatore. Attenzione, su questa cosa la discussione a livello regionale è stata tenuta, fino adesso, ad un livello basso.

Tenendo presente che noi – anche e soprattutto per la gestione delle risorse economiche in questa regione – ci scontriamo con una realtà a Gioia Tauro, cioè che quel rigassificatore lo possiamo rilanciare perché poi verrebbe la piastra del freddo e tutto quel che ne consegue.

Riguardo la situazione delle accise, apro una parentesi che non c’entra con la discussione che stiamo facendo.

Per quanto riguarda le accise sull’energia, onorevole Orsomarso, dobbiamo fare una scelta e capire se chi investe e trae benefici dalla Calabria poi le risorse le lascia in Calabria o meno.

E’ ora che questo Consiglio regionale decida di fare una legge regionale che obblighi le aziende che producono energia ad avere la residenza fiscale in Calabria, altrimenti non riusciamo ad essere gli artefici e i destinatari dei provvedimenti che facciamo.

Perché o siamo attori e protagonisti del nostro destino oppure facciamo una discussione completamente diversa.

Questo che significa? Che anche sul piano delle infrastrutture abbiamo il dovere di fare delle scelte e di dare delle priorità. Lo dice uno che è della provincia di Reggio Calabria, che si trova d’accordo e ritiene un’opera utile, necessaria ed indispensabile la “Gallico-Gambarie” per lo sviluppo di quella zona, ma che è ugualmente convinto che la direttrice Lamezia-Germaneto sia altrettanto indispensabile.

Se prendete tutti i giornali della Calabria di ieri, troverete un trafiletto delle Ferrovie della Calabria in cui si pubblica il bando di gara per il collegamento Catanzaro Sala-Germaneto-Catanzaro Lido.

Dobbiamo capire rispetto alle priorità che questa Calabria vuole, cosa andiamo a fare.

E’ una regione a prevalente caratterizzazione turistica. Perfetto. L’attività portuale o di diporto come la organizziamo?

Un esempio banale: facciamo un porto ogni 30 miglia marine, come dice l’ultima normativa nautica o no? Rispetto a questo, quali risorse utilizziamo? E qual è l’interlocuzione col Governo? Io penso che sia ora che questo Consiglio - addossandomi io per primo, lo ricordo sempre a me stesso e non agli altri, la responsabilità di esercitare un ruolo - crei una interlocuzione veramente forte col Governo nazionale. Non perché è un Governo tecnico, ma perché riteniamo che alcuni diritti di questa regione non possano esser negati. E se la proposta di Adamo, degli altri colleghi e del consigliere Orsomarso è di avere la capacità di praticare un confronto serrato, aperto e “incazzato” – scusate il termine un po’ volgaruccio – con il Governo ebbene, facciamolo pure.

Ma che non succeda come per Gioia Tauro, dove, nel 2006, abbiamo firmato un accordo di programma quadro in cui Ferrovia Italia doveva attivare il piano di inserimento per lo scalo merci ed ancora non è stato completato.

Dobbiamo capire qual è il vero interlocutore.

Sul piano delle infrastrutture, vorrei dire al Presidente Scopelliti – e lo dico ai suoi rappresentanti –, è questione di scelte e di priorità perché è fuor di dubbio che nella sua relazione ci sono cose che si possono fare a breve, a medio e cose che sono a lungo termine.

Vogliamo capire qual è la priorità di questa Calabria, perché poi sono i territori che ne risentono, perché qui è tutta una emergenza.

La critica che ci è stata fatta – lo voglio dire con molta pacatezza – è che questa Regione o i governi regionali precedenti, hanno utilizzato in modo improprio i progetti sponda nelle varie articolazioni.

Forse, in quel momento, era un modo per non perder risorse, ma rispetto alle risorse che abbiamo dato “ai gestori nazionali” - e mi riferisco ad Anas e alle Ferrovie soprattutto - qual è stato il ritorno per la Calabria? Anche su questo una interlocuzione forte ci vuole con queste “società”, abbiamo il dovere di farla.

Questo Consiglio regionale deve avere la capacità di - parlo di Consiglio regionale perché ho sempre detto che su alcuni temi non c’è maggioranza o minoranza, ma c’è la Calabria con la capacità, però, che deve avere un governo regionale di approcciarsi in modo adeguato e disponibile con una parte di questo Consiglio regionale che, nella distinzione dei ruoli, può dare il suo contributo diretto - creare una nuova interlocuzione in quest’Aula.

Vede, collega Orsomarso, lei ha fatto sicuramente una recensione accurata delle carte e dei documenti che vi erano già nell’assessorato regionale, oggi dipartimento, alcune cose erano state iniziate, alcuni fondi erano stati spesi per fare il Piano della logistica, il Piano della intermodalità o una proposta del Piano dei trasporti con il professore Gattuso e con altri. Si tratta di capire, rispetto alle risorse spese e ai piani presentati, se quella proposta va migliorata, elaborata, se non va bene e se va fatta un’altra cosa.

In ogni caso, dobbiamo avere la capacità di fare insieme una proposta che sia rispondente ai bisogni di mobilità della Calabria. Gli attrattori di flusso - non la voglio far lunga ma è così – sono, purtroppo, gli ospedali, le Università e le grandi città.

Su questo, cosa vogliamo garantire? Lei ha fatto un esempio che condividiamo: c’è una navetta che si autofinanzia, ma rispetto a questo possiamo attivare cento cose per dare una risposta concreta.

Sicuramente – non me ne voglia il Presidente –, il piano che oggi ha presentato, lo prendiamo come una buona intenzione da parte del Presidente, ma da qui a realizzare tutto quello che c’è scritto nella presentazione e nella interlocuzione con il ministro Passera, ce ne corre.

Si ripresenta – facciamo un po’ di filosofia che forse giova alla politica – l’antica questione meridionale, in cui il nuovo regionalismo che ci doveva essere non c’è stato, una nuova capacità di essere attori e protagonisti del proprio futuro non c’è stata. Forse è il momento di iniziare questa discussione e di capire - noi per primi e di fare un’autocritica con noi stessi – che, alla fine, essere partigiani anche nei territori non giova a nessuno.

Ecco perché sono rimasto perplesso – lo dico con molta serenità - nel vedere ordini del giorno che vanno ad impegnare la Giunta su un qualcosa che ancora dobbiamo programmare. In valore assoluto quest’Aula potrebbe anche decidere che gli aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria non hanno motivo di esistere, ma stasera vedo ordini del giorno che impegnano già questa Giunta regionale e quest’Aula a fare qualcosa in proiezione per il domani.

O l’una o l’altra. O abbiamo la capacità di elaborare un piano che ci veda scorporati dalle mere esigenze territoriali e facciamo un piano per la Calabria qualunque esso sia, assumendoci la responsabilità delle scelte seppur dolorose per alcuni territori, oppure qui “predichiamo bene e razzoliamo male”.

Concludo con le linee Taurensi, Presidente.

Più che l’Esecutivo, io direi che questo Consiglio regionale dovrebbe fare una scelta di fondo, che non è solo il mantenimento della forza lavoro, ma l’interlocuzione con il Governo rispetto alle garanzie che dà sull’immissione della Regione Calabria, onorevole Orsomarso.

Altrimenti, ci riduciamo come con l’Anas che ha provincializzato le strade senza aver garantito né manutenzione né efficienza. Questo è successo nel 1997 con l’Anas, che ha dismesso i tratti di sua competenza e li ha dati alle Province ed ai comuni, senza prima averli messi a norma e manutentati.

Allora, dobbiamo sì tutelare il lavoro, ma anche far sì che la Regione non si accolli dei pesi morti rispetto agli investimenti che ha fatto su Ferrovie della Calabria.

Ricordo - sempre a me stesso - il mutuo di 20 milioni di euro che abbiamo fatto per adeguare i pullman di Ferrovie della Calabria, gli investimenti che abbiamo dato a Ferrovie della Calabria nella gestione anche della metropolitana leggera. Così come ricordo a me stesso, la capacità che abbiamo avuto come Regione Calabria di interloquire con il Governo – allora era sottosegretario ai trasporti, l’onorevole Tassone – per ridefinire il modello aziendale delle Ferrovie della Calabria.

Tutte queste cose oggi si presentano mettendo alla prova la nostra capacità di essere coloro i quali, in un percorso virtuoso, riescono a dare delle priorità e a fare delle scelte anche rispetto al Piano dei trasporti ed al Piano infrastrutturale di cui questa Calabria ha bisogno.

PRESIDENTE

Avevamo concordato di chiudere i lavori con l’intervento dell’onorevole Tripodi. Ha però chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano, prego, ne ha facoltà.

Onorevole Imbalzano, lei era in Aula quando ho annunciato la chiusura degli interventi. Comunque chiuderà lei gli interventi, la prego di mantenersi nei 10 minuti.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, la ringrazio intanto per avermi dato la parola, non ero in Aula quando ha annunciato la chiusura degli interventi.

PRESIDENTE

Capisce che, altrimenti, sarebbe consentito a tutti i colleghi di r prendere la parola e protrarre, quindi, il dibattito sine die. Diamoci una programmazione ed un ordine. Prego.

Candeloro IMBALZANO

Dicevo che non ero in Aula, non ho sentito, comunque limiterò il mio intervento a pochissimi minuti.

Peraltro, intervengo soprattutto – considerato anche il rischio di ripetizione degli argomenti dopo un dibattito così lungo – su alcune importanti questioni che ho ascoltato, su alcuni interventi che hanno offerto una lettura non molto ortodossa di alcune grandi questioni, per esempio, il Ponte sullo Stretto nella relazione del Presidente.

Voglio fare, quindi, qualche puntualizzazione e non ruberò molti minuti.

Secondo me, il Consiglio regionale arriva in ritardo a discutere di queste grandi questioni che sono alcuni dei mali storici di questa regione e del Mezzogiorno. Arriva in ritardo e spesso – anzi sicuramente - arriva anche a rimorchio su alcune questioni delle battaglie che il sindacato, per esempio, ha fatto in questi anni.

Penso ai tagli di Rfi sui treni a lunga percorrenza ed ai guasti che sono derivati da questi tagli ed in particolare alle difficoltà di assumere una iniziativa forte nei confronti del Governo.

Anche io credo che, con i tempi che corrono e con la linea che prevale in questo Paese per fatti anche oggettivi, occorra che questa Regione, questo Consiglio regionale debbano assumere delle priorità e fare delle scelte strategiche, altrimenti si rischia di fare, esclusivamente, una elencazione delle grandi questioni, di emergenze. Sono tutte emergenze quelle che riguardano il sistema della mobilità e delle infrastrutture di questa regione, l’elenco è infinito e però non approderemmo da nessuna parte.

Da questo punto di vista credo che bene si è fatto ad individuare anzitutto, per esempio, nell’alta velocità una delle scelte che devono essere assunte per ridurre il gap e le distanze col resto del Paese.

Mi rendo conto che, con i tempi che corrono, destinare le risorse necessarie per questa grande questione non è facile ma è su questo che noi, secondo me, dobbiamo batterci; questo Consiglio regionale nella interlocuzione che ha appena avviato col ministro Passera e col Governo Monti, è su questa questione che deve insistere in modo particolare.

Ma, ovviamente, l’alta velocità è una delle grandi questioni.

Con i 100 miliardi di investimenti, ipotizzati in queste settimane, per rilanciare l’economia nazionale nel campo delle infrastrutture, penso che la Regione Calabria debba pretendere una compensazione rispetto a tutte le risorse che le sono state sottratte in questi anni, con l’eliminazione, per esempio, di tutte le risorse straordinarie che una volta venivano concesse a partire dagli anni 1950 per mettere questa regione, non dico al pari, in una condizione di dignità infrastrutturale rispetto al resto del Paese.

Il confronto col Governo e col Ministro Passera – fin quando ci sarà lui, ovviamente - deve essere il più serrato possibile.

Su Gioia Tauro si è parlato tanto anche oggi. E’ chiaro che Rfi e il Governo stesso non possono tapparsi gli occhi e le orecchie. Rfi non si può più lavare le mani su Gioia Tauro, così come non può più lavarsi le mani rispetto a Ferrovie della Calabria che rischia – come anticipava il collega Orsomarso – di portare in tribunale i guasti gravissimi che si produrranno non soltanto sul piano istituzionale ma soprattutto su quello della funzionalità dei trasporti in Calabria.

Da questo punto di vista, su questa vicenda dei trasporti regionali, il Governo va inseguito affinché intervenga sul Presidente Moretti in modo definitivo ed il più energico possibile, con la consapevolezza che da qui a qualche mese non avremo neanche occhi per piangere, nonostante gli sforzi profusi su questo versante nei mesi scorsi, impegnando 20 milioni di euro con un mutuo che potrebbe rappresentare soltanto una boccata d’ossigeno.

Infine una o due questioni. Sul Ponte parlava poc’anzi il collega Giordano.

La relazione auspica che il Governo attuale decida come quello precedente. Sembrerebbe, quindi, non esserci, non c’è in effetti, una decisione definitiva.

La mia opinione personale, ovviamente, è che il Ponte ancora si faccia, che questa decisione venga ripresa. Noi consideriamo il Ponte un’opera strategica, importante e decisiva non solo per lo sviluppo dell’area metropolitana ma dell’intera regione, perché il Ponte sarebbe il corollario naturale della scelta di puntare sull’alta velocità fino a Reggio Calabria e, perché no?, fino a Palermo.

Questa è una vicenda, una partita tutt’ora aperta.

Altra cosa sono i trasporti all’interno dell’area dello Stretto che non sono e non possono essere alternativi rispetto alla vicenda “Ponte sì” e “Ponte no”. Credo che per rimediare ad errori del passato, per quanto riguarda i trasporti sull’area dello Stretto, avendo seguito negli anni scorsi questa vicenda in prima persona con altre responsabilità, sia auspicabile che tra la Regione Calabria e la Regione Sicilia si assuma un impegno forte e comune, per considerare questo sistema di trasporti come interregionale, con un coinvolgimento anche finanziario e diretto delle due Regioni.

Concludo, ovviamente anche io per motivi di tempo, auspicando che questa sera si rediga un documento possibilmente comune e condiviso affinché si dia il massimo della forza possibile e perché ci si possa presentare al Governo nazionale con la forza che interventi di questo tipo sicuramente impongono.

PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito sulla questione trasporti.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Il dibattito è stato molto ampio, sereno ed approfondito ed ha toccato un po’, se vogliamo, l’universo mondo delle questioni trasportistiche calabresi.

Naturalmente, la seduta si deve concludere con una decisione perché la discussione è stata incardinata.

Mi permetto a nome anche degli amici della minoranza e del gruppo del Partito Democratico di fare un tipo di proposta, distinguendo in due le questioni. Cioè ci sono questioni trasportistiche che sono di competenza regionale; e stasera avremmo potuto anche – per dire – far un documento in cui impegnavamo la Giunta a predisporre rapidamente il nuovo Piano generale dei trasporti.

Mi riallaccio brevemente al collega Tripodi, tenendo presente la questione dei piani di bacino. Giustamente, lei ha detto che è l’unico modo per non vedere ad un tempo pullman vuoti e località che non vengono raggiunte dal servizio.

Naturalmente, questo lo possiamo fare anche nel documento che propongo e che viene molto condizionato dal confronto che dobbiamo far col Governo.

Se l’Aula ha raggiunto una consapevolezza di tipo regionale, questo significa che, nella congiuntura terribile che ci troviamo a vivere, la Giunta Scopelliti, contornata da trenta mila vestali e non, non può proporre una serie infinita di interventi. Se noi vogliamo fare gli interessi della Calabria dobbiamo andare dal Ministro Passera, stabilendo preliminarmente come agire, indicando al Ministro quali sono, nella situazione attuale, le priorità.

Non so se siete d’accordo.

Allora, dato che il tema è stato incardinato, proporrei che il Presidente del Consiglio, Francesco Talarico, sentito ovviamente il Governatore, il suo delegato e la Giunta, cerchi di raccogliere una sintesi di questo confronto che è stato ampio.

Noi abbiamo presentato un documento che resta agli atti e ci sono stati gli interventi di tutti i consiglieri. Si potrebbe fare un riepilogo con delle ipotesi di priorità che potremmo valutare in questi giorni per arrivare ad una sintesi che sia la più condivisa possibile e che proporremmo all’esame del Consiglio nella seduta di giorno 12.

Perché il Presidente Talarico? Perché essendo stata incardinata nell’Aula la discussione, ritengo che debba essere la massima autorità dell’Aula a svolgere questo lavoro istruttorio, attraverso un confronto serrato con la Giunta, in modo che, dopo essere stato sottoposto al vaglio dei gruppi, sia esaminato e votato definitivamente nella seduta di giorno 12.

Suggerisco, eventualmente, che altre proposte dei capigruppo siano discusse per un approfondimento in sede di conferenza dei capigruppo, ma l’urgenza è quella che mi sono permesso di sottolineare prima.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Grazie, Presidente, credo che, dopo questo dibattito dai toni pacati e costruttivi e dopo l’intervento del Presidente Scopelliti, che ha espressamente invitato i colleghi della opposizione su questo tema ad essere propositivi come lo sono stati nel dibattito, anche questa proposta del collega Principe possa essere accettata.

Tra l’altro se ci presenteremo, se il Presidente della Giunta si presenterà dal Ministro Passera, dal Governo, con un documento congiunto approvato alla unanimità da tutto il Consiglio regionale, specialmente in questa fase in cui il Governo attuale è tecnico-politico, in questa situazione particolare, certamente avrà più forza.

Concordo anche col collega Principe nel dire che non possiamo nemmeno pensare di presentarci con un libro dei sogni, perché bisogna essere concreti senza distribuire in mille rivoli e sfilacciare le nostre richieste, puntando su alcuni argomenti principali che il Governo deve portare avanti.

Credo che ci possa essere la condivisione di questa proposta.

Tra l’altro, il Presidente Talarico si farà parte diligente per elaborare questo progetto da esporre a noi, perché sia valutato anche dai colleghi del centro-sinistra. Credo che all’inizio della prossima seduta di Consiglio, se c’è l’accordo come io penso, anzi sono sicuro che ci sarà su questo tema e su queste priorità, il documento si potrà approvare. Quindi, il Presidente si potrà presentare a Roma al prossimo incontro con i parlamentari, o con chi deciderà, forte di questo consenso non solo della maggioranza ma di tutto il Consiglio regionale.

Condividiamo la proposta del collega Principe, ne avevamo già discusso prima col collega, per cui da parte nostra c’è l’accordo perché si vada in questa direzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Chiedo scusa se solo per un attimo intervengo per dirmi d’accordo con la proposta del collega Principe di intesa anche col collega Fedele.

Vorrei, però, fare una precisazione: si dà mandato al Presidente del Consiglio, Francesco Talarico, di portare in quest’Aula un documento o di coordinare un lavoro che, prima della seduta di giorno 12, dovrà essere oggetto di verifica in sede di Conferenza dei capigruppo o della Commissione permanente? Io preferirei la seconda.

Cioè, penso che se vogliamo dare il giusto peso alla discussione che abbiamo fatto, ci debba essere dopo il coordinamento che istruisce il Presidente del Consiglio, prima della seduta del 12, una Conferenza dei capigruppo o una Commissione permanente in cui si valuti il documento, dove lo si voti e lo si esamini.

Ma che si venga direttamente in Aula mi pare un po’ azzardato.

(Interruzione)

Conferenza dei capigruppo allora.

PRESIDENTE

Sono pervenuti alla Presidenza tre ordini del giorno ed una mozione: il primo ordine del giorno è a firma del Presidente Scopelliti e di consiglieri sia di maggioranza sia di opposizione: Principe, Fedele, Orsomarso, Gallo, Mirabelli, Censore, Adamo, Magno, Gallo ed altri. Questo ordine del giorno riguarda la vicenda dei due marò del San Marco in stato di fermo di polizia a Kochi; il secondo concerne la riapertura delle linee Taurensi delle Ferrovie della Calabria; il terzo riguarda il paventato ridimensionamento e/o rischio chiusura dello scalo aeroportuale di Crotone

Pongo ai voti il loro inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno numero 47 del 23 febbraio 2012 a firma dei consiglieri Scopelliti, Principe, Fedele, Orsomarso, Gallo, Mirabelli, Censore, Adamo, Magno, Gallo ed altri “In merito alla vicenda dei due marò del San Marco in stato di fermo di polizia a Kochi”

PRESIDENTE

Do lettura dell’ordine del giorno in ordine “Alla vicenda dei due marò del San Marco in stato di fermo di polizia a Kochi”:

<Il Consiglio regionale

premesso che

lo scorso 15 febbraio 2012, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, militari impegnati da tempo nelle missioni internazionali, imbarcati sul mercantile Enrica Lexie sono stati fermati dalle autorità indiane a seguito dell’uccisione di due pescatori di nazionalità indiana avvenuta durante un presunto attacco subito dalla predetta nave mercantile;

da una prima ricostruzione dei fatti appare che i due militari abbiano risposto al fuoco a seguito di un attacco di pirati avvenuto in acque internazionali;

la Farnesina ha affermato che i militari italiani fermati in India “sono organi dello Stato italiano e godono, pertanto, della immunità dalla giurisdizione rispetto agli stati stranieri” e prestavano la loro attività sulla Enrica Lexie in base ad una legge italiana e alle risoluzioni Onu sulla lotta alla pirateria;

i militari negano ogni responsabilità e forniscono una ricostruzione dei fatti difforme da quella delle autorità indiane;

la ricostruzione degli eventi presenta diverse incongruenze tanto da lasciare supporre che l’attacco alla nave mercantile e la morte dei due pescatori siano da ricondurre ad eventi separati ed avvenuti a distanza di alcune ore;

i due militari in precedenti missioni alle quali avevano preso parte hanno dimostrato di possedere un elevato grado di specializzazione ed una formazione specifica per fronteggiare situazioni ad alto rischio;

il Governo italiano, nella persona del ministro degli Affari esteri, Giulio Terzi, si è mobilitato a sostegno dei due marò in stato di fermo manifestando piena solidarietà ed assicurando che l’Italia adotterà tutte le misure necessarie per garantire, in tempi rapidi, il loro rientro in patria;

il governo regionale è da sempre schierato a sostegno delle forze armate;

per quanto sopra impegna

la Giunta regionale a sostenere presso il Governo nazionale e, segnatamente, il Presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli Affari esteri, il ministro della Difesa un’azione utile ad ottenere il rilascio dei due militari in stato di fermo, esprimendo la propria solidarietà, del Consiglio e della Giunta alle famiglie dei due marinai italiani e sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso l’esposizione delle immagini dei due militari sulla facciata di Palazzo Campanella e di Palazzo Alemanni>.

Pongo in votazione l’ordine del giorno per come letto in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 46 del 23 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Nicolò e Fedele, “Sulla riapertura delle linee Taurensi delle Ferrovie della Calabria”

PRESIDENTE

E’ stato presentato un ordine del giorno a firma del sottoscritto e degli onorevoli Fedele, Bilardi e De Gaetano “Sulla riapertura delle linee Taurensi delle Ferrovie della Calabria”.

Pongo in votazione l’ordine del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

considerata la soppressione a partire dal mese di giugno del 2011, delle linee ferroviarie Taurensi (Gioia Tauro-Palmi e Gioia Tauro-Cinquefrondi) quale effetto, a livello regionale delle disposizioni normative contenute nel D.L. 78/2010 il quale ha complessivamente operato un taglio di 4 miliardi di euro alle Regioni nel 2011 e 4,5 miliardi nel 2012;

considerato che la tratta ferroviaria in questione, oltre alla valenza fondamentale per la mobilità di base nel trasporto locale - investendo un territorio che interessa i sette comuni più importanti della Piana di Gioia Tauro (Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, San Giorgio Morgeto, Polistena, Cinquefrondi e Palmi) – rappresenta al contempo il naturale ed imprescindibile collettore tra siti di inestimabile pregio artistico-archeologico altrimenti irraggiungibili (dal Parco archeologico dei Tauriani alle bellezze storiche di San Giorgio Morgeto a quelle naturalistiche dei territori interessati);

chiede

di impegnare la Giunta regionale ad intervenire con ogni iniziativa utile per ripristinare le linee ferroviarie Taurensi”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno “In merito al paventato ridimensionamento e/o rischio chiusura dello scalo aeroportuale di Crotone

PRESIDENTE

Il terzo ordine del giorno è “In merito al paventato ridimensionamento e/o rischio chiusura dello scalo aeroportuale di Crotone” ed è a firma dei consiglieri De Masi, Dattolo, Pacenza e Sulla.

Pongo in votazione l’ordine del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale

premesso che

il piano trasporti del ministro Corrado Passera considererebbe 24 aeroporti come scali “complementari” cioè sotto la gestione diretta degli enti locali che dovrebbero, caso mai lo decidessero, farsi carico per intero della loro gestione;

detti scali aeroportuali rischierebbero un brusco ridimensionamento o addirittura la chiusura;

tra questi scali sono compresi, anche gli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone;

al contrario 14 scali sarebbero invece definiti strategici e altri 10 (tra cui Genova, Torino, Brindisi, Olbia) continuerebbero a servire ampi bacini d’utenza;

allo scopo di varare tale riduzione il Ministero dei trasporti e l’Enac sono in attesa dell’analisi di un dossier elaborato negli ultimi due anni da Nomisma, One Works e Kpmg;

appare chiara l’intenzione del Governo di chiudere strutture aeroportuali che si reggono quasi esclusivamente con finanziamenti pubblici e con i conti in rosso;

da dichiarazioni del direttore generale dello scalo crotonese si evince che:

<nel marzo 2011 il traffico dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone ha registrato un incremento rispetto all’anno precedente del 26 per cento;

l’attività rilancio dell’aeroporto continua senza interruzioni ed a breve verranno definiti gli accordi commerciali per la stagione primavera-estate 2012 con nuovi voli e nuove tratte>;

l’obiettivo prefissato dal management dell’aeroporto è quello di arrivare al termine del piano di sviluppo quindicinale dello scalo (presentato lo scorso 14 dicembre) alla soglia di un milione di passeggeri;

detto piano prevede tra l’altro, 4 interventi sostanziali sull’aerostazione ed in particolare su pista e strutture collegate;

l’aeroporto di Crotone come tutti gli scali dei territori periferici, beneficia degli oneri di servizio pubblico per avere i servizi aerei di linea necessari a soddisfare i bisogni primari per lo sviluppo economico della propria area;

la provincia di Crotone è il territorio calabrese che maggiormente sente il peso dell’isolamento sia sotto il profilo economico che sotto quello sociale e relazionale;

l’assetto attuale della rete di trasporto crotonese è basato su assi principali stradali e ferroviari caratterizzati da livelli di dotazione e di servizio notoriamente insufficienti o inadeguati;

appare necessario un rilancio dell’economia turistica e commerciale della provincia di Crotone mediante una migliorata accessibilità territoriale dall’esterno e alla valorizzazione dei nodi aeroportuale potenziati e disposti in rete;

l’unica opportunità infrastrutturale, attualmente, per la provincia di Crotone per il conseguimento di tali obiettivi è rappresentato dallo scalo aeroportuale;

impegna la Giunta regionale

ad adottare ogni iniziativa volta a promuovere la salvaguardia dello scalo aeroportuale di Crotone al fine di rendere più accessibile il territorio interessato dal resto dell’Italia;

a dar vita ad un unico soggetto imprenditoriale in grado di effettuare una efficace politica commerciale verso i vettori aerei e di ampliare considerevolmente le opportunità di trasporto per le diverse tipologie di utenti, in modo da agevolare ed incentivare gli investimenti privati e rendere competitiva la politica industriale degli scali di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone;

a prevedere, al fine di rilanciare definitivamente l’aeroporto di Crotone un sistema di trasporti regionale orientato al riassetto e alla integrazione modale di tutti i servizi di trasporto operativi sul territorio regionale in modo da collegare la fascia costiera dell’alto ionio Cosentino e del basso ionio catanzarese allo scalo aeroportuale di Crotone”.

(Interruzione)

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe, ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Mi permetto di sottoporre alla valutazione del Consiglio, dell’Aula e dei presentatori se non sia il caso di prendere per buono il ragionamento dell’onorevole Tripodi, nel senso che, nel momento in cui avviamo una istruttoria, può sembrare strano che anticipiamo con ordini del giorno questioni che potrebbero far parte delle priorità.

Mi permetto sommessamente di suggerire che gli ordini del giorno li possiamo valutare la prossima seduta insieme alla proposta di ordine del giorno generale. Mi pare, infatti, che il consigliere Tripodi sottoponesse questa questione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Principe, di rinvio dell’esame dell’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Il Consiglio è convocato a domicilio. La seduta è sciolta.

La seduta termina alle 18,45

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Aiello P., Trematerra, Caridi, Salerno, Grillo, Ciconte, Serra.

(Sono concessi)

Annunzio di proposta di legge e sua assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del consigliere:

Magno – “Istituzione dei <Cantieri scuola lavoro>” (P.L. n. 308/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Interrogazioni a risposta immediata

Guccione, Talarico D., Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4 gennaio 2012 il gruppo UIB-Carime ha reso noto, attraverso la presentazione del proprio Piano Industriale, gli interventi che intende attuare sulla propria rete commerciale a partire dalla fine del mese di febbraio;

tali interventi prevedono la chiusura di 23 minisportelli di cui 11 ubicati in Calabria ed in particolare nella provincia di Cosenza;

tra gli sportelli interessati alla chiusura sono previsti quelli dei comuni di Grimaldi, Rocca Imperiale Marina, Cutro, Francavilla Marittima, Carolei, Squillace, Gioiosa Ionica, Delianova, Briatico, Bovalino, Molochio dove la Carime opera da tempo;

nel Comune di Grimaldi in particolare, la filiale Ubi-Carime opera da circa 72 anni e l’immobile in cui è ubicato è di proprietà della stessa banca;

tale filiale svolge anche servizio di tesoreria per lo stesso comune di Grimaldi e per i comuni viciniori di Belsito, Malito e Altilia;

la massa dei depositi e degli investimenti è sempre stata attiva;

questa decisione costringerà l’utenza zonale a rivolgersi allo sportello di Rogliano, creando pesanti ed evidenti disagi alla clientela nonché ulteriori costi aggiuntivi per imprese e famiglie in tempi non facili a causa della perdurante crisi economica in atto;

lo stato di progressivo depauperamento dei servizi in un’area già fortemente penalizzata come quella del Savuto incide pesantemente anche sulla qualità della vita dei residenti di tale area;

lo sproporzionato numero di chiusure di sportelli in provincia di Cosenza e in Calabria e la successiva trasformazione di alcuni di essi in mini sportelli non appare in alcun modo giustificabile poiché la stessa Ubi-Banca non ha fornito, finora, a giustificazione ed a sostegno di tale decisione, nessun dato riguardante l’operatività delle filiali e la loro redditività;

ciò avviene in un quadro in cui in Calabria il costo del denaro è il più alto d’Italia e che, nel corso del 2011 la nostra è stata la Regione in cui si è registrato il calo più sensibile della concessione di crediti alle imprese;

tale manovra si appaleserebbe, quindi, come un chiaro segnale di marginalizzazione e di ridimensionamento della presenza di Ubi nel Mezzogiorno e come un vero e proprio atto di disimpegno nei confronti del territorio calabrese dimenticando di aver ereditato la grande storia della Cassa di Risparmio che per decenni ha operato con grandi successi nella nostra Regione -:

quali iniziative urgenti ed improcrastinabili si intendono assumere nei confronti del gruppo Ubi-Carime per scongiurare l’attivazione in Calabria di un piano industriale discriminatorio, iniquo e dannoso, che andrebbe solo ad impoverire e marginalizzare ulteriormente un tessuto economico regionale già fortemente indebolito e penalizzato dalle “rapine” e dagli “scippi” continui dell’ex Governo Berlusconi-Tremonti.

(215; 20.02.2012)

Interrogazione a risposta scritta

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace. Per sapere – premesso che:

il quinto settore del dipartimento Presidenza della Giunta regionale della Calabria ha tra le sue funzioni precipue quelle relative alla cooperazione tra i popoli e l’internazionalizzazione;

a tale settore afferisce l’assessorato alle politiche euromediterranee, internazionalizzazione, cooperazione tra i popoli e pace;

in data 1 settembre 2011 il predetto settore attraverso il dipartimento alle politiche euromediterranee pubblicava sul sito della Regione Calabria un bando per la selezione di n. 7 esperti per i Progetti di cooperazione territoriale europea: Terconmed, Robinwood plus e Knowiung med;

in data 10 febbraio 2012 si dà notizia circa l’esito delle selezioni di cui sopra;

all’art. 2, comma 2, punto 6 del predetto avviso – con riferimento ai requisiti minimi in capo a ogni partecipante – si legge di dover essere in possesso di comprovata esperienza lavorativa di almeno tre anni post-laurea e relative competenze tecniche maturate e che tale requisito è richiesto per tutti i profili messi a bando;

nei criteri di valutazione al punto 4 – Esperienze professionali - si legge contrariamente a quanto sopra richiamato che le esperienze svolte nei primi tre anni dalla data di conseguimento del Diploma di laurea - non verranno valutate;

risulta evidente che per concorrere con pari opportunità bisogna aver maturato almeno sei anni di esperienze post laurea e non tre – per come espressamente previsto nel bando all’art. 2, comma 2, punto 6;

il peso del punteggio assegnato alle predette esperienze è pari a 24/100 -:

quali azioni si intendono adottare per sanare tale evidente contraddizione presente nel bando;

quali azioni si intendono adottare per contrastare la discriminazione in danno di tutti i partecipanti che pur soddisfacendo il requisito dei tre anni di esperienze lavorative post laurea sono, di fatto, in palese violazione dell’assunto delle pari opportunità, penalizzati nell’assegnazione del punteggio;

se ritiene, nonostante tale contrastante procedura con riferimento ai requisiti minimi previsti dal bando ed i successivi criteri di valutazione nello stesso presenti, validare la graduatoria finale o se non si dia il caso di sospendere la stessa.

(217; 20.02.2012)

Interrogazione a risposta orale

Franchino. Al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:

nelle elezioni comunali del 2011 veniva eletto Sindaco di Rossano (Cs) il signor Giuseppe Antoniotti il quale, nel nominare la Giunta, chiamava come assessore il consigliere regionale Giuseppe Caputo, Presidente della prima Commissione regionale permanente “Affari istituzionali e affari generali”, a cui il Sindaco conferiva deleghe formali nonostante l’esistenza di cause di incompatibilità con la carica di consigliere regionale per come, inequivocabilmente, previste dal Testo Unico degli enti locali, decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

per come è noto, l’articolo 46 della L.R. 34/2010 è stato impugnato dinanzi alla Corte costituzionale che con sentenza n. 310/2011 ne ha dichiarato l’incostituzionalità “per violazione dell’art. 122, primo comma e dell’articolo 51, in quanto contraddice in materia di incompatibilità, un principio generale contenuto nelle norme legislative statali prima citate e lede, al contempo, il principio di eguaglianza tra i cittadini nell’accesso alle cariche elettive”;

nonostante tutto ciò, l’onorevole Caputo ha continuato a svolgere il doppio incarico perché, a suo avviso, la sentenza per essere operativa doveva essere pubblicata sul Bur della Calabria;

la sentenza della Corte costituzionale è stata pubblicata sul Bur della Calabria in data 31.12.2011 e, in specie, nel caso di consigliere comunale nominato fiduciariamente da un Sindaco, suo collaboratore, basta l’atto di revoca del Primo cittadino, ovvero le dimissioni del nominato amministratore regionale;

il consigliere regionale Caputo non ha manifestato ancora l’intenzione di lasciare una delle due cariche, continuando attivamente nel percorso di incompatibilità così dimostrando chiaro disprezzo per la decisione della Suprema Corte -:

quali iniziative intenda promuovere per assicurare il pieno rispetto della legge e il ristabilirsi del corretto rapporto democratico nel comune di Rossano.

(216; 20.12.2012)

Interpellanza

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro sanitario e all’assessore al bilancio. Per sapere – premesso che:

da un servizio di informazione giornalistica riportato nei giorni scorsi su alcuni quotidiani calabresi si è avuta notizia di una controversia in atto tra l’Associazione italiana assistenza spastici (Aias) di Cosenza e l’Associazione San Pancrazio, in merito all’utilizzo di terreni e immobili in località Vadue di Carolei che, acquisiti dalla Regione nel 1981, vennero trasferiti all’allora Usl di Cosenza e dopo circa 15 anni assegnati in fitto all’Associazione San Pancrazio;

le due Associazioni ricoprono nella comunità della città e della provincia di Cosenza un ruolo di particolare valenza sociale: da un lato l’Aias con una storica presenza rivolta quotidianamente a favore di persone affette da patologia spastica che si avvale di operatori di alta professionalità che profondono un impegno costante non solo per l’assistenza ma anche per la riabilitazione e, dall’altro, l’Associazione San Pancrazio che opera nella città di Cosenza a partire dal 1991 nel campo del recupero dei giovani dalla dispersione scolastica e dal disagio sociale e, altresì, interagendo con le Cooperative sociali “Le Serre” e “L’Arca di Noè” di propria diretta emanazione, fornendo un sostegno solidale a persone che si trovano in condizione di disagio fisico, psichico, sociale con la finalità di contrastare il loro stato di marginalità e favorirne l’inserimento in ambito lavorativo;

dalle notizie riportate dalla stampa emerge come la titolarità dei terreni e degli immobili in località Vadue di Carolei sia stata rivendicata dall’Aias e tale pretesa sia stata riconosciuta legittima dalla Corte di Appello di Catanzaro con sentenza del 27 settembre 2010;

conseguentemente l’Aias ha chiesto il reintegro nella disponibilità dei beni con ingiunzione di sgombero all’Associazione San Pancrazio;

la situazione conseguente l’ingiunzione di sgombero con il rilascio dei terreni e dei beni immobili da parte dell’Associazione San Pancrazio renderà impossibile la prosecuzione delle attività dell’Associazione e delle Cooperative sociali collegate “Le Serre” e “L’Arca di Noè” penalizzando le comunità della città e della provincia di Cosenza, facendo venir meno un servizio sociale svolto da operatori di volontariato che realizzano attività di accoglienza, di “agricoltura sociale” di recupero per una utenza quotidiana di oltre 40 assistiti, attività particolarmente significativa in un periodo in cui il disagio sociale, nella Regione, è fortemente acuito dai riflessi della crisi economica che ha investito l’intero Paese;

la necessità e l’opportunità che le meritorie e qualificate attività svolte dalle predette Associazioni possano essere sostenute, garantendo altresì la continuità di servizi sociali resi da operatori del volontariato altamente qualificati evitando difficoltà insormontabili agli assistiti ed alle loro famiglie che già versano in condizioni di forte disagio;

similare problematica pare abbia riguardato in passato la struttura di neuropsichiatria infantile dell’Asp di Cosenza allocata su altri terreni dell’Aias siti in località “Serra Spiga” di Cosenza; problematica poi risolta grazie all’intervento della Regione Calabria che ha, pertanto, tutelato e garantito la continuazione dell’attività ivi effettuata -:

se la Regione non ritenga necessario ed opportuno intervenire (così come pare sia stato effettuato per la soluzioni della problematica inerente i terreni Aias in Serra Spiga a Cosenza) con la dovuta urgenza per la gestione e risoluzione della situazione riconoscendo le giuste pretese di entrambe le parti, anche in considerazione dell’alta valenza di una realtà di volontariato sociale rappresentata da Associazioni che ormai storicamente garantiscono servizi socio-sanitari punto di riferimento per un numero cospicuo di persone bisognose, attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico tra Regione, Aias, Associazione San Pancrazio e Asp di Cosenza per porre fine alla controversia, salvaguardando la continuità delle rispettive attività di volontariato sociale.

(19; 21.02.2012)

Ordine del giorno numero 47 del 23 febbraio 2012 a firma dei consiglieri Scopelliti, Principe, Fedele, Orsomarso, Gallo, Mirabelli, Censore, Adamo, Magno, Gallo ed altri “In merito alla vicenda dei due marò del San Marco in stato di fermo di polizia a Kochi”

“Il Consiglio regionale

premesso che

lo scorso 15 febbraio 2012, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, militari impegnati da tempo in missioni internazionali, imbarcati sul mercantile Enrica Lexie, sono stati fermati dalle autorità indiane a seguito dell’uccisione di due pescatori di nazionalità indiana avvenuta durante un presunto attacco subito dalla predetta nave mercantile;

da una prima ricostruzione dei fatti appare che i due militari abbiano risposto al fuoco a seguito di un attacco di pirati avvenuto in acque internazionali;

la Farnesina ha affermato che i militari italiani fermati in India “sono organi dello Stato italiano e pertanto godono dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati stranieri” e prestavano la loro attività sulla Enrica Lexie in base ad una legge italiana e alle risoluzioni Onu sulla lotta alla pirateria;

i militari negano ogni responsabilità e forniscono una ricostruzione dei fatti difforme da quella delle autorità indiane;

la ricostruzione degli eventi presenta diverse incongruenze tanto da lasciare supporre che l’attacco alla nave mercantile e la morte dei due pescatori siano da ricondurre ad eventi separati ed avvenuti a distanza di alcune ore;

i due militari in precedenti missioni alle quali avevano preso parte hanno dimostrato di possedere un elevato grado di specializzazione ed una formazione specifica per fronteggiare situazioni ad alto rischio;

il Governo italiano, nella persona del Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, si è mobilitato a sostegno dei due marò in stato di fermo, manifestando piena solidarietà ed assicurando che l’Italia adotterà tutte le misure necessarie per garantire, in tempi rapidi, il loro rientro in patria;

il governo regionale è da sempre schierato a sostegno delle Forze Armate;

impegna

la Giunta regionale a sostenere presso il Governo nazionale e, segnatamente, il Presidente del Consiglio dei ministri, il ministro degli Affari Esteri, il ministro della Difesa un’azione utile ad ottenere il rilascio dei due militari in stato di fermo, esprimendo la propria solidarietà alle famiglie dei due marinai italiani e sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso l’esposizione delle immagini dei due militari sulla facciata di Palazzo Campanella e di Palazzo Alemanni.”

Ordine del giorno numero 46 del 23 febbraio 2012, a firma dei consiglieri Nicolò e Fedele, “Sulla riapertura delle linee Taurensi delle Ferrovie della Calabria”

“Il Consiglio regionale

considerata la soppressione, a partire dal mese di giugno del 2011, delle linee ferroviarie Taurensi (Gioia Tauro – Palmi e Gioia Tauro – Cinquefrondi), quale effetto, a livello regionale, delle disposizioni normative contenute nel D.L. 78/2010, il quale ha complessivamente operato un taglio di 4 miliardi di euro alle regioni nel 2011 e 4,5 miliardi nel 2012;

considerato che la tratta ferroviaria in questione, oltre alla valenza fondamentale per la mobilità di base nel trasporto locale – investendo, un territorio che interessa i sette comuni più importanti della Piana di Gioia Tauro (Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, San Giorgio Morgeto, Polistena, Cinquefrondi e Palmi) – rappresenta, al contempo, il naturale ed imprescindibile collettore tra siti di inestimabile pregio artistico-archeologico altrimenti irraggiungibili (dal Parco archeologico dei Tauriani alle bellezze storiche di San Giorgio Morgeto, a quelle naturalistiche dei territori interessati);

chiede

di impegnare la Giunta regionale ad intervenire con ogni iniziativa utile per ripristinare le linee ferroviarie Taurensi.”