IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

___________

 

29.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 16 GENNAIO 2012

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLÒ

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,43

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

Sul processo verbale

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Presidente, prima di dar corso ai lavori, volevo intervenire per fare una precisazione e al tempo stesso avanzare una richiesta, che spero venga accolta immediatamente, all’onorevole Ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale.

Nella precedente seduta è stata approvata la legge regionale finanziaria, poi pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione con la denominazione “legge regionale numero 47 del 2011”.

Non vorrei incorrere in qualche inesattezza ma è, comunque, l’ultima legge che questo Consiglio regionale ha approvato come Collegato a materia attinente al bilancio preventivo 2012.

Che cosa è successo? L’esame del provvedimento, come si può evincere anche dal resoconto sommario e dalla registrazione dell’andamento del dibattito in Aula, probabilmente ci consegna alcuni errori materiali.

Mi riferisco a due errori in particolare: al mancato inserimento nella legge pubblicata degli emendamenti numero 59568, a firma del sottoscritto, e numero 59485, a firma del consigliere onorevole Chiappetta, regolarmente approvati.

Dal resoconto si evince che l’emendamento protocollo numero 59485, a firma del consigliere Chiappetta, era assorbente di quello a mia firma per cui si convenne di votare l’emendamento del consigliere Chiappetta con l’espressione del parere favorevole per quanto riguarda l’orientamento del Governo regionale ed anche del relatore d’Aula, capogruppo del Popolo della Libertà, onorevole Luigi Fedele.

Nel resoconto alla fine si legge anche quello che è stato il pronunciamento a seguito della votazione da parte dello stesso Presidente del Consiglio regionale. Il resoconto così recita: “affermato che l’emendamento protocollo numero 59568 è assorbito dall’emendamento protocollo numero 59485, a firma del consigliere Chiappetta, lo pone in votazione ed è approvato. Indi, pone in votazione l’articolo 18 che è approvato, come emendato”.

Per cui, l’articolo 18 dal titolo “Modifiche in materie di attività produttive” viene approvato ed è corpo costitutivo della legge regionale finanziaria per l’anno 2012 contenente, però, l’emendamento a firma dell’onorevole Chiappetta.

Se andiamo, invece, a leggere il testo pubblicato sul Burc tutto questo non accade; è come se l’emendamento non fosse stato approvato. Perciò chiedo al Presidente di prenderne atto e di provvedere alla correzione di questo vero e proprio errore materiale.

Errore materiale che, a mio avviso, – lo dico senza alcun infingimento – al contrario è stato commesso per quanto riguarda un altro emendamento che portava la mia firma: quello che proponeva l’autorizzazione alla Giunta regionale di istituire l’Azienda regionale unica ospedaliera.

Se ricordate – ma tutto ciò si evince anche dal racconto stenografico – ho ritirato quell’emendamento e formalmente non è stato posto in votazione. L’emendamento era a firma mia e dell’onorevole Bova e lo abbiamo proposto come atto di indirizzo, d’intesa con il Governo e con il relatore.

Pertanto, quell’emendamento, da intendersi approvato come atto di indirizzo, non era da inserire e pubblicare come articolo di legge nello stesso testo di legge regionale finanziaria.

Cioè, come dire? Per un articolo è avvenuto il mancato inserimento dell’emendamento approvato e per l’altro, invece, l’esatto contrario; cioè è stato inserito in legge un emendamento che non era stato approvato come tale.

Quindi, invito la Presidenza ad affrontare il tema della correzione di questi errori materiali.

So che anche il gruppo consiliare del Pd per quanto riguarda questo emendamento ha posto una questione formale e mi auguro, quindi, che la Presidenza provveda alla correzione di questo errore materiale.

Ovviamente, per quanto riguarda l’atto di indirizzo colgo l’opportunità – ed ho concluso - perché il Presidente della Giunta regionale e la stessa Aula ne valutino nel merito i contenuti per determinarsi anche in sede di ufficio del commissario, per quanto riguarda il Servizio sanitario regionale, per realizzare l’obiettivo indicato in quella norma.

Mi auguro che sia, diciamo, un atto di indirizzo propedeutico alla definizione in Calabria di un’azienda unica ospedaliera e quindi, di conseguenza, chiedo a tutti i gruppi consiliari, compreso quello del Partito democratico, un pronunciamento di merito che possa essere valutato come orientamento positivo. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sul processo verbale, l’onorevole Chiappetta. Ne ha facoltà.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Grazie, Presidente, intervengo brevemente, in relazione anche alle considerazioni che sono state espresse un attimo fa dal consigliere Adamo a proposito di questi errori materiali che si sono verificati in occasione della approvazione del Collegato alla finanziaria nell’ultima seduta del Consiglio regionale; in particolare – Presidente – in relazione al primo punto sollevato dal consigliere Adamo relativo all’approvazione in Aula di un emendamento, a firma del sottoscritto, integrativo rispetto al precedente emendamento sottoscritto dal consigliere Adamo e sostitutivo di quello inserito erroneamente nel Collegato alla finanziaria.

Il consigliere Adamo ha bene esposto i motivi per i quali chiede una riconsiderazione ed una rimodulazione dello stesso.

Si tratta di un mero errore materiale che è stato commesso nel momento stesso in cui si è proceduto al coordinamento formale dell’articolo in questione.

A tal riguardo, Presidente, poiché anche il resoconto della seduta precedente del Consiglio regionale ha sancito inequivocabilmente la definizione di questo errore, ho predisposto e già presentato all’Ufficio di Presidenza una proposta di legge che è riassuntiva rispetto a quello che è stato l’iter in occasione dell’ultima seduta di Consiglio.

E’ stata già presentata e predisposta, Presidente. Chiedo, quindi, atteso che su questo emendamento interamente sostitutivo di quell’articolo di legge si era evidenziata la unanimità dei consensi in Aula, che la proposta di legge possa essere inserita in questa seduta all’ordine del giorno e che possa essere discussa immediatamente, prima degli altri punti inseriti all’ordine del giorno e programmati per la seduta di oggi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, in effetti l’intervento del consigliere Adamo mi dà la possibilità di essere brevissimo.

L’articolo 41 del Collegato, non può essere considerato approvato se viene approvato il verbale.

Siamo d’accordo affinché sia eliminato questo articolo che il Consiglio non ha mai votato, perché, come diceva il consigliere Adamo, c’è stata una discussione sul suo emendamento. Il relatore Fedele diede parere contrario all’emendamento e si dichiarò favorevole ad un ordine del giorno che però non è stato mai predisposto.

Per cui lei è stato indotto, non vorrei dire in errore, ma ha equivocato ponendo in votazione un atto di indirizzo che neanche era stato predisposto.

In sintesi, chiediamo che sia eliminato dal testo del Collegato l’articolo 41 e, naturalmente, se in questa seduta o in altra seduta chi lo ritiene vuol predisporre un ordine del giorno in materia , noi lo valuteremo al momento , ché , ripeto, nella seduta precedente non è stato né predisposto né letto né votato.

Inoltre, Presidente, chiudendo, la pregherei di dare agli uffici le disposizioni necessarie ad essere più attenti su queste cose. E’ la seconda volta che succede un fatto del genere e peraltro la prima volta è rimasta scolpita come testo di legge e mi riferisco al famoso errore sul cosiddetto Piano casa che poi non è stato corretto.

Ma questo è un bis idem, una irregolarità, e gli uffici competenti dovrebbero porre la necessaria vigilanza per evitare che si ripetano queste cose.

PRESIDENTE

Rispetto alle sue obiezioni, onorevole Principe, il problema è stato causato anche dalla voglia di rapidità di promulgare il Collegato. E’ stato approvato il 20 di dicembre e già il 23 dello stesso mese è stato promulgato per dare la possibilità alla ragioneria di poter procedere ai pagamenti nei primi giorni dell’anno.

L’errore può capitare, è umano, soprattutto rispetto a centinaia di emendamenti che sono stati discussi e, magari, la trasformazione di emendamento in atto di indirizzo non si è riuscita a concretizzare.

Possiamo recuperare e mi sembra che le obiezioni dei colleghi vadano in questa direzione.

Possiamo procedere a votare il verbale della seduta precedente per come argomentato dai colleghi con le integrazioni e le modifiche.

Successivamente, dovremo poi provvedere a votare i provvedimenti che consentiranno di apportare le correzioni proposte dai consiglieri regionali, onorevoli Adamo e Chiappetta, ma lo faremo dopo che il Consiglio sarà nella sua interezza, cioè dopo l’approvazione del provvedimento di sostituzione del consigliere Morelli con il consigliere Morrone.

Possiamo procedere alla votazione del verbale, così come integrato.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 158/9^ d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Giuseppe Morrone (art. 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55)”

PRESIDENTE

Si passa al primo punto all’ordine del giorno che recita <<proposta di provvedimento amministrativo numero 158/9^ d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica, con il consigliere Giuseppe Morrone (art. 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55)”>>.

Prego, onorevole Morrone, può prendere posto tra i banchi del Consiglio regionale. Auguri di buon lavoro.

(Il consigliere Morrone prende posto tra i banchi)

Do lettura del provvedimento, così come mi dicono i funzionari dell’ufficio:

“Il Consiglio regionale

visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in data 23 dicembre 2011, trasmesso dall’Ufficio territoriale del Governo di Catanzaro in data 3 gennaio 2012, relativo alla sospensione del signor Francesco Morelli dalla carica di consigliere regionale a decorrere dal 10 novembre 2011, atteso che trattandosi di sospensione intervenuta ai sensi dell’articolo 15 comma 4 bis e 4 ter della legge regionale 19 marzo 1990, numero 55 e successive modificazioni e dalla legge 12 gennaio 1994, numero 30, questo Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 3 della citata legge numero 30/1994 deve procedere nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione e comunque non oltre 30 giorni da detta notificazione alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti.

Considerato che come risulta dalla copia del verbale dell’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Cosenza, relativo all’elezione del Consiglio regionale della Calabria, anno 2010, nella stessa lista numero 8 avente in contrassegno Pdl nella quale è stato eletto il consigliere sospeso, il candidato che ha riportato dopo gli eletti il maggior numero di voti è il signor Giuseppe Morrone con cifra individuale 6.838;

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere al signor Giuseppe Morrone in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamata;

vista la legge 12 gennaio 1994, numero 30;

delibera

di procedere alla temporanea sostituzione del consigliere regionale Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica, affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere regionale al signor Giuseppe Morrone, candidato che ha riportato dopo gli eletti il maggior numero di voti con cifra individuale 6.838;

di dare atto che detta supplenza avrà termine con la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi”.

Pongo in votazione la delibera.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Sull’ordine dei lavori

Bruno CENSORE

Grazie,  Presidente, solo per illustrare un ordine del giorno a mia firma e dei consiglieri Dattolo, Fedele, De Masi, Ciconte e Guccione relativamente “alla revisione delle circoscrizioni dei giudici di pace”.

Come è a tutti noto in Calabria saranno soppressi 51 uffici dei giudici di pace che insistono in tutte le province calabresi e soprattutto in comuni montani.

L’istituto del giudice di pace è stata una felice intuizione da parte del legislatore perché ha accelerato i tempi della giustizia a favore dei cittadini e c’è stata una percezione positiva da parte degli italiani.

Oggi, con questo accorpamento e con queste soppressioni, aumenteranno i disagi per i cittadini che dovranno spostarsi nei capoluoghi di provincia. Oltre ai disagi aumenteranno le spese, quindi non più una giustizia vicina ai cittadini.

Noi chiediamo che il Consiglio regionale voti alla unanimità questo ordine del giorno affinché il Presidente della Giunta regionale e la Giunta si attivino presso il Governo nazionale, presso il Ministero di grazia e giustizia, affinché sia rivisto il Piano.

Ci sono molti comuni che sono disponibili ad accollarsi le spese delle sedi e, quindi, non ci sono aggravi di costo per il Ministero.

Quindi, signor Presidente, dato che questo ordine del giorno è stato firmato dai rappresentanti di tutti i partiti presenti in Consiglio ne chiedo la votazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Censore.

Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno in coda, al numero 7 dell’ordine dei lavori.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una mozione che ho presentato e che è stata condivisa dai colleghi Scalzo, Amato e altri.

Si riferisce al ricordo della tragedia della “Fiumarella” del 23 dicembre 1961 per il quale c’è stato un momento di forte commemorazione lo scorso 23 dicembre a Catanzaro.

Chiediamo con questa mozione che quel tragico evento, quella pagina drammatica che ha riguardato una zona intera della pre-Sila e del Reventino con 71 vittime, tra l’altro cancellando intere generazioni di studenti e lavoratori, sia ricordato in questa sede, anche con l’osservazione di un minuto di silenzio.

Deve essere un momento di ricordo e di conservazione della memoria che, tra l’altro, deve farci riflettere su come le istituzioni e la politica devono impegnarsi affinché il sistema trasporti – capitolo che è oggi dimenticato – venga messo in sicurezza.

Tra l’altro, l’impegno che si chiede - e già l’assessore Caligiuri ha dato la disponibilità all’accoglimento di questa mozione - è affinché, attraverso l’assessorato regionale alla cultura, si ricordi nelle scuole calabresi questa pagina drammatica con delle iniziative per far sì che gli studenti calabresi conservino la memoria del loro passato, di modo che questo sia da sprone e da monito per far crescere una cultura e creare momenti di confronto. E’ importante che ci sia da un lato il ricordo e dall’altro ci siano le azioni per recuperare la funzione sociale dei trasporti interni e delle Ferrovie della Calabria.

Questa è la mozione di cui chiedo l’inserimento all’ordine del giorno e se l’Aula lo riterrà, chiedo di osservare anche un minuto di raccoglimento per l’occasione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, intanto, l’inserimento all’ordine del giorno così come abbiamo fatto per l’altro. Poi, quando arriveremo al punto decideremo cosa fare.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo perché ormai non è la prima volta e gli ordini del giorno delle sedute di Consiglio regionale recano una serie interminabili di interrogazioni che, di fatto, esauriscono buona parte dei lavori del Consiglio.

Viene riproposta anche in questa occasione all’ultimo punto una questione che io ritengo di grande importanza che è quella delle mozioni che riguardano questioni cruciali, spesso, nella vita della nostra Regione.

Signor Presidente, mi permetto di proporre, pur ritenendo assolutamente legittime le interrogazioni che vengono proposte, di discuterne in questa sede un congruo numero per poi invertire l’ordine del giorno e cominciare a discutere alcune delle mozioni che risalgono ormai ad oltre un anno e mezzo e che rimangono non discusse pur riguardando problemi cruciali, per poi riprendere, eventualmente, con le interrogazioni fino a esaurimento.

Questa è la proposta che ritengo di fare e poi il Consiglio, ovviamente, si potrà determinare anche in relazione agli altri punti all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Onorevole Imbalzano, soltanto la prima ora di seduta è dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

Sono le 14,20 pertanto alle 15,20 finirà il tempo dedicato alle interrogazioni; quindi, dove si arriva si arriva. Poi, per quanto riguarda la sua proposta, mi dirà quali sono le mozioni che lei ritiene più opportuno discutere rapidamente.

Candeloro IMBALZANO

Presidente, seguendo l’ordine di presentazione. Credo ce ne siano almeno 50 che aspettano di essere discusse.

PRESIDENTE

Bene così. Procediamo intanto con l’ordine del giorno così come organizzato, dedicando la prima ora alle interrogazioni.

Prima di procedere con le interrogazioni volevo concludere sia il ragionamento avviato dall’onorevole Chiappetta di modifica alla legge regionale, al bilancio di previsione, che abbiamo approvato nell’ultima seduta di Consiglio, sia quello dell’onorevole Adamo.

Possiamo votare le due norme, che correggeranno la legge finanziaria.

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta dell’onorevole Chiappetta che abbiamo già annunciato.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l’inserimento della proposta di legge di modifica dell’articolo 41 del Collegato, così come richiesto dal consigliere Adamo.

(Il Consiglio approva)

Progetto di legge numero 296/9 d’iniziativa del consigliere Chiappetta, recante : “Modifica dell’articolo 20, comma 2 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47

PRESIDENTE

Pongo ai voti la proposta di legge.

(Il Consiglio approva)

Progetto di legge numero 297/9^ d’iniziativa del consigliere F. Talarico, recante: “Modifica ed integrazione dell’articolo 41 della legge regionale 23 Dicembre 2011, n. 47”

PRESIDENTE

Pongo ai voti la proposta di legge, di soppressione dell’articolo 41 del Collegato.

(Il Consiglio approva)

Interrogazioni a risposta immediata

PRESIDENTE

Possiamo incominciare con le interrogazioni a risposta immediata.

Interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari”

PRESIDENTE

Si passa all’interrogazione a risposta immediata numero 144 del 17.06.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Franchino “Sulla realizzazione dell’Aeroporto di Sibari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l’Amministrazione provinciale di Cosenza ha approvato il bilancio dell’Ente destinando venti milioni di euro nel Piano degli Investimenti per la realizzazione dell’aeroporto di Sibari;

la Camera di Commercio di Cosenza si è dichiarata disponibile a partecipare alla realizzazione e alla gestione dell’opera, stanziando 500 mila euro per l’anno 2011;

le istituzioni locali della Sibaritide, le forze imprenditoriali locali e gli operatori turistici si sono dichiarate anch’esse favorevoli e disponibili a partecipare alla realizzazione e alla gestione di questa importante infrastruttura aeroportuale -:

quali interventi amministrativi e quali disponibilità economiche la Regione intende impegnare a favore della realizzazione dell’aeroporto di Sibari che rappresenterebbe senz’altro il volano per lo sviluppo economico della Calabria sia dal punto di vista turistico, essendo quest’area sede di straordinari siti archeologici, che per il rilancio del mercato agroalimentare di un’area strategica come la Sibaritide che è sede anche del Distretto agro-alimentare di qualità.”

Ricordo i tre minuti. Risponde la Vicepresidente dottoressa Stasi, poi ci sarà un altro minuto a disposizione dell’interrogante.

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, ritengo l’interrogazione superata perché il Presidente Scopelliti alla Camera di commercio di Cosenza ha preso impegno per il finanziamento dell’aeroporto di Sibari ed anche,   proprio in questi giorni, a convocare un tavolo tecnico per avviare le procedure per la realizzazione di detto aeroporto.

Interrogazione a risposta immediata numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”

PRESIDENTE

Possiamo procedere con la prossima interrogazione a risposta immediata di cui do lettura; è la numero 151 del 12.07.2011 a firma del consigliere Sulla “In ordine alla istituzione nella provincia di Crotone del Servizio Vigilanza e Controllo OO.PP. – Sismico – Supporto Tecnico Protezione Civile”:

Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori al personale e alle infrastrutture e lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

con delibera n. 204 del 3 marzo 2010, recante “Approvazione della Struttura del Dipartimento 9 - Infrastrutture, lavori pubblici, politiche della casa, Erp, Abr, risorse idriche, ciclo integrato delle acque”, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore al personale, ha istituito nella provincia di Crotone il Servizio vigilanza e controllo OO.PP. - Sismico - Supporto tecnico protezione civile;

a distanza di 16 mesi dall’approvazione della sopra citata delibera, Crotone continua ad essere l’unica provincia della Calabria nella quale tale ufficio non è ancora presente. Circostanza questa che, come ovvio, produce un notevole disagio a cittadini, tecnici ed istituzioni che si vedono costretti, per porre in essere gli adempimenti previsti dalle normative sia nazionali che regionali, ad onerose trasferte a Catanzaro;

è evidente l’importanza che detto servizio riveste non solo in materia di lavori pubblici ed edilizia, ma anche di tutela delle acque e di progettazione e studio sui fattori di rischio sismico, geologico e idrogeologico, facilitando la possibilità di intervento e interazione fra la Regione e gli enti locali -:

lo stato di attuazione della delibera in questione.”

Prego, onorevole Sulla. La risposta la fornirà l’assessore Gentile.

Francesco SULLA

Presidente, la ringrazio ma l’interrogazione era stata formulata in una prima versione a risposta scritta il 13 settembre 2010, quindi più di un anno e 4 mesi fa. Poi, è stata riproposta a luglio del 2011 a risposta immediata sperando che avesse maggior fortuna.

Rimane, comunque, sempre attuale dal momento che, a due anni dalla delibera numero 204 del 3 marzo 2010, recante “Approvazione della struttura del dipartimento 9, infrastrutture lavori pubblici, politiche della casa, edilizia residenziale ecc.” non si è proceduto all’istituzione nella provincia di Crotone del servizio di vigilanza e controllo delle opere pubbliche-sismico, supporto tecnico alla protezione civile.

Praticamente, per chi non è addetto ai lavori, stiamo parlando dell’ex Genio Civile.

Siamo quasi a due anni da quella delibera che la Giunta precedente aveva approvato senza trovare alcun riscontro alla modifica che era stata già apportata alla strutturazione degli uffici e dei servizi regionali.

L’interrogazione era tesa a conoscere lo stato di attuazione della delibera.

Mi meraviglia il fatto che, a più di un anno dalla presentazione della interrogazione, non si sia provveduto ancora a dar corso a quella delibera, creando gravi problemi ai tecnici, alle istituzioni, ai cittadini che si vedono costretti ad andare a Catanzaro per avere risposte agli adempimenti che sono previsti dalle normative nazionali e regionali.

Poiché le normative sono diventate più stringenti, quelle regionali in particolare, sarebbe opportuno che l’unica provincia della Calabria a non aver ancora il Genio civile vedesse colmata questa lacuna.

Ho sentito che risponderà l’assessore Gentile anche se credo che la materia sia di pertinenza dell’assessorato al personale perché la delibera conferiva a quest’ultimo il compito di istruire tutto il percorso necessario a colmare la vacanza di personale più che le questioni tecniche che erano state già affrontate con l’assessorato ai lavori pubblici.

L’interessante è che venga data una risposta. La ringrazio.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Il collega ha pienamente ragione perché è una vecchia pratica che non riesce ad arrivare a soluzione.

C’è stato, però, tutto il nostro impegno come dipartimento dei lavori pubblici per trovare il dirigente adatto a gestire.

Abbiamo investito anche molti consiglieri regionali del comprensorio per aiutarci a trovare il dirigente adatto a sostenere questa grande responsabilità.

Come lei sa aprire il Genio civile a Crotone non è difficile. Sostenere però alcune responsabilità in ordine alla sismica e ad altre cose ,è  particolare, per cui gli uffici, per lo meno i nostri uffici, hanno finalmente individuato la persona adatta che può risolvere questo problema.

Comunque, ho invitato la delegazione di Crotone, i colleghi della maggioranza, la Vicepresidente Stasi, il consigliere Pacenza e altri amici, invito anche il collega Sulla, a vederci la prossima settimana in assessorato e tentare insieme di risolvere questo problema in modo definitivo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sulla. Ne ha facoltà.

Francesco SULLA

Mi ritengo soddisfatto per la disponibilità che, conoscendo il collega Gentile, non avevo dubbi ci fosse. Ma sono sicuramente insoddisfatto per quello che è stato il lavoro svolto fino ad oggi, perché se in due anni non si riesce a trovare una persona nelle condizioni di poter gestire quell’ufficio, la situazione diventa davvero preoccupante nella gestione del personale della Regione Calabria.

Tuttavia, però, almeno questa apertura di confronto, che non è assolutamente una abitudine nel panorama che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo in questi due anni, mi pare sia  importante.

Ringrazio il collega Gentile per questo e spero che il suo modo di affrontare le questioni prenda più piede anche in altri rappresentanti di questa Giunta. La ringrazio.

Interrogazione a risposta immediata numero 167 del 2.09.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, Guccione “Sulla gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.A.

PRESIDENTE

Do lettura adesso della Interrogazione a risposta immediata numero 167 del 2.09.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, Guccione “Sulla gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.A.”: “Al Presidente della Giunta regionale – Per sapere - premesso che:

la Corte dei Conti, Sezione regionale di Controllo per la Calabria, nell’adunanza del 29 luglio 2011 ha approvato la relazione sulla “gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria anche con riferimento alla costituzione ed alle attività delle società miste”, in cui emergono forti criticità nella gestione del sistema idrico calabrese e sulla società Sorical S.p.a.;

la Legge Regionale n. 34 del 29 dicembre 2010, in merito all’istituzione dell’ATO unico regionale, è stata emanata in sostituzione della Delibera n. 94 del 31 gennaio 2008 - recepita nella Legge Regionale n. 15/2008 - che assegnava alle Province le competenze dell’ATO e che la stessa è operativa nel momento in cui si verificano due condizioni:

1. che venga attuato il comma n. 3 che prevede: “che la Giunta Regionale, sulla base di un piano di ricognizione elaborato dagli ATO provinciali, con il supporto di un commissario liquidatore, fornisca appropriate linee guida d’indirizzo per l’organizzazione della gestione del servizio idrico integrato, allo scopo di dare attuazione alle disposizioni di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche individuando specifici ambiti di gestione e disciplinando le forme e i modi di consultazione dei Comuni ricadenti nei medesimi ambiti ottimali”;

2. che venga attuato il comma n. 5 che prevede: “entro il 28 febbraio 2011, la Giunta regionale su proposta del Dipartimento “Infrastrutture e Lavori Pubblici” approva un Piano Operativo per incidere sulle criticità strutturali e di sistema che oggi si registrano nei processi organizzativi del servizio idrico ... omissis ...a sostegno dell’esposizione debitoria dei Comuni per l’espletamento pregresso del servizio di approvvigionamento. All’uopo ci si potrà avvalere del supporto tecnico di Sorical s. p. a.”;

per quanto riguarda il punto 1) le linee guida non sono state ancora emanate, tant’è che il Dipartimento responsabile va a "concordarle" con i commissari liquidatori testé nominati sulla scorta di un piano di ricognizione che doveva essere elaborato dai singoli ATO e che il commissario avrebbe dovuto recepire e condividere;

tutto ciò non risulta e, comunque, tale attività sarebbe da considerare un duplicato di ciò che già la Legge Regionale n. 15/2008 aveva previsto in vista della predisposizione di una legge organica di trasferimento delle funzioni alle Province stesse;

tutto questo non si configuri come uno sperpero di denaro pubblico, atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n. 1 della Legge Regionale n. 34/2010. C’è da tenere presente, al riguardo, che la Corte dei Conti, come meglio precisato più avanti per il punto 2 ha già attenzionato tale situazione conflittuale;

al punto 2 il Piano operativo allegato alla Delibera di G.R. n. 71 del 28 febbraio 2011 - che è stata emanata in attuazione del comma n. 5 dell’art 47 della Legge regionale n. 34 del 29 dicembre 2010 - come parte integrante, appare come una proposta slegata totalmente dalla realtà, poiché il piano stesso è finalizzato soltanto a consentire il rientro finanziario ad un solo operatore di un solo segmento del servizio idrico integrato (Sorical) ignorando totalmente gli altri operatori che sì occupano dei restanti segmenti dello stesso Servizio. A tal proposito si tenga presente che:

1) il primo segmento rappresenta soltanto il 25% del sistema;

2) molti Comuni svolgono in proprio e in economia i servizi di almeno altri due segmenti (quasi sempre idrico secondario e fognature);

tutte le leggi nazionali che si sono susseguite nel merito (ultimo il decreto legislativo n. 152/2006) configurano il servizio idrico integrato come una realtà unitaria e solidale, cosicché appare che il citato "Piano Operativo" si configura in un ambito di totale incostituzionalità;

l’avere bloccato tutte le procedure di affidamento senza aver fornito adeguate linee di indirizzo va a configurare, nell’immediato, una situazione di stallo nella gestione tecnica di molti impianti di depurazione;

sulla Delibera n. 71/2010 la Corte dei Conti - nella sua relazione annessa alla Delibera n. 369 del 29 luglio 2011 - rileva che essa non tiene conto che il nuovo soggetto regionale non ha preso ancora corpo e, soprattutto, che gli enti locali (Comuni) non possono essere esautorati delle proprie specifiche competenze in materia di gestione del servizio idrico;

come detto, l’aver privilegiato il solo aspetto dell’approvvigionamento primario va a ledere il diritto dei Comuni, anche in considerazione del fatto che la stessa Corte dei Conti esclude che i Comuni possano sottoscrivere "Protocolli d’Intesa" o addirittura atti di cessione di proprietà o di competenze ad un soggetta privato come è Sorical, che pur essendo Società mista mantiene le caratteristiche di una S.p.A. privata;

la Corte, inoltre, dall’esame di tutte le Delibere e Leggi che hanno sin qui sostenuto Sorical, sembra intravedere pure che la Regione abbia più volte coperto con proprie risorse quella quota di investimenti che avrebbe dovuto coprire la Società con proprie risorse;

deve infine tenersi presente che la Corte esamina anche la situazione generale (ed anche particolare della Sorical) alla luce del referendum abrogativo che non consente sic et simpliciter il rientro in tariffa delle quote destinate ad investimenti;

la legge regionale n. 34 del 2010 non tiene affatto conto di tutto questo -:

se non si debba affrontare la questione in via più organica, mettendo mano immediatamente ad una riforma complessiva del settore che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni, così come la Delibera n. 71/2011 sembra ipotizzare;

se verrà portata all’attenzione del Consiglio la risposta che la Giunta Regionale ha dato o intende dare alla Delibera n. 369/2011 della Corte dei Conti, che nelle conclusioni della Relazione di accompagnamento evidenzia tutte le perplessità sopra esaminate circa la disorganicità ed incostituzionalità della Legge regionale n. 34/2010 ed atti annessi e conseguenti.”

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Grazie, Presidente, questa è una interrogazione a cui noi diamo un significato pregnante anche perché c’è stata una relazione da parte della Corte dei conti dello scorso 29 luglio. Chiaramente si pronunciava sulla gestione del sistema idrico integrato in maniera molto pesante; non solo sul sistema idrico integrato ma anche sulla attività e sulla gestione delle società miste.

In questa relazione sono emerse delle criticità nella gestione del sistema idrico integrato ma anche profili di incostituzionalità sulle varie leggi che regolamentano questo settore.

Come è a tutti noto, la legge regionale numero 34 del 2010 ha istituito l’Ato unico regionale. Praticamente questa legge sostituiva un precedente indirizzo di una legge del 2008 che aveva assegnato alle province le competenze dell’Ato.

La legge 2010 è operativa quando si verificano due condizioni.

La prima condizione è che venga fatta una ricognizione all’interno degli  Ato provinciali sulla loro situazione e, poi, in base a questa situazione,dovrebbero essere emanate delle linee guida da approvare entro il 28 febbraio. Al momento, però, non sono state ancora emanate.

Il secondo punto è che entro il 28 febbraio 2011 doveva essere predisposto un Piano operativo. In questa procedura ci sono però delle incongruenze, perché sono stati nominati i commissari degli  Ato provinciali con una duplicazione di spesa e questo è stato censurato da parte della Corte dei conti che ha ravvisato una situazione conflittuale.

Lo stesso Piano operativo, allegato alla delibera di Giunta, predispone un piano di rientro ma lo fa solo per Sorical e non per i comuni che sono esposti dal punto di vista finanziario.

Noi pensiamo – e lo pensa anche la Corte dei conti – che questo Piano sia incostituzionale poiché i comuni sono parte integrante nella gestione del sistema idrico integrato, in particolare per quanto attiene alla depurazione dove si registra una situazione di stallo.

Ci sono molti comuni che non riescono a mandare avanti i depuratori che sono fermi e, quindi, c’è una situazione di anarchia.

Pensiamo, allora, che ci debba essere una sistemazione, una riforma complessiva del settore perché la situazione non è più sostenibile.

Noi abbiamo dato una anticipazione a Sorical, una seconda subordinata al rientro della prima è stata data nell’ultima finanziaria e siamo al collasso del sistema.

Vi dico che nella mia provincia i sindaci non sanno più che fare, non hanno i soldi, i depuratori sono fermi e quindi vi è una situazione di enorme gravità.

Su questa questione chiedo lumi perché mi pare che ci sia una incapacità di fondo di gestire un sistema ed un settore così delicato. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Credo di poter dire che Sorical non l’abbiamo inventata noi. C’è, lo sappiamo tutti, ed è nata con molti difetti e limiti, senza voler criticare nessuno.

Da quando ci siamo insediati stiamo lavorando per correggere alcuni difetti e per fare in modo che la rete funzioni perfettamente ma, ancora, non siamo riusciti a venirne a capo; lo dico  per essere seri fino in fondo.

Con il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, stiamo lavorando affinché si faccia una ricognizione completa di tutto quello che c’è.

Stiamo facendo questo lavoro in questi giorni, in questi mesi e credo di poter dire che, forse, fra un mese e mezzo o due saremo in grado di fare un discorso completo. Vorrei farlo anche con le forze di opposizione, di minoranza in Consiglio regionale.

Vorrei affrontare il problema nella sua interezza perché abbiamo predisposto alcuni provvedimenti e abbiamo messo in moto alcuni meccanismi all’interno della finanziaria dell’anno scorso. Questi meccanismi stanno producendo alcuni effetti.

Uno di quegli effetti riguarda l’Ato. Non sono effetti che risolvono definitivamente i problemi, ma ci sono e ci consentono di avere un quadro più preciso di tutto quello che c’era.

Poi, c’è una parte che riguarda i comuni. I comuni in gran parte, sia per la crisi nazionale, quindi per difficoltà di ordine generale, sia perché il meccanismo non funziona bene, pagano difficilmente.

Per cui Sorical, che è formata a maggioranza dalla Regione Calabria col 54 per cento e da Veolia con il resto della percentuale, non funziona nemmeno bene.

La società accredita dai comuni una somma complessiva che si aggira intorno a 170 milioni di euro. Si crea quindi una grande difficoltà, una difficoltà di liquidità e di gestione.

Abbiamo invitato Sorical a tagliare molte spese e per la verità credo che in parte questo sia stato fatto e stia avvenendo.

Non basta. Vanno azionati gli altri meccanismi che abbiamo previsto nella legge.

Quando saremo in grado di azionare anche quelli, probabilmente, in quella occasione saremo in grado di fare un discorso molto serio e sereno in modo da vedere cosa fare del problema acqua in Calabria.

Chiedo di dilazionare di qualche tempo in modo da fare un ragionamento serio in modo completo. Così saremo in grado tra un mese e mezzo o due di parlare di Sorical e soprattutto della vicenda acqua in Calabria.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Presidente, non mi ritengo soddisfatto anche perché l’interrogazione è molto puntuale e richiama atti prodotti da questo Governo regionale.

Intanto, ho citato una delibera che recita in modo testuale che entro il 28 febbraio 2011 la Regione deve approvare un piano operativo. La delibera non l’ho scritta io, l’avete scritta voi.

Che poi l’assessore chieda altri due mesi, vuol dire che sul sistema della depurazione, sul sistema idrico questa Giunta – per usare un eufemismo – fa acqua da tutte le parti come i tubi che servono le nostre comunità, al pari della ricognizione che l’assessore mi dice che deve essere fatta. Anche in merito a questo, un Ato che è stato istituito nel 2010 - parliamo della legge finanziaria dello scorso anno – dava il compito alle province di operare la ricognizione per poi arrivare all’Ato unico regionale.

La situazione è molto chiara ed è stato appalesato dall’assessore che questa è una Giunta inconcludente ed incapace di affrontare le grandi questioni della Calabria.

Ho parlato di sindaci che hanno i depuratori fermi e questo vuol dire che non riuscite nemmeno a gestire l’ordinario. Grazie.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Solo un attimo per precisare una cosa.

(Interruzione)

Non ho parlato di depurazione, ma solo della parte che riguarda l’acqua idropotabile. Non ho parlato di depurazione.

(Interruzione)

Bruno CENSORE

L’Ato unico non riguarda solo l’idropotabile. Nella mia provincia i comuni sono al collasso. Poi magari questa estate ci direte che il mare è inquinato e che il Presidente Scopelliti si fa il giro con l’elicottero.

PRESIDENTE

Onorevole Censore, stop! Andiamo avanti con la prossima interrogazione.

Interrogazione a risposta immediata numero 168 del 7.09.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle iniziative che si intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 168 del 7.09.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Censore, Aiello F., De Gaetano “Sulle iniziative che si intendono adottare per consentire il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici. Per sapere - premesso che:

la Regione Calabria con la Legge regionale n. 31 del 19 ottobre 2009, modificata ed integrata dalla Legge regionale n. 52 del 28 dicembre 2009, ha disposto le Norme per il reclutamento del personale - Presidi idraulici, al fine di garantire il servizio pubblico essenziale di monitoraggio della rete idrografica regionale;

l’Afor è stata autorizzata ad assumere personale part-time con qualifica di sorvegliante, addetto ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati e ufficiale idraulico, necessario allo svolgimento del predetto servizio, a mezzo di procedure selettive ai sensi dell’articolo 16, legge 29 febbraio 1987, n. 56, eseguite secondo le procedure di cui alla delibera della Giunta regionale n. 266 del 14 maggio 2006 ed integrata dalle delibere di Giunta regionale n. 668 del 08 ottobre 2007 e n. 961 del 9 dicembre 2008, presso le competenti sedi decentrate per l’impiego di ogni singola provincia in funzione del fabbisogno dei singoli presidi idraulici;

il Commissario Liquidatore dall’Ente Afor, Azienda Forestale della Regione Calabria con Delibera n. 51 del 11.02.2009 ha approvato, in attuazione alle suddette leggi, l’avviso pubblico per l’avviamento a selezione di personale con le mansioni di:

- sorveglianti ed ufficiali idraulici, con compito di monitorare la rete idrografica al fine di effettuare il censimento costante delle opere idrauliche presenti, delle situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le aste fluviali;

- addetti ai centri di digitalizzazione dei dati georeferenziati, con l’immissione dei dati raccolti su software applicativo;

con Deliberazione Commissariale n. 330 del 24 novembre 2010, l’Afor ha provveduto all’assunzione a tempo indeterminato del personale part-time da adibire al monitoraggio delle rete idrografica regionale, individuato a seguito delle su indicate procedure e il rapporto tra le parti è stato regolato con la Determina del Responsabile del Procedimento n. 1129 dell’11 novembre 2010;

la Regione Calabria, su proposta dell’Assessore regionale ai lavori pubblici, con delibera di Giunta n. 602 del 14 Settembre 2010 in merito all’attivazione dei Presidi Territoriali Idrogeologici ed idraulici ha modificato ed integrato la Deliberazione n. 644 del 21 settembre 2009, variando la struttura organizzativa dei Presidi Territoriali Idrogeologici ed idraulici nelle aree programma già individuate dall’art. 2 della L.R. 35/96 affidando all’Afor una gestione tecnico-amministrativa degli Uffici territoriali del Presidio, ferme restando le competenze in materia di Difesa del Suolo attribuite alle Province dalla legge regionale n. 34/2002;

i servizi di controllo e monitoraggio che il Presidio svolge sono i seguenti:

- servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica (Capo I del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) - consiste nella osservazione sistematica e programmata sia qualitativa che quantitativa di parametri fisici dei processi in atto nel bacino che rappresentano indicatori dello stato del bacino e del suo equilibrio (ci si può riferire a reti pluviometriche, a piezometri, idrografi, od altre reti strumentali); comprende le attività di rilevazione connesse alla gestione del Sistema Informativo del Rischio Idrogeologico e le attività anche di emergenza connesse alla Protezione Civile (Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004: "Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”);

- servizio di Polizia idraulica (Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n. 523) - si esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale Idraulico e/o Sorvegliante idraulico, con poteri anche sanzionatori (Capo II del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669), che vigila nei campi delle attività estrattive, delle cave, delle derivazioni idriche superficiali e sotterranee, degli effluenti liquidi, delle discariche di rifiuti, della protezione della flora e della fauna (in sintonia con le attività svolte dalle Province);

- servizio di Piena (Capo VI del R.D. 9 dicembre 1937, n. 2669) – si esplica attraverso personale con la qualifica di Ufficiale idraulico e/o Sorvegliante idraulico, che nella fase di allerta (durante un evento di piena), osserva, in maniera diretta e continua, i livelli idrici in corrispondenza di sezioni particolarmente significative, e, nella fase di allarme (dopo l’evento), assolve a Servizi di Protezione Civile atti a scongiurare danni a persone e cose o a ridurre il progredire dei dissesti (Delibera della Giunta della Regione Calabria n. 877 del 2 ottobre 2002);

ad oggi, nonostante che il servizio di monitoraggio della rete idrografica regionale è esecutivo dal 20 dicembre 2010, l’Afor non ha ancora dotato il personale dell’Attrezzatura minima e indispensabile per garantire il servizio pubblico essenziale, nella norma più adeguata sia per il rilevamento e sia per il trattamento dei dati riscontrati sul territorio;

per l’espletamento del servizio e cioè, il censimento costante delle opere idrauliche presenti e per la rilevazione delle situazioni di dissesto, pericolo ed abuso lungo le aste fluviali, mancano le seguenti strumentazioni:

- ricevitore GPS, per la localizzazione satellitare che consente di ubicare gli ambiti rilevati (dato fondamentale per il personale addetto ai centri di digitalizzazione dei dati);

- macchina fotografica, per fornire una visione esatta della stato dell’ambito rilevato;

- strumenti di misura, che permettano di effettuare con esattezza il censimento delle opere idrauliche;

- cartografia di dettaglio, adeguata al servizio ed aggiornata;

- DPI - Dispositivi di Protezione Individuali - conformi e rispondenti alle caratteristiche dell’attività di sorveglianza;

- mezzi di trasporto, idonei al servizio;

- postazioni PC con software applicativi per garantire l’immissione dei dati raccolti e la digitalizzazione dei dati georeferenziati;

- Sistema Informativo Territoriale e GIS, per assicurare l’Archiviazione dei dati georeferenziati, in modo che gli stessi siano fruibili;

la mancanza delle suddette Attrezzature (minime), rende vane tutte le attività d’ispezione effettuate dai sorveglianti ed ufficiali idraulici, e l’attuale organizzazione dell’Afor non assicura nessuna gestione dei dati rilevati da connettere ad un "Sistema Informativo" che è essenziale per qualsiasi attività di previsione al Rischio Idrogeologico, ma principalmente di salvaguardia per incolumità della popolazione calabrese -:

quali iniziative urgenti si intendono adottare per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno svolgimento delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica, poiché tale situazione rischia di procurare gravi danni a persone e a cose visto che il Servizio non può essere espletato in conformità alle leggi vigenti in materia, per una non adeguata capacità tecnica-organizzativa dell’Afor;

se non ritiene più idoneo che tali servizi, trovino ad essere collocati nella “Autorità di bacino Regionale”, l’unico e solo Ente preposto e a gestire tali attività (art. 2 della legge n. 35 “L’autorità di Bacino opera <...al fine di perseguire l’unitario governo dei bacini idrografici, indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di attuazione inerenti ai bacini idrografici di propria competenza...>”), per come è attuato nelle altre Regioni italiane.”

Prego, onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Presidente, noi parliamo di un servizio, quello della Sorveglianza della rete idrografica regionale, di grande importanza perché è finalizzato alla messa in sicurezza del territorio e dei fiumi.

Questo servizio è stato, come competenza, affidato all’Afor che ha assunto a tempo indeterminato il personale part-time da adibire a monitoraggio della rete idrografica regionale.

Già questo è un aspetto grave perché parliamo di personale part-time, come se qualcuno fosse in grado di mettersi d’accordo con il Padreterno per verificare in quali giorni questo servizio va compiuto. Perché essendo part-time i dipendenti lavorano tre giorni a settimana e, quindi, non7 giorni su 7, come richiederebbe la delicatezza del servizio.

In più l’Afor non è in grado di gestire questo servizio. Non ha l’organizzazione e i dati raccolti dai sorveglianti idraulici non possono essere gestiti per l’allertamento delle varie criticità che i sorveglianti idraulici svolgono quotidianamente nella loro azione lungo le aste del fiume.

E’ questo un altro aspetto molto delicato. Per legge la sorveglianza idraulica fa servizio di vigilanza e sorveglianza idraulica lungo il corso dei fiumi, comprende le attività di rilevazione connesse alla gestione del sistema informativo del rischio idrogeologico e le attività di emergenza connesse alla protezione civile, svolge servizio di polizia idraulica, servizio di piena e, nel momento in cui si verifica l’evento, deve essere lì sul posto a sorvegliare.

Credo che dobbiamo fare un salto di qualità da questo punto di vista e lo chiedo alla Giunta regionale e all’assessore Gentile. In tutta Italia il servizio di sorveglianza idraulica è in capo all’Autorità di bacino regionale per tanti motivi. Perché ha le competenze tecniche, perché ha la strumentazione, perché svolge quotidianamente un lavoro di ammodernamento e di aggiornamento del Pai.

Credo che su questa questione dovremmo investire. Siamo una Regione che ha subito nel corso degli ultimi 3-4 anni circa 2 miliardi di danni per la difesa idrogeologica.

Dobbiamo investire in sicurezza, in prevenzione e dobbiamo farlo solo perché questi giovani che oggi lavorano nella sorveglianza idraulica hanno acquisito competenze.

Dobbiamo dar loro strumenti e risorse, effettuare un servizio 7 giorni su 7 e passare le competenze all’Autorità di bacino.

Credo che questo sarebbe un grande salto di qualità nell’interesse della Calabria e della sicurezza del suo territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gentile. Prego.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

Ringrazio il consigliere Guccione perché pone un problema molto importante e devo dire che l’interrogazione non è strumentale. E’ una presa di coscienza che ci deve essere da parte della Regione, che subisce di tanto in tanto alluvioni e danni devastanti.

Quindi, avere i presidi idraulici funzionanti e adeguati alla domanda che viene dal territorio, secondo me, è una delle cose più importanti e più qualificanti.

Gli uffici stanno lavorando per assegnare tutto questo comparto all’Autorità di bacino in modo da fare un discorso unico e poter veramente rendere utili queste professionalità e soprattutto nella prevenzione.

Da parte dei nostri uffici, c’è già un certo impegno ma stiamo intensificando perché bisogna trovare anche le risorse necessarie. Parte delle risorse per incrementare efficientemente le abbiamo trovate, altre risorse, ancora, non se ne vedono.

Devo dire, però, che da parte della Giunta regionale c’è tutta la volontà. Speriamo quanto prima di azionare, con un atto deliberativo, lo spostamento di questo comparto all’Autorità di bacino.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Ringrazio l’assessore Gentile che ha ben compreso lo spirito della interrogazione.

Stiamo sollecitando in modo costruttivo per realizzare un servizio di sorveglianza idraulica che vada nella direzione di garantire un servizio che prevenga i danni, che dia la possibilità di allertare in tempo utile  circa le situazioni di gravità che si possono verificare in un territorio così devastato come la nostra regione.

Mi auguro che la Giunta trovi da parte nostra tutto l’appoggio a reperire le risorse necessarie affinché questo servizio si possa svolgere nell’arco della intera settimana e affinché esso passi al più presto all’Autorità di bacino ed, inoltre, affinché ci sia una strumentazione necessaria, perché ne va della sicurezza e della prevenzione dei cittadini calabresi, ed anche un cospicuo risparmio economico da parte della Regione che può, con questo servizio efficiente, prevenire i danni causati dal maltempo. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 171 del 30.09.2011 a firma del consigliere De Masi “In ordine alla pianificazione delle politiche sanitarie nella provincia di Crotone”.

L’interrogazione è decaduta per assenza del proponente.

Interrogazione a risposta immediata numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi: “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone”

PRESIDENTE

Anche l’interrogazione a risposta immediata numero 176 del 12.10.2011 a firma del consigliere De Masi: “In ordine alla mancata erogazione dei fondi per il completamento del Teatro Comunale di Crotone” è decaduta.

Interrogazione a risposta immediata numero 179 del 18.10.2011 a firma del consigliere Giordano: “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito dell’Asp n. 5”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 179 del 18.10.2011 a firma del consigliere Giordano: “Sullo stato dei pagamenti a favore delle farmacie ricadenti nell’ambito dell’Asp n. 5” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario alla sanità calabrese. Per sapere – premesso che:

risulta il mancato pagamento a favore di diverse farmacie in particolar modo quelle rurali, ricadenti nell’ambito della Asp n. 5 delle spettanze riguardanti le annualità 2006 e 2007;

nonostante gli impegni atti a sanare in tempi rapidi la situazione debitoria da parte  del direttore generale a tutt’oggi non risulta adottato alcun provvedimento finalizzato al pagamento di quanto dovuto;

tali ritardi stanno mettendo in difficoltà le strutture farmaceutiche in particolar modo quelle di piccole dimensioni, stante le problematiche afferenti l’accesso al credito bancario -:

se risponde al vero che non sono state ancora saldate le spettanze economiche nei confronti di numerose farmacie ricadenti nell’ambito dell’Asp 5 e concernenti le annualità 2006-2007;

se in caso affermativo non sia il caso alla luce di quanto specificato in premessa, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica delle strutture farmaceutiche”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie , Presidente, questa interrogazione, che ho presentato lo scorso ottobre, è purtroppo ancora attuale e riguarda il pagamento delle spettanze delle annualità 2006-2007.

La situazione che si sta verificando nell’Asp è che ci sono ritardi nei  pagamenti alle farmacie che sfiorano i 22 mesi.

Nonostante gli impegni presi più volte, la situazione non sembra essersi sbloccata e intendo sottolinearlo, ancora di più, con questa interrogazione.

Sembrerebbe che in alcuni casi, addirittura, siano state eseguite delle transazioni che riguarderebbero due o tre farmacie dell’intera provincia. Vorremmo sapere le motivazioni per le quali una eventuale transazione, un eventuale momento di confronto non ha riguardato la totalità delle farmacie della provincia, quindi dell’Asp, e con quali criteri è stato invece attuato da parte dell’Asp questo tipo di rapporto verso solo due o tre realtà.

Ovviamente l’attualità della questione che riguarda le farmacie è stata, tra l’altro, ripresa piuttosto recentemente con l’accento, la sottolineatura sui ritardi generalizzati dei pagamenti che, purtroppo, vedono la Calabria quasi in testa con i famosi 167 giorni di ritardi che mettono in ginocchio tutte le attività e ancora di più nel comparto sanitario.

Ormai non c’è più nemmeno la disponibilità finanziaria da parte degli istituti di credito verso le farmacie, che sono una categoria particolarmente vulnerabile.

Voglio ricordare che a breve, forse a marzo, dovrebbe entrare in vigore la direttiva  che prevede tempi di pagamento a 30 giorni. Questa direttiva doveva entrare in vigore il 30 marzo 2013 ma sembra che venga anticipata di un anno.

E’ importante, quindi che la Regione e le Asp siano attrezzate a questa eventualità perché sarebbe, oltre ad un disagio, anche un tracollo per l’economia e per la situazione della Calabria, sarebbe una ulteriore violazione anche nei confronti della Unione europea.

Voglio, poi, sottolineare perché non viene attuato il dettame della legge numero 122 del 2010 che prevede un rapporto di compensazione tra debito e credito con le aziende e, quindi, anche in questo caso con le farmacie , che poteva compensare il dovuto carico fiscale.

Chiedo,infine,  se si intende dare una accelerazione da parte degli uffici della Regione e dello stesso ufficio del commissario per creare quei meccanismi che consentono la certificazione del credito, che è necessario presentare presso gli istituti di credito, per alleviare disagi e situazioni di rischio che si verificano.

PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente Stasi. Prego.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

A proposito del debito delle farmacie 2006-2007, così come ci scrivono gli uffici dell’Asp 5, ci sono pagamenti parzialmente effettuati, siamo circa al 50 per cento rispetto ai 46 milioni del 2006 e rispetto ai 44 milioni del 2007.

La differenza non risulta pagata proprio perché ci sono dei contenziosi, ci sono delle azioni legali in corso a cui bisogna dare attesa.

Ci sono state delle transazioni perché sono state proposte, quindi, laddove non sono state proposte transazioni non si sono effettuate.

Quindi, l’ufficio del commissario per il Piano di rientro ha valutato positivamente delle transazioni proposte anche perché rappresentavano un risparmio importante per la Regione con l’annullamento quasi di tutti gli interessi.

Relativamente alle altre questioni poste, sicuramente, i ritardi di pagamento sono un effetto un po’ del debito che la Regione Calabria ha accumulato in questi anni.

Il buon esito del piano di rientro e quindi lo sbocco delle somme che in questi ultimi tempi si stanno effettuando consentiranno, sicuramente, da qui a non molto a regolarizzare tutti i pagamenti, perché con la rata corrente che hanno le Asp, sicuramente, è difficile mettersi in condizioni di pagare anche il pregresso.

Relativamente alla compensazione dei crediti, mi risulta – però è una conoscenza a titolo personale e che non ho verificato con gli uffici – che l’ufficio delle entrate non può compensare debiti e crediti alle pubbliche amministrazioni perché il Governo non ha emanato un regolamento attuativo per la compensazione.

Cioè c’è la legge ma non c’è il regolamento attuativo. Il regolamento avrebbe dovuto prevedere anche il modello di certificazione del credito.

Quindi si è in attesa - e ci auguriamo che il Governo Monti possa comprenderlo nella manovra – di questo regolamento attuativo che sicuramente potrebbe dare un respiro non solo ai fornitori del Servizio sanitario nazionale, ma anche a tutte le imprese che lavorano col pubblico e che avanzano debiti importanti da parte del pubblico.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto che, certamente, il fatto che sia stato pagato il 50 per cento è ancora un problema molto grave e serio visto che parliamo sempre di annualità, di 5 e 6 anni trascorsi per queste spettanze.

Prendo atto che con la premialità di cui lei diceva prima, si prevede di azzerare il debito. Certamente, però, rispetto alle transazioni non sono d’accordo e credo che dovrebbe essere eventualmente estesa a tutte le realtà, non solo a pochissime.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Bisogna richiederlo e ovviamente deve essere presa in considerazione dall’ufficio.

Giuseppe GIORDANO

Non credo siano solo due o tre. Parlo dell’Asp di Reggio Calabria e non mi risulta che siano solo due o tre ad aver avanzato un contenzioso. Ce ne sono molti di più. Vi invito a voler verificare e vigilare affinché ci sia lo stesso trattamento per tutte le farmacie.

Per quanto riguarda la “122” c’è questa situazione del regolamento ed invito il commissario nella sua funzione di Presidente della Regione, in sede di conferenza Stato-Regioni,a  voler sollecitare, perché questa è una cosa che potrebbe risolvere, per sbloccare e fluidificare anche i rapporti tra la pubblica amministrazione ed i fornitori, in questo caso le farmacie.

Per questo motivo non posso dichiararmi soddisfatto, ma vi invito ad essere più vigili ed incisivi per risolvere questo problema che, purtroppo, si ripete da troppo tempo.

Interrogazione a risposta immediata numero 180 del 19.10.2011 a firma dei consiglieri Talarico D., De Masi, Giordano: “In ordine alla situazione dell’Autorità Audit, per i controlli sulla spesa comunitaria”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 180 del 19.10.2011 a firma dei consiglieri Talarico D., De Masi, Giordano: “In ordine alla situazione dell’Autorità Audit, per i controlli sulla spesa comunitaria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera di Giunta regionale n. 235 del 19.03.2008 è stata istituita L’Autorità di Audit, per l’espletamento dei controlli interni di primo e secondo livello, nell’ambito della gestione dei fondi comunitari di cui al Por 2007-2013;

con decreto n. 4358/2008 (pubblicato sul BURC n.17 del 24.04.08), ai fini della costituzione dell’Autorità di cui sopra, è stata indetta una procedura concorsuale pubblica per il reclutamento di 34 unità, da assumere a tempo pieno e determinato per 3 anni, con possibilità di rinnovazione del contratto;

l’ipotesi della rinnovazione contrattuale è formalmente prevista dal bando di concorso all’art. 1, oltre ad essere richiamata dal decreto di approvazione della graduatoria dei vincitori;

la data di scadenza del contratto dei 34 funzionari della suddetta Autorità è fissata al 09.11.2011;

fra le criticità nella gestione dei fondi, che hanno portato alla procedura di sospensione dei pagamenti da parte della Commissione europea, c’è anche quella che afferisce alla garanzia di continuità e di efficienza del lavoro di Audit interno (a dicembre è prevista l’emissione dei “parere annuale” e la redazione del Rapporto Annuale di Controllo);

il rinnovo del contratto dei 34 funzionari dell’Autorità di Audit, prima della scadenza del 9 novembre 2011, è per questa ragione non solo ex lege praticabile, ma anche auspicabile ed opportuna, perché consentirebbe di dirimere una delle principali criticità rilevate recentemente dalla Commissione europea, evitando l’incombente e conseguente taglio di molta parte dei fondi strutturali, previsto in caso di inadempienza;

la Giunta regionale ha bandito invece, in assenza di motivazioni plausibili e coerenti con le prescrizioni della Ue, un nuovo concorso, finalizzato al reclutamento di nuovi auditor;

tale decisione non solo non garantisce il mantenimento delle professionalità già formate, come più volte raccomandato dalla stessa Commissione anche in occasioni ufficiali come il Comitato di Sorveglianza, ma non riuscirà mai a garantire l’operatività del nuovo personale entro il 10 novembre 2011;

non può ritenersi valida altresì la soluzione individuata dalla Giunta di trasferire per alcuni mesi all’Autorità di Audit, nelle more dell’espletamento della nuova procedura di selezione, alcuni funzionari in servizio presso altri dipartimenti, che anni addietro avrebbero seguito dei corsi sulle procedure di controllo interno, avendo questi acquisito competenze specifiche in tema di controllo afferente alla vecchia programmazione 2000-2006 che aveva altre regole ed inoltre essendo in servizio presso dipartimenti che gestiscono fondi o certificano la spesa e quindi incompatibili con la funzione di controllo di secondo livello;

errori ovvero scelte inopportune ed ingiustificabili in questo campo potrebbero arrecare danni rilevantissimi alla Calabria, dal lato delle disponibilità finanziarie per il mantenimento degli investimenti e delle politiche di sviluppo -:

quali sono le ragioni che hanno indotto finora la Giunta regionale ad escludere un rinnovo del contratto pur possibile sotto il profilo formale, ai 34 funzionari della Autorità di Audit per controlli interni sulla spesa comunitaria;

se non sia il caso di valutare oltre che la legittimità, anche l’opportunità di procedere ad un rinnovo del contratto per i funzionari di che trattasi, atteso che tale soluzione consentirebbe più efficacemente di ottemperare alle prescrizioni formulate dalla Commissione europea”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, questa è una interrogazione del 19 ottobre 2011 per cui credo che una parte di essa sia stata superata dai fatti.

E’ vero, Vicepresidente? In ogni caso ne approfitto per riformulare la domanda.

Come è noto, l’Audit è stata costituita con una delibera regionale nel  2008 per espletare l’attività di controllo dei fondi comunitari 2007-2013.

Sono 34 i funzionari impegnati in questa attività, ai quali era stato comunicato che la Giunta regionale avrebbe espletato un nuovo concorso, superando di fatto e di diritto il loro impegno presso la struttura.

Invece, la Giunta regionale ha bandito, sì, un nuovo concorso ma ha prorogato – così mi pare – la dipendenza di questi funzionari, sia pure a tempo determinato, presso la struttura Audit.

Ora la domanda che formulo, Vicepresidente, è la seguente: cioè se è fondata l’esigenza di assumere ulteriore personale in aggiunta a quello esistente. E qualora non dovessero esserci le condizioni, i presupposti, se ciò non costituisce un aggravio di spesa immotivato per la stessa Regione.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente Stasi.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Intanto, la necessità è stata valutata rispetto a 34 unità Come diceva l’onorevole Talarico, in effetti, è superato perché in questo momento c’è un nuovo contratto in essere con questi 34 funzionari che sono stati ritenuti idonei. E’ un contratto che supera quello già avuto in precedenza.

La cosa particolare che bisogna sottolineare e che faceva parte delle questioni poste, è che in effetti all’epoca del contratto i 26 non potevano essere rinnovati perché la norma vietava che i contratti a tempo determinato potessero essere rinnovati oltre i 36 mesi.

Ecco perché la Giunta ha deciso di bandire un nuovo concorso a tempo determinato.

Dei 34 funzionari, 26 sono, in effetti, le stesse persone  che in qualche modo avevano già lavorato e avevano diritto a doverlo fare.

Inoltre, sottolineo che i 26 avevano proposto un ricorso, con le motivazioni d’urgenza, ex articolo 700 al giudice del lavoro, chiedendo in via cautelare sicuramente di sospendere il procedimento di selezione avviato dalla Giunta ma anche di prorogare il loro contratto fino al 2017.

Cosa di non poco conto il giudice ha rigettato tale richiesta cautelare e poi, ovviamente, in merito vedremo se continuerà a dare ragione oppure no.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Mi ritengo parzialmente soddisfatto perché la Vicepresidente non ha comunicato a quest’Aula quanti sono coloro i quali si sono aggiunti ai 34.

In ogni caso se il numero individuato in 34 è quello sufficiente – parliamo di tecnici e di funzionari, delle figure idonee e quindi indispensabili all’espletamento di questa funzione – per quale ragione a questi 34 se ne aggiungono altri?

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Sono 34 in tutto. Di questi 34, 26 sono quelli vecchi per intenderci.

Domenico TALARICO

Quindi 26, più i nuovi che sono otto. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 182 del 21.10.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Aiello F. “In ordine al fondo regionale per la concessione dei contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione ai sensi della legge 9 dicembre 1993, n. 431”

PRESIDENTE

La successiva interrogazione a risposta immediata è la numero 182 del 21.10.2011 a firma dei consiglieri Giordano, Aiello F. “In ordine al fondo regionale per la concessione dei contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione ai sensi della legge 9 dicembre 1993, n. 431” e così recita: “Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore alle infrastrutture ed ai lavori pubblici e all’assessore al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia ed alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

con la legge 9 dicembre 1998 n. 431 è stato istituito il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso delle abitazioni date in locazione;

alle risorse statali, che vengono ripartire tra le regioni per la concessione di contributi integrativi ai conduttori, si aggiungono risorse regionali e comunali che confluiscono in un unico fondo regionale;

tali risorse vengono successivamente assegnate dall’ente Regione ai comuni che, attraverso bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i contributi integrativi sulla base di apposite graduatorie;

in modo sistematico si è assistito negli anni ad una progressiva riduzione delle somme stanziate sul fondo e ciò in ragione delle riduzioni operate nei trasferimenti statali e, come avvenuto per l’anno 2011, al mancato conferimento di risorse da parte dell’ente regionale;

la situazione per molte famiglie nella nostra Regione si presenta drammatica con livelli ormai di conclamata indigenza e si appalesa necessario mettere in campo una azione sinergica nel campo delle politiche sociali, intervenendo, fra l’altro, anche sul fronte dei canoni locativi;

grazie ai su indicati interventi integrativi negli anni molte famiglie hanno potuto garantire il pagamento dei canoni di locazione confidando nel recupero quasi integrale delle somme anticipate;

la riduzione al minimo delle integrazioni economiche rischia di innescare un meccanismo drammatico per i nuclei familiari più a rischio, non essendo quest’ultimi nelle condizioni di affrontare il pagamento dei canoni -:

se le somme stanziate sul fondo regionale per l’annualità 2010 sono state trasferite agli enti locali e l’incidenza delle stesse in termini percentuali sul fabbisogno complessivo emerso dalle graduatorie definitive approvate dagli enti locali;

se e quante risorse riferibili alla reintroduzione della quota regionale relativa al fondo di cui in premessa siano previste nel bilancio previsionale dell’anno 2012;

se e quali provvedimenti si intendono adottare nell’anno in corso per reperire risorse regionali da destinare all’UPB 3.2.02.06 capitolo 3.2.02.06.02 (contributi a carico del bilancio regionale per favorire l’accesso alle abitazioni in locazione).”

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, questa interrogazione riguarda i contributi integrativi per i pagamenti dei canoni di locazione.

In un momento di grave disagio sociale e di grave crisi economica della famiglia, e delle classi meno abbienti, si verifica, invece, che questa Regione dimentica questa categoria, dimentica di azionare politiche di sostegno per quelle famiglie che si trovano in questa situazione.

Con l’interrogazione volevamo conoscere la situazione dell’annualità 2010 per la quale sembrerebbe che non siano stati seguiti i trasferimenti del fabbisogno complessivo agli enti locali, e la non integrazione per l’anno 2011 e soprattutto – questa è una cosa molto grave – il bilancio 2012 ha consumato un altro strappo a questa categoria sociale non prevedendo neanche un centesimo per il contributo.

Vogliamo sapere come intende affrontare questa grave emergenza l’Esecutivo regionale, se si intende e si prende impegno qui, oggi, in quest’Aula per reperire o utilizzare le risorse che eventualmente si dovessero liberare nelle fasi di assestamento, per implementare questo capitolo per  dare una mano a queste classi disagiate.

PRESIDENTE

Prego, assessore Gentile.

Giuseppe GENTILE, assessore ai lavori pubblici e infrastrutture

E’ un problema che abbiamo trovato dall’inizio; abbiamo sbloccato i primi trasferimenti che sono arrivati dallo Stato sia per il 2008, che per il 2009 e il 2010. Quindi, sono state trasferite ai comuni le risorse.

Come Regione abbiamo provato a recuperare delle risorse ma, dato lo stato in cui si è trovato il bilancio regionale, non c’è stata la possibilità di inserire risorse in questi capitoli.

Siamo tutti  sensibili e cerchiamo  tutti di aiutare queste famiglie e queste categorie.

Quando si andrà a riflettere sul prossimo bilancio ,si potrà fare un discorso preventivo, magari lo possiamo fare insieme organizzando, però, meglio anche le risorse che vanno ai comuni perché anche lì ci sono leggi farraginose e difficoltà enormi.

Quindi, facciamo insieme questo lavoro. Per prima cosa è necessario reperire un po’ di fondi, e secondo me è giusto perché vanno alle famiglie, soprattutto a quelle meno abbienti; successivamente è necessario modificare un po’ il meccanismo, perché lì ci sono dei parametri che, secondo me, non corrispondono alla povertà della gente. Ci sono famiglie che non sono tanto povere da ottenere questi finanziamenti.

Certo, sono riflessioni che abbiamo fatto nel corso di questi anni, per cui posso rispondere. Ci dovremmo impegnare per modificare un po’ il meccanismo - magari lo guardiamo insieme con grande apertura e serenità - e poi vediamo di impegnare la Giunta in modo che insieme al Consiglio stesso reperisca delle risorse aggiuntive ai contributi che arrivano dallo Stato e che sono per la verità un po’ scarsi.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Mi dichiaro insoddisfatto della risposta, perché non è certamente il problema dei meccanismi di accesso, di riparto e di  verifica sullo stato delle famiglie, certamente se ci sono da fare delle modifiche ai regolamenti ed alla normativa regionale che si facciano con la massima trasparenza e il massimo rigore.

Qui però c’è un dato, cioè la scelta che ha fatto il Governo regionale è di non mettere un centesimo per i contributi a queste famiglie.

Siamo disponibili a ragionare come lo siamo stati in sede di approvazione del bilancio e i nostri emendamenti miravano proprio a dare queste risposte, ma non è accettabile che ci si dimentichi delle famiglie

Sottolineo: purtroppo in un momento nel quale bisognerebbe attuare la massima attenzione e politiche dirette ad alleviare il disagio e la grave crisi in cui versa questa parte di Calabria.

Ribadisco:mi dichiaro insoddisfatto, invito però a non dimenticare, dopo l’interrogazione, questo problema per il quale siamo disponibili, anche successivamente, a confrontarci. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 183 del 3.11.2011 a firma del consigliere Nucera “In ordine alla mancata attuazione dell’articolo 22, comma 5, della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 183 del 3.11.2011 a firma del consigliere Nucera che così recita: “In ordine alla mancata attuazione dell’articolo 22, comma 5, della legge regionale 7 agosto 1999, n. 23 (Norme per il trasporto pubblico locale)” che decade per assenza del proponente.

Interrogazione a risposta immediata numero 184 del 4.11.2011 a firma del consigliere Giordano “Sul parere emesso dalla Commissione VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare in ordine al progetto di costruzione della centrale termoelettrica a carbone di Saline Ioniche”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 184 del 4.11.2011 a firma del consigliere Giordano “Sul parere emesso dalla Commissione VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare in ordine al progetto di costruzione della centrale termoelettrica a carbone di Saline Ioniche” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4.07.2008 la società SEI Spa ha presentato al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di autorizzazione unica relativa ad un progetto per la realizzazione di una centrale a carbone della potenza di 1.320 MWe, da realizzarsi a Saline Joniche, nella zona costiera del comune di Montebello Jonico (RC);

da fonti giornalistiche si apprende che il 21 ottobre 2010 la Commissione VIA (Valutazione d’impatto ambientale) presso il Ministero competente ha dato parere positivo per l’attuazione della centrale a carbone;

sulla questione la Regione Calabria ha espresso la propria posizione contraria in diverse occasioni attraverso ben due mozioni (l’ultima delle quali la n. 17 del 15/11/2010) approvate dal Consiglio regionale e con delibera della Giunta regionale n. 686/2008, nonché in sede di conferenza preliminare presso il MISE;

la legge n. 99/2009 con il comma 30 ha aggiunto all’art. 1, comma 2 della legge n. 55/2002, quanto segue: "L’eventuale rifiuto regionale dell’intesa deve essere espresso con provvedimento motivato, che deve specificatamente tenere conto delle risultanze dell’istruttoria ed esporre in modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso della proposta ministeriale di intesa";

conseguentemente il provvedimento regionale di rifiuto deve specificatamente tenere conto delle risultanze istruttorie, tra le quali vi è il parere VIA -:

se il Ministero dello sviluppo economico ha trasmesso alla Regione Calabria il parere VIA approvato dalla competente commissione per quanto di competenza;

in caso affermativo, se il parere regionale sia stato espresso secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 2 della legge n. 55/2002, così come modificato dall’art. 27 comma 30 della legge n. 99/2009 e le determinazioni assunte;

ove il parere Via non sia stato trasmesso o la Giunta non abbia ancora espresso alcuna decisione in merito, se il governo regionale non intenda alla luce delle posizioni già assunte dagli organismi di governo regionale attivarsi per definire tutte le procedure atte a confermare il proprio diniego ad ogni intesa istituzionale afferente la proposta progettuale di costruzione della centrale a carbone in Saline Ioniche.”.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, signor Presidente, si tratta della questione di Saline Joniche, sulla quale vogliamo che questo Consiglio oggi dia una parola di chiarezza e di certezza alle popolazioni di quell’area.

Premettiamo che la Regione si è espressa sulla vicenda del carbone in due occasioni: sia nella precedente legislatura ma soprattutto con l’approvazione unanime di una mozione il 15 novembre del 2010, quando il Consiglio in maniera chiara e netta ha detto no al carbone e sì ad altre forme alternative di sviluppo in Calabria.

Voglio ricordare, perché la conosciamo tutti da sempre, la posizione del Governatore che già da sindaco fu chiaro e netto nell’esprimere la propria contrarietà a questi modelli e a queste ipotesi di sviluppo.

Con questa interrogazione vogliamo sapere, intanto, se il ministro per lo sviluppo economico ha espresso il parere di valutazione di impatto ambientale, se approvato dalla competente Commissione ambiente.

Se così è stato, secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 2 della legge 55 del 2002 e come modificato dall’articolo 27 comma 30 della legge 99/2009, quali sono le determinazioni che questo Governo regionale ha assunto o intende assumere.

Nel caso in cui quel  parere non sia stato trasmesso o la Giunta regionale non abbia espresso alcuna decisione in merito, se il Governo regionale non intenda alla luce delle posizioni assunte da tutti gli organismi istituzionali di questa Regione attivarsi per definire tutte le procedure atte a confermare il proprio diniego ad ogni intesa istituzionale afferente la proposta progettuale di costruzione della centrale a carbone.

Questo affinché si metta una parola chiara su una situazione che sembrerebbe essere nel limbo in questo momento.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pugliano.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Grazie, Presidente, in merito a questa interrogazione volevo informare l’onorevole Giordano che la Regione Calabria ha assunto e conferma una posizione contraria alla realizzazione di questa centrale anche se il parere Via – che è stato espresso dalla Commissione Via nazionale , nel  2010 – è un parere a maggioranza, quindi, già con il parere contrario della Regione e del Ministero de i beni culturali.

Solo per questo non c’è stato il relativo decreto successivo al parere della Commissione Via, però, per ovviare all’assenza di questo parere favorevole del Ministero dei beni culturali, la pratica per il relativo decreto è stata trasferita alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ci siamo attivati con il precedente Presidente del Consiglio dei ministri per evitare che questo decreto fosse firmato e il Presidente Scopelliti è impegnato per evitare che il nuovo Presidente del Consiglio dei ministri possa firmare questo decreto autorizzativo.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Prendo atto delle risposte e che l’assessore, nella qualità di componente della Giunta e, quindi, per bocca della Giunta e della maggioranza, ripete e conferma – qualora ce ne fosse bisogno – la contrarietà alla costruzione della centrale. Ma il punto è un altro.

Il punto è: perché questo Governo regionale, questa Regione non compie il successivo passaggio che la legge del 1999 che ho prima declinato, prevede; ossia una delibera di diniego istituzionale che già da sé metterebbe in maniera netta e definitiva la parola fine al procedimento perché, in ,assenza della conferma e con un diniego istituzionale che deve essere formalmente e motivatamente espresso, si metterebbe la parola fine.

Quindi, si porrebbero le popolazioni di Saline Joniche in questo caso, ma della Calabria in generale – perché, ripeto, riguarda la questione più ampia del carbone in Calabria –  nella condizione di tranquillità di poter sapere che questa Regione, così come si è espressa ripetutamente, vuole un altro modo di sviluppo, altre prospettive e certamente non vuole farsi colonizzare da chi vuole semplicemente inquinare e colonizzare questa regione.

Non posso, quindi, essere soddisfatto in assenza di una risposta, e la prego se è in condizioni – anche se il Regolamento non prevede una replica – di voler specificare se il provvedimento di diniego non c’è; non bisogna attendere che il Ministero alla presenza del Consiglio dei ministri emani il decreto, anzi il provvedimento deve essere preventivo.

La Regione deve formalizzare un provvedimento di diniego istituzionale.

(Interruzione)

PRESIDENTE

E’ conclusa l’interrogazione …

Giuseppe GIORDANO

Non sono d’accordo su questo perché ripeto che la legge è chiara e il procedimento si conclude con il diniego istituzionale della Regione.

(Interruzione)

No, Presidente, questo aspetto è troppo importante. Chiedo che questo diniego, questo provvedimento amministrativo che sarà una delibera di Giunta regionale o un decreto che riassume anche il provvedimento che è stato votato in Consiglio, venga reso pubblico in maniera tale che in Calabria si prenda contezza e si comprenda che la Regione ha esaurito quanto di propria competenza.

Diversamente, allora, non posso essere d’accordo perché non sarebbe formalizzato in maniera definitiva quello che è il compito della Regione.

PRESIDENTE

Grazie ,onorevole Giordano, è conclusa l’interrogazione numero 184.

Interrogazione a risposta immediata numero 185 del 7.11.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano, Guccione “In ordine alle procedure avviate per la concessione del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 185 del 7.11.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, De Gaetano, Guccione “In ordine alle procedure avviate per la concessione del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel luglio 2011 il Direttore dell’ASP di Cosenza responsabile settore (acquisizione beni e servizi) Avv. Carlo Baldini aveva avviato le procedure necessarie per la concessione novennale del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato (CS) per un numero di posti letto pari a 60, per una spesa complessiva di 50 milioni di euro in contrasto con il piano di rientro dal debito sanitario che prevede il blocco di tutti gli accreditamenti sanitari;

in questi giorni l’ASP di Cosenza, a conclusione delle procedure amministrative avviate, avrebbe assegnato la gestione della RSA di Marano Marchesato -:

quali iniziative intende assumere a tutela della Regione Calabria il Presidente della Giunta regionale on. Giuseppe Scopelliti in ordine alle procedure avviate, in sfregio al piano di rientro, per la concessione del servizio di gestione dell’RSA di Marano Marchesato e soprattutto cosa intende fare nel caso in cui l’ASP avesse concluso le procedure per la gestione.”

Prego, onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Grazie , Presidente, nel ripercorrere un po’ la storia in ordine all’accreditamento di una struttura nel luglio 2011 il direttore dell’Asp di Cosenza( settore acquisizione beni e servizi, avvocato Baldini) aveva avviato la procedura per la concessione in gestione del servizio di una Rsa per un esborso di 50 milioni di euro e per una durata di circa 9 anni.

Noi ci chiediamo se questo accreditamento sia avvenuto perché, poiché siamo nella fase di attuazione del Piano di rientro, questa disposizione sarebbe in contrasto rappresentando che in Calabria si usa un peso e due misure.

Io vengo da una provincia che è fortemente penalizzata nei servizi. Proprio l’altro giorno è stata chiusa, in base al decreto 106, la struttura di Nefrologia con grave pregiudizio per i malati che hanno problemi cronici, dializzati e non dializzati che, quindi, dovranno ricorrere al servizio di medicina senza trovare un punto di riferimento chiaro dal punto di vista nefrologico.

Pertanto, in alcuni posti si tagliano i servizi essenziali ed in altri, invece, si ampliano, in contrasto alla legge. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente.

Antonella STASI, Vicepresidente della Giunta regionale

Onorevole Censore, mi limito alla risposta all’interrogazione finalizzata a conoscere se c’è stata questa concessione, questa autorizzazione.

Interrogati gli uffici competenti dell’Asp, ci confermano che la concessione non c’è stata in quanto l’accreditamento e le autorizzazioni nella Regione Calabria sono bloccate a seguito della fase di attuazione del Piano di rientro.

La risposta è, pertanto, assolutamente negativa.

Bruno CENSORE

Se non c’è stato l’accreditamento sono soddisfatto della risposta. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 186 del 8.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine In ordine alla situazione dei lavoratori della società TESI S.p.A. in fallimento”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 186 del 8.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine In ordine alla situazione dei lavoratori della società TESI S.p.A. in fallimento” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge 17 giugno 1996 n. 14 (BUR n. 62 del 20 giugno 1996), la Regione Calabria costituiva la società Tesi S.p.A., con ragione sociale afferente al settore delle tecnologie dell’informazione;
la società era tra le partecipate di Fincalabra SpA;

attualmente la società è sottoposta a curatela fallimentare e 25 suoi ex dipendenti sono soggetti a regime di mobilità, con trattamento di sostegno al reddito previsto dagli Ammortizzatori Sociali;
tali lavoratori hanno più volte sottoposto all’attenzione della Giunta regionale la questione di una soluzione definitiva al problema che li riguarda, richiamando i casi similari in cui la Regione Calabria ha salvato numerosi posti di lavoro (vedasi, ad esempio, la recente soluzione della problematica degli ex lavoratori di Sviluppo Italia Calabria);

la regione potrebbe trarre vantaggi dalla valorizzazione dei predetti lavoratori, nell’ambito di un’iniziativa di rilancio delle politiche pubbliche nel campo delle tecnologie dell’informazione -:

1)      quali iniziative si intendono assumere a favore dei 25 ex lavoratori della società TESI SpA;

2)      se non si valuti discriminatorio ai danni degli ex lavoratori della società TESI SpA il fatto che altri posti di lavoro relativi a società partecipate della regione siano stati salvati attraverso specifiche iniziative e scelte politiche della Giunta regionale”.

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Credo che l’interrogazione sia stata superata perché ho chiesto ed ottenuto dalla Vicepresidente della Giunta regionale – che presumo sia stata delegata dalla Giunta – un appuntamento per discutere del problema sollevato dall’interrogazione.

PRESIDENTE

Mi sono distratto un attimo.

Domenico TALARICO

A seguito della interrogazione abbiamo chiesto ed ottenuto dalla Vicepresidente della Giunta, credo a nome di tutta la Giunta, un incontro apposito per discutere della questione nei prossimi giorni.

Ritengo che i quesiti che vengono posti nella interrogazione saranno affrontati nell’apposita riunione.

Interrogazione a risposta immediata numero 187 del 9.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine agli avvisi di pagamento emessi dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino”

PRESIDENTE

Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 187 del 9.11.2011 a firma del consigliere Talarico D. “In ordine agli avvisi di pagamento emessi dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino” che così recita: “Al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore all’Agricoltura, Foreste e Forestazione. Per sapere – premesso che:

gran parte del territorio (6.437 ettari su 8.500. circa) del Comune di Bisignano (CS) è stato ricompreso nel neo costituito comprensorio del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino;

tale comprensorio di bonifica è stato istituito a seguito del riordino della rete regionale dei Consorzi di Bonifica ed alla conseguente soppressione del Consorzio di Bonifica Sibari-Crati, a sua volta posto in regime di liquidazione con un passivo accertato di 36.000.000 di Euro;

una quota rilevante delle passività accumulate dal Consorzio Sibari-Crati ora gravano sul Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino recentemente istituito;

i cittadini del Comune di Bisignano (CS), i cui terreni ricadono nel nuovo comprensorio consortile, sono stati destinatari di avvisi di pagamento del contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003, per l’anno 2010;

il suddetto contributo è stato preteso anche per terreni classificati "asciutti", peraltro privi di impianti e di servizi di irrigazione consortili, né mai interessati da opere ed interventi di bonifica;

detti terreni classificati "asciutti", ubicati nella "zona a monte" del Comune di Bisignano, sono per di più inutilizzabili per attività agricole e/o extragricole a causa della loro conformazione impervia e in parte resi inutilizzabili da calamità naturali accadute negli anni scorsi;

agli stessi cittadini è stato chiesto, altresì, il versamento del contributo per usufruire dell’erogazione dell’acqua per uso irriguo relativamente all’anno 2011;

il contributo richiesto per usufruire di acqua per irrigazione è risultato esageratamente aumentato, andando a gravare essenzialmente su piccoli appezzamenti di terreno, utilizzati prevalentemente per un’agricoltura non .imprenditoriale ma finalizzata al soddisfacimento di meri bisogni famigliari;

con una petizione rivolta a codesto assessorato, nonché al Consiglio Regionale, il cui contenuto è stato in larga parte recepito in una deliberazione del Consiglio comunale di Bisignano (D.C.C. N°18 del 28/09/2011), i cittadini destinatari dei predetti avvisi di pagamento hanno, tra l’altro, espressamente chiesto che:

1) la Regione Calabria si accolli la quota dei debiti posta a carico del nuovo Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino, evitando in questo modo che il debito sia pagato dai cittadini attraverso tributi esosi ed ingiustificati;

2) sia abrogato e/o modificato l’art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003, laddove si stabilisce che i contributi consortili debbano essere esatti anche in assenza di opere di bonifica e di benefici per i fondi;

3) siano revocati tutti gli avvisi di pagamento del contributo ex art. 23, c.1 lettera a), L.R. 11/2003;

4) sia rimodulata la tariffa relativa all’uso di acqua per irrigazione (riduzione del 50%), in particolare per i proprietari e/o possessori di piccoli appezzamenti di terreno (fino a 3.333 mq) -:

1) quali iniziative si intendono intraprendere in favore dei cittadini di Bisignano (C5), destinatari da parte del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino di avvisi di pagamento palesemente ingiusti ed esosi, ancorché emessi in assenza di qualsivoglia opera di miglioramento fondiario relativamente ad i propri appezzamenti dì terreno;

2) se non sia il caso di incontrare, nell’immediato, una delegazione dei cittadini che hanno promosso la petizione di cui in premessa, unitamente ad una delegazione dei comuni del comprensorio, per stabilire un percorso condiviso nella direzione di una rapida ed efficace risoluzione del problema.”

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Questa è una questione annosa perché centinaia – azzardo un numero – ma forse molti più cittadini, alcuni dei quali hanno il titolo di agricoltori, di coltivatori diretti continuano a pagare, alcuni pagano, altri ricevono la richiesta di pagamento di un contributo per sostenere – di questo si tratta – l’ex Consorzio Sibari-Crati oggi Consorzio di bonifica integrale dei bacini meridionali.

Il problema è che questo contributo è dovuto – secondo il Consorzio – non per benefici ricevuti o da ricevere da parte di questi cittadini ma per il mantenimento stesso del Consorzio.

Il contributo viene richiesto anche per i terreni, cosiddetti asciutti e per quei terreni che non sono mai stati interessati da opere di interventi di bonifica.

Noi chiediamo – così come abbiamo fatto anche in sede di discussione e di approvazione del bilancio – quali iniziative intenda prendere la Regione Calabria per evitare questo ingiusto sopruso a danno dei cittadini interessati che non sono solo quelli ricadenti nel comune di Bisignano, ma diversi comuni sono interessati dal Consorzio di bonifica, quasi tutti i comuni della destra Crati in provincia di Cosenza.

Quindi, il problema ha dimensioni molto più importanti e significative da quanto si potrebbe desumere leggendo i giornali o le giuste rivendicazioni del sindaco di Bisignano.

Probabilmente la Regione ha un problema regionale perché altri consorzi di bonifica diventano esattori di un tributo che riteniamo debba essere eliminato modificando innanzitutto la legge. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, assessore Trematerra.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura

Grazie, Presidente, e grazie anche all’onorevole Talarico per l’interrogazione.

Abbiamo avuto modo di discuterne già in sede di approvazione del bilancio ma quando si deve far chiarezza è sempre opportuno ribadire alcune cose che sono state già dette in precedenza.

Per quanto riguarda i numeri ho già risposto ad una petizione che è arrivata presso il mio dipartimento. 950 cittadini hanno mandato una petizione al riguardo, ma tengo a precisare che dei 950 cittadini, che hanno sottoscritto questa petizione lamentandosi di questi tributi, 540 non facevano parte del Consorzio di bonifica.

Dico questo perché molto spesso si è portati a sottoscrivere documentazioni senza magari conoscere in maniera approfondita qual è la reale questione che stiamo affrontando.

Voglio tranquillizzare l’onorevole Talarico dicendo che questi tributi vengono corrisposti non per pagare il mutuo che la Regione ha sottoscritto per ripianare i debiti dell’ex Consorzio Sibari-Crati.

Essendo anche io geograficamente vicino a quella comunità, mi capita spesso di parlare con qualcuno che lamenta il fatto che questi cittadini stanno pagando in buona sostanza il mutuo che la Regione ha contratto ma questo non corrisponde al vero.

Per quanto riguarda la questione che ha posto l’onorevole Talarico, la ritengo sempre giusta e l’ho già ribadito in sede di discussione del bilancio.

Noi dobbiamo distinguere due lettere, lettera A e lettera B, perché questi tributi, come dice la legge, sono dovuti anche qualora quel territorio non subisca degli interventi da parte del Consorzio, ma, per potere tenere aperto il Consorzio come tale, bisogna che tutti coloro che sono all’interno dell’area consortile contribuiscano per un pagamento che spesso è esiguo, anche se il fatto che sia di 5-10 euro non giustificherebbe –  e questo sia chiaro –  un sopruso.

E’ una cifra che serve ai fini istituzionali al di là se su quel territorio o meno vengono realizzate opere. Capisce bene che non è possibile immaginare che su tutto questo territorio –  adesso non so di quanti ettari sia ­–  si possa intervenire come Consorzio.

Quindi, quello che viene pagato, così come mi è stato riferito, ovviamente ho chiesto informazioni al Consorzio e mi hanno dovuto relazionare sulla questione, è solamente quella quota cosiddetta destinata ai fini istituzionali.

Poiché è una questione annosa e l’onorevole Talarico più volte lo ha menzionato ed io più volte ho risposto cercando di tranquillizzarlo, sono disponibile, proprio perché vi sia la massima trasparenza possibile, anche a fare un supplemento per chiudere questa vicenda di responsabilità che si rimpallano e ad adottare qualunque altro atto si renda necessario.

Ma dagli uffici – e ribadisco la risposta alla sua interrogazione – possiamo tranquillizzare i cittadini di Bisignano ma più in particolare i cittadini che sono nell’area consortile che, in questo caso, stanno semplicemente pagando quel che è dovuto ai fini istituzionali così come recita la legge.

Altra cosa poi se decidiamo, e il Consiglio regionale questo lo può fare, di modificare la legge e stabilire di togliere questo tributo; questo è un altro discorso che non appartiene alla risposta che ho dato oggi al consigliere Talarico.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Talarico.

Domenico TALARICO

Assessore, il fatto che il contributo sia istituzionale non significa che sia meno odioso e ingiusto di un contributo di altra natura.

Se il Consorzio è stato istituito per offrire servizi, per realizzare interventi nelle aree agricole e questo non avviene per una serie di ragioni alcune delle quali anche oggettive –  perché i colleghi devono sapere che il Consorzio Sibari-Crati, così come altri Consorzi, si trovano ad operare a distanza di anni anche in zone totalmente urbanizzate per cui anche volendo non ci sarebbe la possibilità di svolgere nessuna attività di tipo agricolo – quindi se non c’è corrispondenza tra il contributo, i servizi e gli interventi da parte del Consorzio, la cosa migliore da fare è eliminare – per legge – questa forma di vessazione, cioè non si tratta di contributo.

Se il Consorzio non opera perché non può operare in quella zona o si elimina il Consorzio o si elimina il contributo per cui la prendo in parola e mi auguro che insieme, in maniera bipartisan, possiamo promuovere una proposta di legge che sani questa situazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’onorevole Talarico. E’ conclusa l’ora dedicata alle interrogazioni a risposta immediata. Possiamo concludere questa prima parte di seduta di Consiglio e passare al punto tre dell’ordine del giorno.

Prima di dare la parola al relatore, onorevole Caputo, devo dare lettura di un seguito di comunicazioni.

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di legge numero 174/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione nell’ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge numero 174/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione nell’ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150”.

La parola al relatore, onorevole Caputo.

Giuseppe CAPUTO, relatore

E’ una proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale tesa a recepire il cosiddetto decreto Brunetta, il decreto legge numero 150 del 2010, che concerne principalmente l’ottimizzazione del lavoro e il sistema dei controlli nella pubblica amministrazione.

E’ stato esaminato dalla Commissione competente ed è stato approvato a maggioranza. La proposta, tesa a migliorare il rapporto amministrazione-cittadino, è in fase di recepimento da parte di tutte le amministrazioni a qualsiasi livello, ed è finalizzata ad eliminare le sacche di improduttività, per cui,  dopo l’approvazione di questa legge, verranno predisposti dei regolamenti attuativi che concretizzeranno nel particolare le disposizioni.

Al provvedimento sono stati presentati alcuni emendamenti.

PRESIDENTE

La relazione è conclusa. Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, voglio intervenire nella discussione generale, perché – come diceva il relatore – questa è una legge che dovrebbe servire ad innalzare la qualità dei servizi, quindi, più che una norma interna, dovrebbe essere una norma rivolta a tutti i calabresi.

Credo che per il Consiglio, oggi, sia un problema affrontare due proposte legislative che, a mio parere, non hanno ragione di esistere; secondo una valutazione oggettiva e razionale avremmo potuto o potremmo ancora approvare un unico testo che preveda un organismo di valutazione che sia di nomina e, quindi, di espressione del Consiglio regionale, contrariamente alla proposta presentata a suo tempo dalla Giunta che prevedeva un unico organismo in capo all’Esecutivo con relativo potere di nomina.

Detto questo, secondo me, nel testo ci sono alcuni aspetti di merito che dovrebbero essere emendati e, da questo punto di vista, anticipo nel mio intervento anche la discussione degli emendamenti.

Se veramente si vuole avere un organismo indipendente, capace di sganciarsi dalla politica, deputata in prima battuta alla sua nomina, e soprattutto dal sistema burocratico che, per molti aspetti, ha frenato e frena questa Regione, noi dovremmo avere un organismo composto interamente da soggetti esterni.

Non ha nessuna logica che un organismo di questa natura, incaricato di valutare anche aspetti di legittimità, sia composto nel caso della Giunta da due componenti esterni e nel caso del Consiglio da un componente interno, cioè dal Segretario generale; non ha nessuna logica che soggetti che dovrebbero essere anche loro valutati siano componenti di questo organismo, perché questo non consentirebbe di sganciare completamente detto organismo dalla burocrazia e dalla politica.

Se veramente si vuole fare un passo avanti in un’opera di razionalizzazione, ritengo che queste due leggi dovrebbero essere accorpate, prevedendo un organismo nominato dal Consiglio, facendo venir meno così la preoccupazione, considerata l’esistenza dei ruoli separati del personale della Giunta e del Consiglio, di una possibile limitazione dell’autonomia del Consiglio; anzi, le competenze del Consiglio sarebbero esaltate ancora di più e potremmo avere un organismo vero che sia autonomo, indipendente e composto da professionalità vere e accertate, da persone indipendenti.

Se questo non faremo, certamente non riusciremo, nemmeno questa volta, a dare un segnale di innovazione e di modernità per la Calabria, continueremo ad avere organismi nominati dalla politica, che poi operano in stretta simbiosi con la politica stessa e con gli apparati burocratici.

Per cui rischieremo di avere, di nuovo, un organismo che potrebbe diventare una sorta di camera di compensazione tra gli interessi legittimi dei dirigenti, dei dipendenti e dell’apparato burocratico, interessi legittimi che non sempre sono quelli dei calabresi, una camera di compensazione in cui la parte interna, ma anche la politica condizioneranno l’apparato burocratico nella conduzione dell’attività amministrativa.

Queste considerazioni hanno portato alla presentazione di emendamenti che, se accolti, a mio giudizio daranno un contributo positivo alla legge e alla Calabria.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Non c’è più nessun iscritto a parlare sulla discussione generale. Passiamo, pertanto, all’esame dell’articolato.

All’articolo 1 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 59288, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “Dopo il comma 2 dell’articolo 1 è aggiunto il seguente: 3. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo del 30 marzo 2001, numero 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e s.m.i.”

Onorevole Giordano, prego.

Giuseppe GIORDANO

Ho presentato questo emendamento per far sì che ci sia maggiore chiarezza nel testo della proposta.

Giuseppe CAPUTO

Presidente, chiedo scusa, questo emendamento è stato presentato all’altra proposta di legge.

Giuseppe GIORDANO

No, anche alla proposta di legge numero 174/9^, ad entrambe le proposte; è lo stesso emendamento ed ora dirò perché: per far sì che tutto quello che non è previsto nei progetti di legge si faccia riferimento espresso a tutto il contenuto normativo del decreto legislativo numero 165. Questo è il senso dell’emendamento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59288.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 54178, a firma del consigliere Battaglia, che così recita: “All’articolo 2 comma 1 della proposta di legge in oggetto dopo le parole “della Giunta regionale”, le parole “che svolgono funzione di amministrazione attiva” sono abrogate”.

Prego, onorevole.

Demetrio BATTAGLIA

Si illustra da sé, ho illustrato tutti gli emendamenti nella discussione generale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 54178.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

All’articolo 10 vi è un emendamento, protocollo numero 54179, a firma del consigliere Battaglia, che così recita: “1. All’articolo 10, comma 1, dopo le parole “approva annualmente” vanno aggiunte le parole “previa contrattazione con le organizzazioni sindacali”. 2. All’articolo 10, comma 2, dopo le parole “per la ripartizione delle risorse” sono aggiunte le seguenti parole “previa contrattazione con le organizzazioni sindacali”. Prima di porlo in votazione, do lettura di un subemendamento, sempre a firma del consigliere Battaglia, protocollo numero 56693, che così recita: “Dopo le parole “non dirigenziale” è aggiunto il seguente periodo: Previa contrattazione con le organizzazioni sindacali sono adottate specifiche norme dirette a collegare l’erogazione della retribuzione di posizione al sistema premiante”.

Pongo in votazione, preliminarmente, il subemendamento protocollo numero 56693.

(E’ respinto)

Pongo, quindi, in votazione l’emendamento protocollo numero 54179.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

All’articolo 11 è stato presentato un emendamento, a firma dell’onorevole Battaglia, con protocollo numero 54180, che così recita: “1. L’articolo 11, comma 1, della proposta di legge in oggetto è così interamente modificato: “Ai fini della verifica e della rendicontazione delle attività di controllo, nonché del raggiungimento degli obiettivi assegnati, è istituito per Giunta e per Consiglio regionale, un unico organismo regionale indipendente di valutazione composto da tre membri, di entrambi i generi, di cui almeno due esterni all’Amministrazione regionale scelti tra esperti in materia di management ed organizzazione dell’Amministrazione pubblica ed un altro scelto anche tra soggetti interni, in possesso di una esperienza almeno quinquennale nella predetta materia, purché dimostrata con requisiti culturali e professionali maturati al di fuori dell’amministrazione regionale. Il Consiglio regionale è competente alla nomina dell’organismo unico di valutazione”. 2. All’articolo 11, comma 2, dopo le parole “del Presidente della Giunta regionale” il periodo compreso tra le parole “il componente interno…comma1” è abrogato”..

A questo emendamento è stato presentato un subemendamento, sempre a firma dell’onorevole Battaglia, con protocollo numero 56694, che così recita: “1. Dopo le parole “di entrambi i generi” le parole “di cui almeno due” sono soppresse. 2. Dopo le parole “dell’Amministrazione pubblica” le parole “ed un altro scelto anche tra soggetti interni” sono soppresse. 3. Il periodo “purché dimostrata con requisiti culturali professionali maturati al di fuori dell’Amministrazione regionale” è soppresso”.

Pongo, preliminarmente, in votazione il subemendamento, protocollo numero 56694.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 54180.

(E’ respinto)

Sempre al comma 2 dell’articolo 11 è stato presentato un subemendamento a firma del consigliere Giordano, con protocollo numero 59290. Non essendo presente in Aula l’onorevole Giordano, l’emendamento si ritiene decaduto.

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

All’articolo 15 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 55735, a firma del consigliere Caputo, che così recita: “L’articolo 15 (Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2002, numero 31) è sostituito dal seguente: 1. La lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale), è sostituita dalla seguente: “b) il numero dei Settori istituibili, sommato a quello dei Dipartimenti, non può essere superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta regionale”. 2. Dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2002, numero 31, è aggiunto il seguente: “2 bis. Nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui al comma precedente, le determinazioni per l’organizzazione delle strutture dipartimentali e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dai dirigenti preposti, fatta salva l’informazione alle rappresentanze sindacali, ove prevista; rientrano in particolare nell’esercizio dei poteri del Dirigente generale le misure inerenti la gestione e l’assegnazione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità, nonché la determinazione delle funzioni e della struttura di Settori, Servizi e Uffici”. 3. Dopo il comma 4, articolo 7, della legge 7 agosto 2002, numero 31, è aggiunto il seguente: “5. Tutte le norme regionali che si riferiscono ai Servizi ed alle relative competenze sono abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa della Giunta regionale”.

Prego, onorevole Caputo.

Giuseppe CAPUTO, relatore

L’ emendamento riscrive completamente il testo dell’articolo 15, aggiungendo alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale numero 31 del 2002, recante “Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa”, i seguenti periodi: “il numero dei settori istituibili sommato a quello dei dipartimenti non può essere superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta regionale”. Dopo, al comma 4 dell’articolo 7, aggiunge: “Tutte le norme regionali che si riferiscono ai servizi ed alle relative competenze sono abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa della Giunta regionale”.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Ho la sensazione – però vorrei anche un chiarimento da parte del presentatore dell’emendamento – che con questo emendamento andiamo ad allargare la struttura, come ogni volta vi è una norma che va sotto la voce “contenimento dei costi”.

Se lei, invece, può certificare il contrario.

PRESIDENTE

Onorevole Caputo, prego.

Giuseppe CAPUTO, relatore

Non c’è da certificare nulla, credo che l’emendamento, così com’è presentato, rispecchi una volontà che deve andare in quella direzione. Tenere presente che il numero dei settori istituibili non può essere superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta, credo che sia un obiettivo estremamente concreto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 55735.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.

(E’ approvato)

Demetrio BATTAGLIA

Questo emendamento è contenuta nel fascicolo dell’onorevole Caputo?

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge numero 174/9^ nel suo complesso, come emendata.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 255/9^ di iniziativa del consigliere F. Talarico, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro, nonché di efficienza e trasparenza dell’amministrazione del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Passiamo all’esame della proposta di legge numero 255/9^ di iniziativa del consigliere F. Talarico, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro, nonché di efficienza e trasparenza dell’amministrazione del Consiglio regionale”.

Prego, onorevole Caputo.

Giuseppe CAPUTO, relatore

Va nella stessa direzione della proposta che abbiamo approvato testé. E’ di iniziativa del Presidente Talarico e persegue i medesimi obiettivi.

Al riguardo, una distinta proposta nasce dall’esigenza di salvaguardare l’autonomia consiliare, elaborando un sistema di valutazione più congeniale alle amministrazioni al servizio della politica, come il Consiglio regionale. Fulcro del decreto Brunetta e quindi delle proposte da approvare è l’organismo indipendente di valutazione, il quale rappresenta l’interfaccia tra il potere politico e quello burocratico, garante della verifica e della rendicontazione delle attività di controllo, nonché del raggiungimento degli obiettivi assegnati.

Nello specifico, l’Organismo indipendente di valutazione espleta l’attività di controllo strategico e di gestione, valuta i dirigenti, supporta i dirigenti nella valutazione dei dipendenti apicali, appronta apposita rendicontazione con cadenza almeno annuale.

Per i motivi sopra evidenziati, si è resa necessaria la previsione di due Organismi indipendenti di valutazione, ciascuno rispondendo alle diverse e specifiche esigenze della struttura amministrativa della Giunta e del Consiglio.

PRESIDENTE

Non ho iscritti a parlare, pertanto sottopongo all’esame dell’Aula l’articolato.

All’articolo 1 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 59278, a firma del consigliere Giuseppe Giordano, il quale non è presente in Aula, per cui lo dichiaro decaduto.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

All’articolo 3 è stato presentato un emendamento, a firma del consigliere Battaglia, protocollo numero 54181, che così recita: “All’articolo 3, comma 1, le parole “sentite le organizzazioni sindacali” sono sostituite con le parole “previa contrattazione con le organizzazioni sindacali”.

Demetrio BATTAGLIA

Nella discussione generale avevo già illustrato le motivazioni sottese alla presentazione degli emendamenti.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 54181.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 3, demandando al coordinamento formale la sostituzione del termine “Segretario generale” con “Direttore generale”,  considerata la previsione  normativa che distingue le due figure.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 1744,  a firma del consigliere Battaglia, il quale si è già espresso sugli emendamenti, che così recita: “Al comma 7 dell’articolo 8, il periodo “L’OIV è composto dal segretario generale e da due componenti esterni” è così sostituito: “L’OIV è composto da tre componenti esterni”.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1744.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 59285, a firma del consigliere Giordano, che così recita: “L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale stabilisce, con propria deliberazione, le modalità organizzative, i requisiti, le modalità di selezione dei componenti esterni nel pieno rispetto delle garanzie di indipendenza e terzietà e il relativo trattamento retributivo dei componenti dell’OIV, senza nuovi maggiori oneri complessivi per il bilancio regionale”

Onorevole Giordano, prego.

Giuseppe GIORDANO

La sostituzione del comma 8 dovrebbe avvenire così: “L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale stabilisce con propria deliberazione le modalità organizzative, i requisiti, le modalità di selezione dei componenti esterni nel pieno rispetto delle garanzie di indipendenza e terzietà e il relativo trattamento retributivo dei componenti dell’OIV senza nuovi maggiori oneri complessivi per il bilancio regionale”, ciò per evitare che ci siano oneri aggiuntivi e soprattutto perché sia garantita l’indipendenza e la terzietà.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 59285.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 8, con autorizzazione al coordinamento formale per le medesime ragioni pronunciate per l’articolo precedente.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

All’articolo 11 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 54183, a firma del consigliere Battaglia, che così recita: “I commi 1 e 2 dell’articolo 11 sono soppressi”.

Lo pongo in votazione.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 238/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31”

PRESIDENTE

Passiamo all’esame della proposta di legge numero 238/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31”.

E’ relatore l’onorevole Magarò, che ha facoltà di intervenire.

Salvatore MAGARO’, relatore

Questa proposta di legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione consiliare competente, apporta delle modifiche e delle integrazioni alla normativa regionale vigente di sostegno alle vittime della criminalità. Questi benefici si estendono anche ai testimoni di giustizia.

L’articolato riguarda alcuni benefici, che consistono nell’istituzione nelle amministrazioni regionali, nei limiti della normativa nazionale, delle borse di studio per ogni anno di scuola di primo e secondo grado, in contributi a compensazione per quanto riguarda i tributi regionali e  agevolazioni per quanto riguarda il sistema dei trasporti regionali e anche dei titoli di preferenza nei bandi regionali che assegnano contributi  di qualsiasi natura.

L’altro beneficio riguarda coloro i quali hanno riportato una invalidità permanente e al comma 4 si demanda alla Giunta, entro 90 giorni, di varare una normativa regolamentare.

L’articolo 3 dispone che la Giunta, entro il 31 dicembre di ogni anno, trasmetta alle Commissioni competenti la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge.

Questa norma – come dicevo prima – è stata valutata, discussa anche con importanti testimoni di giustizia che hanno preso parte ai lavori delle nostre Commissioni, che hanno espresso parere favorevole.

Devo dire che su questa proposta sono previsti, però, altri due emendamenti: uno che abroga un comma e un altro che, invece, aggiunge alla legge numero 31 del 16 ottobre alcune parole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Intervengo per esprimere, a nome del gruppo, un voto favorevole anche per l’accoglimento di alcuni emendamenti da parte della Commissione che presiede l’onorevole Magarò. E’ un provvedimento che giudichiamo importante per una categoria che deve avere sempre maggiori tutele; il Consiglio regionale e la Commissione prima, licenziando questa legge con gli emendamenti presentati e accolti, sono andati in questa direzione. Da questo punto di vista, Italia dei valori esprime il voto favorevole al provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Caligiuri. Ne ha facoltà.

Mario CALIGIURI, assessore alla cultura e beni culturali

La proposta illustrata dall’onorevole Magarò è una iniziativa molto significativa che è stata presentata in Giunta dal Presidente Scopelliti, insieme a me, e si colloca nell’ambito delle iniziative di diffusione della cultura della legalità, che la nostra Regione sta sviluppando. Tra queste iniziative, voglio ricordare l’aumento del tempo scuola nei comuni ad alta densità criminale, l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata per usi didattici, scolastici ed educativi, in base al protocollo “più scuole e meno mafia”, sottoscritto col Ministero della pubblica istruzione, e poi anche la prossima redazione del Libro Verde sulla cultura della legalità che discuteremo presto all’interno della Commissione regionale anti ‘ndrangheta.

L’argomento di oggi riguarda le vittime della ‘ndrangheta e in modo innovativo anche i testimoni di giustizia e, come ha ben detto l’onorevole Magarò nella sua introduzione, amplia la platea e i benefici della legge preesistente.

Questa legge è stata approvata all’unanimità dalla Commissione regionale anti ‘ndrangheta, che sta svolgendo veramente un lavoro molto efficace, ed oggi abbiamo la possibilità di scrivere una bella pagina per la nostra Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Intervengo solo per ribadire che siamo favorevoli, come già dichiarato in Commissione. Penso che, molto opportunamente, il Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta abbia convocato la Commissione per lunedì prossimo. Ritengo opportuno che questa Commissione, che sta svolgendo un lavoro, un’attività positiva, visto il momento particolare di grave difficoltà che questa regione vive non solo per gli storici problemi socio-economici, ma anche soprattutto riguardo al condizionamento mafioso e criminale, debba fare una riflessione positiva da trasmettere, poi, al Consiglio regionale. Penso, quindi, che la Commissione debba istruire positivamente questo tipo di dibattito.

Noi abbiamo tenuto, circa un anno fa, una seduta di Consiglio regionale dedicata alle questioni che riguardano la lotta alla criminalità organizzata; sono stati prodotti dei provvedimenti, alcuni, forse forzati dall’enfasi che si voleva dare all’attività di quella seduta di Consiglio regionale, sono stati cassati dal Governo, in parte sono stati corretti dalla Commissione. Penso che anche questa legge, (che noi abbiamo contribuito a migliorare in Commissione rispetto alla proposta della Giunta, con lo spirito che secondo noi dovrebbe ispirare complessivamente l’azione non solo della maggioranza, ma di tutto il Consiglio, a prescindere dalle posizioni politiche) vada nella direzione di un rispetto – direi – rigido di quelle che sono le norme e il rispetto della legalità.

Abbiamo voluto che in questa legge non ci fosse quello che la Giunta regionale proponeva in materia di assunzioni per chiamata diretta, riguardo a quei soggetti che hanno messo a repentaglio la propria vita, quella dei propri familiari per testimoniare; abbiamo avuto esempi in Commissione, abbiamo ospitato Pino Masciari, abbiamo sentito le difficoltà in cui queste persone vivono e quindi hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni e della politica regionale. C’è da dire che, però, la risposta non può essere quella di dire “superiamo quelle che sono le norme per andare incontro a chi, invece, per rispettare le norme e la legalità, rischia  la vita”.

Il miglioramento, che noi abbiamo voluto offrire in sede di Commissione, penso debba rafforzare una capacità di proposta costruttiva di una forma di resistenza vera alla criminalità organizzata e non intervenire sugli effetti, che purtroppo poi colpiscono le realtà familiari, personali di chi a questo cancro si oppone.

Ritengo, quindi, che su questo sia necessario preparare, in Commissione, delle iniziative approfondite che non siano – lasciatemi passare questo termine – delle cose che noi approviamo in una seduta di Consiglio - che siano leggi, proposte varie -, che poi stanno lì e nessuno saprà mai come vanno a finire. Io penso che, per esempio, dopo un anno la Giunta regionale potrebbe relazionare a questo Consiglio, per dirci quei provvedimenti che sono stati assunti l’anno scorso quali risultati, quali effetti hanno prodotto, quali bandi sono stati emanati, quali preferenze sono state messe sui bandi; cioè qual è l’effetto della nostra azione in questo tema, qual è la possibilità di miglioramento, complessivamente, per essere più incisivi.

Su questo, nel nostro gruppo abbiamo fatto una riflessione più attenta, faremo delle proposte specifiche, però io penso che sia una responsabilità collettiva che deve produrre un dibattito e un approfondimento vero. Perché, al di là delle iniziative anche simbolicamente efficaci come la targa sui municipi, “La mafia qui non entra” - è un fatto simbolico sicuramente importante -, noi ci dobbiamo anche preoccupare, signor Presidente del Consiglio, di tentare di costruire quelle reti positive, sociali ed istituzionali in questa regione che servano a reagire rispetto a questo fenomeno e a queste infiltrazioni, a questi condizionamenti e agli effetti che, sostanzialmente, in questa legge cerchiamo di attenuare con i benefici che la Regione assegna a chi ne è vittima.

Costruire reti positive, significa non indebolire il tessuto istituzionale e relazionale di questa regione. Noi abbiamo discusso, anche recentemente, in Commissione - io l’ho fatto anche da Presidente di Lega autonomie Calabria -, penso che la rete dei Comuni sia importante, istituzionalmente radicata sui territori e che la dobbiamo rafforzare.

Bene, so che domani viene presentato un progetto che riguarda l’attività della Giunta regionale sul territorio per creare queste iniziative di fusione dei Comuni. C’è un’esclusione di Anci Calabria, quindi di chi rappresenta le istituzioni comunali ed anche di Lega autonomie. Io penso che questi siano messaggi contraddittori, rispetto a quello che deve essere un atteggiamento positivo e costruttivo che la politica calabrese e il Consiglio regionale devono mandare al territorio.

Quindi, da questo punto di vista: bene questa legge, bene questi incentivi, bene queste iniziative, ma penso che non possiamo più ridurci esclusivamente ad iniziative ancorché positive, ma svincolate da un approfondimento politico-istituzionale che implichi comportamenti coerenti in tutti gli organismi istituzionali e politici della nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’, relatore

Chiedo scusa se riprendo la parola, perché stimolato dall’intervento del collega Maiolo, per ribadire semplici ragionamenti, ma soprattutto per mettere in campo concrete azioni di intervento in questo settore.

La prima cosa – e su questo penso vada dato onore a tutta la Commissione –: questa Commissione ha avuto una dignità che in passato non ha avuto e non solamente per il numero delle sedute  che abbiamo svolto nel corso di questa prima parte della legislatura, ma soprattutto per le azioni che abbiamo messo in campo, per i provvedimenti che abbiamo discusso, per le norme che abbiamo approvato.

Alla Commissione spetta il compito di analizzare le proposte di legge che vengono presentate e tutte quelle avanzate nel corso di questa legislatura sono state della maggioranza e della Giunta. Per questo prego il collega Maiolo di presentare proposte su questi temi, di indicare un percorso, una strada, oltre a contribuire, come sempre ha fatto, durante i lavori della Commissione a migliorare le proposte di legge in discussione.

Sono, forse, due le leggi che la Commissione contro la mafia aveva varato da quando è stata istituita, in questo primo anno e mezzo sono state presentate una serie di proposte concrete, che sono state salutate con interesse e con forte motivazione da parte di quel mondo vitale che si sporca le mani e che lavora in prima fila contro questo fenomeno.

Abbiamo approvato leggi importanti, quali la costituzione di parte civile in tutti i processi, abbiamo approvato una proposta di legge  in parte  cancellata dal Governo - quella dell’Agenzia regionale - , ma soprattutto attraverso quella legge abbiamo dato indicazione di destinare il 5 per cento di tutti i piani delle opere pubbliche a quei Comuni o a quelle associazioni che hanno avuto assegnati dei beni confiscati

Abbiamo approvato alcune proposte della Giunta, dal mio punto di vista molto significative, come quella di premiare coloro i quali hanno il coraggio di andare a denunciare i propri estorsori, perché l’omertà è la vera alleata della ‘ndrangheta nella nostra regione.

Abbiamo approvato dei benefici e stiamo per approvare di estenderli alle vittime della ‘ndrangheta ed ai testimoni di giustizia. L’unica proposta di legge che il Governo ha bocciato è stata quella che istituiva il conto corrente unico, però poi il Governo, nei decreti, nella Finanziaria ha previsto di favorire la tracciabilità dei finanziamenti e dei conti correnti unici.

Ritengo importanti e significative queste proposte di legge - penso che la Giunta riferirà poi sull’attuazione di queste norme e di queste proposte -, penso che le azioni che noi abbiamo prodotto possano essere migliorate, ma che vadano salutate con molto interesse, perché questo fenomeno, che purtroppo c’è in Calabria e che condiziona la vita di ognuno di noi a livello sociale, economico e politico, per essere sconfitto necessita che ognuno faccia la propria parte e noi, nell’ambito delle nostre competenze - purtroppo sappiamo che non sono molte, quelle della nostra Commissione regionale -, abbiamo cercato di indicare la strada.

La strada è quella che è stata tracciata a livello nazionale: di fare – penso – repressione ed anche prevenzione, di mettere in campo un’azione concreta di antimafia sociale, cercando di difendere il lavoro e di crearne nuovo, di educazione e di sensibilizzazione. I progetti e le iniziative che l’assessore Caligiuri ha messo in campo vanno in questa direzione di sostenere gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare i propri estorsori, di rendere tracciabile l’iter finanziario e il beneficio dei finanziamenti che vengono erogati. Ho presentato una proposta, che è stata approvata, di rendere tracciabile anche l’iter burocratico, perché la burocrazia deve essere amica del cittadino e non ritardare le risposte.

Abbiamo varato provvedimenti che ritengo siano importanti e – fatemelo dire, perché è un ritornello che tante volte ascolto – necessari. Serve mettere in campo anche una azione di sensibilizzazione, perché un mio amico vescovo –  l’ho riportato in una risposta al collega Maiolo – dice che i segni hanno la loro potenza. Quando a messa ci scambiamo il segno della pace, è un segno straordinario, il segno della legalità che viene prodotto attraverso gli esempi, i comportamenti, ma anche attraverso alcuni atti simbolici, perché le iniziative che abbiamo messo in campo - dal mio punto di vista - hanno dato l’opportunità di discutere di questi argomenti, di parlare di legalità, di coinvolgere i ragazzi. Se di questi argomenti si discute oggi in Calabria – penso – è perché è cresciuta la sensibilità su questi temi, perché i ragazzi e le ragazze delle nostre scuole, delle nostre università capiscono che la ‘ndrangheta e la mafia sono la vera palla al piede del mancato sviluppo.

Abbiamo deciso – e ci ritorneremo nei prossimi giorni in Commissione – che anche le istituzioni , la politica ed i partiti, devono comportarsi bene, fare fino in fondo il proprio dovere, perché purtroppo la ‘ndrangheta condiziona anche la loro vita. Abbiamo approvato, in questa direzione, un codice di autoregolamentazione delle candidature a cui i partiti hanno promesso di tener fede nel momento in cui vanno a varare le candidature e le proprie liste. Io rivolgo questo appello adesso ai rappresentanti dei partiti, che, di qui a non molto, a primavera, andranno a comporre le liste nei vari territori in cui si andrà a votare.

Io penso che il lavoro che abbiamo iniziato - l’ho fatto con coraggio, con determinazione, esponendomi più volte del necessario, utilizzando il linguaggio della chiarezza e dicendo ad alta voce da che parte deve stare la politica, dalla parte della legalità - deve mettere in campo non solo il rispetto delle norme, ma anche gli esempi, perché sono altrettanto importanti quanto le norme e i segni.

Avvieremo, nella seconda parte del lavoro della Commissione che scadrà a novembre, una serie di altre iniziative. Stiamo lavorando – questa è la nostra competenza – per mettere in un testo unificato tutte le proposte di legge che abbiamo varato e noi siamo la Regione – ritengo, rispetto alle altre in cui esiste questa Commissione - che in questo anno e mezzo ha prodotto di più che in intere legislature qui in Calabria ed altrove.

Lunedì metteremo in campo le cose che vogliamo fare. Innanzitutto, fare emergere la Calabria positiva: faremo un albo di tutte le associazioni, di tutte le cooperative, di tutti quei soggetti che lavorano e che si sporcano le mani in questo settore. Li chiameremo a raccolta, faremo rete, per dimostrare al Paese e alla Calabria che la nostra regione non è solo ‘ndrangheta, ma è soprattutto - per la stragrande maggioranza - fatta di persone perbene, di amministratori capaci, di sindaci onesti, di associazioni, di giovani, di preti, di sacerdoti, di politici che vogliono combattere questo fenomeno.

Io penso che su questo non possiamo dividerci, perché nel passato, adesso e domani, questo fenomeno ha attraversato tutte le forze politiche, tutti gli schieramenti, è questione di aprire una stagione – come dice don Ciotti – della responsabilità. Se la apriamo, penso che questo fenomeno potrà avere vita difficile, se ognuno parla bene, ma soprattutto si comporta di conseguenza.

Noi abbiamo fatto questo. E’ poco, probabilmente, ma penso che faremo di più, io sono stimolato a fare ancora di più, come di più deve fare lo Stato attraverso le forze dell’ordine ed i magistrati - ai quali va il nostro apprezzamento per i buoni risultati che hanno inflitto alla ‘ndrangheta nella nostra regione - , di più devono fare anche le istituzioni, la politica, il Consiglio regionale. Mi piace che il Presidente Talarico, nella sua conferenza di qualche giorno fa, abbia posto questa esigenza della legalità al primo posto nell’agenda del Consiglio regionale, così come mi piace ricordare che molte delle proposte che il Consiglio ha approvato all’unanimità sono frutto di una chiara indicazione del nostro Presidente Scopelliti, attraverso la presentazione in Giunta di alcune proposte.

Andiamo avanti con l’impegno di fare di più, meglio, di non dividerci su questi argomenti, di verificare le criticità di queste leggi, di migliorarle, ma soprattutto confrontiamoci sulle proposte.

Per tanti anni sono stato amministratore e mi piacciono i risultati, perché sono il dato più importante. Penso che ognuno di noi abbia la possibilità di presentare proposte, di migliorarle, di indicare una strada. Se, rispetto alle proposte che ci sono, si critica solamente e non si avanzano alternative, penso non sia la strada giusta, in tutti i settori amministrativi, ma in modo specifico in questo settore di lotta per la legalità.

Finisco e saluto anche quest’altra proposta di legge come uno strumento frutto del lavoro di tutti,  del collega Maiolo, di tutti gli altri colleghi, abbiamo sempre cercato di migliorare le proposte venute all’esame della nostra Commissione. Penso che quella che andiamo a varare stamattina sia una proposta di legge importante e straordinaria, che, tra l’altro, modifica un’altra legge varata dal centro-sinistra, altrettanto importante. Estendiamo alcuni benefici ai testimoni di giustizia acclarati dal punto di vista delle affermazioni che fanno. Su questa legge c’è tanta attenzione non solo – penso – a livello regionale, ma, anche e soprattutto, a livello nazionale, perché, forse, saremo la prima Regione che delibera e legifera in tale direzione.

Questa proposta ha anche avuto il plauso di uno dei testimoni di giustizia più importanti della nostra regione, Pino Masciari, che, venuto in Commissione, ha elogiato questa legge, ci ha proposto di andare avanti per la gente che vive questo sulla propria pelle e sulle proprie spalle. Per questo io penso di andare avanti, di invitare tutti i colleghi della Commissione che hanno contribuito al miglioramento di questa proposta ad avanzare altre proposte, perché ritengo che la vera sfida della nostra regione sia anche questa, sconfiggere questo male oscuro, questo cancro che condiziona tutti, la politica, l’economia, il sociale, le istituzioni e per sconfiggerlo dobbiamo essere sempre pronti, energici, determinati, coraggiosi, a costo anche di rischiare.

Penso che ci siano anche altre proposte che, ho avanzato, che vanno a ridurre l’influenza della mafia, della ‘ndrangheta sulla politica

Ho avanzato due proposte di legge: per ridurre il numero dei consiglieri regionali, e per limitare  a due mandati la nostra presenza in Consiglio regionale, perché se uno sta qui due legislature - e non trent’anni - probabilmente non sarà condizionato dalla ‘ndrangheta, si metterà al servizio della nostra regione e non penserà a rispondere alla domanda: “Cosa devo fare per tornare la prossima volta? Probabilmente devo stringere rapporti poco puliti!”.

Questo è il lavoro che abbiamo fatto. Inviterò il Presidente del Consiglio ad aprire una discussione su questi temi in una seduta aperta. Penso che da lunedì avvieremo questa seconda fase e, insieme al collega Maiolo ed a tutti i componenti, miglioreremo ancora di più questa nostra azione di concretezza legislativa.

PRESIDENTE

Se non ci sono più iscritti a parlare, procediamo con l’esame del testo legislativo proposto dalla Giunta regionale ed illustrato ampiamente dal Presidente della Commissione per la lotta alla ‘ndrangheta.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 vi è un emendamento con protocollo numero 58725 a firma del consigliere Magarò che così recita: “All’art.2 della P.L. n.238/9^che introduce l’art.11 bis alla Legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008, al comma 2 sono soppresse le seguenti parole: “borse di studio per ogni anno di scuola elementare e secondaria, inferiore e superiore, e di corso universitario, non cumulabili con i benefici di cui all’art.7 della presente legge.”

Prego, onorevole.

Salvatore MAGARO’, relatore

Si tratta dei benefici. Propongo di cassare le parole “borse di studio per ogni anno di scuola elementare e secondaria inferiore e superiore e di corsi universitari, non cumulabili con i benefici di cui all’articolo 7 della presente legge”. Questo emendamento propone di cassare questa parte del comma 2.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 58725.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

All’articolo 5 c’è un emendamento con protocollo numero 58728 a firma del consigliere Magarò che così recita: “All’articolo 5 della proposta di legge n. 238/9^, che introduce l’art.17 bis alla Legge regionale n. 31 del 16 ottobre 20008 dopo le parole “Decreto legge 15 gennaio 1991, n. 8” sono aggiunte le seguenti “e che comunque risultino estranei ad ambienti e rapporti delinquenziali.”

Prego, onorevole.

Salvatore MAGARO’, relatore

Questo emendamento prevede di aggiungere alla legge numero 31 del 16 ottobre 2008: “…e che comunque risultano estranei ad ambienti e rapporti delinquenziali”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 58728.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Legge regionale n. 24 del 18 luglio 2011, avente ad oggetto: “Istituzione del Centro Regionale Sangue” – Adempimenti conseguenti

PRESIDENTE

Al punto sei è previsto all’ordine del giorno la legge regionale n. 24 del 18 luglio 2011, avente ad oggetto: “Istituzione del Centro Regionale Sangue” - Adempimenti conseguenti

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

La legge all’ordine del giorno, il punto sei, riguarda l’istituzione del Centro regionale sangue. L’abbiamo approvata in Consiglio regionale all’unanimità, adesso, una lettera del Commissario ad acta, il Presidente Scopelliti, ci dice che il Tavolo Massicci, siccome vi è un aumento di spesa in contrasto con il Piano di rientro, dà due possibilità: o sospendere la legge, per come previsto, oppure abrogarla .

Poiché è stata votata all’unanimità dal Consiglio, io l’ho posta all’ordine del giorno come il Presidente Scopelliti ha evidenziato, tenendo conto delle eccezioni che il Tavolo Massicci ha fatto su questa norma di riferimento, per i provvedimenti che il Consiglio regionale riterrà opportuno adottare.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Signor Presidente, la ringrazio di avermi dato la parola, non a caso che prendo la parola, per i motivi che i colleghi conoscono.

La legge regionale numero 24/2011 rispondeva, e secondo me risponde ancora, alla necessità del sistema trasfusionale calabrese di avere una gestione effettiva, perché il modello gestionale previsto dalla delibera che fino a qui ha disciplinato il settore, la numero 327 del 24 aprile 2008, non rispondeva alle esigenze di un settore così delicato, tanto da accumulare fondi non spesi per 900 mila euro, provenienti da attribuzioni delle leggi numero 219, 207 e 208.

La nostra legge consta di quattordici articoli ed è strutturata con un impianto teso ad attribuire la responsabilità gestionale ad una persona competente e di esperienza ed a prevedere la presenza dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti emopatici, delle associazioni delle donatrici di sangue cordonale, della banca regionale del sangue cordonale, con il duplice obiettivo di assicurare una gestione condivisa, ma anche capace di prendere le decisioni necessarie.

L’iter della legge in Commissione e nel Consiglio regionale e la sua approvazione – come ricordava il Presidente Talarico – in tempi brevissimi e all’unanimità, credo che sia stata la migliore conferma che lo spirito e la strutturazione sono stati compresi e fatti propri da maggioranza e minoranza di questa Assemblea.

Dopo l’approvazione definitiva, era convinzione generale in Calabria che, finalmente, si fosse realizzato un grande risultato e si era in attesa della nomina da parte del Presidente Scopelliti del direttore generale della nuova struttura. Interviene, inopinatamente, invece, una discutibile decisione del Governo nazionale, che con delibera del Consiglio dei Ministri dell’8 settembre 2011 decide di impugnare, come ormai avviene con cadenza eccessiva per tante norme di quasi tutte le Regioni italiane, gli articoli numero 1, 2, 4, 5, 10 e 13.

La decisione può apparire come una sconfessione della legge che, invece, viene in tutti i punti sostanziali confermata dall’Allegato A, “caratteristiche e funzioni delle strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali”, che è stato promulgato dall’Assemblea Stato-Regioni del 13 ottobre 2011.

La nostra legge precede, anticipa e rafforza, precisando le indicazioni di questo autorevole organismo, quindi non lo spirito, né gli obiettivi sono contrastanti con le norme nazionali.

Le motivazioni delle impugnative, in effetti, vertono su valutazioni di sottigliezze giuridiche, quale la menomazione delle funzioni commissariali, come se il Commissario della sanità in Calabria non fosse lo stesso Presidente che ha approvato la legge su imprecisioni non giustificabili. La motivazione forte dell’impugnativa dovrebbe essere la creazione di un nuovo ente e la impossibilità di questa procedura in una regione con un Piano di rientro, cosa che denota la scarsa conoscenza della già citata delibera numero 327/2008, che è alla base, tra l’altro, del nuovo intervento legislativo.

L’impugnativa a proposito della nomina della Commissione regionale per le attività trasfusionali, articolo 5, asserisce che trattasi di una struttura di supporto e che queste devono essere limitate a quelle strettamente indispensabili, non tenendo in alcun conto, invece, che tali limitazioni sono previste per motivi di carattere finanziario, che in questo caso non sussistono perché non è prevista alcuna remunerazione.

Inoltre un organismo similare, il Comitato tecnico regionale, è già previsto in funzione e in forza della delibera numero 327/2008.

Non è, altresì, vero che introduce una maggiore spesa non prevista nel Piano di rientro, perché il Centro regionale del sangue già esisteva dal 2008 e perché i servizi trasfusionali sono già finanziati con le assegnazioni annuali nelle quote indistinte delle aziende sanitarie ed ospedaliere sedi di servizi trasfusionali.

L’intervento del Governo nazionale, che nei fatti ha stoppato la legge ed ha accresciuto le già gravi criticità dell’attuale servizio trasfusionale, rende quanto mai attuale l’istituzione del Centro regionale del sangue e più che mai forti le motivazioni che hanno originato la legge regionale numero 24/2011, della quale la Calabria continua ad avere grande necessità.

Ora, fuorché in questo Paese, caro Presidente e cari colleghi, ormai vige la legge della giungla e del più forte, pur non condividendo per i motivi precedentemente dettagliati l’impugnazione del precedente Governo, chiedo al Consiglio regionale di verificare se è possibile, anzitutto – come, secondo me, è possibile –, modificare la legge per non compromettere, secondo la non condivisa tesi leonina del precedente Governo, il Piano di rientro, che tutti intendiamo salvaguardare come si è fatto, d’altronde, per la fondazione “Campanella” proprio in quest’Aula alcune settimane fa.

In alternativa, ovviamente, si può sospendere l’efficacia fino all’approvazione del Piano di rientro, in quanto siamo più che mai convinti che la nuova legge sul Centro regionale del sangue rappresenta nell’immaginario collettivo e soprattutto nel mondo del volontariato un fiore all’occhiello della nuova sanità calabrese.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, se non ricordo male, oltre alle opzioni che lei ha presentato all’Assemblea, c’è da aggiungere – e lo diceva il collega Imbalzano nel suo intervento – il provvedimento del Governo che ha impugnato la legge.

Io ritengo che, a fronte di questo provvedimento, noi dovremmo attendere la decisione della Corte costituzionale, oppure, in alternativa – e concordo con quanto diceva il collega Imbalzano – possiamo emendare gli aspetti, se ne siamo convinti, che il Governo ha ritenuto incostituzionali.

Certamente non possiamo né sospendere la legge, perché questo potrebbe comportare anche una sospensione in automatico dell’iter costituzionale e quindi non sapremo mai quando e se la Corte costituzionale deciderà se questa norma ha profili di incostituzionalità, né, a mio giudizio, revocare il provvedimento legislativo.

Quindi, da questo punto di vista, ritengo che le due opzioni siano diverse da quelle prospettate dal Governo regionale, nel senso che o attendiamo che la Corte costituzionale decida in ordine ai rilievi proposti dal Governo oppure, attraverso una valutazione attenta, si possono introdurre elementi che tolgano i rilievi di incostituzionalità proposti dal Governo.

Ritengo, fra l’altro, che questo iter di fare arrivare in Aula questi provvedimenti senza un approfondimento della Commissione sia un modo di operare che mette in difficoltà l’Assemblea legislativa che si trova di fronte a provvedimenti di grande rilevanza, senza avere avuto possibilità di discussione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Credo che non ci possano essere, in questa Assemblea, doppi canali o doppi modi di interpretare, purtroppo, quello che da tempo si sta verificando, ossia un’impugnativa da parte del Governo di tanti provvedimenti legislativi che questa Assemblea ha voluto, approvato e licenziato.

Io ritengo che la soluzione non risieda né nella sospensione, tantomeno, sarebbe un atto gravissimo che questo Consiglio abrogasse una legge che ha approvato all’unanimità, esaltandone anche il valore di rafforzamento di un sistema che in Calabria ha dato straordinari risultati, quello del Centro sangue istituito con la delibera di Giunta regionale del 2008.

Ritengo ancora di sottolineare l’inopportunità e la gravità di portare direttamente un provvedimento in Aula, quando sarebbe stata utile una discussione in Commissione sulle questioni che il Governo ha sollevato, per cui – ripeto – bisognerebbe attendere la pronuncia della Corte costituzionale, leggerla esattamente ed averne rispetto. Certamente l’opportunità avrebbe voluto e vuole che il provvedimento venga eventualmente riportato in Commissione, per ragionare su quali emendamenti, su quali modifiche apportare per renderlo coerente sotto il profilo della costituzionalità.

Quindi, proprio perché – come ha detto bene lei e il collega Imbalzano nella sua relazione – questo provvedimento è stato voluto e votato all’unanimità, io chiedo che né l’una né l’altra opzione - né la sospensione né tantomeno l’abrogazione - vengano da questo Consiglio oggi accettate e votate, ma che piuttosto si rinvii alla terza Commissione competente per un esame delle condizioni ed un eventuale provvedimento che possa contemperare delle modifiche che rendano salva la legge, salvando il procedimento e che comunque non neghino, non scrivano una brutta pagina nella storia della sanità e della donazione del sangue di questa regione.

PRESIDENTE

Volevo informare i colleghi che non si tratta di un problema costituzionale, la legge numero 24 del 18 luglio 2011 che abbiamo approvato, istitutiva del Centro regionale sangue, non ha avuto nessuna eccezione dal punto di vista costituzionale.

Vi è una lettera del governatore, in quanto Commissario per il Piano di rientro, che informa che, a seguito dei rilievi del il Tavolo Massicci, considerato che siamo in una regione con il Piano di rientro e che questa legge determina un aumento di costi, in applicazione della legge 191 del 2009 articolo 2, comma 80, il Consiglio regionale apporta le necessarie modifiche alla legge regionale in contrasto o la sospende o la abroga. Il Tavolo Massicci ha detto: “questa norma che avete approvato come Consiglio regionale, riguarda la sanità che nella vostra Regione è commissariata, di fatto, quindi, non potete legiferare perché vi è un aumento della spesa”. Questa è l’eccezione che arriva da parte del Tavolo Massici, riprodotta dal governatore al Consiglio regionale.

Adesso siamo di fronte ad una decisione: o si sospende o si abroga. Questo è quanto il Consiglio regionale deve decidere oggi . Mi sembra che l’intervento dell’onorevole Imbalzano, vada nella direzione della sospensione della legge.

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Credo che i colleghi abbiano ragione quando si dice che abrogare una legge che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità non è il massimo, però considerato che vi è questo problema, non di incostituzionalità – come citava lei, giustamente – , ma del Piano di rientro, noi dovremmo sospenderne l’efficacia fino a quando c’è in atto il Piano di rientro per poi riattivarla, nel momento in cui termina. Anche il collega Imbalzano, tra l’altro, è su questa lunghezza d’onda.

Non abroghiamola, non è necessario, ma, visto che è previsto dalle normative vigenti, sospendiamo l’efficacia in attesa che il Piano di rientro venga definito.

PRESIDENTE

La legge è stata approvata all’unanimità, quindi per venire incontro a questa problematica che riguarda un settore importante che sta svolgendo bene il suo lavoro in Calabria - i donatori sono in grande aumento, vuol dire che le associazioni lavorano bene per la nostra regione -, noi potremmo non abrogare la legge, ma sospenderla, in modo tale che poi, al termine del Piano di rientro, automaticamente la legge torni in vigore.

È l’effetto della sospensione, non c’è bisogno di riapprovarla in Aula. Il decreto legislativo dà questa opportunità alle Regioni in Piano di rientro, possiamo votare la sospensione della legge per poi procedere fino alla conclusione del Piano di rientro.

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, insisto sulla necessità, quantomeno, di portare in Aula il provvedimento e l’impugnativa, perché si è parlato diffusamente di impugnativa della Corte costituzionale. Lei prima ha detto che ci sono solo i rilievi del tavolo Massicci, se così fosse, sarebbe un fatto gravissimo, perché significa che si deve negare qualsiasi ipotesi, non di riorganizzazione di costi, perché non  si tratta di costi aggiuntivi, l’ha ricordato nella relazione il collega Imbalzano: c’erano 900 mila euro di risorse che, tra l’altro, provengono direttamente dallo Stato. Sarebbe un’ipotesi inaccettabile.

Credo sia utile, quantomeno, riportare il provvedimento in terza Commissione e valutare quali siano le iniziative più opportune, perché sulla sospensione, se il Consiglio dovesse decidere di andare avanti in tale direzione, io non posso che, con rammarico, annunciare un voto contrario da parte del mio gruppo. In riferimento a questa legge, però, che ha visto il Consiglio regionale esprimere all’unanimità la volontà di approvare, di dare finalmente disco verde a un organismo che in tutte le altre regioni, anche con Piano di rientro, esiste ed è efficiente, non vedo perché dobbiamo oggi sospenderne l’efficacia e non fare un ulteriore ragionamento per verificare se ci sono gli spazi affinché venga, eventualmente, modificata nelle parti che dovessero risultare non coerenti con il Piano di rientro o sotto il profilo della costituzionalità. Certamente, non è accettabile tout court la sospensione dell’efficacia senza mettere in condizione, la stessa Commissione che l’aveva licenziata all’unanimità, di poter ragionare ad eventualmente avere dei pareri ed esprimersi, fare un esame corroborato da pareri e da una valutazione più ampia che consenta di tornare qui con una decisione e una valutazione più serena e compiuta.

Quindi – ripeto – invito la maggioranza, la Presidenza, a voler rinviare il provvedimento alla terza Commissione per un più compiuto riesame. Diversamente se si dovesse decidere per la sospensione, annuncio il voto nettamente contrario da parte di questa componente politica.

PRESIDENTE

Leggo anche la seconda parte del comma che ho citato prima per informazione: “Qualora il Consiglio non provveda ad apportare necessarie modifiche legislative entro i termini indicati o vi provveda in modo parziale o comunque tale da (non) rimuovere gli ostacoli all’attuazione del Piano e dei programmi operativi, il Consiglio dei Ministri adotta le necessarie misure anche normative per il superamento dei predetti ostacoli”. Vuol dire che in una Regione in Piano di rientro, se il tavolo Massicci solleva delle obiezioni e il Commissario dice di sospendere la legge, il Consiglio dei Ministri si può sostituire al Consiglio regionale per effettuare i provvedimenti del caso.

Considerato che abbiamo approvato questa legge con volontà unanime del Consiglio, sarebbe cosa bella avere la stessa volontà unanime per sospenderla momentaneamente e prendere atto di quello che dice il tavolo Massicci per favorire il Piano di rientro.

Non è volontà nostra procedere ad abrogare una legge, è un’imposizione che ci viene perché vi è un aumento della spesa. Ci vuole senso di responsabilità con la sensibilità di ognuno di noi ha rispetto a queste tematiche, per procedere a sospendere, accantonare momentaneamente, la legge che rientrerebbe in vigore nel momento in cui terminerà il Piano di rientro. Ci auguriamo che questo possa accadere a breve, dipende dalla nostra virtuosità.

La parola all’onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO

Volevo dire che, effettivamente, questa legge è stata licenziata all’unanimità con il contributo di tutte le forze politiche in Commissione. Si tratta di una legge importantissima che darebbe veramente un segnale forte in questo settore alla Calabria, considerato – così come diceva anche il collega Imbalzano – che non riusciamo a spendere i soldi che il ministero mette a disposizione per questo settore.

Quindi, non v’è dubbio che la sospensione di questa legge ci penalizzi, però non vedo alternativa a questo punto, perché si va a creare un diverso danno in un settore come la sanità che è commissariata e, comunque, si arriverebbe poi, in ogni caso, alla sospensione di questa legge perché interverrebbe il Consiglio dei Ministri.

Penso sia opportuno - mi rivolgo anche ai colleghi di minoranza che sono stati in Commissione, che hanno dato veramente un grande contributo, collaborando per a licenziare questa legge - sospendere la legge con la formula che diceva lei, Presidente, cioè senza tornare in Aula per riattivarne l’efficacia, con la ripresa in vigore alla cessazione del Piano di rientro.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi possiamo procedere a votare la sospensione del provvedimento.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ordine del giorno numero 41 del 16.01.2012 a firma dei consiglieri Censore, Dattolo, De Masi ed altri “Per la revisione del piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace”

PRESIDENTE

Finito l’ordine del giorno, ci sono degli ordini del giorno presentati dai colleghi. Prima c’è quello dell’onorevole Censore, che riguarda la revisione del piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace, di cui do lettura:

“Premesso che la legge del 21 novembre 1991, n. 374, ha istituito la figura del Giudice di pace, i cui compiti attengono l’esercizio della giurisdizione in materia civile e penale e la funzione conciliativa in materia civile;

le sedi del Giudice di pace su tutto il territorio nazionale sono fissate per legge in 4.700 unità, ma appena la metà sono ufficialmente attive ed operative;

dalla sua istituzione, l’attività del Giudice di pace ha determinato un’accelerazione dei tempi della giustizia ed è stata percepita positivamente dai cittadini, che hanno visto risolversi le loro controversie a livello locale;

lo schema del decreto legislativo “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici di pace, a norma dell’articolo 1, comma 2, della legge 14 settembre 2011, n. 148”, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 16 dicembre 2011, contiene il piano di soppressione di un importante numero di uffici del Giudice di pace su tutto il territorio nazionale, determinato dalla necessità di riduzione dell’attuale spesa di gestione della macchina burocratica collegata alla giustizia;

in  Calabria, gli uffici del Giudice di pace che sono a rischio soppressione raggiungono il numero di 51 unità e sono in gran parte ubicate in comuni appartenenti ad aree interne della regione;

la cessazione degli uffici del Giudice di pace impoverisce ulteriormente territori già provati dalla spoliazione di servizi essenziali alla cittadinanza;

tale soppressione priverebbe i cittadini dell’adeguata tutela giudiziaria ed imporrebbe il ricorso a sedi accorpate o a tribunali dislocati lontani dal teatro delle controversie, con il conseguente aumento dei disagi e della spesa per gli utenti;

impegna il governo regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale ed il ministero della giustizia, affinché sia rivisto il piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace e sia garantito ai cittadini un adeguato ed equo diritto alla giustizia su tutto il territorio regionale.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione numero 57 del 16.01.2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla tragedia ferroviaria della Fiumarella del 23 dicembre 1961 e dell’impegno nei confronti della Ferrovia della Calabria”

PRESIDENTE

Ora c’è una mozione a firma del consigliere Giordano, che riguarda la tragedia della Fiumarella del 23 dicembre 1961. L’ha già illustrato nel precedente intervento, quindi ne do lettura:

“Il Consiglio regionale

premesso che è vivo nel ricordo della nostra regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo fa, nel lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di un vagone delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria, provocando 71 vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della Presila;

una pagina così drammatica della storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte ferroviarie meridionali;

appare doveroso ricordare, anche attraverso un minuto di silenzio,. le vittime della tragedia in occasione della discussione della presente mozione;

impegna la Giunta regionale a porre in essere una serie di iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ed alla cultura per ricordare nelle scuole calabresi una pagina drammatica della nostra storia recente affinché gli studenti calabresi conservino la memoria del loro passato e delle sofferenze patite dal popolo calabrese;

a rinnovare l’impegno per la salvaguardia ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie della Calabria, che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile per il collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro della politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia, sempre più penalizzante per la Calabria”.

La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Mozione numero 8 del 16.01.2012 a firma del consigliere Imbalzano “Sullo stato di attuazione della S.S. 106 ionica e delle infrastrutture calabresi, interventi da effettuare da parte della Regione Calabria su ANAS e Governo centrale”

PRESIDENTE

Ora c’è una mozione a firma del consigliere Imbalzano che riguarda la SS106 ionica e le infrastrutture calabresi, interventi su Anas e Governo centrale, ne do lettura:

“Il Consiglio regionale,

premesso che

il Sistema infrastrutturale calabrese, in particolare quello stradale, presenta da decenni gravissime criticità e costituisce uno dei veri ostacoli allo sviluppo del nostro territorio;

il problema del miglioramento del tracciato della S.S. 106 Jonica continua a rimanere un problema atavico e irrisolto sia per il sostanziale scarso impegno di tutti i Governi che si sono succeduti in questi decenni sia per l’insipienza della classe politica calabrese;

nonostante lo sporadico impegno di Parlamentari e Istituzioni locali, i risultati, anche per cause estranee al cronico disinteresse della classe politica del Paese, sono stati fino ad oggi assolutamente deficitari, mentre grandi investimenti infrastrutturali continuano ad essere sistematicamente destinati ai problemi, non altrettanto drammatici, delle aree forti del Paese;

nonostante le lodevoli iniziative del Comitato di Comuni della fascia ionica calabrese, gli impegni, assunti nel tempo dall'Anas, sono stati sempre disattesi, anche per lamentate carenze di risorse destinate dai diversi Governi;

è venuto il momento di inquadrare il problema della S.S. 106 in un nuovo contesto nazionale e internazionale in quanto, da una parte, vitale per lo sviluppo dell'intera Regione Calabria ma anche per le oggettive implicazioni con il sistema infrastrutturale del resto del Paese, dall'altra perché il suo completamento influisce direttamente sul sistema dei Corridoi Stradali Europei, in quanto cerniera importante tra il Meridione d'Italia, e quindi tra il centro geografico del Mediterraneo e l'Europa dell'Est;

si intende sottoporre alla responsabile attenzione, valutazione e discussione della massima Assemblea elettiva calabrese un problema d'importanza strategica anzitutto per l'intera Regione Calabria, della quale fino ad oggi è stato uno dei principali ostacoli al suo sviluppo;

il Consiglio regionale, nell'ambito dei propri poteri, è chiamato a confrontarsi e a fornire precisi indirizzi alla Giunta regionale, anche con il diretto e preventivo coinvolgimento di tutti i soggetti direttamente coinvolti, a partire dalla citata Anas;

si ritiene ineludibile:

1) avviare un urgente, costruttivo ma stringente confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale degli interventi in corso sull'intera tratta e per avere un quadro realistico dei finanziamenti necessari per il completamento dell'importante arteria stradale;

2) promuovere un urgente incontro con i rappresentanti del Governo, a partire dal ministro Matteoli, direttamente coinvolti, al fine di conoscere le reali intenzioni dell'Esecutivo del Paese in ordine al reperimento delle imponenti risorse, ordinarie e/o straordinarie, che, a nostro giudizio, ancora sono necessarie per avviare il completamento dell'opera;

impegna la Giunta regionale:

stante l'importanza e la complessità della problematica nonché le ormai ineludibili attese delle popolazioni calabresi, a valutare l'opportunità di assegnare preliminarmente, e per eventuali audizioni, la presente mozione alla Commissione consiliare competente al fine di mettere il Consiglio regionale nelle migliori condizioni per adottare le conseguenti e più opportune deliberazioni sull’argomento.”

La può illustrare, onorevole.

Candeloro IMBALZANO

Ho insistito all’inizio di questa seduta di poter intervenire per illustrare questa mozione, che è antica e che, di fatto, è stata integrata da una successiva mozione sulla Locride, per intenderci: la prima si riferiva alla S.S.106, ma poi è stata integrata da una successiva mozione, la numero 47 del 23 agosto 2011, perché – com’è noto – l’area della Locride è una delle più marginalizzate dell’intero territorio calabrese e, rispetto a questo territorio, vi sono grandi attese sollecitate più volte anche dalla stampa locale.

Mi rendo conto che, rispetto alla data di presentazione della prima mozione, è passata tanta acqua sotto i ponti e ci sono state anche delle significative novità, perché  una serie di questioni che avevo posto, come ad esempio una maggiore attenzione nei confronti del comprensorio e il ripristino del rapporto con i sindaci da parte del Governatore, è stato un atto politicamente importante a cui il Presidente Scopelliti ha adempiuto ampiamente, rimettendo in piedi un tavolo istituzionale con il Comitato dei sindaci che sta producendo risultati significativi.

Naturalmente, mi rendo altrettanto conto che, accanto a tante altre iniziative – ricordo per tutti un convegno operativo importante di qualche mese fa con il Presidente Scopelliti e l’assessore Mancini sui  Pisl – ci sono tante criticità che ancora permangono, ad esempio, nel sistema della mobilità – abbiamo approvato qualche settimana fa un ordine del giorno sul taglio di 21 treni a lunga percorrenza che riguardavano il territorio calabrese – nel settore ambientale –; ricordo un convegno importante che con l’assessore Pugliano abbiamo tenuto circa un anno fa e che credo abbia dato anche dei frutti sul piano della sensibilizzazione dei sindaci di quel territorio –;  la questione dei centri storici - so che l’assessore Aiello sta tentando con i sindaci stessi di ripristinare un tavolo che metta in piedi una linea comune rispetto alle difficoltà che tanti sindaci e tante amministrazioni ancora hanno. Ci rendiamo conto che permangono i problemi di sempre: dello sviluppo, in particolare turistico, della mobilità, il rapporto con l’Anas, il rapporto con Ferrovie dello Stato, il rapporto con il Governo centrale. È quanto mai opportuno che questo Consiglio regionale, nel Piano per il Sud - che ci auguriamo che, prima o poi, mi auguro il prima possibile, venga varato - compensi la Locride di tante dimenticanze dei decenni e degli anni scorsi.

Ecco perché, per farla breve, sottopongo al Consiglio regionale non un ordine del giorno, un vero e proprio documento che mi permetto brevemente di leggere e sul quale chiedo, ovviamente, il voto:

“Il Consiglio regionale, premesso che il territorio ionico della provincia di Reggio presenta da decenni gravissime criticità e risulta in assoluto una delle aree più marginalizzate non solo del nostro Paese;

constatato che la condizione di grande disagio di questo comprensorio, a dispetto delle forti e positive potenzialità tuttora inespresse, è stata sostanzialmente originata e progressivamente aggravata dallo scarso impegno di tutti i governi che si sono succeduti nel tempo e dalla scarsa attenzione della classe politica calabrese;

ritenuto che è venuto il momento di dedicare al comprensorio locrideo il massimo dell’attenzione sia da parte del Governo nazionale sia attraverso Enti da esso partecipati, del tutto strategici per lo sviluppo del territorio (ANAS e RFI), che da parte della Regione Calabria.

considerato, altresì, che il territorio della Locride non ha potuto fin qui esprimere le grandi e naturali potenzialità di sviluppo turistico da coniugare con la presenza di piccole e medie imprese, proprio per l’assenza di forti investimenti infrastrutturali che hanno fin qui escluso la stessa area dai grandi circuiti nazionali ed internazionali;

constatato, altresì, che è venuto il momento di inquadrare lo sviluppo della locride nel più vasto contesto sia della regione Calabria che del Mezzogiorno d’Italia;

dato atto del lodevole ed apprezzato lavoro fin qui svolto dal Comitato e dal Consiglio dei sindaci dell’area ionica, dalle organizzazioni imprenditoriali, professionali, dai club service, dalla società civile con l’autorevole sostegno del vescovo della diocesi di Locri-Gerace;

dato atto al Presidente Scopelliti di aver dimostrato in questi mesi una rinnovata e forte attenzione verso il territorio locrideo anche con ripetuti incontri in loco, valorizzando il tavolo di concertazione con il Comitato dei sindaci nel comprensorio;

il Consiglio regionale ritiene ineludibile una rinnovata e forte attenzione dell’ente Regione in tutte le sue articolazioni verso il comprensorio della Locride, per affrontare con interventi strutturali le criticità e le tante emergenze di un territorio rimasto da decenni marginalizzato, con l’obiettivo mirato di innestare, di concerto con le istituzioni locali, con le parti sociali, nonché con le associazioni imprenditoriali e professionali, un progetto di crescita condiviso che ponga al centro della propria strategia lo sviluppo balneare, culturale, enogastronomico dei centri storici, della collina e della montagna, quali risorse prioritarie da valorizzare;

Il Consiglio regionale ritiene ancora indispensabile analoghe iniziative nei confronti del gruppo Ferrovie dello Stato e i vertici dell’Anas per l’azione penalizzante svolta negli ultimi anni nei confronti della Locride e dell’intera provincia di Reggio, isolandole di fatto dal resto del Paese.

Il Consiglio regionale, infine, nel dare atto al Presidente Scopelliti di una rinnovata attenzione sia personale che della Giunta da lui presieduta, con ripetuti incontri con il Comitato dei sindaci e con le forze sociali, imprenditoriali e professionali del territorio, ritiene importante l’elaborazione e la presentazione di un Piano di sviluppo strategico per l’intero comprensorio, che consenta progressivamente alla Regione stessa di dedicare, a partire dalle risorse relative ai Pisl, la più ampia attenzione, sulla base di una progettualità di alto profilo e capace di produrre sviluppo e occupazione duratura per l’intera Locride”.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto pongo in votazione la mozione in oggetto, che sarà sottoposta a con coordinamento formale

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Non ci sono altri punti all’ordine del giorno, quindi il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 16,52

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo l’onorevole l’assessore Caridi.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Grillo – “Interventi per la riscoperta della dieta mediterranea” (P.L. n. 290/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Talarico D. – “Modifiche all’articolo 40 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, recante: “Norme di attuazione dello Statuto per l’iniziativa legislativa popolare e per i referendum” (P.L. n. 291/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare – Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

De Masi, Giordano, Talarico D. – “Interventi per la povertà ed il disagio sociale attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari” (P.L. n. 292/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme per la tutela e la valorizzazione della capra aspromontana” (P.L. n. 293/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme in materia di abbattimento di alberi di ulivo” (P.L. n. 294/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Magno – “Azioni di sviluppo del sistema produttivo regionale: credito di imposta” (P.L. n. 295/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 47 del 23.12.2011” (P.L. n. 296/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 47 del 23.12.2011” (P.L. n. 297/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Magno – “Interpretazione autentica e parziale abrogazione della legge regionale 7 ottobre 2011, n. 36 (Riduzione dei costi della politica)” (P.L. n. 298/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Talarico F. – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 24 del 18 luglio 2011, recante: “Istituzione del Centro regionale sangue” (P.L. n. 299/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione Commissioni

Sono state presentate le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Legge regionale n. 15/03 e n. 15/08 del 13.06.2008. Modifica ed approvazione Statuti fondazioni regionali – Minoranze linguistiche (Delibera G.R. n. 591 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 159/9^

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Approvazione schema di accordo tra Regione Campania e Regione Calabria relativo alla gestione dell’Istituto relativo alla gestione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. (Delibera G.R. n. 622 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 160/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

“Programma autosostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale anno 2012. (Delibera G.R. n. 623 del 23.12.2011)” (P.P.A. n. 161/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive -  per il parere.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Temporanea sostituzione del consigliere Francesco Morelli, in atto sospeso dalla carica con il consigliere Giuseppe Morrone (art. 15, comma 4 bis, legge 19 marzo 1990, n. 55)” (P.P.A. n. 158/9^)

Proposta di legge statutaria

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di iniziativa del consigliere Magno:

“Modiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 <Statuto della Regione Calabria>” (P.L.S. n. 9/9^)

E’ stata assegnata alla quinta Commissione consiliare – Riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 6 del 3.1.2012 recante: “Approvazione delle direttive di attuazione per la concessione di contributi in regime “de minimis” finalizzati a realizzare azioni per il rafforzamento dei Consorzi export (Por Fesr 2007-2013 Linea di interventi 7.1.2.2)” (Parere n. 28)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 20 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 3 del 22 dicembre 2011 al Bur 23 del 16 dicembre 2011:

legge regionale 20 dicembre 2011, n. 44, recante: “Norme per il sostegno di persone non autosufficienti – Fondo per la non autosufficienza”;

legge regionale 20 dicembre 2011, n. 45, recante: “Modifica alla legge regionale n. 11 del 26 febbraio 2010 <Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro>”;

legge regionale 20 dicembre 2011, n. 46, recante: “Ripianamento perdite di esercizio 2010 Aeroporto Sant’Anna S.p.A.”

 

In data 23 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 6 del 29 dicembre 2011 al Bur 23 del 16 dicembre 2011:

legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012). Articolo 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002”;

legge regionale 23 dicembre 2011, n. 48, recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2013 (legge finanziaria)”;

legge regionale 23 dicembre 2011, n. 49, recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014”.

 

In data 28 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 7 del 30 dicembre 2011 al Bur 23 del 16 dicembre 2011:

legge regionale 28 dicembre 2011, n. 50, recante: “Norme di integrazione alla legge regionale 28 settembre 2011, n. 35”;

legge regionale 28 dicembre 2011, n. 51, recante: “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22”.

Emanazione e pubblicazione di regolamento regionale

In data 29 dicembre 2011, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul supplemento straordinario n. 1 del 5 gennaio 2012 al Bur n. 24 del 31 dicembre 2011:

Regolamento regionale n. 8 del 29 dicembre 2011, concernente “Regolamento regionale relativo alla legge regionale n. 28 del 22.11.2010”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale con note nn. 1107, 1108, 1190 del 10 gennaio 2012 ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2011:

Deliberazione Giunta regionale n. 587 del 23 dicembre 2011

Deliberazione Giunta regionale n. 614 del 23 dicembre 2011

Deliberazione Giunta regionale n. 588 del 23 dicembre 2011

Approvazione di risoluzione da parte di Commissione consiliare

La sesta Commissione consiliare, nella seduta del 5 dicembre 2011 ha approvato la Risoluzione – Partecipazione al meccanismo di “Allarme rapido-Early warning”, ai sensi del protocollo n. 2 del trattato sulla Unione europea e sul funzionamento della Unione europea, sulle proposte di regolamento recanti il quadro legislativo relativo alla politica di coesione e alla politica agricola comune (Pac) per il periodo 2014-2020.

Interrogazioni a risposta immediata

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla programmazione nazionale e comunitaria e all’assessore alla cultura con delega alle minoranze linguistiche. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria in un incontro svoltosi mercoledì 21 dicembre 2011 a Catanzaro presso il Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, ha presentato le linee-guida per l’attuazione del Pisr “Minoranze linguistiche ed etnoantropologiche della Calabria” di cui al Por Fesr 2007/2013;

nel documento di che trattasi è stata presentata la seguente situazione demografica relativamente ai comuni calabresi di minoranza linguistica:

minoranza arbereshe:

provincia di Cosenza: 21 comuni per un totale di 38.446 abitanti;

provincia di Catanzaro: 5 comuni per un totale di 8.929;

provincia di Crotone: 3 comuni per un totale di 3.087;

minoranza grecanica:

provincia di Reggio Calabria: 15 comuni per un totale di 48.000 abitanti;

il dato relativo alla minoranza grecanica appare di molto sovrastimato rispetto alla sua reale consistenza, essendo tale popolazione, secondo lo stesso Quadro unitario della progettazione integrata (QUPI) approvato dalla Giunta regionale, par a non più di 12 mila abitanti;

tale stravolgimento del dato demografico relativo alla minoranza grecanica, qualora trovasse conferma in atti amministrativi conseguenti, andrebbe a modificare in misura sostanziale la spartizione delle risorse finanziarie previste dal Por per i Progetti integrati sulle minoranze, con conseguente sottrazione di risorse alla minoranza arbereshe presente sia nel territorio della Provincia di Cosenza che in quelli delle province di Catanzaro e Crotone -:

su quali base è stato definito il dato demografico relativo alla minoranza grecanica riportato nel documento di cui all’oggetto;

se non sia il caso di rivedere tale dato, ristabilendo la giusta proporzione tra le varie minoranze linguistiche presenti in Calabria, anche ai fini di una corretta ripartizione delle risorse del Por ad esse destinate.

(195; 29.12.2011)

Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:

ormai da anni emerge un quadro inquietante sulla situazione sanitaria della nostra regione in ordine all'alto tasso di incidenza di tumori in diverse zone e in particolare sulla costa tirrenica con i centri ricadenti nell'ambito del bacino fluviale del fiume Oliva, Gioia Tauro per la presenza dell'inceneritore, Vibo Valentia per il cementificio, Crotone per la fabbrica dismessa della Pertusola e su ampie aree della Locride;

con riferimento a tali problematiche, in ambito nazionale si è ritenuto necessario prevedere l'istituzione dei Registri Tumori che permettano la raccolta di informazioni sui malati di cancro residenti in un determinato territorio, l’individuazione del tasso di incidenza delle neoplasie in una area geografica e ciò al fine di una efficace pianificazione degli interventi preventivi;

la prima funzione dei registri tumori consiste nel descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni temporali attraverso misure di incidenza e mortalità, fornendo un indicatore fondamentale della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del suo evolversi nel tempo;

sulla base di tali premesse la Giunta regionale, con delibera n. 289 del 25 marzo 2010, approvava il progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria che si propone di definire gli obiettivi e gli strumenti da porre in essere per l'estensione a tutto il territorio regionale dell'attività del Registro Tumori calabrese;

la succitata deliberazione stabiliva, altresì, per la concretizzazione del progetto, l'approvazione di una convenzione con il Registro Tumori di Modena, di prevedere, con successivi atti, la creazione numero tre Registri Tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, di istituire un coordinamento regionale -:

quali sia lo stato di attuazione del Progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria e quali atti propedeutici, richiamati nella deliberazione n. 289/2010, sono stati avviati;

quali iniziative, in caso di omesso o parziale avvio delle procedure, intenda intraprendere con urgenza per porre in essere i dovuti provvedimenti che rendano operativi i Registri Tumori individuati nella deliberazione approvata.

(196; 09.01.2012)

Talarico D., De Masi, Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

tra le prerogative dei consiglieri regionali rientrano i cosiddetti atti di sindacato ispettivo, ovverosia quegli atti mediante i quali il Consiglio regionale esercita la propria funzione di controllo sull'attività della Giunta regionale;

sono strumenti di sindacato ispettivo le interrogazioni e le interpellanze a risposta scritta, disciplinate rispettivamente dagli artt. 120 e 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005);

l'art. 121 in particolare recita testualmente:

“1. Ciascun consigliere può interrogare la Giunta su fatti o questioni che ne investano la competenza. L'interrogazione è posta per iscritto ed è presentata al Presidente del Consiglio, che la trasmette alla Giunta.

2. La Giunta ha l'obbligo di dare la risposta all'interrogante non oltre venti giorni dalla ricezione dell'interrogazione stessa, comunicandola in copia al Presidente del Consiglio, il quale ne dà notizia nella prima seduta successiva del Consiglio.

3. L'interrogazione e la risposta sono inserite nel resoconto della seduta nella quale sono annunciate.

4. Se la Giunta non fa pervenire la risposta nel termine di cui al secondo comma, il Presidente pone senz'altro l'interrogazione all'ordine del giorno della seduta successiva alla scadenza del termine per il suo svolgimento orale, avvertendone il Presidente della Giunta.

5. Il Presidente della Giunta o un altro membro della Giunta dallo stesso delegato è tenuto a partecipare alle sedute del Consiglio nelle quali si svolgono le interrogazioni alle quali la Giunta non ha dato la richiesta risposta scritta entro i termini previsti. In sede di discussione, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.”;

il succitato articolo, oltre a prevedere la facoltà del consigliere di interrogare la Giunta, prevede l'obbligatorietà della risposta da parte di quest'ultima entro e non oltre venti giorni dal ricevimento;

lo stesso articolo prevede altresì che trascorso invano il termine dei venti giorni, il Presidente del Consiglio è tenuto a porre l'interrogazione all'ordine del giorno nella prima seduta utile;

le norme contenute in detto articolo sono generalmente disattese sia dai membri della Giunta regionale, sia, per quanto di sua competenza, dal Presidente del Consiglio;

è ormai abitudine consolidata degli assessori e del Presidente della Giunta regionale di non rispondere alle interrogazioni nei tempi previsti dal Regolamento ovvero di non rispondere affatto alle stesse;

è abitudine altrettanto consolidata quella del Presidente del Consiglio regionale di non consentire lo svolgimento in Aula delle interrogazioni a risposta scritta inevase dai membri della Giunta, ai sensi del comma 4 del succitato articolo del Regolamento;

tale situazione pone oggettivamente un problema di legalità nel Consiglio regionale della Calabria, venendo ad essere sistematicamente ignorato il carattere di cogenza delle disposizioni che ne regolano il funzionamento;

l'inosservanza di tali importanti disposizioni ha come effetto una limitazione delle prerogative dei consiglieri regionali in tema di controllo sull'operato della Giunta e degli Uffici amministrativi della regione;

nondimeno è da considerarsi la caduta di credibilità dell'Istituzione agli occhi della società calabrese, che spesso, nelle sue varie espressioni sia economiche che culturali, è la vera ispiratrice di tanti atti di sindacato ispettivo nei confronti del governo regionale;

la situazione appena descritta è vieppiù aggravata dal fatto che decine di mozioni ed ordini del giorno, riguardanti temi e questioni di altissima rilevanza, dall'ambiente all'energia, giacciono inevasi presso la Segreteria del Consiglio regionale, in aperta violazione della disposizione contenuta nell'art. 119 del Regolamento interno del Consiglio che impone al Presidente di "dare comunicazione al Consiglio delle mozioni ricevute entro la seduta successiva alla presentazione e di "iscriverle all'ordine del giorno della seduta successiva a quella del loro annuncio" -:

se non sia il caso di sanare definitivamente il vulnus venutosi a creare nel rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio regionale, richiamando a tal scopo tutti i membri della Giunta alle proprie responsabilità;

quali misure si intendono adottare per indurre l'intero Esecutivo all'osservanza delle norme sopra richiamate.

(197; 11.01.2012)

De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per la sanità. Per sapere – premesso che:

annualmente vengono individuati gli indicatori/parametri attraverso i quali formulare e quantificare i budget da assegnare alle strutture rientrati nel comparto dell’ospedalità privata;

per l’annualità 2010, nella ripartizione dei fondi assegnati si sono verificate delle sperequazioni in alcune Asp della Regione, atteso che rispetto al budget assegnato inizialmente, nella parte finale dell’anno si è provveduto a certificare delle produzioni di diverse strutture che hanno sforato lo stanziamento previsto con conseguente rideterminazione delle risorse finanziarie;

addirittura, per la determinazione dell’annualità successiva del 2011 al di là degli abbattimenti delle risorse in via generale, è stata considerata quale base di partenza per la determinazione dei budget la produzione annuale del 2010 così come certificata;

ciò ha creato una situazione paradossale a discapito degli enti che hanno rispettato i budget assegnati e che si sono visti penalizzati, laddove, al contrario sono state riconosciute premialità a favore delle strutture che hanno sforato il plafond assegnato come, ad esempio, l’Istituto Giomi di Reggio Calabria che avrebbe ricevuto un surplus economico nel solo anno 2010 di euro 1.673.323,00 -:

se, effettivamente, nell’annualità 2010 sono stati legittimati gli sforamenti di budget e saldate le relative spettanze a favore di diverse strutture private ospedaliere operanti sul territorio regionale quali criteri sono stati usati per il loro riconoscimento e se tali produzioni sono stati usati per il loro riconoscimento e se tali produzioni sono state utilizzate quali parametro per il calcolo dei fondi da assegnare nell’annualità successiva 2011;

se, al contrario, le strutture ospedaliere private che hanno rispettato i parametri iniziali assegnati non hanno goduto di alcun incremento;

se anche per l’annualità 2012, nella determinazione dei nuovi parametri e quindi dei fondi da assegnare, saranno tenuti in considerazione gli sforamenti di budget verificatisi nelle annualità precedenti e, in ogni caso, quali saranno i criteri da utilizzare nel riparto dei fondi;

in caso affermativo quali iniziative si intendono intraprendere per la individuazione di parametri oggettivi che possono rideterminare in modo equo i budget da assegnare alle strutture ospedaliere private per l’annualità 2012, tenendo conto di eventuali compensazioni a favore di quegli enti che in modo corretto hanno rispettato negli anni il plafond assegnato senza operare alcun sforamento ed evitare così sperequazioni fra i diversi enti, ripristinando una corretta gestione economico-finanziaria delle risorse;

quali iniziative, infine, si intendono intraprendere per rendere effettivo il principio tante volte effettivo il principio tante volte affermato e mai attuato secondo il quale la sanità privata dovrebbe operare in un’ottica di integrazione e non di sostituzione della sanità pubblica al fine di evitare un utilizzo inappropriato delle risorse finanziarie a discapito delle strutture ospedaliere pubbliche che rischiano di essere soppresse o depotenziate.

(198; 12.01.2012)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 13 giugno 2008 è stata approvata la legge regionale n. 15 pubblicata sul Burc n. 12 del 16 giugno 2008, Supplemento straordinario n. 1 del 21 giugno del 2008, art. 51 “Investimenti nel settore della sanità” che ai commi 7, 8 e 9 (nella modifica introdotta dall’art. 36, comma 1, della legge regionale 26.2.2010, n. 8) recita testualmente: “La Giunta regionale è autorizzata a finanziare la progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Azienda ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quello esistente utilizzando le risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 si autorizza anche l’eventuale valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Azienda al fine di reperire risorse aggiuntive con il coinvolgimento dei soggetti privati (Progetto di finanza). Al fine di garantire la copertura finanziaria della quota a carico del bilancio regionale del piano di cui al precedente comma 7, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo III della legge regionale 8 febbraio 2002, n. 8. Il mutuo o prestito obbligazionario di cui al comma 8, quantificato nella misura massima di euro 40 milioni, sarà contratto per la durata massima di anni 20, anche in più soluzioni a mezzo di atti di erogazioni e quietanze;

l’articolo 36, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 recita testualmente che: la Giunta regionale è impegnata a verificare la fattibilità tecnica-economica e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di Reggio Calabria che sostituisca l’attuale presidio Bianchi-Melacrino e nella città di Crotone che sostituisca l’attuale ospedale San Giovanni di Dio;

a tal fine le aziende ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi dall’approvazione della presente legge utilizzando le risorse disponibili sia comunitarie sia statali ex art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 sia quelle rinvenienti dalla valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare del vecchio presidio e delle relative aree di pertinenza;

la Giunta regionale con delibera n. 206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e ha dato mandato al dipartimento n. 8 (urbanistica e territorio) e al dipartimento n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) di predisporre quando necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali -:

a che punto sia l’iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e di conoscere quali atti siano stati finora compiuti dai dipartimenti n. 8 (Urbanistica e territorio) e n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) per l’avvio delle procedure degli studi di fattibilità dei tre nuovi presidi ospedalieri calabresi.

(199; 16.01.2012)

Mozione

Il Consiglio regionale

premesso che

è vivo nel ricordo della nostra regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo fa, nel lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di un vagone delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria, provocando 71 vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della Presila;

una pagina così drammatica della storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte ferroviarie meridionali;

appare doveroso ricordare, anche attraverso un minuto di silenzio,. le vittime della tragedia in occasione della discussione della presente mozione;

impegna la Giunta regionale

a porre in essere una serie di iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ed alla cultura per ricordare nelle scuole calabresi una pagina drammatica della nostra storia recente affinché gli studenti calabresi conservino la memoria del loro passato e delle sofferenze patite dal popolo calabrese;

a rinnovare l’impegno per la salvaguardia ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie della Calabria, che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile per il collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro della politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia, sempre più penalizzante per la Calabria.

(57; 03.01.2012) Giordano

Progetto di legge numero 296/9^, recante: “Modifica dell’articolo 20, comma 2 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47(Del. n. 153)

Art. 1

(Modifica agli articoli 2 e 20, L.r. n. 47 del 23 dicembre 2011)

1. All'articolo 2 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, è abrogato il comma 2.

2. All'articolo 20, comma 2, della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, le lettere a, b, c, d, e, i, j sono abrogate.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Progetto di legge numero 297/9^, recante: “Modifica ed integrazione dell’articolo 41 della legge regionale 23 dicembre 2011 n. 47” (Del. n. 154)

Art. 1

 (Abrogazione dell'articolo 41 della L.r. n. 47 del 23 dicembre 2011)

1. L'articolo 41 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47, è abrogato.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 174/9^, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione nell'ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150” (Del. n. 155)

Art. 1

(Principi ed oggetto della legge)

1. La Regione Calabria adotta, con atti aventi natura regolamentare, un sistema di ottimizzazione del lavoro e di modernizzazione dei controlli interni, procedendo, altresì, a dare attuazione alle norme di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n.15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni), in coerenza con le direttive della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

2. Costituiscono principi statali cui si ispira la presente legge regionale: a) la misurazione e la valutazione della performance organizzativa e individuale ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

b) l'adozione di un sistema di gestione della performance attraverso l'assegnazione di obiettivi e la verifica e rendicontazione trasparente dei risultati ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

c) le caratteristiche di rilevanza, specificità, positività qualitativa, determinabilità temporale, comparabilità, produttività e correlazione alle risorse degli obiettivi ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

d) la misurazione e valutazione periodica della performance organizzativa e individuale ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

e) un sistema specifico di misurazione e la valutazione della performance individuale dei dirigenti e del personale investito di autonoma responsabilità gestionale ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

f) l'adozione di strumenti di valorizzazione del merito e incentivazione selettiva della produttività e della qualità della prestazione lavorativa ai sensi dell'articolo 17 e seguenti del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.

Art. 2

(Ambito di applicazione)

1. La presente legge si applica agli uffici ed al/e strutture organizzative della Giunta regionale che svolgono funzioni di amministrazione attiva, mediante attribuzione di autonomi poteri di spesa ovvero di decisione, con rilevanza esterna, della volontà dell'amministrazione.

2. Gli enti strumentali ed ausiliari della Regione, le Aziende sanitarie ed ospedaliere, le società e consorzi con partecipazione regionale pari o superiore al cinquanta per cento adeguano, entro l'anno solare in corso, il proprio ordinamento interno al sistema disciplinato dalla presente legge.

Art. 3

(Definizioni)

1. Ai fini dell'applicazione della presente legge si intende per:

a) sistema integrato di ottimizzazione del lavoro e dei controlli interni o sistema integrato, l'impianto normativo costituito dai controlli interni e dalle norme regionali di attuazione delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150;

b) performance organizzativa, il risultato conseguito da un'unità organizzativa regionale o da una sua articolazione nella sua proiezione esterna, con riferimento alla soddisfazione dei bisogni della collettività e all'attuazione di piani e programmi e alla modernizzazione e miglioramento qualitativo dell'organizzazione;

c) performance individuale, il risultato conseguito dai dirigenti e dal personale responsabile di unità organizzative in posizione di responsabilità ed autonomia gestionale, con riferimento:

1) ai risultati dell'ambito organizzativo di riferimento;

2) al raggiungimento di specifici obiettivi individuali;

3) al contributo assicurato alla performance della struttura, sotto il profilo delle capacità professionali e manageriali dimostrate; 4) alla capacità di valutazione, motivazione e attrazione dei collaboratori.

2. I regolamenti regionali di attuazione individuano:

a) le unità organizzative e le relative articolazioni, alle quali è attribuita autonoma rilevanza ai fini della performance organizzativa;

b) le posizioni di responsabilità ed autonomia gestionale, oltre le funzioni dirigenziali, alle quali è attribuita autonoma rilevanza ai fini della valutazione della performance individuale.

Art. 4

(Sistema integrato di ottimizzazione del lavoro e dei controlli interni)

1. Il sistema integrato di ottimizzazione del lavoro e dei controlli interni comprende:

a) il controllo strategico e di gestione;

b) la valutazione dei dirigenti e del personale con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale dipendente;

c) la rilevazione e valutazione della performance organizzativa;

d) il controllo di regolarità amministrativa e contabile;

e) il sistema degli incentivi;

f) il sistema di trasparenza.

Art. 5

(Controllo strategico)

1. Il controllo strategico è unitariamente esercitato dalla Giunta regionale su tutti gli enti e gli organi di cui all'articolo 2. Esso consiste nel monitoraggio e nella valutazione dello stato di attuazione e dei risultati conseguiti dalle politiche regionali di intervento a supporto dei processi di pianificazione strategica e di indirizzo politico, in attuazione del programma di governo del Presidente della Giunta regionale e delle direttive di quest'ultimo e della Giunta regionale.

Art. 6

(Controllo di gestione)

1. Il controllo di gestione disciplinato dal titolo IV della legge regionale n. 8/2002, recante «Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria» è finalizzato a supportare il management nel perseguimento dell'efficacia, dell'efficienza e dell'economicità dell' azione amministrativa della Regione ed a ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati e comporta una verifica dell'attività amministrativa sotto il profilo funzionale e finanziario.

2. Nei regolamenti regionali di attuazione del presente titolo sono disciplinati:

a) le modalità per la progressiva e completa integrazione del controllo strategico e del controllo di gestione;

b) le modalità, il contenuto, i tempi di approvazione e la durata del piano degli obiettivi strategici;

c) le modalità, il contenuto, i tempi di approvazione e la durata del piano degli obiettivi operativi relativi al controllo di gestione.

Art. 7

(Valutazione dei dirigenti e del personale con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale dipendente –

performance individuale)

1. La valutazione dei dirigenti e del personale con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale dipendente costituisce strumento per la verifica della performance individuale.

2. La valutazione si attua con periodicità annuale e si articola nelle seguenti fasi:

a) identificazione ed assegnazione degli obiettivi;

b) verifica periodica e misurazione finale dei risultati conseguiti;

c) rendicontazione annuale trasparente dei risultati conseguiti e correlazione con il sistema degli incentivi.

3. Gli obiettivi sono:

a) rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettività, alla missione istituzionale, alle priorità politiche ed alle strategie dell'amministrazione;

b) specifici e misurabili;

c) finalizzati al miglioramento della qualità dei servizi erogati;

d) riferibili ad un arco temporale determinato;

e) commisurati agli standard definiti a livello nazionale e internazionale e comparabili con amministrazioni omologhe;

f) confrontabili con le tendenze della produttività dell'amministrazione con riferimento almeno al triennio precedente;

g) correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili;

h) tendenzialmente rivolti alla realizzazione del sistema dei costi standard;

i) idonei a misurare lo sviluppo delle competenze professionali e delle capacità manageriali e a verificare la capacità di valutazione, motivazione e attrazione dei collaboratori.

4. Il personale munito di autonoma responsabilità gestionale, ma non avente incarico dirigenziale, è valutato dal dirigente apicale della struttura di appartenenza su base annuale, in relazione al raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo o individuali e alla qualità del contributo assicurato alla performance dell’unità organizzativa di appartenenza, alle competenze dimostrate ed ai comportamenti professionali e organizzativi.

5. Il procedimento di assegnazione degli obiettivi, di valutazione degli interessati, di rendicontazione e di correlazione con il sistema degli incentivi nonché l'individuazione degli organi competenti è disciplinato dettagliatamente nel regolamento di attuazione.

Art. 8

(Rilevazione e valutazione della performance organizzativa)

1. Il sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa evidenzia il risultato conseguito dall'organizzazione regionale o da una sua articolazione nella sua proiezione esterna.

2. A tal fine, il regolamento regionale di attuazione disciplina apposite modalità di rilevazione, volte a verificare, anche mediante la consultazione e/o coinvolgimento di enti esponenziali e rappresentativi di interessi diffusi e/o associazioni rappresentative di categorie e cittadini:

a) l’attuazione delle politiche regionali in relazione alla soddisfazione finale dei bisogni della collettività;

b) l’attuazione di piani e programmi;

c) la modernizzazione e il miglioramento qualitativo dell'organizzazione e delle competenze professionali;

d) lo sviluppo qualitativo e quantitativo delle relazioni con i cittadini;

e) l’efficienza nell’impiego delle risorse e l'ottimizzazione dei tempi di definizione dei procedimenti amministrativi;

f) la qualità e la quantità delle prestazioni e dei servizi erogati;

g) il raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità.

Art. 9

(Controllo di regolarità amministrativa e contabile)

1. L’azione amministrativa e datoriale dei dirigenti regionali è sottoposta al controllo interno sotto il profilo della regolarità, legittimità e correttezza.

2. I decreti dirigenziali sono immediatamente esecutivi, fatte salve specifiche disposizioni di legge e sono trasmessi alla struttura preposta alla repertoriazione entro dieci giorni dalla loro adozione. Se non sono assunti dal dirigente apicale della struttura competente, gli stessi devono essere trasmessi con richiesta di repertoriazione da parte di questi o del suo vicario.

3. La struttura preposta alla repertoriazione predispone e trasmette all’Organismo regionale di valutazione previsto dall’articolo 11 una relazione semestrale sull’attività di decretazione dei dirigenti e sulle principali criticità riscontrate nell'attività di controllo.

4. L’Organismo regionale di valutazione della Giunta regionale, secondo criteri stabiliti nei regolamenti, esamina i decreti dirigenziali in una logica di controllo collaborativo orientato ai risultati, verificandone la legittimità in ordine agli atti normativi e regolamentari presupposti ed alla competenza della struttura amministrativa nel cui ambito sono adottati.

5. L’Organismo regionale di valutazione adotta, predispone e trasmette alla Giunta regionale, con periodicità almeno annuale, ovvero su richiesta, una relazione sull'attività di controllo sui decreti dirigenziali.

6. Il controllo di regolarità contabile è effettuato dalla Ragioneria generale, con le modalità ed i termini previsti dalla legge regionale n. 8/2002.

Art. 10

(Piano annuale degli incentivi)

1. La Giunta regionale approva annualmente, sulle risorse disponibili per la contrattazione collettiva nazionale e decentrata, il piano degli incentivi, nel quale sono individuate e determinate le tipologie di incentivo, premialità, retribuzioni di risultato, compensi incentivanti e simili, nonché i criteri per l’attribuzione degli incentivi in proporzione al grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati, in applicazione di criteri di selettività e meritocrazia per il personale dirigenziale e non dirigenziale.

2. Nei regolamenti di attuazione sono dettate disposizioni di dettaglio per la individuazione delle fasce di merito e per la determinazione delle proporzioni per la ripartizione delle risorse.

Art. 11

(Organismo regionale indipendente di valutazione)

1. Ai fini della verifica e della rendicontazione delle attività di controllo, nonché del raggiungimento degli obiettivi assegnati è istituito un Organismo regionale indipendente di valutazione presso la Giunta regionale, composto da tre membri, di entrambi i generi, di cui almeno uno esterno all'amministrazione regionale, scelto tra esperti in materia di management ed organizzazione dell'amministrazione pubblica e gli altri scelti anche tra soggetti interni, in possesso di un'adeguata esperienza nella predetta materia, maturata anche nell'ambito dell'amministrazione regionale.

2. L'Organismo è presieduto da uno dei componenti esterni ed è nominato per la durata di tre anni con decreto del Presidente della Giunta regionale; il componente interno non può svolgere le funzioni riconducibili a quelle di cui all'articolo 2, comma 1.

3. L’Organismo regionale di valutazione, in particolare:

a) espleta le attività di monitoraggio del controllo strategico e di gestione e propone i relativi provvedimenti;

b) predispone la relazione di cui all’articolo 12;

c) propone la valutazione dei dirigenti apicali;

d) assicura il supporto alla Giunta regionale, ed ai dirigenti nell'attività di rilevazione e valutazione delle performance individuali e organizzative;

e) valida le regole metodologiche e le linee guida del sistema integrato di controllo strategico e di gestione e di valutazione dei dirigenti;

4. La Giunta regionale, in coerenza con le disposizioni di principio contenute nella presente legge, entro trenta giorni dalla entrata in vigore della stessa, istituisce e disciplina l'Organismo indipendente di valutazione e, nei successivi sessanta giorni, approva i regolamenti contenenti la disciplina attuativa e di dettaglio. I regolamenti sono adottati nel rispetto delle prescritte procedure di consultazione sindacale.

5. La Giunta regionale individua le strutture di supporto necessarie sia per l'elaborazione delle direttive e degli atti di indirizzo per l'attuazione delle disposizioni contenute nella presente legge, sia per l'attività dell'Organismo regionale di valutazione.

Art. 12

(Relazione annuale di monitoraggio e valutazione)

1. La Giunta regionale approva una Relazione annuale nella quale sono evidenziati i risultati delle misurazioni degli obiettivi strategici e operativi e degli indicatori sintetici di performance, con la rilevazione degli eventuali scostamenti e l'indicazione delle ragioni degli stessi.

2. La Relazione di cui al comma 1 è elaborata dall’Organismo regionale indipendente di valutazione sulla base del monitoraggio effettuato dalla struttura di supporto.

3. L’approvazione della Relazione di cui al comma 1 è condizione inderogabile per l'erogazione dei premi e degli incentivi previsti dall’articolo 10.

Art. 13

(Trasparenza)

1. Tutti i piani e programmi disciplinati dal presente titolo e dai regolamenti sono pubblicati integralmente sul sito web della Regione Calabria per l’intera durata della legislatura.

2. Sono altresì pubblicati, con le medesime modalità, i provvedimenti, le relazioni e gli atti adottati dall’Organismo regionale di valutazione.

3. Sono inoltre pubblicati i documenti contenenti gli obiettivi del personale ed il piano degli incentivi.

Art. 14

(Collaborazione con la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti)

1. La Regione promuove opportune intese con la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti dirette a realizzare le ulteriori forme di collaborazione di cui all'articolo 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, ai fini della regolare gestione finanziaria e dell'efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa.

Art. 15

(Modifiche alla L.r. 7 agosto 2002, n. 31)

1. La lettera b) del comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 7 agosto 2002, m. 31 (Misure organizzative di razionalizzazione e di contenimento della spesa per il personale), è sostituita dalla seguente:

“b) il numero dei settori istituibili, sommato a quello dei dipartimenti, non può essere superiore alla dotazione organica della dirigenza della Giunta regionale”.

2. Dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale n. 31/2002, è aggiunto il seguente:

“2 bis. Nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui al comma precedente, le determinazioni per l’organizzazione delle strutture dipartimentali e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dai dirigenti; rientrano, in particolare, nell’esercizio dei poteri del dirigente generale le misure inerenti la gestione ed assegnazione delle risorse umane nel rispetto del principio di pari opportunità”.

3. Dopo il comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale n. 31/2002, è aggiunto il seguente:

“5. Tutte le norme che si riferiscono ai servizi ed alle relative competenze sono abrogate dalla data di approvazione della nuova struttura amministrativa della Giunta regionale”.

Art. 16

(Modifiche alla L.r. 13 maggio 1996, n.7)

1. All'articolo 28, comma 2, lettera a) della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7:

a) le parole "esercita i poteri di spesa che ritenga di riservarsi, in via generale, per motivate esigenze di funzionalità" sono sostituite dalle parole "può assumere personalmente i provvedimenti del Dipartimento, esercitando i relativi poteri di spesa";

b) le parole "assume la diretta trattazione di affari di competenza del Dipartimento, in casi motivati di necessità ed urgenza" sono soppresse.

Art. 17

(Norme transitorie e abrogazioni)

1. Alla data di entrata in vigore dei regolamenti di cui all’articolo 11, sono abrogati e comunque cessano di avere efficacia:

a) l'articolo 27 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7;

b) l'articolo 19 della legge regionale 11 gennaio 2006, n. 1;

c) ogni altra norma di legge o di regolamento incompatibile con la presente legge.

2. Sino all'adozione dei regolamenti previsti nell'articolo 11, continuano ad applicarsi, in quanto compatibili con la presente legge, le disposizioni previgenti.

Art. 18

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 255/9^, recante: “Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell'amministrazione del Consiglio regionale” (Del. n. 156)

Capo I

Misurazione, valutazione e trasparenza della performance

Art. 1

(Principi generali)

1. Il Consiglio regionale, nel rispetto delle relazioni sindacali, adotta progressivamente un apposito sistema di misurazione e valutazione della performance dei dipendenti al fine di:

a) migliorare l'organizzazione e la funzionalità dell'istituzione;

b) migliorare la qualità delle prestazioni;

c) valorizzare ed incentivare il merito sulla base dei risultati; d) assicurare la trasparenza delle informazioni relative all'organizzazione ed ai risultati;

e) favorire la crescita professionale e la responsabilizzazione dei dipendenti.

2. La performance del personale amministrativo del Consiglio regionale è misurata e valutata con riferimento all'amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o alle aree di responsabilità in cui lo stesso si articola e ai singoli dipendenti.

Art. 2

(Performance organizzativa e individuale)

1. La performance organizzativa è riferita agli obiettivi della struttura amministrativa nel suo complesso e si sostanzia nel contributo che ciascuna articolazione organizzativa apporta attraverso la propria azione al raggiungimento di tali obiettivi.

2. La performance individuale si sostanzia nel contributo dei singoli dipendenti, dirigenti e personale non dirigente, al raggiungimento degli obiettivi dell'articolazione di appartenenza e della struttura amministrativa nel suo complesso.

Art. 3

(Sistema di misurazione e valutazione della performance)

1. Il sistema di misurazione e valutazione di cui al comma 1 dell'articolo 1 è adottato dall’Ufficio di Presidenza, su proposta dell'Organismo di cui al successivo articolo 8, sentite le organizzazioni sindacali.

2. Il sistema di misurazione e valutazione della performance individua:

a) le fasi, i tempi, le modalità, i soggetti e le responsabilità del processo di misurazione e valutazione della performance, in conformità ai principi del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 3 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni);

b) le modalità di raccordo e integrazione con i sistemi di controllo esistenti e i documenti di programmazione finanziaria e di bilancio;

c) le procedure di conciliazione relative all'applicazione del sistema di misurazione e valutazione della performance.

3. La funzione di misurazione e valutazione della performance è svolta:

a) dall'organismo di cui all'articolo 8, cui competono il controllo strategico e la misurazione e valutazione della performance complessiva delle strutture amministrative del Consiglio regionale, nonché la proposta di valutazione annuale del Segretario generale, del Direttore generale e dei dirigenti preposti alla direzione delle Aree funzionali;

b) dall'Ufficio di Presidenza, cui compete la valutazione della performance individuale del Segretario generale, del Direttore generale e dei dirigenti preposti alla direzione delle Aree funzionali;

c) dal Direttore generale, cui compete la valutazione della performance individuale dei dirigenti su proposta dei Dirigenti preposti alla direzione delle Aree funzionali di riferimento;

d) dai dirigenti, cui compete la valutazione della performance individuale del personale assegnato.

Art. 4

(Ciclo di gestione della performance)

1. Il ciclo di gestione della performance è sviluppato in maniera coerente con i contenuti e con il ciclo della programmazione finanziaria e del bilancio.

2. Il ciclo di gestione della performance si articola nelle seguenti fasi:

a) definizione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei risultati attesi e dei rispettivi indicatori;

b) assegnazione degli obiettivi ai dirigenti ed al personale, in modo coerente con l'allocazione delle risorse professionali, finanziarie e strumentali;

c) monitoraggio in corso di esercizio delle attività correlate agli obiettivi ed eventuale attivazione di interventi di correzione;

d) misurazione e valutazione della performance organizzativa e individuale ed applicazione del sistema premiante;

e) rendicontazione dei risultati conseguiti e pubblicazione degli stessi e delle valutazioni, ai fini della trasparenza dell'azione amministrativa.

Art. 5

(Obiettivi e indicatori)

1. La programmazione degli obiettivi, ai fini del ciclo della performance, ha di norma cadenza triennale. Gli obiettivi sono definiti in coerenza con gli obiettivi di bilancio indicati con la relazione previsionale e programmatica di cui al comma 5 dell'articolo 6 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale approvato con deliberazione del Consiglio regionale 1 agosto 2011, n.123.

2. Gli obiettivi sono definiti, prima dell'inizio del rispettivo esercizio, dall'Ufficio di Presidenza, sentiti il Segretario generale, il Direttore generale e i dirigenti preposti alla direzione delle Aree funzionali, i quali si avvalgono dell'apporto delle Conferenze di Area funzionale di cui all'articolo 16 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale).

3. Gli obiettivi sono declinati in obiettivi strategici e di articolazione organizzativa, e costituiscono il riferimento per la valutazione della prestazione dei dipendenti.

4. Gli obiettivi devono essere:

a) tali da assicurare il miglioramento della qualità dei servizi erogati al Consiglio regionale;

b) riferibili all'arco temporale di un anno;

c) misurabili sulla base di indicatori che, atteso che gli uffici consiliari non rendono servizi al pubblico, fanno riferimento alla qualità dell'attività svolta in termini di precisione, tempestività, puntualità, completezza, attendibilità e innovatività;

d) confrontabili con le tendenze della produttività dell'amministrazione con riferimento almeno al triennio precedente.

Art. 6

(Ambiti di misurazione e valutazione della performance e dei risultati individuali)

1. La misurazione e la valutazione della performance e dei risultati individuali dei dirigenti e del personale responsabile di un'unità organizzativa in posizione di autonomia e responsabilità, è collegata:

a) agli indicatori di performance e di risultato relativi all'ambito organizzativo di diretta responsabilità;

b) al raggiungimento di specifici obiettivi individuali;

c) alla qualità del contributo collaborativo assicurato alla performance e ai risultati generali della struttura e dell'organizzazione amministrativa nel suo complesso, alle competenze professionali e manageriali dimostrate; d) alla capacità di valutazione dei propri collaboratori, dimostrata tramite una significativa differenziazione dei giudizi.

2. La misurazione e la valutazione svolte dai dirigenti sulla performance e sui risultati individuali del personale sono collegate:

a) al raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo e/o individuali;

b) alla qualità del contributo assicurato alla performance e ai risultati dell'unità organizzativa di appartenenza, nonché alle competenze dimostrate e ai comportamenti professionali e organizzativi.

Art. 7

(Piano della performance e Relazione sulla performance)

1. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale adotta annualmente:

a) entro il 31 gennaio, un documento programmatico triennale denominato Piano della performance, costantemente aggiornato ai fini dell'inserimento di eventuali variazioni nel periodo di riferimento, che definisce con riferimento agli obiettivi individuati e alle risorse disponibili, gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance dell'ente, nonché gli obiettivi operativi individuali assegnati ai dirigenti e i relativi indicatori;

b) un documento denominato Relazione sulla performance da adottare entro il 30 giugno, che evidenzia, a consuntivo, i risultati organizzativi ed individuali raggiunti rispetto agli obiettivi programmati e alle risorse, rilevando eventuali scostamenti.

Art. 8

(Organismo indipendente di valutazione)

1. Il Presidente del Consiglio regionale nomina, sentito l'Ufficio di Presidenza, l'Organismo indipendente di valutazione (OIV) per la misurazione e la valutazione della performance della struttura organizzativa e dei dipendenti del Consiglio regionale.

2. L'OIV dura in carica tre anni e può essere rinnovato una sola volta.

3. L'OIV esercita le attività di controllo strategico e riferisce in proposito direttamente all'Ufficio di Presidenza.

4. L'OIV, altresì, esercita in piena autonomia le seguenti funzioni:

a) è responsabile della corretta applicazione del sistema di valutazione;

b) monitora il funzionamento complessivo del sistema di valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso;

c) comunica tempestivamente le criticità riscontrate all'Ufficio di Presidenza;

d) garantisce la correttezza dei processi di misurazione e valutazione nonché dell'utilizzo dei premi;

e) propone all'Ufficio di Presidenza la valutazione annuale dei dirigenti di vertice e la relativa attribuzione dei premi;

f) promuove e attesta l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità;

g) verifica i risultati e le buone pratiche di promozione delle pari opportunità;

h) valida la relazione sulla performance di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b);

i) cura le rilevazioni circa il clima organizzativo, la condivisione interna del sistema di valutazione e la valutazione dei superiori gerarchici da parte del personale.

5. La validazione della Relazione sulla performance di cui alla lettera h) del comma 4, costituisce condizione inderogabile per l'accesso agli strumenti del sistema premiante.

6. Per l'espletamento delle attività istituzionali, l'DIV si avvale di un'apposita struttura consiliare.

7. L'OIV è composto dal Direttore generale e da due componenti esterni all'amministrazione regionale, dotati di elevata professionalità ed esperienza maturata nel campo del management, della valutazione della performance e della valutazione del personale delle amministrazioni pubbliche. La scelta dei componenti assicura il rispetto dell'equilibrio di genere.

8. L'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale stabilisce, con propria deliberazione, le modalità organizzative, il regime contrattuale e il compenso spettante ai componenti dell'DIV.

Art. 9

(Disposizioni sulla trasparenza)

1, Il Consiglio regionale garantisce la massima trasparenza dell'azione organizzativa, in ottemperanza alle disposizioni di cui all'articolo 11, commi 1 e 3 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 15/2009 in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni).

Capo II

Meriti e premi

Art. 10

(Sistema premiante)

1. Il Consiglio regionale, nel rispetto del sistema delle relazioni sindacali, promuove il merito anche attraverso l'utilizzo di sistemi premianti selettivi e valorizza i dipendenti che conseguono le migliori prestazioni attraverso l'attribuzione selettiva di riconoscimenti sia economici che di carriera.

2. Il sistema di incentivazione del Consiglio regionale comprende l'insieme degli strumenti finalizzati a valorizzare il personale e a far crescere la motivazione interna.

3. Gli incentivi di cui al comma 2 sono riconosciuti a valere sulle risorse disponibili per la contrattazione collettiva nazionale e decentrata.

Art. 11

(Disposizioni transitorie e abrogazioni)

1. Il Nucleo di valutazione di cui all'articolo 3, commi 2 e 3 della legge regionale 8 maggio 1996 (Norme sulla dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale), in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, continua ad operare, quale OIV, sino al rinnovo dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

2. In sede di prima applicazione, il Nucleo di valutazione in carica, svolgente le funzioni di OIV propone all'Ufficio di Presidenza il sistema di misurazione e valutazione della performance di cui all'articolo 3, in modo da assicurarne piena operatività a partire dal primo gennaio 2012.

3. Alla data di entrata in vigore della presente legge, cessa di avere efficacia ogni norma di legge o di regolamento incompatibile.

4. Nelle more dell'adeguamento della disciplina interna di valutazione e dei contratti integrativi decentrati alle norme del d.lgs. 150/2009. da effettuarsi comunque entro il 31 dicembre 2011, la valutazione del personale del comparto e dell'area della dirigenza, anche ai fini dell'attribuzione delle risorse integrative, si effettua, per il solo anno 2011, con le regole vigenti al31 dicembre 2010.

Art. 12

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 238/9^, recante: “Interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata – integrazione alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 31” (Del. n. 157)

Art. 1

1. Il titolo della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008 è integrato apponendo alla fine le parole "nonché a favore dei testimoni di giustizia".

Art. 2

1. Alla legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008, dopo l'articolo 11 è aggiunto il seguente:

"Art. 11 bis

(Ulteriori benefici)

1. I benefici regionali, ove non diversamente previsto dalla normativa statale di riferimento, sono attribuiti a quanti abbiano riportato una invalidità permanente e ai superstiti delle vittime, riconosciuti tali ai fini della concessione delle provvidenze di cui alle leggi 13 agosto 1980, n. 466 (Speciali elargizioni a favore di categorie di dipendenti pubblici e di cittadini vittime del dovere o di azioni terroristiche), 20 ottobre1990, n. 302 (Norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata), 23 novembre 1998, n. 407 (Norme in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata), purché in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:

a) residenza in Calabria al momento dell'evento;

b) evento per il quale ha competenza un'autorità giudiziaria avente sede nel territorio calabrese.

2. I benefici di cui al presente articolo consistono in:

a) assunzione nell'amministrazione regionale, nei limiti della normativa nazionale e regionale vigente, in materia di accesso al pubblico impiego;

b) contributi a compensazione, fino a un massimo del 25 per cento, di quanto corrisposto a titolo di tributi regionali;

c) agevolazioni per l'uso dei trasporti di competenza regionale;

d) titoli di assoluta preferenza per vittime individuate dalla presente legge nei bandi regionali, provinciali e comunali che assegnano contributi di qualsiasi tipo in attuazione di politiche abitative e di edilizia residenziale.

3. Per coloro che hanno riportato una invalidità permanente, l'entità dei benefici può essere commisurata al grado di invalidità, secondo quanto sarà stabilito nel regolamento attuativo.

4. La Giunta regionale, con regolamento da adottarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, definisce le modalità di attuazione e di erogazione dei benefici previsti."

Art. 3

1. All'articolo 15 della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008, è aggiunto il seguente comma: "1 bis. La Giunta regionale entro il 31 dicembre di ogni anno trasmette alle Commissioni consiliari competenti la "Relazione annuale sullo stato di attuazione della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008", riferita all'anno finanziario precedente."

Art. 4

1. L'articolo 16 della legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008 è sostituito dal seguente:

"Art. 16

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dalla presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2011 in Euro 450.000,00 si provvede nei limiti della disponibilità già esistente all' UPB 7.2.01.02 (capitolo 72010206) dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

2. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri previsti dalle presente legge, si provvede, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse autonome, con la legge di approvazione del Bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna."

Art. 5

1. Alla Legge regionale n. 31 del 16 ottobre 2008, è aggiunto il seguente:

"Art. 17 bis

(Testimoni di giustizia)

1. Ove consentito dalla vigente normativa di settore, i benefici della presente legge sono estesi ai testimoni di giustizia, la cui qualifica venga riconosciuta dalla Commissione ex articolo 10 Decreto legge 15 gennaio 1991, n. 8, e che comunque risultino estranei ad ambienti e rapporti delinquenziali."

Art. 6

1. Il comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 7 marzo 2011 n. 5 è abrogato.

Art. 7

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 299/9^ recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 24 del 18 luglio 2011, avente ad oggetto: <Istituzione del Centro Regionale Sangue>” (Del. n. 158)

Art. 1

1. Il comma 1 dell'articolo 14 della legge regionale 18 luglio 2011, n. 24, è così modificato: "L'efficacia della presente legge è sospesa in attesa dell'attuazione del piano di rientro",

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 41 del 16.01.2012 a firma dei consiglieri Censore, Dattolo, De Masi ed altri “In ordine al piano di soppressione degli uffici del Giudice di Pace”

 

“Il Consiglio regionale

premesso che

la legge del 21 novembre 1991, n. 374 ha istituito la figura del Giudice di pace i cui compiti attengono l’esercizio della giurisdizione in materia civile e penale e la funzione conciliativa in materia civile;

le sedi del Giudice di pace su tutto il territorio nazionale sono fissate per legge in 4.700 unità, ma appena la metà sono ufficialmente attive ed operative;

dalla sua istituzione l’attività del Giudice di pace ha determinato una accelerazione dei tempi della giustizia ed è stata percepita positivamente dai cittadini che hanno visto risolversi le loro controversie a livello locale;

lo schema del decreto legislativo “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici dei Giudici di pace, a norma dell’articolo 1, comma 2 della legge 14 settembre 2011, n. 148” approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 16 dicembre 2011 contiene il piano di soppressione di un importante numero di uffici del Giudice di pace su tutto il territorio nazionale determinato dalla necessità di riduzione dell’attuale spesa di gestione della macchina burocratica collega alla giustizia;

in Calabria, gli uffici del Giudice di pace che sono a rischio di soppressione raggiungono il numero di 51 unità e sono in gran parte ubicate in comuni appartenenti ad aree interne della Regione;

la cessazione degli uffici del Giudice di pace impoverisce ulteriormente territori già provati dalla spoliazione di servizi essenziali alla cittadinanza;

tale soppressione priverebbe i cittadini dell’adeguata tutela giudiziaria ed imporrebbe il ricorso a sedi accorpate o a Tribunali dislocati lontano dal teatro delle controversie con il conseguente aumento dei disagi e della spesa per gli utenti;

impegna

il governo regionale ed il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo nazionale ed il Ministero della Giustizia affinché sia rivisto il piano di soppressione degli uffici del Giudice di pace e sia garantito ai cittadini un adeguato ed equo diritto alla giustizia su tutto il territorio regionale”

Mozione numero 57 del 16.01.2012 a firma del consigliere Giordano “Sulla tragedia ferroviaria della Fiumarella del 23 dicembre 1961 e dell’impegno nei confronti della Ferrovia della Calabria

“Il Consiglio regionale

premesso che

è vivo nel ricordo della nostra regione la tragedia della Fiumarella (Catanzaro) avvenuta mezzo secolo fa, nel lontano 23 dicembre 1961, allorquando si verificò il deragliamento di un vagone delle ferrovie Calabro-Lucane, oggi Ferrovie della Calabria, provocando 71 vittime e tanti feriti fra le popolazioni del Reventino e della Presila;

una pagina così drammatica della storia calabrese, legata alle problematiche delle carenze infrastrutturali della regione, deve spingere, conservandone la memoria, a operare per la modernizzazione e la messa in sicurezza delle reti delle comunicazioni regionali, oggi, purtroppo, dimenticate dal Governo nazionale e dalla stessa Trenitalia, quest'ultima responsabile sempre più dell'abbandono delle tratte ferroviarie meridionali;

appare doveroso ricordare, anche attraverso un minuto di silenzio, le vittime della tragedia in occasione della discussione della presente mozione;

impegna la Giunta regionale

a porre in essere una serie di iniziative, attraverso l’assessorato regionale alla pubblica istruzione ed alla cultura per ricordare nelle scuole calabresi una pagina drammatica della nostra storia recente affinché gli studenti calabresi conservino la memoria del loro passato e delle sofferenze patite dal popolo calabrese;

a rinnovare l’impegno per la salvaguardia ed il potenziamento di una azienda, quale quella delle Ferrovie della Calabria, che svolge strategicamente una funzione sociale imprescindibile per il collegamento tra centri urbani ed entroterra, tenuto conto, peraltro della politica riguardante il trasporto regionale messa in atto da Trenitalia, sempre più penalizzante per la Calabria”.

Mozione numero 8 del 16.01.2012 a firma del consigliere Imbalzano “Sullo stato di attuazione della S.S. 106 ionica e delle infrastrutture calabresi, interventi da effettuare da parte della Regione Calabria su ANAS e Governo centrale

“Il Consiglio Regionale,

premesso che

il Sistema infrastrutturale calabrese, in particolare quello stradale, presenta da decenni gravissime criticità e costituisce uno dei veri ostacoli allo sviluppo del nostro territorio;

il problema del miglioramento del tracciato della S.S. 106 Jonica continua a rimanere un problema atavico e irrisolto sia per il sostanziale scarso impegno di tutti i Governi che si sono succeduti in questi decenni sia per l’insipienza della classe politica calabrese;

nonostante lo sporadico impegno di Parlamentari e Istituzioni locali, i risultati, anche per cause estranee al cronico disinteresse della classe politica del Paese, sono stati fino ad oggi assolutamente deficitari, mentre grandi investimenti infrastrutturali continuano ad essere sistematicamente destinati ai problemi, non altrettanto drammatici, delle aree forti del Paese;

nonostante le lodevoli iniziative del Comitato di Comuni della fascia ionica calabrese, gli impegni, assunti nel tempo dall'Anas, sono stati sempre disattesi, anche per lamentate carenze di risorse destinate dai diversi Governi;

è venuto il momento di inquadrare il problema della S.S. 106 in un nuovo contesto nazionale e internazionale in quanto, da una parte, vitale per lo sviluppo dell'intera Regione Calabria ma anche per le oggettive implicazioni con il sistema infrastrutturale del resto del Paese, dall'altra perché il suo completamento influisce direttamente sul sistema dei Corridoi Stradali Europei, in quanto cerniera importante tra il Meridione d'Italia, e quindi tra il centro geografico del Mediterraneo e l'Europa dell'Est;

ritiene ineludibile:

avviare un urgente, costruttivo ma stringente confronto con i vertici dell'Anas per focalizzare lo stato attuale degli interventi in corso sull'intera tratta e per avere un quadro realistico dei finanziamenti necessari per il completamento dell'importante arteria stradale;

promuovere un urgente incontro con i rappresentanti del Governo al fine di conoscere le reali intenzioni dell'Esecutivo del Paese in ordine al reperimento delle imponenti risorse, ordinarie e/o straordinarie, che ancora sono necessarie per avviare il completamento dell'opera.