IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
19.
SEDUTA
DI LUNEDI’ 20 GIUGNO 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO
TALARICO E DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 12,54
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 65 del 19.11.2010 a firma dei consiglieri Chiappetta, F. Aiello, Guccione, Gallo, alla numero 71 del 29.11.2010 a firma del consigliere Mirabelli, alla numero 83 del 24.1.2011, a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Franchino, Loiero, Maiolo, Scalzo, alla numero 89 del 14.2.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., Franchino, Censore, alla numero 92 del 16.2.2011 a firma dei consiglieri Censore, Talarico D., Guccione, Franchino, De Masi, alla numero, alla numero 99 del 2.3.2011 a firma dei consiglieri Censore, Guccione, Aiello F., alla numero, alla numero 102 del 1.3.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D., alla numero 107 del 14.3.2011 a firma del consigliere Giordano, alla numero 111 del 28.3.2011 a firma del consigliere Morelli.
(Sono riportate in allegato)
Presidente, non abbiamo capito una sillaba perché c’è un baccano tremendo.
Prego i colleghi di fare un po’ di silenzio perché sto leggendo al microfono tutte le comunicazioni. Chi è attento segue, ma a causa di chi, purtroppo, sta parlando, non si capisce nulla.
Se stiamo in silenzio un attimo abbiamo quasi concluso con le comunicazioni e poi iniziamo i lavori.
Presidente, le chiedo scusa, chiedo la parola per fatto personale per dare una spiegazione ai colleghi sul cambio di gruppo.
(Interruzione)
Un attimo solo.
Se lei mi concede la parola su questo…
Lei sa meglio di me cosa prevede il Regolamento del Consiglio. Lei comunica l’adesione al gruppo, dopo
di che le motivazioni le spiega in una conferenza stampa, poiché tutto ciò non
attiene ai lavori dell’Aula.
(Interruzione)
Sa benissimo qual è la
prassi e vale anche per lei.
Se lei mi dà questa
risposta, va bene.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie,
intervengo per chiedere all’Aula l’inserimento all’ordine
del giorno della seduta odierna di due proposte di legge di iniziativa
della Giunta regionale: la numero 205 e la
numero 206, che si riferiscono rispettivamente alla proroga dei termini del commissariamento per gli enti strumentali Afor ed
Arssa e alla legge sugli usi civici.
L’onorevole
Trematerra chiede l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge
inerente la proroga dei termini del commissariamento
di Arssa e Afor e, poiché, ci deve essere la volontà di due terzi dei
componenti il Consiglio regionale per inserire
questo argomento all’ordine del giorno, se la
minoranza è d’accordo la inseriamo all’ordine del giorno e poi la votiamo alla
fine.
(Interruzione)
Sì, c’è anche la
proposta di legge inerente gli usi civici; sono due delibere della Giunta regionale del 17 giugno 2011.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una pratica inerente l’Ardis che è l’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario di Catanzaro.
In seconda Commissione
abbiamo esaminato i bilanci di altre società, ma la
questione dell’Ardis diventa prioritaria per alcune problematiche contingenti
nella quale si trova. Grazie.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno del
problema inerente il “regime di proroga delle concessioni demaniali marittime”,
che è stato affrontato a Roma in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative.
Onorevole Parente, può
ripetere? Si avvicini al microfono perché non si sente. Prego i colleghi di
fare silenzio.
Chiedevo se può essere
trattato un ordine del giorno da me presentato che affronta il problema del
regime di proroga delle concessioni demaniali marittime.
E’ un ordine del giorno? Va
bene, se non ci sono altri interventi possiamo procedere con l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge che riguarda la proroga di Arssa
e Afor, che pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge inerente la proroga
degli usi civici richiesto dall’assessore Trematerra.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte di legge inerenti i due
bilanci dell’Ardis proposto dall’onorevole Morelli.
(Interruzione)
Onorevole Morelli, erano due
i bilanci?
Sì, Presidente, si tratta del bilancio per l’anno finanziario 2010 e del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2011.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno dei bilanci
Ardis.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’inserimento, proposto dall’onorevole Parente,
che riguarda l’ordine del giorno che provvederemo a distribuire a tutti i
colleghi.
(E’ approvato)
Possiamo procedere
con l’ordine del giorno così come inviato al domicilio dei consiglieri.
Il primo punto all’ordine
del giorno recita “Proposta di provvedimento amministrativo n. 105/9^ d'Ufficio,
recante: “Elezione di un Consigliere regionale per
Chiamo a svolgere le funzioni di scrutatori i due consiglieri regionali più giovani, Gallo e De Gaetano.
Si distribuiscano le schede. Onorevole Nucera, ha facoltà di procedere con la chiamata.
Fa la chiama.
Comunico l’esito
della votazione per l’elezione di un consigliere regionale per
Proclamo, quindi, eletto il consigliere regionale Vilasi.
(Il Consiglio approva)
Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda la questione del Porto di Gioia Tauro.
Prima di iniziare la discussione, chiamo i capigruppo al banco della Presidenza, per un momento di confronto prima di iniziare la discussione.
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: “Questione Porto di Gioia Tauro”.
Il Consiglio regionale
ha voluto porre all’ordine del giorno della
seduta odierna questo argomento proprio in preparazione dell’incontro che il Presidente Scopelliti
avrà mercoledì prossimo con i ministri competenti, quindi
l’obiettivo è quello
di porre in essere un confronto, non tanto una
discussione - perché già nei mesi scorsi c’è stato un lungo dibattito in Aula - fattivo, operativo,
con l’augurio che si
possa approvare un ordine del giorno comune dell’intero Consiglio
regionale, per dare maggiore forza al Presidente in questo incontro che si
terrà mercoledì prossimo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Fedele. Ne ha facoltà.
Credo che sia quanto mai opportuna,
oggi, l’iniziativa di discutere in Consiglio regionale del problema
del porto di Gioia Tauro, che certamente non riguarda soltanto il porto in sé, ma tutta l’economia della nostra
provincia, della nostra regione e, in gran parte, anche di tutto il Sud.
Questo porto che stava avanzando abbastanza bene, in
questo momento sta avendo un momento difficile, di crisi, che, purtroppo,
ancora non si riesce a chiarire e a delineare bene, quindi credo che il Consiglio
regionale faccia bene ad esprimersi, oggi, su questo tema, facendo un
dibattito, ma, in modo particolare, approvando, alla fine, un ordine del
giorno.
Come maggioranza ne abbiamo presentato uno, ma anche le opposizioni ne hanno presentato un altro,
ma credo, anzi sono sicuro, riusciremo a metterli insieme e a farne uno solo,
affinché, in effetti, possa dare maggiore forza alla Giunta, al Presidente e
alla Vicepresidente, che sta seguendo questa problematica
con
grande interesse, quando,
fra qualche giorno, appunto mercoledì prossimo, saranno a Roma al tavolo con i
ministri competenti; quindi, un tavolo di grande spessore e livello, perché lì
bisogna capire quali sono i progetti delle società che operano sul porto, ma
anche quali quelli del Governo nazionale ed il supporto della Regione.
Credo che il Presidente Scopelliti, che già si sta
dedicando molto a questa problematica, diverse volte abbia parlato con i
ministri competenti e con le società che operano nel porto, insieme alla
Vicepresidente Stasi, ma è opportuno andare a Roma, forti anche di una
indicazione che viene dal Consiglio regionale nella sua interezza.
Brevemente, leggo l’ordine del giorno che la maggioranza
ha preparato e, come ricordavo prima, -ne abbiamo già parlato con i colleghi capigruppo
– che certamente può essere modificato, integrato e supportato anche dagli
stimoli, dagli impegni che verranno da parte dei colleghi dell’opposizione,
però nella speranza - dico - nella certezza, di poterne approvare, alla fine,
uno all’unanimità per i motivi che ho indicato in precedenza.
Adesso lo leggo, così ci rendiamo conto delle problematiche che andiamo a trattare:
“Premesso che il porto
di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere
lo sviluppo economico della Calabria;
considerato che il terminal
container di Gioia Tauro è il più
grande terminal di transhipment del Mediterraneo, superato in volume di traffici nel 2010 solo da Port Said;
verificata l’urgenza di
assumere azioni e decisioni importanti sulla situazione di crisi venutasi a
creare a seguito dell’annunciato abbandono di Maersk, che da luglio si
rivolgerà a scali più competitivi, comportando una considerevole diminuzione di
volume e di merci, e considerato che
impegna il Presidente della
Giunta regionale:
a richiedere con urgenza al
Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato della vertenza Mct,
in considerazione dell’ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita
di centinaia di posti di lavoro, generando una situazione di crisi che rischia
di avere delle ricadute rilevanti sull’economia dell’intera regione;
ad ottenere l’impegno della
Presidenza del Consiglio dei ministri affinché vengano attuate, nel periodo di
vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti come correttivo per la riduzione dello
squilibrio competitivo dei porti di transhipment del Sud Italia, primo
fra tutti di Gioia Tauro, verso i porti nord-africani con interventi di valenza
sociale, in attesa del paventato incremento del volume, che si tradurrà nel
ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinché
Gioia Tauro possa integrare l’attuale vocazione di piattaforma di transhipment
con un modello di gateway continentale, nazionale prima ed europeo
in futuro, favorendo, attraverso misure dedicate, l’utilizzo delle linee
ferroviarie;
ad adottare misure idonee al fine di facilitare l’insediamento di nuove realtà industriali ed attirare
aziende che producano a Gioia Tauro e creare opportunità concrete e condizioni
di vantaggio per sviluppare un’area logistica industriale;
infine a sollecitare Rfi, la
rete ferroviaria italiana, a fornire un crono programma per le attività
previste nell’Apq firmato con
Questi sono i punti
principali che abbiamo pensato di inserire, che riguardano e debbono riguardare
lo sviluppo di questo porto; certamente – come dicevo prima – c’è l’apertura
totale verso i colleghi dell’opposizione per integrarlo e – perché no – anche
arricchirlo.
Quindi, mi auguro che da
questo dibattito possa venire fuori quell’impegno, quella forza che noi daremo
al Presidente e alla Vicepresidente della Giunta, quando si confronteranno, fra
qualche giorno, ai tavoli romani, per cercare di tamponare quello che sta succedendo a Gioia Tauro, ma anche per rilanciare questo porto,
perché non vi siano, non solo diminuzioni di personale, ma almeno vi sia un
programma e un progetto che, da qui ai prossimi anni, possa portare ad un nuovo
sviluppo del porto stesso.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
anche noi, come gruppo del Partito democratico,
abbiamo presentato un nostro documento
e, naturalmente, non ci
neghiamo ad un confronto per dare un contributo al rilancio del porto di
Gioia Tauro, che – ribadiamo – è per noi un’eccellenza di questa regione e, se bene utilizzato, può rappresentare
un’eccellenza per il Paese e una concreta
base per sperare in uno sviluppo della regione.
Quindi, non siamo contrari
ad un documento comune del Consiglio regionale che dia al Presidente Scopelliti
la forza sufficiente, necessaria per sostenere le tesi della Calabria a Roma.
Naturalmente, questa nostra impostazione politica di grande
responsabilità è stata già tenuta, da parte nostra, nella precedente seduta
consiliare dedicata al dibattito su Gioia Tauro, quando, pur rilevando, già
allora, ritardi nell’attuazione dell’Accordo di programma quadro di Gioia Tauro
che, sostanzialmente, è quello predisposto dal vecchio governo regionale di
centro-sinistra, abbiamo favorito un documento unitario. Però, alcune cose le
dobbiamo dire. A parte i ritardi nell’attuazione dell’Apq, - per cui noi
chiediamo che il Presidente della Giunta si impegni nell’accelerarne
l’attuazione, perché vedere Gioia Tauro come piattaforma logistica, per avere
un entroterra che abbia una sua pregnanza dal punto di vista produttivo
significa, in primis, attuare
rapidamente l’Apq-, - le notizie che ci giungono da Bruxelles non sono
positive; infatti, sembrerebbe, almeno dalle lettere pubblicate sui giornali,
che, nell’ultimo anno, nulla si sia mosso non solo per quanto riguarda il Por, ma anche per quanto riguarda l’Apq.
Questo è un aspetto su cui vedo che l’onorevole Mancini
si è già attivato, ma lo dico nel modo più costruttivo e comunque l’Apq è un
problema che si chiude nell’ambito istituzionale calabrese e, semmai, vede
Noi dobbiamo impegnare il Presidente Scopelliti a
chiedere al Governo Berlusconi qual è il ruolo di Gioia Tauro nel sistema
portuale italiano. Questo è un dato di grande importanza, perché se si risponde
a questa domanda, Vicepresidente, cioè quale ruolo Gioia Tauro deve avere nel transhipment –
giusto? – allora ci sono due cose che non possono essere eluse da parte del
Governo e della Regione insieme al Governo.
Primo punto, il rapporto con le grandi compagnie, cioè
se Berlusconi non si avvia sulla scia che aveva posto
in essere Prodi, e ritengo che, forse, nel nostro documento, - sotto questo
profilo, ecco, vedete che il dibattito serve anche per autoemendarci - va
inserito un punto in cui dobbiamo, a mio avviso, chiedere che sia riattivato il
tavolo che aveva costituito a Roma Prodi sulle questioni di Gioia Tauro.
Allora, se Gioia Tauro non vede un impegno del Governo
centrale verso le grandi compagnie… Prodi come faceva? Ha chiamato le grandi
compagnie, le ha impegnate ad avere Gioia Tauro come punto di riferimento. Questa è la prima questione.
La seconda questione è che un porto con queste
caratteristiche, che vede
Quindi, sotto il profilo del rapporto con il Governo,
Per quanto concerne il rapporto con le compagnie –
vorrei che la Vicepresidente mi ascoltasse un attimo, nonostante la pregnanza
fisica del collega Nucera – , qui c’è un problema di competitività, il quale
chiama in causa anche il sistema dei rapporti di lavoro; cioè non v’è dubbio
che i grandi porti del Sud del Mediterraneo sono agevolati perché hanno un
costo del lavoro che è infimo rispetto al costo del lavoro che c’è in Italia.
Allora mi si può chiedere: “Che dobbiamo fare? Le gabbie
salariali?”. No, illustre Vicepresidente, noi non dobbiamo chiedere la
riproposizione delle gabbie salariali, perché i figli degli operai e dei
dipendenti di Gioia Tauro hanno gli stessi diritti dei figli dei cittadini e
degli operai di Milano o di Genova. Allora il Governo deve trattare con
l’Unione europea un pacchetto
di
agevolazioni fiscali e contributive, ma questo è un compito del Governo
centrale.
Da tutto questo ragionamento traggo una conclusione, ma,
prima di trarla, voglio parlare anche dell’aspetto dell’entroterra di Gioia
Tauro, quindi del sistema complessivo della logistica e ribadire, ancora, che
va accelerata l’attuazione dell’Apq e va incrementato l’investimento nella
ricerca, perché quest’ultimo significa rendere le nostre aree attrattive
rispetto ad imprese esterne, perché – parliamoci chiaramente – anche se l’Apq
venisse attuato, noi possiamo illuderci che l’entroterra di Gioia Tauro si
riempirà di capannoni di iniziative industriali poste in essere dagli
imprenditori calabresi?! Parlo ad una persona che conosce molto bene questo
ambiente.
Quindi, noi non possiamo eludere il problema
dell’attrattività delle imprese. L’attrattività dell’impresa chiama in causa
gli investimenti nella ricerca, quindi nei distretti tecnologici della
logistica. Non voglio fare una critica al mio amico assessore alla cultura che
stimo, al quale ho testimoniato la mia solidarietà per fatti di carattere
generale che lui ben conosce, però, quando questo Governo regionale investe 34
milioni di euro per avviare nuovi poli di innovazione, signor Vicepresidente –
lei è esperta anche in materia – stiamo scherzando?! Mi pare che, a suo tempo,
abbiamo collaborato insieme per il distretto dei beni culturali di Crotone, che
noi avviammo insieme a quello di Gioia Tauro. Solo la partenza di questi due
distretti – non so che fine hanno fatto – ha comportato un investimento di 25
milioni di euro.
Allora l’assessore Caligiuri – lo stimo, ripeto – bontà
sua, con 34 ne vuole fare nove distretti?! Come faremo a parlare di Gioia Tauro
piattaforma logistica, se l’Apq è fermo, gli investimenti nella ricerca non ci
sono?! Abbiamo visto il quadro negativo che riguarda i due compiti, le due vocazioni più importanti di Gioia
Tauro, il transhipment e il gateway.
Per concludere, quando ho letto su “Panorama” che il
Presidente Scopelliti è diventato un leader della destra nazionale –
credetemi – ho gioito, perché mi sento un uomo delle istituzioni e che questa
Regione possa esprimere leader di carattere nazionale nel centro-destra
con Scopelliti – mi auguro anche nel centro-sinistra, perché una Regione poi,
quando non riesce a contare a Roma attraverso i suoi leader regionali, è
sempre una Regione abbandonata da Dio e dagli uomini… - allora, che Scopelliti
voglia fare il Polo dei moderati e, quindi, proporsi come un leader nazionale,
a me sta benissimo. Non so se questo disegno riuscirà, perché poi l’onorevole
Casini, a cui si riferisce il nostro Presidente dell’Assemblea, prima o poi i
suoi dubbi li dovrà sciogliere, quindi dovremo capire finalmente il cosiddetto
terzo polo cosa vuole fare da grande! Mi auguro che Scopelliti sia così bravo
da indurre il terzo polo, da grande, a fare il Polo dei moderati, ma intanto
che tutto questo avviene,
Allora noi siamo pronti a dare il nostro sostegno perché
il Presidente Scopelliti abbia ancora più forza per sostenere queste tesi, però
nel momento in cui diciamo queste cose, gradiremmo che l’ordine del giorno, sia
pure in una forma che può essere condivisa da tutti, alcune cose che abbiamo
detto le dica, perché se siamo evasivi sulla premessa e non mettiamo nella
chiara luce l’esigenza di avere un tavolo permanente a Roma che riparli di
Gioia Tauro, cosa si vuole fare delle infrastrutture, quale rapporto con
l’Europa per le agevolazioni fiscali, cosa si vuole fare nel rapporto con le
ferrovie, tutte competenze romane, non andremo da nessuna parte.
Quindi, il nostro documento contiene questi concetti,
queste proposte e, se lo leggete, è un documento molto pulito perché evita il
minimo di polemica, anche se in quest’Aula uno mi può dire: “Ma tu un po’ di
polemica l’hai fatta!”. Non è polemica quella che ho fatta, è l’idea che noi
abbiamo della situazione e riscontriamo un Governo regionale monolitico nella
politica interna, quasi assente nella politica estera, quantomeno come forza.
Lo diciamo qui, è nostro dovere dirlo anche come semplice consiglio – non
vorrei dire ammonimento perché potremmo sembrare presuntuosi – ad essere più
aitanti anche nella politica estera.
Detto questo in Aula, il documento è molto pulito e ci
sono delle premesse che noi non possiamo eludere, cara Vicepresidente, perché
proprio lei, per la conoscenza puntuale della materia e anche per la conoscenza
dell’imprenditoria e del mondo della ricerca, sa benissimo che stiamo dicendo
cose concrete, di buonsenso che possono aiutare la nostra regione, un Consiglio
regionale che, pur nella differenza dei ruoli e dei compiti, poi si unisce per
sostenere a Roma gli interessi della Calabria, in questo caso di Gioia Tauro,
eccellenza del Paese e, guardate, eccellenza dell’Europa. Infatti, quando
parliamo di Porta d’Oriente dell’Europa, non diciamo sciocchezze, perché se
guardiamo la carta geografica, ci rendiamo conto che per i traffici
dell’Oriente Gioia Tauro può essere il punto di arrivo per lo smistamento delle
merci in tutta Europa, se escludiamo
Riconoscete che il centro-sinistra la coscienza non dico
che ce l’ha a posto, perché siamo uomini e, quando pensiamo all’Eterno, nessuno
può dire di avere la coscienza a posto, ma il centro-sinistra, sia quello di
Roma con Prodi che quello calabrese, per Gioia Tauro qualche oretta di sonno
tranquillo, non dico tutta la notte, può farla.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Imbalzano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
sono passati appena cinque mesi da quando questo
Consiglio regionale, a seguito della mozione del centro destra e dell’onorevole
Principe, aveva acceso i riflettori sulle prospettive del porto con un approfondito dibattito. Il motivo che aveva originato quella
nostra mozione era stato – lo
ricordiamo tutti – la serrata di trenta ore da parte dei lavoratori di
Medcenter, il clamore suscitato sulla stampa locale e nazionale,
ma soprattutto le vivissime preoccupazioni
dei lavoratori e delle famiglie direttamente o indirettamente
interessate.
Abbiamo dibattuto sul destino di una struttura portuale
da tempo troppo condizionata – perché il troppo, avanti e indietro, può dare un
significato diverso – dalle scelte dei due soggetti monopolisti che continuano
ad essere responsabili del futuro del porto e del destino di centinaia di
lavoratori, compresi quelli dell’indotto, che non solo non vanno dimenticati, ma
credo che siano in più rispetto ai ventilati licenziamenti dei 300 operai di
Medcenter.
Di quel campanello d’allarme – ma già allora sapevamo
che Maersk aveva un piede dentro e un
piede fuori – dobbiamo ammettere che non è stata colta quella necessaria tempestività,
pur dando atto al Presidente Scopelliti e alla Vicepresidente Stasi di un
lavoro che in questi mesi certamente è stato continuo, un impegno non facile
per affrontare i ritardi e le criticità storiche
che persistono su Gioia Tauro. Ricordo che avevamo, in particolare,
sottolineato con forza che il nodo di Gioia Tauro non era solo di Gioia Tauro,
ma riguardava anche l’intero sistema della portualità italiana di transhipment
e i porti di Cagliari e Taranto, ma anche di Genova e Vado Ligure, che
pure hanno goduto e continuano a godere della benevolenza delle lobby trasversali,
non solo leghiste, funzionali agli interessi del nord del Paese.
Si trattava, quindi – lo
dicevamo allora – di reperire alcune decine di milioni di euro per contribuire
all’abbattimento delle tasse di ancoraggio, alla defiscalizzazione fino al 40
per cento e per tre anni del costo del lavoro e alla riduzione dell’accisa sui
carburanti.
Devo dire che queste lobby,
fino ad oggi, hanno continuato quel ruolo di freno che oggi registriamo
drammaticamente sul porto di Gioia Tauro, prova ne è che ancora non riusciamo a
capire qual è il ruolo di Gioia Tauro, per esempio, nel Piano nazionale della
logistica, che non è ufficiale, non è stato discusso in Parlamento, ma che è
largamente conosciuto nelle sue linee-guida perché – bontà sua – l’onorevole
Giachino ce lo ha fatto conoscere qualche mese fa nel corso di un convegno
della Uil.
Oggi la situazione è
diventata drammaticamente esplosiva e sta per trasformarsi in un gravissimo
dramma sociale non solo per la Piana di Gioia Tauro. D’altronde, la
mobilitazione che ancora oggi abbiamo dei lavoratori occupati presso la
Medcenter, la stessa posizione della Chiesa, assai responsabile, la stessa
posizione di alcuni sindacati, assai responsabile, devono indurci non solo a un
documento, ma a moltiplicare questi nostri sforzi e la nostra attenzione a fare
di Gioia Tauro una delle questioni centrali dell’impegno di questo Consiglio
regionale, anche se devo dire che, rispetto all’incontro programmato di
mercoledì a Roma, mi preoccupa in particolare la presenza del ministro Sacconi
che, al di là della stima che l’uomo di governo merita per le sue riconosciute
capacità e il senso di responsabilità che mette al suo lavoro, è il segno
inequivocabile che a Roma la situazione del porto di Gioia Tauro viene
considerata più grave di quella che già grave appare ai nostri occhi e la
strada della mobilità quale anticamera dei licenziamenti è assolutamente non
condivisibile.
Lo abbiamo detto l’altro
giorno durante nel Consiglio comunale aperto di Gioia Tauro ed io trovo
assolutamente incomprensibile l’idea che venga scartata, a priori, la
concessione di un’eventuale ma provvisoria cassa integrazione per un periodo il
più limitato possibile, fino all’avvio di alcune procedure e di alcune
iniziative da noi già sollecitate nello scorso gennaio in questo Consiglio
regionale. Mi riferisco, Vicepresidente Stasi, anzitutto all’immediata
costituzione della società dell’interporto, perché se non mettiamo il Governo e
anche gli operatori di Assologistica, che sono stati in queste settimane qui a
Gioia Tauro, nella condizione di prendere atto che veramente stiamo facendo, come stiamo
facendo, dei passi in avanti concreti e ci stiamo
muovendo seriamente, il rischio è che si continui a non essere credibili, anche
rispetto agli sforzi che stiamo compiendo. Questa, quindi, dovrebbe essere,
secondo noi, una delle prime risposte e azioni che dobbiamo da subito mettere
in campo.
E’ stato già detto –ho letto
con attenzione i due documenti – e mi pare pleonastico sottolineare che
l’accordo di programma quadro, che è frutto di tanto impegno, va subito attuato
per fare tutto quello
che l’Apq prevede, a partire da quella piattaforma logistica avanzata nell’area
a nord del terminal:che sia integrata col sistema di trasporto intermodale che
deve essere messo subito in campo e che è il solo, secondo noi, che può
riuscire a invertire questa tendenza drammaticamente attuale, dando seguito
agli accordi con Rfi.
Ma voglio
qui riproporre – e sarò breve sicuramente – un nodo antico da sciogliere, che
alcuni di noi sicuramente conoscono – penso all’onorevole Loiero, per esempio –
che riguarda il ruolo dell’Asi nell’area del retro porto. Non dirò nulla sul
ruolo negativo svolto in questi anni dall’Asi in quell’area, che pretende,
addirittura, canoni rispetto a servizi che non fornisce e rispetto, anzi, ad
ostacoli di ogni genere che frappone alle industrie che si sono insediate. Mi
riferisco, in particolare, ad un vincolo paesaggistico, atavico e poco conosciuto,
che risale al 1967 e che è una delle cause non secondarie del mancato
insediamento e dei ritardi che le imprese che si sono insediate registrano
nella loro attività.
Dicevo,
un vincolo che risale a diversi anni fa, che l’allora Ministro Loiero prese in
considerazione – ma non era certamente il ministro Loiero a doverlo rimuovere,
fu semplicemente interessato – ma che rappresenta uno degli esempi più
clamorosi della ottusità della burocrazia ministeriale, in questo caso quella
del ministero dell’ambiente, di fronte a esigenze di sviluppo di un territorio.
Così come
appare priva di ogni giustificazione la sottoposizione a tale vincolo delle
stesse aree industriali ad immediato ridosso del porto, in quanto anch’esse
hanno moltiplicato le difficoltà degli imprenditori che ancora hanno voglia di
scommettere in quell’area.
Quindi,
pregherei chi andrà a rappresentarci al tavolo romano di insistere per la
rimozione anche di questo vincolo paesaggistico, che diventa un problema di
assoluta urgenza, e su questo dobbiamo essere particolarmente insistenti.
Infine,
vorrei ricordare che occorre verificare l’immediata disponibilità di 261
milioni di euro concessi a Rfi per il potenziamento della rete ferroviaria e la
realizzazione del gateway, perché su questo ascoltiamo parole
contraddittorie, mentre assistiamo all’investimento di 200 milioni di euro
della stessa Rfi per una piattaforma logistica a Trieste con Maersk e
Unicredit, eventi largamente noti sicuramente anche alla Vicepresidente Stasi.
Forse
l’aspetto paradossale è quello che la crisi del porto di Gioia Tauro si
registra in un momento in cui i nostri competitori nord-africani vivono,
invece, una fase di instabilità e di tensione politica e noi non sappiamo, ma è
più giusto dire che non veniamo messi nella condizione di approfittare di
questo vantaggio politico non di poco conto.
Resta,
infine, un ultimo tabù, che non a caso cito per ultimo, l’ho ripetuto anche
qualche settimana fa a Gioia Tauro: la classe politica calabrese tutta non ha
avuto il coraggio di fare, fino ad ora, i conti con una premessa, però, della
quale siamo sinceramente convinti; noi riconosciamo a Medcenter un ruolo
importante per quello che ha fatto in questi anni a Gioia Tauro, non solo a
Medcenter, ma anche alla sua capogruppo, per lo sviluppo del porto, nella piena
consapevolezza che la politica è mancata rispetto alle risposte necessarie e ad
uno scarso impegno su Gioia Tauro.
Ma è
venuto il momento di affrontare senza complessi e con serenità il tabù del
regime di monopolio di Medcenter sulle banchine di Gioia Tauro, anche se è una
fase delicata. Vanno messe sul tavolo tutte le vere questioni che hanno
provocato la crisi del porto, soprattutto oggi che Maersk se n’è andata via. E
non si venga a dire che esiste un contratto capestro cinquantennale di cui
bisogna tenere conto, perché il problema, come sempre, è di carattere politico.
Qua si tratta di capire se, al di là dei legittimi interessi che Medcenter e la
capogruppo devono tutelare dal punto di vista imprenditoriale, veramente siamo
terra di nessuno e se abbiamo a cuore gli interessi del porto, della Piana e
dell’intera Calabria o se, piuttosto – come io sono, consentitemi, convinto –
fanno gola in questa fase i 90 milioni di euro, di cui 55 della Regione e il
resto dell’Apq, su cui Medcenter vuole mettere candidamente le mani, certamente
per fini nobili. In Germania Medcenter fa anche logistica, però non possiamo
consegnare il destino di Gioia Tauro, il futuro di quello che intendiamo
realizzare soltanto a Medcenter o a Msc.
Anche su
questo quesito credo che dobbiamo ricevere delle risposte.
Chiudo
con un grido d’allarme che non riguarda il porto, ma riguarda più
complessivamente la Piana, trenta secondi soltanto per dire che la questione di
Gioia Tauro è sicuramente il problema del porto, la Piana di Gioia Tauro è
ormai economicamente rasa al ruolo, lo sono certamente anche altre parti della
regione, ma la Piana è rasa al suolo. Colgo l’occasione, stamattina, per
lanciare questo grido d’allarme che riguarda la crisi drammatica dell’agricoltura
pianigiana, soprattutto alla vigilia di una campagna 2011-2012, per fortuna
abbondante, ma che lascerà sul campo migliaia di famiglie sul lastrico.
Colgo
l’occasione perché anche su questo problema, sul quale l’assessore Trematerra
sta facendo un ottimo lavoro, il Consiglio regionale non operi distinzioni
rispetto al problema più complessivo del porto; è una questione che riguarda il
territorio pianigiano, di cui non possiamo assolutamente dimenticarci. Non a
caso, quindi, qualche giorno fa abbiamo presentato una mozione, che comprende
anche quella proposta di legge che abbiamo proposto sui consorzi fidi per
l’agricoltura, che sono diretti anche a risollevare le sorti dell’agricoltura
sulla Piana di Gioia Tauro.
Credo che
anche su queste questioni – ripeto – mentre discutiamo del porto, non possiamo
dimenticare neanche per un istante che il problema dello sviluppo della Piana
di Gioia Tauro, della provincia di Reggio e dell’intera Calabria passa anche
attraverso un impegno rispetto a questioni così delicate dell’agricoltura
pianigiana.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Cercherò
di essere brevissimo anche rispetto ai cinque minuti, perché
non voglio ripetere le cose che dissi in quest’Aula il 31 gennaio e che, ripetutamente e in maniera reiterata, ho avuto occasione
di riprendere seguendo questa vicenda da più di un anno.
Uno dei primi interventi che feci da consigliere regionale insieme
al mio gruppo, al capogruppo De Masi e al collega
Talarico, riguardò la questione di Gioia Tauro, che valica i confini nazionali.
Il 31 gennaio abbiamo avuto l’occasione di tenere un dibattito,
anche proficuo, importante per sancire una volontà che deve essere ora
estrinsecata con le azioni, con i fatti di questo Consiglio, di questo Governo
regionale, di quello nazionale, sordo e cieco alle questioni del Sud. Voglio ricordare – non voglio fare un intervento polemico, ma
alcune cose mi dovete consentire di dirle – che del porto di Gioia Tauro e della questione che afferisce
al nuovo scacchiere geopolitico che c’è sul Mediterraneo non vi è traccia nel
Piano della logistica, richiamato da qualche
collega poc’anzi, tranne qualche rigo. Non si rinviene alcuna volontà di dare prospettiva alla realtà gioiese, una prospettiva che
- credo che siamo tutti d’accordo -
deve, ormai, superare il transhipment.
Siamo in forte ritardo. Ricordo l’intervento che feci in un silenzio assordante, quando scoprii che
l’Unicredit, insieme a realtà produttive del Nord, con l’occhio benevolo e il
sostegno del Governo, finanziò con oltre 1 miliardo di euro la piattaforma Trieste-Monfalcone, con il
contributo dell’istituto bancario San Paolo e con altri istituti di credito che
fecero uno degli sforzi più poderosi, cioè quello di connettere il porto di
Genova, che non aveva nessuna proiezione, ad
Alessandria.
Lo voglio dire per ricordare in quale contesto ci siamo mossi in
questi ultimi mesi e in quest’ultimo anno.
Non voglio ripetere
le cose che sappiamo tutti. Oggi questo Consiglio regionale, anche con uno
sforzo unitario che certamente ci vuole per trattare questa questione, deve
culminare in un’azione forte che questa Regione dovrà esercitare al tavolo
nazionale del 22 giugno. Ci vuole la consapevolezza che questa questione deve
essere in cima all’agenda delle priorità del Governo nazionale verso l’Unione
europea, per velocizzare tutte le procedure. Oggi mi aspetto anche una risposta
dalla Vicepresidente rispetto all’Apq, alla questione del gateway ferroviario, perché Rfi aveva abbandonato lo scalo per
cause risibili.
Se non si parte da queste cose, se
non si sancisce un crono programma che deve essere ferreo, in condizione di
riconnetterci in maniera competitiva nello scacchiere della logistica e se il
porto diventa la priorità logistica nazionale, un vero scalo intermodale, forse
riaccenderemo una prospettiva di speranza per Gioia Tauro e per la Calabria,
diversamente sanciremo la fine delle prospettive
dello sviluppo di questa nostra regione.
Non vorrei, leggendo anche tra i
documenti che ci sono pervenuti e tra gli interventi, che si consumasse
l’ennesima truffa ai danni della Calabria e dei lavoratori, ossia quello che
viene evocato da Medcenter: la richiesta di pacchetti di aiuti; non vorrei – e su questa cosa saremo intransigenti
– che si consumasse l’ennesima mortificazione che porti il terminalista a
continuare a privatizzare gli utili e a voler socializzare inesorabilmente le
perdite.
Su questo
noi saremo impegnati, come lo siamo stati, costantemente.
Bisogna,
quindi, creare queste condizioni. Bisogna rilanciare la dogana, Vicepresidente.
I diritti doganali, che possono essere percepiti da Gioia Tauro, nel 2007
avvenivano con lo sdoganamento del solo 10 per cento del potenziale e
ammontavano a circa 60 milioni di euro. Lascio alla valutazione di tutti quello
che tale cifra potrebbe dare in termini di ricaduta e di riutilizzo di risorse
per potenziare il retro porto, per creare quel tessuto connettivo, quel tessuto
produttivo che può dare una grande proiezione alla Piana di Gioia Tauro e può
veramente mettere Gioia Tauro nel baricentro dello scacchiere del Mediterraneo:
la dogana, lo scalo intermodale, una nuova politica che veda un nuovo primato
della politica per velocizzare le cose.
Sentivo
anche delle cose importanti che sono state dette, dei lacci e lacciuoli che
hanno contraddistinto il rapporto con l’Asi, dei vincoli sovraordinati che non
hanno ragione di esistere.
E’
necessario che il 22 giugno, al tavolo tecnico, ci sia la volontà corale che
Gioia Tauro rimanga permanentemente nell’agenda politica di questa Regione e
del Governo nazionale, che ci sia una risposta immediata, perché non possiamo
tornare in quest’Aula… Mi auguro di tornare prestissimo in quest’Aula, dopo il
22, a tracciare un bilancio e un crono programma con delle cose certe su cui la
Calabria credo non debba più attendere.
Presidenza
del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Rappoccio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi quest’Aula
si trova a discutere in merito alle sorte di oltre 1.300 lavoratori, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa della profonda crisi che sta subendo il porto di Gioia Tauro.
E’ di
qualche giorno fa la notizia che il governatore Scopelliti ha ottenuto dal
Governo nazionale la convocazione di un tavolo di concertazione Stato-Regione,
volto a trovare una soluzione che scongiuri il rischio di abbandono del
terminal, ormai in atto, da parte delle grandi compagnie di logistica
mercantile.
Siamo
obbligati – e ribadisco obbligati – ad adottare delle misure incisive affinché
il porto di Gioia Tauro non sia costretto a chiudere i battenti, perché è un
dato di fatto che, ad oggi, lo scalo portuale non risulti più essere attrattivo
per le grandi linee di navigazione.
La
decisione improvvisa da parte della società Maersk di abbandonare lo scalo
calabrese porta con sé una diminuzione considerevole nei traffici del porto
che, automaticamente, comporterà – così come comunicato da Mct – la riduzione
della forza di lavoro, di cui probabilmente ancora non si conosce la portata
numerica reale. Né, tantomeno, ci si può permettere di arrivare nuovamente alla
situazione di blocco totale che ha coinvolto l’intera struttura portuale
l’inverno scorso, quando per 30 lunghissime ore il porto è stato chiuso per
mancanza di navi in arrivo. Per la prima volta si è verificata una situazione
del genere, da quando nel settembre del 1995 il porto container ha
avviato la sua attività.
E’ chiaro
che la tenuta dello scalo si spieghi anche con la riduzione delle tasse di
ancoraggio disposte dall’autorità portuale, al fine di contrastare la
concorrenza dei porti del Nord Africa, dove i costi dei servizi e della
manodopera sono, evidentemente, inferiori a quelli europei.
E’ stato
significativo l’intervento in proposito di don Pino De Masi, vicario generale
della diocesi, perché
Non
possiamo accettare che uno dei porti più grandi
del Mediterraneo, nonché tra i più importanti grazie alla sua posizione
logisticamente strategica, veda la sua funzione ridotta a mero scalo di
imbarco-sbarco di container. Bisogna rendere la struttura
industrialmente appetibile, potenziandola con incentivi e benefici di natura
fiscale per le imprese che itnendono investire su Gioia Tauro. Tutto ciò non
può prescindere dalla previsione di investimenti sulla logistica, perché
soltanto un’efficiente rete stradale e ferroviaria potrà garantire il nuovo
decollo dello scalo.
Siamo
consapevoli che la Regione Calabria ha già un piano di interventi costituito
dall’Apq per Gioia tauro, all’interno del quale non ci sono solo realizzazioni
infrastrutturali, ma anche incentivi alle imprese e programmi di sviluppo. Ciò
che importa è che a tale piano sia data attuazione nel più breve tempo
possibile.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, il punto all’ordine del
giorno è di fondamentale importanza per
lo sviluppo della nostra regione e oggi
rappresenta, purtroppo, anche un punto di
grande criticità, una questione molto critica, molto difficile da risolvere, molto probabilmente.
La si vedeva nel passato come un punto qualificante,
un’occasione,
un’eccellenza
su cui dover puntare per poter dare rilancio a una regione che aveva
bisogno di lavoro. Beh, così non è stato, perché
negli anni si è perso molto tempo e sappiamo benissimo che il tempo in
amministrazione e in politica, con le cose che evolvono così velocemente,
con i mercati che da locali diventano nazionali, poi internazionali e globali,
ha la sua importanza.
Oggi, purtroppo, ci troviamo a discutere di una criticità enorme, di un problema molto difficile,
forse, da risolvere, per cui è ovvio che,
di fronte a ordini del giorno che vengono da centro-destra e dal
centro-sinistra, bisognerebbe fare forza comune per cercare di dare maggiore
forza al nostro Presidente, alla sua Giunta, alla Vicepresidente Stasi, nel
momento in cui andrà a trattare con estrema oculatezza e con grande importanza
un argomento così delicato, soprattutto al tavolo che da qui a poco si aprirà a
livello nazionale.
Sappiamo benissimo che è importante la logistica – molti
colleghi lo hanno detto – ma prima di parlare di logistica, lasciatemi dire una
cosa: credo che sia proprio l’aspetto più difficile e più complesso da
affrontare in breve termine. Noi abbiamo di fronte la necessità di mantenere
dei posti di lavoro e di rendere appetibile anche alle compagnie di navigazione
questa struttura, che è di fondamentale importanza per l’Italia, per
Per poter far questo, bisogna iniziare soprattutto col
potenziare questo benedetto transhipment. Noi sappiamo benissimo che la
concorrenza sleale da parte di altre nazioni, soprattutto quelle del Nord
Africa, sul Maghreb, fa sì che riescano a portare grandi difficoltà a una
regione che, comunque, deve sottostare a delle regole, a delle norme, a dei
princìpi, a dei costi dettati dalla legge.
Abbiamo un’assenza, quindi, di concorrenzialità, da un lato problemi anche nostri,
locali, perché avevamo la necessità, per tempo, forse di allungare la banchina
almeno di un altro chilometro, avevamo la necessità di realizzare un’area più
estesa per poter caricare e poggiare i nostri container – qualcuno parla di
Da questo bisogna anche capire che,
dall’altra parte, c’è un’evoluzione veloce da parte dei Paesi del Nord Africa
ad attrezzarsi sempre di più, basti pensare che, da qui a pochi anni, forse
anche a qualche mese, il porto di Tangeri avrà la possibilità di far
movimentare oltre 10 milioni di container. Questo fa capire la grande
importanza che in quella nazione danno, logisticamente e anche strutturalmente,
a un organismo come quella società portuale, quel porto, per far sì che si
possa incrementare lo sviluppo in
quella nazione.
Noi
abbiamo di fronte, quindi, una sfida che, partendo già dalle cose per cui era
nata, le cose più semplici, dobbiamo mettere in conto. Da qui la necessità di
dover avere un rapporto più franco con lo Stato nazionale, perché è vero che
noi dobbiamo fare la nostra parte e avremmo dovuto già farla, caro onorevole
Rappoccio, ma lo Stato centrale se n’è lavato le mani per tempo, perché non si
possono tenere concorrenzialità in maniera abnorme. Noi sappiamo benissimo che
il costo del lavoro e il costo fiscale in quei Paesi del Nord Africa sono quasi
zero, quindi è ovvio che le compagnie di navigazione preferiscano dove si paga
di meno rispetto a dove si paga di più.
Da noi,
quindi, c’è la necessità di avere una sponda nazionale, un Governo che possa
dare la possibilità di abbassare, di abbattere vertiginosamente la tassa di
ancoraggio, le tasse portuali, di fiscalizzare al meglio gli oneri
previdenziali per i nostri lavoratori, in modo tale da poter rendere chi
gestisce quella società competitiva nell’ambito dell’area del Mediterraneo.
A questo
bisogna anche aggiungere la completa indifferenza del Governo nazionale, di
tutti i Governi nazionali – lasciatemelo dire – perché sono anni che si parla
di questa questione.
Quando si
parla di logistica, di gateway, significa che l’intermodalità per un
porto diventa essenziale, la possibilità di scambiare le merci, di farle
sostare, di farle ripartire su gomma, su linea ferroviaria, ha la necessità di
politiche di investimento che non ci sono state in Calabria. Ed è vero il fatto
che qualche collega prima ha evidenziato, che la merce, nel momento in cui
dalla sera alla mattina, anche se già c’erano tutti i segnali di questo
abbandono, di questa incombenza, di questo abbandono di questa responsabilità,
punta su Trieste per la realizzazione di una grossa piattaforma logistica
insieme a Unicredit e ad altre società della zona, fa una scelta ben precisa.
Io non so
se qui il Governo nazionale ha messo anche qualcosa di suo in queste scelte, ma
so con certezza che qualsiasi compagnia di navigazione che dovesse venire oggi
in questa situazione a rafforzare, a presenziare insieme alla società
interportuale, insieme a Mct e a quant’altro, avrebbe difficoltà nel tempo a
poter sostenere determinati costi rispetto ai ricavi.
Allora la
necessità di rapportarci col Governo nazionale ed è per questo che c’è la
necessità che in questo dibattito non si può verificare una forzatura di tipo
politico, dobbiamo essere uniti, dobbiamo dare forza alla Giunta, in modo tale
da poter andare a discutere con forza e con grande senso di persuasione, questo
ragionamento portarlo a chi di competenza, in modo tale che anche il Governo
nazionale possa mettere a disposizione un minimo di interesse per i calabresi e
per la nostra Calabria.
L’Apq è
stato qualcosa di importante, nel settembre 2009 – credo – era stato siglato un
ottimo Apq. Guardate, nell’Apq stesso c’è una scheda – ne parlo proprio volando
– molto semplice, quella sull’energetico, che bastava applicare quella
impostazione sulle energie rinnovabili all’interno dell’interporto per far sì
che anche i costi energetici potessero abbassarsi e, quindi, dare anche questo
un’ulteriore spinta a poter essere ancor più concorrenziali. Questo non c’è
stato, come non c’è stata neanche la possibilità di vedere investimenti da
parte delle Ferrovie, che va a fare investimenti dovunque, soprattutto nel
Centro-Nord e abbandona completamente il Centro-Sud.
Come
anche era importante entrare nel merito della istituzione di un’autorità, di
una governance unitaria, proprio per non avere dei parallelismi o delle
sovrapposizioni con chi parlare all’interno del porto stesso, perché il nostro
porto di Gioia Tauro non può diventare un’altra cattedrale nel deserto, deve
essere un organismo, una struttura che deve essere vista per il rilancio della
nostra Calabria e soprattutto per il rilancio del Centro-Sud.
E’ per
questo che anche nell’Apq qualcuno parlava di presenza di un rigassificatore.
Anche questo forse poteva essere importante, se era finalizzato alla famosa
piastra del freddo, alla possibilità di immaginare, ad esempio, nell’interporto
la realizzazione di un centro di stoccaggio, di raccolta dell’ortofrutticolo
per tutta l’area mediterranea, centri che si possono fare soltanto dove c’è la
possibilità di realizzare queste famose piastre del freddo, cosa che si poteva
fare, ma neanche questa è stata accettata e realizzata.
Allora,
di fronte a una situazione così devastante, è ovvio che il Consiglio regionale
deve prendere atto che siamo di fronte a una problematica molto importante, né
tantomeno è consentito a nessuno poter dire, come si è letto poco tempo fa sul
“Messaggero” – credo che sia stato l’ex Presidente Prodi, citando il porto di
Gioia Tauro – come un esempio del degrado etico e di legalità che attanaglia
l’Italia, impedendone lo sviluppo e la crescita.
Questa è
una grande castroneria, una grande bugia che, spesso, serve a far sì che si
crei un alibi, una giustificazione per poter poi giustificare investimenti che,
invece di essere finalizzati per determinate aree del Meridione, vengono
spostati, sulla base di questa grandissima fesseria, sulle aree del
Centro-Nord.
Ecco che
è necessario dover denunciare certe cose e rafforzare la necessità di poter
dire al nostro Presidente Scopelliti, che andrà a rappresentarci, che dietro di
lui in questo caso specifico avrà tutta la nostra solidarietà, a patto che
possa finalmente convincere il Governo nazionale che esiste anche
Per
quanto riguarda l’interporto, lo sappiamo, il retro porto, purtroppo, è un
qualcosa su cui non si è investito proprio, al di là delle erbacce, come
qualche giornalista raccontava, ma anche la stessa mancanza di collegamento
telematico, l’assenza di Adsl, oggi che il mondo cammina su internet per i vari
collegamenti e per tutto quanto, fa capire chiaramente che siamo veramente
lontani mille miglia da quella che potrebbe essere la possibilità di
un’evoluzione.
Ecco
perché prima, Vicepresidente Stasi – parlo con lei perché è l’unica attenta in
questa sala e gliene do merito – è importante capire veramente dove si vuole
arrivare ed è importante anche la tempistica, è fondamentale, perché non
abbiamo molto tempo per poter far sì di riprendere questa situazione in mano.
Parlare di logistica significa attrezzare tutto il retro porto, significa
investimenti grossissimi da parte delle Ferrovie e dello Stato, significa nuove
linee ferroviarie, gallerie ferroviarie che diano la possibilità ai grossi container
di passare. Oggi abbiamo anche su questo aspetto, che è un aspetto fisico,
strutturale molto semplice, grande difficoltà, abbiamo gallerie che non
consentono il passaggio di determinati container, perché non sono a
norma, perché sono piccole rispetto ai container stessi.
Allora è
ovvio che, di fronte a una politica che prevede dei tempi lunghi, che è
necessario, però, già programmare sin da adesso, ma che non si riescono a
concretizzare nell’arco di pochissimo tempo, almeno la possibilità di avere
finalmente in quest’area una chiarezza in termini di defiscalizzazione. Se è
vero, come è vero, che Gioia Tauro è entrata nell’ambito delle zone franche,
che sia franca nel senso reale del termine e nel senso più concreto, chi viene
a investire là deve avere l’opportunità di capire che, investendo a Gioia
Tauro, avrà dalla parte sua la possibilità di risparmiare. Quindi rendere
questa iniziativa accattivante agli investitori, se no è inutile portare grossi
personaggi anche importanti – e avete fatto bene a farlo – dell’industria, se
poi lì non ci sono le strutture a supporto e non c’è la convenienza
all’attecchimento e al finanziamento da parte dell’impresa.
Allora la
necessità di far rispettare gli accordi presi a questo Governo nazionale, come
anche dall’altro. Tempo ne abbiamo perso troppo, a questa situazione, già
purtroppo annunciata nel tempo, ci si è arrivati scivolando piano piano, ma –
come dicevano alcuni colleghi consiglieri – molti avevano già presagito questa
situazione e questo tipo di conclusione.
Spero che
il vostro lavoro, la vostra caparbietà possa essere presa in giusta
considerazione da chi di dovere a livello nazionale e far capire soprattutto
che, al di là delle repubbliche federaliste, ancora oggi
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Non
parlerò di tutto il problema di Gioia Tauro, che è una questione complessa, e
capisco anche che ci possa essere la
suggestione a parlarne molto, però voglio concentrarmi
su alcuni problemi, che sono quelli che emergono oggi nel porto di Gioia Tauro,
ma che sono antichi.
Il problema che oggi assilla Gioia e l’intera Calabria è prevalentemente
di politica nazionale, anche
internazionale. Questo non significa che è un
nodo superiore alle nostre forze, da cui il Governo,
ma anche il Consiglio regionale può chiamarsi fuori. Esso ripropone, ancora una
volta, l’incapacità delle classi
dirigenti della nostra Regione di avere il peso, la forza, il legame
relazionale che consente di inserirsi con incisività prima di tutto nei giochi
nazionali, nella politica dei porti che l’Esecutivo Berlusconi ha portato
avanti in questa sua lunga e interminabile permanenza al Governo e che è stata
molto deficitaria. Io, personalmente, non ho mai sentito l’attuale Presidente
del Consiglio fare un riferimento a Gioia Tauro, al suo ruolo strategico,
eppure l’attuale premier, specie
quando si trova in difficoltà, tira fuori di tutto! A tale proposito, resta
esemplare il discorso fatto qualche mese fa a Lampedusa.
Il fatto è che Gioia Tauro non è nei
suoi pensieri, come non è nei pensieri del ministro dell’economia, entrambi
venuti di recente nella nostra regione per fini esclusivamente elettorali,
incapaci o forse impossibilitati a fare anche solo un cenno.
Veda, signor Presidente – al netto
delle difficoltà obiettive che mettono in crisi il nostro porto – mi riferisco
allo sconvolgimento prodotto dalla Maersk negli scali di transhipment nel
Mediterraneo e mi riferisco anche alla massiccia presenza della criminalità che
scoraggia investimenti –, al netto di tutto questo, c’è una logica dettata
dall’asse del Nord, dalla Lega, che punta a valorizzare al massimo i cosiddetti
due sistemi ascellari, signor Presidente, la piattaforma di Vado Ligure e di
Monfalcone, insieme a partner di eccezione, come Unicredit logistica e Rfi.
Ci troviamo nell’assenza di una
politica nazionale che tenga conto non solo delle convenienze strategiche, ma
anche delle esigenze di una difficilissima regione del Mezzogiorno, che
diventa così solo un bacino di voti e viene relegata a un ruolo ancillare,
funzionale solo alle politiche delle regioni del Nord. Vedete come è
paradossale tutto questo: noi portiamo i voti per una politica di governo del
Nord! Tutt’altro atteggiamento – lo voglio dire – quello del precedente
Presidente del Consiglio, Romano Prodi, il quale ha contribuito a creare il
nostro porto di Gioia Tauro,
cioè il vincolo di Prodi non rispetto a Berlusconi, rispetto a tutti, è quello
di un vincolo sentimentale, prima che istituzionale.
Io chiedo scusa se faccio un
riferimento brevissimo ai cinque anni trascorsi alla guida di questa Regione e
voglio ricordare a tutto il Consiglio che, nel 2006, la coalizione di
centro-sinistra vinse le elezioni nazionali ed io chiesi un tavolo
istituzionale – ero insieme al Vicepresidente Adamo – per la sola Regione
Calabria e Prodi fu sollecito a formarlo e ad usare un refrain instancabilmente, che spesso io fui costretto a
contraddire. Il suo refrain era: “
Dico queste cose senza polemica,
convinto che, nella condizione in cui ci troviamo dovremmo unire le forze per
non far fallire il più grande volano di sviluppo di cui la nostra regione
dispone.
Certo, se Maersk – come pare certo –
userà Gioia Tauro solo come porto d’appoggio, verranno meno molte cose per la
regione, non per Gioia, e il danno sarà gravissimo, sarà un colpo veramente
fortissimo.
Allora il problema è che nessuno è
in grado di fermare
Di fronte ad un problema tanto
grande, non è sufficiente che l’autorità portuale, che pure va ringraziata,
azzeri le tasse d’ancoraggio. Siccome tale impegno produce effetti positivi – è
qui la proposta che io voglio fare – solo su Msc, esploriamo questa possibilità
di puntare su Msc. Ma l’operazione non può condurla a compimento, con tutto il
rispetto, il Presidente o men che meno
Immaginare di fare a Gioia solo
logistica, una logistica del tutto scissa dal transhipment è un errore,
perché non esiste logistica senza merci. E’, dunque, il Governo nazionale che
deve assumere insieme alla Regione le iniziative. Ma ha questo Governo, in
questo momento, la voglia e la forza di farlo, nel momento in cui
E poi rivediamo tutte quelle
iniziative che c’erano su Gioia Tauro, dobbiamo guardare in più direzioni, che
già sul porto insistevano. In questo senso la collaborazione, per quel che
riguarda autonomie e diritti, è totale.
Presidente, avrei finito, però,
giusto perché sia su Gioia Tauro sia su altre cose, ma senza polemica, c’è
stata una disinformazione forsennata, voglio solo ricordare alcune cose. A
margine del Comitato di sorveglianza del Por Calabria Fesr 2007-2013, il
Presidente Scopelliti ha dichiarato che su Gioia Tauro ci sono grandi ritardi e
grandi lacune. Se diciamo queste cose, quelli che c’erano prima di noi non si
arrabbino, ma purtroppo queste cose sono messe in risalto dalla Commissione e
non da noi. Noi prendiamo atto di questa grave colpa e, di più, l’assessore
Mancini – ho voluto prenderle queste cose perché resti traccia nei verbali –
durante l’incontro del 15 giugno 2011 sempre, a Gioia ha detto testualmente:
“Loiero si era impegnato a sottoscrivere un accordo di programma” – tutto
personalizzato, come vedete, che rende un po’ provinciale il nostro dibattito –
del valore di 130 milioni di euro che, in realtà, non ha mai firmato”. Poi ha
detto tante altre cose.
Sempre espungendo da documenti non
miei, quindi non faccio una difesa con le mie parole, vado a leggere nel
Comitato di sorveglianza Fesr 2007-2013 del 20 luglio 2010, punto cinque
“Verifica del rispetto degli impegni assunti per la zona portuale di Gioia
Tauro”, “il dirigente generale del dipartimento lavori pubblici, ingegnere
Giovanni Laganà, rappresenta il percorso
seguito dall’incontro del 15 dicembre
E, ancora, quando è stato detto che,
in fondo, l’Apq era stato completamente riformulato con soldi freschi, prendo
anche qui una dichiarazione dell’onorevole Misiti – che oggi è sottosegretario
e che in questa settimana diventa vostro viceministro –, non prendiamo in giro
i calabresi: i 280 milioni di euro che, secondo
E, ancora, le risorse annunciate
sempre ieri a Roma non risultano essere aggiuntive rispetto a quelle già
previste dall’accordo di programma quadro approvato dalla Giunta il 27 febbraio
2010.
Ora, scusate questo sfogo, ma leggo,
ogni volta, delle cose che non stanno nella realtà.
Se, rispetto ad un problema così
grande come quello di Gioia Tauro, si vuole scoprire una sinergia inedita in
questo Consiglio, nuova, un impegno di tutti, perché da soli non ce la fate,
anche perché avete un Governo che di fatto è contro il Mezzogiorno, se volete
scoprire questa sinergia, bisogna sedersi con civiltà, perché la disponibilità
da parte nostra – e credo di interpretare il sentimento di tutta l’opposizione
– è totale per Gioia Tauro, perché Gioia Tauro è – come dice Prodi –
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Oggi
siamo qua a discutere di Gioia Tauro, che è uno dei problemi
più grossi di questa nostra
regione, anche
perché rappresenta il 50 per cento del prodotto interno lordo calabrese nelle aziende private, ma soprattutto perché rappresenta
anche, fra via diretta e indotto, circa 3 mila unità lavorative che stanno.
Ma il problema è molto più complesso, e parto dalle dichiarazioni
che ha fatto la dottoressa Stasi, Vicepresidente della
Giunta regionale, il 31 gennaio ed alcuni segnali rispetto alle sue
dichiarazioni ci sono stati un mese dopo.
Non ci dobbiamo dimenticare che
alcune cose vanno dette e nella chiarezza più estrema oggi, perché non ci
possiamo né nascondere dietro il dito, né tantomeno trincerare su delle
posizioni partitiche: Gioia Tauro appartiene a tutti, non appartiene a questa
Giunta, ma appartiene alla Calabria; non appartiene sicuramente alle forze
politiche indistinte, ma appartiene a tutta la politica calabrese; la sua
difesa e il suo rilancio passano attraverso un’analisi che abbiamo il dovere di
fare con una spietata consapevolezza di come stanno le cose.
La Maersk, questa compagnia più
grande al mondo dei danesi ha deciso di lasciare Gioia Tauro, perché non lo
trova più conveniente. Allora, una domanda ce la dobbiamo porre sul perché non
era più conveniente stare a Gioia Tauro per
Quando, parlo di Genova o di
Trieste, un interrogativo mi sorge spontaneo, perché sono i
protettorati di alcune figure di primo piano del Pdl e, senza fare nomi e
cognomi, mi riferisco all’onorevole Matteoli e all’onorevole Frattini! Quando
il Presidente della Camera di commercio di Genova – ed invito la dottoressa Stasi e il Presidente ad informarsi
su queste cose – asserisce pubblicamente che
l’interlocuzione con il Governo sta, addirittura, nel richiedere 25 miliardi di
euro per attivare la terza linea per quanto riguarda il traforo e la
connessione con Genova, allora voglio
capire se questo Governo, rispetto alle esigenze della Calabria e di Gioia
Tauro, che intenzioni ha. Quando il Presidente della Camera di commercio di
Genova dichiara che solamente il porto e l’attività portuale danno allo Stato
un introito di 4 miliardi di euro l’anno e di Gioia Tauro non c’è traccia,
voglio capire nella nostra azione politica rispetto al Governo quali sono le
richieste da fare.
Ecco perché, rispetto all’ordine del
giorno che ha proposto l’onorevole Fedele, sono perplesso oggi, perché tutto
crolla e di che cosa parliamo noi?!
Allora dobbiamo capire anche
rispetto al ruolo che hanno avuto la politica e il Governo circa la realizzazione
del polo della logistica sia di Genova che di Trieste. E quando c’è Unicredit
su Trieste, soprattutto dobbiamo chiederci quale ruolo hanno le Ferrovie
rispetto alla situazione di Gioia Tauro, perché alcuni colli di bottiglia veri
e propri o li rimuoviamo o Gioia Tauro non decolla. Rimuovere i colli di
bottiglia significa rimuovere la questione che le Ferrovie hanno posto in
essere già sul gateway e la localizzazione all’interno del porto e su
una superstrada che di logistica poi non consente a coloro i quali vogliono investire anche su Gioia Tauro.
Chiedo, anche perché abbiamo il
dovere di chiedercelo noi, ma soprattutto lo dico alla Vicepresidente che si
occupa del problema e al presidente Scopelliti, se è vero che le società, le
ditte che sono venute a visionare il porto
di Gioia, anche rispetto a un loro gradimento del sito, hanno mostrato
perplessità dal punto di vista della logistica. Il dilemma è proprio là.
Vedete, voglio cogliere quest’occasione per chiedere anche se risponde al vero che i fondi stanziati
dall’Apq, finalizzati al potenziamento
delle linee ferroviarie verso l’Adriatico, hanno la copertura economica, visto che sembra che la
stessa Rfi abbia di recente espresso perplessità e messo in dubbio la copertura
economica degli investimenti arrivati grazie al Por “Reti e mobilità” del
ministero delle infrastrutture.
In altri termini, ci sarebbe già in
atto su queste cose una scopertura economica e non solo le Ferrovie hanno
espresso dubbi sulla copertura economica, ma questo problema è emerso anche – e
lo voglio dire anche al sindacato, fra virgolette, che si occupa di questo
problema – in modo forte, dottoressa Stasi, pure dalla valutazione della
Commissione sui fondi europei. Lo verifichi, verifichi se questa copertura c’è
o non c’è effettivamente, perché non possiamo non sapere che le strutture
intermodali, anche se partono domani, per essere realizzate ci vogliono anni.
Nel frattempo, noi che cosa facciamo
o cosa proponiamo, affinché Gioia si possa proiettare nel Mediterraneo e in
Europa in maniera diversa da come è la situazione odierna? Qua è il problema
che ci dobbiamo porre, e non basta un ordine del giorno, se non c’è la volontà
della politica tutta, rappresentata in questo Consiglio regionale e non, di
affrontare il problema in un certo modo, anche perché la mia perplessità, che
si ripercuote su una serie di considerazioni che faccio al di là della
situazione di Gioia Tauro, è che non si evince la volontà degli investimenti al
Sud, l’abbiamo visto da alcuni passi, senza rivangare altre cose, ma anche su
altre questioni, soprattutto sugli investimenti che sono nella facoltà di
Moretti, che investe decine e decine di centinaia di milioni di euro su Trieste
e su Gioia Tauro fa finta di niente!
Ci sono liti giudiziarie pendenti
ancora per liberare le aree soprattutto del retro porto, e cosa vogliamo fare
del retro porto? E soprattutto dei lavoratori cosa vogliamo fare? O veramente
pensiamo che il terminalista o Medcenter, mercoledì, dirà “tutto va bene,
madama la marchesa, assorbiamo i lavoratori” o li destinerà ad altri siti?!
Questo non esiste, ma perché non è
così, né possiamo pensare di scaricare i lavoratori e non porci il problema dei
lavoratori, perché i problemi emergono nella loro drammaticità, giorno per
giorno, non solo su Gioia Tauro, e se questa classe politica presente in questo
Consiglio regionale…
Io condivido l’impostazione che ha dato
l’onorevole Loiero, siamo qua,
disponibili a collaborare, a cooperare per risolvere i problemi di questa
terra, ma non dobbiamo, nella capacità che abbiamo, proiettarci in modo diverso
all’esterno di questa Regione.
Poi la politica, quando ci sono le
elezioni, può essere una cosa, quando si devono affrontare i problemi, si deve
porre sicuramente in modo diverso, perché sono problemi che attengono alla
crescita di questa regione e tutti abbiamo il dovere di cooperare e andare in
questa direzione.
Poi vorrei chiedere una cosa al Presidente Scopelliti e alla dottoressa Stasi: avete presentato un progetto sulla logistica e sull’intermodalità e l’impostazione
che avete dato nell’area del porto rispetto anche e soprattutto a un’ipotesi
di rilancio,
se ritenete che quella impostazione che avete dato nel progetto presentato sia realizzabile in
tempi brevi, perché la tempistica ha la sua importanza,
purtroppo, nei provvedimenti che dobbiamo discutere e vedere, perché un
provvedimento che riusciamo a realizzare da qua a tre o quattro anni non ci
aiuta sicuramente a risolvere il problema che in atto
c’è, perché nel momento in cui si delocalizzano alcuni
investimenti, non riusciamo più ad attrarli, né ci possiamo permettere il lusso di essere “succubi” o “prigionieri” nelle mani di
chi gestisce non solo l’attività del porto, ma il porto.
Allora anche qua vogliamo capire, rispetto ai meccanismi che in
ogni caso mercoledì il Presidente avrà la possibilità e la capacità di mettere
in atto e di interloquire con il Governo, quali
sono le condizioni di realizzazione dei nostri progetti e rispetto
all’investimento delle risorse e alle proposte che facciamo.
Infine, mi auguro che Contship,
mercoledì, insieme al problema degli esuberi metterà anche un piano industriale
sul tavolo della discussione, perché vorrei
capire come vuole gestire il porto, con quali volumi, con quali linee di
navigazione e quale sarà la prospettiva dei lavoratori che oggi rischiano il
licenziamento.
Non credo assolutamente – non l’ho
creduto nel passato né lo credo ora – che Medcenter abbia la bacchetta magica, credo che Medcenter faccia i propri
interessi e – non me ne voglia nessuno – non credo che faccia né gli interessi
della Calabria né quelli dei lavoratori. Ma noi abbiamo, secondo me, un’arma
che possiamo utilizzare su questo problema, l’arma della coesione, della
condivisione, di avere la capacità di elaborare una proposta che sia comune e condivisa
da questo Consiglio regionale, in cui chiamare a raccolta non solo le forze
politiche, ma i calabresi su questo problema. Né dividerci, oggi, su un ordine
del giorno gioverà ad alcuno, se c’è la volontà, però, di arrivare ad un ordine
del giorno condiviso, se c’è la volontà di condividere un percorso e un’aspettativa di
confronto, seppur acceso, con il Governo nazionale, perché prima di essere
appartenenti alle forze politiche, ritengo che siamo calabresi e, in quanto
tali, dobbiamo difendere questa terra e i suoi abitanti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Dattolo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non v’è dubbio che la questione
del porto di Gioia Tauro rappresenta uno snodo
importantissimo anche per il prosieguo e soprattutto
penso che sia in una fase in cui la politica necessita di parlare con un linguaggio unico.
Apprezzo sicuramente l’ordine del giorno
proposto dal gruppo del Pd - mi sembra - e diciamo che ha molti punti in
contatto con quello che è il
nostro ordine del giorno e penso che l’incontro di oggi serva soprattutto a
delineare un percorso,
perché il 22 ritengo che sarà l’inizio di una serie di incontri, non è
sicuramente risolutivo. E’ fondamentale, probabilmente, l’inizio di una trattativa nella quale il governatore deve rappresentare,
secondo me, unitariamente questa
volontà del Consiglio regionale e quindi la necessità di fare un documento
unico che, unito proprio al senso di
responsabilità venuto sia dalla maggioranza che dalla minoranza, debba presentare
Ma in una fase politica anche
delicata, in un momento in cui, a volte, sembra
che il Sud sia sparito dall’agenda del Governo e soprattutto anche alla luce delle pressioni che arrivano da una
forza politica come
Ho sentito gli interventi dei vari
colleghi che si sono succeduti e anche di spunti positivi e di incongruenze che
possono essere derivate dall’accordo, ma è necessario che ci sia una variazione
degli obiettivi portuali ed io ritengo – ripeto – in questa prima fase, che noi
dobbiamo votare un ordine del giorno congiunto che sia soprattutto l’idea che
Quindi l’invito a un documento comune che in
questo momento possa dare al governatore, che ha dimostrato di avere
un’autorevolezza politica notevole, di sedersi al tavolo, forte delle
prerogative che i calabresi vorranno assegnargli, non una delega in bianco, ma
sicuramente la possibilità di intraprendere un’azione positiva per il rilancio
della Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Adamo. Ne ha facoltà.
Penso
che, oggi, nella seduta del Consiglio regionale
dedicata al tema specifico, non vada perduta questa
occasione, perché ritengo che la nostra azione non possa limitarsi soltanto a
mettersi a posto la coscienza come istituzione
regionale,
rispetto a un evidente processo di depotenziamento e depauperamento delle funzioni, che erano
state strategicamente assegnate dall’andamento del mercato dei flussi dei
traffici marittimi sul Mediterraneo al porto di Gioia Tauro. Dobbiamo uscire fuori dall’ordinarietà. Non è un atto dovuto la seduta del Consiglio regionale di oggi e, se lo consideriamo un
impegno straordinario ed eccezionale, come momento di assunzione solenne di responsabilità collettiva, al di là delle funzioni del governo regionale, penso che, forse, si
possa fare un passo avanti.
Quindi, se è momento eccezionale, straordinario e non un atto dovuto, dobbiamo industriarci per vedere come se ne esce alla
fine di questa
nostra discussione, per sancire degli efficaci interventi e passi avanti rispetto ad un’iniziativa che non sarà dagli esiti
scontati e, sicuramente, se la nostra azione, la nostra posizione, vuole essere efficace, sarà un’azione
che non troverà consensi e facilitazioni,
né in sede romana, né nazionale, né a livello di quello che avviene per quanto
riguarda i sistemi di competitività tra i porti del Mediterraneo.
Dobbiamo avere la consapevolezza che
il lavoro che ci attende è tutto in salita, si scontra con interessi forti,
industriali, che riguardano non solo le strategie delle gestioni portuali, ma
di interi sistemi territoriali e non di microaree, e, altresì, la
consapevolezza che è forte la disattenzione e l’insensibilità politica, dico
generale, ancor più in questa fase contingente della vita politica nazionale
verso Gioia Tauro – dico verso Gioia Tauro non a caso e non dico verso
Allora come si va avanti? Dobbiamo
andare oltre l’impegno a lanciare, per quanto forte, l’allarme sociale sulla
crisi, potenzialmente irreversibile, del porto
di Gioia Tauro, andare oltre il rivendicazionismo e, quindi, partire con
proposte di merito che facciano i conti con le ragioni che hanno determinato la
difficoltà contingente e ormai non più ciclica, ma strutturale delle attività
del porto di Gioia Tauro.
Molto brevemente, come la dico? La
dico, forse, un po’ schematica e forte: dobbiamo chiamare le cose con il loro
nome e cognome, penso che ciò che sta limitando lo sviluppo delle potenzialità
del porto di Gioia Tauro sia il
regime monopolistico della gestione delle aree delle banchine. Su questo punto
dobbiamo fare chiarezza, dobbiamo decidere se questa istituzione sta da una
parte o sta dall’altra. Il Consiglio regionale della Calabria conviene sul
fatto che una gestione in regime monopolistico delle aree delle banchine oggi
diventa un fardello, un peso, un ostacolo allo sviluppo del porto di Gioia Tauro? Se questo è, se
siamo d’accordo – perché, se non lo siamo, bisogna soltanto prenderne atto –
dobbiamo vedere come si pone il problema e lo si pone in sede nazionale, ma
anche cosa si propone per rimuoverlo.
Allora, penso che il primo obiettivo
debba essere quello di favorire e di generare un uso produttivo delle banchine
per un porto che abbia un forte carattere di attività polifunzionale, batterci
contro il monopolio della gestione, per la polifunzionalità del porto di Gioia Tauro e far
trascendere da qui tutte le misure di adeguamento degli interventi che dobbiamo
sostenere.
Ovviamente, nel momento in cui
poniamo una questione di questo tipo, non possiamo non verificare la
condivisione del grado di responsabilità del Governo nazionale, l’ha detto Loiero e su questo sono d’accordo. In
che senso? Dobbiamo capire quali sono le scelte strategiche rispetto allo
sviluppo del Paese che il Governo nazionale, oggi Governo Berlusconi, vuole
fare per tracciare una direttrice o altre direttrici rispetto al carattere che
la ripresa economica e la crescita devono assumere.
Sono convinto, per esempio, che
immaginare un rilancio dell’Italia guardando al Mezzogiorno come se fosse un peso, una palla di piombo che si debba
trascinare, nella speranza che verranno giorni migliori, quella sarà una linea
che ci porterà a sbattere, non
soltanto nel Mezzogiorno e in Calabria, ma
porterà a sbattere l’intero
Paese.
Se questo è vero e se, quindi,
diventa forte l’imperativo di un ragionamento sullo sfruttamento e la messa a
regime produttivo delle risorse endogene del territorio, prima di guardare alla disponibilità
delle risorse naturali del territorio del Mezzogiorno e, quindi,
anche della Calabria, non può non esserci da parte del Governo nazionale un
ragionamento che assuma Gioia Tauro come la principale porta d’accesso allo
sviluppo – badate – non dell’area del porto, dei comuni dell’area di San
Ferdinando, non della Calabria, ma dell’intero Mezzogiorno continentale.
Se questo non è, non si capisce il
ragionamento che bisogna fare anche sullo sviluppo integrato
dell’infrastrutturazione per la mobilità di merci e di persone.
Quindi, Gioia Tauro come questione
nazionale che prescinde anche dalle scelte che si possono fare sul terreno
della programmazione dello sviluppo socio-economico che una Regione,
nell’ambito dei suoi strumenti, riesce a fare. Questa scelta non c’è. E se
Gioia Tauro diventa la priorità nazionale, non c’è dubbio che il sistema dei
traffici marittimi legati alle attività portuali dell’Italia continentale e
insulare, ma anche rispetto alla concorrenza che c’è degli altri porti che si
affacciano su questo mare da parte di altri Paesi, deve avere una sua finalizzazione e una sua programmazione, non
possiamo lasciare allo spontaneismo dell’impegno nel libero mercato delle varie
gestioni delle attività portuali il destino di questo o di quel porto, tanto
più di Gioia Tauro.
Se questo è vero, allora qual è la
mia proposta? Certo, ci sto in tutte le cose che qui vengono dette anche nei
documenti, compreso l’abbattimento delle tasse di ancoraggio, troviamo il modo
per non incorrere in infrazioni rispetto alle norme sugli aiuti europei,
comunitari, rispetto anche alla verifica della fattibilità o alla verifica, se
è stata avviata – chiedo scusa su questo della mia ignoranza – della
sperimentazione, per esempio, della zona franca nell’ambito dell’area portuale.
Si diceva prima, da parte di Agazio Loiero,
che non ci può essere logistica che tenga, senza un collegamento col transhipment.
Se il traffico è soltanto il
trasporto nave su nave, non c’è dubbio che questo tipo di attività può avvenire
a prescindere da quello che si svolge in termini concreti all’interno dell’area
portuale.
Noi abbiamo bisogno, invece, di un
porto che sia centro di raccordo e di smistamento non soltanto del trasporto di
materie prime, ma anche della possibilità che i container possano essere spacchettati a Gioia Tauro e lavorati per
far ripartire i prodotti o come semilavorati o come prodotti finiti. In questo
senso Gioia Tauro diventa un porto d’accesso allo sviluppo; le due attività, i
due momenti non possono non essere integrati. I vantaggi che l’Europa consente,
al di là delle scelte europee, partendo anche da Roma e dalla Calabria, possono
essere anche dati attraverso l’attivazione piena, compiuta di quelli che sono i
livelli di defiscalizzazione che
una zona franca dell’area portuale può consentire.
Perché tutto questo si faccia, che
cosa propongo? Non solo di chiedere con forza la ripresa di quel tavolo
istituzionale a Palazzo Chigi, perché questo consente al Presidente della
Regione, al governo della Calabria, indipendentemente dal colore che
rappresenta, un’azione di monitoraggio permanente e costante sullo sviluppo di
tutte le iniziative che si vanno a qualificare sul porto, ma, accanto a questo,
penso che non sarebbe fuori luogo – la dico così – che i gruppi ci riflettessero
– l’invito lo faccio allo stesso Presidente della Giunta regionale e al governo
regionale – al di là di quella che è l’attività del governo regionale o
l’attività ordinaria di questo Consiglio regionale, perché il tutto non si
fermi ad un rituale e stanco documento conclusivo dell'assise di oggi.
Penso che non sarebbe sbagliato se
questo Consiglio regionale, con provvedimento legislativo ad hoc,
pensasse di istituire una Commissione di monitoraggio, inchiesta e proposta,
che lavori permanentemente sulla questione di Gioia Tauro, proprio al fine di
dare anche un punto di raccordo e di riferimento istituzionale, non soltanto
alle diverse autorità che intervengono per competenze e responsabilità sul
porto, alle forze sociali e alle forze sindacali, ma per avere una sede che
possa essere un momento continuo attraverso il quale si fa pressione, si alza
l’attenzione, ci si confronta, momento dopo momento, rispetto ai passi che si
fanno o non si fanno da Roma e ad ogni livello, a partire dalla verifica di
tutte le attività di gestione.
Per cui penso che, se queste
proposte, sia quella del tavolo istituzionale che della Commissione –
chiamiamola come vogliamo, ho dato il senso – dico di monitoraggio, di
inchiesta, di proposta istituzionale con legge regionale che abbia poteri forti
di conoscenza, ma anche di riconoscimento e di proposta rispetto all’attività
del porto, penso che questo documento, se si riesce a farlo unitariamente, non
sarebbe male, sarebbe un vantaggio che daremmo a tutta la rappresentanza degli
interessi istituzionali che un’Aula come questa deve saper adempiere, rispetto
alla domanda che ci proviene in questo momento dalla nostra terra.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Bova. Ne ha facoltà.
Presidente e consiglieri, parlo, non perché
ritengo di poter aggiungere chissà quale altro argomento a quelli che anche in questa seduta i colleghi consiglieri hanno sviluppato, ma perché vorrei fare, molto schematicamente, alcune considerazioni che mi portano ad una conclusione netta, anzi, in qualche modo, capovolgo la logica del mio
intervento.
Se quella che travaglia attualmente il porto di Gioia Tauro non è semplicemente una
crisi grave, ma è una crisi che rischia di diminuirne in maniera strutturale la competitività rispetto a quello che in altri porti di transhipment italiani e soprattutto extraitaliani, dell’altra sponda del
Mediterraneo, rispetto a quello che in quell’area sta
avvenendo, può essere questa una discussione e quella che andiamo a fare una conclusione ordinaria?
Se mi ascoltano gli amici della Presidenza, non che ho la presunzione di dire chissà che cosa! Onorevole Bilardi, le chiedo
scusa! Vorrei che facesse finta di ascoltarmi, perché è chiederle troppo di
ascoltarmi! E lo dico perché un po’ serve pure a lei, che è membro autorevole,
Presidente di gruppo dell’attuale maggioranza.
Se è vero questo, il punto è concludere
in qualsiasi
modo questa nostra discussione, per poi andare il
E voi pensate che, in una situazione
come la nostra, contrassegnata dal fatto che, mentre noi parliamo, ieri il capo
di uno dei partiti che segna la politica del Governo ha detto che, per quanto
lo riguarda, uno dei punti è come si cambia il patto di stabilità rispetto ai
cosiddetti comuni virtuosi, con uno dei potentissimi ministri che va a
Bruxelles e il problema che pone e che si pone è quello di come avviare e
concludere prima dell'estate la prima fase della manovra di 40 miliardi.
Se qui non stiamo giocando, queste
cose chiunque andrà a Roma se le troverà di fronte e cioè se il livello
nazionale non è stato in grado di aggiungere
una virgola rispetto a una questione del rilievo che aveva la politica
dell’automobile, pensiamo che, facendo così, rispetto a un problema strutturale
che è quello di Gioia Tauro, caveremo un ragno dal buco?! E il minimo che si
deve fare è di dimostrare che, in qualche modo, anche se è insufficiente, nella
nostra regione, a partire da questa istituzione, si sviluppa un’iniziativa che,
non solo nel metodo, ma nella sostanza, nell’approccio culturale, nel
coinvolgimento delle forze, non sia solo metodologicamente
diversa.
Ci sono fior di documenti – ce li ho
sul tavolo e li avete tutti voi – che analizzano tutto su Gioia Tauro e che
dicono, in teoria, quello che si potrebbe e si dovrebbe fare, a partire,
onorevole Adamo, dal transhipment, per fare in modo che questo porto,
per quanto riguarda la portualità da transhipment e tutto il resto, non
esca indebolito o diventi fuori mercato nella nuova divisione internazionale
del lavoro. Ci sono tutte le condizioni.
Poi possiamo dire – come diceva
l’onorevole Loiero – che Maersk
ha il 35 per cento. Il dato di fatto è che si stanno facendo delle scelte e
che, rispetto a queste scelte, negli anni trascorsi e anche recenti, da parte
dei poteri pubblici nazionali non si è fatto nulla per invertire questa
tendenza, e i documenti che giacciono sul tavolo del Governo, in qualche
maniera, assecondano una crisi che è in atto.
Se noi siamo seri, quindi, il punto
è di quale sforzo si fa, come si arriva a quel tavolo, senza dover dar conto di
ritardi.
Badate bene, qui niente può rimanere
come prima, non può rimanere
Tutto questo influenza o non influenza rispetto a quello che avverrà anche per le
politiche portuali?
Allora il fatto che noi ci mettiamo le magliette, i documenti e così via è pure legittimo,
ma dimostra che siamo proiettati all’indietro, facciamo la guardia a un mondo
che sta morendo e che non esiste più. E non è accettabile che – non perché voglia fare una critica
di maniera – rispetto a un mondo che sta morendo, anche come espressione
politica e anche nel nostro Paese, se ciascuno si attarda a difendere ragioni di
recinto o di magliette, secondo me già per questa via una battaglia che è
difficile diventa una missione impossibile, perché di tutto questo non c’è traccia, laddove
dobbiamo andare noi.
Allora, per quanto mi riguarda,
vorrei che non solo in un documento unitario, ma in uno sforzo che abbia questo
obbiettivo, in qualche modo si avviasse una
nuova fase del Consiglio regionale. La mia è una sfida. Non so se ce la faremo,
ma qui non possiamo, oggi nessuno l’ha detto, fino a ieri qualcuno ci avrebbe
agitato la promessa chimera di un Sud che non esiste, per farci bisticciare su
chi era favorevole o non favorevole al ponte sullo Stretto. Qui non si tratta
di chimera, si tratta di qualcosa che c’è, che è possibile che ci sia anche
dopo e che rivendica un approccio diverso e un progetto di unità a partire da e
così via. Non c’è uno straccio, nemmeno parziale, di impegno sul Sud a questo
livello.
Non voglio scrivere un documento per
denunciare questo, voglio scrivere un documento e poterlo votare in cui si dice
che
Poi, per correggere, limiti e
ritardi che abbiamo, ce ne vorrà di tempo, ma il primo punto, quello che non
richiede tempo e risorse, è esprimere questa volontà e bruciare le navi e fare
il conto che le culture da cui veniamo, da sole, non sono in grado di
fronteggiare questioni quali quelle di cui discutiamo. Per primo lo deve fare
chi è più sicuro, chi pensa di avere mandato, per primo lo deve fare chi è
maggioranza, perché rispetto a questi problemi non c’è maggioranza che tenga,
assieme a loro credo che lo debba fare ognuno di noi. Intelligenti pauca, non la debbo fare lunga.
Come scrivere un documento, come
affinarlo, lo sappiamo fare; il punto è manifestare ed esprimere, a partire dal
Presidente della Regione che concluderà questo tipo di discussione, che questa
sfida la coglie e, rispetto a questa sfida, chiama se stesso e tutti noi a dare
conto. Io per uno lo voglio dare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De
Gaetano. Ne ha facoltà.
Anch’io
volevo dire la mia opinione su questo importante
dibattito, perché credo che dalla vicenda di Gioia Tauro passi la possibilità di qualsiasi
sviluppo per la nostra regione.
Vedete, credo che il Governo nazionale, che
Berlusconi abbia sottovalutato la vicenda, come sempre gli capita quando si
tratta di questioni meridionali e vi dico questo per un semplice motivo, perché
questo porto nacque su un’intuizione dell’allora primo ministro
Romano Prodi, che chiamò questa impresa e le disse: “Vieni a Gioia Tauro perché
c’è un porto che ha grosse potenzialità e da qui tentiamo di
costruire qualcosa per il territorio calabrese”. Ebbene, per la stessa ammissione della società, oltre Prodi, il porto di Gioia Tauro non ha avuto più nessuno
che si sia interessato, a livello nazionale, per risolvere
e per rilanciare
la questione
portuale.
In questi mesi, in questi anni si è assistito, da parte anche di questo Governo, ad aiuti che sono stati dati a
porti italiani (Savona, Cagliari, Genova), ad accordi
fatti con nazioni straniere (Malta) e sono stati tutti accordi che hanno indebolito la possibilità
di sviluppo di Gioia Tauro.
Allora noi dovremmo partire da questo per individuare una delle cause e credo che oggi – e questo lo chiedo al
Presidente Scopelliti, ma ovviamente le responsabilità di quello che sta avvenendo oggi a Gioia Tauro, dei possibili scenari
catastrofici che ci sono perché, se l’azienda continua in questo percorso di dimensionamento in cui si parla di centinaia e centinaia di esuberi e di
possibilità di centinaia e centinaia di licenziamenti, la colpa non la possiamo
imputare al Presidente Scopelliti – dobbiamo chiedere al
Presidente Scopelliti di attivare a Roma il tavolo interministeriale, come è stato detto e come noi diciamo, come dice la
proposta del collega Principe nell’ordine del giorno – che sottoscrivo e voterò
– dobbiamo chiedere con forza che si riattivi quel tavolo interministeriale e che il Governo prenda impegni seri per Gioia Tauro, non chiacchiere, e che Berlusconi non si faccia, come al solito, prendere la mano dalla Lega Nord, che ovviamente non sarà
favorevole a Gioia Tauro, ma punterà tutto sul porto di Savona e sul porto di
Genova.
Noi dobbiamo chiedere al Governo di intervenire affinché dia la
possibilità e le garanzie alle grosse ditte internazionali di rimettere piede a
Gioia Tauro, di rimettere un piano di investimenti e
che il Governo faccia le opere che servono per lo sviluppo di Gioia Tauro.
Noi – lo diceva l’onorevole Loiero – abbiamo tentato con i fondi
europei di
fare le opere infrastrutturali che servono a quel
porto, ma deve intervenire il Governo, perché questa è una specifica competenza
del Governo nazionale, si deve collegare il porto di Gioia con l’autostrada, con la ferrovia, fare una serie di
operazioni dietro il porto per consentire non solo il transhipment, ma
anche la possibilità di trasformare e lavorare i prodotti direttamente a Gioia
Tauro; c’è un’ampia zona industriale che non è stata mai utilizzata, perché non
è mai partito un progetto industriale serio intorno al porto di Gioia Tauro, ma
questo può avvenire soltanto se il Governo mette i soldini, mette una fiscalità
di vantaggio, consente alle aziende di venire qui a lavorare e di avere un
progetto di sviluppo.
Anche la
questione che non è stata sollevata, ma credo che sia importante, quella di
fare una dogana direttamente su Gioia Tauro, affinché anche i proventi che oggi
arrivano a Gioia Tauro non vengano trasferiti a Roma o a Napoli, in questo
caso, ma che quei soldi che derivano dallo sdoganamento dei prodotti possano
essere reinvestiti, per esempio, per la zona industriale di Gioia Tauro.
Vedete,
ho apprezzato molto l’opera che sta svolgendo il sindacato confederale e il
sindacato di categoria a Gioia Tauro, ancora oggi stanno facendo una
manifestazione importante insieme ai sindaci dell’area. Credo che dovremmo
ascoltare i sindaci e chiedere – come abbiamo scritto e come ha scritto il
collega Principe – che al tavolo interministeriale possano partecipare anche i
sindaci di Gioia Tauro e di San Ferdinando, assieme ai sindacati, perché sono
degli attori principali e protagonisti di questa vicenda.
Credo,
Presidente della Giunta e Presidente del Consiglio, che noi dobbiamo lavorare
affinché il Governo si impegni e noi, ovviamente, dobbiamo fare la nostra parte
come Regione e mettere tutti gli strumenti che abbiamo, con i fondi comunitari,
ma anche con i fondi ordinari che ha
Guardate,
la situazione in Calabria, dal punto di vista economico, è così drammatica che
i paventati licenziamenti e la mobilità sul porto possono essere un colpo
decisivo a qualsiasi possibilità di sviluppo nella nostra regione.
Noi
faremo la nostra parte come centro-sinistra, la deve fare il governo e, quindi,
per questo chiediamo un intervento vero. Ovviamente, ripongo poche speranze in
quello che farà Berlusconi, che – si è visto in questi anni – non ha mai
pensato agli interessi della Calabria, ma noi dobbiamo batterci affinché questo
Governo cambi rotta e la cambi realmente, perché l’interesse che dobbiamo
portare a casa è quello di dare una possibilità di sviluppo a Gioia Tauro e al
nostro territorio.
Per
questo voterò l’ordine del giorno che presenterà il collega Principe, mi auguro
che tutto il Consiglio regionale possa votarla, che è l’ordine del giorno che
può dare sviluppo ad un’azione politica di rilancio del porto di Gioia Tauro.
Presidenza del
Vice Presidente Alessandro Nicolò
Grazie, onorevole De Gaetano. Chiude il dibattito il Presidente della Giunta, onorevole Scopelliti.
Grazie, Presidente, ho ascoltato buona parte degli interventi fatti dai colleghi sia del centro-destra che del centro-sinistra e ritengo corretto intervenire.
Peccato che, sistematicamente, ci sia chi, dopo aver parlato, prende la via di casa e questo non aiuta, ovviamente, nel momento di confronto ed ancora meno in alcune specifiche circostanze. Noi siamo giovani e vogliamo ancora imparare ed anche quelli che hanno pochi capelli potrebbero ascoltare per imparare qualcosa, come fa il consigliere Pacenza.
Perché si viene qui a dire che Gioia Tauro rischia di essere un fallimento, che non si è fatto nulla,
che il Governo regionale è disattento, che il Governo Prodi nel 2006 aveva
avviato un tavolo. Non so se fosse un tavolo su cui si mangiava oppure se si
parlasse dei problemi di Gioia Tauro anche perché non abbiamo visto nulla né
dal Governo Prodi né dagli altri Governi, così siamo chiari.
C’è sempre una sorta di sudditanza e di inferiorità che
in alcuni casi non è soltanto fisica, ma, forse, di altra natura. Tutti voi ci
dite che è sempre colpa nostra.”. No, si fa la cronistoria della vicenda.
Si prende atto che Gioia Tauro nasce nel 1995 grazie
all’imprenditore Ravano, che era lungimirante, aveva fiuto, nessun Governo
aveva stimolato questo tipo di percorso. Dal 1995 al 2011 sono passati 16 anni
e tutti coloro che si sono susseguiti nei vari ruoli istituzionali, bravissimi,
i migliori del mondo che poi, magari, non sono stati confermati dai cittadini,
hanno parlato di Gioia Tauro e hanno detto: “dobbiamo creare investimenti, la
grande prospettiva, il baricentro del mondo, l’ombelico del mondo, Gioia Tauro
è il centro del Mediterraneo” ma peccato che poi non ci si sia domandato cosa
può fare una Regione nei rapporti con un Governo nazionale.
Una Regione può iniziare ad attivare procedure che
tendono a creare situazioni di valorizzazione e di investimento sul polo della
logistica. A me questo risulta, perché lo stiamo facendo.
Va bene: dal 1995 ad oggi tutti hanno sempre detto “il
retroporto, dobbiamo investire, la zona franca, l’area franca, la striscia
franca, la via franca…”
Tutti hanno sempre detto queste cose, ma nessuno ha mai
attivato delle procedure per cercare di mettere in campo azioni. Per far cosa?
Per evitare che Gioia Tauro diventi uno strumento di business e di
affari per una sola impresa, cioè Mct, perché di questo parliamo.
A Gioia Tauro, Mct gestisce tutto il porto, utilizza la
struttura, le banchine, perché ha la concessione, fa il suo business, ha
1060 dipendenti, decide se mandarne a casa 50 o
Ed io gli ricordo che nel 1996-1997 chiesi a Mct qual
era il criterio di selezione, perché mentre tutti si preoccupavano di andare a
raccomandare per far entrare i propri amici, io, da Presidente del Consiglio
regionale, mi posi un problema chiamando l’allora amministratore donna di Mct e
dicendo: “scusi, ma è possibile che i ragazzi vengono qui a chiedere quale sia
il criterio di assunzione? Se ti raccomanda la politica non entri, mentre se ti
raccomandano altri forse trovi il posto di lavoro?”. E’ una cosa imbarazzante
per chi ha ruoli istituzionali. Adesso ci troviamo di fronte al problema,
perché nel momento in cui le tasche sono piene c’è da mangiare per tutti,
mentre nel momento in cui le tasche non sono più piene, iniziamo a renderci
conto che qualcuno rappresenta una palla al piede. Non 30-40 o 50 persone, ma
ci dicono i sindacati che sono più di 100 le persone che rappresentano una
palla al piede per quella realtà.
Non voglio parlare del transhipment, perché è
incompetente chi dice che vogliamo fare il polo della logistica e non vogliamo
il transhipment. Perché se non esistesse più, sarebbe difficile poter
sviluppare la logistica. Quindi, noi invece vogliamo lavorare per mantenere il transhipment.
Il consigliere Tripodi dice
“c’è una lettera”. Ma chi l’ha determinata? Mct fa una lettera all’autorità portuale,
al Comitato portuale, e dice: “da qui al 2015 avremo tre milioni e mezzo di
Teu”, ne abbiamo tre milioni. Se il 19 di aprile Mct scrive “avremo 3 milioni e
mezzo da qui al
La dottoressa Stasi,
Vicepresidente, che è presente nel Comitato portuale quando vede arrivare una
lettera del genere dice: “che bello, quanto meno c’è una tenuta e una leggera
crescita, si avanza sui Teu”, ma quando sono venuti a Roma per farci conoscere
il nuovo amministratore delegato - che è un gioiese – hanno detto: “sapete,
abbiamo il problema che va via Maersk”, non possiamo prevedere queste cose”.
Perché?
Il tavolo nazionale ci serve
e lo abbiamo fatto convocare subito dal ministro Matteoli, ci sarà il ministro
Sacconi, quindi avremo un tavolo abbastanza importante. È vero che possiamo
cercare con il Governo nazionale di guidare ed indirizzare un po’ di interessi,
ma è anche vero che non possiamo dimenticarci che le compagnie - che sono 4-5
tra le più importanti al mondo - si determinano come ritengono più opportuno.
Non è che la Regione e il
Governo nazionale con queste forme di pressione possano condizionare lo
scenario che loro mettono in campo. Certo, possiamo tentare, ma non è la
soluzione a tutti i problemi.
Ci troviamo ora di fronte al
percorso della logistica che abbiamo intrapreso da almeno sei mesi.
Adesso, io non so se l’Apq
l’hanno firmato loro o l’abbiamo firmato noi, so soltanto che ci sono 180
milioni di euro, 163 milioni di euro, noi abbiamo firmato per 450, ma
l’importante è che qualcuno l’abbia firmato.
So soltanto che c’era una
feroce e forte presa di posizione della Commissione europea che ci imponeva di
firmare l’Apq e siamo riusciti nei tempi previsti a firmarlo. In quel caso il
funzionario della Commissione europea era un altro e non era l’amico degli
amici che ha fatto fare l’ultima lettera , poi di questo parleremo a tempo
dovuto, non vi preoccupate di queste cose.
Il problema di fondo in
questa Calabria è - secondo me - che bisogna dire ai calabresi che chi ha fallito
nel proprio ruolo di governo e di gestione, oggi non è che dice “aspettiamo di
capire cosa fanno questi e tra 5 anni giudicheranno i cittadini e noi saremo
spettatori”. No, chi ha fallito, è uno dei grandi nemici di questa nuova
stagione e dice: “se ho fallito io, dobbiamo ostacolare anche gli altri” questa
è la logica che abbiamo conosciuto su questo territorio ed anche in altre
realtà non certo progredite.
Questo è il concetto su cui
noi fondiamo la nostra azione, perché quello che è accaduto sulla Commissione
europea è vergognoso e lo scoprirete nei prossimi giorni, con calma, non
abbiamo fretta nel documentare e nel dare risposte. E’ veramente vergognoso e
quando leggerete la lettera che io ho già letto, riderete come abbiamo riso noi
perché c’è nome e cognome di chi l’ha scritta.
E’ chiaro che portando la
lettera nei suoi uffici al Presidente Talarico, la firma, ma può sapere che
magari a Natile o a Taurianova il problema non sta in quei termini? Il problema
nasce da tutte queste vicende.
L’Apq, purtroppo, non era
stato firmato. Non so se è vero quello che dice Misiti, cioè che i soldi
c’erano, - che quando era a sinistra ha detto una cosa, oggi magari non so se
la conferma.
L’Apq l’abbiamo firmato noi e
diventa uno strumento importante per fornire delle risposte. Ciò significa che
offre una opportunità che è cosa diversa - spiegavo l’altro giorno, in
plenaria, al tale Piazzi, l’amico degli amici della Commissione europea, che
forse lui quando parla di Gioia Tauro non conosce molto bene i termini della vicenda
-: il porto ed il transhipment sono una cosa, mentre l’Apq e gli
investimenti sono per la gran parte sono un’altra cosa. Gran parte degli
investimenti dell’Apq da realizzare dentro il porto sono stati già realizzati o
sono in fase di realizzazione, mentre quelli dell’Apq sono una cosa diversa.
Gran parte degli interventi sono riferiti all’area industriale, all’area che
sta dietro il porto.
Noi dobbiamo porci due problemi. Il primo: perché Maersk
va via? Maersk investe su Port Said e su altri porti - mi sembra anche Tangeri
e così via -, ogni grande compagnia sta sviluppando un concetto e dice: “io mi
prendo un porto in gestione e divento colui che gestisce e governa il porto”.
Possiamo noi o il Governo nazionale dire alla compagnia
Maersk o Msc o altra: “guarda che non è così, devi venire da noi perché c’è una
filosofia che ci accompagna, devi venire a Gioia Tauro?”.
Le compagnie sono venute a Gioia Tauro da sole,
diciamocelo chiaramente, perché avevano interesse. Oggi, per altri interessi,
strategie o meccanismi di percorsi di navigazione e di rotte, hanno interesse
ad andare in altri porti e a fare questo tipo di scelta, soprattutto di rotte.
Questo significa che noi oggi dobbiamo porre in essere
una azione incisiva. Ipotizzare, cioè, che i 700-800 mila Teu in meno che porta
Maersk, portandoci a 2 milioni e 200 mila Teu, diventino magari 3 milioni o tre
milioni e mezzo. Come? Cercando di investire su Msc.
Noi non siamo stati fermi, abbiamo lavorato con Msc e
stiamo cercando di confrontarci. L’armatore Aponte nell’agosto dello scorso
anno, lamentando il rapporto di lavoro che esiste sul territorio, nel porto di
Gioia Tauro disse che c’è un problema di ore, quantità e mole di lavoro. Se qui
si spostano 30 Teu ogni ora - per esempio, una sciocchezza –, in altre parti
del mondo se ne spostano 45. Il messaggio di Aponte è stato molto chiaro.
Non sappiamo se sono le gru che non sono di ultima
generazione o se vi sono altro tipo di problemi, ma sappiamo che la
movimentazione viene indicata da uno dei più grandi armatori come lenta
rispetto ai processi che si realizzano in altri porti. Questo è un problema che
dobbiamo affrontare.
Poi vi sono tutti i benefit
- che molto bene “Repubblica” pubblicò in due intere pagine -, che altri porti
che non rientrano nella Unione europea riescono a dare.
Uno a dieci è il rapporto del costo di lavoro con
l’Egitto, le accise, le tasse di ancoraggio e tutta una serie di benefit che altri porti non comunitari
riescono a garantire e che Gioia Tauro ed i porti comunitari no.
Quindi, capirete molto bene che quando il costo del
lavoro è di
Questa è la partita e, secondo noi, secondo la
valutazione che abbiamo fatto, si gioca sulla capacità non soltanto del porto
di continuare ad attrarre il più possibile - e qui Msc può diventare un
interlocutore -, ma anche sull’altro vero grande livello che è il polo della
logistica, sul quale dobbiamo lavorare.
Polo della logistica significa creare tanti capannoni,
l’autorità portuale si sta già organizzando, cosa stiamo facendo noi?
Il 10 giugno abbiamo fatto un incontro con 30 grandi
imprese - parliamo di Eridania, Lavazza, Campari ecc. - che abbiamo invitato insieme
ad Assologistica per un confronto. Tutte queste grandi imprese potrebbero
pensare di prendere una parte di un capannone. Questo perché? Perché è il vero
investimento di prospettiva.
Al di là di tutto ciò che si è sempre detto, del ruolo
strategico, noi non abbiamo mai avuto una grande ricchezza su Gioia Tauro:
mille posti di lavoro, altri dalla Blg e altri ancora, poche imprese attorno,
ma non c’è mai stata una grande ricaduta sul territorio, se non nell’indotto
per le imprese che lavoravano per conto del porto. Però non abbiamo mai avuto
questa grande ricchezza, questo Pil cresciuto chissà come.
Lì si sono create le condizioni per cui potenzialmente
ci sono da 3 mila a 5 mila posti di lavoro certi. Ma dove? Dentro i capannoni
in cui si impacchettano e si spacchettano tutte le merci che arrivano e si
creano le condizioni per farle ripartire.
Quindi, la logistica da questo punto di vista è il vero
grande obiettivo su cui dobbiamo lavorare, considerando che i 2 milioni e 200
mila Teu sono prioritari e devono restare, perché se non abbiamo il transhipment
non serve avere la logistica, questo è scontato.
Bisogna cercare allora di rafforzare, laddove sarà
possibile, gli interventi legati alla nostra capacità di attrarre, ovviamente
insieme al Governo – magari Msc o qualche altra compagnia -, per migliorare il
tema del transhipment a
Gioia Tauro ed evitare la messa in cassa integrazione o in mobilità di 200-300
o più lavoratori.
Cosa si è avviato? Abbiamo messo in campo incentivi alle
imprese: 25 milioni per contratti di investimento e 25 milioni per le imprese
del polo logistico. L’abbiamo fatto una parte noi come Regione e una parte il
Mise, il Ministero dello sviluppo economico. Cioè 50 milioni di euro per
realizzare i capannoni della logistica.
Qual è uno degli obiettivi che bisogna cercare di
realizzare? L’autorità portuale deve procedere celermente a realizzare il gateway che è il passaggio fondamentale
che consente di migliorare la nostra capacità di far viaggiare su treno le
merci.
Ad oggi su treno viaggiano circa 14 mila Teu. Noi per un
periodo abbiamo avuto un treno al giorno, oggi ne abbiamo uno ogni due o tre
giorni. Potenzialmente la struttura che abbiamo si può sobbarcare un carico
pari a 200 mila Teu, ma noi ne mandiamo soltanto 14 mila.
Dopo l’Apq che andremo a realizzare, avremo
potenzialmente 700 mila Teu che potranno transitare giornalmente dalla nostra
realtà, dal porto. E bisogna considerare che il mercato del centro-sud ha
potenziali 590 mila Teu che vanno collocati, cioè, il polo di Orte, di Nola e
qualche altro polo intermodale che c’è in Italia che fanno? Anziché andare a
Civitavecchia o a Napoli sono costretti ad andare a
Quando si investe sul tema della logistica, si riesce a
creare opportunità occupazionali, coinvolgimento del settore della
imprenditoria locale, si riesce anche a dare un impulso serio allo sviluppo del
territorio. Noi possiamo offrire attraverso l’impegno dell’Apq questo tipo di
opportunità.
Ma è chiaro che questo dipende anche dalla capacità di
attrazione che avremo nei confronti delle imprese.
Molte imprese sono già venute. Noi, con
Abbiamo, devo dir la verità, delle buone chance da giocarci su questo versante.
Andare a Roma il 22 diventa per noi importante.
In risposta ai sindaci locali: è chiaro che io mi sono
fatto promotore della richiesta, strategicamente capisco anche lo sforzo dei
sindaci però, purtroppo, mi è stato detto che i tavoli costituiti in questi
casi non prevedono gli enti locali, sono fatti con i sindacati, con le imprese,
con
Mi dispiace, io sono rammaricato di questa cosa,
francamente io avrei allargato volentieri alla presenza degli enti locali come
fatto di contributo e di ascolto.
Allora che cosa dobbiamo dire? Ribadire che Rfi è in
grande ritardo rispetto alle procedure di attuazione dell’Apq. Lo abbiamo già
detto, ma ribadirlo in questa circostanza diventa importante perché utilizzando
le risorse dell’Apq saremo molto più competitivi, vi sarà una maggiore
attrazione per le imprese e tutto questo ci aiuterà nell’idea di dare
potenzialmente maggiore disponibilità in termini di trasporto e di utilizzo.
Qui la partita si gioca anche sulla necessità di
superare il gommato e mettere in campo qualcosa che diventi molto utile: con la
ferrovia in 24-28-30 ore sei nei porti d’Europa anziché fare giri per interi
giorni per cercare di arrivare.
Questo lo abbiamo sempre detto e questo ci può servire a
migliorare questo tipo di offerta.
Quindi dobbiamo mettere in campo tutto l’Apq in tempi
rapidi, coinvolgere il più possibile tutte quelle realtà che sono in grado di
offrire una opportunità a queste imprese mettendo dentro questi capannoni e
questo polo della logistica ed ovviamente cercare con Mct di trovare soluzioni
per cui, magari – noi abbiamo le idee più chiare –, qualche altro armatore, o
comunque Msc, possa migliorare la propria capacità di portare al nostro porto
ulteriori navi, ulteriori carichi.
Questo è un problema che affronteremo in questo incontro
con il Governo cercando di fare un ragionamento che non sia il solito:“adesso
perdiamo i posti di lavoro, trovateci una soluzione”.
Noi andiamo a questo tavolo - così lo dico ai colleghi
del centro-sinistra che sono intervenuti e magari a coloro che non ascoltano -
del confronto con il Governo per fare una considerazione.: è l’anno 2011,
secondo le strategie che noi conosciamo attraverso i documenti ufficiali che sono
atti pubblici o comunque atti che sono stati messi in campo…
Tra l’altro io e
Ci sarà anche questa strada da seguire che diventerà un
ulteriore incentivo a venire a Gioia Tauro per le imprese.
Siamo pronti ad utilizzare - e speriamo che il Consiglio
condivida - anche risorse e fondi comunitari per cercare di rafforzare la
presenza e di aggregare sempre di più intorno al porto di Gioia Tauro. L’idea è
di mettere in campo una serie di iniziative: la fiscalità di vantaggio, la
riduzione fino all’azzeramento dell’Irap per nuove imprese, la zona a
burocrazia zero per nuove iniziative il cui procedimento si conclude in 30
giorni, il credito di imposta che nel “decreto sviluppo” in attuazione del 50
per cento dei costi sarà reale per i 12 mesi successivi all’assunzione, aggiungere
200 ettari alla zona franca che attualmente ne ha 86, il che consentirebbe
immediatamente di realizzare due magazzini di 50 mila metri cadauno da dare in
concessione ad aziende di logistica, disponibili in circa due anni.
Queste sono le cose che abbiamo cercato di stimolare al
tavolo del confronto e nel momento in cui abbiamo discusso con i sindacati e
con gli operatori del porto.
Quindi, anche su questo, attraverso l’impegno del
servizio dogane c’è una scelta nuova, cioè l’apertura di uno sportello unico -
che è il primo in Italia - con la remotizzazione e la telematizzazione delle
procedure di controllo. Abbiamo detto della disponibilità della zona franca e
della disponibilità ad aprire direttamente uno sportello nel retro porto per
cercare di offrire maggiori servizi. Ovviamente, vi sono a anche il protocollo
della legalità e l’accordo con tutte le altre realtà.
Stiamo lavorando insieme
all’autorità portuale per. cercare di ridurre le accise sui consumi energetici,
il cablaggio completo dell’area, la banda larga, servizi per i quali abbiamo
investito sull’Apq 5 milioni di euro per
incentivare la riduzione di consumi energetici e 5 milioni di
euro sono legati alla banda larga che si
dovrebbe realizzare entro un anno.
Cercheremo di incentivare
l’utilizzo del trasporto ferroviario anche attraverso l’utilizzo di risorse
comunitarie che metteremo a disposizione.
Questi sono i temi che
dobbiamo portare avanti al tavolo del confronto e spero che sia un momento di
grande condivisione.
Nel 2011 questi sono i dati,
le scelte che stiamo mettendo in campo. Stiamo cercando di sviluppare ciò che
in 16 anni dal 1995 al 2011 – così nessuno si lamenta – tutti hanno richiamato:
la grande prospettiva del retro porto, ma che nessuno ha mai realizzato.
Ci dobbiamo confrontare su
questo livello perché questa, secondo noi, è la vera prospettiva.
Nel frattempo, cosa accade?
Accade che nel 2015 - un altro dato importante di riflessione - le strategie
delle grandi società, dei grandi armatori porteranno a fare la scelta di abbandonare
le navi della portata attuale e di concentrare il grande mercato delegato alla
navigazione, di inserire sulle tratte commerciali circa 118 mega navi che sono
in costruzione.
Guarda caso, Gioia Tauro e
Cagliari nel Mediterraneo sono due realtà in grado di accogliere per i fondali
queste mega navi.
Secondo una nostra
valutazione, oggi di queste mega navi ce ne sono 35 che viaggiano, 12 sono di
Maersk e 18 di Msc, i porti del Mediterraneo hanno una capienza di circa
15 milioni di Teu e si prospetta per il 2015 un incremento di circa 5 milioni
di Teu e la capienza dei nostri porti nel 2015 sarà di circa 32 milioni di Teu.
Rispetto a questo, il nostro vantaggio qual è? Che per
le 118 mega navi che circoleranno nel Mediterraneo, proprio per i fondali e per
la particolarità il nostro sarà un porto appetibile e quindi, può darsi, che
nel 2015 torneremo ad essere molto più competitivi rispetto agli altri proprio
perché l’ingresso di queste nuove mega-navi ci consentirà di essere un porto
all’avanguardia.
Un dato importante qual è? Che delle 118 mega navi che
si stanno costruendo - e questo significa che la portata delle navi è di 10
milioni di Teu in più - 4 le sta facendo costruire
Questo è però un dato che ci deve far riflettere: se Msc
che ha investito nel porto di Gioia Tauro continuerà ad investire, tra 4 anni
avrà altre 19 navi oltre 18 che ha già in atto, e investendo sulle grandi navi
significa che tendenzialmente può investire ancora su Gioia Tauro. Ciò vuol
dire che se Msc investe in questa direzione, sa che può essere un porto in cui
investire perché ha la certezza che Gioia Tauro potrà ospitare le 19 nuove navi
o comunque parte di queste.
Questo ci fa comprendere che nella strategia dei grandi
flussi e delle grandi rotte, noi nel 2015 potremo riappropriarci di una
quantità e di una forza importante se riusciremo a rimanere in vita sul mercato
ed essere competitivi.
Ecco perché dobbiamo chiedere al Governo come
proiettarci in questi 4 anni. Questo significa coinvolgere il più possibile
quei Ministeri in grado di darci le risposte sul tema del retro porto e
dell’utilizzo e del progetto del polo della logistica e aspettare il 2015
quando Msc o altre compagnie avranno una maggiore capienza o viaggeranno su
queste mega navi e noi potremo essere tra coloro che entreranno in campo ed
avranno maggiori risposte.
C’è un problema che viene sollevato - e noi siamo
d’accordo - da parte del sindacato che chiede perché Mct non liberi una parte
delle banchine. Io sono d’accordo. Ad oggi dentro il porto c’è il monopolio, se
noi riuscissimo a trovare anche un’altra compagnia in grado di arrivare
potremmo avere liberate una parte delle banchine.
Continuiamo a lavorare su un tema che leggiamo sui
giornali dalla scorsa estate. Nessuno chiarisce bene fino in fondo che Msc
vuole entrare dentro la società Mct dove, in atto, Maersk possiede il 35 per
cento delle quote, stranamente ancora Msc non entra dentro Mct, perché l’idea
era quella di far uscire Maersk e di far entrare Msc. Entrando Msc io sono
convinto che avrebbe portato almeno 1 milione di Teu in più.
Chi ricorda l’intervista sul “Sole 24 ore” di Aponte ricorderà molto bene che disse che, se
decidesse di investire, potrebbe arrivare ancora tendenzialmente anche fino a 4
milioni di Teu su Gioia Tauro. Ma è chiaro che sotto questo punto di vista non
siamo nelle condizioni di condizionare Mct che non dà il via libera alla
fuoriuscita di Maersk o, comunque, non trova il modo di far uscire Maersk per
far entrare Msc. Se Msc entrasse nella società è chiaro che sarebbe una scelta
di vita perché questo diventerebbe il suo porto, un porto in cui ha investito
delle risorse nella società e quindi lo sentirebbe più suo.
Un’altra battaglia che dovremo fare è proprio questa:
nel rapporto con Mct cercare di incidere perché si porti a compimento questo
tipo di soluzione.
Questo è lo scenario e poi per carità io ascolto, ognuno
dice di strategie, di impegni, di responsabilità e tutto il resto ma penso che
su queste cose non ci possiamo dividere.
Non è che qui siamo arrivati noi ed il porto non cresce
perché è stata una nostra scelta. Sono talmente grandi e sopra le nostre teste quelle
strategie su cui, purtroppo, non riusciamo ad incidere né noi né nessun altro
che sta sopra di noi - nel senso del piano istituzionale della politica.
Il Governo nazionale può cercare di stimolare
ulteriormente questo tipo di scelte, perché se Mct decide di investire su
Cagliari, su
Certo possiamo cercare di stimolarli, di dire “ci date
le banchine che non utilizzate”, possiamo fare tante cose, ma purtroppo loro
determinano gli scenari e dal mondo dei privati dove il pubblico entra
sicuramente in parte, cercano di incidere e di imprimere una accelerazione
diversa, ma non sempre hanno l’ottica del pubblico.
La Regione non ha difficoltà eventualmente ad investire
anche risorse da mettere sui fondi comunitari per cercare di incentivare in
questa fase l’idea di una maggiore attrazione verso il porto di Gioia Tauro
anche nel campo del transhipment, oltre alle risorse che abbiamo già
annunciato per la parte esterna al porto che per noi è la grande opportunità di
crescita e di sviluppo e di ricchezza del territorio di cui si è sempre parlato
ma per la quale non si è mai fatto nulla.
Anche su questo siamo pronti a cercare di andare
incontro e di stimolare soluzioni.
Questa è la strategia e l’approccio che noi abbiamo
rispetto a questo problema. Se non si ha però una visione così complessa, se
non si capisce e nessuno sa - non so se qualcuno l’abbia detto già in Aula ma
non mi pare – che nel 2015 ci saranno 118 nuove navi che muoveranno i flussi di
circa 20 milioni di Teu che saranno in giro per il mondo, ma di cui una parte
rimarrà sul Mediterraneo, che noi saremo competitivi tra 4 anni in questa
prospettiva, ci manca un elemento basilare del discorso.
Un elemento che ci consentirà di essere tra 4 anni
probabilmente all’avanguardia più di altri, ma ci manca la quotidianità perché
dobbiamo capire come affrontare questi 4 anni.
Il retroporto diventa una opportunità così come un altro
strumento diventa il polo logistico, dobbiamo attrarre le imprese e farle
arrivare, dobbiamo cercare di incentivare questo tipo di strumento che per noi
diventa la vera grande soluzione.
Poi una volta che si concretizzerà questo tipo di
opportunità, si passerà al confronto con le realtà locali. Sarà l’autorità
portuale, l’Asi, l’area di sviluppo industriale, i comuni, un po’ tutti, ad
interagire perché diventerà un discorso che esula dalle realtà portuali. Perché
che cosa fa? Altrimenti ce lo ripetiamo ogni volta. Le navi che arrivano
prendono i container li portano a
terra, poi arrivano le navi piccole, le fider,
prendono i container che erano a terra sulla banchina, li
riposizionano sulla nave e se ne vanno in giro per il Mediterraneo.
Ma non abbiamo visto nulla in termini di ricchezza, ci
sono solo i nostri ragazzi che li mettono su e poi li rimettono giù e così via
e non accade nulla fuori da quell’area circoscritta, che è un’area blindata e
sorvegliata anche ad alta garanzia in termini di sicurezza che però non porta
nulla in aggiunta al nostro territorio.
Questa sarà la posizione che noi porteremo in sede
romana. Spero che su questo tipo di strategia ci possa essere la condivisione e
di poter fare oggi – se lo riterrete e se ci saranno le condizioni – un
documento unitario in modo da poter giocare una partita condivisa che ci veda
impegnati tutti sullo stesso versante su questi temi molto delicati ed
importantissimi per il futuro della nostra regione.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
Grazie al Presidente Scopelliti. La discussione generale è chiusa.
Sono pervenuti alla Presidenza due ordini del giorno. Uno vede primo firmatario l’onorevole Fedele, l’altro l’onorevole Principe.
Leggendo i contenuti dei due ordini del giorno rilevo che sono un po’ diversi l’uno dall’altro, per cui siamo di fronte ad una scelta: o facciamo un ordine del giorno comune, come era l’auspicio del Consiglio, oppure poniamo in votazione i due ordini del giorno, perché ci sono dei passaggi totalmente diversi l’uno dall’altro.
Non so se ci sono le condizioni per poterne fare soltanto uno, che sarebbe auspicabile. Se non ci sono le condizioni, possiamo procedere con il mettere ai voti l’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Intanto, signor Presidente,
ragionando un po’ con i colleghi abbiamo pensato di integrare il nostro ordine del giorno perché
a Roma presso
Non per parlare del passato - lo faccio senza alcuna vis polemica - ma il Governo Prodi questo tavolo lo aveva istituito.
A dire di alcuni esponenti politici presenti in questo Consiglio regionale, formalmente, questo tavolo ancora esiste, ma non so dire se il termine giusto sia riattivare oppure istituire, ma taglio la testa al toro e preferisco dire “istituire”.
Detto questo possiamo anche essere convinti dal
ragionamento del Presidente Scopelliti, però obiettivamente
c’è sempre un punto di debolezza che viene fuori.
Do per buono tutto il
ragionamento e le affermazioni del Presidente Scopelliti, sul 2015 e come
arrivare al 2015, però rendiamoci conto di un fatto: se non ci sono scelte
politiche a monte da parte del Governo del Paese questa attesa potrebbe essere
anche vana.
Vediamo, allora, di fare il
ragionamento.
La questione delle
agevolazioni. Da quando c’è l’Unione europea, le agevolazioni fiscali e contributive non vengono più
concesse, infatti, gli Stati hanno perduto questa sovranità perché i
provvedimenti di agevolazione fiscale e contributiva vengono considerati dalla
Unione europea come lesivi del principio della concorrenza.
E’ chiaro che se non
mettiamo mano a questo punto, cioè se il Governo di Roma non interviene,
ma mi rendo conto che un Governo che si
regge su Pontida ha difficoltà o non farà mai un passo affinché l’Unione
europea modifichi una impostazione di questo
tipo.
Ma voglio dire al Presidente
Scopelliti che abbiamo l’esempio di Alemanno, che viene dalla stessa formazione
culturale di Scopelliti, che, nel momento in cui Pontida chiede l’istituzione o
il trasferimento
di ministeri a Monza o a Milano, ha fatto le barricate.
Questa è una questione squisitamente politica, cioè l’Italia è in
grado di aprire un confronto con l’Unione europea per il pacchetto complessivo delle agevolazioni?
Perché, caro Presidente
Scopelliti, se non si risolve questo problema, intanto ti si indebolisce.
Sì, potremmo aspettare il
2015, ma le imprese che lavorano con i container
in arrivo oggi, avranno difficoltà ad essere concorrenziali perché praticamente
la globalizzazione ha messo in competizione
le classi lavoratrici, cioè è successo il contrario.
Quindi, se noi non vogliamo
accogliere questa bestemmia, arrivando alle gabbie salariali che questo Paese
non si può permettere per varie ragioni, dobbiamo affrontare anche questo
problema altrimenti anche la funzione attuale di Gioia Tauro viene terribilmente compromessa perché è in atto una concorrenza terribile.
D’altro canto, la questione
delle agevolazioni incide anche sulla organizzazione produttiva dell’entroterra. Parlo di organizzazione produttiva perché il polo dovrebbe essere della logistica
e della produzione che sono due cose completamente diverse.
La logistica significa avere
una base dove distribuire le merci.
Onorevole Principe, la
invito al rispetto dei tempi.
Ho
finito. Le merci – dicevo - restano sul posto, danno luogo alla produzione.
Le
avevo dato la parola per parlare nel merito.
Presidente,
sto facendo questo ragionamento per dire che i due ordini del giorno si possono
anche votare separatamente perché, a mio avviso, si integrano e,
congiuntamente, danno al Presidente Scopelliti quella forza che vogliamo dargli
per fare queste battaglie, maggiormente munito di mezzi corazzati, di munizioni
adeguate, di cannoni e quant’altro perché è una battaglia durissima.
Se non
ci sono le agevolazioni fiscali, ma chi volete che venga ad occupare i capannoni
di Gioia Tauro?
Pensi
un secondo alla questione delle infrastrutture. Anche lì, pur dando
agevolazioni fiscali, Vicepresidente Stasi, quei capannoni resteranno semivuoti
perché il gap che hanno le nostre
aziende, sotto il profilo della lontananza dai mercati, si sana con questi due
provvedimenti, con le agevolazioni e con investimenti potenti nel settore delle
infrastrutture che avvicinano ai mercati, mentre le nostre infrastrutture ci
allontanano.
Ritengo che i due documenti integrino una volontà comune
di dar forza al Presidente Scopelliti e, secondo me, non è nessuno scandalo se
con questo spirito noi li votiamo separatamente.
Possiamo allora procedere alla votazione
dell’inserimento dei due ordini del giorno all’ordine del giorno.
(Il Consiglio
approva)
Do lettura dell’ordine del giorno a firma Fedele,
Bilardi, Dattolo e Serra: “Il Consiglio regionale
premesso che il Porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria;
considerato che il terminal container di Gioia Tauro è il più grande terminal di transhipment nel Mediterraneo, superato in volumi di traffici nel 2010 solo da Port Said;
verificata l'urgenza di assumere azioni e decisioni importanti sulla situazione di crisi venutasi a creare a seguito dell'annunciato abbandono di Maersk che da luglio si rivolgerà a scali più competitivi comportando una considerevole diminuzione di volumi e di merci;
considerato che MCT, l’azienda terminalista per il Porto di Gioia Tauro, ha dichiarato un esubero consistente di personale, in relazione al fatto che lo scalo oggi occupa circa 3000 persone tra diretti, indiretti e indotti;
impegna il Presidente della Giunta regionale
a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato della vertenza MCT in considerazione della ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro generando una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull'economia dell'intera regione;
ad ottenere l'impegno della
Presidenza del Consiglio dei ministri affinché vengano attuati nel periodo di
vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti come correttivo per la riduzione dello
squilibrio competitivo dei porti di transhipment
del Sud d'Italia, primo fra tutti Gioia Tauro, verso i porti nord africani, con
interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento di volumi che
si tradurrà al
ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinché Gioia Tauro possa integrare l'attuale vocazione di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale (nazionale prima ed europeo in futuro), favorendo attraverso misure dedicate l'utilizzo delle linee ferroviarie;
adottare misure idonee al fine di facilitare l'insediamento di nuove realtà industriali e attirare aziende che producano a Gioia Tauro e creare opportunità concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un area logistica-industriale;
sollecitare Rfi a fornire un crono
programma per le attività previste nell'Apq firmato con
Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Do lettura del secondo ordine del giorno a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo e Sulla: “Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il porto di Gioia Tauro deve
rappresentare una eccellenza per
il Mediterraneo è ritornato centrale dal punto di vista geopolitico ed economico, in considerazione della necessità di utilizzare i traffici marittimi per il trasporto delle merci dal lontano Oriente (che fa registrare una straordinaria crescita economica) verso l'Europa e l'Atlantico, ed a seguito del risveglio delle comunità arabe dei Paesi rivieraschi della costa meridionale dello stesso Mediterraneo;
nello scenario sopra descritto, Gioia Tauro, attesa la favorevole posizione geografica della Calabria nel cuore del "Mare Nostrum", può diventare la porta d'Oriente dell'Europa;
una infrastruttura con le caratteristiche e le dimensioni di Gioia Tauro, munita di enormi piazzali e di fondali assai profondi deve essere utilizzata, così come con successo è avvenuto negli ultimi anni, in primo luogo come Hub Transhipment per il trasferimento dei containers in arrivo soprattutto dall'estremo Oriente, dalle grandi navi ad altre di più ridotte dimensioni per essere distribuite nei porti più prossimi alla destinazione finale delle merci. Ed, inoltre, come porto gateway per il trasferimento dei container, sbarcati nel porto, sul mezzo di trasporto ferroviario per il raggiungimento dei mercati cui sono diretti. Infine, un porto come quello di Gioia Tauro può anche diventare un Regional port per trasferire i containers in arrivo nelle aziende dei territori più prossimi al porto e, cioè, diventare, quindi, una piattaforma logistica;
allo stato, senza idonei interventi di carattere infrastrutturale, afferenti la grande viabilità e la rete ferroviaria, in assenza di agevolazioni di carattere fiscale e contributivo per le aziende che gestiscono i servizi portuali, senza idonei investimenti nella ricerca e nella innovazione tecnologica e nel campo dell'attrazione delle imprese sul territorio, Gioia Tauro non solo non diverrà un gateway, a causa delle nostre infrastrutture ferroviarie antidiluviane, non solo continuerà ad avere difficoltà a divenire piattaforma logistica, per come è evidenziato dal deserto imprenditoriale riscontrato nei territori retrostanti il porto, ma rischierà seriamente di veder messo in discussione il ruolo di porto Hub per il transhipment costruito con tanto sacrificio negli ultimi anni;
l'Accordo di Programma Quadro (che fa riscontrare preoccupanti ritardi nella sua attuazione), preparato dalla precedente Giunta regionale di centrosinistra e sottoscritto dall'attuale Giunta di centrodestra, con un investimento complessivo di 486 milioni di euro, non sarà sufficiente per risolvere le problematiche sopra evidenziate;
si registrano divergenze tra le pubbliche autorità che hanno competenze diverse sulla infrastruttura portuale;
si rende necessario stabilire, in sede di Governo centrale, quale ruolo deve essere assegnato al porto di Gioia Tauro nell'ambito della portualità italiana, atteso che, recentemente, si evidenzia un tentativo di privilegiare i porti di Genova e di Trieste dove si riscontrerebbero, tra l'altro, ingenti investimenti e da parte dello Stato e da parte di compagnie private (Maersk line);
pertanto, il tavolo romano preannunciato per il prossimo 22 giugno, deve assumere chiari ed importanti impegni di intervento nei vari settori preordinati a rafforzare il ruolo di Hub per il transhipment e per preparare i ruoli di gateway port e regional port di Gioia Tauro;
al predetto incontro Istituzionale Romano è utile e necessaria la partecipazione dei Sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando;
considerato che il Governo regionale deve rappresentare con forza gli interessi e le prospettive del porto di Gioia Tauro e della intera Calabria;
a tal fine, il Consiglio regionale ha dedicato alla questione Gioia Tauro l'odierno ampio dibattito;
il Consiglio regionale impegna
il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, a rappresentare presso il tavolo romano, convocato per il prossimo 22 giugno:
1. la necessità di assegnare al Porto di Gioia Tauro un ruolo primario, strategico per l'Italia e l'Europa, nel sistema portuale italiano e conseguentemente di
2. impegnare il Governo dello Stato:
a potenziare adeguatamente le reti stradali, autostradali e ferroviarie, compresi i collegamenti tra la dorsale tirrenica e ionica per consentire a Gioia Tauro di fare sistema con il porto di Schiavonea;
a predisporre, a seguito di idonee
intese con
impegna, altresì, il Presidente della Giunta regionale:
ad attuare celermente quanto previsto e finanziato dall'APQ "Gioia Tauro";
a vigilare affinché tra le autorità locali non si registrino pericolose conflittualità, che sminuirebbero l'immagine e l'efficienza del porto e, se necessario, di intervenire al riguardo;
a chiedere ufficialmente che i sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando siano invitati a partecipare all'incontro del 22/06/2011”.
Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto.
L’ordine del giorno è respinto perché mancano 26 voti a favore.
Chiedo scusa, Presidente, se sono presenti 26 consiglieri, approvato con 14 voti non va bene? Questo è un ordine del giorno e secondo me va bene la maggioranza semplice.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda l’approvazione del rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2010.
E’ già passato in Commissione. La parola all’assessore Mancini.
Presidente, il provvedimento adesso all’esame dell’Assemblea è un provvedimento per lo più tecnico. Tra l’altro si inserisce in un quadro in cui c’è stato un passaggio da una amministrazione all’altra.
L’amministrazione precedente ha redatto il bilancio di previsione 2010. Sta a noi approvare, dopo l’assestamento per quell’anno, il bilancio consuntivo.
E’ un provvedimento definito in maniera egregia dalle strutture tecniche guidate sapientemente dal direttore generale al bilancio, Pietro Manna, la cui relazione è agli atti della Commissione che qui riporto integralmente.
Mi piace, in questa sede evidenziare un dato politico. Per la prima volta approviamo il consuntivo nei termini previsti dalla legge cioè entro il 30 giugno 2010.
Mai questo era avvenuto in passato.
(Interruzione)
Si arrabbierà il consigliere Loiero, questa è la verità. Da questo punto
di vista siamo orgogliosi del fatto di aver
approvato nei tempi previsti dalla legge il bilancio di previsione per il 2011
e siamo orgogliosi del fatto di superare oggi nei termini previsti dalla legge
il conto consuntivo.
Al dato
statistico si aggiunge anche quello concreto, perché grazie all’approvazione da
parte dell’Aula del conto consuntivo, l’amministrazione sarà nelle condizioni
di poter provvedere a quelle politiche di indebitamento e di sottoscrizione di mutui, tra le quali rientrano anche
le possibilità di realizzare nuovi ospedali rispetto ai quali questa
amministrazione si era già impegnata con provvedimenti ad hoc.
Con
l’approvazione nei termini ritengo che si dia conferma all’approccio nuovo
dell’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti rispetto ai temi della
corretta gestione delle finanze e delle risorse sia quelle di bilancio più in
generale sia quelle anche qui richiamate in questa seduta che riguardano le
risorse europee.
Da questo punto di vista se mi è consentito,
signor Presidente, rifacendomi al tema già toccato da una serie di interventi
dei consiglieri di opposizione, tranquillizzo tutti sulla bontà del percorso
intrapreso nella gestione dei fondi comunitari.
L’ingegnere Orlando, che tra l’altro, in
qualche modo, ha ispirato la polemica oggi presente su un quotidiano a
diffusione regionale, imbocca una strada che lo porterà a sbattere contro un
muro.
Cita dati che sono completamente privi di
fondamento. Basta prendere i dati a disposizione del Ministero delle finanze,
dati che mi auguro domani i giornali pubblicheranno, per accorgersi e per avere
contezza dei passaggi sia per quanto riguarda gli impegni sia per quanto
riguarda la spesa effettuata da questa amministrazione che è pienamente in
linea con quanto richiestoci dalla Commissione europea in più occasioni. Da
ultima in occasione del Comitato di sorveglianza dove, forse a malincuore ma a
verbale per come avrebbe detto il consigliere Loiero, è stato dato atto anche
dal rappresentante della Commissione europea inviato in Calabria, dottore
Piazzi, della bontà dei risultati ottenuti che non causeranno alcun disimpegno
e che porteranno
Da questo punto di vista, insomma, oggi con
l’approvazione del consuntivo e ieri con l’approvazione del bilancio di
previsione in questo anno di attività, con la corretta gestione dei fondi
europei, siamo soddisfatti del buon lavoro avviato e intrapreso
dall’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti. Siamo insieme
consapevoli che tanti ostacoli ancora dovranno essere superati e ci auguriamo
che di questo sforzo importante e determinato anche le forze più avvedute
all’interno della opposizione possano, in qualche modo, darci merito e comunque
lavorare nella stessa nostra direzione che è quella di fare gli interessi
esclusivi dei calabresi. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne
ha facoltà.
Brevemente, se mi consente faccio un passo indietro al punto precedente.
Chiederei che il Presidente dia comunicazione dell’esito del voto dei documenti su Gioia Tauro.
Ho già detto prima che non ci sarà l’approvazione di due ordini del giorno. Il Consiglio regionale ne approva uno che manderà a Roma.
Mi faccia finire, però, se mi fa completare il mio dire può aggiungere, poi, quello che ritiene.
Lei ha messo in votazione tutti e due gli ordini del giorno. Per essere messi in votazione vuol dire che l’Aula li ha messi all’ordine del giorno e sulle votazioni dell’inserimento all’ordine del giorno ci vuole la maggioranza più uno del Consiglio, poi lei li ha messi entrambi in votazione, il che significa che fatta la votazione i due documenti, stanti le regole dell’Aula sono entrambi approvati.
Poi, se lei chiede di procedere ad un coordinamento da parte degli uffici per addivenire ad un testo che possa essere unico a sostegno di chi va alla riunione a Roma è un altro ragionamento.
Ma l’Aula, per le mie conoscenze – lei mi smentisca – e per come sono andate le procedure li ha approvati entrambi.
Mi fermo sul punto precedente e dico un’altra cosa. Mi fermo immediatamente.
Rimango di stucco rispetto a questo dibattito sui
fondi comunitari ed ho deciso di non parlarne più. Ma chiedo formalmente in
Aula all’assessore Mancini, mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta
ad ascoltare, di venire in Commissione perché
Se l’assessore ha la bontà - quindi chiedo al Presidente della Commissione di attivarsi in tal senso - di venire in Commissione e darci questi elementi, evitiamo anche che ci siano polemiche diffuse, perché la comunicazione fatta al Consiglio dall’assessore in un certo senso ha dato adito al dibattito, ma su una base di dati e di informazioni assolutamente unilaterali dell’assessore con alcuni elementi che in quella relazione non c’erano.
Senza polemica e senza strumentalità chiedo formalmente all’assessore di venire in Commissione per un confronto di merito ed evitare che chiunque possa dire qualsiasi cosa e si metta in discussione, per come ha fatto il Presidente della Giunta, anche la serietà delle istituzioni comunitarie. Perché ho letto, anche, la lettera ed aspettavo che l’assessore venisse in Commissione.
E’ una lettera che anche a me crea turbamento. Poi è
una lettera suggerita, scritta da altri. Non sono abituato a fare dietrologia.
Vedo i dati del Ministero. Noi siamo preoccupati, vi ho dato disponibilità a lavorare, se avete la bontà di venire a lavorare in
Commissione siamo a disposizione anche per aiutarvi ad approfondire come
arrivare a non subire un disimpegno automatico.
Non vogliamo fare le
cassandre, non siamo candidati a fare gli uccelli del malaugurio, ma se poi
dovessimo arrivare ad una condizione negativa ne saremo responsabili anche noi
della minoranza che non siamo stati capaci di chiedere e pretendere che
l’assessore competente venisse in Commissione con le carte e ci fosse un approfondimento di merito sulle questioni.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Mancini, ne ha facoltà.
L’assessore come ogni collega dell’Esecutivo è
convocato in Commissione dal Presidente della Commissione.
Se e quando il Presidente della Commissione, nello specifico il Presidente Parente, vorrà convocare la mia modesta
persona a partecipare ai lavori di Commissione, per
come ho fatto tante e tantissime volte – tra l’altro mi scusi, onorevole
Maiolo, mi è stato anche dato atto e merito dai suoi stessi colleghi della sua
stessa parte politica di aver partecipato alle sedute della Commissione
bilancio che sono, anch’esse di mia competenza –, sarò ben felice e ben lieto
di comunicare ciò che ho già comunicato in Aula, anche di ribadirlo, di
approfondirlo, di confermarlo e di rispondere a tutte le sollecitazioni sia
costruttive che meno costruttive, sia propositive che critiche che verranno dai
banchi della maggioranza e della opposizione.
Questo Esecutivo, caro
consigliere Maiolo, con in testa il Governatore Scopelliti, mai si è sottratto
al confronto, mai si è sottratto all’approfondimento di ogni tema, mai lo ha
fatto e mai lo farà.
Certo è che questo Esecutivo
è rispettoso anche delle regole e dei regolamenti che sovraintendono
all’ordinaria amministrazione e gestione di questo Consiglio.
A convocare le Commissioni
provvedono non gli assessori, non i Vicepresidenti delle Commissioni, ma i
Presidenti delle Commissioni. Se e quando l’onorevole Parente nello specifico
vorrà convocare l’Esecutivo, questo sarà ben felice ed onorato di partecipare
alla riunione della Commissione. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.
Guardi, il problema che dobbiamo spiegare ai
calabresi che sono più che turbati rispetto a questa vicenda dell’utilizzazione
dei fondi comunitari, è se ha ragione il Commissario Hubner o l’attuale Giunta
sulla qualità e la consistenza della spesa dei fondi comunitari 2007-2013.
Hubner è commissario per le politiche regionali della Comunità europea.
Mi aspetto che le questioni che sono state
sollevate nel Comitato di sorveglianza del 15 di giugno siano smentite dalle
dichiarazioni dal rappresentante della Commissione europea, che vi ha
partecipato, il dottor Alberto Piazzi e dal rappresentante del Ministero dello
sviluppo economico, Giorgio Pugliese.
Noi dobbiamo fare chiarezza su questo punto
e lo dobbiamo fare in Consiglio e nell’interesse dei calabresi.
Non voglio smentire le parole dell’assessore
Mancini ma su questo punto ci vuole un atto di chiarezza e bisogna su questo
punto, caro Presidente dell’Aula, che venga investita la massima istituzione
che è il Consiglio regionale.
Parliamo del pericolo che
L’Assemblea, i calabresi devono essere
sicuri e rassicurati che questo non accada. L’Europa ha posto obiezioni di
merito rispetto a queste questioni ed all’operare della Giunta.
Da questo punto di vista abbiamo il dovere
di fare chiarezza e credo che questo sia un punto dirimente.
Poiché questo punto è stato sollevato da me
e insieme ai colleghi Censore, Franchino e Aiello due mesi fa in una conferenza
stampa, puntualmente oggi quelle preoccupazioni di allora vengono riconfermate
non da Guccione ma dalla Comunità europea.
Da questo punto di vista, allora, si faccia
chiarezza, anche per consentire alle opposizioni di offrire il loro contributo.
Non stiamo facendo propaganda, ma vogliamo portare a compimento l’obiettivo di
utilizzare i fondi comunitari. Se c’è bisogno di una task force noi
siamo disponibili, ma si faccia chiarezza una volta per tutte. Perché mi è
stato riferito che nel Comitato di sorveglianza, in quella sede, sono state
sollevate obiezioni serie da parte dei due rappresentanti, uno della Comunità
europea e l’altro del Ministero dello sviluppo economico.
Chiedo ai consiglieri di fare silenzio,
altrimenti farò sgomberare l’Aula.
(Interruzione)
Se facciamo un attimo di silenzio,
altrimenti dovrò sospendere i lavori del Consiglio. Siamo in fase di votazione,
poi a margine della seduta si potrà tenere qualsiasi incontro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore.
Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo sul rendiconto, anche se ritengo che la questione relativa alla
lettera che abbiamo letto stamattina su uno dei quotidiani calabresi
meriti un approfondimento.
Hanno fatto bene il collega Maiolo prima e
successivamente il collega Guccione ad intervenire in tal proposito, anche
perché è una questione rispetto alla quale, non noi come minoranza, ma i
calabresi devono essere messi al corrente, perché se rispondesse al vero quello
che abbiamo letto c’è da preoccuparsi.
Chiaramente su questa questione dell’uso delle risorse
comunitarie ci torneremo e bene. Per quanto riguarda il conto consuntivo, a
nome del gruppo del Partito democratico, annuncio l’astensione anche perché in
Commissione insieme agli altri colleghi, come l’onorevole Mirabelli, avevamo
posto delle questioni di carattere politico, considerato che dal punto di vista
formale, rispetto al conto, non c’è nulla da eccepire.
Si tratta, certamente, di un conto riclassificato, fatto
a norma della legge regionale numero 8 del 2002, ma avevamo delle perplessità
rispetto alla nota informativa relativa ai derivati.
Abbiamo letto di questi strumenti finanziari che sono un
pesante fardello per la Regione, ma ci aspettavamo qualcosa in più: una
manifestazione di volontà rispetto ad una azione forte ed incisiva per
risolvere questo problema che grava sulle tasche dei contribuenti calabresi,
così come avevamo sollevato qualche dubbio rispetto al conto del patrimonio.
E’ vero che c’è da qualche anno un impulso maggiore
rispetto alla cognizione, alla messa a valore, alla inventariazione e catalogazione
del patrimonio, ma pensiamo che ancora questo non rappresenti un segno
tangibile della vera contezza del patrimonio regionale, anche perché sappiamo
che alcuni enti, come Arssa e Afor, non hanno fornito, fino ad oggi, note
chiare rispetto alla consistenza.
Avevamo manifestato qualche dubbio rispetto alla massa
dei residui attivi, anche se dal punto di vista formale, c’è stato un
riaccertamento da parte della struttura regionale.
Per il fatto che questo conto si chiuda con un grosso
avanzo, chiaramente prendendo per buono il lavoro che è stato fatto da parte
della struttura e dell’assessore, pensiamo, per un dato meramente politico, di
doverci astenere ed invitiamo la struttura e l’assessore per l’anno a venire a
fare un controllo più sinergico affinché ci sia un risultato di amministrazione
più veritiero possibile dal punto di vista del merito.
Perché chiudere un bilancio con un avanzo così enorme è
un fatto che stride con una Regione dove le risorse sono poche per i bisogni
giornalieri.
Quindi, a nome del gruppo del Partito democratico
dichiaro l’astensione. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, signori
consiglieri, caro assessore, noi in Commissione abbiamo approfondito questo
argomento molto importante e siamo giunti, come diceva giustamente l’onorevole
Censore, a dare un voto di astensione, non per partito preso, ma per una certa
volontà a venire incontro a quello che è stato di fatto un cambiamento, che si nota
anche in queste carte, dell’azione, da parte dell’assessorato al bilancio e
anche dell’ufficio della ragioneria.
E’ una astensione tecnica,
basata, più che altro, su rilevazioni di carattere tecnico perché a noi è stato
dato un documento che, rispetto al passato, prevede l’avanzo di
amministrazione, ma è un documento prettamente finanziario, abbastanza positivo
sotto questo aspetto, ma carente dal punto di vista economico.
Rispetto al passato cosa
cambia negli allegati? Cambia che non abbiamo le singole voci di spesa aggiunte
proprio per poter verificare se, rispetto al bilancio preventivo, che
certamente non appartiene a questa maggioranza e al Presidente Scopelliti,
erano stati raggiunti gli obiettivi, durante questo periodo di tempo e, quindi,
concretizzati all’interno del consuntivo.
Visto che c’è stato questo
passaggio da una amministrazione all’altra è evidente che il giudizio che si
vuol dare non può essere un giudizio di merito, sulla sostanza, ma diventa un
giudizio di tipo prettamente formale.
Dietro questo ragionamento,
però, abbiamo avvertito la necessità, anche come supporto –
La prima è quella
riguardante la questione – ne avevamo già parlato in precedenza – del
patrimonio.
In questo documento vi è una
sommatoria fra il patrimonio finanziario e il patrimonio prettamente reale,
quello immobiliare.
Bene, manca ancora una
catalogazione precisa di tutto il patrimonio sia della Regione sia soprattutto
degli enti ad essa collegati, in modo particolare, degli enti strumentali.
Dico questo perché ormai con
il nuovo federalismo che avanza e che vedrà sempre più risorse trasferite da Roma
o decurtate verso questa nostra Regione, sempre più, fino al 2014, quando si
interromperanno, abbiamo la necessità di poter far cassa di ogni cosa.
Allora la normativa, già da
anni, prevede questa redditività patrimoniale, cioè la possibilità di poter utilizzare
al meglio il patrimonio immobiliare – quindi sia i beni mobili che i beni
immobili – per poter far sì che da questi si possa tirar fuori una
pianificazione e uno studio per capire quali vanno alienati e dismessi e su
quali invece puntare per poter, eventualmente, innovare anche le politiche
finanziarie e incrementare un ritorno economico.
E nonostante il lavoro, come
diceva l’onorevole Censore, che è stato iniziato, ancora oggi, ci sono,
purtroppo, delle lacune abbastanza grosse che hanno forse bisogno di più tempo
ma che noi vogliamo sollecitare con una certa insistenza perché pensiamo che
nel patrimonio ci possa essere una buona fonte di entrata che, fino ad oggi,
questa Regione non è mai riuscita ad ottimizzare.
Del resto abbiamo anche la
questione dei residui attivi. Molti di questi residui attivi, quasi il 23-26 per cento di
5 miliardi e oltre risalgono ad un periodo molto lontano, sono antecedenti al
2005, alcuni addirittura al 2003, per cui vorremmo capire se nella sommatoria
algebrica, che uno fa nel posizionare i residui attivi, abbiamo la contezza, la
certezza e la veridicità che questi sono reali, cioè esigibili ancora oggi, a
distanza di 5-10 anni, altrimenti ci trasportiamo dietro delle quote che fanno
bene all’algebra, alla razionalità matematica del documento, perché ci portano
sempre in positivo con grossi avanzi, ma di fatto, in realtà, non esistono.
Aggiungo, accanto alla questione dei residui attivi, che
c’è la possibilità di poter accelerare gli strumenti, quelli possibili, per poter
riuscire ad ottimizzare e velocizzare soprattutto la discussione sia per quanto
riguarda i residui attivi che per quanto riguarda i residui passivi.
Sì, c’è stato un aumento della velocizzazione, perché ho
visto che sono diminuiti i tempi, ma bisogna fare ancora di più, perché ancora
oggi, in molti settori, vediamo una difficoltà nei pagamenti, nonostante le
norme di legge, anche quelle approvate in Consiglio regionale, volte a
velocizzare i pagamenti della Regione alle imprese e della stessa Regione nei
vari dipartimenti, dal settore della protezione civile, dell’ambiente, ai
lavori pubblici e a quant’altro.
Infine, un’ultima cosa. Noi nel periodo di
giugno-settembre abbiamo varato quel piano di contenimento della spesa. Avete
fatto bene, è stata fatta una azione incisiva e forse, molto probabilmente, si
potrà fare ancora meglio e mi riferisco a due questioni. La prima è quella
delle società compartecipate. Ci sono molte società compartecipate che ancora
ad oggi, nonostante il vaglio che abbiamo attuato, le analisi approfondite
attuate in Commissione, ci rendiamo conto che sono società a perdere, cioè non
portano niente alla Regione e nello stesso tempo rappresentano un pozzo di San
Patrizio, cioè la possibilità di poter sempre reinvestire e rifinanziare senza
avere, poi, dei servizi ad un certo livello.
C’è forse allora la necessità di intervenire nello
specifico in maniera più approfondita e verificare – per queste società
compartecipate dalla Regione – quali sono quelle necessarie da mantenere in
vita e quali di quelle conviene, molto probabilmente, allontanare.
Lo stesso discorso vale per gli enti strumentali.
Apprezziamo il lavoro dell’assessore Trematerra, che si sta cimentando in
un’opera difficile che è quella di fare la legge della montagna, poter unire
Afor e Arssa, che sono due enti importantissimi, ma sempre male utilizzati nel
passato recente e lontano.
Capiamo che c’è una certa difficoltà ad andare a
reimpostare una nuova legge che punti a qualificare gli strumenti essenziali
per lo sviluppo economico della Calabria ed, in modo particolare, della
forestazione e dell’agricoltura.
Però, non dobbiamo perdere tempo, abbiamo il problema di
non poter perdere tempo perché abbiamo quella famosa scadenza del 2014, che voi
conoscete meglio di me, sull’attuazione totale di questo federalismo fiscale
che ci impone di poter intervenire con una serie di riforme su questi enti
strumentali al fine di renderli effettivamente fruibili, nel senso che possano
dare delle risposte, dei risultati positivi in modo tale che, investendo grosse
somme di finanziamento su di essi, noi potremmo godere di un rientro di tipo
economico ed occupazionale.
Questo in modo tale che anche gli enti strumentali che
sono importanti, che vanno diminuiti, accorpati, potenziati e a cui va data una
specifica funzionalità non rappresentano soltanto una spugna che assorbe
incurantemente solo denaro pubblico senza produrre alcun risultato positivo.
In Commissione, per queste motivazioni, anche da parte
della minoranza di sinistra, di centro e di centro-sinistra, è stato dato un
voto di astensione che definisco tecnico.
Aggiungo che dato che lei ha parlato poc’anzi della
questione della sanità e dei quattro ospedali che proprio la tempistica dà
spesso la possibilità di poter utilizzare ed ottimizzare al meglio le risorse,
al di là dei quattro ospedali, caro assessore, e al di là del Tavolo Massicci
che esula da questo consuntivo…- ne approfitto evitando di fare una
interrogazione o eventualmente una interpellanza o quant’altro, ne approfitto –
lei lo sa benissimo – di prendere a cuore come già sta facendo ma di
concretizzare quanto meno la risposta che la sanità privata accreditata e
convenzionata si aspetta da questo governo, dal momento in cui le spettanze già
maturate da quasi un anno non vengono retribuite.
Mi riferisco alle case di cura, alle Rsa, ai laboratori
di analisi, di radiologia e quant’altro perché sono in condizioni, veramente,
di sussistenza, di sopravvivenza. Sono quasi tutti sul punto di chiudere perché
le esposizioni bancarie sono talmente grosse e non riescono da soli ormai a
fronteggiare questa carenza economica che li investe.
Quindi c’è la necessità al di là del Tavolo Massicci, al
di là di quello…
Onorevole Mirabelli, siamo fuori tempo.
Concludo. Al di là di quello che è il dover portare i conti a posto a Roma al Tavolo Massicci, se è possibile ad andare a liquidare le giuste spettanze che dal luglio 2010 ad oggi molte di queste strutture ancora non percepiscono. Grazie.
Concluso il dibattito possiamo procedere con la votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento del rendiconto generale del 2010 nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al punto quattro all’ordine del giorno che recita Proposta di legge numero 202/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s. m. i.”.
Si tratta della cosiddetta legge antisismica.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, la proposta di legge aveva lo scopo di differire l’entrata in vigore della legge regionale 35/2009 che in effetti è quella che riguarda le procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva antisismica.
Questa proposta prevedeva uno slittamento di altri sei mesi. Però, oggi parlandone in Aula con l’assessore e con altri colleghi, abbiamo pensato che sarebbe opportuno perché si dia un tempo definitivo affinché questo problema venga risolto e non si facciano proroghe in continuazione, che questa sia di un anno non di sei mesi così la chiudiamo una volta per tutte evitando che poi tra sei mesi ritorniamo qui allo stesso modo.
Sia i comuni che gli enti interessati sappiano che questa è l’ultima proroga di un anno, quindi ci sarà la possibilità di potersi adeguare al 100 per cento.
Pertanto, la proroga non al 1° gennaio 2012 ma al 30 giugno 2012, con questa variazione.
Bene, con questa variazione orale al 1° luglio 2012 da parte dell’onorevole Fedele. Pongo in votazione l’articolato non essendoci richieste di parola.
Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento di legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso ai punti che sono stati inseriti all’ordine del giorno.
Il primo punto riguarda la “Proposta di legge numero 205/9^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 241 relativa alla proroga dei termini della legge sugli usi civici”.
Sostanzialmente si prevede che sia prorogato al 31 dicembre 2011. Si tratta del provvedimento di cui aveva chiesto l’inserimento in Aula l’onorevole Trematerra.
(Interruzione)
Si tratta una proroga di sei mesi.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al successivo punto che è stato inserito all’ordine del giorno che riguarda
Praticamente si prevede invece del 30 giugno 2011, si prevede la proroga al 31 dicembre 2011.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, noi non ci opponiamo a questa proroga ma vorremmo una garanzia di carattere istituzionale.
Siccome sui giornali leggiamo di disegni di legge di accorpamento che
girano per varie sedi di questa Regione, non vorremmo che, praticamente, come
spesso accade, nel collegato si inserisca una norma che poi diventerà una legge
che vada a riformare questo settore.
Per
cui il nostro voto alla proroga è favorevole, ma vorremmo garanzie dal Governo
che qualunque iniziativa di carattere riformatore seguirà l’iter normale delle
leggi.
Ci
sarà una proposta del Governo, noi la valuteremo, la emenderemo, magari
presenteremo anche noi una proposta di legge e vorremmo la garanzia di un iter
normale senza la fretta dell’urgenza, che produce quasi sempre molti danni.
Ha
chiesto di parlare l’assessore Trematerra. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, apprezzo anche l’intendimento, che registro, su una legge così importante di riforma dei due enti strumentali e non solo Afor e Arssa, perché poi in quella bozza a cui faceva riferimento l’onorevole Principe noi abbiamo previsto anche un ragionamento sulle comunità montane.
E’ chiaro che quando si parla di riforme e quando si
va a toccare la carta della Regione, mi riferisco allo Statuto, ci deve essere sicuramente un’azione
sinergica sia di chi proporrà questa riforma – il Governo – ma soprattutto
anche delle opposizioni, che certamente su questo
settore non possono far mancare il loro contributo.
Voglio implementare una cosa
all’onorevole Principe. E’ una legge molto articolata che presenta molti
aspetti legati alla legislazione abbastanza complessi.
Tant’è che abbiamo deciso di
cominciare anche a far vedere dal punto di vista legislativo al Consiglio dei ministri se ci sono norme che contrastano
con la Costituzione, per evitare che si faccia tutto un cammino e che poi lo
stesso cammino possa in qualche misura essere inficiato da norme che possono
essere ritenute non costituzionali.
Sicuramente blitz su queste cose non ce ne saranno
perché queste riforme appartengono non alla maggioranza che governa oggi
Sicuramente il dibattito che
ci sarà e le integrazioni che anche l’opposizione vorrà apportare a questo disegno di legge saranno utili a far
qualcosa di positivo che possa rilanciare due settori, che per quanto ci
riguarda, per quanto riguarda
Non ci sono altre richieste
di parola, possiamo procedere con la votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
C’era adesso da discutere la richiesta di inserimento all’ordine del giorno dell’onorevole
Morelli per quanto riguarda i bilanci delle Ardis.
Presidente, prima di passare all’esame ed all’approvazione dei bilanci Ardis volevo chiedere anche l’inserimento all’ordine del giorno sull’Arcea, che è l’Agenzia regionale per l’erogazione in agricoltura, per i medesimi motivi prima espressi.
Abbiamo esaminato positivamente in Commissione i bilanci di previsione dell’Arcea ed abbiamo accolto tutte le raccomandazioni e tutte le preoccupazioni fatte. Grazie.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento del bilancio dell’Arcea.
(Il Consiglio approva)
Si passa adesso alla proposta di provvedimento
amministrativo numero 121/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.
La relazione è agli atti, Presidente.
Quindi si tratta del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010…
…e il previsionale 2011 perché
sono due i bilanci.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, in Commissione
quando sono stati trattati i bilanci dell’Ardis ce ne siamo andati per via di
un problema di numero legale ma anche per protesta perché il consuntivo ci era
stato trasmesso in maniera intempestiva ed avevamo notato che il consuntivo era
all’ordine del giorno del Consiglio ancor prima che fosse discusso in
Commissione.
Sull’Ardis noi non abbiamo
potuto fare la discussione in Commissione, Presidente Morelli. Però noi ci
chiediamo e vogliamo lumi rispetto al fatto che questi enti che, chiaramente,
devono essere soppressi in base ad una legge rimangono ancora in vita.
Rimane l’Ardis di Catanzaro, ne approviamo il nuovo bilancio
di previsione ma vogliamo sapere per quale motivo non si procede alla
soppressione e quindi rispetto a questo noi comunichiamo l’astensione perché
non ci è chiaro come mai non si intervenga a risolvere il problema e se c’è un
problema di lavoratori che si dica chiaramente che c’è questo problema e
chiaramente la maggioranza deve farsi carico di come risolvere ed allocare
questi lavoratori. Grazie.
Presidente,
posso ricordare all’onorevole collega Censore
che quando i colleghi della minoranza si sono allontanati dall’Aula è stato non
per mancanza di numero legale ma per un momento di riflessione
politica-istituzionale. Abbiamo poi anche fatto l’audizione della commissaria dell’Ardis, la professoressa Commisso
alla quale abbiamo chiaramente esplicato il ragionamento politico
dell’esistenza dell’ente in sé e per sé ma il dato fondamentale è che il bilancio di previsione è uno strumento finanziario e
normativo che serve a garantire quanto meno quella gestione corrente anche
nelle more della definizione dei rapporti tra Ardis e Università.
Grazie.
Presidente
Talarico, le volevo chiedere la cortesia se lei alla fine della votazione di
questo provvedimento, può dare informazione al Consiglio regionale sullo stato
della vicenda che riguarda gli stagisti di questo Consiglio regionale.
(Applausi dal settore riservato al pubblico)
Non c’è bisogno di applausi, perché su questo vedo che ci sono molte incomprensioni e c’è anche disinformazione.
Noi abbiamo preso più volte impegni come Consiglio regionale, abbiamo votato un ordine del giorno alla unanimità. Vorrei che fosse chiaro qual è l’iter per dare una risposta a questi ragazzi, perché credo che da questo punto di vista le istituzioni non possono non parlare il linguaggio della verità.
Credo che lei debba fare chiarezza in questa sede rispetto a qual è la situazione ad oggi e su come questa situazione si può sbloccare: quando e dove.
Continuiamo con la votazione della proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^ nessuno chiedendo di parlare.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Presidente, anche l’autorizzazione all’esercizio di bilancio per l’esercizio 2011.
Proposta di provvedimento amministrativo numero 123/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione dell’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 Ardis”.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso al bilancio di previsione dell’Arcea per l’esercizio 2011.
Mi rifaccio alla relazione agli atti, Presidente.
Nessuno chiede di parlare…
Dichiaro l’astensione del gruppo del Partito democratico, Presidente.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’ultimo punto all’ordine del giorno riguarda le concessioni demaniali marittime di cui aveva chiesto l’inserimento l’onorevole Parente.
Signor Presidente, si tratta
di un problema che abbiamo affrontato a Roma in sede di Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative.
E’ sostanzialmente dovuto al fatto che
Questa disposizione a parere della Corte è contraria ai
principi comunitari di libertà di stabilimento, di libera concorrenza e di
parità di trattamento per cui attraverso questa previsione non si consentiva a
chi gestiva in precedenza il demanio marittimo di cedere il posto ad altri
gestori.
Pertanto noi, per essere sintetici, abbiamo proposto un
ordine del giorno che indirizzeremo alla conferenza dei Presidenti delle
Assemblee legislative con cui evidenziamo diversi aspetti, ma soprattutto
chiediamo la modifica dell’esposizione contenuta negli articoli 42 e 49 del
Codice della navigazione volta a garantire un equo indennizzo al concessionario
uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico anche tenendo conto
dell’avviamento dell’attività svolta nel periodo di durata della concessione.
In ogni caso solleciteremo il Governo nazionale a
mantenere l’impegno già assunto circa la necessità di avviare il tavolo
istituzionale nell’ambito della conferenza Stato-Regioni per attuare il
riordino della materia e concordare i contenuti di una nuova legge quadro sul
demanio marittimo con finalità turistico-ricreativa.
Nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione
dell’ordine del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della
Calabria
vista la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi
nel mercato interno" che mira a garantire la libertà di circolazione dei
servizi tra gli Stati membri e la libertà di stabilimento e che prevede con
specifico riferimento al settore turistico, ricreativo e balneare di
assoggettare a procedura comparativa le offerte degli aspiranti concessionari
del demanio marittimo al fine di individuare il soggetto contraente che offra
le migliori condizioni di proficua utilizzazione del bene per finalità di
pubblico interesse;
premesso che
in data 2 febbraio 2008,
si è determinata una situazione di forte preoccupazione,
anche a livello locale, tra gli operatori del turismo balneare, in
considerazione delle conseguenze legate all'applicazione della direttiva
servizi al rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali marittime che
vedrebbe fortemente danneggiati i titolari delle concessioni in essere che
hanno effettuato rilevanti investimenti negli stabilimenti e strutture
balneari;
le Regioni seguono la questione relativa al demanio
marittimo con la massima attenzione, per ricercare con il Governo e le
Associazioni di categoria soluzioni condivise;
l'articolo 1 comma 18 del decreto legge n. 194/2009
convertito in legge n. 25/2010 (c.d. decreto mille proroghe) dispone una
proroga al 31 dicembre 2015 del termine di durata delle concessioni di beni
demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative, in essere, nell'attesa
di una revisione della materia da realizzarsi, con riferimento ai criteri e
alle modalità di affidamento, sulla base di intese in sede di Conferenza
Stato-Regioni;
il Governo italiano, attraverso il dipartimento per gli
affari regionali guidato dal Ministro Fitto, ha promosso un tavolo
interregionale al fine di ricercare una soluzione condivisa da portare
all'attenzione dei servizi della Commissione europea;
nel corso dell'incontro del 12 aprile 2011 con i
rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle regioni italiane il
ministro per i rapporti con le Regioni ha assunto l'impegno di farsi portavoce
con
considerata la comunicazione della Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative regionali del 28 aprile 2011 con la
quale è stata resa nota la decisione assunta dai rappresentanti delle Assemblee
legislative regionali e delle Province autonome al tavolo di coordinamento per
gli Affari europei di promuovere un'azione comune in merito alle problematiche
connesse all'applicazione della direttiva servizi alla disciplina delle
concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative;
l’unanime
posizione espressa dalle Regioni dell'urgente predisposizione di una legge
quadro che affronti la questione del demanio nel suo complesso, anche in
considerazione dell'imminente avvio del federalismo demaniale;
ritenuto altresì indispensabile che tale legge quadro
rappresenti il risultato di una "normazione concordata" tra Stato e
Regioni, affinché in tale materia si tenga conto delle specificità territoriali
italiane;
tutto ciò premesso e considerato il Consiglio regionale
della Calabria
chiede al Governo di avviare un immediato confronto
presso
in subordine, qualora il confronto tra il Governo e
di sottoporre alla Commissione europea di valutare la
possibile conformità alla Direttiva Servizi di una disposizione normativa che
assegni una "preferenza" alle piccole imprese balneari, tenuto conto
che, ai sensi della Direttiva servizi, la statuto giuridico del
"prestatore" rientra nei cosiddetti requisiti da valutare;
la modifica delle disposizioni contenute negli articoli
42 e 49 del Codice della navigazione, volta a garantire un equo indennizzo al
concessionario uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico, anche
tenendo conto dell'avviamento delle attività svolte nel periodo di durata della
concessione;
una disposizione transitoria per le concessioni in
essere che consenta, senza pregiudizio ai titolari delle concessioni in essere,
di transitare dal vecchio al nuovo regime concessorio, necessariamente basato
su procedure ad evidenza pubblica.
In ogni caso sollecita il Governo a mantenere l'impegno
già assunto circa la necessità di avviare il tavolo istituzionale nell'ambito
della Conferenza Stato-Regioni per attuare il riordino della materia e
concordare i contenuti di una nuova legge-quadro sul demanio marittimo con
finalità turistico-ricreative con particolare riferimento:
alla definizione dei criteri e delle modalità di
affidamento delle concessioni dei beni demaniali marittimi con finalità
turistico-ricreative e per altri usi in una logica di semplificazione dei
procedimenti e snellimento delle procedure;
all'introduzione di un esplicito richiamo al federalismo
demaniale;
al trasferimento alle Regioni della gestione dei canoni
demaniali;
alla disciplina del canone demaniale;
alla ridefinizione dei concetti di "facile e
difficile rimozione" con riferimento ai beni realizzati sul demanio;
alla definizione della valenza turistica”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Do risposta alla richiesta dell’onorevole Guccione circa
gli stagisti .
Questo Consiglio regionale ha già parlato con i propri
atti. Ha approvato una legge molto precisa e chiara che ha degli adempimenti.
C’è stato il bando previsto dalla Giunta, sono state
presentate le domande, stiamo definendo esattamente quanto è l’importo che ci
occorre per risolvere la vostra problematica.
Mi auguro che appena gli uffici saranno pronti a dirci
quanto è l’importo preciso, questo Consiglio regionale andrà a predisporre
l’atto necessario per trovare il finanziamento per garantirvi un altro anno,
che sarà un anno totalmente a carico del Consiglio regionale per 10 mila euro
per ognuno di voi. Ma il contratto sarà assunto direttamente con le
amministrazioni comunali.
Stiamo definendo quanto è l’importo. Dopo di che, questo
Consiglio regionale come ha fatto in tutti questi mesi troverà le somme
necessarie per finanziare un altro anno a vostra disposizione.
Mi auguro che la prossima seduta sia il giorno giusto
per risolvere la vostra questione.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta
termina alle 17,31
Hanno chiesto congedo i consiglieri De Masi e Stillitani.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Norme per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti (Delibera G. R. n. 184 del 20.05.2011)” (P.L. n. 194/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Incentivi alle imprese
tramite lo strumento del credito di imposta (Delibera G. R. n. 185 del
20.05.2011)” (P.L. n. 195/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Istituzione della giornata regionale
del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò (Delibera G. R. n. 186 del
20.05.2011)” (P.L. n. 196/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
“Norme per l’abitare
sostenibile (Delibera G. R. n. 230 del 20.05.2011)” (P.L. n. 197/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Approvazione rendiconto
generale relativo all’esercizio finanziario 2010 (Delibera G. R. n. 238 del
31.05.2011)” (P.L. n. 201/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Proroga termini legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, art. 39 (Delibera G. R. n. 241 del 17.06.2011)” (P.L. n. 205/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Modifica all’articolo 25, comma 2 della legge regionale 13 giugno
2008, n. 15 per come modificato ed integrato con leggi regionali
n. 44/2008, n. 58/2009, n. 18/2010 e n. 34/2010 (Delibera G.R. n. 242 del
17.06.2011)” (P.L. n. 206/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Nucera – “Istituzione dell’Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica” (P.L. n. 186/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Dattolo, Gallo – “Procedure funzionali alla
composizione stragiudiziale delle controversie in materia sanitaria” (P.L. n. 187/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Interventi a sostegno dei fondi di previdenza complementare a base territoriale” (P.L. n. 188/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Promozione e coordinamento delle politiche in favore della qualità della vita dei giovani ed agevolazioni per l’ingresso nel mondo del lavoro” (P.L. n. 189/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Pacenza – “Istituzione dell’anagrafe regionale degli impianti industriali a biomasse, eolici e fotovoltaici” (P.L. n. 190/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo” (P.L. n. 191/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali
– ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura” (P.L. n. 192/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Salerno – “Istituzione del servizio di videosorveglianza nelle sale operatorie” (P.L. n. 193/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
Caputo – “Interventi per la
diagnosi, la riabilitazione e l’assistenza a favore di persone con disturbi
autistici e dello spettro autistico dall’età evolutiva a quella adulta” (P.L.
n. 198/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Modifica alla legge regionale del 7 marzo 2011 n. 3
<<Interventi regionali di sostegno alle imprese
vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle
infiltrazioni mafiose nel settore dell’imprenditoria>>” (P.L. n. 199/9^)
E’ stata assegnata alla Commissione
contro la ‘ndrangheta.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Modifica alla legge regionale del 7 marzo 2011, n. 4
<<Misure per garantire la legalità e la trasparenza dei finanziamenti
erogate dalla Regione Calabria>>”
(P.L. n. 200/9^)
E’ stata assegnata alla Commissione
contro la ‘ndrangheta.
(Così resta stabilito)
Fedele – “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i.” (P.L. n. 202/9^)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Norme per la promozione dei prodotti tipici,
Dop e Igp della Calabria, tutela del consumatore e
modifica della legge regionale 30
aprile 2009, n.
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nicolò – “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa” (P.L. n. 204/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell’Arcea (Agenzia Regione
Calabria per le erogazioni in agricoltura) per l’anno finanziario 2011 e
pluriennale 2011-2013 (Delibera G.R. n. 132 del 12.04.2011)” (P.P.A. n. 127/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
della Calabria) per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 154 del
27.04.2011)” (P.P.A. n. 129/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Proposta
di legge al Parlamento – Istituzione della giornata regionale del calendario in
memoria di Alysius Lilius da Cirò (Delibera G.R. n. 187 del 20.05.2011)”
(P.P.A. n. 131/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative.
(Così resta stabilito)
“Direttive
di attuazione – ai sensi dell’art. 1 della legge
regionale n. 40/2008 – per la concessione di contributi in regime de
minimis finalizzati alla realizzazione di nidi d’infanzia/asili nido e servizi
integrativi (Delibera G.R. n. 149 del 12.04.2011)” (P.P.A. n. 132/9^)
E’
stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate,
inoltre, due proposte
di provvedimento amministrativo d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Conto
consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio
finanziario 2010 (Delibera U. P. n. 18 del 20.04.2011) (P. P.A. n. 128/9^)
“Legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 – Nomine di
competenza del Consiglio regionale. Riapertura termini. Domande e designazioni
di cui al punto 1 dell’elenco allegato alla delibera dell’Ufficio di Presidenza
n. 11/2011. Presa atto verifica dei requisiti (Delibera U. P. n. 25 del
20.04.2011)” (P.P.A. n. 130/9^)
E’
stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
La terza Commissione
consiliare, con nota n. 18468 del 12 aprile
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 26606 del 25 maggio
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 26605 del 25 maggio
In data 6 aprile 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 13 aprile 2011 al Bur 6
dell’1 aprile 2011:
1.
Legge regionale 6 aprile 2011, n. 8 recante:
“Proroga dei termini di cui all’articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009
e s.m.i.”;
2. Legge regionale 6 aprile 2011, n. 9 recante: “Provvedimenti in materia sanitaria”;
3. Legge regionale 6 aprile 2011, n. 10 recante: “Modificazioni all’articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34;
4. Legge regionale 6 aprile 2011, n. 11 recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”;
5.
Legge regionale 6 aprile 2011, n. 12 recante: “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 29 dicembre 2010, n.
6.
Legge regionale 6
aprile 2011, n. 13 recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 gennaio
1985, n.
In data 27 aprile 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le stesse sono state
pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 4 maggio 2011 al Bur n. 8 del
2 maggio 2011:
1.
Legge regionale 27
aprile 2011, n. 14 recante: “Interventi urgenti per la salvaguardia della
salute dei cittadini: norme relative alla eliminazione dei rischi derivanti
dalla esposizione ai siti e manufatti contenenti amianto”;
2. Legge regionale 27 aprile 2011, n. 15 recante: “Modifica alla legge regionale 19 aprile 1995, n. 22 e successive modifiche ed integrazioni”.
In data 5 maggio 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha emanato i sotto
indicati regolamenti regionali. Gli stessi sono stati
pubblicati sul supplemento straordinario n. 5 del 13 maggio 2011 al Bur n. 8
del 2 maggio 2011:
1.
Regolamento regionale
n. 3 del 5 maggio 2011 concernente: “Regolamento di attuazione legge regionale 5 novembre 2009, n. 40 –
Attività estrattiva nel territorio della Regione Calabria”;
2. Regolamento regionale n. 4 del 5 maggio 2011 concernente: “Regolamento attuativo requisiti minimi per l’autorizzazione al funzionamento e procedure per l’accreditamento L.R. n. 23 articolo 11, lettera D. Tipologia di servizio socio-assistenziale per soggetti con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali: Centro socio-riabilitativo”.
In data 20 maggio 2011, il Presidente
della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali. Gli
stessi sono stati pubblicati sul supplemento straordinario n. 1 del 3 giugno
2011 al Bur n. 10 dell’1 giugno 2011:
1.
Regolamento regionale
n. 5 del 20 maggio 2011 concernente: “Regolamento per la disciplina degli
incarichi conferiti ai dipendenti della Regione Calabria o enti pubblici o da privati”;
2.
Regolamento regionale
n. 6 del 20 maggio 2011 concernente: “Modifica al Regolamento regionale 26
gennaio 2005, n. 1. Disciplina degli interventi per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale di cui alla
legge regionale 9 febbraio 2004, n.
E’ stata trasmessa alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Deliberazione
Giunta regionale n. 122 del 12 aprile 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 130 del 12 aprile 2011.
Deliberazione
Giunta regionale n. 126 del 27 aprile 2011;
Deliberazione
Giunta regionale n. 150 del 27 aprile 2011.
L’onorevole Vincenzo Antonio
Ciconte, con nota dell’11 aprile 2011, acquisita in pari data al protocollo
generale n.
L’onorevole Vincenzo Antonio
Ciconte, con nota del 12 maggio 2011, acquisita agli atti in data 13 maggio
2011 al protocollo generale n.
Non avendo dichiarato di
aderire ad altro gruppo, viene assegnato d’ufficio al gruppo consiliare “Misto”
ai sensi degli articoli 13 del Regolamento e 27 dello Statuto.
L’onorevole Pasquale
Tripodi, con nota del 20 giugno 2011, acquisita in pari data al protocollo
generale n.
Imbalzano. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore
alle politiche dell’ambiente. Per sapere – premesso che:
il tratto
costiero tra Pellaro e Bocale-Lazzaro è stato da sempre uno dei più
straordinari dell'intera Regione e meta estiva preferita di decine di migliaia
di reggini nonché di turisti provenienti da tante parti d'Italia;
l'intera
fascia litoranea in questione è da tempo soggetta ad un grave processo di
erosione che ha prodotto incalcolabili danni sia all'ambiente che al tessuto
economico turistico sviluppatosi lungo la fascia parallela alle locali
splendide spiagge;
ripetuti,
gravissimi eventi meteorologici hanno interessato nei mesi scorsi l'intero
comprensorio ed hanno prodotto danni devastanti a dette spiagge ed agli
stabilimenti balneari annessi, provocando un autentico disastro ambientale ed
economico;
l'intervento
messo in campo dalla Provincia di Reggio Calabria di un milione di euro per
tamponare l'emergenza è da ritenersi del tutto insufficiente per assumere le
iniziative necessarie per assicurare una soluzione definitiva rispetto ad una
questione ormai ineludibile;
gli stessi
trasferimenti regionali già disposti per questa problematica non permetteranno di
dare risposte strutturali e permanenti, tenuto conto che i pericoli che
incombono sulle popolazioni direttamente interessate non hanno ormai più
soluzione di continuità:
quali interventi intende adottare
se non si
ritenga necessario ed urgente intervenire con risorse adeguate, reperibili sia
nel Bilancio regionale che, eventualmente, tra i Fondi comunitari, assumendo
anche una iniziativa tecnica da parte del Dipartimento regionale competente
capace di salvaguardare sia le persone che il patrimonio ambientale, privato ed
economico, che insiste su un territorio che rappresenta una delle risorse più
importanti dell'intero comprensorio reggino.
(119;
06.04.2011)
Guccione,
Censore. Al Presidente della Giunta
regionale e all'assessore all'agricoltura. Per sapere - premesso che:
la legge numero
9 del
a distanza di
tre anni e con diverse proroghe l'Afor, la forestazione ed il suo processo di
riforma sono ferme al palo e, nelle more, si continuano a violare norme a
tutela dei lavoratori, si appesantisce la situazione debitoria dell'ente e,
cosa ancor più grave, gli interventi forestali sul territorio risultano
inesistenti;
l'Afor
provinciale di Cosenza, in questi giorni, nella più assoluta discrezionalità,
ha provveduto ad assegnare una serie di incarichi al di fuori delle norme
contrattuali che prevedono, tra l'altro, procedure concorsuali pubbliche, il
possesso di determinati requisiti. Alcuni di questi incarichi, a quanto sembra,
andrebbero ad accumularsi anche a corposi rimborsi di sostanziose indennità
chilometriche, provocando un esborso economico, da parte dell'Afor, non indifferente.
In alcuni casi, a quanto sembra, ci sarebbe un forte nesso tra gli incarichi
assegnati e le ormai prossime elezioni amministrative che interessano diversi
comuni della provincia di Cosenza e della Calabria;
quali
iniziative si intendono assumere per completare definitivamente la riforma
dell'Azienda Forestale regionale e dare un nuovo impulso al rilancio della
forestazione su tutto il territorio regionale e cosa si intende fare per
bloccare le nomine di cui sopra che, lo ripetiamo, si appalesano come gravemente
illegittime e rischiano di coinvolgere negativamente
(122; 13.04.2011)
De Masi. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con comunicato diffuso nei giorni scorsi da tutti gli organi locali
d'informazione, il Presidente di Unioncamere ha reso noto che
la provincia di Crotone è penalizzata da un deficit infrastrutturale che
rende difficile, di fatto, un reale sviluppo economico e sociale del suo
territorio;
la crescita economica e sociale delle cinque provincie calabresi deve
essere programmata in maniera uniforme ed equilibrata;
l'indirizzo politico regionale in materia infrastrutturale non può
prescindere da un potenziamento dei porti presenti nel territorio, che devono
rappresentare un valido supporto per l'economia calabrese, soprattutto in
considerazione della favorevole posizione geopolitica della nostra Regione ed,
in particolare, della città di Crotone;
mentre a Crotone si è costituita una task force per le infrastrutture,
che riunisce attorno ad un tavolo istituzionale tutti i soggetti, pubblici e
privati, allo scopo di coordinare e perseguire un reale sviluppo del nostro
territorio,
l'ipotesi di chiusura della sede dell'Agenzia delle dogane rappresenta un
segnale poco rassicurante da parte della Giunta regionale per la già
ristagnante economia locale, che non necessita di tagli indiscriminati;
se corrisponde al vero la circostanza secondo la quale
quali sono i criteri che hanno ispirato
se
(124; 18.04.2011)
Giordano, De Masi, Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 04.08.2010
veniva presentata interrogazione urgente a risposta scritta portante il numero
32 ed avente ad oggetto la problematica inerente le tariffe applicate dalla Sorical
ai comuni calabresi per il servizio di erogazione di acqua per usi
idropotabili;
l'interrogazione
depositata tendeva a puntualizzare come l'art. 154 del D. Lgs. 152/2006, così
come prima l'art. 13 della legge Galli (36/94), prevede che il servizio idrico
sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa Corte dei conti della
Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010 ha ribadito che, sulla
scorta degli interventi della Corte costituzionale è precluso al legislatore
regionale intervenire nel settore con una disciplina difforme da quella
statale"; nella medesima interrogazione si ricordava che per
viste le
condizioni drammatiche in cui versavano e versano tuttora i comuni calabresi si
chiedeva di sapere se rispondesse al vero quanto illustrato e di adottare
conseguentemente una serie di iniziative che potessero risolvere i problemi
segnalati;
a tutt'oggi,
non è pervenuto alcun chiarimento sulle problematiche sollevate con
l'interrogazione presentata, né tantomeno
addirittura la
situazione finanziaria dei comuni si sta facendo sempre più drammatica con
il rischio
concreto, nonostante diversi comuni abbiano intrapreso la via giudiziaria per
resistere alle richieste ritenute illegittime da parte di Sorical, è quello di
mettere in ginocchio la tenuta finanziaria degli enti locali con gravi
ripercussioni sui servizi essenziali per la cittadinanza;
quanti comuni
si trovino in una situazione debitoria con
ancora una
volta, se
se nella
errata e arbitraria determinazione delle tariffe non si concretizzi una grave
inadempienza degli obblighi imposti nella convenzione fra Sorical e Regione
Calabria, atteso che l'aumento della tariffa applicata dalla SORICAL non è
conforme alle previsioni contrattuali ai sensi dell'art. 8, sesto comma, che
prevede che la tariffa non sarebbe stata aumentata per i primi 5 anni e quindi
nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;
quali
iniziative
(128;
2.05.2011)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
in data 12 maggio 2011 il
dottor Ettore Satariano, Responsabile della Divisione Passeggeri Regionale,
Risorse Umane Passeggeri Regionale, Risorse Umane Passeggeri Regionale Sicilia
e Calabria di Trenitalia, ha informato con propria lettera le Segreterie
Regionali di Filt-Cgil, Fil-Cisl, Uiltrasporti, Fast Ferrovie, Ugl A.F., Orsa e
le RSU di 73 Collegi competenti della Calabria della volontà di Trenitalia di
intervenire sull' attuale microstruttura organizzativa degli impianti ISR
(Impianto Scorta regionale-capi treno) e ITR (Impianto Trazione
Regionale-macchinisti) della Calabria;
considerati i tempi tecnici necessari, a far data
dal 15 giugno p.v. si procederà alla chiusura di tutti gli impianti associati e
quindi delle distribuzioni di IASR Catanzaro, IASR Cosenza, IATR Catanzaro e
IATR Cosenza;
le relative attività di Distribuzione verranno
assicurate per ISR unicamente dalla Distribuzione ISR di Reggio Calabria e per
l’ITR unicamente dalla Distribuzione ITR di Reggio Calabria;
quanto sopra risponderebbe alla necessità di
adeguamento delle articolazioni organizzative di Produzione della Direzione
Regionale Calabria ad obiettivi di efficacia ed efficienza coerenti con
l'evoluzione dell'offerta commerciale e con le prossime sfide lanciate dal
mercato;
sono in atto confermati i
presenziamenti delle Distribuzioni di Reggio Calabria ISR e ITR e i relativi
regimi di orario contrattuale in essere;
la modifica di tale microstruttura organizzativa
non produrrà ricadute occupazionali;
per il personale
interessato verranno applicati gli istituti contrattuali;
quali iniziative urgenti si intendono predisporre
per invertire definitivamente una tendenza che appare pervicacemente
finalizzata ad un progressivo smantellamento di Trenitalia su tutto il
territorio regionale e che sta provocando, di conseguenza, un forte
spopolamento degli impianti delle Ferrovie dello Stato;
se non sia giunto il momento di assumere
un'iniziativa forte e decisa per chiedere a Trenitalia che a governare il
trasporto regionale in Calabria sia finalmente un dirigente calabrese, che
meglio conosce il nostro territorio e le esigenze delle nostre popolazioni.
(129; 23.05.2011)
Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
l'articolato normativo prevede all'art. 2 il divieto, ai soggetti gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica, di somministrare cibi e bevande contenenti organismi geneticamente modificati nonché alimenti ottenuti da animali nutriti con mangimi contenenti organismi geneticamente modificati;
l'art. 3 prevede che i gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica devono garantire che nella preparazione dei pasti siano utilizzati prodotti agricoli regionali in misura non inferiore al 50 per cento, in termini di valore, dei prodotti agricoli, anche trasformati, complessivamente utilizzati su base annua;
la violazione delle suddette norme comporta la
risoluzione di fatto del contratto e al fine di garantire l'osservanza delle
stesse l'art. 7 prevede che
dalle notizie giunte dalle varie associazioni di categoria, vedasi in ultimo l'intervento sugli organi di stampa del Presidente regionale della Coldiretti, si apprende di una violazione sistematica della normativa regionale, anche per l'assenza o inesistenza di controlli; il tutto con grave pregiudizio per l'economia agricola calabrese;
se e in quale misura sono stati attivati i controlli previsti dalla legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 e se sono stati costituiti gli appositi gruppi di intervento;
se il dipartimento agricoltura ha attivato, per quanto di sua competenza, i dovuti controlli e contestualmente sollecitato gli enti territoriali competenti affinché avviassero una campagna di controlli nell'ambito delle ristorazione pubbliche e collettive;
quali iniziative si intendono intraprendere, ove i controlli risultassero carenti, per avviare una campagna di monitoraggio e controllo al fine di sanzionare le imprese inadempienti.
(130; 25.05.2011)
Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che
in particolare per perseguire gli obiettivi della legge, è prevista l'istituzione di un fondo regionale di solidarietà finalizzato all'erogazione di un contributo una tantum non tassabile a titolo di assistenza sociale;
l'erogazione del contributo nella misura prevista dall'art. 4 della legge è disposto con decreto dirigenziale entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda e lo stesso è riconosciuto per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2008;
per rendere operativa la normativa in esame
il termine per l'emanazione del regolamento è stato abbondantemente superato e non si ha notizia di una sua imminente approvazione da parte della Giunta regionale;
a tali dati si sommano anche i cittadini residenti in Calabria che sono rimasti vittima di incidenti sul lavoro fuori dal territorio regionale e per i quali la legge prevede i medesimi benefici e i lavoratori che abbiano subito una perdita della capacità lavorativa nella misura pari al 100 per cento;
numerose sono le famiglie interessate alla concreta applicazione della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum, potrebbe contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa di un contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi;
la normativa regionale salutata a suo tempo come un segno di civiltà e di maturità della nostra regione sulle problematiche del lavoro rischia di arenarsi e di trasformarsi in una legge manifesto o in una tragica beffa per i beneficiari;
se il regolamento di attuazione previsto dall'art. 6 della legge 26 febbraio 2010 n. 11 è in corso di elaborazione da parte degli uffici competenti (dipartimento n. 10 settore n. 1 politiche del lavoro) e, in caso affermativo, conoscere i relativi tempi di definizione e di successiva approvazione della Giunta regionale;
se, in caso di totale o parziale omissione della relativa istruttoria che potrebbe determinare un ulteriore dilatazione dei tempi, quali iniziative intendono intraprendere per sollecitare con urgenza l’iter di elaborazione del regolamento di attuazione e provvedere alla immediata approvazione dello stesso;
quali iniziative intendono intraprendere per avviare una immediata concertazione con gli enti individuati dall'art. 6 che porti alla stipula di un protocollo di intesa finalizzato all'attuazione della legge.
(131; 25.05.2011)
De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che
in data 13/05/2011 è stato pubblicato sul BURC un avviso pubblico con una dotazione finanziaria pari a 8 milioni di euro avente ad oggetto "POR Calabria FSE 2007-2013 Obiettivo Operativo M2 - Piano Regionale per le Risorse Umane - Piano d'Azione 2009- 2010: Approvazione «Avviso pubblico per il finanziamento di borse di studio per la partecipazione a Master e Dottorati»";
il punto 8 dell'Avviso (Termini e modalità di presentazione delle domande - Pena l’inammissibilità), recita testualmente: "Le domande saranno prese in considerazione fino ad esaurimento delle risorse disponibili";
"è necessario che la data di spedizione della domanda risulti inequivocabilmente dal timbro dell'ufficio postale accettante";
"Non saranno in ogni caso prese in considerazione le domande che, per qualsiasi causa, perverranno dopo la pubblicazione, sul sito internet: www.regione.calabria.it/istruzione, dell'avviso di chiusura del bando per esaurimento risorse. L'Amministrazione Regionale non assume alcuna responsabilità per eventuali dispersioni o ritardi nella trasmissione delle domande e della relativa documentazione.";
il punto 9 dell'Avviso stabilisce che: "l'istruttoria delle agevolazioni verrà realizzata, secondo l'ordine cronologico di presentazione delle domande, sulla base dei criteri di cui alle Fasi A) e B) descritte di seguito, fino a concorrenza delle risorse disponibili";
la presentazione delle domande sulla base dell'ordine di spedizione delle medesime viene, pertanto, considerata condicio sine qua non per la formazione delle graduatorie, mentre gli altri criteri di valutazione appaiono soltanto successivi ed eventuali;
la c.d. procedura a sportello si è già mostrata assolutamente inadeguata con il Bando "Aiuti alle imprese attraverso la concessione delle borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua come accrescimento delle competenze", poiché ha lasciato grossi margini di discrezionalità alle agenzie di servizio postale privato nella definizione dell'ordine di presentazione delle domande;
per quanto sopra esposto appare alquanto inopportuno erogare contributi di ingente valore con un elevato margine di discrezionalità e senza una procedura sufficientemente trasparente;
al contrario sarebbe stato più opportuno fissare un termine di presentazione delle domande più certo, per poi procedere ad una valutazione più obiettiva e trasparente (sulla base di indicatori oggettivi delle domande che, allo stato, sono solo ipotizzabili) delle stesse;
se
quali iniziative intenda intraprendere
(132; 26.05.2011)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
tale percorso stradale, oltre a collegare la provincia di Reggio Calabria alla fascia costiera del Vibonese, costituisce, per gli stupendi panorami che la caratterizzano, una meta privilegiata da numerosi turisti;
la chiusura di questa arteria causa inevitabilmente moltissimi disagi ai lavoratori pendolari, agli studenti e ai commercianti del basso vibonese;
tali disagi sono stati rappresentati anche da una petizione popolare sottoscritta ed inviata nel mese di marzo u.s. al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, e al Presidente della Provincia, De Nisi, purtroppo rimasta inascoltata;
già in data 8 marzo 2010 un'A.T.I. (Associazione
Temporanea Imprese) - capofila l'impresa Restuccia - ha iniziato, per conto
dell'Amministrazione Provinciale, i lavori per la costruzione di una galleria
di metri 800 circa, allo scopo di mettere in sicurezza
i suddetti lavori sono stati interrotti dal mese di febbraio 2011 per via della mancata autorizzazione comunale ad utilizzare il materiale esplosivo di 2° categoria che sarebbe stato necessario per realizzare la galleria medesima;
la progettata galleria dovrà essere realizzata sotto un costone classificato R3 e R4 dal P.A.I. regionale e sotto il quale passa già la galleria delle Ferrovie dello Stato;
nel passato, il tratto di strada in parola è stato più di una volta chiuso al traffico per eseguire lavori di consolidamento sia da parte dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro che da quella di Vibo Valentia, costati ingenti somme di danaro pubblico;
il territorio di cui sopra presenta scorci panoramici tra i più suggestivi delle coste calabresi;
quali sono i motivi che, fino ad oggi, hanno impedito
efficaci e risolutivi interventi per la messa in sicurezza della S.P. n.
quali valutazioni sull'impatto ambientale sono state effettuate dalla Regione in merito alla costruzione della galleria di cui in premessa;
se non ritengono, inoltre, di promuovere un'indagine conoscitiva al fine di accertare eventuali responsabilità da parte degli Organi che, nel tempo, avrebbero dovuto risolvere in tempi rapidi il problema della messa in sicurezza dell'importante tratto stradale, evitando così lo sperpero di ingenti somme di danaro pubblico.
(133; 1.06.2011)
Guccione, Franchino, Censore. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:
le Comunità montane calabresi
in decenni di attività hanno svolto un ruolo importantissimo nella difesa della
funzione socio-economica della montagna nell'economia calabrese e nel
mantenimento di un'identità "montanara";
questa attività ha permesso di garantire interventi di salvaguardia del territorio, di difendere tradizioni culturali e tipicità economiche, di organizzare servizi, di progettare interventi infrastrutturali intercomunali, di mantenere viva la necessità di politiche nazionali e regionali di più efficace contrasto all'emarginazione dei territori e delle popolazioni montane per contrastare i processi di spopolamento determinati da uno sviluppo socio-economico che ha privilegiato i territori urbani e soprattutto costieri;
l'art. 2 della legge n. 191 del 2009, comma
l'azzeramento di tutti i fondi previsti dall'art. 34 del D. Lgs. 504 del 1992: "Fondo Ordinario -Fondo Consolidato (L. 285/77 - L. 730/86) - Fondo per lo sviluppo degli investimenti" ha determinato la paralisi delle attività delle Comunità montane ma soprattutto creato uno stato di incertezze nel personale dipendente non avendo individuato il soggetto istituzionale che dovrà farsi carico dei relativi oneri;
l. Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8: "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)." Art. 1: La somma di 4.000.000,00 di euro.
2. Legge regionale 11 agosto 2010, n. 23
"Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-
3. Legge regionale 29 dicembre 2010, n. 35: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 (Legge finanziaria)." ha rifinanziato l'art. 1 della legge n. 8/2010 prevedendo 6.000.000,00 di euro;
si ritiene indispensabile che l'esperienza di lavoro
accumulata dalle Comunità montane venga salvaguardata ed utilizzata per dare
slancio ad una nuova politica di sviluppo della montagna che
sia lo Statuto della Regione Calabria che la specifica legge regionale sulle Comunità montane riconoscono la specificità ed il ruolo primario di questi Enti e prefigurano il loro potenziamento con la previsione di ampie funzioni delegate da attribuire per rendere più ampia ed organica la loro attività nel territorio e più efficaci ed incisivi gli effetti di sviluppo economico e sociale;
occorre inoltre comunque salvaguardare la posizione di lavoro e la dignità professionale dei dipendenti;
con le somme finora erogate, le Comunità montane hanno pagato ai dipendenti gli stipendi fino al mese di febbraio 2011;
ad oggi, sul bilancio della Regione non è prevista nessuna ulteriore somma per coprire il fabbisogno degli stipendi fino alla fine dell'anno;
la stima del fabbisogno annuo degli stipendi di tutti i dipendenti delle Comunità montane calabresi, ammonta all'incirca a 16.000.000,00 di euro;
quali iniziative urgenti si intendono assumere per garantire ai dipendenti delle Comunità montane il pagamento pregresso degli stipendi maturato da febbraio ad oggi e per assicurare ad essi l'intero fabbisogno annuo.
(134;1.06.2011)
Guccione, F. Aiello, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
il Commissario liquidatore dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e per i
servizi in agricoltura (ARSSA) ha nominato tre nuovi dirigenti con
deliberazioni n. 88, 89 e 90 del 2 maggio 2011 senza attivare le procedure
pubbliche di selezione previste dalla legge e nonostante l’Arssa sia stata
posta in gestione liquidatoria per effetto dell'ex articolo 5 della legge regionale
n. 9 dell'11 maggio 2007 che ne prevede la soppressione e, quindi, la
conseguente chiusura di ogni sua attività;
nel frattempo,
all'art. 11 tale Proposta prevede la nascita di una nuova azienda
denominata "Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese
(ARSAC)";
quali iniziative urgenti si intendono assumere, considerato che le nomine
dirigenziali di cui trattasi sono state decise da un Commissario liquidatore di
un ente (Arssa) di cui, per effetto della succitata Legge regionale, è stata
decisa la soppressione e la conseguente liquidazione e che, pertanto, tale atto
si configura come illegittimo, discrezionale e discriminatorio nei confronti di
altri dipendenti dell'azienda in questione.
(136; 8.06.2011)
Aiello F. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi è stato chiuso il reparto di Neurologia dell'Ospedale
“G. Compagna” di Corigliano Calabro;
il reparto di
Neurologia dell'Ospedale di Corigliano rappresenta l'unico in provincia ad
eccezione di quello ubicato presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza;
il numero già
risicato di medici si è drasticamente ridotto a una sola unità a seguito di
frequenti e ripetuti infortuni sul lavoro;
fino al giorno della
chiusura il Reparto di Neurologia avrebbe dovuto contare, sulla carta, su 16
posti-letto, ma le croniche carenze strutturali e, soprattutto, di personale,
ne hanno reso operativi solo otto;
il Reparto di
Neurologia dell'Ospedale di Corigliano serve un’utenza molto vasta con 450
ricoveri e 3500 prestazioni l'anno;
se quanto esposto
nelle premesse corrisponda al vero;
se, qualora fosse
accertata la veridicità di quanto sopra, non si ritenga inammissibile che un
Reparto di Neurologia, che esegue oltre 350 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno,
venga chiuso con tanta leggerezza;
se non si ritenga
indispensabile mantenere il Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano;
quali iniziative
immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario
della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella Sibaritide, sia
pienamente garantito il diritto alla salute e salvaguardato il valore e la
centralità del diritto alla cura nelle politiche di risanamento e
riorganizzazione del sistema sanitario regionale.
(137; 9.06.2011)
Giordano. Al Presidente
della Giunta regionale nella qualità di
commissario ad acta alla sanità. Per
sapere – premesso che:
in seguito
all'approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 "Piano
straordinario contro le mafie" tutti i movimenti finanziari relativi ai
lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti
dedicati idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;
conseguentemente
l’Asp n. 5, attraverso l'Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato
alle farmacie l'esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di
poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni farmaceutiche;
tutti i
titolari delle farmacie interessate hanno provveduto a quanto di competenza
comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;
a tutt'oggi,
però, non sono state erogate le somme spettanti alle farmacie per i servizi
prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti
interessati, che i mandati di pagamento sarebbero bloccati per mancanza del
codice identificativo di gara (GIG);
ove confermata
tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni
fondamento giuridico, atteso che nel caso di specie non è previsto l'obbligo
del CIG, richiedendosi quest'ultimo solo per pagamenti imputabili a procedure
di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazioni farmaceutiche in
regime di concessione;
se risponde al
vero che i pagamenti a favore dei titolari di farmacia ricadenti nell'ambito
dell'ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice identificativo
di gara (CIG);
se, in caso
affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero
sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di
intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una
situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica
delle strutture farmaceutiche operanti nell'ambito dell'ASP 5.
(138;
10.06.2011)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
per garantire
il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo
indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e
per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale
della Calabria ha approvato la legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8;
la legge
regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento delle
ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da
in seguito al
ricorso proposto dal Governo nazionale,
il personale
ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato burocratico
dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e competenze
divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;
attraverso la
legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche
inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici
dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;
la sentenza
della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di
malessere nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un
anno di distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione
di disagio precedente la norma;
se non ritengano opportuno adoperarsi affinché sia individuata attraverso
apposita delibera di Giunta una soluzione che miri a risanare ciò che veniva
previsto dalle legge n. 8/2010, rispondendo così alle legittime aspettative di
questi lavoratori.
(139; 14.06.2011)
Tripodi. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
la prospettiva
di ampliamento della compagine sociale della SOGAS attraverso un'attività di
implementazione dei voli aeroportuali che, di conseguenza, favorirebbe un
sicuro allargamento del bacino di utenza all'area siciliana, rappresentano
certamente obiettivi strategici essenziali per un progetto di sviluppo dello
scalo aeroportuale dello Stretto;
tali finalità
impongono però di operare delle selezioni con particolare metodo ed oculatezza.
Difatti, le compagnie aeree devono innanzitutto possedere requisiti di
affidabilità sia dal punto di vista della qualità dei servizi (puntualità,
sicurezza, accoglienza) sia dal punto di vista della solidità economica;
in diverse,
recenti occasioni la compagnia Eagles
airlines (ora Prima Aerotrasporti Italiani), sostenuta proprio
dalla Regione Calabria, ha destato davvero molte perplessità soprattutto in
termini di affidabilità dacché la improvvisa cancellazione dei voli o i
notevoli ritardi in arrivo e in partenza hanno comportato gravi disagi
all'utenza, con conseguente inevitabile caduta di credibilità della Compagnia
medesima;
vicende come
questa non possono passare inosservate soprattutto in previsione dei
preannunciati nuovi affidamenti, quali quello della compagnia aerea Blue disdicevoli dell'altro sopra citato
vettore;
con quali
procedure, gare o manifestazioni di interesse, sono state selezionate le
compagnie aeree (Eagles Airlines e Blue Panorama)
sostenute con incentivi pubblici delle Regione Calabria e/o di altre
istituzioni;
sulla base di
quali criteri di affidabilità, anche economiche, sono stati individuati i nuovi
vettori affidatari del servizio di trasporto aereo.
(140; 14.06.2011)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella
qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:
in seguito
all'approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 "Piano
straordinario contro le mafie" tutti i movimenti finanziari relativi ai
lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti
dedicati idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;
conseguentemente
l'ASP n. 5, attraverso l'Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato
alle cooperative sociali che operano nel settore salute mentale e nel servizio
Adi (assistenza domiciliare integrata) l'esigenza di comunicare il conto
corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti
dalle prestazioni suddette;
le cooperative
interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli estremi del
conto corrente dedicato;
a tutt'oggi,
però, non sono state erogate le somme spettanti alle cooperative sociali per i
servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai
diretti interessati, che gli atti di liquidazione sarebbero bloccati per
mancanza del codice identificativo di gara (GIG);
ove confermata
tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni
fondamento giuridico, atteso che nei casi di specie non è previsto l'obbligo
del CIG, richiedendosi quest'ultimo solo per pagamenti imputabile a procedure
di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazione residenziali rese
delle cooperative in seno alle strutture pubbliche dell'Asp 5 stessa in regime
di convenzione unitamente al personale dell'Asp e sotto la diretta vigilanza
del personale della stessa;
la medesima
interpretazione vale anche per le prestazioni di assistenza domiciliare che
operano in regime di accreditamento, il quale viene rilasciato dalla stessa
azienda sanitaria previa verifica dei rigidi requisiti di legge e non in
conseguenza di procedure di gara;
se risponde al
vero che i pagamenti a favore delle cooperative sociali per i servizi di cui in
premessa ricadenti nell'ambito dell'ASP 5 siano riconducibili alla mancata
comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);
se, in caso
affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero
sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di
intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una
situazione finanziaria, attraverso l'adozione dei necessari atti
amministrativi, che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica
degli operatori della salute mentale oltre che di discriminazione rispetto agli
operatori pubblici in organico nei medesimi servizi e la cui copertura
finanziaria deriva dal medesimo fondo indistinto, mentre per il servizio ADI vi
è il concreto rischio di una sua interruzione con grave nocumento per la
cittadinanza e per gli operatori dei servizi.
(143;
17.06.2011)
Guccione,
Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione provinciale di Cosenza ha approvato il bilancio
dell'Ente destinando venti milioni di euro nel Piano degli Investimenti per la
realizzazione dell'aeroporto di Sibari;
le istituzioni locali della Sibaritide, le forze imprenditoriali locali e
gli operatori turistici si sono dichiarate anch'esse favorevoli e disponibili a
partecipare alla realizzazione e alla gestione di questa importante
infrastruttura aeroportuale;
quali interventi amministrativi e quali disponibilità economiche
(144; 17.06.2011)
Talarico D. All’assessore
alla cultura. Per sapere – premesso che:
nel mese di
novembre dello scorso anno centinaia di ricercatori calabresi hanno aderito al
bando Por Fse 2007-2013 che metteva a disposizione dei residenti nel territorio
regionale 73 borse di studio, della durata di tre anni, da spendere,
nell'ambito della ricerca, presso l'Università della Calabria;
il bando di
che trattasi prevedeva un termine di 60 giorni per la pubblicazione della
graduatoria definitiva degli assegnatari;
dal termine di
scadenza del bando sono ormai passati 7 mesi, ma ancora non si è provveduto a
rendere noti i nominativi dei vincitori, secondo la relativa graduatoria;
esiste il
rischio, peraltro opportunamente paventato dai ricercatori, che non si possano
più erogare le borse di studio per i tre anni previsti dal bando, mancando
ormai soli due anni alla scadenza del 2013;
da
indiscrezioni di stampa si evincerebbe che la responsabilità di tale ritardo
sarebbe da imputare alla modalità di valutazione adottata dal Cineca (Consorzio
nazionale interuniversitario con sede a Bologna), l'ente cui è stata demandata
l'istruttoria dei progetti presentati dai ricercatori aderenti al bando;
la situazione
di stallo e di incertezza venutasi a creare, oltre a frustrare le aspirazioni
di coloro che potrebbero beneficiare delle borse di studio, getta un ombra
negativa sul sistema di gestione della finanza europea finalizzata al settore
dell'università, della ricerca e della formazione;
quali urgenti,
concrete, iniziative si intendono assumere per sbloccare la situazione, al fine
di addivenire in tempi rapidi alla formazione delle graduatorie ed
all'assegnazione delle relative borse di studio;
se esiste il
rischio concreto di perdere un'annualità nell'erogazione delle borse di studio
di che trattasi e quali misure si starebbero studiando per scongiurare tale
eventualità.
(145;
17.06.2011)
Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura e forestazione. Per sapere – premesso che:
con delibera numero
47 del 10.02.2011
in
particolare, è testualmente stabilito in quest'ultimo che "Per effetto della nuova riperimetrazione dei Consorzi di
Bonifica, al fine di omogeneizzare la distribuzione della forza lavoro sul
territorio di competenza, sono autorizzati trasferimenti di operai idraulico
forestali pari a numero 100 unità dall'ex A.Fo.R. Servizio Provinciale di
Cosenza al Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino (..)
";
in
ottemperanza al richiamato disposto, l'Azienda regionale ha attuato tale trasferimento
con efficacia dal 1° Aprile c.a., comunicandolo agli interessati con nota del
24.03.2011;
né nel Piano
Attuativo in oggetto, né nella delibera di approvazione dello stesso, né, ancora,
nel provvedimento di trasferimento, alcuna indicazione sarebbe stabilita in
ordine a criteri e modalità di attuazione della programmata mobilità di
personale;
in forza di
ciò, pare che talune organizzazioni sindacali di settore, tra le più
rappresentative del comparto abbiano richiesto all'Azienda di Forestazione urgenti
e precisi chiarimenti in ordine alle conseguenze giuridiche, economiche e
sociali che ne potrebbero derivare dal provvedimento, a tutela dei diritti e
delle spettanze di tutti quei lavoratori interessati dallo stesso;
ad oggi, pare
che le inoltrate richieste siano rimaste prive di risposta;
per come noto,
la mobilità del personale tra enti, per come regolamentata dalla vigente
normativa in materia, intanto è legittima, in quanto il dipendente trasferito
conservi la posizione giuridica ed economica acquisita nell'ente di
provenienza, con ogni conseguenza derivante in caso di attribuzione di mansioni
e/o superiore qualifica nell'ente di destinazione;
gli istituti
di mobilità sono destinati a far fronte ad esigenze organizzative delle
Istituzioni mirando, però, al contempo, al miglioramento motivazionale e
funzionale del personale nel rispetto della professionalità posseduta;
se e come,
acclarata la veridicità di quanto premesso, si intenda intervenire per la
risoluzione della cennata ed improcrastinabile questione;
se e come si
intenda intervenire per la necessaria chiarificazione circa le conseguenze
giuridiche, economiche e sociali che l'avviata mobilità delle 100 unità di
operatori comporterà;
se non si
ritenga opportuno, infine, intervenire in tal senso, in primis a tutela dei
diritti dei tanti lavoratori trasferiti e, quindi, al fine di scongiurare
dispendiosi contenziosi che vedrebbero, con ogni ragionevole probabilità,
l'Azienda regionale e
(120;
11.04.2011)
Mirabelli. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza che con il decreto numero
21 del 15 marzo 2011 è stato stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa
per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da
privato accreditato per l'anno 2011, che ancora una volta è stato suddiviso tra
le Asp regionali in modo iniquo, mediante l'applicazione di un criterio di
riparto assolutamente arbitrario e poco trasparente, tale da determinare anche
per il 2011 una evidente sperequazione fra le province, con una distribuzione
delle risorse pro-capite in netto vantaggio per gli abitanti di Reggio e
Crotone rispetto a quelli delle restanti province (Cosenza, Catanzaro e Vibo),
così come verificatosi nel 2010;
solo il 25% delle risorse viene distribuito con il criterio pro-capite,
cioè sulla base della popolazione residente;
mentre il 75% viene assegnato sulla base della produzione storica
dell'anno 2010;
la tabella (in allegato) di ripartizione del fondo della specialistica
ambulatoriale da privato accreditato adottata dalla Regione Calabria per il
2011 e consegnata alle Associazioni di Categoria, contiene i seguenti vizi:
l. il dato storico, sulla base del quale viene assegnato il 75% del
finanziamento (su produzione) è lo storico 2010, anno in cui Cosenza e Vibo non
hanno lavorato dal mese di settembre a quello di dicembre, in quanto il fondo
specifico stanziato per le suddette province non copriva l'intero anno, poiché
la quota pro-capite per cittadino risultava nettamente inferiore rispetto alle
province di Crotone e Reggio Calabria (quota procapite RC: euro 63, KR: euro
53, quota procapite VV: euro 10, CS: euro 27, CZ: euro 13, per l'anno 2010);
adottando tale dato per alcune province il riferimento è di 12 mesi di
attività, mentre per le altre è di circa 9 mesi (è chiaro che il criterio di
assegnazione del finanziamento in rapporto alla produzione del 2010 non può
essere applicato);
2. nella colonna "25% su popolazione pesata", le risorse
assegnate con il criterio procapite non corrispondono al 25%, ma solo al 20%
(il totale delle quote date alle singole province infatti non è 20 milioni, ma
circa 16 milioni), così venendo a mancare il 5% di tali risorse; che tale 5% lo
ritroviamo in una interessante colonna della tabella, definita "riequilibrio",
nella
quale quasi 3 milioni di euro vengono immotivatamente assegnati alla provincia
di Reggio Calabria, così determinando, invece, un "disquilibrio",
vista la disparità di trattamento che pone in essere, e cioè che la provincia di Reggio
Calabria ha più risorse di quelle di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia;
i motivi per i quali, nell'adottare il decreto numero 21/2011, è stato
disatteso il decreto regionale numero 18/2010 che prevede la ripartizione delle
prestazioni sanitarie fra le province sulla base dell'applicazione esclusiva
del criterio pro-capite, mentre si è scelto di privilegiare ancora una volta il
criterio della "spesa storica", premiando in tal modo chi ha avuto la
possibilità di poter spendere di più negli anni precedenti, nonostante il
Governo ormai da anni ribadisca alle Regioni che tale criterio è la causa degli
sprechi e del disavanzo in cui versa
i motivi che giustificano la colonna (in tabella) del cosiddetto
"riequilibrio" nella quale sono stati assegnati 3 milioni di euro in
più all’ASP di Reggio Calabria;
il motivo per il quale sia stato utilizzato l'intero anno 2010 come
riferimento per il calcolo del 75% del finanziamento in rapporto alla
produttività, considerato che nel suddetto anno le strutture di Cosenza e Vibo
non hanno potuto lavorare e pertanto produrre, nell'ultimo trimestre, per
assenza della copertura finanziaria (esiguità del fondo assegnato);
come si intende assicurare la quantità delle prestazioni ed i livelli
essenziali di assistenza nell'ambito della specialistica ambulatoriale
convenzionata per l'intero anno
quali provvedimenti si intendono adottare per riequilibrare verso una
giusta equità di spesa, dal momento in cui la provincia di Reggio Calabria a
fronte di una popolazione di 545.363 abitanti ha una capacità di spesa di
36.640.415,39 milioni di euro per il 2011, mentre la provincia di Cosenza a
fronte di una popolazione di 722.100 abitanti ha invece una capacità di spesa
di 24.105.444,74 milioni di euro, incongrua ed insufficiente rispetto ad una
richiesta di domanda di prestazioni sanitarie superiore a quella della stessa
provincia di Reggio Calabria.
(121; 12.04.2011)
Nucera. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
con Legge
regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo
dei prodotti agricoli regionali anche a chilometri zero)
per
raggiungere le predette finalità, la legge suddetta ha previsto interventi per
favorire l'incremento della vendita di prodotti agricoli di origine regionale e
prodotti agricoli a chilometri zero da parte della distribuzione, assicurare
un'adeguata informazione ai consumatori sull'origine e le specificità dei
prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero, vietare la
somministrazione di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati da
parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica, sostenere
l'acquisto di prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero
da parte delle imprese esercenti attività di ristorazione o ospitalità
nell'ambito del territorio regionale, favorire l'incremento della vendita
diretta di prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero da
parte degli imprenditori agricoli, garantire il rispetto della normativa in
materia di presentazione ed etichettatura dei prodotti agricoli freschi e
trasformati attraverso idonea attività di controllo anche con l'utilizzo di strumenti
tecnologici a tutela del consumatore ed incentivare l'impiego da parte dei
gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica di prodotti agricoli di
origine regionale e prodotti agricoli a chilometri zero nella preparazione dei
pasti;
l'art. 9
(Parere comunitario di compatibilità), comma 1, della Legge regionale n. 29 del
14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti
agricoli regionali anche a chilometri zero) prevede che le disposizioni di cui
agli articoli 3 (Utilizzo dei prodotti agricoli regionali nei servizi di
ristorazione collettiva pubblica) e 4 (Promozione dei prodotti agricoli
regionali) della detta legge siano applicabili a decorrere dall'ottenimento del
parere positivo di compatibilità da parte della Commissione Europea ai sensi
degli articoli 87 e 88 del Trattato CE e alla pubblicazione del relativo avviso
nel Bollettino ufficiale della Regione Calabria;
la legge
prevede, inoltre, che
il parere
comunitario di compatibilità di cui all'art. 9 della Legge regionale 29/2008
non è ancora stato espresso, rendendosi in tal modo, di fatto, inoperanti due
delle norme più importati, ai fini della promozione dei prodotti agricoli
regionali, della detta legge;
l'attuazione e
l'applicazione della Legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per
orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali anche a
chilometri zero), anche attraverso l'ottenimento del parere di compatibilità da
parte della Comunità europea, rappresenta un momento indispensabile per il
rilancio dell'intero settore agricolo;
se e quando
intende porre in essere le attività che
se intende
porre in essere un'azione di sollecito alla Commissione europea del parere
comunitario di compatibilità, necessario ai fini dell'applicabilità degli articoli
3 (Utilizzo dei prodotti agricoli regionali nei servizi di ristorazione
collettiva pubblica) e 4 (Promozione dei prodotti agricoli regionali) della
detta legge.
(125;
18.04.2011)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'art. 44 del D.Lgs. n. 368 del 17 agosto 1999 (Attuazione della
direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco
riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli e delle direttive
97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e 99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CEE)
ha istituito l'Osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica,
presso le regioni nelle quali sono istituite le scuole di specializzazione
disciplinate dal detto decreto;
nella Regione Calabria le scuole di specializzazione medica sono
istituite presso l'Università degli studi "Magna Graecia" di
Catanzaro;
il secondo e il terzo comma dell'art. 44 del Decreto legislativo citato
prevedono che le regioni debbano provvedere all'istituzione degli osservatori
entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, che
l'Osservatorio deve essere nominato dalla regione e aver sede presso una delle
aziende sanitarie della rete formativa dei corsi di specializzazione;
ai sensi delle
suddetto decreto l'organizzazione dell'attività dell'Osservatorio è
disciplinata da protocolli di intesa fra università e regione e negli accordi
fra le università e le aziende, attuativi delle predette intese, ai sensi
dell'articolo 6, comma 2, del D. Lgs. n. 502 del 30 dicembre 1992 (Riordino
della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23
ottobre 1992, n. 421) e s.m.i.;
a tutt'oggi
l'Osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, nella Regione
Calabria, non è stato istituito, né è stata posta in essere alcune delle
attività tese alla sua istituzione;
l'istituzione
e il corretto funzionamento degli Osservatori regionali per la formazione
medico-specialistica sono di enorme importanza, in quanto garanti degli
standard formativi ed assistenziali delle singole scuole di specializzazione;
gli
Osservatori definiscono, ai sensi del primo comma dell'art. 44 del D.Lgs. 368/99, i criteri per la rotazione
all'interno delle reti formative e verificano lo standard di attività
assistenziale dei medici in formazione specialistica, in conformità alle
indicazioni dell'Unione europea;
se e quando
intende porre in essere le attività propedeutiche alla istituzione e,
conseguentemente, istituire nella nostra regione l'Osservatorio regionale per
la formazione medico-specialistica, previsto dall'art. 44 del D.Lgs. n. 368 del
17 agosto 1999 (Attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera
circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi,
certificati ed altri titoli e delle direttive 97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e
99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CEE).
(126;
19.04.2011)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
per garantire
il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo
indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e
per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale
della Calabria ha approvato
la legge
regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento delle
ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da
in seguito al
ricorso proposto dal Governo nazionale,
il personale
ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato burocratico
dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e competenze
divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;
attraverso la
legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche
inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici
dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;
la sentenza
della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di malessere
nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un anno di
distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione di
disagio precedente la norma;
se non
ritengano opportuno adoperarsi affinché sia individuata attraverso apposita
delibera di Giunta una soluzione che miri a
risanare ciò che veniva previsto dalla legge n. 8/2010, rispondendo così alle
legittime aspettative di questi lavoratori.
(127;
21.04.2011)
Morelli. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera del direttore generale dell’allora Azienda Sanitaria n. 1 di
Paola, n. 134 del 7 febbraio 2002 veniva istituito il Centro Diurno per
diversamente abili, Polifunzionale nel Comune di San Pietro in Amantea in
provincia di Cosenza;
il suddetto Centro Diurno Polifunzionale, semiresidenziale, secondo la declaratoria
della sopracitata delibera è destinato alla socializzazione ed integrazione
sociale di quei soggetti che possono trovarsi in qualunque forma di disagio e
si avvale di personale dipendente dall’Azienda Sanitaria di Paola per le figure
presenti in organico ed integrato da personale esterno con incarichi a tempo
determinato per le figure non presenti nella dotazione organica aziendale;
i Centri Diurni nascono dopo la legge Basaglia, numero 180/78, che
prevede l’abolizione degli ospedali psichiatrici, inizialmente essi erano finalizzati
esclusivamente ad interventi
psichiatrici, ma successivamente il loro obiettivo si è rivolto a tutte le
forme di disagio;
il Centro Diurno in oggetto, infatti ospita soggetti diversamente abili di
varie patologie e fornisce agli stessi, interventi integrati assistenziali di
tipo educativo e rieducativo e riabilitativo così come recita la normativa
vigente che individua il Centro Diurno come erogatore di una pluralità dell’offerta
dei servizi, sociale/sanitario con lo scopo del
recupero delle capacità residue di autonomie e di relazione delle persone;
in data 22 marzo corrente anno, il
Comando dei Carabinieri per la salute, Nas di Cosenza,
ha effettuato un accesso ispettivo nella Sede del Centro Diurno di San Pietro
in Amantea rilevando delle inadempienze: “una diversa destinazione d'uso del
Centro”, “Erogazione di prestazioni di natura sociale i cui costi (diretti o
indiretti) sono in carico del SSR”, - “Erogazione di prestazioni sanitarie afferenti
con delibera n. 1128 del 24 marzo 2011, il Commissario Straordinario dell’Asp
di Cosenza, demandava al Direttore del
distretto di Amantea, competente per territorio, di disattivare immediatamente
le attività erogate dal Centro di San Pietro in Amantea;
il Direttore del distretto di Amantea in seguito alla delibera n. 1128/11
sopra citata, scriveva in data 14.04.2011, prot. n. 62243 del 15.04.2011 le
proprie controdeduzioni al Commissari Straordinario dell’Asp di Cosenza, a S. E. Prefetto di Cosenza, alla Regione Calabria - Dirigente del dipartimento tutela della salute, al Procuratore della
Repubblica di Paola ritenendosi sì pronto ad eseguire gli ordini superiori e,
quindi, a sospendere le attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea ma
evidenziava l’infondatezza dell’assunto secondo cui il Centro sarebbe destinato
a servizi di tipo esclusivamente sociale ed altro, entrando nel merito su ogni
punto del verbale stilato dai NAS, con un lungo documento molto dettagliato, ed
invitava l'Asp, a rivedere la decisione
di chiusura definendola “incresciosa”;
in seguito a quanto sopra, i sindaci del territorio, afferente al
Distretto sanitario di Amantea (9 comuni) si
sono riuniti una prima volta in data 4 Aprile 2011 presso il Centro Diurno di San
Pietro, successivamente in
data 15 Aprile
in data 4 maggio corrente anno, le famiglie degli ospiti del Centro
Diurno di San Pietro in Amatea, si sono riunite in assemblea, sottolineando in un
verbale da loro redatto, firmato e regolarmente inviato a mezzo raccomandata
A/R a tutte le autorità interessate, il disagio che stanno vivendo allorquando
i loro congiunti sono costretti a rimanere a casa e quindi l’emarginazione
sociale-terapeutica che per loro si profila sia in termini di salute in quanto
le famiglie non sono attrezzate nella gestione di questi soggetti portatori di handicap,
che in termini di sostegno psicologico e terapeutico, in quanto lasciate sole;
le ragioni che a tutt’oggi inducono le istituzioni competenti a non
ricercare una soluzione rapida per il superamento di un ostacolo
burocratico-amministrativo vista la motivazione che ha causato la sospensione
delle attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea (CS), considerando
che la struttura de quo, unica nel territorio del Tirreno cosentino, offre un
servizio di supporto importantissimo sotto l’aspetto psico-socio-sanitario non solo ai soggetti ospiti delle
strutture ma anche alle famiglie ed al territorio;
le ragioni di una sottovalutazione del problema che comporta un disagio
notevole alle famiglie dei portatori di handicap ospiti dei Centri, considerato
che, non essendoci altri Centri specializzati a cui rivolgersi e non essendo le
stesse attrezzate per la gestione sia psicologica che terapeutica dei loro
figli, sono rimasti abbandonati a loro stessi. Atteso che, non si può certo parlare
di spesa e di danno dal momento che, da un rendiconto ufficiale rilasciato dal
Servizio economato Asp CS – ex Asl n. 1 di Paola, si evidenzia che la spesa
complessiva …in 10 anni di attività ammonta a euro 122.616,03 (12.000/anno
circa – 1.200,00/mese circa e che gli ospiti del centro quasi si
autofinanziavano con offerte e donazioni per le diverse attività svolte (quali
ceramica, pittura, giardinaggio) in quanto al Centro diurno venivano
continuamente commissionati da parte di Enti pubblici, Associazioni, Enti privati
ecc, gadgets e lavori artigianali per manifestazioni,
congressi e convegni di varia natura. Tutto ciò faceva parte di un progetto
finalizzato a consentire l’ingresso di questi ragazzi nel mondo del lavoro.
(135; 3.6.2011)
Battaglia. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere
- premesso che:
l'art. 28
dello Statuto affida al Regolamento del Consiglio regionale la facoltà di
istituire Commissioni;
l'art. 36 del
Regolamento del Consiglio regionale disciplina il Comitato per la qualità e la
fattibilità delle leggi;
dall'atto del
suo insediamento il Comitato ha posto tra i suoi obiettivi primari quello della
verifica dello stato della legislazione vigente e dell'abrogazione delle norme
desuete;
lo stesso
organismo ha lavorato alacremente, grazie anche all'impulso del proprio
Presidente, al raggiungimento degli obiettivi prefissati;
il Comitato
per la qualità e la fattibilità delle leggi si avvale, per la propria missione,
dell'egregia collaborazione del personale assegnato al Comitato e di quello del
Servizio legislativo;
l'Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale, con deliberazione n. 7 del 23 febbraio
il personale
del Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi nonché quello del
Servizio legislativo si distinguono per l'alto profilo di specializzazione
professionale certificato dallo svolgimento di procedure concorsuali per la
relativa assunzione;
il Comitato
appena costituito si appalesa, dunque, come una manifesta duplicazione delle
strutture interne del Consiglio regionale;
l'istituzione
di un Comitato composto da 8 membri esterni per la durata di un anno comporta
un rilevante impegno finanziario per le casse del Consiglio regionale per cui
lo stesso appare antieconomico ed oltre a costituire un evidente spreco di
risorse dell'ente, contrasta con le vigenti norme regionali per il contenimento
della spesa ( articolo
i motivi reali
alla base della costituzione del Comitato di esperti ed invitare a valutare se
non sia il caso, alla luce delle considerazioni sopra esposte, che l'Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale riveda, annullandola, la propria
deliberazione n. 7/2011.
(142;
15.06.2011)
Principe, Maiolo, Franchino. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 11
ottobre 2010, Sviluppo Italia Calabria in liquidazione ha avviato la procedura di mobilità per tutto il personale
dipendente dalla società ai sensi dell'art. 4
e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223;
in data 10
novembre 2010 si è tenuto, su richiesta delle Rappresentanze sindacali aziendali,
il previsto esame congiunto tra le parti allo scopo di esaminare le cause che
hanno determinato l'avvio delle procedure di mobilità;
in data 26
novembre 2010 le parti non hanno trovato alcun accordo per cui Sviluppo Italia Calabria comunicava l'esito della
procedura di liquidazione agli Organi Amministrativi;
la procedura ex legge 223/1991 e successive
modificazioni e integrazioni, si è conclusa nei tempi legislativamente previsti
e comunicati;
Sviluppo
Italia Calabria ha stabilito il giorno 24 marzo 2011 quale data ultima per
procedere ai licenziamenti;
nell'imminenza
dello scadere di tale termine
in data 14 del
mese di marzo 2011 si è tenuto un
incontro tra il Ministero dello sviluppo economico,
nel corso
dell'incontro, i rappresentanti della Regione Calabria hanno confermato
l'intenzione di formalizzare la propria adesione allo schema di contratto per
l'acquisto della Soc. Sviluppo Italia Calabria in liquidazione, per
l'utilizzazione delle professionalità in essa presenti, a condizione che il costo
del lavoro non ecceda l'importo di 2.881.000,00 euro e, comunque, non superi il
60% del dato risultante dall'ultimo bilancio interinale approvato. Chiedendo, a
tal fine, una proroga dei termini di chiusura della procedura di mobilità in
corso dal 24 marzo al 15 aprile;
in data 16
marzo 2011 si è riunito il Collegio dei liquidatori di Sviluppo Italia Calabria
in liquidazione, che ha concesso, ex art. 8, comma 4 D.L. numero 148/1993, la
proroga richiesta dalla Regione Calabria;
se
quali
iniziative istituzionali ed amministrative sono state assunte per la definitiva
conclusione del procedimento, al fine di scongiurare la sciagurata ipotesi del
licenziamento di tutti i lavoratori di Sviluppo Italia Calabria.
(123;
14.04.2011)
Principe, Amato,
Maiolo. Al Presidente della Giunta
regionale e all'assessore al lavoro, formazione professionale, politiche
sociali. Per sapere – premesso che:
l'Accordo tra il
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e le Province autonome di Trento e
Bolzano del 29 aprile
con il Decreto n.
11258 del 2 agosto 2010 è stato approvato l’Avviso pubblico/direttiva per la
presentazione di progetti di percorsi di Istruzione e Formazione professionale
pubblicato sul BURC n. 35 del 3 settembre 2010;
con il Decreto n.
15346 del 8 novembre 2010 è stata approvata la graduatoria provvisoria degli
interventi formativi in attuazione dell'Accordo Conferenza Stato Regioni del 29
aprile
sulla base della
valutazione effettuata dal Nucleo, con il Decreto n. 15346 sono state ammessi a
finanziamento 79 interventi triennali formativi da realizzare su tutto il
territorio calabrese di cui
il Dipartimento per
l'Istruzione del MIUR, il 30 dicembre
con l'Accordo territoriale,
sottoscritto in via provvisoria il 28 gennaio 2011, tra il Dirigente generale
del Dipartimento n. 10 della Regione Calabria e
con la deliberazione
della Giunta regionale della Calabria n. 67 del 28 febbraio 2011 sono state
approvate le "Linee Guida per la realizzazione dei percorsi di Istruzione
e Formazione professionale";
con l'Accordo territoriale
tra Regione Calabria e Ufficio Scolastico Regionale del 23 maggio 2011 è stata
convenuta la realizzazione di percorsi di Istruzione e Formazione professionale
negli Istituti Professionali di Stato, nei limiti dell'Accordo del 16 dicembre
2010, prevedendo un contributo a favore degli Istituti Professionali di 2.500
euro per ogni alunno iscritto e il termine del 31 maggio per la presentazione
dei progetti;
il Dipartimento
Regionale n. 10, nelle more dell'approvazione della graduatoria definitiva di
cui all'Avviso pubblico/direttiva del 3 settembre
le Agenzie formative
hanno sottoscritto con
molte Agenzie formative
accreditate nella Regione Calabria, in esito alla Circolare ministeriale n.
101, citata in premessa, hanno svolto una attiva sessione di orientamento nelle
scuole superiori di primo grado calabresi ricevendo un cospicuo numero di
iscrizioni ai percorsi di Istruzione e Formazione professionale;
il Servizio
Statistico della Direzione generale per gli Studi,
in Calabria
risultano iscritti alla terza classe delle scuole superiori di primo grado
circa 20.000 alunni, presumibilmente circa 1000 alunni hanno scelto di
iscriversi ad un percorso regionale di Istruzione e Formazione professionale:
ad oggi il
Dipartimento regionale n. 10 non ha approvato la graduatoria definitiva degli
interventi formativi in attuazione dell'Accordo Conferenza Stato Regioni del 29
aprile
ad oggi lo stesso
Dipartimento regionale n. 10 non ha impegnato alcuna somma per il finanziamento
dei 79 percorsi di Istruzione e Formazione professionale autorizzati in via
provvisoria, in corso di esecuzione nella regione e che stanno interessando
oltre 1000 giovani e vedono impegnati centinaia di docenti, tutor, ecc.;
ad oggi
quali determinazioni
quali determinazioni
(141; 15.06.2011)
Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:
lo svincolo autostradale di Firmo può essere considerato la porta
d'accesso alla Sibaritide, essendo quello più vicino alle strade di
collegamento che permettono di raggiungere agevolmente
lo stesso è chiuso al traffico per lavori di ammodernamento a far data
dal 15 aprile 2009, giusta ordinanza dell’Anas;
nel luglio 2009 i sindaci e gli operatori turistici del comprensorio,
dopo vane sollecitazioni, giunsero ad inscenare una protesta nei pressi dello
stesso, onde protestare per la scelta di effettuare i pur necessari lavori in
coincidenza con la stagione estiva ed ottenere dall’Anas risposte certe sui tempi
di completamento degli interventi infrastrutturali e sulla riapertura al
traffico;
l’Anas,
con nota del luglio 2009, garantiva che i lavori in corso sarebbero stati
conclusi in tempi brevi;
nella primavera del 2010, permanendo la chiusura al traffico dello svincolo, con
evidenti, gravi ripercussioni sull’economia agricola e turistica della zona, già
penalizzata dalla carenza del sistema infrastrutturale dal punto di vista
stradale, ferroviario ed aeroportuale, lo scrivente presentava alle SS.VV. una
prima interpellanza sulla questione;
successivamente, nel luglio del 2010, l’Anas procedeva alla riapertura
degli svincoli lungo la sola direttrice nord;
in seguito, nell'ottobre dello stesso anno, attraverso il Dipartimento provinciale
di Cosenza l’Anas rendeva noto che i lavori per gli svincoli lungo la
direttrice Sud, affidati ad un'impresa con contratto poi oggetto di rescissione
unilaterale, sarebbero stati affidati ad altra impresa e completati entro la
primavera del 2011;
protraendosi lo stato di inattività dei cantieri, tra il marzo e l'aprile
2011 diversi sindaci ed operatori turistici del comprensorio hanno lamentato il
perpetuarsi delle inadempienze dell'Anas. Da ultimo in risposta alle sollecitazioni
rivoltegli dal Sindaco di Firmo, il Presidente dell'Anas, dott. Pietro Ciucci,
con missiva del 20 maggio scorso ha comunicato di non essere in grado la società
da Lui diretta di assumere impegni precisi sulla riapertura anche degli svincoli
lungo la direttrice Sud, dal momento che “l’Anas con proprio provvedimento del
10 marzo scorso, ha risolto in danno il contratto di appalto anche con la
seconda impresa appaltatrice e che, al momento, sono in corso le attività di
redazione dello stato di consistenza dei lavori
eseguiti, a seguito della cui redazione si provvederà nel più breve tempo
possibile all'assegnazione dei lavori a uno dei successivi partecipanti
all'originaria gara";
negativo sarebbe il protrarsi della chiusura dello svincolo per la terza
stagione estiva consecutiva, anche in considerazione della tortuosità dei
percorsi alternativi individuati e della carenza di adeguata segnaletica in alcuni
punti, con disagi indicibili per gli automobilisti non a conoscenza dei luoghi;
il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo
insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle questioni
legate alle deficienze infrastrutturali di cui l'intera Regione soffre;
se il governo regionale sia a conoscenza della situazione;
se e come, lo stesso, pur non avendo competenza alcuna nel merito della
questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per
far sì che lo svincolo autostradale di Firmo possa essere quanto prima riaperto
anche lungo la direttrice Sud ed interamente restituito al traffico veicolare.
(11; 6.06.2011)
Il Consiglio regionale
premesso che a
seguito del D.L. 25/06/2008 n. 112,
convertito in legge 6/08/2008 n. 133, i lavoratori precari del Comparto Scuola
(Ex Lsu-Ata), sono stati messi fuori organico dagli uffici scolastici Provinciali
e, per effetto della successiva "Riforma Gelmini", dopo ben 14 anni
di riconosciuta professionalità prestata, con la qualifica di "Assistente
Amministrativo" all'interno degli istituti scolastici, gli stessi
intravedono il rischio concreto di perdere il posto di lavoro;
considerato
che, per effetto di un intervento legislativo dell'agosto 2009, che si è
concretizzato in un emendamento al collegato alla Finanziaria 2010, è stata
assicurata fino al 31/12/2010 la proroga delle attività da loro svolte;
preso altresì
atto che con comunicazione del 11/11/2010 della Direzione Generale per
vista la
dichiarata disponibilità formulata nel recente passato dal Ministro On.
Angelino Alfano di colmare le carenze di organico, in atto esistenti, del
personale amministrativo degli uffici giudiziari della Provincia di Reggio
Calabria con personale "Ex Lsu-Ata", anche alla luce di analoga
proposta formulata dalla Prefettura di Reggio Calabria con lettera del
21/12/2009, a supporto del personale attualmente in servizio;
vista la
ineludibile necessità e la possibilità di stabilizzare anche i 100 lavoratori
calabresi "Ex Lsu-Ata" che, nell'ambito del più ampio bacino del
volontariato, "vantano" una anzianità di servizio così continuata;
impegna
a formalizzare
al Signor Presidente del Consiglio dei ministri ed al Signor Ministro della
Giustizia, la proposta di utilizzo e successiva stabilizzazione, mediante
adeguate formule contrattuali, di detto personale "Ex Lsu-Ata" presso
gli Uffici Giudiziari della Provincia di Reggio Calabria, consentendo, in tal
modo, di superare la precarietà troppo a lungo fin qui protrattasi, assicurando
una maggiore efficienza, efficacia ed economicità all'azione della pubblica
amministrazione nel comparto "Giustizia" di questo territorio, con
l'utilizzo di professionalità già esistenti e sperimentate nel tempo.
(38;
13.04.2011) Imbalzano
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
il comparto
agrumicolo rappresenta uno dei più importanti settori dell'agricoltura per la
nostra Regione ed in questi anni ha subito le ripercussioni della crisi
economica oltre che dell'invasione sul mercato da parte di produttori di altri
paesi, per cui va rilanciato e preservato;
le proposte di
legge n. 4108/XVI, recante "Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile
1961, n.
considerato
che
le innovazioni
previste dalla proposta di legge n. 4114/ XVI, recante "Norme in materia
di bevande analcoliche alla frutta, succhi di frutta e nettari, nonché di etichettatura,
promozione e salvaguardia dei prodotti italiani" e dalla proposta di legge
n. 4108/XVI, recante "Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile 1961, n.
invita
il Presidente
del Consiglio regionale della Calabria
ad intervenire
sul Presidente del Consiglio dei Ministri affinché solleciti la definizione
dell'iter legislativo delle proposte di legge n. 4108/XVI, recante
"Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile 1961, n.
(39;
27.04.2011) Nucera
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che:
il comparto della pesca in Calabria sta attraversando un periodo di
crisi;
sono scadute le deroghe previste dal regolamento comunitario per le c.d.
"pesche speciali";
l'interdizione delle reti c.d. spadare (che coinvolgono l’80% delle circa
700 imbarcazioni di piccola pesca costiera), ha acuito la crisi nel settore;
il mancato esercizio di questa attività comporta una perdita finanziaria
per le imprese ittiche;
secondo i dati diffusi da Lega Pesca, tra il 2003 ed il 2008 si è
assistito ad un assottigliamento delle imbarcazioni (-110), un decremento degli
occupati (-770unità), una riduzione delle catture (-2.540T) e del valore della produzione (-14
milioni di euro);
la flotta calabrese (circa 920 battelli, poco più del 6% del naviglio
italiano) si contraddistingue per una forte componente artigianale;
come da
agenzia di stampa, l'assessore Trematerra si è mostrato sensibile all'argomento
assicurando che, in occasione dell'assestamento di bilancio, farà ogni sforzo
possibile per assicurare la copertura finanziaria per l'applicazione della
legge regionale di cui al punto precedente;
impegna
preso atto che
l'assessore Trematerra si è già mostrato sensibile all'argomento, ad assumere
un impegno più preciso in ordine alla questione puntualizzando, dal punto di
vista della compensazione di bilancio, i capitoli cui attingere le risorse
necessarie per l'attuazione della suddetta legge;
ad assumere,
di concerto con i soggetti interessati, ogni altra iniziativa tesa ad ovviare a
tale situazione emergenziale nel settore in argomento.
(40; 6.06.2011) De Masi, Giordano, Talarico D.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
l'agrumicoltura da sempre costituisce la struttura portante
dell'economia agricola reggina e rappresenta un tratto distintivo del nostro
territorio. Le produzioni locali sono contraddistinte da tipologie varietali
mancanti delle caratteristiche qualitative ed organolettiche tali da consentire
la collocazione sui mercati del fresco, cosicché, negli anni, la trasformazione
industriale ha rappresentato lo sbocco commerciale naturale di tali produzioni.
E' andato cosi affermandosi un tessuto agroindustriale contraddistinto da imprese per lo più di
piccole e medie dimensioni preposte alla produzione di succhi concentrati o di
prima spremitura di ottima qualità che può vantare caratteri di assoluta
eccellenza a fini della produzione di succhi;
ciò ha
consentito nel tempo l'affermarsi di un distretto agroindustriale incentrato
sulla trasformazione industriale degli agrumi, che ha reso possibile
l'attivazione di numerose attività nell'indotto e fornito risposte concrete
anche sul piano occupazionale alla richiesta di territori da sempre
contraddistinti da forti squilibri nel mercato del lavoro;
questo
modello, è stato recentemente abbattuto dalla recente riforma dell'OCM
Ortofrutta varata nel 2007 dalla Comunità europea che ha portato al superamento
del precedente regime di sostegno, mettendo praticamente fuori mercato le
imprese calabresi, impossibilitate nell'immediato a fronteggiare la fortissima
concorrenza esercitata dalle produzioni estere;
la campagna
2010-2011 non è stata rappresentativa dell'effettivo stato in cui versa il
settore, viste le basse rese ad ettaro, condizionate da pessime condizioni
climatiche, siccità, grandine e gelo che hanno portato la produzione regionale
ai più bassi livelli degli ultimi dieci anni, accentuando ancora di più le
condizioni precarie del settore;
il quadro che
si delinea per la campagna agrumaria 2011/2012 mette quindi chiaramente in
evidenza le difficoltà in cui versa il comparto, in quanto le logiche di
mercato limitano al minimo le possibilità per i produttori di poter anche solo
affrontare le spese di raccolta del prodotto;
stante l'attuale
situazione del comparto, è impossibile, anche solo lontanamente ipotizzare un
regolare avvio della campagna di trasformazione 2011-2012 con gravissimi
risvolti occupazionali quantificati nell'immediato con la perdita di oltre
2.000 posti di lavoro, a cui vanno ad aggiungersi gli effetti altrettanto
dirompenti sulle attività dell'indotto che concorreranno ad aggravare la crisi
economica e sociale che già da tempo affligge il comparto;
impegna
a) inserire
una misura ad hoc sul PSR od altra
forma di finanziamento, per quanto concerne la conversione delle piantagioni di
agrumi obsolete con il reimpianto di nuove cultivar che trovino maggiori e
migliori sbocchi sui mercati attuali, tenendo anche in considerazione il fatto
che nella provincia di Reggio Calabria esistono numerosissime micro aziende e
che anche queste devono avere accesso a questo tipo di agevolazione rimanendo
dentro un sistema organizzato per colmare la pecca della ridotta superficie;
b) intervenire
a livello istituzionale per agevolare l'accesso al credito sia alle aziende
agricole che alle strutture organizzate;
c) fornire un
sostegno economico da parte della Regione per favorire l'aggregazione al
sistema organizzato, al fine di agevolare il prosieguo delle attività agricole
a tutti i livelli, stante anche il fatto che la scarsa qualità del prodotto non
favorisce la sua stessa commercializzazione;
d) incentivare
l'aggregazione in modo particolare nelle aree dove prevalgono le micro aziende,
magari estendendo il credito d'imposta per nuovi investimenti produttivi in
agricoltura con priorità agli investimenti che mirano all'aggregazione
dell'offerta ed alla stipula di accordi interprofessionali;
e) adottare
interventi straordinari a favore delle imprese agricole per fronteggiare la
crisi con particolare riferimento alla proroga della riduzione dei contributi
previdenziali ed assistenziali nelle zone svantaggiate con l'allargamento delle
agevolazioni ai settori in crisi;
f) introdurre
agevolazioni contributive e tributarie per le imprese agricole colpite da crisi
di mercato;
g) estendere a
tutte le attività agrumicole l'accisa zero per il gasolio e la riduzione al 4 per cento dell'aliquota Iva sui carburanti utilizzati
nelle attività agricole;
h) revisionare,
ristrutturare e ammodernare gli organismi di controllo e le metodologie di
ingresso nazionale per i prodotti agroalimentari. Inoltre si deve promuovere la
trasparenza sulla provenienza delle materie prime e dei prodotti finiti,
tramite etichettature dettagliate e che forniscano chiarezza sulla
tracciabilità e rintracciabilità del prodotto;
i)
defiscalizzare gli oneri sociali per le aziende agricole con la creazione di
una area franca nella Piana di Gioia Tauro per un determinato periodo dell'anno
per i contributi sulle assunzioni della manodopera dedicata ai prodotti
agrumicoli, fino a che non rientra lo stato di disagio;
j) assicurare
un sostegno alla ricerca, ai servizi per l'impresa e alla innovazione;
k) contribuire
alla lotta contro la batteriosi dei kiwi.
(41; 7.06.2011) Imbalzano
Il Consiglio regionale
premesso che
la situazione
di emergenza e di grave e sistematico pericolo sul tratto calabrese dell'A3
Salerno-Reggio Calabria, divenuto ormai un unico caotico ed infernale cantiere
a cielo aperto, ha ormai superato tutti i livelli di umana sopportazione;
la persistenza
di questo scandaloso stato di fatto rappresenta oggettivamente la negazione
quotidiana, per il cittadino calabrese, del diritto di mobilità e, per
il protrarsi
interminabile di lavori su quasi tutto il tratto calabrese, con l'apertura
continua e concomitante di sempre nuovi e diversi cantieri, determinanti la
discutibile chiusura simultanea di decine e decine di km di autostrada,
continua a determinare rischi e disagi inenarrabili all'utenza, con intuibile
ingovernabilità e moltiplicazione degli stessi in vista della stagione estiva
ormai arrivata;
nei numerosissimi tratti a doppio senso l'Anas non ha previsto distinti
percorsi per i mezzi pesanti e quelli leggeri, ciò determinando sia un estremo
rallentamento generale e costante dell'andamento di marcia ma, soprattutto, un
innalzamento del rischio di incidenti e della gravità delle conseguenze degli
stessi, con coinvolgimento fisiologico di autovetture e camion, come purtroppo
accaduto nei giorni scorsi;
per la gravità inaudita, per la dinamica, i mezzi e soprattutto per le
vittime, dell'ultimo tristissimo incidente occorso sul tratto vibonese dell'A3,
che ha causato la distruzione di un'intera famiglia in viaggio per congiungersi
con parenti ed amici;
impegna il Presidente della Giunta regionale
a voler fissare con urgenza un incontro con i vertici dell'Anas al fine
di:
1. prendere ufficialmente atto della insostenibilità della situazione
emergenziale attuale;
2. studiare con celerità diversi e praticabili percorsi alternativi sul
tratto A3 interessato dai cantieri;
3. prevedere percorsi esclusivi ed alternativi per i mezzi pesanti e
quelli leggeri;
4. avviare una verifica puntuale su modalità e tempi di esecuzione dei
lavori;
5. ridurre sensibilmente il numero di km complessivamente chiusi al
traffico;
6. prevedere e/o aumentare le ore/turni di lavoro notturno sui tratti più
difficili;
7. sollecitare, attraverso l'Anas, le diverse compagnie di telefonia
mobile ad installare, all'imbocco ed all'uscita delle gallerie nei cantieri
aperti, adeguati strumenti e dispositivi per la diffusione del segnale, a
garanzia dell'indispensabile copertura telefonica, sia per ragioni lavoro sia,
soprattutto, per eventuali emergenze.
(42; 17.06.2011) Caputo, Orsomarso
Chiappetta. F. Aiello, Guccione, Gallo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
a seguito di espletamento di gara d'appalto indetta dall'ex Azienda
sanitaria n. 2 di Castrovillari (attualmente accorpata nell'Asp di Cosenza),
l’Ati Medicasaie otteneva in affidamento la gestione delle Residenze sanitarie
assistenziali (Rsa) presenti nei comuni di Spezzano Albanese e Mottafollone;
in conformità al Piano sanitario regionale ed alla normativa vigente, la
ditta citata avanzava, nel dicembre 2006, alla Regione Calabria (per tramite il
Dipartimento tutela della salute), richiesta autorizzativa al funzionamento
delle due strutture;
sulla scorta di parere negativo espresso dall'Asp di Cosenza - peraltro
intervenuto assolutamente oltre i termini di legge e solo a seguito di formale
diffida ad adempiere della ditta - il Dipartimento regionale avviava
nell'agosto 2008 procedimento recettivo dell'istanza autorizzativa conclusosi,
nonostante le controdeduzioni ed i chiarimenti resi nell'iter stesso
dall'Associazione, con la negazione del provvedimento richiesto per entrambe le
residenze;
avverso i provvedimenti regionali veniva proposto dall'interessata
ricorso al Tar Calabria che, con sentenze nn. 1245/1246 del 21 Maggio 2010,
accogliendo in toto le doglianze dell'Associazione, annullava i due
provvedimenti recettivi;
l'inattività delle strutture che dovrebbero ospitare le Rsa di Spezzano
Albanese e di Mottafollone - peraltro immediatamente adeguate, dalla ditta
aggiudicatrice, alla normativa vigente - sono rimaste, dal 2006 ad oggi, del
tutto inutilizzate, determinando ciò non solo un danno finanziario di notevole
entità alla ditta stessa, ma, soprattutto, un ineludibile spreco di risorse
evidentemente connesso alla lesione del diritto alla salute ed alle cure nei
territori contemplati, peraltro come stabilito e programmato dalla stessa P.A.
con l’indizione della gara d'appalto per l'affidamento gestionale del servizio;
il tutto ha pure favorito, inevitabilmente, il proliferare in quelle zone
di strutture private capaci di fornire quel servizio non reso per le
problematiche che si sono succedute, con evidente aumento dei costi a carico
del Ssr;
nonostante il Tar Calabria abbia riconosciuto l'illegittimità dei
provvedimenti di diniego delle autorizzazioni, sembrerebbe che nulla sia stato
concretamente attuato per la definizione del procedimento relativo al rilascio
dell'autorizzazione al funzionamento delle Rsa in oggetto;
se sia venuto a conoscenza, attraverso i competenti uffici del Dipartimento
della Salute della Regione Calabria, dell’emanazione delle due sentenze con cui
il Tar si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati avverso l'illegittimità
del diniego dell'autorizzazione al funzionamento delle Rsa di Mottafollone e
Spezzano Albanese spettante all'Ati Medicasaie;
per quali ragioni, più in particolare, i competenti uffici non avrebbero
inteso, dal giugno 2010 ad oggi, in ossequio alle pronunce giudiziarie di
annullamento, procedere per il rilascio dell'autorizzazione al funzionamento
delle due strutture;
se non risulti opportuno definire il procedimento medesimo non solo in
ossequio alle richiamate decisioni giudiziarie, ma anche nella considerazione
che l'autorizzazione al funzionamento non comporterà per il Ssr,
nell'imminenza, costi aggiuntivi stante i tempi burocratici necessari
all'ottenimento dell'accreditamento da parte delle residenze stesse;
se non si intenda provvedere in tal senso per dirimere gli effetti
dannosi che un provvedimento illegittimo ha sino ad ora prodotto e che
ulteriore ritardo potrà solo aggravare;
se non ritenga opportuno, infine, nominare una Commissione d'indagine per
individuare l'eventuale esistenza di responsabilità che, a causa della dedotta
inerzia, possano far conseguire a carico dell’amministrazione regionale
indubbie richieste risarcitorie con ulteriore danno all’erario.
(65; 19.11.2010)
Risposta – “Con riferimento
all’oggetto, e in riscontro alla VS nota prot. n. 726 del 21 dicembre 2011:
Premesso che:
a seguito delle Sentenze
del Tar Calabria - Catanzaro nn. 1245/2010 et 1246/2010, che annullavano i
provvedimenti di diniego dell'autorizzazione sanitaria all'esercizio di Rsa per
anziani a firma del D.G. Vicario pro-tempore del Dipartimento Tutela della
salute (On. Antonino Bonura), l'A.T.I. Medicasale notificava dette pronunce
giurisdizionali alla Regione Calabria in data 22 settembre 2010 al fine di una
nuova determinazione nel merito.
Va tuttavia precisato
che, nelle more della definizione dei suddetti giudizi innanzi ai Tar, intervenivano
sia
Successivamente, con delibera
del Consiglio dei ministri del 30.07.2010 il Presidente della G.R. della
Regione Calabria veniva nominata Commissario ad acta per l'attuazione del piano
di rientro dal disavanzo dei settore sanitario e allo stesso veniva assegnato,
fra l'altro, lo specifico campito "di sospendere eventuali nuove
iniziative regionali in corso per la realizzazione o l'apertura di nuove
struttura sanitarie pubbliche avvero per l'autorizzazione e l'accreditamento di
strutture sanitarie private fino all’avvenuta adozione del piano di riassetto
della rete ospedaliera, della rete laboratoristica e della rete di assistenza
specialistica ambulatoriale, tranne quelle necessaria all’attuazione del Piano di
rientro".
Il Presidente della
Giunta regionale, nella sue qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro, con Decreto n. 4 del 24 agosto 2010, rettificato dal decreto
del 9 settembre
A ciò si aggiungano la
natura inderogabile delle disposizioni del piano di rientro e il contenuto
normativo degli atti impugnati essendo gli obblighi da essi scaturenti posti a
salvaguardia della tutela della salute e a garanzia dei livelli essenziali di
assistenza che trovano anch'essi pari, e finanche maggiore, tutela nell'ambito
della costituzione rispetto ai principi di libertà dell'iniziativa economica,
proprio perché correlati ad un interesse pubblico e non privato.
E, infatti, proprio in
ragione di questa che gli obiettivi posti dal piano di rientro sono di natura
inderogabile, dalla loro realizzazione dipende l'erogazione dei maggiori
finanziamenti a carico della Stato e, dunque, l'unica possibilità per le
Regioni interessate dal disavanzo sanitario di garantire i livelli essenziali
di assistenza.
Invero, i piani sono
parte Integrante dei singolo accordo fra lo Stato e
E’ da precisare, inoltre
che, al fine di conferire agli obblighi derivanti dall'accordo, il carattere
inderogabile delle norme di coordinamento della finanza pubblica, le
disposizioni di cui alla succitata intesa sono stata (per come espressamente
indicato nella Delibera del Consiglio dei ministri del 30.07.10)
pedissequamente recepite dall'art. 2, commi da
Sulla base di quanto
sopra esposto sebbene non integralmente esplicitato nella nota del 15 febbraio
2011 (citata, ma non espressamente impugnata, in un nuovo ricorso nel frattempo
notificato dalla A.T.I. Medicasaie), il Sub-Commissario comunicava che "è
temporaneamente sospeso il rilascio dei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione,
all’autorizzazione sanitaria all'esercizio, all'accreditamento istituzionale",
provvedimento che con ogni evidenza costituisco mero adempimento di quanto disposto
dal provvedimento precedentemente indicati (e la cui statuizioni hanno, con
palese evidenza, contenuta precettivo e autonomamente lesivo, ragion per cui ne
deriva, l'inammissibilità del nuovo ricorsa presentato, attesa l'omesso
impugnazione delle prescrizioni contenute nei succitati provvedimenti nel
termine decadenziale di 60 giorni decorrenti dalla legale conoscenza, e in
particolare per omessa impugnatone del Decreto del Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di Rientro, n. 4 del 24 agosto 2010, rettificato dal
decreto del 9 settembre 2010, senza contare le puntuali eccezioni su tutti i
motivi di merito per i quali è già stata fornita adeguata relazione difensiva
alla competente Avvocatura Regionale).
Tanto premesso, con
riferimento agli specifici punti di interrogazione consiliare:
si precisa che:
1. la competenza ed il
conseguente onere di mettere a conoscenza l’onorevole
Presidente della Giunta regionale dell'emanazione delle due sentenze con
cui il TAR si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati avverso
l'illegittimità del diniego dell'autorizzazione al funzionamento delle RSA di
Mottafollone e Spezzano Albanese inerente l'ATI Medicasaig spettano
all'Avvocatura regionale che ne ha seguito il relativo giudizio, e non già al
Dipartimento Tutela della Salute, fermo restando che tale onere si presume
essere stato in concreto già assolto;
3. Ad oggi, nell'attualità
della vigenza del succitato decreto n. 4 dal 24 agosto 2010, ed in mancanza di
una sua modifica che faccia venir meno la sospensione del rilascio di nuovi provvedimenti
di autorizzazione, pur sussistendo plausibili ragioni di opportunità, i
competenti uffici del Dipartimento Tutela della Salute non possono adottare un
provvedimento autorizzatario di alcun tipo, né e beneficio dell'ATI Medicasaie,
né di altri soggetti che richiedano una nuova autorizzazione all'esercizio,
senza incorrere nel vizio di violazione di legge;
5. Conseguentemente,
appare evidente che la vicenda oggetto di interrogazione consiliare non
configura affatto un caso di “Inerzia dell'amministrazione”, ma, al contrario,
costituisco il portato del puntuale rispetto dell'obbligo di sospensione del
rilascio di qualsiasi nuovo provvedimento di autorizzazione sanitarie e di
accreditamento istituzionale stabilito dalla richiamata normativa, pertanto non
si intravede ragione alcuna per disporre la nomina di una commissione d'inchiesta
sulla vicenda.”
Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)
Mirabelli. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con circolare del dirigente generale vicario Bruno Zito in data 27 maggio
sono state sospese le procedure per la stabilizzazione dei medici;
in data 31/12/2010 circa 150 medici precari che attualmente lavorano
presso l'Asp di Cosenza rischiano di trovarsi disoccupati;
circa 70 di questi dirigenti medici sono in possesso dei requisiti
previsti dalla legge 1 del 2009 che prevede la stabilizzazione a tempo
indeterminato;
per la dirigenza medica il contratto a tempo indeterminato prevede
necessariamente il superamento di una procedura concorsuale con la riserva fino
al 50% dei posti a favore di quelli con contratto a tempo determinato;
quali siano le ragioni per cui l'Asp di Cosenza non abbia proceduto
ancora all'applicazione dell'art. 6 della legge regionale 1 del 15/1/2009 in
base alla quale "le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, previo
superamento di apposito procedura selettiva, procedono ad assunzione a tempo
indeterminato del personale che sia attualmente in servizio e che abbia
stipulato contratti di lavoro, anche con tipologia di collaborazione coordinata
e continuativa, in data anteriore al 28 settembre 2007, fermo restante il rispetto
degli impegni assunti dalla Regione Calabria a seguito dell'accordo
Governo-Regione per il Piano di Rientro Sanitario";
quali iniziative
(71; 29.11.2010)
Risposta – “In riferimento
all'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.
La norma, pertanto,
relativamente alla dirigenza del SSR, non ha previsto la c.d.
"stabilizzazione" in senso tecnico, ma, conformemente alla
legislazione nazionale, soltanto la possibilità di prevedere, in un pubblico
concorso, una riserva di posti a favore di dirigenti con contratto a tempo
determinato.
La suddetta disposizione,
inoltre, va letta correlativamente alla sospensione delle procedure concorsuali
disposta dalla Deliberazione n. 845 del 16/12/2009 e dal blocco del turn-over
intervenuto a seguito della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 30
giugno 2010, con la quale il Presidente della Giunta regionale è stato nominato
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro. A seguito del
Commissariamento, infatti, al sensi dell'art. 2, comma 76, della Legge 191/2009,
è intervenuto il blocco automatico del turn-over del personale del Servizio
Sanitario Regionale, in virtù del quale, ad oggi, non è possibile procedere a
nuove assunzioni, ovvero bandire nuove procedure concorsuali.”
Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)
Principe, Amato, Battaglia, Franchino, Loiero, Maiolo, Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007, art. 1 comma 796
lettera t), e s.m.i con decreto del Direttore generale del dipartimento salute
del 3 febbraio 2010, n. 909, si è proceduto all'accreditamento definivo delle
strutture private sanitarie e socio sanitarie della Regione Calabria per un
numero complessivo, delle diverse specialità ed attività, pari a 426;
con decreto n. 4 del 24 agosto 2010 del Presidente della Giunta regionale
della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano
di rientro dai disavanzi del settore, sanitario della Regione Calabria nominato
con delibera del CdM del 30 luglio 2010, si è proceduto alla sospensione dei
provvedimenti di autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie ed,
altresì, alla sospensione dell'accreditamento istituzionale ai sensi dell'art 8
ter e 8 quater del DL 8/12/1992 n. 502;
con decreto n. 28 del 18/11/2010 del Presidente della Giunta regionale
della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del piano
di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, si è
proceduto alla modifica del regolamento per l'organizzazione ed il
funzionamento delle Commissioni aziendali per l’autorizzazione e
l'accreditamento ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale 18/07/2008 n.
24;
con decreto n. 1 del 5 gennaio 2011 del Presidente della Giunta regionale
della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano
di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, sempre
ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007, art. 1 comma 796 lettera t) e
s.m.i., si è proceduto all'accreditamento definitivo delle strutture private
sanitarie e socio sanitarie della Regione Calabria per un numero complessivo,
nelle diverse specialità ed attività, pari a 476;
tra il primo e il secondo provvedimento e a distanza di soli dieci mesi,
si evidenzia un incremento di ben 50 (cinquanta) nuove attività nelle diverse
specialità, facendo seguito, peraltro, ad un decreto di sospensione, sia
dell'autorizzazione che dell'accreditamento, regolarmente trasmesso sia al Mef
che al Ministero della Salute, oltre che a tutte le ASP della Calabria;
se ritiene compatibile e sostenibile, durante l’attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del settore sanitario, procedere ad ulteriori
accreditamenti;
su quale fabbisogno si è proceduto ai sopracitati nuovi accreditamenti;
se è stato quantificato l'incremento di spesa che produrrà
l'accreditamento di 50 nuove strutture private.
(83; 24.01.2011)
Risposta – “Con riferimento
all'oggetto, nonché alla nota prot. n. 9111 del 5 aprile 2011 del Servizio
Il decreto n. 1 del 5
Gennaio 2011 del Commissario ad acta, infatti, si limita solo a individuare
tutte le strutture già in possesso dell'accreditamento provvisorio che hanno i
requisiti di legge per il passaggio all'accreditamento definitivo, con la
conseguenza che, diversamente da quanto sostenuto nell'interrogazione, in
realtà non è stata accreditata alcuna "nuova" struttura.
Invero,
Il dipartimento Tutela
della salute con nota prot. n. 18232 dell’11 giugno
Le strutture sanitarie e
socio-sanitarie che alla data del 1° Gennaio 2010 avevano il possesso dei
requisiti di legge per il passaggio dall'accreditamento provvisorio a quello
definitivo sono state individuate con Decreto del Dirigente generale del
Dipartimento n. 909 del 4 Febbraio 2010.
E' poi intervenuta
Con successivo D.D.G. n.
3854 del 24 marzo 2010 è stato aggiornato il sopracitato decreto dirigenziale
n. 909/2010, con l'inserimento di ulteriori strutture private, anch'esse già in
possesso di accreditamento provvisorio, che, adeguatesi ai requisiti di legge,
sono state definitivamente accreditate.
In questo quadro, il
decreto n. 4/2010, rettificato dal n. 9, del Commissario ad acta, in ossequio
alle disposizioni del Consiglio dei Ministri contenute nel decreto di nomina
del Commissario ad acta, dispone: "...Fino all'avvenuta formalizzazione
delle nuove reti ospedaliera, laboratoristica e specialistica ambulatoriale, è
sospeso il rilascio dei provvedimenti di: autorizzazione alla realizzazione,
autorizzazione sanitaria all'esercizio, accreditamento istituzionale, tranne
quelle necessarie all'attuazione del piano di rientro…".
Lo stesso decreto
all'art. 2 stabilisce che "...Gli accreditamenti provvisori ed i progetti
di riconversione di cui all'articolo 11, commi 9, 10, 11 e 12 della legge
regionale 18 luglio 2008, n. 24 devono essere ultimati entro il 31 ottobre
2010, al fine di consentire il completamento della procedura di rilascio
dell'accreditamento definitivo delle medesime strutture entro il 31 dicembre
Pertanto, il decreto n. 1
del 05 gennaio 2011 del Commissario ad acta, adottato in ottemperanza della
Legge Finanziaria per il 2007, della Legge Finanziaria per il 2010, della Legge
regionale 260 febbraio 2010 n. 8, dell'obiettivo S.9.8 del Piano di rientro, e
del decreto n. 4, rettificato dal n. 9, del Commissario ad acta, rappresenta il
completamento del percorso finalizzato al rilascio dell'accreditamento
definitivo per tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie già accreditate
provvisoriamente della Regione Calabria.
Ma vi è di più infatti,
non solo non sono state accreditate "nuove" strutture, ma si è
proceduto a diminuire le strutture accreditate preesistenti, tanto è vero che
l'elenco allegato al decreto n.
Tra le strutture elencate
dal decreto n. 1 sono comprese quelle di salute mentale, accreditate
provvisoriamente, che dovevano, in virtù di varie leggi (D.G.R. n. 105/2007; L.R. n. 24/2008; D.G.R. n. 141/2009; decreti del
Commissario ad acta n. 4 e n. 9/2010), riconvertirsi in strutture residenziali
ovvero modificare la propria mission per le quali sono stati presentati
progetti, ai sensi dell'art. 11 della L.R. n.
24/2008, concertati tra Aziende, Regione, AGENAS, per la modifica
della mission.
La realizzazione dei
progetti ha portato la nuova offerta assistenziale ad essere ricompresa nel
nuovo fabbisogno assistenziale previsto dal decreto n. 18/2010 del commissario ad acta che determina il
riordino delle tre reti assistenziali.
Tale riprogrammazione
comporta anche il mantenimento dei livelli occupazionali e, laddove sono state
attivate nuove tipologie assistenziali (nei medesimi soggetti già accreditati
provvisoriamente), lo si è fatto tenendo conto di quelle più utili al contrasto
alla migrazione sanitaria e, in ogni caso, compensando le nuove tipologie con
il venir meno di altre tipologie non transitate dall'accreditamento provvisorio
a quello definitivo, in un ottica di bilanciamento degli interessi, rigore dei
conti e pieno equilibrio finanziario, tanto è vero che le riconversioni delle
strutture di salute mentale hanno portato un abbattimento di 498 posti letto
ospedalieri sostituiti da 225 posti letto residenziali territoriali.
In conclusione, pertanto:
a) non è stata violata
alcuna norma di legge, ma, al contrario, è stato compiuto un atto dovuto conseguente
a leggi nazionali (Finanziaria per il 2007 e per il 2010) e regionali (L.R. 8 del Febbraio 2010) senza rilasciare
alcun "nuovo" accreditamento;
b) il fabbisogno, di cui
si è tenuto conto è invariato rispetto a quello previsto dal decreto n. 18/2010
del Commissario ad acta che determina il riordino delle tre reti assistenziali;
c) viene pienamente rispettato
il tetto di spesa prefissato senza necessità di nuovo calcolo.
La politica stringente operata
nel passaggio dall'accreditamento provvisorio all'accreditamento definitivo (della
cui concretezza costituiscono prova, oltre ai numeri, anche il cospicuo
contenzioso avviato dalle strutture non accreditate definitivamente, in tutto o
per parte delle tipologie delle prestazioni erogate) ha certamente aumentato la
competitività del settore con prevedibile miglioramento della qualità delle
prestazioni offerte al cittadino, ricadute positive anche sul controllo dei
centri di costo e migliore possibilità di pianificazione quali-quantitativa delle
prestazioni erogate dai privati accreditati e dei tetti di spesa.
Distinti saluti.”
Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)
Magarò. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso
che:
dotare i presidi ospedalieri della Calabria delle più recenti e
innovative apparecchiature per la diagnostica, consente di ridurre le liste di
attesa e di contrastare il fenomeno della emigrazione sanitaria con notevole
diminuzione della spesa pubblica;
tra le metodiche di recente applicazione in campo medico per la
diagnostica vi è
l'esecuzione di un esame PET-TAC nel 38% dei casi cambia la stadiazione
diagnostica, nel 42% cambia la terapia e nel 70% evita la biopsia;
in Europa la metodica PET-TAC è assai diffusa, e in Italia molti presidi
dispongono di questa attrezzatura, sia nel campo pubblico che privato, in
Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia è istallata o in via di istallazione
almeno una PET-TAC per ogni provincia, mentre in Calabria ne esiste una sola
presso il Polo oncologico di Germaneto;
il costo della PET-TAC è di circa 3 milioni di euro e che nei presidi
ospedalieri di Cosenza e Reggio Calabria vi sono le professionalità per il suo
funzionamento;
se ha in programma di dotare della PET-TAC almeno i presidi ospedalieri
di Cosenza e Reggio Calabria e, in caso di risposta negativa, se non ritiene
opportuno, per razionalizzare la spesa sanitaria, investire sull'acquisto di
questa apparecchiatura il cui funzionamento consentirebbe di ammortizzare
l'investimento nel giro di pochi mesi e di offrire ai pazienti un servizio
diagnostico all'avanguardia, riducendo così l'emigrazione verso altre regioni
con ricadute positive sul bilancio della regione.
(88; 7.02.2011)
Risposta – “In merito alla
interrogazione in oggetto, si comunica che questo Settore è impegnato nella
redazione di un report di Health Technology Assessment al fine di determinare
il fabbisogno regionale di apparecchiature
Pet-Tac attraverso incontri mensili con le aziende ospedaliere iniziati a novembre 2010 e che sono
tuttora in corso.
Inoltre si comunica che esiste un programma commissariale di cui all’Opcm
3635/2007 relativo all’innovazione tecnologica, in attesa di finanziamento da
parte del Ministero che prevede l’acquisto di tre Pec-Tac da destinare alle
aziende ospedaliere di Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro.
Si resta comunque a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti.
Distinti saluti”.
Dott.ssa Rosalba Barone (Il
dirigente del Settore)
Ing. Aldo Mauro (Dir. Gen. Tutela
della salute politiche sanitarie)
Guccione, Talarico D., Censore, Franchino, De Masi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per
sapere - premesso che:
nel corso di una iniziativa pubblica, tenutasi il 14 febbraio 2011 presso
la famiglia viveva da anni in un'abitazione adiacente ad un centralina
per i servizi telefonici;
l'unica superstite, Antonella Politano, da dieci anni si batte per
mantenere la promessa che fece al padre in punto di morte: ottenere giustizia
per i genitori, per la zia e per le sue tre sorelle, Gabriella, Annamaria,
Patrizia che, una dopo l'altra, sono decedute dopo laceranti sofferenze per un
tumore terribile che ne ha devastato i corpi fino a distruggerli;
la superstite, ma anche gli organi informazione e indagini giudiziarie
hanno fatto una ricostruzione puntuale di quanto accaduto;
secondo queste ricostruzioni, Vincenzo Politano, lavorava come custode
nella vicina "Azienda di Stato per i Servizi Telefonici" (poi
diventata Iritel e poi ancora Telecom ed ora delle Poste Italiane);
la famiglia viveva in una casa posta all'interno di un enorme caseggiato,
adiacente alla centralina telefonica; nel caseggiato abitavano anche altri
dipendenti;
nella zona si respirava per anni un'aria pesante, molto forte, che
chiaramente non era aria pulita, ma sembrava normale, e nessuno si lamentava
più di tanto. Anche i genitori di Antonella pensavano che i cattivi odori
fossero prodotti dalle turbine. Non avrebbero mai potuto sapere che si trattava
con ogni probabilità di sostanze altamente nocive, forse veri e propri veleni,
che nel giro di pochi anni sarebbero stati causa di tanti morti;
nessuno, del resto, sembra fosse a conoscenza del fatto che quei fumi,
che fuoriuscivano da una centralina telefonica, posta a qualche metro da civili
abitazioni, rappresentavano un pericolo mortale per decine di persone;
nel 1984 muore la mamma di Antonella, Natalina. Il 6 agosto del
nel 1992 quella centralina venne smantellata.
da questi accumulatori si sprigionavano sostanze tossiche e nocive, quali
il solfato di piombo che diventavano ancora più nocive sotto l'azione
dell'acido solforico, sostanze classificate dallo Iarc, cancerogeno umano,
gruppo 1, nonché vapori tossici provenienti dai raddrizzatori al selenio;
dall'inchiesta vennero fuori anche altre gravissime inadempienze da parte
dell'Azienda;
il 30 novembre del 2007 furono rinviati a giudizio due dirigenti
responsabili della centrale. Processati, vennero dichiarati non colpevoli con
non luogo a procedere, ma il danno ambientale prodotto fu riconosciuto e ciò ha
premesso alla famiglia Politano e a quanti sono rimasti vittime di quelle
esalazioni di intentare una causa civile contro l’Azienda, ora di proprietà
delle Poste italiane;
quali iniziative si intendono intraprendere affinché si faccia piena luce
su quanto è accaduto al fine di rendere definitivamente giustizia alla famiglia
Politano e a quanti sono stati colpiti dalle conseguenze del caso in oggetto;
se non ritiene utile attivare con urgenza l'azienda sanitaria di Cosenza
e l'Arpacal per avviare un monitoraggio epidemiologico sull'area interessata
(quartiere Viale dei Giardini di Paola) al fine di ottenere un quadro
dettagliato e scientifico sull'intera vicenda.
(92; 16.02.2011)
Risposta – “Con riferimento alla interrogazione in oggetto acquisita
dallo scrivente Dipartimento con prot. n. 400/D.G. del 18.03.2011 ed al danno
ambientale prodotto sul’area del <Quartiere Viale dei Giardini del comune di
Paola> dalla centralina ex Azienda di Stato per i servizi telefoni – Poi
Iritel poi Telecom ed ora Poste italiane - si chiede agli enti in indirizzo
nell’ambito delle rispettive competenze, di notiziare con cortese
sollecitudine, lo scrivente Dipartimento in merito allo stato di idonei
monitoraggi ambientali ed epidemiologici condotti sull’area interessata
(avviati, in corso e/o conclusi).
In caso contrario si invitano, gli Enti in indirizzo, a voler intervenire
per gli accertamenti ritenuti necessari al fine di ottenere un quadro
dettagliato e scientifico sulla vicenda.
Ing. Salvatore Corroppolo (Il dirigente di Settore)
Francesco Pugliano (Assessore alle politiche dell’ambiente)
Guccione, Censore, F. Aiello. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la dott.ssa Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico
responsabile presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10
agosto del 2007 (delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del
responsabile anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per
conferimento incarico di responsabile della medesima unità operativa, indetto
dalla ex azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343
del 10 dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione;
quando è stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero
reparto: i pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi
destinati all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy,
la strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il
personale medico e infermieristico per la maggior parte precario;
in breve tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto
di vista strutturale che organizzativo e funzionale;
nel giugno del
a seguito di tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza
penale del fatto, ad informare
poiché continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre
nei turni in cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato
assunto alcun provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva
di nuovo (giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel
contempo inviava lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di
Cosenza;
successivamente la dott.ssa Riccetti veniva fatta oggetto di atti
intimidatori (le veniva recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo
posta, tanti quanti sono i componenti della sua famiglia);
nel frattempo
la dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione
rischio clinico dell'Asp di Cosenza;
tale deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal
Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui
interveniva
dopo un periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con
ordine di servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il
rientro nel reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo
le deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una
situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del
Pronto Soccorso che la dott.ssa Riccetti tornava a segnalare al nuovo
Commissario dell'ASP di Cosenza;
ad aprile 2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del
presidio ospedaliero di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad
avviso dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in
regime di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del
personale infermieristico senza motivazione alcuna);
la dott.ssa Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti
intimidatori (taglio delle gomme della proprio autovettura, biglietti minatori
nello spogliatoio dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre
cappi fatti probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello
stesso tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della
Direzione ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;
una ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP
n. 52898 del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3
giugno 2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla
sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto
concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari
in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le
parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al
fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di
un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio
auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla
fiducia di tutte le figure professionali presenti»;
a tutt'oggi queste disposizioni sarebbero state disattese, benché
richiamate all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal
commissario dell'Asp di Cosenza;
la situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità
Operativa di Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa
soprattutto per le conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli
utenti -:
se è a conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;
se nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine
di garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a
Mare;
quali iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità
della dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non
possono essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o
sottovalutate.
(99; 2.03.2011)
Risposta – “In merito alla
problematica definita in aggetto questa Commissione, composta dal dott. Gabriele
Scolati, dalla dott.ssa Amalia De Luca e dal sig. Almerico Ciambrone in qualità
di segretario verbalizzante, ha proceduto:
A. All'esame degli atti
contenuti nel fascicolo relativo alla vicenda in oggetto;
B. Alla raccolta delle
dichiarazioni rese dal personale coinvolto direttamente nella vicenda, in data
18 maggio 2010 presso il P.O. di Praia a Mare;
C. Alla raccolta delle
dichiarazioni del restante personale della U.O. di Pronto Soccorso, convocato
presso la direzione aziendale dell'ASP di Cosenza nei giorni 21 maggio, 25
maggio e 1° giugno 2010;
D. Alla formulazione
delle considerazioni conclusive.
Elenco degli atti
contenuti nel fascicolo relativo alla vicenda in oggetto, esposti in ordine cronologico:
l. Nota del 4.07.2008 a
firma dei responsabile della U.O di Pronto Soccorso del P.O. di Praia a Mare,
dott.ssa A. Riccetti, inviata al Direttore sanitario del P.O. di Praia a Mare,
riguardante una segnalazione della dott_ssa Migale Monica, dirigente medico del
Pronto Soccorso di Praia a Mare.
2. Nota prot. n. 37/P.S.
del 30.06.2009 a firma della dott.ssa Riccetti, indirizzata al Direttore generale
pro-tempore Asp di Cosenza, al Direttore sanitario pro-tempore ASP di Cosenza e
al Direttore sanitario del P.O. Praia a Mare;
3. Verbale di denuncia ai
Carabinieri di Praia a Mare da parte della dott.ssa Riccetti, datato
09.07.2009;
4. Nota prot. Asp n.
62216 del 23.07.2009 a firma di Tagliente Iolanda;
5. Nota prot. ASP n.
62220 del 23.07.2009 a firma di Nicodemo Gianfranco;
6. Nota prot. ASP n.
52231 del 23.07.2009 a firma di Fulco Amedeo;
7. Verbale di denuncia ai
Carabinieri di Scalea da parte della dott.ssa Riccetti, datata 03.08.2009;
8. Verbale di denuncia ai
Carabinieri di Praia a Mare da parte dei sig. De Francesco Michele, datato 3.09.2008
e verbale di denuncia di Oliveto Maria;
9. Verbale di riunione
presso la direzione sanitaria del P.O. di Praia a Mare in data 3.09.2009;
10. Nota a firma
dell'infermiere professionale Fulco Amedeo;
11. Nota prot. 582/1C del
30.09.2009 a firma del D.S. del P.O. di Praia a Mare;
12. Disposizioni di
servizio prot. 75724 e prot 79725 del 02.10.2009, a firma del Direttore
Generale e del Direttore Sanitario Asp Cosenza;
13. Nota prot. 79773 del
02.10.2009 a firma dei Direttori Generale, Amministrativo e Sanitario ASP di
Cosenza;
14. Disposizione di servizio
prot. 609/6° del 06.10.2009 del Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare
per l'infermiere Nicodemo Gianfrancesco;
15. Nota prot. Asp n. 1269
dell’8.10.2009 indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare a
firma del D.G. ASP (nomina commissario AD ACTA),
16. Notizie ANSA di
interrogazione al Presidente Regione Calabria On. Loiero
datata 09.10.2009;
17. Comunicato stampa del
D.G. Asp del 9.10.2009;
18. Verbale di querela
presentata ai Carabinieri di Scalea in data 12.10.2009 da parte della dott.ssa
Riccetti nei confronti dell'infermiere Fulco Amedeo;
19. Verbale acquisizione
degli atti in copia da parte dei Carabinieri di Scalea datato 24.10.2009 su
richiesta della dott.ssa Riccetti riguardanti "registro consegna infermieri
anno 2009, registro consegna infermieri anno 2009, turni di servizio anno 2008,
registro consegna e controllo dell'emoteca dei medici anno 2008-2009";
20. Verbale di denuncia ai
Carabinieri di Scalea dei sig. Nisi Nicola (marito della dott.ssa Riccetti) del
26.03.2010;
24. Nota prot, n. 199/11;
del 6.04.2010 a firma del Direttore Sanitario dei P.O. di Praia a Mare, indirizzato
alla dott.ssa Riccetti e per conoscenza al Direttore Generale, Direttore sanitario, Direttore Amministrativo e Ufficio
Personale;
22. Nota prot. n. 12 del
6.04.2010 in risposta alla nota di cui al punto precedente, a firma della dott.ssa
Riccetti indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. Praia a Mare;
23. Nota prot, 21/PS del
23.04.2010 a firma della dott.ssa Ricetti indirizzata al Direttore Sanitario del
P.O. di Praia a Mare e per conoscenza alla Direzione Aziendale Asp Cosenza e
Procura della Repubblica di Paola;
24. Nota prot. n. 21/PS
datata 23.04.2010 a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Direttore
Sanitario del P.O. di Praia a Mare e per conoscenza alla Direzione Aziendale
Asp Cosenza e Procura della Repubblica di Paola;
25. Nota prot. n. 245/1°
datata 26.04.2010 a firma del dott. Cesareo indirizzata al Direttore Generale F.F.,
Collegio Sindacale, OO.SS; RR.SS.UU. Corte dei Conti e Presidente Giunta regionale;
26. Verbale di querela
presentata ai Carabinieri di Praia a Mare da parte della dott.ssa Riccetti
datata 03.05.2010 nei confronti di ignoti;
27. Richiesta incontro con
il Commissario Asp Cosenza da parte
Organizzazione Sindacale CGIL;
28. Nota prot. n. 28/PS
del 30.04.2010 a firma della dott.ssa Ricetti inviata al Commissario ASP
Cosenza e per conoscenza ai Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare;
29. Nota prot. 335/1E del
18.05.2010 a firma del Direttore Sanitario dei P.O. di Praia a Mare indirizzata
alla dott.ssa Riccetti avente per oggetto "contestazione di
addebito";
30. Nota 37/PS del 21.05.2010
a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Direttore Sanitaria del P.O. di
Praia a Mare avente per aggetto "Risposta alla nota 335/1E del 18.05.2010”;
31. Nota prot. 362/1E del
27.05.2010 a firma del Dott. Cesareo indirizzata alla dott.ssa Riccetti avente
per oggetto "contestazione di addebito del 18.05.2010 prot., 335/1E.
Determinazioni.
32. Nota prot. 44/PS del
27.05.2010 a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Commissario
Straordinario ASP di Cosenza avente per oggetto "Osservazioni alle disposizioni
di servizio prot. 351-352/6° del 24.05.2010 della direzione sanitaria di Praia
a Mare";
Dichiarazioni rese da
parte del Personale del Pronto Soccorso presso il Presidio Ospedaliero di Praia
a Mare in data 18 maggio 2010.
Sono state raccolte le
dichiarazioni dei Seguenti dipendenti:
- Fulco Amedeo, infermiere
professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Chirurgia P.O. Praia a
Mare;
- Nicodemo Gianfrancesco,
infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto
Soccorso a seguito della disposizione di servizio prot. n. 237/6a del 22.04.2010;
- Tagliente Iolanda,
infermiera professionale attualmente in servizio pressa l’U.O. di Chirurgia del
P.O. di Praia a Mare;
- Riccetti Angela,
dirigente medico attualmente Responsabile della U.O. Pronto Soccorso.
- Cesareo Vincenzo,
Direttore Sanitario P.O. Praia a Mare.
Le dichiarazioni raccolte
sono allegate alla presente relazione.
Dichiarazioni rese dal
restante personale afferente alla U.O. Pronto Soccorso, a seguito di
convocazione del 21 maggio, del 25 maggio e dell'1 giugno 2010 presso la sede
della direzione aziendale ASP di Cosenza.
Sano state raccolte le
dichiarazioni dei seguenti dipendenti:
- De Francesco Michele,
coordinatore infermieristico facente funzione presso l’U.O. di Pronto Soccorso.
- Potenza Carmela,
infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto
Soccorso.
- Tortorella Angela,
infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto
Soccorso.
- Iannini Mario,
infermiere professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto Soccorso.
- Oliveto Gina, infermiera
professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto Soccorso.
- Lacava Giovanni,
infermiere professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto
Soccorso.
- Neri Giuditta,
infermiera professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Medicina del
P.O. di Paola;
- Cirolli Salvatore, dirigente
medico presso l’U.O. di Pronto Soccorso.
- Perrone Antonio
Salvatore, dirigente medico pressa l’U.O. di Pronto Soccorso.
- Papa Elena dirigente
medico presso l’U.O. di Pronto Soccorso
- Pace Salvatore,
dirigente medico pressa l’U.O. di Pronto Soccorso (01.6.2010)
Dichiarazione congiunta
resa da una parte del personale sopra elencata.
Le dichiarazioni raccolte
sono allegate alla presente relazione.
Considerazioni conclusive.
Atteso che il mandato,
conferito a questa Commissione, era quello di compiere un’opera di ricognizione
dei fatti, relativi alla vicenda culminata nel provvedimento di cui alla nota n.
237/6a del 22-04-
Al fine di fornire utili
elementi di valutazione è doveroso procedere ad una breve esposizione dei
fatti, così come emergono dalla lettura degli atti.
In data 4 luglio 2008 la
responsabile del pronto soccorso del P.O. di Praia a Mare, dott.ssa Angela
Riccetti, trasmetteva al Direttore Sanitario del Presidio, dott. Vincenzo
Cesario, la segnalazione ricevuta dalla dott.ssa Monica Migale, dirigente Medico
del Pronto Soccorso, riguardante una presunta falsificazione di firma, da parte
del personale infermieristico, apposta su una scheda di prestazione effettuata
in Pronto soccorso.
A distanza di circa un
anno e precisamente in data 30.06.2009, la dott.ssa Riccetti inviava una nota al
D.G. dell'Asp, al D.S. Asp ed al Direttore del P.O. di Praia a Mare, nella
quale segnalava comportamenti "irriguardosi, supponenti e arroganti,
nonché atteggiamento non collaborativo e negligente da parte di alcuni infermieri
afferenti alla struttura da lei diretta. Nella stessa nota la scrivente
chiedeva il trasferimento ad altre UU.OO. degli infermieri Fulco Amedeo, Nicodemo
Gianfrancesco e Tagliente Iolanda ed allegava la nota della dott.ssa Migale
sopra menzionata ed una comunicazione del coordinatore infermieristico del
Pronto Soccorso De Francesco Michele del 20/06/2009, relativa alla segnalazione
della scomparsa di farmaci e attrezzature nonché della manomissione del frigo
dei farmaci e del frigo emoteca.
In data 23.07.2009 i tre
infermieri sopra menzionati, Fulco Amedeo Nicadem Gianfrancesco e Tagliente
Iolanda, a seguito della trasmissione da parte del D.S. del PO. della nota a
firma della dott.ssa Riccetti, inviavano al D.G. Asp, al D.S. Asp ed al
Direttore P.O. di Praia a Mare le controdeduzioni con riferimento ai fatti a
loro addebitati.
Il 3 settembre 2009 si
svolgeva presso il P.O. di Praia a Mare una riunione presieduta dal D.S. Asp ed
alla presenza della dott.ssa Riccetti, dei rappresentanti della F.P CGIL, del Direttore
del P.O. e del dirigente medico della direzione sanitaria Tullio Laino, avente
per oggetto i fatti denunciati dal responsabile del P.S. A conclusione della
suddetta riunione veniva richiesto dal Direttore Sanitario dell'Asp alla
Direzione Sanitaria del P.O. di effettuare il trasferimento dei due infermieri Fulco
A. e Nicodemo G. presso altra U.O. dello stesso Presidio entro il termine del
30 settembre 2009. L’infermiera Tagliente I. era stata già trasferita in data
19 grugno 2009 con provvedimento a firma del D.G. pro tempore dell’Asp.
Poiché il Direttore sanitario (D.S.) del P.O. non procedeva al
trasferimento dei due infermieri, adducendo l’indisponibilità degli stessi ad
essere trasferiti e l'inopportunità del provvedimento, atteso che era in atto
un'azione legale intrapresa dagli stessi infermieri avverso le contestazioni
mosse dal Responsabile del Pronto Soccorso, in data 2 ottobre 2009 il
provvedimento di trasferimento veniva adottato direttamente dalla direzione
strategica aziendale. Per i provvedimenti
in merito alla vicenda veniva nominata un commissario
ad acta nella persona del Direttore sanitario dell’Asp (nota punto o dell’elenco
di cui al punto 1).
In data 22 aprile 2010
con nota prot. n. 237/6a il D.S. del P.O. di Praia e Mare disponeva, diversamente
con quanto impartito dal Direttore generale pro-tempore, anche se in via
provvisoria, al trasferimento dell'infermiere professionale Nicodemo Gianfrancesco,
a decorrere dal 9 maggio 2010, presso l'U.O. di Pronto Soccorso.
In data 23 aprile 2010 con nota prot. 21/P.S. la dott.ssa Riccetti comunicava
al D.S del P O. l’impossibilità ad accettare il trasferimento dell'ing prof.
Nicodemo Gianfrancesco, adducendo motivi di inopportunità per l'esistenza di
azioni legali in corso nei confronti dello stesso e citando la disposizione
della direzione strategica aziendale di trasferimento dell’infermiere ad altro
reparto. La suddetta nota veniva inviata per conoscenza oltre che alla
direzione strategica aziendale anche alla Procura della Repubblica di Paola ed
ai Carabinieri di Praia a Mare,
In data 30 aprile 2010
con nota prot. 28/PS. la dott.ssa Riccetti chiedeva al Commissario Straordinario
dell’Asp la convalida del trasferimento dell’infermiere Nicodemo Gianfrancesco di
cui alla nota prot. 237/6° del 22.04.2010.
E' opportuno segnalare
che a partire da luglio 2009 e fino al 3 maggio 2010 sono documentati agli atti
una serie di verbali di denunce/querele presentate ai Carabinieri di Praia a
Mare e di Scalea da parte della dott.ssa Riccetti; del coordinatore
infermieristico De Francesco Michele e dell'ing. prof. Fulco Amedeo, con
riferimento a fatti che sono tutt'ora al vaglio della magistratura.
Gli infermieri Fulco
Amedeo, Nicodemo Gianfrancesco e Tagliente Iolanda, sentiti da questa commissione, hanno
confermato quanto già precedentemente comunicato con nota del 23.07.2009 (punti
d, e, f elenco n. 1) e cioè si sono dichiarati estranei ai fatti contestati.
Dalle dichiarazioni del
personale non direttamente coinvolto nella vicenda, raccolte e documentate ai punti 2 e 3 della presente
relazione, emergono due posizioni. Una, che descrive un clima lavorativo poco
sereno, l'altra che riporta una esperienza soggettiva di clima collaborativo e
disteso.
Con riferimento alla
prima posizione il personale, in una dichiarazione congiunta, afferma quanto
segue "In attesa della definizione del
procedimento in corso, presso
D'altra parte il
Direttore sanitario del P.O. di Praia a Mare,
per come da dichiarazione agli atti: addebita la responsabilità dell’intera vicenda
alla dirigente Responsabile delle U.O. di Pronto Soccorso, dott.ssa A. Riccetti.
Lo stesso Direttore sostiene di essere venuto a conoscenza dei fatti contestati
ai tre infermieri soltanto ad oltre un anno di distanza, e che per alcuni di
questi fatti giudicati di passibile rilevanza penale, ha provveduto a dare comunicazione
alla Procura della Repubblica. In ogni caso per completezza di quanto
rappresentato dal dott. Cesareo si rimanda alla dichiarazione, integrale dallo
stesso sottoscritta in data 18 maggio 2010, allegate alla presente relazione.
Gli ultimi atti (punti
30, 31 e 32 dell'elenco di cui alla lettera A), riguardano una contestazione ed
il successivo addebito di natura disciplinare da parte del Direttore sanitario
dott. Cesareo nei confronti della dott.ssa Riccetti, sempre in relazione ai
fatti in questione.
L'intera vicenda si è
svolta in un arco temporale di circa due anni ed ha visto il susseguirsi di una
serie di atti che hanno interessata in primo luogo l’U.O. di Pronto Soccorso e successivamente
Di conseguenza questa
commissione, nel rimandare necessariamente agli organi competenti le
valutazioni riguardanti le eventuali responsabilità di cui sopra, può esprimersi
esclusivamente in merito agli aspetti comportamentali della vicenda, cosi come
sono emersi dagli esami degli atti e dalle dichiarazioni raccolte.
In particolare si vuole
sottolineare che, mentre non sono stati evidenziati elementi certi riferibili a
specifiche responsabilità dei singoli, è stata invece rilevata, oltre che
segnalata da più parti, la sussistenza di una difficoltà relazionale
nell'ambiente di lavoro della U.O. di pronto soccorso, che, se non risolta,
potrebbe avere, a nostro giudizio, ripercussioni sul buon andamento del
servizio e, di conseguenza, effetti negativi sull'immagine dell'Azienda
Sanitaria.
Trattandosi di una
struttura, quale quella di Pronto Soccorso, deputata ad erogare prestazioni,
spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio auspicabile che il
clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le
figure professionali presenti e che, per una migliore efficacia le attività si
svolgano in condizioni di massima efficienza.
L'organizzazione del
servizio deve pertanto prevedere la rimozione di ogni eventuale ostacolo che
possa compromettere, a qualunque livello, il raggiungimento degli obiettivi
attesi.
In conclusione, nelle
more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, in
un'ottica di superamento dei conflitti e nel rispetto dei ruoli istituzionali, gli scriventi ritengono
che sia comunque opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiento di lavoro,
al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità”.
Dott. Gabriele Scolati
Dott.ssa Amalia De Luca
Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)
De Masi, Giordano, Talarico D. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi dei settore sanitario
della Regione Calabria, deve predisporre misure di riorganizzazione e
riqualificazione dei Servizio sanitario regionale;
appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni
sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio
finanziario nel settore de quo;
allo scopo di risanare il deficit del Servizio sanitario regionale è
previsto, nell'ambito del summenzionato Piano, il pagamento di un numero
considerevole di servizi da parte degli utenti;
con Decreto 17 dicembre 2010, n. 38, il Presidente della Regione
Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di
rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, ha
determinato le tariffe per le prestazioni di ambulanza ed elisoccorso;
nel suddetto Decreto sono previste le tariffe da applicarsi alle attività
di trasporto sanitario in ambulanza non seguito da ricovero;
restano a carico dei trasportati una serie di spese per prestazioni
sanitarie dei pazienti trasportati e non ricoverati, così come più dettagliatamente
indicate nel Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
per le chiamate totalmente immotivate nonché per l'intervento
inappropriato a mezzo elicottero, rilevato dall'equipaggio intervenuto, è
prevista la corresponsione del costo dell'intervento da parte degli utenti,
così come fissato nel sullodato decreto;
per quanto concerne l'attività di eliambulanza, la spesa della
prestazione dei trasferimenti secondari da ospedale ad ospedale riconosciuta
inappropriata, previa verifica, sarà pagata dal medico ospedaliero che ha
richiesto il servizio;
è prevista la corresponsione da parte dei cittadini stranieri del costo
totale dell'intervento dell'eliambulanza, fino ad un massimo di €. 3.500,00;
tale provvedimento potrebbe eccessivamente inibire utenti e personale medico,
i quali, per non incorrere, rispettivamente, a spese e/o ad eventuali ammende,
potrebbero non chiamare e/o autorizzare il servizio di trasporto anche in casi
necessari ed urgenti;
appare del tutto immotivata la scelta del Commissario ad acta di dare efficacia
retroattiva al Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
appare decisamente paradossale l'assunto secondo il quale nessuna
compartecipazione ai costi del servizio erogato è dovuta nel caso di decesso
del paziente soccorso;
se il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai
disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, intenda apporre dei
correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti
degli utenti e/o del personale medico.
(102; 1.03.2011)
Risposta – “Con riferimento all'interrogazione in oggetto
si comunica quanto segue:
Preliminarmente, si rappresenta che il
decreto non riguarda le "…tariffe delle prenotazioni..." bensì si
riferisce alla "Determinazione delle tariffe per le prestazioni di
ambulanza ed elisoccorso - rimodulazione dei flussi informativi dell'emergenza
- urgenza ai fini del recupero della mobilità Implementazione del Flusso
"G"...'.
Come è noto
Su tale argomento è in corso un'indagine
della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti in ordine al mancato introito
delle prestazioni erogate dalla Regione Calabria ai cittadini di altre Regioni.
L'indagine verte sul fatto che, mancando le
tariffe,
Nasce anche da questo l'obbligo di provvedere
ad emanare le tariffe di che trattasi e di istituire il flusso di informazioni
legate al Flusso "G";
Il Flusso "G" è, infatti, uno dei
sette flussi (gli altri sono: l'ospedaliera, la specialistica ambulatoriale, la
farmaceutica convenzionale, il File F - diretta farmaci -, il flusso delle
prestazioni dei medici di medicina generale ed il flusso delle prestazioni
termali) previsti dal Testo Unico della mobilità sanitaria attraverso il quale
è regolata la materia delle compensazioni delle prestazioni erogate dalle
Regioni per i cittadini non residenti nelle regioni medesime.
Le tariffe del decreto n. 38/2010 sono state
tarate, nel rispetto delle indicazioni nazionali, sulla media
"pesata" delle tariffe in uso in quelle regioni che hanno attivato il
flusso "G".
Il decreto n. 38/2010 ha
altre finalità oltre il recupero della mobilità sanitaria
atteso che lo stesso dispositivo risponde ai seguenti obiettivi di Piano di
rientro:
Obiettivo Generale G.4
Qualificazione della rete di emergenza-urgenza;
Obiettivo Generale G.9
Riorganizzazione delle attività amministrative di monitoraggio del sistema;
Obiettivo Generale G.10
Miglioramento del livello di conoscenza regionale del sistema sanitario;
Obiettivi Specifici:
S.12.7.
Informatizzazione delle C.O. 118 e definizione della rete radio regionale;
S.12.12. Gestione
razionalizzata e centralizzata basi Elisoccorso;
S.22.5. Obbligatorietà
trasmissione flussi mensili su attività ospedaliera e avviamento creazione
flussi su altre tipologie di assistenza;
S.23.4. Strutturazione
dei processi e identificazione degli oggetti informativi;
S.23.7. Implementazione
del nuovo sistema informativo sanitario.
Con riferimento
all'interrogazione si segnala che il Dipartimento ha attivato un controllo
sull'appropriatezza delle richieste di attivazione del servizio di elisoccorso.
Dai controlli effettuali
sono emerse alcune criticità sul corretto ed appropriato utilizzo di questo
importantissimo mezzo di soccorso.
L'analisi delle schede
pervenute al Dipartimento ha reso necessario l'inoltro di una serie di
richieste di chiarimenti indirizzati alle Aziende Sanitarie per interventi
dell'elisoccorso, ritenuti non appropriati.
Al fine di meglio
eliminare ulteriori criticità è stato emanato il decreto n. 7 del 28 gennaio
2011 avente per oggetto: "Approvazione
modello di attivazione per trasporto secondario con elisoccorso..".
A tutt'oggi nessuna
contestazione è stata rilevata a carico di alcun medico o di privati cittadini
ma lo strumento fornito dal decreto n. 7/2011 e dal decreto n. 38/2010 potrà
consentire, in futuro, di contestare eventuali trasporti inappropriati che
potrebbero produrre un aggravio di spesa ingiustificato ed anche un utilizzo
improprio del mezzo di soccorso che potrebbe danneggiare quei cittadini,
affetti da patologie realmente gravi, che necessitano di un Pronto intervento a
mezzo elicottero.
Analogamente a quanto
avviene nelle altre regioni nulla si potrà pretendere a carico dei familiari in
caso di decesso del paziente soccorso.
Con riferimento alla
scelta definita "immotivata" nell'interrogazione n. 102/9^ di dare efficacia del
decreto n. 38/2010 dal 1° gennaio 2010, si rappresenta che il T.U. della
mobilità prevede che la trasmissione dei dati per il flusso annuale della
mobilità (e quindi i recuperi finanziari ad esso collegati) sia trasmesso al
Tavolo Nazionale entro e non oltre il mese di maggio dell'anno successivo.
L'ufficio del
Dipartimento che gestisce i flussi della mobilità sanitaria della Regione
Calabria necessita, per l'elaborazione dei dati da inviare al predetto Tavolo,
della trasmissione dei flussi informativi regionali dell'anno 2010 entro il 15
di Aprile del 2011.
I dati del flusso
informativo esistono in forma aggregata presso
Di conseguenza, in base
al decreto n. 38, i dati dell'intero anno 2010, informatizzati nel tracciato
record previsto dall'allegato tecnico, potranno essere inviati al Tavolo
nazionale della compensazione sanitaria al fine del recupero, per la prima
volta in Calabria, dei costi del servizio sostenuti dalla Regione Calabria per i cittadini non residenti nel
territorio calabrese, in analogia a ciò che fanno le altre Regioni nei
confronti della Regione.Calabria.
All'uopo si rappresenta
che la complessa operazione di conteggio è stata affidata, dalla Struttura del
Sub-Commissario ad acta, all'Unità di Missione della Guardia di Finanza che, da
quel che risulta, ha provveduto a riscontrare, presso le sedi di tutti i
Servizi Urgenza ed Emergenza Medica delle cinque Aziende Sanitarie Provinciali,
i nominativi di tutti i pazienti soccorsi dal servizio 118, sia a mezzo
autoambulanza che elisoccorso, verificandone l'effettiva residenza fuori
Regione ed applicandovi la corrispondente Tariffa prevista dal decreto in
argomento.
L'esito dell'attività,
non ancora ultimata, fa prevedere la possibilità di portare in compensazione,
per l'annualità 2010, una somma approssimativamente vicina agli 850.000 euro.
Si conclude che, viste
le finalità del decreto n. 38/2010 e l'aderenza delle specifiche indicazioni
contenute nell'allegato tecnico, non si ritiene di dover apportare, al momento,
alcuna modifica al decreto medesimo”.
Gen. Dott. Luciano Pezzi (Sub commissario per l’attuazione del piano di
rientro sanitario)
Giordano.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 è stata istituita
l'Autorità regionale denominata "Stazione Unica Appaltante" (SUA) e
che con DPGR n. 272 del 2 dicembre 2008 il Dott. Boemi salvatore è stato
nominato Dirigente generale della Stazione Unica Appaltante della Regione
Calabria;
con DGR n. 142 del 30 marzo 2009 è stato approvato il Regolamento di
organizzazione della stazione unica appaltante e con DGR n. 411 del 9 luglio
2009 è stato costituito il gruppo di lavoro interdipartimentale della Stazione
Unica Appaltante;
ad oggi
si apprende che l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio
Calabria ha attivato tre procedure di gara con relativi bandi e più
precisamente: a) fornitura e posa in opera di un sistema integrato blocco
operatorio per una entità complessiva dell'appalto pari ad Euro 1.020.000,00;
b) affidamento del servizio di Contact Center per un valore dell'appalto pari
ad Euro 531.000,00; c) fornitura di apparecchi elettromedicali per un importo
pari ad Euro 2.772.168,00;
le gare prevedono quale criterio di aggiudicazione l'offerta
economicamente più vantaggiosa;
le suddette procedure in base alla normativa regionale di riferimento
dovrebbero essere espletate dalla Stazione Unica Appaltante -:
se le procedure di gara di cui in premessa rientrano nella competenza
della Stazione Unica Appaltante Regionale e, in caso affermativo, conoscere il
motivo per il quale non si è ottemperato a tale obbligo;
se la scelta dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali
agli interessi dell'azienda ospedaliera;
se l'azienda ospedaliera abbia previsto competenze tecniche adeguate
(ingegnere clinico, ingegnere informatico ecc.) che possano valutare le offerte
che saranno presentate in sede di gara, quale, infine, la spesa complessiva
affrontata annualmente dalla Regione per i presidi medico-chirurgici, materiale
di consumo e apparecchiature.
(107; 14.03.2011)
Risposta – “In esito
all'interrogazione meglio specificata in oggetto, si comunica che questa
Azienda Ospedaliera ha indetto le seguenti procedure di gara:
1) Procedura aperta per
l'affidamento del Servizio di Contact Center per l'Azienda Ospedaliera di
Reggio Calabria – importo a base d'asta € 531.000,00 oltre oneri IVA;
2) Procedura aperta per
la fornitura e la posa in opera di un sistema integrato blocco operatorio -
Importo a base d'asta € 1.020.000,00 altre oneri IVA;
3) Procedura aperta per
la fornitura di apparecchiature elettromedicali - Importo a base d'asta €
2.772.168,00 oltre oneri IVA,
Tali procedure, al fine
di predisporre eventuale atto di investitura, sono state sottoposte
all'attenzione della Stazione Unica Appaltante, la quale ha comunicato che le
stesse potevano essere espletate da questa Azienda ospedaliera.
Si assicura che la scelta
dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi
dell'Azienda Ospedaliera e che in fase di nomina della Commissione
giudicatrice, che dovrà essere costituita solo dopo la scadenza della
presentazione delle offerte, sarà garantita la presenza di competenze tecniche
adeguate.
Distinti saluti”.
Giuseppe Scopelliti Presidente della Giunta regionale
Morelli. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
giusta deliberazioni numero 651 del 24.7.2001 e numero del 6.8.2002
(pubblicate sul Bur Calabria in data 26.6.2003)
in relazione alla suddetta categoria D1 sono stati messi a concorso 799
posti;
con Decreto del Dirigente Generale numero 13025 del 26.9.2005 è stata
approvata la relativa graduatoria finale;
con Decreto del Dirigente Generale numero 17708 del 22.11.2005 è stata
approvata la graduatoria definitiva del bando di concorso alle progressioni
verticali per la categoria D3;
plurime disposizioni normative hanno sancito la proroga delle graduatorie
concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato, sino alla recente previsione
di cui all'articolo 16, co.
giusta molteplici Decreti del Direttore Generale (nn. 806/2006;
6286/2006, 2767/2008, si è provveduto allo scorrimento, in specie delle
graduatorie relative alle categorie D1 e D3;
non poche illegittimità sono state palesate ed acclarate, in sede
giurisdizionale ordinaria e amministrativa, in ordine all'esercizio del
predetto scorrimento delle graduatorie, sovente espletato non del tutto in
linea con quanto disposto normativamente;
a tutt'oggi risultino nell'Amministrazione posti vacanti afferenti alle
mansioni oggetto delle suddette procedure concorsuali;
l'Amministrazione si astiene dall'espletare il potere di scorrimento in
spregio alle situazioni giuridiche soggettive vantate dai candidati non
vincitori in relazione ai posti resisi vacanti;
siffatta omissione determina esiti contrari agli indefettibili vincoli
dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo;
quanto dianzi precisato confligge in particolare con gli interessi
legittimi dei candidati ad un corretto espletamento dell'azione amministrativa
nonché con i diritti soggettivi dai medesimi maturati all'inquadramento nella
relativa categoria professionale;
da quanto evidenziato possano derivare ipotesi di danno all'erario
dell'Amministrazione cagionate dalla violazione della sfera giuridica dei
cittadini interessati -:
alla luce di quanto sinora evidenziato e richiamato:
le ragioni che a tutt'oggi inducono
le ragioni che inducono
le ragioni che inducono
(111; 28.03.2011)
Risposta – “Con riferimento alla
interrogazione a risposta scritta n. 111/9 prot. n. 15226 del 28.3.2011 relativa
all'oggetto, si precisa che l'art. 17, comma 19, del decreto legge n. 78 del 1°
luglio 2009, il quale stabilisce che "L'efficacia delle graduatorie dei
concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, relative alle
amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, approvate
successivamente al 30 settembre 2003 e prorogata fino al 31 dicembre 2010",
non riguarda le graduatorie relative a concorsi interni riservati o a procedure
verticali.
Il Dipartimento della
Funzione Pubblica con circolare 0011786 P-4. 17.1.7.4 del 22.2.2011 ha infatti
espressamente chiarito che "Come si evince dalla norma, la proroga della
vigenza si riferisce solo alle graduatorie relative a concorsi pubblici".
L'amministrazione
regionale nel dare corso con decreto dirigenziale n. 806 del 13 febbraio 2006
allo scorrimento della graduatoria relativa alla selezione interna per
progressione verticale categoria D1, ex 7° qualifica funzionale, indetta con
bando pubblicato sul BURC del 26.6.2003, adottato in esecuzione delle
deliberazioni di Giunta regionale n. 651/2001 e n. 737/2002, non avrebbe
assegnato ai dipendenti presenti in graduatoria tutti i posti risultanti
vacanti nella dotazione organica dell'ente.
Per affrontare la
problematica sollevata occorre in via prioritaria soffermarsi sull'analisi
della norma del bando della selezione per la categoria D1 che ha reso possibile
lo scorrimento della graduatoria di merito, ossia l'art. 7, ultimo comma. Esso
recita: "La graduatoria definitiva potrà essere utilizzata, per
scorrimento, entro 24 mesi dalla data di pubblicazione, per la copertura di
quei posti inerenti la medesima categoria che nello stesso periodo di tempo si
renderanno vacanti a qualsiasi titolo".
Al riguardo, si precisa
che la graduatoria per la categoria D1 è stata pubblicata sul BURC il 30
settembre 2005 per cui essa è rimasta efficace fino al 30 settembre 2007. Nel
caso del concorso interno in argomento, l'amministrazione, attraverso gli
scorrimenti via via effettuati della graduatoria D1, ha interpretato la norma
in senso ampliativo ed estremamente favorevole ai dipendenti interessati allo
scorrimento della graduatoria (pur essendo, come visto, legittimamente
consentita una sua applicazione in senso restrittivo), ossia ha proceduto alla
copertura, mediante scorrimento, di parte dei posti della dotazione organica
che, a partire da una certa data (cioè dalla data di pubblicazione della
graduatoria) e per una determinata categoria contrattuale (C, D1, D3),
risultavano vacanti per le più svariate ragioni (dimissioni, collocamento a
riposo, risoluzione anticipata del rapporto di lavoro ex L.R. n. 8/2005 ecc.), assegnandoli ai
concorrenti dichiarati idonei ma non vincitori della selezione interna secondo
l'ordine di collocazione nella graduatoria.
Devesi altresì precisare
che, per giurisprudenza amministrativa consolidata, l'istituto
dell'utilizzazione di una graduatoria per la copertura di posti successivamente
resisi disponibili ha carattere eccezionale rispetto alla comune regola secondo
cui i posti devo0no essere coperti, previo apposito concorso, dai vincitori
della procedura: con la conseguenza che tale utilizzazione non è obbligatoria.
In altri termini, la pretesa allo scorrimento della graduatoria di un concorso
vantata dal soggetto risultato idoneo ha natura e consistenza non già di
diritto soggettivo, ma di mera aspettativa, essendo il c.d. scorrimento della
graduatoria una facoltà eccezionale - e non un obbligo dell'amministrazione e
perciò espressione del suo ampio potere discrezionale.
Anche il giudice
ordinario, pur avendo ridimensionato l'ampio margine di discrezionalità
riconosciuta all'amministrazione dal giudice amministrativo, ha più volte
ribadito che "...l'obbligo di utilizzare la graduatoria entro il termine
di efficacia della stessa preclude all'amministrazione di bandire una nuova
procedura concorsuale ove decida di reclutare personale, ma non la obbliga
certamente all'assunzione dei candidati non vincitori in relazione a posti
resisi vacanti che non intenda coprire..." (cfr. Cass., Sez. Lav., 5
settembre 2005 n. 17753).
Ciò è in perfetta linea,
anche con quanto previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 614 del 14
settembre 2004 (adottata quindi prima dell'approvazione della graduatoria D1) con
la quale è stato approvato il Piano Triennale dei fabbisogni di personale
(strumento la cui adozione è obbligatoria per le PP.AA. ai
sensi dell'art. 39 della legge 449/97) per gli anni 2003-2005 e determinata la
dotazione organica della Giunta regionale ai sensi della legge 289/2002 e
successive modifiche ed integrazioni (più precisamente l'art. 34 di detta legge
ha imposto l'obbligo di provvedere alla rideterminazione delle dotazioni
organiche sulla base dei principi di cui all'art. 1 del D.Lgs n. 165/2001 e dei
criteri fissati dall'art. 34 medesimo). In tale contesto, con decreto del
Dirigente Generale pro-tempore di questo Dipartimento n. 18042 del 3 novembre
2004 era stata prevista la copertura di 111 posti di personale a tempo
indeterminato (di cui 41 di categoria D1) mediante concorso pubblico per titoli
ed esami.
Si resta a disposizione
per ogni ulteriore chiarimento.
Distinti saluti”.
Avv. Umberto Nucara (Il dirigente generale)
Domenico Tallini (Assessore al personale)
premesso che
il Porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per
accrescere lo sviluppo economico della Calabria;
il terminal container di Gioia Tauro è il più grande terminal di
transhipment nel Mediterraneo, superato in volumi di traffici nel 2010 solo da
Port Said;
verificata l'urgenza di assumere azioni e decisioni importanti sulla
situazione di crisi venutasi a creare a seguito dell'annunciato abbandono di
Maersk che da luglio si rivolgerà a scali più competitivi comportando una
considerevole diminuzione di volumi e di merci;
MCT, l'azienda terminalista per il Porto di Gioia Tauro, ha dichiarato un
esubero consistente di personale, in relazione al fatto che lo scalo oggi
occupa circa 3000 persone tra diretti, indiretti e indotti;
impegna il Presidente della Giunta regionale
a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata
sullo stato della vertenza MCT in considerazione della ipotizzata crisi
aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro generando
una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull'economia
dell'intera Regione;
ad ottenere l'impegno della Presidenza del Consiglio dei ministri
affinché vengano attuati nel periodo di vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti
come correttivo per la riduzione dello squilibrio competitivo dei porti di
transhipment del Sud d'Italia, primo fra tutti Gioia Tauro, verso i porti nord
africani, con interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento
di volumi che si tradurrà a1
ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le
iniziative necessarie affinché Gioia Tauro possa integrare l'attuale vocazione
di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale
(nazionale prima ed europeo in futuro), favorendo attraverso misure dedicate
l'utilizzo delle linee ferroviarie;
adottare misure idonee al fine di facilitare l'insediamento di nuove
realtà industriali e attirare aziende che producano a Gioia Tauro e creare
opportunità concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un'area
logistica-industriale;
sollecitare Rfi a fornire un crono programma per le attività previste
nell’Apq firmato con
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
il porto di Gioia Tauro deve rappresentare una eccellenza per
il Mediterraneo è ritornato centrale dal punto di vista geopolitico ed
economico, in considerazione della necessità di utilizzare i traffici marittimi
per il trasporto delle merci dal lontano Oriente (che fa registrare una
straordinaria crescita economica) verso l'Europa e l'Atlantico, ed a seguito
del risveglio delle comunità arabe dei Paesi rivieraschi della costa
meridionale dello stesso Mediterraneo;
nello scenario sopra descritto, Gioia Tauro, attesa la favorevole
posizione geografica della Calabria nel cuore del "Mare Nostrum", può
diventare la porta d'Oriente dell'Europa;
una infrastruttura con le caratteristiche e le dimensioni di Gioia Tauro,
munita di enormi piazzali e di fondali assai profondi deve essere utilizzata,
così come con successo è avvenuto negli ultimi anni, in primo luogo come Hub
Transhipment per il trasferimento dei containers in arrivo soprattutto
dall'estremo Oriente, dalle grandi navi ad altre di più ridotte dimensioni per
essere distribuite nei porti più prossimi alla destinazione finale delle merci.
Ed, inoltre, come porto gateway per il trasferimento dei container, sbarcati
nel porto, sul mezzo di trasporto ferroviario per il raggiungimento dei mercati
cui sono diretti. Infine, un porto come quello di Gioia Tauro può anche
diventare un Regional port per trasferire i containers in arrivo nelle aziende
dei territori più prossimi al porto e, cioè, diventare, quindi, una piattaforma
logistica;
allo stato, senza idonei interventi di carattere infrastrutturale,
afferenti la grande viabilità e la rete ferroviaria, in assenza di agevolazioni
di carattere fiscale e contributivo per le aziende che gestiscono i servizi
portuali, senza idonei investimenti nella ricerca e nella innovazione
tecnologica e nel campo dell'attrazione delle imprese sul territorio, Gioia
Tauro non solo non diverrà un gateway, a causa delle nostre infrastrutture
ferroviarie antidiluviane, non solo continuerà ad avere difficoltà a divenire
piattaforma logistica, per come è evidenziato dal deserto imprenditoriale
riscontrato nei territori retrostanti il porto, ma rischierà seriamente di
veder messo in discussione il ruolo di porto hub per il transhipment costruito
con tanto sacrificio negli ultimi anni;
l'Accordo di Programma Quadro (che fa riscontrare preoccupanti ritardi
nella sua attuazione), preparato dalla precedente Giunta regionale di
centrosinistra e sottoscritto dall'attuale Giunta di centrodestra, con un
investimento complessivo di 486 milioni di euro, non sarà sufficiente per risolvere
le problematiche sopra evidenziate;
si registrano divergenze tra le pubbliche autorità che hanno competenze
diverse sulla infrastruttura portuale;
si rende necessario stabilire, in sede di Governo centrale, quale ruolo
deve essere assegnato al porto di Gioia Tauro nell'ambito della portualità
italiana, atteso che, recentemente, si evidenzia un tentativo di privilegiare i
porti di Genova e di Trieste dove si riscontrerebbero, tra l'altro, ingenti
investimenti e da parte dello Stato e da parte di compagnie private (Maersk
line);
pertanto, il tavolo romano preannunciato per il prossimo 22 giugno, deve
assumere chiari ed importanti impegni di intervento nei vari settori
preordinati a rafforzare il ruolo di Hub per il transhipment e per preparare i
ruoli di gateway port e regional port di Gioia Tauro;
al predetto incontro istituzionale romano è utile e necessaria la
partecipazione dei Sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando;
il governo regionale deve rappresentare con forza gli interessi e le
prospettive del porto di Gioia Tauro e della intera Calabria;
a tal fine, il Consiglio regionale ha dedicata alla questione Gioia Tauro
l'odierno ampio dibattito
impegna
il Presidente della Giunta regionale, onorevole
Giuseppe Scopelliti a rappresentare presso il tavola romano, convocato
per il prossimo 22 giugno la necessità di assegnare al Porto di Gioia Tauro un
ruolo primario, strategico per l'Italia e l'Europa, nel sistema portuale
italiano e conseguentemente di impegnare il Governo dello Stato:
a potenziare adeguatamente le reti stradali, autostradali e ferroviarie,
compresi i collegamenti tra la dorsale tirrenica e ionica per consentire a
Gioia Tauro di fare sistema con il porto di Schiavonea;
a predisporre, a seguito di idonee intese con
impegna, altresì, il Presidente della Giunta regionale:
di chiedere l'istituzione di un tavolo interministeriale permanente su
Gioia Tauro, presso
ad attuare celermente quanto previsto e finanziato dall'APQ "Gioia
Tauro";
a vigilare affinché tra le autorità locali non si registrino pericolose
conflittualità, che sminuirebbero l'immagine e l'efficienza del porto e, se
necessario, di intervenire al riguardo;
a chiedere ufficialmente che i sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S.
Ferdinando siano invitati a partecipare all'incontro del 22 giugno 2011.
Art. 1
Approvazione del
rendiconto generale
1. Il Rendiconto Generale - Conto Finanziario e Conto del Patrimonio
della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010, è approvato con le
risultanze esposte negli articoli seguenti.
Art. 2
Conto Finanziario
1. Il Conto Finanziario della Regione Calabria per l'esercizio 2010, che
forma parte integrante della presente legge, è approvato con le risultanze di
cui agli articoli seguenti.
Art. 3
Entrate di competenza
1. Il totale delle entrate accertate nell'esercizio finanziario 2010 per
la competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito.
Valori
in euro
quale risulta dal Conto Consuntivo del Bilancio in 5.893.233.364,07
delle quali riscosse e versate 4.691.411.071,72
rimaste da riscuotere e versare 1.201.822.292,35
2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102, 6103104) per
operazioni
di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2010 è stabilito quale
risulta
dal Conto Consuntivo del Bilancio 437.776.182,36
Art. 4
Spese di competenza
1. Il totale delle spese impegnate nell'esercizio finanziario 2010 per la
competenza
propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal Conto
Consuntivo del
Bilancio 5.762.200.357,52
delle quali pagate 5.037.065.822,08
rimaste da pagare 725.134.535,44
2. Il movimento di cassa in uscita (capitoli 9103102, 9103104), per
operazioni
di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2010 è stabilito, quale
risulta
dal Conto Consuntivo del bilancio 653.739.798,46
Art. 5
Riepilogo entrate e spese
di competenza
1. Il riepilogo generale dei risultati delle entrate accertate e delle
spese di competenza dell'esercizio finanziario 2010 risulta così definito:
ENTRATE
TITOLO 1 - Entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal gettito
dei tributi
erariali e quote di essi devoluti alla regione 3.973.262.795,93
TITOLO 2 - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte
corrente dello
Stato, dell'Unione Europea e di altri soggetti 390.614.477,87
TITOLO 3 - Entrate extratributarie 48.528.515,92
TITOLO 4 - Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali, da
trasformazione
di capitale da riscossione di crediti e da trasferimenti in conto
capitale 706.361.502,05
TITOLO 5 - Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni
creditizie 50.746.084,54
TITOLO 6 -Entrate per contabilità speciali 723.719.987,76
TOTALE 5.893.233.364,07
SPESE
Area di intervento 1 - Servizi Generali 323.547.266,59
Area di intervento 2 - Sviluppo economico 528.561.727,32
Area di intervento 3 - Uso e salvaguardia del Territorio 623.361.187,36
Area di intervento 4 - Istruzione - Formazione professionale e Lavoro 242.962.636,06
Area di intervento 5 - Attività culturali, sportive, ricreative e del
culto 25.310.190,91
Area di intervento 6 - Servizi della persona 3.221.020.808,62
Area di intervento 7 - Difesa civile e sicurezza 17.031.197,76
Area di intervento 8 - Oneri non ripartibili 56.685.406,07
Area di intervento 9 - Contabilità speciali 723.719.936,83
TOTALE 5.762.200.357,52
RIEPILOGO
ENTRATE
5.893.233.364,07
SPESE 5.762.200.357,52
Saldo della competenza dell'esercizio 2010 131.033.006,55
Art. 6
Residui attivi
dell'esercizio 2010 e precedenti
1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009
risultavano determinati
dal Conto Consuntivo del bilancio 5.348.566.737,78
dei quali riscossi e versati nell'esercizio 2010 853.344.874,02
eliminati per minore accertamento 131.419.259,28
riaccertati per maggiore accertamento rimasti da riscuotere 4.363.802.604,48
Art. 7
Residui passivi
dell'esercizio 2010 e precedenti
1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009
risultavano
determinati dal Conto Consuntivo del bilancio in 1.663.309.571,58
dei quali pagati nell'esercizio 2010 587.360.956,73
eliminati per economie 69.501.941,83
eliminati per perenzione 153.367.881,46
rimasti da pagare 853.078.791,56
Art. 8
Residui attivi alla
chiusura dell'esercizio 2010
1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2010
risultano stabiliti
dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza
propria
dell'esercizio 2010 (art. 3) 1.201.822.292,35
Somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (art.
6)
4.363.802.604,48
RESIDUI ATTIVI AL 31.12 2010 5.565.624.896,83
Art. 9
Residui passivi alla
chiusura dell'esercizio 2010
1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2010
risultano stabiliti
dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria
dell'esercizio 2010 (art. 4) 726.134.535,44
Somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti (art. 7) 853.078.791,56
RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2010 1.578.213.327,00
Situazione di cassa
Fondo cassa al 31.12.2009 225.402.700,00
in conto residui 853.344.874,02
TOTALE 5.544.755.945,74
in conto residui 587.360.956,73
TOTALE 5.624.425.778,81
FONDO DI CASSA AL 31.12.2010 145.731.866,93
Art. 11
Risultati della situazione finanziaria
Fondo di cassa al 31.12.2010 145.731.866,93
RESIDUI ATTIVI
da riscuotere per la competenza 2010 1.201.822.292,35
da riscuotere per gli anni precedenti 4.363.802.604,48
TOTALE 5.565.624.896,83
RESIDUI PASSIVI
da pagare per la competenza 2010 725.134.535,44
da pagare per gli anni precedenti 853.078.791,56
TOTALE 1.578.213.327,00
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2010 4.133.143.436,76
Art. 12
Conto patrimoniale
1. E’ approvato il Conto generale del Patrimonio della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2010, allegato alla presente legge.
2. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell’esercizio
finanziario 2010 risulta stabilito in euro 8.316.312.489,07
3. La consistenza delle passività finanziarie e
patrimoniali alla chiusura dell’esercizio
finanziario 2010 risulta stabilita in euro 2.757.975.788,53
4. L’eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2010 risulta di euro 5.558.336.700,54
Art. 1
2. Il regolamento regionale attuativo n.
18/2009 entrerà in vigore contestualmente
alla legge.
Art. 2
1. Nelle more dell’entrata in vigore della legge regionale
n. 35 del 19 ottobre 2009, continuerà ad attuarsi quanto disposto dal decreto
n. 18866 del 29 dicembre 2010 del dirigente generale del Dipartimento lavori pubblici ed infrastrutture.
Art. 3
1. La presente legge entra in vigore lo stesso giorno
della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Art. 1
1. Il termine di cui al comma 1 dell'articolo 39 della legge regionale 29
dicembre 2010, n. 34, è prorogato al 31 dicembre 2011.
2. Il comma 2 dell'articolo 39 della legge regionale 29 dicembre 2010, n.
34, è abrogato.
Art. 2
Art. 1
1. Alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, per come modificata ed
integrata con leggi regionali n. 44/2008, n. 29/2009, n. 58/2009, n. 18/2010 e
n. 34/2010, è apportata la seguente modifica:
- all'articolo 25, comma
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
"Il Consiglio regionale
visti:
- la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie
Regionali per il Diritto allo Studio Universitario;
- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo
57 e successive modificazioni ed integrazioni;
- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione
Calabria;
considerato che:
- con deliberazione Commissariale n. 29 del 10 dicembre 2010 è stato
riapprovato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio
finanziario 2010, rielaborato in seguito alle risultanze definitive della
gestione dell'esercizio 2009, acclarate nel Conto consuntivo approvato con
deliberazione Commissariale n. 25 del 7 settembre 2010;
il Collegio dei Revisori dei conti dell'Agenzia, nella seduta del 10
dicembre
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore "Bilancio e
programmazione economico-finanziaria" ha espresso parere favorevole sul
bilancio di previsione riformulato per l'anno 2010 con le seguenti
raccomandazioni ed osservazioni indicate nella nota n. 8818 del 22 febbraio
2011:
dall'esame del bilancio definitivo per l'esercizio finanziario 2010 è
emerso che sussiste ancora il problema relativo alle spese per il personale di
cui al decreto dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005. Rispetto a tale
problematica lo stesso Settore aveva già suggerito di individuare una parziale
copertura attraverso una riduzione degli stanziamenti di alcuni capitoli della
spesa, accantonando la risultante somma su un apposito capitolo e,
contestualmente, di valutare, in collaborazione con lo stesso Dipartimento,
ogni iniziativa utile, di carattere normativo o finanziario, per la copertura
dell'eventuale credito vantato dall'Agenzia nei confronti della Regione;
il Dipartimento 11 "Cultura - Istruzione - Ricerca Scientifica"
ha espresso, con nota n. 2985 del 25 febbraio 2011, parere favorevole
all'approvazione del riformulato bilancio di previsione 2010, formulando le
seguenti osservazioni:
dall'esame del bilancio riformulato per l'anno 2010 e dell'esercizio
provvisorio per l'anno 2011 è emersa l'intervenuta iscrizione di un capitolo
relativo a "Somme accantonate in attesa della definizione con
Una siffatta circostanza impone, pertanto, la richiesta di attivazione
immediata di un tavolo di concertazione inteso a definire un iter
procedimentale finalizzato alla individuazione di una soluzione della
problematica evidenziata e di tutta la vicenda che involge l'ente interessato;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 74 del 18 marzo
2011;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
17 giugno 2011;
delibera
di approvare il bilancio di previsione dell'ARDIS (Agenzia Regionale per
il Diritto allo Studio Universitario) di Catanzaro relativo all'esercizio
finanziario 2010, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale 4 febbraio
2002 n. 8, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione,
unitamente alle osservazioni e raccomandazioni contenute nel deliberato della
Giunta regionale che ne ha proposto l'approvazione a questo Consiglio regionale".
(Tabelle)
“Il Consiglio regionale
premesso che:
- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante “Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 3,
dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
visti:
- la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie
Regionali per il Diritto allo Studio Universitario;
- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria";
- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione
Calabria;
considerato che:
- il Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca
scientifica" con nota n. 7676 del 17 febbraio
- con deliberazione Commissariale n. 6 del 22 febbraio 2011 è stato
approvato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio
finanziario 2011, modificato in base alle osservazioni formulate dal
Dipartimento su citato;
- il Collegio dei Revisori dei Conti dell'Agenzia, nella seduta del 23
febbraio
- il Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca
scientifica", con nota n. 2985 del 25 febbraio
la somma iscritta nella parte spesa sul capitolo relativo alle
"Somme accantonate in attesa della definizione con
per la risoluzione definitiva della vertenza, si rende necessario
attivare un tavolo di concertazione interdipartimentale inteso a definire un
iter procedimentale finalizzato alla individuazione di una soluzione della
problematica evidenziata;
il Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria.
Risanamento finanziario" ha effettuato l'istruttoria di propria competenza
trasmettendo le proprie osservazioni con nota n. 11477 del 9 marzo 2011,
evidenziando che:
l'Agenzia ha ridotto le spese di funzionamento e correnti operative
rispetto agli scorsi anni;
sussiste ancora la problematica relativa agli importi iscritti nei
residui attivi in relazione alle somme dovute dalla Regione per il costo del
personale fino al
occorre avviare con urgenza un tavolo tecnico allo scopo di individuare
una soluzione per la problematica evidenziata;
ravvisata la necessità, nelle more della definitiva risoluzione della
questione inerente le spese per il personale di cui al Decreto del D.G. del
dipartimento "Organizzazione e Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005,
di autorizzare l'ARDIS di Catanzaro, al fine di consentire la prosecuzione
delle attività entro e non oltre il 30 aprile 2011, all'esercizio provvisorio
del bilancio, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e
nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per
le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di
destinazione finanziati con risorse statali;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 79 del 18 marzo
2011;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
17 giugno 2011;
delibera
l'approvazione dell'autorizzazione all'ARDIS di Catanzaro all'esercizio
provvisorio del bilancio, al fine di consentire la prosecuzione delle attività
entro e non oltre il 30 aprile 2011, entro il limite dei quattro dodicesimi dei
singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo
degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli
con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali".
(Tabelle)
“Il Consiglio regionale
vista la deliberazione della Giunta n. 132 del 12 aprile 2011;
vista
considerato che:
- con deliberazione del Direttore dell'ARCEA n. 495 del 13 dicembre 2010
sono stati approvati il progetto di bilancio di previsione della medesima
Agenzia per l'anno 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013;
il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, con verbale n. 52 del 10
dicembre
il Comitato di vigilanza, con nota n. 57269 del 29 dicembre 2010, che si
allega, ha restituito il documento contabile ad ARCEA poiché oltre al
contributo ordinario da parte della Regione pari ad euro 1.600.000,00 era stata
allocata una ulteriore somma di euro
con nota n. 389 del 4 gennaio 2011, che si allega, il Settore
"Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento
finanziario" ha trasmesso le risultanze dell'esame sul documento contabile
trasmesso da ARCEA, rilevando la medesima incongruenza già evidenziata dal
Comitato di vigilanza ed invitando, quindi, l'Agenzia a voler riformulare il
bilancio;
- con decreto del Direttore dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le
Erogazioni in Agricoltura) n. 53 del 14 febbraio 2011 sono stati approvati il
progetto di bilancio di previsione della medesima Agenzia per l'anno 2011 e il
bilancio pluriennale 2011-2013, che si allegano, modificati in base alle osservazioni
formulate dal Comitato di Sorveglianza e dal Settore "Bilancio";
il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, con verbale n. 54
dell'11 febbraio 2011, che si allega, ha espresso nuovamente parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2011 e del bilancio pluriennale
2011-2013;
con verbale n. 1 del 15 febbraio
con nota n. 6014 del 17 febbraio 2011, che si allega, il dirigente del
Settore "Affari generali, Risorse umane, Servizi territoriali, Enti
strumentali e sub regionali" del dipartimento "Agricoltura, Foreste e
Forestazione" ha trasmesso il bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013 unitamente al suddetto
parere dell'Organismo interno al Dipartimento;
il Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria.
Risanamento finanziario" ha effettuato l'istruttoria di propria competenza
e ha trasmesso le proprie osservazioni con nota n. 13955 del 24 marzo 2011, che
si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale, raccomandando
agli Organi dell'Agenzia ed al Dipartimento competente:
l'adozione di iniziative idonee a preservare gli equilibri di bilancio
nel breve e medio periodo, insistendo uno squilibrio tra contributo regionale
ed i costi di funzionamento dell'Agenzia;
di non utilizzare la quota dell'avanzo di amministrazione fino a quando
non sarà approvato il conto consuntivo 2010 dagli Organi dell'Agenzia;
ravvisata, comunque, la necessità, nelle more della definitiva
approvazione del documento contabile da parte del Consiglio regionale, di
autorizzare ARCEA, al fine di consentire la prosecuzione delle attività entro e
non oltre il 30 aprile 2011, all'esercizio provvisorio del bilancio allegato
alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, entro il
limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della
maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese
obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione
finanziati con risorse statali e comunitarie;
visti:
l'articolo 12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24, che istituisce
l'organismo pagatore regionale;
le deliberazioni della Giunta regionale n. 16 del 16 gennaio 2005 e n.
748 dell'8 agosto 2005;
l'articolo 28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva
l'istituzione dell'ARCEA;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del
17 giugno 2011;
delibera
di approvare il Bilancio di previsione dell'ARCEA (Agenzia Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura) per l'anno finanziario 2011 e
pluriennale 2011-2013, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa
che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione
unitamente alle seguenti osservazioni:
l'adozione di iniziative idonee a preservare gli equilibri di bilancio
nel breve e medio periodo, insistendo uno squilibrio tra contributo regionale
ed i costi di funzionamento dell'Agenzia;
di non utilizzare la quota dell'avanzo di amministrazione fino a quando
non sarà approvato il conto consuntivo" 2010 dagli Organi dell'Agenzia”.
(Tabelle)
Il Consiglio regionale
della Calabria
vista la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi nel mercato
interno" che mira a garantire la libertà di circolazione dei servizi tra
gli Stati membri e la libertà di stabilimento e che prevede con specifico riferimento
al settore turistico, ricreativo e balneare di assoggettare a procedura
comparativa le offerte degli aspiranti concessionari del demanio marittimo al
fine di individuare il soggetto contraente che offra le migliori condizioni di
proficua utilizzazione del bene per finalità di pubblico interesse;
premesso che:
in data 2 febbraio 2008,
si è determinata una situazione di forte preoccupazione, anche a livello
locale, tra gli operatori del turismo balneare, in considerazione delle
conseguenze legate all'applicazione della direttiva servizi al rilascio e
rinnovo delle concessioni demaniali marittime che vedrebbe fortemente
danneggiati i titolari delle concessioni in essere che hanno effettuato
rilevanti investimenti negli stabilimenti e strutture balneari;
le Regioni seguono la questione relativa al demanio marittimo con la
massima attenzione, per ricercare con il Governo e le Associazioni di categoria
soluzioni condivise;
l'articolo 1 comma 18 del decreto legge n. 194/2009 convertito in legge
n. 25/2010 (c.d. decreto mille proroghe) dispone una proroga al 31 dicembre
2015 del termine dì durata delle concessioni di beni demaniali marittimi con
finalità turistico-ricreative, in essere, nell'attesa di una revisione della
materia da realizzarsi, con riferimento ai criteri e alle modalità di
affidamento, sulla base di intesa in sede dì Conferenza Stato-Regioni;
il Governo italiano, attraverso il Dipartimento per gli affari regionali
guidato da! Ministro Fitto, ha promosso un tavolo interregionale al fine di
ricercare una soluzione condivisa da portare all'attenzione dei servizi della
Commissione Europea;
nel corso dell'incontro del 12 aprile 2011 con i rappresentanti delle
Associazioni di categoria e delle Regioni italiane il Ministro peri rapporti
con le Regioni ha assunto l'impegno di farsi portavoce con
considerata:
la comunicazione della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee
legislative regionali del 28 aprile 2011 con la quale è stata resa nota la
decisione assunta dai rappresentanti delle Assemblee legislative regionali e
delle Province autonome al tavolo di coordinamento per gli Affari europei di
promuovere un'azione comune in merito alle problematiche connesse
all'applicazione della direttiva servizi alla disciplina delle concessioni di beni
demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative;
l’unanime posizione espressa dalle Regioni dell'urgente predisposizione
di una legge quadro che affronti la questione del demanio nel suo complesso,
anche in considerazione dell'imminente avvio del federalismo demaniale;
ritenuto altresì indispensabile che tale legge quadro rappresenti il
risultato di una "normazione concordata" tra Stato e Regioni,
affinché in tale materia si tenga conto delle specificità territoriali
italiane.
Tutto ciò premesso e considerato
il Consiglio regionale della Calabria
chiede al Governo di avviare un immediato confronto presso
in subordine, qualora il confronto tra il Governo e
di sottoporre alla Commissione europea di valutare la possibile
conformità alla Direttiva Servizi di una disposizione normativa che assegni una
"preferenza" alle piccole imprese balneari, tenuto conto che, ai
sensi della Direttiva Servizi, lo statuto giuridico del "prestatore"
rientra nei cosiddetti requisiti da valutare;
la modifica delle disposizioni contenute negli articoli 42 e 49 del
Codice della navigazione, volta a garantire un equo indennizzo al
concessionario uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico, anche
tenendo conto dell'avviamento delle attività svolte nel periodo di durata della
concessione;
una disposizione transitoria per le concessioni in essere che consenta,
senza pregiudizio ai titolari delle concessioni in essere, di transitare dal
vecchio al nuovo regime concessorio, necessariamente basato su procedure ad
evidenza pubblica.
In ogni caso sollecita il Governo a mantenere l'impegno già assunto circa
la necessità di avviare il tavolo istituzionale nell'ambito della Conferenza
Stato-Regioni per attuare il riordino della materia e concordare i contenuti di
una nuova legge quadro sul demanio marittimo con finalità turistico-ricreative
con particolare riferimento:
alla definizione dei criteri e delle modalità di affidamento delle
concessioni dei beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative e
per altri usi in una logica di semplificazione dei procedimenti e snellimento
delle procedure;
all'introduzione di un esplicito richiamo al federalismo demaniale;
al trasferimento alle Regioni della gestione dei canoni demaniali;
alla disciplina del canone demaniale;
alla ridefinizione dei concetti di "facile e difficile
rimozione" con riferimento ai beni realizzati sul demanio;
alla definizione della valenza turistica.