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IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

19.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 20 GIUGNO 2011

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,54

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanze e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni numero 65 del 19.11.2010 a firma dei consiglieri Chiappetta, F. Aiello, Guccione, Gallo, alla numero 71 del 29.11.2010 a firma del consigliere Mirabelli, alla numero 83 del 24.1.2011, a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Franchino, Loiero, Maiolo, Scalzo, alla numero 89 del 14.2.2011 a firma dei consiglieri Guccione, Aiello F., Franchino, Censore, alla numero 92 del 16.2.2011 a firma dei consiglieri Censore, Talarico D., Guccione, Franchino, De Masi, alla numero, alla numero 99 del 2.3.2011 a firma dei consiglieri Censore, Guccione, Aiello F., alla numero, alla numero 102 del 1.3.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D., alla numero 107 del 14.3.2011 a firma del consigliere Giordano, alla numero 111 del 28.3.2011 a firma del consigliere Morelli.

(Sono riportate in allegato)

Giuseppe CAPUTO

Presidente, non abbiamo capito una sillaba perché c’è un baccano tremendo.

PRESIDENTE

Prego i colleghi di fare un po’ di silenzio perché sto leggendo al microfono tutte le comunicazioni. Chi è attento segue, ma a causa di chi, purtroppo, sta parlando, non si capisce nulla.

Se stiamo in silenzio un attimo abbiamo quasi concluso con le comunicazioni e poi iniziamo i lavori.

Sull’ordine dei lavori

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo scusa, chiedo la parola per fatto personale per dare una spiegazione ai colleghi sul cambio di gruppo.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Un attimo solo.

Pasquale Maria TRIPODI

Se lei mi concede la parola su questo…

PRESIDENTE

Lei sa meglio di me cosa prevede il Regolamento del Consiglio. Lei comunica l’adesione al gruppo, dopo di che le motivazioni le spiega in una conferenza stampa, poiché tutto ciò non attiene ai lavori dell’Aula.

(Interruzione)

Sa benissimo qual è la prassi e vale anche per lei.

Pasquale Maria TRIPODI

Se lei mi dà questa risposta, va bene.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura ed alla forestazione

Presidente, grazie, intervengo per chiedere all’Aula l’inserimento all’ordine del giorno della seduta odierna di due proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale: la numero 205 e la numero 206, che si riferiscono rispettivamente alla proroga dei termini del commissariamento per gli enti strumentali Afor ed Arssa e alla legge sugli usi civici.

PRESIDENTE

L’onorevole Trematerra chiede l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge inerente la proroga dei termini del commissariamento di Arssa e Afor e, poiché, ci deve essere la volontà di due terzi dei componenti il Consiglio regionale per inserire questo argomento all’ordine del giorno, se la minoranza è d’accordo la inseriamo all’ordine del giorno e poi la votiamo alla fine.

(Interruzione)

Sì, c’è anche la proposta di legge inerente gli usi civici; sono due delibere della Giunta regionale del 17 giugno 2011.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.

Francesco MORELLI

Presidente, vorrei chiedere l’inserimento all’ordine del giorno di una pratica inerente l’Ardis che è l’Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario di Catanzaro.

In seconda Commissione abbiamo esaminato i bilanci di altre società, ma la questione dell’Ardis diventa prioritaria per alcune problematiche contingenti nella quale si trova. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno del problema inerente il “regime di proroga delle concessioni demaniali marittime”, che è stato affrontato a Roma in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative.

PRESIDENTE

Onorevole Parente, può ripetere? Si avvicini al microfono perché non si sente. Prego i colleghi di fare silenzio.

Claudio PARENTE

Chiedevo se può essere trattato un ordine del giorno da me presentato che affronta il problema del regime di proroga delle concessioni demaniali marittime.

PRESIDENTE

E’ un ordine del giorno? Va bene, se non ci sono altri interventi possiamo procedere con l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge che riguarda la proroga di Arssa e Afor, che pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge inerente la proroga degli usi civici richiesto dall’assessore Trematerra.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte di legge inerenti i due bilanci dell’Ardis proposto dall’onorevole Morelli.

(Interruzione)

Onorevole Morelli, erano due i bilanci?

Francesco MORELLI

Sì, Presidente, si tratta del bilancio per l’anno finanziario 2010 e del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2011.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno dei bilanci Ardis.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’inserimento, proposto dall’onorevole Parente, che riguarda l’ordine del giorno che provvederemo a distribuire a tutti i colleghi.

(E’ approvato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 105/9^ d'Ufficio, recante: “Elezione di un Consigliere regionale per la Consulta regionale della Cooperazione in sostituzione del Consigliere Zappalà Santi, dimissionario (art. 3 legge regionale 6 dicembre 1979, n. 13)”

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’ordine del giorno così come inviato al domicilio dei consiglieri.

Il primo punto all’ordine del giorno recita “Proposta di provvedimento amministrativo n. 105/9^ d'Ufficio, recante: “Elezione di un Consigliere regionale per la Consulta regionale della Cooperazione in sostituzione del consigliere Zappalà Santi, dimissionario (art. 3 legge regionale 6 dicembre 1979, n. 13)”.

Chiamo a svolgere le funzioni di scrutatori i due consiglieri regionali più giovani, Gallo e De Gaetano.

Si distribuiscano le schede. Onorevole Nucera, ha facoltà di procedere con la chiamata.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione di un consigliere regionale per la Consulta regionale della cooperazione: presenti e votanti 46; hanno ottenuto voti Vilasi 27, Scopelliti 1, Aiello Ferdinando 1, Principe 1; schede bianche 16; schede nulle, nessuna.

Proclamo, quindi, eletto il consigliere regionale Vilasi.

(Il Consiglio approva)

Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda la questione del Porto di Gioia Tauro.

Prima di iniziare la discussione, chiamo i capigruppo al banco della Presidenza, per un momento di confronto prima di iniziare la discussione.

Questione Porto Gioia Tauro

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: “Questione Porto di Gioia Tauro”.

Il Consiglio regionale ha voluto porre all’ordine del giorno della seduta odierna questo argomento proprio in preparazione dell’incontro che il Presidente Scopelliti avrà mercoledì prossimo con i ministri competenti, quindi l’obiettivo è quello di porre in essere un confronto, non tanto una discussione - perché già nei mesi scorsi c’è stato un lungo dibattito in Aula - fattivo, operativo, con l’augurio che si possa approvare un ordine del giorno comune dell’intero Consiglio regionale, per dare maggiore forza al Presidente in questo incontro che si terrà mercoledì prossimo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Credo che sia quanto mai opportuna, oggi, l’iniziativa di discutere in Consiglio regionale del problema del porto di Gioia Tauro, che certamente non riguarda soltanto il porto in sé, ma tutta l’economia della nostra provincia, della nostra regione e, in gran parte, anche di tutto il Sud.

Questo porto che stava avanzando abbastanza bene, in questo momento sta avendo un momento difficile, di crisi, che, purtroppo, ancora non si riesce a chiarire e a delineare bene, quindi credo che il Consiglio regionale faccia bene ad esprimersi, oggi, su questo tema, facendo un dibattito, ma, in modo particolare, approvando, alla fine, un ordine del giorno.

Come maggioranza ne abbiamo presentato uno, ma anche le opposizioni ne hanno presentato un altro, ma credo, anzi sono sicuro, riusciremo a metterli insieme e a farne uno solo, affinché, in effetti, possa dare maggiore forza alla Giunta, al Presidente e alla Vicepresidente, che sta seguendo questa problematica con grande interesse, quando, fra qualche giorno, appunto mercoledì prossimo, saranno a Roma al tavolo con i ministri competenti; quindi, un tavolo di grande spessore e livello, perché lì bisogna capire quali sono i progetti delle società che operano sul porto, ma anche quali quelli del Governo nazionale ed il supporto della Regione.

Credo che il Presidente Scopelliti, che già si sta dedicando molto a questa problematica, diverse volte abbia parlato con i ministri competenti e con le società che operano nel porto, insieme alla Vicepresidente Stasi, ma è opportuno andare a Roma, forti anche di una indicazione che viene dal Consiglio regionale nella sua interezza.

Brevemente, leggo l’ordine del giorno che la maggioranza ha preparato e, come ricordavo prima, -ne abbiamo già parlato con i colleghi capigruppo – che certamente può essere modificato, integrato e supportato anche dagli stimoli, dagli impegni che verranno da parte dei colleghi dell’opposizione, però nella speranza - dico - nella certezza, di poterne approvare, alla fine, uno all’unanimità per i motivi che ho indicato in precedenza.

Adesso lo leggo, così ci rendiamo conto delle problematiche che andiamo a trattare:

“Premesso che il porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria;

considerato che il terminal container di Gioia Tauro è il più grande terminal di transhipment del Mediterraneo, superato in volume di traffici nel 2010 solo da Port Said;

verificata l’urgenza di assumere azioni e decisioni importanti sulla situazione di crisi venutasi a creare a seguito dell’annunciato abbandono di Maersk, che da luglio si rivolgerà a scali più competitivi, comportando una considerevole diminuzione di volume e di merci, e considerato che la Mct, l’azienda terminalista per il porto di Gioia Tauro, ha dichiarato un esubero consistente di personale, in relazione al fatto che lo scalo oggi occupa circa 3 mila persone, tra diretti, indiretti e indotti;

impegna il Presidente della Giunta regionale:

a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato della vertenza Mct, in considerazione dell’ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro, generando una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull’economia dell’intera regione;

ad ottenere l’impegno della Presidenza del Consiglio dei ministri affinché vengano attuate, nel periodo di vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti come correttivo per la riduzione dello squilibrio competitivo dei porti di transhipment del Sud Italia, primo fra tutti di Gioia Tauro, verso i porti nord-africani con interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento del volume, che si tradurrà nel 2015 in un aumento della domanda di movimentazione container di circa il 25 per cento per i porti del Mediterraneo;

ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinché Gioia Tauro possa integrare l’attuale vocazione di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale, nazionale prima ed europeo in futuro, favorendo, attraverso misure dedicate, l’utilizzo delle linee ferroviarie;

ad adottare misure idonee al fine di facilitare l’insediamento di nuove realtà industriali ed attirare aziende che producano a Gioia Tauro e creare opportunità concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un’area logistica industriale;

infine a sollecitare Rfi, la rete ferroviaria italiana, a fornire un crono programma per le attività previste nell’Apq firmato con la Regione Calabria e i ministeri competenti”.

Questi sono i punti principali che abbiamo pensato di inserire, che riguardano e debbono riguardare lo sviluppo di questo porto; certamente – come dicevo prima – c’è l’apertura totale verso i colleghi dell’opposizione per integrarlo e – perché no – anche arricchirlo.

Quindi, mi auguro che da questo dibattito possa venire fuori quell’impegno, quella forza che noi daremo al Presidente e alla Vicepresidente della Giunta, quando si confronteranno, fra qualche giorno, ai tavoli romani, per cercare di tamponare quello che sta succedendo a Gioia Tauro, ma anche per rilanciare questo porto, perché non vi siano, non solo diminuzioni di personale, ma almeno vi sia un programma e un progetto che, da qui ai prossimi anni, possa portare ad un nuovo sviluppo del porto stesso.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, anche noi, come gruppo del Partito democratico, abbiamo presentato un nostro documento e, naturalmente, non ci neghiamo ad un confronto per dare un contributo al rilancio del porto di Gioia Tauro, che – ribadiamo – è per noi un’eccellenza di questa regione e, se bene utilizzato, può rappresentare un’eccellenza per il Paese e una concreta base per sperare in uno sviluppo della regione.

Quindi, non siamo contrari ad un documento comune del Consiglio regionale che dia al Presidente Scopelliti la forza sufficiente, necessaria per sostenere le tesi della Calabria a Roma.

Naturalmente, questa nostra impostazione politica di grande responsabilità è stata già tenuta, da parte nostra, nella precedente seduta consiliare dedicata al dibattito su Gioia Tauro, quando, pur rilevando, già allora, ritardi nell’attuazione dell’Accordo di programma quadro di Gioia Tauro che, sostanzialmente, è quello predisposto dal vecchio governo regionale di centro-sinistra, abbiamo favorito un documento unitario. Però, alcune cose le dobbiamo dire. A parte i ritardi nell’attuazione dell’Apq, - per cui noi chiediamo che il Presidente della Giunta si impegni nell’accelerarne l’attuazione, perché vedere Gioia Tauro come piattaforma logistica, per avere un entroterra che abbia una sua pregnanza dal punto di vista produttivo significa, in primis, attuare rapidamente l’Apq-, - le notizie che ci giungono da Bruxelles non sono positive; infatti, sembrerebbe, almeno dalle lettere pubblicate sui giornali, che, nell’ultimo anno, nulla si sia mosso non solo per quanto riguarda il Por, ma anche per quanto riguarda l’Apq.

Questo è un aspetto su cui vedo che l’onorevole Mancini si è già attivato, ma lo dico nel modo più costruttivo e comunque l’Apq è un problema che si chiude nell’ambito istituzionale calabrese e, semmai, vede la Calabria interloquire con difficoltà con Bruxelles, ma la questione più delicata, signor Presidente e onorevoli colleghi, è di capire cosa vuole fare lo Stato di Gioia Tauro. Non voglio fare una critica politica alla Presidenza Scopelliti - riconosco l’impegno della Vicepresidente che è molto attiva al riguardo – però, mi pare che questo impegno, molto evidente sotto il profilo verbale, non raggiunga alcun risultato nel riportare Gioia Tauro al centro dell’attenzione del Paese.

Noi dobbiamo impegnare il Presidente Scopelliti a chiedere al Governo Berlusconi qual è il ruolo di Gioia Tauro nel sistema portuale italiano. Questo è un dato di grande importanza, perché se si risponde a questa domanda, Vicepresidente, cioè quale ruolo Gioia Tauro deve avere nel transhipment – giusto? – allora ci sono due cose che non possono essere eluse da parte del Governo e della Regione insieme al Governo.

Primo punto, il rapporto con le grandi compagnie, cioè se Berlusconi non si avvia sulla scia che aveva posto in essere Prodi, e ritengo che, forse, nel nostro documento, - sotto questo profilo, ecco, vedete che il dibattito serve anche per autoemendarci - va inserito un punto in cui dobbiamo, a mio avviso, chiedere che sia riattivato il tavolo che aveva costituito a Roma Prodi sulle questioni di Gioia Tauro.

Allora, se Gioia Tauro non vede un impegno del Governo centrale verso le grandi compagnie… Prodi come faceva? Ha chiamato le grandi compagnie, le ha impegnate ad avere Gioia Tauro come punto di riferimento. Questa è la prima questione.

La seconda questione è che un porto con queste caratteristiche, che vede la Calabria come una sorta di portaerei nel Mediterraneo, che è diventato centrale, economicamente e politicamente, deve essere una infrastruttura collegata con grandi infrastrutture nel settore trasportistico: parlo di autostrada, di interporto, di sistema ferroviario. E’ inutile che parliamo di un ruolo di Gioia Tauro, per cui una parte dei container può essere avviata su ferro. Ho letto l’intervista della Vicepresidente su questo punto, giustamente diceva che i container in 24 ore possono raggiungere il nord del Paese, in 40 ore il nord dell’Europa, ma se il sistema ferroviario rimane questo antidiluviano, tale obiettivo non si raggiungerà mai.

Quindi, sotto il profilo del rapporto con il Governo, la Regione deve avere impegni seri, innanzitutto, un impegno a livello centrale di dare priorità nel sistema portuale italiano a Gioia Tauro; secondo, il rapporto con le compagnie; terzo, il problema delle infrastrutture.

Per quanto concerne il rapporto con le compagnie – vorrei che la Vicepresidente mi ascoltasse un attimo, nonostante la pregnanza fisica del collega Nucera – , qui c’è un problema di competitività, il quale chiama in causa anche il sistema dei rapporti di lavoro; cioè non v’è dubbio che i grandi porti del Sud del Mediterraneo sono agevolati perché hanno un costo del lavoro che è infimo rispetto al costo del lavoro che c’è in Italia.

Allora mi si può chiedere: “Che dobbiamo fare? Le gabbie salariali?”. No, illustre Vicepresidente, noi non dobbiamo chiedere la riproposizione delle gabbie salariali, perché i figli degli operai e dei dipendenti di Gioia Tauro hanno gli stessi diritti dei figli dei cittadini e degli operai di Milano o di Genova. Allora il Governo deve trattare con l’Unione europea un pacchetto di agevolazioni fiscali e contributive, ma questo è un compito del Governo centrale.

Da tutto questo ragionamento traggo una conclusione, ma, prima di trarla, voglio parlare anche dell’aspetto dell’entroterra di Gioia Tauro, quindi del sistema complessivo della logistica e ribadire, ancora, che va accelerata l’attuazione dell’Apq e va incrementato l’investimento nella ricerca, perché quest’ultimo significa rendere le nostre aree attrattive rispetto ad imprese esterne, perché – parliamoci chiaramente – anche se l’Apq venisse attuato, noi possiamo illuderci che l’entroterra di Gioia Tauro si riempirà di capannoni di iniziative industriali poste in essere dagli imprenditori calabresi?! Parlo ad una persona che conosce molto bene questo ambiente.

Quindi, noi non possiamo eludere il problema dell’attrattività delle imprese. L’attrattività dell’impresa chiama in causa gli investimenti nella ricerca, quindi nei distretti tecnologici della logistica. Non voglio fare una critica al mio amico assessore alla cultura che stimo, al quale ho testimoniato la mia solidarietà per fatti di carattere generale che lui ben conosce, però, quando questo Governo regionale investe 34 milioni di euro per avviare nuovi poli di innovazione, signor Vicepresidente – lei è esperta anche in materia – stiamo scherzando?! Mi pare che, a suo tempo, abbiamo collaborato insieme per il distretto dei beni culturali di Crotone, che noi avviammo insieme a quello di Gioia Tauro. Solo la partenza di questi due distretti – non so che fine hanno fatto – ha comportato un investimento di 25 milioni di euro.

Allora l’assessore Caligiuri – lo stimo, ripeto – bontà sua, con 34 ne vuole fare nove distretti?! Come faremo a parlare di Gioia Tauro piattaforma logistica, se l’Apq è fermo, gli investimenti nella ricerca non ci sono?! Abbiamo visto il quadro negativo che riguarda i due compiti, le due vocazioni più importanti di Gioia Tauro, il transhipment e il gateway.

Per concludere, quando ho letto su “Panorama” che il Presidente Scopelliti è diventato un leader della destra nazionale – credetemi – ho gioito, perché mi sento un uomo delle istituzioni e che questa Regione possa esprimere leader di carattere nazionale nel centro-destra con Scopelliti – mi auguro anche nel centro-sinistra, perché una Regione poi, quando non riesce a contare a Roma attraverso i suoi leader regionali, è sempre una Regione abbandonata da Dio e dagli uomini… - allora, che Scopelliti voglia fare il Polo dei moderati e, quindi, proporsi come un leader nazionale, a me sta benissimo. Non so se questo disegno riuscirà, perché poi l’onorevole Casini, a cui si riferisce il nostro Presidente dell’Assemblea, prima o poi i suoi dubbi li dovrà sciogliere, quindi dovremo capire finalmente il cosiddetto terzo polo cosa vuole fare da grande! Mi auguro che Scopelliti sia così bravo da indurre il terzo polo, da grande, a fare il Polo dei moderati, ma intanto che tutto questo avviene, la Calabria vuole contare o non vuole contare a Roma? E’ questo il punto, perché quando parliamo di infrastrutture, di impegno con le imprese che operano nel settore, di agevolazioni fiscali e contributive, viene, sempre, in ballo cosa vogliono fare Berlusconi e il suo Governo del porto di Gioia Tauro nel sistema portuale italiano e nel rapporto con l’Europa. E’ questo il punto.

Allora noi siamo pronti a dare il nostro sostegno perché il Presidente Scopelliti abbia ancora più forza per sostenere queste tesi, però nel momento in cui diciamo queste cose, gradiremmo che l’ordine del giorno, sia pure in una forma che può essere condivisa da tutti, alcune cose che abbiamo detto le dica, perché se siamo evasivi sulla premessa e non mettiamo nella chiara luce l’esigenza di avere un tavolo permanente a Roma che riparli di Gioia Tauro, cosa si vuole fare delle infrastrutture, quale rapporto con l’Europa per le agevolazioni fiscali, cosa si vuole fare nel rapporto con le ferrovie, tutte competenze romane, non andremo da nessuna parte.

Quindi, il nostro documento contiene questi concetti, queste proposte e, se lo leggete, è un documento molto pulito perché evita il minimo di polemica, anche se in quest’Aula uno mi può dire: “Ma tu un po’ di polemica l’hai fatta!”. Non è polemica quella che ho fatta, è l’idea che noi abbiamo della situazione e riscontriamo un Governo regionale monolitico nella politica interna, quasi assente nella politica estera, quantomeno come forza. Lo diciamo qui, è nostro dovere dirlo anche come semplice consiglio – non vorrei dire ammonimento perché potremmo sembrare presuntuosi – ad essere più aitanti anche nella politica estera.

Detto questo in Aula, il documento è molto pulito e ci sono delle premesse che noi non possiamo eludere, cara Vicepresidente, perché proprio lei, per la conoscenza puntuale della materia e anche per la conoscenza dell’imprenditoria e del mondo della ricerca, sa benissimo che stiamo dicendo cose concrete, di buonsenso che possono aiutare la nostra regione, un Consiglio regionale che, pur nella differenza dei ruoli e dei compiti, poi si unisce per sostenere a Roma gli interessi della Calabria, in questo caso di Gioia Tauro, eccellenza del Paese e, guardate, eccellenza dell’Europa. Infatti, quando parliamo di Porta d’Oriente dell’Europa, non diciamo sciocchezze, perché se guardiamo la carta geografica, ci rendiamo conto che per i traffici dell’Oriente Gioia Tauro può essere il punto di arrivo per lo smistamento delle merci in tutta Europa, se escludiamo la Spagna e il Portogallo, però se non ci sono le condizioni materiali e la volontà politica, tutto questo non avverrà.

Riconoscete che il centro-sinistra la coscienza non dico che ce l’ha a posto, perché siamo uomini e, quando pensiamo all’Eterno, nessuno può dire di avere la coscienza a posto, ma il centro-sinistra, sia quello di Roma con Prodi che quello calabrese, per Gioia Tauro qualche oretta di sonno tranquillo, non dico tutta la notte, può farla.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Signor Presidente, sono passati appena cinque mesi da quando questo Consiglio regionale, a seguito della mozione del centro destra e dell’onorevole Principe, aveva acceso i riflettori sulle prospettive del porto con un approfondito dibattito. Il motivo che aveva originato quella nostra mozione era stato – lo ricordiamo tutti – la serrata di trenta ore da parte dei lavoratori di Medcenter, il clamore suscitato sulla stampa locale e nazionale, ma soprattutto le vivissime preoccupazioni dei lavoratori e delle famiglie direttamente o indirettamente interessate.

Abbiamo dibattuto sul destino di una struttura portuale da tempo troppo condizionata – perché il troppo, avanti e indietro, può dare un significato diverso – dalle scelte dei due soggetti monopolisti che continuano ad essere responsabili del futuro del porto e del destino di centinaia di lavoratori, compresi quelli dell’indotto, che non solo non vanno dimenticati, ma credo che siano in più rispetto ai ventilati licenziamenti dei 300 operai di Medcenter.

Di quel campanello d’allarme – ma già allora sapevamo che Maersk aveva un piede dentro e un piede fuori – dobbiamo ammettere che non è stata colta quella necessaria tempestività, pur dando atto al Presidente Scopelliti e alla Vicepresidente Stasi di un lavoro che in questi mesi certamente è stato continuo, un impegno non facile per affrontare i ritardi e le criticità storiche che persistono su Gioia Tauro. Ricordo che avevamo, in particolare, sottolineato con forza che il nodo di Gioia Tauro non era solo di Gioia Tauro, ma riguardava anche l’intero sistema della portualità italiana di transhipment e i porti di Cagliari e Taranto, ma anche di Genova e Vado Ligure, che pure hanno goduto e continuano a godere della benevolenza delle lobby trasversali, non solo leghiste, funzionali agli interessi del nord del Paese.

Si trattava, quindi – lo dicevamo allora – di reperire alcune decine di milioni di euro per contribuire all’abbattimento delle tasse di ancoraggio, alla defiscalizzazione fino al 40 per cento e per tre anni del costo del lavoro e alla riduzione dell’accisa sui carburanti.

Devo dire che queste lobby, fino ad oggi, hanno continuato quel ruolo di freno che oggi registriamo drammaticamente sul porto di Gioia Tauro, prova ne è che ancora non riusciamo a capire qual è il ruolo di Gioia Tauro, per esempio, nel Piano nazionale della logistica, che non è ufficiale, non è stato discusso in Parlamento, ma che è largamente conosciuto nelle sue linee-guida perché – bontà sua – l’onorevole Giachino ce lo ha fatto conoscere qualche mese fa nel corso di un convegno della Uil.

Oggi la situazione è diventata drammaticamente esplosiva e sta per trasformarsi in un gravissimo dramma sociale non solo per la Piana di Gioia Tauro. D’altronde, la mobilitazione che ancora oggi abbiamo dei lavoratori occupati presso la Medcenter, la stessa posizione della Chiesa, assai responsabile, la stessa posizione di alcuni sindacati, assai responsabile, devono indurci non solo a un documento, ma a moltiplicare questi nostri sforzi e la nostra attenzione a fare di Gioia Tauro una delle questioni centrali dell’impegno di questo Consiglio regionale, anche se devo dire che, rispetto all’incontro programmato di mercoledì a Roma, mi preoccupa in particolare la presenza del ministro Sacconi che, al di là della stima che l’uomo di governo merita per le sue riconosciute capacità e il senso di responsabilità che mette al suo lavoro, è il segno inequivocabile che a Roma la situazione del porto di Gioia Tauro viene considerata più grave di quella che già grave appare ai nostri occhi e la strada della mobilità quale anticamera dei licenziamenti è assolutamente non condivisibile.

Lo abbiamo detto l’altro giorno durante nel Consiglio comunale aperto di Gioia Tauro ed io trovo assolutamente incomprensibile l’idea che venga scartata, a priori, la concessione di un’eventuale ma provvisoria cassa integrazione per un periodo il più limitato possibile, fino all’avvio di alcune procedure e di alcune iniziative da noi già sollecitate nello scorso gennaio in questo Consiglio regionale. Mi riferisco, Vicepresidente Stasi, anzitutto all’immediata costituzione della società dell’interporto, perché se non mettiamo il Governo e anche gli operatori di Assologistica, che sono stati in queste settimane qui a Gioia Tauro, nella condizione di prendere atto che veramente stiamo facendo, come stiamo facendo, dei passi in avanti concreti e ci stiamo muovendo seriamente, il rischio è che si continui a non essere credibili, anche rispetto agli sforzi che stiamo compiendo. Questa, quindi, dovrebbe essere, secondo noi, una delle prime risposte e azioni che dobbiamo da subito mettere in campo.

E’ stato già detto –ho letto con attenzione i due documenti – e mi pare pleonastico sottolineare che l’accordo di programma quadro, che è frutto di tanto impegno, va subito attuato per fare tutto quello che l’Apq prevede, a partire da quella piattaforma logistica avanzata nell’area a nord del terminal:che sia integrata col sistema di trasporto intermodale che deve essere messo subito in campo e che è il solo, secondo noi, che può riuscire a invertire questa tendenza drammaticamente attuale, dando seguito agli accordi con Rfi.

Ma voglio qui riproporre – e sarò breve sicuramente – un nodo antico da sciogliere, che alcuni di noi sicuramente conoscono – penso all’onorevole Loiero, per esempio – che riguarda il ruolo dell’Asi nell’area del retro porto. Non dirò nulla sul ruolo negativo svolto in questi anni dall’Asi in quell’area, che pretende, addirittura, canoni rispetto a servizi che non fornisce e rispetto, anzi, ad ostacoli di ogni genere che frappone alle industrie che si sono insediate. Mi riferisco, in particolare, ad un vincolo paesaggistico, atavico e poco conosciuto, che risale al 1967 e che è una delle cause non secondarie del mancato insediamento e dei ritardi che le imprese che si sono insediate registrano nella loro attività.

Dicevo, un vincolo che risale a diversi anni fa, che l’allora Ministro Loiero prese in considerazione – ma non era certamente il ministro Loiero a doverlo rimuovere, fu semplicemente interessato – ma che rappresenta uno degli esempi più clamorosi della ottusità della burocrazia ministeriale, in questo caso quella del ministero dell’ambiente, di fronte a esigenze di sviluppo di un territorio.

Così come appare priva di ogni giustificazione la sottoposizione a tale vincolo delle stesse aree industriali ad immediato ridosso del porto, in quanto anch’esse hanno moltiplicato le difficoltà degli imprenditori che ancora hanno voglia di scommettere in quell’area.

Quindi, pregherei chi andrà a rappresentarci al tavolo romano di insistere per la rimozione anche di questo vincolo paesaggistico, che diventa un problema di assoluta urgenza, e su questo dobbiamo essere particolarmente insistenti.

Infine, vorrei ricordare che occorre verificare l’immediata disponibilità di 261 milioni di euro concessi a Rfi per il potenziamento della rete ferroviaria e la realizzazione del gateway, perché su questo ascoltiamo parole contraddittorie, mentre assistiamo all’investimento di 200 milioni di euro della stessa Rfi per una piattaforma logistica a Trieste con Maersk e Unicredit, eventi largamente noti sicuramente anche alla Vicepresidente Stasi.

Forse l’aspetto paradossale è quello che la crisi del porto di Gioia Tauro si registra in un momento in cui i nostri competitori nord-africani vivono, invece, una fase di instabilità e di tensione politica e noi non sappiamo, ma è più giusto dire che non veniamo messi nella condizione di approfittare di questo vantaggio politico non di poco conto.

Resta, infine, un ultimo tabù, che non a caso cito per ultimo, l’ho ripetuto anche qualche settimana fa a Gioia Tauro: la classe politica calabrese tutta non ha avuto il coraggio di fare, fino ad ora, i conti con una premessa, però, della quale siamo sinceramente convinti; noi riconosciamo a Medcenter un ruolo importante per quello che ha fatto in questi anni a Gioia Tauro, non solo a Medcenter, ma anche alla sua capogruppo, per lo sviluppo del porto, nella piena consapevolezza che la politica è mancata rispetto alle risposte necessarie e ad uno scarso impegno su Gioia Tauro.

Ma è venuto il momento di affrontare senza complessi e con serenità il tabù del regime di monopolio di Medcenter sulle banchine di Gioia Tauro, anche se è una fase delicata. Vanno messe sul tavolo tutte le vere questioni che hanno provocato la crisi del porto, soprattutto oggi che Maersk se n’è andata via. E non si venga a dire che esiste un contratto capestro cinquantennale di cui bisogna tenere conto, perché il problema, come sempre, è di carattere politico. Qua si tratta di capire se, al di là dei legittimi interessi che Medcenter e la capogruppo devono tutelare dal punto di vista imprenditoriale, veramente siamo terra di nessuno e se abbiamo a cuore gli interessi del porto, della Piana e dell’intera Calabria o se, piuttosto – come io sono, consentitemi, convinto – fanno gola in questa fase i 90 milioni di euro, di cui 55 della Regione e il resto dell’Apq, su cui Medcenter vuole mettere candidamente le mani, certamente per fini nobili. In Germania Medcenter fa anche logistica, però non possiamo consegnare il destino di Gioia Tauro, il futuro di quello che intendiamo realizzare soltanto a Medcenter o a Msc.

Anche su questo quesito credo che dobbiamo ricevere delle risposte.

Chiudo con un grido d’allarme che non riguarda il porto, ma riguarda più complessivamente la Piana, trenta secondi soltanto per dire che la questione di Gioia Tauro è sicuramente il problema del porto, la Piana di Gioia Tauro è ormai economicamente rasa al ruolo, lo sono certamente anche altre parti della regione, ma la Piana è rasa al suolo. Colgo l’occasione, stamattina, per lanciare questo grido d’allarme che riguarda la crisi drammatica dell’agricoltura pianigiana, soprattutto alla vigilia di una campagna 2011-2012, per fortuna abbondante, ma che lascerà sul campo migliaia di famiglie sul lastrico.

Colgo l’occasione perché anche su questo problema, sul quale l’assessore Trematerra sta facendo un ottimo lavoro, il Consiglio regionale non operi distinzioni rispetto al problema più complessivo del porto; è una questione che riguarda il territorio pianigiano, di cui non possiamo assolutamente dimenticarci. Non a caso, quindi, qualche giorno fa abbiamo presentato una mozione, che comprende anche quella proposta di legge che abbiamo proposto sui consorzi fidi per l’agricoltura, che sono diretti anche a risollevare le sorti dell’agricoltura sulla Piana di Gioia Tauro.

Credo che anche su queste questioni – ripeto – mentre discutiamo del porto, non possiamo dimenticare neanche per un istante che il problema dello sviluppo della Piana di Gioia Tauro, della provincia di Reggio e dell’intera Calabria passa anche attraverso un impegno rispetto a questioni così delicate dell’agricoltura pianigiana.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Cercherò di essere brevissimo anche rispetto ai cinque minuti, perché non voglio ripetere le cose che dissi in quest’Aula il 31 gennaio e che, ripetutamente e in maniera reiterata, ho avuto occasione di riprendere seguendo questa vicenda da più di un anno.

Uno dei primi interventi che feci da consigliere regionale insieme al mio gruppo, al capogruppo De Masi e al collega Talarico, riguardò la questione di Gioia Tauro, che valica i confini nazionali.

Il 31 gennaio abbiamo avuto l’occasione di tenere un dibattito, anche proficuo, importante per sancire una volontà che deve essere ora estrinsecata con le azioni, con i fatti di questo Consiglio, di questo Governo regionale, di quello nazionale, sordo e cieco alle questioni del Sud. Voglio ricordare – non voglio fare un intervento polemico, ma alcune cose mi dovete consentire di dirle – che del porto di Gioia Tauro e della questione che afferisce al nuovo scacchiere geopolitico che c’è sul Mediterraneo non vi è traccia nel Piano della logistica, richiamato da qualche collega poc’anzi, tranne qualche rigo. Non si rinviene alcuna volontà di dare prospettiva alla realtà gioiese, una prospettiva che - credo che siamo tutti d’accordo - deve, ormai, superare il transhipment.

Siamo in forte ritardo. Ricordo l’intervento che feci in un silenzio assordante, quando scoprii che l’Unicredit, insieme a realtà produttive del Nord, con l’occhio benevolo e il sostegno del Governo, finanziò con oltre 1 miliardo di euro la piattaforma Trieste-Monfalcone, con il contributo dell’istituto bancario San Paolo e con altri istituti di credito che fecero uno degli sforzi più poderosi, cioè quello di connettere il porto di Genova, che non aveva nessuna proiezione, ad Alessandria.

Lo voglio dire per ricordare in quale contesto ci siamo mossi in questi ultimi mesi e in quest’ultimo anno.

Non voglio ripetere le cose che sappiamo tutti. Oggi questo Consiglio regionale, anche con uno sforzo unitario che certamente ci vuole per trattare questa questione, deve culminare in un’azione forte che questa Regione dovrà esercitare al tavolo nazionale del 22 giugno. Ci vuole la consapevolezza che questa questione deve essere in cima all’agenda delle priorità del Governo nazionale verso l’Unione europea, per velocizzare tutte le procedure. Oggi mi aspetto anche una risposta dalla Vicepresidente rispetto all’Apq, alla questione del gateway ferroviario, perché Rfi aveva abbandonato lo scalo per cause risibili.

Se non si parte da queste cose, se non si sancisce un crono programma che deve essere ferreo, in condizione di riconnetterci in maniera competitiva nello scacchiere della logistica e se il porto diventa la priorità logistica nazionale, un vero scalo intermodale, forse riaccenderemo una prospettiva di speranza per Gioia Tauro e per la Calabria, diversamente sanciremo la fine delle prospettive dello sviluppo di questa nostra regione.

Non vorrei, leggendo anche tra i documenti che ci sono pervenuti e tra gli interventi, che si consumasse l’ennesima truffa ai danni della Calabria e dei lavoratori, ossia quello che viene evocato da Medcenter: la richiesta di pacchetti di aiuti; non vorrei – e su questa cosa saremo intransigenti – che si consumasse l’ennesima mortificazione che porti il terminalista a continuare a privatizzare gli utili e a voler socializzare inesorabilmente le perdite.

Su questo noi saremo impegnati, come lo siamo stati, costantemente.

Bisogna, quindi, creare queste condizioni. Bisogna rilanciare la dogana, Vicepresidente. I diritti doganali, che possono essere percepiti da Gioia Tauro, nel 2007 avvenivano con lo sdoganamento del solo 10 per cento del potenziale e ammontavano a circa 60 milioni di euro. Lascio alla valutazione di tutti quello che tale cifra potrebbe dare in termini di ricaduta e di riutilizzo di risorse per potenziare il retro porto, per creare quel tessuto connettivo, quel tessuto produttivo che può dare una grande proiezione alla Piana di Gioia Tauro e può veramente mettere Gioia Tauro nel baricentro dello scacchiere del Mediterraneo: la dogana, lo scalo intermodale, una nuova politica che veda un nuovo primato della politica per velocizzare le cose.

Sentivo anche delle cose importanti che sono state dette, dei lacci e lacciuoli che hanno contraddistinto il rapporto con l’Asi, dei vincoli sovraordinati che non hanno ragione di esistere.

E’ necessario che il 22 giugno, al tavolo tecnico, ci sia la volontà corale che Gioia Tauro rimanga permanentemente nell’agenda politica di questa Regione e del Governo nazionale, che ci sia una risposta immediata, perché non possiamo tornare in quest’Aula… Mi auguro di tornare prestissimo in quest’Aula, dopo il 22, a tracciare un bilancio e un crono programma con delle cose certe su cui la Calabria credo non debba più attendere.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Rappoccio. Ne ha facoltà.

Antonio RAPPOCCIO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi quest’Aula si trova a discutere in merito alle sorte di oltre 1.300 lavoratori, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a causa della profonda crisi che sta subendo il porto di Gioia Tauro.

E’ di qualche giorno fa la notizia che il governatore Scopelliti ha ottenuto dal Governo nazionale la convocazione di un tavolo di concertazione Stato-Regione, volto a trovare una soluzione che scongiuri il rischio di abbandono del terminal, ormai in atto, da parte delle grandi compagnie di logistica mercantile.

Siamo obbligati – e ribadisco obbligati – ad adottare delle misure incisive affinché il porto di Gioia Tauro non sia costretto a chiudere i battenti, perché è un dato di fatto che, ad oggi, lo scalo portuale non risulti più essere attrattivo per le grandi linee di navigazione.

La decisione improvvisa da parte della società Maersk di abbandonare lo scalo calabrese porta con sé una diminuzione considerevole nei traffici del porto che, automaticamente, comporterà – così come comunicato da Mct – la riduzione della forza di lavoro, di cui probabilmente ancora non si conosce la portata numerica reale. Né, tantomeno, ci si può permettere di arrivare nuovamente alla situazione di blocco totale che ha coinvolto l’intera struttura portuale l’inverno scorso, quando per 30 lunghissime ore il porto è stato chiuso per mancanza di navi in arrivo. Per la prima volta si è verificata una situazione del genere, da quando nel settembre del 1995 il porto container ha avviato la sua attività.

E’ chiaro che la tenuta dello scalo si spieghi anche con la riduzione delle tasse di ancoraggio disposte dall’autorità portuale, al fine di contrastare la concorrenza dei porti del Nord Africa, dove i costi dei servizi e della manodopera sono, evidentemente, inferiori a quelli europei.

E’ stato significativo l’intervento in proposito di don Pino De Masi, vicario generale della diocesi, perché la Chiesa di certo non resta impassibile ad osservare come la stessa integrità dell’uomo lavoratore sia messa in discussione. Per non parlare delle associazioni sindacali Fiom e Cgil per prime, le loro preoccupazioni e denunce sulle esternazioni fatte da Mct sugli esuberi nel porto e le relative ricadute che avrebbero potuto causare nell’area industriale e nella Piana di Gioia Tauro si sono tutte verificate. Infatti, la Mct ha convocato nei giorni scorsi tutte le ditte esterne del settore metalmeccanico per comunicare loro che, a causa della crisi che ha visto il brusco calo del traffico e la perdita consistente del fatturato, dovrà ridurre il lavoro concesso, con le ovvie ripercussioni relative alla riduzione del personale.

Non possiamo accettare che uno dei porti più grandi del Mediterraneo, nonché tra i più importanti grazie alla sua posizione logisticamente strategica, veda la sua funzione ridotta a mero scalo di imbarco-sbarco di container. Bisogna rendere la struttura industrialmente appetibile, potenziandola con incentivi e benefici di natura fiscale per le imprese che itnendono investire su Gioia Tauro. Tutto ciò non può prescindere dalla previsione di investimenti sulla logistica, perché soltanto un’efficiente rete stradale e ferroviaria potrà garantire il nuovo decollo dello scalo.

Siamo consapevoli che la Regione Calabria ha già un piano di interventi costituito dall’Apq per Gioia tauro, all’interno del quale non ci sono solo realizzazioni infrastrutturali, ma anche incentivi alle imprese e programmi di sviluppo. Ciò che importa è che a tale piano sia data attuazione nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, il punto all’ordine del giorno è di fondamentale importanza per lo sviluppo della nostra regione e oggi rappresenta, purtroppo, anche un punto di grande criticità, una questione molto critica, molto difficile da risolvere, molto probabilmente.

La si vedeva nel passato come un punto qualificante, un’occasione, un’eccellenza su cui dover puntare per poter dare rilancio a una regione che aveva bisogno di lavoro. Beh, così non è stato, perché negli anni si è perso molto tempo e sappiamo benissimo che il tempo in amministrazione e in politica, con le cose che evolvono così velocemente, con i mercati che da locali diventano nazionali, poi internazionali e globali, ha la sua importanza.

Oggi, purtroppo, ci troviamo a discutere di una criticità enorme, di un problema molto difficile, forse, da risolvere, per cui è ovvio che, di fronte a ordini del giorno che vengono da centro-destra e dal centro-sinistra, bisognerebbe fare forza comune per cercare di dare maggiore forza al nostro Presidente, alla sua Giunta, alla Vicepresidente Stasi, nel momento in cui andrà a trattare con estrema oculatezza e con grande importanza un argomento così delicato, soprattutto al tavolo che da qui a poco si aprirà a livello nazionale.

Sappiamo benissimo che è importante la logistica – molti colleghi lo hanno detto – ma prima di parlare di logistica, lasciatemi dire una cosa: credo che sia proprio l’aspetto più difficile e più complesso da affrontare in breve termine. Noi abbiamo di fronte la necessità di mantenere dei posti di lavoro e di rendere appetibile anche alle compagnie di navigazione questa struttura, che è di fondamentale importanza per l’Italia, per la Calabria in modo particolare e, secondo me, anche per l’area mediterranea.

Per poter far questo, bisogna iniziare soprattutto col potenziare questo benedetto transhipment. Noi sappiamo benissimo che la concorrenza sleale da parte di altre nazioni, soprattutto quelle del Nord Africa, sul Maghreb, fa sì che riescano a portare grandi difficoltà a una regione che, comunque, deve sottostare a delle regole, a delle norme, a dei princìpi, a dei costi dettati dalla legge.

Abbiamo un’assenza, quindi, di concorrenzialità, da un lato problemi anche nostri, locali, perché avevamo la necessità, per tempo, forse di allungare la banchina almeno di un altro chilometro, avevamo la necessità di realizzare un’area più estesa per poter caricare e poggiare i nostri container – qualcuno parla di 30 ettari, io non so precisamente – dunque rafforzare anche da un punto di vista strutturale anche nel transhipment più normale, quello che dà la possibilità di sbarcare i container dalle grandi navi alle piccole navi, beh, era un qualcosa che si poteva fare benissimo per tempo.

Da questo bisogna anche capire che, dall’altra parte, c’è un’evoluzione veloce da parte dei Paesi del Nord Africa ad attrezzarsi sempre di più, basti pensare che, da qui a pochi anni, forse anche a qualche mese, il porto di Tangeri avrà la possibilità di far movimentare oltre 10 milioni di container. Questo fa capire la grande importanza che in quella nazione danno, logisticamente e anche strutturalmente, a un organismo come quella società portuale, quel porto, per far sì che si possa incrementare lo sviluppo in quella nazione.

Noi abbiamo di fronte, quindi, una sfida che, partendo già dalle cose per cui era nata, le cose più semplici, dobbiamo mettere in conto. Da qui la necessità di dover avere un rapporto più franco con lo Stato nazionale, perché è vero che noi dobbiamo fare la nostra parte e avremmo dovuto già farla, caro onorevole Rappoccio, ma lo Stato centrale se n’è lavato le mani per tempo, perché non si possono tenere concorrenzialità in maniera abnorme. Noi sappiamo benissimo che il costo del lavoro e il costo fiscale in quei Paesi del Nord Africa sono quasi zero, quindi è ovvio che le compagnie di navigazione preferiscano dove si paga di meno rispetto a dove si paga di più.

Da noi, quindi, c’è la necessità di avere una sponda nazionale, un Governo che possa dare la possibilità di abbassare, di abbattere vertiginosamente la tassa di ancoraggio, le tasse portuali, di fiscalizzare al meglio gli oneri previdenziali per i nostri lavoratori, in modo tale da poter rendere chi gestisce quella società competitiva nell’ambito dell’area del Mediterraneo.

A questo bisogna anche aggiungere la completa indifferenza del Governo nazionale, di tutti i Governi nazionali – lasciatemelo dire – perché sono anni che si parla di questa questione.

Quando si parla di logistica, di gateway, significa che l’intermodalità per un porto diventa essenziale, la possibilità di scambiare le merci, di farle sostare, di farle ripartire su gomma, su linea ferroviaria, ha la necessità di politiche di investimento che non ci sono state in Calabria. Ed è vero il fatto che qualche collega prima ha evidenziato, che la merce, nel momento in cui dalla sera alla mattina, anche se già c’erano tutti i segnali di questo abbandono, di questa incombenza, di questo abbandono di questa responsabilità, punta su Trieste per la realizzazione di una grossa piattaforma logistica insieme a Unicredit e ad altre società della zona, fa una scelta ben precisa.

Io non so se qui il Governo nazionale ha messo anche qualcosa di suo in queste scelte, ma so con certezza che qualsiasi compagnia di navigazione che dovesse venire oggi in questa situazione a rafforzare, a presenziare insieme alla società interportuale, insieme a Mct e a quant’altro, avrebbe difficoltà nel tempo a poter sostenere determinati costi rispetto ai ricavi.

Allora la necessità di rapportarci col Governo nazionale ed è per questo che c’è la necessità che in questo dibattito non si può verificare una forzatura di tipo politico, dobbiamo essere uniti, dobbiamo dare forza alla Giunta, in modo tale da poter andare a discutere con forza e con grande senso di persuasione, questo ragionamento portarlo a chi di competenza, in modo tale che anche il Governo nazionale possa mettere a disposizione un minimo di interesse per i calabresi e per la nostra Calabria.

L’Apq è stato qualcosa di importante, nel settembre 2009 – credo – era stato siglato un ottimo Apq. Guardate, nell’Apq stesso c’è una scheda – ne parlo proprio volando – molto semplice, quella sull’energetico, che bastava applicare quella impostazione sulle energie rinnovabili all’interno dell’interporto per far sì che anche i costi energetici potessero abbassarsi e, quindi, dare anche questo un’ulteriore spinta a poter essere ancor più concorrenziali. Questo non c’è stato, come non c’è stata neanche la possibilità di vedere investimenti da parte delle Ferrovie, che va a fare investimenti dovunque, soprattutto nel Centro-Nord e abbandona completamente il Centro-Sud.

Come anche era importante entrare nel merito della istituzione di un’autorità, di una governance unitaria, proprio per non avere dei parallelismi o delle sovrapposizioni con chi parlare all’interno del porto stesso, perché il nostro porto di Gioia Tauro non può diventare un’altra cattedrale nel deserto, deve essere un organismo, una struttura che deve essere vista per il rilancio della nostra Calabria e soprattutto per il rilancio del Centro-Sud.

E’ per questo che anche nell’Apq qualcuno parlava di presenza di un rigassificatore. Anche questo forse poteva essere importante, se era finalizzato alla famosa piastra del freddo, alla possibilità di immaginare, ad esempio, nell’interporto la realizzazione di un centro di stoccaggio, di raccolta dell’ortofrutticolo per tutta l’area mediterranea, centri che si possono fare soltanto dove c’è la possibilità di realizzare queste famose piastre del freddo, cosa che si poteva fare, ma neanche questa è stata accettata e realizzata.

Allora, di fronte a una situazione così devastante, è ovvio che il Consiglio regionale deve prendere atto che siamo di fronte a una problematica molto importante, né tantomeno è consentito a nessuno poter dire, come si è letto poco tempo fa sul “Messaggero” – credo che sia stato l’ex Presidente Prodi, citando il porto di Gioia Tauro – come un esempio del degrado etico e di legalità che attanaglia l’Italia, impedendone lo sviluppo e la crescita.

Questa è una grande castroneria, una grande bugia che, spesso, serve a far sì che si crei un alibi, una giustificazione per poter poi giustificare investimenti che, invece di essere finalizzati per determinate aree del Meridione, vengono spostati, sulla base di questa grandissima fesseria, sulle aree del Centro-Nord.

Ecco che è necessario dover denunciare certe cose e rafforzare la necessità di poter dire al nostro Presidente Scopelliti, che andrà a rappresentarci, che dietro di lui in questo caso specifico avrà tutta la nostra solidarietà, a patto che possa finalmente convincere il Governo nazionale che esiste anche la Calabria, perché è troppo facile poter pensare a un federalismo fiscale di natura egoistica, di natura politica, più che amministrativa, dove è facile conservare le ricchezze a Nord, senza pensare in termini solidaristici al Sud. Infatti, se così dovesse essere, paradossalmente, io che sono sempre stato contro il federalismo, auspicherei un federalismo anche di tipo normativo, di tipo regolamentare, nel senso che ogni Regione possa diventare di per sé tutrice del proprio destino e, se fossimo veramente uno Stato o una Regione federale, potremmo anche accondiscendere a rapporti diretti di creazione di zone libere a imprese, di zone franche e ad accordi con il Giappone, con tutte le aree, pur di far sì che questo nostro benedetto porto possa restare in vita.

Per quanto riguarda l’interporto, lo sappiamo, il retro porto, purtroppo, è un qualcosa su cui non si è investito proprio, al di là delle erbacce, come qualche giornalista raccontava, ma anche la stessa mancanza di collegamento telematico, l’assenza di Adsl, oggi che il mondo cammina su internet per i vari collegamenti e per tutto quanto, fa capire chiaramente che siamo veramente lontani mille miglia da quella che potrebbe essere la possibilità di un’evoluzione.

Ecco perché prima, Vicepresidente Stasi – parlo con lei perché è l’unica attenta in questa sala e gliene do merito – è importante capire veramente dove si vuole arrivare ed è importante anche la tempistica, è fondamentale, perché non abbiamo molto tempo per poter far sì di riprendere questa situazione in mano. Parlare di logistica significa attrezzare tutto il retro porto, significa investimenti grossissimi da parte delle Ferrovie e dello Stato, significa nuove linee ferroviarie, gallerie ferroviarie che diano la possibilità ai grossi container di passare. Oggi abbiamo anche su questo aspetto, che è un aspetto fisico, strutturale molto semplice, grande difficoltà, abbiamo gallerie che non consentono il passaggio di determinati container, perché non sono a norma, perché sono piccole rispetto ai container stessi.

Allora è ovvio che, di fronte a una politica che prevede dei tempi lunghi, che è necessario, però, già programmare sin da adesso, ma che non si riescono a concretizzare nell’arco di pochissimo tempo, almeno la possibilità di avere finalmente in quest’area una chiarezza in termini di defiscalizzazione. Se è vero, come è vero, che Gioia Tauro è entrata nell’ambito delle zone franche, che sia franca nel senso reale del termine e nel senso più concreto, chi viene a investire là deve avere l’opportunità di capire che, investendo a Gioia Tauro, avrà dalla parte sua la possibilità di risparmiare. Quindi rendere questa iniziativa accattivante agli investitori, se no è inutile portare grossi personaggi anche importanti – e avete fatto bene a farlo – dell’industria, se poi lì non ci sono le strutture a supporto e non c’è la convenienza all’attecchimento e al finanziamento da parte dell’impresa.

Allora la necessità di far rispettare gli accordi presi a questo Governo nazionale, come anche dall’altro. Tempo ne abbiamo perso troppo, a questa situazione, già purtroppo annunciata nel tempo, ci si è arrivati scivolando piano piano, ma – come dicevano alcuni colleghi consiglieri – molti avevano già presagito questa situazione e questo tipo di conclusione.

Spero che il vostro lavoro, la vostra caparbietà possa essere presa in giusta considerazione da chi di dovere a livello nazionale e far capire soprattutto che, al di là delle repubbliche federaliste, ancora oggi la Calabria fa parte dello Stato italiano!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Non parlerò di tutto il problema di Gioia Tauro, che è una questione complessa, e capisco anche che ci possa essere la suggestione a parlarne molto, però voglio concentrarmi su alcuni problemi, che sono quelli che emergono oggi nel porto di Gioia Tauro, ma che sono antichi.

Il problema che oggi assilla Gioia e l’intera Calabria è prevalentemente di politica nazionale, anche internazionale. Questo non significa che è un nodo superiore alle nostre forze, da cui il Governo, ma anche il Consiglio regionale può chiamarsi fuori. Esso ripropone, ancora una volta, l’incapacità delle classi dirigenti della nostra Regione di avere il peso, la forza, il legame relazionale che consente di inserirsi con incisività prima di tutto nei giochi nazionali, nella politica dei porti che l’Esecutivo Berlusconi ha portato avanti in questa sua lunga e interminabile permanenza al Governo e che è stata molto deficitaria. Io, personalmente, non ho mai sentito l’attuale Presidente del Consiglio fare un riferimento a Gioia Tauro, al suo ruolo strategico, eppure l’attuale premier, specie quando si trova in difficoltà, tira fuori di tutto! A tale proposito, resta esemplare il discorso fatto qualche mese fa a Lampedusa.

Il fatto è che Gioia Tauro non è nei suoi pensieri, come non è nei pensieri del ministro dell’economia, entrambi venuti di recente nella nostra regione per fini esclusivamente elettorali, incapaci o forse impossibilitati a fare anche solo un cenno.

Veda, signor Presidente – al netto delle difficoltà obiettive che mettono in crisi il nostro porto – mi riferisco allo sconvolgimento prodotto dalla Maersk negli scali di transhipment nel Mediterraneo e mi riferisco anche alla massiccia presenza della criminalità che scoraggia investimenti –, al netto di tutto questo, c’è una logica dettata dall’asse del Nord, dalla Lega, che punta a valorizzare al massimo i cosiddetti due sistemi ascellari, signor Presidente, la piattaforma di Vado Ligure e di Monfalcone, insieme a partner di eccezione, come Unicredit logistica e Rfi.

Ci troviamo nell’assenza di una politica nazionale che tenga conto non solo delle convenienze strategiche, ma anche delle esigenze di una difficilissima regione del Mezzogiorno, che diventa così solo un bacino di voti e viene relegata a un ruolo ancillare, funzionale solo alle politiche delle regioni del Nord. Vedete come è paradossale tutto questo: noi portiamo i voti per una politica di governo del Nord! Tutt’altro atteggiamento – lo voglio dire – quello del precedente Presidente del Consiglio, Romano Prodi, il quale ha contribuito a creare il nostro porto di Gioia Tauro, cioè il vincolo di Prodi non rispetto a Berlusconi, rispetto a tutti, è quello di un vincolo sentimentale, prima che istituzionale.

Io chiedo scusa se faccio un riferimento brevissimo ai cinque anni trascorsi alla guida di questa Regione e voglio ricordare a tutto il Consiglio che, nel 2006, la coalizione di centro-sinistra vinse le elezioni nazionali ed io chiesi un tavolo istituzionale – ero insieme al Vicepresidente Adamo – per la sola Regione Calabria e Prodi fu sollecito a formarlo e ad usare un refrain instancabilmente, che spesso io fui costretto a contraddire. Il suo refrain era: “La Calabria è Gioia Tauro”. E vi ricordo che di recente, su questo Prodi è ritornato: andate a guardarvelo l’articolo di fondo sul “Messaggero” del 5 giugno, dove il legame e la passione civile per questo territorio e soprattutto per Gioia Tauro sono fortissimi, intensissimi.

Dico queste cose senza polemica, convinto che, nella condizione in cui ci troviamo dovremmo unire le forze per non far fallire il più grande volano di sviluppo di cui la nostra regione dispone.

Certo, se Maersk – come pare certo – userà Gioia Tauro solo come porto d’appoggio, verranno meno molte cose per la regione, non per Gioia, e il danno sarà gravissimo, sarà un colpo veramente fortissimo.

Allora il problema è che nessuno è in grado di fermare la Maersk, che è presente massicciamente a porto Said, a Tangeri, pensa di acquistare il 49 per cento delle quote del porto di Malta. Insomma, tutto questo avviene malgrado Maersk continui a detenere un terzo delle quote societarie di Medcenter container terminal.

Di fronte ad un problema tanto grande, non è sufficiente che l’autorità portuale, che pure va ringraziata, azzeri le tasse d’ancoraggio. Siccome tale impegno produce effetti positivi – è qui la proposta che io voglio fare – solo su Msc, esploriamo questa possibilità di puntare su Msc. Ma l’operazione non può condurla a compimento, con tutto il rispetto, il Presidente o men che meno la Vicepresidente di questa Regione, deve esserci un’operazione di copertura istituzionale nazionale, una copertura – attenzione – che non riguardi solo Gioia Tauro, ma anche gli altri scali meridionali di transhipment – penso a Taranto, a Cagliari – con i quali, coordinati da un Governo nazionale che vuole farla questa operazione, bisogna fare sinergia, perché è tutto il Mezzogiorno che perde, oltre Gioia Tauro.

Immaginare di fare a Gioia solo logistica, una logistica del tutto scissa dal transhipment è un errore, perché non esiste logistica senza merci. E’, dunque, il Governo nazionale che deve assumere insieme alla Regione le iniziative. Ma ha questo Governo, in questo momento, la voglia e la forza di farlo, nel momento in cui la Lega fa diventare ancora più forte il suo impegno antimeridionale? Io dico che non c’è questa possibilità, ma noi lo sforzo dobbiamo farlo, cominciando come? Io, se fossi il Presidente Scopelliti, chiederei quel tavolo istituzionale che esiste a Palazzo Chigi, di attivarlo immediatamente, perché quello non dà nessuna giustificazione al Governo, nel caso in cui certe cose crollino. Questa è una cosa molto importante.

E poi rivediamo tutte quelle iniziative che c’erano su Gioia Tauro, dobbiamo guardare in più direzioni, che già sul porto insistevano. In questo senso la collaborazione, per quel che riguarda autonomie e diritti, è totale.

Presidente, avrei finito, però, giusto perché sia su Gioia Tauro sia su altre cose, ma senza polemica, c’è stata una disinformazione forsennata, voglio solo ricordare alcune cose. A margine del Comitato di sorveglianza del Por Calabria Fesr 2007-2013, il Presidente Scopelliti ha dichiarato che su Gioia Tauro ci sono grandi ritardi e grandi lacune. Se diciamo queste cose, quelli che c’erano prima di noi non si arrabbino, ma purtroppo queste cose sono messe in risalto dalla Commissione e non da noi. Noi prendiamo atto di questa grave colpa e, di più, l’assessore Mancini – ho voluto prenderle queste cose perché resti traccia nei verbali – durante l’incontro del 15 giugno 2011 sempre, a Gioia ha detto testualmente: “Loiero si era impegnato a sottoscrivere un accordo di programma” – tutto personalizzato, come vedete, che rende un po’ provinciale il nostro dibattito – del valore di 130 milioni di euro che, in realtà, non ha mai firmato”. Poi ha detto tante altre cose.

Sempre espungendo da documenti non miei, quindi non faccio una difesa con le mie parole, vado a leggere nel Comitato di sorveglianza Fesr 2007-2013 del 20 luglio 2010, punto cinque “Verifica del rispetto degli impegni assunti per la zona portuale di Gioia Tauro”, “il dirigente generale del dipartimento lavori pubblici, ingegnere Giovanni Laganà, rappresenta il percorso seguito dall’incontro del 15 dicembre 2009” – c’eravamo ancora noi al governo – “per addivenire alla stipula dell’accordo di programma quadro per il finanziamento degli interventi nell’area portuale di Gioia Tauro”.

La Giunta regionale ha approvato l’articolato dell’Apq con deliberazione 168 del 27 febbraio 2010 e, nell’aprile del 2010, il testo è stato trasmesso per la condivisione a tutti i sottoscrittori.

E, ancora, quando è stato detto che, in fondo, l’Apq era stato completamente riformulato con soldi freschi, prendo anche qui una dichiarazione dell’onorevole Misiti – che oggi è sottosegretario e che in questa settimana diventa vostro viceministro –, non prendiamo in giro i calabresi: i 280 milioni di euro che, secondo la Regione, sono stati aggiunti per il sistema della mobilità calabrese, sono fondi già stanziati da oltre un anno, precisamente con un decreto del ministero delle infrastrutture del 16 giugno 2009.

E, ancora, le risorse annunciate sempre ieri a Roma non risultano essere aggiuntive rispetto a quelle già previste dall’accordo di programma quadro approvato dalla Giunta il 27 febbraio 2010.

Ora, scusate questo sfogo, ma leggo, ogni volta, delle cose che non stanno nella realtà.

Se, rispetto ad un problema così grande come quello di Gioia Tauro, si vuole scoprire una sinergia inedita in questo Consiglio, nuova, un impegno di tutti, perché da soli non ce la fate, anche perché avete un Governo che di fatto è contro il Mezzogiorno, se volete scoprire questa sinergia, bisogna sedersi con civiltà, perché la disponibilità da parte nostra – e credo di interpretare il sentimento di tutta l’opposizione – è totale per Gioia Tauro, perché Gioia Tauro è – come dice Prodi – la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Oggi siamo qua a discutere di Gioia Tauro, che è uno dei problemi più grossi di questa nostra regione, anche perché rappresenta il 50 per cento del prodotto interno lordo calabrese nelle aziende private, ma soprattutto perché rappresenta anche, fra via diretta e indotto, circa 3 mila unità lavorative che stanno.

Ma il problema è molto più complesso, e parto dalle dichiarazioni che ha fatto la dottoressa Stasi, Vicepresidente della Giunta regionale, il 31 gennaio ed alcuni segnali rispetto alle sue dichiarazioni ci sono stati un mese dopo. La Vicepresidente Stasi ci dice, in quella data: “Non ci sono problemi, la Medcenter ci ha inviato una lettera” – ed era vero – in cui i traffici stanno aumentando”, ma – guarda caso – dopo trenta giorni, più o meno trenta giorni, già la Medcenter rimangia quella comunicazione, creando una unità di crisi. Già il segnale era là. E quando dissi al Presidente Scopelliti sui giornali – non me ne voglia nessuno – “chiamiamo a mobilitazione la Calabria, la deputazione, i sindacati, le forze sane di questa Calabria per far sì che questa Giunta e questo Consiglio siano più forti ed abbiano più autorità e autorevolezza sui tavoli romani, era questo scopo e l’orientamento.

Non ci dobbiamo dimenticare che alcune cose vanno dette e nella chiarezza più estrema oggi, perché non ci possiamo né nascondere dietro il dito, né tantomeno trincerare su delle posizioni partitiche: Gioia Tauro appartiene a tutti, non appartiene a questa Giunta, ma appartiene alla Calabria; non appartiene sicuramente alle forze politiche indistinte, ma appartiene a tutta la politica calabrese; la sua difesa e il suo rilancio passano attraverso un’analisi che abbiamo il dovere di fare con una spietata consapevolezza di come stanno le cose.

La Maersk, questa compagnia più grande al mondo dei danesi ha deciso di lasciare Gioia Tauro, perché non lo trova più conveniente. Allora, una domanda ce la dobbiamo porre sul perché non era più conveniente stare a Gioia Tauro per la Maersk, perché pagava tariffe più salate, nonostante sia socia della Medcenter rispetto ad altre linee, insomma è inevitabile chiederci perché ha deciso di abbandonare il porto di Gioia Tauro, ma nel frattempo la stessa azienda delocalizza il suo intervento non solo sul Nord-Africa, ma – guarda caso – sui porti di Genova e di Trieste. Ed è la prima incongruenza che rileviamo come operatori della politica in Calabria e non è la sola e non è la più grossa.

Quando, parlo di Genova o di Trieste, un interrogativo mi sorge spontaneo, perché sono i protettorati di alcune figure di primo piano del Pdl e, senza fare nomi e cognomi, mi riferisco all’onorevole Matteoli e all’onorevole Frattini! Quando il Presidente della Camera di commercio di Genova – ed invito la dottoressa Stasi e il Presidente ad informarsi su queste cose – asserisce pubblicamente che l’interlocuzione con il Governo sta, addirittura, nel richiedere 25 miliardi di euro per attivare la terza linea per quanto riguarda il traforo e la connessione con Genova, allora voglio capire se questo Governo, rispetto alle esigenze della Calabria e di Gioia Tauro, che intenzioni ha. Quando il Presidente della Camera di commercio di Genova dichiara che solamente il porto e l’attività portuale danno allo Stato un introito di 4 miliardi di euro l’anno e di Gioia Tauro non c’è traccia, voglio capire nella nostra azione politica rispetto al Governo quali sono le richieste da fare.

Ecco perché, rispetto all’ordine del giorno che ha proposto l’onorevole Fedele, sono perplesso oggi, perché tutto crolla e di che cosa parliamo noi?!

Allora dobbiamo capire anche rispetto al ruolo che hanno avuto la politica e il Governo circa la realizzazione del polo della logistica sia di Genova che di Trieste. E quando c’è Unicredit su Trieste, soprattutto dobbiamo chiederci quale ruolo hanno le Ferrovie rispetto alla situazione di Gioia Tauro, perché alcuni colli di bottiglia veri e propri o li rimuoviamo o Gioia Tauro non decolla. Rimuovere i colli di bottiglia significa rimuovere la questione che le Ferrovie hanno posto in essere già sul gateway e la localizzazione all’interno del porto e su una superstrada che di logistica poi non consente a coloro i quali vogliono investire anche su Gioia Tauro.

Chiedo, anche perché abbiamo il dovere di chiedercelo noi, ma soprattutto lo dico alla Vicepresidente che si occupa del problema e al presidente Scopelliti, se è vero che le società, le ditte che sono venute a visionare il porto di Gioia, anche rispetto a un loro gradimento del sito, hanno mostrato perplessità dal punto di vista della logistica. Il dilemma è proprio là.

Vedete, voglio cogliere quest’occasione per chiedere anche se risponde al vero che i fondi stanziati dall’Apq, finalizzati al potenziamento delle linee ferroviarie verso l’Adriatico, hanno la copertura economica, visto che sembra che la stessa Rfi abbia di recente espresso perplessità e messo in dubbio la copertura economica degli investimenti arrivati grazie al Por “Reti e mobilità” del ministero delle infrastrutture.

In altri termini, ci sarebbe già in atto su queste cose una scopertura economica e non solo le Ferrovie hanno espresso dubbi sulla copertura economica, ma questo problema è emerso anche – e lo voglio dire anche al sindacato, fra virgolette, che si occupa di questo problema – in modo forte, dottoressa Stasi, pure dalla valutazione della Commissione sui fondi europei. Lo verifichi, verifichi se questa copertura c’è o non c’è effettivamente, perché non possiamo non sapere che le strutture intermodali, anche se partono domani, per essere realizzate ci vogliono anni.

Nel frattempo, noi che cosa facciamo o cosa proponiamo, affinché Gioia si possa proiettare nel Mediterraneo e in Europa in maniera diversa da come è la situazione odierna? Qua è il problema che ci dobbiamo porre, e non basta un ordine del giorno, se non c’è la volontà della politica tutta, rappresentata in questo Consiglio regionale e non, di affrontare il problema in un certo modo, anche perché la mia perplessità, che si ripercuote su una serie di considerazioni che faccio al di là della situazione di Gioia Tauro, è che non si evince la volontà degli investimenti al Sud, l’abbiamo visto da alcuni passi, senza rivangare altre cose, ma anche su altre questioni, soprattutto sugli investimenti che sono nella facoltà di Moretti, che investe decine e decine di centinaia di milioni di euro su Trieste e su Gioia Tauro fa finta di niente!

Ci sono liti giudiziarie pendenti ancora per liberare le aree soprattutto del retro porto, e cosa vogliamo fare del retro porto? E soprattutto dei lavoratori cosa vogliamo fare? O veramente pensiamo che il terminalista o Medcenter, mercoledì, dirà “tutto va bene, madama la marchesa, assorbiamo i lavoratori” o li destinerà ad altri siti?!

Questo non esiste, ma perché non è così, né possiamo pensare di scaricare i lavoratori e non porci il problema dei lavoratori, perché i problemi emergono nella loro drammaticità, giorno per giorno, non solo su Gioia Tauro, e se questa classe politica presente in questo Consiglio regionale…

 Io condivido l’impostazione che ha dato l’onorevole Loiero, siamo qua, disponibili a collaborare, a cooperare per risolvere i problemi di questa terra, ma non dobbiamo, nella capacità che abbiamo, proiettarci in modo diverso all’esterno di questa Regione.

Poi la politica, quando ci sono le elezioni, può essere una cosa, quando si devono affrontare i problemi, si deve porre sicuramente in modo diverso, perché sono problemi che attengono alla crescita di questa regione e tutti abbiamo il dovere di cooperare e andare in questa direzione.

Poi vorrei chiedere una cosa al Presidente Scopelliti e alla dottoressa Stasi: avete presentato un progetto sulla logistica e sull’intermodalità e l’impostazione che avete dato nell’area del porto rispetto anche e soprattutto a un’ipotesi di rilancio, se ritenete che quella impostazione che avete dato nel progetto presentato sia realizzabile in tempi brevi, perché la tempistica ha la sua importanza, purtroppo, nei provvedimenti che dobbiamo discutere e vedere, perché un provvedimento che riusciamo a realizzare da qua a tre o quattro anni non ci aiuta sicuramente a risolvere il problema che in atto c’è, perché nel momento in cui si delocalizzano alcuni investimenti, non riusciamo più ad attrarli, né ci possiamo permettere il lusso di essere “succubi” o “prigionieri” nelle mani di chi gestisce non solo l’attività del porto, ma il porto.

Allora anche qua vogliamo capire, rispetto ai meccanismi che in ogni caso mercoledì il Presidente avrà la possibilità e la capacità di mettere in atto e di interloquire con il Governo, quali sono le condizioni di realizzazione dei nostri progetti e rispetto all’investimento delle risorse e alle proposte che facciamo.

Infine, mi auguro che Contship, mercoledì, insieme al problema degli esuberi metterà anche un piano industriale sul tavolo della discussione, perché vorrei capire come vuole gestire il porto, con quali volumi, con quali linee di navigazione e quale sarà la prospettiva dei lavoratori che oggi rischiano il licenziamento.

Non credo assolutamente – non l’ho creduto nel passato né lo credo ora – che Medcenter abbia la bacchetta magica, credo che Medcenter faccia i propri interessi e – non me ne voglia nessuno – non credo che faccia né gli interessi della Calabria né quelli dei lavoratori. Ma noi abbiamo, secondo me, un’arma che possiamo utilizzare su questo problema, l’arma della coesione, della condivisione, di avere la capacità di elaborare una proposta che sia comune e condivisa da questo Consiglio regionale, in cui chiamare a raccolta non solo le forze politiche, ma i calabresi su questo problema. Né dividerci, oggi, su un ordine del giorno gioverà ad alcuno, se c’è la volontà, però, di arrivare ad un ordine del giorno condiviso, se c’è la volontà di condividere un percorso e un’aspettativa di confronto, seppur acceso, con il Governo nazionale, perché prima di essere appartenenti alle forze politiche, ritengo che siamo calabresi e, in quanto tali, dobbiamo difendere questa terra e i suoi abitanti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, non v’è dubbio che la questione del porto di Gioia Tauro rappresenta uno snodo importantissimo anche per il prosieguo e soprattutto penso che sia in una fase in cui la politica necessita di parlare con un linguaggio unico.

Apprezzo sicuramente l’ordine del giorno proposto dal gruppo del Pd - mi sembra - e diciamo che ha molti punti in contatto con quello che è il nostro ordine del giorno e penso che l’incontro di oggi serva soprattutto a delineare un percorso, perché il 22 ritengo che sarà l’inizio di una serie di incontri, non è sicuramente risolutivo. E’ fondamentale, probabilmente, l’inizio di una trattativa nella quale il governatore deve rappresentare, secondo me, unitariamente questa volontà del Consiglio regionale e quindi la necessità di fare un documento unico che, unito proprio al senso di responsabilità venuto sia dalla maggioranza che dalla minoranza, debba presentare la Calabria che parla una voce unica, pur con i distinguo che possono generarsi in un successivo dibattito, eccetera.

Ma in una fase politica anche delicata, in un momento in cui, a volte, sembra che il Sud sia sparito dall’agenda del Governo e soprattutto anche alla luce delle pressioni che arrivano da una forza politica come la Lega, che guarda solo ad interessi territoriali, ritengo che l’interlocutore, oggi, l’autorevolezza che ha Peppe Scopelliti sia un punto di forza da cui poter far ripartire il dialogo con il Governo, perché è troppo importante questa questione per poter dividersi.

Ho sentito gli interventi dei vari colleghi che si sono succeduti e anche di spunti positivi e di incongruenze che possono essere derivate dall’accordo, ma è necessario che ci sia una variazione degli obiettivi portuali ed io ritengo – ripeto – in questa prima fase, che noi dobbiamo votare un ordine del giorno congiunto che sia soprattutto l’idea che la Calabria non può fare a meno di Gioia Tauro, che quell’area deve essere rafforzata come uno dei nodi nevralgici dell’economia, che il polo logistico sia coeso, soprattutto che abbia degli obiettivi ben precisi anche con dei crono programmi definiti, perché – ripeto – da questa iniziativa che verrà il 22 arriverà anche un momento in cui saremo chiamati, forse, ad assumere anche atteggiamenti più forti e necessari. Oggi, però, il Consiglio regionale deve parlare una voce unica, dare la possibilità di sedersi a un tavolo rappresentando idealmente tutti i calabresi che tengono a cuore le sorti di questa regione, siano essi i lavoratori, siano essi la classe dirigente e tutti coloro i quali sono attori principali di questa partita che è troppo importante.

Quindi l’invito a un documento comune che in questo momento possa dare al governatore, che ha dimostrato di avere un’autorevolezza politica notevole, di sedersi al tavolo, forte delle prerogative che i calabresi vorranno assegnargli, non una delega in bianco, ma sicuramente la possibilità di intraprendere un’azione positiva per il rilancio della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Penso che, oggi, nella seduta del Consiglio regionale dedicata al tema specifico, non vada perduta questa occasione, perché ritengo che la nostra azione non possa limitarsi soltanto a mettersi a posto la coscienza come istituzione regionale, rispetto a un evidente processo di depotenziamento e depauperamento delle funzioni, che erano state strategicamente assegnate dall’andamento del mercato dei flussi dei traffici marittimi sul Mediterraneo al porto di Gioia Tauro. Dobbiamo uscire fuori dall’ordinarietà. Non è un atto dovuto la seduta del Consiglio regionale di oggi e, se lo consideriamo un impegno straordinario ed eccezionale, come momento di assunzione solenne di responsabilità collettiva, al di là delle funzioni del governo regionale, penso che, forse, si possa fare un passo avanti.

Quindi, se è momento eccezionale, straordinario e non un atto dovuto, dobbiamo industriarci per vedere come se ne esce alla fine di questa nostra discussione, per sancire degli efficaci interventi e passi avanti rispetto ad un’iniziativa che non sarà dagli esiti scontati e, sicuramente, se la nostra azione, la nostra posizione, vuole essere efficace, sarà un’azione che non troverà consensi e facilitazioni, né in sede romana, né nazionale, né a livello di quello che avviene per quanto riguarda i sistemi di competitività tra i porti del Mediterraneo.

Dobbiamo avere la consapevolezza che il lavoro che ci attende è tutto in salita, si scontra con interessi forti, industriali, che riguardano non solo le strategie delle gestioni portuali, ma di interi sistemi territoriali e non di microaree, e, altresì, la consapevolezza che è forte la disattenzione e l’insensibilità politica, dico generale, ancor più in questa fase contingente della vita politica nazionale verso Gioia Tauro – dico verso Gioia Tauro non a caso e non dico verso la Calabria –.

Allora come si va avanti? Dobbiamo andare oltre l’impegno a lanciare, per quanto forte, l’allarme sociale sulla crisi, potenzialmente irreversibile, del porto di Gioia Tauro, andare oltre il rivendicazionismo e, quindi, partire con proposte di merito che facciano i conti con le ragioni che hanno determinato la difficoltà contingente e ormai non più ciclica, ma strutturale delle attività del porto di Gioia Tauro.

Molto brevemente, come la dico? La dico, forse, un po’ schematica e forte: dobbiamo chiamare le cose con il loro nome e cognome, penso che ciò che sta limitando lo sviluppo delle potenzialità del porto di Gioia Tauro sia il regime monopolistico della gestione delle aree delle banchine. Su questo punto dobbiamo fare chiarezza, dobbiamo decidere se questa istituzione sta da una parte o sta dall’altra. Il Consiglio regionale della Calabria conviene sul fatto che una gestione in regime monopolistico delle aree delle banchine oggi diventa un fardello, un peso, un ostacolo allo sviluppo del porto di Gioia Tauro? Se questo è, se siamo d’accordo – perché, se non lo siamo, bisogna soltanto prenderne atto – dobbiamo vedere come si pone il problema e lo si pone in sede nazionale, ma anche cosa si propone per rimuoverlo.

Allora, penso che il primo obiettivo debba essere quello di favorire e di generare un uso produttivo delle banchine per un porto che abbia un forte carattere di attività polifunzionale, batterci contro il monopolio della gestione, per la polifunzionalità del porto di Gioia Tauro e far trascendere da qui tutte le misure di adeguamento degli interventi che dobbiamo sostenere.

Ovviamente, nel momento in cui poniamo una questione di questo tipo, non possiamo non verificare la condivisione del grado di responsabilità del Governo nazionale, l’ha detto Loiero e su questo sono d’accordo. In che senso? Dobbiamo capire quali sono le scelte strategiche rispetto allo sviluppo del Paese che il Governo nazionale, oggi Governo Berlusconi, vuole fare per tracciare una direttrice o altre direttrici rispetto al carattere che la ripresa economica e la crescita devono assumere.

Sono convinto, per esempio, che immaginare un rilancio dell’Italia guardando al Mezzogiorno come se fosse un peso, una palla di piombo che si debba trascinare, nella speranza che verranno giorni migliori, quella sarà una linea che ci porterà a sbattere, non soltanto nel Mezzogiorno e in Calabria, ma porterà a sbattere l’intero Paese.

Se questo è vero e se, quindi, diventa forte l’imperativo di un ragionamento sullo sfruttamento e la messa a regime produttivo delle risorse endogene del territorio, prima di guardare alla disponibilità delle risorse naturali del territorio del Mezzogiorno e, quindi, anche della Calabria, non può non esserci da parte del Governo nazionale un ragionamento che assuma Gioia Tauro come la principale porta d’accesso allo sviluppo – badate – non dell’area del porto, dei comuni dell’area di San Ferdinando, non della Calabria, ma dell’intero Mezzogiorno continentale.

Se questo non è, non si capisce il ragionamento che bisogna fare anche sullo sviluppo integrato dell’infrastrutturazione per la mobilità di merci e di persone.

Quindi, Gioia Tauro come questione nazionale che prescinde anche dalle scelte che si possono fare sul terreno della programmazione dello sviluppo socio-economico che una Regione, nell’ambito dei suoi strumenti, riesce a fare. Questa scelta non c’è. E se Gioia Tauro diventa la priorità nazionale, non c’è dubbio che il sistema dei traffici marittimi legati alle attività portuali dell’Italia continentale e insulare, ma anche rispetto alla concorrenza che c’è degli altri porti che si affacciano su questo mare da parte di altri Paesi, deve avere una sua finalizzazione e una sua programmazione, non possiamo lasciare allo spontaneismo dell’impegno nel libero mercato delle varie gestioni delle attività portuali il destino di questo o di quel porto, tanto più di Gioia Tauro.

Se questo è vero, allora qual è la mia proposta? Certo, ci sto in tutte le cose che qui vengono dette anche nei documenti, compreso l’abbattimento delle tasse di ancoraggio, troviamo il modo per non incorrere in infrazioni rispetto alle norme sugli aiuti europei, comunitari, rispetto anche alla verifica della fattibilità o alla verifica, se è stata avviata – chiedo scusa su questo della mia ignoranza – della sperimentazione, per esempio, della zona franca nell’ambito dell’area portuale. Si diceva prima, da parte di Agazio Loiero, che non ci può essere logistica che tenga, senza un collegamento col transhipment. Se il traffico è soltanto il trasporto nave su nave, non c’è dubbio che questo tipo di attività può avvenire a prescindere da quello che si svolge in termini concreti all’interno dell’area portuale.

Noi abbiamo bisogno, invece, di un porto che sia centro di raccordo e di smistamento non soltanto del trasporto di materie prime, ma anche della possibilità che i container possano essere spacchettati a Gioia Tauro e lavorati per far ripartire i prodotti o come semilavorati o come prodotti finiti. In questo senso Gioia Tauro diventa un porto d’accesso allo sviluppo; le due attività, i due momenti non possono non essere integrati. I vantaggi che l’Europa consente, al di là delle scelte europee, partendo anche da Roma e dalla Calabria, possono essere anche dati attraverso l’attivazione piena, compiuta di quelli che sono i livelli di defiscalizzazione che una zona franca dell’area portuale può consentire.

Perché tutto questo si faccia, che cosa propongo? Non solo di chiedere con forza la ripresa di quel tavolo istituzionale a Palazzo Chigi, perché questo consente al Presidente della Regione, al governo della Calabria, indipendentemente dal colore che rappresenta, un’azione di monitoraggio permanente e costante sullo sviluppo di tutte le iniziative che si vanno a qualificare sul porto, ma, accanto a questo, penso che non sarebbe fuori luogo – la dico così – che i gruppi ci riflettessero – l’invito lo faccio allo stesso Presidente della Giunta regionale e al governo regionale – al di là di quella che è l’attività del governo regionale o l’attività ordinaria di questo Consiglio regionale, perché il tutto non si fermi ad un rituale e stanco documento conclusivo dell'assise di oggi.

Penso che non sarebbe sbagliato se questo Consiglio regionale, con provvedimento legislativo ad hoc, pensasse di istituire una Commissione di monitoraggio, inchiesta e proposta, che lavori permanentemente sulla questione di Gioia Tauro, proprio al fine di dare anche un punto di raccordo e di riferimento istituzionale, non soltanto alle diverse autorità che intervengono per competenze e responsabilità sul porto, alle forze sociali e alle forze sindacali, ma per avere una sede che possa essere un momento continuo attraverso il quale si fa pressione, si alza l’attenzione, ci si confronta, momento dopo momento, rispetto ai passi che si fanno o non si fanno da Roma e ad ogni livello, a partire dalla verifica di tutte le attività di gestione.

Per cui penso che, se queste proposte, sia quella del tavolo istituzionale che della Commissione – chiamiamola come vogliamo, ho dato il senso – dico di monitoraggio, di inchiesta, di proposta istituzionale con legge regionale che abbia poteri forti di conoscenza, ma anche di riconoscimento e di proposta rispetto all’attività del porto, penso che questo documento, se si riesce a farlo unitariamente, non sarebbe male, sarebbe un vantaggio che daremmo a tutta la rappresentanza degli interessi istituzionali che un’Aula come questa deve saper adempiere, rispetto alla domanda che ci proviene in questo momento dalla nostra terra.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Presidente e consiglieri, parlo, non perché ritengo di poter aggiungere chissà quale altro argomento a quelli che anche in questa seduta i colleghi consiglieri hanno sviluppato, ma perché vorrei fare, molto schematicamente, alcune considerazioni che mi portano ad una conclusione netta, anzi, in qualche modo, capovolgo la logica del mio intervento.

Se quella che travaglia attualmente il porto di Gioia Tauro non è semplicemente una crisi grave, ma è una crisi che rischia di diminuirne in maniera strutturale la competitività rispetto a quello che in altri porti di transhipment italiani e soprattutto extraitaliani, dell’altra sponda del Mediterraneo, rispetto a quello che in quell’area sta avvenendo, può essere questa una discussione e quella che andiamo a fare una conclusione ordinaria?

Se mi ascoltano gli amici della Presidenza, non che ho la presunzione di dire chissà che cosa! Onorevole Bilardi, le chiedo scusa! Vorrei che facesse finta di ascoltarmi, perché è chiederle troppo di ascoltarmi! E lo dico perché un po’ serve pure a lei, che è membro autorevole, Presidente di gruppo dell’attuale maggioranza.

Se è vero questo, il punto è concludere in qualsiasi modo questa nostra discussione, per poi andare il 22 a Roma e fare che cosa?! Se nel nostro Paese, in situazioni meno gravi di questa, quando la crisi mondiale non era quella attuale e la divisione del lavoro, in Italia in altri tempi, – e non è che fossimo gli ultimi – sono saltati interi settori, è saltata la chimica, l’elettronica e, badate bene, meno di un anno fa i poteri pubblici sono andati in coda ad un processo che ha riguardato non a livello nazionale, ma a livello mondiale una risposta anche di una multinazionale a capitale italiano, come la Fiat, per misurarsi con la nuova divisione internazionale del lavoro per quanto riguardava l’automobile; e se Marchionne, al di là delle opinioni che si hanno, è un fior di manager, non c’è dubbio che è stato facilitato in questa operazione dal fatto che in questa multinazionale era entrata la Chrysler e l’interesse di quel grande Paese e del Presidente di quello Stato, gli Stati Uniti, aveva investito su questa risposta.

E voi pensate che, in una situazione come la nostra, contrassegnata dal fatto che, mentre noi parliamo, ieri il capo di uno dei partiti che segna la politica del Governo ha detto che, per quanto lo riguarda, uno dei punti è come si cambia il patto di stabilità rispetto ai cosiddetti comuni virtuosi, con uno dei potentissimi ministri che va a Bruxelles e il problema che pone e che si pone è quello di come avviare e concludere prima dell'estate la prima fase della manovra di 40 miliardi.

Se qui non stiamo giocando, queste cose chiunque andrà a Roma se le troverà di fronte e cioè se il livello nazionale non è stato in grado di aggiungere una virgola rispetto a una questione del rilievo che aveva la politica dell’automobile, pensiamo che, facendo così, rispetto a un problema strutturale che è quello di Gioia Tauro, caveremo un ragno dal buco?! E il minimo che si deve fare è di dimostrare che, in qualche modo, anche se è insufficiente, nella nostra regione, a partire da questa istituzione, si sviluppa un’iniziativa che, non solo nel metodo, ma nella sostanza, nell’approccio culturale, nel coinvolgimento delle forze, non sia solo metodologicamente diversa.

Ci sono fior di documenti – ce li ho sul tavolo e li avete tutti voi – che analizzano tutto su Gioia Tauro e che dicono, in teoria, quello che si potrebbe e si dovrebbe fare, a partire, onorevole Adamo, dal transhipment, per fare in modo che questo porto, per quanto riguarda la portualità da transhipment e tutto il resto, non esca indebolito o diventi fuori mercato nella nuova divisione internazionale del lavoro. Ci sono tutte le condizioni.

Poi possiamo dire – come diceva l’onorevole Loiero – che Maersk ha il 35 per cento. Il dato di fatto è che si stanno facendo delle scelte e che, rispetto a queste scelte, negli anni trascorsi e anche recenti, da parte dei poteri pubblici nazionali non si è fatto nulla per invertire questa tendenza, e i documenti che giacciono sul tavolo del Governo, in qualche maniera, assecondano una crisi che è in atto.

Se noi siamo seri, quindi, il punto è di quale sforzo si fa, come si arriva a quel tavolo, senza dover dar conto di ritardi.

Badate bene, qui niente può rimanere come prima, non può rimanere la Regione, non può rimanere il sistema dell’autonomia, non può rimanere il mondo del lavoro, non perché noi vogliamo chiedere ad altri conto di, perché se bisogna essere in quel pezzo di mercato internazionale in cui per caso la Calabria è presente attraverso le attività portuali, hic Rhodus, hic salta. E, attenzione, noi ci attardiamo e facciamo bene a dire che le convenienze di Port Said e degli altri porti dell’altra sponda del Mediterraneo sono solo convenienze economiche; sono convenienze economiche, ma sotto gli occhi noi vediamo che è cambiato il mondo, quel mondo, quell’Egitto che pure era sempre uno dei Paesi moderati e più o meno affidabili rispetto al sistema economico mondiale dell’Occidente, è più affidabile e anche chi apparentemente è rimasto indietro, come il Marocco, si sta affannando a cambiare ultimamente e dire che è in grado di essere stabilità. E se discutiamo in maniera non geografica e non scontata di quello che sta avvenendo rispetto alla Libia, noi vediamo che grandi potenze europee stanno scavalcando l’Italia rispetto ai nuovi equilibri che si stanno determinando in Libia.

Tutto questo influenza o non influenza rispetto a quello che avverrà anche per le politiche portuali?

Allora il fatto che noi ci mettiamo le magliette, i documenti e così via è pure legittimo, ma dimostra che siamo proiettati all’indietro, facciamo la guardia a un mondo che sta morendo e che non esiste più. E non è accettabile che – non perché voglia fare una critica di maniera – rispetto a un mondo che sta morendo, anche come espressione politica e anche nel nostro Paese, se ciascuno si attarda a difendere ragioni di recinto o di magliette, secondo me già per questa via una battaglia che è difficile diventa una missione impossibile, perché di tutto questo non c’è traccia, laddove dobbiamo andare noi.

Allora, per quanto mi riguarda, vorrei che non solo in un documento unitario, ma in uno sforzo che abbia questo obbiettivo, in qualche modo si avviasse una nuova fase del Consiglio regionale. La mia è una sfida. Non so se ce la faremo, ma qui non possiamo, oggi nessuno l’ha detto, fino a ieri qualcuno ci avrebbe agitato la promessa chimera di un Sud che non esiste, per farci bisticciare su chi era favorevole o non favorevole al ponte sullo Stretto. Qui non si tratta di chimera, si tratta di qualcosa che c’è, che è possibile che ci sia anche dopo e che rivendica un approccio diverso e un progetto di unità a partire da e così via. Non c’è uno straccio, nemmeno parziale, di impegno sul Sud a questo livello.

Non voglio scrivere un documento per denunciare questo, voglio scrivere un documento e poterlo votare in cui si dice che la Calabria è per questo e che, quindi, rispetto a quello che sta avvenendo, anche con quello che rivendica, può stare sul mercato internazionale perché dura per tutti, per tutte le culture, noi con questo tipo di sfida ci vogliamo misurare. Hic Rhodus, hic salta. Questo è il primo elemento.

Poi, per correggere, limiti e ritardi che abbiamo, ce ne vorrà di tempo, ma il primo punto, quello che non richiede tempo e risorse, è esprimere questa volontà e bruciare le navi e fare il conto che le culture da cui veniamo, da sole, non sono in grado di fronteggiare questioni quali quelle di cui discutiamo. Per primo lo deve fare chi è più sicuro, chi pensa di avere mandato, per primo lo deve fare chi è maggioranza, perché rispetto a questi problemi non c’è maggioranza che tenga, assieme a loro credo che lo debba fare ognuno di noi. Intelligenti pauca, non la debbo fare lunga.

Come scrivere un documento, come affinarlo, lo sappiamo fare; il punto è manifestare ed esprimere, a partire dal Presidente della Regione che concluderà questo tipo di discussione, che questa sfida la coglie e, rispetto a questa sfida, chiama se stesso e tutti noi a dare conto. Io per uno lo voglio dare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Anch’io volevo dire la mia opinione su questo importante dibattito, perché credo che dalla vicenda di Gioia Tauro passi la possibilità di qualsiasi sviluppo per la nostra regione.

Vedete, credo che il Governo nazionale, che Berlusconi abbia sottovalutato la vicenda, come sempre gli capita quando si tratta di questioni meridionali e vi dico questo per un semplice motivo, perché questo porto nacque su un’intuizione dell’allora primo ministro Romano Prodi, che chiamò questa impresa e le disse: “Vieni a Gioia Tauro perché c’è un porto che ha grosse potenzialità e da qui tentiamo di costruire qualcosa per il territorio calabrese”. Ebbene, per la stessa ammissione della società, oltre Prodi, il porto di Gioia Tauro non ha avuto più nessuno che si sia interessato, a livello nazionale, per risolvere e per rilanciare la questione portuale.

In questi mesi, in questi anni si è assistito, da parte anche di questo Governo, ad aiuti che sono stati dati a porti italiani (Savona, Cagliari, Genova), ad accordi fatti con nazioni straniere (Malta) e sono stati tutti accordi che hanno indebolito la possibilità di sviluppo di Gioia Tauro.

Allora noi dovremmo partire da questo per individuare una delle cause e credo che oggi – e questo lo chiedo al Presidente Scopelliti, ma ovviamente le responsabilità di quello che sta avvenendo oggi a Gioia Tauro, dei possibili scenari catastrofici che ci sono perché, se l’azienda continua in questo percorso di dimensionamento in cui si parla di centinaia e centinaia di esuberi e di possibilità di centinaia e centinaia di licenziamenti, la colpa non la possiamo imputare al Presidente Scopelliti – dobbiamo chiedere al Presidente Scopelliti di attivare a Roma il tavolo interministeriale, come è stato detto e come noi diciamo, come dice la proposta del collega Principe nell’ordine del giorno – che sottoscrivo e voterò – dobbiamo chiedere con forza che si riattivi quel tavolo interministeriale e che il Governo prenda impegni seri per Gioia Tauro, non chiacchiere, e che Berlusconi non si faccia, come al solito, prendere la mano dalla Lega Nord, che ovviamente non sarà favorevole a Gioia Tauro, ma punterà tutto sul porto di Savona e sul porto di Genova.

Noi dobbiamo chiedere al Governo di intervenire affinché dia la possibilità e le garanzie alle grosse ditte internazionali di rimettere piede a Gioia Tauro, di rimettere un piano di investimenti e che il Governo faccia le opere che servono per lo sviluppo di Gioia Tauro.

Noi – lo diceva l’onorevole Loiero – abbiamo tentato con i fondi europei di fare le opere infrastrutturali che servono a quel porto, ma deve intervenire il Governo, perché questa è una specifica competenza del Governo nazionale, si deve collegare il porto di Gioia con l’autostrada, con la ferrovia, fare una serie di operazioni dietro il porto per consentire non solo il transhipment, ma anche la possibilità di trasformare e lavorare i prodotti direttamente a Gioia Tauro; c’è un’ampia zona industriale che non è stata mai utilizzata, perché non è mai partito un progetto industriale serio intorno al porto di Gioia Tauro, ma questo può avvenire soltanto se il Governo mette i soldini, mette una fiscalità di vantaggio, consente alle aziende di venire qui a lavorare e di avere un progetto di sviluppo.

Anche la questione che non è stata sollevata, ma credo che sia importante, quella di fare una dogana direttamente su Gioia Tauro, affinché anche i proventi che oggi arrivano a Gioia Tauro non vengano trasferiti a Roma o a Napoli, in questo caso, ma che quei soldi che derivano dallo sdoganamento dei prodotti possano essere reinvestiti, per esempio, per la zona industriale di Gioia Tauro.

Vedete, ho apprezzato molto l’opera che sta svolgendo il sindacato confederale e il sindacato di categoria a Gioia Tauro, ancora oggi stanno facendo una manifestazione importante insieme ai sindaci dell’area. Credo che dovremmo ascoltare i sindaci e chiedere – come abbiamo scritto e come ha scritto il collega Principe – che al tavolo interministeriale possano partecipare anche i sindaci di Gioia Tauro e di San Ferdinando, assieme ai sindacati, perché sono degli attori principali e protagonisti di questa vicenda.

Credo, Presidente della Giunta e Presidente del Consiglio, che noi dobbiamo lavorare affinché il Governo si impegni e noi, ovviamente, dobbiamo fare la nostra parte come Regione e mettere tutti gli strumenti che abbiamo, con i fondi comunitari, ma anche con i fondi ordinari che ha la Regione, per far sì che quelle infrastrutture necessarie per lo sviluppo del porto vengano realizzate e dobbiamo evitare che nemmeno un posto di lavoro si perda a Gioia Tauro.

Guardate, la situazione in Calabria, dal punto di vista economico, è così drammatica che i paventati licenziamenti e la mobilità sul porto possono essere un colpo decisivo a qualsiasi possibilità di sviluppo nella nostra regione.

Noi faremo la nostra parte come centro-sinistra, la deve fare il governo e, quindi, per questo chiediamo un intervento vero. Ovviamente, ripongo poche speranze in quello che farà Berlusconi, che – si è visto in questi anni – non ha mai pensato agli interessi della Calabria, ma noi dobbiamo batterci affinché questo Governo cambi rotta e la cambi realmente, perché l’interesse che dobbiamo portare a casa è quello di dare una possibilità di sviluppo a Gioia Tauro e al nostro territorio.

Per questo voterò l’ordine del giorno che presenterà il collega Principe, mi auguro che tutto il Consiglio regionale possa votarla, che è l’ordine del giorno che può dare sviluppo ad un’azione politica di rilancio del porto di Gioia Tauro.

Presidenza del Vice Presidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Grazie, onorevole De Gaetano. Chiude il dibattito il Presidente della Giunta, onorevole Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, ho ascoltato buona parte degli interventi fatti dai colleghi sia del centro-destra che del centro-sinistra e ritengo corretto intervenire.

Peccato che, sistematicamente, ci sia chi, dopo aver parlato, prende la via di casa e questo non aiuta, ovviamente, nel momento di confronto ed ancora meno in alcune specifiche circostanze. Noi siamo giovani e vogliamo ancora imparare ed anche quelli che hanno pochi capelli potrebbero ascoltare per imparare qualcosa, come fa il consigliere Pacenza.

Perché si viene qui a dire che Gioia Tauro rischia di essere un fallimento, che non si è fatto nulla, che il Governo regionale è disattento, che il Governo Prodi nel 2006 aveva avviato un tavolo. Non so se fosse un tavolo su cui si mangiava oppure se si parlasse dei problemi di Gioia Tauro anche perché non abbiamo visto nulla né dal Governo Prodi né dagli altri Governi, così siamo chiari.

C’è sempre una sorta di sudditanza e di inferiorità che in alcuni casi non è soltanto fisica, ma, forse, di altra natura. Tutti voi ci dite che è sempre colpa nostra.”. No, si fa la cronistoria della vicenda.

Si prende atto che Gioia Tauro nasce nel 1995 grazie all’imprenditore Ravano, che era lungimirante, aveva fiuto, nessun Governo aveva stimolato questo tipo di percorso. Dal 1995 al 2011 sono passati 16 anni e tutti coloro che si sono susseguiti nei vari ruoli istituzionali, bravissimi, i migliori del mondo che poi, magari, non sono stati confermati dai cittadini, hanno parlato di Gioia Tauro e hanno detto: “dobbiamo creare investimenti, la grande prospettiva, il baricentro del mondo, l’ombelico del mondo, Gioia Tauro è il centro del Mediterraneo” ma peccato che poi non ci si sia domandato cosa può fare una Regione nei rapporti con un Governo nazionale.

Una Regione può iniziare ad attivare procedure che tendono a creare situazioni di valorizzazione e di investimento sul polo della logistica. A me questo risulta, perché lo stiamo facendo.

Va bene: dal 1995 ad oggi tutti hanno sempre detto “il retroporto, dobbiamo investire, la zona franca, l’area franca, la striscia franca, la via franca…”

Tutti hanno sempre detto queste cose, ma nessuno ha mai attivato delle procedure per cercare di mettere in campo azioni. Per far cosa? Per evitare che Gioia Tauro diventi uno strumento di business e di affari per una sola impresa, cioè Mct, perché di questo parliamo.

A Gioia Tauro, Mct gestisce tutto il porto, utilizza la struttura, le banchine, perché ha la concessione, fa il suo business, ha 1060 dipendenti, decide se mandarne a casa 50 o 300 a seconda delle situazioni; se li assume, dopo averli assunti, incomincia a contestare il fatto di averli assunti, dopo 15 anni si ricorda però che qualcuno non è più bravo…

Ed io gli ricordo che nel 1996-1997 chiesi a Mct qual era il criterio di selezione, perché mentre tutti si preoccupavano di andare a raccomandare per far entrare i propri amici, io, da Presidente del Consiglio regionale, mi posi un problema chiamando l’allora amministratore donna di Mct e dicendo: “scusi, ma è possibile che i ragazzi vengono qui a chiedere quale sia il criterio di assunzione? Se ti raccomanda la politica non entri, mentre se ti raccomandano altri forse trovi il posto di lavoro?”. E’ una cosa imbarazzante per chi ha ruoli istituzionali. Adesso ci troviamo di fronte al problema, perché nel momento in cui le tasche sono piene c’è da mangiare per tutti, mentre nel momento in cui le tasche non sono più piene, iniziamo a renderci conto che qualcuno rappresenta una palla al piede. Non 30-40 o 50 persone, ma ci dicono i sindacati che sono più di 100 le persone che rappresentano una palla al piede per quella realtà.

Non voglio parlare del transhipment, perché è incompetente chi dice che vogliamo fare il polo della logistica e non vogliamo il transhipment. Perché se non esistesse più, sarebbe difficile poter sviluppare la logistica. Quindi, noi invece vogliamo lavorare per mantenere il transhipment.

Il consigliere Tripodi dice “c’è una lettera”. Ma chi l’ha determinata? Mct fa una lettera all’autorità portuale, al Comitato portuale, e dice: “da qui al 2015 avremo tre milioni e mezzo di Teu”, ne abbiamo tre milioni. Se il 19 di aprile Mct scrive “avremo 3 milioni e mezzo da qui al 2015” io vado a casa tranquillo, no?

La dottoressa Stasi, Vicepresidente, che è presente nel Comitato portuale quando vede arrivare una lettera del genere dice: “che bello, quanto meno c’è una tenuta e una leggera crescita, si avanza sui Teu”, ma quando sono venuti a Roma per farci conoscere il nuovo amministratore delegato - che è un gioiese – hanno detto: “sapete, abbiamo il problema che va via Maersk”, non possiamo prevedere queste cose”. Perché?

Il tavolo nazionale ci serve e lo abbiamo fatto convocare subito dal ministro Matteoli, ci sarà il ministro Sacconi, quindi avremo un tavolo abbastanza importante. È vero che possiamo cercare con il Governo nazionale di guidare ed indirizzare un po’ di interessi, ma è anche vero che non possiamo dimenticarci che le compagnie - che sono 4-5 tra le più importanti al mondo - si determinano come ritengono più opportuno.

Non è che la Regione e il Governo nazionale con queste forme di pressione possano condizionare lo scenario che loro mettono in campo. Certo, possiamo tentare, ma non è la soluzione a tutti i problemi.

Ci troviamo ora di fronte al percorso della logistica che abbiamo intrapreso da almeno sei mesi.

Adesso, io non so se l’Apq l’hanno firmato loro o l’abbiamo firmato noi, so soltanto che ci sono 180 milioni di euro, 163 milioni di euro, noi abbiamo firmato per 450, ma l’importante è che qualcuno l’abbia firmato.

So soltanto che c’era una feroce e forte presa di posizione della Commissione europea che ci imponeva di firmare l’Apq e siamo riusciti nei tempi previsti a firmarlo. In quel caso il funzionario della Commissione europea era un altro e non era l’amico degli amici che ha fatto fare l’ultima lettera , poi di questo parleremo a tempo dovuto, non vi preoccupate di queste cose.

Il problema di fondo in questa Calabria è - secondo me - che bisogna dire ai calabresi che chi ha fallito nel proprio ruolo di governo e di gestione, oggi non è che dice “aspettiamo di capire cosa fanno questi e tra 5 anni giudicheranno i cittadini e noi saremo spettatori”. No, chi ha fallito, è uno dei grandi nemici di questa nuova stagione e dice: “se ho fallito io, dobbiamo ostacolare anche gli altri” questa è la logica che abbiamo conosciuto su questo territorio ed anche in altre realtà non certo progredite.

Questo è il concetto su cui noi fondiamo la nostra azione, perché quello che è accaduto sulla Commissione europea è vergognoso e lo scoprirete nei prossimi giorni, con calma, non abbiamo fretta nel documentare e nel dare risposte. E’ veramente vergognoso e quando leggerete la lettera che io ho già letto, riderete come abbiamo riso noi perché c’è nome e cognome di chi l’ha scritta.

E’ chiaro che portando la lettera nei suoi uffici al Presidente Talarico, la firma, ma può sapere che magari a Natile o a Taurianova il problema non sta in quei termini? Il problema nasce da tutte queste vicende.

L’Apq, purtroppo, non era stato firmato. Non so se è vero quello che dice Misiti, cioè che i soldi c’erano, - che quando era a sinistra ha detto una cosa, oggi magari non so se la conferma.

L’Apq l’abbiamo firmato noi e diventa uno strumento importante per fornire delle risposte. Ciò significa che offre una opportunità che è cosa diversa - spiegavo l’altro giorno, in plenaria, al tale Piazzi, l’amico degli amici della Commissione europea, che forse lui quando parla di Gioia Tauro non conosce molto bene i termini della vicenda -: il porto ed il transhipment sono una cosa, mentre l’Apq e gli investimenti sono per la gran parte sono un’altra cosa. Gran parte degli investimenti dell’Apq da realizzare dentro il porto sono stati già realizzati o sono in fase di realizzazione, mentre quelli dell’Apq sono una cosa diversa. Gran parte degli interventi sono riferiti all’area industriale, all’area che sta dietro il porto.

Noi dobbiamo porci due problemi. Il primo: perché Maersk va via? Maersk investe su Port Said e su altri porti - mi sembra anche Tangeri e così via -, ogni grande compagnia sta sviluppando un concetto e dice: “io mi prendo un porto in gestione e divento colui che gestisce e governa il porto”.

Possiamo noi o il Governo nazionale dire alla compagnia Maersk o Msc o altra: “guarda che non è così, devi venire da noi perché c’è una filosofia che ci accompagna, devi venire a Gioia Tauro?”.

Le compagnie sono venute a Gioia Tauro da sole, diciamocelo chiaramente, perché avevano interesse. Oggi, per altri interessi, strategie o meccanismi di percorsi di navigazione e di rotte, hanno interesse ad andare in altri porti e a fare questo tipo di scelta, soprattutto di rotte.

Questo significa che noi oggi dobbiamo porre in essere una azione incisiva. Ipotizzare, cioè, che i 700-800 mila Teu in meno che porta Maersk, portandoci a 2 milioni e 200 mila Teu, diventino magari 3 milioni o tre milioni e mezzo. Come? Cercando di investire su Msc.

Noi non siamo stati fermi, abbiamo lavorato con Msc e stiamo cercando di confrontarci. L’armatore Aponte nell’agosto dello scorso anno, lamentando il rapporto di lavoro che esiste sul territorio, nel porto di Gioia Tauro disse che c’è un problema di ore, quantità e mole di lavoro. Se qui si spostano 30 Teu ogni ora - per esempio, una sciocchezza –, in altre parti del mondo se ne spostano 45. Il messaggio di Aponte è stato molto chiaro.

Non sappiamo se sono le gru che non sono di ultima generazione o se vi sono altro tipo di problemi, ma sappiamo che la movimentazione viene indicata da uno dei più grandi armatori come lenta rispetto ai processi che si realizzano in altri porti. Questo è un problema che dobbiamo affrontare.

Poi vi sono tutti i benefit - che molto bene “Repubblica” pubblicò in due intere pagine -, che altri porti che non rientrano nella Unione europea riescono a dare.

Uno a dieci è il rapporto del costo di lavoro con l’Egitto, le accise, le tasse di ancoraggio e tutta una serie di benefit che altri porti non comunitari riescono a garantire e che Gioia Tauro ed i porti comunitari no.

Quindi, capirete molto bene che quando il costo del lavoro è di 1 a 10 - in alcuni posti il costo del lavoro arriva da 1 a 27 se non sbaglio-, ci dobbiamo domandare come poter aggredire questo fenomeno.

Questa è la partita e, secondo noi, secondo la valutazione che abbiamo fatto, si gioca sulla capacità non soltanto del porto di continuare ad attrarre il più possibile - e qui Msc può diventare un interlocutore -, ma anche sull’altro vero grande livello che è il polo della logistica, sul quale dobbiamo lavorare.

Polo della logistica significa creare tanti capannoni, l’autorità portuale si sta già organizzando, cosa stiamo facendo noi?

Il 10 giugno abbiamo fatto un incontro con 30 grandi imprese - parliamo di Eridania, Lavazza, Campari ecc. - che abbiamo invitato insieme ad Assologistica per un confronto. Tutte queste grandi imprese potrebbero pensare di prendere una parte di un capannone. Questo perché? Perché è il vero investimento di prospettiva.

Al di là di tutto ciò che si è sempre detto, del ruolo strategico, noi non abbiamo mai avuto una grande ricchezza su Gioia Tauro: mille posti di lavoro, altri dalla Blg e altri ancora, poche imprese attorno, ma non c’è mai stata una grande ricaduta sul territorio, se non nell’indotto per le imprese che lavoravano per conto del porto. Però non abbiamo mai avuto questa grande ricchezza, questo Pil cresciuto chissà come.

Lì si sono create le condizioni per cui potenzialmente ci sono da 3 mila a 5 mila posti di lavoro certi. Ma dove? Dentro i capannoni in cui si impacchettano e si spacchettano tutte le merci che arrivano e si creano le condizioni per farle ripartire.

Quindi, la logistica da questo punto di vista è il vero grande obiettivo su cui dobbiamo lavorare, considerando che i 2 milioni e 200 mila Teu sono prioritari e devono restare, perché se non abbiamo il transhipment non serve avere la logistica, questo è scontato.

Bisogna cercare allora di rafforzare, laddove sarà possibile, gli interventi legati alla nostra capacità di attrarre, ovviamente insieme al Governo – magari Msc o qualche altra compagnia -, per migliorare il tema del transhipment a Gioia Tauro ed evitare la messa in cassa integrazione o in mobilità di 200-300 o più lavoratori.

Cosa si è avviato? Abbiamo messo in campo incentivi alle imprese: 25 milioni per contratti di investimento e 25 milioni per le imprese del polo logistico. L’abbiamo fatto una parte noi come Regione e una parte il Mise, il Ministero dello sviluppo economico. Cioè 50 milioni di euro per realizzare i capannoni della logistica.

Qual è uno degli obiettivi che bisogna cercare di realizzare? L’autorità portuale deve procedere celermente a realizzare il gateway che è il passaggio fondamentale che consente di migliorare la nostra capacità di far viaggiare su treno le merci.

Ad oggi su treno viaggiano circa 14 mila Teu. Noi per un periodo abbiamo avuto un treno al giorno, oggi ne abbiamo uno ogni due o tre giorni. Potenzialmente la struttura che abbiamo si può sobbarcare un carico pari a 200 mila Teu, ma noi ne mandiamo soltanto 14 mila.

Dopo l’Apq che andremo a realizzare, avremo potenzialmente 700 mila Teu che potranno transitare giornalmente dalla nostra realtà, dal porto. E bisogna considerare che il mercato del centro-sud ha potenziali 590 mila Teu che vanno collocati, cioè, il polo di Orte, di Nola e qualche altro polo intermodale che c’è in Italia che fanno? Anziché andare a Civitavecchia o a Napoli sono costretti ad andare a La Spezia e poi da lì fare altro tipo di rotte.

Quando si investe sul tema della logistica, si riesce a creare opportunità occupazionali, coinvolgimento del settore della imprenditoria locale, si riesce anche a dare un impulso serio allo sviluppo del territorio. Noi possiamo offrire attraverso l’impegno dell’Apq questo tipo di opportunità.

Ma è chiaro che questo dipende anche dalla capacità di attrazione che avremo nei confronti delle imprese.

Molte imprese sono già venute. Noi, con la Vicepresidente Stasi, abbiamo incontrato già degli imprenditori - che non sono quelli di Mct - che hanno già detto che per due capannoni sono pronti ad investire, per un totale di 50-70 nuovi posti di lavoro. Stiamo lavorando per cercare di migliorare le presenze.

Abbiamo, devo dir la verità, delle buone chance da giocarci su questo versante. Andare a Roma il 22 diventa per noi importante.

In risposta ai sindaci locali: è chiaro che io mi sono fatto promotore della richiesta, strategicamente capisco anche lo sforzo dei sindaci però, purtroppo, mi è stato detto che i tavoli costituiti in questi casi non prevedono gli enti locali, sono fatti con i sindacati, con le imprese, con la Regione che rappresenta i temi legati all’utilizzo dei fondi, che hanno qualcosa da dire rispetto anche ad un tavolo di concertazione.

Mi dispiace, io sono rammaricato di questa cosa, francamente io avrei allargato volentieri alla presenza degli enti locali come fatto di contributo e di ascolto.

Allora che cosa dobbiamo dire? Ribadire che Rfi è in grande ritardo rispetto alle procedure di attuazione dell’Apq. Lo abbiamo già detto, ma ribadirlo in questa circostanza diventa importante perché utilizzando le risorse dell’Apq saremo molto più competitivi, vi sarà una maggiore attrazione per le imprese e tutto questo ci aiuterà nell’idea di dare potenzialmente maggiore disponibilità in termini di trasporto e di utilizzo.

Qui la partita si gioca anche sulla necessità di superare il gommato e mettere in campo qualcosa che diventi molto utile: con la ferrovia in 24-28-30 ore sei nei porti d’Europa anziché fare giri per interi giorni per cercare di arrivare.

Questo lo abbiamo sempre detto e questo ci può servire a migliorare questo tipo di offerta.

Quindi dobbiamo mettere in campo tutto l’Apq in tempi rapidi, coinvolgere il più possibile tutte quelle realtà che sono in grado di offrire una opportunità a queste imprese mettendo dentro questi capannoni e questo polo della logistica ed ovviamente cercare con Mct di trovare soluzioni per cui, magari – noi abbiamo le idee più chiare –, qualche altro armatore, o comunque Msc, possa migliorare la propria capacità di portare al nostro porto ulteriori navi, ulteriori carichi.

Questo è un problema che affronteremo in questo incontro con il Governo cercando di fare un ragionamento che non sia il solito:“adesso perdiamo i posti di lavoro, trovateci una soluzione”.

Noi andiamo a questo tavolo - così lo dico ai colleghi del centro-sinistra che sono intervenuti e magari a coloro che non ascoltano - del confronto con il Governo per fare una considerazione.: è l’anno 2011, secondo le strategie che noi conosciamo attraverso i documenti ufficiali che sono atti pubblici o comunque atti che sono stati messi in campo…

Tra l’altro io e la Vicepresidente Stasi siamo stati qualche settimana fa all’ufficio delle dogane per chiedere al Ministero di darci delle agevolazioni sulle accise. Questo è un problema che affronteremo con il Ministero dell’economia perché abbiamo verificato e valutato la possibilità di intervenire su questo versante ed abbiamo ricevuto grande attenzione e disponibilità. Sarà un problema da affrontare al tavolo romano con il Ministero dell’economia in una fase successiva, ma ci giocheremo anche questa partita.

Ci sarà anche questa strada da seguire che diventerà un ulteriore incentivo a venire a Gioia Tauro per le imprese.

Siamo pronti ad utilizzare - e speriamo che il Consiglio condivida - anche risorse e fondi comunitari per cercare di rafforzare la presenza e di aggregare sempre di più intorno al porto di Gioia Tauro. L’idea è di mettere in campo una serie di iniziative: la fiscalità di vantaggio, la riduzione fino all’azzeramento dell’Irap per nuove imprese, la zona a burocrazia zero per nuove iniziative il cui procedimento si conclude in 30 giorni, il credito di imposta che nel “decreto sviluppo” in attuazione del 50 per cento dei costi sarà reale per i 12 mesi successivi all’assunzione, aggiungere 200 ettari alla zona franca che attualmente ne ha 86, il che consentirebbe immediatamente di realizzare due magazzini di 50 mila metri cadauno da dare in concessione ad aziende di logistica, disponibili in circa due anni.

Queste sono le cose che abbiamo cercato di stimolare al tavolo del confronto e nel momento in cui abbiamo discusso con i sindacati e con gli operatori del porto.

Quindi, anche su questo, attraverso l’impegno del servizio dogane c’è una scelta nuova, cioè l’apertura di uno sportello unico - che è il primo in Italia - con la remotizzazione e la telematizzazione delle procedure di controllo. Abbiamo detto della disponibilità della zona franca e della disponibilità ad aprire direttamente uno sportello nel retro porto per cercare di offrire maggiori servizi. Ovviamente, vi sono a anche il protocollo della legalità e l’accordo con tutte le altre realtà.

Stiamo lavorando insieme all’autorità portuale per. cercare di ridurre le accise sui consumi energetici, il cablaggio completo dell’area, la banda larga, servizi per i quali abbiamo investito sull’Apq 5 milioni di euro per incentivare la riduzione di consumi energetici e 5 milioni di euro sono legati alla banda larga che si dovrebbe realizzare entro un anno.

Cercheremo di incentivare l’utilizzo del trasporto ferroviario anche attraverso l’utilizzo di risorse comunitarie che metteremo a disposizione.

Questi sono i temi che dobbiamo portare avanti al tavolo del confronto e spero che sia un momento di grande condivisione.

Nel 2011 questi sono i dati, le scelte che stiamo mettendo in campo. Stiamo cercando di sviluppare ciò che in 16 anni dal 1995 al 2011 – così nessuno si lamenta – tutti hanno richiamato: la grande prospettiva del retro porto, ma che nessuno ha mai realizzato.

Ci dobbiamo confrontare su questo livello perché questa, secondo noi, è la vera prospettiva.

Nel frattempo, cosa accade? Accade che nel 2015 - un altro dato importante di riflessione - le strategie delle grandi società, dei grandi armatori porteranno a fare la scelta di abbandonare le navi della portata attuale e di concentrare il grande mercato delegato alla navigazione, di inserire sulle tratte commerciali circa 118 mega navi che sono in costruzione.

Guarda caso, Gioia Tauro e Cagliari nel Mediterraneo sono due realtà in grado di accogliere per i fondali queste mega navi.

Secondo una nostra valutazione, oggi di queste mega navi ce ne sono 35 che viaggiano, 12 sono di Maersk e 18 di Msc, i porti del Mediterraneo hanno una capienza di circa 15 milioni di Teu e si prospetta per il 2015 un incremento di circa 5 milioni di Teu e la capienza dei nostri porti nel 2015 sarà di circa 32 milioni di Teu.

Rispetto a questo, il nostro vantaggio qual è? Che per le 118 mega navi che circoleranno nel Mediterraneo, proprio per i fondali e per la particolarità il nostro sarà un porto appetibile e quindi, può darsi, che nel 2015 torneremo ad essere molto più competitivi rispetto agli altri proprio perché l’ingresso di queste nuove mega-navi ci consentirà di essere un porto all’avanguardia.

Un dato importante qual è? Che delle 118 mega navi che si stanno costruendo - e questo significa che la portata delle navi è di 10 milioni di Teu in più - 4 le sta facendo costruire la Maersk, 24 le stanno comprando degli armatori per poi cederle a noleggio e 19 le sta facendo realizzare la Msc. Poi ci sono anche altre compagnie, ovviamente.

Questo è però un dato che ci deve far riflettere: se Msc che ha investito nel porto di Gioia Tauro continuerà ad investire, tra 4 anni avrà altre 19 navi oltre 18 che ha già in atto, e investendo sulle grandi navi significa che tendenzialmente può investire ancora su Gioia Tauro. Ciò vuol dire che se Msc investe in questa direzione, sa che può essere un porto in cui investire perché ha la certezza che Gioia Tauro potrà ospitare le 19 nuove navi o comunque parte di queste.

Questo ci fa comprendere che nella strategia dei grandi flussi e delle grandi rotte, noi nel 2015 potremo riappropriarci di una quantità e di una forza importante se riusciremo a rimanere in vita sul mercato ed essere competitivi.

Ecco perché dobbiamo chiedere al Governo come proiettarci in questi 4 anni. Questo significa coinvolgere il più possibile quei Ministeri in grado di darci le risposte sul tema del retro porto e dell’utilizzo e del progetto del polo della logistica e aspettare il 2015 quando Msc o altre compagnie avranno una maggiore capienza o viaggeranno su queste mega navi e noi potremo essere tra coloro che entreranno in campo ed avranno maggiori risposte.

C’è un problema che viene sollevato - e noi siamo d’accordo - da parte del sindacato che chiede perché Mct non liberi una parte delle banchine. Io sono d’accordo. Ad oggi dentro il porto c’è il monopolio, se noi riuscissimo a trovare anche un’altra compagnia in grado di arrivare potremmo avere liberate una parte delle banchine.

Continuiamo a lavorare su un tema che leggiamo sui giornali dalla scorsa estate. Nessuno chiarisce bene fino in fondo che Msc vuole entrare dentro la società Mct dove, in atto, Maersk possiede il 35 per cento delle quote, stranamente ancora Msc non entra dentro Mct, perché l’idea era quella di far uscire Maersk e di far entrare Msc. Entrando Msc io sono convinto che avrebbe portato almeno 1 milione di Teu in più.

Chi ricorda l’intervista sul “Sole 24 ore” di Aponte ricorderà molto bene che disse che, se decidesse di investire, potrebbe arrivare ancora tendenzialmente anche fino a 4 milioni di Teu su Gioia Tauro. Ma è chiaro che sotto questo punto di vista non siamo nelle condizioni di condizionare Mct che non dà il via libera alla fuoriuscita di Maersk o, comunque, non trova il modo di far uscire Maersk per far entrare Msc. Se Msc entrasse nella società è chiaro che sarebbe una scelta di vita perché questo diventerebbe il suo porto, un porto in cui ha investito delle risorse nella società e quindi lo sentirebbe più suo.

Un’altra battaglia che dovremo fare è proprio questa: nel rapporto con Mct cercare di incidere perché si porti a compimento questo tipo di soluzione.

Questo è lo scenario e poi per carità io ascolto, ognuno dice di strategie, di impegni, di responsabilità e tutto il resto ma penso che su queste cose non ci possiamo dividere.

Non è che qui siamo arrivati noi ed il porto non cresce perché è stata una nostra scelta. Sono talmente grandi e sopra le nostre teste quelle strategie su cui, purtroppo, non riusciamo ad incidere né noi né nessun altro che sta sopra di noi - nel senso del piano istituzionale della politica.

Il Governo nazionale può cercare di stimolare ulteriormente questo tipo di scelte, perché se Mct decide di investire su Cagliari, su La Spezia o su altri porti come è successo in altre circostanze, lo fa per un fatto di strategia aziendale che noi non possiamo condizionare.

Certo possiamo cercare di stimolarli, di dire “ci date le banchine che non utilizzate”, possiamo fare tante cose, ma purtroppo loro determinano gli scenari e dal mondo dei privati dove il pubblico entra sicuramente in parte, cercano di incidere e di imprimere una accelerazione diversa, ma non sempre hanno l’ottica del pubblico.

La Regione non ha difficoltà eventualmente ad investire anche risorse da mettere sui fondi comunitari per cercare di incentivare in questa fase l’idea di una maggiore attrazione verso il porto di Gioia Tauro anche nel campo del transhipment, oltre alle risorse che abbiamo già annunciato per la parte esterna al porto che per noi è la grande opportunità di crescita e di sviluppo e di ricchezza del territorio di cui si è sempre parlato ma per la quale non si è mai fatto nulla.

Anche su questo siamo pronti a cercare di andare incontro e di stimolare soluzioni.

Questa è la strategia e l’approccio che noi abbiamo rispetto a questo problema. Se non si ha però una visione così complessa, se non si capisce e nessuno sa - non so se qualcuno l’abbia detto già in Aula ma non mi pare – che nel 2015 ci saranno 118 nuove navi che muoveranno i flussi di circa 20 milioni di Teu che saranno in giro per il mondo, ma di cui una parte rimarrà sul Mediterraneo, che noi saremo competitivi tra 4 anni in questa prospettiva, ci manca un elemento basilare del discorso.

Un elemento che ci consentirà di essere tra 4 anni probabilmente all’avanguardia più di altri, ma ci manca la quotidianità perché dobbiamo capire come affrontare questi 4 anni.

Il retroporto diventa una opportunità così come un altro strumento diventa il polo logistico, dobbiamo attrarre le imprese e farle arrivare, dobbiamo cercare di incentivare questo tipo di strumento che per noi diventa la vera grande soluzione.

Poi una volta che si concretizzerà questo tipo di opportunità, si passerà al confronto con le realtà locali. Sarà l’autorità portuale, l’Asi, l’area di sviluppo industriale, i comuni, un po’ tutti, ad interagire perché diventerà un discorso che esula dalle realtà portuali. Perché che cosa fa? Altrimenti ce lo ripetiamo ogni volta. Le navi che arrivano prendono i container li portano a terra, poi arrivano le navi piccole, le fider, prendono i container che erano a terra sulla banchina, li riposizionano sulla nave e se ne vanno in giro per il Mediterraneo.

Ma non abbiamo visto nulla in termini di ricchezza, ci sono solo i nostri ragazzi che li mettono su e poi li rimettono giù e così via e non accade nulla fuori da quell’area circoscritta, che è un’area blindata e sorvegliata anche ad alta garanzia in termini di sicurezza che però non porta nulla in aggiunta al nostro territorio.

Questa sarà la posizione che noi porteremo in sede romana. Spero che su questo tipo di strategia ci possa essere la condivisione e di poter fare oggi – se lo riterrete e se ci saranno le condizioni – un documento unitario in modo da poter giocare una partita condivisa che ci veda impegnati tutti sullo stesso versante su questi temi molto delicati ed importantissimi per il futuro della nostra regione.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti. La discussione generale è chiusa.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Sono pervenuti alla Presidenza due ordini del giorno. Uno vede primo firmatario l’onorevole Fedele, l’altro l’onorevole Principe.

Leggendo i contenuti dei due ordini del giorno rilevo che sono un po’ diversi l’uno dall’altro, per cui siamo di fronte ad una scelta: o facciamo un ordine del giorno comune, come era l’auspicio del Consiglio, oppure poniamo in votazione i due ordini del giorno, perché ci sono dei passaggi totalmente diversi l’uno dall’altro.

Non so se ci sono le condizioni per poterne fare soltanto uno, che sarebbe auspicabile. Se non ci sono le condizioni, possiamo procedere con il mettere ai voti l’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Intanto, signor Presidente, ragionando un po’ con i colleghi abbiamo pensato di integrare il nostro ordine del giorno perché a Roma presso la Presidenza del Consiglio sia istituito un tavolo – poi il termine può anche dare fastidio, mi perdonerà il Presidente Scopelliti, non ne trovo un altro in questo momento –, una sede istituzionale in cui ci siano tutti i ministri competenti, quindi una sede, un tavolo interministeriale che sieda in permanenza a Palazzo Chigi sulla questione di Gioia Tauro.

Non per parlare del passato - lo faccio senza alcuna vis polemica - ma il Governo Prodi questo tavolo lo aveva istituito.

A dire di alcuni esponenti politici presenti in questo Consiglio regionale, formalmente, questo tavolo ancora esiste, ma non so dire se il termine giusto sia riattivare oppure istituire, ma taglio la testa al toro e preferisco dire “istituire”.

Detto questo possiamo anche essere convinti dal ragionamento del Presidente Scopelliti, però obiettivamente c’è sempre un punto di debolezza che viene fuori.

Do per buono tutto il ragionamento e le affermazioni del Presidente Scopelliti, sul 2015 e come arrivare al 2015, però rendiamoci conto di un fatto: se non ci sono scelte politiche a monte da parte del Governo del Paese questa attesa potrebbe essere anche vana.

Vediamo, allora, di fare il ragionamento.

La questione delle agevolazioni. Da quando c’è l’Unione europea, le agevolazioni fiscali e contributive non vengono più concesse, infatti, gli Stati hanno perduto questa sovranità perché i provvedimenti di agevolazione fiscale e contributiva vengono considerati dalla Unione europea come lesivi del principio della concorrenza.

E’ chiaro che se non mettiamo mano a questo punto, cioè se il Governo di Roma non interviene, ma  mi rendo conto che un Governo che si regge su Pontida ha difficoltà o non farà mai un passo affinché l’Unione europea modifichi una impostazione di questo tipo.

Ma voglio dire al Presidente Scopelliti che abbiamo l’esempio di Alemanno, che viene dalla stessa formazione culturale di Scopelliti, che, nel momento in cui Pontida chiede l’istituzione o il trasferimento di ministeri a Monza o a Milano, ha fatto le barricate.

Questa è una questione squisitamente politica, cioè l’Italia è in grado di aprire un confronto con l’Unione europea per il pacchetto complessivo delle agevolazioni?

Perché, caro Presidente Scopelliti, se non si risolve questo problema, intanto ti si indebolisce.

Sì, potremmo aspettare il 2015, ma le imprese che lavorano con i container in arrivo oggi, avranno difficoltà ad essere concorrenziali perché praticamente la globalizzazione ha messo in competizione le classi lavoratrici, cioè è successo il contrario.

Quindi, se noi non vogliamo accogliere questa bestemmia, arrivando alle gabbie salariali che questo Paese non si può permettere per varie ragioni, dobbiamo affrontare anche questo problema altrimenti anche la funzione attuale di Gioia Tauro viene terribilmente compromessa perché è in atto una concorrenza terribile.

D’altro canto, la questione delle agevolazioni incide anche sulla organizzazione produttiva dell’entroterra. Parlo di organizzazione produttiva perché il polo dovrebbe essere della logistica e della produzione che sono due cose completamente diverse.

La logistica significa avere una base dove distribuire le merci.

PRESIDENTE

Onorevole Principe, la invito al rispetto dei tempi.

Sandro PRINCIPE

Ho finito. Le merci – dicevo - restano sul posto, danno luogo alla produzione.

PRESIDENTE

Le avevo dato la parola per parlare nel merito.

Sandro PRINCIPE

Presidente, sto facendo questo ragionamento per dire che i due ordini del giorno si possono anche votare separatamente perché, a mio avviso, si integrano e, congiuntamente, danno al Presidente Scopelliti quella forza che vogliamo dargli per fare queste battaglie, maggiormente munito di mezzi corazzati, di munizioni adeguate, di cannoni e quant’altro perché è una battaglia durissima.

Se non ci sono le agevolazioni fiscali, ma chi volete che venga ad occupare i capannoni di Gioia Tauro?

Pensi un secondo alla questione delle infrastrutture. Anche lì, pur dando agevolazioni fiscali, Vicepresidente Stasi, quei capannoni resteranno semivuoti perché il gap che hanno le nostre aziende, sotto il profilo della lontananza dai mercati, si sana con questi due provvedimenti, con le agevolazioni e con investimenti potenti nel settore delle infrastrutture che avvicinano ai mercati, mentre le nostre infrastrutture ci allontanano.

Ritengo che i due documenti integrino una volontà comune di dar forza al Presidente Scopelliti e, secondo me, non è nessuno scandalo se con questo spirito noi li votiamo separatamente.

PRESIDENTE

Possiamo allora procedere alla votazione dell’inserimento dei due ordini del giorno all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno sul porto di Gioia Tauro a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Dattolo e Serra

PRESIDENTE

Do lettura dell’ordine del giorno a firma Fedele, Bilardi, Dattolo e Serra: “Il Consiglio regionale

premesso che il Porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria;

considerato che il terminal container di Gioia Tauro è il più grande terminal di transhipment nel Mediterraneo, superato in volumi di traffici nel 2010 solo da Port Said;

verificata l'urgenza di assumere azioni e decisioni importanti sulla situazione di crisi venutasi a creare a seguito dell'annunciato abbandono di Maersk che da luglio si rivolgerà a scali più competitivi comportando una considerevole diminuzione di volumi e di merci;

considerato che MCT, l’azienda terminalista per il Porto di Gioia Tauro, ha dichiarato un esubero consistente di personale, in relazione al fatto che lo scalo oggi occupa circa 3000 persone tra diretti, indiretti e indotti;

impegna il Presidente della Giunta regionale

a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato della vertenza MCT in considerazione della ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro generando una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull'economia dell'intera regione;

ad ottenere l'impegno della Presidenza del Consiglio dei ministri affinché vengano attuati nel periodo di vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti come correttivo per la riduzione dello squilibrio competitivo dei porti di transhipment del Sud d'Italia, primo fra tutti Gioia Tauro, verso i porti nord africani, con interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento di volumi che si tradurrà al 2015, in un aumento della domanda di movimentazione container di circa il 25% per i porti del Mediterraneo;

ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinché Gioia Tauro possa integrare l'attuale vocazione di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale (nazionale prima ed europeo in futuro), favorendo attraverso misure dedicate l'utilizzo delle linee ferroviarie;

adottare misure idonee al fine di facilitare l'insediamento di nuove realtà industriali e attirare aziende che producano a Gioia Tauro e creare opportunità concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un area logistica-industriale;

sollecitare Rfi a fornire un crono programma per le attività previste nell'Apq firmato con la Regione Calabria ed i ministeri competenti”.

Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno sul porto di Gioia Tauro a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo e Sulla

PRESIDENTE

Do lettura del secondo ordine del giorno a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo e Sulla: “Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il porto di Gioia Tauro deve rappresentare una eccellenza per la Calabria e per l'Italia che, ove fosse ben utilizzata, potrebbe rappresentare una concreta speranza di sviluppo economico e, quindi, una speranza di un avvenire migliore per i nostri giovani;

il Mediterraneo è ritornato centrale dal punto di vista geopolitico ed economico, in considerazione della necessità di utilizzare i traffici marittimi per il trasporto delle merci dal lontano Oriente (che fa registrare una straordinaria crescita economica) verso l'Europa e l'Atlantico, ed a seguito del risveglio delle comunità arabe dei Paesi rivieraschi della costa meridionale dello stesso Mediterraneo;

nello scenario sopra descritto, Gioia Tauro, attesa la favorevole posizione geografica della Calabria nel cuore del "Mare Nostrum", può diventare la porta d'Oriente dell'Europa;

una infrastruttura con le caratteristiche e le dimensioni di Gioia Tauro, munita di enormi piazzali e di fondali assai profondi deve essere utilizzata, così come con successo è avvenuto negli ultimi anni, in primo luogo come Hub Transhipment per il trasferimento dei containers in arrivo soprattutto dall'estremo Oriente, dalle grandi navi ad altre di più ridotte dimensioni per essere distribuite nei porti più prossimi alla destinazione finale delle merci. Ed, inoltre, come porto gateway per il trasferimento dei container, sbarcati nel porto, sul mezzo di trasporto ferroviario per il raggiungimento dei mercati cui sono diretti. Infine, un porto come quello di Gioia Tauro può anche diventare un Regional port per trasferire i containers in arrivo nelle aziende dei territori più prossimi al porto e, cioè, diventare, quindi, una piattaforma logistica;

allo stato, senza idonei interventi di carattere infrastrutturale, afferenti la grande viabilità e la rete ferroviaria, in assenza di agevolazioni di carattere fiscale e contributivo per le aziende che gestiscono i servizi portuali, senza idonei investimenti nella ricerca e nella innovazione tecnologica e nel campo dell'attrazione delle imprese sul territorio, Gioia Tauro non solo non diverrà un gateway, a causa delle nostre infrastrutture ferroviarie antidiluviane, non solo continuerà ad avere difficoltà a divenire piattaforma logistica, per come è evidenziato dal deserto imprenditoriale riscontrato nei territori retrostanti il porto, ma rischierà seriamente di veder messo in discussione il ruolo di porto Hub per il transhipment costruito con tanto sacrificio negli ultimi anni;

l'Accordo di Programma Quadro (che fa riscontrare preoccupanti ritardi nella sua attuazione), preparato dalla precedente Giunta regionale di centrosinistra e sottoscritto dall'attuale Giunta di centrodestra, con un investimento complessivo di 486 milioni di euro, non sarà sufficiente per risolvere le problematiche sopra evidenziate;

si registrano divergenze tra le pubbliche autorità che hanno competenze diverse sulla infrastruttura portuale;

si rende necessario stabilire, in sede di Governo centrale, quale ruolo deve essere assegnato al porto di Gioia Tauro nell'ambito della portualità italiana, atteso che, recentemente, si evidenzia un tentativo di privilegiare i porti di Genova e di Trieste dove si riscontrerebbero, tra l'altro, ingenti investimenti e da parte dello Stato e da parte di compagnie private (Maersk line);

pertanto, il tavolo romano preannunciato per il prossimo 22 giugno, deve assumere chiari ed importanti impegni di intervento nei vari settori preordinati a rafforzare il ruolo di Hub per il transhipment e per preparare i ruoli di gateway port e regional port di Gioia Tauro;

al predetto incontro Istituzionale Romano è utile e necessaria la partecipazione dei Sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando;

considerato che il Governo regionale deve rappresentare con forza gli interessi e le prospettive del porto di Gioia Tauro e della intera Calabria;

a tal fine, il Consiglio regionale ha dedicato alla questione Gioia Tauro l'odierno ampio dibattito;

il Consiglio regionale impegna

il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti, a rappresentare presso il tavolo romano, convocato per il prossimo 22 giugno:

1. la necessità di assegnare al Porto di Gioia Tauro un ruolo primario, strategico per l'Italia e l'Europa, nel sistema portuale italiano e conseguentemente di

2. impegnare il Governo dello Stato:

a potenziare adeguatamente le reti stradali, autostradali e ferroviarie, compresi i collegamenti tra la dorsale tirrenica e ionica per consentire a Gioia Tauro di fare sistema con il porto di Schiavonea;

a predisporre, a seguito di idonee intese con la UE, un pacchetto di agevolazioni fiscali e contributive in favore delle aziende che gestiscono i servizi portuali e/o che operano nell'infrastruttura per aumentarne la competitività e per difendere i livelli occupazionali;

impegna, altresì, il Presidente della Giunta regionale:

ad attuare celermente quanto previsto e finanziato dall'APQ "Gioia Tauro";

a vigilare affinché tra le autorità locali non si registrino pericolose conflittualità, che sminuirebbero l'immagine e l'efficienza del porto e, se necessario, di intervenire al riguardo;

a chiedere ufficialmente che i sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando siano invitati a partecipare all'incontro del 22/06/2011”.

Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto.

L’ordine del giorno è respinto perché mancano 26 voti a favore.

Sandro PRINCIPE

Chiedo scusa, Presidente, se sono presenti 26 consiglieri, approvato con 14 voti non va bene? Questo è un ordine del giorno e secondo me va bene la maggioranza semplice.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 201/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'Esercizio Finanziario 2010”

PRESIDENTE

Si passa al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda l’approvazione del rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2010.

E’ già passato in Commissione. La parola all’assessore Mancini.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio, alla programmazione e ai fondi europei

Presidente, il provvedimento adesso all’esame dell’Assemblea è un provvedimento per lo più tecnico. Tra l’altro si inserisce in un quadro in cui c’è stato un passaggio da una amministrazione all’altra.

L’amministrazione precedente ha redatto il bilancio di previsione 2010. Sta a noi approvare, dopo l’assestamento per quell’anno, il bilancio consuntivo.

E’ un provvedimento definito in maniera egregia dalle strutture tecniche guidate sapientemente dal direttore generale al bilancio, Pietro Manna, la cui relazione è agli atti della Commissione che qui riporto integralmente.

Mi piace, in questa sede evidenziare un dato politico. Per la prima volta approviamo il consuntivo nei termini previsti dalla legge cioè entro il 30 giugno 2010.

Mai questo era avvenuto in passato.

(Interruzione)

Si arrabbierà il consigliere Loiero, questa è la verità. Da questo punto di vista siamo orgogliosi del fatto di aver approvato nei tempi previsti dalla legge il bilancio di previsione per il 2011 e siamo orgogliosi del fatto di superare oggi nei termini previsti dalla legge il conto consuntivo.

Al dato statistico si aggiunge anche quello concreto, perché grazie all’approvazione da parte dell’Aula del conto consuntivo, l’amministrazione sarà nelle condizioni di poter provvedere a quelle politiche di indebitamento e di sottoscrizione di mutui, tra le quali rientrano anche le possibilità di realizzare nuovi ospedali rispetto ai quali questa amministrazione si era già impegnata con provvedimenti ad hoc.

Con l’approvazione nei termini ritengo che si dia conferma all’approccio nuovo dell’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti rispetto ai temi della corretta gestione delle finanze e delle risorse sia quelle di bilancio più in generale sia quelle anche qui richiamate in questa seduta che riguardano le risorse europee.

Da questo punto di vista se mi è consentito, signor Presidente, rifacendomi al tema già toccato da una serie di interventi dei consiglieri di opposizione, tranquillizzo tutti sulla bontà del percorso intrapreso nella gestione dei fondi comunitari.

L’ingegnere Orlando, che tra l’altro, in qualche modo, ha ispirato la polemica oggi presente su un quotidiano a diffusione regionale, imbocca una strada che lo porterà a sbattere contro un muro.

Cita dati che sono completamente privi di fondamento. Basta prendere i dati a disposizione del Ministero delle finanze, dati che mi auguro domani i giornali pubblicheranno, per accorgersi e per avere contezza dei passaggi sia per quanto riguarda gli impegni sia per quanto riguarda la spesa effettuata da questa amministrazione che è pienamente in linea con quanto richiestoci dalla Commissione europea in più occasioni. Da ultima in occasione del Comitato di sorveglianza dove, forse a malincuore ma a verbale per come avrebbe detto il consigliere Loiero, è stato dato atto anche dal rappresentante della Commissione europea inviato in Calabria, dottore Piazzi, della bontà dei risultati ottenuti che non causeranno alcun disimpegno e che porteranno la Regione Calabria a rispettare gli impegni presi dalla Unione europea. Caro consigliere Guccione, sommessamente mi permetto di suggerirle di non ingolfare le agenzie con dichiarazioni che saranno puntualmente smentite.

Da questo punto di vista, insomma, oggi con l’approvazione del consuntivo e ieri con l’approvazione del bilancio di previsione in questo anno di attività, con la corretta gestione dei fondi europei, siamo soddisfatti del buon lavoro avviato e intrapreso dall’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti. Siamo insieme consapevoli che tanti ostacoli ancora dovranno essere superati e ci auguriamo che di questo sforzo importante e determinato anche le forze più avvedute all’interno della opposizione possano, in qualche modo, darci merito e comunque lavorare nella stessa nostra direzione che è quella di fare gli interessi esclusivi dei calabresi. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo. Ne ha facoltà.

Mario MAIOLO

Brevemente, se mi consente faccio un passo indietro al punto precedente.

Chiederei che il Presidente dia comunicazione dell’esito del voto dei documenti su Gioia Tauro.

PRESIDENTE

Ho già detto prima che non ci sarà l’approvazione di due ordini del giorno. Il Consiglio regionale ne approva uno che manderà a Roma.

Mario MAIOLO

Mi faccia finire, però, se mi fa completare il mio dire può aggiungere, poi, quello che ritiene.

Lei ha messo in votazione tutti e due gli ordini del giorno. Per essere messi in votazione vuol dire che l’Aula li ha messi all’ordine del giorno e sulle votazioni dell’inserimento all’ordine del giorno ci vuole la maggioranza più uno del Consiglio, poi lei li ha messi entrambi in votazione, il che significa che fatta la votazione i due documenti, stanti le regole dell’Aula sono entrambi approvati.

Poi, se lei chiede di procedere ad un coordinamento da parte degli uffici per addivenire ad un testo che possa essere unico a sostegno di chi va alla riunione a Roma è un altro ragionamento.

Ma l’Aula, per le mie conoscenze – lei mi smentisca – e per come sono andate le procedure li ha approvati entrambi.

Mi fermo sul punto precedente e dico un’altra cosa. Mi fermo immediatamente.

Rimango di stucco rispetto a questo dibattito sui fondi comunitari ed ho deciso di non parlarne più. Ma chiedo formalmente in Aula all’assessore Mancini, mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta ad ascoltare, di venire in Commissione perché la Commissione è luogo deputato a confrontarsi sui documenti e sui dati per fare il punto istituzionale e formale sullo stato di avanzamento dei fondi per quanto riguarda il Consiglio regionale.

Se l’assessore ha la bontà - quindi chiedo al Presidente della Commissione di attivarsi in tal senso - di venire in Commissione e darci questi elementi, evitiamo anche che ci siano polemiche diffuse, perché la comunicazione fatta al Consiglio dall’assessore in un certo senso ha dato adito al dibattito, ma su una base di dati e di informazioni assolutamente unilaterali dell’assessore con alcuni elementi che in quella relazione non c’erano.

Senza polemica e senza strumentalità chiedo formalmente all’assessore di venire in Commissione per un confronto di merito ed evitare che chiunque possa dire qualsiasi cosa e si metta in discussione, per come ha fatto il Presidente della Giunta, anche la serietà delle istituzioni comunitarie. Perché ho letto, anche, la lettera ed aspettavo che l’assessore venisse in Commissione.

E’ una lettera che anche a me crea turbamento. Poi è una lettera suggerita, scritta da altri. Non sono abituato a fare dietrologia. Vedo i dati del Ministero. Noi siamo preoccupati, vi ho dato disponibilità a lavorare, se avete la bontà di venire a lavorare in Commissione siamo a disposizione anche per aiutarvi ad approfondire come arrivare a non subire un disimpegno automatico.

Non vogliamo fare le cassandre, non siamo candidati a fare gli uccelli del malaugurio, ma se poi dovessimo arrivare ad una condizione negativa ne saremo responsabili anche noi della minoranza che non siamo stati capaci di chiedere e pretendere che l’assessore competente venisse in Commissione con le carte e ci fosse un approfondimento di merito sulle questioni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Mancini, ne ha facoltà.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio, alla programmazione e ai fondi europei

L’assessore come ogni collega dell’Esecutivo è convocato in Commissione dal Presidente della Commissione. Se e quando il Presidente della Commissione, nello specifico il Presidente Parente, vorrà convocare la mia modesta persona a partecipare ai lavori di Commissione, per come ho fatto tante e tantissime volte – tra l’altro mi scusi, onorevole Maiolo, mi è stato anche dato atto e merito dai suoi stessi colleghi della sua stessa parte politica di aver partecipato alle sedute della Commissione bilancio che sono, anch’esse di mia competenza –, sarò ben felice e ben lieto di comunicare ciò che ho già comunicato in Aula, anche di ribadirlo, di approfondirlo, di confermarlo e di rispondere a tutte le sollecitazioni sia costruttive che meno costruttive, sia propositive che critiche che verranno dai banchi della maggioranza e della opposizione.

Questo Esecutivo, caro consigliere Maiolo, con in testa il Governatore Scopelliti, mai si è sottratto al confronto, mai si è sottratto all’approfondimento di ogni tema, mai lo ha fatto e mai lo farà.

Certo è che questo Esecutivo è rispettoso anche delle regole e dei regolamenti che sovraintendono all’ordinaria amministrazione e gestione di questo Consiglio.

A convocare le Commissioni provvedono non gli assessori, non i Vicepresidenti delle Commissioni, ma i Presidenti delle Commissioni. Se e quando l’onorevole Parente nello specifico vorrà convocare l’Esecutivo, questo sarà ben felice ed onorato di partecipare alla riunione della Commissione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Guardi, il problema che dobbiamo spiegare ai calabresi che sono più che turbati rispetto a questa vicenda dell’utilizzazione dei fondi comunitari, è se ha ragione il Commissario Hubner o l’attuale Giunta sulla qualità e la consistenza della spesa dei fondi comunitari 2007-2013. Hubner è commissario per le politiche regionali della Comunità europea.

Mi aspetto che le questioni che sono state sollevate nel Comitato di sorveglianza del 15 di giugno siano smentite dalle dichiarazioni dal rappresentante della Commissione europea, che vi ha partecipato, il dottor Alberto Piazzi e dal rappresentante del Ministero dello sviluppo economico, Giorgio Pugliese.

Noi dobbiamo fare chiarezza su questo punto e lo dobbiamo fare in Consiglio e nell’interesse dei calabresi.

Non voglio smentire le parole dell’assessore Mancini ma su questo punto ci vuole un atto di chiarezza e bisogna su questo punto, caro Presidente dell’Aula, che venga investita la massima istituzione che è il Consiglio regionale.

Parliamo del pericolo che la Calabria entro il 31 dicembre di questo anno perda oltre 400 milioni di fondi comunitari.

L’Assemblea, i calabresi devono essere sicuri e rassicurati che questo non accada. L’Europa ha posto obiezioni di merito rispetto a queste questioni ed all’operare della Giunta.

Da questo punto di vista abbiamo il dovere di fare chiarezza e credo che questo sia un punto dirimente.

Poiché questo punto è stato sollevato da me e insieme ai colleghi Censore, Franchino e Aiello due mesi fa in una conferenza stampa, puntualmente oggi quelle preoccupazioni di allora vengono riconfermate non da Guccione ma dalla Comunità europea.

Da questo punto di vista, allora, si faccia chiarezza, anche per consentire alle opposizioni di offrire il loro contributo. Non stiamo facendo propaganda, ma vogliamo portare a compimento l’obiettivo di utilizzare i fondi comunitari. Se c’è bisogno di una task force noi siamo disponibili, ma si faccia chiarezza una volta per tutte. Perché mi è stato riferito che nel Comitato di sorveglianza, in quella sede, sono state sollevate obiezioni serie da parte dei due rappresentanti, uno della Comunità europea e l’altro del Ministero dello sviluppo economico.

PRESIDENTE

Chiedo ai consiglieri di fare silenzio, altrimenti farò sgomberare l’Aula.

(Interruzione)

Se facciamo un attimo di silenzio, altrimenti dovrò sospendere i lavori del Consiglio. Siamo in fase di votazione, poi a margine della seduta si potrà tenere qualsiasi incontro.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, intervengo sul rendiconto, anche se ritengo che la questione relativa alla lettera che abbiamo letto stamattina su uno dei quotidiani calabresi meriti un approfondimento.

Hanno fatto bene il collega Maiolo prima e successivamente il collega Guccione ad intervenire in tal proposito, anche perché è una questione rispetto alla quale, non noi come minoranza, ma i calabresi devono essere messi al corrente, perché se rispondesse al vero quello che abbiamo letto c’è da preoccuparsi.

Chiaramente su questa questione dell’uso delle risorse comunitarie ci torneremo e bene. Per quanto riguarda il conto consuntivo, a nome del gruppo del Partito democratico, annuncio l’astensione anche perché in Commissione insieme agli altri colleghi, come l’onorevole Mirabelli, avevamo posto delle questioni di carattere politico, considerato che dal punto di vista formale, rispetto al conto, non c’è nulla da eccepire.

Si tratta, certamente, di un conto riclassificato, fatto a norma della legge regionale numero 8 del 2002, ma avevamo delle perplessità rispetto alla nota informativa relativa ai derivati.

Abbiamo letto di questi strumenti finanziari che sono un pesante fardello per la Regione, ma ci aspettavamo qualcosa in più: una manifestazione di volontà rispetto ad una azione forte ed incisiva per risolvere questo problema che grava sulle tasche dei contribuenti calabresi, così come avevamo sollevato qualche dubbio rispetto al conto del patrimonio.

E’ vero che c’è da qualche anno un impulso maggiore rispetto alla cognizione, alla messa a valore, alla inventariazione e catalogazione del patrimonio, ma pensiamo che ancora questo non rappresenti un segno tangibile della vera contezza del patrimonio regionale, anche perché sappiamo che alcuni enti, come Arssa e Afor, non hanno fornito, fino ad oggi, note chiare rispetto alla consistenza.

Avevamo manifestato qualche dubbio rispetto alla massa dei residui attivi, anche se dal punto di vista formale, c’è stato un riaccertamento da parte della struttura regionale.

Per il fatto che questo conto si chiuda con un grosso avanzo, chiaramente prendendo per buono il lavoro che è stato fatto da parte della struttura e dell’assessore, pensiamo, per un dato meramente politico, di doverci astenere ed invitiamo la struttura e l’assessore per l’anno a venire a fare un controllo più sinergico affinché ci sia un risultato di amministrazione più veritiero possibile dal punto di vista del merito.

Perché chiudere un bilancio con un avanzo così enorme è un fatto che stride con una Regione dove le risorse sono poche per i bisogni giornalieri.

Quindi, a nome del gruppo del Partito democratico dichiaro l’astensione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, signori consiglieri, caro assessore, noi in Commissione abbiamo approfondito questo argomento molto importante e siamo giunti, come diceva giustamente l’onorevole Censore, a dare un voto di astensione, non per partito preso, ma per una certa volontà a venire incontro a quello che è stato di fatto un cambiamento, che si nota anche in queste carte, dell’azione, da parte dell’assessorato al bilancio e anche dell’ufficio della ragioneria.

E’ una astensione tecnica, basata, più che altro, su rilevazioni di carattere tecnico perché a noi è stato dato un documento che, rispetto al passato, prevede l’avanzo di amministrazione, ma è un documento prettamente finanziario, abbastanza positivo sotto questo aspetto, ma carente dal punto di vista economico.

Rispetto al passato cosa cambia negli allegati? Cambia che non abbiamo le singole voci di spesa aggiunte proprio per poter verificare se, rispetto al bilancio preventivo, che certamente non appartiene a questa maggioranza e al Presidente Scopelliti, erano stati raggiunti gli obiettivi, durante questo periodo di tempo e, quindi, concretizzati all’interno del consuntivo.

Visto che c’è stato questo passaggio da una amministrazione all’altra è evidente che il giudizio che si vuol dare non può essere un giudizio di merito, sulla sostanza, ma diventa un giudizio di tipo prettamente formale.

Dietro questo ragionamento, però, abbiamo avvertito la necessità, anche come supporto – la Commissione fa anche questo lavoro – parlando con i valenti e, senza dubbio, anche molto capaci dirigenti del vostro settore, di evidenziare alcune piccole questioni.

La prima è quella riguardante la questione – ne avevamo già parlato in precedenza – del patrimonio.

In questo documento vi è una sommatoria fra il patrimonio finanziario e il patrimonio prettamente reale, quello immobiliare.

Bene, manca ancora una catalogazione precisa di tutto il patrimonio sia della Regione sia soprattutto degli enti ad essa collegati, in modo particolare, degli enti strumentali.

Dico questo perché ormai con il nuovo federalismo che avanza e che vedrà sempre più risorse trasferite da Roma o decurtate verso questa nostra Regione, sempre più, fino al 2014, quando si interromperanno, abbiamo la necessità di poter far cassa di ogni cosa.

Allora la normativa, già da anni, prevede questa redditività patrimoniale, cioè la possibilità di poter utilizzare al meglio il patrimonio immobiliare – quindi sia i beni mobili che i beni immobili – per poter far sì che da questi si possa tirar fuori una pianificazione e uno studio per capire quali vanno alienati e dismessi e su quali invece puntare per poter, eventualmente, innovare anche le politiche finanziarie e incrementare un ritorno economico.

E nonostante il lavoro, come diceva l’onorevole Censore, che è stato iniziato, ancora oggi, ci sono, purtroppo, delle lacune abbastanza grosse che hanno forse bisogno di più tempo ma che noi vogliamo sollecitare con una certa insistenza perché pensiamo che nel patrimonio ci possa essere una buona fonte di entrata che, fino ad oggi, questa Regione non è mai riuscita ad ottimizzare.

Del resto abbiamo anche la questione dei residui attivi. Molti di questi residui attivi, quasi il 23-26 per cento di 5 miliardi e oltre risalgono ad un periodo molto lontano, sono antecedenti al 2005, alcuni addirittura al 2003, per cui vorremmo capire se nella sommatoria algebrica, che uno fa nel posizionare i residui attivi, abbiamo la contezza, la certezza e la veridicità che questi sono reali, cioè esigibili ancora oggi, a distanza di 5-10 anni, altrimenti ci trasportiamo dietro delle quote che fanno bene all’algebra, alla razionalità matematica del documento, perché ci portano sempre in positivo con grossi avanzi, ma di fatto, in realtà, non esistono.

Aggiungo, accanto alla questione dei residui attivi, che c’è la possibilità di poter accelerare gli strumenti, quelli possibili, per poter riuscire ad ottimizzare e velocizzare soprattutto la discussione sia per quanto riguarda i residui attivi che per quanto riguarda i residui passivi.

Sì, c’è stato un aumento della velocizzazione, perché ho visto che sono diminuiti i tempi, ma bisogna fare ancora di più, perché ancora oggi, in molti settori, vediamo una difficoltà nei pagamenti, nonostante le norme di legge, anche quelle approvate in Consiglio regionale, volte a velocizzare i pagamenti della Regione alle imprese e della stessa Regione nei vari dipartimenti, dal settore della protezione civile, dell’ambiente, ai lavori pubblici e a quant’altro.

Infine, un’ultima cosa. Noi nel periodo di giugno-settembre abbiamo varato quel piano di contenimento della spesa. Avete fatto bene, è stata fatta una azione incisiva e forse, molto probabilmente, si potrà fare ancora meglio e mi riferisco a due questioni. La prima è quella delle società compartecipate. Ci sono molte società compartecipate che ancora ad oggi, nonostante il vaglio che abbiamo attuato, le analisi approfondite attuate in Commissione, ci rendiamo conto che sono società a perdere, cioè non portano niente alla Regione e nello stesso tempo rappresentano un pozzo di San Patrizio, cioè la possibilità di poter sempre reinvestire e rifinanziare senza avere, poi, dei servizi ad un certo livello.

C’è forse allora la necessità di intervenire nello specifico in maniera più approfondita e verificare – per queste società compartecipate dalla Regione – quali sono quelle necessarie da mantenere in vita e quali di quelle conviene, molto probabilmente, allontanare.

Lo stesso discorso vale per gli enti strumentali. Apprezziamo il lavoro dell’assessore Trematerra, che si sta cimentando in un’opera difficile che è quella di fare la legge della montagna, poter unire Afor e Arssa, che sono due enti importantissimi, ma sempre male utilizzati nel passato recente e lontano.

Capiamo che c’è una certa difficoltà ad andare a reimpostare una nuova legge che punti a qualificare gli strumenti essenziali per lo sviluppo economico della Calabria ed, in modo particolare, della forestazione e dell’agricoltura.

Però, non dobbiamo perdere tempo, abbiamo il problema di non poter perdere tempo perché abbiamo quella famosa scadenza del 2014, che voi conoscete meglio di me, sull’attuazione totale di questo federalismo fiscale che ci impone di poter intervenire con una serie di riforme su questi enti strumentali al fine di renderli effettivamente fruibili, nel senso che possano dare delle risposte, dei risultati positivi in modo tale che, investendo grosse somme di finanziamento su di essi, noi potremmo godere di un rientro di tipo economico ed occupazionale.

Questo in modo tale che anche gli enti strumentali che sono importanti, che vanno diminuiti, accorpati, potenziati e a cui va data una specifica funzionalità non rappresentano soltanto una spugna che assorbe incurantemente solo denaro pubblico senza produrre alcun risultato positivo.

In Commissione, per queste motivazioni, anche da parte della minoranza di sinistra, di centro e di centro-sinistra, è stato dato un voto di astensione che definisco tecnico.

Aggiungo che dato che lei ha parlato poc’anzi della questione della sanità e dei quattro ospedali che proprio la tempistica dà spesso la possibilità di poter utilizzare ed ottimizzare al meglio le risorse, al di là dei quattro ospedali, caro assessore, e al di là del Tavolo Massicci che esula da questo consuntivo…- ne approfitto evitando di fare una interrogazione o eventualmente una interpellanza o quant’altro, ne approfitto – lei lo sa benissimo – di prendere a cuore come già sta facendo ma di concretizzare quanto meno la risposta che la sanità privata accreditata e convenzionata si aspetta da questo governo, dal momento in cui le spettanze già maturate da quasi un anno non vengono retribuite.

Mi riferisco alle case di cura, alle Rsa, ai laboratori di analisi, di radiologia e quant’altro perché sono in condizioni, veramente, di sussistenza, di sopravvivenza. Sono quasi tutti sul punto di chiudere perché le esposizioni bancarie sono talmente grosse e non riescono da soli ormai a fronteggiare questa carenza economica che li investe.

Quindi c’è la necessità al di là del Tavolo Massicci, al di là di quello…

PRESIDENTE

Onorevole Mirabelli, siamo fuori tempo.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Concludo. Al di là di quello che è il dover portare i conti a posto a Roma al Tavolo Massicci, se è possibile ad andare a liquidare le giuste spettanze che dal luglio 2010 ad oggi molte di queste strutture ancora non percepiscono. Grazie.

PRESIDENTE

Concluso il dibattito possiamo procedere con la votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento del rendiconto generale del 2010 nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 202/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s. m. i.”

PRESIDENTE

Si passa al punto quattro all’ordine del giorno che recita Proposta di legge numero 202/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s. m. i.”.

Si tratta della cosiddetta legge antisismica.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE, relatore

Grazie, Presidente, la proposta di legge aveva lo scopo di differire l’entrata in vigore della legge regionale 35/2009 che in effetti è quella che riguarda le procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva antisismica.

Questa proposta prevedeva uno slittamento di altri sei mesi. Però, oggi parlandone in Aula con l’assessore e con altri colleghi, abbiamo pensato che sarebbe opportuno perché si dia un tempo definitivo affinché questo problema venga risolto e non si facciano proroghe in continuazione, che questa sia di un anno non di sei mesi così la chiudiamo una volta per tutte evitando che poi tra sei mesi ritorniamo qui allo stesso modo.

Sia i comuni che gli enti interessati sappiano che questa è l’ultima proroga di un anno, quindi ci sarà la possibilità di potersi adeguare al 100 per cento.

Pertanto, la proroga non al 1° gennaio 2012 ma al 30 giugno 2012, con questa variazione.

PRESIDENTE

Bene, con questa variazione orale al 1° luglio 2012 da parte dell’onorevole Fedele. Pongo in votazione l’articolato non essendoci richieste di parola.

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 205/9^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 241 relativa alla proroga dei termini della legge sugli usi civici”

PRESIDENTE

Si passa adesso ai punti che sono stati inseriti all’ordine del giorno.

Il primo punto riguarda la “Proposta di legge numero 205/9^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 241 relativa alla proroga dei termini della legge sugli usi civici”.

Sostanzialmente si prevede che sia prorogato al 31 dicembre 2011. Si tratta del provvedimento di cui aveva chiesto l’inserimento in Aula l’onorevole Trematerra.

(Interruzione)

Si tratta una proroga di sei mesi.

Non essendoci richieste di parola pongo in votazione l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di legge numero 206 d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 242 relativa alla proroga del commissariamento di Afor ed Arssa”

PRESIDENTE

Si passa al successivo punto che è stato inserito all’ordine del giorno che riguarda la Proposta di legge numero 206/9^ d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 242 relativa alla proroga del commissariamento di Afor ed Arssa”.

Praticamente si prevede invece del 30 giugno 2011, si prevede la proroga al 31 dicembre 2011.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, noi non ci opponiamo a questa proroga ma vorremmo una garanzia di carattere istituzionale.

Siccome sui giornali leggiamo di disegni di legge di accorpamento che girano per varie sedi di questa Regione, non vorremmo che, praticamente, come spesso accade, nel collegato si inserisca una norma che poi diventerà una legge che vada a riformare questo settore.

Per cui il nostro voto alla proroga è favorevole, ma vorremmo garanzie dal Governo che qualunque iniziativa di carattere riformatore seguirà l’iter normale delle leggi.

Ci sarà una proposta del Governo, noi la valuteremo, la emenderemo, magari presenteremo anche noi una proposta di legge e vorremmo la garanzia di un iter normale senza la fretta dell’urgenza, che produce quasi sempre molti danni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Trematerra. Ne ha facoltà.

Michele TREMATERRA, assessore all’agricoltura ed alla forestazione

Grazie, Presidente, apprezzo anche l’intendimento, che registro, su una legge così importante di riforma dei due enti strumentali e non solo Afor e Arssa, perché poi in quella bozza a cui faceva riferimento l’onorevole Principe noi abbiamo previsto anche un ragionamento sulle comunità montane.

E’ chiaro che quando si parla di riforme e quando si va a toccare la carta della Regione, mi riferisco allo Statuto, ci deve essere sicuramente un’azione sinergica sia di chi proporrà questa riforma – il Governo – ma soprattutto anche delle opposizioni, che certamente su questo settore non possono far mancare il loro contributo.

Voglio implementare una cosa all’onorevole Principe. E’ una legge molto articolata che presenta molti aspetti legati alla legislazione abbastanza complessi.

Tant’è che abbiamo deciso di cominciare anche a far vedere dal punto di vista legislativo al Consiglio dei ministri se ci sono norme che contrastano con la Costituzione, per evitare che si faccia tutto un cammino e che poi lo stesso cammino possa in qualche misura essere inficiato da norme che possono essere ritenute non costituzionali.

Sicuramente blitz su queste cose non ce ne saranno perché queste riforme appartengono non alla maggioranza che governa oggi la Regione ma appartengono alla Regione stessa e quindi a tutto il Consiglio.

Sicuramente il dibattito che ci sarà e le integrazioni che anche l’opposizione vorrà apportare a questo disegno di legge saranno utili a far qualcosa di positivo che possa rilanciare due settori, che per quanto ci riguarda, per quanto riguarda la Giunta regionale sono importanti e strategici.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola, possiamo procedere con la votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

C’era adesso da discutere la richiesta di inserimento all’ordine del giorno dell’onorevole Morelli per quanto riguarda i bilanci delle Ardis.

Francesco MORELLI

Presidente, prima di passare all’esame ed all’approvazione dei bilanci Ardis volevo chiedere anche l’inserimento all’ordine del giorno sull’Arcea, che è l’Agenzia regionale per l’erogazione in agricoltura, per i medesimi motivi prima espressi.

Abbiamo esaminato positivamente in Commissione i bilanci di previsione dell’Arcea ed abbiamo accolto tutte le raccomandazioni e tutte le preoccupazioni fatte. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento del bilancio dell’Arcea.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2010”

PRESIDENTE

Si passa adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2010”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.

Francesco MORELLI, relatore

La relazione è agli atti, Presidente.

PRESIDENTE

Quindi si tratta del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2010…

Francesco MORELLI, relatore

…e il previsionale 2011 perché sono due i bilanci.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, in Commissione quando sono stati trattati i bilanci dell’Ardis ce ne siamo andati per via di un problema di numero legale ma anche per protesta perché il consuntivo ci era stato trasmesso in maniera intempestiva ed avevamo notato che il consuntivo era all’ordine del giorno del Consiglio ancor prima che fosse discusso in Commissione.

Sull’Ardis noi non abbiamo potuto fare la discussione in Commissione, Presidente Morelli. Però noi ci chiediamo e vogliamo lumi rispetto al fatto che questi enti che, chiaramente, devono essere soppressi in base ad una legge rimangono ancora in vita.

Rimane l’Ardis di Catanzaro, ne approviamo il nuovo bilancio di previsione ma vogliamo sapere per quale motivo non si procede alla soppressione e quindi rispetto a questo noi comunichiamo l’astensione perché non ci è chiaro come mai non si intervenga a risolvere il problema e se c’è un problema di lavoratori che si dica chiaramente che c’è questo problema e chiaramente la maggioranza deve farsi carico di come risolvere ed allocare questi lavoratori. Grazie.

Francesco MORELLI, relatore

Presidente, posso ricordare all’onorevole collega Censore che quando i colleghi della minoranza si sono allontanati dall’Aula è stato non per mancanza di numero legale ma per un momento di riflessione politica-istituzionale. Abbiamo poi anche fatto l’audizione della commissaria dell’Ardis, la professoressa Commisso alla quale abbiamo chiaramente esplicato il ragionamento politico dell’esistenza dell’ente in sé e per sé ma il dato fondamentale è che il bilancio di previsione è uno strumento finanziario e normativo che serve a garantire quanto meno quella gestione corrente anche nelle more della definizione dei rapporti tra Ardis e Università. Grazie.

Sull’ordine dei lavori

Carlo GUCCIONE

Presidente Talarico, le volevo chiedere la cortesia se lei alla fine della votazione di questo provvedimento, può dare informazione al Consiglio regionale sullo stato della vicenda che riguarda gli stagisti di questo Consiglio regionale.

(Applausi dal settore riservato al pubblico)

Non c’è bisogno di applausi, perché su questo vedo che ci sono molte incomprensioni e c’è anche disinformazione.

Noi abbiamo preso più volte impegni come Consiglio regionale, abbiamo votato un ordine del giorno alla unanimità. Vorrei che fosse chiaro qual è l’iter per dare una risposta a questi ragazzi, perché credo che da questo punto di vista le istituzioni non possono non parlare il linguaggio della verità.

Credo che lei debba fare chiarezza in questa sede rispetto a qual è la situazione ad oggi e su come questa situazione si può sbloccare: quando e dove.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2010” Ripresa della discussione

PRESIDENTE

Continuiamo con la votazione della proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^ nessuno chiedendo di parlare.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Francesco MORELLI, relatore

Presidente, anche l’autorizzazione all’esercizio di bilancio per l’esercizio 2011.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 123/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione dell’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 Ardis

PRESIDENTE

Proposta di provvedimento amministrativo numero 123/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Autorizzazione dell’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 Ardis”.

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 127/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per l'Erogazioni in Agricoltura) per l'anno finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013”

PRESIDENTE

Si passa adesso al bilancio di previsione dell’Arcea per l’esercizio 2011.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rifaccio alla relazione agli atti, Presidente.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare…

Bruno CENSORE

Dichiaro l’astensione del gruppo del Partito democratico, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno “Sulle procedure di esclusione delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo dalla direttiva servizi

PRESIDENTE

L’ultimo punto all’ordine del giorno riguarda le concessioni demaniali marittime di cui aveva chiesto l’inserimento l’onorevole Parente.

Claudio PARENTE

Signor Presidente, si tratta di un problema che abbiamo affrontato a Roma in sede di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative.

E’ sostanzialmente dovuto al fatto che la Corte costituzionale ha censurato una norma della Regione Emilia Romagna con la quale si davano concessioni demaniali marittime con una proroga fino a 20 anni.

Questa disposizione a parere della Corte è contraria ai principi comunitari di libertà di stabilimento, di libera concorrenza e di parità di trattamento per cui attraverso questa previsione non si consentiva a chi gestiva in precedenza il demanio marittimo di cedere il posto ad altri gestori.

Pertanto noi, per essere sintetici, abbiamo proposto un ordine del giorno che indirizzeremo alla conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative con cui evidenziamo diversi aspetti, ma soprattutto chiediamo la modifica dell’esposizione contenuta negli articoli 42 e 49 del Codice della navigazione volta a garantire un equo indennizzo al concessionario uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico anche tenendo conto dell’avviamento dell’attività svolta nel periodo di durata della concessione.

In ogni caso solleciteremo il Governo nazionale a mantenere l’impegno già assunto circa la necessità di avviare il tavolo istituzionale nell’ambito della conferenza Stato-Regioni per attuare il riordino della materia e concordare i contenuti di una nuova legge quadro sul demanio marittimo con finalità turistico-ricreativa.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, passiamo alla votazione dell’ordine del giorno di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria

vista la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi nel mercato interno" che mira a garantire la libertà di circolazione dei servizi tra gli Stati membri e la libertà di stabilimento e che prevede con specifico riferimento al settore turistico, ricreativo e balneare di assoggettare a procedura comparativa le offerte degli aspiranti concessionari del demanio marittimo al fine di individuare il soggetto contraente che offra le migliori condizioni di proficua utilizzazione del bene per finalità di pubblico interesse;

premesso che

in data 2 febbraio 2008, la Commissione europea ha aperto nei confronti dell'Italia la procedura di infrazione n. 2008/4508 per il mancato adeguamento della normativa nazionale in materia di concessioni demaniali marittime ai contenuti previsti dalla "direttiva servizi", meglio conosciuta come "direttiva Bolkestein";

si è determinata una situazione di forte preoccupazione, anche a livello locale, tra gli operatori del turismo balneare, in considerazione delle conseguenze legate all'applicazione della direttiva servizi al rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali marittime che vedrebbe fortemente danneggiati i titolari delle concessioni in essere che hanno effettuato rilevanti investimenti negli stabilimenti e strutture balneari;

le Regioni seguono la questione relativa al demanio marittimo con la massima attenzione, per ricercare con il Governo e le Associazioni di categoria soluzioni condivise;

l'articolo 1 comma 18 del decreto legge n. 194/2009 convertito in legge n. 25/2010 (c.d. decreto mille proroghe) dispone una proroga al 31 dicembre 2015 del termine di durata delle concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative, in essere, nell'attesa di una revisione della materia da realizzarsi, con riferimento ai criteri e alle modalità di affidamento, sulla base di intese in sede di Conferenza Stato-Regioni;

il Governo italiano, attraverso il dipartimento per gli affari regionali guidato dal Ministro Fitto, ha promosso un tavolo interregionale al fine di ricercare una soluzione condivisa da portare all'attenzione dei servizi della Commissione europea;

nel corso dell'incontro del 12 aprile 2011 con i rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle regioni italiane il ministro per i rapporti con le Regioni ha assunto l'impegno di farsi portavoce con la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché sia avviato un ulteriore confronto con la Commissione europea per concordare, ai sensi dell'articolo 12 paragrafo 3, una possibile deroga dall'applicazione dei principi della direttiva servizi alle concessioni aventi finalità turistico-ricettive, nonché una proroga delle attuali concessioni demaniali oltre il 2015;

considerata la comunicazione della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali del 28 aprile 2011 con la quale è stata resa nota la decisione assunta dai rappresentanti delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome al tavolo di coordinamento per gli Affari europei di promuovere un'azione comune in merito alle problematiche connesse all'applicazione della direttiva servizi alla disciplina delle concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative;

l’unanime posizione espressa dalle Regioni dell'urgente predisposizione di una legge quadro che affronti la questione del demanio nel suo complesso, anche in considerazione dell'imminente avvio del federalismo demaniale;

ritenuto altresì indispensabile che tale legge quadro rappresenti il risultato di una "normazione concordata" tra Stato e Regioni, affinché in tale materia si tenga conto delle specificità territoriali italiane;

tutto ciò premesso e considerato il Consiglio regionale della Calabria

chiede al Governo di avviare un immediato confronto presso la Commissione europea per concordare le procedure di esclusione delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo dalla direttiva servizi, prevedendo pertanto per esse un'apposita deroga, in virtù della specificità delle piccole imprese balneari a conduzione familiare, degli investimenti realizzati, della positiva esperienza e professionalità acquisite dagli operatori balneari;

in subordine, qualora il confronto tra il Governo e la Commissione europea abbia esito negativo chiede al Governo:

di sottoporre alla Commissione europea di valutare la possibile conformità alla Direttiva Servizi di una disposizione normativa che assegni una "preferenza" alle piccole imprese balneari, tenuto conto che, ai sensi della Direttiva servizi, la statuto giuridico del "prestatore" rientra nei cosiddetti requisiti da valutare;

la modifica delle disposizioni contenute negli articoli 42 e 49 del Codice della navigazione, volta a garantire un equo indennizzo al concessionario uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico, anche tenendo conto dell'avviamento delle attività svolte nel periodo di durata della concessione;

una disposizione transitoria per le concessioni in essere che consenta, senza pregiudizio ai titolari delle concessioni in essere, di transitare dal vecchio al nuovo regime concessorio, necessariamente basato su procedure ad evidenza pubblica.

In ogni caso sollecita il Governo a mantenere l'impegno già assunto circa la necessità di avviare il tavolo istituzionale nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per attuare il riordino della materia e concordare i contenuti di una nuova legge-quadro sul demanio marittimo con finalità turistico-ricreative con particolare riferimento:

alla definizione dei criteri e delle modalità di affidamento delle concessioni dei beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative e per altri usi in una logica di semplificazione dei procedimenti e snellimento delle procedure;

all'introduzione di un esplicito richiamo al federalismo demaniale;

al trasferimento alle Regioni della gestione dei canoni demaniali;

alla disciplina del canone demaniale;

alla ridefinizione dei concetti di "facile e difficile rimozione" con riferimento ai beni realizzati sul demanio;

alla definizione della valenza turistica”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sul progetto stage

PRESIDENTE

Do risposta alla richiesta dell’onorevole Guccione circa gli stagisti .

Questo Consiglio regionale ha già parlato con i propri atti. Ha approvato una legge molto precisa e chiara che ha degli adempimenti.

C’è stato il bando previsto dalla Giunta, sono state presentate le domande, stiamo definendo esattamente quanto è l’importo che ci occorre per risolvere la vostra problematica.

Mi auguro che appena gli uffici saranno pronti a dirci quanto è l’importo preciso, questo Consiglio regionale andrà a predisporre l’atto necessario per trovare il finanziamento per garantirvi un altro anno, che sarà un anno totalmente a carico del Consiglio regionale per 10 mila euro per ognuno di voi. Ma il contratto sarà assunto direttamente con le amministrazioni comunali.

Stiamo definendo quanto è l’importo. Dopo di che, questo Consiglio regionale come ha fatto in tutti questi mesi troverà le somme necessarie per finanziare un altro anno a vostra disposizione.

Mi auguro che la prossima seduta sia il giorno giusto per risolvere la vostra questione.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 17,31

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri De Masi e Stillitani.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Norme per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti (Delibera G. R. n. 184 del 20.05.2011)” (P.L. n. 194/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Incentivi alle imprese tramite lo strumento del credito di imposta (Delibera G. R. n. 185 del 20.05.2011)” (P.L. n. 195/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Istituzione della giornata regionale del Calendario in memoria di Aloysius Lilius da Cirò (Delibera G. R. n. 186 del 20.05.2011)” (P.L. n. 196/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Norme per l’abitare sostenibile (Delibera G. R. n. 230 del 20.05.2011)” (P.L. n. 197/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

“Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2010 (Delibera G. R. n. 238 del 31.05.2011)” (P.L. n. 201/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Proroga termini legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, art. 39 (Delibera G. R. n. 241 del 17.06.2011)” (P.L. n. 205/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Modifica all’articolo 25, comma 2 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 per come modificato ed integrato con leggi regionali n. 44/2008, n. 58/2009, n. 18/2010 e n. 34/2010 (Delibera G.R. n. 242 del 17.06.2011)” (P.L. n. 206/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Nucera – “Istituzione dell’Osservatorio regionale per la formazione medico specialistica” (P.L. n. 186/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Dattolo, Gallo – “Procedure funzionali alla composizione stragiudiziale delle controversie in materia sanitaria” (P.L. n. 187/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Interventi a sostegno dei fondi di previdenza complementare a base territoriale” (P.L. n. 188/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Promozione e coordinamento delle politiche in favore della qualità della vita dei giovani ed agevolazioni per l’ingresso nel mondo del lavoro” (P.L. n. 189/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Pacenza – “Istituzione dell’anagrafe regionale degli impianti industriali a biomasse, eolici e fotovoltaici” (P.L. n. 190/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Tracciabilità informatica del procedimento amministrativo” (P.L. n. 191/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Imbalzano – “Misure a favore dei Consorzi di garanzia collettiva fidi in agricoltura” (P.L. n. 192/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Salerno – “Istituzione del servizio di videosorveglianza nelle sale operatorie” (P.L. n. 193/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Caputo – “Interventi per la diagnosi, la riabilitazione e l’assistenza a favore di persone con disturbi autistici e dello spettro autistico dall’età evolutiva a quella adulta” (P.L. n. 198/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Modifica alla legge regionale del 7 marzo 2011 n. 3 <<Interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’imprenditoria>>” (P.L. n. 199/9^)

E’ stata assegnata alla Commissione contro la ‘ndrangheta.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Modifica alla legge regionale del 7 marzo 2011, n. 4 <<Misure per garantire la legalità e la trasparenza dei finanziamenti erogate dalla Regione Calabria>>” (P.L. n. 200/9^)

E’ stata assegnata alla Commissione contro la ‘ndrangheta.

(Così resta stabilito)

Fedele – “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i.” (P.L. n. 202/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Norme per la promozione dei prodotti tipici, Dop e Igp della Calabria, tutela del consumatore e modifica della legge regionale 30 aprile 2009, n. 14” (P.L. n. 203/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Norme sulla trasparenza per favorire il controllo e la legalità dell’attività amministrativa” (P.L. n. 204/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione dell’Arcea (Agenzia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura) per l’anno finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013 (Delibera G.R. n. 132 del 12.04.2011)” (P.P.A. n. 127/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2011 (Delibera G.R. n. 154 del 27.04.2011)” (P.P.A. n. 129/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Proposta di legge al Parlamento – Istituzione della giornata regionale del calendario in memoria di Alysius Lilius da Cirò (Delibera G.R. n. 187 del 20.05.2011)” (P.P.A. n. 131/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Direttive di attuazione – ai sensi dell’art. 1 della legge regionale n. 40/2008 – per la concessione di contributi in regime de minimis finalizzati alla realizzazione di nidi d’infanzia/asili nido e servizi integrativi (Delibera G.R. n. 149 del 12.04.2011)” (P.P.A. n. 132/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, due proposte di provvedimento amministrativo d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale relativo all’esercizio finanziario 2010 (Delibera U. P. n. 18 del 20.04.2011) (P. P.A. n. 128/9^)

“Legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 – Nomine di competenza del Consiglio regionale. Riapertura termini. Domande e designazioni di cui al punto 1 dell’elenco allegato alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 11/2011. Presa atto verifica dei requisiti (Delibera U. P. n. 25 del 20.04.2011)” (P.P.A. n. 130/9^)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione numero 176 del 27.04.2011, recante: “Approvazione delle Direttive di attuazione (ai sensi dell’art. 1 della L. R. 40/2008) per la concessione di contributi in regime “de minimis” finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione digitale delle imprese e reti di imprese” (Parere n. 18)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La terza Commissione consiliare, con nota n. 18468 del 12 aprile 2011, ha comunicato che nella seduta del 7 aprile 2011 ha espresso parere favorevole con modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 78 del 18.03.2011, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Articolo 2 legge regionale 12 giugno 2008, n. 15. Piano di reinserimento occupazionale 2011” (Parere n. 16/9^)

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 26606 del 25 maggio 2011, ha comunicato che nella seduta del 24 maggio 2011 ha espresso parere favorevole con raccomandazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 99 del 18.03.2011, recante: “Approvazione direttive di attuazione per il sostegno ai processi di riorganizzazione ed aggregazione e per l’integrazione dei fondi rischi dei confidi operanti sul territorio regionale, ai sensi dell’art. 1 della L.R. 40/2008” (Parere n. 17/9^)

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 26605 del 25 maggio 2011, ha comunicato che nella seduta del 24 maggio 2011 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 176 del 27.4.2011, recante: “Approvazione delle direttive di attuazione (ai sensi dell’art. 1 della L.R. 40/2008) per la concessione di contributi in regime “de minimis” finalizzati a realizzare azioni per l’innovazione digitale delle imprese e reti di imprese” (Parere n. 18/9^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 6 aprile 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 13 aprile 2011 al Bur 6 dell’1 aprile 2011:

1.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 8 recante: “Proroga dei termini di cui all’articolo 5, comma 1, legge regionale n. 11/2009 e s.m.i.”;

2.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 9 recante: “Provvedimenti in materia sanitaria”;

3.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 10 recante: “Modificazioni all’articolo 10 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34;

4.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 11 recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”;

5.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 12 recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34”;

6.           Legge regionale 6 aprile 2011, n. 13 recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4”.

In data 27 aprile 2011, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul supplemento straordinario n. 2 del 4 maggio 2011 al Bur n. 8 del 2 maggio 2011:

1.           Legge regionale 27 aprile 2011, n. 14 recante: “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative alla eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione ai siti e manufatti contenenti amianto”;

2.           Legge regionale 27 aprile 2011, n. 15 recante: “Modifica alla legge regionale 19 aprile 1995, n. 22 e successive modifiche ed integrazioni”.

Emanazione e pubblicazione di regolamenti regionali

In data 5 maggio 2011, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali. Gli stessi sono stati pubblicati sul supplemento straordinario n. 5 del 13 maggio 2011 al Bur n. 8 del 2 maggio 2011:

1.           Regolamento regionale n. 3 del 5 maggio 2011 concernente: “Regolamento di attuazione legge regionale 5 novembre 2009, n. 40 – Attività estrattiva nel territorio della Regione Calabria”;

2.           Regolamento regionale n. 4 del 5 maggio 2011 concernente: “Regolamento attuativo requisiti minimi per l’autorizzazione al funzionamento e procedure per l’accreditamento L.R. n. 23 articolo 11, lettera D. Tipologia di servizio socio-assistenziale per soggetti con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali: Centro socio-riabilitativo”.

In data 20 maggio 2011, il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali. Gli stessi sono stati pubblicati sul supplemento straordinario n. 1 del 3 giugno 2011 al Bur n. 10 dell’1 giugno 2011:

1.           Regolamento regionale n. 5 del 20 maggio 2011 concernente: “Regolamento per la disciplina degli incarichi conferiti ai dipendenti della Regione Calabria o enti pubblici o da privati”;

2.           Regolamento regionale n. 6 del 20 maggio 2011 concernente: “Modifica al Regolamento regionale 26 gennaio 2005, n. 1. Disciplina degli interventi per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale di cui alla legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3”.

Trasmissione di deliberazione

La Giunta regionale, ad integrazione della deliberazione n. 787 del 14.12.2010 (P.P.A. n. 94/9^), recante: “Approvazione piano strategico di marketing turistico – periodo 2011/2012” ha trasmesso, con nota prot. n. 275 del 19 aprile u.s., la deliberazione n. 125 del 12 aprile 2011, recante: “D.G.R. n. 787 del 14.12.2010 – Modifica ed integrazione scheda identificativa n. 12”.

E’ stata trasmessa alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale, con note nn. 19663 e 19661 del 26 aprile 2011, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2011:

Deliberazione Giunta regionale n. 122 del 12 aprile 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 130 del 12 aprile 2011.

La Giunta regionale, con note nn. 20681 del 3.5.2011 e 21500 del 9.5.2011 ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2011:

Deliberazione Giunta regionale n. 126 del 27 aprile 2011;

Deliberazione Giunta regionale n. 150 del 27 aprile 2011.

Dimissioni di consigliere regionale da componente Commissione consiliare

L’onorevole Vincenzo Antonio Ciconte, con nota dell’11 aprile 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 18315, ha rassegnato le dimissioni da componente della prima Commissione consiliare permanente.

Dimissioni di consigliere regionale da componente di gruppo consiliare

L’onorevole Vincenzo Antonio Ciconte, con nota del 12 maggio 2011, acquisita agli atti in data 13 maggio 2011 al protocollo generale n. 24949, ha rassegnato le dimissioni dal gruppo consiliare “Autonomia e diritti”.

Non avendo dichiarato di aderire ad altro gruppo, viene assegnato d’ufficio al gruppo consiliare “Misto” ai sensi degli articoli 13 del Regolamento e 27 dello Statuto.

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

L’onorevole Pasquale Tripodi, con nota del 20 giugno 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 30763, ha aderito al gruppo consiliare “Misto”.

Interrogazioni a risposta immediata

Imbalzano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche dell’ambiente. Per sapere – premesso che:

il tratto costiero tra Pellaro e Bocale-Lazzaro è stato da sempre uno dei più straordinari dell'intera Regione e meta estiva preferita di decine di migliaia di reggini nonché di turisti provenienti da tante parti d'Italia;

l'intera fascia litoranea in questione è da tempo soggetta ad un grave processo di erosione che ha prodotto incalcolabili danni sia all'ambiente che al tessuto economico turistico sviluppatosi lungo la fascia parallela alle locali splendide spiagge;

ripetuti, gravissimi eventi meteorologici hanno interessato nei mesi scorsi l'intero comprensorio ed hanno prodotto danni devastanti a dette spiagge ed agli stabilimenti balneari annessi, provocando un autentico disastro ambientale ed economico;

l'intervento messo in campo dalla Provincia di Reggio Calabria di un milione di euro per tamponare l'emergenza è da ritenersi del tutto insufficiente per assumere le iniziative necessarie per assicurare una soluzione definitiva rispetto ad una questione ormai ineludibile;

gli stessi trasferimenti regionali già disposti per questa problematica non permetteranno di dare risposte strutturali e permanenti, tenuto conto che i pericoli che incombono sulle popolazioni direttamente interessate non hanno ormai più soluzione di continuità:

quali interventi intende adottare la Regione per contribuire, in stretta sinergia con le Istituzioni locali, alla definizione di un problema che angoscia non solo le migliaia di cittadini del comprensorio di Pellaro-Bocale;

se non si ritenga necessario ed urgente intervenire con risorse adeguate, reperibili sia nel Bilancio regionale che, eventualmente, tra i Fondi comunitari, assumendo anche una iniziativa tecnica da parte del Dipartimento regionale competente capace di salvaguardare sia le persone che il patrimonio ambientale, privato ed economico, che insiste su un territorio che rappresenta una delle risorse più importanti dell'intero comprensorio reggino.

(119; 06.04.2011)

Guccione, Censore. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore all'agricoltura. Per sapere - premesso che:

la legge numero 9 del 2007 ha posto in liquidazione l'Afor (Azienda Forestale Regionale) allo scopo di riordinare il settore forestale e di rilanciarlo, con interventi di forestazione finalizzati a prevenire e mitigare il rischio di dissesto idrogeologico del territorio;

a distanza di tre anni e con diverse proroghe l'Afor, la forestazione ed il suo processo di riforma sono ferme al palo e, nelle more, si continuano a violare norme a tutela dei lavoratori, si appesantisce la situazione debitoria dell'ente e, cosa ancor più grave, gli interventi forestali sul territorio risultano inesistenti;

l'Afor provinciale di Cosenza, in questi giorni, nella più assoluta discrezionalità, ha provveduto ad assegnare una serie di incarichi al di fuori delle norme contrattuali che prevedono, tra l'altro, procedure concorsuali pubbliche, il possesso di determinati requisiti. Alcuni di questi incarichi, a quanto sembra, andrebbero ad accumularsi anche a corposi rimborsi di sostanziose indennità chilometriche, provocando un esborso economico, da parte dell'Afor, non indifferente. In alcuni casi, a quanto sembra, ci sarebbe un forte nesso tra gli incarichi assegnati e le ormai prossime elezioni amministrative che interessano diversi comuni della provincia di Cosenza e della Calabria;

quali iniziative si intendono assumere per completare definitivamente la riforma dell'Azienda Forestale regionale e dare un nuovo impulso al rilancio della forestazione su tutto il territorio regionale e cosa si intende fare per bloccare le nomine di cui sopra che, lo ripetiamo, si appalesano come gravemente illegittime e rischiano di coinvolgere negativamente la Regione per incarichi dettati esclusivamente da clientelismo ed interessi politici legati alle imminenti elezioni amministrative.

(122; 13.04.2011)

De Masi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con comunicato diffuso nei giorni scorsi da tutti gli organi locali d'informazione, il Presidente di Unioncamere ha reso noto che la Giunta regionale starebbe valutando la possibilità di chiudere le sedi delle Agenzie Doganali di Crotone e Vibo Valentia;

la provincia di Crotone è penalizzata da un deficit infrastrutturale che rende difficile, di fatto, un reale sviluppo economico e sociale del suo territorio;

la crescita economica e sociale delle cinque provincie calabresi deve essere programmata in maniera uniforme ed equilibrata;

l'indirizzo politico regionale in materia infrastrutturale non può prescindere da un potenziamento dei porti presenti nel territorio, che devono rappresentare un valido supporto per l'economia calabrese, soprattutto in considerazione della favorevole posizione geopolitica della nostra Regione ed, in particolare, della città di Crotone;

mentre a Crotone si è costituita una task force per le infrastrutture, che riunisce attorno ad un tavolo istituzionale tutti i soggetti, pubblici e privati, allo scopo di coordinare e perseguire un reale sviluppo del nostro territorio, la Giunta regionale si appresterebbe a presentare una proposta ulteriormente penalizzante per una realtà già caratterizzata da un riconosciuto deficit infrastrutturale;

l'ipotesi di chiusura della sede dell'Agenzia delle dogane rappresenta un segnale poco rassicurante da parte della Giunta regionale per la già ristagnante economia locale, che non necessita di tagli indiscriminati;

se corrisponde al vero la circostanza secondo la quale la Giunta regionale sta valutando la possibilità di chiudere le sedi dell'Agenzia Doganale di Crotone e Vibo Valentia;

quali sono i criteri che hanno ispirato la Regione Calabria a valutare l'ipotesi di chiusura delle sedi dell'Agenzia Doganale di Crotone e Vibo Valentia;

se la Regione Calabria abbia valutato i rischi e le conseguenze negative derivanti dall'attuazione della proposta in argomento per i territori interessati.

(124; 18.04.2011)

Giordano, De Masi, Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 04.08.2010 veniva presentata interrogazione urgente a risposta scritta portante il numero 32 ed avente ad oggetto la problematica inerente le tariffe applicate dalla Sorical ai comuni calabresi per il servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili;

l'interrogazione depositata tendeva a puntualizzare come l'art. 154 del D. Lgs. 152/2006, così come prima l'art. 13 della legge Galli (36/94), prevede che il servizio idrico sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa Corte dei conti della Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010 ha ribadito che, sulla scorta degli interventi della Corte costituzionale è precluso al legislatore regionale intervenire nel settore con una disciplina difforme da quella statale"; nella medesima interrogazione si ricordava che per la Regione Calabria non avendo istituito le autorità d'ambito, non è applicabile l'art. 154, né il metodo normalizzato di cui all'art. 13 della legge Galli (abrogata dal D. Lgs. 152/2006). Il comma 3 dell'art. 2 del D.L. 79/1995 (che ha sostituito il comma 2 dell'art. 17 della L. 319/1976) ha previsto che in caso di mancata elaborazione del c.d. metodo normalizzato, spetti al CIPE determinare la tariffa dell'acqua. In questa ottica, come meglio specificato nella interrogazione, il CIPE emanava dei provvedimenti che, però, sono stati violati sistematicamente dalla Sorical, la quale non si è conformata negli anni alle stesse previsioni contrattuali che regolamentano i rapporti tra detta società e la Regione Calabria;

viste le condizioni drammatiche in cui versavano e versano tuttora i comuni calabresi si chiedeva di sapere se rispondesse al vero quanto illustrato e di adottare conseguentemente una serie di iniziative che potessero risolvere i problemi segnalati;

a tutt'oggi, non è pervenuto alcun chiarimento sulle problematiche sollevate con l'interrogazione presentata, né tantomeno la Giunta regionale ha posto in essere iniziative concrete finalizzate a dirimere tutti i dubbi sollevati dalla gestione Sorical negli anni;

addirittura la situazione finanziaria dei comuni si sta facendo sempre più drammatica con la Sorical impegnata in un’azione sistematica di messa in mora dei comuni morosi i quali si trovano costretti, per impedire una riduzione della fornitura con disagi per la popolazione, a sottoscrivere delle nuove "Convenzioni di utenza" le cui clausole contrattuali sono a dir poco svantaggiose per gli enti locali;

il rischio concreto, nonostante diversi comuni abbiano intrapreso la via giudiziaria per resistere alle richieste ritenute illegittime da parte di Sorical, è quello di mettere in ginocchio la tenuta finanziaria degli enti locali con gravi ripercussioni sui servizi essenziali per la cittadinanza;

quanti comuni si trovino in una situazione debitoria con la Sorical e se la Regione, quale socio di maggioranza, abbia esercitato un controllo sulle nuove "Convenzioni di utenza" fatte sottoscrivere agli enti locali;

ancora una volta, se la Sorical, società mista nella quale la Regione è socio di maggioranza, abbia tenuto conto dei parametri legislativi nella determinazione delle tariffe per la somministrazione dell'acqua potabile;

se nella errata e arbitraria determinazione delle tariffe non si concretizzi una grave inadempienza degli obblighi imposti nella convenzione fra Sorical e Regione Calabria, atteso che l'aumento della tariffa applicata dalla SORICAL non è conforme alle previsioni contrattuali ai sensi dell'art. 8, sesto comma, che prevede che la tariffa non sarebbe stata aumentata per i primi 5 anni e quindi nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;

quali iniziative la Giunta regionale intende intraprendere, tenuto conto dei poteri di vigilanza e controllo, per intervenire nei confronti della Sorical perché riveda le tariffe, determini in modo corretto gli importi dovuti dagli enti locali ai fini di una compensazione rispetto ai crediti vantati nei confronti degli stessi, determini delle condizioni di rientro dei crediti vantati più equi e meno vessatori anche attraverso la revisione delle clausole contrattuali previste nelle nuove convenzioni di utenza.

(128; 2.05.2011)

Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

in data 12 maggio 2011 il dottor Ettore Satariano, Responsabile della Divisione Passeggeri Regionale, Risorse Umane Passeggeri Regionale, Risorse Umane Passeggeri Regionale Sicilia e Calabria di Trenitalia, ha informato con propria lettera le Segreterie Regionali di Filt-Cgil, Fil-Cisl, Uiltrasporti, Fast Ferrovie, Ugl A.F., Orsa e le RSU di 73 Collegi competenti della Calabria della volontà di Trenitalia di intervenire sull' attuale microstruttura organizzativa degli impianti ISR (Impianto Scorta regionale-capi treno) e ITR (Impianto Trazione Regionale-macchinisti) della Calabria;

considerati i tempi tecnici necessari, a far data dal 15 giugno p.v. si procederà alla chiusura di tutti gli impianti associati e quindi delle distribuzioni di IASR Catanzaro, IASR Cosenza, IATR Catanzaro e IATR Cosenza;

le relative attività di Distribuzione verranno assicurate per ISR unicamente dalla Distribuzione ISR di Reggio Calabria e per l’ITR unicamente dalla Distribuzione ITR di Reggio Calabria;

quanto sopra risponderebbe alla necessità di adeguamento delle articolazioni organizzative di Produzione della Direzione Regionale Calabria ad obiettivi di efficacia ed efficienza coerenti con l'evoluzione dell'offerta commerciale e con le prossime sfide lanciate dal mercato;

sono in atto confermati i presenziamenti delle Distribuzioni di Reggio Calabria ISR e ITR e i relativi regimi di orario contrattuale in essere;

la modifica di tale microstruttura organizzativa non produrrà ricadute occupazionali;

per il personale interessato verranno applicati gli istituti contrattuali;

quali iniziative urgenti si intendono predisporre per invertire definitivamente una tendenza che appare pervicacemente finalizzata ad un progressivo smantellamento di Trenitalia su tutto il territorio regionale e che sta provocando, di conseguenza, un forte spopolamento degli impianti delle Ferrovie dello Stato;

se non sia giunto il momento di assumere un'iniziativa forte e decisa per chiedere a Trenitalia che a governare il trasporto regionale in Calabria sia finalmente un dirigente calabrese, che meglio conosce il nostro territorio e le esigenze delle nostre popolazioni.

(129; 23.05.2011)

Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

la Regione con legge n. 29 del 14 agosto 2008 ha inteso promuovere la valorizzazione delle produzioni agricole regionali e prodotti agricoli a chilometri zero, favorendo il consumo e la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio regionale e assicurando un'adeguata informazione ai consumatori sull'origine e le specificità di tali prodotti;

l'articolato normativo prevede all'art. 2 il divieto, ai soggetti gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica, di somministrare cibi e bevande contenenti organismi geneticamente modificati nonché alimenti ottenuti da animali nutriti con mangimi contenenti organismi geneticamente modificati;

l'art. 3 prevede che i gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica devono garantire che nella preparazione dei pasti siano utilizzati prodotti agricoli regionali in misura non inferiore al 50 per cento, in termini di valore, dei prodotti agricoli, anche trasformati, complessivamente utilizzati su base annua;

la violazione delle suddette norme comporta la risoluzione di fatto del contratto e al fine di garantire l'osservanza delle stesse l'art. 7 prevede che la Regione, le Province ed i Comuni, nell'ambito delle proprie competenze, esercitino i controlli per l'accertamento delle infrazioni alle disposizioni di cui alla presente legge, si avvalgano degli organi di polizia amministrativa locale, anche attraverso l'istituzione nell'ambito degli stessi organi di appositi gruppi di intervento;

dalle notizie giunte dalle varie associazioni di categoria, vedasi in ultimo l'intervento sugli organi di stampa del Presidente regionale della Coldiretti, si apprende di una violazione sistematica della normativa regionale, anche per l'assenza o inesistenza di controlli; il tutto con grave pregiudizio per l'economia agricola calabrese;

se e in quale misura sono stati attivati i controlli previsti dalla legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 e se sono stati costituiti gli appositi gruppi di intervento;

se il dipartimento agricoltura ha attivato, per quanto di sua competenza, i dovuti controlli e contestualmente sollecitato gli enti territoriali competenti affinché avviassero una campagna di controlli nell'ambito delle ristorazione pubbliche e collettive;

quali iniziative si intendono intraprendere, ove i controlli risultassero carenti, per avviare una campagna di monitoraggio e controllo al fine di sanzionare le imprese inadempienti.

(130; 25.05.2011)

Giordano, De Masi, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori al lavoro, alla formazione professionale, alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere – premesso che

la Regione con legge del 26 febbraio 2010, n. 11 ha introdotto un sostegno economico a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro;

in particolare per perseguire gli obiettivi della legge, è prevista l'istituzione di un fondo regionale di solidarietà finalizzato all'erogazione di un contributo una tantum non tassabile a titolo di assistenza sociale;

l'erogazione del contributo nella misura prevista dall'art. 4 della legge è disposto con decreto dirigenziale entro il termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda e lo stesso è riconosciuto per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2008;

per rendere operativa la normativa in esame la Giunta regionale, come previsto dall'art. 6, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge avrebbe dovuto emanare un regolamento che definisca le modalità per la presentazione delle domande di contributo, per la relativa istruttoria, nonché promuovere un protocollo di intesa con gli enti individuati al comma 3 dell'articolo 6;

il termine per l'emanazione del regolamento è stato abbondantemente superato e non si ha notizia di una sua imminente approvazione da parte della Giunta regionale;

la Calabria è la regione il cui dramma delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro incide notevolmente sulle statistiche nazionali. Nel periodo 2008/2009 si sono verificati in Calabria 42 morti e gli incidenti sul lavoro denunciati, sono stati 13.676 nel 2009, contro i 14.177 del 2008;

a tali dati si sommano anche i cittadini residenti in Calabria che sono rimasti vittima di incidenti sul lavoro fuori dal territorio regionale e per i quali la legge prevede i medesimi benefici e i lavoratori che abbiano subito una perdita della capacità lavorativa nella misura pari al 100 per cento;

numerose sono le famiglie interessate alla concreta applicazione della normativa regionale, il cui contributo, sia pur una tantum, potrebbe contribuire ad alleviare le numerose difficoltà in cui versano a causa di un contesto socio economico, quale quello calabrese, in grave crisi;

la normativa regionale salutata a suo tempo come un segno di civiltà e di maturità della nostra regione sulle problematiche del lavoro rischia di arenarsi e di trasformarsi in una legge manifesto o in una tragica beffa per i beneficiari;

se il regolamento di attuazione previsto dall'art. 6 della legge 26 febbraio 2010 n. 11 è in corso di elaborazione da parte degli uffici competenti (dipartimento n. 10 settore n. 1 politiche del lavoro) e, in caso affermativo, conoscere i relativi tempi di definizione e di successiva approvazione della Giunta regionale;

se, in caso di totale o parziale omissione della relativa istruttoria che potrebbe determinare un ulteriore dilatazione dei tempi, quali iniziative intendono intraprendere per sollecitare con urgenza l’iter di elaborazione del regolamento di attuazione e provvedere alla immediata approvazione dello stesso;

quali iniziative intendono intraprendere per avviare una immediata concertazione con gli enti individuati dall'art. 6 che porti alla stipula di un protocollo di intesa finalizzato all'attuazione della legge.

(131; 25.05.2011)

De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che

in data 13/05/2011 è stato pubblicato sul BURC un avviso pubblico con una dotazione finanziaria pari a 8 milioni di euro avente ad oggetto "POR Calabria FSE 2007-2013 Obiettivo Operativo M2 - Piano Regionale per le Risorse Umane - Piano d'Azione 2009- 2010: Approvazione «Avviso pubblico per il finanziamento di borse di studio per la partecipazione a Master e Dottorati»";

il punto 8 dell'Avviso (Termini e modalità di presentazione delle domande - Pena l’inammissibilità), recita testualmente: "Le domande saranno prese in considerazione fino ad esaurimento delle risorse disponibili";

"è necessario che la data di spedizione della domanda risulti inequivocabilmente dal timbro dell'ufficio postale accettante";

"Non saranno in ogni caso prese in considerazione le domande che, per qualsiasi causa, perverranno dopo la pubblicazione, sul sito internet: www.regione.calabria.it/istruzione, dell'avviso di chiusura del bando per esaurimento risorse. L'Amministrazione Regionale non assume alcuna responsabilità per eventuali dispersioni o ritardi nella trasmissione delle domande e della relativa documentazione.";

il punto 9 dell'Avviso stabilisce che: "l'istruttoria delle agevolazioni verrà realizzata, secondo l'ordine cronologico di presentazione delle domande, sulla base dei criteri di cui alle Fasi A) e B) descritte di seguito, fino a concorrenza delle risorse disponibili";

la presentazione delle domande sulla base dell'ordine di spedizione delle medesime viene, pertanto, considerata condicio sine qua non per la formazione delle graduatorie, mentre gli altri criteri di valutazione appaiono soltanto successivi ed eventuali;

la c.d. procedura a sportello si è già mostrata assolutamente inadeguata con il Bando "Aiuti alle imprese attraverso la concessione delle borse lavoro, di incentivi occupazionali sotto forma di integrazione salariale e formazione continua come accrescimento delle competenze", poiché ha lasciato grossi margini di discrezionalità alle agenzie di servizio postale privato nella definizione dell'ordine di presentazione delle domande;

per quanto sopra esposto appare alquanto inopportuno erogare contributi di ingente valore con un elevato margine di discrezionalità e senza una procedura sufficientemente trasparente;

al contrario sarebbe stato più opportuno fissare un termine di presentazione delle domande più certo, per poi procedere ad una valutazione più obiettiva e trasparente (sulla base di indicatori oggettivi delle domande che, allo stato, sono solo ipotizzabili) delle stesse;

se la Giunta regionale intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti degli utenti interessati;

quali iniziative intenda intraprendere la Giunta regionale al fine di garantire la massima trasparenza nell'espletamento della procedura di assegnazione dei benefici e tutelare tutti i soggetti che ne hanno fatto richiesta.

(132; 26.05.2011)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

la S.P. n. 23 Joppolo-Coccorino in provincia di Vibo Valentia, nel tratto Coccorino-Joppolo, è chiusa al traffico fin dall'8 febbraio 2011 (ordinanza n. 5/2011 del Dirigente Ufficio Tecnico dell'Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia);

tale percorso stradale, oltre a collegare la provincia di Reggio Calabria alla fascia costiera del Vibonese, costituisce, per gli stupendi panorami che la caratterizzano, una meta privilegiata da numerosi turisti;

la chiusura di questa arteria causa inevitabilmente moltissimi disagi ai lavoratori pendolari, agli studenti e ai commercianti del basso vibonese;

tali disagi sono stati rappresentati anche da una petizione popolare sottoscritta ed inviata nel mese di marzo u.s. al Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti, e al Presidente della Provincia, De Nisi, purtroppo rimasta inascoltata;

già in data 8 marzo 2010 un'A.T.I. (Associazione Temporanea Imprese) - capofila l'impresa Restuccia - ha iniziato, per conto dell'Amministrazione Provinciale, i lavori per la costruzione di una galleria di metri 800 circa, allo scopo di mettere in sicurezza la S.P. n. 23, nel tratto Joppolo-Coccorino, già molte volte negli anni chiuso al traffico per i frequenti fenomeni franosi provenienti dal costone sovrastante;

i suddetti lavori sono stati interrotti dal mese di febbraio 2011 per via della mancata autorizzazione comunale ad utilizzare il materiale esplosivo di 2° categoria che sarebbe stato necessario per realizzare la galleria medesima;

la progettata galleria dovrà essere realizzata sotto un costone classificato R3 e R4 dal P.A.I. regionale e sotto il quale passa già la galleria delle Ferrovie dello Stato;

nel passato, il tratto di strada in parola è stato più di una volta chiuso al traffico per eseguire lavori di consolidamento sia da parte dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro che da quella di Vibo Valentia, costati ingenti somme di danaro pubblico;

il territorio di cui sopra presenta scorci panoramici tra i più suggestivi delle coste calabresi;

quali sono i motivi che, fino ad oggi, hanno impedito efficaci e risolutivi interventi per la messa in sicurezza della S.P. n. 23 in provincia di Vibo Valentia;

quali valutazioni sull'impatto ambientale sono state effettuate dalla Regione in merito alla costruzione della galleria di cui in premessa;

se non ritengono, inoltre, di promuovere un'indagine conoscitiva al fine di accertare eventuali responsabilità da parte degli Organi che, nel tempo, avrebbero dovuto risolvere in tempi rapidi il problema della messa in sicurezza dell'importante tratto stradale, evitando così lo sperpero di ingenti somme di danaro pubblico.

(133; 1.06.2011)

Guccione, Franchino, Censore. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura. Per sapere – premesso che:

le Comunità montane calabresi in decenni di attività hanno svolto un ruolo importantissimo nella difesa della funzione socio-economica della montagna nell'economia calabrese e nel mantenimento di un'identità "montanara";

questa attività ha permesso di garantire interventi di salvaguardia del territorio, di difendere tradizioni culturali e tipicità economiche, di organizzare servizi, di progettare interventi infrastrutturali intercomunali, di mantenere viva la necessità di politiche nazionali e regionali di più efficace contrasto all'emarginazione dei territori e delle popolazioni montane per contrastare i processi di spopolamento determinati da uno sviluppo socio-economico che ha privilegiato i territori urbani e soprattutto costieri;

l'art. 2 della legge n. 191 del 2009, comma 187, ha generato la cessazione del concorso dello Stato al finanziamento delle Comunità montane previsto dall'articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e dalle altre disposizioni di legge relative alle Comunità montane;

l'azzeramento di tutti i fondi previsti dall'art. 34 del D. Lgs. 504 del 1992: "Fondo Ordinario -Fondo Consolidato (L. 285/77 - L. 730/86) - Fondo per lo sviluppo degli investimenti" ha determinato la paralisi delle attività delle Comunità montane ma soprattutto creato uno stato di incertezze nel personale dipendente non avendo individuato il soggetto istituzionale che dovrà farsi carico dei relativi oneri;

la Regione Calabria, nell'anno 2010 ha provveduto, con tre provvedimenti legislativi, a stanziare alle Comunità montane i seguenti fondi per il mantenimento giuridico del personale:

l. Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8: "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)." Art. 1: La somma di 4.000.000,00 di euro.

2. Legge regionale 11 agosto 2010, n. 23 "Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012 a norma dell'articolo 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8." Art. 8 - La somma di ulteriori 4.000.000,00 di euro;

3. Legge regionale 29 dicembre 2010, n. 35: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 (Legge finanziaria)." ha rifinanziato l'art. 1 della legge n. 8/2010 prevedendo 6.000.000,00 di euro;

si ritiene indispensabile che l'esperienza di lavoro accumulata dalle Comunità montane venga salvaguardata ed utilizzata per dare slancio ad una nuova politica di sviluppo della montagna che la Regione Calabria deve intraprendere per difendere ed accrescere il ruolo socio-economico delle aree interne nell'economia calabrese e che di conseguenza occorre mantenere pienamente funzionanti le Comunità montane quali soggetto territoriali dimostratisi i più efficienti e funzionali nel governo della politica della montagna e delle problematiche relative alle condizioni di vita delle popolazioni montane;

sia lo Statuto della Regione Calabria che la specifica legge regionale sulle Comunità montane riconoscono la specificità ed il ruolo primario di questi Enti e prefigurano il loro potenziamento con la previsione di ampie funzioni delegate da attribuire per rendere più ampia ed organica la loro attività nel territorio e più efficaci ed incisivi gli effetti di sviluppo economico e sociale;

occorre inoltre comunque salvaguardare la posizione di lavoro e la dignità professionale dei dipendenti;

con le somme finora erogate, le Comunità montane hanno pagato ai dipendenti gli stipendi fino al mese di febbraio 2011;

ad oggi, sul bilancio della Regione non è prevista nessuna ulteriore somma per coprire il fabbisogno degli stipendi fino alla fine dell'anno;

la stima del fabbisogno annuo degli stipendi di tutti i dipendenti delle Comunità montane calabresi, ammonta all'incirca a 16.000.000,00 di euro;

quali iniziative urgenti si intendono assumere per garantire ai dipendenti delle Comunità montane il pagamento pregresso degli stipendi maturato da febbraio ad oggi e per assicurare ad essi l'intero fabbisogno annuo.

(134;1.06.2011)

Guccione, F. Aiello, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Commissario liquidatore dell'Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura (ARSSA) ha nominato tre nuovi dirigenti con deliberazioni n. 88, 89 e 90 del 2 maggio 2011 senza attivare le procedure pubbliche di selezione previste dalla legge e nonostante l’Arssa sia stata posta in gestione liquidatoria per effetto dell'ex articolo 5 della legge regionale n. 9 dell'11 maggio 2007 che ne prevede la soppressione e, quindi, la conseguente chiusura di ogni sua attività;

nel frattempo, la Giunta regionale della Calabria ha presentato una Proposta di legge denominata "Disposizioni in materia di forestazione, politiche della montagna e sviluppo dell'agricoltura" che nelle prossime settimane sarà sottoposta all'esame della competente Commissione e, successivamente, del Consiglio regionale della Calabria;

all'art. 11 tale Proposta prevede la nascita di una nuova azienda denominata "Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC)";

quali iniziative urgenti si intendono assumere, considerato che le nomine dirigenziali di cui trattasi sono state decise da un Commissario liquidatore di un ente (Arssa) di cui, per effetto della succitata Legge regionale, è stata decisa la soppressione e la conseguente liquidazione e che, pertanto, tale atto si configura come illegittimo, discrezionale e discriminatorio nei confronti di altri dipendenti dell'azienda in questione.

(136; 8.06.2011)

Aiello F. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nei giorni scorsi è stato chiuso il reparto di Neurologia dell'Ospedale “G. Compagna” di Corigliano Calabro;

il reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano rappresenta l'unico in provincia ad eccezione di quello ubicato presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza;

il numero già risicato di medici si è drasticamente ridotto a una sola unità a seguito di frequenti e ripetuti infortuni sul lavoro;

fino al giorno della chiusura il Reparto di Neurologia avrebbe dovuto contare, sulla carta, su 16 posti-letto, ma le croniche carenze strutturali e, soprattutto, di personale, ne hanno reso operativi solo otto;

il Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano serve un’utenza molto vasta con 450 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno;

se quanto esposto nelle premesse corrisponda al vero;

se, qualora fosse accertata la veridicità di quanto sopra, non si ritenga inammissibile che un Reparto di Neurologia, che esegue oltre 350 ricoveri e 3500 prestazioni l'anno, venga chiuso con tanta leggerezza;

se non si ritenga indispensabile mantenere il Reparto di Neurologia dell'Ospedale di Corigliano;

quali iniziative immediate ed urgenti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della sanità calabrese, onde assicurare che, anche nella Sibaritide, sia pienamente garantito il diritto alla salute e salvaguardato il valore e la centralità del diritto alla cura nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale.

(137; 9.06.2011)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:

in seguito all'approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 "Piano straordinario contro le mafie" tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;

conseguentemente l’Asp n. 5, attraverso l'Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato alle farmacie l'esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni farmaceutiche;

tutti i titolari delle farmacie interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;

a tutt'oggi, però, non sono state erogate le somme spettanti alle farmacie per i servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti interessati, che i mandati di pagamento sarebbero bloccati per mancanza del codice identificativo di gara (GIG);

ove confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni fondamento giuridico, atteso che nel caso di specie non è previsto l'obbligo del CIG, richiedendosi quest'ultimo solo per pagamenti imputabili a procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazioni farmaceutiche in regime di concessione;

se risponde al vero che i pagamenti a favore dei titolari di farmacia ricadenti nell'ambito dell'ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);

se, in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica delle strutture farmaceutiche operanti nell'ambito dell'ASP 5.

(138; 10.06.2011)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale.  Per sapere – premesso che:

per garantire il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8;

la legge regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento delle ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da 24 a 36 ore, e la possibilità di progressioni di carriera fino ad allora negate, ponendo così fine alla decennale situazione di disagio vissuta dai suddetti lavoratori;

in seguito al ricorso proposto dal Governo nazionale, la Corte costituzionale ha dichiarato il 23 marzo 2011, con sentenza 108/2011, l'illegittimità costituzionale di alcuni articoli della suddetta norma, annullando le novità introdotte dal Consiglio regionale della Calabria in merito all'orario di lavoro e alle progressioni di carriera del personale ex Lsu/Lpu;

il personale ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato burocratico dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e competenze divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;

attraverso la legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;

la sentenza della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di malessere nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un anno di distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione di disagio precedente la norma;

se non ritengano opportuno adoperarsi affinché sia individuata attraverso apposita delibera di Giunta una soluzione che miri a risanare ciò che veniva previsto dalle legge n. 8/2010, rispondendo così alle legittime aspettative di questi lavoratori.

(139; 14.06.2011)

Tripodi. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la prospettiva di ampliamento della compagine sociale della SOGAS attraverso un'attività di implementazione dei voli aeroportuali che, di conseguenza, favorirebbe un sicuro allargamento del bacino di utenza all'area siciliana, rappresentano certamente obiettivi strategici essenziali per un progetto di sviluppo dello scalo aeroportuale dello Stretto;

tali finalità impongono però di operare delle selezioni con particolare metodo ed oculatezza. Difatti, le compagnie aeree devono innanzitutto possedere requisiti di affidabilità sia dal punto di vista della qualità dei servizi (puntualità, sicurezza, accoglienza) sia dal punto di vista della solidità economica;

in diverse, recenti occasioni la compagnia Eagles airlines (ora Prima Aerotrasporti Italiani), sostenuta proprio dalla Regione Calabria, ha destato davvero molte perplessità soprattutto in termini di affidabilità dacché la improvvisa cancellazione dei voli o i notevoli ritardi in arrivo e in partenza hanno comportato gravi disagi all'utenza, con conseguente inevitabile caduta di credibilità della Compagnia medesima;

vicende come questa non possono passare inosservate soprattutto in previsione dei preannunciati nuovi affidamenti, quali quello della compagnia aerea Blue disdicevoli dell'altro sopra citato vettore;

con quali procedure, gare o manifestazioni di interesse, sono state selezionate le compagnie aeree (Eagles Airlines e Blue Panorama) sostenute con incentivi pubblici delle Regione Calabria e/o di altre istituzioni;

sulla base di quali criteri di affidabilità, anche economiche, sono stati individuati i nuovi vettori affidatari del servizio di trasporto aereo.

(140; 14.06.2011)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:

in seguito all'approvazione della legge n. 136 del 13 agosto 2010 "Piano straordinario contro le mafie" tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e forniture devono essere registrati sui conti correnti dedicati idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni;

conseguentemente l'ASP n. 5, attraverso l'Ufficio acquisizione beni e servizi, ha comunicato alle cooperative sociali che operano nel settore salute mentale e nel servizio Adi (assistenza domiciliare integrata) l'esigenza di comunicare il conto corrente dedicato al fine di poter procedere al pagamento delle somme derivanti dalle prestazioni suddette;

le cooperative interessate hanno provveduto a quanto di competenza comunicando gli estremi del conto corrente dedicato;

a tutt'oggi, però, non sono state erogate le somme spettanti alle cooperative sociali per i servizi prestati e, anzi, sembrerebbe, in base alle informazioni assunte dai diretti interessati, che gli atti di liquidazione sarebbero bloccati per mancanza del codice identificativo di gara (GIG);

ove confermata tale circostanza, la stessa sarebbe da considerarsi destituita da ogni fondamento giuridico, atteso che nei casi di specie non è previsto l'obbligo del CIG, richiedendosi quest'ultimo solo per pagamenti imputabile a procedure di gara e non certamente a pagamenti nascenti da prestazione residenziali rese delle cooperative in seno alle strutture pubbliche dell'Asp 5 stessa in regime di convenzione unitamente al personale dell'Asp e sotto la diretta vigilanza del personale della stessa;

la medesima interpretazione vale anche per le prestazioni di assistenza domiciliare che operano in regime di accreditamento, il quale viene rilasciato dalla stessa azienda sanitaria previa verifica dei rigidi requisiti di legge e non in conseguenza di procedure di gara;

se risponde al vero che i pagamenti a favore delle cooperative sociali per i servizi di cui in premessa ricadenti nell'ambito dell'ASP 5 siano riconducibili alla mancata comunicazione del codice identificativo di gara (CIG);

se, in caso affermativo, non sia il caso, alla luce di quanto specificato in premessa, ovvero sulla non necessità del CIG ai fini della erogazione delle somme, di intervenire prontamente presso gli uffici competenti al fine di sbloccare una situazione finanziaria, attraverso l'adozione dei necessari atti amministrativi, che sta rendendo sempre più difficile la condizione economica degli operatori della salute mentale oltre che di discriminazione rispetto agli operatori pubblici in organico nei medesimi servizi e la cui copertura finanziaria deriva dal medesimo fondo indistinto, mentre per il servizio ADI vi è il concreto rischio di una sua interruzione con grave nocumento per la cittadinanza e per gli operatori dei servizi.

(143; 17.06.2011)

Guccione, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'Amministrazione provinciale di Cosenza ha approvato il bilancio dell'Ente destinando venti milioni di euro nel Piano degli Investimenti per la realizzazione dell'aeroporto di Sibari;

la Camera di Commercio di Cosenza si è dichiarata disponibile a partecipare alla realizzazione e alla gestione dell'opera, stanziando 500 mila euro per l'anno 2011;

le istituzioni locali della Sibaritide, le forze imprenditoriali locali e gli operatori turistici si sono dichiarate anch'esse favorevoli e disponibili a partecipare alla realizzazione e alla gestione di questa importante infrastruttura aeroportuale;

quali interventi amministrativi e quali disponibilità economiche la Regione intende impegnare a favore della realizzazione dell'aeroporto di Sibari che rappresenterebbe senz'altro il volano per lo sviluppo economico della Calabria sia dal punto di vista turistico, essendo quest’area sede di straordinari siti archeologici, che per il rilancio del mercato agroalimentare di un’area strategica come la Sibaritide che è sede anche del Distretto agro-alimentare di qualità.

(144; 17.06.2011)

Talarico D. All’assessore alla cultura. Per sapere – premesso che:

nel mese di novembre dello scorso anno centinaia di ricercatori calabresi hanno aderito al bando Por Fse 2007-2013 che metteva a disposizione dei residenti nel territorio regionale 73 borse di studio, della durata di tre anni, da spendere, nell'ambito della ricerca, presso l'Università della Calabria;

il bando di che trattasi prevedeva un termine di 60 giorni per la pubblicazione della graduatoria definitiva degli assegnatari;

dal termine di scadenza del bando sono ormai passati 7 mesi, ma ancora non si è provveduto a rendere noti i nominativi dei vincitori, secondo la relativa graduatoria;

esiste il rischio, peraltro opportunamente paventato dai ricercatori, che non si possano più erogare le borse di studio per i tre anni previsti dal bando, mancando ormai soli due anni alla scadenza del 2013;

da indiscrezioni di stampa si evincerebbe che la responsabilità di tale ritardo sarebbe da imputare alla modalità di valutazione adottata dal Cineca (Consorzio nazionale interuniversitario con sede a Bologna), l'ente cui è stata demandata l'istruttoria dei progetti presentati dai ricercatori aderenti al bando;

la situazione di stallo e di incertezza venutasi a creare, oltre a frustrare le aspirazioni di coloro che potrebbero beneficiare delle borse di studio, getta un ombra negativa sul sistema di gestione della finanza europea finalizzata al settore dell'università, della ricerca e della formazione;

quali urgenti, concrete, iniziative si intendono assumere per sbloccare la situazione, al fine di addivenire in tempi rapidi alla formazione delle graduatorie ed all'assegnazione delle relative borse di studio;

se esiste il rischio concreto di perdere un'annualità nell'erogazione delle borse di studio di che trattasi e quali misure si starebbero studiando per scongiurare tale eventualità.

(145; 17.06.2011)

Interrogazioni a risposta scritta

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’agricoltura e forestazione. Per sapere – premesso che:

con delibera numero 47 del 10.02.2011 la Giunta regionale ha approvato il Piano Attuativo di Forestazione per l'anno 2011 per come predisposto dall'A.Fo.R. Calabria;

in particolare, è testualmente stabilito in quest'ultimo che "Per effetto della nuova riperimetrazione dei Consorzi di Bonifica, al fine di omogeneizzare la distribuzione della forza lavoro sul territorio di competenza, sono autorizzati trasferimenti di operai idraulico forestali pari a numero 100 unità dall'ex A.Fo.R. Servizio Provinciale di Cosenza al Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino (..) ";

in ottemperanza al richiamato disposto, l'Azienda regionale ha attuato tale trasferimento con efficacia dal 1° Aprile c.a., comunicandolo agli interessati con nota del 24.03.2011;

né nel Piano Attuativo in oggetto, né nella delibera di approvazione dello stesso, né, ancora, nel provvedimento di trasferimento, alcuna indicazione sarebbe stabilita in ordine a criteri e modalità di attuazione della programmata mobilità di personale;

in forza di ciò, pare che talune organizzazioni sindacali di settore, tra le più rappresentative del comparto abbiano richiesto all'Azienda di Forestazione urgenti e precisi chiarimenti in ordine alle conseguenze giuridiche, economiche e sociali che ne potrebbero derivare dal provvedimento, a tutela dei diritti e delle spettanze di tutti quei lavoratori interessati dallo stesso;

ad oggi, pare che le inoltrate richieste siano rimaste prive di risposta;

per come noto, la mobilità del personale tra enti, per come regolamentata dalla vigente normativa in materia, intanto è legittima, in quanto il dipendente trasferito conservi la posizione giuridica ed economica acquisita nell'ente di provenienza, con ogni conseguenza derivante in caso di attribuzione di mansioni e/o superiore qualifica nell'ente di destinazione;

gli istituti di mobilità sono destinati a far fronte ad esigenze organizzative delle Istituzioni mirando, però, al contempo, al miglioramento motivazionale e funzionale del personale nel rispetto della professionalità posseduta;

se e come, acclarata la veridicità di quanto premesso, si intenda intervenire per la risoluzione della cennata ed improcrastinabile questione;

se e come si intenda intervenire per la necessaria chiarificazione circa le conseguenze giuridiche, economiche e sociali che l'avviata mobilità delle 100 unità di operatori comporterà;

se non si ritenga opportuno, infine, intervenire in tal senso, in primis a tutela dei diritti dei tanti lavoratori trasferiti e, quindi, al fine di scongiurare dispendiosi contenziosi che vedrebbero, con ogni ragionevole probabilità, l'Azienda regionale e la Regione stessa soccombenti e l’erario pubblico ulteriormente danneggiato.

(120; 11.04.2011)

Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza che con il decreto numero 21 del 15 marzo 2011 è stato stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da privato accreditato per l'anno 2011, che ancora una volta è stato suddiviso tra le Asp regionali in modo iniquo, mediante l'applicazione di un criterio di riparto assolutamente arbitrario e poco trasparente, tale da determinare anche per il 2011 una evidente sperequazione fra le province, con una distribuzione delle risorse pro-capite in netto vantaggio per gli abitanti di Reggio e Crotone rispetto a quelli delle restanti province (Cosenza, Catanzaro e Vibo), così come verificatosi nel 2010;

la Regione Calabria applica la seguente ripartizione:

solo il 25% delle risorse viene distribuito con il criterio pro-capite, cioè sulla base della popolazione residente;

mentre il 75% viene assegnato sulla base della produzione storica dell'anno 2010;

la Regione, con il suddetto decreto, non si è attenuta al Decreto numero 18 del 2010 dalla stessa emanato, nel quale la ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province è prevista esclusivamente sulla base del criterio pro-capite, criterio oggettivo, trasparente e riconosciuto a livello nazionale;

la tabella (in allegato) di ripartizione del fondo della specialistica ambulatoriale da privato accreditato adottata dalla Regione Calabria per il 2011 e consegnata alle Associazioni di Categoria, contiene i seguenti vizi:

l. il dato storico, sulla base del quale viene assegnato il 75% del finanziamento (su produzione) è lo storico 2010, anno in cui Cosenza e Vibo non hanno lavorato dal mese di settembre a quello di dicembre, in quanto il fondo specifico stanziato per le suddette province non copriva l'intero anno, poiché la quota pro-capite per cittadino risultava nettamente inferiore rispetto alle province di Crotone e Reggio Calabria (quota procapite RC: euro 63, KR: euro 53, quota procapite VV: euro 10, CS: euro 27, CZ: euro 13, per l'anno 2010); adottando tale dato per alcune province il riferimento è di 12 mesi di attività, mentre per le altre è di circa 9 mesi (è chiaro che il criterio di assegnazione del finanziamento in rapporto alla produzione del 2010 non può essere applicato);

2. nella colonna "25% su popolazione pesata", le risorse assegnate con il criterio procapite non corrispondono al 25%, ma solo al 20% (il totale delle quote date alle singole province infatti non è 20 milioni, ma circa 16 milioni), così venendo a mancare il 5% di tali risorse; che tale 5% lo ritroviamo in una interessante colonna della tabella, definita "riequilibrio", nella quale quasi 3 milioni di euro vengono immotivatamente assegnati alla provincia di Reggio Calabria, così determinando, invece, un "disquilibrio", vista la disparità di trattamento che pone in essere, e cioè che la provincia di Reggio Calabria ha più risorse di quelle di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia;

i motivi per i quali, nell'adottare il decreto numero 21/2011, è stato disatteso il decreto regionale numero 18/2010 che prevede la ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province sulla base dell'applicazione esclusiva del criterio pro-capite, mentre si è scelto di privilegiare ancora una volta il criterio della "spesa storica", premiando in tal modo chi ha avuto la possibilità di poter spendere di più negli anni precedenti, nonostante il Governo ormai da anni ribadisca alle Regioni che tale criterio è la causa degli sprechi e del disavanzo in cui versa la Sanità;

i motivi che giustificano la colonna (in tabella) del cosiddetto "riequilibrio" nella quale sono stati assegnati 3 milioni di euro in più all’ASP di Reggio Calabria;

il motivo per il quale sia stato utilizzato l'intero anno 2010 come riferimento per il calcolo del 75% del finanziamento in rapporto alla produttività, considerato che nel suddetto anno le strutture di Cosenza e Vibo non hanno potuto lavorare e pertanto produrre, nell'ultimo trimestre, per assenza della copertura finanziaria (esiguità del fondo assegnato);

come si intende assicurare la quantità delle prestazioni ed i livelli essenziali di assistenza nell'ambito della specialistica ambulatoriale convenzionata per l'intero anno 2011, in particolar modo per la provincia di Cosenza;

quali provvedimenti si intendono adottare per riequilibrare verso una giusta equità di spesa, dal momento in cui la provincia di Reggio Calabria a fronte di una popolazione di 545.363 abitanti ha una capacità di spesa di 36.640.415,39 milioni di euro per il 2011, mentre la provincia di Cosenza a fronte di una popolazione di 722.100 abitanti ha invece una capacità di spesa di 24.105.444,74 milioni di euro, incongrua ed insufficiente rispetto ad una richiesta di domanda di prestazioni sanitarie superiore a quella della stessa provincia di Reggio Calabria.

(121; 12.04.2011)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali anche a chilometri zero) la Regione Calabria ha inteso promuovere la valorizzazione delle produzioni agricole regionali e prodotti agricoli a chilometri zero, favorendo il consumo e la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle aziende agricole ubicate nel territorio regionale e assicurando un'adeguata informazione ai consumatori sull'origine e le specificità di tali prodotti;

per raggiungere le predette finalità, la legge suddetta ha previsto interventi per favorire l'incremento della vendita di prodotti agricoli di origine regionale e prodotti agricoli a chilometri zero da parte della distribuzione, assicurare un'adeguata informazione ai consumatori sull'origine e le specificità dei prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero, vietare la somministrazione di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica, sostenere l'acquisto di prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero da parte delle imprese esercenti attività di ristorazione o ospitalità nell'ambito del territorio regionale, favorire l'incremento della vendita diretta di prodotti agricoli regionali e prodotti agricoli a chilometri zero da parte degli imprenditori agricoli, garantire il rispetto della normativa in materia di presentazione ed etichettatura dei prodotti agricoli freschi e trasformati attraverso idonea attività di controllo anche con l'utilizzo di strumenti tecnologici a tutela del consumatore ed incentivare l'impiego da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica di prodotti agricoli di origine regionale e prodotti agricoli a chilometri zero nella preparazione dei pasti;

l'art. 9 (Parere comunitario di compatibilità), comma 1, della Legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali anche a chilometri zero) prevede che le disposizioni di cui agli articoli 3 (Utilizzo dei prodotti agricoli regionali nei servizi di ristorazione collettiva pubblica) e 4 (Promozione dei prodotti agricoli regionali) della detta legge siano applicabili a decorrere dall'ottenimento del parere positivo di compatibilità da parte della Commissione Europea ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato CE e alla pubblicazione del relativo avviso nel Bollettino ufficiale della Regione Calabria;

la legge prevede, inoltre, che la Giunta regionale ponga in essere una serie di atti necessari per l'attuazione delle stessa;

il parere comunitario di compatibilità di cui all'art. 9 della Legge regionale 29/2008 non è ancora stato espresso, rendendosi in tal modo, di fatto, inoperanti due delle norme più importati, ai fini della promozione dei prodotti agricoli regionali, della detta legge;

la Giunta regionale non ha ancora posto in essere alcuna delle attività necessarie per l'attuazione delle legge in oggetto, impedendo, perciò, l'operatività delle novità dalla stessa introdotte;

l'attuazione e l'applicazione della Legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali anche a chilometri zero), anche attraverso l'ottenimento del parere di compatibilità da parte della Comunità europea, rappresenta un momento indispensabile per il rilancio dell'intero settore agricolo;

se e quando intende porre in essere le attività che la Legge regionale n. 29 del 14 agosto 2008 (Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali anche a chilometri zero) pone a carico della Giunta regionale, per l'attuazione della legge stessa;

se intende porre in essere un'azione di sollecito alla Commissione europea del parere comunitario di compatibilità, necessario ai fini dell'applicabilità degli articoli 3 (Utilizzo dei prodotti agricoli regionali nei servizi di ristorazione collettiva pubblica) e 4 (Promozione dei prodotti agricoli regionali) della detta legge.

(125; 18.04.2011)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'art. 44 del D.Lgs. n. 368 del 17 agosto 1999 (Attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli e delle direttive 97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e 99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CEE) ha istituito l'Osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, presso le regioni nelle quali sono istituite le scuole di specializzazione disciplinate dal detto decreto;

nella Regione Calabria le scuole di specializzazione medica sono istituite presso l'Università degli studi "Magna Graecia" di Catanzaro;

il secondo e il terzo comma dell'art. 44 del Decreto legislativo citato prevedono che le regioni debbano provvedere all'istituzione degli osservatori entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, che l'Osservatorio deve essere nominato dalla regione e aver sede presso una delle aziende sanitarie della rete formativa dei corsi di specializzazione;

ai sensi delle suddetto decreto l'organizzazione dell'attività dell'Osservatorio è disciplinata da protocolli di intesa fra università e regione e negli accordi fra le università e le aziende, attuativi delle predette intese, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del D. Lgs. n. 502 del 30 dicembre 1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421) e s.m.i.;

a tutt'oggi l'Osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, nella Regione Calabria, non è stato istituito, né è stata posta in essere alcune delle attività tese alla sua istituzione;

l'istituzione e il corretto funzionamento degli Osservatori regionali per la formazione medico-specialistica sono di enorme importanza, in quanto garanti degli standard formativi ed assistenziali delle singole scuole di specializzazione;

gli Osservatori definiscono, ai sensi del primo comma dell'art. 44 del D.Lgs. 368/99, i criteri per la rotazione all'interno delle reti formative e verificano lo standard di attività assistenziale dei medici in formazione specialistica, in conformità alle indicazioni dell'Unione europea;

se e quando intende porre in essere le attività propedeutiche alla istituzione e, conseguentemente, istituire nella nostra regione l'Osservatorio regionale per la formazione medico-specialistica, previsto dall'art. 44 del D.Lgs. n. 368 del 17 agosto 1999 (Attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei loro diplomi, certificati ed altri titoli e delle direttive 97/50/CE, 98/21/CE, 98/63/CE e 99/46/CE che modificano la direttiva 93/16/CEE).

(126; 19.04.2011)

De Gaetano. Al Presidente della Giunta e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

per garantire il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la Legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8;

la legge regionale n. 8/2010 ha previsto per il personale ex Lsu/Lpu l'incremento delle ore lavorative, con il passaggio dell'impiego da 24 a 36 ore, e la possibilità di progressioni di carriera fino ad allora negate, ponendo così fine alla decennale situazione di disagio vissuta dai suddetti lavoratori;

in seguito al ricorso proposto dal Governo nazionale, la Corte costituzionale ha dichiarato il 23 marzo 2011, con sentenza 108/2011, l'illegittimità costituzionale di alcuni articoli della suddetta norma, annullando le novità introdotte dal Consiglio regionale della Calabria in merito all'orario di lavoro e alle progressioni di carriera del personale ex Lsu/Lpu;

il personale ex Lsu/Lpu ricopre mansioni significative all'interno dell'apparato burocratico dell'ente ed ha maturato nel corso degli anni professionalità e competenze divenute indispensabili al funzionamento dei dipartimenti regionali;

attraverso la legge regionale n. 8/2010 il Consiglio regionale della Calabria aveva anche inteso sanare una situazione di diritti negati da anni presente negli uffici dell'ente, raccogliendo le legittime rivendicazioni dei lavoratori;

la sentenza della Corte costituzionale ha generato una comprensibile situazione di malessere nel personale ex Lsu/Lpu, improvvisamente restituito, a più di un anno di distanza dall'entrata in vigore della legge regionale, alla situazione di disagio precedente la norma;

se non ritengano opportuno adoperarsi affinché sia individuata attraverso apposita delibera di Giunta una soluzione che miri a risanare ciò che veniva previsto dalla legge n. 8/2010, rispondendo così alle legittime aspettative di questi lavoratori.

(127; 21.04.2011)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera del direttore generale dell’allora Azienda Sanitaria n. 1 di Paola, n. 134 del 7 febbraio 2002 veniva istituito il Centro Diurno per diversamente abili, Polifunzionale nel Comune di San Pietro in Amantea in provincia di Cosenza;

il suddetto Centro Diurno Polifunzionale, semiresidenziale, secondo la declaratoria della sopracitata delibera è destinato alla socializzazione ed integrazione sociale di quei soggetti che possono trovarsi in qualunque forma di disagio e si avvale di personale dipendente dall’Azienda Sanitaria di Paola per le figure presenti in organico ed integrato da personale esterno con incarichi a tempo determinato per le figure non presenti nella dotazione organica aziendale;

i Centri Diurni nascono dopo la legge Basaglia, numero 180/78, che prevede l’abolizione degli ospedali psichiatrici, inizialmente essi erano finalizzati esclusivamente ad interventi psichiatrici, ma successivamente il loro obiettivo si è rivolto a tutte le forme di disagio;

il Centro Diurno in oggetto, infatti ospita soggetti diversamente abili di varie patologie e fornisce agli stessi, interventi integrati assistenziali di tipo educativo e rieducativo e riabilitativo così come recita la normativa vigente che individua il Centro Diurno come erogatore di una pluralità dell’offerta dei servizi, sociale/sanitario con lo scopo del recupero delle capacità residue di autonomie e di relazione delle persone;

in data  22 marzo corrente anno, il Comando dei Carabinieri per la salute, Nas di Cosenza, ha effettuato un accesso ispettivo nella Sede del Centro Diurno di San Pietro in Amantea rilevando delle inadempienze: “una diversa destinazione d'uso del Centro”, “Erogazione di prestazioni di natura sociale i cui costi (diretti o indiretti) sono in carico del SSR”, - “Erogazione di prestazioni sanitarie afferenti la Branca della Riabilitazione (psicomotricità) effettuate senza valutazione medica specialistica (neurologia, fisiatria, ecc.)”, “Assenza di Kit per una prima emergenza”, proponendo in sede di verbale al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, la sospensione delle attività al fine di “…non consentire ulteriori spese e contestualmente, l’attivazione delle procedure per il rilascio del Decreto di autorizzazione da parte del Dipartimento al lavoro settore Politiche sociali della Regione Calabria…”; al riguardo è appena il caso di evidenziare che già in passato lo stesso nucleo NAS di Cosenza (composto dalle stesse persone di oggi) ha effettuato altre ispezioni, (l'ultima delle quali in data 5/2/2010 (verbale redatto con il medesimo oggetto di oggi: “ispezione igienico-sanitaria” ed in nessuna di queste precedenti ispezioni venivano evidenziate le inadempienze attuali e cioè la diversa destinazione d’uso e l’erogazione di prestazioni di natura sociale, ecc;

con delibera n. 1128 del 24 marzo 2011, il Commissario Straordinario dell’Asp di Cosenza, demandava al Direttore del distretto di Amantea, competente per territorio, di disattivare immediatamente le attività erogate dal Centro di San Pietro in Amantea;

il Direttore del distretto di Amantea in seguito alla delibera n. 1128/11 sopra citata, scriveva in data 14.04.2011, prot. n. 62243 del 15.04.2011 le proprie controdeduzioni al Commissari Straordinario dell’Asp di Cosenza, a S. E. Prefetto di Cosenza, alla Regione Calabria - Dirigente del dipartimento tutela della salute, al Procuratore della Repubblica di Paola ritenendosi sì pronto ad eseguire gli ordini superiori e, quindi, a sospendere le attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea ma evidenziava l’infondatezza dell’assunto secondo cui il Centro sarebbe destinato a servizi di tipo esclusivamente sociale ed altro, entrando nel merito su ogni punto del verbale stilato dai NAS, con un lungo documento molto dettagliato, ed invitava l'Asp, a rivedere la decisione di chiusura definendola “incresciosa”;

in seguito a quanto sopra, i sindaci del territorio, afferente al Distretto sanitario di Amantea (9 comuni) si sono riuniti una prima volta in data 4 Aprile 2011 presso il Centro Diurno di San Pietro, successivamente in data 15 Aprile 2011 a Cosenza presso la sede dell'Asp alla presenza della Dott.ssa F. Panno, commissario straordinario f.f., ed infine il 21 aprile 2011 ancora presso il Centro Diurno di San Pietro, evidenziando in un verbale di assemblea prot. n. 0068700 del 27.04.2011, indirizzato all’Asp di Cosenza ed inviato anche alla Regione Calabria – Dirigente del dipartimento tutela della salute, nonché a S.E. Prefetto di Cosenza, l'importanza socio-economica-terapeutica del Centro Diurno di cui all'oggetto, mettendo altresì a disposizione fondi delle loro casse comunali, allorché ce ne fosse stato di bisogno, pur di ripristinare con urgenza i servizi di cui sopra disattivati;

in data 4 maggio corrente anno, le famiglie degli ospiti del Centro Diurno di San Pietro in Amatea, si sono riunite in assemblea, sottolineando in un verbale da loro redatto, firmato e regolarmente inviato a mezzo raccomandata A/R a tutte le autorità interessate, il disagio che stanno vivendo allorquando i loro congiunti sono costretti a rimanere a casa e quindi l’emarginazione sociale-terapeutica che per loro si profila sia in termini di salute in quanto le famiglie non sono attrezzate nella gestione di questi soggetti portatori di handicap, che in termini di sostegno psicologico e terapeutico, in quanto lasciate sole;

le ragioni che a tutt’oggi inducono le istituzioni competenti a non ricercare una soluzione rapida per il superamento di un ostacolo burocratico-amministrativo vista la motivazione che ha causato la sospensione delle attività del Centro Diurno di San Pietro in Amantea (CS), considerando che la struttura de quo, unica nel territorio del Tirreno cosentino, offre un servizio di supporto importantissimo sotto l’aspetto psico-socio-sanitario non solo ai soggetti ospiti delle strutture ma anche alle famiglie ed al territorio;

le ragioni di una sottovalutazione del problema che comporta un disagio notevole alle famiglie dei portatori di handicap ospiti dei Centri, considerato che, non essendoci altri Centri specializzati a cui rivolgersi e non essendo le stesse attrezzate per la gestione sia psicologica che terapeutica dei loro figli, sono rimasti abbandonati a loro stessi. Atteso che, non si può certo parlare di spesa e di danno dal momento che, da un rendiconto ufficiale rilasciato dal Servizio economato Asp CS – ex Asl n. 1 di Paola, si evidenzia che la spesa complessiva …in 10 anni di attività ammonta a euro 122.616,03 (12.000/anno circa – 1.200,00/mese circa e che gli ospiti del centro quasi si autofinanziavano con offerte e donazioni per le diverse attività svolte (quali ceramica, pittura, giardinaggio) in quanto al Centro diurno venivano continuamente commissionati da parte di Enti pubblici, Associazioni, Enti privati ecc, gadgets e lavori artigianali per manifestazioni, congressi e convegni di varia natura. Tutto ciò faceva parte di un progetto finalizzato a consentire l’ingresso di questi ragazzi nel mondo del lavoro.

(135; 3.6.2011)

Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'art. 28 dello Statuto affida al Regolamento del Consiglio regionale la facoltà di istituire Commissioni;

l'art. 36 del Regolamento del Consiglio regionale disciplina il Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi;

dall'atto del suo insediamento il Comitato ha posto tra i suoi obiettivi primari quello della verifica dello stato della legislazione vigente e dell'abrogazione delle norme desuete;

lo stesso organismo ha lavorato alacremente, grazie anche all'impulso del proprio Presidente, al raggiungimento degli obiettivi prefissati;

il Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi si avvale, per la propria missione, dell'egregia collaborazione del personale assegnato al Comitato e di quello del Servizio legislativo;

l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, con deliberazione n. 7 del 23 febbraio 2011, ha nominato un comitato composto da 8 membri esterni per la durata di un anno, per fornire un supporto tecnico-giuridico agli uffici sulla materia oggetto della semplificazione legislativa che verranno coordinati dal Segretario generale;

il personale del Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi nonché quello del Servizio legislativo si distinguono per l'alto profilo di specializzazione professionale certificato dallo svolgimento di procedure concorsuali per la relativa assunzione;

il Comitato appena costituito si appalesa, dunque, come una manifesta duplicazione delle strutture interne del Consiglio regionale;

l'istituzione di un Comitato composto da 8 membri esterni per la durata di un anno comporta un rilevante impegno finanziario per le casse del Consiglio regionale per cui lo stesso appare antieconomico ed oltre a costituire un evidente spreco di risorse dell'ente, contrasta con le vigenti norme regionali per il contenimento della spesa ( articolo 23 L.r. n. 19/2009);

i motivi reali alla base della costituzione del Comitato di esperti ed invitare a valutare se non sia il caso, alla luce delle considerazioni sopra esposte, che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale riveda, annullandola, la propria deliberazione n. 7/2011.

(142; 15.06.2011)

Interrogazioni a risposta orale

Principe, Maiolo, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 11 ottobre 2010, Sviluppo Italia Calabria in liquidazione ha avviato la procedura di mobilità per tutto il personale dipendente dalla società ai sensi dell'art. 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223;

in data 10 novembre 2010 si è tenuto, su richiesta delle Rappresentanze sindacali aziendali, il previsto esame congiunto tra le parti allo scopo di esaminare le cause che hanno determinato l'avvio delle procedure di mobilità;

in data 26 novembre 2010 le parti non hanno trovato alcun accordo per cui Sviluppo Italia Calabria comunicava l'esito della procedura di liquidazione agli Organi Amministrativi;

la procedura ex legge 223/1991 e successive modificazioni e integrazioni, si è conclusa nei tempi legislativamente previsti e comunicati;

Sviluppo Italia Calabria ha stabilito il giorno 24 marzo 2011 quale data ultima per procedere ai licenziamenti;

nell'imminenza dello scadere di tale termine la Regione Calabria ha ritenuto di dover verificare le condizioni per l'acquisto della società regionale, anche ai fini della salvaguardia dell'occupazione, impegnandosi ad approvare, entro il 24 marzo, con apposita delibera di Giunta regionale, la bozza di contratto preliminare di acquisizione della società;

in data 14 del mese di marzo 2011 si è tenuto un incontro tra il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Calabria, la Soc. Invitalia S.p.A e le organizzazioni sindacali;

nel corso dell'incontro, i rappresentanti della Regione Calabria hanno confermato l'intenzione di formalizzare la propria adesione allo schema di contratto per l'acquisto della Soc. Sviluppo Italia Calabria in liquidazione, per l'utilizzazione delle professionalità in essa presenti, a condizione che il costo del lavoro non ecceda l'importo di 2.881.000,00 euro e, comunque, non superi il 60% del dato risultante dall'ultimo bilancio interinale approvato. Chiedendo, a tal fine, una proroga dei termini di chiusura della procedura di mobilità in corso dal 24 marzo al 15 aprile;

in data 16 marzo 2011 si è riunito il Collegio dei liquidatori di Sviluppo Italia Calabria in liquidazione, che ha concesso, ex art. 8, comma 4 D.L. numero 148/1993, la proroga richiesta dalla Regione Calabria;

se la Giunta regionale ha adottato l'atto deliberativo di approvazione dello schema di contratto di acquisizione della Società Sviluppo Italia Calabria per come si è impegnata nelle diverse sedi in cui si è svolta la trattativa;

quali iniziative istituzionali ed amministrative sono state assunte per la definitiva conclusione del procedimento, al fine di scongiurare la sciagurata ipotesi del licenziamento di tutti i lavoratori di Sviluppo Italia Calabria.

(123; 14.04.2011)

Principe, Amato, Maiolo. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore al lavoro, formazione professionale, politiche sociali. Per sapere – premesso che:

l'Accordo tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 29 aprile  2010, ha dato attuazione dall'anno scolastico 2010-2011 ai percorsi di istruzione e formazione professionale a norma dell'articolo 27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2006, n. 226 per il conseguimento di uno dei 21 titoli di qualifica professionale previsti nello stesso Accordo da realizzare dalle strutture formative accreditate dalle Regioni secondo i criteri di cui al D.M. 29 novembre 2007;

la Deliberazione della Giunta regionale della Calabria n. 529 del 22 luglio 2010 ha deciso l'attivazione dei percorsi triennali di istruzione e formazione in osservanza dell'Accordo in Conferenza Stato Regioni del 29 aprile 2010 attraverso l'adozione di una macrotipologia organizzativa in relazione alla fase transitoria disciplinata all'articolo 27, comma 2, del decreto legislativo n. 226/05 che vede soggetti attuatori le Agenzie formative accreditate in accordo con gli Istituti Professionali Statali;

con il Decreto n. 11258 del 2 agosto 2010 è stato approvato l’Avviso pubblico/direttiva per la presentazione di progetti di percorsi di Istruzione e Formazione professionale pubblicato sul BURC n. 35 del 3 settembre 2010;

con il Decreto n. 15346 del 8 novembre 2010 è stata approvata la graduatoria provvisoria degli interventi formativi in attuazione dell'Accordo Conferenza Stato Regioni del 29 aprile 2010 a seguito dell'Avviso pubblico/direttiva pubblicato sul BURC n. 46 del 19 novembre 2010 Parte III;

sulla base della valutazione effettuata dal Nucleo, con il Decreto n. 15346 sono state ammessi a finanziamento 79 interventi triennali formativi da realizzare su tutto il territorio calabrese di cui 19 in Provincia di Cosenza, 16 in Provincia di Reggio Calabria, 21 in Provincia di Catanzaro, 15 in Provincia di Crotone e 8 in Provincia di Vibo Valentia;

il Dipartimento per l'Istruzione del MIUR, il 30 dicembre 2010, ha inviato ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali, ai Presidenti delle Regioni, ai Presidenti delle Province autonome, ai Presidenti delle Province, ai Sindaci dei Comuni, ai Dirigenti Scolastici di tutte le scuole superiori di primo grado e di secondo grado la Circolare n. 101 disciplinante le iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle classi delle scuole di ogni ordine e grado e ai percorsi di Istruzione e Formazione professionale per l'anno scolastico 2011/2012 fissando il termine al 12 febbraio 2011;

con l'Accordo territoriale, sottoscritto in via provvisoria il 28 gennaio 2011, tra il Dirigente generale del Dipartimento n. 10 della Regione Calabria e la Dirigenza generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, si è convenuta la realizzazione dell'offerta dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale in via sussidiaria da parte degli Istituti Professionali Statali a seguito dell'Intesa in Conferenza Unificata - Repertorio Atti n. 129/CU del 16 dicembre 2010;

con la deliberazione della Giunta regionale della Calabria n. 67 del 28 febbraio 2011 sono state approvate le "Linee Guida per la realizzazione dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale";

con l'Accordo territoriale tra Regione Calabria e Ufficio Scolastico Regionale del 23 maggio 2011 è stata convenuta la realizzazione di percorsi di Istruzione e Formazione professionale negli Istituti Professionali di Stato, nei limiti dell'Accordo del 16 dicembre 2010, prevedendo un contributo a favore degli Istituti Professionali di 2.500 euro per ogni alunno iscritto e il termine del 31 maggio per la presentazione dei progetti;

il Dipartimento Regionale n. 10, nelle more dell'approvazione della graduatoria definitiva di cui all'Avviso pubblico/direttiva del 3 settembre 2010, ha autorizzato l'avvio dei 79 percorsi ammessi a finanziamento con il Decreto n. 15346 del 8 novembre 2010;

le Agenzie formative hanno sottoscritto con la Regione Calabria - Dipartimento n. 10 - apposito Disciplinare/Convenzione ed hanno avviato i percorsi che vedono impegnati oltre 1000 giovani calabresi che in tal modo non solo adempiono all'obbligo scolastico quanto aspirano al conseguimento di una qualifica professionale spendibile sul mercato del lavoro;

molte Agenzie formative accreditate nella Regione Calabria, in esito alla Circolare ministeriale n. 101, citata in premessa, hanno svolto una attiva sessione di orientamento nelle scuole superiori di primo grado calabresi ricevendo un cospicuo numero di iscrizioni ai percorsi di Istruzione e Formazione professionale;

il Servizio Statistico della Direzione generale per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha presentato il Focus sulle iscrizioni alla scuola secondaria di II grado per l'anno scolastico 2011/2012 alla data del 28 aprile 2011 in cui si riporta che il 5,2% delle iscrizioni, ovvero 29.758, è ai percorsi triennale di Istruzione e Formazione professionale presso strutture regionali;

in Calabria risultano iscritti alla terza classe delle scuole superiori di primo grado circa 20.000 alunni, presumibilmente circa 1000 alunni hanno scelto di iscriversi ad un percorso regionale di Istruzione e Formazione professionale:

ad oggi il Dipartimento regionale n. 10 non ha approvato la graduatoria definitiva degli interventi formativi in attuazione dell'Accordo Conferenza Stato Regioni del 29 aprile 2010 a seguito dell'Avviso Pubblico/Direttiva del 3 settembre 2010;

ad oggi lo stesso Dipartimento regionale n. 10 non ha impegnato alcuna somma per il finanziamento dei 79 percorsi di Istruzione e Formazione professionale autorizzati in via provvisoria, in corso di esecuzione nella regione e che stanno interessando oltre 1000 giovani e vedono impegnati centinaia di docenti, tutor, ecc.;

ad oggi la Giunta regionale e il Dipartimento n. 10 non hanno assunto alcuna decisione per dare una risposta alle iscrizioni effettuate dai giovani calabresi ai percorsi di Istruzione e formazione professionale per l'anno scolastico 2011/2012;

quali determinazioni la Giunta regionale intende assumere per consentire ai giovani calabresi la regolare frequenza dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale che fanno parte integrante dell'offerta di Istruzione Superiore dello Stato, che consentono di adempiere all'obbligo di istruzione, che permettono il conseguimento di una qualifica professionale spedibile direttamente sul mercato del lavoro e che costituiscono un reale strumento di contrasto alla dispersione scolastica per come si evidenzia nel rapporto dell'Istat per l'anno 2010 che vede la Calabria tra le pochissime regioni italiane in cui la dispersione e l'abbandono scolastico diminuiscono rispetto al 2007;

quali determinazioni la Giunta regionale intende assumere per finanziare, per il passato e per il futuro, i percorsi di Istruzione e Formazione professionale a titolarità regionale che sono ormai, dall'anno scolastico 2010-2011, parte integrante dell'offerta di Istruzione Superiore al fine di dare certezza ai giovani calabresi, ovvero alle famiglie, che intendono seguire tali percorsi formativi e che consentono, anche dai dati riportati nel rapporto Excelsior dell'Unione delle Camere di Commercio, di conseguire qualifiche professionali richieste dal mercato del lavoro.

(141; 15.06.2011)

Interpellanza

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

lo svincolo autostradale di Firmo può essere considerato la porta d'accesso alla Sibaritide, essendo quello più vicino alle strade di collegamento che permettono di raggiungere agevolmente la Piana di Sibari e gli insediamenti turistici dello Ionio cosentino;

lo stesso è chiuso al traffico per lavori di ammodernamento a far data dal 15 aprile 2009, giusta ordinanza dell’Anas;

nel luglio 2009 i sindaci e gli operatori turistici del comprensorio, dopo vane sollecitazioni, giunsero ad inscenare una protesta nei pressi dello stesso, onde protestare per la scelta di effettuare i pur necessari lavori in coincidenza con la stagione estiva ed ottenere dall’Anas risposte certe sui tempi di completamento degli interventi infrastrutturali e sulla riapertura al traffico;

l’Anas, con nota del luglio 2009, garantiva che i lavori in corso sarebbero stati conclusi in tempi brevi;

nella primavera del 2010, permanendo la chiusura al traffico dello svincolo, con evidenti, gravi ripercussioni sull’economia agricola e turistica della zona, già penalizzata dalla carenza del sistema infrastrutturale dal punto di vista stradale, ferroviario ed aeroportuale, lo scrivente presentava alle SS.VV. una prima interpellanza sulla questione;

successivamente, nel luglio del 2010, l’Anas procedeva alla riapertura degli svincoli lungo la sola direttrice nord;

in seguito, nell'ottobre dello stesso anno, attraverso il Dipartimento provinciale di Cosenza l’Anas rendeva noto che i lavori per gli svincoli lungo la direttrice Sud, affidati ad un'impresa con contratto poi oggetto di rescissione unilaterale, sarebbero stati affidati ad altra impresa e completati entro la primavera del 2011;

protraendosi lo stato di inattività dei cantieri, tra il marzo e l'aprile 2011 diversi sindaci ed operatori turistici del comprensorio hanno lamentato il perpetuarsi delle inadempienze dell'Anas. Da ultimo in risposta alle sollecitazioni rivoltegli dal Sindaco di Firmo, il Presidente dell'Anas, dott. Pietro Ciucci, con missiva del 20 maggio scorso ha comunicato di non essere in grado la società da Lui diretta di assumere impegni precisi sulla riapertura anche degli svincoli lungo la direttrice Sud, dal momento che “l’Anas con proprio provvedimento del 10 marzo scorso, ha risolto in danno il contratto di appalto anche con la seconda impresa appaltatrice e che, al momento, sono in corso le attività di redazione dello stato di consistenza dei lavori eseguiti, a seguito della cui redazione si provvederà nel più breve tempo possibile all'assegnazione dei lavori a uno dei successivi partecipanti all'originaria gara";

negativo sarebbe il protrarsi della chiusura dello svincolo per la terza stagione estiva consecutiva, anche in considerazione della tortuosità dei percorsi alternativi individuati e della carenza di adeguata segnaletica in alcuni punti, con disagi indicibili per gli automobilisti non a conoscenza dei luoghi;

il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle questioni legate alle deficienze infrastrutturali di cui l'intera Regione soffre;

se il governo regionale sia a conoscenza della situazione;

se e come, lo stesso, pur non avendo competenza alcuna nel merito della questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per far sì che lo svincolo autostradale di Firmo possa essere quanto prima riaperto anche lungo la direttrice Sud ed interamente restituito al traffico veicolare.

(11; 6.06.2011)

Mozioni

Il Consiglio regionale

premesso che a seguito del D.L. 25/06/2008 n. 112, convertito in legge 6/08/2008 n. 133, i lavoratori precari del Comparto Scuola (Ex Lsu-Ata), sono stati messi fuori organico dagli uffici scolastici Provinciali e, per effetto della successiva "Riforma Gelmini", dopo ben 14 anni di riconosciuta professionalità prestata, con la qualifica di "Assistente Amministrativo" all'interno degli istituti scolastici, gli stessi intravedono il rischio concreto di perdere il posto di lavoro;

considerato che, per effetto di un intervento legislativo dell'agosto 2009, che si è concretizzato in un emendamento al collegato alla Finanziaria 2010, è stata assicurata fino al 31/12/2010 la proroga delle attività da loro svolte;

preso altresì atto che con comunicazione del 11/11/2010 della Direzione Generale per la Politica finanziaria e per il Bilancio del MIUR, a seguito della predisposizione del Piano Annuale, sono state assegnate le risorse finanziarie per la remunerazione dei soggetti in questione soltanto per il periodo gennaio-agosto 2011;

vista la dichiarata disponibilità formulata nel recente passato dal Ministro On. Angelino Alfano di colmare le carenze di organico, in atto esistenti, del personale amministrativo degli uffici giudiziari della Provincia di Reggio Calabria con personale "Ex Lsu-Ata", anche alla luce di analoga proposta formulata dalla Prefettura di Reggio Calabria con lettera del 21/12/2009, a supporto del personale attualmente in servizio;

vista la ineludibile necessità e la possibilità di stabilizzare anche i 100 lavoratori calabresi "Ex Lsu-Ata" che, nell'ambito del più ampio bacino del volontariato, "vantano" una anzianità di servizio così continuata;

impegna la Giunta regionale

a formalizzare al Signor Presidente del Consiglio dei ministri ed al Signor Ministro della Giustizia, la proposta di utilizzo e successiva stabilizzazione, mediante adeguate formule contrattuali, di detto personale "Ex Lsu-Ata" presso gli Uffici Giudiziari della Provincia di Reggio Calabria, consentendo, in tal modo, di superare la precarietà troppo a lungo fin qui protrattasi, assicurando una maggiore efficienza, efficacia ed economicità all'azione della pubblica amministrazione nel comparto "Giustizia" di questo territorio, con l'utilizzo di professionalità già esistenti e sperimentate nel tempo.

(38; 13.04.2011) Imbalzano

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il comparto agrumicolo rappresenta uno dei più importanti settori dell'agricoltura per la nostra Regione ed in questi anni ha subito le ripercussioni della crisi economica oltre che dell'invasione sul mercato da parte di produttori di altri paesi, per cui va rilanciato e preservato;

le proposte di legge n. 4108/XVI, recante "Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile 1961, n. 286, in materia di contenuto di succo di agrumi nelle bevande analcoliche" e n. 4114/ XVI, recante "Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta, succhi di frutta e nettari, nonché di etichettatura, promozione e salvaguardia dei prodotti italiani" prevedono una serie di interventi tesi a valorizzare, tra l'altro, la produzione agrumicola; quale, ad esempio, la modifica della legge n. 286 del 3 aprile 1961 (Disciplina delle bevande analcoliche vendute con denominazione di fantasia), per innalzare da 12% al 16/18 % il contenuto che i succhi di agrumi devono contenere all'interno delle bevande analcoliche; nonché l'istituzione di un logo nazionale per le bibite analcoliche a base di frutta prodotte con l'uso esclusivo di frutta di origine o di provenienza italiana;

considerato che

le innovazioni previste dalla proposta di legge n. 4114/ XVI, recante "Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta, succhi di frutta e nettari, nonché di etichettatura, promozione e salvaguardia dei prodotti italiani" e dalla proposta di legge n. 4108/XVI, recante "Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile 1961, n. 286, in materia di contenuto di succo di agrumi nelle bevande analcoliche" sono di importanza fondamentale per il rilancio dell'intero settore, tendendo anche a promuovere le bibite analcoliche con frutta di origine italiana;

invita

il Presidente del Consiglio regionale della Calabria

ad intervenire sul Presidente del Consiglio dei Ministri affinché solleciti la definizione dell'iter legislativo delle proposte di legge n. 4108/XVI, recante "Modifica dell'art. 1 della legge 3 aprile 1961, n. 286, in materia di contenuto di succo di agrumi nelle bevande analcoliche" e n. 4114/ XVI, recante "Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta, succhi di frutta e nettari, nonché di etichettatura, promozione e salvaguardia dei prodotti italiani.

(39; 27.04.2011) Nucera

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

il comparto della pesca in Calabria sta attraversando un periodo di crisi;

sono scadute le deroghe previste dal regolamento comunitario per le c.d. "pesche speciali";

l'interdizione delle reti c.d. spadare (che coinvolgono l’80% delle circa 700 imbarcazioni di piccola pesca costiera), ha acuito la crisi nel settore;

il mancato esercizio di questa attività comporta una perdita finanziaria per le imprese ittiche;

secondo i dati diffusi da Lega Pesca, tra il 2003 ed il 2008 si è assistito ad un assottigliamento delle imbarcazioni (-110), un decremento degli occupati (-770unità), una riduzione delle catture   (-2.540T) e del valore della produzione (-14 milioni di euro);

la flotta calabrese (circa 920 battelli, poco più del 6% del naviglio italiano) si contraddistingue per una forte componente artigianale;

la Regione Calabria ha avviato una serie di iniziative tese ad ovviare a tale situazione emergenziale nel settore in argomento, anche mediante la programmazione di un processo di modernizzazione delle imprese ittiche al fine di renderle più competitive sul mercato;

la Regione Calabria nel 2004 ha approvato una legge, la n. 27, unanimemente apprezzata, che regolamenta il settore de quo, le cui misure, però, non hanno ancora trovato attuazione per mancanza di copertura finanziaria;

come da agenzia di stampa, l'assessore Trematerra si è mostrato sensibile all'argomento assicurando che, in occasione dell'assestamento di bilancio, farà ogni sforzo possibile per assicurare la copertura finanziaria per l'applicazione della legge regionale di cui al punto precedente;

impegna la Giunta regionale:

preso atto che l'assessore Trematerra si è già mostrato sensibile all'argomento, ad assumere un impegno più preciso in ordine alla questione puntualizzando, dal punto di vista della compensazione di bilancio, i capitoli cui attingere le risorse necessarie per l'attuazione della suddetta legge;

ad assumere, di concerto con i soggetti interessati, ogni altra iniziativa tesa ad ovviare a tale situazione emergenziale nel settore in argomento.

(40; 6.06.2011) De Masi, Giordano, Talarico D.

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

l'agrumicoltura da sempre costituisce la struttura portante dell'economia agricola reggina e rappresenta un tratto distintivo del nostro territorio. Le produzioni locali sono contraddistinte da tipologie varietali mancanti delle caratteristiche qualitative ed organolettiche tali da consentire la collocazione sui mercati del fresco, cosicché, negli anni, la trasformazione industriale ha rappresentato lo sbocco commerciale naturale di tali produzioni. E' andato cosi affermandosi un tessuto agroindustriale contraddistinto da imprese per lo più di piccole e medie dimensioni preposte alla produzione di succhi concentrati o di prima spremitura di ottima qualità che può vantare caratteri di assoluta eccellenza a fini della produzione di succhi;

ciò ha consentito nel tempo l'affermarsi di un distretto agroindustriale incentrato sulla trasformazione industriale degli agrumi, che ha reso possibile l'attivazione di numerose attività nell'indotto e fornito risposte concrete anche sul piano occupazionale alla richiesta di territori da sempre contraddistinti da forti squilibri nel mercato del lavoro;

questo modello, è stato recentemente abbattuto dalla recente riforma dell'OCM Ortofrutta varata nel 2007 dalla Comunità europea che ha portato al superamento del precedente regime di sostegno, mettendo praticamente fuori mercato le imprese calabresi, impossibilitate nell'immediato a fronteggiare la fortissima concorrenza esercitata dalle produzioni estere;

la campagna 2010-2011 non è stata rappresentativa dell'effettivo stato in cui versa il settore, viste le basse rese ad ettaro, condizionate da pessime condizioni climatiche, siccità, grandine e gelo che hanno portato la produzione regionale ai più bassi livelli degli ultimi dieci anni, accentuando ancora di più le condizioni precarie del settore;

la Piana di Gioia Tauro è stata da sempre caratterizzata dalla presenza diffusa di agrumeti in cui primeggia tra tutti la Cv "Biondo Comune", di cui se ne reperiscono esemplari con un'età superiore al mezzo secolo. Questa varietà non ha altra destinazione oltre quella industriale e la produzione per la prossima campagna si preannuncia abbondantissima. A tale prodotto, stante l'attuale situazione del mercato dei succhi, sarà presumibilmente preclusa qualsiasi concreta opportunità di collocamento attraverso la trasformazione industriale;

il quadro che si delinea per la campagna agrumaria 2011/2012 mette quindi chiaramente in evidenza le difficoltà in cui versa il comparto, in quanto le logiche di mercato limitano al minimo le possibilità per i produttori di poter anche solo affrontare le spese di raccolta del prodotto;

stante l'attuale situazione del comparto, è impossibile, anche solo lontanamente ipotizzare un regolare avvio della campagna di trasformazione 2011-2012 con gravissimi risvolti occupazionali quantificati nell'immediato con la perdita di oltre 2.000 posti di lavoro, a cui vanno ad aggiungersi gli effetti altrettanto dirompenti sulle attività dell'indotto che concorreranno ad aggravare la crisi economica e sociale che già da tempo affligge il comparto;

impegna la Giunta regionale

a) inserire una misura ad hoc sul PSR od altra forma di finanziamento, per quanto concerne la conversione delle piantagioni di agrumi obsolete con il reimpianto di nuove cultivar che trovino maggiori e migliori sbocchi sui mercati attuali, tenendo anche in considerazione il fatto che nella provincia di Reggio Calabria esistono numerosissime micro aziende e che anche queste devono avere accesso a questo tipo di agevolazione rimanendo dentro un sistema organizzato per colmare la pecca della ridotta superficie;

b) intervenire a livello istituzionale per agevolare l'accesso al credito sia alle aziende agricole che alle strutture organizzate;

c) fornire un sostegno economico da parte della Regione per favorire l'aggregazione al sistema organizzato, al fine di agevolare il prosieguo delle attività agricole a tutti i livelli, stante anche il fatto che la scarsa qualità del prodotto non favorisce la sua stessa commercializzazione;

d) incentivare l'aggregazione in modo particolare nelle aree dove prevalgono le micro aziende, magari estendendo il credito d'imposta per nuovi investimenti produttivi in agricoltura con priorità agli investimenti che mirano all'aggregazione dell'offerta ed alla stipula di accordi interprofessionali;

e) adottare interventi straordinari a favore delle imprese agricole per fronteggiare la crisi con particolare riferimento alla proroga della riduzione dei contributi previdenziali ed assistenziali nelle zone svantaggiate con l'allargamento delle agevolazioni ai settori in crisi;

f) introdurre agevolazioni contributive e tributarie per le imprese agricole colpite da crisi di mercato;

g) estendere a tutte le attività agrumicole l'accisa zero per il gasolio e la riduzione al 4 per cento dell'aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività agricole;

h) revisionare, ristrutturare e ammodernare gli organismi di controllo e le metodologie di ingresso nazionale per i prodotti agroalimentari. Inoltre si deve promuovere la trasparenza sulla provenienza delle materie prime e dei prodotti finiti, tramite etichettature dettagliate e che forniscano chiarezza sulla tracciabilità e rintracciabilità del prodotto;

i) defiscalizzare gli oneri sociali per le aziende agricole con la creazione di una area franca nella Piana di Gioia Tauro per un determinato periodo dell'anno per i contributi sulle assunzioni della manodopera dedicata ai prodotti agrumicoli, fino a che non rientra lo stato di disagio;

j) assicurare un sostegno alla ricerca, ai servizi per l'impresa e alla innovazione;

k) contribuire alla lotta contro la batteriosi dei kiwi.

(41; 7.06.2011) Imbalzano

Il Consiglio regionale

premesso che

la situazione di emergenza e di grave e sistematico pericolo sul tratto calabrese dell'A3 Salerno-Reggio Calabria, divenuto ormai un unico caotico ed infernale cantiere a cielo aperto, ha ormai superato tutti i livelli di umana sopportazione;

la persistenza di questo scandaloso stato di fatto rappresenta oggettivamente la negazione quotidiana, per il cittadino calabrese, del diritto di mobilità e, per la Calabria, di poter ambire a migliorare la propria capacità di attrazione turistica;

il protrarsi interminabile di lavori su quasi tutto il tratto calabrese, con l'apertura continua e concomitante di sempre nuovi e diversi cantieri, determinanti la discutibile chiusura simultanea di decine e decine di km di autostrada, continua a determinare rischi e disagi inenarrabili all'utenza, con intuibile ingovernabilità e moltiplicazione degli stessi in vista della stagione estiva ormai arrivata;

nei numerosissimi tratti a doppio senso l'Anas non ha previsto distinti percorsi per i mezzi pesanti e quelli leggeri, ciò determinando sia un estremo rallentamento generale e costante dell'andamento di marcia ma, soprattutto, un innalzamento del rischio di incidenti e della gravità delle conseguenze degli stessi, con coinvolgimento fisiologico di autovetture e camion, come purtroppo accaduto nei giorni scorsi;

per la gravità inaudita, per la dinamica, i mezzi e soprattutto per le vittime, dell'ultimo tristissimo incidente occorso sul tratto vibonese dell'A3, che ha causato la distruzione di un'intera famiglia in viaggio per congiungersi con parenti ed amici;

impegna il Presidente della Giunta regionale

a voler fissare con urgenza un incontro con i vertici dell'Anas al fine di:

1. prendere ufficialmente atto della insostenibilità della situazione emergenziale attuale;

2. studiare con celerità diversi e praticabili percorsi alternativi sul tratto A3 interessato dai cantieri;

3. prevedere percorsi esclusivi ed alternativi per i mezzi pesanti e quelli leggeri;

4. avviare una verifica puntuale su modalità e tempi di esecuzione dei lavori;

5. ridurre sensibilmente il numero di km complessivamente chiusi al traffico;

6. prevedere e/o aumentare le ore/turni di lavoro notturno sui tratti più difficili;

7. sollecitare, attraverso l'Anas, le diverse compagnie di telefonia mobile ad installare, all'imbocco ed all'uscita delle gallerie nei cantieri aperti, adeguati strumenti e dispositivi per la diffusione del segnale, a garanzia dell'indispensabile copertura telefonica, sia per ragioni lavoro sia, soprattutto, per eventuali emergenze.

(42; 17.06.2011) Caputo, Orsomarso

Risposta scritta ad interrogazioni

Chiappetta. F. Aiello, Guccione, Gallo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a seguito di espletamento di gara d'appalto indetta dall'ex Azienda sanitaria n. 2 di Castrovillari (attualmente accorpata nell'Asp di Cosenza), l’Ati Medicasaie otteneva in affidamento la gestione delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) presenti nei comuni di Spezzano Albanese e Mottafollone;

in conformità al Piano sanitario regionale ed alla normativa vigente, la ditta citata avanzava, nel dicembre 2006, alla Regione Calabria (per tramite il Dipartimento tutela della salute), richiesta autorizzativa al funzionamento delle due strutture;

sulla scorta di parere negativo espresso dall'Asp di Cosenza - peraltro intervenuto assolutamente oltre i termini di legge e solo a seguito di formale diffida ad adempiere della ditta - il Dipartimento regionale avviava nell'agosto 2008 procedimento recettivo dell'istanza autorizzativa conclusosi, nonostante le controdeduzioni ed i chiarimenti resi nell'iter stesso dall'Associazione, con la negazione del provvedimento richiesto per entrambe le residenze;

avverso i provvedimenti regionali veniva proposto dall'interessata ricorso al Tar Calabria che, con sentenze nn. 1245/1246 del 21 Maggio 2010, accogliendo in toto le doglianze dell'Associazione, annullava i due provvedimenti recettivi;

l'inattività delle strutture che dovrebbero ospitare le Rsa di Spezzano Albanese e di Mottafollone - peraltro immediatamente adeguate, dalla ditta aggiudicatrice, alla normativa vigente - sono rimaste, dal 2006 ad oggi, del tutto inutilizzate, determinando ciò non solo un danno finanziario di notevole entità alla ditta stessa, ma, soprattutto, un ineludibile spreco di risorse evidentemente connesso alla lesione del diritto alla salute ed alle cure nei territori contemplati, peraltro come stabilito e programmato dalla stessa P.A. con l’indizione della gara d'appalto per l'affidamento gestionale del servizio;

il tutto ha pure favorito, inevitabilmente, il proliferare in quelle zone di strutture private capaci di fornire quel servizio non reso per le problematiche che si sono succedute, con evidente aumento dei costi a carico del Ssr;

nonostante il Tar Calabria abbia riconosciuto l'illegittimità dei provvedimenti di diniego delle autorizzazioni, sembrerebbe che nulla sia stato concretamente attuato per la definizione del procedimento relativo al rilascio dell'autorizzazione al funzionamento delle Rsa in oggetto;

se sia venuto a conoscenza, attraverso i competenti uffici del Dipartimento della Salute della Regione Calabria, dell’emanazione delle due sentenze con cui il Tar si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati avverso l'illegittimità del diniego dell'autorizzazione al funzionamento delle Rsa di Mottafollone e Spezzano Albanese spettante all'Ati Medicasaie;

per quali ragioni, più in particolare, i competenti uffici non avrebbero inteso, dal giugno 2010 ad oggi, in ossequio alle pronunce giudiziarie di annullamento, procedere per il rilascio dell'autorizzazione al funzionamento delle due strutture;

se non risulti opportuno definire il procedimento medesimo non solo in ossequio alle richiamate decisioni giudiziarie, ma anche nella considerazione che l'autorizzazione al funzionamento non comporterà per il Ssr, nell'imminenza, costi aggiuntivi stante i tempi burocratici necessari all'ottenimento dell'accreditamento da parte delle residenze stesse;

se non si intenda provvedere in tal senso per dirimere gli effetti dannosi che un provvedimento illegittimo ha sino ad ora prodotto e che ulteriore ritardo potrà solo aggravare;

se non ritenga opportuno, infine, nominare una Commissione d'indagine per individuare l'eventuale esistenza di responsabilità che, a causa della dedotta inerzia, possano far conseguire a carico dell’amministrazione regionale indubbie richieste risarcitorie con ulteriore danno all’erario.

(65; 19.11.2010)

Risposta – “Con riferimento all’oggetto, e in riscontro alla VS nota prot. n. 726 del 21 dicembre 2011: Premesso che:

a seguito delle Sentenze del Tar Calabria - Catanzaro nn. 1245/2010 et 1246/2010, che annullavano i provvedimenti di diniego dell'autorizzazione sanitaria all'esercizio di Rsa per anziani a firma del D.G. Vicario pro-tempore del Dipartimento Tutela della salute (On. Antonino Bonura), l'A.T.I. Medicasale notificava dette pronunce giurisdizionali alla Regione Calabria in data 22 settembre 2010 al fine di una nuova determinazione nel merito.

Va tuttavia precisato che, nelle more della definizione dei suddetti giudizi innanzi ai Tar, intervenivano sia la D.G.R. n. 545 del 18 dicembre 2009, con la quale è stato approvato, in via definitiva, il piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario, sia la D.G.R, n. 908 del 23 dicembre 2009 (entrambe pubblicata sul BURC dell'1 febbraio 2010), con la quale è stato approvato l'Accordo siglato in data 17 dicembre 2009 tra la Regione Calabria e i Ministeri della Salute e dell'Economia e delle Finanze, che all'art. 7, comma 4, richiama il principio per cui; "Gli interventi individuati da! Piano allegato al presento Accordo sono vincolanti, al sensi dell'articolo 9, comma 796, lettera b), della legge 27 dicembre 2006 n. 296, per la Regione Calabria e le determinazioni in esso previsto comportano effetti di variazione dei provvedimenti normativi ed amministrativi già adottati dalla medesima Regione Calabria in materia di programmazione sanitaria".

Successivamente, con delibera del Consiglio dei ministri del 30.07.2010 il Presidente della G.R. della Regione Calabria veniva nominata Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo dei settore sanitario e allo stesso veniva assegnato, fra l'altro, lo specifico campito "di sospendere eventuali nuove iniziative regionali in corso per la realizzazione o l'apertura di nuove struttura sanitarie pubbliche avvero per l'autorizzazione e l'accreditamento di strutture sanitarie private fino all’avvenuta adozione del piano di riassetto della rete ospedaliera, della rete laboratoristica e della rete di assistenza specialistica ambulatoriale, tranne quelle necessaria all’attuazione del Piano di rientro".

Il Presidente della Giunta regionale, nella sue qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro, con Decreto n. 4 del 24 agosto 2010, rettificato dal decreto del 9 settembre 2010, ha pertanto disposto che "fino all'avvenuta formalizzazione della nuova rete ospedaliera, laboratoristica e specialistica ambulatoriale, è sospeso il rilascio dei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione sanitaria all'esercizio, accreditamento istituzionale, ai sensi degli art. 8-ter e 8-quater del D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 e successive modificazioni, tranne quelle necessarie all’attuazione del Piano di rientro…».

A ciò si aggiungano la natura inderogabile delle disposizioni del piano di rientro e il contenuto normativo degli atti impugnati essendo gli obblighi da essi scaturenti posti a salvaguardia della tutela della salute e a garanzia dei livelli essenziali di assistenza che trovano anch'essi pari, e finanche maggiore, tutela nell'ambito della costituzione rispetto ai principi di libertà dell'iniziativa economica, proprio perché correlati ad un interesse pubblico e non privato.

E, infatti, proprio in ragione di questa che gli obiettivi posti dal piano di rientro sono di natura inderogabile, dalla loro realizzazione dipende l'erogazione dei maggiori finanziamenti a carico della Stato e, dunque, l'unica possibilità per le Regioni interessate dal disavanzo sanitario di garantire i livelli essenziali di assistenza.

Invero, i piani sono parte Integrante dei singolo accordo fra lo Stato e la Regione e si configurano come un vero e proprio programma di ristrutturazione industriale che incide sui fattori di spesa sfuggiti ai controllo delle regioni.

E’ da precisare, inoltre che, al fine di conferire agli obblighi derivanti dall'accordo, il carattere inderogabile delle norme di coordinamento della finanza pubblica, le disposizioni di cui alla succitata intesa sono stata (per come espressamente indicato nella Delibera del Consiglio dei ministri del 30.07.10) pedissequamente recepite dall'art. 2, commi da 67 a 105, della Legge n. 191/2009 (legge finanziaria dello Stato per l'anno 2010"), dedicati appunto alla realizzazione dei piani di rientro dal disavanzo nel settore sanitario, e in particolare il comma 95 testualmente prescriva: "gli interventi individuati dal piano di rientro sono vincolanti per la Regione che è obbligata a rimuovere i provvedimenti, anche legislativi e non adattarne di nuovi che siano di ostacolo alla piena attuazione del piano di rientro", con la conseguenza che le norme invocate da controparte devono ritenersi non applicabili alla fattispecie, tanto più che, anche la Corte Costituzionale (Sent. N. 141/2010) ha avuto modo di sottolineare l'ineludibilità delle norme contenute nella legge 191/2009 in quanto poste al fine di "assicurare l'equilibrio unitario della finanza pubblica complessiva, in connessione con il perseguimento di obiettivi nazionali condizionati anche da obblighi comunitari". Si tratta in sostanza dell'attuazione di quella c.d. "normativa speciale e/o emergenziale, dettato dalla leggi finanziarie per il rientro di alcune Regioni del notevole disavanzo di bilancio" (cfr. TAR Lazio 3 novembre 2009 n. 10787) per cui gli interventi previsti dal piano di rientro sono vincolanti per la Regione ai sensi dell'art. 1, comma 798, lett. b), della legge 27 dicembre 2006 n, 298, con la conseguenza che tale disciplina "speciale" e di emergenza si sovrappone a quella ordinaria ed anche alle norme che da parte ricorrente si assumono violate".

Sulla base di quanto sopra esposto sebbene non integralmente esplicitato nella nota del 15 febbraio 2011 (citata, ma non espressamente impugnata, in un nuovo ricorso nel frattempo notificato dalla A.T.I. Medicasaie), il Sub-Commissario comunicava che "è temporaneamente sospeso il rilascio dei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione, all’autorizzazione sanitaria all'esercizio, all'accreditamento istituzionale", provvedimento che con ogni evidenza costituisco mero adempimento di quanto disposto dal provvedimento precedentemente indicati (e la cui statuizioni hanno, con palese evidenza, contenuta precettivo e autonomamente lesivo, ragion per cui ne deriva, l'inammissibilità del nuovo ricorsa presentato, attesa l'omesso impugnazione delle prescrizioni contenute nei succitati provvedimenti nel termine decadenziale di 60 giorni decorrenti dalla legale conoscenza, e in particolare per omessa impugnatone del Decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di Rientro, n. 4 del 24 agosto 2010, rettificato dal decreto del 9 settembre 2010, senza contare le puntuali eccezioni su tutti i motivi di merito per i quali è già stata fornita adeguata relazione difensiva alla competente Avvocatura Regionale).

Tanto premesso, con riferimento agli specifici punti di interrogazione consiliare:

si precisa che:

1. la competenza ed il conseguente onere di mettere a conoscenza l’onorevole Presidente della Giunta regionale dell'emanazione delle due sentenze con cui il TAR si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati avverso l'illegittimità del diniego dell'autorizzazione al funzionamento delle RSA di Mottafollone e Spezzano Albanese inerente l'ATI Medicasaig spettano all'Avvocatura regionale che ne ha seguito il relativo giudizio, e non già al Dipartimento Tutela della Salute, fermo restando che tale onere si presume essere stato in concreto già assolto;

2. l'Ati Medicasaie ha notificato dette pronunce giurisdizionali alla Regione Calabria in data 22 settembre 2010, ma poiché prima dalle notifica è intervenuto il Decreto del Presidente della Giunta regionale, nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di Rientro, n. 4 del 24 agosto 2010, rettificato dal decreto del 9 settembre 2010, con cui è stata disposta che "fino all'avvenuta formalizzazione della nuova rete ospedaliera, laboratoristica e specialistica ambulatoriale, è sospeso il rilascio dei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione sanitaria all'esercizio, accreditamento istituzionale, si sensi degli art. 8-ter e 8-quater del D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 502 e successive modificazioni, tranne quelle necessarie alla attuazione del Pieno di rientro...", i competenti uffici del Dipartimento Tutela della Salute hanno dovuto attenersi a tale obbligo di sospensione e non hanno potuto provvedere al rilascio dell'autorizzazione sanitaria all'esercizio per come richiesta dall'ATI Medicasaie per le due strutture RSA di Mottafollone e Spezzano Albanese;

3. Ad oggi, nell'attualità della vigenza del succitato decreto n. 4 dal 24 agosto 2010, ed in mancanza di una sua modifica che faccia venir meno la sospensione del rilascio di nuovi provvedimenti di autorizzazione, pur sussistendo plausibili ragioni di opportunità, i competenti uffici del Dipartimento Tutela della Salute non possono adottare un provvedimento autorizzatario di alcun tipo, né e beneficio dell'ATI Medicasaie, né di altri soggetti che richiedano una nuova autorizzazione all'esercizio, senza incorrere nel vizio di violazione di legge;

4, In applicazione del generale principio per cui “íus exercere non nocet”, poiché l'amministrazione sta operando secondo la legge, per di più negli stretti parametri delle sopravvenute norme vincolistiche del Piano di Rientro della Sanità, nel cui quadro va annoverato anche il citato decreto n. 4 del 24 agosto 2010 (mai impugnata dall'ATI Medicasaie), l'amministrazione stessa è esento da qualsiasi responsabilità nei confronti dell'ATI Medicasaie, la quale, pertanto, non può lamentare alcun danno, né attuale, né futuro.

5. Conseguentemente, appare evidente che la vicenda oggetto di interrogazione consiliare non configura affatto un caso di “Inerzia dell'amministrazione”, ma, al contrario, costituisco il portato del puntuale rispetto dell'obbligo di sospensione del rilascio di qualsiasi nuovo provvedimento di autorizzazione sanitarie e di accreditamento istituzionale stabilito dalla richiamata normativa, pertanto non si intravede ragione alcuna per disporre la nomina di una commissione d'inchiesta sulla vicenda.

Giuseppe Scopelliti (Presidente della Giunta regionale)

Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con circolare del dirigente generale vicario Bruno Zito in data 27 maggio sono state sospese le procedure per la stabilizzazione dei medici;

in data 31/12/2010 circa 150 medici precari che attualmente lavorano presso l'Asp di Cosenza rischiano di trovarsi disoccupati;

circa 70 di questi dirigenti medici sono in possesso dei requisiti previsti dalla legge 1 del 2009 che prevede la stabilizzazione a tempo indeterminato;

per la dirigenza medica il contratto a tempo indeterminato prevede necessariamente il superamento di una procedura concorsuale con la riserva fino al 50% dei posti a favore di quelli con contratto a tempo determinato;

quali siano le ragioni per cui l'Asp di Cosenza non abbia proceduto ancora all'applicazione dell'art. 6 della legge regionale 1 del 15/1/2009 in base alla quale "le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, previo superamento di apposito procedura selettiva, procedono ad assunzione a tempo indeterminato del personale che sia attualmente in servizio e che abbia stipulato contratti di lavoro, anche con tipologia di collaborazione coordinata e continuativa, in data anteriore al 28 settembre 2007, fermo restante il rispetto degli impegni assunti dalla Regione Calabria a seguito dell'accordo Governo-Regione per il Piano di Rientro Sanitario";

quali iniziative la Giunta intende prendere per far rispettare l'applicazione della legge 1/2009.

(71; 29.11.2010)

Risposta – “In riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue.

La L.R. 1/2009, all'art. 6, prevede che: "le Aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, previo superamento di apposita procedura selettiva, procedono ad assunzione a tempo indeterminato del personale che sia attualmente in servizio e che abbia stipulalo contratti di lavoro, anche con tipologia di collaborazione coordinata e continuativa, in data anteriore al 28 settembre 2007, fermo restante il rispetto degli impegni assunti dalla Regione Calabria a seguito dell'accordo Governo-Regione per il Piano di Rientro Sanitario. L'assunzione a tempo indeterminato potrà avvenire a domanda dell'interessato e sul posto dallo stesso occupato, previo mantenimento in servizio nelle forme di legge fino alla definizione delle procedure di cui al presente articolo, anche ai fini della maturazione dell'anzianità di servizio richiesta di tre anni, ove non maturati nell’ultimo quinquennio. Per il personale della dirigenza del Sistema Sanitario Regionale si procederà ad apposita selezione concorsuale con la riserva fino al 50% dei posti a favore di quello con rapporto a tempo determinato, individuato ai sensi del comma 1, in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente”.

La norma, pertanto, relativamente alla dirigenza del SSR, non ha previsto la c.d. "stabilizzazione" in senso tecnico, ma, conformemente alla legislazione nazionale, soltanto la possibilità di prevedere, in un pubblico concorso, una riserva di posti a favore di dirigenti con contratto a tempo determinato.

La suddetta disposizione, inoltre, va letta correlativamente alla sospensione delle procedure concorsuali disposta dalla Deliberazione n. 845 del 16/12/2009 e dal blocco del turn-over intervenuto a seguito della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 30 giugno 2010, con la quale il Presidente della Giunta regionale è stato nominato Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro. A seguito del Commissariamento, infatti, al sensi dell'art. 2, comma 76, della Legge 191/2009, è intervenuto il blocco automatico del turn-over del personale del Servizio Sanitario Regionale, in virtù del quale, ad oggi, non è possibile procedere a nuove assunzioni, ovvero bandire nuove procedure concorsuali.

Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)

Principe, Amato, Battaglia, Franchino, Loiero, Maiolo, Scalzo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007, art. 1 comma 796 lettera t), e s.m.i con decreto del Direttore generale del dipartimento salute del 3 febbraio 2010, n. 909, si è proceduto all'accreditamento definivo delle strutture private sanitarie e socio sanitarie della Regione Calabria per un numero complessivo, delle diverse specialità ed attività, pari a 426;

con decreto n. 4 del 24 agosto 2010 del Presidente della Giunta regionale della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore, sanitario della Regione Calabria nominato con delibera del CdM del 30 luglio 2010, si è proceduto alla sospensione dei provvedimenti di autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie ed, altresì, alla sospensione dell'accreditamento istituzionale ai sensi dell'art 8 ter e 8 quater del DL 8/12/1992 n. 502;

con decreto n. 28 del 18/11/2010 del Presidente della Giunta regionale della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, si è proceduto alla modifica del regolamento per l'organizzazione ed il funzionamento delle Commissioni aziendali per l’autorizzazione e l'accreditamento ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale 18/07/2008 n. 24;

con decreto n. 1 del 5 gennaio 2011 del Presidente della Giunta regionale della Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, sempre ai sensi della legge 296/2006 - finanziaria 2007, art. 1 comma 796 lettera t) e s.m.i., si è proceduto all'accreditamento definitivo delle strutture private sanitarie e socio sanitarie della Regione Calabria per un numero complessivo, nelle diverse specialità ed attività, pari a 476;

tra il primo e il secondo provvedimento e a distanza di soli dieci mesi, si evidenzia un incremento di ben 50 (cinquanta) nuove attività nelle diverse specialità, facendo seguito, peraltro, ad un decreto di sospensione, sia dell'autorizzazione che dell'accreditamento, regolarmente trasmesso sia al Mef che al Ministero della Salute, oltre che a tutte le ASP della Calabria;

se ritiene compatibile e sostenibile, durante l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, procedere ad ulteriori accreditamenti;

su quale fabbisogno si è proceduto ai sopracitati nuovi accreditamenti;

se è stato quantificato l'incremento di spesa che produrrà l'accreditamento di 50 nuove strutture private.

(83; 24.01.2011)

Risposta – “Con riferimento all'oggetto, nonché alla nota prot. n. 9111 del 5 aprile 2011 del Servizio 2 in indirizzo che ha rimesso la questione a questa Struttura commissariale per competenza, si precisa che, è stato pienamente rispettato il disposto del Decreto n. 4/010, rettificato dal Decreto n. 9/2010, del Commissario ad acta che prevede la sospensione del rilascio di nuove autorizzazioni e nuovi accreditamenti.

Il decreto n. 1 del 5 Gennaio 2011 del Commissario ad acta, infatti, si limita solo a individuare tutte le strutture già in possesso dell'accreditamento provvisorio che hanno i requisiti di legge per il passaggio all'accreditamento definitivo, con la conseguenza che, diversamente da quanto sostenuto nell'interrogazione, in realtà non è stata accreditata alcuna "nuova" struttura.

Invero, la Legge n. 296/2006 (Finanziaria per il 2007) all'art. 1, comma 796, lett. t), stabiliva che le Regioni provvedessero ad adottare provvedimenti finalizzati a garantire che dal 1° gennaio 2010 cessassero gli accreditamenti provvisori delle strutture private non confermati dagli accreditamenti definitivi.

Il dipartimento Tutela della salute con nota prot. n. 18232 dell’11 giugno 2009 ha invitato i Direttori generali delle aziende sanitarie ad attivare le procedure di verifica del possesso dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi, per il rilascio dell'accreditamento definitivo per le strutture private già provvisoriamente accreditate.

Le strutture sanitarie e socio-sanitarie che alla data del 1° Gennaio 2010 avevano il possesso dei requisiti di legge per il passaggio dall'accreditamento provvisorio a quello definitivo sono state individuate con Decreto del Dirigente generale del Dipartimento n. 909 del 4 Febbraio 2010.

E' poi intervenuta la Legge n. 191/2009 (Finanziaria per il 2010) che all'art. 2, comma 100, ha prorogato di un anno (al 31 Dicembre 2010) il termine per l'adozione dei provvedimenti regionali diretti a fare cessare gli accreditamenti provvisori delle strutture private, non confermati da accreditamenti definitivi.

La Regione, a maggiore tutela dell'integrità del sistema e con limiti assai più stringenti, ha recepito tale disposizione con la L.R. 26 febbraio 2010 n. 8; il cui art. 37, comma 1, stabilisce che il termine ultimo per le strutture private sanitarie e socio-sanitarie per adeguarsi ai requisiti di legge, al fine di ottenere l'accreditamento definitivo, è prorogato fino al 30 settembre 2010 (mantenendo i residui 90 giorni rispetto ai termine fissato dalla legge statale per il completamento dell'istruttoria amministrativa e l'emanazione dei consequenziali provvedimenti).

Con successivo D.D.G. n. 3854 del 24 marzo 2010 è stato aggiornato il sopracitato decreto dirigenziale n. 909/2010, con l'inserimento di ulteriori strutture private, anch'esse già in possesso di accreditamento provvisorio, che, adeguatesi ai requisiti di legge, sono state definitivamente accreditate.

In questo quadro, il decreto n. 4/2010, rettificato dal n. 9, del Commissario ad acta, in ossequio alle disposizioni del Consiglio dei Ministri contenute nel decreto di nomina del Commissario ad acta, dispone: "...Fino all'avvenuta formalizzazione delle nuove reti ospedaliera, laboratoristica e specialistica ambulatoriale, è sospeso il rilascio dei provvedimenti di: autorizzazione alla realizzazione, autorizzazione sanitaria all'esercizio, accreditamento istituzionale, tranne quelle necessarie all'attuazione del piano di rientro…".

Lo stesso decreto all'art. 2 stabilisce che "...Gli accreditamenti provvisori ed i progetti di riconversione di cui all'articolo 11, commi 9, 10, 11 e 12 della legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 devono essere ultimati entro il 31 ottobre 2010, al fine di consentire il completamento della procedura di rilascio dell'accreditamento definitivo delle medesime strutture entro il 31 dicembre 2010, in ottemperanza al termine previsto dall'articolo 1, comma 796, lettera t) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, come modificato dall'art. 2, comma 100, della legge - 23 dicembre 2009, n. 191...".

Pertanto, il decreto n. 1 del 05 gennaio 2011 del Commissario ad acta, adottato in ottemperanza della Legge Finanziaria per il 2007, della Legge Finanziaria per il 2010, della Legge regionale 260 febbraio 2010 n. 8, dell'obiettivo S.9.8 del Piano di rientro, e del decreto n. 4, rettificato dal n. 9, del Commissario ad acta, rappresenta il completamento del percorso finalizzato al rilascio dell'accreditamento definitivo per tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie già accreditate provvisoriamente della Regione Calabria.

Ma vi è di più infatti, non solo non sono state accreditate "nuove" strutture, ma si è proceduto a diminuire le strutture accreditate preesistenti, tanto è vero che l'elenco allegato al decreto n. 1, a fronte delle preesistenti 493 di cui alla D.G.R. 275/2008, dispone favorevolmente l'accreditamento definitivo solo per 479 strutture, con una effettiva riduzione di 14 strutture rispetto a quelle provvisoriamente accreditate in precedenza.

Tra le strutture elencate dal decreto n. 1 sono comprese quelle di salute mentale, accreditate provvisoriamente, che dovevano, in virtù di varie leggi (D.G.R. n. 105/2007; L.R. n. 24/2008; D.G.R. n. 141/2009; decreti del Commissario ad acta n. 4 e n. 9/2010), riconvertirsi in strutture residenziali ovvero modificare la propria mission per le quali sono stati presentati progetti, ai sensi dell'art. 11 della L.R. n. 24/2008, concertati tra Aziende, Regione, AGENAS, per la modifica della mission.

La realizzazione dei progetti ha portato la nuova offerta assistenziale ad essere ricompresa nel nuovo fabbisogno assistenziale previsto dal decreto n. 18/2010 del commissario ad acta che determina il riordino delle tre reti assistenziali.

Tale riprogrammazione comporta anche il mantenimento dei livelli occupazionali e, laddove sono state attivate nuove tipologie assistenziali (nei medesimi soggetti già accreditati provvisoriamente), lo si è fatto tenendo conto di quelle più utili al contrasto alla migrazione sanitaria e, in ogni caso, compensando le nuove tipologie con il venir meno di altre tipologie non transitate dall'accreditamento provvisorio a quello definitivo, in un ottica di bilanciamento degli interessi, rigore dei conti e pieno equilibrio finanziario, tanto è vero che le riconversioni delle strutture di salute mentale hanno portato un abbattimento di 498 posti letto ospedalieri sostituiti da 225 posti letto residenziali territoriali.

In conclusione, pertanto:

a) non è stata violata alcuna norma di legge, ma, al contrario, è stato compiuto un atto dovuto conseguente a leggi nazionali (Finanziaria per il 2007 e per il 2010) e regionali (L.R. 8 del Febbraio 2010) senza rilasciare alcun "nuovo" accreditamento;

b) il fabbisogno, di cui si è tenuto conto è invariato rispetto a quello previsto dal decreto n. 18/2010 del Commissario ad acta che determina il riordino delle tre reti assistenziali;

c) viene pienamente rispettato il tetto di spesa prefissato senza necessità di nuovo calcolo.

La politica stringente operata nel passaggio dall'accreditamento provvisorio all'accreditamento definitivo (della cui concretezza costituiscono prova, oltre ai numeri, anche il cospicuo contenzioso avviato dalle strutture non accreditate definitivamente, in tutto o per parte delle tipologie delle prestazioni erogate) ha certamente aumentato la competitività del settore con prevedibile miglioramento della qualità delle prestazioni offerte al cittadino, ricadute positive anche sul controllo dei centri di costo e migliore possibilità di pianificazione quali-quantitativa delle prestazioni erogate dai privati accreditati e dei tetti di spesa.

Distinti saluti.”

Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)

Magarò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dotare i presidi ospedalieri della Calabria delle più recenti e innovative apparecchiature per la diagnostica, consente di ridurre le liste di attesa e di contrastare il fenomeno della emigrazione sanitaria con notevole diminuzione della spesa pubblica;

tra le metodiche di recente applicazione in campo medico per la diagnostica vi è la PET-TAC, una tecnica non invasiva, indispensabile per la diagnosi e la cura delle patologie oncologiche in grado, con un unico esame, di ottenere informazioni quantitative e qualitative altrimenti individuabili sottoponendo i pazienti a diversi accertamenti tradizionali, quali la Scintigrafia, la TAC, la RMN, con aggravio di spesa per il servizio sanitario regionale;

l'esecuzione di un esame PET-TAC nel 38% dei casi cambia la stadiazione diagnostica, nel 42% cambia la terapia e nel 70% evita la biopsia;

in Europa la metodica PET-TAC è assai diffusa, e in Italia molti presidi dispongono di questa attrezzatura, sia nel campo pubblico che privato, in Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia è istallata o in via di istallazione almeno una PET-TAC per ogni provincia, mentre in Calabria ne esiste una sola presso il Polo oncologico di Germaneto;

la PET-TAC di Germaneto è insufficiente a soddisfare le richieste dei cittadini calabresi, tanto che nel 2009 oltre 7.600 pazienti, per sottoporsi a questo esame, sono stati costretti a spostarsi fuori dalla Calabria, con tutti i disagi che ciò comporta per un ammalato di tumore e con una spesa per le casse regionali di oltre otto milioni di euro di cui hanno beneficiato i bilanci di aziende sanitarie di altre regioni;

il costo della PET-TAC è di circa 3 milioni di euro e che nei presidi ospedalieri di Cosenza e Reggio Calabria vi sono le professionalità per il suo funzionamento;

se ha in programma di dotare della PET-TAC almeno i presidi ospedalieri di Cosenza e Reggio Calabria e, in caso di risposta negativa, se non ritiene opportuno, per razionalizzare la spesa sanitaria, investire sull'acquisto di questa apparecchiatura il cui funzionamento consentirebbe di ammortizzare l'investimento nel giro di pochi mesi e di offrire ai pazienti un servizio diagnostico all'avanguardia, riducendo così l'emigrazione verso altre regioni con ricadute positive sul bilancio della regione.

(88; 7.02.2011)

Risposta – “In merito alla interrogazione in oggetto, si comunica che questo Settore è impegnato nella redazione di un report di Health Technology Assessment al fine di determinare il fabbisogno regionale di apparecchiature Pet-Tac attraverso incontri mensili con le aziende ospedaliere iniziati a novembre 2010 e che sono tuttora in corso.

Inoltre si comunica che esiste un programma commissariale di cui all’Opcm 3635/2007 relativo all’innovazione tecnologica, in attesa di finanziamento da parte del Ministero che prevede l’acquisto di tre Pec-Tac da destinare alle aziende ospedaliere di Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro.

Si resta comunque a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti.

Distinti saluti”.

Dott.ssa Rosalba Barone (Il dirigente del Settore)

Ing. Aldo Mauro (Dir. Gen. Tutela della salute politiche sanitarie)

Guccione, Talarico D., Censore, Franchino, De Masi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere - premesso che:

nel corso di una iniziativa pubblica, tenutasi il 14 febbraio 2011 presso la Sala degli Stemmi della Provincia di Cosenza, presenti: parlamentari, consiglieri regionali, un rappresentante del Comune di Paola, è stato chiesto di fare pienamente luce sul drammatico “Caso Politano", la vicenda che riguarda una famiglia di Paola (Cs) quasi completamente distrutta dal cancro;

la famiglia viveva da anni in un'abitazione adiacente ad un centralina per i servizi telefonici;

l'unica superstite, Antonella Politano, da dieci anni si batte per mantenere la promessa che fece al padre in punto di morte: ottenere giustizia per i genitori, per la zia e per le sue tre sorelle, Gabriella, Annamaria, Patrizia che, una dopo l'altra, sono decedute dopo laceranti sofferenze per un tumore terribile che ne ha devastato i corpi fino a distruggerli;

la superstite, ma anche gli organi informazione e indagini giudiziarie hanno fatto una ricostruzione puntuale di quanto accaduto;

secondo queste ricostruzioni, Vincenzo Politano, lavorava come custode nella vicina "Azienda di Stato per i Servizi Telefonici" (poi diventata Iritel e poi ancora Telecom ed ora delle Poste Italiane);

la famiglia viveva in una casa posta all'interno di un enorme caseggiato, adiacente alla centralina telefonica; nel caseggiato abitavano anche altri dipendenti;

nella zona si respirava per anni un'aria pesante, molto forte, che chiaramente non era aria pulita, ma sembrava normale, e nessuno si lamentava più di tanto. Anche i genitori di Antonella pensavano che i cattivi odori fossero prodotti dalle turbine. Non avrebbero mai potuto sapere che si trattava con ogni probabilità di sostanze altamente nocive, forse veri e propri veleni, che nel giro di pochi anni sarebbero stati causa di tanti morti;

nessuno, del resto, sembra fosse a conoscenza del fatto che quei fumi, che fuoriuscivano da una centralina telefonica, posta a qualche metro da civili abitazioni, rappresentavano un pericolo mortale per decine di persone;

nel 1984 muore la mamma di Antonella, Natalina. Il 6 agosto del 1988, a soli 39 anni, muore per carcinoma alle ovaie anche la sorella più grande, Gabriella. L'8 dicembre del 1988 muore la seconda sorella, Annamaria. Nel 2000 muore anche Patrizia. Negli anni successivi moriranno pure il padre Vincenzo e la zia Bernardina. Antonella Politano, si dedica così ad una lunga battaglia giudiziaria, combattuta senza risparmio di energie, per ottenere giustizia;

nel 1992 quella centralina venne smantellata. La Procura di Paola avviò un' inchiesta da cui emerse che all'interno della centralina esistevano ben 226 accumulatori di piombo sottoposti giornalmente a manutenzione ordinaria;

da questi accumulatori si sprigionavano sostanze tossiche e nocive, quali il solfato di piombo che diventavano ancora più nocive sotto l'azione dell'acido solforico, sostanze classificate dallo Iarc, cancerogeno umano, gruppo 1, nonché vapori tossici provenienti dai raddrizzatori al selenio;

dall'inchiesta vennero fuori anche altre gravissime inadempienze da parte dell'Azienda;

il 30 novembre del 2007 furono rinviati a giudizio due dirigenti responsabili della centrale. Processati, vennero dichiarati non colpevoli con non luogo a procedere, ma il danno ambientale prodotto fu riconosciuto e ciò ha premesso alla famiglia Politano e a quanti sono rimasti vittime di quelle esalazioni di intentare una causa civile contro l’Azienda, ora di proprietà delle Poste italiane;

quali iniziative si intendono intraprendere affinché si faccia piena luce su quanto è accaduto al fine di rendere definitivamente giustizia alla famiglia Politano e a quanti sono stati colpiti dalle conseguenze del caso in oggetto;

se non ritiene utile attivare con urgenza l'azienda sanitaria di Cosenza e l'Arpacal per avviare un monitoraggio epidemiologico sull'area interessata (quartiere Viale dei Giardini di Paola) al fine di ottenere un quadro dettagliato e scientifico sull'intera vicenda.

(92; 16.02.2011)

Risposta – “Con riferimento alla interrogazione in oggetto acquisita dallo scrivente Dipartimento con prot. n. 400/D.G. del 18.03.2011 ed al danno ambientale prodotto sul’area del <Quartiere Viale dei Giardini del comune di Paola> dalla centralina ex Azienda di Stato per i servizi telefoni – Poi Iritel poi Telecom ed ora Poste italiane - si chiede agli enti in indirizzo nell’ambito delle rispettive competenze, di notiziare con cortese sollecitudine, lo scrivente Dipartimento in merito allo stato di idonei monitoraggi ambientali ed epidemiologici condotti sull’area interessata (avviati, in corso e/o conclusi).

In caso contrario si invitano, gli Enti in indirizzo, a voler intervenire per gli accertamenti ritenuti necessari al fine di ottenere un quadro dettagliato e scientifico sulla vicenda.

Ing. Salvatore Corroppolo (Il dirigente di Settore)

Francesco Pugliano (Assessore alle politiche dell’ambiente)

Guccione, Censore, F. Aiello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la dott.ssa Angela Riccetti ricopre l'incarico di dirigente medico responsabile presso il Pronto Soccorso dell'ospedale di Praia a Mare dal 10 agosto del 2007 (delibera n. 413 del 24 luglio 2007), dopo le dimissioni del responsabile anziano e dopo aver partecipato, unica concorrente, ad avviso per conferimento incarico di responsabile della medesima unità operativa, indetto dalla ex azienda sanitaria n. 1 di Paola, incarico rinnovato con delibera 5343 del 10 dicembre 2009, dopo valutazione favorevole di apposita commissione;

quando è stata chiamata a svolgere questa mansione non esisteva un vero reparto: i pazienti aspettavano in piedi nel corridoio non essendoci spazi destinati all'attesa e ad essi non veniva garantita nessuna tutela della privacy, la strumentazione e le attrezzature erano vecchie ed insufficienti, il personale medico e infermieristico per la maggior parte precario;

in breve tempo, il pronto soccorso è cambiato completamente sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e funzionale;

nel giugno del 2008, in qualità di responsabile, la dott.ssa Riccetti veniva informata, per iscritto, che gli infermieri di turno nella mattina del 26/06/08, senza che il medico in servizio ne fosse a conoscenza, visitavano e quindi dimettevano la piccola paziente L. A., falsificando la firma del sanitario;

a seguito di tale comunicazione, si provvedeva, vista anche la rilevanza penale del fatto, ad informare la Direzione Sanitaria perché assumesse i provvedimenti che la stessa ritenesse di dover assumere, data la gravità del caso;

poiché continuavano a verificarsi ancora gravi fatti nel servizio, sempre nei turni in cui erano presenti gli stessi infermieri, e poiché non era stato assunto alcun provvedimento dalla Direzione sanitaria di presidio, provvedeva di nuovo (giugno 2009) ad informare la stessa Direzione sanitaria e nel contempo inviava lettera, per conoscenza, alla direzione generale dell'Asp di Cosenza;

successivamente la dott.ssa Riccetti veniva fatta oggetto di atti intimidatori (le veniva recapitata a casa una busta con tre proiettili a mezzo posta, tanti quanti sono i componenti della sua famiglia);

nel frattempo la Direzione generale istituiva una Commissione d'indagine, che alla fine del proprio lavoro riteneva di assegnare ad altri reparti gli infermieri in questione, in attesa di un approfondimento dei fatti, per una palese incompatibilità ambientale e lavorativa;

la dottoressa Riccetti inviava informativa anche all'ufficio valutazione rischio clinico dell'Asp di Cosenza;

tale deliberato della Commissione aziendale, sarebbe stato disatteso dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare per cui interveniva la Direzione generale dell'Asp per dare corso al deliberato medesimo, che prevedeva l'allontanamento dal reparto degli infermieri in causa;

dopo un periodo di tranquillità, il Direttore sanitario del Presidio, con ordine di servizio del 22 aprile 2010 e del 30 giugno 2010, disponeva il rientro nel reparto di Pronto Soccorso degli operatori in questione, disattendendo le deliberazioni scaturite dalla Commissione e determinando, di fatto, una situazione di grave incompatibilità ambientale e lavorativa all'interno del Pronto Soccorso che la dott.ssa Riccetti tornava a segnalare al nuovo Commissario dell'ASP di Cosenza;

ad aprile 2010, sono stati messi in atto dal Direttore sanitario del presidio ospedaliero di Praia a Mare, tutta una serie di disposizioni che, ad avviso dell'interrogante, hanno messo in condizione il servizio di operare in regime di precarietà (trasferimento di personale formato, riduzione del personale infermieristico senza motivazione alcuna);

la dott.ssa Riccetti, è stata fatta oggetto di ulteriori atti intimidatori (taglio delle gomme della proprio autovettura, biglietti minatori nello spogliatoio dell'Ospedale, nelle tasca del camice e un biglietto con tre cappi fatti probabilmente con il sangue) la dottoressa ha denunciato che, nello stesso tempo, è stata fatta oggetto di azioni persecutorie da parte della Direzione ospedaliera e di abuso di provvedimenti disciplinari;

una ulteriore Commissione interna, disposta dal commissario, con nota ASP n. 52898 del 10 maggio 2010, ribadiva le stesse conclusioni (depositate il 3 giugno 2010) a cui era pervenuta la prima Commissione e che davano ragione sulla sussistenza di una incompatibilità ambientale e lavorativa e pertanto concludeva: «nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, nel rispetto dei ruoli istituzionali, si ritiene opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiente di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità, trattandosi di un servizio che opera spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le figure professionali presenti»;

a tutt'oggi queste disposizioni sarebbero state disattese, benché richiamate all'esecutività con ulteriore disposizione del 1° dicembre 2010, dal commissario dell'Asp di Cosenza;

la situazione ambientale e lavorativa odierna all'interno dell'Unità Operativa di Pronto Soccorso è estremamente preoccupante e pericolosa soprattutto per le conseguenze gravi e negative che potrebbe provocare sugli utenti -:

se è a conoscenza di quanto denunciato dalla dott.ssa Riccetti;

se nell'ambito delle proprie competenze, non intenda intervenire al fine di garantire condizioni di sicurezza all'interno del Pronto soccorso di Praia a Mare;

quali iniziative intenda assumere per proteggere e difendere l'incolumità della dott.ssa Riccetti fatta oggetto di intimidazioni e minacce che non possono essere assolutamente accantonate o, ancor peggio, dimenticate o sottovalutate.

(99; 2.03.2011)

Risposta – “In merito alla problematica definita in aggetto questa Commissione, composta dal dott. Gabriele Scolati, dalla dott.ssa Amalia De Luca e dal sig. Almerico Ciambrone in qualità di segretario verbalizzante, ha proceduto:

A. All'esame degli atti contenuti nel fascicolo relativo alla vicenda in oggetto;

B. Alla raccolta delle dichiarazioni rese dal personale coinvolto direttamente nella vicenda, in data 18 maggio 2010 presso il P.O. di Praia a Mare;

C. Alla raccolta delle dichiarazioni del restante personale della U.O. di Pronto Soccorso, convocato presso la direzione aziendale dell'ASP di Cosenza nei giorni 21 maggio, 25 maggio e 1° giugno 2010;

D. Alla formulazione delle considerazioni conclusive.

Elenco degli atti contenuti nel fascicolo relativo alla vicenda in oggetto, esposti in ordine cronologico:

l. Nota del 4.07.2008 a firma dei responsabile della U.O di Pronto Soccorso del P.O. di Praia a Mare, dott.ssa A. Riccetti, inviata al Direttore sanitario del P.O. di Praia a Mare, riguardante una segnalazione della dott_ssa Migale Monica, dirigente medico del Pronto Soccorso di Praia a Mare.

2. Nota prot. n. 37/P.S. del 30.06.2009 a firma della dott.ssa Riccetti, indirizzata al Direttore generale pro-tempore Asp di Cosenza, al Direttore sanitario pro-tempore ASP di Cosenza e al Direttore sanitario del P.O. Praia a Mare;

3. Verbale di denuncia ai Carabinieri di Praia a Mare da parte della dott.ssa Riccetti, datato 09.07.2009;

4. Nota prot. Asp n. 62216 del 23.07.2009 a firma di Tagliente Iolanda;

5. Nota prot. ASP n. 62220 del 23.07.2009 a firma di Nicodemo Gianfranco;

6. Nota prot. ASP n. 52231 del 23.07.2009 a firma di Fulco Amedeo;

7. Verbale di denuncia ai Carabinieri di Scalea da parte della dott.ssa Riccetti, datata 03.08.2009;

8. Verbale di denuncia ai Carabinieri di Praia a Mare da parte dei sig. De Francesco Michele, datato 3.09.2008 e verbale di denuncia di Oliveto Maria;

9. Verbale di riunione presso la direzione sanitaria del P.O. di Praia a Mare in data 3.09.2009;

10. Nota a firma dell'infermiere professionale Fulco Amedeo;

11. Nota prot. 582/1C del 30.09.2009 a firma del D.S. del P.O. di Praia a Mare;

12. Disposizioni di servizio prot. 75724 e prot 79725 del 02.10.2009, a firma del Direttore Generale e del Direttore Sanitario Asp Cosenza;

13. Nota prot. 79773 del 02.10.2009 a firma dei Direttori Generale, Amministrativo e Sanitario ASP di Cosenza;

14. Disposizione di servizio prot. 609/6° del 06.10.2009 del Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare per l'infermiere Nicodemo Gianfrancesco;

15. Nota prot. Asp n. 1269 dell’8.10.2009 indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare a firma del D.G. ASP (nomina commissario AD ACTA),

16. Notizie ANSA di interrogazione al Presidente Regione Calabria On. Loiero datata 09.10.2009;

17. Comunicato stampa del D.G. Asp del 9.10.2009;

18. Verbale di querela presentata ai Carabinieri di Scalea in data 12.10.2009 da parte della dott.ssa Riccetti nei confronti dell'infermiere Fulco Amedeo;

19. Verbale acquisizione degli atti in copia da parte dei Carabinieri di Scalea datato 24.10.2009 su richiesta della dott.ssa Riccetti riguardanti "registro consegna infermieri anno 2009, registro consegna infermieri anno 2009, turni di servizio anno 2008, registro consegna e controllo dell'emoteca dei medici anno 2008-2009";

20. Verbale di denuncia ai Carabinieri di Scalea dei sig. Nisi Nicola (marito della dott.ssa Riccetti) del 26.03.2010;

24. Nota prot, n. 199/11; del 6.04.2010 a firma del Direttore Sanitario dei P.O. di Praia a Mare, indirizzato alla dott.ssa Riccetti e per conoscenza al Direttore Generale, Direttore sanitario, Direttore Amministrativo e Ufficio Personale;

22. Nota prot. n. 12 del 6.04.2010 in risposta alla nota di cui al punto precedente, a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. Praia a Mare;

23. Nota prot, 21/PS del 23.04.2010 a firma della dott.ssa Ricetti indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare e per conoscenza alla Direzione Aziendale Asp Cosenza e Procura della Repubblica di Paola;

24. Nota prot. n. 21/PS datata 23.04.2010 a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare e per conoscenza alla Direzione Aziendale Asp Cosenza e Procura della Repubblica di Paola;

25. Nota prot. n. 245/1° datata 26.04.2010 a firma del dott. Cesareo indirizzata al Direttore Generale F.F., Collegio Sindacale, OO.SS; RR.SS.UU. Corte dei Conti e Presidente Giunta regionale;

26. Verbale di querela presentata ai Carabinieri di Praia a Mare da parte della dott.ssa Riccetti datata 03.05.2010 nei confronti di ignoti;

27. Richiesta incontro con il Commissario Asp Cosenza da parte Organizzazione Sindacale CGIL;

28. Nota prot. n. 28/PS del 30.04.2010 a firma della dott.ssa Ricetti inviata al Commissario ASP Cosenza e per conoscenza ai Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare;

29. Nota prot. 335/1E del 18.05.2010 a firma del Direttore Sanitario dei P.O. di Praia a Mare indirizzata alla dott.ssa Riccetti avente per oggetto "contestazione di addebito";

30. Nota 37/PS del 21.05.2010 a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Direttore Sanitaria del P.O. di Praia a Mare avente per aggetto "Risposta alla nota 335/1E del 18.05.2010”;

31. Nota prot. 362/1E del 27.05.2010 a firma del Dott. Cesareo indirizzata alla dott.ssa Riccetti avente per oggetto "contestazione di addebito del 18.05.2010 prot., 335/1E. Determinazioni.

32. Nota prot. 44/PS del 27.05.2010 a firma della dott.ssa Riccetti indirizzata al Commissario Straordinario ASP di Cosenza avente per oggetto "Osservazioni alle disposizioni di servizio prot. 351-352/6° del 24.05.2010 della direzione sanitaria di Praia a Mare";

Dichiarazioni rese da parte del Personale del Pronto Soccorso presso il Presidio Ospedaliero di Praia a Mare in data 18 maggio 2010.

Sono state raccolte le dichiarazioni dei Seguenti dipendenti:

- Fulco Amedeo, infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Chirurgia P.O. Praia a Mare;

- Nicodemo Gianfrancesco, infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto Soccorso a seguito della disposizione di servizio prot. n. 237/6a del 22.04.2010;

- Tagliente Iolanda, infermiera professionale attualmente in servizio pressa l’U.O. di Chirurgia del P.O. di Praia a Mare;

- Riccetti Angela, dirigente medico attualmente Responsabile della U.O. Pronto Soccorso.

- Cesareo Vincenzo, Direttore Sanitario P.O. Praia a Mare.

Le dichiarazioni raccolte sono allegate alla presente relazione.

Dichiarazioni rese dal restante personale afferente alla U.O. Pronto Soccorso, a seguito di convocazione del 21 maggio, del 25 maggio e dell'1 giugno 2010 presso la sede della direzione aziendale ASP di Cosenza.

Sano state raccolte le dichiarazioni dei seguenti dipendenti:

- De Francesco Michele, coordinatore infermieristico facente funzione presso l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Potenza Carmela, infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto Soccorso.

- Tortorella Angela, infermiere professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Pronto Soccorso.

- Iannini Mario, infermiere professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Oliveto Gina, infermiera professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Lacava Giovanni, infermiere professionale attualmente in servizio presso l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Neri Giuditta, infermiera professionale attualmente in servizio presso l'U.O. di Medicina del P.O. di Paola;

- Cirolli Salvatore, dirigente medico presso l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Perrone Antonio Salvatore, dirigente medico pressa l’U.O. di Pronto Soccorso.

- Papa Elena dirigente medico presso l’U.O. di Pronto Soccorso

- Pace Salvatore, dirigente medico pressa l’U.O. di Pronto Soccorso (01.6.2010)

Dichiarazione congiunta resa da una parte del personale sopra elencata.

Le dichiarazioni raccolte sono allegate alla presente relazione.

Considerazioni conclusive.

Atteso che il mandato, conferito a questa Commissione, era quello di compiere un’opera di ricognizione dei fatti, relativi alla vicenda culminata nel provvedimento di cui alla nota n. 237/6a del 22-04-2010, a firma del Direttore Sanitario del P.O. di Praia a Mare, preliminarmente si è proceduto all'esame di tutti gli atti contenuti nel relativo fascicolo.

Al fine di fornire utili elementi di valutazione è doveroso procedere ad una breve esposizione dei fatti, così come emergono dalla lettura degli atti.

In data 4 luglio 2008 la responsabile del pronto soccorso del P.O. di Praia a Mare, dott.ssa Angela Riccetti, trasmetteva al Direttore Sanitario del Presidio, dott. Vincenzo Cesario, la segnalazione ricevuta dalla dott.ssa Monica Migale, dirigente Medico del Pronto Soccorso, riguardante una presunta falsificazione di firma, da parte del personale infermieristico, apposta su una scheda di prestazione effettuata in Pronto soccorso.

A distanza di circa un anno e precisamente in data 30.06.2009, la dott.ssa Riccetti inviava una nota al D.G. dell'Asp, al D.S. Asp ed al Direttore del P.O. di Praia a Mare, nella quale segnalava comportamenti "irriguardosi, supponenti e arroganti, nonché atteggiamento non collaborativo e negligente da parte di alcuni infermieri afferenti alla struttura da lei diretta. Nella stessa nota la scrivente chiedeva il trasferimento ad altre UU.OO. degli infermieri Fulco Amedeo, Nicodemo Gianfrancesco e Tagliente Iolanda ed allegava la nota della dott.ssa Migale sopra menzionata ed una comunicazione del coordinatore infermieristico del Pronto Soccorso De Francesco Michele del 20/06/2009, relativa alla segnalazione della scomparsa di farmaci e attrezzature nonché della manomissione del frigo dei farmaci e del frigo emoteca.

In data 23.07.2009 i tre infermieri sopra menzionati, Fulco Amedeo Nicadem Gianfrancesco e Tagliente Iolanda, a seguito della trasmissione da parte del D.S. del PO. della nota a firma della dott.ssa Riccetti, inviavano al D.G. Asp, al D.S. Asp ed al Direttore P.O. di Praia a Mare le controdeduzioni con riferimento ai fatti a loro addebitati.

Il 3 settembre 2009 si svolgeva presso il P.O. di Praia a Mare una riunione presieduta dal D.S. Asp ed alla presenza della dott.ssa Riccetti, dei rappresentanti della F.P CGIL, del Direttore del P.O. e del dirigente medico della direzione sanitaria Tullio Laino, avente per oggetto i fatti denunciati dal responsabile del P.S. A conclusione della suddetta riunione veniva richiesto dal Direttore Sanitario dell'Asp alla Direzione Sanitaria del P.O. di effettuare il trasferimento dei due infermieri Fulco A. e Nicodemo G. presso altra U.O. dello stesso Presidio entro il termine del 30 settembre 2009. L’infermiera Tagliente I. era stata già trasferita in data 19 grugno 2009 con provvedimento a firma del D.G. pro tempore dell’Asp.

Poiché il Direttore sanitario (D.S.) del P.O. non procedeva al trasferimento dei due infermieri, adducendo l’indisponibilità degli stessi ad essere trasferiti e l'inopportunità del provvedimento, atteso che era in atto un'azione legale intrapresa dagli stessi infermieri avverso le contestazioni mosse dal Responsabile del Pronto Soccorso, in data 2 ottobre 2009 il provvedimento di trasferimento veniva adottato direttamente dalla direzione strategica aziendale. Per i provvedimenti in merito alla vicenda veniva nominata un commissario ad acta nella persona del Direttore sanitario dell’Asp (nota punto o dell’elenco di cui al punto 1).

In data 22 aprile 2010 con nota prot. n. 237/6a il D.S. del P.O. di Praia e Mare disponeva, diversamente con quanto impartito dal Direttore generale pro-tempore, anche se in via provvisoria, al trasferimento dell'infermiere professionale Nicodemo Gianfrancesco, a decorrere dal 9 maggio 2010, presso l'U.O. di Pronto Soccorso.

In data 23 aprile 2010 con nota prot. 21/P.S. la dott.ssa Riccetti comunicava al D.S del P O. l’impossibilità ad accettare il trasferimento dell'ing prof. Nicodemo Gianfrancesco, adducendo motivi di inopportunità per l'esistenza di azioni legali in corso nei confronti dello stesso e citando la disposizione della direzione strategica aziendale di trasferimento dell’infermiere ad altro reparto. La suddetta nota veniva inviata per conoscenza oltre che alla direzione strategica aziendale anche alla Procura della Repubblica di Paola ed ai Carabinieri di Praia a Mare,

In data 30 aprile 2010 con nota prot. 28/PS. la dott.ssa Riccetti chiedeva al Commissario Straordinario dell’Asp la convalida del trasferimento dell’infermiere Nicodemo Gianfrancesco di cui alla nota prot. 237/6° del 22.04.2010.

E' opportuno segnalare che a partire da luglio 2009 e fino al 3 maggio 2010 sono documentati agli atti una serie di verbali di denunce/querele presentate ai Carabinieri di Praia a Mare e di Scalea da parte della dott.ssa Riccetti; del coordinatore infermieristico De Francesco Michele e dell'ing. prof. Fulco Amedeo, con riferimento a fatti che sono tutt'ora al vaglio della magistratura.

Gli infermieri Fulco Amedeo, Nicodemo Gianfrancesco e Tagliente Iolanda, sentiti da questa commissione, hanno confermato quanto già precedentemente comunicato con nota del 23.07.2009 (punti d, e, f elenco n. 1) e cioè si sono dichiarati estranei ai fatti contestati.

La Dott.ssa Riccetti, Responsabile dell'U.O. di Pronto Soccorso, anch'essa sentita sui fatti, nel confermare tutta la problematica già documentata nelle comunicazioni inviate alla Direzione aziendale ed alla Direzione di presidio, si è dichiarata comunque disponibile ad una eventuale reintegrazione dell'infermiere Nicodemo Gianfrancesco nell'organico della struttura da lei diretta, “declinando tuttavia ogni responsabilità per eventuali disservizi che ne potrebbero derivare”. (vedi dichiarazione allegata).

Dalle dichiarazioni del personale non direttamente coinvolto nella vicenda, raccolte e documentate ai punti 2 e 3 della presente relazione, emergono due posizioni. Una, che descrive un clima lavorativo poco sereno, l'altra che riporta una esperienza soggettiva di clima collaborativo e disteso.

Con riferimento alla prima posizione il personale, in una dichiarazione congiunta, afferma quanto segue "In attesa della definizione del procedimento in corso, presso la Procura della Repubblica di Paola, è auspicabile, per il buon funzionamento del servizio di pronto soccorso e per l’ottimizzazione dei rapporti relazionali del personale firmatario che si attenda la conclusione delle indagini prima di disporre la reintegrazione nell'unità operativa degli interessati dalla su indicata indagine…”.

D'altra parte il Direttore sanitario del P.O. di Praia a Mare, per come da dichiarazione agli atti: addebita la responsabilità dell’intera vicenda alla dirigente Responsabile delle U.O. di Pronto Soccorso, dott.ssa A. Riccetti. Lo stesso Direttore sostiene di essere venuto a conoscenza dei fatti contestati ai tre infermieri soltanto ad oltre un anno di distanza, e che per alcuni di questi fatti giudicati di passibile rilevanza penale, ha provveduto a dare comunicazione alla Procura della Repubblica. In ogni caso per completezza di quanto rappresentato dal dott. Cesareo si rimanda alla dichiarazione, integrale dallo stesso sottoscritta in data 18 maggio 2010, allegate alla presente relazione.

Gli ultimi atti (punti 30, 31 e 32 dell'elenco di cui alla lettera A), riguardano una contestazione ed il successivo addebito di natura disciplinare da parte del Direttore sanitario dott. Cesareo nei confronti della dott.ssa Riccetti, sempre in relazione ai fatti in questione.

L'intera vicenda si è svolta in un arco temporale di circa due anni ed ha visto il susseguirsi di una serie di atti che hanno interessata in primo luogo l’U.O. di Pronto Soccorso e successivamente la Direzione Sanitaria del Presidio ospedaliero, la Direzione Aziendale dell'ASP, i Carabinieri di Praia a Mare e Scalea ed in ultimo la Procura della Repubblica di Paola. La valutazione dei fatti è stata pertanto condizionata, oltre che dalla impossibilità di trovare i necessari puntuali riscontri, trattando in molti casi di circostanze riferite ad epoche antecedenti di uno o due anni, anche da ipotesi di passibili responsabilità penali tutt'ora al vaglio della Magistratura, e di responsabilità disciplinare, che fa riferimento per i tempi e le procedure a quanto previsto dall'art. 55 bis del D.Leg.vo 165/2001 e s.m.i. ed ai CCNL vigenti.

Di conseguenza questa commissione, nel rimandare necessariamente agli organi competenti le valutazioni riguardanti le eventuali responsabilità di cui sopra, può esprimersi esclusivamente in merito agli aspetti comportamentali della vicenda, cosi come sono emersi dagli esami degli atti e dalle dichiarazioni raccolte.

In particolare si vuole sottolineare che, mentre non sono stati evidenziati elementi certi riferibili a specifiche responsabilità dei singoli, è stata invece rilevata, oltre che segnalata da più parti, la sussistenza di una difficoltà relazionale nell'ambiente di lavoro della U.O. di pronto soccorso, che, se non risolta, potrebbe avere, a nostro giudizio, ripercussioni sul buon andamento del servizio e, di conseguenza, effetti negativi sull'immagine dell'Azienda Sanitaria.

Trattandosi di una struttura, quale quella di Pronto Soccorso, deputata ad erogare prestazioni, spesso in condizioni di emergenza-urgenza, è senza dubbio auspicabile che il clima lavorativo sia improntato alla collaborazione ed alla fiducia di tutte le figure professionali presenti e che, per una migliore efficacia le attività si svolgano in condizioni di massima efficienza.

L'organizzazione del servizio deve pertanto prevedere la rimozione di ogni eventuale ostacolo che possa compromettere, a qualunque livello, il raggiungimento degli obiettivi attesi.

In conclusione, nelle more che si completino i procedimenti penali e disciplinari in corso, in un'ottica di superamento dei conflitti e nel rispetto dei ruoli istituzionali, gli scriventi ritengono che sia comunque opportuno che le parti in causa non si trovino a condividere lo stesso ambiento di lavoro, al fine di evitare il reiterarsi di situazioni di incompatibilità”.

Dott. Gabriele Scolati

Dott.ssa Amalia De Luca

Giuseppe Scopelliti (Presidente Giunta regionale)

De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi dei settore sanitario della Regione Calabria, deve predisporre misure di riorganizzazione e riqualificazione dei Servizio sanitario regionale;

appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio finanziario nel settore de quo;

allo scopo di risanare il deficit del Servizio sanitario regionale è previsto, nell'ambito del summenzionato Piano, il pagamento di un numero considerevole di servizi da parte degli utenti;

con Decreto 17 dicembre 2010, n. 38, il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, ha determinato le tariffe per le prestazioni di ambulanza ed elisoccorso;

nel suddetto Decreto sono previste le tariffe da applicarsi alle attività di trasporto sanitario in ambulanza non seguito da ricovero;

restano a carico dei trasportati una serie di spese per prestazioni sanitarie dei pazienti trasportati e non ricoverati, così come più dettagliatamente indicate nel Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;

per le chiamate totalmente immotivate nonché per l'intervento inappropriato a mezzo elicottero, rilevato dall'equipaggio intervenuto, è prevista la corresponsione del costo dell'intervento da parte degli utenti, così come fissato nel sullodato decreto;

per quanto concerne l'attività di eliambulanza, la spesa della prestazione dei trasferimenti secondari da ospedale ad ospedale riconosciuta inappropriata, previa verifica, sarà pagata dal medico ospedaliero che ha richiesto il servizio;

è prevista la corresponsione da parte dei cittadini stranieri del costo totale dell'intervento dell'eliambulanza, fino ad un massimo di €. 3.500,00;

tale provvedimento potrebbe eccessivamente inibire utenti e personale medico, i quali, per non incorrere, rispettivamente, a spese e/o ad eventuali ammende, potrebbero non chiamare e/o autorizzare il servizio di trasporto anche in casi necessari ed urgenti;

appare del tutto immotivata la scelta del Commissario ad acta di dare efficacia retroattiva al Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;

appare decisamente paradossale l'assunto secondo il quale nessuna compartecipazione ai costi del servizio erogato è dovuta nel caso di decesso del paziente soccorso;

se il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, intenda apporre dei correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti degli utenti e/o del personale medico.

(102; 1.03.2011)

Risposta – “Con riferimento all'interrogazione in oggetto si comunica quanto segue:

Preliminarmente, si rappresenta che il decreto non riguarda le "…tariffe delle prenotazioni..." bensì si riferisce alla "Determinazione delle tariffe per le prestazioni di ambulanza ed elisoccorso - rimodulazione dei flussi informativi dell'emergenza - urgenza ai fini del recupero della mobilità Implementazione del Flusso "G"...'.

Come è noto la Calabria non era dotata di un siffatto tariffario e ciò ha provocato, negli anni precedenti al 2010, la mancata richiesta da parte della Regione di rimborso delle prestazioni di che trattasi alle altre Regioni italiane;

Su tale argomento è in corso un'indagine della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti in ordine al mancato introito delle prestazioni erogate dalla Regione Calabria ai cittadini di altre Regioni.

L'indagine verte sul fatto che, mancando le tariffe, la Regione, di conseguenza, non ha potuto quantificare l'importo delle prestazioni erogate.

Nasce anche da questo l'obbligo di provvedere ad emanare le tariffe di che trattasi e di istituire il flusso di informazioni legate al Flusso "G";

Il Flusso "G" è, infatti, uno dei sette flussi (gli altri sono: l'ospedaliera, la specialistica ambulatoriale, la farmaceutica convenzionale, il File F - diretta farmaci -, il flusso delle prestazioni dei medici di medicina generale ed il flusso delle prestazioni termali) previsti dal Testo Unico della mobilità sanitaria attraverso il quale è regolata la materia delle compensazioni delle prestazioni erogate dalle Regioni per i cittadini non residenti nelle regioni medesime.

Le tariffe del decreto n. 38/2010 sono state tarate, nel rispetto delle indicazioni nazionali, sulla media "pesata" delle tariffe in uso in quelle regioni che hanno attivato il flusso "G".

Il decreto n. 38/2010 ha altre finalità oltre il recupero della mobilità sanitaria atteso che lo stesso dispositivo risponde ai seguenti obiettivi di Piano di rientro:

Obiettivo Generale G.4 Qualificazione della rete di emergenza-urgenza;

Obiettivo Generale G.9 Riorganizzazione delle attività amministrative di monitoraggio del sistema;

Obiettivo Generale G.10 Miglioramento del livello di conoscenza regionale del sistema sanitario;

Obiettivi Specifici:

S.12.7. Informatizzazione delle C.O. 118 e definizione della rete radio regionale;

S.12.12. Gestione razionalizzata e centralizzata basi Elisoccorso;

S.22.5. Obbligatorietà trasmissione flussi mensili su attività ospedaliera e avviamento creazione flussi su altre tipologie di assistenza;

S.23.4. Strutturazione dei processi e identificazione degli oggetti informativi;

S.23.7. Implementazione del nuovo sistema informativo sanitario.

Con riferimento all'interrogazione si segnala che il Dipartimento ha attivato un controllo sull'appropriatezza delle richieste di attivazione del servizio di elisoccorso.

Dai controlli effettuali sono emerse alcune criticità sul corretto ed appropriato utilizzo di questo importantissimo mezzo di soccorso.

L'analisi delle schede pervenute al Dipartimento ha reso necessario l'inoltro di una serie di richieste di chiarimenti indirizzati alle Aziende Sanitarie per interventi dell'elisoccorso, ritenuti non appropriati.

Al fine di meglio eliminare ulteriori criticità è stato emanato il decreto n. 7 del 28 gennaio 2011 avente per oggetto: "Approvazione modello di attivazione per trasporto secondario con elisoccorso..".

A tutt'oggi nessuna contestazione è stata rilevata a carico di alcun medico o di privati cittadini ma lo strumento fornito dal decreto n. 7/2011 e dal decreto n. 38/2010 potrà consentire, in futuro, di contestare eventuali trasporti inappropriati che potrebbero produrre un aggravio di spesa ingiustificato ed anche un utilizzo improprio del mezzo di soccorso che potrebbe danneggiare quei cittadini, affetti da patologie realmente gravi, che necessitano di un Pronto intervento a mezzo elicottero.

Analogamente a quanto avviene nelle altre regioni nulla si potrà pretendere a carico dei familiari in caso di decesso del paziente soccorso.

Con riferimento alla scelta definita "immotivata" nell'interrogazione n. 102/9^ di dare efficacia del decreto n. 38/2010 dal 1° gennaio 2010, si rappresenta che il T.U. della mobilità prevede che la trasmissione dei dati per il flusso annuale della mobilità (e quindi i recuperi finanziari ad esso collegati) sia trasmesso al Tavolo Nazionale entro e non oltre il mese di maggio dell'anno successivo.

L'ufficio del Dipartimento che gestisce i flussi della mobilità sanitaria della Regione Calabria necessita, per l'elaborazione dei dati da inviare al predetto Tavolo, della trasmissione dei flussi informativi regionali dell'anno 2010 entro il 15 di Aprile del 2011.

I dati del flusso informativo esistono in forma aggregata presso la Centrale operativa di Catanzaro che funge da coordinamento regionale.

Di conseguenza, in base al decreto n. 38, i dati dell'intero anno 2010, informatizzati nel tracciato record previsto dall'allegato tecnico, potranno essere inviati al Tavolo nazionale della compensazione sanitaria al fine del recupero, per la prima volta in Calabria, dei costi del servizio sostenuti dalla Regione Calabria per i cittadini non residenti nel territorio calabrese, in analogia a ciò che fanno le altre Regioni nei confronti della Regione.Calabria.

All'uopo si rappresenta che la complessa operazione di conteggio è stata affidata, dalla Struttura del Sub-Commissario ad acta, all'Unità di Missione della Guardia di Finanza che, da quel che risulta, ha provveduto a riscontrare, presso le sedi di tutti i Servizi Urgenza ed Emergenza Medica delle cinque Aziende Sanitarie Provinciali, i nominativi di tutti i pazienti soccorsi dal servizio 118, sia a mezzo autoambulanza che elisoccorso, verificandone l'effettiva residenza fuori Regione ed applicandovi la corrispondente Tariffa prevista dal decreto in argomento.

L'esito dell'attività, non ancora ultimata, fa prevedere la possibilità di portare in compensazione, per l'annualità 2010, una somma approssimativamente vicina agli 850.000 euro.

Si conclude che, viste le finalità del decreto n. 38/2010 e l'aderenza delle specifiche indicazioni contenute nell'allegato tecnico, non si ritiene di dover apportare, al momento, alcuna modifica al decreto medesimo”.

Gen. Dott. Luciano Pezzi (Sub commissario per l’attuazione del piano di rientro sanitario)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con legge regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 è stata istituita l'Autorità regionale denominata "Stazione Unica Appaltante" (SUA) e che con DPGR n. 272 del 2 dicembre 2008 il Dott. Boemi salvatore è stato nominato Dirigente generale della Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria;

con DGR n. 142 del 30 marzo 2009 è stato approvato il Regolamento di organizzazione della stazione unica appaltante e con DGR n. 411 del 9 luglio 2009 è stato costituito il gruppo di lavoro interdipartimentale della Stazione Unica Appaltante;

ad oggi la SUA ha svolto positivamente la propria attività pur lamentando, nella persona del suo dirigente, la necessità di ampliare la dotazione organica che appare, allo stato, insufficiente, anche facendo ricorso alla mobilità interna;

si apprende che l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria ha attivato tre procedure di gara con relativi bandi e più precisamente: a) fornitura e posa in opera di un sistema integrato blocco operatorio per una entità complessiva dell'appalto pari ad Euro 1.020.000,00; b) affidamento del servizio di Contact Center per un valore dell'appalto pari ad Euro 531.000,00; c) fornitura di apparecchi elettromedicali per un importo pari ad Euro 2.772.168,00;

le gare prevedono quale criterio di aggiudicazione l'offerta economicamente più vantaggiosa;

le suddette procedure in base alla normativa regionale di riferimento dovrebbero essere espletate dalla Stazione Unica Appaltante -:

se le procedure di gara di cui in premessa rientrano nella competenza della Stazione Unica Appaltante Regionale e, in caso affermativo, conoscere il motivo per il quale non si è ottemperato a tale obbligo;

se la scelta dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi dell'azienda ospedaliera;

se l'azienda ospedaliera abbia previsto competenze tecniche adeguate (ingegnere clinico, ingegnere informatico ecc.) che possano valutare le offerte che saranno presentate in sede di gara, quale, infine, la spesa complessiva affrontata annualmente dalla Regione per i presidi medico-chirurgici, materiale di consumo e apparecchiature.

(107; 14.03.2011)

Risposta – “In esito all'interrogazione meglio specificata in oggetto, si comunica che questa Azienda Ospedaliera ha indetto le seguenti procedure di gara:

1) Procedura aperta per l'affidamento del Servizio di Contact Center per l'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria – importo a base d'asta € 531.000,00 oltre oneri IVA;

2) Procedura aperta per la fornitura e la posa in opera di un sistema integrato blocco operatorio - Importo a base d'asta € 1.020.000,00 altre oneri IVA;

3) Procedura aperta per la fornitura di apparecchiature elettromedicali - Importo a base d'asta € 2.772.168,00 oltre oneri IVA,

Tali procedure, al fine di predisporre eventuale atto di investitura, sono state sottoposte all'attenzione della Stazione Unica Appaltante, la quale ha comunicato che le stesse potevano essere espletate da questa Azienda ospedaliera.

Si assicura che la scelta dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi dell'Azienda Ospedaliera e che in fase di nomina della Commissione giudicatrice, che dovrà essere costituita solo dopo la scadenza della presentazione delle offerte, sarà garantita la presenza di competenze tecniche adeguate.

Distinti saluti”.

Giuseppe Scopelliti Presidente della Giunta regionale

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

giusta deliberazioni numero 651 del 24.7.2001 e numero del 6.8.2002 (pubblicate sul Bur Calabria in data 26.6.2003) la Giunta regionale ha indetto concorsi per progressioni verticali in ordine alle categorie B, B3, C, D1 e D3;

in relazione alla suddetta categoria D1 sono stati messi a concorso 799 posti;

con Decreto del Dirigente Generale numero 13025 del 26.9.2005 è stata approvata la relativa graduatoria finale;

con Decreto del Dirigente Generale numero 17708 del 22.11.2005 è stata approvata la graduatoria definitiva del bando di concorso alle progressioni verticali per la categoria D3;

plurime disposizioni normative hanno sancito la proroga delle graduatorie concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato, sino alla recente previsione di cui all'articolo 16, co. 1 L.R. n. 8/2010 che proroga il termine di validità delle graduatorie per le progressioni verticali "che non risultano esaurite (...) al 31 dicembre 2012";

giusta molteplici Decreti del Direttore Generale (nn. 806/2006; 6286/2006, 2767/2008, si è provveduto allo scorrimento, in specie delle graduatorie relative alle categorie D1 e D3;

non poche illegittimità sono state palesate ed acclarate, in sede giurisdizionale ordinaria e amministrativa, in ordine all'esercizio del predetto scorrimento delle graduatorie, sovente espletato non del tutto in linea con quanto disposto normativamente;

a tutt'oggi risultino nell'Amministrazione posti vacanti afferenti alle mansioni oggetto delle suddette procedure concorsuali;

l'Amministrazione si astiene dall'espletare il potere di scorrimento in spregio alle situazioni giuridiche soggettive vantate dai candidati non vincitori in relazione ai posti resisi vacanti;

siffatta omissione determina esiti contrari agli indefettibili vincoli dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo;

quanto dianzi precisato confligge in particolare con gli interessi legittimi dei candidati ad un corretto espletamento dell'azione amministrativa nonché con i diritti soggettivi dai medesimi maturati all'inquadramento nella relativa categoria professionale;

da quanto evidenziato possano derivare ipotesi di danno all'erario dell'Amministrazione cagionate dalla violazione della sfera giuridica dei cittadini interessati -:

alla luce di quanto sinora evidenziato e richiamato:

le ragioni che a tutt'oggi inducono la Regione Calabria inspiegabilmente, giacché in spregio ai vincoli costituzionali dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo, a non esercitare il legittimo potere di scorrimento delle graduatorie onde coprire i posti resisi vacanti a fronte delle suddette procedure concorsuali;

le ragioni che inducono la Regione Calabria a conculcare i diritti soggettivi maturati, al riguardo, dai suddetti cittadini candidati concorsuali;

le ragioni che inducono la Regione Calabria ad esporre l'Amministrazione a possibili azioni risarcitorie con evidente nocumento per l'erario regionale.

(111; 28.03.2011)

Risposta – “Con riferimento alla interrogazione a risposta scritta n. 111/9 prot. n. 15226 del 28.3.2011 relativa all'oggetto, si precisa che l'art. 17, comma 19, del decreto legge n. 78 del 1° luglio 2009, il quale stabilisce che "L'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, approvate successivamente al 30 settembre 2003 e prorogata fino al 31 dicembre 2010", non riguarda le graduatorie relative a concorsi interni riservati o a procedure verticali.

Il Dipartimento della Funzione Pubblica con circolare 0011786 P-4. 17.1.7.4 del 22.2.2011 ha infatti espressamente chiarito che "Come si evince dalla norma, la proroga della vigenza si riferisce solo alle graduatorie relative a concorsi pubblici".

L'amministrazione regionale nel dare corso con decreto dirigenziale n. 806 del 13 febbraio 2006 allo scorrimento della graduatoria relativa alla selezione interna per progressione verticale categoria D1, ex 7° qualifica funzionale, indetta con bando pubblicato sul BURC del 26.6.2003, adottato in esecuzione delle deliberazioni di Giunta regionale n. 651/2001 e n. 737/2002, non avrebbe assegnato ai dipendenti presenti in graduatoria tutti i posti risultanti vacanti nella dotazione organica dell'ente.

Per affrontare la problematica sollevata occorre in via prioritaria soffermarsi sull'analisi della norma del bando della selezione per la categoria D1 che ha reso possibile lo scorrimento della graduatoria di merito, ossia l'art. 7, ultimo comma. Esso recita: "La graduatoria definitiva potrà essere utilizzata, per scorrimento, entro 24 mesi dalla data di pubblicazione, per la copertura di quei posti inerenti la medesima categoria che nello stesso periodo di tempo si renderanno vacanti a qualsiasi titolo".

Al riguardo, si precisa che la graduatoria per la categoria D1 è stata pubblicata sul BURC il 30 settembre 2005 per cui essa è rimasta efficace fino al 30 settembre 2007. Nel caso del concorso interno in argomento, l'amministrazione, attraverso gli scorrimenti via via effettuati della graduatoria D1, ha interpretato la norma in senso ampliativo ed estremamente favorevole ai dipendenti interessati allo scorrimento della graduatoria (pur essendo, come visto, legittimamente consentita una sua applicazione in senso restrittivo), ossia ha proceduto alla copertura, mediante scorrimento, di parte dei posti della dotazione organica che, a partire da una certa data (cioè dalla data di pubblicazione della graduatoria) e per una determinata categoria contrattuale (C, D1, D3), risultavano vacanti per le più svariate ragioni (dimissioni, collocamento a riposo, risoluzione anticipata del rapporto di lavoro ex L.R. n. 8/2005 ecc.), assegnandoli ai concorrenti dichiarati idonei ma non vincitori della selezione interna secondo l'ordine di collocazione nella graduatoria.

Devesi altresì precisare che, per giurisprudenza amministrativa consolidata, l'istituto dell'utilizzazione di una graduatoria per la copertura di posti successivamente resisi disponibili ha carattere eccezionale rispetto alla comune regola secondo cui i posti devo0no essere coperti, previo apposito concorso, dai vincitori della procedura: con la conseguenza che tale utilizzazione non è obbligatoria. In altri termini, la pretesa allo scorrimento della graduatoria di un concorso vantata dal soggetto risultato idoneo ha natura e consistenza non già di diritto soggettivo, ma di mera aspettativa, essendo il c.d. scorrimento della graduatoria una facoltà eccezionale - e non un obbligo dell'amministrazione e perciò espressione del suo ampio potere discrezionale.

Anche il giudice ordinario, pur avendo ridimensionato l'ampio margine di discrezionalità riconosciuta all'amministrazione dal giudice amministrativo, ha più volte ribadito che "...l'obbligo di utilizzare la graduatoria entro il termine di efficacia della stessa preclude all'amministrazione di bandire una nuova procedura concorsuale ove decida di reclutare personale, ma non la obbliga certamente all'assunzione dei candidati non vincitori in relazione a posti resisi vacanti che non intenda coprire..." (cfr. Cass., Sez. Lav., 5 settembre 2005 n. 17753).

Ciò è in perfetta linea, anche con quanto previsto dalla deliberazione di Giunta regionale n. 614 del 14 settembre 2004 (adottata quindi prima dell'approvazione della graduatoria D1) con la quale è stato approvato il Piano Triennale dei fabbisogni di personale (strumento la cui adozione è obbligatoria per le PP.AA. ai sensi dell'art. 39 della legge 449/97) per gli anni 2003-2005 e determinata la dotazione organica della Giunta regionale ai sensi della legge 289/2002 e successive modifiche ed integrazioni (più precisamente l'art. 34 di detta legge ha imposto l'obbligo di provvedere alla rideterminazione delle dotazioni organiche sulla base dei principi di cui all'art. 1 del D.Lgs n. 165/2001 e dei criteri fissati dall'art. 34 medesimo). In tale contesto, con decreto del Dirigente Generale pro-tempore di questo Dipartimento n. 18042 del 3 novembre 2004 era stata prevista la copertura di 111 posti di personale a tempo indeterminato (di cui 41 di categoria D1) mediante concorso pubblico per titoli ed esami.

Si resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Distinti saluti”.

Avv. Umberto Nucara (Il dirigente generale)

Domenico Tallini (Assessore al personale)

Ordine del giorno numero 16 del 20 giugno 2011 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Dattolo, Serra “Sul porto di Gioia Tauro”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

il Porto di Gioia Tauro rappresenta una delle più grandi occasioni per accrescere lo sviluppo economico della Calabria;

il terminal container di Gioia Tauro è il più grande terminal di transhipment nel Mediterraneo, superato in volumi di traffici nel 2010 solo da Port Said;

verificata l'urgenza di assumere azioni e decisioni importanti sulla situazione di crisi venutasi a creare a seguito dell'annunciato abbandono di Maersk che da luglio si rivolgerà a scali più competitivi comportando una considerevole diminuzione di volumi e di merci;

MCT, l'azienda terminalista per il Porto di Gioia Tauro, ha dichiarato un esubero consistente di personale, in relazione al fatto che lo scalo oggi occupa circa 3000 persone tra diretti, indiretti e indotti;

impegna il Presidente della Giunta regionale

a richiedere con urgenza al Governo un incontro per la verifica immediata sullo stato della vertenza MCT in considerazione della ipotizzata crisi aziendale che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro generando una situazione di crisi che rischia di avere delle ricadute rilevanti sull'economia dell'intera Regione;

ad ottenere l'impegno della Presidenza del Consiglio dei ministri affinché vengano attuati nel periodo di vigenza 2011-2015, idonei provvedimenti come correttivo per la riduzione dello squilibrio competitivo dei porti di transhipment del Sud d'Italia, primo fra tutti Gioia Tauro, verso i porti nord africani, con interventi di valenza sociale, in attesa del paventato incremento di volumi che si tradurrà a1 2015, in un aumento della domanda di movimentazione container di circa il 25% per porti del Mediterraneo;

ad assumere, di concerto con le amministrazioni interessate, le iniziative necessarie affinché Gioia Tauro possa integrare l'attuale vocazione di piattaforma di transhipment con un modello di gateway continentale (nazionale prima ed europeo in futuro), favorendo attraverso misure dedicate l'utilizzo delle linee ferroviarie;

adottare misure idonee al fine di facilitare l'insediamento di nuove realtà industriali e attirare aziende che producano a Gioia Tauro e creare opportunità concrete e condizioni di vantaggio per sviluppare un'area logistica-industriale;

sollecitare Rfi a fornire un crono programma per le attività previste nell’Apq firmato con la Regione Calabria ed i ministeri competenti.

Ordine del giorno numero 17 del 20 giugno 2011 a firma dei consiglieri Principe, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Maiolo, Scalzo, Sulla “Sul porto di Gioia Tauro

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

il porto di Gioia Tauro deve rappresentare una eccellenza per la Calabria e per l'Italia che, ove fosse ben utilizzata, potrebbe rappresentare una concreta speranza di sviluppo economico e, quindi, una speranza di un avvenire migliore per i nostri giovani;

il Mediterraneo è ritornato centrale dal punto di vista geopolitico ed economico, in considerazione della necessità di utilizzare i traffici marittimi per il trasporto delle merci dal lontano Oriente (che fa registrare una straordinaria crescita economica) verso l'Europa e l'Atlantico, ed a seguito del risveglio delle comunità arabe dei Paesi rivieraschi della costa meridionale dello stesso Mediterraneo;

nello scenario sopra descritto, Gioia Tauro, attesa la favorevole posizione geografica della Calabria nel cuore del "Mare Nostrum", può diventare la porta d'Oriente dell'Europa;

una infrastruttura con le caratteristiche e le dimensioni di Gioia Tauro, munita di enormi piazzali e di fondali assai profondi deve essere utilizzata, così come con successo è avvenuto negli ultimi anni, in primo luogo come Hub Transhipment per il trasferimento dei containers in arrivo soprattutto dall'estremo Oriente, dalle grandi navi ad altre di più ridotte dimensioni per essere distribuite nei porti più prossimi alla destinazione finale delle merci. Ed, inoltre, come porto gateway per il trasferimento dei container, sbarcati nel porto, sul mezzo di trasporto ferroviario per il raggiungimento dei mercati cui sono diretti. Infine, un porto come quello di Gioia Tauro può anche diventare un Regional port per trasferire i containers in arrivo nelle aziende dei territori più prossimi al porto e, cioè, diventare, quindi, una piattaforma logistica;

allo stato, senza idonei interventi di carattere infrastrutturale, afferenti la grande viabilità e la rete ferroviaria, in assenza di agevolazioni di carattere fiscale e contributivo per le aziende che gestiscono i servizi portuali, senza idonei investimenti nella ricerca e nella innovazione tecnologica e nel campo dell'attrazione delle imprese sul territorio, Gioia Tauro non solo non diverrà un gateway, a causa delle nostre infrastrutture ferroviarie antidiluviane, non solo continuerà ad avere difficoltà a divenire piattaforma logistica, per come è evidenziato dal deserto imprenditoriale riscontrato nei territori retrostanti il porto, ma rischierà seriamente di veder messo in discussione il ruolo di porto hub per il transhipment costruito con tanto sacrificio negli ultimi anni;

l'Accordo di Programma Quadro (che fa riscontrare preoccupanti ritardi nella sua attuazione), preparato dalla precedente Giunta regionale di centrosinistra e sottoscritto dall'attuale Giunta di centrodestra, con un investimento complessivo di 486 milioni di euro, non sarà sufficiente per risolvere le problematiche sopra evidenziate;

si registrano divergenze tra le pubbliche autorità che hanno competenze diverse sulla infrastruttura portuale;

si rende necessario stabilire, in sede di Governo centrale, quale ruolo deve essere assegnato al porto di Gioia Tauro nell'ambito della portualità italiana, atteso che, recentemente, si evidenzia un tentativo di privilegiare i porti di Genova e di Trieste dove si riscontrerebbero, tra l'altro, ingenti investimenti e da parte dello Stato e da parte di compagnie private (Maersk line);

pertanto, il tavolo romano preannunciato per il prossimo 22 giugno, deve assumere chiari ed importanti impegni di intervento nei vari settori preordinati a rafforzare il ruolo di Hub per il transhipment e per preparare i ruoli di gateway port e regional port di Gioia Tauro;

al predetto incontro istituzionale romano è utile e necessaria la partecipazione dei Sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando;

il governo regionale deve rappresentare con forza gli interessi e le prospettive del porto di Gioia Tauro e della intera Calabria;

a tal fine, il Consiglio regionale ha dedicata alla questione Gioia Tauro l'odierno ampio dibattito

impegna

il Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti a rappresentare presso il tavola romano, convocato per il prossimo 22 giugno la necessità di assegnare al Porto di Gioia Tauro un ruolo primario, strategico per l'Italia e l'Europa, nel sistema portuale italiano e conseguentemente di impegnare il Governo dello Stato:

a potenziare adeguatamente le reti stradali, autostradali e ferroviarie, compresi i collegamenti tra la dorsale tirrenica e ionica per consentire a Gioia Tauro di fare sistema con il porto di Schiavonea;

a predisporre, a seguito di idonee intese con la UE, un pacchetto di agevolazioni fiscali e contributive in favore delle aziende che gestiscono i servizi portuali e/o che operano nell'infrastruttura per aumentarne la competitività e per difendere i livelli occupazionali;

impegna, altresì, il Presidente della Giunta regionale:

di chiedere l'istituzione di un tavolo interministeriale permanente su Gioia Tauro, presso la Presidenza del Consiglio;

ad attuare celermente quanto previsto e finanziato dall'APQ "Gioia Tauro";

a vigilare affinché tra le autorità locali non si registrino pericolose conflittualità, che sminuirebbero l'immagine e l'efficienza del porto e, se necessario, di intervenire al riguardo;

a chiedere ufficialmente che i sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando siano invitati a partecipare all'incontro del 22 giugno 2011.

Proposta di legge numero 201/9^, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'Esercizio Finanziario 2010” (Del. n. 99)

Art. 1

Approvazione del rendiconto generale

1. Il Rendiconto Generale - Conto Finanziario e Conto del Patrimonio della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010, è approvato con le risultanze esposte negli articoli seguenti.

Art. 2

Conto Finanziario

1. Il Conto Finanziario della Regione Calabria per l'esercizio 2010, che forma parte integrante della presente legge, è approvato con le risultanze di cui agli articoli seguenti.

Art. 3

Entrate di competenza

1. Il totale delle entrate accertate nell'esercizio finanziario 2010 per la competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito.

                                                                                                                        Valori in euro

quale risulta dal Conto Consuntivo del Bilancio in                                        5.893.233.364,07

delle quali riscosse e versate                                                                                       4.691.411.071,72

rimaste da riscuotere e versare                                                                                    1.201.822.292,35

2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102, 6103104) per operazioni

di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2010 è stabilito quale risulta

dal Conto Consuntivo del Bilancio                                                                               437.776.182,36

 

Art. 4

Spese di competenza

1. Il totale delle spese impegnate nell'esercizio finanziario 2010 per la competenza

propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal Conto Consuntivo del

Bilancio                                                                                                                      5.762.200.357,52

delle quali pagate                                                                                                        5.037.065.822,08

rimaste da pagare                                                                                                            725.134.535,44

2. Il movimento di cassa in uscita (capitoli 9103102, 9103104), per operazioni

di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2010 è stabilito, quale risulta

dal Conto Consuntivo del bilancio                                                                                 653.739.798,46

Art. 5

Riepilogo entrate e spese di competenza

1. Il riepilogo generale dei risultati delle entrate accertate e delle spese di competenza dell'esercizio finanziario 2010 risulta così definito:

ENTRATE

TITOLO 1 - Entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal gettito dei tributi

erariali e quote di essi devoluti alla regione                                                                3.973.262.795,93

TITOLO 2 - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte corrente dello

Stato, dell'Unione Europea e di altri soggetti                                                      390.614.477,87

TITOLO 3 - Entrate extratributarie                                                                                   48.528.515,92

TITOLO 4 - Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali, da trasformazione

di capitale da riscossione di crediti e da trasferimenti in conto capitale                         706.361.502,05

TITOLO 5 - Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie                50.746.084,54

TITOLO 6 -Entrate per contabilità speciali                                                         723.719.987,76

TOTALE                                    5.893.233.364,07

SPESE

Area di intervento 1 - Servizi Generali                                                                            323.547.266,59

Area di intervento 2 - Sviluppo economico                                                         528.561.727,32

Area di intervento 3 - Uso e salvaguardia del Territorio                                                 623.361.187,36

Area di intervento 4 - Istruzione - Formazione professionale e Lavoro                          242.962.636,06

Area di intervento 5 - Attività culturali, sportive, ricreative e del culto                           25.310.190,91

Area di intervento 6 - Servizi della persona                                                                 3.221.020.808,62

Area di intervento 7 - Difesa civile e sicurezza                                                                 17.031.197,76

Area di intervento 8 - Oneri non ripartibili                                                                        56.685.406,07

Area di intervento 9 - Contabilità speciali                                                                       723.719.936,83

TOTALE            5.762.200.357,52

RIEPILOGO

ENTRATE                                                                                                                  5.893.233.364,07

SPESE                                                                                                              5.762.200.357,52

Saldo della competenza dell'esercizio 2010                                                        131.033.006,55

Art. 6

Residui attivi dell'esercizio 2010 e precedenti

1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009 risultavano determinati

dal Conto Consuntivo del bilancio                                                                               5.348.566.737,78

dei quali riscossi e versati nell'esercizio 2010                                                      853.344.874,02

eliminati per minore accertamento                                                                                   131.419.259,28

riaccertati per maggiore accertamento rimasti da riscuotere                             4.363.802.604,48

Art. 7

Residui passivi dell'esercizio 2010 e precedenti

1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009 risultavano

determinati dal Conto Consuntivo del bilancio in                                                       1.663.309.571,58

dei quali pagati nell'esercizio 2010                                                                                  587.360.956,73

eliminati per economie                                                                                           69.501.941,83

eliminati per perenzione                                                                                                   153.367.881,46

rimasti da pagare                                                                                                             853.078.791,56

Art. 8

Residui attivi alla chiusura dell'esercizio 2010

1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2010 risultano stabiliti

dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria

dell'esercizio 2010 (art. 3)                                                                                            1.201.822.292,35

Somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (art. 6)       4.363.802.604,48

RESIDUI ATTIVI AL 31.12 2010                                                                             5.565.624.896,83

Art. 9

Residui passivi alla chiusura dell'esercizio 2010

1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2010 risultano stabiliti

dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria

dell'esercizio 2010 (art. 4)                                                                                               726.134.535,44

Somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti (art. 7)                           853.078.791,56

RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2010                                                               1.578.213.327,00

Art. 10

Situazione di cassa

1. Il fondo di cassa dell’esercizio finanziario 2010 è determinato in euro 145.731.866,93 come risulta dai seguenti elementi

Fondo cassa al 31.12.2009                                                                                              225.402.700,00

RISCOSSIONI                                                                                                         

in conto competenza                                                                                                     4.691.411.071,72

in conto residui                                                                                                                853.344.874,02

TOTALE            5.544.755.945,74

PAGAMENTI

in conto competenza                                                                                                     5.037.065.822,08

in conto residui                                                                                                                587.360.956,73

TOTALE            5.624.425.778,81

FONDO DI CASSA AL 31.12.2010                                                                             145.731.866,93

Art. 11

Risultati della situazione finanziaria

1. Il saldo finanziario positivo per l’esercizio 23010 è accertato in euro 4.133.143.436,76 come risulta dai seguenti elementi:

Fondo di cassa al 31.12.2010                                                                                          145.731.866,93

RESIDUI ATTIVI

da riscuotere per la competenza 2010                                                               1.201.822.292,35

da riscuotere per gli anni precedenti                                                                             4.363.802.604,48

                                                                                                TOTALE          5.565.624.896,83

RESIDUI PASSIVI

da pagare per la competenza 2010                                                                                  725.134.535,44

da pagare per gli anni precedenti                                                                                     853.078.791,56

                                                                                                TOTALE          1.578.213.327,00

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2010                                             4.133.143.436,76

Art. 12

Conto patrimoniale

1. E’ approvato il Conto generale del Patrimonio della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2010, allegato alla presente legge.

2. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell’esercizio

finanziario 2010 risulta stabilito in euro                                                                       8.316.312.489,07

3. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell’esercizio

finanziario 2010 risulta stabilita in euro                                                                       2.757.975.788,53

4. L’eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2010 risulta di euro         5.558.336.700,54

Proposta di legge numero 202/9^, recante: “Differimento della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s. m. i.” (Del. n. 100)

Art. 1

1. L'entrata in vigore della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e  s.m.i. concernente "La denuncia, il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica" è differita al 1° luglio 2012.

2. Il regolamento regionale attuativo n. 18/2009 entrerà in vigore contestualmente alla legge.

Art. 2

1. Nelle more dell’entrata in vigore della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009, continuerà ad attuarsi quanto disposto dal decreto n. 18866 del 29 dicembre 2010 del dirigente generale del Dipartimento lavori pubblici ed infrastrutture.

Art. 3

1. La presente legge entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 205/9^, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 241 <Proroga termini legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, articolo 39> (Del. n. 101)

Art. 1

1. Il termine di cui al comma 1 dell'articolo 39 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, è prorogato al 31 dicembre 2011.

2. Il comma 2 dell'articolo 39 della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34, è abrogato.

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 206/9^, recante: “Delibera di Giunta regionale numero 242 relativa alla proroga del commissariamento di Afor ed Arssa” (Del. n. 102)

Art. 1

1. Alla legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, per come modificata ed integrata con leggi regionali n. 44/2008, n. 29/2009, n. 58/2009, n. 18/2010 e n. 34/2010, è apportata la seguente modifica:

- all'articolo 25, comma 2, l'espressione "entro il 30 giugno 2011" è sostituita dalla seguente "entro il 31 dicembre 2011".

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 121/9^, recante: “Bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2010” (Del. n. 103)

"Il Consiglio regionale

visti:

- la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie Regionali per il Diritto allo Studio Universitario;

- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;

- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

considerato che:

- con deliberazione Commissariale n. 29 del 10 dicembre 2010 è stato riapprovato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2010, rielaborato in seguito alle risultanze definitive della gestione dell'esercizio 2009, acclarate nel Conto consuntivo approvato con deliberazione Commissariale n. 25 del 7 settembre 2010;

il Collegio dei Revisori dei conti dell'Agenzia, nella seduta del 10 dicembre 2010 ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2010 riformulato, così come si evince dalla relazione allegata;

il Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria" ha espresso parere favorevole sul bilancio di previsione riformulato per l'anno 2010 con le seguenti raccomandazioni ed osservazioni indicate nella nota n. 8818 del 22 febbraio 2011:

dall'esame del bilancio definitivo per l'esercizio finanziario 2010 è emerso che sussiste ancora il problema relativo alle spese per il personale di cui al decreto dirigenziale n. 3372 del 14 marzo 2005. Rispetto a tale problematica lo stesso Settore aveva già suggerito di individuare una parziale copertura attraverso una riduzione degli stanziamenti di alcuni capitoli della spesa, accantonando la risultante somma su un apposito capitolo e, contestualmente, di valutare, in collaborazione con lo stesso Dipartimento, ogni iniziativa utile, di carattere normativo o finanziario, per la copertura dell'eventuale credito vantato dall'Agenzia nei confronti della Regione;

il Dipartimento 11 "Cultura - Istruzione - Ricerca Scientifica" ha espresso, con nota n. 2985 del 25 febbraio 2011, parere favorevole all'approvazione del riformulato bilancio di previsione 2010, formulando le seguenti osservazioni:

dall'esame del bilancio riformulato per l'anno 2010 e dell'esercizio provvisorio per l'anno 2011 è emersa l'intervenuta iscrizione di un capitolo relativo a "Somme accantonate in attesa della definizione con la Regione Calabria della vicenda inerente alla copertura finanziaria di cui al decreto del D.G. Dip. Organizzazione e Personale n. 3372 del 14 marzo 2005 produttiva di una previsione per euro 830.671,18 per l'anno 2010 e per euro 450.000,00 per l'anno 2011. Importi, questi, iscritti nei residui attivi al cap. 21010001, che non garantiscono affatto la totale copertura delle somme riguardanti il costo del personale impegnato nelle iniziative istituzionali.

Una siffatta circostanza impone, pertanto, la richiesta di attivazione immediata di un tavolo di concertazione inteso a definire un iter procedimentale finalizzato alla individuazione di una soluzione della problematica evidenziata e di tutta la vicenda che involge l'ente interessato;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 74 del 18 marzo 2011;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 17 giugno 2011;

delibera

di approvare il bilancio di previsione dell'ARDIS (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) di Catanzaro relativo all'esercizio finanziario 2010, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale 4 febbraio 2002 n. 8, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni contenute nel deliberato della Giunta regionale che ne ha proposto l'approvazione a questo Consiglio regionale".

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 123/9^, recante: “Autorizzazione dell’esercizio provvisorio del bilancio di previsione dell’Ardis di Catanzaro per l’anno finanziario 2011 Ardis” (Del. n. 104)

“Il Consiglio regionale

premesso che:

- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante “Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

- la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

visti:

- la legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34 istitutiva delle Agenzie Regionali per il Diritto allo Studio Universitario;

- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";

- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

considerato che:

- il Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica" con nota n. 7676 del 17 febbraio 2011, ha riscontrato la necessità di rielaborare il documento contabile presentato nella parte in cui prevede un trasferimento da parte della Regione di € 1.960.000, per effetto dell'adozione di un provvedimento di erogazione di fondi di diritto allo studio nei confronti dell'Ente per € 1.700.000, ai sensi della legge regionale n.34/2001;

- con deliberazione Commissariale n. 6 del 22 febbraio 2011 è stato approvato il bilancio di previsione dell'ARDIS di Catanzaro per l'esercizio finanziario 2011, modificato in base alle osservazioni formulate dal Dipartimento su citato;

- il Collegio dei Revisori dei Conti dell'Agenzia, nella seduta del 23 febbraio 2011, ha espresso parere favorevole all'approvazione del riformulato bilancio di previsione 2011;

- il Dipartimento competente "Cultura, Istruzione, Ricerca scientifica", con nota n. 2985 del 25 febbraio 2011, ha trasmesso la relazione prevista dal citato articolo 57 della legge regionale n. 8/2002 sul bilancio 2011, evidenziando che:

la somma iscritta nella parte spesa sul capitolo relativo alle "Somme accantonate in attesa della definizione con la Regione Calabria della vicenda inerente la copertura finanziaria del costo del personale di cui al decreto del D.G. del dipartimento Organizzazione e personale n. 3372 del 14 marzo 2005" non garantisce la copertura totale degli importi riguardanti il costo del personale impegnato nelle iniziative istituzionali, iscritti nei residui attivi del capitolo dell'Entrata 21010001;

per la risoluzione definitiva della vertenza, si rende necessario attivare un tavolo di concertazione interdipartimentale inteso a definire un iter procedimentale finalizzato alla individuazione di una soluzione della problematica evidenziata;

il Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" ha effettuato l'istruttoria di propria competenza trasmettendo le proprie osservazioni con nota n. 11477 del 9 marzo 2011, evidenziando che:

l'Agenzia ha ridotto le spese di funzionamento e correnti operative rispetto agli scorsi anni;

sussiste ancora la problematica relativa agli importi iscritti nei residui attivi in relazione alle somme dovute dalla Regione per il costo del personale fino al 2009, in base al Decreto del D.G. del dipartimento "Organizzazione e Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005. A tale proposito, già dallo scorso anno, su proposta del Settore Bilancio, è stato istituito un capitolo nella parte spesa per la copertura, seppure parziale, delle suddette somme;

occorre avviare con urgenza un tavolo tecnico allo scopo di individuare una soluzione per la problematica evidenziata;

ravvisata la necessità, nelle more della definitiva risoluzione della questione inerente le spese per il personale di cui al Decreto del D.G. del dipartimento "Organizzazione e Personale" n. 3372 del 14 marzo 2005, di autorizzare l'ARDIS di Catanzaro, al fine di consentire la prosecuzione delle attività entro e non oltre il 30 aprile 2011, all'esercizio provvisorio del bilancio, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 79 del 18 marzo 2011;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 17 giugno 2011;

delibera

l'approvazione dell'autorizzazione all'ARDIS di Catanzaro all'esercizio provvisorio del bilancio, al fine di consentire la prosecuzione delle attività entro e non oltre il 30 aprile 2011, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali".

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 127/9^, recante: “Bilancio di previsione dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per l'Erogazioni in Agricoltura) per l'anno finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013” (Del. n. 105)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione della Giunta n. 132 del 12 aprile 2011;

vista la Legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”;

considerato che:

- con deliberazione del Direttore dell'ARCEA n. 495 del 13 dicembre 2010 sono stati approvati il progetto di bilancio di previsione della medesima Agenzia per l'anno 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013;

il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, con verbale n. 52 del 10 dicembre 2010, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013;

il Comitato di vigilanza, con nota n. 57269 del 29 dicembre 2010, che si allega, ha restituito il documento contabile ad ARCEA poiché oltre al contributo ordinario da parte della Regione pari ad euro 1.600.000,00 era stata allocata una ulteriore somma di euro 2.872.145,00 a carico del medesimo Ente;

con nota n. 389 del 4 gennaio 2011, che si allega, il Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" ha trasmesso le risultanze dell'esame sul documento contabile trasmesso da ARCEA, rilevando la medesima incongruenza già evidenziata dal Comitato di vigilanza ed invitando, quindi, l'Agenzia a voler riformulare il bilancio;

- con decreto del Direttore dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura) n. 53 del 14 febbraio 2011 sono stati approvati il progetto di bilancio di previsione della medesima Agenzia per l'anno 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013, che si allegano, modificati in base alle osservazioni formulate dal Comitato di Sorveglianza e dal Settore "Bilancio";

il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia, con verbale n. 54 dell'11 febbraio 2011, che si allega, ha espresso nuovamente parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013;

con verbale n. 1 del 15 febbraio 2011 l'Organismo interno al Dipartimento Agricoltura ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011 e del bilancio pluriennale 2011-2013, che si allegano al presente atto per farne parte integrante e sostanziale;

con nota n. 6014 del 17 febbraio 2011, che si allega, il dirigente del Settore "Affari generali, Risorse umane, Servizi territoriali, Enti strumentali e sub regionali" del dipartimento "Agricoltura, Foreste e Forestazione" ha trasmesso il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013 unitamente al suddetto parere dell'Organismo interno al Dipartimento;

il Settore "Bilancio e programmazione economico-finanziaria. Risanamento finanziario" ha effettuato l'istruttoria di propria competenza e ha trasmesso le proprie osservazioni con nota n. 13955 del 24 marzo 2011, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale, raccomandando agli Organi dell'Agenzia ed al Dipartimento competente:

l'adozione di iniziative idonee a preservare gli equilibri di bilancio nel breve e medio periodo, insistendo uno squilibrio tra contributo regionale ed i costi di funzionamento dell'Agenzia;

di non utilizzare la quota dell'avanzo di amministrazione fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo 2010 dagli Organi dell'Agenzia;

ravvisata, comunque, la necessità, nelle more della definitiva approvazione del documento contabile da parte del Consiglio regionale, di autorizzare ARCEA, al fine di consentire la prosecuzione delle attività entro e non oltre il 30 aprile 2011, all'esercizio provvisorio del bilancio allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale, entro il limite dei quattro dodicesimi dei singoli stanziamenti e nei limiti della maggiore spesa necessaria all'utilizzo degli stanziamenti per le spese obbligatorie e delle spese allocate ai capitoli con vincolo di destinazione finanziati con risorse statali e comunitarie;

visti:

l'articolo 12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24, che istituisce l'organismo pagatore regionale;

le deliberazioni della Giunta regionale n. 16 del 16 gennaio 2005 e n. 748 dell'8 agosto 2005;

l'articolo 28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione dell'ARCEA;

la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;

l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

visto il parere favorevole della 2^ Commissione espresso nella seduta del 17 giugno 2011;

delibera

di approvare il Bilancio di previsione dell'ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura) per l'anno finanziario 2011 e pluriennale 2011-2013, con allegati tutti i documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione unitamente alle seguenti osservazioni:

l'adozione di iniziative idonee a preservare gli equilibri di bilancio nel breve e medio periodo, insistendo uno squilibrio tra contributo regionale ed i costi di funzionamento dell'Agenzia;

di non utilizzare la quota dell'avanzo di amministrazione fino a quando non sarà approvato il conto consuntivo" 2010 dagli Organi dell'Agenzia”.

(Tabelle)

Ordine del giorno numero 18 del 20 giugno 2011 a firma del consigliere Parente “Sulle le procedure di esclusione delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo dalla direttiva servizi”

Il Consiglio regionale della Calabria

vista la direttiva 2006/123/CE relativa ai "servizi nel mercato interno" che mira a garantire la libertà di circolazione dei servizi tra gli Stati membri e la libertà di stabilimento e che prevede con specifico riferimento al settore turistico, ricreativo e balneare di assoggettare a procedura comparativa le offerte degli aspiranti concessionari del demanio marittimo al fine di individuare il soggetto contraente che offra le migliori condizioni di proficua utilizzazione del bene per finalità di pubblico interesse;

premesso che:

in data 2 febbraio 2008, la Commissione Europea ha aperto nei confronti dell'Italia la procedura di infrazione n. 200814908 per il mancato adeguamento della normativa nazionale in materia di concessioni demaniali marittime ai contenuti previsti dalla "direttiva servizi", meglio conosciuta come "direttiva Bolkestein";

si è determinata una situazione di forte preoccupazione, anche a livello locale, tra gli operatori del turismo balneare, in considerazione delle conseguenze legate all'applicazione della direttiva servizi al rilascio e rinnovo delle concessioni demaniali marittime che vedrebbe fortemente danneggiati i titolari delle concessioni in essere che hanno effettuato rilevanti investimenti negli stabilimenti e strutture balneari;

le Regioni seguono la questione relativa al demanio marittimo con la massima attenzione, per ricercare con il Governo e le Associazioni di categoria soluzioni condivise;

l'articolo 1 comma 18 del decreto legge n. 194/2009 convertito in legge n. 25/2010 (c.d. decreto mille proroghe) dispone una proroga al 31 dicembre 2015 del termine dì durata delle concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative, in essere, nell'attesa di una revisione della materia da realizzarsi, con riferimento ai criteri e alle modalità di affidamento, sulla base di intesa in sede dì Conferenza Stato-Regioni;

il Governo italiano, attraverso il Dipartimento per gli affari regionali guidato da! Ministro Fitto, ha promosso un tavolo interregionale al fine di ricercare una soluzione condivisa da portare all'attenzione dei servizi della Commissione Europea;

nel corso dell'incontro del 12 aprile 2011 con i rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle Regioni italiane il Ministro peri rapporti con le Regioni ha assunto l'impegno di farsi portavoce con la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché sia avviato un ulteriore confronto con la Commissione Europea per concordare, ai sensi dell'articolo 12 paragrafo 3, una possibile deroga dall'applicazione dei principi della direttiva servizi alle concessioni aventi finalità turistico-ricettive, nonché una proroga delle attuali concessioni demaniali oltre il 2015;

considerata:

la comunicazione della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali del 28 aprile 2011 con la quale è stata resa nota la decisione assunta dai rappresentanti delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome al tavolo di coordinamento per gli Affari europei di promuovere un'azione comune in merito alle problematiche connesse all'applicazione della direttiva servizi alla disciplina delle concessioni di beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative;

l’unanime posizione espressa dalle Regioni dell'urgente predisposizione di una legge quadro che affronti la questione del demanio nel suo complesso, anche in considerazione dell'imminente avvio del federalismo demaniale;

ritenuto altresì indispensabile che tale legge quadro rappresenti il risultato di una "normazione concordata" tra Stato e Regioni, affinché in tale materia si tenga conto delle specificità territoriali italiane.

Tutto ciò premesso e considerato

il Consiglio regionale della Calabria

chiede al Governo di avviare un immediato confronto presso la Commissione europea per concordare le procedure di esclusione delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo dalla direttiva servizi, prevedendo pertanto per esse un'apposita deroga, in virtù della specificità delle piccole imprese balneari a conduzione familiare, degli investimenti realizzati, della positiva esperienza e professionalità acquisite dagli operatori balneari.

in subordine, qualora il confronto tra il Governo e la Commissione europea abbia esito negativo chiede al Governo:

di sottoporre alla Commissione europea di valutare la possibile conformità alla Direttiva Servizi di una disposizione normativa che assegni una "preferenza" alle piccole imprese balneari, tenuto conto che, ai sensi della Direttiva Servizi, lo statuto giuridico del "prestatore" rientra nei cosiddetti requisiti da valutare;

la modifica delle disposizioni contenute negli articoli 42 e 49 del Codice della navigazione, volta a garantire un equo indennizzo al concessionario uscente che ha effettuato investimenti sul bene pubblico, anche tenendo conto dell'avviamento delle attività svolte nel periodo di durata della concessione;

una disposizione transitoria per le concessioni in essere che consenta, senza pregiudizio ai titolari delle concessioni in essere, di transitare dal vecchio al nuovo regime concessorio, necessariamente basato su procedure ad evidenza pubblica.

In ogni caso sollecita il Governo a mantenere l'impegno già assunto circa la necessità di avviare il tavolo istituzionale nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni per attuare il riordino della materia e concordare i contenuti di una nuova legge quadro sul demanio marittimo con finalità turistico-ricreative con particolare riferimento:

alla definizione dei criteri e delle modalità di affidamento delle concessioni dei beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative e per altri usi in una logica di semplificazione dei procedimenti e snellimento delle procedure;

all'introduzione di un esplicito richiamo al federalismo demaniale;

al trasferimento alle Regioni della gestione dei canoni demaniali;

alla disciplina del canone demaniale;

alla ridefinizione dei concetti di "facile e difficile rimozione" con riferimento ai beni realizzati sul demanio;

alla definizione della valenza turistica.