IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
18.
SEDUTA DI
LUNEDI’ 11 APRILE 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta
inizia alle 12,53
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni pervenute alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Si passa alle interrogazioni a risposta immediata.
La prima interrogazione di cui do lettura è la numero 89 del 14.02.2011 a firma dei consiglieri Aiello F., Censore, Franchino, Guccione: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
secondo i dati al 31.12.2010 i pagamenti effettuati per finanziare i
progetti del Programma operativo dei Fondi Strutturali 2007-2013 ammontano per
il Por Calabria FSE 2007-
il Commissario Europeo per le Politiche Regionali, Yohannes
Hahm, ha inviato al Ministro dell'Economia e delle
Finanze del Governo italiano una lettera in cui esprime profonda preoccupazione
sullo stato di attuazione dei Programmi Operativi italiani-Fondi Ue del periodo
2007-2013 e mette l'accento sul rischio concreto che possano andare perse
queste importanti risorse. Tale rischio è particolarmente elevato soprattutto
per i POR Calabria, Sicilia, Campania e Puglia. I controlli effettuati dai
Servizi della Commissione Europea, infatti, riscontrano debolezze persistenti
nel funzionamento dei sistemi di gestione e di controllo;
con riferimento all'anno 2011 e alle soglie stabilite in applicazione
della regola N+2, il contributo comunitario che dovrà essere complessivamente
certificato comporta una spesa di un importo pari a quanto è stato speso nei
primi quattro anni, cioè dal 1 gennaio 2007 ad oggi. Tali dati confermano la
gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse
importanti per
quali iniziative urgenti intende intraprendere per evitare il disimpegno
delle risorse e per migliorare e accelerare i processi di impegno e di spesa
del POR CALABRIA 2007-2013 di cui, a soli tre anni dalla conclusione, la nostra
regione non ha ancora speso oltre il 90% delle risorse messe a disposizione
dall'Ue.”
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, nella
precedente seduta del Consiglio la Vicepresidente Stasi aveva chiesto di
soprassedere a questa interrogazione anche perché è
prevista nella seduta odierna una discussione generale a seguito della
relazione da parte dell’assessore Mancini, ritengo, quindi, che possa
considerarsi assorbita dalla discussione generale di oggi.
Chiaramente mi prenoto già
per intervenire dopo la relazione. Grazie.
Rinviamo i contenuti al
dibattito generale. Andiamo avanti con la prossima.
La seconda interrogazione a risposta immediata di cui do lettura è la numero 102 del 1.03.2011 a firma dei consiglieri De Masi, Giordano, Talarico D., e così recita: “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta per il piano di rientro sanitario. Per sapere – premesso che:
il Presidente della Regione Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro
dai disavanzi dei settore sanitario della Regione Calabria, deve predisporre
misure di riorganizzazione e riqualificazione dei Servizio sanitario regionale;
appare necessario ed urgente tutelare l'erogazione delle prestazioni
sanitarie, assicurando, nel contempo, il risanamento ed riequilibrio
finanziario nel settore de quo;
allo scopo di risanare il deficit del
Servizio sanitario regionale è previsto, nell'ambito del summenzionato Piano,
il pagamento di un numero considerevole di servizi da parte degli utenti;
con Decreto 17 dicembre 2010, n. 38, il Presidente della Regione
Calabria, nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione dei Piano di rientro dai disavanzi del settore
sanitario della Regione Calabria, ha determinato le tariffe per le prestazioni
di ambulanza ed elisoccorso;
nel suddetto Decreto sono previste le tariffe da applicarsi alle attività
di trasporto sanitario in ambulanza non seguito da ricovero;
restano a carico dei trasportati una serie di spese per prestazioni
sanitarie dei pazienti trasportati e non ricoverati, così come più
dettagliatamente indicate nel Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
per le chiamate totalmente immotivate nonché per l'intervento
inappropriato a mezzo elicottero, rilevato dall'equipaggio intervenuto, è
prevista la corresponsione del costo dell'intervento da parte degli utenti,
così come fissato nel sullodato decreto;
per quanto concerne l'attività di eliambulanza, la spesa della
prestazione dei trasferimenti secondari da ospedale ad ospedale riconosciuta
inappropriata, previa verifica, sarà pagata dal medico ospedaliero che ha
richiesto il servizio;
è prevista la corresponsione da parte dei cittadini stranieri del costo
totale dell'intervento dell'eliambulanza, fino ad un massimo di €. 3.500,00;
tale provvedimento potrebbe eccessivamente inibire utenti e personale
medico, i quali, per non incorrere, rispettivamente, a spese e/o ad eventuali
ammende, potrebbero non chiamare e/o autorizzare il servizio di trasporto anche
in casi necessari ed urgenti;
appare del tutto immotivata la scelta del Commissario ad acta di
dare efficacia retroattiva al Decreto 17 dicembre 2010, n. 38;
appare decisamente paradossale l'assunto secondo il quale nessuna
compartecipazione ai costi del servizio erogato è dovuta nel caso di decesso
del paziente soccorso -:
se il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai
disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria, intenda apporre dei
correttivi ad un provvedimento che appare esageratamente lesivo nei confronti
degli utenti e/o del personale medico.”
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, l’interrogazione si propone sostanzialmente di conoscere se risponde al vero – così come appreso dagli organi di stampa – che nell’ambito del piano di rientro del debito sanitario si siano concepite misure che, in sostanza, tendono a riversare sulle tasche dei cittadini una compartecipazione alla spesa in caso di chiamata per ambulanza, per il servizio di assistenza ed ambulanza mediante il 118 e nella eventualità in cui questa stessa prestazione non fosse seguita dal ricovero per il paziente che deve essere assistito.
Se, altresì, risponde al vero l’iniziativa in base alla quale in caso di elisoccorso per trasporto di infermi da un ospedale all’altro anche in questa situazione se non venisse, alla prestazione stessa, a seguire un ricovero addirittura si riverserebbe sui medici la responsabilità di compartecipare alla spesa oltre che sugli assistiti. Grazie.
La parola per la risposta alla Vicepresidente, dottoressa Stasi.
Grazie, Presidente, intanto si chiarisce che il decreto non riguarda le tariffe delle prenotazioni ma – leggo puntualmente – si riferisce a “determinazione delle tariffe per le prestazioni di ambulanza ed elisoccorso, rimodulazione dei flussi informativi dell’emergenza/urgenza ai fini del recupero della mobilità implementazione del “flusso G”.
Come è noto,
Su tale argomento è in corso una indagine della Guardia
di Finanza e della Corte dei Conti proprio in ordine al mancato introito delle
prestazioni erogate dalla Regione Calabria ad altre Regioni e ad altri
territori.
L’indagine verte sul fatto che mancando le tariffe,
Il “flusso G” cos’è? Come succede per le altre
specialistiche, per esempio, l’ospedaliera o la specialistica ambulatoriale o
la farmaceutica, il “flusso G” riguarda proprio le prestazioni di elisoccorso
previste dal Testo unico della mobilità sanitaria attraverso il quale è
regolata la materia delle compensazioni, delle prestazioni erogate dalle Regioni
per i cittadini non residenti nelle Regioni medesime.
Le tariffe del decreto numero 38 del 2010 sono state
tarate nel rispetto delle indicazioni nazionali sulla media pesata delle
tariffe in uso in quelle Regioni che hanno attivato proprio il “flusso G”.
Con riferimento alla interrogazione, si segnala che il dipartimento
ha attivato un controllo sull’appropriatezza delle richieste di attivazione del
servizio di elisoccorso. Dai controlli effettuati sono emerse alcune criticità
sul corretto ed appropriato utilizzo di questo importantissimo mezzo di
soccorso.
L’analisi delle schede pervenute al dipartimento,
infatti, ha reso necessarie l’inoltro di una serie di richieste e di chiarimenti
indirizzati proprio alle Asp per interventi di elisoccorso ritenuti non
appropriati.
Al fine di meglio eliminare ulteriori criticità è stato
emanato, poi, un ulteriore decreto, il numero 7 del 28 gennaio 2011, avente per
oggetto proprio “Approvazione di modello di attivazione del trasporto
secondario con elisoccorso”. A tutt’oggi nessuna contestazione è stata rilevata
a carico di alcun medico o di privati.
Analogamente a quanto avviene, dunque, in altre Regioni,
nulla si potrà pretendere a carico dei familiari in caso di decesso del
paziente soccorso.
Con riferimento alla scelta definita “immotivata” da
questa interrogazione di dare efficacia proprio al decreto 38 del 2010 dal 1°
gennaio 2010, si rappresenta che “la tariffa unica della mobilità prevede che
la trasmissione dei dati per il flusso annuale della mobilità e quindi i
recuperi finanziari ad esso collegati, siano trasmessi al tavolo nazionale
entro e non oltre il mese di maggio dell’anno successivo”.
L’ufficio del dipartimento che gestisce i flussi della
mobilità sanitaria per la Regione Calabria, per l’elaborazione dei dati da
inviare al predetto tavolo, dovrà trasmettere i dati informativi regionali per
l’anno 2010 entro il 15 aprile 2011.
Di conseguenza, in base al decreto numero 38, i dati
dell’intero anno 2010, informatizzati nel tracciato record previsto dall’allegato tecnico, potranno essere inviati al
tavolo nazionale della compensazione sanitaria al fine del recupero.
Questo per la prima volta in Calabria. Ripeto che per la
prima volta in Calabria i costi sostenuti dalla Regione Calabria per i
cittadini non residenti nel territorio calabrese, in analogia a quanto avviene
da quasi tutti i territori delle altre Regioni.
Si precisa che la complessa operazione di conteggio è
stata affidata alla struttura del sub-commissario ad acta ed alla unità di missione della Guardia
di Finanza che, da quel che risulta, ha provveduto a riscontrare presso le sedi
dei servizi urgenza ed emergenza medica delle 5 Asp i nominativi di tutti i
pazienti soccorsi dal servizio 118 sia a mezzo di ambulanza che di elisoccorso,
verificandone l’effettiva residenza fuori Regione ed applicandovi la
corrispondente tariffa prevista dal decreto in argomento.
L’esito di tale attività non ultimata fa prevedere la possibilità
di portare una compensazione per l’anno 2010 di una somma di circa 850 mila
euro.
Si conclude che,
viste le finalità del decreto 38 e l’aderenza delle specifiche indicazioni
contenute nell’allegato tecnico, non si ritiene, dunque, di dover apportare al
momento alcuna modifica al decreto medesimo.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Grazie alla Vicepresidente della Giunta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.
Devo, purtroppo, comunicare all’Assemblea
che ho sentito ben poco sia per l’elegante tonalità di voce della
Vicepresidente sia soprattutto perché, la stessa, è
stata sopraffatta da un vociare che mi ha impedito di appurare in maniera
chiara la risposta che pure era abbastanza complessa.
Per questo motivo vorrei
chiedere alla dottoressa Stasi se posso avere copia della risposta scritta in
mancanza della quale non so esprimermi. Grazie.
E’ soddisfatto?
Non sono riuscito a sentire quasi nulla. Dopo aver
espresso il mio apprezzamento per lo sforzo minuzioso che ha fatto
Vicepresidente, può integrare la risposta all’ interrogazione?
Prego i colleghi consiglieri di prendere posto e di non disturbare i lavori.
La prossima interrogazione a risposta immediata, di cui do lettura, è la numero 103 del 4.03.2011 a firma dei consiglieri Giordano, De Masi, D. Talarico e così recita: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 04.08.2010
veniva presentata dagli scriventi interrogazione urgente a risposta scritta
portante il numero 32 ed avente ad oggetto la “problematica inerente le tariffe
applicate dalla Sorical ai comuni calabresi per il
servizio di erogazione di acqua per usi idropotabili”;
l'interrogazione
depositata, tendeva a puntualizzare come l'articolo 154 del D.Lgs
152/2006, così come prima l'articolo 13 della legge Galli (36/94), prevede che
il servizio idrico sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa
Corte dei conti della Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010
ha ribadito che “sulla scorta degli interventi della Corte costituzionale è precluso
al legislatore regionale intervenire nel settore con una disciplina difforme da
quella statale”;
nella medesima
interrogazione si ricordava che per
in questa
ottica, come meglio specificato nell’interrogazione, il Cipe
emanava dei provvedimenti che, però, sono stati violati sistematicamente dalla Sorical, la quale non si è conformata negli anni alle
stesse previsioni contrattuali che regolamentano i rapporti tra detta società e
a tutt'oggi,
non è pervenuto alcun chiarimento sulle problematiche sollevate con
l'interrogazione presentata, né tantomeno
addirittura la
situazione finanziaria dei comuni si sta facendo sempre più drammatica con
il rischio
concreto, nonostante diversi comuni abbiano intrapreso la via giudiziaria per
resistere alle richieste ritenute illegittime da parte di Sorical,
è quello di mettere in ginocchio la tenuta finanziaria degli enti locali con
gravi ripercussioni sui servizi essenziali per la cittadinanza -:
quanti comuni
si trovino in una situazione debitoria con
ancora una
volta, se
se nella
errata e arbitraria determinazione delle tariffe non si concretizzi una grave
inadempienza degli obblighi imposti nella convenzione fra Sorical
e Regione Calabria, atteso che l'aumento della tariffa applicata dalla Sorical non è conforme alle previsioni contrattuali ai
sensi dell'art. 8, sesto comma, che prevede che la tariffa non sarebbe stata
aumentata per i primi 5 anni e quindi nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;
quali
iniziative
Posso chiedere al Presidente di metterla in coda? Perché è il collega Giordano che ne è maggiormente interessato e dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 104 del 10.03.2011 a firma del consigliere Talarico D., di cui do lettura “All’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
la situazione
in cui versano le Comunità montane è a dir poco drammatica, stante l'assenza di
qualsivoglia certezza sul loro futuro in quanto enti territoriali;
dal lato della
copertura del fabbisogno finanziario per le spese di funzionamento, alla data
odierna risultano ancora non liquidate le spettanze relative al secondo
semestre del 2010 (6 milioni di euro);
allo stato,
per la stessa ragione, centinaia di dipendenti non ricevono da mesi lo
stipendio;
nessuna
proposta concreta è stata avanzata per un rilancio di detti enti, tenuto conto
anche delle numerose sollecitazioni da parte sia delle forze sociali che dei
rappresentanti dei medesimi enti montani;
da
indiscrezioni si apprende della volontà della Giunta regionale di smantellare
le Comunità montane calabresi in quanto enti territoriali, preferendo una
logica “privatistica” nella gestione dei problemi della montagna;
una scelta di
questo tipo finirebbe per avere ripercussioni sullo status giuridico dei
dipendenti dei predetti enti -:
quali urgenti
iniziative si intendono intraprendere per superare lo stallo in cui si trova la
questione delle Comunità montane in Calabria;
se non è il
caso di procedere con somma urgenza alla liquidazione dei fondi già stanziati
per la copertura delle spese di funzionamento e di personale relativi al
secondo semestre del 2010;
se
corrispondono al vero le indiscrezioni di cui alla premessa, relative alle
intenzioni che
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Talarico Domenico. Ne ha facoltà.
Si tratta della ennesima
interrogazione relativa alla situazione, a dir poco drammatica, in cui versano
le comunità montane calabresi.
Attraverso l’interrogazione vorrei chiedere all’assessore
competente o al Presidente quali iniziative intende intraprendere rispetto al fabbisogno
delle stesse Comunità montane per il primo semestre 2011.
Faccio un passo indietro perché l’interrogazione è
datata al 10 marzo e nel frattempo pare che sia accaduto qualcosa, mi auguro,
di positivo per le Comunità montane.
Comunque, l’interrogazione è volta a chiedere all’assessore
competente se alla data odierna risultano ancora non liquidate le spettanze
relative al secondo semestre 2010, si tratta di 6 milioni di euro.
Se è vero che centinaia di dipendenti non ricevono da
mesi lo stipendio ed, infine, quali iniziative intende intraprendere per dare
una definitiva soluzione istituzionale non solo finanziaria, quindi, alle comunità
montane calabresi. E se è vero che
Presumibilmente, ripeto, alcune cose sono state già
fatte ma essendo la mia interrogazione datata 10 marzo 2011 c’è il rischio
plausibile che, nel frattempo, l’assessore competente o il Presidente abbiano
messo in atto provvedimenti che a noi non risultano ufficialmente. Grazie.
Alla interrogazione numero 104 risponde il
sottosegretario Alberto Sarra.
Grazie, Presidente,
l’interrogazione essendo retrodatata non poteva contemplare i provvedimenti che
Evidenzio all’onorevole interrogante
che
Successivamente a questi due decreti c’è stato un ulteriore intervento proprio per far fronte a quella esigenza che veniva testé evidenziata dall’onorevole interrogante; cioè per le somme relative agli stipendi del semestre antecedente il 2011. Sono stati trasferiti ulteriori 6 milioni di euro che hanno assicurato la copertura retributiva dal settembre 2011 fino al febbraio 2011.
Nella prossima seduta di Giunta verrà discussa la proposta di revisione complessiva, di rivisitazione complessiva dell’intero settore della forestazione.
All’interno di questa proposta è prevista anche la riformulazione di tutto il contesto normativo afferente le comunità montane.
La logica alla quale è ispirato questo provvedimento non è privatistica, ma di sublimazione del ruolo delle Comunità montane e della valorizzazione delle risorse della montagna e degli enti che noi, appunto, oggi conosciamo come Comunità montane.
Questa riformulazione verrà rivisitata nella prossima riunione di Giunta regionale che si terrà domani. E’ una proposta che abbiamo portato all’attenzione dell’Esecutivo regionale assieme all’assessorato all’agricoltura e forestazione.
Arriverà, dopo il passaggio in Giunta, per competenza all’attenzione dell’Assise consiliare perché, chiaramente, qualunque provvedimento deve comunque
trovare esitazione attraverso una legge regionale.
Quindi, il passaggio
successivo sarà quello della valutazione che verrà effettuata dall’Assemblea che presto avrà la possibilità di contribuire, così come
ha già fatto in Commissione, alla stesura, alla esitazione di un provvedimento
finale o tendenzialmente finale per quanto riguarda il riordino ed il riassetto
degli enti montani. Grazie.
E’ soddisfatto dalla
risposta fornita dal sottosegretario Sarra?
Sono soddisfatto, ovviamente per quanto riguarda l’indicazione dei tempi e delle procedure, nella sostanza del provvedimento ci riserviamo, ovviamente, di dare un giudizio di merito. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 107 del 14.03.2011 a firma del consigliere Giordano di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale nella qualità di commissario ad acta alla sanità. Per sapere – premesso che:
con legge
regionale n. 26 del 7 dicembre 2007 è stata istituita l'Autorità regionale
denominata “Stazione Unica Appaltante” (SUA) e che con DPGR n. 272 del 2
dicembre 2008 il Dott. Boemi salvatore è stato nominato Dirigente generale
della Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria;
con DGR n. 142
del 30 marzo 2009 è stato approvato il Regolamento di organizzazione della
stazione unica appaltante e con DGR n. 411 del 9 luglio 2009 è stato costituito
il gruppo di lavoro interdipartimentale della Stazione Unica Appaltante;
ad oggi
si apprende
che l’azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli
di Reggio Calabria ha attivato tre procedure di gara con relativi bandi e più
precisamente: a) fornitura e posa in opera di un sistema integrato blocco
operatorio per una entità complessiva dell'appalto pari ad Euro 1.020.000,00; b)
affidamento del servizio di Contact Center per
un valore dell'appalto pari ad Euro 531.000,00; c) fornitura di apparecchi
elettromedicali per un importo pari ad Euro 2.772.168,00;
le gare
prevedono quale criterio di aggiudicazione l'offerta economicamente più
vantaggiosa;
le suddette
procedure in base alla normativa regionale di riferimento dovrebbero essere
espletate dalla Stazione Unica Appaltante -:
se le
procedure di gara di cui in premessa rientrano nella competenza della Stazione
Unica Appaltante Regionale e, in caso affermativo, conoscere il motivo per il
quale non si è ottemperato a tale obbligo;
se la scelta
dei criteri di aggiudicazione sono conformi e funzionali agli interessi
dell'azienda ospedaliera;
se l'azienda
ospedaliera abbia previsto competenze tecniche adeguate (ingegnere clinico,
ingegnere informatico ecc) che possano valutare le offerte che saranno
presentate in sede di gara, quale, infine, la spesa complessiva affrontata
annualmente dalla Regione per i presidi medico-chirurgici, materiale di consumo
e apparecchiature.”
L’onorevole
Giordano non è presente.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata
numero 109 del 22.03.2011 a firma del
consigliere Domenico Talarico di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con deliberazione n.
3698 del 17.09.2008 l'Asp di Cosenza ha rideterminato la dotazione organica
aziendale ed il fabbisogno del personale, dando avvio alle procedure per la
stabilizzazione del personale precario ed alla trasformazione dei rapporti di
lavoro in regime di Co.co.co., vigenti alla data del
30 settembre
con deliberazione n.
4067 del 06.10.2008, la stessa azienda stabiliva il piano triennale delle
stabilizzazioni, indicendo anche le prove selettive e nominando la relativa
commissione esaminatrice;
tale processo ha
portato, tra il 2008 e il 2009, alla stabilizzazione di 439 lavoratori precari;
sul procedimento
amministrativo relativo alla stabilizzazione hanno lavorato 3 Commissioni: una
dell'Asp, una della Regione ed un'altra Commissione esterna;
tale processo di stabilizzazione, come rilevato dalle stesse sigle sindacali di categoria che hanno partecipato al procedimento di che trattasi, ha consentito di mettere fine ad una situazione di forte disagio per centinaia di lavoratori, oltre che a rapporti contrattuali “caratterizzati da gravi situazioni di illegalità” e ad “un utilizzo strumentale a fini clientelari del personale in servizio”;
si erano determinate,
nondimeno, situazioni di evidente strutturazione di rapporto di lavoro di tipo
dipendente, per la partecipazione dei lavoratori in questione a regolari turni
di servizio ed a turni di reperibilità, ma anche per via dell'attestazione
della presenza in servizio dei medesimi attraverso il cartellino marcatempo;
il nuovo Commissario
straordinario dell'Azienda con deliberazione n. 777 del 23 febbraio 2011,
agendo, come si dice in questi casi, in “autotutela”, ha revocato il provvedimento
di stabilizzazione posto in essere dalla precedente gestione “poiché assunte
in difformità con quanto previsto dalla L.R. n.
9/07...” e “per le motivazioni di cui al parere della Commissione di Esperti
del 21 febbraio 2011” e delle note regionali
della Commissione di Verifica del dipartimento regionale Tutela della Salute;
tale provvedimento, ancorché suffragato da alcuni circoscritti casi di criticità, ha esteso la revoca della stabilizzazione a tutti i lavoratori che ne hanno beneficiato;
a seguito delle proteste dei lavoratori stabilizzati, l'Asp di Cosenza ha adottato formale provvedimento di
sospensione degli effetti della deliberazione n. 777 del 23 febbraio 2011;
in data 16.03.2011,
nell'occasione di una Sua visita all'ospedale civile Annunziata di Cosenza, ha
dichiarato di voler prendere in seria considerazione la vicenda dei 439
lavoratori stabilizzati, avviando opportune procedure di verifica della
documentazione inerente il procedimento di stabilizzazione di che trattasi -:
se sia stata avviata
la verifica degli atti inerenti la stabilizzazione dei 439 lavoratori stabilizzati dall’Asp di Cosenza;
quali atti concreti
sono stati adottati per l’espletamento della verifica di cui sopra.”.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne ha facoltà.
Anche qui si
tratta di una questione molto difficile che riguarda il personale stabilizzato
presso l’Azienda sanitaria di Cosenza. Altri colleghi hanno, nelle settimane
addietro, manifestato il loro giudizio attraverso interrogazioni e comunicati
stampa.
Per la complessità della materia, al fine di chiarire
meglio i passaggi, ho bisogno di leggere il testo per consentire al Presidente
o ad un suo delegato di rispondere nel merito della interrogazione.
Bisogna fare anche qui un passo indietro ed andare al
2008 quando l’Asp di Cosenza ha rideterminato la dotazione organica aziendale
ed il fabbisogno del personale dando avvio alle procedure di stabilizzazione
dei rapporti di lavoro in regime di Co.co.co. vigenti
alla data del 30 settembre
C’è stata, quindi, la trasformazione dei rapporti di lavoro
da Co.co.co. a contratti di lavoro subordinati.
Questo processo ha favorito la stabilizzazione di 439
lavoratori precari. C’è stato il beneplacito, la legittimazione delle stesse
sigle sindacali che hanno partecipato al procedimento di stabilizzazione fino a
quando il nuovo commissario straordinario – sto saltando i passaggi superflui
per fissare meglio le date salienti del procedimento – dell’azienda, con
deliberazione numero 773 del 23 febbraio 2011, agendo in autotutela, ha
revocato questo provvedimento di stabilizzazione posto in essere dalla
precedente gestione “poiché” – scrive il commissario – “assunta in difformità
con quanto previsto dalla legge regionale numero 9 del 2007 e per le
motivazioni di cui al parere della Commissione di esperti del 21 febbraio 2011”.
Noi riteniamo che tale provvedimento, ancorché
suffragato da alcuni circoscritti casi di criticità, ha esteso la revoca della stabilizzazione
a tutti i lavoratori che ne hanno beneficiato.
In sintesi, riconosciamo che ci sono casi di criticità
che andrebbero esaminati e verificati uno per uno, ma sarebbe stato meglio
evitare – diciamo – di generalizzare la revoca a tutti i lavoratori stabilizzati.
A seguito delle proteste dei lavoratori stabilizzati,
l’Asp ha adottato un formale provvedimento di sospensione con delibera numero
777 del 23 febbraio 2011.
In data 16 marzo 2011 il Presidente della Giunta
regionale in una sua visita all’Ospedale civile Annunziata ha dichiarato di
voler prendere in seria considerazione la vicenda dei 439 lavoratori
stabilizzati avviando procedure di verifica della documentazione inerente il procedimento
di stabilizzazione in questione.
Vorrei chiedere alla dottoressa Stasi che, presumo,
risponderà alla interrogazione di sapere se sia stata avviata la verifica degli
atti inerenti la stabilizzazione dei 439 lavoratori stabilizzati e quali atti
concreti sono stati adottati per l’espletamento della verifica di cui sopra, atteso che centinaia di lavoratori e relative
famiglie attendono da mesi di sapere quale sarà la loro sorte professionale.
Grazie.
Risponde alla interrogazione
Beh! 439 lavoratori è un numero importante per
Con determina numero 31 del 18 marzo 2011, secondo
quanto disposto dal richiamato atto deliberativo numero 1021, è stata pertanto
disposta l’individuazione di un gruppo di lavoro della Unità operativa
complessa delle risorse umane dell’azienda, incaricato di esaminare le singole
posizioni del personale stabilizzato in relazione alle risultanze degli organi
consultivi che hanno precedentemente espresso pareri in ordine alle procedure
in questione.
Ad esito della disamina definitiva che sarà svolta entro
45 giorni decorrenti dal 18 marzo 2011 – data dell’adozione di questa delibera
– si procederà con l’adozione di un provvedimento amministrativo contenenti le
determinazioni finali in merito alle procedure di stabilizzazione.
Attesa la delicatezza e la rilevanza di queste
questioni, come dicevamo, il dipartimento salute monitorerà l’andamento di
questa procedura attraverso specifici incontri ma soprattutto con la
partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali. Grazie.
Onorevole Talarico, la soddisfa la risposta della Vicepresidente
Stasi?
Sono soddisfatto. Ovviamente, auspico che ci sia una risposta nei tempi previsti ed indicati dall’assessore. Grazie.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 112 del 29.03.2011 a firma del consigliere Mirabelli di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza che con il decreto numero 21 del 15 marzo 2011 è stato stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da privato accreditato per l'anno 2011, che ancora una volta è stato suddiviso tra le Asp regionali in modo iniquo, mediante l'applicazione di un criterio di riparto assolutamente arbitrario e poco trasparente, tale da determinare anche per il 2011 una evidente sperequazione fra le province, con una distribuzione delle risorse pro-capite in netto vantaggio per gli abitanti di Reggio e Crotone rispetto a quelli delle restanti province (Cosenza, Catanzaro e Vibo), così come verificatosi nel 2010;
solo il 25 per cento delle risorse viene distribuito con il criterio pro-capite, cioè sulla base della popolazione residente;
mentre il 75 per cento viene assegnato sulla base della produzione storica dell'anno 2010;
la tabella (in allegato) di ripartizione del fondo della specialistica ambulatoriale da privato accreditato adottata dalla Regione Calabria per il 2011 e consegnata alle Associazioni di Categoria, contiene i seguenti vizi:
1. il dato storico, sulla base del quale viene assegnato il 75 per cento del finanziamento (su produzione) è lo storico 2010, anno in cui Cosenza e Vibo non hanno lavorato dal mese di settembre a quello di dicembre, in quanto il fondo specifico stanziato per le suddette province non copriva l'intero anno, poiché la quota pro-capite per cittadino risultava nettamente inferiore rispetto alle province di Crotone e Reggio Calabria (quota procapite RC: euro 63, KR: euro 53, quota procapite VV: euro 10, CS: euro 27, CZ: euro 13, per l'anno 2010); adottando tale dato per alcune province il riferimento è di 12 mesi di attività, mentre per le altre è di circa 9 mesi (è chiaro che il criterio di assegnazione del finanziamento in rapporto alla produzione del 2010 non può essere applicato);
2. nella colonna “25 per cento su popolazione pesata”, le risorse assegnate con il criterio pro-capite non corrispondono al 25 per cento ma solo al 20 per cento (il totale delle quote date alle singole province infatti non è 20 milioni, ma circa 16 milioni), così venendo a mancare il 5 per cento di tali risorse; che tale 5 per cento lo ritroviamo in una interessante colonna della tabella, definita “riequilibrio” nella quale quasi 3 milioni di euro vengono immotivatamente assegnati alla provincia di Reggio Calabria, così determinando invece un “disequilibrio” vista la disparità di trattamento che pone in essere, e cioè che la provincia di Reggio Calabria ha più risorse di quelle di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia -:
i motivi per i quali, nell'adottare il decreto n.
21/2011, è stato disatteso il decreto regionale n. 18/2010 che prevede la
ripartizione delle prestazioni sanitarie fra le province sulla base
dell'applicazione esclusiva del criterio pro-capite, mentre si è scelto di
privilegiare ancora una volta il criterio della “spesa storica”, premiando in
tal modo chi ha avuto la possibilità di poter spendere di più negli anni
precedenti, nonostante il Governo ormai da anni ribadisca alle Regioni che tale
criterio è la causa degli sprechi e del disavanzo in cui versa
i motivi che giustificano la colonna (in tabella) del cosiddetto “riequilibrio” nella quale sono stati assegnati 3 milioni di euro in più alla ASP di Reggio Calabria;
il motivo per il quale sia stato utilizzato l'intero anno 2010 come riferimento per il calcolo del 75 per cento del finanziamento in rapporto alla produttività, considerato che nel suddetto anno le strutture di Cosenza e Vibo non hanno potuto lavorare e pertanto produrre, nell'ultimo trimestre, per assenza della copertura finanziaria (esiguità del fondo assegnato);
come si intende assicurare la quantità delle
prestazioni ed i livelli essenziali di assistenza nell'ambito della
specialistica ambulatoriale convenzionata per l'intero anno
quali provvedimenti si intendono adottare per riequilibrare verso una giusta equità di spesa, dal momento in cui la provincia di Reggio Calabria a fronte di una popolazione di 545.363 abitanti ha una capacita di spesa di 36.640.415,39 milioni di euro per il 2011, mentre la provincia di Cosenza a fronte di una popolazione di 722.100 abitanti ha invece una capacità di spesa di 24.105.444,74 milioni di euro, incongrua ed insufficiente rispetto ad una richiesta di domanda di prestazioni sanitarie superiore a quella della stessa provincia di Reggio Calabria.”
L’onorevole Mirabelli è assente, per cui si passa alla interrogazione successiva.
Si passa alla interrogazione a risposta immediata numero 114 del 31.03.2011 a firma del consigliere Imbalzano, di cui do lettura “Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori al lavoro, alla formazione professionale ed politiche sociali e alle attività produttive. Per sapere – premesso che:
il Gruppo G.D.M. Spa (Grandi Distribuzioni Meridionali) attraversa una fase di grave crisi, col rischio che gli attuali 700 lavoratori fin qui utilizzati possano perdere il posto di lavoro, suscitando una comprensibile angoscia nelle rispettive famiglie;
il Gruppo G.D.M. stesso, con circa 20 punti vendita quasi tutti in strutture di grandi dimensioni, sono localizzati su gran parte dell'intero territorio regionale;
con l'indotto, il Gruppo in questione dà occupazione a circa 2000 dipendenti, per i quali si prospetta la concreta possibilità di una fuoriuscita dai bacini occupazionali;
il territorio calabrese ed in particolare quello reggino, che accoglie circa l'80% degli occupati, non può rischiare una così grave perdita di posti di lavoro -:
quali iniziative intendano assumere per verificare il reale stato di salute e le prospettive a breve periodo del Gruppo G.D.M., al fine di individuare le azioni necessarie per scongiurare il collasso delle aziende partecipate, con conseguente gravissima perdita di centinaia di posti di lavoro;
se non ritengano, altresì, opportuno mettere in piedi un tavolo istituzionale per tentare di allontanare i temuti, nefasti esiti per una realtà produttiva tra le più importanti dell'intera Regione.”
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.
Abbiamo presentato, Presidente,
questa interrogazione all’indomani della esplosione della crisi apparsa sulla
stampa locale regionale del gruppo “Gdm” di Reggio Calabria
che ha avuto una grande eco in tutta la Regione, sia per le dimensioni del
gruppo – credo che sia una delle poche grandi aziende di questa regione – sia per il
fatturato che esprime, per il prestigio economico dei titolari e soprattutto
per le temute conseguenze sul futuro di 700 famiglie direttamente coinvolte ma
anche per centinaia di fornitori che sono in massima parte calabresi che
potrebbero avere contraccolpi economici assai gravi dall’aggravarsi di questa
crisi.
Il gruppo Gdm, come è noto, è
titolare di circa 20 punti vendita di grandi dimensioni, quasi tutti sul
territorio calabrese, in cui lavorano circa l’80 per cento degli occupati.
Abbiamo chiesto di conoscere e di accertare il reale
stato di salute del gruppo perché vogliamo capire – credo un po’ tutti – le
prospettive sia a breve sia a medio termine e, soprattutto, quale potrà essere
il destino dei dipendenti e dei fornitori.
Abbiamo chiesto di sapere – chiediamo – se ci sono
margini, come ci auguriamo, per soluzioni non traumatiche per i dipendenti e
per l’indotto attraverso il coinvolgimento anche di imprenditori seri.
Infine, abbiamo chiesto un autorevole tavolo
istituzionale. Un primo incontro c’è stato in Prefettura credo alla presenza
dell’assessore alle attività produttive con il coinvolgimento dei
rappresentanti dei lavoratori.
Naturalmente ci rendiamo conto che si tratta di una
crisi non facile da risolversi ma chiediamo, comunque, una iniziativa forte
degli assessori regionali direttamente coinvolti, un tavolo più continuo e
soprattutto il governo di una crisi che si annuncia devastante.
Risponde alla interrogazione dell’onorevole Imbalzano,
l’assessore Caridi.
Grazie. Il gruppo “Gdm” opera nel settore della grande distribuzione in Calabria e non soltanto in Calabria, con dei punti vendita e un numero di dipendenti importanti.
Quindi, è una realtà aziendale che negli ultimi anni si è
sviluppata con dinamismo e senso di responsabilità.
La crisi del Gdm avrà,
sicuramente, un impatto sistematico importante sulla economia della provincia
di Reggio Calabria e più in generale su quella calabrese. Impatto diretto sulle
famiglie e sulle imprese che lavorano in questo contesto.
Abbiamo, per questo, accolto con grande interesse
l’iniziativa del Prefetto di Reggio Calabria con tutti gli interlocutori
interessati all’evolversi della crisi aziendale.
L’assessore ha nell’immediato, per i dati in suo
possesso, approfondito la situazione dell’azienda al tavolo in Prefettura. Vi è
l’intenzione di proporre all’impresa alcune soluzioni di impatto immediato tra
le quali quella di accompagnare la stessa verso l’adesione al fondo per il
salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà operativo dal
giugno 2010 ed attivato in esecuzione della delibera Cipe
110/2008.
Lo strumento consente alle imprese in difficoltà di accedere
ad un aiuto sotto forma di garanzia statale sui finanziamenti bancari. Ciò
avrebbe consentito al Gdm di poter sostenere ancora
per un periodo la propria operatività con l’obiettivo di presentare un nuovo
piano industriale finalizzato a ripristinare condizioni di redditività
all’impresa.
Per tutto ciò vi è la disponibilità dell’assessorato regionale
alle attività produttive, a garantire un tavolo tecnico di assistenza ed
accompagnamento delle scelte.
Purtroppo, all’incontro del 1° aprile in Prefettura
abbiamo dovuto registrare che 48 ore prima l’azienda aveva dichiarato lo stato
di liquidazione e richiesto l’ammissione al concordato preventivo che, come è
noto, prevede.
E’ chiaro che l’iniziativa dell’impresa, qualora dovesse
trovare accoglimento con la nomina del commissario giudiziale e l’eventuale
omologazione del concordato, ha dirottato l’ottica di intervento dovendosi
necessariamente attendere l’evoluzione della vicenda nel presupposto che le
norme comunitarie non consentono, in linea generale, misure di aiuto per le
imprese che versano nelle condizioni riportate.
Per una visione comune del problema e considerata
l’articolazione territoriale del gruppo Gdm, che
travalica i confini della regione Calabria, il tavolo ha fatto la proposta di
spostare la propria sede a Roma presso il Ministero del lavoro e delle
politiche sociali.
Di tale richiesta si è fatto carico il Prefetto di Reggio
Calabria.
Per quanto rileva l’impatto sistematico sul tessuto produttivo
regionale, sicuramente interessato
dall’evolversi della crisi del Gdm, l’azione del
dipartimento attività produttive sarà finalizzata a tarare al meglio gli
strumenti già in attività e verificare la possibilità di interventi ad hoc al fine di indurre un
riequilibrio economico quanto più possibile virtuoso e veloce. Grazie.
Prego, onorevole Imbalzano.
Ovviamente, prendo atto con soddisfazione delle
iniziative in corso anche se le notizie confermate, e in qualche modo risapute,
dall’assessore alle attività produttive
ci preoccupano ancora di più per lo sbocco che si va delineando.
La raccomandazione che mi sento di fare, credo superflua
e pleonastica, è quella di impegnare
Grazie, onorevole Imbalzano.
Le interrogazioni i cui proponenti sono assenti verranno
incluse nell’ ordine del giorno della prossima seduta.
Si passa al punto 2 all’ordine del giorno che riguarda lo stato di attuazione delle politiche comunitarie 2007-2013.
Relaziona l’assessore Mancini.
(Interruzione)
Non c’è il Presidente della Giunta.
Così come abbiamo rinviato le interrogazioni per assenza del proponente, riteniamo di procedere analogamente in assenza di componenti della Giunta, quindi rinviamo l’interrogazione alla prossima seduta.
(Interruzione)
Mi è stato detto che a quella interrogazione vorrebbe rispondere il Presidente della Giunta.
Abbiamo voluto essere elastici, altrimenti dovremmo
dichiarare decadute anche le interrogazioni degli onorevoli
Mirabelli e degli altri consiglieri assenti.
Posso applicare, se vuole,
questo principio. Dichiaro decadute le interrogazioni e chiedo al Vicepresidente
della Giunta di assumersi la responsabilità di rispondere alla interrogazione
numero 115.
(Interruzione)
Non c’è perché ancora non
c’è un regolamento sulle interrogazioni. Non c’è un regolamento.
Guardi, per una questione di
equilibrio, siccome il regolamento deve essere redatto e vi sono dei
consiglieri, anche della sua parte politica, assenti, dovrei dichiarare le
interrogazioni decadute per una questione di principio.
(Interruzione)
Onorevole, le do la parola?
Le sto spiegando perché adotto questa decisione.
Per questo principio i
consiglieri assenti avranno l’opportunità alla prossima seduta di illustrare le
proprie interrogazioni, analogamente, assente il Presidente della Giunta, avrà
la possibilità di dare risposta esaustiva alla interrogazione numero 115
Intanto, per presiedere un’Assemblea, bisogna conoscere il
Regolamento consiliare: lei ha dato dimostrazione di non conoscerlo.
In ogni caso, se non vuole dare la parola agli interroganti, dovrebbe spiegarci
le ragioni per cui non la dà, come ha fatto in questo momento. Quindi lei ha il
dovere di dare la parola.
Onorevole Talarico,
va benissimo, si accomodi. Allora, dichiaro decadute le interrogazioni numero
107 e 112.
Interrogazione a risposta immediata numero 103 del
4.03.2011 a firma degli onorevoli De Masi,
Giordano, Talarico D., di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 04.08.2010 veniva presentata dagli scriventi
interrogazione urgente a risposta scritta portante il numero 32 ed avente ad
oggetto la “problematica inerente le tariffe applicate dalla Sorical ai comuni calabresi per il servizio di erogazione
di acqua per usi idropotabili”;
l'interrogazione depositata, tendeva a puntualizzare
come l'articolo 154 del D.Lgs 152/2006, così come
prima l'articolo 13 della legge Galli (36/94), prevede che il servizio idrico
sia reso in regime di tariffa e non di prezzo. La stessa Corte dei conti della
Calabria, sezione controllo, con la delibera n. 388/2010 ha ribadito che “sulla
scorta degli interventi della Corte costituzionale è precluso al legislatore
regionale intervenire nel settore con una disciplina difforme da quella statale”;
nella medesima interrogazione si ricordava che per la
Regione Calabria non avendo istituito le autorità d'ambito, non è applicabile
l'art. 154, né il metodo normalizzato di cui all'art. 13 della legge Galli
(abrogata dal D.Lgs 152/2006). Il comma 3 dell'art. 2
del D.L. 79/1995 (che ha sostituito il comma 2 dell'art. 17 della legge
319/1976) ha previsto che in caso di mancata elaborazione del c.d. metodo
normalizzato, spetti al Cipe determinare la tariffa
dell'acqua;
in questa ottica, come meglio specificato
nell’interrogazione, il Cipe emanava dei
provvedimenti che, però, sono stati violati sistematicamente dalla Sorical, la quale non si è conformata negli anni alle
stesse previsioni contrattuali che regolamentano i rapporti tra detta società e
la Regione Calabria viste le condizioni drammatiche in cui versavano e versano
tuttora i comuni calabresi, se rispondesse al vero quanto illustrato e di
adottare conseguentemente una serie di iniziative che potessero risolvere i
problemi segnalati;
a tutt'oggi, non è pervenuto alcun chiarimento sulle
problematiche sollevate con l'interrogazione presentata, né tantomeno la Giunta
regionale ha posto in essere iniziative concrete finalizzate a dirimere tutti i
dubbi sollevati dalla gestione Sorical negli anni;
addirittura la situazione finanziaria dei comuni si sta
facendo sempre più drammatica con la Sorical
impegnata in un’azione sistematica di messa in mora dei comuni morosi i quali
si trovano costretti, per impedire una riduzione della fornitura con disagi per
la popolazione, a sottoscrivere delle nuove “Convenzioni di utenza” le cui
clausole contrattuali sono a dir poco svantaggiose per gli enti locali;
il rischio concreto, nonostante diversi comuni abbiano
intrapreso la via giudiziaria per resistere alle richieste ritenute illegittime
da parte di Sorical, è quello di mettere in ginocchio
la tenuta finanziaria degli enti locali con gravi ripercussioni sui servizi
essenziali per la cittadinanza - :
quanti comuni si trovino in una situazione debitoria con
la Sorical e se la regione, quale socio di
maggioranza, abbia esercitato un controllo sulle nuove “Convenzioni di utenza”
fatte sottoscrivere agli enti locali;
ancora una volta, se la Sorical,
società mista nella quale la Regione è socio di maggioranza, abbia tenuto conto
dei parametri legislativi nella determinazione delle tariffe per la
somministrazione dell'acqua potabile;
se nella errata e arbitraria determinazione delle
tariffe non si concretizzi una grave inadempienza degli obblighi imposti nella
convenzione fra Sorical e Regione Calabria, atteso
che l'aumento della tariffa applicata dalla Sorical
non è conforme alle previsioni contrattuali ai sensi dell'art. 8, sesto comma,
che prevede che la tariffa non sarebbe stata aumentata per i primi 5 anni e
quindi nessun aumento poteva essere fatto prima dell'1.11.2009;
quali iniziative la Giunta regionale intende
intraprendere, tenuto conto dei poteri di vigilanza e controllo, per
intervenire nei confronti della Sorical perché riveda
le tariffe, determini in modo corretto gli importi dovuti dagli enti locali ai
fini di una compensazione rispetto ai crediti vantati nei confronti degli
stessi, determini delle condizioni di rientro dei crediti vantati più equi e
meno vessatori anche attraverso la revisione delle clausole contrattuali
previste nelle nuove convenzioni di utenza.
Prego, onorevole De Masi.
Cederei la parola
all’onorevole Scalzo per presentare la
sua interrogazione.
No, ci sono le
interrogazioni precedenti. Onorevole De
Masi, interrogazione numero 103. Chi chiede di illustrarla? Nessuno? Interrogazione
decaduta.
Si passa alla interrogazione
a risposta immediata numero 115 del
5.04.2011 a firma degli onorevoli D. Talarico, Scalzo, Principe, Aiello,
Giordano, De Masi, Franchino, di cui do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel comune di Lamezia Terme, alla località Scordovillo,
insiste un alloggiamento in cui vive, da quasi trent'anni, una comunità
composta da circa cento famiglie di etnia Rom, la più consistente dell'intero
Mezzogiorno dopo quella di Napoli;
il campo di che trattasi era stato concepito nel 1982 quale soluzione
provvisoria al problema dell'alloggiamento delle suddette famiglie;
col passare degli anni, mentre da un lato non si è riusciti a dirimere lo
stato di provvisorietà che fu dichiarato al momento della scelta di contrada Scordovillo quale sede dell'insediamento di che trattasi,
il campo si è sempre più strutturato alla stregua di un ghetto segnato da forti
elementi di degrado igienico-ambientale e sociale;
in più occasioni, l'ultima alla presenza del ministro dell'Interno, onorevole Roberto Maroni, la scorsa estate, il
Sindaco della città di Lamezia Terme ha sostenuto che la situazione del campo
Rom, di fatto, rappresenti il principale problema sociale della città,
chiedendo di conseguenza, sia al Governo centrale, che al Presidente della
Regione Calabria, che fossero individuati finanziamenti adeguati insieme a
procedure e poteri straordinari di protezione civile, per far fronte
concretamente e con la necessaria puntualità alla situazione determinatasi;
nel merito il Sindaco di Lamezia Terme ha più volte sollecitata
in data 16 marzo 2011 la locale Procura della Repubblica ha emesso un
decreto di sequestro e di sgombero del campo di che trattasi;
com'è stato da più parti paventato, di fronte all'imminente prospettiva
dello sgombero, la situazione rischia nondimeno di precipitare, anche con
conseguenze sociali e di ordine pubblico difficilmente prevedibili;
alla luce di quanto esposto non è più procrastinabile un intervento
risolutivo della questione, anche per non lasciare sola, senza mezzi e senza
poteri, l’Amministrazione comunale della città Lamezia Terme, di fronte ad un
problema che evidentemente chiama in causa anche altri livelli di governo oltre
quello comunale -:
quali urgenti iniziative si intendono intraprendere per concorrere alla
risoluzione della gravissima situazione esposta in premessa, anche alla luce
delle sollecitazioni del Sindaco della città di Lamezia Terme;
se non sia il caso di procede con somma urgenza, anche di concerto col Governo
centrale, all'individuazione delle necessarie risorse finanziarie idonee a
risolvere definitivamente e strutturalmente il problema di che trattasi,
tenendo conto delle precipue sollecitazioni del Sindaco della città già
richiamate;
se non sia il caso di chiedere al Governo centrale un intervento
eccezionale atto a fronteggiare l'emergenza determinatasi, anche a tutela della
popolazione della città di Lamezia Terme, il cui disagio per la situazione
esposta dura ormai da troppi anni”.
Prego, onorevole Scalzo.
L’oggetto di questa
interrogazione è la problematica
della comunità Rom a Lamezia Terme, dove dal
1982 è stato istituito un campo come soluzione provvisoria
per la più grossa etnia Rom dopo quella di
Napoli nel Sud Italia. Con il passare degli
anni, mentre non si riusciva a risolvere la problematica
abitativa e sociale, quella comunità viveva in un alloggiamento diventato ormai
un ghetto, con forti elementi di degrado
igienico, ambientale e sociale.
In più occasioni, non ultima quella della scorsa estate
alla presenza del Ministro, onorevole Maroni, il sindaco della città aveva denunciato questo grave problema, determinato proprio dal campo Rom di Scordovillo, e in quella occasione
furono chiesti idonei stanziamenti per far fronte concretamente
alla situazione.
L’emergenza a Scordovillo,
come più volte richiesto dal sindaco sia al prefetto di Catanzaro sia al
Presidente della Giunta regionale, può essere risolta con un’azione sinergica
che veda impegnate più istituzioni, per prima il Comune con i suoi fondi, poi
c’è in atto un finanziamento con la costruzione di case Aterp per 3 milioni e
200 mila euro, non ultimo – importante certamente – attivando il contratto
locale di sicurezza, per come previsto nel patto per lo sviluppo, per un
importo di 5 milioni di euro, insieme a risorse aggiuntive a valere sul Pisl “legalità e sicurezza”.
Dobbiamo ancora ricordare che, il 16
marzo,
Oggettivamente, ad oggi, è molto
alto il rischio che l’emergenza esploda, con conseguenze di ordine pubblico difficilmente
prevedibili. La soluzione di questo problema non è più procrastinabile, anche
per non lasciare sola l’intera cittadinanza lametina e la sua amministrazione comunale.
Nei giorni scorsi, c’è stato una riunione del Consiglio comunale
alla presenza del Prefetto, alla quale abbiamo partecipato, come Regione, il
sottoscritto ed il collega Magno, ed abbiamo chiesto e dato la nostra disponibilità,
per il nostro ruolo, a risolvere questo problema, ed in quella occasione è
stato votato in maniera bipartisan un
documento per la richiesta di somme urgenti a livello governativo.
Quindi che cosa chiediamo? Chiediamo
al Presidente quali urgenti iniziative intende intraprendere per risolvere la situazione
esposta e si chiede, inoltre, di sapere se non sia il caso di procedere con somma
urgenza – come dicevo prima – con il Governo centrale all’individuazione di necessarie
risorse idonee per finanziare e risolvere questo problema.
Infine, chiediamo – come abbiamo già
chiesto anche al Consiglio comunale – se non sia il caso di sollecitare il Governo
ad un intervento eccezionale, come la nomina di un commissario straordinario, in questo caso nella persona del Prefetto
di Catanzaro, così come è avvenuto in altre Regioni d’Italia.
Risponde
Non ho
la risposta perché non
ho seguito la questione e voleva rispondere direttamente
il Presidente della Giunta. Non so se il Regolamento
consente di rinviare la risposta
al momento in cui il Presidente sarà in Aula oppure alla prossima seduta.
La rinviamo alla prossima seduta.
Secondo punto all’ordine del giorno: “Stato di attuazione delle politiche comunitarie 2007-2013”.
Relaziona l’assessore Mancini.
Signor Presidente, signori consiglieri, un anno fa Giuseppe
Scopelliti è stato premiato dai calabresi con un voto plebiscitario, ha vinto
nettamente in tutte e cinque le province, ha prevalso con grande distacco in
tutti i territori di questa nostra complessa e troppe volte divisa regione.
Il suo messaggio è stato quello del cambiamento e di rottura
profonda con il passato.
Anche nel settore della spesa e degli investimenti la
volontà di cambiare fin da subito è stata evidente, ad iniziare dalla
definizione delle deleghe. L’aver, infatti, voluto affidare in capo da un unico
assessore la responsabilità della guida politica dei dipartimenti che si
occupano di programmare gli interventi strutturali e di reperire e incanalare
le risorse per la loro realizzazione, costituisce un’innovazione positiva e
importante rispetto al passato quando i dipartimenti programmazione e bilancio
lavoravano guidati da due differenti assessori, senza alcun collegamento tra
loro e spesso anche in conflittualità reciproca.
La definizione così ben ponderata della delega ci ha
posto nelle condizioni migliori per porre le basi fin da subito per un’attenta
politica di risanamento del bilancio regionale che ha come obiettivo quello di
cancellare gli sprechi ed eliminare gli sperperi, così da proiettare verso una
prospettiva di spesa virtuosa
Per la prima volta in quarantuno anni di regionalismo
Mai in tutta la storia regionale calabrese si erano
rispettati questi tempi scanditi dalle norme statali e regionali.
Il nostro obbiettivo è stato fin da subito quello di
far guadagnare alla Calabria una credibilità nuova nei confronti del Governo
nazionale e una interlocuzione migliore con le istituzioni europee.
Avendo chiaro questo traguardo, abbiamo posto mano all’organizzazione interna. A dirigere il dipartimento della programmazione nazionale e comunitaria abbiamo indicato la dottoressa Anna Tavano, una calabrese che pur avendo conquistato successi e onori lontano da qui, ha deciso di tornare nella nostra Regione per dare concretezza e sostanza alla nuova stagione della Calabria.
Sento qui il bisogno di ringraziarla sia per aver
deciso di spendersi generosamente insieme a noi e sia per l’impegno
totalizzante e la determinazione incessante con la quale ha intrapreso questa
sfida. E’ sopratutto grazie alla sua sapiente regia che abbiamo raggiunto risultati
da esibire con soddisfazione.
Abbiamo continuato puntando sulla valorizzazione delle
migliori energie interne. A loro non abbiamo chiesto conto della propria
appartenenza politica, ma abbiamo chiesto di unirsi a noi e di rimboccarsi le
maniche insieme a noi per condividere
con noi la nostra sfida e i nostri traguardi.
Abbiamo provveduto a riportare all’interno del
dipartimento programmazione la responsabilità tecnica dell’Autorità di Gestione
del POR 2000-2006 al livello di Dirigente di Settore mentre prima inspiegabilmente
risultava assegnata ad personam al Dirigente
Generale di un differente dipartimento.
Con questo nuovo assetto abbiamo affrontato la scadenza del 30
settembre 2010 per l’invio dei documenti di chiusura finanziaria del POR
Calabria 2000/2006 ed in questi giorni stiamo chiudendo le procedure del
negoziato formale con i servizi della Commissione europea.
Tra settembre 2010 e lo scorso febbraio abbiamo
condiviso con il Ministero dello Sviluppo economico il lungo processo di
verifica e assestamento della programmazione ed utilizzo delle risorse liberate
dal POR Calabria 2000/2006 impartendo precisi indirizzi ai Dipartimenti
regionali con la recente deliberazione numero 91 del 18 marzo 2011.
Colleghi, consentitemi adesso di concentrare
l’attenzione sulla questione centrale del mio intervento, ossia lo stato di
attuazione del POR Calabria FESR 2007/2013 che seguo - come delega assessorile
alla Programmazione comunitaria e nazionale – unitamente alle risorse del FAS,
vecchio e nuovo ciclo di programmazione ed i cui ambiti di azione sono
strettamente connessi nella logica della cosiddetta “Programmazione regionale
unitaria”.
L’impianto del Quadro strategico nazionale 2007/2013 è
centrato sul concetto di “Programmazione regionale unitaria” ossia sulla
unificazione della strategia che deve portare risultati al riequilibrio socio –
economico dei territori ad indifferenza delle fonti finanziarie utilizzate.
Il nuovo impianto discende da riflessioni maturate tra
il 2005 ed il
A livello regionale la riflessione portò al disegno
della Programmazione regionale unitaria della Calabria in cui confluiscono
quattro Programmi operativi che utilizzano in maniera integrata le risorse
europee, nazionali e regionali per un importo complessivo pari a 6.800.193.252
euro.
E’ bene ricordare che mentre il Fondo europeo per lo
sviluppo regionale ed il Fondo sociale europeo sono rimasti ancora fondi
strutturali nella accezione comunitaria del termine e sono rivolti al sostegno
della politica di coesione e riequilibrio territoriale, il Fondo europeo per
l’agricoltura e lo sviluppo rurale e quello per la pesca sono considerati nel
ciclo 2007/2013 come risorse serventi le specifiche politiche settoriali di
sviluppo uscendo di fatto dalla logica della coesione.
Infatti ai suddetti 4 Programmi, di cui sono
responsabili come Autorità di Gestione le strutture amministrative regionali,
si aggiunge anche il Programma operativo nazionale della pesca, cofinanziato
dal FEP (Fondo Europeo della Pesca) nei cui riguardi
Rispetto ai 4 Programmi che ricadono nella
responsabilità della Regione Calabria, solo due sono di competenza del
Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria ossia il POR Calabria FESR 2007/2013 e il PAR
Calabria FAS 2007/2013.
Al POR Calabria FSE 2007/2013 ed al POR
Calabria FEASR 2007/2013 sono
delegati rispettivamente il Dipartimento regionale al lavoro e quello alla
agricoltura.
Il Programma operativo FESR della Regione Calabria è stato
approvato dai Servizi della Commissione europea a novembre del 2007 e di
seguito furono adottate le misure di attuazione (deleghe dipartimentali ed
iscrizione delle risorse nel Bilancio regionale).
I Servizi della Commissione europea definirono il POR
Calabria FESR 2007-2010 “uno dei
migliori in Europa per il forte e coerente disegno di sviluppo sotteso alla
strategia, costruita sulla base di una serrata e puntuale analisi del contesto
economico-sociale e territoriale, sostenuta da una coraggiosa intenzione
riformatrice di marca “illuministica”. Questo è il parere offerto
dal Position paper
dei Servizi della Commissione
Europea 14 settembre 2007.
Ma dopo solo due anni e mezzo dall’approvazione del
Programma,
Nel corso del Comitato di Sorveglianza del luglio
scorso, infatti, la nostra amministrazione ha dovuto fare i conti con una
situazione definita “da cartellino rosso”. I numeri condannavano
Solo il 7 per cento delle risorse del Programma spese; solo 155 milioni di euro impegnati per nuove operazioni a fronte del 90 per cento, cioè 900 milioni su 1047 milioni di impegni giuridicamente rilevanti su operazioni, però, della vecchia programmazione.
Ritardi evidenti a causa di procedure lunghe e farraginose.
Nessun PISR e nessun PISL partito. Impegni solennemente assunti, ma
vergognosamente disattesi - come la sottoscrizione dell’APQ di Gioia Tauro
promessa da Loiero entro il 10 febbraio 2010 - che rischiavano di provocare
danni incalcolabili alla nostra terra.
In parole semplici – a detta della Commissione - tante chiacchiere, ma zero opere.
Nonostante questo disastro evidenziato in maniera
reiterata nel corso dei lavori del comitato dai rappresentanti della Commissione
europea e del governo italiano, la nuova squadra del Governatore Scopelliti è riuscita
a conquistare una nuova fiducia ed un nuovo credito per
In occasione del Comitato di sorveglianza del luglio scorso sono emerse le due gravi criticità del Programma che qui in questa sede mi impegno ad illustrare per farne comprenderne al meglio la significativa portata.
La prima criticità attiene al fatto che il POR, come
documento di programmazione strategica, doveva sin da subito essere corredato e
affiancato da Piani e Strumenti di attuazione nonché da un adeguato livello di
pianificazione della spesa per singolo settore economico di intervento.
Cito qualche esempio di rilievo: il Piano Regolatore
Generale degli Acquedotti; il Piano Regionale di Bonifica delle Aree Inquinate
(da aggiornare); il Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di
smaltimento e di bonifica da amianto; il Piano di Azione per la bonifica dei
fondali marini di sottocosta; il Catalogo delle attività economiche sostenibili
nelle aree della rete ecologica regionale; i Piani di gestione delle Zone Parco
(dove ancora manca il Piano di gestione del Pollino); il Piano regionale dei
musei e delle aree e dei parchi archeologici; il Piano regionale degli edifici
storici e di pregio architettonico; il Piano regionale dei castelli e delle
fortificazioni militari; il Piano regionale delle aree e delle strutture di
archeologia industriale; i Piani
di Mobilità Urbana; i Piani per
L’assenza di tali Piani – non pochi - in applicazione
delle regole nazionali e comunitarie, ovvero delle stesse regole che
Questo significa che a fronte di un Programma ben scritto,
nei successivi due anni e mezzo l’amministrazione Loiero non ha saputo
indirizzare le sue Strutture Politiche ed Amministrative né all’adozione di tali
atti vincolanti e propedeutici all’attuazione,
né alla pianificazione delle singole attività da porre in essere in una
logica manageriale.
Di conseguenza, a fronte di un Documento di Programma dalle
tante ambizioni,
Queste lacune sono enormi e noi, fin da subito, ci
stiamo adoperando per colmarle abbattendo le litigiosità dei centri decisionali
e convergendo verso l’obiettivo di dotare il POR Calabria FESR del necessario
contesto di riforma.
La seconda criticità attiene alla mancata scelta di
riprogrammazione del POR Calabria FESR in assenza - all’epoca - del volano
rappresentato dalle risorse FAS.
E qui voglio precisare lo scenario che ha fatto da
sfondo nel biennio 2008–2010 e che ora la nuova Giunta sta affrontando con
lucidità ed efficacia.
Prima ho ricordato il significato dell’approccio
unitario della Programmazione 2007/2013 e la scelta operata dalla precedente
Giunta, di costruire un Programma strettamente sinergico con la fonte nazionale
FAS e con il relativo Programma FAS 2007/2013.
Ciò malgrado, alla luce delle evoluzioni legislative e
regolamentari che sono intervenute dalla manovra finanziaria estiva dell’agosto
2008 fino alle elezioni dello scorso marzo 2010, la precedente Giunta non ha
saputo fare di meglio che rinviare per due anni scelte che erano obbligate.
Infatti nel biennio 2008–2010 provvedimenti ed indirizzi nazionali volti a fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che ha avvinto il globo hanno messo in discussione sia la disponibilità delle risorse FAS 2000/2006 che doveva servire da volano alla spesa del POR Calabria FESR 2007/2013 attraverso l’avvio delle Operazioni cosiddette di Prima Fase; e sia l’ammontare certo e la disponibilità immediata delle risorse FAS 2007/2013 che, attraverso il relativo programma PAR, doveva servire a dare intera copertura finanziaria alle Operazioni Strategiche definite nel POR FESR.
I successivi atti del precedente Governo regionale non
sono stati in linea con il particolare momento storico di crisi
economico–finanziaria che richiedeva da un lato rigore nella disponibilità
delle risorse finanziarie e dall’altro concentrazione ed accelerazione di
investimenti strategici e di volano.
Nel mutamento di scenario l’attuazione della spesa FAS
2000/2006 - con cui accelerare la spesa comunitaria – è proseguita a rilento e dall’altro
non sono state assunte tempestive scelte di riprogrammazione finanziaria per
assicurare, anche con la scarsità di risorse a disposizione, gli investimenti ritenuti
strategici con il serio rischio di pregiudicarne definitivamente la
realizzazione nel settennio di vigenza del POR.
Dopo tre mesi dall’insediamento della nuova Giunta,
nel corso del Comitato di sorveglianza del POR Calabria FESR 2007/2013, abbiamo
assunto l’impegno di sottoscrivere entro lo scorso settembre 2010 l’APQ per il “Polo
logistico intermodale di Gioia Tauro” che risultava bloccato da anni. Con
orgoglio ribadisco che abbiamo egregiamente rispetto questa scadenza.
L’APQ è stato firmato il 28 settembre 2010.
Per farlo abbiamo convocato una serie di riunioni con
le principali parti coinvolte per risolvere i problemi che frenavano la
definizione degli investimenti necessari e la loro copertura finanziaria
trovando il consenso sui tavoli nazionali del PON Reti e Mobilità 2007/2013 e
la giusta intesa con RFI per una strategia di sviluppo dell’intermodalità per
il Porto.
Infatti, in una logica di rafforzamento dei meccanismi
di governance multilivello, indispensabili
nella programmazione e attuazione di interventi strategici della politica regionale,
l’APQ è stato stipulato da Regione Calabria, Ministero dello sviluppo economico,
Ministero infrastrutture e trasporti, Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, Consorzio per lo Sviluppo industriale della
Provincia di Reggio Calabria, Autorità Portuale di Gioia Tauro e RFI - Rete
Ferroviaria Italiana.
La proposta originaria di investimento è stata
modificata e integrata con
Colleghi, il valore
dell’APQ sottoscritto è di tre volte - e dico tre volte - superiore a quello
previsto nella proposta originaria della Regione Calabria.
La creazione del Polo logistico intermodale,
permetterà l’insediamento nell’Area di Gioia Tauro di importanti realtà
aziendali della logistica nazionale ed internazionale, con molte ricadute
occupazionali per l’economia calabrese perché lo sviluppo di questo comparto porterà
lo sviluppo anche di altri contesti già operativi come il transhipment.
Noi abbiamo creduto nel progetto di Gioia Tauro come grande
Hub per l’intero bacino del Mediterraneo e abbiamo
quindi iniziato proprio dalle promesse rimaste inattese da troppo tempo per
dimostrare che puntiamo ai fatti.
E proprio perché puntiamo sui fatti, voglio ricordare
che l’Accordo siglato ha individuato anche investimenti aggiuntivi per 145 milioni di
euro su cui le diverse strutture amministrative stanno già lavorando per
conseguire le tutte le condizioni tecniche ed amministrative necessarie a
renderli immediatamente attuativi.
Abbiamo affrontato la criticità finanziaria collegata
alla realizzazione dei Grandi Progetti solo annunciati nel POR all’atto della
sua adozione e dopo due anni e mezzo ancora non notificati alla Commissione europea.
Tale analisi ha risposto a quattro precise finalità: verificare
la portare “reale” delle linee di programmazione definite nel 2007; concentrare
le risorse su progetti strategici e di rilievo; capitalizzare l’avanzamento
procedurale più maturo; apprestare strumenti acceleratori della spesa.
Le finalità dell’azione promossa sono risultate essere
in sintonia con la, tante volte citata, delibera Cipe
numero 1 dell’11 gennaio 2011 al cui interno è previsto proprio l’obbligo di
aggiornare l’Elenco dei Grandi Progetti con proposte il cui grado di
maturazione possa renderle credibili per la realizzazione nel periodo 2007/2013
nonché con il recente documento tecnico approvato dal comitato di sorveglianza
del QSN dello scorso 30 marzo con cui sono state definite le misure di accelerazione
sulla spesa comunitaria dal 2011 al 2015.
In esito alla verifica condotta,
A valere sull’Asse III abbiamo inserito il Sistema idrico dell’Alto Esaro–Abatemarco di 140 milioni di euro ed a valere sull’Asse VI la nuova Aerostazione di Lamezia Terme 50 milioni di euro; il Sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro Città e Germaneto per 135 milioni di euro; il Sistema di mobilità su ferro dell’area di Cosenza 160 milioni di euro e i Lavori di adeguamento strada Gallico–Gambarie per 65 milioni di euro.
In contemporanea, poi, alla focalizzazione dei Grandi
Progetti abbiamo affrontato anche la criticità finanziaria dell’Asse 6 “Reti e
Collegamenti”, criticità già ampiamente segnalata dal Comitato di Sorveglianza
del luglio 2010 come grave deterrente alla certificazione di spesa comunitaria attesa
per l’anno 2011 e seguenti.
Infatti, i forti ritardi registrati nella approvazione
del PAR Calabria FAS 2007/2013 e l’assenza di adeguante e conseguenti soluzioni
da parte della Giunta Loiero hanno di fatto impedito di avviare nei precedenti
anni le realizzazioni previste dall’Asse 6 del POR FESR in quanto ognuna di
esse necessitava del completamento di copertura finanziaria dei fondi FAS.
In quella fase le opere erano rallentate, ma i convegni e le parole andavano più che spedite.
L’obiettivo di risolvere i vincoli finanziari è stato
posto al centro della scelta del governo Regionale.
Dopo una attenta verifica con il Dipartimento
competente alla delega sulle infrastrutture che in data 20 gennaio
In poco più di un mese abbiamo prodotto, quanto
Abbiamo, quindi, adottato la modifica al Piano finanziario FESR dell’Asse 6 che permetterà da subito di avviare le procedure di convenzionamento con i Soggetti attuatori e quindi gli appalti delle Opere.
Il Piano Finanziario delle Linee di Intervento
afferenti al Settore 6.1 “Reti e Collegamenti per
La rimodulazione interessa investimenti per oltre 500 milioni,
imputati a progetti già cantierabili. Quindi 500 milioni di
euro utilizzabili immediatamente nel contesto regionale
calabrese.
Il Sistema di
collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto
che vale 135 milioni di euro; il Sistema di mobilità su ferro dell’area di
Cosenza che vale 160 milioni di euro; i Lavori di adeguamento della Gallico/Gambarie 65 milioni di euro;
Tutti questi
interventi sono stati spiegati, illustrati e sviluppati dal Governatore Scopelliti in una serie di iniziative
susseguenti alla delibera di Giunta approvata nel febbraio scorso in tutto il
territorio regionale.
La scelta di concentrare le risorse immediatamente
disponibili è ricaduta sui progetti strategici per lo sviluppo del sistema di
mobilità regionale che dispongono di un livello avanzato di progettazione
rinviando alla disponibilità del FAS 2007/2013 con particolare riferimento agli
interventi relativi alla realizzazione dei restanti interventi di mobilità
sostenibile.
Sempre in tema di mobilità urbana, abbiamo rilanciato il
sistema di mobilità urbana per la città metropolitana di Reggio Calabria - che
nella passata gestione era stata colpevolmente dimenticata in ogni singolo atto
amministrativo - finanziando il suo studio di fattibilità per un’idea
progettuale del valore di 115 milioni di euro che cambierà in meglio il volto
di quella città e che offrirà ai suoi cittadini e a tutti i suoi tanti
visitatori servizi efficienti e di qualità.
In riferimento al Settore Cultura, poi,
Il primo intervento è quello dell’Istruzione.
Nell’edilizia scolastica attraverso un protocollo
d’intesa con il MIUR saranno destinate 42 milioni di euro alla messa in
sicurezza delle scuole calabresi. queste
risorse vanno aggiunte 14 milioni di euro per la realizzazione di
laboratori matematico-scientifici e linguistici altamente specializzati.
Il secondo è quello della cultura. Al fine di
procedere ad una accelerazione della spesa sono in corso le modifiche delle
delibere di attuazione di alcuni PISR che rafforzeranno l’azione del governo
regionale nei confronti di un settore strategico della nostra regione daranno
seguito alla programmazione di 47,5 milioni di euro di cui: 12 milioni per
gli Eventi culturali, di cui 3,7 milioni di euro per eventi
storicizzati e 8,4 milioni di euro per grandi eventi culturali a
seguito della definizione delle Linee Guida dei”Nuovi Eventi Culturali; 2,1 milioni di
euro destinati alle residenze teatrali a seguito della redazione del
Piano d’Azione sul Teatro; 2,5 milioni di euro per il Programma
Magna Graecia Teatro Festival per le annualità
2011-2013 e 5,4 milioni di euro per il Piano d’Arte Contemporanea; infine 7,8 milioni di
euro per l’adeguamento dei Musei calabresi agli standard ICOM.
Il terzo versante di intervento – sempre nel settore
culturale - è quello dei Beni culturali. Si farà fronte alla pianificazione di
settore attraverso la predisposizione dei seguenti Piani: Musei ed aree
archeologiche; Archeologia Industriale; Castelli e Fortezze; Edifici di Pregio.
L’ultimo punto – sempre nel settore culturale - riguarda la ricerca.
Si è appena concluso il bando sui Poli di Innovazione ed
entro il mese di settembre saranno pubblicati, a seguito di concertazione con i
soggetti beneficiari dei Poli, gli avvisi per Progetti di ricerca nei settori
strategici per 57 milioni di euro. Infine, saranno destinati 36 milioni di
euro ad un Bando per l’attrazione di imprese innovative.
Abbiamo affrontato anche un altro vincolo della
programmazione 2007/2013 centrale per la spesa dei territori: ossia la
progettazione integrata ispirandoci a tre obiettivi: snellire le procedure; avvicinarci
direttamente al territorio ed al Partenariato Economico e Sociale; accelerare
la spesa.
La progettazione integrata, nel ciclo 2007/2013 vale oltre
1,5 miliardi di euro di fondi FESR 2007/2013 ed
anche questo ambito di intervento risente dei ritardi registrati nella
approvazione del PAR Calabria FAS 2007/2013 e delle mancate scelte passate che,
di fatto, hanno impedito di avviare le realizzazioni previste dal POR FESR sulle
quale manca la copertura finanziaria assicurata dai fondi FAS.
Sui PISL abbiamo ripreso l’impostazione lasciata dalla
precedente Giunta regionale per non modificare l’originaria strategia
programmatica del POR, ma abbiamo insistito sul dialogo con i territori e sulle
semplificazioni procedurali per velocizzare alcuni passaggi.
Siamo reduci da cinque iniziative in ognuna delle
cinque province con le quali abbiamo spiegato e condiviso con le
amministrazioni provinciali e
locali, finalità ed obiettivi raggiungibili attraverso la progettazione di
progetti integrati di sviluppo locale.
Se si pensa che dopo due anni e mezzo di vigenza del
POR Calabria FESR,
Al contrario la nuova amministrazione Scopelliti ha spinto l’acceleratore amministrativo ottenendo significativi risultati in pochi mesi. E recuperando il tempo perduto dall’amministrazione Loiero visto che nel Documento di riferimento della Progettazione Integrata predisposto dalla precedente Giunta nel mese di febbraio 2008 si prevedeva la chiusura dell’iter realizzativo della Progettazioen integrata con la pubblicazione dei bandi per i soggetti pubblici ed i soggetti privati entro la metà del 2009.
Intendimento, anche questo, rimasto lettera morta.
Abbiamo dapprima operato uno snellimento della
procedura di finanziamento attraverso la contrazione di alcune fasi del
processo per arrivare più speditamente alla pubblicazione dell’Avviso per la
definizione dei PISL, quindi abbiamo riavviato le procedure di attuazione con
il Decreto numero 17808 del 6 dicembre 2010 con cui le Province sono state
invitate a presentare i Rapporti di Priorità Strategiche Territoriali e
Settoriali per la successiva predisposizione da parte della Regione dei Quadri
Unitari della Progettazione Integrata.
In seguito a tale avviso, le Province hanno presentato
alla Regione, entro il 31 gennaio 2011, i “Rapporti di priorità strategiche
territoriali” per la predisposizione del QUPI dopo averli condivisi con i
Tavoli di Partenariato Provinciali.
Il QUPI dovrà essere condiviso con il Tavolo di
Partenariato Regionale e approvato dalla Giunta Regionale. Il Quadro identifica
le priorità territoriali e settoriali per ciascuna tipologia di Progetto, sulla
base di criteri di concentrazione e selettività delle scelte. Entro il mese di
aprile 2011
Tutte queste azioni sono strettamente connesse ad
un’altra linea di attività su cui ci siamo concentrati dall’inizio del nostro
mandato ossia il rafforzamento del ruolo di partecipazione attiva del
partenariato economico e sociale (PES) nei processi di attuazione e valutazione
del POR Calabria FESR.
Ad agosto scorso abbiamo riavviato il confronto con le
parti sociali al fine di istituire il forum delle parti economiche e sociali. All’incontro
è seguito uno scambio di informazioni utili ad ultimare i documenti per
procedere alla firma del protocollo di intesa.
Nel mese di febbraio 2011 è stata formalizzata, in
un’apposita riunione a cui hanno partecipato 23 rappresentanti del partenariato
istituzionale, economico e sociale della Regione Calabria, l’istituzione del
Tavolo di Partenariato Regionale per
Al Tavolo di Partenariato Regionale – sede di
confronto tra Regione, Province, rappresentanze delle istituzioni locali, del
partenariato economico, sociale e della società civile – competono importanti
funzioni di impostazione strategica, concertazione e sorveglianza della
programmazione ai fini dello sviluppo regionale e territoriale.
Contestualmente a questa prima seduta del Tavolo è
stata approvata
A breve verrà sottoscritto il Protocollo di Intesa con
il PES per l’istituzione del forum del partenariato e conseguente attivazione
dell’Ufficio del Partenariato.
In merito ai PISR si è operato per snellire le farraginose procedure di attuazione previste dalla precedente Giunta al fine di accelerare il loro avvio, considerata la mole di risorse ad essi destinati.
In particolare per procedere all’attuazione diretta degli stessi, sono in corso le modifiche ai testi delle delibere relative tra gli altri ai seguenti PISR: Grandi Attrattori culturali della Magna Graecia; Teatro in Calabria; Arte Contemporanea in Calabria; Eventi Culturali.
In merito alla Progettazione Integrata sullo Sviluppo Urbano sono state stipulate le convenzioni tra l’amministrazione regionale e i Comuni beneficiari per l’attuazione dei PISU.
In particolare: PISU del Comune di Vibo Valentia, il PISU dell’Area Urbano Rossano Corigliano, il PISU del Comune di Reggio Calabria, il PISU del Comune di Crotone.
E’ prossima l’approvazione dei PISU delle città di Cosenza-Rende, Catanzaro e Lamezia Terme. Le risorse
destinate allo sviluppo urbano attraverso la progettazione integrata supererà
cosi i 250 milioni di euro.
Un’altra criticità di sistema che abbiamo affrontato in questi mesi è rappresentata dal vincolo del rispetto del Patto nell’anno 2010 per evitare le ulteriori gravi sanzioni introdotte dall’articolo 14, commi 4, 5 e 6 del decreto-legge 31 maggio 2010, numero 78, convertito in legge 122/2010, che vanno ad aggiungersi alle precedenti che sono il divieto di indebitamento, le assunzioni, le limitazioni alla spesa corrente.
In base a quanto disposto dall’articolo 1 della
manovra collegata all’assestamento del bilancio regionale, i dipartimenti della
Giunta regionale sono stati obbligati a monitorare, di concerto con le
competenti strutture del Dipartimento Bilancio, gli impegni ed i pagamenti da
attuare a valere sulle risorse assegnate con il bilancio dipartimentale, sulla
base del “Piano dei Pagamenti” adottato con DGR numero 620/2010.
Tale Piano, oltre a prevedere una serie di misure
idonee a porre dei vincoli o delle limitazioni alla spesa regionale ha dato
priorità alle spese che non incidono negativamente sul risultato del Patto o
che incidono solo parzialmente come quelle comunitarie, appunto.
Ma è bene sottolineare che i capitoli di bilancio
collegati alla spesa dei Programmi 2007/2017 sono stati impegnati e pagati solo
nella misura necessaria ad evitare il disimpegno automatico poiché la stessa
incide in quota parte rispetto al tasso di finanziamento UE.
Il rallentamento della spesa regionale, che si è
riflesso quindi sui trasferimenti al territorio necessari per le realizzazioni,
è stato un dei fattori endogeni alla gestione del Programma che ha compresso le
potenzialità di spesa in itinere
delle procedure di selezione da avviare ovvero delle operazioni già
selezionate.
Uno dei primi atti adottati dalla nuova Giunta
Regionale in tema di programmazione 2007/2013 è quello relativo al Sistema
Premiale per il conseguimento del premio di 304 milioni di euro previsto dagli “Obiettivi
di servizio” che il CIPE assegnerà alla nostra regione entro la fine del 2013
solo se
Per l’elaborazione del Sistema regionale premiale abbiamo
concordato con il partenariato economico e sociale - mai coinvolto prima sul
tema - un sistema di premi che assegna maggiori risorse a quegli enti che
dimostreranno di averle sapute investire garantendo congrui servizi a tutti i
cittadini calabresi.
La nostra tempestività di azione è stata tale che
abbiamo rinunciato anche ad avvalerci della proroga al 31 luglio 2010 che ci
era stata offerta dal Ministero dello sviluppo economico adottando il documento
il 28 giugno 2010.
In questi giorni le Strutture Amministrative stanno
verificando le modalità per procedere ad uno snellimento procedurale delle
regole nazionali attraverso cui si applica il meccanismo premiale anche alla
luce della recente delibera CIPE numero 1 del 2011 che ha disposto un taglio
del 20 per
cento delle risorse complessive destinate al Mezzogiorno.
Abbiamo ereditato un programma con impegni
giuridicamente vincolanti per circa 1,047 miliardi di euro. Di questi, però –
ho avuto già modo di dirlo, di sottolinearlo e di ribadirlo - solo 155 milioni fanno
riferimento a nuove operazioni mentre la restante parte fa riferimento ad
operazioni della vecchia programmazione che sono i completamenti POR 2000/2006
e progetti FAS della programmazione regionale unitaria.
A questo si aggiunge una capacità di avanzamento della
spesa molto bassa intorno a circa il 7 per cento del programma.
La nostra amministrazione si è concentrata - fin dal
suo insediamento - a verificare la fattibilità concreta di portare gli impegni
giuridicamente vincolanti del POR e relativi a progetti nuovi nonché a
massimizzare la spesa nascente sui territori per fronteggiare due sfide:
conseguire il target di spesa al
31.12.2010 di 73 milioni di euro; e la seconda e più ambiziosa di rispettare le
scadenze di spesa al 31 dicembre degli anni a venire, allorquando, con tutti i
vincoli prima descritti, il volume delle risorse da impiegare e certificare
alla Commissione europea aumenta in modo esponenziale.
La prima sfida è stata ampiamente superata. Al 31.12.2010
Al 31.12.2010, quindi, i dati di monitoraggio
registrano il seguente l’avanzamento complessivo: Impegni Giuridicamente
Vincolanti pari a 1
miliardo 061.628.402,27 pari al 35,4 per cento del totale POR; Pagamenti
pari a 291 milioni cioè il 10
per cento del totale POR.
La composizione degli impegni e della spesa al
31.12.2010 è la seguente: Impegni al 31.12.2010 pari a 1 miliardo e 61 sono
riferibili a Nuove operazioni; per il 69,13 per cento ad Operazioni coerenti
– cioè ad operazioni afferenti gli accordo di programma quadro e alla
progettazione regionale unitaria e coperta da
altre fonti di finanziamento - e per il 14,22 per cento per le Operazioni a
Cavallo con il ciclo 2000/2006.
I pagamenti al 31.12.2010 pari a 291 milioni di
euro sono riferibili per il 33,07 per cento a Nuove Operazioni; per il
49,80 per
cento ad Operazioni Coerenti e per il 17,13 per cento per Operazioni a
Cavallo con il ciclo 2000/2006 ossia i cosiddetti completamenti.
La capacità di avanzamento del programma - Spesa/Dotazione
- è aumentata di circa 3 punti percentuali e si attesta al 9,7 per cento
mentre quella di realizzazione al 27,5 per cento.
Le sfide
future che ci attendono sono molto più impegnative proprio per la situazione di
partenza prima delineata compromessa in
primis dalla mancanza degli strumenti di pianificazione e dall’orientamento
alla programmazione delle attività.
I target di spesa degli anni futuri sono molto ambiziosi e lo abbiamo detto.
Nel 2011 dobbiamo incrementare la spesa già realizzata fino a 740 milioni di euro; nel 2012 fino a 1,2 miliardi di euro; nel 2013 fino a 1,7 miliardi di euro; nel 2014 fino a 2,3 miliardi di euro; ed entro il 2015 dobbiamo realizzare l’intero programma di circa 3 miliardi di euro.
Considerando che abbiamo ereditato una spesa di soli
155 milioni
di euro è evidente a tutti la sfida da far tremare le vene ai polsi.
Questo significa che la certificazione a Bruxelles quest’anno deve raggiungere un volume quasi doppio rispetto a quanto già certificato tra il 2008 ed il 2010.
Ripeto, quest’anno il volume di spesa deve essere
quasi doppio di quella già certificata tra il 2008 e il 2010 e per gli anni
futuri è un ammontare progressivo di: + 495 milioni di euro nel 2012; di 504 milioni
di euro nel 2013; di 512 milioni di euro nel 2014 e di + 746 milioni di euro
2015.
Dall’osservatorio nazionale del Ministero dello sviluppo economico, la posizione della Regione Calabria al momento oggettivamente complessa, non appare più critica rispetto alle altre regioni.
Infatti
Se apriamo l’orizzonte a tutta l’area del mezzogiorno
la posizione regionale peggiora solo rispetto alla dimensione dei pagamenti
effettuati e viene superata da tutte e quattro le Regioni non Convergenza ossia:
Sardegna, Basilicata, Abruzzo e Molise confermando la tipica difficoltà del
territorio calabrese di concludere positivamente e velocemente le realizzazioni
economiche delle operazioni avviate.
Ecco perché il nostro impegno a continuare a rimuovere
gli ostacoli lasciateci dalla passata gestione che si frappongono nella
realizzazione degli investimenti ed a incrementare l’avvio delle nuove realizzazioni
deve restare elevato e costante nel tempo.
Pur tuttavia riteniamo quindi di avere ben indirizzato
i nostri sforzi sin dai primi mesi di attività in cui abbiamo potuto portare a
casa alcuni risultati importanti già descritti ed altri ancora su cui non mi
soffermo ma ritengo che la solennità dell’Assise e l’importanza dell’occasione
imponga di citare per completezza di esposizione soltanto per flash.
L’avvio dell’appalto per la realizzazione del Sistema informativo
sanitario regionale che il precedente governo regionale non è riuscito a
lanciare (costo programmato oltre 20 milioni di euro).
L’approvazione delle direttive di attuazione degli
incentivi alle imprese a valere sulle linee della Società dell’Informazione e
la messa a Bando degli stessi.
Insieme, ancora, l’investimento nell’adeguamento infrastrutturale delle scuole, anche in collaborazione con il MIUR, nonché quello per la dotazione degli investimenti nei laboratori didattici (matematico scientifici e linguistici).
L’investimento per la realizzazione di centri di
raccolta a supporto della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
I bandi per il riefficientamento
energetico ed in particolare: gli
interventi nel settore della Inclusione Sociale come l’Avviso
Pubblico per consentire l'accessibilità alle scuole abbattendo le barriere
architettoniche.
L’approvazione degli indirizzi per il completamento
delle opere del patrimonio culturale.
L’imminente Attuazione degli interventi di
semplificazione degli iter procedurali connessi alla localizzazione ed
all’operatività delle imprese mediante il potenziamento e il coordinamento a
livello regionale e provinciale degli Sportelli Unici per le Attività
Produttive (SUAP).
L’avvio degli Investimenti
nel settore della ospitalità turistica.
L’avvio dei Progetti integrati
di sviluppo urbano dei Comuni di Reggio Calabria, Crotone, e dell’Area
Urbana Rossano/Corigliano.
L’approvazione del piano regionale per l’internazionalizzazione delle imprese.
L’avvio di Laboratori per lo Sviluppo delle Competenze e lo Scambio delle Esperienze.
Tali Laboratori attivati nell’ambito dell’Asse 7 “Capacità Istituzionale” del POR FSE, sono finalizzati allo sviluppo di nuove competenze da parte tra l’altro del personale regionale per far fronte alla carenza delle conoscenze settoriali specifiche, necessarie per una rapida’attuazione delle linee di intervento del POR.Cito ad esempio l’assenza di conoscenze necessarie per la redazione di alcuni Piani di Settore.
Quei piani che mancavano da due anni e mezzo.
A tal riguardo sono stati attivati Laboratori per lo sviluppo di competenze da parte del personale regionale nei seguenti ambiti: Mobilità Regionale.
Tale laboratorio è finalizzato in particolare
all’aumento delle capacità redazionali per il Piano Regionale della Mobilità;
L’ambiente. Tali laboratori sono finalizzati in particolare all’aumento delle capacità redazionali per i Piani di settore relativi alla Bonifica dei siti inquinati da amianto ed alla tutela delle acque.
Progettazione Integrata; Controlli; Sicurezza e
Legalità ed in particolare sulla riorganizzazione ed ammodernamento degli
Uffici Giudiziari con un bando in scadenza al 18 aprile 2001.
Infine sono in corso di definizione altri laboratori sul
Monitoraggio, sull’Inclusione Sociale, sugli appalti pubblici con particolare
riferimento alla SUA.
La recente Delibera CIPE numero 1/2011 ha introdotto alcune misure per l’accelerazione della spesa dei Programmi Operativi 2007/2013 che mostrano ritardi sia in termini di spesa che in termini di avvio delle procedure di selezione/attuazione.
E’ del tutto evidente che se quelle procedure negli anni passati non sono state messe in movimento rappresentano oggi delle criticità che poggiano sulle nostre spalle.
A valle della Delibera citata, il Ministero dello
sviluppo economico ha anche definito un set di interventi per il mancato
raggiungimento sia dei target sulla
spesa che dei target di impegno.
Lo scenario definito il 30 marzo è il seguente: fissazione
di un target per gli impegni
giuridicamente vincolanti al 30.05.2011: 100 per cento della spesa da
raggiungere al 31.12.2011. Fissazione di un target
per la spesa al 30.11.2011: 70 per cento della spesa da raggiungere
al 31 dicembre 2011. Fissazione di un target
per gli impegni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2011: 80 per cento
della spesa al 31.12.2012.
Il mancato raggiungimento dei target comporta la riprogrammazione delle risorse non impegnate.
Per le Regioni della Convergenza le risorse da
riprogrammare saranno destinate ad altri Programmi rispettando il vincolo di
destinazione territoriale.
Tra il 2011 ed il
Consapevoli delle enormi difficoltà ereditate
dall’inattività della Giunta Loiero, la nostra ambizione è quella di produrre
ogni sforzo per non perdere nemmeno un euro.
Per questo abbiamo avviato subito una più stringente
opera di verifica sia a livello politico che tecnico, cercando le soluzioni
organizzative ed amministrative più consone ai ritardi accumulati accelerando i
processi decisionali sulle scelte e rendendo fluida l’azione amministrativa.
Abbiamo avviato azioni specifiche di governance che
prevedono: incontri e verifiche con i referenti degli Assi Prioritari/Settori
di Intervento per l’esame dello stato di attuazione delle Linee e la
definizione delle attività prioritarie - Bandi/Avvisi/Selezioni; accelerazione
della spesa dal territorio – e poi incontri con il Ministero dello sviluppo
economico e
Colleghi, mi sto avviando alle conclusioni.
Per questo fin dal nostro insediamento siamo tutti (Presidente, assessori, direttori generali, strutture
amministrative) impegnati in un lavoro pancia a terra per tentare di porre
rimedio alle criticità del passato ed insieme per profondere ogni sforzo per raggiungere
gli obiettivi del Programma regionale.
Attraverso il POR vogliamo raggiungere le finalità
dettate dal nuovo Governatore e vogliamo agire nello spirito dello snellimento
procedurale e della velocizzazione dei passaggi amministrativi.
Nel suo quarto anno di vita il POR deve ancora essere
scritto nella sua dimensione gestionale a causa della mancanza delle condizioni
di attuazione descritte in premessa – e quindi di assenza di piani e
programmazioni di settore - che oggi stiamo scontando.
Chi, infatti oggi paventa difficoltà nel raggiungere i
target di spesa per il 2011, dovrebbe
sapere -e avere l’onesta intellettuale
di ribadire – che tali rischi nascono dal fatto che nei primi due anni e mezzo di
vigenza del Programma non sono stati attivati né piani, né strumenti per
arrivare a fare spesa e a realizzare opere e servizi per i calabresi.
Ecco perché il nostro impegno è nel senso di riportare
a coerenza una Programmazione redatta nel 2007 che prevedeva Opere e Servizi la
cui tempistica di realizzazione non è più credibile rispetto alla tempistica
del POR.
La crisi economico–finanziaria (ancora in atto) non è stata affrontata in modo sistemico nella sua prima manifestazione nel biennio 2008/2009 con gravi ripercussione sull’economia regionale e sul sistema delle imprese. Tale situazione deve essere combattuta rilanciando gli investimenti importanti e supportando con adeguati strumenti finanziari le imprese regionali.
Ci si è limitati in quel biennio a fare una inutile e
propagandistica polemica nei confronti del Governo nazionale e però non si
è attivato il lavoro, le procedure, gli
strumenti ed i piani per porre rimedio a quel nuovo contesto
economico-finanziario.
I vincoli del Patto di stabilità interno, che colpisce duramente la spesa regionale - in quanto per ogni euro di investimento comunitario la metà grava sugli obiettivi programmatici dell’anno corrente - devono essere costantemente monitorati perché non venga bloccata, con effetto spiazzamento, proprio la spesa sugli investimenti che drenano maggiore spesa comunitaria.
Qui ritorna la lungimiranza rispetto alla definizione
delle deleghe e del lavoro comune dei dipartimenti.
La preoccupazione di fallire gli obiettivi di spesa è
una preoccupazione condivisa tra lo Stato e
Con questo sguardo al prossimo futuro ed ai traguardi
istituzionali da raggiungere confermo a voi tutti l’impegno di un’azione
amministrativa quotidiana dedicata al conseguimento delle priorità strategiche
per questa Regione che insistono sul benessere della collettività anche
attraverso la fruizione completa del patrimonio ambientale e culturale a
disposizione, l’innalzamento della qualità e consistenza dell’offerta dei
servizi essenziali, l’adeguamento della dotazione infrastrutturale socio–economico–produttiva ed il rafforzamento
dell’iniziativa privata.
Consiglieri, ho citato dati e numeri e mi scuso se mi
sono dilungato in questa esposizione, ma l’ho fatto perché
i dati ed i numeri sono oggettivi e che fotografano la realtà delle cose
con la consapevolezza che sul buon utilizzo dei fondi europei si gioca il
futuro della Calabria e di tutti i calabresi. Il futuro dei tanti che hanno
votato per il Governatore Scopelliti ma anche ed insieme e il futuro di chi ha sostenuto
altre proposte.
E’ una sfida che riguarda tutti. Tutti quanti noi,
tutta quanta
Nei paesi anglosassoni, quando si discute di temi che
riguardano il futuro di tutti, si dice “Right
or wrong, it’s my Country”, cioè “Giusto o sbagliato, è il mio Paese”.
Sarei felice - e sarebbe un bel passo in avanti per
tutti i calabresi - se almeno oggi anche da parte delle forze di opposizione si
perseguisse l’interesse di tutti a discapito della propaganda di parte.
Sarebbe un bel passo in avanti se alle tante e molto spesso contraddittorie polemiche che si sono alzate dai banchi della minoranza da dove in questi mesi alla stessa maniera ci è stato fatto notare che sbagliavamo - sia perche avevamo modificato il programma che qualcuno definiva perfetto, sia perché impiegavamo troppo tempo nel modificarlo, perché evidentemente così perfetto non era – dicevo che sarebbe un bel passo in avanti se per una volta si lasciasse spazio al senso di responsabilità ed anche, colleghi, all’apprezzamento per lo sforzo che in questo anno di lavoro il Governatore Scopelliti, la sua Giunta, la sua maggioranza e tutti quanti noi abbiamo profuso.
Per parte nostra, siamo orgogliosi dell’attività che
abbiamo avviato. Siamo consapevoli, però, che il lavoro è ancora lungo. Sulle
nostre spalle c’è il pesante fardello del passato, ma davanti a noi c’è la
possibilità concreta di edificare una Calabria nuova e migliore.
Ai calabresi dico che non sprecheremo anche noi quest’occasione.
Dopo la relazione
al punto due, sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie 2007-2003, è previsto l’intervento del Presidente della sesta Commissione, onorevole Parente.
Prego, ne ha facoltà.
Dopo l’esaustivo intervento dell’assessore Mancini,
per evitare di ripetere
numeri, cifre, progetti e scadenze, stralcio di molto il mio intervento ed approfitto della situazione per
informare il Consiglio sui lavori della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni d’Italia, alla quale
ho partecipato in rappresentanza della sesta Commissione, nella convinzione che
la partecipazione a questi processi decisionali comunitari costituisca, in ogni
caso, un’occasione importante per rilanciare il ruolo di questa Assemblea legislativa
sia nel sistema ordinamentale sia a livello
comunitario, nazionale ed europeo.
In questa occasione ho dato la piena
disponibilità alle altre Regioni in termini di sussidiarietà, al fine di
collaborare e condividere i provvedimenti che ci vengono sottoposti sulle
procedure di allerta precoce previsti dal Trattato di Lisbona, nella convinzione
che l’assunzione di posizioni comuni possa rafforzare la voce delle Regioni a Bruxelles.
Auspico che l’intero Consiglio si
interessi agli argomenti trattati in quella sede. In particolare, abbiamo discusso
della riforma della politica di coesione con un impatto diretto sulle problematiche
di gestione dei fondi comunitari; delle proposte di modifica della legge
statale numero 11 del 2005, che disciplina i rapporti tra ordinamento nazionale
e comunitario; della elaborazione di una proposta di modifica della nostra legge
regionale, la numero 3 del 2007, che dovrà recepire le novità derivanti dall’applicazione
del Trattato di Lisbona.
Il tutto senza dimenticare che è necessario
porre l’attenzione di questo Consiglio sui temi individuati nel programma di lavoro
della Commissione dell’Unione europea per il 2011, vale a dire “Europa 2020” e
gli atti adottati nel contesto delle iniziative individuate nella Commissione europea
e quelle che comportano modifiche nel bilancio dell’Unione europea; sulle politiche
europee dei trasporti, in particolare la stesura di un nuovo libro bianco su questo
settore; sugli interventi regionali in favore di emigranti, su cui questo
Consiglio sta discutendo per un nuovo intervento legislativo, per come indicato
nel documento di programmazione economica e finanziaria 2011-2013.
Infatti, una buona conoscenza del sistema
comunitario ed una maggiore consapevolezza di questi processi consentirà sicuramente
agli operatori istituzionali, nazionali e regionali, di individuare il momento
più idoneo per cercare di esercitare la propria influenza ed il momento chiave
è proprio quello in cui si forma la norma comunitaria.
Allo stesso modo, conoscere il
diritto comunitario vuol dire individuare per tempo le criticità e le corrette linee-guida
da azionare, per pianificare e correggere l’attuazione dei programmi operativi,
seguendo una logica non solo ragionieristica di accelerazione della spesa fine
a se stessa, ma ispirata al raggiungimento di obiettivi di politica di coesione
economica e sociale ben più ambiziosi, obiettivi che oggi sono definiti nelle strategia
di “Europa 2020” e nelle sue iniziative faro, l’Unione e l’Innovazione,
l’Agenda digitale, l’uso efficiente delle risorse, le nuove competenze ed i
nuovi posti di lavoro e la piattaforma contro la povertà.
In questo contesto diventa decisivo
il rapporto tra le istituzioni ed in
primis tra le istituzioni di natura pubblica.
Nell’auspicare l’immediata operatività
del Consiglio delle autonomie locali che costituirà il naturale ambiente di
confronto tra
Penso, ad esempio, alla opportunità
di iniziare un nuovo percorso virtuoso con gli enti pubblici per favorirne la
partecipazione ed il coinvolgimento sui temi comunitari attivando nelle 5
province calabresi una serie di seminari operativi e di informazione
sull’accesso ai fondi comunitari.
Infatti, la lentezza negli
investimenti e le criticità nella gestione della spesa e nella rendicontazione
dei finanziamenti comunitari, le difficoltà degli enti locali ad ottenere e
gestire i progetti europei espongono questa Regione al concreto rischio di
vanificare il raggiungimento degli obiettivi definiti nei Programmi operativi.
A questo fine mi renderò promotore
di una iniziativa per coinvolgere l’Esecutivo regionale e le sue articolazioni
dipartimentali nella definizione di questo progetto di formazione sui temi
europei che potrà essere decisivo per accendere i riflettori sulle risorse
comunitarie ancora oggi troppo sconosciute.
Concludo questo intervento salutando
con favore ogni iniziativa che il Comitato sulla qualità e la fattibilità delle
leggi ha inviato seguendo le indicazioni della Commissione della Comunità
europea per il proseguimento dei programmi “Legiferare meglio”.
Questo anche in ragione della
opportunità di introdurre nei nostri ordinamenti quel metodo di lavoro che vuole
produrre norme efficaci e di qualità e che tenga conto della osservazione del partenariato,
dei dati e delle informazioni reperiti in occasione di queste consultazioni. Ma
anche di ottimizzare quel processo di produzione normativa che vede nel suo insieme
tutte le fasi di un procedimento legislazione, quindi progettazione della
norma, fase di applicazione, valutazione ed eventuale revisione.
Su questi argomenti desidero
impegnare la sesta Commissione dove sono sicuro che assieme cercheremo di
trovare spazi comuni di collaborazione. Grazie.
Dopo l’intervento del Presidente
della sesta Commissione dichiaro aperto il dibattito.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Maiolo.
Ne ha facoltà.
Onorevole Presidente della Giunta,
sono sicuramente fra coloro che dicono che “giusto o sbagliato questa è la mia Regione”.
E’ una Regione in cui vorrei ci
fosse, però, un po’ meno propaganda e un po’ più confronto, un confronto serio.
Se di questo si deve trattare
cominciamo a dire che in quest’Aula c’è disattenzione forse un po’ più delle
altre volte. Questo non è occasionale e contingente, ma c’è una questione di
metodo fondamentale perché
Lo abbiamo fatto, secondo me, con un
discreto risultato sulla problematica della legalità in cui
Oggi siamo qui nella seduta del Consiglio
dedicata alla trattazione dei fondi comunitari, della gestione delle politiche
comunitarie. Ebbene, lo stesso percorso non c’è stato sui fondi comunitari.
E non c’è stato non solo nella fase
di costruzione della seduta del Consiglio regionale, ma non c’è stato per tutto
l’anno di Governo della Giunta Scopelliti. Non c’è stato perché chi presiedeva
Poi, forse, quello che è avvenuto
poteva creare qualche difficoltà a questo confronto, ma il Presidente Talarico
ha chiesto a me, da Vicepresidente, di convocare tre sedute specifiche della
Commissione consiliare per affrontare la questione dello stato della
programmazione comunitaria.
Noi abbiamo chiesto dati ed
informazioni. Tutto questo non è arrivato nella sostanza, mi pare che si sia
scelta la strada che è quella che, oggi, stiamo perseguendo, in cui l’assessore
Mancini fa la sua relazione al Consiglio, lo informa sullo stato delle cose –
materia abbastanza complicata – e non c’è la capacità e la possibilità di
entrare nel merito delle questioni.
Pertanto, questa questione di metodo
è fondamentale, guardate, e non solo perché c’è una Commissione che viene
assolutamente dimenticata nelle proprie funzioni. Apprendo dall’assessore
Mancini che c’è stata una svolta nella concertazione, che tutto il partenariato
economico e sociale, finalmente, viene convocato quando prima non è stato mai
convocato. Mi pare che sia stato esattamente il contrario. Gli atti dicono
esattamente il contrario, ma la concertazione e la condivisione non sono una
opzione politica. Non è che il centro-sinistra deve concertare e condividere
perché è di centro-sinistra ed il centro-destra non deve condividere e non deve
concertare.
Questi sono obblighi comunitari, voi
vi state – diciamo – non sottoponendo ad obblighi comunitari di concertazione e
di condivisione della materia comunitaria. Non è una opzione politica anche
malgrado la nostra disponibilità, sempre offerta in Commissione ed in
Consiglio, a dare una mano, ma su regole e percorsi che sono quelli scritti.
C’è la legge numero 3 del 2007, che
abbiamo approvato alla unanimità e che è la legge comunitaria regionale, che
stabilisce quali sono i compiti e le funzioni del Consiglio e della Giunta in
materia comunitaria.
Ebbene, dico formalmente che
L’assessore, oggi, ci riferisce di
grandi confronti con il Governo, con lo Stato sui programmi, sull’avanzamento
delle finanze dello Stato e dei fondi comunitari, ma di questo non c’è traccia
né nella Commissione né nel Consiglio regionale, in violazione alla legge
3/2007.
Penso che ristabilire queste regole
significhi, sicuramente, “giusto o sbagliato questa è la nostra Regione. Giusto
o sbagliato abbiamo approvato questa legge e questa legge dobbiamo rispettare tutti”.
Altrimenti, si corre un rischio. Se
le cose andassero bene e fossero tutte rose e fiori, al di fuori della
propaganda, uno potrebbe anche permettersi il lusso di essere anche un po’ più
veloce, più arrogante ed un po’ più disinvolto nel rispetto delle regole, ma
così non è.
Perché il Presidente della Giunta
regionale – lo ha detto lui all’insediamento di questo Consiglio regionale – ha
vinto le elezioni perché ha detto ai calabresi cose che sono state recepite più
di quelle che non abbiamo detto noi.
Ebbene, il Presidente ha sempre
detto che avrebbe completamente trasformato, modificato, sconvolto la
programmazione comunitaria.
E’ stato ripetuto fino a luglio 2010
come un qualcosa che doveva avvenire per sconvolgere che cosa? Lo abbiamo
sentito anche oggi: un programma contorto fatto di piani e di grandi
complicazioni, cose che potrebbero non esserci.
Mi sarei aspettato da quegli annunci
che, di fronte ad un libro difficile ed incomprensibile, da qualche parte
spuntasse il “Bignami” della programmazione in Calabria.
Questo “Bignami” non è mai comparso,
mi pare di capire che siamo davanti ad un libro difficile che non comprendiamo,
ma al quale, purtroppo, dobbiamo stare davanti e cercare di andare avanti.
Anche perché, guardate, lo ha detto
l’assessore, ci sono troppi piani, questo e quest’altro.
Bisogna anche studiare le carte
della Regione, non solo le leggi che non si rispettano, ma anche quello che è
stato il negoziato con
L’assessore Mancini me lo consenta:
se c’è una cosa di cui lui sicuramente non ha cognizione è di cosa significa un
fardello pesante ereditato dal passato.
Di questo, sicuramente, l’assessore
Mancini non ha assoluta comprensione.
Perché se lui si trova, come
fardello pesante, un programma approvato come il migliore in linea con lo stato
degli impegni e con l’avanzamento della spesa, lo deve confrontare – mi
dispiace che non ci sia il Presidente Scopelliti, ma di solito ascolta
dall’altra parte – con il fardello che abbiamo ereditato noi – e lui sa, perché
lo ha ammesso pubblicamente – che era ben altro: spesa inesistente, impegni e
programmazione inesistente, interruzione dei pagamenti alla Calabria da parte
della Commissione europea, cioè interruzione dei rapporti.
Quelli sì che sono stati fardelli
pesanti. Fardelli pesanti che ci siamo portati – caro assessore Mancini – fino
al giugno 2009, data di chiusura dei programmi 2000/2006 che si chiudono al
2009.
Ciò significa, come ha potuto vedere
dalle altre Regioni, che tutto quello che noi abbiamo programmato ed impegnato
fino al giugno
Quindi, se vogliamo dire la verità su
come stanno le cose, decidiamo di finirla con la propaganda e ci confrontiamo
nelle Commissioni competenti; il sottoscritto è stato assessore ai fondi
comunitari e ha “gestito” il programma 2007-2013 per otto mesi, oggi siamo a 12
mesi di gestione del programma 2007-2013.
Cominciamo, quindi, a ristabilire i
termini della verità su quella che è la programmazione. D’altronde, guardate,
cosa avete trovato? Noi l’abbiamo dovuto scoprire indagando nelle stanze della
Commissione europea perché non c’era traccia in Calabria.
Quello che voi avete ereditato è
scritto nel documento del 30 aprile 2010, mandato alla Commissione europea e a
tutti i Ministeri- che ha anche la
Commissione consiliare- che dice chiaramente a che punto stavano le cose.
Non si può falsare la realtà e dire
bugie. Si prendono le carte, ci si confronta l’uno di fronte all’altro e si
stabilisce la verità di partenza.
Così si fa se uno vuole fare
veramente una operazione verità. Se, invece, si vuole nascondere la verità si
possono fare altre cose.
Poi, le carte che scrivete voi e le cose
che dite negli atti formali sono diverse da quelle che dite negli interventi
sulla stampa ed in Aula quando dovete sottolineare l’adesione al leader.
Nel documento di programmazione
economica e finanziaria 2011 avete detto che la situazione è talmente florida
che viviamo di rendita, ma questa rendita finirà. Nell’unica occasione che
abbiamo avuto di parlare con l’Autorità di gestione, quella del fondo sociale -
ed i colleghi della Commissione lo hanno ascoltato -, avete detto “grazie a chi
ci ha preceduto riusciamo a realizzare una attività che è al pari delle altre
Regioni”.
Se andiamo a vedere quello che è il trend di spesa negli anni che vanno dal
2005 al 2010 si vede quanto accaduto in quest’anno, sicuramente per il cambio
di governo, ma anche per una scelta che è stata fatta, secondo me un po’
azzardata cioè di totale cambio della governance dell’Autorità di gestione, con tutto il rispetto
per chi oggi fa l’Autorità di gestione degli organismi interni alla Regione.
Cambiare, però, totalmente senza una fase transitoria, senza capire a che punto
stanno i meccanismi, rende impossibile capire lo stato di “gestazione”
informale anche della costruzione di piani e programmi, quindi quel libro
continua ad essere sempre più incomprensibile e sempre più difficile.
Guardate, allora, è semplicissimo
capire dove siamo.
Abbiamo detto che siete al 20 per
cento della vostra legislatura. Avete gestito i fondi Fesr
soprattutto, perché l’assessore ha limitato sostanzialmente al Fesr e a qualche altra informazione la sua relazione. Si
vede chiaramente che noi siamo arrivati ad essere la prima Regione del
Mezzogiorno rispetto alle altre Regioni, essendo gli ultimi del Mezzogiorno all’inizio
della programmazione.
Questi sono dati oggettivi che danno
conto non solo della difficoltà più generale delle Regioni del Mezzogiorno, ma anche
di quella che è stata la nostra attività all’interno dei fondi.
Mi sarei aspettato, per esempio, di
sentire nella sua relazione che sul fondo sociale, dove abbiamo subito una
eredità pesantissima - e Scopelliti lo sa bene perché è stato il primo
assessore al lavoro e al fondo sociale della Giunta Chiaravalloti
-, noi abbiamo recuperato totalmente la spesa.
Ebbene, oggi mi si viene a dire che,
però, sui controlli ci sono difficoltà. Lo so che ci sono difficoltà, perché,
se si devono spendere 300 milioni di euro in otto mesi, qualche difficoltà c’è.
Però, mi sarei aspettato di sapere dall’assessore se per caso
“Interruzione dei pagamenti
informali”: bisogna ricorrere alla Corte di giustizia perché, altrimenti, sul
tasso di errore, soprattutto quando – e questo glielo dico perché è importante
– lei parla di credibilità, registro dalla mie informazioni e dalle mie
relazioni che c’è un crollo di credibilità delle autorità di governo dei
programmi della Calabria.
Perché, se noi abbiamo una autorità
di audit
che fa le bizze contro l’autorità di gestione e se, poi, l’autorità di
pagamento fa le bizze contro l’autorità di gestione e queste cose vengono
raccontate a chi viene a fare l’audit dalla Commissione europea, è chiaro che arrivano le
lettere della Commissione europea in cui si interrompono i pagamenti.
Poi, certo, possiamo dire che la
lettera è arrivata perché nella precedente gestione chissà cosa è stato
combinato e, quindi, oggi interviene
I rilievi formali di contenuto che
vengono fatti sono inesistenti. L’unica cosa che esiste è che le autorità di
governo del Por sono “l’una contro l’altra armata” e fanno arrivare le denunce
alla Commissione europea, questo è il dato.
Allora, riassumiamo un governo
politico di queste situazioni. Cerchiamo di capire qual è lo stato vero della
programmazione.
Ebbene, qua ho avuto il dubbio – è
andato via Loiero – che al posto di Berlusconi c’era Loiero e al posto di
Loiero c’era Berlusconi.
Perché, guardate, non si può
mistificare la verità, che sa anche mia figlia, ormai, su quello che è avvenuto
in Italia con il Governo Berlusconi presso il Mezzogiorno. E poi non mi potete
contraddire nel dire “ebbene c’è stata inattività della Giunta regionale
precedente perché, poiché si stavano tagliando i fondi, avreste dovuto tener
conto che il Fas non c’era più”.
Mi pare che nemmeno voi abbiate
cacciato il Fas dai programmi, perché se il
Presidente Parente ha dato parere positivo con
Il problema è che rispetto al Piano
Sud, che è la rimodulazione del Qsn, niente altro
perché non ci sono altre risorse, di fatto, vi stanno dicendo che le risorse
comunitarie poiché siete in ritardo, siccome siete le Regioni dell’elite le gestiamo tutti noi e voi non
c’entrate niente.
Noi stiamo avallando queste
impostazioni, di questo si tratta perché, guardate, lei ha fatto riferimento al
documento del dipartimento dello sviluppo economico del 30 marzo.
Se uno va a leggere le misure di
accelerazione e di riprogrammazione, si rende conto che sono molto diverse da
quelle che noi abbiamo attuato tutti assieme, perché nella nostra gestione
tutti gli atti di programmazione sono stati fatti alla unanimità e
Oggi
Su questo penso che anche questo
discorso del Fas debba essere chiaro. C’è stato
sottratto e bisogna attuare delle misure che sono diverse da quelle che avete
accettato dal Ministero dello sviluppo economico.
Perché se uno mi dice “visto che ci
sono i nostri bandi sulla competitività sulla scuola, voi non siete in grado di
far niente, mettete i soldi sui progetti calabresi che stanno fuori dal
finanziamento dei programmi nazionali”.
Così non va. Noi abbiamo fatto, con
tutti i limiti e con tutti gli errori, programmi nostri sulla innovazione,
sulla scuola e sulle risorse umane e le abbiamo decise qui dentro, abbiamo
spese le risorse umane nei tempi destinati e le abbiamo decise qui dentro.
Qui si tratta – se volete e se
vogliamo decidere – di farci sottrarre qualsiasi titolarità sulla gestione
della programmazione perché non è più la programmazione in Italia, ma può
continuare ad essere programmazione in Italia, perché non si aumenta la
percentuale di finanziamenti del Fesr al 70 per
cento. Perché non si mettono solo fondi dello Stato e si mettono tutti Stato e
Regioni su quello che aveva programmato sul Fas.
Perché non si fanno queste cose? Venite in Commissione e confrontiamoci su
queste opportunità.
Allora su questo, guardate poi
l’assessore ha detto “io ho fatto numeri, ho detto cose” ed ha scaricato molto
sulla “responsabilità” che non c’è nei fatti, sulla difficoltà a portare avanti
il programma,
Guardate, anche in merito all’attività
in corso, ai bandi in corso che sono stati bloccati all’ingresso della nuova Giunta,
“legittimazione” di una Giunta subentrante, se, poi, quel blocco significa che
dopo 10 mesi quello stesso bando viene pubblicato allo stesso modo, si sono
persi dieci mesi. E’ inutile che lo chiamiamo diversamente e lì non c’entrano i
piani che dovreste fare.
Perché, se non l’abbiamo fatto noi
in otto mesi, non l’avete fatto nemmeno voi in 12 mesi, ma qui non si tratta di
noi e voi, ma di dire se finalmente vogliamo dare una spinta forte alla
programmazione di questa Regione.
E la spinta forte si dà se le
Commissioni lavorano, se siamo consapevoli di quello che stiamo facendo.
Poi c’è altro. I dati che le ha dato
non sono quelli della Igrue, che stanno sul sito del
Ministero del tesoro, perché era l’unica parte in cui noi potevamo trovare i
dati per questo Consiglio perché non c’è stata data nessuna informazione per
questo Consiglio.
Ebbene c’è qualche differenza
rispetto ai numeri che le ha dato. Dico solamente che il monitoraggio del Fesr 2007-2013 porta al 28 febbraio 2010 impegni per 919
milioni di euro e porta al 31 dicembre 2010, 919 milioni di euro, cioè impegni
zero. Ed è un adagio storico che le Regioni del Mezzogiorno sono brave solo ad
impegnare, ma non sono brave a spendere.
Qui mi pare che non siamo nemmeno
bravi ad impegnare perché, se questi sono i dati e non ce ne sono altri, e non
ci sono modifiche del programma, la verità è diversa da quella che si è tentato
di rappresentare, ma noi siamo pronti in Commissione a confrontarci se vogliamo
assumere una posizione di una Regione che non protesta rispetto alle
trasmissioni televisive.
Una Regione che protesta rispetto
allo scippo dei fondi Fas, che protesta rispetto al
fatto che il Piano Sud non è altro che la programmazione di medio termine del Qsn – chiamiamolo per quello che è – e soprattutto una
Regione che dica finalmente le cose giuste, perché registro che alcuni colleghi,
che oggi fanno l’assessore e che ereditano attività positive in corso e che poi
maturano nell’atto del loro insediamento, non dico che danno testimonianza del
buon lavoro fatto precedente, ma hanno almeno l’accortezza di non criticare il
passato, almeno per quell’attività.
Ebbene, su Gioia Tauro non
l’accetto, non lo possiamo accettare, perché voi avete sottoscritto l’accordo
che avevamo fatto noi, che abbiamo definito noi e che voi avete impiegato otto
mesi a sottoscrivere.
Fra l’altro non sappiamo - perché
non abbiamo visto nessuna carta in Commissione – che cosa è stato fatto dopo la
firma fino ad oggi, essendo già passato qualche mese, praticamente sei.
Su questo mi fermo perché ovviamente entrare nel merito
delle percentuali e dei numeri è stato già fatto parzialmente dall’assessore.
Il dato vero è che in quest’anno non è stata prodotta nessuna rimodulazione e
riprogrammazione del programma. Non è stato fatto un euro di impegno di spesa
ed i dati lo dicono chiaramente, non è stata riorganizzata la burocrazia in
nessun modo e c’è una conflittualità che prima non c’era.
Noi temiamo che rispetto a quell’obiettivo
di spesa che porta al disimpegno ( ma non lo diciamo perché non conosciamo la
realtà, conosciamo perfettamente la realtà con gli strumenti e le cose che ci
sono in mano in questo momento), se gestite in maniera accorta , si può anche
non perdere fondi, si può anche non avere il disimpegno automatico.
Bisogna avere una idea di quello che
si vuol fare.
Rispetto a quello che è stato fatto
sulle aree urbane in cui l’unica cosa che avete riprogrammato è stato spostare
il cofinanziamento Fas sulle due metropolitane e null’altro, per il resto non c’è niente, è la
stessa cosa.
Ebbene, sulle aree urbane si rischia
il bagno più forte. Poiché tutti sappiamo che, fra l’altro, siamo in campagna
elettorale in tutti i comuni capoluogo, tranne Vibo Valentia, della nostra regione,
ci saranno cambi di amministrazione, ci saranno difficoltà di interlocuzione
tra
Questo non sarà colpa né di prima,
né di dopo, ma sarà responsabilità di chi in questo momento non sta prendendo
nessuna iniziativa per evitare questo.
Ve ne dico una. Voi avete la
possibilità di attivare quello che noi avevamo già attivato con
Allora confrontiamoci nelle
Commissioni con le carte davanti avendo la possibilità di capire dove sta la
verità. Raddrizziamo la barca perché così non va e si va a sbattere. E se si
continua in questo modo senza confrontarsi è chiaro chi è andato a sbattere.
Dopo gli interventi del Presidente e
del Vicepresidente pregherei gli onorevoli colleghi di mantenere i propri
interventi nei tempi previsti dal Regolamento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore.
Ne ha facoltà.
Grazie signor Presidente, anche io intervengo per dare il
mio contributo su questo argomento molto importante che fa parte di una serie
di questioni che - come diceva il collega Maiolo – è
stata decisa dalla Conferenza dei
capigruppo di modo che il Consiglio regionale
avesse più informazioni rispetto allo stato di attuazione del POR,
rispetto alla programmazione.
Ho ascoltato con molta attenzione la
relazione dell’assessore Mancini e registro che la campagna elettorale continua
benché sia passato oltre un anno dalle elezioni.
Rispetto a questo, ritengo che una maggioranza
che ha vinto non deve agitare i problemi del passato ma indicare vie e
soluzioni per affrontare i problemi e risolverli. E’ora che si smetta con
questo balletto su responsabilità pregresse ed è necessario che si prenda
contezza della situazione.
Ebbene, la situazione della programmazione comunitaria, al di là dei numeri che sono stati esposti dall’assessore Mancini, è quella che ieri o avantieri il Commissario Hahn ha esposto a Bari. Hahn ha detto che per quanto riguarda le Regioni del Mezzogiorno la spesa comunitaria è pari allo zero. Ha detto che solo la Romania fa peggio di noi.
Poi, all’interno delle Regioni meridionali ha
tracciato un quadro dicendo che in termini di spesa fa peggio
Anzi, rispetto a questa situazione di criticità delle Regioni meridionali è intervenuto il Presidente Fitto ed anche il Cipe.
Il Cipe, citato anche dall’assessore Mancini, è intervenuto con una delibera che impone alle Regioni che hanno difficoltà nella spesa di riprogrammare il quadro dei fondi per non cadere nel disimpegno.
Oggi mi sarei aspettato un approccio diverso rispetto al problema. Mi sarei aspettato una richiesta di aiuto, una assunzione di responsabilità che ammettesse che la situazione è allarmante e che occorrono misure urgenti per evitare il disimpegno immediato automatico delle risorse.
La situazione non è quella esposta dall’assessore
Mancini: c’è una programmazione che serve per colmare il divario tra
Ho, qui, un grafico cartesiano in cui sono rappresentati
sia la spesa sia l’impegno nei diversi settori di intervento e sono pari allo
zero.
A me non interessa se questo è frutto di eredità del
passato o meno. A me interessa che rispetto a queste questioni, a questi
settori di intervento ci sia una inversione di rotta. Ce lo chiedono i calabresi
e le aziende, ce lo chiedono le istituzioni.
Ci sono dei settori di intervento come la sostenibilità
ambientale, l’istruzione, l’inclusione sociale, la sicurezza e la legalità, la
rete ecologica, la cooperazione internazionale per le quali le risorse
impegnate ed i pagamenti effettuati sono pari allo zero.
Questo non lo dico io, non lo dice il grafico, ma lo
dice l’Igrue su un quotidiano che non è possibile
considerare vicino alla sinistra: “Italia oggi” del 29 marzo 2011 riporta in un
riquadro i dati di certificazione dell’Igrue.
Andare a vedere se è stata più brava
Addirittura la certificazione “rendiconta” ci dice che
sul Fondo sociale europeo nel 2009 c’è stata una crescita esponenziale e noi,
oggi, dobbiamo partire dal dato per cui, in cui in alcuni settori di
intervento, la spesa è pari a zero.
Anzi in altri settori strategici come la ricerca,
società dell’informazione, patrimonio culturale, turismo, sistemi territoriali,
competitività, benché non siamo pari allo zero la percentuale di spesa è
bassissima.
L’unico dato che ci può confortare rispetto agli
altri e che è più soddisfacente della
spesa certificata e dei pagamenti è quello relativo al FSE, per il quale però
in alcuni interventi si registrano percentuali ad una cifra.
Questo è lo scenario e questo scenario ci dice che
Chiaramente rispetto a questo serve una inversione di
tendenza ed iniziative straordinarie.
Bene ha fatto
Bisogna riprogrammare per evitare il disimpegno e
chiaramente bisogna individuare i Piani che citava l’assessore Mancini e di cui
non abbiamo avuto ancora contezza.
E’ già la seconda volta! Abbiamo già discusso
dell’accordo di programma quadro per il porto
di Gioia Tauro ed è giusto che si dia a Cesare
quel che è di Cesare.
Quell’Apq è stato sottoscritto
a settembre e non a marzo perché c’erano le elezioni e quindi c’è stato un
rinvio di quell’Apq.
Ed oggi fare a chi è più bravo della classe non serve.
Noi pensiamo che la posta in gioco sia molto importante
e alta e che sia necessario un gesto di responsabilità da parte di tutto il Consiglio
e da parte della Giunta. Un gesto di responsabilità davanti ai calabresi perché,
chiaramente, rispetto ad un problema come questo non ci possono essere
spaccature o divisioni.
Queste sono risorse importanti che servono per far
sviluppare questa regione, per toglierla dagli ultimi gradini degli indicatori
sociali ed economici dove purtroppo è cacciata. Bisogna saper cogliere l’
ultima opportunità che ci viene offerta da Bruxelles.
Tempo fa, insieme ai colleghi Franchino e Guccione, avevo lanciato l’idea di una task force non politica, da non considerare provocatoria perché
abbiamo sperimentato quali vantaggi abbia offerto la creazione della Stazione
Unica Appaltante (SUA).
Dato che la gestione dei fondi comunitari è complessa,
dobbiamo rispettare il patto di stabilità - e queste questioni sono critiche – visto
che dato che quando c’è l’avvicendamento di una maggioranza con un’altra ci
sono dei problemi e le strutture burocratiche non sempre riescono a lavorare in
sinergia e con positività chiaramente va fatto qualcosa di straordinario.
Questa della task force
per me è una proposta importante che nasce dall’osservazione dello stato di
lentezza con cui viene gestita l’attività amministrativa del Por.
Rispetto a questo servono scelte coraggiose per dare
slancio alla programmazione, siamo nel 2011 e parliamo di una programmazione
che si concluderà nel 2013, mancano quindi appena due anni.
Cosa chiediamo, allora, come minoranza? Che ci sia una
riprogrammazione degli obiettivi della spesa richiamando alla responsabilità i
Presidenti delle Commissioni competenti, ad accelerare con ogni mezzo la
discussione dei provvedimenti al fine di imprimere una accelerazione alla
macchina degli atti ed agli impegni della spesa.
Sono stato Presidente della Commissione affari
comunitari nella scorsa legislatura. Ci eravamo sforzati in quella Commissione
di approvare il quadro strategico complessivo che si andava a completare con le
risorse nazionali - e il Vicepresidente Nicolò ne è testimone – del Par-Fas.
Avevamo predisposto una architettura che poi è venuta
meno perché i fondi Fas sono stati sottratti. Ma non
è plausibile che voi oggi citiate delle delibere con le quali avete
deprogrammato le opere relative alla mobilità ed alle infrastrutture che anche
noi avevamo indicato prevedendone la copertura con parte delle risorse Fas, prevedendo che laddove non bastassero le risorse del
Por avremmo integrato con le risorse Fas.
Chiaramente se le risorse Fas
sono venute meno è necessaria una riprogrammazione ma la situazione di oggi è
quella che vi ho detto. E’ quella che ha detto, a Bari, Hahn
- che non fa parte di certo del mio Partito - è quella che ha detto Fitto ed è
quella che è stata pubblicata dalla Igrue.
Penso che questa questione, al di là delle diatribe e
delle prese di posizione, debba necessariamente essere affrontata in un clima
diverso, non di contrapposizione ma propositivo, anche per quanto riguarda interventi
strategici, perché le precondizioni di spesa e di impegno sono precondizioni
difficili.
Lo dicevo prima, ci sono delle precondizioni che sono
essenzialmente rigide, come le norme dettate dalla Commissione europea. C’è,
poi, il rispetto del patto di stabilità che non è secondario, indipendentemente
da chi governa questa Regione, il centro-destra o il centro-sinistra.
Purtroppo, ci troviamo di fronte ad un muro perché non
possiamo spendere, altrimenti sforiamo il patto di stabilità; questi sono
problemi veri e concreti.
Il mio è allora un appello che si rivolge al futuro e
non al passato: maggiore lavoro nelle Commissioni, maggiore pubblicità degli
atti, maggiore incisività forza ed operosità nel predisporre i bandi che, sinceramente, oltre a quelli che erano
già stati programmati, in questo anno sono ben pochi.
Chiaramente ci deve essere uno sforzo da parte della
Giunta ad operare per un cambio di rotta, senza agitare le responsabilità del
passato. Una maggioranza che vince ha il compito di governare, di risolvere i
problemi, di dare risposte ai calabresi e guai se non fosse così.
Da parte mia auspico che questa maggioranza, che è stata
votata dai calabresi, dia un impulso alla risoluzione dei problemi; lo voglio
come cittadino calabrese e come persona che ha a cuore le sorti del Mezzogiorno.
L’approccio da qui a domani deve essere diverso, più
responsabile.
Non si può sempre pensare al passato.
Onorevole Censore, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ho finito, Presidente.
Ho già detto altre volte che il passato è stato di luci, di ombre, di cose positive, di cose negative. Chi ha fatto l’amministratore sa quanto sia difficile amministrare, quanto sia difficile portare a risoluzione i problemi. Per questo penso che voi non abbiate la bacchetta magica come non l’ha avuta Loiero, ma servono atti concreti, al di là delle relazioni corpose e dei numeri che non ho visto pubblicati in nessun sito, in nessun atto ufficiale, perché chiaramente se fossero stati pubblicati su atti ufficiali avrebbero dato maggiore contezza dell’azione di governo.
Una iniziativa forte per accelerare la spesa pena il disimpegno, un disimpegno che questa Regione non si può permettere. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
intervengo brevemente
perché credo che su questo ci sia poco da dire – tra l’altro – dopo la
relazione esaustiva dell’assessore Mancini che, al di là delle considerazioni
politiche che ha fatto e che condivido e le considerazioni tecniche
dettagliate, nei numeri e non solo, ha tracciato un quadro molto chiaro
dell’attuale situazione. Del resto sono mesi che ci lavora
insieme al suo staff e quindi non
poteva essere diversamente. Ha
tracciato anche quelli che sono i progetti per il futuro di questa nuova Giunta
regionale e l’impostazione che il Presidente Scopelliti insieme a tutta
Il fatto che, appunto, si
sia pensato – come l’assessore Mancini bene ha detto – di puntare su dei programmi
chiari, su opere definitive, di non disperdere e parcellizzare questi fondi a
pioggia senza ottenere alcun risultato, credo che sia un fatto importante, un
nuovo modo di vedere l’impiego di questi fondi comunitari.
Tra l’altro si è parlato e si parla – l’abbiamo già
fatto in passato ma l’ha detto anche l’assessore oggi – di questi grandi
progetti di opere pubbliche che daranno un nuovo impulso alla viabilità di
questa regione, alla occupazione e faranno diventare
Anche l’aver sbloccato i Pisl,
riguardanti i vari comuni, senza aver modificato di molto quanto fatto dal
centro sinistra per non rischiare di perdere altro tempo; poi i progetti ed i
fondi per la cultura, per la ricerca, la viabilità.
Sicuramente c’è un grande e chiaro impegno che va in
questa direzione. Non mi soffermo su quanto ha già detto l’assessore perché,
chiaramente, lo ha fatto con dovizia di particolari e molto più dettagliati di
quanto possa farlo io.
Ho anche ascoltato i colleghi che sono intervenuti prima
di me. Il collega Parente e il Presidente, ed in modo particolare i colleghi
Censore e Maiolo.
Devo dire che anche loro hanno evitato toni di scontro
politico perché chiaramente – e qui condivido anche l’impostazione – su questo
tema non credo sia necessario dividersi.
E’ un tema che riguarda tutti, come la sanità. Questo è
un altro dei temi fondamentali per la nostra Regione. Se riusciremo a spendere
bene i fondi comunitari, sarà sicuramente a vantaggio non soltanto di una maggioranza
ma della Calabria intera.
L’ invito che loro ci hanno rivolto lo accogliamo certamente,
ma - devo dire la verità - non possono pensare di sostenere che alcune cose del
passato non ci siano state.
Del resto, il responso sull’attività della passata
gestione non l’abbiamo dato noi ma, alcuni mesi fa, i calabresi e non mi pare
che i fondi spesi nella passata gestione siano stati tanti.
Credo che già in questi mesi di Giunta Scopelliti, con
l’assessore Mancini e con tutti gli altri colleghi della Giunta, sia stato dato
già un segnale di inversione di tendenza.
E’ chiaro: mancano quattro anni per questa legislatura e
c’è moltissimo da fare, nessuno dice di no. Ma che non ci sia stata una
inversione di tendenza questo non credo possiate dirlo, sono stati sbloccati
dei fondi che non si capisce perché, ancora fino alla scorsa legislatura, fino
agli ultimi mesi erano bloccati.
Sì, mi pare che anche il collega Maiolo
e il collega Censore abbiano parlato di questo organismo, dell’Igrue che, in effetti, non certifica appieno quello che
dice l’assessore Mancini o quello che dice
Loro dovrebbero sapere – in particolare il consigliere Maiolo, già assessore – che questo è un organismo che
certifica i dati man mano che arrivano dai vari dipartimenti. Poiché i dati
sono certificati man mano che arrivano dai vari dipartimenti, alcuni di essi
stanno per essere trasmessi o sono stati trasmessi da poco, per questo
l’organismo non li certifica.
Del resto proprio l’onorevole Censore citava qualche
articolo di stampa.
Voglio citare quel che dice un giornale al quale non
sono molto legato - che non leggo molto spesso anzi quasi mai – che è
l’“Unità”.
Sull’“Unità” c’è oggi un articolo del parlamentare
europeo Pittella che dice proprio il contrario di
quello che voi state sostenendo, e cioè che le uniche Regioni che al sud
soffrono particolarmente in questo momento sono
Non mi pare si parli della Calabria, l’“Unità” e Pittella non mi pare siano amici del centro-destra e quindi
mi pare che l’informazione sia abbastanza chiara.
Ma al di là di questo e degli articoli dei giornali,
credo che noi dobbiamo lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo.
E’ vero che l’Apq di Gioia Tauro lo avevate iniziato voi, ma mi pare che sia stato
triplicato e portato a compimento con la firma durante questa legislatura.
Ricordo bene – nella conferenza stampa tenutasi in
occasione della firma dell’Apq – che l’assessore
Mancini e il Presidente Scopelliti hanno riconosciuto che si era dato avvio
all’Apq nella scorsa legislatura, nessuno lo ha
negato. Che poi i fondi siano stati triplicati e che la firma sia stata apposta
in questa legislatura non mi pare che si possa negare, perché è sotto gli occhi
di tutti.
Sicuramente, accolgo l’invito di discutere di questi temi in Commissione Politiche Comunitarie. Certo questa Commissione ha avuto qualche problema che tutti sappiamo con la passata Presidenza, ma adesso con la guida del Presidente Parente rimetterà in moto l’attività con grandi ritmi e, perché no?, sono convinto anche che l’assessore Mancini avrà piacere di confrontarsi in Commissione su questi temi.
Tra l’altro, non siamo presuntuosi nel dire che non
vogliamo il confronto. Vogliamo il confronto e vogliamo anche i vostri
suggerimenti, ma vorrei ricordare, anche ai colleghi della opposizione, che nella scorsa legislatura tutto questo confronto, tutta
questa discussione insieme, tutti questi lavori fatti
insieme, tutti questi piani strategici concordati insieme, tutti questi bandi
concordati insieme non mi pare ci siano stati. Anzi nemmeno l’ombra, nemmeno se
ne è parlato.
Noi, invece, vogliamo dare
anche in questo una inversione di tendenza accettando i suggerimenti delle Commissioni,
confrontandoci in Aula e tenendo conto che è chiaro che c’è una maggioranza,
una Giunta, una impostazione, un progetto che questa maggioranza ha portato
avanti e che vuole portare avanti. Chiaramente, potrà essere migliorato ma non
stravolto perché fa parte anche del nostro modo di far politica e del nostro modo
di vedere politicamente le cose rispetto alla sinistra.
Accettiamo ben volentieri questo invito dei colleghi e
lo facciamo anche nostro, ricordando che non mi pare che negli anni passati si
sia brillato molto da questo punto di vista.
Siamo convinti, invece, che andando in avanti, grazie
all’impegno che – voglio ripetere ancora – l’assessore Mancini sta profondendo
così come il Presidente della Giunta, Scopelliti, riusciremo ad ottenere degli
ottimi risultati impegnando al massimo la spesa.
Concludo dicendo che non è possibile per una Regione
debole, per una Regione che ha bisogno di fondi, per una Regione che deve
andare avanti come
Noi in questo ci impegneremo e lavoreremo accettando
anche, ripeto, il vostro invito. Ma siamo sicuri che a distanza di qualche
altro mese o di un po’ di mesi, quando faremo un altro incontro e anche un
altro dibattito, perché no?, in Consiglio regionale, ci saranno notizie ancora
più confortanti e sul territorio si comincerà a vedere l’impegno che questa Giunta
sta portando avanti.
Grazie, onorevole Fedele.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente,
abbiamo ascoltato una solita relazione propagandistica che sa difendere il nulla.
E’ una relazione che elude le questioni reali. Abbiamo ascoltato un elenco
delle giuste aspirazioni di tutti i calabresi e non solo della maggioranza di governo
di questa Regione. Ma resta un elenco.
Credo che dopo la relazione i calabresi abbiano
difficoltà a cogliere la proposta del Governo regionale.
D’altro canto, apprezzo le dichiarazioni politiche dell’onorevole
Censore e dell’onorevole Maiolo che, nonostante una
relazione priva di prospettive chiedono il confronto in Aula e nelle
Commissioni.
Vorrei entrare nel merito di alcune questioni anche con
un tuffo nel passato.
Lo voglio dire perché ho preso atto di una relazione che
è giunta a tutti i consiglieri regionali ed una relazione della sesta Commissione
sul Fondo sociale europeo. E’ una relazione che proviene dalla dirigenza
dell’assessorato alla sesta Commissione consiliare.
Lo dico perché tenendo conto che si tratta del Fondo
sociale europeo – su questo sono d’accordo con l’assessore Mancini – ,i dati
bisogna leggerli nella loro oggettività.
Le procedure attivate, leggendo questa relazione, per i
7 Assi sono 145. C’è una tracciabilità di 46 decreti che fanno riferimento alla
Giunta Loiero; 11 decreti – di cui 8/9 – poggiano sul
lavoro della Giunta Loiero e che sono, però, decreti
della Giunta Scopelliti.
Uno alla volta.
Asse 3 “inclusione sociale”; Asse 5 “transnazionalità
ed interregionalità”; Asse 7 “capacità istituzionale”
non hanno alcun avanzamento.
Asse 4 “capitale umano”. Dice la relazione: “…impegni non ancora collegati a progetti” perciò niente.
L’Asse 1 “adattabilità” ha incrementato gli impegni di circa
il 10 per cento e le spese di circa il 7 per cento.
L’Asse 2 “occupabilità” ha
incrementato gli impegni di circa il 9 per cento e le spese di circa il 6 per
cento.
L’Asse 6 “assistenza tecnica” è indefinito.
Nella relazione si scrive molto chiaramente: “…il trend
positivo realizzato nel 2009 continua nel
Tenuto conto di questi pochi numeri riteniamo che il trend positivo si sia fermato al 2009. E
questa conferma ce la dà
Non ci pare che il quadro sia molto diverso.
Secondo
Drammatica nel disastro generale è la situazione nel Mezzogiorno
dove queste percentuali – appunto – sono la metà di quelle del centro-nord.
Questo quadro desolante ci porta dentro ed a capire di
più la performance della Calabria con impegni di spesa al 27 per cento
ma con una spesa certificata come dicevo poc’anzi al 7,76 per cento.
A questi pochi dati si aggiunge - perché sfugge a molti
- l’ultima seduta del Cipe del 23 marzo, 15 giorni
fa, dove, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni, il Comitato
ha autorizzato l’utilizzo delle risorse del Fas
2007-2013 per il ripiano dei relativi disavanzi sanitari, articolo 2, comma 90,
legge 191/2010.
Noi però siamo qui, ancora, con la propaganda.
Ogni dichiarazione dell’assessore Mancini – basta
leggere i giornali – contiene sempre la solita frase. Ed oggi lo abbiamo
sentito più volte ripetere la solita frase “abbiamo ereditato una situazione
critica che grazie al Presidente Scopelliti e alla sua lungimiranza stiamo
correggendo con grande impegno e capacità della nuova classe dirigente di
questa Regione”. Lo leggiamo tutti i giorni sui giornali, oggi lo abbiamo
sentito 4-5-6 volte.
In realtà di nuovo, signori consiglieri, c’è poco o
niente. Molto delle poche cose fatte è relativo ad iniziative già approvate
verso le quali non si può che registrare solamente un ritardo pari a 11 mesi.
Su questo oggi devo dire che l’assessore Mancini ammette
finalmente di non aver modificato nulla per i Pisl, e
si ammette che l’unica modifica avvenuta riguarda l’intensificazione del
rapporto con i territori.
Bene,
Per quanto riguarda i criteri oggettivi, intelligenti e
funzionali di ripartizione delle risorse fra le province e per materia di
intervento sono stati approvati dalla Giunta Loiero
con la delibera di Giunta regionale, la numero 163 del 27 febbraio 2010, a
seguito anche di incontri istituzionali avvenuti con i Presidenti delle
Province e con il Presidente dell’Anci, il 15
febbraio 2010.
Dopo dieci mesi l’assessore Mancini dice “…450 milioni
di euro per la progettazione integrata”. Sono sempre gli stessi soldi,
ripartiti allo stesso modo per i territori previsti nella delibera già citata.
Sono solo passati 10 mesi affinché si capisse il contenuto di questa delibera.
Infatti, guardate, i documenti relativi alla delibera
del febbraio 2010, sono pubblicati e disponibili sul sito Internet della Regione
Calabria a partire da quella data.
Si evidenzia che tali documenti sono i medesimi che l’assessore
ha riportato all’approvazione delle Province nei giorni scorsi e dei quali si è
attribuito la paternità.
Sono stati approvati dal dipartimento programmazione nazionale
e comunitaria con decreti. Ecco perché io entro nel merito e faccio anche un
tuffo nel passato.
Con decreto 19.042 e decreto 19.043 del 27 ottobre 2009
sono stati disposti gli avvisi pubblici per la selezione di 20 esperti con
funzioni di agenti di sviluppo e di 5 esperti con funzione di coordinatori
tecnici per la costituzione dei laboratori territoriali di progettazione. Gli
avvisi pubblici, signori consiglieri, sono stati pubblicati in data 30 novembre
2009; la selezione è stata bloccata dalla nuova Giunta, modificato il
regolamento per la selezione degli esperti individuali per le attività di
assistenza tecnica al Por Calabria.
Sapete quali sono le modifiche? Le modifiche apportate
hanno riguardato esclusivamente la parte relativa al numero di anni minimi di
esperienza richiesti per partecipare alle selezioni. Da cinque a tre anni e da
E’ da spiegare a chiunque, badate, come si voglia
perseguire maggiore qualità dei consulenti abbassando il livello minimo di
esperienza richiesta agli stessi. E’ da spiegare come possa essere possibile
che in selezioni pubbliche, trasparenti ed aperte risulti vincitore chi ha meno
esperienza documentabile rispetto a chi ne ha di più.
Fatto è che, nonostante già da febbraio 2010 fossero
disponibili oltre 450 milioni di euro per la progettazione integrata,
Sapete qual è il totale delle modifiche necessarie? Sei
parole su due righe. Il tempo necessario per ripubblicare i bandi? Sei mesi,
una parola al mese.
Gli avvisi pubblici sono stati ripubblicati in data 17
settembre 2010 con scadenza 7 ottobre 2010. Le procedure si sono concluse 20 giorni
fa per i coordinatori e non sono ancora concluse per gli esperti. Tempo perso:
10 mesi. Allora, pur avendo una disponibilità, 10 mesi di ritardo di 460 milioni
di euro da far partire subito.
Per portare avanti la progettazione integrata sarà
necessario un bando per la selezione dei progetti integrati di sviluppo locale.
Il dipartimento programmazione nazionale e comunitaria ha predisposto già nel
mese di marzo 2010, con il supporto dell’assistenza tecnica del Formez, un abbozzo dell’avviso pubblico per la selezione
dei progetti integrati di sviluppo locale.
Vogliamo scommettere in questo Consiglio regionale che
l’avviso pubblico che verrà pubblicato sarà identico a quello già pronto in
dipartimento al marzo 2010? Io penso di sì.
Nulla di male, badate, nel portare avanti già quanto
predisposto. Anzi sarebbe un punto di plauso. Ma perché denigrare, insultare,
screditare e poi copiare a man bassa?!
La nuova Giunta regionale ha il diritto di valutare e di
modificare ciò che ritiene opportuno nel rispetto delle regole e del confronto
istituzionale. Ciò che non è ammissibile è denigrare il lavoro degli altri
senza le corrette motivazioni e disinformando i cittadini e le istituzioni.
Ciò che non è permesso è impossessarsi ed attribuirsi il
lavoro degli altri dopo averlo criticato. Ecco perché si criticano in maniera
generica i programmi operativi predisposti dalla precedente Giunta e si
annunciano anche grandi modifiche per renderli coerenti alle nuove strategie
del Governo regionale per poi, nei fatti, lasciare tutto come prima, in quanto probabilmente
non c’è nulla da modificare.
Qui – e termino – non entro nel merito perché so che il
tempo stringe. Ma se si potesse entrare nel merito dei bandi per i poli di
innovazione e della ricerca sui contratti locali di sicurezza chiedo all’onorevole
assessore e al Presidente della Giunta: ma che fine hanno fatto? In Calabria probabilmente
non abbiamo bisogno di sicurezza.
La capacità istituzionale: si dice nella relazione che
ci è pervenuta “siamo uguali a zero”, però ci stiamo lavorando.
La cooperazione per lo sviluppo. Abbiamo ereditato una
relazione critica e si ripete il solito refrain.
L’Asse “cooperazione internazionale” di quanto avanza?
Zero.
I Poin, grandi attrattori
culturali, i Pail.
In sintesi, onorevoli consiglieri, tutto ciò fa
emergere, ove ce ne fosse bisogno, una forte incapacità amministrativa
dimostrata in questi undici mesi non solo rispetto ai fondi strutturali, al Por
Calabria, ma rispetto alla sanità, all’ambiente, ai trasporti. Incapacità che
si sostanzia in un unico e semplice dato che veniva rilevato dall’onorevole Censore
e dall’onorevole Maiolo.
Da quando questa Giunta
regionale è al governo della Calabria, per come risulta dai dati ufficiali
dell’Igrue al 31 dicembre 2010, i nuovi impegni giuridicamente
vincolanti assunti sono pari ad un drammatico zero. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso.
Ne ha facoltà.
(Interruzione)
L’onorevole Orsomarso non è in
Aula. Successivamente è iscritto l’onorevole Principe ma per garantire
l’alternanza fin quando è possibile do la parola all’onorevole Magarò. Ne ha
facoltà.
Caro, Presidente,
prendo brevemente la
parola per apportare il mio contributo alla discussione che è importante per
Inizio, innanzitutto, esprimendo
il mio apprezzamento e del gruppo che rappresento alla relazione introduttiva
dell’assessore Mancini. Lui ha una storia lunga, una cultura politica che ha
fatto della programmazione e dei
risultati l’esempio di un’azione politica riformista che punta a cambiare e
modificare il Mezzogiorno d’Italia.
Nella sua relazione sono
delineati le strategie, gli obiettivi, e soprattutto i risultati che si
intendono perseguire e raggiungere.
Mi permetto di introdurre
qualche elemento aggiuntivo alla sua relazione che proviene da un
amministratore di lungo corso e della stessa cultura politica dell’assessore
Mancini.
Nel corso della passata legislatura e nel corso di questa legislatura mi sono battuto
con forza su un concetto che dal mio punto di vista è estremamente
importante:quando affrontiamo la questione dei fondi comunitari si parla sempre
di numeri e di rendiconti e si parla poco dei risultati che questi numeri hanno
prodotto per lo sviluppo e l’avanzamento della nostra Regione.
Penso, onorevole Principe,
che questo sia un elemento sul quale noi dobbiamo discutere e dobbiamo spingere
in avanti la discussione: passare da una politica della rendicontazione ad una
politica dei risultati.
Sono i risultati che contano
per chi si definisce riformista e per chi vuole introdurre elementi di sviluppo
nella nostra Regione.
La domanda che io mi pongo e
che penso si pongono la maggior parte
dei calabresi: con queste ingenti somme nel passato ed anche adesso nel
futuro cosa realizziamo? Creiamo risultati nuovi, produciamo dei fatti
positivi? Penso che la scommessa che noi abbiamo davanti sia, appunto, questa:
passare da una politica della rendicontazione ad una politica dei risultati.
Sono i risultati quelli determinanti, sono i risultati
quelli che contano.
Sono, dal mio punto di vista, le opere pubbliche e le
infrastrutture che si consegnano ai cittadini, sono soprattutto i servizi che
si offrono ai calabresi e sono soprattutto le condizioni sociali che si
migliorano nella nostra realtà.
L’altra questione decisiva dal mio punto di vista, sulla
quale forse nessuno si è ancora addentrato, è quella dei tempi.
Per un riformista, per un amministratore bisogna fare e
bene, ma soprattutto far presto.
E la questione del tempo dal mio punto di vista è una
questione decisiva che richiama al ruolo della burocrazia, richiama al ruolo di
coloro i quali devono poi realizzare e concretizzare gli obiettivi che la
politica si è data.
In questi giorni sto lavorando e voglio annunciare in Consiglio
che presenterò una proposta di legge, un disegno di legge in questa direzione
che penso possa essere fatto proprio e presentato da tutti i colleghi della
coalizione a cui appartengo.
Questa mia proposta di legge sostanzialmente punta su
due cose. Punta sulla tracciabilità degli iter amministrativi.
L’altra volta, affrontando i temi della legalità abbiamo
pensato alla tracciabilità attraverso il conto corrente unico. Cioè riuscire a
capire attraverso il conto corrente unico quanti soldi entrano su un conto
corrente vincolato e destinato e come vengono spesi questi soldi.
Immaginerei e sognerei una Regione in cui ci sia anche
la tracciabilità dell’iter burocratico.
Sarebbe molto interessante - e questa è una sfida
fortemente innovativa - se il cittadino, il sindaco, anche l’assessore potesse,
attraverso il computer, digitare e dire: quel procedimento, quella pratica si
trova sul tavolo di quel dirigente il 1° maggio ed il 1° giugno non si trova
ancora sullo stesso tavolo ma ha fatto enormi passi in avanti e trova anche qui
una soluzione concreta.
Questa è una questione che se affrontata, se ce n’è la
volontà politica, probabilmente, sposterà in avanti in modo positivo queste
questioni.
L’altra cosa sulla quale mi permetto di insistere, perché
farà parte di questa proposta di legge, è quella di applicare – anche qui in Calabria
– un criterio ed un metodo che in Europa è già presente: quello della premialità.
Mi spiego meglio. Se per quanto riguarda una procedura
c’è una parte inerente la questione amministrativa ed un’altra relativa
all’esecuzione di quel provvedimento, se noi riuscissimo, dal mio punto di
vista, a stabilire attraverso dei cronoprogrammi
quanto tempo debba dedicarsi alla procedura amministrativa e quanto poi
all’esecuzione o alla fornitura e decidessimo che per lo svolgimento di
quell’iter amministrativo occorrono sei mesi, se i termini prescritti fossero
rispettati o addirittura anticipati, proporrei di pagare meglio coloro i quali
hanno partecipato a questo iter e cercherei di premiarli ancora, a maggior
ragione, cercando di evitare l’appiattimento della classe burocratica.
Se una impresa esecutrice di un servizio o di una
infrastruttura riesce a realizzare, nei tempi stabiliti, l’opera, penserei di
utilizzare il ribasso d’asta per premiare questa impresa che sta nei termini
stabiliti.
Vedete, queste questioni, dal mio punto di vista, vanno
affrontate in questa direzione: la programmazione, la politica non dei
rendiconti aridi di numeri, ma soprattutto la politica dei risultati e degli
obiettivi che abbiamo raggiunto, delle opere che vogliamo costruire, delle
infrastrutture che metteremo al servizio del cambiamento e della
modernizzazione e sviluppo della nostra Regione, la questione tempo. Queste tre
questioni penso che vadano inserite nella discussione che abbiamo avviato
questa mattina.
Da questo punto di vista penso che i calabresi si
aspettino da noi i risultati, le risposte ed i riscontri a queste nostre
politiche.
Sono certo che l’azione riformatrice della Giunta Scopelliti,
dei suoi componenti e dell’assessore deve puntare a questo.
A me da sindaco piaceva inaugurare le opere, consegnarle
ai cittadini, farle bene ed in fretta e soprattutto avviare una sana e corretta
programmazione.
Su queste cose volevo portare il mio contributo, perché il
cittadino semplice molte volte si dice “abbiamo avuto tanti soldi e
finanziamenti, cosa hanno prodotto? La risposta che io vorrei porre a voi in
quest’Aula è “lavoriamo per produrre e per portare risultati”.
Molte volte questi soldi, questi ingenti finanziamenti
non hanno creato sviluppo, non hanno creato le condizioni per far avanzare e
migliorare la nostra Regione. Probabilmente sono andati ad ingrossare le fila
della ‘ndrangheta, della mafia e della illegalità nella nostra Regione.
Queste questioni, risultati, tempi, premialità,
punire coloro i quali non fanno fino in fondo il loro dovere e soprattutto
indirizzarli sui sentieri della legalità, rappresentano la bussola sulla quale
dobbiamo lavorare. E su questa bussola, per quanto mi riguarda, non farò
mancare il mio contributo all’assessore Mancini, alla Giunta Scopelliti ed
all’intero Consiglio regionale. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, mi
sforzerò di essere serenissimo, quasi come Venezia, anche per evitare che
vengano messi in azione i sistemi di puntamento, siamo in tema di guerra
tecnologica e ci sono i sistemi di puntamento, i nostri Tornado entrano in
azione, dice il Presidente Berlusconi, per bombardare quando si accendono i
sistemi radar di puntamento . Rilevo che in questo Consiglio regionale si
ricorre anche a piccoli trucchi pensando di essere in Libia.
Onorevole Fedele e onorevole
Salvatore Magarò, mio maestro in materia di riformismo applicato, ormai siamo
tutti riformisti, si può stare da tutte le parti del sistema solare ed essere
ugualmente riformisti. Cosa volete che facciamo noi che, forse, ci abbiamo
creduto un po’ di più in tempi antichi? Ci adeguiamo al nuovo sistema solare
della politica italiana.
Però, vede, caro onorevole
Presidente Magarò, il riformismo è una cultura che consente poco il ricorso
alla propaganda spinta che a volte scade nelle piccole bugie.
Vedete, sono un vecchio socialista e mi faccio onore di
autodefinirmi un socialista del Partito democratico, perché ho avuto sempre
nostalgia della mancanza di un grande partito riformista. Ho creduto in questa
impresa e spero di non restare deluso.
Come vecchio riformista ho sempre pensato che la
propaganda spinta ti porti, poi, a dire delle bugie. Dovrei essere grato all’assessore
Mancini perché da un lato ci ha elogiato molto. Ho lasciato – si fa per dire -
Perché, poi, in tema di elogi a volte si esagera e dove
si esagera in termini di elogi? Dicendo anche qualche piccola bugia, quando
ricordandosi che anche l’onorevole Adamo fece parte della Giunta Loiero, implicitamente, si fa un grande elogio dell’onorevole
Adamo. E questo noi storicamente lo dobbiamo sottolineare,caro assessore
Mancini, perché c’eravamo anche noi in quest’Aula.
C’era pure il riformista Magarò, non c’era l’esimio professor
Caligiuri, quando nel 2005… l’ho già detto all’inizio
e non lo ripeterei perché può portare male.
Anche noi approvammo il bilancio del 2000, l’anno
precedente.
(Interruzione)
Caro assessore Mancini, lei è una persona intelligente
ed io ho stima, anche per impegni assunti in tempi non sospetti. Però lei non
ci può venire a dire che la novità sta nella pubblicazione del Bilancio nel Burc dell’anno in corso, perché la sua novità è che Adamo
ha approvato il bilancio il 28 dicembre e lei il 23 dicembre. Se lei è
contento, stia contentissimo di questi risultati.
Dovrebbe però spiegarci che non ha tenuto conto del
vecchio detto calabrese “la gatta che ha fretta fa i gattini ciechi”. Lei ha
prodotto tanti gattini ciechi e guardi che della cecità dei suoi gattini non ne
parliamo noi, ma lo dice il suo Presidente Berlusconi, perché il suo bilancio
ha un primato: ha il Collegato più impugnato della storia del regionalismo calabrese.
Si documenti - il dottore Multari
è un ottimo storico della storia di quest’Aula - e si renderà conto che nessun
Governo ha mai impugnato un Collegato al bilancio in tanti punti come in quello
di cui lei si vanta.
Questa storia della “prima volta” è una cosa che non
accetto, proprio perché da vecchio riformista ho imputato questo modo di
esprimersi agli amici ed ai compagni che si richiamano alla vecchia ideologia
comunista. Se sentiste ed ascoltaste e leggeste le cronache della prima
repubblica ed anche della seconda, forse più della seconda che della prima,
entra sempre in ballo questa maledetta “prima volta” come se si trattasse di
aver immolato chissà quale vergine che per la prima volta è riuscita a fare
quello che la natura consente.
Detto questo, riportiamo le cose alla verità storica.
La verità storica, cari amici, è che il vero motivo per
cui il centro-sinistra ha perduto le elezioni è stato la sanità.La
Giunta di centro-sinistra, naturalmente, ha avuto tanti difetti e tante
carenze, ed io ho stima dell’elettorato che poi dà un giudizio anche se lo
stesso spesso è influenzato notevolmente dagli aspetti più emergenti di una
gestione.
Anche qui torna in ballo, caro onorevole Adamo, quel
fatidico 2007: se andiamo a vedere gli atti di quella Giunta, nel novembre 2007
avevamo individuato che c’era il problema del piano di rientro. Si è perduto
soprattutto per la sanità perché sul Por, obiettivamente, il centro-sinistra ha
operato bene.
Lei non può essere così propagandistico, caro assessore
Mancini, lei è un uomo di governo e deve rispettare la storia.
La storia ci dice che il governo di centro-sinistra si è
trovato in una grande difficoltà, che voi non avete avuto, e cioè quella di
dover cercare di spendere ciò che non si era speso dal 2000 al 2006. L’ho
vissuta per due anni e mezzo e mi faccio onore di avere scritto le cose che l’assessore
Caligiuri dovrebbe attuare.
Perché quello che c’è scritto nel Por, nella cultura,
l’Università l’ha scritto Principe e mi auguro che l’assessore Caligiuri attui quello che ha detto Principe.
E’ stato uno sforzo immane.
Quello che dice Magarò è vero, ma lo dice in un modo che
forse non tutti riusciamo a capire perché confonde il rendiconto con i progetti
sponda. Perché i progetti sponda sono stati un elemento distorcente della programmazione.
Se si programmano in un settore determinati interventi e
poi per rendicontare si deve inserire la strada che fa il comune di Castiglione Cosentino o il comune di Rende o di Cosenza,
questi provvedimenti sono coerenti con la programmazione di Cosenza, di Castiglione o di Rende ma non con la programmazione regionale.
Noi ci siamo trovati con questa difficoltà: tentare di
spendere il non speso per non mandare i soldi indietro in Europa, perché
Questa è verità storica.
Ho apprezzato molto l’intervento del consigliere Fedele
ma anche quello del consigliere Magarò che, come sempre, è molto ecumenico e da
qui traspare la sua cultura di socialista cattolico umanitario.
Ho apprezzato molto Fedele e Magarò che hanno abbassato
i toni del governo ed hanno ripreso gli accenti di collaborazione di Censore e
di Maiolo che, soprattutto, ha prodotto una
controrelazione. Apprezzo le cose dette dai colleghi e dal collega Franchino
che ha dimostrato scientificamente come le bocce siano ferme.
Allora, caro assessore Pugliano,
dobbiamo dire la verità. Non possiamo parlare solo per far scrivere i
giornalisti. Ci sono troppi giornali, forse, in Calabria.
Questa necessità di riempire i fogli non aiuta la democrazia
calabrese. Perché forse ci preoccupiamo più di quel che deve scrivere il
giornale che di quello che dobbiamo dire e produrre in quest’Aula.
Facciamo una operazione verità. Siamo stati costretti
nei primi due anni a spendere il non speso ed a programmare.
Nel 2009 abbiamo finito di spendere - parlo della Giunta
che è venuta, io non c’ero più – e entro il 2007 abbiamo ben programmato. E
questo, bontà sua, ci è riconosciuto pure dall’assessore Mancini.
Quindi, voi vi siete trovati in una posizione di
vantaggio perché c’era già un piano ben congegnato e non avete dovuto fare
sforzi di programmazione, anche se non si capisce se volete programmare o
riprogrammare, un giorno riprogrammate, l’altro non riprogrammate. Staremo a
vedere.
Vi siete ritrovati con il vantaggio lasciato dalla Giunta
precedente che aveva posto in essere impegni importanti. Tutti i bandi di cui
ha parlato l’assessore Mancini - ha fatto una litania ed un rosario di bandi -
sono figli per la gran parte – voi siete assessori di questa Giunta – degli
impegni che abbiamo preso come centro-sinistra.
C’è stato, quindi, questo vantaggio di non aver dovuto
programmare e di esservi trovati degli impegni già assunti.
Però, se guardiamo il 2010 e tentiamo di trovare un
vostro impegno aggiuntivo agli impegni della Giunta di centro-sinistra, ci
vuole un cercatore d’oro per trovare un nuovo impegno, perché nuovi impegni non
ce ne sono.
Chiarito questo, ancora una volta, voglio porre una
questione che si dovrebbe discutere con decenza.
Se noi rispettiamo la decenza siamo ad un tempo lucidi e
determinati.
Naturalmente, il Por 2007/2013 – lo ha detto Mancini, e
mi pare che lo abbia digerito – era un intreccio di competenze finanziarie in
termini di impegni derivanti dal Fesr, dal Fas e dai fondi regionali.
E’ chiaro che è venuto meno il Fas,
ma – di grazia – veramente volete tirare un cazzotto a Berlusconi e mettere sul
gommone del pugile l’effige di Loiero? Guardate che
Carnevale è già passato.
E se io politicamente debbo tirare un cazzotto a Berlusconi,
lo tiro a lui e non faccio come i bambini o come lo struzzo che mette la testa
sotto la sabbia e dico di tirare un cazzotto a Loiero
mentre in realtà lo tiro a Berlusconi.
Ma che c’entra il povero Loiero?
Mi dispiace che se ne sia andato. Vuol dire che la sua vis pugnandi è scemata con la perdita del
potere, mentre la perdita del potere dovrebbe irrobustire la capacità di dare
contributi al dibattito.
Onorevole Principe, il tempo a sua disposizione è già
trascorso, la prego di avviarsi alla conclusione.
Un minuto, mi faccia concludere il mio pensiero tanto quest’Aula è vuota e triste, non dico “grigia” come ha detto qualche avo che in quest’Aula ha molti discepoli, ma mi consenta un minuto ed ho finito.
Quindi, il povero Loiero non c’entra niente. Il Por si deve riprogrammare perché il vostro Governo di centro-destra, guidato dal cavalier Silvio Berlusconi, ha sottratto le risorse.
Qui, semmai, viene fuori una vostra incapacità di
rappresentanza di questa Regione perché
Questo avete incominciato a fare sulla mobilità, perché qui abbiamo sentito tante parole sulla metropolitana Cosenza-Rende-Unical.
Praticamente, Scopelliti e Mancini hanno riportato su quella metropolitana, idem hanno fatto per Catanzaro-Germaneto, ciò che Tremonti si era fregato per fare altre cose e per pagare anche le quote latte dei leghisti.
Queste sono operazioni verità perché
noi vogliamo collaborare. Maiolo ve l’ha
detto: mandate le carte in Commissione, noi
vogliamo riprogrammare insieme a voi il Por perché ci
sono problemi urgenti e ne cito uno: l’ospedale di Cosenza.
A mio avviso attraverso la riprogrammazione può essere finanziato.
Ultima cosa ed ho chiuso veramente.
Qui ci si è vantati dei vari settori, io ho parlato
della mobilità - non aggiungo di Gioia Tauro perché,
lo sanno pure i bambini, che
Se vogliamo collaborare partiamo dalla verità. E voglio
parlare per trenta secondi di cultura, istruzione e ricerca e far qualche
domanda all’assessore Caligiuri che io stimo.
E’ inutile che qui ci si venga a vantare di interventi
particolari come “Magna Grecia Teatro” o di altre cose che sono il prosieguo
del lavoro di un certo Principe. E se dico bugie, Caligiuri
si alzi e mi smentisca. Va bene? Si alzi e mi smentisca, perché non tutti possono
essere smentiti in quest’Aula quando si parla.
A me dei giornali non frega niente, cerco di
ricostituire la verità storica.
Allora due questioni. Caro assessore Caligiuri,
ma che fine ha fatto l’Apq istruzione? Poiché alla
nuova destra, che scimmiotta la vecchia sinistra, piace questa parola, per la
prima volta voglio scimmiottare pure io tutto questo materiale umano e dire:
C’era l’impegno di spendere 50 milioni all’anno; 25 per le scuole dell’obbligo e 25 per le scuole superiori.
E’ stato cacciato Principe, si è spesa la prima tranche di 25 milioni e dopo di che non si è speso nulla.
Chiedo di sapere che fine ha fatto l’Apq istruzione, non in materia di sicurezza per la quale ci sono fondi statali. Voi siete capaci di cambiare tutto con le vostre parole, quasi come aveste una bacchetta magica.
Seconda cosa ed ho chiuso veramente, scusatemi, lo
debbo dire per onestà intellettuale verso i calabresi: qui si parla di grande
capacità di programmazione o sbaglio? Di riformismo? Dov’è Magarò? Parla?
Chiuda il telefono.
Caro assessore Mancini, lei ha avuto maestri di
grandissimo rilievo ai quali cerchiamo tutti di abbeverarci magari stando
sempre dalla stessa parte e magari sbagliando.
Allora si dice che il riformismo deve stabilire gli
obiettivi e concentrare gli investimenti. Ma, di grazia, assessore Caligiuri lei ha fatto un bando con
Guardate io ne ho fatti due e chiudo veramente.
Onorevole Principe, ha sforato, ha sforato.
Per la prima parte erano 25 milioni a distretto.
(Interruzione)
Con miseri tre milioni a polo di informazione voi fate la ricerca innovativa. Se questa è la nuova stagione, caro assessore sono veramente preoccupato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
il consigliere Magarò è qua, è stato richiamato più volte. Il riformista Magarò
sta da questa parte, vuol dire che, pur avendo avuto l’opportunità di sostenere
quella parte, è stato tanto riformista da capire ed immaginare che era più
opportuno che stesse con questo riformismo che è fatto anche di
conservatorismo, di valori e di programmi, di tutto quello che ha detto l’assessore Mancini con
una relazione puntuale.
E
se Magarò è qua, lo fa dando un contributo importante con i suoi interventi sul
tema.
Di
questo, purtroppo, dovremmo preoccuparci in Calabria. Forse ne paga le conseguenze,
ma siamo accanto a te, caro Magarò, e penso che debba essere a fianco a te
tutto il Consiglio regionale per aver fatto un lavoro che contribuisce anche
alla programmazione; quel lavoro della Commissione che qualcuno ha bollato come
etichette, targhette.
C’è
un lavoro materiale e c’è un lavoro – piaccia o non piaccia a chi parla di
cultura – immateriale, di cui
Qualcuno pensa che il lavoro di questa maggioranza, di un nuovo assessore dinamico, con una squadra di dirigenti e di amministratori dinamici, sia quello di interpretare un libro complesso e complicato come ci è stato consegnato dalla storia.
Non mi intendo di programmazione e non me ne occupo. Ogni tanto leggo per svolgere appieno la funzione di consigliere o anche la delega indotta a cui sono stato chiamato. Ci sembra che quel libro – lo dico anche all’assessore Caligiuri – che è stato richiamato più volte nell’ultimo intervento, sia un libro dei sogni, un libro complicatissimo.
E questa maggioranza - non specifico Scopelliti che si augurava di modificare tante cose e non le ha modificate perché ci sarebbero voluti, se non sbaglio, due o tre anni - ha lavorato partendo da una base che, comunque, non era positiva.
Sono tentato, caro Salvatore, e lo faccio avendoti a fianco, di rispondere e di ribattere a chi parla, oggi, di cultura: il termine cultura deriva dal latino “colere” che significa, appunto, coltivare e ha varie accezioni, finanche quella semantica di cultura.
A me piace l’estensione, definiamola, umanistica più che antropologica, che è quella di coltivare l’animo umano.
Per cui penso e spero che questa azione politica,
anche soprattutto la tua, assessore Caligiuri, alla
guida dell’assessorato alla cultura, sia quella di coltivare l’animo umano dei calabresi e di costruire una identità culturale.
Si sarebbe potuto continuare in questa azione, se c’era una prosecuzione di
tutti questi piani e di tutti questi interventi. Anche l’assessore Principe è
stato cacciato da Loiero nel 2007, non è che se ne è
andato.
Quindi, a noi
piace quell’accezione che è anche un po’ romantica, quella di coltivare l’animo
umano e tutti gli sforzi che tu farai, che questa maggioranza farà, saranno
volti a costruire una identità culturale calabrese che manca da 40 anni.
Adesso non dipende
soltanto da Loiero, Chiaravalloti,
Nisticò o da quelli che, a memoria, possiamo
richiamare. E’ un fatto quasi pubblico che dobbiamo condividere con tutti quei
calabresi che ancora, oggi, per la ‘ndrangheta o per tutte le altre
problematiche devono, purtroppo, alle diverse latitudini anche, forse,
vergognarsi di essere calabresi.
Stando
sull’argomento della programmazione comunitaria, credo che l’assessore Mancini
e questa maggioranza abbiano trovato difficoltà e quotidianamente si
riscontrano grandi difficoltà.
Ci sono una serie
di programmi e di risultati e, poi, ci sono anche i dati che l’assessore ha
fatto bene a citare; 155 milioni di impegni e di spesa in 5 anni: questi sono
dati certificati, ci sono i documenti, li ho letti e li ho verificati.
Dopo di che, pur
non volendo immaginare di citare i dati, voglio consegnare a me stesso ed anche
alla diligente opera di minoranza, di opposizione, che l’onorevole Maiolo vorrà fare nei prossimi mesi, un fatto pratico.
In questi ultimi
5-10 anni - diciamo negli ultimi 10 anni se qualcuno cita anche i bilanci –
ricorderete, rispetto all’ultimo bilancio, se non sbaglio, quello del 2009,
fatto da voi sempre in ritardo, il Governo ha dovuto muovere dei rilievi,
tant’è che c’è stata una crisi, se non vado errato, per il problema della
stabilizzazione degli Lsu e degli Lpu.
Chi ha memoria
storica lo ricorda.
Però, stando sul
pezzo, richiamo, poi, un intervento più nobile che è quello di Salvatore Magarò
che, giustamente, dice “non ci attardiamo a capire quante aride cifre si
certificano, ma cerchiamo di capire la qualità, la quantità e la proiezione in
avanti degli investimenti che questa Regione e questa amministrazione possono
fare”.
Se penso al lavoro, che è quello che mi interessa di più - e qui
abbiamo la rappresentanza degli stagisti -, registro che, nonostante sia stata
fatta una legge votata alla unanimità, la sua attuazione
trova ancora dei ritardi a causa della
presenza mastodontica della burocrazia. Ce ne scusiamo, me ne scuso personalmente a nome di tutti.
Però, se c’è un intervento in termini pratici su quella
programmazione che è mancata, visto che abbiamo ancora qualcuno che c’è da 40
anni e continua a parlarci anche di cultura, riguarda il lavoro perché lo
sviluppo passa attraverso la valorizzazione del capitale umano e a me dispiace
se non saremo incisivi perché tra cinque anni dovremo essere votati.
Quel capitale umano che in Calabria continua ancora a
partire. Continua a partire per i vecchi vizi della politica e anche per una
programmazione che non funziona.
Vivaddio, però, possiamo dire che proprio nel campo del
lavoro, poi bisognerà vedere anche quanto in Calabria sia attrezzata l’altra
parte della classe dirigente, non quella politica, quella imprenditoriale.
E lo registro e segnalo all’assessore e ai colleghi che
questa maggioranza nel campo del lavoro, su una programmazione dove non c’era
scritto nulla - c’erano allocate queste posticine
sugli assi 1, 2, 7, sottomisure e quant’altro – ha, da subito ed in pochi mesi,
non solo progettato e bandito, ma anche realizzato gli interventi, perché
saranno distribuiti 150 milioni di euro di borse-lavoro.
Questa, onorevole Maiolo, è la
differenza tra i fatti e la programmazione vuota sul libro, che sarà pure
difficile da interpretare, ma insomma non siamo qui né per scrivere né per
leggere libri, specialmente quando i libri sono scritti male.
Questo è il dato che vi segnalo. In queste ore,
nonostante ci sia una legge che è impermeabile alla politica che permette alle
aziende – sia giusto o sbagliato – con il bando a sportello di avere a
disposizione contribuzioni per 5 anni per assumere nuove forze lavoro, c’è
qualcuno - è il dramma che dobbiamo sottolineare tutti – che dice a quei giovani
(che, purtroppo, non possono denunciare perché vorremmo denunciare ):“guarda di
quei 900 euro della borsa-lavoro me ne lasci 400 e 500 li prendi tu”.
Questo è un altro vizio che poi dovremmo raccontare e
che non appartiene solo alla politica.
Quindi impegniamoci anche su questo.
Questo è un esempio concreto. Un esempio concreto è non
soltanto programmare e stare a posto con i conti e, quindi, con
l’interlocuzione con l’Europa e mi sembra che nell’ultima relazione a Bari del
responsabile della Commissione europea, non so se di luglio, ma anche con tutte
le altre comunicazioni con gli uffici di Bruxelles – ci sia una Calabria in linea.
C’è una Calabria che, pur essendo in linea con i conti,
è in grande difficoltà rispetto ai vecchi vizi del passato.
Perché se guardo, onorevole Maiolo,
- e qualcuno di quei rappresentanti non siede più qui in Consiglio regionale,
ma l’avete mandato a Bruxelles - come sono stati sviluppati i bandi Pia, i
bandi del Pisr, abbiamo chiesto alle aziende
calabresi, più o meno giovani, la certificazione antimafia, la presentazione
del progetto entro 60 giorni e, poi, la valutazione doveva arrivare entro 90
giorni.
Questo termine e stato poi spostato ad un anno e mezzo perché forse
qualcuno dovrà sistemare e rimodulare quella miriade di domande che sono state
domande fatte in campagna elettorale.
Onorevole Caligiuri, racconto
un aneddoto, che mi è stato riferito, relativo al settore dell’agricoltura
dove, oggi, l’assessore Trematerra cerca di rimettere
insieme le cose e cioè che le domande del Pisr sono
arrivate ad essere talmente tante - perché si diceva “fate domande”, c’era la
campagna elettorale per le elezioni europee - che hanno accumulato in una
stanza enorme una pila di domande, che è caduta e si sono incrociati i fogli delle
diverse domande per cui la valutazione diventa ancora più complicata.
Cose allucinanti, per non parlare, poi, della
programmazione che doveva essere - ad esempio – scritta bene, ci mancherebbe
altro onorevole Maiolo e che ha dovuto trovare
l’onorevole Pino Gentile, per quanto riguarda i bandi della casa, scritti
benissimo con la differenza che un loro assessore ne aveva pensati l’80 per
cento per la provincia di Cosenza anche quelli, stranamente, banditi a ridosso
della campagna elettorale.
Questa è la storia degli ultimi 5 anni della Regione
Calabria. Non è che è una Regione che non vivevo pur non essendo in Consiglio
regionale. E’ quello che abbiamo certificato con tutte le difficoltà che ancora
oggi – mi rendo conto – pur essendoci questo lavoro, continuiamo ad avere.
Se dobbiamo fare facile propaganda, mi invitate a nozze.
Vi dico altre cose perché poi stiamo attenti facendo i
legislatori.
Turismo. Anche lì avvertiamo che, molte volte, in una
interlocuzione intersettoriale, che non c’era e che oggi c’è, fra
l’agricoltura, il turismo, le attività produttive e i lavori pubblici, c’è
qualcosa che è ovvio che non può funzionare. Uno non può immaginare che arriva
e risolve i problemi di 40 anni.
Però, a differenza del passato, oggi c’è tutta una
programmazione che è pronta ad essere portata in quest’Aula perché, se non
erro, verso luglio approveremo un piano triennale di promozione e marketing
turistico.
Onorevole Caligiuri, lei
purtroppo non poteva sostituire il consigliere Principe a fare l’assessore alla
cultura perché l’ha torturato, ci dispiace che abbia scelto lei. Oggi
l’interlocuzione non avviene già con l’altro assessore, che non ricordo neanche
chi sia, che c’è stato ed ogni giorno ci dobbiamo ritrovare. Ci abitueremo
anche a questa situazione.
Cerco di concludere il mio intervento con il meno
politichese possibile.
Per noi è banale, insomma, è ovvio che sosteniamo
l’azione posta in essere dall’assessore Mancini, dalla Giunta che riconosciamo,
a differenza della vostra “perfettibilità”, nonostante per 5 anni abbia
prodotto poco.
Apprezzo anche gli sforzi dell’onorevole professore Maiolo, che ricordo anche dai tempi dell’Università,
intellettualmente onesti.
Quello che le dico, collega Maiolo
è che, purtroppo, non siete stati lì con l’intento “criminale” di non operare.
No, siete stati inadeguati. Questo è il dato.
Noi speriamo di non esserlo. Perché, poi, qual è il
problema? E’ ovvio che rischio di scadere nel politichese se faccio un esempio
sui trasporti e sulla difesa rispetto all’azione del governo.
Quando eravate chiamati per i Fas,
non c’erano i progetti, non erano pronti e questa è un’altra verità.
E’ difficilissimo, come abbiamo fatto nelle ore
precedenti, difendere una distribuzione dei fondi del trasporto pubblico locale
– l’ho fatto io stando all’esterno e, poi, la Vicepresidente Stasi nella
conferenza Stato-Regioni - quando per il nuovo criterio di premialità
dei fondi alle Regioni, c’erano tre indici alla premialità.
Uno: gli investimenti, nuovo materiale rotabile e
Due: l’adeguamento delle tariffe e
Tre: la compartecipazione alla spesa e
Nonostante questo, nonostante i ritardi, nonostante ci
siamo scusati in quella conferenza di fronte all’Emilia Romagna, alla Toscana
ed alla Lombardia, quasi scusati di essere calabresi, abbiamo una proiezione di
investimenti per il futuro: i treni che si acquisteranno per 30 milioni di
euro, quelli a valere sui Fas e sul Fesr; le metropolitane, che si faranno, perché so che la
lingua batte dove il dente duole e ne parlano da 20 anni.
Ma se questa metropolitana la farà l’assessore Gentile,
l’assessore Mancini, un minimo contributo anche nei trasporti è una verità. C’è
un cronoprogramma e a luglio 2012 si parte. Mancavano
le risorse ed oggi ci sono. Se poi uno ha dei problemi…
voglio dire, che non possiamo sempre ricordarci perché poi ti viene la voglia
di rispondere e scadiamo anche nel politichese.
Noi sappiamo benissimo - e mi rivolgo alla stampa - che
fra cinque anni, per noi non ci sarà nessuna scusante.
A differenza loro, lo sappiamo e lo dichiariamo che, fra
5 anni, quello che sarà fatto, nel bene e nel male in questa Regione, sarà
responsabilità di Gentile, Caligiuri, Pugliano, Aiello, Mancini, Serra
che vedo già spinto tra i banchi degli assessori e te lo auguriamo, Giulio,
anche perché rappresenti una zona a me molto cara.
Non ci saranno sconti, cioè quello che sarà realizzato o
non realizzato in questa Regione sarà opera o non opera del governo Scopelliti.
Quindi basta continuare a parlare. Poi, quando il
sostegno arriva in termini propositivi che può essere di dibattiti, di
suggerimenti, di chi ha gestito dei settori, ben venga, da questa parte non c’è
nessuna presunzione e credo ci sia tanto sacrificio.
C’è nei dirigenti nominati e tutte le volte che Anna Tavano sbaglierà, capiterà a lei di sbagliare dovrà essere
capita, sostenuta e rilanciata.
Sappiamo che Anna Tavano
lavora insieme a tanti dirigenti dalle 10 alle 12 ore al giorno. E’ questo che
possiamo testimoniare; così lavora questa parte politica e ci auguriamo che in
una Regione dove, purtroppo, non sempre è stata fatta, fino in fondo, la
propria parte, questo lavoro produca risultati, nonostante i ritardi, le
difficoltà e nonostante anche i nostri difetti che, addirittura, dovrebbero
misurarsi rispetto a quanto si è più o meno riformisti…
Mi sento, accanto al consigliere Magarò, più riformista
di Magarò.
Non è più tempo di chiacchiere e questo lo sappiamo
bene. Lo sa l’assessore Mancini, lo sa chi lavora al suo fianco e lo sanno i
calabresi, soprattutto le nuove generazioni.
Lo sanno gli stagisti, ad esempio. Penso che uno stage rimanga sempre uno stage. Si è scelto di dare una
opportunità in più per far sì che quello sviluppo, che passa dalla valorizzazione
del capitale umano, possa diventare realtà in Calabria.
Lo è diventato con quel bando sul lavoro. Il Presidente
Scopelliti sta preparando tanti altri bandi, quindi, basta con la polemica
stucchevole. Tra l’altro, il capo di quella maggioranza, ormai, non sta neanche
più in Consiglio regionale ed ogni tanto, che sia sulla sanità, sul turismo o
sull’agricoltura, manda le note che, tra l’altro – ci dicono – non scrive nemmeno lui.
Quindi, la proiezione, secondo noi, può essere
sicuramente anche quella di guardare con speranza e determinazione al futuro e
far sì che questa azione incessante presto produca bandi e, quindi, spesa: i
grandi investimenti, la metropolitana, dal luglio 2012.
Perché, se la politica non sorride, se chi deve essere
classe dirigente e deve offrire una speranza, non sorride, immaginate tutti
quei calabresi che sono in crisi.
Vi ricordo e lo ricordo a me stesso, poiché abbiamo
incrociato il sindaco nei giorni scorsi, che è stata fatta finanche la “ legge Cetraro”, che era una legge che doveva ripagare quella
comunità, fatta di pescatori, dalla irresponsabilità di un loro assessore,
l’ennesimo assessore.
E’ stato talmente importante, con la vostra
programmazione, che Loiero ha cambiato 23-24 tra
sottosegretari, assessori, consulenti e quant’altro e finanche su quello,
quella “legge Cetraro” dove c’erano 200 mila euro gli
avevano promesso non so che cosa, un acquario forse.
Questa è l’irresponsabilità. Basta interloquire con
Onorevole Orsomarso, il tempo
a sua disposizione è scaduto.
Stavo dicendo una cosa buona del consigliere Censore,
sempre con grande rispetto.
È quello di avere un contributo consapevole ad un’azione
che oggi produce questa maggioranza; abbiamo 5 anni per produrla. Per tutto
quello che non è stato fatto, non diremo che siete stati voi, ce ne assumeremo
le responsabilità, ma state tranquilli che lavoreremo con grande responsabilità
e se i calabresi troveranno – speriamo di no, insomma – l’ennesima politica
fatta di pochi fatti, vorrà dire che, tra cinque anni, ci manderanno a casa.
Grazie, onorevole Orsomarso.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri, devo fare un apprezzamento all’assessore Mancini per la relazione
completa e chiara che stamattina ha esposto in quest’Aula, anche in
considerazione del grande lavoro che è stato fatto in questi mesi insieme alla
dirigente Tavano ed ai dipartimenti.
Ritengo che forse nessuno ha tenuto presente che, in
questi mesi, alcuni aspetti del Por Calabria sono stati rielaborati, non
soltanto per una questione di volontà politica, ma anche per una questione di
carattere tecnico che ha riguardato il diverso impegno dei vari fondi che sono
destinati alle progettazioni contenute nel Por e che, certamente, andavano
riassestate nel contesto di quella che era l’architettura di spesa dei fondi
europei che si accompagnavano non soltanto con i fondi del Fesr
ma anche con i fondi Fas.
In questo dibattito che c’è stato in Consiglio
regionale, mi sembra che sia stata fatta anche un po’ di dietrologia, nel senso
che non si può discutere, oggi, di quella che è la programmazione comunitaria
in Calabria se andiamo a guardare gli errori del passato e quello che non è
stato prodotto in questi anni.
Quello può essere fatto soltanto se lo vediamo come
fatto storico di errori commessi e da non ripetere, ma non possiamo addossarci
l’uno con l’altro responsabilità che certamente non riguardano quest’Aula,
coloro che oggi sono presenti all’interno del Consiglio regionale, che lavora e
che progetta su una programmazione completamente diversa rispetto al passato.
Il Por che, oggi, abbiamo esaminato e che stiamo
portando in attuazione, è stato elaborato dalla precedente amministrazione,
che non è riuscita, nell’ultima fase in cui doveva concretizzarsi il lavoro
fatto, attraverso la scrittura del Por, a rendere concrete alcune azioni che,
invece, potevano essere messe in cantiere; oggi, quindi, ce le ritroviamo, comunque, nella
riprogrammazione e nell’attività di impegno e di spesa, in una condizione
certamente diversa, ma che, comunque, va attuata rispetto alla programmazione
passata.
Voi sapete quanto è difficile rimodulare il Por e risottoporlo alla Commissione europea, per cui anche se ci
fosse la volontà, che ci potrebbe essere, di rivedere tutte le progettualità
contenute all’interno di quello strumento, non sarebbe, tuttavia, possibile
andare a rivedere alcune cose. Perché quando l’opposizione dichiara che noi
stiamo attuando le cose che noi abbiamo programmato, in effetti è vero per
alcuni versi ma, certamente, non può essere vero per la questione relativa alla
fase di impegno e di attuazione.
Oggi dobbiamo mettere un punto fermo alle cose che sono
state fatte in questi mesi di amministrazione Scopelliti.
Il punto fermo qual è? E’ che si sono andate a
rimodulare una serie di azioni, una serie di attività che erano contenute
all’interno del Por, per raggiungere un obiettivo specifico, cioè quello di far
sì che la spesa all’interno di questa nostra Regione, finalmente, diventi una
spesa di qualità.
Che vuol dire una spesa di qualità? Una spesa che possa
incidere fortemente su quelli che sono i processi di sviluppo di questa nostra
Regione, perché se noi andiamo a finalizzare la spesa in mille rivoli,
certamente gli obiettivi di sviluppo non potranno essere mai raggiunti.
Su questo si sta facendo una grande scommessa: quella di
consentire a questa Regione, nei prossimi anni, attraverso una modernizzazione
della rete infrastrutturale calabrese, attraverso una nuova portualità,
attraverso un’azione di sviluppo delle nostre imprese(che non si basa solo
sulla incentivazione sic et simpliciter delle
attività produttive, ma che sia finalizzata a rendere più forte il tessuto
economico-produttivo della nostra Regione), di raggiungere l’obiettivo di avere, entro la
fine dell’anno, una spesa maggiore e di qualità per consentire alla Calabria di
poter finalmente muovere alcuni indicatori, che rimangono fermi o vanno sotto,
nel contesto di quella che è l’economia complessiva.
Quando non si muove il prodotto interno lordo regionale, vuol dire che la spesa, di
fatto, all’interno della Regione, non c’è stata, o quella che c’è stata, non ha
prodotto sviluppo. Noi non possiamo essere ciechi di fronte a quello che c’è
nel contesto dell’economia regionale.
Allora in questa relazione che l’assessore Mancini,
oggi, ha sottoposto all’attenzione di tutti quanti noi, penso che ci siano
tutti gli elementi positivi per poter andare avanti nei prossimi anni e per
poter concretizzare gli investimenti che sono previsti all’interno del Por
Calabria nelle diverse azioni in esso contenute.
Per chiudere questo mio breve intervento - perché non
voglio dilungarmi, in quanto il Presidente Scopelliti concluderà questo
dibattito – penso che, intanto, noi dobbiamo concentrarci, non soltanto su
quelle che sono le attività che abbiamo intrapreso in questo periodo, sulle
quali sia
Su questo penso che si sta lavorando e si continuerà a
lavorare nei prossimi mesi per mettere in campo quei meccanismi che possono
aiutare il Fondo sociale europeo a raggiungere una qualità di impegno di spesa,
che sia adeguata rispetto ai problemi della nostra Regione.
Su alcuni elementi noi abbiamo già espresso delle
positività.
L’assessore Mancini ha ricordato l’azione posta in
essere dall’assessore Caligiuri per quanto riguarda
la cultura e l’istruzione.
Stiamo lavorando fortemente sulla questione del lavoro e
delle politiche sociali, ma lì dobbiamo ancora di più fare gli sforzi per far
sì che quelle azioni possano modificare in positivo anche il tessuto culturale
e la grande difficoltà sociale che vive la nostra Regione.
In questo senso sono fiducioso e ritengo che l’azione
intrapresa, oggi, potrà essere un’azione che potremo valutare alla fine del
2011, quando tireremo i conti rispetto a quella che è stata la programmazione,
a quelli che sono stati gli impegni e la spesa dei fondi europei all’interno della Regione Calabria.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
La parola per la conclusione del dibattito al Presidente della Giunta regionale, onorevole Giuseppe Scopelliti.
Grazie, Presidente, soltanto pochi minuti per evidenziare un aspetto, secondo me, molto importante di questa seduta.
Francamente ci aspettavamo, forse, un po’ tutti un contributo maggiore da parte dell’Aula e, soprattutto, una capacità di analizzare i risultati e i dati forniti dall’assessore Mancini in maniera diversa.
Cosa emerge? Emerge quello che, ormai, si evidenzia
nella politica calabrese. Da una parte, chi ha il compito di governare cerca di produrre sforzi importanti, dall’altra
chi, ovviamente, avendo il compito di rappresentare la minoranza, anziché
proporre modelli alternativi alle impostazioni che vengono fornite, o attacca
l’avversario, lo denigra, oppure, come accade in tante circostanze, tutto ciò
che di buono fa questa amministrazione è solamente il frutto della buona
gestione del centro-sinistra.
Ho letto con largo anticipo
la relazione esposta brillantemente dall’assessore Mancini. Ovviamente questo è
costato qualche ora di lavoro perché c’è stato un lavoro di squadra in quanto
sono state messe in campo tante notizie importanti che rimangono agli atti.
Ecco perché è importante dar sempre un contributo di qualità all’interno di
quest’Aula.
Quella che è la relazione
dell’assessore Mancini rimane agli atti ed è un contributo su questo tema importante
e fondamentale che è stato offerto in una seduta che è stata chiesta proprio
per discutere di fondi comunitari.
La cosa più raccapricciante è che, quando l’assessore
Mancini leggeva la sua relazione, ho notato
che, per almeno mezz’ora del suo intervento, c’era chi nei banchi del
centro-sinistra sghignazzava e quasi quasi era molto
ironico sulla lettura e sui dati forniti.
Ovviamente, è inutile stare
a fare polemica. Poi, negli interventi che si sono susseguiti, qualcuno –
Principe, anche il collega Franchino e qualcun altro - ha detto “forniteci
qualcosa, altrimenti fate solo mera propaganda”.
Noi abbiamo cominciato a
dare i numeri, quelli seri, quelli che, ad esempio, sono legati alla sanità.
Ci aspettavamo che il
centro-sinistra riuscisse a recuperare tanti milioni di euro quanti ne abbiamo recuperati noi, attraverso l’attuazione
del piano di rientro e forse anche prima del piano di rientro.
Non ci dimentichiamo che
c’era una famosa relazione che viene da lontano, da quegli anni 2006-2008, in
cui bisognava fare delle scelte, cioè, quando noi forniamo dei dati, esce il “big Jim” della politica e dice “sono
tutti dati che sono frutto della mia amministrazione”.
Mi domando se veramente l’ex
Presidente Loiero – non c’è, se ne è andato – si sia
reso conto che lui le elezioni non è che le ha perse, ma ha preso una “tranvata” da parte degli elettori calabresi
che lo hanno lasciato a terra e, forse, non si è più ripreso, perché ogni
qualvolta parliamo di dati, di conquiste e di risultati, lui, sistematicamente,
dice “è il frutto della mia amministrazione e della mia gestione”.
Noi abbiamo provato, con dati alla mano, con Kpmg, che c’era un deficit
nella sanità, un disavanzo che, andando avanti, con l’indirizzo che era stato
assunto nei primi mesi di amministrazione – quando vi era ancora il
centro-sinistra – rischiava di essere
minimo di 230 milioni di euro.
Anche l’altro giorno, leggendo una dichiarazione, ci
siamo trovati di fronte al fatto, udite, udite, udite, che ha buttato già le
mani avanti, dicendo che gli ospedali se si faranno è grazie al suo lavoro,
quindi, hanno fatto tutto loro.
Dispiace che, adesso, non ci sia il collega Loiero, che non può replicare, ma, comunque, replicherà
sicuramente sui giornali visto che ha grande spazio. Da ex Presidente, ormai,
ha acquisito la sua vetrina e la sua ribalta attraverso i giornali dove fa
degli scritti, scrive, così si sfoga.
Prima scriveva, pure, il suo portavoce, poi ha deciso di
abdicare anche a questo, ma voglio dire che il problema di fondo vero è che noi,
secondo me, non abbiamo nulla da prendere più da questo tipo di politica, cioè
non possiamo più stare a confrontarci con chi non ha la capacità di sintesi e
chi non ha la mente libera e sgombra, che vive con la necessità di doversi
contrapporre obbligatoriamente a chi ha, invece, il compito di governare.
Dobbiamo cercare di costruire un dialogo costruttivo e
positivo con chi è, invece, in grado di analizzare in maniera attenta alcuni
elementi che emergono da valutazioni e da confronti legati alla necessità di
costruire una Calabria nuova, quindi, attraverso chi è in grado di dare il
proprio apporto a questo tipo di percorso.
La relazione dell’assessore Mancini è puntuale perché
mette a nudo quella che è, piaccia o non piaccia, la situazione che viviamo oggi
in Calabria.
Perché ci sono – e non lo diciamo noi – ritardi notevoli
rispetto all’idea di mettere in campo bandi sui fondi comunitari. Siamo al 2011
e, forse, i primi bandi risalgono alla fine del 2009-2010. Parliamo di ritardi,
quindi, che,rispetto ai fondi del 2007, si sono chiaramente accumulati.
Parliamo di un contesto grave perché quando qualcuno
dice “oggi ricevete i complimenti a Roma perché, tanto, siete amici del
Governo” , credo che non sia questo il problema, altrimenti si svilisce il
significato e la presenza di una amministrazione. Forse potremmo essere
guardati in maniera diversa, ma i giudizi non possono essere modificati dal
fatto di essere più o meno legati in un rapporto quando, invece, chi produce si
vede e chi non produce, probabilmente, non ha fatto nulla. Non si può
valorizzare chi fa il nulla.
Questo è un problema che, secondo me, va messo in
risalto, ma, soprattutto, noi ci siamo trovati ed io mi sono trovato - ma
questo per me non è un risultato, ma soltanto una constatazione che faccio
- di fronte a tante circostanze in cui,
recandomi a Roma, attraverso una serie di rapporti e di contributi offerti dai
vari Ministeri competenti, anche in questo comparto, mi sono trovato di fronte
a direttori generali e a capi dipartimento, a persone che hanno avuto a che
fare con la Regione Calabri,a che si sono prodigati in complimenti verso i
nostri dirigenti ed i nostri direttori generali.
Ovviamente, chi misurava la capacità del fare del
passato ed oggi ti dice “bene, complimenti perché avete comunque gente di
qualità e di spessore” per noi questo diventa un modo per raccogliere, sì, una
testimonianza positiva e un gesto importante, ma ci aiuta a comprendere e
capire che dobbiamo fare di più e meglio.
Non è che adesso noi ci stiamo cullando perché,
sappiamo, che sul tema dei fondi comunitari ci stiamo giocando una partita
delicata.
Siamo pronti, quindi, sicuramente, al confronto con i
colleghi per cercare di comprendere e di condividere, per carità, anche le
scelte.
Non so adesso se
Questo non lo dice uno che fa programmazione, ma lo
dicono i tecnici che hanno trovato il deserto in termini di programmazione in
materia di fondi comunitari; quindi, perché noi non dovremmo dare seguito e
continuità ad esperienze e programmazioni che sono contenute dentro il Por? Non
lo facciamo perché non ci sono.
Da una parte abbiamo la responsabilità enorme di dover
recuperare tutto e di ripartire, dall’altra, invece, saremmo stati agevolati
dalla opportunità di mettere in campo le risorse, di dire “intanto facciamo
questo e poi vediamo”.
La carenza di programmazione - e questo per alcuni
aspetti ci avvantaggia o, meglio ancora, lo riteniamo importante – ci ha
imposto di essere noi a mettere in campo una nuova programmazione.
Devo dire che dal comparto della cultura al comparto di
tantissimi altri settori delle infrastrutture e altri settori ancora, vivaddio,
abbiamo privilegiato una logica nuova della politica. E’ questo che, forse, va
valorizzato più di ogni altra cosa.
E’ vero che possiamo, forse, avere un po’ di ritardo perché non è che dall’oggi al domani
si fanno i bandi, ma abbiamo costruito il progetto dentro il quale, poi, andare
ad intravedere le linee di intervento. Abbiamo chiaro ciò che abbiamo di
fronte, ciò che vogliamo costruire per i prossimi anni della Calabria. Questa è
la verità.
Allora costruire questa sorta di cornice, di quadro, che
serve ad avere una visione di insieme, quindi una visione strategica del futuro
della Calabria, ci aiuta a dare una risposta.
Voi non avete mai visto un Por che si è poi, diciamo
così, confrontato su una serie di risorse in cui la cultura, le infrastrutture,
il Fondo sociale europeo, in cui tutti gli altri assessorati, si sono
cimentati.
Voi non avete mai visto attorno a questo tipo di
indirizzo una scheda che vi dice “ecco la capacità di intervento, di spesa, ma
soprattutto la capacità di creare occupazione e sviluppo sui territori”.
Questo sta accadendo attraverso una serie di iniziativa
che noi stiamo mettendo in campo perché diventa un modo per dimostrare che i
soldi, se sono spesi bene e se vengono messi in campo, devono produrre degli
effetti positivi sul territorio.
Allora di cosa si parla? Di cosa si sta parlando se un
Presidente non è in grado di capire che cosa è -chiedo scusa, un ex Presidente,
non vorrei confondere -, se un ex Presidente non è in grado di capire, dopo
cinque anni che ha governato, che differenza passa tra l’impegno e la spesa
effettuata e dice che io ho speso il 30 per cento. Tu gli dici “no, lei ha
forse investito quasi il 30 per cento, ha impegnato il 30 per cento ma non l’ha
speso”. “No, io ho speso il 30 per cento”…
Voglio dire: se dopo 5 anni non si ha contezza di cosa è
l’impegno, di che cosa è la spesa che viene certificata, siamo in una
situazione di grande difficoltà, di disagio, quindi dobbiamo andare avanti, ma
soprattutto dobbiamo verificare una cosa.
Oggi, anche sulla scorta dell’indirizzo che abbiamo
assunto, abbiamo la certezza che anche qui … i colleghi dicono “no, è vero,
abbiamo costruito noi la metropolitana di superficie Catanzaro - Germaneto, Cosenza - Rende e così via”. Ma peccato che non
c’è mai nulla, che non abbiamo visto nulla.
Abbiamo visto, come abbiamo detto l’altra volta, tutta
una serie di spacchettamenti di risorse che messi su più livelli, su più voci,
devono essere poi ricomposti e bisogna avere la disponibilità di tutti. Poi,
qualcuno dice “sì, ma non ci sono i fondi del Par-Fas
e, quindi, automaticamente ci sono stati sottratti...”; ma, magari, ci sono
stati sottratti chissà per quale motivo, probabilmente perché il governo li ha
sottratti ma anche perché, forse, il Par-Fas
probabilmente poteva essere utilizzato o comunque messo in campo. Non vi
dimenticate un’altra cosa: mentre qui si litigava per quale legge elettorale
mettere in campo e si discuteva su quale sistema fosse il migliore per cercare
di continuare a vincere, noi siamo stati una delle ultime Regioni che ha
presentato il Par-Fas.
Ci sono state Regioni che hanno presentato il Par-Fas a Roma molto prima della Regione Calabria perché
qui è stato deliberato soltanto il 7 o il 9 di agosto in piena estate con un
ordine del giorno aggiuntivo perché
O è una bugia? Che qualcuno smentisca queste cose.
Eravate interessati a discutere di come mettere in campo i meccanismi di legge
per cercare di migliorare la legge elettorale o per cercare come, magari,
tornare a governare.
Questa è la verità perché
Ciò significa che se
Lo avete fatto con un ordine del giorno aggiuntivo
perché qualcuno telefonò e disse: “ma perché non approvate il Par-Fas?” Tutte le Regioni hanno già approvato il documento
oppure no? Allora l’allora Presidente Bova fece un ordine del giorno aggiuntivo
dicendo ai colleghi consiglieri “c’è anche questo ordine del giorno
aggiuntivo”.
Allora di che cosa parliamo? E perché le altre Regioni
lo hanno approvato 8 mesi prima di voi…
(Interruzione
)
Questa è la capacità anche della politica, è durato… perché se volete dire che il negoziato è durato tanto… per un semplice motivo. Perché se è durato tanto o
poco per
Il problema di fondo, collega Maiolo,
è che quando andiamo al tavolo per confrontarci col Governo ci sentiamo dire
dai direttori generali che c’erano prima, che ci sono adesso…
perché una cosa è certa: questo Governo nazionale non è riuscito a fare lo spoil system perché alla fine gli sono stati
negati tutta una serie di meccanismi.
Cioè mi sembra che ci siano 430 direttori generali o
qualcosa del genere in giro per il Paese attraverso questo compito dei
Ministeri; 25 sono stati cambiati, 30-40 gli altri sono tutti lì.
Abbiamo quindi i direttori generali che c’erano prima e
i direttori generali che ci sono adesso. Quando noi andiamo a confrontarci – lo
abbiamo fatto col ministro Fitto due mesi fa – e ci viene detto che per non so
quanti milioni di euro c’erano 3 mila progetti… vi
erano progetti di 30 mila euro.
Capite di cosa stiamo parlando? Noi abbiamo trovato – o
sbaglio, assessore Mancini? – centinaia…
(Interruzione)
…centinaia di progetti
di 30 e 50 mila euro, della logica del comparato, della clientela, della
situazione di comprarsi il consenso che non può appartenere più alla Calabria
del futuro.
Ecco perché noi abbiamo deciso di investire 505 milioni
di euro tutti in un sol colpo per dire “facciamo la metropolitana e
scontentiamo la provincia di Cosenza ma accontentiamo Rende-Cosenza.
Facciamo
Abbiamo assunto una decisione, è in capo alla politica
avere il coraggio di assumersi le scelte rispetto alle priorità della Regione,
questa è la verità.
Ciò che noi abbiamo messo in campo attraverso questo
tipo di scelta sui fondi Fesr rappresenta una
priorità che
Probabilmente la provincia più grande,il cosentino
poteva prevedere il suo assessore che poteva dire “senti, Presidente, anziché
mettere tutti questi soldi sulla mobilità possiamo mettere 100 milioni o la
metà sulla rete delle infrastrutture con le reti di collegamento interne? Sai,
abbiamo il Sindaco di San Marco che è amico di Giulio Serra e poi abbiamo amico
il Sindaco di Castrovillari. Bastano 20 milioni di euro. Sai, poi c’è il
Sindaco di Cassano che ha bisogno di avere un finanziamento per arrivare a Sibari e poi fino a Firmo. Mettiamoci dieci di qua e dieci
di la”.
Potevamo fare pure noi così. Non 10 mila euro, quelli
sono troppo pochi ma magari 10 milioni o 100 mila euro e così via. Ecco qual è
il problema che noi abbiamo affrontato.
Abbiamo fatto una scelta di classe dirigente che in
maniera coerente si è assunta la responsabilità. Vogliamo costruire la
metropolitana di superficie Cosenza-Rende, abbiamo i
soldi per cominciare il progetto, per iniziare e per finire l’opera.
Non dobbiamo andare a chiedere soldi da nessun’altra
parte perché questi soldi dovrebbero bastare se i tempi saranno celeri per
l’intera realizzazione.
Lo stesso dicasi per tutti gli altri interventi. Questo
è. Voglio dire, adesso uno può discutere sulle priorità che noi abbiamo
intravisto, però non si può discutere l’impianto generale che noi abbiamo messo
in campo, perché l’impianto generale dà la dimostrazione di una visione della
politica che è completamente diversa da quello che noi abbiamo visto registrato
fino ad oggi dove si navigava a vista e dove, magari, si andava, così, ad
intuito.
Qui è stata messa in campo una strategia mirata che
valuta attentamente tutti i percorsi che sono legati a quelle che sono le
priorità della Calabria cercando di segnare un quadro generale perché noi facciamo
riunioni, spesso e volentieri… E lo facciamo col
dirigente alla programmazione dei fondi comunitari, c’è ad esempio insieme alla
dottoressa Tavano anche Saverio Putortì
dell’Urbanistica.
Quando abbiamo discusso con
Perché questo significa avere una prospettiva e quindi
un futuro, disegnare una capacità… poi è chiaro che
queste cose sono a volte irrealizzabili perché sono progetti che hanno una
visione ed un livello molto ampio e molto grande, quindi a volte sono grandi
sogni.
Ma noi dobbiamo incominciare a ragionare così e su
questo ci siamo incamminati cercando di fornire elementi di valutazione che
potessero diventare anche oggetto di discussione.
La stessa cosa sui Pisl che
stiamo andando a definire, c’è questo tipo di impostazione.
Io credo senza voler togliere nulla a nessuno, cioè io
credo che questo dibattito forse, dopo la relazione di Mancini, poteva essere
un po’ più articolato e magari avere qualche altro contributo perché adesso sui
fondi comunitari non è che torneremo a parlare tra due mesi.
Adesso dobbiamo accelerare la spesa, sappiamo benissimo
che abbiamo la difficoltà che Mancini ha elencato e che bisogna andare a
rendicontare le risorse ed a farlo entro il 31 dicembre.
Questo per noi è sicuramente un impegno importante e
diventa per noi una battaglia da raggiungere perché altrimenti falliremmo
l’obiettivo. Quindi siamo tutti proiettati su questo livello.
Dopo di che, voglio dire, io dico queste cose non
rammarico non perché voglia accendere il dibattito ma perché mi sembra utile
recuperare quanto detto altrimenti staremmo qui a dire “l’Apq
di Gioia Tauro lo abbiamo programmato noi e voi
l’avete firmato”.
E ogni volta diciamo “no, l’Apq
di Gioia Tauro erano 186 milioni di euro, peccato che
siamo arrivati noi e sono diventati
L’unica cosa che può rimanere alla fine in questa seduta
è la relazione fatta dall’assessore Mancini puntuale e precisa ed è la
costruzione e gli interventi, i tanti interventi positivi che si sono
registrati nella costruzione della filosofia che questa amministrazione sta
cercando di portare avanti.
Certo, forse non ci accelera la spesa questo tipo di
informazione, cioè l’idea di essere stati chiusi per tempo a studiare, a
programmare e quindi a disegnare un percorso. Ma sicuramente ci ha offerto lo
spunto e la possibilità di cominciare ad inquadrare un sistema nuovo, un modo
nuovo di fare politica e quindi di utilizzo delle risorse che sono disponibili
e che possono rappresentare forse – non dico l’ultima - una grande prospettiva
e una grande opportunità in termini di sviluppo dei nostri territori.
Credo che questa considerazione fosse d’obbligo. Poi è
chiaro che è difficile trovare difensori dell’indifendibile e di questo me ne
rendo conto. Forse diventa molto arduo questo tipo di compito.
Intanto noi siamo difensori delle nostre idee e dei
nostri progetti. Riteniamo che siano progetti importanti, spendibili, seri e
coerenti con ciò che abbiamo sempre detto ai calabresi. Ovviamente tocca a noi
adesso il compito di far cosa? Di spendere risorse, di metterle in campo e di
dimostrare che ciò che abbiamo detto nel tempo si realizzi.
Penso di poter dire che in quest’Aula in tante
circostanze qualche collega del centro-sinistra ma anche fuori, anche oggi
qualcuno ha detto “voi fate sempre propaganda elettorale”.
Volevo soltanto ricordare che 78 milioni in meno nelle
tasche dei mafiosi, degli affaristi e della clientela che è stata prodotta in
questi decenni in Calabria – soprattutto negli ultimi anni secondo i dati che
ci vengono forniti da Kpmg – sono stati sottratti,
non da voi ma da questa classe dirigente che li ha tolti, li ha scippati ai
furbi, ai ladri e a chi si arricchiva alle spalle dei calabresi e del bisogno
di salute.
Noi li abbiamo tolti, questo è un primo dato che non
ricordo possa essere ascritto a nessun altro.
Grazie, al Presidente Scopelliti.
(Interruzione)
Non c’è da votare nulla. Stavo dicendo che, poiché non è
stato presentato alcun ordine del giorno, di fatto la discussione si completa
qui.
È stato un confronto proficuo in Consiglio regionale e,
naturalmente, continuerà in Commissione per gli affari comunitari l’eventuale
discussione, la convocazione dei dirigenti e l’eventuale approfondimento di
qualsiasi natura e di qualsiasi genere.
Pertanto il dibattito si esaurisce qui.
Possiamo passare al prossimo punto all’ordine del giorno.
(Interruzione)
Onorevole Principe, non le posso dare la parola perché non c’è da votare nulla, quindi non è possibile alcuna dichiarazione di voto.
Il punto si è esaurito così.
(Interruzione)
No, l’ultimo intervento è quello del Presidente della Giunta. Lei ha avuto modo di parlare, di fare le sue riflessioni sulla relazione dell’assessore. Adesso il Presidente ha fatto il suo intervento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
(Interruzione)
No, io rispetto le regole. Il Regolamento non dà questa
opportunità, quindi non le do la parola.
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, volevo chiedere all’Aula se possiamo
posticipare il terzo punto all’ordine del giorno alla fine e procedere con gli
altri punti e nel contempo inserire un ordine del giorno che riguarda una
“Manifestazione di interesse a favore dei soggetti pubblici coinvolti nel programma
stages” e
una modifica alla legge “Progetto Donna”, non essendoci alcun consigliere
regionale donna, lo illustrerò io quando sarà il momento di discutere.
Quindi chiedo se è possibile spostare il terzo punto
alla fine e inserire questi altri due punti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, signori
consiglieri, volevo che fosse inserito all’ordine del giorno, un ordine del
giorno che riguarda 1.500 lavoratori calabresi a rischio disoccupazione.
Negli anni passati circa 1.500 lavoratori calabresi, ex Lsu-Lpu, sono stati stabilizzati con contratti dalle pubbliche
amministrazioni per la pulizia delle scuole.
Ora questa convenzione è stata di fatto cassata dal
ministro della pubblica istruzione con una direttiva del 30 dicembre nella
quale non viene prorogata ulteriormente rispetto al 30 giugno 2011.
Pertanto oltre 1.500 lavoratori calabresi sono a rischio
a far data dal 1° luglio 2011.
Sono stati convocati degli incontri presso il Ministero
della pubblica istruzione che sono stati senza esito, uno fra tutti quello
dello scorso 22 marzo.
Pertanto noi chiediamo - lo abbiamo già chiesto nei
giorni passati - che il governo regionale anche attraverso il Presidente Scopelliti
- anche se non ha una competenza diretta -, attraverso l’assessore al lavoro Stillitani e l’assessore Caligiuri
possa farsi portavoce presso il Ministero della pubblica istruzione affinché ci
sia la salvaguardia occupazionale e salariale di questi lavoratori.
Chiedo, signor Presidente, l’inserimento di questo ordine
del giorno durante i lavori di questa giornata.
Allora riassumiamo. L’onorevole Fedele chiede
l’inversione dell’ordine del giorno per porre il punto tre in coda all’ultimo
punto.
Pongo in votazione questa richiesta di inversione dell’onorevole
Fedele.
(Il Consiglio approva)
Sempre l’onorevole Fedele chiede l’inserimento del
“Programma stage”. Ne pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Chiede inoltre, una modifica legislativa della legge
“Progetto donna”. Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Anche l’onorevole Gallo chiede l’inserimento di un ordine
del giorno che riguarda gli Lsu e gli Lpu.
Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Gallo.
(Il Consiglio approva)
Tutti questi punti vanno in
coda all’ordine del giorno. Alla fine ci sarà l’elezione della Consulta regionale
della cooperazione, prima delle nomine.
Procediamo con la proposta di provvedimento
amministrativo numero 104/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Bilancio di previsione dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica) della provincia di Vibo Valentia per l'anno finanziario
L’onorevole
Magno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, farò una relazione su tutti e quattro i punti relativi alle Aterp all’ordine del giorno.
I
provvedimenti riguardano il bilancio di previsione dell’Aterp
della Provincia di Vibo Valentia per
l’anno finanziario 2011, il rendiconto consuntivo dell’Aterp
della Provincia di Cosenza per l’esercizio finanziario 2008 e il rendiconto
consuntivo dell’Aterp della Provincia di Catanzaro per l’esercizio finanziario
2009.
La prima: la necessità di
avviare un piano urgente di recupero delle morosità con la verifica di
possibili strumenti alternativi e più efficaci di quelli utilizzati attualmente
dalle Aterp.
La seconda: la rivisitazione
delle politiche gestionali delle entrate con l’attivazione dei nuovi strumenti
di accertamento e riscossione dei canoni dei residui attivi.
La terza: è uniformarsi alle
indicazioni e prescrizioni della Corte dei conti.
La quarta: il rispetto dei
tempi previsti dalla legge regionale di contabilità per l’approvazione dei
rendiconti che dovranno recepire tutte le osservazioni e le raccomandazioni
espresse dagli organi di controllo.
Su questo lavoro,
particolare attenzione è rivolta alla relazione della Corte dei conti 2001-2005
nella quale sono stati rilevati diversi punti di criticità comuni a tutte e tre
le Aterp.
Le raccomandazioni espresse
riguardano, in particolare, il riesame approfondito dei residui passivi ed
attivi con conseguente verifica della loro esigibilità. Il recupero delle
morosità esistenti, la cui media dal 2001 al 2005 è andata aumentando tanto da
richiedere il monitoraggio dei rapporti di locazione in essere, ponendo
particolare attenzione alla loro esiguità.
Dalla relazione della Corte
dei conti per l’anno 2005 risulta che il canone mensile medio è diverso per
ogni singola Aterp e varia da un minimo di 38 euro ad
un massimo di 71 euro. Invece, il canone minimo medio varia dai 5 euro fino ad
un massimo di poco più di 12 euro.
Per quanto riguarda le
entrate in conto capitale le Aterp risultano sorrette
principalmente da finanziamenti statali. La legge regionale numero 8/2005,
all’articolo 11 prevede la possibilità di accedere ad un condono finalizzato al
recupero delle morosità pregresse e la sezione regionale di controllo della Corte
dei conti ha tentato di capire se, ed in quali termini, sia stata utilizzata
tale legge.
Nei 5 anni in esame le Aterp hanno avviato numerosi procedimenti infra ed extra giudiziari per il recupero delle situazioni
di morosità. Non risultano essere canoni prescritti nel periodo considerato.
Chiedo a questo Consiglio di
approvare i vari bilanci e conti consuntivi tenendo presente le prescrizioni
che sono state prima elencate nel contesto di questa relazione. Grazie.
(Interruzione)
Si tratta di una proposta di
provvedimento amministrativo.
Possiamo procedere con il punto 4 all’ordine del giorno che riguarda la provincia di Vibo Valentia per l'anno finanziario 2011.
Si prende atto di questo bilancio di previsione dell’Aterp che pongo in votazione, nessuno chiede di intervenire.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo
numero 106/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “ATERP – Cosenza –
Rendiconto consuntivo esercizio finanziario
Nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 106/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa alla proposta di provvedimento amministrativo
numero 107/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “ATERP – Catanzaro
– Rendiconto consuntivo esercizio finanziario
Nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 107/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 109/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione schema di Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Regione Autonoma della Sardegna in materia di Sportelli Unici Attività produttive (SUAP)”.
Il relatore, onorevole Magno, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, questo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 109/9^ di iniziativa della Giunta regionale – in modo particolare dell’assessore Caridi - recante: “Approvazione schema di Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Regione Autonoma della Sardegna in materia di Sportelli Unici Attività produttive (SUAP) che intende potenziare i servizi dello sportello unico regionale e costituire un sistema regionale di coordinamento degli sportelli unici locali.
La Regione Calabria a questo fine ha inteso attivare
una collaborazione
con
Di fatti, sulla base delle valutazioni tecniche
redatte dal dipartimento competente,
Questo accordo di collaborazione che si compone di sei
articoli e si regge sullo scambio di esperienza tra le due regioni consentirà
alla Regione Calabria di contenere gli oneri finanziari che verranno fatti
gravare sull’asse 7 del Por Calabria Fesr 2007-2013.
E’ un importante provvedimento per, finalmente, mettere
ordine in tutta quella che è la gestione degli sportelli unici che, finora, è
stata gestita in modo disarticolato nel contesto delle dislocazioni degli
sportelli unici all’interno dei comuni calabresi.
Nessuno chiede di intervenire, pertanto, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 109/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso al punto otto all’ordine del giorno che riguarda l’esame del testo integrato del relatore Dattolo: “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini <Norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenti amianto> nell'ambito dell'esame abbinato:
Proposta di legge numero 33/9^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Norme relative alla rimozione e lo smaltimento dei manufatti che contengono amianto e che risultano ancora in uso”
Proposta di legge numero 62/9^ di iniziativa del consigliere Magarò, recante: “Norme per la bonifica degli stabilimenti, delle strutture pubbliche e private e dei territori contaminati da amianto”
Proposta di legge numero 87/9^ di iniziativa del consigliere Gallo, recante: “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini. Tutela e risanamento ambientale, messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati, smaltimento dell'amianto”.
L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, è una proposta di legge che recepisce la
normativa nazionale del 1992 regolamentando la
materia anche in Calabria.
Devo dire
che questo provvedimento – ne approfitto per ringraziare – è un testo unificato
di tre proposte di legge, curato da me con la collaborazione del dipartimento all’ambiente e dell’assessore Pugliano.
E’ stato votato in Commissione
all’unanimità. Penso che sia un tema qualificante, di buon comportamento
politico, soprattutto dopo aver sentito il dibattito sui numeri. Sicuramente
importante è che
E’ un inizio, sicuramente propedeutico
ad una programmazione comunitaria, perché senza questo strumento, paradossalmente,
non ci sarebbero le condizioni per classificare – soprattutto per avere un
quadro generale di quelli che sono gli interventi – le priorità e fare una classificazione
dei rischi che attengono a questo tipo di intervento.
Sarà costituita una “unità
speciale amianto” all’interno del dipartimento ambiente che insieme
all’Arpacal, ai dirigenti addetti alla tutela della salute, ai comuni ed anche
agli altri dipartimenti interessati potrà dare un notevole contributo per una
corretta coordinazione di tutte le azioni che poi confluiranno nel piano regionale
amianto per
Questo piano regionale
amianto per
Il Prac
predispone insieme alle linee guida delle misure di incentivazione. Si partirà
dai censimenti, dai dati provenienti dalle autodenunce, la formazione degli
operatori del settore, il censimento delle aziende abilitate e soprattutto una
informazione ed una sensibilizzazione pubblica attraverso un portale
informatico e soprattutto la definizione dei siti di smaltimento, il
monitoraggio continuo dei fattori di rischio.
La legge contempla anche il
controllo dal punto di vista sanitario della evoluzione delle malattie come il mesotelioma
pleurico, di cui è sicuramente una delle cause principali proprio l’amianto.
Non dobbiamo trascurare che
la legge prevede, anche, il monitoraggio del cosiddetto amianto naturale che è
una delle problematiche più pericolose.
Concludo informando che la legge
regionale si propone di coinvolgere la cittadinanza attraverso una serie di
iniziative. Quindi, un portale informatico contenente tutte le informazioni
necessarie per i cittadini e il coinvolgimento dei comuni che sono chiamati a
redigere un proprio piano amianto comunale attraverso l’avvio delle operazioni
di censimento.
Ci saranno delle norme
sanzionatorie. E’ importante uno sforzo comune per dare delle corrette
informazioni perché è sicuramente un primo passo che oggi
Oggi non si risolve il
problema dello smaltimento dell’amianto e della bonifica dei siti inquinati, ma
si comincia a gettare le condizioni affinché tutto ciò possa avvenire.
Io ne approfitto per
ringraziare perché penso che insieme, in questa Commissione, maggioranza e opposizione,
abbiano dato una prova concreta di come la politica sui temi che riguardano la
salute dei cittadini non può avere divisioni.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Scalzo. Ne ha facoltà.
Solo pochi
minuti, Presidente, per manifestare in Aula la
mia soddisfazione personale insieme ai colleghi componenti questa Commissione.
Le cose che
ha detto il Presidente Dattolo
sono, ovviamente, il risultato di un lavoro che in questi mesi
Lo abbiamo
fatto, ritengo, anteponendo a tutto un interesse: la salvaguardia e la tutela
dell’ambiente per tutelare la salute dei nostri
cittadini. Credo che il nostro sia un esempio di come si possa lavorare insieme
su temi importanti. Ma non vogliamo che questa legge, alla quale si è lavorato
tanto, rimanga una legge manifesto.
Per
questo sollecito in quest’Aula - e credo di interpretare l’opinione di tutti i
componenti e del Presidente della Commissione ambiente –, il governo della Regione Calabria, il Presidente Scopelliti, affinché questa legge
abbia i fondi necessari.
Guardate
e lo dico all’assessore all’ambiente presente, l’assessore Pugliano,
noi avremo necessità di risorse ingenti, perché lei sa, assessore, quanto siano
importanti i finanziamenti per le bonifiche dell’amianto.
Abbiamo
un problema storico sulla catena appenninica meridionale calabrese: quello dell’amianto naturale.
Sappiamo
che i fondi regionali non ci sono, non è possibile fare riferimento a queste
risorse. Bisogna fare ricorso alle risorse dei fondi comunitari e per la
bonifica dei siti è importante fare forti sollecitazioni al Governo centrale,
quindi al Ministero dell’ambiente e dello sviluppo
economico perché su
questo si gioca una partita importante.
Per
manifestare, quindi, la mia soddisfazione da Vicepresidente della Commissione ed insieme a me, non solo il Partito democratico ma tutto il centro-sinistra, abbiamo voluto
fortemente portare insieme al Presidente Dattolo a
compimento questa legge. Grazie.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Brevemente, Presidente, in
ossequio alle disposizioni del mio capogruppo che mi ha raccomandato di essere particolarmente
sintetico. L’intervento è soltanto teso a sottolineare l’importanza
dell’approvazione di questa legge, un doveroso ringraziamento va dato al Presidente
della Commissione Dattolo, a tutti i colleghi
estensori della legge ed anche all’assessore Pugliano
che ha contribuito fattivamente.
(Interruzione)
Non vorrei che fosse inteso
in senso campanilistico… però a parte…
l’onorevole Aiello si offende perché non è stato citato…
(Interruzione)
Questa è una legge di cui, al
di là dell’impegno profuso – e lo abbiamo più volte sottolineato –, credo la
Calabria avesse effettivamente bisogno. E’ una legge che nella sua
articolazione - per quanto io abbia potuto comprendere da una lettura non molto
approfondita - riesce nell’obiettivo che, credo, i legislatori si siano posti,
cioè di fare una reale mappatura dell’amianto nei suoi siti, nei suoi impianti
e avere anche la possibilità, contestualmente, di fare un’opera di informazione
ai cittadini calabresi una volta avuta questa mappatura che viene articolata
attraverso un’azione sinergica tra Arpacal, Asp, comuni e Regioni. Credo che
possa dare risultati in un periodo medio lungo.
Questa legge è garantita
anche – da qui lo sforzo da parte dell’amministrazione – da un impegno
finanziario di circa 250 mila euro, che non mi sembra poco tenendo conto che
per tutto l’anno
Se ne sono stati dedicati
circa 250 mila euro, significa che a questa legge è stata data una grande
importanza.
Per cui credo che vada dato
atto alla Commissione ed alla amministrazione che sono sulla giusta strada
proseguendo in questa direzione in un ambito così importante come quello
ambientale e rispetto ad un argomento e ad un killer silenzioso – così è stato
definito l’amianto – che provoca patologie neoplasiche dalle quali, purtroppo,
non si può tornare indietro e per le quali, purtroppo, non esistono cure capaci
di rallentare la progressione.
Per cui ancora un doveroso
grazie a mio a titolo personale e da parte, credo, di tutti i cittadini
calabresi. Grazie.
La parola
all’assessore Pugliano.
Presidente, solo il
doveroso apprezzamento da parte mia alla Commissione consiliare per il lavoro
prodotto e al suo Presidente, in particolare, onorevole Dattolo,
perché credo che l’approvazione di questa legge sia un evento storico perché il
ritardo che registra
Sono ormai 19 anni che la
legge del
Perché nel passato i vari
enti che avevano ruolo e responsabilità in merito hanno, in qualche modo,
impegnato risorse umane e risorse finanziarie, ma in disordine.
Oggi, attraverso questa
legge possiamo sapere chi fa cosa, quando lo deve fare, come lo deve fare e con
quali risorse. L’onorevole Pacenza faceva riferimento
ai 250 mila euro che sono in bilancio, ma questi servono solo a mettere ordine
attraverso il piano regionale per l’amianto, ma, sicuramente, si potrà poi far
riferimento alle risorse dei fondi comunitari.
Credo che la conoscenza si
avrà con questa legge regionale, ancora non la si ha, sappiamo solo quanto sia
emergenziale questo tema in Calabria. Si è fatto riferimento anche all’amianto
naturale, quindi credo che i problemi che ha determinato l’amianto in Calabria
ancora non li conosciamo realmente.
Sappiamo, per esempio, che
vi sono 3 mila decessi annui che fanno riferimento alla esposizione all’amianto.
Ancora non abbiamo i picchi giacché la malattia, il mesotelioma pleurico che è
determinato dall’esposizione all’amianto, ha una latenza tra i 25 e i 40 anni.
Quindi ancora, i picchi
determinati dalla esposizione all’amianto non li conosciamo.
Ecco quindi che questa legge
regionale ha una grande rilevanza perché potrà dar seguito a quelli che sono i
richiami della Comunità europea alla Calabria di passare alla decontaminazione,
alla bonifica vera e propria e quindi anche dell’amianto.
Io credo che attraverso
questa legge si sia messo un pilastro importante, affinché per il territorio
calabrese inizi la vera e propria attività di bonifica e di decontaminazione di
un territorio che nel passato è stato utilizzato in maniera insostenibile.
Credo di dover esprimere il
mio compiacimento, la mia gratitudine a questa Commissione che ha lavorato bene
e molto, in maniera sinergica con tutti i componenti della stessa ed anche con
il dipartimento alle politiche per l’ambiente della Regione Calabria.
Grazie all’assessore Pugliano.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Brevissimamente
Presidente, per testimoniare l’impegno della Commissione, cui va il merito dell’ottimo lavoro svolto, e per rammentare a me stesso – ma
soprattutto alla storia di questa legge – che questa è una legge che ha radici
antiche che risalgono all’epoca Chiaravalloti, al
2004.
Quando,
all’epoca un gruppo di consiglieri regionali
spinti dalle tante preoccupazioni che in
Calabria crescevano, decisero di impegnarsi su questa materia senza successo.
Finì la legislatura e non ci fu il tempo per avviare un ragionamento serio.
Ma, come dire, l’amarezza
maggiore l’abbiamo avuta la scorsa legislatura quando all’epoca alcuni
consiglieri dell’Udc - tra cui anche il nostro Presidente Talarico
– sottoscrissero questa norma, questa legge sull’amianto, non solo per quanto
riguarda l’attività di bonifica di tutti quei territori che sono stati oggetto
di contaminazione, ma soprattutto per dare un impulso forte all’attività
edilizia che non riusciva ad andare avanti se non con grande aggravio di spesa
per privati o enti pubblici che volevano avviare un processo di smaltimento di
questo amianto, di rimozione di tanti manufatti costruiti utilizzando questo
micidiale e mortale - purtroppo per noi come lo conosciamo oggi – materiale
usato nell’edilizia.
Questo è un fatto storico,
diceva poco fa il nostro relatore.
Io condivido il fatto che si
parli di storicità degli eventi, perché è la prima volta – e va il merito a
questo governo regionale – che noi andiamo a trattare la materia dell’ambiente -
così importante e fondamentale ai fini di una migliore qualità delle bonifiche,
dell’aria, della salute - non solo intervenendo sulle strutture materiali, ma
anche e soprattutto riconoscendo quelle situazioni particolari e gravi sul
piano della salute che l’uomo ha dovuto subire proprio a causa di questo.
Gli enti preposti,
l’assessorato all’ambiente, l’Arpacal e quanti saranno chiamati, insieme ai
comuni, ad avviare un censimento ed ad attenzionare
tutto questo, faranno sicuramente un ottimo lavoro.
Intervengo, quindi, senza
dubbio per dare un contributo al dibattito di questa legge, ma ancora di più
per esprimere la soddisfazione di chi per la prima volta in Calabria ha
legiferato su questa materia e di chi, merito di questo governo regionale, ha
saputo cogliere l’istanza che arrivava dalla nostra società calabrese e l’ha
trasformato in atto normativo. Non in una legge manifesto, ma in atto normativo-operativo perché grazie all’attenzione ed
all’attenta politica dell’agire concreto che sarà messo in atto dal governo
regionale possiamo dare, e daremo certamente, una risposta esaustiva al bisogno
di bonifica e di riqualificazione ambientale dovuta ai danni che l’amianto ha
provocato alla nostra terra.
Grazie all’onorevole Nucera.
Non ci sono altri interventi passiamo alla votazione dell’articolato. Possiamo
procedere spediti perché non vi sono emendamenti alla legge, peraltro è stata
votata alla unanimità in Commissione.
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa adesso all’ordine del giorno a firma dei consiglieri Fedele, Censore, Morelli, Dattolo, recante: “Integrazione delle risorse per il finanziamento della manifestazione di interesse a favore di soggetti pubblici coinvolti nel programma stage” di cui do lettura:
“Considerato che:
in data 22 novembre 2010, il Consiglio regionale della
Calabria ha votato all'unanimità la legge regionale numero 32/2010, legge che
cita testualmente "Al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza
già acquisito dai giovani impegnati nel "Programma Stages"
(...)
il dipartimento numero 10 della Regione Calabria, sul Burc numero 3 del 21/01/2011, ha pubblicato l'Avviso Pubblico rivolto ai soggetti pubblici interessati a contrattualizzare i giovani calabresi, già impegnati nel Programma Stages 2008, che hanno concluso con esito positivo il percorso formativo;
i soggetti pubblici interessati a contrattualizzare gli stagisti hanno aderito alla manifestazione di interesse entro la data del 25/05/2011;
per l'esercizio finanziario 2011, il comma 2 dell'articolo 12 della legge regionale numero 34/2010, prevede la copertura finanziaria per Euro 550.000,00 e che le domande pervenute sono maggiori rispetto alle aspettative della Regione Calabria;
chiedono:
che le risorse già a disposizione sul bilancio regionale (Euro 550.000) vengano ripartite fra tutte le domande pervenute al Dipartimento numero 10 della Regione Calabria, consentendo ai soggetti pubblici che hanno manifestato l'interesse a contrattualizzare gli stagisti in tempi rapidi, nel contempo si chiede alla Giunta regionale di predisporre nell’assestamento del bilancio la copertura finanziaria di tutte le domande pervenute così come previsto dalla relativa legge.”
La parola all’onorevole Fedele.
Molto brevemente, Presidente, il problema degli stage lo conosciamo tutti e questo Consiglio si è già espresso al riguardo.
In questo ordine del giorno si chiede che le risorse
già a disposizione nel bilancio regionale - sono 550 mila euro più 200 mila di
residui – vengano ripartite tra tutte le domande pervenute al dipartimento
10 della Regione Calabria, consentendo ai soggetti pubblici che hanno
manifestato l’interesse di contrattualizzare gli
stagisti in tempi rapidi.
Nel contempo si chiede alla Giunta regionale di
predisporre nell’assestamento di bilancio la copertura finanziaria di tutte le
domande pervenute, così come previsto dalla relativa legge.
Mi auguro che dopo questo ordine del giorno il
dipartimento capisca e recepisca quello che deve fare.
Grazie all’onorevole Fedele. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, io ho firmato insieme al collega Fedele, al collega Guccione, al collega Dattolo, questo ordine del giorno perché abbiamo sentito la necessità di dare una risposta a questi giovani anche perché ci eravamo pronunciati,nel non lontano novembre 2010, con una legge all’unanimità in questo Consiglio regionale.
Allora avevamo trovato risorse per 550 mila euro. In seguito a questa legge gli enti pubblici hanno presentato la manifestazione di interesse, tutti hanno risposto positivamente.
Solo che ci scontriamo con il fatto che questi 550 mila euro non bastano e che vi è la necessità di rimpinguare questa somma con quasi altri 2 milioni e mezzo per oltre 300 stagisti.
Quindi, con questo ordine del giorno vogliamo
impegnare il Consiglio prima, ma anche
Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, per quanto
concerne l’ordine del giorno va bene, anche
perché c’è l’approvazione da parte della maggioranza e registriamo il positivo
intervento dell’onorevole Censore.
Mi permetto di aggiungere –
e chiedo l’inserimento concordemente al
Presidente Talarico – di inserire l’appendice della
individuazione di un percorso virtuoso che possa poi consentire a queste
professionalità una loro stabilizzazione professionale presso gli enti di appartenenza o negli enti in cui verranno collocati.
Credo che questo, onorevole
Fedele, sia doveroso, ma anche per chiarezza nell’ambito delle nostre attività
comportamentali. Grazie.
L’integrazione dell’onorevole Morelli penso sia condivisibile da
tutto il Consiglio regionale, ma, naturalmente, essendo un contratto che loro
stipulano direttamente con le amministrazioni e gli enti locali, noi lo
possiamo inserire nell’ordine del giorno come nostra richiesta nei confronti
delle amministrazioni locali, sapendo che è una decisione che attiene al loro
processo, al loro percorso amministrativo.
Possiamo accogliere, allora, l’integrazione
dell’onorevole Morelli, inserirlo nell’ordine del giorno che approviamo con le
modifiche.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa adesso alla Proposta di legge numero 185/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica alla legge regionale 19 aprile 1995, numero 22 e successive modificazioni ed integrazioni”.
Si propone una piccola
modifica alla legge istitutiva. Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha
facoltà.
Presidente, purtroppo in questa legislatura non abbiamo la fortuna di avere consiglieri regionali donna. Siccome il Progetto Donna, che è gestito dalla Giunta regionale, prevede la presenza ed il coordinamento da parte di un consigliere regionale donna, non essendoci in questo caso, diamo la possibilità al Presidente della Giunta di designare il rappresentante.
Solo questa piccola modifica per far funzionare questo organismo.
Quindi è una proposta proprio perché manca un consigliere regionale donna all’interno del Consiglio regionale.
Pongo in votazione la proposta di legge numero 185/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa all’ordine del giorno a firma del consigliere Gallo “Sulla vicenda dei 1500 lavoratori calabresi a rischio di disoccupazione” di cui do lettura:
“Premesso che
in Calabria sono circa 1.500 i lavoratori in precedenza inseriti nel bacino dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a termine dalle pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della legge 388/2000;
ricordato che sulla base di una convenzione sottoscritta con il Ministero della pubblica istruzione, secondo uno schema attuato nelle Regioni Calabria, Campania, Sicilia Puglia e Basilicata, detti lavoratori sono stati impiegati nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 35 ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti scolastici;
rilevato che con propria direttiva numero 103 del 30.12.2010 il ministro della pubblica istruzione, preso atto che la legislazione vigente non contempla ipotesi di proroga agli anni 2011 e seguenti dell'impiego dei lavoratori stabilizzati con legge 388/2000 nelle attività di pulizia degli istituti scolastici, ha statuito doversi procedere all'affidamento delle stesse attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione scolastica, nella propria autonomia;
evidenziato che in virtù di ciò, a far data dal 30 giugno 2011, data di scadenza dei contratti part-time in essere, oltre un migliaio di lavoratori calabresi e le loro famiglie, al pari di tanti altri loro colleghi e nuclei familiari residenti nelle altre regioni meridionali, potrebbero rimanere senza lavoro né fonti di sostentamento;
rimarcato che il 22 marzo scorso, anche l'incontro convocato presso il Miur per provare a dare soluzione alla vicenda si è concluso con un nulla di fatto, per l'irremovibilità del ministro;
ribadito che la citata direttiva ministeriale, per come di tutta evidenza, non garantisce il percorso occupazionale degli ex lavoratori socialmente utili calabresi né, tantomeno, il loro reinserimento lavorativo;
tutto ciò premesso, ricordato, rilevato, evidenziato, rimarcato e ribadito
invita
il governo regionale, nella persona del Presidente
della Giunta regionale, dell'assessore alla pubblica istruzione e
dell'assessore al lavoro a rendersi promotori di un confronto istituzionale tra
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Mi richiamo alla illustrazione precedente.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, chiederei di rinviare alla prossima seduta di Consiglio regionale il punto tre che avevamo spostato alla fine dell’ordine del giorno.
Nel contempo, siccome ci sono le nomine, chiederei al Consiglio di dare l’autorizzazione, come le altre volte, affinché le faccia il Presidente del Consiglio, per far funzionare questi enti che sono importanti e che non possono più aspettare.
Non ci sono interventi, pertanto possiamo spostare alla prossima seduta il punto dell’elezione della Consulta regionale ed accogliere come Consiglio regionale la proposta di demandare alla Presidenza del Consiglio le nomine.
Pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Fedele.
(Il Consiglio approva)
Non ci sono altri punti all’ordine del giorno quindi il Consiglio è sciolto. La seduta sarà convocata a domicilio.
La seduta
termina alle 18,05
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Salerno, Mirabelli, Stillitani.
(Sono
concessi)
Sono stati presentati alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Disposizioni in materia di energie rinnovabili – (Delibera G.R. n. 56 del 28.2.2011)” (P.L. n. 183/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Modifiche
alla legge regionale 22 novembre
2010, n. 28 – (Delibera G.R. n. 101 del 28.3.2011)”
(P.L. n. 184/9^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Sono
state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Dattolo, Gallo, Pacenza, Chiappetta, Sulla, De
Masi, Aiello F., Pugliano –
“Istituzione del Parco fluviale del Neto” (P.L. n.
178/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così
resta stabilito)
Magno –
“Integrazioni e modifiche dell’articolo 34 della legge regionale 26 novembre 2003, n.
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Nucera –
“Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infermieristiche,
ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e
delle professioni sociali” (P.L. n. 180/9^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così
resta stabilito)
Magno –
“Integrazione all’articolo 2 della legge
regionale 8 gennaio 2003, n.
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Magno –
“Integrazione dell’articolo 12 della legge
regionale 26 novembre 2001, n.
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative.
(Così
resta stabilito)
Fedele –
“Modifica alla legge regionale 19
aprile 1995, n. 22 e successive modificazioni ed integrazioni” (P.L. n. 185/9^)
E’
assegnata alla prima Commissione consiliare – Affari, istituzionali e affari
generali.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della
Giunta regionale:
“Azienda Calabria Lavoro <Approvazione rendiconto
generale relativo all’esercizio finanziario 2009> (Delibera G.R. n. 105 del 28.3.2011)” (P.P.A.
n. 124/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così
resta stabilito)
“Bilancio di
previsione dell’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica) della
Provincia di Cosenza per l’anno finanziario 2011. (Delibera G.R.
n. 113 del 28.3.2011)” (P.P.A. n. 125/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così
resta stabilito)
“Aterp Crotone. Rendiconto consuntivo esercizio finanziario 2008 (Delibera G.R. n. 114 del 28.3.2011)” (P.P.A. n. 126/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così
resta stabilito)
E’ stata
assegnata alla sesta Commissione consiliare - Affari della Unione europea e
relazioni con l’estero.
(Così
resta stabilito)
La sesta Commissione
consiliare, con nota n. 17201 del 5 aprile
L’onorevole
Ottavio Gaetano Bruni, in data 25 marzo 2011 è stato nominato Presidente del
gruppo consiliare “Autonomia e diritti” in sostituzione del consigliere
Vincenzo Ciconte, dimissionario, giusta comunicazione
acquisita in data 30 marzo 2011 al protocollo generale n. 15927.
Con nota del Presidente del gruppo consiliare “Autonomia e diritti” del 29 marzo 2011, acquisita in pari data al protocollo generale n. 15625, l’onorevole Vincenzo Ciconte è stato assegnato quale componente della prima Commissione consiliare in sostituzione dell’onorevole Ottavio Gaetano Bruni, dimissionario.
Imbalzano. Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori al lavoro, alla formazione professionale ed politiche sociali e alle attività produttive. Per sapere – premesso che:
il Gruppo G.D.M. Spa (Grandi Distribuzioni Meridionali) attraversa una fase di grave crisi, con il rischio che gli attuali 700 lavoratori fin qui utilizzati possano perdere il posto di lavoro, suscitando una comprensibile angoscia nelle rispettive famiglie;
il Gruppo G.D.M. stesso, con circa 20 punti vendita quasi tutti in strutture di grandi dimensioni, sono localizzati su gran parte dell'intero territorio regionale;
con l'indotto, il Gruppo in questione dà occupazione a circa 2000 dipendenti, per i quali si prospetta la concreta possibilità di una fuoriuscita dai bacini occupazionali;
il territorio calabrese ed in particolare quello reggino, che accoglie circa l'80% degli occupati, non può rischiare una così grave perdita di posti di lavoro -:
quali iniziative intendano assumere per verificare il reale stato di salute e le prospettive a breve periodo del Gruppo G.D.M., al fine di individuare le azioni necessarie per scongiurare il collasso delle aziende partecipate, con conseguente gravissima perdita di centinaia di posti di lavoro;
se non ritengano, altresì, opportuno mettere in piedi un tavolo istituzionale per tentare di allontanare i temuti, nefasti esiti per una realtà produttiva tra le più importanti dell'intera Regione.
(114; 31.03.2011)
Talarico D., Scalzo, Principe, Aiello F., Giordano,
De Masi, Franchino. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
nel comune di Lamezia Terme, alla località Scordovillo, insiste un alloggiamento in cui vive, da quasi
trent'anni, una comunità composta da circa cento famiglie di etnia Rom, la più
consistente dell'intero Mezzogiorno dopo quella di Napoli;
il campo di che trattasi era stato concepito nel 1982
quale soluzione provvisoria al problema dell'alloggiamento delle suddette
famiglie;
con il passare degli anni, mentre da un lato non si
è riusciti a dirimere lo stato di provvisorietà che fu dichiarato al momento
della scelta di contrada Scordovillo quale sede
dell'insediamento di che trattasi, il campo si è sempre più strutturato alla
stregua di un ghetto segnato da forti elementi di degrado igienico-ambientale
e sociale;
in più occasioni, l'ultima alla presenza del ministro
dell'Interno, onorevole Roberto Maroni, la
scorsa estate, il Sindaco della città di Lamezia Terme ha sostenuto che la
situazione del campo Rom, di fatto, rappresenti il principale problema sociale
della città, chiedendo di conseguenza, sia al Governo centrale, che al
Presidente della Regione Calabria, che fossero individuati finanziamenti
adeguati insieme a procedure e poteri straordinari di protezione civile, per
far fronte concretamente e con la necessaria puntualità alla situazione
determinatasi;
nel merito il Sindaco di Lamezia Terme ha più volte
sollecitata
in data 16 marzo 2011 la locale Procura della
Repubblica ha emesso un decreto di sequestro e di sgombero del campo di che
trattasi;
com'è stato da più parti paventato, di fronte
all'imminente prospettiva dello sgombero, la situazione rischia nondimeno di
precipitare, anche con conseguenze sociali e di ordine pubblico difficilmente
prevedibili;
alla luce di quanto esposto non è più
procrastinabile un intervento risolutivo della questione, anche per non
lasciare sola, senza mezzi e senza poteri, l’Amministrazione comunale della città
Lamezia Terme, di fronte ad un problema che evidentemente chiama in causa anche
altri livelli di governo oltre quello comunale -:
quali urgenti iniziative si intendono intraprendere
per concorrere alla risoluzione della gravissima situazione esposta in
premessa, anche alla luce delle sollecitazioni del Sindaco della città di
Lamezia Terme;
se non sia il caso di procedere con somma urgenza,
anche di concerto con il Governo centrale, all'individuazione delle necessarie
risorse finanziarie idonee a risolvere definitivamente e strutturalmente il
problema di che trattasi, tenendo conto delle precipue sollecitazioni del
Sindaco della città già richiamate;
se non sia il caso di chiedere al Governo centrale
un intervento eccezionale atto a fronteggiare l'emergenza determinatasi, anche
a tutela della popolazione della città di Lamezia Terme, il cui disagio per la
situazione esposta dura ormai da troppi anni.
(115; 05.04.2011)
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore regionale al bilancio. Per sapere - premesso che:
l'articolo 7 della legge numero 115/1987 stabilisce che, nell'ambito della programmazione sanitaria, le Regioni promuovono iniziative di educazione sanitaria rivolte a soggetti diabetici;
l'articolo 4, comma 7, della legge
regionale numero 7/2010 ha previsto che: "Al fine di promuovere
l'educazione specifica per l'autogestione del diabete in ambiente protetto e
migliorare le capacità di integrazione sociale dei giovani diabetici, è
autorizzata per l'esercizio finanziario 2010 la spesa di euro 100.000,00 da
destinare alla realizzazione dei campi scuola regionali di cui alla deliberazione
della Giunta regionale numero 368 del 18 giugno
il Dipartimento regionale Sanità ha acquisito il progetto per la realizzazione dei campi scuola e week-end educativi per giovani diabetici per il triennio 2011/2013, predisposto dal Centro di diabetologia pediatrica di Locri (che svolge funzione di coordinamento dei centri di diabetologia pediatrica ai sensi della succitata D.G.R. numero 368/2009) e approvato con delibera del Commissario Straordinario dell’Asp di Reggio Calabria numero 312 del 5 novembre 2010;
lo stesso Dipartimento Sanità, con
Decreto numero 913 del 22 dicembre
con nota protocollo numero 1617 del 13 gennaio 2011 il Dipartimento Bilancio ha restituito il decreto di cui sopra al Dipartimento emittente, motivandone il mancato impegno con il rispetto del patto di stabilità interno 2010 ed invitando alla riproposizione nell'esercizio finanziario 2011;
il Dipartimento Sanità ha replicato, con nota protocollo numero 4199 del 7 febbraio 2011, facendo presente l'impossibilità di una riproposizione del Decreto nell'esercizio finanziario corrente in quanto nel Bilancio dipartimentale per l'anno 2011, nel capitolo in questione, non viene riportata alcuna previsione di spesa;
la spesa pari a € 100.000 è prevista ed autorizzata dal Consiglio regionale con legge regionale, e la stessa è stata proposta con Decreto nei tempi utili dell'esercizio finanziario 2010 -:
i motivi per cui non si è dato corso al provvedimento in questione e quali determinazioni si vogliano assumere per la realizzazione del dettato legislativo.
(116; 6.04.2011)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
nel mese di maggio dello scorso
anno
il Comune di Frascineto, ancorché non abbia mai disconosciuto il diritto della Sorical S.p.A. a ricevere le somme dovute per la fornitura di acqua potabile, ha solo chiesto che la tariffa per ogni mc. di acqua erogata venisse stabilita bilateralmente, con una nuova convenzione, per come un provvedimento del Tribunale di Castrovillari del 2002 espressamente disponeva;
il medesimo provvedimento del Tribunale disponeva altresì che, fino a nuova convenzione, la tariffa a mc. restava stabilita in lire 20;
il Comune di Frascineto
avrebbe più volte comunicato alla Sorical S.p.A. che
le somme, calcolate in base alla tariffa stabilita dal Tribunale di
Castrovillari, sarebbero disponibili e liquidabili, perché regolarmente
accantonate dal
lo stesso Comune, in ottemperanza a quanto disposto dal Tribunale di Castrovillari, avrebbe anche formulato una proposta di transazione, mediante la redazione di una bozza di convenzione, nella quale si prevedeva un canone di € 0,16/mc. di acqua erogata;
in data 31 marzo u.s. il Sindaco del Comune di Frascineto, insieme a tutta la sua Giunta, hanno protestato davanti alla Prefettura di Cosenza, incatenandosi e mostrando cartelli di dissenso, per come la stampa locale ha ampiamente riportato –:
se non sia il caso di accertare quanto denunciato dal Comune di Frascineto, atteso che la questione afferisce, ben oltre il contenzioso tra soggetti pubblici, alla sfera dei diritti inviolabili dei cittadini della comunità di che trattasi;
quali urgenti, tangibili, responsabili decisioni si intendono assumere per dirimere la controversia in questione, per quanto di competenza della Regione Calabria, nella sua veste di socio di maggioranza (53%) della Sorical S.p.A.
(117; 08.04.2011)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l'Amministrazione comunale di Diamante ha sempre assicurato massima
collaborazione e supporto all'Azienda sanitaria provinciale nell'esclusivo
interesse dei cittadini;
tale condotta, purtroppo, non ha mai trovato uguale e reciproca
corrispondenza da parte dell'Asp, che non ha mai tenuto in alcuna
considerazione le continue istanze avanzate dall'Amministrazione comunale;
nei giorni scorsi il sindaco di Diamante, avv. Ernesto Magorno, è stato costretto a denunciare pubblicamente i
notevoli ritardi che si registrano nell'erogazione delle prestazioni sanitarie
e l'incuria in cui versano molte attrezzature destinate alle cure ortopediche
lasciate a deteriorarsi nel corridoio di ingresso del locale poliambulatorio;
il Poliambulatorio dell'Asp non risponde ai criteri di facile
accessibilità che dovrebbero garantire accettabili tempi di percorrenza e di
utilizzazione del servizio all'utenza;
è totalmente assente qualsiasi criterio razionale di utilizzo degli
operatori sanitari che prestano servizio all'interno della struttura;
da tempo l’Asp, nonostante le continue sollecitazioni, non paga il
fitto e non ha nessuna cura dei locali che l'Amministrazione Comunale ha messo
a sua disposizione;
quali iniziative si intendono intraprendere perché anche a Diamante sia
garantito ad ogni cittadino il sacrosanto diritto ad un'assistenza sanitaria
pienamente rispondente ai loro bisogni;
se si intende predisporre un sopralluogo urgente e accurato di una
delegazione di consiglieri regionali, da Lei guidata, presso la struttura Asp
di Diamante per verificare se quanto denunciato dal Primo cittadino corrisponde
al vero e per adottare, nel caso ciò si rendesse necessario, tutti i provvedimenti
finalizzati a risolvere una situazione che non è più sopportabile. Tutto ciò
anche al fine di evitare l'attuazione di clamorose forme di protesta annunciate
dal sindaco di Diamante qualora la situazione, da qui a breve, non dovesse
evolversi positivamente.
(118; 8.04.2011)
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
com'è noto, le professioni sanitarie non mediche, pur rappresentando un
nodo cruciale dell'assistenza e cura alle persone, sono state finora regolate
da diverse norme, spesse volte disarticolate e non corrispondenti ad una
moderna esigenza di offrire risposte professionali alla domanda di sanità;
la legge 1 febbraio 2006, numero
le importanti innovazioni previste dalla legge 43/2006 rimangono ancora
oggi inattuate, specie nella parte riguardante
l'istituzione degli ordini ed albi professionali;
il superamento della disparità di trattamento tra le professioni
sanitarie già organizzate in ordini e collegi e quelle che ancora non
presentano tali articolazioni, è destinato ad influire positivamente sia sulla
lotta all'abusivismo che sull'aumento della qualità delle prestazioni erogate;
la delega al Governo ad istituire appositi ordini professionali per
ciascuna area organica di professioni sanitarie, contenuta nella legge 43/2006,
non è stata attuata;
invita
il Presidente del Consiglio regionale della Calabria
ad intervenire sul Presidente del Consiglio dei ministri affinché solleciti la
definizione dell’iter legislativo della legge numero 43/2006, indispensabile
per i lavoratori del settore per un più corretto
rapporto professionale.
(37; 31.03.2011) Nucera
“Il Consiglio regionale
visti
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende
Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive modificazioni ed
integrazioni;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare
l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione
Calabria;
considerato che:
con deliberazione del Direttore Generale dell'ATERP (Azienda Territoriale
per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Vibo Valentia n. 146
del 25 agosto 2010 è stato approvato il progetto di bilancio di previsione
della medesima Azienda per l'anno 2011;
il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011, formulando le
seguenti osservazioni e raccomandazioni, nonché gli eventuali possibili effetti
pregiudizievoli ad esse collegate:
i pareri sui conti consuntivi degli ultimi due esercizi sono stati
favorevoli in maniera circoscritta ed accompagnati da raccomandazioni e
prescrizioni;
relativamente ai residui iscritti in bilancio, rimangono per intero
confermate le valutazioni annotate dall'organo di controllo nella propria
relazione al conto consuntivo 2009 ed in quella al bilancio di previsione
il risultato di amministrazione presunto al 31.12.2010 è da ritenersi,
anche se concorre a garantire il pareggio del bilancio in discorso,
conseguentemente, aleatorio;
la gestione corrente - per come rappresentata nell'allegato
"B" - presenta, ai sensi di legge, un totale dell'entrate pari ad
euro 3.948.462,83 ed un totale delle uscite pari ad euro 3.327.462,83 con una
eccedenza di euro 621.000,00, importo utilizzato a copertura del disavanzo
della gestione in conto capitale, laddove le uscite superano le entrate;
la gestione in conto capitale presenta un totale di entrate pari ad
euro 2.147.824,70 ed un totale di uscite di euro 3.630.628,56 comprensivo di euro
800.000,00 relativi al prospettato acquisto di un immobile da destinare a sede
dell'azienda, con un disavanzo di euro 1.482.803,86 coperto in parte
dall'avanzo della gestione corrente ed in parte dal Titolo V, cap. 17
dell'entrata, acceso alla contrazione di un mutuo di euro 800.000,00
nell'ambito del più generale pareggio di bilancio.
Non risulta, né in relazione né nella struttura del bilancio, alcuna
rata di rimborso relativa al riferito mutuo. Si suppone che il piano di
ammortamento lo si voglia far partire a mutuo perfezionato ed a far data
dall'esercizio 2012;
le spese per gli organi dell'azienda presentano un incremento, rispetto
all'esercizio precedente, di euro 30.000,00 mentre i compensi da corrispondere
ai revisori dei conti sono diminuiti del 30%, come da disposizioni normative
della Regione Calabria;
le spese per la formazione del personale sono state incrementate.
Investimenti in tal senso sono stati già utilizzati negli anni
precedenti e sarebbe opportuno verificarne gli esiti.
Considerate le figure previste in pianta organica, dotate di specifici
requisiti professionali non è giustificata una formazione permanente; tutto al
più si può programmare un aggiornamento su aspetti innovativi relativi
all'amministrazione ed alla normativa inerente l'Azienda e non corsi attinenti
la formazione professionale, già riconosciuta con l'immissione in pianta
organica, secondo verificati e normati specifici
profili professionali;
le partite di giro risultano economicamente in pareggio;
a parere dell'organo di controllo sarebbe stato opportuno inserire un
capitolo di bilancio nelle Uscite, acceso alla voce "Altre spese non
altrove classificabili", destinata a coprire oneri di anni pregressi che
non hanno avuto al momento della loro origine supporto giuridico,
amministrativo e contabile.
Tali partite non possono essere ricollegate ad ipotesi di debiti fuori
bilancio, in quanto gli stessi, al contrario, di quanto normato
per gli enti pubblici territoriali, non sono previsti e disciplinati dalla
normativa di riferimento delle Aterp.
Ciò nonostante, in presenza di tali fattispecie, non può essere taciuto
il fatto che le stesse configurano l'esistenza di un rapporto giuridico di
valenza civilistica e che le obbligazioni collegate, se non adempiute possono
portare ad un contenzioso, il cui gravame verrebbe a pesare sulle casse
dell'Azienda oltre il puro valore normale anche con possibili procedure di
pignoramento, quasi sempre riscontrate con successo da parte dei pretendenti
creditori;
le risultanze generali, infine, del bilancio in conto competenza, in
entrata ed in uscita, tenendo conto del presunto fondo di cassa al 31.12.2010 e
del presunto avanzo di amministrazione al 31.12.2010, fatte salve le
annotazioni esposte in precedenza, risultano a pareggio, come a pareggio
risultano le complessive movimentazioni di cassa relative alle riscossioni ed
ai pagamenti;
il Dipartimento competente "Lavori Pubblici, Edilizia
residenziale, Politica della casa, Autorità di bacino" ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2011.
L'Ufficio nella sua istruttoria ha rilevato che:
il bilancio è stato redatto a norma del regolamento di contabilità
degli IIAACCPP ed è completo degli allegati richiesti dal D.M. 10.10.1986 n.
3440; è stato garantito il pareggio costi-ricavi di amministrazione;
il Collegio dei Revisori ha sottolineato il carattere aleatorio
rivestito dal bilancio di previsione. Lo stesso organo di controllo ha
evidenziato come la mancata definitiva attuazione della tripartizione abbia
influito sull'entità dei residui iscritti in bilancio ed inoltre l'aumento
delle spese per gli organi dell'Aterp e per la
formazione del personale rispetto al precedente esercizio. Il Dipartimento
competente ha, quindi, preso atto del mancato rispetto al disposto previsto
dalla legge regionale n. 22/2010 "Misure di razionalizzazione e riordino
della spesa pubblica"; di conseguenza, sollecita l'Azienda a volersi
adeguare;
la mancata approvazione da parte del Consiglio regionale dei bilanci
consuntivi per gli anni 2004-2005-2006-2007-2008 dell'Aterp
falsano i riaccertamenti dei residui attivi e passivi
ed il risultato d'amministrazione nella contabilità finanziaria ed economica;
i Revisori dei Conti, pur evidenziando altre criticità dell'Azienda che
l'Ufficio condivide pienamente insieme ai possibili eventuali effetti
pregiudizievoli inerenti, ha dato parere favorevole all'approvazione del
bilancio di previsione per l'anno 2011;
il Dipartimento Bilancio e Patrimonio "Servizio Bilancio della
Regione e degli Enti Strumentali e Società Partecipate" ha espresso parere
favorevole per l'approvazione pur formulando con nota n. 3603 del 24 gennaio
2011 le seguenti raccomandazioni agli organi dell'Azienda da adottare in sede
di chiusura dei conti per l'esercizio finanziario 2010 e, quindi, in sede di
assestamento del bilancio 2011;
l'avanzo di amministrazione presunto applicato all'esercizio 2011, pari
ad euro 246.359,62 deve essere rideterminato in relazione alla chiusura
definitiva dei conti al 31 dicembre 2010 ed alle osservazioni di seguito
specificate, soprattutto in ordine al riaccertamento
dei residui attivi e passivi. Per tale motivo raccomanda la non utilizzazione
della quota disponibile dell'avanzo fino a quando non sarà approvato il conto
consuntivo 2010 dagli organi dell'Azienda;
in merito ai residui attivi e passivi esposti nel bilancio 2011, questo
Settore non è in grado, sulla base degli elementi in proprio possesso, di
formulare un giudizio.
Si invita, pertanto, l'Azienda ad inviare a questo Ufficio, il
prospetto dei residui attivi e passivi con l’indicazione dell'anno di
formazione.
Il Dipartimento rileva, comunque, l'iscrizione sul documento contabile
di 3,85 milioni di euro di residui attivi per canoni di locazione, anche se
notevolmente ridotti rispetto all'anno precedente in cui ammontavano a 5,69
milioni di euro.
L'Ufficio invita, pertanto, codesta Azienda a proseguire nell'opera di
recupero delle morosità e/o ad eliminare dal bilancio residui attivi ritenuti,
ormai, inesigibili.
Per quanto riguarda i residui passivi, invita l'Azienda ad effettuare
un esame approfondito degli impegni assunti tempo per tempo a carico dei
capitoli allocati nell’ambito del Titolo Spese correnti, al fine di verificare
la possibilità di economie di spesa, di cui il quadro finanziario complessivo
non potrebbe che trarre beneficio;
per quanto riguarda il contenimento della spesa le norme contenute
nella legge regionale 11 agosto 2010 n.
Resta salvo, comunque, l'obbligo di attenersi alle disposizioni
previste dall’art. 27 della legge regionale 12 giugno 2009 n.
Sarebbe, pertanto, opportuno che venisse attuata la riduzione delle
spese correnti.
In particolare per quei capitoli che presentano uno stanziamento di
competenza superiore al bilancio di previsione dello scorso anno:
al capitolo della spesa 101-1/5 relativo a "Indennità, compensi e
rimborso amministratori e sindaci" vi è una previsione di competenza di
euro
al capitolo 102·2/34 relativo a "Formazione professionale
dipendenti" vi è una previsione di competenza di euro 15.000,00 aumentata
di euro 4.000,00 rispetto all'anno 2010;
al capitolo 104-5/6 relativo a "Spese servizi uffici - Enel ed
altro" vi è una previsione di euro
al capitolo 105-7/20 relativo a "Procedimenti legali"
nell'ambito delle spese di amministrazione degli stabili vi è una previsione di
competenza di euro
al capitolo 105-10/25 relativo a "Procedimenti legali"
nell'ambito delle spese per interventi edilizi vi è una previsione di
competenza di euro
Il miglioramento del saldo di bilancio, inoltre, potrebbe essere
perseguito anche tramite la riduzione dello stanziamento di capitoli la cui
spesa sembra non essere strettamente necessaria o sorretta da specifiche
motivazioni di urgenza e improcrastinabilità, come, ad esempio:
il capitolo 104-5/40 relativo a "Spese di pubblicità
facoltativa" sul quale sono allocati euro 2.000,00;
il capitolo 104-6/5 relativo a "Spese di rappresentanza" sul
quale sono allocati euro 2.000,00;
il capitolo 104-6/15 relativo a "Contributi associativi
diversi" sul quale sono allocati euro 20.000,00;
il capitolo 104-6/25 relativo a "Partecipazione a concorsi,
seminari e convegni" sul quale sono allocati euro 7.000,00.
Preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 10
febbraio 2011;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione consiliare espresso
nella seduta del 22 marzo 2011;
delibera
di approvare il progetto del Bilancio di previsione per l'anno
finanziario 2011 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica) della provincia di Vibo Valentia, con allegati tutti i documenti
richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione, unitamente alle osservazioni e raccomandazioni
contenute nel deliberato della Giunta regionale”.
(Tabelle)
“Il Consiglio regionale
visti:
la legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle
Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica e successive
modificazioni ed integrazioni;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria"
e, in particolare l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;
la deliberazione consiliare n. 227 del 18 marzo 2008
recante approvazione del progetto di bilancio di previsione per l'anno 2008
dell'ATERP della provincia di Cosenza;
la delibera del Direttore Generale dell'ATERP di Cosenza n.
155 del 24.08.2009 recante approvazione del bilancio consuntivo per l'esercizio
finanziario 2008;
rilevato che:
il Collegio dei Revisori dei conti dell'Azienda ha espresso
parere favorevole all'approvazione del rendiconto consuntivo per l'esercizio
finanziario 2008 dando un giudizio di attendibilità per le entrate e congruità
per le spese e formulando le seguenti osservazioni e raccomandazioni:
- dalle verifiche eseguite è risultato che la contabilità è
regolarmente tenuta, i dati del Rendiconto corrispondono alle scritture
contabili, le valutazioni e gli accantonamenti ai vari fondi sono da ritenersi
congrui;
- i dati più rilevanti riscontrati, oltre alla morosità dell’utenza,
sono quelli relativi alla situazione debito/crediti con il Ministero LL.PP. - CER
per
- la gestione di competenza ha chiuso con un disavanzo
economico;
- rivolge all'Azienda raccomandazioni circa il considerevole
problema della morosità, rilevando soprattutto che non tutta la morosità sarà
effettivamente incassabile. Ciò in quanto parte di tali crediti deriva
dall'adeguamento automatico dei canoni degli utenti che non hanno presentato la
modulistica per gli aggiornamenti degli stessi. Tuttavia tali somme potranno
essere oggetto di revisione e ciò comporterà una riduzione abbastanza rilevante
della predetta situazione creditoria dell'Ente;
- la percentuale di riscossione è molto esigua e presenta
anche un andamento decrescente; infatti, nell'anno 2008 è pari all'11,28%
mentre nell'anno 2007 era pari all'11 ,44%.
In merito, l'organo di controllo, raccomanda una maggiore e
più incisiva azione di recupero della morosità ed inoltre, alla luce
dell'insoddisfacente andamento del recupero crediti, ha reiterato l'invito
all'Azienda ad una maggiore responsabilizzazione ed ottimizzazione
dell'organizzazione interna degli uffici.
- raccomanda un accurato esame dell'elevata mole dei
residui e una idonea analisi della esigibilità basata sull'esercizio di
formazione degli stessi e sulla capacità di smaltimento annua;
- l'avanzo di amministrazione pari ad euro 17.936.018,70
nell'anno 2006, ad euro 15.618.005,16 nel 2007 e ad euro 12.797.245,44 è
influenzato in modo assolutamente rilevante dall'entità dei residui attivi;
- il Dipartimento competente "Lavori Pubblici,
Edilizia residenziale, Politica della casa, Autorità di bacino" ha
espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto consuntivo dell'Aterp della provincia di Cosenza per l'esercizio
finanziario 2008.
L’Ufficio nella sua istruttoria ha rilevato che:
- il rendiconto non è stato presentato nei termini previsti
dall'art. 57 della legge regionale n. 8 del 4 febbraio 2002;
- l'Azienda ha garantito il pareggio costi/ricavi come
disposto dall'art. 35 comma 7 della legge regionale n. 32 del 1996;
il problema morosità non è stato ancora risolto e che il
recupero dei canoni di locazione e l'importo di riscossione non sono
soddisfacenti tant'è che la percentuale di riscossione nell'anno 2008 è
arrivata all’11,28% rispetto all'11,44% dell'anno 2007;
- il Collegio dei Revisori dei conti ha evidenziato i dati
più significativi che hanno determinato il disavanzo d'esercizio sottolineando
che la morosità è sempre più il problema principale dell'Azienda;
- l'Organo di controllo ha dato parere favorevole
all'approvazione del conto consuntivo per l'anno 2008 dando un giudizio di
attendibilità per le entrate e congruità per le spese; le procedure eseguite
per l'approvazione del rendiconto sono conformi alla norma fatti salvi i
possibili eventuali effetti pregiudizievoli inerenti le osservazioni fatte;
visto che tra i residui attivi al 31.12.2007 e i residui
attivi al 01.01.2008 esiste una differenza di euro 309,44;
visto che l'Ente su richiesta del Settore Ragioneria (nota
n. 31260 del 21.09.2010), con nota n. 19345 del 04.10.2010, ha dichiarato che
si tratta di un errato accertamento a residuo pari ad euro 309,44 dovuto ad un
errore di natura informatica;
visto che è stata effettuata una correzione senza farla
transitare nel Rendiconto dell'anno in cui è stato rilevato l'errore ed è stato
variato il valore iniziale al bilancio dell'esercizio finanziario 2008 concluso
ed approvato;
visto che il comportamento contabile non è corretto perché
vengono violate le regole della veridicità, della trasparenza e
dell'attendibilità del Bilancio;
tenuto conto che la differenza è ascrivibile al residuo di
euro 309,44 eliminata con delibera n. 160 del 09.09.2008 del Commissario
Straordinario dell'ATERP di Cosenza e che il predetto valore è stato corretto
dall'Ente senza alcun atto amministrativo;
vista
l'Azienda ripristini la veridicità e l'attendibilità del
Bilancio ponendo ogni azione mirata ad apportare la correzione di euro 309,44
relativa al valore dei residui attivi nell'opportuno esercizio finanziario;
e sempre che osservi le seguenti prescrizioni:
ridurre il tasso di morosità esposto dall'Ente;
recuperare i canoni arretrati e porre in essere atti
interruttivi della prescrizione;
preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 61
del 28 febbraio 2011;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione consiliare
espresso nella seduta del 22 marzo 2011;
delibera
di approvare il progetto del Rendiconto consuntivo per
l'esercizio finanziario 2008 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica) della provincia di Cosenza, con allegati tutti i
documenti richiamati in premessa che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione unitamente alle osservazioni,
raccomandazioni e prescrizioni contenute nel deliberato della Giunta regionale”.
(Tabelle)
“Il Consiglio regionale
premesso
che con legge regionale n. 27 del 30 agosto 1996 si è
provveduto a disciplinare il nuovo ordinamento degli Enti regionali operanti
nel settore dell'edilizia residenziale pubblica;
che gli Enti di cui sopra sono stati trasformati in Aziende
Territoriali per l'Edilizia Territoriale Pubblica;
visto l'art. 57 della L.R. n.
8/2002 per come modificato dall'art.
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 681 del
26/10/2009 con la quale si proceduto all'approvazione del Conto Consuntivo
relativo all'esercizio finanziario 2008;
vista la delibera della Giunta regionale n. 740 del
20/10/2008, di approvazione del Bilancio di previsione per l'anno 2009
dell'ATERP di Catanzaro;
vista la delibera del Direttore Generale dell'ATERP di
Catanzaro n. 214 del 27/03/2010 recante approvazione Conto Consuntivo esercizio
finanziario 2009 che si allega quale parte integrante, (allegato 1);
vista la delibera del Direttore Generale dell'ATERP di
Catanzaro n. 212 adottata in data 26/03/2010, con la quale l'Azienda ha provveduto
ad approvare il riaccertamento dei residui attivi e
passivi a fine 2009 , che si allega in copia (all. 4);
visto il prospetto concernente l'anno di generazione dei
residui attivi e passivi, che si allega in copia (all. 3);
rilevato:
che sulla predetta delibera ha espresso parere favorevole
il Collegio dei Revisori dei Conti, attestando "la corrispondenza del
rendiconto 2009 alle risultanze della gestione";
che il Collegio, inoltre, nella relazione allegata al
Bilancio consuntivo ha rivolto all'Azienda le seguenti prescrizioni e
raccomandazioni:
- a voler provvedere alla copertura del disavanzo di
amministrazione risultante dal Conto Consuntivo dell'esercizio 2009;
- a proseguire nella ricerca di un maggior grado di
coordinamento tra gli uffici al fine di rendere più agevole e più efficaci le
procedure amministrative e contabili in uso;
- a continuare ed incentivare l'azione diretta al recupero
e alla regolarizzazione delle morosità nei canoni di locazione;
- ad accelerare le pratiche relative alla regolarizzazione
dei rapporti locativi degli occupanti senza titolo;
- a consolidare la capacità di riscossione al fine di
realizzare un equilibrato andamento dei flussi di entrata e di uscita;
- a dare maggiore impulso alle operazioni di alienazione
degli immobili, procedendo prioritariamente alla cessione di quelli compresi
nei cosiddetti condomini misti, la cui gestione comporta consistenti esborsi
per manutenzione, imposte, tasse, e altri oneri vari;
- a procedere all'aggiornamento continuo del censimento di
tutte le unità immobiliari, al fine di accertarne l'effettivo utilizzo da parte
degli assegnatari;
tenuto conto che a seguito dell'istruttoria posta in essere
dal Dipartimento Bilancio è emersa la necessità che l'Ente verifichi con
attenzione l'effettiva riscuotibilità dei residui
attivi provenienti da esercizi finanziari antecedenti al 2005, così come deve
verificare l'effettiva sussistenza delle obbligazioni giuridicamente vincolanti
per i residui passivi inerenti ad esercizi finanziari antecedenti al 2005;
vista
vista l'allegata Relazione Istruttoria definitiva sul Conto
Consuntivo esercizio finanziario 2009 ATERP di Catanzaro del Settore Ragioneria
Generale con la quale viene "proposta l'approvazione del Conto Consuntivo
esercizio finanziario 2009, segnatamente e limitatamente alla propria
competenza contabile", (all. 6);
ritenuto si possa proporre al Consiglio regionale
l'approvazione del bilancio consuntivo 2009 dell'ATERP di Catanzaro
evidenziando e ribadendo le prescrizioni e raccomandazioni espresse anche dal
Collegio dei Revisori dei Conti, più sopra ricordate, che vengono a formare
parte integrante e sostanziale del presente deliberato;
su proposta, dell'Assessore al Bilancio e Patrimonio, Giacomo
Mancini, formulata alla stregua dell'istruttoria compiuta dalle strutture
interessate;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione consiliare
espresso nella seduta del 22 marzo 2011;
delibera
di approvare il Rendiconto consuntivo esercizio finanziario
2009 dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica)
della provincia di Catanzaro, con allegati tutti i documenti richiamati in
premessa che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione, unitamente alle osservazioni, raccomandazioni e prescrizioni
contenute nel deliberato della Giunta regionale”.
(Tabelle)
“Il Consiglio regionale
richiamata la deliberazione della Giunta regionale progr.
n. 65 del 28 febbraio 2011, recante in oggetto "Approvazione schema di
Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Regione Autonoma della
Sardegna in materia di Sportelli Unici Attività Produttive";
visti:
il Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, "Conferimento di
funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed Enti locali in
attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59 e successive modificazioni,
che agli articoli dal 23 al 27 prevede disposizioni che attengono
all'istituzione degli Sportelli Unici per le imprese, ed in particolate
l'articolo 23, comma 2, che assegna alla Regione il ruolo di coordinamento e di
miglioramento dei servizi e dell'assistenza alle imprese;
la legge regionale 12 agosto 2002, n. 34 "Riordino delle funzioni
amministrative regionali e locali", che tra l'altro definisce le funzioni
da trasferire alle Province e le modalità di trasferimento delle stesse e, in
particolare, all'articolo 34 "Funzioni delle Province", comma 1,
lettera c) prevede che "Sono attribuite alle Province funzioni
amministrative e compiti concernenti la promozione ed il coordinamento delle
gestioni associate intercomunali degli sportelli unici, nel rispetto delle
competenze comunali";
la legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 che all'articolo 22 promuove
l'attivazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e dispone
l'approvazione delle linee guida per gli sportelli unici;
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria" e, in particolare
l'articolo 57 e successive modificazioni ed integrazioni;
il POR Calabria parte FESR 2007-2013 approvato dal Consiglio regionale
della Calabria con deliberazione n. 255 del 31 marzo 2008;
considerato che:
la stessa Regione Calabria intende procedere alla realizzazione ed
implementazione di un sistema informatico per la gestione dei procedimenti dei
SUAP e a"'implementazione dei contenuti su scala regionale (iter procedurali, modulistica,
normativa, ecc.) del sistema informatico di gestione dello Sportello Unico;
visto il parere favorevole della 2^ Commissione consiliare espresso
nella seduta del 22 marzo 2011;
delibera
1. di approvare lo schema di Accordo di collaborazione tra Regione
Calabria e Regione Autonoma della Sardegna, allegato al presente atto di cui ne
è parte integrale e sostanziale, finalizzato ad attuare forme attive di
collaborazione e scambio di soluzioni ed esperienze nello sviluppo dei
rispettivi progetti a favore dei SUAP, ed a cooperare per il riuso delle
soluzioni realizzate nell'ambito dei rispettivi progetti al fine di favorire il
rafforzamento della rete degli Sportelli Unici per le Attività Produttive.
2. di autorizzare alla sottoscrizione dell' Accordo di collaborazione
tra Regione Calabria e Regione Autonoma della Sardegna, il Presidente della
Giunta regionale;
3. di demandare al Dipartimento Attività Produttive gli atti consequenziali
agli adempimenti previsti dall' Accordo di collaborazione necessari alla sua
attuazione”.
e
premesso che
Lo sviluppo della società dell'informazione della Pubblica
Amministrazione rappresenta una condizione indispensabile per semplificare e
accelerare gli adempimenti necessari per lo svolgimento dell'attività di
impresa.
richiamato
l'articolo 25, comma 1 della legge 24 novembre 2000, n. 340 recante
"Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di
procedimenti amministrativi - Legge di semplificazione 1999", prescrive
che le pubbliche amministrazioni che siano titolari di programmi applicativi
realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno facoltà di
darli in uso gratuito ad altre amministrazioni pubbliche, che li adattano alle
proprie esigenze;
l'articolo 26 della legge 27 dicembre 2002, n.289, recante
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato", che al fine di assicurare una migliore efficacia della spesa
informatica e telematica sostenuta dalle pubbliche amministrazioni e di
generare significativi risparmi eliminando duplicazioni e inefficienze promuove
le migliori pratiche e favorisce il riuso, al fine di indirizzare gli
investimenti nelle tecnologie informatiche e telematiche, secondo una
coordinata e integrata strategia;
gli articoli 68, 69 e 70 del Decreto Legislativo 7 marzo 2005. n. 82,
recante "Codice dell'amministrazione Digitale";
l'articolo 38, comma 3, del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito con
modificazione dall'articolo 1, comma 1, della legge 6 agosto 2008, n. 133, che
dispone in ordine al riordino e alla semplificazione della disciplina dello
Sportello Unico per le Attività Produttive (di seguito denominato SUAP);
il DPR 160/2010 e relativo allegato tecnico relativo alla
semplificazione e al riordino della disciplina sul SUAP, che prevede l'inoltro
in via telematica della documentazione alle altre Amministrazioni che
intervengono nel procedimento.
premesso inoltre che
A)
intende sostenere e supportare i Comuni nel miglioramento del servizio Suap e nella sua istituzione all'interno di un Sistema
Regionale basato sui Coordinamenti SUAP Provinciali e Regionale, in conformità
con le Linee Guida sul SUAP, adottate ex art. 22 della Legge Regionale n. 15/08
con Delibera di Giunta regionale n. 531/08 e in coerenza con l'Asse VII -Linea
di intervento 7.1.1.2 del POR Calabria FESR 2007-2013;
intende procedere alla realizzazione e implementazione di un sistema
informatico per la gestione dei procedimenti dei SUAP e all'implementazione dei
contenuti su scala regionale (iter
procedurali, modulistica, normativa, ecc.) del sistema informatico di gestione
dello Sportello Unico.
B)
ha un'esperienza consolidata nella creazione e nello sviluppo di una
rete regionale degli Sportelli Unici, realizzata nell'ambito di un processo
partecipativo tra Regione, Enti locali ed Enti terzi al fine di garantire
l'adeguamento dei servizi alle imprese riducendo i tempi di risposta della
Pubblica Amministrazione e creare condizioni favorevoli alla localizzazione
delle imprese.
Svolge continuativamente attività di assistenza tecnica ai SUAP del
proprio territorio e provvede all'erogazione e all'aggiornamento continui di
prodotti a supporto del procedimento unico come il software di gestione della pratica on-line, la banca dati dei procedimenti e la modulistica unificata
a livello regionale (unica regione in Italia).
al fine di rendere più veloce ed efficiente l'attività dei SUAP, ha
creato e reso disponibile ai SUAP sardi un portale informativo
(www.sardegnasuap.it) per gli imprenditori e un software di gestione della pratica on-line che permette agli operatori SUAP e agli Enti terzi di accedere
alla gestione delle pratiche di propria competenza, e all'imprenditore di
attivare direttamente la propria istanza on-line
e verificare via web il progresso
dell'iter procedimentale.
Le parti convengono quanto segue
Art. 1
Finalità
Art. 2
Tipologia delle azioni programmatiche
Il presente accordo tra
ampliamento dell'insieme dei servizi e strumenti che le Regioni possono
offrire a supporto dei SUAP;
attuazione di forme attive di collaborazione e scambio di soluzioni ed
esperienze nello sviluppo dei rispettivi progetti a supporto dei SUAP, anche al
fine di non duplicarne, per quanto possibile l'analisi e la realizzazione.
Art. 3
Comitato di controllo e monitoraggio
Con la sottoscrizione dell'Accordo di collaborazione è istituito un
"Comitato di indirizzo" congiunto, composto da personale degli uffici
competenti della Regione Calabria e della Regione Autonoma della Sardegna, il
quale fornisce gli orientamenti e individua gli strumenti necessari
all'attuazione dell'accordo, monitorandone realizzazione e risultati, ed
effettua proposte per il miglior conseguimento degli obiettivi dell'accordo.
Nomine e sostituzioni dei componenti del Comitato saranno effettuate di volta
in volta da ciascuna delle due parti dandone comunicazione all'altra.
Art. 4
Convenzioni Operative
Per ogni progetto specifico le parti provvedono alla stesura di una
Convenzione Operativa. Ciascuna Convenzione Operativa include, tra l'altro, i
criteri e le procedure che regoleranno gli impegni reciproci delle parti,
l'articolazione delle azioni in cui si sviluppa il progetto, i tempi di
esecuzione e le modalità di finanziamento del progetto stesso. Una volta
approvata e sottoscritta dalla parti ciascuna Convenzione Operativa entrerà a
far parte integrante del presente Accordo di collaborazione. Per ciascuna
Convenzione Operativa, verrà nominato un Responsabile Tecnico incaricato della
gestione amministrativa del progetto, del suo coordinamento tecnico e del
monitoraggio in corso d'opera dei lavori.
Art. 5
Finanziamenti
Le risorse per il finanziamento delle singole Convenzioni saranno messe
a disposizione direttamente dai soggetti sotto scrittori del presente Accordo.
Art. 6
Entrata in vigore e durata
Il presente Accordo di collaborazione avrà durata triennale dalla sua
stipula.
Per
Il Presidente
Il Presidente
Giuseppe
Scopelliti Ugo Cappellacci
Art. 1
(Finalità)
Art. 2
(Obiettivi)
1. La presente legge, per attuare le finalità previste nell'articolo 1,
persegue i seguenti obiettivi:
a) promuovere sul territorio regionale interventi di bonifica da
amianto, nell'ambito di azioni volte ad avviare le attività di risanamento
necessarie a garantire la tutela della salute pubblica e dell'ambiente;
b) sostenere le persone affette da malattie correlabili all'amianto,
anche attraverso monitoraggi specifici ed analisi preventive;
c) promuovere la ricerca e la sperimentazione di tecniche per la
bonifica dell'amianto ed il recupero dei siti contaminati;
d) promuovere la ricerca e la sperimentazione nel campo della
prevenzione e della terapia sanitaria;
e) predisporre un piano decennale di eliminazione dell'amianto
antropico sul territorio regionale;
f) promuovere iniziative di educazione ed informazione finalizzate a
ridurre il rischio sanitario per la popolazione.
2.
Art. 3
(Iniziative della Regione)
1.
a) alla creazione, entro trenta giorni dall'istituzione dell'USA, di un
portale informatico sulla normativa vigente e sugli strumenti messi a
disposizione dalla regione, sulla pericolosità dell'amianto e sulle procedure
di rimozione nonché per visionare l'albo delle imprese;
b) alla redazione di un opuscolo informativo da inviare ai soggetti
preposti al censimento al fine di fornire le necessarie indicazioni ai soggetti
interessati;
c) alla predisposizione ed all'aggiornamento del Piano di protezione
dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della
difesa dai pericoli derivanti dall'amianto, di seguito denominato Piano
Regionale Amianto per
d) al monitoraggio delle patologie correlabili all'amianto;
e) alla definizione dei criteri di assegnazione delle sovvenzioni per
lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto;
f) al trattamento ed all'aggregazione dei dati derivanti dall'attività
di censimento;
g) alla definizione delle linee guida per la redazione da parte dei
comuni del Piano comunale di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di
smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto,
di seguito denominato Piano Comunale Amianto (PAC);
h) al monitoraggio, in collaborazione con le ASP e l'ARPACAL, dei siti
di proprietà pubblica o ad utilizzo pubblico che presentano maggiore
pericolosità per la collettività.
Art. 4
(Piano Regionale Amianto per
1.
2. Il PRAC contiene le azioni, gli strumenti e le risorse necessarie
per realizzare le finalità di cui all'articolo 1.
3. Il PRAC ha durata quinquennale. Il PRAC è aggiornato ogni due anni
con deliberazione della Giunta regionale o in seguito a modifiche legislative o
quando sia necessario per le conoscenze acquisite durante l'attuazione del
PRAC.
Art. 5
(Contenuto del PRAC)
1. Il PRAC contiene:
a) il censimento, effettuato dall'ASP in collaborazione con i comuni,
degli impianti, degli edifici pubblici e privati, dei siti e dei mezzi di
trasporto con presenza di amianto o di materiali contenenti amianto nonché
delle località che presentano affioramenti naturali di rocce contenenti
amianto;
b) la mappatura georeferenziata delle zone
del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto nell'ambiente
naturale o costruito, a partire dall'acquisizione dei dati aggregati
dell'attività di censimento effettuata dall'ARPACAL;
c) l'individuazione dei criteri per la valutazione dei livelli di
rischio per la bonifica;
d) la definizione delle priorità degli interventi di bonifica;
e) il monitoraggio dei livelli di concentrazione nell'aria di fibre di
amianto nelle aree ad elevata presenza antropica e nelle aree interessate da
affioramenti naturali;
f) la promozione, a livello comunale, di iniziative di informazione e
coinvolgimento della popolazione sulle problematiche connesse all'amianto;
g) il monitoraggio sanitario ed epidemiologico attraverso:
1) la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti o che sono stati
esposti all'amianto;
2) la raccolta di dati epidemiologici;
3) l'utilizzo del registro regionale dei mesoteliomi sugli effetti
neoplastici causati dall'esposizione all'amianto;
h) la previsione di idonee misure di prevenzione e di tutela della
salute nei luoghi di vita e di lavoro;
i) la definizione delle linee di indirizzo e coordinamento delle
attività delle ASP e dell'ARPACAL;
j) la redazione di un elenco di imprese in possesso dei requisiti per
la rimozione e lo smaltimento dell'amianto;
k) l'individuazione degli strumenti per la formazione e l'aggiornamento
degli operatori delle ASP e delle imprese che effettuano attività di bonifica e
smaltimento dell'amianto;
l) gli indirizzi per la realizzazione del PAC e la cooperazione degli
enti locali;
m) la definizione di linee guida per la predisposizione di incentivi da
parte della Regione per la rimozione dell'amianto;
n) la definizione di linee guida per la predisposizione di servizi
sanitari per i cittadini esposti a manufatti di amianto o affetti da patologie
correlate all'amianto;
o) la definizione di ulteriori strumenti o servizi predisposti dalla
Regione Calabria per le finalità di cui all'articolo 1.
2. Il piano di smaltimento dei rifiuti di amianto costituisce parte
integrante del PRAC, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del D.P.R. 8 agosto
1994.
3. Il piano di smaltimento individua la tipologia, il numero e la
localizzazione degli impianti da utilizzare per lo smaltimento o lo stoccaggio
definitivo dei rifiuti di amianto, sulla base della valutazione delle tipologie
e della quantità di rifiuti di amianto presenti sul territorio.
4. Il piano di smaltimento dei rifiuti di amianto, ai sensi
dell'articolo 5, comma 3, del D.P.R. 8 agosto 1994 costituisce parte integrante
del piano di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti di cui
all'articolo 199 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m. e i.
(Norme in materia ambientale).
5. Il piano di smaltimento è aggiornato nel termine e alle condizioni
previste nell'articolo 4, comma 3, ed adeguatamente pubblicizzato per
consentire alle aziende operanti nel settore di pianificare l'attività di
rimozione e smaltimento. Per evitare fenomeni di dispersione dell'amianto, il
piano deve tener conto delle capacità di smaltimento in rapporto
all'aggiornamento dei dati relativi alla presenza ed alle azioni predisposte
dalla Regione per la rimozione dell'amianto. Il piano di smaltimento dei
rifiuti di amianto, parte integrante del PRAC, deve individuare, con le
modalità previste nel comma 2, per ogni provincia, impianti autonomi, idonei e
più vicini ai luoghi di dismissione o raccolta per ridurre i movimenti dei
rifiuti e garantire l'autosufficienza dello smaltimento degli stessi.
Art 6
(Obbligo dei proprietari e attività dei comuni)
1. Per il censimento della presenza dell'amianto sul territorio
regionale, è fatto obbligo ai soggetti pubblici e privati proprietari di:
a) edifici, impianti, luoghi, mezzi di trasporto, manufatti e materiali
nei quali vi è presenza di amianto o di materiali contenenti amianto di
comunicare agli uffici territoriali delle ASP competenti per territorio;
b) impianti di smaltimento di amianto o di materiali contenenti amianto
di comunicare agli uffici territoriali delle ASP competenti per territorio e
alla Regione la quantità di amianto smaltito, e di aggiornare l'informazione
annualmente.
2. La tipologia, e le modalità di adempimento dell'obbligo di
comunicazione di cui alle lettere a) e b) del comma 2, sono stabilite nel PRAC.
3. I comuni, per le finalità di cui all'articolo 1, entro sessanta
giorni dalla pubblicazione del PRAC, per il censimento di manufatti contenenti
amianto, con ordinanza sindacale, attivano uno sportello informativo-ricettivo
per l'espletamento delle pratiche di censimento e ne danno pubblicità mediante
affissione di avvisi presso le bacheche e gli uffici comunali, mediante sistemi
informatici di proprietà e con il mezzo stampa.
4. Per agevolare il censimento degli immobili contenenti amianto, i
comuni possono inviare ai cittadini un apposito modello. In tal caso, i
cittadini, proprietari dei siti e manufatti contenenti amianto, entro
quarantacinque giorni dal ricevimento, devono consegnare il modello debitamente
compilato al Comune.
5. Gli elementi acquisiti sono posti a base del Piano comunale, che
deve essere redatto secondo gli indirizzi contenuti nel PRAC e contenere il
piano di azione annuale per la progressiva riduzione della presenza di amianto
nei siti di competenza. Il Piano comunale va aggiornato annualmente sia in
seguito al verificarsi di nuove situazioni, sia per gli effetti derivanti
dall'applicazione della presente legge.
6. Ciascun soggetto, se inadempiente, è escluso dai benefici della
presente legge.
7. I soggetti che effettuano la rimozione dei manufatti in amianto a seguito
di apposita denuncia prevista dal censimento, consegnano la documentazione
integrativa al fine di consentire l'aggiornamento degli archivi contenenti i
dati censiti.
8. I proprietari, in caso di deterioramento dello stato del manufatto
censito (per cause accidentali e non), sono obbligati ad aggiornare o integrare
la documentazione di denuncia.
9. Nel caso in cui l'amianto presente nell'immobile censito, è in
condizioni di deterioramento tali da rappresentare un rischio per la salute
pubblica, il proprietario è tenuto ad attuare le azioni e gli interventi
secondo il D.M. 6 settembre 1994.
10. Le ASP sono obbligate a comunicare i dati acquisiti alla Regione,
nella prima applicazione della presente legge, entro sessanta giorni dal
termine fissato per la presentazione delle denunce e, successivamente, entro il
31 dicembre di ogni anno.
Art. 7
(Competenze dell'ARPACAL e delle ASP)
1. Compete all'ARPACAL la mappatura georeferenziata
delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto nell'ambiente
naturale o costruito nonché l'attività di monitoraggio ed analisi di
laboratorio sui manufatti o siti contenenti amianto, svolta su richiesta della
Regione, delle ASP, e dei comuni o seguendo un'analisi di priorità sulla base
dei dati emergenti dal censimento effettuato. Le indagini possono essere svolte
avvalendosi della collaborazione dell'ISS, dell'INAIL e del MATT.
2. Compete alle ASP la raccolta dei dati riguardanti le imprese ed i
relativi addetti che utilizzano indirettamente amianto nei processi produttivi
o che svolgono attività di smaltimento o bonifica dell'amianto nonché il
censimento dei siti contenenti amianto e la tenuta dei registri di cui
all'articolo 8, comma
3. I dati devono essere inviati alla Regione ed ai comuni per essere
integrati all'interno del PRAC e dei PAC ed essere messi a disposizione di
ARPACAL e delle ASP interessate e delle province.
Art. 8
(Registri)
1. Presso gli uffici territoriali delle ASP sono istituiti i seguenti
registri:
a) registro pubblico degli edifici industriali ed ad uso abitativo,
dismessi o in utilizzo, degli impianti, dei mezzi di trasporto e dei luoghi con
presenza o contaminazione di amianto, nel quale vengono annotati tutti gli
edifici e i siti che contengono amianto;
b) registro delle imprese che effettuano attività di bonifica e smaltimento
di amianto o di materiali contenenti amianto.
2. Per le finalità di cui all'articolo 3, comma 1, lett. b), è
potenziato il registro regionale dei mesioteliomi
maligni, in collegamento con i centri di raccolta dati nazionali.
3. Le modalità di tenuta ed aggiornamento dei registri di cui al comma
1 sono definite dal PRAC.
Art.9
(Controlli e Sanzioni)
1. Ferme restando le competenze attribuite dalla normativa vigente in
materia, la funzione di vigilanza e controllo sugli adempimenti previsti dalle
disposizioni di cui alla presente legge è svolta dalle ASP, dall'ARPACAL e
dagli agenti di polizia locale. I controlli sulla presenza del materiale
contenete amianto vengono effettuati dal comune; per la stima dello stato di
conservazione i controlli vengono effettuati dalle ASP competenti per
territorio.
2. Il rapporto delle attività di controllo e monitoraggio fa parte
integrante dei registri di cui al comma 8 e deve essere trasmesso con cadenza
trimestrale alla USA.
3. La mancata comunicazione di cui all'articolo 6, comma 1, comporta
l'applicazione di una sanzione amministrativa, a carico dei soggetti
proprietari pubblici e privati inadempienti, compresa tra € 2582,29 e € 5164,57
ai sensi dell'articolo 15, comma 4, della legge 27 marzo 1992 n. 257.
4. La mancata comunicazione di cui all'articolo 6, comma 8, comporta
l'applicazione di una sanzione amministrativa, a carico dei soggetti
proprietari pubblici e privati inadempienti, compresa tra € 50,00 e € 100,00.
5. Il Comune, con apposito atto, modula le sanzioni in diverse fasce
economiche sulla base dei quantitativi e della pericolosità dell'amianto e allo
stato di conservazione del materiale stesso.
6. Le sanzioni amministrative riscosse confluiscono in un apposito
fondo destinato al finanziamento della rimozione e smaltimento dell'amianto con
priorità per i manufatti di competenza degli enti locali.
Art. 10
(Informazione)
1. I soggetti preposti all'attività di censimento sono obbligati a
distribuire gli opuscoli informativi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera
b), a coloro che presentano i moduli di censimento ed a tutti i soggetti
interessati, nonché ad affiggerli in bacheca per almeno 24 mesi dall'entrata in
vigore delle presente legge.
2. Il portale informatico di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), deve
contenere il materiale informativo e tecnico utile alla sensibilizzazione ed al
supporto della cittadinanza nell'affrontare i rischi derivanti dall'esposizione
all'amianto. L'unità organizzativa speciale (USA) cura il perfezionamento e il
continuo l'aggiornamento del portale.
3. I contenuti dell'opuscolo informativo devono essere almeno i seguenti:
a) una sintesi della presente legge;
b) i rischi sanitari legati all'esposizione alle fibre d'amianto;
c) gli adempimenti per privati ed aziende;
d) una sintesi delle procedure di rimozione;
e) l'indirizzo del portale informatico.
4. Il portale informatico deve essere strutturato sulle seguenti
sezioni tematiche relative:
a) alla presente legge, opportunamente commentata;
b) al PRAC;
c) agli aspetti sanitari legati all'amianto;
d) alle procedure di rimozione con la presenza delle liste di aziende
in possesso dei requisiti;
e) a bandi e avvisi per attività di sostegno promosse dalla Regione;
f) alle iniziative da parte di altri enti diversi dalla Regione;
g) agli sportelli d'informazione, anche virtuali, presso i quali i
cittadini possono avere chiarimenti e suggerimenti in merito al rischio od alla
riduzione dell'amianto;
h) all'accesso in modalità web-gis alla cartografia regionale con la localizzazione dei
siti con presenza di manufatti in amianto;
i) al download della
modulistica di censimento e sportello on-line
per la compilazione dell'autodenuncia, che successivamente è inviata dal
gestore del portale all'ASP territorialmente interessata per poter aggiornare i
registri e trattare i dati secondo le modalità previste dalla presente legge.
5. I sindaci dei comuni interessati sono obbligati ad emettere, entro
novanta giorni dalla pubblicazione sul BURC, l'ordinanza sindacale di cui
all'articolo 6, comma 3, ed informare costantemente la popolazione utilizzando
l'opportuno portale telematico di cui al comma 2 o i normali mezzi di
informazione impiegati nella pubblicizzazione delle attività amministrative. La
pubblicazione delle informative sul portale telematico avviene attraverso
l'invio del materiale alla USA che ha l'obbligo di inserimento entro quindici
giorni dal ricevimento.
Art. 11
(Interventi e contributi regionali)
1.
2. Gli enti e i soggetti richiedenti per poter accedere ai benefici di
cui al comma 1 devono adempiere:
a) al censimento dei manufatti di amianto di propria competenza;
b) all'informazione dei rischi legati all'esposizione ai soggetti che
utilizzano o frequentano gli edifici o le aree con presenza di manufatti in
amianto;
c) le richieste di accesso ai benefici devono essere corredate da un
progetto, con impegno da parte del richiedente, che abbia come finalità la
sensibilizzazione e l'informazione della popolazione in merito ai rischi
sanitari legati all'amianto e la riduzione del rischio per i siti non oggetto
di bonifica con l'obbligo di pubblicizzare in modo prolungato l'intervento
effettuato;
d) qualora i manufatti in amianto costituiscano parte funzionale
dell'edificio o dell'area in cui sono localizzati, la sostituzione deve
avvenire con materiali e tecniche che rispettano i parametri di legge vigente.
3. I benefici di cui al comma 1 sono concessi fino alla messa in atto
degli strumenti contemplati nel PRAC. Il Dipartimento dell'ambiente, entro
sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, predispone un avviso
in cui sono definite le modalità, i termini ed i parametri tecnici valutativi,
in conformità ai commi 1 e 2. Le domande possono essere presentate dal
novantesimo giorno dall'entrata in vigore della presente legge. Il Dipartimento
redige una graduatoria delle domande pervenute e i contributi sono erogati fino
ad esaurimento delle disponibilità o allo scadere del termine previsto nel
presente comma.
4.
5. I richiedenti dei benefici sono obbligati a completare le opere di
rimozione ed inviare copia del certificato di avvenuto smaltimento del
materiale di amianto presso le discariche o centri di smaltimento autorizzati.
6. Coloro i quali non abbiano adempiuto all'obbligo di censimento,
siano essi soggetti privati o pubblici, non possono accedere ai benefici della
presente legge o ad ogni altro strumento che
7. Si può procedere al censimento oltre il termine stabilito
all'articolo 6 e quindi accedere ai benefici di legge qualora: a) sia stato
acquisito il titolo di proprietà successivamente alla data ultima di
presentazione del modulo di censimento;
b) si dimostri l'impossibilità oggettiva di conoscere la presenza di
manufatti in amianto entro le pertinenze di proprietà. A titolo esemplificativo
e non esaustivo, tratti di canne fumarie ricoperte da intonaci non visibili
dall'esterno, non predisposte o volute dal proprietario attuale, od ancora
tratti di tubature interrate non predisposte o volute dal proprietario attuale.
Art. 12
(Clausola valutativa)
1.
2. Al fine di cui al comma 1, ogni due anni
a) in quali termini le risorse finanziarie stanziate hanno consentito
la bonifica dei siti, degli impianti, degli edifici e dei manufatti contenenti
amianto, avuto riguardo ai censimenti realizzati;
b) in quali termini le attività di informazione e la sottoposizione a
sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ed ex esposti hanno consentito la
riduzione dell'insorgenza di patologie asbesto correlate e la loro corretta
gestione;
c) in quali termini le attività di informazione hanno contribuito alla
diffusione della consapevolezza dei pericoli derivanti dalla presenza di
amianto e hanno inciso sulla conseguente iniziativa dei privati di segnalare la
presenza di amianto alle Asp e di provvedere alla sua rimozione;
d) le eventuali criticità emerse in sede di attuazione della legge.
3. La relazione è resa pubblica unitamente agli eventuali documenti del
Consiglio regionale che ne concludono l'esame.
4. Tutti i beneficiari degli interventi di cui alla presente legge,
pubblici e privati, sono tenuti a fornire le informazioni necessarie
all'espletamento delle attività previste al presente articolo.
Art. 13
(Termini)
1. I termini previsti dalla presente legge sono perentori.
Art. 14
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 3 della presente
legge, quantificati per l'esercizio finanziario
2. La disponibilità finanziaria di cui al comma precedente è utilizzata
nell'esercizio in corso ponendo la competenza della spesa in apposita UPB della
spesa del bilancio 2011.
3. Per gli anni successivi, alla copertura finanziaria degli oneri
previsti dall'articolo 3 della presente legge, quantificati a regime in euro
200.000,00, si provvede con la legge di approvazione del bilancio della Regione
e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.
4. All'onere derivante dall'applicazione dell'articolo 11 della
presente legge si provvede, compatibilmente con le modalità di utilizzo delle
stesse, con le risorse comunitarie disponibili allocate all'UPB 3.1.01.02 - capitolo
2512202 - recante "Interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti
inquinati e di sviluppo di tecnologie di recupero e riutilizzo dei rifiuti
nonché di sostegno alle redazione dei piani. Incentivi all'applicazione di
sistemi di rilevamento geografico dei siti inquinati e sviluppo di sistemi e
tecnologie di bonifica (misura 1.8)".
Art. 15
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
considerato che
in data 22 Novembre 2010, il Consiglio regionale della Calabria ha
votato all'unanimità la legge regionale n. 32/2010, legge che cita testualmente
"Al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai
giovani impegnati nel "Programma Stages"
(...)
il Dipartimento n. 10 della Regione Calabria, sul BURC n. 3 del
21/01/11, ha pubblicato l'Avviso Pubblico rivolto al soggetti pubblici
interessati a contrattualizzare i giovani calabresi,
già impegnati nel Programma Stages 2008, che hanno
concluso con esito positivo il percorso formativo;
i soggetti pubblici interessati a contrattualizzare
gli stagisti hanno aderito alla manifestazione di interesse entro la data del
25/05/2011;
per l'esercizio finanziario 2011, il comma 2 dell'art. 12 della legge
regionale n. 34/2010, prevede la copertura finanziaria per Euro 550.000,00 e
che le domande pervenute sono maggiori rispetto alle aspettative della Regione
Calabria;
invita
a ripartire le risorse già a disposizione sul bilancio regionale (Euro
550.000) fra tutte le domande pervenute al Dipartimento n. 10 della Regione
Calabria, consentendo ai soggetti pubblici che hanno manifestato l'interesse a contrattualizzare gli stagisti in tempi rapidi, e prevedere
nell'assestamento di bilancio la copertura finanziaria di tutte le domande
pervenute così come previsto dalla relativa legge e parimenti individuare un
percorso virtuoso che possa consentire la stabilizzazione delle professionalità
presso gli Enti di allocazione.”
Art. 1
1. Il comma 4 dell'articolo 3 della legge regionale 19 aprile 1995, n.
22, così come modificato dalla legge regionale 17 agosto 2005, n. 13, articolo
31, comma 2, è sostituito dal seguente comma: "
Art. 2
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
“Il Consiglio regionale
premesso che in Calabria sono circa 1.500 i lavoratori in precedenza
inseriti nel bacino dei lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a
termine dalle pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della L.
388/2000;
ricordato che sulla base di una convenzione sottoscritta con il
Ministero della Pubblica Istruzione, secondo uno schema attuato nelle regioni
Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, detti lavoratori sono stati
impiegati nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 35 ore settimanali, per
garantire le attività di pulizia degli istituti scolastici;
rilevato che con propria direttiva n. 103 del 30.12.2010 il Ministro
della Pubblica Istruzione, preso atto che la legislazione vigente non contempla
ipotesi di proroga agli anni 2011 e seguenti dell'impiego dei lavoratori
stabilizzati con L. 388/2000 nelle attività di pulizia degli istituti
scolastici, ha statuito di doversi procedere all'affidamento delle stesse
attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione
scolastica, nella propria autonomia;
evidenziato che in virtù di ciò, a far data dal 30 giugno 2011, data di
scadenza dei contratti part-time in
essere, oltre un migliaio di lavoratori calabresi e le loro famiglie, al pari
di tanti altri loro colleghi e nuclei, familiari residenti nelle altre regioni
meridionali, potrebbero rimanere senza lavoro né fonti di sostentamento;
rimarcato che il 22 marzo scorso, anche l'incontro convocato presso il Miur per provare a dare soluzione alla vicenda si è
concluso con un nulla di fatto, per l'irremovibilità del Ministro;
ribadito che la citata direttiva ministeriale, per come di tutta
evidenza, non garantisce il percorso occupazionale degli ex lavoratori
socialmente utili calabresi né, tanto meno, il loro reinserimento lavorativo;
invita
il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale, dell'assessore alla pubblica istruzione e dell'assessore al lavoro a
rendersi promotori di un confronto istituzionale tra