RESOCONTO INTEGRALE
SEDUTA DI LUNEDI’ 15
NOVEMBRE 2010
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E
DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
La seduta inizia alle
13,25
Legge il verbale
della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni, l’interpellanza e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Prima di passare all’ordine del giorno, vorrei dare la parola all’assessore Pugliano per
dare un’informativa dettagliata su quello che è avvenuto in Calabria nei giorni
scorsi, ossia l’arrivo dei
rifiuti da parte di altre regioni, da parte della Campania, per fare il quadro
di quello che è avvenuto, per capire ed approfondire l’ordinanza e l’accordo
che si è avuto col Governo e con la Regione Campania,
perché l’Aula nella sua interezza possa prendere
atto di quanto avvenuto, per evitare l’allarmismo che c’è stato in questi giorni
anche da parte delle amministrazioni locali, da parte dei cittadini, per
evitare le strumentalizzazioni che spesso su questi temi vengono fatte.
Prima di proseguire con l’ordine
del giorno, direi di dare la parola all’assessore Pugliano
per relazionare su questo argomento, perché le comunicazioni sono finite, il
verbale è finito, però se non si fa silenzio in Aula... E’ un argomento importante
e fondamentale per la nostra regione, pregherei i consiglieri regionali di ascoltare;
coloro che non vogliono ascoltare si accomodano fuori e quindi evitino di
creare quei capannelli, che poi disturbano tutti i lavori del Consiglio
regionale!
(Interruzione dell’onorevole Principe)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, ho apprezzato i
suoi sforzi e anche della Giunta di presentare
un volto di rinnovamento di questa Regione, però la pregherei su questi princìpi di consentire a
tutti noi un minimo di coerenza, poiché sono le 13,39, mentre il Consiglio era stato convocato per le 11. Non vorrei
che prendessimo delle abitudini che in
passato ci hanno fatto molto soffrire. La prego veramente di usare tutto il suo
prestigio ed i poteri regolamentari che sono a sua disposizione per assicurare una linearità e un rispetto degli orari.
Poi volevo chiederle
se, prima del 13 dicembre è prevista una riunione della Conferenza dei capigruppo per stabilire
se si parte con il question time, per cui rapidamente, se si parte con il question time
bisogna discutere delle forme di pubblicità e
della garanzia di avere le televisioni, soprattutto di avere la televisione
di Stato, cioè Rai3.
Guardi, onorevole Principe, su questo tema del rispetto degli
orari, questa Presidenza all’inizio è stata inflessibile, rigorosa. Sono in quest’Aula
da dieci anni e, rispetto al passato, qualche sforzo in avanti l’abbiamo fatto.
Cercherò di fare l’impossibile per rispettare l’orario di convocazione, perché
questo è fondamentale anche per la seduta, per l’espletamento dei lavori, anche
perché le sedute di Consiglio si stanno concludendo in maniera rapida.
Raccolgo, quindi, in pieno e faccio mia la sua richiesta
e vorrei che tutto il Consiglio regionale sulla questione dei tempi fosse rigoroso,
rispettoso. Possiamo iniziare, probabilmente, con la mezzora canonica di
ritardo rispetto all’orario che di solito ci diamo, anche perché molti consiglieri
regionali vengono da luoghi molto distanti da Reggio Calabria. Vengono da Cosenza,
da Sibari e quant’altro.
Cercherò di far rispettare in maniera rigorosa gli
orari, perché secondo me ne va del decoro di questo Consiglio regionale. Quindi,
sotto questo aspetto, raccolgo in pieno il suo invito, lo faccio mio e ci
auguriamo, con la collaborazione di tutti, di iniziare rapidamente e velocemente
all’orario fissato.
PRESIDENTE
Possiamo dare la parola all’assessore Pugliano per l’informativa.
Credo che parlare del sistema dei rifiuti in Calabria
sia un tema di straordinaria importanza e, prima di arrivare a dare corretta comunicazione sul flusso di rifiuti campani
conferiti in Calabria, ritengo di dover fare una premessa generale che deve, in qualche modo, inquadrare correttamente
il tema e nelle giuste dimensioni. Non come
siamo abituati a fare, probabilmente, in Calabria, cioè guardare le diverse tematiche col binocolo, perché il più delle
volte, per un pregiudizio culturale e
politico,
siamo abituati ad aumentarne le dimensioni, ad amplificare quelli che sono
gli aspetti negativi e giammai ad inquadrare quelli che possono essere, quando ci
sono, gli aspetti positivi.
Ritengo si possa partire, affrontando questo tema, da
una condivisione generale, cioè che lo stato di salute del sistema dei rifiuti
in Calabria è precario, credo che sia incontrovertibile
la valutazione che assegna questo giudizio di precarietà al suo stato di
salute.
Così come credo sia condiviso il concetto che tredici
anni di commissariamento sul sistema dei rifiuti in Calabria non abbiano
prodotto granché. Secondo me hanno prodotto poco o nulla, ma non per assegnare responsabilità
alla politica o alle istituzioni. C’è stata grande confusione, quindi anche per
una filosofia di governo di quel sistema, di quell’ufficio, credo si sia
gestito più il contingente, più la straordinarietà del momento e non si sia
realizzata una vera e necessaria pianificazione nel sistema dei rifiuti; la
grande confusione che poi ha portato dentro di sé anche adempimenti sempre
rinviati. Non è avulso da questo contesto il fallimento degli ambiti
territoriali, fallimento certificato anche dal legislatore nazionale che ha
stabilito che quelli che dovevano essere gli strumenti di pianificazione territoriale
non hanno prodotto i risultati che gli erano stati assegnati. Non si sono, quindi,
prodotti neanche i piani di ambito territoriale, in nessun territorio è stato
pianificato, è stato programmato l’uso del territorio.
Ecco perché abbiamo la necessità, intanto, per un
attimo, di fermarci e di spogliarci delle appartenenze politiche, per stabilire
insieme che lo stato di salute precario va, in qualche modo, curato. Non è possibile
curarlo se due medici utilizzano diagnosi e quindi terapie divergenti.
C’è bisogno, per uscire fuori dalla
grande emergenza che ci pone ai confini della Campania - come possibilità di
raggiungere quei limiti - di un grande sforzo di abbattimento degli steccati politici,
per capire che non si può creare il paradosso. Lo enuncio immediatamente il paradosso,
per certificare che è stato fatto poco o nulla per curare questo stato di
salute precario, anzi, al contrario, è stato fatto molto per renderlo più difficile
da curare.
Quel molto che è stato fatto è assegnato alla responsabilità
di ognuno di noi.
A parti invertite sono state speculari le contrapposizioni
che hanno riguardato le stesse posizioni, per far riferimento alla situazione
campana: nel 2008 è stato il governo regionale di centro-sinistra a farsi stimolare
dallo spirito di solidarietà nei confronti della Campania, e lì il centro-sinistra
è stato ad osannare questo spirito di solidarietà nei confronti della Campania,
con le critiche di chi rappresentava all’epoca il centro-destra; oggi viviamo
la situazione speculare, il centro-destra che si affida ad essere spinto da questo
spirito di solidarietà nei confronti della Campania e il centro-sinistra,
invece, che grida al terremoto ambientale!
Beh, dirò fra qualche minuto di che cosa stiamo
trattando, di che cosa parliamo per quanto riguarda questi rifiuti campani che
vengono ad essere conferiti o sono stati conferiti in Calabria.
Devo riferire quale è stato il lavoro svolto da ognuno
di noi, nessuno escluso: è stato fatto molto per vedere come alimentare,
propagare il pregiudizio culturale nei confronti di questo tema e come è stato
fatto grande lavoro per amplificare la psicosi nei confronti di questo tema.
Ormai è uno slogan comune quello di gridare no ad ogni tipo di discarica,
e mi fa specie quando questo slogan lo utilizzano i rappresentanti istituzionali.
Lo posso capire da un comune cittadino, senz’altro non lo posso capire se
utilizzato da un rappresentante istituzionale. Dire no ad ogni tipo di
discarica, senza pensare a come smaltire i rifiuti, fa sorgere spontanea la domanda - per dirla alla
Lubrano-: come e dove i nostri rifiuti calabresi
devono essere smaltiti?
Devo dire
grazie al Presidente Scopelliti che non ci ha pensato un attimo a giocarsi questa
scommessa, ad affrontare questa sfida di assumerci direttamente
la responsabilità del governo dell’ufficio del commissario per il superamento
dell’emergenza nel ciclo dei rifiuti.
Beh, è una
grande scommessa, potevamo stare questa estate, magari, in ferie e al
mare. Io non ho staccato neanche il giorno di ferragosto per poter seguire e
gestire quell’ufficio, e gli effetti sono stati unanimi su questo cambio di
guardia alla guida di quell’ufficio, sono stati unanimi quantomeno da parte dei
rappresentanti istituzionali che hanno avuto a che fare con quell’ufficio.
Non si è
letta o ascoltata nessuna lamentela su una emergenza che non abbia trovato soluzione
nella stagione estiva.
Questo fa
parte di una inversione di bussola di orientamento, di una inversione di filosofia, senza
voler criticare chi ha governato, chi ha guidato quell’ufficio, ma è la filosofia
che è diversa: da un commissario che deve registrare e deve governare in una
fase temporale ristretta, straordinaria e commissariale, la filosofia è quella
dispositiva, è quella impositiva; la filosofia che, invece, abbiamo voluto noi
inserire, assumendoci direttamente la responsabilità di quell’ufficio, è una filosofia
concertativa con i territori.
Ho inviato una lettera, nel mese di agosto, a tutti i
sindaci calabresi, per corresponsabilizzare e quindi per dividere questa
responsabilità che noi abbiamo assunto con le comunità territoriali. Per il
tramite dei sindaci, ho chiesto che venissero coinvolte le comunità, per far
partire questa azione, questo intervento terapeutico finalizzato a curare la
psicosi e il pregiudizio sull’approccio ai rifiuti. Noi dobbiamo invertire il trend, questo trend che evidenzia sempre un aumento della produzione di rifiuti
in Calabria: siamo ad 1 milione di tonnellate all’anno. Mi fa specie che poi
parlare di 1.000, di 1.500 tonnellate possa creare il terremoto!
L’inversione di tendenza deve essere attivata. Non si
deve sentire escluso nessuno rispetto a questa nuova filosofia, rispetto a questa
responsabilità che ognuno di noi ha. Non è possibile che un rappresentante istituzionale
- ed aggiungo a partire dai rappresentanti
istituzionali regionali- possa dire no ad ogni discarica! Dove li mandiamo i
nostri rifiuti?!
Bisogna senz’altro, secondo noi, intervenire su due
linee di intervento: una è quella infrastrutturale, per vedere come trovare
insieme ai calabresi, alle comunità territoriali i migliori siti da destinare a
discariche di servizio e quindi realizzare anche impianti di trattamento, che
non esistono in Calabria. Noi diciamo no ad ogni discarica e non sappiamo
quante discariche esistono in Calabria.
La linea di intervento infrastrutturale deve mirare, quindi,
a realizzare discariche di servizio ed impianti di trattamento, ma deve puntare
anche o principalmente a realizzare filiere produttive che puntino a ridurre la
quantità di rifiuti e la pericolosità dei rifiuti, e puntino a realizzare delle
filiere per pensare al riuso, al riciclo dei rifiuti e quindi alla produzione
anche di materia prima, secondaria e di energia.
L’altra linea di intervento, alla quale stiamo dedicando
particolare attenzione, prevede una maggiore sensibilizzazione, una maggiore conoscenza, una maggiore informazione
e formazione rispetto all’approccio con i rifiuti. Il rifiuto è necessario che
da parte del cittadino sia visto come una risorsa e non solo come fonte di inquinamento,
perché il riuso, il riciclo, il recupero di materia prima e il recupero di
energia credo siano attività fiorenti in altre parti del mondo. In Calabria noi
siamo alimentati sempre e comunque da questo pregiudizio culturale.
Quindi la seconda linea di intervento deve mirare ad una
educazione ambientale, per far sì che ci sia una nuova coscienza ambientale, un
nuovo approccio, dei nuovi atteggiamenti nei confronti dell’ambiente e del
rifiuto. Ecco perché abbiamo voluto giocare questa scommessa e credo che si possa pensare con fiducia, se tutti
quanti noi abbandoniamo il nostro abito politico per pensare a quello che dovrà
essere l’uso del territorio e quindi il futuro del territorio da lasciare alle
nuove generazioni.
Ma non la devo fare lunga su questi aspetti generali, perché
mi preme comunque chiarire l’aspetto particolare dei rifiuti campani che sono
stati conferiti nella discarica di Pianopoli. Beh, lo avevamo annunciato, il Presidente
Scopelliti ed io, che l’ordinanza che ho siglato nella funzione di subcommissario all’ufficio del commissario per il superamento
dell’emergenza sui rifiuti non è un’autorizzazione. L’ordinanza ce l’ho qui, ha
rivisitato un po’ le cose e ha dovuto prendere atto di un decreto, di una
ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dava la possibilità
alla discarica di Pianopoli di ricevere quei rifiuti che, intanto, per chiarire
un concetto basilare, sono rifiuti speciali non pericolosi. Per chi non è addetto
ai lavori sentire le parole “rifiuti speciali” può, in qualche modo, portare in
inganno, portare qualche dubbio. Sono speciali solo e semplicemente perché sono
rifiuti urbani trattati meccanicamente, quindi, per dirla in parole più
masticabili, questi rifiuti urbani sono triturati, perciò non sono per niente
rifiuti rischiosi o pericolosi.
Ebbene, dicevo che l’ordinanza che ho firmato è stata
firmata non per autorizzare, non c’era bisogno dell’autorizzazione né
dell’ufficio del commissario né della Regione Calabria, era un rapporto già
sottoscritto che necessitava solo dell’ordinanza del Presidente del Consiglio
dei Ministri per autorizzare quella discarica a ricevere i rifiuti campani; noi
siamo intervenuti per governare questo rapporto, per disciplinare questo rapporto
e lo abbiamo disciplinato, per come recita l’ordinanza, sulle quantità, sulla
qualità e sul flusso di questi rifiuti. Noi abbiamo detto che non potevamo far ricevere
a questa discarica oltre 300 tonnellate giornaliere, non potevamo fare accogliere
a questa discarica privata i rifiuti campani che non fossero scortati da
certificazioni suppletive a maggiore garanzia della certificazione sulla
qualità del rifiuto e sulla mancanza di rischio o di pericolo. Ed abbiamo richiesto,
come terzo punto, nella ordinanza che questi flussi dei rifiuti campani non
disturbassero il conferimento dei rifiuti calabresi.
Ecco perché abbiamo fatto l’ordinanza; tra le altre
cose, per come aveva subito comunicato il Presidente Scopelliti, e a latere io nella qualità di sub
commissario, questi conferimenti non andavano oltre i dieci giorni e, se le reminiscenze
matematiche non mi ingannano, credo che 300 tonnellate al giorno, per un
massimo di dieci giorni, facciano 3 mila tonnellate che, rispetto al milione di
tonnellate che produce la Calabria in un anno, credo rappresentino solo un messaggio,
un segnale di solidarietà nei confronti della Campania.
Questi dieci giorni, per completare con chiarezza la fotografia
che abbiamo di fronte, sono stati interrotti dalle intemperie, dall’alluvione
caduta sulla Calabria, non da ordinanze di sindaci, ma solo e semplicemente dal
maltempo, quindi abbiamo interrotto i dieci giorni – credo – al quinto o al
sesto giorno. Noi avremmo onorato l’impegno che abbiamo assunto con la Campania
per i dieci giorni di conferimento, se non ci fosse stato questo maltempo.
Abbiamo interrotto questo conferimento perché il maltempo ha reso impraticabile
ed abbiamo dovuto dirottare i rifiuti calabresi un po’ da altre parti.
Ecco perché è stato interrotto, non per via
dell’ordinanza del sindaco di Pianopoli che – ho già detto sabato in una
conferenza stampa a Lamezia – non è per niente fondata.
Quindi oggi devo dire che, proprio perché questi conferimenti si sono interrotti ormai
quindici giorni fa, noi non abbiamo interesse a segnalare di voler onorare i
dieci giorni che né la Regione Campania né la protezione civile ci ha più
chiesto di onorare. Quindi il conferimento dei rifiuti si è interrotto, non c’è
più e si è fermato a sole 1.800 tonnellate di rifiuti. Ritengo che sia solo un
segnale e un messaggio di solidarietà che i calabresi hanno nel proprio Dna.
Tra
le altre cose, l’ordinanza del sindaco di Pianopoli,
l’ultima, che ha preteso di dover interrompere il flusso di questi rifiuti
campani, è basata su un concetto tecnicamente astruso, quando dichiarava che il
codice di identificazione di quei rifiuti, il codice Cer
191212, appartenva ad un rifiuto speciale che aveva
qualche rischio, credo di dover confermare e, quindi, smentire l’ordinanza del
sindaco di Pianopoli, perché questo codice Cer appartiene a rifiuti urbani
trattati solo meccanicamente, triturati, quindi nessun rischio sulla
pericolosità e sulla qualità del rifiuto.
Se registriamo questa fotografia delle 1.800 tonnellate,
credo che sia valsa la pena esprimere alla Campania un sentimento di solidarietà.
Penso di dover chiudere, dicendo che questi temi vanno
affrontati con equilibrio, senza gridare “al lupo, al lupo” per pregiudizio. Se
vogliamo fare uno sforzo di responsabilità, dobbiamo partecipare tutti a curare
la psicosi e il pregiudizio nei confronti dell’approccio con i rifiuti, perché
bisogna che i cittadini, ognuno per la propria parte, debbano essere consapevoli
che su questo tema l’atteggiamento deve essere diverso, aperto a stabilire
insieme le comunità, proprio per arrivare all’autosufficienza territoriale. Dobbiamo
essere aperti anche ad individuare insieme quali sono i siti per le discariche,
perché non possiamo fare a meno di discariche, se non troviamo un sistema alternativo
per smaltire i rifiuti.
Ritengo che serva un invito accorato a vedere come abbattere le staccionate politiche
che, spesso e volentieri non ci consentono di vedere come approcciarci meglio
alla cura dello stato di salute precario del sistema dei rifiuti ed evitare
anche che si introducano ulteriori elementi di disturbo che ne facciano peggiorare
lo stato di salute; mi riferisco ai conflitti interistituzionali che si sono
verificati anche in questa vicenda. Reputo che serva, invece, uno spirito, una propensione
a vedere come fare rete, come fare squadra, sinergia e patto fra i calabresi,
per poter sperare di uscire fuori da quello che è il sistema dei rifiuti in Calabria
che potrebbe, se non affrontato correttamente e con equilibrio, portarci ad essere
sopraffatti dalle tendenze.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
Ho sentito la relazione dell’assessore
Pugliano e, francamente, poiché si è rivolto a
noi dicendo che gli fa specie il fatto che anche qualche consigliere regionale ha sollevato il problema dei rifiuti campani in questa regione non secondo il principio della solidarietà, penso – e gli rimbalzo questa questione, assessore
Pugliano – ché, se non è nostro compito sollevare la
questione dei rifiuti in Calabria, mi domando e dico che ruolo ha il consigliere regionale!
Non può sentirsi offeso, anche perché, guardi, ho ascoltato attentamente, e
francamente non è consentito a lei venire in Consiglio
ed affrontare la questione dei rifiuti così come l’ha affrontata e le dico subito che sono tra
quei consiglieri regionali il cui intervento sulla stampa le ha fatto specie,
perché le ho chiesto di sapere qual era il tipo di rifiuto che veniva scaricato
in Calabria.
Perché non ha provveduto l’Arpacal
ad analizzare il tipo di rifiuto? Perché su
quello che lei dice sulla solidarietà, siamo d’accordo, ma questo non lo deve fare il Presidente Scopelliti,
perché lui ha dato le deleghe, quindi lei era delegato ad andare a
controllare è il tipo di rifiuto, quindi
l’Arpacal o i Noa dovevano controllare il tipo di rifiuto.
Infatti, se lei vuole far passare stamattina qui che quel tipo di rifiuto era un cosiddetto rifiuto di qualità, cioè trattato, mi chiedo, proprio per
quello che lei ha detto nella sua relazione, poiché vengono utilizzati per
produrre energia elettrica, perché un termovalorizzatore
qualsiasi del Veneto o della Lombardia non ha
preso questi rifiuti che erano produttori di energia? Perché, assessore, quando
lei parla in Consiglio regionale, non si
è sprovveduti, anche perché vengo dall’assessorato
all’ambiente della Provincia di Cosenza.
Quando fa alcuni passaggi, sono delicati e bisogna stare
attenti ai passaggi che lei fa. Non ha parlato, per esempio, del fallimento
totale nella Regione Calabria delle società miste che hanno gestito i rifiuti,
non ha detto quella che potrebbe essere la prospettiva di gestione dei rifiuti,
non ha detto la cosa fondamentale, cioè perché sono falliti gli ambiti
territoriali. Sono d’accordo solo su una cosa, la fine del commissariamento che
deve avvenire nella Regione Calabria, però quando lei entra in polemica con la
Campania - le ricordo che anche lì c’è un regime di commissariamento -, devo
farle osservare che l’ambito territoriale – veda, assessore – non ha funzionato
perché nessuno può pensare di arrivare ad una gestione pubblica dei rifiuti
perché la tariffa la incassa l’ufficio del commissario.
Allora bisogna essere pronti a dare delle risposte in
Consiglio perché, altrimenti, cosa va a gestire il sindaco del territorio
oppure l’ambito territoriale con i suoi sottoambiti nel suo complesso?
In Calabria non esiste il sistema dei rifiuti e lei non
ci ha detto che cosa vuole fare, per esempio, nella continuità di quello che
aveva fatto l’assessore Greco, cioè le isole ecologiche, i bandi per la
differenziata, tutto ciò che aveva consentito, comunque, di andare avanti in
una spinta perché, se vuole diminuire e mandare nelle discariche rifiuti di
qualità, c’è bisogno di impianti di selezione che, se è vero, come è vero, che
hanno trattato i rifiuti campani, guardate che con gli impianti di selezione –
veda la Lombardia, non le dico una Regione dove governa il centro-sinistra,
posso anche mettere la Toscana, l’Emilia Romagna – quelli sono venduti con un accordo
al Conai e quello è un rifiuto di qualità, il resto del rifiuto viene
inertizzato e buttato in discarica per evitare il percolato.
Quindi bisogna cercare di essere chiari nell’impostazione,
perché non ho ascoltato nessun tipo di risposta definitiva alle domande che
pongono i due sindaci, quello di Lamezia e quello di Pianopoli, a quello che
anche il sottoscritto, in un comunicato stampa che ha fatto, chiedeva di capire
cioè che tipo di rifiuto viene fuori.
Veda, quando lei parla di rifiuti in questa terra, che è
diventata la pattumiera dell’Italia dal punto di vista dei rifiuti nocivi,
tossici – ovviamente non è che su questo sto dando una responsabilità assolutamente
a questa maggioranza- sto solo dicendo che questa è una terra in cui non si sa
quello che c’è dentro Timpone Oliva, non si sa e
ancora non è stata bonificata la ferrite di zinco di Cassano, poi, non parliamo
proprio di quello che esiste a Crotone – lei ci viene a dire che un conferimento
in una discarica privata senza il controllo dei rifiuti è qualcosa fatto
secondo il principio di solidarietà, a
danno di tutti i cittadini calabresi che continuano a vivere in una discarica a
cielo aperto!
Non so se ha il dato delle discariche e delle bonifiche
delle discariche all’interno della regione, come e perché devono essere fatte.
Perché debbono essere fatte le bonifiche delle discariche?
Perché, evidentemente, ci è andato a finire di tutto all’interno di quelle discariche
e il sistema è molto contorto in Calabria, a volte, magari, è gestito dalla
‘ndrangheta in questa regione e bisogna trovare il coraggio di dirlo qui in Consiglio
regionale, proprio per rompere e superare gli steccati che lei ci invitava a superare.
Ma misuriamoci su una proposta, deve venire a fare una proposta
in Consiglio regionale su quello che è il sistema dei rifiuti, come si vuole
impostare una gestione del rifiuto, perché il rifiuto va gestito a monte, innanzitutto,
attraverso la differenziata, ma i Comuni devono avere le risorse per partire
con la raccolta differenziata, così come c’è bisogno di selezionare i rifiuti
che vanno a finire in un ulteriore riciclo. La plastica – non so se lei lo sa –
che utilizziamo in casa non può entrare nel rifiuto differenziato, perché quella
plastica necessita di essere lavata, per poi essere riutilizzata attraverso le
filiere che lei diceva.
Allora vediamo che il sistema è molto contorto e se si
viene qui con spirito istituzionale a misurarsi in questo Consiglio, sicuramente
troverà, almeno per quanto mi riguarda, da questa parte un interlocutore per discutere
di quello che è il bene complessivo di questa regione, attraverso un coinvolgimento
– questo sì all’unanimità – volto a chiedere la fine del commissariamento,
poiché non si è capito all’interno di questo ufficio come vengono spesi i
soldi, chi li spende, dove vanno e che cosa hanno prodotto in questi anni all’interno
di questa regione, se non aggravare la situazione. E non si possono prendere il
cittadino, i comitati e dire che sono i responsabili, giusto perché si è stati
spinti verso l’emergenza-urgenza, allora dici: “semplice non faccio questo oggi,
devo fare i termovalorizzatori; se non faccio questo oggi, mi trovo la
spazzatura che arriva al terzo piano delle nostre case”.
Questa è una politica dell’emergenza, non della programmazione
all’interno di questa Regione.
Sono tra quelli che considerano il rifiuto una risorsa.
Abbiamo punte di eccellenza nel Mezzogiorno e, così come lei parla di Napoli – ed è
giusto che lei parli di Napoli – perché non si parla mai di Salerno, che è la
punta avanzata nella gestione dei rifiuti a livello europeo? Perché non si
parla di Salerno? Quello è il modello di rifiuto, quella è la gestione del
rifiuto che bisogna trasferire qui in Calabria, è innovativa in tutto, ha
creato anche l’occupazione di oltre mille ragazzi, che addirittura recuperano e
riutilizzano le batterie dei nostri cellulari, che vengono messe in questo
momento nelle discariche e quel tipo di rifiuto è nocivo.
Allora, se si va in questa direzione, ci misuriamo sul sistema
più complessivo della gestione dei rifiuti. Non servono i termovalorizzatori, perché
sgomberiamo qui un luogo comune e sono io ad invitarvi a superare gli steccati,
perché i termovalorizzatori non riducono il rifiuto, nessuna merce nasce e poi
muore, il rifiuto viene recuperato attraverso le ceneri che produce il termovalorizzatore
e, producendo quelle ceneri, lei ha bisogno di discariche speciali di tipo B
che vengono smaltite per cinquecento anni all’interno dei nostri territori.
Così faccia lei una sintesi su come sono gestiti attualmente
i rifiuti in Calabria e vedrà che esce fuori un ulteriore danno all’ambiente.
Allora da qui il mio invito a fare una seduta del Consiglio
regionale sul tema dei rifiuti, dove misurarci e confrontarci, venire con delle
proposte ed affrontare definitivamente quella che è la linea guida della Calabria
in questa direzione, cioè che cosa si vuole fare sulla gestione dei rifiuti in
maniera responsabile ed istituzionale; si viene in Consiglio e si affronta definitivamente
questo problema.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha
facoltà.
Forse, sorprendendo un po’ chi ascolta, affermerò subito
che il mio approccio a questa particolare e straordinaria questione, come l’ha opportunamente
definita l’assessore Pugliano, sarà di tutta
ragionevolezza e per nulla ispirato ad un ideologismo che non mi è mai
appartenuto e che ritengo, oltremodo, pericoloso in una materia come quella che
stiamo trattando. Tuttavia, per ideologia intenderei, senza pretendere di derogare
dal tema, non solo le ragioni di contestazioni ad una misura, ma anche alcune
ragioni in qualche modo prestabilite della misura stessa.
Perciò, accolgo l’invito dell’assessore alla
ragionevolezza, semmai addirittura alla collaborazione, però questi sono tipi
di rapporti che devono essere basati su una reciproca disponibilità e, al di là
di questo singolo aspetto, il comportamento complessivo della Giunta non mi
pare ispirato a questo buon sentimento politico.
Con schiettezza e sincerità devo ammettere – così come
ho fatto nel corso di un’audizione dell’assessore nella quarta Commissione, di
cui sono componente – che la vocazione alla responsabilità dell’assessore e soprattutto
del Presidente, della responsabilità commissariale è stata, a mio avviso, un
atto politicamente responsabile, intelligente e potenzialmente proficuo, però naturalmente
è tutto da misurare, in questa declinazione di utilità, se il comportamento
della Giunta, in questo caso dei commissari, sarà sostenuto da quel sentimento
di cui parlava poc’anzi il consigliere Aiello.
Per dire qualcosa sullo specifico, sul conferimento dei
rifiuti alla discarica di Pianopoli, sono stato soddisfatto parzialmente dal chiarimento
che ci è stato fatto dall’assessore, nel senso che non conoscevo i limiti
temporali entro i quali si sarebbe dovuta esaurire questa testimonianza di solidarietà,
né conoscevo ed, in verità, non l’ha chiarito del tutto – e anche questo ha
detto il consigliere Aiello – la tipologia
di rifiuti conferiti e, semmai l’assessore li ha definiti in un certo modo, vorrei capire meglio attraverso quali
strumenti egli ha potuto verificare esattamente il tipo di rifiuti conferiti e,
se non mi sono distratto, mi pare che non l’abbia detto.
Ma c’è di più: annetto alla solidarietà un valore anche politico,
in quanto non è un’espressione sentimentale o semplicemente umana, tuttavia non
è uno scambio alla pari; la solidarietà è possibile da parte di chi versa in
una condizione di favore rispetto a chi, invece, non gode di una situazione
ideale, in questo caso nel campo dei rifiuti. Senza volerla negare questa
solidarietà, è da tenere presente che non è che la Campania, nonostante gli
annunci e i proclami di Berlusconi, abbia superato la sua emergenza, che mi
pare riproporsi in termini ed in proporzioni drammatiche con una cadenza
quotidiana e diffusa.
Se così è, vorrei che l’assessore ci garantisse che noi abbiamo
voluto manifestare un messaggio – come egli l’ha definito – di solidarietà, per
cui per via della condizione in cui versa la Calabria sul piano del sistema
rifiuti, ci impegniamo, con una solennità che in un’istituzione è possibile e doveroso
assumere, a non poter più manifestare solidarietà alla Campania per le ragioni
che sappiamo, perché è vero che il commissariamento ha descritto una fase quasi
interminabile perché ha occupato più lustri e, alla fine, ha sancito un fallimento
totale che indispettisce, inquieta e irrita davvero, se si considera che siamo
in una realtà le cui condizioni, dal punto di vista del sistema rifiuti, si
sono addirittura aggravate rispetto a tre o quattro lustri fa, quando fu
avviata questa esperienza commissariale.
E poi un altro punto di delicatezza, anzi – devo dirlo
con chiarezza – di debolezza nell’intervento dell’assessore, che non vorrei
incorresse egli stesso in una sorta di tentazione ideologica, l’ho scorto quando
ha enfatizzato la necessità di discariche, che potrei non negare, purché questo
tipo di soluzione venisse accompagnato da un disegno strategico, che vedo molto
labile e debole, all’interno del quale, cioè, vengano iscritte soluzioni che
attengono ad altri strumenti, di cui non si scorge, in verità, neanche più lontanamente
una sorta di idea strategica che, come Giunta e come struttura commissariale,
dovete avere.
Allora, se si ritocca questo tipo di impostazione, se
davvero si conferisce al vostro impegno un senso di responsabilità, sul quale
ancora non posso personalmente esprimere giudizi, in considerazione dell’esiguo
arco temporale in cui si è sviluppata la vostra attività, se sarà davvero
ispirata a questo senso di responsabilità, il gruppo di Italia dei valori non
mancherà di assicurare la propria disponibilità istituzionale, se davvero è
funzionale a recuperare un minimo di presagio di futuro per questa Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha
facoltà.
In premessa, prima di intervenire sul punto e dire la mia opinione, volevo sollecitare e ricordare, se c’è lo spazio, di inserire il progetto di legge relativo alle risorse e non al problema, per come da sempre noi definite, degli stagisti calabresi, sulla base del lavoro che sia lei, Presidente Talarico, ma anche il Presidente Scopelliti, in queste ore avete fatto per migliorarlo.
Quel lavoro che ho letto
con attenzione, che
avete fatto come Presidenza del Consiglio, si dovrà discutere con la
minoranza, ricordando alla minoranza che forse su questi temi è più importante
discutere; su questi temi è più importante allarmarsi – visto che, assessore Pugliano, registriamo
allarmi –.
Devo dire al consigliere Aiello,
di cui di sicuro tutti quanti apprezzano
la passione politica e il suo ruolo di consigliere, lo dico anche a De Masi: ma
di che cosa stiamo parlando?! Perché, se qui oggi si aspettava l’intervento di un assessore, e quindi anche commissario delegato dal Presidente, sulla problematica vasta e
complicata e non sistemata e organizzata dei rifiuti in Calabria, allora
avevate centrato il tema.
Riscontro – ed è quello che abbiamo
letto nei giorni scorsi
sulla stampa – una polemica sterile, inutile,
politicamente
scorretta su una vicenda che ha riguardato la
scorsa Giunta regionale, quando era Presidente Loiero e quando
a governare era il centro-sinistra, ed anche questa nuova Giunta regionale che
rappresenta i calabresi come sempre, quando la Nazione chiama, risponde, su un intervento
molto inferiore rispetto a quello del passato e su quello che – ben ha spiegato
l’assessore Pugliano – è stato limitato, ben definito e con tutti i controlli.
Quindi di che cosa state
parlando, di che cosa vogliamo parlare?! Perché se poi il consigliere Aiello,
con la stessa passione, vorrà venire nelle Commissioni e contribuire ad un programma
di governo con cui – è chiaro – in sei-sette mesi non
si possono produrre effetti, parleremo di tutta quell’organizzazione degli ambiti
territoriali, del ciclo integrato dei rifiuti, di quel tema centrale che riguarda
il mondo, non solo la Calabria o l’Italia, su cui tanti interventi negativi ci sono
stati, perché polemicamente potevamo rispondere che è fallita, ad esempio, a Cosenza
un’azienda che si chiama “Valle Crati”, che è l’azienda più semplice, che dovrebbe
raccogliere e non trasformare i rifiuti, tutto con il ciclo integrato che non ha
funzionato e per responsabilità politiche ben chiare ed evidenti.
Quindi, se vogliamo confrontarci
legittimamente con posizioni anche polemiche su cose serie, facciamolo, però
non rispetto a quello a cui abbiamo assistito in questi giorni, per cui ringrazio
il nostro assessore, poiché è cosa ben diversa criticare l’assessore, questa
Giunta sui provvedimenti importanti di medio e lungo periodo che andranno a
caratterizzare gli interventi straordinari – e ancora, purtroppo, straordinari
– sull’ambiente, come sulla sanità, e tutti quelli ordinari che insieme, come
Aula, come Consiglio, vorremo stimolare e discutere.
Questo è il richiamo che mi
sento di fare a tutta l’Assemblea, non soltanto alla minoranza e all’assessore rispetto
a quest’opera di solidarietà, di intervento anche straordinario, diciamo che
bene ha fatto, andiamo avanti e ci auguriamo tutti che il tuo lavoro e il lavoro
di questa Giunta possa produrre effetti positivi, rispetto a cui accettiamo
tutte le critiche e tutti i suggerimenti.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, sarò
breve perché condivido molte delle cose
sostenute dal collega Aiello che, per avere gestito il settore presso la Provincia di
Cosenza, ha una competenza specifica che
a me manca. Intervento intanto per prendere atto di quanto detto dall’assessore
Pugliano sui rifiuti provenienti da Napoli. Non
metterei la questione in termini di banale fatto propagandistico di carattere politico;
è chiaro che, arrivando rifiuti da fuori, nelle popolazioni ci può essere allarme.
L’assessore Pugliano, in questa sede ufficiale, ha
sentito la necessità istituzionale di chiarire anche di che rifiuti si tratti,
ne prendiamo atto e non ho dubbi che le notizie che ci sono state offerte
rispondono a verità. Quindi chiudo su questo punto, ma visto che l’assessore ha
allargato un po’ la discussione, vorrei sottolineare, come calabrese e come
uomo delle istituzioni, che anche in questo settore, un po' come nella sanità,
il regionalismo calabrese ha fatto registrare un fallimento.
Quindi, nella dignità dell’istituzione, voi, certamente,
con un ruolo di governo che vi è stato democraticamente attribuito dall’elettorato,
noi per la parte che ci riguarda, dobbiamo fare in modo che quella che può diventare
un’emergenza significativa entro pochi mesi venga affrontata.
Vorrei, pertanto, chiedere sia al Presidente Talarico che al Presidente Scopelliti, quindi a lei, di
mettere alcuni punti fermi che sono, da un lato, avere finalmente un piano che
riguardi questo settore che attenga alla differenziata, all’impiantistica che
significa certamente impianti di selezione, ma che significa anche
termovalorizzatori, e quindi le discariche a valle dei termovalorizzatori - è inutile
che ci giriamo intorno. E qui non si tratta di andare dietro ad esagerazioni
che si dichiarano ecologiste. Penso che la tecnologia moderna offra la possibilità
di avere impianti sicuri, per cui se finalmente c’è un quadro generale di come affrontare
il problema, spingendo innanzitutto sulla differenziata.
Ha ragione l’assessore Aiello: il governo di centro-sinistra,
soprattutto nell’ultima fase, aveva cercato di spingere molto sulla
differenziata. Ritengo che questo aspetto vada ripreso con grande rigore e,
insieme a questo, va fatto un piano sull’impiantistica, utilizzando anche i
fondi europei, quindi sia gli impianti di selezione, sia i termovalorizzatori,
sia le discariche a valle.
In questo quadro, caro assessore e carissimo Presidente Scopelliti,
c’è un punto che noi dobbiamo chiarire definitivamente: la Calabria deve fare
in modo che cessi il commissariamento, cioè noi non possiamo essere la Regione
dei commissariamenti e dei commissari, anche perché – parliamoci chiaro –
vorrei dire all’amico consigliere Orsomarso che ci
vuole rottamare, faccio una breve parentesi perché ho letto qualche sua dichiarazione…
E quando i giovani si faranno prepotentemente avanti,
con capacità da dimostrare sul campo, tutti siamo contentissimi non di tornare
in panchina, ma di fare qualche passeggiata e, al massimo, di dare qualche
consiglio. La parentesi riguardava anche l’area che io conosco di più.
Non mi lamento che lo spazzamento
e la raccolta siano tornati ai Comuni, perché l’occhio vigile dei sindaci, in questo
contesto, può dare risultati grandemente migliori; mi lamento del fallimento
del progetto delle società miste, che è fallito sia perché ci sono stati errori
politici e clientelari sia su un punto chiave:
i Comuni non pagavano alle società quanto dovuto. Qualunque azienda, se
ha delle spese che vengono fuori da un bilancio legittimamente approvato e non
ha gli introiti che dovrebbe avere per legge, fa registrare un fallimento. E questo
è un problema serio, perché se spazzamento e raccolta
possono restare in testa ai Comuni, quando andremo a realizzare – mi auguro tutti
insieme come istituzione – impianti di selezione, termovalorizzatori e discariche
a valle, lì si pone il problema della gestione da parte di un soggetto che sia
superiore alla entità comunale.
Allora lego questa lunga parentesi al ragionamento sul commissariamento.
La questione dei rifiuti è, innanzitutto, un problema culturale.
Allora, caro assessore e caro Presidente Scopelliti, carissimo consigliere Orsomarso, se noi non facciamo entrare questo discorso nei
gangli vitali della società, faremo fino in fondo fallimento e facciamo dire a
molte istituzioni: “Ah, io non posso intervenire perché c’è il commissariamento”.
Quindi, per concludere, accolgo l’invito dell’assessore Pugliano: questo è un argomento su cui non ci può essere bianco,
rosso o nero, destra, centro o sinistra. Noi dobbiamo liberare la Calabria dai
rifiuti. Allora che il Governo regionale si impegni a far cessare nei tempi più
rapidi il commissariamento e metta in piedi un programma generale che, partendo
dalla differenziata, attraverso l’impiantistica, dia responsabilità anche al sistema
delle autonomie, stiano certi il Presidente Scopelliti e l’assessore Pugliano che daremo il nostro contributo, perché a noi
interessa che questa diventi una Regione normale.
E mi faccia dire, per onestà intellettuale: lei ha detto
che la sua presenza si è sentita in questi pochi mesi di governo. Riconosco che
qualche sindaco mi ha anche dato referenze su una sua sensibilità, però mi
aspetto altrettanta onestà intellettuale nel fatto che si riconosca che, per
esempio, se parliamo di ambiente in tema di pulizia del mare, l’azione fatta
dal governo di centro-sinistra nell’ultima stagione ha dato dei risultati
positivi.
Ecco, in questo confronto che deve essere civile, ma
anche di presentazione delle armi, poiché una volta, quando le guerre – e noi
non dobbiamo fare guerre, ma confronto – erano condotte da gentiluomini, c’era
la presentazione delle armi; in questo momento noi presentiamo le armi di una possibile
collaborazione nell’interesse della Calabria. Siamo convinti che, per gli
sforzi fatti anche nel recente passato, questa presentazione delle armi ci sia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Ringrazio l’onorevole Presidente
del Consiglio per averci dato la possibilità stamani
di discutere di questa
materia, l’organizzazione del sistema di smaltimento dei
rifiuti, in questo Consiglio regionale.
Sarebbe buona cosa se questo confronto, dibattito, che trovo abbastanza
responsabile – apprezzo molti tratti degli interventi che si sono
preceduti, per quanto mi riguarda – fosse
seguito da alcune determinazioni, che ovviamente
noi possiamo concepire non soltanto come punti
– se c’è questo impegno – su cui dare mandato
alla Giunta, al Governo
regionale, all’ufficio del commissario.
Per quanto mi riguarda non avrei alcuna difficoltà,
su questa materia e su questa problematica, a convenire su determinazioni e su decisioni
da parte del Consiglio regionale che
richiamano il vincolo della responsabilità
anche per le forze dell’opposizione.
Sono d’accordo con chi l’ha detto – mi pare l’abbia introdotto
l’assessore Pugliano,
ho colto un tratto di grande responsabilità istituzionale
– che su un problematica di questo tipo si potrebbe aggiungere, su altri aspetti, altre problematiche
- ma evitiamo di andare oltre -; è bene che, se c’è la manifestazione del protagonismo di una duplice responsabilità
istituzionale, certo, chi governa ha di per sé
la responsabilità di decidere, una responsabilità più alta, il diritto-dovere
a governare comporta questa responsabilità più
alta, ma se anche l’opposizione dovesse essere disponibile a uno sforzo di questo tipo, dico che
sarebbe da apprezzare e non demonizzare. Se c’è da questi
banchi questa disponibilità, penso che vada accolta e, per quanto mi riguarda,
la dichiaro.
Entriamo nel
merito, prima questione: la ragione per la quale oggi siamo stati indotti a discutere, in questa sede,
il rapporto con le attività di scarico che riguardano le relazioni tra Calabria
e altre Regioni, in primo luogo per quanto riguarda la Campania. Dico
subito, a scanso di equivoci e per fare chiarezza – lo voglio dire al Presidente
Talarico – che io guardo con grande diffidenza e
sospetto le manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni. Non sono
affatto convinto che quel tipo di manifestazioni richiedano un rispetto di interlocuzione
della responsabilità istituzionale, in quelle manifestazioni colgo
strumentalità e pretestuosità, un modo per inquinare
– questo sì – il dibattito e per due ragioni: la prima, perché questa Regione
ha vissuto un altro momento che ha richiamato la responsabilità del Governo
regionale e dell’istituzione Calabria a fronteggiare questa domanda della Campania.
Era al governo
il centro-sinistra, soltanto pochi anni addietro, e il tema si presentò per la prima
volta. Non so, ignoro, per mio difetto, come si sia pervenuti ad un’intesa tra
la Regione Calabria e
– immagino – la Regione Campania, ma so che qualche anno addietro questo tema è
stato oggetto di discussione e di verifica di orientamenti in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Allora, di fronte alla drammatica emergenza di Napoli, per come era esplosa e,
se non ricordo male, prima che ci fosse l’avvento del Governo Berlusconi, ci fu
un richiamo a tutte le Regioni a farsi carico, per fronteggiare l’emergenza, di
una quota di smaltimento di quei rifiuti che stavano per le strade di Napoli.
Ricordo allora – ne parlavo poc’anzi con l’onorevole Loiero – che questo richiamo
ad una gara di solidarietà tra le Regioni italiane, se possiamo dirla così, fu
vinta dalla Calabria: la Calabria, non ricordo esattamente se fu l’unica Regione,
ma sicuramente fu la prima Regione a dare questa disponibilità e fu apprezzata
in Italia ed anche in Calabria.
In questo caso, il principio della solidarietà è la risposta
ad una concezione della soluzione del problema.
Al di là dell’emergenza o delle fasi emergenziali che
possono riguardare questo o quel territorio, penso che se ci dovessimo adagiare
su un’impostazione di fatto di deresponsabilità,
secondo il principio che “tutto può avvenire, purché fuori dal mio orticello”,
in questa storia, che sarà la grande problematica emergenziale del nuovo secolo
e non solo per l’Italia, ma ormai per
tutti i territori e gli Stati avanzati, non riusciamo a fare grandi passi
avanti.
Certo, allora, e penso anche oggi -voglio fare una domanda
all’assessore, avrà modo, immagino, l’assessore Pugliano
di replicare, perché può darsi che sia stato già fatto e, se è stato fatto, ne prendo
atto,– chiedemmo controlli sulla qualità del trasporto dei rifiuti, chiedemmo
tempi certi entro i quali doveva esaurirsi l’attività di trasferimento di rifiuti dalla
Campania alla Calabria e soprattutto concertammo con la Campania la quantità,
la mole dei rifiuti che doveva essere destinata alla Calabria. Insomma, tutta
una serie di punti che imponevano e richiedevano un monitoraggio di controllo
anche da parte nostra, per poter dire a un certo punto “basta”, non riferito
alla mutazione di una nostra disponibilità solidaristica, ma all’esaurimento di
quel programma.
Il punto qual è? Anche il trasferimento di rifiuti da parte di un’altra regione, di un altro territorio
verso la Calabria non può essere considerato un fatto contingente ed
emergenziale sganciato da una visione programmatica, che deve essere duplice:
dell’azione della protezione civile nazionale, che deve avere idea di qual è il
programma di smaltimento e di riorganizzazione del sistema nell’ambito della
Campania, e della città di Napoli. Dentro quest’idea si chiede un intervento
delle altre Regioni e noi Calabria dobbiamo avere idea di ciò e di quanto può
servire il nostro atto di solidarietà, per dare il contributo all’attuazione di
quel piano di emergenza e anche di programmazione strutturale.
Prima questione: se c’è tutto
questo, io non mi sento di criticare la Giunta, anzi mi sento di dire che avrebbe
sbagliato la Calabria se non avesse dato questa disponibilità, sarebbe stato –
lo definii così, se andiamo a ricercare sulla stampa le mie prese di posizione
di allora – un atto di civiltà da parte della Calabria la disponibilità a questa
cosiddetta attività solidaristica, connessa però al monitoraggio del fine, del
tempo, della capacità di coniugare quel provvedimento emergenziale rispetto ad
un programma strategico di intervento, e il programma strategico di intervento riguarda
il Paese, quindi soprattutto le zone che sono più esposte al rischio emergenza.
Ormai leggiamo dalla cronaca quotidianamente
che non c’è solo Napoli, non c’è solo la Campania, per molti aspetti in una
certa fase veniva considerata anche la regione Calabria un territorio a
rischio, c’è la Sicilia, ci sono anche realtà del Nord che, di volta in volta,
appaiono come realtà emergenziale.
La programmazione strategica
è anche nostra. Su questo punto mi voglio soffermare e poi vado a concludere. Prima
di entrare nel merito di quello che può essere un mio punto di vista su come
affrontare la questione Calabria, a questo punto, a prescindere dai rifiuti che
provengono dalla Campania, chiederei un’azione energica all’assessorato su
questa vicenda della Campania.
Fra le altre cose è il Comune
titolare che esercita la propria sovranità sul territorio interessato, se
capisco bene, questa discarica che
accoglie oggi i rifiuti per quella parte che dovrebbe essere stata concordata
dalla Campania, ricade interamente nel comune di Pianopoli. Non c’è dubbio che
l’attività e il funzionamento di una discarica non possono essere considerati,
sotto l’aspetto degli effetti determinati dall’impatto ambientale e dalla capacità
della verifica della sicurezza ambientale, una materia di competenza soltanto
del Comune dove è situata, ma interessa il bacino, il comprensorio per gli
effetti di tipo ambientale su cui bisogna dare certezza e sicurezza di verifica
compatibile. Però non c’è dubbio che il Comune di Pianopoli non è il Comune di
Lamezia, non ha la stessa funzione di qualsiasi altro comune del comprensorio.
Pertanto, organizzerei un
incontro ufficiale almeno tra l’assessore, che oltretutto è subcommissario,
o tra l’ufficio del commissario, quindi il Presidente che è commissario del
settore, e il sindaco, se non altro per sancire il coordinamento di un’attività
e di responsabilità istituzionale che in questa fase vedo quantomeno necessaria,
oltre che sostanzialmente ascoltare le ragioni di Pianopoli rispetto a quelli
che sono i programmi di quel Comune che, probabilmente, avrà messo in campo,
nel momento in cui a quella discarica un’autorizzazione il Comune è stato
chiamato a darla.
Può darsi
che anche qui mi sbagli, ma temo che questo non sia stato fatto. Se è stato
fatto, bene, ma se non è stato fatto, vorrei avanzare formale invito questa mattina all’assessore
Pugliano o al Presidente Scopelliti o all’assessore Pugliano e al Presidente Scopelliti – per me è sufficiente
che tutto questo lo faccia l’assessore Pugliano – per
sentire ad horas, convocare un incontro con il sindaco di Pianopoli a Catanzaro, immediatamente,
e fare il punto insieme a quella che è la prima autorità che esprime la sovranità della rappresentanza dello Stato su
quel territorio, anche perché avverto, leggendo la cronaca e solo per questo,
che queste manifestazioni, da cui dissento apertamente, in qualche modo tendono a creare
una difficoltà allo Stato e all’attività dell’amministrazione di quel Comune.
Per quanto
riguarda il sistema di quel bacino, mi consentirei di dire, assessore Pugliano, che ci sia un’attività seria ed efficace da parte
degli organi competenti, non so se Arpacal o lo stesso ufficio del commissario
possono attivare strumenti ispettivi per verificare lo stato e la condizione
nelle quali e con le quali operano altre discariche che, probabilmente, sono
collocate in quel bacino. Non vorrei che ci fosse gran rumore per il trasferimento di
rifiuti dalla Campania nella discarica di Pianopoli e poi grande, rumoroso silenzio rispetto a discariche di quel
comprensorio dove vengono conferiti i rifiuti non prodotti in Campania, ma in
Calabria, magari in quello stesso territorio,ma che lasciano molto a desiderare
per i livelli di sicurezza ambientale. Mi auguro che non accada tutto questo, che non ci siano queste
condizioni, ma se dovesse accadere, è grave.
Noi,
prima di sapere la quantità dei rifiuti che si vanno a conferire nelle varie discariche o la predisposizione
del sistema delle
discariche per i rifiuti che vanno raccolti in Calabria o fuori dalla Calabria,
dobbiamo sapere se quelle operanti – non so se mi sta seguendo bene, assessore
– siano discariche a norma non solo al momento del rilascio delle autorizzazioni,
ma che la cura e la manutenzione di quelle discariche diano ampia garanzia per
quanto riguarda la sicurezza e la salute del cittadino. Non vorrei che ci trovassimo in presenza di una
beffa non detta o non rilevata: magari la discarica di Pianopoli, pur
accogliendo i rifiuti della Campania, garantisce molto di più, per quanto
riguarda lo stato di salute e di sicurezza dei cittadini, di altre discariche
che operano in quel territorio e che non ricevono i rifiuti della Campania, ma
che sotto questo aspetto lasciano a desiderare.
E’ una verifica
che chiedo si compia e lo faccio in maniera trasparente, dai banchi istituzionali,
perché questo è un problema che noi abbiamo per quanto riguarda il sistema Calabria.
Qual è il problema? Già Sandro Principe diceva alcune cose - e su questo aspetto,
lui lo sa, io sono stato sempre d’accordo con lui –:non soltanto dobbiamo avere cognizione
del Piano del commissario,
che fu recepito dalla Regione a suo tempo – qui c’è il Presidente Loiero, adesso non lo vedo. Quel piano non lo fece il Governo
regionale, né il Consiglio regionale,
che, se non ricordo male, prese atto di un piano dell’ufficio del commissario,
non vorrei che quel piano quantomeno sia da aggiornare.
Ora, la
volontà di superare il commissariamento
è una posizione nostra
antica. Sono d’accordo su questo: se avessimo superato il commissariamento già negli anni precedenti, avremmo fatto cosa buona e giusta.
Adesso non
mi ci soffermo su questo punto, già detto da Principe, che in via di principio condivido, però può sembrare, dirlo oggi di
fronte alle emergenze che abbiamo, che può essere un modo per sfuggire alle proprie responsabilità. Però il problema
c’è e non è pensabile che la Calabria possa stare permanentemente
in una condizione
definita di emergenza e affidare all’ufficio del commissario la gestione di questo
piano.
Non lo formalizzo questa mattina, ma una questione, il superamento del commissariamento, è una questione che ci impone di entrare a questo punto nel merito.
A che punto è lo stato di organizzazione del sistema di smaltimento, quindi quanto riguarda i vari momenti della organizzazione del ciclo? Quali sono gli impianti, dove sono stati previsti e che capacità ricettiva hanno ed in che tempi?
Sa perché dico questo? Perché nei giorni scorsi – e dico un fatto probabilmente accaduto anche altrove - per esempio, ho letto sulla stampa di una protesta portata avanti dai cittadini di un comune di Cosenza, un’area molto interessante dal punto di vista della vocazione turistica ed industriale, dello sviluppo economico come la Sibaritide, il comune di Rossano.
Mi sembra di aver capito che anche lì si stanno agitando movimenti che si pongono l’obiettivo di impedire l’allargamento, l’implementazione, la capacità di abbanco di questa cosa. Questo non è sicuramente stato previsto quando si è attivato Rossano, oltretutto come discarica di supporto e di riserva all’esaurimento della capacità delle vasche di Gioia Tauro.
Si diceva che nell’attesa che entrasse in funzione Rossano, il ciclo calabrese fosse capace di un assorbimento anche di quello che le vasche di Gioia Tauro, in quella fase, non erano in grado di smaltire.
Ne dubito. Ed il dubbio mi viene maggiormente se, oggi, il commissario sarà costretto ad autorizzare una capacità maggiore di abbanco per Rossano e ciò vorrà dire che quel piano non è andato avanti.
Non voglio, allora, partire da una discussione su Rossano
che in via di principio dovrebbe confermare l’orientamento assunto in passato.
Dovremmo dire di no all’autorizzazione per aumentare la capacità di abbanco di Rossano. Ma mi preoccupa sapere dov’è e a che
punto è quel piano che fu allora approvato. Quindi chiedo un monitoraggio
sul piano sia per quanto riguarda le
discariche sia per quanto riguarda le stazioni
di smaltimento che per quanto riguarda la
vicenda dei termovalorizzatori.
Penso che quest’Aula sbagli a non chiedere chiarezza ed
a pronunciarsi nel merito, a scaricare responsabilità o delegare responsabilità
all’assessore Pugliano per far il punto sullo stato
dell’arte.
Il termovalorizzatore di per sé non risolve il problema
dello smaltimento, ma incide per una percentuale minima e per certi tipi di
rifiuti. Però, in questa Regione c’è stato presentato un primo programma con
due ipotesi di impianti: uno per la Calabria del nord e uno per la Calabria del
sud.
Ad un certo punto su quello del nord nasce un
contenzioso e non si realizza, anche per le opposizioni che nei territori sono
state fomentate da una certa cultura politica massimalista ed agitazioni, e per
quello del sud, addirittura, ad un certo punto anche in quest’Aula, si è dovuto
discutere sulla ipotesi di un suo prevedibile raddoppio.
Se proprio dovesse essere necessario, se non dovessimo
riuscire a farne a meno, se dovesse servire una capacità maggiore di attività
di termovalorizzazione che Gioia Tauro non è capace di
soddisfare, o se si dovesse costruire un altro termovalorizzatore, verifichiamo
prima a che punto è lo stato della vertenza dell’impianto nord e cominciamo a
discutere se fare o non fare. Ritengo si debba decidere su questo ed
addirittura penso che sia giusto candidare qualche sito dell’area urbana per i
benefici che può portare un termovalorizzatore.
Discutiamo e decidiamo quello che si deve fare per il
nord. E, comunque, l’assessore Pugliano ci farebbe
cosa grata se ci informerà in questo Consiglio regionale - o può essere anche
in Commissione ambiente e non solo in Aula – sullo stato di attuazione, sullo
stato dell’arte della vicenda del raddoppio di Gioia Tauro.
Poi, da quel tempo ci siamo dispersi nel tempo delle nebbie.
A monte la questione della differenziata.
Su questo le voglio dire, assessore, che se si continua
a pensare di investire quelle risorse finora liberate e rese disponibili a
questo fine per la Calabria, è meglio che non la facciamo la differenziata.
Non ci proviamo proprio perché temo che sprecheremo risorse. Tranne per i piccoli comuni che sono ad indici di percentuali molto elevate di raccolta differenziata, dubito che per le grandi concentrazioni urbane si possa essere in grado di sostenere un programma credibile di differenziata. Ma soprattutto temo che se il programma della differenziata, ché dobbiamo puntare a prima delle attività, non è accompagnato, poi, da uno smaltimento coerente il rischio che io intravedo è che - magari si va pure casa per casa a fare la differenziata - quella quantità di rifiuti che viene raccolta in maniera differenziata venga poi conferita alla discarica dove di solito si conferisce tutto il resto.
A quando tutto questo? Penso che dobbiamo farlo subito, assessore, guardando anche i rapporti e le sinergie istituzionali.
Lei, per esempio, non sbaglierebbe ed è una richiesta che le faccio.
Ho letto sulla stampa, ma non ne conosco i contenuti, che sarebbe stata richiesta da parte sua una audizione in sede di Commissione parlamentare bicamerale per i rifiuti che si è già svolta.
Ritengo che lei ci possa fornire gli atti, se non sono secretati, oppure in sede di Commissione ambiente o in Aula i contenuti di quell’audizione possano divenire patrimonio di quest’Aula.
Fino ad oggi questa sinergia non ha funzionato. C’è una difficoltà, tranne che a chiazza d’olio, forse a macchia di leopardo non c’è un sistema di ciclo integrale dei rifiuti che ha evidenziato che tutte le responsabilità si sono messe all’altezza.
Più si scende in basso verso i territori, più prevale quel no ideologico, quel non farsi carico di dar risposte ad un problema che sempre meno deve essere considerato tale, meno piaga sociale e più opportunità.
In questo quadro – come accennava il collega Orsomarso – andrebbe rivista la vicenda delle società miste. Non c’è dubbio che qui ci sia stato un fallimento, ma una cosa è lo smaltimento, altra cosa è il sistema della raccolta.
Non è improbabile, non vorrei fosse fuori dal mondo, non
vorrei fosse sbagliato sostenere che in Calabria
prima ancora del tema dello smaltimento noi abbiamo il tema della raccolta.
Perché se le società vanno in tilt debbono essere messe in liquidazione perché i comuni non
pagano e di conseguenza non vengono pagati i lavoratori. Si creano, quindi,
situazioni di sofferenza e i rifiuti rimangono nelle strade senza essere
raccolti e così sarebbe anche se venissero raccolti e conferiti in discariche
capienti.
Su questo faccio una proposta di riforma: probabilmente,
lo schema secondo il quale la Regione, l’ufficio del commissario ha promosso
una miriade di società miste va rivisto, assessore.
L’idea è quella, almeno, di pensare a grandi bacini –
magari provinciali – o addirittura dividere la Calabria in tre fasce e puntare
a tre società miste e solide o anche interamente pubbliche, alle quali
riconoscere il diritto della riscossione della tariffa, rivedendo i criteri di
quest’ultima e salvaguardando i cittadini.
Oggi succede che i cittadini della mia provincia, per
esempio, paghino molto di più di quanto pagano i cittadini della provincia di Reggio
Calabria per quanto riguarda le tariffe comunali per ovvie ragioni.
Dobbiamo puntare ad una unificazione e ad un
contenimento delle tariffe per tutti i cittadini calabresi.
Mi sentivo di avanzare queste proposte e, come si dice?,
“chi ha più filo tesse” su questo aspetto. Ovviamente mi auguro che la Giunta,
il Governo abbiano l’intelligenza di cogliere questa disponibilità propositiva
che da questi banchi si sta sollevando. Mettiamoci alla prova.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.
Prendo la parola però – al di là della questione prettamente di merito e dopo spiegherò il perché - perché credo che l’assessore Pugliano stamattina abbia fatto un favore alla Calabria ed all’intero Consiglio regionale, per il semplice motivo che dopo varie sedute di Consiglio regionale finalmente riusciamo ad iniziare a parlare – perché credo che non si esaurisca in questa seduta – di una tematica che secondo me è fondamentale ed importante, necessaria per poter da un certo punto di vista affrontare ed aggredire in tempi giusti un problema che si sta paventando sempre più importante.
Diceva bene nella sua relazione l’assessore nel momento in cui ha detto “siamo quasi al limite di un eventuale collasso, o comunque di una situazione pre-campana”.
Entrando nella specifica questione dell’ eventuale strumentalizzazione
che ci sarebbe stata da parte dei mass-media, credo sia molto specioso ed
inutile affrontarla, per un semplice motivo: perché l’assessore Pugliano con il Presidente e l’ufficio del commissariamento hanno fatto bene a dare una sponda di aiuto alla Regione Campania.
E’ ovvio che, però, caro assessore, si resta male se si
viene informati tramite mass media, quotidiani di una ordinanza di questo tipo
che autorizza la Regione Campania a venire a trasportare i suoi rifiuti nella
discarica di Pianopoli, quella calabrese
Manca, cioè, una informazione che non rappresenta
soltanto una questione di rispetto istituzionale ma soprattutto di sostanza, di
rapporto.
Nell’ambito del suo ragionamento, del suo discorso, all’aver
evidenziato con molta chiarezza che ci sono problematiche come quella dei
rifiuti e, quindi, ambientale, che non possono trovare patria potestà nella
differenza del colore politico o nella differenziazione dei partiti ma devono
accomunare - perché è un problema comune – io aggiungo: più che un problema
politico è un problema di natura tecnica.
E la complessità di questa risoluzione sta nel fatto che
ancor oggi nel mondo non c’è una terapia standardizzata attraverso la quale
tutti quanti hanno potuto copiare o ricalcare una programmazione già certa.
Sappiamo benissimo che in varie realtà del nord-Italia e dell’Europa l’approccio verso questa
questione è un approccio differenziato. C’è chi agisce all’interno delle
proprie città con un termodistruttore ad alto
rendimento e con basso rischio e c’è chi ancora agisce secondo un sistema di
discarica, c’è chi addirittura cerca in tutti i modi di andare a frazionare a
monte il problema del rifiuto cercando di differenziarlo nella quantità
possibile.
E’ un problema che ancor oggi non ha trovato un
riscontro.
Sappiamo che ci sono varie impostazioni ed è per questo,
caro assessore, che bisogna ringraziarla perché ci dà la possibilità,
finalmente, di riportare al centro dell’attenzione un problema che da qui a non
molto se non si interverrà – secondo il mio modestissimo parere – in maniera professionalmente
tecnica e valida, con un sostanzioso programma di risanamento ambientale che
apra le porte ad un nuovo piano ambientale regionale soprattutto per quanto
riguarda i rifiuti, potrebbe anche esploderci.
Abbiamo allora la necessità e lei ha il dovere
istituzionale e la responsabilità – da quel che ho capito sente il peso di
questa responsabilità e di questa apertura noi la ringraziamo – di dover,
insieme al Consiglio, nelle giuste Commissioni di competenza, cercare di varare
in tutti i modi e al più presto un piano ambientale regionale di nuova programmazione
al fine di poter gestire al meglio questa questione.
Questo perché? Perché avere un piano ambientale
definitivo può dare a questa Regione finalmente la necessaria e ritrovata ordinarietà dell’amministrazione su questa tematica.
E’ inutile stare ancora a rincorrere le problematiche
emergenziali con programmazioni che nascono dalla sera alla mattina e che poi
possono essere anche smentite. Spesso non hanno una lunga vita di programmazione
rincorrendo la continua emergenza.
L’emergenza - sappiamo benissimo - deve essere limitata
nel tempo perché poi non dà neanche la possibilità di poter canalizzare ed
ottimizzare al meglio in maniera finanziaria quanto una Regione può andare a
spendere su questo settore.
La questione è importante anche perché dovrebbe tentare
di affrontare – penso che questo sia l’inizio – il problema per cercare
veramente di poter mettere un punto definitivo a questa questione.
E’ ovvio che c’è stata qualche piccola polemica
strumentale. Avrei posto l’accento su un’altra questione perché onestamente
tutti noi consiglieri regionali, per quanto appreso dai mass-media, eravamo
quasi sicuri, dopo i vari proclami fatti sia dal Presidente del Consiglio dei
ministri sia dal commissario nazionale, che la questione napoletana fosse ormai
arrivata ad una risoluzione quasi totale.
Questo fulmine a ciel sereno ha trovato spiazzati e in
maniera incredula tanti di noi, compreso il sottoscritto, ma non può essere
messo al centro di questa questione.
La questione più importante è cercare di risolvere il
problema, di risolverlo bene, alla radice. Molti hanno parlato di quali
potrebbero essere gli indirizzi da attuare per poterla risolvere in maniera
definitiva, ma io onestamente non lo so.
Credo, però, soltanto una cosa: la politica deve
metterci del suo. La parte tecnica, in un aspetto del genere, diventa centrale.
Deve essere messo per la prima volta al centro
dell’operato amministrativo di questa Regione un giusto riferimento
tecnico-professionale ad un certo livello che possa impostare le linee di
indirizzo politico-programmatiche che noi tutti possiamo dare.
Dico questo anche perché credo che, al di là degli
impianti di incenerimento e di quello che è stato fatto e - ancora - della
necessità di realizzare nell’area del cosentino, quindi al nord della Calabria,
il secondo termo-distruttore, la problematica sia talmente complessa che
sarebbe meglio aggredirla già dalle questioni più semplici.
Ho sentito parlare di raccolta differenziata. Ma mi
domando: quanti comuni fanno la raccolta differenziata e come si fa questa
raccolta differenziata? I comuni come fanno ad attuare questa raccolta
differenziata che, di fatto, va fatta o porta a porta o utilizzando una
tecnologia fabbricato per fabbricato che possa concedere alle famiglie che lo
occupano di poter già nei propri appartamenti differenziare in maniera
automatica il rifiuto che andranno a produrre?
Un altro aspetto molto importante che tendo a
sottolineare che non bisogna tralasciare – al di là dei meccanismi di
smistamento o di smaltimento, o al di là di tutte le formule per poter poi
gestire l’operazione che sta a valle rispetto al rifiuto, vale a dire le
società miste pubbliche o private – ed è
la cosa più importante: la formazione e soprattutto l’educazione ecologica. Una
educazione ecologica che deve stare alla base e che, penso, sia il punto di
inizio della questione della problematica ambientale.
Una educazione ecologica da impartire già nella scuola
materna e all’interno delle scuole dell’obbligo in modo tale che si possa
acquisire fin da piccoli e far acquisire il senso civico dell’ambiente ed il
rispetto all’ambiente.
Questo è un punto su cui già esistono nella legislazione
nazionale, già dal 1987-88, dei riferimenti di certezza là dove il legislatore nazionale
ha individuato nella educazione ecologica, nella formazione della società e
soprattutto nella formazione dei ragazzi in età scolare, la possibilità di
creare la forma mentis attraverso la
quale poter incanalare un modo di vivere e di operare nella società ed in modo
particolare, in questo caso specifico, nell’ambiente.
Penso che le vostre sollecitazioni e la vostra relazione
siano state solamente una premessa da non ritenere esaustiva e non lo dico per
difendere l’assessore ma credo sia un fatto palese. Credo sia stato un modo
come un altro per dare inizialmente un corollario della situazione e arrivare
alla questione del trasferimento dei rifiuti da Napoli in Calabria. Penso che
necessiti, questo Consiglio in modo particolare, della possibilità di potersi
misurare e confrontare anche nelle giuste Commissioni su una eventuale proposta
nuova per realizzare un nuovo piano ambientale di cui la Calabria ha bisogno.
Su questo ritengo che il Consiglio sia abbastanza
solerte, sensibile e responsabile al di là della solidarietà che potremmo dare
a tutti. Siamo abbastanza sensibili da poter dare una mano anche all’assessore
su un problema che, come giustamente dicevi, non può dividere ma deve per forza
unire.
PRESIDENTE
Concluso il dibattito darei la parola all’assessore Pugliano per una breve replica, per poi proseguire con l’ordine
del giorno.
Sono dispiaciuto di non poter rispondere
approfonditamente a tutti i contributi offerti.
Intanto, devo ringraziare i consiglieri che sono
intervenuti per i contributi positivi che hanno offerto al tema. Non era mia
volontà chiudere l’argomento. Sono stato chiamato a dare nella prima seduta
utile di Consiglio regionale la corretta informazione sul tema che ha
riguardato il conferimento dei rifiuti in Calabria provenienti dalla Campania.
Ho fatto anche un cappelletto, una presentazione
rispetto a quella che è la situazione in Calabria ma non voleva essere il mio
intervento esaustivo di tutte le questioni.
Credo di dover ringraziare, quindi, tutti gli interventi
che mi danno la possibilità, seppur succintamente, di dare ulteriori
informative e qualche piccola risposta, perché credo che sia unanimemente da apprezzare il contributo che è pervenuto
dai banchi del Consiglio regionale.
Ancora è residuale un pregiudizio da parte di qualcuno
che credo abbia addebitato a me delle posizioni o delle dichiarazioni che,
posso ritenere, facciano parte del pregiudizio perché relative a dichiarazioni
mai fatte ed a posizioni mai prese.
Non mi posso permettere di sottolineare - come ha fatto
qualcuno- e richiamare la responsabilità dei consiglieri regionali ad un
approccio diverso e migliore rispetto al tema. Credo che, con la stessa onestà
intellettuale che mi contraddistingue e che ho registrato in tutti gli
interventi, di dover dire come già nel mio precedente intervento, che ho
criticato ogni pregiudizio politico facendo riferimento anche a quello che è
successo nel 2008 quando il governo Loiero ha dato –
fra i primi governi regionali – la solidarietà alla Campania.
Ho apprezzato ed ho detto prima che ho criticato chi in
quel momento dai banchi delle opposizioni ha deplorato l’atteggiamento del governo
di centro-sinistra guidato da Loiero.
Alla stessa maniera devo poter dire che non posso
condividere l’atteggiamento senza conoscere la materia di cui si parla. Il
pregiudizio rispetto ad una cosa che è stata confutata anche oggi.
Mi è stato chiesto di chiarire la tipologia dei rifiuti.
Il rifiuto è dal punto di vista tecnico – io non sono un tecnico, né mi arrogo
la presunzione di essere tuttologo – ma attrezzandomi anche tecnicamente, perché
non sono colui il quale parla senza cognizione di causa, visto che mi procuro
degli atti tecnici, che mi danno la possibilità di confermare che vi è un
prodotto codice Cer 19.12 che viene registrato come
“rifiuto speciale non pericoloso” ma che proviene da un rifiuto urbano trattato
meccanicamente.
Chiariamo una volta per tutte il fatto che non ho detto
che è un rifiuto di qualità, ecco il pregiudizio, ma ho detto che, fra i punti
che abbiamo voluto disciplinare in questa ordinanza, non abbiamo autorizzato il
conferimento ma abbiamo disciplinato sulle quantità, sulla certificazione della
qualità intendendo che appartiene a questo codice il rifiuto, che è garantito
come rifiuto urbano trattato meccanicamente.
Tra le altre cose sono garantiti tutti i punti che
richiedeva di confermare l’onorevole Adamo, anche la questione dei tempi
ristretti e anche la questione del flusso che doveva garantire il naturale
flusso dei rifiuti calabresi.
Devo apprezzare tutti gli altri interventi dando la
disponibilità, come è stato già fatto, ad essere anche audito
dalla Commissione.
Ho spiegato anche che noi abbiamo voluto giocarci questa
scommessa per prendere questa grande responsabilità, questo grande peso della
gestione dell’ufficio del commissario. Potevamo, potevo lavarmene le mani e
lasciar scorrere la gestione di un commissario prefettizio.
Non ci sarebbe stata, come non c’è stata, con un commissario
prefettizio, la ricerca che sto cercando di attivare e, come chiarito nella lettera
ai sindaci nel mese di agosto: ricercare la corresponsabilità e la
corresponsione con gli enti territoriali, ed, attraverso gli enti territoriali,
anche la concertazione con le comunità territoriali perché non possono essere
avulsi i cittadini calabresi dalle scelte che noi dobbiamo azionare.
Se li facciamo partecipare preventivamente ad orientare
le nostre scelte, credo che saranno più motivati anche ad attivarsi per rendere realizzabili le
scelte che noi faremo.
Ecco perché ho preso appunti e, se non riesco a
rispondere a tutte le specifiche osservazioni o domande, mi riservo di farlo
poi specificatamente in una prossima Commissione.
Dicevo che la filosofia che abbiamo voluto inserire
proprio per raggiungere quello che è stato richiamato un po’ da tutti, è stata la
necessaria cooperazione e concertazione per arrivare ad un piano nuovo sul
sistema dei rifiuti che sia più ampiamente condiviso.
Mi fa specie un’altra cosa: cioè che non si conosca – io
adesso conosco comune per comune – la quantità di rifiuti prodotti e dove
vengono smaltiti questi rifiuti.
Mi pare di poter dire, perché sono atti formali, che
dalla provincia di Cosenza si sia in debito nei confronti di altri territori. Ma
un principio cardine del piano dei rifiuti – quello vecchio ma anche quello che
dovrà essere il nuovo piano dei rifiuti – è che deve mirare all’autosufficienza
territoriale anche per evitare quelle diversità di tariffe da territorio a
territorio.
E’ chiaro che se i rifiuti di Cosenza fanno 200
chilometri è chiaro che la tariffa, sicuramente sarà in qualche modo
condizionata rispetto ad altre tariffe.
Ecco perché ripropongo la disponibilità all’ascolto
innanzitutto che sto cercando di attivare nei territori calabresi. Sono
coerente con quanto ho scritto ai sindaci calabresi nel mese di agosto,
preannunciando un giro nei territori per andare, intanto, a partecipare
direttamente a quella necessaria educazione ambientale.
Perché la domanda che sto ponendo ai singoli cittadini
che partecipano alle riunioni ed alle assemblee che i vari consiglieri
regionali mi stanno preparando nei territori è questa: “Come e dove ti aspetti
che i rifiuti che produci vengano smaltiti?”.
Ecco perché ho detto prima che la linea di indirizzo, su
cui muovere l’azione politica regionale è comporre una idea, un’azione, una
politica, che non mi sogno di avere in tasca,
dopo aver ascoltato i territori e quindi non posso prescindere
dall’ascoltare i consiglieri regionali.
Ma è chiaro che nei territori bisogna vincere da qualche
parte, la psicosi ed il pregiudizio culturale ai sistemi di smaltimento. Ecco perché
la prima linea da percorrere è infrastrutturale
per andare a colmare questo deficit.
Faceva riferimento, l’onorevole Adamo, alla questione
della Calabria nord e della Calabria sud. Nella Calabria nord, il termovalorizzatore
che era stato indicato nella provincia di Cosenza non si è realizzato ed è
stato dirottato su Gioia Tauro il raddoppio del termovalorizzatore
esistente, che per dare la corretta comunicazione sono in qualche modo guidato
da un’altra bussola. Quando ci si mette a confronto con le idee degli altri,
non bisogna temere questo confronto.
Sono andato ad affrontare il territorio di Gioia Tauro per dire con sincerità e tranquillità una cosa
elementare. Condivido anche chi si distaccava dalla bontà, dalla positività
delle manifestazioni a prescindere.
Sono andato nel territorio di Gioia Tauro
a dire: guardate, ancora vedo manifestare contro il termovalorizzatore di Gioia
Tauro, contro il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia
Tauro.
Ma chi si può assumere la responsabilità da cittadino o
da rappresentante istituzionale di bloccare questo percorso quando su 63
milioni di euro che è l’investimento per Gioia Tauro
sono stati già impegnati o spesi 56 milioni di euro?
Chi è quel don Chisciotte che va lì a dire questo
raddoppio “non s’ha da fare”? Credo che sia responsabile uno come me, che è
andato ad affrontare il territorio e a parlare con chiarezza.
Ecco perché dobbiamo andare nella direzione di una
maggiore concertazione rispetto alle scelte e rispetto al piano che dobbiamo
realizzare. Ed è questa la scelta che abbiamo attivato nel prendere quella responsabilità
di governare quell’ufficio perché, diversamente, come ho detto nel precedente
intervento, la filosofia era straordinaria e dispositiva, non concertativa con
le rappresentanze politico-istituzionali. Né regionali, né provinciali, né
comunali.
Con la guida della politica, della istituzione regionale
questo è possibile. La concertazione, la cooperazione, la condivisione del
sistema che vogliamo dare al ciclo dei rifiuti è possibile.
Ecco perché e chiudo, per non farla troppo lunga
parlando della differenziata e le isole ecologiche.
Non v’è dubbio che dobbiamo puntare ancora a perseguire
la raccolta differenziata e la realizzazione di isole ecologiche, non fosse
altro perché la fase commissariale e straordinaria non può essere chiusa se noi
ancora produciamo rifiuti e li vogliamo smaltire tal quali.
La fase ordinaria non consente il conferimento di
rifiuti tal quali.
Ecco perché bisogna prima educare maggiormente ad un
approccio diverso rispetto al tema dei rifiuti. Ridurre le quantità di rifiuto
prodotto con la spinta sulla raccolta differenziata e sulle isole ecologiche ma
puntare anche sulla filiera del riuso e del riciclo e della produzione di
energia, perché solo attraverso questi canali di educazione ambientale,
riduzione del rifiuto e strutture adeguate a smaltire territorialmente i
rifiuti, solo così sarà possibile curare lo stato precario di salute che
registra il sistema dei rifiuti in Calabria.
Credo di dover confermare la mia disponibilità ad
ascoltare chi ne sa più di me in materia di ambiente e in materia di rifiuti
sapendo che dobbiamo, noi tutti cittadini calabresi, porci la domanda “che
futuro vogliamo lasciare ai nostri figli del territorio e dell’ambiente?”. E
sono d’accordo con coloro che spingono sull’educazione ambientale nella scuola:
come chiave fondamentale per l’apertura di una nuova stagione in Calabria è la
scuola, l’istruzione. Perché solo se riusciremo a far comprendere ai ragazzi
che il futuro è loro, saranno loro a guidarci ad un diverso approccio e ad un
migliore atteggiamento nei confronti dell’ambiente e quindi dei rifiuti.
Grazie assessore Pugliano.
Concludiamo l’informativa su questa questione.
Prima di dare la parola all’onorevole Fedele che me
l’aveva chiesto volevo dare un seguito di comunicazioni.
PRESIDENTE
Legge un seguito di comunicazioni pervenuto alla Presidenza.
(E’ riportato in allegato)
Legge la mozione presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare l’onorevole
Fedele. Ne ha facoltà.
Brevemente, Presidente, per porre due questioni.
Siccome sabato scorso siamo stati insieme al Presidente della Giunta, all’assessore Pugliano, all’assessore Caridi, e ai consiglieri Zappalà, Imbalzano ed altri colleghi a Gioia Tauro per valutare le problematiche che si sono create in quella città con le recenti alluvioni, quindi i danni gravissimi che si sono creati, da lì è venuto lo spunto, Presidente - perché oltre a Gioia Tauro vi sono tanti punti di crisi in Calabria – di vedere se gli altri colleghi capigruppo sono d’accordo, poi ne parliamo un attimo al banco magari, per convocare una seduta ad hoc per affrontare questo tema, questo argomento.
Per capire, intanto, qual è lo stato delle cose in Calabria, nella nostra Regione
e partire poi, magari, con un progetto che il Presidente della Giunta e la Giunta
stessa vorranno illustrarci per cercare di vedere come iniziare – non dico a
risolvere, perché è eufemistico – a dare una inversione di tendenza a questa
problematica.
Non è più pensabile che ad ogni
alluvione che c’è, piccola o grande che sia, in molti dei nostri comuni vi
siano frane, danni alla gente e, tra l’altro, anche dei morti come è successo
in provincia di Vibo Valentia.
Credo che sia un tema che il Consiglio
regionale debba affrontare, al di là della maggioranza, insieme ai colleghi della opposizione, con i
suggerimenti che ci potranno essere, per cercare di produrre un piano che la Giunta
porti avanti. Questo per i prossimi anni – certamente non è un discorso che si
può risolvere in pochi mesi –, confrontandosi in maniera dura, se è necessario,
col Governo nazionale per provare a reperire fondi, con un piano che non sia
solo per le emergenze quotidiane.
Ormai in Calabria, purtroppo, è
una emergenza continua. Pertanto ne potremmo parlare al banco della Presidenza
e se, i colleghi sono d’accordo, a breve( tra 10-15 giorni) – ne potremmo parlare col Presidente della Giunta
– e convocare una seduta ad hoc per parlare di questo tema.
Un’altra cosa, Presidente, e
concludo.
I colleghi capigruppo sanno, perché
più volte abbiamo preso parte a questi incontri con i giovani che hanno
partecipato al programma stage, che forse c’è un modo di trovare una soluzione per
questi ragazzi e la volta scorsa abbiamo emanato un provvedimento di legge.
Pare dai tavoli tecnici che questo
provvedimento non rispecchi appieno quali possano essere le possibilità,
appunto, di trovare una soluzione per questi ragazzi.
C’era e c’è la volontà da parte di
questo Consiglio regionale sicuramente di trovare un minimo di soluzione.
Mi pare che fra poco, Presidente,
possiamo discutere al banco con gli altri colleghi di una modifica di quella legge
per cercare di venire incontro a queste esigenze.
Se è possibile, con gli altri
colleghi capigruppo, quando lo riterrà opportuno, affrontare al banco presso di
lei questi due temi e poi vedere il da farsi. Grazie.
PRESIDENTE
Onorevole Fedele, facciamo subito la sospensione e ci vediamo al banco della Presidenza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Oggi la politica viene guidata a volte dai pensieri dei
giornali – del resto ne abbiamo dimostrazioni abbastanza
recenti con slogan che pensavo appartenessero alla parte negativa di questa
Regione – e dato che i giornali, a volte, dettano il ritmo della danza, io
vorrei ricordare, signor Presidente, che la
questione di discutere specificatamente del dissesto idrogeologico della
Calabria è una richiesta che il gruppo del Partito
democratico sta facendo da più tempo.
Vorrei che lei ricordasse che nell’ultima riunione dei
capigruppo abbiamo riproposto questa questione e c’era un suo impegno ad
inserire in questo Consiglio regionale il dissesto idrogeologico all’ultimo
punto dell’ordine del giorno ove l’assessore Pugliano
fosse pronto a relazionare.
Infatti, mi sono meravigliato del fatto che, invece di
parlare di dissesto idrogeologico, si sia parlato di una questione importante
ma di secondo livello, quanto ad importanza rispetto al dissesto.
Vorrei dire al collega Fedele che prima si è parlato di
una lealtà dei rapporti fra governo, maggioranza ed opposizione. Questo stile
dei rapporti deve contraddistinguere i comportamenti reciproci ma, obiettivamente,
l’intervento del capogruppo Fedele mi è sembrato – scusami se mi permetto e
ritiro se c’è un eccesso nel mio dire – una entrata in campo in modo tale da
poter sostenere non dico una primogenitura ma una maggiore sensibilità.
Allora, forse, non è sbagliato ricordare storicamente
che questo punto doveva essere all’ordine del giorno già oggi. Se non lo è, implicitamente
debbo capire che il Governo non era pronto a relazionare.
Detto questo, ovviamente, siamo d’accordo affinché si
dedichi una seduta a questo problema.
Quanto alla preoccupazione per gli stagisti, dobbiamo esaminare la questione perché, per quanto ci
riguarda, noi non abbiamo partecipato alla votazione con la quale si è
introdotto con l’articolo 10 l’iter
che poi non ha trovato una soluzione positiva.
Quindi, per la parte che ci riguarda, ne vogliamo
discutere, affrontando il problema ex
novo, non cercando di dare il cerino in mano alle comunità locali, non
sarebbe giusto. Noi dobbiamo trovare una soluzione che sia equa e che dia la possibilità
a questi giovani che hanno una professionalità di lavorare e di continuare nel
loro impegno ma senza, però, creare problemi di rapporti strani tra il Consiglio
regionale e le autonomie locali.
Per quanto ci riguarda siamo pronti a discutere, per
arrivare ad una soluzione che sia positiva.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Solo trenta secondi, Presidente.
Mi pare, onorevole Principe, di aver detto quando sono
intervenuto riguardo al dissesto idrogeologico “coinvolgendo tutti”. Non mi
pare ci sia questione di primogenitura.
La mia ulteriore sensibilità – l’ho detto anche nel mio
precedente intervento – è venuta quando, purtroppo, mi sono reso conto
recandomi a Gioia Tauro nei giorni scorsi, della
gravità del problema in quel territorio e rapportandolo poi in altri territori
come leggiamo sui giornali.
Da qui è nata questa esigenza che, tra l’altro, non vuol
essere una primogenitura.
Anzi, come ho detto, è bene che si discuta insieme e che
da parte vostra vengano le giuste osservazioni ed i giusti suggerimenti per
affrontare questo tema in maniera veramente determinante.
Nessuna polemica di questo tipo, quindi sgombro il campo
da fraintendimenti che possa aver creato il mio intervento.
PRESIDENTE
Dopo questa puntualizzazione direi di sospendere la
seduta. Ci vediamo qui ai banchi della Presidenza così organizziamo i lavori in
merito alle due richieste dell’onorevole Fedele e lavoriamo per fissare anche la data della prossima seduta.
Chiamo i capigruppo ai banchi della Presidenza.
Riprendiamo i lavori del Consiglio.
Intanto comunico che il Consiglio regionale –
raccogliendo la proposta fatta dai capigruppo – è fissato sul dissesto idrogeologico
per lunedì 29 novembre alle 11.
Nello stesso tempo è stata presentata anche una bozza di
modifica della legge che riguarda gli stage,
che possiamo inserire all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Provvederemo poi
alla discussione del merito.
Queste sono le determinazioni che la Conferenza dei
capigruppo ha assunto qui ai banchi della Presidenza. Possiamo procedere con l’ordine
del giorno così come stabilito e proposto.
Si passa allora al primo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge n. 67/9^ di iniziativa dei consiglieri Principe, Giordano, Ciconte, De Gaetano, recante: “Modifiche all'articolo 4, comma 1 della legge n. 21 dell'11 agosto 2010”.
Si tratta di una modifica al piano casa.
Darei la parola al primo firmatario che è l’onorevole Principe.
Presidente, c’è una richiesta di inversione dell’ordine
del giorno? No.
(Interruzione)
Chiedo scusa, Presidente, non avevo inteso.
Illustro questa nostra proposta di legge, sia pure
rapidamente, perché c’è già un voto della Commissione che, praticamente, ha
espresso parere contrario su tutta la proposta di legge.
Quindi da parte nostra inviteremmo la maggioranza a
riflettere un attimo perché, guardate, quello che vogliamo fare è perfettamente
ciò che ha stabilito la Conferenza Stato-Regioni.
Vorrei ricordare al Presidente Dattolo la decisione della conferenza Stato-Regioni del 29 marzo 2010 dove la Calabria, penso, era rappresentata o dal Presidente Scopelliti o dal Vicepresidente.
Ribadisco di parlare
solo dell’articolo 4. Sugli altri articoli della norma che avete approvato, noi
non abbiamo condiviso una serie di punti, ormai è un dato archiviato.
Ritorno all’articolo
4. Presidente Scopelliti. vorrei che lei mi ascoltasse.
In quella sede la
Conferenza Stato-Regioni con la presenza della Calabria
ha stabilito, con riferimento al cosiddetto “piano casa”, che, praticamente,
l’aumento volumetrico del 20 per
cento deve applicarsi solo ai fabbricati unifamiliari o bifamiliari con
volumetria non superiore a mille metri cubi.
Voglio dire: quando
in Aula il gruppo del Partito
democratico ha presentato l’emendamento al primo comma dell’articolo 4 non era una nostra invenzione, tanto è vero che questa tesi la
sostenemmo già all’epoca del governo Loiero.
Noi
pensavamo di uniformarci ad una linea di carattere generale del Paese.
Ricordo
che in Aula ci fu questa discussione e che il Governo aveva accolto l’emendamento da me presentato come
capogruppo ma anche da tutto il gruppo del Partito
democratico.
Subentrò l’emendamento Gentile-Aiello
che invece di fabbricato parlava di edificio. E’ venuto fuori che l’aumento può
applicarsi a tutte le unità immobiliari, per cui se c’è un fabbricato dove ci
sono 50 unità immobiliari e per ipotesi si mettono d’accordo sotto il profilo
architettonico e della uniformità viene applicata questa norma.
Siamo profondamente fuori rispetto a quella che è la
linea di tendenza di tutte le Regioni d’Italia perché, ripeto, questa linea è
stata fatta propria dalla Conferenza Stato-Regioni. Non è una nostra
invenzione.
Cosa volete che diciamo in questa sede? Siete maggioranza,
noi siamo opposizione. Spesso ci si chiede di essere aperti e di collaborare.
In questo modo noi siamo aperti e collaborativi perché stiamo cercando di
evitare che una legge errata diventi inapplicabile, determini conflitti enormi
tra i privati. Questa legge ha la potenzialità di un aumento generalizzato del
20 per cento ed essendo di difficilissima attuazione provocherà una serie di
conflitti.
Questa è una norma fatta quasi apposta per gli avvocati
che si divertiranno. Ero iscritto all’ordine della provincia di Cosenza e sto
parlando contro i miei colleghi.
Questa norma procurerà centinaia e centinaia di
conflitti, senza contare il fatto che ci pone al di fuori di una linea di
carattere generale.
Ma è possibile che sempre la Calabria debba uscire dal
coro? E nel momento in cui esce dal coro nazionale non ne esce in termini
positivi ma – lasciatemelo dire – esce fuori in termini negativi?
Caro Presidente Dattolo, non veda il nostro come un
intervento pretestuoso o di chi vuol fare opposizione per opposizione. Il nostro
dire è perfettamente nella linea di tendenza del Paese. Produrrò fra poco alla Presidenza
del Consiglio e alla Presidenza della Giunta la deliberazione della Conferenza Stato-Regioni
in cui si dice pedissequamente quello che noi abbiamo proposto col nostro
emendamento che dovrebbe essere ripreso meglio ancora della proposta di legge
che ha tentato di migliorare il testo dell’articolo 4.
Detto questo, sotto il profilo generale mi rivolgo al Presidente
del Consiglio - che non mi ascolta in questo momento - e ribadisco che si è
trattato di un atto di estrema gravità: la norma che è venuta fuori
dall’articolo 4 non ha posto in essere in modo lineare la volontà di questo Consiglio
regionale.
A riprova di quello che dico c’è la parola dell’assessore
Aiello che oggi pomeriggio non è presente in quest’Aula e che nella precedente
seduta ha dichiarato ed è riportato a verbale “Principe ha ragione perché il 4
agosto noi abbiamo votato un’altra cosa”.
Allora due problemi: uno è quello di stabilire qual è la
reale volontà del Consiglio regionale e un secondo problema è quello di essere
in linea con quella che è la tendenza del Paese. Fra poco le porterò la
delibera della Conferenza Stato-Regioni che ripete parola per parola quella che
era la nostra posizione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo intanto perché a differenza di quel che diceva l’onorevole Principe, penso che il comportamento del Presidente Talarico sia stato estremamente corretto nel portare in Aula un provvedimento che ha avuto in Commissione parere negativo.
Non vorrei che questo, caro Presidente, creasse un precedente anche perché la volontà del Consiglio, come si diceva prima anche sui temi ambientali, deve consentire che la politica decida. Non può ogni volta arrivare a rinnovi, ritardi, compromessi ed altre situazioni.
Onorevole Principe, vede, non ho niente di personale nei suoi confronti ma sembra quasi che lei ne abbia fatto una questione di carattere personale. Come se noi volessimo creare uno scempio su un territorio che è una bomboniera o un qualcosa che si presenta nelle condizioni migliori.
Se soltanto i componenti della Commissione e lei, spero, prendessero nota di quelli che sono i regolamenti in campo energetico ed architettonico, si renderebbero conto che questo ipotizzato abuso della legge verrebbe tranquillamente sminuito e smussato.
Ogni volta, poi, lei dimentica una cosa: le prerogative dei comuni.
Sono i comuni gli unici titolari, i Consigli
comunali sono deputati ad indicare le aree verso le quali il piano casa si può
applicare o di conseguenza si deve escludere.
Allora, vede, lei fa riferimento
alla Conferenza Stato-Regioni dimenticando anche volutamente il fatto che ci siano state
Regioni che, addirittura, hanno applicato il piano casa anche per ciò che
riguardava le attività commerciali e le attività ricettive.
Questo l’hanno fatto Regioni dove
c’è la sua parte politica. Assolutamente. Quindi lei non può venire ogni volta
a dettare quelle che sono le responsabilità che si assume la maggioranza e
glielo ho già detto una volta.
Voi avete avuto la possibilità di
approvarvi la legge ed invece avete portato la Calabria, ancora una volta, ad
essere l’ultima Regione ad approvare la legge sul piano casa che rappresenta un
provvedimento straordinario e di grande spessore. Glielo posso dire perché porterò
io della stampa a lei.
Perché l’aspetto riqualificante
che prevede questa legge è innovativo e portato come esempio dalla stampa
specializzata.
Tra l’altro, questo piano è stato
vistato con grande attenzione anche dagli ordini professionali e non come
dicevano alcuni dalle categorie, dall’Ance e dall’Anci.
Ci sono state anche delle proposte dei suoi consiglieri che sono state accolte
nel testo della Commissione.
Evitiamo, allora, di perdere altro
tempo perché già se ne è perso abbastanza e, purtroppo, anche in questo siamo
ad un triste primato.
Mi auguro solamente che con
l’approvazione dei regolamenti che sono già all’attenzione della Giunta si
possa addivenire, invece, ad utilizzare questo strumento in termini di
riqualificazione soprattutto dal punto di vista architettonico non soltanto del risparmio energetico, perché potrebbe
migliorare notevolmente quello che è il patrimonio edilizio della regione
Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi,
pertanto possiamo procedere alla votazione del punto.
Pongo in votazione la proposta di legge
numero 67/9^.
(Il Consiglio non approva)
Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che riguarda le proposte di legge unificate n. 14/9^ di iniziativa del consigliere Francesco Talarico e n. 75/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Fedele, Tripodi, Serra, recante: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria”.
L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, in merito alla legge sullo sport vorrei sottolineare che la proposta numero 14/9^ per decisione dell’Ufficio di Presidenza e quindi poi della intera Commissione è stata accantonata in quanto i contenuti della stessa erano riportati nella proposta di legge numero 75/9^ che la Commissione ha approvato alla unanimità.
Siamo davanti ad un provvedimento molto importante, ad una legge molto importante che viene discussa dopo 26 anni.
Questa è una legge che tiene conto della realtà sportiva calabrese ma soprattutto dei bisogni, degli interventi che necessitano in questo settore.
Volevo, altresì, aggiungere che mi pare ci siano degli
emendamenti presentati qui oggi all’ordine del giorno.
Dall’esame fatto inviterei i proponenti a ritirare questi emendamenti in
quanto, comunque, superati e contenuti nella proposta di legge. Mi riferisco
agli emendamenti presentati dagli onorevoli Tripodi e
Nucera.
Per quanto concerne, invece, gli emendamenti presentati dall’onorevole
Aiello Ferdinando ritengo possano essere accolti in quanto si tratta di
motivazioni squisitamente tecniche.
Mi fermo qui. Volevo solo sottolineare che l’onorevole Parente
è stato relatore in Commissione, pertanto lo inviterei ad intervenire per
eventuali approfondimenti in merito. grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, la proposta di legge in discussione oggi rivisita in modo organico la
vigente legge regionale che risale
all’anno 1984. Quindi, dopo un quarto di secolo è superfluo sottolineare l’esigenza
di adeguare le norme regionali ai vari livelli che oggi l’attività sportiva va
assumendo sia sul piano sociale, che sul piano economico e sul piano sanitario,
sul piano medico sia per quanto riguarda gli aspetti preventivi sia riabilitativi
dello sport.
I punti fondamentali della proposta di legge oggi in
esame possono essere individuati nella semplificazione delle procedure, anche
per non vanificare le risorse disponibili nell’elaborare programmi di sviluppo.
Questi sono concertati con gli enti locali, con le
associazioni e le federazioni sportive in forti collaborazioni sia con la
scuola che con l’Università.
Una precisa ripartizione delle funzioni avverrà tra Regioni,
province e comuni attraverso l’adozione del piano regionale degli interventi
sportivi e l’istituzione di una Commissione regionale per lo sport che avrà il
ruolo di cabina di regia della intera programmazione regionale.
Un altro punto importante riguarda la tutela dei
praticanti l’attività sportiva non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche per
quanto riguarda l’aspetto tecnico sportivo affidato esclusivamente alla
supervisione di tecnici qualificati e ad istruttori specifici di disciplina che
dovranno avere titoli o brevetti conseguiti all’Università, alla scuola regionale
del Coni o nelle federazioni ad essa affiliate.
Un altro punto importante - che credo meriti di essere
sottolineato - riguarda l’assoluta parità di condizioni nella promozione e
sostegno dell’attività sportiva dei soggetti diversamente abili, accogliendo
anche l’invito che il Presidente Talarico ha
manifestato qualche giorno fa durante la premiazione del campione di tennis da
tavolo Daniel Paone.
E’ stato previsto nel progetto di legge il coinvolgimento
diretto sia del Comitato internazionale paraolimpico sia delle federazioni e
delle discipline sportive paraolimpiche.
Per conseguire questi obietti la proposta di legge
prevede, chiaramente, la promozione ed il sostegno della Regione in tutto
quello che riguarda l’impiantistica sportiva, l’attività sportiva dilettantistica,
l’organizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi, la formazione,
l’aggiornamento e la qualificazione del personale che a vari livelli viene
coinvolto.
A proposito viene prevista anche la creazione di una
banca dati e di un albo professionale inteso come un albo regionale che
racchiuda la presenza di tutte quelle figure che non sono contemplate negli
albi federali.
Potrei fare qualche esempio: il maestro di sci.
Disciplina per la quale è in procinto di arrivare in Commissione una proposta
di legge che disciplinerà sia gli aspetti tecnici sia quelli agonistici di
riferimento.
Altro punto importante in questa legge è la creazione
dell’Osservatorio regionale per lo sport che è un organismo di supporto
tecnico-scientifico. Un organismo che si avvarrà dell’ufficio scolastico regionale
per quanto riguarda il censimento della impiantistica in uso alle scuole.
Generalmente oggi le scuole questa impiantistica la
sotto-utilizzano se non foss’altro per l’attività di
educazione motoria, fisica e sportiva e con il coinvolgimento potrebbe essere
messa a disposizione degli enti e delle associazioni che ne faranno richiesta.
La proposta di legge prevede, altresì, iniziative a
sostegno delle realtà regionali che hanno conseguito i risultati a livello nazionale
o internazionale quale contributo alla pratica sportiva per promuovere
l’immagine della Regione Calabria in Italia e nel mondo.
A tal fine è prevista l’istituzione del premio “Atleta calabrese
dell’anno” da attribuire ad atleti calabresi non professionisti che si sono
distinti a livello nazionale ed internazionale con un riconoscimento anche
delle società sportive con cui l’atleta è tesserato.
Queste cose saranno formalizzate ed effettuate durante
la “Giornata dello sportivo” che è un evento previsto dalla proposta di legge
in esame.
Onorevoli consiglieri, al di là del merito
dell’articolato che è sempre perfettibile quando si tratta di discutere di
normative in materia di sport e di attività sportiva, la cosa che preme
sottolineare è che l’andamento differenziativo di
questa proposta di legge, rispetto a tutte quelle che sono le leggi regionali,
è dato dal fatto che la cabina di regia che dovrà sovraintendere alla intera programmazione
regionale è costituita su 17 componenti da ben 14 soggetti tra rappresentanti
del Coni e delle federazioni, dell’associazionismo sportivo, dell’Università
oltre che dai comuni e delle province della scuola.
Tale organismo che da una prima lettura potrebbe
sembrare pletorico o formale, dovendo invece esprimere un parere vincolante ed
obbligatorio assume, invece, una funzione sostanziale e importante che è quella
di incidere nello sviluppo programmato delle attività motorie e sportive
attraverso forme dirette di concertazione essendo presenti, contestualmente,
nella cabina di regia. Così accelereranno ogni procedura per dare risposte
operative concrete ed immediate alla notevole domanda che oggi è praticamente
disattesa.
Concludo rimarcando il fattivo contributo dato a questa
proposta di legge dal Coni, dai rappresentanti delle federazioni sportive nazionali,
dagli enti di promozione sportiva nonché dalle associazioni benemerite nel
campo sportivo che hanno raccolto e proposto le istanze della base. Quasi tutte
sono state recepite nel testo che si appresta ad andare ora in discussione, grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente, mi associo a quanto detto dal Presidente Salerno e dal relatore onorevole Parente.
E’ una legge che è stata votata alla unanimità, penso che si sia aperta una discussione proficua in Commissione anche con tutti coloro che hanno avuto audizione. Alla fine si è pensato di arrivare ad un voto unanime, attraverso la stesura nel suo complesso e tenendo in considerazione quello che era l’obiettivo finale, cioè l’interesse per lo sport, per la promozione dello sport nella Regione Calabria.
Penso sia un buon testo, frutto di un’ampia discussione senza steccati e senza pregiudizi.
E’ stata una discussione di merito ed è uscito così un
elaborato interessante, dopo 26 anni, che dà la possibilità,
comunque, a questo Consiglio regionale di uscire con una identità chiara su
questa legge che è quella di un interesse più complessivo e finale.
Ritengo che da domani, ovviamente, vi sia una pagina
importante da ascrivere ai meriti non solo della Commissione ma del Consiglio
tutto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, grazie, anche
io mi associo alla voce dei colleghi per evidenziare come sia stato un lavoro
molto intenso che la Commissione ha svolto perché si riteneva e si ritiene
importante, dopo un quarto di secolo, dare alla Calabria una legge che non sia
solo una legge di principi, una legge manifesto, ma una legge efficace per
metterci immediatamente in linea con i bisogni dello sport.
Lo sport che in Calabria deve
essere un anello trainante più di un risorgimento sociale che non può e non
deve tardare ad avvenire.
Vogliamo evidenziare come Gruppo
gli emendamenti che sono stati formulati e che sono stati quasi tutti accolti
dalla Commissione, e che andavano in alcune direzioni specifiche: di promuovere
lo sport dilettantistico e dare nuova linfa allo sport, a tutte quelle
manifestazioni che appaiono minori ma che poi producono le maggiori ricadute
capillari sul territorio.
Poi lo stesso terzo emendamento
che metteva al centro la pratica sportiva per i diversamente abili.
Anche questo è stato un emendamento
molto importante e accolto alla unanimità.
Non vado oltre per non ripetere
quanto stato già detto dai colleghi. Credo che oggi si possa dire che c’è una legge
capace di essere il faro e di condurre a strada certa lo sport calabrese. Grazie.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi
procedo con l’articolato.
Il relatore, onorevole Salerno, diceva nel suo intervento che gli emendamenti – sicuramente avrà parlato con gli estensori degli emendamenti – sia dell’onorevole Nucera che dell’onorevole Tripodi andavano ritirati.
Se così è possiamo andare spediti rapidamente all’articolato e votare.
Onorevole Nucera, prego, ha facoltà di parlare.
Grazie, Presidente. “Ritirati” mi sembra un po’ eccessivo rispetto al reale contenuto dell’accordo che noi abbiamo raggiunto in una conferenza tra consiglieri al fine di evitare la lungaggine di un dibattito che potrebbe essere solo ripetitivo, considerato che in Commissione questa proposta di legge ha trovato l’accordo di tutti.
Diciamo che molti degli emendamenti, così come sono stati proposti, saranno oggetto di attenzione in fase di regolamentazione cioè nel momento in cui si andrà a redigere quel regolamento che consentirà l’attuazione pratica della legge. Saranno recuperati in quell’ambito. Tranne qualche emendamento che in sede di coordinamento formale sarà inserito, senza nulla rubare alla economia generale della legge che, oggettivamente, è una legge che ammoderna per certi aspetti le leggi precedenti e che pone all’attenzione, soprattutto, una politica sportiva non tendente ad escludere ma ad includere. Quindi una politica inclusiva anche delle categorie dei diversamente abili.
Questo è un riconoscimento su cui dobbiamo veramente
meditare come Consiglio regionale ma
soprattutto come Governo e come maggioranza. Dobbiamo
destare una maggiore attenzione a quelle politiche delle categorie e delle
fasce più deboli che più che mai necessitano dell’intervento pubblico,
dell’aiuto da parte delle Istituzioni e quindi da parte della Regione
Calabria.
La legge nel suo complesso è stata
salutata positivamente anche dalle associazioni, dalle rappresentanze istituzionali.
Citiamo per definizione la maggiore, il Coni. Questo ci lascia ben sperare per
il futuro.
Certo, nella vita si può avere
sempre di più. Accontentiamoci, nel tempo vedremo l’attuazione pratica ed in
corso d’opera – che non sarà lontano – se ci sarà qualcosa da sistemare nella
metodologia della impostazione complessiva del tessuto legislativo e lo potremo fare con
maggiore calma e con maggiore serenità.
Ecco, il
senso degli emendamenti che oggi viene recuperato è proprio quello di dare maggiore
snellezza a quella che sarà l’attuazione pratica del progetto stesso.
Ecco,
solo in questa chiave, Presidente.
PRESIDENTE
Va bene,
raccogliamo questa indicazione dell’onorevole Nucera.
Saranno poi rivisti nel regolamento.
Per l’onorevole
Tripodi vale la stessa cosa poi da aggiungere nel regolamento finale?
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, durante la discussione poi siamo rimasti d’accordo col Presidente Salerno che dobbiamo inserire, semplicemente, una chiarificazione rispetto all’articolo 2 e poi non ci sono problemi.
PRESIDENTE
Possiamo procedere con l’articolato.
Possiamo partire con l’articolo 1.
Prego, onorevole Salerno…
Ci sono gli emendamenti proposti dall’onorevole Aiello.
PRESIDENTE
Ho parlato solo degli emendamenti proposti dall’onorevole Nucera e dall’onorevole Tripodi.
Quelli dell’onorevole Aiello Ferdinando li vediamo man mano che arriveremo all’articolato perché il primo emendamento è all’articolo 11. Intanto procediamo con l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Sull’articolo 2, ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi.
Grazie, Presidente. Sull’articolo 2 al comma b) – questo è concordato, peraltro, con il Presidente della Commissione – al capoverso secondo propongo di prevedere che il regolamento sia sottoposto al parere vincolante della Commissione competente.
PRESIDENTE
Quindi l’onorevole Tripodi, propone che il regolamento approvato dalla Giunta sia sottoposto alla Commissione competente.
(Interruzione)
Ripeto. L’onorevole Tripodi, propone che venga aggiunto che “Il regolamento approvato dalla Giunta sia sottoposto al parere vincolante della Commissione”.
Parere del relatore?
Favorevole.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento presentato dall’onorevole Tripodi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 comprensivo della modifica.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Prego, onorevole Battaglia, ha facoltà di intervenire sull’articolo 9.
Presidente, sull’articolo 9 a mio giudizio c’è la necessità di un chiarimento da parte del relatore o, comunque, da parte di chi ha proposto la legge perché viene istituita la Commissione regionale per lo sport come organo consultivo della Regione Calabria.
Mi sembra una importante indicazione che viene data per quanto concerne l’attività della Regione che ha necessità di avere anche delle indicazioni consultive.
Il problema si pone, invece, poi col comma 11 allorquando viene detto che “la Commissione esprime parere obbligatorio e vincolante su tutti gli argomenti sottoposti all’esame” che, presumo, saranno tutti gli argomenti su cui ha competenza.
Prevedere un parere vincolante da parte di un organismo di questo tipo, un parere che non si capisce poi se è di merito o di legittimità, mi sembra eccessivo.
Questo lo dico per l’equilibrio istituzionale tra Consiglio, Giunta
regionale e Commissioni di questo tipo.
Cioè viene sottoposto ad un
organismo esterno il potere ed il compito di condizionare delle scelte che,
secondo me, non possono essere affidate ad un organismo di questo tipo.
Può essere chiesto un parere ma
non può, questo parere, diventare vincolante perché – tra l’altro – non si
capisce sotto quale profilo. Un parere può essere vincolante sotto un profilo
di legittimità non certo di merito perché un’attività ed un potere di questo
tipo travolgerebbe sia l’attività del Consiglio che della Giunta.
Ora, siccome sono alla opposizione,
potrei dire che la Giunta venga controllata con un articolo di questo tipo mi potrebbe star bene. Però ho una
preoccupazione dal punto di vista
istituzionale per cui ritengo che dovrebbe essere chiarito questo aspetto.
Se poi la maggioranza o comunque
l’Aula ritiene che un organismo di questo tipo possa condizionare e bloccare
con un parere vincolante un’attività regionale ne prendo atto. Ma personalmente
ho perplessità.
PRESIDENTE
L’onorevole Battaglia, pone anche una contraddizione
letterale tra il primo comma che è “organo consultivo” e la seconda parte che
riguarda, invece, “parere obbligatorio e vincolante” cioè in modo tale da
capire se il parere è obbligatorio e vincolante allora modifichiamo anche la
dizione iniziale.
In Commissione abbiamo
esaminato attentamente questo
aspetto.
Al primo
comma, quando si parla di “organo consultivo per la Regione
Calabria” e per la
definizione degli indirizzi e degli interventi regionali nell’ambito dello
sport rientriamo in un discorso di programmazione.
Abbiamo
anche approfondito il comma 11, come sollevato dall’onorevole collega
Battaglia, dove viene fuori questo “parere obbligatorio e vincolante”.
Sono due
momenti diversi. Abbiamo ritenuto di approvarlo in Commissione perché la Commissione
regionale per lo sport è rappresentata da diversi organismi.
Dalla Regione
Calabria con l’assessore
regionale allo sport, e il dirigente del dipartimento turismo e spettacolo, il
dirigente del settore sport, il Presidente o suo delegato del Comitato regionale
Coni, il dirigente o suo delegato dell’ufficio scolastico regionale, un
rappresentante della Università, il direttore della scuola regionale del Coni o un suo delegato, un
delegato dell’Upi o dell’Anci,
rappresentanti espressi da Fsn, Dsa,
Ab, Cip, e ancora due rappresentanti dell’Eps e due esperti in materia sportiva.
Diciamo che
si tratta di una Commissione che rappresenta tutte le parti interessate allo
sport ragion per cui abbiamo ritenuto irrilevante il discorso del “vincolante”.
Voglio dire
che però si può anche vedere, non è un problema questo, ma riteniamo sia
superfluo eliminare la parola “vincolante” o lasciarla perché, comunque, siamo
davanti ad un organismo che rappresenta tutte le parti che si occupano di sport
in questa nostra Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, se è una scelta consapevole quello che si sta facendo ne prendo atto e personalmente mi asterrò su questo articolo per un problema, come dicevo prima, istituzionale.
Questa è una Commissione che può votare a maggioranza ed a maggioranza può condizionare in maniera forte un’attività da parte della Regione intesa come Esecutivo, non dico come parte legislativa.
Se questa è una volontà precisa a me va bene. Ho ritenuto di sollevare un problema che, forse, competeva più alla maggioranza che all’attuale minoranza, ma lo sollevo nel quadro di un equilibrio istituzionale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, gentilmente solo trenta secondi di orologio in Aula, chiedo una interruzione per confrontarci un attimo con il Presidente della Commissione.
PRESIDENTE
Con il Presidente della Commissione, come siamo adesso? Allora venticinque secondi.
(I capigruppo ed i
relatori si portano al banco della Presidenza)
PRESIDENTE
Prego, onorevole Salerno.
Presidente, possiamo sostituire la parola “vincolante” lasciando “obbligatorio”. Quindi “parere obbligatorio”.
PRESIDENTE
Possiamo votare con questa modifica al comma 11, cassando la parola “vincolante” e lasciare “esprime parere obbligatorio”.
Pongo in votazione la modifica.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9 come modificato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
All’articolo 11 è stato presentato emendamento a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello che così recita: “All’articolo 11 (banca dati e albi professionali) – punto 1, primo rigo: dopo la parola <<Regione>> aggiungere la frase <<per il tramite dell’Osservatorio regionale per lo sport>>”.
Mi sembra che questo emendamento sia stato già accolto dal relatore.
Parere del relatore?
Favorevole.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
All’articolo 15 è stato presentato emendamento, a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello che così recita: “All’articolo 15 (interventi per l’organizzazione delle manifestazioni sportive) – al punto 6 dopo la parola <<materiale>> abolire la parola <<cartaceo>>”.
Parere del relatore? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 16, sempre a firma dell’onorevole
Ferdinando Aiello, è stato presentato emendamento che così recita:
“All’articolo 16 (interventi a sostegno del merito sportivo) – al punto 5 alla
fine aggiungere la frase <<Durante la giornata dello sportivo saranno
premiati anche tecnici e dirigenti sportivi calabresi che si sono particolarmente
distinti nelle loro mansioni>>”.
Parere del relatore? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Tutto l’articolato è stato approvato.
Ha facoltà di fare dichiarazione di voto sul provvedimento il Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.
Grazie, Presidente, e ovviamente il ringraziamento va ai colleghi consiglieri che hanno presentato questo progetto di legge su un tema molto caro.
Era un tema che avevamo richiamato anche in campagna elettorale come un obiettivo importante e fondamentale dell’esperienza che intendevamo realizzare in prospettiva come nuovo Esecutivo, come nuovo Governo regionale, evidenziando più volte che lo sport era uno dei temi importanti e delicati di questa stagione.
Questa amministrazione ripone nei confronti dello sport molta attenzione ritenendolo uno strumento necessario ed indispensabile anche per la crescita delle giovani generazioni e per fornire in maniera concreta uno strumento che fuoriesca dalle logiche storiche, assistenziali e clientelari di situazioni e di condizioni che non hanno certamente dato lustro alle gestioni della politica e fatte dalla politica per cercare di introdurre un elemento di novità.
Questo è il modello che a noi piace molto, Presidente Salerno, e che preferiamo.
E’ il modello che nasce dalla condivisione, dalla
concertazione, dal dialogo che nasce dal basso. Cioè l’idea di recepire quello
che è il bisogno del nostro territorio e
riuscire, ovviamente, ad approvare progetti di legge come questo che ci consentano di mettere
in campo la determinazione e la volontà di una classe dirigente che non è una classe
dirigente politica, ma è la classe dirigente che fa capo al mondo dello sport.
Pertanto è uno strumento significativo che arricchisce
il panorama delle tante leggi regionali e che mi sembra di capire sia attesa
forse da 25 anni.
Ci sono stati innumerevoli tentativi per cercare di
approvare una legge regionale dello sport in passato e questo ci è stato detto
più volte dallo stesso Presidente del Coni. Non si è mai, però, riusciti ad
arrivare alla approvazione di un testo definitivo.
Mai un testo, diciamo così, riusciva a recepire e
recuperare le istanze che venivano sia dal Coni che dagli enti. Oggi questo si
è concretizzato e quindi è un risultato che riteniamo importante e che crediamo
vada ad ascriversi a questo Consiglio regionale come merito e come stimolo
soprattutto perché questo viene a poco più di sei mesi dal nostro insediamento,
continuando a fornire una risposta importante, così come avevamo detto subito
dopo le elezioni quando avevamo ricordato che il nostro obiettivo era di
approvare un progetto di legge sul mondo dello sport in tempi ristretti.
Mi sembra che abbiamo colpito nel segno. Quindi rivolgo
un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito, i
firmatari, i componenti della Commissione. Un ringraziamento va anche a chi si
è adoperato nel periodo estivo a lavorare, ai rappresentanti del Coni, al suo Presidente
regionale, ai responsabili provinciali, agli enti che fanno parte del Coni, agli
enti sportivi con in testa, sicuramente, l’Alleanza sportiva italiana che è
stato l’ente che ha promosso la fase di dialogo e di contatto, che ha fatto da
collante con tutte le realtà con il Coni, protagonista visto che aveva ed ha un
ruolo preminente sotto questo punto di vista.
Siamo contenti perché si è usciti fuori dalle classiche
e storiche liti di bottega, la sottocultura che spesso appassiona tanti che
hanno ruoli, noi abbiamo rivendicato in maniera significativa una competenza
che è quella di legiferare. Quest’Aula ha il compito di legiferare. Tutti hanno
il compito di proporre, mentre noi abbiamo il compito di legiferare e di
assumerci la responsabilità. Quando queste indicazioni collimano con la volontà
politica, quindi fanno pendant e sono
in grande sintonia, per noi è motivo di grande soddisfazione perché vuol dire
che siamo riusciti a raccogliere questo tipo di cammino, di percorso e farlo nostro.
Sicuramente questa legge produrrà degli effetti positivi
e poi come tutte le leggi nascono ma nel tempo possono essere migliorate una
volta che vengono applicate, attraverso gli strumenti dei regolamenti e le fasi
successive.
Ma è un punto fermo.
E’ una legge attesissima alla quale va dato questo
riconoscimento, va riconosciuta la sensibilità e la passione di chi si è
prodigato in questa direzione e di chi ha voluto fortemente costruire questo
cammino, di quelle persone che si sono attraverso i loro enti fatte promotrici
di questo incontro e di questa proposta che è stata, ovviamente, poi al tavolo
conclusivo condivisa, attraverso una fase esterna da parte della politica che
ha portato il proprio contributo.
Fino all’ultimo si è lavorato in Commissione per
arricchire questa proposta. Pertanto mi sembra che oggi si approvi un testo che
dà una risposta, ma che rappresenta un punto di partenza. Ci saranno poi le
fasi successive ma oggi, sicuramente, il mondo dello sport calabrese può gioire
perché abbiamo dato una risposta veramente in termini di tempi e di grande professionalità
e di grande attenzione nei confronti del mondo dello sport.
Una risposta fatta di larga e totale condivisione del
mondo dello sport, una proposta fatta dalla politica che si assume le proprie responsabilità,
che fa le sue scelte e che oggi in Aula approva questo testo e che dice che da
qui si riparte per realizzare un cammino ed un percorso proficuo studiato per
cercare di valorizzare, far crescere e promuovere l’attività sportiva che
rappresenta per noi un punto fondamentale del cammino.
Chi ha cultura del mondo dello sport sicuramente cresce
molto meglio. Un po’ meno è fare cultura politica che non sempre ti attrezza e
ti aiuta a crescere in maniera adeguata. Ma quello del mondo dello sport è per
noi un riferimento importante che vogliamo continuare a coltivare ed a
sostenere perché riteniamo importante questo percorso, questo cammino e questo
risultato.
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, un grazie
sentito e forte perché oggi abbiamo dato ancora una volta una prova di
coesione, di compattezza, di compartecipazione. La prova che una Regione può
legiferare.
Per noi, su questo come su tantissimi altri punti,
diventa prioritario riuscire a far nascere dal territorio le istanze, farle
raggruppare e poi condividere e far diventare questi progetti, progetti di cui
il cittadino comune è pienamente cosciente e che condivide perché appartenenti
ad ognuno di noi. Sono i progetti che hanno delle ricadute sul territorio e
portano dei risultati sicuramente positivi.
PRESIDENTE
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
(Applausi dai banchi riservati al pubblico)
Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge n. 19/9^ di iniziativa del consigliere Morelli, recante: “Un albero per ogni neonato e minore adottato”.
L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie, Presidente, si tratta di una legge proposta dall’onorevole Morelli, che ringrazio per la sensibilità soprattutto sul tema del rispetto della natura, che impone ai comuni di piantare un albero per ogni neonato o minore adottato: il tema è emerso nella relazione dell’assessore all’ambiente e anche prima in fase di discussione.
Bisogna ringraziare il dipartimento all’agricoltura e l’assessore per aver fornito anche la tipologia delle piante che debbono essere piantate nelle aree individuate dai comuni con delle caratteristiche particolari, onde evitare di fare delle piantumazioni che non rispettano l’altimetria e le caratteristiche climatiche. Invece, alberi adatti andranno sicuramente a valorizzare il patrimonio che l’azienda forestale, l’Afor, con i suoi vivai ha in essere.
Una legge questa, dell’onorevole Morelli,
che si collega a quella nazionale del 1992.
Penso che anche in questo caso sia stato fatto un lavoro
per dotare
Ritengo, inoltre, che i ragazzi che vedranno l’etichetta con il loro nome ne avranno cura. E’ un modo anche per approcciarsi ad una diversa mentalità che deve cambiare il volto della Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Possiamo procedere con la votazione non essendoci richieste di intervenire.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato un emendamento a firma del
consigliere Morelli che così recita: “Al comma 1, dell’articolo 4 dopo le
parole <<Il dipartimento agricoltura foreste e forestazione>> il
periodo si specifica con le seguenti parole <<con il coordinamento del
dipartimento Presidenza – politiche giovanili,
il dipartimento agricoltura, foreste e forestazione d’intesa con il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in
agricoltura – unità di ricerca per la selvicoltura in ambiente mediterraneo – e con il corpo forestale dello Stato deve provvedere a>>.
Al comma 3
dell’articolo 4 della proposta di legge la parola <<autonomamente>> è sostituita dalla parola
<<direttamente>>.
Al comma 3 dell’articolo 4, dopo il periodo <<i comuni possono provvedere autonomamente all’acquisto delle piante>> è aggiunto il periodo <<previa intesa con il dipartimento competente e nei limiti delle disponibilità di bilancio>>”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Morelli. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento al comma 1 dell’articolo 4 della proposta di legge è finalizzato ad ottimizzare e monitorare il contenimento del costo della spesa perché – proprio come evidenziava l’onorevole Dattolo – a distanza di 18 anni i fondi della legge del 1992 sono terminati.
Noi abbiamo cercato in sede di Commissione bilancio di far scaturire questi emendamenti che sono finalizzati alla ottimizzazione, al monitoraggio e al contenimento dei costi. Grazie.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Favorevole.
PRESIDENTE
Pongo in votazione gli emendamenti illustrati dall’onorevole Morelli.
(Sono approvati)
Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al quarto punto all’ordine del giorno che recita: proposta di legge n. 79/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.”.
L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, si tratta di un
provvedimento che è passato alla unanimità in
Commissione, così come la legge precedente, che riguarda una ulteriore proroga
di sedici mesi per permettere ai soggetti, sia privati che pubblici,
interessati ai piani di recupero urbano, che non sono riusciti ad avviare i lavori entro i termini originariamente previsti, di
accedere ai finanziamenti ed evitare, pertanto, la decadenza dei fondi
assegnati.
Ripeto che è un provvedimento che
in Commissione è passato alla unanimità.
PRESIDENTE
Grazie, onorevole Dattolo. Non ci sono emendamenti, pertanto, pongo in
votazione l’articolo che è composto da due commi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge
nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al punto cinque all’ordine del giorno che recita: proposta di legge n. 66/9^ di iniziativa del consigliere Orsomarso, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 50/2009 <<Definizione delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera>>”.
Si tratta di una modifica di legge.
L’emendamento a firma dell’onorevole Morelli, così recita: “I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenute nella tabella A di cui all’articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, numero 26 (Disciplina della classificazione alberghiera) sono modificati secondo le tabelle di cui all’allegato A della presente legge. La tabella A della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 (Disciplina della classificazione alberghiera) è integralmente sostituita dall’allegato A della presente legge”.
L’onorevole Orsomarso ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, anche questa proposta di legge, se non erro, ha avuto l’unanimità della Commissione. In sostanza è una proposta di legge relativa alla classificazione alberghiera, che integra e modifica la legge regionale numero 50 del 2009 rispetto alla definizione e alla tipologia dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione e della classificazione alberghiera.
Nel recepire il decreto 21 ottobre 2008 della Presidenza del Consiglio
dei ministri,
Nello
specifico, la legge, modificando il comma 1, il comma 3 e il comma 4
dell’articolo 1 interviene sull’adeguamento dei nuovi standard minimi e,
quindi, verifica e chiarisce gli ambiti di intervento rispetto alla classificazione
alberghiera ed in sostanza alle cosiddette “stelle” che noi daremo in
prospettiva alle strutture alberghiere negli ambiti provinciali.
Se non c’è necessità di entrare nel merito rispetto alla
proposta che tutti avete, fatto salvo l’emendamento del consigliere Morelli che
è da recepire rispetto alla legge, direi che se l’Aula vuol confermare
l’unanimità va bene così. Grazie.
PRESIDENTE
Non ci sono interventi sul provvedimento…
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha
facoltà.
Presidente, le chiedo scusa, ma vorrei un chiarimento perché quando si approva una legge bisogna averne contezza.
L’onorevole Morelli ha fatto un emendamento che è stato accolto dal relatore. L’emendamento, se non sbaglio, sostituisce una tabella con un’altra.
(Interruzione)
Onorevole Morelli è giusto? Ora io non mi ritrovo la tabella di sostituzione presentata dall’onorevole Morelli.
Chiedo, gentilmente, di vedere questa tabella prima di approvare l’emendamento. Ritengo che sia un mero disguido materiale, ma prima di approvare la proposta di legge vorrei vedere in che modo è stata sostituita la tabella originaria.
PRESIDENTE
Sentiamo il parere del relatore su quanto lei diceva,
perché, forse, essendo questa una integrazione ad una legge già esistente forse
la tabella A è già allegata a quella legge e, quindi, in questa modifica si
richiama quell’allegato tabella A che è già allegata alla legge. Pertanto va
bene il testo com’è, onorevole Orsomarso?
Presidente, le chiedo perdono…
…la tabella della legge
regionale numero 26/1985 già esistente.
Nella sostanza si tratta di far sì
che ogni intervento che riguarda non i servizi ma le strutture…
da questo si escludono rispetto a quella tabella i campeggi che non rientrano
negli alberghi, quindi non è complicata, ma la ritroviamo nella legge 26 del
1985.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi.
Ne ha facoltà.
Presidente, mi soffermo perché nell’emendamento
– condivido quello proposto dall’onorevole Morelli
– si dice testualmente “I requisiti minimi per la
classificazione delle strutture ricettive contenute nella tabella A di cui
all’articolo 4 della legge regionale
3 maggio 1985, numero 26, sono modificate secondo le tabelle di cui
all’allegato A della presente legge”.
Quindi parliamo di un’altra
tabella.
PRESIDENTE
Onorevole Morelli, c’è un suo emendamento?
No, è che l’onorevole Tripodi, velocista anche in questo, ha anticipato, l’illustrazione dell’emendamento in quanto – in sostanza – lo stesso è stato proposto proprio per evitare discrasie con la legge regionale 28 del 1986. Per cui la tabella esatta è quella attinente alla stessa legge. Il primo comma dell’articolo 1 è sostituito integralmente da quanto riportato dall’emendamento stesso.
(Interruzione)
Prego? Leggo testualmente, Presidente. “La proposta di modifica sostituisce interamente il
comma 1 della presente proposta di legge e viene, innanzitutto, eliminato il
riferimento alle strutture di cui alla legge regionale
28/1986”. Nella riformulazione si precisa in modo inequivocabile che l’allegato A di
questa proposta di legge dell’onorevole relatore, Orsomarso,
numero 50 del 2009 sostituisce integralmente la sola tabella A della legge
regionale numero 26 del 1985 lasciando in vita la tabella B.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso per chiarire sia in merito all’emendamento
Morelli che in merito a quanto diceva l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, c’è da chiarire che
alla mia proposta di modifica ed integrazione non c’è allegata nessuna tabella.
La tabella a cui si fa riferimento è quella della legge regionale numero 50/2009 e l’emendamento di Morelli che chiarisce alcune cose si riferisce sempre
alla stessa tabella e non ci sono da allegare nuove tabelle.
In sostanza si può meglio
specificare quando si dice “…sono modificati secondo
le tabelle di cui all’allegato A della presente legge. La tabella A della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 è
integralmente sostituita dall’allegato A della presente legge” ma è sempre
questa legge numero 50/2009 alla quale portiamo modifiche ed integrazioni
sostanzialmente chiarendo quali sono le strutture alberghiere
che devono, integralmente, modificare i servizi e non le strutture.
Quindi è una tabella che sta già nella legge 50/2009.
Non modifichiamo nulla. E’ soltanto ai fini interpretativi che si accavalla la legge
50 con la legge 26.
(Interruzione)
No, sulla fiducia, ma lo chiariamo. Se vogliamo possiamo
leggere tutti gli emendamenti alla legge.
(Interruzione)
No, no, si tratta della stessa tabella. Sostanzialmente
non utilizziamo tabelle di un’altra legge ma sempre quella tabella numero 50
del 2009.
Poi gli uffici faranno un coordinamento formale. Grazie,
Presidente.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento dell’onorevole Morelli.
(E’ approvato)
Con questo emendamento presentato dall’onorevole Morelli
si supera il problema, anche quello che poneva l’onorevole Tripodi.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa alla proposta di legge n. 112/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica all’articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario” (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)”.
C’è una proposta di legge inserita e confrontata con i capigruppo, primo firmatario l’onorevole Fedele ed altri. Se siamo d’accordo possiamo votare la nuova versione dell’articolo 14.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, velocissimamente ho letto questa
proposta di legge.
Con molta difficoltà la voterò perché già in passato,
quando si è discusso della legge regionale 2009 che affrontava la questione
delle stabilizzazioni, votai contro perché ho la sensazione che in questa Regione
noi continuiamo – sia pure involontariamente o spinti dalle necessità, dal
bisogno occupazionale e dalle difficoltà che questa terra ha – ad alimentare
impropri bacini occupazionali creando anche un disequilibrio del mercato del lavoro.
Nel senso che già in passato questo Consiglio regionale,
allorquando decise di procedere alla stabilizzazione dei famosi 100 laureati, a
mio giudizio, commise un grande errore. Lo dissi in Aula e richiamo oggi
quell’intervento.
Quando si danno delle opportunità ai giovani laureati o,
comunque, a delle persone di questa Regione bisogna essere molto chiari e
rigidi sin dall’inizio. Feci un esempio allora, e lo ripeto oggi.
Quando un Consiglio regionale, una Giunta regionale, un
comune o, comunque, un ente pubblico provvede a pubblicare un avviso per una
selezione a tempo determinato, in quel momento ci sono persone che fanno delle
scelte. Decidono, in quel momento, di non partecipare perché si tratta di un
momento lavorativo di un certo tipo e preferiscono optare per scelte che
portano una crescita in termini di formazione o una crescita professionale di
altro tipo.
In corso d’opera non si possono cambiare le regole del
gioco perché se fin dall’inizio – non parlo del caso specifico, ma parlo in
generale dove rientra il caso specifico – si fissano delle regole e dei
paletti, poi bisogna proseguire.
All’epoca, non so quanti non parteciparono a quel bando
così come non so quanti non vi hanno partecipato.
Ma il punto non è questo. Noi continuiamo a dare una
sorta di prospettiva virtuale nel senso che in questi due anni queste persone
che hanno dato un grandissimo apporto alle amministrazioni dove hanno lavorato
non sono stato state recepite come tali dagli enti, altrimenti già gli enti stessi
avrebbero provveduto ad introdurre politiche di stabilizzazione lavorativa.
Oggi noi diamo un ulteriore contributo senza risolvere
il problema.
Ho la preoccupazione che noi alimentiamo aspettative in
questo momento e per questi ragazzi nelle forme che possono essere estese poi a
tutta la popolazione calabrese.
Cioè a dire che basta entrare ed avere un rapporto con
la pubblica amministrazione per rimanere poi comunque a vita e non uscire più
da quel circuito.
Capisco lo sforzo e le esigenze che hanno questi ragazzi
ma ritengo che, sicuramente, la linea da seguire non sia questa; penso che fra
un anno saremo qui a ridiscutere di questa questione e tutta la popolazione
disoccupata calabrese avrebbe il diritto di chiederci le stesse cose e di
partecipare a questa discussione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha
facoltà.
Ho letto attentamente la proposta di legge e verifico positivamente
che, rispetto alla ipotesi di partenza, c’è stato uno sforzo nella direzione di
creare uno strumento che vada nel senso di dare una prospettiva di lavoro a
giovani che sono stati selezionati in base al merito. Giovani delle nostre Università,
tra i migliori giovani che il sistema universitario calabrese ha sfornato in
questi anni e che hanno avuto una esperienza molto positiva nella pubblica
amministrazione regionale degli enti locali.
Credo che noi dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili perché
questi cervelli, che l’Università calabrese ha sfornato, siano utilizzati al
meglio nell’interesse della Calabria.
Questo sforzo va apprezzato – per questo esprimo il mio
voto favorevole – ma vorrei porre al Consiglio una condizione ossia che in un
determinato momento in Consiglio si possa fare una verifica di cosa ha prodotto
questo strumento, questa legge che andiamo ad approvare, per vedere se è
necessario introdurre correttivi o ulteriori incentivazioni e far tesoro
dell’esperienza.
Credo che noi fra sei mesi dovremmo trovare il modo –
una volta approvata la legge – di verificare qual è lo stato dell’arte e quali
leggi, quali modifiche andare a fare. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, e grazie all’onorevole Guccione che
ha portato alla discussione un elemento ulteriore rispetto alla verifica ed al
controllo di questa vicenda, perché noi quando abbiamo adottato questo provvedimento
abbiamo immaginato un percorso, trovato in assestamento le risorse, le abbiamo
allocate su un capitolo di bilancio nella forma migliore e principalmente
dandogli una forma di costituzionalità.
Al consigliere Battaglia, che è stato in questo Consiglio
prima di me, dico che forse gli sarà sfuggito che la stessa norma è stata
predisposta dal
Rispetto a questo tema – guardate che è centrale – sarà
poi opportuno fare un dibattito in Aula sulle politiche del lavoro. Tante cose
abbiamo sentito e tante cose speriamo, con l’umiltà che ci portiamo addosso,
che questa Giunta e, soprattutto, chi ha la delega e la competenza specifica,
possa produrre.
Di fatto, per chi come noi è liberale e guarda al
mercato del lavoro come ad un mercato dove le meritocrazie possano trovare
spazio e soprattutto, immaginiamo, debbano e possano trovarlo nell’ambito che
riguarda il privato e non le imprese pubbliche o più che altro gli enti locali
o quelli che erogano servizi, questa è una tesi che sposiamo e che portiamo
avanti.
Tant’è che se c’è un limite a questa norma e forse
avremmo potuto dare possibilità a nuovi altri migliori laureati calabresi, era
quello di offrire opportunità anche ad aziende private.
Forse non sarà sbagliato allargarlo anche a questo. Sono
quelle aziende che producono, che creano Pil e valore aggiunto.
Detto questo come cappello rispetto a quanto chi e più
di noi può essere liberale rispetto al mercato del lavoro e rispetto
potenzialmente a dar risposte a giovani – ne abbiamo una rappresentanza qui
stasera – noi abbiamo ragionato in una contingenza temporale e di opportunità.
E’ vero che quello che era uno stage - in genere quando si fa uno stage alla Fiat, se c’è un piano industriale trova poi lavoro in
quell’azienda – è stato trasformato allungandolo e prolungandolo in opportunità
che nasce, tra l’altro, dal bisogno degli enti locali.
C’è soltanto il 12 per cento dei laureati negli enti
locali calabresi, minori e maggiori. E’ stata valutata questa esigenza e questa
contingenza, tra l’altro, rispetto agli errori storici di una Regione in cui la
politica, di centro-destra come di centro-sinistra, ha creato stabilizzazione
di precariato che non era eccellente, ma precariato di comparaggio e
clientelare. In ogni stagione ci troviamo di fronte all’emergenza di chi ha
iniziato un percorso lavorativo e, giustamente, avendo creato un mutuo o una
indipendenza economica, non lo possiamo abbandonare.
Vedete, l’unico criterio che ci ha ispirato a continuare
un progetto nel quale, forse, neanche noi credevamo giusto doverci impegnare è
che, vivaddio o grazie a Dio, per una volta si tutelano i ragazzi
migliori.
Allora su questo abbiamo ritenuto di guardare avanti e
di inserire le risorse nel bilancio di assestamento, grazie anche al lavoro dell’onorevole
assessore Mancini, ma anche grazie alla maggioranza che della minoranza e per questo
ringrazio il collega Guccione, per cui interroghiamoci sulle politiche future
che vogliamo attuare nel campo del lavoro, sulle politiche che creano valore
aggiunto, che guardano al mercato privato, al turismo, all’agricoltura e al
turismo, ai settori chiave della nostra economia.
Su questo non ci interroghiamo in politichese, perché
nelle ore scorse - per cui è servito questo ulteriore provvedimento legislativo
che va a sistemare delle cose – si sono interrogati in politichese molti di
quegli enti locali che hanno abusato di quella norma.
Perché quando qualcuno prende 34 stagisti o in piccoli
comuni ne prende 12, c’è chi ha interpretato una norma con un valore positivo.
Noi siamo qui nell’interesse e per la dignità di quei tanti 110 e lode, con
doppia laurea, al fine di garantirli perché lo abbiamo annunciato in campagna
elettorale e non ci sentivamo di abbandonarli.
Non è la norma migliore, non sono le norme per il futuro
che mi auguro e ci auguriamo debba produrre questo Consiglio regionale e questa
maggioranza; su questo non facciamo discorsi in politichese perché noi non
siamo per sindacalizzare le questioni e grazie a Dio è rivelato dalla
rappresentanza di tutti.
Ve lo abbiamo detto in privato così come lo ribadiamo in
pubblico. Non siamo per sindacalizzare sacche indistinte di persone, ma per
condividere intelligenze.
Per una volta questo presupposto delle migliori
intelligenze calabresi ci vede d’accordo, maggioranza e minoranza. Solo su
questo ci siamo trovati d’accordo e non in linea di principio generale.
Avete, quindi, uno strumento che non potrà raccontare
più bugie a chi dice “ma, sapete,
Non si gioca a scaricabarile. Noi su questo siamo stati
sul pezzo ed abbiamo fatto un lavoro; il primo lavoro nell’assestamento,
abbiamo trovato le risorse e le abbiamo allocate; potevamo farci altro, pensare
di darle ai privati, ma crediamo sia giusto darle a quegli enti che lo hanno
utilizzato e non sfruttato, considerando una risorsa e non un problema la possibilità
di continuare a guardare avanti.
Faccio un grande in bocca al lupo a voi che siete una
sparuta minoranza e vi auguro di guardare al futuro immaginando il vostro lavoro,
che è quel lavoro – questa è l’unica cosa positiva – che oggi non ha padroni,
non ha padrini politici ma che serve tanto alla Calabria. E’ l’unico principio
che difendiamo con questa norma. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Mi esprimerò succintamente ed in termini molto chiari.
Per me è apprezzabile lo sforzo che si sta facendo. Non mi risulta che ci siano, in questa o in altre Regioni, precedenti avvicinabili a questa fattispecie.
Voglio ricordare - perché questo è un punto e l’ha fatto già chi mi ha preceduto – che, purtroppo, non capita spesso che si venga selezionati solo sulla base dei percorsi formativi e di studio che ciascuno ha fatto.
Se i percorsi formativi hanno un valore, come tanti hanno
ricordato, qui ci troviamo, rispetto alla nostra
realtà, con una forza lavoro in termini di formazione eccellente ed in qualche
modo c’è un rapporto di coerenza tra i percorsi precedenti, la società e le
istituzioni in cui vivono.
Voglio ricordare i percorsi
compiuti fino ad ora, perché ognuno qui può pensare chissà che cosa.
Il biennio è stato finanziato per tutti e due anni - e si tratta di 14 milioni di euro non di bazzecole - con i tagli dei costi della politica in quest’Assemblea, non abbiamo chiesto un euro a nessuno.
Il punto che era e che è aperto e rispetto a cui, onorevole Orsomarso, condivido lo sforzo qual è? Capovolgo il ragionamento per me e per tutti - e non è di parte il mio - perché poi se fallisce, fallisce questo sistema.
Il punto non riguarda i 24 mesi passati, quelli sono stati
fatti e c’era un impegno che è stato mantenuto. L’interrogativo da cui nascono
i provvedimenti precedenti è questo: se una Regione, se precedenti Governi, anche il Governo
che lei sostiene, hanno sostenuto e continuano a sostenere – per carità non
sono contro – precari il cui apporto rispetto alla economia ed ai servizi che
E sotto questo aspetto, fermo
restando che condivido pienamente quanto è scritto nella ipotesi che viene qui
sottoposta al Consiglio, la condivido sia nell’aspetto di aprire ai privati che
nel fatto che si pone come condizione che siano d’accordo i laureati
interessati a questo processo, cioè che non li si obbliga se non sono d’accordo
ad andare, però non si può impedire a quelli che sono d’accordo di farlo.
Personalmente, lo considero un
arricchimento rispetto alla impostazione generale e non credo che sia una
osservazione che si possa fare. Chiedo scusa, non voglio polemizzare su questo perché
all’inizio non avevamo scritto questo.
Il punto di ora, l’esame che noi
dobbiamo superare è se siamo in grado di offrire opportunità a questa forza lavoro
più formata rispetto ad altri senza escludere nessuno.
Quindi condivido questa
impostazione. Che problemi pongo? Perché sotto questo aspetto il ragionamento
che faceva Guccione lo condivido.
Al primo punto si dice “i giovani
segnalano alla Presidenza del Consiglio la propria disponibilità”. In che tempo
tutto questo deve avvenire? Poi lo passano alla Giunta.
Ma in che tempo deve avvenire?
Siamo in grado, come chiedo, che nella seconda decade di gennaio si faccia la
prima verifica? C’è un’altra cosa che si deve intrecciare. I finanziamenti per
quest’anno sono i 200 mila euro e molto probabilmente non serviranno, ma nella
previsione che l’assessore al bilancio porterà per l’anno prossimo mi deve dire
quanto ci mette il Consiglio regionale, perché siccome sono 300 ecc., ecc., 10
mila a cranio è una cifra più consistente, in maniera che loro capiscano che
noi facciamo sul serio.
Sto parlando in positivo ma dico
le cose in termini chiari. Patti avanti, amicizia lunga. Perché poi l’altro
problema qual è? E’ un arricchimento che si deve alla possibilità di utilizzare
risorse europee aggiuntive rispetto al resto.
Badate bene, con questo noi non togliamo niente a
nessuno. Per la prima volta cosa ci si rivolge ai pubblici ed ai privati e
secondo me è giusto. Noi abbiamo una forza lavoro altamente qualificata al di
là del titolo di studio; non solo ti diamo i quattrini ma una cosa più
importante cioè persone in grado di fare meglio di altri.
Ai privati diciamo: intanto ti diamo il finanziamento sia in euro del nostro bilancio, che europeo in quanto tu utilizzi questo tipo di forza lavoro.
Mi pare che, pur essendo di queste
dimensioni, che ci siano elementi innovativi, in quanto subordinano il fornire
finanziamenti alla utilizzazione di capitale umano ampiamente specializzato.
Questo è l’elemento di novità e
questo in sé è una sorta di prova, una bozza, se volete, perché se va bene, non
è che voglio escludere da questo percorso gli altri laureati bravi ma si deve
cominciare da qualche punto.
Ritengo che se noi riuscissimo, nei
prossimi 5 anni, ad inserire, non i poco meno di 400 o quanti sono, ma 3-4-5
mila ragazzi e ragazze nel sistema produttivo e dei servizi della Calabria,
guardate bene che non solo le cose camminerebbero meglio, ma ritengo che
l’alibi contro il Mezzogiorno, che pure è cresciuto, obiettivamente
diminuirebbe perché la qualità delle cose che offriremmo sarebbe significativamente più alta.
Molte volte noi parliamo di
crescita quantitativa, di Pil ecc., e non parliamo, invece, del capitale umano.
I miracoli nel mondo li hanno fatti le persone come loro. La differenza è che
in altre parti del mondo li sanno utilizzare, mentre noi ancora sfogliamo la
margherita e polemizziamo se il meglio non sia migliore del bene. E’ ovvio,
tutto questo.
La domanda che pongo è volta a
capire cosa fate nel bilancio di previsione. In che tempi fate le verifiche, perché
anche se l’idea è buona il punto è vedere se il cavallo beve, perché se non beve… L’unica cosa su cui non sono d’accordo - perché può
sempre migliorare – e su questo onorevole Guccione ho una osservazione da fare,
anche se condivido il principio – è che sei mesi è un tempo troppo lungo; noi dobbiamo capire tra un mese o un mese e
mezzo quello che accade, non per criticare qualcuno ma per capire cosa dobbiamo
fare in aggiunta rispetto a questo.
Siccome non vedo riserve nello
sforzo che tentate di fare non credo che avete riserve nella volontà – è il
contributo che vogliamo dare – di fare in modo che funzioni meglio.
Poi se alla fine lei aggiungerà, onorevole
Orsomarso, questa Giunta, questa maggioranza a me non
dispiace. Non lavoro per dimostrare che voi non funzionate, ma per tentare di
fare concretamente, giorno dopo giorno, gli interessi della mia terra.
Se voi siete in grado di funzionare, bene. Una parte del
mio compito cessa. Sapete cos’è avvenuto nel passato? Che di solito le
maggioranze, tutte erano
autoreferenziali e contavano che era avvenuta la fine del mondo. Poi il mondo
non era cambiato ed infatti, come l’oscillazione del pendolo, le maggioranze
cambiano.
A me non interessa il cambio delle maggioranze, quanto
invece che si declini
E con questo spirito e con il contributo che ho dato
anche io, voto la proposta di legge e non vi scocciate se da qui ad un mese,
quando approviamo il bilancio, vi rompo le scatole, perché questo è il lavoro
che deve fare uno come me perché tale è stato eletto in minoranza nel Consiglio
regionale. Ho terminato.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, molto brevemente, anche perché l’intervento
appassionato del mio vice-capogruppo, onorevole Orsomarso,
lo condivido in pieno, quindi ho poche cose aggiungere rispetto a quelle che
lui ha detto.
Credo che su questa vicenda il Consiglio
regionale, la maggioranza - ma io dico il Consiglio regionale – abbia fatto la
propria parte, permettetemi di dire, alla grande.
Tra l’altro, credo che anche
questi ragazzi, questi giovani hanno visto che ci apprestiamo a modificare il progetto
di legge che tempestivamente avevamo
fatto solo qualche mese fa. Credo che si intuisca da sé che c’è l’interesse da
parte nostra a cercare in qualche modo di risolvere un problema.
Purtroppo, forse, non come era
sembrato prima. Non tutti gli enti, probabilmente, la pensano allo stesso modo perché
alla fine poi quando poi anche noi avevamo fatto quel progetto molti enti, in
qualche modo, hanno cercato un po’ di soprassedere perché in effetti qualche
problema, a loro avviso, si era creato.
Con questa stesura credo che, alla
fine, si vedrà chi ha la volontà di fare le cose e chi non ha la volontà di
farle.
Condivido in parte quanto diceva l’onorevole
Battaglia. Cioè, che è vero che quel progetto di legge degli stage prevedeva solo due anni e
sicuramente l’intento e l’intenzione era quello. Però anche per il programma che il Presidente Scopelliti e tutta la maggioranza ha fatto di dare un sostegno alle
giovani generazioni, specialmente ai giovani più preparati, noi non ci siamo tirati
indietro rispetto ad una proposta che poteva prevedere la possibilità di dare
un ulteriore sostegno.
Chiaramente lo dico già qui da
adesso e forse con un po’ di anticipo, ma permettetemi di dirlo già fin da
adesso che per quanto mi riguarda non saremo più disponibili il prossimo anno a
sostenere situazioni di questo tipo. Nel senso che, passato quest’anno,
riprendiamo nuovamente da capo.
Evitiamo, allora, fin da adesso di
creare aspettative e situazioni tali che poi l’anno prossimo non potremo più
sostenere.
E’ un qualcosa di eccezionale che
stiamo facendo come Consiglio regionale. Poi se – come abbiamo previsto nella legge
– con i fondi comunitari ci saranno ulteriori possibilità saremo ancora più
disponibili a sostenere anche questo discorso e questo percorso.
Ma non è più pensabile che ogni
anno ci ripresentiamo con la stessa situazione e allo stesso modo, perché altrimenti
allora vuol dire che probabilmente non ci siamo capiti bene.
Siccome io sono abituato come ho
fatto in passato ed anche nei giorni scorsi, su questo tema ad essere molto
franco e molto chiaro, permettetemi di fare questo discorso anche adesso.
Vedremo adesso i comuni e gli enti
che sono interessati. C’è la disponibilità del Consiglio regionale tra l’altro
modificando una legge a distanza di qualche giorno e di qualche mese da quella
precedente per venirvi incontro.
Però, a questo punto, credo che
anche voi dobbiate cercare di organizzarvi e di attrezzarvi, perché persone
come voi che hanno raggiunto quei traguardi scolastici con 110 e lode e con
degli stage ecc., non possono solo
pensare di fermarsi a questa esperienza.
Credo che, in qualche modo, anche
con l’esperienza avuta in questi due anni dovreste cercare di allargare un po’
la vostra visione ed i vostri orizzonti.
Mi auguro che questa sia una
stesura che possa venire incontro alle vostre esigenze. Noi la facciamo
sperando di potervi dare una ulteriore possibilità ma, ripeto e chiudo, non
pensiamo che ogni sei mesi o il prossimo anno si possa tornare con lo stesso
discorso che è offensivo non per noi ma perché, magari, a distanza di ancora un
anno – sarebbe il terzo – ci troviamo sempre nella stessa situazione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, anche io desidero intervenire sulla questione degli stagisti anche perché sul finire della scorsa legislatura ci siamo spesi come Commissione e come Consiglio nettamente in anticipo rispetto alla scadenza del finire del mese di ottobre per cercare di trovare una soluzione per questi ragazzi che erano stati assunti per uno stage biennale.
Nell’ultimo bilancio
avevamo proposto degli emendamenti. La cosa che ci ha spinto a lavorare in questo senso è che ci trovavamo di fronte a dei
giovani che sono stati ammessi agli stage
in base ad una valutazione oggettiva dei titoli.
Penso che la selezione degli
stagisti abbia rappresentato il primo vero criterio di meritocrazia e selezione
per giovani calabresi.
Questi giovani sono stati assunti perché oltre al 110 di
laurea avevano pubblicazioni ed altri titoli.
Ci siamo sforzati ed avevamo proposto un emendamento che
era similare a questo progetto di legge. Vedo che c’è uno sforzo per dare
risposta a questi giovani. Perché se noi non riusciamo a dar loro una risposta
rischieremmo davvero di sentirci smentiti un po’ tutti quanti sul fatto che
bisogna frenare l’esodo e l’emigrazione dei cervelli.
Ci troviamo, poi, di fronte a giovani che hanno già
effettuato dei percorsi di formazione e vedo che c’è uno sforzo bipartisan.
Apprezzo anche gli interventi che ci sono stati del collega Guccione e del
collega Bova.
Anche io sono favorevole ma ho qualche perplessità
rispetto a questo progetto di legge. Diceva prima il collega Bova, sui tempi.
Ma voglio mettere in evidenza una cosa perché noi a
questi giovani dobbiamo anche parlare con il linguaggio della chiarezza.
Cioè noi possiamo dare a dei privati 10 mila euro al
fine di incentivarli ad assumere questi giovani. Ma perché oggi non ci sono in
atto delle borse lavoro che danno 10 mila euro alle aziende che vogliono
assumere dei giovani calabresi? Noi attraverso questa legge attiviamo uno
strumento poi ci sono bandi e le borse lavoro.
Non vorrei, quindi, che noi in questi giovani
ingenerassimo aspettative e magari poi queste aspettative dovessero andar
deluse.
Cosa voglio dire, allora? Intanto si è fatto uno sforzo
al quale sono favorevole, ma secondo me, questo sforzo deve essere maggiore e
si deve verificare in itinere perché altrimenti
rischiamo di vanificarlo.
Perché noi pubblichiamo con bando l’avviso per vedere quali sono gli enti
pubblici che vogliono attingere a questa dote finanziaria per assumere i
giovani ma sappiamo che molti enti dove questi ragazzi prestano lavoro sono
soggetti al vincolo del patto di stabilità, sono sull’orlo del dissesto
finanziario ed hanno difficoltà.
Ben venga, allora, questo progetto di legge ma penso che
questo progetto di legge rispetto al quale do il mio voto positivo non
risolverà la questione. Bisognerà lavorare ancora tanto per cercare di trovare
una soluzione.
Oggi c’è questo sforzo che fate voi e che noi avevamo
già fatto sul finire della legislatura. Ma secondo me non va nella direzione di
dare a questi giovani una certezza.
Io penso che a questi giovani che hanno superato una
vera selezione noi dobbiamo dare una certezza. Non è lo stesso bacino di
precariato che si è creato attraverso artifici o altre cose. Qui ci troviamo di
fronte a giovani che hanno superato una selezione oggettiva e che meritano di
lavorare alle dipendenze degli enti e della nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Intervengo molto rapidamente, Presidente, perché penso sia stato già detto molto.
Condivido il provvedimento che è stato proposto e voto a favore ma penso che tutti dobbiamo convenire sul fatto che questo provvedimento è ancora da considerare un provvedimento di transizione.
Un provvedimento che serve a coprire un vuoto di questo periodo relativo all’esercizio finanziario 2010; un provvedimento che se utilizzato per traghettarci verso una nuova condizione impone che, rapidamente, la Giunta faccia una proposta o l’Ufficio di Presidenza del Consiglio o la Commissione troviamo il modo come dare una risposta compiuta e definitiva ad una domanda “di lavoro” che proviene da una parte importante del mercato calabrese.
Di che si tratta, onorevole
Presidente? Non trattiamo questa vicenda alla stregua di tutte le altre
aree di precarietà che sono state generate con l’intervento pubblico anche a
carico della responsabilità regionale. Questa è una vicenda unica, assolutamente
straordinaria ed inedita nel panorama nazionale.
Se non ricordo male – e mi corregga il Presidente Bova, allora Presidente
del Consiglio regionale – questa vicenda ha fatto discutere molto in Italia
perché qualcuno ricorrendo ai soliti stereotipi e schemi, quelli del pregiudizio
per leggere le cose di casa nostra, le cose della vicenda calabrese, non ha avuto difficoltà a tacciare questa vicenda come
una iniziativa assistenziale e senza prospettiva.
Così non è, oltretutto, un
risparmio che è stato realizzato… ed anche autorevoli economisti sono
intervenuti come adesso sentivo parlare sottovoce il nostro onorevole Principe,
noi dobbiamo smentire quegli economisti perché fin quando non si misurano in
questa trincea e non danno una prova di trovare una soluzione più valida ed
alternativa non hanno diritto alla parola.
Ichino venga in questo Consiglio regionale a fare un incontro con
i giovani e discutiamo nel merito quali possono essere sia le soluzioni di
transizione che le soluzioni strutturali per dare risposte a questo punto.
Questo è stato un provvedimento
unico in Italia, che attraverso una procedura concorsuale trasparente per
titoli, se non ricordo male, onorevole Bova, e requisiti, ha selezionato i
migliori giovani che, oltretutto, avevano conseguito la laurea con 110 o 110 e
lode presso le nostre Università. O forse
erano tutti 110 e lode…
(Interruzione)
E un criterio era quello: più
velocemente si erano laureati questi giovani più velocemente gli si dava la possibilità di un ingresso a questo tipo di
stage.
Cioè il messaggio che si è voluto
lanciare qual è? Prendiamo un drappello di 400 giovani, i migliori - e per dire
“migliori” certo non poteva essere la loro esperienza lavorativa o il loro curriculum; inevitabilmente il riferimento doveva essere il parametro
degli studi che avevano conseguito – e diamo un apporto, un sostegno di forze
fresche e capaci per essere formati loro ma anche per introdurre elementi di
innovazione nel circuito della pubblica
amministrazione locale.
Tutto a carico della Regione
utilizzando le risorse che venivano tagliate come costi della politica.
Sono stati tagliati i contributi
ai gruppi, i portaborse e tutto quello che oggi è oggetto di critica in Italia come
opera di politica pseudo-moralistica per investire in
queste risorse. Ovviamente risorse insufficienti ad un percorso lungo.
Quel percorso è arrivato al
capolinea. C’è stata qualche refrattarietà ad inizio di questa legislatura ed oggi abbiamo ascoltato il Governo regionale, il
capogruppo Fedele e il consigliere Orsomarso che
invece hanno sposato pienamente e vanno in questa direzione.
Allora come andare avanti?
Innanzitutto, inevitabilmente mi
sembra che più di quello che si sta facendo adesso non si può fare. Però
riflettiamo come? Per l’esercizio finanziario 2011 utilizziamo una dote
finanziaria maggiore per riconoscere, magari, e finanziare la possibilità di
contratti di assunzione, anche a tempo determinato soprattutto se ci sono
amministrazioni che intendono investire anche del loro.
Riconosciamo, cioè una premialità. L’investimento della Regione che può essere di
una dotazione maggiore anche delle 10 mila euro può riconoscere una premialità a quelle amministrazioni che danno la
disponibilità a cofinanziare un progetto di questo tipo. E lavoriamo sull’arco
di una scadenza, almeno, se le piante organiche lo impediscono, di un contratto
determinato temporalmente superiore a quello di un anno. Oppure procediamo con
un selezione per quanto riguarda la manifestazione di interesse rivolta ai
soggetti pubblici, di quelle amministrazioni locali che hanno gli spazi nella
loro dotazione organica.
E ragioniamo con quelli per
prevedere come… Noi abbiamo avuto l’esperienza e chi è meno giovane come me,
ricorda che in certi anni facemmo addirittura una grande battaglia in Italia per un piano di avviamento straordinario per
l’occupazione giovanile. Quella battaglia comportò il fatto che almeno 5 mila
giovani di allora entrarono nella pubblica
amministrazione, la cosiddetta “285”. Molti sono finiti male ma
molti di quelli, caro onorevole Caputo, non avevano 110 e lode, il loro diritto di accesso a
quella schiera era l’iscrizione all’ufficio di collocamento se ci ricordiamo.
Questi con 110 e lode hanno maturato una esperienza. Se
introduciamo queste forze nella pubblica amministrazione locale otteniamo due
risultati: impediamo che questi cervelli vadano via – la fuga verso territori
diversi dalla Calabria – e forse immettiamo anche personale fresco che ha
competenza nella pubblica amministrazione.
Questa è la prima questione. La seconda questione: mettere
in concorrenza pubblico e privato. Perché se c’è l’opzione del giovane
interessato e soprattutto quella di una impresa che abbia certe
caratteristiche, non l’impresa che fa il contratto, come dire?, giusto per
sobbarcarsi il costo del lavoro di una unità per un certo periodo.
L’impresa che ha solidi progetti industriali e che si
colloca sia nel mercato produttivo che nel mercato per capacità di competere se
è una impresa solida, non si esclude la possibilità ove mai ci fossero dei
giovani che la volessero fare o delle imprese che lo richiedono anche valutando
con parametri che in qualche modo sono incentivanti rispetto alla pubblica
amministrazione. Consentire l’inserimento nel mondo del lavoro anche nel mondo
della imprenditoria privata e lo capisco tutto questo.
Badate, noi potremmo aggiungere nel mondo della
imprenditoria privata o considerare tra i soggetti pubblici che possono
partecipare a questa manifestazione ed includere i centri di ricerca che
operano in Calabria e le stesse Università calabresi.
Non sta scritto da nessuna parte che questi giovani
possano assolvere una funzione legata a tutte le attività di assistenza
tecnica-amministrativa o per quanto riguarda soprattutto alcune funzioni di
alcuni dipartimenti che svolgono l’attività nella pubblica amministrazione, che
una parte di questi giovani non possano essere collocati nelle Università.
Dico, quando parliamo dell’impresa, non l’impresa in
quanto tale ma le associazioni imprenditoriali che hanno anche i loro centri di
servizi di assistenza per i servizi all’impresa. Penso ad Assindustria e al
mondo dell’impresa agricola, penso al mondo della cooperazione, cioè dare la possibilità
di fornire a questi giovani sbocchi occupazionali che abbiano una prospettiva
di qualità e di lavoro di qualità ed al tempo stesso dare la possibilità al
giovane di poter opzionare o l’ente pubblico inteso comunemente come ente
pubblico o per queste vie.
Quindi, se facciamo questo e se ragioniamo su questo,
penso che alla fine tutti quanti insieme avremmo dato una risposta ad un
aspetto di cui potremo menar vanto in tutta Italia.
Sarebbero questi i veicoli di un nuovo inizio. L’esperienza
di questi giovani potrebbe veicolare quella che è l’esperienza di una nuova Calabria.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo
davvero molto brevemente anche per
confermare – non avrebbe potuto esser altrimenti – il voto favorevole del
gruppo Udc vista l’iniziativa del Presidente Talarico
e vista l’iniziativa del capogruppo Fedele. Ma anche per dire che, obiettivamente, come diceva qualcuno nato prima di noi “pacta sunt servanda” vale a dire “i patti vanno osservati”.
In questi mesi nonostante il bando
nella fase iniziale prevedesse che i giovani laureati avrebbero potuto svolgere
nell’ambito degli enti pubblici uno stage
formativo di due anni, in questi mesi interagendo con i loro rappresentanti più
volte, ci siamo dichiarati disponibili ad individuare una soluzione.
Anche perché - la sensibilità di
questo gruppo non può non essere massima – la prima idea venne da un
consigliere che lavorava su questi banchi, l’onorevole Occhiuto, e poi fu
supportata dall’intero Consiglio regionale che decise anche di finanziarla.
Io da sindaco di un comune posso
testimoniare che si tratta di una esperienza positiva.
Una giovane laureata in giurisprudenza, avvocato, ha svolto
presso il mio comune ottimamente le funzioni ed addirittura è stata nostro
difensore in un processo per mafia nel quale ci siamo costituiti come parte
civile.
E’ stata quindi un’esperienza
altamente positiva e per questo io credo che lo sforzo compiuto da questa maggioranza
sia uno sforzo dovuto in questa fase pur tenendo presente qual era il patto
iniziale.
Uno sforzo di sostegno verso
questi giovani, che così bene si sono distinti all’interno delle pubbliche amministrazioni nelle quali hanno
lavorato.
Però è anche
necessario e faceva bene a ricordarlo l’onorevole Fedele, parlare il linguaggio
della chiarezza per dire a questi che sono i migliori giovani in questa regione
e che non possono atrofizzare il loro cervello magari, semplicemente,
attendendo una stabilizzazione come gli ex 285, con tutto il rispetto dovuto ai lavoratori
ex 285.
Bene, io
dico che a questi giovani bisogna parlare il linguaggio della chiarezza come ha
fatto l’onorevole Fedele.
Vale a dire
che lo sforzo massimo che si farà in questo scorcio del 2010 e durante il 2011 probabilmente
non potrà essere perpetuato. Quindi questa chiarezza credo che debba essere
dovuta.
Linguaggio
della chiarezza che è necessario anche utilizzare, onorevoli colleghi, nei
confronti di questi giovani che molto probabilmente ne sanno più di noi. Cioè
sanno benissimo che l’accesso alle pubbliche amministrazioni non è possibile se
non attraverso pubblico concorso.
Quindi
pensare ad una ipotesi di stabilizzazione, in questo contesto, credo che possa
essere mera illusione e da parte di qualcuno mera strumentalizzazione.
Voto
favorevole, quindi, a questa proposta del Presidente Talarico
e del capogruppo Fedele con i distinguo e con le precisazioni appena dichiarate
soprattutto dai componenti di questa maggioranza, plaudendo allo sforzo di un Governo
regionale che, pur tra mille difficoltà, ha avuto il tempo di occuparsi di
questa problematica sostenendo i giovani migliori di questa regione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto
di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, sono intervenuti tutti i colleghi a dimostrazione che l’argomento è molto sentito e molto delicato.
Mi permetto qualche brevissima considerazione chiedendo anche una verifica del testo.
La brevissima considerazione è questa. Quando il Consiglio regionale presieduto dall’onorevole Bova, ha
avviato in modo encomiabile questa iniziativa ci sono state anche delle
polemiche a livello nazionale
sostenuti da giuslavoristi di grandissimo livello. E
se quella polemica noi la filtrassimo con grande serenità anche perché si
tratta di questione recente ma ormai passata, forse la ragione stava da ambedue
le parti.
Stava certamente dalla parte del Consiglio
regionale perché in una terra come questa dove c’è una disoccupazione
intellettuale enorme, mettere in piedi una filiera che consentiva – come ha
consentito – a giovani laureati con un punteggio alto di farsi anche
un’esperienza era ed è, comunque, una iniziativa encomiabile.
Non che avesse ragione, ma tra le
censure che chi vive in Regioni opulente fa con grande facilità e che viste
sotto quel cielo possono avere anche una pregnanza è chiaro che quando si
mettono in piedi delle iniziative che creano lavoro a tempo determinato, però,
si pone sempre il problema di che fare per superare il momento della
precarietà.
Mi pare che stasera si sia parlato
molto chiaro e che si sia voluta evitare una proroga ma di fatto si è posta in
essere una proroga.
Ma il problema di fondo è come
legare la premialità ad una speranza di lavoro a
tempo indeterminato.
Allora mi permetto di fare due
brevissime considerazioni. La prima: che in sede di Conferenza Stato-Regioni – anche se ho visto che ciò che decidono le conferenze Stato-Regioni in definitiva poi conta poco – si potrebbe spingere perché
a livello parlamentare si adotti una norma di diritto del lavoro che
attribuisca nei concorsi pubblici a chi ha espletato stage di questo tipo un punteggio.
E’ una delle forme per poter dare
un riconoscimento anche in sede concorsuale.
Seconda cosa: l’apertura alle
imprese.
L’apertura alle imprese deve
mirare al fatto che l’impresa poi possa trattenere qualcuno di questi giovani
per cui in sede di bando si può inserire una norma, vado in via esemplificativa,
per far capire il concetto ma non perché così debba essere. Se per esempio, una
impresa ha possibilità di aver riconosciute tre unità lavorative di questi
giovani specializzati, questo è possibile se almeno ne assume uno a tempo indeterminato.
Però a parte questa piccola idea
che avevo portato avanti quando da assessore alla cultura volevo mettere in
piedi i tirocini di eccellenza – siccome è presente l’assessore Caligiuri - e nell’Fse del Por Calabria
abbiamo inserito molti milioni di euro per l’alta formazione, penso che i
tirocini di eccellenza possano essere riproposti.
I
tirocini di eccellenza davano la possibilità ai giovani laureati di
andare nella pubblica amministrazione,
nella Università e nella impresa stabilendo
anche un sistema di premialità per l’impresa.
Ci sono varie filiere del Por che
sostengono le imprese. E’ chiaro che se leghi i due momenti, quando una impresa
fa la domanda per entrare in una delle filiere di sostegno potrebbe avere un
punteggio maggiore se assumesse qualcuno di questi giovani.
Vorrei dire però, Presidente, che
leggendo il testo, della impresa non si parla proprio. Noi stiamo discutendo
della possibilità della impresa e vorrei esser corretto se sbaglio.
Ma leggendo il testo proposto in
realtà la domanda per poter usufruire delle prestazioni altamente qualificate
di questi giovani è limitata ai soggetti pubblici.
Di impresa si parla unicamente al
punto 6 con una norma di indirizzo generale che non c’entra nulla con questa
vicenda.
Vorrei capire, allora, l’impresa
la vogliamo inserire come soggetto che eventualmente può usufruire di queste
prestazioni? Faccio questa domanda perché vorrei capire se c’è qualcosa di
ostativo a dire chiaramente che il bando può essere aperto anche alla impresa.
Perché se nulla c’è di ostativo,
vorrei dire con grande chiarezza anche ai giovani che ci ascoltano, vedete in
queste materie a volte può essere anche facile suscitare un applauso. Ma poi il
problema si propone quando arriviamo alla fine dei percorsi e non all’inizio.
Io non leggo “l’impresa” tra gli
ipotetici beneficiari di questa normativa.
Allora chiariamo questo punto: c’è
o non c’è l’impresa? Ove il Consiglio regionale, sentendo i tecnici, dovesse
ritenere che l’impresa possa usufruire di queste prestazioni altamente
qualificate, allora a quel punto siccome ci saranno molte domande… perché parliamoci
chiaramente, i rappresentanti degli stagisti hanno partecipato agli incontri
che il Presidente ha avuto anche con le associazioni di categoria ed in particolare
con l’Anci e con l’Upi.
L’Anci e
l’Upi hanno chiaramente detto che questo meccanismo
non lo attiveranno. Forse lo attiverà qualche piccolo comune. Ed allora se noi
inserissimo l’impresa tra i possibili beneficiari avremmo, ipoteticamente, una platea molto alta di partecipanti perché all’impresa
“pinco pallino”, che ha un’attività che tira, può far comodo avere un giovane
da mettere nell’amministrazione, oppure se è un ingegnere se si tratta di una
impresa che lavora nel campo ingegneristico. E nel momento in cui questo
avviene creiamo una competizione tra le imprese e da questa competizione
potrebbero uscire dei meccanismi che potrebbero portare una parte degli
stagisti ad avere un lavoro a tempo indeterminato.
Pregherei, quindi, di avere una
risposta su questo punto perché se si apre anche all’impresa si può fare un
discorso più articolato che può guardare, addirittura, al futuro.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, premetto che sono
anche io favorevole ma vorrei partire un attimino dalla dichiarazione fatta dal
mio capogruppo quando dice “tra un anno basta”.
Vorrei invece sottolineare ai
colleghi del Consiglio che dobbiamo smettere di creare illusioni. Non possiamo
più creare illusioni in questa terra.
L’altro giorno in Commissione
abbiamo trattato il problema Lsu-Lpu. Anche lì ci
siamo ritrovati alla unanimità e parliamo di circa 5.320 persone. Poi abbiamo
altre situazioni come l’ex articolo 7 e ci sono questi stagisti.
Dobbiamo smetterla di creare
illusioni. Dobbiamo far capire a chi partecipa ad un programma a termine che nel momento in cui arriva quel termine si
finisce diversamente qui il Consiglio regionale,
la Regione si deve far carico di inadempienze o comunque di recepimenti errati
delle norme e dei programmi da parte dei soggetti utilizzatori.
Cioè, oggi dobbiamo prendere atto
che chi utilizza questi cervelli che sono, per carità, persone che possono dare
un contributo serio e di qualità nelle pubbliche
amministrazioni, ma chi oggi li utilizza
non fa nessuno sforzo per poterli immettere nell’organico dell’ente.
Questo è un
fatto grave.
Voglio dire
che oggi ci troviamo qui ad affrontare questo problema. Ben venga, definiamola
anche una emergenza, ma bisogna mettere un punto, davvero, diversamente non
andremo da nessuna parte e continueremo a creare illusioni.
Ci troviamo
gente che magari entra da giovane, si trova padre di famiglia così come si sono
ritrovati i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità dopo 15 anni,
senza un contributo versato e ad avere problemi anche per la pensione.
Cioè, voglio
dire, non possiamo continuare ad andare avanti con delle proroghe.
Vorrei fare
un altro appunto proprio in merito all’ultimo rigo della proposta per quanto
riguarda le risorse finanziarie per l’anno 2011. Per quanto riguarda l’anno
2011 vi deve essere un impegno serio anche da parte dell’assessore al bilancio
e della Giunta, diversamente rischieremmo di fare un flop.
Siccome è la
massima Assemblea regionale
che oggi mi pare più o meno alla unanimità si trova su questo punto, l’impegno
va onorato con l’obiettivo di porre fine a questa cosa, per dire a questi
giovani “incominciate ad organizzarvi per trovarvi un futuro lavorativo, perché
non potrà essere più possibile continuare su questa strada”.
Diversamente ce li ritroveremo qui come oggi, davanti a Palazzo Campanella e l’Assemblea si ritroverà di nuovo ad affrontare
in una situazione di emergenza una possibile soluzione che non sarà la
soluzione per loro, per gli enti che la utilizzano e soprattutto per la Regione
Calabria che si deve far
carico anche degli oneri finanziari.
Questo è
quanto volevo dire, ringrazio, Presidente, per avermi dato l’opportunità di
intervenire.
PRESIDENTE
La parola al
Presidente della Giunta, onorevole Scopelliti.
Noi anche come Giunta
abbiamo partecipato al tavolo del confronto. Abbiamo avuto come Giunta un momento di incontro con questi ragazzi,
con questi stagisti ed abbiamo espresso le nostre
valutazioni.
Devo dire che ho una serie di perplessità su come è stata impostata
questa vicenda perché continuare a dare la possibilità a questi ragazzi che
hanno preso 110 ed hanno conseguito un importante risultato, la sensazione di
essere ancora assistiti da parte della Regione mi sembra che sia una strada che
non ci aiuta.
Non ci aiuta perché dobbiamo
rientrare nel patto di stabilità, non ci aiuta perché ormai carrozzoni non ne
possiamo mantenere. Ci sono stati fin troppi carrozzoni e dobbiamo rendere
utile e produttivo il lavoro che mettiamo in campo.
Dico questo ai colleghi
consiglieri perché è chiaro che uno ha lo stimolo, la presenza del vicino di
casa, dell’amico. Ma tutte queste cose non fanno, purtroppo, più bene alla
causa della Calabria.
Ci sono poi i forestali, poi ci
sono i “Why not”, gli Lsu e gli Lpu che sono altri 5
mila. Guardate nella stagione delle comunità montane, la stagione del
federalismo per chi la vuole vivere in maniera innovativa, non c’è più spazio
per situazioni che sono altamente improduttive e non tornano utili alla
collettività.
Perché dico questo? Perché
apprezzo la scelta di qualche sindaco ed era quello che avevo detto ai ragazzi
in quella circostanza… l’Anci dice che sono bravi, l’Upi di più.
Io ho detto “siete 350 qua, ma se
considerate che ognuno di voi sotto il vostro comune di riferimento siete un
problema e non 350 problemi in un sol
colpo, mi sembra che la cosa si possa gestire e governare meglio”.
Prova ne sia che qualche sindaco
ha avuto il coraggio di osare.
Io ho detto ai ragazzi che
esistono tutta una serie di procedure che possono essere attivate. Una: staff
del sindaco. Il sindaco non può non dar conto a niente e nessuno se decide di
prendere 5 persone a staff o se ne può avere tre.
Anche il sindaco di qualsiasi
comune più o meno grande che sia della Calabria.
Questo orientamento mi pare sia
stato recepito da qualche sindaco calabrese.
Abbiamo degli esempi che non so se sono stati concretizzati o meno.
Uno fra tutti: Scalea. Qui il
sindaco ha preso uno o due ragazzi e li ha presi a staff. Perché mi viene detto
“se si fa il bando, non sappiamo se siamo noi o l’amico a vincere”.
Questa è la dimostrazione della
utilità. Io ero Presidente del Consiglio regionale, Bova era il coordinatore regionale
del Pds ed Adamo il capogruppo del Pds. Avevamo in Consiglio regionale 22
dattilografi, fotocopiste e tutto il resto – tra i
superstiti c’era anche Fedele insieme a qualche altro, Fedele era assessore al
personale prima e al turismo dopo –, c’erano comunque 22 persone che prendevano
10 mila lire al giorno e che lavoravano circa 12 ore al giorno ed erano le
migliori collaboratrici del Consiglio regionale.
Ieri leggevo sul “Corriere della Sera” che abbiamo 350
dipendenti, sette volte in più di non so dove, non so se rispetto alla Lombardia
o altro e c’è chi ancora spinge per assumerne altri 15 o 20 che ancora bramano
per entrare, giustamente, altri 500 mila euro di bilancio in più.
Il problema di fondo è questo: noi
non costruiamo una nuova Regione con chi pensa di appesantire ancora una volta
il pubblico. Se pensiamo di appesantire la Regione che è una pianta che ha
frutti pendenti che quasi toccano terra e rischiano di marcire e di non
produrre. Una pianta che è affannata e che ha un peso maggiore, un carico
grande, non fiorisce e non produce mai perché è molto stanca, deve alimentare
troppo e non alimenta nessuno.
La Regione è una macchina, è un
albero, talmente appesantita in Calabria che chi può dice “mettiamo una leggina
e sistemiamo i 50 di qua”, un’altra leggina nella finanziaria e altri 50 di là.
Noi non possiamo mantenerci lussi di questa natura.
Chi è in grado di produrre ed
essere di qualità in questa Regione deve sfidare quella che è la nuova
stagione, misurarsi e confrontarsi col mercato.
Questo significa che i sindaci, se
pensano che questi ragazzi, come io sono convinto, sono indispensabili e bravi
fanno come il sindaco di Scalea. Cioè li assumono a staff a tempo determinato.
Si giocano una scommessa ed una partita che poi diventa un fatto di qualità.
Perché per le ragazze che erano fotocopiste e dattilografe io chiamai i dirigenti ed i direttori
generali e disse “cosa facciamo? Queste ragazze hanno finito di lavorare, per
me possono andare a casa”. Mi fu risposto “come vanno a casa? Se vanno a casa
si ferma l’attività del Consiglio regionale, quindi sono indispensabili”.
Il problema di fondo che bisogna
spiegare sempre a chi ha questo ruolo è che nella vita diventare indispensabili
è un segno di forza. Se tu sei indispensabile in un’attività lavorativa vuol
dire che chi utilizza le tue prestazioni non può farne a meno.
Quindi automaticamente lo condiziona alla ricerca della soluzione.
Questo significa che se i sindaci
hanno veramente bisogno, quando tu già gli dai le risorse dovrebbero farsi in
quattro per andare a soddisfare questo tipo di necessità.
Perché mentre per loro costa 16-18
mila euro l’anno, per noi sono 3-4 milioni di euro che stanziamo in bilancio per affrontare queste
problematiche. E poi dopo protestano, si lamentano, giustamente noi abbiamo un
senso di responsabilità ed andiamo incontro ai loro bisogni.
E’ fallimentare l’approccio che a
volte si ha se non si ha rispetto ha queste vicende un approccio unitario.
Il problema non è nostro, il problema
purtroppo l’avete creato voi, oggi lo dobbiamo governare poi domani ce ne
andiamo e ne resteranno ancora altri.
Noi dobbiamo in 5 anni – così lo
mettiamo ben in chiaro a tutti – dobbiamo azzerare 5 mila Lsu
e Lpu, caro assessore alla formazione e lavoro. Perché
se vogliamo dare un segnale di qualità della politica in Calabria dobbiamo
prendere queste 5 mila 600 persone e trovare il modo in 5 anni in un momento di
magra di trovar loro una sistemazione, una collocazione che sia definitiva.
Ovviamente, mi sembra un po’
difficile poterla fare alla Regione. Mi lascio andare magari ad una perdita di
tempo per qualcuno ma cerco di far capire qual è la filosofia, altrimenti chi ci ascolta pensa, abbiamo applaudito Orsomarso che è fraterno amico di Scopelliti e Scopelliti dice quasi
l’opposto di quel che ha detto Orsomarso e quindi non
si prende l’applauso.
Io quando nella stagione del 1995
ci fu la possibilità di prendere i giovani Lsu-Lpu –
Bova, Adamo e Fedele – io presi 11 Lsu-Lpu
contrariamente al comune di Reggio Calabria dove ne presero 550 e altri 300 al
comune di Cosenza o altri 150 al comune di Simeri Crichi.
Uno dice: ma se sono i dipendenti
di un comune 200 come fai ad avere 50 Lsu-Lpu? Tanto
qualcuno paga.
Però dal 1995 al 2010 mentre
l’Italia è cambiata ci sono le crisi, non ci sono risorse e tutte le Regioni di
questo Paese, caro Franco Stillitani, hanno collocato
gli Lsu e gli Lpu mi pare
di capire che l’unica Regione d’Italia che non ha ancora definito la posizione
degli Lsu e degli Lpu è la Regione
Calabria.
Ne avevamo 12 mila. Io me ne sono
andato da assessore con 9.200 dopo averne sistemati 2.800 nel 2001-2002 in un
anno con una legge che fu contestata, ci fu allora un “pierino”
della situazione una legge vergognosa, la legge 4 del 2001 di Scopelliti, vergognatevi… davamo l’incentivo…
(Interruzione)
L’hai fatta tu, Franco? L’abbiamo
fatta insieme.
(Interruzione)
Abbiamo fatto questa legge e
sistemato 2.800 persone spalmando un po’ gli Lsu e
gli Lpu.
Adesso il problema diventa serio.
Dobbiamo concentrarci sulle figure che ci sono e siccome queste sono figure di
alta professionalità e non possono essere trattate come un problema , perché questa
è la concezione che io ho detto a loro. Voi non potete essere trattati come un
problema, perché adesso ne stiamo parlando come se fossero un problema, ma sono
invece una grande risorsa.
Non sono un pacco che va collocato oggi da una parte e
domani dall’altra. Sono la ricchezza di questa Regione.
Se noi abbiamo questi problemi con chi ha preso 110 o
110 e lode, figuriamoci chi ha la terza media o la quinta elementare che
problema può costituire in un percorso di occupazione e di garanzia del lavoro.
Pertanto, il problema è che queste persone non possiamo
lasciarle lì sempre con l’attesa e con la speranza, fermo restando che abbiamo
definito questo percorso e sono d’accordissimo, i sindaci si devono dare una
mossa.
Ringrazio e valorizzeremo chi come Scalea e molti altri
comuni sono pronti perché ci sono tanti consiglieri regionali che hanno
lavorato con i sindaci in queste settimane per chiedere: perché non li prendi a
staff?
Entrare a staff di un sindaco significa avere un ruolo
importante, non essere il fotocopista o il
dattilografo del comune o dell’ente di appartenenza. Significa avere un ruolo
importante e dar un contributo importante al sindaco. Ovviamente ai sindaci che
veramente si vogliono avvalere di un contributo di qualità.
Rispetto a questo io ho pensato ed abbiamo proposto
anche a loro e secondo me questa cosa è da portare all’attenzione del Consiglio
e l’articolo 6 lo dice…
(Interruzione)
Sì, il collega Fedele dice che l’articolo 7 “mette i
soldi la Giunta”. Grazie di questa attenzione di cui ci avete onorato con
questo progetto di legge.
L’altro è invece l’articolo 6 dove noi abbiamo voluto
inserire l’utilizzo di fondi comunitari.
Perché noi abbiamo detto in campagna elettorale ( e non
è una cosa che abbiamo detto noi ma penso che è una cosa che avevano detto
tutti, anche gli altri) che le imprese di questo territorio hanno risposto ad
un bando che abbiamo fatto sulla formazione per garantire 4 mila posti di lavoro
per circa 4-5 anni, con i fondi comunitari.
Bene, siccome qui la risposta sembra che arrivi alla
fine intorno alle 12-14 mila richieste di posti di lavoro perché qualcuno ha
chiesto 2-3 ecc. e sicuramente questo fa lievitare il numero e noi ne garantiamo
4 mila, abbiamo pensato: perché siccome su un asse del Por ci sono le risorse –
alla misura risorse umane, non so se è d’accordo Maiolo
visto che lui aveva il Por – se…
(Interruzione)
Non era un’accusa ma era per dire se lei condivide
l’impostazione sull’utilizzo delle risorse.
Sulla misura risorse umane ci sono un po’ di soldi su
cui poter investire.
Io dico: noi facciamo un bando analogo per quelle
imprese che intendono, e questo è un nostro tema che abbiamo lanciato più volte
nei mesi scorsi perché la politica non la si fa in campagna elettorale per dire
vogliamo far questo e quell’altro, perché mentre dicevamo queste cose
lavoravamo già al banco dell’occupazione. A maggio, infatti, dopo neanche un
mese, lanciamo il progetto dell’assessore Stillitani perché
prima della campagna elettorale, in ipotesi di vittoria, lavoravamo ad un
percorso di questa natura per l’occupazione giovanile.
Allora pensare di fare dei bandi per le imprese che
vogliano assumere giovani che siano in grado di attuare percorsi di marketing,
nel mondo della imprenditoria, fare ricerca nelle imprese di giovani che
possono trattare i temi della internazionalizzazione delle imprese. Noi abbiamo
un problema serio.
In Calabria, il mondo imprenditoriale è un mondo in cui
prevalentemente in tante delle nostre imprese non c’è un management di qualità sempre spiccato ma c’è una forma di impresa a
gestione familiare. Non tutti hanno le conoscenze e le competenze e le qualità
che è giusto che ci siano in questi casi ed in queste circostanze.
Fare un bando per 1.000-1.500 giovani non per 100 dei
300 ma per 1.500 giovani, con il quale gli imprenditori possano avvalersi dei giovani
che vogliono aderire e trovare la formula per cercare di inserire parte di
questi ragazzi.
Che cos’è? Per una parte ci sono i sindaci che fanno
questa scelta, per un’altra parte ci sono gli amministratori locali che fanno
la scelta dei bandi, dall’altra ancora c’è la Regione che offre a questi
professionisti un’altra opportunità nel mondo imprenditoriale e garantisce per
tre anni la possibilità di avere non i mille euro – più o meno mensili netti…
non so neanche se ci arrivano, non mi sono mai interessato a questo – ma avere
un contributo all’impresa che permetta di avere i contributi pagati e magari
hanno la possibilità di percepire 2.500 euro netti.
Comunque va pagato il lavoro che fanno in termini di
qualità. Perché per questi ragazzi nella pubblica amministrazione laddove
lavorano, la loro qualifica è di funzionario di fascia altissima, sotto quella
dirigenziale. Fermo restando che alcuni hanno competenze e qualità per
rivestire, laddove ci sono, anche il ruolo dirigenziale in alcuni comuni.
Ci sono tanti comuni che non hanno ruoli dirigenziali.
Voi andate nei comuni periferici in cui non ci sono gli
ingegneri o gli architetti dove, purtroppo, i dirigenti dell’ufficio tecnico
sono a volte dei geometri e tante volte, insomma, i danni ambientali nascono
dall’idea di rilasciare pareri favorevoli a iosa perché manca la competenza e
la qualità del personale specifico.
Cioè, se viene ben capito il messaggio che lancio a loro
e che ho già lanciato a tre di loro una volta, non è un atto di accusa o una
mortificazione o un’offesa ma è un’apertura a 360 gradi. Cioè è una visione
nuova dell’idea e del contributo che loro possono dare alla Calabria.
Se ci siamo ridotti a prendere 350 persone e a dirgli
stai al comune che comunque qualcuno ti sovvenziona la prestazione che fai, è
fallimentare ed offensivo per loro.,mi sento offeso sotto questo punto di vista.
Mi si può dire: tu ti offendi ma io intanto mi prendo i soldi perché mi
servono. Sicuramente, ma non possiamo ragionare in quest’ottica, c’è chi vuole
prendersi i soldi e facendo questo tipo di lavoro ma c’è chi, magari, ha anche
più coraggio e possibilità di pensare ad un percorso diverso investendo su se
stesso, perché la sfida è nella capacità di investire nelle risorse che
abbiamo.
Se noi non investiamo è perché 350 persone sono già
pagate per avere quello che hanno o ce le ritroviamo qui ogni sei mesi quando
vengono a rivendicare una opportunità ed una continuità, è fallimentare come
politica.
Una cultura
della politica che, se continua a lavorare su queste direttrici, non va da
nessuna parte, perché queste persone vanno ricollocate e valorizzate in altri settori
e in altri comparti in quanto sono una grande chance per la crescita della nostra terra.
Questo è
quello che io penso, con aperture su tutti i punti di vista, con le opportunità di partecipare
ai master che, magari, faremo sulla pubblica amministrazione e sulla sanità con
le università “LUISS” e “Bocconi”, perché diventa vincolante, un valore
aggiunto per chi deve entrare nella pubblica amministrazione dato che la Regione,
da qui a tre anni, probabilmente dovrà fare dei concorsi, se troveremo i soldi
per fare lo scivolamento, l’esodo. Dico scivolamento perché ne
accompagneremmo volentieri tanti fuori dalla Regione, perché hanno già dato,
alcuni perché ad esempio parliamo di uno
che ha fatto l’assessore prima di Maiolo e nel suo assessorato aveva tre dirigenti di settore
e nessuno dei tre aveva la laurea, e qui
c’è gente con 110 e lode che chiede di poter avere un contributo rispetto a una
funzione che ha assolto fino adesso.
Questo è il meccanismo nuovo che noi dobbiamo innescare,
che non è della destra, non è della sinistra, è di una classe dirigente che
deve comprendere che la sfida è questa. Tre dirigenti di settore che gestivano
150 milioni l’anno complessivamente o pure più, che erano semplicemente
diplomati! Ce n’era uno che era uno scienziato, insomma, che poi l’avete avuto
pure voi! C’è gente che è scienziata, perché da trent’anni fa sempre le stesse
cose, perché sa fare solo quelle! Mentre il mondo cambia, ci sono quelli che
fanno soltanto questo, sempre le stesse cose, gli stessi corsi di formazione,
gli stessi giochini!
Ecco perché non cambia la Calabria, la Calabria non può
cambiare, se c’è una classe dirigente e politica che forse può essere lungimirante
e guarda oltre l’ostacolo e poi c’è chi, invece, non capisce che il meccanismo,
il sistema è cambiato e che bisogna creare una nuova cultura rispetto al lavoro
e tutto il resto. Io credo che questo sia fondamentale.
Approviamo questo testo, diamo la possibilità a questi giovani
stagisti di poter lavorare e fare ciò che, magari, hanno fatto finora, ma credo
che sia principalmente loro interesse stimolarci a creare percorsi alternativi
ed opportunità, perché quest’anno, forse, 3 milioni di euro si possono recuperare
per il 2011, ci lavoriamo e così via, ma vi vorrei far capire che adesso basta,
adesso basta! Adesso facciamo qualcos’altro, e lancio un messaggio ai colleghi
del centro-sinistra, dato che credo che sia importante amplificarlo. Spendiamo
380 milioni di euro circa per finanziare tutte le leggi che ci sono in questa
Regione: non ce lo possiamo più permettere, dobbiamo fare un comitato ristretto
di maggioranza e minoranza o una Commissione che si occupi del taglio di tutte
le leggi che non sono più utili alla comunità regionale, e ce ne sono tante. Bisogna
compiere un lavoro coerente, perché non si possono più spendere così tante
risorse per finanziare leggi che non servono più a nessuno, che erano leggi
fatte vent’anni fa ad personam, oggi a Fedele,
domani a Caputo, dopodomani a Stillitani, perché
comunque poi avevano la fondazione, la cooperativa, l’associazione, il giochino
che manteneva… Non si può più!
Questa è la riforma, oggi, della pubblica
amministrazione, questo è quello che dobbiamo fare, e se non faremo questo,
avremo fallito, e il primo messaggio già l’abbiamo dato tre-quattro
mesi fa, quando abbiamo deciso di fare dei tagli, 15 milioni di euro nel 2010,
40 milioni di euro nel 2011, e l’abbiamo fatto noi di concerto. Adesso, però,
se siamo in grado di concertare queste linee, queste nuove metodologie insieme ai colleghi del centro-sinistra
per capire insieme a loro che si può incominciare a fare un taglio netto bipartisan
con le spese inutili, se ci sono, o delle spese che non sono per forza
obbligatorie, che una volta era possibile realizzare e che oggi non è più possibile
- io non cito nessuna legge in particolare, ma ce ne sono un’infinità -
riuscire a recuperare 30, 40, 50 milioni di euro, 10, altri 50, 40, è già un successo
ed è un obiettivo che ci dobbiamo porre, perché comunque, se domani ci sono
altri problemi, ci aiuta il fatto che abbiamo risorse per le emergenze varie
che nascono.
Ora dobbiamo aspettare che il
Governo ci mandi le risorse, dobbiamo capire come attingere al POR. Una Regione
può avere anche un po’ di risorse per sovvenzionarsi, perché tutte quelle spese
sulla sanità sono un problema serio. Oppure voi pensate che noi abbiamo risolto
i problemi della sanità?! Guardate che dobbiamo colmare quelle che sono le
perdite del 2009 della Regione e dobbiamo trovare i soldi! Ecco perché siamo
costretti ad alzare i tributi al massimo del massimo: perché ce lo impone il Governo,
perché dobbiamo giustificare a Roma come copriamo le perdite del 2009,
diversamente non ci danno nessun accesso ai finanziamenti.
Capite come funziona il sistema?
Dovremo prendere risorse tassando i cittadini, per dire “fate questo perché
dobbiamo coprire questo”, dobbiamo prendere le tasse automobilistiche e dire
“60 milioni le tasse automobilistiche, rispetto a quello che era il bilancio,
le dobbiamo catapultare subito sulle perdite del 2009”. Questa è la situazione
della Regione.
Quindi, o ce ne rendiamo
conto tutti, perché non è importante dire oggi “questa è l’eredità, questo è
quello che ci hanno lasciato”. Il problema
rimane, ormai i cittadini lo sanno molto bene, l’hanno capito, altrimenti esce
Principe domani e dice “fate sempre campagna elettorale!”. Così gli evitiamo questa
uscita, lo invitiamo a sedersi al tavolo con noi per discutere come poter intervenire
insieme…
(Interruzione)
Sono apertissimo. Visto, ogni
tanto mi capita!
(Interruzione)
Sei sbalordito! E’ che voi avete
avuto oggi un approccio così galante in Aula, abbiamo votato all’unanimità, quindi…!
(Interruzione)
Forse sabato quel convegno ha
aperto un confronto più ampio, visto che c’eravate tutti…
(Interruzione)
Non tutti, insomma, ma tanti.
Per me la responsabilità istituzionale si testimonia anche essendo coscienti
delle difficoltà che viviamo da amministratori. E’ chiaro che questo mi spinge
a chiedervi un confronto e un conforto, se ritenete, perché noi comunque lo
dovremo fare.
Credo, quindi, che questi siano
i presupposti su cui questo Consiglio regionale, nella sua interezza, perché non
è una sfida solo nostra, ma è una sfida che appartiene a tutta la classe
dirigente, ritengo deve compiere un
minimo di analisi insieme, un minimo di confronto insieme lo dobbiamo portare
avanti.
Oggi diamo questa risposta
così importante, che fa capire a questi giovani professionisti come ci muoviamo
noi e in che difficoltà ci muoviamo, perché comunque non è facile, però siccome
vogliamo investire su di loro e su tantissimi altri che sono una fonte primaria
di ricchezza e di prospettiva per questa terra, oggi approviamo questa legge, questa
proposta fatta dal collega Fedele, anche se ritengo che questo sia soltanto
l’inizio di un percorso, di un cammino e di un confronto.
(Applausi)
E’ concluso il dibattito…
(Interruzione)
No, onorevole Principe, l’intervento
del Presidente…
(Interruzione)
La prima parte, al comma 1…
Di cosa stiamo parlando?
PRESIDENTE
Al comma 1 c’è scritto in maniera
chiara “gli enti e i soggetti pubblici”. Poi, invece, al comma 6 si dà un’altra
opportunità ancora “utilizzazione dei fondi Por…”…
No, signor Presidente, il
comma 6 è una norma di indirizzo che non c’entra nulla con i 10 mila euro.
PRESIDENTE
Una norma che va a riempire ancora di
più e meglio questa proposta, perché diamo la possibilità
anche alle imprese e ai privati di utilizzazione dei fondi POR. Siccome gli
uffici hanno previsto questo articolato, noi l’approviamo secondo questa visione
e questa organizzazione.
Quindi possiamo votarlo così
com’è, tanto è un articolo unico, anche se formato da sette commi. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Due astenuti, gli altri hanno
votato tutti a favore. Anche questo punto è concluso.
Andiamo avanti: ci sono all’ordine
del giorno le mozioni.
(Applausi dai banchi riservati al pubblico)
Oggi è una giornata di
applausi, una giornata di festa! Ne abbiamo ricevuto tantissimi: vuol dire che
il Consiglio produce qualcosa di buono, quindi va bene, rispetto ai fischi!
Prego, onorevole Fedele.
Sulle mozioni, se lei è d’accordo e i colleghi capigruppo sono d’accordo, proporrei di vederci un minuto al banco della Presidenza, perché ho avuto modo di scorrere le mozioni presentate dai colleghi dell’opposizione e, bene o male, alla fine sono per alcuni aspetti anche simili. Se troviamo il modo di fare una mozione unitaria, noi siamo ben disponibili a farlo, altrimenti andiamo avanti con le votazioni.
Va bene, ci vediamo al banco della Presidenza con i capigruppo, con i presentatori delle mozioni, per vedere se si può trovare una sintesi.
(I Capigruppo si
portano al banco della Presidenza)
Riprendiamo i lavori del Consiglio. E’ stata raggiunta l’intesa da tutti i capigruppo al banco per individuare una mozione unica di tutte quelle presentate, quindi un testo unico.
Darei la parola all’onorevole Nucera, che è il segretario, per la lettura della mozione, per poi procedere al voto.
Mozione “Sull’accoglimento di proposte di localizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio calabrese”.
“Premesso che la Regione Calabria presenta un saldo attivo
elettrico, dai dati pubblicati dal gestore della rete e relativi alla produzione
di energia elettrica per l’anno 2009, si rileva che, a fronte di una produzione
detta destinata al consumo di 10.800 W annuo, l’energia richiesta al consumo
interno ammonta a 6.600 GW annuo, con un surplus di 4.200 W annuo.
Con deliberazione 98 del 9 febbraio 2005, la Giunta
regionale ha stabilito di non fornire ulteriore intesa in sede di Conferenze
dei servizi indette dal ministero delle attività produttive, oggi sviluppo
economico, e dal ministero dell’ambiente per la realizzazione di centrali termoelettriche
sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni
già rilasciate dal ministero delle attività produttive quale partecipazione al sistema
Paese.
Già con delibera 686 del 6 ottobre 2008 la Giunta
regionale ha stabilito di non accordare l’intesa prevista delle leggi numero 55/2
e numero 392/2004, al procedimento amministrativo avviato dal ministero dello sviluppo
economico sull’opera centrale termoelettrica a carbone da circa 1.320 megawatt
e da ubicarsi nel comune di Montebello Ionico (Reggio
Calabria), proposto dalla società Saline energie ioniche S.p.A., per un’analoga
iniziativa promossa dall’Enel produzione S.p.A. per la riconversione a carbone
della centrale termoelettrica di Rossano (Cosenza).
In sede di Conferenza dei servizi presso il ministero
dello sviluppo economico, la Regione ha manifestato il motivato dissenso alla realizzazione
dell’opera, considerato che il Piano
energetico regionale approvato con deliberazione del Consiglio regionale
numero 315 del 4 febbraio 2005 fa assoluto divieto dell’utilizzo del carbone ai
fini energetici, lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi
con attività alternative all’utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate
sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione iniziative
manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza
energetica.
L’articolo 1, comma 2, della legge 9 aprile 2002 numero 55,
“Riconversione del decreto legge 7 febbraio 2002, numero 7, misure urgenti per garantire
la sicurezza del sistema elettrico nazionale” stabilisce che l’autorizzazione
di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico al quale
partecipano le amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel rispetto
dei princìpi di semplificazione, con le modalità di
cui alla legge 7 agosto 1990 numero 241 e successive modificazioni, d’intesa
con la Regione interessata.
Ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, la produzione,
il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia è materia di potestà
legislativa concorrente.
Rilevato che la Regione Calabria vuole costruire un percorso di ascolto con le comunità locali
attraverso gli amministratori, veri artefici dello sviluppo territoriale, la Regione
Calabria è aperta al confronto ed all’incontro con le comunità per affrontare,
nello specifico, le strategie più idonee e alternative per la crescita
economica e sociale dei vari territori;
si propone di impegnare il Presidente Scopelliti e la Giunta
regionale ad attivarsi presso il ministero dello sviluppo economico, per impedire
la realizzazione di centrali termoelettriche e a carbone sul territorio della Regione
Calabria, nel rispetto di quanto previsto dal vigente Piano energetico regionale”.
(Vivi e ripetuti applausi dai banchi riservati al pubblico)
Questo
documento è stato approvato all’unanimità del Consiglio regionale e, ripeto,
approvato all’unanimità.
Vi prego di
ricomporvi, altrimenti devo fare sgomberare il pubblico dall’Aula. L’onorevole Nucera
ha letto questa mozione, che è stata concordata con tutti i gruppi, quindi ancora dobbiamo procedere a votarla. Questo era il testo che abbiamo
letto in Aula, va bene per tutti, quindi lo pongo in votazione.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(Applausi dai banchi riservati al pubblico)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Ho chiesto la parola, signor Presidente, per chiedere all’Aula e a lei di inserire per il prossimo Consiglio una mozione – poi la ricongiungiamo con quella del collega Principe – relativa al Piano di rientro: la tematica riguarda gli ospedali di montagna.
(Interruzione)
Le unifichiamo con quella degli altri colleghi.
PRESIDENTE
Onorevole Censore, tutte le mozioni rimaste rimangono inserite all’ordine del giorno, quindi nel momento in cui ci sarà l’ordine del giorno, le mozioni andranno in coda; poi si deciderà se affrontarle oppure no.
La parola all’onorevole Fedele.
A conclusione di questa seduta, posto che ci sono delle
nomine da fare che il Consiglio non provvede
per mille motivazioni, direi, se il Consiglio è d’accordo, di conferirle l’incarico di effettuarle. Sono già tre o quattro volte che le stiamo
ribadendo, quindi, come si è fatto anche in passato, diamo a lei la delega di
poterle fare.
Se su questo punto ci sono interventi, possiamo accogliere
questa proposta dell’onorevole Fedele, per cui possiamo procedere ad accogliere
queste indicazioni.
PRESIDENTE
L’ordine del giorno è concluso, il Consiglio sarà
convocato
per il 29 mattina alle ore 11,00, con all’ordine del
giorno il dissesto idrogeologico.
La
seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Magno, Scalzo, Caridi, Grillo.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Istituzione dell’Elaioteca regionale “Casa degli Oli Ionici e Tirrenici di Calabria” (Delibera G.R. n. 705 del 20.10.2010)” (P.L. n. 102/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Istituzione dell’Enoteca regionale
“Casa dei vini di Calabria” (Delibera G.R. n. 706 del
29.10.2010)” (P.L. n. 103/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno
finanziario 2011 e bilancio pluriennale per il
triennio 2011-
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari,
istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla
sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Provvedimento generale recante
norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato
alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011). Articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002” (Delibera G.R. n. 720 del 9.11.2010) (P.L. n. 108/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari,
istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla
sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 (legge finanziaria)”
(Delibera G.R. n. 109/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari,
istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie,
culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla
sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Caputo – “Modifica alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8,
recante: “Riordino della organizzazione turistica regionale” (P.L. n. 85/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Misure a sostegno delle vittime della malasanità” (P.L.
n. 86/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Gallo – “Interventi urgenti per la
salvaguardia della salute dei cittadini. Tutela e risanamento ambientale, messa
in sicurezza e bonifica dei siti inquinati, smaltimento dell’amianto”. (P.L. n.
87/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabelli – “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana
nell’edilizia residenziale pubblica e privata” (P.L. n. 88/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino,
Tripodi – “Modifiche alla legge regionale
4 settembre 2001, n. 19, recante: “Norme sul procedimento amministrativo, la
pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione
del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria”
(P.L. n. 89/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Misure per garantire la legalità e la trasparenza nelle procedure degli appalti pubblici e della contabilità regionale” (P.L. n. 90/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Imbalzano – “Disciplina dei servizi socio-educativi per la prima infanzia” (P.L. n. 91/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Tutela degli animali domestici per il controllo e la prevenzione del randagismo” (P.L. n. 92/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Ordinamento del Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti” (P.L.
n. 93/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Norme per l’integrazione sociale e politica delle cittadine e dei cittadini immigrati” (P.L. n. 94/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione
consiliare – Affari della Unione europea e relazioni
con l’estero – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Caratterizzazione etica
degli enti e delle imprese. Adeguamento degli enti e delle imprese in regime di
convenzione con
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica e attività
produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Norme per favorire l’inclusione sociale delle persone disabili” (P.L. n. 96/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Aiello F., Chiappetta, Parente – “Istituzione del Parco fluviale bacino del fiume Savuto” (P.L. n. 97/9^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica e attività produttive
– per il parere.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Modifica alla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26
(Istituzione dell’autorità regionale
denominata Stazione unica appaltante e disciplina della trasparenza in
materia di appalti pubblici di lavori, servizi e
forniture)” (P.L. n. 98/9^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Morelli – “Scuola di ebanisteria
di San Giovanni in Fiore” (P.L. n. 99/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Istituzione del registro delle eredità immateriali della Regione Calabria” (P.L. n. 100/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi – “Incentivi alle imprese: Credito di imposta regionale” (P.L. n. 101/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare – Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Organizzazione della zootecnia e comparto allevatori in Calabria” (P.L. n. 104/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare – Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Misure straordinarie per favorire il reinserimento lavorativo
degli idraulico-forestali ex detenuti” (P.L. n. 105/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione
consiliare – Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Modifiche alla legge regionale 30 marzo 1995,
n.
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio –
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Istituzione di eco musei in Calabria” (P.L. n. 110/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Chiappetta – “Politiche regionali di contrasto all’abuso sessuale sui
minori” (P.L. n. 111/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fedele – “Modifica all’articolo 10
della legge regionale 11 agosto
2010, n.
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Adozione
revisione del Psr Calabria 2007-2013 approvata dalla Commissione
europea con decisione n. C(2010)
1164 del 26 febbraio 2010 e costituzione fondo speciale Iva presso l’Organismo
pagatore regionale (Arcea)” (Delibera G.R. n. 696 del 29.10.2010) (P.P.A.
n. 87/9^)
E’ stata assegnata alla sesta Commissione
consiliare – Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Documento di programmazione economico finanziario
della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2011-2013
(art. 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (Delibera G.R. n. 712 del 9.11.2010) (P.P.A.
n. 88/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
In data 29 ottobre 2010 il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali. Le
stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario
n. 1 del 6 novembre 2010:
legge
regionale 29 ottobre 2010, n. 25 recante: “Modifica alla legge regionale 22
agosto 2010, n. 21 “Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia
finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio
residenziale”;
legge
regionale 29 ottobre 2010, n. 26, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale n. 30 del 7 agosto 2002 “Provvedimenti tributari in materia
addizionale all’Irpef e di tasse automobilistiche”.
Deliberazione Giunta regionale n.
673 del 19 ottobre 2010;
Deliberazione Giunta regionale n. 674
del 19 ottobre 2010.
L’onorevole Mario Franchino, con
nota del 15 novembre 2010, acquisita in pari data al prot.
n. 10018 del Settore Segreteria Assemblea,
ha aderito al gruppo consiliare Partito democratico.
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore ai lavori pubblici, all’assessore alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere - premesso che:
con
la legge 9 dicembre 1998 n. 431 concernente la disciplina delle locazioni e del
rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo, ed in particolare l'art. 11,
è stato istituito presso il Ministero dei lavori pubblici, oggi accorpato al
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo nazionale per il
sostegno all'accesso delle abitazioni in locazioni;
ogni
anno le risorse assegnate al Fondo vengono ripartite tra le Regioni per la concessione
di contributi integrativi ai conduttori, aventi i requisiti minimi stabiliti
dalla legge, per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari
degli immobili adibiti ad uso abitativo;
ad esse risorse statali si aggiungono risorse
regionali e comunali che confluiscono in un unico fondo regionale. Tali risorse
vengono successivamente assegnate dall'Ente Regione ai Comuni, che mediante
bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i contributi integrativi sulla base
di apposite graduatorie, stilate secondo la sussistenza dei requisiti previsti
dalla legge;
in attuazione di
principi fondamentali di giustizia sociale, nell'erogare le somme ai Comuni si
è tenuto conto non solo della volontà partecipativa degli stessi mediante
valutazione di risorse attribuibili agli enti locali richiedenti ma soprattutto
dell'esigenza di favorire i nuclei familiari con basso reddito e con elevate
soglie di incidenza del canone di locazione, allo scopo di ridurre quanto
possibile tale soglia di incidenza e favorire così una condizione di vita più
dignitosa alle famiglie indigenti;
sino al
per il 2008, le risorse stanziate per i contributi
integrativi risultano essere solo quelle statali, non avendo potuto,
l'Amministrazione regionale stanziare ad integrazione alcuna somma, per ovvii
motivi di bilancio. Una scelta forzata che ha inciso pesantemente per le
famiglie aventi diritto, in quanto negli anni precedenti le risorse regionali
giungevano a coprire i 2/3 dei finanziamenti destinati ai Comuni. Di
conseguenza da una copertura del canone di locazione rispondente al 75% si è scesi ad un insufficiente 22%;
allo stato attuale
si prospetta un'analoga situazione anche per il 2009, con la conseguenza che le
somme relative ai contributi integrativi, prossime ad essere assegnate ai
Comuni richiedenti, siano limitate solo alla quota ripartita alla Regione,
quota leggermente ridotta rispetto all'annualità precedente, dal Ministero
attraverso il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in
regime di locazione;
comporterà per i
nuclei familiari aventi diritto, l'assegnazione di un contributo rispondente a
circa il 19% del canone annuale dei contratti di locazione regolarmente
registrati -:
quali
siano gli stati previsionali, nelle more della necessaria politica di
contenimento dei costi dell'Ente, in ordine all'esigenza prioritaria di
garantire la reintroduzione della quota regionale relativa al Fondo per la
concessione dei contributi integrativi ai conduttori, aventi i requisiti minimi
individuati dalla legge 9 dicembre 1998 n. 431, per il pagamento dei canoni di
locazione dovuti ai proprietari degli immobili ad uso abitativo;
quali
provvedimenti si intendano adottare, a breve e medio termine, in ordine alle
linee programmatiche di settore, per la definizione ed attuazione di strategie
operative in materia di politiche a sostegno delle Famiglie. Le azioni rivolte
ai bisogni della popolazione, per essere efficaci, non possono prescindere dal
sostegno alla famiglia, in quanto sede primaria delle relazioni e risorsa
fondamentale per la tutela delle persone, in particolare delle fasce più deboli
(bambini, anziani, disabili).
(51;
18.10.2010)
Chiappetta. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:
in
data 14 febbraio
invero,
il movimento franoso di che trattasi ha provocato, tra l'altro, evidenti
conseguenze dannose alle infrastrutture del territorio con conseguente
nocumento alla piena e sicura vivibilità dello stesso da parte della comunità
residente. Ci si riferisce, in particolare, alle fratture ed agli abbassamenti
del livello stradale ed ai cedimenti della parete collinare (con lesione del
muro di sostegno) interessante il tratto stradale in oggetto; ed ancora, alla
interruzione in loco della fornitura di servizi pubblici essenziali quali
energia elettrica, acqua e gas per la rottura delle relative condotte;
a
seguito dei danni riscontrati, l’amministrazione comunale di Mendicino ha emesso, in via cautelativa, due ordinanze di
sgombero dei diversi fabbricati ad uso abitativo danneggiati dall'evento
calamitoso provvedendo, altresì, alla chiusura della Strada Provinciale;
in
virtù del progressivo peggioramento dello stato dei luoghi dovuto alle
successive piogge, si è provveduto, successivamente, ad effettuare temporanei
interventi tampone, rivelatisi, però, ad oggi, del tutto insufficienti ed
inidonei ad un regolare ripristino;
a
parte i provvedimenti cautelativi, i provvisori ripristini ed i numerosi
sopralluoghi da parte dei tecnici degli enti interessati, nulla di concreto, a
seguito dell'evento, è stato attuato per la risoluzione della grave situazione
di emergenza e di disagio;
in
forza di ciò, nell'Aprile 2010 è stato costituito un Comitato civico con lo
specifico scopo di "Riportare all'attenzione delle autorità competenti
tutte le problematiche connesse all'evento franoso del 14.2.2010 (...), al fine
di ottenerne da esse veloce risoluzione, ognuna per le proprie
competenze";
il
primo atto formale del Comitato è stato, infatti, quello di portare
all'attenzione delle autorità interessate (tra cui il Sottosegretario alla
Protezione civile ed il Presidente della Regione Calabria) le legittime
richieste di intervento in tempi utili per la risoluzione delle enunciate
problematiche;
nonostante
le formali istanze del Comitato, ad oggi, dal Febbraio 2010, nessuna iniziativa
è stata intrapresa da alcuna Autorità chiamata in causa al fine di porre
rimedio ad una situazione divenuta oramai di estrema criticità, stante la
persistente chiusura del tratto stradale, il disagio per la mobilità dei
residenti e l'insufficienza dei provvisori rimedi posti per l'erogazione dei
servizi pubblici di luce, acqua e gas;
in
forza di ciò, nella frazione "Palagani-Malaugello"
si sta assistendo ad un progressivo spopolamento da parte dei residenti, sia
per le emesse ordinanze di sgombero dei fabbricati, sia per i disagi dovuti
alla mancanza di servizi, nonché per i pericoli emergenti in un territorio in
completo stato di abbandono e privo di attenzione e vigilanza, persino da parte
delle forze dell'ordine;
l'imminenza
della stagione rigida accentuerà certamente l'elevatissimo rischio per la
pubblica incolumità in termini di sicurezza, stante, tra l'altro, lo stato di
degrado strutturale esistente, le caratteristiche geomorfologiche del
territorio su cui la frazione insiste ed il marcato dissesto idrogeologico
accentuato dalle ingenti e prolungate condizioni atmosferiche avverse degli
ultimi anni;
ai
sensi dell'art. 3 della legge 225 del 1992 (sulla Istituzione del Servizio nazionale
di protezione civile) tra le azioni attuabili in relazione ai rischi derivanti
dal dissesto idrogeologico figurano quelle della previsione e della prevenzione
degli effetti attraverso una serie ben precisa di interventi da attuare da
parte delle Regioni di concerto con i servizi operanti in materia e con gli
Enti interessati;
l'art.
12 del D.Lgs. 30.4.1992
n. 285 ("Nuovo Codice della Strada" e s.m.i.)
pone la sicurezza delle persone (tutela della vita umana) quale finalità
primaria, di ordine sociale ed economico, che lo Stato,
se
si ritiene opportuno assumere - in ottemperanza alle numerose prescrizioni
legislative vigenti in materia, nonché in riscontro alle legittime istanze di
una comunità - precise iniziative onde attuare quelle opere di consolidamento
"urgenti ed indifferibili" per l’approssimarsi della stagione invernale,
già richieste ante tempo alle amministrazioni
interessate tanto, per consentire la mobilità stradale sul territorio, nonché
per ripristinare la sicura e piena vivibilità dello stesso da parte di
residenti, molti dei quali, sfollati e privati delle proprie abitazioni, stanno
ancora provvedendo, a proprie spese, al reperimento di alloggi in affitto
sperando nella provvisorietà di una situazione assai precaria;
quali
interventi, più specificatamente, si intendono attuare ed in quali tempi onde
garantire la sicurezza del territorio in oggetto considerata la
improcrastinabilità dell'intervento per tutto quanto su cennato
e, in particolare ed in primis, per
scongiurare conseguenze ancora più tragiche ed oramai troppo frequenti connesse
alla grave situazione di dissesto idrogeologico del nostro territorio e
dell'intero Paese.
(53;
19.10.2010)
Imbalzano. Al
Presidente della Giunta regionale e agli assessori alle infrastrutture ai
lavori pubblici e alle attività produttive. Per sapere - premesso che:
il
processo di industrializzazione dell'area di Saline Ioniche trova gli albori
nei primi anni ’70 e rappresenta una parte di quel famigerato “pacchetto
Colombo” concesso dal Governo del tempo a seguito dei moti di Reggio;
nonostante
l'enorme investimento di 300 miliardi di vecchie lire per costruire lo
stabilimento della Liquichimica, l’opera, completata
nel 1974, non è mai entrata in funzione, vanificando, a causa della sospetta
cancerogenicità delle bioproteine prodotte, la promessa di lavoro per circa
mille persone;
all'interno
della stessa area venne realizzato un porto che doveva garantire l'accesso a
navi, con stazze fino a 40.000 tonnellate, a servizio soprattutto
dell'industria in parola;
il
medesimo porto, pur essendo la propria imboccatura sottoposta più volte a
lavori di dragaggio, nel
altresì,
che le prospettive delle realtà produttive oggi esistenti e di altre che
potrebbero insediarsi dipendono dal ripristino della funzionalità
dell'infrastruttura portuale che, in parte, potrebbe accogliere numerose
imbarcazioni di diporto, che oggi sono costrette a ormeggiare solo a Porto Rosa
nella vicina Sicilia;
infine,
che nella stessa area di Saline insiste l'enorme struttura delle Officine di
Grandi Riparazioni, mai entrata in funzione, e che, se acquisita dalla Regione
e concessa in comodato d'uso alle amministrazioni locali del territorio,
potrebbe accogliere decine di insediamenti di piccole e medie imprese
artigianali e commerciali dell'area metropolitana dello Stretto -:
se,
previo concerto con gli organi tecnici del Comune di Montebello
Ionico, che da tempo hanno realizzato studi progettuali in materia, intende
realizzare nel breve periodo opere di costo limitato, necessarie per ripristinare
la funzionalità del porto, quali il dragaggio per il ripristino dei fondali, la
realizzazione di un pennello sentinella esterno alla diga foranea,
l'installazione di idrovore (sistema bypass sabbie), il ripristino del sistema
d'illuminazione, nonché nel medio periodo le ulteriori opere ritenute
necessarie per ridare alla infrastruttura la funzionalità originaria e
soprattutto per consentire lo sviluppo del turismo nautico e da diporto nella
costa ionica;
se,
nell'ambito di un contratto d’area da concertare e da stipulare tra
(55;
7.10.2010)
Nucera. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere –
premesso che:
la
grave crisi economica che attanaglia i Paesi occidentali, e anche l'Italia, ha
drammatiche ricadute anche nella Regione Calabria, determinando nuove povertà e
l'inesorabile crisi del sistema familiare;
tutti
gli indicatori economici e sociali pongono in misura sempre crescente il
disfacimento della famiglia come condizione negativa per la formazione dei
giovani, specie sul piano educativo e su quello dell'acquisizione dei valori
tradizionali;
considerando
l'istituto familiare un istituto di rilevanza pubblica,
la
famiglia è, per il nostro sistema costituzionale e statutario, oltre che
sociale, un'istituzione primaria essenziale per la nascita, la cura e
l'educazione dei figli e per l'assistenza ai suoi componenti;
essendo
la famiglia l'ambito più importante in cui si forma e si sviluppa la
personalità dell'individuo, è compito della Regione promuovere il servizio
pubblico alla famiglia ed attuare iniziative volte alla tutela dei suoi
componenti, al fine di sostenere il diritto di questa fondamentale istituzione
sociale al libero svolgimento delle sue funzioni;
nel
momento storico in cui viviamo è fondamentale, anche per la tenuta del nostro
sistema socio-economico, favorire la formazione e sostenere lo sviluppo delle
famiglie, mediante la rimozione di tutti gli ostacoli che creano difficoltà nel
corso della vita familiare, quali quelli di carattere abitativo, economico e
della salute -:
se
ritengono opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti ivi
previsti, la legge regionale 2 febbraio 2004, n.1 (Politiche regionale per la
famiglia);
con
quali cifre e in quali modi intendono investire in un'istituzione, quale quella
familiare, che, per le caratteristiche della nostra Regione, è stata sempre un
fondamentale punto di riferimento sociale, culturale ed economico.
(56;
28.1.2010)
De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con Decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri in data 12 settembre 1997, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 217 del 17.09.1997 -
serie generale -, è stato dichiarato lo stato di emergenza nella Regione
Calabria in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale
determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
con D.P.C.M. del 18.12.2009, lo stato di emergenza nel settore
dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria è stato prorogato fino
al 31 dicembre 2010;
ai sensi dell'art. 7
dell'O.P.C.M. n. 3886 del 9.07.2010, pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 169 del 22.07.2010, il
Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per il
superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel
territorio della regione Calabria;
lo stato di
emergenza nella regione Calabria è stato proclamato per poter ovviare a gravi
situazioni di precarietà ambientale, in gran parte dovute a carenze strutturali
ed a mancanza di impiantistica nel settore de quo;
da quanto si
apprende dagli organi di stampa (Il Quotidiano del 28.10.2010), nel territorio
calabrese sono attivi 9 siti e 4 impianti, i quali, tra l'altro, versano in
situazione critica;
le prerogative del
Commissariamento, trovano fondamento, essenzialmente, sulla necessità di poter
disporre di un vasto ed articolato piano operativo, nel cui programma siano
determinati uffici, compiti e tempi suscettibili di creare, nell'ambito del
settore dell'emergenza ambientale, le risorse indispensabili per fronteggiarla
radicalmente;
allo stato delle
cose, il programma con cui erano stati previsti una serie di interventi per
superare la situazione di emergenza nel settore sullodato, non appare ancora
completamente esaurito, per cui si ritiene poco logica e del tutto
ingiustificata la decisione di smaltire i rifiuti di altre Regioni nei pochi
impianti, già sofferenti, dislocati nel nostro territorio;
il D.lgs n. 152/2006 prevede, ai sensi e per gli effetti
dell'art. 182, che lo smaltimento dei rifiuti urbani venga effettuato in modo
tale da:
a) realizzare
l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti
territoriali ottimali;
b) permettere lo
smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi
di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi,
tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti
specializzati per determinati tipi di rifiuti;
in Calabria, stante
il perdurante stato emergenziale, le condizioni di cui sopra non sono,
attualmente, garantite, per cui non possono essere accettati i rifiuti
provenienti da altre Regioni -:
a) quali sono le
ragioni tecnico-amministrative e giuridiche attraverso cui è stato consentito
lo smaltimento dei rifiuti campani in una regione che versa in uno stato
emergenziale;
b) la quantità e la
natura dei rifiuti proveniente dalla Campania già smaltiti e da smaltire;
c) se corrisponde al
vero quanto riportato dagli organi d'informazione in merito alla circostanza
secondo la quale le discariche e gli impianti ubicati in Calabria risultano
essere in via d'esaurimento o, comunque, sofferenti;
d) se e come gli
uffici preposti intendono operare dei correttivi all'iniziativa di smaltire i
rifiuti campani in Calabria e quali iniziative si intendono assumere al fine di
attuare i dovuti controlli;
e) se intende far
ripristinare, fino a quando perdura lo stato d'emergenza in Calabria, l'art. 1
comma 9 dell'O.P.C.M. n. 2696/97, abrogato dall'art.
5 comma 1 dell'O.P.C.M. n. 3512/2006, che
testualmente recitava: "il Commissario delegato provvede a vietare l'ingresso
dei rifiuti provenienti da altre regioni e dall'estero";
f) quali iniziative
si intendono predisporre allo scopo di dotare la nostra
Regione di strutture idonee affinché le istituzioni competenti in via ordinaria
siano pronte a recepire le competenze attualmente esercitate dalla struttura
commissariale.
(57;
02.11.2010)
Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte - Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino - Feroleto - Rizziconi;
detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;
tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;
lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'Ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come "l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto" si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni "ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali";
agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);
una vistosa incongruenza è riscontrabile nella distanza del
predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già richiamati (In
alcuni tratti i cavi passano a meno di cinquanta metri da civili abitazioni),
sebbene proprio il Ministero dell'Ambiente, con decreto n. 6102 del 2002 ne
avesse avvertito
le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;
nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo raggiunto al
Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato,
il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;
il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è stato
regolarmente depositato presso
dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;
è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguente all'esposizione a campi elettromagnetici;
nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul "principio di precauzione" sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);
uno studio condotto dal Prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti -:
se non è il caso di approfondire la conoscenza delle ragioni che hanno impedito, ad oggi, la concreta realizzazione del progetto in variante richiamato in premessa, anche a seguito di parere negativo "interlocutorio" della preposta Commissione nazionale per la valutazione degli impatti ambientali (V.I.A.), se non altro per le implicazioni negative, dal lato dei diritti e della salute di cittadini calabresi, che la vicenda inevitabilmente ha;
se, a tal riguardo, non è il caso oltretutto, come l'interrogante crede, di chiedere un incontro urgente al Ministro dell'Ambiente, per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS);
quali concrete e tempestive iniziative, per quanto di competenza della Regione, si intendono in ogni caso assumere per arrivare ad una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero per un interramento dei cavi - com'è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate -, nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti.
(58; 8.11.2010)
Aiello.
Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore alle politiche all’ambiente, agricoltura, foreste
e forestazioni. Per sapere – premesso che:
è stata avanzata, da parte della Ditta Ecologica Sud Servizi Srl, domanda di Valutazione di Impatto Ambientale e per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale al Dipartimento all'Ambiente della Regione Calabria, concernente un progetto di impianto di trattamento e valorizzazione rifiuti pericolosi e non pericolosi da allocare nella Piana di Cammarata-Sibari, in area ASI del comune di Castrovillari;
tale impianto dovrebbe lavorare, anche attraverso combustione e trattamenti chimici con sostanze a loro volta altamente tossiche e pericolose, oltre mille diverse tipologie di rifiuti solidi e liquidi, di cui diverse centinaia pericolose per un totale annuo di oltre 150.000 tonnellate ed una produzione giornaliera di oltre 27 tonnellate di scarti residui delle lavorazioni;
i rifiuti da trattare nell'impianto sono scarti di lavorazioni, anche altamente pericolosi, di industrie non presenti sul territorio che dunque proverrebbero da ambiti indefiniti, comprendenti l'intero territorio nazionale;
le emissioni in atmosfera, le acque reflue e le ceneri prodotte dall'impianto rappresenterebbero un concreto rischio per la salute degli abitanti, le coltivazioni e le lavorazioni alimentari presenti dell'area interessata, tra cui due centrali del latte e uno stabilimento di lavorazione carni;
la presenza di un tale impianto di trattamento e gassificazione di rifiuti speciali anche pericolosi sarebbe, nei confronti della produzione agroalimentare, un detrattore grave e immediato anche per i possibili esiti del trasporto e dei trattamenti cui l'ingente quantità di rifiuti in arrivo sarebbero assoggettati;
la zona indicata per la localizzazione dell'impianto è nel cuore del Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari, istituito con apposita legge regionale (n. 21 del 13 ottobre 2004) e culla delle principali filiere agroalimentari regionali, con prodotti tutelati dal marchio IGP e DOP e prodotti biologici, nonché con la presenza di strutture di servizio alla produzione ed alla commercializzazione, oltre che di trasformazione agroindustriale, che generano una occupazione diretta e indiretta di circa 30.000 unità, con un grande contributo all'esportazione;
tale area, dunque, rappresenta volano economico non sostituibile per l'occupazione e per lo sviluppo del territorio non soltanto di Castrovillari e dei Comuni limitrofi, ma dell'intera Calabria;
soprattutto i rischi per l'occupazione sono stati fortemente sottolineati da Sindaci del territorio, Associazioni professionali di categoria, Sindacati, Associazioni e Comitati di cittadini, con esplicita richiesta, avanzata anche in sede politico-istituzionale, di un intervento a tutela degli interessi di tante migliaia di lavoratori;
anche nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Cosenza è vietata la collocazione di tali impianti in aree caratterizzate da attività agricole di pregio già individuate e catalogate;
è perciò necessario che tutti i soggetti istituzionali interessati intraprendano ogni azione utile a tutelare l'occupazione e lo sviluppo presente e prospettico della Piana di Cammarata-Sibari -:
quali concreti ed urgenti iniziative gli Assessorati competenti intendano adottare per tutelare il territorio della Piana di Cammarata-Sibari, la salute delle popolazioni residenti, nonché le migliaia di posti di lavoro messi così gravemente a rischio dall'iniziativa in oggetto.
(59; 8.11.2010)
Guccione, Censore, Franchino, Aiello,
De Gaetano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso
che:
il
Piano regionale dei Trasporti della Calabria risale al 1997 e, pertanto, negli
ultimi tredici anni non è stato apportato mai alcun aggiornamento allo stesso;
la
flotta ferroviaria della nostra regione è tra le più obsolete d'Italia e che il
locomotore più moderno risale a circa quarant'anni fa;
i
nostri territori sono letteralmente tagliati fuori dal progetto dell'Alta
Velocità;
la
linea ferroviaria ionica ancora non è neanche elettrificata;
molti
treni regionali non hanno nemmeno gli orari ottimizzati al fine di garantire
all'utenza le coincidenze con i treni a lunga percorrenza (in particolare Eurostar ed Intercity );
nel
mese di marzo 2010 sono stati soppressi ben 12 treni e nello scorso mese di settembre
è stata soppressa "Freccia d'Argento" che garantiva il collegamento
tra
è
necessario ed urgente che tutti gli attori del trasporto pubblico e privato
costituiscano insieme alla Regione e alle Province calabresi un tavolo
permanente che funga da coordinamento e realizzi forti sinergie fra i vari
soggetti che si occupano di trasporti in Calabria;
a
tutt'oggi, nella tratta Catanzaro Lido-Lamezia Terme
Centrale e viceversa, diversi treni ogni giorno vengono sostituiti con bus
nelle fasce orarie di maggior affluenza dell'utenza;
molto
spesso nella tratta Melito-Reggio Calabria-Villa
S. Giovanni e viceversa, per mancanza di mezzi di trazione (automotrice, elettromotrice,
minuetto) vengono soppressi numerosi treni e che il più elevato numero di
soppressioni si registra soprattutto nei giorni di lunedì e martedì, a seguito
della chiusura dell'Officina Riparazioni di Reggio Calabria per il riposo
settimanale di sabato e domenica;
tali
soppressioni si accumulano progressivamente per via delle mancate riparazioni
da parte dell'officina nei due giorni di riposo settimanale creando pesanti
disagi agli utenti;
a
causa dei mezzi di trazione eccessivamente obsoleti si verificano guasti
frequenti lungo tutta la linea ferroviaria calabrese che provocano una sorta di
"effetto domino" con notevoli disagi per la circolazione e per
l'utenza;
per
effetto di tutto ciò le popolazioni calabresi e, in particolar modo, gli
studenti e i lavoratori pendolari, sono costretti a subire quotidianamente
pesanti disservizi e disagi in termini di mobilità interna ed esterna alla
nostra regione;
il
rischio di completo isolamento della Calabria diventa ogni giorno sempre più
concreto e reale, con gravissime conseguenze per lo sviluppo economico e
sociale dell'intera regione;
le
politiche aziendali di Trenitalia continuano ad essere costantemente e
pervicacemente orientate alla riduzione degli investimenti e ad un aumento
vertiginoso dei tagli, attraverso una strategia che sembra voler mirare solo al
completo isolamento e abbandono della Calabria e delle aree meridionali -:
quali
iniziative s'intendono intraprendere nei confronti di Trenitalia affinché venga
definitivamente messa la parola "fine" ad una politica aziendale
offensiva e discriminatoria, che non ha nessuna considerazione nei confronti
della Calabria e dei calabresi;
se
si ritiene necessario procedere al più presto alla convocazione di un tavolo
nazionale che veda la partecipazione di Trenitalia, dei sindacati e della
Regione Calabria e che abbia il compito di concertare una nuova e più moderna
politica del trasporto su ferro in Calabria, che permetta il rilancio dei
servizi a favore della collettività e dell'economia della nostra regione.
(60;
09.11.2010)
De
Masi, Giordano, Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con
deliberazione di Giunta regionale n. 247 del 5 maggio 2009 è stato approvato il
regolamento disciplinante l'introduzione del ticket per la partecipazione del
cittadino alla spesa relativa alle prestazioni di assistenza farmaceutica
convenzionata, di assistenza specialistica, diagnostica, di laboratorio e
strumentale, ivi comprese le prestazioni erogate in pronto soccorso per codici
bianco o verde ed alle prestazioni di assistenza termale, emanato
successivamente;
con
decreto del Presidente della Giunta regionale del 4 agosto 2009, n. 11 è stato
emanato il succitato regolamento;
il
regolamento de quo all'art. 4, comma d, prevedeva che: "Sono esentati dal
pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria prevista dai
precedenti articoli i cittadini residenti per i quali ricorrono le seguenti
condizioni: (omissis) d) i soggetti ed i loro familiari a carico, con reddito
complessivo per nucleo familiare fino a €10.000,00 attestato tramite
l'Indicatore Economico Equivalente (ISEE)";
il
Presidente della Giunta regionale è stato nominato con delibera del Consiglio
dei ministri del 30 luglio 2010, Commissario ad acta
per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della
Regione Calabria;
il
Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario ad acta, ha emanato il decreto n. 19 del 25 ottobre 2010;
con
il punto 1 del summenzionato decreto si è inteso modificare “l'art. 4 lett. d)
del Regolamento "Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket",
stabilendo che i cittadini hanno diritto all'esenzione dalla partecipazione
alla spesa sanitaria in base al reddito secondo i criteri stabiliti dall'art. 8
comma 16, della Legge 537/1993" e con le seguenti modalità:
soggetti
con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.151,98
euro (Omissis);
disoccupati
- e loro familiari a carico - con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro
incrementato a 11.362,05 euro in presenza coniuge ed in ragione di ulteriori
516 per ogni figlio a carico;
titolari
di assegno (ex pensione) sociale - e loro familiari a carico (omissis);
titolari
di pensioni al minimo, con più di 60 anni - e loro familiari a carico - con
reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in
presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 € per ogni figlio a carico
(omissis);
la
grave crisi economica che ha colpito tutti i Paesi occidentali, tra cui
l'Italia, ha determinato nuove povertà, con drammatiche ricadute anche nella
Regione Calabria;
una
famiglia italiana su 10 è povera ed i due terzi di queste si trovano nel
Mezzogiorno;
i
dati di settore degli ultimi rapporti Svimez ed
Eurispes evidenziano come, a differenza delle altre regioni meridionali,
l'incidenza della povertà risulti essere in pericoloso aumento per le famiglie
calabresi;
la
maggior parte dei nuclei familiari della Calabria sono monoreddito, per cui,
alle gravi difficoltà relative al mantenimento della propria famiglia, si
aggiungerebbero gravi conseguenze al diritto e alla cura della propria salute;
nell'anno
europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, le determinazioni
del decreto de quo mal si conciliano con il contesto socio economico fortemente
negativo presente nel nostro territorio che colloca la maggior parte dei
cittadini e delle famiglie in una situazione di sofferenza -:
a)
quali sono le ragioni giuridiche e sociali che hanno supportato l'adozione di
tale provvedimento;
b)
se corrisponde al vero quanto riportato da organi di stampa e da organizzazioni
sindacali in merito alla considerazione che tale decreto è gravemente
penalizzante nei confronti delle fasce deboli della popolazione calabrese,
atteso che, dalle prime proiezioni effettuate, penalizza i componenti dei
nuclei familiari precedentemente esentati per effetto del calcolo reddituale
derivante dall'indicatore Isee;
c)
se corrisponde al vero che la non prevista applicazione dello strumento Isee escluderebbe dall’esenzione ampie categorie a basso
reddito;
d)
se intende revocare e/o apportare modifiche al decreto n. 19 del 25 ottobre
2010 avente ad oggetto “Compartecipazione alla spesa sanitaria – Ticket”.
Modifica al Regolamento regionale adottato. Obiettivo G05.S13.01”.
(61.
10.11.2010)
Nucera. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
le
intense precipitazioni dei giorni scorsi hanno interessato
è
necessario, allo stato attuale, adottare provvedimenti immediati a sostegno
delle imprese che operano sui territori interessati e delle famiglie residenti
che hanno subito danni dovuti al maltempo, ed intraprendere interventi di somma
urgenza a Gioia Tauro e sui territori dei vari comuni
interessati, per il ripristino e la messa in sicurezza della rete viaria e
delle condizioni di dissesto dovute a crolli, esondazioni, smottamenti e frane;
i
provvedimenti in essere debbono consentire alle famiglie ed alle imprese di
poter far fronte ai gravi danni economici subiti ed agevolare la ripresa delle
varie attività;
per
altre Regioni italiane il Governo centrale ha già
provveduto alla erogazione di stanziamenti cospicui per far fronte all'emergenza
alluvionale, predisponendo una serie di misure a favore delle imprese e delle
famiglie, compresa una sospensione delle rate dei mutui per imprese e famiglie
e del pagamento delle imposte, dei tributi ed agevolazioni per la concessione
di prestiti;
lo
stato di emergenza in cui versa
tale
intervento risulta indispensabile affinché anche alla Regione Calabria vengano
erogati, a brevissima scadenza, stanziamenti per far fronte all'emergenza
alluvionale e vengano predisposte misure a sostegno delle imprese e delle
famiglie;
è
necessario predisporre un pacchetto di misure che preveda la sospensione del
pagamento delle rate di mutui; l'esenzione dal pagamento dei tributi locali;
dell'imponibile fiscale e dell'esenzione Iva oltre a favorire, di concerto con
l'ABI, la concessione di prestiti bancari agevolati. Ed altre iniziative mirate
per far fronte all'emergenza e per favorire la ripresa economica e sociale
della nostra Regione -:
se
intende avanzare richieste specifiche al Governo perché utilizzi le risorse del
Fondo “spese impreviste”, che viene attivato anche per questa tipologia di
interventi, oltre ai possibili stanziamenti ricorrendo al Fondo europeo per le
calamità naturali;
se
intende farsi portatore delle esigenze delle imprese e delle famiglie colpite,
ai fini della predisposizione ed adozione di un pacchetto di misure che
preveda:
la sospensione del pagamento delle rate di mutui;
l'esenzione dal pagamento dei tributi locali;
l'esenzione Iva e dell'imponibile fiscale;
di concerto con l'ABI, la concessione di prestiti
bancari agevolati, ed altre iniziative mirate per far fronte all'emergenza e
per favorire la ripresa economica e sociale nelle zone colpite dai danni
alluvionali.
(62; 12.11.2010)
Censore.
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il
Comune di Nardodipace, ha avviato le procedure di
gara alla fine del mese di luglio 2009;
a
seguito di gara deserta, è stato indetto in data 24 agosto 2009 un secondo
esperimento conclusosi con l'esclusione della Società Coop.
"L'Aurora", precedentemente concessionaria, e l’aggiudicazione definitiva
alla ditta Viaggi Gullì in data 5 ottobre 2009;
in
data 8 ottobre 2009 il Tar Calabria ha sospeso il provvedimento di esclusione
dalla gara della Società Coop. “L'Aurora”;
la
ditta subentrante, a seguito di autorizzazione del Comune di Nardodipace, ha proseguito in concorrenza con la ditta
cessante, che era stata autorizzata dalla Regione con Decreto Dirigenziale n.
94 del 27 luglio 2009, ad effettuare il servizio di trasporti urbano a Nardodipace fino alla conclusione della gara;
ai
sensi della legge regionale 23/99,
art. 17 commi b, c, si fa obbligo alle imprese che subentrano nell'esercizio dei
servizi finanziati dalla Regione Calabria di acquisire il personale
dell'impresa cessante ed il materiale rotabile destinato al trasporto pubblico
locale -:
se
risulta vero che gli uffici del Dipartimento regionale ai Trasporti, su
richiesta del Comune di Nardodipace, avrebbero
predisposto il decreto per la liquidazione dell'intero importo spettante alla
ditta subentrante senza nulla corrispondere alla ditta cessante che avrebbe
prestato il servizio in concorrenza per come predisposto dalla Regione
Calabria;
se
non ritiene di dover intervenire per sollecitare l'iter riguardante
l'assunzione del personale della ditta cessante nella ditta subentrante per
come disposto dalla L.R. 23/99,
art. 17 comma b, c.
(52;
18.10.2010)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:
la legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 "Disposizioni
per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di
accoglienza per donne in difficoltà" all'art. 3 prevede che
a tutt'oggi,
ogni tipo e ogni grado di violenza sessuale, psicologica, fisica ed economica contro le donne costituisce un attacco all'inviolabilità della persona e alla sua libertà, secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalle vigenti leggi;
alle donne che incontrano l'ostacolo della violenza, nelle sue diverse forme, deve essere assicurato il diritto, eventualmente con i propri figli, ad un sostegno temporaneo al fine di ripristinare la propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà;
è compito della Regione promuovere, coordinare e stimolare iniziative per contrastare la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali -:
quali provvedimenti urgenti si intendano adottare in ordine alla mancata emanazione del bando annuale di cui all'art. 13 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 che, di fatto, impedisce il sostegno ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza per donne in difficoltà, che la suddetta legge garantisce.
(54; 20.10.2010)
Censore, Guccione, Bruni, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
a seguito dei violenti nubifragi abbattutesi in Calabria
nelle giornate del 18 e 19 ottobre u.s,
si è ormai constatata la ciclica ripetitività di simili eventi che annualmente si presentano nella nostra regione in concomitanza dell'arrivo dell'inverno;
i fiumi ed i torrenti della Calabria sono spesso causa di esondazioni che provocano ingenti danni e fondati allarmi tra le popolazioni dei Comuni interessati;
i danni causati dalle esondazioni dei fiumi e dagli smottamenti mettono in ginocchio l’economia agricola e turistica ed interrompono il normale flusso della circolazione nelle principali arterie di comunicazione -:
se non ritiene che
se non ritiene di dover intervenire in maniera più adeguata per dare attuazione al Piano di assetto idrogeologico in relazione al controllo dei torrenti e dei fiumi in maniera che si possa arginare il pericolo delle esondazioni nel corso dei mesi più piovosi;
se non ritiene di dover intervenire per far aderire gli studi e gli interventi del Piana ai punti nevralgici del territorio regionale verificando l'esistenza di eventuali abusi e/o omissioni che compromettono l'assetto globale del suolo.
(5; 20.10.2010)
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso
che:
impegna
oltre
a quanto sta già facendo con azioni concrete nel contrasto alla ‘ndrangheta e
ad ogni forma di associazione di stampo mafioso, anche nella decisione di
costituirsi sempre e comunque parte civile nei processi, ovunque incardinati,
in cui si contestino reati associative di stampo mafioso, e reati fine
connessi, perpetrati a danno dei cittadini, delle istituzioni pubbliche, dei
loro rappresentanti, o qualunque altro soggetto pubblico o privato vessato o
colpito da condotte delittuose riconducibili al cosiddetto "metodo
mafioso";
tanto
nella consapevolezza e volontà politica che nessuna azione deve essere
tralasciata per difendere la libertà, la dignità e il futuro della Calabria e
dei calabresi.
(10;
19.10.2010) Magarò
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
il polo industriale di Saline Ioniche, evidenziando tutti i limiti delle vecchie politiche centraliste, è fallito, producendo esclusivamente la violazione della vocazione ambientale, territoriale, compromettendo il paesaggio con la presenza degli impianti industriali della “Liquichimica” e sconvolgendo l'assetto territoriale della zona, rovinando per sempre uno dei tratti più belli della costa ionica calabrese;
con deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14 febbraio 2005 è stato approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), che espressamente vieta la realizzazione sul territorio regionale di centrali termoelettriche alimentate a carbone;
la società Saline Energie Ioniche S.p.A. ha inoltrato alle competenti strutture regionali il progetto dell'opera “Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel comune di Montebello Ionico (RC)”;
il Consiglio regionale della Calabria, nella seduta del 6
settembre
il comune di Montebello Ionico, in data 18 agosto 2008, ex articolo 23 e ss Dlgs 152/20006, ha prodotto al Ministero dell'Ambiente dettagliate osservazioni, esprimendo parere contrario con la più ampia riserva alla realizzazione della centrale termoelettrica a carbone;
il Comune di Montebello Ionico,
gli amministratori locali del comprensorio, la provincia di Reggio Calabria,
impegna
Il Presidente e
rendere inefficace il tentativo di realizzazione della centrale termoelettrica a carbone proposto dalla società Saline Energie Ioniche S.p.A. nel. Comune di Montebello Ionico;
intraprendere ogni iniziativa utile alla realizzazione di un progetto di bonifica e riqualificazione produttiva dell’area di Saline Ioniche, rispettandone la vocazione ambientale e turistica del territorio.
(11; 08.11.2010) Principe, Maiolo, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Loiero, Scalzo, Sulla
Il
Consiglio regionale della Calabria
premesso
che
gli
ultimi gravi eventi metereologici che hanno
interessato l'intera Regione Calabria, in particolare vaste aree delle
provincie di Reggio Calabria e Cosenza ed i comuni di Gioia Tauro,
Crotone e Vibo Valentia, ripropongono ulteriormente il tema della sicurezza e
della salvaguardia del territorio. In particolare le alluvioni dell'ultimo mese
hanno determinato una vera e propria catastrofe, tant'è che la richiesta
avanzata dalla Giunta regionale con delibera n. 688 del 19 ottobre scorso è
stata prontamente recepita dal Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo
stato di emergenza;
il
dr. Franco Torchia, sottosegretario della Regione Calabria con delega alla
protezione civile, ha evidenziato che gli stanziamenti erogati sono di gran
lunga insufficienti a fronteggiare la situazione essendo stati stimati i danni,
per difetto, in oltre trecento milioni di euro;
a
conferma di una situazione ormai insostenibile interviene lo studio recente di
Legambiente che, nel radiografare il nostro territorio, offre un dato
allarmante:
tali
disastri, è ormai acclarato, non trovano origine
nell'abbondanza delle precipitazioni bensì nella rottura dell'equilibrio
idrogeologico del territorio che ha fatto sì che in Calabria la natura sia
stata troppo spesso piegata e degradata dall'assenza di politiche di governo
del territorio, di protezione e tutela dell'ambiente;
in
questo contesto appaiono ormai insufficienti gli interventi tampone e lo stesso
Governo nazionale è complice del dissesto idrogeologico con i 900 milioni di
euro per i piani straordinari chiusi nel cassetto e i fondi originari
precedentemente destinati dal 2008 ad oggi dimezzati;
in
questo scenario nel quale le responsabilità e i ritardi del Governo nazionale
sono evidenti, occorre uno sforzo congiunto di tutta la classe politica
calabrese nelle sue articolazioni locali e nazionali al fine di dare una
risposta adeguata alle problematiche nascenti dal dissesto idrogeologico;
impegna
ad
attivarsi presso il Governo nazionale perché, quest'ultimo, sblocchi in via d’urgenza
le risorse finanziarie già stanziate a favore della Regione Calabria per gli
interventi in materia di sicurezza del territorio;
a
richiedere allo stesso Governo la predisposizione di un piano di intervento
straordinario per
a
farsi promotrice di un tavolo di concertazione che veda la partecipazione di
Province e Comuni che hanno dovuto fronteggiare le ripetute emergenze,
anticipando o impegnando risorse proprie, al fine di delineare un intervento
organico e finanziario che risponda ai danni provocati dai recenti eventi
alluvionali che hanno colpito l'intera Regione;
ad
effettuare un monitoraggio sull'operatività e la concreta attuazione dei
finanziamenti già erogati, nonché, stante la drammaticità della situazione, ad
attivarsi nella programmazione degli ulteriori interventi finanziabili con i
fondi Por 2007/2013.
(12;
09.11.2010) Giordano, De Masi, D. Talarico
Il
Consiglio regionale della Calabria
premesso
che
attraverso
il Piano energetico regionale - approvato con delibera del Consiglio regionale
n. 315 del 14.02.2005 -
il
17 dicembre 2008 il Parlamento europeo ha
approvato il pacchetto clima-energia volto a conseguire gli obiettivi che l'Ue
si è fissata per il 2020: ridurre
del 20% le emissioni di gas a
effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti
rinnovabili. In base a tale accordo l'Italia dovrebbe ridurre le sue emissioni
di gas serra di 60 milioni di tonnellate di C02 entro il 2020;
in
data 4.07.2008
la società
SEI S.p.A. ha avanzato al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di
autorizzazione unica relativa alla realizzazione di una Centrale termoelettrica
a carbone di circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel Comune di Montebello
Jonico (RC) presso il sito dell'ex Liquichimica di Saline Joniche;
la
normativa in materia prevede che l'autorizzazione del Ministero per lo sviluppo
economico sia subordinata all'intesa con
con
delibera della Giunta regionale n. 686 del 6 ottobre 2008
l'area
di Saline Ioniche è già stata profondamente segnata sul piano paesaggistico da
un progetto industriale fallimentare che ne ha devastato la bellezza e
compromesso la vocazione turistica del territorio che ospita un'area
naturalistica protetta (aree SIC del Pantano di Saline Ioniche, Capo d’Armi di
Lazzaro, di Pentedattilo di Melito
P.S). Per questo nell'ambito del programma
straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo dei siti
industriali inquinati,
con provvedimento
dell'8 giugno 2010, il Ministero per i
Beni e le Attività culturali ha espresso parere contrario alla richiesta di
pronuncia di compatibilità ambientale in ordine al progetto definitivo
presentato dalla società SEI S.p.A., con motivazioni di ordine paesaggistico e
architettoniche;
il Comune di Montebello Ionico, gli amministratori locali del
comprensorio, la provincia di Reggio Calabria,
si è recentemente
registrata un'"accelerazione" sull'iter amministrativo da parte della
società SEI e degli enti locali interessati, i quali, contraddicendosi con la
posizione di netta chiusura assunta in passato, hanno manifestato aperture ad
una ipotesi di costruzione dell'impianto, subordinando il tutto ad un
accertamento scientifico di impatto ambientale e sanitario da parte di una
commissione di esperti;
esprime la propria
contrarietà ad ogni ipotesi di costruzione di una centrale a carbone sui
territorio calabrese, secondo quanto previsto dal Piano energetico regionale;
ribadisce il proprio
diniego alla costruzione di una centrale a carbone sul sito della ex Liquichimica di Saline Ioniche;
impegna
a ribadire
attraverso apposita delibera la posizione contraria del Consiglio regionale
della Calabria e della Giunta regionale al progetto di costruzione di una
centrale a carbone sull'area dell'ex Liquichimica di
Saline Ioniche, nel comune di Montebello Jonico;
ad intraprendere
ogni iniziativa utile alla realizzazione di un progetto di bonifica e
riqualificazione del sito industriale di Saline Ioniche.
(13; 15.11.2010) De
Gaetano
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
con Decreto Ministeriale n. 468 del 18 settembre 2001, avente ad aggetto “Programma nazionale di Bonifica e ripristino ambientale”, Crotone è stato dichiarato quale sito d'interesse nazionale - denominato Crotone-Cassano-Cerchiara - da sottoporre ad interventi di risanamento ambientale a causa della preoccupante contaminazione da metalli pesanti (principalmente zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico) ad opera delle due grandi fabbriche Pertusola Sud e Montedison di proprietà del gruppo Eni;
il succitato Decreto prevedeva, tra gli interventi da attuare per Crotone, la “Bonifica di aree industriali dismesse, della fascia costiera contaminata da smaltimento abusivo di rifiuti industriali e del relativo specchio di mare, di discariche abusive”;
l'art. 17 del D.Lgs. 5 febbraio 1997 n. 22 (abrogato dal D.Lgs 3 aprile 2006, n.152) prevedeva che “(...) chiunque cagiona, anche in maniera accidentale, il superamento dei limiti di cui al comma 1, lettera a), ovvero determina un pericolo concreto ed attuale di superamento dei limiti medesimi, è tenuto a procedere a proprie spese agli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale delle aree inquinate e degli impianti dai quali deriva il pericolo di inquinamento (..)”;
l’art.. 311, comma 2, del D.Lgs 3 aprile 2006, n.152 recante “Norme in materia ambientale” recita testualmente: “Chiunque realizzando un fatto illecito, o omettendo attività o comportamenti doverosi, con violazione di legge, di regolamento o di provvedimento amministrativo, con negligenza, imperizia, imprudenza o violazione di norme tecniche, arrechi danno all'ambiente, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo in tutto o in parte, è obbligato al ripristino della precedente situazione e, in mancanza, al risarcimento per equivalente patrimoniale nei confronti dello Stato”;
l’art. 252 - commi 3, 4, 5 - del D.Lgs 3 aprile 2006, nn, 152, così dispone:
“3. Ai fini della perimetrazione del sito sono sentiti i comuni, le province,
le regioni e gli altri enti locali, assicurando la partecipazione dei
responsabili nonché dei proprietari delle aree da bonificare, se diversi dai
soggetti responsabili.
4. La procedura di
bonifica di cui all'articolo 242 dei siti di interesse nazionale è attribuita
alla competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio,
sentito il Ministero delle attività produttive. Il Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio può avvalersi anche dell'Agenzia per la protezione
dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), delle Agenzie regionali per la
protezione dell'ambiente delle regioni interessate e dell'Istituto superiore di
sanità nonché di altri soggetti qualificati pubblici o privati.
5. Nel caso in cui il responsabile non provveda o non sia individuabile oppure non provveda il proprietario del sito contaminato né altro soggetto interessato, gli interventi sono predisposti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, avvalendosi dell'Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), dell'Istituto superiore di sanità e dell'ENEA nonché di altri soggetti qualificati pubblici o privati”;
il Tribunale di Torino ha inflitto una pesantissima condanna alla controllata dell'ENI, Syndial S.p.A. Attività Diversificate (già Enichem S.p.A.) per un risarcimento danni di €. 1.833.475.405,49, per gravissimo inquinamento ambientale del Lago Maggiore;
l’art. 2, comma 1, del Decreto-legge 30 dicembre 2008, n.
208, recante “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di
protezione dell'ambiente” (c.d. Decreto Salva-ENI) -
convertito nella legge n. 13 del 27 Febbraio 2009 - prevede: “Nell'ambito degli strumenti di attuazione di
interventi di bonifica e messa in sicurezza di uno o più siti di interesse
nazionale, alfine della stipula di una o più transazioni globali, con una o più
imprese, pubbliche o private, in ordine alla spettanza e alla quantificazione
degli oneri di bonifica, degli
oneri di ripristino, nonché del danno ambientale di cui agli articoli 18 della
legge 8 luglio 1956, n. 349, e 300 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n,
152, e degli altri eventuali danni di cui lo Stato o altri enti pubblici
territoriali possano richiedere il risarcimento, il Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio e del mare può, sentita
in data 11.11.2010 su “Il Fatto Quotidiano” è stata pubblicata la notizia, successivamente ripresa da tutti i quotidiani locali, secondo cui l'ENI sarebbe pronta a siglare un “Protocollo transattivo” che dovrebbe mettere al riparo l'Eni da ogni contestazione;
il Protocollo d'Intesa dovrebbe essere siglato con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che sancirebbe una sorta di sanatoria ambientale a favore della suddetta Società, chiudendo definitivamente i contenziosi pendenti per i disastri ambientali da essa provocati nel corso degli anni;
in virtù del suddetto Protocollo d'Intesa, l'ENI non pagherebbe più per i disastri ambientali causati nel tempo, se non indennizzando marginalmente i territori interessati;
l'inquinamento del territorio provocato dall'ENI nel corso degli anni, ha determinato la violazione di numerosi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano, a un salubre standard di vita;
con comunicazione dell'8 giugno 2009 n. 308934,
Impegna
a rappresentare, sul piano politico istituzionale, la netta ed chiara espressione di contrarietà alla stipula del protocollo d'intesa in oggetto indicato, atteso che lo stesso eluderebbe la bonifica ed il relativo risanamento ambientale delle aree interessate, determinando la violazione di numerosi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano, a un salubre standard di vita;
ad assumere, di concerto con le Amministrazioni locali interessate, le iniziative necessarie tese a interrompere la procedure relative alla stipula del Protocollo d'Intesa in argomento, anche ai fini di un integrale risanamento ambientale del territorio inquinato provocato dall'attività dell'ENI nel corso degli anni, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, qualora non venisse sollecitamente attuata la bonifica dei siti così come individuati, grave ed irreparabile potrebbe essere il danno per l'intera collettività, stante la precaria situazione esistente nella predetta area;
ad assumere un chiaro orientamento politico della Giunta regionale in materia ambientale, teso a salvaguardare un valore assoluto, quello del diritto alla salute dei cittadini, che esige, in quanto tale, una concreta tutela che può essere garantita solo da un integrale risanamento ambientale del territorio inquinato dall'attività dell'ENI.
(14; 15.11.2010) De Masi
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
la legge regionale sull’energia esclude totalmente l’utilizzo di combustibili fossili per le produzioni energetiche;
il Consiglio regionale si è già pronunciato in termini nettamente contrari rispetto alla realizzazione, a Saline Ioniche, di una centrale termoelettrica a carbone di 1.320 Mwe da parte della Sei SpA;
lo stesso pronunciamento negativo c’è stato dalle istituzioni in quell’area compreso il comune e la provincia di Reggio Calabria, nonché da parte di tantissime associazioni di cittadini;
vanno avanti le procedure burocratiche
per la realizzazione del suddetto impianto, considerato il parere positivo
espresso dalla Commissione per l’impatto ambientale del Ministero
dell’ambiente;
impegna
il Presidente della Regione e
lo stesso Presidente a voler procedere, con gli stessi
intendimenti, per bloccare il progetto teso alla riconversione a carbone
dell’impianto energetico di Rossano;
infine, il Presidente della Regione e
(15; 15.11.2010) Bova, Adamo
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
con decreto n. 13109 del 13.09.2010
il progetto presentato da ENEL S.p.A. prevede la
conversione a biomasse della centrale di che trattasi, la cui ubicazione è
all'interno di un'area doppiamente protetta a livello nazionale e comunitario
(Parco Nazionale del Pollino e Zona di Protezione Speciale Pollino e Orsomarso IT 9310903);
la potenza elettrica lorda della centrale sarebbe
stimata in 41Mw, quella netta in 35 Mw. Ciò mentre la
potenza media di centrali alimentate da biomasse è, normalmente, di 5-6 Mw;
un’ampia documentazione tecnica ha dimostrato la pratica
impossibilità di reperire in loco la biomassa necessaria ad alimentare una
centrale di tali dimensioni, essendo la quantità di biomassa necessaria ad
alimentare detto impianto, tra i più grandi d'Europa, stimata nell'ordine delle
400.000 tonnellate/anno, dunque difficilmente reperibile né in loco né per un
ampio raggio della centrale;
l'ENEL S.p.A., nella propria relazione tecnica che
accompagna il progetto, ha dichiarato che la gran parte della biomassa sarebbe
costituita da «legno cippato» da reperire nei boschi
della Calabria e della Basilicata, la cui stima, fatta da ENEL stessa, sarebbe
di
l'effettiva attivazione di tale centrale determinerebbe
non soltanto inaccettabili rischi per la salute delle popolazioni residenti, ma
anche danni irreparabili all'ambiente e alle specie protette, animali e
vegetali, presenti nell'area, nonché alle attività economiche esistenti sul
territorio e, infine, ma non certo da ultimo, allo sviluppo occupazionale
dell'intera area calabrese e lucana interessata;
uno studio del professor Paolo Rabitti
e del dottor Felice Casson, segnala, tra l'altro, la
presenza nell'area di specie protette, quali la lontra (oggetto, recentemente,
anche di un progetto di tutela del Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare, interessanti le regioni meridionali, sottoscritto anche
dal presidente del Parco nazionale del Pollino), che avrebbero, dall'avvio
della centrale, danni molto rilevanti;
stanti le dimensioni della centrale, oltre agli effetti
negativi diretti (emissioni) derivanti dalla sua riattivazione, si avrebbe
nondimeno sulle strade che attraversano il territorio del Parco nazionale del
Pollino un congestionamento insostenibile del traffico veicolare, per via del
transito giornaliero di centinaia di camion trasportanti la biomassa da
bruciare nell'impianto;
al progetto di che trattasi, si oppongono con grande
forza e determinazione l'intera popolazione della valle, nonché le
Amministrazioni delle comunità maggiormente coinvolte nell'eventuale
attivazione della centrale e l'Ente Parco Nazionale del Pollino, oltre a varie
Istituzioni, tra cui
l'Ente Parco Nazionale del Pollino, in quanto organo di
governo dell'area protetta, con deliberazione del Consiglio direttivo n. 67 del
12.10.2009, prendendo atto di apposito parere dell'avvocatura distrettuale
dello stato di Potenza, aveva peraltro deciso per la revoca del proprio parere
favorevole rilasciato alla conferenza di servizi, svoltasi presso l'Ente
Provincia di Cosenza in data 30.07.2009;
la stessa Comunità del Parco, riunitasi a Castrovillari
in data 10.12.2009, aveva approvato un documento nel quale si era espressa
netta contrarietà alla riattivazione della centrale;
il predetto Ente Parco Nazionale del Pollino, con nota
n. 11178 del 28.10.2010, ha dato mandato all'Avvocatura distrettuale di
Catanzaro di proporre ricorso innanzi al TAR competente, per l'annullamento del
decreto del dirigente del settore politiche energetiche della Regione Calabria
n. 13109/2010 con il quale è stata autorizzata la riattivazione in esercizio
della centrale termoelettrica del Mercure;
tale decisione, è stata motivata dallo stesso Ente Parco
Nazionale del Pollino alla luce della mancata osservazione, da parte della
Regione Calabria, dei precedenti deliberati della Comunità del Parco, del
Consiglio direttivo e dei provvedimenti adottati sulla questione dalla
Direzione dell'Ente, attraverso i quali era stata formalmente espressa la
contrarietà dell'Ente Parco alla riapertura della centrale del Mercure;
il dirigente del settore Politiche energetiche della
Regione Calabria, nell'emettere il decreto sopra richiamato, avrebbe utilizzato
gli atti nulli prodotti in sede di conferenza di servizi alla Provincia di
Cosenza, prima che la stessa fosse dichiarata incompetente;
le incongruità sotto il profilo ambientale, giuridico e
amministrativo che la vicenda ha, fin dall'inizio, presentato, sono state
oggetto di importanti servizi giornalistici di denuncia da parte di media
nazionali (L'Espresso, il Manifesto, Liberazione, Ambiente Italia - settimanale
del TG3 e, per ultima, la puntata del 31 ottobre u.s. di Report su Rai TRE),
in data 3.11.2010, il Consiglio regionale della
Basilicata, ha approvato, con una sola astensione, una mozione che,
nell'esprimere netta contrarietà alla riattivazione della centrale del Mercure, impegna
impegna
a rappresentare, sul piano politico ed istituzionale,
l'inequivocabile e netta espressione di contrarietà alla riattivazione della
centrale Enel della Valle del Mercure nel Comune di Laino Borgo (CS), per la sua manifesta incompatibilità con
il quadro ambientale e la vocazione economica dell'area in cui è ubicata,
stante l'area di che trattasi ricompresa nel perimetro del Parco Nazionale del
Pollino e classificata in sede europea quale Important
Bird Areas (IBA), in
immediata adiacenza di aree ulteriormente protette dallo stesso diritto
comunitario, ZPS (Zona di Protezione Speciale - Pollino/Orsomarso)
e SIC (Sito di Interesse Comunitario);
ad assumere, di concerto con le amministrazioni locali
interessate e con l'Ente Parco Nazionale del Pollino, le iniziative necessarie
atte a bloccare, anche ai fini di una più attenta valutazione della
problematica sotto il profilo tecnico-amministrativo e ambientale, gli effetti
del Decreto n. 13109, con cui
ad assumere un chiaro orientamento politico sullo
sviluppo della Regione, che rilanci il tema della sostenibilità e dell'ecocompatibilità dello stesso, esprimendo, anche per il
futuro, la netta contrarietà a progetti, in campo energetico, che ne contraddicano
palesemente lo spirito.
(16; 15.11.2010) Talarico D.,
Giordano, De Masi
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
dai dati pubblicati dal Gestore della rete e relativi
alla produzione di energia elettrica per l'anno 2009 si rileva che, a fronte di
una produzione netta destinata al consumo di 10.800 GWh/anno,
l'energia richiesta al consumo interno ammonta a 6.600 GWh/anno,
con un surplus di 4200 GWh/anno;
con deliberazione n. 98 del 9.02.2005
già con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008
per un'analoga iniziativa promossa dall'ENEL Produzione
SpA per la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano
(CS), in sede di conferenza dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo
Economico
il Piano Energetico Regionale (PEAR) approvato con
Deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005 fa assoluto divieto
dell'utilizzo del carbone ai fini energetici;
lo sviluppo economico del territorio regionale può
ottenersi con attività alternative all'utilizzo delle fonti fossili, attività
imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione di
iniziative manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell'efficienza
energetica;
l'articolo 1 comma 2 della legge 9 aprile 2002 n. 55 di
conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002 n.7 "Misure urgenti per
garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale" stabilisce che
"l’autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un
procedimento unico, al quale partecipano le Amministrazioni statali e locali
interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le
modalità di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni,
d'intesa con la regione interessata...";
ai sensi dell'art. 117 della Costituzione la produzione,
il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia è materia di potestà
legislativa concorrente;
impegna
ed il Presidente ad attivarsi presso il Ministero dello
Sviluppo Economico, per impedire la realizzazione di centrali termoelettriche a
carbone sul territorio della Regione Calabria nel rispetto di quanto previsto
dal vigente PEAR.
(17; 15.11.2010) Fedele, Bilardi,
Tripodi, Serra
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
con decreto n. 18
del 22 ottobre u.s. il Commissario - Straordinario per l'attuazione del piano
di rientro sanitario della Regione Calabria ha
approvato i decreti di riordino della rete ospedaliera e il riordino della rete
emergenza-urgenza;
entrambi i provvedimenti
individuano le funzioni dei diversi livelli della rete ospedaliera
calabrese: Hub, Spoke,
Ospedali generali, Ospedali di montagna e Ospedali di distretto;
nello specifico agli
ospedali di montagna (Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli) vengono assegnate solo funzioni di
medicina generale e per un numero complessivo di soli 20 posti letto (vedi
allegato n. 2) con la possibilità di utilizzo degli stessi da parte dei
pazienti che hanno subito interventi eseguiti dalla chirurgia elettiva in day surgery;
la riduzione delle
funzioni dei PO di montagna, di fatto, cancella le funzioni ospedaliere e
vanifica le stesse prerogative garantite dalla legge in materia di servizi per
le aree svantaggiate;
il decreto
sopracitato è attualmente oggetto di verifica di congruità e compatibilità
presso il Ministero dell'Economia e Finanze, prima di renderne efficace la sua
operatività;
la proposta avanzata
dal Commissario straordinario
per l’attuazione del piano di rientro con riferimento, in particolare, ai
presidi ospedalieri montani (Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli) produrrebbe una pesantissima limitazione
del diritto alla salute in contrasto anche con la normativa che garantisce i
LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);
impegna
il Commissario straordinario
per l’attuazione del piano di rientro a voler integrare i richiamati decreti
sulla rete ospedaliera e emergenza-urgenza nella parte riguardanti i PO montani
(Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria
Mannelli) attribuendo agli stessi le funzioni previste per gli Ospedali
generali.
(18;
15.11.2010) Principe, Maiolo, Ciconte,
Amato, Bruni, Battaglia
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso
che
con
delibera della Giunta regionale del 16 dicembre 2009 n. 845 è stato approvato
il Piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario;
con
delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010 il Presidente della
Giunta regionale è stato nominato Commissario per l'attuazione del Piano di
rientro;
con
decreto del Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario,
del 22 ottobre 2010 n. 18 sono stati approvati gli atti concernenti il riordino
delle tre reti: ospedaliera, emergenza-urgenza e territoriale;
all'interno
della rete ospedaliera sono stati previsti i Centri Hub
e Spoke, gli Ospedali generali, gli Ospedali di Zone
montane e gli Ospedali distrettuali;
gli
Ospedali di Zona montana con decreto del Presidente della Giunta regionale,
nella qualità di Commissario, del 22 ottobre 2010 n. 18 sono state disposte due
fasi temporali di riconversione: entro il 30 marzo 2011 gli ospedali di Palmi,
Taurianova, Siderno, Chiaravalle, Soriano e San Marco Argentano; entro il 30
marzo 2012 gli ospedali di Rogliano, San Giovanni in
Fiore, Acri, Mormanno, Trebisacce,
Cariati, Praia a Mare, Lungro, Soveria
Mannelli, Serra San Bruno, Scilla, Oppido Mamertina;
nella
suddetta riconversione rientrano alcuni Ospedali di zona montana;
i
territori in cui ricadono gli Ospedali di zone montane presentano obiettive
criticità legate alla difficile situazione orografica, alle precarie condizioni
della rete stradale ed agli inadeguati servizi di trasporto pubblico
interurbano;
gli
Ospedali di montagna conservano solamente un ridotto numero di posti letto
relativamente nel reparto di Medicina, mentre sarebbe opportuno prevederne anche
per le Osservazioni Brevi Intensive (OBI);
si
ritiene che gli Ospedali di Zone Montane, proprio per la loro peculiarità,
rivestono un ruolo decisivo per la tutela del diritto alla salute garantito
dalla normativa nazionale;
l'articolo
22, c. 4, del decreto legge del 1 luglio 2009 n. 78, convertito con
modificazioni dalla legge 3 agosto 2009 n.
impegna
il
Presidente della Giunta
regionale nella qualità di Commissario,
a voler avanzare presso il tavolo Massicci la proposta di integrazione circa le
funzioni degli ospedali di zone montane estendendo a questi stessi le
competenze previste per gli Ospedali generali.
(19; 15.11.2010) Censore, Guccione,
Franchino, Bruni, Mirabelli, Trematerra,
Aiello F., De Gaetano
Titolo I
Finalità - Obiettivi
- Funzioni
Art. 1
(Finalità)
1.
a) promuove lo sport
come strumento essenziale per il miglioramento dello stile di vita, nonché come
elemento fondamentale per la formazione dei soggetti e per il benessere individuale
e collettivo;
b) sostiene la
diffusione della cultura della pratica dello sport, delle attività
fisico-motorie e del tempo libero, al fine di rendere l'attività sportiva
accessibile a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno,
pur nella diversità delle pratiche agonistiche o amatoriali;
c) persegue
l'equilibrata distribuzione e la congruità degli impianti sportivi e degli
spazi aperti, al fine di garantire a ciascuno la possibilità di partecipare ad
attività fisico-motorie in un ambiente sicuro e sano, privilegiando la
formazione di base dei bambini sia in età pre-scolare che scolare, nonché la
pratica sportiva degli adolescenti, dei giovani, delle persone diversamente
abili, degli adulti e degli anziani;
d) sostiene le realtà
regionali dello sport dilettantistico che raggiungono risultati a livello
nazionale ed internazionale contribuendo a promuovere l'immagine della Regione
in Italia e nel mondo;
e) promuove e
finanzia eventi sportivi, da realizzarsi nella regione, che siano inseriti in
un circuito internazionale, agonistico, che incidano sull'immagine positiva e
determinino ricadute economiche per
f) promuove la
pratica sportiva nel rispetto dell'ambiente, incentivando le strategie
d'intervento a minore impatto ambientale e implementando il livello di
sicurezza;
g) riconosce l'importanza dello
sport per la tutela della salute e la prevenzione di malattie e di disturbi psico/fisici;
h) favorisce lo sviluppo di
politiche sportive tese a combattere il disagio giovanile e le dipendenze;
i) promuove la pratica sportiva
nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado.
Art. 2
(Obiettivi)
1.
a) la realizzazione di infrastrutture,
impianti e servizi sportivi pubblici e privati, favorendo la riqualificazione
delle strutture già esistenti;
b) la predisposizione
di un regolamento, approvato con deliberazione della Giunta regionale, nel
quale si definiscono gli standard strutturali e di gestione per lo svolgimento
delle pratiche sportive, agonistiche e non;
c) il sostegno alle
associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate e iscritte nel
Registro nazionale delle associazioni e società sportive dilettantistiche del
CONI, che svolgono attività sportiva organizzata da Federazioni sportive, OSA,
EPS ed a quelle inserite nella sezione parallela, riservata al CIP, che
svolgono attività sportiva organizzata dalle Federazioni Sportive Paralimpiche, Organizzazioni Paralimpiche
e Discipline Sportive Associate Paralimpiche;
d) la formazione, la
specializzazione e l'aggiornamento professionale dei dirigenti, dei tecnici e
degli operatori sportivi, finalizzata all'ottimizzazione delle attività
sportive e della tutela della sicurezza e della salute dei praticanti lo sport;
e) le attività
sportive in ambito pre-scolastico e scolastico, organizzate dal Ministero della
pubblica istruzione e dal CONI, con la collaborazione delle FSN, OSA, EPS, dal
CIP con la collaborazione delle FF.SS. PP. e OO.PP. Paralimpiche
e D.S.A. Paralimpiche, in
collaborazione con le istituzioni scolastiche pubbliche e utilizzando i locali
e le attrezzature anche in orario extrascolastico, con specifici programmi di
pratica sportiva;
f) le iniziative
curate dall'Ufficio scolastico regionale coordinamento attività motorie fisico
sportive, anche relative all'associazionismo sportivo scolastico;
g) il miglioramento
degli standard qualitativi delle attività delle federazioni sportive, delle
associazioni sportive dilettantistiche, degli enti di promozione sportiva,
delle società e dei circoli senza scopo di lucro;
h) interventi volti a
realizzare gli obiettivi delle politiche sociali integrate, e, in particolare,
il recupero e la rieducazione dei disabili, la prevenzione delle malattie e
delle dipendenze, la tutela della salute mentale e la rieducazione dei
detenuti;
i) l'utilizzo delle
strutture regionali, ovvero di quelle messe a disposizione dagli enti locali,
dal GONI, dalle federazioni sportive, dagli enti di promozione sportiva, dal
CIP, dalle FF.SS.PP., dalle OO.PP. Paralimpiche e dalle D.S.A. Paralimpiche, dalle società ed associazioni sportive senza
fine di lucro, da altri soggetti promotori di eventi particolari se costituiti
in associazione temporanea, dalle Università e dalle istituzioni scolastiche;
j) la tutela e il
sostegno degli atleti calabresi di livello internazionale e nazionale, che
danno lustro e prestigio allo sport calabrese.
Art. 3
(Compiti della
Regione)
1.
a) adotta, sentito il
parere vincolante della competente Commissione consiliare, il piano regionale
triennale degli interventi in materia di sport, per la determinazione degli
obiettivi da perseguire, nonché gli indirizzi, i criteri e le metodologie
d'intervento;
b) realizza gli
interventi previsti dal piano triennale regionale e ne verifica la
compatibilità con i piani annuali provinciali degli interventi;
c) verifica il
perseguimento degli obiettivi fissati dal piano settoriale regionale, anche
mediante la rilevazione e l'elaborazione dei dati relativi allo sviluppo delle
strutture sportive;
d) elabora e coordina
l'attuazione dei programmi di intervento previsti dall'Unione europea (UE) o da
leggi statali;
e) elabora i programmi
straordinari d'intervento per l'impiantistica sportiva, laddove ne ricorrono i
presupposti;
f) agevola l'accesso
al credito, con riferimento ai protocolli d'intesa Associazione nazionale
Comuni italiani (ANCI) - CONI e Unione Province d'Italia (UPI) - CONI e ANCI - CIP
e UPI - CIP, mediante la stipula di convenzioni con istituti di credito, per
l'acquisto, l'adeguamento o la realizzazione e la gestione degli impianti,
spazi e attrezzature sportive e per la ricerca scientifica;
g) sostiene manifestazioni
ed attività sportive di rilevanza regionale, nazionale ed internazionale che si
svolgono sul territorio regionale anche dì natura dilettantistica;
h) organizza mostre, convegni e
manifestazioni sui temi dello sport e della medicina sportiva;
i) partecipa a manifestazioni
ricorrenti di rilievo internazionale o nazionale, che si svolgono nel
territorio regionale;
j) acquisisce dati, anche ai fini
di un monitoraggio del sistema sportivo regionale;
k) attiva studi,
indagini e ricerche sulle problematiche inerenti il settore dello sport, con
eventuale pubblicazione e divulgazione dei risultati, costituzione di banche
dati e reti informative;
l) sostiene forme di
sperimentazione di soluzioni innovative;
m) istituisce presso il
competente Dipartimento della Giunta regionale gli albi relativi alle figure
professionali operanti in ambito sportivo;
n) sostiene le realtà
regionali dello sport dilettantistico che contribuiscono alla diffusione della
pratica sportiva e nel contempo promuovono l'immagine della Regione in Italia e
nel mondo;
o) determina i
criteri per la cooperazione tra gli enti locali per la realizzazione e gestione
delle strutture sportive;
p) promuove,
programma e determina gli obiettivi e i criteri dell'attività di formazione ed
aggiornamento degli operatori dello sport, avvalendosi degli istituti
universitari, della scuola, delle federazioni sportive e degli enti di
promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dalle Federazioni Sportive Paralimpiche e Organizzazioni promozionali riconosciute dal
CIP.
2.
Art. 4
(Piano regionale di
intervento)
1.
2. Gli interventi finanziari
possono essere disposti anche attraverso agevolazioni, con modalità di
distribuzione differenti in relazione alla tipologia di soggetto beneficiario e
di iniziativa.
3.
Art. 5
(Piano regionale
triennale di intervento)
1.
2. Il piano regionale
triennale prevede:
a) gli obiettivi da
perseguire nel triennio di validità;
b) i criteri per la
selezione e la localizzazione degli interventi relativi alle attività e alle
strutture sportive. Per queste ultime, in particolare:
1) "adeguamento degli impianti esistenti agli-standard di sicurezza
e l'abbattimento delle barriere architettoniche, nel rispetto dell'ambiente
naturale;
2) il recupero funzionale degli impianti sportivi esistenti, per
migliorarne la possibilità di utilizzazione e per favorirne la gestione
tecnica, funzionale ed economica;
3) la ristrutturazione, l'ampliamento e il potenziamento di
impianti sportivi o la realizzazione di nuovi impianti, soprattutto nei
territori in cui risultano carenti;
4) la concessione di finanziamenti e di contributi per la
ristrutturazione, l'ampliamento, il potenziamento e la realizzazione di
impianti sportivi nelle scuole di ogni ordine e grado, da erogare agli enti
locali sulla base di specifici bandi pubblici;
c) gli indirizzi e i
criteri per la predisposizione e l'adozione dei piani annuali provinciali degli
interventi, per la formulazione dei programmi d'intervento comunali e per la
redazione dei progetti, nonché i parametri per la valutazione della loro
validità ed efficacia;
d) la previsione
delle esigenze finanziarie, anche ai fini della iscrizione nel bilancio
pluriennale della Regione, e la ripartizione dei finanziamenti per ambiti
territoriali e tematici di intervento;
e) i criteri e le
modalità di concessione, erogazione e revoca dei contributi, dei finanziamenti
e di ogni altro beneficio economico, con appositi regolamenti di attuazione.
3. Il Piano regionale triennale
di intervento è adottato con deliberazione della Giunta regionale ed è
trasmesso alla Commissione consiliare competente per il parere vincolante.
4. Il piano regionale triennale è
pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC) e ad esso si
adeguano le strutture regionali, gli enti e i soggetti interessati alla
realizzazione degli interventi.
Art. 6
(Piano annuale di
intervento)
1.
2. Il piano annuale d'intervento
contiene:
a) i progetti degli interventi
regionali da realizzare nell'anno di riferimento;
b) le iniziative agevolabili e
gli interventi di sostegno finanziario previsti dall'articolo 4, comma 2;
c) le priorità nella concessione
delle agevolazioni relative alla tipologia delle iniziative e alla
sostenibilità economica e strategica delle stesse;
d) i requisiti di accesso, nonché
le tipologie e i criteri per la determinazione delle spese ammissibili per
ciascuna tipologia di iniziativa;
e) le procedure attuative degli
strumenti d'intervento, che, nel caso di iniziative finanziate o cofinanziate
da fondi comunitari, sono indicate nelle relative linee di intervento;
f) la previsione di interventi
per incentivare il turismo sportivo;
g) la previsione di interventi
per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva per le persone
diversamente abili di cui alla legge regionale 24 febbraio 1998 n. 5.
3.
4. Il piano annuale d'intervento
è pubblicato sul BURC.
Art. 7
(Compiti delle Province)
1. Le Province, nel rispetto
degli obiettivi, indirizzi e criteri determinati dal piano regionale di
intervento:
a) favoriscono l'organizzazione
di attività sportive e la realizzazione d'impianti e di attrezzature
d'interesse provinciale;
b) adottano, sulla base dei
programmi degli interventi formulati dagli enti locali, singoli o associati, o
da altri soggetti pubblici e privati, i piani annuali provinciali degli
interventi per lo sviluppo delle strutture e delle attività sportive, da
sottoporre alla verifica di compatibilità di cui all'articolo 3, comma 1,
lettera b);
c) agevolano la cooperazione tra
enti locali per la programmazione e la gestione delle strutture e delle
attività sportive, anche mediante l'istituzione di appositi organismi tecnici
di coordinamento;
d) con il contributo della scuola
regionale dello sport del CONI, incentivano la realizzazione di attività di
ricerca, sperimentazione e documentazione d'interesse provinciale nel campo
dello sport e della medicina sportiva, con particolare attenzione alla lotta al
doping;
e) collaborano all'elaborazione
tecnica dei progetti d'impianti e di attrezzature sportive d'interesse comunale
con i comuni richiedenti;
f) vigilano sulla corretta
attuazione dei programmi degli interventi inseriti nei piani annuali di cui
alla lettera b);
g) promuovono forme di
collaborazione tra le istituzioni pubbliche e i soggetti privati operanti nel
territorio;
h) collaborano con le strutture
competenti della Regione alla rilevazione dei dati relativi all'ambito
sportivo.
2. Ciascuna Provincia adotta il
piano annuale degli interventi da realizzare nel rispettivo ambito territoriale
e lo trasmette alla Regione entro il 31 ottobre, unitamente a una relazione
sullo stato di attuazione dei progetti già approvati e sull'efficacia dei
relativi interventi.
3.
Art. 8
(Compiti dei Comuni)
1. I Comuni, singoli o associati,
nel rispetto degli obiettivi, indirizzi e criteri determinati dal piano
regionale di interventi:
a) favoriscono
l'organizzazione di attività sportive, la realizzazione di impianti e di
attrezzature d'interesse comunale e provvedono alla gestione degli impianti di
proprietà, anche mediante la stipula di convenzioni con soggetti privati;
b) formulano i programmi degli
interventi relativi alle strutture ed alle attività sportive, da inserire nei
piani annuali provinciali di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b);
c) con il contributo del CONI
regionale, incentivano la realizzazione di attività di ricerca,
sperimentazione, documentazione di interesse comunale nel campo dello sport e
della medicina sportiva;
d) effettuano la rilevazione dei dati
statistici ed informativi relativi ai servizi, alle strutture sportive e
all’utenza;
e) promuovono il collegamento con altre
istituzioni pubbliche e con i soggetti privati operanti sul territorio
comunale;
f) forniscono alle strutture regionali
competenti i dati relativi all’impiantistica sportiva sul territorio di
competenza e ne curano l’aggiornamento annuale.
Titolo II
Organismi
Art. 9
(Commissione
regionale per lo sport)
1. E’ istituita presso
2.
3.
a) l’assessore regionale allo sport;
b) il dirigente generale del Dipartimento
turismo, sport e spettacolo;
c) il dirigente del Settore Sport;
d) il Presidente, o un suo delegato, del
Comitato regionale del CONI;
e) il dirigente, o un suo delegato,
dell'Ufficio scolastico regionale;
f) un
rappresentante delle Università;
g) il direttore
della scuola regionale del CONI o un suo delegato;
h) un delegato dell’UPI;
i) un delegato dell’ANCI;
j) quattro rappresentanti complessivamente
espressi dalle FSN o DSA o AB, di cui uno delegato dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e uno dalla Federazione Medico Sportiva Italiana
(FMSI);
k) due rappresentanti degli EPS;
l) due esperti in materia sportiva.
4. I rappresentanti degli organismi di cui al
comma 3 sono designati entro sessanta giorni dalla data della richiesta.
5. I rappresentanti di cui alle lettere j),
k) e l) del comma 3 sono nominati dalla Giunta Regionale, previa valutazione
delle competenze sportive acquisite.
6.
7.
a) in prima convocazione, con la presenza
della maggioranza assoluta dei suoi componenti;
b) in seconda convocazione, con la presenza
di un terzo dei suoi componenti.
8. Le deliberazioni sono adottate a
maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente.
9. Ai lavori della Commissione possono essere
invitati, occasionalmente, tecnici ed esperti, anche dipendenti della Regione
Calabria, il cui parere sia ritenuto utile o necessario nell'esame di singole
problematiche. La presenza di tecnici ed esperti di settore e’ autorizzata
preventivamente dal Presidente della Commissione.
10. Le funzioni di segretario sono svolte dal
dirigente del Servizio della struttura regionale competente in materia di
sport, ovvero, in sua assenza, da un funzionario dello stesso ufficio.
11.
12. Ai componenti
Art.10
(Osservatorio regionale per lo sport)
1. E’ istituito presso il Consiglio regionale
l’Osservatorio regionale per lo sport, organismo di supporto
tecnico-scientifico, con finalità di raccolta, aggiornamento ed analisi dei
dati sull’attività e sull’impiantistica sportiva pubblica e privata presente
sul territorio regionale.
2. L’Osservatorio regionale per lo sport ha
in particolare i seguenti compiti e funzioni:
a) crea la banca dati di cui all’articolo 11,
costantemente aggiornata, su ogni aspetto attinente la materia sportiva, sia in
ordine alle diverse discipline sportive, sia in ordine alle varie attività
svolte;
b) svolge funzioni di studio, ricerca,
documentazione, promozione e consulenza ai fini della predisposizione dei
piani, dei programmi e dei progetti di competenza regionale;
c) cura la ricognizione, aggiornata e
ripartita per ambito territoriale, degli impianti sportivi esistenti, delle
modalità di gestione e del loro effettivo utilizzo, anche al fine di
predisporre un’analisi dei costi e dei benefici;
d) provvede alla rilevazione costante degli
elementi informativi concernenti gli impianti sportivi, con particolare
riferimento allo stato di manutenzione e alla conformità alle norme di
sicurezza, costituendo una apposita banca dati;
e) promuove il processo di monitoraggio della
domanda di impianti sportivi, volto ad individuare l’effettivo fabbisogno in
relazione alla pratica sportiva nei diversi ambiti territoriali e le criticità
economiche, sociali e strutturali che ostacolano una equilibrata fruizione
degli impianti sportivi in determinate zone del territorio regionale, da parte
di alcune fasce della popolazione ed in relazione a specifiche discipline
sportive;
f) favorisce l’accesso degli utenti alle
informazioni sui servizi sportivi disponibili mediante la costituzione di un
sito web di agevole e immediata consultazione, finalizzato a diffondere e ad
accrescere la pratica sportiva;
g) fornisce, su richiesta degli enti locali
interessati, supporto e consulenza specialistica per la redazione di progetti
relativi all’impiantistica e all’attività sportiva.
3. Con il supporto
dell’Ufficio scolastico regionale, l’Osservatorio regionale per lo sport
raccoglie ed elabora le informazioni relative alle strutture sportive in uso
agli istituti scolatici, con riferimento alla popolazione scolastica e
relativamente alle caratteristiche funzionali e strutturali delle palestre e
degli impianti, destinati all'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e
sportiva.
4. Con il supporto
del CONI, delle FSN e degli EPS e del CIP, del FF.SS.PP.,
delle OO.PP. Paralimpiche e D.S.A.
Paralimpiche, l’Osservatorio regionale fornisce i
dati relativi alle società, alle associazioni sportive e ai loro tesserati.
5. L’Osservatorio
regionale per lo sport è composto da:
a) un dirigente del
Consiglio regionale competente per materia, o da un suo delegato;
b) cinque esperti
in materia di sport, da reclutare mediante avviso pubblico;
c) un consulente
per l’impiantistica sportiva, designato dal CONI regionale.
L’Osservatorio
regionale per lo sport nomina un Presidente, da individuare tra i cinque
esperti in materia di sport, ed un Segretario. Alla votazione partecipano i
cinque esperti ed il Dirigente del Consiglio Regionale competente per materia.
A parità di voti risulterà eletto colui che sarà votato dal Dirigente del
Consiglio Regionale. In caso di impedimento del Presidente le funzioni saranno
demandate al Dirigente del Consiglio Regionale.
6. Agli esperti,
non dipendenti dell’Amministrazione regionale, spetta un rimborso per le spese
sostenute.
Art.11
(Banca dati ed albi professionali)
1.
2. Con il supporto
dell’Ufficio scolastico regionale, la banca dati è estesa anche alle strutture
sportive in uso agli istituti scolatici, relativamente alle palestre ed agli
impianti sportivi destinati all'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva.
3.
4. Le informazioni raccolte costituiscono
patrimonio comune per la diffusione della conoscenza e della cultura delle
attività motorie, ricreative e sportive, nonché strumento di monitoraggio e
verifica della efficacia degli strumenti di programmazione e degli interventi
per la promozione delle predette attività.
5. Sono
istituiti presso il Dipartimento turismo, sport e spettacolo - Settore Sport -
gli albi regionali relativi alle professioni in ambito sportivo e,
precisamente, relativi a:
a) associazioni
sportive dilettantistiche;
b) dirigenti
sportivi;
c) esperti gestori
di impianti sportivi;
d) istruttori
qualificati;
e) tecnici
federali;
f) assistenti o
operatori specializzati;
g) atleti e
praticanti;
h) fisioterapisti e
massaggiatori;
i) altre figure
tecnico-sportive.
6. Ai fini della
iscrizione negli albi professionali è necessario il conseguimento del titolo
professionale rilasciato da enti pubblici o da istituzioni sportive abilitate,
previo espletamento di specifici corsi. In sede di prima applicazione della
presente disposizione è dato pubblico avviso per la presentazione dell’istanza
di iscrizione nel rispettivo albo da parte dei soggetti in possesso di titoli
professionali in ambito sportivo.
7. Gli albi sono
costantemente aggiornati sulla base delle richieste di iscrizione e delle
eventuali cessazioni o decadenze. Il Dipartimento turismo, sport e spettacolo
comunica annualmente all’Osservatorio regionale per lo sport l’elenco degli
iscritti nell’albo professionale.
Titolo III
Interventi Regionali
Art. 12
(Tipologia degli interventi)
1.
a) interventi concernenti l’impiantistica
sportiva;
b) interventi concernenti l’attività sportiva
dilettantistica;
c) interventi per l’organizzazione di
manifestazioni sportive, anche dilettantistiche;
d) interventi a sostegno del merito sportivo;
e) interventi per la formazione e l’aggiornamento
delle professionalità sportive.
2.
a) progetti nazionali per la promozione
dell’attività sportiva giovanile, volta alla prevenzione e tutela della salute;
b) forme di aggregazione giovanile in ambito
sportivo, per incentivare lo spirito di squadra e di sana competizione.
Art. 13
(Interventi concernenti l’impiantistica
sportiva)
1.
a) iniziative volte al mantenimento delle
condizioni di sicurezza nei luoghi dove viene praticata l’attività sportiva;
b) investimenti relativi alla
riqualificazione, alla sostenibilità ambientale e energetica, al potenziamento
e alla valorizzazione del patrimonio impiantistico e alla manutenzione
straordinaria ed in particolare all’abbattimento delle barriere architettoniche
negli impianti già esistenti e non accessibili ai diversamente abili;
c) sostenimento di spese di gestione
strettamente connesse alla fase di start up e messa a regime degli impianti
sportivi, nonché di spese ritenute essenziali ed economicamente rilevanti per
la gestione di impianti, espressamente indicate nel regolamento regionale. I
soggetti beneficiari dell’agevolazione, non proprietari della struttura, devono
averne il possesso per una durata pari al periodo di ammortamento degli
interventi sui quali si richiede l’agevolazione, per come previsto dal comma 1
dell’articolo 2426 del codice civile;
d) acquisto di attrezzature sportive, sentita
e) realizzazione di impianti connessi a
discipline sportive emergenti;
f) realizzazione di strutture e servizi
sportivi che assicurano l’accessibilità dell’impianto sportivo anche per i soggetti
diversamente abili.
2. Le agevolazioni possono essere concesse
agli enti pubblici, privati, alle imprese, alle federazioni regionali sportive,
alle associazioni e alle cooperative, proprietari o gestori degli impianti
sportivi, o che comunque operino nell'ambito dello sport:
a) in percentuale sulle spese
complessivamente sostenute, secondo quanto stabilito dal regolamento regionale
e dai piani attuativi annuali;
b) attraverso l’erogazione di contributi a
fondo perduto in regime ordinario, ai sensi del regolamento (CE) n. 800 del 6
agosto 2008, (Regolamento della Commissione che dichiara alcune categorie di
aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88
del trattato) e in regime de minimis, ai sensi del
regolamento (CE) n. 1998 del 15 dicembre 2006 (Regolamento della Commissione
relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti
d'importanza minore), secondo i massimali previsti dalla normativa vigente.
3. Le tipologie di intervento di cui al comma
1 possono essere realizzate direttamente, in tutto o in parte, dalla Regione,
che, in tal caso, provvede alla successiva individuazione dei soggetti gestori.
4.
5.
6.
7.
8.
9. Le concessioni demaniali rilasciate a
società sportive dilettantistiche affiliate alle Federazioni sportive
nazionali, ovvero ad Enti, hanno una durata non inferiore ad anni venti. Alle
concessioni è applicato il canone previsto dagli articoli 39 del codice della
navigazione e 37 del relativo regolamento di esecuzione.
10.
Art. 14
(Interventi concernenti l’attività sportiva
dilettantistica)
2. Le istanze di contributo,
riferite all’anno sportivo precedente, devono essere presentate al Dipartimento
competente:
a) entro il 30 aprile, per le
società con bilancio sportivo solare;
b) entro il 31 dicembre, per le
società con bilancio sportivo statutario.
3.
Art. 15
(Interventi per l’organizzazione di manifestazioni sportive)
1. Per l’organizzazione di
manifestazioni ed eventi sportivi a carattere internazionale, nazionale,
interregionale e regionale,
2.
3. Sono esclusi dai contributi
previsti nei commi 1 e 2 i soggetti che fruiscono di contributi, per le stesse
iniziative, erogati da altri settori regionali.
4. Le istanze di contributo
devono pervenire al Dipartimento competente novanta giorni prima della data di
inizio della manifestazione sportiva, secondo modalità e procedure previste da
apposito regolamento regionale.
5.
a) entro il 31 luglio, per le
domande presentate nel corso del primo semestre dell’anno corrente;
b) entro il 31 gennaio dell’anno
successivo per le domande presentate nel secondo semestre dell’anno precedente.
6. Il beneficiario del contributo
è obbligato a esibire il logo della Regione sul materiale pubblicitario,
secondo le modalità concordate con gli uffici del Dipartimento competente.
Art. 16
(Interventi a sostegno del merito sportivo)
1.
2. Il Consiglio regionale,
nell’ambito della promozione della cultura e della pratica dello sport e al
fine di favorire la crescita sportiva degli atleti calabresi, istituisce il
premio “Atleta calabrese dell’anno”, da attribuire ad atleti calabresi non
professionisti, distintisi a livello internazionale e nazionale per lo spiccato
talento sportivo.
3. Le società sportive
dilettantistiche calabresi, cui è tesserato l’atleta premiato, beneficiano per
almeno un biennio, di un contributo speciale ed unico per l’anno sportivo di
riferimento.
4. I soggetti beneficiari sono
individuati su proposta dei comitati periferici del CONI, degli EPS e del CIP.
La quantificazione del premio e le modalità di erogazione sono stabiliti con
deliberazione del Consiglio regionale, su proposta dell’Osservatorio per lo
sport.
5. I benefici di cui ai commi 2 e
3 sono consegnati ai soggetti beneficiari nell’ambito dell’evento “La giornata
dello sportivo”, entro i limiti delle disponibilità del bilancio consiliare. Durante
la giornata dello sportivo saranno premiati anche tecnici e dirigenti sportivi
calabresi che si sono particolarmente distinti nelle loro mansioni.
6. Allo scopo di incentivare e
qualificare l’attività sportiva dilettantistica,
Art. 17
(Interventi per la formazione e
l’aggiornamento delle professionalità sportive)
1.
a) definisce, i profili
professionali nelle diverse discipline sportive, laddove non disciplinati dalla
legge statale, individuando caratteristiche e requisiti dei percorsi formativi;
b) costituisce i relativi albi,
con le modalità di cui all’articolo 12.
2.
3.
4. Al fine di favorire la qualificazione e
l’aggiornamento tecnico degli operatori sportivi, dei dirigenti e degli
amministratori delle associazioni e società sportive,
5.
6.
7.
Titolo IV
Norme di sicurezza
Art. 18
(Tutela dei praticanti le attività sportive)
1. Nelle palestre e nelle strutture sportive
aperte al pubblico per l'esercizio di attività motorie dietro pagamento di
corrispettivo, anche sotto forma di quote sociali di adesione, le attività
sportive devono essere svolte con la presenza costante di un istruttore
qualificato o di un istruttore specifico di disciplina, con abilitazione in
corso di validità.
2. Si considera qualificato l’istruttore in
possesso di diploma rilasciato dall'Istituto superiore di educazione fisica
(ISEF) di cui alla legge 7 febbraio 1958, n. 88 (Provvedimenti per l’educazione
fisica) o di laurea in scienze motorie di cui al d.lgs
8 maggio 1998, n. 178 (Trasformazione degli istituti superiori di educazione
fisica ed istituzione delle facoltà e del corso di diploma in scienze motorie),
ovvero in possesso di diploma o di laurea equipollenti, conseguiti all'estero e
riconosciuti dalla Regione Calabria, in base alla normativa vigente.
L'istruttore qualificato è responsabile della corretta applicazione dei
programmi e delle attività svolte nella struttura sportiva.
3. Si considera specifico di disciplina
l’istruttore in possesso di corrispondente abilitazione, rilasciata dalla
federazione nazionale competente, riconosciuta o affiliata al CONI e/o al CIP,
nonché rilasciata dalle scuole regionali dello sport del CONI e dagli enti di
promozione sportiva. L'istruttore specifico di disciplina è responsabile della
corretta applicazione dei programmi e delle attività svolte nella struttura
sportiva.
4. Nelle piscine e specchi d'acqua interni,
aperti al pubblico dietro pagamento di corrispettivo, anche sotto forma di
quote sociali di adesione, e a mare, i corsi di nuoto, di nuoto pinnato, di
nuoto sincronizzato, di tuffi, di pallanuoto, di salvamento e di subacquea si
svolgono alla costante presenza di un istruttore in possesso dei brevetti e
delle abilitazioni all'insegnamento rilasciati dai competenti uffici della
pubblica amministrazione e dalle federazioni nazionali riconosciute o affiliate
al CONI e/o al CIP. Il personale deve essere abilitato anche a prestare
interventi di primo soccorso in caso di infortuni o malori.
5. Gli esercenti degli impianti sportivi
devono stipulare adeguate polizze assicurative a favore degli utenti e degli
istruttori che svolgono attività sportive, a copertura di eventi dannosi
comunque riconducibili alle attività svolte all'interno degli impianti.
6.
7. Le società, le associazioni sportive, gli
enti di promozione sportiva, al fine di accedere ai benefici previsti dalla
presente legge, devono dimostrare di aver adeguato i propri regolamenti alle
disposizioni di cui all'articolo 6 della legge 14 dicembre 2000, n. 376
(Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro
il doping), prevedendo in particolare le sanzioni e le procedure disciplinari
nei confronti dei tesserati, in caso di doping o di rifiuto di sottoporsi ai
controlli.
Art. 19
(Disposizioni transitorie e finali)
1. Per quanto non espressamente disciplinato
dalla presente legge, vale la normativa nazionale in materia di sport.
2.
Art. 20
(Norme finanziarie)
1. Le risorse destinate all’attuazione della
presente legge sono definite, a partire dall’esercizio
2. Agli oneri di parte corrente derivanti
dagli articoli 9, 10 comma 6, 11 e 16 stimati in euro 45.000,00 per l’annualità
2011 si fa fronte con le risorse già iscritte nel bilancio all’unità
previsionale di base (UPB) 5.2.02.01 – Promozione dello sport e del tempo
libero, annualità 2011.
3. Agli oneri in conto capitale derivanti
dagli articoli 10 comma 2, e 17 stimati in euro 80.000,00, per l’annualità 2011
si fa fronte con le entrate generate derivanti dall’articolo 13, comma 9 della
presente legge, ed in quanto compatibili con le risorse del programma operativo
fondo sociale europeo 2007-2013.
4. Agli oneri di parte capitale derivanti
dagli articoli 13, 14 e 15 della presente legge si provvede con le risorse già
iscritte nel bilancio all’unità previsione di base (UPB) 5.4.01.02 – Promozione
dello sport e del tempo libero, annualità 2011 e con i fondi europei, nazionali
e regionali allocati nelle specifiche UPB del bilancio regionale, nel rispetto
dei vincoli di destinazione fissati dalle normative di riferimento.
5.
Art. 21
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art.
1
Finalità
1.
Art.
2
Luoghi
di messa a dimora
2. I comuni che non dispongono di
aree idonee per la messa a dimora possono far ricorso, nel quadro della
pianificazione urbanistica, all'utilizzazione, mediante convezione, di aree
appartenenti al demanio dello Stato.
3. Le aree previste nel comma 2
non possono essere destinate successivamente a funzione diversa da quella di
verde pubblico.
4. Ciascun comune ha l'obbligo di
predisporre un piano annuale di allocazione degli alberi piantati tenendo conto
della natalità media registrata nell'ultimo biennio. Tale piano deve prevedere
la messa a dimora delle piante preferibilmente all'interno delle aree
urbanizzate, nei parchi pubblici presenti, nelle aree contigue alle strade,
nonché nelle aree contigue alle strutture pubbliche.
5. I comuni, per ogni albero
messo a dimora, hanno l'obbligo di:
a) predisporre sistemi di
irrigazione, se necessari allo sviluppo della pianta;
b) predisporre ed attuare
appositi piani di manutenzione che garantiscono l'attecchimento e la crescita
della pianta, conformemente alle indicazioni emanate dal Dipartimento
competente.
6. I comuni hanno l'obbligo di
predisporre per ogni albero un'apposita targa, riportante la specie vegetale, e
previa autorizzazione degli esercenti la patria potestà, il nome o il cognome o
la data di nascita del bambino, oltre alla data di impianto ed al numero o
codice identificativo della pianta, corrispondente alla posizione della pianta
nei registri tenuti, anche in formato elettronico, presso i comuni. Se non
viene rilasciata autorizzazione alla pubblicazione dei dati del bambino, la
targa riporta il nome della specie dell'albero piantato, la data della messa a
dimora, il numero identificativo della pianta e l'eventuale dato autorizzato.
La targa deve rispettare i parametri tecnici fissati dal dipartimento
competente.
7. I comuni hanno l'obbligo di
stampare per ogni albero un'apposita carta d'identità dell'albero da consegnare
alla famiglia. La carta d'identità deve riportare:
a) una breve descrizione della
specie vegetale corredata di immagine dell'albero adulto;
b) il numero o codice
identificativo della pianta;
c) il luogo di posa, corredato di
piantina con indicazione grafica ed i dati del bambino a cui è dedicato.
8. La carta d'identità è resa
disponibile in formato digitale dal dipartimento competente completa della
descrizione della specie vegetale e delle foto, con il solo onere per i comuni
di inserire i dati di cui alle lettere a), b) e c) del comma 7.
Art.
3
Biotipologie
forestali
1. Nei giardini e nei parchi
pubblici, possono essere messi a dimora alberi appartenenti alla flora
spontanea tipica della fascia bioclimatica e delle caratteristiche del suolo in
cui è ricompreso il sito d'impianto, con preferenza assoluta per gli ecotipi
locali.
2. Vanno evitati, di norma,
allineamenti rigidamente geometrici ad eccezione, ove necessario, della
creazione di filari.
3. Nei luoghi ricompresi entro
a) Roverella
(Quercus pubescens)
b) Farnia
(Quercus robur)
c) Leccio (Quercus
ilex)
d) Pino d'Aleppo (Pinus halepensis)
e) Pino marittimo (Pinus pinaster)
f) Pino domestico (Pinus pinea)
g) Alloro (Laurus
nobilis)
h) Corbezzolo (Arbutus unedo)
i) Frassino ossifilo
(Fraxinus oxycarpa)
j) Orniello (Fraxinus
Ornus)
k) Acero Campestre (Acer
Campestre)
l) Acero minore (Acer monspessulanum)
m) Sorbo comune (Sorbus domestica)
n) Tamerice (Tamarix
africana)
o) Carpino bianco (Carpinus betulus)
4. Nei luoghi ricompresi nella
fascia tra 300 e
a) Roverella
(Quercus pubescens)
b) Rovere (Quercus
petraea)
c) Cerro (Quercus
cerris)
d) Carpino nero (Ostrya carpinifolia)
e) Carpino bianco (Carpinus betulus)
f) Orniello (Fraxinus
ornus)
g) Acero minore (Acer monspessulanum)
h) Acero campestre (Acer
campestre)
i) Acero montano (Acer pseudoplatanus)
j) Acero opalo
(Acer obtusatum)
k) Sorbo comune (Sorbus domestica)
l) Sorbo montano (Sorbus aria)
m) Frassino maggiore (Fraxinus excelsior)
n) Abete bianco (Abies Alba)
o) Tasso (Taxus
Baccata)
p) Pino laricio
(Pinus nigra varo calabrica)
q) Bagolaro (Celtis
australis)
r) Maggiociondolo (Laburnum anagyroides)
s) Tiglio (Tilia
platyphyllos e Tilia
cordata)
5. La messa a dimora delle piante
deve essere effettuata nel periodo compreso tra novembre e marzo. Se sussistono
motivazioni agrotecniche che garantiscono un migliore attecchimento, la messa a
dimora è consentita in un periodo diverso da quello indicato.
6. E' obbligatorio utilizzare
piante orientativamente di età compresa tra 1 e 3 anni d'età e con altezza da
uno a due metri.
Art.
4
Adempimenti
per il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione
1. Il Dipartimento agricoltura,
foreste e forestazione, con il coordinamento del Dipartimento Presidenza
-Politiche giovanili, il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione d'intesa
con il Consiglio per la ricerca e
a) predisporre opportune linee
guida relativamente alla predisposizione dei piani di manutenzione che i comuni
devono rispettare per garantire il corretto attecchimento e la crescita delle
specie utilizzate;
b) fissare i parametri tecnici
costruttivi delle targhe necessarie all'identificazione delle piante messe a dimora
e fornire ai comuni, in formato digitale, gli elaborati tecnici necessari alla
costruzione delle targhe;
c) definire le carte d'identità
degli alberi sia in termini di design che di contenuti di competenza, e provvedere
a fornire ai comuni, in formato digitale, il modello utile alla semplice
integrazione dei dati e alla successiva stampa;
d) definire i valori limite di
rendicontazione per i comuni per le differenti specie vegetali previste
nell'articolo 3, commi 3 e 4, della presente legge.
2. Il Dipartimento agricoltura,
foreste e forestazione deve provvedere, compatibilmente con la disponibilità
finanziaria e del materiale vegetale, a mettere a disposizione dei comuni ed a
recapitare le piante per la messa a dimora in coerenza con l'elenco di specie
vegetali indicate nell'articolo 3, commi 3 e 4, della presente legge. Il
Dipartimento deve provvedere entro sessanta giorni dalla richiesta alla
consegna dell'albero.
Art.
5
Adempimenti
dei comuni
1. I comuni, per accedere ai
benefici previsti nell'articolo 6, entro novanta giorni dalla pubblicazione
della presente legge. hanno l'obbligo di trasmettere al Dipartimento
agricoltura foreste e forestazione il piano annuale di allocazione degli alberi
messi a dimora.
2. I comuni, per rinnovare
l'accesso ai benefici o se non hanno adempiuto l'obbligo di cui al comma 1,
hanno l'obbligo di inviare al Dipartimento agricoltura foreste e forestazione i
nuovi piani annuali di allocazione degli alberi messi a dimora ogni anno entro
il termine previsto nel comma 1.
3. I comuni, per ogni intervento
di messa a dimora, hanno l'obbligo di trasmettere, al Dipartimento agricoltura
foreste e forestazione richiesta di invio delle piante. Le richieste non devono
eccedere il venti per cento del valore di previsione effettuato nel piano
annuale di allocazione.
4. Le richieste d'invio delle
piante, dei modelli delle targhe o delle carte d'identità degli alberi, o i
contributi per l'applicazione della presente possono essere effettuate dal novantunesimo
giorno successivo alla pubblicazione della presente legge.
5. I comuni hanno l'obbligo di
consentire ai cittadini che vogliono piantare a loro spese alberi per i minori
non beneficiari della presente legge, l'accesso alle aree predisposte alla posa
in opera degli alberi.
6. Nel caso previsto al comma 5,
il comune è comunque tenuto a fornire indicazioni sul luogo di posa e sui
servizi previsti dalla presente legge, quali targhe dell'albero, sistema o
servizio d'irrigazione o manutenzione e carta d'identità per la famiglia del
minore.
Art.
6
Spese
ammissibili - Entità del contributo
1.
2. I comuni beneficiari possono
rendicontare le spese di acquisto delle piante, opportunamente certificate ai
sensi del D.Lgs. 386/2003, eventualmente non
disponibili presso i vivai regionali, rispettando i tetti massimi di spesa
fissati, per ciascuna specie, dal Dipartimento agricoltura, foreste e
forestazione.
3. La somma messa a disposizione
annualmente dalla Regione Calabria per l'attuazione della presente legge è
ripartita tra tutti i comuni del territorio regionale.
Art.
7
Disposizioni
finanziarie
1. Agli oneri derivanti
dall'attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 della presente legge, quantificati
per l'esercizio finanziario 2011 e per i successivi esercizi in € 50.000,00, si
provvede con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la
collegata legge finanziaria che l'accompagna.
2. Per l'attuazione degli
interventi richiamati dal precedente comma possono essere utilizzate, per
quanto compatibili con la normativa ed i regolamenti in vigore, ulteriori
risorse di provenienza statale e comunitaria.
3.
Art.
8
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art.
1
1. Al comma 4 dell'articolo 30
della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7, così come già modificato
dall'articolo 20, comma 1 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007, dalla
legge regionale n. 35 del 16 ottobre 2008 articolo 1, primo capoverso, e dalla
legge regionale n. 30 del 17 agosto 2009, articolo 1, comma 1, le parole
"di ulteriori 42 mesi" sono sostituite dalle parole "di
ulteriori 58 mesi".
2. Al comma 2 dell'articolo 20
della legge regionale del 5 ottobre 2007, n. 22, così come già modificato dalla
legge regionale n. 35 del 16 ottobre 2008, articolo 1 secondo capoverso e dalla
legge regionale n. 30 del 17 agosto 2009, articolo 1, comma 2, le parole
"entro 28 mesi" sono sostituite dalle parole "entro 44
mesi".
Art.
1
(Modifiche
all'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50)
1. I requisiti minimi per la
classificazione delle strutture ricettive contenuti nella tabella A di cui
all'articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 (Disciplina della
classificazione alberghiera) sono modificati secondo la tabella di cui
all'allegato A della presente legge, che sostituisce integralmente la tabella A
della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26.
2. Il comma 3 dell'articolo 1
della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente:
"3. Gli alberghi, i motel o i villaggi albergo e le residenze turistico
alberghiere, disciplinate dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, sono
classificati in cinque classi contrassegnate da stelle con le seguenti
specificazioni:
a) per gli alberghi, motel,
villaggi albergo e residenze turistico alberghiere già esistenti, per i quali è
scaduto il periodo di validità del provvedimento di classificazione, non
interessati da interventi di ristrutturazione o ampliamento, si procede a nuova
classificazione seconde gli standard minimi relativi ai servizi, alle
attrezzature e agli arredi indicati nell'allegato A, rimanendo, invece, escluso
l'obbligo di adeguamento ai requisiti strutturali per i quali continua a
trovare applicazione la disciplina di cui alla legge regionale 3 maggio 1985,
n. 26 (Disciplina della classificazione alberghiera);
b) in caso di nuova apertura o di
ristrutturazione, gli alberghi, i motel, i villaggi albergo e le residenze
turistico alberghiere sono classificate secondo gli standard minimi qualitativi
indicati nell'allegato A della presente legge. In caso di incremento dei volumi
senza modifica delle parti esistenti, gli standard minimi devono essere
applicati unicamente ai nuovi volumi;
c) in caso di alberghi, motel,
villaggi albergo e residenze turistico alberghiere interessati da interventi di
costruzione o ristrutturazione per i quali, alla data di entrata in vigore
della presente legge, siano già stati presentati agli uffici competenti i
progetti relativi a interventi di costruzione o ristrutturazione, si applicano
gli standard minimi relativi ai servizi, alle attrezzature e agli arredi
indicati nell'allegato A della presente legge;
d) limitatamente ai requisiti
strutturali e dimensionali, ove fossero in contrasto con la migliore
conservazione dei valori storico culturali degli edifici, non è obbligatoria
l'adesione ai nuovi standard per gli alberghi, motel, villaggi albergo e
residenze turistico alberghiere da insediarsi o già insediati in edifici
sottoposti a tutela e censiti dalle soprintendenze come di interesse storico e/o
monumentale o sottoposte ad altre forme di tutela ambientale o architettonica,
per le quali si può derogare in funzione della loro integrale-conservazione e
preservazione."
3. Il comma 4 dell'articolo 1
della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente:
"4. Dal giorno successivo alla pubblicazione della presente legge, la
prima classificazione della nuova struttura di alberghi, motel, villaggi
albergo e residenze turistico alberghiere, è attribuita in base ai nuovi standard
minimi di cui all'allegato A. Per le residenze turistico-alberghiere
gli standard minimi si applicano alle unità abitative anziché alle camere. Alle
residenze turistico alberghiere, in aggiunta agli standard minimi di cui
all'allegato A, si applicano anche i requisiti obbligati relativi alla
Composizione delle unità abitative e alla Sistemazione delle unità abitative di
cui ai punti 2.11 e 2.12 contenuti nella tabella B) della legge regionale 3
maggio 1985, n. 26."
4. Il comma 5 dell'articolo 1
della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente: "
Art.
2
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Art.
1
"Art.
10 (Programma Stages)
1. Al fine di non disperdere il
patrimonio di conoscenza già acquisito dai giovani impegnati nel
"Programma Stages" di cui all'articolo 5
della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8, di integrazione e modifica della
legge regionale 12 novembre 2004, n. 26,
2. Il Consiglio regionale provvede
a stilare l'elenco degli stagisti che hanno già concluso con esito positivo,
alla data del 20 ottobre 2010, tutte le attività di formazione, ed ad
aggiornarlo con coloro i quali, coinvolti in sospensioni autorizzate ai sensi
del Regolamento del Programma Stages 2008, concludono
le attività previste, sempre con esito positivo, successivamente al periodo di
recupero.
3. Per accertare la potenziale
platea dei soggetti interessati e quantificare le risorse occorrenti,
4.
5. Successivamente,
6.
7. Alla copertura finanziaria,
stimata per l'esercizio finanziario
Art.
2
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale
premesso che:
dai dati pubblicati dal Gestore della rete e relativi alla produzione di energia elettrica per l'anno 2009 si rileva che, a fronte di una produzione netta destinata al consumo di 10.800 GWh/anno, l'energia richiesta al consumo interno ammonta a 6.600 GWh/anno, con un surplus di 4200 Gwh/anno;
con deliberazione n. 98 del
9.02.2005
già con deliberazione n. 686 del 6
ottobre 2008
per un'analoga iniziativa promossa
dall'Enel Produzione SpA per la riconversione a carbone della centrale
termoelettrica di Rossano (CS), in sede di conferenza dei servizi presso il
Ministero dello Sviluppo Economico
il Piano Energetico Regionale (PEAR) approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005 fa assoluto divieto dell'utilizzo dei carbone ai fini energetici;
lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi con attività alternative all'utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione di iniziative manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica;
l'articolo 1 comma 2 della legge 9
aprile 2002 n. 55 di conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002 n. 7
"Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale"
stabilisce che "l'autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito
di un procedimento unico, al quale partecipano le Amministrazioni statali e
locali interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con
le modalità di cui alla legge n. 7 agosto 1990, n. 241, e successive
modificazioni, d'intesa con
ai sensi dell'art. 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia è materia di potestà legislativa concorrente;
impegna
il Presidente Scopelliti
e