IX^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

11.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 15 NOVEMBRE 2010

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E

DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,25

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, interpellanza e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, l’interpellanza e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

PRESIDENTE

Prima di passare all’ordine del giorno, vorrei dare la parola all’assessore Pugliano per dare un’informativa dettagliata su quello che è avvenuto in Calabria nei giorni scorsi, ossia l’arrivo dei rifiuti da parte di altre regioni, da parte della Campania, per fare il quadro di quello che è avvenuto, per capire ed approfondire l’ordinanza e l’accordo che si è avuto col Governo e con la Regione Campania, perché l’Aula nella sua interezza possa prendere atto di quanto avvenuto, per evitare l’allarmismo che c’è stato in questi giorni anche da parte delle amministrazioni locali, da parte dei cittadini, per evitare le strumentalizzazioni che spesso su questi temi vengono fatte.

Prima di proseguire con l’ordine del giorno, direi di dare la parola all’assessore Pugliano per relazionare su questo argomento, perché le comunicazioni sono finite, il verbale è finito, però se non si fa silenzio in Aula... E’ un argomento importante e fondamentale per la nostra regione, pregherei i consiglieri regionali di ascoltare; coloro che non vogliono ascoltare si accomodano fuori e quindi evitino di creare quei capannelli, che poi disturbano tutti i lavori del Consiglio regionale!

(Interruzione dell’onorevole Principe)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, ho apprezzato i suoi sforzi e anche della Giunta di presentare un volto di rinnovamento di questa Regione, però la pregherei su questi princìpi di consentire a tutti noi un minimo di coerenza, poiché sono le 13,39, mentre il Consiglio era stato convocato per le 11. Non vorrei che prendessimo delle abitudini che in passato ci hanno fatto molto soffrire. La prego veramente di usare tutto il suo prestigio ed i poteri regolamentari che sono a sua disposizione per assicurare una linearità e un rispetto degli orari.

Poi volevo chiederle se, prima del 13 dicembre è prevista una riunione della Conferenza dei capigruppo per stabilire se si parte con il question time, per cui rapidamente, se si parte con il question time bisogna discutere delle forme di pubblicità e della garanzia di avere le televisioni, soprattutto di avere la televisione di Stato, cioè Rai3.

PRESIDENTE

Guardi, onorevole Principe, su questo tema del rispetto degli orari, questa Presidenza all’inizio è stata inflessibile, rigorosa. Sono in quest’Aula da dieci anni e, rispetto al passato, qualche sforzo in avanti l’abbiamo fatto. Cercherò di fare l’impossibile per rispettare l’orario di convocazione, perché questo è fondamentale anche per la seduta, per l’espletamento dei lavori, anche perché le sedute di Consiglio si stanno concludendo in maniera rapida.

Raccolgo, quindi, in pieno e faccio mia la sua richiesta e vorrei che tutto il Consiglio regionale sulla questione dei tempi fosse rigoroso, rispettoso. Possiamo iniziare, probabilmente, con la mezzora canonica di ritardo rispetto all’orario che di solito ci diamo, anche perché molti consiglieri regionali vengono da luoghi molto distanti da Reggio Calabria. Vengono da Cosenza, da Sibari e quant’altro.

Cercherò di far rispettare in maniera rigorosa gli orari, perché secondo me ne va del decoro di questo Consiglio regionale. Quindi, sotto questo aspetto, raccolgo in pieno il suo invito, lo faccio mio e ci auguriamo, con la collaborazione di tutti, di iniziare rapidamente e velocemente all’orario fissato.

Informativa sulla questione rifiuti

PRESIDENTE

Possiamo dare la parola all’assessore Pugliano per l’informativa.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Credo che parlare del sistema dei rifiuti in Calabria sia un tema di straordinaria importanza e, prima di arrivare a dare corretta comunicazione sul flusso di rifiuti campani conferiti in Calabria, ritengo di dover fare una premessa generale che deve, in qualche modo, inquadrare correttamente il tema e nelle giuste dimensioni. Non come siamo abituati a fare, probabilmente, in Calabria, cioè guardare le diverse tematiche col binocolo, perché il più delle volte, per un pregiudizio culturale e  politico, siamo abituati ad aumentarne le dimensioni, ad amplificare quelli che sono gli aspetti negativi e giammai ad inquadrare quelli che possono essere, quando ci sono, gli aspetti positivi.

Ritengo si possa partire, affrontando questo tema, da una condivisione generale, cioè che lo stato di salute del sistema dei rifiuti in Calabria è precario, credo che sia incontrovertibile la valutazione che assegna questo giudizio di precarietà al suo stato di salute.

Così come credo sia condiviso il concetto che tredici anni di commissariamento sul sistema dei rifiuti in Calabria non abbiano prodotto granché. Secondo me hanno prodotto poco o nulla, ma non per assegnare responsabilità alla politica o alle istituzioni. C’è stata grande confusione, quindi anche per una filosofia di governo di quel sistema, di quell’ufficio, credo si sia gestito più il contingente, più la straordinarietà del momento e non si sia realizzata una vera e necessaria pianificazione nel sistema dei rifiuti; la grande confusione che poi ha portato dentro di sé anche adempimenti sempre rinviati. Non è avulso da questo contesto il fallimento degli ambiti territoriali, fallimento certificato anche dal legislatore nazionale che ha stabilito che quelli che dovevano essere gli strumenti di pianificazione territoriale non hanno prodotto i risultati che gli erano stati assegnati. Non si sono, quindi, prodotti neanche i piani di ambito territoriale, in nessun territorio è stato pianificato, è stato programmato l’uso del territorio.

Ecco perché abbiamo la necessità, intanto, per un attimo, di fermarci e di spogliarci delle appartenenze politiche, per stabilire insieme che lo stato di salute precario va, in qualche modo, curato. Non è possibile curarlo se due medici utilizzano diagnosi e quindi terapie divergenti.

C’è bisogno, per uscire fuori dalla grande emergenza che ci pone ai confini della Campania - come possibilità di raggiungere quei limiti - di un grande sforzo di abbattimento degli steccati politici, per capire che non si può creare il paradosso. Lo enuncio immediatamente il paradosso, per certificare che è stato fatto poco o nulla per curare questo stato di salute precario, anzi, al contrario, è stato fatto molto per renderlo più difficile da curare.

Quel molto che è stato fatto è assegnato alla responsabilità di ognuno di noi.

A parti invertite sono state speculari le contrapposizioni che hanno riguardato le stesse posizioni, per far riferimento alla situazione campana: nel 2008 è stato il governo regionale di centro-sinistra a farsi stimolare dallo spirito di solidarietà nei confronti della Campania, e lì il centro-sinistra è stato ad osannare questo spirito di solidarietà nei confronti della Campania, con le critiche di chi rappresentava all’epoca il centro-destra; oggi viviamo la situazione speculare, il centro-destra che si affida ad essere spinto da questo spirito di solidarietà nei confronti della Campania e il centro-sinistra, invece, che grida al terremoto ambientale!

Beh, dirò fra qualche minuto di che cosa stiamo trattando, di che cosa parliamo per quanto riguarda questi rifiuti campani che vengono ad essere conferiti o sono stati conferiti in Calabria.

Devo riferire quale è stato il lavoro svolto da ognuno di noi, nessuno escluso: è stato fatto molto per vedere come alimentare, propagare il pregiudizio culturale nei confronti di questo tema e come è stato fatto grande lavoro per amplificare la psicosi nei confronti di questo tema. Ormai è uno slogan comune quello di gridare no ad ogni tipo di discarica, e mi fa specie quando questo slogan lo utilizzano i rappresentanti istituzionali. Lo posso capire da un comune cittadino, senz’altro non lo posso capire se utilizzato da un rappresentante istituzionale. Dire no ad ogni tipo di discarica, senza pensare a come smaltire i rifiuti, fa sorgere spontanea la domanda - per dirla alla Lubrano-: come e dove i nostri rifiuti calabresi devono essere smaltiti?

Devo dire grazie al Presidente Scopelliti che non ci ha pensato un attimo a giocarsi questa scommessa, ad affrontare questa sfida di assumerci direttamente la responsabilità del governo dell’ufficio del commissario per il superamento dell’emergenza nel ciclo dei rifiuti.

Beh, è una grande scommessa, potevamo stare questa estate, magari, in ferie e al mare. Io non ho staccato neanche il giorno di ferragosto per poter seguire e gestire quell’ufficio, e gli effetti sono stati unanimi su questo cambio di guardia alla guida di quell’ufficio, sono stati unanimi quantomeno da parte dei rappresentanti istituzionali che hanno avuto a che fare con quell’ufficio.

Non si è letta o ascoltata nessuna lamentela su una emergenza che non abbia trovato soluzione nella stagione estiva.

Questo fa parte di una inversione di bussola di orientamento, di una inversione di filosofia, senza voler criticare chi ha governato, chi ha guidato quell’ufficio, ma è la filosofia che è diversa: da un commissario che deve registrare e deve governare in una fase temporale ristretta, straordinaria e commissariale, la filosofia è quella dispositiva, è quella impositiva; la filosofia che, invece, abbiamo voluto noi inserire, assumendoci direttamente la responsabilità di quell’ufficio, è una filosofia concertativa con i territori.

Ho inviato una lettera, nel mese di agosto, a tutti i sindaci calabresi, per corresponsabilizzare e quindi per dividere questa responsabilità che noi abbiamo assunto con le comunità territoriali. Per il tramite dei sindaci, ho chiesto che venissero coinvolte le comunità, per far partire questa azione, questo intervento terapeutico finalizzato a curare la psicosi e il pregiudizio sull’approccio ai rifiuti. Noi dobbiamo invertire il trend, questo trend che evidenzia sempre un aumento della produzione di rifiuti in Calabria: siamo ad 1 milione di tonnellate all’anno. Mi fa specie che poi parlare di 1.000, di 1.500 tonnellate possa creare il terremoto!

L’inversione di tendenza deve essere attivata. Non si deve sentire escluso nessuno rispetto a questa nuova filosofia, rispetto a questa responsabilità che ognuno di noi ha. Non è possibile che un rappresentante istituzionale - ed aggiungo  a partire dai rappresentanti istituzionali regionali- possa dire no ad ogni discarica! Dove li mandiamo i nostri rifiuti?!

Bisogna senz’altro, secondo noi, intervenire su due linee di intervento: una è quella infrastrutturale, per vedere come trovare insieme ai calabresi, alle comunità territoriali i migliori siti da destinare a discariche di servizio e quindi realizzare anche impianti di trattamento, che non esistono in Calabria. Noi diciamo no ad ogni discarica e non sappiamo quante discariche esistono in Calabria.

La linea di intervento infrastrutturale deve mirare, quindi, a realizzare discariche di servizio ed impianti di trattamento, ma deve puntare anche o principalmente a realizzare filiere produttive che puntino a ridurre la quantità di rifiuti e la pericolosità dei rifiuti, e puntino a realizzare delle filiere per pensare al riuso, al riciclo dei rifiuti e quindi alla produzione anche di materia prima, secondaria e di energia.

L’altra linea di intervento, alla quale stiamo dedicando particolare attenzione, prevede una maggiore sensibilizzazione, una maggiore conoscenza, una maggiore informazione e formazione rispetto all’approccio con i rifiuti. Il rifiuto è necessario che da parte del cittadino sia visto come una risorsa e non solo come fonte di inquinamento, perché il riuso, il riciclo, il recupero di materia prima e il recupero di energia credo siano attività fiorenti in altre parti del mondo. In Calabria noi siamo alimentati sempre e comunque da questo pregiudizio culturale.

Quindi la seconda linea di intervento deve mirare ad una educazione ambientale, per far sì che ci sia una nuova coscienza ambientale, un nuovo approccio, dei nuovi atteggiamenti nei confronti dell’ambiente e del rifiuto. Ecco perché abbiamo voluto giocare questa scommessa e credo che si possa pensare con fiducia, se tutti quanti noi abbandoniamo il nostro abito politico per pensare a quello che dovrà essere l’uso del territorio e quindi il futuro del territorio da lasciare alle nuove generazioni.

Ma non la devo fare lunga su questi aspetti generali, perché mi preme comunque chiarire l’aspetto particolare dei rifiuti campani che sono stati conferiti nella discarica di Pianopoli. Beh, lo avevamo annunciato, il Presidente Scopelliti ed io, che l’ordinanza che ho siglato nella funzione di subcommissario all’ufficio del commissario per il superamento dell’emergenza sui rifiuti non è un’autorizzazione. L’ordinanza ce l’ho qui, ha rivisitato un po’ le cose e ha dovuto prendere atto di un decreto, di una ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dava la possibilità alla discarica di Pianopoli di ricevere quei rifiuti che, intanto, per chiarire un concetto basilare, sono rifiuti speciali non pericolosi. Per chi non è addetto ai lavori sentire le parole “rifiuti speciali” può, in qualche modo, portare in inganno, portare qualche dubbio. Sono speciali solo e semplicemente perché sono rifiuti urbani trattati meccanicamente, quindi, per dirla in parole più masticabili, questi rifiuti urbani sono triturati, perciò non sono per niente rifiuti rischiosi o pericolosi.

Ebbene, dicevo che l’ordinanza che ho firmato è stata firmata non per autorizzare, non c’era bisogno dell’autorizzazione né dell’ufficio del commissario né della Regione Calabria, era un rapporto già sottoscritto che necessitava solo dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri per autorizzare quella discarica a ricevere i rifiuti campani; noi siamo intervenuti per governare questo rapporto, per disciplinare questo rapporto e lo abbiamo disciplinato, per come recita l’ordinanza, sulle quantità, sulla qualità e sul flusso di questi rifiuti. Noi abbiamo detto che non potevamo far ricevere a questa discarica oltre 300 tonnellate giornaliere, non potevamo fare accogliere a questa discarica privata i rifiuti campani che non fossero scortati da certificazioni suppletive a maggiore garanzia della certificazione sulla qualità del rifiuto e sulla mancanza di rischio o di pericolo. Ed abbiamo richiesto, come terzo punto, nella ordinanza che questi flussi dei rifiuti campani non disturbassero il conferimento dei rifiuti calabresi.

Ecco perché abbiamo fatto l’ordinanza; tra le altre cose, per come aveva subito comunicato il Presidente Scopelliti, e a latere io nella qualità di sub commissario, questi conferimenti non andavano oltre i dieci giorni e, se le reminiscenze matematiche non mi ingannano, credo che 300 tonnellate al giorno, per un massimo di dieci giorni, facciano 3 mila tonnellate che, rispetto al milione di tonnellate che produce la Calabria in un anno, credo rappresentino solo un messaggio, un segnale di solidarietà nei confronti della Campania.

Questi dieci giorni, per completare con chiarezza la fotografia che abbiamo di fronte, sono stati interrotti dalle intemperie, dall’alluvione caduta sulla Calabria, non da ordinanze di sindaci, ma solo e semplicemente dal maltempo, quindi abbiamo interrotto i dieci giorni – credo – al quinto o al sesto giorno. Noi avremmo onorato l’impegno che abbiamo assunto con la Campania per i dieci giorni di conferimento, se non ci fosse stato questo maltempo. Abbiamo interrotto questo conferimento perché il maltempo ha reso impraticabile ed abbiamo dovuto dirottare i rifiuti calabresi un po’ da altre parti.

Ecco perché è stato interrotto, non per via dell’ordinanza del sindaco di Pianopoli che – ho già detto sabato in una conferenza stampa a Lamezia – non è per niente fondata.

Quindi oggi devo dire che, proprio perché questi conferimenti si sono interrotti ormai quindici giorni fa, noi non abbiamo interesse a segnalare di voler onorare i dieci giorni che né la Regione Campania né la protezione civile ci ha più chiesto di onorare. Quindi il conferimento dei rifiuti si è interrotto, non c’è più e si è fermato a sole 1.800 tonnellate di rifiuti. Ritengo che sia solo un segnale e un messaggio di solidarietà che i calabresi hanno nel proprio Dna.

Tra le altre cose, l’ordinanza del sindaco di Pianopoli, l’ultima, che ha preteso di dover interrompere il flusso di questi rifiuti campani, è basata su un concetto tecnicamente astruso, quando dichiarava che il codice di identificazione di quei rifiuti, il codice Cer 191212, appartenva ad un rifiuto speciale che aveva qualche rischio, credo di dover confermare e, quindi, smentire l’ordinanza del sindaco di Pianopoli, perché questo codice Cer appartiene a rifiuti urbani trattati solo meccanicamente, triturati, quindi nessun rischio sulla pericolosità e sulla qualità del rifiuto.

Se registriamo questa fotografia delle 1.800 tonnellate, credo che sia valsa la pena esprimere alla Campania un sentimento di solidarietà.

Penso di dover chiudere, dicendo che questi temi vanno affrontati con equilibrio, senza gridare “al lupo, al lupo” per pregiudizio. Se vogliamo fare uno sforzo di responsabilità, dobbiamo partecipare tutti a curare la psicosi e il pregiudizio nei confronti dell’approccio con i rifiuti, perché bisogna che i cittadini, ognuno per la propria parte, debbano essere consapevoli che su questo tema l’atteggiamento deve essere diverso, aperto a stabilire insieme le comunità, proprio per arrivare all’autosufficienza territoriale. Dobbiamo essere aperti anche ad individuare insieme quali sono i siti per le discariche, perché non possiamo fare a meno di discariche, se non troviamo un sistema alternativo per smaltire i rifiuti.

Ritengo che serva un invito accorato a vedere come abbattere le staccionate politiche che, spesso e volentieri non ci consentono di vedere come approcciarci meglio alla cura dello stato di salute precario del sistema dei rifiuti ed evitare anche che si introducano ulteriori elementi di disturbo che ne facciano peggiorare lo stato di salute; mi riferisco ai conflitti interistituzionali che si sono verificati anche in questa vicenda. Reputo che serva, invece, uno spirito, una propensione a vedere come fare rete, come fare squadra, sinergia e patto fra i calabresi, per poter sperare di uscire fuori da quello che è il sistema dei rifiuti in Calabria che potrebbe, se non affrontato correttamente e con equilibrio, portarci ad essere sopraffatti dalle tendenze.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Ho sentito la relazione dell’assessore Pugliano e, francamente, poiché si è rivolto a noi dicendo che gli fa specie il fatto che anche qualche consigliere regionale ha sollevato il problema dei rifiuti campani in questa regione non secondo il principio della solidarietà, penso – e gli rimbalzo questa questione, assessore Pugliano – ché, se non è nostro compito sollevare la questione dei rifiuti in Calabria, mi domando e dico che ruolo ha il consigliere regionale!

Non può sentirsi offeso, anche perché, guardi, ho ascoltato attentamente, e francamente non è consentito a lei venire in Consiglio ed affrontare la questione dei rifiuti così come l’ha affrontata e le dico subito che sono tra quei consiglieri regionali il cui intervento sulla stampa le ha fatto specie, perché le ho chiesto di sapere qual era il tipo di rifiuto che veniva scaricato in Calabria.

Perché non ha provveduto l’Arpacal ad analizzare il tipo di rifiuto? Perché su quello che lei dice sulla solidarietà, siamo d’accordo, ma questo non lo deve fare il Presidente Scopelliti, perché lui ha dato le deleghe, quindi lei era delegato ad andare a controllare  è il tipo di rifiuto, quindi l’Arpacal o i Noa dovevano controllare il tipo di rifiuto.

Infatti, se lei vuole far passare stamattina qui che quel tipo di rifiuto era un cosiddetto rifiuto di qualità, cioè trattato, mi chiedo, proprio per quello che lei ha detto nella sua relazione, poiché vengono utilizzati per produrre energia elettrica, perché un termovalorizzatore qualsiasi del Veneto o della Lombardia non ha preso questi rifiuti che erano produttori di energia? Perché, assessore, quando lei parla in  Consiglio regionale, non si è sprovveduti, anche perché vengo dall’assessorato all’ambiente della Provincia di Cosenza.

Quando fa alcuni passaggi, sono delicati e bisogna stare attenti ai passaggi che lei fa. Non ha parlato, per esempio, del fallimento totale nella Regione Calabria delle società miste che hanno gestito i rifiuti, non ha detto quella che potrebbe essere la prospettiva di gestione dei rifiuti, non ha detto la cosa fondamentale, cioè perché sono falliti gli ambiti territoriali. Sono d’accordo solo su una cosa, la fine del commissariamento che deve avvenire nella Regione Calabria, però quando lei entra in polemica con la Campania - le ricordo che anche lì c’è un regime di commissariamento -, devo farle osservare che l’ambito territoriale – veda, assessore – non ha funzionato perché nessuno può pensare di arrivare ad una gestione pubblica dei rifiuti perché la tariffa la incassa l’ufficio del commissario.

Allora bisogna essere pronti a dare delle risposte in Consiglio perché, altrimenti, cosa va a gestire il sindaco del territorio oppure l’ambito territoriale con i suoi sottoambiti nel suo complesso?

In Calabria non esiste il sistema dei rifiuti e lei non ci ha detto che cosa vuole fare, per esempio, nella continuità di quello che aveva fatto l’assessore Greco, cioè le isole ecologiche, i bandi per la differenziata, tutto ciò che aveva consentito, comunque, di andare avanti in una spinta perché, se vuole diminuire e mandare nelle discariche rifiuti di qualità, c’è bisogno di impianti di selezione che, se è vero, come è vero, che hanno trattato i rifiuti campani, guardate che con gli impianti di selezione – veda la Lombardia, non le dico una Regione dove governa il centro-sinistra, posso anche mettere la Toscana, l’Emilia Romagna – quelli sono venduti con un accordo al Conai e quello è un rifiuto di qualità, il resto del rifiuto viene inertizzato e buttato in discarica per evitare il percolato.

Quindi bisogna cercare di essere chiari nell’impostazione, perché non ho ascoltato nessun tipo di risposta definitiva alle domande che pongono i due sindaci, quello di Lamezia e quello di Pianopoli, a quello che anche il sottoscritto, in un comunicato stampa che ha fatto, chiedeva di capire cioè che tipo di rifiuto viene fuori.

Veda, quando lei parla di rifiuti in questa terra, che è diventata la pattumiera dell’Italia dal punto di vista dei rifiuti nocivi, tossici – ovviamente non è che su questo sto dando una responsabilità assolutamente a questa maggioranza- sto solo dicendo che questa è una terra in cui non si sa quello che c’è dentro Timpone Oliva, non si sa e ancora non è stata bonificata la ferrite di zinco di Cassano, poi, non parliamo proprio di quello che esiste a Crotone – lei ci viene a dire che un conferimento in una discarica privata senza il controllo dei rifiuti è qualcosa fatto secondo il principio di  solidarietà, a danno di tutti i cittadini calabresi che continuano a vivere in una discarica a cielo aperto!

Non so se ha il dato delle discariche e delle bonifiche delle discariche all’interno della regione, come e perché devono essere fatte.

Perché debbono essere fatte le bonifiche delle discariche? Perché, evidentemente, ci è andato a finire di tutto all’interno di quelle discariche e il sistema è molto contorto in Calabria, a volte, magari, è gestito dalla ‘ndrangheta in questa regione e bisogna trovare il coraggio di dirlo qui in Consiglio regionale, proprio per rompere e superare gli steccati che lei ci invitava a superare.

Ma misuriamoci su una proposta, deve venire a fare una proposta in Consiglio regionale su quello che è il sistema dei rifiuti, come si vuole impostare una gestione del rifiuto, perché il rifiuto va gestito a monte, innanzitutto, attraverso la differenziata, ma i Comuni devono avere le risorse per partire con la raccolta differenziata, così come c’è bisogno di selezionare i rifiuti che vanno a finire in un ulteriore riciclo. La plastica – non so se lei lo sa – che utilizziamo in casa non può entrare nel rifiuto differenziato, perché quella plastica necessita di essere lavata, per poi essere riutilizzata attraverso le filiere che lei diceva.

Allora vediamo che il sistema è molto contorto e se si viene qui con spirito istituzionale a misurarsi in questo Consiglio, sicuramente troverà, almeno per quanto mi riguarda, da questa parte un interlocutore per discutere di quello che è il bene complessivo di questa regione, attraverso un coinvolgimento – questo sì all’unanimità – volto a chiedere la fine del commissariamento, poiché non si è capito all’interno di questo ufficio come vengono spesi i soldi, chi li spende, dove vanno e che cosa hanno prodotto in questi anni all’interno di questa regione, se non aggravare la situazione. E non si possono prendere il cittadino, i comitati e dire che sono i responsabili, giusto perché si è stati spinti verso l’emergenza-urgenza, allora dici: “semplice non faccio questo oggi, devo fare i termovalorizzatori; se non faccio questo oggi, mi trovo la spazzatura che arriva al terzo piano delle nostre case”.

Questa è una politica dell’emergenza, non della programmazione all’interno di questa Regione.

Sono tra quelli che considerano il rifiuto una risorsa. Abbiamo punte di eccellenza nel Mezzogiorno e, così come lei parla di Napoli – ed è giusto che lei parli di Napoli – perché non si parla mai di Salerno, che è la punta avanzata nella gestione dei rifiuti a livello europeo? Perché non si parla di Salerno? Quello è il modello di rifiuto, quella è la gestione del rifiuto che bisogna trasferire qui in Calabria, è innovativa in tutto, ha creato anche l’occupazione di oltre mille ragazzi, che addirittura recuperano e riutilizzano le batterie dei nostri cellulari, che vengono messe in questo momento nelle discariche e quel tipo di rifiuto è nocivo.

Allora, se si va in questa direzione, ci misuriamo sul sistema più complessivo della gestione dei rifiuti. Non servono i termovalorizzatori, perché sgomberiamo qui un luogo comune e sono io ad invitarvi a superare gli steccati, perché i termovalorizzatori non riducono il rifiuto, nessuna merce nasce e poi muore, il rifiuto viene recuperato attraverso le ceneri che produce il termovalorizzatore e, producendo quelle ceneri, lei ha bisogno di discariche speciali di tipo B che vengono smaltite per cinquecento anni all’interno dei nostri territori.

Così faccia lei una sintesi su come sono gestiti attualmente i rifiuti in Calabria e vedrà che esce fuori un ulteriore danno all’ambiente.

Allora da qui il mio invito a fare una seduta del Consiglio regionale sul tema dei rifiuti, dove misurarci e confrontarci, venire con delle proposte ed affrontare definitivamente quella che è la linea guida della Calabria in questa direzione, cioè che cosa si vuole fare sulla gestione dei rifiuti in maniera responsabile ed istituzionale; si viene in Consiglio e si affronta definitivamente questo problema.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Masi. Ne ha facoltà.

Emilio DE MASI

Forse, sorprendendo un po’ chi ascolta, affermerò subito che il mio approccio a questa particolare e straordinaria questione, come l’ha opportunamente definita l’assessore Pugliano, sarà di tutta ragionevolezza e per nulla ispirato ad un ideologismo che non mi è mai appartenuto e che ritengo, oltremodo, pericoloso in una materia come quella che stiamo trattando. Tuttavia, per ideologia intenderei, senza pretendere di derogare dal tema, non solo le ragioni di contestazioni ad una misura, ma anche alcune ragioni in qualche modo prestabilite della misura stessa.

Perciò, accolgo l’invito dell’assessore alla ragionevolezza, semmai addirittura alla collaborazione, però questi sono tipi di rapporti che devono essere basati su una reciproca disponibilità e, al di là di questo singolo aspetto, il comportamento complessivo della Giunta non mi pare ispirato a questo buon sentimento politico.

Con schiettezza e sincerità devo ammettere – così come ho fatto nel corso di un’audizione dell’assessore nella quarta Commissione, di cui sono componente – che la vocazione alla responsabilità dell’assessore e soprattutto del Presidente, della responsabilità commissariale è stata, a mio avviso, un atto politicamente responsabile, intelligente e potenzialmente proficuo, però naturalmente è tutto da misurare, in questa declinazione di utilità, se il comportamento della Giunta, in questo caso dei commissari, sarà sostenuto da quel sentimento di cui parlava poc’anzi il consigliere Aiello.

Per dire qualcosa sullo specifico, sul conferimento dei rifiuti alla discarica di Pianopoli, sono stato soddisfatto parzialmente dal chiarimento che ci è stato fatto dall’assessore, nel senso che non conoscevo i limiti temporali entro i quali si sarebbe dovuta esaurire questa testimonianza di solidarietà, né conoscevo ed, in verità, non l’ha chiarito del tutto – e anche questo ha detto il consigliere Aiello –  la tipologia di rifiuti conferiti e, semmai l’assessore li ha definiti in un certo modo, vorrei capire meglio attraverso quali strumenti egli ha potuto verificare esattamente il tipo di rifiuti conferiti e, se non mi sono distratto, mi pare che non l’abbia detto.

Ma c’è di più: annetto alla solidarietà un valore anche politico, in quanto non è un’espressione sentimentale o semplicemente umana, tuttavia non è uno scambio alla pari; la solidarietà è possibile da parte di chi versa in una condizione di favore rispetto a chi, invece, non gode di una situazione ideale, in questo caso nel campo dei rifiuti. Senza volerla negare questa solidarietà, è da tenere presente che non è che la Campania, nonostante gli annunci e i proclami di Berlusconi, abbia superato la sua emergenza, che mi pare riproporsi in termini ed in proporzioni drammatiche con una cadenza quotidiana e diffusa.

Se così è, vorrei che l’assessore ci garantisse che noi abbiamo voluto manifestare un messaggio – come egli l’ha definito – di solidarietà, per cui per via della condizione in cui versa la Calabria sul piano del sistema rifiuti, ci impegniamo, con una solennità che in un’istituzione è possibile e doveroso assumere, a non poter più manifestare solidarietà alla Campania per le ragioni che sappiamo, perché è vero che il commissariamento ha descritto una fase quasi interminabile perché ha occupato più lustri e, alla fine, ha sancito un fallimento totale che indispettisce, inquieta e irrita davvero, se si considera che siamo in una realtà le cui condizioni, dal punto di vista del sistema rifiuti, si sono addirittura aggravate rispetto a tre o quattro lustri fa, quando fu avviata questa esperienza commissariale.

E poi un altro punto di delicatezza, anzi – devo dirlo con chiarezza – di debolezza nell’intervento dell’assessore, che non vorrei incorresse egli stesso in una sorta di tentazione ideologica, l’ho scorto quando ha enfatizzato la necessità di discariche, che potrei non negare, purché questo tipo di soluzione venisse accompagnato da un disegno strategico, che vedo molto labile e debole, all’interno del quale, cioè, vengano iscritte soluzioni che attengono ad altri strumenti, di cui non si scorge, in verità, neanche più lontanamente una sorta di idea strategica che, come Giunta e come struttura commissariale, dovete avere.

Allora, se si ritocca questo tipo di impostazione, se davvero si conferisce al vostro impegno un senso di responsabilità, sul quale ancora non posso personalmente esprimere giudizi, in considerazione dell’esiguo arco temporale in cui si è sviluppata la vostra attività, se sarà davvero ispirata a questo senso di responsabilità, il gruppo di Italia dei valori non mancherà di assicurare la propria disponibilità istituzionale, se davvero è funzionale a recuperare un minimo di presagio di futuro per questa Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

In premessa, prima di intervenire sul punto e dire la mia opinione, volevo sollecitare e ricordare, se c’è lo spazio, di inserire il progetto di legge relativo alle risorse e non al problema, per come da sempre noi definite, degli stagisti calabresi, sulla base del lavoro che sia lei, Presidente Talarico, ma anche il Presidente Scopelliti, in queste ore avete fatto per migliorarlo.

Quel lavoro che ho letto con attenzione, che avete fatto come Presidenza del Consiglio, si dovrà  discutere con la minoranza, ricordando alla minoranza che forse su questi temi è più importante discutere; su questi temi è più importante allarmarsi – visto che, assessore Pugliano, registriamo allarmi –.

Devo dire al consigliere Aiello, di cui di sicuro tutti quanti apprezzano la passione politica e il suo ruolo di consigliere, lo dico anche a De Masi: ma di che cosa stiamo parlando?! Perché, se qui oggi si aspettava l’intervento di un assessore, e quindi anche commissario delegato dal Presidente, sulla problematica vasta e complicata e non sistemata e organizzata dei rifiuti in Calabria, allora avevate centrato il tema.

Riscontro – ed è quello che abbiamo letto nei giorni scorsi sulla stampa – una polemica sterile, inutile, politicamente scorretta su una vicenda che ha riguardato la scorsa Giunta regionale, quando era Presidente Loiero e quando a governare era il centro-sinistra, ed anche questa nuova Giunta regionale che rappresenta i calabresi come sempre, quando la Nazione chiama, risponde, su un intervento molto inferiore rispetto a quello del passato e su quello che – ben ha spiegato l’assessore Pugliano – è stato limitato, ben definito e con tutti i controlli.

Quindi di che cosa state parlando, di che cosa vogliamo parlare?! Perché se poi il consigliere Aiello, con la stessa passione, vorrà venire nelle Commissioni e contribuire ad un programma di governo con cui – è chiaro – in sei-sette mesi non si possono produrre effetti, parleremo di tutta quell’organizzazione degli ambiti territoriali, del ciclo integrato dei rifiuti, di quel tema centrale che riguarda il mondo, non solo la Calabria o l’Italia, su cui tanti interventi negativi ci sono stati, perché polemicamente potevamo rispondere che è fallita, ad esempio, a Cosenza un’azienda che si chiama “Valle Crati”, che è l’azienda più semplice, che dovrebbe raccogliere e non trasformare i rifiuti, tutto con il ciclo integrato che non ha funzionato e per responsabilità politiche ben chiare ed evidenti.

Quindi, se vogliamo confrontarci legittimamente con posizioni anche polemiche su cose serie, facciamolo, però non rispetto a quello a cui abbiamo assistito in questi giorni, per cui ringrazio il nostro assessore, poiché è cosa ben diversa criticare l’assessore, questa Giunta sui provvedimenti importanti di medio e lungo periodo che andranno a caratterizzare gli interventi straordinari – e ancora, purtroppo, straordinari – sull’ambiente, come sulla sanità, e tutti quelli ordinari che insieme, come Aula, come Consiglio, vorremo stimolare e discutere.

Questo è il richiamo che mi sento di fare a tutta l’Assemblea, non soltanto alla minoranza e all’assessore rispetto a quest’opera di solidarietà, di intervento anche straordinario, diciamo che bene ha fatto, andiamo avanti e ci auguriamo tutti che il tuo lavoro e il lavoro di questa Giunta possa produrre effetti positivi, rispetto a cui accettiamo tutte le critiche e tutti i suggerimenti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, sarò breve perché condivido molte delle cose sostenute dal collega Aiello che, per avere gestito il settore presso la Provincia di Cosenza,  ha una competenza specifica che a me manca. Intervento intanto per prendere atto di quanto detto dall’assessore Pugliano sui rifiuti provenienti da Napoli. Non metterei la questione in termini di banale fatto propagandistico di carattere politico; è chiaro che, arrivando rifiuti da fuori, nelle popolazioni ci può essere allarme. L’assessore Pugliano, in questa sede ufficiale, ha sentito la necessità istituzionale di chiarire anche di che rifiuti si tratti, ne prendiamo atto e non ho dubbi che le notizie che ci sono state offerte rispondono a verità. Quindi chiudo su questo punto, ma visto che l’assessore ha allargato un po’ la discussione, vorrei sottolineare, come calabrese e come uomo delle istituzioni, che anche in questo settore, un po' come nella sanità, il regionalismo calabrese ha fatto registrare un fallimento.

Quindi, nella dignità dell’istituzione, voi, certamente, con un ruolo di governo che vi è stato democraticamente attribuito dall’elettorato, noi per la parte che ci riguarda, dobbiamo fare in modo che quella che può diventare un’emergenza significativa entro pochi mesi venga affrontata.

Vorrei, pertanto, chiedere sia al Presidente Talarico che al Presidente Scopelliti, quindi a lei, di mettere alcuni punti fermi che sono, da un lato, avere finalmente un piano che riguardi questo settore che attenga alla differenziata, all’impiantistica che significa certamente impianti di selezione, ma che significa anche termovalorizzatori, e quindi le discariche a valle dei termovalorizzatori - è inutile che ci giriamo intorno. E qui non si tratta di andare dietro ad esagerazioni che si dichiarano ecologiste. Penso che la tecnologia moderna offra la possibilità di avere impianti sicuri, per cui se finalmente c’è un quadro generale di come affrontare il problema, spingendo innanzitutto sulla differenziata.

Ha ragione l’assessore Aiello: il governo di centro-sinistra, soprattutto nell’ultima fase, aveva cercato di spingere molto sulla differenziata. Ritengo che questo aspetto vada ripreso con grande rigore e, insieme a questo, va fatto un piano sull’impiantistica, utilizzando anche i fondi europei, quindi sia gli impianti di selezione, sia i termovalorizzatori, sia le discariche a valle.

In questo quadro, caro assessore e carissimo Presidente Scopelliti, c’è un punto che noi dobbiamo chiarire definitivamente: la Calabria deve fare in modo che cessi il commissariamento, cioè noi non possiamo essere la Regione dei commissariamenti e dei commissari, anche perché – parliamoci chiaro – vorrei dire all’amico consigliere Orsomarso che ci vuole rottamare, faccio una breve parentesi perché ho letto qualche sua dichiarazione…

E quando i giovani si faranno prepotentemente avanti, con capacità da dimostrare sul campo, tutti siamo contentissimi non di tornare in panchina, ma di fare qualche passeggiata e, al massimo, di dare qualche consiglio. La parentesi riguardava anche l’area che io conosco di più.

Non mi lamento che lo spazzamento e la raccolta siano tornati ai Comuni, perché l’occhio vigile dei sindaci, in questo contesto, può dare risultati grandemente migliori; mi lamento del fallimento del progetto delle società miste, che è fallito sia perché ci sono stati errori politici e clientelari sia su un punto chiave:  i Comuni non pagavano alle società quanto dovuto. Qualunque azienda, se ha delle spese che vengono fuori da un bilancio legittimamente approvato e non ha gli introiti che dovrebbe avere per legge, fa registrare un fallimento. E questo è un problema serio, perché se spazzamento e raccolta possono restare in testa ai Comuni, quando andremo a realizzare – mi auguro tutti insieme come istituzione – impianti di selezione, termovalorizzatori e discariche a valle, lì si pone il problema della gestione da parte di un soggetto che sia superiore alla entità comunale.

Allora lego questa lunga parentesi al ragionamento sul commissariamento.

La questione dei rifiuti è, innanzitutto, un problema culturale. Allora, caro assessore e caro Presidente Scopelliti, carissimo consigliere Orsomarso, se noi non facciamo entrare questo discorso nei gangli vitali della società, faremo fino in fondo fallimento e facciamo dire a molte istituzioni: “Ah, io non posso intervenire perché c’è il commissariamento”.

Quindi, per concludere, accolgo l’invito dell’assessore Pugliano: questo è un argomento su cui non ci può essere bianco, rosso o nero, destra, centro o sinistra. Noi dobbiamo liberare la Calabria dai rifiuti. Allora che il Governo regionale si impegni a far cessare nei tempi più rapidi il commissariamento e metta in piedi un programma generale che, partendo dalla differenziata, attraverso l’impiantistica, dia responsabilità anche al sistema delle autonomie, stiano certi il Presidente Scopelliti e l’assessore Pugliano che daremo il nostro contributo, perché a noi interessa che questa diventi una Regione normale.

E mi faccia dire, per onestà intellettuale: lei ha detto che la sua presenza si è sentita in questi pochi mesi di governo. Riconosco che qualche sindaco mi ha anche dato referenze su una sua sensibilità, però mi aspetto altrettanta onestà intellettuale nel fatto che si riconosca che, per esempio, se parliamo di ambiente in tema di pulizia del mare, l’azione fatta dal governo di centro-sinistra nell’ultima stagione ha dato dei risultati positivi.

Ecco, in questo confronto che deve essere civile, ma anche di presentazione delle armi, poiché una volta, quando le guerre – e noi non dobbiamo fare guerre, ma confronto – erano condotte da gentiluomini, c’era la presentazione delle armi; in questo momento noi presentiamo le armi di una possibile collaborazione nell’interesse della Calabria. Siamo convinti che, per gli sforzi fatti anche nel recente passato, questa presentazione delle armi ci sia.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Ringrazio l’onorevole Presidente del Consiglio per averci dato la possibilità stamani di discutere di questa materia, l’organizzazione del sistema di smaltimento dei rifiuti, in questo Consiglio regionale. Sarebbe buona cosa se questo confronto, dibattito, che trovo abbastanza responsabile – apprezzo molti tratti degli interventi che si sono preceduti, per quanto mi riguarda – fosse seguito da alcune determinazioni, che ovviamente noi possiamo concepire non soltanto come punti – se c’è questo impegno – su cui dare mandato alla Giunta, al Governo regionale, all’ufficio del commissario. Per quanto mi riguarda non avrei alcuna difficoltà, su questa materia e su questa problematica, a convenire su determinazioni e su decisioni da parte del Consiglio regionale che richiamano il vincolo della responsabilità anche per le forze dell’opposizione.

Sono d’accordo con chi l’ha detto – mi pare l’abbia introdotto l’assessore Pugliano, ho colto un tratto di grande responsabilità istituzionale – che su un problematica di questo tipo  si potrebbe aggiungere, su altri aspetti, altre problematiche - ma evitiamo di andare oltre -; è bene che, se c’è la manifestazione del protagonismo di una duplice responsabilità istituzionale, certo, chi governa ha di per sé la responsabilità di decidere, una responsabilità più alta, il diritto-dovere a governare comporta questa responsabilità più alta, ma se anche l’opposizione dovesse essere disponibile a uno sforzo di questo tipo, dico che sarebbe da apprezzare e non demonizzare. Se c’è da questi banchi questa disponibilità, penso che vada accolta e, per quanto mi riguarda, la dichiaro.

Entriamo nel merito, prima questione: la ragione per la quale oggi siamo stati indotti a discutere, in questa sede, il rapporto con le attività di scarico che riguardano le relazioni tra Calabria e altre Regioni, in primo luogo per quanto riguarda la Campania. Dico subito, a scanso di equivoci e per fare chiarezza – lo voglio dire al Presidente Talarico – che io guardo con grande diffidenza e sospetto le manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni. Non sono affatto convinto che quel tipo di manifestazioni richiedano un rispetto di interlocuzione della responsabilità istituzionale, in quelle manifestazioni colgo strumentalità e pretestuosità, un modo per inquinare – questo sì – il dibattito e per due ragioni: la prima, perché questa Regione ha vissuto un altro momento che ha richiamato la responsabilità del Governo regionale e dell’istituzione Calabria a fronteggiare questa domanda della Campania.

Era al governo il centro-sinistra, soltanto pochi anni addietro, e il tema si presentò per la prima volta. Non so, ignoro, per mio difetto, come si sia pervenuti ad un’intesa tra la Regione Calabria e – immagino – la Regione Campania, ma so che qualche anno addietro questo tema è stato oggetto di discussione e di verifica di orientamenti in sede di Conferenza Stato-Regioni. Allora, di fronte alla drammatica emergenza di Napoli, per come era esplosa e, se non ricordo male, prima che ci fosse l’avvento del Governo Berlusconi, ci fu un richiamo a tutte le Regioni a farsi carico, per fronteggiare l’emergenza, di una quota di smaltimento di quei rifiuti che stavano per le strade di Napoli. Ricordo allora – ne parlavo poc’anzi con l’onorevole Loiero – che questo richiamo ad una gara di solidarietà tra le Regioni italiane, se possiamo dirla così, fu vinta dalla Calabria: la Calabria, non ricordo esattamente se fu l’unica Regione, ma sicuramente fu la prima Regione a dare questa disponibilità e fu apprezzata in Italia ed anche in Calabria.

In questo caso, il principio della solidarietà è la risposta ad una concezione della soluzione del problema.

Al di là dell’emergenza o delle fasi emergenziali che possono riguardare questo o quel territorio, penso che se ci dovessimo adagiare su un’impostazione di fatto di deresponsabilità, secondo il principio che “tutto può avvenire, purché fuori dal mio orticello”, in questa storia, che sarà la grande problematica emergenziale del nuovo secolo e non solo  per l’Italia, ma ormai per tutti i territori e gli Stati avanzati, non riusciamo a fare grandi passi avanti.

Certo, allora, e penso anche oggi -voglio fare una domanda all’assessore, avrà modo, immagino, l’assessore Pugliano di replicare, perché può darsi che sia stato già fatto e, se è stato fatto, ne prendo atto,– chiedemmo controlli sulla qualità del trasporto dei rifiuti, chiedemmo tempi certi entro i quali doveva esaurirsi l’attività di trasferimento di rifiuti dalla Campania alla Calabria e soprattutto concertammo con la Campania la quantità, la mole dei rifiuti che doveva essere destinata alla Calabria. Insomma, tutta una serie di punti che imponevano e richiedevano un monitoraggio di controllo anche da parte nostra, per poter dire a un certo punto “basta”, non riferito alla mutazione di una nostra disponibilità solidaristica, ma all’esaurimento di quel programma.

Il punto qual è? Anche il trasferimento di rifiuti da parte di un’altra regione, di un altro territorio verso la Calabria non può essere considerato un fatto contingente ed emergenziale sganciato da una visione programmatica, che deve essere duplice: dell’azione della protezione civile nazionale, che deve avere idea di qual è il programma di smaltimento e di riorganizzazione del sistema nell’ambito della Campania, e della città di Napoli. Dentro quest’idea si chiede un intervento delle altre Regioni e noi Calabria dobbiamo avere idea di ciò e di quanto può servire il nostro atto di solidarietà, per dare il contributo all’attuazione di quel piano di emergenza e anche di programmazione strutturale.

Prima questione: se c’è tutto questo, io non mi sento di criticare la Giunta, anzi mi sento di dire che avrebbe sbagliato la Calabria se non avesse dato questa disponibilità, sarebbe stato – lo definii così, se andiamo a ricercare sulla stampa le mie prese di posizione di allora – un atto di civiltà da parte della Calabria la disponibilità a questa cosiddetta attività solidaristica, connessa però al monitoraggio del fine, del tempo, della capacità di coniugare quel provvedimento emergenziale rispetto ad un programma strategico di intervento, e il programma strategico di intervento riguarda il Paese, quindi soprattutto le zone che sono più esposte al rischio emergenza.

Ormai leggiamo dalla cronaca quotidianamente che non c’è solo Napoli, non c’è solo la Campania, per molti aspetti in una certa fase veniva considerata anche la regione Calabria un territorio a rischio, c’è la Sicilia, ci sono anche realtà del Nord che, di volta in volta, appaiono come realtà emergenziale.

La programmazione strategica è anche nostra. Su questo punto mi voglio soffermare e poi vado a concludere. Prima di entrare nel merito di quello che può essere un mio punto di vista su come affrontare la questione Calabria, a questo punto, a prescindere dai rifiuti che provengono dalla Campania, chiederei un’azione energica all’assessorato su questa vicenda della Campania.

Fra le altre cose è il Comune titolare che esercita la propria sovranità sul territorio interessato, se capisco bene, questa discarica  che accoglie oggi i rifiuti per quella parte che dovrebbe essere stata concordata dalla Campania, ricade interamente nel comune di Pianopoli. Non c’è dubbio che l’attività e il funzionamento di una discarica non possono essere considerati, sotto l’aspetto degli effetti determinati dall’impatto ambientale e dalla capacità della verifica della sicurezza ambientale, una materia di competenza soltanto del Comune dove è situata, ma interessa il bacino, il comprensorio per gli effetti di tipo ambientale su cui bisogna dare certezza e sicurezza di verifica compatibile. Però non c’è dubbio che il Comune di Pianopoli non è il Comune di Lamezia, non ha la stessa funzione di qualsiasi altro comune del comprensorio.

Pertanto, organizzerei un incontro ufficiale almeno tra l’assessore, che oltretutto è subcommissario, o tra l’ufficio del commissario, quindi il Presidente che è commissario del settore, e il sindaco, se non altro per sancire il coordinamento di un’attività e di responsabilità istituzionale che in questa fase vedo quantomeno necessaria, oltre che sostanzialmente ascoltare le ragioni di Pianopoli rispetto a quelli che sono i programmi di quel Comune che, probabilmente, avrà messo in campo, nel momento in cui a quella discarica un’autorizzazione il Comune è stato chiamato a darla.

Può darsi che anche qui mi sbagli, ma temo che questo non sia stato fatto. Se è stato fatto, bene, ma se non è stato fatto, vorrei avanzare formale invito questa mattina all’assessore Pugliano o al Presidente Scopelliti o all’assessore Pugliano e al Presidente Scopelliti – per me è sufficiente che tutto questo lo faccia l’assessore Pugliano – per sentire ad horas, convocare un incontro con il sindaco di Pianopoli a Catanzaro, immediatamente, e fare il punto insieme a quella che è la prima autorità che esprime la sovranità della rappresentanza dello Stato su quel territorio, anche perché avverto, leggendo la cronaca e solo per questo, che queste manifestazioni, da cui dissento apertamente, in qualche modo tendono a creare una difficoltà allo Stato e all’attività dell’amministrazione di quel Comune.

Per quanto riguarda il sistema di quel bacino, mi consentirei di dire, assessore Pugliano, che ci sia un’attività seria ed efficace da parte degli organi competenti, non so se Arpacal o lo stesso ufficio del commissario possono attivare strumenti ispettivi per verificare lo stato e la condizione nelle quali e con le quali operano altre discariche che, probabilmente, sono collocate in quel bacino. Non vorrei che ci fosse gran rumore per il trasferimento di rifiuti dalla Campania nella discarica di Pianopoli e poi grande, rumoroso silenzio rispetto a discariche di quel comprensorio dove vengono conferiti i rifiuti non prodotti in Campania, ma in Calabria, magari in quello stesso territorio,ma che lasciano molto a desiderare per i livelli di sicurezza ambientale. Mi auguro che non accada tutto questo, che non ci siano queste condizioni, ma se dovesse accadere, è grave.

Noi, prima di sapere la quantità dei rifiuti che si vanno a conferire nelle varie discariche o la predisposizione del sistema delle discariche per i rifiuti che vanno raccolti in Calabria o fuori dalla Calabria, dobbiamo sapere se quelle operanti – non so se mi sta seguendo bene, assessore – siano discariche a norma non solo al momento del rilascio delle autorizzazioni, ma che la cura e la manutenzione di quelle discariche diano ampia garanzia per quanto riguarda la sicurezza e la salute del cittadino. Non vorrei che ci trovassimo in presenza di una beffa non detta o non rilevata: magari la discarica di Pianopoli, pur accogliendo i rifiuti della Campania, garantisce molto di più, per quanto riguarda lo stato di salute e di sicurezza dei cittadini, di altre discariche che operano in quel territorio e che non ricevono i rifiuti della Campania, ma che sotto questo aspetto lasciano a desiderare.

E’ una verifica che chiedo si compia e lo faccio in maniera trasparente, dai banchi istituzionali, perché questo è un problema che noi abbiamo per quanto riguarda il sistema Calabria. Qual è il problema? Già Sandro Principe diceva alcune cose - e su questo aspetto, lui lo sa, io sono stato sempre d’accordo con lui –:non soltanto dobbiamo avere cognizione del Piano del commissario, che fu recepito dalla Regione a suo tempo – qui c’è il Presidente Loiero, adesso non lo vedo. Quel piano non lo fece il Governo regionale, né  il Consiglio regionale, che, se non ricordo male, prese atto di un piano dell’ufficio del commissario, non vorrei che quel piano quantomeno sia da aggiornare.

Ora, la volontà di superare il commissariamento è una posizione nostra antica. Sono d’accordo su questo: se avessimo superato il commissariamento già negli anni precedenti, avremmo fatto cosa buona e giusta.

Adesso non mi ci soffermo su questo punto, già detto da Principe, che in via di principio  condivido, però può sembrare, dirlo oggi di fronte alle emergenze che abbiamo, che può essere un modo per sfuggire alle proprie responsabilità. Però il problema c’è e non è pensabile che la Calabria possa stare permanentemente in una condizione definita di emergenza e affidare all’ufficio del commissario la gestione di questo piano.

Non lo formalizzo questa mattina, ma una questione, il superamento del commissariamento, è una questione che ci impone di entrare a questo punto nel merito.

A che punto è lo stato di organizzazione del sistema di smaltimento, quindi quanto riguarda i vari momenti della organizzazione del ciclo? Quali sono gli impianti, dove sono stati previsti e che capacità ricettiva hanno ed in che tempi?

Sa perché dico questo? Perché nei giorni scorsi – e dico un fatto probabilmente accaduto anche altrove - per esempio, ho letto sulla stampa di una protesta portata avanti dai cittadini di un comune di Cosenza, un’area molto interessante dal punto di vista della vocazione turistica ed industriale, dello sviluppo economico come la Sibaritide, il comune di Rossano.

Mi sembra di aver capito che anche lì si stanno agitando movimenti che si pongono l’obiettivo di impedire l’allargamento, l’implementazione, la capacità di abbanco di questa cosa. Questo non è sicuramente stato previsto quando si è attivato Rossano, oltretutto come discarica di supporto e di riserva all’esaurimento della capacità delle vasche di Gioia Tauro.

Si diceva che nell’attesa che entrasse in funzione Rossano, il ciclo calabrese fosse capace di un assorbimento anche di quello che le vasche di Gioia Tauro, in quella fase, non erano in grado di smaltire.

Ne dubito. Ed il dubbio mi viene maggiormente se, oggi, il commissario sarà costretto ad autorizzare una capacità maggiore di abbanco per Rossano e ciò vorrà dire che quel piano non è andato avanti.

Non voglio, allora, partire da una discussione su Rossano che in via di principio dovrebbe confermare l’orientamento assunto in passato. Dovremmo dire di no all’autorizzazione per aumentare la capacità di abbanco di Rossano. Ma mi preoccupa sapere dov’è e a che punto è quel piano che fu allora approvato. Quindi chiedo un monitoraggio sul piano sia per quanto riguarda le discariche sia per quanto riguarda le stazioni di smaltimento che per quanto riguarda la vicenda dei termovalorizzatori.

Penso che quest’Aula sbagli a non chiedere chiarezza ed a pronunciarsi nel merito, a scaricare responsabilità o delegare responsabilità all’assessore Pugliano per far il punto sullo stato dell’arte.

Il termovalorizzatore di per sé non risolve il problema dello smaltimento, ma incide per una percentuale minima e per certi tipi di rifiuti. Però, in questa Regione c’è stato presentato un primo programma con due ipotesi di impianti: uno per la Calabria del nord e uno per la Calabria del sud.

Ad un certo punto su quello del nord nasce un contenzioso e non si realizza, anche per le opposizioni che nei territori sono state fomentate da una certa cultura politica massimalista ed agitazioni, e per quello del sud, addirittura, ad un certo punto anche in quest’Aula, si è dovuto discutere sulla ipotesi di un suo prevedibile raddoppio.

Se proprio dovesse essere necessario, se non dovessimo riuscire a farne a meno, se dovesse servire una capacità maggiore di attività di termovalorizzazione che Gioia Tauro non è capace di soddisfare, o se si dovesse costruire un altro termovalorizzatore, verifichiamo prima a che punto è lo stato della vertenza dell’impianto nord e cominciamo a discutere se fare o non fare. Ritengo si debba decidere su questo ed addirittura penso che sia giusto candidare qualche sito dell’area urbana per i benefici che può portare un termovalorizzatore.

Discutiamo e decidiamo quello che si deve fare per il nord. E, comunque, l’assessore Pugliano ci farebbe cosa grata se ci informerà in questo Consiglio regionale - o può essere anche in Commissione ambiente e non solo in Aula – sullo stato di attuazione, sullo stato dell’arte della vicenda del raddoppio di Gioia Tauro. Poi, da quel tempo ci siamo dispersi nel tempo delle nebbie.

A monte la questione della differenziata.

Su questo le voglio dire, assessore, che se si continua a pensare di investire quelle risorse finora liberate e rese disponibili a questo fine per la Calabria, è meglio che non la facciamo la differenziata.

Non ci proviamo proprio perché temo che sprecheremo risorse. Tranne per i piccoli comuni che sono ad indici di percentuali molto elevate di raccolta differenziata, dubito che per le grandi concentrazioni urbane si possa essere in grado di sostenere un programma credibile di differenziata. Ma soprattutto temo che se il programma della differenziata, ché dobbiamo puntare a prima delle attività, non è accompagnato, poi, da uno smaltimento coerente il rischio che io intravedo è che - magari si va pure casa per casa a fare la differenziata - quella quantità di rifiuti che viene raccolta in maniera differenziata venga poi conferita alla discarica dove di solito si conferisce tutto il resto.

Solo un’ultima cosa ed ho concluso davvero e chiedo scusa.

A quando tutto questo? Penso che dobbiamo farlo subito, assessore, guardando anche i rapporti e le sinergie istituzionali.

Lei, per esempio, non sbaglierebbe ed è una richiesta che le faccio.

Ho letto sulla stampa, ma non ne conosco i contenuti, che sarebbe stata richiesta da parte sua una audizione in sede di Commissione parlamentare bicamerale per i rifiuti che si è già svolta.

Ritengo che lei ci possa fornire gli atti, se non sono secretati, oppure in sede di Commissione ambiente o in Aula i contenuti di quell’audizione possano divenire patrimonio di quest’Aula.

Non conosco i temi ma so bene che anche se il Parlamento fosse impegnato in un’attività di indagine sotto questo aspetto una sua azione non sarebbe da sottovalutare. Non è nemmeno da sottovalutare la capacità di coordinamento e di sinergia tra la Regione ed il sistema degli enti territoriali.

Fino ad oggi questa sinergia non ha funzionato. C’è una difficoltà, tranne che a chiazza d’olio, forse a macchia di leopardo non c’è un sistema di ciclo integrale dei rifiuti che ha evidenziato che tutte le responsabilità si sono messe all’altezza.

Più si scende in basso verso i territori, più prevale quel no ideologico, quel non farsi carico di dar risposte ad un problema che sempre meno deve essere considerato tale, meno piaga sociale e più opportunità.

In questo quadro – come accennava il collega Orsomarso – andrebbe rivista la vicenda delle società miste. Non c’è dubbio che qui ci sia stato un fallimento, ma una cosa è lo smaltimento, altra cosa è il sistema della raccolta.

Non è improbabile, non vorrei fosse fuori dal mondo, non vorrei fosse sbagliato sostenere che in Calabria prima ancora del tema dello smaltimento noi abbiamo il tema della raccolta.

Perché se le società vanno in tilt debbono essere messe in liquidazione perché i comuni non pagano e di conseguenza non vengono pagati i lavoratori. Si creano, quindi, situazioni di sofferenza e i rifiuti rimangono nelle strade senza essere raccolti e così sarebbe anche se venissero raccolti e conferiti in discariche capienti.

Su questo faccio una proposta di riforma: probabilmente, lo schema secondo il quale la Regione, l’ufficio del commissario ha promosso una miriade di società miste va rivisto, assessore.

L’idea è quella, almeno, di pensare a grandi bacini – magari provinciali – o addirittura dividere la Calabria in tre fasce e puntare a tre società miste e solide o anche interamente pubbliche, alle quali riconoscere il diritto della riscossione della tariffa, rivedendo i criteri di quest’ultima e salvaguardando i cittadini.

Oggi succede che i cittadini della mia provincia, per esempio, paghino molto di più di quanto pagano i cittadini della provincia di Reggio Calabria per quanto riguarda le tariffe comunali per ovvie ragioni.

Dobbiamo puntare ad una unificazione e ad un contenimento delle tariffe per tutti i cittadini calabresi.

Mi sentivo di avanzare queste proposte e, come si dice?, “chi ha più filo tesse” su questo aspetto. Ovviamente mi auguro che la Giunta, il Governo abbiano l’intelligenza di cogliere questa disponibilità propositiva che da questi banchi si sta sollevando. Mettiamoci alla prova.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Mirabelli. Ne ha facoltà.

Rosario Francesco Antonio MIRABELLI

Signor Presidente, signori consiglieri, ci sarebbe poco da dire in merito a questa questione dopo gli autorevoli interventi dell’onorevole Adamo e dell’onorevole Principe che credo abbiano centrato il problema.

Prendo la parola però – al di là della questione prettamente di merito e dopo spiegherò il perché - perché credo che l’assessore Pugliano stamattina abbia fatto un favore alla Calabria ed all’intero Consiglio regionale, per il semplice motivo che dopo varie sedute di Consiglio regionale finalmente riusciamo ad iniziare a parlare – perché credo che non si esaurisca in questa seduta – di una tematica che secondo me è fondamentale ed importante, necessaria per poter da un certo punto di vista affrontare ed aggredire in tempi giusti un problema che si sta paventando sempre più importante.

Diceva bene nella sua relazione l’assessore nel momento in cui ha detto “siamo quasi al limite di un eventuale collasso, o comunque di una situazione pre-campana”.

Entrando nella specifica questione dell’ eventuale strumentalizzazione che ci sarebbe stata da parte dei mass-media, credo sia molto specioso ed inutile affrontarla, per un semplice motivo: perché l’assessore Pugliano con il Presidente e l’ufficio del commissariamento hanno fatto bene a dare una sponda di aiuto alla Regione Campania.

E’ ovvio che, però, caro assessore, si resta male se si viene informati tramite mass media, quotidiani di una ordinanza di questo tipo che autorizza la Regione Campania a venire a trasportare i suoi rifiuti nella discarica di Pianopoli, quella calabrese

Manca, cioè, una informazione che non rappresenta soltanto una questione di rispetto istituzionale ma soprattutto di sostanza, di rapporto.

Nell’ambito del suo ragionamento, del suo discorso, all’aver evidenziato con molta chiarezza che ci sono problematiche come quella dei rifiuti e, quindi, ambientale, che non possono trovare patria potestà nella differenza del colore politico o nella differenziazione dei partiti ma devono accomunare - perché è un problema comune – io aggiungo: più che un problema politico è un problema di natura tecnica.

E la complessità di questa risoluzione sta nel fatto che ancor oggi nel mondo non c’è una terapia standardizzata attraverso la quale tutti quanti hanno potuto copiare o ricalcare una programmazione già certa.

Sappiamo benissimo che in varie realtà del nord-Italia e dell’Europa l’approccio verso questa questione è un approccio differenziato. C’è chi agisce all’interno delle proprie città con un termodistruttore ad alto rendimento e con basso rischio e c’è chi ancora agisce secondo un sistema di discarica, c’è chi addirittura cerca in tutti i modi di andare a frazionare a monte il problema del rifiuto cercando di differenziarlo nella quantità possibile.

E’ un problema che ancor oggi non ha trovato un riscontro.

Sappiamo che ci sono varie impostazioni ed è per questo, caro assessore, che bisogna ringraziarla perché ci dà la possibilità, finalmente, di riportare al centro dell’attenzione un problema che da qui a non molto se non si interverrà – secondo il mio modestissimo parere – in maniera professionalmente tecnica e valida, con un sostanzioso programma di risanamento ambientale che apra le porte ad un nuovo piano ambientale regionale soprattutto per quanto riguarda i rifiuti, potrebbe anche esploderci.

Abbiamo allora la necessità e lei ha il dovere istituzionale e la responsabilità – da quel che ho capito sente il peso di questa responsabilità e di questa apertura noi la ringraziamo – di dover, insieme al Consiglio, nelle giuste Commissioni di competenza, cercare di varare in tutti i modi e al più presto un piano ambientale regionale di nuova programmazione al fine di poter gestire al meglio questa questione.

Questo perché? Perché avere un piano ambientale definitivo può dare a questa Regione finalmente la necessaria e ritrovata ordinarietà dell’amministrazione su questa tematica.

E’ inutile stare ancora a rincorrere le problematiche emergenziali con programmazioni che nascono dalla sera alla mattina e che poi possono essere anche smentite. Spesso non hanno una lunga vita di programmazione rincorrendo la continua emergenza.

L’emergenza - sappiamo benissimo - deve essere limitata nel tempo perché poi non dà neanche la possibilità di poter canalizzare ed ottimizzare al meglio in maniera finanziaria quanto una Regione può andare a spendere su questo settore.

La questione è importante anche perché dovrebbe tentare di affrontare – penso che questo sia l’inizio – il problema per cercare veramente di poter mettere un punto definitivo a questa questione.

E’ ovvio che c’è stata qualche piccola polemica strumentale. Avrei posto l’accento su un’altra questione perché onestamente tutti noi consiglieri regionali, per quanto appreso dai mass-media, eravamo quasi sicuri, dopo i vari proclami fatti sia dal Presidente del Consiglio dei ministri sia dal commissario nazionale, che la questione napoletana fosse ormai arrivata ad una risoluzione quasi totale.

Questo fulmine a ciel sereno ha trovato spiazzati e in maniera incredula tanti di noi, compreso il sottoscritto, ma non può essere messo al centro di questa questione.

La questione più importante è cercare di risolvere il problema, di risolverlo bene, alla radice. Molti hanno parlato di quali potrebbero essere gli indirizzi da attuare per poterla risolvere in maniera definitiva, ma io onestamente non lo so.

Credo, però, soltanto una cosa: la politica deve metterci del suo. La parte tecnica, in un aspetto del genere, diventa centrale.

Deve essere messo per la prima volta al centro dell’operato amministrativo di questa Regione un giusto riferimento tecnico-professionale ad un certo livello che possa impostare le linee di indirizzo politico-programmatiche che noi tutti possiamo dare.

Dico questo anche perché credo che, al di là degli impianti di incenerimento e di quello che è stato fatto e - ancora - della necessità di realizzare nell’area del cosentino, quindi al nord della Calabria, il secondo termo-distruttore, la problematica sia talmente complessa che sarebbe meglio aggredirla già dalle questioni più semplici.

Ho sentito parlare di raccolta differenziata. Ma mi domando: quanti comuni fanno la raccolta differenziata e come si fa questa raccolta differenziata? I comuni come fanno ad attuare questa raccolta differenziata che, di fatto, va fatta o porta a porta o utilizzando una tecnologia fabbricato per fabbricato che possa concedere alle famiglie che lo occupano di poter già nei propri appartamenti differenziare in maniera automatica il rifiuto che andranno a produrre?

Un altro aspetto molto importante che tendo a sottolineare che non bisogna tralasciare – al di là dei meccanismi di smistamento o di smaltimento, o al di là di tutte le formule per poter poi gestire l’operazione che sta a valle rispetto al rifiuto, vale a dire le società miste pubbliche o private –  ed è la cosa più importante: la formazione e soprattutto l’educazione ecologica. Una educazione ecologica che deve stare alla base e che, penso, sia il punto di inizio della questione della problematica ambientale.

Una educazione ecologica da impartire già nella scuola materna e all’interno delle scuole dell’obbligo in modo tale che si possa acquisire fin da piccoli e far acquisire il senso civico dell’ambiente ed il rispetto all’ambiente.

Questo è un punto su cui già esistono nella legislazione nazionale, già dal 1987-88, dei riferimenti di certezza là dove il legislatore nazionale ha individuato nella educazione ecologica, nella formazione della società e soprattutto nella formazione dei ragazzi in età scolare, la possibilità di creare la forma mentis attraverso la quale poter incanalare un modo di vivere e di operare nella società ed in modo particolare, in questo caso specifico, nell’ambiente.

Penso che le vostre sollecitazioni e la vostra relazione siano state solamente una premessa da non ritenere esaustiva e non lo dico per difendere l’assessore ma credo sia un fatto palese. Credo sia stato un modo come un altro per dare inizialmente un corollario della situazione e arrivare alla questione del trasferimento dei rifiuti da Napoli in Calabria. Penso che necessiti, questo Consiglio in modo particolare, della possibilità di potersi misurare e confrontare anche nelle giuste Commissioni su una eventuale proposta nuova per realizzare un nuovo piano ambientale di cui la Calabria ha bisogno.

Su questo ritengo che il Consiglio sia abbastanza solerte, sensibile e responsabile al di là della solidarietà che potremmo dare a tutti. Siamo abbastanza sensibili da poter dare una mano anche all’assessore su un problema che, come giustamente dicevi, non può dividere ma deve per forza unire.

PRESIDENTE

Concluso il dibattito darei la parola all’assessore Pugliano per una breve replica, per poi proseguire con l’ordine del giorno.

Francesco PUGLIANO, assessore all’ambiente

Sono dispiaciuto di non poter rispondere approfonditamente a tutti i contributi offerti.

Intanto, devo ringraziare i consiglieri che sono intervenuti per i contributi positivi che hanno offerto al tema. Non era mia volontà chiudere l’argomento. Sono stato chiamato a dare nella prima seduta utile di Consiglio regionale la corretta informazione sul tema che ha riguardato il conferimento dei rifiuti in Calabria provenienti dalla Campania.

Ho fatto anche un cappelletto, una presentazione rispetto a quella che è la situazione in Calabria ma non voleva essere il mio intervento esaustivo di tutte le questioni.

Credo di dover ringraziare, quindi, tutti gli interventi che mi danno la possibilità, seppur succintamente, di dare ulteriori informative e qualche piccola risposta, perché credo che sia unanimemente  da apprezzare il contributo che è pervenuto dai banchi del Consiglio regionale.

Ancora è residuale un pregiudizio da parte di qualcuno che credo abbia addebitato a me delle posizioni o delle dichiarazioni che, posso ritenere, facciano parte del pregiudizio perché relative a dichiarazioni mai fatte ed a posizioni mai prese.

Non mi posso permettere di sottolineare - come ha fatto qualcuno- e richiamare la responsabilità dei consiglieri regionali ad un approccio diverso e migliore rispetto al tema. Credo che, con la stessa onestà intellettuale che mi contraddistingue e che ho registrato in tutti gli interventi, di dover dire come già nel mio precedente intervento, che ho criticato ogni pregiudizio politico facendo riferimento anche a quello che è successo nel 2008 quando il governo Loiero ha dato – fra i primi governi regionali – la solidarietà alla Campania.

Ho apprezzato ed ho detto prima che ho criticato chi in quel momento dai banchi delle opposizioni ha deplorato l’atteggiamento del governo di centro-sinistra guidato da Loiero.

Alla stessa maniera devo poter dire che non posso condividere l’atteggiamento senza conoscere la materia di cui si parla. Il pregiudizio rispetto ad una cosa che è stata confutata anche oggi.

Mi è stato chiesto di chiarire la tipologia dei rifiuti. Il rifiuto è dal punto di vista tecnico – io non sono un tecnico, né mi arrogo la presunzione di essere tuttologo – ma attrezzandomi anche tecnicamente, perché non sono colui il quale parla senza cognizione di causa, visto che mi procuro degli atti tecnici, che mi danno la possibilità di confermare che vi è un prodotto codice Cer 19.12 che viene registrato come “rifiuto speciale non pericoloso” ma che proviene da un rifiuto urbano trattato meccanicamente.

Chiariamo una volta per tutte il fatto che non ho detto che è un rifiuto di qualità, ecco il pregiudizio, ma ho detto che, fra i punti che abbiamo voluto disciplinare in questa ordinanza, non abbiamo autorizzato il conferimento ma abbiamo disciplinato sulle quantità, sulla certificazione della qualità intendendo che appartiene a questo codice il rifiuto, che è garantito come rifiuto urbano trattato meccanicamente.

Tra le altre cose sono garantiti tutti i punti che richiedeva di confermare l’onorevole Adamo, anche la questione dei tempi ristretti e anche la questione del flusso che doveva garantire il naturale flusso dei rifiuti calabresi.

Devo apprezzare tutti gli altri interventi dando la disponibilità, come è stato già fatto, ad essere anche audito dalla Commissione.

Ho spiegato anche che noi abbiamo voluto giocarci questa scommessa per prendere questa grande responsabilità, questo grande peso della gestione dell’ufficio del commissario. Potevamo, potevo lavarmene le mani e lasciar scorrere la gestione di un commissario prefettizio.

Non ci sarebbe stata, come non c’è stata, con un commissario prefettizio, la ricerca che sto cercando di attivare e, come chiarito  nella lettera  ai sindaci nel mese di agosto: ricercare la corresponsabilità e la corresponsione con gli enti territoriali, ed, attraverso gli enti territoriali, anche la concertazione con le comunità territoriali perché non possono essere avulsi i cittadini calabresi dalle scelte che noi dobbiamo azionare.

Se li facciamo partecipare preventivamente ad orientare le nostre scelte, credo che saranno più motivati  anche ad attivarsi per rendere realizzabili le scelte che noi faremo.

Ecco perché ho preso appunti e, se non riesco a rispondere a tutte le specifiche osservazioni o domande, mi riservo di farlo poi specificatamente in una prossima Commissione.

Dicevo che la filosofia che abbiamo voluto inserire proprio per raggiungere quello che è stato richiamato un po’ da tutti, è stata la necessaria cooperazione e concertazione per arrivare ad un piano nuovo sul sistema dei rifiuti che sia più ampiamente condiviso.

Mi fa specie un’altra cosa: cioè che non si conosca – io adesso conosco comune per comune – la quantità di rifiuti prodotti e dove vengono smaltiti questi rifiuti.

Mi pare di poter dire, perché sono atti formali, che dalla provincia di Cosenza si sia in debito nei confronti di altri territori. Ma un principio cardine del piano dei rifiuti – quello vecchio ma anche quello che dovrà essere il nuovo piano dei rifiuti – è che deve mirare all’autosufficienza territoriale anche per evitare quelle diversità di tariffe da territorio a territorio.

E’ chiaro che se i rifiuti di Cosenza fanno 200 chilometri è chiaro che la tariffa, sicuramente sarà in qualche modo condizionata rispetto ad altre tariffe.

Ecco perché ripropongo la disponibilità all’ascolto innanzitutto che sto cercando di attivare nei territori calabresi. Sono coerente con quanto ho scritto ai sindaci calabresi nel mese di agosto, preannunciando un giro nei territori per andare, intanto, a partecipare direttamente a quella necessaria educazione ambientale.

Perché la domanda che sto ponendo ai singoli cittadini che partecipano alle riunioni ed alle assemblee che i vari consiglieri regionali mi stanno preparando nei territori è questa: “Come e dove ti aspetti che i rifiuti che produci vengano smaltiti?”.

Ecco perché ho detto prima che la linea di indirizzo, su cui muovere l’azione politica regionale è comporre una idea, un’azione, una politica, che non mi sogno di avere in tasca,  dopo aver ascoltato i territori e quindi non posso prescindere dall’ascoltare i consiglieri regionali.

Ma è chiaro che nei territori bisogna vincere da qualche parte, la psicosi ed il pregiudizio culturale ai sistemi di smaltimento. Ecco perché la prima linea da percorrere è  infrastrutturale per andare a colmare questo deficit.

Faceva riferimento, l’onorevole Adamo, alla questione della Calabria nord e della Calabria sud. Nella Calabria nord, il termovalorizzatore che era stato indicato nella provincia di Cosenza non si è realizzato ed è stato dirottato su Gioia Tauro il raddoppio del termovalorizzatore esistente, che per dare la corretta comunicazione sono in qualche modo guidato da un’altra bussola. Quando ci si mette a confronto con le idee degli altri, non bisogna temere questo confronto.

Sono andato ad affrontare il territorio di Gioia Tauro per dire con sincerità e tranquillità una cosa elementare. Condivido anche chi si distaccava dalla bontà, dalla positività delle manifestazioni a prescindere.

Sono andato nel territorio di Gioia Tauro a dire: guardate, ancora vedo manifestare contro il termovalorizzatore di Gioia Tauro, contro il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro.

Ma chi si può assumere la responsabilità da cittadino o da rappresentante istituzionale di bloccare questo percorso quando su 63 milioni di euro che è l’investimento per Gioia Tauro sono stati già impegnati o spesi 56 milioni di euro?

Chi è quel don Chisciotte che va lì a dire questo raddoppio “non s’ha da fare”? Credo che sia responsabile uno come me, che è andato ad affrontare il territorio e a parlare con chiarezza.

Ecco perché dobbiamo andare nella direzione di una maggiore concertazione rispetto alle scelte e rispetto al piano che dobbiamo realizzare. Ed è questa la scelta che abbiamo attivato nel prendere quella responsabilità di governare quell’ufficio perché, diversamente, come ho detto nel precedente intervento, la filosofia era straordinaria e dispositiva, non concertativa con le rappresentanze politico-istituzionali. Né regionali, né provinciali, né comunali.

Con la guida della politica, della istituzione regionale questo è possibile. La concertazione, la cooperazione, la condivisione del sistema che vogliamo dare al ciclo dei rifiuti è possibile.

Ecco perché e chiudo, per non farla troppo lunga parlando della differenziata e le isole ecologiche.

Non v’è dubbio che dobbiamo puntare ancora a perseguire la raccolta differenziata e la realizzazione di isole ecologiche, non fosse altro perché la fase commissariale e straordinaria non può essere chiusa se noi ancora produciamo rifiuti e li vogliamo smaltire tal quali.

La fase ordinaria non consente il conferimento di rifiuti tal quali.

Ecco perché bisogna prima educare maggiormente ad un approccio diverso rispetto al tema dei rifiuti. Ridurre le quantità di rifiuto prodotto con la spinta sulla raccolta differenziata e sulle isole ecologiche ma puntare anche sulla filiera del riuso e del riciclo e della produzione di energia, perché solo attraverso questi canali di educazione ambientale, riduzione del rifiuto e strutture adeguate a smaltire territorialmente i rifiuti, solo così sarà possibile curare lo stato precario di salute che registra il sistema dei rifiuti in Calabria.

Credo di dover confermare la mia disponibilità ad ascoltare chi ne sa più di me in materia di ambiente e in materia di rifiuti sapendo che dobbiamo, noi tutti cittadini calabresi, porci la domanda “che futuro vogliamo lasciare ai nostri figli del territorio e dell’ambiente?”. E sono d’accordo con coloro che spingono sull’educazione ambientale nella scuola: come chiave fondamentale per l’apertura di una nuova stagione in Calabria è la scuola, l’istruzione. Perché solo se riusciremo a far comprendere ai ragazzi che il futuro è loro, saranno loro a guidarci ad un diverso approccio e ad un migliore atteggiamento nei confronti dell’ambiente e quindi dei rifiuti.

PRESIDENTE

Grazie assessore Pugliano. Concludiamo l’informativa su questa questione.

Prima di dare la parola all’onorevole Fedele che me l’aveva chiesto volevo dare un seguito di comunicazioni.

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni pervenuto alla Presidenza.

(E’ riportato in allegato)

Annunzio di mozioni – Seguito

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge la mozione presentata alla Presidenza.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Brevemente, Presidente, per porre due questioni.

Siccome sabato scorso siamo stati insieme al Presidente della Giunta, all’assessore Pugliano, all’assessore Caridi, e ai consiglieri Zappalà, Imbalzano ed altri colleghi a Gioia Tauro per valutare le problematiche che si sono create in quella città con le recenti alluvioni, quindi i danni gravissimi che si sono creati, da lì è venuto lo spunto, Presidente - perché oltre a Gioia Tauro vi sono tanti punti di crisi in Calabria – di vedere se gli altri colleghi capigruppo sono d’accordo, poi ne parliamo un attimo al banco magari, per convocare una seduta ad hoc per affrontare questo tema, questo argomento.

Per capire, intanto, qual è lo stato delle cose in Calabria, nella nostra Regione e partire poi, magari, con un progetto che il Presidente della Giunta e la Giunta stessa vorranno illustrarci per cercare di vedere come iniziare – non dico a risolvere, perché è eufemistico – a dare una inversione di tendenza a questa problematica.

Non è più pensabile che ad ogni alluvione che c’è, piccola o grande che sia, in molti dei nostri comuni vi siano frane, danni alla gente e, tra l’altro, anche dei morti come è successo in provincia di Vibo Valentia.

Credo che sia un tema che il Consiglio regionale debba affrontare, al di là della maggioranza,  insieme ai colleghi della opposizione, con i suggerimenti che ci potranno essere, per cercare di produrre un piano che la Giunta porti avanti. Questo per i prossimi anni – certamente non è un discorso che si può risolvere in pochi mesi –, confrontandosi in maniera dura, se è necessario, col Governo nazionale per provare a reperire fondi, con un piano che non sia solo per le emergenze quotidiane.

Ormai in Calabria, purtroppo, è una emergenza continua. Pertanto ne potremmo parlare al banco della Presidenza e se, i colleghi sono d’accordo, a breve( tra 10-15 giorni)  – ne potremmo parlare col Presidente della Giunta – e convocare una seduta  ad hoc per parlare di questo tema.

Un’altra cosa, Presidente, e concludo.

I colleghi capigruppo sanno, perché più volte abbiamo preso parte a questi incontri con i giovani che hanno partecipato al programma stage, che  forse c’è un modo di trovare una soluzione per questi ragazzi e la volta scorsa abbiamo emanato un provvedimento di legge.

Pare dai tavoli tecnici che questo provvedimento non rispecchi appieno quali possano essere le possibilità, appunto, di trovare una soluzione per questi ragazzi.

C’era e c’è la volontà da parte di questo Consiglio regionale sicuramente di trovare un minimo di soluzione.

Mi pare che fra poco, Presidente, possiamo discutere al banco con gli altri colleghi di una modifica di quella legge per cercare di venire incontro a queste esigenze.

Se è possibile, con gli altri colleghi capigruppo, quando lo riterrà opportuno, affrontare al banco presso di lei questi due temi e poi vedere il da farsi. Grazie.

PRESIDENTE

Onorevole Fedele, facciamo subito la sospensione e ci vediamo al banco della Presidenza.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Oggi la politica viene guidata a volte dai pensieri dei giornali – del resto ne abbiamo dimostrazioni abbastanza recenti con slogan che pensavo appartenessero alla parte negativa di questa Regione – e dato che i giornali, a volte, dettano il ritmo della danza, io vorrei ricordare, signor Presidente, che la questione di discutere specificatamente del dissesto idrogeologico della Calabria è una richiesta che il gruppo del Partito democratico sta facendo da più tempo.

Vorrei che lei ricordasse che nell’ultima riunione dei capigruppo abbiamo riproposto questa questione e c’era un suo impegno ad inserire in questo Consiglio regionale il dissesto idrogeologico all’ultimo punto dell’ordine del giorno ove l’assessore Pugliano fosse pronto a relazionare.

Infatti, mi sono meravigliato del fatto che, invece di parlare di dissesto idrogeologico, si sia parlato di una questione importante ma di secondo livello, quanto ad importanza rispetto al dissesto.

Vorrei dire al collega Fedele che prima si è parlato di una lealtà dei rapporti fra governo, maggioranza ed opposizione. Questo stile dei rapporti deve contraddistinguere i comportamenti reciproci ma, obiettivamente, l’intervento del capogruppo Fedele mi è sembrato – scusami se mi permetto e ritiro se c’è un eccesso nel mio dire – una entrata in campo in modo tale da poter sostenere non dico una primogenitura ma una maggiore sensibilità.

Allora, forse, non è sbagliato ricordare storicamente che questo punto doveva essere all’ordine del giorno già oggi. Se non lo è, implicitamente debbo capire che il Governo non era pronto a relazionare.

Detto questo, ovviamente, siamo d’accordo affinché si dedichi una seduta a questo problema.

Quanto alla preoccupazione per gli stagisti, dobbiamo esaminare la questione perché, per quanto ci riguarda, noi non abbiamo partecipato alla votazione con la quale si è introdotto con l’articolo 10 l’iter che poi non ha trovato una soluzione positiva.

Quindi, per la parte che ci riguarda, ne vogliamo discutere, affrontando il problema ex novo, non cercando di dare il cerino in mano alle comunità locali, non sarebbe giusto. Noi dobbiamo trovare una soluzione che sia equa e che dia la possibilità a questi giovani che hanno una professionalità di lavorare e di continuare nel loro impegno ma senza, però, creare problemi di rapporti strani tra il Consiglio regionale e le autonomie locali.

Per quanto ci riguarda siamo pronti a discutere, per arrivare ad una soluzione che sia positiva.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Solo trenta secondi, Presidente.

Mi pare, onorevole Principe, di aver detto quando sono intervenuto riguardo al dissesto idrogeologico “coinvolgendo tutti”. Non mi pare ci sia questione di primogenitura.

La mia ulteriore sensibilità – l’ho detto anche nel mio precedente intervento – è venuta quando, purtroppo, mi sono reso conto recandomi a Gioia Tauro nei giorni scorsi, della gravità del problema in quel territorio e rapportandolo poi in altri territori come leggiamo sui giornali.

Da qui è nata questa esigenza che, tra l’altro, non vuol essere una primogenitura.

Anzi, come ho detto, è bene che si discuta insieme e che da parte vostra vengano le giuste osservazioni ed i giusti suggerimenti per affrontare questo tema in maniera veramente determinante.

Nessuna polemica di questo tipo, quindi sgombro il campo da fraintendimenti che possa aver creato il mio intervento.

PRESIDENTE

Dopo questa puntualizzazione direi di sospendere la seduta. Ci vediamo qui ai banchi della Presidenza così organizziamo i lavori in merito alle due richieste dell’onorevole Fedele e lavoriamo  per fissare anche la data della  prossima seduta.

Chiamo i capigruppo ai banchi della Presidenza.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 15,40 è ripresa alle 15,46

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.

Intanto comunico che il Consiglio regionale – raccogliendo la proposta fatta dai capigruppo – è fissato sul dissesto idrogeologico per lunedì 29 novembre alle 11.

Nello stesso tempo è stata presentata anche una bozza di modifica della legge che riguarda gli stage, che possiamo inserire all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Provvederemo poi alla discussione del merito.

Queste sono le determinazioni che la Conferenza dei capigruppo ha assunto qui ai banchi della Presidenza. Possiamo procedere con l’ordine del giorno così come stabilito e proposto.

Proposta di legge n. 67/9^ di iniziativa dei consiglieri Principe, Giordano, Ciconte, De Gaetano, recante: “Modifiche all'articolo 4, comma 1 della legge n. 21 dell'11 agosto 2010”

PRESIDENTE

Si passa allora al primo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge n. 67/9^ di iniziativa dei consiglieri Principe, Giordano, Ciconte, De Gaetano, recante: “Modifiche all'articolo 4, comma 1 della legge n. 21 dell'11 agosto 2010”.

Si tratta di una  modifica al piano casa.

Darei la parola al primo firmatario che è l’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE, relatore

Presidente, c’è una richiesta di inversione dell’ordine del giorno? No.

(Interruzione)

Chiedo scusa, Presidente, non avevo inteso.

Illustro questa nostra proposta di legge, sia pure rapidamente, perché c’è già un voto della Commissione che, praticamente, ha espresso parere contrario su tutta la proposta di legge.

Quindi da parte nostra inviteremmo la maggioranza a riflettere un attimo perché, guardate, quello che vogliamo fare è perfettamente ciò che ha stabilito la Conferenza Stato-Regioni.

Vorrei ricordare al Presidente Dattolo  la decisione della conferenza Stato-Regioni del 29 marzo 2010 dove la Calabria, penso, era rappresentata o dal Presidente Scopelliti o dal Vicepresidente.

Ribadisco di parlare solo dell’articolo 4. Sugli altri articoli della norma che avete approvato, noi non abbiamo condiviso una serie di punti, ormai è un dato archiviato.

Ritorno all’articolo 4. Presidente Scopelliti. vorrei che lei mi ascoltasse.

In quella sede la Conferenza Stato-Regioni con la presenza della Calabria ha stabilito, con riferimento al cosiddetto “piano casa”, che, praticamente, l’aumento volumetrico del 20 per cento deve applicarsi solo ai fabbricati unifamiliari o bifamiliari con volumetria non superiore a mille metri cubi.

Voglio dire: quando in Aula il gruppo del Partito democratico ha presentato l’emendamento al primo comma dell’articolo 4 non era una nostra invenzione, tanto è vero che questa tesi la sostenemmo già all’epoca del governo Loiero.

Noi pensavamo di uniformarci ad una linea di carattere generale del Paese.

Ricordo che in Aula ci fu questa discussione e che il Governo aveva accolto l’emendamento da me presentato come capogruppo ma anche da tutto il gruppo del Partito democratico.

Subentrò l’emendamento Gentile-Aiello che invece di fabbricato parlava di edificio. E’ venuto fuori che l’aumento può applicarsi a tutte le unità immobiliari, per cui se c’è un fabbricato dove ci sono 50 unità immobiliari e per ipotesi si mettono d’accordo sotto il profilo architettonico e della uniformità viene applicata questa norma.

Siamo profondamente fuori rispetto a quella che è la linea di tendenza di tutte le Regioni d’Italia perché, ripeto, questa linea è stata fatta propria dalla Conferenza Stato-Regioni. Non è una nostra invenzione.

Cosa volete che diciamo in questa sede? Siete maggioranza, noi siamo opposizione. Spesso ci si chiede di essere aperti e di collaborare. In questo modo noi siamo aperti e collaborativi perché stiamo cercando di evitare che una legge errata diventi inapplicabile, determini conflitti enormi tra i privati. Questa legge ha la potenzialità di un aumento generalizzato del 20 per cento ed essendo di difficilissima attuazione provocherà una serie di conflitti.

Questa è una norma fatta quasi apposta per gli avvocati che si divertiranno. Ero iscritto all’ordine della provincia di Cosenza e sto parlando contro i miei colleghi.

Questa norma procurerà centinaia e centinaia di conflitti, senza contare il fatto che ci pone al di fuori di una linea di carattere generale.

Ma è possibile che sempre la Calabria debba uscire dal coro? E nel momento in cui esce dal coro nazionale non ne esce in termini positivi ma – lasciatemelo dire – esce fuori in termini negativi?

Caro Presidente Dattolo, non veda il nostro come un intervento pretestuoso o di chi vuol fare opposizione per opposizione. Il nostro dire è perfettamente nella linea di tendenza del Paese. Produrrò fra poco alla Presidenza del Consiglio e alla Presidenza della Giunta la deliberazione della Conferenza Stato-Regioni in cui si dice pedissequamente quello che noi abbiamo proposto col nostro emendamento che dovrebbe essere ripreso meglio ancora della proposta di legge che ha tentato di migliorare il testo dell’articolo 4.

Detto questo, sotto il profilo generale mi rivolgo al Presidente del Consiglio - che non mi ascolta in questo momento - e ribadisco che si è trattato di un atto di estrema gravità: la norma che è venuta fuori dall’articolo 4 non ha posto in essere in modo lineare la volontà di questo Consiglio regionale.

A riprova di quello che dico c’è la parola dell’assessore Aiello che oggi pomeriggio non è presente in quest’Aula e che nella precedente seduta ha dichiarato ed è riportato a verbale “Principe ha ragione perché il 4 agosto noi abbiamo votato un’altra cosa”.

Allora due problemi: uno è quello di stabilire qual è la reale volontà del Consiglio regionale e un secondo problema è quello di essere in linea con quella che è la tendenza del Paese. Fra poco le porterò la delibera della Conferenza Stato-Regioni che ripete parola per parola quella che era la nostra posizione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO

Presidente, intervengo intanto perché a differenza di quel che diceva l’onorevole Principe, penso che il comportamento del Presidente Talarico sia stato estremamente corretto nel portare in Aula un provvedimento che ha avuto in Commissione parere negativo.

Non vorrei che questo, caro Presidente, creasse un precedente anche perché la volontà del Consiglio, come si diceva prima anche sui temi ambientali, deve consentire che la politica decida. Non può ogni volta arrivare a rinnovi, ritardi, compromessi ed altre situazioni.

Onorevole Principe, vede, non ho niente di personale nei suoi confronti ma sembra quasi che lei ne abbia fatto una questione di carattere personale. Come se noi volessimo creare uno scempio su un territorio che è una bomboniera o un qualcosa che si presenta nelle condizioni migliori.

Se soltanto i componenti della Commissione e lei, spero, prendessero nota di quelli che sono i regolamenti in campo energetico ed architettonico, si renderebbero conto che questo ipotizzato abuso della legge verrebbe tranquillamente sminuito e smussato.

Ogni volta, poi, lei dimentica una cosa: le prerogative dei comuni.

Sono i comuni gli unici titolari, i Consigli comunali sono deputati ad indicare le aree verso le quali il piano casa si può applicare o di conseguenza si deve escludere.

Allora, vede, lei fa riferimento alla Conferenza Stato-Regioni dimenticando anche volutamente il fatto che ci siano state Regioni che, addirittura, hanno applicato il piano casa anche per ciò che riguardava le attività commerciali e le attività ricettive.

Questo l’hanno fatto Regioni dove c’è la sua parte politica. Assolutamente. Quindi lei non può venire ogni volta a dettare quelle che sono le responsabilità che si assume la maggioranza e glielo ho già detto una volta.

Voi avete avuto la possibilità di approvarvi la legge ed invece avete portato la Calabria, ancora una volta, ad essere l’ultima Regione ad approvare la legge sul piano casa che rappresenta un provvedimento straordinario e di grande spessore. Glielo posso dire perché porterò io della stampa a lei.

Perché l’aspetto riqualificante che prevede questa legge è innovativo e portato come esempio dalla stampa specializzata.

Tra l’altro, questo piano è stato vistato con grande attenzione anche dagli ordini professionali e non come dicevano alcuni dalle categorie, dall’Ance e dall’Anci. Ci sono state anche delle proposte dei suoi consiglieri che sono state accolte nel testo della Commissione.

Evitiamo, allora, di perdere altro tempo perché già se ne è perso abbastanza e, purtroppo, anche in questo siamo ad un triste primato.

Mi auguro solamente che con l’approvazione dei regolamenti che sono già all’attenzione della Giunta si possa addivenire, invece, ad utilizzare questo strumento in termini di riqualificazione soprattutto dal punto di vista architettonico non soltanto del risparmio energetico, perché potrebbe migliorare notevolmente quello che è il patrimonio edilizio della regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, pertanto possiamo procedere alla votazione del punto.

Pongo in votazione la proposta di legge numero 67/9^.

(Il Consiglio non approva)

Proposte di legge unificate n. 14/9^ di iniziativa del consigliere Francesco Talarico e n. 75/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Fedele, Tripodi, Serra, recante: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria”

PRESIDENTE

Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che riguarda le proposte di legge unificate n. 14/9^ di iniziativa del consigliere Francesco Talarico e n. 75/9^ di iniziativa dei consiglieri Bilardi, Fedele, Tripodi, Serra, recante: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria”.

L’onorevole Salerno, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Nazzareno SALERNO, relatore

Grazie, Presidente, in merito alla legge sullo sport vorrei sottolineare che la proposta numero 14/9^ per decisione dell’Ufficio di Presidenza e quindi poi della intera Commissione è stata accantonata in quanto i contenuti della stessa erano riportati nella proposta di legge numero 75/9^ che la Commissione ha approvato alla unanimità.

Siamo davanti ad un provvedimento molto importante, ad una legge molto importante che viene discussa dopo 26 anni.

Questa è una legge che tiene conto della realtà sportiva calabrese ma soprattutto dei bisogni, degli interventi che necessitano in questo settore.

Volevo, altresì, aggiungere che mi pare ci siano degli emendamenti presentati qui oggi all’ordine del giorno. Dall’esame fatto inviterei i proponenti a ritirare questi emendamenti in quanto, comunque, superati e contenuti nella proposta di legge. Mi riferisco agli emendamenti presentati dagli onorevoli Tripodi e Nucera.

Per quanto concerne, invece, gli emendamenti presentati dall’onorevole Aiello Ferdinando ritengo possano essere accolti in quanto si tratta di motivazioni squisitamente tecniche.

Mi fermo qui. Volevo solo sottolineare che l’onorevole Parente è stato relatore in Commissione, pertanto lo inviterei ad intervenire per eventuali approfondimenti in merito. grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge in discussione oggi rivisita in modo organico la vigente legge regionale che risale all’anno 1984. Quindi, dopo un quarto di secolo è superfluo sottolineare l’esigenza di adeguare le norme regionali ai vari livelli che oggi l’attività sportiva va assumendo sia sul piano sociale, che sul piano economico e sul piano sanitario, sul piano medico sia per quanto riguarda gli aspetti preventivi sia riabilitativi dello sport.

I punti fondamentali della proposta di legge oggi in esame possono essere individuati nella semplificazione delle procedure, anche per non vanificare le risorse disponibili nell’elaborare programmi di sviluppo.

Questi sono concertati con gli enti locali, con le associazioni e le federazioni sportive in forti collaborazioni sia con la scuola che con l’Università.

Una precisa ripartizione delle funzioni avverrà tra Regioni, province e comuni attraverso l’adozione del piano regionale degli interventi sportivi e l’istituzione di una Commissione regionale per lo sport che avrà il ruolo di cabina di regia della intera programmazione regionale.

Un altro punto importante riguarda la tutela dei praticanti l’attività sportiva non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche per quanto riguarda l’aspetto tecnico sportivo affidato esclusivamente alla supervisione di tecnici qualificati e ad istruttori specifici di disciplina che dovranno avere titoli o brevetti conseguiti all’Università, alla scuola regionale del Coni o nelle federazioni ad essa affiliate.

Un altro punto importante - che credo meriti di essere sottolineato - riguarda l’assoluta parità di condizioni nella promozione e sostegno dell’attività sportiva dei soggetti diversamente abili, accogliendo anche l’invito che il Presidente Talarico ha manifestato qualche giorno fa durante la premiazione del campione di tennis da tavolo Daniel Paone.

E’ stato previsto nel progetto di legge il coinvolgimento diretto sia del Comitato internazionale paraolimpico sia delle federazioni e delle discipline sportive paraolimpiche.

Per conseguire questi obietti la proposta di legge prevede, chiaramente, la promozione ed il sostegno della Regione in tutto quello che riguarda l’impiantistica sportiva, l’attività sportiva dilettantistica, l’organizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi, la formazione, l’aggiornamento e la qualificazione del personale che a vari livelli viene coinvolto.

A proposito viene prevista anche la creazione di una banca dati e di un albo professionale inteso come un albo regionale che racchiuda la presenza di tutte quelle figure che non sono contemplate negli albi federali.

Potrei fare qualche esempio: il maestro di sci. Disciplina per la quale è in procinto di arrivare in Commissione una proposta di legge che disciplinerà sia gli aspetti tecnici sia quelli agonistici di riferimento.

Altro punto importante in questa legge è la creazione dell’Osservatorio regionale per lo sport che è un organismo di supporto tecnico-scientifico. Un organismo che si avvarrà dell’ufficio scolastico regionale per quanto riguarda il censimento della impiantistica in uso alle scuole.

Generalmente oggi le scuole questa impiantistica la sotto-utilizzano se non foss’altro per l’attività di educazione motoria, fisica e sportiva e con il coinvolgimento potrebbe essere messa a disposizione degli enti e delle associazioni che ne faranno richiesta.

La proposta di legge prevede, altresì, iniziative a sostegno delle realtà regionali che hanno conseguito i risultati a livello nazionale o internazionale quale contributo alla pratica sportiva per promuovere l’immagine della Regione Calabria in Italia e nel mondo.

A tal fine è prevista l’istituzione del premio “Atleta calabrese dell’anno” da attribuire ad atleti calabresi non professionisti che si sono distinti a livello nazionale ed internazionale con un riconoscimento anche delle società sportive con cui l’atleta è tesserato.

Queste cose saranno formalizzate ed effettuate durante la “Giornata dello sportivo” che è un evento previsto dalla proposta di legge in esame.

Onorevoli consiglieri, al di là del merito dell’articolato che è sempre perfettibile quando si tratta di discutere di normative in materia di sport e di attività sportiva, la cosa che preme sottolineare è che l’andamento differenziativo di questa proposta di legge, rispetto a tutte quelle che sono le leggi regionali, è dato dal fatto che la cabina di regia che dovrà sovraintendere alla intera programmazione regionale è costituita su 17 componenti da ben 14 soggetti tra rappresentanti del Coni e delle federazioni, dell’associazionismo sportivo, dell’Università oltre che dai comuni e delle province della scuola.

Tale organismo che da una prima lettura potrebbe sembrare pletorico o formale, dovendo invece esprimere un parere vincolante ed obbligatorio assume, invece, una funzione sostanziale e importante che è quella di incidere nello sviluppo programmato delle attività motorie e sportive attraverso forme dirette di concertazione essendo presenti, contestualmente, nella cabina di regia. Così accelereranno ogni procedura per dare risposte operative concrete ed immediate alla notevole domanda che oggi è praticamente disattesa.

Concludo rimarcando il fattivo contributo dato a questa proposta di legge dal Coni, dai rappresentanti delle federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva nonché dalle associazioni benemerite nel campo sportivo che hanno raccolto e proposto le istanze della base. Quasi tutte sono state recepite nel testo che si appresta ad andare ora in discussione, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, mi associo a quanto detto dal Presidente Salerno e dal relatore onorevole Parente.

E’ una legge che è stata votata alla unanimità, penso che si sia aperta una discussione proficua in Commissione anche con tutti coloro che hanno avuto audizione. Alla fine si è pensato di arrivare ad un voto unanime, attraverso la stesura nel suo complesso e tenendo in considerazione quello che era l’obiettivo finale, cioè l’interesse per lo sport, per la promozione dello sport nella Regione Calabria.

Penso sia un buon testo, frutto di un’ampia discussione senza steccati e senza pregiudizi.

E’ stata una discussione di merito ed è uscito così un elaborato interessante, dopo 26 anni, che dà la possibilità, comunque, a questo Consiglio regionale di uscire con una identità chiara su questa legge che è quella di un interesse più complessivo e finale.

Ritengo che da domani, ovviamente, vi sia una pagina importante da ascrivere ai meriti non solo della Commissione ma del Consiglio tutto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Signor Presidente, grazie, anche io mi associo alla voce dei colleghi per evidenziare come sia stato un lavoro molto intenso che la Commissione ha svolto perché si riteneva e si ritiene importante, dopo un quarto di secolo, dare alla Calabria una legge che non sia solo una legge di principi, una legge manifesto, ma una legge efficace per metterci immediatamente in linea con i bisogni dello sport.

Lo sport che in Calabria deve essere un anello trainante più di un risorgimento sociale che non può e non deve tardare ad avvenire.

Vogliamo evidenziare come Gruppo gli emendamenti che sono stati formulati e che sono stati quasi tutti accolti dalla Commissione, e che andavano in alcune direzioni specifiche: di promuovere lo sport dilettantistico e dare nuova linfa allo sport, a tutte quelle manifestazioni che appaiono minori ma che poi producono le maggiori ricadute capillari sul territorio.

Poi lo stesso terzo emendamento che metteva al centro la pratica sportiva per i diversamente abili.

Anche questo è stato un emendamento molto importante e accolto alla unanimità.

Non vado oltre per non ripetere quanto stato già detto dai colleghi. Credo che oggi si possa dire che c’è una legge capace di essere il faro e di condurre a strada certa lo sport calabrese. Grazie.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi procedo con l’articolato.

Il relatore, onorevole Salerno, diceva nel suo intervento che gli emendamenti – sicuramente avrà parlato con gli estensori degli emendamenti – sia dell’onorevole Nucera che dell’onorevole Tripodi andavano ritirati.

Se così è possiamo andare spediti rapidamente all’articolato e votare.

Onorevole Nucera, prego, ha facoltà di parlare.

Giovanni NUCERA

Grazie, Presidente. “Ritirati” mi sembra un po’ eccessivo rispetto al reale contenuto dell’accordo che noi abbiamo raggiunto in una conferenza tra consiglieri al fine di evitare la lungaggine di un dibattito che potrebbe essere solo ripetitivo, considerato che in Commissione questa proposta di legge ha trovato l’accordo di tutti.

Diciamo che molti degli emendamenti, così come sono stati proposti, saranno oggetto di attenzione in fase di regolamentazione cioè nel momento in cui si andrà a redigere quel regolamento che consentirà l’attuazione pratica della legge. Saranno recuperati in quell’ambito. Tranne qualche emendamento che in sede di coordinamento formale sarà inserito, senza nulla rubare alla economia generale della legge che, oggettivamente, è una legge che ammoderna per certi aspetti le leggi precedenti e che pone all’attenzione, soprattutto, una politica sportiva non tendente ad escludere ma ad includere. Quindi una politica inclusiva anche delle categorie dei diversamente abili.

Questo è un riconoscimento su cui dobbiamo veramente meditare come Consiglio regionale ma soprattutto come Governo e come maggioranza. Dobbiamo destare una maggiore attenzione a quelle politiche delle categorie e delle fasce più deboli che più che mai necessitano dell’intervento pubblico, dell’aiuto da parte delle Istituzioni e quindi da parte della Regione Calabria.

La legge nel suo complesso è stata salutata positivamente anche dalle associazioni, dalle rappresentanze istituzionali. Citiamo per definizione la maggiore, il Coni. Questo ci lascia ben sperare per il futuro.

Certo, nella vita si può avere sempre di più. Accontentiamoci, nel tempo vedremo l’attuazione pratica ed in corso d’opera – che non sarà lontano – se ci sarà qualcosa da sistemare nella metodologia della impostazione complessiva del tessuto legislativo e lo potremo fare con maggiore calma e con maggiore serenità.

Ecco, il senso degli emendamenti che oggi viene recuperato è proprio quello di dare maggiore snellezza a quella che sarà l’attuazione pratica del progetto stesso.

Ecco, solo in questa chiave, Presidente.

PRESIDENTE

Va bene, raccogliamo questa indicazione dell’onorevole Nucera. Saranno poi rivisti nel regolamento.

Per l’onorevole Tripodi vale la stessa cosa poi da aggiungere nel regolamento finale?

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, durante la discussione poi siamo rimasti d’accordo col Presidente Salerno che dobbiamo inserire, semplicemente, una chiarificazione rispetto all’articolo 2 e poi non ci sono problemi.

PRESIDENTE

Possiamo procedere con l’articolato.

Possiamo partire con l’articolo 1.

Prego, onorevole Salerno…

Nazzareno SALERNO, relatore

Ci sono gli emendamenti proposti dall’onorevole Aiello.

PRESIDENTE

Ho parlato solo degli emendamenti proposti dall’onorevole Nucera e dall’onorevole Tripodi.

Quelli dell’onorevole Aiello Ferdinando li vediamo man mano che arriveremo all’articolato perché il primo emendamento è all’articolo 11. Intanto procediamo con l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Sull’articolo 2, ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi.

Pasquale Maria TRIPODI

Grazie, Presidente. Sull’articolo 2 al comma b) – questo è concordato, peraltro, con il Presidente della Commissione – al capoverso secondo propongo di prevedere che il regolamento sia sottoposto al parere vincolante della Commissione competente.

PRESIDENTE

Quindi l’onorevole Tripodi, propone che il regolamento approvato dalla Giunta sia sottoposto alla Commissione competente.

(Interruzione)

Ripeto. L’onorevole Tripodi, propone che venga aggiunto che “Il regolamento approvato dalla Giunta sia sottoposto al parere vincolante della Commissione”.

Parere del relatore?

Nazzareno SALERNO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento presentato dall’onorevole Tripodi.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 comprensivo della modifica.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Prego, onorevole Battaglia, ha facoltà di intervenire sull’articolo 9.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, sull’articolo 9 a mio giudizio c’è la necessità di un chiarimento da parte del relatore o, comunque, da parte di chi ha proposto la legge perché viene istituita la Commissione regionale per lo sport come organo consultivo della Regione Calabria.

Mi sembra una importante indicazione che viene data per quanto concerne l’attività della Regione che ha necessità di avere anche delle indicazioni consultive.

Il problema si pone, invece, poi col comma 11 allorquando viene detto che “la Commissione esprime parere obbligatorio e vincolante su tutti gli argomenti sottoposti all’esame” che, presumo, saranno tutti gli argomenti su cui ha competenza.

Prevedere un parere vincolante da parte di un organismo di questo tipo, un parere che non si capisce poi se è di merito o di legittimità, mi sembra eccessivo.

Questo lo dico per l’equilibrio istituzionale tra Consiglio, Giunta regionale e Commissioni di questo tipo.

Cioè viene sottoposto ad un organismo esterno il potere ed il compito di condizionare delle scelte che, secondo me, non possono essere affidate ad un organismo di questo tipo.

Può essere chiesto un parere ma non può, questo parere, diventare vincolante perché – tra l’altro – non si capisce sotto quale profilo. Un parere può essere vincolante sotto un profilo di legittimità non certo di merito perché un’attività ed un potere di questo tipo travolgerebbe sia l’attività del Consiglio che della Giunta.

Ora, siccome sono alla opposizione, potrei dire che la Giunta venga controllata con un articolo di questo tipo  mi potrebbe star bene. Però ho una preoccupazione dal punto di vista istituzionale per cui ritengo che dovrebbe essere chiarito questo aspetto.

Se poi la maggioranza o comunque l’Aula ritiene che un organismo di questo tipo possa condizionare e bloccare con un parere vincolante un’attività regionale ne prendo atto. Ma personalmente ho perplessità.

PRESIDENTE

L’onorevole Battaglia, pone anche una contraddizione letterale tra il primo comma che è “organo consultivo” e la seconda parte che riguarda, invece, “parere obbligatorio e vincolante” cioè in modo tale da capire se il parere è obbligatorio e vincolante allora modifichiamo anche la dizione iniziale.

Nazzareno SALERNO, relatore

In Commissione abbiamo esaminato attentamente questo aspetto.

Al primo comma, quando si parla di “organo consultivo per la Regione Calabria” e per la definizione degli indirizzi e degli interventi regionali nell’ambito dello sport rientriamo in un discorso di programmazione.

Abbiamo anche approfondito il comma 11, come sollevato dall’onorevole collega Battaglia, dove viene fuori questo “parere obbligatorio e vincolante”.

Sono due momenti diversi. Abbiamo ritenuto di approvarlo in Commissione perché la Commissione regionale per lo sport è rappresentata da diversi organismi.

Dalla Regione Calabria con l’assessore regionale allo sport, e il dirigente del dipartimento turismo e spettacolo, il dirigente del settore sport, il Presidente o suo delegato del Comitato regionale Coni, il dirigente o suo delegato dell’ufficio scolastico regionale, un rappresentante della Università, il direttore della scuola regionale del Coni o un suo delegato, un delegato dell’Upi o dell’Anci, rappresentanti espressi da Fsn, Dsa, Ab, Cip, e ancora due rappresentanti dell’Eps e due esperti in materia sportiva.

Diciamo che si tratta di una Commissione che rappresenta tutte le parti interessate allo sport ragion per cui abbiamo ritenuto irrilevante il discorso del “vincolante”.

Voglio dire che però si può anche vedere, non è un problema questo, ma riteniamo sia superfluo eliminare la parola “vincolante” o lasciarla perché, comunque, siamo davanti ad un organismo che rappresenta tutte le parti che si occupano di sport in questa nostra Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, se è una scelta consapevole quello che si sta facendo ne prendo atto e personalmente mi asterrò su questo articolo per un problema, come dicevo prima, istituzionale.

Questa è una Commissione che può votare a maggioranza ed a maggioranza può condizionare in maniera forte un’attività da parte della Regione intesa come Esecutivo, non dico come parte legislativa.

Se questa è una volontà precisa a me va bene. Ho ritenuto di sollevare un problema che, forse, competeva più alla maggioranza che all’attuale minoranza, ma lo sollevo nel quadro di un equilibrio istituzionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, gentilmente solo trenta secondi di orologio in Aula, chiedo una interruzione per confrontarci un attimo con il Presidente della Commissione.

PRESIDENTE

Con il Presidente della Commissione, come siamo adesso? Allora venticinque secondi.

(I capigruppo ed i relatori si portano al banco della Presidenza)

PRESIDENTE

Prego, onorevole Salerno.

Nazzareno SALERNO, relatore

Presidente, possiamo sostituire la parola “vincolante” lasciando “obbligatorio”. Quindi “parere obbligatorio”.

PRESIDENTE

Possiamo votare con questa modifica al comma 11, cassando la parola “vincolante” e lasciare “esprime parere obbligatorio”.

Pongo in votazione la modifica.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9 come modificato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

All’articolo 11 è stato presentato emendamento a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello che così recita: “All’articolo 11 (banca dati e albi professionali) – punto 1, primo rigo: dopo la parola <<Regione>> aggiungere la frase <<per il tramite dell’Osservatorio regionale per lo sport>>”.

Mi sembra che questo emendamento sia stato già accolto dal relatore.

Parere del relatore?

Nazzareno SALERNO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

All’articolo 15 è stato presentato emendamento, a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello che così recita: “All’articolo 15 (interventi per l’organizzazione delle manifestazioni sportive) – al punto 6 dopo la parola <<materiale>> abolire la parola <<cartaceo>>”.

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 16, sempre a firma dell’onorevole Ferdinando Aiello, è stato presentato emendamento che così recita: “All’articolo 16 (interventi a sostegno del merito sportivo) – al punto 5 alla fine aggiungere la frase <<Durante la giornata dello sportivo saranno premiati anche tecnici e dirigenti sportivi calabresi che si sono particolarmente distinti nelle loro mansioni>>”.

Parere del relatore? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 18.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 19.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 20.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21.

(E’ approvato)

Tutto l’articolato è stato approvato.

Ha facoltà di fare dichiarazione di voto sul provvedimento il Presidente della Giunta regionale, onorevole Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, e ovviamente il ringraziamento va ai colleghi consiglieri che hanno presentato questo progetto di legge su un tema molto caro.

Era un tema che avevamo richiamato anche in campagna elettorale come un obiettivo importante e fondamentale dell’esperienza che intendevamo realizzare in prospettiva come nuovo Esecutivo, come nuovo Governo regionale, evidenziando più volte che lo sport era uno dei temi importanti e delicati di questa stagione.

Questa amministrazione ripone nei confronti dello sport molta attenzione ritenendolo uno strumento necessario ed indispensabile anche per la crescita delle giovani generazioni e per fornire in maniera concreta uno strumento che fuoriesca dalle logiche storiche, assistenziali e clientelari di situazioni e di condizioni che non hanno certamente dato lustro alle gestioni della politica e fatte dalla politica per cercare di introdurre un elemento di novità.

Questo è il modello che a noi piace molto, Presidente Salerno, e che preferiamo.

E’ il modello che nasce dalla condivisione, dalla concertazione, dal dialogo che nasce dal basso. Cioè l’idea di recepire quello che è il bisogno del nostro territorio e riuscire, ovviamente, ad approvare progetti di legge come questo che ci consentano di mettere in campo la determinazione e la volontà di una classe dirigente che non è una classe dirigente politica, ma è la classe dirigente che fa capo al mondo dello sport.

Pertanto è uno strumento significativo che arricchisce il panorama delle tante leggi regionali e che mi sembra di capire sia attesa forse da 25 anni.

Ci sono stati innumerevoli tentativi per cercare di approvare una legge regionale dello sport in passato e questo ci è stato detto più volte dallo stesso Presidente del Coni. Non si è mai, però, riusciti ad arrivare alla approvazione di un testo definitivo.

Mai un testo, diciamo così, riusciva a recepire e recuperare le istanze che venivano sia dal Coni che dagli enti. Oggi questo si è concretizzato e quindi è un risultato che riteniamo importante e che crediamo vada ad ascriversi a questo Consiglio regionale come merito e come stimolo soprattutto perché questo viene a poco più di sei mesi dal nostro insediamento, continuando a fornire una risposta importante, così come avevamo detto subito dopo le elezioni quando avevamo ricordato che il nostro obiettivo era di approvare un progetto di legge sul mondo dello sport in tempi ristretti.

Mi sembra che abbiamo colpito nel segno. Quindi rivolgo un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito, i firmatari, i componenti della Commissione. Un ringraziamento va anche a chi si è adoperato nel periodo estivo a lavorare, ai rappresentanti del Coni, al suo Presidente regionale, ai responsabili provinciali, agli enti che fanno parte del Coni, agli enti sportivi con in testa, sicuramente, l’Alleanza sportiva italiana che è stato l’ente che ha promosso la fase di dialogo e di contatto, che ha fatto da collante con tutte le realtà con il Coni, protagonista visto che aveva ed ha un ruolo preminente sotto questo punto di vista.

Siamo contenti perché si è usciti fuori dalle classiche e storiche liti di bottega, la sottocultura che spesso appassiona tanti che hanno ruoli, noi abbiamo rivendicato in maniera significativa una competenza che è quella di legiferare. Quest’Aula ha il compito di legiferare. Tutti hanno il compito di proporre, mentre noi abbiamo il compito di legiferare e di assumerci la responsabilità. Quando queste indicazioni collimano con la volontà politica, quindi fanno pendant e sono in grande sintonia, per noi è motivo di grande soddisfazione perché vuol dire che siamo riusciti a raccogliere questo tipo di cammino, di percorso e farlo nostro.

Sicuramente questa legge produrrà degli effetti positivi e poi come tutte le leggi nascono ma nel tempo possono essere migliorate una volta che vengono applicate, attraverso gli strumenti dei regolamenti e le fasi successive.

Ma è un punto fermo.

E’ una legge attesissima alla quale va dato questo riconoscimento, va riconosciuta la sensibilità e la passione di chi si è prodigato in questa direzione e di chi ha voluto fortemente costruire questo cammino, di quelle persone che si sono attraverso i loro enti fatte promotrici di questo incontro e di questa proposta che è stata, ovviamente, poi al tavolo conclusivo condivisa, attraverso una fase esterna da parte della politica che ha portato il proprio contributo.

Fino all’ultimo si è lavorato in Commissione per arricchire questa proposta. Pertanto mi sembra che oggi si approvi un testo che dà una risposta, ma che rappresenta un punto di partenza. Ci saranno poi le fasi successive ma oggi, sicuramente, il mondo dello sport calabrese può gioire perché abbiamo dato una risposta veramente in termini di tempi e di grande professionalità e di grande attenzione nei confronti del mondo dello sport.

Una risposta fatta di larga e totale condivisione del mondo dello sport, una proposta fatta dalla politica che si assume le proprie responsabilità, che fa le sue scelte e che oggi in Aula approva questo testo e che dice che da qui si riparte per realizzare un cammino ed un percorso proficuo studiato per cercare di valorizzare, far crescere e promuovere l’attività sportiva che rappresenta per noi un punto fondamentale del cammino.

Chi ha cultura del mondo dello sport sicuramente cresce molto meglio. Un po’ meno è fare cultura politica che non sempre ti attrezza e ti aiuta a crescere in maniera adeguata. Ma quello del mondo dello sport è per noi un riferimento importante che vogliamo continuare a coltivare ed a sostenere perché riteniamo importante questo percorso, questo cammino e questo risultato.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, un grazie sentito e forte perché oggi abbiamo dato ancora una volta una prova di coesione, di compattezza, di compartecipazione. La prova che una Regione può legiferare.

Per noi, su questo come su tantissimi altri punti, diventa prioritario riuscire a far nascere dal territorio le istanze, farle raggruppare e poi condividere e far diventare questi progetti, progetti di cui il cittadino comune è pienamente cosciente e che condivide perché appartenenti ad ognuno di noi. Sono i progetti che hanno delle ricadute sul territorio e portano dei risultati sicuramente positivi.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

(Applausi dai banchi riservati al pubblico)

Proposta di legge n. 19/9^ di iniziativa del consigliere Morelli, recante: “Un albero per ogni neonato e minore adottato”

PRESIDENTE

Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge n. 19/9^ di iniziativa del consigliere Morelli, recante: “Un albero per ogni neonato e minore adottato”.

L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Grazie,  Presidente, si tratta di una legge proposta dall’onorevole Morelli, che ringrazio per la sensibilità soprattutto sul tema del rispetto della natura, che impone ai comuni di piantare un albero per ogni neonato o minore adottato: il tema è emerso nella relazione dell’assessore all’ambiente e anche prima in fase di discussione.

Bisogna ringraziare il dipartimento all’agricoltura e l’assessore per aver fornito anche la tipologia delle piante che debbono essere piantate nelle aree individuate dai comuni con delle caratteristiche particolari, onde evitare di fare delle piantumazioni che non rispettano l’altimetria e le caratteristiche climatiche. Invece, alberi adatti andranno sicuramente a valorizzare il patrimonio che l’azienda forestale, l’Afor, con i suoi vivai ha in essere.

Una legge questa, dell’onorevole Morelli, che si collega a quella nazionale del 1992. Penso che anche in questo caso sia stato fatto un lavoro per dotare la Calabria di spazi verdi.

Ritengo, inoltre, che i ragazzi che vedranno l’etichetta con il loro nome ne avranno cura. E’ un modo anche per approcciarsi ad una diversa mentalità che deve cambiare il volto della Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Possiamo procedere con la votazione non essendoci richieste di intervenire.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

All’articolo 4 è stato presentato un emendamento a firma del consigliere Morelli che così recita: “Al comma 1, dell’articolo 4 dopo le parole <<Il dipartimento agricoltura foreste e forestazione>> il periodo si specifica con le seguenti parole <<con il coordinamento del dipartimento Presidenza – politiche giovanili, il dipartimento agricoltura, foreste e forestazione d’intesa con il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – unità di ricerca per la selvicoltura in ambiente mediterraneo – e con il corpo forestale dello Stato deve provvedere a>>.

Al comma 3 dell’articolo 4 della proposta di legge la parola <<autonomamente>> è sostituita dalla parola <<direttamente>>.

Al comma 3 dell’articolo 4, dopo il periodo <<i comuni possono provvedere autonomamente all’acquisto delle piante>> è aggiunto il periodo <<previa intesa con il dipartimento competente e nei limiti delle disponibilità di bilancio>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Morelli. Ne ha facoltà.

Francesco MORELLI

Presidente, l’emendamento al comma 1 dell’articolo 4 della proposta di legge è finalizzato ad  ottimizzare e monitorare il contenimento del costo della spesa perché – proprio come evidenziava l’onorevole Dattolo – a distanza di 18 anni i fondi della legge del 1992 sono terminati.

Noi abbiamo cercato in sede di Commissione bilancio di far scaturire questi emendamenti che sono finalizzati alla ottimizzazione, al monitoraggio e al contenimento dei costi. Grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti illustrati dall’onorevole Morelli.

(Sono approvati)

Pongo in votazione l’articolo 4 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 79/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.

PRESIDENTE

Si passa al quarto punto all’ordine del giorno che recita: proposta di legge n. 79/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.”.

L’onorevole Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Presidente, si tratta di un provvedimento che è passato alla unanimità in Commissione, così come la legge precedente, che riguarda una ulteriore proroga di sedici mesi per permettere ai soggetti, sia privati che pubblici, interessati ai piani di recupero urbano, che non sono riusciti ad avviare i lavori entro i termini originariamente previsti, di accedere ai finanziamenti ed evitare, pertanto, la decadenza dei fondi assegnati.

Ripeto che è un provvedimento che in Commissione è passato alla unanimità.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Dattolo. Non ci sono emendamenti, pertanto, pongo in votazione l’articolo che è composto da due commi.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 66/9^ di iniziativa del consigliere Orsomarso, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 50/2009 <<Definizione delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera>>”

PRESIDENTE

Si passa al punto cinque all’ordine del giorno che recita: proposta di legge n. 66/9^ di iniziativa del consigliere Orsomarso, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 50/2009 <<Definizione delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera>>”.

Si tratta di una modifica di legge.

L’emendamento a firma dell’onorevole Morelli, così recita: “I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenute nella tabella A di cui all’articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, numero 26 (Disciplina della classificazione alberghiera) sono modificati secondo le tabelle di cui all’allegato A della presente legge. La tabella A della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 (Disciplina della classificazione alberghiera) è integralmente sostituita dall’allegato A della presente legge”.

L’onorevole Orsomarso ha facoltà di svolgere la relazione.

Fausto ORSOMARSO, relatore

Presidente, anche questa proposta di legge, se non erro, ha avuto l’unanimità della Commissione. In sostanza è una proposta di legge relativa alla classificazione alberghiera, che integra e modifica la legge regionale numero 50 del 2009 rispetto alla definizione e alla tipologia dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell’ambito dell’armonizzazione e della classificazione alberghiera. 

Nel recepire il decreto 21 ottobre 2008 della Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione con la legge regionale 50 del 2009 ha creato alcune situazioni di discrepanza, per cui erano urgenti delle integrazioni rispetto agli operatori del settore delle province.

Nello specifico, la legge, modificando il comma 1, il comma 3 e il comma 4 dell’articolo 1 interviene sull’adeguamento dei nuovi standard minimi e, quindi, verifica e chiarisce gli ambiti di intervento rispetto alla classificazione alberghiera ed in sostanza alle cosiddette “stelle” che noi daremo in prospettiva alle strutture alberghiere negli ambiti provinciali.

Se non c’è necessità di entrare nel merito rispetto alla proposta che tutti avete, fatto salvo l’emendamento del consigliere Morelli che è da recepire rispetto alla legge, direi che se l’Aula vuol confermare l’unanimità va bene così. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi sul provvedimento…

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo scusa, ma vorrei un chiarimento perché quando si approva una legge bisogna averne contezza.

L’onorevole Morelli ha fatto un emendamento che è stato accolto dal relatore. L’emendamento, se non sbaglio, sostituisce una tabella con un’altra.

(Interruzione)

Onorevole Morelli è giusto? Ora io non mi ritrovo la tabella di sostituzione presentata dall’onorevole Morelli.

Chiedo, gentilmente, di vedere questa tabella prima di approvare l’emendamento. Ritengo che sia un mero disguido materiale, ma prima di approvare la proposta di legge vorrei vedere in che modo è stata sostituita la tabella originaria.

PRESIDENTE

Sentiamo il parere del relatore su quanto lei diceva, perché, forse, essendo questa una integrazione ad una legge già esistente forse la tabella A è già allegata a quella legge e, quindi, in questa modifica si richiama quell’allegato tabella A che è già allegata alla legge. Pertanto va bene il testo com’è, onorevole Orsomarso?

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, le chiedo perdono…

Fausto ORSOMARSO, relatore

…la tabella della legge regionale numero 26/1985 già esistente.

Nella sostanza si tratta di far sì che ogni intervento che riguarda non i servizi ma le strutture… da questo si escludono rispetto a quella tabella i campeggi che non rientrano negli alberghi, quindi non è complicata, ma la ritroviamo nella legge 26 del 1985.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, mi soffermo perché nell’emendamento – condivido quello proposto dall’onorevole Morelli – si dice testualmente “I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenute nella tabella A di cui all’articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, numero 26, sono modificate secondo le tabelle di cui all’allegato A della presente legge”.

Quindi parliamo di un’altra tabella.

PRESIDENTE

Onorevole Morelli, c’è un suo emendamento?

Francesco MORELLI

No, è che l’onorevole Tripodi, velocista anche in questo, ha anticipato, l’illustrazione dell’emendamento in quanto – in sostanza – lo stesso è stato proposto proprio per evitare discrasie con la legge regionale 28 del 1986. Per cui la tabella esatta è quella attinente alla stessa legge. Il primo comma dell’articolo 1 è sostituito integralmente da quanto riportato dall’emendamento stesso.

(Interruzione)

Prego? Leggo testualmente, Presidente. “La proposta di modifica sostituisce interamente il comma 1 della presente proposta di legge e viene, innanzitutto, eliminato il riferimento alle strutture di cui alla legge regionale 28/1986”. Nella riformulazione si precisa in modo inequivocabile che l’allegato A di questa proposta di legge dell’onorevole relatore, Orsomarso, numero 50 del 2009 sostituisce integralmente la sola tabella A della legge regionale numero 26 del 1985 lasciando in vita la tabella B.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso per chiarire sia in merito all’emendamento Morelli che in merito a quanto diceva l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO, relatore

Presidente, c’è da chiarire che alla mia proposta di modifica ed integrazione non c’è allegata nessuna tabella. La tabella a cui si fa riferimento è quella della legge regionale numero 50/2009 e l’emendamento di Morelli che chiarisce alcune cose si riferisce sempre alla stessa tabella e non ci sono da allegare nuove tabelle.

In sostanza si può meglio specificare quando si dice “…sono modificati secondo le tabelle di cui all’allegato A della presente legge. La tabella A della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 è integralmente sostituita dall’allegato A della presente legge” ma è sempre questa legge numero 50/2009 alla quale portiamo modifiche ed integrazioni sostanzialmente chiarendo quali sono le strutture alberghiere che devono, integralmente, modificare i servizi e non le strutture.

Quindi è una tabella che sta già nella legge 50/2009. Non modifichiamo nulla. E’ soltanto ai fini interpretativi che si accavalla la legge 50 con la legge 26.

(Interruzione)

No, sulla fiducia, ma lo chiariamo. Se vogliamo possiamo leggere tutti gli emendamenti alla legge.

(Interruzione)

No, no, si tratta della stessa tabella. Sostanzialmente non utilizziamo tabelle di un’altra legge ma sempre quella tabella numero 50 del 2009.

Poi gli uffici faranno un coordinamento formale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento dell’onorevole Morelli.

(E’ approvato)

Con questo emendamento presentato dall’onorevole Morelli si supera il problema, anche quello che poneva l’onorevole Tripodi.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 112/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica all’articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 “Provvedimento generale recante norme  di tipo ordinamentale e finanziario” (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)”

PRESIDENTE

Si passa alla proposta di legge n. 112/9^ di iniziativa del consigliere Fedele, recante: “Modifica all’articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 “Provvedimento generale recante norme  di tipo ordinamentale e finanziario” (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)”.

C’è una proposta di legge inserita e confrontata con i capigruppo, primo firmatario l’onorevole Fedele ed altri. Se siamo d’accordo possiamo votare la nuova versione dell’articolo 14.

(E’ approvato)

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Signor Presidente, velocissimamente ho letto questa proposta di legge.

Con molta difficoltà la voterò perché già in passato, quando si è discusso della legge regionale 2009 che affrontava la questione delle stabilizzazioni, votai contro perché ho la sensazione che in questa Regione noi continuiamo – sia pure involontariamente o spinti dalle necessità, dal bisogno occupazionale e dalle difficoltà che questa terra ha – ad alimentare impropri bacini occupazionali creando anche un disequilibrio del mercato del lavoro.

Nel senso che già in passato questo Consiglio regionale, allorquando decise di procedere alla stabilizzazione dei famosi 100 laureati, a mio giudizio, commise un grande errore. Lo dissi in Aula e richiamo oggi quell’intervento.

Quando si danno delle opportunità ai giovani laureati o, comunque, a delle persone di questa Regione bisogna essere molto chiari e rigidi sin dall’inizio. Feci un esempio allora, e lo ripeto oggi.

Quando un Consiglio regionale, una Giunta regionale, un comune o, comunque, un ente pubblico provvede a pubblicare un avviso per una selezione a tempo determinato, in quel momento ci sono persone che fanno delle scelte. Decidono, in quel momento, di non partecipare perché si tratta di un momento lavorativo di un certo tipo e preferiscono optare per scelte che portano una crescita in termini di formazione o una crescita professionale di altro tipo.

In corso d’opera non si possono cambiare le regole del gioco perché se fin dall’inizio – non parlo del caso specifico, ma parlo in generale dove rientra il caso specifico – si fissano delle regole e dei paletti, poi bisogna proseguire.

All’epoca, non so quanti non parteciparono a quel bando così come non so quanti non vi hanno partecipato.

Ma il punto non è questo. Noi continuiamo a dare una sorta di prospettiva virtuale nel senso che in questi due anni queste persone che hanno dato un grandissimo apporto alle amministrazioni dove hanno lavorato non sono stato state recepite come tali dagli enti, altrimenti già gli enti stessi avrebbero provveduto ad introdurre politiche di stabilizzazione lavorativa.

Oggi noi diamo un ulteriore contributo senza risolvere il problema.

Ho la preoccupazione che noi alimentiamo aspettative in questo momento e per questi ragazzi nelle forme che possono essere estese poi a tutta la popolazione calabrese.

Cioè a dire che basta entrare ed avere un rapporto con la pubblica amministrazione per rimanere poi comunque a vita e non uscire più da quel circuito.

Capisco lo sforzo e le esigenze che hanno questi ragazzi ma ritengo che, sicuramente, la linea da seguire non sia questa; penso che fra un anno saremo qui a ridiscutere di questa questione e tutta la popolazione disoccupata calabrese avrebbe il diritto di chiederci le stesse cose e di partecipare a questa discussione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Ho letto attentamente la proposta di legge e verifico positivamente che, rispetto alla ipotesi di partenza, c’è stato uno sforzo nella direzione di creare uno strumento che vada nel senso di dare una prospettiva di lavoro a giovani che sono stati selezionati in base al merito. Giovani delle nostre Università, tra i migliori giovani che il sistema universitario calabrese ha sfornato in questi anni e che hanno avuto una esperienza molto positiva nella pubblica amministrazione regionale degli enti locali.

Credo che noi dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili perché questi cervelli, che l’Università calabrese ha sfornato, siano utilizzati al meglio nell’interesse della Calabria.

Questo sforzo va apprezzato – per questo esprimo il mio voto favorevole – ma vorrei porre al Consiglio una condizione ossia che in un determinato momento in Consiglio si possa fare una verifica di cosa ha prodotto questo strumento, questa legge che andiamo ad approvare, per vedere se è necessario introdurre correttivi o ulteriori incentivazioni e far tesoro dell’esperienza.

Credo che noi fra sei mesi dovremmo trovare il modo – una volta approvata la legge – di verificare qual è lo stato dell’arte e quali leggi, quali modifiche andare a fare. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Grazie, Presidente, e grazie all’onorevole Guccione che ha portato alla discussione un elemento ulteriore rispetto alla verifica ed al controllo di questa vicenda, perché noi quando abbiamo adottato questo provvedimento abbiamo immaginato un percorso, trovato in assestamento le risorse, le abbiamo allocate su un capitolo di bilancio nella forma migliore e principalmente dandogli una forma di costituzionalità.

Al consigliere Battaglia, che è stato in questo Consiglio prima di me, dico che forse gli sarà sfuggito che la stessa norma è stata predisposta dalla Giunta Loiero, dal Consiglio di cui faceva parte e forse anche con il suo voto; stava allocata lì dentro con l’unico errore che c’erano elementi di non costituzionalità e, quindi, di inapplicabilità.

Rispetto a questo tema – guardate che è centrale – sarà poi opportuno fare un dibattito in Aula sulle politiche del lavoro. Tante cose abbiamo sentito e tante cose speriamo, con l’umiltà che ci portiamo addosso, che questa Giunta e, soprattutto, chi ha la delega e la competenza specifica, possa produrre.

Di fatto, per chi come noi è liberale e guarda al mercato del lavoro come ad un mercato dove le meritocrazie possano trovare spazio e soprattutto, immaginiamo, debbano e possano trovarlo nell’ambito che riguarda il privato e non le imprese pubbliche o più che altro gli enti locali o quelli che erogano servizi, questa è una tesi che sposiamo e che portiamo avanti.

Tant’è che se c’è un limite a questa norma e forse avremmo potuto dare possibilità a nuovi altri migliori laureati calabresi, era quello di offrire opportunità anche ad aziende private.

Forse non sarà sbagliato allargarlo anche a questo. Sono quelle aziende che producono, che creano Pil e valore aggiunto.

Detto questo come cappello rispetto a quanto chi e più di noi può essere liberale rispetto al mercato del lavoro e rispetto potenzialmente a dar risposte a giovani – ne abbiamo una rappresentanza qui stasera – noi abbiamo ragionato in una contingenza temporale e di opportunità.

E’ vero che quello che era uno stage - in genere quando si fa uno stage alla Fiat, se c’è un piano industriale trova poi lavoro in quell’azienda – è stato trasformato allungandolo e prolungandolo in opportunità che nasce, tra l’altro, dal bisogno degli enti locali.

C’è soltanto il 12 per cento dei laureati negli enti locali calabresi, minori e maggiori. E’ stata valutata questa esigenza e questa contingenza, tra l’altro, rispetto agli errori storici di una Regione in cui la politica, di centro-destra come di centro-sinistra, ha creato stabilizzazione di precariato che non era eccellente, ma precariato di comparaggio e clientelare. In ogni stagione ci troviamo di fronte all’emergenza di chi ha iniziato un percorso lavorativo e, giustamente, avendo creato un mutuo o una indipendenza economica, non lo possiamo abbandonare.

Vedete, l’unico criterio che ci ha ispirato a continuare un progetto nel quale, forse, neanche noi credevamo giusto doverci impegnare è che, vivaddio o grazie a Dio, per una volta si tutelano i ragazzi migliori. 

Allora su questo abbiamo ritenuto di guardare avanti e di inserire le risorse nel bilancio di assestamento, grazie anche al lavoro dell’onorevole assessore Mancini, ma anche grazie alla maggioranza che della minoranza e per questo ringrazio il collega Guccione, per cui interroghiamoci sulle politiche future che vogliamo attuare nel campo del lavoro, sulle politiche che creano valore aggiunto, che guardano al mercato privato, al turismo, all’agricoltura e al turismo, ai settori chiave della nostra economia.

Su questo non ci interroghiamo in politichese, perché nelle ore scorse - per cui è servito questo ulteriore provvedimento legislativo che va a sistemare delle cose – si sono interrogati in politichese molti di quegli enti locali che hanno abusato di quella norma.

Perché quando qualcuno prende 34 stagisti o in piccoli comuni ne prende 12, c’è chi ha interpretato una norma con un valore positivo. Noi siamo qui nell’interesse e per la dignità di quei tanti 110 e lode, con doppia laurea, al fine di garantirli perché lo abbiamo annunciato in campagna elettorale e non ci sentivamo di abbandonarli.

Non è la norma migliore, non sono le norme per il futuro che mi auguro e ci auguriamo debba produrre questo Consiglio regionale e questa maggioranza; su questo non facciamo discorsi in politichese perché noi non siamo per sindacalizzare le questioni e grazie a Dio è rivelato dalla rappresentanza di tutti.

Ve lo abbiamo detto in privato così come lo ribadiamo in pubblico. Non siamo per sindacalizzare sacche indistinte di persone, ma per condividere intelligenze.

Per una volta questo presupposto delle migliori intelligenze calabresi ci vede d’accordo, maggioranza e minoranza. Solo su questo ci siamo trovati d’accordo e non in linea di principio generale.

Avete, quindi, uno strumento che non potrà raccontare più bugie a chi dice “ma, sapete, la Regione

Non si gioca a scaricabarile. Noi su questo siamo stati sul pezzo ed abbiamo fatto un lavoro; il primo lavoro nell’assestamento, abbiamo trovato le risorse e le abbiamo allocate; potevamo farci altro, pensare di darle ai privati, ma crediamo sia giusto darle a quegli enti che lo hanno utilizzato e non sfruttato, considerando una risorsa e non un problema la possibilità di continuare a guardare avanti.

Faccio un grande in bocca al lupo a voi che siete una sparuta minoranza e vi auguro di guardare al futuro immaginando il vostro lavoro, che è quel lavoro – questa è l’unica cosa positiva – che oggi non ha padroni, non ha padrini politici ma che serve tanto alla Calabria. E’ l’unico principio che difendiamo con questa norma. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Mi esprimerò succintamente ed in termini molto chiari.

Per me è apprezzabile lo sforzo che si sta facendo. Non mi risulta che ci siano, in questa o in altre Regioni, precedenti avvicinabili a questa fattispecie.

Voglio ricordare - perché questo è un punto e l’ha fatto già chi mi ha preceduto – che, purtroppo, non capita spesso che si venga selezionati solo sulla base dei percorsi formativi e di studio che ciascuno ha fatto.

Se i percorsi formativi hanno un valore, come tanti hanno ricordato, qui ci troviamo, rispetto alla nostra realtà, con una forza lavoro in termini di formazione eccellente ed in qualche modo c’è un rapporto di coerenza tra i percorsi precedenti, la società e le istituzioni in cui vivono.

Voglio ricordare i percorsi compiuti fino ad ora, perché ognuno qui può pensare chissà che cosa.

Il biennio è stato finanziato per tutti e due anni - e si tratta di 14 milioni di euro non di bazzecole - con i tagli dei costi della politica in quest’Assemblea, non abbiamo chiesto un euro a nessuno.

Il punto che era e che è aperto e rispetto a cui, onorevole Orsomarso, condivido lo sforzo qual è? Capovolgo il ragionamento per me e per tutti  - e non è di parte il mio - perché poi se fallisce, fallisce questo sistema.

Il punto non riguarda i 24 mesi passati, quelli sono stati fatti e c’era un impegno che è stato mantenuto. L’interrogativo da cui nascono i provvedimenti precedenti è questo: se una Regione, se precedenti  Governi, anche il Governo che lei sostiene, hanno sostenuto e continuano a sostenere – per carità non sono contro – precari il cui apporto rispetto alla economia ed ai servizi che la Calabria offre è oggettivamente e strutturalmente più basso rispetto a quello che possono fornire se sono messi in campo tutti assieme queste poco meno di cento unità, questo è il campo di sfida per tutti noi, per cui non ho prevenzioni, ma dico che lo sforzo si sta facendo e rispetto a questo mi pronuncio e dico “va bene, portiamolo avanti”.

E sotto questo aspetto, fermo restando che condivido pienamente quanto è scritto nella ipotesi che viene qui sottoposta al Consiglio, la condivido sia nell’aspetto di aprire ai privati che nel fatto che si pone come condizione che siano d’accordo i laureati interessati a questo processo, cioè che non li si obbliga se non sono d’accordo ad andare, però non si può impedire a quelli che sono d’accordo di farlo.

Personalmente,  lo considero un arricchimento rispetto alla impostazione generale e non credo che sia una osservazione che si possa fare. Chiedo scusa, non voglio polemizzare su questo perché all’inizio non avevamo scritto questo.

Il punto di ora, l’esame che noi dobbiamo superare è se siamo in grado di offrire opportunità a questa forza lavoro più formata rispetto ad altri senza escludere nessuno.

Quindi condivido questa impostazione. Che problemi pongo? Perché sotto questo aspetto il ragionamento che faceva Guccione lo condivido.

Al primo punto si dice “i giovani segnalano alla Presidenza del Consiglio la propria disponibilità”. In che tempo tutto questo deve avvenire? Poi lo passano alla Giunta.

Ma in che tempo deve avvenire? Siamo in grado, come chiedo, che nella seconda decade di gennaio si faccia la prima verifica? C’è un’altra cosa che si deve intrecciare. I finanziamenti per quest’anno sono i 200 mila euro e molto probabilmente non serviranno, ma nella previsione che l’assessore al bilancio porterà per l’anno prossimo mi deve dire quanto ci mette il Consiglio regionale, perché siccome sono 300 ecc., ecc., 10 mila a cranio è una cifra più consistente, in maniera che loro capiscano che noi facciamo sul serio.

Sto parlando in positivo ma dico le cose in termini chiari. Patti avanti, amicizia lunga. Perché poi l’altro problema qual è? E’ un arricchimento che si deve alla possibilità di utilizzare risorse europee aggiuntive rispetto al resto.

Badate bene, con questo noi non togliamo niente a nessuno. Per la prima volta cosa ci si rivolge ai pubblici ed ai privati e secondo me è giusto. Noi abbiamo una forza lavoro altamente qualificata al di là del titolo di studio; non solo ti diamo i quattrini ma una cosa più importante cioè persone in grado di fare meglio di altri.

Ai privati diciamo: intanto ti diamo il finanziamento sia in euro del nostro bilancio, che europeo in quanto tu utilizzi questo tipo di forza lavoro.

Mi pare che, pur essendo di queste dimensioni, che ci siano elementi innovativi, in quanto subordinano il fornire finanziamenti alla utilizzazione di capitale umano ampiamente specializzato.

Questo è l’elemento di novità e questo in sé è una sorta di prova, una bozza, se volete, perché se va bene, non è che voglio escludere da questo percorso gli altri laureati bravi ma si deve cominciare da qualche punto.

Ritengo che se noi riuscissimo, nei prossimi 5 anni, ad inserire, non i poco meno di 400 o quanti sono, ma 3-4-5 mila ragazzi e ragazze nel sistema produttivo e dei servizi della Calabria, guardate bene che non solo le cose camminerebbero meglio, ma ritengo che l’alibi contro il Mezzogiorno, che pure è cresciuto, obiettivamente diminuirebbe perché la qualità delle cose che offriremmo sarebbe significativamente più alta.

Molte volte noi parliamo di crescita quantitativa, di Pil ecc., e non parliamo, invece, del capitale umano. I miracoli nel mondo li hanno fatti le persone come loro. La differenza è che in altre parti del mondo li sanno utilizzare, mentre noi ancora sfogliamo la margherita e polemizziamo se il meglio non sia migliore del bene. E’ ovvio, tutto questo.

La domanda che pongo è volta a capire cosa fate nel bilancio di previsione. In che tempi fate le verifiche, perché anche se l’idea è buona il punto è vedere se il cavallo beve, perché se non beve… L’unica cosa su cui non sono d’accordo - perché può sempre migliorare – e su questo onorevole Guccione ho una osservazione da fare, anche se condivido il principio – è che sei mesi è un tempo troppo lungo;  noi dobbiamo capire tra un mese o un mese e mezzo quello che accade, non per criticare qualcuno ma per capire cosa dobbiamo fare in aggiunta rispetto a questo.

Siccome non vedo riserve nello sforzo che tentate di fare non credo che avete riserve nella volontà – è il contributo che vogliamo dare – di fare in modo che funzioni meglio.

Poi se alla fine lei aggiungerà, onorevole Orsomarso, questa Giunta, questa maggioranza a me non dispiace. Non lavoro per dimostrare che voi non funzionate, ma per tentare di fare concretamente, giorno dopo giorno, gli interessi della mia terra.

Se voi siete in grado di funzionare, bene. Una parte del mio compito cessa. Sapete cos’è avvenuto nel passato? Che di solito le maggioranze,  tutte erano autoreferenziali e contavano che era avvenuta la fine del mondo. Poi il mondo non era cambiato ed infatti, come l’oscillazione del pendolo, le maggioranze cambiano.

A me non interessa il cambio delle maggioranze, quanto invece che si declini la Calabria e le cose calabresi in maniera differente. Siccome non è proibito, oggi governate voi e se io lavoro solo al tanto peggio tanto meglio, alla fine il danno viene alla nostra terra. Poi magari cambia. Ma che cambia? Intervengo con questo spirito temendo come nel passato che anche voi non ce la possiate fare, ma non tifo per questo. Tento di dare un contributo per vedere se ogni volta che gira possiamo avere qualche difetto in meno e non qualcuno in più. Chiaro? Questa è una verifica, questo è un punto di verifica.

E con questo spirito e con il contributo che ho dato anche io, voto la proposta di legge e non vi scocciate se da qui ad un mese, quando approviamo il bilancio, vi rompo le scatole, perché questo è il lavoro che deve fare uno come me perché tale è stato eletto in minoranza nel Consiglio regionale. Ho terminato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, molto brevemente, anche perché l’intervento appassionato del mio vice-capogruppo, onorevole Orsomarso, lo condivido in pieno, quindi ho poche cose aggiungere rispetto a quelle che lui ha detto.

Credo che su questa vicenda il Consiglio regionale, la maggioranza - ma io dico il Consiglio regionale – abbia fatto la propria parte, permettetemi di dire, alla grande.

Tra l’altro, credo che anche questi ragazzi, questi giovani hanno visto che ci apprestiamo a modificare il progetto di legge che tempestivamente avevamo fatto solo qualche mese fa. Credo che si intuisca da sé che c’è l’interesse da parte nostra a cercare in qualche modo di risolvere un problema.

Purtroppo, forse, non come era sembrato prima. Non tutti gli enti, probabilmente, la pensano allo stesso modo perché alla fine poi quando poi anche noi avevamo fatto quel progetto molti enti, in qualche modo, hanno cercato un po’ di soprassedere perché in effetti qualche problema,  a loro avviso, si era creato.

Con questa stesura credo che, alla fine, si vedrà chi ha la volontà di fare le cose e chi non ha la volontà di farle.

Condivido in parte quanto diceva l’onorevole Battaglia. Cioè, che è vero che quel progetto di legge degli stage prevedeva solo due anni e sicuramente l’intento e l’intenzione era quello. Però anche per il programma che il Presidente Scopelliti e tutta la maggioranza ha fatto di dare un sostegno alle giovani generazioni, specialmente ai giovani  più preparati, noi non ci siamo tirati indietro rispetto ad una proposta che poteva prevedere la possibilità di dare un ulteriore sostegno.

Chiaramente lo dico già qui da adesso e forse con un po’ di anticipo, ma permettetemi di dirlo già fin da adesso che per quanto mi riguarda non saremo più disponibili il prossimo anno a sostenere situazioni di questo tipo. Nel senso che, passato quest’anno, riprendiamo nuovamente da capo.

Evitiamo, allora, fin da adesso di creare aspettative e situazioni tali che poi l’anno prossimo non potremo più sostenere.

E’ un qualcosa di eccezionale che stiamo facendo come Consiglio regionale. Poi se – come abbiamo previsto nella legge – con i fondi comunitari ci saranno ulteriori possibilità saremo ancora più disponibili a sostenere anche questo discorso e questo percorso.

Ma non è più pensabile che ogni anno ci ripresentiamo con la stessa situazione e allo stesso modo, perché altrimenti allora vuol dire che probabilmente non ci siamo capiti bene.

Siccome io sono abituato come ho fatto in passato ed anche nei giorni scorsi, su questo tema ad essere molto franco e molto chiaro, permettetemi di fare questo discorso anche adesso.

Vedremo adesso i comuni e gli enti che sono interessati. C’è la disponibilità del Consiglio regionale tra l’altro modificando una legge a distanza di qualche giorno e di qualche mese da quella precedente per venirvi incontro.

Però, a questo punto, credo che anche voi dobbiate cercare di organizzarvi e di attrezzarvi, perché persone come voi che hanno raggiunto quei traguardi scolastici con 110 e lode e con degli stage ecc., non possono solo pensare di fermarsi a questa esperienza.

Credo che, in qualche modo, anche con l’esperienza avuta in questi due anni dovreste cercare di allargare un po’ la vostra visione ed i vostri orizzonti.

Mi auguro che questa sia una stesura che possa venire incontro alle vostre esigenze. Noi la facciamo sperando di potervi dare una ulteriore possibilità ma, ripeto e chiudo, non pensiamo che ogni sei mesi o il prossimo anno si possa tornare con lo stesso discorso che è offensivo non per noi ma perché, magari, a distanza di ancora un anno – sarebbe il terzo – ci troviamo sempre nella stessa situazione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Grazie, Presidente, anche io desidero intervenire sulla questione degli stagisti anche perché sul finire della scorsa legislatura ci siamo spesi come Commissione e come Consiglio nettamente in anticipo rispetto alla scadenza del finire del mese di ottobre per cercare di trovare una soluzione per questi ragazzi che erano stati assunti per uno stage biennale.

Nell’ultimo bilancio avevamo proposto degli emendamenti. La cosa che ci ha spinto a lavorare in questo senso è che ci trovavamo di fronte a dei giovani che sono stati ammessi agli stage in base ad una valutazione oggettiva dei titoli.

Penso che la selezione degli stagisti abbia rappresentato il primo vero criterio di meritocrazia e selezione per giovani calabresi.

Questi giovani sono stati assunti perché oltre al 110 di laurea avevano pubblicazioni ed altri titoli.

Ci siamo sforzati ed avevamo proposto un emendamento che era similare a questo progetto di legge. Vedo che c’è uno sforzo per dare risposta a questi giovani. Perché se noi non riusciamo a dar loro una risposta rischieremmo davvero di sentirci smentiti un po’ tutti quanti sul fatto che bisogna frenare l’esodo e l’emigrazione dei cervelli.

Ci troviamo, poi, di fronte a giovani che hanno già effettuato dei percorsi di formazione e vedo che c’è uno sforzo bipartisan. Apprezzo anche gli interventi che ci sono stati del collega Guccione e del collega Bova.

Anche io sono favorevole ma ho qualche perplessità rispetto a questo progetto di legge. Diceva prima il collega Bova, sui tempi.

Ma voglio mettere in evidenza una cosa perché noi a questi giovani dobbiamo anche parlare con il linguaggio della chiarezza.

Cioè noi possiamo dare a dei privati 10 mila euro al fine di incentivarli ad assumere questi giovani. Ma perché oggi non ci sono in atto delle borse lavoro che danno 10 mila euro alle aziende che vogliono assumere dei giovani calabresi? Noi attraverso questa legge attiviamo uno strumento poi ci sono  bandi e le borse lavoro.

Non vorrei, quindi, che noi in questi giovani ingenerassimo aspettative e magari poi queste aspettative dovessero andar deluse.

Cosa voglio dire, allora? Intanto si è fatto uno sforzo al quale sono favorevole, ma secondo me, questo sforzo deve essere maggiore e si deve verificare in itinere perché altrimenti rischiamo di vanificarlo.

Perché noi pubblichiamo con  bando l’avviso per vedere quali sono gli enti pubblici che vogliono attingere a questa dote finanziaria per assumere i giovani ma sappiamo che molti enti dove questi ragazzi prestano lavoro sono soggetti al vincolo del patto di stabilità, sono sull’orlo del dissesto finanziario ed hanno difficoltà.

Ben venga, allora, questo progetto di legge ma penso che questo progetto di legge rispetto al quale do il mio voto positivo non risolverà la questione. Bisognerà lavorare ancora tanto per cercare di trovare una soluzione.

Oggi c’è questo sforzo che fate voi e che noi avevamo già fatto sul finire della legislatura. Ma secondo me non va nella direzione di dare a questi giovani una certezza.

Io penso che a questi giovani che hanno superato una vera selezione noi dobbiamo dare una certezza. Non è lo stesso bacino di precariato che si è creato attraverso artifici o altre cose. Qui ci troviamo di fronte a giovani che hanno superato una selezione oggettiva e che meritano di lavorare alle dipendenze degli enti e della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Intervengo molto rapidamente, Presidente, perché penso sia stato già detto molto.

Condivido il provvedimento che è stato proposto e  voto a favore ma penso che tutti dobbiamo convenire sul fatto che questo provvedimento è ancora da considerare un provvedimento di transizione.

Un provvedimento che serve a coprire un vuoto di questo periodo relativo all’esercizio finanziario 2010; un provvedimento che se utilizzato per traghettarci verso una nuova condizione impone che, rapidamente, la Giunta faccia una proposta o l’Ufficio di Presidenza del Consiglio o la Commissione troviamo il modo come dare una risposta compiuta e definitiva ad una domanda “di lavoro” che proviene da una parte importante del mercato calabrese.

Di che si tratta, onorevole Presidente? Non trattiamo questa vicenda alla stregua di tutte le altre aree di precarietà che sono state generate con l’intervento pubblico anche a carico della responsabilità regionale. Questa è una vicenda unica, assolutamente straordinaria ed inedita nel panorama nazionale.

Se non ricordo male – e  mi corregga il Presidente Bova, allora Presidente del Consiglio regionale – questa vicenda ha fatto discutere molto in Italia perché qualcuno ricorrendo ai soliti stereotipi e schemi, quelli del pregiudizio per leggere le cose di casa nostra, le cose della vicenda calabrese, non ha avuto difficoltà a tacciare questa vicenda come una iniziativa assistenziale e senza prospettiva.

Così non è, oltretutto, un risparmio che è stato realizzato… ed anche autorevoli economisti sono intervenuti come adesso sentivo parlare sottovoce il nostro onorevole Principe, noi dobbiamo smentire quegli economisti perché fin quando non si misurano in questa trincea e non danno una prova di trovare una soluzione più valida ed alternativa non hanno diritto alla parola.

Ichino venga in questo Consiglio regionale a fare un incontro con i giovani e discutiamo nel merito quali possono essere sia le soluzioni di transizione che le soluzioni strutturali per dare risposte a questo punto.

Questo è stato un provvedimento unico in Italia, che attraverso una procedura concorsuale trasparente per titoli, se non ricordo male, onorevole Bova, e requisiti, ha selezionato i migliori giovani che, oltretutto, avevano conseguito la laurea con 110 o 110 e lode presso le nostre Università. O forse erano tutti 110 e lode…

(Interruzione)

E un criterio era quello: più velocemente si erano laureati questi giovani più velocemente gli si dava la possibilità di un ingresso a questo tipo di stage.

Cioè il messaggio che si è voluto lanciare qual è? Prendiamo un drappello di 400 giovani, i migliori - e per dire “migliori” certo non poteva essere la loro esperienza lavorativa o il loro curriculum; inevitabilmente il riferimento doveva essere il parametro degli studi che avevano conseguito – e diamo un apporto, un sostegno di forze fresche e capaci per essere formati loro ma anche per introdurre elementi di innovazione nel circuito della pubblica amministrazione locale.

Tutto a carico della Regione utilizzando le risorse che venivano tagliate come costi della politica.

Sono stati tagliati i contributi ai gruppi, i portaborse e tutto quello che oggi è oggetto di critica in Italia come opera di politica pseudo-moralistica per investire in queste risorse. Ovviamente risorse insufficienti ad un percorso lungo.

Quel percorso è arrivato al capolinea. C’è stata qualche refrattarietà ad inizio di questa legislatura ed oggi abbiamo ascoltato il Governo regionale, il capogruppo Fedele e il consigliere Orsomarso che invece hanno sposato pienamente e vanno in questa direzione.

Allora come andare avanti? Innanzitutto, inevitabilmente mi sembra che più di quello che si sta facendo adesso non si può fare. Però riflettiamo come? Per l’esercizio finanziario 2011 utilizziamo una dote finanziaria maggiore per riconoscere, magari, e finanziare la possibilità di contratti di assunzione, anche a tempo determinato soprattutto se ci sono amministrazioni che intendono investire anche del  loro.

Riconosciamo, cioè una premialità. L’investimento della Regione che può essere di una dotazione maggiore anche delle 10 mila euro può riconoscere una premialità a quelle amministrazioni che danno la disponibilità a cofinanziare un progetto di questo tipo. E lavoriamo sull’arco di una scadenza, almeno, se le piante organiche lo impediscono, di un contratto determinato temporalmente superiore a quello di un anno. Oppure procediamo con un selezione per quanto riguarda la manifestazione di interesse rivolta ai soggetti pubblici, di quelle amministrazioni locali che hanno gli spazi nella loro dotazione organica.

E ragioniamo con quelli per prevedere come… Noi abbiamo avuto l’esperienza e chi è meno giovane come me, ricorda che in certi anni facemmo addirittura una grande battaglia in Italia  per un piano di avviamento straordinario per l’occupazione giovanile. Quella battaglia comportò il fatto che almeno 5 mila giovani di allora entrarono nella pubblica amministrazione, la cosiddetta “285”. Molti sono finiti male ma molti di quelli, caro onorevole Caputo, non avevano  110 e lode, il loro diritto di accesso a quella schiera era l’iscrizione all’ufficio di collocamento se ci ricordiamo.

Questi con 110 e lode hanno maturato una esperienza. Se introduciamo queste forze nella pubblica amministrazione locale otteniamo due risultati: impediamo che questi cervelli vadano via – la fuga verso territori diversi dalla Calabria – e forse immettiamo anche personale fresco che ha competenza nella pubblica amministrazione.

Questa è la prima questione. La seconda questione: mettere in concorrenza pubblico e privato. Perché se c’è l’opzione del giovane interessato e soprattutto quella di una impresa che abbia certe caratteristiche, non l’impresa che fa il contratto, come dire?, giusto per sobbarcarsi il costo del lavoro di una unità per un certo periodo.

L’impresa che ha solidi progetti industriali e che si colloca sia nel mercato produttivo che nel mercato per capacità di competere se è una impresa solida, non si esclude la possibilità ove mai ci fossero dei giovani che la volessero fare o delle imprese che lo richiedono anche valutando con parametri che in qualche modo sono incentivanti rispetto alla pubblica amministrazione. Consentire l’inserimento nel mondo del lavoro anche nel mondo della imprenditoria privata e lo capisco tutto questo.

Badate, noi potremmo aggiungere nel mondo della imprenditoria privata o considerare tra i soggetti pubblici che possono partecipare a questa manifestazione ed includere i centri di ricerca che operano in Calabria e le stesse Università calabresi.

Non sta scritto da nessuna parte che questi giovani possano assolvere una funzione legata a tutte le attività di assistenza tecnica-amministrativa o per quanto riguarda soprattutto alcune funzioni di alcuni dipartimenti che svolgono l’attività nella pubblica amministrazione, che una parte di questi giovani non possano essere collocati nelle Università.

Dico, quando parliamo dell’impresa, non l’impresa in quanto tale ma le associazioni imprenditoriali che hanno anche i loro centri di servizi di assistenza per i servizi all’impresa. Penso ad Assindustria e al mondo dell’impresa agricola, penso al mondo della cooperazione, cioè dare la possibilità di fornire a questi giovani sbocchi occupazionali che abbiano una prospettiva di qualità e di lavoro di qualità ed al tempo stesso dare la possibilità al giovane di poter opzionare o l’ente pubblico inteso comunemente come ente pubblico o per queste vie.

Quindi, se facciamo questo e se ragioniamo su questo, penso che alla fine tutti quanti insieme avremmo dato una risposta ad un aspetto di cui potremo menar vanto in tutta Italia.

Sarebbero questi i veicoli di un nuovo inizio. L’esperienza di questi giovani potrebbe veicolare quella che è l’esperienza di una nuova Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Signor Presidente, intervengo davvero molto brevemente anche per confermare – non avrebbe potuto esser altrimenti – il voto favorevole del gruppo Udc vista l’iniziativa del Presidente Talarico e vista l’iniziativa del capogruppo Fedele. Ma anche per dire che, obiettivamente, come diceva qualcuno nato prima di noi “pacta sunt servanda” vale a dire “i patti vanno osservati”.

In questi mesi nonostante il bando nella fase iniziale prevedesse che i giovani laureati avrebbero potuto svolgere nell’ambito degli enti pubblici uno stage formativo di due anni, in questi mesi interagendo con i loro rappresentanti più volte, ci siamo dichiarati disponibili ad individuare una soluzione.

Anche perché - la sensibilità di questo gruppo non può non essere massima – la prima idea venne da un consigliere che lavorava su questi banchi, l’onorevole Occhiuto, e poi fu supportata dall’intero Consiglio regionale che decise anche di finanziarla.

Io da sindaco di un comune posso testimoniare che si tratta di una esperienza positiva.

Una giovane laureata in giurisprudenza, avvocato, ha svolto presso il mio comune ottimamente le funzioni ed addirittura è stata nostro difensore in un processo per mafia nel quale ci siamo costituiti come parte civile.

E’ stata quindi un’esperienza altamente positiva e per questo io credo che lo sforzo compiuto da questa maggioranza sia uno sforzo dovuto in questa fase pur tenendo presente qual era il patto iniziale.

Uno sforzo di sostegno verso questi giovani, che così bene si sono distinti all’interno delle pubbliche amministrazioni nelle quali hanno lavorato.

Però è anche necessario e faceva bene a ricordarlo l’onorevole Fedele, parlare il linguaggio della chiarezza per dire a questi che sono i migliori giovani in questa regione e che non possono atrofizzare il loro cervello magari, semplicemente, attendendo una stabilizzazione come gli ex 285, con tutto il rispetto dovuto ai lavoratori ex 285.

Bene, io dico che a questi giovani bisogna parlare il linguaggio della chiarezza come ha fatto l’onorevole Fedele.

Vale a dire che lo sforzo massimo che si farà in questo scorcio del 2010 e durante il 2011 probabilmente non potrà essere perpetuato. Quindi questa chiarezza credo che debba essere dovuta.

Linguaggio della chiarezza che è necessario anche utilizzare, onorevoli colleghi, nei confronti di questi giovani che molto probabilmente ne sanno più di noi. Cioè sanno benissimo che l’accesso alle pubbliche amministrazioni non è possibile se non attraverso pubblico concorso.

Quindi pensare ad una ipotesi di stabilizzazione, in questo contesto, credo che possa essere mera illusione e da parte di qualcuno mera strumentalizzazione.

Voto favorevole, quindi, a questa proposta del Presidente Talarico e del capogruppo Fedele con i distinguo e con le precisazioni appena dichiarate soprattutto dai componenti di questa maggioranza, plaudendo allo sforzo di un Governo regionale che, pur tra mille difficoltà, ha avuto il tempo di occuparsi di questa problematica sostenendo i giovani migliori di questa regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, sono intervenuti tutti i colleghi a dimostrazione che l’argomento è molto sentito e  molto delicato.

Mi permetto qualche brevissima considerazione chiedendo anche una verifica del testo.

La brevissima considerazione è questa. Quando il Consiglio regionale presieduto dall’onorevole Bova, ha avviato in modo encomiabile questa iniziativa ci sono state anche delle polemiche a livello nazionale sostenuti da giuslavoristi di grandissimo livello. E se quella polemica noi la filtrassimo con grande serenità anche perché si tratta di questione recente ma ormai passata, forse la ragione stava da ambedue le parti.

Stava certamente dalla parte del Consiglio regionale perché in una terra come questa dove c’è una disoccupazione intellettuale enorme, mettere in piedi una filiera che consentiva – come ha consentito – a giovani laureati con un punteggio alto di farsi anche un’esperienza era ed è, comunque, una iniziativa encomiabile.

Non che avesse ragione, ma tra le censure che chi vive in Regioni opulente fa con grande facilità e che viste sotto quel cielo possono avere anche una pregnanza è chiaro che quando si mettono in piedi delle iniziative che creano lavoro a tempo determinato, però, si pone sempre il problema di che fare per superare il momento della precarietà.

Mi pare che stasera si sia parlato molto chiaro e che si sia voluta evitare una proroga ma di fatto si è posta in essere una proroga.

Ma il problema di fondo è come legare la premialità ad una speranza di lavoro a tempo indeterminato.

Allora mi permetto di fare due brevissime considerazioni. La prima: che in sede di Conferenza Stato-Regioni – anche se ho visto che ciò che decidono le conferenze Stato-Regioni in definitiva poi conta poco – si potrebbe spingere perché a livello parlamentare si adotti una norma di diritto del lavoro che attribuisca nei concorsi pubblici a chi ha espletato stage di questo tipo un punteggio.

E’ una delle forme per poter dare un riconoscimento anche in sede concorsuale.

Seconda cosa: l’apertura alle imprese.

L’apertura alle imprese deve mirare al fatto che l’impresa poi possa trattenere qualcuno di questi giovani per cui in sede di bando si può inserire una norma, vado in via esemplificativa, per far capire il concetto ma non perché così debba essere. Se per esempio, una impresa ha possibilità di aver riconosciute tre unità lavorative di questi giovani specializzati, questo è possibile se almeno ne assume uno a tempo indeterminato.

Però a parte questa piccola idea che avevo portato avanti quando da assessore alla cultura volevo mettere in piedi i tirocini di eccellenza – siccome è presente l’assessore Caligiuri - e nell’Fse del Por Calabria abbiamo inserito molti milioni di euro per l’alta formazione, penso che i tirocini di eccellenza possano essere riproposti.

I  tirocini di eccellenza davano la possibilità ai giovani laureati di andare nella pubblica amministrazione, nella Università e nella impresa stabilendo anche un sistema di premialità per l’impresa.

Ci sono varie filiere del Por che sostengono le imprese. E’ chiaro che se leghi i due momenti, quando una impresa fa la domanda per entrare in una delle filiere di sostegno potrebbe avere un punteggio maggiore se assumesse qualcuno di questi giovani.

Vorrei dire però, Presidente, che leggendo il testo, della impresa non si parla proprio. Noi stiamo discutendo della possibilità della impresa e vorrei esser corretto se sbaglio.

Ma leggendo il testo proposto in realtà la domanda per poter usufruire delle prestazioni altamente qualificate di questi giovani è limitata ai soggetti pubblici.

Di impresa si parla unicamente al punto 6 con una norma di indirizzo generale che non c’entra nulla con questa vicenda.

Vorrei capire, allora, l’impresa la vogliamo inserire come soggetto che eventualmente può usufruire di queste prestazioni? Faccio questa domanda perché vorrei capire se c’è qualcosa di ostativo a dire chiaramente che il bando può essere aperto anche alla impresa.

Perché se nulla c’è di ostativo, vorrei dire con grande chiarezza anche ai giovani che ci ascoltano, vedete in queste materie a volte può essere anche facile suscitare un applauso. Ma poi il problema si propone quando arriviamo alla fine dei percorsi e non all’inizio.

Io non leggo “l’impresa” tra gli ipotetici beneficiari di questa normativa.

Allora chiariamo questo punto: c’è o non c’è l’impresa? Ove il Consiglio regionale, sentendo i tecnici, dovesse ritenere che l’impresa possa usufruire di queste prestazioni altamente qualificate, allora a quel punto siccome ci saranno molte domande… perché parliamoci chiaramente, i rappresentanti degli stagisti hanno partecipato agli incontri che il Presidente ha avuto anche con le associazioni di categoria ed in particolare con l’Anci e con l’Upi.

L’Anci e l’Upi hanno chiaramente detto che questo meccanismo non lo attiveranno. Forse lo attiverà qualche piccolo comune. Ed allora se noi inserissimo l’impresa tra i possibili beneficiari avremmo, ipoteticamente, una platea molto alta di partecipanti perché all’impresa “pinco pallino”, che ha un’attività che tira, può far comodo avere un giovane da mettere nell’amministrazione, oppure se è un ingegnere se si tratta di una impresa che lavora nel campo ingegneristico. E nel momento in cui questo avviene creiamo una competizione tra le imprese e da questa competizione potrebbero uscire dei meccanismi che potrebbero portare una parte degli stagisti ad avere un lavoro a tempo indeterminato.

Pregherei, quindi, di avere una risposta su questo punto perché se si apre anche all’impresa si può fare un discorso più articolato che può guardare, addirittura, al futuro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO

Grazie, Presidente, premetto che sono anche io favorevole ma vorrei partire un attimino dalla dichiarazione fatta dal mio capogruppo quando dice “tra un anno basta”.

Vorrei invece sottolineare ai colleghi del Consiglio che dobbiamo smettere di creare illusioni. Non possiamo più creare illusioni in questa terra.

L’altro giorno in Commissione abbiamo trattato il problema Lsu-Lpu. Anche lì ci siamo ritrovati alla unanimità e parliamo di circa 5.320 persone. Poi abbiamo altre situazioni come l’ex articolo 7 e ci sono questi stagisti.

Dobbiamo smetterla di creare illusioni. Dobbiamo far capire a chi partecipa ad un programma a termine che nel momento in cui arriva quel termine si finisce diversamente qui il Consiglio regionale, la Regione si deve far carico di inadempienze o comunque di recepimenti errati delle norme e dei programmi da parte dei soggetti utilizzatori.

Cioè, oggi dobbiamo prendere atto che chi utilizza questi cervelli che sono, per carità, persone che possono dare un contributo serio e di qualità nelle pubbliche amministrazioni,  ma chi oggi li utilizza non fa nessuno sforzo per poterli immettere nell’organico dell’ente.

Questo è un fatto grave.

Voglio dire che oggi ci troviamo qui ad affrontare questo problema. Ben venga, definiamola anche una emergenza, ma bisogna mettere un punto, davvero, diversamente non andremo da nessuna parte e continueremo a creare illusioni.

Ci troviamo gente che magari entra da giovane, si trova padre di famiglia così come si sono ritrovati i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità dopo 15 anni, senza un contributo versato e ad avere problemi anche per la pensione.

Cioè, voglio dire, non possiamo continuare ad andare avanti con delle proroghe.

Vorrei fare un altro appunto proprio in merito all’ultimo rigo della proposta per quanto riguarda le risorse finanziarie per l’anno 2011. Per quanto riguarda l’anno 2011 vi deve essere un impegno serio anche da parte dell’assessore al bilancio e della Giunta, diversamente rischieremmo di fare un flop.

Siccome è la massima Assemblea regionale che oggi mi pare più o meno alla unanimità si trova su questo punto, l’impegno va onorato con l’obiettivo di porre fine a questa cosa, per dire a questi giovani “incominciate ad organizzarvi per trovarvi un futuro lavorativo, perché non potrà essere più possibile continuare su questa strada”.

Diversamente ce li ritroveremo qui come oggi, davanti a Palazzo Campanella e l’Assemblea si ritroverà di nuovo ad affrontare in una situazione di emergenza una possibile soluzione che non sarà la soluzione per loro, per gli enti che la utilizzano e soprattutto per la Regione Calabria che si deve far carico anche degli oneri finanziari.

Questo è quanto volevo dire, ringrazio, Presidente, per avermi dato l’opportunità di intervenire.

PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, onorevole Scopelliti.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Noi anche come Giunta abbiamo partecipato al tavolo del confronto. Abbiamo avuto come Giunta un momento di incontro con questi ragazzi, con questi stagisti ed abbiamo espresso le nostre valutazioni.

Devo dire che ho una serie di perplessità su come è stata impostata questa vicenda perché continuare a dare la possibilità a questi ragazzi che hanno preso 110 ed hanno conseguito un importante risultato, la sensazione di essere ancora assistiti da parte della Regione mi sembra che sia una strada che non ci aiuta.

Non ci aiuta perché dobbiamo rientrare nel patto di stabilità, non ci aiuta perché ormai carrozzoni non ne possiamo mantenere. Ci sono stati fin troppi carrozzoni e dobbiamo rendere utile e produttivo il lavoro che mettiamo in campo.

Dico questo ai colleghi consiglieri perché è chiaro che uno ha lo stimolo, la presenza del vicino di casa, dell’amico. Ma tutte queste cose non fanno, purtroppo, più bene alla causa della Calabria.

Ci sono poi i forestali, poi ci sono i “Why not”, gli Lsu e gli Lpu che sono altri 5 mila. Guardate nella stagione delle comunità montane, la stagione del federalismo per chi la vuole vivere in maniera innovativa, non c’è più spazio per situazioni che sono altamente improduttive e non tornano utili alla collettività.

Perché dico questo? Perché apprezzo la scelta di qualche sindaco ed era quello che avevo detto ai ragazzi in quella circostanza… l’Anci dice che sono bravi, l’Upi di più.

Io ho detto “siete 350 qua, ma se considerate che ognuno di voi sotto il vostro comune di riferimento siete un problema e non  350 problemi in un sol colpo, mi sembra che la cosa si possa gestire e governare meglio”.

Prova ne sia che qualche sindaco ha avuto il coraggio di osare.

Io ho detto ai ragazzi che esistono tutta una serie di procedure che possono essere attivate. Una: staff del sindaco. Il sindaco non può non dar conto a niente e nessuno se decide di prendere 5 persone a staff o se ne può avere tre.

Anche il sindaco di qualsiasi comune più o meno grande che sia della Calabria.

Questo orientamento mi pare sia stato recepito da qualche sindaco calabrese. Abbiamo degli esempi che non so se sono stati concretizzati o meno.

Uno fra tutti: Scalea. Qui il sindaco ha preso uno o due ragazzi e li ha presi a staff. Perché mi viene detto “se si fa il bando, non sappiamo se siamo noi o l’amico a vincere”.

Questa è la dimostrazione della utilità. Io ero Presidente del Consiglio regionale, Bova era il coordinatore regionale del Pds ed Adamo il capogruppo del Pds. Avevamo in Consiglio regionale 22 dattilografi, fotocopiste e tutto il resto – tra i superstiti c’era anche Fedele insieme a qualche altro, Fedele era assessore al personale prima e al turismo dopo –, c’erano comunque 22 persone che prendevano 10 mila lire al giorno e che lavoravano circa 12 ore al giorno ed erano le migliori collaboratrici del Consiglio regionale.

Ieri leggevo sul “Corriere della Sera” che abbiamo 350 dipendenti, sette volte in più di non so dove, non so se rispetto alla Lombardia o altro e c’è chi ancora spinge per assumerne altri 15 o 20 che ancora bramano per entrare, giustamente, altri 500 mila euro di bilancio in più.

Il problema di fondo è questo: noi non costruiamo una nuova Regione con chi pensa di appesantire ancora una volta il pubblico. Se pensiamo di appesantire la Regione che è una pianta che ha frutti pendenti che quasi toccano terra e rischiano di marcire e di non produrre. Una pianta che è affannata e che ha un peso maggiore, un carico grande, non fiorisce e non produce mai perché è molto stanca, deve alimentare troppo e non alimenta nessuno.

La Regione è una macchina, è un albero, talmente appesantita in Calabria che chi può dice “mettiamo una leggina e sistemiamo i 50 di qua”, un’altra leggina nella finanziaria e altri 50 di là. Noi non possiamo mantenerci lussi di questa natura.

Chi è in grado di produrre ed essere di qualità in questa Regione deve sfidare quella che è la nuova stagione, misurarsi e confrontarsi col mercato.

Questo significa che i sindaci, se pensano che questi ragazzi, come io sono convinto, sono indispensabili e bravi fanno come il sindaco di Scalea. Cioè li assumono a staff a tempo determinato. Si giocano una scommessa ed una partita che poi diventa un fatto di qualità.

Perché per le ragazze che erano fotocopiste e dattilografe io chiamai i dirigenti ed i direttori generali e disse “cosa facciamo? Queste ragazze hanno finito di lavorare, per me possono andare a casa”. Mi fu risposto “come vanno a casa? Se vanno a casa si ferma l’attività del Consiglio regionale, quindi sono indispensabili”.

Il problema di fondo che bisogna spiegare sempre a chi ha questo ruolo è che nella vita diventare indispensabili è un segno di forza. Se tu sei indispensabile in un’attività lavorativa vuol dire che chi utilizza le tue prestazioni non può farne a meno.

Quindi automaticamente lo condiziona alla ricerca della soluzione.

Questo significa che se i sindaci hanno veramente bisogno, quando tu già gli dai le risorse dovrebbero farsi in quattro per andare a soddisfare questo tipo di necessità.

Perché mentre per loro costa 16-18 mila euro l’anno, per noi sono 3-4 milioni di euro che stanziamo  in bilancio per affrontare queste problematiche. E poi dopo protestano, si lamentano, giustamente noi abbiamo un senso di responsabilità ed andiamo incontro ai loro bisogni.

E’ fallimentare l’approccio che a volte si ha se non si ha rispetto ha queste vicende un approccio unitario.

Il problema non è nostro, il problema purtroppo l’avete creato voi, oggi lo dobbiamo governare poi domani ce ne andiamo e ne resteranno ancora altri.

Noi dobbiamo in 5 anni – così lo mettiamo ben in chiaro a tutti – dobbiamo azzerare 5 mila Lsu e Lpu, caro assessore alla formazione e lavoro. Perché se vogliamo dare un segnale di qualità della politica in Calabria dobbiamo prendere queste 5 mila 600 persone e trovare il modo in 5 anni in un momento di magra di trovar loro una sistemazione, una collocazione che sia definitiva.

Ovviamente, mi sembra un po’ difficile poterla fare alla Regione. Mi lascio andare magari ad una perdita di tempo per qualcuno ma cerco di far capire qual è la filosofia, altrimenti chi ci ascolta pensa, abbiamo applaudito Orsomarso che è fraterno amico di Scopelliti e Scopelliti dice quasi l’opposto di quel che ha detto Orsomarso e quindi non si prende l’applauso.

Io quando nella stagione del 1995 ci fu la possibilità di prendere i giovani Lsu-Lpu – Bova, Adamo e Fedele – io presi 11 Lsu-Lpu contrariamente al comune di Reggio Calabria dove ne presero 550 e altri 300 al comune di Cosenza o altri 150 al comune di Simeri Crichi.

Uno dice: ma se sono i dipendenti di un comune 200 come fai ad avere 50 Lsu-Lpu? Tanto qualcuno paga.

Però dal 1995 al 2010 mentre l’Italia è cambiata ci sono le crisi, non ci sono risorse e tutte le Regioni di questo Paese, caro Franco Stillitani, hanno collocato gli Lsu e gli Lpu mi pare di capire che l’unica Regione d’Italia che non ha ancora definito la posizione degli Lsu e degli Lpu è la Regione Calabria.

Ne avevamo 12 mila. Io me ne sono andato da assessore con 9.200 dopo averne sistemati 2.800 nel 2001-2002 in un anno con una legge che fu contestata, ci fu allora un “pierino” della situazione una legge vergognosa, la legge 4 del 2001 di Scopelliti, vergognatevi… davamo l’incentivo…

(Interruzione)

L’hai fatta tu, Franco? L’abbiamo fatta insieme.

(Interruzione)

Abbiamo fatto questa legge e sistemato 2.800 persone spalmando un po’ gli Lsu e gli Lpu.

Adesso il problema diventa serio. Dobbiamo concentrarci sulle figure che ci sono e siccome queste sono figure di alta professionalità e non possono essere trattate come un problema , perché questa è la concezione che io ho detto a loro. Voi non potete essere trattati come un problema, perché adesso ne stiamo parlando come se fossero un problema, ma sono invece una grande risorsa.

Non sono un pacco che va collocato oggi da una parte e domani dall’altra. Sono la ricchezza di questa Regione.

Se noi abbiamo questi problemi con chi ha preso 110 o 110 e lode, figuriamoci chi ha la terza media o la quinta elementare che problema può costituire in un percorso di occupazione e di garanzia del lavoro.

Pertanto, il problema è che queste persone non possiamo lasciarle lì sempre con l’attesa e con la speranza, fermo restando che abbiamo definito questo percorso e sono d’accordissimo, i sindaci si devono dare una mossa.

Ringrazio e valorizzeremo chi come Scalea e molti altri comuni sono pronti perché ci sono tanti consiglieri regionali che hanno lavorato con i sindaci in queste settimane per chiedere: perché non li prendi a staff?

Entrare a staff di un sindaco significa avere un ruolo importante, non essere il fotocopista o il dattilografo del comune o dell’ente di appartenenza. Significa avere un ruolo importante e dar un contributo importante al sindaco. Ovviamente ai sindaci che veramente si vogliono avvalere di un contributo di qualità.

Rispetto a questo io ho pensato ed abbiamo proposto anche a loro e secondo me questa cosa è da portare all’attenzione del Consiglio e l’articolo 6 lo dice…

(Interruzione)

Sì, il collega Fedele dice che l’articolo 7 “mette i soldi la Giunta”. Grazie di questa attenzione di cui ci avete onorato con questo progetto di legge.

L’altro è invece l’articolo 6 dove noi abbiamo voluto inserire l’utilizzo di fondi comunitari.

Perché noi abbiamo detto in campagna elettorale ( e non è una cosa che abbiamo detto noi ma penso che è una cosa che avevano detto tutti, anche gli altri) che le imprese di questo territorio hanno risposto ad un bando che abbiamo fatto sulla formazione per garantire 4 mila posti di lavoro per circa 4-5 anni, con i fondi comunitari.

Bene, siccome qui la risposta sembra che arrivi alla fine intorno alle 12-14 mila richieste di posti di lavoro perché qualcuno ha chiesto 2-3 ecc. e sicuramente questo fa lievitare il numero e noi ne garantiamo 4 mila, abbiamo pensato: perché siccome su un asse del Por ci sono le risorse – alla misura risorse umane, non so se è d’accordo Maiolo visto che lui aveva il Por – se…

(Interruzione)

Non era un’accusa ma era per dire se lei condivide l’impostazione sull’utilizzo delle risorse.

Sulla misura risorse umane ci sono un po’ di soldi su cui poter investire.

Io dico: noi facciamo un bando analogo per quelle imprese che intendono, e questo è un nostro tema che abbiamo lanciato più volte nei mesi scorsi perché la politica non la si fa in campagna elettorale per dire vogliamo far questo e quell’altro, perché mentre dicevamo queste cose lavoravamo già al banco dell’occupazione. A maggio, infatti, dopo neanche un mese, lanciamo il progetto dell’assessore Stillitani perché prima della campagna elettorale, in ipotesi di vittoria, lavoravamo ad un percorso di questa natura per l’occupazione giovanile.

Allora pensare di fare dei bandi per le imprese che vogliano assumere giovani che siano in grado di attuare percorsi di marketing, nel mondo della imprenditoria, fare ricerca nelle imprese di giovani che possono trattare i temi della internazionalizzazione delle imprese. Noi abbiamo un problema serio.

In Calabria, il mondo imprenditoriale è un mondo in cui prevalentemente in tante delle nostre imprese non c’è un management di qualità sempre spiccato ma c’è una forma di impresa a gestione familiare. Non tutti hanno le conoscenze e le competenze e le qualità che è giusto che ci siano in questi casi ed in queste circostanze.

Fare un bando per 1.000-1.500 giovani non per 100 dei 300 ma per 1.500 giovani, con il quale  gli imprenditori possano avvalersi dei giovani che vogliono aderire e trovare la formula per cercare di inserire parte di questi ragazzi.

Che cos’è? Per una parte ci sono i sindaci che fanno questa scelta, per un’altra parte ci sono gli amministratori locali che fanno la scelta dei bandi, dall’altra ancora c’è la Regione che offre a questi professionisti un’altra opportunità nel mondo imprenditoriale e garantisce per tre anni la possibilità di avere non i mille euro – più o meno mensili netti… non so neanche se ci arrivano, non mi sono mai interessato a questo – ma avere un contributo all’impresa che permetta di avere i contributi pagati e magari hanno la possibilità di percepire 2.500 euro netti.

Comunque va pagato il lavoro che fanno in termini di qualità. Perché per questi ragazzi nella pubblica amministrazione laddove lavorano, la loro qualifica è di funzionario di fascia altissima, sotto quella dirigenziale. Fermo restando che alcuni hanno competenze e qualità per rivestire, laddove ci sono, anche il ruolo dirigenziale in alcuni comuni.

Ci sono tanti comuni che non hanno ruoli dirigenziali.

Voi andate nei comuni periferici in cui non ci sono gli ingegneri o gli architetti dove, purtroppo, i dirigenti dell’ufficio tecnico sono a volte dei geometri e tante volte, insomma, i danni ambientali nascono dall’idea di rilasciare pareri favorevoli a iosa perché manca la competenza e la qualità del personale specifico.

Cioè, se viene ben capito il messaggio che lancio a loro e che ho già lanciato a tre di loro una volta, non è un atto di accusa o una mortificazione o un’offesa ma è un’apertura a 360 gradi. Cioè è una visione nuova dell’idea e del contributo che loro possono dare alla Calabria.

Se ci siamo ridotti a prendere 350 persone e a dirgli stai al comune che comunque qualcuno ti sovvenziona la prestazione che fai, è fallimentare ed offensivo per loro.,mi sento offeso sotto questo punto di vista. Mi si può dire: tu ti offendi ma io intanto mi prendo i soldi perché mi servono. Sicuramente, ma non possiamo ragionare in quest’ottica, c’è chi vuole prendersi i soldi e facendo questo tipo di lavoro ma c’è chi, magari, ha anche più coraggio e possibilità di pensare ad un percorso diverso investendo su se stesso, perché la sfida è nella capacità di investire nelle risorse che abbiamo.

Se noi non investiamo è perché 350 persone sono già pagate per avere quello che hanno o ce le ritroviamo qui ogni sei mesi quando vengono a rivendicare una opportunità ed una continuità, è fallimentare come politica.

Una cultura della politica che, se continua a lavorare su queste direttrici, non va da nessuna parte, perché queste persone vanno ricollocate e valorizzate in altri settori e in altri comparti in quanto sono una grande chance per la crescita della nostra terra.

Questo è quello che io penso, con aperture su tutti i punti di vista, con le opportunità di partecipare ai master che, magari, faremo sulla pubblica amministrazione e sulla sanità con le università “LUISS” e “Bocconi”, perché diventa vincolante, un valore aggiunto per chi deve entrare nella pubblica amministrazione dato che la Regione, da qui a tre anni, probabilmente dovrà fare dei concorsi, se troveremo i soldi per fare lo scivolamento, l’esodo. Dico scivolamento perché ne accompagneremmo volentieri tanti fuori dalla Regione, perché hanno già dato, alcuni perché ad esempio  parliamo di uno che ha fatto l’assessore prima di Maiolo e  nel suo assessorato aveva tre dirigenti di settore e  nessuno dei tre aveva la laurea, e qui c’è gente con 110 e lode che chiede di poter avere un contributo rispetto a una funzione che ha assolto fino adesso.

Questo è il meccanismo nuovo che noi dobbiamo innescare, che non è della destra, non è della sinistra, è di una classe dirigente che deve comprendere che la sfida è questa. Tre dirigenti di settore che gestivano 150 milioni l’anno complessivamente o pure più, che erano semplicemente diplomati! Ce n’era uno che era uno scienziato, insomma, che poi l’avete avuto pure voi! C’è gente che è scienziata, perché da trent’anni fa sempre le stesse cose, perché sa fare solo quelle! Mentre il mondo cambia, ci sono quelli che fanno soltanto questo, sempre le stesse cose, gli stessi corsi di formazione, gli stessi giochini!

Ecco perché non cambia la Calabria, la Calabria non può cambiare, se c’è una classe dirigente e politica che forse può essere lungimirante e guarda oltre l’ostacolo e poi c’è chi, invece, non capisce che il meccanismo, il sistema è cambiato e che bisogna creare una nuova cultura rispetto al lavoro e tutto il resto. Io credo che questo sia fondamentale.

Approviamo questo testo, diamo la possibilità a questi giovani stagisti di poter lavorare e fare ciò che, magari, hanno fatto finora, ma credo che sia principalmente loro interesse stimolarci a creare percorsi alternativi ed opportunità, perché quest’anno, forse, 3 milioni di euro si possono recuperare per il 2011, ci lavoriamo e così via, ma vi vorrei far capire che adesso basta, adesso basta! Adesso facciamo qualcos’altro, e lancio un messaggio ai colleghi del centro-sinistra, dato che credo che sia importante amplificarlo. Spendiamo 380 milioni di euro circa per finanziare tutte le leggi che ci sono in questa Regione: non ce lo possiamo più permettere, dobbiamo fare un comitato ristretto di maggioranza e minoranza o una Commissione che si occupi del taglio di tutte le leggi che non sono più utili alla comunità regionale, e ce ne sono tante. Bisogna compiere un lavoro coerente, perché non si possono più spendere così tante risorse per finanziare leggi che non servono più a nessuno, che erano leggi fatte vent’anni fa ad personam, oggi a Fedele, domani a Caputo, dopodomani a Stillitani, perché comunque poi avevano la fondazione, la cooperativa, l’associazione, il giochino che manteneva… Non si può più!

Questa è la riforma, oggi, della pubblica amministrazione, questo è quello che dobbiamo fare, e se non faremo questo, avremo fallito, e il primo messaggio già l’abbiamo dato tre-quattro mesi fa, quando abbiamo deciso di fare dei tagli, 15 milioni di euro nel 2010, 40 milioni di euro nel 2011, e l’abbiamo fatto noi di concerto. Adesso, però, se siamo in grado di concertare queste linee, queste nuove metodologie insieme ai colleghi del centro-sinistra per capire insieme a loro che si può incominciare a fare un taglio netto bipartisan con le spese inutili, se ci sono, o delle spese che non sono per forza obbligatorie, che una volta era possibile realizzare e che oggi non è più possibile - io non cito nessuna legge in particolare, ma ce ne sono un’infinità - riuscire a recuperare 30, 40, 50 milioni di euro, 10, altri 50, 40, è già un successo ed è un obiettivo che ci dobbiamo porre, perché comunque, se domani ci sono altri problemi, ci aiuta il fatto che abbiamo risorse per le emergenze varie che nascono.

Ora dobbiamo aspettare che il Governo ci mandi le risorse, dobbiamo capire come attingere al POR. Una Regione può avere anche un po’ di risorse per sovvenzionarsi, perché tutte quelle spese sulla sanità sono un problema serio. Oppure voi pensate che noi abbiamo risolto i problemi della sanità?! Guardate che dobbiamo colmare quelle che sono le perdite del 2009 della Regione e dobbiamo trovare i soldi! Ecco perché siamo costretti ad alzare i tributi al massimo del massimo: perché ce lo impone il Governo, perché dobbiamo giustificare a Roma come copriamo le perdite del 2009, diversamente non ci danno nessun accesso ai finanziamenti.

Capite come funziona il sistema? Dovremo prendere risorse tassando i cittadini, per dire “fate questo perché dobbiamo coprire questo”, dobbiamo prendere le tasse automobilistiche e dire “60 milioni le tasse automobilistiche, rispetto a quello che era il bilancio, le dobbiamo catapultare subito sulle perdite del 2009”. Questa è la situazione della Regione.

Quindi, o ce ne rendiamo conto tutti, perché non è importante dire oggi “questa è l’eredità, questo è quello che ci hanno lasciato”.  Il problema rimane, ormai i cittadini lo sanno molto bene, l’hanno capito, altrimenti esce Principe domani e dice “fate sempre campagna elettorale!”. Così gli evitiamo questa uscita, lo invitiamo a sedersi al tavolo con noi per discutere come poter intervenire insieme…

(Interruzione)

Sono apertissimo. Visto, ogni tanto mi capita!

(Interruzione)

Sei sbalordito! E’ che voi avete avuto oggi un approccio così galante in Aula, abbiamo votato all’unanimità, quindi…!

(Interruzione)

Forse sabato quel convegno ha aperto un confronto più ampio, visto che c’eravate tutti…

(Interruzione)

Non tutti, insomma, ma tanti. Per me la responsabilità istituzionale si testimonia anche essendo coscienti delle difficoltà che viviamo da amministratori. E’ chiaro che questo mi spinge a chiedervi un confronto e un conforto, se ritenete, perché noi comunque lo dovremo fare.

Credo, quindi, che questi siano i presupposti su cui questo Consiglio regionale, nella sua interezza, perché non è una sfida solo nostra, ma è una sfida che appartiene a tutta la classe dirigente,  ritengo deve compiere un minimo di analisi insieme, un minimo di confronto insieme lo dobbiamo portare avanti.

Oggi diamo questa risposta così importante, che fa capire a questi giovani professionisti come ci muoviamo noi e in che difficoltà ci muoviamo, perché comunque non è facile, però siccome vogliamo investire su di loro e su tantissimi altri che sono una fonte primaria di ricchezza e di prospettiva per questa terra, oggi approviamo questa legge, questa proposta fatta dal collega Fedele, anche se ritengo che questo sia soltanto l’inizio di un percorso, di un cammino e di un confronto.

(Applausi)

PRESIDENTE

E’ concluso il dibattito…

(Interruzione)

No, onorevole Principe, l’intervento del Presidente…

(Interruzione)

La prima parte, al comma 1…

Sandro PRINCIPE

Di cosa stiamo parlando?

PRESIDENTE

Al comma 1 c’è scritto in maniera chiara “gli enti e i soggetti pubblici”. Poi, invece, al comma 6 si dà un’altra opportunità ancora “utilizzazione dei fondi Por…”…

Sandro PRINCIPE

No, signor Presidente, il comma 6 è una norma di indirizzo che non c’entra nulla con i 10 mila euro.

PRESIDENTE

Una norma che va a riempire ancora di più e meglio questa proposta, perché diamo la possibilità anche alle imprese e ai privati di utilizzazione dei fondi POR. Siccome gli uffici hanno previsto questo articolato, noi l’approviamo secondo questa visione e questa organizzazione.

Quindi possiamo votarlo così com’è, tanto è un articolo unico, anche se formato da sette commi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Due astenuti, gli altri hanno votato tutti a favore. Anche questo punto è concluso.

Mozioni sulle proposte di localizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio calabrese

PRESIDENTE

Andiamo avanti: ci sono all’ordine del giorno le mozioni.

(Applausi dai banchi riservati al pubblico)

Oggi è una giornata di applausi, una giornata di festa! Ne abbiamo ricevuto tantissimi: vuol dire che il Consiglio produce qualcosa di buono, quindi va bene, rispetto ai fischi!

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Sulle mozioni, se lei è d’accordo e i colleghi capigruppo sono d’accordo, proporrei di vederci un minuto al banco della Presidenza, perché ho avuto modo di scorrere le mozioni presentate dai colleghi dell’opposizione e, bene o male, alla fine sono per alcuni aspetti anche simili. Se troviamo il modo di fare una mozione unitaria, noi siamo ben disponibili a farlo, altrimenti andiamo avanti con le votazioni.

PRESIDENTE

Va bene, ci vediamo al banco della Presidenza con i capigruppo, con i presentatori delle mozioni, per vedere se si può trovare una sintesi.

(I Capigruppo si portano al banco della Presidenza)

La seduta sospesa alle 18,29 è ripresa alle 18,41

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio. E’ stata raggiunta l’intesa da tutti i capigruppo al banco per individuare una mozione unica di tutte quelle presentate, quindi un testo unico.

Darei la parola all’onorevole Nucera, che è il segretario, per la lettura della mozione, per poi procedere al voto.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Mozione “Sull’accoglimento di proposte di localizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio calabrese”.

“Premesso che la Regione Calabria presenta un saldo attivo elettrico, dai dati pubblicati dal gestore della rete e relativi alla produzione di energia elettrica per l’anno 2009, si rileva che, a fronte di una produzione detta destinata al consumo di 10.800 W annuo, l’energia richiesta al consumo interno ammonta a 6.600 GW annuo, con un surplus di 4.200 W annuo.

Con deliberazione 98 del 9 febbraio 2005, la Giunta regionale ha stabilito di non fornire ulteriore intesa in sede di Conferenze dei servizi indette dal ministero delle attività produttive, oggi sviluppo economico, e dal ministero dell’ambiente per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate dal ministero delle attività produttive quale partecipazione al sistema Paese.

Già con delibera 686 del 6 ottobre 2008 la Giunta regionale ha stabilito di non accordare l’intesa prevista delle leggi numero 55/2 e numero 392/2004, al procedimento amministrativo avviato dal ministero dello sviluppo economico sull’opera centrale termoelettrica a carbone da circa 1.320 megawatt e da ubicarsi nel comune di Montebello Ionico (Reggio Calabria), proposto dalla società Saline energie ioniche S.p.A., per un’analoga iniziativa promossa dall’Enel produzione S.p.A. per la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano (Cosenza).

In sede di Conferenza dei servizi presso il ministero dello sviluppo economico, la Regione ha manifestato il motivato dissenso alla realizzazione dell’opera, considerato che il Piano energetico regionale approvato con deliberazione del Consiglio regionale numero 315 del 4 febbraio 2005 fa assoluto divieto dell’utilizzo del carbone ai fini energetici, lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi con attività alternative all’utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione iniziative manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

L’articolo 1, comma 2, della legge 9 aprile 2002 numero 55, “Riconversione del decreto legge 7 febbraio 2002, numero 7, misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale” stabilisce che l’autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico al quale partecipano le amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel rispetto dei princìpi di semplificazione, con le modalità di cui alla legge 7 agosto 1990 numero 241 e successive modificazioni, d’intesa con la Regione interessata.

Ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia è materia di potestà legislativa concorrente.

Rilevato che la Regione Calabria vuole costruire un percorso di ascolto con le comunità locali attraverso gli amministratori, veri artefici dello sviluppo territoriale, la Regione Calabria è aperta al confronto ed all’incontro con le comunità per affrontare, nello specifico, le strategie più idonee e alternative per la crescita economica e sociale dei vari territori;

si propone di impegnare il Presidente Scopelliti e la Giunta regionale ad attivarsi presso il ministero dello sviluppo economico, per impedire la realizzazione di centrali termoelettriche e a carbone sul territorio della Regione Calabria, nel rispetto di quanto previsto dal vigente Piano energetico regionale”.

(Vivi e ripetuti applausi dai banchi riservati al pubblico)

Questo documento è stato approvato all’unanimità del Consiglio regionale e, ripeto, approvato all’unanimità.

PRESIDENTE

Vi prego di ricomporvi, altrimenti devo fare sgomberare il pubblico dall’Aula. L’onorevole Nucera ha letto questa mozione, che è stata concordata con tutti i gruppi, quindi ancora dobbiamo procedere a votarla. Questo era il testo che abbiamo letto in Aula, va bene per tutti, quindi lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(Applausi dai banchi riservati al pubblico)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Ho chiesto la parola, signor Presidente, per chiedere all’Aula e a lei di inserire per il prossimo Consiglio una mozione – poi la ricongiungiamo con quella del collega Principe – relativa al Piano di rientro: la tematica riguarda gli ospedali di montagna.

(Interruzione)

Le unifichiamo con quella degli altri colleghi.

PRESIDENTE

Onorevole Censore, tutte le mozioni rimaste rimangono inserite all’ordine del giorno, quindi nel momento in cui ci sarà l’ordine del giorno, le mozioni andranno in coda; poi si deciderà se affrontarle oppure no.

La parola all’onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

A conclusione di questa seduta, posto che ci sono delle nomine da fare che il Consiglio non provvede per mille motivazioni, direi, se il Consiglio è d’accordo, di conferirle l’incarico di effettuarle. Sono già tre o quattro volte che le stiamo ribadendo, quindi, come si è fatto anche in passato, diamo a lei la delega di poterle fare.

PRESIDENTE

Se su questo punto ci sono interventi, possiamo accogliere questa proposta dell’onorevole Fedele, per cui possiamo procedere ad accogliere queste indicazioni.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

L’ordine del giorno è concluso, il Consiglio sarà convocato per il 29 mattina alle ore 11,00, con all’ordine del giorno il dissesto idrogeologico.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 18,50

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Magno, Scalzo, Caridi, Grillo.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Istituzione dell’Elaioteca regionale “Casa degli Oli Ionici e Tirrenici di Calabria” (Delibera G.R. n. 705 del 20.10.2010)” (P.L. n. 102/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Istituzione dell’Enoteca regionale “Casa dei vini di Calabria” (Delibera G.R. n. 706 del 29.10.2010)” (P.L. n. 103/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2011 e bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013” (Delibera G.R. n. 719 del 9.11.2010) (P.L. n. 107/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari, istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

“Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2011). Articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002” (Delibera G.R. n. 720 del 9.11.2010) (P.L. n. 108/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari, istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013 (legge finanziaria)” (Delibera G.R. n. 109/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive –; alla prima - Affari, istituzionali e affari generali –; alla terza - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative -; alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente -; alla quinta - Riforme e decentramento – ed alla sesta - Affari della Unione europea e relazioni con l’estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Caputo – “Modifica alla legge regionale 5 aprile 2008, n. 8, recante: “Riordino della organizzazione turistica regionale” (P.L. n. 85/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Misure a sostegno delle vittime della malasanità” (P.L. n. 86/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini. Tutela e risanamento ambientale, messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati, smaltimento dell’amianto”. (P.L. n. 87/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Mirabelli – “Norme quadro per lo sviluppo della sostenibilità urbana nell’edilizia residenziale pubblica e privata” (P.L. n. 88/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Pacenza, Battaglia, Bilardi, Franchino, Tripodi – “Modifiche alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19, recante: “Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria” (P.L. n. 89/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Misure per garantire la legalità e la trasparenza nelle procedure degli appalti pubblici e della contabilità regionale” (P.L. n. 90/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Imbalzano – “Disciplina dei servizi socio-educativi per la prima infanzia” (P.L. n. 91/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Tutela degli animali domestici per il controllo e la prevenzione del randagismo” (P.L. n. 92/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Ordinamento del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti” (P.L. n. 93/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Norme per l’integrazione sociale e politica delle cittadine e dei cittadini immigrati” (P.L. n. 94/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare – Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Caratterizzazione etica degli enti e delle imprese. Adeguamento degli enti e delle imprese in regime di convenzione con la Regione Calabria al D.Lgs n. 231/2001” (P.L. n. 95/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme per favorire l’inclusione sociale delle persone disabili” (P.L. n. 96/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Aiello F., Chiappetta, Parente – “Istituzione del Parco fluviale bacino del fiume Savuto” (P.L. n. 97/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Giordano – “Modifica alla legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata Stazione unica appaltante e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture)” (P.L. n. 98/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Scuola di ebanisteria di San Giovanni in Fiore” (P.L. n. 99/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Istituzione del registro delle eredità immateriali della Regione Calabria” (P.L. n. 100/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Tripodi – “Incentivi alle imprese: Credito di imposta regionale” (P.L. n. 101/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Organizzazione della zootecnia e comparto allevatori in Calabria” (P.L. n. 104/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Misure straordinarie per favorire il reinserimento lavorativo degli idraulico-forestali ex detenuti” (P.L. n. 105/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare – Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche alla legge regionale 30 marzo 1995, n. 8” (P.L. n. 106/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Istituzione di eco musei in Calabria” (P.L. n. 110/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Chiappetta – “Politiche regionali di contrasto all’abuso sessuale sui minori” (P.L. n. 111/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare – Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Fedele – “Modifica all’articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 23” (P.L. n. 112/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Adozione revisione del Psr Calabria 2007-2013 approvata dalla Commissione europea con decisione n. C(2010) 1164 del 26 febbraio 2010 e costituzione fondo speciale Iva presso l’Organismo pagatore regionale (Arcea)” (Delibera G.R. n. 696 del 29.10.2010) (P.P.A. n. 87/9^)

E’ stata assegnata alla sesta Commissione consiliare – Affari della Unione europea e relazioni con l’estero – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Documento di programmazione economico finanziario della Regione Calabria (Dpefr) per gli anni 2011-2013 (art. 2, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8)” (Delibera G.R. n. 712 del 9.11.2010) (P.P.A. n. 88/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 29 ottobre 2010 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 1 del 6 novembre 2010:

legge regionale 29 ottobre 2010, n. 25 recante: “Modifica alla legge regionale 22 agosto 2010, n. 21 “Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale”;

legge regionale 29 ottobre 2010, n. 26, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 30 del 7 agosto 2002 “Provvedimenti tributari in materia addizionale all’Irpef e di tasse automobilistiche”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale con note nn. 35770 e 35771 del 26 ottobre 2010, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2010:

Deliberazione Giunta regionale n. 673 del 19 ottobre 2010;

Deliberazione Giunta regionale n. 674 del 19 ottobre 2010.

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

L’onorevole Mario Franchino, con nota del 15 novembre 2010, acquisita in pari data al prot. n. 10018 del Settore Segreteria Assemblea, ha aderito al gruppo consiliare Partito democratico.

Interrogazioni a risposta scritta

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale, all’assessore ai lavori pubblici, all’assessore alla famiglia e alle politiche sociali. Per sapere - premesso che:

con la legge 9 dicembre 1998 n. 431 concernente la disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo, ed in particolare l'art. 11, è stato istituito presso il Ministero dei lavori pubblici, oggi accorpato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso delle abitazioni in locazioni;

ogni anno le risorse assegnate al Fondo vengono ripartite tra le Regioni per la concessione di contributi integrativi ai conduttori, aventi i requisiti minimi stabiliti dalla legge, per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari degli immobili adibiti ad uso abitativo;

ad esse risorse statali si aggiungono risorse regionali e comunali che confluiscono in un unico fondo regionale. Tali risorse vengono successivamente assegnate dall'Ente Regione ai Comuni, che mediante bandi pubblici, erogano agli aventi diritto i contributi integrativi sulla base di apposite graduatorie, stilate secondo la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge;

in attuazione di principi fondamentali di giustizia sociale, nell'erogare le somme ai Comuni si è tenuto conto non solo della volontà partecipativa degli stessi mediante valutazione di risorse attribuibili agli enti locali richiedenti ma soprattutto dell'esigenza di favorire i nuclei familiari con basso reddito e con elevate soglie di incidenza del canone di locazione, allo scopo di ridurre quanto possibile tale soglia di incidenza e favorire così una condizione di vita più dignitosa alle famiglie indigenti;

sino al 2007 l'erogazione dei contributi integrativi per il pagamento del canone di locazione, ha reso possibile per molti nuclei familiari calabresi una copertura di circa il 75% del suo ammontare, rivelandosi nella sua concreta attuazione, come un imprescindibile elemento qualificante in materia di politica sociale, con risvolti estremamente positivi per le fasce sociali più deboli;

per il 2008, le risorse stanziate per i contributi integrativi risultano essere solo quelle statali, non avendo potuto, l'Amministrazione regionale stanziare ad integrazione alcuna somma, per ovvii motivi di bilancio. Una scelta forzata che ha inciso pesantemente per le famiglie aventi diritto, in quanto negli anni precedenti le risorse regionali giungevano a coprire i 2/3 dei finanziamenti destinati ai Comuni. Di conseguenza da una copertura del canone di locazione rispondente al 75% si è scesi ad un insufficiente 22%;

allo stato attuale si prospetta un'analoga situazione anche per il 2009, con la conseguenza che le somme relative ai contributi integrativi, prossime ad essere assegnate ai Comuni richiedenti, siano limitate solo alla quota ripartita alla Regione, quota leggermente ridotta rispetto all'annualità precedente, dal Ministero attraverso il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in regime di locazione;

comporterà per i nuclei familiari aventi diritto, l'assegnazione di un contributo rispondente a circa il 19% del canone annuale dei contratti di locazione regolarmente registrati -:

quali siano gli stati previsionali, nelle more della necessaria politica di contenimento dei costi dell'Ente, in ordine all'esigenza prioritaria di garantire la reintroduzione della quota regionale relativa al Fondo per la concessione dei contributi integrativi ai conduttori, aventi i requisiti minimi individuati dalla legge 9 dicembre 1998 n. 431, per il pagamento dei canoni di locazione dovuti ai proprietari degli immobili ad uso abitativo;

quali provvedimenti si intendano adottare, a breve e medio termine, in ordine alle linee programmatiche di settore, per la definizione ed attuazione di strategie operative in materia di politiche a sostegno delle Famiglie. Le azioni rivolte ai bisogni della popolazione, per essere efficaci, non possono prescindere dal sostegno alla famiglia, in quanto sede primaria delle relazioni e risorsa fondamentale per la tutela delle persone, in particolare delle fasce più deboli (bambini, anziani, disabili).

(51; 18.10.2010)

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

in data 14 febbraio 2010, a seguito delle incessanti piogge avutesi nella trascorsa stagione invernale, la "Contrada Palagani-Malaugello" del Comune di Mendicino (CS) è stata colpita da un movimento franoso di notevole entità che ha gravemente danneggiato la Strada Provinciale SP45 collegante Mendicino a Cerisano, nonché diversi fabbricati adibiti a civili abitazioni situati sul terreno posto a monte del già indicato tratto stradale;

invero, il movimento franoso di che trattasi ha provocato, tra l'altro, evidenti conseguenze dannose alle infrastrutture del territorio con conseguente nocumento alla piena e sicura vivibilità dello stesso da parte della comunità residente. Ci si riferisce, in particolare, alle fratture ed agli abbassamenti del livello stradale ed ai cedimenti della parete collinare (con lesione del muro di sostegno) interessante il tratto stradale in oggetto; ed ancora, alla interruzione in loco della fornitura di servizi pubblici essenziali quali energia elettrica, acqua e gas per la rottura delle relative condotte;

a seguito dei danni riscontrati, l’amministrazione comunale di Mendicino ha emesso, in via cautelativa, due ordinanze di sgombero dei diversi fabbricati ad uso abitativo danneggiati dall'evento calamitoso provvedendo, altresì, alla chiusura della Strada Provinciale;

in virtù del progressivo peggioramento dello stato dei luoghi dovuto alle successive piogge, si è provveduto, successivamente, ad effettuare temporanei interventi tampone, rivelatisi, però, ad oggi, del tutto insufficienti ed inidonei ad un regolare ripristino;

a parte i provvedimenti cautelativi, i provvisori ripristini ed i numerosi sopralluoghi da parte dei tecnici degli enti interessati, nulla di concreto, a seguito dell'evento, è stato attuato per la risoluzione della grave situazione di emergenza e di disagio;

in forza di ciò, nell'Aprile 2010 è stato costituito un Comitato civico con lo specifico scopo di "Riportare all'attenzione delle autorità competenti tutte le problematiche connesse all'evento franoso del 14.2.2010 (...), al fine di ottenerne da esse veloce risoluzione, ognuna per le proprie competenze";

il primo atto formale del Comitato è stato, infatti, quello di portare all'attenzione delle autorità interessate (tra cui il Sottosegretario alla Protezione civile ed il Presidente della Regione Calabria) le legittime richieste di intervento in tempi utili per la risoluzione delle enunciate problematiche;

nonostante le formali istanze del Comitato, ad oggi, dal Febbraio 2010, nessuna iniziativa è stata intrapresa da alcuna Autorità chiamata in causa al fine di porre rimedio ad una situazione divenuta oramai di estrema criticità, stante la persistente chiusura del tratto stradale, il disagio per la mobilità dei residenti e l'insufficienza dei provvisori rimedi posti per l'erogazione dei servizi pubblici di luce, acqua e gas;

in forza di ciò, nella frazione "Palagani-Malaugello" si sta assistendo ad un progressivo spopolamento da parte dei residenti, sia per le emesse ordinanze di sgombero dei fabbricati, sia per i disagi dovuti alla mancanza di servizi, nonché per i pericoli emergenti in un territorio in completo stato di abbandono e privo di attenzione e vigilanza, persino da parte delle forze dell'ordine;

l'imminenza della stagione rigida accentuerà certamente l'elevatissimo rischio per la pubblica incolumità in termini di sicurezza, stante, tra l'altro, lo stato di degrado strutturale esistente, le caratteristiche geomorfologiche del territorio su cui la frazione insiste ed il marcato dissesto idrogeologico accentuato dalle ingenti e prolungate condizioni atmosferiche avverse degli ultimi anni;

ai sensi dell'art. 3 della legge 225 del 1992 (sulla Istituzione del Servizio nazionale di protezione civile) tra le azioni attuabili in relazione ai rischi derivanti dal dissesto idrogeologico figurano quelle della previsione e della prevenzione degli effetti attraverso una serie ben precisa di interventi da attuare da parte delle Regioni di concerto con i servizi operanti in materia e con gli Enti interessati;

l'art. 12 del D.Lgs. 30.4.1992 n. 285 ("Nuovo Codice della Strada" e s.m.i.) pone la sicurezza delle persone (tutela della vita umana) quale finalità primaria, di ordine sociale ed economico, che lo Stato, la Regione, le Province ed i Comuni devono perseguire con la gestione, la manutenzione, la riqualificazione ed il controllo tecnico delle strade -:

se si ritiene opportuno assumere - in ottemperanza alle numerose prescrizioni legislative vigenti in materia, nonché in riscontro alle legittime istanze di una comunità - precise iniziative onde attuare quelle opere di consolidamento "urgenti ed indifferibili" per l’approssimarsi della stagione invernale, già richieste ante tempo alle amministrazioni interessate tanto, per consentire la mobilità stradale sul territorio, nonché per ripristinare la sicura e piena vivibilità dello stesso da parte di residenti, molti dei quali, sfollati e privati delle proprie abitazioni, stanno ancora provvedendo, a proprie spese, al reperimento di alloggi in affitto sperando nella provvisorietà di una situazione assai precaria;

quali interventi, più specificatamente, si intendono attuare ed in quali tempi onde garantire la sicurezza del territorio in oggetto considerata la improcrastinabilità dell'intervento per tutto quanto su cennato e, in particolare ed in primis, per scongiurare conseguenze ancora più tragiche ed oramai troppo frequenti connesse alla grave situazione di dissesto idrogeologico del nostro territorio e dell'intero Paese.

(53; 19.10.2010)

Imbalzano. Al Presidente della Giunta regionale e agli assessori alle infrastrutture ai lavori pubblici e alle attività produttive. Per sapere - premesso che:

il processo di industrializzazione dell'area di Saline Ioniche trova gli albori nei primi anni ’70 e rappresenta una parte di quel famigerato “pacchetto Colombo” concesso dal Governo del tempo a seguito dei moti di Reggio;

nonostante l'enorme investimento di 300 miliardi di vecchie lire per costruire lo stabilimento della Liquichimica, l’opera, completata nel 1974, non è mai entrata in funzione, vanificando, a causa della sospetta cancerogenicità delle bioproteine prodotte, la promessa di lavoro per circa mille persone;

all'interno della stessa area venne realizzato un porto che doveva garantire l'accesso a navi, con stazze fino a 40.000 tonnellate, a servizio soprattutto dell'industria in parola;

il medesimo porto, pur essendo la propria imboccatura sottoposta più volte a lavori di dragaggio, nel 2003 ha visto parte del molo di sottoflutto divelto dalle mareggiate;

altresì, che le prospettive delle realtà produttive oggi esistenti e di altre che potrebbero insediarsi dipendono dal ripristino della funzionalità dell'infrastruttura portuale che, in parte, potrebbe accogliere numerose imbarcazioni di diporto, che oggi sono costrette a ormeggiare solo a Porto Rosa nella vicina Sicilia;

infine, che nella stessa area di Saline insiste l'enorme struttura delle Officine di Grandi Riparazioni, mai entrata in funzione, e che, se acquisita dalla Regione e concessa in comodato d'uso alle amministrazioni locali del territorio, potrebbe accogliere decine di insediamenti di piccole e medie imprese artigianali e commerciali dell'area metropolitana dello Stretto -:

se, previo concerto con gli organi tecnici del Comune di Montebello Ionico, che da tempo hanno realizzato studi progettuali in materia, intende realizzare nel breve periodo opere di costo limitato, necessarie per ripristinare la funzionalità del porto, quali il dragaggio per il ripristino dei fondali, la realizzazione di un pennello sentinella esterno alla diga foranea, l'installazione di idrovore (sistema bypass sabbie), il ripristino del sistema d'illuminazione, nonché nel medio periodo le ulteriori opere ritenute necessarie per ridare alla infrastruttura la funzionalità originaria e soprattutto per consentire lo sviluppo del turismo nautico e da diporto nella costa ionica;

se, nell'ambito di un contratto d’area da concertare e da stipulare tra la Regione e i Comuni di questa parte dell'area dello Stretto, non intende attivarsi per acquisire le Officine Grandi Riparazioni che, così come previsto da un protocollo d'intesa stipulato di recente tra il Comune di Reggio Calabria e il Comune di Montebello Ionico, potrebbe consentire l'insediamento a decine di attività artigianali e commerciali della città di Reggio Calabria e di tutta l'area grecanica, con benefici effetti sul fronte produttivo e occupazionale, delineando, in tal modo, una netta inversione di tendenza rispetto all'attuale sottosviluppo di tutto il comprensorio.

(55; 7.10.2010)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

la grave crisi economica che attanaglia i Paesi occidentali, e anche l'Italia, ha drammatiche ricadute anche nella Regione Calabria, determinando nuove povertà e l'inesorabile crisi del sistema familiare;

tutti gli indicatori economici e sociali pongono in misura sempre crescente il disfacimento della famiglia come condizione negativa per la formazione dei giovani, specie sul piano educativo e su quello dell'acquisizione dei valori tradizionali;

considerando l'istituto familiare un istituto di rilevanza pubblica, la Regione Calabria, il 2 febbraio 2004, ha varato la legge regionale di sostegno alla famiglia, come strumento di promozione e integrazione di un sistema sociale che, attraverso il suo indebolimento, indebolisce il quadro generale del tessuto sociale calabrese;

la famiglia è, per il nostro sistema costituzionale e statutario, oltre che sociale, un'istituzione primaria essenziale per la nascita, la cura e l'educazione dei figli e per l'assistenza ai suoi componenti;

essendo la famiglia l'ambito più importante in cui si forma e si sviluppa la personalità dell'individuo, è compito della Regione promuovere il servizio pubblico alla famiglia ed attuare iniziative volte alla tutela dei suoi componenti, al fine di sostenere il diritto di questa fondamentale istituzione sociale al libero svolgimento delle sue funzioni;

nel momento storico in cui viviamo è fondamentale, anche per la tenuta del nostro sistema socio-economico, favorire la formazione e sostenere lo sviluppo delle famiglie, mediante la rimozione di tutti gli ostacoli che creano difficoltà nel corso della vita familiare, quali quelli di carattere abitativo, economico e della salute -:

se ritengono opportuno e necessario finanziare, per tutti gli istituti ivi previsti, la legge regionale 2 febbraio 2004, n.1 (Politiche regionale per la famiglia);

con quali cifre e in quali modi intendono investire in un'istituzione, quale quella familiare, che, per le caratteristiche della nostra Regione, è stata sempre un fondamentale punto di riferimento sociale, culturale ed economico.

(56; 28.1.2010)

De Masi, Giordano, Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 12 settembre 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 217 del 17.09.1997 - serie generale -, è stato dichiarato lo stato di emergenza nella Regione Calabria in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale determinatasi nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

con D.P.C.M. del 18.12.2009, lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della Regione Calabria è stato prorogato fino al 31 dicembre 2010;

ai sensi dell'art. 7 dell'O.P.C.M. n. 3886 del 9.07.2010, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 169 del 22.07.2010, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per il superamento della situazione di emergenza nel settore dei rifiuti urbani nel territorio della regione Calabria;

lo stato di emergenza nella regione Calabria è stato proclamato per poter ovviare a gravi situazioni di precarietà ambientale, in gran parte dovute a carenze strutturali ed a mancanza di impiantistica nel settore de quo;

da quanto si apprende dagli organi di stampa (Il Quotidiano del 28.10.2010), nel territorio calabrese sono attivi 9 siti e 4 impianti, i quali, tra l'altro, versano in situazione critica;

le prerogative del Commissariamento, trovano fondamento, essenzialmente, sulla necessità di poter disporre di un vasto ed articolato piano operativo, nel cui programma siano determinati uffici, compiti e tempi suscettibili di creare, nell'ambito del settore dell'emergenza ambientale, le risorse indispensabili per fronteggiarla radicalmente;

allo stato delle cose, il programma con cui erano stati previsti una serie di interventi per superare la situazione di emergenza nel settore sullodato, non appare ancora completamente esaurito, per cui si ritiene poco logica e del tutto ingiustificata la decisione di smaltire i rifiuti di altre Regioni nei pochi impianti, già sofferenti, dislocati nel nostro territorio;

il D.lgs n. 152/2006 prevede, ai sensi e per gli effetti dell'art. 182, che lo smaltimento dei rifiuti urbani venga effettuato in modo tale da:

a) realizzare l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali;

b) permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi, tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per determinati tipi di rifiuti;

in Calabria, stante il perdurante stato emergenziale, le condizioni di cui sopra non sono, attualmente, garantite, per cui non possono essere accettati i rifiuti provenienti da altre Regioni -:

a) quali sono le ragioni tecnico-amministrative e giuridiche attraverso cui è stato consentito lo smaltimento dei rifiuti campani in una regione che versa in uno stato emergenziale;

b) la quantità e la natura dei rifiuti proveniente dalla Campania già smaltiti e da smaltire;

c) se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi d'informazione in merito alla circostanza secondo la quale le discariche e gli impianti ubicati in Calabria risultano essere in via d'esaurimento o, comunque, sofferenti;

d) se e come gli uffici preposti intendono operare dei correttivi all'iniziativa di smaltire i rifiuti campani in Calabria e quali iniziative si intendono assumere al fine di attuare i dovuti controlli;

e) se intende far ripristinare, fino a quando perdura lo stato d'emergenza in Calabria, l'art. 1 comma 9 dell'O.P.C.M. n. 2696/97, abrogato dall'art. 5 comma 1 dell'O.P.C.M. n. 3512/2006, che testualmente recitava: "il Commissario delegato provvede a vietare l'ingresso dei rifiuti provenienti da altre regioni e dall'estero";

f) quali iniziative si intendono predisporre allo scopo di dotare la nostra Regione di strutture idonee affinché le istituzioni competenti in via ordinaria siano pronte a recepire le competenze attualmente esercitate dalla struttura commissariale.

(57; 02.11.2010)

Talarico D. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

il territorio del Comune di Montalto Uffugo (CS), e segnatamente quello in cui ricadono le frazioni di Pianette e Lucchetta, è attraversato dal tracciato dell'elettrodotto Altomonte - Feroleto, segmento dell'elettrodotto a 380 Kv Laino - Feroleto - Rizziconi;

detto tracciato, opera della società Terna S.p.A., presenta notevoli incongruenze sotto il profilo della sicurezza e della salute pubblica, in quanto non in linea con la normativa vigente in materia;

tali incongruenze sono state fatte rilevare in più occasioni, attraverso lettere e delibere, dallo stesso Comune di Montalto Uffugo;

lo stesso Comune di Montalto Uffugo (CS), proprio in ordine alle sconvenienze di cui sopra, aveva affidato un incarico di consulenza tecnica all'Ing. Giancarlo Spadanuda, la cui perizia finale rilevava come "l'ubicazione in altra zona dell'elettrodotto" si rendeva quanto mai necessaria, per ragioni "ingegneristiche, biologiche, sanitarie ed ambientali";

agli atti della Regione Calabria non risulterebbe prodotta alcuna VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né alcuna VAS (Valutazione Ambientale di Strategia);

una vistosa incongruenza è riscontrabile nella distanza del predetto tracciato con le abitazioni di centri abitati già richiamati (In alcuni tratti i cavi passano a meno di cinquanta metri da civili abitazioni), sebbene proprio il Ministero dell'Ambiente, con decreto n. 6102 del 2002 ne avesse avvertito la Terna S.p.A. della precipua rilevanza;

le effettive e palesi criticità riscontrabili nelle frazioni Pianette e Lucchetta di Montalto Uffugo (CS), peraltro già rilevate nel Dec. VIA/3062 del 1998, avevano indotto il Ministero dell'Ambiente a sostenere la necessità che si individuasse un nuovo tracciato;

nel dicembre del 2007, sulla base dell'accordo raggiunto al Ministero dell'Ambiente per la modifica del tracciato, la Società Terna S.p.A., con nota n. TE/B2887815783, presentava al Ministero dello Sviluppo Economico un'istanza di variante del tracciato dell'elettrodotto a 380 Kv che collega la S.E. di Altomonte (CS) e la S.E. di Feroleto (CZ);

il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota n. 0003148 del 15 febbraio 2008, dava avvio al procedimento autorizzatorio relativo al progetto in variante presentato da Terna S.p.A., con formale richiesta al Ministero dell'Ambiente di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera;

la Commissione V.I.A., in ordine alla questione della compatibilità ambientale del progetto in variante presentato da Terna S.p.A., esprimeva dal suo canto un "Parere Interlocutorio Negativo";

il progetto in variante presentato da Terna S.p.A. è stato regolarmente depositato presso la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza ed i comuni di Torano Castello, S. Martino di Finita, Rota Greca, Lattarico, S. Benedetto Ullano, Montalto Uffugo, S. Vincenzo La Costa, S. Fili e Rende, a seguito dell'autorizzazione ed alla comunicazione di avvio del succitato procedimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico in data 15.02.2008;

dal 2005, anno in cui è partita l'energizzazione dell'elettrodotto, molti sono i disturbi fisici, in forma generalizzata, che si sono riscontrati tra i residenti di centri abitati già richiamati, segno di un'attività nociva ed inquinante delle onde elettromagnetiche generate dai cavi dell'alta tensione;

è oltremodo dimostrata, da rilievi epidemiologici, l'aumentata incidenza di leucemie infantili ed altre patologie conseguente all'esposizione a campi elettromagnetici;

nondimeno Terna S.p.A. non ha mai fornito documentazione sul "principio di precauzione" sull'elettromagnetismo formulato alla Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro (1992);

uno studio condotto dal Prof. Luigi Maximilian Caligiuri, esperto di fisica ambientale presso l'inglese Wessex Institute of technology, proprio sui rischi connessi all'esposizione ai campi magnetici generati dai cavi dell'elettrodotto in questione, ha evidenziato seri elementi di criticità per la salute dei residenti -:

se non è il caso di approfondire la conoscenza delle ragioni che hanno impedito, ad oggi, la concreta realizzazione del progetto in variante richiamato in premessa, anche a seguito di parere negativo "interlocutorio" della preposta Commissione nazionale per la valutazione degli impatti ambientali (V.I.A.), se non altro per le implicazioni negative, dal lato dei diritti e della salute di cittadini calabresi, che la vicenda inevitabilmente ha;

se, a tal riguardo, non è il caso oltretutto, come l'interrogante crede, di chiedere un incontro urgente al Ministro dell'Ambiente, per affrontare risolutamente ed efficacemente la questione e far valere le istanze dei cittadini di Montalto Uffugo (CS);

quali concrete e tempestive iniziative, per quanto di competenza della Regione, si intendono in ogni caso assumere per arrivare ad una modifica dell'attuale tracciato dell'elettrodotto ovvero per un interramento dei cavi - com'è previsto, tra l'altro, dal Piano energetico della Regione Calabria del 31 marzo 2005, nel caso di attraversamento in aree abitate -, nel tratto che interessa il territorio ed alcuni centri abitati del Comune di Montalto Uffugo (CS), stante l'assoluta pericolosità del medesimo per la salute dei residenti.

(58; 8.11.2010)

Aiello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche all’ambiente, agricoltura, foreste e forestazioni. Per sapere – premesso che:

è stata avanzata, da parte della Ditta Ecologica Sud Servizi Srl, domanda di Valutazione di Impatto Ambientale e per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale al Dipartimento all'Ambiente della Regione Calabria, concernente un progetto di impianto di trattamento e valorizzazione rifiuti pericolosi e non pericolosi da allocare nella Piana di Cammarata-Sibari, in area ASI del comune di Castrovillari;

tale impianto dovrebbe lavorare, anche attraverso combustione e trattamenti chimici con sostanze a loro volta altamente tossiche e pericolose, oltre mille diverse tipologie di rifiuti solidi e liquidi, di cui diverse centinaia pericolose per un totale annuo di oltre 150.000 tonnellate ed una produzione giornaliera di oltre 27 tonnellate di scarti residui delle lavorazioni;

i rifiuti da trattare nell'impianto sono scarti di lavorazioni, anche altamente pericolosi, di industrie non presenti sul territorio che dunque proverrebbero da ambiti indefiniti, comprendenti l'intero territorio nazionale;

le emissioni in atmosfera, le acque reflue e le ceneri prodotte dall'impianto rappresenterebbero un concreto rischio per la salute degli abitanti, le coltivazioni e le lavorazioni alimentari presenti dell'area interessata, tra cui due centrali del latte e uno stabilimento di lavorazione carni;

la presenza di un tale impianto di trattamento e gassificazione di rifiuti speciali anche pericolosi sarebbe, nei confronti della produzione agroalimentare, un detrattore grave e immediato anche per i possibili esiti del trasporto e dei trattamenti cui l'ingente quantità di rifiuti in arrivo sarebbero assoggettati;

la zona indicata per la localizzazione dell'impianto è nel cuore del Distretto Agroalimentare di Qualità di Sibari, istituito con apposita legge regionale (n. 21 del 13 ottobre 2004) e culla delle principali filiere agroalimentari regionali, con prodotti tutelati dal marchio IGP e DOP e prodotti biologici, nonché con la presenza di strutture di servizio alla produzione ed alla commercializzazione, oltre che di trasformazione agroindustriale, che generano una occupazione diretta e indiretta di circa 30.000 unità, con un grande contributo all'esportazione;

tale area, dunque, rappresenta volano economico non sostituibile per l'occupazione e per lo sviluppo del territorio non soltanto di Castrovillari e dei Comuni limitrofi, ma dell'intera Calabria;

soprattutto i rischi per l'occupazione sono stati fortemente sottolineati da Sindaci del territorio, Associazioni professionali di categoria, Sindacati, Associazioni e Comitati di cittadini, con esplicita richiesta, avanzata anche in sede politico-istituzionale, di un intervento a tutela degli interessi di tante migliaia di lavoratori;

anche nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Cosenza è vietata la collocazione di tali impianti in aree caratterizzate da attività agricole di pregio già individuate e catalogate;

è perciò necessario che tutti i soggetti istituzionali interessati intraprendano ogni azione utile a tutelare l'occupazione e lo sviluppo presente e prospettico della Piana di Cammarata-Sibari -:

quali concreti ed urgenti iniziative gli Assessorati competenti intendano adottare per tutelare il territorio della Piana di Cammarata-Sibari, la salute delle popolazioni residenti, nonché le migliaia di posti di lavoro messi così gravemente a rischio dall'iniziativa in oggetto.

(59; 8.11.2010)

Guccione, Censore, Franchino, Aiello, De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Piano regionale dei Trasporti della Calabria risale al 1997 e, pertanto, negli ultimi tredici anni non è stato apportato mai alcun aggiornamento allo stesso;

la flotta ferroviaria della nostra regione è tra le più obsolete d'Italia e che il locomotore più moderno risale a circa quarant'anni fa;

la Regione Calabria, soprattutto negli ultimi anni, non ha investito un solo euro per l'acquisto di materiali e mezzi;

i nostri territori sono letteralmente tagliati fuori dal progetto dell'Alta Velocità;

la linea ferroviaria ionica ancora non è neanche elettrificata;

molti treni regionali non hanno nemmeno gli orari ottimizzati al fine di garantire all'utenza le coincidenze con i treni a lunga percorrenza (in particolare Eurostar ed Intercity );

nel mese di marzo 2010 sono stati soppressi ben 12 treni e nello scorso mese di settembre è stata soppressa "Freccia d'Argento" che garantiva il collegamento tra la Calabria e la capitale (andata e ritorno);

è necessario ed urgente che tutti gli attori del trasporto pubblico e privato costituiscano insieme alla Regione e alle Province calabresi un tavolo permanente che funga da coordinamento e realizzi forti sinergie fra i vari soggetti che si occupano di trasporti in Calabria;

a tutt'oggi, nella tratta Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale e viceversa, diversi treni ogni giorno vengono sostituiti con bus nelle fasce orarie di maggior affluenza dell'utenza;

molto spesso nella tratta Melito-Reggio Calabria-Villa S. Giovanni e viceversa, per mancanza di mezzi di trazione (automotrice, elettromotrice, minuetto) vengono soppressi numerosi treni e che il più elevato numero di soppressioni si registra soprattutto nei giorni di lunedì e martedì, a seguito della chiusura dell'Officina Riparazioni di Reggio Calabria per il riposo settimanale di sabato e domenica;

tali soppressioni si accumulano progressivamente per via delle mancate riparazioni da parte dell'officina nei due giorni di riposo settimanale creando pesanti disagi agli utenti;

a causa dei mezzi di trazione eccessivamente obsoleti si verificano guasti frequenti lungo tutta la linea ferroviaria calabrese che provocano una sorta di "effetto domino" con notevoli disagi per la circolazione e per l'utenza;

per effetto di tutto ciò le popolazioni calabresi e, in particolar modo, gli studenti e i lavoratori pendolari, sono costretti a subire quotidianamente pesanti disservizi e disagi in termini di mobilità interna ed esterna alla nostra regione;

il rischio di completo isolamento della Calabria diventa ogni giorno sempre più concreto e reale, con gravissime conseguenze per lo sviluppo economico e sociale dell'intera regione;

le politiche aziendali di Trenitalia continuano ad essere costantemente e pervicacemente orientate alla riduzione degli investimenti e ad un aumento vertiginoso dei tagli, attraverso una strategia che sembra voler mirare solo al completo isolamento e abbandono della Calabria e delle aree meridionali -:

quali iniziative s'intendono intraprendere nei confronti di Trenitalia affinché venga definitivamente messa la parola "fine" ad una politica aziendale offensiva e discriminatoria, che non ha nessuna considerazione nei confronti della Calabria e dei calabresi;

se si ritiene necessario procedere al più presto alla convocazione di un tavolo nazionale che veda la partecipazione di Trenitalia, dei sindacati e della Regione Calabria e che abbia il compito di concertare una nuova e più moderna politica del trasporto su ferro in Calabria, che permetta il rilancio dei servizi a favore della collettività e dell'economia della nostra regione.

(60; 09.11.2010)

De Masi, Giordano, Talarico D.. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con deliberazione di Giunta regionale n. 247 del 5 maggio 2009 è stato approvato il regolamento disciplinante l'introduzione del ticket per la partecipazione del cittadino alla spesa relativa alle prestazioni di assistenza farmaceutica convenzionata, di assistenza specialistica, diagnostica, di laboratorio e strumentale, ivi comprese le prestazioni erogate in pronto soccorso per codici bianco o verde ed alle prestazioni di assistenza termale, emanato successivamente;

con decreto del Presidente della Giunta regionale del 4 agosto 2009, n. 11 è stato emanato il succitato regolamento;

il regolamento de quo all'art. 4, comma d, prevedeva che: "Sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria prevista dai precedenti articoli i cittadini residenti per i quali ricorrono le seguenti condizioni: (omissis) d) i soggetti ed i loro familiari a carico, con reddito complessivo per nucleo familiare fino a €10.000,00 attestato tramite l'Indicatore Economico Equivalente (ISEE)";

il Presidente della Giunta regionale è stato nominato con delibera del Consiglio dei ministri del 30 luglio 2010, Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Calabria;

il Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario ad acta, ha emanato il decreto n. 19 del 25 ottobre 2010;

con il punto 1 del summenzionato decreto si è inteso modificare “l'art. 4 lett. d) del Regolamento "Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket", stabilendo che i cittadini hanno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria in base al reddito secondo i criteri stabiliti dall'art. 8 comma 16, della Legge 537/1993" e con le seguenti modalità:

soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro (Omissis);

disoccupati - e loro familiari a carico - con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza coniuge ed in ragione di ulteriori 516 per ogni figlio a carico;

titolari di assegno (ex pensione) sociale - e loro familiari a carico (omissis);

titolari di pensioni al minimo, con più di 60 anni - e loro familiari a carico - con reddito familiare inferiore a 8.263,31 euro incrementato a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 € per ogni figlio a carico (omissis);

la grave crisi economica che ha colpito tutti i Paesi occidentali, tra cui l'Italia, ha determinato nuove povertà, con drammatiche ricadute anche nella Regione Calabria;

una famiglia italiana su 10 è povera ed i due terzi di queste si trovano nel Mezzogiorno;

i dati di settore degli ultimi rapporti Svimez ed Eurispes evidenziano come, a differenza delle altre regioni meridionali, l'incidenza della povertà risulti essere in pericoloso aumento per le famiglie calabresi;

la maggior parte dei nuclei familiari della Calabria sono monoreddito, per cui, alle gravi difficoltà relative al mantenimento della propria famiglia, si aggiungerebbero gravi conseguenze al diritto e alla cura della propria salute;

nell'anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, le determinazioni del decreto de quo mal si conciliano con il contesto socio economico fortemente negativo presente nel nostro territorio che colloca la maggior parte dei cittadini e delle famiglie in una situazione di sofferenza -:

a) quali sono le ragioni giuridiche e sociali che hanno supportato l'adozione di tale provvedimento;

b) se corrisponde al vero quanto riportato da organi di stampa e da organizzazioni sindacali in merito alla considerazione che tale decreto è gravemente penalizzante nei confronti delle fasce deboli della popolazione calabrese, atteso che, dalle prime proiezioni effettuate, penalizza i componenti dei nuclei familiari precedentemente esentati per effetto del calcolo reddituale derivante dall'indicatore Isee;

c) se corrisponde al vero che la non prevista applicazione dello strumento Isee escluderebbe dall’esenzione ampie categorie a basso reddito;

d) se intende revocare e/o apportare modifiche al decreto n. 19 del 25 ottobre 2010 avente ad oggetto “Compartecipazione alla spesa sanitaria – Ticket”. Modifica al Regolamento regionale adottato. Obiettivo G05.S13.01”.

(61. 10.11.2010)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

le intense precipitazioni dei giorni scorsi hanno interessato la Calabria ed in particolare Gioia Tauro, il comprensorio della Piana e l'area del crotonese, provocando ingenti danni ed uno stato di vera e propria emergenza per le categorie imprenditoriali e numerosi nuclei familiari;

è necessario, allo stato attuale, adottare provvedimenti immediati a sostegno delle imprese che operano sui territori interessati e delle famiglie residenti che hanno subito danni dovuti al maltempo, ed intraprendere interventi di somma urgenza a Gioia Tauro e sui territori dei vari comuni interessati, per il ripristino e la messa in sicurezza della rete viaria e delle condizioni di dissesto dovute a crolli, esondazioni, smottamenti e frane;

i provvedimenti in essere debbono consentire alle famiglie ed alle imprese di poter far fronte ai gravi danni economici subiti ed agevolare la ripresa delle varie attività;

per altre Regioni italiane il Governo centrale ha già provveduto alla erogazione di stanziamenti cospicui per far fronte all'emergenza alluvionale, predisponendo una serie di misure a favore delle imprese e delle famiglie, compresa una sospensione delle rate dei mutui per imprese e famiglie e del pagamento delle imposte, dei tributi ed agevolazioni per la concessione di prestiti;

lo stato di emergenza in cui versa la Regione Calabria ed in particolare Gioia Tauro, dovuto ai gravissimi danni provocati dal maltempo, che ha inoltre accentuato il dissesto idrogeologico del territorio, richiede un intervento immediato del Governo centrale;

tale intervento risulta indispensabile affinché anche alla Regione Calabria vengano erogati, a brevissima scadenza, stanziamenti per far fronte all'emergenza alluvionale e vengano predisposte misure a sostegno delle imprese e delle famiglie;

è necessario predisporre un pacchetto di misure che preveda la sospensione del pagamento delle rate di mutui; l'esenzione dal pagamento dei tributi locali; dell'imponibile fiscale e dell'esenzione Iva oltre a favorire, di concerto con l'ABI, la concessione di prestiti bancari agevolati. Ed altre iniziative mirate per far fronte all'emergenza e per favorire la ripresa economica e sociale della nostra Regione -:

se intende avanzare richieste specifiche al Governo perché utilizzi le risorse del Fondo “spese impreviste”, che viene attivato anche per questa tipologia di interventi, oltre ai possibili stanziamenti ricorrendo al Fondo europeo per le calamità naturali;

se intende farsi portatore delle esigenze delle imprese e delle famiglie colpite, ai fini della predisposizione ed adozione di un pacchetto di misure che preveda:

la sospensione del pagamento delle rate di mutui;

l'esenzione dal pagamento dei tributi locali;

l'esenzione Iva e dell'imponibile fiscale;

di concerto con l'ABI, la concessione di prestiti bancari agevolati, ed altre iniziative mirate per far fronte all'emergenza e per favorire la ripresa economica e sociale nelle zone colpite dai danni alluvionali.

(62; 12.11.2010)

Interrogazioni a risposta orale

Censore. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Regione Calabria, dipartimento ai Trasporti, con nota prot. n. 1014 del 2 marzo 2009 ha chiesto al Comune di Nardodipace di avviare la procedura di gara per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico locale urbano del comune medesimo, ai sensi della L.R. 23/1999;

il Comune di Nardodipace, ha avviato le procedure di gara alla fine del mese di luglio 2009;

a seguito di gara deserta, è stato indetto in data 24 agosto 2009 un secondo esperimento conclusosi con l'esclusione della Società Coop. "L'Aurora", precedentemente concessionaria, e l’aggiudicazione definitiva alla ditta Viaggi Gullì in data 5 ottobre 2009;

in data 8 ottobre 2009 il Tar Calabria ha sospeso il provvedimento di esclusione dalla gara della Società Coop. “L'Aurora”;

la ditta subentrante, a seguito di autorizzazione del Comune di Nardodipace, ha proseguito in concorrenza con la ditta cessante, che era stata autorizzata dalla Regione con Decreto Dirigenziale n. 94 del 27 luglio 2009, ad effettuare il servizio di trasporti urbano a Nardodipace fino alla conclusione della gara;

ai sensi della legge regionale 23/99, art. 17 commi b, c, si fa obbligo alle imprese che subentrano nell'esercizio dei servizi finanziati dalla Regione Calabria di acquisire il personale dell'impresa cessante ed il materiale rotabile destinato al trasporto pubblico locale -:

se risulta vero che gli uffici del Dipartimento regionale ai Trasporti, su richiesta del Comune di Nardodipace, avrebbero predisposto il decreto per la liquidazione dell'intero importo spettante alla ditta subentrante senza nulla corrispondere alla ditta cessante che avrebbe prestato il servizio in concorrenza per come predisposto dalla Regione Calabria;

se non ritiene di dover intervenire per sollecitare l'iter riguardante l'assunzione del personale della ditta cessante nella ditta subentrante per come disposto dalla L.R. 23/99, art. 17 comma b, c.

(52; 18.10.2010)

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle politiche sociali. Per sapere – premesso che:

la legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 "Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà" all'art. 3 prevede che la Regione finanzia "Progetti antiviolenza" e all'art. 13 disciplina le modalità di erogazione di contributi ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza, tramite la partecipazione ad un Bando che deve essere emanato dalla Direzione regionale competente entro il 30 settembre di ciascun anno;

a tutt'oggi, la Direzione regionale competente non ha emanato per l'anno in corso il bando previsto dal suddetto art. 13, ponendo in tal modo in gravi difficoltà i centri antiviolenza e le case di accoglienza e mettendo a rischio l'erogazione di un servizio vitale per molte donne;

ogni tipo e ogni grado di violenza sessuale, psicologica, fisica ed economica contro le donne costituisce un attacco all'inviolabilità della persona e alla sua libertà, secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalle vigenti leggi;

alle donne che incontrano l'ostacolo della violenza, nelle sue diverse forme, deve essere assicurato il diritto, eventualmente con i propri figli, ad un sostegno temporaneo al fine di ripristinare la propria inviolabilità e di riconquistare la propria libertà;

è compito della Regione promuovere, coordinare e stimolare iniziative per contrastare la violenza sessuale, fisica, psicologica e/o economica, i maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo sessuale nei confronti delle donne in tutti gli ambiti sociali -:

quali provvedimenti urgenti si intendano adottare in ordine alla mancata emanazione del bando annuale di cui all'art. 13 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 che, di fatto, impedisce il sostegno ai centri antiviolenza e alle case di accoglienza per donne in difficoltà, che la suddetta legge garantisce.

(54; 20.10.2010)

Interpellanza

Censore, Guccione, Bruni, Franchino. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

a seguito dei violenti nubifragi abbattutesi in Calabria nelle giornate del 18 e 19 ottobre u.s, la Giunta regionale ha chiesto al Governo nazionale lo stata di calamità;

si è ormai constatata la ciclica ripetitività di simili eventi che annualmente si presentano nella nostra regione in concomitanza dell'arrivo dell'inverno;

la Calabria è stata testimone, anche nel recente passato, di eventi alluvionali che hanno avuto conseguenze disastrose per i paesi e per le popolazioni;

i fiumi ed i torrenti della Calabria sono spesso causa di esondazioni che provocano ingenti danni e fondati allarmi tra le popolazioni dei Comuni interessati;

i danni causati dalle esondazioni dei fiumi e dagli smottamenti mettono in ginocchio l’economia agricola e turistica ed interrompono il normale flusso della circolazione nelle principali arterie di comunicazione -:

se non ritiene che la Giunta regionale debba predisporre un piano di interventi immediati per far fronte ai disagi derivati dalle frane e dagli smottamenti e per prevenire altri fenomeni simili in occasioni di future precipitazioni;

se non ritiene di dover intervenire in maniera più adeguata per dare attuazione al Piano di assetto idrogeologico in relazione al controllo dei torrenti e dei fiumi in maniera che si possa arginare il pericolo delle esondazioni nel corso dei mesi più piovosi;

se non ritiene di dover intervenire per far aderire gli studi e gli interventi del Piana ai punti nevralgici del territorio regionale verificando l'esistenza di eventuali abusi e/o omissioni che compromettono l'assetto globale del suolo.

(5; 20.10.2010)

Mozioni

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

la Calabria vive un momento cruciale per il suo presente e per il suo futuro. E non solo per le scelte politiche di investimento e di sviluppo che siamo chiamati a prendere per garantire a tutti i calabresi una Regione prospera, viva, di cui andare orgogliosi, ma anche perché queste scelte passano da una decisa ed inequivoca presa di distanza della politica e degli amministratori regionali e locali contro ogni forma di infiltrazione e condizionamento del fenomeno mafioso nella società, nell'economia e nella politica stessa;

impegna la Giunta regionale

oltre a quanto sta già facendo con azioni concrete nel contrasto alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di associazione di stampo mafioso, anche nella decisione di costituirsi sempre e comunque parte civile nei processi, ovunque incardinati, in cui si contestino reati associative di stampo mafioso, e reati fine connessi, perpetrati a danno dei cittadini, delle istituzioni pubbliche, dei loro rappresentanti, o qualunque altro soggetto pubblico o privato vessato o colpito da condotte delittuose riconducibili al cosiddetto "metodo mafioso";

tanto nella consapevolezza e volontà politica che nessuna azione deve essere tralasciata per difendere la libertà, la dignità e il futuro della Calabria e dei calabresi.

(10; 19.10.2010) Magarò

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

il polo industriale di Saline Ioniche, evidenziando tutti i limiti delle vecchie politiche centraliste, è fallito, producendo esclusivamente la violazione della vocazione ambientale, territoriale, compromettendo il paesaggio con la presenza degli impianti industriali della “Liquichimica” e sconvolgendo l'assetto territoriale della zona, rovinando per sempre uno dei tratti più belli della costa ionica calabrese;

la Giunta regionale, con deliberazione n. 98 del 09/02/2005, di centro-destra a guida del Presidente Chiaravalloti, ha stabilito di non fornire alcuna ulteriore intesa in sede di Conferenza di servizi indette dal Ministero delle Attività Produttive (oggi Sviluppo Economico) e dal Ministero dell'Ambiente per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni. già rilasciate dal Ministero Attività Produttive, quale partecipazione al “Sistema paese”;

con deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14 febbraio 2005 è stato approvato il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), che espressamente vieta la realizzazione sul territorio regionale di centrali termoelettriche alimentate a carbone;

la società Saline Energie Ioniche S.p.A. ha inoltrato alle competenti strutture regionali il progetto dell'opera “Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel comune di Montebello Ionico (RC)”;

il Consiglio regionale della Calabria, nella seduta del 6 settembre 2007, ha approvato la mozione n. 41, pronunciandosi contro la realizzazione della centrale termoelettrica a carbone di Montebello Ionico;

il comune di Montebello Ionico, in data 18 agosto 2008, ex articolo 23 e ss Dlgs 152/20006, ha prodotto al Ministero dell'Ambiente dettagliate osservazioni, esprimendo parere contrario con la più ampia riserva alla realizzazione della centrale termoelettrica a carbone;

la Giunta regionale della Calabria, di centro-sinistra a guida del Presidente Loiero, con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008, denominata “Espressione dell'intesa di competenza regionale nel procedimento autorizzativo dell'opera “Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel Comune di Montebello Ionico (RC) – Proponente Saline Energie Ioniche S.p.A.”, dispone di non accordare l'intesa regionale prevista dalle leggi n. 55/2002 e n. 239/2004 al procedimento amministrativo avviato dai Ministero dello Sviluppo Economico sull'opera Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel Comune di Montebello ionico (RC) – proposto dalla società Saline Energie Ioniche S.p.A.;

la Regione Calabria ha stipulato nel marzo 2009 un protocollo d'intesa con APINOVA Energia, che ha sviluppato un progetto industriale alla fase di valutazione delle differenti ipotesi localizzative, per la realizzazione di un impianto per la filiera fotovoltaica (dalla produzione del silicio ai pannelli fotovoltaici), ipotizzando la verifica del sito di Saline Ioniche;

la Giunta regionale, nel marzo 2008, ha approvato la deliberazione n. 219, nell'ambito del programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali inquinati, prevista dalla delibera Cipe del 21/12/2007 di attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013, individuando tra i siti da includere nel programma di bonifica, ai fini della riconversione, quello dell'area di Saline Ioniche, proponendo un progetto di sviluppo e valorizzazione ambientale per un importo pari a 50 milioni di euro;

il Comune di Montebello Ionico, gli amministratori locali del comprensorio, la provincia di Reggio Calabria, la Regione Calabria, le associazioni sindacali ed ambientaliste, le forze produttive ed economiche si sono dichiarate nel tempo contrarie alla realizzazione del progetto della centrale termoelettrica a carbone;

la Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del Ministero dell'Ambiente, in data 21 ottobre 2010, ha espresso parere tecnico positivo sul progetto dell'opera “Centrale termoelettrica a carbone dì circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel Comune di.Montebello Jonico (RC), nel sito dell'ex Liquichimica proposto dalla società Saline Energie ioniche S.p.A”;

impegna

Il Presidente e la Giunta regionale ad attivarsi per:

rendere inefficace il tentativo di realizzazione della centrale termoelettrica a carbone proposto dalla società Saline Energie Ioniche S.p.A. nel. Comune di Montebello Ionico;

intraprendere ogni iniziativa utile alla realizzazione di un progetto di bonifica e riqualificazione produttiva dell’area di Saline Ioniche, rispettandone la vocazione ambientale e turistica del territorio.

(11; 08.11.2010) Principe, Maiolo, Amato, Battaglia, Censore, Franchino, Guccione, Loiero, Scalzo, Sulla

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

gli ultimi gravi eventi metereologici che hanno interessato l'intera Regione Calabria, in particolare vaste aree delle provincie di Reggio Calabria e Cosenza ed i comuni di Gioia Tauro, Crotone e Vibo Valentia, ripropongono ulteriormente il tema della sicurezza e della salvaguardia del territorio. In particolare le alluvioni dell'ultimo mese hanno determinato una vera e propria catastrofe, tant'è che la richiesta avanzata dalla Giunta regionale con delibera n. 688 del 19 ottobre scorso è stata prontamente recepita dal Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza;

il dr. Franco Torchia, sottosegretario della Regione Calabria con delega alla protezione civile, ha evidenziato che gli stanziamenti erogati sono di gran lunga insufficienti a fronteggiare la situazione essendo stati stimati i danni, per difetto, in oltre trecento milioni di euro;

a conferma di una situazione ormai insostenibile interviene lo studio recente di Legambiente che, nel radiografare il nostro territorio, offre un dato allarmante: la Calabria ospita 409 comuni a rischio frane e alluvioni ovvero il 100% del totale. L'aspetto più inquietante è la presenza nel 26% dei casi di scuole e ospedali nelle zone rosse del dissesto idrogeologico, con il 42% dei quartieri costruiti in zone a rischio. Lo stesso rapporto stima che 185 mila persone rischiano la vita a causa dei disastri legati alla pericolosità del territorio calabrese e si registra l'assenza in molti casi dei piani di emergenza o dei sistemi di monitoraggio;

tali disastri, è ormai acclarato, non trovano origine nell'abbondanza delle precipitazioni bensì nella rottura dell'equilibrio idrogeologico del territorio che ha fatto sì che in Calabria la natura sia stata troppo spesso piegata e degradata dall'assenza di politiche di governo del territorio, di protezione e tutela dell'ambiente;

in questo contesto appaiono ormai insufficienti gli interventi tampone e lo stesso Governo nazionale è complice del dissesto idrogeologico con i 900 milioni di euro per i piani straordinari chiusi nel cassetto e i fondi originari precedentemente destinati dal 2008 ad oggi dimezzati;

in questo scenario nel quale le responsabilità e i ritardi del Governo nazionale sono evidenti, occorre uno sforzo congiunto di tutta la classe politica calabrese nelle sue articolazioni locali e nazionali al fine di dare una risposta adeguata alle problematiche nascenti dal dissesto idrogeologico;

impegna la Giunta regionale

ad attivarsi presso il Governo nazionale perché, quest'ultimo, sblocchi in via d’urgenza le risorse finanziarie già stanziate a favore della Regione Calabria per gli interventi in materia di sicurezza del territorio;

a richiedere allo stesso Governo la predisposizione di un piano di intervento straordinario per la Regione Calabria in tema di dissesto idrogeologico, tenuto conto della insufficienza dei fondi sino ad oggi erogati;

a farsi promotrice di un tavolo di concertazione che veda la partecipazione di Province e Comuni che hanno dovuto fronteggiare le ripetute emergenze, anticipando o impegnando risorse proprie, al fine di delineare un intervento organico e finanziario che risponda ai danni provocati dai recenti eventi alluvionali che hanno colpito l'intera Regione;

ad effettuare un monitoraggio sull'operatività e la concreta attuazione dei finanziamenti già erogati, nonché, stante la drammaticità della situazione, ad attivarsi nella programmazione degli ulteriori interventi finanziabili con i fondi Por 2007/2013.

(12; 09.11.2010) Giordano, De Masi, D. Talarico

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

attraverso il Piano energetico regionale - approvato con delibera del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005 - la Regione Calabria ha compiuto una precisa scelta in campo energetico indicando come fonti primarie di produzione quelle rinnovabili e non prevedendo la costruzione di centrali a carbone nel proprio territorio;

il 17 dicembre 2008 il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto clima-energia volto a conseguire gli obiettivi che l'Ue si è fissata per il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili. In base a tale accordo l'Italia dovrebbe ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di C02 entro il 2020;

in data 4.07.2008 la società SEI S.p.A. ha avanzato al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di autorizzazione unica relativa alla realizzazione di una Centrale termoelettrica a carbone di circa 1320 Mwe, da ubicarsi nel Comune di Montebello Jonico (RC) presso il sito dell'ex Liquichimica di Saline Joniche;

la normativa in materia prevede che l'autorizzazione del Ministero per lo sviluppo economico sia subordinata all'intesa con la Regione interessata e, nel caso di centrali di produzione di energia elettrica superiori a 300 MWh, all'esito favorevole della valutazione di impatto ambientale del Ministero per l'Ambiente;

con delibera della Giunta regionale n. 686 del 6 ottobre 2008 la Regione Calabria ha deliberato di non accordare l'intesa per la realizzazione dell'impianto;

l'area di Saline Ioniche è già stata profondamente segnata sul piano paesaggistico da un progetto industriale fallimentare che ne ha devastato la bellezza e compromesso la vocazione turistica del territorio che ospita un'area naturalistica protetta (aree SIC del Pantano di Saline Ioniche, Capo d’Armi di Lazzaro, di Pentedattilo di Melito P.S). Per questo nell'ambito del programma straordinario nazionale per il recupero economico-produttivo dei siti industriali inquinati, la Giunta regionale, nel marzo 2008, ha inserito tra i siti da bonifiare e riconvertire quello dell’area di Saline Ioniche, proponendo un progetto di sviluppo e valorizzazione ambientale per un importo pari a 50 milioni di euro;

con provvedimento dell'8 giugno 2010, il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha espresso parere contrario alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale in ordine al progetto definitivo presentato dalla società SEI S.p.A., con motivazioni di ordine paesaggistico e architettoniche;

il Comune di Montebello Ionico, gli amministratori locali del comprensorio, la provincia di Reggio Calabria, la Regione Calabria, le associazioni sindacali ed ambientaliste, le forze produttive ed economiche si sono nel tempo schierate contro la realizzazione del progetto della centrale termoelettrica a carbone;

si è recentemente registrata un'"accelerazione" sull'iter amministrativo da parte della società SEI e degli enti locali interessati, i quali, contraddicendosi con la posizione di netta chiusura assunta in passato, hanno manifestato aperture ad una ipotesi di costruzione dell'impianto, subordinando il tutto ad un accertamento scientifico di impatto ambientale e sanitario da parte di una commissione di esperti;

la Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del Ministero dell'Ambiente, in data 21 ottobre 2010, ha espresso parere positivo sul progetto della centrale a carbone della Sei;

esprime la propria contrarietà ad ogni ipotesi di costruzione di una centrale a carbone sui territorio calabrese, secondo quanto previsto dal Piano energetico regionale;

ribadisce il proprio diniego alla costruzione di una centrale a carbone sul sito della ex Liquichimica di Saline Ioniche;

impegna la Giunta regionale e il Presidente della Regione:

a ribadire attraverso apposita delibera la posizione contraria del Consiglio regionale della Calabria e della Giunta regionale al progetto di costruzione di una centrale a carbone sull'area dell'ex Liquichimica di Saline Ioniche, nel comune di Montebello Jonico;

ad intraprendere ogni iniziativa utile alla realizzazione di un progetto di bonifica e riqualificazione del sito industriale di Saline Ioniche.

(13; 15.11.2010) De Gaetano

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

con Decreto Ministeriale n. 468 del 18 settembre 2001, avente ad aggetto “Programma nazionale di Bonifica e ripristino ambientale”, Crotone è stato dichiarato quale sito d'interesse nazionale - denominato Crotone-Cassano-Cerchiara - da sottoporre ad interventi di risanamento ambientale a causa della preoccupante contaminazione da metalli pesanti (principalmente zinco, cadmio, piombo, rame e arsenico) ad opera delle due grandi fabbriche Pertusola Sud e Montedison di proprietà del gruppo Eni;

il succitato Decreto prevedeva, tra gli interventi da attuare per Crotone, la “Bonifica di aree industriali dismesse, della fascia costiera contaminata da smaltimento abusivo di rifiuti industriali e del relativo specchio di mare, di discariche abusive”;

l'art. 17 del D.Lgs. 5 febbraio 1997 n. 22 (abrogato dal D.Lgs 3 aprile 2006, n.152) prevedeva che “(...) chiunque cagiona, anche in maniera accidentale, il superamento dei limiti di cui al comma 1, lettera a), ovvero determina un pericolo concreto ed attuale di superamento dei limiti medesimi, è tenuto a procedere a proprie spese agli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale delle aree inquinate e degli impianti dai quali deriva il pericolo di inquinamento (..)”;

l’art.. 311, comma 2, del D.Lgs 3 aprile 2006, n.152 recante “Norme in materia ambientale” recita testualmente: “Chiunque realizzando un fatto illecito, o omettendo attività o comportamenti doverosi, con violazione di legge, di regolamento o di provvedimento amministrativo, con negligenza, imperizia, imprudenza o violazione di norme tecniche, arrechi danno all'ambiente, alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo in tutto o in parte, è obbligato al ripristino della precedente situazione e, in mancanza, al risarcimento per equivalente patrimoniale nei confronti dello Stato”;

l’art. 252 - commi 3, 4, 5 - del D.Lgs 3 aprile 2006, nn, 152, così dispone:

3. Ai fini della perimetrazione del sito sono sentiti i comuni, le province, le regioni e gli altri enti locali, assicurando la partecipazione dei responsabili nonché dei proprietari delle aree da bonificare, se diversi dai soggetti responsabili.

4. La procedura di bonifica di cui all'articolo 242 dei siti di interesse nazionale è attribuita alla competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, sentito il Ministero delle attività produttive. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio può avvalersi anche dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente delle regioni interessate e dell'Istituto superiore di sanità nonché di altri soggetti qualificati pubblici o privati.

5. Nel caso in cui il responsabile non provveda o non sia individuabile oppure non provveda il proprietario del sito contaminato né altro soggetto interessato, gli interventi sono predisposti dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, avvalendosi dell'Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), dell'Istituto superiore di sanità e dell'ENEA nonché di altri soggetti qualificati pubblici o privati”;

il Tribunale di Torino ha inflitto una pesantissima condanna alla controllata dell'ENI, Syndial S.p.A. Attività Diversificate (già Enichem S.p.A.) per un risarcimento danni di €. 1.833.475.405,49, per gravissimo inquinamento ambientale del Lago Maggiore;

l’art. 2, comma 1, del Decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente” (c.d. Decreto Salva-ENI) - convertito nella legge n. 13 del 27 Febbraio 2009 - prevede: “Nell'ambito degli strumenti di attuazione di interventi di bonifica e messa in sicurezza di uno o più siti di interesse nazionale, alfine della stipula di una o più transazioni globali, con una o più imprese, pubbliche o private, in ordine alla spettanza e alla quantificazione degli oneri di bonifica, degli oneri di ripristino, nonché del danno ambientale di cui agli articoli 18 della legge 8 luglio 1956, n. 349, e 300 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n, 152, e degli altri eventuali danni di cui lo Stato o altri enti pubblici territoriali possano richiedere il risarcimento, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare può, sentita la Commissione di valutazione degli investimenti e di supporto alla programmazione e gestione degli interventi ambientali (COVIS) di cui all'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 90, predisporre uno schema di contratto, che viene comunicato a regioni, province e comuni e reso noto alle associazioni ed ai privati interessati mediante idonee forme di pubblicità nell'ambito delle risorse di bilancio disponibili per lo scopo.”;

in data 11.11.2010 su “Il Fatto Quotidiano” è stata pubblicata la notizia, successivamente ripresa da tutti i quotidiani locali, secondo cui l'ENI sarebbe pronta a siglare un “Protocollo transattivo” che dovrebbe mettere al riparo l'Eni da ogni contestazione;

il Protocollo d'Intesa dovrebbe essere siglato con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che sancirebbe una sorta di sanatoria ambientale a favore della suddetta Società, chiudendo definitivamente i contenziosi pendenti per i disastri ambientali da essa provocati nel corso degli anni;

in virtù del suddetto Protocollo d'Intesa, l'ENI non pagherebbe più per i disastri ambientali causati nel tempo, se non indennizzando marginalmente i territori interessati;

l'inquinamento del territorio provocato dall'ENI nel corso degli anni, ha determinato la violazione di numerosi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano, a un salubre standard di vita;

con comunicazione dell'8 giugno 2009 n. 308934, la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, esaminate le questioni sollevate dal Comitato Vertenza Ambientale Provincia di Crotone, ha deciso di svolgere un'indagine sui vari aspetti della problematica “de qua”;

Impegna la Giunta regionale:

a rappresentare, sul piano politico istituzionale, la netta ed chiara espressione di contrarietà alla stipula del protocollo d'intesa in oggetto indicato, atteso che lo stesso eluderebbe la bonifica ed il relativo risanamento ambientale delle aree interessate, determinando la violazione di numerosi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano, a un salubre standard di vita;

ad assumere, di concerto con le Amministrazioni locali interessate, le iniziative necessarie tese a interrompere la procedure relative alla stipula del Protocollo d'Intesa in argomento, anche ai fini di un integrale risanamento ambientale del territorio inquinato provocato dall'attività dell'ENI nel corso degli anni, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, qualora non venisse sollecitamente attuata la bonifica dei siti così come individuati, grave ed irreparabile potrebbe essere il danno per l'intera collettività, stante la precaria situazione esistente nella predetta area;

ad assumere un chiaro orientamento politico della Giunta regionale in materia ambientale, teso a salvaguardare un valore assoluto, quello del diritto alla salute dei cittadini, che esige, in quanto tale, una concreta tutela che può essere garantita solo da un integrale risanamento ambientale del territorio inquinato dall'attività dell'ENI.

(14; 15.11.2010) De Masi

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

la legge regionale sull’energia esclude totalmente l’utilizzo di combustibili fossili per le produzioni energetiche;

la Calabria produce oltre il doppio dell’energia che consuma e, comunque, può implementare le proprie produzioni con tecnologie di nessun rischio come l’idroelettrico, l’eolico e il fotovoltaico;

il Consiglio regionale si è già pronunciato in termini nettamente contrari rispetto alla realizzazione, a Saline Ioniche, di una centrale termoelettrica a carbone di 1.320 Mwe da parte della Sei SpA;

lo stesso pronunciamento negativo c’è stato dalle istituzioni in quell’area compreso il comune e la provincia di Reggio Calabria, nonché da parte di tantissime associazioni di cittadini;

vanno avanti le procedure burocratiche per la realizzazione del suddetto impianto, considerato il parere positivo espresso dalla Commissione per l’impatto ambientale del Ministero dell’ambiente;

impegna

il Presidente della Regione e la Giunta ad attivarsi al fine di evitare, una volta per tutte, la realizzazione di un impianto siffatto sia ribadendo le ragioni delle istituzioni calabresi, a partire dalle considerazioni sulle ricadute ambientali e per la salute dei cittadini, che rifiutando l’intesa per la costruzione dell’impianto in indirizzo;

lo stesso Presidente a voler procedere, con gli stessi intendimenti, per bloccare il progetto teso alla riconversione a carbone dell’impianto energetico di Rossano;

infine, il Presidente della Regione e la Giunta regionale a ricercare e promuovere tutte quelle iniziative sostenibili e di forte ricaduta occupazionale atte a dare risposte efficaci alla gravissima crisi economica e sociale che attanaglia le popolazioni di Saline Ioniche dell’intero Comune di Montebello Ionico, più in generale di tutta l’area grecanica.

(15; 15.11.2010) Bova, Adamo

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

con decreto n. 13109 del 13.09.2010 la Regione Calabria - Dipartimento n. 5/Attività Produttive - Settore Politiche Energetiche ha autorizzato la riattivazione della sezione 2 della centrale termoelettrica del Mercure ricadente nel Comune di Laino Borgo (CS);

il progetto presentato da ENEL S.p.A. prevede la conversione a biomasse della centrale di che trattasi, la cui ubicazione è all'interno di un'area doppiamente protetta a livello nazionale e comunitario (Parco Nazionale del Pollino e Zona di Protezione Speciale Pollino e Orsomarso IT 9310903);

la potenza elettrica lorda della centrale sarebbe stimata in 41Mw, quella netta in 35 Mw. Ciò mentre la potenza media di centrali alimentate da biomasse è, normalmente, di 5-6 Mw;

un’ampia documentazione tecnica ha dimostrato la pratica impossibilità di reperire in loco la biomassa necessaria ad alimentare una centrale di tali dimensioni, essendo la quantità di biomassa necessaria ad alimentare detto impianto, tra i più grandi d'Europa, stimata nell'ordine delle 400.000 tonnellate/anno, dunque difficilmente reperibile né in loco né per un ampio raggio della centrale;

l'ENEL S.p.A., nella propria relazione tecnica che accompagna il progetto, ha dichiarato che la gran parte della biomassa sarebbe costituita da «legno cippato» da reperire nei boschi della Calabria e della Basilicata, la cui stima, fatta da ENEL stessa, sarebbe di 370.117 metri cubi. Quantità che stime attendibili sulla reale «disponibilità annua accessibile» indicano, invece, essere notevolmente inferiori;

l'effettiva attivazione di tale centrale determinerebbe non soltanto inaccettabili rischi per la salute delle popolazioni residenti, ma anche danni irreparabili all'ambiente e alle specie protette, animali e vegetali, presenti nell'area, nonché alle attività economiche esistenti sul territorio e, infine, ma non certo da ultimo, allo sviluppo occupazionale dell'intera area calabrese e lucana interessata;

uno studio del professor Paolo Rabitti e del dottor Felice Casson, segnala, tra l'altro, la presenza nell'area di specie protette, quali la lontra (oggetto, recentemente, anche di un progetto di tutela del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, interessanti le regioni meridionali, sottoscritto anche dal presidente del Parco nazionale del Pollino), che avrebbero, dall'avvio della centrale, danni molto rilevanti;

stanti le dimensioni della centrale, oltre agli effetti negativi diretti (emissioni) derivanti dalla sua riattivazione, si avrebbe nondimeno sulle strade che attraversano il territorio del Parco nazionale del Pollino un congestionamento insostenibile del traffico veicolare, per via del transito giornaliero di centinaia di camion trasportanti la biomassa da bruciare nell'impianto;

al progetto di che trattasi, si oppongono con grande forza e determinazione l'intera popolazione della valle, nonché le Amministrazioni delle comunità maggiormente coinvolte nell'eventuale attivazione della centrale e l'Ente Parco Nazionale del Pollino, oltre a varie Istituzioni, tra cui la Provincia di Potenza, ed a rappresentanti politici e amministratori di ogni estrazione, associazioni e comitati locali e nazionali;

l'Ente Parco Nazionale del Pollino, in quanto organo di governo dell'area protetta, con deliberazione del Consiglio direttivo n. 67 del 12.10.2009, prendendo atto di apposito parere dell'avvocatura distrettuale dello stato di Potenza, aveva peraltro deciso per la revoca del proprio parere favorevole rilasciato alla conferenza di servizi, svoltasi presso l'Ente Provincia di Cosenza in data 30.07.2009;

la stessa Comunità del Parco, riunitasi a Castrovillari in data 10.12.2009, aveva approvato un documento nel quale si era espressa netta contrarietà alla riattivazione della centrale;

il predetto Ente Parco Nazionale del Pollino, con nota n. 11178 del 28.10.2010, ha dato mandato all'Avvocatura distrettuale di Catanzaro di proporre ricorso innanzi al TAR competente, per l'annullamento del decreto del dirigente del settore politiche energetiche della Regione Calabria n. 13109/2010 con il quale è stata autorizzata la riattivazione in esercizio della centrale termoelettrica del Mercure;

tale decisione, è stata motivata dallo stesso Ente Parco Nazionale del Pollino alla luce della mancata osservazione, da parte della Regione Calabria, dei precedenti deliberati della Comunità del Parco, del Consiglio direttivo e dei provvedimenti adottati sulla questione dalla Direzione dell'Ente, attraverso i quali era stata formalmente espressa la contrarietà dell'Ente Parco alla riapertura della centrale del Mercure;

la Conferenza di Servizi del 30.07.2009, svoltasi presso l'Ente Provincia di Cosenza, era stata annullata dal TAR prima e dal Consiglio di Stato poi, per incompetenza della Provincia stessa, con conseguente trasferimento del procedimento al succitato Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Calabria;

il dirigente del settore Politiche energetiche della Regione Calabria, nell'emettere il decreto sopra richiamato, avrebbe utilizzato gli atti nulli prodotti in sede di conferenza di servizi alla Provincia di Cosenza, prima che la stessa fosse dichiarata incompetente;

le incongruità sotto il profilo ambientale, giuridico e amministrativo che la vicenda ha, fin dall'inizio, presentato, sono state oggetto di importanti servizi giornalistici di denuncia da parte di media nazionali (L'Espresso, il Manifesto, Liberazione, Ambiente Italia - settimanale del TG3 e, per ultima, la puntata del 31 ottobre u.s. di Report su Rai TRE),

in data 3.11.2010, il Consiglio regionale della Basilicata, ha approvato, con una sola astensione, una mozione che, nell'esprimere netta contrarietà alla riattivazione della centrale del Mercure, impegna la Giunta regionale “ad adottare ogni idoneo atto per proporre impugnazione, nelle pertinenti e competenti sedi giudiziarie/amministrative, entro termini utili, avverso il provvedimento autorizzativo al progetto Enel relativo alla Centrale elettrica della Valle del Mercure, pubblicato sul BUR della Regione Calabria in data 5 ottobre 2010”;

impegna la Giunta regionale

a rappresentare, sul piano politico ed istituzionale, l'inequivocabile e netta espressione di contrarietà alla riattivazione della centrale Enel della Valle del Mercure nel Comune di Laino Borgo (CS), per la sua manifesta incompatibilità con il quadro ambientale e la vocazione economica dell'area in cui è ubicata, stante l'area di che trattasi ricompresa nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino e classificata in sede europea quale Important Bird Areas (IBA), in immediata adiacenza di aree ulteriormente protette dallo stesso diritto comunitario, ZPS (Zona di Protezione Speciale - Pollino/Orsomarso) e SIC (Sito di Interesse Comunitario);

ad assumere, di concerto con le amministrazioni locali interessate e con l'Ente Parco Nazionale del Pollino, le iniziative necessarie atte a bloccare, anche ai fini di una più attenta valutazione della problematica sotto il profilo tecnico-amministrativo e ambientale, gli effetti del Decreto n. 13109, con cui la Regione Calabria - Dipartimento n. 5/Attività Produttive - Settore Politiche Energetiche ha autorizzato la riattivazione della sezione 2 della predetta centrale. Ciò anche in considerazione del fatto che il Decreto è stato emanato in assenza di parere favorevole da parte del Parco Nazionale del Pollino, al quale, in base alla Legge quadro sui parchi, la 394/1992, è riconosciuta competenza specifica nel procedimento autorizzatorio e, non da ultimo, sulla base di atti precedentemente annullati dal TAR;

ad assumere un chiaro orientamento politico sullo sviluppo della Regione, che rilanci il tema della sostenibilità e dell'ecocompatibilità dello stesso, esprimendo, anche per il futuro, la netta contrarietà a progetti, in campo energetico, che ne contraddicano palesemente lo spirito.

(16; 15.11.2010) Talarico D., Giordano, De Masi

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

la Regione Calabra presenta un saldo elettrico positivo;

dai dati pubblicati dal Gestore della rete e relativi alla produzione di energia elettrica per l'anno 2009 si rileva che, a fronte di una produzione netta destinata al consumo di 10.800 GWh/anno, l'energia richiesta al consumo interno ammonta a 6.600 GWh/anno, con un surplus di 4200 GWh/anno;

con deliberazione n. 98 del 9.02.2005 la Giunta regionale ha stabilito di non fornire ulteriore intesa in sede di conferenze di servizi indette dal Ministero delle Attività Produttive (oggi Sviluppo Economico) e dal Ministero dell'Ambiente per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate dal Ministero delle Attività Produttive, quale partecipazione al "Sistema Paese";

già con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008 la Giunta Regionale ha stabilito di non accordare l'intesa prevista dalle leggi n. 55/02 e n. 239/04 al procedimento amministrativo avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico sull'opera "Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 MWe, da ubicarsi nel Comune di Montebello Jonico (RC)", proposto dalla società Saline Energie Joniche Spa (SEI SpA);

per un'analoga iniziativa promossa dall'ENEL Produzione SpA per la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano (CS), in sede di conferenza dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico la Regione ha manifestato il motivato dissenso alla realizzazione dell'opera;

il Piano Energetico Regionale (PEAR) approvato con Deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005 fa assoluto divieto dell'utilizzo del carbone ai fini energetici;

lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi con attività alternative all'utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione di iniziative manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica;

l'articolo 1 comma 2 della legge 9 aprile 2002 n. 55 di conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002 n.7 "Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale" stabilisce che "l’autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano le Amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, d'intesa con la regione interessata...";

ai sensi dell'art. 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia è materia di potestà legislativa concorrente;

la Regione Calabria vuole costruire un percorso di ascolto con le comunità locali, attraverso gli amministratori veri artefici dello sviluppo territoriali;

la Regione Calabria è aperta al confronto ed ad un incontro con le comunità per affrontare nello specifico le strategie più idonee per la crescita economica e sociale dei vari territori;

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente ad attivarsi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per impedire la realizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio della Regione Calabria nel rispetto di quanto previsto dal vigente PEAR.

(17; 15.11.2010) Fedele, Bilardi, Tripodi, Serra

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

con decreto n. 18 del 22 ottobre u.s. il Commissario - Straordinario per l'attuazione del piano di rientro sanitario della Regione Calabria ha approvato i decreti di riordino della rete ospedaliera e il riordino della rete emergenza-urgenza;

entrambi i provvedimenti individuano le funzioni dei diversi livelli della rete ospedaliera calabrese: Hub, Spoke, Ospedali generali, Ospedali di montagna e Ospedali di distretto;

nello specifico agli ospedali di montagna (Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli) vengono assegnate solo funzioni di medicina generale e per un numero complessivo di soli 20 posti letto (vedi allegato n. 2) con la possibilità di utilizzo degli stessi da parte dei pazienti che hanno subito interventi eseguiti dalla chirurgia elettiva in day surgery;

la riduzione delle funzioni dei PO di montagna, di fatto, cancella le funzioni ospedaliere e vanifica le stesse prerogative garantite dalla legge in materia di servizi per le aree svantaggiate;

il decreto sopracitato è attualmente oggetto di verifica di congruità e compatibilità presso il Ministero dell'Economia e Finanze, prima di renderne efficace la sua operatività;

la proposta avanzata dal Commissario straordinario per l’attuazione del piano di rientro con riferimento, in particolare, ai presidi ospedalieri montani (Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli) produrrebbe una pesantissima limitazione del diritto alla salute in contrasto anche con la normativa che garantisce i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza);

impegna

il Commissario straordinario per l’attuazione del piano di rientro a voler integrare i richiamati decreti sulla rete ospedaliera e emergenza-urgenza nella parte riguardanti i PO montani (Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli) attribuendo agli stessi le funzioni previste per gli Ospedali generali.

(18; 15.11.2010) Principe, Maiolo, Ciconte, Amato, Bruni, Battaglia

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

con delibera della Giunta regionale del 16 dicembre 2009 n. 845 è stato approvato il Piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario;

con delibera del Consiglio dei Ministri del 30 luglio 2010 il Presidente della Giunta regionale è stato nominato Commissario per l'attuazione del Piano di rientro;

con decreto del Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario, del 22 ottobre 2010 n. 18 sono stati approvati gli atti concernenti il riordino delle tre reti: ospedaliera, emergenza-urgenza e territoriale;

all'interno della rete ospedaliera sono stati previsti i Centri Hub e Spoke, gli Ospedali generali, gli Ospedali di Zone montane e gli Ospedali distrettuali;

gli Ospedali di Zona montana con decreto del Presidente della Giunta regionale, nella qualità di Commissario, del 22 ottobre 2010 n. 18 sono state disposte due fasi temporali di riconversione: entro il 30 marzo 2011 gli ospedali di Palmi, Taurianova, Siderno, Chiaravalle, Soriano e San Marco Argentano; entro il 30 marzo 2012 gli ospedali di Rogliano, San Giovanni in Fiore, Acri, Mormanno, Trebisacce, Cariati, Praia a Mare, Lungro, Soveria Mannelli, Serra San Bruno, Scilla, Oppido Mamertina;

nella suddetta riconversione rientrano alcuni Ospedali di zona montana;

i territori in cui ricadono gli Ospedali di zone montane presentano obiettive criticità legate alla difficile situazione orografica, alle precarie condizioni della rete stradale ed agli inadeguati servizi di trasporto pubblico interurbano;

gli Ospedali di montagna conservano solamente un ridotto numero di posti letto relativamente nel reparto di Medicina, mentre sarebbe opportuno prevederne anche per le Osservazioni Brevi Intensive (OBI);

si ritiene che gli Ospedali di Zone Montane, proprio per la loro peculiarità, rivestono un ruolo decisivo per la tutela del diritto alla salute garantito dalla normativa nazionale;

l'articolo 22, c. 4, del decreto legge del 1 luglio 2009 n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009 n. 102, ha stabilito, attesa la straordinaria necessità ed urgenza di tutelare, ai sensi dell'art. 120 della Costituzione, l'erogazione delle prestazioni sanitarie comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza;

impegna

il Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario, a voler avanzare presso il tavolo Massicci la proposta di integrazione circa le funzioni degli ospedali di zone montane estendendo a questi stessi le competenze previste per gli Ospedali generali.

(19; 15.11.2010) Censore, Guccione, Franchino, Bruni, Mirabelli, Trematerra, Aiello F., De Gaetano

Proposte di legge unificate n. 14/9^, recante: “Norme in materia di sport nella Regione Calabria” (Del. n. 57)

Titolo I

Finalità - Obiettivi - Funzioni

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria riconosce la funzione sociale delle attività sportive e ricreative, promuovendole e valorizzandole attraverso iniziative, strutture e servizi, mediante la collaborazione con soggetti pubblici e privati.

2. A tal fine la Regione Calabria:

a) promuove lo sport come strumento essenziale per il miglioramento dello stile di vita, nonché come elemento fondamentale per la formazione dei soggetti e per il benessere individuale e collettivo;

b) sostiene la diffusione della cultura della pratica dello sport, delle attività fisico-motorie e del tempo libero, al fine di rendere l'attività sportiva accessibile a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno, pur nella diversità delle pratiche agonistiche o amatoriali;

c) persegue l'equilibrata distribuzione e la congruità degli impianti sportivi e degli spazi aperti, al fine di garantire a ciascuno la possibilità di partecipare ad attività fisico-motorie in un ambiente sicuro e sano, privilegiando la formazione di base dei bambini sia in età pre-scolare che scolare, nonché la pratica sportiva degli adolescenti, dei giovani, delle persone diversamente abili, degli adulti e degli anziani;

d) sostiene le realtà regionali dello sport dilettantistico che raggiungono risultati a livello nazionale ed internazionale contribuendo a promuovere l'immagine della Regione in Italia e nel mondo;

e) promuove e finanzia eventi sportivi, da realizzarsi nella regione, che siano inseriti in un circuito internazionale, agonistico, che incidano sull'immagine positiva e determinino ricadute economiche per la Calabria;

f) promuove la pratica sportiva nel rispetto dell'ambiente, incentivando le strategie d'intervento a minore impatto ambientale e implementando il livello di sicurezza;

g) riconosce l'importanza dello sport per la tutela della salute e la prevenzione di malattie e di disturbi psico/fisici;

h) favorisce lo sviluppo di politiche sportive tese a combattere il disagio giovanile e le dipendenze;

i) promuove la pratica sportiva nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado.

Art. 2

(Obiettivi)

1. La Regione, in coerenza con le finalità indicate nell'articolo 1, per il benessere dei cittadini, promuove:

a) la realizzazione di infrastrutture, impianti e servizi sportivi pubblici e privati, favorendo la riqualificazione delle strutture già esistenti;

b) la predisposizione di un regolamento, approvato con deliberazione della Giunta regionale, nel quale si definiscono gli standard strutturali e di gestione per lo svolgimento delle pratiche sportive, agonistiche e non;

c) il sostegno alle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate e iscritte nel Registro nazionale delle associazioni e società sportive dilettantistiche del CONI, che svolgono attività sportiva organizzata da Federazioni sportive, OSA, EPS ed a quelle inserite nella sezione parallela, riservata al CIP, che svolgono attività sportiva organizzata dalle Federazioni Sportive Paralimpiche, Organizzazioni Paralimpiche e Discipline Sportive Associate Paralimpiche;

d) la formazione, la specializzazione e l'aggiornamento professionale dei dirigenti, dei tecnici e degli operatori sportivi, finalizzata all'ottimizzazione delle attività sportive e della tutela della sicurezza e della salute dei praticanti lo sport;

e) le attività sportive in ambito pre-scolastico e scolastico, organizzate dal Ministero della pubblica istruzione e dal CONI, con la collaborazione delle FSN, OSA, EPS, dal CIP con la collaborazione delle FF.SS. PP. e OO.PP. Paralimpiche e D.S.A. Paralimpiche, in collaborazione con le istituzioni scolastiche pubbliche e utilizzando i locali e le attrezzature anche in orario extrascolastico, con specifici programmi di pratica sportiva;

f) le iniziative curate dall'Ufficio scolastico regionale coordinamento attività motorie fisico sportive, anche relative all'associazionismo sportivo scolastico;

g) il miglioramento degli standard qualitativi delle attività delle federazioni sportive, delle associazioni sportive dilettantistiche, degli enti di promozione sportiva, delle società e dei circoli senza scopo di lucro;

h) interventi volti a realizzare gli obiettivi delle politiche sociali integrate, e, in particolare, il recupero e la rieducazione dei disabili, la prevenzione delle malattie e delle dipendenze, la tutela della salute mentale e la rieducazione dei detenuti;

i) l'utilizzo delle strutture regionali, ovvero di quelle messe a disposizione dagli enti locali, dal GONI, dalle federazioni sportive, dagli enti di promozione sportiva, dal CIP, dalle FF.SS.PP., dalle OO.PP. Paralimpiche e dalle D.S.A. Paralimpiche, dalle società ed associazioni sportive senza fine di lucro, da altri soggetti promotori di eventi particolari se costituiti in associazione temporanea, dalle Università e dalle istituzioni scolastiche;

j) la tutela e il sostegno degli atleti calabresi di livello internazionale e nazionale, che danno lustro e prestigio allo sport calabrese.

Art. 3

(Compiti della Regione)

1. La Regione svolge le seguenti funzioni in materia di sviluppo dello sport:

a) adotta, sentito il parere vincolante della competente Commissione consiliare, il piano regionale triennale degli interventi in materia di sport, per la determinazione degli obiettivi da perseguire, nonché gli indirizzi, i criteri e le metodologie d'intervento;

b) realizza gli interventi previsti dal piano triennale regionale e ne verifica la compatibilità con i piani annuali provinciali degli interventi;

c) verifica il perseguimento degli obiettivi fissati dal piano settoriale regionale, anche mediante la rilevazione e l'elaborazione dei dati relativi allo sviluppo delle strutture sportive;

d) elabora e coordina l'attuazione dei programmi di intervento previsti dall'Unione europea (UE) o da leggi statali;

e) elabora i programmi straordinari d'intervento per l'impiantistica sportiva, laddove ne ricorrono i presupposti;

f) agevola l'accesso al credito, con riferimento ai protocolli d'intesa Associazione nazionale Comuni italiani (ANCI) - CONI e Unione Province d'Italia (UPI) - CONI e ANCI - CIP e UPI - CIP, mediante la stipula di convenzioni con istituti di credito, per l'acquisto, l'adeguamento o la realizzazione e la gestione degli impianti, spazi e attrezzature sportive e per la ricerca scientifica;

g) sostiene manifestazioni ed attività sportive di rilevanza regionale, nazionale ed internazionale che si svolgono sul territorio regionale anche dì natura dilettantistica;

h) organizza mostre, convegni e manifestazioni sui temi dello sport e della medicina sportiva;

i) partecipa a manifestazioni ricorrenti di rilievo internazionale o nazionale, che si svolgono nel territorio regionale;

j) acquisisce dati, anche ai fini di un monitoraggio del sistema sportivo regionale;

k) attiva studi, indagini e ricerche sulle problematiche inerenti il settore dello sport, con eventuale pubblicazione e divulgazione dei risultati, costituzione di banche dati e reti informative;

l) sostiene forme di sperimentazione di soluzioni innovative;

m) istituisce presso il competente Dipartimento della Giunta regionale gli albi relativi alle figure professionali operanti in ambito sportivo;

n) sostiene le realtà regionali dello sport dilettantistico che contribuiscono alla diffusione della pratica sportiva e nel contempo promuovono l'immagine della Regione in Italia e nel mondo;

o) determina i criteri per la cooperazione tra gli enti locali per la realizzazione e gestione delle strutture sportive;

p) promuove, programma e determina gli obiettivi e i criteri dell'attività di formazione ed aggiornamento degli operatori dello sport, avvalendosi degli istituti universitari, della scuola, delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dalle Federazioni Sportive Paralimpiche e Organizzazioni promozionali riconosciute dal CIP.

2. La Regione, nel perseguire le finalità di cui all'articolo 1, assicura il necessario raccordo con le politiche occupazionali e di promozione turistica.

Art. 4

(Piano regionale di intervento)

1. La Regione, attraverso la previsione in bilancio di appositi fondi, sostiene gli investimenti nel settore sportivo e fa fronte ad alcune categorie di spese di gestione di enti ed associazioni sportive, associazioni sportive scolastiche e istituzioni scolastiche.

2. Gli interventi finanziari possono essere disposti anche attraverso agevolazioni, con modalità di distribuzione differenti in relazione alla tipologia di soggetto beneficiario e di iniziativa.

3. La Regione programma gli interventi nel settore dello sport attraverso il piano triennale di indirizzo generale e i piani annuali specifici di intervento.

Art. 5

(Piano regionale triennale di intervento)

1. La Regione Calabria, su proposta della Commissione regionale per lo sport, adotta, sentito il parere vincolante della competente Commissione consiliare, un piano regionale triennale degli interventi da realizzare sull'intero territorio regionale ed articolato in Piani annuali.

2. Il piano regionale triennale prevede:

a) gli obiettivi da perseguire nel triennio di validità;

b) i criteri per la selezione e la localizzazione degli interventi relativi alle attività e alle strutture sportive. Per queste ultime, in particolare:

1) "adeguamento degli impianti esistenti agli-standard di sicurezza e l'abbattimento delle barriere architettoniche, nel rispetto dell'ambiente naturale;

2) il recupero funzionale degli impianti sportivi esistenti, per migliorarne la possibilità di utilizzazione e per favorirne la gestione tecnica, funzionale ed economica;

3) la ristrutturazione, l'ampliamento e il potenziamento di impianti sportivi o la realizzazione di nuovi impianti, soprattutto nei territori in cui risultano carenti;

4) la concessione di finanziamenti e di contributi per la ristrutturazione, l'ampliamento, il potenziamento e la realizzazione di impianti sportivi nelle scuole di ogni ordine e grado, da erogare agli enti locali sulla base di specifici bandi pubblici;

c) gli indirizzi e i criteri per la predisposizione e l'adozione dei piani annuali provinciali degli interventi, per la formulazione dei programmi d'intervento comunali e per la redazione dei progetti, nonché i parametri per la valutazione della loro validità ed efficacia;

d) la previsione delle esigenze finanziarie, anche ai fini della iscrizione nel bilancio pluriennale della Regione, e la ripartizione dei finanziamenti per ambiti territoriali e tematici di intervento;

e) i criteri e le modalità di concessione, erogazione e revoca dei contributi, dei finanziamenti e di ogni altro beneficio economico, con appositi regolamenti di attuazione.

3. Il Piano regionale triennale di intervento è adottato con deliberazione della Giunta regionale ed è trasmesso alla Commissione consiliare competente per il parere vincolante. La Commissione si esprime entro sessanta giorni dalla trasmissione dell'atto deliberativo.

4. Il piano regionale triennale è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC) e ad esso si adeguano le strutture regionali, gli enti e i soggetti interessati alla realizzazione degli interventi.

Art. 6

(Piano annuale di intervento)

1. La Giunta regionale, su proposta della Commissione regionale per lo sport, approva il piano annuale d'intervento entro il 31 marzo, ai fini dell'attuazione del piano regionale triennale di cui all'articolo 5.

2. Il piano annuale d'intervento contiene:

a) i progetti degli interventi regionali da realizzare nell'anno di riferimento;

b) le iniziative agevolabili e gli interventi di sostegno finanziario previsti dall'articolo 4, comma 2;

c) le priorità nella concessione delle agevolazioni relative alla tipologia delle iniziative e alla sostenibilità economica e strategica delle stesse;

d) i requisiti di accesso, nonché le tipologie e i criteri per la determinazione delle spese ammissibili per ciascuna tipologia di iniziativa;

e) le procedure attuative degli strumenti d'intervento, che, nel caso di iniziative finanziate o cofinanziate da fondi comunitari, sono indicate nelle relative linee di intervento;

f) la previsione di interventi per incentivare il turismo sportivo;

g) la previsione di interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva per le persone diversamente abili di cui alla legge regionale 24 febbraio 1998 n. 5.

3. La Giunta regionale, sentita la Commissione regionale per lo sport, in caso di sopraggiunte necessità, anche finanziarie, modifica il piano annuale di intervento in sede attuativa.

4. Il piano annuale d'intervento è pubblicato sul BURC.

Art. 7

(Compiti delle Province)

1. Le Province, nel rispetto degli obiettivi, indirizzi e criteri determinati dal piano regionale di intervento:

a) favoriscono l'organizzazione di attività sportive e la realizzazione d'impianti e di attrezzature d'interesse provinciale;

b) adottano, sulla base dei programmi degli interventi formulati dagli enti locali, singoli o associati, o da altri soggetti pubblici e privati, i piani annuali provinciali degli interventi per lo sviluppo delle strutture e delle attività sportive, da sottoporre alla verifica di compatibilità di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b);

c) agevolano la cooperazione tra enti locali per la programmazione e la gestione delle strutture e delle attività sportive, anche mediante l'istituzione di appositi organismi tecnici di coordinamento;

d) con il contributo della scuola regionale dello sport del CONI, incentivano la realizzazione di attività di ricerca, sperimentazione e documentazione d'interesse provinciale nel campo dello sport e della medicina sportiva, con particolare attenzione alla lotta al doping;

e) collaborano all'elaborazione tecnica dei progetti d'impianti e di attrezzature sportive d'interesse comunale con i comuni richiedenti;

f) vigilano sulla corretta attuazione dei programmi degli interventi inseriti nei piani annuali di cui alla lettera b);

g) promuovono forme di collaborazione tra le istituzioni pubbliche e i soggetti privati operanti nel territorio;

h) collaborano con le strutture competenti della Regione alla rilevazione dei dati relativi all'ambito sportivo.

2. Ciascuna Provincia adotta il piano annuale degli interventi da realizzare nel rispettivo ambito territoriale e lo trasmette alla Regione entro il 31 ottobre, unitamente a una relazione sullo stato di attuazione dei progetti già approvati e sull'efficacia dei relativi interventi.

3. La Regione può sostituirsi alle Province, in caso di mancato esercizio delle funzioni attribuite ovvero di violazione delle disposizioni della presente legge e degli atti di indirizzo e coordinamento regionali.

Art. 8

(Compiti dei Comuni)

1. I Comuni, singoli o associati, nel rispetto degli obiettivi, indirizzi e criteri determinati dal piano regionale di interventi:

a) favoriscono l'organizzazione di attività sportive, la realizzazione di impianti e di attrezzature d'interesse comunale e provvedono alla gestione degli impianti di proprietà, anche mediante la stipula di convenzioni con soggetti privati;

b) formulano i programmi degli interventi relativi alle strutture ed alle attività sportive, da inserire nei piani annuali provinciali di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b);

c) con il contributo del CONI regionale, incentivano la realizzazione di attività di ricerca, sperimentazione, documentazione di interesse comunale nel campo dello sport e della medicina sportiva;

d) effettuano la rilevazione dei dati statistici ed informativi relativi ai servizi, alle strutture sportive e all’utenza;

e) promuovono il collegamento con altre istituzioni pubbliche e con i soggetti privati operanti sul territorio comunale;

f) forniscono alle strutture regionali competenti i dati relativi all’impiantistica sportiva sul territorio di competenza e ne curano l’aggiornamento annuale.

Titolo II

Organismi

Art. 9

(Commissione regionale per lo sport)

1. E’ istituita presso la Giunta regionale – Dipartimento turismo, sport e spettacolo – la Commissione regionale per lo sport, organo consultivo della Regione Calabria per la definizione degli indirizzi e degli interventi regionali nell’ambito dello sport.

2. La Commissione, costituita con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione della Giunta regionale, rimane in carica per la durata della legislatura regionale.

3. La Commissione e’ composta da:

a) l’assessore regionale allo sport;

b) il dirigente generale del Dipartimento turismo, sport e spettacolo;

c) il dirigente del Settore Sport;

d) il Presidente, o un suo delegato, del Comitato regionale del CONI;

e) il dirigente, o un suo delegato, dell'Ufficio scolastico regionale;

f) un rappresentante delle Università;

g) il direttore della scuola regionale del CONI o un suo delegato;

h) un delegato dell’UPI;

i) un delegato dell’ANCI;

j) quattro rappresentanti complessivamente espressi dalle FSN o DSA o AB, di cui uno delegato dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e uno dalla Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI);

k) due rappresentanti degli EPS;

l) due esperti in materia sportiva.

4. I rappresentanti degli organismi di cui al comma 3 sono designati entro sessanta giorni dalla data della richiesta.

5. I rappresentanti di cui alle lettere j), k) e l) del comma 3 sono nominati dalla Giunta Regionale, previa valutazione delle competenze sportive acquisite.

6. La Commissione è presieduta dall’Assessore regionale allo sport, ovvero, in sua assenza, dal dirigente generale del Dipartimento turismo, sport e spettacolo ovvero, in assenza di quest’ultimo, dal dirigente del Settore Sport.

7. La Commissione è convocata dal Presidente della Giunta regionale, ovvero dall’Assessore regionale allo sport, o da un suo delegato, ed e’ regolarmente costituita:

a) in prima convocazione, con la presenza della maggioranza assoluta dei suoi componenti;

b) in seconda convocazione, con la presenza di un terzo dei suoi componenti.

8. Le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente.

9. Ai lavori della Commissione possono essere invitati, occasionalmente, tecnici ed esperti, anche dipendenti della Regione Calabria, il cui parere sia ritenuto utile o necessario nell'esame di singole problematiche. La presenza di tecnici ed esperti di settore e’ autorizzata preventivamente dal Presidente della Commissione.

10. Le funzioni di segretario sono svolte dal dirigente del Servizio della struttura regionale competente in materia di sport, ovvero, in sua assenza, da un funzionario dello stesso ufficio.

11. La Commissione, la cui attività dovrà essere conforme alle disposizioni della presente legge e dei regolamenti attuativi approvati dalla Giunta regionale, esprime parere, obbligatorio, sugli argomenti sottoposti al suo esame.

12. Ai componenti la Commissione, estranei all'amministrazione regionale ed agli enti pubblici e locali, è corrisposto un rimborso di eventuali spese di trasferta purché documentate, nella misura prevista dalle norme in vigore per il personale regionale con qualifica dirigenziale.

Art.10

(Osservatorio regionale per lo sport)

1. E’ istituito presso il Consiglio regionale l’Osservatorio regionale per lo sport, organismo di supporto tecnico-scientifico, con finalità di raccolta, aggiornamento ed analisi dei dati sull’attività e sull’impiantistica sportiva pubblica e privata presente sul territorio regionale.

2. L’Osservatorio regionale per lo sport ha in particolare i seguenti compiti e funzioni:

a) crea la banca dati di cui all’articolo 11, costantemente aggiornata, su ogni aspetto attinente la materia sportiva, sia in ordine alle diverse discipline sportive, sia in ordine alle varie attività svolte;

b) svolge funzioni di studio, ricerca, documentazione, promozione e consulenza ai fini della predisposizione dei piani, dei programmi e dei progetti di competenza regionale;

c) cura la ricognizione, aggiornata e ripartita per ambito territoriale, degli impianti sportivi esistenti, delle modalità di gestione e del loro effettivo utilizzo, anche al fine di predisporre un’analisi dei costi e dei benefici;

d) provvede alla rilevazione costante degli elementi informativi concernenti gli impianti sportivi, con particolare riferimento allo stato di manutenzione e alla conformità alle norme di sicurezza, costituendo una apposita banca dati;

e) promuove il processo di monitoraggio della domanda di impianti sportivi, volto ad individuare l’effettivo fabbisogno in relazione alla pratica sportiva nei diversi ambiti territoriali e le criticità economiche, sociali e strutturali che ostacolano una equilibrata fruizione degli impianti sportivi in determinate zone del territorio regionale, da parte di alcune fasce della popolazione ed in relazione a specifiche discipline sportive;

f) favorisce l’accesso degli utenti alle informazioni sui servizi sportivi disponibili mediante la costituzione di un sito web di agevole e immediata consultazione, finalizzato a diffondere e ad accrescere la pratica sportiva;

g) fornisce, su richiesta degli enti locali interessati, supporto e consulenza specialistica per la redazione di progetti relativi all’impiantistica e all’attività sportiva.

3. Con il supporto dell’Ufficio scolastico regionale, l’Osservatorio regionale per lo sport raccoglie ed elabora le informazioni relative alle strutture sportive in uso agli istituti scolatici, con riferimento alla popolazione scolastica e relativamente alle caratteristiche funzionali e strutturali delle palestre e degli impianti, destinati all'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva.

4. Con il supporto del CONI, delle FSN e degli EPS e del CIP, del FF.SS.PP., delle OO.PP. Paralimpiche e D.S.A. Paralimpiche, l’Osservatorio regionale fornisce i dati relativi alle società, alle associazioni sportive e ai loro tesserati.

5. L’Osservatorio regionale per lo sport è composto da:

a) un dirigente del Consiglio regionale competente per materia, o da un suo delegato;

b) cinque esperti in materia di sport, da reclutare mediante avviso pubblico;

c) un consulente per l’impiantistica sportiva, designato dal CONI regionale.

L’Osservatorio regionale per lo sport nomina un Presidente, da individuare tra i cinque esperti in materia di sport, ed un Segretario. Alla votazione partecipano i cinque esperti ed il Dirigente del Consiglio Regionale competente per materia. A parità di voti risulterà eletto colui che sarà votato dal Dirigente del Consiglio Regionale. In caso di impedimento del Presidente le funzioni saranno demandate al Dirigente del Consiglio Regionale.

6. Agli esperti, non dipendenti dell’Amministrazione regionale, spetta un rimborso per le spese sostenute.

Art.11

(Banca dati ed albi professionali)

1. La Regione, per il tramite dell’Osservatorio regionale per lo sport, promuove la raccolta, il trattamento e la divulgazione alle società, associazioni e organizzazioni sportive, agli operatori economici e ai praticanti le attività che hanno luogo nel territorio regionale, nel rispetto delle esigenze di riservatezza, delle informazioni relative a spazi, impianti pubblici e privati e attrezzature per le attività motorie, ricreative e sportive, con il supporto dei Comuni e delle Province, anche avvalendosi della CONI Servizi SpA e del CIP.

2. Con il supporto dell’Ufficio scolastico regionale, la banca dati è estesa anche alle strutture sportive in uso agli istituti scolatici, relativamente alle palestre ed agli impianti sportivi destinati all'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva.

3. La Regione può avvalersi di agenzie specializzate per avere un quadro aggiornato della domanda e dell’offerta di impianti sportivi nel territorio regionale e per avere uno strumento di pianificazione territoriale e di indirizzo delle risorse economiche.

4. Le informazioni raccolte costituiscono patrimonio comune per la diffusione della conoscenza e della cultura delle attività motorie, ricreative e sportive, nonché strumento di monitoraggio e verifica della efficacia degli strumenti di programmazione e degli interventi per la promozione delle predette attività.

5. Sono istituiti presso il Dipartimento turismo, sport e spettacolo - Settore Sport - gli albi regionali relativi alle professioni in ambito sportivo e, precisamente, relativi a:

a) associazioni sportive dilettantistiche;

b) dirigenti sportivi;

c) esperti gestori di impianti sportivi;

d) istruttori qualificati;

e) tecnici federali;

f) assistenti o operatori specializzati;

g) atleti e praticanti;

h) fisioterapisti e massaggiatori;

i) altre figure tecnico-sportive.

6. Ai fini della iscrizione negli albi professionali è necessario il conseguimento del titolo professionale rilasciato da enti pubblici o da istituzioni sportive abilitate, previo espletamento di specifici corsi. In sede di prima applicazione della presente disposizione è dato pubblico avviso per la presentazione dell’istanza di iscrizione nel rispettivo albo da parte dei soggetti in possesso di titoli professionali in ambito sportivo.

7. Gli albi sono costantemente aggiornati sulla base delle richieste di iscrizione e delle eventuali cessazioni o decadenze. Il Dipartimento turismo, sport e spettacolo comunica annualmente all’Osservatorio regionale per lo sport l’elenco degli iscritti nell’albo professionale.

Titolo III

Interventi Regionali

Art. 12

(Tipologia degli interventi)

1. La Regione promuove e sostiene:

a) interventi concernenti l’impiantistica sportiva;

b) interventi concernenti l’attività sportiva dilettantistica;

c) interventi per l’organizzazione di manifestazioni sportive, anche dilettantistiche;

d) interventi a sostegno del merito sportivo;

e) interventi per la formazione e l’aggiornamento delle professionalità sportive.

2. La Regione, altresì, sostiene:

a) progetti nazionali per la promozione dell’attività sportiva giovanile, volta alla prevenzione e tutela della salute;

b) forme di aggregazione giovanile in ambito sportivo, per incentivare lo spirito di squadra e di sana competizione.

Art. 13

(Interventi concernenti l’impiantistica sportiva)

1. La Regione individua le seguenti tipologie di interventi:

a) iniziative volte al mantenimento delle condizioni di sicurezza nei luoghi dove viene praticata l’attività sportiva;

b) investimenti relativi alla riqualificazione, alla sostenibilità ambientale e energetica, al potenziamento e alla valorizzazione del patrimonio impiantistico e alla manutenzione straordinaria ed in particolare all’abbattimento delle barriere architettoniche negli impianti già esistenti e non accessibili ai diversamente abili;

c) sostenimento di spese di gestione strettamente connesse alla fase di start up e messa a regime degli impianti sportivi, nonché di spese ritenute essenziali ed economicamente rilevanti per la gestione di impianti, espressamente indicate nel regolamento regionale. I soggetti beneficiari dell’agevolazione, non proprietari della struttura, devono averne il possesso per una durata pari al periodo di ammortamento degli interventi sui quali si richiede l’agevolazione, per come previsto dal comma 1 dell’articolo 2426 del codice civile;

d) acquisto di attrezzature sportive, sentita la Federazione competente;

e) realizzazione di impianti connessi a discipline sportive emergenti;

f) realizzazione di strutture e servizi sportivi che assicurano l’accessibilità dell’impianto sportivo anche per i soggetti diversamente abili.

2. Le agevolazioni possono essere concesse agli enti pubblici, privati, alle imprese, alle federazioni regionali sportive, alle associazioni e alle cooperative, proprietari o gestori degli impianti sportivi, o che comunque operino nell'ambito dello sport:

a) in percentuale sulle spese complessivamente sostenute, secondo quanto stabilito dal regolamento regionale e dai piani attuativi annuali;

b) attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto in regime ordinario, ai sensi del regolamento (CE) n. 800 del 6 agosto 2008, (Regolamento della Commissione che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato) e in regime de minimis, ai sensi del regolamento (CE) n. 1998 del 15 dicembre 2006 (Regolamento della Commissione relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d'importanza minore), secondo i massimali previsti dalla normativa vigente.

3. Le tipologie di intervento di cui al comma 1 possono essere realizzate direttamente, in tutto o in parte, dalla Regione, che, in tal caso, provvede alla successiva individuazione dei soggetti gestori.

4. La Giunta regionale stipula con Fincalabra - s.p.a., con l’Istituto di credito sportivo o con altri istituti di credito, una convenzione per la costituzione di un fondo di rotazione per la progettazione e la realizzazione degli interventi di cui al comma 1. Tale fondo consente finanziamenti a tasso agevolato.

5. La Giunta regionale individua i destinatari, i termini, le modalità di accesso al fondo di cui al comma 4, l’entità dell’agevolazione, le procedure e le modalità di valutazione delle domande e ogni ulteriore elemento necessario per l’attività del fondo.

6. La Giunta regionale stipula convenzioni con istituti di credito per la concessione di mutui agevolati per l’impiantistica sportiva ad integrazione ed in favore dei soggetti beneficiari delle agevolazioni in conto capitale concessi ai sensi della normativa vigente.

7. La Giunta regionale, altresì, promuove l’utilizzo di tecniche di finanziamento, ricorrendo a capitali privati per la realizzazione di nuove infrastrutture sportive di particolare rilevanza, con le metodologie operative della finanza di progetto, nel rispetto della normativa statale e regionale vigente in materia.

8. La Giunta regionale costituisce un fondo di garanzia da gestire direttamente o in convenzione con istituti finanziari, compresi i consorzi di garanzia fidi tra le piccole e medie imprese (CO.FIDI), finalizzato al rilascio di fideiussioni a favore dei soggetti di cui al comma 2.

9. Le concessioni demaniali rilasciate a società sportive dilettantistiche affiliate alle Federazioni sportive nazionali, ovvero ad Enti, hanno una durata non inferiore ad anni venti. Alle concessioni è applicato il canone previsto dagli articoli 39 del codice della navigazione e 37 del relativo regolamento di esecuzione.

10. La Regione può concedere agli enti pubblici e privati, alle imprese, alle federazioni regionali sportive e alle associazioni, i beni confiscati per la trasformazione in impianti sportivi.

Art. 14

(Interventi concernenti l’attività sportiva dilettantistica)

1. A sostegno dell’attività sportiva dilettantistica, la Regione può concedere contributi, nei limiti dello stanziamento di bilancio e con le modalità indicate nel piano annuale, alle società sportive dilettantistiche, FSN, DSA, EPS e Federazioni Sportive Paralimpiche, Organizzazioni promozionali Paralimpiche e Discipline Sportive Associate Paralimpiche, con sede legale in Calabria e iscritte al Registro del CONI ed alla sezione parallela CIP dello stesso registro, che partecipano a campionati internazionali, nazionali, interregionali e regionali, secondo modalità e procedure previste da apposito regolamento regionale, previa certificazione dell’attività svolta da parte della federazione o ente di appartenenza.

2. Le istanze di contributo, riferite all’anno sportivo precedente, devono essere presentate al Dipartimento competente:

a) entro il 30 aprile, per le società con bilancio sportivo solare;

b) entro il 31 dicembre, per le società con bilancio sportivo statutario.

3. La Regione approva annualmente, entro il 30 giugno, una graduatoria unica delle società finanziate, finanziabili ed escluse.

Art. 15

(Interventi per l’organizzazione di manifestazioni sportive)

1. Per l’organizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi a carattere internazionale, nazionale, interregionale e regionale, la Regione può concedere contributi alle società sportive, FSN, DSA, EPS e Federazioni Sportive Paralimpiche, Organizzazioni promozionali Paralimpiche e Discipline Sportive Associate Paralimpiche, con sede legale in Calabria e iscritte al registro del CONI ed alla sezione parallela CIP dello stesso registro, ai comitati periferici calabresi del CONI, delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva, delle Federazioni Sportive Paralimpiche, delle Organizzazioni Promozionali Paralimpiche e Discipline Sportive Associate Paralimpiche.

2. La Regione può concedere contributi a sostegno dei progetti nazionali per la promozione e la diffusione dell’attività motoria organizzati dai comitati provinciali del CONI, FSN, DSA, EPS riconosciuti dal CONI, Ufficio scolastico regionale - Coordinamento attività motorie fisico sportive.

3. Sono esclusi dai contributi previsti nei commi 1 e 2 i soggetti che fruiscono di contributi, per le stesse iniziative, erogati da altri settori regionali.

4. Le istanze di contributo devono pervenire al Dipartimento competente novanta giorni prima della data di inizio della manifestazione sportiva, secondo modalità e procedure previste da apposito regolamento regionale.

5. La Regione predispone annualmente due graduatorie:

a) entro il 31 luglio, per le domande presentate nel corso del primo semestre dell’anno corrente;

b) entro il 31 gennaio dell’anno successivo per le domande presentate nel secondo semestre dell’anno precedente.

6. Il beneficiario del contributo è obbligato a esibire il logo della Regione sul materiale pubblicitario, secondo le modalità concordate con gli uffici del Dipartimento competente.

Art. 16

(Interventi a sostegno del merito sportivo)

1. La Regione assume iniziative a sostegno delle realtà regionali dello sport che hanno conseguito risultati a livello nazionale e internazionale, per contribuire alla diffusione della pratica sportiva e per promuovere l’immagine della Regione in Italia e nel mondo.

2. Il Consiglio regionale, nell’ambito della promozione della cultura e della pratica dello sport e al fine di favorire la crescita sportiva degli atleti calabresi, istituisce il premio “Atleta calabrese dell’anno”, da attribuire ad atleti calabresi non professionisti, distintisi a livello internazionale e nazionale per lo spiccato talento sportivo.

3. Le società sportive dilettantistiche calabresi, cui è tesserato l’atleta premiato, beneficiano per almeno un biennio, di un contributo speciale ed unico per l’anno sportivo di riferimento.

4. I soggetti beneficiari sono individuati su proposta dei comitati periferici del CONI, degli EPS e del CIP. La quantificazione del premio e le modalità di erogazione sono stabiliti con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta dell’Osservatorio per lo sport.

5. I benefici di cui ai commi 2 e 3 sono consegnati ai soggetti beneficiari nell’ambito dell’evento “La giornata dello sportivo”, entro i limiti delle disponibilità del bilancio consiliare. Durante la giornata dello sportivo saranno premiati anche tecnici e dirigenti sportivi calabresi che si sono particolarmente distinti nelle loro mansioni.

6. Allo scopo di incentivare e qualificare l’attività sportiva dilettantistica, la Regione, entro i limiti delle disponibilità di bilancio, distribuisce un kit sportivo agli atleti e alle squadre calabresi partecipanti ad eventi sportivi internazionali e nazionali.

Art. 17

(Interventi per la formazione e l’aggiornamento delle professionalità sportive)

1. La Giunta regionale, sentite le istituzioni universitarie competenti, la scuola regionale dello sport, le associazioni tecniche sportive specifiche, le FSN, gli EPS e Federazioni Sportive Paralimpiche, le Organizzazioni promozionali Paralimpiche e le Discipline Sportive Associate Paralimpiche, con regolamento:

a) definisce, i profili professionali nelle diverse discipline sportive, laddove non disciplinati dalla legge statale, individuando caratteristiche e requisiti dei percorsi formativi;

b) costituisce i relativi albi, con le modalità di cui all’articolo 12.

2. La Regione promuove la formazione, l’aggiornamento e la specializzazione dei dirigenti, dei tecnici, degli operatori e degli animatori impegnati nel settore delle attività sportive e delle attività fisico-motorie, favorendo le iniziative finalizzate a elevare il loro livello professionale, nonché le iniziative riferite alla formazione di operatori particolarmente qualificati a supporto delle persone diversamente abili.

3. La Regione favorisce, altresì, la formazione degli insegnanti delle scuole materne e di quelle di ogni ordine e grado, mediante la stipula di apposite convenzioni con gli organismi scolastici, nell’ambito delle proprie competenze.

4. Al fine di favorire la qualificazione e l’aggiornamento tecnico degli operatori sportivi, dei dirigenti e degli amministratori delle associazioni e società sportive, la Giunta regionale cofinanzia progetti di formazione, aggiornamento e specializzazione, proposti dall’Ufficio scolastico regionale, dalle Università e dalla scuola regionale dello sport e contribuisce annualmente alla copertura delle relative spese sostenute per l’organizzazione di corsi, convegni, studi, ricerche e per la stampa e divulgazione di pubblicazioni specializzate.

5. La Giunta regionale, altresì, può organizzare direttamente la formazione, l’aggiornamento e la specializzazione degli operatori sportivi, dei dirigenti e degli amministratori delle associazioni e società sportive, con l’individuazione dei soggetti attuatori specializzati in materia, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, le Università, la scuola regionale dello sport, gli enti di formazione e il CIP.

6. La Giunta regionale istituisce voucher finalizzati alla formazione e all’aggiornamento delle figure professionali di cui al comma 2, presso gli enti specializzati nel settore sportivo, presenti nel territorio della Comunità Europea.

7. La Regione può concorrere alle spese per il funzionamento della scuola regionale del CONI, concedendo al CONI regionale un contributo annuo al fine di consentire il conseguimento degli obiettivi istituzionali.

Titolo IV

Norme di sicurezza

Art. 18

(Tutela dei praticanti le attività sportive)

1. Nelle palestre e nelle strutture sportive aperte al pubblico per l'esercizio di attività motorie dietro pagamento di corrispettivo, anche sotto forma di quote sociali di adesione, le attività sportive devono essere svolte con la presenza costante di un istruttore qualificato o di un istruttore specifico di disciplina, con abilitazione in corso di validità.

2. Si considera qualificato l’istruttore in possesso di diploma rilasciato dall'Istituto superiore di educazione fisica (ISEF) di cui alla legge 7 febbraio 1958, n. 88 (Provvedimenti per l’educazione fisica) o di laurea in scienze motorie di cui al d.lgs 8 maggio 1998, n. 178 (Trasformazione degli istituti superiori di educazione fisica ed istituzione delle facoltà e del corso di diploma in scienze motorie), ovvero in possesso di diploma o di laurea equipollenti, conseguiti all'estero e riconosciuti dalla Regione Calabria, in base alla normativa vigente. L'istruttore qualificato è responsabile della corretta applicazione dei programmi e delle attività svolte nella struttura sportiva.

3. Si considera specifico di disciplina l’istruttore in possesso di corrispondente abilitazione, rilasciata dalla federazione nazionale competente, riconosciuta o affiliata al CONI e/o al CIP, nonché rilasciata dalle scuole regionali dello sport del CONI e dagli enti di promozione sportiva. L'istruttore specifico di disciplina è responsabile della corretta applicazione dei programmi e delle attività svolte nella struttura sportiva.

4. Nelle piscine e specchi d'acqua interni, aperti al pubblico dietro pagamento di corrispettivo, anche sotto forma di quote sociali di adesione, e a mare, i corsi di nuoto, di nuoto pinnato, di nuoto sincronizzato, di tuffi, di pallanuoto, di salvamento e di subacquea si svolgono alla costante presenza di un istruttore in possesso dei brevetti e delle abilitazioni all'insegnamento rilasciati dai competenti uffici della pubblica amministrazione e dalle federazioni nazionali riconosciute o affiliate al CONI e/o al CIP. Il personale deve essere abilitato anche a prestare interventi di primo soccorso in caso di infortuni o malori.

5. Gli esercenti degli impianti sportivi devono stipulare adeguate polizze assicurative a favore degli utenti e degli istruttori che svolgono attività sportive, a copertura di eventi dannosi comunque riconducibili alle attività svolte all'interno degli impianti.

6. La Giunta regionale, in attuazione dei piani e programmi sanitari regionali, promuove le attività di prevenzione e di tutela della salute nelle attività sportive, al fine di escludere l'ausilio di sostanze, metodologie e tecniche che possano mettere in pericolo l'integrità psicofisica degli atleti, anche con il supporto del CONI e della Federazione italiana medici sportivi. Le società sportive nonché gli esercenti di tutti gli impianti sportivi svolgono una capillare attività di informazione e controllo, per quanto concerne il rispetto della normativa prevista per le visite mediche obbligatorie per coloro i quali praticano attività sportiva agonistica e non agonistica.

7. Le società, le associazioni sportive, gli enti di promozione sportiva, al fine di accedere ai benefici previsti dalla presente legge, devono dimostrare di aver adeguato i propri regolamenti alle disposizioni di cui all'articolo 6 della legge 14 dicembre 2000, n. 376 (Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping), prevedendo in particolare le sanzioni e le procedure disciplinari nei confronti dei tesserati, in caso di doping o di rifiuto di sottoporsi ai controlli.

Art. 19

(Disposizioni transitorie e finali)

1. Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge, vale la normativa nazionale in materia di sport.

2. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, presenta alla competente commissione consiliare un dettagliato censimento degli impianti sportivi pubblici e privati operanti nel territorio calabrese, nonché uno studio che proponga un quadro di interventi complessivi nel comparto.

Art. 20

(Norme finanziarie)

1. Le risorse destinate all’attuazione della presente legge sono definite, a partire dall’esercizio 2011, in coerenza con gli stanziamenti di bilancio e con il piano triennale di intervento di cui all’articolo 5 della presente legge.

2. Agli oneri di parte corrente derivanti dagli articoli 9, 10 comma 6, 11 e 16 stimati in euro 45.000,00 per l’annualità 2011 si fa fronte con le risorse già iscritte nel bilancio all’unità previsionale di base (UPB) 5.2.02.01 – Promozione dello sport e del tempo libero, annualità 2011.

3. Agli oneri in conto capitale derivanti dagli articoli 10 comma 2, e 17 stimati in euro 80.000,00, per l’annualità 2011 si fa fronte con le entrate generate derivanti dall’articolo 13, comma 9 della presente legge, ed in quanto compatibili con le risorse del programma operativo fondo sociale europeo 2007-2013.

4. Agli oneri di parte capitale derivanti dagli articoli 13, 14 e 15 della presente legge si provvede con le risorse già iscritte nel bilancio all’unità previsione di base (UPB) 5.4.01.02 – Promozione dello sport e del tempo libero, annualità 2011 e con i fondi europei, nazionali e regionali allocati nelle specifiche UPB del bilancio regionale, nel rispetto dei vincoli di destinazione fissati dalle normative di riferimento.

5. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, istituendo i nuovi capitoli di spesa e di entrata in coerenza con gli interventi della presente legge.

Art. 21

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge n. 19/9^, recante: “Un albero per ogni neonato e minore adottato” (Del. n. 58)

Art. 1

Finalità

1. La Regione Calabria, in applicazione della legge 29 gennaio 1992, n. 113, (Obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica), disciplina le tipologie e le modalità di messa a dimora delle essenze arboree per ogni neonato, minore adottato e registrato all'anagrafe del proprio comune di residenza dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 2

Luoghi di messa a dimora

1. L'impianto può interessare sia i giardini ed i parchi pubblici delle aree urbane che aree non urbanizzate. In quest'ultimo caso l'intervento ha carattere di rimboschimento e rientra nella disciplina prevista nelle vigenti Prescrizioni di Massima di-Polizia Forestale (PMPF).

2. I comuni che non dispongono di aree idonee per la messa a dimora possono far ricorso, nel quadro della pianificazione urbanistica, all'utilizzazione, mediante convezione, di aree appartenenti al demanio dello Stato.

3. Le aree previste nel comma 2 non possono essere destinate successivamente a funzione diversa da quella di verde pubblico.

4. Ciascun comune ha l'obbligo di predisporre un piano annuale di allocazione degli alberi piantati tenendo conto della natalità media registrata nell'ultimo biennio. Tale piano deve prevedere la messa a dimora delle piante preferibilmente all'interno delle aree urbanizzate, nei parchi pubblici presenti, nelle aree contigue alle strade, nonché nelle aree contigue alle strutture pubbliche.

5. I comuni, per ogni albero messo a dimora, hanno l'obbligo di:

a) predisporre sistemi di irrigazione, se necessari allo sviluppo della pianta;

b) predisporre ed attuare appositi piani di manutenzione che garantiscono l'attecchimento e la crescita della pianta, conformemente alle indicazioni emanate dal Dipartimento competente.

6. I comuni hanno l'obbligo di predisporre per ogni albero un'apposita targa, riportante la specie vegetale, e previa autorizzazione degli esercenti la patria potestà, il nome o il cognome o la data di nascita del bambino, oltre alla data di impianto ed al numero o codice identificativo della pianta, corrispondente alla posizione della pianta nei registri tenuti, anche in formato elettronico, presso i comuni. Se non viene rilasciata autorizzazione alla pubblicazione dei dati del bambino, la targa riporta il nome della specie dell'albero piantato, la data della messa a dimora, il numero identificativo della pianta e l'eventuale dato autorizzato. La targa deve rispettare i parametri tecnici fissati dal dipartimento competente.

7. I comuni hanno l'obbligo di stampare per ogni albero un'apposita carta d'identità dell'albero da consegnare alla famiglia. La carta d'identità deve riportare:

a) una breve descrizione della specie vegetale corredata di immagine dell'albero adulto;

b) il numero o codice identificativo della pianta;

c) il luogo di posa, corredato di piantina con indicazione grafica ed i dati del bambino a cui è dedicato.

8. La carta d'identità è resa disponibile in formato digitale dal dipartimento competente completa della descrizione della specie vegetale e delle foto, con il solo onere per i comuni di inserire i dati di cui alle lettere a), b) e c) del comma 7.

Art. 3

Biotipologie forestali

1. Nei giardini e nei parchi pubblici, possono essere messi a dimora alberi appartenenti alla flora spontanea tipica della fascia bioclimatica e delle caratteristiche del suolo in cui è ricompreso il sito d'impianto, con preferenza assoluta per gli ecotipi locali.

2. Vanno evitati, di norma, allineamenti rigidamente geometrici ad eccezione, ove necessario, della creazione di filari.

3. Nei luoghi ricompresi entro 10 Km dalla linea di costa e fino a 300 metri sul livello del mare vanno messi a dimora:

a) Roverella (Quercus pubescens)

b) Farnia (Quercus robur)

c) Leccio (Quercus ilex)

d) Pino d'Aleppo (Pinus halepensis)

e) Pino marittimo (Pinus pinaster)

f) Pino domestico (Pinus pinea)

g) Alloro (Laurus nobilis)

h) Corbezzolo (Arbutus unedo)

i) Frassino ossifilo (Fraxinus oxycarpa)

j) Orniello (Fraxinus Ornus)

k) Acero Campestre (Acer Campestre)

l) Acero minore (Acer monspessulanum)

m) Sorbo comune (Sorbus domestica)

n) Tamerice (Tamarix africana)

o) Carpino bianco (Carpinus betulus)

4. Nei luoghi ricompresi nella fascia tra 300 e 900 metri sul livello del mare vanno messi a dimora:

a) Roverella (Quercus pubescens)

b) Rovere (Quercus petraea)

c) Cerro (Quercus cerris)

d) Carpino nero (Ostrya carpinifolia)

e) Carpino bianco (Carpinus betulus)

f) Orniello (Fraxinus ornus)

g) Acero minore (Acer monspessulanum)

h) Acero campestre (Acer campestre)

i) Acero montano (Acer pseudoplatanus)

j) Acero opalo (Acer obtusatum)

k) Sorbo comune (Sorbus domestica)

l) Sorbo montano (Sorbus aria)

m) Frassino maggiore (Fraxinus excelsior)

n) Abete bianco (Abies Alba)

o) Tasso (Taxus Baccata)

p) Pino laricio (Pinus nigra varo calabrica)

q) Bagolaro (Celtis australis)

r) Maggiociondolo (Laburnum anagyroides)

s) Tiglio (Tilia platyphyllos e Tilia cordata)

5. La messa a dimora delle piante deve essere effettuata nel periodo compreso tra novembre e marzo. Se sussistono motivazioni agrotecniche che garantiscono un migliore attecchimento, la messa a dimora è consentita in un periodo diverso da quello indicato.

6. E' obbligatorio utilizzare piante orientativamente di età compresa tra 1 e 3 anni d'età e con altezza da uno a due metri.

Art. 4

Adempimenti per il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione

1. Il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione, con il coordinamento del Dipartimento Presidenza -Politiche giovanili, il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione d'intesa con il Consiglio per la ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura -unità di ricerca per la selvicoltura in ambiente mediterraneo -e con il Corpo Forestale dello Stato deve provvedere a:

a) predisporre opportune linee guida relativamente alla predisposizione dei piani di manutenzione che i comuni devono rispettare per garantire il corretto attecchimento e la crescita delle specie utilizzate;

b) fissare i parametri tecnici costruttivi delle targhe necessarie all'identificazione delle piante messe a dimora e fornire ai comuni, in formato digitale, gli elaborati tecnici necessari alla costruzione delle targhe;

c) definire le carte d'identità degli alberi sia in termini di design che di contenuti di competenza, e provvedere a fornire ai comuni, in formato digitale, il modello utile alla semplice integrazione dei dati e alla successiva stampa;

d) definire i valori limite di rendicontazione per i comuni per le differenti specie vegetali previste nell'articolo 3, commi 3 e 4, della presente legge.

2. Il Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione deve provvedere, compatibilmente con la disponibilità finanziaria e del materiale vegetale, a mettere a disposizione dei comuni ed a recapitare le piante per la messa a dimora in coerenza con l'elenco di specie vegetali indicate nell'articolo 3, commi 3 e 4, della presente legge. Il Dipartimento deve provvedere entro sessanta giorni dalla richiesta alla consegna dell'albero.

3. In caso di mancata disponibilità o inammissibilità della richiesta, il Dipartimento, entro trenta giorni dalla richiesta, deve notificare le motivazioni del mancato recapito. In assenza di disponibilità delle specie richieste o di specie analoghe, presso i vivai della Regione Calabria, i comuni possono provvedere direttamente all'acquisto delle piante, previa intesa con il Dipartimento competente e nei limiti delle disponibilità di bilancio, che devono essere opportunamente certificate ai sensi del decreto legislativo 10 novembre 2003, n. 386.

Art. 5

Adempimenti dei comuni

1. I comuni, per accedere ai benefici previsti nell'articolo 6, entro novanta giorni dalla pubblicazione della presente legge. hanno l'obbligo di trasmettere al Dipartimento agricoltura foreste e forestazione il piano annuale di allocazione degli alberi messi a dimora.

2. I comuni, per rinnovare l'accesso ai benefici o se non hanno adempiuto l'obbligo di cui al comma 1, hanno l'obbligo di inviare al Dipartimento agricoltura foreste e forestazione i nuovi piani annuali di allocazione degli alberi messi a dimora ogni anno entro il termine previsto nel comma 1.

3. I comuni, per ogni intervento di messa a dimora, hanno l'obbligo di trasmettere, al Dipartimento agricoltura foreste e forestazione richiesta di invio delle piante. Le richieste non devono eccedere il venti per cento del valore di previsione effettuato nel piano annuale di allocazione.

4. Le richieste d'invio delle piante, dei modelli delle targhe o delle carte d'identità degli alberi, o i contributi per l'applicazione della presente possono essere effettuate dal novantunesimo giorno successivo alla pubblicazione della presente legge.

5. I comuni hanno l'obbligo di consentire ai cittadini che vogliono piantare a loro spese alberi per i minori non beneficiari della presente legge, l'accesso alle aree predisposte alla posa in opera degli alberi.

6. Nel caso previsto al comma 5, il comune è comunque tenuto a fornire indicazioni sul luogo di posa e sui servizi previsti dalla presente legge, quali targhe dell'albero, sistema o servizio d'irrigazione o manutenzione e carta d'identità per la famiglia del minore.

Art. 6

Spese ammissibili - Entità del contributo

1. La Regione, in base alle richieste, mette a disposizione dei comuni il quantitativo di esemplari arborei necessari e ne assicura il trasporto e la fornitura, in base alle disponibilità fissate nel Piano attuativo di forestazione annuale.

2. I comuni beneficiari possono rendicontare le spese di acquisto delle piante, opportunamente certificate ai sensi del D.Lgs. 386/2003, eventualmente non disponibili presso i vivai regionali, rispettando i tetti massimi di spesa fissati, per ciascuna specie, dal Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione.

3. La somma messa a disposizione annualmente dalla Regione Calabria per l'attuazione della presente legge è ripartita tra tutti i comuni del territorio regionale.

4. L'entità del contributo unitario per bambino nato o minore adottato varia ogni anno in funzione della disponibilità del bilancio regionale e del numero totale di bambini nati su tutto il territorio regionale.

Art. 7

Disposizioni finanziarie

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2011 e per i successivi esercizi in € 50.000,00, si provvede con la legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

2. Per l'attuazione degli interventi richiamati dal precedente comma possono essere utilizzate, per quanto compatibili con la normativa ed i regolamenti in vigore, ulteriori risorse di provenienza statale e comunitaria.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.

Art. 8

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge n. 79/9^, recante: “Modifica articolo 30 della legge regionale n. 7 del 21 agosto 2006 e ss.mm.ii. e articolo 20 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007 e ss.mm.ii.(Del. n. 59)

Art. 1

1. Al comma 4 dell'articolo 30 della legge regionale 21 agosto 2006, n. 7, così come già modificato dall'articolo 20, comma 1 della legge regionale n. 22 del 5 ottobre 2007, dalla legge regionale n. 35 del 16 ottobre 2008 articolo 1, primo capoverso, e dalla legge regionale n. 30 del 17 agosto 2009, articolo 1, comma 1, le parole "di ulteriori 42 mesi" sono sostituite dalle parole "di ulteriori 58 mesi".

2. Al comma 2 dell'articolo 20 della legge regionale del 5 ottobre 2007, n. 22, così come già modificato dalla legge regionale n. 35 del 16 ottobre 2008, articolo 1 secondo capoverso e dalla legge regionale n. 30 del 17 agosto 2009, articolo 1, comma 2, le parole "entro 28 mesi" sono sostituite dalle parole "entro 44 mesi".

Proposta di legge n. 66/9^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 50/2009 <<Definizione delle tipologie dei servizi forniti alle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera>>” (Del. n. 60)

Art. 1

(Modifiche all'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50)

1. I requisiti minimi per la classificazione delle strutture ricettive contenuti nella tabella A di cui all'articolo 4 della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 (Disciplina della classificazione alberghiera) sono modificati secondo la tabella di cui all'allegato A della presente legge, che sostituisce integralmente la tabella A della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26.

2. Il comma 3 dell'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente: "3. Gli alberghi, i motel o i villaggi albergo e le residenze turistico alberghiere, disciplinate dalla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26, sono classificati in cinque classi contrassegnate da stelle con le seguenti specificazioni:

a) per gli alberghi, motel, villaggi albergo e residenze turistico alberghiere già esistenti, per i quali è scaduto il periodo di validità del provvedimento di classificazione, non interessati da interventi di ristrutturazione o ampliamento, si procede a nuova classificazione seconde gli standard minimi relativi ai servizi, alle attrezzature e agli arredi indicati nell'allegato A, rimanendo, invece, escluso l'obbligo di adeguamento ai requisiti strutturali per i quali continua a trovare applicazione la disciplina di cui alla legge regionale 3 maggio 1985, n. 26 (Disciplina della classificazione alberghiera);

b) in caso di nuova apertura o di ristrutturazione, gli alberghi, i motel, i villaggi albergo e le residenze turistico alberghiere sono classificate secondo gli standard minimi qualitativi indicati nell'allegato A della presente legge. In caso di incremento dei volumi senza modifica delle parti esistenti, gli standard minimi devono essere applicati unicamente ai nuovi volumi;

c) in caso di alberghi, motel, villaggi albergo e residenze turistico alberghiere interessati da interventi di costruzione o ristrutturazione per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, siano già stati presentati agli uffici competenti i progetti relativi a interventi di costruzione o ristrutturazione, si applicano gli standard minimi relativi ai servizi, alle attrezzature e agli arredi indicati nell'allegato A della presente legge;

d) limitatamente ai requisiti strutturali e dimensionali, ove fossero in contrasto con la migliore conservazione dei valori storico culturali degli edifici, non è obbligatoria l'adesione ai nuovi standard per gli alberghi, motel, villaggi albergo e residenze turistico alberghiere da insediarsi o già insediati in edifici sottoposti a tutela e censiti dalle soprintendenze come di interesse storico e/o monumentale o sottoposte ad altre forme di tutela ambientale o architettonica, per le quali si può derogare in funzione della loro integrale-conservazione e preservazione."

3. Il comma 4 dell'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente: "4. Dal giorno successivo alla pubblicazione della presente legge, la prima classificazione della nuova struttura di alberghi, motel, villaggi albergo e residenze turistico alberghiere, è attribuita in base ai nuovi standard minimi di cui all'allegato A. Per le residenze turistico-alberghiere gli standard minimi si applicano alle unità abitative anziché alle camere. Alle residenze turistico alberghiere, in aggiunta agli standard minimi di cui all'allegato A, si applicano anche i requisiti obbligati relativi alla Composizione delle unità abitative e alla Sistemazione delle unità abitative di cui ai punti 2.11 e 2.12 contenuti nella tabella B) della legge regionale 3 maggio 1985, n. 26."

4. Il comma 5 dell'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50 è sostituito dal seguente: "5. In ogni caso, per tutti gli alberghi, i motel, i villaggi albergo e le residenze turistico alberghiere, l'adeguamento ai nuovi standard minimi ad essi applicabili è completato e dimostrato entro il 31 dicembre 2010, o comunque entro sessanta giorni decorrenti dalla prima-visita ispettiva dei funzionari delle amministrazioni provinciali, con la presentazione della scheda di denuncia, in base alla quale l'organo competente attribuisce alle strutture, secondo i nuovi requisiti minimi, una nuova classificazione che sostituisce la precedente."

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge n. 112/9^, recante: “Modifica all’articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario” (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” (Del. n. 61)

Art. 1

1. L'articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 23 è sostituito dal seguente:

"Art. 10 (Programma Stages)

1. Al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai giovani impegnati nel "Programma Stages" di cui all'articolo 5 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8, di integrazione e modifica della legge regionale 12 novembre 2004, n. 26, la Regione assicura l'erogazione di un contributo annuo di euro 10.000,00 a favore di soggetti pubblici, che si impegnano a stipulare, con ogni stagista, che abbia concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento di cui alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n049deL09 luglio 2007, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore ai 12 mesi di lavoro.

2. Il Consiglio regionale provvede a stilare l'elenco degli stagisti che hanno già concluso con esito positivo, alla data del 20 ottobre 2010, tutte le attività di formazione, ed ad aggiornarlo con coloro i quali, coinvolti in sospensioni autorizzate ai sensi del Regolamento del Programma Stages 2008, concludono le attività previste, sempre con esito positivo, successivamente al periodo di recupero.

3. Per accertare la potenziale platea dei soggetti interessati e quantificare le risorse occorrenti, la Regione indice una manifestazione di interesse, entro quindici giorni dalla entrata in vigore della presente norma, mediante avviso pubblico da pubblicarsi sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria (BURC) e sul sito internet istituzionale della Regione, rivolta a tutti i soggetti pubblici che intendono contrattualizzare, ai sensi del comma 1, gli stagisti in argomento.

4. La Regione invita, in seguito, i soggetti, che hanno aderito alla manifestazione di interesse, a prendere visione dell'elenco degli stagisti e del curriculum di ciascuno, completo di relazione sullo stage svolto, al fine di individuare i potenziali fruitori del contratto di lavoro, secondo modalità e tempi stabiliti dal preposto ufficio regionale.

5. Successivamente, la Regione provvede ad interpellare gli stagisti in base alle richieste effettuate dai soggetti interessati alla stipula del contratto, che viene, poi, concluso direttamente dal soggetto pubblico richiedente e lo stagista.

6. La Regione si impegna, altresì, ad incentivare, da parte di soggetti pubblici e privati nei confronti degli stagisti, la realizzazione, di percorsi integrati (anche individuali) di orientamento, di alta formazione e di inserimento occupazionale, con risorse provenienti dai fondi comunitari strutturali.

7. Alla copertura finanziaria, stimata per l'esercizio finanziario 2010 in euro 200.000,00, in ordine alla stipula dei contratti di cui al comma 1, si provvede con le risorse allocate all'UPB 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo. Per l'esercizio finanziario relativo all'anno 2011 la Giunta regionale quantificherà le risorse occorrenti in base alla manifestazione di interesse presentata dai soggetti pubblici interessati."

Art. 2

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Mozione numero 17 del 15 novembre 2010 a firma dei consiglieri Fedele, Bilardi, Tripodi, Serra: “Sulle proposte di localizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio calabrese”

Il Consiglio regionale

premesso che:

la Regione Calabria presenta un saldo elettrico positivo;

dai dati pubblicati dal Gestore della rete e relativi alla produzione di energia elettrica per l'anno 2009 si rileva che, a fronte di una produzione netta destinata al consumo di 10.800 GWh/anno, l'energia richiesta al consumo interno ammonta a 6.600 GWh/anno, con un surplus di 4200 Gwh/anno;

con deliberazione n. 98 del 9.02.2005 la Giunta regionale ha stabilito di non fornire ulteriore intesa in sede di conferenze di servizi indette dal Ministero delle Attività Produttive (oggi Sviluppo Economico) e dal Ministero dell'Ambiente per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate dal Ministero delle Attività Produttive, quale partecipazione al "Sistema Paese";

già con deliberazione n. 686 del 6 ottobre 2008 la Giunta regionale ha stabilito di non accordare l'intesa prevista dalle leggi n. 55/02 e n. 239/04 al procedimento amministrativo avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico sull'opera "Centrale termoelettrica a carbone da circa 1320 MWe, da ubicarsi nel Comune di Montebello Jonico (RC)", proposto dalla società Saline Energie Joniche Spa (SEI SpA);

per un'analoga iniziativa promossa dall'Enel Produzione SpA per la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano (CS), in sede di conferenza dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico la Regione ha manifestato il motivato dissenso alla realizzazione dell'opera.

il Piano Energetico Regionale (PEAR) approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005 fa assoluto divieto dell'utilizzo dei carbone ai fini energetici;

lo sviluppo economico del territorio regionale può ottenersi con attività alternative all'utilizzo delle fonti fossili, attività imperniate sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sulla promozione di iniziative manifatturiere nel settore delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica;

l'articolo 1 comma 2 della legge 9 aprile 2002 n. 55 di conversione del decreto-legge 7 febbraio 2002 n. 7 "Misure urgenti per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale" stabilisce che "l'autorizzazione di cui al comma 1 è rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano le Amministrazioni statali e locali interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge n. 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, d'intesa con la Regione interessata...";

ai sensi dell'art. 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia è materia di potestà legislativa concorrente;

la Regione Calabria vuole costruire un percorso di ascolto con le comunità locali, attraverso gli amministratori veri artefici dello sviluppo territoriali;

la Regione Calabria è aperta al confronto e ad un incontro con le comunità per affrontare nello specifico le strategie più idonee e alternative per la crescita economica e sociale dei vari territori;

impegna

il Presidente Scopelliti e la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero dello sviluppo economico, per impedire la realizzazione di centrali termoelettriche a carbone sul territorio della Regione Calabria nel rispetto di quanto previsto da! vigente PEAR.