Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
PRESIDENTE
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e la mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
PRESIDENTE
E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione
numero 6/9^ del 27 maggio
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello Ferdinando. Ne ha facoltà.
Vorrei richiamare in Aula la mozione che lei ha appena citato, la numero 89/91 sulla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano, e un ordine del giorno – il 1525 - che possono essere accorpati, poiché simili, sempre sulla riconversione della centrale Enel di Rossano e vorrei che fosse discusso oggi in Consiglio.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Bova.
Sulla mozione annunciata da lei poco fa, che riguarda il presidio multisoccorso che opera da tre anni allo svincolo di Bagnara, chiederei l’inserimento all’ordine del giorno e il pronunciamento dell’Aula, anche perché si tratta di una crisi acuta, è un presidio che serve, soprattutto in questo periodo feriale, e ora serve che il Consiglio si pronunci e il mandato al Presidente della Regione venga assegnato.
Con questo argomento, chiedo l’inserimento e il pronunciamento dell’Aula prima sull’inserimento all’ordine del giorno e poi su un voto nel merito.
PRESIDENTE
Se non ci sono interventi, possiamo inserire queste due mozioni richieste dai consiglieri e le mettiamo in coda all’ordine del giorno.
(Interruzione)
Un attimo, onorevole Bova.
Lei dice in coda? Poiché ha aggiunto “in coda”, siccome è una cosa che si licenzia rapidamente, io vorrei che l’Aula si pronunciasse e la licenziassimo. Si tratta, se non ci sono problemi, di cinque minuti in tutto, quindi vorrei che si discutesse immediatamente.
Sono d’accordo sull’inserimento all’ordine del giorno, ma penso opportuno discutere in coda sia la mozione dell’onorevole Aiello sia la sua, a seguire, poiché dobbiamo completare l’ordine del giorno.
Ho capito, è una sua opinione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Per rimanere nel tema, anch’io ho presentato un
ordine del giorno sul sistema carcerario in Calabria, se cortesemente lo può inserire per la votazione.
Quindi inseriamo tutti e tre gli ordini del giorno, a seguire il punto 6 la mozione dell’onorevole Aiello, al punto 7 la mozione dell’onorevole Bova, al punto 8 ordine del giorno dell’onorevole Nucera.
Volevo chiedere al Consiglio,
considerando c’è in corso una manifestazione che riguarda i lavoratori dell’Arpacal,
di avere la possibilità
di sospendere la seduta per un’oretta, per
incontrare insieme al Presidente della Giunta i lavoratori Arpacal e riprendere i
lavori alle 14,30. Quindi aggiorniamo i lavori alle 14,30 per riprendere con l’ordine del giorno.
(Interruzione)
Forse il suo intervento è
sull’ordine del giorno? Prego, onorevole Principe.
Presidente, con tutto
il rispetto che si deve alla sua figura - e colgo
l’occasione per rinnovarle la mia personale solidarietà
anche a nome del gruppo del Partito democratico
– la pregherei, se è possibile, di dare seguito ad una sua affermazione all’atto dell’insediamento, cioè di fare di
tutto per rispettare i tempi programmati del Consiglio,
perché noi siamo qui dalle ore 11,00, iniziamo
alle 13,30, c’è un rinvio alle 14,30. Con grande rispetto
per la sua figura, le chiederei in futuro, se è possibile, di mantenere questa regolarità
e puntualità dei lavori.
Oggi è una
giornata particolare, perché c’è stata una serie di incontri preventivi anche
alla seduta di Consiglio di oggi, perché oggi discutiamo la manovra finanziaria e tanta gente ha voluto incontrare i
vertici della Regione.
Nel futuro, come è stato il mio impegno dall’inizio
della legislatura, faremo di tutto per mantenerlo. Voglio solo assentarmi
adesso mezzora, per essere presente a questo argomento importante: ci sono
sindacati e lavoratori che stanno attendendo da diverso tempo.
Prego, onorevole Bova.
Dico che si possono creare delle situazioni per cui,
straordinariamente, si sospende la seduta.
Presidente, siamo
in Consiglio, non è irrituale sottolineare come incontri di questo tipo
dovrebbero vedere, oltre alla sua e alla presenza del Presidente della Giunta
anche quella dei capigruppo, perché
siamo non in sede dell’Esecutivo. Non è una novità. Invece, non ho sentito che
lei ha proposto che partecipino, anche per ascoltare, perché poi le decisioni
sono comuni.
Le chiedo scusa, se fossimo in un’altra sede, capirei,
lei è il Presidente, ma qui i gruppi ci sono tutti. Penso sia giusto che
ciascuno si possa assumere la propria responsabilità. Si parla non di incontri
privati, siamo in discussione di una legge ed io sottolineo questo. Poi l’Aula,
come sempre, è sovrana, ma formalmente sottolineo ed avanzo la richiesta di
poter partecipare assieme agli altri Presidenti di gruppi a questo incontro con
i sindacati e le delegazioni, in cui l’oggetto è Arpacal e quindi il disegno di
legge che viene sottoposto all’approvazione dell’Aula.
Onorevole Bova, noi abbiamo solo dato seguito alla richiesta che viene dai lavoratori, i quali hanno chiesto espressamente,
con le sigle sindacali e con lettera, di voler incontrare il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio
regionale; ci siamo adeguati a questa loro richiesta.
Se, nel momento in cui
andremo a questo incontro, ci sarà bisogno di un approfondimento, convocheremo una Conferenza
dei capigruppo, alla quale tutti potranno liberamente partecipare.
La seduta è sospesa, riprende
alle 14,30.
La seduta sospesa alle 13,31 è ripresa alle 15,33
Riprendiamo i lavori. Scusate per il ritardo, ma c’è stato un incontro con le organizzazioni sindacali e con una delegazione dei lavoratori dell’Arpacal in merito ad una norma presente nel collegato.
Prima di passare all’ordine del giorno, ci tenevo in questo momento a ringraziare pubblicamente tutti coloro che, in quest’Aula e fuori, mi sono stati vicini, apprendendo della lettera di minaccia con le pallottole che ho ricevuto contro la mia persona.
I messaggi, anche affettuosi, di solidarietà e gli attestati di stima che mi sono pervenuti e stanno continuando a pervenire in queste ore da amici, politici di ogni schieramento, da figure istituzionali, ma anche da semplici cittadini, costituiscono per me un momento importante, di nuova linfa di impegno e di rigore ad andare avanti.
Nei contenuti, nella pluralità e nell’ampiezza di queste dichiarazioni, colgo la conferma che questo tipo di battaglie si combattono insieme e si riescono a vincere se si è in tanti ed uniti. Dobbiamo essere uniti contro questo tipo di episodi ed isolare questa minoranza che va a minare la democrazia.
Il fenomeno, purtroppo, nella nostra regione ha
investito e investe tanti amministratori pubblici, sindaci e politici, con
frequenza a volte quotidiana. Non ci sono più, in questo senso, “zone franche”,
dal Pollino all’Aspromonte sembra ormai senza soluzione di continuità. Ma
Personalmente, per me nulla è cambiato: oggi sono qui, come ieri e gli altri giorni, resterò al lavoro con l’impegno e la dedizione di sempre. Continuerà ad assolvere ai miei compiti con serenità. Certo, non so le motivazioni di questo vile gesto e non riesco nemmeno a decifrarle. Ho piena fiducia negli organi inquirenti, nelle forze dell’ordine e nella magistratura e rinnovo a la piena fiducia, sicuro che con il loro lavoro faranno piena luce sulla vicenda.
Purtroppo, come si sa, sono già stato oggetto, in passato, di “attenzioni”, e questi fatti hanno, certo, creato certo tensioni e apprensioni e tanta preoccupazione non tanto a me, perché chi fa politica mette in conto questi tipi di intimidazioni, ma soprattutto alla mia famiglia e ai miei cari. Però episodi del genere, gravi e inquietanti, non mi hanno impedito di svolgere lo stesso la mia attività politica e istituzionale negli anni passati. Sarà così anche adesso che ignoti mi hanno indirizzato quest’ultima oscura minaccia, a tre mesi dalla mia elezione a Presidente del Consiglio regionale.
Non mi lascerò distogliere da questo fronte di impegno che, come è sempre stato e continuerà ad essere, per quanto mi riguarda, vede come priorità assoluta l’opposizione alle mafie, ai poteri occulti e ad ogni forma di prevaricazione e sempre e comunque per la legalità e la trasparenza.
La nostra Assemblea è chiamata anche in causa per diretta competenza, che non è certo irrilevante in materia. Noi abbiamo la legge 5 del 2007 sulla sicurezza, abbiamo norme importanti sull’usura e sul racket che devono essere adeguatamente finanziate, proprio per dare la possibilità di effettuare delle azioni concrete e costanti.
Questa legge, come tutte le altre e importanti provvedimenti, è rimasta finora una legge-manifesto. Tocca a noi - e faccio appello al Consiglio regionale nella sua interezza - riprenderla ed attuarla, colmando questo grave vuoto.
Queste brevissime parole mi sentivo di rivolgere a questo Consiglio regionale, alla massima Assemblea elettiva
calabrese,
ringraziando ancora una volta i consiglieri regionali
di centro, di destra, di sinistra, tutti gli
appartenenti alle forze politiche per questo attestato
di solidarietà nei miei confronti e ho voluto ringraziare proprio qui, all’inizio
della seduta, sapendo che è un
momento importante e che noi dobbiamo continuare sulla strada intrapresa del rinnovamento e del
cambiamento di cui
Dovremo lavorare sulla
cultura della legalità, dovremo sostenere le forze
dell’ordine e la magistratura per il lavoro
che svolgono, ma tutti quanti noi ci
dobbiamo sentire offesi per aver voluto violare, con questi tipi di
atteggiamenti, attraverso la volontà di pochi che devono essere isolati sempre
di più, dobbiamo fare quadrato, dobbiamo stare tutti dalla stessa parte per immaginare e se vogliamo veramente costruire una Calabria diversa.
(Applausi dai
banchi dei consiglieri e dai posti riservati al pubblico)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il Presidente Scopelliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, prendo la parola non soltanto per ribadire e confermarle la
grande vicinanza mia personale e di tutta la Giunta. Abbiamo appreso e letto
quanti consiglieri, anche altre personalità della nostra terra ti hanno
espresso una vicinanza forte. Ma proprio su questo tema, purtroppo, mi duole
dover riferire all’Aula che è notizia di pochi minuti fa, siamo stati come
ufficio interpellati da parte delle forze di Polizia perché questa mattina, a
Catanzaro Lido, dove c’è il centro di smistamento per quanto riguarda il
servizio postale, è stata rinvenuta una lettera indirizzata alla collega
Vicepresidente Antonella Stasi, dove all’interno vi era un proiettile calibro
9.
Continua, quindi, questa
azione destabilizzante da parte di qualcuno che, evidentemente, ritiene che
questa classe dirigente, questa esperienza che abbiamo messo in campo, crei
fastidio e difficoltà.
Credo di manifestare a nome
di tutti, ma soprattutto della Giunta, la vicinanza alla Vicepresidente Stasi,
e che sia giusto riconfermare quanto detto dal Presidente Talarico, che questa
è una stagione difficile, complessa, di grandi stravolgimenti e di grandi
cambiamenti e quindi che tutto questo era prevedibile, probabilmente, in una
terra come la nostra. Però credo che da parte nostra ci sia la consapevolezza
che questa partita, caro Presidente Talarico, ci appartiene, dobbiamo giocarla
noi sul nostro coraggio, sulle nostre spalle, con la nostra forza, con la
nostra coerenza abbiamo l’obbligo di andare avanti. Anche chi, come il
Vicepresidente, non è un’eletta, quindi non è stata indicata dai cittadini, ma
è stata scelta per le sue grandi qualità a sostenere questo cammino, proprio
per rappresentare un momento ulteriore di garanzia di un percorso nuovo e
diverso.
Ritengo che questi segnali
tendano a destabilizzare, a creare un clima di
difficoltà e di tensione, però andremo avanti con la stessa serenità, con
maggiore “prudenza”, e credo che sia molto importante fare un’ulteriore
considerazione, un’ulteriore riflessione.
In Calabria non abbiamo
bisogno di professorini dell’antimafia, ma molto di più di gente che si stringa
attorno a coloro che hanno il compito di governare, perché governare è
difficile in questa terra.
Questa mattina ho salutato il
sindaco di Sant’Agata d’Esaro, anche lui aggredito -più volte le macchine
incendiate-, e non passa giorno che io non debba fare una dichiarazione, un
telegramma di solidarietà, una telefonata per esprimere vicinanza ai tanti
amministratori che vengono aggrediti dal crimine organizzato, per questioni
inerenti la loro attività quasi sempre. Questo è un problema serio.
Credo che oggi noi dobbiamo
porre, come classe dirigente, un problema molto serio in questa nostra Regione,
che è quello di cominciare ad avere grande rispetto per chi ha il compito di
governare la cosa pubblica e di cercare di cooperare e di lavorare in grande
sintonia.
Questa mattina ho ribadito ad
un centinaio di sindaci e amministratori, in un incontro che abbiamo tenuto con
l’assessore Trematerra, un concetto importante: noi vi siamo vicini, abbiamo il
compito di coinvolgere i territori, di destinare risorse, di creare sviluppo,
di fornire azioni tese a produrre ricchezza e cambiamento; è chiaro ed evidente
che, se lavoreremo insieme, saremo una grande squadra, costituiremo una grande
stagione.
Allora ecco qual è la cosa
importante: riuscire a lavorare tutti in sintonia per un unico grande
obiettivo, che non è facile da raggiungere, ne siamo abbondantemente
consapevoli, però ci vogliamo provare e credo che questi segnali che arrivano
tendano soltanto a rallentare il nostro cammino.
Noi non possiamo arrestare la
nostra marcia. Dobbiamo soltanto continuare a lavorare, dando risposte
importanti ai calabresi.
Quindi, cara Vicepresidente,
cara Antonella, andiamo avanti, lavoriamo ancora di più tutti insieme, perché queste provocazioni, queste minacce, queste
strategie che vengono messe in campo non possono e non devono turbare
l’andamento di questa nostra amministrazione.
Tutti quanti, ancora più uniti,
in questa grande battaglia che ci appartiene, che è la nostra, per i nostri
figli – l’abbiamo detto più volte – andiamo avanti per questa strada, con
grande coraggio e con grande fermezza. Sono convinto che i risultati
arriveranno. I segnali ci sono, contrastanti per alcuni aspetti, anche
negativi, ma altrettanti positivi. La gente condivide le scelte di rottura e di
discontinuità che stiamo realizzando, sulla base di una strategia politica,
senza andare contro nulla e nessuno, ma per volontà di determinare un destino
nuovo per questa terra.
Quindi, caro Presidente, le
esprimo tanta vicinanza, così come alla Vicepresidente Stasi.
Noi tutti abbiamo questo
grande compito da portare avanti. Sono convinto che, una volta superate queste
resistenze e queste difficoltà, saremo in grado di dare ancora di
più e prima le risposte che i cittadini si
attendono, che sono il nostro vero grande obiettivo, l’idea di dare a questa
terra una grande capacità di esprimersi, di essere protagonista, di
risollevarsi e di guardare al futuro in maniera diversa, quindi lavorare tutti
insieme per conseguire questo traguardo.
PRESIDENTE
Grazie al Presidente
Scopelliti. Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.
Intervengo anch’io, come già ho fatto anche sulla stampa, per esprimere la solidarietà al Presidente del Consiglio e - apprendiamo ora – anche alla Vicepresidente della Giunta.
Credo che questi atti
non vadano nella direzione giusta. Dissento su una cosa che ha detto il Presidente della Giunta, nel senso che, purtroppo, questi atti
non avvengono soltanto ora, Presidente Scopelliti,
perché anche quando governavamo noi, assistevamo quotidianamente come Giunta regionale a
questi atti contro amministratori locali,
consiglieri comunali, consiglieri provinciali,
consiglieri regionali: il Presidente Talarico è stato oggetto anche nella
scorsa legislatura di atti forse più eclatanti e più gravi.
E’ un problema generale, al di là di chi governa in questo caso, e noi dobbiamo lavorare tutti insieme, in particolar modo allo Stato, che ha la potestà legislativa e il potere. In passato abbiamo lavorato tutti insieme per realmente fare una politica contro la criminalità organizzata, per mettere in campo politiche diverse.
Purtroppo, ahimè, anche qui
Dobbiamo chiedere al Governo nazionale, invece, di
impegnarsi, come avviene molto spesso per casi secondari: il ministro Maroni è
molto solerte, quando c’è qualche furto in qualche villa a nord-est, a Padova,
a Reggio Emilia, a Trieste, nel mettere subito in campo operazioni e risorse,
ma quando, invece, avvengono fatti gravi nella nostra terra, non c’è la stessa
risposta.
Dovremmo lavorare per cambiare queste cose, per mettere
in campo una legislazione antimafia che contrasti ancora di più i patrimoni
della criminalità organizzata e, dal basso, costruire, insieme alla società
civile, una nuova cultura che respinga la criminalità organizzata e che possa
far cambiare realmente la nostra regione.
Se non muta questo stato di cose, la nostra regione non farà passi in avanti, né dal punto di vista economico né dal punto di vista sociale. Per questo credo sia importante trasformarsi in questo senso e fare un appello al Governo nazionale, realmente, per mettere al centro la lotta alla criminalità organizzata.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, intanto per confermare a
lei i miei sentimenti personali di solidarietà e di vicinanza, ma anche a nome del gruppo del PD, e ribadisco che le
minacce alla sua persona offendono questa Assemblea in tutti i suoi settori.
Intendiamo esserle vicino, soprattutto sostenendo quelle iniziative che vanno
in direzione dello sviluppo di questa regione, per aumentare gli spazi di
libertà dei cittadini e migliorare la lotta dura ad ogni forma di crimine
organizzato.
Certo, l’emergenza sicurezza di questa regione – e
dicendo questo, faccio una critica a tutti i Governi nazionali che si sono
succeduti durante
Naturalmente, estendo la solidarietà anche al signor
Vicepresidente con gli stessi sentimenti di vicinanza umana e democratica.
Mi permetterei di aggiungere,
in questa occasione, che come massima istituzione democratica della
Regione, noi abbiamo un dovere, signor
Presidente: porre un argine ad ogni forma di degenerazione, ma anche instaurare
un clima democratico civile, nel senso che in questo Paese, soprattutto la
seconda, la terza, la quarta Repubblica, ci hanno regalato il principio della
demonizzazione dell’avversario. Forse qualcuno mi potrà dire: “Non c’entra
questo discorso nel tema”. A mio avviso, quando l’avversario diventa nemico e
viene demonizzato attraverso vari strumenti, è in quel momento che viene
indicato come bersaglio.
Allora, dato che lei è un giovane che dà speranza per lo
sviluppo di questa regione, mentre riconfermo solidarietà a lei, ma anche al
Vicepresidente della Giunta, la pregherei di essere una vestale di questa
correttezza istituzionale, che dalla Calabria parta questo messaggio di
civiltà, che noi non siamo nemici, il Presidente Scopelliti non è mio nemico,
il modesto Sandro Principe non è nemico del Presidente Scopelliti: siamo
avversari. Questa è una palestra democratica e naturalmente, dicendo questo,
non penso a politiche compromissorie. Voi siete maggioranza, farete le vostre
proposte, avete il compito e il dovere di governare, noi saremo critici quando
non condivideremo le cose, ma saremo anche costruttivi, sempre nel rispetto
reciproco, perché questa sarebbe veramente una bella cosa che viene fuori da
questa Calabria tanto bistrattata dai mass media.
Confido che il Presidente Talarico sarà rigoroso sotto
questo profilo e sarà anche rigoroso in una verifica che metta in campo iniziative legislative che,
nei fatti, al di là delle buone intenzioni che possiamo avere tutti noi, siano
veramente un argine ad ogni forma di sopraffazione, ad ogni forma di
organizzazione non corretta rispetto ad una democrazia moderna ed avanzata.
Tante grazie ed affettuosa solidarietà a lei e al
Vicepresidente Stasi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano.
Ne ha facoltà.
Ho chiesto la parola per rinnovare a lei, a nome del nostro gruppo, tutta la nostra solidarietà e vicinanza,
estesa al Vicepresidente Antonella Stasi, che ha subìto un’analoga, oltraggiosa
e vile intimidazione, per dire come questa Calabria, ormai, è diventata uno stillicidio giornaliero di atti intimidatori e vili che riguardano amministratori, giornalisti, magistrati.
La risposta che noi possiamo
dare è alta e forte, di qualità politica, diventando un’istituzione che recuperi, o meglio, che guadagni spazi di
partecipazione democratica e di efficienza
e che dia veramente una grande risposta in termini di legalità e di
trasparenza.
Sono convinto che
l’Assemblea da lei guidata, l’intera istituzione saprà e avrà la
capacità di distinguersi per tutti quei provvedimenti, in tutti i
campi, che possano segnare una pagina nuova, dove la legalità, la trasparenza e
la partecipazione siano un faro per l’intera istituzione e per
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha
facoltà.
Non tutti i cambiamenti sono positivi, è una voce media, infatti in latino era un termine medio che poi, tradotto in italiano, “cambiamento” ci siamo convinti che sia una cosa in sé positiva!
Signor Presidente,
non intervengo tanto e solo per esprimere a
lei e alla dottoressa Stasi, Vicepresidente della
Giunta, solidarietà, perché questa non può non esserci e, comunque, chi è da più
tempo in quest’Aula sa che, in qualche maniera, la vicenda degli eletti
calabresi ha accompagnato, purtroppo con un’escalation, una vicenda politica calabrese.
Addirittura io ricordo, tra i giusti, c’è l’effige, la testa di Fortugno: la politica ha conosciuto ben altre violenze. Allora era Presidente della Repubblica Ciampi, che disse che questa terra doveva resistere, rivolgendosi non tanto e solo alle persone, ai soggetti attivi, ai giovani della Calabria, ma anche alla Calabria delle istituzioni.
Nella passata legislatura
inventammo, maggioranza e minoranza, una convenzione dei doveri e dei diritti, facemmo anche
un lavoro di supplenza rispetto a insufficienze che erano del livello nazionale. Oggi, in
Calabria, ci sono più volanti che circolano, più comuni in cui funzionano
telecamere. Erano funzioni ordinarie nazionali, sono diventato un modo di agire
della Regione Calabria attraverso finanziamenti straordinari.
Qui, come esprimiamo la solidarietà? Se rafforziamo un
patto, che non significa confusione dei ruoli, perché nelle vicende della
democrazia si vota e c’è chi vince e ha la funzione di assolvere a compiti di
governo e chi perde e ha funzioni di stimolo, di indicazione e comunque di
controllo... Quindi, se rafforziamo un patto è qui che lo rafforziamo, e con
questo rafforziamo la democrazia calabrese: se facciamo passaggi formali, se
rendiamo più forte la rete delle leggi, se tutte le funzioni sono chiare e se
nessuno rimane solo.
Come si rimane soli in democrazia, nelle istituzioni? Se
le decisioni fondamentali le assume per legge chi le fa le leggi, le assume
l’Aula. Noi abbiamo solo questo modo di aiutare, di fare il nostro dovere, di
fare in modo che le leggi, rispetto alla “mala pianta”, diventino più efficaci
e più forti, da un lato escludendo dalle risorse pubbliche coloro i quali
praticano il malaffare, dall’altro facendo in modo che le virtù, l’onestà, il
rigore, l’ingegno, la capacità di rischio vengano premiati.
So che è una battaglia di lunga lena e che, dall’oggi al
domani, non cambierà molto e per questa via, oltre che ai governi - senza
saccenteria lo dico ai colleghi - dovremmo stare più attenti alle nostre cose.
Avverto sui quotidiani nazionali – e questo è rilevante
– una sorta di isolamento di questa terra che permane e l’isolamento, badate
bene, non riguarda tanto e solo la critica per come agiscono alcune presenze in
Calabria. Vedo, per esempio, una doppia campagna in questi giorni anche sui
quotidiani che vanno per la maggioranza: in primo luogo, sulla quantità di 100
e lode che ci sono state nelle nostre scuole. Non lo so, non faccio il
commissario d’esami, ma certo non stiamo parlando del 18 politico, non so se
sono 99 o 100 e mezzo e, non è perché sono nato in questa città, avverto un
atteggiamento che in sé è un po’ razzista.
Inoltre avverto una discussione, dal sapore stantio, sui
Bronzi di Riace: sarà perché li abbiamo portati qui e sono venute più persone,
nessuno si stanca delle tante meraviglie dell’arte, delle creazioni
dell’ingegno umano, che ci sono in giro per i musei italiani. Chissà perché,
gli unici che sembrano figli di nessuno sono le risorse, le ricchezze, i
giacimenti presenti qui da noi!
Perché dico questo? Perché riusciremo a rafforzare un percorso positivo e ci esprimeremo
con più efficacia, solidarietà e vicinanza,
quando comprenderemo che queste cose sono di tutti e che la responsabilità è di
tutti. Anche a questo Governo regionale, per il bene generale, auguro successo,
ma i governi passano; la rete dei rapporti delle leggi che facciamo, del
sostegno che diamo con fatica alla crescita della Calabria, questa in parte
resta.
A questo patto io do il mio appoggio, non solo in ciò
che è doveroso, non solo nella vicinanza, solidarietà e sostegno, ma
anche su un piano più profondo, che rende ciascuno di noi meno solo e meno
debole, come ho detto al Presidente Talarico qualche anno fa. Allora lui non
era Presidente, era il segretario dell'UDC della Calabria, era componente del
Consiglio - come vedete, questo tipo di attacchi avviene sempre, al di là se
uno governa o non governa - e il quesito era in quel momento in che modo fare
rete attorno a noi, perché le nostre non diventino, malgrado la nostra volontà,
frasi di circostanza, ma un modo di quel pezzo di Calabria che esiste e che non
è piccolo, per resistere con più efficacia e dare un indirizzo.
Questo è il mio intervento, questo è l’augurio che vi
faccio e mi faccio, questo è il lavoro che vorrei poter contribuire a fare, ma
su questo la responsabilità del Presidente Talarico, del Presidente della
Regione e della maggioranza è più grande della mia, quindi loro lancino questa
sfida, per quanto mi riguarda io per uno ci sarò, assieme al collega Adamo.
Non ci sono altri interventi, quindi concludiamo questo
breve inizio dei lavori, che mi sembrava doveroso fare.
Passiamo, quindi, al primo punto all’ordine del giorno:
proposta di legge numero 24/9^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante – “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata
al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio”.
La relazione era già stata fatta dall’onorevole Dattolo
nella precedente seduta, poi c’era stata
un’eccezione formale per la presentazione degli emendamenti, per cui possiamo
passare agli emendamenti a questo progetto di legge, che sono abbastanza
corposi.
Diamo la parola all’onorevole Principe.
Le ricordo sempre il Regolamento che applicheremo anche per i tempi del suo
intervento.
Signor Presidente,
nella precedente seduta, dopo la relazione dell’onorevole Dattolo, non siamo riusciti ad
esprimere compiutamente il nostro pensiero,
ma come gruppo del Partito democratico noi
chiediamo a lei, al Presidente Scopelliti ed anche all’assessore Gentile un momento di
riflessione su questa normativa, perché si
tratta di una legge estremamente delicata.
Abbiamo fatto prima una
discussione su come vorremmo, sia pure brevemente,
Se venisse approvata questa legge che prevede un aumento
generalizzato del 20 per cento della volumetria esistente, ritengo che tra
qualche anno ci troveremo di fronte ad un’altra Calabria, onorevole Dattolo,
perché il patrimonio edilizio della regione è già enorme e quella che viene
proposta al Consiglio regionale è una legge che sconvolge la ratio di quello che era il provvedimento
di carattere nazionale, tant’è che la gran parte delle Regioni si è regolata
diversamente da come voi ci proponete di regolarci. La gran parte delle
Regioni, intendendo questa legge come uno stimolo alla ripresa dell’attività
edilizia, ha limitato gli aumenti volumetrici agli edifici che hanno una
caratteristica unifamiliare o, al massimo, bifamiliare e comunque con una
volumetria complessiva non superiore ai
Cosa significa questo? Che nelle altre regioni, nella
gran parte – ma questa era anche la ratio
del Governo Berlusconi – avremo interventi che non superano i
Nella passata legislatura – l’onorevole Dattolo non
c’era – come ricordano i colleghi che sono ritornati insieme al modesto
sottoscritto –, anche in modo più trionfale, devo dire –io ho già combattuto
questa battaglia, tant’è vero che quando l’ex
Presidente Loiero, nominato
commissario ad acta, portò in quest’Aula – poi il Consiglio era stato
già espropriato dei suoi poteri – il provvedimento, non solo era previsto
l’aumento del 20 per cento soltanto per le unità abitative unifamiliari e
bifamiliari, ma personalmente feci una battaglia perché non condividevo la DIA
neppure per questi limitati aumenti.
Allora, per non farla troppo lunga, perché il tempo è
tiranno, vi invito a riflettere su questo dato: se in Calabria ci sono ics
milioni di metri cubi, con questo
provvedimento andremo ad autorizzare un 20 per cento in più di questi ics
milioni, addirittura con una semplice DIA.
Questo è un atto, a mio avviso – lo dico con la più
grande modestia e la più grande umiltà –altamente irresponsabile, perché noi
siamo una regione con un alto grado di sismicità. Ma lo sappiamo che cos’è una
DIA? Certo, mi si potrà dire: “Ma ci sarà un tecnico che sotto la sua
responsabilità certifica che si può fare quell’ampliamento rispettando la legge
sismica”. E alle pubbliche autorità basta questo?!
Ripeto, già un
aumento modesto di
Pertanto inviterei sia il Presidente Talarico sia il
Presidente Scopelliti ad essere coerenti con le dichiarazioni di volontà
rinnovatrice espresse all’inizio di questa legislatura ed anche in campagna
elettorale, e ad accogliere questo nostro modesto suggerimento di
approfondimento. La mia proposta è che il provvedimento ritorni in Commissione,
per darci la possibilità di discuterne meglio, di migliorarlo.
Inoltre questo scenario diventa ancora più raccapricciante nel
momento in cui, assessore Trematerra, tutto si fa in deroga ai piani regolatori
in maniera di distanze e di altezze: veramente ci troveremo di fronte ad
iniziative obbrobriose, sotto il profilo sia urbanistico che architettonico.
Da
quanto avete capito, con i nostri numeri, con i nostri limiti faremo al
provvedimento una opposizione molto rigorosa: abbiamo presentato, al riguardo,
numerosi emendamenti. Tuttavia, invitiamo la maggioranza, ed anche l’assessore
all’urbanistica, a riflettere su queste cose, perché questo provvedimento
incide enormemente sulla programmazione urbanistica dei nostri territori.
Guardate,
questo Consiglio regionale, tra gli ultimi atti della vecchia legislatura, onorevole Dattolo, ha approvato una norma che, in materia di
controllo antisismico, fa ritornare indietro la normativa. In pratica, abbiamo ripristinato il vecchio nulla-osta del Genio Civile. Come sapete, oggi è sufficiente il deposito dei
calcoli; poiché il deposito non ha funzionato con i controlli a campione,
abbiamo chiesto di ripristinare il vecchio nulla-osta preventivo, che oggi si chiama autorizzazione.
Questo
significa che c’è una norma garantista di una classe dirigente che si rende conto che la quella sismica è una questione
seria.
Per
come avete impostato la legge,invece, si finisce con l’autorizzare il 20 per cento indiscriminato di aumento, senza un controllo
preventivo del Genio Civile, perché si fa con una semplice DIA, in deroga alle
norme di distanza e di
altezza previste dai piani regolatori generali e, per di più, consentendo
l’aumento del 35 per cento per i fabbricati da demolire. Così per i fabbricati che non sono solo
come destinazione iniziale residenziali, ma anche fabbricati che hanno un’altra
destinazione, se demoliti, vengono beneficiati dell’aumento del 35 per cento.
Assessore
Gentile, per tutti questi motivi mi appello anche al suo carattere saggio e che
riscuote la mia personale stima. Penso che su questo problema un momento di riflessione si imponga.
Noi saremo costruttivi, nel momento di riflessione, e posso preannunciare che
sarei anche disponibile, a nome del gruppo del PD, a consentire l’inizio dell’attività con una
semplice DIA, purché limitiamo l’intervento al 20 per cento di unità immobiliari unifamiliari o bifamiliari con un
massimo di volumetria di
Quindi
insisto nella mia richiesta di ritornare in Commissione per esaminare meglio questo provvedimento.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidenza
del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Anch’io non nascondo, insieme al mio gruppo, Italia dei valori, la nostra grande preoccupazione per questo provvedimento che avrà un impatto notevole sul territorio calabrese, un territorio che non ha bisogno di un ulteriore carico urbanistico, che ha già un’eccedenza, un surplus di vani e di unità immobiliari.
Questo provvedimento
va in una direzione opposta rispetto alla ratio stessa della legge, che era quella
di favorire il riuso e
la sostituzione di un
patrimonio edilizio spesso obsoleto e inadeguato, anche sotto i profili della
sismicità e del risparmio, tutto quello che dovrebbe essere oggi all’avanguardia, per una edilizia che dovrebbe rispettare i parametri del risparmio energetico.
Mi
associo a quanto ha detto l’onorevole Principe rispetto alla necessità di ulteriori approfondimenti.
L’Aula non può affrontare un articolato, tra l’altro con notevoli
emendamenti; anche il nostro gruppo ha
cercato, in un’ottica di miglioramento di questa vostra proposta, di proporre
ed offrire un quadro coerente di proposte che vanno proprio nella direzione di
favorire queste caratteristiche del riuso, della sostituzione di un patrimonio
edilizio, senza andare ad offrire la possibilità indiscriminata di creare delle
volumetrie incontrollate.
Allora, se si va a favorire un’indiscriminata
possibilità di utilizzare il 20 per cento di ampliamento, credo che ciò sia in
controtendenza pure con le necessità del territorio calabrese, un territorio
vulnerabile, dove c’è necessità di grande attenzione. Anche per questo abbiamo
previsto una più approfondita funzione delle indagini geologiche e anche nei
confronti del rispetto dei dettami del Piano di assetto idrogeologico.
Noi siamo per limitare gli interventi anche agli edifici
unifamiliari e bifamiliari. Non condividiamo la possibilità, che avete voluto,
di creare, addirittura, delle cubature per immobili che non hanno già una
destinazione residenziale. Questo va ad incidere su ogni strategia di
pianificazione. Su questo siamo nettamente contrari.
Concludendo chiedo a lei, Presidente facente funzioni, onorevole Nicolò, ed
alla maggioranza tutta, uno spunto di
riflessione: credo che fare ritornare questo provvedimento in Commissione possa
costituire un momento nel quale un confronto, una verifica possa approdare a un
provvedimento con margini notevoli di miglioramento.
PRESIDENTE
E’ iscritto a parlare l’onorevole Fedele. Ne
ha facoltà.
Ho ascoltato gli interventi dei due colleghi con grande attenzione. Intanto, volevo dire che questa legge è stata approvata in Commissione dopo un ampio dibattito,
ben seguita nei singoli articolati, nei singoli capitoli. E’ una legge che
sicuramente può essere - per carità – migliorabile; tra l’altro so già che
l’assessore Aiello e l’assessore Gentile hanno presentato un emendamento che,
in parte, va nella direzione di cui parlava prima l’onorevole Principe,
poiché è un tema che anche al centro-destra sta a cuore.
Credo, invece, che dobbiamo approvarla al più presto,
Presidente, perché questa è una legge attesa dai calabresi, in quanto
sicuramente porterà sviluppo alla nostra regione. Tutti sappiamo che, quando in
Italia, in Calabria nel nostro caso, si mette in moto l’edilizia, si sviluppa
anche di un indotto che è importante, indispensabile per la nostra regione.
Quindi, c’è tutta la nostra intenzione ad andare avanti
in maniera spedita, ringraziando il Presidente Dattolo per il lavoro fatto
dalla sua Commissione, un lavoro fatto bene. Ma siamo in Aula, ci sono tanti
emendamenti e se, nel corso della discussione, c’è anche qualche emendamento
del centro-sinistra che può essere migliorativo- perché no? -, credo che
l’assessore Gentile e l’assessore Aiello non avranno niente in contrario ad
accoglierlo.
Andiamo avanti con la discussione e con l’approvazione
di questa legge, perché tra l’altro dopo di questa c’è anche l’assestamento di
bilancio: un lavoro non indifferente e molto impegnativo in questa giornata.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne
ha facoltà.
Penso, a differenza del
collega Fedele, che questa non è una
legge che tutti si attendono. Infatti, sui giornali alcuni ordini
professionali importanti si sono
espressi in maniera negativa nei confronti di questa
proposta. Andiamo un po’ indietro con la memoria a quella che è
stata
Insieme ad altri colleghi abbiamo presentato emendamenti
non per fare ostruzionismo, non è nostro costume, non è il nostro modo di fare.
Occorre sentire anche alcuni organi, c’è la necessità e l’esigenza di
migliorare.
Tutti siamo convinti che c’è bisogno di legiferare
all’interno di questo consesso, infatti sul dimensionamento scolastico si è
riusciti ad arrivare ad un’approvazione all’unanimità, perché si è sposata
l’esigenza del territorio. Non penso che la nostra terra, oggi, abbia questa
esigenza, non penso che questo sia un territorio dove si è costruito
rispettando i parametri. Non lo voglio ricordare a voi, soprattutto consiglieri di vecchia
data, quello che è stato Maierato, non vi voglio ricordare quello che è stato,
all’interno delle aree della provincia di Cosenza, le case che sono venute giù.
Ci vogliono alcuni accorgimenti che vadano a frenare
quella non solo speculazione, ma quella condizione di pericolo che si è creata
negli anni all’interno dei territori. Vengo da un paese che l’assessore Gentile
conosce molto bene, dove c’è una frazione costruita tutta su territorio R4:
immaginate dopo l’approvazione della legge all’interno di quel territorio!
Quindi non è ostruzionismo quello del centro-sinistra,
stiamo cercando di sanare una situazione che in questo momento è in piedi e che
va a creare una difficoltà, perché non penso che sia esigenza di tutti i
calabresi e non è solamente – come dite voi – cercare di portare avanti un
indotto, perché quando andremo a discutere il collegato dell’assestamento,
vedrete che avete cassato un intervento che era di riqualificazione dei centri
storici e anche un accollamento dei mutui da parte della Regione.
Se si vuole far ripartire l’economia, lo si fa anche in
quelle condizioni.
E’ preoccupazione della Federazione della sinistra, se
passa una legge impostata così.
Sicuramente ci misureremo sugli emendamenti, con la speranza che il fine ultimo
sia quello del bene reale di questa terra, non magari una spinta verso una
speculazione edilizia che a tutti serve, tranne che ai cittadini calabresi!
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne ha
facoltà.
Colleghi, io credo sia doveroso un intervento per un contributo mirato alla chiarezza di quello che, in questo momento, questo Consiglio regionale sta per realizzare.
Chiarisco alcune cose: gli argomenti del centro-sinistra, utilizzati per impedire che questa legge regionale venga approvata, vengono conditi con aggettivi come cementificazione, speculazione, realizzazione del 300 per cento dell’attività edilizia esistente, con un’analisi politica e una superficialità – mi si consenta, con il rispetto per i colleghi della opposizione, soprattutto il collega Sandro Principe – che, onestamente, ci deve fare riflettere.
(Interruzione)
Le dirò per quale motivo dico queste
cose.
Cominciamo a fare un po’ di
chiarezza. Intanto, è evidente che sul piano politico il centro-sinistra è contrario e che fosse così, lo
sapevamo già, perché in Italia le Regioni che subito hanno adottato leggi
regionali in recepimento dell’indirizzo del
Governo, della cosiddetta legge Berlusconi, sono state in gran parte le
Regioni del centro-destra: per un fatto ideologico il centro-sinistra ha votato
contro o ha cercato di fare l’ostruzionismo.
Seconda analisi: onorevole Principe, la legge non è una legge urbanistica, nazionale o regionale o nazionale che recepisce quella regionale, è un provvedimento che è stato adottato dallo Stato, dal Presidente del Consiglio dei ministri mirato allo sviluppo, all’occupazione e quindi è mirato allo sviluppo economico.
(Interruzione del consigliere Principe)
Mi
faccia completare, perché le dirò delle cose che sicuramente le serviranno per
avere una maggiore informazione.
Detto
questo, in Calabria voi non siete stati in grado di adottare una legge
regionale, perché c’erano le due anime, quella di Michelangelo
Tripodi e quella di
Incarnato, quella di Incarnato che aveva impostato una legge urbanistica sulla
casa che era molto simile a quella che stiamo adottando oggi, quella di Michelangelo
Tripodi che incarnava
l’anima dei Verdi, di coloro che volevano a tutti i costi che in Calabria non
si mettesse più un chiodo. Il risultato qual è stato? Che non avete realizzato
nessuna legge sulla casa e vi siete limitati, attraverso una iniziativa del
Presidente Loiero, che nel frattempo era stato nominato commissario, a chiedere al Governo un
atto che è stato dichiarato illegittimo e anticostituzionale. Alla fine, vi siete distinti per il nulla!
Che
cosa voglio dire? Onorevole Principe, lei sa che cos’è una DIA? Lei lo sa,
oggi, che con le leggi esistenti con le Dia si
costruiscono palazzi? Lei sa che in Italia, oggi, è in atto un processo di
riforma delle leggi urbanistiche nazionali che prevede di cancellare il
permesso a costruire, perché si vuole adeguare l’Italia alla normativa europea,
che prevede che i liberi professionisti, domani, sulla scorta della perizia
giurata fatta in tribunale, possano realizzare interventi edilizi conformi agli
strumenti urbanistici, assumendosi in toto le proprie responsabilità?
Quindi l’ipotesi
dell’indagine geologica, onorevole Principe, se l’ampliamento
avviene dove è stato già realizzato un intervento edilizio, è inutile! Si
tratta di un ampliamento. Addirittura non solo basterebbe la perizia, ma
basterebbe utilizzare le precedenti perizie geologiche che sono servite alla
costruzione dei fabbricati, perché stiamo parlando di ampliamenti, quindi siamo
davanti ad ampliamenti di edilizia residenziale pubblica e privata che hanno
avuto già delle licenze edilizie, erogate sulla scorta di documentazione che
prevede staticità, e tutto quello che riguarda la normativa per avere una
concessione edilizia.
Quindi sono tutte
argomentazioni strumentali.
Quello che voglio dire, alla
fine di questo ragionamento: ma lei lo sa che dovrebbe preoccuparsi, onorevole Principe, dell’abusivismo che c’è in Calabria?! Lei lo sa, perché
conosce bene la realtà della Calabria e sa che moltissimi calabresi che si
devono ampliare la casa ricorrono, spesso, all’abusivismo edilizio perché la
normativa vigente non glielo consente, e i Comuni – diciamo così – non hanno
strumenti per controllare. Però di questo il centro-sinistra non si preoccupa
assolutamente, perché il fatto che ogni giorno, in ogni Comune, si possano
registrare numerosissimi casi di abusivismo edilizio e nessuno interviene con i
provvedimenti di legge, nessuno demolisce le case abusive realizzate in spregio
a qualsiasi regola, tutto ciò non fa scandalo!
Credo – se mi consentite, per
chiudere questa discussione – che oggi il centro-destra offre una grande
opportunità alla Calabria e lo fa in un momento in cui ha avuto la possibilità
di guardare l’effetto delle leggi adottate dalle altre Regioni e migliorarle,
perché dovete sapere che, laddove le leggi sono state restrittive, non hanno
funzionato.
Onorevole Principe, se
fosse stata una cosa che si poteva fare con la legge urbanistica nazionale e
quindi anche quella che si attua e si rispetta nei Comuni, chiaramente non
avremmo utilizzato la parola deroga. Lei mi dice: “In deroga allo strumento
urbanistico”. E’ chiaro che è in deroga, se no perché si fa un’altra legge! Per
dire che, al di là di quelle che sono le norme previste dai Regolamenti
edilizi, dalle leggi urbanistiche nazionali e dalle norme tecniche dei piani
regolatori, questo strumento è in deroga, è una cosa in più che si dà ai
cittadini per realizzare, per dare la possibilità di ampliare…
(Interruzione del consigliere Principe)
Scusi, io pensavo di dare
dignità al suo intervento, ma se le dispiace e le dà fastidio, mi rivolgo
all’Aula, perché in effetti lei ha
ragione, se reagisce così su una discussione così pacata, ho l’impressione di
aver colto nel segno tutte le sue debolezze nell’intervento, che sono venute
fuori, quindi le dà fastidio!
Chiudo questo mio intervento,
dicendo che l’approvazione di questa legge significa – come ha ricordato il
capogruppo del PDL, Fedele – lo sviluppo di una serie di attività, dagli
artigiani a tutti coloro che forniscono materiale edilizio, l’unica attività
fiorente che esiste in Calabria, che è l’attività edilizia e quindi ai
lavoratori del settore edilizio e a tutto l’indotto collegato all’attività
edilizia.
E dobbiamo augurarci che
questa attività sia la più fiorente possibile, che la legge funzioni, che i
cantieri si aprano, certamente nel rispetto di quelle che sono le norme e le
regole che devono comunque essere osservate. Non a caso, la stessa legge
prevede che i Comuni, ove volessero, possono organizzare degli uffici per
esercitare controlli, per regolamentare tutto quello che vogliono.
Credo che questa sia un’ottima
legge e mi costringe, malgrado qualcuno non la pensi così, a fare i complimenti
alla Commissione che ci ha lavorato, tutta, dai componenti della maggioranza e
a quelli dell'opposizione, e sono sicuro che di questo ci ringrazieranno
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne ha facoltà.
Grazie per gli auguri, assessore Tallini!
Non so se i calabresi ci ringrazieranno per questa legge, sicuramente le nuove generazioni dei calabresi, quelle che verranno fra
trenta-quarant’anni, sono certo che avranno molto da ridire sull’atto che
stiamo per discutere ed approvare.
Le argomentazioni addotte dall’assessore Tallini, che dobbiamo ringraziare
per la franchezza e l’onestà, tradiscono lo spirito, soprattutto culturale, che sta alla
base di questa legge.
Questa
legge viene impropriamente definita legge sulla casa. In realtà, nelle intenzioni
del Governo Berlusconi, riprese candidamente dall’assessore Tallini, si parla
di un provvedimento che vuole ridare fiato all’economia nazionale, cioè
l’edilizia, il cemento o come volete si voglia dire, nella maniera più gentile
e innocua possibile, non viene vista come un fattore di regolazione di
sviluppo, ma come uno strumento, un motore, un acceleratore dell’economia
nazionale.
Personalmente, ho dubbi anche su questo: non si rilancia
l’economia, concedendo ai Comuni, ai privati, alle Regioni di distribuire
ulteriormente cemento sulle nostre coste, sulle nostre montagne, sulle nostre
città, soprattutto in una regione come la nostra.
Presidente Scopelliti, poiché lei spesso ha fatto
appello al buonsenso dei calabresi per porre fine alla speculazione edilizia e
alle brutture sulle nostre coste e sulle nostre montagne, vorrei chiederle:
Credo che questa regione – e abbiamo dati certi da
questo punto di vista – abbia milioni di vani in più rispetto alle esigenze
abitative e che, in questi ultimi trent’anni, si sia costruito molto di più che
in duemila anni di storia. Questa è una regione saccheggiata dall’abusivismo
edilizio, dall’edilizia senza regole, da un’edilizia brutta, fatta di alluminio
anodizzato, di vani e strutture incomplete, di un’edilizia che ha deturpato il
nostro paesaggio e che ha seriamente compromesso anche le dinamiche economiche,
soprattutto quelle legate al turismo.
Vorrei chiedere al Presidente Scopelliti, ma anche agli
assessori che hanno lavorato all’assestamento al bilancio, poiché c’è una posta
in bilancio che incrementa, ad esempio, le politiche turistiche nella nostra
regione: ma davvero pensate che questa legge, quella che stiamo discutendo, sia
estranea a quel provvedimento, apprezzabile nelle intenzioni dei proponenti?
Davvero pensiamo che il turismo sia fatto solo di mare e non c’entri nulla il
paesaggio? Davvero pensate che il paesaggio non sia un fattore di attrazione e
quindi di incremento della domanda turistica in Calabria come in altre regioni?
Inquadro questo provvedimento, assessore Tallini, in uno
specifico contesto. Ritengo, appunto, che
C’è uno studio recente che ha diffuso il ministero per
l’ambiente e ci parla di una continua e progressiva invasione del cemento nel
nostro Paese, al punto da compromettere l’essenza stessa del paesaggio.
Perciò questa sera noi non dobbiamo avere alcun pudore e
parlare, più che di legge per la casa, di un condono regionale mascherato, che
dà la possibilità a tutti, indiscriminatamente di ampliare del 20 per cento la
propria abitazione, al di là dell’altezza e delle distanze - perché qui c’è una
deroga lampante che viola gli strumenti urbanistici più essenziali, più
elementari – e dà la possibilità soprattutto di attuare una norma che io oserei
definire indecente, che è l’incremento del 35 per cento in più anche per i
manufatti che non hanno una destinazione residenziale.
Voglio spiegarmi meglio, per chi ha avuto modo di
leggere solo in maniera superficiale la legge.
Prendete, ad esempio, un manufatto di tipo industriale,
di tipo commerciale, di tipo agricolo in qualsiasi zona, di città, di campagna,
di periferia: questo manufatto può essere trasformato in residenziale con
l’aggiunta del 35 per cento e la legge dice che l’unico obbligo che ha colui il
quale trasforma questo manufatto, questo fabbricato, come dirsi voglia, è che
la destinazione finale sia al 70 per cento residenziale.
Quindi non parliamo più del 20 per cento e del fabbricato unifamiliare o bifamiliare, ma
parliamo di un fabbricato di vaste dimensioni che può essere tranquillamente
trasformato ed ottenere un incremento del 35 per cento della volumetria.
Mi chiedo, assessore Tallini
– lo dico in maniera franca – questo non va ad incidere anche sui parametri
urbanistici dei comparti, dei singoli strumenti urbanistici comunali? Non va ad
incrementare le unità non solo abitative, ma anche dei residenti in quella
determinata area, stravolgendone l’assetto? E’ una domanda che non trova, però,
una risposta in questa legge, ecco perché essere rivista e in maniera seria e
va – credo - valutata con maggiore obiettività e serenità.
La questione delle distanze,
come giustamente denunciava l’onorevole Principe -
al quale tutto si può imputare, tranne che non abbia competenza in materia
urbanistica - è un’altra affermazione grave; cioè, uno può realizzare in
altezza, ma anche in aggiunta, ulteriori volumi senza tener conto che, a breve distanza,
anche quella prevista spesso negli strumenti urbanistici comunali, ci siano
altre abitazioni, altri fabbricati.
Noi stiamo derogando a un
principio fondamentale, ecco quello che stiamo per approvare: non un incremento
dell’economia regionale, non un vantaggio per le famiglie bisognose, per la
domanda di edilizia sociale, ma stiamo incrementando in maniera ulteriore e
indiscriminata, direi selvaggia, l’aggiunta di cemento nei nostri comuni e
nelle nostre città.
Ritengo che dobbiamo, quindi,
rivedere questo testo, ed integrarlo con suggerimenti, alcuni dei quali ci
provengono anche dal mondo delle professioni, ad esempio quello dei geologi, i
quali giustamente, anche alla luce di tanti disastri che hanno interessato la
nostra regione, chiedono che venga introdotta la certificazione geologica per
ogni intervento edilizio che si andrà a realizzare; che venga in alcuni casi,
magari quelli più estremi, eliminata la denuncia di inizio attività, per
sostituirla con il permesso a costruire; che venga abolita la deroga per quanto
riguarda le distanze.
Qualcuno faceva riferimento
al testo del centro-sinistra. Questo testo è stato presentato nell’ultima fase
della precedente legislatura, ma devo dire che questo Consiglio sta facendo di peggio
rispetto a quel testo, che già era abbastanza permissivo e a maglie larghe,
fino a far sorridere le imprese che non amano regole, i costruttori che non
amano le regole e i vincoli, che sono insofferenti verso l’ambiente e verso una
nuova civiltà dell’abitare e del costruire.
Assessore Tallini, non credo
che noi dobbiamo, in questa sede, pensare a questa legge come ad uno strumento
per il rilancio dell’economia, perché questa legge fra dieci, quindici, venti
anni, sarà stata una vera iattura per l’economia calabrese, al di là delle
dichiarazioni,
(Interruzione)
Il guaio è che gli interventi edilizi non durano due
anni: un intervento edilizio durerà secoli,
decenni, centinaia di anni, che nessuno potrà
mai cancellare
e, se da un lato – come dice il Presidente Scopelliti – si punta sulle bellezze naturali e sul
turismo, dall’altro, contraddicendo quelle affermazioni condivise e apprezzabili, si punta invece a far passare
leggi come questa.
Ritengo,
invece, che bisogna tornare ai vincoli, ad una regolamentazione più restrittiva
e ritengo che in questo modo si incoraggia la speculazione, la cultura dell’edilizia
selvaggia, si pone fine a qualsiasi iniziativa regolamentatrice di tipo
urbanistico.
Diceva l’assessore Tallini che i troppi vincoli e le
troppe regole agevolano l’abuso. Non è così, spesso chi commette l’abuso è
colui il quale non vuole pagare gli oneri di urbanizzazione, colui il quale non
rispetta le regole e non
ha rispetto per l’ambiente e per il futuro.
Per
queste ragioni noi riteniamo che bisogna opporsi in maniera ferma e intransigente a
questo testo, che non fa certamente onore
e non produrrà alcun vantaggio per
PRESIDENTE
Pregherei
i consiglieri di mantenere gli interventi nei 10 minuti, così come è previsto per la discussione
generale dall’articolo 54 del Regolamento.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi, ho ascoltato con molta attenzione così come si conviene per un
provvedimento così importante, con la stessa - penso - serietà con cui anche
Avrei gradito che in quella
sede ci fossero state delle proposte, perché la Commissione intera e la parte
tecnica della Commissione - c’è la possibilità anche di affidarsi ai
consulenti- ha deciso di dare una spiegazione al mancato accoglimento o all’accoglimento di alcuni emendamenti, perché se lo spirito è quello
che diceva l’onorevole Principe
in fase di preambolo, per ciò che atteneva alle minacce giunte al Presidente
del Consiglio e al Vicepresidente della Giunta, ritengo che quest’Aula debba
assolvere al suo ruolo di legiferazione.
E non è sicuramente da addebitare al mio arrivo in questo consesso in punta di piedi e con
molta umiltà – sono uno degli ultimi arrivati –, se questo provvedimento non ha
visto la luce prima rispetto alle Regioni del centro-sinistra – e poi mi
preoccuperò di dare questa copia all’onorevole Talarico, visti i suoi trascorsi di assessore
all’urbanistica, e all’onorevole Principe,
visti i suoi trascorsi di sindaco di Rende –. Purtroppo, pur con tutti i
limiti, le posso dire che
Bastava
leggere oggi un quotidiano, che esprimeva molto tranquillamente alcuni aspetti legati alla possibilità di aumento volumetrico. Le ripeto,
forse dobbiamo chiedere scusa ai calabresi perché stiamo approvando un testo
riduttivo rispetto a tante altre Regioni, che hanno allargato l’uso e l’aumento
volumetrico non ad ambienti che non riguardano soltanto la casa, ma anche alle
attività commerciali e quelle ricettive. Avrei voluto che qualcuno di voi
notasse questo, perché lo scopo di
questa legge non è soltanto la premialità della volumetria, ma anche la
riqualificazione, onorevole Talarico, ed è strano che lei lo abbia argomentato…
Le chiedo scusa, le posso
garantire che è il mio tono, non c’è niente di personale, non è nel mio stile
comunque rivolgermi direttamente, perché nutro grandissimo rispetto nei
confronti dei colleghi consiglieri, ci mancherebbe altro.
Volevo far notare che
Queste sono logiche di numeri
che attengono questo aspetto, perché – ripeto – questa amministrazione, questa
maggioranza ha avuto la possibilità di approvarsi una legge. Lo avrebbe dovuto
fare nell’interesse dei calabresi in uno dei momenti più difficili, altro che
cercare un continuo rinvio! Perché io ricordo che questo testo è stato licenziato
il 20 luglio dalla Commissione, e li ringrazio uno per uno, i quattro
consiglieri di minoranza e i cinque di
maggioranza che, insieme al sottoscritto, compongono questa Commissione, perché
abbiamo lavorato con grande determinazione – e il mio ringraziamento era già
stato fatto in tempi di relazione – e con grande spirito di volontà di
collaborare.
E se l’onorevole Bova, che per me rimane un esempio di esperienza politica, non avesse
tirato fuori quell’artificio – ci mancherebbe altro – del Regolamento che
prevedeva che il testo doveva essere a disposizione 24 ore prima, non ci
sarebbe stato più nulla, tranne gli emendamenti presentati dall’onorevole Principe, perché li avevamo discussi ampiamente in Commissione. Questa
è una verità, perché se fosse stato per i tempi in cui
Capisco questo tentativo
di prendere
ulteriormente tempo, e dovete dirlo chiaro ai calabresi: non si può dire
che si tratta di un condono, non è così, perché si
mortificano anche le intelligenze
di coloro i quali aspettano. Io ricevo
tante mail al giorno in cui mi
chiedono: “Ma come mai l’unica
Regione che non ha
approvato il Piano casa, da un anno e mezzo, è
Ma di che cosa stiamo discutendo?! Ma quale condono,
quando è espressamente previsto chi ha la possibilità di accedervi! O vogliamo
dire che i condoni in sanatoria non sono, a tutti gli effetti, un procedimento
che va a compimento, in quanto è il Comune che concede la licenza di
sanatoria?! O non è una licenza a tutti gli effetti?! O vogliamo dire perché abbiamo
dovuto prorogare ancora di tanti mesi l’approvazione dei Piani strutturali
comunali, dando la possibilità ai Comuni, invece, di individuare le aree in 60
giorni?! Non pensate che la cosiddetta “rottamazione” risponda al principio,
magari, di distruggere qualche mostro di costruzioni che ci sono in atto, che
giacciono in tutte le parti della Calabria, per dare la possibilità, con
l’aumento volumetrico, di ampliare?
La casa, cari amici del centro-sinistra, in Italia è
l’unico strumento di proprietà, circa l’83 per cento degli italiani è
proprietario di una casa, e non ci sono speculazioni in questo.
Così come la possibilità di estendere ai condomini: ma
vi risulta che chi abita nei condomini sia uno che si è arricchito o che ha la
possibilità veramente di non avere l’aumento volumetrico del 20 per cento
perché deve rispettare comunque il Codice civile?! Ma di che cosa vogliamo
parlare?! Quali sono queste cose?
Si parla tanto di
rischio idrogeologico: ma perché, non è attivo il Pai? Non ci sono le limitazioni
di carattere generale? Forse che quando si costruisce, non si fa riferimento al
decreto ministeriale del 2008 sulle indagini sismiche? Ma davvero?!
Mi sorge il dubbio: c’è un tentativo di non voler a
tutti i costi approvare questa legge, così come state facendo da un anno e tre
mesi, o volete veramente dare un contributo in termini di proposta di
miglioramento a questo esercizio?
Non mi risulta tutta questa grande determinazione od
ostracismo da parte degli ordini professionali, questo non ve lo consento,
perché c’è stata una riunione apposita negli ordini ed io ho il resoconto di
coloro i quali sono intervenuti. Potrei fare i nomi e cognomi, ma posso
allegarli perché è una stesura
stenografica che è stata fatta martedì 13 luglio 2010.
Dove sono questi vincoli? La lega Coop era d’accordo, l’Ance (che aveva parlato con l’assessore) era d’accordo, come l’ordine degli ingegneri e l’ordine degli architetti, che ha apportato alcuni suggerimenti che noi abbiamo accolto, di cui ci siamo fatti carico. Lo ricordo all’onorevole Scalzo, il cui emendamento è stato totalmente adottato dalla Commissione, una Commissione che non ha guardato in faccia nessuno, nel senso che anche emendamenti della maggioranza sono stati bocciati.
Questo significa correttezza dal punto di vista istituzionale. Significa non andare verso una normativa larga che possa, in qualche misura, pregiudicare, perché stiamo anche attendendo che ci sia
un responso di regolarità di questa legge. Nessuno di noi ha l’interesse di
farsi bocciare questa legge; dovete metterlo in chiaro: non c’è nessun condono,
non c’è nessuna colata di cemento!
Io mi auguro che quegli interventi in deroga agli strumenti urbanistici possano vedere la luce, perché significherà veramente
dotare
In tutto ciò il potere dei Comuni - perché questo
bisogna dirlo, cari amici e colleghi – è fondamentale, quindi hanno loro la
palla in mano e se dalla DIA si passa alla SCIA, ricordo che questo strumento
di semplificazione non è che non ha un tempo prestabilito.
Allora, colleghi del centro-sinistra – lo dico con la
stessa onestà intellettuale con cui ho lavorato in questi giorni in Commissione
–, non avrei avuto nessuna preclusione nei confronti delle vostre proposte e,
purtroppo, questa pioggia di emendamenti arrivata il 30 luglio e il 2 agosto non mi ha consentito neanche di
dare una risposta o una spiegazione tecnica a quelle che erano le vostre
richieste, perché non si può confondere l’edilizia residenziale con quella
sociale, così come era stato avanzato da qualcuno. Né tantomeno si possono
proporre delle situazioni che, in qualche misura, vadano ad intaccare il
tessuto e lo spirito di questa legge. Qui ci sono copie dei piani casa delle
altre Regioni, di cui mi preme sottolineare i tempi di approvazione:
Umbria - 26 giugno 2009, Liguria- 3
novembre 2009 (sono Regioni che il centro-sinistra amministra), Emilia Romagna
-6 luglio 2009, Toscana -8 maggio 2009, con volumetrie ampiamente superiori a
quella della Calabria.
Allora, cari amici, lo spirito di collaborazione, di cui
parlava anche l’onorevole Principe all’inizio, l’onorevole De Gaetano,
ci deve animare…
PRESIDENTE
Onorevole Dattolo, la prego di concludere, ha già
esaurito il tempo a sua disposizione.
Sono otto minuti che sto parlando, quindi avrei diritto
a due minuti, visto che siamo in fase di discussione. Non voglio usurpare
assolutamente.
I calabresi l’aspettano questo provvedimento, che non
può non uscire questa sera nella sua interezza. Poi, chiaramente, se fra trenta
o quarant’anni i risvolti saranno quelli che dice l’onorevole Talarico,
non avremo sicuramente danneggiato più di tanto quello che è un tessuto
economico ed urbanistico già dilaniato.
Volevo solo finire con due considerazioni.
Ho chiesto un impegno politico alla Giunta e agli
assessori, all’assessore Gentile, per stabilire gli indici di prestazione
energetica con apposito regolamento entro 90 giorni, e all’assessore Aiello le linee-guida per gli adeguamenti
stilistici ed architettonici. Noi così renderemo piena questa legge, e
ringrazio gli assessori per la collaborazione.
Questa è la sfida che attende questo Consiglio
regionale, non questa legge che già arriva con un anno e mezzo di ritardo e sta
vedendo già svanire gli effetti di un’economia disastrosa in Calabria. Non è
questo il problema, piuttosto dobbiamo dare ai calabresi la possibilità di
marciare con linee-guida ben definite nelle quali il Consiglio deve essere
sovrano.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Guccione.
Credo che il provvedimento all’attenzione dell’Aula sia importante, che può e inciderà in modo – ritengo – negativo sullo sviluppo urbanistico di molti comuni della nostra regione.
Ha ragione l’assessore Tallini
perché lui ha sollevato una questione che è politicamente rilevante, delle contraddizioni
che hanno contrassegnato la passata legislatura a guida del centro-sinistra-
ma io non voglio entrarci in queste questioni -, in
particolare sulla questione della casa e credo che anche questo sia stato un
motivo del perché i calabresi hanno punito il centro-sinistra e il Presidente
Agazio Loiero. Ritengo che noi
dobbiamo attenerci ai fatti: i fatti che ci dicono? Che il provvedimento uscito
fuori dalla quarta Commissione consiliare, che riguarda il miglioramento delle
politiche abitative, è tra i più permissivi che sono stati licenziati dalle
Regioni d’Italia; un provvedimento, quello calabrese, che inserisce una vera e
propria deregulation sul terreno urbanistico e della casa.
Nella nostra regione, ad oggi, sono stati edificati
Ci troviamo di fronte a un provvedimento che aggraverà,
invece di migliorare, la qualità abitativa nella nostra regione e che non sarà
– ecco lo spirito della legge nazionale – una panacea per risolvere i problemi
dei piccoli proprietari e delle piccole imprese. Di questa legge ne
approfitterà solo qualcuno, qualche grande impresa o speculatore di questa
nostra regione.
Attenzione, quindi, perché noi operiamo in un’area, in
un territorio in cui il problema del dissesto idrogeologico è stato segnato
anche in vite umane. Tanti Comuni sono,
oggi, alle prese con frane, smottamenti. L’anno scorso, circa 1 miliardo di
euro di danni sono stati perpetrati al territorio calabrese dalle piogge, dalle
alluvioni, fatti emblematici che hanno visto intere montagne sbriciolarsi, che
ci hanno fatto assurgere a una vicenda nazionale come la più drammatica.
Credo che noi dobbiamo, da questo punto di vista, essere
rigorosi, introdurre elementi che vincolino l’edificabilità a studi
approfonditi sotto il profilo geologico in quelle aree in cui si va ad
intervenire. Dobbiamo essere rigorosi, poco permissivi nelle aree che possono
essere a rischio idrogeologico e, da questo punto di vista, ritengo fondamentale che questo Consiglio
regionale vada a modificare in alcuni punti la legge, per renderla più
vincolante a questi studi.
Ho apprezzato l’emendamento sottoposto in questi minuti
dall’assessore Aiello e dall’assessore Gentile, perché lì si coglie un
tentativo di poter andare nella direzione di correggere, di programmare
l’intervento urbanistico. Credo che ci sia bisogno di ulteriori tentativi, di
un’apertura della maggioranza che vada in questa direzione e ritengo che questo
Consiglio regionale potrebbe licenziare uno strumento utile ai calabresi, alle
famiglie calabresi e a quelle centinaia di migliaia di imprenditori che
aspettano, nella crisi attuale, di poter compiere una loro capacità di
intervenire sul territorio calabrese.
Dobbiamo essere attenti e lo faremo. Abbiamo presentato
numerosi emendamenti che vanno in questa
direzione, non c’è nessuna volontà di boicottare questo intervento, non c’è dal
punto di vista pregiudiziale e ideologico, ma solo un tentativo di voler
licenziare un testo che sia veramente in grado di dare una risposta chiara,
forte a coloro i quali aspettano, sia dal punto di vista economico che dal
punto di vista abitativo, una risposta efficiente e correttiva rispetto a
quello di cui abbiamo bisogno nella nostra regione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole De Masi.
Dopo gli interventi, in verità esaurienti e capaci di esprimere quello che è il comune sentimento del
gruppo su questa legge, il mio è relativamente
superfluo, ma ho deciso di farlo ugualmente, anche alla luce
dell’intervento
del mio amico e collega Dattolo, nelle
cui espressioni,
piene di foga - che è abituale nel suo carattere entusiasta - mi è parso di cogliere,
però, una sua sorta di assimilazione a una ideologia che è estranea alla sua
formazione, tale che ogni eventuale contrarietà, ad una misura concepita dalla maggioranza, deve necessariamente
essere strumentale o fondata su un preconcetto ideologico.
Vorrei dire che
l’ambientalismo, che è un termine al quale, in qualche caso, si fa ricorso in
forma dispregiativa, e in altri nel rispetto della sua nobile accezione, non è detto che sia un sussulto ideologico e basta:
dipende dalle applicazioni pratiche politiche che se ne fa. L’ambientalismo è anche, se non soprattutto,
un valore politico, per molti versi riconducibile
a quella tradizione che in passato ci ha
accomunato, perché, non vorrei apparire pretenzioso, ma qualche grande Papa ha
affermato che il più grande peccato che l’uomo possa commettere è esattamente la violazione dell’ordine
armonico del creato. E qui può sembrare una sorta di metafora azzardata, ma in realtà ci sono tutti gli ingredienti
potenzialmente nocivi per l’ambiente, che sono stati efficacemente
rappresentati da Giordano e poi da Mimmo Talarico.
Vedete, mi ero affannato
nella ricerca di qualche dato tecnico, su quello che può essere il rapporto tra
abitanti e insediamenti abitativi. Mi ha agevolato il compito un articolo di ieri o forse di questa mattina,
che recito in quanto lo stesso si avvaleva di un riferimento rigoroso delle
fonti, e pare che in Calabria – quindi hai ragione, caro Mimmo – ci sia un
rapporto tra numero di abitanti e insediamenti edilizi che è tra i primi al
mondo, considerato il fatto che qui i residenti veri, gli abitanti autentici
sono molto meno di 2 milioni e penso, secondo alcuni dati statistici, che questo dato comprende anche gli
immigrati.
Le case sfitte sono innumerevoli, è sotto l’impatto visivo di ognuno di noi:
basta percorrere le coste oppure avventurarsi lungo i pendii pedemontani che
caratterizzano l’orografia bella
e complessa della Calabria, per imbattersi in una visione che disturba, una
serie e una sequela ininterrotta di abitazioni incomplete, un grigiore
incredibile. E il turismo è fondato anche sulla capacità attrattiva delle
modalità attraverso le quali si dispiega una politica residenziale ed
abitativa; in questo senso già c’è un danno che non è difficile ipotizzare,
esattamente nello spirito indiscriminato e, per molti versi, irresponsabile di
questa legge.
Certo, c’è anche una parte della stessa legge che
attiene alla riqualificazione. Tu sai, caro collega Dattolo, che da molti anni
il dibattito che potrei definire di filosofia ingegneristica, è caratterizzato
in qualche modo da questo dualismo interminabile tra espansione e riqualificazione,
tra chi sostiene l’espansione, che -
guarda caso – è primariamente quell’ambiente che si qualifica come
imprenditoriale, e invece chi, invece, sostiene la riqualificazione come
strumento operativo, attraverso il quale si assicura l’indotto economico della
società, risparmiando il territorio che non è inesauribile, perché è
terminabile come dimensione.
Allora questo è quel dualismo filosofico e culturale
rispetto al quale sarebbe stato conveniente e responsabilmente politico
ricondurre l’ispirazione per concepire questa legge. E se si fosse trattato
davvero di privilegiare questa che io definisco artificiosamente la seconda
parte della legge, entusiasticamente – e credo con me tutto il gruppo – avrei
aderito a sostenere una misura che, in realtà, davvero procedeva verso i
dettami della modernità, che tentano di tutelare l’ambiente. Invece così non è.
Sono abituato a pensare che la politica è la dimensione
che bada al futuro, anche se non è questa politica che prevale.
Oggi si sta affermando quella che adesso sto per
declinare: siamo in presenza del più gretto pragmatismo, ove per tale si
intende una sorta di foga, attraverso la quale si giunge comunque ad assicurare
qualche briciola ad un popolo bisognoso e disperato, come quello calabrese,
anche se poi il futuro è devastato esattamente da questa sorta di atteggiamento
elemosiniero, così come in questa legge avviene.
Sono abituato ad appassionarmi alla politica, che è
caratterizzata dall’etica della responsabilità, e la prima delle responsabilità
che deve attraversarla, qualificarla, connotarla è quella verso le generazioni
che verranno, verso il futuro. La politica vera, quella che io immagino, che
vorrei si affermasse anche in quest’Aula, deve guardare al futuro, deve
scrutare le sue negatività e rimuoverle, avere l’ambizione di costruirne uno
davvero all’altezza delle sfide epocali e soprattutto delle ambizioni umane,
che restano intatte anche per i calabresi, che dovrebbero avere gli stessi
diritti degli altri abitanti d’Italia e del resto del mondo. Così non è.
E’ davvero una bruttissima pagina quella che vi
apprestate ad approvare, è davvero con risolutezza che noi prendiamo le
distanze da questa.
Esauritasi la fase del dibattito
generale, sottopongo all’Aula l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Giordano, protocollo 9188: “All'art. 3, la lettera a) viene sostituita dalla seguente: “per edifici residenziali si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale, nonché gli edifici in aree rurali esclusivamente ricadenti in area a destinazione agricola, ad uso abitativo, che non hanno usufruito di sanatorie o condoni a qualsiasi titolo, fermo restando per gli edifici rurali il mantenimento della medesima tipologia edilizia”.
Ha facoltà di illustrarlo.
L’emendamento
all’articolo 3, lettera a) è per chiarire cosa si intende per
edifici residenziali; oltre
agli edifici con destinazione residenziale, si intende limitare gli edifici che sono
ricadenti in area rurale a destinazione agricola,
ad uso abitativo, che non hanno comunque usufruito di sanatorie e condoni, quindi escludere da questo
beneficio tutti gli immobili che già hanno avuto la premialità di una sanatoria
o un condono edilizio, fermo restando il mantenimento della tipologia edilizia
rurale. Questo per consentire a tutti quegli immobili che hanno un’epoca di
costruzione precedente agli strumenti urbanistici e che comunque fanno parte di
aziende, sono immobili funzionali strutturalmente ad aziende agricole , di
mantenere questo vincolo tipologico.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Parere negativo perché l’articolo specifica
bene in
quali ambiti si può applicare la legge e soprattutto la percentuale del 70 per
cento penso che sia congrua ai fini abitativi.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9188.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
“1. Ai fini della applicazione della presente legge si danno le seguenti definizioni:
a) per edifici residenziali si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale prevalente, nonché gli edifici in aree rurali ad uso abitativo necessari alle esigenze dell'imprenditore agricolo, a quelle dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nell'attività agricola; la prevalenza dell'uso residenziale è determinata nella misura minima del 70% dell'utilizzo dell'intero edificio;
b) per volumetria esistente si intende la somma dei volumi vuoto per pieno collocati esclusivamente o prevalentemente fuori terra. Nel computo di detto volume, sono compresi i vani ascensore, le scale, restandone esclusi i volumi tecnici e quelli condominali o di uso pubblico (androni, porticati, ecc.)”.
La parola all’onorevole Aiello.
Con questo emendamento si chiede la modifica dell’articolo 3, comma 1, alle lettere a) e b): per quanto riguarda la lettera a), è simile a quello che ha introdotto poco fa il collega Giordano, riferito agli imprenditori agricoli e a quelli dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nell'attività agricola; invece, per quanto riguarda la lettera b), per volumetria noi chiediamo che sia inserita questa parte, quella esistente, la somma dei volumi vuoto per pieno collocati esclusivamente o permanentemente fuori terra e nel computo di detto volume sono compresi i vani ascensore, le scale, restandone esclusi i volumi tecnici e quelli condominali o di uso pubblico (androni, porticati, eccetera).
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9118.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 3 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 4 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Giordano, protocollo 9187: “L'art. 4 è sostituito dal seguente:
“1. Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e alle condizioni e con le modalità di cui alla presente legge, sono consentiti interventi edilizi di ampliamento entro il limite del 20% della superficie lorda per unità abitative monofamiliare o bifamiliari già esistenti alla data del 30 dicembre 2009.
Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica (direttiva 2002/91/CE, Dlgs 311/2006, Dpr 59/2009), gli interventi di cui al primo comma dovranno garantire, con riferimento alla climatizzazione invernale dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C tabella 1.3 del Dlgs 192/2005.
4. Il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti, non può essere certificata l'abitabilità o l'agibilità dell'ampliamento realizzato.
5. Gli interventi dovranno essere conformi alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica”.
(Interruzione)
Io direi di fare illustrare gli emendamenti, anche perché c’è un altro emendamento degli onorevoli Gentile ed Aiello.
(Interruzione)
Quando lo votiamo. Prima esaminiamo gli emendamenti: può essere che vengano accolti o respinti. Quando andiamo a votare l’articolo 4, io le do la parola per farla intervenire.
Prego, onorevole Giordano.
Con questo emendamento l’articolo 4 viene sostituito integralmente, limitando il 20 per cento della superficie lorda per unità esclusivamente monofamiliare o bifamiliari e fissando la data al 30 dicembre 2009.
Il comma 2 prevede che l’ampliamento non possa essere esteso e consentito sui corpi pertinenziali agli edifici e gli interventi, comunque, non devono modificare mai la destinazione d’uso degli stessi edifici.
Poi c’è l’aggiunta delle prestazioni energetiche che
dovranno essere garantite sia rispetto alla direttiva 2002/91, sia con riferimento alla climatizzazione invernale
dell’ampliamento, con un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al
corrispondente valore limite indicato nell’Allegato C della Tabella 1.3 del decreto
legislativo 192.
Il comma 4: “Il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti, non può essere certificata l'abitabilità o l'agibilità dell'ampliamento”.
In ultimo, c’è un richiamo alla conformità a tutta la normativa delle
costruzioni
in zona sismica nazionale e regionale.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9187.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
“1. Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e alle condizioni e con le modalità di cui alla presente legge, possono essere ampliati, nel limite del 20% della volumetria complessiva e comunque per non oltre 200 mc, gli edifici residenziali di cui all'art 3 comma 1, lettera a), alle condizioni e con le modalità seguenti:
a) sono computabili solo i volumi legittimamente realizzati. Le volumetrie per le quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28 febbraio 1985, n 47, alla legge 23 dicembre 1994, n 724 e al decreto legge 30 settembre 2003, n 326, sono computate ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell'ampliamento delle volumetrie oggetto di sanatoria edilizia per mera variazione di destinazione d'uso;
b) l'ampliamento deve essere realizzato in contiguità fisica rispetto al fabbricato esistente, nel rispetto delle altezze massime e delle distanze minime previste dagli strumenti urbanistici. In mancanza di specifica previsione di detti strumenti, si applicano le altezze massime e distanze minime previste dal decreto del ministro per i lavori pubblici, di concerto con il ministro per l'interno, 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o delle revisioni di quelli esistenti, ai sensi dell'articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765).
Segue il comma 3 dell'art. 4 che rimane invariato”.
La parola all’onorevole Aiello.
Qui si chiede di rispettare le condizioni e le modalità di cui alla presente legge. “Possono essere ampliati, nel limite del 20 per cento
delle volumetrie complessive e comunque per non oltre
Per la lettera b)
“l'ampliamento deve essere realizzato in contiguità fisica rispetto al
fabbricato esistente, nel rispetto delle altezze massime e delle distanze
minime previste dagli strumenti urbanistici In mancanza di specifica previsione
di detti strumenti, si applicano le altezze massime e distanze minime previste
dal decreto del ministro per i lavori pubblici, di concerto con il ministro per
l'interno, 2 aprile 1968, n.
Il rimanente comma rimane invariato.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9119.
(E’ respinto)
C’è un emendamento dell’assessore Aiello e dell’assessore Gentile, il 9251.
Assessore Aiello, può
illustrarlo.
Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica
Volevo fare una precisazione…
(Interruzioni)
Presidente, disciplinatamente,
poi discuterò dell’emendamento della Giunta,
però dato che questo emendamento è di fatto
uguale all’emendamento mio e del gruppo del PD, non tanto nella forma ma nella
sostanza, il protocollo 9055, vorrei capire perché, avendo seguito lei questo metodo di lavoro, non viene discusso l’emendamento Principe e di tutti i consiglieri del Partito democratico,
perché la sostanza è assolutamente…
(Interruzione dell’assessore Aiello )
Allora sono d’accordo sull’unificazione.
PRESIDENTE
Facciamolo illustrare all’assessore, poi le do la
parola, così facciamo una cosa insieme.
Assessore Aiello, illustri il suo.
Volevo fare una brevissima precisazione. Intanto, onorevole Principe, questo emendamento firmato Gentile-Aiello, quindi
che trova anche la firma dell’assessore all’urbanistica,
non è un elemento di contestazione nei confronti di
un lavoro brillantemente eseguito sia dal dipartimento
lavori pubblici che della Commissione ambiente - volevo fare questa piccola e doverosa precisazione. E’ un emendamento
che, insieme con l’assessore Gentile, abbiamo ritenuto di presentare per rendere ancora questo articolato più vicino al dettato del
Cinsedo, cioè
Inoltre questo emendamento
fa in modo che tutto l’articolato sia anche
nella sua complessità inerente a quello che
Con molta onestà, non
conoscevo l’emendamento che voi avevate prodotto, ma nulla osta che si possa unificare l’emendamento mantenendo questi elementi criteriali.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Principe.
Presidente, almeno su questo punto del provvedimento, personalmente, non posso che plaudire al lavoro dell’Aula ed anche al senso di responsabilità e all’equilibrio dell’assessore Gentile e dell’assessore Aiello, anche se il Governo regionale qualche nota stonata l’ha fatta ascoltare in quest’Aula, ma quello che conta sono i fatti. Pertanto, plaudiamo all’iniziativa dell’assessore ai lavori pubblici, al cui equilibrio io mi ero affidato almeno da tre settimane - non tre settimane da raccontare - e a quello dell’assessore Aiello.
La politica è fatta
non tanto di rivendicazioni, ma di sincerità nel dire all’opinione
pubblica come stanno le cose e noi possiamo dire, non per fare i primi
della classe, che una battaglia che stiamo conducendo da mesi su questo punto viene premiata, perché l’emendamento
Gentile-Aiello significa, in definitiva, non consentire un aumento generalizzato del 20 per cento, ma un aumento che si limita agli edifici che hanno una
volumetria massima di
Mi consentirete di esprimere
la soddisfazione mia personale e del gruppo
del Partito democratico, perché una battaglia che abbiamo condotto in questi mesi e nelle ultime settimane
viene premiata. Naturalmente, mentre esprimiamo questa nostra soddisfazione,
riconosciamo l’apertura del Governo al confronto e alla discussione, per
partorire esiti che sono utili alla nostra regione.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Aiello.
Una brevissima considerazione, ringraziando l’onorevole Principe.
Volevo precisare al
consigliere che ci sono varie metodologie di
esprimersi in politica o di fare politica sul territorio: c’è chi, giustamente,
responsabilmente, rispettosamente, passa il tempo lavorando con i media,
utilizzando i media per fare le battaglie e c’è chi, invece, è un po’
più pragmatico e pensa che il luogo consono dove chi ha la responsabilità di
gestire deve produrre degli atti che siano nel rispetto delle regole è il
Consiglio regionale.
Quindi l’assessorato
all’urbanistica, che ha rispettato – ripeto ancora una volta – il lavoro del
dipartimento dei lavori pubblici e della Commissione, ha aspettato il giorno
della seduta del Consiglio regionale,
responsabilmente ha atteso per presentare questo emendamento, niente di meno e
niente di più.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Dattolo.
Chiedo scusa se intervengo. Io, purtroppo, devo distinguere, perché l’emendamento dell’onorevole Principe si legge un po’ male, perché dovrebbe sostituire l’intero comma 1; quello degli assessori Aiello e Gentile è un’altra cosa, c’è solo il limite volumetrico.
Quindi l’emendamento dell’onorevole Principe non è accoglibile, per ciò che attiene il relatore. Non posso dare parere favorevole a quell’emendamento, perché sarebbe uno stravolgimento, in quanto verrebbero lasciati fuori i condomini e la gente che, dopo tanti anni, ha fatto dei sacrifici per una casa.
Allora possiamo accogliere gli emendamenti in coordinamento formale.
Onorevole Principe, stiamo racchiudendo un po’ la cosa.
Possiamo accogliere l’emendamento che ha tanti punti in comune tra quanto detto dall’assessore Aiello e dall’onorevole Principe. Noi lo accogliamo e lo votiamo favorevolmente e in coordinamento formale riscriviamo l’articolo, ottenendo lo stesso risultato.
Noi possiamo essere d’accordo su un limite volumetrico
che, tra l’altro, amplia addirittura i
Si arriverebbe a consentire
un ampliamento di massimo
Posso accogliere da parte
dell’onorevole Principe la parte di emendamento relativa al tetto
volumetrico che, addirittura, di fatto aumenta l’ampliamento massimo possibile
per coloro i quali usufruiscono di questo strumento, ma non posso accogliere la
parte rimanente proposta dall’onorevole Principe
che sicuramente andrebbe a stravolgere il comma 1 della legge.
Questo non lo posso accettare
e lo dico da relatore assumendone la responsabilità. Poi è chiaro che la
maggioranza può fare quello che vuole.
Quindi non può andare in
coordinamento perché non ce n’è motivo. Sono due cose completamente diverse e,
a parte l’indice volumetrico che, tra l’altro, prevede i
Onorevole Dattolo, forse non ci siamo capiti. Quando
ci sono due emendamenti che hanno qualche punto in comune e vengono accolti,
quei punti in comune vengono scritti nella legge.
Se ci sono punti fortemente contrastanti come lei diceva
, vengono totalmente esclusi. Quindi non si accoglie l’emendamento. Ecco perché
costruiamo un coordinamento formale. Per riscriverlo nuovamente.
Sui punti che indicavano gli assessori Aiello e Gentile.
Se l’onorevole Principe è
d’accordo possiamo votarlo con il coordinamento formale.
Presidente, sono d’accordo e la ringrazio, ma mi deve consentire una replica, non per far polemica, ma perché il rispetto reciproco che ci deve contraddistinguere ci impone di parlare un linguaggio che noi presumiamo essere di verità.
L’onorevole Dattolo è relatore di un
provvedimento che è arrivato in Aula con un aumento indiscriminato del 20 per cento
su tutto il patrimonio edilizio calabrese.
Non può, quindi, venirci a dire che il mio emendamento
sconvolgerebbe, che cosa? Il mio emendamento, peraltro, era diretto a
fabbricati uni e bifamiliari. Si vuole eliminare il discorso uni-bifamiliare?
Sono perfettamente d’accordo.
Onorevole Dattolo, deve sapere che quando parliamo di
un condominio di mille metri cubi, quello non è il condominio che voi avevate
pensato nella stesura originaria della legge e che poteva essere anche di 50
mila metri cubi.
Un condominio di mille metri cubi – secondo la mia
logica e secondo l’aritmetica e la matematica – è un condominio di mille metri
cubi.
Allora Presidente, con queste precisazioni sono
d’accordo per il coordinamento formale.
(Interruzione)
Si tratta, Presidente, di un eventuale condominio sempre
di mille metri cubi. Pregherei, in sede di coordinamento formale, di tener
conto della distanza massima di
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Principe.
Presidente, questo emendamento mira a far rispettare i limiti di altezza e di distanza dei piani regolatori.
Oggi che la norma è stata – ed io plaudo all’apertura
della maggioranza - incommensurabilmente
migliorata, manterrei i limiti imposti
dal rispetto dei piani regolatori altrimenti si rischierebbe di sollecitare
solo liti fra i vicini. D’accordo? Perché le norme del Codice civile si devono comunque
osservare.
Siccome l’ampliamento oggi è limitato ad edifici che
hanno un massimo di volumetria di mille metri cubi, nulla quaestio che
si rispettino le altezze e le distanze previste nei piani regolatori. Grazie.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Parere negativo, in quanto la richiesta di un totale rispetto degli strumenti urbanistici vincolerebbe troppo la possibilità di applicazione del piano casa.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Si passa all’emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Principe.
Con questo emendamento si chiede di “sopprimere il comma e)” perché il comma “e)” estende l’utilizzazione di questo beneficio anche ad edifici non residenziali.
Quindi, anche per una finalità di coerenza della legge, nel momento in cui abbiamo limitato il tutto ad un tetto massimo di mille metri cubi, inviterei a rispettare la destinazione originaria residenziale.
Pertanto, pregherei il Consiglio regionale di accogliere questo emendamento che sopprime il punto “e)”.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, sull’articolo 4 esprimo un voto di astensione per significare un riconoscimento all’apertura dimostrata dal Governo e dalla maggioranza su un punto centrale di questo provvedimento, ma per le ragioni derivanti dal rigetto degli altri emendamenti ciò non mi consente di votare favorevolmente. Pertanto il gruppo del Partito Democratico si astiene.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
All’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Questo emendamento riproduce, Presidente, il principio già illustrato per l’articolo 4, cioè di rispettare le altezze e le distanze previste per i piani regolatori.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
Presidente, al comma 2, lettera d) si chiede di aggiungere <<negli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria. La condizione che gli edifici residenziali non siano compresi in aree a pericolosità idrauliche e/o di frana (quindi esterne alle aree a rischio), deve essere documentata attraverso una relazione geologica a firma di un geologo ed asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.
Quindi come diceva l’onorevole Dattolo, l’invito è di accogliere questo emendamento per ragioni di maggiore sicurezza visto quello che è stato in Calabria in questi anni.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Volevo dire all’onorevole Ferdinando Aiello che c’è un punto della legge in
cui è richiamato “il rispetto alla conformità delle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed
in particolare il Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008 e successive
modifiche ed integrazioni”. Questo è già previsto nella legge per cui sarebbe
un di più. Penso che non cambi assolutamente nulla perché, come diceva anche
l’assessore Tallini, ormai non si costruisce senza una indagine geologica,
oltre tutto in una regione come
(Interruzione)
Ma non cambia assolutamente…
PRESIDENTE
Il parere del relatore e
della Giunta sono contrari. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Che la provvidenza venga anche concessa per edifici che sono in corso di costruzione e non ancora ultimate è questione che suscita qualche preoccupazione e qualche perplessità, per cui si chiede la soppressione di questo punto.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Così come specificato prima, il parere è contrario.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Si passa all’emendamento protocollo numero
- il primo comma viene
sostituito dal seguente:
per migliorare la qualità
del patrimonio edilizio sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione
di edifici residenziali in stato di abbandono, degrado e pericolanti secondo i
parametri previsti dalla normativa vigente, la cui estensione non superi i
mille metri quadrati, con realizzazione di un aumento di volumetria entro un
limite del trentacinque per cento di quello legittimamente esistente;
- al comma 2 la lettera a) è
sostituita dalla seguente:
“su edifici in cui è prevalente
la destinazione abitativa;
- al secondo comma, le
lettere b), c), e), f) sono soppresse
- il quarto comma è
sostituito dal seguente:
a) Fermo restando il
rispetto della normativa vigente in materia di efficienza (direttiva
2002/91/CE, D.Lgs 311/2006, DPR 59/2009), energetica, gli interventi di cui al
primo comma dovranno garantire, con riferimento alla climatizzazione invernale
dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 50
per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C
tabella 1.3 del D.Lgs 192/2005.
b) Il rispetto degli indici
di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei
lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei
lavori; in mancanza di detti requisiti non può essere certificata l'abitabilità
o l'agibilità dell'ampliamento realizzato.
c) gli interventi dovranno
essere conformi alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona
sismica.
d) per gli interventi previsti
dalla presente legge oltre alla relazione geologica di progetto redatta in
conformità alla normativa vigente, il geologo deve produrre una relazione
asseverata attestante la conformità alle norme nazionali e regionali sulle
costruzioni in zona sismica ed in particolare il DM 14/0172008 e s.m.e.i., il
rispetto dei vincoli di in edificabilità assoluta nelle aree a pericolosità da
frana e/o idraulica elevata o molto elevata, il rispetto dei vincoli previsti
dagli studi geologici degli strumenti urbanistici, che l'area non ricada tra
quelle inserite nel Piano generale per la difesa del suolo (OPCM 3741/2009) e
come tale oggetto di proposta di riclassificazione a rischio elevato o molto
elevato>>”.
Grazie, Presidente, l’emendamento prevede sostanzialmente la riscrittura del primo comma per limitare le casistiche nelle quali si intende procedere alla sostituzione del patrimonio edilizio in cui si è verificata l’equazione abbandono-degrado e secondo i parametri previsti dalla normativa vigente.
C’è poi il vincolo di una consistenza non oltre i mille metri quadrati.
Al comma 2 la lettera a) viene sostituita integralmente “su edifici in cui è prevalente la destinazione abitativa cassando la restante parte”… cioè “la cui parte restante abbia un utilizzo compatibile con quello abitativo”.
Il quarto comma è indirizzato ad aumentare le prestazioni energetiche almeno del 50 per cento. Al secondo comma vengono cassate le lettere b), c), e) ed f), in modo particolare la lettera “e) che prevede la possibilità della ricostruzione dell’intervento su edifici in corso di costruzione e non ultimati alla data di approvazione della presente legge”. Credo che sia da evitare la premialità ad edifici che sono in corso di costruzione che devono essere già conformi ai parametri e non hanno bisogno di essere ricostruiti.
E poi la parte più importante è la lettera f) di cui chiediamo all’Aula la cancellazione. Riguarda quegli edifici che non hanno destinazione residenziale e per i quali è prevista la trasformazione che darebbe luogo ad una vera e propria trasformazione dell’urbanistica in aree degradate appesantendo il carico volumetrico urbanistico di interi comparti - e mi riferisco anche a comparti che hanno destinazione (opifici industriali) diversa da quella residenziale.
Peraltro il comma d) prevede che il tutto avvenga
rispetto anche ad una relazione asseverata attestante la conformità al Decreto
ministeriale 2008, riguardo al rispetto dei vincoli nelle aree a pericolosità
di frana ed idraulica elevate o molto elevate, al rispetto dei vincoli previsti
da istituti geologici e da strumenti urbanistici. Infine che l’area non ricada
tra quelle inserite nel piano di difesa del suolo dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio
dei ministri del
PRESIDENTE
Parere del relatore?
(Interruzione)
Prego, onorevole Principe.
Faccio mia la parte dell’emendamento dell’onorevole Giordano che chiede la soppressione del punto f) perché anche ai fini del verbale c’è stata prima un po’ di confusione. Il mio emendamento era per la soppressione del punto f) che allarga il beneficio agli edifici non residenziali.
Mentre per quanto ci riguarda, il beneficio deve essere dato solo a edifici residenziali. Questo mio intervento è solo ai fini del verbale. Le chiedo scusa.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Il parere è negativo anche se volevo poi tranquillizzare su alcuni aspetti relativi alle prestazioni energetiche per le quali c’è un impegno della Giunta. Quindi, onorevole Giordano, penso che alcune situazioni di questo genere siano state già discusse prioritariamente e si ripetano in alcuni emendamenti.
Ripeto: la legge per alcuni aspetti sarà sicuramente oggetto di attenzione e di ulteriori regolamenti da parte della Giunta. Per il momento però il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 5 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato presentato emendamento
protocollo numero
- al comma uno le parole
"alla data di entrata in vigore della presente legge'' sono sostituite
dalle seguenti: <<alla data del 31 dicembre 2009>>
- i commi 3 , 6 e 7 dell'art. 6 sono soppressi”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
L’emendamento prevede di sostituire alla data di entrata in vigore della presente legge la data del 31 dicembre 2009 per limitare temporalmente gli interventi.
E poi la soppressione dei commi 3, 6 e 7 dell’articolo 6.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 6 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Presidente, chiediamo che gli immobili interessati all’articolo 6, comma 1, dagli interventi previsti dai precedenti articoli 4 e 5 devono risultare alla data di entrata in vigore della presente legge regolarmente accatastati presso le agenzie del territorio.
Per gli edifici che devono essere accatastati al nuovo catasto edilizio urbano, devono risultare già presentate, alla data di entrata in vigore della presente legge, idonee dichiarazioni all’agenzia per l’accatastamento o per la variazione catastale.
Un tecnico abilitato deve attestare volumetria esistente ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera b) con una perizia giurata corredata necessariamente di idonea e completa documentazione fotografica.
Questo per ribadire all’onorevole Dattolo che, se si vuole impegnare a frenare ogni tipo di speculazione, questo emendamento deve essere accolto perché va a rafforzare con maggiore chiarezza la legge che state per approvare.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Ho visto che c’è un piccolo aspetto che a lei sfugge, onorevole Aiello. Quelli in corso di accatastamento resterebbero fuori se dovessi dare approvazione al suo emendamento.
E’ chiaro che sarebbe un modo per penalizzare i soggetti che hanno già adempiuto a tutto in corso di accatastamento.
Pertanto, il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento prevede l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 6.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Anche su questo volevo specificare, Presidente, e mi scusi se abuso della sua pazienza.
Anche questo emendamento si riferisce a quegli edifici che sono stati oggetto di domanda di condono. Per questo si parlava di un condono generalizzato.
La sanatoria edilizia, però, per chi può beneficiare
di questo intervento, deve essere rilasciata prima che venga presentata
Perciò, ritengo che anche questo emendamento limiterebbe chi ha già, con grande sacrificio, pagato oblazioni ecc.. Pertanto il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Penso che sia lo stesso di quello presentato dall’onorevole Aiello.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Prendo atto che bocciando l’emendamento del collega Aiello è anche bocciato il nostro emendamento.
Vorrei dire telegraficamente, però, al relatore che prima – penso non fosse riferito alla mia persona – ha dichiarato che questo provvedimento non è un condono.
E’ vero, ha ragione, è così. Il provvedimento che stiamo discutendo non è un condono perché autorizza cose nuove, ampliamenti nuovi.
Però, attraverso questo comma 3 dell’articolo 6 noi premiamo chi ha commesso un abuso.
Cioè, attraverso questo comma 3 consentiamo a chi ha commesso un abuso, ha fatto nei termini una istanza di condono ed ha pagato le relative sanzioni e quant’altro, di usufruire dei benefici di questa legge ed a noi questo sembra estremamente esagerato.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento con il parere contrario della Giunta e del relatore.
(E’ respinto)
Pongo in votazione anche l’emendamento protocollo numero
(E’ respinto)
Si passa all’emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
noi chiediamo la modifica del comma 6 dell’articolo 6, e chiediamo che non
vengano inserite le volumetrie per le quali sia stata già rilasciata la
sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28
febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività
urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie),
alla legge 23 dicembre del 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) e al decreto legge numero 326 del
30 settembre 2003
Se sono computate ai fini
della determinazione della volumetria complessiva esistente, questa legge
consentirà a chi ha avuto accesso alla sanatoria di averne un’altra. In
pratica, diventerà una sanatoria della sanatoria.
Per cui chiediamo che questo
emendamento venga approvato anche per le cose che hanno detto prima i colleghi
Giordano e Talarico.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del
relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato
emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, chiediamo la modifica “Al comma 4, lettera c), aggiungere <<ed inoltre su tutte le aree escluse dagli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e riportati nel parere dell’ex articolo 13 della legge 64/74 e nel piano generale di interventi per la difesa del suolo in Calabria. Le condizioni che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo ed asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.
Penso che questo sia il minimo per poter andare avanti, onorevole Dattolo, non so più come invitarla a porre un freno.
Premetto che lei mi è molto simpatico ma non è che qui stiamo… ci mancherebbe altro.
Come ho detto prima, il parere è contrario perché già ampiamente spiegato.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Al comma 4, dell’articolo 6, lettera g) dopo le parole “territoriale ed urbanistica” aggiungere “e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria” che è in continuità con gli emendamenti precedenti.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
“Al comma 4 dell’articolo 6, lettera g) bis, aggiungere <<la condizione che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo e asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, a parte le questioni di natura igienica che possono sorgere nel momento in cui si consente di rendere abitabili sottotetti e seminterrati , già per i sottotetti potrebbe farsi una bella discussione e figuriamoci per i seminterrati soprattutto quando sono interrati per 4 lati oppure un solo lato fuoriesce, ma la questione è un’altra.
Avendo in effetti il Governo Scopelliti meditato sul testo originario di questo provvedimento, ed essendo di comune accordo arrivati alla conclusione di consentire gli ampliamenti solo per piccole costruzioni al più con una volumetria pari a mille metri cubi, mi sembra eccessivo che queste costruzioni debbano godere di due benefici, arrivati a questo punto: da un lato l’aumento del 20 per cento e dall’altro una sanatoria, di fatto, per i sottotetti e per i seminterrati.
Questa è la ragione del nostro emendamento che chiede la soppressione di questa opportunità che viene data ai proprietari.
Esprimo parere contrario perché,
in ogni caso, ritengo che il recupero dei sottotetti, specialmente in realtà
come quelle calabresi, possa consentirne l’abitabilità e addirittura
contribuire all’eliminazione dell’amianto. Pertanto il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
con questo emendamento si chiede di modificare il comma 7 e di specificare che
per gli edifici sui quali sia stato realizzato l’aumento ai sensi della
presente legge – se è vero come è vero che questa maggioranza
vuole aiutare i calabresi ad ampliare le proprie abitazioni – non può essere modificata
la destinazione d’uso.
Questo ferma la speculazione edilizia che si accentuerà
sicuramente con questa legge.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Onorevole Aiello, penso sia già specificato
bene nel testo, anche perché il comma 7 dice
“se non sono decorsi almeno 5 anni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori” per cui penso che sia un aspetto qualificante anche
questo.
Il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Con questo emendamento il comma 10, dell’articolo 6, è abrogato integralmente.
Riguarda l’autorizzazione ad ogni atto di assenso.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per chiedere alla Giunta ed al relatore, se ci può essere su questo punto un ripensamento. Una volta stabilito che l’ambito della legge riguarda piccole costruzioni, ma restando poi l’aumento del 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione, sarebbe utile sostituire alla semplice Dia il permesso di costruzione.
Troviamo questo modo di procedere senz’altro più garantista anche sotto il profilo della sicurezza.
Però, siccome, il gruppo del Partito democratico ritiene di essere un gruppo di opposizione serio, nel momento in cui esprime una opinione su determinati provvedimenti, non posso dimenticare ciò che ho detto all’inizio nel momento in cui abbiamo discusso in generale della legge.
Ho fatto un appello al Governo
perché accogliesse la nostra critica principale, cioè
di limitare gli aumenti ad edifici non superiori ai mille metri cubi ed ho
aggiunto che in questo caso eravamo anche pronti a non insistere su questo
emendamento.
Chiedo quindi, agli onorevoli
assessori, se si può fare un ragionamento ed una riflessione su questo punto.
Se il Governo ed il relatore insistono, io ritiro l’emendamento.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Questa disposizione, Presidente,
consente ai Comuni di praticare una riduzione rispetto agli oneri concessori
fino ad un massimo del 30 per cento.
Penso che non sia una norma utile considerato lo stato delle finanze comunali.
Vorrei dire all’onorevole Dattolo ed agli illustri assessori che, in effetti, non
sempre una maggiore edificazione corrisponde ad una dotazione delle opere di
urbanizzazione.
Quindi, eviterei di porre i
Comuni in questa situazione. Certo, mi si può osservare: “ma i comuni autonomamente possono decidere se concedere o meno questa riduzione” ma
sappiamo che i sindaci sono in trincea e sono troppo vicini alle comunità.
E’ un momento di grande
difficoltà generale e difficilmente potrebbero resistere ad un appello in
questa direzione.
Meglio non dare questa
opportunità, proprio in considerazione dello stato comatoso in cui versano le
finanze dei Comuni. Grazie.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Per le stesse ragioni che esponeva l’onorevole Principe, si può dare parere contrario.
PRESIDENTE
Per le stesse ragioni al contrario.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
E’ fatta eccezione per gli
interventi di edilizia residenziale pubblica i cui soggetti attuatori sono le
Aterp per le quali viene fissato in 48 mesi il regime sanzionatorio del
procedimento avviato con Dia e disciplinato della vigente normativa regionale e
nazionale”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
si chiede la modifica del comma 12 affinché, tenuto conto della natura straordinaria e temporanea della presente legge,
E’ fatta eccezione per gli
interventi di edilizia residenziale pubblica, i cui soggetti attuatori sono le
Aterp per le quali viene fissato in 48 mesi il regime sanzionatorio del procedimento
avviato con Dia e disciplinato della vigente normativa regionale e nazionale”.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Abbiamo già ridotto i termini da
Il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Prego, onorevole Dattolo.
Volevo ricordare che il testo è stato licenziato il 20 luglio dalla Commissione competente.
Come sapete, il 30 luglio è stata approvata la finanziaria nazionale e, quindi, ai sensi del comma 4 ter dell’articolo 39 del DL. 78/10, l’emendamento modifica all’interno della presente legge regionale ogni occorrenza della parola “Dia” con “Scia”, per adeguarci alla normativa nazionale, altrimenti si sarebbe dovuto di nuovo intervenire in Aula.
C’è quindi la proposta di modificare le due parole.
PRESIDENTE
E’ solo un cambio.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
L’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore?
Il testo della proposta di legge mi pare richiami quanto riportato nell’emendamento. Mi sembra che sia già dentro l’articolato, se non sbaglio.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato
presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Presidente, “Il comma 13 dell’articolo 6 è sostituito con <<Nei casi di intervento di cui agli articoli 4 e 5 realizzati su immobili con più unità lavorative e quindi destinati alla vendita ed alla locazione, l’ammissione alla premialità, obbliga il proprietario a destinare il 50 per cento della cubatura premiale realizzata, ad edilizia agevolata, e quindi a costi di vendita a canoni di locazione agevolata o calmierati preventivamente concordate con il comune in base alle normative vigenti in materia>>”.
Questo significa agevolare i cittadini calabresi.
Almeno questo, per limitare la speculazione edilizia.
Onorevole Dattolo, se mi dice che anche questo è già
previsto nella legge, poi non la credo più.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato
presentato emendamento protocollo numero
a) la
conformità alle norme nazionali e regionali sulle
costruzioni in zona sismica ed in particolare il DM. 14.01.2008 e s.m.e.i.;
b) il rispetto dei vincoli di inedificabilità assoluta nelle aree a pericolosità da frana e/o idraulica elevata o molto elevata;
c) il rispetto dei vincoli previsti dagli studi geologici degli strumenti urbanistici;
d) che l’area non ricada tra quelle inserite nel “Piano generale per la difesa del suolo (Opcm 3741/2009)” e come tale oggetto di proposta di riclassificazione a rischio elevato o molto elevato>>”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento si illustra
da sé, Presidente.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Questi testi sono già previsti e richiamati nell’articolato precedente.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 6 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 7 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento modifica il comma 1 dell’articolo 7,
aggiungendo, dopo le parole <<al direttore dei lavori>>,
<<e dal geologo>>, proprio per quello che diceva prima l’onorevole Dattolo e cioè che ormai
si presentano progetti anche con relazioni geologiche.
Aggiungere quindi un
rafforzativo, la parola “geologo”.
Onorevole Aiello,
non so se lei fa il geologo di professione perché mi sembra che abbia preso
tutto da quella categoria.
Parere contrario.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento è in coerenza con gli emendamenti agli articoli precedenti. Questo interviene sulle procedure per escludere, come abbiamo fatto con gli emendamenti precedenti, dal novero degli edifici per i quali può essere previsto sia un intervento sia la premialità del 35 per cento quelli soggetti a sanatoria e condono edilizio.
In questa direzione il comma 3 dell’articolo 7 è soppresso.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 7 è stato presentato emendamento
protocollo numero
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
a) alla corresponsione del contributo di costruzione di cui all’articolo 16 del TU. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia emanato con Dpr 380/2001 come modificato dall’articolo 1 del D.Lgs. 301/2002 e dell’art. 40, comma 9, della legge 1° agosto 2002, n. 166;
b) al rispetto delle norme vigenti in materia di aree standard e di parcheggi privati (DM. 1444/68; L. 122/89);
c) al rispetto della vigente normativa tecnica e sismica prevista per le costruzioni ed a seguito del deposito dei calcoli statistici presso il Servizio tecnico regionale (ex ufficio del Genio civile); a partire dal 1.1.2010 a seguito del rilascio dell’autorizzazione, ai sensi della L.R. n. 35 del 19.10.2009 da parte del medesimo Servizio tecnico regionale.>>”.
PRESIDENTE
Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 7 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 8 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Si invoca, Presidente, la soppressione del comma 5 dell’articolo 8 per interventi in zona agricola e poi si richiamano gli indici di prestazione energetica rispetto agli articoli precedenti.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario, ricordando l’impegno già preso precedentemente.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 8 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 9 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento si commenta da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
- al primo comma le parole <<o per i quali sia stata rilasciata sanatoria edilizia>> sono abrogate;
- al comma 2 la lettera g) è sostituita dalla seguente <<a) Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica, gli interventi di cui al primo comma dovranno garantire con riferimento alla climatizzazione invernale dell’ampliamento un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 50 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell’allegato C) della tabella 1.3 del D.Lgs 192/2005;
- il rispetto degli indici di prestazione energetica
di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori
o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei
lavori; in mancanza di detti requisiti non può essere certificata l’abitabilità
o l’agibilità dell’ampliamento realizzato>>;
Il comma 7 è soppresso”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Con l’emendamento si sopprimono le parole “immobili o per i quali sia stata rilasciata sanatoria”. Quindi si invoca l’abrogazione.
Vi è poi il richiamo all’aumento della prestazione energetica, comma 2, lettera g) con un richiamo espresso della prestazione energetica inferiore almeno al 50 per cento del corrispondente valore.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 9 è stato presentato emendamento
protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Presidente, chiediamo di aggiungere semplicemente al comma 2, lettera a) la frase “Come disciplinato dalla legge urbanistica regionale”.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
L’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
L’emendamento si commenta da sé.
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, si chiede di sostituire e inserire le parole <<dagli studi geomorfologici>> perché è una questione tecnica.
Non sono un geologo.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.
L’emendamento si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
E’ stato presentato emendamento protocollo numero
Telegraficamente questo emendamento va spiegato, Presidente, perché con riferimento alla demolizione e ricostruzione è un emendamento che incentiva i comuni a fare delle varianti ad hoc e questo mi sembra dal punto di vista istituzionale quanto meno non corretto.
Insisto per la soppressione di questa norma. Grazie.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario, perché si limiterebbero i poteri dei comuni nei propri territori e sono loro che debbono individuare le aree.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 9 nel suo complesso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Per dichiarazione di voto sulla legge nel suo complesso ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.
Mi rendo conto, Presidente, che c’è una certa fretta ed abbiamo cose molto importanti da discutere, ma telegraficamente una dichiarazione di voto è necessaria.
Nel senso che prendiamo atto che
Ma il fatto che si consenta di procedere ad aumenti
anche su edifici che non hanno una destinazione originaria residenziale, quindi
è stato detto da qualche collega anche su edifici che hanno una destinazione
industriale, il fatto che non sia stato accolto il nostro
suggerimento di non derogare le altezze e le distanze previste dai piani
regolatori vigenti, il fatto che non sia stato accolto il nostro suggerimento di non procedere con
Guardate, non siamo preoccupati come Partito democratico per i fabbricati fino a mille metri cubi. Tutto sommato gli ampliamenti essendo limitati si possono consentire anche attraverso una Dia.
Però per le demolizioni e ricostruzioni – questo
significa anche poter demolire e ricostruire grossi fabbricati che per giunta avranno il beneficio di un incremento del 35 per cento
della volumetria esistente - con tutta la buona volontà di assumere posizioni
di confronto costruttivo, questa è cosa che ci preoccupa molto soprattutto in
un’area sismica come
Ricordiamo, assessore
Gentile, che dal primo gennaio si dovrà
avere l’autorizzazione del Genio civile prima di ottenere il permesso a
costruire. Per cui la invito ad attivare i controlli sul territorio perché consentire con
Per questi motivi prendiamo atto dell’apertura del Governo che ha accolto il nostro suggerimento sull’articolo
4 ma siamo costretti ad esprimere voto contrario sulla legge.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo anche io per dichiarazione di voto: esprimo il mio voto contrario al provvedimento.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, dichiaro a nome del mio gruppo che, anche se abbiamo preso atto di una timida apertura rispetto alla limitazione degli interventi dell’ampliamento che avete limitato agli edifici uni/bifamiliari, come avevamo chiesto, tutto il resto del provvedimento non risolve il problema dell’economia, non risolve il problema di una edilizia di qualità e di un riuso di un patrimonio edilizio che deve essere riadeguato.
Consentirà di cementificare senza regole, attraverso delle vere e proprie trasformazioni urbanistiche in spregio agli strumenti urbanistici e senza regole.
Per questo motivo esprimiamo un voto contrario.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, per dichiarazione
di voto. Il provvedimento così definito sottintenderebbe una destinazione
sociale che, invece, non ha.
Di fatto ha come destinatari
coloro i quali la casa già ce l’hanno. Esprimo pertanto il mio voto contrario.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Sarò
molto lapidario. La mia dichiarazione di voto è contraria e assume le
argomentazioni che sono state già esposte in sede di presentazione degli
emendamenti, quelli presentati dalle forze e dai consiglieri di opposizione.
Volevo
limitarmi soltanto a dire che probabilmente i lavori di oggi sono stati una occasione mancata.
Ci potevano essere le condizioni politiche e le disponibilità
istituzionali per pervenire ad un provvedimento che fosse uno strumento di
aiuto reale alla qualificazione dell’attività a sostegno dell’edilizia
residenziale ed abitativa, in una Regione in cui ce n’è tanto bisogno. In
questa Regione c’è bisogno di regole e le regole non possono essere anche in
qualche modo in difformità ed in contrasto tra di loro.
Perché, per esempio, i piani strutturali comunali non possono procedere
su linee ed azioni diverse da quelle che sono le ispirazioni fondamentali anche
di una legge come questa.
C’è bisogno di armonia urbana e delle forme architettoniche. C’è bisogno
di nuovi livelli di sicurezza soprattutto per quanto concerne alcune concentrazioni urbane con particolare
riferimento ai centri storici sia dei comuni interni sia delle nostre città.
Tutto questo non c’è. La legge si limita ad una applicazione automatica
di una volontà finalizzata all’incremento della volumetria in maniera
indifferenziata.
Si poteva fare di meglio e di più. Ciò non è stato fatto. Penso che se
fossero stati accolti gli emendamenti sostanziali e fondamentali che sono stati
presentati da questi banchi, questo risultato, invece, si poteva raggiungere.
Dichiaro il voto contrario a questo provvedimento a nome del gruppo.
PRESIDENTE
Sono finite le dichiarazioni di voto. Pongo in votazione la legge nel suo complesso e per come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che recita “Proposta di legge numero 42/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale”.
L’onorevole Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, la
gravissima crisi che ha interessato l’economia mondiale ha inciso negativamente
anche sugli assetti di bilancio del nostro Paese ed ha sortito effetti
negativi, onorevole Bova, anche
per le Regioni deboli come
E’ in questa cornice che va contestualizzata l’adozione di “Misure regionali che sono volte a razionalizzare la spesa pubblica”.
Questo ci pone immediatamente un quesito pregiudiziale a qualsiasi scelta economica.
La locuzione ”razionalizzazione della spesa pubblica” è da intendersi quale sinonimo di contenimento, ovvero di superamento del deficit di bilancio.
Questo dilemma interpretativo di certo condiziona le nostre scelte ed i nostri obiettivi ma mai dimenticando la
gravità dello stato di salute dei conti pubblici regionali, sia gli
insopprimibili bisogni della nostra popolazione, soprattutto con uno sguardo
rivolto alle popolazioni deboli, svantaggiate e meno abbienti.
Lo sforzo che certamente
occorre fare è che, posto il preoccupante disavanzo dei conti pubblici calabresi,
l’obiettivo di una classe politica autenticamente responsabile non può che
essere quello di superare e quindi risolvere – certamente non a breve termine
ma, sicuramente a medio termine – il disvalore che segna il bilancio regionale
e non già limitarsi a mere e irrisolutive panacee previsionali che sono
inidonee alla cura ma aduse ad rinviare sine die la soluzione dei
problemi.
Mi si consenta un doveroso ringraziamento per la
celerità e l’impegno alla struttura della Commissione, al dirigente dottor
Priolo, all’ottimo lavoro svolto dall’assessore Mancini, alla struttura del
dipartimento bilancio. Ma anche un ringraziamento particolare ai colleghi della
maggioranza e della minoranza che con senso di responsabilità e di compattezza
istituzionale hanno permesso una velocizzazione dei lavori ed un licenziamento
della stessa manovra in tempi rapidissimi.
Però, indubbiamente, questa manovra finanziaria che è
sotto l’esame del Consiglio oggi riflette una inversione di tendenza
significativa – mi si lasci dire – nel suo complesso coraggiosa, perché atta a
superare la logica incrementale della spesa nonché a ridurre i costi di
funzionamento istituzionale.
E pur considerando che trattasi di una manovra di
bilancio esperita in sede di assestamento, lo sforzo è stato notevole e
certamente prodromico di una ulteriore ed attenta analisi che necessita di
ulteriori scelte ancor più incisive ed in linea, peraltro, col programma di
governo del Presidente Scopelliti.
Tutto questo nel quadro di un’azione volta non già a
contenere ma a risolvere i problemi. Come già chiarito in altre sedi è
necessario ridurre ulteriormente, se non addirittura eliminare, tutte quelle
spese concernenti l’attività di Comitati, Commissioni, altri organi collegiali
che sovente hanno costituito o costituiscono meri doppioni istituzionali
affatto utili al perseguimento di interessi pubblici ma adusi, soltanto ed
invece, ad ingiustificabili logiche di parte.
Non meno urgente si rivela la necessità di approfondire
ed intervenire attraverso una seria azione di monitoraggio e riordino
nell’ampio novero di soggettività sub-regionali perché tali strumenti devono
essere strumentali e funzionali della Regione stessa.
Ancora più significativo deve essere il processo di
razionalizzazione della spesa sanitaria anteponendo gli interessi della
collettività ad insostenibili ed ingiustificabili ragioni di parte, camuffate,
molte volte, alla stregua di retoriche ed inconsistenti ragioni di interesse
pubblico.
E’ quindi necessario continuare, Presidente, con
maggiore incisività sulla strada intrapresa ed iniettare sin dal prossimo
immediato futuro con maggiore energia e vigore nell’ordinamento regionale
ulteriore trasparenza e rigore oltre modo necessaria ai fini del risanamento
dei conti pubblici regionali.
Con determinazione e fermezza occorre creare, quindi,
quelle condizioni per avere anche la nostra Calabria bilanci trasparenti,
accessibili ma soprattutto partecipati.
Tutto questo, del resto, si rivelerebbe in linea con
quanto disposto dal decreto legge n. 135 del 2009, convertito poi in legge n.
466/2009 che accanto ad interventi del portato negativo è necessario avvalersi
della straordinaria opportunità di contemplare quanto disciplinato
dall’articolo 43 della legge n. 78/2010 che contempla la possibilità di
istituire nel meridione d’Italia zone a burocrazia zero.
Una occasione straordinaria che consenta di risanare i
conti attraverso non solo misure negative quanto positive che stimolando ed
implementando lo sviluppo economico razionalizzano la spesa e di conseguenza
incrementano il tasso occupazionale della nostra Regione.
Siamo convinti che la maggioranza di governo, unitamente
alla responsabilità della minoranza di governo abbiano un solo ed unico
obiettivo: il bene della nostra Regione.
Però per perseguire questo obiettivo è opportuno dar
fiducia ed alimentare e non uccidere la speranza che è alla base della ragione
e che incoraggia molte volte la volontà per ben operare nei confronti della
nostra stessa Regione. Grazie.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Mancini. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente, solo qualche considerazione anche perché dei provvedimenti che sono oggi all’esame del Consiglio abbiamo dibattuto lungamente in Commissione. Le forze politiche si sono confrontate anche con l’opinione pubblica.
E’ mio dovere in quest’Aula relazionare rispetto ad alcune brevi considerazioni.
Oggi il Consiglio regionale
discute di una riforma importante e qualificante rispetto all’attività del Governatore Scopelliti
e della sua Giunta.
Se questa riforma verrà
approvata, condurrà
Una terra, la nostra, che in
passato a volte anche giustamente è sempre stata additata come luogo degli
sperperi, come luogo nel quale vi è un uso sconsiderato delle risorse
pubbliche, come una Regione dove gli interventi per tamponare le emergenze si
tramutano in interventi che creano nuove emergenze.
In una terra del genere oggi
noi presentiamo, discutiamo, ed io mi
auguro, approveremo una riforma che
imboccherà e farà imboccare alla Calabria una strada virtuosa e nuova che
consentirà alla nostra terra di avere un impianto legislativo utile a razionalizzare
la spesa, ponendosi come obiettivo quello di tagliare gli sprechi ed eliminare
gli sperperi.
Questa è la sfida. Ritengo, onorevoli consiglieri, che
soltanto dalla lettura della rubrica dell’articolato che andremo adesso ad
analizzare si possa percepire la portata del cambiamento che con questi
provvedimenti noi ci poniamo: contenimento delle spese di funzionamento della
Regione; riduzione delle spese per locazioni passive; razionalizzazione del
patrimonio immobiliare regionale; riduzione delle spese per Comitati e
Commissioni istituite presso l’amministrazione regionale; riduzione delle spese
per consulenze esterne.
Altre norme di contenimento della spesa regionale:
razionalizzazione, riorganizzazione e definizione delle leggi regionali di
spese.
Sono queste le rubriche di articolati complessi che
hanno come obiettivo quello di cambiare in meglio la spesa pubblica regionale e
di avviare
Ritengo, onorevoli, che questi provvedimenti rappresentino il manifesto
del cambiamento che il governatore Scopelliti, la sua Giunta, la sua
maggioranza intendono raggiungere.
Onorevoli consiglieri - l’ha già detto il relatore della
Commissione bilancio che mi sia consentito di ringraziare per l’egregio lavoro
svolto in queste settimane – noi viviamo in un momento difficile.
Le grandi democrazie occidentali, l’Europa, l’Italia
sono scosse ed attraversate da venti di crisi economica. E’ il momento dei
sacrifici, delle scelte difficili, dolorose ed insieme coraggiose.
E’ questo il punto che intendo fissare. Se noi oggi
imboccheremo con decisione questa strada, ci troveremo, mi auguro, in una
prospettiva che nel tempo potrà consentire di creare spazi nuovi e possibilità
di manovra che oggi non ci sono.
Lo spirito è quello di condividere questa intenzione, di
affrontare e vincere insieme questa sfida.
Da questo punto di vista, mi piace sottolineare
l’approccio anche di parte delle forze di opposizione che nell’esame in
Commissione soprattutto hanno colto perfettamente il momento di difficoltà che
vive il nostro Paese ed in qualche modo si sono poste in una maniera giusta e
costruttiva rispetto al lavoro che stiamo facendo.
Allora, onorevoli, il momento per le grandi democrazie occidentali è
difficile, è difficile per il nostro Paese ed ancora più difficile per
Noi da questo punto di vista abbiamo lavorato ad un
provvedimento di assestamento che da una parte elimina tutta una serie di spese
inutili, tutta una serie di azioni che avevano come obiettivo non quello di
pensare e di intervenire rispetto all’interesse generale ma andavano a
concentrarsi rispetto ad interessi particolari.
Questa manovra consente e consentirà, nel momento in cui
il Consiglio regionale la dovesse approvare, un risparmio di 15 milioni di euro
per il 2010 e di 40 milioni di euro ad iniziare dal 2011.
Tutto questo, onorevoli, senza mettere le mani nelle tasche
dei calabresi. Senza mettere le mani nelle tasche dei calabresi: è questo il
risultato che noi ci siamo posti.
I due provvedimenti che adesso andremo ad analizzare
nell’articolato, rappresentano un unicum.
Da una parte, l’obiettivo è quello di razionalizzare e riorganizzare la spesa
pubblica; dall’altra è quella di eliminare gli sperperi e gli sprechi.
Oggi presentiamo al Consiglio un lavoro che, senza enfasi,
ritengo importante. Il Governatore Scopelliti ha tracciato una linea, fin dal
suo insediamento, condividendo con le forze di maggioranza, ma trovando anche
il sostegno di quelle della opposizione, l’obiettivo della riduzione dei costi
della politica
Tra le prime decisioni che sono state votate in questo
Consiglio c’è stata la cancellazione della norma che prevedeva i consiglieri
supplenti e quella votata di comune accordo tra le forze politiche per ridurre
i costi della politica intervenendo sulle indennità del Presidente, degli
assessori e dei consiglieri regionali.
Questa linea tracciata dal Governatore Scopelliti è
stata seguita con un lavoro corale dall’Esecutivo, condivisa dalle forze di
maggioranza e in qualche modo ha trovato il confronto dialettico ed a volte –
lo sottolineo, un’altra volta in Commissione – il sostegno di alcune forze di
minoranza.
Questo è un punto importante che rappresenta per noi un
viatico di un lavoro virtuoso. La sfida è quella di consentire alla Calabria di
avviarsi verso un percorso di risanamento.
Nel corso dell’esame dell’articolato, è evidente,
verranno analizzate tutte le proposte della Giunta e della maggioranza in
maniera compiuta. Immagino che ci intratterremo rispetto ai singoli aspetti
della riforma.
Qui, oggi, in sede di relazione mi piace sottolineare un
punto politico che, seppur nel momento di difficoltà che vive la nostra terra,
è stato ottenuto. Cioè quello di equilibrare le due istituzioni, il Consiglio
regionale da una parte e
In questo provvedimento il Consiglio regionale viene a
beneficiare delle risorse che erano state tolte nella passata legislatura.
Ritengo che questo sia uno tra i tanti punti di merito
dell’azione del Governatore Scopelliti realizzata in perfetta sintonia con il
Presidente del Consiglio Talarico: si uniscono e si riequilibrano le
istituzioni.
Qualcuno in campagna elettorale criticava il Governatore
Scopelliti dicendo che era l’uomo che avrebbe diviso
Quindi,colleghi consiglieri, ritengo che con questi
provvedimenti,
Questo è l’obiettivo che con questi provvedimenti
PRESIDENTE
Grazie per la relazione all’assessore.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente,
intervengo sul punto all’ordine del giorno anche perché, in qualità di
componente del gruppo del Partito democratico, faccio parte della seconda Commissione. Ho seguito i lavori
e tutta la manovra.
Sinceramente, devo
registrare che i calabresi, oltre alla manovra varata dal Governo
nazionale che comporta un peso, un onere, oltre al disagio che le famiglie
calabresi vivono, ora si devono sobbarcare anche la manovra regionale, che, per
bocca dell’assessore Mancini, chiaramente comporterà per i calabresi nuovi e
pesanti sacrifici.
Certo, le amministrazioni pubbliche devono intraprendere
una strada virtuosa e contenere i costi entro alcuni parametri per rimanere nel
patto di stabilità. E’ anche vero che ai calabresi non viene tolto nulla da una
tasca, perché la manovra non incide direttamente su una tasca dei calabresi, ma
dall’altra tasca la sanità è stata commissariata e quindi ci saranno delle
spese che graveranno sulle famiglie calabresi.
Oltre a questo, la manovra di assestamento, che è
relativa, perché va ad assestare un bilancio già fatto, la dice lunga
sull’azione che questa Giunta vuole portare avanti.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Un’azione che deve riguardare il PIL calabrese delle famiglie, deve riguardare la
qualità della vita e dei consumi. Ebbene, questa manovra non va in questa
direzione, non va ad incrementare il PIL, non va a stimolare i consumi in una
situazione di crisi finanziaria ed economica.
E’ una manovra che non toglie
direttamente, ma indirettamente penalizza i calabresi, le imprese, alcuni
lavoratori e alcune istituzioni e chiaramente non apporta sviluppo.
Tratterò per singole
questioni la manovra, perché poi, quando discuteremo degli emendamenti,
entreremo nel merito delle singole questioni.
Intanto, questa manovra
riduce i costi ed incide negativamente su alcuni comparti. Abbiamo più volte
denunciato lo scippo dei 3 milioni 300 mila euro che erano destinati a favore
dei Comuni.
Queste risorse, che noi
avevamo messo nella legge 8, non erano destinate a interessi particolari - come
ha detto l’assessore Mancini-, ma erano soldi destinati in favore degli enti
locali e delle imprese che dovevano realizzare queste opere.
Chiaramente, rispetto a
questa legge c’è stata una relazione da parte del dipartimento dei lavori
pubblici, che non è esaustiva rispetto alle richieste che sono state fatte ai
Comuni. Rispetto ad una situazione non chiara, è sbagliato sottrarre questi soldi
che potevano generare investimenti non per 3 milioni 300 mila euro, ma per
quasi 66 milioni di euro in 20 anni.
Si tagliano i soldi al fondo
per la montagna per 350 mila euro. Non conosco le zone disagiate, le zone di
montagna, già penalizzate, o le stesse comunità montane, rispetto alle quali
c’è un problema di pagamento dei quasi 400 dipendenti, io non so come
riusciranno a sopravvivere, anche perché entro 180 giorni da quando è
stato fatto il provvedimento, avrebbe
dovuto essere emanata la legge che a tutt’oggi, però, non è stata emanata.
Ancora, si tagliano i soldi
alle Province: 1 milione di euro alle Province. Risorse destinate al pagamento
dei dipendenti di ruoli che erano transitati alle Province in base alla legge
34.
Si taglia il fondo per la ristrutturazione
degli immobili nei centri storici e chiaramente non so quale sviluppo può
apportare questa manovra, quale incremento di spesa, quale incremento di
consumi.
E’ vero che ci sono dei
tagli, ma un assestamento si poteva fare agendo sulle entrate e controllando
meglio quali sono le riscossioni ed i crediti, controllando meglio la
dismissione del patrimonio.
Noi abbiamo chiesto che sulla
dismissione del patrimonio ci fosse un parere della Commissione, e questo c’è
stato negato.
Non vedo nell’azione della
Giunta, nella manovra deliberata dalla Giunta, una riforma strutturale della
nostra Regione, che metta in soffitta i carrozzoni.
Invece, abbiamo assistito ad
un emendamento presentato in Commissione attraverso il quale si sopprime
l’Arpacal per far spazio ad una nuova agenzia. In questa operazione – ed io ho
l’ho denunciato subito insieme al collega Talarico di Italia dei valori
–abbiamo visto una azione politica clientelare che, chiaramente, appartiene
alla vecchia politica, ad un vecchio regionalismo.
Non c’è la volontà di voltar
pagina, perché questa non è una operazione che va a ridurre le spese ma va ad
incrementarle.
Per quanto riguarda l’Arpacal
,spero che ci sia un ravvedimento da parte della maggioranza anche alla luce
della presa di posizione delle organizzazioni sindacali e di molti altri attori
sociali ed economici.
Questa non è una operazione
che va a ridurre la spesa ma va ad
incrementarla. Per quanto riguarda l’Arpacal, se dovesse passare questo
provvedimento, deve essere nominato un commissario liquidatore che abbia al suo
fianco il Collegio dei revisori dei conti.
Chi conosce le liquidazioni
sa che…
(Interruzione)
Vi chiedo scusa, Presidenti
emeriti, io sto parlando e chiederei un po’ di correttezza. Mi pare sia
ingeneroso da parte vostra quando parla un collega, il voltare le spalle e fare
comunella.
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
PRESIDENTE
Prego, onorevole Censore, può continuare.
Non è una questione di ascoltare, Presidente. Io non voglio interferire nel suo lavoro, noi siamo stati colleghi nella scorsa legislatura e magari ci sono state le
occasioni per litigare, ma è compito suo il mantenere un corretto svolgimento
dei lavori in Aula e se ci sono delle necessità
magari sospendere i lavori e poi proseguire.
Mi appello a questo: ad un
normale funzionamento dei lavori in Aula.
Parlavo della questione
dell’Arpacal.
Questa operazione che è
politico-clientelare comporterà, chiaramente, un aggravio di spesa.
Dicevo che questa non è una manovra
attraverso la quale si osa e si vuole riformare
Certo, è una manovra di
assestamento, e noi chiaramente convinti che questa maggioranza ha avuto un
ampio consenso dei calabresi aspetteremo il bilancio ed il tempo necessario
per vedere quali azioni questa Giunta porterà a favore della nostra terra, che
è davvero una terra dove ci sono tante emergenze.
Ma la strada intrapresa non è una strada virtuosa. Ho
citato l’Arpacal, che è un fatto importante, ma vorrei citare anche qualche
altra argomentazione.
Per esempio, c’è un aumento di 300 mila euro sulla legge
sismica, sulla legge 35. E’ una legge che è stata impugnata da parte del
Governo ma non sappiamo se il conflitto sia stato risolto. L’altra volta in
Commissione non mi è stata data risposta su questa questione, perché non c’era
l’assessore competente.
Oggi chiederei all’assessore competente come mai questa
legge, che prevedeva già 100 mila euro, se ne vede aggiunti ulteriori 300 mila
euro, quando siamo ad oltre metà dell’esercizio.
Staremo a vedere i fatti concreti, non i proclami,
perché fino ad oggi di fatti concreti ce ne sono stati ben pochi. Saremo vigili
ed attenti, non ci metteremo contro in maniera pregiudizievole rispetto ad atti
importanti e che condividiamo.
C’è stato in Commissione un lavoro e voglio riconoscere
al Presidente la conduzione equilibrata e di responsabilità dei lavori. Ci sono
stati punti di convergenza importanti, alcuni emendamenti che andavano a
migliorare la qualità legislativa del testo di assestamento.
Sono stati accolti, e di questo ne prendo atto. Su altri
c’è stata una proficua intesa ma alcuni noi li abbiamo presentati insieme al
collega Guccione perché, chiaramente, riteniamo che sia giusto difendere fino
in fondo gli interessi dei calabresi.
Per quanto riguarda il milione di euro che era a favore
delle Province, ne prevedete la soppressione, avevo ritirato l’emendamento in
Commissione, perché avevo detto che volevo interloquire con l’Upi. Ho chiamato
Chiaramente discuteremo l’emendamento e su questo voglio
sentire il parere della Giunta e dei relatori. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, siamo tutti consapevoli che questa manovra di assestamento si inserisce in una crisi nazionale e internazionale, come diceva l’assessore Mancini. Questo, però, non giustifica né assolve le azioni delle singole Regioni. Questo non giustifica la mancata scelta di priorità di gerarchie nei tagli e nella razionalizzazione.
Devo dire che la Calabria, rispetto alle altre Regioni, è stata silente nei confronti dei tagli indiscriminati e feroci che il Governo nazionale ha attuato, e che privano le Regioni di 4 milioni e mezzo di euro per il prossimo anno rendendo le cose molto difficili.
Avrebbe fatto bene la Calabria,
al pari di altre Regioni, al di là del segno politico che esse portano, a farsi
sentire nei confronti del Governo centrale.
Rispetto alla nostra
manovra, credo che ci siano dei segnali importanti ma che sono, però, confusi e
contraddittori probabilmente in linea ed in coerenza con i primi 100 giorni
della Giunta Scopelliti.
Da un lato è vero che si
spuntano spese superflue, ma dall’altro si rafforzano i capitoli delle spese
cosiddette politiche.
Voglio entrare anche nel
merito. E’ vero che si taglia e si taglia poco, si riducono le spese di
funzionamento del 20 per cento, dei Comitati
e delle Commissioni del 30 per cento,
sulla convegnistica non si può superare, ad esempio, il limite dell’80 per cento rispetto al 2009, così con le consulenze degli enti
strumentali al 90 per cento.
Noi, Italia dei valori, non
vogliamo alzare l’asticella o vogliamo fare facile demagogia, per dire non ci
basta il 20 vogliamo il 40 o il 60.
Abbiamo proposto degli
emendamenti, che verranno illustrati dal capogruppo Giordano, che tendono
davvero a rafforzare il concetto di razionalizzazione e di riduzione delle spese. Le percentuali sono lì ad
indicarle.
Proponiamo il 50 per cento per quanto riguarda i Comitati e le Commissioni, il 30 per cento per le spese di funzionamento. Il 50 il tetto limite
rispetto al 2009.
Sono percentuali, è vero, ma
dietro queste si può leggere una filosofia,
una logica che tende davvero ad attuare propositi veri di rigore e di riduzione
delle spese.
Non si spiegherebbe
altrimenti, ad esempio, che se da un lato si attuano tagli, dall’altro si
incrementano ad esempio di 350 mila euro le politiche, le azioni per il
turismo. Ancora 100 mila euro in più ai calabresi nel mondo, 565 mila euro in
più alle spese di funzionamento del Consiglio; 200 mila euro in più a
collaborazioni, organi di direzione politica. Ancora 200 mila euro in più ai
viaggi, trasferte e missioni della Giunta e non del Consiglio.
Avremmo voluto, ad esempio, che questo tentativo, sia
pure generoso, di dare dei segnali in direzione del taglio alle spese superflue
avesse un suo effettivo completamento ed una sua coerenza tagliando anche le
voci che abbiamo appena elencato.
Poi balza agli occhi di tutti – ne abbiamo avuto
dimostrazione questa mattina all’ingresso della Aula del Consiglio –
l’abolizione dell’Arpacal.
In Commissione – Commissione che, a dire il vero, ha
lavorato bene e con serietà e ringrazio il Presidente – ho chiesto
all’assessore Mancini, che ringrazio perché, a differenza di molti suoi colleghi,
ha ascoltato con attenzione e partecipato assiduamente ai lavori, le ragioni
per cui l’Agenzia Arpacal viene abolita e le medesime funzioni vengono
assegnate ad un’azienda la cui natura, il cui destino non c’è dato sapere.
Ho chiesto: perché? Quali ragioni economiche,
funzionali, gestionali, politiche militano a favore di questa abolizione? E nel contempo perché si dà vita
ad un’azienda al posto di un’agenzia, per fare cosa, di diverso e di nuovo,
rispetto ad un’agenzia appena abolita?
Ho chiesto se non era il caso, ad esempio, di venire in
Aula e proporre una legge che organicamente prevedesse lo scioglimento di
quell’agenzia ed una nuova azienda per svolgere le stesse funzioni.
Credo che il Presidente della Giunta debba innanzitutto
al Consiglio, poi ai calabresi, ai destinatari delle funzioni dell’agenzia
Arpacal, ai lavoratori di qualsiasi titolo e livello delle spiegazioni.
Vorrei che diceste a noi altri stasera, quali ragioni vi
hanno indotto ad abolire l’Agenzia Arpacal e quali funzioni debba assolvere la
nuova azienda, quali inconfessabili logiche abbiano indotto
Queste riflessioni sono tutte contenute nella manovra
che c’è stata appena presentata. Siamo anche altrettanto consapevoli che si
tratta di una manovra di assestamento, per cui rigettiamo qualsiasi tentativo
di enfatizzazione di questi provvedimenti che, se da un lato contengono segnali
interessanti che bisogna cogliere, dall’altro non danno quella fiducia
necessaria di cui avrebbero bisogno i calabresi che si aspettano politiche di
rigore che intacchino quelle aree e quelle sacche di inefficienza e di
superfluo che pure ci sono.
Esprimiamo il nostro giudizio contrario, ma al contempo
rinviamo una valutazione più attenta dell’operato della Giunta in materia
economica e di bilancio, quando si discuterà e si approverà il bilancio di
previsione.
In quella occasione l’opinione pubblica calabrese
aspetterà al varco la Giunta, e lì dovremo sapere con certezza in che modo
A cominciare dalla sanità, tema continuamente rinviato.
Per il momento assistiamo ad una parte della Commissione sanità che gira i
nostri ospedali come una Madonna pellegrina, non so con quali competenze,
funzioni e con quali titoli. Ma non abbiamo ancora una parola chiara e certa
per quanto riguarda l’intero comparto sanità che, come è noto, si mangia il 60
per cento o giù di lì del bilancio regionale.
Un’altra annotazione vorrei consegnare alla Giunta
rispetto alle comunità montane.
Non sono per il mantenimento in vita, così come sono,
delle comunità montane.
Ma sarebbe ora che si prendesse una decisione
definitiva, che si approvasse una legge organica, che dica alla opinione
pubblica calabrese “chiudiamo le comunità montane, le riformiamo, mandiamo il
personale a lavorare presso altri enti, lo mandiamo a casa”. Ma è impensabile
che si continui a destinare, ad impegnare ingenti risorse per tenere in vita
degli organismi che sicuramente necessitano una riforma immediata ed urgente.
Ovviamente, questa non è responsabilità né
dell’assessore né dell’attuale Presidente. E’ un provvedimento del Governo che
tra la fine dello scorso anno e l’inizio dell’anno è piombato addosso al
Presidente Loiero. Viene gestito, giocoforza, da questa Giunta, ma credo che
sia arrivato il momento di affrontarlo in maniera definitiva, per evitare che
interventi tampone possano sottrarre ingenti risorse, che invece servono al
momento per pagare solo il personale che non è adibito ad alcuna funzione, ad
altre destinazioni,.
Tutti conosciamo la vita di questi enti.
Queste sottolineature e questi brevi cenni legittimano e motivano il nostro
atteggiamento contrario rispetto alla manovra del bilancio, fino poi a
specificare una serie di emendamenti di dettaglio. La nostra filosofia, il
nostro punto di vista anche alternativo rispetto alle proposte che sono state
fatte. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, il mio
intervento sarà molto sobrio e breve. D’altronde – l’hanno ricordato altri colleghi
– si tratta di proposte di legge che riguardano l’assestamento di bilancio.
Da questo punto
di vista, ho sentito poco fa sia la relazione
del Presidente della Commissione, sia quella fatta in Aula dall’assessore al bilancio Mancini.
Ho qui come tutti i colleghi
la relazione scritta al provvedimento di legge.
E’ una relazione onesta, ma
non mi sorprende l’entusiasmo dei primi 100 giorni di governo.
E’ onesta, quando scrive che
per
Non penso che l’assessore
Mancini o
Questo non è il destino
cinico e baro. Ma c’è qualcuno che, facendo i conti, dà di più del dovuto a
qualcuno - questa è la mia opinione – e dà di meno di quanto dovuto a qualche
altro.
Questo non c’entra con il
fatto che siccome non abbiamo studiato
bene non passiamo l’esame.
Per dirla in maniera esplicita,
quando l’assessore Mancini fa riferimento a un difetto - un peccato, se volete:
nella nostra vicenda istituzionale ci sono sperperi oppure cifre, spese per investimenti
che non producevano sviluppo.
Questo è vero in sé, nel senso che diventa più pesante
la nostra situazione anche in relazione a decisioni che sono politiche, che
potevano esserci o non esserci.
Perché faccio questo tipo di ragionamento? Perché
qualunque sforzo fanno i calabresi, lo devono fare, ma rischia di essere
vanificato o di diventare una missione impossibile se c’è un livello nazionale
distante o addirittura che vanifica gli sforzi che noi facciamo.
Quindi la consapevolezza da parte nostra non spinge,
certo, ad abbassare la guardia ma a tener conto che anche questo è diventato un
problema aggiuntivo.
Ovviamente, per quanto ci riguarda non c’è
nessun’autoassoluzione. Nel merito faccio due osservazioni. Non sono
intervenuto nel dibattito precedente sulla legge che introduce in calabrese il
cosiddetto “Piano casa”.
Ma sono costretto a sottolineare al di là del merito e
delle valutazioni – ho sentito l’intervento dell’assessore al personale e altri
interventi a sostegno – ,se la situazione è questa pur sapendo, e non mi
contraddico, che questa è una semplice manovra di assestamento, e se si
enfatizza tanto il problema di politiche anticicliche che vadano
controcorrente, che consentano di mettere in movimento risorse anche private,
non vi pare che esista una contraddizione tra questo e il fatto che cassate
nella manovra di assestamento, le risorse destinate al risanamento dei centri
storici?
Perché, altrimenti, non vedo tanto e solo uno strabismo,
ma vedo una scelta. E quella scelta non può essere condivisa, perché se da un
lato nessuno ha riserve rispetto ad una politica di necessaria
razionalizzazione di contenimento dei costi, o che questo è l’unico modo -mi
dite-, oppure questa è una scelta politica obiettivamente punitiva.
In una Regione come la nostra, in cui si dice “l’unica
cosa che noi abbiamo è questo nostro patrimonio, il nostro paesaggio”, i
risanamenti, le riqualificazioni, l’uso e il riuso dei centri storici come
possono essere sbagliati, se sono la scommessa di tutta Europa?
Ci avete detto mille volte “perché non copiamo
l’Andalusia anziché alcune aree?”. Queste cose però vanno messe in pratica.
Quindi, diciamo sì ad una politica di razionalizzazione,
ma, entrando nel merito, una osservazione è doverosa, a meno che non ci dite
che i provvedimenti finanziabili attraverso quei mutui erano provvedimenti con
lo sterzo.
Quando passo al merito di altre questioni, ai centri
storici, per esempio, non più tardi di stamattina ho parlato col sindaco di
Caulonia che ha realizzato con metà della cifra prevista per salvare la parte
marina del paese dal mare,
Per completare l’opera occorre un altro milione di euro,
che era già previsto.
Se questi provvedimenti li tagliate, non solo non
difendiamo quella comunità che è di tutti, ma mettiamo in discussione lo stesso
lavoro svolto ed alla fine provochiamo un danno.
Genericamente tutto sta nella politica dei tagli. Quando
dal buio delle affermazioni andiamo alla luce della concretezza, queste sono
osservazioni per dire “tagliamo, ma perché così e non collì”.
Le intenzioni sono meritevoli ed alcune parti
dell’articolato non contraddicono le intenzioni, ed io l’ho anche detto in
Commissione. Ma altre parti fanno proprio a pugni.
Che c’entra un provvedimento di razionalizzazione della
spesa con tutto questo, un progetto di legge che riguarda l’Arpacal? Ma io sto
facendo una difesa d’ufficio di niente.
In una situazione di questo tipo, una maggioranza
convinta delle proprie idee e del proprio progetto non l’avrebbe inserita in un
assestamento di bilancio: ci avrebbe detto del perché fa una trasformazione, pur
con corsia preferenziale che ne avrebbe permesso l’approvazione in un mese.
Non è vero che non si trasforma : per lo meno se tiriamo
il filo del personale, vediamo che il contratto, da ente pubblico economico,
diventa di diritto privato. Quindi in qualche maniera si fa un intervento a
fondo e strutturale.
Ma perché? Qual è il fine o il vantaggio che attiene la
nostra Regione? Non faccio la guardia a nessun bidone, ma dico che non si
capisce perché è inserita in un provvedimento di contenimento della spesa, un
assestamento di bilancio, e tra l’altro lo farò poi nel merito quando parlerò,
perché un provvedimento di questo tipo richiederebbe una apertura, una
curvatura mentale aperta rispetto alla minoranza. E’ necessario che la
cerchiate, perché l’articolo 54 dello Statuto per nuovi enti quale è questo
richiede una maggioranza qualificata, non una qualsiasi.
Non vi basta nemmeno il 60 per cento che vi dà la legge,
occorrono i due terzi del voto.
Allora anche da questo punto di vista occorrerebbe un
ben altro tipo di confronto.
Infine un terzo punto, e finisco.
In Commissione avete cassato l’articolo della vecchia
finanziaria che riguardava il progetto per i giovani stagisti. Si è detto –
magari a ragione – che quello che era previsto non era praticabile.
E vedo che, di intesa, tutta la maggioranza, i
Presidenti dei gruppi di maggioranza, presentano un emendamento. Io voterò
quando ci sarà quell’emendamento, ma faccio una osservazione.
Se
Ci sono i due aspetti. Uno riguarda la capacità
negoziale di questa e di altre Regioni del sud, al di là del colore politico
delle coalizioni che le amministrano rispetto al Governo nazionale, per
aumentare in qualche maniera il tasso di autonomia rispetto al patto di
stabilità riguardo gli investimenti per lo sviluppo.
L’altro è uno sforzo che dobbiamo fare da soli. Anticipo
questo ragionamento, perché lo farò in sede di bilancio di previsione per il
prossimo anno.
Rispetto a quei giovani degli stage e a tanti giovani meritevoli, ritengo che la scommessa da
fare sia un’altra, ovviamente con tutte le verifiche che la legalità ed il
principio di giustizia richiedono. Senza sanatorie di nessun tipo, ci sono nei
fondi europei decine e decine di milioni di euro per la cosiddetta assistenza
tecnica.
Diventa – come troppo spesso in Calabria – una occasione
per aiutare amici, amici degli amici o operazioni clientelari oppure
l’investimento di fondo diventa un investimento in intelligenza? E se di intelligenza
parliamo non c’è dubbio che quei circa 400 giovani, ragazzi e ragazze, sono
intelligenze che hanno fatto un esperimento.
Anche loro devono passare dalla cruna dell’ago di
verifiche. Ma anche per loro va immaginato, assieme a quanto ipotizzato con
l’emendamento di questo assestamento, un progetto di questo tipo.
Come vedete, non mi sono né dilungato né faccio
ragionamenti ideologici. Sì, sì ai diversi punti e no, no.
Ritengo che in qualche punto l’entusiasmo è diventato
altra cosa, che ha preso la mano per decisioni punitive qua e la.
Di fronte a qualche caso -che pur c’era- di qualche
singola misura discutibile, invece di ragionare su singoli fatti, si è deciso
di cassare tutto, non riflettendo a sufficienza sulle ripercussioni e sui danni
che questo provocava, oppure presi dall’entusiasmo si è introdotto in un
provvedimento in generale qualcosa che non c’entra.
Queste sono le riserve. Non anticipo rispetto a questo
momento la discussione, perché non c’è un pregiudizio politico.
Vedrò via via quale sarà l’atteggiamento. Non parlo per
parlare. Fermi restando i singoli punti laddove in Commissione ho detto che
sono d’accordo, manterrò il mio accordo se rimane questo l’impianto.
Sul fatto di merito, posto lo sforzo che si è fatto
algebricamente tra il più ed il meno, mi sembra che l’operazione finisca per
contraddire le oneste e positive intenzioni che l’assessore al ramo…
Perché su alcuni punti per quanto sforzo facciamo non ci
entra.
Certo è un assestamento, un punto da cui partire, ed io
contraddirei me stesso se da un lato lo considero assestamento e poi dico che è
scoppiata la bomba atomica. Non sarei onesto, io lo faccio perché non ho
pregiudizi ed immagino che il confronto serva, che possa servire.
Per esempio, per me non sarebbe di poco conto se
prendessimo tutta l’operazione Arpacal e, con corsia preferenziale, la
spostassimo su una discussione. Anche perché ho sostenuto un qualcosa che c’è
nello Statuto.
O su questo punto avete i due terzi dei voti oppure
questo punto siccome è un nuovo ente non passa. Se lo votate … non so, non
voglio fare un mestiere non mio.
Ma questo punto dello Statuto – termino – lo abbiamo
inserito due legislature fa. E’ un punto che avevo posto io, perché
l’intenzione era quella di liberare
Quindi non era fatta in un’altra logica.
Alla fine, allora, rispetto ai punti ed alle risposte
che ci saranno ci sarà una valutazione. Ovviamente se si mantenesse questo
impianto, non per pregiudizi, la mia valutazione non sarebbe favorevole.
Attenzione, lo vedo nell’ottica di contribuire e fare la
propria parte in una situazione che è difficile, senza precedenti, in cui le
singole e legittime posizioni non possono contraddire il principio di fondo di
fare tutto, proprio di tutto, per contribuire ad uscire prima e meglio dalla
difficilissima crisi strutturale che travaglia la nostra Regione.
A questo principio per un periodo purtroppo non breve,
da questo principio nessuno può debordare.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, prendo
volentieri la parola per portare un contributo alla discussione che si
preannuncia innovativa rispetto al passato.
Cambiamento e
modernizzazione sono parole tante, e troppe volte, usate da noi politici
soprattutto all’interno delle istituzioni e delle campagne elettorali.
E’ famosa la frase di Marco
Minniti quando ha affermato nel corso di una campagna elettorale “cambieremo
Questa parola purtroppo
viene tante volte usata, ma a questa parola non seguono, purtroppo i fatti.
Abbiamo avute tante risorse
nella nostra Regione: sono state immense, ma i risultati sono davanti agli
occhi di tutti.
La fotografia dei risultati
che abbiamo raggiunto penso che sia abbastanza nota ai calabresi,
ai cittadini della nostra Regione.
Conosciamo bene lo stato della sanità e qual è la
qualità dei servizi che essa eroga ai cittadini calabresi.
Le infrastrutture sono fatiscenti, i servizi sono
inefficienti, la Calabria, la nostra Regione è purtroppo soffocata e
strangolata dalla criminalità organizzata ed il livello della disoccupazione
soprattutto quello giovanile nella nostra Regione viaggia sempre a doppia
cifra.
Eppure le risorse ci sono state. Ma che fine hanno fatto
le risorse? Purtroppo le risorse non hanno prodotto sviluppo, ma hanno prodotto
sprechi, hanno arricchito la malavita organizzata e non hanno fatto avanzare la
nostra Regione.
Penso che stasera ci sia un esempio che può essere preso
in considerazione e può essere incoraggiato.
La Calabria, vista da fuori Regione, appare come una
Regione che amministra male le proprie risorse, che non porta risultati. Viene
vista, purtroppo, come una Regione del sud che ha sprecato le tante opportunità
e le tante risorse che aveva a disposizione.
Per cambiare
questa immagine, questa fotografia negativa della nostra Regione cosa
serve? Dal mio punto di vista servono degli esempi, dei fatti, delle scelte che
devono essere coraggiose.
Penso che stasera il provvedimento che viene presentato
alla nostra attenzione da parte della Giunta presupponga un’azione politica e
tecnica che rappresenta una forte bussola di orientamento che dobbiamo seguire.
Diciamo chiaramente e ad alta voce che la strada che
stasera si imbocca, la discussione che si apre, il testo che viene presentato è
molto diverso rispetto al passato.
Ho avuto la possibilità di esaminare, approvare 5
bilanci di previsione e 5 bilanci di assestamento. In quei bilanci c’erano
poche scelte che riguardavano i bilanci e, purtroppo, troppe volte c’erano
scelte che riguardavano gli aspetti legislativi.
Questa era una battaglia che il compianto collega Antonio
Acri nella scorsa legislatura ha portato avanti con forza, dimostrando che le
leggi di bilancio che approvavamo erano tutt’altro che leggi di bilancio.
Penso che attraverso questa proposta che stiamo
discutendo si indichi una strada nuova rispetto al passato. La strada nuova
qual è? E’ questa la scommessa che abbiamo davanti, ed è questa la mia forte
convinzione.
Cosa serve alla Calabria per avere una reputazione
diversa fuori Regione? Cosa serve alla Calabria per rendere possibile,
rovesciare e rendere positive le aspettative di chi nel sud ci vive e ci vuole
stare, ci lavora?
Dicevo che servono gli esempi, servono scelte coraggiose
ma, soprattutto, serve una cosa molto semplice.
Vanno chiusi i rubinetti dei sussidi e
dell’assistenzialismo quelli che, purtroppo, finora sono stati sempre aperti.
E la maturità per affrontare questa cosa c’è, perché gli
emendamenti che ho visto sono pochissimi rispetto al passato che erano tutti
emendamenti a pioggia, di spese, di contributi, di disseminare queste poche risorse
non canalizzate e finalizzate a creare occupazione e sviluppo nella nostra
risorsa.
Penso che questo sia un primo segnale: chiudere i
rubinetti dei sussidi, dell’assistenza, dei contributi che non producono alcun
risultato.
Nessuno può dire che, in questa proposta che
Ha fatto bene il Presidente Scopelliti ad affidare al
giovane assessore Mancini, oltre che il bilancio, anche la programmazione ed i
fondi europei.
Sono certo che l’assessore Mancini sarà anche ricordato
per essere stato l’assessore che vuole rendere più selettiva ed efficace la
spesa pubblica, che vuol razionalizzare la spesa nella nostra Regione, ma sono
anche certo che sarà attraverso la programmazione europea, l’assessore che
creerà sviluppo, innovazione, che metterà in campo azioni per aprire i
rubinetti delle infrastrutture, dei servizi che devono essere efficienti e che
devono far sì che i calabresi possano investire nella nostra Regione.
Fatemi sottolineare alcune cose, che dal mio punto di vista
sono molto innovative rispetto al passato.
Una di queste questioni riguarda il mancato
raggiungimento degli obiettivi. Purtroppo nella nostra Regione, nella
burocrazia, non vengono puniti coloro i quali non portano risultati e non
vengono premiati coloro i quali, invece, portano risultati.
Qui c’è una norma che dal mio punto di vista ritengo
interessante se questa viene applicata. Cioè bisogna raggiungere gli obiettivi
e chi non raggiunge gli obiettivi non può rivestire quel ruolo o quella carica.
Queste sono alcune di quelle cose che dal mio punto di
vista sono essenziali e fortemente innovative.
Raggiungere gli obiettivi vuol dire lavorare con
continuità, rendere selettiva e trasparente la spesa, stare vicino soprattutto
ai cittadini che devono vedere la pubblica amministrazione come un punto di
riferimento e non come un ostacolo come, purtroppo è.
Penso che a questa norma che è prevista nell’articolato,
se a settembre approveremo una mia proposta di legge che parla di come fare per
evitare i grandi ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione verso gli
imprenditori perché si crea sviluppo anche dando risposte immediate.
L’altra questione decisiva, politica, importante dal mio
punto di vista, riguarda un’altra questione: il controllo della spesa. Il
controllo non c’è, non viene monitorata la spesa nella nostra Regione.
Penso che questo sia anch’esso uno degli elementi
fortemente innovativi che questo documento presenta. Controllare, monitorare di
passo in passo oltre al raggiungimento degli obiettivi anche il controllo della
spesa ritengo sia un aspetto importante che va incoraggiato e sostenuto.
Così come penso che sia altrettanto importante un altro
elemento fortemente innovativo: quello che dice che non possono essere
destinati ad incarichi coloro i quali hanno concorso a causare accertati stati
di disavanzo nella nostra Regione.
Per la verità, questa norma era stata già da me proposta
e fatta propria in un’altra legge finanziaria, ma ho visto che, purtroppo,
Penso che quest’altra questione dei controlli, del
raggiungimento degli obiettivi e del fatto che non possono essere destinati a
nuovi incarichi coloro i quali abbiano creato situazioni di disavanzo siano
alcuni elementi importanti che devono essere messi in evidenza.
Così come penso che oggi l’assessore Mancini ci presenta
una razionalizzazione della spesa, un’azione politica e tecnica per migliorare
la spesa, per eliminare gli sprechi.
Penso che quanto prima ci dirà anche e soprattutto le
risorse che ha in mente da destinare allo sviluppo.
Questa è una prima fase per una gestione corretta del
bilancio. Penso che a questa nei prossimi mesi se ne aggiungerà un’altra:
chiudiamo i rubinetti dei sussidi, delle assistenze e degli sprechi ed apriremo
i rubinetti delle infrastrutture, dello sviluppo, delle innovazioni e delle risorse
che devono creare lavoro.
Voglio fare qui stasera una provocazione, ma è una mia
vecchia idea. Forse è giunto il momento caro assessore Mancini di pensare nei
prossimi anni un unico bilancio della Regione.
Avere due bilanci quello del Consiglio e quello della
Giunta, ritengo non abbia più senso. Anche questa sarebbe una giusta misura
sulla quale dobbiamo lavorare nei prossimi anni, per razionalizzare ed
economizzare ancora meglio le poche risorse che abbiamo a disposizione.
Penso che quella di oggi, e così concludo, è una nuova
stagione, un nuovo modo di fare, un’azione tecnica-politica innovativa rispetto
al passato. Tutti parlano di cambiamento, ma al cambiamento poi non seguono
fatti e determinazioni. Oggi abbiamo alcuni esempi di come possiamo incarnare
il cambiamento nella nostra realtà.
Per questo va il mio apprezzamento all’assessore
Mancini, al Presidente della Commissione, alla Giunta complessiva ed al
Presidente Scopelliti che hanno voluto indicare attraverso questo strumento
questa forte voglia di cambiamento non a parole ma nei fatti.
Diciamo chiaramente che tranne Nucera, che come ogni
anno presenta 50 emendamenti di spesa, in questa proposta di bilancio non ce ne
sono più, perché è cresciuta anche nei consiglieri regionali la volontà, la cultura
della spesa.
Non serve avere 100 mila euro, 10 mila euro, 5 mila euro
all’associazione; noi chiediamo all’assessore Mancini di continuare su questa
strada della razionalizzazione della spesa, di puntare sulla qualità, di
puntare sulla premialità, di punire coloro i quali non portano risultati e di
mettere controlli selettivi all’interno della spesa regionale.
Penso che sono tutti ingredienti che promuovono a pieni
voti
Il clima che si è instaurato è positivo. Ritengo che
quella di oggi siauna bella pagina che noi ascriviamo alla nostra Regione e
sono certo che, grazie all’approvazione della legge sulla casa, fortemente
voluta dall’assessore Gentile e dal Presidente Dattolo, seguirà un forte
impulso al cambiamento ed alla crescita della nostra regione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Noi, come Italia dei valori abbiamo già espresso, con l’intervento precedente, la nostra contrarietà, la nostra preoccupazione per queste due manovre: la manovra finanziaria e l’assestamento di bilancio.
Riteniamo che le misure siano insufficienti per il
quadro drammatico a tinte fosche che si prefigura per l’economia e per i
cittadini calabresi. Si declama la lotta allo spreco che secondo noi deve essere
potenziata per evitare che vengano decurtate risorse a danno dei soggetti e
delle categorie più deboli.
Diamo atto anche che ci sono nel contenuto,
nell’articolato delle norme anche condivisibili anche se sono imposte per legge
o per indicazioni del Governo centrale.
Al contempo, però, riteniamo che molte voci di spesa
potrebbero essere ulteriormente tagliate.
Non vorremmo fare semplicemente una declinazione di
tagli e di risparmi, ma riteniamo che questa manovra non abbia in sé
quell’intervento strutturale che vada ad incidere nel tessuto produttivo di cui
Alcuni passaggi – non voglio ripetere l’intervento del
collega Talarico – mi sembrano essenziali in questa manovra.
Come ho detto, viene indicata come innovativa la volontà
di procedere a tagli e che tagli, tra l’altro.
Poi ad esempio l’articolo 12 quinquies della stessa manovra prevede, addirittura, una nuova
struttura organizzativa con consulenti esterni.
Credo che questo sia veramente contraddittorio ed in
contrasto con quanto viene espresso.
Poi che dire del contenuto nella manovra finanziaria
della messa in liquidazione, addirittura, di un’agenzia? Unico caso in Italia.
Vorremmo capire le motivazioni, le criticità e chiediamo
alla maggioranza lo stralcio di questo provvedimento affinché questo venga
incardinato con una legge, affinché si discuta e si mettano sul tavolo le
questioni fondamentali per le quali, oggi, la maggioranza chiede con un
provvedimento tout court la cancellazione e la costituzione di un
soggetto i cui contorni non sono neanche chiari.
Ancora: la proroga di società che sono già in
liquidazione come la Sial, un ente decotto.
E tante altre cose che nello stesso assestamento sono
evidenti contraddizioni.
Vorrei anche ricordare l’intervento del Governatore -
che non è in Aula – riguardo l’abrogazione dell’articolo 7 della legge 8 della
precedente finanziaria, che è stato indicato come una fonte da cui trarre
risorse per la legge sulla famiglia.
Ebbene, di questo provvedimento, cari colleghi, non v’è
traccia. Ed io vorrei sapere cosa ne pensa la maggioranza di questa cosa.
Addirittura, per implementare le risorse della famiglia,
si provvede ad uno storno di risorse dirette del Consiglio regionale, peraltro
irrisorio e risibile.
Su questo abbiamo presentato nostri emendamenti che
illustreremo e che vogliono, veramente, essere propositivi. Emendamenti che
vogliono incontrare il confronto di un’Aula, spero, interessata nel voler
migliorare dei provvedimenti che sono veramente carenti.
Che altro dire? Sul taglio alle Province è stato detto
in Commissione – io non ero presente – e incontrava forse il favore delle
stesse cinque Province…
Sono anche un esponente dell’amministrazione provinciale
e dell’Upi, ma così non è.
Vorrei che l’assessore lo spiegasse. Andare a tagliare
che cosa? Le partite stipendiali, le risorse che la “
Poi le partite di giro, i vasi comunicanti. Questo è
comunque un processo di spesa che non va nella direzione di controllo ed
innovazione che avete indicato in quest’Aula.
Per questi motivi noi siamo nettamente contrari. Aspettiamo,
ovviamente, la prova dei fatti del bilancio di previsione, aspettiamo il
prosieguo sulle decisioni della sanità, sulle partecipate che necessitano di un
processo di profonda razionalizzazione.
Su questo noi, certamente, non ci sottrarremo, ma lavoreremo
alacremente come stiamo facendo in Commissione sui provvedimenti sui quali ci
confrontiamo giornalmente.
Questo ed altro ancora ci inducono ad essere preoccupati
ma, al contempo, ad avere un atteggiamento responsabile e rigoroso di
attenzione nei confronti di queste cose. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente,
intervengo per fare alcune considerazioni telegrafiche e di carattere generale,
ma necessarie ed opportune. Anche perché l’intervento del collega Censore, che
rappresenta il gruppo del Partito democratico in seno alla Commissione competente, è stato esaustivo e
decisivo.
E’ necessario, però, fare
alcune considerazioni.
Ho apprezzato molto il garbo
sia del relatore che dell’assessore Mancini e l’intrinseca dimostrazione di
buona volontà di affrontare le difficili tematiche calabresi.
E’,però, necessario sottolineare – pur riconoscendo che
in un semplice assestamento di bilancio era difficile porre in essere
iniziative più incisive sotto il profilo strutturale – che il nostro è un bilancio che richiede una riforma
strutturale notevole.
Come gruppo del Partito democratico, ci proponiamo di
dare un contributo in questa direzione soprattutto in autunno, allorché si
andrà a predisporre il bilancio per il 2011.
Ma sin da ora ci preme osservare, intanto, che ciò che
voi chiamate intervento riformatore è in realtà -coerentemente con la vostra
parte politica- una applicazione, sul terreno della finanza regionale, di
quelli che sono i precetti della manovra di Tremonti.
Noi abbiamo, in Italia,
la manovra di Tremonti ed in Calabria una manovra più limitata, che si
ispira ai principi di Tremonti, ma che non incide sulle questioni strutturali
del bilancio.
Per incidere non v’è dubbio che in autunno – su questo
saremo molto propositivi – il bilancio della Regione vada interfacciato
fortemente con la programmazione di tipo europeo.
Non voglio qui parlare nuovamente dei fondi straordinari
che diventano sostitutivi dei fondi ordinari.
E’ questo un po’ il tragico destino del Mezzogiorno. Già
quando c’è stata la legge 64 e la Cassa per il Mezzogiorno, ciò che doveva
essere straordinario in realtà è diventato sostitutivo di un intervento
ordinario.
E voglio dire agli amici del centro-destra, che a Roma
sono alleati della Lega, che la legge 64 è diventata sostitutiva di quelle
iniziative finanziarie sostenute dai fondi ordinari che sono andate nel nord
del Paese.
Indubbiamente i nostri ritardi sono da ascrivere anche a
nostre responsabilità, per come non abbiamo fatto funzionare bene le Regioni,
ed, in primis, anche il sistema delle
autonomie. Ma non c’è dubbio che l’Italia ha avuto sempre una tradizione
nordista, accentuata dal momento in cui il Governo nazionale dipende dalla
Lega, che è un partito territoriale.
Non voglio, onorevole Mancini, spezzare una lancia in
favore della sostitutività dei fondi europei, però se ci riempiamo la bocca con
il termine riformista dobbiamo prendere atto che riformismo significa
soprattutto stare con i piedi per terra.
Reputo estremamente difficile incidere strutturalmente
sul bilancio regionale, se non lo interfacciamo in modo positivo con i fondi
strutturali europei, a proposito dei quali ci sono circa 460 milioni di euro
derivanti dai cosiddetti progetti sponda che ancora non sono programmati.
Certo, avete tempo fino a settembre. Ma voglio dire che
sappiamo qual è stato il meccanismo dei progetti sponda. Questo meccanismo ha
impedito di far rientrare i soldini al mittente, cioè in Europa. Ma i progetti
sponda non c’entrano nulla con la programmazione. Perché se
E’ una richiesta che faccio all’assessore Mancini, che
vedo animato da grande buona volontà: verificare questo aspetto di
disponibilità che viene dai progetti sponda ed approfittare anche di questo per
interfacciare il bilancio regionale strutturale.
Ad esempio, ponendo rimedio a qualche spinta che è stata
fatta con questa manovra. Perché, parliamoci chiaramente, quando si deve far
cassa e quando si devono far quadrare i conti, prevale la ragione
ragionieristica. Però avere limitata la capacità di investimento dei Comuni
attraverso la limitazione della dotazione finanziaria, la legge 24; aver
limitato l’intervento sui centri storici – hanno già parlato i colleghi -; aver
tagliato un milione alle Province, non è cosa positiva.
A proposito di tagli, assessore Mancini, gradirei che,
sia pure velocemente, ci si desse una risposta ad un interrogativo che ci
poniamo.
Nelle riunioni precedenti del Consiglio regionale, si è
detto che andavano eliminati 4 milioni perché, con questi 4 milioni, la
precedente legislatura aveva finanziato in termini di attività culturali di
tutto e di più.
Mi auguro che l’assessore Caligiuri riesca ad utilizzare
al meglio gli ingenti fondi strutturali europei, che, in materia di attività
culturali, il centro-sinistra ha lasciato in eredità a questa stagione
politica.
Ma non v’è dubbio che, quando si taglia con la falce, è
vero che tutti i filini di erba diventano uguali. Si sono tagliate sagre e
interventi per associazioni che forse non meritavano di essere finanziate, ma
si sono tagliati anche interventi seri.
Siccome ci è stato detto che questi 4 milioni andavano a
sostenere la famiglia, ci siamo messi l’anima in pace.
Si è usata la falce invece di una selezione ma – santiddio!
– questi fondi vanno alla famiglia.
Poi avendo un Presidente del Consiglio ed assessori importanti di questo partito
dell’UDC, che è così sensibile ai problemi della famiglia, ci saremmo aspettati per le famiglie
calabresi qualcosa di positivo.
Ebbene, scorrendo i numeri, questa “famiglia” è sparita
nei meandri dell’assestamento ed attraverso il bilancio del Consiglio si sono
raggranellati 500-600 mila euro per quest’anno, e 1 milione 200 mila euro per
l’anno prossimo.
L’altra questione che mi sento di porre - e poi farò una
considerazione finale e chiudo – è sul taglio alle Ferrovie della Calabria che
avranno questo contributo di 2 milioni 500 mila euro per 4 anni invece di 15.
Io chiedo al Presidente Scopelliti ed all’assessore
competente quale idea abbiano dei trasporti in Calabria.
Ho ascoltato un’intervista del Presidente Scopelliti che
mi ha deliziato, nella quale chiedeva per
Se da un lato mi ha deliziato, perché il sogno è sempre
delizia per chi ama una terra - come si fa a non deliziarsi rispetto a questa
immaginazione dell’alta velocità che arriva in Calabria? –, la domanda che io
mi pongo è: con questo Stato così patrigno nei confronti del Mezzogiorno e
della Calabria, un patrigno che ha vestito tutti i colori politici e che
durante la seconda Repubblica è diventato tirchio, stitico assai - che non
basterebbero quintali di Guttalax per aiutarlo -, veramente voi pensate che
questo Stato, che non riesce dopo 20 anni a dare una misera corsia di emergenza
alla Salerno-Reggio Calabria, ci dia niente meno che l’alta velocità?
Mi dispiace che il Presidente Scopelliti non sia
presente, ma saremmo tutti felici di una velocizzazione della linea tirrenica,
in modo che le merci che sbarcano a Gioia Tauro possano arrivare più rapidamente
per via ferroviaria a destinazione.
Saremmo felicissimi di avere una ferrovia ionica non a
binario unico e priva di elettrificazione, ma una ferrovia ionica a doppio
binario ed elettrificata, altro che alta velocità.
Saremmo felicissimi, se un bypass mettesse in relazione Lamezia e Catanzaro molto meglio, o
Paola con Sibari in modo da valorizzare il porto di Schiavonea, che può
diventare la porta dei Balcani e dell’estremo est europeo.
Altro che alta velocità. Intanto cosa facciamo?
Mortifichiamo le Ferrovie della Calabria.
Assessore Mancini, lei potrà restare alla storia
rinverdendo una grande tradizione riformista se attraverso le Ferrovie della
Calabria riuscisse, per esempio, a collegare Cosenza a Catanzaro.
Nella scorsa legislatura ci siamo battuti per la
metropolitana leggere Cosenza-Unical e per la metropolitana leggera
Germaneto-Catanzaro; se ora chiedessimo
ai signori progettisti di utilizzare lo scartamento ridotto per queste
metropolitane, lei come assessore alla programmazione passerebbe alla storia
per aver collegato Germaneto con Arcavacata di Rende, avendo messo in
relazione, caro assessore Caligiuri, due pezzi importanti del mondo
universitario calabrese che devono fare, finalmente, sistema.
Un’ultima considerazione. Sull’Arpacal è stato detto
tutto da parte dei colleghi che mi hanno preceduto. Dal collega Censore,
Talarico, Giordano, Bova ed io debbo aggiungere poco.
Ma voglio anche qui fare un modesto ammonimento, come mi
sono permesso di fare sul piano casa, avendo raggiunto anche un risultato
positivo.
Ma, veramente, dopo l’onorevole Bova che ci ha spiegato
cosa occorre per istituire l’azienda, io rifaccio mio tutto quello che ho detto
sulla differenza tra ente pubblico economico ed un’azienda che abbia una
struttura privatistica e non aggiungo altro.
Le dichiarazioni di principio bastano ed avanzano. Ma
nel momento in cui voi non avete i numeri per istituire l’azienda, lasciamo il
4 di agosto l’Arpacal diretta da un liquidatore.
Guardate che, forse, l’unica agenzia di questa Regione
che ha ben funzionato, o una delle poche che ha funzionato nel modo migliore è
stata l’Arpacal.
Io abito a Rende e ieri leggevo che il fiume Emoli è
stato invaso da una schiuma. L’Arpacal è intervenuta rapidamente e ci ha detto
anche qual era la natura di questa schiuma, per individuare i responsabili.
Allora mi affido al senso di responsabilità del
Presidente Talarico, di Scopelliti, dell’amico Gentile e di tutta la
maggioranza. Sarebbe veramente cosa buona e giusta, se stasera la maggioranza
ritirasse l’emendamento che riguarda l’Arpacal.
Già il collega Bova ha detto che siamo disponibili in
autunno a studiare insieme eventuali percorsi di riforma, per via ordinaria.
Chiedo che la maggioranza dia alla Calabria questo segnale di grande
responsabilità ritirando questo emendamento.
Ultimissimo argomento. Faccio mie le cose che ha detto
Bova sugli stage.
Vorrei però dire all’assessore Caligiuri, che il
Consiglio ha fatto nella scorsa legislatura cosa buona e giusta a ridurre le
spese per la politica, per i gruppi, per l’organizzazione istituzionale di
questo Consiglio convogliando ingenti somme per gli stage.
Vorrei dire all’assessore Caligiuri, ricordando i
contenuti del POR 2007-2013, che in quel POR vi sono ingenti risorse per fare
tirocini – tirocini o stage è la
stessa cosa, adesso siamo diventati tutti amanti dell’inglese, ma quanto è
bella la lingua italiana – non solo nelle autonomie locali, non solo nelle
università ma anche nelle aziende.
E se questo Consiglio regionale, anche in un raccordo
con il centro, potesse inserire nella normativa lavoristica delle norme,
affinché le aziende che assumono i ragazzi laureati, dopo il periodo di
tirocinio nelle aziende stesse, potessero avere delle provvidenze di tipo
fiscale o di altro tipo…
La pregherei, assessore Caligiuri, di guardare molto
bene a questo campo.
Quando ero assessore alla cultura ed alla Università,
avevamo avviato un programma di master,
di tirocini di eccellenza e di ricerca che sono quelli di cui ho parlato, per
mantenere sul territorio i nostri ricercatori universitari.
Mi fu detto che non c’erano i soldini, ma mi furono
finanziati i master ed i tirocini di
ricerca. Non mi furono finanziati i tirocini di ricerca. Poi sul FSE sono
usciti 200 milioni di euro come saldo del POR 2000-2006.
Siccome nel POR 2007-2013 le risorse ci sono, mi affido
alla sua competenza in materia per avviare queste filiere di intervento che
sono molto importanti.
Concludo con una dichiarazione che, naturalmente, deve
esprimere una critica politico-amministrativa e quindi un voto contrario nel
modo civile, in un modo costruttivo ben sapendo che tutti insieme dobbiamo fare
l’interesse di questa nostra terra disgraziata.
Ripeto che un segnale molto importante sarebbe se
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, desidero anche io fare alcune brevi
riflessioni su questa manovra di assestamento del bilancio di previsione 2010,
non senza dare preliminarmente atto all’assessore Mancini del notevole impegno
che ha profuso in queste settimane nel varo di questa manovra, secondo
indicazioni ricevute dalla Giunta e dal Presidente.
Voglio anche dargli atto del lavoro qualitativamente
assai apprezzabile che ha svolto e, inoltre, voglio ringraziarlo per la
disponibilità che ha mostrato in Commissione, non solo per la sua presenza
continua, ma anche per la disponibilità nel fornire, senza esservi obbligato,
qualsiasi chiarimento che è stato posto dai commissari, ma anche dai soggetti
che sono stati auditi all’interno della Commissione.
Un analogo riconoscimento voglio darlo al Presidente
della seconda Commissione, onorevole Morelli, per il modo in cui ha impostato i
lavori, per l’equilibrio che ha dimostrato nel saperli condurre ma soprattutto
per come ha organizzato le audizioni.
Quello che è stato fatto nelle lunghe sedute di
Commissione è stato - soprattutto per alcuni di noi che siamo neoconsiglieri -
un lavoro prezioso, che ci ha permesso di acquisire utili indicazioni
soprattutto per i prossimi mesi quando andremo a discutere del bilancio di
previsione 2011.
Per non correre il rischio di ripetere cose, che sono state
già dette, farò soltanto qualche breve riflessione.
E’ largamente nota la condizione di queste Regioni dal
punto di vista finanziario. Credo che l’assessore Mancini abbia ricordato – mi
scuso se ho ascoltato in parte il suo intervento – un fatto largamente
notorio: una Regione, a maggior ragione
Né nessuno potrebbe pensare di poter coprire questo
indebitamento strutturale attraverso un indebitamento esterno.
Come diceva il ministro Tremonti qualche giorno fa,
parlando della sanità della Regione Puglia, il rischio Grecia è un rischio default anche per
Ed anche l’idea che abbiamo detto in questi giorni – da
parte di autorevoli colleghi – circa la possibilità di emettere titoli
obbligazionari, per far fronte a questo debito e alle esigenze di bilancio
della Regione Calabria mi sembra assai difficile, quasi improponibile. Perché
emettere obbligazioni significa trovare acquirenti istituzionali e non, però
per poter emettere obbligazioni si deve passare sotto le forche caudine di una
valutazione di rating fatta da
agenzie specializzate.
Chiedo ai colleghi e mi chiedo: chi di noi sarebbe
disponibile a sottoscrivere obbligazioni della Regione Calabria in questa fase
per far fronte ad esigenze correnti o anche di investimento? Per questo non
posso che convenire sulla impostazione che è stata data a questa manovra che,
ricordo, è soltanto una manovra di assestamento, perché comunque bisognava
invertire questa tendenza di scialacquio che c’è stata – diciamolo francamente
– in questi decenni in questa Regione, intervenendo su tutto quello su cui era
possibile intervenire, a partire dalle spese di funzionamento della Regione e
degli enti sub-regionali sui quali, credo, saremo costretti a partire dai
prossimi mesi a fare un ragionamento molto, ma molto più approfondito rispetto
a quello che è stato fatto fino ad oggi.
PRESIDENTE
Onorevole Serra, per cortesia.
Anche per questo voglio sottolineare l’approccio
responsabile dei colleghi della opposizione all’interno della Commissione.
Avevano presentato anche degli emendamenti, ma al di là
dei rapporti maggioranza-opposizione, devo dire che a monte c’è stato questo
atteggiamento responsabile, per cui molti emendamenti sono stati
preventivamente ritirati.
Non poteva essere diversamente. E’ finita l’epoca delle
vacche grasse, lo abbiamo detto in qualche altra occasione, e soprattutto la
manovra predisposta dal ministro Tremonti in queste settimane ed ancor di più
l’imminente varo dei decreti attuativi sul federalismo fiscale imporrà,
comunque, a questa Regione di invertire la rotta che ha seguito fino ad oggi.
Non è più concepibile il non pensare e non seguire una
rotta che rispetti rigorosamente il patto di stabilità in questa Regione. Anzi,
abbiamo il dovere invertendo questa rotta di ridurre l’indebitamento e
qualificare la spesa regionale, razionalizzandola, tagliando dove c’è da
tagliare, incidendo profondamente così come si è fatto anche sui costi della
politica in questo Consiglio regionale.
Né è condivisibile l’alternativa, che è stata pure
ipotizzata dal collega Censore stasera, cioè quella d un possibile aumento
delle tasse in Calabria.
E’ una ipotesi assolutamente fuori luogo, perché ben
conosciamo la ridotta capacità di spesa delle famiglie e ben conosciamo la
ridotta capacità di spesa delle imprese o, comunque, le difficoltà dal punto di
vista del risultato economico in cui versano le imprese calabresi.
Questa era una manovra di assestamento che ha comportato
anche qualche taglio- perché no?-doloroso, anche se ritengo in questo di essere
in controtendenza. Uno dei nodi che è stato sollevato anche all’interno della
maggioranza è stata l’opportunità di eliminare, per esempio, i 3,3 milioni di
contributi a favore degli enti locali per favorire la contrazione di mutui ed
il cofinanziamento per opere messe in campo dagli enti locali, che mi trova
assolutamente d’accordo.
Perché, diciamolo francamente, si trattava di spalmare,
su oltre 400 Comuni, delle cifre potenzialmente modeste che non avrebbero
compromesso certamente la capacità di spesa di Comuni, che spesso – dico anche
questo con molta franchezza – fanno spese di investimento non sempre ortodosse.
Qualificare le spese, non solo correnti, ma anche quelle
di investimento, è un onere che gli amministratori di questa Regione dovranno
assumersi nei prossimi mesi, nei prossimi anni pena il rischio di default che riguarda ormai tante realtà
nella nostra Regione.
Mi avvio alla conclusione.
Il vero banco di prova sarà – è stato detto anche
poc’anzi in altri interventi – la redazione del bilancio 2011, rispetto al
quale nel quadro di questa strategia, non ci possono essere altre strategie se
non quelle delineate dall’assessore ed emerse in questo dibattito,
Non potrà essere un bilancio calato dall’alto, ma dovrà
essere un bilancio concertato e il più possibile condiviso, sia per quello che
riguarda la spesa corrente che per quella destinata alle spese di investimento.
Perché il bilancio che andremo ad esaminare, a partire dai mesi di
settembre-ottobre, dovrà essere un bilancio diversamente messo in cantiere;
dovrà privilegiare il ceto produttivo ed in modo ben diverso le famiglie, dovrà
privilegiare i giovani ed i meno giovani in cerca di lavoro.
Quello veramente, cari colleghi, sarà il banco di prova
che misurerà la legittimità di questa classe dirigente a poter governare questa
Regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, colleghi,
che come hanno detto altri colleghi della minoranza, in questo assestamento di bilancio non vediamo segnali
positivi.
Apprezzo
anche, come ha fatto l’onorevole Bova, l’assessore Mancini per aver detto
alcune cose chiare. Gli fa onore perché viene dai banchi della maggioranza, ma
questa manovra è molto influenzata dalla pessima finanziaria nazionale e dalle
pessime riforme che il Governo nazionale sta mettendo in campo, prima fra tutte
il federalismo fiscale, che condannerà la nostra Regione ad essere sempre più in
difficoltà, a tagliare servizi, ad aumentare le tasse e quindi per l’ennesima
volta ad avere anni ed anni di marginalità politica, economica e culturale.
Credo
che la prima cosa da fare, al di là degli schieramenti, sarà quella di mettere
in campo delle azioni per bloccare il federalismo fiscale a livello nazionale.
Il
Presidente Scopelliti
dovrebbe, nella sua qualità di Presidente della Giunta regionale, porlo con
forza all’attenzione nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni – come hanno fatto altri
Governatori di altre Regioni -, perché con questo andazzo la Calabria rischia
veramente la bancarotta e di togliere nuovamente servizi ai cittadini calabresi.
Questo è un Governo nazionale che, anche dopo le nuove
vicende con il nuovo gruppo che ha fatto Fini, e con le difficoltà che ci sono,
si sposterà sempre di più sotto l’egemonia della Lega Nord.
Noi dobbiamo contrastare questa cosa in maniera diversa,
naturalmente, perché capiamo che siete nel partito di maggioranza. Ma non
possiamo accettare che un gruppo di leghisti possa decidere sulla politica
calabrese e del Mezzogiorno perché, realmente, loro guardano gli interessi
soltanto di partito. Tagliano i fondi del Mezzogiorno, ma al contempo nella
legge finanziaria – come avete visto – hanno finanziato di nuovo lo scandalo
delle quote latte che è una vergogna per il nostro Paese.
Anche qui ho visto un silenzio assordante da parte del
centro-destra calabrese.
Vedete, credo che questa sia la battaglia delle
battaglie. C’è lo spazio per evitare che il federalismo fiscale passi e
distrugga il Mezzogiorno d’Italia. C’è lo spazio ma la battaglia la dobbiamo
fare tutti insieme.
Noi l’abbiamo fatta in questi mesi, come Federazione
della sinistra, ma la faremo con ancora più forza nelle prossime settimane.
Credo che questa manovra, però, non dia respiro e
prospettiva alla nostra Regione.
Ci sono provvedimenti dei quali non si capisce la
ragione.
L’Arpacal è il primo caso. Non si capisce perché, con un
emendamento fatto dalla maggioranza, si decide di sciogliere questo ente.
Qui qualche sospetto ce l’ho. Nemmeno
Siamo contrari e faremo una battaglia. Stamattina ci
sono stati i lavoratori dell’Arpacal che, giustamente, sono preoccupati. Tra
l’altro nell’emendamento non si dice nemmeno se questi lavoratori saranno
confermati, quindi hanno giuste perplessità.
Credo che noi dobbiamo cassare. Ed anche qui ha ragione
l’onorevole Bova, che se si voleva fare una operazione la si poteva fare con
provvedimento ordinario e si poteva mettere un provvedimento che parlasse di
questioni, in primis questa dei
lavoratori e delle lavoratrici.
Noi voteremo contro, e su questo ci auguriamo che anche
dai banchi della maggioranza si capisca che è una proposta sbagliata, che non
va nella giusta direzione.
Ed anche sulla eliminazione da parte della Regione delle
Ferrovie della Calabria abbiamo delle grosse perplessità. Così come abbiamo
perplessità su una serie di tagli che sono stati fatti esclusivamente
dall’alto: si aumenta la spesa per operazioni inutili.
Riteniamo che una battaglia vada fatta – l’ho detto in
Commissione – e come avete visto non abbiamo fatto emendamenti in questo
assestamento, perché capiamo il momento e le difficoltà che ci sono.
(Interruzione)
Abbiamo detto che in Aula non li avremmo portati e non
li abbiamo portati: abbiamo mantenuto l’impegno.
Ritengo che gli emendamenti di spesa possano essere
utili, quando danno una sistemazione generale, e non per far spese a pioggia
che non servono a niente. Ma ci sono cose importanti da tutelare.
Assessore, io farò una battaglia, l’ho fatta in passato
e la farò anche in futuro, per la stabilizzazione dei precari. Credo che sia un
fatto fondamentale in Calabria stabilizzare il precariato storico.
Tremonti sta mettendo a dura prova
Vorrei dire una cosa: non si capisce perché
Per capirci, colleghi, ci sono in Calabria circa 5 mila
Lsu-Lpu, e con la manovra, che è stata approvata, 2.500 dovrebbero essere mandati
a casa. Che facciamo su questo? Noi faremo una battaglia affinché tutti questi
lavoratori non perdono la possibilità di continuare questo servizio utile alla
nostra Regione, affinché si continui con l’opera di stabilizzazione che abbiamo
messo in campo quando eravamo maggioranza: siamo riusciti a stabilizzare quasi
il 50 per cento del precariato storico.
Questo non vale solo per gli Lsu e gli Lpu, che sono la
categoria più importante come precari, ma vale anche per i precari delle Asl, e
per i precari che ci sono in tutte le diramazioni della Regione Calabria.
Credo che questa sia una battaglia di civiltà. E’ più
utile stabilizzare precari, che andare a fare uno stuolo di consulenze, che poi
alla fine non servono, per dare la possibilità alla Regione di crescere e di
andare avanti.
Ultima cosa, assessore, mi rivolgo a lei perché non c’è
il Presidente ma lo faccio con piacere perché da persona seria ed intelligente
si può ragionare e dialogare da posizioni diverse cercando, però, di migliorare
questa nostra Regione.
Credo che dovremmo fare uno sforzo nella prossima
finanziaria. Lei sa meglio di me che il bilancio della Regione è ingessato, e
lo sa perché, essendo assessore al bilancio, ha preso contezza che la spesa
libera è ormai ridotta all’osso. Senza avere la possibilità di avere spesa
libera, difficilmente si può incidere con politiche per fare cambiamento, per
fare nuova occupazione, per cambiare
Dobbiamo lavorare per cercare di eliminare sprechi, per
poi cercare di mettere i fondi a disposizione della spesa libera per fare
politica di sviluppo. Dobbiamo lavorare, soprattutto attraverso l’uso oculato
dei fondi europei, per fare politiche reali di occupazione e di sviluppo,
perché altrimenti la nostra Regione sarà condannata tra i tagli nazionali e tra
la mancanza di un buon uso dei fondi europei ad essere tagliata fuori e sempre
più marginalizzata.
Per questo dobbiamo fare un grande lavoro sui fondi
europei e lavorare su alcune leggi.
Ne abbiamo proposto alcune: avete detto di finanziare la
legge sulla famiglia ma vi proponiamo, per esempio, di mettere una legge sul
salario sociale, che abbiamo già proposta.
Può non risolvere i problemi, ma in questo momento di
crisi può essere uno strumento per alleviare le difficoltà che hanno le
famiglie calabresi.
Dobbiamo lavorare per evitare la fuga dei cervelli. I voucher sono stati una buona operazione,
che però non risolve il problema; è un buon inizio, ma dobbiamo lavorare
affinché questi giovani laureati validi che hanno prestato servizio attraverso
i voucher intraprendano un percorso
che li porti a lavorare realmente.
Dobbiamo lavorare su queste cose che possano dare una
nuova classe dirigente alla nostra Regione. Sapete benissimo che la piaga della
emigrazione è ripartita con forza ed ogni anno, lo scorso anno in Calabria sono
andati via circa 70 mila calabresi.
E’ come se ogni anno una città come Lamezia scomparisse
dalla geografia calabrese. Non ce lo possiamo permettere, perché sono
soprattutto giovani laureati e diplomati che abbandonano la nostra terra. Se i
migliori vanno via dalla Calabria, capiamo bene che sarà difficile trovare la
possibilità di migliorare le condizioni economiche-politiche e sociali della
nostra Regione.
Lavoriamo su questo, e credo che insieme, nelle
differenze- noi faremo una opposizione seria e costruttiva –, potremo trovare convergenze su queste proposte
generali per portare a casa risultati concreti per la nostra terra.
Su questo bilancio – concludo Presidente – voteremo
contro perché non riscontriamo, come si è percepito dal mio intervento, quelle
proposte innovative per portare
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, francamente non volevo intervenire,
ma mi sono sentito tirare per la giacca dagli interventi che ho sentito.
Alcune cose vanno dette, perché riconosco ai colleghi –
e spero che i colleghi mi riconoscano – una onestà mentale quando parliamo
rispetto a fatti ed avvenimenti che la politica ha prodotto in questi anni.
In politica – come nella vita – non conta tanto quel che
si dice, ma i fatti che si sono prodotti e che si producono, che vanno
soppesati ed anche, soprattutto, guardati nell’ottica dei risultati.
Penso che possiamo convenire su una cosa. Ho sentito
delle critiche che, francamente, mi sarei aspettato di sentire nell’ultimo
bilancio che abbiamo approvato in quest’Aula.
Possiamo convenire su una impostazione: la situazione
attuale del bilancio di assestamento del 2010 è diversa dalla situazione che
abbiamo avuto fino all’anno scorso, dal punto di vista economico.
Ma voglio partire da un’altra analisi, perché - bene o
male - ho sentito anche l’affondo dell’onorevole Principe che, per alcuni
versi, è condiviso sulla utilizzazione dei fondi POR.
Parto da una presa d’atto: sia da questa parte che da
quella parte, abbiamo convenuto, anche una parte dell’allora maggioranza -
almeno fino al 2008 quando io ero maggioranza – che il procedimento che dava la
possibilità di utilizzare le risorse dei fondi POR, dei fondi strutturali, non
fosse adeguato, non solo alla possibilità di avere uno strumento snello ed
agile ma, soprattutto, non appropriato per fare bandi e poter utilizzare
risorse in tempi rapidi, e per le cose che erano venute alla Calabria.
Non voglio ricordare a nessuno, in quest’Aula, la
polemica che c’è stata quando l’onorevole Loiero ha nominato, allora, il dottor
Orlando responsabile dei fondi POR.
Non voglio ricordare a nessuno, in quest’Aula, quando
abbiamo approvato il complemento di programmazione. E se ci prendiamo l’allora
dichiarazione del Consiglio regionale, non voglio ricordare chi ha sollevato
delle eccezioni, con quali motivazioni e come quelle eccezioni oggi sono
diventate attuali.
Io inviterei i colleghi - non come maggioranza –, a
livello personale l’ho fatto, con gli assessori l’ho fatto, ma inviterei i
colleghi consiglieri di opposizione a farsi un giro per gli assessorati ed a
constatare con i propri occhi, tutti i bandi del 2008 che non sono stati ancora
“lavorati”.
Non possiamo fare una critica sulla utilizzazione dei
fondi POR, quando fino ad ieri i bandi che abbiamo prodotto in quella
legislatura erano solamente diventati un manifesto. Perché ancora- e vi invito
a farlo e ve lo dico con molta amicizia, anche da questo punto di vista, fatevi
una passeggiata all’assessorato all’agricoltura o a quello alla cultura-, ci
sono i bandi ancora accatastati nei corridoi, che non sono stati nemmeno
“lavorati”.
Vorrei capire di cosa stiamo parlando stasera, quando
noi ci riferiamo ai fondi POR. Alla necessità di cambiare uno strumento che ci
possa consentire di usufruire di quelle risorse in modo adeguato e rispondente
alle esigenze della Calabria, oppure stiamo dicendo che con quegli strumenti
possiamo utilizzare le risorse che abbiamo libere?
E non è così, perché vi rammento- e mi rammento - che al
31 dicembre 2010, il primo triennio va in rendicontazione. Lo voglio dire apertis verbis, perché è una
responsabilità che attiene alla politica e non voglio addossare responsabilità
a Loiero, fino ad ieri, o a Scopelliti fino ad ora, perché è alla politica che
attiene questa responsabilità.
Stiamo parlando delle risorse, perché gli atti sono atti
e chi li ha prodotti è scritto, ci sono delibere di Giunta, assessorili e
quant’altro. Di questo stiamo parlando oggi.
Se l’impostazione che voi dite è quella corretta ed
esatta, per alcuni versi bisogna dare a Dio quel che è di Dio, e ad Cesare quel
che è di Cesare.
Non ha bisogno l’assessore Mancini o questa Giunta o
questa maggioranza di essere difesa, però, a prescindere poi dalla posizione di
ognuno -che può essere condivisa anche come strategia-, lo sforzo qual è?
E’ giusto, e non lo metto in discussione, che le
critiche si facciano su atti che si producono, ma la constatazione è quando gli
atti prodotti da questa Giunta avranno effetto.
Ci possiamo rivedere tranquillamente tra sei mesi,
cinque mesi o fra un anno per verificare se l’impostazione data dalla
maggioranza o dalla Giunta ha sortito effetti in questa Calabria.
Però di fatto l’avete constatato per alcuni versi voi e
l’avete detto voi, ma è così. C’è bisogno di una riforma strutturale di
bilancio in questa Calabria. Riforma strutturale finanziaria in questa Calabria
non significa solo agire sulla spesa corrente, ma soprattutto agire su quelle
strutture che provocano una spesa non adeguata alle esigenze e le rispondenze
di una nuova Calabria.
Vorrei capire, rispetto ai provvedimenti fin qui presi e
con le risorse disponibili se l’impostazione data - perché non ho sentito
nessuno parlare di queste cose – è condivisibile o no, rispetto alla prima
pietra che è stata posta come impostazione futura di un bilancio che, secondo
me, può essere innovativo.
Stiamo parlando di assestamento, ma il confronto vero e
proprio ci sarà poi sulla proposta di bilancio.
Anche perché, se andiamo a verificare voce per voce i
tagli che si fanno nel bene e nel male, vedremo, anche sull’Arpacal, le
considerazioni che questa maggioranza fa o avrà fatto quando arriveremo a
parlare di Arpacal.
Ma anche sulla impostazione dei tagli che noi abbiamo,
c’è o non c’è una discontinuità rispetto al passato? Può essere sufficiente o
insufficiente? Su questo possiamo essere d’accordo e lo possiamo capire, ma c’è
ed è un primo passo che si è fatto.
Sulla impostazione di fare un taglio strutturale per
quelle che sono le Commissioni, le consulenze e quant’altro è stato fatto? Sì,
è un primo passo che si è fatto. E’ discontinuità o no?
Poi, con l’onorevole Talarico, possiamo discutere se il
20-50 per cento può essere un parametro adeguato o non adeguato alle esigenze e
dei bisogni che abbiamo sul bilancio. Ma lo è.
Un emendamento che va a sopprimere 100 e più leggi, che non hanno copertura finanziaria o non hanno più utilità o non hanno riscontro più nel contestualizzare i bisogni della Calabria, c’è? C’è in questo assestamento di bilancio. E non è discontinuità quella?
O la capacità in positivo che abbiamo in questo bilancio di determinare i parametri per lo meno
entro cui non bisogna sforare – voglio dar atto non solo all’assessore Mancini, ma anche al Presidente Morelli ed a tutta
Poi possiamo discutere degli effetti, ma questo lo discuteremo fra 5-6 mesi perché condivido anche la definizione data dall’onorevole Bova che i primi 3-5-6 possono essere caratterizzati dall’entusiasmo della vittoria.
Poi, all’entusiasmo, subentra una fase in cui la
constatazione dei fatti va ben oltre quella che è la voglia del fare, perché poi ci si scontra con l’amara realtà dei
bisogni dei calabresi. E lo abbiamo visto anche oggi.
Però con molta onestà mentale dobbiamo dirci una cosa:
dobbiamo dirci che anche sul precariato un’autocritica la dobbiamo fare e il
sottoscritto parla per primo.
Perché se abbiamo alimentato speranze, che non era
possibile soddisfare con un lavoro stabile, questo è frutto di una dinamica per
cui noi ci siamo spesi. Come con alcune cose positive come i voucher che abbiamo condiviso e
quant’altro e con altre cose.
Non posso immaginare di stabilizzare 10 mila persone,
fra Lsu o Lpu o negli enti sub-regionali, come dice il collega. E’ meritoria la
sua dichiarazione, ma si riscontra con l’amara realtà che 10 mila persone non
le puoi stabilizzare, non perché non hai la volontà ma perché non hai le
risorse, se non vengono spalmate in una programmazione che nel tempo ci dia la
possibilità di operare in questa direzione.
Poi, posso capire che i calabresi si aspettano la
bacchetta magica che il Presidente Scopelliti o questa Giunta o come, allora,
anche Loiero poteva avere per risolvere i problemi. Ma così non è, e dobbiamo
capire se questa impostazione di bilancio ci può consentire, fra un anno, di
essere coloro i quali possono avere soddisfatto il lavoro intrapreso.
Io per primo sto a verificare queste cose, perché non do
niente per scontato e, benché faccia parte di questa maggioranza, l’interesse
primario – ma penso sia anche quello di tutti i colleghi di maggioranza e di
opposizione – è l’interesse dei calabresi, al di là dell’appartenenza. Perché
su alcune cose non c’è appartenenza, ma ci sono gli interessi della Calabria e
su questi ci siamo confrontati.
A mio avviso l’impostazione che abbiamo dato è una prima
impostazione in cui i segnali di discontinuità e di una effettività ci sono,
poi ognuno li può interpretare come vuole, è per questo che poi nella necessità
dei bisogni quotidiani ci scontriamo di fatto con una marea di cose che
verranno ad essere discusse in quest’Aula, dalla sanità al precariato, ma anche
e soprattutto a quella che è una impostazione di tutta una serie di necessità
che i vari assessorati hanno.
Dal trasporto, ai trasporti pubblici, alle piccole e
medie imprese e così via.
Però dell’una l’altra, abbiamo il dovere, secondo
scienza e coscienza, e ognuno secondo la propria impostazione della politica,
di operare delle scelte in questa Calabria, perché le risorse non ci sono
sicuramente per soddisfare tutte le necessità o quelle che riteniamo priorità.
L’assunzione di responsabilità di questa maggioranza
consiste in questo: nell’operare delle scelte. Poi in ogni caso le istanze e le
esigenze sono sotto gli occhi di tutti.
Un esempio banale – è arrivato a tutti come sarà
arrivato a noi –: già le aziende di trasporto pubblico locale stanno dicendo
alla Giunta regionale, alla maggioranza e al Consiglio regionale che hanno
bisogno di risorse aggiuntive.
Già in Commissione, Ferrovie della Calabria ci dice che
la situazione non è florida. Se guardiamo settore per settore c’è una criticità
che è uniforme.
Ho apprezzato il lavoro svolto, a prescindere dalla mia
posizione, dell’assessore Mancini e della Giunta. Perché almeno ha avuto il
coraggio, in certe situazioni di criticità, di operare delle scelte condivise o
non condivise che siano.
Su queste scelte io mi auguro che il Consiglio regionale
nell’analizzare sia gli emendamenti che l’articolato si vada a confrontare
nell’interesse dei calabresi.
PRESIDENTE
Nessun altro è iscritto a parlare. Si passa alla votazione dell’articolato della proposta di legge numero 42/9^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale”.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
All’articolo 3 è stato presentato emendamento
protocollo
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
L’emendamento si illustra da sé.
PRESIDENTE
Nessuno chiede di intervenire. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’
respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
All’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo
“nelle more del riordino e della definizione delle competenze inerenti l’internazionalizzazione, la cooperazione e le politiche euro mediterranee di cui alla L.R. 4/2007, il capitolo di bilancio 1013101 di cui alla U.P.B. 1.2.04.05 sarà in carico e nella competenza dell'Assessorato alle politiche euro-mediterranee, internazionalizzazione, Programmi speciali UE, Cooperazione tra i popoli e politiche per la pace, Dipartimento Presidenza; prenderà la dicitura <spese per l'internazionalizzazione, la cooperazione e le politiche euro-mediterranee> ed è incrementato di euro 200.000, prelevando l'importo dalla U.P.B. 1.2.04.02.01 del bilancio di previsione della spesa che presenta la necessaria disponibilità, e che conseguentemente viene ridotto del medesimo importo">>.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.
Presidente, l’emendamento si illustra da sé. Si tratta di un incremento di 200 mila euro sulla cooperazione ed internazionalizzazione in quanto essendoci un nuovo assessore si sta organizzando il dipartimento in settore e quindi c’è bisogno di questo incremento leggero per poter finanziare queste attività importanti per lo sviluppo della nostra Regione.
PRESIDENTE
Parere del relatore e della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento
protocollo
Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, questo emendamento propone l’abrogazione della lettera c) dell’articolo 5 e parte da una valutazione in ordine alla possibilità di dismettere il patrimonio regionale, ivi compresi i beni demaniali.
Ora, in linea di principio non sono contrario alla possibilità di dismettere il patrimonio, ma è vero anche che è previsto un piano che sarà sottoposto successivamente alla Commissione. Secondo me, però, questo articolo introduce da un lato la possibilità di vendere il patrimonio e, come le esperienze ci hanno insegnato, in Italia in genere non si riesce a valorizzare in maniera adeguata il patrimonio stesso, ma soprattutto non si introduce una finalizzazione ed un vincolo delle somme incassate fin da ora, è rimandato ad un successivo provvedimento.
In genere, quando si fanno questi provvedimenti spinti
da esigenze di situazione ordinaria e straordinaria
vanno posizionati sulle spese correnti.
Ritengo che questo non sia
possibile.
La proposta è quella di una
abrogazione. Però invito il Consiglio, ove questa proposta non dovesse essere
approvata, a prevedere, fin da oggi, che le eventuali somme incassate non
possano essere destinate a spese correnti perché altrimenti ci limiteremmo a
depauperare il patrimonio regionale senza fare un intervento strutturale sul
bilancio stesso.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
La proposta dell’onorevole Battaglia è comprensibile, ma l’emendamento no.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo in
votazione l’articolo 5 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
6 è stato presentato emendamento protocollo
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, con
questo emendamento si chiede di sostituire le parole “un risparmio netto del 30 per cento” con “un risparmio netto del 50 per cento”.
Si
tratta di aumentare la percentuale di riduzione della spesa.
PRESIDENTE
Parere
del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
All’articolo
7 è stato presentato emendamento protocollo
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, con
questo emendamento si chiede alla fine del comma 5 di aggiungere alla fine del periodo <<fatte
salve le responsabilità amministrative e
contabili>>”.
Il comma 5 prescrive che “il mancato rispetto delle
prescrizioni dettate dai commi precedenti costituisce l’evento negativo di
valutazione annuale dei dirigenti generali regionali.
PRESIDENTE
Parere
del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 7 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 8 è stato presentato emendamento
protocollo
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Con questo emendamento si chiede la soppressione perché recita “il limite di spesa stabilito dal comma 1 del presente articolo può essere superato in casi eccezionali ed inderogabili secondo le procedure stabilite dall’ordinamento regionale”.
Riteniamo che questo comma sia da cassare.
PRESIDENTE
Parere
del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
All’articolo
9 è stato presentato emendamento protocollo
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Con questo emendamento chiediamo “l’impiccagione” del dirigente del dipartimento interessato con le parole… “All’articolo 9, comma 3, aggiungere alla fine del periodo “e il dirigente del dipartimento interessato viene revocato”.
Presidente, chiedo scusa, c’erano emendamenti all’articolo 8 ter…
PRESIDENTE
Non mi era stato sottoposto.
No, per carità. C’è un emendamento sostituito poi da un sub-emendamento presentato in Aula e distribuito anche ai colleghi. Quando ritiene, mi dà la parola.
PRESIDENTE
Onorevole Fedele, forse si sta facendo confusione. L’emendamento di cui lei parla è all’assestamento.
Sull’articolo 8 io non ho altri emendamenti se non quelli che ho riscontrato.
Erroneamente era stato inserito in questo blocco per una svista degli uffici. Chiedo scusa per l’interruzione, Presidente.
PRESIDENTE
Torniamo all’emendamento protocollo 9169 che è stato illustrato e che pongo in votazione.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 9170, a firma degli onorevoli di Giordano e Talarico.
Demetrio BATTAGLIA
E’ l’emendamento 9183.
PRESIDENTE
Questo non ce l’ho qua. Sono
della finanziaria, dell’assestamento quelli.
Demetrio BATTAGLIA
No, è di questa, è dell’articolo 9.
PRESIDENTE
Qual è?
E’ il 9183. Se per favore
collaborano con lei i dirigenti degli uffici, per come sono sistemate le carte,
altrimenti lei è costretto a far
votare gli stessi articoli più volte.
PRESIDENTE
Infatti ,è inserito più
avanti, è vero.
Giuseppe BOVA
Capisco, non si preoccupi,
sono cose che capitano.
PRESIDENTE
C’è un emendamento a firma Battaglia all’articolo 9,
il protocollo 9183: “L’articolo 9, comma 1, è
abrogato.
Al comma 2 dell’articolo 9, dopo le parole “le riduzioni”, le parole “di cui al comma precedente” sono soppresse e così sostituite “alle autorizzazioni di spesa relative a
disposizioni di legge, la cui quantificazione è demandata alla legge
finanziaria regionale.
Al
comma 3 dell’articolo 9, dopo le
parole “il dipartimento bilancio” è
aggiunta la parola “non”.
Il
comma 6 dell’articolo 9 è abrogato”.
Prego, onorevole Battaglia.
Leggo la relazione che avevo fatto di accompagnamento
a questo articolo, nel senso che questo emendamento si pone il problema di quanto prevede l’articolo
Come diceva prima
l’onorevole Tripodi, questa Giunta si è posta un problema, però a mio
giudizio lo sta affrontando in maniera errata,
perché rischia di creare un meccanismo perverso, perché se da un lato impone
dei tagli generalizzati e riduzioni di spesa anticipando le scelte che questo
Consiglio dovrà fare nel 2011, già noi poniamo un vincolo e un paletto ben
preciso, dall’altro sostiene che i dipartimenti della
Giunta regionale dovranno, in qualche modo, valutare l’efficacia delle norme
in termini per i benefici
per i cittadini ed imprese, in assenza dei quali la legge regionale subirà riduzioni
lineari del 10 per cento.
Ora,
questo significa che se i direttori generali, entro il 30 settembre - così come
è scritto nella norma - non opereranno delle scelte, non daranno delle indicazioni, si applicherà in automatico questo
principio, e a me pare poco opportuno che si possa operare una riduzione in
presenza di omissioni di direttori generali che già noi andiamo a coprire
preventivamente con questa norma.
A questo bisogna aggiungere
che i capitoli di bilancio destinati a copertura dei provvedimenti
legislativi in corso di approvazione per quest’anno hanno una copertura
complessiva di 400 mila euro: 200 per le norme che prevedono spese in conto
capitale e 200 per la parte corrente.
Questo significa già che il Consiglio, per tutta la fine
di questa attività del 2010, non ha nessuna capacità di legiferare, perché è
vero che questo problema potrebbe essere risolto attraverso interventi della
Giunta, però noi arriveremmo al paradosso di far dipendere l’attività
legislativa di questo Consiglio dalla volontà della Giunta, e a me pare, anche
nell’equilibrio dei poteri, un’anomalia.
Per cui è vero che anche in Commissione io,
personalmente, ho espresso l’esigenza e la necessità di andare ad individuare
una serie di norme e definanziarle in via quasi automatica, però questo
articolo introduce una serie di elementi che ipoteca il futuro e che,
addirittura, in alcune sue parti da la possibilità – come dicevo prima – in
caso di omissioni da parte dei direttori generali, di andare a fare dei tagli
lineari che, come sappiamo, in molti casi possono creare dei problemi nella
fase successiva.
Allora, da questo punto di vista, io chiedo
l’abrogazione così come formulato nell’emendamento e, in ogni caso, se questo
non viene dall’Aula votato, chiedo quantomeno che al comma 3 dell’articolo 9,
dopo le parole “il dipartimento bilancio”, sia aggiunta la parola “non”, che
impedisce di fatto ai direttori generali di lavarsi le mani e di non scaricare
sulla scelta preventiva del Consiglio i tagli futuri.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo 9183.
(E’
respinto)
Pongo
in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Presidenza del
Presidente Francesco Talarico
Articolo 10. Emendamento protocollo
a) al secondo comma, le parole “sono automaticamente
ridotte del 20 per cento sono
sostituite con “sono automaticamente ridotte
del 50 per cento”;
b) al quarto comma, sostituire le parole “non possono essere superiori all’80 per
cento” con “non possono essere superiori
al 50 per cento”;
c) al nono comma, sostituire le parole “limite del 90 per cento” con “limite del 50 per cento”;
d) al decimo comma, al primo periodo dopo le parole “prestazione d’opera professionale a soggetti
esterni”, inserire le seguenti: “o che hanno presentato nell’anno 2009 disavanzi di bilancio o perdite di esercizio o che sono
sottoposti a regime di liquidazione”.
Conseguentemente, il comma 11 viene soppresso”.
Al secondo comma sostituire “sono automaticamente
ridotte del 50 per cento” in luogo del “20 per cento”.
Al quarto comma sostituire “non possono essere superiori al 50 per cento” in
luogo “dell’80 per cento”. Al nono comma sostituire le parole “limite del 90
per cento” con “limite del
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9170.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Articolo 12. Emendamento
protocollo
Giuseppe GIORDANO
Chiediamo l’abrogazione dei commi 1 e 2.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Prego,onorevole Bova.
Stavo
dicendo che, rispetto al collegato, ho presentato solo due emendamenti, uno sul
12 bis, che è la vicenda Arpacal, un altro su questo, perché ho fatto la scelta
di non contraddire l’impegno, per quanto graduale, sui tagli e di intervenire
laddove i tagli, secondo me, da un lato non rispondono a princìpi di
oggettività rispetto a lavori già fatti dai Comuni o di completamento, e poi in
qualche maniera in quanto essi
stessi indeboliscono una politica anticiclica necessaria.
Lo
sottolineo per dire che questo è uno dei punti rispetto a cui io faccio una valutazione
d’insieme rispetto alla finanziaria.
Quindi la sottolineo così, poi ovviamente la valutazione che fanno il relatore,
l’assessore e la maggioranza, ma volevo sottolinearla a questo fine.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Battaglia.
Siccome c’è un altro emendamento, sempre sull’articolo 12,
però mentre il primo è di abrogazione totale,
il secondo è sostitutivo, facciamo prima
la discussione su quello proposto dall’onorevole Bova. C’è pure l’emendamento dell’onorevole Principe…
PRESIDENTE
Che protocollo ha il suo, onorevole
Battaglia?
Demetrio BATTAGLIA
Il 9144.
PRESIDENTE
Ecco, però è a firma dell’onorevole Principe. Quindi
abbiamo l’articolo 12, commi 1 e 2, quello proposto dall’onorevole Talarico
Domenico, poi c’è quello dell’onorevole Principe.
Emendamento
2. La
proposta di cui al precedente comma dovrà tenere conto anche dell’integrale rivisitazione
delle partecipazioni
regionali, in funzione
di quanto previsto dall’articolo 61, comma 16, della legge 6 agosto 2008, n.
Presidente, mentre l’emendamento precedente è totalmente abrogativo, questo dell’onorevole Principe, che assumo io per la discussione, è propositivo nel senso che introduce una variazione al testo…
(Interruzione)
Sì. Questa proposta
nasce dalla circostanza
che al comma 1 si dice che, nelle more dell’approvazione
di una normativa di riorganizzazione, eccetera, eccetera,
intanto è modificato l’assetto delle fondazioni, individuando un organo individuale.
Questo, tra l’altro,
contrasta col comma 3 che dà, invece, agli enti strumentali - così come,
secondo me, è corretto – un tempo entro il quale adeguare gli Statuti.
Io ritengo che, dal punto di vista strettamente tecnico, il Consiglio regionale non può che dare indicazioni attraverso una sua legge di una volontà che poi gli enti, le fondazioni, le aziende, eccetera, dovranno rispettare nei
limiti e nei tempi che la legge
regionale prevede, altrimenti
non si capisce perché al comma 3 viene
data questa possibilità agli enti regionali,
al comma 1 questa possibilità non viene data
alle fondazioni. C’è una contraddizione già tra i due commi. In realtà il
terzo comma, giuridicamente - non parlo politicamente – è corretto, il primo
comma non lo è, perché va ad incidere
profondamente nell’autonomia degli enti, i quali hanno l’obbligo di
allineare i loro Statuti a
quanto la legge regionale prevede, ma non possono la legge regionale e il
Consiglio regionale sostituirsi agli enti e soprattutto agli organi che questi
enti hanno.
Quindi
l’emendamento prevede che “entro 90 giorni dall’entrata in
vigore della presente
legge,
In alternativa, l’unica possibilità che ha questo
Consiglio regionale rispetto al comma 1 è di dare un termine, così come ha
fatto al comma 3, alle fondazioni per adeguare i loro Statuti, secondo le indicazioni che il Consiglio ha, ma il Consiglio
– e mi rivolgo al Presidente della Commissione – non può, perché altrimenti
invade il campo di tutte le autonomie, sostituirsi alle fondazioni o agli enti
regionali nella redazione degli Statuti. Siccome l’organo collegiale o monocratico che sia, il numero dell’organo
collegiale - così come previsto al comma 3 per gli enti – può essere
determinato e individuato dal Consiglio regionale, lo stesso Consiglio non può,
in automatico, andare ad incidere, come fa, sullo Statuto direttamente delle fondazioni.
Su
questo emendamento parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9144.
(E’ respinto)
Poi
c’è l’emendamento a
firma degli onorevoli Talarico Domenico e Giordano: “Abrogazione dei commi 1 e
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione.
(E’ respinto)
Andiamo all’articolo 12 bis…
Presidente, non abbiamo votato l’articolo 12, però;
abbiamo votato gli emendamenti, ma…
PRESIDENTE
Aveva chiesto di intervenire l’onorevole Fedele…
(Interruzione)
Sì, lo stavo mettendo in votazione. Pongo in votazione
l’articolo 12…
Nicola ADAMO
Presidente, su questo chiedo la votazione per appello
nominale.
PRESIDENTE
Invito l’onorevole Orsomarso a svolgere le funzioni di
consigliere segretario e a fare la chiama.
Fausto ORSOMARSO, segretario questore f.f.
Fa la chiama.
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 45; hanno risposto sì 28; hanno risposto no 17; assenti 5.
(E’ approvato)
(Hanno risposto sì i consiglieri:
Aiello P., Bilardi, Caridi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile,
Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Morelli, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza,
Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Serra,
Stillitani, Talarico F., Tallini, Trematerra, Tripodi, Zappalà;
hanno risposto no i
consiglieri: Adamo, Aiello F., Amato, Battaglia, Bova, Bruni, Censore,
Ciconte, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giordano, Guccione, Maiolo, Principe,
Sulla, Talarico D.)
L’articolo 12 è approvato. La parola all’onorevole Bova.
E’ giusto che io sollevi subito eccezione formale, perché abbiamo chiesto
l’appello
nominale in quanto c’è un punto dell’articolo
Al comma 3 dell’articolo 54 dello Statuto
si legge che, per decisioni di questo tipo, la legge deve essere approvata a
maggioranza dei due terzi dei componenti il
Consiglio regionale. Il Consiglio regionale della Calabria è composto da 50 membri, la maggioranza dei due terzi dei componenti, degli assegnati, non dei presenti, sono 33 consiglieri.
Lei lo può ritenere approvato, deve immaginare che su questo ci saranno eccezioni
formali.
PRESIDENTE
Onorevole Bova, l’articolo 54, comma 3, prevede la
maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti, quindi c’è bisogno per
istituire enti, aziende e società regionali, quello che lei ha citato… Nel
frattempo ho chiesto anche un parere al servizio legislativo del Consiglio per
prevenire questa sua eccezione e, sostanzialmente – se vuole, le posso dare
anche in copia – dice che, sulla base di queste motivazioni sovraesposte, non
richiede per la sua approvazione da parte del Consiglio la maggioranza
qualificata dell’articolo 54, comma 3.
Io gliene fornisco copia proprio per procedere in
maniera ufficiale in Consiglio, onde evitare eccezioni formali.
Demetrio BATTAGLIA
Presidente, con quali motivazioni?
PRESIDENTE
Passiamo all’articolo 12 bis, dove c’è un emendamento
sostitutivo, un subemendamento all’articolo 12 bis.
Prego, onorevole Fedele.
Presidente, siccome abbiamo presentato un subemendamento sostitutivo in questo momento, io chiederei cinque minuti esatti di sospensione in Aula, perché è giusto che anche i colleghi si rendano conto di quello che stiamo leggendo.
Qui al banco della Presidenza, velocemente. Invito i capigruppo di maggioranza e di minoranza ad avvicinarsi, così guardiamo questo nuovo subemendamento.
Giuseppe BOVA
E’ sul 12 bis, non sul 12.
Demetrio BATTAGLIA
Ma non è conducente con… Presidente, quel parere che lei ha non si adatta al caso in specie.
Giuseppe BOVA
Quando è stato presentato? Perché…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, questo subemendamento sostitutivo, il Consiglio…
Giuseppe BOVA
PRESIDENTE
Le voglio solo dire una cosa
per informazione…
…24 ore valgono per tutti,
Onorevole Bova, si immagini!
Questo è un argomento eccezionale, nel senso
che oggi abbiamo vissuto, qui davanti alle porte del Consiglio regionale, una
manifestazione dei dipendenti e dei sindacati. La seduta è iniziata in ritardo, nel pomeriggio, perché
per un’ora insieme al Presidente della Giunta abbiamo incontrato le
organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei lavoratori e da questo lavoro è venuto fuori questo emendamento, con
il quale è stata trovata la soluzione per superare quell’articolo 12
bis, che aveva una serie di riflessioni negative
da coloro che sono venuti a manifestare oggi.
Allora, questo che oggi è un
subemendamento
sostitutivo dell’articolo 12 bis, è frutto esclusivamente di questo
lavoro che abbiamo condotto incontrando le organizzazioni sindacali e avendolo
presentato oggi l’onorevole Fedele, lo poniamo ai voti come subemendamento
sostitutivo
dell’articolo 12 bis, quindi
sostituisce per intero.
Capisco l’eccezionalità
di un progetto di legge che viene inserito in un articolato, però era un
argomento particolare che è stato oggetto oggi di una serie di
contestazioni.Attraverso questo testo che oggi è qui all’esame dell’Aula, è
riusciti a superare il rischio dell’occupazione dell’Aula da parte dei
lavoratori, c’è stata l’approvazione da parte delle organizzazioni sindacali e
siamo qui a votarlo.
Esclusivamente questa è stata la storia della giornata
di oggi, di questo incontro, ecco perché lo pongo ai voti come subemendamento
sostitutivo dell’articolo 12 bis.
Giuseppe BOVA
Chiedo la parola nel merito.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Bova.
Io ho apprezzato il lavoro della Commissione, l’apprezzo tuttora, del Presidente, dell’assessore, della maggioranza e lì, in maniera leale, avevamo espresso alcune osservazioni.
Personalmente, oltre all’eccezione formale che ho avanzato in Aula e che l’emendamento supererebbe, io non ho in
alcun modo osservato o fatto eccezioni né sul verso di una politica di tagli e di
risparmi, che non ho fatto, né in alcun
modo si intendeva limitare il diritto-dovere di governare da parte della
maggioranza, dell’Esecutivo e del Presidente uscito dalle elezioni.
Chiedevo semplicemente che, essendo così rilevante il
provvedimento, si desse forma di un progetto di legge autonomo che, in corsia
preferenziale – allora erano 30 giorni – potesse arrivare all’Aula, perché
ritengo che se gli argomenti sono tanto forti, nessuno di noi fa la guardia al
bidone, sia rispetto a una politica di risparmio sia rispetto a uno strumento
più efficace, rispetto a quello che noi ci trovavamo.
In quella occasione, magari, coerentemente col mandato
che aveva l’assessore Mancini, quest’ultimo ci ha detto che non si può fare.
Rispetto a quel tipo di atteggiamento, siamo venuti in Aula e abbiamo fatto
questo.
Primo, io non metto in discussione che il Presidente
della Regione e lei, onorevole Talarico, vi incontriate quando ritenete,
soprattutto in presenza di uno stato di agitazione con i sindacati, ma non è
colpa mia se li incontrate oggi; potevate incontrarli ieri, avantieri,
eccetera.
Secondo, ci si deve consentire, se si pensa che noi qui
abbiamo una funzione, di esprimere valutazioni nel merito. Non ci potete
chiedere, in cinque minuti, prima di pronunciarci su un tipo di provvedimento
che era dal punto di vista dei costi, della spesa, più rigoroso… Noi alcune
cose non le capivamo, per esempio come si fa ad incontrare… Si dice “abbiamo
incontrato i sindacati”. Nel primo caso, la proposta era un ente economico di
natura non pubblica, privata, tant’è vero che il contratto era quello
collettivo del settore privato. Ma nessuno di noi l’aveva respinto in linea
pregiudiziale, volevamo capire che cosa avveniva e immaginiamo che un progetto
di legge fosse stato riflettuto dalla maggioranza. In poche ore ci troviamo di
fronte a un altro testo!
Io pongo il problema del rapporto con l’Aula e con le
Commissioni e, rispetto non ad una cosina da niente, rispetto ad un ente che ha
questo livello, diciamo, come si riflette nel merito, altrimenti tutto sa di
improvvisazione.
Attenzione, se tutto era il fatto che bisognava aggirare
la legge sullo spoils system, si diceva “ognuno vota come vuole”. Noi
immaginavamo e immaginiamo, per il rispetto che vi dobbiamo non solo formale,
che la riflessione era, a distanza di tanti anni, su come funzionava questa
agenzia.
Da quello che ci dite ora, non era vero, perché non si
tratta tanto e solo di un accordo, voi ci presentate un progetto di legge che
fa a pugni con quello vostro… a pugni, non una mediazione! Siccome noi non
abbiamo disciplina di partito o di maggioranza, ve lo dobbiamo dire, cioè
questo vi diciamo e tentiamo di fare il nostro lavoro.
Io chiedo al Presidente della Regione, visto che ha la
sua firma, oltre che la maggioranza, che
rifletta su questo e qualora debba insistere – come io immagino – non si deve
sorprendere se su un fatto di questo tipo c’è un no motivato, non
pregiudiziale, ma alla luce di come le cose si portano avanti. Di fatto, ci
troviamo di fronte a un manifesto ideologico, tutto qui. Poi non fa nulla,
ognuno fa…
Da un punto di vista formale, non per perdere tempo, di
solito, quando si vuole procedere così, si coinvolge tutti e, nel momento in
cui tutti sono d’accordo e partecipano a una cosa, tutti hanno possibilità di
fare, perché nei tempi normali noi avremmo potuto presentare subemendamento al
subemendamento. Qui si dice “prendere o lasciare, o così o cosà”!
Evidentemente, dal punto di vista formale e sostanziale, il regolare
svolgimento del confronto in Aula viene impedito. Se vi sembra poco, va bene!
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha
facoltà.
Questo è un invito al
Presidente Scopelliti.
Noi siamo stati edotti da
una introduzione dell’assessore al
bilancio, che ci ha spiegato la bontà della manovra economica rispetto alla
vicenda della crisi nazionale e internazionale e ci ha detto che noi dovevamo
fare sacrifici senza che si mettano mani nelle tasche dei calabresi.
Ora, noi ci troviamo di
fronte a un articolo che va nella
direzione, di fatto, di aumentare almeno
per 240 mila euro all’anno maggiori spese a carico della Regione, ma quello che
mi preme più sottolineare
è l’aspetto del rapporto di correttezza tra la maggioranza e la minoranza in questo Consiglio. Su
questo argomento, importante, che riguarda la
riforma dell’Arpacal, c’era un testo
nella manovra che andava alla sostituzione integrale
della vecchia Arpacal con una nuova azienda,
e ci è stato spiegato il perché. Ora, invece, la maggioranza, dopo il frutto
dell’incontro istituzionale con i lavoratori e
le forze sociali, si è presentata, a pochi
minuti dalla discussione e dal voto, con un nuovo emendamento.
Io credo che su questo ci
sia bisogno di una pausa di riflessione, proprio
perché si instauri un rapporto corretto tra
chi governa e chi fa opposizione. Io credo che non cambi nulla, se questa
questione può essere rinviata alla prossima seduta dopo la pausa estiva, perché tutti veniamo
messi nella condizione di poter riflettere ed operare le scelte più giuste
nell’interesse della Calabria.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Principe.
Presidente, io
esprimo meraviglia per questa iniziativa e le
chiedo di tutelare quelli che sono i diritti dell’Assemblea, perché considerare questo
testo un subemendamento è veramente una colossale
forzatura! Qui si tratta di un vero e proprio emendamento sostitutivo che, se
la maggioranza intende proseguire, priva la minoranza della possibilità di dare
un contributo.
Lei non presiedeva qualche
ora fa, c’era il suo Vicepresidente, ma dai banchi della minoranza – se mi
sente, onorevole Talarico, perché lei fa parte di una tradizione culturale di grande apertura al confronto e alla meditazione, quindi la prego di
ascoltarmi, perché questa è questione molto seria – tutti ci siamo alzati per
dire che era opportuno ritirare il 12 bis e che eravamo pronti, alla riapertura
dei lavori del Consiglio in autunno, a dare tutto il contributo per fare cose
buone e giuste.
Mentre c’era da parte nostra
questa apertura, da un lato si vuole
mortificare il Regolamento, perché io le chiedo di pronunciarsi nella sua ufficialità
di Presidente, in quanto un subemendamento significa, rispetto ad un
emendamento, cambiare una parola, una mezza frase. Qui non solo si introduce un
emendamento sostitutivo, ma addirittura con una legge. Questo è offensivo per
il Consiglio!
E’
stato detto che questo testo è stato concordato con il sindacato. Io ho grande rispetto per il sindacato, ci mancherebbe altro, però mentre il Consiglio è
convocato ed è in seduta, io penso
che sia poco corretto concordare leggi con il sindacato mentre c’è il Consiglio che discute.
Quindi
la pregherei di far rispettare il
Regolamento, è una richiesta ufficiale
ed io mi affido al suo senso di
responsabilità di Presidente di questa Assemblea di non macchiarsi con
un precedente che sarebbe veramente molto pericoloso.
Oltretutto, assessore Mancini, questa proposta di legge contraddice le belle
cose che ci ha detto, mi fa pensare che si tratti di fantasie, perché nel
momento in cui si vuole contenere la spesa e si taglia anche in direzione di
servizi, di opportunità di investimenti e quant’altro
che sono vitali e poi si aumenta la spesa in questo modo, perché voi
introducete, tra l’altro…
Io non entro nel merito del provvedimento, perché andrei
a contraddirmi, ma siccome viene introdotto un consiglio di amministrazione,
certamente il consiglio di amministrazione avrà un costo. Ma non è questo il
problema, perché se come minoranza noi entrassimo nel merito del provvedimento,
sbaglieremmo. Qui si tratta di una questione di carattere istituzionale, che ci
dovete consentire di svolgere fino in fondo il nostro ruolo di minoranza. Il
Regolamento è una bibbia per chi presiede un’Assemblea legislativa e questo
comportamento è una violazione chiara del Regolamento.
Quindi io chiedo con grande umiltà che venga rinviata
questa proposta .Perché di questo si tratta, Presidente Morelli e mi affido al buonsenso di tutti, nel
momento in cui c’è una grande disponibilità ad una discussione, non casca il
mondo se il 4 agosto l’Arpacal continua a fare il suo mestiere - che, tra
l’altro, ha fatto molto bene - e in settembre, partendo dalle Commissioni
competenti, si fa un approfondimento che poi porterete in Consiglio, e sia
nelle Commissioni che in Consiglio, c’è tutta la buona volontà da parte nostra
di dare un contributo propositivo. Ma in queste condizioni il contributo non si
può dare, vuol dire che non lo volete questo contributo, vuol dire che andrete
a compiere un atto di gravità estrema.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Battaglia.
Presidente, volevo ricordare
preliminarmente che nella passata legislatura,
quando presiedevo
Lei diceva prima che oggi si è incontrato con i sindacati, stante una situazione eccezionale. Ma, Presidente, questa situazione eccezionale chi l’ha provocata? Voi avete presentato, come maggioranza,
un emendamento in Commissione che prevedeva la liquidazione dell’Arpacal e, rispetto a tutte le osservazioni che vi
sono state fatte, ci avete rappresentato un quadro economico e finanziario di un certo tipo, ci avete quasi rappresentato una
gestione economica disastrosa e, alla luce di
questo, si imponeva una liquidazione dell’Arpacal,
perché arrivare ad un provvedimento di liquidazione non significava essere davanti ad una situazione di
ordinaria amministrazione.
Stasera, intanto, con questo
subemendamento
apprendiamo che tutto quello che ci era stato
detto, che il maxiemendamento che
avevate presentato non presentava ed evidenziava tutte le criticità così come
esposte. In realtà, oggi voi vi siete incontrati con i sindacati perché, oltre
a prevedere in maniera assurda la liquidazione
dell’Arpacal, era inserita nell’emendamento la creazione di un’altra struttura, ove era previsto un
contratto privatistico per quanto riguarda i dipendenti, e questo aveva
allarmato i sindacati. Non credo che con i sindacati abbiate contrattato,
perché non era né nei vostri poteri né nei poteri del sindacato, questa proposta che oggi ci presentate. In realtà, con i
sindacati avete fatto un incontro e sicuramente – presumo – li avete
rassicurati circa il destino dei lavoratori esistenti
presso l’ente.
Oggi ci presentate una
proposta con un subemendamento che, tra l’altro, contraddice tutto l’articolo 12 che abbiamo appena approvato, perché al primo comma
dell’articolo 12 voi prevedete, per una esigenza di razionalità, l’esistenza di un organo individuale
e di un organo monocratico nelle
Fondazioni.
Allora, rispetto a queste impostazioni che avete portato avanti con il primo comma dell’articolo 12, con il terzo comma dell’articolo sempre 12, dove prevedete una riduzione
dei consigli di amministrazione degli enti subregionali, vi presentate con una
proposta di legge che prevede un consiglio di amministrazione che, tra l’altro,
non ha nessun compito: questo consiglio di amministrazione previsto in questo
subemendamento non ha nessun compito! Io non capisco a cosa serve un consiglio
di amministrazione che deve approvare delle relazioni, a cui viene affidato il
compito di nominare solo un direttore generale e un direttore scientifico o
amministrativo, cioè siamo di fronte alla creazione di un organismo inutile che
contraddice tutto quanto avete detto fino ad oggi e, così come vi ho detto in
Commissione, se il problema della liquidazione dell’Arpacal è legato
all’esigenza di non poter utilizzare le norme esistenti per spossessare
dall’incarico l’attuale direttore, mi sembra una cosa assurda introdurre una
situazione che appesantisce ulteriormente questa agenzia e che, tra l’altro, va
ad erogare ad un consiglio di amministrazione un’indennità pari al 50 per cento
per il Presidente e al 40 per cento per i consiglieri delle indennità dei
consiglieri regionali, per non fare nulla!
Ritengo che questo subemendamento sia irricevibile dalla
Presidenza, perché mediante un subemendamento non è consentito presentare una
vera proposta di legge. Ritengo opportuno un ritiro di questo subemendamento e
la presentazione in Commissione di questa proposta che può essere discussa,
approfondita, migliorata ed approvata nei tempi necessari, altrimenti vi
mettete in contraddizione con tutto il provvedimento che stasera ci avete
presentato.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Censore
Io penso che su questo provvedimento
ci sia stata molta improvvisazione, se è vero che oggi c’è stato un incontro
con i lavoratori,
con le parti
sociali. Io penso che questi incontri dovevano essere fatti prima, allorquando
Voglio richiamare una questione importante ed voglio
fare anche un richiamo ad un rispetto istituzionale: un provvedimento di questa
portata, che è la modifica di una legge, ma ridisegna complessivamente una
legge, non può essere fatto con un subemendamento. Quindi non si vuole dare la
possibilità anche alla minoranza di contribuire e di fare proposte
migliorative, perché noi a un certo punto, di fronte alla modifica di una legge
così importante, potevamo anche apportare dei contributi.
Quindi, in questa questione, vedo molto dilettantismo,
per cui penso che quantomeno debba essere ritirato questo provvedimento, che
deve seguire l’iter naturale, quello delle Commissioni, anche perché questo
emendamento non si pone in linea con quanto enunciato dal Governo presieduto
dal Presidente Scopelliti, cioè che si vuole razionalizzare la spesa e tagliare
i costi. Questo provvedimento va nella direzione opposta, c’è un incremento
della spesa di quasi 240 mila euro e quindi, se c’era un’esigenza diversa, di
arrivare all’epurazione di qualche dirigente, chiaramente si poteva seguire una
strada meno tortuosa e più rispondente a un altro profilo istituzionale.
Pertanto, Presidente, su questo provvedimento io chiedo
il voto per appello nominale.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Giordano.
Al di là dei profili di merito che i colleghi hanno abbondantemente enunciato, anche
riguardo alla evidente contraddizione rispetto all’articolo 12 che avete approvato
poc’anzi, io ritengo irricevibile una legge sotto forma di subemendamento
e mi appello a lei, Presidente Talarico, affinché non venga posto ai voti questo subemendamento, che ritengo che debba
seguire un iter ordinario, è una legge e quindi
deve andare in Commissione e deve tornare in Consiglio.
Mi associo anche a quanto ha detto l’onorevole Censore, chiedo che venga effettuato il voto per appello nominale.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Maiolo.
Intervengo per ribadire i concetti che hanno
espresso i colleghi, ma anche per dire che,
fra le tante scorrettezze in questo percorso ( che nasce anche dal modo in cui, in maniera
impropria, questo provvedimento è arrivato
come articolo
12 bis in Commissione, proposto dall’assessore Mancini a nome – penso – della
maggioranza e quindi della Giunta), è da evidenziare che non c’è un atto a
monte della Giunta che impegni quel testo rispetto alla stessa condizione
dell’Arpacal. Ma la cosa strana che io voglio sottolineare è che è stata
fatta una riunione – come lei ha detto – nel pomeriggio ed è stato emesso anche
un comunicato stampa da parte dell’ufficio del Presidente della Giunta
regionale, che dice che si insedia un tavolo tecnico per approfondire e
concertare l’organizzazione dell’Arpacal,
alla
luce delle giuste contestazioni che venivano
fatte sul provvedimento posto in discussione in Aula e che di questo tavolo
tecnico farebbero parte il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio, i componenti della Commissione competente e i sindacati.
Io penso che sia utile,
penso che anche il Presidente della Commissione bilancio, che per ammissione di
tutti, assieme all’assessore al bilancio, hanno fatto un buon lavoro nella
Commissione… Beh, questo tavolo che viene annunciato anche dalla nota stampa
null’altro è che una riunione di Commissione consiliare dove si ascoltano le parti sociali, il sindacato e
quant’altro, per arrivare alla formulazione di un testo di legge, che è quello che di fatto voi
proponete in una forma assolutamente irrituale, con un provvedimento emendativo
che meriterebbe un approfondimento in Commissione.
Quindi l’invito è a ritirare questo emendamento non solo
per un fatto sostanziale e di merito nel quale non entriamo, ma perché ci sia
un rispetto di quelle che sono le procedure giuste di una maggioranza per arrivare ad una riformulazione legislativa,
secondo una visione diversa che noi possiamo confrontare e possiamo dare anche
il nostro contributo, come preventivamente, prima ancora che fossimo a conoscenza
di questa decisione della maggioranza, dalla minoranza era stata offerta piena
disponibilità a collaborare per un processo di modifica dell’organizzazione
dell’Arpacal.
Le eccezioni formali non le raccolgo, perché io applico esclusivamente le regole del Consiglio regionale. E’ pervenuto un subemendamento interamente sostitutivo dell’articolo 12 bis, quindi, al di là del merito, che voi avete espresso in maniera abbastanza dettagliata, le opinioni diverse, le visioni diverse e quant’altro, c’è stato un lavoro preparatorio che sostituisce totalmente quell’articolo 12 bis, che era l’articolo 12 bis che è passato dalla Commissione e che oggi è all’ordine del giorno dell’Aula.
Ci siamo fatti carico di incontrare le organizzazioni sindacali e i lavoratori, è venuto fuori questo emendamento interamente sostitutivo, quindi possiamo metterlo ai voti…
(Interruzione)
Si illustra da sé, c’è stata anche la sospensione prima con i capigruppo, quindi lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Demetrio BATTAGLIA
Presidente, era stato chiesto l’appello nominale anche dall’onorevole Censore.
Mario MAIOLO
L’onorevole Censore
aveva chiesto l’appello nominale.
PRESIDENTE
Nel suo intervento l’ha chiesto? Non l’abbiamo sentito
nessuno: qualcuno ha sentito “per appello nominale”?
(Interruzione)
L’appello nominale si chiede nel momento in cui si
arriva al voto, non durante l’intervento: durante l’intervento uno fa le
proprie riflessioni di merito, di contenuto; quando si sta per votare, uno si
alza e dice “vorrei l’appello nominale”. Qui non c’è stata nessuna richiesta…
(Interruzione)
Quindi l’articolo è votato, andiamo…
Demetrio BATTAGLIA
No, Presidente, l’articolo non è votato, lei aveva
appena messo in votazione.
PRESIDENTE
No, l’ho già posto in votazione…
Demetrio BATTAGLIA
Lei ha appena detto “favorevoli?” e siamo intervenuti.
Lei non l’ha messo in votazione.
PRESIDENTE
Io ho detto: “Chi vota a favore? Chi vota contro? Chi si
astiene?”.
Demetrio BATTAGLIA
Dichiarazione di voto, Presidente.
PRESIDENTE
Non la può nemmeno fare, onorevole Battaglia, perché
l’articolo 12 bis è stato già votato.
Demetrio BATTAGLIA
No, il subemendamento…
PRESIDENTE
Non lo può fare…
Demetrio BATTAGLIA
Se lo sta mettendo in votazione…!
PRESIDENTE
Ma non lo può fare, l’articolo 12 bis è stato già
votato, lei può fare una dichiarazione sull’articolo 12 ter. Bisogna stare
attenti, nel momento in cui…
Demetrio BATTAGLIA
Noi stiamo attenti, io sono intervenuto appena lei ha
detto “lo metto ai voti”.
PRESIDENTE
Io l’ho posto ai voti, ho detto “chi vota a favore? Chi
vota contro? Chi si astiene?”, stava per intervenire l’onorevole Fedele…
Demetrio BATTAGLIA
E va beh, io stavo per votare contro, quindi l’ho
interrotta prima che lei lo mettesse ai voti, Presidente; se poi lei vuole andare
avanti così…
PRESIDENTE
Andiamo avanti con l’articolo 12 ter: “Disposizione sul
servizio di anagrafe zootecnica”.
Emendamento protocollo
L’articolo 34, comma 1, della legge regionale febbraio
2010, n. 8, è sostituito dal seguente:
“La realizzazione delle attività a supporto del servizio
di anagrafe zootecnica è affidata alla Sial servizi S.p.A. ai sensi del primo
comma dell’articolo 19 della legge regionale n. 18/2004. Le modalità di
affidamento, anche con riferimento alla copertura finanziaria, saranno
stabilite con delibera di Giunta regionale”.
Prego, onorevole Orsomarso.
Riformulato come subemendamento, vorrei leggere il testo che recita così: “All’articolo 34, comma 1, della legge regionale numero 8/2010, sono soppresse le parole “con le modalità di cui al Dgr 722/03” ed è soppresso l’ultimo periodo del comma, ad iniziare dalla parola “fino”.
(Interruzione)
Noi siamo all’articolo 12 ter; poi, quando finiamo il provvedimento, do la parola a chi vuole per le dichiarazioni di voto, le rinviamo alle dichiarazioni di voto.
Mario MAIOLO
Non è votato.
PRESIDENTE
Chi deve parlare sull’argomento, l’articolo 12
ter “anagrafe zootecnica”? Ha illustrato l’emendamento l’onorevole Orsomarso…
Prego, onorevole Principe.
Presidente, anche questo
argomento zootecnico è di grande importanza, però
dopo quanto si è verificato poco fa, che significa mettere la minoranza, che
pure vuole collaborare, nelle condizioni di non
poter esercitare il suo ruolo, addirittura si
nega il voto per appello nominale, noi
ci sentiamo per cultura uomini di governo e siamo portati sempre a dare un
contributo propositivo, però dopo quello che è successo poco fa in Aula, la
minoranza abbandona i lavori, perché non è possibile collaborare in queste condizioni.
Pongo in votazione il
subemendamento proposto dall’onorevole Orsomarso.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12 ter.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12 quater.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12 quinquies.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“2. E’ soppresso l’articolo 12 della legge regionale 26/02/2010, n. 8.
3. All’articolo 2, comma 2, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, dopo le parole “un ulteriore importo” sono introdotte le parole “nel limite massimo”.
4. All’articolo 2, comma 4, della legge regionale 25 febbraio 2010, n. 8, le parole “la spesa di” sono sostituite dalle parole “la spesa nel limite massimo di”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9093.
(E’ approvato)
Articolo 12 septies “Disposizioni in materia sanitaria”,
emendamento protocollo
(Interruzione)
E’ ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo
Emendamento protocollo
Fausto ORSOMARSO
Si commenta da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9160.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.
(E’ approvato) Votazione desunta da sommario
Pongo in votazione l’articolo 15 bis.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 ter.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 quater.
(E’ approvato) La votazione viene ripetuta poco più avanti
(Interruzione)
Non c’è, onorevole Tripodi, non l’ho trovato.
(Interruzione)
Quello di Tripodi è stato già approvato.
(Interruzione)
…nell’interesse della Regione, perché si tratta di non
perdere le risorse rispetto al 2007-2008 rispetto ai bolli auto.
Siccome dobbiamo fare l’interesse dell’ente e
sicuramente dobbiamo essere attenti affinché nel triennio non vadano ad essere
decuplicati, a questo punto chiedo il coordinamento formale sull’articolo per
quantificare sia il comma 3 che il comma 4.
PRESIDENTE
Quindi l’articolo 15 ter va in coordinamento formale.
Pongo in votazione l’articolo 15 quater “Disposizioni in
materia di sanità”.
(E’ approvato)
All’articolo 15 quinquies c’è un emendamento protocollo
Pongo in votazione l’articolo 15 quinquies.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“La struttura dei soggetti di cui al comma 1
dell’articolo 10 della legge n. 8/96 è composta da due componenti interni di
qualsiasi livello. Il restante personale può essere estraneo alla pubblica
amministrazione”.
L’onorevole Sulla
mi ha chiesto di assumerlo io. Questo emendamento si commenta da sé,
perché tra l’altro l’ha discusso pure in Ufficio di Presidenza.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9335.
(E’ respinto)
(Interruzioni)
Francesco MORELLI, relatore
No, no, Presidente…L’emendamento è accolto,sia pure con
coordinamento formale
PRESIDENTE
Va bene, onorevole Morelli.
Emendamento protocollo
Pongo in votazione l’articolo 15 sexties.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo
L’emendamento protocollo
Emendamento protocollo
(Interruzione del consigliere Tripodi)
Emendamento protocollo…
Signor Presidente, lei mi ha chiesto che cosa volevo
fare con l’emendamento ed io le ho detto che si illustra da sé, quindi non è
ritirato. Siccome l’avevamo concordato prima…
L’emendamento protocollo
“1. Le amministrazioni provinciali, in via derogatoria
rispetto a quanto previsto dall’articolo 22, commi 3 e 4, della legge regionale
17 maggio 1996, n. 9, possono utilizzare le risorse finanziarie non spese o non
riconosciute in fase di rendicontazione dell’annualità 2005, secondo le
indicazioni del settore regionale preposto”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9087.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“3 ter. Per i Comuni per i quali dovessero determinarsi
le condizioni di cui al comma 3 bis, il dipartimento regionale lavori pubblici
ed acque autorizza una rimodulazione del programma pubblico-privato, ivi
compresa l’individuazione di una nuova ubicazione territoriale, l’emanazione di
una nuova procedura di evidenza pubblica finalizzata alla selezione degli
interventi privati e la eventuale ridefinizione degli interventi pubblici anche
non residenziali, restando invariato il finanziamento complessivo
originariamente assentito.
3 quater. Gli adempimenti relativi alla rimodulazione di
cui ai commi 3 bis e 3 ter dovranno completarsi entro e non oltre il 30 giugno
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9090.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“Articolo 16
(Abrogazioni)
1. Sono abrogate le leggi regionali elencate
nell’allegato A alla presente legge.
2. Le disposizioni abrogate con la presente legge
continuano ad applicarsi per la disciplina dei rapporti sorti nel periodo della
loro vigenza e per l’esecuzione degli impegni di spesa assunti in base alle
disposizioni medesime”.
Questo è un emendamento a firma mia che riguarda
l’abrogazione di una serie di leggi negli anni passati, dal 1970 al 1990, e va
in direzione dello snellimento legislativo. Noi l’approviamo, sono 179 leggi,
ma diamo anche la possibilità al coordinamento formale di verificare fino in
fondo questa abrogazione.
Questo è l’emendamento protocollo
(Interruzione)
No, non stiamo dicendo i testi unici, diciamo che sono
una serie di leggi, ne abbiamo raccolte 180, diamo al coordinamento formale,
eventualmente ci dovesse essere qualche articolo che è ancora in vigore. Stiamo
parlando di leggi dal ’70 al ’90, che non hanno nessun utile e nessuna
produttività.
La parola all’assessore Mancini.
Condivido lo spirito e la ratio dell’emendamento, con l’accortezza che nel
coordinamento formale venga verificata la possibilità dell’abrogazione delle leggi di bilancio
che, a detta della Corte dei conti, potrebbero rappresentare delle criticità.
Con questa raccomandazione, pongo in votazione l’emendamento
protocollo 9196.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
Nella prospettiva di favorire l’apporto di capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche, al fine di assicurare il recupero degli investimenti di concessionari nei casi di inadempimento della parte pubblica, il Presidente della Giunta regionale dispone la nomina dei commissario ad acta in sostituzione delle amministrazioni inadempienti. L’intervento sostitutivo, rivolto al risultato dell’adempimento, può essere esteso agli atti e procedimenti necessari al recupero delle risorse finanziarie, compresi la deliberazione delle tariffe e l’accertamento e riscossione delle entrate. L’intervento sostitutivo viene attivato su richiesta del concessionario e deve essere preceduto da una diffida da parte di quest’ultimo, notificata nelle forme degli atti processuali civili, con assegnazione di un termine per l’adempimento non inferiore a 60 giorni. Il Presidente della Giunta regionale, ricevuta l’istanza con la prova dell’avvenuta notificazione della diffida e dell’inutile decorso del termine per l’adempimento, rivolgerà formale invito a contro dedurre al legale rappresentante dell’amministrazione inadempiente, assegnando allo scopo termine di 30 giorni, decorso il quale si determinerà in via definitiva sull’istanza”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9163.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge…
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Personalmente, siccome assieme al collega Adamo siamo rimasti in Aula, non giudichiamo meno grave rispetto ai colleghi della minoranza l’atteggiamento della maggioranza ed anche suo, quindi lo voglio sottolineare, solo che io penso che, siccome la seduta non è finita, anche sugli altri punti voglio esprimere il mio parere, in questo caso negativo per le ragioni che ho detto all’inizio, ma lo voglio dire fino in fondo.
Quindi motivo così la mia presenza, motivando un voto ex post, cioè a conclusione anche in relazione a quell’atteggiamento tenuto, che è negativo rispetto al complesso del provvedimento.
Dopo la dichiarazione di voto dell’onorevole Bova, pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa al punto tre all’ordine
del giorno, che riguarda la proposta
di legge n. 43/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento
del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario
2010 e del bilancio pluriennale 2010-
Si passa all’esame dell’articolato.
All’articolo 1, comma 7, c’è un emendamento protocollo
E’ un emendamento che riguarda l’esodo di coloro i quali
fanno parte sia dei ruoli del personale del Consiglio che della Giunta
regionale.
Perché abbiamo demandato la facoltà alla Giunta
regionale di presentare una proposta di legge inerentemente anche alla
possibilità di quantificare le risorse economiche da destinare? Avevamo già
dato un ’impostazione che avevamo dato, quella di snellire
E’ un provvedimento che riteniamo utile per
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9195, per
poi demandarlo al coordinamento formale.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Emendamenti protocollo 9176, 9177 all’articolo 5: non vedo
i proponenti, per cui decade.
Gli emendamenti con protocollo 9094 e
L’emendamento protocollo
All’articolo 7 ci sono miei emendamenti di soppressione
e, tra l’altro, da Sulla, Principe ad Aiello, hanno presentato loro emendamenti
quali abrogativi del comma 1, quali del comma 2 e quali del comma 3. Siccome io
li ho presentati tutti e tre, si illustrano da sé, quindi assorbono quelli di
Sulla e di altri, la maggioranza si pronunci. Io, ovviamente, nel momento in
cui me li respingete, voto contro.
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9180.
(E’ respinto)
Essendo l’emendamento
Emendamento protocollo
(Interruzioni)
Gli emendamenti con protocollo 9178 e 9141 decadono per
assenza dei proponenti.
Emendamento protocollo
L’assessore Mancini sa, per il dibattito che c'è stato in Commissione, che io non ho condiviso la filosofia secondo la quale viene rimodulato questo comma attinente l’intervento sul trasporto pubblico locale per quanto riguarda il sostegno a Ferrovie della Calabria, sulla base dell’accordo di programma, perché ovviamente difendevo il testo di legge proposto da me, primo firmatario, che era in vigore.
Ora ho proposto un emendamento che, in effetti, accede a questa filosofia, nel senso che posso giudicare, se c’è buonafede, una pratica di buona amministrazione, anche l’impegno di verificare direttamente da parte dell’amministrazione regionale, in un’intesa con lo Stato, la disponibilità e di cassa e di crediti effettivamente esigibili da parte dello Stato di queste quote maturate a favore di Ferrovie della Calabria e quindi subordinare, eventualmente, a questa intesa e a questa verifica con lo Stato l’azione della Regione a.
In questo senso, però, mi sono permesso di fare un emendamento collettivo per due ragioni: la prima, perché se poi si dice “per un massimo di quattro annualità”, il massimo di quattro annualità – chiedo scusa al Presidente Morelli, è stato un punto su cui egli si è battuto molto anche nella Commissione come Presidente – lascia prefigurare una sorta di una tantum. Questo, sì, sarebbe un contributo, per quanto finalizzato ad investimenti, una tantum che, ove mai dovesse essere riconosciuto a Ferrovie della Calabria, sarebbe fine a se stesso.
L’idea dell’intervento legislativo che si vuole modificare,
invece, approvato nella precedente
finanziaria
era un altro: utilizzare in acconto, in anticipazione questo contributo da
recuperare attraverso i crediti dello Stato, per consentire a Ferrovie di fare
un mutuo, caso mai, e noi sappiamo che un piano di ammortamento mutuo almeno
deve essere decennale, tant’è che la precedente legge parlava di quindici anni.
Non si vuole mettere “quindici”? Mi sono permesso di proporre
“dieci”, però dà più senso alla legge, anche in sede di verifica, di controllo
governativo della legge, si capisce e ha senso, dà forza all’azione
dell’amministrazione regionale, che chiede e pretende dallo Stato quello che
gli è dovuto e che ancora da anni non gli è riconosciuto. Quattro anni sembra
il solito intervento nel Mezzogiorno a pioggia che polverizza la spesa e
finisce lì.
Per cui ritengo che ci possano essere tutte le
condizioni perché questo emendamento possa essere accolto.
Poi un’altra osservazione e concludo: verificate in sede
di coordinamento formale – mi riferisco anche al direttore generale e al dottor
De Cello –…
Voi prevedete che la riduzione della spesa condotta
nella manovra sia finalizzata, compresa questa quota di 2 milioni e mezzo, ad
altre finalità. Siccome questa dei 2 milioni e mezzo, assessore Mancini, è una
spesa vincolata dalla legge nazionale al fondo trasporti, dubito che i 2
milioni e mezzo del trasporto pubblico locale possano essere orientati ad altre
finalità diverse da quelle della legge.
Io non ho presentato emendamento perché aspettavo una
discussione su questo punto, ma giacché ci siamo, verificate in sede di
coordinamento formale se ho ragione io, proprio ai fini di liberare risorse ed
attenervi agli obiettivi della manovra, se questo è, perché se questo è, tenete
paralizzata una cifra che poi non si dà né alle Ferrovie, né al trasporto
pubblico locale, né per altri scopi. Siccome sono convinto di questa tesi,
questa è una tesi che, secondo me, sotto questo aspetto fa parte di buona
amministrazione.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Mancini.
Il parere dell’Esecutivo all’emendamento proposto dall’onorevole
Adamo è favorevole, perché egli dimostra di condividere l’impostazione avuta dall’Esecutivo e, in qualche modo, se capisco lo
spirito…
(Interruzione)
Va bene, accetto; e se
capisco bene il senso e così lo interpreto – per questo esprimo parere
favorevole
– lo migliora in senso più razionale.
Quindi, da questo punto di
vista, poiché l’Esecutivo, la maggioranza
guidata dal governatore Scopelliti ascolta le proposte serie e costruttive che
provengono dai banchi dell’opposizione e quando dai vostri
banchi vengono suggerimenti costruttivi,
non abbiamo né difficoltà ad ascoltarli né tantomeno
ad accettarli, dispiace che questi suggerimenti costruttivi
siano e provengano da una parte ristretta dell’opposizione. La parte,
invece, più consistente dispiace che prenda e vada via. Non è quella la maniera
giusta e, al contrario, ritengo che sia quella oggi espressa dall’onorevole Adamo la maniera giusta di
intendere il confronto, la discussione e anche lo scontro in questo contesto.
Per questo esprimo parere
favorevole.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 9110.
(E’ approvato)
Gli emendamenti con protocollo 9096 e 9142 decadono per assenza dei proponenti.
Emendamento protocollo
“Il contributo all’Ente Autonomo Fiera di Cosenza (art. 3, comma 1 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19) viene incrementato di euro 170 mila”.
Si illustra da sé, nel senso che questo corrisponderebbe al fabbisogno per il completamento delle spese di funzionamento ed anche il pagamento
dei dipendenti dell’ente.
Ne teniamo conto come raccomandazione. Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9111.
(E’ respinto)
L’emendamento protocollo
Emendamento protocollo
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9088.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9089.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 9152…
Giuseppe BOVA
Lo faccio mio. Si illustra da sé.
PRESIDENTE
All’articolo 8 ci sono dei subemendamenti a firma dell’onorevole Fedele, il 9257: “All’articolo 8, dopo il comma 2, è inserito il seguente:
“L’autorizzazione di spesa destinata al finanziamento della legge regionale 2 febbraio 2004, n. 1, è incrementata della somma corrispondente al saldo della manovra di bilancio approvata con la presente legge”.
L’emendamento protocollo 9257 lo posso illustrare in un
attimo. Si tratta di incrementare della
somma corrispondente al saldo della manovra di bilancio,
che sarà approvata questa sera, la legge su cui tutti abbiamo preso un impegno,
che è la legge sulla famiglia, infatti è la legge 2 febbraio 2004 numero 1 che
è quella sulla famiglia.
Quindi questi fondi saranno destinati ad incrementare il fondo di quella legge per poter dare una risposta alle famiglie calabresi.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9257.
(E’ approvato)
C’è l’emendamento protocollo 9152 fatto proprio dall’onorevole Bova: “Il comma 2 dell’articolo 8 è soppresso”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9152.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
(Interruzione)
Ritirato. Emendamento protocollo
“8. L’autorizzazione
di spesa di cui al capitolo 1007101
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010 è incrementato di euro 10 mila, da destinare a
spese per acquisto di pubblicazioni ed altra
documentazione necessaria al funzionamento dell’Ufficio Legislativo della Giunta regionale, istituito con
Regolamento regionale n. 8 del 10 maggio
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9159.
(E’ approvato)
Gli emendamenti con protocollo
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Articolo 8 bis. C’è un subemendamento che riguarda il
comma 3 dell’articolo 8 bis che dice sostanzialmente che, per un errore
materiale, è stato confuso l’articolo, perché questo ripristina le cose.
Possiamo votare a favore e in coordinamento formale
sottraiamo…
Pongo in votazione l’articolo 8 bis.
(E’ approvato)
Articolo 8 ter: questo è decaduto…
…quell’emendamento che prima era stato messo erroneamente, che riguardava gli stagisti…
PRESIDENTE
…per quanto riguarda gli stage a firma dell’onorevole Fedele, protocollo 9252: “Dopo l'art. 8 è aggiunto il seguente articolo:
Articolo 8 ter
“1. Al fine di non disperdere il patrimonio di
conoscenza, già acquisito, dei giovani impegnati nel “Programma Stages” di cui
all'articolo 5 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8, di integrazione e
modifica della legge regionale 12 novembre 2004, n. 26,
2. E’ istituito un tavolo tecnico tra Giunta regionale, Consiglio regionale ed enti interessati per stabilire le modalità e i tempi d'attuazione di cui al successivo comma 3.
3.
4. Alla relativa copertura finanziaria, stimata per
l'esercizio finanziario 2010 di euro 200.000,00, si provvede con le risorse
allocate all'Upb 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio
per l'anno 2010 e per l'esercizio finanziario del 2011.
…l’impegno che avevamo preso con gli stagisti di
realizzare una proposta che potesse dare la possibilità a questi giovani
di potersi confrontare con gli enti locali, per
vedere se c’è la possibilità – noi pensiamo che ci sia – di avere dei contratti
di collaborazione con gli enti locali.
Ci sarà un tavolo tecnico -
per questo il subemendamento, in quanto abbiamo aggiunto questo aspetto
- tra Consiglio regionale, Giunta e gli enti interessati per stabilire le
modalità e c’è una collaborazione da parte della Giunta regionale, del
dipartimento bilancio per cercare di trovare una soluzione per questi ragazzi.
Quindi, da parte nostra, c’è tutto l’impegno a
rispettare quello che avevamo detto anche nei vari incontri.
Giuseppe BOVA
Chiedo la parola.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Bova.
Ho detto già, nel momento
in cui ho illustrato la posizione
del nostro gruppo sull’assestamento
di bilancio, che avrei votato questo emendamento. Nel mentre dico questo, sottolineo che lo voto con riserva, nel senso che
anche questo strumento si può rivelare inidoneo rispetto a un processo
legittimo ed oggettivo di reinserimento nel
mercato del lavoro e, in sede del bilancio di previsione 2011, chiederò una verifica e sottolineo sin da ora, come
sempre con criteri trasparenti, questi ed altri giovani laureati con lode possono essere proficuamente impegnati, previo bando, verifica e selezione, in un’attività di assistenza
tecnica, per cui nei finanziamenti europei esistono decine e decine di milioni in
bilancio di previsione.
Con questa riserva, intanto esprimo su questo
emendamento un voto favorevole.
Pongo in votazione l’articolo 8 ter, emendamento
protocollo 9252.
(E’ approvato)
Articolo 9. Emendamento protocollo
Giuseppe BOVA
Lo assumo io. Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9151.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
“2. L’importo di euro 1.392.814,51, destinato alla copertura degli oneri derivanti dal contenzioso di cui al comma precedente, può essere parimenti erogato all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, previa adozione degli atti necessari a formalizzare l’impegno da parte dello stesso ateneo a subentrare, sostanzialmente e processualmente, nel contenzioso in argomento”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9156.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
11.
(E’ approvato)
Articolo 12. Emendamento
protocollo
L’apposito allegato 3 viene
riformulato come di conseguenza”.
Parere del relatore?
Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo 9150.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo
12.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“Articolo 12 bis
L’intervento di cui al comma
precedente è destinato a supporto delle Pmi titolari di emittenti televisive
locali legittimamente operanti con impianti ubicati nel territorio regionale.
L’intervento sarà finanziato
a valere sulle risorse del Programma operativo Fesr 2007-
Lo faccio mio e lo illustro
brevemente.
L’onorevole Sulla, con questo
articolo, prevede un aiuto in regime di de minimis per aiutare le
piccole imprese del settore delle comunicazioni televisive per il passaggio
dall’analogico al digitale. Supporto, quindi, a piccola e media impresa e
l’intervento da finanziare a valere sulle risorse del Programma operativo Fesr
2007-2013.
Questa è la proposta.
Parere del relatore?
Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo 9182.
(E’ respinto)
Giuseppe BOVA
…perché? Perché qui non c’è
né maggiorazione di spesa né…
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione .
(E’ respinto)
Emendamento a firma Nucera…
Presidente, ce n’è un altro sugli itinerari gioachimiti…
(Interruzione)
“Sbocciato”?
(Interruzione)
No, è così preso dal suo ruolo, Presidente… Attualmente, è l’epoca che uno suona! Però sa come dice il…
PRESIDENTE
…l’onorevole Nucera, deve rimborsare il Consiglio per tutta la carta che fa sprecare al Consiglio!
Presidente, c’è un impegno dell’emendamento 9201 assunto dal Presidente nella qualità di commissario speciale per la sanità, per il resto sono tutti ritirati.
(Interruzione)
PRESIDENTE
No, non ne ho approvato nessuno, c’è solo una raccomandazione fatta al Presidente. Sono tutti ritirati, fino al protocollo 9228.
Emendamento protocollo
“E’ soppressa la riduzione di
1 milione
di euro dal capitolo 15010208 destinato
alle Province
quale quota-parte delle competenze
del Fondo Risorse Umane, relativo al personale di ruolo, ai sensi
dell’articolo
17 della legge 12 agosto 2002, n.
Giuseppe BOVA
Si illustra da sé.
(Interruzione)
Lo assumo io, perché Censore ha parlato anche a nome della dottoressa Ferro.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9154.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo
“La legge regionale 17 agosto 2009, n. 28 (norme per la promozione e lo sviluppo della promozione sociale) viene incrementato di euro 350 mila, prelevando tale somma dalla legge regionale 6 dicembre 1979, n. 13 (sviluppo della cooperazione) per l’importo di euro 200 mila e dalla legge regionale 3 marzo 2000, n. 5 (norme per la promozione e lo sviluppo della promozione sociale), per l’importo di euro 150 mila”.
E’ un emendamento concordato con le associazioni di categoria
in sede di audizioni nelle Commissioni.
Praticamente, è l’incremento della legge regionale 28,
spostando le somme delle due leggi che erano già destinate sia alla “
Parere della Giunta?
Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione
Favorevole, perché è a saldo invariato.
PRESIDENTE
Possiamo assumerlo col coordinamento formale.
(Interruzione)
Questo stavo dicendo, possiamo assumerlo col
coordinamento formale degli uffici.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9086,
naturalmente con la capienza che ci deve essere.
(E’ approvato)
L’emendamento protocollo
Emendamento protocollo
“1. Alla Tabella 2
allegata al DDL “Assestamento del bilancio
2. Alla copertura finanziaria si provvede con i tagli effettuati ai sensi degli artt. 6 e 7 dello stesso disegno di legge”.
E’ un emendamento molto semplice che, tra l’altro, si illustra da sé. Serve solo ad incrementare leggermente un capitolo, in quanto ci sono degli impegni presi dalla precedente amministrazione, dai colleghi, che bisogna rispettare e quindi c’è un incremento di questa somma su un capitolo del turismo e poi col coordinamento formale saranno sistemati meglio questi incrementi.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9229.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
“1. Alla Tabella 2
allegata al DDL “Assestamento del bilancio
2. Alla copertura finanziaria si provvede con i tagli
effettuati ai sensi degli artt. 6 e 7 dello stesso disegno di legge”.
Gianpaolo CHIAPPETTA
Si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9237.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
E’ approvato, comprese le tabelle allegate.
Dichiarazioni di voto sulla legge nel suo complesso.
Chiede di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Capisco che l’improvvido e improvviso abbandono dall’Aula da parte degli altri colleghi ha facilitato l’accelerazione del ritmo, per cui parlare e intrattenersi adesso nel merito è davvero un po’ sconveniente.
E’ una dichiarazione di voto contraria fondata su un presupposto,
quello che, a nostro avviso, dare troppa enfasi a questa
manovra è un errore, anche dal punto di vista dell’impostazione data dalla relazione dell’onorevole Mancini, nel senso che siamo
costretti nei margini che il bilancio regionale impone e le dimensioni di una manovra non
possono non essere come questa, riferita ad un contenimento di spesa che noi non abbiamo condiviso in grande parte per
le scelte fatte di merito, molto limitate, di fronte ad un bilancio che
richiede interventi profondi e strutturali.
Rinviamo al primo vero bilancio, perché quel primo vero bilancio non potrà non
essere l’avvio di una riforma strutturale,
soprattutto di quella che può essere una spesa storicizzata.
Anche per quanto riguarda il
riordino, apprezzo lo sforzo che, in qualche modo, viene dato
almeno sugli indirizzi relativamente ad alcune norme. Ovviamente, è tutto
sottoponibile a verifica per quanto riguarda la coerenza amministrativa.
Per questo motivo votiamo
contro, un contro motivato anche dal fatto che su alcuni emendamenti e su
alcuni punti si poteva avere un maggiore approfondimento, non solo per il
rispetto regolamentare, come l’articolo 12
bis, ma anche per responsabilità istituzionale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’assessore Mancini. Ne ha facoltà.
Intervengo per esprimere un
grande apprezzamento
per l’approvazione di questi due provvedimenti
che sta per avvenire, che rappresentano una riforma molto importante
rispetto alla storia del regionalismo calabrese.
Noi riformiamo tutto l’impianto della spesa, risparmiamo
15 milioni di euro per quest’anno, risparmiamo 40 milioni di euro ad iniziare
dal 2011 e facciamo questo senza mettere le mani in tasca ai calabresi. Essere
felici di questo risultato, io ritengo che sia normale.
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al quarto punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo n. 38/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS. 2011/2012 – 2015/2016”.
E’ relatore l’onorevole Salerno, che ha facoltà di intervenire.
Giusto per illustrare velocemente questo provvedimento: è stato approvato in Commissione all’unanimità, questo conferma la bontà del provvedimento e del lavoro svolto dall’assessore Caligiuri.
Il provvedimento tiene conto, come obiettivo principale, del risparmio e della qualità,
gli indirizzi sono quelli di collegare le risorse del territorio, l’ampliamento
dell’offerta formativa e l’alternanza scuola-lavoro. I settori da privilegiare
sono: turistico-alberghiero, industria e artigianato,
agrario e socio-sanitario.
La decorrenza è da quest’anno scolastico 2011-2012 ed ha
una validità quinquennale.
I dati di riferimento di cui si è tenuto conto per la
redazione di questo provvedimento, per la predisposizione, è che da undici anni
consecutivi, in media, si registra un calo di 6 mila studenti all’anno, per un
totale di 65 mila studenti all’anno.
Io propongo all’Assemblea l’approvazione di questo
provvedimento.
Nessun altro chiedendo di intervenire, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 38/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Punto cinque all’ordine del
giorno, che riguarda la proposta di provvedimento
amministrativo n. 40/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga
termini di scadenza del Piano faunistico regionale di cui alla delibera del
Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno
E’ un provvedimento passato all’unanimità in Commissione e la parola al relatore, l’onorevole Dattolo.
Penso che ci sia poco da considerare, a parte il fatto che è passato all’unanimità. E’ una proroga del Piano 2009-2013, fino a quando non verrà approvato il Piano successivo.
Poiché non ci sono richieste di parola, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 40/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ci sono delle mozioni, la prima a firma dell’onorevole Bova: “Sull’immediato ripristino del presidio multisoccorso che opera presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra, attraverso l’erogazione delle somme arretrate”, che si illustra da sé.
La pongo direttamente in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Poi c’è l’ordine del giorno di Aiello, che va al prossimo Consiglio perché è assente.
PRESIDENTE
Ordine del giorno a firma dell’onorevole Nucera sulle carceri. Si illustra da sé. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Buone vacanze. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La
seduta termina alle 22,52
Ha chiesto congedo il consigliere Mirabelli.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Magarò – “Istituzione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria”
(P.L. n. 56/9^)
E’
stata assegnata alla Commissione regionale antimafia.
(Così
resta stabilito)
Nucera
– “Interventi regionali in sostegno dei soggetti non udenti e degli Istituti e
dei Centri di istruzione e formazione per i sordomuti” (P.L. n. 57/9^)
E’
stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera, Caputo – “Norme per
favorire il turismo scolastico in Calabria e promuovere la mobilità studentesca
internazionale verso
E’
stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Giordano – “Disposizioni in
materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici presso le farmacie
rurali” (P.L. n. 59/9^)
E’
stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Caputo – “Misure per la valorizzazione della figura di San Francesco di Paola, Patrono della
Calabria e della Gente di mare d’Italia” (P.L. n. 60/9^)
E’
stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magno, Morelli, Zappalà,
Fedele, Chiappetta – “Ordinamento del sistema fieristico della Regione
Calabria” (P.L. n. 61/9^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
La deliberazione legislativa numero 37 del 23.7.2010,
recante: “Legge regionale –
Abrogazione del comma 4 bis dell’articolo 35 dello Statuto della Regione
Calabria” è stata
pubblicata ai fini notiziali ai sensi dell’articolo 123 della Costituzione
e dell’art. 2 della legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001 sul Bollettino
Ufficiale della Regione edizione straordinaria n. 14 del 31 luglio 2010.
La terza Commissione consiliare, con nota n. 447 del
2.8.2010, ha comunicato che nella seduta del 29 luglio
La quarta Commissione
consiliare, con nota n. 156 del 2.8.2010, ha comunicato che nella seduta del
agosto
E’ stata inserita all’ordine
del giorno della seduta odierna la proposta di provvedimento amministrativo n. 40/9^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Proroga termini di scadenza Piano faunistico regionale
di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno
Grillo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal mese di marzo 2010, Trenitalia, società controllata da FS Spa, ha soppresso su tre treni di lunga percorrenza (il Palermo-Milano n. 1926; il Palermo-Torino n. 1944 e il Siracusa-Venezia n. 1930) i posti a sedere, convertendoli in cuccette;
tale decisione di Trenitalia è stata dettata dall'esigenza di "fare cassa", dal momento che chi deve viaggiare è costretto ad acquistare un biglietto per posto più cuccetta, anziché soltanto per posto a sedere;
la suddetta soppressione dei posti a sedere ha causato un forte decremento di viaggiatori nelle stazioni calabresi toccate dai suddetti treni, dato l'aumento del costo dei biglietti, ed ha inciso sulla loro libertà di scelta, costringendoli a ricorrere ad un diverso vettore;
la soppressione dei posti a sedere, di conseguenza, ha provocato anche una diminuzione di affari nelle attività economiche legate alle stazioni ferroviarie (bar, edicole, ristoranti, taxi eccetera) -:
se non sia il caso che
quali altre possibili iniziative ritenga di
intraprendere allo scopo di ripristinare lo status
quo ante ed eliminare un ulteriore disservizio ai danni dei viaggiatori calabresi.
(24; 23.07.2010)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
fonti giornalistiche riportano notizie allarmanti sul futuro del porto di Gioia Tauro, atteso che RFI ha annunciato di voler abbandonare lo scalo dell'area portuale a partire dal 1° agosto prossimo;
tale decisione comporta, di fatto, la rescissione della convenzione stipulata dalla precedente Giunta regionale e gli AD di RFI Moretti e Soprano, accordo che ha impegnato la regione Calabria in notevoli investimenti al fine di favorire un servizio di supporto ferroviario al servizio containers, con una positiva ricaduta economica sul territorio;
a fronte di un contratto annuale di circa 600.000,00 euro l'anno a favore di RFI per la manutenzione ordinaria della tratta ferroviaria interessata, sembrerebbe che la società delle ferrovie abbia fatto venir meno il proprio impegno, sulla base di una richiesta avanzata dall'Autorità portuale per il pagamento di un canone annuo di circa 170.000,00 euro a titolo di occupazione del suolo interno all'area portuale;
tale notizia, legata a quella del possibile ripristino delle tasse di ancoraggio, provoca preoccupazione sulle prospettive di sviluppo dell'area portuale di Gioa Tauro, tenuto conto che il sistema del trasporto merci rappresenta un elemento di rilancio dell'economia regionale;
la scelta di RFI si caratterizza per tutta la sua gravità, in quanto colpisce in modo irreversibile lo stesso concetto di logistica che, per sua natura, necessita in primo luogo di un affidabile funzionamento delle reti sulle quali vengono veicolate le merci, e il venir meno di tale contributo, con lo sviluppo delle connessioni ferroviarie, rappresenta un duro colpo non solo per le attività in essere, ma anche per le prospettive di sviluppo di tutto il sistema portuale di Gioia Tauro -:
se risponde al vero che
se risponde al vero che tale scelta sia da addebitare
alla richiesta avanzata dall'Autorità portuale del pagamento di un canone annuo
di Euro
se risponde al vero che il canone di manutenzione annuo di Euro 600.000,00 sia regolarmente corrisposto alla RFI;
quali iniziative intende intraprendere per scongiurare la cessazione del servizio erogato e, in particolare, se non ritiene utile ed opportuno attivarsi con urgenza per promuovere un incontro fra le parti interessate (ministero, autorità portuale, organizzazioni sindacali), per individuare una soluzione positiva alla vertenza nell’ottica della realizzazione di un gateway ferroviario, assetto strategico per abilitare il nuovo modello logistico a Gioia Tauro.
(26; 28.07.2010)
Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
alle attività produttive. Per sapere - premesso che:
nell'ambito
del Programma operativo interregionale (Poin) 2007-2013 è previsto uno
stanziamento di sessanta milioni di euro da suddividere equamente tra quattro
regioni del Mezzogiorno (Calabria, Sicilia, Puglia e Campania) sulla base di
specifici progetti in campo energetico da presentarsi, in particolare, dalle
rispettive Aziende sanitarie;
ai fini di
attuazione del Poin, il Ministero dell'ambiente ha indetto un avviso pubblico
per la presentazione, al Dicastero stesso, delle manifestazioni di interesse
nell'ambito di due linee di attività: la 2.2 relativa agli “Interventi di
efficientamento energetico degli uffici ed utenze energetiche pubbliche” e la
2.5 relativa alle “Reti di distribuzione del calore, in particolare da
cogenerazione, per teleriscaldamento e tele raffreddamento”;
tra i primi
incontri programmati e fortemente voluti all'inizio della presente legislatura
dall'assessorato alle attività produttive della Calabria, vi è stato quello
svoltosi con i direttori generali delle As e Ao regionali, organizzato proprio
al fine dell’illustrazione del contenuto del citato avviso pubblico e della
evidenziazione della necessità di tempestiva adesione all'iniziativa stessa, sì
come ampiamente sostenuta dalla Regione Calabria in quanto volta a favorire lo
sviluppo e la diffusione dell'efficienza energetica e dei materiali
eco-compatibili ed a promuovere la produzione di energia termica da fonti
rinnovabili sugli edifici pubblici, ad iniziare da quelli di pertinenza delle
Aziende sanitarie ed ospedaliere;
a fronte
dell'attivismo della Regione manifestato in favore di tale importante
iniziativa, è, però, doverosa la collaborazione dei dirigenti aziendali per
l'avvio del procedimento partecipativo all'avviso pubblico de quo che consta, in prima fase, nella redazione, da parte degli
uffici tecnici competenti, di un progetto preliminare da inviare al Ministero
dell'ambiente che riguardi l'adeguamento degli uffici pubblici agli interventi
di efficientamento energetico;
l’eventuale
negligenza in tal senso importerà l’inevitabile perdita dei fondi stanziati dal
Governo centrale -:
se dallo
svolgimento del precitato incontro tra assessorato alle attività produttive e management sanitario regionale
quest’ultimo ha dato impulso al procedimento di partecipazione all’avviso
pubblico ministeriale in oggetto;
se, in
particolare le aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, interessate
alla procedura hanno inviato i descritti progetti preliminari al Ministero
dell’ambiente relativi allo studio di adeguamento degli edifici di pertinenza,
agli interventi di efficientamento energetico;
quali iniziative in caso di non attivazione in tal
senso, si intende intraprendere per impedire che i fondi stanziati al riguardo dal Governo per
(27;
2.08.2010)
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
da alcuni mesi a questa parte sono stati notificati
dall’Equitalia Etr S.p.a. per conto del Commissario straordinario del
Comprensorio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati,
avvisi di pagamento relativi a pretesi contributi di bonifica e miglioramento
fondiario per gli anni 2005-2006 che hanno interessato la quasi totalità dei
proprietari dei fondi ubicati nel comprensorio del consorzio di bonifica;
la rilevanza, l'estensione e gli aspetti legati alla
legittimità di tale attività impositiva ha prodotto la convocazione anche di
consigli comunali straordinari da parte di vari comuni al fine di affrontare la
questione in oggetto di concerto tra i singoli cittadini e le istituzioni
locali;
l'unico modo per potersi opporre a tale pretesa
contributiva da parte dei proprietari dei fondi è quello previsto dalla legge
ovvero la proposizione del ricorso alla Commissione tributaria provinciale, ne
deriva, però, molto spesso che l'importo contributivo preteso è tale per cui
diventa di gran lunga più oneroso dare incarico ad un professionista per curare
la presentazione del ricorso e tutelare i propri diritti rispetto al pagamento
della cifra imposta. Pertanto l'impossibilità di presentare ricorso per i
motivi testé indicati, se dal punto di vista giuridico produce il consolidarsi
della pretesa contributiva, dal punto di vista del corretto atteggiarsi delle
istituzioni nei confronti dei contribuenti non è assolutamente accettabile. In
tal caso, peraltro, si verrebbe a ledere un principio sacrosanto di uguaglianza
di trattamento dei contribuenti visto che solo chi ha la possibilità economica
di proporre ricorso sarebbe tutelato dalle illegittime pretese del Consorzio di
Bonifica, mentre coloro che risultano privi di adeguate risorse economiche
sarebbero costretti a soccombere. E' evidente quindi che laddove si è venuta a
verificare una palese anomalia nel corretto rapporto che deve sussistere tra
ente e contribuente, è necessario un intervento dell'ente sovraordinato per
ripristinare il corretto funzionamento contributivo e garantire i diritti dei
cittadini;
l'intervento dell'odierno organo interrogato può essere
giustificato dall'illegittima pretesa vantata dal Consorzio di Bonifica.
Infatti, da un'analisi più prettamente giuridica emerge che: il R.D. n. 215/1933 e succ. modif. che disciplina
la bonifica integrale e la relativa attività dei consorzi di bonifica, nel
Titolo II all'art. 10 stabilisce: “nella spesa delle opere di competenza
statale che non siano a totale carico dello Stato sono tenuti a contribuire i
proprietari degli immobili del comprensorio che traggono beneficio dalla
bonifica”. Da ciò discende che la disciplina normativa non autorizza i consorzi
ad imporre contributi su tutti gli immobili siti nel loro comprensorio, ma solo
sui terreni che traggono profitto dalle opere di bonifica. Pertanto è al solo
verificarsi di tali benefici che al Consorzio spetta la legittimazione a
pretendere il pagamento del tributo. La stessa Corte di Cassazione a tal
proposito ha dichiarato con sentenza 8770/2009 che il potere del Consorzio di
imporre contributi è esercitabile solo nei confronti dei proprietari di
immobili che traggono dalla bonifica un vantaggio singolarmente dimostrato e
proporzionalmente quantificato. Viceversa una imposizione contributiva nei
confronti di tutti coloro inclusi in un ambito territoriale (comprensorio)
giustificato da un vantaggio generico e non parametralmente quantificato
comporterebbe una evidente violazione di legge. Violazione che appare essersi
verificata nel caso de quo, tenuto
conto che l'attività consorziale impositiva è stata estesa a chi non è
obbligato, non godendo di alcun beneficio specifico e particolare. La
disciplina prevista dall'art. 860 c.c. prevede inoltre che “i proprietari dei
beni situati nel perimetro del comprensorio sono obbligati a contribuire nella
spesa necessaria per l'esecuzione, la manutenzione e l'esercizio delle opere in
ragione del beneficio che traggono dalla bonifica". A tal riguardo, sempre
la fiducia nelle istituzioni è sempre minore, anche a
seguito di queste ingiustificate pretese contributive, l'intervento nel caso di
specie a favore dei contribuenti per ristabilire la legalità sarebbe di certo
un'ottima occasione per dimostrare l'equità e la correttezza delle istituzioni
-:
se gli interroganti organi intendono annullare i
suddetti avvisi di pagamento illegittimamente emessi al fine di ridare al
consorzio quella credibilità che ad oggi presso i contribuenti risulta essere
persa e cosa ancora più importante per ripristinare una condizione di giustizia
ed equità contributiva e sociale.
(28; 4.8.2010)
Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
perviene allo scrivente, consigliere regionale, un
esposto-diffida a firma di A. Lucia, che si allega, avente ad oggetto, un lotto
per attività produttiva localizzata nel P.I.P. - Comuni Condomini - sito nel
comune di Maida, in cui tra l'altro si ipotizza la possibilità di inquinamento
della falda freatica e possibili ripercussioni sulle acque del limitrofo fiume
"Amato";
il sito è frequentato giornalmente da migliaia di
persone per la presenza del centro commerciale ed altre attività artigianali;
il lotto è vicino al fiume "Amato", che sfocia
nel golfo di Lamezia Terme e quindi al mare;
è imminente la stagione balneare e le possibili negative
ripercussioni per la balneazione;
i Pip (Piani insediamenti produttivi) rientrano in uno
speciale regime urbanistico sancito da Normativa nazionale e regionale (L.R.
19/02) e nello specifico all'art. 37 (interventi di bonifica urbanistica -
edilizia) si demanda ai comuni (c.o. 1) “il piano di rottamazione e recupero
delle opere, manufatti, edifici già oggetto di condono o, comunque realizzati
con modalità, materiali, carenze di impianti, assenza assoluta e/o carenza di
opere di urbanizzazione o di smaltimento e/o trattamento delle acque di risulta
e dei rifiuti, tali da determinare, in un quadro di interesse pubblico
generale, la necessità di ripristino e bonifica dei siti territoriali
interessati”, sempre che
la normativa nazionale (art.
lo stesso Pip ha valore di dichiarazione di pubblica
utilità di tutte le trasformazioni urbanistiche in esso previste, proprio per
accelerare insediamenti produttivi, inibiti, sembra, per la situazione
determinatasi;
ancora vige il D.Lgvo 152 del 03/04/2006 e s.m. e i.
(norme in materia ambientale) -:
ai sensi dell'art. 2 dello Statuto regionale (comma r),
dell'art. 16 (attribuzioni del Consiglio regionale funzioni di indirizzo e
controllo), dell'art. 24 (i Consiglieri regionali), di conoscere gli esatti
termini della situazione rappresentata e quali provvedimenti sono stati assunti
e/o si stanno predisponendo per dare certezza alle implicazioni ambientali che
potrebbero derivare da eventuali inquinamenti.
(29; 4.8.2010)
Gallo, Aiello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici ed infrastrutture. Per sapere – premesso che:
la messa in sicurezza del territorio e gli interventi per la prevenzione dei rischi derivanti da eventi calamitosi devono costituire indubbie priorità nell'ambito dell'azione del governo regionale;
in Calabria e nella Provincia di Cosenza tra la metà di gennaio e la metà di febbraio c.a., si sono abbattuti una serie di nubifragi che hanno compromesso la già precaria situazione idrogeologica del territorio;
in particolare, è stato colpito il centro abitato di
Parenti in Via Trencato-Vallelaposta a causa dell'esondazione del fiume Savuto
che ha eroso il piede della scarpata provocando un fronte di frana di circa
nei primi giorni del mese di febbraio 2010 una serie
di frane hanno interessato i versanti su cui insiste
in seguito a tali movimenti franosi l'Amministrazione Provinciale di Cosenza con ordinanza del 17.2.2010 ha disposto l'interruzione totale del transito sulla strada provinciale 242 decretando l'isolamento del Comune di Parenti con enormi disagi per i pendolari che giornalmente raggiungono i luoghi dell'area urbana (lavoratori, studenti, malati cronici ecc) e sancendo di fatto la crisi totale delle attività produttive del comprensorio (patate, acqua minerale, imprese boschive, attività artigiane ecc);
del particolare stato di disagio della popolazione ne ha preso atto lo stesso responsabile nazionale della Protezione civile, Dott. Guido Bertolaso, che nella giornata del 22 Febbraio u.s. ha visitato personalmente i luoghi interessati dagli eventi franosi e in sede di conferenza stampa tenutasi a Lamezia Terme alla presenza dei Sindaci interessati ha inserito, per la gravità riscontrata, la particolare situazione di Parenti tra le prime tre in ordine di priorità: Maierato (VV) - Parenti (CS) - Jonà di Catanzaro (CZ);
ad oggi la strada provinciale risulta ancora interrotta al traffico veicolare pesante, con gravissime ricadute sull'economia del Paese, mentre il traffico leggero sulla frana in loc. "Fuochi" viene provvisoriamente garantito da una pista in terra battuta realizzata proprio sulla frana medesima;
le soluzione provvisorie individuate per alleviare i disagi della popolazione de qua descritte sono incompatibili e non praticabili con l'arrivo della prossima stagione invernale -:
se risultano stanziate da parte della Protezione civile nazionale e/o del Governo nazionale risorse economiche atte a risolvere i problemi indicati in premessa e in caso contrario, se non ritengano utile attivarsi nei confronti del Governo nazionale;
se sono previsti fondi regionali da poter destinare alla messa in sicurezza dei movimenti franosi di cui in premessa e in caso contrario quali iniziative intendano assumere per destinare fondi regionali finalizzati alla soluzione del problema;
se non ritengano opportuno convocare un tavolo di
concertazione tra
(25; 23.07.2010)
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
in data 26 maggio
a seguito della presentazione dell'istanza, in considerazione delle valutazioni condotte dalla Società proponente circa la formulazione di una ipotesi alternativa alla riconversione a carbone dell'impianto in questione ovvero l'utilizzo dell'impianto quale riserva fredda, i lavori della Conferenza dei Servizi presso il Ministero non sono stati avviati al fine di consentire all’Enel di acquisire elementi utili per una ipotesi alternativa;
in data 23 aprile 2010 l’Enel ha prodotto istanza allo stesso Ministero, agli enti ed a tutti i soggetti interessati alla procedura per l’approvazione di un Progetto integrato policombustibile della medesima Centrale di Rossano al fine di ottenere l’Autorizzazione unica ai sensi della legge 55/2002;
in data 15 luglio 2010, presso il Ministero dello sviluppo
economico, si è tenuta la prima riunione della Conferenza dei Servizi
alla quale hanno partecipato anche
prima della riunione della Conferenza dei Servizi, su sollecitazione degli enti locali interessati, in data 12 luglio 2010, il Presidente della Giunta regionale ha convocato un apposito incontro nel corso del quale, a conclusione di un articolato dibattito di merito si è addivenuti ad esprimere univocamente netta contrarietà alla utilizzazione del carbone quale combustibile per la produzione di energia elettrica, sia a riguardo del progetto Enel che, complessivamente, per l’intero territorio della Regione Calabria;
le forti motivazioni della netta contrapposizione alla iniziativa dell’Enel pongono in rilievo le incompatibilità ambientali e socio-economiche che la realizzazione di un simile progetto inequivocabilmente esprime;
la normativa in materia prevede che l'autorizzazione
del Ministero per lo sviluppo economico sia subordinata all'intesa con
secondo una recente interpretazione fornita dalla Corte costituzionale, l'intesa preventiva è un atto essenziale, imprescindibile, in mancanza del quale l’iter autorizzatorio per la costruzione di nuove centrali destinate a produrre energia elettrica deve fermarsi senza appello;
costruire una centrale a carbone nella nostra Regione
significherebbe inquinare e deturpare il nostro territorio
senza, fra l’altro, un minimo ritorno economico per
tanto premesso
impegna
a rappresentare l’inequivocabile e netta espressione di contrarietà per l’utilizzo del carbone nella Regione Calabria e, conseguentemente, di netta contrarietà all’approvazione del Progetto di riconversione della Centrale Enel di Rossano in coerenza con quanto già fatto dal Consiglio regionale con l'approvazione della mozione n. 41 del 7 settembre 2007 e successivamente dalla Giunta regionale con delibera n. 686 del 6 ottobre 2008 con i quali atti sono stati formalizzati, rispettivamente, il pronunciamento contro l’iniziativa del progetto relativo alla centrale termoelettrica a carbone di circa 1320 Mwa proposto dalla Società Saline Energie Ioniche Spa nel Comune di Montebello Ionico (RC) e successivamente non accordando la propedeutica Intesa regionale prevista dalle leggi n. 55/2002 e n. 239/2004;
ad assumere le iniziative necessarie anche sul piano tecnico-amministrativo al fine di non accordare la propedeutica intesa necessaria per la conclusione del procedimento amministrativo in corso presso il Ministero dello sviluppo economico che, in ottemperanza alla sentenza n. 6/2004 della Corte Costituzionale, è da intendersi come “forte” ovvero imprescindibile per il rilascio dell'Autorizzazione Unica, precisando che la relativa comunicazione costituisce preavviso nei confronti della società proponente dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza;
a promuove un tavolo interistituzionale con il
coinvolgimento degli enti locali territoriali
interessati (Provincia di Cosenza, Comune di Rossano e Comune di Corigliano
Calabro e comune di Cassano Ionio) al fine di aprire un confronto con Enel
sulle prospettive dell'impianto di Rossano per una riconversione compatibile
con il contesto territoriale ed ambientale e garantire nel contempo i livelli occupazionali attuali e migliorare quelli futuri.
(5; 23.07.2010) Guccione,
Talarico D., Franchino, Aiello, Serra, De Gaetano, De Masi
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso che:
un presidio
multisoccorso opera da circa tre anni presso lo svincolo autostradale della A3
di Bagnara Calabra finalizzato a garantire la sicurezza ed il soccorso di
quanti transitano lungo la “Salerno-Reggio Calabria”;
lo stesso è
stato insediato con ordinanza di Protezione civile emessa dal Prefetto di
Reggio Calabria pro tempore, in qualità di Commissario straordinario, a seguito
di una conferenza dei servizi che ha riunito una Commissione speciale -
composta da Aci, Anas, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, personale sanitario
- con la previsione della presenza h24, di addetti e dotazione di autoambulanze
con personale medico e paramedico, nonché con la predisposizione di una piazzola
per elisoccorso;
per le risorse
necessarie al funzionamento del presidio (quantificata in due milioni di euro
annui) esisteva un preciso e formale impegno di spesa da parte del Ministero
delle infrastrutture e trasporti;
inoltre, le
somme necessarie alla suddetta attività sono state erogate solo per i primi
otto mesi e che dal primo gennaio 2009 ad oggi nemmeno un euro è stato
destinato al pagamento del lavoro prestato dal personale assegnato;
a causa di
ciò, da qualche mese è cessato il soccorso sanitario;
dal primo di
agosto, lo stesso sta avvenendo per il servizio reso dal personale dei Vigili
del Fuoco, ivi impegnato a titolo volontario (cioè dopo il regolare svolgimento
dell'orario di lavoro previsto per l'attività ordinaria);
nessuna
risposta ad oggi è pervenuta dal Ministero delle infrastrutture e trasporti
malgrado l'impegno a tal fine assunto dal Sottosegretario agli interni con
delega ai VV.FF., senatore Nitto Palma;
in
conclusione, è davvero necessario mantenere questo importantissimo servizio
ancor più in questa fase di intenso traffico legato alla stagione estiva;
impegna
il Presidente
della Regione Calabria ad attivarsi sin dall'immediato perché venga
ripristinato il presidio ed il servizio reso, attraverso l'erogazione delle
somme arretrate e tuttora dovute, come da impegno formale assunto dal Ministero
competente.
(6;
03.08.2010) Bova
Morelli. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
i dipendenti
ex Cons.Agr (Consorzi agrari), signori Gualtieri Ferdinando, Mangione
Salvatore, Muraca Carmine, Scarpelli Edoardo, Lamirata Santa, Stellata Aldo,
Cipparone Pasquale, Fago Pasquale, Guzzetti Antonio, Rizzuto Santo, sono
transitati nei ruoli dell’amministrazione regionale a seguito della liquidazione
dei Consorzi agrari, così come per legge;
dal 1° ottobre
2004 al 1° maggio 2008, il loro rapporto di lavoro è stato regolato da
contratto di lavoro a tempo determinato rinnovato di anno in anno ma senza
interruzione alcuna;
dal 1° maggio
2008 il personale de quo è stato
definitivamente inquadrato nei ruoli dell’amministrazione regionale;
al pari degli
altri dipendenti dell’amministrazione regionale, ai signori Gualtieri
Ferdinando, Mangione Salvatore, Muraca Carmine, Scarpelli Edoardo, Lamirata
Santa, Stellata Aldo, Cipparone Pasquale, Fago Pasquale, Guzzetti Antonio,
Rizzuto Santo non è stata riconosciuta a tutt’oggi la progressione economica
orizzontale -:
se i
dipendenti in oggetto nominati hanno maturato il diritto o meno al
riconoscimento della progressione economica orizzontale;
se l’azione
conoscitiva che deve essere svolta con cortese e rapida urgenza è tesa da un
lato ad accertare la possibilità o meno di un diritto maturato dai dipendenti
ex Cons.Agr e dall’altro per salvaguardare e prevenire
(6;
27.05.2010)
Risposta – “Si fa seguito alla interrogazione in
oggetto, pervenuta con nota n. 313 del 18.6.2010 ed acquisita al protocollo del
dipartimento in data 5/07/2010 al n. 11070, con la quale l’onorevole Morelli chiede chiarimenti in merito
all'attribuzione della progressione orizzontale al personale degli ex Consorzi Agrari,
per informare che questo dipartimento "Organizzazione e personale"
sta ancora ricevendo le valutazioni relative all'annualità 2009 da parte dei
dirigenti competenti. Tale valutazione è necessaria, poiché, in assenza è
impossibile l'attribuzione della posizione economica successiva.
Si rammenta, tuttavia, che secondo le
disposizioni vigenti, può partecipare alle selezioni per la progressione
orizzontale solo il personale con almeno due anni di servizio nella categoria
di appartenenza e valutazione positiva da parte del dirigente del settore di
appartenenza, che provvede alla compilazione delle graduatorie.
Per il 2009 la contrattazione decentrata ha
valutato che potrà avere accesso all'istituto non più del 55% del personale in servizio
presso ogni settore suddivise per posizione economica”.
Il dirigente
di settore (D.ssa Rosalia Marasco)
L’assessore al personale (Domenico Tallini)
Art. 1
(Finalità e
ambiti di applicazione)
1. La presente legge costituisce attuazione
dell'intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, legge 5 giugno 2003, n. 131,
sottoscritta il 1° aprile 2009 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana, serie generale, n. 98 del 29 aprile 2009, ed è finalizzata
al rilancio dell'economia mediante il sostegno all'attività edilizia e al
miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del
patrimonio edilizio esistente, in coerenza con i principi e le finalità della
legge regionale del 16 aprile 2002, n. 19, nonché con le norme di tutela del
patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico della Regione e di difesa del
suolo, prevenzione del rischio sismico e accessibilità e sicurezza degli
edifici.
2. Per perseguire le finalità previste nel
comma 1, la presente legge disciplina l'esecuzione di interventi di
"ampliamento" e di "demolizione e ricostruzione", nel
rispetto delle norme del codice civile, favorendo gli interventi edilizi
diretti a migliorare la qualità architettonica, la sicurezza, la compatibilità
ambientale, l'efficienza energetica degli edifici e la fruibilità degli spazi
per le persone disabili, anche in deroga alla pianificazione urbanistica
locale, secondo le modalità e nei limiti previsti dalle norme seguenti.
Art. 2
(Obiettivi
della legge)
1. La presente legge è finalizzata:
a) al contrasto della crisi economica e alla
tutela dei livelli occupazionali attraverso il rilancio delle attività edilizie
dirette al miglioramento della qualità architettonica;
b) al miglioramento energetico e strutturale
del patrimonio residenziale esistente e del suo sviluppo funzionale nonché alla
riduzione del rischio sismico;
c) ad incrementare, in risposta ai bisogni
abitativi delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico e
sociale, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica avviando un processo
di riqualificazione di aree urbane degradate o esposte a particolari rischi
ambientali e sociali.
2. Per le finalità indicate nel comma 1 sono
disciplinati interventi di incremento volumetrico entro i limiti previsti nei
successivi articoli 4 e 5 ed interventi di riqualificazione delle aree
urbane degradate previsti nell'articolo 8, da attuare con procedure
semplificate sempre nel rispetto della sicurezza dei luoghi di lavoro, dei
lavoratori e dei cittadini.
Art. 3
(Definizioni
e parametri)
1. Per l'applicazione della presente legge si
intende:
a) per edifici residenziali, gli edifici con
destinazione d'uso residenziale prevalente nonché gli edifici in aree rurali ad
uso abitativo; la prevalenza dell'uso residenziale è determinata nella misura
minima del settanta per cento dell'utilizzo dell'intero edificio;
b) per volumetria esistente, la volumetria
lorda già edificata ed assentita incrementata di quella dei sottotetti e degli
eventuali volumi tecnici;
c) per superficie lorda dell'unità
immobiliare, la somma delle superfici delimitate dal perimetro esterno di
ciascuna unità il cui volume fuori terra abbia un'altezza media interna netta
non inferiore a metri 2,40;
d) la volumetria lorda da assentire non
comprende le cubature, da definirsi con linee guida, necessarie a garantire il
risparmio energetico e le innovazioni tecnologiche in edilizia;
e) per aree urbanizzate, le aree dotate di
opere di urbanizzazione primaria e di servizi a rete essenziali;
f) per distanze minime e altezze massime dei fabbricati
quelle previste dagli strumenti urbanistici generali o, in assenza, quelle
definite dal decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444;
g) per pertinenze le aree esterne asservite
al fabbricato nell'ambito dell'unità immobiliare catastale.
Art. 4
(Interventi
straordinari di ampliamento)
a) su edifici e loro pertinenze in contiguità
fisica con l'edificio interessato, in cui è prevalente la destinazione
abitativa prevista nell'articolo 3, comma 1, lettera a), la cui restante parte
abbia utilizzo compatibile con quello abitativo;
b) per interventi che non modificano la
destinazione d'uso degli edifici interessati;
c) su edifici residenziali ubicati in aree
urbanizzate, previsti nell'articolo 3, comma 1 , lettera e), nonché su aree
agricole, in deroga agli strumenti urbanistici per ciò che concerne le distanze
minime e le altezze massime, nel rispetto del Dm. 1444/68 fatte salve le
distanze e le altezze esistenti, se rispettivamente inferiori o superiori;
d) su edifici residenziali ubicati in aree
esterne agli ambiti dichiarati in atti formali a pericolosità idraulica ed a
frana elevata o molto elevata, secondo le categorie individuate dagli strumenti
nazionali e regionali di rilevazione del rischio;
e) su edifici anche a destinazione non
residenziale purché la destinazione d'uso finale delle unità immobiliari sia
almeno al settanta per cento residenziale;
f) su edifici di cui alle lettere precedenti,
purché l'edificio non presenti alla data di pubblicazione della presente legge,
parziali incompiutezze strutturali, architettoniche e stilistiche inerenti alla
proprietà del richiedente;
g) in deroga alla lettera f), l'intervento è
ammesso qualora si proceda al completamento di tutte le incompiutezze di cui
alla lettera precedente, all'atto della presentazione della denuncia inizio
attività (SCIA) per l'intervento oggetto della presente legge. I suddetti
lavori di completamento devono comunque essere portati a compimento prima della
comunicazione di ultimazione lavori per l'intervento oggetto della presente
legge. A tale comunicazione dovrà essere allegata documentazione fotografica
che attesti il rispetto di tale prescrizione. In mancanza di detti requisiti
non è certificata l'agibilità ai sensi dell'articolo 25 del decreto del
Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 dell'intervento realizzato.
3. Per la realizzazione dell'ampliamento sono
obbligatori:
a) l'utilizzo di tecniche costruttive che
garantiscono prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri
stabiliti dalla normativa vigente e, in particolare, in conformità alla
direttiva 2002/91/CE, al D.lgs. 311/2006 ed al D.p.r. 59/2009. Inoltre è
richiesto un intervento al fine di migliorare l'efficienza energetica del
sistema edificio preesistente all'intervento volumetrico, nel rispetto degli
obiettivi stabiliti dalla Giunta regionale
unitamente agli indici di prestazione energetica citati. Gli indici di
prestazione energetica degli edifici sono certificati dai soggetti previsti
dalle norme vigenti da integrare con la comunicazione di ultimazione dei
lavori. Gli interventi devono essere realizzati da ditte in possesso dei
requisiti previsti dalla legge ed in possesso di regolare documento unico di
regolarità contributiva (DURC);
b) il rispetto delle prescrizioni tecniche
previste nel decreto ministeriale 14 giugno 1989, n.
c) la conformità alle norme nazionali e
regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il D.m. 14
gennaio 2008 e s.m.;
d) la conformità alle disposizioni in materia
di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici, come
stabilito dal D.M. 37/2008, avente ambito di applicazione definito all'articolo
l dello stesso D.m.;
e) l'ampliamento volumetrico deve trovarsi in
accordo stilistico ed architettonico con la struttura preesistente e non deve
in alcun modo configurarsi come corpo successivamente aggiunto alla stessa.
Art. 5
(Interventi
straordinari di demolizione e ricostruzione)
l . In deroga agli strumenti urbanistici
vigenti e nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo, alle condizioni
e con le modalità previste nella presente legge, per migliorare la qualità del
patrimonio edilizio esistente, sono ammessi interventi di demolizione e
ricostruzione di edifici residenziali previsti nell’articolo 3, comma 1, lett.
a), all'interno dell’area pertinenziale dell'unità immobiliare interessata,
anche conformata con atti successivi alla realizzazione dell'edificio stesso,
ma di proprietà al momento dell'entrata in vigore della presente legge, con
realizzazione di un aumento in volumetria entro un limite del trentacinque per
cento di quello legittimamente esistente alla data di entrata in vigore della
presente legge.
a) su edifici e loro pertinenze, in cui è
prevalente la destinazione abitativa ai sensi dell'articolo 3, comma 1 ,
lettera a), la cui restante parte abbia utilizzo compatibile con quello
abitativo;
b) per interventi che non modificano la
destinazione d'uso residenziale prevalente degli edifici interessati;
c) su edifici residenziali ubicati in aree
urbanizzate, di cui all'art. 3, comma 1 , lett. e) nonché su aree agricole;
sono ammesse distanze minime e altezze massime dei fabbricati in deroga agli
strumenti urbanistici generali fermo restando l'obbligo di rispettare le
altezze massime e le distanze minime fissate da norme di legge o da decreti
ministeriali nel rispetto del D.m. 1444/68.
Di tale ultimo obbligo non si tiene conto nel
caso di distanze e altezze di edifici preesistenti che sono comunque fatte salve
nell'ipotesi di ampliamento e ricostruzione;
d) su edifici residenziali ubicati in aree
esterne agli ambiti dichiarati in atti formali a pericolosità idraulica ed a
frana elevata o molto elevata, secondo le categorie individuate dagli strumenti
regionali di rilevazione del rischio;
e) su edifici in corso di ricostruzione e non
ancora ultimati alla data di approvazione della presente legge;
f) su edifici anche a destinazione non
residenziale se la destinazione d'uso finale delle unità immobiliari è almeno
al settanta per cento residenziale.
3. Il numero delle unità immobiliari
residenziali originariamente esistenti può variare se le eventuali unità
immobiliari complessive hanno una superficie lorda non inferiore a sessanta
metri quadrati.
4. Per la realizzazione dell'aumento di
volumetria previsto nel presente articolo è obbligatorio per l'intero edificio
residenziale oggetto dell'intervento di ricostruzione:
a) l'utilizzo di tecniche costruttive che
garantiscono prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri
stabiliti dalla normativa vigente, e in particolare in conformità alla
direttiva 2002/91/CE, al D.lgs. 311/2006 ed al D.p.r. 59/2009. Gli indici di
prestazione energetica degli edifici sono certificati dai soggetti previsti
dalle norme vigenti da integrare con la comunicazione di ultimazione dei
lavori. Gli interventi devono essere realizzati da ditte in possesso dei
requisiti previsti dalla legge ed in possesso di regolare DURC. In mancanza di
detti requisiti non è codificata l'agibilità dell'intervento realizzato ai
sensi dell'articolo 25, D.p.r. 380/2001;
b) il rispetto delle prescrizioni tecniche
previste nel decreto ministeriale 14 giugno 1989, n.
c) la conformità alle norme nazionali e
regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il D.m. 14
gennaio 2008 e s.m.e i.;
d) la conformità alle disposizioni in materia
di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici, come
stabilito dal D.m. 37/2008, avente ambita di applicazione definito all'art.1
dello stesso D.m.;
e) l'intervento di ricostruzione non può
portare in alcun modo alla realizzazione di edifici con incompiutezze
strutturali e/o architettoniche e stilistiche. Per questo alla dichiarazione di
ultimazione dei lavori deve essere allegato archivio fotografico dell'opera. In
mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità dell'intervento
realizzato ai sensi dell'articolo 25 D.p.r. 380/2001.
Art. 6
(Condizioni
generali, ammissibilità degli interventi
e modalità di
applicazione)
1. Gli interventi previsti negli articoli 4 e
5 possono essere realizzati su immobili, esistenti alla data di entrata in
vigore della presente legge, regolarmente accatastati presso le agenzie del
territorio oppure per i quali, al momento della richiesta dell'intervento, è in
corso la procedura di accatastamento. Un tecnico abilitato deve attestare la
volumetria esistente, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera b), con una
perizia giurata corredata necessariamente di idonea e completa documentazione
fotografica.
2. Per l'applicazione della presente legge,
gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 non possono essere realizzati su
immobili:
a) realizzati in assenza o in difformità dal
titolo abilitativo;
b) definiti di valore storico, culturale e
architettonico dalla normativa vigente ivi compreso il decreto legislativo 22
gennaio 2004 n. 42 (parte II), dagli atti di governo del territorio o dagli
strumenti urbanistici comunali e con vincolo di inedificabilità assoluta.
4. Per l'applicazione della presente legge,
gli interventi previsti negli articoli 4
e 5, non possono essere realizzati in aree:
a) di inedificabilità assoluta come definite
dall'articolo 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di
controllo dell'attività urbanistico edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria
delle opere edilizie);
b) collocate all'interno delle zone
territoriali omogenee "A" previste nell'art. 2, d.m. 1444/68 o ad
esse assimilabili, così come individuate dagli strumenti urbanistici comunali,
salvo che questi strumenti o atti consentano interventi edilizi di tale natura,
e tranne quanto previsto in appositi piani di recupero previsti nei comma 9;
c) il cui vincolo determina la
inedificabilità assoluta, ai sensi delle vigenti leggi statali e regionali, e
nelle aree sottoposte a vincoli imposti a difesa delle coste marine, lacuali e
fluviali, a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza
interna, e aree individuate a pericolosità idraulica ed a frana elevata o molto
elevata;
d) collocate nelle riserve nazionali o
regionali, nelle zone A e B dei territori dei parchi regionali, nelle zone A, B,
e C dei parchi nazionali;
e) collocate nei siti della Rete Natura 2000
(siti di importanza comunitaria - SIC - e zone di protezione speciale - ZPS -),
ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa
alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatiche, nelle aree protette nazionali istituite ai sensi della legge
6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) e nelle aree
protette regionali, salvo che le relative norme o misure di salvaguardia o i
relativi strumenti di pianificazione consentano interventi edilizi di tale
natura;
f) ubicate nelle zone umide tutelate a
livello internazionale dalla Convenzione relativa alle zone umide d'importanza
internazionale (Ramsar 2 febbraio 1971 e resa esecutiva dal decreto del
Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448);
g) collocate in ambiti dichiarati ad alta
pericolosità idraulica ed a elevata o molto elevata pericolosità geomorfologica
(o ad essi assimilabili) dai piani stralcio di bacino previsti nel decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) o dalle
indagini geologiche allegate agli strumenti di pianificazione territoriale e
urbanistica, salvo che per gli interventi previsti nell'articolo 4 riguardanti
edifici esistenti oggetto di ordinanze sindacali tese alla tutela della
incolumità pubblica e privata e che insistono in zone territoriali omogenee
nelle quali gli strumenti di pianificazione vigenti consentano tali tipi di
interventi;
h) nelle aree sottoposte a vincoli
idrogeologici ai sensi della normativa statale vigente.
5. E' consentito inoltre il recupero a fini
abitativi dei sottotetti e dei seminterrati esistenti secondo i requisiti
previsti dall'articolo 49 della legge urbanistica regionale n. 19/2002. In
particolare, in caso di coperture in amianto, è obbligatoria la rimozione di
quest'ultimo ed il riadeguamento della copertura alle normative vigenti. Per la
realizzazione del recupero e obbligatorio l'utilizzo di tecniche costruttive
che garantiscano prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri
stabiliti dagli atti di indirizzo regionali e dalla normativa vigente, in
attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia e
del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile
2009, n. 59. Gli interventi sono certificati dai soggetti previsti dalle norme
vigenti, con la comunicazione di ultimazione dei lavori. Gli interventi devono
essere realizzati da imprese in possesso dei requisiti previsti dalla normativa
vigente. In mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità ai sensi
dell'articolo 25 D.p.r. 380/2001 dell'intervento realizzato.
6. Per gli interventi previsti negli articoli
4 e 5 devono essere rispettate le seguenti modalità:
a) per gli interventi straordinari di
ampliamento di cui all'articolo 4, le volumetrie, per le quali, alla data di
entrata in vigore della presente legge, è stata rilasciata o richiesta la
sanatoria edilizia straordinaria prevista nella legge 28 febbraio 1985, n. 47
(Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico - edilizia, sanzioni,
recupero e sanatoria delle opere edilizie) nonché nella legge 23 dicembre 1994,
n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) e nel decreto legge
30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per
la correzione dell'andamento dei conti pubblici), convertito con modificazioni
dalla legge 24 novembre 2003 n. 326, sono computabili ai fini della
determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta
sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la
volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell'ampliamento. Non devono
essere detratte dal computo dell'ampliamento le volumetrie oggetto di sanatoria
edilizia per mera variazione di destinazione d'uso. In ogni caso la sanatoria
edilizia deve essere rilasciata prima che venga presentata
b) per gli interventi straordinari di
demolizione e ricostruzione di cui all'articolo 5 sono computabili i volumi
legittimamente realizzati e le volumetrie, per le quali, alla data di entrata
in vigore della presente legge, sia stata rilasciata la sanatoria edilizia
straordinaria prevista nella legge n. 471/985 nonché nella legge n. 724/1994 e
nel decreto legge n. 269/2003, convertito con modificazioni dalla legge n.
326/2003, sono computabili ai fini della determinazione della volumetria
complessiva esistente. In ogni caso la sanatoria edilizia deve essere
rilasciata prima che venga presentata
c) non costituiscono incremento di volumetria
i volumi realizzati secondo quanto previsto nell'articolo 49, comma 1, lettere
a) e b), rubricato "miglioramenti tecnologici", della legge
urbanistica regionale n. 19/2002 e successive modifiche ed integrazioni, nonché
i vani scala ed ascensori degli edifici condominiali, mono e plurifamiliari, i
quali possono essere assimilati a vani tecnici e pertanto esclusi dal computo
volumetrico.
7. Per gli edifici residenziali e loro
frazionamento, sui quali è stato realizzato l'aumento ai sensi della presente
legge, non può essere modificata la destinazione d'uso se non sono decorsi
almeno cinque anni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori.
8. I Comuni, con deliberazione del Consiglio
comunale da adottare entro il termine di sessanta giorni, a pena di decadenza,
dalla entrata in vigore della presente legge, possono disporre motivatamente:
a) l'esclusione di parti del territorio
comunale dall'applicazione della presente legge in relazione a caratteristiche
storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e alla funzionalità
urbanistica;
b) la perimetrazione di ambiti territoriali
nei quali gli interventi previsti dalla presente legge possono essere
subordinati a specifiche limitazioni o prescrizioni, quali, a titolo meramente
esemplificativo, particolari limiti di altezza, distanze tra costruzioni,
arretramenti dal filo stradale, ampliamenti dei marciapiedi, ecc.;
c) la definizione di parti del territorio
comunale nelle quali per gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 della
presente legge possono prevedersi altezze massime e distanze minime diverse da
quelle prescritte dagli strumenti urbanistici vigenti.
9. I Comuni, entro centottanta giorni dalla
entrata in vigore della presente legge, hanno la facoltà di approvare Piani
particolareggiati di recupero del centro storico.
10. Fermi restando i nulla osta, le
autorizzazioni ed ogni altro atto di assenso comunque denominato previsti dalla
normativa statale e regionale vigente, da allegare alla domanda, tutti gli
interventi previsti dagli articoli 4 e 5 sono realizzabili mediante SCIA, ai
sensi dell'articolo 22 del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia edilizia emanato con D.p.r. 380/2001, come sostituito dall'articolo
1 del decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301, o, in alternativa, mediante
permesso di costruire, fermo restando quanto dovuto a titolo di oneri
concessori ai sensi della normativa vigente. Il Comune è tenuto ad acquisire
tramite conferenza dei servizi, da convocare obbligatoriamente entro i termini
stabiliti dalle norme vigenti, i pareri o le autorizzazioni obbligatori
mancanti.
11. Per la corresponsione degli oneri
concessori previsti nel comma 10 i Comuni possono, con apposita deliberazione,
applicare una riduzione limitatamente al costo di costruzione, fino ad un
massimo del trenta per cento.
12.
13. Alla documentazione prevista per l’avvio
formale degli interventi previsti negli articoli 4 e 5, e necessario allegare
una relazione asseverata attestante la conformità delle opere da realizzare
alle disposizioni della presente legge.
Art. 7
(Norme
procedurali)
1. La conformità dell'intervento alle norme
previste dalla presente legge nonché l'utilizzo delle tecniche costruttive
prescritte, sono certificati dal direttore dei lavori con la comunicazione di
ultimazione dei lavori. La mancanza del rispetto di dette condizioni impedisce
la certificazione dell'agibilità dell'ampliamento realizzato o dell'immobile
ricostruito.
3. Per il completamento della procedura di
SCIA prevista nel precedente comma 1 e del conseguimento di efficacia della
medesima, i Comuni esaminano e si pronunciano preventivamente sulle eventuali
domande di condono, di cui alle leggi 28 febbraio 1985 n. 47, (Sanatoria per le
opere abusive), 23 dicembre 1994 n. 724 (Legge Finanziaria 1995), 24 novembre
2003 n. 326 (Misure per la riqualificazione urbanistica ambientale), relative
agli immobili oggetto degli interventi previsti negli articoli 4 e 5 della
presente legge.
4. Per consentire il monitoraggio degli
interventi realizzati, i soggetti pubblici e privati interessati alla
realizzazione degli interventi previsti dalla presente legge devono comunicare
alla Giunta regionale della Calabria - Dipartimento n. 9 - UOA POLITICHE DELLA
CASA, l'oggetto e la consistenza degli interventi stessi, secondo gli indirizzi
stabiliti dalle linee guida.
5. Per consentire l'implementazione delle
banche dati relative all'Osservatorio delle trasformazioni territoriali
previsto nell'ambito del S.I.T.O. di cui all'articolo 8 della l.u.r. 19/2002,
il Dipartimento n. 9 - UOA POLITICHE DELLA CASA deve comunicare al Dipartimento
n. 8 - Urbanistica e Governo del Territorio, i dati relativi all'azione di
monitoraggio.
Art. 8
(Riqualificazione
aree urbane degradate)
1. La risoluzione delle problematiche
abitative e della riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico
esistente, in linea con le finalità e gli indirizzi della legge urbanistica
regionale n. 19/2002 e successive modifiche, possono essere attuate attraverso
la promozione dello sviluppo sostenibile della città e con strategie per la
valorizzazione del tessuto urbano, la riqualificazione delle aree degradate,
delle aree industriali dismesse, la riduzione del disagio abitativo, il
miglioramento delle economie locali e l'integrazione sociale.
2. Al riguardo possono essere individuati
dalle amministrazioni comunali, anche su proposta di operatori privati, ambiti
la cui trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata alla cessione da
parte dei proprietari, singoli o riuniti in consorzio, e in rapporto al valore
della trasformazione, di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale
sociale, in aggiunta alla dotazione minima inderogabile di spazi pubblici o
riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi di cui al
d.m. 1444/1968.
5. Nelle aree urbanizzate previste nell'
articolo 3, comma 2, lettera e), in deroga agli strumenti urbanistici, ad
esclusione delle zone agricole e fermo restando quanto previsto all'articolo 4 della presente legge, sono
consentiti interventi di sostituzione edilizia con ampliamento della volumetria
esistente in conformità al comma 3), anche con cambiamento di destinazione
d'uso, che prevedono la realizzazione di una quota non inferiore al venti per
cento destinata all'edilizia convenzionata.
6. Per le finalità previste nei commi precedenti
Art. 9
(Integrazione
della legge urbanistica regionale del 16 aprile 2002, n.19 e s.m.)
1. Dopo l'articolo 37 della legge regionale
n. 19 del 16 aprile 2002 e s.m. e i. (Interventi di Bonifica urbanistica-edilizia)
è aggiunto il seguente: "Art. 37 bis - (Programmi di bonifica urbanistica
- edilizia attraverso il recupero o la delocalizzazione delle volumetrie).
1. I Comuni possono individuare edifici,
anche con destinazione non residenziale, legittimamente realizzati o per i
quali sia stata rilasciata sanatoria edilizia, da riqualificare in quanto
contrastanti: per dimensione, tipologia o localizzazione, con il contesto
paesaggistico, urbanistico e architettonico circostante. A tal fine, approvano
programmi di recupero che prevedono il rifacimento delle relative volumetrie
mediante interventi di demolizione e ricostruzione nella stessa area o, qualora
concordato con entrambe le parti interessate (Comune e proprietario), in aree
diverse, individuate anche attraverso meccanismi perequativi.
2. Per incentivare gli interventi previsti
nel comma l , il programma di recupero e delocalizzazione può prevedere, come
misura premiale, il riconoscimento di una volumetria supplementare nel limite
massimo del trenta per cento di quella preesistente o riconosciuta dallo
strumento urbanistico comunale vigente, purché sussistano le seguenti
condizioni:
a) l'edificio da demolire o riqualificare
deve essere collocato all'interno delle zone o degli ambiti territoriali
elencati nel comma 5 del presente articolo. La demolizione non deve interessare
gli immobili elencati al comma 6 del presente articolo per cui è prevista solo
la riqualificazione;
b) l'interessato si impegna, previa stipula
di apposita convenzione con il Comune, alla demolizione dell'edificio e, ove
concordato, al ripristino ambientale delle aree di sedime e di pertinenza
dell'edificio demolito, con cessione ove il Comune lo ritenga opportuno;
c) con la convenzione deve essere costituito
sulle medesime aree, ove prevista la delocalizzazione, un vincolo di
inedificabilità assoluta che, a cura e spese dell'interessato deve essere
registrato e trascritto nei registri immobiliari;
d) la ricostruzione, in caso di
delocalizzazione, deve avvenire precedentemente alla demolizione, se l'edificio
è di tipo residenziale o di altra natura per cui sussista la necessità di
continuità di godimento della proprietà, e al ripristino ambientale di cui alla
lettera b), in area o aree, ubicate al di fuori delle zone o degli ambiti
territoriali elencati nel comma 5, che devono essere puntualmente indicate
nella convenzione stipulata tra il comune e l'interessato;
e) la ricostruzione, in; caso di
delocalizzazione, deve avvenire in aree nelle quali lo strumento urbanistico
vigente prevede destinazioni d'uso omogenee, secondo la classificazione di cui
all'articolo 2 del D.m. lavori pubblici 1444/1968, compatibili con quelle
dell'edificio demolito;
f) la destinazione d'uso dell'immobile
ricostruito deve essere omogenea a quella dell'edificio demolito;
g) la ricostruzione deve essere realizzata
secondo i criteri di cui all'articolo 5, comma 5, lettere a), b), c) e d). Gli
interventi devono essere realizzati da una impresa cm iscrizione anche alla
Cassa edile comprovata da un regolare DURC. In mancanza di detti requisiti non
è certificata l'agibilità, ai sensi dell'articolo 25 D.P.R. 380/2000,
dell'intervento realizzato.
3. Nel rispetto delle condizioni previste nel
comma 2, il limite massimo della misura premiale è elevato al trentacinque per
cento della volumetria preesistente G prevista dallo strumento urbanistico
comunale vigente se l'intervento di demolizione o di ricostruzione è
contemplato in un programma integrato di rigenerazione urbana di cui agli
articoli 32, 33, 34, 35 e
4. Le misure premiali previste nei commi 2 e
3 possono essere previste nei casi in cui l'edificio da demolire sia collocato:
a) in area sottoposta a vincolo paesaggistico
ai sensi degli articoli 136 e 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004,
1142;
b) nelle zone A delle aree protette nazionali
istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991 n. 394 (Legge quadro sulle aree
protette) e delle aree protette regionali;
c) nelle zone umide tutelate a livello
internazionale dalla Convenzione relativa alle zone umide d'importanza
internazionale, (Ramsar 2 febbraio 1971, resa esecutiva dal decreto del
Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448);
d) negli ambiti dichiarati ad alta
pericolosità idraulica e ad elevata o molto elevata pericolosità geomorfologica
(o ad essi assimilabili) dai piani stralcio di bacino previsti nel decreto
legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale) o dalle indagini
geologiche allegate agli strumenti di pianificazione territoriale e
urbanistica;
e) nelle aree sottoposte a vincoli
idrogeologici ai sensi della normativa statale vigente;
f) nelle aree ad elevata valenza
naturalistica ambientale e culturale.
5. La demolizione non può riguardare comunque
immobili:
a) ubicati all'interno delle zone
territoriali omogenee " A di cui all'articolo 2, d.m. 1444/1968 o ad esse
assimilabili, così come definite dagli strumenti urbanistici generali o dagli
atti di governo del territorio comunali;
b) definiti di valore storico, culturale e
architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti
urbanistici generali;
c) di interesse storico, vincolati ai sensi
della parte II del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni
culturali e del paesaggio) e s.m..
6. Il riconoscimento delle misure perimetrali
previste nei commi 2 e 3 non comporta l'approvazione di variante agli strumenti
urbanistici generali vigenti.
7. Se non sono soddisfatte tutte le condizioni
previste nel comma 2, gli interventi di demolizione e ricostruzione di
edifici in area o aree diverse da quella originaria, possono essere autorizzati
dal Comune, eventualmente con la previsione di misure premiali, solo previa
approvazione di variante agli strumenti urbanistici generali."
Art. 10
Norma
finanziaria
1. Le risorse derivanti dall'applicazione
della presente legge devono confluire in appositi capitoli dei bilanci comunali
ed essere utilizzati esclusivamente per opere di urbanizzazione o
riqualificazione urbanistica
Art. 11
(Abrogazioni)
l. La presente legge abroga espressamente la
legge regionale 11 febbraio 2010, n. 5 avente ad oggetto "Attuazione
dell'intesa sancita in data 1° aprile 2009, ai sensi dell'articolo 8, comma 6,
della legge 5 giugno 2003 n. 131, tra stato, Regioni ed Autonomie locali,
concernente misure per il rilancio dell'economia attraverso l’attività edilizia
approvata dal Presidente della Giunta regionale quale commissario ad acta con
decreto n.24 del 9 febbraio 2010".
Art. 1
ta in
vigore)
l. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.
Titolo I
Razionalizzazione delle spese regionali
Art. 1
(Misure per favorire il rispetto del Patto di stabilità interno per
l'anno 2010)
1. La gestione del complesso delle
autorizzazioni di spesa del bilancio di previsione della Regione per l'anno
2010 deve assicurare, in termini di competenza e di cassa, il rispetto del
patto di stabilità interno, come determinato ai sensi dell'articolo 77 ter,
commi 3, 4, e 5, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
2. Al fine di evitare le sanzioni disposte
dall'articolo 77 ter, commi 15 e 16, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonché
dall'articolo 14, commi 4, 5 e 6 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78
recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di
competitività economica" convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122, i
dipartimenti della Giunta regionale sono obbligati a monitorare, di concerto
con le competenti strutture del Dipartimento Bilancio, gli impegni ed i
pagamenti da attuare a valere sulle risorse assegnate con il bilancio
dipartimentale, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 152 del
27 febbraio 2010 e su quelle rivenienti da successive assegnazioni statali o da
leggi regionali successive.
3. Il monitoraggio è effettuato sulla base di
un apposito "piano dei pagamenti" che coniughi tempestività della
spesa, regole di finanza pubblica e incidenza delle tipologie di spesa sul
rispetto del patto di stabilità interno. A tal fine, i Dirigenti delle
strutture regionali competenti all'adozione degli atti di spesa di cui agli
articoli 43 e 45 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, nel rigoroso
rispetto delle regole dettate con il predetto piano, predispongono i decreti di
impegno e/o di liquidazione, attestando all'interno di essi la compatibilità
dell'atto di spesa con il "piano dei pagamenti".
4. Il settore Ragioneria generale, sulla base
dell'andamento complessivo della spesa regionale e in ragione delle priorità individuate
nel Piano dei pagamenti, in ottemperanza al disposto di cui all'articolo 9
comma 2, del Decreto legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito con legge 3 agosto
2009, n. 102, attesta la compatibilità degli atti di impegno con le regole di
finanza pubblica.
5. Il "Piano dei pagamenti",
annualmente adottato con delibera della Giunta regionale su proposta del
Dipartimento "Bilancio", dovrà prevedere idonei vincoli agli
stanziamenti di bilancio, sia in termini di competenza che di cassa. Tali
vincoli, anche di natura informatica, possono tenere conto anche delle priorità
individuate preventivamente dai singoli dipartimenti regionali. Il Piano dei
pagamenti, inoltre, può prendere in considerazione una ripartizione del plafond
di cassa disponibile in misura percentuale rispetto agli stanziamenti di
competenza assegnati ai singoli Dipartimenti, con destinazione prioritaria alle
spese che non incidono negativamente sul risultato del Patto (spese per la
sanità, trasferimento agli enti locali su impegni di parte corrente assunti
negli esercizi precedenti, spese per ammortizzatori sociali) o che incidono
solo parzialmente (spese comunitarie), con possibile rinvio all'esercizio
successivo delle spese non obbligatorie ed indifferibili.
6.
7.
Art. 2
(Contenimento
delle spese di funzionamento della Regione)
1. Ai fini del contenimento delle
spese di funzionamento delle proprie strutture,
a) l'acquisto, manutenzione, noleggio ed
esercizio delle autovetture di servizio della Regione;
b) la manutenzione, riparazione, adattamento
e gestione dei locali;
c) la vigilanza diurna e notturna dei locali
adibiti ad uffici regionali;
d) i canoni e le utenze per la telefonia, la
luce, l'acqua il gas e gli altri servizi;
e) l'acquisto e manutenzione di mobili,
macchine e attrezzature varie non informatiche per il funzionamento degli
uffici;
f) l'acquisto di stampati, registri,
cancelleria e materiale vario per gli uffici;
g) l'acquisto di libri, riviste, giornali, ed
altre pubblicazioni;
h) pubblicazione di studi, ricerche,
manifesti ed altri documenti;
i) le spese postali e telegrafiche.
Art. 3
(Riduzione
delle spese per locazioni passive)
1. Entro novanta giorni dalla data ai entrata
in vigore della presente legge,
2. E' fatto divieto assoluto di dare corso
alla stipulazione, ovvero al rinnovo anche tacito, di contratti di locazione
passiva in assenza di previa verifica di indisponibilità, allo scopo, di beni
demaniali o patrimoniali della Regione.
Art. 4
(Razionalizzazione
del patrimonio immobiliare regionale)
1. Il comma 7 dell'articolo 12 della legge
regionale 11 maggio 2007, n. 9 è abrogato.
2. Ferme restando la classificazione dei beni
della Regione di cui all'articolo 1 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15
e le procedure di assegnazione e passaggio di categoria disciplinate
dall'articolo 2 della stessa legge, sono alienabili:
a) I beni immobili facenti parte del patrimonio
disponibile della Regione;
b) I beni immobili facenti parte del
patrimonio indisponibile della Regione per i quali sia cessata la destinazione
a pubblico servizio;
c) I beni immobili facenti parte del demanio della
Regione per i quali sia intervenuto o intervenga motivato provvedimento di
sdemanializzazione.
3. Per l'alienazione degli immobili
4. Nel piano di cui al comma precedente sono
indicati:
a) i beni immobili, non strumentali
all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, che si prevede di alienare;
b) una descrizione delle loro caratteristiche
principali (ubicazione, destinazione urbanistica ed altri eventuali elementi
rilevanti per l'alienazione);
c) il valore di stima, la scelta della
procedura di alienazione e del criterio di aggiudicazione;
d) la destinazione del ricavato in armonia
con le vigenti disposizioni, in esse comprese quelle dettate dal decreto in
materia di federalismo demaniale.
5. Il Piano di cui al presente articolo è
corredato da prescrizioni regolamentari dirette a disciplinare le procedure di
valorizzazione ed alienazione.
Art. 5
(Riduzione
delle spese per comitati e commissioni istituiti presso l'Amministrazione
Regionale)
1.
2. Il Piano di cui al comma precedente è
trasmesso per il parere alla Commissione consiliare competente che si esprime
entro il termine di quindici giorni dalla ricezione degli atti, decorsi i quali
il parere si intende acquisito. Il Piano può prevedere anche la soppressione di
Commissioni, Comitati, Enti, Fondazioni in house ed organismi vari ai sensi
dell'articolo 29 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, anche se
istituiti per legge, le cui funzioni possono essere attribuite direttamente
alle strutture dipartimentali.
Art. 6
(Riduzione
delle spese per consulenze esterne)
1. Al fine di valorizzare le professionalità
interne all' Amministrazione regionale, a decorrere dall'anno 2011 la spesa
annua per incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera
professionale a soggetti esterni, deve essere inferiore al 50 per cento di
quella sostenuta nell'anno 2009.
2. Gli atti di affidamento dei predetti
incarichi, compresi anche quelli adottati nel corrente esercizio finanziario
dopo l'entrata in vigore della presente legge, devono contenere, al momento
dell'adozione del provvedimento, ovvero all'atto di stipula del contratto,
l'attestazione dell'effettiva utilità per l'Amministrazione del ricorso a
professionisti esterni, la quantificazione dell'ammontare della spesa prevista
per l'esercizio finanziario in corso e per i due esercizi successivi, la
relativa copertura finanziaria con l'esatta indicazione del capitolo di
bilancio.
3. Gli atti di impegno e di liquidazione
delle somme di cui ai predetti incarichi devono attestare il rispetto della
riduzione complessiva di cui al presente articolo nonché il valore degli
incarichi già attribuiti.
4. La disposizione di cui al comma 1 non si
applica alle spese conseguenti ad obblighi normativi, quelle sostenute
nell'ambito dei programmi operativi comunitari.
Restano ferme le deroghe previste
dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.
5. Il mancato rispetto delle prescrizioni
dettate dai commi precedenti costituisce elemento negativo di valutazione
annuale dei Dirigenti generali regionali.
6. Ai fini del controllo delle prescrizioni
di cui al presente articolo, i Dipartimenti regionali inviano semestralmente al
Dipartimento Presidenza, al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" ed
alla Commissione consiliare competente, nel rispetto delle rispettive
competenze, una relazione sugli incarichi affidati e sull'andamento delle spese
in argomento.
Art. 7
(Altre norme
di contenimento della spesa regionale)
3. Il mancato ed ingiustificato
raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa previsto dal presente
articolo e dai precedenti articoli 3, 4, 6 e 7 costituisce per i Dirigenti
generali dei dipartimenti elemento negativo ai fini i della valutazione
annuale, fatte salve le responsabilità amministrative e contabili.
4. Il limite di spesa stabilito nel comma 1
del presente articolo, può essere superato in casi eccezionali ed inderogabili
secondo le procedure stabilite dall'ordinamento regionale vigente.
5. Le nomine dei collaboratori esterni ed il
conferimento degli incarichi dirigenziali secondo l'articolo 10 della legge
regionale 7 agosto 2002, n. 31, come integrato e modificato dall'articolo 4
della legge regionale 10 ottobre 2002, n. 39 e dall'articolo 16, comma 2, della
legge regionale 17 agosto 2005 n. 13, sono pubblicate sul sito web della
Regione, unitamente ai curricula ed all'ammontare del compenso stabilito.
Art. 8
(Razionalizzazione,
riorganizzazione e definanziamento delle leggi regionali di spesa)
2. Le riduzioni di cui al comma precedente
sono adottate in sede di predisposizione ed approvazione, da parte della Giunta
regionale, del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013, dopo una attenta
verifica sulle leggi regionali di spesa, effettuata dal Dipartimento Bilancio,
di concerto con i dipartimenti interessati, tesa a riqualificare nel suo
insieme la spesa regionale, distogliendola per quanto possibile da impieghi non
caratterizzati da parametri di efficienza e produttività o non sostenuti da
motivazioni riconducibili a gravi emergenze di carattere sociale.
3. La verifica di cui al precedente comma, da
effettuarsi entro il 30 settembre 2010, deve essere basata su specifici report
predisposti dai Dipartimenti della Giunta regionale interessati su ciascuna
legge regionale di spesa, con particolare riferimento al raggiungimento delle
finalità e degli effetti prodotti da tali atti normativi, sulle attività dei cittadini
e delle imprese e sull'organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche
amministrazioni, in relazione ai costi sostenuti. In mancanza degli specifici
report su indicati, il Dipartimento "Bilancio" è autorizzato a
procedere alla riduzione di cui al successivo comma 6.
a) individuare le disposizioni di legge che
abbiano ormai esaurito la loro funzione sociale o siano comunque obsolete;
b) identificare le disposizioni la cui
abrogazione comporterebbe effetti benefici, anche indiretti, sulla finanza
regionale.
c) identificare le disposizioni la cui
abrogazione o il parziale o totale finanziamento comporterebbe lesione di
diritti acquisiti da parte dei cittadini o delle imprese;
d) proporre una riorganizzazione delle leggi
regionali di spesa da mantenere in vigore per settori omogenei o per materie,
tenendo conto dei contenuti e delle specificità di ciascuna di esse.
5. La verifica di cui al precedente comma può
avvenire anche attraverso il coinvolgimento, da parte dei Dipartimenti
competenti, dei beneficiari delle singole leggi regionali di spesa, ove
realizzabile, che dovranno attestare l'utilizzazione dei fondi pubblici loro
assegnati, con particolare riguardo alla qualità ed alla necessità della spesa
realizzata.
6. Nei casi disciplinati dal precedente comma
3, e ove necessario per esigenze dettate da maggiori fabbisogni finanziari
legati ai ridotti trasferimenti statali, l'obiettivo del risparmio fissato dal
presente articolo per l'anno 2011 e successivi può essere raggiunto anche con
una riduzione lineare del 10% degli stanziamenti iscritti a legislazione
vigente nell'anno 2010 nella tab. C approvata con l'articolo 2 della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 9.
TITOLO II
Razionalizzazione delle spese degli enti subregionali e delle società
partecipate
Art. 9
(Norme di
contenimento della spesa per gli enti sub-regionali)
1. Gli enti sub-regionali, gli Istituti, le
Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti, ausiliari o
vigilati dalla Regione, assumono tutte le iniziative necessarie volte alla
riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto al
complesso delle spese correnti, alla razionalizzazione e allo snellimento delle
strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici,
con l'obiettivo di ridurre l'incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali
in organico, al contenimento delle dinamiche di crescita della contrattazione
integrativa. Da tale attività deve conseguire un risparmio, per ciascun ente,
di almeno il 10% rispetto alla spesa per il personale sostenuta nell'anno 2010.
La disposizione di cui al presente comma non
si applica ai compensi previsti per il Collegio di revisori degli enti
sub-regionali i cui emolumenti e compensi sono disciplinati dal successivo
articolo 10.
7. Non possono più essere destinatari di
incarichi, a qualsiasi titolo, da parte della Regione Calabria coloro i quali -
nominati e/o incaricati dalla Regione stessa per l'esercizio di funzioni
dirigenziali pr-esso Aziende, Enti, Istituzioni o altri organismi attraverso i
quali si esplicano, a livello regionale o sub-regionale, le funzioni di
competenza - abbiano adottato o concorso ad adottare atti o provvedimenti che
abbiano causato stati di accertato disavanzo finanziario o perdite di
esercizio. Tale provvedimento e esteso ai Presidenti, Commissari e componenti
dei Consigli di Amministrazione nominati presso gli stessi organismi.
8. Per l'anno 2011 gli Enti strumentali,
nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti,
ausiliari o vigilati dalla Regione, devono contenere il valore degli impegni di
spesa per incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera
professionale a soggetti esterni nel limite del 90 per cento degli impegni
assunti per le medesime tipologie di spesa nel corso dell'esercizio finanziario
2010. La presente disposizione non si applica nel caso di mancato rispetto
delle disposizioni di cui all'articolo 23 della legge regionale 12 giugno 2009,
n. 19 e nel caso di accertati disavanzi finanziari o di perdite d'esercizio. In
tali casi si applicano i commi 9 e 10 del presente articolo.
9. Per l'anno 2011 agli Enti strumentali,
nonché agli Istituti, alle Agenzie, alle Aziende, le Fondazioni e agli altri
enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione che non hanno rispettato
gli adempimenti di cui all'articolo 23 della legge regionale 12 giugno 2009, n.
19, è fatto divieto di conferire incarichi di studio, di consulenza e
prestazione d'opera professionale a soggetti esterni. La presenta disposizione
non si applica alle spese conseguenti ad obblighi normativi, quelle sostenute
nell'ambito dei programmi operativi comunitari. Restano ferme le deroghe
previste dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n.
19.
Restano ferme le deroghe previste
dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.
11.
12. Il mancato ed ingiustificato
raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa previsto dal presente
articolo costituisce causa di revoca automatica nei confronti dei soggetti a
qualunque titolo nominati negli Enti strumentali, negli Istituti, nelle
Agenzie, nelle Aziende e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati
dalla Regione.
13. Al fine di consentire il rispetto delle
prescrizioni di cui ai commi precedenti gli Enti sub-regionali di cui al comma
1 adottano un apposito provvedimento che tenendo conto delle prescrizioni di
cui alla pregressa normativa regionale in materia, e sulla base delle spese
sostenute negli anni 2007,2008 e 2009 e 2010 quantificano il limite di spesa
per l'anno 2011.
14. Gli enti indicati al comma 1 trasmettono
il detto provvedimento, munito del visto di asseverazione dei rispettivi organi
di controllo, entro cinque giorni dall'adozione, al Dipartimento "Bilancio
e Patrimonio" che, in caso di inottemperanza, provvederà alla nomina di un
commissario ad acta con oneri a carico del funzionario o dirigente
inadempienti, fatte salve le eventuali ulteriori responsabilità.
Art. 10
(Riduzione
delle spese per i collegi dei revisori)
- entrate accertate fino ad euro
3.000.000,00, lo 0,40 per cento;
- entrate accertate per il di più fino ad
euro 10.000.000,00, lo 0,03 per cento;
- entrate accertate per il di più oltre ad
euro 10.000.001,00, lo 0,002 per cento.
2. Al Presidente del Collegio spetta una
maggiorazione del 10 per cento dell'indennità fissata per i singoli componenti.
5. Per i componenti supplenti è previsto il
medesimo compenso dei revisori titolari solo nelle ipotesi disciplinate
dall'articolo 2401 del Codice civile. Nelle ipotesi diverse da quelle di cui al
predetto articolo non è dovuto alcun compenso ai componenti supplenti del
Collegio dei revisori.
7. I singoli enti sub-regionali
possono derogare alle modalità di determinazione dei compensi unicamente per
determinare compensi inferiori rispetto a quelli indicati al comma 1 per i
Componenti e il Presidente del Collegio di revisione.
8. Tutte le disposizioni che prevedono
compensi differenti da quelli contenuti nei precedenti commi sono abrogate.
Art. 11
(Norme per il
contenimento della spesa negli Enti, nelle fondazioni e nelle società
partecipate
regionali)
1. Nelle more dell'approvazione di una
normativa di riorganizzazione degli enti sub regionali secondo criteri di
economicità, efficacia ed efficienza, l'assetto organizzativo delle Fondazioni operanti
partecipate dalla sola Regione Calabria è modificato mediante concentrazione di
tutti i poteri di amministrazione e rappresentanza in capo ad un organo
individuale, che sarà individuato dalla Giunta regionale, su proposta del
Presidente.
2. Con la nomina del nuovo organo
individuale, i corrispondenti organismi collegiali si estinguono ed i relativi
componenti cessano di diritto.
3. Gli Enti strumentali diversi dai
precedenti, nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende e gli altri enti
dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, provvedono, ove necessario,
all'adeguamento dei rispettivi Statuti al fine di assicurare che, a decorrere
dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente
legge, gli organi di amministrazione e di indirizzo, non monocratici, siano
costituiti da un numero non superiore a tre componenti.
4. Le disposizioni che precedono abrogano
ogni altra disposizione, contenuta nelle leggi istitutive dei vari Enti,
incompatibile con l'attuazione delle medesime.
Art.12
(Modifiche
alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20)
"Art. 9
(Organi)
1. Sono organi dell’ARPACAL:
a. il Consiglio di amministrazione;
b. il Comitato regionale di indirizzo;
C. il Direttore Generale;
d. il Direttore amministrativo;
e. il Direttore scientifico;
f. il Collegio dei revisori.
2. Dopo l'articolo 9 sono inseriti i seguenti:
"Art. 9
bis
(Consiglio di
amministrazione)
1. Il Consiglio di amministrazione
dell’ARPACAL è composto da tre membri, tra cui il Presidente, di comprovata
esperienza tecnico scientifica in materia ambientale e dura in carica cinque
anni.
2. Il Consiglio di amministrazione ed il suo
Presidente sono nominati dal Consiglio regionale ai sensi della legge regionale
4 agosto 1995, n. 39.
4. Al Presidente spetta un compenso pari al
cinquanta per cento dell'indennità base spettante ai consiglieri regionali; ai
componenti spetta il quaranta per cento dell'indennità base spettante ai
consiglieri regionali.
Art. 9 ter
(Competenze
del Consiglio di amministrazione)
1. Compete al Consiglio di amministrazione,
su proposta del Presidente:
a. nominare il Direttore generale;
b. nominare il Direttore amministrativo;
c. nominare il Direttore scientifico;
d. approvare la relazione annuale
sull'attività svolta dall’Agenzia da inviare al Presidente della Giunta
regionale;
e. approvare il bilancio di previsione
relative variazioni ed il conto consuntivo;
2. Il Consiglio di amministrazione si
riunisce periodicamente; le deliberazioni sono assunte con il :loto favorevole
della maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del
Presidente.
Art. 9 quater
(Competenze
del Presidente)
1.Il Presidente è il rappresentante legale
dell’ARPACAL; presiede il Consiglio di amministrazione e lo convoca stabilendo
l'ordine del giorno della seduta.
2.Compete al Presidente:
a. presentare al Consiglio di amministrazione
entro il 30 aprile di ogni anno una relazione sullo stato di avanzamento del
piano pluriennale;
b. proporre al Consiglio di amministrazione,
entro quarantacinque giorni dalla nomina, il direttore generale, il direttore
amministrativo ed il direttore scientifico dell'ARPACAL;
c. proporre l'approvazione del bilancio di
previsione e relative variazioni e il conto consuntivo.
Art. 9
quinques
(Direttore
Generale - Direttore amministrativo - Direttore Scientifico)
I. Il Direttore Generale viene scelto tra
persone laureate in possesso di comprovate competenze ed esperienze
dirigenziali in organizzazioni complesse del settore, maturate per un periodo
superiore al quinquennio.
2. Il Direttore amministrativo viene scelto
tra i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline giuridiche
o economiche e di età inferiore a sessantacinque anni, abbiano svolto per
almeno un quinquennio qualificata attività in materia di direzione
amministrativa presso Enti o strutture pubbliche e dove abbiano svolto mansioni
di particolare rilievo e professionalità.
3. Il Direttore scientifico viene scelto tra
i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline
tecnico-scientifiche e di età inferiore a sessantacinque anni, abbiano svolto
per almeno un quinquennio qualificata attività di direzione tecnica in materia
di tutela ambientale presso Enti o strutture pubbliche e private e dove abbiano
svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità.
4. Il trattamento economico del Direttore
Generale, del Direttore Scientifico e del Direttore Amministrativo sono
definiti con riferimento ai criteri stabiliti dalla Giunta regionale per il
trattamento delle paritetiche figure di cui agli articoli 14 e 15, legge
regionale 19 marzo 2004, n. 11."
"Art. 10
(Comitato
regionale di indirizzo)
1. Il Comitato regionale di cui al presente
articolo è un organo di indirizzo e di verifica dei risultati dell'attività
dell’ARPACAL. In particolare ha compiti generali di indirizzo verso il
Direttore Generale ed esprime pareri su tutti gli atti di cui al precedente
articolo 8, nonché di coordinamento delle attività di tutela ambientale
e di prevenzione primaria collettiva.
2. Il Comitato regionale di indirizzo é così
composto:
a) il Presidente della Giunta regionale, o un
suo delegato, che lo presiede;
b) l'Assessore all’Ambiente;
c) l'Assessore alla Sanità;
d) l'Assessore all'Industria;
e) un rappresentante dell’UPI regionale;
f) un rappresentante dell'ANCI regionale;
g) un rappresentante delle associazioni
ambientaliste;
h) il Presidente dell’UNCEM Calabria;
i) quattro rappresentanti delle
Organizzazioni Sindacali Nazionali.
3. Il Comitato regionale di indirizzo dura in
carica per un periodo coincidente con la legislatura regionale. In sede di
prima attuazione della presente legge, viene istituito entro i trenta giorni
dall'entrata in vigore della stessa.
4. Ai componenti il comitato non compete
alcuno emolumento se non il rimborso delle spese di viaggio.
5. Il Comitato si riunisce su invito del suo
Presidente."
4. Sono abrogati i commi 1, 5 , 6, 8 e 9
dell'articolo 11, legge regionale 3 agosto 1999, n. 20.
5. Dal giorno successivo all'entrata in
vigore della presente legge decadono gli organi previsti dall'articolo 9 della
legge regionale 3 agosto 1999, n. 20.
6. Fino alla nomina degli organi previsti
dall'articolo 9 ter della legge regionale n. 20/1999 come introdotto dalla
presente legge, le relative funzioni sono svolte da un commissario nominato dal
Presidente della Giunta regionale.
Art. 13
(Disposizioni
sul servizio di anagrafe zootecnica)
1. All'articolo 34, comma 1, della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8 sono soppresse le parole "con le modalità
di cui alla DGR 722103" ed è soppresso l'ultimo periodo del comma, ad
iniziare dalla parola "fino".
2. Il comma 2 dell'articolo 34 della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è abrogato.
Art. 14
(Ulteriori
norme di contenimento della spesa)
1. Per
quanto non diversamente disciplinato dagli articoli precedenti si applicano le
norme di contenimento e riduzione di cui all'articolo 6 del decreto legge 78/2010, convertito nella legge 30
luglio 2010, n. 122.
Art. 15
(Norma
finanziaria)
1. Le risorse finanziarie derivanti
dall'applicazione delle disposizioni contenute nella presente legge sono
destinate all'attuazione della manovra di bilancio relativa all'anno 2011 e
successivi ed al miglioramento e salvaguardia degli equilibri di bilancio e
della situazione finanziaria regionale complessiva.
Titolo III
Ulteriori
disposizioni di carattere ordinamentale
Art. 16
(Modifiche
alla leggeregionale17 agosto 2005, n. 13)
1. All'articolo 27 della legge regionale 17
agosto 2005, n. 13, il comma 2 è così sostituito: "Altra struttura, formata
fino ad un massimo di sei componenti, di cui due anche esterni alla pubblica
Amministrazione, è costituita dal Dipartimento della Presidenza, per assolvere
stabilmente alle funzioni di coordinamento delle Commissioni delle Conferenze
delle Regioni e delle Province Autonome, di volta in volta affidate alla
Regione Calabria".
Art. 17
(Modifiche
alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8)
1. All'articolo 2, comma 2, della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8, dopo le parole "un ulteriore
importo" sono introdotte le parole "nel limite massimo".
2. All'articolo 2, comma 4, della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8, le parole "la spesa di" sono
sostituite dalle parole "la spesa nel limite massimo di".
3. E’ soppresso l'articolo 12 della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8.
Art. 18
(Modifiche a
leggi regionali in materia di cultura)
2. All'articolo 12, comma 6, della
legge-regionale 26 giugno 2003, n. 8 le parole ((Teatri delle città capoluogo
di Provincia e delle Città delle Aree Urbane individuate dall’Asse 8.1 del POR
FESR 2007-2013 nonché ai soggetti che svolgono attività teatrali in ambito
regionale che abbiano ottenuto formale riconoscimento da parte dello Stato o
della Regione)) sono sostituite dalle parole ((Teatri delle città capoluogo di
Provincia e delle Città con popolazione superiore a 50.000 abitanti>>.
Art. 19
(Modifiche
alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 29)
1. Il comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 14 agosto 2008, n.
29 "Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a km
zero" è così interamente sostituito "Le disposizioni di cui agli
a-rticoli 3 e 4 de!b presente legge sono applicabili a decorrere
dall'ottenimento del parere positivo di compatibilità da parte della
Commissione Europea ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato CE e alla
pubblicazione del relativo avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria."
Art. 20
(Modifiche
alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 19)
1. All'articolo 37, comma 2, della legge
regionale 12 giugno 2009, n. 19, le parole <<2007 e 2008>> sono
sostituite dalle parole <<2009>> e le parole <<entro il 28
febbraio 2010~s-o no sostituite dalle parole << entro il 28 febbraio 2011
>>.
2. All'articolo 37, comma 4, della legge
regionale 12 giugno 2009, n. 19, le parole <<entro il 28 febbraio 2010
>> sono sostituite dalle parole entro il 28 febbraio 2011>>.
Art. 21
(Disposizioni
in materia di sanità)
1. Le strutture che erogano prestazioni
socio-sanitarie, già interessate con provvedimenti regionali, legislativi ed
amministrativi a progetti di riconversione, debbono presentare al Dipartimento
Tutela della Salute e Politiche Sanitarie un piano di completamento degli
interventi da realizzare in conformità e nel rispetto dei requisiti previsti
dalle normative vigenti, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge.
Art. 22
(Modifiche
alla legge regionale 8 giugno 1996, n. 13)
1. Il comma 4 della legge regionale 8 giugno 1996, n. 13 è così sostituito:
"4. Gli incarichi di cui ai commi 1 e 3 non possono superare i dodici mesi
e sono rinnovabili".
Art. 23
(Modifiche
alla legge regionale 8 maggio 1996 n. 8 ed alla legge regionale 12
maggio
1997, n. 8)
1. All'articolo 10 della legge regionale 13
maggio 1996, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche:
a. al comma 1, dopo le parole
<<Comitato regionale di controllo contabile >> sono aggiunte le
parole <<ed i Presidenti dei Gruppi consiliari >>.
b. il comma 3 è così sostituito: << 3.
Due unità di personale addette alle segreterie particolari devono essere
scelte, senza alcun onere aggiuntivo, tra i dipendenti-& ruolo di qualsiasi
livello del Consiglio regionale o della Giunta regionale ivi inclusi i
dipendenti ex legge regionale n. 25/2001 con oneri a carico dei rispettivi
bilanci. Il Segretario particolare ed il responsabile amministrativo dei
soggetti di cui al comma 1 sono funzionalmente equiparati ai dipendenti di
categoria D3. Il trattamento economico è equiparato a quello spettante alla
posizione economica D6 del CCNL del compatto Regioni ed autonomie locali, oltre
le competenze derivanti dall’applicazione dell'articolo 3 della legge regionale
26 maggio 1997, n. 8. Qualora siano estranei alla Pubblica amministrazione,
prestano la loro attività in base a un contratto di diritto privato a termine.
Nel caso in cui siano pubblici dipendenti, agli stessi, per la durata
dell'incarico, sarà corrisposta un'indennità accessoria pari alla differenza
tra il trattamento economico complessivo, come sopra determinato, e lo
stipendio tabellare in godimento nell'amministrazione di provenienza. In ogni
caso, il trattamento economico degli stessi è attribuito in misura fissa e
indipendente dalle dinamiche della contrattazione collettiva>>. Il
segretario particolare dei soggetti di cui al comma 1 e del Consigliere
regionale può essere scelto tra gli estranei alla pubblica amministrazione; i
titolari delle strutture hanno la facoltà di nominare quale segretario
particolare due unità di personale. In questo caso a ciascuna sarà corrisposto
il 50 per cento del trattamento economico previsto per il segretario
particolare, senza aggravio di spesa rispetto a quanto disposto dall'articolo
1, comma 1 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8. Il responsabile
amministrativo e l'autista del Presidente, dei componenti dell'Ufficio di
Presidenza, dei Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti, del Presidente
del Comitato regionale di controllo contabile può essere scelto tra gli
estranei alla pubblica amministrazione; il titolare della struttura speciale ha
facoltà di nominare quale responsabile amministrativo o autista due unità di
personale. In questo caso a ciascuno sarà corrisposto il 50 per cento del
trattamento economico previsto rispettivamente per il responsabile
amministrativo e per l'autista. Il responsabile amministrativo dei Presidenti
dei Gruppi consiliari è scelto tra i dipendenti dei ruoli organici della
Regione con oneri a carico dei rispettivi bilanci. Restano fermi gli
adempimenti contributivi di legge
c. Il comma 4, dell'articolo 10 della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 8 è così modificato:
i. le parole da <<a due unità>>
fino alle parole <<dei Revisori dei Conti >> sono soppresse;
ii. dopo le parole <<dei Vice
Presidenti >> aggiungere le seguenti parole <<dei Consiglieri
segretari, dei Presidenti delle Commissioni, del Presidente dei Comitato
regionale di controllo contabile e dei Presidenti dei Gruppi
consiliari>>.
2. La lettera b) e la lettera c) del comma 1
dell'articolo 37 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 sono
abrogate.
3. Le risorse che l'Ufficio di Presidenza può
destinare al trattamento accessorio incentivante dei componenti delle strutture
speciali è ridotto del 10% rispetto al budget per missioni stanziato nel
bilancio di previsione 2010.
Art. 24
(Modifiche
alla legge regionale 16 ottobre 2008,
n. 36)
1. I Commi 3ter e 3quater dell'articolo 2
della legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36 sono così modificati:
"3ter. Per i Comuni per i quali
dovessero determinarsi le condizioni di cui al comma 3 bis il Dipartimento
regionale Lavori Pubblici ed acque autorizza una rimodulazione del programma
pubblico-privato, ivi comprese l'individuazione di una nuova ubicazione
territoriale, l'emanazione di una nuova procedura di evidenza pubblica
finalizzata alla selezione degli interventi privati e la eventuale
ridefinizione degli interventi pubblici anche non residenziali, restando invariato
il finanziamento complessivo originariamente assentito.
3quater. Gli adempimenti relativi alla
rimodulazione di cui ai commi 3bis e 3ter dovranno completarsi entro e non
oltre il 30 Giugno 2011."
Art. 25
(Abrogazioni
di leggi regionali)
1. Sono abrogate le leggi regionali elencate
nell'allegato A alla presente legge.
2. Le disposizioni abrogate con la presente
legge continuano ad applicarsi per la disciplina dei rapporti sorti nel periodo
della loro vigenza e per l'esecuzione degli impegni di spesa assunti in base
alle disposizioni medesime.
Art. 26
(Riscossione
oneri per la gestione del servizio di depurazione)
1. Nella prospettiva di favorire l'apporto di
capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche, al fine di assicurare
il recupero degli investimenti ai concessionari nei casi di inadempimento della parte pubblica,
il Presidente della Giunta Regionale dispone la nomina di commissari ad acta in
sostituzione delle amministrazioni inadempienti. L'intervento sostitutivo,
rivolto al risultato dell'adempimento, può essere esteso agli atti e
procedimenti necessari al recupero delle risorse finanziarie, compresi la
deliberazione delle tariffe e l'accertamento e riscossione delle entrate.
L'intervento sostitutivo viene attivato su richiesta del concessionario, e deve
essere preceduto da una diffida da parte di quest'ultimo, notificata nelle
forme degli atti processuali civili, con assegnazione di un termine per
l'adempimento non inferiore a 60 giorni.
2. Il Presidente della Giunta regionale,
ricevuta l'istanza con la prova dell'avvenuta notificazione della diffida e
dell'inutile decorso del termine per I'adempimento, rivolgerà formale invito a
contro dedurre al legale rappresentante dell'amministrazione inadempiente,
assegnando allo scopo un termine di 30 giorni, decorso il quale si determinerà
in via definitiva sull'istanza.
Art. 27
(Entrata in vigore)
l. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quella della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Allegato A
Abrogazioni
l) legge regionale 20 maggio 1972, n. 3
(Provvedimenti urgenti e transitori per l'assunzione delle funzioni trasferite
o delegate dallo Stato alla Regione);
2) legge regionale 5 febbraio 1973, n. 4 (Norme sugli immediati interventi in
favore delle popolazioni colpite da calamità naturali nei mesi di dicembre 1972
e gennaio 1973);
3) legge regionale 16 giugno 1973, n. 5
(Proroga al 31 dicembre 1973 del bilancio regionale 1972);
4) legge regionale 26 giugno 1973, n. 7
(Diritto di immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un
acconto mensile);
5) legge regionale 14 agosto 1973, n. 8
(Norme per l'utilizzazione dei fondi di cui alla legge 28 marzo 1968, n. 437, recante:"provvedimenti straordinari
per
6) legge regionale 27 agosto 1973, n. 13
(Erogazione per il periodo 1 aprile-31 dicembre 1972, di contributi
-straordinari agli Enti pubblici e agli imprenditori privati esercenti
autoservizi di linea di concessione regionale );
7) legge regionale 30 agosto 1973, n. 14 (Misure
di protezione delle coste in attesa della approvazione del Piano Urbanistico
Regionale);
8) legge regionale 15 dicembre 1973, n. 18
(Norme per la delega di funzioni regionali agli enti Locali);
9) legge regionale 18 dicembre 1973, n. 19
(Interventi straordinari in materia di assistenza scolastica per l'anno
1973-74);
10) legge regionale 27 dicembre 1973, n. 23
(Interventi -in favore dell'agricoltura nel settore dei miglioramenti
fondiari);
11) legge regionale 18 maggio 1974, n. 8
(Integrazione alla legge regionale 26 giugno 1973, n.7, recante diritto di
immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un acconto
mensile);
12) legge regionale 10 luglio 1974, n. 9
(Concessione di contributi per gli investimenti alle aziende pubbliche di trasporto);
13) legge regionale 29 agosto 1974, n. 11
(Programma triennale delle opere pubbliche di interesse degli enti locali da
ammettere a contributo regionale. Provvidenze per i maggiori oneri connessi
alla esecuzione di opere pubbliche);
14) legge regionale 17,settembre 1974, n. 13
(Interventi straordinari in materia di edilizia scolastica per l'anno 1974);
15) legge regionale 16 dicembre 1974, n. 18
(Concessione di contributi alle sezioni provinciali e al Consiglio regionale
della sezione italiana ciechi per gli anni 1974 e 1975);
16) legge regionale 1 gennaio 1975, n. 1
(Norme per la concessione di contributi straordinari per l'anno 1973 agli enti
pubblici ed imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione
regionale);
17) legge regionale 23 gennaio 1975, n. 5
(Norme per l'incentivazione dell'afflusso turistico in Calabria attraverso
trasporti aerei);
18) legge regionale 29 gennaio 1975, n. 7
(Erogazione di contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori
privati esercenti autoservizi di concessione regionale ed agevolazioni di
viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori dipendenti);
19) legge regionale 15 aprile 1975, n. 10
(Norme per l'assistenza e la previdenza dei consiglieri regionali modifiche
alla legge regionale 15 dicembre 1972, n.8);
20) legge regionale 29 aprile 1975, n. 13 (Anticipazione
per conto dello Stato per il trattamento economico del personale delle aziende
concessionarie di autoservizi);
21) legge regionale 12 maggio 1975, n. 16
(Diritto di immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un
acconto mensile . Modifiche della legge regionale 26 giugno 1973, n. 7);
22) legge regionale 28 maggio 1975, n. 18
(Misure di protezione delle coste in attesa dell'approvazione del piano
urbanistico regionale. Proroga della legge regionale n. 14 del 30 agosto 1973
con modifiche ed integrazioni);
23) legge regionale 3 giugno 1975, n. 27
(Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi di
interesse regionale);
24) legge regionale 23 gennaio 1976, n. 1
(Rifinanziamento, con modifiche, della legge regionale 29 gennaio 1975, n. 7
recante norme per: "Erogazione di contributi straordinari agli enti
pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione
regionale ed agevolazioni di viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori
dipendenti);
25) legge regionale 3 febbraio 1976, n. 3
(Provvedimenti urgenti e straordinari per il rilancio dell'economia regionale);
26) legge regionale 4 febbraio 1976, n. 4
(Accensione di mutui passivi per complessive lire 27.250.000.000 per la
realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale);
27) legge regionale 16 aprile 1976, n. 11
(Rifinanziamento per l'anno 1975 ed integrazione della legge regionale 3 giugno
1975, n.27 - Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli
autoservizi d'interesse regionale);
28) legge regionale 13 maggio 1976, n. 12
(Proroga, con modifiche, della legge regionale 29 aprile 1975, n. 13, recante
norme per: "Anticipazione per conto dello stato per il trattamento
economico al personale delle aziende concessionarie di autoservizi");
29) legge regionale 25 giugno 1976, n. 15
(Erogazione dei mezzi finanziari per l'applicazione .di nuove tabelle
retributive a favore dei lavoratoti delle aziende concessionarie di
autoservizi");
30) legge regionale 13 dicembre 1976, n. 19
(Interventi nei settori dei lavori pubblici ed agricoltura in favore delle zone
colpite dai nubifragi dell'autunno 1976);
31) legge regionale 7 gennaio 1977, n. 2
(Rifinanziamento e modificazioni delle leggi regionali 27 agosto 1973, n. 13 e
29 gennaio 1975, n.7 recanti: "Erogazione di contributi straordinari agli
enti pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione
regionale ed agevolazioni di viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori
dipendenti");
32) legge regionale 19 gennaio 1977, n. 4
("Trattamento economico del personale assunto a contratto");
33) legge regionale 18 marzo 1977, n. 12
(Finanziamento di opere pubbliche d'interesse degli enti locali per interventi
straordinari di iniziativa della Regione);
34) legge regionale 16 aprile 1977, n. 13
(Interventi diretti ad agevolare l'insediamento delle piccole e medie imprese
produttive);
35) legge regionale 11 maggio 1977, n. 15
(Proroga della legge regionale 19 gennaio 1977, n. 4, recante
:"Trattamento economico del personale assunto a contratto");
36) legge regionale 21 maggio 1977, n. 16 ("Miglioramenti
economici in attesa dell'applicazione dell'accordo contrattuale nazionale dei
dipendenti regionali");
37) legge regionale 20 agosto 1977, n. 21
(Norme provvisorie per l'attuazione delle direttive- del Consiglio CEE n. 159
160,161 del 17 aprile 1972 e n. 268 del 28 aprile 1975);
38) legge regionale 8 settembre 1977, n. 25
(Misure di salvaguardia del Pollino);
39) legge regionale 26 novembre 1977, n. 27
(Erogazione dei mezzi finanziari per la concessione dl benefici a favore dei
lavoratori delle aziende concessionarie di autoservizi - Protocollo d'intesa);
40) legge regionale 5 gennaio 1978, n. 1
(Misure di protezione delle coste in attesa dell'approvazione del piano
urbanistico regionale - Proroga della legge regionale n.14 del 30 agosto 1973 e
n. 18 del 28 maggio 1975 con modifiche ed integrazioni);
41) legge regionale 31 maggio 1978, n. 6
(Scioglimento e trasferimento delle funzioni esercitate dagli ECA);
42) legge regionale 18 luglio 1978, n. 10
(Ristrutturazione delle tariffe per le autolinee extraurbane di interesse
regionale;
43) legge regionale 18 luglio 1978, n. 16
(Norme transitorie integrative dell'art. 5 della legge regionale 28 febbraio
1977, n. 9 recante “Norme per l'esecuzione delle opere di edilizia scolastica
da realizzare con gli speciali intervanti previsti dalla legge 5 agosto1975, n.
412);
44) legge regionale 15 settembre 1978, n. 20
(Erogazione dei contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori
privati esercenti autoservizi di linea di concessione regionale);
45) legge regionale 7 dicembre 1978, n. 25
(Rifinanziamento con integrazioni della legge regionale 30 novembre 1977, n. 30
recante: "Interventi straordinari per garantire la copertura finanziaria
del maggior onere derivante dall'applicazione del contratto unico nazionale 4
giugno 1976 ai lavoratori delle autolinee concesse alle imprese private");
46) legge regionale 23 dicembre 1978, n. 31
(Estensione all'assegno tabellare al personale assunto dall’Opera Sila - ente
di sviluppo in Calabria a seguito di pubblico concorso);
47) legge regionale 29 dicembre 1978, n. 32
(Fondo straordinario per l'intervento regionale integrativo alla legge 6
dicembre 1971, n. 1044 relativa al piano quinquennale per l'istituzione di
asili nido comunali con il concorso dello stato);
48) legge regionale 24 febbraio 1979, n. 2
(Disciplina degli interventi - delle zone della provincia di Reggio Calabria
colpite dagli eventi sismici del marzo-aprile 1978);
49) legge regionale 25 maggio 1979, n. 5
(Misure di salvaguardia del Pollino. Proroga legge regionale 8 settembre 1977,
n. 25);
50) legge regionale 26 maggio 1979, n. 6 (Norme
per la soppressione dei patronati scolastici e dei consorzi dei patronati);
51) legge regionale 23 ottobre 1979, n. 11
(Modifica dell'art. 1 della legge regionale 3 giugno 1975, n. 27 recante:
" Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli
autoservizi di interesse regionale");
52) legge regionale 6 dicembre 1979, n. 12
(Corresponsione "una tantum -" al personale regionale per la mancata
trimestralizzazione dell'indennità integrativa speciale per l'anno 1979);
53) legge regionale 31 dicembre 1979, n. 15
(Norme regionali per l'attuazione della legge 28 gennaio 1977, n. 10);
54) legge regionale 28 gennaio 1980, n. 4
(Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano
urbanistico regionale - Proroga delle leggi regionali n. 14/1973, 18/1975 e n.
11/978);
55) legge regionale 7 febbraio 1980, n. 5
(Norme sugli immediati interventi in favore delle popolazioni colpite dalle
calamità naturali abbattutesi nei giorni 2, 28 e 29 ottobre, 31 dicembre 1979 e
1, 2 e 3 gennaio 1980);
56) legge regionale 31 marzo 1980, n. 6
(Provvidenze a favore dei Comuni della provincia di Cosenza colpiti dal
terremoto dei giorni 20 e 21 febbraio 1980 - Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale n. 5 del 7 febbraio 1980);
57) legge regionale 8 maggio 1980, n. 7
(Concessione acconto al personale in attesa dell'applicazione dell'accordo
nazionale dei dipendenti regionali);
58) legge regionale 24 maggio 1980, n. 13
(Applicazione della legge n. 33 del 29 febbraio 1980 relativa all'occupazione
giovanile);
59) legge regionale 30 maggio 1980, n. 15
(Disposizioni sull'ordinamento dei livelli funzionali e sul trattamento
giuridico ed economico degli impiegati regionali. Recepimento dell'accordo
relativo al contratto nazionale per il personale delle regioni a statuto
ordinario, per il periodo 1° gennaio 1976 - 31 dicembre 1978);
60) legge regionale 2 giugno 1980, n. 20
(Norme in materia urbanistica - Delega);
61) legge regionale 2 giugno 1980, n. 24
(Interventi straordinari per garantire la copertura finanziaria del maggiore
onere derivante dall'applicazione del contratto unico nazionale 4 giugno 1976
ai lavoratori delle autolinee concesse alle imprese private - Integrazione alla
legge regionale n. 30/1977);
62) legge regionale 2 giugno 1980, n. 27
(Delega in materia di agricoltura e foreste);
63) legge regionale 2 giugno 1980, n. 28
(Rifinanziamento e successive modificazioni della legge regionale n. 27 del 3
giugno 1975 - Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi
d'interesse regionale);
64) legge regionale 2 giugno 1980, n. 30
(Contributi a favore delle cooperative a proprietà indivisa);
65) legge regionale 19 dicembre 1980, n. 34
(Provvedimenti urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del
novembre 1980);
66) legge regionale 9 maggio 1981, n. 4
(Provvidenze in favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nel
mese di gennaio 1981);
67) legge regionale 15 giugno 1981, n. 9
(Recepimento del secondo accordo contrattuale nazionale per il personale delle
Regioni a Statuto ordinario - Modifiche e integrazioni della legge regionale 30
maggio 1980, n. 15);
68) legge regionale 14 luglio 1981, n. 12
(Modifiche alla legge regionale 9 maggio 1981, n. 4 recante: “Provvidenze in
favore delle popolazioni colpite da calamità naturali nel mese di gennaio
1981);
69) legge regionale 14 luglio 1981, n. 13
(Proroga delle leggi regionali n. 25/1977 e n. 5/1979 - Misure di salvaguardia
del Pollino);
70) legge regionale 14 settembre 1981, n. 16
(Autorizzazione delle spese occorrenti per il finanziamento di un piano
triennale relativo al completamento di opere in corso ed alla realizzazione di
opere igieniche, viabilità provinciale e comunale ed edilizia scolastica);
71) legge regionale 19 novembre 1982, n. 14
(Scioglimento dei consorzi anticoccidici di Reggio Calabria e di Corigliano
Calabro e conseguente assorbimento da parte dell’Osservatorio regionale per le
malattie delle piante);
72) legge regionale 4 febbraio 1983, n. 5
(Contributi per gli investimenti dei trasporti pubblici d'interesse regionale e
locale);
73) legge regionale 11 luglio 1983, n. 24
(Erogazione dei mezzi finanziari per la concessione di benefici a favore dei
lavoratori delle aziende concessionarie di autoservizi. Applicazione contratti
nazionali 4 giugno 1976 e
24 gennaio 1979);
74) legge regionale 23 marzo 1984, n. 3
(Delega in materia di agricoltura – Proroga termini);
75) legge regionale 23 marzo 1984, n. 4
(Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano urbanistico
regionale - Proroga delle leggi regionali nn. 14/1973, 18/1975, 1/1978, 4/1980
e 4/1982);
76) legge regionale 28 maggio 1984, n. 13
(Assestamento delle passività delle aziende agricole colpite dalla prolungata
siccità);
77) legge regionale 22 novembre 1984, n. 34
(Norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico dei dipendenti
regionali della Calabria, in applicazione dell'accordo relativo al contratto
nazionale di lavoro per il personale delle Regioni a statuto ordinario e degli
enti pubblici non economici da essi dipendenti per il periodo 1983/1985);
78) legge regionale 22 novembre 1984, n. 35-
(Scioglimento dell'Associazione CIAPI Centri Interaziendali di Addestramento
Professionale per l'Industria - di Catona e Crotone);
79) legge regionale 2 gennaio 1985, n. 1
(Passaggio nel ruolo regionale del personale comandato ai sensi dell'articolo
63 della legge 20 maggio 1982, n. 270);
80) legge regionale 14 marzo 1985, n. 11
(Definizione rapporto di lavoro personale precario);
81) legge regionale 28 marzo 1985, n. 12
(Delega in materia di agricoltura -Proroga dei termini);
82) legge regionale 22 aprile 1985, n. 20
(Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano
urbanistico regionale - Proroga delle leggi regionali nn. 14/1973, 18/1975,
1/1978, 4/1980, 4/1982 e 4/1984);
83) legge regionale 2 maggio 1985, n. 25
(Disposizioni per la corresponsione ai Comuni del contributo per le concessioni
in sanatoria);
84) legge regionale 3 marzo 1986, n. 5 (inquadramento
infermieri generici e psichiatrici delle Unità Sanitarie Locali - Riqualificati
ex Legge 3 giugno 1980, n. 243 e mediante corsi normali);
85) legge regionale 4 aprile 1986, n. 13
(Costituzione Ente Autonomo Fiera di Reggio Calabria e approvazione Statuto);
86) legge regionale 14 aprile 1986, n. 14
(Interventi per l'edilizia finalizzata al diritto allo studio universitario);
87) legge regionale 16 aprile 1986, n. 16
(Contributi alle Comunità montane, ai Comuni e Consorzi di Comuni per attività
divulgative della cultura e della informazione televisiva);
88) legge regionale 10 luglio 1987, n. 20
(Personale assunto a contratto ai sensi della legge regionale 9 gennaio 1977 n.
4 - Integrazione dell'articolo 44 della legge regionale 30 maggio 1980, n. 15);
89) legge regionale 8 aprile 1988, n. 9
(Istituzione di una Commissione di inchiesta per l'accertamento di eventuali
responsabilità politiche e amministrative nei ritardi per la costruzione del
porto di Bagnara Calabra);
90) legge regionale 12 aprile 1988, n. 12
(Centri Interaziendali Addestramento Professionale per l'Industria (C.I.A.P.I.)
di Catona e Crotone. Personale a tempo indeterminato. Modificazioni della legge
regionale 22 novembre 1984, n. 35);
91) legge regionale 11 aprile 1988, n. 14
(Norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale
regionale in attuazione dell'accordo nazionale per il triennio 1985/1987);
92) legge regionale 1 dicembre 1988, n. 26
(Commissione speciale d'inchiesta sulle attività di forestazione in Calabria);
93) legge regionale 22 dicembre 1989, n. 15
(Modifica all'articolo 2 della legge regionale 1 dicembre 1988, n. 26 recante:
'Commissione speciale di inchiesta sulle attività di forestazione in
Calabria');
94) legge regionale 20 aprile 1990, n. 25 (Celebrazione
del IX Centenario di fondazione della Certosa di Serra San Bruno);
95) legge regionale 5 maggio 1990, n. 37
(Scioglimento del Consorzio per il nucleo di sviluppo industriale del Golfo di
Policastro con sede in Maratea);
96) legge regionale 5 maggio 1990, n. 38
(Interventi urgenti e straordinari contro l'inquinamento da rifiuti);
97) legge regionale 5 maggio 1990, n. 45
(Programma di alienazione degli alloggi di proprietà degli istituti Autonomi
per le Case Popolari e dei Comuni);
98) legge regionale 2 maggio 1991, n. 6
(Integrazione alla legge regionale n. 30 del 5 maggio 1990 -Norme sullo stato
giuridico e sul trattamento economico del personale in attuazione dell'accordo
nazionale per il triennio 1988/90);
99) legge regionale 5 agosto 1991, n. 13
(Norme per l'inquadramento del personale trasferito dalla Cassa per il
Mezzogiorno a norma dell'art. 147 del T.U. 6 marzo 1978, n. 218.).
Articolo 1
(Residui attivi e passivi)
1. Sulla base della ricognizione dei residui
attivi e passivi effettuata a norma degli articoli 41 e 52 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8, e dei dati definitivi risultanti dal
rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2009, approvato con
deliberazione della Giunta regionale n. 416 del 7 giugno 2010, è disposto
l'aggiornamento dei dati presunti relativi ai residui attivi e passivi
riportati rispettivamente negli stati di previsione dell'entrata e della spesa
del bilancio per l'esercizio finanziario 2010 - approvati con l'articolo 3
della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10 - come di seguito specificato:
a) il totale dei residui attivi delle unità
previsionali di base al 1° gennaio 2010, al netto delle contabilità speciali,
risulta essere determinato definitivamente in euro 4.972.239.213,91;
b) il totale dei residui attivi delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2010 risulta essere determinato
definitivamente in euro 376.327.523,87;
c) il totale dei residui passivi delle unità
previsionali di base al 1° gennaio 2010, al netto delle contabilità speciali,
risulta essere determinato definitivamente in euro 1.586.151.765,16;
d) il totale dei residui passivi delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2010 risulta essere determinato
definitivamente in euro 77.157.806,42.
2. Le differenze tra l'ammontare dei residui
definitivi determinati al 1° gennaio 2010 e l'ammontare dei residui presunti
riportato negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per
l'esercizio finanziario 2010, approvato con la citata legge regionale 26
febbraio 2010, n. 10, sono indicate a livello di UPB nelle allegate tabelle
"A" e "B” 1^ colonna.
3. Il fondo di cassa presso il Tesoriere al
1° gennaio 2010 risulta essere determinato in euro 225.402.700,00.
Articolo 2
(Saldo finanziario alla chiusura
dell'esercizio 2009)
1. Per effetto degli aggiornamenti di cui
all'articolo 1, il saldo finanziarlo positivo alla chiusura dell'esercizio
finanziario 2009 risulta essere determinato definitivamente in euro
3.910.659.866,20.
2. Il predetto saldo è utilizzato per come di
seguito specificato:
- euro 3.423.273.604,71 per la reiscrizione
in bilancio delle economie di spesa dell'esercizio 2009 finanziate con fondi
assegnati con vincolo di destinazione così come indicato nella parte A
dell'allegato 1 al bilancio;
- euro 213.710.127,89 per la copertura dei
residui perenti così come indicato nella parte B dell'allegato 1 al bilancio;
- euro 273.676.133,60 per la copertura di
spese finanziate con la quota di disponibilità residua, così come indicato nella
parte C dell'allegato 1 al bilancio.
Articolo 3
(Residui perenti)
Articolo 4
(Bilancio annuale - Stato di previsione dell'entrata e della spesa)
1. Nello stato di previsione di competenza e
di cassa delle unità previsionali di base della parte entrata e della parte
spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2010 - approvato con legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 10 - sono introdotte le variazioni di cui alle
annesse tabelle "A" e "B", 2^ e 3^ colonna.
2. Le variazioni di competenza di cui al
comma 1 comprendono le economie di spesa derivanti dal riaccertamento di
residui passivi ed in perenzione amministrativa inerenti a stanziamenti di
spesa finanziati da assegnazioni con vincolo di destinazione, che sono
riprodotte nel bilancio 2010 attraverso l'allegato 1 alla citata legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 10, che viene riformulato, rispetto alla stesura
precedente, nei termini di cui al documento allegato alla presente legge.
3. Le variazioni di competenza di cui al
comma 1 comprendono inoltre le modifiche 1 apportate agli stanziamenti di
bilancio con le disposizioni di cui ai successivi articoli.
Articolo 5
(Rimodulazione delle spese di funzionamento per l'anno 2010)
1. Alle autorizzazioni di spesa relative a
spese di funzionamento autorizzate con legge di bilancio sono apportate le
variazioni compensative indicate nella tabella 1 allegata alla presente legge.
Articolo 6
(Riduzione della autorizzazione di spesa di
cui alla legge finanziaria)
1. Alle autorizzazioni di spesa relative a
disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria
regionale, approvate con le tabella C di cui all'articolo 2 della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 9, sono apportate le variazioni indicate nella
tabella 2 allegata alla presente legge.
2. Le economie derivanti dalla disposizione
di cui al precedente comma sono utilizzate per la parziale copertura della
manovra finanziaria approvata con la presente legge.
Articolo 7
(Riduzione di
spese autorizzate dalla legge regionale n. 8/2010)
1. Il comma 7 dell'articolo 5 della legge
regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è abrogato.
2. Sono abrogati gli articoli 7 e 8 della
legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8.
"1. Al fine di dare compiuta attuazione
all’Accordo di Programma Stato Regione dell'11 febbraio 2000, il Consiglio
Regionale impegna
2. Conclusa l'attuazione di quanto previsto
al comma 1, al solo fine di assicurare la regolarità e la continuità dei
servizi esercitati da Ferrovie della Calabria Srl sulla base del disposto di
cui all'articolo 18, comma 3bis, del decreto Legislativo n. 422/97, potrà
essere riconosciuto alla predetta società, con appendice al contratto di servizio
ed a titolo di acconto, l'importo annuo di euro 2.500.000,00 per massimo di 10
annualità a decorrere dall'esercizio finanziario 2011.
4. I risparmi ottenuti dalle disposizioni di
cui ai commi precedenti, pari ad euro 11.800.000,00 per l'esercizio 2010 e ad
euro 5.300.000,00 annui per gli esercizi successivi, sono utilizzati in parte
per la copertura finanziaria della presente manovra e per la parte restante,
pari ad un importo di euro 780.000,00, sono destinati al finanziamento della
legge regionale 2 febbraio 2004, n. 1, recante "Politiche regionali per la
famiglia", con allocazione all’UPB 6.2.01.05 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2010.
Articolo 8
(Nuove autorizzazioni
di spesa)
1. Il disegno di legge di riforma delle
competenze e delle funzioni nonché di riorganizzazione territoriale delle
Comunità montane di cui all'articolo 1, comma 2, della legge regionale 26
febbraio 2010, n. 8, deve comportare un impegno annuale complessivo a carico
del bilancio regionale di almeno 8 milioni di euro. Nelle more del
completamento di tale riforma, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1,
comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è incrementata di euro
4.000.000,00. Tale importo è destinato esclusivamente alla sola retribuzione
del personale secondo i criteri tabellari retributivi.
3. Una quota delle risorse spettanti alla
Regione Calabria per l'esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi in
materia ambientale, ai sensi dell'articolo 70 del D.lgs 31.03.1998, n. 112,
relativi all'annualità 2010, già erogate dal Ministero dell’Economia e delle
Finanze, è trasferita per un importo di euro 2.000.000,00 al Commissario
Delegato per il Superamento della Situazione di Emergenza nel Settore dei
Rifiuti Urbani nel Territorio della Regione Calabria, per lo svolgimento delle
funzioni previste dall’OPCM 16 gennaio 2009, n. 3731 e dal DPCM 18 dicembre
2009. Il Commissario Delegato è tenuto a presentare in via preventiva al
Dipartimento "Politiche dell’Ambiente" della Regione Calabria un
piano di attività e di iniziative, da sottoporre al parere della Commissione
competente, da esprimersi entro 30 giorni. Il Commissario Delegato ha l'obbligo
di rendicontare allo stesso Dipartimento l'utilizzo delle risorse assegnate.
4. Al fine di concorrere al ripianamento
delle perdite relative all'anno 2009 della Società di Gestione per l'Aeroporto
dello Stretto (S0.G.A.S) S.p.A., accertate in sede di approvazione del relativo
bilancio nella assemblea dei soci del 15 maggio 2010, è autorizzata per
l'esercizio finanziario 2010 la spesa, in misura proporzionale alla
partecipazione al capitale sociale (6,72 per cento), di euro 158.691,12 con
allocazione all'UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2010.
5.
6. Al fine di concorrere al ripianamento
delle perdite relative all'anno 2009 della Società Aeroporto Sant'Anna S.p.A,
accertate in sede di approvazione del relativo bilancio nella assemblea dei
soci del 29 giugno 2010, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2010 la
spesa, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale (14,11
per cento), di euro 161.824,00 con allocazione all'UPB 2.3.01.06 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2010.
7.
Articolo 9
(Bilancio del
Consiglio Regionale)
2. Una quota di tale importo, equivalente ai
risparmi derivanti dalle misure di contenimento della spesa di cui alla
deliberazione del Consiglio Regionale n. 4 del 26 maggio 2010, determinati per
l'anno
3. Il punto 3 del comma 5 dell’articolo 1
della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 7 è abrogato.
4. Il Consiglio Regionale, con proprio atto,
apporta le conseguenti modifiche al proprio bilancio di previsione per
l'esercizio finanziario 2010, approvato con deliberazione n. 93 del 23 dicembre
2009.
Articolo 10
(Programma Stages)
"1. Al fine di non disperdere il
patrimonio di conoscenza già acquisito dei giovani impegnati nel
"Programma Stages" di cui all'articolo 5 della legge regionale 19
aprile 2007, n. 8, di integrazione e modifica della legge regionale 12 novembre
2004, n. 26,
2. E' istituito un tavolo tecnico tra Giunta
regionale, Consiglio regionale ed Enti interessati per stabilire le modalità e
i tempi d'attuazione ai sensi del successivo comma 3.
3.
4. Alla relativa copertura finanziaria,
stimata per l'esercizio finanziario
5. Per l'esercizio finanziario relativo
all'anno 2011
Articolo 11
(Riallocazione
nel bilancio 2010 di economie 2009)
1. Al fine di garantire il cofinanziamento a
carico del bilancio regionale del programma di sostegno alla cooperazione
regionale - Accordo di programma quadro 'Balcani - Mediterraneo', la somma di
euro 120.575,25, non utilizzata nel corso dell'esercizio finanziario 2009, è
riprodotta nel bilancio di competenza 2010, con allocazione all’UPB 2.4.02.01
dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
2. La somma destinata ai sensi dell'articolo
4, commi 3 e 4, della legge regionale 2 marzo 2005, n. 8 al parziale
finanziamento dei progetti presentati a seguito della manifestazione di
interesse per il settore editoria e stampa dei giornali a valere sulla misura
2.1 del Pop Calabria 1994-99 - non utilizzata nel corso degli esercizi
finanziari 2006 e 2007 - è riprodotta nel bilancio di competenza 2010 per
l'importo di euro 3.329.580,26, con allocazione all’UPB 2.2.02.02 dello stato
di previsione della spesa dello stesso bilancio.
3. La somma destinata al fondo unico per la
cultura di cui all'articolo 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, non
utilizzata nel corso dell'esercizio 2009, è riprodotta nel bilancio di
competenza 2010 per l'importo di euro 2.000.000,00, con allocazione all’UPB
5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
4. Le somme destinate al cofinanziamento, in
ragione del 5 per cento, dei programmi di investimento relativi alla
ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio
sanitario pubblico di cui all'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 -
non utilizzate nel corso degli esercizi precedenti – sono riprodotte nel
bilancio di competenza 2010 per l'importo di euro 1.200.000,00 con allocazione
all’UPB 6.1.06.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
5. La somma di euro 7.068.572,00 destinata al
cofinanziamento a carico del bilancio regionale per l'attivazione di opere di
edilizia scolastica autorizzato con l'articolo 3, comma 4, della legge
regionale 13 giugno 2008, n. 15, non utilizzata nel corso dell'esercizio 2009,
è riprodotta nel bilancio di competenza 2010, con allocazione all’UPB 4.2.01.01
dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
Articolo 12
(Destinazione
delle somme restituite dall'ARDIS di Reggio Calabria)
Articolo 13
(Copertura
finanziaria somme pignorate)
1. Al fine di garantire la copertura della
spesa, diversa da quella inerente al servizio sanitario regionale - derivante
da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2009, di cui ai residui attivi
accertati nel capitolo 60000041 dell'entrata del bilancio relativo
all'esercizio finanziario 2010 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2010
la spesa di euro 6.000.000,00, con accantonamento nell'apposito fondo di
riserva di cui all’UPB 8.2.01.04 (capitolo 82010415) dello stato di previsione
della spesa del bilancio per l'anno 2010.
2.
Articolo 14
(Incremento dell'autorizzazione alla
contrazione di mutui)
2. Ai maggiori oneri derivanti dall'ammortamento
dei mutui di cui al comma 1, si provvede con le somme iscritte nell'ambito
delle disponibilità dell'UPB 1.2.04.09 dello stato di previsione della spesa
del bilancio annuale 2010 e successivi.
Articolo 15
(Bilancio pluriennale)
1. Nella parte entrata e spesa del bilancio
pluriennale 2010-2012, approvato con l'articolo 12 della legge regionale 26
febbraio 2010, n. 10, sono introdotte, per il triennio 2010-2012, le variazioni
di cui alle annesse tabelle "A" e " B del bilancio pluriennale.
Articolo 16
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo alla sua pubblicazione sul bollettino Ufficiale della
Regione.
(Tabelle)
“Il Consiglio
regionale
visto il D.P.R. 18 giugno 1988, n. 233,
recante: "Regolamento per il dimensionamento ottimale delle istituzioni
scolastiche e per la determinazione degli organi funzionali dei singoli
istituti, a norma dell'art. 21 della legge 16 luglio 1997, n. 59;
visto il Dlgs 31 marzo 1998, n. 112, recante:
"Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle
Regioni ed agli Enti locali, in attuazione della legge 59/1997;
visto, nello specifico, l'art. 138 del Dlgs
112/98 che attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione dell'offerta
formativa integrata e dell'organizzazione della rete scolastica;
vista la legge 6 agosto 2008, n. 133,
articolo 64;
vista la legge regionale 12 agosto 2002, n.
34, concernente il "Riordino delle funzioni amministrative regionali e
locali";
considerata l'esigenza di procedere
all'approvazione degli indirizzi regionali per la programmazione della rete
scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria;
preso atto della deliberazione della Giunta
regionale n. 481 del 28 giugno 2010;
visto il parere della 3^ Commissione espresso
nella seduta del 29 luglio 2010;
delibera
di approvare la proposta concernente
"Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e
dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS.
2011/2012 – 2015/2016 , che si allega al presente atto per farne parte
integrante e sostanziale”.
Premesse
Gli indirizzi regionali per la programmazione
della rete scolastica e dell'offerta formativa della regione Calabria producono
i loro effetti a decorrere dall'anno scolastico 2011/2012 ed hanno validità
quinquennale e s'intendono dinamicamente adeguati alla normativa di settore che
regola la materia e conseguentemente aggiornati in modo automatico.
Tali indirizzi sono predisposti in un
contesto normativo non completamente e compiutamente definito. Infatti non si è
ancora concluso il processo di attuazione del titolo V di cui alla legge
31/2001 che, per l'istruzione, riserva alla potestà legislativa esclusiva
statale la determinazione “dei livelli
essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono
essere garantiti su tutto il territorio nazionale" e delle "norme
generali sull'istruzione" e riconosce alle Regioni una competenza
concorrente nelle politiche educative ed esclusiva nelle politiche formative.
Nel contempo, la sentenza della Corte
Costituzionale n. 200 del 2 luglio
Sono, invece, pienamente operativi gli artt. 138
e 139 del decreto legislativo 112/98 che consentono alle Regioni e agli Enti
locali di intervenire sul dimensionamento e l'organizzazione della rete
scolastica e dell'offerta formativa.
Inoltre, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del
D.P.R. n. 81 del 20 marzo 2009, le disposizioni contenute nel D.P.R. 18 giugno
1998 n. 233, concernenti i criteri generali, i parametri ed i tempi per il
dimensionamento della rete scolastica e per la correlata programmazione
dell'offerta formativa, restano, al momento, confermate anche in funzione dei
tempi e delle procedure finalizzate all'avvio dell'anno scolastico 2011/2012.
Fermo restando il su accennato quadro di
riferimento, si ritiene di dover sottolineare che il dimensionamento della rete
scolastica e l'attività di programmazione dell'offerta formativa, a livello
regionale, devono essere in ogni caso compatibili con la consistenza della
dotazione organica assegnata a ciascuna Regione in base alla normativa vigente.
La determinazione delle dotazioni organiche
complessive costituisce infatti competenza esclusiva dello Stato, come ribadito
dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 200/2009 (punto 34) e come
peraltro già previsto dall'art. 138 c o m a 1, lett. b) del dlgs. n. 112/1998,
che attribuisce alle Regioni la competenza sulla programmazione della rete
scolastica "nei limiti delle disponibilità di risorse umane e
finanziarie".
Nell'a.s. 2010/2011 gli indirizzi di studio e
relative articolazioni previsti dal riordino del secondo ciclo, hanno trovato
coerente corrispondenza e conseguente confluenza tutti gli indirizzi di studio
preesistenti, sia di ordinamento che sperimentali, questi ultimi ricondotti
peraltro ad ordinamento dal regolamento ministeriale di cui al D.M. n.
234/2000, nonché i relativi diplomi conclusivi nei percorsi formativi.
Si ritiene necessario procedere alla
definizione di nuovi indirizzi regionali per la programmazione della rete
scolastica e dell’offerta formativa della Regione Calabria i cui interventi
decorrono a partire dall'a.s.. 2011/12 e fino all'a.s. 2015/2016. Gli
interventi dovranno perseguire i seguenti due obiettivi principali:
1) integrazione degli interventi di
programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa con i criteri di
formazione delle classi e i criteri e i parametri per la determinazione
complessiva degli organici, che rientrano nelle "Norme generali
sull'Istruzione" di pertinenza esclusiva dello Stato;
2) ampliamento dell'offerta Formativa ed, in
particolare, per il II ciclo di istruzione, creando le condizioni
necessarie per favorire nuovi sbocchi occupazionali ed universitari per i
giovani diplomati correlando gli interventi ai settori economici e produttivi
rispetto ai quali
In concreto, in relazione all'avvio del nuovo
impianto ordinamentale del secondo ciclo, questo Assessorato, fermo restando il
pieno rispetto delle competenze delle Regioni, ha già attivato le opportune
interlocuzioni con l'ufficio Scolastico Regionale per
In tale ottica le Articolazioni Territoriali
provinciali dell'U.S.R. offriranno alle Province il loro contributo per
l'individuazione delle condizioni necessarie per l'attivazione delle opzioni,
previste per alcune tipologie di Istituti dalla Riforma degli ordinamenti del
secondo ciclo, sempre ovviamente nel rispetto dei vincoli correlati alla
consistenza delle dotazioni di organico.
Finalità
Il dimensionamento rappresenta l'atto
fondamentale della organizzazione della rete scolastica e della programmazione
dell'offerta formativa sul territorio.
Pertanto le modifiche all'assetto e alla
localizzazione delle strutture scolastiche, come definito dal Piano regionale
di dimensionamento delle istituzioni scolastiche statali e delle successive
integrazioni, devono essere proposte secondo quanto previsto di seguito:
1) Tali modifiche devono porsi obiettivamente
come necessarie ed indilazionabili e devono essere finalizzate essenzialmente
al riequilibrio ed alla risistemazione degli assetti preesistenti, al fine di
pervenire alla definizione degli assetti preesistenti, al fine di pervenire
alla definizione di assetti organizzativi stabili nel tempo.
2) Offrire a ciascuna comunità locale una
pluralità di scelte articolate sul territorio.
3) I diversi tipi di aggregazione previsti
dalla normativa vigente devono essere utilizzati per costituire sul territorio
reti, le cui maglie fungano da sostegno per i bisogni di istruzione e
socializzazioni dei giovani.
4) L'istituto comprensivo è unanimemente
riconosciuto come un fattore importantissimo per migliorare la qualità
dell'insegnamento, in quanto consente di impostare, dalla scuola dell'infanzia
fino alla scuola secondaria di primo grado e secondo grado, un curriculum di
apprendimenti progressivi calibrato sull'effettiva necessità e possibilità dei
singoli alunni, senza interruzioni burocratiche che costituiscono notevoli ostacoli
al percorso scolastico.
5) Ampliare l'offerta formativa sul
territorio con particolare riferimento agli istituti secondari di II Grado
attraverso:
a. la soppressione di indirizzi di studio non
più rispondenti alle esigenze formative degli studenti, alle scelte delle
famiglie, all'evoluzione delle scienze, della tecnologia e della didattica,
agli sbocchi professionali; i provvedimenti di soppressione sono comunque
subordinati al preventivo accertamento della possibilità, per gli alunni, di
frequentare altre scuole, tenuto conto della distanza, della sostenibilità dei
tempi di percorrenza, in relazione all'età e ai diversi gradi di scuole.
b. l'avvio di nuovi indirizzi finalizzando i
processi di riforma all'incremento/differenziazioni dell'opportunità di
apprendimento, alla diminuzione dell'insuccesso scolastico e del drop-out, al
potenziamento dei processi di orientamento e riorientamento, alla
valorizzazione degli interessi e alle attitudini di ciascuno studente;
c. l'istituzione di nuovi indirizzi di studio
per conseguire una più razionale ed efficace distribuzione dell'offerta
formativa locale e per garantire l'esercizio del diritto di scelta degli
studenti e delle famiglie;
d. sviluppare l'alternanza scuola-lavoro di
cui al D.lgs 15 aprile 2005 n.77, come metodo curriculare, del fare scuola,
anche al fine di "imparare ed intraprendere";
e. opportuni interventi sugli istituti con un
numero di studenti superiore a 1000.
Tali interventi dovranno prevedere anche
un'efficace azione di orientamento nei confronti degli studenti delle scuole
medie e perseguire le seguenti ulteriori finalità:
- elevare l'efficacia dell'azione di
direzione e gestione dell'istituzione scolastica;
- ottimizzazione della distribuzione degli
studenti sul territorio di riferimento;
- riportare il numero degli studenti al di
sotto del numero massimo di 900 stabilito dalla norma evitando sdoppiamenti;
- ridurre la mobilita degli studenti;
- ridurre il problema e i costi dei trasporti.
A) Organizzazione della rete scolastica
La funzione di organizzazione della rete
scolastica riguarda sia la complessiva organizzazione della rete, sia
interventi parziali, comprendendo anche le azioni di istituzione, aggregazione,
fusione e soppressione di scuole.
I suddetti interventi devono necessariamente:
- garantire il rispetto del principio di
uguaglianza e pluralità di scelte nell'accesso all'offerta formativa nonché una
distribuzione efficace del personale tra le istituzioni scolastiche, un utilizzo
e una gestione ottimale degli edifici e delle attrezzature scolastiche,
migliore fruibilità dei servizi per l'accesso e la frequenza;
- integrarsi con i criteri di formazione
delle classi e i criteri e i parametri per la determinazione complessiva degli
organici, che rientrano nelle "Norme generali sull’istruzione" di
pertinenza esclusiva dello Stato;
- risultare in ogni caso compatibili con la
consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione in base alla
normativa vigente.
Parametri e criteri
L'organizzazione della rete scolastica deve
tenere conto dei seguenti parametri (DPR 233/98):
a) le istituzioni scolastiche, per acquisire
e mantenere l'autonomia, devono avere un numero di alunni compreso tra 500 e
900.
Una istituzione scolastica manterrà la
personalità giuridica pur perdendo un segmento o ordine di scuola, purché
raggiunga una popolazione consolidata compresa, appunto, tra i 500 e i 900
alunni, allo scopo di offrire alla comunità locale una pluralità di scelte,
articolate sul territorio, che agevolino l'esercizio del diritto all'
istruzione;
b) per le istituzioni scolastiche site nei
comuni montani (per comuni montani si intendono quelli di cui alla legge 1
marzo 1957, n. 90, richiamati dall'art.1 della legge 25 luglio 1952, n. 991 ed
in base alla Direttiva n. 268/75/CEU), o nelle aree geografiche caratterizzate
dalla presenza di minoranze linguistiche (riconosciute ai sensi della legge del
15.12 1999, n. 482), il numero minimo di alunni previsto dal precedente punto
a) è ridotto fino a 300 alunni;
c) qualora l'istituzione scolastica aggreghi
più comuni, è possibile concedere la deroga (300 alunni) solo in presenza di
una prevalenza di comuni montani; nel caso in cui il numero dei comuni montani
sia uguale a quello dei comuni non montani, la deroga si applica se la
popolazione complessiva dei comuni montani supera quella dei comuni non
montani;
d) se il riconoscimento della minoranza
linguistica riguarda solo una frazione o quartiere del territorio comunale, la
deroga non opera per l'intero territorio comunale bensì si applicano i
parametri in deroga riferiti ai singoli plessi (o punti di erogazione del
servizio) ricadenti nella predetta frazione o quartiere;
e) le province valuteranno la possibilità del
mantenimento dei punti di istituzione scolastica anche al di sotto degli
standards previsti dalla legge. A tal
fine individueranno, su indicazione dei competenti organi dello Stato, i Comuni
ad alta intensità criminale, anche sulla base di altri indici di natura
giudiziaria, tenuto conto altresì, della programmazione di specifiche azioni
educative volte al recupero della dispersione scolastica ed alla definizione di
percorsi di legalità effettuati dalle singole istituzioni scolastiche negli
anni scolastici immediatamente precedenti;
f) per gli istituti insistenti in aree ad alta
densità demografica, per gli istituti comprensivi e per gli istituti di
istruzione secondaria di II grado con finalità formative che richiedono beni
strutturali, laboratori ed officine di alto valore tecnologico o artistico, può
non, essere applicato il numero massimo di 900 alunni di cui al precedente
punto a), fatti salvi, per gli istituti superiori, la previa verifica e il
rispetto di quanto prevista al punto 5 lett. e) del paragrafo
finalità;
g) è consentita la deroga per gli istituti di
istruzione di II grado (300 alunni) con indirizzi formativi particolarmente
specializzati e a diffusione limitata regionale;
h) gli indici minimi di riferimento previsti
dall'articolo 2, comma 3, DPR 18/06/1998 n. 233 (300 alunni) sono applicabili
agli istituti secondari di istruzione artistica, professionale e tecnica con
indirizzi formativi particolarmente specializzati ed a diffusione limitata
nell'ambito nazionale e regionale (art. 2 comma 8). In particolare, devono
essere salvaguardati gli Istituti Tecnici Agrari accorpando le sezioni staccate
e le sedi coordinate del medesimo indirizzo esistenti nel territorio di
riferimento;
i) nell'azione di razionalizzazione della rete
scolastica deve essere data priorità alla costituzione di istituti comprensivi
di scuole del primo ciclo e della scuola dell'infanzia;
i) l'unificazione degli istituti di II grado, si realizza,
prioritariamente, tra istituti della medesima tipologia; si procede
ali'unificazione di istituti di diverso ordine o tipo qualora separatamente,
non rientrano nei parametri di cui ai punti a) e b) e assumono la denominazione
di "istituti di istruzione secondaria superiore";
m) è preclusa la verticalizzazione di nuovi
istituti di istruzione di I e II grado;
n) in ciascun istituto di istruzione di II
grado dovranno funzionare indirizzi quanto più possibile omogenei.
Strumenti
Gli strumenti per la programmazione della
rete scolastica sono:
a) L'istituzione;
b) La soppressione;
c) La fusione o unificazione;
d) Lo sdoppiamento;
e) La trasformazione;
f) La diversa aggregazione.
Punti di erogazione del servizio
Per "punti di erogazione del
servizio" si intendono i plessi di scuola dell'infanzia, i plessi di
scuola primaria, le sezioni staccate di scuola secondaria di primo grado, le
scuole coordinate, sezioni staccate e sezioni annesse o aggregate di istruzione
secondaria superiore. I parametri per la riorganizzazione dei punti di
erogazione del servizio sono i seguenti:
1) i plessi di scuola dell'infanzia sono
costituiti in presenza di almeno 30 bambini;
2) i plessi di scuola primaria sono
costituiti in presenza di almeno 50 alunni. Nei centri urbani a più alta
densità demografica è richiesta la presenza di non meno di due corsi completi;
3) le sezioni staccate di scuola secondaria
di I grado sono costituite in presenza di almeno 45 alunni;
4) negli istituti di II grado, le scuole
coordinate, le sezioni staccate, le sezioni annesse o aggregate, nonché gli
indirizzi di studio e di specializzazioni funzionanti nella medesima sede
scolastica, sono costituite con non meno di 20 alunni con la possibile
previsione di un corso intero quinquennale;
5) è preclusa la formazione di pluriclassi per tutte
le tipologie di scuole. E' tuttavia possibile la previsione di una deroga,
previa intesa con l'Assessorato competente, per quei plessi di scuole primarie
ubicate in zone periferiche e disagiate, con presenza di dispersione e
rarefazione di insediamenti abitativi, per la prevenzione del disagio e della
dispersione scolastica.
Per le scuole si-te nei comuni montani e
nelle aree geografiche, frazioni o quartieri, caratterizzati dalla presenza di
minoranze linguistiche, di cui alla lettera b), c) e d) del punto precedente,
sono stabiliti i seguenti parametri:
- i plessi di scuola dell'infanzia sono
costituiti in presenza di almeno 20 bambini;
- i plessi di scuola primaria sono costituiti
in presenza di almeno 30 alunni;
- le sezioni staccate di scuola secondaria di
I grado sono costituite in presenza di almeno 36 alunni;
- le sedi coordinate, le sezioni staccate, le
sezioni annesse o aggregate, gli indirizzi di studio funzionanti nella medesima
sede scolastica di scuola secondaria di secondo grado sono costituite con non
meno di 20 alunni con la previsione di un corso intero quinquennale.
Tuttavia, per ragioni di carattere
eccezionale, debitamente motivate e documentate o nel caso in cui si preveda un
incremento della popolazione scolastica nel rispetto dei parametri sopra
indicati, è consentito di ridurre tali parametri fino al 15%.
Le Province valuteranno la possibilità del
mantenimento dei punti di erogazione del servizio anche al di sotto degli
standards previsti dalla legge. A tal fine individueranno, su indicazione dei
componenti organi dello Stato, i Comuni ad alta densità criminale, anche sulla
base di altri indici di natura giudiziaria, tenuto conto altresì, della
programmazione di specifiche azioni educative volte al recupero della
dispersione scolastica ed alla definizione di percorsi di legalità effettuati
dalle singole istituzioni scolastiche negli anni scolastici immediatamente
precedenti.
In particolare, nelle motivazioni, i Comuni
competenti per le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado
dovranno tenere conto dei seguenti criteri:
- considerare la consistenza della
popolazione scolastica nell'ambito territoriale di riferimento, rapportata alla
disponibilità edilizia esistente, nonché alla idoneità in termini di sicurezza;
- considerare le caratteristiche
demografiche, orografiche, economiche e socio-culturali de! bacino di utenza;
- verificare l'efficacia della configurazione
assunta dal servizio scolastico o dei servizi connessi (trasporti, mense,
ecc.).
Le Province, competenti per la scuola
secondaria di secondo grado, dovranno, a loro volta, attenersi ai seguenti
criteri:
- considerare la consistenza della
popolazione scolastica nel distretto formativo (ambito) di riferimento;
- verificare la consistenza del patrimonio edilizio
e di laboratori;
- considerare l'adeguatezza della rete dei
trasporti;
- considerare la possibilità di incentivare
la creazione di reti di scuole.
B) Offerta Formativa
A partire dall'anno scolastico 2010/2011 sarà
avviata la riforma del riordino complessivo dell'istruzione secondaria di II
grado.
Con riferimento alla pianificazione
dell'offerta formativa per il quinquennio aa.ss. 2011/2012 - 2015/2016, vengono
formulati i seguenti indirizzi:
a) I piani dell'offerta formativa devono essere il risultato di un accordo con i soggetti che a vario titolo operano per lo sviluppo socio-economico del territorio, contribuendo così alla crescita delle conoscenze e delle competenze delle persone che lavorano;
b) I piani dell'offerta formativa individueranno momenti di sinergia tra sistema formativo da un lato, e mondo del lavoro, risorse culturali legate al territorio e sistema della ricerca dall'altro, interagendo con le azioni sviluppate nell'ambito del POR - Fondo Sociale Europeo;
c) I piani dell'offerta formativa dovranno essere fortemente orientati verso i possibili sviluppi occupazionali dell'area di riferimento, incentivando la presenza di strutture scolastiche in grado di attivare corsi di alta specializzazione in sintonia con le particolari destinazioni socio-economiche di quel territorio, favorendo così la costituzione di percorsi formativi integrati con l'offerta di formazione professionale esistente nella medesima area, in previsione dell'avvio del sistema post-secondario;
d) In merito all'istruzione professionale vengono
promossi protocolli d'intesa tra
e) I piani dell'offerta formativa dovranno tener conto delle esperienze maturate nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro e della terza area, per favorire l'integrazione tra il sistema scolastico ed il mondo del lavoro.
In relazione all'attuazione della Riforma potrà essere autorizzato:
il completamento dei corsi di studio, il cui avvio in forma di bienni o trienni sia già stato autorizzato in precedenti programmazioni;
la soppressione di indirizzi di studio non più rispondenti alle esigenze formative degli studenti, alle scelte delle famiglie, all'evoluzione delle scienze, della tecnologia della didattica, agli sbocchi professionali con la sostituzione di nuovi indirizzi;
l'istituzione di nuovi indirizzi di studio per conseguire una più razionale ed efficace distribuzione dell'offerta formativa locale e per garantire, l'esercizio del diritto di scelte degli studenti e delle famiglie. I nuovi indirizzi dovranno tener conto dei seguenti criteri:
1) Rispettare le dinamiche demografiche riferite alla fascia corrispondente al ciclo primario e secondario ed i flussi di iscrizioni per le diverse tipologie di indirizzi di studio registrati nel triennio precedente;
2) Verificare la disponibilità di strutture, risorse strumentali e di attrezzature necessarie per l'attivazione del nuovo indirizzo di studio e l’adeguatezza dei trasporti;
3) Verificare l'esistenza di indirizzi affini o identici nell'ambito funzionale e nelle aree geograficamente situate in prossimità dei confini comunali e/o sub comunali;
4) Rispettare i vincoli correlati alla consistenza delle dotazioni di organico;
5) Tenere conto delle vocazioni culturali, produttive, formative ed occupazionali locali.
Procedimento e competenze
Le Province e i Comuni procedono al dimensionamento delle istituzioni scolastiche secondo i parametri e criteri in precedenza indicati, previa acquisizione del parere obbligatorio, non vincolante, delle istituzioni scolastiche interessate, espresso dagli organi collegiali.
Le operazioni di dimensionamento devono essere predisposte da Comuni e Province tramite un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con le istituzioni scolastiche, con le rispettive Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR, con le organizzazioni sindacali e ogni altro soggetto interessato, al fine di favorire la massima partecipazione.
Comuni
I Comuni, competenti per le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado site sul proprio territorio o comunque che interessano la propria popolazione, approvano con apposito atto deliberativo le proposte di piano relative al dimensionamento, provviste dei pareri, obbligatori ma non vincolanti, delle istituzioni scolastiche interessate, e li trasmettono alla Provincia di appartenenza, nei tempi stabiliti dalla Provincia stessa.
Province
Le Province, competenti per le scuole secondarie di II grado, acquisiti i pareri delle istituzioni scolastiche interessate, e sulla base degli atti deliberativi dei Comuni per le scuole del I ciclo d'istruzione, formulano una ipotesi di piano di dimensionamento scolastico provinciale.
Ai fini del mantenimento dell'autonomia non dovrà essere conteggiato il numero degli alunni che andranno a confluire negli istituendi CPIA.
L'ipotesi di piano viene discussa in sede di conferenza provinciale. Alla conferenza provinciale, strumento organizzativo di coordinamento e di concertazione, partecipano i Comuni, l'Articolazione Territoriale Provinciale dell'Ufficio Scolastico Regionale, le OO.SS., le Associazioni dei Dirigenti scolastici, le Comunità Montane ed i rappresentanti dei settori provinciali e regionali della pubblica istruzione e della formazione e lavoro.
I Consigli Provinciali valutati gli esiti della conferenza provinciale, approvano il Piano provinciale di organizzazione della rete scolastica e dell'offerta formativa, e lo trasmettono alla Regione Calabria - Dipartimento II, nonché all'Ufficio Scolastico Regionale, entro il 30 ottobre.
Regione
In assenza di rilievi, le decisioni contenute nei
Piani provinciali hanno effetto dal successivo anno scolastico.
Ufficio
Scolastico Regionale ed Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR
L'Ufficio Scolastico Regionale, in base alla normativa vigente verifica la compatibilità dei Piani provinciali con la consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione ed adotta, in caso di verifica positiva, entro il 31 dicembre 2010, i provvedimenti necessari per dare attuazione ai predetti Piani provincia.
Per il rispetto del
suddetto termine è necessario che
Le rispettive articolazioni territoriali provinciali dell'USR provvederanno, entro il 31 dicembre 2010, ad effettuare, per la parte di propria competenza, le operazioni meccanografiche all'anagrafe delle istituzioni scolastiche gestita dal Sistema Informativo del M.I.U.R..
Al fine di permettere l'approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano regionale per la programmazione scolastica e l'offerta formativa della Regione Calabria in tempi utili per consentire quindi anche al personale della scuola l'esercizio del diritto di mobilità verso le nuove istituzioni che saranno autorizzate con il prossimo Piano, si invitano tutte le istituzioni coinvolte a rispettare i termini sopra indicati.
Regione
In assenza di rilievi, le decisioni contenute nei
Piani provinciali hanno effetto dal successivo anno scolastico.
Ufficio
Scolastico Regionale ed Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR
L'Ufficio Scolastico Regionale, in base alla normativa vigente verifica la compatibilità dei Piani provinciali con la consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione ed adotta, in caso di verifica positiva, entro il 31 dicembre 2010, i provvedimenti necessari per dare attuazione ai predetti Piani provinciali.
Per il rispetto del
suddetto termine è necessario che
Le rispettive articolazioni territoriali provinciali dell'USR provvederanno, entro il 31 dicembre 2010, ad effettuare, per la parte di propria competenza, le operazioni meccanografiche all'anagrafe delle istituzioni scolastiche gestita dal Sistema Informativo del M.I.U.R..
Al fine di permettere l'approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano regionale per la programmazione scolastica e l'offerta formativa della Regione Calabria in tempi utili per consentire quindi anche al personale della scuola l'esercizio del diritto di mobilità verso le nuove istituzioni che saranno autorizzate con il prossimo Piano, si invitano tutte le istituzioni coinvolte a rispettare i termini sopra indicati.
“Il Consiglio
regionale
premesso che
l'articolo 10, comma 1 della legge 11
febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma
e per il prelievo venatorio”, stabilisce che: “Tutto il territorio nazionale è
soggetto a pianificazione faunistica-venatoria…” e al comma 2 del medesimo
articolo, dispone che “Le Regioni e le Province con le modalità previste nei
commi 7 e 10, realizzano la pianificazione di cui al comma 1 mediante la
destinazione differenziata del territorio";
la legge regionale n. 9 del 17 maggio 1996
"Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e
l'organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell'esercizio
venatorio" all'articolo 5, comma 2, recita testualmente "
con delibera n. 222 del 25 giugno 2003 il
Consiglio regionale, in attuazione alle citate norme legislative, ha proceduto
all'approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale;
il sopra menzionato Piano è scaduto in data
25 giugno 2008;
con delibera n. 351 dell’8 luglio 2009 il
Consiglio regionale ha esteso la validità del Piano sino alla data del 31
gennaio 2010;
ritenuto assicurare la continuità
amministrativa e tecnico-gestionale in materia di caccia, ivi compreso
l'emanazione del calendario venatorio per la stagione 2010/2011;
visto il parere della 4^ Commissione
espresso nella seduta del 2 agosto 2010;
delibera
di estendere la validità del Piano Faunistico
Venatorio Regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25
giugno 2003 sino all'entrata in vigore del nuovo Piano 2009/2013”.
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che
un presidio
multisoccorso opera da circa tre anni presso lo svincolo autostradale della A3
di Bagnara Calabra finalizzato a garantire la sicurezza ed il soccorso di
quanti transitano lungo la "Salerno-Reggio Calabria";
lo stesso è
stato insediato con ordinanza di Protezione Civile emessa dal Prefetto di
Reggio Calabria pro tempore, in qualità di Commissario straordinario, a seguito
di una conferenza dei servizi che ha riunito una Commissione speciale -
composta da Aci, Anas, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, personale sanitario
- con la previsione della presenza h24 di addetti e dotazione di autoambulanze
con personale medico e paramedico, nonché con la predisposizione di una
piazzola per elisoccorso;
per le risorse
necessarie al funzionamento del presidio (quantificata in duemilioni di euro
annui) esisteva un preciso e formale impegno di spesa da parte del Ministero
delle Infrastrutture e Trasporti;
considerato
inoltre che:
le
somme necessarie alla suddetta attività sono state erogate solo per i primi
otto mesi e che dal primo gennaio 2009 ad oggi nemmeno un euro è stato
destinato al pagamento del lavoro prestato dal personale assegnato;
a
causa di ciò, da qualche mese è cessato il soccorso sanitario;
dal primo di agosto,
lo stesso sta avvenendo per il servizio reso dal personale dei Vigili del
Fuoco, ivi impegnato a titolo volontario (cioè dopo il regolare svolgimento
dell'orario di lavoro previsto per l'attività ordinaria);
nessuna
risposta ad oggi è pervenuta dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
malgrado l'impegno a tal fine assunto dal Sottosegretario agli Interni con
delega ai V.F., Senatore Nitto Palma;
rilevato in
conclusione come sia davvero necessario mantenere questo importantissimo
servizio ancor più in questa fase di intenso traffico legato alla stagione
estiva;
impegna
il Presidente
della Regione Calabria ad attivarsi sin dall'immediato perché venga
ripristinato il presidio ed il servizio reso, attraverso l'erogazione delle
somme arretrate e tuttora dovute, come da impegno formale assunto dal Ministero
competente.
“Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
nelle 12
carceri calabresi risultano reclusi circa 3.100 detenuti a fronte di una
capienza regolamentare di 1.849 posti;
si registra
una situazione di sovraffollamento, pari a 1200 detenuti in più rispetto alla
capienza regolamentare (di questi circa 800 sono stranieri), peraltro in linea
con i dati nazionali, ma che ha superato abbondantemente i livelli toccati nel
luglio 2006, quando fu approvata l'ultima legge di concessione dell'indulto. A
fronteggiare questa situazione provvede il personale dell'Amministrazione
Penitenziaria ed in particolare quello appartenente al Corpo della Polizia
Penitenziaria, il quale, attraverso i propri organismi di rappresentanza e tra
questi il S.A.P.PE. (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) denuncia da
tempo la carenza di personale, di risorse e di automezzi per l'espletamento dei
servizio di trasferimento dei detenuti;
il Governo
nazionale ha decretato il 13 gennaio 2010 lo stato di emergenza, fino al 31
dicembre 2010, conseguente all'eccessivo affollamento degli istituti
penitenziari presenti sul territorio nazionale ed ha predisposto un Piano
carceri per la realizzazione di nuovi istituti penitenziari e nuovi padiglioni
all'interno degli istituti penitenziari esistenti. Piano che comunque interessa
solo marginalmente
impegna
il Presidente
e
ad intervenire
presso il Governo nazionale affinché solleciti la costruzione di un nuovo
istituto penitenziario nell'area di Lamezia Terme ed il completamento delle
strutture penitenziarie previste nella Regione, con particolare riferimento a
quella di Arghillà a Reggio Calabria;
a dare
priorità alla destinazione di risorse per la dotazione di automezzi destinati
al trasporto dei detenuti, per la realizzazione di sistemi di sicurezza
(videosorveglianza, antiscavalcamento e antintrusione) nelle aree periferiche
degli istituti penitenziari della Regione Calabria;
a stipulare
speciali convenzioni con l’Amministrazione Penitenziaria al fine di avviare una
più intensa azione di reinserimento sociale dei detenuti calabresi che hanno
scontato la pena, anche attraverso forme di incentivazione al lavoro e sostegno
alle famiglie degli ex detenuti”.