IX LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

8.

Seduta di mercoledì 4 agosto 2010

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 13,12

Giovanni NUCERA, Segretario Questore f.f.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e la mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 6/9^ del 27 maggio 2010 a firma dell’onorevole Morelli.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello Ferdinando. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Vorrei richiamare in Aula la mozione che lei ha appena citato, la numero 89/91 sulla riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano, e un ordine del giorno – il 1525 - che possono essere accorpati, poiché simili, sempre sulla riconversione della centrale Enel di Rossano e vorrei che fosse discusso oggi in Consiglio.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Sulla mozione annunciata da lei poco fa, che riguarda il presidio multisoccorso che opera da tre anni allo svincolo di Bagnara, chiederei l’inserimento all’ordine del giorno e il pronunciamento dell’Aula, anche perché si tratta di una crisi acuta, è un presidio che serve, soprattutto in questo periodo feriale, e ora serve che il Consiglio si pronunci e il mandato al Presidente della Regione venga assegnato.

Con questo argomento, chiedo l’inserimento e il pronunciamento dell’Aula prima sull’inserimento all’ordine del giorno e poi su un voto nel merito.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, possiamo inserire queste due mozioni richieste dai consiglieri e le mettiamo in coda all’ordine del giorno.

(Interruzione)

Un attimo, onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Lei dice in coda? Poiché ha aggiunto “in coda”, siccome è una cosa che si licenzia rapidamente, io vorrei che l’Aula si pronunciasse e la licenziassimo. Si tratta, se non ci sono problemi, di cinque minuti in tutto, quindi vorrei che si discutesse immediatamente.

PRESIDENTE

Sono d’accordo sull’inserimento all’ordine del giorno, ma penso opportuno discutere in coda sia la mozione dell’onorevole Aiello sia la sua, a seguire, poiché dobbiamo completare l’ordine del giorno.

Giuseppe BOVA

Ho capito, è una sua opinione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Per rimanere nel tema, anch’io ho presentato un ordine del giorno sul sistema carcerario in Calabria, se cortesemente lo può inserire per la votazione.

PRESIDENTE

Quindi inseriamo tutti e tre gli ordini del giorno, a seguire il punto 6 la mozione dell’onorevole Aiello, al punto 7 la mozione dell’onorevole Bova, al punto 8 ordine del giorno dell’onorevole Nucera.

Volevo chiedere al Consiglio, considerando c’è in corso una manifestazione che riguarda i lavoratori dell’Arpacal, di avere la possibilità di sospendere la seduta per un’oretta, per  incontrare insieme al Presidente della Giunta i lavoratori Arpacal e riprendere i lavori alle 14,30. Quindi aggiorniamo i lavori alle 14,30 per riprendere con l’ordine del giorno.

(Interruzione)

Forse il suo intervento è sull’ordine del giorno? Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, con tutto il rispetto che si deve alla sua figura - e colgo l’occasione per rinnovarle la mia personale solidarietà anche a nome del gruppo del Partito democratico – la pregherei, se è possibile, di dare seguito ad una sua affermazione all’atto dell’insediamento, cioè di fare di tutto per rispettare i tempi programmati del Consiglio, perché noi siamo qui dalle ore 11,00, iniziamo alle 13,30, c’è un rinvio alle 14,30. Con grande rispetto per la sua figura, le chiederei in futuro, se è possibile, di mantenere questa regolarità e puntualità dei lavori.

PRESIDENTE

Oggi è una giornata particolare, perché c’è stata una serie di incontri preventivi anche alla seduta di Consiglio di oggi, perché oggi discutiamo la manovra finanziaria e tanta gente ha voluto incontrare i vertici della Regione.

Nel futuro, come è stato il mio impegno dall’inizio della legislatura, faremo di tutto per mantenerlo. Voglio solo assentarmi adesso mezzora, per essere presente a questo argomento importante: ci sono sindacati e lavoratori che stanno attendendo da diverso tempo.

Prego, onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Dico che si possono creare delle situazioni per cui, straordinariamente, si sospende la seduta.

Presidente,  siamo in Consiglio, non è irrituale sottolineare come incontri di questo tipo dovrebbero vedere, oltre alla sua e alla presenza del Presidente della Giunta anche quella  dei capigruppo, perché siamo non in sede dell’Esecutivo. Non è una novità. Invece, non ho sentito che lei ha proposto che partecipino, anche per ascoltare, perché poi le decisioni sono comuni.

Le chiedo scusa, se fossimo in un’altra sede, capirei, lei è il Presidente, ma qui i gruppi ci sono tutti. Penso sia giusto che ciascuno si possa assumere la propria responsabilità. Si parla non di incontri privati, siamo in discussione di una legge ed io sottolineo questo. Poi l’Aula, come sempre, è sovrana, ma formalmente sottolineo ed avanzo la richiesta di poter partecipare assieme agli altri Presidenti di gruppi a questo incontro con i sindacati e le delegazioni, in cui l’oggetto è Arpacal e quindi il disegno di legge che viene sottoposto all’approvazione dell’Aula.

PRESIDENTE

Onorevole Bova, noi abbiamo solo dato seguito alla richiesta che viene dai lavoratori, i quali hanno chiesto espressamente, con le sigle sindacali e con lettera, di voler incontrare il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio regionale; ci siamo adeguati a questa loro richiesta.

Se, nel momento in cui andremo a questo incontro, ci sarà bisogno di un approfondimento, convocheremo una Conferenza dei capigruppo, alla quale tutti potranno liberamente partecipare.

La seduta è sospesa,  riprende alle 14,30.

La seduta sospesa alle 13,31 è ripresa alle 15,33

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. Scusate per il ritardo, ma c’è stato un incontro con le organizzazioni sindacali e con una delegazione dei lavoratori dell’Arpacal in merito ad una norma presente nel collegato.

Sulla grave intimidazione subita dal Presidente del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Prima di passare all’ordine del giorno, ci tenevo in questo momento a ringraziare pubblicamente tutti coloro che, in quest’Aula e fuori, mi sono stati vicini, apprendendo della lettera di minaccia con le pallottole che ho ricevuto contro la mia persona.

I messaggi, anche affettuosi, di  solidarietà e gli attestati di stima che mi sono pervenuti e stanno continuando a pervenire in queste ore da amici, politici di ogni schieramento, da figure istituzionali, ma anche da semplici cittadini, costituiscono per me un momento importante, di nuova linfa di impegno e di rigore ad andare avanti.

Nei contenuti, nella pluralità e nell’ampiezza di queste dichiarazioni,  colgo la conferma che questo tipo di  battaglie si combattono insieme e si riescono a vincere se si è in tanti ed uniti. Dobbiamo essere uniti contro questo tipo di episodi ed isolare questa minoranza che va a minare la democrazia.

Il fenomeno, purtroppo, nella nostra regione ha investito e investe tanti amministratori pubblici, sindaci e politici, con frequenza a volte quotidiana. Non ci sono più, in questo senso, “zone franche”, dal Pollino all’Aspromonte sembra ormai senza soluzione di continuità. Ma la Calabria degli onesti non si arrende e non getta la spugna di fronte a questi metodi, anche perciò intendo spendermi e lavorare quotidianamente.

Personalmente, per me nulla è cambiato: oggi sono qui, come ieri e gli altri giorni, resterò  al lavoro con l’impegno e la dedizione di sempre. Continuerà ad assolvere ai miei compiti con serenità. Certo, non so le motivazioni di questo vile gesto e non riesco nemmeno a decifrarle. Ho piena fiducia negli organi inquirenti, nelle forze dell’ordine e nella magistratura e rinnovo a la piena fiducia, sicuro che con il loro lavoro faranno piena luce sulla vicenda.

Purtroppo, come si sa, sono già stato oggetto, in passato, di “attenzioni”, e questi fatti   hanno, certo, creato certo tensioni e apprensioni e tanta preoccupazione non tanto a me, perché chi fa politica mette in conto questi tipi di intimidazioni, ma soprattutto alla mia famiglia e ai miei cari. Però episodi del genere, gravi e inquietanti, non mi hanno impedito di svolgere lo stesso la mia attività politica  e istituzionale negli anni passati. Sarà così anche adesso che ignoti mi hanno indirizzato quest’ultima oscura minaccia, a tre mesi dalla mia elezione a Presidente del Consiglio regionale.

Non mi lascerò distogliere da questo fronte di impegno che, come è sempre stato e continuerà ad essere, per quanto mi riguarda, vede come priorità assoluta  l’opposizione alle mafie, ai poteri occulti e ad ogni forma di prevaricazione e sempre e comunque per la legalità  e la trasparenza.

La nostra Assemblea è chiamata anche in causa per diretta competenza, che non è certo irrilevante in materia. Noi abbiamo la legge 5 del 2007 sulla sicurezza, abbiamo norme importanti sull’usura e sul racket che devono essere adeguatamente finanziate, proprio per dare la possibilità di effettuare delle azioni concrete e costanti.

Questa legge, come tutte le altre e importanti provvedimenti, è rimasta finora una legge-manifesto. Tocca a noi - e faccio appello al Consiglio regionale nella sua interezza - riprenderla ed attuarla, colmando questo grave vuoto.

Queste brevissime parole mi sentivo di rivolgere a questo Consiglio regionale, alla massima Assemblea elettiva calabrese, ringraziando ancora una volta i consiglieri regionali di centro, di destra, di sinistra, tutti gli appartenenti alle forze politiche per questo attestato di solidarietà nei miei confronti e ho voluto ringraziare proprio qui, all’inizio della seduta, sapendo che è un momento importante e che noi dobbiamo continuare sulla strada intrapresa del rinnovamento e del cambiamento di cui la Calabria e i calabresi hanno urgente bisogno.

Dovremo lavorare sulla cultura della legalità, dovremo sostenere le forze dell’ordine e la magistratura per il lavoro che svolgono, ma tutti quanti noi ci dobbiamo sentire offesi per aver voluto violare, con questi tipi di atteggiamenti, attraverso la volontà di pochi che devono essere isolati sempre di più, dobbiamo fare quadrato, dobbiamo stare tutti dalla stessa parte per immaginare e se vogliamo veramente costruire una Calabria diversa.

(Applausi dai banchi dei consiglieri e dai posti riservati al pubblico)

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente Scopelliti. Ne ha facoltà.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, prendo la parola  non soltanto per ribadire e confermarle la grande vicinanza mia personale e di tutta la Giunta. Abbiamo appreso e letto quanti consiglieri, anche altre personalità della nostra terra ti hanno espresso una vicinanza forte. Ma proprio su questo tema, purtroppo, mi duole dover riferire all’Aula che è notizia di pochi minuti fa, siamo stati come ufficio interpellati da parte delle forze di Polizia perché questa mattina, a Catanzaro Lido, dove c’è il centro di smistamento per quanto riguarda il servizio postale, è stata rinvenuta una lettera indirizzata alla collega Vicepresidente Antonella Stasi, dove all’interno vi era un proiettile calibro 9.

Continua, quindi, questa azione destabilizzante da parte di qualcuno che, evidentemente, ritiene che questa classe dirigente, questa esperienza che abbiamo messo in campo, crei fastidio e difficoltà.

Credo di manifestare a nome di tutti, ma soprattutto della Giunta, la vicinanza alla Vicepresidente Stasi, e che sia giusto riconfermare quanto detto dal Presidente Talarico, che questa è una stagione difficile, complessa, di grandi stravolgimenti e di grandi cambiamenti e quindi che tutto questo era prevedibile, probabilmente, in una terra come la nostra. Però credo che da parte nostra ci sia la consapevolezza che questa partita, caro Presidente Talarico, ci appartiene, dobbiamo giocarla noi sul nostro coraggio, sulle nostre spalle, con la nostra forza, con la nostra coerenza abbiamo l’obbligo di andare avanti. Anche chi, come il Vicepresidente, non è un’eletta, quindi non è stata indicata dai cittadini, ma è stata scelta per le sue grandi qualità a sostenere questo cammino, proprio per rappresentare un momento ulteriore di garanzia di un percorso nuovo e diverso.

Ritengo che questi segnali tendano a destabilizzare, a creare un clima di difficoltà e di tensione, però andremo avanti con la stessa serenità, con maggiore “prudenza”, e credo che sia molto importante fare un’ulteriore considerazione, un’ulteriore riflessione.

In Calabria non abbiamo bisogno di professorini dell’antimafia, ma molto di più di gente che si stringa attorno a coloro che hanno il compito di governare, perché governare è difficile in questa terra.

Questa mattina ho salutato il sindaco di Sant’Agata d’Esaro, anche lui aggredito -più volte le macchine incendiate-, e non passa giorno che io non debba fare una dichiarazione, un telegramma di solidarietà, una telefonata per esprimere vicinanza ai tanti amministratori che vengono aggrediti dal crimine organizzato, per questioni inerenti la loro attività quasi sempre. Questo è un problema serio.

Credo che oggi noi dobbiamo porre, come classe dirigente, un problema molto serio in questa nostra Regione, che è quello di cominciare ad avere grande rispetto per chi ha il compito di governare la cosa pubblica e di cercare di cooperare e di lavorare in grande sintonia.

Questa mattina ho ribadito ad un centinaio di sindaci e amministratori, in un incontro che abbiamo tenuto con l’assessore Trematerra, un concetto importante: noi vi siamo vicini, abbiamo il compito di coinvolgere i territori, di destinare risorse, di creare sviluppo, di fornire azioni tese a produrre ricchezza e cambiamento; è chiaro ed evidente che, se lavoreremo insieme, saremo una grande squadra, costituiremo una grande stagione.

Allora ecco qual è la cosa importante: riuscire a lavorare tutti in sintonia per un unico grande obiettivo, che non è facile da raggiungere, ne siamo abbondantemente consapevoli, però ci vogliamo provare e credo che questi segnali che arrivano tendano soltanto a rallentare il nostro cammino.

Noi non possiamo arrestare la nostra marcia. Dobbiamo soltanto continuare a lavorare, dando risposte importanti ai calabresi.

Quindi, cara Vicepresidente, cara Antonella, andiamo avanti, lavoriamo ancora di più tutti insieme, perché queste provocazioni, queste minacce, queste strategie che vengono messe in campo non possono e non devono turbare l’andamento di questa nostra amministrazione.

Tutti quanti, ancora più uniti, in questa grande battaglia che ci appartiene, che è la nostra, per i nostri figli – l’abbiamo detto più volte – andiamo avanti per questa strada, con grande coraggio e con grande fermezza. Sono convinto che i risultati arriveranno. I segnali ci sono, contrastanti per alcuni aspetti, anche negativi, ma altrettanti positivi. La gente condivide le scelte di rottura e di discontinuità che stiamo realizzando, sulla base di una strategia politica, senza andare contro nulla e nessuno, ma per volontà di determinare un destino nuovo per questa terra.

Quindi, caro Presidente, le esprimo tanta vicinanza, così come alla Vicepresidente Stasi.

Noi tutti abbiamo questo grande compito da portare avanti. Sono convinto che, una volta superate queste resistenze e queste difficoltà, saremo in grado di dare ancora di più e prima le risposte che i cittadini si attendono, che sono il nostro vero grande obiettivo, l’idea di dare a questa terra una grande capacità di esprimersi, di essere protagonista, di risollevarsi e di guardare al futuro in maniera diversa, quindi lavorare tutti insieme per conseguire questo traguardo.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti. Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Intervengo anch’io, come già ho fatto anche sulla stampa, per esprimere la solidarietà al Presidente del Consiglio e - apprendiamo ora – anche alla Vicepresidente della Giunta.

Credo che questi atti non vadano nella direzione giusta. Dissento su una cosa che ha detto il Presidente della Giunta, nel senso che, purtroppo, questi atti non avvengono soltanto ora, Presidente Scopelliti, perché anche quando governavamo noi, assistevamo quotidianamente come Giunta regionale a questi atti contro amministratori locali, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, consiglieri regionali: il Presidente Talarico è stato oggetto anche nella scorsa legislatura di atti forse più eclatanti e più gravi.

E’ un problema generale, al di là di chi governa in questo caso, e noi dobbiamo lavorare tutti insieme, in particolar modo allo Stato, che ha la potestà legislativa e il potere. In passato abbiamo lavorato tutti insieme per realmente fare una politica contro la criminalità organizzata, per mettere in campo politiche diverse.

Purtroppo, ahimè, anche qui la Finanziaria nazionale non va in questa direzione, perché ci sono continui tagli alle forze dell’ordine ed alla magistratura, i cui organici sono molto risicati nella nostra regione. Bisognerebbe mettere più mezzi, più forze, per fare insieme questa battaglia, bisognerebbe scatenare una battaglia culturale nella nostra regione, sollecitare le forze migliori della Calabria a reagire a questi atti intimidatori, perché soltanto se lavoriamo insieme e mettiamo una prospettiva culturale nuova, possiamo realmente cambiare, altrimenti in quest’Aula faremo tanti di questi atti di solidarietà, ma non cambieremo di molto la situazione.

Dobbiamo chiedere al Governo nazionale, invece, di impegnarsi, come avviene molto spesso per casi secondari: il ministro Maroni è molto solerte, quando c’è qualche furto in qualche villa a nord-est, a Padova, a Reggio Emilia, a Trieste, nel mettere subito in campo operazioni e risorse, ma quando, invece, avvengono fatti gravi nella nostra terra, non c’è la stessa risposta.

Dovremmo lavorare per cambiare queste cose, per mettere in campo una legislazione antimafia che contrasti ancora di più i patrimoni della criminalità organizzata e, dal basso, costruire, insieme alla società civile, una nuova cultura che respinga la criminalità organizzata e che possa far cambiare realmente la nostra regione.

Se non muta questo stato di cose, la nostra regione non farà passi in avanti, né dal punto di vista economico né dal punto di vista sociale. Per questo credo sia importante trasformarsi in questo senso e fare un appello al Governo nazionale, realmente, per mettere al centro la lotta alla criminalità organizzata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Intervengo brevemente, intanto per confermare a lei i miei sentimenti personali di solidarietà e di vicinanza, ma anche a nome del gruppo del PD, e ribadisco che le minacce alla sua persona offendono questa Assemblea in tutti i suoi settori. Intendiamo esserle vicino, soprattutto sostenendo quelle iniziative che vanno in direzione dello sviluppo di questa regione, per aumentare gli spazi di libertà dei cittadini e migliorare la lotta dura ad ogni forma di crimine organizzato.

Certo, l’emergenza sicurezza di questa regione – e dicendo questo, faccio una critica a tutti i Governi nazionali che si sono succeduti durante la Repubblica – impedisce alla Calabria di poter porre in essere un sogno di sviluppo, nel momento in cui saprà essere capace di fare da sé. L’emergenza riguarda gli amministratori locali: questo è un aspetto che dobbiamo sollevare, perché tanti sindaci, tanti assessori provinciali sono limitati nella loro libertà di svolgere i compiti istituzionali, quindi dobbiamo porre questo problema con forza al Governo centrale.

Naturalmente, estendo la solidarietà anche al signor Vicepresidente con gli stessi sentimenti di vicinanza umana e democratica.

Mi permetterei di aggiungere, in questa occasione, che come massima istituzione democratica della Regione,  noi abbiamo un dovere, signor Presidente: porre un argine ad ogni forma di degenerazione, ma anche instaurare un clima democratico civile, nel senso che in questo Paese, soprattutto la seconda, la terza, la quarta Repubblica, ci hanno regalato il principio della demonizzazione dell’avversario. Forse qualcuno mi potrà dire: “Non c’entra questo discorso nel tema”. A mio avviso, quando l’avversario diventa nemico e viene demonizzato attraverso vari strumenti, è in quel momento che viene indicato come bersaglio.

Allora, dato che lei è un giovane che dà speranza per lo sviluppo di questa regione, mentre riconfermo solidarietà a lei, ma anche al Vicepresidente della Giunta, la pregherei di essere una vestale di questa correttezza istituzionale, che dalla Calabria parta questo messaggio di civiltà, che noi non siamo nemici, il Presidente Scopelliti non è mio nemico, il modesto Sandro Principe non è nemico del Presidente Scopelliti: siamo avversari. Questa è una palestra democratica e naturalmente, dicendo questo, non penso a politiche compromissorie. Voi siete maggioranza, farete le vostre proposte, avete il compito e il dovere di governare, noi saremo critici quando non condivideremo le cose, ma saremo anche costruttivi, sempre nel rispetto reciproco, perché questa sarebbe veramente una bella cosa che viene fuori da questa Calabria tanto bistrattata dai mass media.

Confido che il Presidente Talarico sarà rigoroso sotto questo profilo e sarà anche rigoroso in una verifica che  metta in campo iniziative legislative che, nei fatti, al di là delle buone intenzioni che possiamo avere tutti noi, siano veramente un argine ad ogni forma di sopraffazione, ad ogni forma di organizzazione non corretta rispetto ad una democrazia moderna ed avanzata.

Tante grazie ed affettuosa solidarietà a lei e al Vicepresidente Stasi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Ho chiesto la parola per rinnovare a lei, a nome del nostro gruppo, tutta la nostra solidarietà e vicinanza, estesa al Vicepresidente Antonella Stasi, che ha subìto un’analoga, oltraggiosa e vile intimidazione, per dire come questa Calabria, ormai, è diventata uno stillicidio giornaliero di atti intimidatori e vili che riguardano amministratori, giornalisti, magistrati.

La risposta che noi possiamo dare è alta e forte, di qualità politica, diventando un’istituzione che recuperi, o meglio, che guadagni spazi di partecipazione democratica e di efficienza e che dia veramente una grande risposta in termini di legalità e di trasparenza.

Sono convinto che l’Assemblea da lei guidata, l’intera istituzione saprà e avrà la capacità di distinguersi per tutti quei provvedimenti, in tutti i campi, che possano segnare una pagina nuova, dove la legalità, la trasparenza e la partecipazione siano un faro per l’intera istituzione e per la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Non tutti i cambiamenti sono positivi, è una voce media, infatti in latino era un termine medio che poi, tradotto in italiano, “cambiamento” ci siamo convinti che sia una cosa in sé positiva!

Signor Presidente, non intervengo tanto e solo per esprimere a lei e alla dottoressa Stasi, Vicepresidente della Giunta, solidarietà, perché questa non può non esserci e, comunque, chi è da più tempo in quest’Aula sa che, in qualche maniera, la vicenda degli eletti calabresi ha accompagnato, purtroppo con un’escalation, una vicenda politica calabrese.

Addirittura io ricordo, tra i giusti, c’è l’effige, la testa di Fortugno: la politica ha conosciuto ben altre violenze. Allora era Presidente della Repubblica Ciampi, che disse che questa terra doveva resistere, rivolgendosi non tanto e solo alle persone, ai soggetti attivi, ai giovani della Calabria, ma anche alla Calabria delle istituzioni.

Nella passata legislatura inventammo, maggioranza e minoranza, una convenzione dei doveri e dei diritti, facemmo anche un lavoro di supplenza rispetto a insufficienze che erano del livello nazionale. Oggi, in Calabria, ci sono più volanti che circolano, più comuni in cui funzionano telecamere. Erano funzioni ordinarie nazionali, sono diventato un modo di agire della Regione Calabria attraverso finanziamenti straordinari.

Qui, come esprimiamo la solidarietà? Se rafforziamo un patto, che non significa confusione dei ruoli, perché nelle vicende della democrazia si vota e c’è chi vince e ha la funzione di assolvere a compiti di governo e chi perde e ha funzioni di stimolo, di indicazione e comunque di controllo... Quindi, se rafforziamo un patto è qui che lo rafforziamo, e con questo rafforziamo la democrazia calabrese: se facciamo passaggi formali, se rendiamo più forte la rete delle leggi, se tutte le funzioni sono chiare e se nessuno rimane solo.

Come si rimane soli in democrazia, nelle istituzioni? Se le decisioni fondamentali le assume per legge chi le fa le leggi, le assume l’Aula. Noi abbiamo solo questo modo di aiutare, di fare il nostro dovere, di fare in modo che le leggi, rispetto alla “mala pianta”, diventino più efficaci e più forti, da un lato escludendo dalle risorse pubbliche coloro i quali praticano il malaffare, dall’altro facendo in modo che le virtù, l’onestà, il rigore, l’ingegno, la capacità di rischio vengano premiati.

So che è una battaglia di lunga lena e che, dall’oggi al domani, non cambierà molto e per questa via, oltre che ai governi - senza saccenteria lo dico ai colleghi - dovremmo stare più attenti alle nostre cose.

Avverto sui quotidiani nazionali – e questo è rilevante – una sorta di isolamento di questa terra che permane e l’isolamento, badate bene, non riguarda tanto e solo la critica per come agiscono alcune presenze in Calabria. Vedo, per esempio, una doppia campagna in questi giorni anche sui quotidiani che vanno per la maggioranza: in primo luogo, sulla quantità di 100 e lode che ci sono state nelle nostre scuole. Non lo so, non faccio il commissario d’esami, ma certo non stiamo parlando del 18 politico, non so se sono 99 o 100 e mezzo e, non è perché sono nato in questa città, avverto un atteggiamento che in sé è un po’ razzista.

Inoltre avverto una discussione, dal sapore stantio, sui Bronzi di Riace: sarà perché li abbiamo portati qui e sono venute più persone, nessuno si stanca delle tante meraviglie dell’arte, delle creazioni dell’ingegno umano, che ci sono in giro per i musei italiani. Chissà perché, gli unici che sembrano figli di nessuno sono le risorse, le ricchezze, i giacimenti presenti qui da noi!

Perché dico questo? Perché riusciremo a rafforzare un percorso positivo e ci esprimeremo con più efficacia, solidarietà e vicinanza, quando comprenderemo che queste cose sono di tutti e che la responsabilità è di tutti. Anche a questo Governo regionale, per il bene generale, auguro successo, ma i governi passano; la rete dei rapporti delle leggi che facciamo, del sostegno che diamo con fatica alla crescita della Calabria, questa in parte resta.

A questo patto io do il mio appoggio, non solo in ciò che è doveroso,  non solo nella vicinanza, solidarietà e sostegno, ma anche su un piano più profondo, che rende ciascuno di noi meno solo e meno debole, come ho detto al Presidente Talarico qualche anno fa. Allora lui non era Presidente, era il segretario dell'UDC della Calabria, era componente del Consiglio - come vedete, questo tipo di attacchi avviene sempre, al di là se uno governa o non governa - e il quesito era in quel momento in che modo fare rete attorno a noi, perché le nostre non diventino, malgrado la nostra volontà, frasi di circostanza, ma un modo di quel pezzo di Calabria che esiste e che non è piccolo, per resistere con più efficacia e dare un indirizzo.

Questo è il mio intervento, questo è l’augurio che vi faccio e mi faccio, questo è il lavoro che vorrei poter contribuire a fare, ma su questo la responsabilità del Presidente Talarico, del Presidente della Regione e della maggioranza è più grande della mia, quindi loro lancino questa sfida, per quanto mi riguarda io per uno ci sarò, assieme al collega Adamo.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, quindi concludiamo questo breve inizio dei lavori, che mi sembrava doveroso fare.

Proposta di legge n. 24/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio”

PRESIDENTE

Passiamo, quindi, al primo punto all’ordine del giorno: proposta di legge numero 24/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante – “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio”.

La relazione era già stata fatta dall’onorevole Dattolo nella  precedente seduta, poi c’era stata un’eccezione formale per la presentazione degli emendamenti, per cui possiamo passare agli emendamenti a questo progetto di legge, che sono abbastanza corposi.

Diamo la parola all’onorevole Principe. Le ricordo sempre il Regolamento che applicheremo anche per i tempi del suo intervento.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, nella precedente seduta, dopo la relazione dell’onorevole Dattolo, non siamo riusciti ad esprimere compiutamente il nostro pensiero, ma come gruppo del Partito democratico noi chiediamo a lei, al Presidente Scopelliti ed anche all’assessore Gentile un momento di riflessione su questa normativa, perché si tratta di una legge estremamente delicata.

Abbiamo fatto prima una discussione su come vorremmo, sia pure brevemente, la Calabria, ma francamente questo primo provvedimento che propone la Giunta Scopelliti non mi pare che sia coerente con i preannunciati buoni propositi di rinnovamento, di cambiamento e di presunta rottura con errori del passato.

Se venisse approvata questa legge che prevede un aumento generalizzato del 20 per cento della volumetria esistente, ritengo che tra qualche anno ci troveremo di fronte ad un’altra Calabria, onorevole Dattolo, perché il patrimonio edilizio della regione è già enorme e quella che viene proposta al Consiglio regionale è una legge che sconvolge la ratio di quello che era il provvedimento di carattere nazionale, tant’è che la gran parte delle Regioni si è regolata diversamente da come voi ci proponete di regolarci. La gran parte delle Regioni, intendendo questa legge come uno stimolo alla ripresa dell’attività edilizia, ha limitato gli aumenti volumetrici agli edifici che hanno una caratteristica unifamiliare o, al massimo, bifamiliare e comunque con una volumetria complessiva non superiore ai 1.000 metri cubi.

Cosa significa questo? Che nelle altre regioni, nella gran parte – ma questa era anche la ratio del Governo Berlusconi – avremo interventi che non superano i 200 metri cubi.

Nella passata legislatura – l’onorevole Dattolo non c’era – come ricordano i colleghi che sono ritornati insieme al modesto sottoscritto –, anche in modo più trionfale, devo dire –io ho già combattuto questa battaglia, tant’è vero che quando l’ex Presidente Loiero, nominato commissario ad acta, portò in quest’Aula – poi il Consiglio era stato già espropriato dei suoi poteri – il provvedimento, non solo era previsto l’aumento del 20 per cento soltanto per le unità abitative unifamiliari e bifamiliari, ma personalmente feci una battaglia perché non condividevo la DIA neppure per questi limitati aumenti.

Allora, per non farla troppo lunga, perché il tempo è tiranno, vi invito a riflettere su questo dato: se in Calabria ci sono ics milioni di metri cubi,  con questo provvedimento andremo ad autorizzare un 20 per cento in più di questi ics milioni, addirittura con una semplice DIA.

Questo è un atto, a mio avviso – lo dico con la più grande modestia e la più grande umiltà –altamente irresponsabile, perché noi siamo una regione con un alto grado di sismicità. Ma lo sappiamo che cos’è una DIA? Certo, mi si potrà dire: “Ma ci sarà un tecnico che sotto la sua responsabilità certifica che si può fare quell’ampliamento rispettando la legge sismica”. E alle pubbliche autorità basta questo?!

Ripeto, già  un aumento modesto di 200 metri cubi io ero contrario ad autorizzarlo con una semplice DIA, figuriamoci quando andiamo ad approvare un provvedimento che generalizza l’aumento del 20 per cento!

Pertanto inviterei sia il Presidente Talarico sia il Presidente Scopelliti ad essere coerenti con le dichiarazioni di volontà rinnovatrice espresse all’inizio di questa legislatura ed anche in campagna elettorale, e ad accogliere questo nostro modesto suggerimento di approfondimento. La mia proposta è che il provvedimento ritorni in Commissione, per darci la possibilità di discuterne meglio, di migliorarlo.

Inoltre questo scenario diventa ancora più raccapricciante nel momento in cui, assessore Trematerra, tutto si fa in deroga ai piani regolatori in maniera di distanze e di altezze: veramente ci troveremo di fronte ad iniziative obbrobriose, sotto il profilo sia urbanistico che architettonico.

Da quanto avete capito, con i nostri numeri, con i nostri limiti faremo al provvedimento una opposizione molto rigorosa: abbiamo presentato, al riguardo, numerosi emendamenti. Tuttavia, invitiamo la maggioranza, ed anche l’assessore all’urbanistica, a riflettere su queste cose, perché questo provvedimento incide enormemente sulla programmazione urbanistica dei nostri territori.

Guardate, questo Consiglio regionale, tra gli ultimi atti della vecchia legislatura, onorevole Dattolo, ha approvato una norma che, in materia di controllo antisismico, fa ritornare indietro la normativa. In pratica, abbiamo ripristinato il vecchio nulla-osta del Genio Civile. Come sapete, oggi è sufficiente il deposito dei calcoli; poiché il deposito non ha funzionato con i controlli a campione, abbiamo chiesto di ripristinare il vecchio nulla-osta preventivo, che oggi si chiama autorizzazione.

Questo significa che c’è una norma garantista di una classe dirigente che si rende conto che la quella sismica è una questione seria.

Per come avete impostato la legge,invece, si finisce con l’autorizzare il 20 per cento indiscriminato di aumento, senza un controllo preventivo del Genio Civile, perché si fa con una semplice DIA, in deroga alle norme di distanza e di altezza previste dai piani regolatori generali e, per di più, consentendo l’aumento del 35 per cento per i fabbricati da demolire. Così per i fabbricati che non sono solo come destinazione iniziale residenziali, ma anche fabbricati che hanno un’altra destinazione, se demoliti, vengono beneficiati dell’aumento del 35 per cento.

Assessore Gentile, per tutti questi motivi mi appello anche al suo carattere saggio e che riscuote la mia personale stima. Penso che su questo problema un momento di riflessione si imponga. Noi saremo costruttivi, nel momento di riflessione, e posso preannunciare che sarei anche disponibile, a nome del gruppo del PD, a consentire l’inizio dell’attività con una semplice DIA, purché limitiamo l’intervento al 20 per cento di unità immobiliari unifamiliari o bifamiliari con un massimo di volumetria di 1.000 metri cubi, anche se, personalmente, ero contrarissimo alla DIA anche per illimitati aumenti su fabbricati unifamiliari e bifamiliari.

Quindi insisto nella mia richiesta di ritornare in Commissione per esaminare meglio questo provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Giuseppe GIORDANO

Anch’io non nascondo, insieme al mio gruppo, Italia dei valori, la nostra grande preoccupazione per questo provvedimento che avrà un impatto notevole sul territorio calabrese, un territorio che non ha bisogno di un ulteriore carico urbanistico, che ha già un’eccedenza, un surplus di vani e di unità immobiliari.

Questo provvedimento va in una direzione opposta rispetto alla ratio stessa della legge, che era quella di favorire il riuso e la sostituzione di un patrimonio edilizio spesso obsoleto e inadeguato, anche sotto i profili della sismicità e del risparmio, tutto quello che dovrebbe essere oggi all’avanguardia, per una edilizia che dovrebbe rispettare i parametri del risparmio energetico.

Mi associo a quanto ha detto l’onorevole Principe rispetto alla necessità di ulteriori approfondimenti. L’Aula non può affrontare un articolato, tra l’altro con notevoli emendamenti;  anche il nostro gruppo ha cercato, in un’ottica di miglioramento di questa vostra proposta, di proporre ed offrire un quadro coerente di proposte che vanno proprio nella direzione di favorire queste caratteristiche del riuso, della sostituzione di un patrimonio edilizio, senza andare ad offrire la possibilità indiscriminata di creare delle volumetrie incontrollate.

Allora, se si va a favorire un’indiscriminata possibilità di utilizzare il 20 per cento di ampliamento, credo che ciò sia in controtendenza pure con le necessità del territorio calabrese, un territorio vulnerabile, dove c’è necessità di grande attenzione. Anche per questo abbiamo previsto una più approfondita funzione delle indagini geologiche e anche nei confronti del rispetto dei dettami del Piano di assetto idrogeologico.

Noi siamo per limitare gli interventi anche agli edifici unifamiliari e bifamiliari. Non condividiamo la possibilità, che avete voluto, di creare, addirittura, delle cubature per immobili che non hanno già una destinazione residenziale. Questo va ad incidere su ogni strategia di pianificazione. Su questo siamo nettamente contrari.

Concludendo chiedo a lei, Presidente facente funzioni, onorevole Nicolò, ed alla maggioranza tutta,  uno spunto di riflessione: credo che fare ritornare questo provvedimento in Commissione possa costituire un momento nel quale un confronto, una verifica possa approdare a un provvedimento con margini notevoli di miglioramento.

PRESIDENTE

E’ iscritto a parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Ho ascoltato gli interventi dei due colleghi con grande attenzione. Intanto, volevo dire che questa legge è stata approvata in Commissione dopo un ampio dibattito, ben seguita nei singoli articolati, nei singoli capitoli. E’ una legge che sicuramente può essere - per carità – migliorabile; tra l’altro so già che l’assessore Aiello e l’assessore Gentile hanno presentato un emendamento che, in parte, va nella direzione di cui parlava prima l’onorevole Principe, poiché è un tema che anche al centro-destra sta a cuore.

Credo, invece, che dobbiamo approvarla al più presto, Presidente, perché questa è una legge attesa dai calabresi, in quanto sicuramente porterà sviluppo alla nostra regione. Tutti sappiamo che, quando in Italia, in Calabria nel nostro caso, si mette in moto l’edilizia, si sviluppa anche di un indotto che è importante, indispensabile per la nostra regione.

Quindi, c’è tutta la nostra intenzione ad andare avanti in maniera spedita, ringraziando il Presidente Dattolo per il lavoro fatto dalla sua Commissione, un lavoro fatto bene. Ma siamo in Aula, ci sono tanti emendamenti e se, nel corso della discussione, c’è anche qualche emendamento del centro-sinistra che può essere migliorativo- perché no? -, credo che l’assessore Gentile e l’assessore Aiello non avranno niente in contrario ad accoglierlo.

Andiamo avanti con la discussione e con l’approvazione di questa legge, perché tra l’altro dopo di questa c’è anche l’assestamento di bilancio: un lavoro non indifferente e molto impegnativo in questa giornata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Penso, a differenza del collega Fedele, che questa non è una legge che tutti si attendono. Infatti, sui giornali alcuni ordini professionali importanti si sono espressi in maniera negativa nei confronti di questa proposta. Andiamo un po’ indietro con la memoria a quella che è stata la Calabria sette-otto mesi fa, sul dissesto idrogeologico, ed immaginiamola con una legge approvata in queste condizioni e con la possibilità di far crescere in volumetria a dismisura alcune aree all’interno dei nostri territori, andando  nella direzione anche di una speculazione edilizia!

Insieme ad altri colleghi abbiamo presentato emendamenti non per fare ostruzionismo, non è nostro costume, non è il nostro modo di fare. Occorre sentire anche alcuni organi, c’è la necessità e l’esigenza di migliorare.

Tutti siamo convinti che c’è bisogno di legiferare all’interno di questo consesso, infatti sul dimensionamento scolastico si è riusciti ad arrivare ad un’approvazione all’unanimità, perché si è sposata l’esigenza del territorio. Non penso che la nostra terra, oggi, abbia questa esigenza, non penso che questo sia un territorio dove si è costruito rispettando i parametri. Non lo voglio ricordare  a voi, soprattutto consiglieri di vecchia data, quello che è stato Maierato, non vi voglio ricordare quello che è stato, all’interno delle aree della provincia di Cosenza, le case che sono venute giù.

Ci vogliono alcuni accorgimenti che vadano a frenare quella non solo speculazione, ma quella condizione di pericolo che si è creata negli anni all’interno dei territori. Vengo da un paese che l’assessore Gentile conosce molto bene, dove c’è una frazione costruita tutta su territorio R4: immaginate dopo l’approvazione della legge all’interno di quel territorio!

Quindi non è ostruzionismo quello del centro-sinistra, stiamo cercando di sanare una situazione che in questo momento è in piedi e che va a creare una difficoltà, perché non penso che sia esigenza di tutti i calabresi e non è solamente – come dite voi – cercare di portare avanti un indotto, perché quando andremo a discutere il collegato dell’assestamento, vedrete che avete cassato un intervento che era di riqualificazione dei centri storici e anche un accollamento dei mutui da parte della Regione.

Se si vuole far ripartire l’economia, lo si fa anche in quelle condizioni.

E’ preoccupazione della Federazione della sinistra, se passa una legge impostata così. Sicuramente ci misureremo sugli emendamenti, con la speranza che il fine ultimo sia quello del bene reale di questa terra, non magari una spinta verso una speculazione edilizia che a tutti serve, tranne che ai cittadini calabresi!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Tallini. Ne ha facoltà.

Domenico TALLINI, assessore al personale

Colleghi, io credo sia doveroso un intervento per un contributo mirato alla chiarezza di quello che, in questo momento, questo Consiglio regionale sta per realizzare.

Chiarisco alcune cose: gli argomenti del centro-sinistra, utilizzati per impedire che questa legge regionale venga approvata, vengono conditi con aggettivi come cementificazione, speculazione, realizzazione del 300 per cento dell’attività edilizia esistente, con un’analisi politica e una superficialità – mi si consenta, con il rispetto per i colleghi della opposizione, soprattutto il collega Sandro Principe – che, onestamente, ci deve fare riflettere.

(Interruzione)

Le dirò per quale motivo dico queste cose.

Cominciamo a fare un po’ di chiarezza. Intanto, è evidente che sul piano politico il centro-sinistra è contrario e che fosse così, lo sapevamo già, perché in Italia le Regioni che subito hanno adottato leggi regionali in recepimento dell’indirizzo del Governo, della cosiddetta legge Berlusconi, sono state in gran parte le Regioni del centro-destra: per un fatto ideologico il centro-sinistra ha votato contro o ha cercato di fare l’ostruzionismo.

Seconda analisi: onorevole Principe, la legge non è una legge urbanistica, nazionale o regionale o nazionale che recepisce quella regionale, è un provvedimento che è stato adottato dallo Stato, dal Presidente del Consiglio dei ministri mirato allo sviluppo, all’occupazione e quindi è mirato allo sviluppo economico.

(Interruzione del consigliere Principe)

Mi faccia completare, perché le dirò delle cose che sicuramente le serviranno per avere una maggiore informazione.

Detto questo, in Calabria voi non siete stati in grado di adottare una legge regionale, perché c’erano le due anime, quella di Michelangelo Tripodi e quella di Incarnato, quella di Incarnato che aveva impostato una legge urbanistica sulla casa che era molto simile a quella che stiamo adottando oggi, quella di Michelangelo Tripodi che incarnava l’anima dei Verdi, di coloro che volevano a tutti i costi che in Calabria non si mettesse più un chiodo. Il risultato qual è stato? Che non avete realizzato nessuna legge sulla casa e vi siete limitati, attraverso una iniziativa del Presidente Loiero, che nel frattempo era stato nominato commissario, a chiedere al Governo un atto che è stato dichiarato illegittimo e anticostituzionale. Alla fine, vi siete distinti per il nulla!

Che cosa voglio dire? Onorevole Principe, lei sa che cos’è una DIA? Lei lo sa, oggi, che con le leggi esistenti con le Dia si costruiscono palazzi? Lei sa che in Italia, oggi, è in atto un processo di riforma delle leggi urbanistiche nazionali che prevede di cancellare il permesso a costruire, perché si vuole adeguare l’Italia alla normativa europea, che prevede che i liberi professionisti, domani, sulla scorta della perizia giurata fatta in tribunale, possano realizzare interventi edilizi conformi agli strumenti urbanistici, assumendosi in toto le proprie responsabilità?

Quindi l’ipotesi dell’indagine geologica, onorevole Principe, se l’ampliamento avviene dove è stato già realizzato un intervento edilizio, è inutile! Si tratta di un ampliamento. Addirittura non solo basterebbe la perizia, ma basterebbe utilizzare le precedenti perizie geologiche che sono servite alla costruzione dei fabbricati, perché stiamo parlando di ampliamenti, quindi siamo davanti ad ampliamenti di edilizia residenziale pubblica e privata che hanno avuto già delle licenze edilizie, erogate sulla scorta di documentazione che prevede staticità, e tutto quello che riguarda la normativa per avere una concessione edilizia.

Quindi sono tutte argomentazioni strumentali.

Quello che voglio dire, alla fine di questo ragionamento: ma lei lo sa che dovrebbe preoccuparsi, onorevole Principe, dell’abusivismo che c’è in Calabria?! Lei lo sa, perché conosce bene la realtà della Calabria e sa che moltissimi calabresi che si devono ampliare la casa ricorrono, spesso, all’abusivismo edilizio perché la normativa vigente non glielo consente, e i Comuni – diciamo così – non hanno strumenti per controllare. Però di questo il centro-sinistra non si preoccupa assolutamente, perché il fatto che ogni giorno, in ogni Comune, si possano registrare numerosissimi casi di abusivismo edilizio e nessuno interviene con i provvedimenti di legge, nessuno demolisce le case abusive realizzate in spregio a qualsiasi regola, tutto ciò non fa scandalo!

Credo – se mi consentite, per chiudere questa discussione – che oggi il centro-destra offre una grande opportunità alla Calabria e lo fa in un momento in cui ha avuto la possibilità di guardare l’effetto delle leggi adottate dalle altre Regioni e migliorarle, perché dovete sapere che, laddove le leggi sono state restrittive, non hanno funzionato.

Onorevole Principe, se fosse stata una cosa che si poteva fare con la legge urbanistica nazionale e quindi anche quella che si attua e si rispetta nei Comuni, chiaramente non avremmo utilizzato la parola deroga. Lei mi dice: “In deroga allo strumento urbanistico”. E’ chiaro che è in deroga, se no perché si fa un’altra legge! Per dire che, al di là di quelle che sono le norme previste dai Regolamenti edilizi, dalle leggi urbanistiche nazionali e dalle norme tecniche dei piani regolatori, questo strumento è in deroga, è una cosa in più che si dà ai cittadini per realizzare, per dare la possibilità di ampliare…

(Interruzione del consigliere Principe)

Scusi, io pensavo di dare dignità al suo intervento, ma se le dispiace e le dà fastidio, mi rivolgo all’Aula, perché  in effetti lei ha ragione, se reagisce così su una discussione così pacata, ho l’impressione di aver colto nel segno tutte le sue debolezze nell’intervento, che sono venute fuori, quindi le dà fastidio!

Chiudo questo mio intervento, dicendo che l’approvazione di questa legge significa – come ha ricordato il capogruppo del PDL, Fedele – lo sviluppo di una serie di attività, dagli artigiani a tutti coloro che forniscono materiale edilizio, l’unica attività fiorente che esiste in Calabria, che è l’attività edilizia e quindi ai lavoratori del settore edilizio e a tutto l’indotto collegato all’attività edilizia.

E dobbiamo augurarci che questa attività sia la più fiorente possibile, che la legge funzioni, che i cantieri si aprano, certamente nel rispetto di quelle che sono le norme e le regole che devono comunque essere osservate. Non a caso, la stessa legge prevede che i Comuni, ove volessero, possono organizzare degli uffici per esercitare controlli, per regolamentare tutto quello che vogliono.

Credo che questa sia un’ottima legge e mi costringe, malgrado qualcuno non la pensi così, a fare i complimenti alla Commissione che ci ha lavorato, tutta, dai componenti della maggioranza e a quelli dell'opposizione, e sono sicuro che di questo ci ringrazieranno la Calabria e i calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Domenico Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Grazie per gli auguri, assessore Tallini!

Non so se i calabresi ci ringrazieranno per questa legge, sicuramente le nuove generazioni dei calabresi, quelle che verranno fra trenta-quarant’anni, sono certo che avranno molto da ridire sull’atto che stiamo per discutere ed approvare.

Le argomentazioni addotte dall’assessore Tallini, che dobbiamo ringraziare per la franchezza e l’onestà, tradiscono lo spirito, soprattutto culturale, che sta alla base di questa legge.

Questa legge viene impropriamente definita legge sulla casa. In realtà, nelle intenzioni del Governo Berlusconi, riprese candidamente dall’assessore Tallini, si parla di un provvedimento che vuole ridare fiato all’economia nazionale, cioè l’edilizia, il cemento o come volete si voglia dire, nella maniera più gentile e innocua possibile, non viene vista come un fattore di regolazione di sviluppo, ma come uno strumento, un motore, un acceleratore dell’economia nazionale.

Personalmente, ho dubbi anche su questo: non si rilancia l’economia, concedendo ai Comuni, ai privati, alle Regioni di distribuire ulteriormente cemento sulle nostre coste, sulle nostre montagne, sulle nostre città, soprattutto in una regione come la nostra.

Presidente Scopelliti, poiché lei spesso ha fatto appello al buonsenso dei calabresi per porre fine alla speculazione edilizia e alle brutture sulle nostre coste e sulle nostre montagne, vorrei chiederle: la Calabria ha davvero bisogno di una legge come questa? Davvero questa legge risponde, come è scritto nella premessa dello stesso testo di legge, ai bisogni abitativi delle famiglie in difficoltà? Io ritengo, modestamente, di no.

Credo che questa regione – e abbiamo dati certi da questo punto di vista – abbia milioni di vani in più rispetto alle esigenze abitative e che, in questi ultimi trent’anni, si sia costruito molto di più che in duemila anni di storia. Questa è una regione saccheggiata dall’abusivismo edilizio, dall’edilizia senza regole, da un’edilizia brutta, fatta di alluminio anodizzato, di vani e strutture incomplete, di un’edilizia che ha deturpato il nostro paesaggio e che ha seriamente compromesso anche le dinamiche economiche, soprattutto quelle legate al turismo.

Vorrei chiedere al Presidente Scopelliti, ma anche agli assessori che hanno lavorato all’assestamento al bilancio, poiché c’è una posta in bilancio che incrementa, ad esempio, le politiche turistiche nella nostra regione: ma davvero pensate che questa legge, quella che stiamo discutendo, sia estranea a quel provvedimento, apprezzabile nelle intenzioni dei proponenti? Davvero pensiamo che il turismo sia fatto solo di mare e non c’entri nulla il paesaggio? Davvero pensate che il paesaggio non sia un fattore di attrazione e quindi di incremento della domanda turistica in Calabria come in altre regioni?

Inquadro questo provvedimento, assessore Tallini, in uno specifico contesto. Ritengo, appunto, che la Calabria ha bisogno, invece, di ulteriori vincoli, di ulteriori limiti all’edificazione, ha certamente bisogno di riuso – come diceva il collega Giordano – di riqualificazione, però ha bisogno di maggiori regole che possano porre fine alla pervasione del cemento in tutte le sue versioni.

C’è uno studio recente che ha diffuso il ministero per l’ambiente e ci parla di una continua e progressiva invasione del cemento nel nostro Paese, al punto da compromettere l’essenza stessa del paesaggio.

Perciò questa sera noi non dobbiamo avere alcun pudore e parlare, più che di legge per la casa, di un condono regionale mascherato, che dà la possibilità a tutti, indiscriminatamente di ampliare del 20 per cento la propria abitazione, al di là dell’altezza e delle distanze - perché qui c’è una deroga lampante che viola gli strumenti urbanistici più essenziali, più elementari – e dà la possibilità soprattutto di attuare una norma che io oserei definire indecente, che è l’incremento del 35 per cento in più anche per i manufatti che non hanno una destinazione residenziale.

Voglio spiegarmi meglio, per chi ha avuto modo di leggere solo in maniera superficiale la legge.

Prendete, ad esempio, un manufatto di tipo industriale, di tipo commerciale, di tipo agricolo in qualsiasi zona, di città, di campagna, di periferia: questo manufatto può essere trasformato in residenziale con l’aggiunta del 35 per cento e la legge dice che l’unico obbligo che ha colui il quale trasforma questo manufatto, questo fabbricato, come dirsi voglia, è che la destinazione finale sia al 70 per cento residenziale.

Quindi non parliamo più del 20 per cento e del fabbricato unifamiliare o bifamiliare, ma parliamo di un fabbricato di vaste dimensioni che può essere tranquillamente trasformato ed ottenere un incremento del 35 per cento della volumetria.

Mi chiedo, assessore Tallini – lo dico in maniera franca – questo non va ad incidere anche sui parametri urbanistici dei comparti, dei singoli strumenti urbanistici comunali? Non va ad incrementare le unità non solo abitative, ma anche dei residenti in quella determinata area, stravolgendone l’assetto? E’ una domanda che non trova, però, una risposta in questa legge, ecco perché essere rivista e in maniera seria e va – credo - valutata con maggiore obiettività e serenità.

La questione delle distanze, come giustamente denunciava l’onorevole Principe - al quale tutto si può imputare, tranne che non abbia competenza in materia urbanistica - è un’altra affermazione grave; cioè, uno può realizzare in altezza, ma anche in aggiunta, ulteriori volumi senza tener conto che, a breve distanza, anche quella prevista spesso negli strumenti urbanistici comunali, ci siano altre abitazioni, altri fabbricati.

Noi stiamo derogando a un principio fondamentale, ecco quello che stiamo per approvare: non un incremento dell’economia regionale, non un vantaggio per le famiglie bisognose, per la domanda di edilizia sociale, ma stiamo incrementando in maniera ulteriore e indiscriminata, direi selvaggia, l’aggiunta di cemento nei nostri comuni e nelle nostre città.

Ritengo che dobbiamo, quindi, rivedere questo testo, ed integrarlo con suggerimenti, alcuni dei quali ci provengono anche dal mondo delle professioni, ad esempio quello dei geologi, i quali giustamente, anche alla luce di tanti disastri che hanno interessato la nostra regione, chiedono che venga introdotta la certificazione geologica per ogni intervento edilizio che si andrà a realizzare; che venga in alcuni casi, magari quelli più estremi, eliminata la denuncia di inizio attività, per sostituirla con il permesso a costruire; che venga abolita la deroga per quanto riguarda le distanze.

Qualcuno faceva riferimento al testo del centro-sinistra. Questo testo è stato presentato nell’ultima fase della precedente legislatura, ma devo dire che questo Consiglio sta facendo di peggio rispetto a quel testo, che già era abbastanza permissivo e a maglie larghe, fino a far sorridere le imprese che non amano regole, i costruttori che non amano le regole e i vincoli, che sono insofferenti verso l’ambiente e verso una nuova civiltà dell’abitare e del costruire.

Assessore Tallini, non credo che noi dobbiamo, in questa sede, pensare a questa legge come ad uno strumento per il rilancio dell’economia, perché questa legge fra dieci, quindici, venti anni, sarà stata una vera iattura per l’economia calabrese, al di là delle dichiarazioni,

(Interruzione)

Il guaio è che gli interventi edilizi non durano due anni: un intervento edilizio durerà secoli, decenni, centinaia di anni, che nessuno potrà mai cancellare e, se da un lato – come dice il Presidente Scopelliti – si punta sulle bellezze naturali e sul turismo, dall’altro, contraddicendo quelle affermazioni condivise e apprezzabili, si punta invece a far passare leggi come questa.

Ritengo, invece, che bisogna tornare ai vincoli, ad una regolamentazione più restrittiva e ritengo che in questo modo si incoraggia la speculazione, la cultura dell’edilizia selvaggia, si pone fine a qualsiasi iniziativa regolamentatrice di tipo urbanistico.

Diceva l’assessore Tallini che i troppi vincoli e le troppe regole agevolano l’abuso. Non è così, spesso chi commette l’abuso è colui il quale non vuole pagare gli oneri di urbanizzazione, colui il quale non rispetta le regole e non ha rispetto per l’ambiente e per il futuro.

Per queste ragioni noi riteniamo che bisogna opporsi in maniera ferma e intransigente a questo testo, che non fa certamente onore  e non produrrà alcun vantaggio per la Calabria e per i calabresi.

PRESIDENTE

Pregherei i consiglieri di mantenere gli interventi nei 10 minuti, così come è previsto per la discussione generale dall’articolo 54 del Regolamento.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Dattolo. Ne ha facoltà.

Alfonso DATTOLO, relatore

Signor Presidente, colleghi, ho ascoltato con molta attenzione così come si conviene per un provvedimento così importante, con la stessa - penso - serietà con cui anche la Commissione ha condotto questi lavori, con grande serenità, devo dire, e vorrei illustrare il resoconto di alcune votazioni per le quali c’è stata l’unanimità sia di maggioranza che di minoranza anche nella complessità degli articoli.

Avrei gradito che in quella sede ci fossero state delle proposte, perché la Commissione intera e la parte tecnica della Commissione - c’è la possibilità anche di affidarsi ai consulenti- ha deciso di dare una spiegazione al mancato accoglimento o all’accoglimento di alcuni emendamenti, perché se lo spirito è quello che diceva l’onorevole Principe in fase di preambolo, per ciò che atteneva alle minacce giunte al Presidente del Consiglio e al Vicepresidente della Giunta, ritengo che quest’Aula debba assolvere al suo ruolo di legiferazione.

E non è sicuramente da addebitare al mio arrivo in questo consesso in punta di piedi e con molta umiltà – sono uno degli ultimi arrivati –, se questo provvedimento non ha visto la luce prima rispetto alle Regioni del centro-sinistra – e poi mi preoccuperò di dare questa copia all’onorevole Talarico, visti i suoi trascorsi di assessore all’urbanistica, e all’onorevole Principe, visti i suoi trascorsi di sindaco di Rende –. Purtroppo, pur con tutti i limiti, le posso dire che la Calabria non è Rende dal punto di vista urbanistico, glielo volevo anticipare. Ma mi permetterò, onorevole Talarico, di significarle i tempi di approvazione di queste che sono Regioni amministrate dal centro-sinistra e anche le volumetrie accordate, che in alcuni casi sono superiori.

Bastava leggere oggi un quotidiano, che esprimeva molto tranquillamente alcuni aspetti legati alla possibilità di aumento volumetrico. Le ripeto, forse dobbiamo chiedere scusa ai calabresi perché stiamo approvando un testo riduttivo rispetto a tante altre Regioni, che hanno allargato l’uso e l’aumento volumetrico non ad ambienti che non riguardano soltanto la casa, ma anche alle attività commerciali e quelle ricettive. Avrei voluto che qualcuno di voi notasse  questo, perché lo scopo di questa legge non è soltanto la premialità della volumetria, ma anche la riqualificazione, onorevole Talarico, ed è strano che lei lo abbia argomentato…

Le chiedo scusa, le posso garantire che è il mio tono, non c’è niente di personale, non è nel mio stile comunque rivolgermi direttamente, perché nutro grandissimo rispetto nei confronti dei colleghi consiglieri, ci mancherebbe altro.

Volevo far notare  che la Calabria, così come dice il giornale, non ha previsto limite di volumi, che c’è un emendamento anche a firma dei due assessori, Aiello e Gentile, che prevedono questa cosa. Ma, andando a fare i conti, 1.000 metri cubi sono 330 e rotti metri quadri e il 20 per cento di 330 metri quadri sono 66 metri, rispetto ai 60, e li ringrazio perché, diamo la possibilità, mettendo il tetto volumetrico,di aumentare anche  più del previsto.

Queste sono logiche di numeri che attengono questo aspetto, perché – ripeto – questa amministrazione, questa maggioranza ha avuto la possibilità di approvarsi una legge. Lo avrebbe dovuto fare nell’interesse dei calabresi in uno dei momenti più difficili, altro che cercare un continuo rinvio! Perché io ricordo che questo testo è stato licenziato il 20 luglio dalla Commissione, e li ringrazio uno per uno, i quattro consiglieri di minoranza e i cinque  di maggioranza che, insieme al sottoscritto, compongono questa Commissione, perché abbiamo lavorato con grande determinazione – e il mio ringraziamento era già stato fatto in tempi di relazione – e con grande spirito di volontà di collaborare.

E se l’onorevole Bova, che per me rimane un esempio di esperienza politica, non avesse tirato fuori quell’artificio – ci mancherebbe altro – del Regolamento che prevedeva che il testo doveva essere a disposizione 24 ore prima, non ci sarebbe stato più nulla, tranne gli emendamenti presentati dall’onorevole Principe, perché li avevamo discussi ampiamente in Commissione. Questa è una verità, perché se fosse stato per i tempi in cui la Commissione ha licenziato il testo, 20 luglio, il 23 doveva essere discusso tranquillamente e non ci sarebbe stato nulla da ridire, assolutamente.

Capisco questo tentativo di prendere ulteriormente tempo, e dovete dirlo chiaro ai calabresi: non si può dire che si tratta di un condono, non è così, perché si mortificano anche le intelligenze di coloro i quali aspettano. Io ricevo tante mail al giorno in cui mi chiedono: “Ma come mai l’unica Regione che non ha approvato il Piano casa, da un anno e mezzo, è la Calabria!”. Mi sarei chiesto più questo, per senso di responsabilità, piuttosto che parlare di una speculazione politica in atto.

Ma di che cosa stiamo discutendo?! Ma quale condono, quando è espressamente previsto chi ha la possibilità di accedervi! O vogliamo dire che i condoni in sanatoria non sono, a tutti gli effetti, un procedimento che va a compimento, in quanto è il Comune che concede la licenza di sanatoria?! O non è una licenza a tutti gli effetti?! O vogliamo dire perché abbiamo dovuto prorogare ancora di tanti mesi l’approvazione dei Piani strutturali comunali, dando la possibilità ai Comuni, invece, di individuare le aree in 60 giorni?! Non pensate che la cosiddetta “rottamazione” risponda al principio, magari, di distruggere qualche mostro di costruzioni che ci sono in atto, che giacciono in tutte le parti della Calabria, per dare la possibilità, con l’aumento volumetrico, di ampliare?

La casa, cari amici del centro-sinistra, in Italia è l’unico strumento di proprietà, circa l’83 per cento degli italiani è proprietario di una casa, e non ci sono speculazioni in questo.

Così come la possibilità di estendere ai condomini: ma vi risulta che chi abita nei condomini sia uno che si è arricchito o che ha la possibilità veramente di non avere l’aumento volumetrico del 20 per cento perché deve rispettare comunque il Codice civile?! Ma di che cosa vogliamo parlare?! Quali sono queste cose?

Si  parla tanto di rischio idrogeologico: ma perché, non è attivo il Pai? Non ci sono le limitazioni di carattere generale? Forse che quando si costruisce, non si fa riferimento al decreto ministeriale del 2008 sulle indagini sismiche? Ma davvero?!

Mi sorge il dubbio: c’è un tentativo di non voler a tutti i costi approvare questa legge, così come state facendo da un anno e tre mesi, o volete veramente dare un contributo in termini di proposta di miglioramento a questo esercizio?

Non mi risulta tutta questa grande determinazione od ostracismo da parte degli ordini professionali, questo non ve lo consento, perché c’è stata una riunione apposita negli ordini ed io ho il resoconto di coloro i quali sono intervenuti. Potrei fare i nomi e cognomi, ma posso allegarli perché è una stesura  stenografica che è stata fatta martedì 13 luglio 2010.

Dove sono questi vincoli? La lega Coop  era d’accordo, l’Ance (che aveva parlato con l’assessore) era d’accordo, come l’ordine degli ingegneri e l’ordine degli architetti, che ha apportato alcuni suggerimenti che noi abbiamo accolto, di cui ci siamo fatti carico.  Lo ricordo all’onorevole Scalzo, il cui emendamento è stato totalmente adottato dalla Commissione, una Commissione che non ha guardato in faccia nessuno, nel senso che anche emendamenti della maggioranza sono stati bocciati.

Questo significa correttezza dal punto di vista istituzionale. Significa non andare verso una normativa larga che possa, in qualche misura, pregiudicare, perché stiamo anche attendendo che ci sia un responso di regolarità di questa legge. Nessuno di noi ha l’interesse di farsi bocciare questa legge; dovete metterlo in chiaro: non c’è nessun condono, non c’è nessuna colata di cemento!

Io mi auguro che quegli interventi in deroga agli strumenti urbanistici possano vedere la luce, perché significherà veramente dotare la Calabria di una nuova stagione, perché – ripeto – stiamo parlando di volumetrie minime, non di speculazioni, quelle che ci sono state in quarant’anni: quelle, forse, sono ormai irrecuperabili.

In tutto ciò il potere dei Comuni - perché questo bisogna dirlo, cari amici e colleghi – è fondamentale, quindi hanno loro la palla in mano e se dalla DIA si passa alla SCIA, ricordo che questo strumento di semplificazione non è che non ha un tempo prestabilito.

Allora, colleghi del centro-sinistra – lo dico con la stessa onestà intellettuale con cui ho lavorato in questi giorni in Commissione –, non avrei avuto nessuna preclusione nei confronti delle vostre proposte e, purtroppo, questa pioggia di emendamenti arrivata il 30 luglio  e il 2 agosto non mi ha consentito neanche di dare una risposta o una spiegazione tecnica a quelle che erano le vostre richieste, perché non si può confondere l’edilizia residenziale con quella sociale, così come era stato avanzato da qualcuno. Né tantomeno si possono proporre delle situazioni che, in qualche misura, vadano ad intaccare il tessuto e lo spirito di questa legge. Qui ci sono copie dei piani casa delle altre Regioni, di cui mi preme sottolineare i tempi di approvazione: Umbria  - 26 giugno 2009, Liguria- 3 novembre 2009 (sono Regioni che il centro-sinistra amministra), Emilia Romagna -6 luglio 2009, Toscana -8 maggio 2009, con volumetrie ampiamente superiori a quella della Calabria.

Allora, cari amici, lo spirito di collaborazione, di cui parlava anche l’onorevole Principe all’inizio, l’onorevole De Gaetano, ci deve animare…

PRESIDENTE

Onorevole Dattolo, la prego di concludere, ha già esaurito il tempo a sua disposizione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Sono otto minuti che sto parlando, quindi avrei diritto a due minuti, visto che siamo in fase di discussione. Non voglio usurpare assolutamente.

I calabresi l’aspettano questo provvedimento, che non può non uscire questa sera nella sua interezza. Poi, chiaramente, se fra trenta o quarant’anni i risvolti saranno quelli che dice l’onorevole Talarico, non avremo sicuramente danneggiato più di tanto quello che è un tessuto economico ed urbanistico già dilaniato.

Volevo solo finire con due considerazioni.

Ho chiesto un impegno politico alla Giunta e agli assessori, all’assessore Gentile, per stabilire gli indici di prestazione energetica con apposito regolamento entro 90 giorni, e all’assessore Aiello le linee-guida per gli adeguamenti stilistici ed architettonici. Noi così renderemo piena questa legge, e ringrazio gli assessori per la collaborazione.

Questa è la sfida che attende questo Consiglio regionale, non questa legge che già arriva con un anno e mezzo di ritardo e sta vedendo già svanire gli effetti di un’economia disastrosa in Calabria. Non è questo il problema, piuttosto dobbiamo dare ai calabresi la possibilità di marciare con linee-guida ben definite nelle quali il Consiglio deve essere sovrano.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guccione.

Carlo GUCCIONE

Credo che il provvedimento all’attenzione dell’Aula sia importante, che può e inciderà in modo – ritengo – negativo sullo sviluppo urbanistico di molti comuni della nostra regione.

Ha ragione l’assessore Tallini perché lui ha sollevato una questione che è politicamente rilevante, delle contraddizioni che hanno contrassegnato la passata legislatura a guida del centro-sinistra- ma io non voglio entrarci in queste questioni -, in particolare sulla questione della casa e credo che anche questo sia stato un motivo del perché i calabresi hanno punito il centro-sinistra e il Presidente Agazio Loiero. Ritengo che noi dobbiamo attenerci ai fatti: i fatti che ci dicono? Che il provvedimento uscito fuori dalla quarta Commissione consiliare, che riguarda il miglioramento delle politiche abitative, è tra i più permissivi che sono stati licenziati dalle Regioni d’Italia; un provvedimento, quello calabrese, che inserisce una vera e propria deregulation sul terreno urbanistico e della casa.

Nella nostra regione, ad oggi, sono stati edificati 2.669.560 ettari, pari al 26 per cento del territorio calabrese. La Calabria è la seconda in assoluto in Italia, quindi questo indice la dice lunga su quello che potrà avvenire, una deregulation urbanistica che troverà quasi tutti i Comuni calabresi inermi rispetto ai compiti di controllo che loro possono mettere in campo nei 60 giorni che prescrive la legge.

Ci troviamo di fronte a un provvedimento che aggraverà, invece di migliorare, la qualità abitativa nella nostra regione e che non sarà – ecco lo spirito della legge nazionale – una panacea per risolvere i problemi dei piccoli proprietari e delle piccole imprese. Di questa legge ne approfitterà solo qualcuno, qualche grande impresa o speculatore di questa nostra regione.

Attenzione, quindi, perché noi operiamo in un’area, in un territorio in cui il problema del dissesto idrogeologico è stato segnato anche in vite umane. Tanti  Comuni sono, oggi, alle prese con frane, smottamenti. L’anno scorso, circa 1 miliardo di euro di danni sono stati perpetrati al territorio calabrese dalle piogge, dalle alluvioni, fatti emblematici che hanno visto intere montagne sbriciolarsi, che ci hanno fatto assurgere a una vicenda nazionale come la più drammatica.

Credo che noi dobbiamo, da questo punto di vista, essere rigorosi, introdurre elementi che vincolino l’edificabilità a studi approfonditi sotto il profilo geologico in quelle aree in cui si va ad intervenire. Dobbiamo essere rigorosi, poco permissivi nelle aree che possono essere a rischio idrogeologico e, da questo punto di vista,  ritengo fondamentale che questo Consiglio regionale vada a modificare in alcuni punti la legge, per renderla più vincolante a questi studi.

Ho apprezzato l’emendamento sottoposto in questi minuti dall’assessore Aiello e dall’assessore Gentile, perché lì si coglie un tentativo di poter andare nella direzione di correggere, di programmare l’intervento urbanistico. Credo che ci sia bisogno di ulteriori tentativi, di un’apertura della maggioranza che vada in questa direzione e ritengo che questo Consiglio regionale potrebbe licenziare uno strumento utile ai calabresi, alle famiglie calabresi e a quelle centinaia di migliaia di imprenditori che aspettano, nella crisi attuale, di poter compiere una loro capacità di intervenire sul territorio calabrese.

Dobbiamo essere attenti e lo faremo. Abbiamo presentato numerosi emendamenti  che vanno in questa direzione, non c’è nessuna volontà di boicottare questo intervento, non c’è dal punto di vista pregiudiziale e ideologico, ma solo un tentativo di voler licenziare un testo che sia veramente in grado di dare una risposta chiara, forte a coloro i quali aspettano, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista abitativo, una risposta efficiente e correttiva rispetto a quello di cui abbiamo bisogno nella nostra regione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole De Masi.

Emilio DE MASI

Dopo gli interventi, in verità esaurienti e capaci di esprimere quello che è il comune sentimento del gruppo su questa legge, il mio è relativamente superfluo, ma ho deciso di farlo ugualmente, anche alla luce dell’intervento del mio amico e collega Dattolo, nelle cui espressioni, piene di foga - che è abituale nel suo carattere entusiasta - mi è parso di cogliere, però, una sua sorta di assimilazione a una ideologia che è estranea alla sua formazione, tale che ogni eventuale contrarietà, ad una misura concepita dalla maggioranza, deve necessariamente essere strumentale o fondata su un preconcetto ideologico.

Vorrei dire che l’ambientalismo, che è un termine al quale, in qualche caso, si fa ricorso in forma dispregiativa, e in altri nel rispetto della sua nobile accezione, non è detto che sia un sussulto ideologico e basta: dipende dalle applicazioni pratiche politiche che se ne fa. L’ambientalismo è anche, se non soprattutto, un valore politico, per molti versi riconducibile a quella tradizione che in passato ci ha accomunato, perché, non vorrei apparire pretenzioso, ma qualche grande Papa ha affermato che il più grande peccato che l’uomo possa commettere è esattamente la violazione dell’ordine armonico del creato. E qui può sembrare una sorta di metafora azzardata, ma in realtà ci sono tutti gli ingredienti potenzialmente nocivi per l’ambiente, che sono stati efficacemente rappresentati da Giordano e poi da Mimmo Talarico.

Vedete, mi ero affannato nella ricerca di qualche dato tecnico, su quello che può essere il rapporto tra abitanti e insediamenti abitativi. Mi ha agevolato il compito un articolo di ieri o forse di questa mattina, che recito in quanto lo stesso si avvaleva di un riferimento rigoroso delle fonti, e pare che in Calabria – quindi hai ragione, caro Mimmo – ci sia un rapporto tra numero di abitanti e insediamenti edilizi che è tra i primi al mondo, considerato il fatto che qui i residenti veri, gli abitanti autentici sono molto meno di 2 milioni e penso, secondo alcuni dati statistici,  che questo dato comprende anche gli immigrati.

Le case sfitte sono innumerevoli,  è sotto l’impatto visivo di ognuno di noi: basta percorrere le coste oppure avventurarsi lungo i pendii pedemontani che caratterizzano l’orografia bella e complessa della Calabria, per imbattersi in una visione che disturba, una serie e una sequela ininterrotta di abitazioni incomplete, un grigiore incredibile. E il turismo è fondato anche sulla capacità attrattiva delle modalità attraverso le quali si dispiega una politica residenziale ed abitativa; in questo senso già c’è un danno che non è difficile ipotizzare, esattamente nello spirito indiscriminato e, per molti versi, irresponsabile di questa legge.

Certo, c’è anche una parte della stessa legge che attiene alla riqualificazione. Tu sai, caro collega Dattolo, che da molti anni il dibattito che potrei definire di filosofia ingegneristica, è caratterizzato in qualche modo da questo dualismo interminabile tra espansione e riqualificazione, tra  chi sostiene l’espansione, che - guarda caso – è primariamente quell’ambiente che si qualifica come imprenditoriale, e invece chi, invece, sostiene la riqualificazione come strumento operativo, attraverso il quale si assicura l’indotto economico della società, risparmiando il territorio che non è inesauribile, perché è terminabile come dimensione.

Allora questo è quel dualismo filosofico e culturale rispetto al quale sarebbe stato conveniente e responsabilmente politico ricondurre l’ispirazione per concepire questa legge. E se si fosse trattato davvero di privilegiare questa che io definisco artificiosamente la seconda parte della legge, entusiasticamente – e credo con me tutto il gruppo – avrei aderito a sostenere una misura che, in realtà, davvero procedeva verso i dettami della modernità, che tentano di tutelare l’ambiente. Invece così non è.

Sono abituato a pensare che la politica è la dimensione che bada al futuro, anche se non è questa politica che prevale.

Oggi si sta affermando quella che adesso sto per declinare: siamo in presenza del più gretto pragmatismo, ove per tale si intende una sorta di foga, attraverso la quale si giunge comunque ad assicurare qualche briciola ad un popolo bisognoso e disperato, come quello calabrese, anche se poi il futuro è devastato esattamente da questa sorta di atteggiamento elemosiniero, così come in questa legge avviene.

Sono abituato ad appassionarmi alla politica, che è caratterizzata dall’etica della responsabilità, e la prima delle responsabilità che deve attraversarla, qualificarla, connotarla è quella verso le generazioni che verranno, verso il futuro. La politica vera, quella che io immagino, che vorrei si affermasse anche in quest’Aula, deve guardare al futuro, deve scrutare le sue negatività e rimuoverle, avere l’ambizione di costruirne uno davvero all’altezza delle sfide epocali e soprattutto delle ambizioni umane, che restano intatte anche per i calabresi, che dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri abitanti d’Italia e del resto del mondo. Così non è.

E’ davvero una bruttissima pagina quella che vi apprestate ad approvare, è davvero con risolutezza che noi prendiamo le distanze da questa.

PRESIDENTE

Esauritasi la fase del dibattito generale, sottopongo all’Aula l’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

All’articolo 3 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Giordano, protocollo 9188: “All'art. 3, la lettera a) viene sostituita dalla seguente: “per edifici residenziali si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale, nonché gli edifici in aree rurali esclusivamente ricadenti in area a destinazione agricola, ad uso abitativo, che non hanno usufruito di sanatorie o condoni a qualsiasi titolo, fermo restando per gli edifici rurali il mantenimento della medesima tipologia edilizia”.

Ha facoltà di illustrarlo.

Giuseppe GIORDANO

L’emendamento all’articolo 3, lettera a) è per chiarire cosa si intende per edifici residenziali; oltre agli edifici con destinazione residenziale, si intende limitare gli edifici che sono ricadenti in area rurale a destinazione agricola, ad uso abitativo, che non hanno comunque usufruito di sanatorie e condoni, quindi escludere da questo beneficio tutti gli immobili che già hanno avuto la premialità di una sanatoria o un condono edilizio, fermo restando il mantenimento della tipologia edilizia rurale. Questo per consentire a tutti quegli immobili che hanno un’epoca di costruzione precedente agli strumenti urbanistici e che comunque fanno parte di aziende, sono immobili funzionali strutturalmente ad aziende agricole , di mantenere questo vincolo tipologico.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Parere negativo perché l’articolo specifica bene in quali ambiti si può applicare la legge e soprattutto la percentuale del 70 per cento penso che sia congrua ai fini abitativi.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9188.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 9118 a firma Guccione, Franchino, Aiello Ferdinando, Censore: “L'art. 3, comma 1, lettere a) e b), viene modificato nel seguente modo:

“1. Ai fini della applicazione della presente legge si danno le seguenti definizioni:

a) per edifici residenziali si intendono gli edifici con destinazione d'uso residenziale prevalente, nonché gli edifici in aree rurali ad uso abitativo necessari alle esigenze dell'imprenditore agricolo, a quelle dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nell'attività agricola; la prevalenza dell'uso residenziale è determinata nella misura minima del 70% dell'utilizzo dell'intero edificio;

b) per volumetria esistente si intende la somma dei volumi vuoto per pieno collocati esclusivamente o prevalentemente fuori terra. Nel computo di detto volume, sono compresi i vani ascensore, le scale, restandone esclusi i volumi tecnici e quelli condominali o di uso pubblico (androni, porticati, ecc.)”.

La parola all’onorevole Aiello.

Ferdinando AIELLO

Con questo emendamento si chiede la modifica dell’articolo 3, comma 1, alle lettere a) e b): per quanto riguarda la lettera a), è simile a quello che ha introdotto poco fa il collega Giordano, riferito agli imprenditori agricoli e a quelli dei familiari coadiuvanti o degli addetti a tempo indeterminato impegnati nell'attività agricola; invece, per quanto riguarda la lettera b),  per volumetria noi chiediamo che sia inserita questa parte, quella esistente, la somma dei volumi vuoto per pieno collocati esclusivamente o permanentemente fuori terra e nel computo di detto volume sono compresi i vani ascensore, le scale, restandone esclusi i volumi tecnici e quelli condominali o di uso pubblico (androni, porticati, eccetera).

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9118.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 3 nel suo complesso.

(E’ approvato)

All’articolo 4 c’è un emendamento a firma dell’onorevole Giordano, protocollo 9187: “L'art. 4 è sostituito dal seguente:

“1. Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e alle condizioni e con le modalità di cui alla presente legge, sono consentiti interventi edilizi di ampliamento entro il limite del 20% della superficie lorda per unità abitative monofamiliare o bifamiliari già esistenti alla data del 30 dicembre 2009.

2. L'ampliamento non è consentito sui corpi pertinenziali e gli interventi non devono modificare la destinazione d'uso degli edifici interessati.

Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica (direttiva 2002/91/CE, Dlgs 311/2006, Dpr 59/2009), gli interventi di cui al primo comma dovranno garantire, con riferimento alla climatizzazione invernale dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C tabella 1.3 del Dlgs 192/2005.

4. Il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti, non può essere certificata l'abitabilità o l'agibilità dell'ampliamento realizzato.

5. Gli interventi dovranno essere conformi alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica”.

(Interruzione)

Io direi di fare illustrare gli emendamenti, anche perché c’è un altro emendamento degli onorevoli Gentile ed Aiello.

(Interruzione)

Quando lo votiamo. Prima esaminiamo gli emendamenti: può essere che vengano accolti o respinti. Quando andiamo a votare l’articolo 4, io le do la parola per farla intervenire.

Prego, onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Con questo emendamento l’articolo 4 viene sostituito integralmente, limitando il 20 per cento della superficie lorda per unità esclusivamente monofamiliare o bifamiliari e fissando la data al 30 dicembre 2009.

Il comma 2 prevede che l’ampliamento non possa essere esteso e consentito sui corpi pertinenziali agli edifici e gli interventi, comunque, non devono modificare mai la destinazione d’uso degli stessi edifici.

Poi c’è l’aggiunta delle prestazioni energetiche che dovranno essere garantite sia rispetto alla direttiva 2002/91, sia con riferimento alla climatizzazione invernale dell’ampliamento, con un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 20 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell’Allegato C della Tabella 1.3 del decreto legislativo 192.

Il comma 4: “Il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti, non può essere certificata l'abitabilità o l'agibilità dell'ampliamento”.

In ultimo, c’è un richiamo alla conformità a tutta la normativa delle costruzioni in zona sismica nazionale e regionale.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9187.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 9119 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello F., Censore: “L'art. 4 viene così modificato:

“1. Nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo e alle condizioni e con le modalità di cui alla presente legge, possono essere ampliati, nel limite del 20% della volumetria complessiva e comunque per non oltre 200 mc, gli edifici residenziali di cui all'art 3 comma 1, lettera a), alle condizioni e con le modalità seguenti:

a) sono computabili solo i volumi legittimamente realizzati. Le volumetrie per le quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28 febbraio 1985, n 47, alla legge 23 dicembre 1994, n 724 e al decreto legge 30 settembre 2003, n 326, sono computate ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell'ampliamento delle volumetrie oggetto di sanatoria edilizia per mera variazione di destinazione d'uso;

b) l'ampliamento deve essere realizzato in contiguità fisica rispetto al fabbricato esistente, nel rispetto delle altezze massime e delle distanze minime previste dagli strumenti urbanistici. In mancanza di specifica previsione di detti strumenti, si applicano le altezze massime e distanze minime previste dal decreto del ministro per i lavori pubblici, di concerto con il ministro per l'interno, 2 aprile 1968, n. 1444 (Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o delle revisioni di quelli esistenti, ai sensi dell'articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765).

Segue il comma 3 dell'art. 4 che rimane invariato”.

La parola all’onorevole Aiello.

Ferdinando AIELLO

Qui si chiede di rispettare le condizioni e le modalità di cui alla presente legge. “Possono essere ampliati, nel limite del 20 per cento delle volumetrie complessive e comunque per non oltre 200 metri cubi, gli edifici residenziali di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a), delle condizioni e con le modalità seguenti”, cioè lettera a) che “sono computabili solo i volumi legittimamente realizzati. Le volumetrie per le quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28 febbraio 1985, n 47, alla legge 23 dicembre 1994, n. 724”, “sono computate ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell'ampliamento delle volumetrie oggetto di sanatoria edilizia per mera variazione di destinazione d'uso”.

Per la lettera b) “l'ampliamento deve essere realizzato in contiguità fisica rispetto al fabbricato esistente, nel rispetto delle altezze massime e delle distanze minime previste dagli strumenti urbanistici In mancanza di specifica previsione di detti strumenti, si applicano le altezze massime e distanze minime previste dal decreto del ministro per i lavori pubblici, di concerto con il ministro per l'interno, 2 aprile 1968, n. 1444”.

Il rimanente comma rimane invariato.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9119.

(E’ respinto)

C’è un emendamento dell’assessore Aiello e dell’assessore Gentile, il 9251.

Assessore Aiello, può illustrarlo.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica

Volevo fare una precisazione…

(Interruzioni)

Sandro PRINCIPE

Presidente, disciplinatamente, poi discuterò dell’emendamento della Giunta, però dato che questo emendamento è di fatto uguale all’emendamento mio e del gruppo del PD, non tanto nella forma ma nella sostanza, il protocollo 9055, vorrei capire perché, avendo seguito lei questo metodo di lavoro, non viene discusso l’emendamento Principe e di tutti i consiglieri del Partito democratico, perché la sostanza è assolutamente…

(Interruzione dell’assessore Aiello )

Allora sono d’accordo sull’unificazione.

PRESIDENTE

Facciamolo illustrare all’assessore, poi le do la parola, così facciamo una cosa insieme.

Assessore Aiello, illustri il suo.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica

Volevo fare una brevissima precisazione. Intanto, onorevole Principe, questo emendamento firmato Gentile-Aiello, quindi che trova anche la firma dell’assessore all’urbanistica, non è un elemento di contestazione nei confronti di un lavoro brillantemente eseguito sia dal dipartimento lavori pubblici che della Commissione ambiente - volevo fare questa piccola e doverosa precisazione. E’ un emendamento che, insieme con l’assessore Gentile, abbiamo ritenuto di presentare per rendere ancora questo articolato più vicino al dettato del Cinsedo, cioè la Conferenza Stato-Regioni, che prevedeva alcuni criteri che, in qualità di assessorato all’urbanistica, abbiamo ritenuto importanti da seguire: quelli soprattutto che riguardavano la volumetria per gli stabili esistenti già alla data del 31 marzo 2009, che non doveva superare i 1.000 metri cubi.

Inoltre questo emendamento fa in modo che tutto l’articolato sia anche nella sua complessità inerente a quello che la Conferenza Stato-Regioni ha discusso ed approvato.

Con molta onestà, non conoscevo l’emendamento che voi avevate prodotto, ma nulla osta che si possa unificare l’emendamento mantenendo questi elementi criteriali.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, almeno su questo punto del provvedimento, personalmente, non posso che plaudire al lavoro dell’Aula ed anche al senso di responsabilità e all’equilibrio dell’assessore Gentile e dell’assessore Aiello, anche se il Governo regionale qualche nota stonata l’ha fatta ascoltare in quest’Aula, ma quello che conta sono i fatti. Pertanto, plaudiamo all’iniziativa dell’assessore ai lavori pubblici, al cui equilibrio io mi ero affidato almeno da tre settimane - non tre settimane da raccontare - e a quello dell’assessore Aiello.

La politica è fatta non tanto di rivendicazioni, ma di sincerità nel dire all’opinione pubblica come stanno le cose e noi possiamo dire, non per fare i primi della classe, che una battaglia che stiamo conducendo da mesi su questo punto viene premiata, perché l’emendamento Gentile-Aiello significa, in definitiva, non consentire un aumento generalizzato del 20 per cento, ma un aumento che si limita agli edifici che hanno una volumetria massima di 1.000 metri cubi.

Mi consentirete di esprimere la soddisfazione mia personale e del gruppo del Partito democratico, perché una battaglia che abbiamo condotto in questi mesi e nelle ultime settimane viene premiata. Naturalmente, mentre esprimiamo questa nostra soddisfazione, riconosciamo l’apertura del Governo al confronto e alla discussione, per partorire esiti che sono utili alla nostra regione.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Aiello.

Pietro AIELLO, assessore all’urbanistica

Una brevissima considerazione, ringraziando l’onorevole Principe.

Volevo precisare al consigliere che ci sono varie metodologie di esprimersi in politica o di fare politica sul territorio: c’è chi, giustamente, responsabilmente, rispettosamente, passa il tempo lavorando con i media, utilizzando i media per fare le battaglie e c’è chi, invece, è un po’ più pragmatico e pensa che il luogo consono dove chi ha la responsabilità di gestire deve produrre degli atti che siano nel rispetto delle regole è il Consiglio regionale.

Quindi l’assessorato all’urbanistica, che ha rispettato – ripeto ancora una volta – il lavoro del dipartimento dei lavori pubblici e della Commissione, ha aspettato il giorno della seduta del  Consiglio regionale, responsabilmente ha atteso per presentare questo emendamento, niente di meno e niente di più.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Chiedo scusa se intervengo. Io, purtroppo, devo distinguere, perché l’emendamento dell’onorevole Principe si legge un po’ male, perché dovrebbe sostituire l’intero comma 1; quello degli assessori Aiello e Gentile è un’altra cosa, c’è solo il limite volumetrico.

Quindi l’emendamento dell’onorevole Principe non è accoglibile, per ciò che attiene il relatore. Non posso dare parere favorevole a quell’emendamento, perché sarebbe uno stravolgimento, in quanto verrebbero lasciati fuori i condomini e la gente che, dopo tanti anni, ha fatto dei sacrifici per una casa.

PRESIDENTE

Allora possiamo accogliere gli emendamenti in coordinamento formale.

Onorevole Principe, stiamo racchiudendo un po’ la cosa.

Possiamo accogliere l’emendamento che ha tanti punti in comune tra quanto detto dall’assessore Aiello e dall’onorevole Principe. Noi lo accogliamo e lo votiamo favorevolmente e in coordinamento formale riscriviamo l’articolo, ottenendo lo stesso risultato.

Alfonso DATTOLO, relatore

Noi possiamo essere d’accordo su un limite volumetrico che, tra l’altro, amplia addirittura i 60 metri quadri perché -  ripeto -, come ho detto prima, mille metri cubi sono 330 metri quadri.

Si arriverebbe a consentire un ampliamento di massimo 66 metri quadri invece di 60. Quindi è migliorativo, senza che venga esclusa la possibilità di interventi, perché questo era l’aspetto premiante della legge, cioè il dare la possibilità ai condomini di accedere a questo beneficio.

Posso accogliere da parte dell’onorevole Principe la parte di emendamento relativa al tetto volumetrico che, addirittura, di fatto aumenta l’ampliamento massimo possibile per coloro i quali usufruiscono di questo strumento, ma non posso accogliere la parte rimanente proposta dall’onorevole Principe che sicuramente andrebbe a stravolgere il comma 1 della legge.

Questo non lo posso accettare e lo dico da relatore assumendone la responsabilità. Poi è chiaro che la maggioranza può fare quello che vuole.

Quindi non può andare in coordinamento perché non ce n’è motivo. Sono due cose completamente diverse e, a parte l’indice volumetrico che, tra l’altro, prevede i 7 metri, è utile ricordare che nella maggior parte delle costruzioni calabresi i 7 metri sono superati. Approvare questo emendamento vorrebbe dire annullare completamente il senso di parte della legge, ecco perché l’onorevole Principe esprimeva la sua soddisfazione.

PRESIDENTE

Onorevole Dattolo, forse non ci siamo capiti. Quando ci sono due emendamenti che hanno qualche punto in comune e vengono accolti, quei punti in comune vengono scritti nella legge.

Se ci sono punti fortemente contrastanti come lei diceva , vengono totalmente esclusi. Quindi non si accoglie l’emendamento. Ecco perché costruiamo un coordinamento formale. Per riscriverlo nuovamente.

Sui punti che indicavano gli assessori Aiello e Gentile. Se l’onorevole Principe è d’accordo possiamo votarlo con il coordinamento formale. 

Sandro PRINCIPE

Presidente, sono d’accordo e la ringrazio, ma mi deve consentire una replica, non per far polemica, ma perché il rispetto reciproco che ci deve contraddistinguere ci impone di parlare un linguaggio che noi presumiamo essere di verità.

Lonorevole Dattolo è relatore di un provvedimento che è arrivato in Aula con un aumento indiscriminato del 20 per cento su tutto il patrimonio edilizio calabrese.

Non può, quindi, venirci a dire che il mio emendamento sconvolgerebbe, che cosa? Il mio emendamento, peraltro, era diretto a fabbricati uni e bifamiliari. Si vuole eliminare il discorso uni-bifamiliare? Sono perfettamente d’accordo.

Onorevole Dattolo, deve sapere che quando parliamo di un condominio di mille metri cubi, quello non è il condominio che voi avevate pensato nella stesura originaria della legge e che poteva essere anche di 50 mila metri cubi.

Un condominio di mille metri cubi – secondo la mia logica e secondo l’aritmetica e la matematica – è un condominio di mille metri cubi.

Allora Presidente, con queste precisazioni sono d’accordo per il coordinamento formale.

(Interruzione)

Si tratta, Presidente, di un eventuale condominio sempre di mille metri cubi. Pregherei, in sede di coordinamento formale, di tener conto della distanza massima di 7 metri tra edifici, perché poi i numeri debbono avere una compatibilità fra di loro. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9056 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Loiero, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 2, lettera c) sostituire le parole <<in deroga agli strumenti urbanistici>> con le parole <<nel rispetto degli strumenti urbanistici>>”.

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, questo emendamento mira a far rispettare i limiti di altezza e di distanza dei piani regolatori.

Oggi che la norma è stata – ed io plaudo all’apertura della maggioranza - incommensurabilmente migliorata,  manterrei i limiti imposti dal rispetto dei piani regolatori altrimenti si rischierebbe di sollecitare solo liti fra i vicini. D’accordo? Perché le norme del Codice civile si devono comunque osservare.

Siccome l’ampliamento oggi è limitato ad edifici che hanno un massimo di volumetria di mille metri cubi, nulla quaestio che si rispettino le altezze e le distanze previste nei piani regolatori. Grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Parere negativo, in quanto la richiesta di un totale rispetto degli strumenti urbanistici vincolerebbe troppo la possibilità di applicazione del piano casa.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Si passa all’emendamento protocollo numero 9057 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Loiero, Maiolo, Scalzo che così recita: “Sopprimere il punto e) del comma 2”.

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Con questo emendamento si chiede di “sopprimere il comma e)” perché il comma “e)” estende l’utilizzazione di questo beneficio anche ad edifici non residenziali.

Quindi, anche per una finalità di coerenza della legge, nel momento in cui abbiamo limitato il tutto ad un tetto massimo di mille metri cubi, inviterei a rispettare la destinazione originaria residenziale.

Pertanto, pregherei il Consiglio regionale di accogliere questo emendamento che sopprime il punto “e)”.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, sull’articolo 4 esprimo un voto di astensione per significare un riconoscimento all’apertura dimostrata dal Governo e dalla maggioranza su un punto centrale di questo provvedimento, ma per le ragioni derivanti dal rigetto degli altri emendamenti ciò non mi consente di votare favorevolmente. Pertanto il gruppo del Partito Democratico si astiene.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

All’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo numero 9058 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Loiero, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 2, lettera c), sostituire le parole <<in deroga agli strumenti urbanistici>> con le parole <<nel rispetto degli strumenti urbanistici>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Questo emendamento riproduce, Presidente, il principio già illustrato per l’articolo 4, cioè di rispettare le altezze e le distanze previste per i piani regolatori.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo numero 9120 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 2, lettera d) aggiungere <<negli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria. La condizione che gli edifici residenziali non siano compresi in aree a pericolosità idrauliche e/o di frana (quindi esterne alle aree a rischio), deve essere documentata attraverso una relazione geologica a firma di un geologo ed asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Presidente, al comma 2, lettera d) si chiede di aggiungere <<negli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria. La condizione che gli edifici residenziali non siano compresi in aree a pericolosità idrauliche e/o di frana (quindi esterne alle aree a rischio), deve essere documentata attraverso una relazione geologica a firma di un geologo ed asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

Quindi come diceva l’onorevole Dattolo, l’invito è di accogliere questo emendamento per ragioni di maggiore sicurezza visto quello che è stato in Calabria in questi anni.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Volevo dire all’onorevole Ferdinando Aiello che c’è un punto della legge in cui è richiamato “il rispetto alla conformità delle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008 e successive modifiche ed integrazioni”. Questo è già previsto nella legge per cui sarebbe un di più. Penso che non cambi assolutamente nulla perché, come diceva anche l’assessore Tallini, ormai non si costruisce senza una indagine geologica, oltre tutto in una regione come la Calabria R3-R4. Dato che il decreto ministeriale è ancora più esplicativo di quello che richiede l’emendamento dell’onorevole Aiello Ferdinando, sono costretto a dare parere contrario.

(Interruzione)

Ma non cambia assolutamente…

PRESIDENTE

Il parere del relatore e della Giunta sono contrari. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo numero 9059 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Battaglia, Loiero, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 2 sopprimere la lettera f)”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Che la provvidenza venga anche concessa per edifici che sono in corso di costruzione e non ancora ultimate è questione che suscita qualche preoccupazione e qualche perplessità, per cui si chiede la soppressione di questo punto.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Così come specificato prima, il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Si passa all’emendamento protocollo numero 9189 a firma dell’onorevole Giordano e altri che così recita: “All’art. 5 apportare le seguenti modificazioni:

- il primo comma viene sostituito dal seguente:

per migliorare la qualità del patrimonio edilizio sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione di edifici residenziali in stato di abbandono, degrado e pericolanti secondo i parametri previsti dalla normativa vigente, la cui estensione non superi i mille metri quadrati, con realizzazione di un aumento di volumetria entro un limite del trentacinque per cento di quello legittimamente esistente;

- al comma 2 la lettera a) è sostituita dalla seguente:

“su edifici in cui è prevalente la destinazione abitativa;

- al secondo comma, le lettere b), c), e), f) sono soppresse

- il quarto comma è sostituito dal seguente:

a) Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza (direttiva 2002/91/CE, D.Lgs 311/2006, DPR 59/2009), energetica, gli interventi di cui al primo comma dovranno garantire, con riferimento alla climatizzazione invernale dell'ampliamento, un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 50 per cento rispetto al corrispondente valore limite indicato nell'allegato C tabella 1.3 del D.Lgs 192/2005.

b) Il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti non può essere certificata l'abitabilità o l'agibilità dell'ampliamento realizzato.

c) gli interventi dovranno essere conformi alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica.

d) per gli interventi previsti dalla presente legge oltre alla relazione geologica di progetto redatta in conformità alla normativa vigente, il geologo deve produrre una relazione asseverata attestante la conformità alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il DM 14/0172008 e s.m.e.i., il rispetto dei vincoli di in edificabilità assoluta nelle aree a pericolosità da frana e/o idraulica elevata o molto elevata, il rispetto dei vincoli previsti dagli studi geologici degli strumenti urbanistici, che l'area non ricada tra quelle inserite nel Piano generale per la difesa del suolo (OPCM 3741/2009) e come tale oggetto di proposta di riclassificazione a rischio elevato o molto elevato>>”.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, l’emendamento prevede sostanzialmente la riscrittura del primo comma per limitare le casistiche nelle quali si intende procedere alla sostituzione del patrimonio edilizio in cui si è verificata l’equazione abbandono-degrado e secondo i parametri previsti dalla normativa vigente.

C’è poi il vincolo di una consistenza non oltre i mille metri quadrati.

Al comma 2 la lettera a) viene sostituita integralmente “su edifici in cui è prevalente la destinazione abitativa cassando la restante parte”… cioè “la cui parte restante abbia un utilizzo compatibile con quello abitativo”.

Il quarto comma è indirizzato ad aumentare le prestazioni energetiche almeno del 50 per cento. Al secondo comma vengono cassate le lettere b), c), e) ed f), in modo particolare la lettera “e) che prevede la possibilità della ricostruzione dell’intervento su edifici in corso di costruzione e non ultimati alla data di approvazione della presente legge”. Credo che sia da evitare la premialità ad edifici che sono in corso di costruzione che devono essere già conformi ai parametri e non hanno bisogno di essere ricostruiti.

E poi la parte più importante è la lettera f) di cui chiediamo all’Aula la cancellazione. Riguarda quegli edifici che non hanno destinazione residenziale e per i quali è prevista la trasformazione che darebbe luogo ad una vera e propria trasformazione dell’urbanistica in aree degradate appesantendo il carico volumetrico urbanistico di interi comparti - e mi riferisco anche a comparti che hanno destinazione (opifici industriali) diversa da quella residenziale.

Peraltro il comma d) prevede che il tutto avvenga rispetto anche ad una relazione asseverata attestante la conformità al Decreto ministeriale 2008, riguardo al rispetto dei vincoli nelle aree a pericolosità di frana ed idraulica elevate o molto elevate, al rispetto dei vincoli previsti da istituti geologici e da strumenti urbanistici. Infine che l’area non ricada tra quelle inserite nel piano di difesa del suolo dell’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri del 2009, a cura dei geologi.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

(Interruzione)

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Faccio mia la parte dell’emendamento dell’onorevole Giordano che chiede la soppressione del punto f) perché anche ai fini del verbale c’è stata prima un po’ di confusione. Il mio emendamento era per la soppressione del punto f) che allarga il beneficio agli edifici non residenziali.

Mentre per quanto ci riguarda, il beneficio deve essere dato solo a edifici residenziali. Questo mio intervento è solo ai fini del verbale. Le chiedo scusa.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Il parere è negativo anche se volevo poi tranquillizzare su alcuni aspetti relativi alle prestazioni energetiche per le quali c’è un impegno della Giunta. Quindi, onorevole Giordano, penso che alcune situazioni di questo genere siano state già discusse prioritariamente e si ripetano in alcuni emendamenti.

Ripeto: la legge per alcuni aspetti sarà sicuramente oggetto di attenzione e di ulteriori regolamenti da parte della Giunta. Per il momento però il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 5 nel suo complesso.

(E’ approvato)

All’articolo 6 è stato presentato emendamento protocollo numero 9189 a firma dell’onorevole Giordano che così recita: “All’art. 5 apportare le seguenti modificazioni:

- al comma uno le parole "alla data di entrata in vigore della presente legge'' sono sostituite dalle seguenti: <<alla data del 31 dicembre 2009>>

- i commi 3 , 6 e 7 dell'art. 6 sono soppressi”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

L’emendamento prevede di sostituire alla data di entrata in vigore della presente legge la data del 31 dicembre 2009 per limitare temporalmente gli interventi.

E poi la soppressione dei commi 3, 6 e 7 dell’articolo 6.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 6 è stato presentato emendamento protocollo numero 9121 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Gli immobili interessati dagli interventi previsti dai precedenti articoli 4 e 5, devono risultare alla data di entrata in vigore della presente legge regolarmente accatastati presso le agenzie del territorio; per gli edifici che devono essere accatastati al nuovo catasto edilizio urbano devono risultare già presentate, alla data di entrata in vigore della presente legge, idonee dichiarazioni alle agenzie per l’accatastamento o per la variazione catastale. Un tecnico abilitato deve attestare volumetria esistente ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera b) con una perizia giurata corredata necessariamente di idonea e completa documentazione fotografica”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Presidente, chiediamo che gli immobili interessati all’articolo 6, comma 1, dagli interventi previsti dai precedenti articoli 4 e 5 devono risultare alla data di entrata in vigore della presente legge regolarmente accatastati presso le agenzie del territorio.

Per gli edifici che devono essere accatastati al nuovo catasto edilizio urbano, devono risultare già presentate, alla data di entrata in vigore della presente legge, idonee dichiarazioni all’agenzia per l’accatastamento o per la variazione catastale.

Un tecnico abilitato deve attestare volumetria esistente ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera b) con una perizia giurata corredata necessariamente di idonea e completa documentazione fotografica.

Questo per ribadire all’onorevole Dattolo che, se si vuole impegnare a frenare ogni tipo di speculazione, questo emendamento deve essere accolto perché va a rafforzare con maggiore chiarezza la legge che state per approvare.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Ho visto che c’è un piccolo aspetto che a lei sfugge, onorevole Aiello. Quelli in corso di accatastamento resterebbero fuori se dovessi dare approvazione al suo emendamento.

E’ chiaro che sarebbe un modo per penalizzare i soggetti che hanno già adempiuto a tutto in corso di accatastamento.

Pertanto, il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9125 a firma Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “ Il comma 3, dell’articolo 6, è abrogato”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento prevede l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 6.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Anche su questo volevo specificare, Presidente, e mi scusi se abuso della sua pazienza.

Anche questo emendamento si riferisce a quegli edifici che sono stati oggetto di domanda di condono. Per questo si parlava di un condono generalizzato.

La sanatoria edilizia, però, per chi può beneficiare di questo intervento, deve essere rilasciata prima che venga presentata la Dia o la Scia che dir si voglia.

Perciò,  ritengo che anche questo emendamento limiterebbe chi ha già, con grande sacrificio, pagato oblazioni ecc.. Pertanto il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9060 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita “Sopprimere il comma 3”.

Penso che sia lo stesso di quello presentato dall’onorevole Aiello.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Prendo atto che bocciando l’emendamento del collega Aiello è anche bocciato il nostro emendamento.

Vorrei dire telegraficamente, però, al relatore che prima – penso non fosse riferito alla mia persona – ha dichiarato che questo provvedimento non è un condono.

E’ vero, ha ragione, è così. Il provvedimento che stiamo discutendo non è un condono perché autorizza cose nuove, ampliamenti nuovi.

Però, attraverso questo comma 3 dell’articolo 6 noi premiamo chi ha commesso un abuso.

Cioè, attraverso questo comma 3 consentiamo a chi ha commesso un abuso, ha fatto nei termini una istanza di condono ed ha pagato le relative sanzioni e quant’altro, di usufruire dei benefici di questa legge ed a noi questo sembra estremamente esagerato.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento con il parere contrario della Giunta e del relatore.

(E’ respinto)

Pongo in votazione anche l’emendamento protocollo numero 9123 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Il comma 3 è abrogato”.

(E’ respinto)

Si passa all’emendamento protocollo numero 9129 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Le volumetrie per le quali sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie), alla legge 23 dicembre del 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) e al decreto legge numero 326 del 30 settembre 2003 sono computate ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell’ampliamento, le volumetrie oggetto di sanatoria edilizia per mera variazione di destinazione d’uso”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, noi chiediamo la modifica del comma 6 dell’articolo 6, e chiediamo che non vengano inserite le volumetrie per le quali sia stata già rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria di cui alla legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie), alla legge 23 dicembre del 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) e al decreto legge numero 326 del 30 settembre 2003

Se sono computate ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente, questa legge consentirà a chi ha avuto accesso alla sanatoria di averne un’altra. In pratica, diventerà una sanatoria della sanatoria.

Per cui chiediamo che questo emendamento venga approvato anche per le cose che hanno detto prima i colleghi Giordano e Talarico.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9126 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4, lettera c), aggiungere <<ed inoltre su tutte le aree escluse dagli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e riportati nel parere dell’ex articolo 13 della legge 64/74 e nel piano generale di interventi per la difesa del suolo in Calabria. Le condizioni che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo ed asservata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, chiediamo la modifica “Al comma 4, lettera c), aggiungere <<ed inoltre su tutte le aree escluse dagli studi geologici allegati agli strumenti urbanistici e riportati nel parere dell’ex articolo 13 della legge 64/74 e nel piano generale di interventi per la difesa del suolo in Calabria. Le condizioni che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo ed asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

Penso che questo sia il minimo per poter andare avanti, onorevole Dattolo, non so più come invitarla a porre un freno.

Alfonso DATTOLO, relatore

Premetto che lei mi è molto simpatico ma non è che qui stiamo… ci mancherebbe altro.

Come ho detto prima, il parere è contrario perché già ampiamente spiegato.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9127 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4, lettera g) dopo le parole <<territoriale ed urbanistica>> aggiungere <<e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Al comma 4, dell’articolo 6, lettera g) dopo le parole “territoriale ed urbanistica” aggiungere “e nel piano generale degli interventi per la difesa del suolo in Calabria” che è in continuità con gli emendamenti precedenti.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9128 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4 dell’articolo 6, lettera g) bis, aggiungere <<la condizione che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo e asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

“Al comma 4 dell’articolo 6, lettera g) bis, aggiungere <<la condizione che il vincolo di inedificabilità sia rispettato deve essere documentata in una relazione geologica a firma di un geologo e asseverata dal progettista dell’ampliamento consentito>>”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9061 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Sopprimere il comma 5”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, a parte le questioni di natura igienica che possono sorgere nel momento in cui si consente di rendere abitabili sottotetti e seminterrati , già per i sottotetti potrebbe farsi una bella discussione e figuriamoci per i seminterrati soprattutto quando sono interrati per 4 lati oppure un solo lato fuoriesce, ma la questione è un’altra.

Avendo in effetti il Governo Scopelliti meditato sul testo originario di questo provvedimento, ed essendo di comune accordo arrivati alla conclusione di consentire gli ampliamenti solo per piccole costruzioni al più con una volumetria pari a mille metri cubi, mi sembra eccessivo che queste costruzioni debbano godere di due benefici, arrivati a questo punto: da un lato l’aumento del 20 per cento e dall’altro una sanatoria, di fatto, per i sottotetti e per i seminterrati.

Questa è la ragione del nostro emendamento che chiede la soppressione di questa opportunità che viene data ai proprietari.

Alfonso DATTOLO, relatore

Esprimo parere contrario perché, in ogni caso, ritengo che il recupero dei sottotetti, specialmente in realtà come quelle calabresi, possa consentirne l’abitabilità e addirittura contribuire all’eliminazione dell’amianto. Pertanto il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9130 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Il comma 7, viene così modificato <<per gli edifici sui quali sia stato realizzato l’aumento ai sensi della presente legge, non può essere modificata la destinazione d’uso>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, con questo emendamento si chiede di modificare il comma 7 e di specificare che per gli edifici sui quali sia stato realizzato l’aumento ai sensi della presente legge – se è vero come è vero che questa maggioranza vuole aiutare i calabresi ad ampliare le proprie abitazioni – non può essere modificata la destinazione d’uso.

Questo ferma la speculazione edilizia che si accentuerà sicuramente con questa legge.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Onorevole Aiello, penso sia già specificato bene nel testo, anche perché il comma 7 dice “se non sono decorsi almeno 5 anni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori” per cui penso che sia un aspetto qualificante anche questo.

Il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9124 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Il comma 10 dell’articolo 6 è abrogato”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Con questo emendamento il comma 10, dell’articolo 6, è abrogato integralmente.

Riguarda l’autorizzazione ad ogni atto di assenso.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9062 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “All’articolo 6, comma 10 sostituire le parole <<mediante denuncia di inizio attività (Dia) ai sensi dell’art. 22 del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia emanato con Dpr 380/2001, come sostituito dall’articolo 1 del Decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301 o in alternativa mediante permesso di costruire>> con le parole <<mediante permesso di costruire rilasciato da parte del Comune, fermo restando quanto dovuto a titolo di oneri concessori ai sensi della normativa vigente>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Presidente, intervengo per chiedere alla Giunta ed al relatore, se ci può essere su questo punto un ripensamento. Una volta stabilito che l’ambito della legge riguarda piccole costruzioni, ma restando poi l’aumento del 35 per cento in caso di demolizione e ricostruzione, sarebbe utile sostituire alla semplice Dia il permesso di costruzione.

Troviamo questo modo di procedere senz’altro più garantista anche sotto il profilo della sicurezza.

Però, siccome, il gruppo del Partito democratico ritiene di essere un gruppo di opposizione serio, nel momento in cui esprime una opinione su determinati provvedimenti, non posso dimenticare ciò che ho detto all’inizio nel momento in cui abbiamo discusso in generale della legge.

Ho fatto un appello al Governo perché accogliesse la nostra critica principale, cioè di limitare gli aumenti ad edifici non superiori ai mille metri cubi ed ho aggiunto che in questo caso eravamo anche pronti a non insistere su questo emendamento.

Chiedo quindi, agli onorevoli assessori, se si può fare un ragionamento ed una riflessione su questo punto. Se il Governo ed il relatore insistono, io ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9063 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Sopprimere il comma 11”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Questa disposizione, Presidente, consente ai Comuni di praticare una riduzione rispetto agli oneri concessori fino ad un massimo del 30 per cento. Penso che non sia una norma utile considerato lo stato delle finanze comunali.

Vorrei dire all’onorevole Dattolo ed agli illustri assessori che, in effetti, non sempre una maggiore edificazione corrisponde ad una dotazione delle opere di urbanizzazione.

Quindi, eviterei di porre i Comuni in questa situazione. Certo, mi si può osservare: “ma i comuni autonomamente possono decidere se concedere o meno questa riduzione” ma sappiamo che i sindaci sono in trincea e sono troppo vicini alle comunità.

E’ un momento di grande difficoltà generale e difficilmente potrebbero resistere ad un appello in questa direzione.

Meglio non dare questa opportunità, proprio in considerazione dello stato comatoso in cui versano le finanze dei Comuni. Grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Per le stesse ragioni che esponeva l’onorevole Principe, si può dare parere contrario.

PRESIDENTE

Per le stesse ragioni al contrario.

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9131 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Tenuto conto della natura straordinaria e temporanea della presente legge, la Dia e le domande di concessione del permesso di costruire, devono essere presentate a partire dalla scadenza del termine di 60 giorni dal termine di cui al precedente comma 8 ed entro il termine di 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge.

E’ fatta eccezione per gli interventi di edilizia residenziale pubblica i cui soggetti attuatori sono le Aterp per le quali viene fissato in 48 mesi il regime sanzionatorio del procedimento avviato con Dia e disciplinato della vigente normativa regionale e nazionale”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, si chiede la modifica del comma 12 affinché, tenuto conto della natura straordinaria e temporanea della presente legge, la Dia e le domande di concessione del permesso di costruire siano presentate a partire dalla scadenza del termine di 60 giorni dal termine di cui al precedente comma 8 ed entro il termine di 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge.

E’ fatta eccezione per gli interventi di edilizia residenziale pubblica, i cui soggetti attuatori sono le Aterp per le quali viene fissato in 48 mesi il regime sanzionatorio del procedimento avviato con Dia e disciplinato della vigente normativa regionale e nazionale”.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Abbiamo già ridotto i termini da 36 a 24 mesi, onorevole Aiello, benché la Dia duri tre anni.

Il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9232 a firma dell’onorevole Dattolo che così recita: “Visto il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 (G.U. n. 125 del 31.5.2010, supplemento ordinario n. 114/L), coordinato con la legge di conversione 30 luglio 2010, n. 122, recante: <<Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica>> (G.U. n. 176 del 30.7.2010 –Suppl. Ordinario n. 174). In particolare visto il comma 4 ter dell’art. 49 del DL. 78/10, si modifica all’interno della presente legge regionale ogni occorrenza della parola “Dia” con “Scia” accettando la relativa variazione di procedura che essa comporta in conformità alla legislazione vigente”.

Prego, onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Volevo ricordare che il testo è stato licenziato il 20 luglio dalla Commissione competente.

Come sapete,  il 30 luglio è stata approvata la finanziaria nazionale e, quindi, ai sensi del comma 4 ter dell’articolo 39 del DL. 78/10, l’emendamento modifica all’interno della presente legge regionale ogni occorrenza della parola “Dia” con “Scia”, per adeguarci alla normativa nazionale, altrimenti si sarebbe dovuto di nuovo intervenire in Aula.

C’è quindi la proposta di modificare le due parole.

PRESIDENTE

E’ solo un cambio.

Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9064 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 12 dell’articolo 6, sostituire le parole <<La Dia e le domande di concessione del permesso di costruire devono essere presentate a partire dalla scadenza del termine di 60 giorni dal termine di cui al precedente comma 8 ed entro il termine di 24 mesi dall’entrata in vigore della presente legge>> con le parole <<la domanda tendente ad ottenere il rilascio del permesso di costruire deve essere presentata a partire dalla scadenza del termine di 60 giorni dal termine di cui al precedente comma 8 ed entro il termine di 24 mesi dallìentrata in vigore della presente legge>>”.

L’emendamento si commenta da sé.

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Il testo della proposta di legge mi pare  richiami quanto riportato nell’emendamento. Mi sembra  che sia già dentro l’articolato, se non sbaglio.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9132 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Il comma 13 dell’articolo 6 è sostituito con <<Nei casi di intervento di cui agli articoli 4  e 5 realizzati su immobili con più unità lavorative e quindi destinati alla vendita ed alla locazione, l’ammissione alla premialità, obbliga il proprietario a destinare il 50 per cento della cubatura premiale realizzata, ad edilizia agevolata, e quindi a costi di vendita a canoni di locazione agevolata o calmierati preventivamente concordate con il comune in base alle normative vigenti in materia>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Presidente, “Il comma 13 dell’articolo 6 è sostituito con <<Nei casi di intervento di cui agli articoli 4  e 5 realizzati su immobili con più unità lavorative e quindi destinati alla vendita ed alla locazione, l’ammissione alla premialità, obbliga il proprietario a destinare il 50 per cento della cubatura premiale realizzata, ad edilizia agevolata, e quindi a costi di vendita a canoni di locazione agevolata o calmierati preventivamente concordate con il comune in base alle normative vigenti in materia>>”.

Questo significa agevolare i cittadini calabresi. Almeno questo, per limitare la speculazione edilizia.

Onorevole Dattolo, se mi dice che anche questo è già previsto nella legge, poi non la credo più.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9133 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “All’art. 6 aggiungere il seguente comma 14 <<Per gli interventi previsti negli articoli 4 e 5, oltre alla relazione geologica di progetto redatta in conformità alla normativa vigente, il geologo deve produrre una relazione asseverata attestante:

a)      la conformità alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il DM. 14.01.2008 e s.m.e.i.;

b)      il rispetto dei vincoli di inedificabilità assoluta nelle aree a pericolosità da frana e/o idraulica elevata o molto elevata;

c)      il rispetto dei vincoli previsti dagli studi geologici degli strumenti urbanistici;

d)     che l’area non ricada tra quelle inserite nel “Piano generale per la difesa del suolo (Opcm 3741/2009)” e come tale oggetto di proposta di riclassificazione a rischio elevato o molto elevato>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé, Presidente.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Questi testi sono già previsti e richiamati nell’articolato precedente.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 6 nel suo complesso.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo numero 9134 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 1 dell’articolo 7, dopo le parole <<al direttore dei lavori>> aggiungere <<e dal geologo>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento modifica il comma 1 dell’articolo 7, aggiungendo, dopo le parole <<al direttore dei lavori>>, <<e dal geologo>>, proprio per quello che diceva prima l’onorevole Dattolo e cioè che ormai si presentano progetti anche con relazioni geologiche.

Aggiungere quindi un rafforzativo, la parola “geologo”.

Alfonso DATTOLO, relatore

Onorevole Aiello, non so se lei fa il geologo di professione perché mi sembra che abbia preso tutto da quella categoria.

Parere contrario.

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9190 a firma dell’onorevole Giordano che così recita: “Il comma 3, dell’articolo 7 è da intendersi abrogato”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, l’emendamento è in coerenza con gli emendamenti agli articoli precedenti. Questo interviene sulle procedure per escludere, come abbiamo fatto con gli emendamenti precedenti, dal novero degli edifici per i quali può essere previsto sia un intervento sia la premialità del 35 per cento quelli soggetti a sanatoria e condono edilizio.

In questa direzione il comma 3 dell’articolo 7 è soppresso.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9066 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 3 dell’articolo 7 sostituire le parole <<Per il completamento della procedura di Dia di cui al precedente comma 1 e del conseguimento di efficacia della medesima, i comuni esaminano e si pronuncino preventivamente sulle eventuali domande di condono di cui alle leggi 28 febbraio 1985, n. 47 (sanatoria per le opere abusive), 23 dicembre 1994, n. 724 (legge finanziaria 1995), 24 novembre 2003, n. 236 (Misure per la riqualificazione urbanistica ambientale) relative agli immobili oggetto degli interventi di cui agli artt. 4 e 5 della presente legge>> con <<al fine del rilascio del permesso di costruire, i comuni esaminano e si pronunciano preventivamente sulle eventuali domande di condono di cui alle leggi 28 febbraio 1985, n. 47 (sanatoria per le opere abusive), 23 dicembre 1994, n. 724 (Legge finanziaria 1995), 24 novembre 2003, n. 236 (Misure per la riqualificazione urbanistica ambientale) relative agli immobili oggetto degli interventi di cui agli artt. 4 e 5 della presente legge>>”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo numero 9067 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 3 dell’articolo 7 inserire tra le parole <<eventuali domande di condono>> e <<di cui alle leggi 28 febbraio 1985, n. 47>> la parola <<presentate nei termini>>”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9065 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Inserire all’articolo 7, il seguente comma <<Il permesso di costruire per la realizzazione degli interventi previsti dagli artt. 4 e 5 è subordinato:

a)      alla corresponsione del contributo di costruzione di cui all’articolo 16 del TU. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia emanato con Dpr 380/2001 come modificato dall’articolo 1 del D.Lgs. 301/2002 e dell’art. 40, comma 9, della legge 1° agosto 2002, n. 166;

b)      al rispetto delle norme vigenti in materia di aree standard e di parcheggi privati (DM. 1444/68; L. 122/89);

c)      al rispetto della vigente normativa tecnica e sismica prevista per le costruzioni ed a seguito del deposito dei calcoli statistici presso il Servizio tecnico regionale (ex ufficio del Genio civile); a partire dal 1.1.2010 a seguito del rilascio dell’autorizzazione, ai sensi della L.R. n. 35 del 19.10.2009 da parte del medesimo Servizio tecnico regionale.>>”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta e del relatore? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 7 nel suo complesso.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato emendamento protocollo numero 9191 a firma dell’onorevole Giordano che così recita: “Il comma 5 dell’articolo 8 è soppresso e viene sostituito dal seguente <<In ordine agli indici di prestazione energetica si richiamano gli articoli precedenti>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Si invoca, Presidente, la soppressione del comma 5 dell’articolo 8 per interventi in zona agricola e poi si richiamano gli indici di prestazione energetica rispetto agli articoli precedenti.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Contrario, ricordando l’impegno già preso precedentemente.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 8 nel suo complesso.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo numero 9135 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 1 dell’articolo 9, sostituire il periodo da <<a tal fine/meccanismi perequativi>> con la frase <<A tal fine approvano programmi di recupero che prevedono il rifacimento delle relative volumetrie, mediante interventi di demolizione e ricostruzione in aree diverse, opportunamente concordate fra le parti (comune e proprietari) ed individuate attraverso meccanismi perequativi in zone non sottoposte ai suddetti vincoli>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Contrario.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9192 a firma dell’onorevole Giordano e altri che così recita: “All’articolo 9 sono apportate le seguenti modifiche:

- al primo comma le parole <<o per i quali sia stata rilasciata sanatoria edilizia>> sono abrogate;

- al comma 2 la lettera g) è sostituita dalla seguente <<a) Fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di efficienza energetica, gli interventi di cui al primo comma dovranno garantire con riferimento alla climatizzazione invernale dell’ampliamento un indice di prestazione energetica inferiore almeno del 50 per cento rispetto al corrispondente  valore limite indicato nell’allegato C) della tabella 1.3 del D.Lgs 192/2005;

- il rispetto degli indici di prestazione energetica di cui al comma 3 sono certificati dal direttore dei lavori o altro professionista abilitato con la comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza di detti requisiti non può essere certificata l’abitabilità o l’agibilità dell’ampliamento realizzato>>;

Il comma 7 è soppresso”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Con l’emendamento si sopprimono le parole “immobili o per i quali sia stata rilasciata sanatoria”. Quindi si invoca l’abrogazione.

Vi è poi il richiamo all’aumento della prestazione energetica, comma 2, lettera g) con un richiamo espresso della prestazione energetica inferiore almeno al 50 per cento del corrispondente valore.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Sempre all’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo numero 9136 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “All’articolo 9, comma 2, lettera a) aggiungere <<Come disciplinato dalla legge urbanistica regionale 19/2002>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Presidente, chiediamo di aggiungere semplicemente al comma 2, lettera a) la frase “Come disciplinato dalla legge urbanistica regionale”.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9068 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 2 dell’articolo 9 sostituire le parole <<30 per cento>> con le parole <<20 per cento>>”.

L’emendamento si commenta da sé.

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9069 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Al comma 3 dell’articolo 9, sostituire le parole <<35 per cento>> con le parole <<25 per cento>>”.

L’emendamento si commenta da sé.

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9137 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4, dell’art. 9, lettera d) dopo la frase <<norma in materia ambientale>> sostituire le parole <<dalle indagini geologiche>> con <<dagli studi geomorfologici>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Signor Presidente, si chiede di sostituire e inserire le parole <<dagli studi geomorfologici>> perché è una questione tecnica.

Non sono un geologo.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9138 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4, dell’art. 9, lettera d) bis aggiungere le parole <<attualmente vigenti>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9122 a firma degli onorevoli Guccione, Franchino, Aiello, Censore che così recita: “Al comma 4, dell’art. 9, lettera d) ter, dopo la frase <<allegati agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica>> aggiungere <<attualmente vigenti>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Ferdinando Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

E’ stato presentato emendamento protocollo numero 9070 a firma degli onorevoli Principe, Amato, Loiero, Battaglia, Maiolo, Scalzo che così recita: “Il comma 7 è soppresso”.

Sandro PRINCIPE

Telegraficamente questo emendamento va spiegato, Presidente, perché con riferimento alla demolizione e ricostruzione è un emendamento che incentiva i comuni a fare delle varianti ad hoc e questo mi sembra dal punto di vista istituzionale quanto meno non corretto.

Insisto per la soppressione di questa norma. Grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Alfonso DATTOLO, relatore

Contrario,  perché si limiterebbero i poteri dei comuni nei propri territori e sono loro che debbono individuare le aree.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 9 nel suo complesso.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Per dichiarazione di voto sulla legge nel suo complesso ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Mi rendo conto, Presidente, che c’è una certa fretta ed abbiamo cose molto importanti da discutere, ma telegraficamente una dichiarazione di voto è necessaria.

Nel senso che prendiamo atto che la Giunta è stata aperta al confronto migliorando il testo del provvedimento con riferimento all’articolo 4 e questo è un aspetto di grande rilevanza perché gli aumenti vengono limitati ad edifici di mille metri cubi.

Ma il fatto che si consenta di procedere ad aumenti anche su edifici che non hanno una destinazione originaria residenziale, quindi è stato detto da qualche collega anche su edifici che hanno una destinazione industriale, il fatto che non sia stato accolto il nostro suggerimento di non derogare le altezze e le distanze previste dai piani regolatori vigenti, il fatto che non sia stato accolto il nostro suggerimento di non procedere con la Dia ma di attivare il permesso di costruzione…

Guardate, non siamo preoccupati come Partito democratico per i fabbricati fino a mille metri cubi. Tutto sommato gli ampliamenti essendo limitati si possono consentire anche attraverso una Dia.

Però per le demolizioni e ricostruzioni – questo significa anche poter demolire e ricostruire grossi fabbricati che per giunta avranno il beneficio di un incremento del 35 per cento della volumetria esistente - con tutta la buona volontà di assumere posizioni di confronto costruttivo, questa è cosa che ci preoccupa molto soprattutto in un’area sismica come la Calabria.

Ricordiamo, assessore Gentile, che dal primo  gennaio si dovrà avere l’autorizzazione del Genio civile prima di ottenere il permesso a costruire. Per cui la invito ad attivare i controlli sul territorio perché consentire con la Dia demolizione e ricostruzione di grossi corpi di fabbrica, per di più incrementati dal 35 per cento della volumetria esistente, ci preoccupa.

Per questi motivi prendiamo atto dell’apertura del Governo che ha accolto il nostro suggerimento sull’articolo 4 ma siamo costretti ad esprimere voto contrario sulla legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Presidente, intervengo anche io per dichiarazione di voto: esprimo il mio voto contrario al provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, dichiaro a nome del mio gruppo che, anche se abbiamo preso atto di una timida apertura rispetto alla limitazione degli interventi dell’ampliamento che avete limitato agli edifici uni/bifamiliari, come avevamo chiesto, tutto il resto del provvedimento non risolve il problema dell’economia, non risolve il problema di una edilizia di qualità e di un riuso di un patrimonio edilizio che deve essere riadeguato.

Consentirà di cementificare senza regole, attraverso delle vere e proprie trasformazioni urbanistiche in spregio agli strumenti urbanistici e senza regole.

Per questo motivo esprimiamo un voto contrario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Franchino. Ne ha facoltà.

Mario FRANCHINO

Signor Presidente, per dichiarazione di voto. Il provvedimento così definito sottintenderebbe una destinazione sociale che, invece, non ha.

Di fatto ha come destinatari coloro i quali la casa già ce l’hanno. Esprimo pertanto il mio voto contrario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Sarò molto lapidario. La mia dichiarazione di voto è contraria e assume le argomentazioni che sono state già esposte in sede di presentazione degli emendamenti, quelli presentati dalle forze e dai consiglieri di opposizione.

Volevo limitarmi soltanto a dire che probabilmente i lavori di oggi sono stati una occasione mancata.

Ci potevano essere le condizioni politiche e le disponibilità istituzionali per pervenire ad un provvedimento che fosse uno strumento di aiuto reale alla qualificazione dell’attività a sostegno dell’edilizia residenziale ed abitativa, in una Regione in cui ce n’è tanto bisogno. In questa Regione c’è bisogno di regole e le regole non possono essere anche in qualche modo in difformità ed in contrasto tra di loro.

Perché, per esempio, i piani strutturali comunali non possono procedere su linee ed azioni diverse da quelle che sono le ispirazioni fondamentali anche di una legge come questa.

C’è bisogno di armonia urbana e delle forme architettoniche. C’è bisogno di nuovi livelli di sicurezza soprattutto per quanto concerne alcune concentrazioni urbane con particolare riferimento ai centri storici sia dei comuni interni sia delle nostre città.

Tutto questo non c’è. La legge si limita ad una applicazione automatica di una volontà finalizzata all’incremento della volumetria in maniera indifferenziata.

Si poteva fare di meglio e di più. Ciò non è stato fatto. Penso che se fossero stati accolti gli emendamenti sostanziali e fondamentali che sono stati presentati da questi banchi, questo risultato, invece, si poteva raggiungere.

Dichiaro il voto contrario a questo provvedimento a nome del gruppo.

PRESIDENTE

Sono finite le dichiarazioni di voto. Pongo in votazione la legge nel suo complesso e per come emendata.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Relazione e dibattito unificati:
Proposta di legge numero 42/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale”;
Proposta di legge numero 43/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-
2012 a norma dell'art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”

PRESIDENTE

Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che recita “Proposta di legge numero 42/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale”.

L’onorevole Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Signor Presidente, la gravissima crisi che ha interessato l’economia mondiale ha inciso negativamente anche sugli assetti di bilancio del nostro Paese ed ha sortito effetti negativi, onorevole Bova, anche per le Regioni deboli come la Calabria che è verosimilmente segnata da cronici deficit di bilancio.

E’ in questa cornice che va contestualizzata l’adozione di “Misure regionali che sono volte a razionalizzare la spesa pubblica”.

Questo ci pone immediatamente un quesito pregiudiziale a qualsiasi scelta economica.

La locuzione ”razionalizzazione della spesa pubblica” è da intendersi quale sinonimo di contenimento, ovvero di superamento del deficit di bilancio.

Questo dilemma interpretativo di certo condiziona le nostre scelte ed i nostri obiettivi ma mai dimenticando la gravità dello stato di salute dei conti pubblici regionali, sia gli insopprimibili bisogni della nostra popolazione, soprattutto con uno sguardo rivolto alle popolazioni deboli, svantaggiate e meno abbienti.

Lo sforzo che certamente occorre fare è che, posto il preoccupante disavanzo dei conti pubblici calabresi, l’obiettivo di una classe politica autenticamente responsabile non può che essere quello di superare e quindi risolvere – certamente non a breve termine ma, sicuramente a medio termine – il disvalore che segna il bilancio regionale e non già limitarsi a mere e irrisolutive panacee previsionali che sono inidonee alla cura ma aduse ad rinviare sine die la soluzione dei problemi.

Mi si consenta un doveroso ringraziamento per la celerità e l’impegno alla struttura della Commissione, al dirigente dottor Priolo, all’ottimo lavoro svolto dall’assessore Mancini, alla struttura del dipartimento bilancio. Ma anche un ringraziamento particolare ai colleghi della maggioranza e della minoranza che con senso di responsabilità e di compattezza istituzionale hanno permesso una velocizzazione dei lavori ed un licenziamento della stessa manovra in tempi rapidissimi.

Però, indubbiamente, questa manovra finanziaria che è sotto l’esame del Consiglio oggi riflette una inversione di tendenza significativa – mi si lasci dire – nel suo complesso coraggiosa, perché atta a superare la logica incrementale della spesa nonché a ridurre i costi di funzionamento istituzionale.

E pur considerando che trattasi di una manovra di bilancio esperita in sede di assestamento, lo sforzo è stato notevole e certamente prodromico di una ulteriore ed attenta analisi che necessita di ulteriori scelte ancor più incisive ed in linea, peraltro, col programma di governo del Presidente Scopelliti.

Tutto questo nel quadro di un’azione volta non già a contenere ma a risolvere i problemi. Come già chiarito in altre sedi è necessario ridurre ulteriormente, se non addirittura eliminare, tutte quelle spese concernenti l’attività di Comitati, Commissioni, altri organi collegiali che sovente hanno costituito o costituiscono meri doppioni istituzionali affatto utili al perseguimento di interessi pubblici ma adusi, soltanto ed invece, ad ingiustificabili logiche di parte.

Non meno urgente si rivela la necessità di approfondire ed intervenire attraverso una seria azione di monitoraggio e riordino nell’ampio novero di soggettività sub-regionali perché tali strumenti devono essere strumentali e funzionali della Regione stessa.

Ancora più significativo deve essere il processo di razionalizzazione della spesa sanitaria anteponendo gli interessi della collettività ad insostenibili ed ingiustificabili ragioni di parte, camuffate, molte volte, alla stregua di retoriche ed inconsistenti ragioni di interesse pubblico.

E’ quindi necessario continuare, Presidente, con maggiore incisività sulla strada intrapresa ed iniettare sin dal prossimo immediato futuro con maggiore energia e vigore nell’ordinamento regionale ulteriore trasparenza e rigore oltre modo necessaria ai fini del risanamento dei conti pubblici regionali.

Con determinazione e fermezza occorre creare, quindi, quelle condizioni per avere anche la nostra Calabria bilanci trasparenti, accessibili ma soprattutto partecipati.

Tutto questo, del resto, si rivelerebbe in linea con quanto disposto dal decreto legge n. 135 del 2009, convertito poi in legge n. 466/2009 che accanto ad interventi del portato negativo è necessario avvalersi della straordinaria opportunità di contemplare quanto disciplinato dall’articolo 43 della legge n. 78/2010 che contempla la possibilità di istituire nel meridione d’Italia zone a burocrazia zero.

Una occasione straordinaria che consenta di risanare i conti attraverso non solo misure negative quanto positive che stimolando ed implementando lo sviluppo economico razionalizzano la spesa e di conseguenza incrementano il tasso occupazionale della nostra Regione.

Siamo convinti che la maggioranza di governo, unitamente alla responsabilità della minoranza di governo abbiano un solo ed unico obiettivo: il bene della nostra Regione.

Però per perseguire questo obiettivo è opportuno dar fiducia ed alimentare e non uccidere la speranza che è alla base della ragione e che incoraggia molte volte la volontà per ben operare nei confronti della nostra stessa Regione. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Mancini. Ne ha facoltà.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio, programmazione e fondi europei

Grazie, signor Presidente, solo qualche considerazione anche perché dei provvedimenti che sono oggi all’esame del Consiglio abbiamo dibattuto lungamente in Commissione. Le forze politiche si sono confrontate anche con l’opinione pubblica.

E’ mio dovere in quest’Aula relazionare rispetto ad alcune brevi considerazioni.

Oggi il Consiglio regionale discute di una riforma importante e qualificante rispetto all’attività del Governatore Scopelliti e della sua Giunta.

Se questa riforma verrà approvata, condurrà la Calabria su una strada virtuosa per quanto riguarda la spesa pubblica.

Una terra, la nostra, che in passato a volte anche giustamente è sempre stata additata come luogo degli sperperi, come luogo nel quale vi è un uso sconsiderato delle risorse pubbliche, come una Regione dove gli interventi per tamponare le emergenze si tramutano in interventi che creano nuove emergenze.

In una terra del genere oggi noi presentiamo, discutiamo,  ed io mi auguro,  approveremo una riforma che imboccherà e farà imboccare alla Calabria una strada virtuosa e nuova che consentirà alla nostra terra di avere un impianto legislativo utile a razionalizzare la spesa, ponendosi come obiettivo quello di tagliare gli sprechi ed eliminare gli sperperi.

Questa è la sfida. Ritengo, onorevoli consiglieri, che soltanto dalla lettura della rubrica dell’articolato che andremo adesso ad analizzare si possa percepire la portata del cambiamento che con questi provvedimenti noi ci poniamo: contenimento delle spese di funzionamento della Regione; riduzione delle spese per locazioni passive; razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale; riduzione delle spese per Comitati e Commissioni istituite presso l’amministrazione regionale; riduzione delle spese per consulenze esterne.

Altre norme di contenimento della spesa regionale: razionalizzazione, riorganizzazione e definizione delle leggi regionali di spese.

Sono queste le rubriche di articolati complessi che hanno come obiettivo quello di cambiare in meglio la spesa pubblica regionale e di avviare la Calabria, una terra tante volte additata come luogo della spesa negativa, su una strada virtuosa verso una direzione costruttiva.

Ritengo, onorevoli, che questi provvedimenti rappresentino il manifesto del cambiamento che il governatore Scopelliti, la sua Giunta, la sua maggioranza intendono raggiungere.

Onorevoli consiglieri - l’ha già detto il relatore della Commissione bilancio che mi sia consentito di ringraziare per l’egregio lavoro svolto in queste settimane – noi viviamo in un momento difficile.

Le grandi democrazie occidentali, l’Europa, l’Italia sono scosse ed attraversate da venti di crisi economica. E’ il momento dei sacrifici, delle scelte difficili, dolorose ed insieme coraggiose.

E’ questo il punto che intendo fissare. Se noi oggi imboccheremo con decisione questa strada, ci troveremo, mi auguro, in una prospettiva che nel tempo potrà consentire di creare spazi nuovi e possibilità di manovra che oggi non ci sono.

Lo spirito è quello di condividere questa intenzione, di affrontare e vincere insieme questa sfida.

Da questo punto di vista, mi piace sottolineare l’approccio anche di parte delle forze di opposizione che nell’esame in Commissione soprattutto hanno colto perfettamente il momento di difficoltà che vive il nostro Paese ed in qualche modo si sono poste in una maniera giusta e costruttiva rispetto al lavoro che stiamo facendo.

Allora, onorevoli, il momento per le grandi democrazie occidentali è difficile, è difficile per il nostro Paese ed ancora più difficile per la Calabria perché in un contesto di crisi la Calabria, purtroppo, deve affrontare la pesante eredità del passato che ci consegna un bilancio regionale con 300 milioni di disavanzo. Questa cifra rappresenta un punto rispetto al quale bisogna provvedere.

Noi da questo punto di vista abbiamo lavorato ad un provvedimento di assestamento che da una parte elimina tutta una serie di spese inutili, tutta una serie di azioni che avevano come obiettivo non quello di pensare e di intervenire rispetto all’interesse generale ma andavano a concentrarsi rispetto ad interessi particolari.

Questa manovra consente e consentirà, nel momento in cui il Consiglio regionale la dovesse approvare, un risparmio di 15 milioni di euro per il 2010 e di 40 milioni di euro ad iniziare dal 2011.

Tutto questo, onorevoli, senza mettere le mani nelle tasche dei calabresi. Senza mettere le mani nelle tasche dei calabresi: è questo il risultato che noi ci siamo posti.

I due provvedimenti che adesso andremo ad analizzare nell’articolato, rappresentano un unicum. Da una parte, l’obiettivo è quello di razionalizzare e riorganizzare la spesa pubblica; dall’altra è quella di eliminare gli sperperi e gli sprechi.

Oggi presentiamo al Consiglio un lavoro che, senza enfasi, ritengo importante. Il Governatore Scopelliti ha tracciato una linea, fin dal suo insediamento, condividendo con le forze di maggioranza, ma trovando anche il sostegno di quelle della opposizione, l’obiettivo della riduzione dei costi della politica

Tra le prime decisioni che sono state votate in questo Consiglio c’è stata la cancellazione della norma che prevedeva i consiglieri supplenti e quella votata di comune accordo tra le forze politiche per ridurre i costi della politica intervenendo sulle indennità del Presidente, degli assessori e dei consiglieri regionali.

Questa linea tracciata dal Governatore Scopelliti è stata seguita con un lavoro corale dall’Esecutivo, condivisa dalle forze di maggioranza e in qualche modo ha trovato il confronto dialettico ed a volte – lo sottolineo, un’altra volta in Commissione – il sostegno di alcune forze di minoranza.

Questo è un punto importante che rappresenta per noi un viatico di un lavoro virtuoso. La sfida è quella di consentire alla Calabria di avviarsi verso un percorso di risanamento.

Nel corso dell’esame dell’articolato, è evidente, verranno analizzate tutte le proposte della Giunta e della maggioranza in maniera compiuta. Immagino che ci intratterremo rispetto ai singoli aspetti della riforma.

Qui, oggi, in sede di relazione mi piace sottolineare un punto politico che, seppur nel momento di difficoltà che vive la nostra terra, è stato ottenuto. Cioè quello di equilibrare le due istituzioni, il Consiglio regionale da una parte e la Giunta regionale dall’altra.

In questo provvedimento il Consiglio regionale viene a beneficiare delle risorse che erano state tolte nella passata legislatura.

Ritengo che questo sia uno tra i tanti punti di merito dell’azione del Governatore Scopelliti realizzata in perfetta sintonia con il Presidente del Consiglio Talarico: si uniscono e si riequilibrano le istituzioni.

Qualcuno in campagna elettorale criticava il Governatore Scopelliti dicendo che era l’uomo che avrebbe diviso la Calabria. Gli elettori hanno dato una risposta chiara a questo messaggio. Con i fatti, anche con questi, viene sanato uno squilibrio istituzionale che nella scorsa legislatura ha prodotto contrasti evidenti.

Quindi,colleghi consiglieri, ritengo che con questi provvedimenti, la Calabria, imbocca una strada virtuosa rispetto alla spesa pubblica. Una strada del genere consentirà alla nostra terra di aumentare la sua credibilità con le istituzioni nazionali e con quelle europee. Soltanto attraverso l’introduzione di nuovi meccanismi virtuosi nella spesa, noi potremo attrarre nuovi investimenti, potremo creare meccanismi di spesa positivi e virtuosi che consentiranno alla nostra Regione in prospettiva di conoscere un percorso di crescita positivo.

Questo è l’obiettivo che con questi provvedimenti la Giunta si pone. Sono convinto che con la discussione che seguirà, con il contributo di tutte le forze politiche, offriremo un buon servizio alla nostra terra, ai nostri concittadini. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie per la relazione all’assessore.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Censore. Ne ha facoltà.

Bruno CENSORE

Grazie, signor Presidente, intervengo sul punto all’ordine del giorno anche perché, in qualità di componente del gruppo del Partito democratico, faccio parte della seconda Commissione. Ho seguito i lavori e tutta la manovra.

Sinceramente, devo registrare che i calabresi, oltre alla manovra varata dal Governo nazionale che comporta un peso, un onere, oltre al disagio che le famiglie calabresi vivono, ora si devono sobbarcare anche la manovra regionale, che, per bocca dell’assessore Mancini, chiaramente comporterà per i calabresi nuovi e pesanti sacrifici.

Certo, le amministrazioni pubbliche devono intraprendere una strada virtuosa e contenere i costi entro alcuni parametri per rimanere nel patto di stabilità. E’ anche vero che ai calabresi non viene tolto nulla da una tasca, perché la manovra non incide direttamente su una tasca dei calabresi, ma dall’altra tasca la sanità è stata commissariata e quindi ci saranno delle spese che graveranno sulle famiglie calabresi.

Oltre a questo, la manovra di assestamento, che è relativa, perché va ad assestare un bilancio già fatto, la dice lunga sull’azione che questa Giunta vuole portare avanti.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

Un’azione che deve riguardare il PIL calabrese delle famiglie, deve riguardare la qualità della vita e dei consumi. Ebbene, questa manovra non va in questa direzione, non va ad incrementare il PIL, non va a stimolare i consumi in una situazione di crisi finanziaria ed economica.

E’ una manovra che non toglie direttamente, ma indirettamente penalizza i calabresi, le imprese, alcuni lavoratori e alcune istituzioni e chiaramente non apporta sviluppo.

Tratterò per singole questioni la manovra, perché poi, quando discuteremo degli emendamenti, entreremo nel merito delle singole questioni.

Intanto, questa manovra riduce i costi ed incide negativamente su alcuni comparti. Abbiamo più volte denunciato lo scippo dei 3 milioni 300 mila euro che erano destinati a favore dei Comuni.

Queste risorse, che noi avevamo messo nella legge 8, non erano destinate a interessi particolari - come ha detto l’assessore Mancini-, ma erano soldi destinati in favore degli enti locali e delle imprese che dovevano realizzare queste opere.

Chiaramente, rispetto a questa legge c’è stata una relazione da parte del dipartimento dei lavori pubblici, che non è esaustiva rispetto alle richieste che sono state fatte ai Comuni. Rispetto ad una situazione non chiara, è sbagliato sottrarre questi soldi che potevano generare investimenti non per 3 milioni 300 mila euro, ma per quasi 66 milioni di euro in 20 anni.

Si tagliano i soldi al fondo per la montagna per 350 mila euro. Non conosco le zone disagiate, le zone di montagna, già penalizzate, o le stesse comunità montane, rispetto alle quali c’è un problema di pagamento dei quasi 400 dipendenti, io non so come riusciranno a sopravvivere, anche perché entro 180 giorni da quando è stato  fatto il provvedimento, avrebbe dovuto essere emanata la legge che a tutt’oggi, però, non è stata emanata.

Ancora, si tagliano i soldi alle Province: 1 milione di euro alle Province. Risorse destinate al pagamento dei dipendenti di ruoli che erano transitati alle Province in base alla legge 34.

Si taglia il fondo per la ristrutturazione degli immobili nei centri storici e chiaramente non so quale sviluppo può apportare questa manovra, quale incremento di spesa, quale incremento di consumi.

E’ vero che ci sono dei tagli, ma un assestamento si poteva fare agendo sulle entrate e controllando meglio quali sono le riscossioni ed i crediti, controllando meglio la dismissione del patrimonio.

Noi abbiamo chiesto che sulla dismissione del patrimonio ci fosse un parere della Commissione, e questo c’è stato negato.

Non vedo nell’azione della Giunta, nella manovra deliberata dalla Giunta, una riforma strutturale della nostra Regione, che metta in soffitta i carrozzoni.

Invece, abbiamo assistito ad un emendamento presentato in Commissione attraverso il quale si sopprime l’Arpacal per far spazio ad una nuova agenzia. In questa operazione – ed io ho l’ho denunciato subito insieme al collega Talarico di Italia dei valori –abbiamo visto una azione politica clientelare che, chiaramente, appartiene alla vecchia politica, ad un vecchio regionalismo.

Non c’è la volontà di voltar pagina, perché questa non è una operazione che va a ridurre le spese ma va ad incrementarle.

Per quanto riguarda l’Arpacal ,spero che ci sia un ravvedimento da parte della maggioranza anche alla luce della presa di posizione delle organizzazioni sindacali e di molti altri attori sociali ed economici.

Questa non è una operazione che va a ridurre la spesa ma  va ad incrementarla. Per quanto riguarda l’Arpacal, se dovesse passare questo provvedimento, deve essere nominato un commissario liquidatore che abbia al suo fianco il Collegio dei revisori dei conti.

Chi conosce le liquidazioni sa che…

(Interruzione)

Vi chiedo scusa, Presidenti emeriti, io sto parlando e chiederei un po’ di correttezza. Mi pare sia ingeneroso da parte vostra quando parla un collega, il voltare le spalle e fare comunella.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Prego, onorevole Censore, può continuare.

Bruno CENSORE

Non è una questione di ascoltare, Presidente. Io non voglio interferire nel suo lavoro, noi siamo stati colleghi nella scorsa legislatura e magari ci sono state le occasioni per litigare, ma è compito suo il mantenere un corretto svolgimento dei lavori in Aula e se ci sono delle necessità magari sospendere i lavori e poi proseguire.

Mi appello a questo: ad un normale funzionamento dei lavori in Aula.

Parlavo della questione dell’Arpacal.

Questa operazione che è politico-clientelare comporterà, chiaramente, un aggravio di spesa.

Dicevo che questa non è una manovra attraverso la quale si osa e si vuole riformare la Calabria.

Certo, è una manovra di assestamento, e noi chiaramente convinti che questa maggioranza ha avuto un ampio consenso dei calabresi aspetteremo il bilancio ed il tempo necessario per vedere quali azioni questa Giunta porterà a favore della nostra terra, che è davvero una terra dove ci sono tante emergenze.

Ma la strada intrapresa non è una strada virtuosa. Ho citato l’Arpacal, che è un fatto importante, ma vorrei citare anche qualche altra argomentazione.

Per esempio, c’è un aumento di 300 mila euro sulla legge sismica, sulla legge 35. E’ una legge che è stata impugnata da parte del Governo ma non sappiamo se il conflitto sia stato risolto. L’altra volta in Commissione non mi è stata data risposta su questa questione, perché non c’era l’assessore competente.

Oggi chiederei all’assessore competente come mai questa legge, che prevedeva già 100 mila euro, se ne vede aggiunti ulteriori 300 mila euro, quando siamo ad oltre metà dell’esercizio.

Staremo a vedere i fatti concreti, non i proclami, perché fino ad oggi di fatti concreti ce ne sono stati ben pochi. Saremo vigili ed attenti, non ci metteremo contro in maniera pregiudizievole rispetto ad atti importanti e che condividiamo.

C’è stato in Commissione un lavoro e voglio riconoscere al Presidente la conduzione equilibrata e di responsabilità dei lavori. Ci sono stati punti di convergenza importanti, alcuni emendamenti che andavano a migliorare la qualità legislativa del testo di assestamento.

Sono stati accolti, e di questo ne prendo atto. Su altri c’è stata una proficua intesa ma alcuni noi li abbiamo presentati insieme al collega Guccione perché, chiaramente, riteniamo che sia giusto difendere fino in fondo gli interessi dei calabresi.

Per quanto riguarda il milione di euro che era a favore delle Province, ne prevedete la soppressione, avevo ritirato l’emendamento in Commissione, perché avevo detto che volevo interloquire con l’Upi. Ho chiamato la Presidente Wanda Ferro ed altri Presidenti di Province calabresi che mi hanno detto – seppur in maniera diversa – che questo è uno scippo e che quei soldi sono una giusta spettanza delle Province e non vanno distolti.

Chiaramente discuteremo l’emendamento e su questo voglio sentire il parere della Giunta e dei relatori. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, siamo tutti consapevoli che questa manovra di assestamento si inserisce in una crisi nazionale e internazionale, come diceva l’assessore Mancini. Questo, però, non giustifica né assolve le azioni delle singole Regioni. Questo non giustifica la mancata scelta di priorità di gerarchie nei tagli e nella razionalizzazione.

Devo dire che la Calabria, rispetto alle altre Regioni, è stata silente nei confronti dei tagli indiscriminati e feroci che il Governo nazionale  ha attuato, e che privano le Regioni di 4 milioni e mezzo di euro per il prossimo anno rendendo le cose molto difficili.

Avrebbe fatto bene la Calabria, al pari di altre Regioni, al di là del segno politico che esse portano, a farsi sentire nei confronti del Governo centrale.

Rispetto alla nostra manovra, credo che ci siano dei segnali importanti ma che sono, però, confusi e contraddittori probabilmente in linea ed in coerenza con i primi 100 giorni della Giunta Scopelliti.

Da un lato è vero che si spuntano spese superflue, ma dall’altro si rafforzano i capitoli delle spese cosiddette politiche.

Voglio entrare anche nel merito. E’ vero che si taglia e si taglia poco, si riducono le spese di funzionamento del 20 per cento, dei Comitati e delle Commissioni del 30 per cento, sulla convegnistica non si può superare, ad esempio, il limite dell’80 per cento rispetto al 2009, così con le consulenze degli enti strumentali al 90 per cento.

Noi, Italia dei valori, non vogliamo alzare l’asticella o vogliamo fare facile demagogia, per dire non ci basta il 20 vogliamo il 40 o il 60.

Abbiamo proposto degli emendamenti, che verranno illustrati dal capogruppo Giordano, che tendono davvero a rafforzare il concetto di razionalizzazione e di riduzione delle spese. Le percentuali sono lì ad indicarle.

Proponiamo il 50 per cento per quanto riguarda i Comitati e le Commissioni, il 30 per cento per le spese di funzionamento. Il 50 il tetto limite rispetto al 2009.

Sono percentuali, è vero, ma dietro queste si può leggere una filosofia, una logica che tende davvero ad attuare propositi veri di rigore e di riduzione delle spese.

Non si spiegherebbe altrimenti, ad esempio, che se da un lato si attuano tagli, dall’altro si incrementano ad esempio di 350 mila euro le politiche, le azioni per il turismo. Ancora 100 mila euro in più ai calabresi nel mondo, 565 mila euro in più alle spese di funzionamento del Consiglio; 200 mila euro in più a collaborazioni, organi di direzione politica. Ancora 200 mila euro in più ai viaggi, trasferte e missioni della Giunta e non del Consiglio.

Avremmo voluto, ad esempio, che questo tentativo, sia pure generoso, di dare dei segnali in direzione del taglio alle spese superflue avesse un suo effettivo completamento ed una sua coerenza tagliando anche le voci che abbiamo appena elencato.

Poi balza agli occhi di tutti – ne abbiamo avuto dimostrazione questa mattina all’ingresso della Aula del Consiglio – l’abolizione dell’Arpacal.

In Commissione – Commissione che, a dire il vero, ha lavorato bene e con serietà e ringrazio il Presidente – ho chiesto all’assessore Mancini, che ringrazio perché, a differenza di molti suoi colleghi, ha ascoltato con attenzione e partecipato assiduamente ai lavori, le ragioni per cui l’Agenzia Arpacal viene abolita e le medesime funzioni vengono assegnate ad un’azienda la cui natura, il cui destino non c’è dato sapere.

Ho chiesto: perché? Quali ragioni economiche, funzionali, gestionali, politiche militano a favore di questa  abolizione? E nel contempo perché si dà vita ad un’azienda al posto di un’agenzia, per fare cosa, di diverso e di nuovo, rispetto ad un’agenzia appena abolita?

Ho chiesto se non era il caso, ad esempio, di venire in Aula e proporre una legge che organicamente prevedesse lo scioglimento di quell’agenzia ed una nuova azienda per svolgere le stesse funzioni.

Credo che il Presidente della Giunta debba innanzitutto al Consiglio, poi ai calabresi, ai destinatari delle funzioni dell’agenzia Arpacal, ai lavoratori di qualsiasi titolo e livello delle spiegazioni.

Vorrei che diceste a noi altri stasera, quali ragioni vi hanno indotto ad abolire l’Agenzia Arpacal e quali funzioni debba assolvere la nuova azienda, quali inconfessabili logiche abbiano indotto la Giunta a prendere un provvedimento così drastico per una così importante Agenzia utilizzando metodi inusuali, sbrigativi e forse anche superficiali.

Queste riflessioni sono tutte contenute nella manovra che c’è stata appena presentata. Siamo anche altrettanto consapevoli che si tratta di una manovra di assestamento, per cui rigettiamo qualsiasi tentativo di enfatizzazione di questi provvedimenti che, se da un lato contengono segnali interessanti che bisogna cogliere, dall’altro non danno quella fiducia necessaria di cui avrebbero bisogno i calabresi che si aspettano politiche di rigore che intacchino quelle aree e quelle sacche di inefficienza e di superfluo che pure ci sono.

Esprimiamo il nostro giudizio contrario, ma al contempo rinviamo una valutazione più attenta dell’operato della Giunta in materia economica e di bilancio, quando si discuterà e si approverà il bilancio di previsione.

In quella occasione l’opinione pubblica calabrese aspetterà al varco la Giunta, e lì dovremo sapere con certezza in che modo la Giunta affronterà le grandi questioni strutturali del bilancio della Regione.

A cominciare dalla sanità, tema continuamente rinviato. Per il momento assistiamo ad una parte della Commissione sanità che gira i nostri ospedali come una Madonna pellegrina, non so con quali competenze, funzioni e con quali titoli. Ma non abbiamo ancora una parola chiara e certa per quanto riguarda l’intero comparto sanità che, come è noto, si mangia il 60 per cento o giù di lì del bilancio regionale.

Un’altra annotazione vorrei consegnare alla Giunta rispetto alle comunità montane.

Non sono per il mantenimento in vita, così come sono, delle comunità montane.

Ma sarebbe ora che si prendesse una decisione definitiva, che si approvasse una legge organica, che dica alla opinione pubblica calabrese “chiudiamo le comunità montane, le riformiamo, mandiamo il personale a lavorare presso altri enti, lo mandiamo a casa”. Ma è impensabile che si continui a destinare, ad impegnare ingenti risorse per tenere in vita degli organismi che sicuramente necessitano una riforma immediata ed urgente.

Ovviamente, questa non è responsabilità né dell’assessore né dell’attuale Presidente. E’ un provvedimento del Governo che tra la fine dello scorso anno e l’inizio dell’anno è piombato addosso al Presidente Loiero. Viene gestito, giocoforza, da questa Giunta, ma credo che sia arrivato il momento di affrontarlo in maniera definitiva, per evitare che interventi tampone possano sottrarre ingenti risorse, che invece servono al momento per pagare solo il personale che non è adibito ad alcuna funzione, ad altre destinazioni,.

Tutti conosciamo la vita di questi enti.

Queste sottolineature e questi brevi cenni  legittimano e motivano il nostro atteggiamento contrario rispetto alla manovra del bilancio, fino poi a specificare una serie di emendamenti di dettaglio. La nostra filosofia, il nostro punto di vista anche alternativo rispetto alle proposte che sono state fatte. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Signor Presidente, il mio intervento sarà molto sobrio e breve. D’altronde – l’hanno ricordato altri colleghi – si tratta di proposte di legge che riguardano l’assestamento di bilancio.

Da questo punto di vista, ho sentito poco fa sia la relazione del Presidente della Commissione, sia quella fatta in Aula dall’assessore al bilancio Mancini.

Ho qui come tutti i colleghi la relazione scritta al provvedimento di legge.

E’ una relazione onesta, ma non mi sorprende l’entusiasmo dei primi 100 giorni di governo.

E’ onesta, quando scrive che per la Calabria ci sarà una drastica riduzione delle risorse finanziarie a disposizione, per effetto dell’effettuazione del federalismo fiscale. Onesta, quando aggiunge che col decreto legge numero 78 del maggio scorso alla Calabria mancheranno annualmente altri 400 milioni di euro.

Non penso che l’assessore Mancini o la Giunta avrebbero dovuto fare un manifesto di propaganda contro il Governo nazionale a cui fanno riferimento. Ma questo non c’entra con la crisi mondiale o con “la moria delle vacche” per dirla come Totò e Peppino.

Questo non è il destino cinico e baro. Ma c’è qualcuno che, facendo i conti, dà di più del dovuto a qualcuno - questa è la mia opinione – e dà di meno di quanto dovuto a qualche altro.

Questo non c’entra con il fatto  che siccome non abbiamo studiato bene non passiamo l’esame.

Per dirla in maniera esplicita, quando l’assessore Mancini fa riferimento a un difetto - un peccato, se volete: nella nostra vicenda istituzionale ci sono sperperi oppure cifre, spese per investimenti che non producevano sviluppo.

Questo è vero in sé, nel senso che diventa più pesante la nostra situazione anche in relazione a decisioni che sono politiche, che potevano esserci o non esserci.

Perché faccio questo tipo di ragionamento? Perché qualunque sforzo fanno i calabresi, lo devono fare, ma rischia di essere vanificato o di diventare una missione impossibile se c’è un livello nazionale distante o addirittura che vanifica gli sforzi che noi facciamo.

Quindi la consapevolezza da parte nostra non spinge, certo, ad abbassare la guardia ma a tener conto che anche questo è diventato un problema aggiuntivo.

Ovviamente, per quanto ci riguarda non c’è nessun’autoassoluzione. Nel merito faccio due osservazioni. Non sono intervenuto nel dibattito precedente sulla legge che introduce in calabrese il cosiddetto “Piano casa”.

Ma sono costretto a sottolineare al di là del merito e delle valutazioni – ho sentito l’intervento dell’assessore al personale e altri interventi a sostegno – ,se la situazione è questa pur sapendo, e non mi contraddico, che questa è una semplice manovra di assestamento, e se si enfatizza tanto il problema di politiche anticicliche che vadano controcorrente, che consentano di mettere in movimento risorse anche private, non vi pare che esista una contraddizione tra questo e il fatto che cassate nella manovra di assestamento, le risorse destinate al risanamento dei centri storici?

Perché, altrimenti, non vedo tanto e solo uno strabismo, ma vedo una scelta. E quella scelta non può essere condivisa, perché se da un lato nessuno ha riserve rispetto ad una politica di necessaria razionalizzazione di contenimento dei costi, o che questo è l’unico modo -mi dite-, oppure questa è una scelta politica obiettivamente punitiva.

In una Regione come la nostra, in cui si dice “l’unica cosa che noi abbiamo è questo nostro patrimonio, il nostro paesaggio”, i risanamenti, le riqualificazioni, l’uso e il riuso dei centri storici come possono essere sbagliati, se sono la scommessa di tutta Europa?

Ci avete detto mille volte “perché non copiamo l’Andalusia anziché alcune aree?”. Queste cose però vanno messe in pratica.

Quindi, diciamo sì ad una politica di razionalizzazione, ma, entrando nel merito, una osservazione è doverosa, a meno che non ci dite che i provvedimenti finanziabili attraverso quei mutui erano provvedimenti con lo sterzo.

Quando passo al merito di altre questioni, ai centri storici, per esempio, non più tardi di stamattina ho parlato col sindaco di Caulonia che ha realizzato con metà della cifra prevista per salvare la parte marina del paese dal mare, 311 metri di muraglione di contenimento.

Per completare l’opera occorre un altro milione di euro, che era già previsto.

Se questi provvedimenti li tagliate, non solo non difendiamo quella comunità che è di tutti, ma mettiamo in discussione lo stesso lavoro svolto ed alla fine provochiamo un danno.

Genericamente tutto sta nella politica dei tagli. Quando dal buio delle affermazioni andiamo alla luce della concretezza, queste sono osservazioni per dire “tagliamo, ma perché così e non collì”.

Le intenzioni sono meritevoli ed alcune parti dell’articolato non contraddicono le intenzioni, ed io l’ho anche detto in Commissione. Ma altre parti fanno proprio a pugni.

Che c’entra un provvedimento di razionalizzazione della spesa con tutto questo, un progetto di legge che riguarda l’Arpacal? Ma io sto facendo una difesa d’ufficio di niente.

In una situazione di questo tipo, una maggioranza convinta delle proprie idee e del proprio progetto non l’avrebbe inserita in un assestamento di bilancio: ci avrebbe detto del perché fa una trasformazione, pur con corsia preferenziale che ne avrebbe permesso l’approvazione in un mese.

Non è vero che non si trasforma : per lo meno se tiriamo il filo del personale, vediamo che il contratto, da ente pubblico economico, diventa di diritto privato. Quindi in qualche maniera si fa un intervento a fondo e strutturale.

Ma perché? Qual è il fine o il vantaggio che attiene la nostra Regione? Non faccio la guardia a nessun bidone, ma dico che non si capisce perché è inserita in un provvedimento di contenimento della spesa, un assestamento di bilancio, e tra l’altro lo farò poi nel merito quando parlerò, perché un provvedimento di questo tipo richiederebbe una apertura, una curvatura mentale aperta rispetto alla minoranza. E’ necessario che la cerchiate, perché l’articolo 54 dello Statuto per nuovi enti quale è questo richiede una maggioranza qualificata, non una qualsiasi.

Non vi basta nemmeno il 60 per cento che vi dà la legge, occorrono i due terzi del voto.

Allora anche da questo punto di vista occorrerebbe un ben altro tipo di confronto.

Infine un terzo punto, e finisco.

In Commissione avete cassato l’articolo della vecchia finanziaria che riguardava il progetto per i giovani stagisti. Si è detto – magari a ragione – che quello che era previsto non era praticabile.

E vedo che, di intesa, tutta la maggioranza, i Presidenti dei gruppi di maggioranza, presentano un emendamento. Io voterò quando ci sarà quell’emendamento, ma faccio una osservazione.

Se la Calabria va controcorrente e bisogna accelerare i tempi, il punto non è solo e tanto di razionalizzazione della spesa quanto di enfatizzazione – l’ho fatto per i mutui e lo dico per questo punto – come tempi più accelerati e come energie ed intelligenze che si mettono in campo per far fronte ad una situazione del tutto inedita.

Ci sono i due aspetti. Uno riguarda la capacità negoziale di questa e di altre Regioni del sud, al di là del colore politico delle coalizioni che le amministrano rispetto al Governo nazionale, per aumentare in qualche maniera il tasso di autonomia rispetto al patto di stabilità riguardo gli investimenti per lo sviluppo.

L’altro è uno sforzo che dobbiamo fare da soli. Anticipo questo ragionamento, perché lo farò in sede di bilancio di previsione per il prossimo anno.

Rispetto a quei giovani degli stage e a tanti giovani meritevoli, ritengo che la scommessa da fare sia un’altra, ovviamente con tutte le verifiche che la legalità ed il principio di giustizia richiedono. Senza sanatorie di nessun tipo, ci sono nei fondi europei decine e decine di milioni di euro per la cosiddetta assistenza tecnica.

Diventa – come troppo spesso in Calabria – una occasione per aiutare amici, amici degli amici o operazioni clientelari oppure l’investimento di fondo diventa un investimento in intelligenza? E se di intelligenza parliamo non c’è dubbio che quei circa 400 giovani, ragazzi e ragazze, sono intelligenze che hanno fatto un esperimento.

Anche loro devono passare dalla cruna dell’ago di verifiche. Ma anche per loro va immaginato, assieme a quanto ipotizzato con l’emendamento di questo assestamento, un progetto di questo tipo.

Come vedete, non mi sono né dilungato né faccio ragionamenti ideologici. Sì, sì ai diversi punti e no, no.

Ritengo che in qualche punto l’entusiasmo è diventato altra cosa, che ha preso la mano per decisioni punitive qua e la.

Di fronte a qualche caso -che pur c’era- di qualche singola misura discutibile, invece di ragionare su singoli fatti, si è deciso di cassare tutto, non riflettendo a sufficienza sulle ripercussioni e sui danni che questo provocava, oppure presi dall’entusiasmo si è introdotto in un provvedimento in generale qualcosa che non c’entra.

Queste sono le riserve. Non anticipo rispetto a questo momento la discussione, perché non c’è un pregiudizio politico.

Vedrò via via quale sarà l’atteggiamento. Non parlo per parlare. Fermi restando i singoli punti laddove in Commissione ho detto che sono d’accordo, manterrò il mio accordo se rimane questo l’impianto.

Sul fatto di merito, posto lo sforzo che si è fatto algebricamente tra il più ed il meno, mi sembra che l’operazione finisca per contraddire le oneste e positive intenzioni che l’assessore al ramo…

Perché su alcuni punti per quanto sforzo facciamo non ci entra.

Certo è un assestamento, un punto da cui partire, ed io contraddirei me stesso se da un lato lo considero assestamento e poi dico che è scoppiata la bomba atomica. Non sarei onesto, io lo faccio perché non ho pregiudizi ed immagino che il confronto serva, che possa servire.

Per esempio, per me non sarebbe di poco conto se prendessimo tutta l’operazione Arpacal e, con corsia preferenziale, la spostassimo su una discussione. Anche perché ho sostenuto un qualcosa che c’è nello Statuto.

O su questo punto avete i due terzi dei voti oppure questo punto siccome è un nuovo ente non passa. Se lo votate … non so, non voglio fare un mestiere non mio.

Ma questo punto dello Statuto – termino – lo abbiamo inserito due legislature fa. E’ un punto che avevo posto io, perché l’intenzione era quella di liberare la Regione da forme di gestione diretta, di arrivare ad un superamento da questo punto di vista, una Regione snella e leggera. Proprio per far questo e perché le tentazioni di questa maggioranza sono quelle di immaginare che può fare tutto e subito comunque vuole,  abbiamo introdotto quella norma. Perché nessuna maggioranza per quanto forte e coesa potesse essere presa e far prevalere questo tipo di tentazione.

Quindi non era fatta in un’altra logica.

Alla fine, allora, rispetto ai punti ed alle risposte che ci saranno ci sarà una valutazione. Ovviamente se si mantenesse questo impianto, non per pregiudizi, la mia valutazione non sarebbe favorevole.

Attenzione, lo vedo nell’ottica di contribuire e fare la propria parte in una situazione che è difficile, senza precedenti, in cui le singole e legittime posizioni non possono contraddire il principio di fondo di fare tutto, proprio di tutto, per contribuire ad uscire prima e meglio dalla difficilissima crisi strutturale che travaglia la nostra Regione.

A questo principio per un periodo purtroppo non breve, da questo principio nessuno può debordare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Magarò. Ne ha facoltà.

Salvatore MAGARO’

Signor Presidente, prendo volentieri la parola per portare un contributo alla discussione che si preannuncia innovativa rispetto al passato.

Cambiamento e modernizzazione sono parole tante, e troppe volte, usate da noi politici soprattutto all’interno delle istituzioni e delle campagne elettorali.

E’ famosa la frase di Marco Minniti quando ha affermato nel corso di una campagna elettorale “cambieremo la Calabria rivoltandola come un calzino”.

Questa parola purtroppo viene tante volte usata, ma a questa parola non seguono, purtroppo i fatti.

Abbiamo avute tante risorse nella nostra Regione: sono state immense, ma i risultati sono davanti agli occhi di tutti.

La fotografia dei risultati che abbiamo raggiunto penso che sia abbastanza nota ai calabresi, ai cittadini della nostra Regione.

Conosciamo bene lo stato della sanità e qual è la qualità dei servizi che essa eroga ai cittadini calabresi.

Le infrastrutture sono fatiscenti, i servizi sono inefficienti, la Calabria, la nostra Regione è purtroppo soffocata e strangolata dalla criminalità organizzata ed il livello della disoccupazione soprattutto quello giovanile nella nostra Regione viaggia sempre a doppia cifra.

Eppure le risorse ci sono state. Ma che fine hanno fatto le risorse? Purtroppo le risorse non hanno prodotto sviluppo, ma hanno prodotto sprechi, hanno arricchito la malavita organizzata e non hanno fatto avanzare la nostra Regione.

Penso che stasera ci sia un esempio che può essere preso in considerazione e può essere incoraggiato.

La Calabria, vista da fuori Regione, appare come una Regione che amministra male le proprie risorse, che non porta risultati. Viene vista, purtroppo, come una Regione del sud che ha sprecato le tante opportunità e le tante risorse che aveva a disposizione.

Per cambiare  questa immagine, questa fotografia negativa della nostra Regione cosa serve? Dal mio punto di vista servono degli esempi, dei fatti, delle scelte che devono essere coraggiose.

Penso che stasera il provvedimento che viene presentato alla nostra attenzione da parte della Giunta presupponga un’azione politica e tecnica che rappresenta una forte bussola di orientamento che dobbiamo seguire.

Diciamo chiaramente e ad alta voce che la strada che stasera si imbocca, la discussione che si apre, il testo che viene presentato è molto diverso rispetto al passato.

Ho avuto la possibilità di esaminare, approvare 5 bilanci di previsione e 5 bilanci di assestamento. In quei bilanci c’erano poche scelte che riguardavano i bilanci e, purtroppo, troppe volte c’erano scelte che riguardavano gli aspetti legislativi.

Questa era una battaglia che il compianto collega Antonio Acri nella scorsa legislatura ha portato avanti con forza, dimostrando che le leggi di bilancio che approvavamo erano tutt’altro che leggi di bilancio.

Penso che attraverso questa proposta che stiamo discutendo si indichi una strada nuova rispetto al passato. La strada nuova qual è? E’ questa la scommessa che abbiamo davanti, ed è questa la mia forte convinzione.

Cosa serve alla Calabria per avere una reputazione diversa fuori Regione? Cosa serve alla Calabria per rendere possibile, rovesciare e rendere positive le aspettative di chi nel sud ci vive e ci vuole stare, ci lavora?

Dicevo che servono gli esempi, servono scelte coraggiose ma, soprattutto, serve una cosa molto semplice.

Vanno chiusi i rubinetti dei sussidi e dell’assistenzialismo quelli che, purtroppo, finora sono stati sempre aperti.

E la maturità per affrontare questa cosa c’è, perché gli emendamenti che ho visto sono pochissimi rispetto al passato che erano tutti emendamenti a pioggia, di spese, di contributi, di disseminare queste poche risorse non canalizzate e finalizzate a creare occupazione e sviluppo nella nostra risorsa.

Penso che questo sia un primo segnale: chiudere i rubinetti dei sussidi, dell’assistenza, dei contributi che non producono alcun risultato.

Nessuno può dire che, in questa proposta che la Giunta presenta, non ci sia questo forte segnale di innovazione rispetto al passato. Che cosa va aperto, invece, dal mio punto di vista? Penso che nel sud vadano aperti i rubinetti delle infrastrutture, dei servizi collettivi, delle capacità e delle iniziative individuali degli imprenditori.

Ha fatto bene il Presidente Scopelliti ad affidare al giovane assessore Mancini, oltre che il bilancio, anche la programmazione ed i fondi europei.

Sono certo che l’assessore Mancini sarà anche ricordato per essere stato l’assessore che vuole rendere più selettiva ed efficace la spesa pubblica, che vuol razionalizzare la spesa nella nostra Regione, ma sono anche certo che sarà attraverso la programmazione europea, l’assessore che creerà sviluppo, innovazione, che metterà in campo azioni per aprire i rubinetti delle infrastrutture, dei servizi che devono essere efficienti e che devono far sì che i calabresi possano investire nella nostra Regione.

Fatemi sottolineare alcune cose, che dal mio punto di vista sono molto innovative rispetto al passato.

Una di queste questioni riguarda il mancato raggiungimento degli obiettivi. Purtroppo nella nostra Regione, nella burocrazia, non vengono puniti coloro i quali non portano risultati e non vengono premiati coloro i quali, invece, portano risultati.

Qui c’è una norma che dal mio punto di vista ritengo interessante se questa viene applicata. Cioè bisogna raggiungere gli obiettivi e chi non raggiunge gli obiettivi non può rivestire quel ruolo o quella carica.

Queste sono alcune di quelle cose che dal mio punto di vista sono essenziali e fortemente innovative.

Raggiungere gli obiettivi vuol dire lavorare con continuità, rendere selettiva e trasparente la spesa, stare vicino soprattutto ai cittadini che devono vedere la pubblica amministrazione come un punto di riferimento e non come un ostacolo come, purtroppo è.

Penso che a questa norma che è prevista nell’articolato, se a settembre approveremo una mia proposta di legge che parla di come fare per evitare i grandi ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione verso gli imprenditori perché si crea sviluppo anche dando risposte immediate.

L’altra questione decisiva, politica, importante dal mio punto di vista, riguarda un’altra questione: il controllo della spesa. Il controllo non c’è, non viene monitorata la spesa nella nostra Regione.

Penso che questo sia anch’esso uno degli elementi fortemente innovativi che questo documento presenta. Controllare, monitorare di passo in passo oltre al raggiungimento degli obiettivi anche il controllo della spesa ritengo sia un aspetto importante che va incoraggiato e sostenuto.

Così come penso che sia altrettanto importante un altro elemento fortemente innovativo: quello che dice che non possono essere destinati ad incarichi coloro i quali hanno concorso a causare accertati stati di disavanzo nella nostra Regione.

Per la verità, questa norma era stata già da me proposta e fatta propria in un’altra legge finanziaria, ma ho visto che, purtroppo, la Giunta precedente ha premiato tutti coloro i quali hanno creato disavanzo finanziario o perdite di esercizio nelle aziende e negli enti strumentali.

Penso che quest’altra questione dei controlli, del raggiungimento degli obiettivi e del fatto che non possono essere destinati a nuovi incarichi coloro i quali abbiano creato situazioni di disavanzo siano alcuni elementi importanti che devono essere messi in evidenza.

Così come penso che oggi l’assessore Mancini ci presenta una razionalizzazione della spesa, un’azione politica e tecnica per migliorare la spesa, per eliminare gli sprechi.

Penso che quanto prima ci dirà anche e soprattutto le risorse che ha in mente da destinare allo sviluppo.

Questa è una prima fase per una gestione corretta del bilancio. Penso che a questa nei prossimi mesi se ne aggiungerà un’altra: chiudiamo i rubinetti dei sussidi, delle assistenze e degli sprechi ed apriremo i rubinetti delle infrastrutture, dello sviluppo, delle innovazioni e delle risorse che devono creare lavoro.

Voglio fare qui stasera una provocazione, ma è una mia vecchia idea. Forse è giunto il momento caro assessore Mancini di pensare nei prossimi anni un unico bilancio della Regione.

Avere due bilanci quello del Consiglio e quello della Giunta, ritengo non abbia più senso. Anche questa sarebbe una giusta misura sulla quale dobbiamo lavorare nei prossimi anni, per razionalizzare ed economizzare ancora meglio le poche risorse che abbiamo a disposizione.

Penso che quella di oggi, e così concludo, è una nuova stagione, un nuovo modo di fare, un’azione tecnica-politica innovativa rispetto al passato. Tutti parlano di cambiamento, ma al cambiamento poi non seguono fatti e determinazioni. Oggi abbiamo alcuni esempi di come possiamo incarnare il cambiamento nella nostra realtà.

Per questo va il mio apprezzamento all’assessore Mancini, al Presidente della Commissione, alla Giunta complessiva ed al Presidente Scopelliti che hanno voluto indicare attraverso questo strumento questa forte voglia di cambiamento non a parole ma nei fatti.

Diciamo chiaramente che tranne Nucera, che come ogni anno presenta 50 emendamenti di spesa, in questa proposta di bilancio non ce ne sono più, perché è cresciuta anche nei consiglieri regionali la volontà, la cultura della spesa.

Non serve avere 100 mila euro, 10 mila euro, 5 mila euro all’associazione; noi chiediamo all’assessore Mancini di continuare su questa strada della razionalizzazione della spesa, di puntare sulla qualità, di puntare sulla premialità, di punire coloro i quali non portano risultati e di mettere controlli selettivi all’interno della spesa regionale.

Penso che sono tutti ingredienti che promuovono a pieni voti la Giunta, l’assessore e la Commissione e che su questi temi dovremmo trovare anche la sensibilità e l’apertura della opposizione che, purtroppo, nel corso degli anni non ha i titoli e non ha anche – se volete – il lavoro che è stato fatto negli anni passati.

Il clima che si è instaurato è positivo. Ritengo che quella di oggi siauna bella pagina che noi ascriviamo alla nostra Regione e sono certo che, grazie all’approvazione della legge sulla casa, fortemente voluta dall’assessore Gentile e dal Presidente Dattolo, seguirà un forte impulso al cambiamento ed alla crescita della nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente. Noi, come Italia dei valori abbiamo già espresso, con l’intervento precedente, la nostra contrarietà, la nostra preoccupazione per queste due manovre: la manovra finanziaria e l’assestamento di bilancio.

Riteniamo che le misure siano insufficienti per il quadro drammatico a tinte fosche che si prefigura per l’economia e per i cittadini calabresi. Si declama la lotta allo spreco che secondo noi deve essere potenziata per evitare che vengano decurtate risorse a danno dei soggetti e delle categorie più deboli.

Diamo atto anche che ci sono nel contenuto, nell’articolato delle norme anche condivisibili anche se sono imposte per legge o per indicazioni del Governo centrale.

Al contempo, però, riteniamo che molte voci di spesa potrebbero essere ulteriormente tagliate.

Non vorremmo fare semplicemente una declinazione di tagli e di risparmi, ma riteniamo che questa manovra non abbia in sé quell’intervento strutturale che vada ad incidere nel tessuto produttivo di cui la Calabria ha veramente bisogno.

Alcuni passaggi – non voglio ripetere l’intervento del collega Talarico – mi sembrano essenziali in questa manovra.

Come ho detto, viene indicata come innovativa la volontà di procedere a tagli e che tagli, tra l’altro.

Poi ad esempio l’articolo 12 quinquies della stessa manovra prevede, addirittura, una nuova struttura organizzativa con consulenti esterni.

Credo che questo sia veramente contraddittorio ed in contrasto con quanto viene espresso.

Poi che dire del contenuto nella manovra finanziaria della messa in liquidazione, addirittura, di un’agenzia? Unico caso in Italia.

Vorremmo capire le motivazioni, le criticità e chiediamo alla maggioranza lo stralcio di questo provvedimento affinché questo venga incardinato con una legge, affinché si discuta e si mettano sul tavolo le questioni fondamentali per le quali, oggi, la maggioranza chiede con un provvedimento tout court la cancellazione e la costituzione di un soggetto i cui contorni non sono neanche chiari.

Ancora: la proroga di società che sono già in liquidazione come la Sial, un ente decotto.

E tante altre cose che nello stesso assestamento sono evidenti contraddizioni.

Vorrei anche ricordare l’intervento del Governatore - che non è in Aula – riguardo l’abrogazione dell’articolo 7 della legge 8 della precedente finanziaria, che è stato indicato come una fonte da cui trarre risorse per la legge sulla famiglia.

Ebbene, di questo provvedimento, cari colleghi, non v’è traccia. Ed io vorrei sapere cosa ne pensa la maggioranza di questa cosa.

Addirittura, per implementare le risorse della famiglia, si provvede ad uno storno di risorse dirette del Consiglio regionale, peraltro irrisorio e risibile.

Su questo abbiamo presentato nostri emendamenti che illustreremo e che vogliono, veramente, essere propositivi. Emendamenti che vogliono incontrare il confronto di un’Aula, spero, interessata nel voler migliorare dei provvedimenti che sono veramente carenti.

Che altro dire? Sul taglio alle Province è stato detto in Commissione – io non ero presente – e incontrava forse il favore delle stesse cinque Province…

Sono anche un esponente dell’amministrazione provinciale e dell’Upi, ma così non è.

Vorrei che l’assessore lo spiegasse. Andare a tagliare che cosa? Le partite stipendiali, le risorse che la “34” ha destinato per funzioni che sono specifiche della provincia? Su queste cose, che creano preoccupazioni, credo che dovreste dare delle spiegazioni all’Aula ed ai calabresi.

Poi le partite di giro, i vasi comunicanti. Questo è comunque un processo di spesa che non va nella direzione di controllo ed innovazione che avete indicato in quest’Aula.

Per questi motivi noi siamo nettamente contrari. Aspettiamo, ovviamente, la prova dei fatti del bilancio di previsione, aspettiamo il prosieguo sulle decisioni della sanità, sulle partecipate che necessitano di un processo di profonda razionalizzazione.

Su questo noi, certamente, non ci sottrarremo, ma lavoreremo alacremente come stiamo facendo in Commissione sui provvedimenti sui quali ci confrontiamo giornalmente.

Questo ed altro ancora ci inducono ad essere preoccupati ma, al contempo, ad avere un atteggiamento responsabile e rigoroso di attenzione nei confronti di queste cose. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, intervengo per fare alcune considerazioni telegrafiche e di carattere generale, ma necessarie ed opportune. Anche perché l’intervento del collega Censore, che rappresenta il gruppo del Partito democratico in seno alla Commissione competente, è stato esaustivo e decisivo.

E’ necessario, però, fare alcune considerazioni.

Ho apprezzato molto il garbo sia del relatore che dell’assessore Mancini e l’intrinseca dimostrazione di buona volontà di affrontare le difficili tematiche calabresi.

E’,però, necessario sottolineare – pur riconoscendo che in un semplice assestamento di bilancio era difficile porre in essere iniziative più incisive sotto il profilo strutturale – che il nostro  è un bilancio che richiede una riforma strutturale notevole.

Come gruppo del Partito democratico, ci proponiamo di dare un contributo in questa direzione soprattutto in autunno, allorché si andrà a predisporre il bilancio per il 2011.

Ma sin da ora ci preme osservare, intanto, che ciò che voi chiamate intervento riformatore è in realtà -coerentemente con la vostra parte politica- una applicazione, sul terreno della finanza regionale, di quelli che sono i precetti della manovra di Tremonti.

Noi abbiamo, in Italia,  la manovra di Tremonti ed in Calabria una manovra più limitata, che si ispira ai principi di Tremonti, ma che non incide sulle questioni strutturali del bilancio.

Per incidere non v’è dubbio che in autunno – su questo saremo molto propositivi – il bilancio della Regione vada interfacciato fortemente con la programmazione di tipo europeo.

Non voglio qui parlare nuovamente dei fondi straordinari che diventano sostitutivi dei fondi ordinari.

E’ questo un po’ il tragico destino del Mezzogiorno. Già quando c’è stata la legge 64 e la Cassa per il Mezzogiorno, ciò che doveva essere straordinario in realtà è diventato sostitutivo di un intervento ordinario.

E voglio dire agli amici del centro-destra, che a Roma sono alleati della Lega, che la legge 64 è diventata sostitutiva di quelle iniziative finanziarie sostenute dai fondi ordinari che sono andate nel nord del Paese.

Indubbiamente i nostri ritardi sono da ascrivere anche a nostre responsabilità, per come non abbiamo fatto funzionare bene le Regioni, ed, in primis, anche il sistema delle autonomie. Ma non c’è dubbio che l’Italia ha avuto sempre una tradizione nordista, accentuata dal momento in cui il Governo nazionale dipende dalla Lega, che è un partito territoriale.

Non voglio, onorevole Mancini, spezzare una lancia in favore della sostitutività dei fondi europei, però se ci riempiamo la bocca con il termine riformista dobbiamo prendere atto che riformismo significa soprattutto stare con i piedi per terra.

Reputo estremamente difficile incidere strutturalmente sul bilancio regionale, se non lo interfacciamo in modo positivo con i fondi strutturali europei, a proposito dei quali ci sono circa 460 milioni di euro derivanti dai cosiddetti progetti sponda che ancora non sono programmati.

Certo, avete tempo fino a settembre. Ma voglio dire che sappiamo qual è stato il meccanismo dei progetti sponda. Questo meccanismo ha impedito di far rientrare i soldini al mittente, cioè in Europa. Ma i progetti sponda non c’entrano nulla con la programmazione. Perché se la Regione ha “spondato” una strada costruita dal Comune di Cosenza, quella strada fa riferimento alla programmazione di Cosenza e quindi di un territorio ristretto, e non alla programmazione di carattere regionale.

E’ una richiesta che faccio all’assessore Mancini, che vedo animato da grande buona volontà: verificare questo aspetto di disponibilità che viene dai progetti sponda ed approfittare anche di questo per interfacciare il bilancio regionale strutturale.

Ad esempio, ponendo rimedio a qualche spinta che è stata fatta con questa manovra. Perché, parliamoci chiaramente, quando si deve far cassa e quando si devono far quadrare i conti, prevale la ragione ragionieristica. Però avere limitata la capacità di investimento dei Comuni attraverso la limitazione della dotazione finanziaria, la legge 24; aver limitato l’intervento sui centri storici – hanno già parlato i colleghi -; aver tagliato un milione alle Province, non è cosa positiva.

A proposito di tagli, assessore Mancini, gradirei che, sia pure velocemente, ci si desse una risposta ad un interrogativo che ci poniamo.

Nelle riunioni precedenti del Consiglio regionale, si è detto che andavano eliminati 4 milioni perché, con questi 4 milioni, la precedente legislatura aveva finanziato in termini di attività culturali di tutto e di più.

Mi auguro che l’assessore Caligiuri riesca ad utilizzare al meglio gli ingenti fondi strutturali europei, che, in materia di attività culturali, il centro-sinistra ha lasciato in eredità a questa stagione politica.

Ma non v’è dubbio che, quando si taglia con la falce, è vero che tutti i filini di erba diventano uguali. Si sono tagliate sagre e interventi per associazioni che forse non meritavano di essere finanziate, ma si sono tagliati anche interventi seri.

Siccome ci è stato detto che questi 4 milioni andavano a sostenere la famiglia, ci siamo messi l’anima in pace.

Si è usata la falce invece di una selezione ma – santiddio! – questi fondi vanno alla famiglia.

Poi avendo un Presidente del Consiglio ed  assessori importanti di questo partito dell’UDC, che è così sensibile ai problemi della famiglia,  ci saremmo aspettati per le famiglie calabresi qualcosa di positivo.

Ebbene, scorrendo i numeri, questa “famiglia” è sparita nei meandri dell’assestamento ed attraverso il bilancio del Consiglio si sono raggranellati 500-600 mila euro per quest’anno, e 1 milione 200 mila euro per l’anno prossimo.

L’altra questione che mi sento di porre - e poi farò una considerazione finale e chiudo – è sul taglio alle Ferrovie della Calabria che avranno questo contributo di 2 milioni 500 mila euro per 4 anni invece di 15.

Io chiedo al Presidente Scopelliti ed all’assessore competente quale idea abbiano dei trasporti in Calabria.

Ho ascoltato un’intervista del Presidente Scopelliti che mi ha deliziato, nella quale chiedeva per la Calabria l’alta velocità.

Se da un lato mi ha deliziato, perché il sogno è sempre delizia per chi ama una terra - come si fa a non deliziarsi rispetto a questa immaginazione dell’alta velocità che arriva in Calabria? –, la domanda che io mi pongo è: con questo Stato così patrigno nei confronti del Mezzogiorno e della Calabria, un patrigno che ha vestito tutti i colori politici e che durante la seconda Repubblica è diventato tirchio, stitico assai - che non basterebbero quintali di Guttalax per aiutarlo -, veramente voi pensate che questo Stato, che non riesce dopo 20 anni a dare una misera corsia di emergenza alla Salerno-Reggio Calabria, ci dia niente meno che  l’alta velocità?

Mi dispiace che il Presidente Scopelliti non sia presente, ma saremmo tutti felici di una velocizzazione della linea tirrenica, in modo che le merci che sbarcano a Gioia Tauro possano arrivare più rapidamente per via ferroviaria a destinazione.

Saremmo felicissimi di avere una ferrovia ionica non a binario unico e priva di elettrificazione, ma una ferrovia ionica a doppio binario ed elettrificata, altro che alta velocità.

Saremmo felicissimi, se un bypass mettesse in relazione Lamezia e Catanzaro molto meglio, o Paola con Sibari in modo da valorizzare il porto di Schiavonea, che può diventare la porta dei Balcani e dell’estremo est europeo.

Altro che alta velocità. Intanto cosa facciamo? Mortifichiamo le Ferrovie della Calabria.

Assessore Mancini, lei potrà restare alla storia rinverdendo una grande tradizione riformista se attraverso le Ferrovie della Calabria riuscisse, per esempio, a collegare Cosenza a Catanzaro.

Nella scorsa legislatura ci siamo battuti per la metropolitana leggere Cosenza-Unical e per la metropolitana leggera Germaneto-Catanzaro; se ora  chiedessimo ai signori progettisti di utilizzare lo scartamento ridotto per queste metropolitane, lei come assessore alla programmazione passerebbe alla storia per aver collegato Germaneto con Arcavacata di Rende, avendo messo in relazione, caro assessore Caligiuri, due pezzi importanti del mondo universitario calabrese che devono fare, finalmente, sistema.

Un’ultima considerazione. Sull’Arpacal è stato detto tutto da parte dei colleghi che mi hanno preceduto. Dal collega Censore, Talarico, Giordano, Bova ed io debbo aggiungere poco.

Ma voglio anche qui fare un modesto ammonimento, come mi sono permesso di fare sul piano casa, avendo raggiunto anche un risultato positivo.

Ma, veramente, dopo l’onorevole Bova che ci ha spiegato cosa occorre per istituire l’azienda, io rifaccio mio tutto quello che ho detto sulla differenza tra ente pubblico economico ed un’azienda che abbia una struttura privatistica e non aggiungo altro.

Le dichiarazioni di principio bastano ed avanzano. Ma nel momento in cui voi non avete i numeri per istituire l’azienda, lasciamo il 4 di agosto l’Arpacal diretta da un liquidatore.

Guardate che, forse, l’unica agenzia di questa Regione che ha ben funzionato, o una delle poche che ha funzionato nel modo migliore è stata l’Arpacal.

Io abito a Rende e ieri leggevo che il fiume Emoli è stato invaso da una schiuma. L’Arpacal è intervenuta rapidamente e ci ha detto anche qual era la natura di questa schiuma, per individuare i responsabili.

Allora mi affido al senso di responsabilità del Presidente Talarico, di Scopelliti, dell’amico Gentile e di tutta la maggioranza. Sarebbe veramente cosa buona e giusta, se stasera la maggioranza ritirasse l’emendamento che riguarda l’Arpacal.

Già il collega Bova ha detto che siamo disponibili in autunno a studiare insieme eventuali percorsi di riforma, per via ordinaria. Chiedo che la maggioranza dia alla Calabria questo segnale di grande responsabilità ritirando questo emendamento.

Ultimissimo argomento. Faccio mie le cose che ha detto Bova sugli stage.

Vorrei però dire all’assessore Caligiuri, che il Consiglio ha fatto nella scorsa legislatura cosa buona e giusta a ridurre le spese per la politica, per i gruppi, per l’organizzazione istituzionale di questo Consiglio convogliando ingenti somme per gli stage.

Vorrei dire all’assessore Caligiuri, ricordando i contenuti del POR 2007-2013, che in quel POR vi sono ingenti risorse per fare tirocini – tirocini o stage è la stessa cosa, adesso siamo diventati tutti amanti dell’inglese, ma quanto è bella la lingua italiana – non solo nelle autonomie locali, non solo nelle università ma anche nelle aziende.

E se questo Consiglio regionale, anche in un raccordo con il centro, potesse inserire nella normativa lavoristica delle norme, affinché le aziende che assumono i ragazzi laureati, dopo il periodo di tirocinio nelle aziende stesse, potessero avere delle provvidenze di tipo fiscale o di altro tipo…

La pregherei, assessore Caligiuri, di guardare molto bene a questo campo.

Quando ero assessore alla cultura ed alla Università, avevamo avviato un programma di master, di tirocini di eccellenza e di ricerca che sono quelli di cui ho parlato, per mantenere sul territorio i nostri ricercatori universitari.

Mi fu detto che non c’erano i soldini, ma mi furono finanziati i master ed i tirocini di ricerca. Non mi furono finanziati i tirocini di ricerca. Poi sul FSE sono usciti 200 milioni di euro come saldo del POR 2000-2006.

Siccome nel POR 2007-2013 le risorse ci sono, mi affido alla sua competenza in materia per avviare queste filiere di intervento che sono molto importanti.

Concludo con una dichiarazione che, naturalmente, deve esprimere una critica politico-amministrativa e quindi un voto contrario nel modo civile, in un modo costruttivo ben sapendo che tutti insieme dobbiamo fare l’interesse di questa nostra terra disgraziata.

Ripeto che un segnale molto importante sarebbe se la Giunta ritirasse per le motivazioni che abbiamo detto l’emendamento sull’Arpacal. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Imbalzano. Ne ha facoltà.

Candeloro IMBALZANO

Signor Presidente, desidero anche io fare alcune brevi riflessioni su questa manovra di assestamento del bilancio di previsione 2010, non senza dare preliminarmente atto all’assessore Mancini del notevole impegno che ha profuso in queste settimane nel varo di questa manovra, secondo indicazioni ricevute dalla Giunta e dal Presidente.

Voglio anche dargli atto del lavoro qualitativamente assai apprezzabile che ha svolto e, inoltre, voglio ringraziarlo per la disponibilità che ha mostrato in Commissione, non solo per la sua presenza continua, ma anche per la disponibilità nel fornire, senza esservi obbligato, qualsiasi chiarimento che è stato posto dai commissari, ma anche dai soggetti che sono stati auditi all’interno della Commissione.

Un analogo riconoscimento voglio darlo al Presidente della seconda Commissione, onorevole Morelli, per il modo in cui ha impostato i lavori, per l’equilibrio che ha dimostrato nel saperli condurre ma soprattutto per come ha organizzato le audizioni.

Quello che è stato fatto nelle lunghe sedute di Commissione è stato - soprattutto per alcuni di noi che siamo neoconsiglieri - un lavoro prezioso, che ci ha permesso di acquisire utili indicazioni soprattutto per i prossimi mesi quando andremo a discutere del bilancio di previsione 2011.

Per non correre il rischio di ripetere cose, che sono state già dette, farò soltanto qualche breve riflessione.

E’ largamente nota la condizione di queste Regioni dal punto di vista finanziario. Credo che l’assessore Mancini abbia ricordato – mi scuso se ho ascoltato in parte il suo intervento – un fatto largamente notorio:  una Regione, a maggior ragione la Regione Calabria, non può più sopportare un disavanzo strutturale di 300 milioni di euro.

Né nessuno potrebbe pensare di poter coprire questo indebitamento strutturale attraverso un indebitamento esterno.

Come diceva il ministro Tremonti qualche giorno fa, parlando della sanità della Regione Puglia, il rischio Grecia è un rischio default anche per la Regione Calabria e sarebbe dietro angolo.

Ed anche l’idea che abbiamo detto in questi giorni – da parte di autorevoli colleghi – circa la possibilità di emettere titoli obbligazionari, per far fronte a questo debito e alle esigenze di bilancio della Regione Calabria mi sembra assai difficile, quasi improponibile. Perché emettere obbligazioni significa trovare acquirenti istituzionali e non, però per poter emettere obbligazioni si deve passare sotto le forche caudine di una valutazione di rating fatta da agenzie specializzate.

Chiedo ai colleghi e mi chiedo: chi di noi sarebbe disponibile a sottoscrivere obbligazioni della Regione Calabria in questa fase per far fronte ad esigenze correnti o anche di investimento? Per questo non posso che convenire sulla impostazione che è stata data a questa manovra che, ricordo, è soltanto una manovra di assestamento, perché comunque bisognava invertire questa tendenza di scialacquio che c’è stata – diciamolo francamente – in questi decenni in questa Regione, intervenendo su tutto quello su cui era possibile intervenire, a partire dalle spese di funzionamento della Regione e degli enti sub-regionali sui quali, credo, saremo costretti a partire dai prossimi mesi a fare un ragionamento molto, ma molto più approfondito rispetto a quello che è stato fatto fino ad oggi.

PRESIDENTE

Onorevole Serra, per cortesia.

Candeloro IMBALZANO

Anche per questo voglio sottolineare l’approccio responsabile dei colleghi della opposizione all’interno della Commissione.

Avevano presentato anche degli emendamenti, ma al di là dei rapporti maggioranza-opposizione, devo dire che a monte c’è stato questo atteggiamento responsabile, per cui molti emendamenti sono stati preventivamente ritirati.

Non poteva essere diversamente. E’ finita l’epoca delle vacche grasse, lo abbiamo detto in qualche altra occasione, e soprattutto la manovra predisposta dal ministro Tremonti in queste settimane ed ancor di più l’imminente varo dei decreti attuativi sul federalismo fiscale imporrà, comunque, a questa Regione di invertire la rotta che ha seguito fino ad oggi.

Non è più concepibile il non pensare e non seguire una rotta che rispetti rigorosamente il patto di stabilità in questa Regione. Anzi, abbiamo il dovere invertendo questa rotta di ridurre l’indebitamento e qualificare la spesa regionale, razionalizzandola, tagliando dove c’è da tagliare, incidendo profondamente così come si è fatto anche sui costi della politica in questo Consiglio regionale.

Né è condivisibile l’alternativa, che è stata pure ipotizzata dal collega Censore stasera, cioè quella d un possibile aumento delle tasse in Calabria.

E’ una ipotesi assolutamente fuori luogo, perché ben conosciamo la ridotta capacità di spesa delle famiglie e ben conosciamo la ridotta capacità di spesa delle imprese o, comunque, le difficoltà dal punto di vista del risultato economico in cui versano le imprese calabresi.

Questa era una manovra di assestamento che ha comportato anche qualche taglio- perché no?-doloroso, anche se ritengo in questo di essere in controtendenza. Uno dei nodi che è stato sollevato anche all’interno della maggioranza è stata l’opportunità di eliminare, per esempio, i 3,3 milioni di contributi a favore degli enti locali per favorire la contrazione di mutui ed il cofinanziamento per opere messe in campo dagli enti locali, che mi trova assolutamente d’accordo.

Perché, diciamolo francamente, si trattava di spalmare, su oltre 400 Comuni, delle cifre potenzialmente modeste che non avrebbero compromesso certamente la capacità di spesa di Comuni, che spesso – dico anche questo con molta franchezza – fanno spese di investimento non sempre ortodosse.

Qualificare le spese, non solo correnti, ma anche quelle di investimento, è un onere che gli amministratori di questa Regione dovranno assumersi nei prossimi mesi, nei prossimi anni pena il rischio di default che riguarda ormai tante realtà nella nostra Regione.

Mi avvio alla conclusione.

Il vero banco di prova sarà – è stato detto anche poc’anzi in altri interventi – la redazione del bilancio 2011, rispetto al quale nel quadro di questa strategia, non ci possono essere altre strategie se non quelle delineate dall’assessore ed emerse in questo dibattito, la Giunta, la Commissione e il Consiglio regionale dovranno sicuramente rappresentare un tutt’uno.

Non potrà essere un bilancio calato dall’alto, ma dovrà essere un bilancio concertato e il più possibile condiviso, sia per quello che riguarda la spesa corrente che per quella destinata alle spese di investimento. Perché il bilancio che andremo ad esaminare, a partire dai mesi di settembre-ottobre, dovrà essere un bilancio diversamente messo in cantiere; dovrà privilegiare il ceto produttivo ed in modo ben diverso le famiglie, dovrà privilegiare i giovani ed i meno giovani in cerca di lavoro.

Quello veramente, cari colleghi, sarà il banco di prova che misurerà la legittimità di questa classe dirigente a poter governare questa Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole De Gaetano. Ne ha facoltà.

Antonino DE GAETANO

Signor Presidente, colleghi, che come hanno detto altri colleghi della minoranza, in questo assestamento di bilancio non vediamo segnali positivi.

Apprezzo anche, come ha fatto l’onorevole Bova, l’assessore Mancini per aver detto alcune cose chiare. Gli fa onore perché viene dai banchi della maggioranza, ma questa manovra è molto influenzata dalla pessima finanziaria nazionale e dalle pessime riforme che il Governo nazionale sta mettendo in campo, prima fra tutte il federalismo fiscale, che condannerà la nostra Regione ad essere sempre più in difficoltà, a tagliare servizi, ad aumentare le tasse e quindi per l’ennesima volta ad avere anni ed anni di marginalità politica, economica e culturale.

Credo che la prima cosa da fare, al di là degli schieramenti, sarà quella di mettere in campo delle azioni per bloccare il federalismo fiscale a livello nazionale.

Il Presidente Scopelliti dovrebbe, nella sua qualità di Presidente della Giunta regionale, porlo con forza all’attenzione nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni – come hanno fatto altri Governatori di altre Regioni -, perché con questo andazzo la Calabria rischia veramente la bancarotta e di togliere nuovamente servizi ai cittadini calabresi.

Questo è un Governo nazionale che, anche dopo le nuove vicende con il nuovo gruppo che ha fatto Fini, e con le difficoltà che ci sono, si sposterà sempre di più sotto l’egemonia della Lega Nord.

Noi dobbiamo contrastare questa cosa in maniera diversa, naturalmente, perché capiamo che siete nel partito di maggioranza. Ma non possiamo accettare che un gruppo di leghisti possa decidere sulla politica calabrese e del Mezzogiorno perché, realmente, loro guardano gli interessi soltanto di partito. Tagliano i fondi del Mezzogiorno, ma al contempo nella legge finanziaria – come avete visto – hanno finanziato di nuovo lo scandalo delle quote latte che è una vergogna per il nostro Paese.

Anche qui ho visto un silenzio assordante da parte del centro-destra calabrese.

Vedete, credo che questa sia la battaglia delle battaglie. C’è lo spazio per evitare che il federalismo fiscale passi e distrugga il Mezzogiorno d’Italia. C’è lo spazio ma la battaglia la dobbiamo fare tutti insieme.

Noi l’abbiamo fatta in questi mesi, come Federazione della sinistra, ma la faremo con ancora più forza nelle prossime settimane.

Credo che questa manovra, però, non dia respiro e prospettiva alla nostra Regione.

Ci sono provvedimenti dei quali non si capisce la ragione.

L’Arpacal è il primo caso. Non si capisce perché, con un emendamento fatto dalla maggioranza, si decide di sciogliere questo ente.

Qui qualche sospetto ce l’ho. Nemmeno la Giunta lo poteva fare, l’ha fatto nella proposta, ma sembra una cosa molto affrettata e non si capisce da quali motivazioni portata avanti.

Siamo contrari e faremo una battaglia. Stamattina ci sono stati i lavoratori dell’Arpacal che, giustamente, sono preoccupati. Tra l’altro nell’emendamento non si dice nemmeno se questi lavoratori saranno confermati, quindi hanno giuste perplessità.

Credo che noi dobbiamo cassare. Ed anche qui ha ragione l’onorevole Bova, che se si voleva fare una operazione la si poteva fare con provvedimento ordinario e si poteva mettere un provvedimento che parlasse di questioni, in primis questa dei lavoratori e delle lavoratrici.

Noi voteremo contro, e su questo ci auguriamo che anche dai banchi della maggioranza si capisca che è una proposta sbagliata, che non va nella giusta direzione.

Ed anche sulla eliminazione da parte della Regione delle Ferrovie della Calabria abbiamo delle grosse perplessità. Così come abbiamo perplessità su una serie di tagli che sono stati fatti esclusivamente dall’alto: si aumenta la spesa per operazioni inutili.

Riteniamo che una battaglia vada fatta – l’ho detto in Commissione – e come avete visto non abbiamo fatto emendamenti in questo assestamento, perché capiamo il momento e le difficoltà che ci sono.

(Interruzione)

Abbiamo detto che in Aula non li avremmo portati e non li abbiamo portati: abbiamo mantenuto l’impegno.

Ritengo che gli emendamenti di spesa possano essere utili, quando danno una sistemazione generale, e non per far spese a pioggia che non servono a niente. Ma ci sono cose importanti da tutelare.

Assessore, io farò una battaglia, l’ho fatta in passato e la farò anche in futuro, per la stabilizzazione dei precari. Credo che sia un fatto fondamentale in Calabria stabilizzare il precariato storico.

Tremonti sta mettendo a dura prova la Calabria e tutte le Regioni con questi tagli indiscriminati, che ha fatto nella legge finanziaria.

Vorrei dire una cosa: non si capisce perché la Sicilia viene messa sempre fuori, ed andrà a stabilizzare, con la finanziaria che sta approvando, 20 mila precari ed invece in Calabria, con questa manovra, rischiamo di mandare a casa la metà di tutto il precariato.

Per capirci, colleghi, ci sono in Calabria circa 5 mila Lsu-Lpu, e con la manovra, che è stata approvata, 2.500 dovrebbero essere mandati a casa. Che facciamo su questo? Noi faremo una battaglia affinché tutti questi lavoratori non perdono la possibilità di continuare questo servizio utile alla nostra Regione, affinché si continui con l’opera di stabilizzazione che abbiamo messo in campo quando eravamo maggioranza: siamo riusciti a stabilizzare quasi il 50 per cento del precariato storico.

Questo non vale solo per gli Lsu e gli Lpu, che sono la categoria più importante come precari, ma vale anche per i precari delle Asl, e per i precari che ci sono in tutte le diramazioni della Regione Calabria.

Credo che questa sia una battaglia di civiltà. E’ più utile stabilizzare precari, che andare a fare uno stuolo di consulenze, che poi alla fine non servono, per dare la possibilità alla Regione di crescere e di andare avanti.

Ultima cosa, assessore, mi rivolgo a lei perché non c’è il Presidente ma lo faccio con piacere perché da persona seria ed intelligente si può ragionare e dialogare da posizioni diverse cercando, però, di migliorare questa nostra Regione.

Credo che dovremmo fare uno sforzo nella prossima finanziaria. Lei sa meglio di me che il bilancio della Regione è ingessato, e lo sa perché, essendo assessore al bilancio, ha preso contezza che la spesa libera è ormai ridotta all’osso. Senza avere la possibilità di avere spesa libera, difficilmente si può incidere con politiche per fare cambiamento, per fare nuova occupazione, per cambiare la Calabria.

Dobbiamo lavorare per cercare di eliminare sprechi, per poi cercare di mettere i fondi a disposizione della spesa libera per fare politica di sviluppo. Dobbiamo lavorare, soprattutto attraverso l’uso oculato dei fondi europei, per fare politiche reali di occupazione e di sviluppo, perché altrimenti la nostra Regione sarà condannata tra i tagli nazionali e tra la mancanza di un buon uso dei fondi europei ad essere tagliata fuori e sempre più marginalizzata.

Per questo dobbiamo fare un grande lavoro sui fondi europei e lavorare su alcune leggi.

Ne abbiamo proposto alcune: avete detto di finanziare la legge sulla famiglia ma vi proponiamo, per esempio, di mettere una legge sul salario sociale, che abbiamo già proposta.

Può non risolvere i problemi, ma in questo momento di crisi può essere uno strumento per alleviare le difficoltà che hanno le famiglie calabresi.

Dobbiamo lavorare per evitare la fuga dei cervelli. I voucher sono stati una buona operazione, che però non risolve il problema; è un buon inizio, ma dobbiamo lavorare affinché questi giovani laureati validi che hanno prestato servizio attraverso i voucher intraprendano un percorso che li porti a lavorare realmente.

Dobbiamo lavorare su queste cose che possano dare una nuova classe dirigente alla nostra Regione. Sapete benissimo che la piaga della emigrazione è ripartita con forza ed ogni anno, lo scorso anno in Calabria sono andati via circa 70 mila calabresi.

E’ come se ogni anno una città come Lamezia scomparisse dalla geografia calabrese. Non ce lo possiamo permettere, perché sono soprattutto giovani laureati e diplomati che abbandonano la nostra terra. Se i migliori vanno via dalla Calabria, capiamo bene che sarà difficile trovare la possibilità di migliorare le condizioni economiche-politiche e sociali della nostra Regione.

Lavoriamo su questo, e credo che insieme, nelle differenze- noi faremo una opposizione seria e costruttiva –, potremo  trovare convergenze su queste proposte generali per portare a casa risultati concreti per la nostra terra.

Su questo bilancio – concludo Presidente – voteremo contro perché non riscontriamo, come si è percepito dal mio intervento, quelle proposte innovative per portare la Calabria fuori da questi problemi, e soprattutto per dare una linea nuova che possa cambiare le cose nella nostra Regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Signor Presidente, francamente non volevo intervenire, ma mi sono sentito tirare per la giacca dagli interventi che ho sentito.

Alcune cose vanno dette, perché riconosco ai colleghi – e spero che i colleghi mi riconoscano – una onestà mentale quando parliamo rispetto a fatti ed avvenimenti che la politica ha prodotto in questi anni.

In politica – come nella vita – non conta tanto quel che si dice, ma i fatti che si sono prodotti e che si producono, che vanno soppesati ed anche, soprattutto, guardati nell’ottica dei risultati.

Penso che possiamo convenire su una cosa. Ho sentito delle critiche che, francamente, mi sarei aspettato di sentire nell’ultimo bilancio che abbiamo approvato in quest’Aula.

Possiamo convenire su una impostazione: la situazione attuale del bilancio di assestamento del 2010 è diversa dalla situazione che abbiamo avuto fino all’anno scorso, dal punto di vista economico.

Ma voglio partire da un’altra analisi, perché - bene o male - ho sentito anche l’affondo dell’onorevole Principe che, per alcuni versi, è condiviso sulla utilizzazione dei fondi POR.

Parto da una presa d’atto: sia da questa parte che da quella parte, abbiamo convenuto, anche una parte dell’allora maggioranza - almeno fino al 2008 quando io ero maggioranza – che il procedimento che dava la possibilità di utilizzare le risorse dei fondi POR, dei fondi strutturali, non fosse adeguato, non solo alla possibilità di avere uno strumento snello ed agile ma, soprattutto, non appropriato per fare bandi e poter utilizzare risorse in tempi rapidi, e per le cose che erano venute alla Calabria.

Non voglio ricordare a nessuno, in quest’Aula, la polemica che c’è stata quando l’onorevole Loiero ha nominato, allora, il dottor Orlando responsabile dei fondi POR.

Non voglio ricordare a nessuno, in quest’Aula, quando abbiamo approvato il complemento di programmazione. E se ci prendiamo l’allora dichiarazione del Consiglio regionale, non voglio ricordare chi ha sollevato delle eccezioni, con quali motivazioni e come quelle eccezioni oggi sono diventate attuali.

Io inviterei i colleghi - non come maggioranza –, a livello personale l’ho fatto, con gli assessori l’ho fatto, ma inviterei i colleghi consiglieri di opposizione a farsi un giro per gli assessorati ed a constatare con i propri occhi, tutti i bandi del 2008 che non sono stati ancora “lavorati”.

Non possiamo fare una critica sulla utilizzazione dei fondi POR, quando fino ad ieri i bandi che abbiamo prodotto in quella legislatura erano solamente diventati un manifesto. Perché ancora- e vi invito a farlo e ve lo dico con molta amicizia, anche da questo punto di vista, fatevi una passeggiata all’assessorato all’agricoltura o a quello alla cultura-, ci sono i bandi ancora accatastati nei corridoi, che non sono stati nemmeno “lavorati”.

Vorrei capire di cosa stiamo parlando stasera, quando noi ci riferiamo ai fondi POR. Alla necessità di cambiare uno strumento che ci possa consentire di usufruire di quelle risorse in modo adeguato e rispondente alle esigenze della Calabria, oppure stiamo dicendo che con quegli strumenti possiamo utilizzare le risorse che abbiamo libere?

E non è così, perché vi rammento- e mi rammento - che al 31 dicembre 2010, il primo triennio va in rendicontazione. Lo voglio dire apertis verbis, perché è una responsabilità che attiene alla politica e non voglio addossare responsabilità a Loiero, fino ad ieri, o a Scopelliti fino ad ora, perché è alla politica che attiene questa responsabilità.

Stiamo parlando delle risorse, perché gli atti sono atti e chi li ha prodotti è scritto, ci sono delibere di Giunta, assessorili e quant’altro. Di questo stiamo parlando oggi.

Se l’impostazione che voi dite è quella corretta ed esatta, per alcuni versi bisogna dare a Dio quel che è di Dio, e ad Cesare quel che è di Cesare.

Non ha bisogno l’assessore Mancini o questa Giunta o questa maggioranza di essere difesa, però, a prescindere poi dalla posizione di ognuno -che può essere condivisa anche come strategia-, lo sforzo qual è?

E’ giusto, e non lo metto in discussione, che le critiche si facciano su atti che si producono, ma la constatazione è quando gli atti prodotti da questa Giunta avranno effetto.

Ci possiamo rivedere tranquillamente tra sei mesi, cinque mesi o fra un anno per verificare se l’impostazione data dalla maggioranza o dalla Giunta ha sortito effetti in questa Calabria.

Però di fatto l’avete constatato per alcuni versi voi e l’avete detto voi, ma è così. C’è bisogno di una riforma strutturale di bilancio in questa Calabria. Riforma strutturale finanziaria in questa Calabria non significa solo agire sulla spesa corrente, ma soprattutto agire su quelle strutture che provocano una spesa non adeguata alle esigenze e le rispondenze di una nuova Calabria.

Vorrei capire, rispetto ai provvedimenti fin qui presi e con le risorse disponibili se l’impostazione data - perché non ho sentito nessuno parlare di queste cose – è condivisibile o no, rispetto alla prima pietra che è stata posta come impostazione futura di un bilancio che, secondo me, può essere innovativo.

Stiamo parlando di assestamento, ma il confronto vero e proprio ci sarà poi sulla proposta di bilancio.

Anche perché, se andiamo a verificare voce per voce i tagli che si fanno nel bene e nel male, vedremo, anche sull’Arpacal, le considerazioni che questa maggioranza fa o avrà fatto quando arriveremo a parlare di Arpacal.

Ma anche sulla impostazione dei tagli che noi abbiamo, c’è o non c’è una discontinuità rispetto al passato? Può essere sufficiente o insufficiente? Su questo possiamo essere d’accordo e lo possiamo capire, ma c’è ed è un primo passo che si è fatto.

Sulla impostazione di fare un taglio strutturale per quelle che sono le Commissioni, le consulenze e quant’altro è stato fatto? Sì, è un primo passo che si è fatto. E’ discontinuità o no?

Poi, con l’onorevole Talarico, possiamo discutere se il 20-50 per cento può essere un parametro adeguato o non adeguato alle esigenze e dei bisogni che abbiamo sul bilancio. Ma lo è.

Un emendamento che va a sopprimere 100 e più leggi, che non hanno copertura finanziaria o non hanno più utilità o non hanno riscontro più nel contestualizzare i bisogni della Calabria, c’è? C’è in questo assestamento di bilancio. E non è discontinuità quella?

O la capacità in positivo che abbiamo in questo bilancio di determinare i parametri per lo meno entro cui non bisogna sforare – voglio dar atto non solo all’assessore Mancini, ma anche al Presidente Morelli ed a tutta la Commissione, maggioranza ed opposizione, di avere contributo. L’abbiamo fatto o no? L’abbiamo fatto. E non è discontinuità questa?

Poi possiamo discutere degli effetti, ma questo lo discuteremo fra 5-6 mesi perché condivido anche la definizione data dall’onorevole Bova che i primi 3-5-6 possono essere caratterizzati dall’entusiasmo della vittoria.

Poi, all’entusiasmo, subentra una fase in cui la constatazione dei fatti va ben oltre quella che è la voglia del fare, perché poi ci si scontra con l’amara realtà dei bisogni dei calabresi. E lo abbiamo visto anche oggi.

Però con molta onestà mentale dobbiamo dirci una cosa: dobbiamo dirci che anche sul precariato un’autocritica la dobbiamo fare e il sottoscritto parla per primo.

Perché se abbiamo alimentato speranze, che non era possibile soddisfare con un lavoro stabile, questo è frutto di una dinamica per cui noi ci siamo spesi. Come con alcune cose positive come i voucher che abbiamo condiviso e quant’altro e con altre cose.

Non posso immaginare di stabilizzare 10 mila persone, fra Lsu o Lpu o negli enti sub-regionali, come dice il collega. E’ meritoria la sua dichiarazione, ma si riscontra con l’amara realtà che 10 mila persone non le puoi stabilizzare, non perché non hai la volontà ma perché non hai le risorse, se non vengono spalmate in una programmazione che nel tempo ci dia la possibilità di operare in questa direzione.

Poi, posso capire che i calabresi si aspettano la bacchetta magica che il Presidente Scopelliti o questa Giunta o come, allora, anche Loiero poteva avere per risolvere i problemi. Ma così non è, e dobbiamo capire se questa impostazione di bilancio ci può consentire, fra un anno, di essere coloro i quali possono avere soddisfatto il lavoro intrapreso.

Io per primo sto a verificare queste cose, perché non do niente per scontato e, benché faccia parte di questa maggioranza, l’interesse primario – ma penso sia anche quello di tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione – è l’interesse dei calabresi, al di là dell’appartenenza. Perché su alcune cose non c’è appartenenza, ma ci sono gli interessi della Calabria e su questi ci siamo confrontati.

A mio avviso l’impostazione che abbiamo dato è una prima impostazione in cui i segnali di discontinuità e di una effettività ci sono, poi ognuno li può interpretare come vuole, è per questo che poi nella necessità dei bisogni quotidiani ci scontriamo di fatto con una marea di cose che verranno ad essere discusse in quest’Aula, dalla sanità al precariato, ma anche e soprattutto a quella che è una impostazione di tutta una serie di necessità che i vari assessorati hanno.

Dal trasporto, ai trasporti pubblici, alle piccole e medie imprese e così via.

Però dell’una l’altra, abbiamo il dovere, secondo scienza e coscienza, e ognuno secondo la propria impostazione della politica, di operare delle scelte in questa Calabria, perché le risorse non ci sono sicuramente per soddisfare tutte le necessità o quelle che riteniamo priorità.

L’assunzione di responsabilità di questa maggioranza consiste in questo: nell’operare delle scelte. Poi in ogni caso le istanze e le esigenze sono sotto gli occhi di tutti.

Un esempio banale – è arrivato a tutti come sarà arrivato a noi –: già le aziende di trasporto pubblico locale stanno dicendo alla Giunta regionale, alla maggioranza e al Consiglio regionale che hanno bisogno di risorse aggiuntive.

Già in Commissione, Ferrovie della Calabria ci dice che la situazione non è florida. Se guardiamo settore per settore c’è una criticità che è uniforme.

Ho apprezzato il lavoro svolto, a prescindere dalla mia posizione, dell’assessore Mancini e della Giunta. Perché almeno ha avuto il coraggio, in certe situazioni di criticità, di operare delle scelte condivise o non condivise che siano.

Su queste scelte io mi auguro che il Consiglio regionale nell’analizzare sia gli emendamenti che l’articolato si vada a confrontare nell’interesse dei calabresi.

PRESIDENTE

Nessun altro è iscritto a parlare. Si passa alla votazione dell’articolato della proposta di legge numero 42/9^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale”.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

All’articolo 3 è stato presentato emendamento protocollo 9165 a firma degli onorevoli Giordano, Talarico, ed altri che così recita: “All’articolo 3, sostituire al primo periodo <<un risparmio netto del 20 per cento>> con <<un risparmio netto del 30 per cento>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

L’emendamento si illustra da sé.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

All’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo 9074 a firma degli onorevoli Fedele, Bilardi, Tripodi che così recita: “In relazione al maximendamento al disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale sulle <<Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale>>, si rappresenta il seguente emendamento: <<Dopo il comma 2 dell'art. 5 del succitato disegno di legge, è inserito il seguente comma 3:

“nelle more del riordino e della definizione delle competenze inerenti l’internazionalizzazione, la cooperazione e le politiche euro mediterranee di cui alla L.R. 4/2007, il capitolo di bilancio 1013101 di cui alla U.P.B. 1.2.04.05 sarà in carico e nella competenza dell'Assessorato alle politiche euro-mediterranee, internazionalizzazione, Programmi speciali UE, Cooperazione tra i popoli e politiche per la pace, Dipartimento Presidenza; prenderà la dicitura <spese per l'internazionalizzazione, la cooperazione e le politiche euro-mediterranee> ed è incrementato di euro 200.000, prelevando l'importo dalla U.P.B. 1.2.04.02.01 del bilancio di previsione della spesa che presenta la necessaria disponibilità, e che conseguentemente viene ridotto del medesimo importo">>.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele. Ne ha facoltà.

Luigi FEDELE

Presidente, l’emendamento si illustra da sé. Si tratta di un incremento di 200 mila euro sulla cooperazione ed internazionalizzazione in quanto essendoci un nuovo assessore si sta organizzando il dipartimento in settore e quindi c’è bisogno di questo incremento leggero per poter finanziare queste attività importanti per lo sviluppo della nostra Regione.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ approvato)

Sempre all’articolo 5 è stato presentato emendamento protocollo 9183 a firma dell’onorevole Battaglia che così recita: “La lettera c) del comma 2 dell’art. 5 è abrogata”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Battaglia. Ne ha facoltà.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, questo emendamento propone l’abrogazione della lettera c) dell’articolo 5 e parte da una valutazione in ordine alla possibilità di dismettere il patrimonio regionale, ivi compresi i beni demaniali.

Ora, in linea di principio non sono contrario alla possibilità di dismettere il patrimonio, ma è vero anche che è previsto un piano che sarà sottoposto successivamente alla Commissione. Secondo me, però, questo articolo introduce da un lato la possibilità di vendere il patrimonio e, come le esperienze ci hanno insegnato, in Italia in genere  non si riesce a valorizzare in maniera adeguata il patrimonio stesso, ma soprattutto non si introduce una finalizzazione ed un vincolo delle somme incassate fin da ora, è rimandato ad un successivo provvedimento.

In genere, quando si fanno questi provvedimenti spinti da esigenze di situazione ordinaria e straordinaria vanno posizionati sulle spese correnti.

Ritengo che questo non sia possibile.

La proposta è quella di una abrogazione. Però invito il Consiglio, ove questa proposta non dovesse essere approvata, a prevedere, fin da oggi, che le eventuali somme incassate non possano essere destinate a spese correnti perché altrimenti ci limiteremmo a depauperare il patrimonio regionale senza fare un intervento strutturale sul bilancio stesso.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

Francesco MORELLI, relatore

La proposta dell’onorevole Battaglia è comprensibile, ma l’emendamento no.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 5 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 6 è stato presentato emendamento protocollo 9166 a firma degli onorevoli Giordano e Talarico che così recita: “All’articolo 6, apportare le seguenti modificazioni <<a) al comma 1, sostituire “un risparmio netto del 30 per cento” con “un risparmio netto del 50 per cento”>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Signor Presidente, con questo emendamento si chiede di sostituire le parole “un risparmio netto del 30 per cento” con “un risparmio netto del 50 per cento”.

Si tratta di aumentare la percentuale di riduzione della spesa.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato emendamento protocollo 9167 a firma degli onorevoli Talarico e Giordano che così recita: “All’art. 7, comma 5, aggiungere alla fine del periodo <<fatte salve le responsabilità amministrative e contabili>>”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Presidente, con questo emendamento si chiede alla fine del comma 5 di aggiungere alla fine del periodo <<fatte salve le responsabilità amministrative e contabili>>”.

Il comma 5 prescrive che “il mancato rispetto delle prescrizioni dettate dai commi precedenti costituisce l’evento negativo di valutazione annuale dei dirigenti generali regionali.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 7 come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato emendamento protocollo 9168 a firma degli onorevoli Talarico e Giordano che così recita: “All’articolo 8, il comma 4 è soppresso”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Con questo emendamento si chiede la soppressione perché recita “il limite di spesa stabilito dal comma 1 del presente articolo può essere superato in casi eccezionali ed inderogabili secondo le procedure stabilite dall’ordinamento regionale”.

Riteniamo che questo comma sia da cassare.

PRESIDENTE

Parere del relatore e della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

All’articolo 9 è stato presentato emendamento protocollo 9169 a firma degli onorevoli Talarico e Giordano che così recita: “All’articolo 9, comma 3, aggiungere alla fine del periodo “e il dirigente del dipartimento interessato viene revocato”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Domenico TALARICO

Con questo emendamento chiediamo “l’impiccagione” del dirigente del dipartimento interessato con le parole… “All’articolo 9, comma 3, aggiungere alla fine del periodo “e il dirigente del dipartimento interessato viene revocato”.

Luigi FEDELE

Presidente, chiedo scusa, c’erano emendamenti all’articolo 8 ter…

PRESIDENTE

Non mi era stato sottoposto.

Luigi FEDELE

No, per carità. C’è un emendamento sostituito poi da un sub-emendamento presentato in Aula e distribuito anche ai colleghi. Quando ritiene, mi dà la parola.

PRESIDENTE

Onorevole Fedele, forse si sta facendo confusione. L’emendamento di cui lei parla è all’assestamento.

Sull’articolo 8 io non ho altri emendamenti se non quelli che ho riscontrato.

Luigi FEDELE

Erroneamente era stato inserito in questo blocco per una svista degli uffici. Chiedo scusa per l’interruzione, Presidente.

PRESIDENTE

Torniamo all’emendamento protocollo 9169 che è stato illustrato e che pongo in votazione.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 9170, a firma degli onorevoli di Giordano e Talarico.

Demetrio BATTAGLIA

E’ l’emendamento 9183.

PRESIDENTE

Questo non ce l’ho qua. Sono della finanziaria, dell’assestamento quelli.

Demetrio BATTAGLIA

No, è di questa, è dell’articolo 9.

PRESIDENTE

Qual è?

Giuseppe BOVA

E’ il 9183. Se per favore collaborano con lei i dirigenti degli uffici, per come sono sistemate le carte, altrimenti lei è costretto a far votare gli stessi articoli più volte.

PRESIDENTE

Infatti ,è inserito più avanti, è vero.

Giuseppe BOVA

Capisco, non si preoccupi, sono cose che capitano.

PRESIDENTE

C’è un emendamento a firma Battaglia all’articolo 9, il protocollo 9183: “L’articolo 9, comma 1, è abrogato.

Al comma 2 dell’articolo 9, dopo le parole “le riduzioni”, le parole “di cui al comma precedente” sono soppresse e così sostituite “alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge, la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria regionale.

Al comma 3 dell’articolo 9, dopo le parole “il dipartimento bilancio” è aggiunta la parola “non”.

Il comma 6 dell’articolo 9 è abrogato”.

Prego, onorevole Battaglia.

Demetrio BATTAGLIA

Leggo la relazione che avevo fatto di accompagnamento a questo articolo, nel senso che questo emendamento si pone il problema di quanto prevede l’articolo 9 in ordine alla razionalizzazione delle leggi regionali di spesa, quindi ad una riduzione.

Come diceva prima l’onorevole Tripodi, questa Giunta si è posta un problema, però a mio giudizio lo sta affrontando in maniera errata, perché rischia di creare un meccanismo perverso, perché se da un lato impone dei tagli generalizzati e riduzioni di spesa anticipando le scelte che questo Consiglio dovrà fare nel 2011, già noi poniamo un vincolo e un paletto ben preciso, dall’altro sostiene che i dipartimenti della Giunta regionale dovranno, in qualche modo, valutare l’efficacia delle norme in termini per i benefici per i cittadini ed imprese, in assenza dei quali la legge regionale subirà riduzioni lineari del 10 per cento.

Ora, questo significa che se i direttori generali, entro il 30 settembre - così come è scritto nella norma - non opereranno delle scelte, non daranno delle indicazioni, si applicherà in automatico questo principio, e a me pare poco opportuno che si possa operare una riduzione in presenza di omissioni di direttori generali che già noi andiamo a coprire preventivamente con questa norma.

A questo bisogna aggiungere che i capitoli di bilancio destinati a copertura dei provvedimenti legislativi in corso di approvazione per quest’anno hanno una copertura complessiva di 400 mila euro: 200 per le norme che prevedono spese in conto capitale e 200 per la parte corrente.

Questo significa già che il Consiglio, per tutta la fine di questa attività del 2010, non ha nessuna capacità di legiferare, perché è vero che questo problema potrebbe essere risolto attraverso interventi della Giunta, però noi arriveremmo al paradosso di far dipendere l’attività legislativa di questo Consiglio dalla volontà della Giunta, e a me pare, anche nell’equilibrio dei poteri, un’anomalia.

Per cui è vero che anche in Commissione io, personalmente, ho espresso l’esigenza e la necessità di andare ad individuare una serie di norme e definanziarle in via quasi automatica, però questo articolo introduce una serie di elementi che ipoteca il futuro e che, addirittura, in alcune sue parti da la possibilità – come dicevo prima – in caso di omissioni da parte dei direttori generali, di andare a fare dei tagli lineari che, come sappiamo, in molti casi possono creare dei problemi nella fase successiva.

Allora, da questo punto di vista, io chiedo l’abrogazione così come formulato nell’emendamento e, in ogni caso, se questo non viene dall’Aula votato, chiedo quantomeno che al comma 3 dell’articolo 9, dopo le parole “il dipartimento bilancio”, sia aggiunta la parola “non”, che impedisce di fatto ai direttori generali di lavarsi le mani e di non scaricare sulla scelta preventiva del Consiglio i tagli futuri.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9183.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

Articolo 10. Emendamento protocollo 9170 a firma degli onorevoli Giordano e Talarico Domenico: “All’articolo 10 sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al secondo comma, le parole “sono automaticamente ridotte del 20 per cento sono sostituite con “sono automaticamente ridotte del 50 per cento”;

b) al quarto comma, sostituire le parole “non possono essere superiori all’80 per cento” con “non possono essere superiori al 50 per cento”;

c) al nono comma, sostituire le parole “limite del 90 per cento” con “limite del 50 per cento”;

d) al decimo comma, al primo periodo dopo le parole “prestazione d’opera professionale a soggetti esterni”, inserire le seguenti: “o che hanno presentato nell’anno 2009 disavanzi di bilancio o perdite di esercizio o che sono sottoposti a regime di liquidazione”.

Conseguentemente, il comma 11 viene soppresso”.

Giuseppe GIORDANO

Al secondo comma sostituire “sono automaticamente ridotte del 50 per cento” in luogo del “20 per cento”. Al quarto comma sostituire “non possono essere superiori al 50 per cento” in luogo “dell’80 per cento”. Al nono comma sostituire le parole “limite del 90 per cento” con “limite del 50”. Al decimo comma, al primo periodo, dopo le parole “prestazioni d’opera professionale a soggetti esterni” inserire le seguenti “o che hanno presentato nell’anno 2009 disavanzi di bilancio o perdite di esercizio che sono sottoposti a regime di liquidazione”. In conseguenza di ciò, chiediamo anche la soppressione del comma 11.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9170.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Articolo 12. Emendamento protocollo 9171 a firma degli onorevoli Giordano e Talarico Domenico: “All’articolo 12 i commi 1 e 2 sono abrogati”.

Giuseppe GIORDANO

Chiediamo l’abrogazione dei commi 1 e 2.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Prego,onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Stavo dicendo che, rispetto al collegato, ho presentato solo due emendamenti, uno sul 12 bis, che è la vicenda Arpacal, un altro su questo, perché ho fatto la scelta di non contraddire l’impegno, per quanto graduale, sui tagli e di intervenire laddove i tagli, secondo me, da un lato non rispondono a princìpi di oggettività rispetto a lavori già fatti dai Comuni o di completamento, e poi in qualche maniera in quanto essi stessi indeboliscono una politica anticiclica necessaria.

Lo sottolineo per dire che questo è uno dei punti rispetto a cui io faccio una valutazione d’insieme rispetto alla finanziaria. Quindi la sottolineo così, poi ovviamente la valutazione che fanno il relatore, l’assessore e la maggioranza, ma volevo sottolinearla a questo fine.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Battaglia.

Demetrio BATTAGLIA

Siccome c’è un altro emendamento, sempre sull’articolo 12, però mentre il primo è di abrogazione totale, il secondo è sostitutivo,  facciamo prima la discussione su quello proposto dall’onorevole Bova. C’è pure l’emendamento dell’onorevole Principe…

PRESIDENTE

Che protocollo ha il suo, onorevole Battaglia?

Demetrio BATTAGLIA

Il 9144.

PRESIDENTE

Ecco, però è a firma dell’onorevole Principe. Quindi abbiamo l’articolo 12, commi 1 e 2, quello proposto dall’onorevole Talarico Domenico, poi c’è quello dell’onorevole Principe.

Emendamento 9144 a firma dell’onorevole Principe: “Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale è tenuta a predisporre una proposta di legge organica per la riorganizzazione degli enti subregionali e delle fondazioni interamente partecipate dalla Regione, al fine di garantirne la gestione in base a criteri di efficacia ed economicità.

2. La proposta di cui al precedente comma dovrà tenere conto anche dell’integrale rivisitazione delle partecipazioni regionali, in funzione di quanto previsto dall’articolo 61, comma 16, della legge 6 agosto 2008, n. 133”.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, mentre l’emendamento precedente è totalmente abrogativo, questo dell’onorevole Principe, che assumo io per la discussione, è propositivo nel senso che introduce una variazione al testo…

(Interruzione)

Sì. Questa proposta nasce dalla circostanza che al comma 1 si dice che, nelle more dell’approvazione di una normativa di riorganizzazione, eccetera, eccetera, intanto è modificato l’assetto delle fondazioni, individuando un organo individuale. Questo, tra l’altro, contrasta col comma 3 che dà, invece, agli enti strumentali - così come, secondo me, è corretto – un tempo entro il quale adeguare gli Statuti.

Io ritengo che, dal punto di vista strettamente tecnico, il Consiglio regionale non può che dare indicazioni attraverso una sua legge di una volontà che poi gli enti, le fondazioni, le aziende, eccetera, dovranno rispettare nei limiti e nei tempi che la legge regionale prevede, altrimenti non si capisce perché al comma 3 viene data questa possibilità agli enti regionali, al comma 1 questa possibilità non viene data alle fondazioni. C’è una contraddizione già tra i due commi. In realtà il terzo comma, giuridicamente - non parlo politicamente – è corretto, il primo comma non lo è, perché va ad incidere profondamente nell’autonomia degli enti, i quali hanno l’obbligo di allineare i loro Statuti a quanto la legge regionale prevede, ma non possono la legge regionale e il Consiglio regionale sostituirsi agli enti e soprattutto agli organi che questi enti hanno.

Quindi l’emendamento prevede che “entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale è tenuta a predisporre una proposta di legge organica per la riorganizzazione degli enti subregionali e delle fondazioni interamente partecipate dalla Regione, al fine di garantirne la gestione in base a criteri di efficacia ed economicità”.

In alternativa, l’unica possibilità che ha questo Consiglio regionale rispetto al comma 1 è di dare un termine, così come ha fatto al comma 3, alle fondazioni per adeguare i loro Statuti, secondo le indicazioni che il Consiglio ha, ma il Consiglio – e mi rivolgo al Presidente della Commissione – non può, perché altrimenti invade il campo di tutte le autonomie, sostituirsi alle fondazioni o agli enti regionali nella redazione degli Statuti. Siccome l’organo collegiale o monocratico che sia, il numero dell’organo collegiale - così come previsto al comma 3 per gli enti – può essere determinato e individuato dal Consiglio regionale, lo stesso Consiglio non può, in automatico, andare ad incidere, come fa, sullo Statuto direttamente delle fondazioni.

PRESIDENTE

Su questo emendamento parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9144.

(E’ respinto)

Poi c’è l’emendamento a firma degli onorevoli Talarico Domenico e Giordano: “Abrogazione dei commi 1 e 2”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento in discussione.

(E’ respinto)

Andiamo all’articolo 12 bis…

Nicola ADAMO

Presidente, non abbiamo votato l’articolo 12, però; abbiamo votato gli emendamenti, ma…

PRESIDENTE

Aveva chiesto di intervenire l’onorevole Fedele…

(Interruzione)

Sì, lo stavo mettendo in votazione. Pongo in votazione l’articolo 12…

Nicola ADAMO

Presidente, su questo chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Invito l’onorevole Orsomarso a svolgere le funzioni di consigliere segretario e a fare la chiama.

Fausto ORSOMARSO, segretario questore f.f.

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 45; hanno risposto sì 28; hanno risposto no 17; assenti 5.

(E’ approvato)

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aiello P., Bilardi, Caridi, Chiappetta, Dattolo, Fedele, Gallo, Gentile, Grillo, Imbalzano, Magarò, Magno, Morelli, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Pacenza, Parente, Pugliano, Salerno, Scopelliti, Serra, Stillitani, Talarico F., Tallini, Trematerra, Tripodi, Zappalà;

hanno risposto no i consiglieri: Adamo, Aiello F., Amato, Battaglia, Bova, Bruni, Censore, Ciconte, De Gaetano, De Masi, Franchino, Giordano, Guccione, Maiolo, Principe, Sulla, Talarico D.)

L’articolo 12 è approvato. La parola all’onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

E’ giusto che io sollevi subito eccezione formale, perché abbiamo chiesto l’appello nominale in quanto c’è un punto dell’articolo 12 in cui configura la costituzione di nuovi enti o fondazioni.

Al comma 3 dell’articolo 54 dello Statuto si legge che, per decisioni di questo tipo, la legge deve essere approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio regionale. Il Consiglio regionale della Calabria è composto da 50 membri, la maggioranza dei due terzi dei componenti, degli assegnati, non dei presenti, sono 33 consiglieri. Lei lo può ritenere approvato, deve immaginare che su questo ci saranno eccezioni formali.

PRESIDENTE

Onorevole Bova, l’articolo 54, comma 3, prevede la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti, quindi c’è bisogno per istituire enti, aziende e società regionali, quello che lei ha citato… Nel frattempo ho chiesto anche un parere al servizio legislativo del Consiglio per prevenire questa sua eccezione e, sostanzialmente – se vuole, le posso dare anche in copia – dice che, sulla base di queste motivazioni sovraesposte, non richiede per la sua approvazione da parte del Consiglio la maggioranza qualificata dell’articolo 54, comma 3.

Io gliene fornisco copia proprio per procedere in maniera ufficiale in Consiglio, onde evitare eccezioni formali.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, con quali motivazioni?

PRESIDENTE

Passiamo all’articolo 12 bis, dove c’è un emendamento sostitutivo, un subemendamento all’articolo 12 bis.

Prego, onorevole Fedele.

Luigi FEDELE

Presidente, siccome abbiamo presentato un subemendamento sostitutivo in questo momento, io chiederei cinque minuti esatti di sospensione in Aula, perché è giusto che anche i colleghi si rendano conto di quello che stiamo leggendo.

PRESIDENTE

Qui al banco della Presidenza, velocemente. Invito i capigruppo di maggioranza e di minoranza ad avvicinarsi, così guardiamo questo nuovo subemendamento.

Giuseppe BOVA

E’ sul 12 bis, non sul 12.

Demetrio BATTAGLIA

Ma non è conducente con… Presidente, quel parere che lei ha non si adatta al caso in specie.

Giuseppe BOVA

Quando è stato presentato? Perché…

PRESIDENTE

Onorevole Bova, questo subemendamento sostitutivo, il Consiglio…

Giuseppe BOVA

La Giunta ha il dovere di governare

PRESIDENTE

Le voglio solo dire una cosa per informazione…

Giuseppe BOVA

…24 ore valgono per tutti, la Giunta ha il diritto-dovere di governare, di far pesare la sua volontà, ma anche la Giunta è subordinata alle leggi e ai Regolamenti. Non si arrabbi, signor Presidente della Regione, comunque alcune ore non le cambiano la cosa, altrimenti non ci consente neanche di fare il nostro lavoro! Non si arrabbi, Presidente…!

PRESIDENTE

Onorevole Bova, si immagini! Questo è un argomento eccezionale, nel senso che oggi abbiamo vissuto, qui davanti alle porte del Consiglio regionale, una manifestazione dei dipendenti e dei sindacati. La seduta  è iniziata in ritardo, nel pomeriggio, perché per un’ora insieme al Presidente della Giunta abbiamo incontrato le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei lavoratori e da questo lavoro è venuto fuori questo emendamento, con il quale è stata trovata la soluzione per superare quell’articolo 12 bis, che aveva una serie di riflessioni negative da coloro che sono venuti a manifestare oggi.

Allora, questo che oggi è un subemendamento sostitutivo dell’articolo 12 bis, è frutto esclusivamente di questo lavoro che abbiamo condotto incontrando le organizzazioni sindacali e avendolo presentato  oggi l’onorevole Fedele,  lo poniamo ai voti come subemendamento sostitutivo  dell’articolo 12 bis, quindi sostituisce per intero.

Capisco l’eccezionalità di un progetto di legge che viene inserito in un articolato, però era un argomento particolare che è stato oggetto oggi di una serie di contestazioni.Attraverso questo testo che oggi è qui all’esame dell’Aula, è riusciti a superare il rischio dell’occupazione dell’Aula da parte dei lavoratori, c’è stata l’approvazione da parte delle organizzazioni sindacali e siamo qui a votarlo.

Esclusivamente questa è stata la storia della giornata di oggi, di questo incontro, ecco perché lo pongo ai voti come subemendamento sostitutivo dell’articolo 12 bis.

Giuseppe BOVA

Chiedo la parola nel merito.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Io ho apprezzato il lavoro della Commissione, l’apprezzo tuttora, del Presidente, dell’assessore, della maggioranza e lì, in maniera leale, avevamo espresso alcune osservazioni.

Personalmente, oltre all’eccezione formale che ho avanzato in Aula e che l’emendamento supererebbe, io non ho in alcun modo osservato o fatto eccezioni né sul verso di una politica di tagli e di risparmi, che non ho fatto, né in alcun modo si intendeva limitare il diritto-dovere di governare da parte della maggioranza, dell’Esecutivo e del Presidente uscito dalle elezioni.

Chiedevo semplicemente che, essendo così rilevante il provvedimento, si desse forma di un progetto di legge autonomo che, in corsia preferenziale – allora erano 30 giorni – potesse arrivare all’Aula, perché ritengo che se gli argomenti sono tanto forti, nessuno di noi fa la guardia al bidone, sia rispetto a una politica di risparmio sia rispetto a uno strumento più efficace, rispetto a quello che noi ci trovavamo.

In quella occasione, magari, coerentemente col mandato che aveva l’assessore Mancini, quest’ultimo ci ha detto che non si può fare. Rispetto a quel tipo di atteggiamento, siamo venuti in Aula e abbiamo fatto questo.

Primo, io non metto in discussione che il Presidente della Regione e lei, onorevole Talarico, vi incontriate quando ritenete, soprattutto in presenza di uno stato di agitazione con i sindacati, ma non è colpa mia se li incontrate oggi; potevate incontrarli ieri, avantieri, eccetera.

Secondo, ci si deve consentire, se si pensa che noi qui abbiamo una funzione, di esprimere valutazioni nel merito. Non ci potete chiedere, in cinque minuti, prima di pronunciarci su un tipo di provvedimento che era dal punto di vista dei costi, della spesa, più rigoroso… Noi alcune cose non le capivamo, per esempio come si fa ad incontrare… Si dice “abbiamo incontrato i sindacati”. Nel primo caso, la proposta era un ente economico di natura non pubblica, privata, tant’è vero che il contratto era quello collettivo del settore privato. Ma nessuno di noi l’aveva respinto in linea pregiudiziale, volevamo capire che cosa avveniva e immaginiamo che un progetto di legge fosse stato riflettuto dalla maggioranza. In poche ore ci troviamo di fronte a un altro testo!

Io pongo il problema del rapporto con l’Aula e con le Commissioni e, rispetto non ad una cosina da niente, rispetto ad un ente che ha questo livello, diciamo, come si riflette nel merito, altrimenti tutto sa di improvvisazione.

Attenzione, se tutto era il fatto che bisognava aggirare la legge sullo spoils system, si diceva “ognuno vota come vuole”. Noi immaginavamo e immaginiamo, per il rispetto che vi dobbiamo non solo formale, che la riflessione era, a distanza di tanti anni, su come funzionava questa agenzia.

Da quello che ci dite ora, non era vero, perché non si tratta tanto e solo di un accordo, voi ci presentate un progetto di legge che fa a pugni con quello vostro… a pugni, non una mediazione! Siccome noi non abbiamo disciplina di partito o di maggioranza, ve lo dobbiamo dire, cioè questo vi diciamo e tentiamo di fare il nostro lavoro.

Io chiedo al Presidente della Regione, visto che ha la sua  firma, oltre che la maggioranza, che rifletta su questo e qualora debba insistere – come io immagino – non si deve sorprendere se su un fatto di questo tipo c’è un no motivato, non pregiudiziale, ma alla luce di come le cose si portano avanti. Di fatto, ci troviamo di fronte a un manifesto ideologico, tutto qui. Poi non fa nulla, ognuno fa…

Da un punto di vista formale, non per perdere tempo, di solito, quando si vuole procedere così, si coinvolge tutti e, nel momento in cui tutti sono d’accordo e partecipano a una cosa, tutti hanno possibilità di fare, perché nei tempi normali noi avremmo potuto presentare subemendamento al subemendamento. Qui si dice “prendere o lasciare, o così o cosà”! Evidentemente, dal punto di vista formale e sostanziale, il regolare svolgimento del confronto in Aula viene impedito. Se vi sembra poco, va bene!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione. Ne ha facoltà.

Carlo GUCCIONE

Questo è un invito al Presidente Scopelliti.

Noi siamo stati edotti da una introduzione dell’assessore al bilancio, che ci ha spiegato la bontà della manovra economica rispetto alla vicenda della crisi nazionale e internazionale e ci ha detto che noi dovevamo fare sacrifici senza che si mettano mani nelle tasche dei calabresi.

Ora, noi ci troviamo di fronte a un articolo che va nella direzione, di fatto, di aumentare almeno per 240 mila euro all’anno maggiori spese a carico della Regione, ma quello che mi preme più sottolineare è l’aspetto del rapporto di correttezza tra la maggioranza e la minoranza in questo Consiglio. Su questo argomento, importante, che riguarda la riforma dell’Arpacal, c’era un  testo nella manovra che andava alla sostituzione integrale della vecchia Arpacal con una nuova azienda, e ci è stato spiegato il perché. Ora, invece, la maggioranza, dopo il frutto dell’incontro istituzionale con i lavoratori e le forze sociali, si è presentata, a pochi minuti dalla discussione e dal voto, con un nuovo emendamento.

Io credo che su questo ci sia bisogno di una pausa di riflessione, proprio perché si instauri un rapporto corretto tra chi governa e chi fa opposizione. Io credo che non cambi nulla, se questa questione può essere rinviata alla  prossima seduta  dopo la pausa estiva, perché tutti veniamo messi nella condizione di poter riflettere ed operare le scelte più giuste nell’interesse della Calabria.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, io esprimo meraviglia per questa iniziativa e le chiedo di tutelare quelli che sono i diritti dell’Assemblea, perché considerare questo testo un subemendamento è veramente una colossale forzatura! Qui si tratta di un vero e proprio emendamento sostitutivo che, se la maggioranza intende proseguire, priva la minoranza della possibilità di dare un contributo.

Lei non presiedeva qualche ora fa, c’era il suo Vicepresidente, ma dai banchi della minoranza – se mi sente, onorevole Talarico, perché lei fa parte di una tradizione culturale di grande apertura al confronto e alla meditazione, quindi la prego di ascoltarmi, perché questa è questione molto seria – tutti ci siamo alzati per dire che era opportuno ritirare il 12 bis e che eravamo pronti, alla riapertura dei lavori del Consiglio in autunno, a dare tutto il contributo per fare cose buone e giuste.

Mentre c’era da parte nostra questa apertura, da un lato si vuole mortificare il Regolamento, perché io le chiedo di pronunciarsi nella sua ufficialità di Presidente, in quanto un subemendamento significa, rispetto ad un emendamento, cambiare una parola, una mezza frase. Qui non solo si introduce un emendamento sostitutivo, ma addirittura con una legge. Questo è offensivo per il Consiglio!

E’ stato detto che questo testo è stato concordato con il sindacato. Io ho grande rispetto per il sindacato, ci mancherebbe altro, però mentre il Consiglio è convocato ed è in seduta, io penso che sia poco corretto concordare leggi con il sindacato mentre c’è il Consiglio che discute.

Quindi la pregherei di far rispettare il Regolamento, è una richiesta ufficiale ed io mi affido al suo senso di responsabilità di Presidente di questa Assemblea di non macchiarsi con un precedente che sarebbe veramente molto pericoloso. Oltretutto, assessore Mancini, questa proposta di legge contraddice le belle cose che ci ha detto, mi fa pensare che si tratti di fantasie, perché nel momento in cui si vuole contenere la spesa e si taglia anche in direzione di servizi, di opportunità di investimenti e quant’altro che sono vitali e poi si aumenta la spesa in questo modo, perché voi introducete, tra l’altro…

Io non entro nel merito del provvedimento, perché andrei a contraddirmi, ma siccome viene introdotto un consiglio di amministrazione, certamente il consiglio di amministrazione avrà un costo. Ma non è questo il problema, perché se come minoranza noi entrassimo nel merito del provvedimento, sbaglieremmo. Qui si tratta di una questione di carattere istituzionale, che ci dovete consentire di svolgere fino in fondo il nostro ruolo di minoranza. Il Regolamento è una bibbia per chi presiede un’Assemblea legislativa e questo comportamento è una violazione chiara del Regolamento.

Quindi io chiedo con grande umiltà che venga rinviata questa proposta .Perché di questo si tratta, Presidente Morelli  e mi affido al buonsenso di tutti, nel momento in cui c’è una grande disponibilità ad una discussione, non casca il mondo se il 4 agosto l’Arpacal continua a fare il suo mestiere - che, tra l’altro, ha fatto molto bene - e in settembre, partendo dalle Commissioni competenti, si fa un approfondimento che poi porterete in Consiglio, e sia nelle Commissioni che in Consiglio, c’è tutta la buona volontà da parte nostra di dare un contributo propositivo. Ma in queste condizioni il contributo non si può dare, vuol dire che non lo volete questo contributo, vuol dire che andrete a compiere un atto di gravità estrema.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Battaglia.

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, volevo ricordare preliminarmente che nella passata legislatura, quando presiedevo la Commissione bilancio, in relazione ad alcune proposte che ricalcavano quella che stasera ci viene proposta, l’ex minoranza, oggi maggioranza, ha sollevato il problema che prima evidenziava l’onorevole Principe e noi abbiamo ritirato le proposte, sia per quanto riguarda l’agenzia dei beni confiscati, per quanto riguarda l’agenzia in agricoltura ed altro, perché era poco corretto dal punto di vista istituzionale inserire in un collegato una vera e propria proposta di legge, figuriamoci in un mini collegato che accompagna l’assestamento di bilancio.

Lei diceva prima che oggi si è incontrato con i sindacati, stante una situazione eccezionale. Ma, Presidente, questa situazione eccezionale chi l’ha provocata? Voi avete presentato, come maggioranza, un emendamento in Commissione che prevedeva la liquidazione dell’Arpacal e, rispetto a tutte le osservazioni che vi sono state fatte, ci avete rappresentato un quadro economico e finanziario di un certo tipo, ci avete quasi rappresentato una gestione economica disastrosa e, alla luce di questo, si imponeva una liquidazione dell’Arpacal, perché arrivare ad un provvedimento di liquidazione non significava essere davanti ad una situazione di ordinaria amministrazione.

Stasera, intanto, con questo subemendamento apprendiamo che tutto quello che ci era stato detto, che il maxiemendamento che avevate presentato non presentava ed evidenziava tutte le criticità così come esposte. In realtà, oggi voi vi siete incontrati con i sindacati perché, oltre a prevedere in maniera assurda la liquidazione dell’Arpacal, era inserita nell’emendamento la creazione di un’altra struttura, ove era previsto un contratto privatistico per quanto riguarda i dipendenti, e questo aveva allarmato i sindacati. Non credo che con i sindacati abbiate contrattato, perché non era né nei vostri poteri né nei poteri del sindacato, questa proposta che oggi ci presentate. In realtà, con i sindacati avete fatto un incontro e sicuramente – presumo – li avete rassicurati circa il destino dei lavoratori esistenti presso l’ente.

Oggi ci presentate una proposta con un subemendamento che, tra l’altro, contraddice tutto l’articolo 12 che abbiamo appena approvato, perché al primo comma dell’articolo 12 voi prevedete, per una esigenza di razionalità, l’esistenza di un organo individuale e di un organo monocratico nelle Fondazioni.

Allora, rispetto a queste impostazioni che avete portato avanti con il primo comma dell’articolo 12, con il terzo comma dell’articolo sempre 12, dove prevedete una riduzione dei consigli di amministrazione degli enti subregionali, vi presentate con una proposta di legge che prevede un consiglio di amministrazione che, tra l’altro, non ha nessun compito: questo consiglio di amministrazione previsto in questo subemendamento non ha nessun compito! Io non capisco a cosa serve un consiglio di amministrazione che deve approvare delle relazioni, a cui viene affidato il compito di nominare solo un direttore generale e un direttore scientifico o amministrativo, cioè siamo di fronte alla creazione di un organismo inutile che contraddice tutto quanto avete detto fino ad oggi e, così come vi ho detto in Commissione, se il problema della liquidazione dell’Arpacal è legato all’esigenza di non poter utilizzare le norme esistenti per spossessare dall’incarico l’attuale direttore, mi sembra una cosa assurda introdurre una situazione che appesantisce ulteriormente questa agenzia e che, tra l’altro, va ad erogare ad un consiglio di amministrazione un’indennità pari al 50 per cento per il Presidente e al 40 per cento per i consiglieri delle indennità dei consiglieri regionali, per non fare nulla!

Ritengo che questo subemendamento sia irricevibile dalla Presidenza, perché mediante un subemendamento non è consentito presentare una vera proposta di legge. Ritengo opportuno un ritiro di questo subemendamento e la presentazione in Commissione di questa proposta che può essere discussa, approfondita, migliorata ed approvata nei tempi necessari, altrimenti vi mettete in contraddizione con tutto il provvedimento che stasera ci avete presentato.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Censore

Bruno CENSORE

Io penso che su questo provvedimento ci sia stata molta improvvisazione, se è vero che oggi c’è stato un incontro con i lavoratori, con le parti sociali. Io penso che questi incontri dovevano essere fatti prima, allorquando la Giunta si approntava ad elaborare l’assestamento e le misure di razionalizzazione della spesa. Così non è stato e in Commissione è arrivato, in un batter d’occhio, un maxiemendamento che conteneva la soppressione dell’agenzia Arpacal per la tutela dell’ambiente, così come oggi c’è stata improvvisazione e arriva in Aula un subemendamento.

Voglio richiamare una questione importante ed voglio fare anche un richiamo ad un rispetto istituzionale: un provvedimento di questa portata, che è la modifica di una legge, ma ridisegna complessivamente una legge, non può essere fatto con un subemendamento. Quindi non si vuole dare la possibilità anche alla minoranza di contribuire e di fare proposte migliorative, perché noi a un certo punto, di fronte alla modifica di una legge così importante, potevamo anche apportare dei contributi.

Quindi, in questa questione, vedo molto dilettantismo, per cui penso che quantomeno debba essere ritirato questo provvedimento, che deve seguire l’iter naturale, quello delle Commissioni, anche perché questo emendamento non si pone in linea con quanto enunciato dal Governo presieduto dal Presidente Scopelliti, cioè che si vuole razionalizzare la spesa e tagliare i costi. Questo provvedimento va nella direzione opposta, c’è un incremento della spesa di quasi 240 mila euro e quindi, se c’era un’esigenza diversa, di arrivare all’epurazione di qualche dirigente, chiaramente si poteva seguire una strada meno tortuosa e più rispondente a un altro profilo istituzionale.

Pertanto, Presidente, su questo provvedimento io chiedo il voto per appello nominale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giordano.

Giuseppe GIORDANO

Al di là dei profili di merito che i colleghi hanno abbondantemente enunciato, anche riguardo alla evidente contraddizione rispetto all’articolo 12 che avete approvato poc’anzi, io ritengo irricevibile una legge sotto forma di subemendamento e mi appello a lei, Presidente Talarico, affinché non venga posto ai voti questo subemendamento, che ritengo che debba seguire un iter ordinario, è una legge e quindi deve andare in Commissione e deve tornare in Consiglio.

Mi associo anche a quanto ha detto l’onorevole Censore, chiedo che venga effettuato il voto per appello nominale.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Maiolo.

Mario MAIOLO

Intervengo per ribadire i concetti che hanno espresso i colleghi, ma anche per dire che, fra le tante scorrettezze in questo percorso ( che nasce anche dal modo in cui, in maniera impropria, questo provvedimento è arrivato come articolo 12 bis in Commissione, proposto dall’assessore Mancini a nome – penso – della maggioranza e quindi della Giunta), è da evidenziare che non c’è un atto a monte della Giunta che impegni quel testo rispetto alla stessa condizione dell’Arpacal. Ma la cosa strana che io voglio sottolineare è che è stata fatta una riunione – come lei ha detto – nel pomeriggio ed è stato emesso anche un comunicato stampa da parte dell’ufficio del Presidente della Giunta regionale, che dice che si insedia un tavolo tecnico per approfondire e concertare l’organizzazione dell’Arpacal, alla luce delle giuste contestazioni che venivano fatte sul provvedimento posto in discussione in Aula e che di questo tavolo tecnico farebbero parte il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio, i componenti della Commissione competente e i sindacati.

Io penso che sia utile, penso che anche il Presidente della Commissione bilancio, che per ammissione di tutti, assieme all’assessore al bilancio, hanno fatto un buon lavoro nella Commissione… Beh, questo tavolo che viene annunciato anche dalla nota stampa null’altro è che una riunione di Commissione consiliare dove si ascoltano le parti sociali, il sindacato e quant’altro, per arrivare alla formulazione di un testo di legge, che è quello che di fatto voi proponete in una forma assolutamente irrituale, con un provvedimento emendativo che meriterebbe un approfondimento in Commissione.

Quindi l’invito è a ritirare questo emendamento non solo per un fatto sostanziale e di merito nel quale non entriamo, ma perché ci sia un rispetto di quelle che sono le procedure giuste di una maggioranza per  arrivare ad una riformulazione legislativa, secondo una visione diversa che noi possiamo confrontare e possiamo dare anche il nostro contributo, come preventivamente, prima ancora che fossimo a conoscenza di questa decisione della maggioranza, dalla minoranza era stata offerta piena disponibilità a collaborare per un processo di modifica dell’organizzazione dell’Arpacal.

PRESIDENTE

Le eccezioni formali non le raccolgo, perché io applico esclusivamente le regole del Consiglio regionale. E’ pervenuto un subemendamento interamente sostitutivo dell’articolo 12 bis, quindi, al di là del merito, che voi avete espresso in maniera abbastanza dettagliata, le opinioni diverse, le visioni diverse e quant’altro, c’è stato un lavoro preparatorio che sostituisce totalmente quell’articolo 12 bis, che era l’articolo 12 bis che è passato dalla Commissione e che oggi è all’ordine del giorno dell’Aula.

Ci siamo fatti carico di incontrare le organizzazioni sindacali e i lavoratori, è venuto fuori questo emendamento interamente sostitutivo, quindi possiamo metterlo ai voti…

(Interruzione)

Si illustra da sé, c’è stata anche la sospensione prima con i capigruppo, quindi lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Demetrio BATTAGLIA

Presidente, era stato chiesto l’appello nominale anche dall’onorevole Censore.

Mario MAIOLO

L’onorevole Censore aveva chiesto l’appello nominale.

PRESIDENTE

Nel suo intervento l’ha chiesto? Non l’abbiamo sentito nessuno: qualcuno ha sentito “per appello nominale”?

(Interruzione)

L’appello nominale si chiede nel momento in cui si arriva al voto, non durante l’intervento: durante l’intervento uno fa le proprie riflessioni di merito, di contenuto; quando si sta per votare, uno si alza e dice “vorrei l’appello nominale”. Qui non c’è stata nessuna richiesta…

(Interruzione)

Quindi l’articolo è votato, andiamo…

Demetrio BATTAGLIA

No, Presidente, l’articolo non è votato, lei aveva appena messo in votazione.

PRESIDENTE

No, l’ho già posto in votazione…

Demetrio BATTAGLIA

Lei ha appena detto “favorevoli?” e siamo intervenuti. Lei non l’ha messo in votazione.

PRESIDENTE

Io ho detto: “Chi vota a favore? Chi vota contro? Chi si astiene?”.

Demetrio BATTAGLIA

Dichiarazione di voto, Presidente.

PRESIDENTE

Non la può nemmeno fare, onorevole Battaglia, perché l’articolo 12 bis è stato già votato.

Demetrio BATTAGLIA

No, il subemendamento…

PRESIDENTE

Non lo può fare…

Demetrio BATTAGLIA

Se lo sta mettendo in votazione…!

PRESIDENTE

Ma non lo può fare, l’articolo 12 bis è stato già votato, lei può fare una dichiarazione sull’articolo 12 ter. Bisogna stare attenti, nel momento in cui…

Demetrio BATTAGLIA

Noi stiamo attenti, io sono intervenuto appena lei ha detto “lo metto ai voti”.

PRESIDENTE

Io l’ho posto ai voti, ho detto “chi vota a favore? Chi vota contro? Chi si astiene?”, stava per intervenire l’onorevole Fedele…

Demetrio BATTAGLIA

E va beh, io stavo per votare contro, quindi l’ho interrotta prima che lei lo mettesse ai voti, Presidente; se poi lei vuole andare avanti così…

PRESIDENTE

Andiamo avanti con l’articolo 12 ter: “Disposizione sul servizio di anagrafe zootecnica”.

Emendamento protocollo 9161 a firma dell’onorevole Orsomarso: “all’articolo 12 ter è aggiunto il seguente comma 1:

L’articolo 34, comma 1, della legge regionale febbraio 2010, n. 8, è sostituito dal seguente:

“La realizzazione delle attività a supporto del servizio di anagrafe zootecnica è affidata alla Sial servizi S.p.A. ai sensi del primo comma dell’articolo 19 della legge regionale n. 18/2004. Le modalità di affidamento, anche con riferimento alla copertura finanziaria, saranno stabilite con delibera di Giunta regionale”.

Prego, onorevole Orsomarso.

Fausto ORSOMARSO

Riformulato come subemendamento, vorrei leggere il testo che recita così: “All’articolo 34, comma 1, della legge regionale numero 8/2010, sono soppresse le parole “con le modalità di cui al Dgr 722/03” ed è soppresso l’ultimo periodo del comma, ad iniziare dalla parola “fino”.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Noi siamo all’articolo 12 ter; poi, quando finiamo il provvedimento, do la parola a chi vuole per le dichiarazioni di voto, le rinviamo alle dichiarazioni di voto.

Mario MAIOLO

Non è votato.

PRESIDENTE

Chi deve parlare sull’argomento, l’articolo 12 ter “anagrafe zootecnica”? Ha illustrato l’emendamento l’onorevole Orsomarso…

Prego, onorevole Principe.

Sandro PRINCIPE

Presidente, anche questo argomento zootecnico è di grande importanza, però dopo quanto si è verificato poco fa, che significa mettere la minoranza, che pure vuole collaborare, nelle condizioni di non poter esercitare il suo ruolo, addirittura si nega il voto per appello nominale, noi ci sentiamo per cultura uomini di governo e siamo portati sempre a dare un contributo propositivo, però dopo quello che è successo poco fa in Aula, la minoranza abbandona i lavori, perché non è possibile collaborare in queste condizioni.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento proposto dall’onorevole Orsomarso.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12 ter.

(E’ approvato)                                        

Pongo in votazione l’articolo 12 quater.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12 quinquies.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9093 a firma dell’onorevole Tripodi: “Articolo 12 sexties (aggiuntivo) “Disposizioni in materia agricola”.

“2. E’ soppresso l’articolo 12 della legge regionale 26/02/2010, n. 8.

3. All’articolo 2, comma 2, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, dopo le parole “un ulteriore importo” sono introdotte le parole “nel limite massimo”.

4. All’articolo 2, comma 4, della legge regionale 25 febbraio 2010, n. 8, le parole “la spesa di” sono sostituite dalle parole “la spesa nel limite massimo di”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9093.

(E’ approvato)

Articolo 12 septies “Disposizioni in materia sanitaria”, emendamento protocollo 9199 a firma degli onorevoli Salerno, Gallo, Chiappetta.

(Interruzione)

E’ ritirato.

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 9145 a firma Principe è decaduto.

Emendamento protocollo 9160 a firma dell’onorevole Orsomarso: “L’articolo 15, comma 3, è abrogato”.

Fausto ORSOMARSO

Si commenta da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9160.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.

(E’ approvato)                                         Votazione desunta da sommario

Pongo in votazione l’articolo 15 bis.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15 ter.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15 quater.

(E’ approvato)                                         La votazione viene ripetuta poco più avanti

(Interruzione)

Non c’è, onorevole Tripodi, non l’ho trovato.

(Interruzione)

Quello di Tripodi è stato già approvato.

(Interruzione)

Pasquale Maria TRIPODI

…nell’interesse della Regione, perché si tratta di non perdere le risorse rispetto al 2007-2008 rispetto ai bolli auto.

Siccome dobbiamo fare l’interesse dell’ente e sicuramente dobbiamo essere attenti affinché nel triennio non vadano ad essere decuplicati, a questo punto chiedo il coordinamento formale sull’articolo per quantificare sia il comma 3 che il comma 4.

PRESIDENTE

Quindi l’articolo 15 ter va in coordinamento formale.

Pongo in votazione l’articolo 15 quater “Disposizioni in materia di sanità”.

(E’ approvato)

All’articolo 15 quinquies c’è un emendamento protocollo 9175 a firma degli onorevoli Giordano ed altri, che è decaduto.

Pongo in votazione l’articolo 15 quinquies.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9235 a firma dell’onorevole Sulla: “All’articolo 15 sexties, comma 1, lettera c), punto 2, è aggiunto il punto 3.

“La struttura dei soggetti di cui al comma 1 dell’articolo 10 della legge n. 8/96 è composta da due componenti interni di qualsiasi livello. Il restante personale può essere estraneo alla pubblica amministrazione”.

Giuseppe BOVA

L’onorevole Sulla  mi ha chiesto di assumerlo io. Questo emendamento si commenta da sé, perché tra l’altro l’ha discusso pure in Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9335.

(E’ respinto)

(Interruzioni)

Francesco MORELLI, relatore

No, no, Presidente…L’emendamento è accolto,sia pure con coordinamento formale

PRESIDENTE

Va bene, onorevole Morelli.

Emendamento protocollo 9239 a firma dell’onorevole Nicolò: decade per assenza del proponente.

Pongo in votazione l’articolo 15 sexties.

(E’ approvato)                         

 

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 9184 a firma dell’onorevole Battaglia è decaduto.

L’emendamento protocollo 9091 a firma dell’onorevole Magno è ritirato.

Emendamento protocollo 9087 a firma dell’onorevole Tripodi: è ritirato?

(Interruzione del consigliere Tripodi)

Emendamento protocollo…

Pasquale Maria TRIPODI

Signor Presidente, lei mi ha chiesto che cosa volevo fare con l’emendamento ed io le ho detto che si illustra da sé, quindi non è ritirato. Siccome l’avevamo concordato prima…

PRESIDENTE

L’emendamento protocollo 9087 a firma dell’onorevole Tripodi così recita: “L’articolo 31, comma 1, della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, è così emendato:

“1. Le amministrazioni provinciali, in via derogatoria rispetto a quanto previsto dall’articolo 22, commi 3 e 4, della legge regionale 17 maggio 1996, n. 9, possono utilizzare le risorse finanziarie non spese o non riconosciute in fase di rendicontazione dell’annualità 2005, secondo le indicazioni del settore regionale preposto”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9087.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9090 a firma dell’onorevole Magno: “I commi 3 ter e 3 quater dell’articolo 2 della legge regionale 36 del 2008 sono così modificati:

“3 ter. Per i Comuni per i quali dovessero determinarsi le condizioni di cui al comma 3 bis, il dipartimento regionale lavori pubblici ed acque autorizza una rimodulazione del programma pubblico-privato, ivi compresa l’individuazione di una nuova ubicazione territoriale, l’emanazione di una nuova procedura di evidenza pubblica finalizzata alla selezione degli interventi privati e la eventuale ridefinizione degli interventi pubblici anche non residenziali, restando invariato il finanziamento complessivo originariamente assentito.

3 quater. Gli adempimenti relativi alla rimodulazione di cui ai commi 3 bis e 3 ter dovranno completarsi entro e non oltre il 30 giugno 2011”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9090.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9196 a firma dell’onorevole Talarico F.: “Dopo l’articolo 15 è inserito il seguente:

“Articolo 16 (Abrogazioni)

1. Sono abrogate le leggi regionali elencate nell’allegato A alla presente legge.

2. Le disposizioni abrogate con la presente legge continuano ad applicarsi per la disciplina dei rapporti sorti nel periodo della loro vigenza e per l’esecuzione degli impegni di spesa assunti in base alle disposizioni medesime”.

Questo è un emendamento a firma mia che riguarda l’abrogazione di una serie di leggi negli anni passati, dal 1970 al 1990, e va in direzione dello snellimento legislativo. Noi l’approviamo, sono 179 leggi, ma diamo anche la possibilità al coordinamento formale di verificare fino in fondo questa abrogazione.

Questo è l’emendamento protocollo 9196 a firma mia che riguarda l’abrogazione di una serie di leggi dagli anni ’70 agli anni ’90 per lo snellimento legislativo, che è utile per cercare di produrre, in futuro, dei testi unici.

(Interruzione)

No, non stiamo dicendo i testi unici, diciamo che sono una serie di leggi, ne abbiamo raccolte 180, diamo al coordinamento formale, eventualmente ci dovesse essere qualche articolo che è ancora in vigore. Stiamo parlando di leggi dal ’70 al ’90, che non hanno nessun utile e nessuna produttività.

La parola all’assessore Mancini.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Condivido lo spirito e la ratio dell’emendamento, con l’accortezza che nel coordinamento formale venga verificata la possibilità dell’abrogazione delle leggi di bilancio che, a detta della Corte dei conti, potrebbero rappresentare delle criticità.

PRESIDENTE

Con questa raccomandazione, pongo in votazione l’emendamento protocollo 9196.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9163 a firma dell’onorevole Bilardi: “Riscossione degli oneri per la gestione del servizio di depurazione.

Nella prospettiva di favorire l’apporto di capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche, al fine di assicurare il recupero degli investimenti di concessionari nei casi di inadempimento della parte pubblica, il Presidente della Giunta regionale dispone la nomina dei commissario ad acta in sostituzione delle amministrazioni inadempienti. L’intervento sostitutivo, rivolto al risultato dell’adempimento, può essere esteso agli atti e procedimenti necessari al recupero delle risorse finanziarie, compresi la deliberazione delle tariffe e l’accertamento e riscossione delle entrate. L’intervento sostitutivo viene attivato su richiesta del concessionario e deve essere preceduto da una diffida da parte di quest’ultimo, notificata nelle forme degli atti processuali civili, con assegnazione di un termine per l’adempimento non inferiore a 60 giorni. Il Presidente della Giunta regionale, ricevuta l’istanza con la prova dell’avvenuta notificazione della diffida e dell’inutile decorso del termine per l’adempimento, rivolgerà formale invito a contro dedurre al legale rappresentante dell’amministrazione inadempiente, assegnando allo scopo termine di 30 giorni, decorso il quale si determinerà in via definitiva sull’istanza”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9163.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 9075 a firma dell’assessore Pugliano è identico a quello testé approvato, pertanto decade.

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)                           

Pongo in votazione la legge…

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Personalmente, siccome assieme al collega Adamo siamo rimasti in Aula, non giudichiamo meno grave rispetto ai colleghi della minoranza l’atteggiamento della maggioranza ed anche suo, quindi lo voglio sottolineare, solo che io penso che, siccome la seduta non è finita, anche sugli altri punti voglio esprimere il mio parere, in questo caso negativo per le ragioni che ho detto all’inizio, ma lo voglio dire fino in fondo.

Quindi motivo così la mia presenza, motivando un voto ex post, cioè a conclusione anche in relazione a quell’atteggiamento tenuto, che è negativo rispetto al complesso del provvedimento.

PRESIDENTE

Dopo la dichiarazione di voto dell’onorevole Bova, pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 43/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012 a norma dell'art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8

PRESIDENTE

Si passa al punto tre all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di legge n. 43/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012 a norma dell'art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.

Si passa all’esame dell’articolato.

All’articolo 1, comma 7, c’è un emendamento protocollo 9195 a firma degli onorevoli Tripodi e Fedele: “Il Consiglio demanda alla Giunta regionale la predisposizione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, di un progetto di legge riguardante l’esodo volontario dei dipendenti di Giunta e Consiglio”.

Pasquale Maria TRIPODI

E’ un emendamento che riguarda l’esodo di coloro i quali fanno parte sia dei ruoli del personale del Consiglio che della Giunta regionale.

Perché abbiamo demandato la facoltà alla Giunta regionale di presentare una proposta di legge inerentemente anche alla possibilità di quantificare le risorse economiche da destinare? Avevamo già dato un ’impostazione che avevamo dato, quella di snellire la Regione e renderla anche dal punto di vista del personale non solo competitiva, ma anche dal punto di vista della modernità della propria capacità di interpretare il personale e la dinamicità di essere un personale giovane che sia anche normativamente adeguato a quelle che sono le esigenze della Regione. Riteniamo, perciò,  che possiamo e dobbiamo dare la possibilità a coloro i quali ritengono di dover usufruire di questa legge, anche in virtù della nuova finanziaria che viene approvata, che poi è limitativa rispetto al loro orientamento,  di poter andare in pensione e  che la Giunta possa avere questo strumento.

E’ un provvedimento che riteniamo utile per la Calabria e l’abbiamo proposto di concerto con l’assessore Mancini, il quale - ne abbiamo parlato – ha dimostrato di essere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9195, per poi demandarlo al coordinamento formale.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Emendamenti protocollo 9176, 9177 all’articolo 5: non vedo i proponenti, per cui decade.

Gli emendamenti con protocollo 9094 e 9095, a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando, sono decaduti.

L’emendamento protocollo 9180, a firma dell’onorevole Sulla, è decaduto…

Giuseppe BOVA

All’articolo 7 ci sono miei emendamenti di soppressione e, tra l’altro, da Sulla, Principe ad Aiello, hanno presentato loro emendamenti quali abrogativi del comma 1, quali del comma 2 e quali del comma 3. Siccome io li ho presentati tutti e tre, si illustrano da sé, quindi assorbono quelli di Sulla e di altri, la maggioranza si pronunci. Io, ovviamente, nel momento in cui me li respingete, voto contro.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9180 a firma dell’onorevole Sulla: “Il comma 1 dell’articolo 7 è abrogato”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9180.

(E’ respinto)

Essendo l’emendamento 9153 a firma degli onorevoli Censore e Guccione dello stesso tenore, decade. La stessa cosa l’emendamento protocollo 9140 a firma dell’onorevole Principe, il 9185 a firma dell’onorevole Battaglia, il 9149 a firma Bova; il 9186 decade per assenza dei proponenti.

Emendamento protocollo 9181 a firma dell’onorevole Sulla che riguarda il comma 2 dell’articolo 7… quindi abbiamo già votato.

(Interruzioni)

Gli emendamenti con protocollo 9178 e 9141 decadono per assenza dei proponenti.

Emendamento protocollo 9110 a firma dell’onorevole Adamo: “All’articolo 7, comma 2, sostituire le parole “quattro annualità” con “dieci annualità”.

Nicola ADAMO

L’assessore Mancini sa, per il dibattito che c'è stato in Commissione, che io non ho condiviso la filosofia secondo la quale viene rimodulato questo comma attinente l’intervento sul trasporto pubblico locale per quanto riguarda il sostegno a Ferrovie della Calabria, sulla base dell’accordo di programma, perché ovviamente difendevo il testo di legge proposto da me, primo firmatario, che era in vigore.

Ora ho proposto un emendamento che, in effetti, accede a questa filosofia, nel senso che posso giudicare, se c’è buonafede, una pratica di buona amministrazione, anche l’impegno di verificare direttamente da parte dell’amministrazione regionale, in un’intesa con lo Stato, la disponibilità e di cassa e di crediti effettivamente esigibili da parte dello Stato di queste quote maturate a favore di Ferrovie della Calabria e quindi subordinare, eventualmente, a questa intesa e a questa verifica con lo Stato l’azione della Regione a.

In questo senso, però, mi sono permesso di fare un emendamento collettivo per due ragioni: la prima, perché se poi si dice “per un massimo di quattro annualità”, il massimo di quattro annualità – chiedo scusa al Presidente Morelli, è stato un punto su cui egli si è battuto molto anche nella Commissione come Presidente – lascia prefigurare una sorta di una tantum. Questo, sì, sarebbe un contributo, per quanto finalizzato ad investimenti, una tantum che, ove mai dovesse essere riconosciuto a Ferrovie della Calabria, sarebbe fine a se stesso.

L’idea dell’intervento legislativo che si vuole modificare, invece, approvato nella precedente finanziaria era un altro: utilizzare in acconto, in anticipazione questo contributo da recuperare attraverso i crediti dello Stato, per consentire a Ferrovie di fare un mutuo, caso mai, e noi sappiamo che un piano di ammortamento mutuo almeno deve essere decennale, tant’è che la precedente legge parlava di quindici anni.

Non si vuole mettere “quindici”? Mi sono permesso di proporre “dieci”, però dà più senso alla legge, anche in sede di verifica, di controllo governativo della legge, si capisce e ha senso, dà forza all’azione dell’amministrazione regionale, che chiede e pretende dallo Stato quello che gli è dovuto e che ancora da anni non gli è riconosciuto. Quattro anni sembra il solito intervento nel Mezzogiorno a pioggia che polverizza la spesa e finisce lì.

Per cui ritengo che ci possano essere tutte le condizioni perché questo emendamento possa essere accolto.

Poi un’altra osservazione e concludo: verificate in sede di coordinamento formale – mi riferisco anche al direttore generale e al dottor De Cello –…

Voi prevedete che la riduzione della spesa condotta nella manovra sia finalizzata, compresa questa quota di 2 milioni e mezzo, ad altre finalità. Siccome questa dei 2 milioni e mezzo, assessore Mancini, è una spesa vincolata dalla legge nazionale al fondo trasporti, dubito che i 2 milioni e mezzo del trasporto pubblico locale possano essere orientati ad altre finalità diverse da quelle della legge.

Io non ho presentato emendamento perché aspettavo una discussione su questo punto, ma giacché ci siamo, verificate in sede di coordinamento formale se ho ragione io, proprio ai fini di liberare risorse ed attenervi agli obiettivi della manovra, se questo è, perché se questo è, tenete paralizzata una cifra che poi non si dà né alle Ferrovie, né al trasporto pubblico locale, né per altri scopi. Siccome sono convinto di questa tesi, questa è una tesi che, secondo me, sotto questo aspetto fa parte di buona amministrazione.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Mancini.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Il parere dell’Esecutivo all’emendamento proposto dall’onorevole Adamo è favorevole, perché egli dimostra di condividere l’impostazione avuta dall’Esecutivo e, in qualche modo, se capisco lo spirito…

(Interruzione)

Va bene, accetto; e se capisco bene il senso e così lo interpreto – per questo esprimo parere favorevole  – lo migliora in senso più razionale.

Quindi, da questo punto di vista, poiché l’Esecutivo, la maggioranza guidata dal governatore Scopelliti ascolta le proposte serie e costruttive che provengono dai banchi dell’opposizione e quando dai vostri banchi vengono suggerimenti costruttivi, non abbiamo né difficoltà ad ascoltarli né tantomeno ad accettarli, dispiace che questi suggerimenti costruttivi siano e provengano da una parte ristretta dell’opposizione. La parte, invece, più consistente dispiace che prenda e vada via. Non è quella la maniera giusta e, al contrario, ritengo che sia quella oggi espressa dall’onorevole Adamo la maniera giusta di intendere il confronto, la discussione e anche lo scontro in questo contesto.

Per questo esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9110.

(E’ approvato)

Gli emendamenti con protocollo 9096 e 9142 decadono per assenza dei proponenti.

Emendamento protocollo 9111 a firma dell’onorevole Adamo: “All’articolo 7 aggiungere il seguente comma:

“Il contributo all’Ente Autonomo Fiera di Cosenza (art. 3, comma 1 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19) viene incrementato di euro 170 mila”.

Nicola ADAMO

Si illustra da sé, nel senso che questo corrisponderebbe al fabbisogno per il completamento delle spese di funzionamento ed anche il pagamento dei dipendenti dell’ente.

PRESIDENTE

Ne teniamo conto come raccomandazione. Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9111.

(E’ respinto)

L’emendamento protocollo 9193, a firma dell’onorevole Aiello Ferdinando, decade per assenza del proponente.

Emendamento protocollo 9088 a firma dell’onorevole Tripodi: “L’articolo 8 è così emendato: “Al comma 1 sostituire le parole “non superiore” con la parola “almeno”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9088.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9089 a firma dell’onorevole Tripodi: “All’articolo 8 aggiungere il comma 1 bis: “Le somme previste sono da destinarsi esclusivamente per la sola retribuzione del personale secondo i criteri tabellari retributivi”.

Si illustra da sé. Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9089.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9152…

Giuseppe BOVA

Lo faccio mio. Si illustra da sé.

PRESIDENTE

All’articolo 8 ci sono dei subemendamenti a firma dell’onorevole Fedele, il 9257: “All’articolo 8, dopo il comma 2, è inserito il seguente:

“L’autorizzazione di spesa destinata al finanziamento della legge regionale 2 febbraio 2004, n. 1, è incrementata della somma corrispondente al saldo della manovra di bilancio approvata con la presente legge”.

Luigi FEDELE

L’emendamento protocollo 9257 lo posso illustrare in un attimo. Si tratta di incrementare della somma corrispondente al saldo della manovra di bilancio, che sarà approvata questa sera, la legge su cui tutti abbiamo preso un impegno, che è la legge sulla famiglia, infatti è la legge 2 febbraio 2004 numero 1 che è quella sulla famiglia.

Quindi questi fondi saranno destinati ad incrementare il fondo di quella legge per poter dare una risposta alle famiglie calabresi.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9257.

(E’ approvato)

C’è l’emendamento protocollo 9152 fatto proprio dall’onorevole Bova: “Il comma 2 dell’articolo 8 è soppresso”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9152.

(E’ respinto)                                        

Emendamento protocollo 9158 a firma dell’onorevole Orsomarso…

(Interruzione)

Ritirato. Emendamento protocollo 9159 a firma dell’onorevole Orsomarso: “All’articolo 8 è aggiunto il seguente comma:

“8. L’autorizzazione di spesa di cui al capitolo 1007101 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010 è incrementato di euro 10 mila, da destinare a spese per acquisto di pubblicazioni ed altra documentazione necessaria al funzionamento dell’Ufficio Legislativo della Giunta regionale, istituito con Regolamento regionale n. 8 del 10 maggio 2010”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9159.

(E’ approvato)

Gli emendamenti con protocollo 9157 a firma dell’onorevole Orsomarso e con protocollo 9108 a firma dell’onorevole Nicolò sono ritirati.

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Articolo 8 bis. C’è un subemendamento che riguarda il comma 3 dell’articolo 8 bis che dice sostanzialmente che, per un errore materiale, è stato confuso l’articolo, perché questo ripristina le cose.

Possiamo votare a favore e in coordinamento formale sottraiamo…

Pongo in votazione l’articolo 8 bis.

(E’ approvato)

Articolo 8 ter: questo è decaduto…

Luigi FEDELE

…quell’emendamento che prima era stato messo erroneamente, che riguardava gli stagisti…

PRESIDENTE

per quanto riguarda gli stage a firma dell’onorevole Fedele, protocollo 9252: “Dopo l'art. 8 è aggiunto il seguente articolo:

Articolo 8 ter

1. L'articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, è sostituito dal seguente:

“1. Al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza, già acquisito, dei giovani impegnati nel “Programma Stages” di cui all'articolo 5 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8, di integrazione e modifica della legge regionale 12 novembre 2004, n. 26, la Regione eroga un contributo di euro 10.000,00 a favore degli enti che si impegnano a stipulare, con ogni stagista che abbia concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento di cui alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 49 del 9 luglio 2007, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro, concertate attraverso uno specifico protocollo d'intesa stipulato tra la Giunta regionale, Consiglio regionale e gli enti fruitori.

2. E’ istituito un tavolo tecnico tra Giunta regionale, Consiglio regionale ed enti interessati per stabilire le modalità e i tempi d'attuazione di cui al successivo comma 3.

3. La Giunta regionale, per accertare la potenziale platea delle unità coinvolte e quantificare le risorse occorrenti, indice una manifestazione di interesse rivolta agli enti fruitori, allargata a tutte le eventuali ulteriori amministrazioni pubbliche del comparto Regioni-Autonomie locali che intendessero utilizzare ai sensi del comma 1 gli stagisti in argomento.

4. Alla relativa copertura finanziaria, stimata per l'esercizio finanziario 2010 di euro 200.000,00, si provvede con le risorse allocate all'Upb 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2010 e per l'esercizio finanziario del 2011. La Giunta regionale quantificherà le risorse occorrenti in base alla manifestazione di interesse presentata dagli enti interessati”.

Luigi FEDELE

…l’impegno che avevamo preso con gli stagisti di realizzare una proposta che potesse dare la possibilità a questi giovani di potersi confrontare con gli enti locali, per vedere se c’è la possibilità – noi pensiamo che ci sia – di avere dei contratti di collaborazione con gli enti locali.

Ci sarà un tavolo tecnico - per questo il subemendamento, in quanto abbiamo aggiunto questo aspetto - tra Consiglio regionale, Giunta e gli enti interessati per stabilire le modalità e c’è una collaborazione da parte della Giunta regionale, del dipartimento bilancio per cercare di trovare una soluzione per questi ragazzi.

Quindi, da parte nostra, c’è tutto l’impegno a rispettare quello che avevamo detto anche nei vari incontri.

Giuseppe BOVA

Chiedo la parola.

PRESIDENTE

Prego, onorevole Bova.

Giuseppe BOVA

Ho detto già, nel momento in cui ho illustrato la posizione del nostro gruppo sull’assestamento di bilancio, che avrei votato questo emendamento. Nel mentre dico questo, sottolineo che lo voto con riserva, nel senso che anche questo strumento si può rivelare inidoneo rispetto a un processo legittimo ed oggettivo di reinserimento nel mercato del lavoro e, in sede del bilancio di previsione 2011, chiederò una verifica e sottolineo sin da ora, come sempre con criteri trasparenti, questi ed altri giovani laureati con lode possono essere proficuamente impegnati, previo bando, verifica e selezione, in un’attività di assistenza tecnica, per cui nei finanziamenti europei esistono decine e decine di milioni in bilancio di previsione.

Con questa riserva, intanto esprimo su questo emendamento un voto favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 8 ter, emendamento protocollo 9252.

(E’ approvato)

Articolo 9. Emendamento protocollo 9151 a firma degli onorevoli Censore e Guccione: “Al comma 3 dell’articolo 9 aggiungere, dopo le parole “dell’esercizio 2009”, le parole “da destinare comunque al Piano delle attività dell’anno 2009”.

Giuseppe BOVA

Lo assumo io. Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9151.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 9156 a firma dell’onorevole Orsomarso: “All’articolo 10 è aggiunto il seguente comma:

“2. L’importo di euro 1.392.814,51, destinato alla copertura degli oneri derivanti dal contenzioso di cui al comma precedente, può essere parimenti erogato all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, previa adozione degli atti necessari a formalizzare l’impegno da parte dello stesso ateneo a subentrare, sostanzialmente e processualmente, nel contenzioso in argomento”.

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9156.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Articolo 12. Emendamento protocollo 9150 a firma dell’onorevole Bova: “Il comma 3 dell’articolo 12 viene soppresso.

L’apposito allegato 3 viene riformulato come di conseguenza”.

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9150.

(E’ respinto)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9182 a firma dell’onorevole Sulla: “Dopo l’articolo 12 è aggiunto il seguente:

“Articolo 12 bis

La Giunta regionale, su proposta del dipartimento competente, è autorizzata ad approvare un intervento, in regime di de minimis, per agevolare il necessario adeguamento degli impianti delle emittenti televisive locali ai fini dell’imminente passaggio dal sistema analogico al sistema digitale terrestre.

L’intervento di cui al comma precedente è destinato a supporto delle Pmi titolari di emittenti televisive locali legittimamente operanti con impianti ubicati nel territorio regionale.

L’intervento sarà finanziato a valere sulle risorse del Programma operativo Fesr 2007-2013”.

Giuseppe BOVA

Lo faccio mio e lo illustro brevemente.

L’onorevole Sulla, con questo articolo, prevede un aiuto in regime di de minimis per aiutare le piccole imprese del settore delle comunicazioni televisive per il passaggio dall’analogico al digitale. Supporto, quindi, a piccola e media impresa e l’intervento da finanziare a valere sulle risorse del Programma operativo Fesr 2007-2013.

Questa è la proposta.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9182.

(E’ respinto)

Giuseppe BOVA

perché? Perché qui non c’è né maggiorazione di spesa né…

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione .

(E’ respinto)

Emendamento a firma Nucera…

Giuseppe BOVA

Presidente, ce n’è un altro sugli itinerari gioachimiti…

(Interruzione)

“Sbocciato”?

(Interruzione)

No, è così preso dal suo ruolo, PresidenteAttualmente, è l’epoca che uno suona! Però sa come dice il…

PRESIDENTE

l’onorevole Nucera,  deve rimborsare il Consiglio per tutta la carta che fa sprecare al Consiglio!

Giovanni NUCERA

Presidente, c’è un impegno dell’emendamento 9201 assunto dal Presidente nella qualità di commissario speciale per la sanità, per il resto sono tutti ritirati.

(Interruzione)

PRESIDENTE

No, non ne ho approvato nessuno, c’è solo una raccomandazione fatta al Presidente. Sono tutti ritirati, fino al protocollo 9228.

Emendamento protocollo 9154 a firma degli onorevoli Censore e Guccione: “Tabella 1, variazione ed autorizzazione di spesa art. 1 della legge regionale 26 febbraio 20010, n. 10.

“E’ soppressa la riduzione di 1 milione di euro dal capitolo 15010208 destinato alle Province quale quota-parte delle competenze del Fondo Risorse Umane, relativo al personale di ruolo, ai sensi dell’articolo 17 della legge 12 agosto 2002, n. 34”.

Giuseppe BOVA

Si illustra da sé.

(Interruzione)

Lo assumo io, perché Censore ha parlato anche a nome della dottoressa Ferro.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9154.

(E’ respinto)

Emendamento protocollo 9086 a firma dell’onorevole Tripodi: “La Tabella 2 – Riduzione alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata ala finanziaria (Tabella C approvata con l’articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9), è così emendata:

“La legge regionale 17 agosto 2009, n. 28 (norme per la promozione e lo sviluppo della promozione sociale) viene incrementato di euro 350 mila, prelevando tale somma dalla legge regionale 6 dicembre 1979, n. 13 (sviluppo della cooperazione) per l’importo di euro 200 mila e dalla legge regionale 3 marzo 2000, n. 5 (norme per la promozione e lo sviluppo della promozione sociale), per l’importo di euro 150 mila”.

Pasquale Maria TRIPODI

E’ un emendamento concordato con le associazioni di categoria in sede di audizioni nelle Commissioni.

Praticamente, è l’incremento della legge regionale 28, spostando le somme delle due leggi che erano già destinate sia alla “13” che alla “5”, da finanziare con la 28, che è la legge di riferimento del settore.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Favorevole, perché è a saldo invariato.

PRESIDENTE

Possiamo assumerlo col coordinamento formale.

(Interruzione)

Questo stavo dicendo, possiamo assumerlo col coordinamento formale degli uffici.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9086, naturalmente con la capienza che ci deve essere.

(E’ approvato)

L’emendamento protocollo 9155, a firma degli onorevoli Censore e Guccione,  decade per assenza dei proponenti.

Emendamento protocollo 9229 a firma degli onorevoli Fedele e Tripodi:

“1. Alla Tabella 2 allegata al DDL “Assestamento del bilancio 2010” (Riduzione alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria (Tabella C approvata con l'articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9), la dotazione di cui al capitolo 6133104 (autorizzazione di spesa connessa agli artt. 65 e 67 della legge regionale 28 marzo 1985 n. 13) è incrementata di euro 500.000.

2. Alla copertura finanziaria si provvede con i tagli effettuati ai sensi degli artt. 6 e 7 dello stesso disegno di legge”.

Luigi FEDELE

E’ un emendamento molto semplice che, tra l’altro, si illustra da sé. Serve solo ad incrementare leggermente un capitolo, in quanto ci sono degli impegni presi dalla precedente amministrazione, dai colleghi, che bisogna rispettare e quindi c’è un incremento di questa somma su un capitolo del turismo e poi col coordinamento formale saranno sistemati meglio questi incrementi.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

La Giunta, siccome mantiene gli impegni, è favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9229.

(E’ approvato)

Emendamento protocollo 9237 a firma dell’onorevole Chiappetta:

“1. Alla Tabella 2 allegata al DDL “Assestamento del bilancio 2010” (Riduzione alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria (Tabella C approvata con l'articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9), la dotazione di cui al capitolo 6133104 (autorizzazione di spesa connessa agli artt. 65 e 67 della legge regionale 28 marzo 1985 n. 13) è incrementata di euro 500.000.

2. Alla copertura finanziaria si provvede con i tagli effettuati ai sensi degli artt. 6 e 7 dello stesso disegno di legge”.

Gianpaolo CHIAPPETTA

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo 9237.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

E’ approvato, comprese le tabelle allegate.

Dichiarazioni di voto sulla legge nel suo complesso. Chiede di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Capisco che l’improvvido e improvviso abbandono dall’Aula da parte degli altri colleghi ha facilitato l’accelerazione del ritmo, per cui parlare e intrattenersi adesso nel merito è davvero un po’ sconveniente.

E’ una dichiarazione di voto contraria fondata su un presupposto, quello che, a nostro avviso, dare troppa enfasi a questa manovra è un errore, anche dal punto di vista dell’impostazione data dalla relazione dell’onorevole Mancini, nel senso che siamo costretti nei margini che il bilancio regionale impone e le dimensioni di una manovra non possono non essere come questa, riferita ad un contenimento di spesa che noi non abbiamo condiviso in grande parte per le scelte fatte di merito, molto limitate, di fronte ad un bilancio che richiede interventi profondi e strutturali. Rinviamo al primo vero bilancio, perché quel primo vero bilancio non potrà non essere l’avvio di una riforma strutturale, soprattutto di quella che può essere una spesa storicizzata.

Anche per quanto riguarda il riordino, apprezzo lo sforzo che, in qualche modo, viene dato almeno sugli indirizzi relativamente ad alcune norme. Ovviamente, è tutto sottoponibile a verifica per quanto riguarda la coerenza amministrativa.

Per questo motivo votiamo contro, un contro motivato anche dal fatto che su alcuni emendamenti e su alcuni punti si poteva avere un maggiore approfondimento, non solo per il rispetto regolamentare, come l’articolo 12 bis, ma anche per responsabilità istituzionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Mancini. Ne ha facoltà.

Giacomo MANCINI, assessore al bilancio ed alla programmazione

Intervengo per esprimere un grande apprezzamento per l’approvazione di questi due provvedimenti che sta per avvenire, che rappresentano una riforma molto importante rispetto alla storia del regionalismo calabrese.

Noi riformiamo tutto l’impianto della spesa, risparmiamo 15 milioni di euro per quest’anno, risparmiamo 40 milioni di euro ad iniziare dal 2011 e facciamo questo senza mettere le mani in tasca ai calabresi. Essere felici di questo risultato, io ritengo che sia normale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 38/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS. 2011/2012 – 2015/2016

PRESIDENTE

Passiamo al quarto punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo n. 38/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS. 2011/2012 – 2015/2016”.

E’ relatore l’onorevole Salerno, che ha facoltà di intervenire.

Nazzareno SALERNO, relatore

Giusto per illustrare velocemente questo provvedimento: è stato approvato in Commissione all’unanimità, questo conferma la bontà del provvedimento e del lavoro svolto dall’assessore Caligiuri.

Il provvedimento tiene conto, come obiettivo principale, del risparmio e della qualità, gli indirizzi sono quelli di collegare le risorse del territorio, l’ampliamento dell’offerta formativa e l’alternanza scuola-lavoro. I settori da privilegiare sono: turistico-alberghiero, industria e artigianato, agrario e socio-sanitario.

La decorrenza è da quest’anno scolastico 2011-2012 ed ha una validità quinquennale.

I dati di riferimento di cui si è tenuto conto per la redazione di questo provvedimento, per la predisposizione, è che da undici anni consecutivi, in media, si registra un calo di 6 mila studenti all’anno, per un totale di 65 mila studenti all’anno.

Io propongo all’Assemblea l’approvazione di questo provvedimento.

PRESIDENTE

Nessun altro chiedendo di intervenire, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 38/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 40/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga termini di scadenza del Piano faunistico regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003

PRESIDENTE

Punto cinque all’ordine del giorno, che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo n. 40/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga termini di scadenza del Piano faunistico regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003”

E’ un provvedimento passato all’unanimità in Commissione e la parola al relatore, l’onorevole Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

Penso che ci sia poco da considerare, a parte il fatto che è passato all’unanimità. E’ una proroga del Piano 2009-2013, fino a quando non verrà approvato il Piano successivo.

PRESIDENTE

Poiché non ci sono richieste di parola, pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 40/9^.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Mozione n. 6 del 3 agosto 2010 a firma del consigliere Bova: “Sull’immediato ripristino del presidio multisoccorso che opera presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra, attraverso l’erogazione delle somme arretrate”

PRESIDENTE

Ci sono delle mozioni, la prima a firma dell’onorevole Bova: “Sull’immediato ripristino del presidio multisoccorso che opera presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra, attraverso l’erogazione delle somme arretrate”, che si illustra da sé.

La pongo direttamente in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Poi c’è l’ordine del giorno di Aiello, che va al prossimo Consiglio perché è assente.

Ordine del giorno a firma del consigliere Nucera: “In merito al sovraffollamento delle carceri calabresi”.

PRESIDENTE

Ordine del giorno a firma dell’onorevole Nucera sulle carceri. Si illustra da sé. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Buone vacanze. Il Consiglio  sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 22,52

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo il consigliere Mirabelli.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Magarò – “Istituzione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali in Calabria” (P.L. n. 56/9^)

E’ stata assegnata alla Commissione regionale antimafia.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Interventi regionali in sostegno dei soggetti non udenti e degli Istituti e dei Centri di istruzione e formazione per i sordomuti” (P.L. n. 57/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera, Caputo – “Norme per favorire il turismo scolastico in Calabria e promuovere la mobilità studentesca internazionale verso la Calabria” (P.L. n. 58/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Giordano – “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici presso le farmacie rurali” (P.L. n. 59/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Caputo – “Misure per la valorizzazione della figura di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria e della Gente di mare d’Italia” (P.L. n. 60/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Magno, Morelli, Zappalà, Fedele, Chiappetta – “Ordinamento del sistema fieristico della Regione Calabria” (P.L. n. 61/9^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.

(Così resta stabilito)

Pubblicazione di deliberazione legislativa

La deliberazione legislativa numero 37 del 23.7.2010, recante: “Legge regionale – Abrogazione del comma 4 bis dell’articolo 35 dello Statuto della Regione Calabria” è stata pubblicata ai fini notiziali ai sensi dell’articolo 123 della Costituzione e dell’art. 2 della legge regionale n. 35 del 10 dicembre 2001 sul Bollettino Ufficiale della Regione edizione straordinaria n. 14 del 31 luglio 2010.

Parere favorevole su deliberazioni

La terza Commissione consiliare, con nota n. 447 del 2.8.2010, ha comunicato che nella seduta del 29 luglio 2010 ha espresso parere favorevole con modifiche ed integrazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 353 del 10.5.2010, recante: “Misure di contrasto alla crisi economica. Art. 2 legge regionale 13 giugno 2008, n. 15. Piano di reinserimento occupazionale 2010”. (Parere n. 3/9^)

La quarta Commissione consiliare, con nota n. 156 del 2.8.2010, ha comunicato che nella seduta del agosto 2010 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 527 del 20.7.2010, recante: “DGR n. 338 del 5.5.2008. Rimodulazione del piano con integrazioni e modificazioni alla deliberazione 8 luglio 2003, n. 515 così come modificata dalla successiva deliberazione 17 febbraio 2004, n. 86”. Modifiche ed integrazioni. (Parere n. 6/9^)

Inserimento all’ordine del giorno di proposta di provvedimento amministrativo

E’ stata inserita all’ordine del giorno della seduta odierna la proposta di provvedimento amministrativo n. 40/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga termini di scadenza Piano faunistico regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003”, pervenuta dalla Commissione consiliare competente dopo l’invio dell’ordine del giorno.

Interrogazioni a risposta scritta

Grillo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dal mese di marzo 2010, Trenitalia, società controllata da FS Spa, ha soppresso su tre treni di lunga percorrenza (il Palermo-Milano n. 1926; il Palermo-Torino n. 1944 e il Siracusa-Venezia n. 1930) i posti a sedere, convertendoli in cuccette;

tale decisione di Trenitalia è stata dettata dall'esigenza di "fare cassa", dal momento che chi deve viaggiare è costretto ad acquistare un biglietto per posto più cuccetta, anziché soltanto per posto a sedere;

la suddetta soppressione dei posti a sedere ha causato un forte decremento di viaggiatori nelle stazioni calabresi toccate dai suddetti treni, dato l'aumento del costo dei biglietti, ed ha inciso sulla loro libertà di scelta, costringendoli a ricorrere ad un diverso vettore;

la soppressione dei posti a sedere, di conseguenza, ha provocato anche una diminuzione di affari nelle attività economiche legate alle stazioni ferroviarie (bar, edicole, ristoranti, taxi eccetera) -:

se non sia il caso che la Regione Calabria pretenda da Trenitalia il ripristino dei posti a sedere nei treni in cui essi sono stati soppressi, in ragione di almeno una carrozza;

quali altre possibili iniziative ritenga di intraprendere allo scopo di ripristinare lo status quo ante ed eliminare un ulteriore disservizio ai danni dei viaggiatori calabresi.

(24; 23.07.2010)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

fonti giornalistiche riportano notizie allarmanti sul futuro del porto di Gioia Tauro, atteso che RFI ha annunciato di voler abbandonare lo scalo dell'area portuale a partire dal 1° agosto prossimo;

tale decisione comporta, di fatto, la rescissione della convenzione stipulata dalla precedente Giunta regionale e gli AD di RFI Moretti e Soprano, accordo che ha impegnato la regione Calabria in notevoli investimenti al fine di favorire un servizio di supporto ferroviario al servizio containers, con una positiva ricaduta economica sul territorio;

a fronte di un contratto annuale di circa 600.000,00 euro l'anno a favore di RFI per la manutenzione ordinaria della tratta ferroviaria interessata, sembrerebbe che la società delle ferrovie abbia fatto venir meno il proprio impegno, sulla base di una richiesta avanzata dall'Autorità portuale per il pagamento di un canone annuo di circa 170.000,00 euro a titolo di occupazione del suolo interno all'area portuale;

tale notizia, legata a quella del possibile ripristino delle tasse di ancoraggio, provoca preoccupazione sulle prospettive di sviluppo dell'area portuale di Gioa Tauro, tenuto conto che il sistema del trasporto merci rappresenta un elemento di rilancio dell'economia regionale;

la scelta di RFI si caratterizza per tutta la sua gravità, in quanto colpisce in modo irreversibile lo stesso concetto di logistica che, per sua natura, necessita in primo luogo di un affidabile funzionamento delle reti sulle quali vengono veicolate le merci, e il venir meno di tale contributo, con lo sviluppo delle connessioni ferroviarie, rappresenta un duro colpo non solo per le attività in essere, ma anche per le prospettive di sviluppo di tutto il sistema portuale di Gioia Tauro -:

se risponde al vero che la RFI intende abbandonare lo scalo portuale di Gioia Tauro, con la conseguente cessazione della gestione della relativa tratta ferroviaria;

se risponde al vero che tale scelta sia da addebitare alla richiesta avanzata dall'Autorità portuale del pagamento di un canone annuo di Euro 170.000,00 a titolo di occupazione del suolo interno all'area portuale;

se risponde al vero che il canone di manutenzione annuo di Euro 600.000,00 sia regolarmente corrisposto alla RFI;

quali iniziative intende intraprendere per scongiurare la cessazione del servizio erogato e, in particolare, se non ritiene utile ed opportuno attivarsi con urgenza per promuovere un incontro fra le parti interessate (ministero, autorità portuale, organizzazioni sindacali), per individuare una soluzione positiva alla vertenza nell’ottica della realizzazione di un gateway ferroviario, assetto strategico per abilitare il nuovo modello logistico a Gioia Tauro.

(26; 28.07.2010)

Chiappetta. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alle attività produttive. Per sapere - premesso che:

nell'ambito del Programma operativo interregionale (Poin) 2007-2013 è previsto uno stanziamento di sessanta milioni di euro da suddividere equamente tra quattro regioni del Mezzogiorno (Calabria, Sicilia, Puglia e Campania) sulla base di specifici progetti in campo energetico da presentarsi, in particolare, dalle rispettive Aziende sanitarie;

ai fini di attuazione del Poin, il Ministero dell'ambiente ha indetto un avviso pubblico per la presentazione, al Dicastero stesso, delle manifestazioni di interesse nell'ambito di due linee di attività: la 2.2 relativa agli “Interventi di efficientamento energetico degli uffici ed utenze energetiche pubbliche” e la 2.5 relativa alle “Reti di distribuzione del calore, in particolare da cogenerazione, per teleriscaldamento e tele raffreddamento”;

tra i primi incontri programmati e fortemente voluti all'inizio della presente legislatura dall'assessorato alle attività produttive della Calabria, vi è stato quello svoltosi con i direttori generali delle As e Ao regionali, organizzato proprio al fine dell’illustrazione del contenuto del citato avviso pubblico e della evidenziazione della necessità di tempestiva adesione all'iniziativa stessa, sì come ampiamente sostenuta dalla Regione Calabria in quanto volta a favorire lo sviluppo e la diffusione dell'efficienza energetica e dei materiali eco-compatibili ed a promuovere la produzione di energia termica da fonti rinnovabili sugli edifici pubblici, ad iniziare da quelli di pertinenza delle Aziende sanitarie ed ospedaliere;

a fronte dell'attivismo della Regione manifestato in favore di tale importante iniziativa, è, però, doverosa la collaborazione dei dirigenti aziendali per l'avvio del procedimento partecipativo all'avviso pubblico de quo che consta, in prima fase, nella redazione, da parte degli uffici tecnici competenti, di un progetto preliminare da inviare al Ministero dell'ambiente che riguardi l'adeguamento degli uffici pubblici agli interventi di efficientamento energetico;

l’eventuale negligenza in tal senso importerà l’inevitabile perdita dei fondi stanziati dal Governo centrale -:

se dallo svolgimento del precitato incontro tra assessorato alle attività produttive e management sanitario regionale quest’ultimo ha dato impulso al procedimento di partecipazione all’avviso pubblico ministeriale in oggetto;

se, in particolare le aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, interessate alla procedura hanno inviato i descritti progetti preliminari al Ministero dell’ambiente relativi allo studio di adeguamento degli edifici di pertinenza, agli interventi di efficientamento energetico;

quali iniziative in caso di non attivazione in tal senso, si intende intraprendere per impedire che i fondi stanziati al riguardo dal Governo per la Calabria (pari a 15 milioni di euro) vadano persi e/o non utilizzati, considerando, tra l'altro, la necessità e l'importanza dell'iniziativa sia in termini di risparmio, tramite l'utilizzo delle energie rinnovabili, della spesa energetica per le As, sia in termini di miglioramento delle generali condizioni di vivibilità degli ambienti sanitari che dall'adeguamento degli edifici potrebbe conseguire.

(27; 2.08.2010)

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

da alcuni mesi a questa parte sono stati notificati dall’Equitalia Etr S.p.a. per conto del Commissario straordinario del Comprensorio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, avvisi di pagamento relativi a pretesi contributi di bonifica e miglioramento fondiario per gli anni 2005-2006 che hanno interessato la quasi totalità dei proprietari dei fondi ubicati nel comprensorio del consorzio di bonifica;

la rilevanza, l'estensione e gli aspetti legati alla legittimità di tale attività impositiva ha prodotto la convocazione anche di consigli comunali straordinari da parte di vari comuni al fine di affrontare la questione in oggetto di concerto tra i singoli cittadini e le istituzioni locali;

l'unico modo per potersi opporre a tale pretesa contributiva da parte dei proprietari dei fondi è quello previsto dalla legge ovvero la proposizione del ricorso alla Commissione tributaria provinciale, ne deriva, però, molto spesso che l'importo contributivo preteso è tale per cui diventa di gran lunga più oneroso dare incarico ad un professionista per curare la presentazione del ricorso e tutelare i propri diritti rispetto al pagamento della cifra imposta. Pertanto l'impossibilità di presentare ricorso per i motivi testé indicati, se dal punto di vista giuridico produce il consolidarsi della pretesa contributiva, dal punto di vista del corretto atteggiarsi delle istituzioni nei confronti dei contribuenti non è assolutamente accettabile. In tal caso, peraltro, si verrebbe a ledere un principio sacrosanto di uguaglianza di trattamento dei contribuenti visto che solo chi ha la possibilità economica di proporre ricorso sarebbe tutelato dalle illegittime pretese del Consorzio di Bonifica, mentre coloro che risultano privi di adeguate risorse economiche sarebbero costretti a soccombere. E' evidente quindi che laddove si è venuta a verificare una palese anomalia nel corretto rapporto che deve sussistere tra ente e contribuente, è necessario un intervento dell'ente sovraordinato per ripristinare il corretto funzionamento contributivo e garantire i diritti dei cittadini;

l'intervento dell'odierno organo interrogato può essere giustificato dall'illegittima pretesa vantata dal Consorzio di Bonifica. Infatti, da un'analisi più prettamente giuridica emerge che: il R.D. n. 215/1933 e succ. modif. che disciplina la bonifica integrale e la relativa attività dei consorzi di bonifica, nel Titolo II all'art. 10 stabilisce: “nella spesa delle opere di competenza statale che non siano a totale carico dello Stato sono tenuti a contribuire i proprietari degli immobili del comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica”. Da ciò discende che la disciplina normativa non autorizza i consorzi ad imporre contributi su tutti gli immobili siti nel loro comprensorio, ma solo sui terreni che traggono profitto dalle opere di bonifica. Pertanto è al solo verificarsi di tali benefici che al Consorzio spetta la legittimazione a pretendere il pagamento del tributo. La stessa Corte di Cassazione a tal proposito ha dichiarato con sentenza 8770/2009 che il potere del Consorzio di imporre contributi è esercitabile solo nei confronti dei proprietari di immobili che traggono dalla bonifica un vantaggio singolarmente dimostrato e proporzionalmente quantificato. Viceversa una imposizione contributiva nei confronti di tutti coloro inclusi in un ambito territoriale (comprensorio) giustificato da un vantaggio generico e non parametralmente quantificato comporterebbe una evidente violazione di legge. Violazione che appare essersi verificata nel caso de quo, tenuto conto che l'attività consorziale impositiva è stata estesa a chi non è obbligato, non godendo di alcun beneficio specifico e particolare. La disciplina prevista dall'art. 860 c.c. prevede inoltre che “i proprietari dei beni situati nel perimetro del comprensorio sono obbligati a contribuire nella spesa necessaria per l'esecuzione, la manutenzione e l'esercizio delle opere in ragione del beneficio che traggono dalla bonifica". A tal riguardo, sempre la Suprema Corte a Sezioni Unite con sentenza n. 8957/96 ha stabilito che, ai fini della contribuzione, gli immobili devono conseguire un incremento di valore direttamente riconducibile alle opere di bonifica ed alla loro manutenzione. Per consolidato orientamento giurisprudenziale (Cass. Sez. Un. n. 8960/'96; Cass. n. 4144/'96), viene inoltre stabilito che il beneficio derivante dalla bonifica non è provato dalla pura e semplice inclusione del bene nel comprensorio perché esso non attiene al territorio nel suo complesso, ma al bene specifico di cui si tratta. L'utilità infatti si deve tradurre in un vantaggio diretto e specifico, incidente sulla qualità del fondo che deve corrispondere ad un incremento di valore (che per i terreni diventa anche incremento della rendita fondiaria) e, quindi, di nuova ricchezza acquisita dal proprietario. E’ del tutto palese quindi che ci si trovi di fronte, per la stragrande maggioranza dei casi, a delle pretese illegittime visto che a vantaggio dei terreni non vi è stata alcuna attività posta in essere dal Consorzio. Prova ne è, per esempio, che sono all'ordine del giorno le notizie legate ai danni derivanti da piogge ed alluvioni. Se infatti la notevole quantità di lavori indicati negli avvisi di pagamento fossero stati realmente realizzati, sicuramente i danni sarebbero stati di gran lunga inferiori;

la fiducia nelle istituzioni è sempre minore, anche a seguito di queste ingiustificate pretese contributive, l'intervento nel caso di specie a favore dei contribuenti per ristabilire la legalità sarebbe di certo un'ottima occasione per dimostrare l'equità e la correttezza delle istituzioni -:

se gli interroganti organi intendono annullare i suddetti avvisi di pagamento illegittimamente emessi al fine di ridare al consorzio quella credibilità che ad oggi presso i contribuenti risulta essere persa e cosa ancora più importante per ripristinare una condizione di giustizia ed equità contributiva e sociale.

(28; 4.8.2010)

Ciconte. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:

perviene allo scrivente, consigliere regionale, un esposto-diffida a firma di A. Lucia, che si allega, avente ad oggetto, un lotto per attività produttiva localizzata nel P.I.P. - Comuni Condomini - sito nel comune di Maida, in cui tra l'altro si ipotizza la possibilità di inquinamento della falda freatica e possibili ripercussioni sulle acque del limitrofo fiume "Amato";

il sito è frequentato giornalmente da migliaia di persone per la presenza del centro commerciale ed altre attività artigianali;

il lotto è vicino al fiume "Amato", che sfocia nel golfo di Lamezia Terme e quindi al mare;

è imminente la stagione balneare e le possibili negative ripercussioni per la balneazione;

i Pip (Piani insediamenti produttivi) rientrano in uno speciale regime urbanistico sancito da Normativa nazionale e regionale (L.R. 19/02) e nello specifico all'art. 37 (interventi di bonifica urbanistica - edilizia) si demanda ai comuni (c.o. 1) “il piano di rottamazione e recupero delle opere, manufatti, edifici già oggetto di condono o, comunque realizzati con modalità, materiali, carenze di impianti, assenza assoluta e/o carenza di opere di urbanizzazione o di smaltimento e/o trattamento delle acque di risulta e dei rifiuti, tali da determinare, in un quadro di interesse pubblico generale, la necessità di ripristino e bonifica dei siti territoriali interessati”, sempre che la Giunta regionale su parere della Commissione consiliare competente, abbia predisposto e/o predisponga le linee guida ed il regolamento attuativo degli stessi piani (co. 2);

la normativa nazionale (art. 27, L. 865/71) prevede speciali piani delle aree da destinare a insediamenti produttivi, per consentire ai comuni di acquisire aree per insediamenti di carattere industriale, artigianale, commerciale e turistico, nelle zone destinate dai P.R.G. o dai Programmi di fabbricazione, “previa acquisizione del parere del competente Ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati, sulla compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio” prima della delibera di adozione (art. 89) T.U. (ex art. 13 L. 64/1974);

lo stesso Pip ha valore di dichiarazione di pubblica utilità di tutte le trasformazioni urbanistiche in esso previste, proprio per accelerare insediamenti produttivi, inibiti, sembra, per la situazione determinatasi;

ancora vige il D.Lgvo 152 del 03/04/2006 e s.m. e i. (norme in materia ambientale) -:

ai sensi dell'art. 2 dello Statuto regionale (comma r), dell'art. 16 (attribuzioni del Consiglio regionale funzioni di indirizzo e controllo), dell'art. 24 (i Consiglieri regionali), di conoscere gli esatti termini della situazione rappresentata e quali provvedimenti sono stati assunti e/o si stanno predisponendo per dare certezza alle implicazioni ambientali che potrebbero derivare da eventuali inquinamenti.

(29; 4.8.2010)

Interrogazione a risposta orale

Gallo, Aiello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici ed infrastrutture. Per sapere – premesso che:

la messa in sicurezza del territorio e gli interventi per la prevenzione dei rischi derivanti da eventi calamitosi devono costituire indubbie priorità nell'ambito dell'azione del governo regionale;

in Calabria e nella Provincia di Cosenza tra la metà di gennaio e la metà di febbraio c.a., si sono abbattuti una serie di nubifragi che hanno compromesso la già precaria situazione idrogeologica del territorio;

in particolare, è stato colpito il centro abitato di Parenti in Via Trencato-Vallelaposta a causa dell'esondazione del fiume Savuto che ha eroso il piede della scarpata provocando un fronte di frana di circa 300 metri con l'isolamento di molte famiglie e il rischio di crollo di alcuni fabbricati;

nei primi giorni del mese di febbraio 2010 una serie di frane hanno interessato i versanti su cui insiste la S.P. 242 - unica arteria che collega il Comune di Parenti con Rogliano e Cosenza – e in particolare in località "Fuochi" di Rogliano una frana ha interessato un vasto versante provocato lo scivolamento dell'intera carreggiata stradale per un tratto di circa 200 metri, ed in più punti la strada è stata ridotta ad una sola corsia;

in seguito a tali movimenti franosi l'Amministrazione Provinciale di Cosenza con ordinanza del 17.2.2010 ha disposto l'interruzione totale del transito sulla strada provinciale 242 decretando l'isolamento del Comune di Parenti con enormi disagi per i pendolari che giornalmente raggiungono i luoghi dell'area urbana (lavoratori, studenti, malati cronici ecc) e sancendo di fatto la crisi totale delle attività produttive del comprensorio (patate, acqua minerale, imprese boschive, attività artigiane ecc);

del particolare stato di disagio della popolazione ne ha preso atto lo stesso responsabile nazionale della Protezione civile, Dott. Guido Bertolaso, che nella giornata del 22 Febbraio u.s. ha visitato personalmente i luoghi interessati dagli eventi franosi e in sede di conferenza stampa tenutasi a Lamezia Terme alla presenza dei Sindaci interessati ha inserito, per la gravità riscontrata, la particolare situazione di Parenti tra le prime tre in ordine di priorità: Maierato (VV) - Parenti (CS) - Jonà di Catanzaro (CZ);

ad oggi la strada provinciale risulta ancora interrotta al traffico veicolare pesante, con gravissime ricadute sull'economia del Paese, mentre il traffico leggero sulla frana in loc. "Fuochi" viene provvisoriamente garantito da una pista in terra battuta realizzata proprio sulla frana medesima;

le soluzione provvisorie individuate per alleviare i disagi della popolazione de qua descritte sono incompatibili e non praticabili con l'arrivo della prossima stagione invernale -:

se risultano stanziate da parte della Protezione civile nazionale e/o del Governo nazionale risorse economiche atte a risolvere i problemi indicati in premessa e in caso contrario, se non ritengano utile attivarsi nei confronti del Governo nazionale;

se sono previsti fondi regionali da poter destinare alla messa in sicurezza dei movimenti franosi di cui in premessa e in caso contrario quali iniziative intendano assumere per destinare fondi regionali finalizzati alla soluzione del problema;

se non ritengano opportuno convocare un tavolo di concertazione tra la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, Protezione civile e i Comuni interessati (Parenti e Rogliano) per definire le azioni necessarie a risolvere i problemi di cui in premessa.

(25; 23.07.2010)

Mozioni

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

in data 26 maggio 2005 l'Enel Produzione Spa ha inoltrato presso il Ministero dello sviluppo economico istanza per l’ottenimento dell'Autorizzazione unica ai sensi della legge 9 aprile 2002, n. 55 per la trasformazione dell'esistente Centrale termoelettrica Enel di Rossano, alimentata ad olio combustibile e a gas naturale, in un impianto a carbone;

a seguito della presentazione dell'istanza, in considerazione delle valutazioni condotte dalla Società proponente circa la formulazione di una ipotesi alternativa alla riconversione a carbone dell'impianto in questione ovvero l'utilizzo dell'impianto quale riserva fredda, i lavori della Conferenza dei Servizi presso il Ministero non sono stati avviati al fine di consentire all’Enel di acquisire elementi utili per una ipotesi alternativa;

in data 23 aprile 2010 l’Enel ha prodotto istanza allo stesso Ministero, agli enti ed a tutti i soggetti interessati alla procedura per l’approvazione di un Progetto integrato policombustibile della medesima Centrale di Rossano al fine di ottenere l’Autorizzazione unica ai sensi della legge 55/2002;

in data 15 luglio 2010, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è tenuta la prima riunione della Conferenza dei Servizi alla quale hanno partecipato anche la Regione Calabria, l’Ente Provincia di Cosenza ed il Comune di Rossano, nel corso della quale le suddette Amministrazioni hanno espresso netta contrarietà alla trasformazione della Centrale nei termini programmati e progettati dall'Enel;

prima della riunione della Conferenza dei Servizi, su sollecitazione degli enti locali interessati, in data 12 luglio 2010, il Presidente della Giunta regionale ha convocato un apposito incontro nel corso del quale, a conclusione di un articolato dibattito di merito si è addivenuti ad esprimere univocamente netta contrarietà alla utilizzazione del carbone quale combustibile per la produzione di energia elettrica, sia a riguardo del progetto Enel che, complessivamente, per l’intero territorio della Regione Calabria;

le suddette conclusioni alle quali si è pervenuti nel corso del su richiamato incontro sono state formulate su presupposti normativi riferiti al vigente Piano energetico Ambientale della Regione Calabria (Pear), che fa espresso divieto dell'utilizzo del carbone per la produzione di energia e nel recepimento dello stesso divieto, nel Piano territoriale di coordinamento provinciale, oltre che nel Daq ed avuto riguardo dei formali atti di contrarietà resi dal Consiglio provinciale di Cosenza ed, univocamente, dai Consigli comunali di tutti i 55 comuni del comprensorio di riferimento;

le forti motivazioni della netta contrapposizione alla iniziativa dell’Enel pongono in rilievo le incompatibilità ambientali e socio-economiche che la realizzazione di un simile progetto inequivocabilmente esprime;

la normativa in materia prevede che l'autorizzazione del Ministero per lo sviluppo economico sia subordinata all'intesa con la Regione interessata nella quale ricade la costruzione della centrale da autorizzare e all'esito favorevole della valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Protezione del Mare presso il quale è aperto un procedimento autonomo, il cui esito finale è propedeutico al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione delle centrali di produzione di energia elettrica superiori a 300 Mwh;

la Regione Calabria ha espresso una precisa scelta sulla produzione energetica fatta con il Piano energetico regionale (approvato con delibera del Consiglio regionale n. 315 del 14.02.2005) il quale indica come fonti primarie di produzione di energia quelle rinnovabili e non inquinanti e non prevede la costruzione di centrali a carbone nel territorio regionale;

secondo una recente interpretazione fornita dalla Corte costituzionale, l'intesa preventiva è un atto essenziale, imprescindibile, in mancanza del quale l’iter autorizzatorio per la costruzione di nuove centrali destinate a produrre energia elettrica deve fermarsi senza appello;

costruire una centrale a carbone nella nostra Regione significherebbe inquinare e deturpare il nostro territorio senza, fra l’altro, un minimo ritorno economico per la Calabria;

tanto premesso

impegna la Giunta regionale e il Presidente della Regione:

a rappresentare l’inequivocabile e netta espressione di contrarietà per l’utilizzo del carbone nella Regione Calabria e, conseguentemente, di netta contrarietà all’approvazione del Progetto di riconversione della Centrale Enel di Rossano in coerenza con quanto già fatto dal Consiglio regionale con l'approvazione della mozione n. 41 del 7 settembre 2007 e successivamente dalla Giunta regionale con delibera n. 686 del 6 ottobre 2008 con i quali atti sono stati formalizzati, rispettivamente, il pronunciamento contro l’iniziativa del progetto relativo alla centrale termoelettrica a carbone di circa 1320 Mwa proposto dalla Società Saline Energie Ioniche Spa nel Comune di Montebello Ionico (RC) e successivamente non accordando la propedeutica Intesa regionale prevista dalle leggi n. 55/2002 e n. 239/2004;

ad assumere le iniziative necessarie anche sul piano tecnico-amministrativo al fine di non accordare la propedeutica intesa necessaria per la conclusione del procedimento amministrativo in corso presso il Ministero dello sviluppo economico che, in ottemperanza alla sentenza n. 6/2004 della Corte Costituzionale, è da intendersi come “forte” ovvero imprescindibile per il rilascio dell'Autorizzazione Unica, precisando che la relativa comunicazione costituisce preavviso nei confronti della società proponente dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza;

a promuove un tavolo interistituzionale con il coinvolgimento degli enti locali territoriali interessati (Provincia di Cosenza, Comune di Rossano e Comune di Corigliano Calabro e comune di Cassano Ionio) al fine di aprire un confronto con Enel sulle prospettive dell'impianto di Rossano per una riconversione compatibile con il contesto territoriale ed ambientale e garantire nel contempo i livelli occupazionali attuali e migliorare quelli futuri.

(5; 23.07.2010) Guccione, Talarico D., Franchino, Aiello, Serra, De Gaetano, De Masi

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

un presidio multisoccorso opera da circa tre anni presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra finalizzato a garantire la sicurezza ed il soccorso di quanti transitano lungo la “Salerno-Reggio Calabria”;

lo stesso è stato insediato con ordinanza di Protezione civile emessa dal Prefetto di Reggio Calabria pro tempore, in qualità di Commissario straordinario, a seguito di una conferenza dei servizi che ha riunito una Commissione speciale - composta da Aci, Anas, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, personale sanitario - con la previsione della presenza h24, di addetti e dotazione di autoambulanze con personale medico e paramedico, nonché con la predisposizione di una piazzola per elisoccorso;

per le risorse necessarie al funzionamento del presidio (quantificata in due milioni di euro annui) esisteva un preciso e formale impegno di spesa da parte del Ministero delle infrastrutture e trasporti;

inoltre, le somme necessarie alla suddetta attività sono state erogate solo per i primi otto mesi e che dal primo gennaio 2009 ad oggi nemmeno un euro è stato destinato al pagamento del lavoro prestato dal personale assegnato;

a causa di ciò, da qualche mese è cessato il soccorso sanitario;

dal primo di agosto, lo stesso sta avvenendo per il servizio reso dal personale dei Vigili del Fuoco, ivi impegnato a titolo volontario (cioè dopo il regolare svolgimento dell'orario di lavoro previsto per l'attività ordinaria);

nessuna risposta ad oggi è pervenuta dal Ministero delle infrastrutture e trasporti malgrado l'impegno a tal fine assunto dal Sottosegretario agli interni con delega ai VV.FF., senatore Nitto Palma;

in conclusione, è davvero necessario mantenere questo importantissimo servizio ancor più in questa fase di intenso traffico legato alla stagione estiva;

impegna

il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi sin dall'immediato perché venga ripristinato il presidio ed il servizio reso, attraverso l'erogazione delle somme arretrate e tuttora dovute, come da impegno formale assunto dal Ministero competente.

(6; 03.08.2010) Bova

Risposta scritta ad interrogazione

Morelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

i dipendenti ex Cons.Agr (Consorzi agrari), signori Gualtieri Ferdinando, Mangione Salvatore, Muraca Carmine, Scarpelli Edoardo, Lamirata Santa, Stellata Aldo, Cipparone Pasquale, Fago Pasquale, Guzzetti Antonio, Rizzuto Santo, sono transitati nei ruoli dell’amministrazione regionale a seguito della liquidazione dei Consorzi agrari, così come per legge;

dal 1° ottobre 2004 al 1° maggio 2008, il loro rapporto di lavoro è stato regolato da contratto di lavoro a tempo determinato rinnovato di anno in anno ma senza interruzione alcuna;

dal 1° maggio 2008 il personale de quo è stato definitivamente inquadrato nei ruoli dell’amministrazione regionale;

al pari degli altri dipendenti dell’amministrazione regionale, ai signori Gualtieri Ferdinando, Mangione Salvatore, Muraca Carmine, Scarpelli Edoardo, Lamirata Santa, Stellata Aldo, Cipparone Pasquale, Fago Pasquale, Guzzetti Antonio, Rizzuto Santo non è stata riconosciuta a tutt’oggi la progressione economica orizzontale -:

se i dipendenti in oggetto nominati hanno maturato il diritto o meno al riconoscimento della progressione economica orizzontale;

se l’azione conoscitiva che deve essere svolta con cortese e rapida urgenza è tesa da un lato ad accertare la possibilità o meno di un diritto maturato dai dipendenti ex Cons.Agr e dall’altro per salvaguardare e prevenire la Regione Calabria da un eventuale maggiore possibile danno erariale causato da ricorsi in giudizio con esito avverso all’Ente da parte dei dipendenti stessi.

(6; 27.05.2010)

Risposta – “Si fa seguito alla interrogazione in oggetto, pervenuta con nota n. 313 del 18.6.2010 ed acquisita al protocollo del dipartimento in data 5/07/2010 al n. 11070, con la quale l’onorevole Morelli chiede chiarimenti in merito all'attribuzione della progressione orizzontale al personale degli ex Consorzi Agrari, per informare che questo dipartimento "Organizzazione e personale" sta ancora ricevendo le valutazioni relative all'annualità 2009 da parte dei dirigenti competenti. Tale valutazione è necessaria, poiché, in assenza è impossibile l'attribuzione della posizione economica successiva.

Si rammenta, tuttavia, che secondo le disposizioni vigenti, può partecipare alle selezioni per la progressione orizzontale solo il personale con almeno due anni di servizio nella categoria di appartenenza e valutazione positiva da parte del dirigente del settore di appartenenza, che provvede alla compilazione delle graduatorie.

Per il 2009 la contrattazione decentrata ha valutato che potrà avere accesso all'istituto non più del 55% del personale in servizio presso ogni settore suddivise per posizione economica”.

Il dirigente di settore (D.ssa Rosalia Marasco)

L’assessore al personale (Domenico Tallini)

Proposta di legge numero 24/9^, recante: “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio” (Del. n. 45)

Art. 1

(Finalità e ambiti di applicazione)

1. La presente legge costituisce attuazione dell'intesa, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, legge 5 giugno 2003, n. 131, sottoscritta il 1° aprile 2009 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, n. 98 del 29 aprile 2009, ed è finalizzata al rilancio dell'economia mediante il sostegno all'attività edilizia e al miglioramento della qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con i principi e le finalità della legge regionale del 16 aprile 2002, n. 19, nonché con le norme di tutela del patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico della Regione e di difesa del suolo, prevenzione del rischio sismico e accessibilità e sicurezza degli edifici.

2. Per perseguire le finalità previste nel comma 1, la presente legge disciplina l'esecuzione di interventi di "ampliamento" e di "demolizione e ricostruzione", nel rispetto delle norme del codice civile, favorendo gli interventi edilizi diretti a migliorare la qualità architettonica, la sicurezza, la compatibilità ambientale, l'efficienza energetica degli edifici e la fruibilità degli spazi per le persone disabili, anche in deroga alla pianificazione urbanistica locale, secondo le modalità e nei limiti previsti dalle norme seguenti.

Art. 2

(Obiettivi della legge)

1. La presente legge è finalizzata:

a) al contrasto della crisi economica e alla tutela dei livelli occupazionali attraverso il rilancio delle attività edilizie dirette al miglioramento della qualità architettonica;

b) al miglioramento energetico e strutturale del patrimonio residenziale esistente e del suo sviluppo funzionale nonché alla riduzione del rischio sismico;

c) ad incrementare, in risposta ai bisogni abitativi delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico e sociale, il patrimonio di edilizia residenziale pubblica avviando un processo di riqualificazione di aree urbane degradate o esposte a particolari rischi ambientali e sociali.

2. Per le finalità indicate nel comma 1 sono disciplinati interventi di incremento volumetrico entro i limiti previsti nei successivi articoli 4 e 5 ed interventi di riqualificazione delle aree urbane degradate previsti nell'articolo 8, da attuare con procedure semplificate sempre nel rispetto della sicurezza dei luoghi di lavoro, dei lavoratori e dei cittadini.

Art. 3

(Definizioni e parametri)

1. Per l'applicazione della presente legge si intende:

a) per edifici residenziali, gli edifici con destinazione d'uso residenziale prevalente nonché gli edifici in aree rurali ad uso abitativo; la prevalenza dell'uso residenziale è determinata nella misura minima del settanta per cento dell'utilizzo dell'intero edificio;

b) per volumetria esistente, la volumetria lorda già edificata ed assentita incrementata di quella dei sottotetti e degli eventuali volumi tecnici;

c) per superficie lorda dell'unità immobiliare, la somma delle superfici delimitate dal perimetro esterno di ciascuna unità il cui volume fuori terra abbia un'altezza media interna netta non inferiore a metri 2,40;

d) la volumetria lorda da assentire non comprende le cubature, da definirsi con linee guida, necessarie a garantire il risparmio energetico e le innovazioni tecnologiche in edilizia;

e) per aree urbanizzate, le aree dotate di opere di urbanizzazione primaria e di servizi a rete essenziali;

f) per distanze minime e altezze massime dei fabbricati quelle previste dagli strumenti urbanistici generali o, in assenza, quelle definite dal decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444;

g) per pertinenze le aree esterne asservite al fabbricato nell'ambito dell'unità immobiliare catastale.

Art. 4

(Interventi straordinari di ampliamento)

1. In deroga agli strumenti urbanistici vigenti e nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo, alle condizioni e con le modalità previste nella presente legge, sulle unità abitative che abbiano una volumetria già esistente, alla data del 31 marzo 2009, non superiore a 1000 mc, gli interventi edilizi di ampliamento sono consentiti entro il limite del venti per cento della superficie lorda per unità abitativa già esistente degli edifici residenziali previsti nell'articolo 3, comma 1, lettera a), fino ad un massimo di 200 mc di volume e di sessanta metri quadrati di superficie lorda per unità abitativa. Nel caso di edifici plurifamiliari l'ampliamento è ammesso se realizzato in maniera uniforme con le stesse modalità su tutte le unità immobiliari appartenenti alla medesima tipologia, ovvero, se si tratta di condominio, l'ampliamento è ammesso quando esso è realizzato in maniera uniforme, con le stesse modalità, sulle unità immobiliari appartenenti alla stessa tipologia o in conformità agli articoli 1120, 1 121 e 1 122 del Codice Civile.

2. L'ampliamento previsto nel comma 1 è consentito:

a) su edifici e loro pertinenze in contiguità fisica con l'edificio interessato, in cui è prevalente la destinazione abitativa prevista nell'articolo 3, comma 1, lettera a), la cui restante parte abbia utilizzo compatibile con quello abitativo;

b) per interventi che non modificano la destinazione d'uso degli edifici interessati;

c) su edifici residenziali ubicati in aree urbanizzate, previsti nell'articolo 3, comma 1 , lettera e), nonché su aree agricole, in deroga agli strumenti urbanistici per ciò che concerne le distanze minime e le altezze massime, nel rispetto del Dm. 1444/68 fatte salve le distanze e le altezze esistenti, se rispettivamente inferiori o superiori;

d) su edifici residenziali ubicati in aree esterne agli ambiti dichiarati in atti formali a pericolosità idraulica ed a frana elevata o molto elevata, secondo le categorie individuate dagli strumenti nazionali e regionali di rilevazione del rischio;

e) su edifici anche a destinazione non residenziale purché la destinazione d'uso finale delle unità immobiliari sia almeno al settanta per cento residenziale;

f) su edifici di cui alle lettere precedenti, purché l'edificio non presenti alla data di pubblicazione della presente legge, parziali incompiutezze strutturali, architettoniche e stilistiche inerenti alla proprietà del richiedente;

g) in deroga alla lettera f), l'intervento è ammesso qualora si proceda al completamento di tutte le incompiutezze di cui alla lettera precedente, all'atto della presentazione della denuncia inizio attività (SCIA) per l'intervento oggetto della presente legge. I suddetti lavori di completamento devono comunque essere portati a compimento prima della comunicazione di ultimazione lavori per l'intervento oggetto della presente legge. A tale comunicazione dovrà essere allegata documentazione fotografica che attesti il rispetto di tale prescrizione. In mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità ai sensi dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 dell'intervento realizzato.

3. Per la realizzazione dell'ampliamento sono obbligatori:

a) l'utilizzo di tecniche costruttive che garantiscono prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri stabiliti dalla normativa vigente e, in particolare, in conformità alla direttiva 2002/91/CE, al D.lgs. 311/2006 ed al D.p.r. 59/2009. Inoltre è richiesto un intervento al fine di migliorare l'efficienza energetica del sistema edificio preesistente all'intervento volumetrico, nel rispetto degli obiettivi stabiliti dalla Giunta regionale unitamente agli indici di prestazione energetica citati. Gli indici di prestazione energetica degli edifici sono certificati dai soggetti previsti dalle norme vigenti da integrare con la comunicazione di ultimazione dei lavori. Gli interventi devono essere realizzati da ditte in possesso dei requisiti previsti dalla legge ed in possesso di regolare documento unico di regolarità contributiva (DURC);

b) il rispetto delle prescrizioni tecniche previste nel decreto ministeriale 14 giugno 1989, n. 236, in materia di abbattimento delle barriere architettoniche ai sensi della legge 9 gennaio 1989, n. 13, nonché in conformità alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 8;

c) la conformità alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il D.m. 14 gennaio 2008 e s.m.;

d) la conformità alle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici, come stabilito dal D.M. 37/2008, avente ambito di applicazione definito all'articolo l dello stesso D.m.;

e) l'ampliamento volumetrico deve trovarsi in accordo stilistico ed architettonico con la struttura preesistente e non deve in alcun modo configurarsi come corpo successivamente aggiunto alla stessa.

Art. 5

(Interventi straordinari di demolizione e ricostruzione)

l . In deroga agli strumenti urbanistici vigenti e nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo, alle condizioni e con le modalità previste nella presente legge, per migliorare la qualità del patrimonio edilizio esistente, sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione di edifici residenziali previsti nell’articolo 3, comma 1, lett. a), all'interno dell’area pertinenziale dell'unità immobiliare interessata, anche conformata con atti successivi alla realizzazione dell'edificio stesso, ma di proprietà al momento dell'entrata in vigore della presente legge, con realizzazione di un aumento in volumetria entro un limite del trentacinque per cento di quello legittimamente esistente alla data di entrata in vigore della presente legge.

2. L'aumento previsto nel comma 1 è consentito:

a) su edifici e loro pertinenze, in cui è prevalente la destinazione abitativa ai sensi dell'articolo 3, comma 1 , lettera a), la cui restante parte abbia utilizzo compatibile con quello abitativo;

b) per interventi che non modificano la destinazione d'uso residenziale prevalente degli edifici interessati;

c) su edifici residenziali ubicati in aree urbanizzate, di cui all'art. 3, comma 1 , lett. e) nonché su aree agricole; sono ammesse distanze minime e altezze massime dei fabbricati in deroga agli strumenti urbanistici generali fermo restando l'obbligo di rispettare le altezze massime e le distanze minime fissate da norme di legge o da decreti ministeriali nel rispetto del D.m. 1444/68.

Di tale ultimo obbligo non si tiene conto nel caso di distanze e altezze di edifici preesistenti che sono comunque fatte salve nell'ipotesi di ampliamento e ricostruzione;

d) su edifici residenziali ubicati in aree esterne agli ambiti dichiarati in atti formali a pericolosità idraulica ed a frana elevata o molto elevata, secondo le categorie individuate dagli strumenti regionali di rilevazione del rischio;

e) su edifici in corso di ricostruzione e non ancora ultimati alla data di approvazione della presente legge;

f) su edifici anche a destinazione non residenziale se la destinazione d'uso finale delle unità immobiliari è almeno al settanta per cento residenziale.

3. Il numero delle unità immobiliari residenziali originariamente esistenti può variare se le eventuali unità immobiliari complessive hanno una superficie lorda non inferiore a sessanta metri quadrati.

4. Per la realizzazione dell'aumento di volumetria previsto nel presente articolo è obbligatorio per l'intero edificio residenziale oggetto dell'intervento di ricostruzione:

a) l'utilizzo di tecniche costruttive che garantiscono prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri stabiliti dalla normativa vigente, e in particolare in conformità alla direttiva 2002/91/CE, al D.lgs. 311/2006 ed al D.p.r. 59/2009. Gli indici di prestazione energetica degli edifici sono certificati dai soggetti previsti dalle norme vigenti da integrare con la comunicazione di ultimazione dei lavori. Gli interventi devono essere realizzati da ditte in possesso dei requisiti previsti dalla legge ed in possesso di regolare DURC. In mancanza di detti requisiti non è codificata l'agibilità dell'intervento realizzato ai sensi dell'articolo 25, D.p.r. 380/2001;

b) il rispetto delle prescrizioni tecniche previste nel decreto ministeriale 14 giugno 1989, n. 236, in materia di abbattimento delle barriere architettoniche ai sensi della legge 9 gennaio 1989, n. 13, nonché in conformità alla legge regionale n. 81/998;

c) la conformità alle norme nazionali e regionali sulle costruzioni in zona sismica ed in particolare il D.m. 14 gennaio 2008 e s.m.e i.;

d) la conformità alle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici, come stabilito dal D.m. 37/2008, avente ambita di applicazione definito all'art.1 dello stesso D.m.;

e) l'intervento di ricostruzione non può portare in alcun modo alla realizzazione di edifici con incompiutezze strutturali e/o architettoniche e stilistiche. Per questo alla dichiarazione di ultimazione dei lavori deve essere allegato archivio fotografico dell'opera. In mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità dell'intervento realizzato ai sensi dell'articolo 25 D.p.r. 380/2001.

Art. 6

(Condizioni generali, ammissibilità degli interventi

e modalità di applicazione)

1. Gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 possono essere realizzati su immobili, esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, regolarmente accatastati presso le agenzie del territorio oppure per i quali, al momento della richiesta dell'intervento, è in corso la procedura di accatastamento. Un tecnico abilitato deve attestare la volumetria esistente, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera b), con una perizia giurata corredata necessariamente di idonea e completa documentazione fotografica.

2. Per l'applicazione della presente legge, gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 non possono essere realizzati su immobili:

a) realizzati in assenza o in difformità dal titolo abilitativo;

b) definiti di valore storico, culturale e architettonico dalla normativa vigente ivi compreso il decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 (parte II), dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici comunali e con vincolo di inedificabilità assoluta.

3. In deroga a quanto previsto alla lettera a) del comma 2 gli interventi di cui agli articoli 4 e 5 della presente legge possono essere realizzati su edifici contenenti unità abitative per i quali sia stata presentata, nei termini previsti dalla legislazione statale vigente in materia, istanza di condono dagli interessati, se aventi diritto, e siano state versate le somme prescritte. In ogni caso la sanatoria edilizia deve essere rilasciata prima che venga presentata la SCIA o il permesso di costruire per accedere alle agevolazioni della presente legge.

4. Per l'applicazione della presente legge, gli interventi previsti negli articoli 4 e 5, non possono essere realizzati in aree:

a) di inedificabilità assoluta come definite dall'articolo 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie);

b) collocate all'interno delle zone territoriali omogenee "A" previste nell'art. 2, d.m. 1444/68 o ad esse assimilabili, così come individuate dagli strumenti urbanistici comunali, salvo che questi strumenti o atti consentano interventi edilizi di tale natura, e tranne quanto previsto in appositi piani di recupero previsti nei comma 9;

c) il cui vincolo determina la inedificabilità assoluta, ai sensi delle vigenti leggi statali e regionali, e nelle aree sottoposte a vincoli imposti a difesa delle coste marine, lacuali e fluviali, a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza interna, e aree individuate a pericolosità idraulica ed a frana elevata o molto elevata;

d) collocate nelle riserve nazionali o regionali, nelle zone A e B dei territori dei parchi regionali, nelle zone A, B, e C dei parchi nazionali;

e) collocate nei siti della Rete Natura 2000 (siti di importanza comunitaria - SIC - e zone di protezione speciale - ZPS -), ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nelle aree protette nazionali istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) e nelle aree protette regionali, salvo che le relative norme o misure di salvaguardia o i relativi strumenti di pianificazione consentano interventi edilizi di tale natura;

f) ubicate nelle zone umide tutelate a livello internazionale dalla Convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale (Ramsar 2 febbraio 1971 e resa esecutiva dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448);

g) collocate in ambiti dichiarati ad alta pericolosità idraulica ed a elevata o molto elevata pericolosità geomorfologica (o ad essi assimilabili) dai piani stralcio di bacino previsti nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) o dalle indagini geologiche allegate agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, salvo che per gli interventi previsti nell'articolo 4 riguardanti edifici esistenti oggetto di ordinanze sindacali tese alla tutela della incolumità pubblica e privata e che insistono in zone territoriali omogenee nelle quali gli strumenti di pianificazione vigenti consentano tali tipi di interventi;

h) nelle aree sottoposte a vincoli idrogeologici ai sensi della normativa statale vigente.

5. E' consentito inoltre il recupero a fini abitativi dei sottotetti e dei seminterrati esistenti secondo i requisiti previsti dall'articolo 49 della legge urbanistica regionale n. 19/2002. In particolare, in caso di coperture in amianto, è obbligatoria la rimozione di quest'ultimo ed il riadeguamento della copertura alle normative vigenti. Per la realizzazione del recupero e obbligatorio l'utilizzo di tecniche costruttive che garantiscano prestazioni energetico-ambientali nel rispetto dei parametri stabiliti dagli atti di indirizzo regionali e dalla normativa vigente, in attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia e del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59. Gli interventi sono certificati dai soggetti previsti dalle norme vigenti, con la comunicazione di ultimazione dei lavori. Gli interventi devono essere realizzati da imprese in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente. In mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità ai sensi dell'articolo 25 D.p.r. 380/2001 dell'intervento realizzato.

6. Per gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 devono essere rispettate le seguenti modalità:

a) per gli interventi straordinari di ampliamento di cui all'articolo 4, le volumetrie, per le quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, è stata rilasciata o richiesta la sanatoria edilizia straordinaria prevista nella legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico - edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie) nonché nella legge 23 dicembre 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) e nel decreto legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici), convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003 n. 326, sono computabili ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. Nel caso in cui detta sanatoria sia stata rilasciata per ampliamenti di volumetria preesistente, la volumetria sanata deve essere detratta dal computo dell'ampliamento. Non devono essere detratte dal computo dell'ampliamento le volumetrie oggetto di sanatoria edilizia per mera variazione di destinazione d'uso. In ogni caso la sanatoria edilizia deve essere rilasciata prima che venga presentata la SCIA o il permesso di costruire per accedere alle agevolazioni della presente legge;

b) per gli interventi straordinari di demolizione e ricostruzione di cui all'articolo 5 sono computabili i volumi legittimamente realizzati e le volumetrie, per le quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, sia stata rilasciata la sanatoria edilizia straordinaria prevista nella legge n. 471/985 nonché nella legge n. 724/1994 e nel decreto legge n. 269/2003, convertito con modificazioni dalla legge n. 326/2003, sono computabili ai fini della determinazione della volumetria complessiva esistente. In ogni caso la sanatoria edilizia deve essere rilasciata prima che venga presentata la SCIA o il permesso di costruire per accedere alle agevolazioni della presente legge;

c) non costituiscono incremento di volumetria i volumi realizzati secondo quanto previsto nell'articolo 49, comma 1, lettere a) e b), rubricato "miglioramenti tecnologici", della legge urbanistica regionale n. 19/2002 e successive modifiche ed integrazioni, nonché i vani scala ed ascensori degli edifici condominiali, mono e plurifamiliari, i quali possono essere assimilati a vani tecnici e pertanto esclusi dal computo volumetrico.

7. Per gli edifici residenziali e loro frazionamento, sui quali è stato realizzato l'aumento ai sensi della presente legge, non può essere modificata la destinazione d'uso se non sono decorsi almeno cinque anni dalla comunicazione di ultimazione dei lavori.

8. I Comuni, con deliberazione del Consiglio comunale da adottare entro il termine di sessanta giorni, a pena di decadenza, dalla entrata in vigore della presente legge, possono disporre motivatamente:

a) l'esclusione di parti del territorio comunale dall'applicazione della presente legge in relazione a caratteristiche storico-culturali, morfologiche, paesaggistiche e alla funzionalità urbanistica;

b) la perimetrazione di ambiti territoriali nei quali gli interventi previsti dalla presente legge possono essere subordinati a specifiche limitazioni o prescrizioni, quali, a titolo meramente esemplificativo, particolari limiti di altezza, distanze tra costruzioni, arretramenti dal filo stradale, ampliamenti dei marciapiedi, ecc.;

c) la definizione di parti del territorio comunale nelle quali per gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 della presente legge possono prevedersi altezze massime e distanze minime diverse da quelle prescritte dagli strumenti urbanistici vigenti.

9. I Comuni, entro centottanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, hanno la facoltà di approvare Piani particolareggiati di recupero del centro storico.

10. Fermi restando i nulla osta, le autorizzazioni ed ogni altro atto di assenso comunque denominato previsti dalla normativa statale e regionale vigente, da allegare alla domanda, tutti gli interventi previsti dagli articoli 4 e 5 sono realizzabili mediante SCIA, ai sensi dell'articolo 22 del T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia emanato con D.p.r. 380/2001, come sostituito dall'articolo 1 del decreto legislativo 27 dicembre 2002, n. 301, o, in alternativa, mediante permesso di costruire, fermo restando quanto dovuto a titolo di oneri concessori ai sensi della normativa vigente. Il Comune è tenuto ad acquisire tramite conferenza dei servizi, da convocare obbligatoriamente entro i termini stabiliti dalle norme vigenti, i pareri o le autorizzazioni obbligatori mancanti.

11. Per la corresponsione degli oneri concessori previsti nel comma 10 i Comuni possono, con apposita deliberazione, applicare una riduzione limitatamente al costo di costruzione, fino ad un massimo del trenta per cento.

12. La SCIA e le domande di concessione del permesso di costruire devono essere presentate a partire dalla scadenza del termine di sessanta giorni dal termine previsto nel comma 8 ed entro il termine di ventiquattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge. E' fatta eccezione per gli interventi di edilizia residenziale pubblica i cui soggetti attuatori sono le ATERP per i quali il termine viene fissato in 48 mesi. Il regime sanzionatorio del procedimento avviato con SCIA è disciplinato dalla vigente normativa nazionale e regionale.

13. Alla documentazione prevista per l’avvio formale degli interventi previsti negli articoli 4 e 5, e necessario allegare una relazione asseverata attestante la conformità delle opere da realizzare alle disposizioni della presente legge.

Art. 7

(Norme procedurali)

1. La conformità dell'intervento alle norme previste dalla presente legge nonché l'utilizzo delle tecniche costruttive prescritte, sono certificati dal direttore dei lavori con la comunicazione di ultimazione dei lavori. La mancanza del rispetto di dette condizioni impedisce la certificazione dell'agibilità dell'ampliamento realizzato o dell'immobile ricostruito.

2. In attesa de!l'approvazione delle disposizioni attuative delle norme regionali in materia di certificazione energetica, la rispondenza dell'ampliamento previsto dall'articolo 4, comma 3, lettera a) nonché dall'articolo 5, comma 4, è dimostrata mediante la redazione dell'attestato di certificazione energetica prevista dal d.lgs. 192/2005 e successive modificazioni, redatta da tecnico in possesso dei requisiti di legge. La conformità delle opere realizzate rispetto al progetto ed alle sue eventuali varianti ed alla relazione tecnica prevista all'articolo 8, d.lgs. 19212005 come modificato dall'articolo 3 del decreto legislativo 29 dicembre 2006 n. 311, nonché l'attestato di qualificazione energetica dell'edificio risultante, devono essere asseverati dal direttore dei lavori e presentati al comune di competenza contestualmente alla comunicazione di ultimazione dei lavori; in mancanza dei detti requisiti o della presentazione della comunicazione stessa non può essere certificata l'agibilità dell'intervento realizzato.

3. Per il completamento della procedura di SCIA prevista nel precedente comma 1 e del conseguimento di efficacia della medesima, i Comuni esaminano e si pronunciano preventivamente sulle eventuali domande di condono, di cui alle leggi 28 febbraio 1985 n. 47, (Sanatoria per le opere abusive), 23 dicembre 1994 n. 724 (Legge Finanziaria 1995), 24 novembre 2003 n. 326 (Misure per la riqualificazione urbanistica ambientale), relative agli immobili oggetto degli interventi previsti negli articoli 4 e 5 della presente legge.

4. Per consentire il monitoraggio degli interventi realizzati, i soggetti pubblici e privati interessati alla realizzazione degli interventi previsti dalla presente legge devono comunicare alla Giunta regionale della Calabria - Dipartimento n. 9 - UOA POLITICHE DELLA CASA, l'oggetto e la consistenza degli interventi stessi, secondo gli indirizzi stabiliti dalle linee guida.

5. Per consentire l'implementazione delle banche dati relative all'Osservatorio delle trasformazioni territoriali previsto nell'ambito del S.I.T.O. di cui all'articolo 8 della l.u.r. 19/2002, il Dipartimento n. 9 - UOA POLITICHE DELLA CASA deve comunicare al Dipartimento n. 8 - Urbanistica e Governo del Territorio, i dati relativi all'azione di monitoraggio.

Art. 8

(Riqualificazione aree urbane degradate)

1. La risoluzione delle problematiche abitative e della riqualificazione del patrimonio edilizio e urbanistico esistente, in linea con le finalità e gli indirizzi della legge urbanistica regionale n. 19/2002 e successive modifiche, possono essere attuate attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile della città e con strategie per la valorizzazione del tessuto urbano, la riqualificazione delle aree degradate, delle aree industriali dismesse, la riduzione del disagio abitativo, il miglioramento delle economie locali e l'integrazione sociale.

2. Al riguardo possono essere individuati dalle amministrazioni comunali, anche su proposta di operatori privati, ambiti la cui trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata alla cessione da parte dei proprietari, singoli o riuniti in consorzio, e in rapporto al valore della trasformazione, di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale sociale, in aggiunta alla dotazione minima inderogabile di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi di cui al d.m. 1444/1968.

3. In tali ambiti, per favorire la sostituzione edilizia nelle aree urbane da riqualificare di cui al comma 2, anche in variante agli strumenti urbanistici vigenti, è consentito l'aumento entro il limite del cinquanta per cento della volumetria esistente, per gli interventi di demolizione, ricostruzione e ristrutturazione urbanistica degli edifici residenziali pubblici, purché i Comuni abbiano provveduto a redigere il relativo "piano di rottamazione" previsto nell'articolo 37, comma 1, legge regionale n.19/2002.

4. L'attività di riqualificazione delle aree urbane degradate deve essere svolta anche nel rispetto e in osservanza di quanto previsto dagli interventi di bonifica urbanistica-edilizia previsti nell'articolo 37, comma 1, l.u .r. 19/2002 e successive modifiche; nelle aree urbane degradate è consentito l'aumento entro il limite del ,trentacinque per cento della volumetria esistente, per gli interventi di demolizione, ricostruzione e ristrutturazione urbanistica degli edifici residenziali pubblici.

5. Nelle aree urbanizzate previste nell' articolo 3, comma 2, lettera e), in deroga agli strumenti urbanistici, ad esclusione delle zone agricole e fermo restando quanto previsto all'articolo 4 della presente legge, sono consentiti interventi di sostituzione edilizia con ampliamento della volumetria esistente in conformità al comma 3), anche con cambiamento di destinazione d'uso, che prevedono la realizzazione di una quota non inferiore al venti per cento destinata all'edilizia convenzionata.

6. Per le finalità previste nei commi precedenti la Giunta regionale predispone linee guida e può in ragione degli obiettivi di riduzione del disagio abitativo raggiunti, determinare le modalità delle trasformazioni possibili, anche promuovendo specifici avvisi pubblici.

Art. 9

(Integrazione della legge urbanistica regionale del 16 aprile 2002, n.19 e s.m.)

1. Dopo l'articolo 37 della legge regionale n. 19 del 16 aprile 2002 e s.m. e i. (Interventi di Bonifica urbanistica-edilizia) è aggiunto il seguente: "Art. 37 bis - (Programmi di bonifica urbanistica - edilizia attraverso il recupero o la delocalizzazione delle volumetrie).

1. I Comuni possono individuare edifici, anche con destinazione non residenziale, legittimamente realizzati o per i quali sia stata rilasciata sanatoria edilizia, da riqualificare in quanto contrastanti: per dimensione, tipologia o localizzazione, con il contesto paesaggistico, urbanistico e architettonico circostante. A tal fine, approvano programmi di recupero che prevedono il rifacimento delle relative volumetrie mediante interventi di demolizione e ricostruzione nella stessa area o, qualora concordato con entrambe le parti interessate (Comune e proprietario), in aree diverse, individuate anche attraverso meccanismi perequativi.

2. Per incentivare gli interventi previsti nel comma l , il programma di recupero e delocalizzazione può prevedere, come misura premiale, il riconoscimento di una volumetria supplementare nel limite massimo del trenta per cento di quella preesistente o riconosciuta dallo strumento urbanistico comunale vigente, purché sussistano le seguenti condizioni:

a) l'edificio da demolire o riqualificare deve essere collocato all'interno delle zone o degli ambiti territoriali elencati nel comma 5 del presente articolo. La demolizione non deve interessare gli immobili elencati al comma 6 del presente articolo per cui è prevista solo la riqualificazione;

b) l'interessato si impegna, previa stipula di apposita convenzione con il Comune, alla demolizione dell'edificio e, ove concordato, al ripristino ambientale delle aree di sedime e di pertinenza dell'edificio demolito, con cessione ove il Comune lo ritenga opportuno;

c) con la convenzione deve essere costituito sulle medesime aree, ove prevista la delocalizzazione, un vincolo di inedificabilità assoluta che, a cura e spese dell'interessato deve essere registrato e trascritto nei registri immobiliari;

d) la ricostruzione, in caso di delocalizzazione, deve avvenire precedentemente alla demolizione, se l'edificio è di tipo residenziale o di altra natura per cui sussista la necessità di continuità di godimento della proprietà, e al ripristino ambientale di cui alla lettera b), in area o aree, ubicate al di fuori delle zone o degli ambiti territoriali elencati nel comma 5, che devono essere puntualmente indicate nella convenzione stipulata tra il comune e l'interessato;

e) la ricostruzione, in; caso di delocalizzazione, deve avvenire in aree nelle quali lo strumento urbanistico vigente prevede destinazioni d'uso omogenee, secondo la classificazione di cui all'articolo 2 del D.m. lavori pubblici 1444/1968, compatibili con quelle dell'edificio demolito;

f) la destinazione d'uso dell'immobile ricostruito deve essere omogenea a quella dell'edificio demolito;

g) la ricostruzione deve essere realizzata secondo i criteri di cui all'articolo 5, comma 5, lettere a), b), c) e d). Gli interventi devono essere realizzati da una impresa cm iscrizione anche alla Cassa edile comprovata da un regolare DURC. In mancanza di detti requisiti non è certificata l'agibilità, ai sensi dell'articolo 25 D.P.R. 380/2000, dell'intervento realizzato.

3. Nel rispetto delle condizioni previste nel comma 2, il limite massimo della misura premiale è elevato al trentacinque per cento della volumetria preesistente G prevista dallo strumento urbanistico comunale vigente se l'intervento di demolizione o di ricostruzione è contemplato in un programma integrato di rigenerazione urbana di cui agli articoli 32, 33, 34, 35 e 36, l. u. r. n. 19/2002 o nell'ambito di appositi "piani di rottamazione" previsti nell'articolo 37, l. u. r. n. 19/2002, o, ancora, nell'ipotesi di interventi che interessano immobili con destinazione residenziale, se gli edifici ricostruiti sono destinati, per una quota pari al venti per cento minimo della loro volumetria, a edilizia residenziale sociale.

4. Le misure premiali previste nei commi 2 e 3 possono essere previste nei casi in cui l'edificio da demolire sia collocato:

a) in area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi degli articoli 136 e 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, 1142;

b) nelle zone A delle aree protette nazionali istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991 n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) e delle aree protette regionali;

c) nelle zone umide tutelate a livello internazionale dalla Convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale, (Ramsar 2 febbraio 1971, resa esecutiva dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448);

d) negli ambiti dichiarati ad alta pericolosità idraulica e ad elevata o molto elevata pericolosità geomorfologica (o ad essi assimilabili) dai piani stralcio di bacino previsti nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale) o dalle indagini geologiche allegate agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica;

e) nelle aree sottoposte a vincoli idrogeologici ai sensi della normativa statale vigente;

f) nelle aree ad elevata valenza naturalistica ambientale e culturale.

5. La demolizione non può riguardare comunque immobili:

a) ubicati all'interno delle zone territoriali omogenee " A di cui all'articolo 2, d.m. 1444/1968 o ad esse assimilabili, così come definite dagli strumenti urbanistici generali o dagli atti di governo del territorio comunali;

b) definiti di valore storico, culturale e architettonico dagli atti di governo del territorio o dagli strumenti urbanistici generali;

c) di interesse storico, vincolati ai sensi della parte II del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e s.m..

6. Il riconoscimento delle misure perimetrali previste nei commi 2 e 3 non comporta l'approvazione di variante agli strumenti urbanistici generali vigenti.

7. Se non sono soddisfatte tutte le condizioni previste nel comma 2, gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici in area o aree diverse da quella originaria, possono essere autorizzati dal Comune, eventualmente con la previsione di misure premiali, solo previa approvazione di variante agli strumenti urbanistici generali."

Art. 10

Norma finanziaria

1. Le risorse derivanti dall'applicazione della presente legge devono confluire in appositi capitoli dei bilanci comunali ed essere utilizzati esclusivamente per opere di urbanizzazione o riqualificazione urbanistica

Art. 11

(Abrogazioni)

l. La presente legge abroga espressamente la legge regionale 11 febbraio 2010, n. 5 avente ad oggetto "Attuazione dell'intesa sancita in data 1° aprile 2009, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003 n. 131, tra stato, Regioni ed Autonomie locali, concernente misure per il rilancio dell'economia attraverso l’attività edilizia approvata dal Presidente della Giunta regionale quale commissario ad acta con decreto n.24 del 9 febbraio 2010".

2. L'articolo 26 ( Integrazioni alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36) della legge regionale del 26 febbraio 2010, n.8 è abrogato.

Art. 12

(Entrata in vigore)

l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 42/9^, recante: “Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale” (Del. n. 46)

Titolo I

Razionalizzazione delle spese regionali

Art. 1

(Misure per favorire il rispetto del Patto di stabilità interno per l'anno 2010)

1. La gestione del complesso delle autorizzazioni di spesa del bilancio di previsione della Regione per l'anno 2010 deve assicurare, in termini di competenza e di cassa, il rispetto del patto di stabilità interno, come determinato ai sensi dell'articolo 77 ter, commi 3, 4, e 5, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

2. Al fine di evitare le sanzioni disposte dall'articolo 77 ter, commi 15 e 16, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonché dall'articolo 14, commi 4, 5 e 6 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 recante "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica" convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122, i dipartimenti della Giunta regionale sono obbligati a monitorare, di concerto con le competenti strutture del Dipartimento Bilancio, gli impegni ed i pagamenti da attuare a valere sulle risorse assegnate con il bilancio dipartimentale, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 152 del 27 febbraio 2010 e su quelle rivenienti da successive assegnazioni statali o da leggi regionali successive.

3. Il monitoraggio è effettuato sulla base di un apposito "piano dei pagamenti" che coniughi tempestività della spesa, regole di finanza pubblica e incidenza delle tipologie di spesa sul rispetto del patto di stabilità interno. A tal fine, i Dirigenti delle strutture regionali competenti all'adozione degli atti di spesa di cui agli articoli 43 e 45 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, nel rigoroso rispetto delle regole dettate con il predetto piano, predispongono i decreti di impegno e/o di liquidazione, attestando all'interno di essi la compatibilità dell'atto di spesa con il "piano dei pagamenti".

4. Il settore Ragioneria generale, sulla base dell'andamento complessivo della spesa regionale e in ragione delle priorità individuate nel Piano dei pagamenti, in ottemperanza al disposto di cui all'articolo 9 comma 2, del Decreto legge 1 luglio 2009, n. 78, convertito con legge 3 agosto 2009, n. 102, attesta la compatibilità degli atti di impegno con le regole di finanza pubblica. La Ragioneria generale, inoltre, in relazione alle attestazioni di compatibilità della spesa con il "piano dei pagamenti" contenute nei decreti di liquidazione, e sulla base dell'andamento complessivo della spesa regionale, procede alla verifica delle compatibilità delle liquidazioni con le vigenti regole di "finanza pubblica" e ne dà esecuzione. Qualora, invece, la verifica sugli atti di impegno e/o di pagamento dia esito negativo, la Ragioneria generale restituisce gli stessi al Dipartimento emittente.

5. Il "Piano dei pagamenti", annualmente adottato con delibera della Giunta regionale su proposta del Dipartimento "Bilancio", dovrà prevedere idonei vincoli agli stanziamenti di bilancio, sia in termini di competenza che di cassa. Tali vincoli, anche di natura informatica, possono tenere conto anche delle priorità individuate preventivamente dai singoli dipartimenti regionali. Il Piano dei pagamenti, inoltre, può prendere in considerazione una ripartizione del plafond di cassa disponibile in misura percentuale rispetto agli stanziamenti di competenza assegnati ai singoli Dipartimenti, con destinazione prioritaria alle spese che non incidono negativamente sul risultato del Patto (spese per la sanità, trasferimento agli enti locali su impegni di parte corrente assunti negli esercizi precedenti, spese per ammortizzatori sociali) o che incidono solo parzialmente (spese comunitarie), con possibile rinvio all'esercizio successivo delle spese non obbligatorie ed indifferibili.

6. La Giunta regionale assume tutte le iniziative necessarie al fine di uniformarsi a quanto disposto dall'articolo 14, comma 7, del citato decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122, in merito alla riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto ai complesso delle spese correnti, alla razionalizzazione e snellimento delle strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici, con l'obiettivo di ridurre l'incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in organico, al contenimento delle dinamiche di crescita della contrattazione integrativa.

7. La Giunta regionale è autorizzata a predisporre, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, un disegno di legge riguardante l'esodo volontario dei dipendenti della Giunta e del Consiglio regionale.

Art. 2

(Contenimento delle spese di funzionamento della Regione)

1. Ai fini del contenimento delle spese di funzionamento delle proprie strutture, la Giunta regionale, su proposta del Dipartimento competente, adotta, entro 60 giorni dalla data di approvazione della presente legge, en piano che preveda per il triennio 2011-2013 un risparmio netto del 20% rispetto alla spesa realizzata nell'anno 2009, attraverso l'individuazione di misure finalizzate alla razionalizzazione delle spese per:

a) l'acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio delle autovetture di servizio della Regione;

b) la manutenzione, riparazione, adattamento e gestione dei locali;

c) la vigilanza diurna e notturna dei locali adibiti ad uffici regionali;

d) i canoni e le utenze per la telefonia, la luce, l'acqua il gas e gli altri servizi;

e) l'acquisto e manutenzione di mobili, macchine e attrezzature varie non informatiche per il funzionamento degli uffici;

f) l'acquisto di stampati, registri, cancelleria e materiale vario per gli uffici;

g) l'acquisto di libri, riviste, giornali, ed altre pubblicazioni;

h) pubblicazione di studi, ricerche, manifesti ed altri documenti;

i) le spese postali e telegrafiche.

Art. 3

(Riduzione delle spese per locazioni passive)

1. Entro novanta giorni dalla data ai entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale definisce un piano di razionalizzazione degli spazi utilizzati quali sedi di uffici dell'amministrazione regionale e di riduzione della spesa per locazioni passive di almeno il 10% rispetto dia-spesa realizzata nell'anno 2009.

2. E' fatto divieto assoluto di dare corso alla stipulazione, ovvero al rinnovo anche tacito, di contratti di locazione passiva in assenza di previa verifica di indisponibilità, allo scopo, di beni demaniali o patrimoniali della Regione.

Art. 4

(Razionalizzazione del patrimonio immobiliare regionale)

1. Il comma 7 dell'articolo 12 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 è abrogato.

2. Ferme restando la classificazione dei beni della Regione di cui all'articolo 1 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 15 e le procedure di assegnazione e passaggio di categoria disciplinate dall'articolo 2 della stessa legge, sono alienabili:

a) I beni immobili facenti parte del patrimonio disponibile della Regione;

b) I beni immobili facenti parte del patrimonio indisponibile della Regione per i quali sia cessata la destinazione a pubblico servizio;

c) I beni immobili facenti parte del demanio della Regione per i quali sia intervenuto o intervenga motivato provvedimento di sdemanializzazione.

3. Per l'alienazione degli immobili la Giunta regionale approva annualmente il Piano delle Valorizzazioni e Alienazioni di cui all'articolo 58 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che costituisce documento fondamentale di programmazione delle vendite immobiliari che la Regione intende avviare negli esercizi finanziari di riferimento.

4. Nel piano di cui al comma precedente sono indicati:

a) i beni immobili, non strumentali all'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, che si prevede di alienare;

b) una descrizione delle loro caratteristiche principali (ubicazione, destinazione urbanistica ed altri eventuali elementi rilevanti per l'alienazione);

c) il valore di stima, la scelta della procedura di alienazione e del criterio di aggiudicazione;

d) la destinazione del ricavato in armonia con le vigenti disposizioni, in esse comprese quelle dettate dal decreto in materia di federalismo demaniale.

5. Il Piano di cui al presente articolo è corredato da prescrizioni regolamentari dirette a disciplinare le procedure di valorizzazione ed alienazione.

Art. 5

(Riduzione delle spese per comitati e commissioni istituiti presso l'Amministrazione

Regionale)

1. La Giunta regionale, su proposta dei Dipartimenti competenti, adotta, entro 60 giorni dalla data di approvazione della presente legge, un Piano che preveda a decorrere dall'esercizio finanziario 2011 un risparmio netto del 30% rispetto all'anno 2009, della spesa sostenuta per Comitati, Commissioni ed altri organi collegiali istituiti presso l'Amministrazione Regionale.

2. Il Piano di cui al comma precedente è trasmesso per il parere alla Commissione consiliare competente che si esprime entro il termine di quindici giorni dalla ricezione degli atti, decorsi i quali il parere si intende acquisito. Il Piano può prevedere anche la soppressione di Commissioni, Comitati, Enti, Fondazioni in house ed organismi vari ai sensi dell'articolo 29 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, anche se istituiti per legge, le cui funzioni possono essere attribuite direttamente alle strutture dipartimentali.

3. A tal fine, tutti i dipartimenti regionali, entro sessanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, devono effettuare una puntuale ricognizione ai sensi dell'articolo 29 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.

Art. 6

(Riduzione delle spese per consulenze esterne)

1. Al fine di valorizzare le professionalità interne all' Amministrazione regionale, a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera professionale a soggetti esterni, deve essere inferiore al 50 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009.

2. Gli atti di affidamento dei predetti incarichi, compresi anche quelli adottati nel corrente esercizio finanziario dopo l'entrata in vigore della presente legge, devono contenere, al momento dell'adozione del provvedimento, ovvero all'atto di stipula del contratto, l'attestazione dell'effettiva utilità per l'Amministrazione del ricorso a professionisti esterni, la quantificazione dell'ammontare della spesa prevista per l'esercizio finanziario in corso e per i due esercizi successivi, la relativa copertura finanziaria con l'esatta indicazione del capitolo di bilancio.

3. Gli atti di impegno e di liquidazione delle somme di cui ai predetti incarichi devono attestare il rispetto della riduzione complessiva di cui al presente articolo nonché il valore degli incarichi già attribuiti.

4. La disposizione di cui al comma 1 non si applica alle spese conseguenti ad obblighi normativi, quelle sostenute nell'ambito dei programmi operativi comunitari.

Restano ferme le deroghe previste dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.

5. Il mancato rispetto delle prescrizioni dettate dai commi precedenti costituisce elemento negativo di valutazione annuale dei Dirigenti generali regionali.

6. Ai fini del controllo delle prescrizioni di cui al presente articolo, i Dipartimenti regionali inviano semestralmente al Dipartimento Presidenza, al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" ed alla Commissione consiliare competente, nel rispetto delle rispettive competenze, una relazione sugli incarichi affidati e sull'andamento delle spese in argomento.

Art. 7

(Altre norme di contenimento della spesa regionale)

1. A decorrere dall'anno 2011 le spese per missioni del personale regionale, ad eccezione di quelle strettamente connesse agli accordi internazionali ovvero indispensabili per la partecipazioni a riunioni presso enti e organismi internazionali o comunitari e per la partecipazione ai tavoli della Conferenza Stato-Regioni, non possono essere superiori al 50% di quelle sostenute nel corso dell'anno 2009. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento, la Giunta regionale provvede ad adottare specifiche linee di indirizzo volte a razionalizzare i criteri di ripartizione dei budget per missioni assegnati ai Dipartimenti, sulla scorta delle effettive comprovate e prioritarie esigenze di utilità per l'Amministrazione regionale.

2. A decorrere dall'anno 2011 la spesa sostenuta per attività di formazione non può essere superiore al 50% della spesa sostenuta nell'anno 2009. Il presente comma non si applica alla spesa per formazione finanziata con i fondi comunitari.

3. Il mancato ed ingiustificato raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa previsto dal presente articolo e dai precedenti articoli 3, 4, 6 e 7 costituisce per i Dirigenti generali dei dipartimenti elemento negativo ai fini i della valutazione annuale, fatte salve le responsabilità amministrative e contabili.

4. Il limite di spesa stabilito nel comma 1 del presente articolo, può essere superato in casi eccezionali ed inderogabili secondo le procedure stabilite dall'ordinamento regionale vigente.

5. Le nomine dei collaboratori esterni ed il conferimento degli incarichi dirigenziali secondo l'articolo 10 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 31, come integrato e modificato dall'articolo 4 della legge regionale 10 ottobre 2002, n. 39 e dall'articolo 16, comma 2, della legge regionale 17 agosto 2005 n. 13, sono pubblicate sul sito web della Regione, unitamente ai curricula ed all'ammontare del compenso stabilito.

Art. 8

(Razionalizzazione, riorganizzazione e definanziamento delle leggi regionali di spesa)

1. A decorrere dall'anno 2011, alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria regionale ed iscritte a legislazione vigente nell'anno 2010 nella tabella C approvata con l'articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9, sono apportate riduzioni per un importo complessivo di euro 15.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2011 e di ulteriori euro 30.000.000,00 nel successivo biennio 2012-2013.

2. Le riduzioni di cui al comma precedente sono adottate in sede di predisposizione ed approvazione, da parte della Giunta regionale, del bilancio annuale 2011 e pluriennale 2011-2013, dopo una attenta verifica sulle leggi regionali di spesa, effettuata dal Dipartimento Bilancio, di concerto con i dipartimenti interessati, tesa a riqualificare nel suo insieme la spesa regionale, distogliendola per quanto possibile da impieghi non caratterizzati da parametri di efficienza e produttività o non sostenuti da motivazioni riconducibili a gravi emergenze di carattere sociale.

3. La verifica di cui al precedente comma, da effettuarsi entro il 30 settembre 2010, deve essere basata su specifici report predisposti dai Dipartimenti della Giunta regionale interessati su ciascuna legge regionale di spesa, con particolare riferimento al raggiungimento delle finalità e degli effetti prodotti da tali atti normativi, sulle attività dei cittadini e delle imprese e sull'organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, in relazione ai costi sostenuti. In mancanza degli specifici report su indicati, il Dipartimento "Bilancio" è autorizzato a procedere alla riduzione di cui al successivo comma 6.

4. L'attività di verifica posta in essere da ciascun dipartimento interessato, di concerto con il Dipartimento Bilancio, deve avere l'obiettivo di:

a) individuare le disposizioni di legge che abbiano ormai esaurito la loro funzione sociale o siano comunque obsolete;

b) identificare le disposizioni la cui abrogazione comporterebbe effetti benefici, anche indiretti, sulla finanza regionale.

c) identificare le disposizioni la cui abrogazione o il parziale o totale finanziamento comporterebbe lesione di diritti acquisiti da parte dei cittadini o delle imprese;

d) proporre una riorganizzazione delle leggi regionali di spesa da mantenere in vigore per settori omogenei o per materie, tenendo conto dei contenuti e delle specificità di ciascuna di esse.

5. La verifica di cui al precedente comma può avvenire anche attraverso il coinvolgimento, da parte dei Dipartimenti competenti, dei beneficiari delle singole leggi regionali di spesa, ove realizzabile, che dovranno attestare l'utilizzazione dei fondi pubblici loro assegnati, con particolare riguardo alla qualità ed alla necessità della spesa realizzata.

6. Nei casi disciplinati dal precedente comma 3, e ove necessario per esigenze dettate da maggiori fabbisogni finanziari legati ai ridotti trasferimenti statali, l'obiettivo del risparmio fissato dal presente articolo per l'anno 2011 e successivi può essere raggiunto anche con una riduzione lineare del 10% degli stanziamenti iscritti a legislazione vigente nell'anno 2010 nella tab. C approvata con l'articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9.

TITOLO II

Razionalizzazione delle spese degli enti subregionali e delle società partecipate

Art. 9

(Norme di contenimento della spesa per gli enti sub-regionali)

1. Gli enti sub-regionali, gli Istituti, le Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, assumono tutte le iniziative necessarie volte alla riduzione dell'incidenza percentuale delle spese di personale rispetto al complesso delle spese correnti, alla razionalizzazione e allo snellimento delle strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici, con l'obiettivo di ridurre l'incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in organico, al contenimento delle dinamiche di crescita della contrattazione integrativa. Da tale attività deve conseguire un risparmio, per ciascun ente, di almeno il 10% rispetto alla spesa per il personale sostenuta nell'anno 2010.

2. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, le somme riguardanti compensi, gettoni, indennità, retribuzioni o altre utilità comunque denominate, corrisposti ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione comunque denominati, presenti negli enti-sub regionali, negli Istituti, nelle Agenzie, nelle Aziende, nelle Fondazioni e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, nei casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, sono automaticamente ridotte del 20 per cento rispetto agli importi risultanti alla data del 31 dicembre 2009. La riduzione non si applica al trattamento retributivo di servizio. La disposizione di cui al presente comma non si applica ai compensi previsti per il Collegio di revisori degli enti sub-regionali i cui emolumenti e compensi sono disciplinati dal successivo articolo 10.

3. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, la partecipazione agli organi collegiali non rientranti nella fattispecie di cui al comma precedente operanti nell'ambito degli Enti strumentali, nonché degli Istituti, delle Agenzie, delle Aziende, delle Fondazioni e degli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione che ricevono contributi a carico della finanza regionale è onorifica; essa può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute ove previsto dalla normativa vigente. Eventuali gettoni di presenza non possono superare l'importo di 30 euro a seduta giornaliera per un massimo di tre sedute mensili.

La disposizione di cui al presente comma non si applica ai compensi previsti per il Collegio di revisori degli enti sub-regionali i cui emolumenti e compensi sono disciplinati dal successivo articolo 10.

4. A decorrere dall'anno 2011, le spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza sostenute dagli Enti strumentali, nonché dagli Istituti, dalle Agenzie, dalle Aziende, dalle Fondazioni e dagli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, nei casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, non possono essere superiori al 80% della medesima spesa impegnata nell'anno 2009.

5. A decorrere dall'anno 2011, gli Enti strumentali, nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, nei casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, non possono effettuare spese per sponsorizzazioni.

6. A decorrere dall'anno 2011, gli Enti strumentali, nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, nei casi in cui la spesa sia a -carico del bilancio regionale, possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009. Per le medesime amministrazioni, la spesa per personale relativa a contratti di formazione lavoro, ad altri rapporti formativi, alla somministrazione di lavoro, nonché al lavoro accessorio di cui all'articolo 70, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modifiche ed integrazioni, non può essere superiore al 50 per cento di quella sostenuta per le rispettive finalità nell'anno 2009.

7. Non possono più essere destinatari di incarichi, a qualsiasi titolo, da parte della Regione Calabria coloro i quali - nominati e/o incaricati dalla Regione stessa per l'esercizio di funzioni dirigenziali pr-esso Aziende, Enti, Istituzioni o altri organismi attraverso i quali si esplicano, a livello regionale o sub-regionale, le funzioni di competenza - abbiano adottato o concorso ad adottare atti o provvedimenti che abbiano causato stati di accertato disavanzo finanziario o perdite di esercizio. Tale provvedimento e esteso ai Presidenti, Commissari e componenti dei Consigli di Amministrazione nominati presso gli stessi organismi.

8. Per l'anno 2011 gli Enti strumentali, nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende, le Fondazioni e gli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, devono contenere il valore degli impegni di spesa per incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera professionale a soggetti esterni nel limite del 90 per cento degli impegni assunti per le medesime tipologie di spesa nel corso dell'esercizio finanziario 2010. La presente disposizione non si applica nel caso di mancato rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 23 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 e nel caso di accertati disavanzi finanziari o di perdite d'esercizio. In tali casi si applicano i commi 9 e 10 del presente articolo.

9. Per l'anno 2011 agli Enti strumentali, nonché agli Istituti, alle Agenzie, alle Aziende, le Fondazioni e agli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione che non hanno rispettato gli adempimenti di cui all'articolo 23 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, è fatto divieto di conferire incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera professionale a soggetti esterni. La presenta disposizione non si applica alle spese conseguenti ad obblighi normativi, quelle sostenute nell'ambito dei programmi operativi comunitari. Restano ferme le deroghe previste dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.

10. A decorrere dall'anno 2011, nei casi in cui la spesa sia a carico del bilancio regionale, la spesa annua impegnata dagli Enti strumentali, nonché dagli Istituti, dalle Agenzie, dalle Aziende, dalle Fondazioni e dagli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, per incarichi di studio, di consulenza e prestazione d'opera professionale a soggetti esterni, che hanno presentato nell'anno 2009 disavanzi di bilancio o perdite di esercizio o che sono sottoposti a regime di liquidazione, deve essere inferiore al 50 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009. La presenta disposizione non si applica alle spese conseguenti ad obblighi normativi, e a quelle sostenute nell'ambito dei programmi operativi comunitari.

Restano ferme le deroghe previste dall'articolo 23, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19.

11. La Giunta regionale, entro 60 giorni dall'adozione della presente legge, predispone idonee misure anche di carattere organizzativo tese al controllo dell'andamento delle spese di cui al presente articolo, nel rispetto delle competenze di vigilanza e controllo dei Dipartimenti regionali.

12. Il mancato ed ingiustificato raggiungimento dell'obiettivo di contenimento della spesa previsto dal presente articolo costituisce causa di revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli Enti strumentali, negli Istituti, nelle Agenzie, nelle Aziende e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione.

13. Al fine di consentire il rispetto delle prescrizioni di cui ai commi precedenti gli Enti sub-regionali di cui al comma 1 adottano un apposito provvedimento che tenendo conto delle prescrizioni di cui alla pregressa normativa regionale in materia, e sulla base delle spese sostenute negli anni 2007,2008 e 2009 e 2010 quantificano il limite di spesa per l'anno 2011.

14. Gli enti indicati al comma 1 trasmettono il detto provvedimento, munito del visto di asseverazione dei rispettivi organi di controllo, entro cinque giorni dall'adozione, al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" che, in caso di inottemperanza, provvederà alla nomina di un commissario ad acta con oneri a carico del funzionario o dirigente inadempienti, fatte salve le eventuali ulteriori responsabilità.

Art. 10

(Riduzione delle spese per i collegi dei revisori)

1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il valore dei compensi spettanti ai componenti del collegio dei revisori degli Enti sub-regionali, escluse le Aziende Sanitarie e Ospedaliere, ove non inferiore, è commisurato al valore delle entrate accertate nell'esercizio in cui sono espletate le verifiche ovvero, nel caso di cessazione dell'incarico nel corso dell'esercizio,- sulla base delle entrate accertate nell'esercizio precedente, e sono determinate secondo i seguenti scaglioni e criteri:

- entrate accertate fino ad euro 3.000.000,00, lo 0,40 per cento;

- entrate accertate per il di più fino ad euro 10.000.000,00, lo 0,03 per cento;

- entrate accertate per il di più oltre ad euro 10.000.001,00, lo 0,002 per cento.

2. Al Presidente del Collegio spetta una maggiorazione del 10 per cento dell'indennità fissata per i singoli componenti.

3. L'onorario minimo previsto per i componenti è pari ad euro 6.500,00, mentre l'onorario massimo è pari ad euro 14.000,00.

4. L'onorario minimo per il Presidente è pari al valore minimo spettante ai componenti, maggiorato del 10 per cento, mentre l'onorario massimo è pari al valore massimo spettante ai componenti maggiorato del 10 per cento.

5. Per i componenti supplenti è previsto il medesimo compenso dei revisori titolari solo nelle ipotesi disciplinate dall'articolo 2401 del Codice civile. Nelle ipotesi diverse da quelle di cui al predetto articolo non è dovuto alcun compenso ai componenti supplenti del Collegio dei revisori.

6. In caso l'ente si trovi in stato di liquidazione o non svolga alcuna attività il compenso è ridotto del 50 per cento.

7. I singoli enti sub-regionali possono derogare alle modalità di determinazione dei compensi unicamente per determinare compensi inferiori rispetto a quelli indicati al comma 1 per i Componenti e il Presidente del Collegio di revisione.

8. Tutte le disposizioni che prevedono compensi differenti da quelli contenuti nei precedenti commi sono abrogate.

Art. 11

(Norme per il contenimento della spesa negli Enti, nelle fondazioni e nelle società

partecipate regionali)

1. Nelle more dell'approvazione di una normativa di riorganizzazione degli enti sub regionali secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza, l'assetto organizzativo delle Fondazioni operanti partecipate dalla sola Regione Calabria è modificato mediante concentrazione di tutti i poteri di amministrazione e rappresentanza in capo ad un organo individuale, che sarà individuato dalla Giunta regionale, su proposta del Presidente.

2. Con la nomina del nuovo organo individuale, i corrispondenti organismi collegiali si estinguono ed i relativi componenti cessano di diritto.

3. Gli Enti strumentali diversi dai precedenti, nonché gli Istituti, le Agenzie, le Aziende e gli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione, provvedono, ove necessario, all'adeguamento dei rispettivi Statuti al fine di assicurare che, a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, gli organi di amministrazione e di indirizzo, non monocratici, siano costituiti da un numero non superiore a tre componenti.

4. Le disposizioni che precedono abrogano ogni altra disposizione, contenuta nelle leggi istitutive dei vari Enti, incompatibile con l'attuazione delle medesime. La Giunta regionale è autorizzata al compimento di tutti i relativi atti esecutivi.

Art.12

(Modifiche alla legge regionale 3 agosto 1999, n. 20)

1. L'articolo 9 della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 è sostituito dal seguente:

"Art. 9

(Organi)

1. Sono organi dell’ARPACAL:

a. il Consiglio di amministrazione;

b. il Comitato regionale di indirizzo;

C. il Direttore Generale;

d. il Direttore amministrativo;

e. il Direttore scientifico;

f. il Collegio dei revisori.

2. Dopo l'articolo 9 sono inseriti i seguenti:

"Art. 9 bis

(Consiglio di amministrazione)

1. Il Consiglio di amministrazione dell’ARPACAL è composto da tre membri, tra cui il Presidente, di comprovata esperienza tecnico scientifica in materia ambientale e dura in carica cinque anni.

2. Il Consiglio di amministrazione ed il suo Presidente sono nominati dal Consiglio regionale ai sensi della legge regionale 4 agosto 1995, n. 39.

3. In caso di carenza di funzionamento o di gravi e ripetute violazioni di disposizioni normative o di gravi irregolarità amministrative e contabili, il Consiglio regionale può revocare il Presidente o un componente del Consiglio di amministrazione, ovvero sciogliere il Consiglio di amministrazione.

4. Al Presidente spetta un compenso pari al cinquanta per cento dell'indennità base spettante ai consiglieri regionali; ai componenti spetta il quaranta per cento dell'indennità base spettante ai consiglieri regionali.

Art. 9 ter

(Competenze del Consiglio di amministrazione)

1. Compete al Consiglio di amministrazione, su proposta del Presidente:

a. nominare il Direttore generale;

b. nominare il Direttore amministrativo;

c. nominare il Direttore scientifico;

d. approvare la relazione annuale sull'attività svolta dall’Agenzia da inviare al Presidente della Giunta regionale;

e. approvare il bilancio di previsione relative variazioni ed il conto consuntivo;

2. Il Consiglio di amministrazione si riunisce periodicamente; le deliberazioni sono assunte con il :loto favorevole della maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto del Presidente.

Art. 9 quater

(Competenze del Presidente)

1.Il Presidente è il rappresentante legale dell’ARPACAL; presiede il Consiglio di amministrazione e lo convoca stabilendo l'ordine del giorno della seduta.

2.Compete al Presidente:

a. presentare al Consiglio di amministrazione entro il 30 aprile di ogni anno una relazione sullo stato di avanzamento del piano pluriennale;

b. proporre al Consiglio di amministrazione, entro quarantacinque giorni dalla nomina, il direttore generale, il direttore amministrativo ed il direttore scientifico dell'ARPACAL;

c. proporre l'approvazione del bilancio di previsione e relative variazioni e il conto consuntivo.

Art. 9 quinques

(Direttore Generale - Direttore amministrativo - Direttore Scientifico)

I. Il Direttore Generale viene scelto tra persone laureate in possesso di comprovate competenze ed esperienze dirigenziali in organizzazioni complesse del settore, maturate per un periodo superiore al quinquennio.

2. Il Direttore amministrativo viene scelto tra i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline giuridiche o economiche e di età inferiore a sessantacinque anni, abbiano svolto per almeno un quinquennio qualificata attività in materia di direzione amministrativa presso Enti o strutture pubbliche e dove abbiano svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità.

3. Il Direttore scientifico viene scelto tra i soggetti che, in possesso del diploma di laurea in discipline tecnico-scientifiche e di età inferiore a sessantacinque anni, abbiano svolto per almeno un quinquennio qualificata attività di direzione tecnica in materia di tutela ambientale presso Enti o strutture pubbliche e private e dove abbiano svolto mansioni di particolare rilievo e professionalità.

4. Il trattamento economico del Direttore Generale, del Direttore Scientifico e del Direttore Amministrativo sono definiti con riferimento ai criteri stabiliti dalla Giunta regionale per il trattamento delle paritetiche figure di cui agli articoli 14 e 15, legge regionale 19 marzo 2004, n. 11."

3. L'articolo 10 è sostituito dal seguente:

"Art. 10

(Comitato regionale di indirizzo)

1. Il Comitato regionale di cui al presente articolo è un organo di indirizzo e di verifica dei risultati dell'attività dell’ARPACAL. In particolare ha compiti generali di indirizzo verso il Direttore Generale ed esprime pareri su tutti gli atti di cui al precedente articolo 8, nonché di coordinamento delle attività di tutela ambientale e di prevenzione primaria collettiva.

2. Il Comitato regionale di indirizzo é così composto:

a) il Presidente della Giunta regionale, o un suo delegato, che lo presiede;

b) l'Assessore all’Ambiente;

c) l'Assessore alla Sanità;

d) l'Assessore all'Industria;

e) un rappresentante dell’UPI regionale;

f) un rappresentante dell'ANCI regionale;

g) un rappresentante delle associazioni ambientaliste;

h) il Presidente dell’UNCEM Calabria;

i) quattro rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali Nazionali.

3. Il Comitato regionale di indirizzo dura in carica per un periodo coincidente con la legislatura regionale. In sede di prima attuazione della presente legge, viene istituito entro i trenta giorni dall'entrata in vigore della stessa.

4. Ai componenti il comitato non compete alcuno emolumento se non il rimborso delle spese di viaggio.

5. Il Comitato si riunisce su invito del suo Presidente."

4. Sono abrogati i commi 1, 5 , 6, 8 e 9 dell'articolo 11, legge regionale 3 agosto 1999, n. 20.

5. Dal giorno successivo all'entrata in vigore della presente legge decadono gli organi previsti dall'articolo 9 della legge regionale 3 agosto 1999, n. 20.

6. Fino alla nomina degli organi previsti dall'articolo 9 ter della legge regionale n. 20/1999 come introdotto dalla presente legge, le relative funzioni sono svolte da un commissario nominato dal Presidente della Giunta regionale.

Art. 13

(Disposizioni sul servizio di anagrafe zootecnica)

1. All'articolo 34, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 sono soppresse le parole "con le modalità di cui alla DGR 722103" ed è soppresso l'ultimo periodo del comma, ad iniziare dalla parola "fino".

2. Il comma 2 dell'articolo 34 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è abrogato.

Art. 14

(Ulteriori norme di contenimento della spesa)

1. Per quanto non diversamente disciplinato dagli articoli precedenti si applicano le norme di contenimento e riduzione di cui all'articolo 6 del decreto legge 78/2010, convertito nella legge 30 luglio 2010, n. 122.

Art. 15

(Norma finanziaria)

1. Le risorse finanziarie derivanti dall'applicazione delle disposizioni contenute nella presente legge sono destinate all'attuazione della manovra di bilancio relativa all'anno 2011 e successivi ed al miglioramento e salvaguardia degli equilibri di bilancio e della situazione finanziaria regionale complessiva.

Titolo III

Ulteriori disposizioni di carattere ordinamentale

Art. 16

(Modifiche alla leggeregionale17 agosto 2005, n. 13)

1. All'articolo 27 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13, il comma 2 è così sostituito: "Altra struttura, formata fino ad un massimo di sei componenti, di cui due anche esterni alla pubblica Amministrazione, è costituita dal Dipartimento della Presidenza, per assolvere stabilmente alle funzioni di coordinamento delle Commissioni delle Conferenze delle Regioni e delle Province Autonome, di volta in volta affidate alla Regione Calabria".

Art. 17

(Modifiche alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8)

1. All'articolo 2, comma 2, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, dopo le parole "un ulteriore importo" sono introdotte le parole "nel limite massimo".

2. All'articolo 2, comma 4, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, le parole "la spesa di" sono sostituite dalle parole "la spesa nel limite massimo di".

3. E’ soppresso l'articolo 12 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8.

Art. 18

(Modifiche a leggi regionali in materia di cultura)

1. L'articolo 40 comma 4, della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 è abrogato nella parte in cui menziona l'articolo 26 della legge regionale 10 dicembre 2001, n. 34.

2. All'articolo 12, comma 6, della legge-regionale 26 giugno 2003, n. 8 le parole ((Teatri delle città capoluogo di Provincia e delle Città delle Aree Urbane individuate dall’Asse 8.1 del POR FESR 2007-2013 nonché ai soggetti che svolgono attività teatrali in ambito regionale che abbiano ottenuto formale riconoscimento da parte dello Stato o della Regione)) sono sostituite dalle parole ((Teatri delle città capoluogo di Provincia e delle Città con popolazione superiore a 50.000 abitanti>>.

Art. 19

(Modifiche alla legge regionale 14 agosto 2008, n. 29)

1. Il comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 14 agosto 2008, n. 29 "Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a km zero" è così interamente sostituito "Le disposizioni di cui agli a-rticoli 3 e 4 de!b presente legge sono applicabili a decorrere dall'ottenimento del parere positivo di compatibilità da parte della Commissione Europea ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato CE e alla pubblicazione del relativo avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria."

Art. 20

(Modifiche alla legge regionale 12 giugno 2009, n. 19)

1. All'articolo 37, comma 2, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, le parole <<2007 e 2008>> sono sostituite dalle parole <<2009>> e le parole <<entro il 28 febbraio 2010~s-o no sostituite dalle parole << entro il 28 febbraio 2011 >>.

2. All'articolo 37, comma 4, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, le parole <<entro il 28 febbraio 2010 >> sono sostituite dalle parole entro il 28 febbraio 2011>>.

Art. 21

(Disposizioni in materia di sanità)

1. Le strutture che erogano prestazioni socio-sanitarie, già interessate con provvedimenti regionali, legislativi ed amministrativi a progetti di riconversione, debbono presentare al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie un piano di completamento degli interventi da realizzare in conformità e nel rispetto dei requisiti previsti dalle normative vigenti, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 22

(Modifiche alla legge regionale 8 giugno 1996, n. 13)

1. Il comma 4 della legge regionale 8 giugno 1996, n. 13 è così sostituito: "4. Gli incarichi di cui ai commi 1 e 3 non possono superare i dodici mesi e sono rinnovabili".

Art. 23

(Modifiche alla legge regionale 8 maggio 1996 n. 8 ed alla legge regionale 12 maggio

1997, n. 8)

1. All'articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche:

a. al comma 1, dopo le parole <<Comitato regionale di controllo contabile >> sono aggiunte le parole <<ed i Presidenti dei Gruppi consiliari >>.

b. il comma 3 è così sostituito: << 3. Due unità di personale addette alle segreterie particolari devono essere scelte, senza alcun onere aggiuntivo, tra i dipendenti-& ruolo di qualsiasi livello del Consiglio regionale o della Giunta regionale ivi inclusi i dipendenti ex legge regionale n. 25/2001 con oneri a carico dei rispettivi bilanci. Il Segretario particolare ed il responsabile amministrativo dei soggetti di cui al comma 1 sono funzionalmente equiparati ai dipendenti di categoria D3. Il trattamento economico è equiparato a quello spettante alla posizione economica D6 del CCNL del compatto Regioni ed autonomie locali, oltre le competenze derivanti dall’applicazione dell'articolo 3 della legge regionale 26 maggio 1997, n. 8. Qualora siano estranei alla Pubblica amministrazione, prestano la loro attività in base a un contratto di diritto privato a termine. Nel caso in cui siano pubblici dipendenti, agli stessi, per la durata dell'incarico, sarà corrisposta un'indennità accessoria pari alla differenza tra il trattamento economico complessivo, come sopra determinato, e lo stipendio tabellare in godimento nell'amministrazione di provenienza. In ogni caso, il trattamento economico degli stessi è attribuito in misura fissa e indipendente dalle dinamiche della contrattazione collettiva>>. Il segretario particolare dei soggetti di cui al comma 1 e del Consigliere regionale può essere scelto tra gli estranei alla pubblica amministrazione; i titolari delle strutture hanno la facoltà di nominare quale segretario particolare due unità di personale. In questo caso a ciascuna sarà corrisposto il 50 per cento del trattamento economico previsto per il segretario particolare, senza aggravio di spesa rispetto a quanto disposto dall'articolo 1, comma 1 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8. Il responsabile amministrativo e l'autista del Presidente, dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, dei Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti, del Presidente del Comitato regionale di controllo contabile può essere scelto tra gli estranei alla pubblica amministrazione; il titolare della struttura speciale ha facoltà di nominare quale responsabile amministrativo o autista due unità di personale. In questo caso a ciascuno sarà corrisposto il 50 per cento del trattamento economico previsto rispettivamente per il responsabile amministrativo e per l'autista. Il responsabile amministrativo dei Presidenti dei Gruppi consiliari è scelto tra i dipendenti dei ruoli organici della Regione con oneri a carico dei rispettivi bilanci. Restano fermi gli adempimenti contributivi di legge

c. Il comma 4, dell'articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 è così modificato:

i. le parole da <<a due unità>> fino alle parole <<dei Revisori dei Conti >> sono soppresse;

ii. dopo le parole <<dei Vice Presidenti >> aggiungere le seguenti parole <<dei Consiglieri segretari, dei Presidenti delle Commissioni, del Presidente dei Comitato regionale di controllo contabile e dei Presidenti dei Gruppi consiliari>>.

2. La lettera b) e la lettera c) del comma 1 dell'articolo 37 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 sono abrogate.

3. Le risorse che l'Ufficio di Presidenza può destinare al trattamento accessorio incentivante dei componenti delle strutture speciali è ridotto del 10% rispetto al budget per missioni stanziato nel bilancio di previsione 2010.

Art. 24

(Modifiche alla legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36)

1. I Commi 3ter e 3quater dell'articolo 2 della legge regionale 16 ottobre 2008, n. 36 sono così modificati:

"3ter. Per i Comuni per i quali dovessero determinarsi le condizioni di cui al comma 3 bis il Dipartimento regionale Lavori Pubblici ed acque autorizza una rimodulazione del programma pubblico-privato, ivi comprese l'individuazione di una nuova ubicazione territoriale, l'emanazione di una nuova procedura di evidenza pubblica finalizzata alla selezione degli interventi privati e la eventuale ridefinizione degli interventi pubblici anche non residenziali, restando invariato il finanziamento complessivo originariamente assentito.

3quater. Gli adempimenti relativi alla rimodulazione di cui ai commi 3bis e 3ter dovranno completarsi entro e non oltre il 30 Giugno 2011."

Art. 25

(Abrogazioni di leggi regionali)

1. Sono abrogate le leggi regionali elencate nell'allegato A alla presente legge.

2. Le disposizioni abrogate con la presente legge continuano ad applicarsi per la disciplina dei rapporti sorti nel periodo della loro vigenza e per l'esecuzione degli impegni di spesa assunti in base alle disposizioni medesime.

Art. 26

(Riscossione oneri per la gestione del servizio di depurazione)

1. Nella prospettiva di favorire l'apporto di capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche, al fine di assicurare il recupero degli investimenti ai concessionari nei casi di inadempimento della parte pubblica, il Presidente della Giunta Regionale dispone la nomina di commissari ad acta in sostituzione delle amministrazioni inadempienti. L'intervento sostitutivo, rivolto al risultato dell'adempimento, può essere esteso agli atti e procedimenti necessari al recupero delle risorse finanziarie, compresi la deliberazione delle tariffe e l'accertamento e riscossione delle entrate. L'intervento sostitutivo viene attivato su richiesta del concessionario, e deve essere preceduto da una diffida da parte di quest'ultimo, notificata nelle forme degli atti processuali civili, con assegnazione di un termine per l'adempimento non inferiore a 60 giorni.

2. Il Presidente della Giunta regionale, ricevuta l'istanza con la prova dell'avvenuta notificazione della diffida e dell'inutile decorso del termine per I'adempimento, rivolgerà formale invito a contro dedurre al legale rappresentante dell'amministrazione inadempiente, assegnando allo scopo un termine di 30 giorni, decorso il quale si determinerà in via definitiva sull'istanza.

Art. 27

(Entrata in vigore)

l. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quella della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Allegato A

Abrogazioni

l) legge regionale 20 maggio 1972, n. 3 (Provvedimenti urgenti e transitori per l'assunzione delle funzioni trasferite o delegate dallo Stato alla Regione);

2) legge regionale 5 febbraio 1973, n. 4 (Norme sugli immediati interventi in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali nei mesi di dicembre 1972 e gennaio 1973);

3) legge regionale 16 giugno 1973, n. 5 (Proroga al 31 dicembre 1973 del bilancio regionale 1972);

4) legge regionale 26 giugno 1973, n. 7 (Diritto di immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un acconto mensile);

5) legge regionale 14 agosto 1973, n. 8 (Norme per l'utilizzazione dei fondi di cui alla legge 28 marzo 1968, n. 437, recante:"provvedimenti straordinari per la Calabria);

6) legge regionale 27 agosto 1973, n. 13 (Erogazione per il periodo 1 aprile-31 dicembre 1972, di contributi -straordinari agli Enti pubblici e agli imprenditori privati esercenti autoservizi di linea di concessione regionale );

7) legge regionale 30 agosto 1973, n. 14 (Misure di protezione delle coste in attesa della approvazione del Piano Urbanistico Regionale);

8) legge regionale 15 dicembre 1973, n. 18 (Norme per la delega di funzioni regionali agli enti Locali);

9) legge regionale 18 dicembre 1973, n. 19 (Interventi straordinari in materia di assistenza scolastica per l'anno 1973-74);

10) legge regionale 27 dicembre 1973, n. 23 (Interventi -in favore dell'agricoltura nel settore dei miglioramenti fondiari);

11) legge regionale 18 maggio 1974, n. 8 (Integrazione alla legge regionale 26 giugno 1973, n.7, recante diritto di immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un acconto mensile);

12) legge regionale 10 luglio 1974, n. 9 (Concessione di contributi per gli investimenti alle aziende pubbliche di trasporto);

13) legge regionale 29 agosto 1974, n. 11 (Programma triennale delle opere pubbliche di interesse degli enti locali da ammettere a contributo regionale. Provvidenze per i maggiori oneri connessi alla esecuzione di opere pubbliche);

14) legge regionale 17,settembre 1974, n. 13 (Interventi straordinari in materia di edilizia scolastica per l'anno 1974);

15) legge regionale 16 dicembre 1974, n. 18 (Concessione di contributi alle sezioni provinciali e al Consiglio regionale della sezione italiana ciechi per gli anni 1974 e 1975);

16) legge regionale 1 gennaio 1975, n. 1 (Norme per la concessione di contributi straordinari per l'anno 1973 agli enti pubblici ed imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione regionale);

17) legge regionale 23 gennaio 1975, n. 5 (Norme per l'incentivazione dell'afflusso turistico in Calabria attraverso trasporti aerei);

18) legge regionale 29 gennaio 1975, n. 7 (Erogazione di contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione regionale ed agevolazioni di viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori dipendenti);

19) legge regionale 15 aprile 1975, n. 10 (Norme per l'assistenza e la previdenza dei consiglieri regionali modifiche alla legge regionale 15 dicembre 1972, n.8);

20) legge regionale 29 aprile 1975, n. 13 (Anticipazione per conto dello Stato per il trattamento economico del personale delle aziende concessionarie di autoservizi);

21) legge regionale 12 maggio 1975, n. 16 (Diritto di immissione nei ruoli regionali del personale e corresponsione di un acconto mensile . Modifiche della legge regionale 26 giugno 1973, n. 7);

22) legge regionale 28 maggio 1975, n. 18 (Misure di protezione delle coste in attesa dell'approvazione del piano urbanistico regionale. Proroga della legge regionale n. 14 del 30 agosto 1973 con modifiche ed integrazioni);

23) legge regionale 3 giugno 1975, n. 27 (Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi di interesse regionale);

24) legge regionale 23 gennaio 1976, n. 1 (Rifinanziamento, con modifiche, della legge regionale 29 gennaio 1975, n. 7 recante norme per: "Erogazione di contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione regionale ed agevolazioni di viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori dipendenti);

25) legge regionale 3 febbraio 1976, n. 3 (Provvedimenti urgenti e straordinari per il rilancio dell'economia regionale);

26) legge regionale 4 febbraio 1976, n. 4 (Accensione di mutui passivi per complessive lire 27.250.000.000 per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale);

27) legge regionale 16 aprile 1976, n. 11 (Rifinanziamento per l'anno 1975 ed integrazione della legge regionale 3 giugno 1975, n.27 - Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi d'interesse regionale);

28) legge regionale 13 maggio 1976, n. 12 (Proroga, con modifiche, della legge regionale 29 aprile 1975, n. 13, recante norme per: "Anticipazione per conto dello stato per il trattamento economico al personale delle aziende concessionarie di autoservizi");

29) legge regionale 25 giugno 1976, n. 15 (Erogazione dei mezzi finanziari per l'applicazione .di nuove tabelle retributive a favore dei lavoratoti delle aziende concessionarie di autoservizi");

30) legge regionale 13 dicembre 1976, n. 19 (Interventi nei settori dei lavori pubblici ed agricoltura in favore delle zone colpite dai nubifragi dell'autunno 1976);

31) legge regionale 7 gennaio 1977, n. 2 (Rifinanziamento e modificazioni delle leggi regionali 27 agosto 1973, n. 13 e 29 gennaio 1975, n.7 recanti: "Erogazione di contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di concessione regionale ed agevolazioni di viaggio a favore degli studenti e dei lavoratori dipendenti");

32) legge regionale 19 gennaio 1977, n. 4 ("Trattamento economico del personale assunto a contratto");

33) legge regionale 18 marzo 1977, n. 12 (Finanziamento di opere pubbliche d'interesse degli enti locali per interventi straordinari di iniziativa della Regione);

34) legge regionale 16 aprile 1977, n. 13 (Interventi diretti ad agevolare l'insediamento delle piccole e medie imprese produttive);

35) legge regionale 11 maggio 1977, n. 15 (Proroga della legge regionale 19 gennaio 1977, n. 4, recante :"Trattamento economico del personale assunto a contratto");

36) legge regionale 21 maggio 1977, n. 16 ("Miglioramenti economici in attesa dell'applicazione dell'accordo contrattuale nazionale dei dipendenti regionali");

37) legge regionale 20 agosto 1977, n. 21 (Norme provvisorie per l'attuazione delle direttive- del Consiglio CEE n. 159 160,161 del 17 aprile 1972 e n. 268 del 28 aprile 1975);

38) legge regionale 8 settembre 1977, n. 25 (Misure di salvaguardia del Pollino);

39) legge regionale 26 novembre 1977, n. 27 (Erogazione dei mezzi finanziari per la concessione dl benefici a favore dei lavoratori delle aziende concessionarie di autoservizi - Protocollo d'intesa);

40) legge regionale 5 gennaio 1978, n. 1 (Misure di protezione delle coste in attesa dell'approvazione del piano urbanistico regionale - Proroga della legge regionale n.14 del 30 agosto 1973 e n. 18 del 28 maggio 1975 con modifiche ed integrazioni);

41) legge regionale 31 maggio 1978, n. 6 (Scioglimento e trasferimento delle funzioni esercitate dagli ECA);

42) legge regionale 18 luglio 1978, n. 10 (Ristrutturazione delle tariffe per le autolinee extraurbane di interesse regionale;

43) legge regionale 18 luglio 1978, n. 16 (Norme transitorie integrative dell'art. 5 della legge regionale 28 febbraio 1977, n. 9 recante “Norme per l'esecuzione delle opere di edilizia scolastica da realizzare con gli speciali intervanti previsti dalla legge 5 agosto1975, n. 412);

44) legge regionale 15 settembre 1978, n. 20 (Erogazione dei contributi straordinari agli enti pubblici ed agli imprenditori privati esercenti autoservizi di linea di concessione regionale);

45) legge regionale 7 dicembre 1978, n. 25 (Rifinanziamento con integrazioni della legge regionale 30 novembre 1977, n. 30 recante: "Interventi straordinari per garantire la copertura finanziaria del maggior onere derivante dall'applicazione del contratto unico nazionale 4 giugno 1976 ai lavoratori delle autolinee concesse alle imprese private");

46) legge regionale 23 dicembre 1978, n. 31 (Estensione all'assegno tabellare al personale assunto dall’Opera Sila - ente di sviluppo in Calabria a seguito di pubblico concorso);

47) legge regionale 29 dicembre 1978, n. 32 (Fondo straordinario per l'intervento regionale integrativo alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044 relativa al piano quinquennale per l'istituzione di asili nido comunali con il concorso dello stato);

48) legge regionale 24 febbraio 1979, n. 2 (Disciplina degli interventi - delle zone della provincia di Reggio Calabria colpite dagli eventi sismici del marzo-aprile 1978);

49) legge regionale 25 maggio 1979, n. 5 (Misure di salvaguardia del Pollino. Proroga legge regionale 8 settembre 1977, n. 25);

50) legge regionale 26 maggio 1979, n. 6 (Norme per la soppressione dei patronati scolastici e dei consorzi dei patronati);

51) legge regionale 23 ottobre 1979, n. 11 (Modifica dell'art. 1 della legge regionale 3 giugno 1975, n. 27 recante: " Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi di interesse regionale");

52) legge regionale 6 dicembre 1979, n. 12 (Corresponsione "una tantum -" al personale regionale per la mancata trimestralizzazione dell'indennità integrativa speciale per l'anno 1979);

53) legge regionale 31 dicembre 1979, n. 15 (Norme regionali per l'attuazione della legge 28 gennaio 1977, n. 10);

54) legge regionale 28 gennaio 1980, n. 4 (Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano urbanistico regionale - Proroga delle leggi regionali n. 14/1973, 18/1975 e n. 11/978);

55) legge regionale 7 febbraio 1980, n. 5 (Norme sugli immediati interventi in favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali abbattutesi nei giorni 2, 28 e 29 ottobre, 31 dicembre 1979 e 1, 2 e 3 gennaio 1980);

56) legge regionale 31 marzo 1980, n. 6 (Provvidenze a favore dei Comuni della provincia di Cosenza colpiti dal terremoto dei giorni 20 e 21 febbraio 1980 - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 5 del 7 febbraio 1980);

57) legge regionale 8 maggio 1980, n. 7 (Concessione acconto al personale in attesa dell'applicazione dell'accordo nazionale dei dipendenti regionali);

58) legge regionale 24 maggio 1980, n. 13 (Applicazione della legge n. 33 del 29 febbraio 1980 relativa all'occupazione giovanile);

59) legge regionale 30 maggio 1980, n. 15 (Disposizioni sull'ordinamento dei livelli funzionali e sul trattamento giuridico ed economico degli impiegati regionali. Recepimento dell'accordo relativo al contratto nazionale per il personale delle regioni a statuto ordinario, per il periodo 1° gennaio 1976 - 31 dicembre 1978);

60) legge regionale 2 giugno 1980, n. 20 (Norme in materia urbanistica - Delega);

61) legge regionale 2 giugno 1980, n. 24 (Interventi straordinari per garantire la copertura finanziaria del maggiore onere derivante dall'applicazione del contratto unico nazionale 4 giugno 1976 ai lavoratori delle autolinee concesse alle imprese private - Integrazione alla legge regionale n. 30/1977);

62) legge regionale 2 giugno 1980, n. 27 (Delega in materia di agricoltura e foreste);

63) legge regionale 2 giugno 1980, n. 28 (Rifinanziamento e successive modificazioni della legge regionale n. 27 del 3 giugno 1975 - Interventi straordinari per il rinnovo del parco autobus degli autoservizi d'interesse regionale);

64) legge regionale 2 giugno 1980, n. 30 (Contributi a favore delle cooperative a proprietà indivisa);

65) legge regionale 19 dicembre 1980, n. 34 (Provvedimenti urgenti in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del novembre 1980);

66) legge regionale 9 maggio 1981, n. 4 (Provvidenze in favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nel mese di gennaio 1981);

67) legge regionale 15 giugno 1981, n. 9 (Recepimento del secondo accordo contrattuale nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario - Modifiche e integrazioni della legge regionale 30 maggio 1980, n. 15);

68) legge regionale 14 luglio 1981, n. 12 (Modifiche alla legge regionale 9 maggio 1981, n. 4 recante: “Provvidenze in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali nel mese di gennaio 1981);

69) legge regionale 14 luglio 1981, n. 13 (Proroga delle leggi regionali n. 25/1977 e n. 5/1979 - Misure di salvaguardia del Pollino);

70) legge regionale 14 settembre 1981, n. 16 (Autorizzazione delle spese occorrenti per il finanziamento di un piano triennale relativo al completamento di opere in corso ed alla realizzazione di opere igieniche, viabilità provinciale e comunale ed edilizia scolastica);

71) legge regionale 19 novembre 1982, n. 14 (Scioglimento dei consorzi anticoccidici di Reggio Calabria e di Corigliano Calabro e conseguente assorbimento da parte dell’Osservatorio regionale per le malattie delle piante);

72) legge regionale 4 febbraio 1983, n. 5 (Contributi per gli investimenti dei trasporti pubblici d'interesse regionale e locale);

73) legge regionale 11 luglio 1983, n. 24 (Erogazione dei mezzi finanziari per la concessione di benefici a favore dei lavoratori delle aziende concessionarie di autoservizi. Applicazione contratti nazionali 4 giugno 1976 e 24 gennaio 1979);

74) legge regionale 23 marzo 1984, n. 3 (Delega in materia di agricoltura – Proroga termini);

75) legge regionale 23 marzo 1984, n. 4 (Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano urbanistico regionale - Proroga delle leggi regionali nn. 14/1973, 18/1975, 1/1978, 4/1980 e 4/1982);

76) legge regionale 28 maggio 1984, n. 13 (Assestamento delle passività delle aziende agricole colpite dalla prolungata siccità);

77) legge regionale 22 novembre 1984, n. 34 (Norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico dei dipendenti regionali della Calabria, in applicazione dell'accordo relativo al contratto nazionale di lavoro per il personale delle Regioni a statuto ordinario e degli enti pubblici non economici da essi dipendenti per il periodo 1983/1985);

78) legge regionale 22 novembre 1984, n. 35- (Scioglimento dell'Associazione CIAPI Centri Interaziendali di Addestramento Professionale per l'Industria - di Catona e Crotone);

79) legge regionale 2 gennaio 1985, n. 1 (Passaggio nel ruolo regionale del personale comandato ai sensi dell'articolo 63 della legge 20 maggio 1982, n. 270);

80) legge regionale 14 marzo 1985, n. 11 (Definizione rapporto di lavoro personale precario);

81) legge regionale 28 marzo 1985, n. 12 (Delega in materia di agricoltura -Proroga dei termini);

82) legge regionale 22 aprile 1985, n. 20 (Misure di protezione delle coste in attesa dell'applicazione del piano urbanistico regionale - Proroga delle leggi regionali nn. 14/1973, 18/1975, 1/1978, 4/1980, 4/1982 e 4/1984);

83) legge regionale 2 maggio 1985, n. 25 (Disposizioni per la corresponsione ai Comuni del contributo per le concessioni in sanatoria);

84) legge regionale 3 marzo 1986, n. 5 (inquadramento infermieri generici e psichiatrici delle Unità Sanitarie Locali - Riqualificati ex Legge 3 giugno 1980, n. 243 e mediante corsi normali);

85) legge regionale 4 aprile 1986, n. 13 (Costituzione Ente Autonomo Fiera di Reggio Calabria e approvazione Statuto);

86) legge regionale 14 aprile 1986, n. 14 (Interventi per l'edilizia finalizzata al diritto allo studio universitario);

87) legge regionale 16 aprile 1986, n. 16 (Contributi alle Comunità montane, ai Comuni e Consorzi di Comuni per attività divulgative della cultura e della informazione televisiva);

88) legge regionale 10 luglio 1987, n. 20 (Personale assunto a contratto ai sensi della legge regionale 9 gennaio 1977 n. 4 - Integrazione dell'articolo 44 della legge regionale 30 maggio 1980, n. 15);

89) legge regionale 8 aprile 1988, n. 9 (Istituzione di una Commissione di inchiesta per l'accertamento di eventuali responsabilità politiche e amministrative nei ritardi per la costruzione del porto di Bagnara Calabra);

90) legge regionale 12 aprile 1988, n. 12 (Centri Interaziendali Addestramento Professionale per l'Industria (C.I.A.P.I.) di Catona e Crotone. Personale a tempo indeterminato. Modificazioni della legge regionale 22 novembre 1984, n. 35);

91) legge regionale 11 aprile 1988, n. 14 (Norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale regionale in attuazione dell'accordo nazionale per il triennio 1985/1987);

92) legge regionale 1 dicembre 1988, n. 26 (Commissione speciale d'inchiesta sulle attività di forestazione in Calabria);

93) legge regionale 22 dicembre 1989, n. 15 (Modifica all'articolo 2 della legge regionale 1 dicembre 1988, n. 26 recante: 'Commissione speciale di inchiesta sulle attività di forestazione in Calabria');

94) legge regionale 20 aprile 1990, n. 25 (Celebrazione del IX Centenario di fondazione della Certosa di Serra San Bruno);

95) legge regionale 5 maggio 1990, n. 37 (Scioglimento del Consorzio per il nucleo di sviluppo industriale del Golfo di Policastro con sede in Maratea);

96) legge regionale 5 maggio 1990, n. 38 (Interventi urgenti e straordinari contro l'inquinamento da rifiuti);

97) legge regionale 5 maggio 1990, n. 45 (Programma di alienazione degli alloggi di proprietà degli istituti Autonomi per le Case Popolari e dei Comuni);

98) legge regionale 2 maggio 1991, n. 6 (Integrazione alla legge regionale n. 30 del 5 maggio 1990 -Norme sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale in attuazione dell'accordo nazionale per il triennio 1988/90);

99) legge regionale 5 agosto 1991, n. 13 (Norme per l'inquadramento del personale trasferito dalla Cassa per il Mezzogiorno a norma dell'art. 147 del T.U. 6 marzo 1978, n. 218.).

Proposta di legge numero 43/9^, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-2012 a norma dell'art. 22 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8” (Del. n.47)

Articolo 1

(Residui attivi e passivi)

1. Sulla base della ricognizione dei residui attivi e passivi effettuata a norma degli articoli 41 e 52 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, e dei dati definitivi risultanti dal rendiconto generale dell'esercizio finanziario 2009, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 416 del 7 giugno 2010, è disposto l'aggiornamento dei dati presunti relativi ai residui attivi e passivi riportati rispettivamente negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2010 - approvati con l'articolo 3 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10 - come di seguito specificato:

a) il totale dei residui attivi delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2010, al netto delle contabilità speciali, risulta essere determinato definitivamente in euro 4.972.239.213,91;

b) il totale dei residui attivi delle contabilità speciali al 1° gennaio 2010 risulta essere determinato definitivamente in euro 376.327.523,87;

c) il totale dei residui passivi delle unità previsionali di base al 1° gennaio 2010, al netto delle contabilità speciali, risulta essere determinato definitivamente in euro 1.586.151.765,16;

d) il totale dei residui passivi delle contabilità speciali al 1° gennaio 2010 risulta essere determinato definitivamente in euro 77.157.806,42.

2. Le differenze tra l'ammontare dei residui definitivi determinati al 1° gennaio 2010 e l'ammontare dei residui presunti riportato negli stati di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2010, approvato con la citata legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10, sono indicate a livello di UPB nelle allegate tabelle "A" e "B” 1^ colonna.

3. Il fondo di cassa presso il Tesoriere al 1° gennaio 2010 risulta essere determinato in euro 225.402.700,00.

Articolo 2

(Saldo finanziario alla chiusura dell'esercizio 2009)

1. Per effetto degli aggiornamenti di cui all'articolo 1, il saldo finanziarlo positivo alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009 risulta essere determinato definitivamente in euro 3.910.659.866,20.

2. Il predetto saldo è utilizzato per come di seguito specificato:

- euro 3.423.273.604,71 per la reiscrizione in bilancio delle economie di spesa dell'esercizio 2009 finanziate con fondi assegnati con vincolo di destinazione così come indicato nella parte A dell'allegato 1 al bilancio;

- euro 213.710.127,89 per la copertura dei residui perenti così come indicato nella parte B dell'allegato 1 al bilancio;

- euro 273.676.133,60 per la copertura di spese finanziate con la quota di disponibilità residua, così come indicato nella parte C dell'allegato 1 al bilancio.

Articolo 3

(Residui perenti)

1. L'importo complessivo degli impegni di spesa assunti negli esercizi precedenti in perenzione amministrativa alla chiusura dell'esercizio 2009, risulta essere definitivamente determinato in euro 356.183.546,49 di cui euro 160.412.478,24 di parte corrente ed euro 195.771.068,25 di parte in conto capitale.

2. L'importo complessivo da iscrivere nelle apposite UPB dello stato di previsione della spesa 8.3.01.01 (parte corrente) e 8.03.01.02 (parte in conto capitale), relativo ai residui in perenzione amministrativa che si prevede possano essere reclamati dai creditori nel corso dell'esercizio finanziario 2010, è determinato in euro 213.710.127,89, di cui euro 96.247.486,94 di parte corrente (capitolo 7003101) ed euro 117.462.640,95 di parte in conto capitale (capitolo 7003201).

Articolo 4

(Bilancio annuale - Stato di previsione dell'entrata e della spesa)

1. Nello stato di previsione di competenza e di cassa delle unità previsionali di base della parte entrata e della parte spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2010 - approvato con legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10 - sono introdotte le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e "B", 2^ e 3^ colonna.

2. Le variazioni di competenza di cui al comma 1 comprendono le economie di spesa derivanti dal riaccertamento di residui passivi ed in perenzione amministrativa inerenti a stanziamenti di spesa finanziati da assegnazioni con vincolo di destinazione, che sono riprodotte nel bilancio 2010 attraverso l'allegato 1 alla citata legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10, che viene riformulato, rispetto alla stesura precedente, nei termini di cui al documento allegato alla presente legge.

3. Le variazioni di competenza di cui al comma 1 comprendono inoltre le modifiche 1 apportate agli stanziamenti di bilancio con le disposizioni di cui ai successivi articoli.

Articolo 5

(Rimodulazione delle spese di funzionamento per l'anno 2010)

1. Alle autorizzazioni di spesa relative a spese di funzionamento autorizzate con legge di bilancio sono apportate le variazioni compensative indicate nella tabella 1 allegata alla presente legge.

Articolo 6

(Riduzione della autorizzazione di spesa di cui alla legge finanziaria)

1. Alle autorizzazioni di spesa relative a disposizioni di legge la cui quantificazione è demandata alla legge finanziaria regionale, approvate con le tabella C di cui all'articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 9, sono apportate le variazioni indicate nella tabella 2 allegata alla presente legge.

2. Le economie derivanti dalla disposizione di cui al precedente comma sono utilizzate per la parziale copertura della manovra finanziaria approvata con la presente legge.

Articolo 7

(Riduzione di spese autorizzate dalla legge regionale n. 8/2010)

1. Il comma 7 dell'articolo 5 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è abrogato.

2. Sono abrogati gli articoli 7 e 8 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8.

3. L'articolo 9 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è così sostituito:

"1. Al fine di dare compiuta attuazione all’Accordo di Programma Stato Regione dell'11 febbraio 2000, il Consiglio Regionale impegna la Giunta ad attivare le procedure necessarie per l'assegnazione definitiva delle risorse di cui all'articolo 7 del citato Accordo di Programma ed a relazionare sull'esito del procedimento entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.

2. Conclusa l'attuazione di quanto previsto al comma 1, al solo fine di assicurare la regolarità e la continuità dei servizi esercitati da Ferrovie della Calabria Srl sulla base del disposto di cui all'articolo 18, comma 3bis, del decreto Legislativo n. 422/97, potrà essere riconosciuto alla predetta società, con appendice al contratto di servizio ed a titolo di acconto, l'importo annuo di euro 2.500.000,00 per massimo di 10 annualità a decorrere dall'esercizio finanziario 2011.

3. L'erogazione degli acconti annui di cui al comma precedente sarà sospesa all'esito dell'effettivo trasferimento alla Regione Calabria delle risorse accertate che, dopo i necessari conguagli a detrarre dalle annualità già corrisposte, saranno attribuite a Ferrovie della Calabria s.r.l per le finalità di cui al presente articolo."

4. I risparmi ottenuti dalle disposizioni di cui ai commi precedenti, pari ad euro 11.800.000,00 per l'esercizio 2010 e ad euro 5.300.000,00 annui per gli esercizi successivi, sono utilizzati in parte per la copertura finanziaria della presente manovra e per la parte restante, pari ad un importo di euro 780.000,00, sono destinati al finanziamento della legge regionale 2 febbraio 2004, n. 1, recante "Politiche regionali per la famiglia", con allocazione all’UPB 6.2.01.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010.

Articolo 8

(Nuove autorizzazioni di spesa)

1. Il disegno di legge di riforma delle competenze e delle funzioni nonché di riorganizzazione territoriale delle Comunità montane di cui all'articolo 1, comma 2, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, deve comportare un impegno annuale complessivo a carico del bilancio regionale di almeno 8 milioni di euro. Nelle more del completamento di tale riforma, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è incrementata di euro 4.000.000,00. Tale importo è destinato esclusivamente alla sola retribuzione del personale secondo i criteri tabellari retributivi.

2. L'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8, allocata all'UPB 3.2.02.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010, è incrementata di euro 300.000,00.

3. Una quota delle risorse spettanti alla Regione Calabria per l'esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia ambientale, ai sensi dell'articolo 70 del D.lgs 31.03.1998, n. 112, relativi all'annualità 2010, già erogate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è trasferita per un importo di euro 2.000.000,00 al Commissario Delegato per il Superamento della Situazione di Emergenza nel Settore dei Rifiuti Urbani nel Territorio della Regione Calabria, per lo svolgimento delle funzioni previste dall’OPCM 16 gennaio 2009, n. 3731 e dal DPCM 18 dicembre 2009. Il Commissario Delegato è tenuto a presentare in via preventiva al Dipartimento "Politiche dell’Ambiente" della Regione Calabria un piano di attività e di iniziative, da sottoporre al parere della Commissione competente, da esprimersi entro 30 giorni. Il Commissario Delegato ha l'obbligo di rendicontare allo stesso Dipartimento l'utilizzo delle risorse assegnate.

4. Al fine di concorrere al ripianamento delle perdite relative all'anno 2009 della Società di Gestione per l'Aeroporto dello Stretto (S0.G.A.S) S.p.A., accertate in sede di approvazione del relativo bilancio nella assemblea dei soci del 15 maggio 2010, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2010 la spesa, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale (6,72 per cento), di euro 158.691,12 con allocazione all'UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010.

5. La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare il diritto di opzione ed a sottoscrivere, in proporzione alle azioni possedute (6,72 per cento), l'aumento di capitale sociale della Società di Gestione per l'Aeroporto dello Stretto (S0.G.A.S) S.p.A. - deliberato nella stessa Assemblea dei soci nella seduta del 15 maggio 2010 - per complessivi euro 126.838,32, con allocazione all'UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010.

6. Al fine di concorrere al ripianamento delle perdite relative all'anno 2009 della Società Aeroporto Sant'Anna S.p.A, accertate in sede di approvazione del relativo bilancio nella assemblea dei soci del 29 giugno 2010, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2010 la spesa, in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale (14,11 per cento), di euro 161.824,00 con allocazione all'UPB 2.3.01.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010.

7. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto dai precedenti commi 4, 5 e 6, nel rispetto delle norme comunitarie concernenti la concorrenza ed il regime degli aiuti di Stato e subordinatamente alle relative procedure.

8. L'autorizzazione di spesa di cui al capitolo 1007101 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010, allocata all'UPB 1.2.04.03 dello stato di previsione della spesa, è incrementata di euro 10.000,00, da destinare a spese per acquisto di pubblicazioni ed altra documentazione necessaria al funzionamento dell'ufficio Legislativo della Giunta regionale, istituito con Regolamento regionale n. 8 del 10 maggio 2010.

Articolo 9

(Bilancio del Consiglio Regionale)

1. L'autorizzazione di spesa di cui all’UPB 1.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010, disposta con l'articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10 e relativa alla erogazione di fondi al Consiglio Regionale è incrementata di euro 5.000.000,00.

2. Una quota di tale importo, equivalente ai risparmi derivanti dalle misure di contenimento della spesa di cui alla deliberazione del Consiglio Regionale n. 4 del 26 maggio 2010, determinati per l'anno 2010 in euro 520.000,00 e per gli anni 2011 e successivi in euro 1.250.000,00, sono destinati al finanziamento della legge regionale 2 febbraio 2004, n. 1, recante "Politiche regionali per la famiglia", con allocazione all’UPB 6.2.01.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2010 e pluriennale 2010-2012.

3. Il punto 3 del comma 5 dell’articolo 1 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 7 è abrogato.

4. Il Consiglio Regionale, con proprio atto, apporta le conseguenti modifiche al proprio bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2010, approvato con deliberazione n. 93 del 23 dicembre 2009.

Articolo 10

(Programma Stages)

1. L'articolo 14 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 è sostituito dal seguente:

"1. Al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dei giovani impegnati nel "Programma Stages" di cui all'articolo 5 della legge regionale 19 aprile 2007, n. 8, di integrazione e modifica della legge regionale 12 novembre 2004, n. 26, la Regione eroga un contributo annuo di euro 10.000,00 a favore degli Enti che si impegnano a stipulare, con ogni stagista che abbia concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Regolamento di cui alla deliberazione dell'ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 49 del 9 luglio 2007, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro, concertate attraverso uno specifico protocollo d'intesa stipulato tra la Giunta regionale, il Consiglio regionale e gli Enti fruitori.

2. E' istituito un tavolo tecnico tra Giunta regionale, Consiglio regionale ed Enti interessati per stabilire le modalità e i tempi d'attuazione ai sensi del successivo comma 3.

3. La Giunta regionale, per accertare la potenziale platea delle unità coinvolte e quantificare le risorse occorrenti, indice una manifestazione di interesse rivolta agli Enti fruitori allargata a tutte le eventuali ulteriori Amministrazioni Pubbliche del Comparto Regioni-Autonomie Locali che intendessero utilizzare ai sensi del comma 1 gli stagisti in argomento.

4. Alla relativa copertura finanziaria, stimata per l'esercizio finanziario 2010 in euro 200.000,00, si provvede con le risorse allocate all’UPB 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

5. Per l'esercizio finanziario relativo all'anno 2011 la Giunta regionale quantificherà le risorse occorrenti in base alla manifestazione di interesse presentata dagli Enti interessati."

Articolo 11

(Riallocazione nel bilancio 2010 di economie 2009)

1. Al fine di garantire il cofinanziamento a carico del bilancio regionale del programma di sostegno alla cooperazione regionale - Accordo di programma quadro 'Balcani - Mediterraneo', la somma di euro 120.575,25, non utilizzata nel corso dell'esercizio finanziario 2009, è riprodotta nel bilancio di competenza 2010, con allocazione all’UPB 2.4.02.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

2. La somma destinata ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 4, della legge regionale 2 marzo 2005, n. 8 al parziale finanziamento dei progetti presentati a seguito della manifestazione di interesse per il settore editoria e stampa dei giornali a valere sulla misura 2.1 del Pop Calabria 1994-99 - non utilizzata nel corso degli esercizi finanziari 2006 e 2007 - è riprodotta nel bilancio di competenza 2010 per l'importo di euro 3.329.580,26, con allocazione all’UPB 2.2.02.02 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

3. La somma destinata al fondo unico per la cultura di cui all'articolo 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, non utilizzata nel corso dell'esercizio 2009, è riprodotta nel bilancio di competenza 2010 per l'importo di euro 2.000.000,00, con allocazione all’UPB 5.2.01.02 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

4. Le somme destinate al cofinanziamento, in ragione del 5 per cento, dei programmi di investimento relativi alla ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico di cui all'articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 - non utilizzate nel corso degli esercizi precedenti – sono riprodotte nel bilancio di competenza 2010 per l'importo di euro 1.200.000,00 con allocazione all’UPB 6.1.06.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

5. La somma di euro 7.068.572,00 destinata al cofinanziamento a carico del bilancio regionale per l'attivazione di opere di edilizia scolastica autorizzato con l'articolo 3, comma 4, della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15, non utilizzata nel corso dell'esercizio 2009, è riprodotta nel bilancio di competenza 2010, con allocazione all’UPB 4.2.01.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.

Articolo 12

(Destinazione delle somme restituite dall'ARDIS di Reggio Calabria)

1. L'importo di euro 4.136.532,60 - restituito nel corso dell'esercizio finanziario 2010 alla Regione dall'Ardis di Reggio Calabria per effetto delle disposizioni di cui all'articolo 11 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 - è destinato per euro 2.031.218,09 all'università Mediterranea di Reggio Calabria per lo svolgimento delle funzioni in materia di diritto allo studio universitario, per euro 1.392.814,51 per far fronte agli oneri derivanti dal contenzioso già pendente alla data di completamento delle operazioni di liquidazione dell’ARDIS di Reggio Calabria o che trovi comunque fondamento nelle attività pregresse dell’Agenzia, e per euro 712.500,00 per far fronte agli oneri derivanti dalla locazione del Cine Teatro Siracusa di Reggio Calabria.

2. L'importo di euro 1.392.814,51 destinato alla copertura degli oneri derivanti dal contenzioso di cui al comma precedente, può essere parimenti erogata all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, previa adozione degli atti necessari a formalizzare l'impegno da parte dello stesso Ateneo a subentrare sostanzialmente e processualmente nel contenzioso in argomento.

Articolo 13

(Copertura finanziaria somme pignorate)

1. Al fine di garantire la copertura della spesa, diversa da quella inerente al servizio sanitario regionale - derivante da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2009, di cui ai residui attivi accertati nel capitolo 60000041 dell'entrata del bilancio relativo all'esercizio finanziario 2010 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2010 la spesa di euro 6.000.000,00, con accantonamento nell'apposito fondo di riserva di cui all’UPB 8.2.01.04 (capitolo 82010415) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2010.

2. La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprio atto il prelevamento di somme dal fondo di riserva di cui al precedente comma e la loro iscrizione nei corrispondenti capitoli di bilancio, al fine di regolarizzare le relative obbligazioni dopo che l’Avvocatura regionale trasmetterà alla Ragioneria Generale i dati necessari per I'individuazione del beneficiario e della natura della spesa.

Articolo 14

(Incremento dell'autorizzazione alla contrazione di mutui)

1. L'autorizzazione alla contrazione di mutui recata dall'articolo 6, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10 è incrementata di euro 45.914.854,86.

2. Ai maggiori oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al comma 1, si provvede con le somme iscritte nell'ambito delle disponibilità dell'UPB 1.2.04.09 dello stato di previsione della spesa del bilancio annuale 2010 e successivi.

3. L'elenco delle spese iscritte nel bilancio di previsione 2010 da finanziarsi con mutuo o altre forme di indebitamento è indicato nell'apposito allegato 3, che viene riformulato, rispetto alla stesura precedente approvata con l'articolo 15 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10, nei termini di cui al documento allegato alla presente legge.

Articolo 15

(Bilancio pluriennale)

1. Nella parte entrata e spesa del bilancio pluriennale 2010-2012, approvato con l'articolo 12 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 10, sono introdotte, per il triennio 2010-2012, le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e " B del bilancio pluriennale.

Articolo 16

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul bollettino Ufficiale della Regione.

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 38/9^, recante: “ Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS. 2011/2012 – 2015/2016” (Del. n. 48)

“Il Consiglio regionale

visto il D.P.R. 18 giugno 1988, n. 233, recante: "Regolamento per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organi funzionali dei singoli istituti, a norma dell'art. 21 della legge 16 luglio 1997, n. 59;

visto il Dlgs 31 marzo 1998, n. 112, recante: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione della legge 59/1997;

visto, nello specifico, l'art. 138 del Dlgs 112/98 che attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione dell'offerta formativa integrata e dell'organizzazione della rete scolastica;

vista la legge 6 agosto 2008, n. 133, articolo 64;

vista la legge regionale 12 agosto 2002, n. 34, concernente il "Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali";

considerata l'esigenza di procedere all'approvazione degli indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 481 del 28 giugno 2010;

visto il parere della 3^ Commissione espresso nella seduta del 29 luglio 2010;

delibera

di approvare la proposta concernente "Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria per il quinquennio AA.SS. 2011/2012 – 2015/2016 , che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

 

Allegato alla Deliberazione n. 48 del 4 agosto 2010

"Indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria" per il quinquennio aa.ss. 2011/2012 – 2015/2016.

Premesse

Gli indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa della regione Calabria producono i loro effetti a decorrere dall'anno scolastico 2011/2012 ed hanno validità quinquennale e s'intendono dinamicamente adeguati alla normativa di settore che regola la materia e conseguentemente aggiornati in modo automatico.

Tali indirizzi sono predisposti in un contesto normativo non completamente e compiutamente definito. Infatti non si è ancora concluso il processo di attuazione del titolo V di cui alla legge 31/2001 che, per l'istruzione, riserva alla potestà legislativa esclusiva statale la determinazione “dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale" e delle "norme generali sull'istruzione" e riconosce alle Regioni una competenza concorrente nelle politiche educative ed esclusiva nelle politiche formative.

Nel contempo, la sentenza della Corte Costituzionale n. 200 del 2 luglio 2009 ha dichiarato la illegittimità costituzionale delle lettere f-bis) e f-ter) del c o m a 4 dell'art. 64 del dlgs. n. 112 del 2008, aggiunte entrambe dalla relativa legge di conversione n. 133 del 2008 relative alla definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica, poiché si è in presenza di disposizioni che non sono riconducibili alla categoria delle norme generali di cui all'art. 117, comma 2, lettera n) della Cost., e non possono, quindi, formare oggetto di disciplina regolamentare da parte dello Stato.

Sono, invece, pienamente operativi gli artt. 138 e 139 del decreto legislativo 112/98 che consentono alle Regioni e agli Enti locali di intervenire sul dimensionamento e l'organizzazione della rete scolastica e dell'offerta formativa.

Inoltre, ai sensi dell'art. 1, comma 2, del D.P.R. n. 81 del 20 marzo 2009, le disposizioni contenute nel D.P.R. 18 giugno 1998 n. 233, concernenti i criteri generali, i parametri ed i tempi per il dimensionamento della rete scolastica e per la correlata programmazione dell'offerta formativa, restano, al momento, confermate anche in funzione dei tempi e delle procedure finalizzate all'avvio dell'anno scolastico 2011/2012.

Fermo restando il su accennato quadro di riferimento, si ritiene di dover sottolineare che il dimensionamento della rete scolastica e l'attività di programmazione dell'offerta formativa, a livello regionale, devono essere in ogni caso compatibili con la consistenza della dotazione organica assegnata a ciascuna Regione in base alla normativa vigente.

La determinazione delle dotazioni organiche complessive costituisce infatti competenza esclusiva dello Stato, come ribadito dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 200/2009 (punto 34) e come peraltro già previsto dall'art. 138 c o m a 1, lett. b) del dlgs. n. 112/1998, che attribuisce alle Regioni la competenza sulla programmazione della rete scolastica "nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie".

Nell'a.s. 2010/2011 gli indirizzi di studio e relative articolazioni previsti dal riordino del secondo ciclo, hanno trovato coerente corrispondenza e conseguente confluenza tutti gli indirizzi di studio preesistenti, sia di ordinamento che sperimentali, questi ultimi ricondotti peraltro ad ordinamento dal regolamento ministeriale di cui al D.M. n. 234/2000, nonché i relativi diplomi conclusivi nei percorsi formativi.

Si ritiene necessario procedere alla definizione di nuovi indirizzi regionali per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa della Regione Calabria i cui interventi decorrono a partire dall'a.s.. 2011/12 e fino all'a.s. 2015/2016. Gli interventi dovranno perseguire i seguenti due obiettivi principali:

1) integrazione degli interventi di programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa con i criteri di formazione delle classi e i criteri e i parametri per la determinazione complessiva degli organici, che rientrano nelle "Norme generali sull'Istruzione" di pertinenza esclusiva dello Stato;

2) ampliamento dell'offerta Formativa ed, in particolare, per il II ciclo di istruzione, creando le condizioni necessarie per favorire nuovi sbocchi occupazionali ed universitari per i giovani diplomati correlando gli interventi ai settori economici e produttivi rispetto ai quali la Regione possiede enormi potenzialità di sviluppo.

In concreto, in relazione all'avvio del nuovo impianto ordinamentale del secondo ciclo, questo Assessorato, fermo restando il pieno rispetto delle competenze delle Regioni, ha già attivato le opportune interlocuzioni con l'ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, al fine di ricevere ogni utile collaborazione e supporto nell'ottica di una sollecita definizione della programmazione della rete scolastica e dell'offerta formativa.

In tale ottica le Articolazioni Territoriali provinciali dell'U.S.R. offriranno alle Province il loro contributo per l'individuazione delle condizioni necessarie per l'attivazione delle opzioni, previste per alcune tipologie di Istituti dalla Riforma degli ordinamenti del secondo ciclo, sempre ovviamente nel rispetto dei vincoli correlati alla consistenza delle dotazioni di organico.

Finalità

Il dimensionamento rappresenta l'atto fondamentale della organizzazione della rete scolastica e della programmazione dell'offerta formativa sul territorio.

Pertanto le modifiche all'assetto e alla localizzazione delle strutture scolastiche, come definito dal Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche statali e delle successive integrazioni, devono essere proposte secondo quanto previsto di seguito:

1) Tali modifiche devono porsi obiettivamente come necessarie ed indilazionabili e devono essere finalizzate essenzialmente al riequilibrio ed alla risistemazione degli assetti preesistenti, al fine di pervenire alla definizione degli assetti preesistenti, al fine di pervenire alla definizione di assetti organizzativi stabili nel tempo.

2) Offrire a ciascuna comunità locale una pluralità di scelte articolate sul territorio.

3) I diversi tipi di aggregazione previsti dalla normativa vigente devono essere utilizzati per costituire sul territorio reti, le cui maglie fungano da sostegno per i bisogni di istruzione e socializzazioni dei giovani.

4) L'istituto comprensivo è unanimemente riconosciuto come un fattore importantissimo per migliorare la qualità dell'insegnamento, in quanto consente di impostare, dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria di primo grado e secondo grado, un curriculum di apprendimenti progressivi calibrato sull'effettiva necessità e possibilità dei singoli alunni, senza interruzioni burocratiche che costituiscono notevoli ostacoli al percorso scolastico.

5) Ampliare l'offerta formativa sul territorio con particolare riferimento agli istituti secondari di II Grado attraverso:

a. la soppressione di indirizzi di studio non più rispondenti alle esigenze formative degli studenti, alle scelte delle famiglie, all'evoluzione delle scienze, della tecnologia e della didattica, agli sbocchi professionali; i provvedimenti di soppressione sono comunque subordinati al preventivo accertamento della possibilità, per gli alunni, di frequentare altre scuole, tenuto conto della distanza, della sostenibilità dei tempi di percorrenza, in relazione all'età e ai diversi gradi di scuole.

b. l'avvio di nuovi indirizzi finalizzando i processi di riforma all'incremento/differenziazioni dell'opportunità di apprendimento, alla diminuzione dell'insuccesso scolastico e del drop-out, al potenziamento dei processi di orientamento e riorientamento, alla valorizzazione degli interessi e alle attitudini di ciascuno studente;

c. l'istituzione di nuovi indirizzi di studio per conseguire una più razionale ed efficace distribuzione dell'offerta formativa locale e per garantire l'esercizio del diritto di scelta degli studenti e delle famiglie;

d. sviluppare l'alternanza scuola-lavoro di cui al D.lgs 15 aprile 2005 n.77, come metodo curriculare, del fare scuola, anche al fine di "imparare ed intraprendere";

e. opportuni interventi sugli istituti con un numero di studenti superiore a 1000.

Tali interventi dovranno prevedere anche un'efficace azione di orientamento nei confronti degli studenti delle scuole medie e perseguire le seguenti ulteriori finalità:

- elevare l'efficacia dell'azione di direzione e gestione dell'istituzione scolastica;

- ottimizzazione della distribuzione degli studenti sul territorio di riferimento;

- riportare il numero degli studenti al di sotto del numero massimo di 900 stabilito dalla norma evitando sdoppiamenti;

- ridurre la mobilita degli studenti;

- ridurre il problema e i costi dei trasporti.

A) Organizzazione della rete scolastica

La funzione di organizzazione della rete scolastica riguarda sia la complessiva organizzazione della rete, sia interventi parziali, comprendendo anche le azioni di istituzione, aggregazione, fusione e soppressione di scuole.

I suddetti interventi devono necessariamente:

- garantire il rispetto del principio di uguaglianza e pluralità di scelte nell'accesso all'offerta formativa nonché una distribuzione efficace del personale tra le istituzioni scolastiche, un utilizzo e una gestione ottimale degli edifici e delle attrezzature scolastiche, migliore fruibilità dei servizi per l'accesso e la frequenza;

- integrarsi con i criteri di formazione delle classi e i criteri e i parametri per la determinazione complessiva degli organici, che rientrano nelle "Norme generali sull’istruzione" di pertinenza esclusiva dello Stato;

- risultare in ogni caso compatibili con la consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione in base alla normativa vigente.

Parametri e criteri

L'organizzazione della rete scolastica deve tenere conto dei seguenti parametri (DPR 233/98):

a) le istituzioni scolastiche, per acquisire e mantenere l'autonomia, devono avere un numero di alunni compreso tra 500 e 900.

Una istituzione scolastica manterrà la personalità giuridica pur perdendo un segmento o ordine di scuola, purché raggiunga una popolazione consolidata compresa, appunto, tra i 500 e i 900 alunni, allo scopo di offrire alla comunità locale una pluralità di scelte, articolate sul territorio, che agevolino l'esercizio del diritto all' istruzione;

b) per le istituzioni scolastiche site nei comuni montani (per comuni montani si intendono quelli di cui alla legge 1 marzo 1957, n. 90, richiamati dall'art.1 della legge 25 luglio 1952, n. 991 ed in base alla Direttiva n. 268/75/CEU), o nelle aree geografiche caratterizzate dalla presenza di minoranze linguistiche (riconosciute ai sensi della legge del 15.12 1999, n. 482), il numero minimo di alunni previsto dal precedente punto a) è ridotto fino a 300 alunni;

c) qualora l'istituzione scolastica aggreghi più comuni, è possibile concedere la deroga (300 alunni) solo in presenza di una prevalenza di comuni montani; nel caso in cui il numero dei comuni montani sia uguale a quello dei comuni non montani, la deroga si applica se la popolazione complessiva dei comuni montani supera quella dei comuni non montani;

d) se il riconoscimento della minoranza linguistica riguarda solo una frazione o quartiere del territorio comunale, la deroga non opera per l'intero territorio comunale bensì si applicano i parametri in deroga riferiti ai singoli plessi (o punti di erogazione del servizio) ricadenti nella predetta frazione o quartiere;

e) le province valuteranno la possibilità del mantenimento dei punti di istituzione scolastica anche al di sotto degli standards previsti dalla legge. A tal fine individueranno, su indicazione dei competenti organi dello Stato, i Comuni ad alta intensità criminale, anche sulla base di altri indici di natura giudiziaria, tenuto conto altresì, della programmazione di specifiche azioni educative volte al recupero della dispersione scolastica ed alla definizione di percorsi di legalità effettuati dalle singole istituzioni scolastiche negli anni scolastici immediatamente precedenti;

f) per gli istituti insistenti in aree ad alta densità demografica, per gli istituti comprensivi e per gli istituti di istruzione secondaria di II grado con finalità formative che richiedono beni strutturali, laboratori ed officine di alto valore tecnologico o artistico, può non, essere applicato il numero massimo di 900 alunni di cui al precedente punto a), fatti salvi, per gli istituti superiori, la previa verifica e il rispetto di quanto prevista al punto 5 lett. e) del paragrafo finalità;

g) è consentita la deroga per gli istituti di istruzione di II grado (300 alunni) con indirizzi formativi particolarmente specializzati e a diffusione limitata regionale;

h) gli indici minimi di riferimento previsti dall'articolo 2, comma 3, DPR 18/06/1998 n. 233 (300 alunni) sono applicabili agli istituti secondari di istruzione artistica, professionale e tecnica con indirizzi formativi particolarmente specializzati ed a diffusione limitata nell'ambito nazionale e regionale (art. 2 comma 8). In particolare, devono essere salvaguardati gli Istituti Tecnici Agrari accorpando le sezioni staccate e le sedi coordinate del medesimo indirizzo esistenti nel territorio di riferimento;

i) nell'azione di razionalizzazione della rete scolastica deve essere data priorità alla costituzione di istituti comprensivi di scuole del primo ciclo e della scuola dell'infanzia;

i) l'unificazione degli istituti di II grado, si realizza, prioritariamente, tra istituti della medesima tipologia; si procede ali'unificazione di istituti di diverso ordine o tipo qualora separatamente, non rientrano nei parametri di cui ai punti a) e b) e assumono la denominazione di "istituti di istruzione secondaria superiore";

m) è preclusa la verticalizzazione di nuovi istituti di istruzione di I e II grado;

n) in ciascun istituto di istruzione di II grado dovranno funzionare indirizzi quanto più possibile omogenei.

Strumenti

Gli strumenti per la programmazione della rete scolastica sono:

a) L'istituzione;

b) La soppressione;

c) La fusione o unificazione;

d) Lo sdoppiamento;

e) La trasformazione;

f) La diversa aggregazione.

Punti di erogazione del servizio

Per "punti di erogazione del servizio" si intendono i plessi di scuola dell'infanzia, i plessi di scuola primaria, le sezioni staccate di scuola secondaria di primo grado, le scuole coordinate, sezioni staccate e sezioni annesse o aggregate di istruzione secondaria superiore. I parametri per la riorganizzazione dei punti di erogazione del servizio sono i seguenti:

1) i plessi di scuola dell'infanzia sono costituiti in presenza di almeno 30 bambini;

2) i plessi di scuola primaria sono costituiti in presenza di almeno 50 alunni. Nei centri urbani a più alta densità demografica è richiesta la presenza di non meno di due corsi completi;

3) le sezioni staccate di scuola secondaria di I grado sono costituite in presenza di almeno 45 alunni;

4) negli istituti di II grado, le scuole coordinate, le sezioni staccate, le sezioni annesse o aggregate, nonché gli indirizzi di studio e di specializzazioni funzionanti nella medesima sede scolastica, sono costituite con non meno di 20 alunni con la possibile previsione di un corso intero quinquennale;

5) è preclusa la formazione di pluriclassi per tutte le tipologie di scuole. E' tuttavia possibile la previsione di una deroga, previa intesa con l'Assessorato competente, per quei plessi di scuole primarie ubicate in zone periferiche e disagiate, con presenza di dispersione e rarefazione di insediamenti abitativi, per la prevenzione del disagio e della dispersione scolastica.

Per le scuole si-te nei comuni montani e nelle aree geografiche, frazioni o quartieri, caratterizzati dalla presenza di minoranze linguistiche, di cui alla lettera b), c) e d) del punto precedente, sono stabiliti i seguenti parametri:

- i plessi di scuola dell'infanzia sono costituiti in presenza di almeno 20 bambini;

- i plessi di scuola primaria sono costituiti in presenza di almeno 30 alunni;

- le sezioni staccate di scuola secondaria di I grado sono costituite in presenza di almeno 36 alunni;

- le sedi coordinate, le sezioni staccate, le sezioni annesse o aggregate, gli indirizzi di studio funzionanti nella medesima sede scolastica di scuola secondaria di secondo grado sono costituite con non meno di 20 alunni con la previsione di un corso intero quinquennale.

Tuttavia, per ragioni di carattere eccezionale, debitamente motivate e documentate o nel caso in cui si preveda un incremento della popolazione scolastica nel rispetto dei parametri sopra indicati, è consentito di ridurre tali parametri fino al 15%.

Le Province valuteranno la possibilità del mantenimento dei punti di erogazione del servizio anche al di sotto degli standards previsti dalla legge. A tal fine individueranno, su indicazione dei componenti organi dello Stato, i Comuni ad alta densità criminale, anche sulla base di altri indici di natura giudiziaria, tenuto conto altresì, della programmazione di specifiche azioni educative volte al recupero della dispersione scolastica ed alla definizione di percorsi di legalità effettuati dalle singole istituzioni scolastiche negli anni scolastici immediatamente precedenti.

In particolare, nelle motivazioni, i Comuni competenti per le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado dovranno tenere conto dei seguenti criteri:

- considerare la consistenza della popolazione scolastica nell'ambito territoriale di riferimento, rapportata alla disponibilità edilizia esistente, nonché alla idoneità in termini di sicurezza;

- considerare le caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e socio-culturali de! bacino di utenza;

- verificare l'efficacia della configurazione assunta dal servizio scolastico o dei servizi connessi (trasporti, mense, ecc.).

Le Province, competenti per la scuola secondaria di secondo grado, dovranno, a loro volta, attenersi ai seguenti criteri:

- considerare la consistenza della popolazione scolastica nel distretto formativo (ambito) di riferimento;

- verificare la consistenza del patrimonio edilizio e di laboratori;

- considerare l'adeguatezza della rete dei trasporti;

- considerare la possibilità di incentivare la creazione di reti di scuole.

B) Offerta Formativa

A partire dall'anno scolastico 2010/2011 sarà avviata la riforma del riordino complessivo dell'istruzione secondaria di II grado.

Con riferimento alla pianificazione dell'offerta formativa per il quinquennio aa.ss. 2011/2012 - 2015/2016, vengono formulati i seguenti indirizzi:

a) I piani dell'offerta formativa devono essere il risultato di un accordo con i soggetti che a vario titolo operano per lo sviluppo socio-economico del territorio, contribuendo così alla crescita delle conoscenze e delle competenze delle persone che lavorano;

b) I piani dell'offerta formativa individueranno momenti di sinergia tra sistema formativo da un lato, e mondo del lavoro, risorse culturali legate al territorio e sistema della ricerca dall'altro, interagendo con le azioni sviluppate nell'ambito del POR - Fondo Sociale Europeo;

c) I piani dell'offerta formativa dovranno essere fortemente orientati verso i possibili sviluppi occupazionali dell'area di riferimento, incentivando la presenza di strutture scolastiche in grado di attivare corsi di alta specializzazione in sintonia con le particolari destinazioni socio-economiche di quel territorio, favorendo così la costituzione di percorsi formativi integrati con l'offerta di formazione professionale esistente nella medesima area, in previsione dell'avvio del sistema post-secondario;

d) In merito all'istruzione professionale vengono promossi protocolli d'intesa tra la Regione e l’I.T.T.S.R, per definire il ruolo integrativo e complementare che gli istituti professionali dovranno svolgere per la realizzazione di un'offerta formativa coordinata di istruzione e di istruzione e formazione professionale, finalizzata al conseguimento di qualifiche professionali di durata triennale, stabilite a livello nazionale con l'accordo in conferenza Stato-Regioni il 29 aprile 2010, in relazione all'assolvimento del diritto-dovere di cui al Dlgs N. 76/05;

e) I piani dell'offerta formativa dovranno tener conto delle esperienze maturate nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro e della terza area, per favorire l'integrazione tra il sistema scolastico ed il mondo del lavoro.

In relazione all'attuazione della Riforma potrà essere autorizzato:

il completamento dei corsi di studio, il cui avvio in forma di bienni o trienni sia già stato autorizzato in precedenti programmazioni;

la soppressione di indirizzi di studio non più rispondenti alle esigenze formative degli studenti, alle scelte delle famiglie, all'evoluzione delle scienze, della tecnologia della didattica, agli sbocchi professionali con la sostituzione di nuovi indirizzi;

l'istituzione di nuovi indirizzi di studio per conseguire una più razionale ed efficace distribuzione dell'offerta formativa locale e per garantire, l'esercizio del diritto di scelte degli studenti e delle famiglie. I nuovi indirizzi dovranno tener conto dei seguenti criteri:

1) Rispettare le dinamiche demografiche riferite alla fascia corrispondente al ciclo primario e secondario ed i flussi di iscrizioni per le diverse tipologie di indirizzi di studio registrati nel triennio precedente;

2) Verificare la disponibilità di strutture, risorse strumentali e di attrezzature necessarie per l'attivazione del nuovo indirizzo di studio e l’adeguatezza dei trasporti;

3) Verificare l'esistenza di indirizzi affini o identici nell'ambito funzionale e nelle aree geograficamente situate in prossimità dei confini comunali e/o sub comunali;

4) Rispettare i vincoli correlati alla consistenza delle dotazioni di organico;

5) Tenere conto delle vocazioni culturali, produttive, formative ed occupazionali locali.

Procedimento e competenze

Le Province e i Comuni procedono al dimensionamento delle istituzioni scolastiche secondo i parametri e criteri in precedenza indicati, previa acquisizione del parere obbligatorio, non vincolante, delle istituzioni scolastiche interessate, espresso dagli organi collegiali.

Le operazioni di dimensionamento devono essere predisposte da Comuni e Province tramite un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con le istituzioni scolastiche, con le rispettive Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR, con le organizzazioni sindacali e ogni altro soggetto interessato, al fine di favorire la massima partecipazione.

Comuni

I Comuni, competenti per le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado site sul proprio territorio o comunque che interessano la propria popolazione, approvano con apposito atto deliberativo le proposte di piano relative al dimensionamento, provviste dei pareri, obbligatori ma non vincolanti, delle istituzioni scolastiche interessate, e li trasmettono alla Provincia di appartenenza, nei tempi stabiliti dalla Provincia stessa.

Province

Le Province, competenti per le scuole secondarie di II grado, acquisiti i pareri delle istituzioni scolastiche interessate, e sulla base degli atti deliberativi dei Comuni per le scuole del I ciclo d'istruzione, formulano una ipotesi di piano di dimensionamento scolastico provinciale.

Ai fini del mantenimento dell'autonomia non dovrà essere conteggiato il numero degli alunni che andranno a confluire negli istituendi CPIA.

L'ipotesi di piano viene discussa in sede di conferenza provinciale. Alla conferenza provinciale, strumento organizzativo di coordinamento e di concertazione, partecipano i Comuni, l'Articolazione Territoriale Provinciale dell'Ufficio Scolastico Regionale, le OO.SS., le Associazioni dei Dirigenti scolastici, le Comunità Montane ed i rappresentanti dei settori provinciali e regionali della pubblica istruzione e della formazione e lavoro.

I Consigli Provinciali valutati gli esiti della conferenza provinciale, approvano il Piano provinciale di organizzazione della rete scolastica e dell'offerta formativa, e lo trasmettono alla Regione Calabria - Dipartimento II, nonché all'Ufficio Scolastico Regionale, entro il 30 ottobre.

Regione

La Regione, sentito l'Ufficio Scolastico Regionale in merito alla disponibilità di risorse umane e finanziarie, entro 60 gg. dalla ricezione dei Piani provinciali, può esprimere rilievi in ordine alla coerenza degli interventi con i criteri e gli indirizzi regionali, ovvero procedere alla verifica dei Piani provinciali nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 3 dell'art. 139 della legge regionale 34/2002.

In assenza di rilievi, le decisioni contenute nei Piani provinciali hanno effetto dal successivo anno scolastico. La Regione prende atto dei piani provinciali e delibera con successivo atto il piano regionale di dimensionamento.

Ufficio Scolastico Regionale ed Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR

L'Ufficio Scolastico Regionale, in base alla normativa vigente verifica la compatibilità dei Piani provinciali con la consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione ed adotta, in caso di verifica positiva, entro il 31 dicembre 2010, i provvedimenti necessari per dare attuazione ai predetti Piani provincia.

Per il rispetto del suddetto termine è necessario che la Regione inoltri all'USR i Piani sopra citati entro il 20 dicembre 2010.

Le rispettive articolazioni territoriali provinciali dell'USR provvederanno, entro il 31 dicembre 2010, ad effettuare, per la parte di propria competenza, le operazioni meccanografiche all'anagrafe delle istituzioni scolastiche gestita dal Sistema Informativo del M.I.U.R..

Al fine di permettere l'approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano regionale per la programmazione scolastica e l'offerta formativa della Regione Calabria in tempi utili per consentire quindi anche al personale della scuola l'esercizio del diritto di mobilità verso le nuove istituzioni che saranno autorizzate con il prossimo Piano, si invitano tutte le istituzioni coinvolte a rispettare i termini sopra indicati.

Regione

La Regione, sentito l'Ufficio Scolastico Regionale in merito alla disponibilità di risorse umane e finanziarie, entro 60 gg. dalla ricezione dei Piani provinciali, può esprimere rilievi in ordine alla coerenza degli interventi con i criteri e gli indirizzi regionali, ovvero procedere alla verifica dei Piani provinciali nel rispetto delle disposizioni di cui al comma 3 dell'art. 139 della legge regionale 34/2002.

In assenza di rilievi, le decisioni contenute nei Piani provinciali hanno effetto dal successivo anno scolastico. La Regione prende atto dei piani provinciali e delibera con successivo atto il piano regionale di dimensionamento.

Ufficio Scolastico Regionale ed Articolazioni Territoriali Provinciali dell'USR

L'Ufficio Scolastico Regionale, in base alla normativa vigente verifica la compatibilità dei Piani provinciali con la consistenza della dotazione organica assegnata alla Regione ed adotta, in caso di verifica positiva, entro il 31 dicembre 2010, i provvedimenti necessari per dare attuazione ai predetti Piani provinciali.

Per il rispetto del suddetto termine è necessario che la Regione inoltri all'USR i Piani sopra citati entro il 20 dicembre 2010.

Le rispettive articolazioni territoriali provinciali dell'USR provvederanno, entro il 31 dicembre 2010, ad effettuare, per la parte di propria competenza, le operazioni meccanografiche all'anagrafe delle istituzioni scolastiche gestita dal Sistema Informativo del M.I.U.R..

Al fine di permettere l'approvazione da parte del Consiglio regionale del Piano regionale per la programmazione scolastica e l'offerta formativa della Regione Calabria in tempi utili per consentire quindi anche al personale della scuola l'esercizio del diritto di mobilità verso le nuove istituzioni che saranno autorizzate con il prossimo Piano, si invitano tutte le istituzioni coinvolte a rispettare i termini sopra indicati.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 40/9^, recante: “Proroga termini di scadenza del Piano Faunistico Regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003” (Del. n. 49)

“Il Consiglio regionale

premesso che

l'articolo 10, comma 1 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, stabilisce che: “Tutto il territorio nazionale è soggetto a pianificazione faunistica-venatoria…” e al comma 2 del medesimo articolo, dispone che “Le Regioni e le Province con le modalità previste nei commi 7 e 10, realizzano la pianificazione di cui al comma 1 mediante la destinazione differenziata del territorio";

la legge regionale n. 9 del 17 maggio 1996 "Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell'esercizio venatorio" all'articolo 5, comma 2, recita testualmente "La Giunta regionale attua la pianificazione di cui al comma 1 mediante il coordinamento dei piani faunistici-venatori provinciali sulla base dei criteri di cui all’ISPRA ex INFS garantisce l'omogeneità e la congruità.." stabilendo, al successivo comma 4, che "Il Piano Faunistico-Venatorio Regionale ha durata quinquennale...";

con delibera n. 222 del 25 giugno 2003 il Consiglio regionale, in attuazione alle citate norme legislative, ha proceduto all'approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale;

il sopra menzionato Piano è scaduto in data 25 giugno 2008;

con delibera n. 351 dell’8 luglio 2009 il Consiglio regionale ha esteso la validità del Piano sino alla data del 31 gennaio 2010;

ritenuto assicurare la continuità amministrativa e tecnico-gestionale in materia di caccia, ivi compreso l'emanazione del calendario venatorio per la stagione 2010/2011;

visto il parere della 4^ Commissione espresso nella seduta del 2 agosto 2010;

delibera

di estendere la validità del Piano Faunistico Venatorio Regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003 sino all'entrata in vigore del nuovo Piano 2009/2013”.

Mozione numero 6 del 3 agosto 2010 a firma del consigliere Bova: “Sull’immediato ripristino del presidio multisoccorso che opera presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra, attraverso l’erogazione delle somme arretrate”

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che

un presidio multisoccorso opera da circa tre anni presso lo svincolo autostradale della A3 di Bagnara Calabra finalizzato a garantire la sicurezza ed il soccorso di quanti transitano lungo la "Salerno-Reggio Calabria";

lo stesso è stato insediato con ordinanza di Protezione Civile emessa dal Prefetto di Reggio Calabria pro tempore, in qualità di Commissario straordinario, a seguito di una conferenza dei servizi che ha riunito una Commissione speciale - composta da Aci, Anas, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco, personale sanitario - con la previsione della presenza h24 di addetti e dotazione di autoambulanze con personale medico e paramedico, nonché con la predisposizione di una piazzola per elisoccorso;

per le risorse necessarie al funzionamento del presidio (quantificata in duemilioni di euro annui) esisteva un preciso e formale impegno di spesa da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti;

considerato inoltre che:

le somme necessarie alla suddetta attività sono state erogate solo per i primi otto mesi e che dal primo gennaio 2009 ad oggi nemmeno un euro è stato destinato al pagamento del lavoro prestato dal personale assegnato;

a causa di ciò, da qualche mese è cessato il soccorso sanitario;

dal primo di agosto, lo stesso sta avvenendo per il servizio reso dal personale dei Vigili del Fuoco, ivi impegnato a titolo volontario (cioè dopo il regolare svolgimento dell'orario di lavoro previsto per l'attività ordinaria);

nessuna risposta ad oggi è pervenuta dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti malgrado l'impegno a tal fine assunto dal Sottosegretario agli Interni con delega ai V.F., Senatore Nitto Palma;

rilevato in conclusione come sia davvero necessario mantenere questo importantissimo servizio ancor più in questa fase di intenso traffico legato alla stagione estiva;

impegna

il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi sin dall'immediato perché venga ripristinato il presidio ed il servizio reso, attraverso l'erogazione delle somme arretrate e tuttora dovute, come da impegno formale assunto dal Ministero competente.

Ordine del giorno numero 4 del 4 agosto 2010 a firma del consigliere Nucera: “In merito al sovraffollamento delle carceri calabresi”

“Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

nelle 12 carceri calabresi risultano reclusi circa 3.100 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1.849 posti;

si registra una situazione di sovraffollamento, pari a 1200 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare (di questi circa 800 sono stranieri), peraltro in linea con i dati nazionali, ma che ha superato abbondantemente i livelli toccati nel luglio 2006, quando fu approvata l'ultima legge di concessione dell'indulto. A fronteggiare questa situazione provvede il personale dell'Amministrazione Penitenziaria ed in particolare quello appartenente al Corpo della Polizia Penitenziaria, il quale, attraverso i propri organismi di rappresentanza e tra questi il S.A.P.PE. (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) denuncia da tempo la carenza di personale, di risorse e di automezzi per l'espletamento dei servizio di trasferimento dei detenuti;

il Governo nazionale ha decretato il 13 gennaio 2010 lo stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2010, conseguente all'eccessivo affollamento degli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale ed ha predisposto un Piano carceri per la realizzazione di nuovi istituti penitenziari e nuovi padiglioni all'interno degli istituti penitenziari esistenti. Piano che comunque interessa solo marginalmente la Regione Calabria, in quanto prevede la costruzione di un nuovo padiglione detentivo, già in fase di esecuzione all'interno della Casa Circondariale di Catanzaro, il completamento e l'ampliamento, attraverso la costruzione di altro padiglione detentivo, dell'istituto penitenziario di Arghillà a Reggio Calabria;

impegna

il Presidente e la Giunta regionale

ad intervenire presso il Governo nazionale affinché solleciti la costruzione di un nuovo istituto penitenziario nell'area di Lamezia Terme ed il completamento delle strutture penitenziarie previste nella Regione, con particolare riferimento a quella di Arghillà a Reggio Calabria;

a dare priorità alla destinazione di risorse per la dotazione di automezzi destinati al trasporto dei detenuti, per la realizzazione di sistemi di sicurezza (videosorveglianza, antiscavalcamento e antintrusione) nelle aree periferiche degli istituti penitenziari della Regione Calabria;

a stipulare speciali convenzioni con l’Amministrazione Penitenziaria al fine di avviare una più intensa azione di reinserimento sociale dei detenuti calabresi che hanno scontato la pena, anche attraverso forme di incentivazione al lavoro e sostegno alle famiglie degli ex detenuti”.