IX LEGISLATURA

RESOCONTO INTEGRALE

7.

Seduta di venerdì 23 luglio 2010

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO

E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’

 

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

La seduta inizia alle 12,22

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e interpellanza

Giovanni NUCERA, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e l’interpellanza presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Proposta di legge statutaria n. 1/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione del comma 4 bis dell'art. 35 dello Statuto della Regione Calabria” (seconda lettura)

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno recita:”proposta di legge statutaria n. 1/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Abrogazione del comma 4 bis dell'art. 35 dello Statuto della Regione Calabria” (seconda lettura).

La prima lettura, come ricordate, è avvenuta il 19 maggio, ora trascorsi sessanta giorni, come prevede lo Statuto  dobbiamo procedere alla seconda lettura

Leggo l’articolo 1, che si dovrà votare nella stessa versione della precedente, che riguarda: “L’articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 recante <<Statuto della Regione Calabria come modificato dalla legge regionale 19 gennaio 2010, numero 3>> è abrogato il comma 4 bis”.

Pongo in votazione la proposta di legge.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Informativa del Presidente della Regione sullo stato di attuazione del Piano di rientro del debito sanitario - Dibattito -

PRESIDENTE

Si passa adesso al secondo punto all’ordine del giorno che riguarda il dibattito sulla sanità.

Il dibattito ha inizio con l’informativa da parte del Presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti, sullo stato di attuazione del Piano di rientro del debito sanitario.

Prego i colleghi consiglieri di prendere posto e di prestare attenzione alla relazione del Presidente della Giunta regionale.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Grazie,  Presidente, questo è un tema che genera grande interesse sul territorio regionale perché i cittadini calabresi si aspettano da noi una risposta importante.

C’è da dire che proprio su questo tema ci troviamo in una situazione in cui ancora oggi non abbiamo certezza definitiva di quello che è il disavanzo della sanità calabrese.

Abbiamo, però, una certezza: tutto quello che era stato raccontato ai calabresi nei mesi che hanno preceduto la tornata elettorale non era fondato. Nel senso che noi abbiamo registrato per mesi interi le dichiarazioni da parte di alcuni rappresentanti dell’allora Governo regionale che annunciavano che il disavanzo della sanità calabrese era di circa 2 miliardi 166 milioni di euro, salvo poi registrare una serie di posizionamenti di queste ultime ore.

E’ un tema che sicuramente ha appassionato anche i ministri competenti, i quali più volte hanno avuto modo di denunciare che in questa Regione non vi era una certezza. Che la Regione Calabria era come una macchina che percorreva contro mano un’autostrada e che non era sanzionabile – così diceva l’allora ministro della salute, Sacconi - perché la macchina della Regione Calabria non aveva la targa.

Tutto questo ha portato a fare una serie di scelte che hanno prodotto alcuni atti, alcuni documenti. Io partirei da qui per spiegare cosa è successo rispetto al tema della sanità e del disavanzo nella sanità.

Direi che questo dato di 2 miliardi 166 milioni di euro non è mai stato certificato da Kpmg. Quando questo è stato riferito, si è comunicata una inesattezza, una grande bugia raccontata ai calabresi perché Kpmg non ha mai certificato nulla.

Forse una scelta dell’amministrazione precedente che delegava qualche soggetto alla individuazione del disavanzo della Regione Calabria nella sanità ha portato ad individuare e a quantificare questo tipo di numeri.

E’ un po’ come fa  il “Sole 24 ore” che - purtroppo sbeffeggiando la Calabria – scrisse non più tardi di un anno fa de“il famoso bilancio orale”. Un bilancio che faceva riferimento alla poca capacità di trovare nei numeri certi una chiara e netta individuazione, un bilancio che veniva sempre di più annunciato da atti non ufficiali, da una capacità di rendere comunicazione attraverso numeri e cifre che non erano certi.

Kpmg non ha mai certificato perché non ha mai potuto certificare quanto ricordato. A noi veniva detto “parlate con Kpmg che sono amici vostri, ce l’hanno mandata i vostri amici, chiedete a loro”. Noi pensavamo che fosse una cosa seria.

Prima di entrare nel merito, vorrei fare una introduzione perché mi sembra anche doveroso e giusto dire  che Kpmg non avendo mai certificato quanto detto è servita strumentalmente ad una strategia di azione.

L’idea di dire che l’80 per cento del debito, di 2 miliardi 166 milioni, era da addebitare a Chiaravalloti e alla sua Giunta è servita a fare tutte le nefandezze che si sono consumate negli anni successivi all’esperienza Chiaravalloti.

Non voglio, ovviamente, tediarvi per tirar fuori le vergogne che si sono consumate sulla sanità.

Questa mattina ho visto l’ultimo commissario – abbiamo viaggiato insieme – che mi raccontava le cose che non funzionano e che ha trovato in pochi giorni le cose che non vanno, gli sperperi.

Kpmg è servita da paravento per fare tutto ciò che si è fatto poi negli anni successivi.

L’assessore Lo Moro aveva individuato un cammino ed un percorso che strategicamente e politicamente non è stato condiviso. Questo è un problema della maggioranza del tempo, ma diventa un problema capire come oggi ci troviamo in una situazione assurda.

C’è un’amministrazione regionale che nel 2008 si ferma, incomincia a riflettere e dice: abbiamo contezza che c’è una situazione di disavanzo, di difficoltà. Abbiamo certezza che c’è una difficoltà enorme per la Regione Calabria, fermiamoci ed incominciamo a discutere su come poter intervenire.

Considerate che nel 2008 viene in Calabria la famosa Commissione Riccio-Serra.

A scanso di equivoci, va precisato (, perché a volte poi l’informazione – quella che è con noi “accondiscendente”– si dimentica di dire le cose) che Serra è un senatore del Pd; che al tempo in cui venne nominata la Commissione Riccio-Serra era al Governo Romano Prodi che non mi pare fosse del Pdl né parente di Berlusconi. Ci siamo trovati in una situazione in cui anziché intervenire già dal 2008 valutando la relazione Riccio-Serra, che diceva in maniera molto chiara che alcuni manager non avevano i titoli per fare i manager, che c’erano dei rischi impellenti e delle situazioni drammatiche nella sanità calabrese, si è occultato questo documento – così come è stato redatto – sul piano prettamente politico, perché rappresentava un problema in termini di azione di una buona amministrazione.

Cosa si è trovato, quindi, di meglio da fare? Prendere questo documento, nasconderlo e dire che era solo…

Poi però vengono i dolori. Qui qualcuno tempo fa scriveva “la Polverini ha presentato il piano di rientro”.

Il piano di rientro della Polverini è stato presentato in poco meno di un mese. Sapete quanto c’è voluto per presentare il piano di rientro della Regione Calabria? Otto mesi. Piano di rientro concordato ad aprile, viene definito a settembre e poi rinviato alla Regione perché non idoneo, poi la stessa cosa a novembre, ad ottobre. Viene, infine, sottoscritto il 19 dicembre - le date magari le possiamo rispolverare meglio – e la Giunta lo adotta a febbraio.

Questo perché un piano di rientro andava, ovviamente, rispettato. Un piano di rientro una volta sottoscritto andava fatto proprio ed attuato. Invece nel 2008 viene fatta questo tipo di scelta che è quella di mettere in campo tutte le azioni a contribuire e alimentare, amplificare, un ulteriore costo e spesa e quindi causare perdite nelle varie Asp in maniera uniforme.

Cosenza è stata leader in questo comparto, ma anche le altre non sono state da meno in proporzione.

Si è andati avanti, quindi, su questo tipo di indirizzo.

Tra l’altro ci troviamo in una condizione in cui sapendo della difficoltà dei bilanci sul tema della sanità si autorizzano, da giugno a dicembre, concorsi nel 2009 per 1.300 unità. Si stabilizzano con legge del Consiglio regionale 700 persone quasi fosse stata la minoranza a volerlo e sotto campagna elettorale ovviamente.

Se uno ti dice sotto campagna elettorale “stabilizziamo 700 persone” la minoranza che fa? Dice siamo contrari? Anche perché non ha i numeri per bocciare l’iniziativa e quindi appare strumentale ed inutile opporsi.

Il buonsenso doveva portare a fare delle scelte di natura diversa. Qui il problema è che noi abbiamo in Calabria circa 3.500 dipendenti in più nella sanità. Non c’era né la necessità, né il bisogno di fare chissà quante assunzioni e bandire chissà quanti concorsi.

Ma al di là di questo, ci possono essere delle emergenze, delle urgenze, dei posti vacanti importanti da dover coprire e così non è stato.

C’è l’esempio di tante Asp che hanno usufruito e sfruttato i progetti interinali per centinaia, migliaia di persone.

Tutto questo ha dimostrato una cosa: forse non c’era stata una condotta eccellente da parte del centro-destra. Adesso lo dico per non sembrare fazioso. Non ci sarà stata una condotta eccellente ma pensate che se la Giunta Chiaravalloti ha fatto uno, la Giunta di centro-sinistra ha fatto 10 in termini di danno.

Se la Giunta Chiaravalloti ha prodotto un danno chi è venuto dopo in cinque anni ha prodotto dieci volte di più.

Ed il problema nasce da questo tipo di riflessione.

Il cittadino ti elegge, ti vota, ti dà un mandato, un incarico con cui dice “dobbiamo cambiare”. E tu metti come presupposto il cambiamento della sanità e ovviamente questo lo realizzi ma in peggio.

Questo è il problema di cui oggi possiamo discutere rispetto alle esperienze passate e possiamo dirlo in Aula che è la sede appropriata per raccontarci queste cose, perché poi nelle conferenze stampa ci siamo limitati a dare cifre e numeri di percorsi, di prospettiva e di tutta una serie di iniziative da intraprendere.

Non entro nel merito della diatriba tra l’ex assessore Lo Moro e l’ex Presidente Loiero perché è un problema loro. Ci sono state delle cose molto pesanti.

L’ex assessore Lo Moro pubblicamente nei mesi scorsi ha fatto denunce gravissime su affarismi e logiche varie, quello è un problema sul quale non voglio entrare ed è una questione che vedrà – se ci sono difficoltà – l’ingresso di un soggetto terzo. Non abbiamo mai avuto chiarimenti visto che abbiamo notato la capacità di comunicazione su tante cose, su alcuni aspetti non ci sono state mai delle risposte.

Ma, per carità, tocca a noi oggi darle e ce ne assumiamo tutte le responsabilità.

Il piano rispetto al rapporto con Kpmg nasce non perché Kpmg – come si è fatto passare – è amica del Presidente Berlusconi o del ministro Tremonti. Kpmg è stata consigliata dai competenti ministeri a tutte le Regioni.

Se voi andate nelle Regioni che sono in situazione di difficoltà, vedrete che hanno avuto tutte una indicazione che era quella di prendere Kpmg come interlocutore.

Qui è stata fatta passare come se fosse una sorta di “comparato”, di ammiccamenti vari, una sorta di commistione… No! C’è un atto pubblico ufficiale che qualcuno ha voluto far passare in maniera diversa; ma nei fatti è stata consigliata per dire “c’è Kpmg”.

Kpmg ha fatto il suo lavoro da due anni, ha portato a casa un contratto sottoscritto a dicembre del 2008 per 1 milione e mezzo di euro più iva. Dopo di che non era sufficiente ed il 22 settembre 2009, proprio perché l’aveva mandata il Governo, a Kpmg viene fatto un altro contratto per altri 500 mila euro.

La Regione Calabria ad oggi ha pagato 1 milione 750 mila euro a Kpmg, e resta un’ultima tranche di circa 500 mila euro che abbiamo avuto il pudore di bloccare chiedendo al direttore generale di non avviare nessuna procedura di pagamento visto che il rapporto scadeva il 30 giugno 2010. Abbiamo anche detto al direttore generale di passare il contratto agli uffici competenti per evidenziare - rispetto a quelle che sono state le scelte ed a quello che è stato l’operato di Kpmg - la possibilità di andare a contestare quello che Kpmg ha fatto.

Noi al tavolo Massicci nell’ultima seduta abbiamo detto a Kpmg se ci spiega quanta forza lavoro ha utilizzato e come l’ha utilizzata. Abbiamo fatto tutta una serie di dichiarazioni proprio perché questa Kpmg era vicina al Governo.

Ma quando ho chiesto “ci dovete certificare quanto è il disavanzo” Kpmg ha risposto “noi non siamo qui per certificare niente”. E noi abbiamo detto “per cosa siete pagati?” la loro risposta è stata “per accompagnarvi in questo cammino”.

Questa è una cosa nuova. Siccome il calabrese è scemo e loro parlano il romano, sono romano-centrici e, quindi, hanno questa grande dialettica, ho chiesto loro: “ e dove li avete accompagnati fino ad ora?”

Questa cosa qui, ovviamente, ha fatto scatenare un conflitto perché noi non ci stiamo ad essere presi in giro. Kpmg o trova la soluzione ai quesiti che abbiamo posto oppure sarà, per quanto ci riguarda, attivata una procedura, se ci saranno gli estremi, di mancanza di accordi rispetto a quanto previsto nel contratto.

Vi domando, però,  se dopo un anno e mezzo, vi sembra chiaro che una società che ha il compito di fare queste rilevazioni non arrivi ad una soluzione.

Questo vuol dire veramente in un anno e mezzo non riuscire a ritrovare un filo conduttore. Significa non avere amore e passione per far quadrare i conti.

Non so perché sia così difficile, forse perché l’accorpamento delle Asp a Cosenza e a Reggio Calabria ha creato dispersione di carte ecc., o tutto questo doveva e poteva essere funzionale ad una situazione.

Intanto vi posso comunicare in maniera chiara che Kpmg non ha mai certificato nessun disavanzo di 2 miliardi 166milioni.

Quello che avete sentito prima delle elezioni come un motivo, una colonna sonora serpeggiata su tutto il territorio regionale riguardo i disastri fatti da chi c’era prima, oggi viene smontato dai dati che abbiamo recepito.

Non è escluso che un soggetto terzo, magari consulente dell’amministrazione regionale, abbia  fatto un consulto ed abbia detto “chi ha crediti nei confronti della Regione?”. Magari è uscito Fedele dicendo “io che avevo da farmi pagare delle missioni del 2000 ho un credito con la Regione”.

Probabilmente in questo calderone è finito di tutto. E’ finito anche ciò che era stato pagato, perché poi Kpmg quando fa un lavoro più capillare dice “si fa presente che alla data del 18 giugno 2010 sono state processate 2 mila zero mail su 2162. Dalle prime analisi in corso delle mail  processate si evidenzia…” cioè Kpmg che fa? Manda qualcosa come 13 mila lettere a tutti coloro che hanno avuto e che hanno rapporti con l’amministrazione regionale nel campo della sanità. Fa loro queste comunicazioni e riceve, ovviamente, tot risposte.

Adesso mi domando: se io ti faccio una lettera, Caputo, e tu hai 50 mila euro di credito nei confronti della Regione la lettera me la porti a mano, non mi fai la mail per avere la certezza che ti venga consegnata in una fase di ricognizione.

Ebbene si arriva a questo dato: 1.637 mail fanno riferimento alle risposte dei fornitori in merito ai crediti vantati o non vantati nei confronti delle aziende; 217 mail contengono solo richieste di informazioni sul processo di riconciliazione e 158 mail rappresentano dei duplicati rispetto alle richieste contenute nelle 1.637 mail.

Dalle prime analisi ancora in corso al tempo – parliamo di maggio – dei 1637 fornitori si rileva quanto segue: “244 fornitori circolarizzati dichiarano di non avere nulla a pretendere dal Servizio sanitario regionale; circa 1.279 fornitori sono stati analizzati e dall’analisi dei dati emerge un debito pari a circa 641 milioni di cui si rappresenta la successiva tabella ed il valore dell’anno di riferimento”.

Abbiamo un dato falsato, una bugia enorme che è servita a continuare perché, attenzione, questo dato non è stato frutto di un errore di valutazione.

Su questo si è costruita la fase successiva dello sperpero delle risorse pubbliche, è servito per mettere un tampone da una parte e dall’altra e continuare a fare le cose più assurde in termini di pessima amministrazione.

Pensate che su un debito verso fornitori di 1 milione 105 mila euro – così come dichiarato fino al 31 dicembre 2007 –, Kpmg dopo aver fatto una verifica dice “tolte due aziende c’è un debito quantificato di 496 mila euro, quindi non è più 1 miliardo 105”.

Da una ulteriore verifica “1 miliardo 105 diventa 207”: Kpmg nota che nell’intreccio dei dati, nel frattempo, sono state recuperate tante di queste perdite, perché sono state pagate delle fatture, dei servizi. Quindi non è più 496 milioni di euro, ma 207.

Abbiamo già un dato: su 1 miliardo e 100, il dato reale risulta al 31 dicembre 2007 di 207 milioni di euro.

Dico: come le ho avute io queste carte, sicuramente saranno state portate alle riunioni del tavolo del piano di rientro,se si sono tenute, le avranno avute anche i colleghi che gestivano e governavano questo settore, o che facevano parte di questo gruppo di lavoro.

Questo è già un primo dato. Ecco perché diciamo che il disavanzo potrebbe essere intorno a 875 milioni di euro, ed abbiamo un motivo fondato di pensarlo, ritenendo che alla fine non sia quella cifra astronomica denunciata, ma che sia molto di meno.

Adesso dobbiamo capire come poter arrivare alla fine a mettere un punto fermo su questo.

A Kpmg è stato ribadito che, se ha interesse a trovare un punto in comune con noi, deve fornirci dei dati, altrimenti proseguiremo nell’azione che abbiamo intrapreso.

A cosa ci troviamo di fronte? A risultati d’esercizio che nel 2007 producono 420 milioni di euro di euro di perdite, con il primato dell’Asp di Cosenza che si aggira intorno a 175 milioni di euro, poi le altre: Reggio Calabria 60; Crotone 66; Catanzaro 55.

Si arriva all’anno 2008, con 372 milioni di perdite e all’anno 2009, con 338 milioni di euro.

Non vorrei adesso dare cifre e numeri. Lo potrebbe fare l’assessore Aiello, che è stato assessore in quegli anni.

Penso che le cifre annue delle perdite del governo Chiaravalloti – quando si sono registrate –erano sicuramente diverse.

Ma questo lo può dire solo chi era presente, io non ho i dati ufficiali, ma qui arriviamo a perdite di 400 milioni di euro.

Sono perdite di 400 milioni di euro che vanno ad incidere su un finanziamento nella sanità che si aggira intorno ai 2,9 miliardi, cioè a 3 miliardi di euro.

Stiamo parlando di perdite decisamente superiori al 10 per cento su 3 miliardi di euro. Vi ricordate, così dissi a Vespa che affermava  “ma anche lei non conosce quant’è il bilancio della sanità in Calabria?” ed io ho risposto “questo l’ho studiato l’altro giorno, ci sono arrivato”.

Queste sono, quindi, le cifre che la Regione deve coprire e copre con le tasse, con tutti questi tipi di interventi e, ovviamente, con i fondi di bilancio che vengono sottratti alle iniziative, alle azioni di sviluppo che in una fase così delicata dovrebbero riuscire a realizzare qualcosa di diverso per i nostri territori.

Abbiamo un piano di rientro che è stato presentato, e ci è stato detto “sarà un piano di rientro fatto di grandi sacrifici”. Per noi però, perché gli altri lo hanno scritto.

Sentivo l’altro giorno qualcuno dire “l’abbiamo fatto noi il piano di rientro”. Rispondo che è facile scrivere, poi, però, dal 19 dicembre a quando siamo entrati noi, non credo sia stato fatto mai un atto deliberativo, o comunque qualcosa che potesse incidere sulla nuova sanità, che potesse offrire un indirizzo nuovo.

E’ stato scritto il piano di rientro al quale  ha partecipato Kpmg e hanno contribuito tanti altri attori, sicuramente Agenas e tantissimi altri che hanno fatto ognuno la propria parte.

Il problema non era scrivere il piano di rientro, ma attuarlo, perché l’attuazione del piano di rientro comporta delle scelte.

Qualcuno potrebbe dire “ma non abbiamo avuto il tempo”.

Se noi in tre mesi, dal giorno dopo aver vinto le elezioni, siamo riusciti a fare tutti gli atti, che non sono tanti, ma sono una parte importante degli atti richiesti dal piano di rientro, mi domando perché in quattro mesi, da dicembre a marzo,  non sia stata fatta la stessa cosa.

Questo è il problema che abbiamo di fronte quando si parla di sanità. Ognuno può dichiarare ciò che vuole, adesso tutto quello che stiamo dicendo, come è stato l’altro giorno su Gioia Tauro, e diciamo viene smentito sistematicamente. Per carità, ognuno può riferire quel che vuole.

Ma noi lo facciamo con i numeri, con i dati, con le cifre, con gli atti. Se ci sediamo e scopriamo che i 115 milioni di euro per la metropolitana della città di Reggio Calabria non ci sono, non è che li ho fatti cancellare da Mancini: è stato lui a verificare che non c’erano più questi soldi.

Se l’Apq non è stata sottoscritta per Gioia Tauro, se le procedure non sono state attivate per la costruzione degli ospedali, se non sono state fatte le gare d’appalto ed i bandi, non è che li abbiamo nascosti o non abbiamo voluto dare corso alle attività, ma non c’è stata l’azione che l’amministrazione si era concentrata ed impegnata a mettere in campo.

Abbiamo, in Calabria, 8.874 posti letto; tra 37 strutture pubbliche e 36 private; 5.734 sono pubbliche e 3.140 sono private.

Quindi abbiamo 8.874 posti letto, 65 per cento nel pubblico e 35 per cento nel privato sul totale.

Rispetto al piano per la salute, che prevede un 3,3 per cento di posti letto per abitante, abbiamo una media che solo nella provincia di Vibo è inferiore, mentre nelle altre è decisamente superiore, partendo da Catanzaro 5,4; a Reggio Calabria 3,9; Crotone 5,2 e Cosenza 4,5.

Abbiamo un dato più preoccupante: quello dei ricoveri inappropriati, circa il 16,7 per cento. In Calabria, quindi,  abbiamo circa il 16,7 per cento dei ricoveri che sono inappropriati.

In totale, 4 strutture sopra i 400 posti letto; due strutture tra 200 a 400; due da 150 a 200; 9 sono da 100 a 150, ed, infine, le altre 20 strutture sono tutte sotto i 100 posti letto. Di queste 11 sono a rischio.

Abbiamo strutture che hanno 19 posti letto, come Soriano; 18 come Taurianova; 18 come Palmi, 18 come Oppido Mamertina, con un tasso di occupazione che è abbastanza elevato. Abbiamo anche tassi eccessivi ed alcune realtà che hanno tassi decisamente inferiori come Siderno, come San Marco Argentano o Scilla che si aggirano intorno al 40 per cento.

Abbiamo il problema vero di quello che è uno dei costi più dispendiosi ed eccessivi della sanità calabrese: l’emigrazione sanitaria, 238 milioni di euro di mobilità passiva. C’è una tendenza nel 2009, rispetto al 2008, che dà un segnale positivo, perché abbiamo 3.456 casi in meno rispetto ai ricoveri del 2008. Nel 2008 abbiamo avuto 69 mila ricoveri fuori regione, nel 2009 registriamo 65,5 mila ricoveri.

Questo dato ci dice le ragioni ed i motivi del ricovero: la chemioterapia al primo posto, seguita dall’artrosi al ginocchio e dall’angina pectoris.

La Lombardia ha il 20 per cento di ricoveri fuori regione, il Lazio il 19, la Sicilia il 13, l’Emilia Romagna il 12, la Toscana l’8 per cento.

Le strutture che vengono allertate sono il San Raffaele, l’Humanitas, l’Istituto nazionale tumori della Lombardia; il Gemelli e l’Umberto I nel Lazio, il policlinico casa di cura Cappellani di Messina in Sicilia.

L’incidenza del personale nelle nostre strutture ci deve fare riflettere.

Il personale incide per una media del 72 per cento delle risorse. Ci sono strutture come Taurianova dove incide per il 90 per cento. Ci sono strutture che vanno da Chiaravalle per l’82, a Gioia Tauro per l’83, l’ospedale di Lamezia Terme l’85 per cento.

E il costo di un posto letto in Calabria ad esempio a Palmi è di 623 euro fino ad arrivare a cifre decisamente inferiori.

Abbiamo già detto quelle che sono le perdite del 2007, del 2008 e del 2009 per il quale ancora mancano alcuni dati: i 338 milioni di euro certi sono privi dell’Asp di Reggio Calabria e della fondazione Campanella, quindi tenderanno sicuramente a salire anche qui.

Rispetto a questo tipo di scelta ed al quadro che abbiamo, dobbiamo incominciare a fare una analisi di prospettiva, cosa che in questi mesi non abbiamo soltanto detto ma abbiamo anche messo in campo con una serie di atti deliberativi che rappresentano  dei segnali importanti rispetto all’indirizzo che questa amministrazione vuol dare nel campo della sanità.

Abbiamo detto ai privati che diventa inutile fare prestazioni che sono identiche a quelle del pubblico perché questo non porta da nessuna parte, crea doppioni.

Su questo abbiamo concordato con Aiop un patto di legislatura per i prossimi 5 anni.

Considerate che se fosse stato applicato, approvato e messo in campo il piano di rientro probabilmente la bambina che è morta a Cosenza qualche settimana addietro non sarebbe morta. Perché se ci si fosse trovati di fronte al fatto di sapere soprattutto – fatto di conoscenza – che Trebisacce in prospettiva non sarà un ospedale spoke ma che sarà  riconvertito, tutto questo avrebbe portato le persone a non andare a Trebisacce per poi andare a Rossano e a Cosenza.

Questo era un segnale che dimostra che se il piano di rientro fosse stato fatto, applicato e fosse stato dato corso ad un tipo di idea che era scritta ma che poi nei fatti non è mai stata ratificata, se ci fosse stata la capacità di intervento su questo versante, noi avremmo avuto risposte sicuramente diverse ed avremmo evitato il problema.

Ai privati abbiamo ribadito la nostra volontà, quella di mettere in campo un piano di rientro dove i privati incominciano a far qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto in questi decenni in Calabria.

E’ un percorso graduale che si realizzerà per tempo. Questo diventa l’unico modo per invertire la tendenza in Calabria e per dare un segnale di novità.

Questo significa realizzare una nuova rete dell’emergenza-urgenza che abbiamo approvato e che riesca a rispondere ai bisogni dei cittadini. Significa poter dare un’assistenza diversa attraverso il potenziamento della rete territoriale.

Ci sono tutta una serie di iniziative che vanno dal potenziamento dell’Adi a quello della residenzialità, allo sviluppo delle case della salute, o come saranno chiamate, che ovviamente daranno delle risposte importanti.

Il potenziamento Adi significa cure palliative domiciliari, ospedalizzazione domiciliare.

Il potenziamento della residenzialità significa dare una risposta importante sui temi della salute mentale e dipendenze, delle demenze, della Sla, quindi della Rsa con permanenza massimo di 45-60 giorni.

Le case della salute, questo tipo di riconversione, porta a centri servizi aperti 12-24 ore dove ci sarà la mammografia, dove ci saranno gli specialisti, gli amministrativi, gli infermieri e tutta una serie di competenze che sono pronte ad accogliere e dare una prima risposta al malato o comunque pronte a fare altro tipo di servizi che ad oggi, purtroppo, hanno creato una difficoltà sul territorio.

Quindi questo tipo di intervento sicuramente ci consente di organizzare una rete ospedaliera diversa dove noi abbiamo previsto i 4 Hub, gli 8 Spoke , che sono strutture periferiche di riferimento collegate alle strutture principali, 6 strutture di Pronto soccorso, 4 punti di primo intervento in strutture ospedaliere riconvertite, 6 punti di primo intervento che agiscono sulle 24 ore e 3 che agiscono sulle 12 ore.

Toccare, quindi, anche qui l’idea della chiusura degli ospedali che nel piano di rientro non c’è ma che però per noi diventa vitale perché la chiusura degli ospedali…

Ed oggi abbiamo anche registrato una dichiarazione da parte di qualche esponente del centro-sinistra che ha detto in maniera molto chiara che le chiusure degli ospedali possono far parte di questo cammino perché diventa facile fomentare sul territorio ed alimentare con i sindaci o comunque con coloro che sono interessati spingendo i cittadini a manifestare, ma non ci porta da nessuna parte questo tipo di scelta, se non a creare problemi e ulteriori danni per il cittadino.

Riteniamo, quindi, importante dare un segnale di chiusura di strutture ospedaliere perché tutto questo significa dare una risposta anche in termini culturali.

Oggi io ho detto che sulla sanità non si gioca solo una partita di un servizio che viene erogato e male e che dobbiamo migliorare. Ma la chiusura degli ospedali rappresenta un messaggio culturale nuovo. Cioè, la gente non ha mai creduto e non crede alla chiusura degli ospedali perché pensa che la politica sia debole rispetto alle promesse ed alle decisioni che assume.

Ecco perché dobbiamo essere consequenziali su questo versante perché ci sono strutture inutili che non producono nessun elemento di servizi verso i cittadini e non ci sono condizioni e situazioni ideali per il malato. Quindi questo rappresenta per noi la motivazione forte per incidere su questo versante e per creare una iniziativa di tale portata.

Considerate – è una cosa che forse è stata omessa – che nella stragrande maggioranza dei casi quando si parla di chiusura di ospedali intervengono sempre i sindaci. Io li inviterei a fare una verifica per capire quanti sindaci che scendono in piazza si sono mai ricoverati negli ospedali dei loro territori.

Inviterei a vedere un altro aspetto importante. Il personale sanitario sicuramente sarà quello che manifesterà il dissenso e che magari sarà in disaccordo nel piano della salute di riconversione di 20 strutture sappiate che su 4.600 circa 3.800 erano destinati ad altri luoghi.

Questo significa che c’è una parte di personale su 4.600 che indipendentemente dalla chiusura o meno è  destinata ad essere trasferita  in altre attività.

Siccome noi andiamo verso il commissariamento – mi sembra chiaro ed evidente –,  questo impone il blocco del turn-over. Se c’è il blocco del turn-over cosa possiamo fare noi? Ci sono Asp che spendono ingenti risorse per straordinari.

Lo straordinario non è quello della pubblica amministrazione, dove magari chi è destinato a stare davanti al computer può scrivere una lettera e la stanchezza lo porta a mettere qualche consonante in più o in meno, nella sanità è una cosa seria.

Gli straordinari costanti della sanità portano ad elevare il rischio di malasanità e questo è un problema serio.

Abbiamo Asp in cui c’è una elevata dispersione di risorse per quanto riguarda gli straordinari.

Allora una ridistribuzione del personale in maniera intelligente porta a delle risposte importanti. Porta alla capacità di dire che sopra gli 8 chilometri vengono dati dei bonus di chilometraggio, quindi il personale non viene mortificato ma va in strutture adeguate, dove si può finalmente lavorare e dare un contributo per realizzare una buona sanità, dove si mettono in campo tutta una serie di iniziative che, secondo me, sono funzionali all’aspetto e all’indirizzo che noi abbiamo voluto dare e che vogliamo dare.

Quindi andremo ad adottare un sistema ed un criterio per la prima volta in Calabria… ma perché oggi non abbiamo definito il piano della razionalizzazione delle strutture ospedaliere pur avendolo pronto? Perché ad Agenas io ho chiesto – e questo ha sorpreso Agenas – che noi non dobbiamo fare il piano di ristrutturazione della sanità pubblica se prima non sovrapponiamo la sanità privata.

Se c’è una realtà in provincia di Cosenza che ha un pronto soccorso e strutture all’avanguardia, che ha cliniche private che hanno dei servizi importanti ed a 5 chilometri abbiamo una struttura ospedaliera che non è in grado di sobbarcarsi nulla e di competere rispetto al privato noi abbiamo da fare una scelta. Dare al pubblico alcuni reparti, potenziare e migliorare un tipo di sanità e dall’altra compensare con quello che non fa il pubblico e magari lo fa il privato per avere una risposta in quei territori e non avere una dispersione di risorse.

Cioè, quando in Calabria noi abbiamo realtà che fanno 200 interventi che sono la famosa appendicite noi andiamo incontro ad un sistema che eleva il rischio di mortalità del paziente.

Se c’è una realtà, cioè, in cui si realizzano 300 parti l’anno, è un rischio elevatissimo perché queste non sono le cifre che danno certezza della buona sanità. Ma mettono a repentaglio la salute del cittadino, quindi queste realtà vanno chiuse, vanno misurate e con coraggio vanno chiuse.

Credo, allora, che su questo versante abbiamo voluto dare una prima risposta ad un settore, ad una struttura di cui si è sempre parlato molto bene perché, guardate che la politica spesso fa degli investimenti importanti. Cioè, la politica riesce a mettere in campo idee innovative e ad essere originale e creativa.

La Fondazione Campanella:ogni qualvolta si dice “l’ha voluta Chiaravalloti” quasi a voler dire “è un mostro che ha voluto Chiaravalloti, no, la Fondazione Campanella nasce con motivazioni nobili.

La nascita della Fondazione Campanella: era il polo oncologico in Calabria solo che poi non si realizza il polo oncologico negli ultimi 5 anni ma si realizza la pneumologia…

Non so se sapete che alla “Campanella” ci sono 12 posti di pneumologia, 4 posti di chirurgia plastica, 2 posti di endocrinologia, 2 di dermatologia, etc, etc.

Noi riteniamo, allora, e lo abbiamo già detto all’Università che è socia nello Statuto della “Campanella”, che vogliamo creare una struttura che vada verso l’ics pubblico se questo è un percorso attivabile, ma abbiamo detto che la Fondazione Campanella non può più far cose che non siano oncologiche.

Abbiamo 66 posti letto di oncologia e 44 posti letto che non sono oncologici.

Dobbiamo istituire creare 100 posti letto, ma che siano di oncologia per creare un centro di eccellenza e per dare una risposta di buona sanità e per offrire una risposta che sia legata a quella emigrazione sanitaria che viene denunciata dagli atti.

Quando esce l’Associazione regionale degli oncologi e dice che vogliamo mortificare gli oncologi calabresi, io dico che non è così. Qui il consigliere Orsomarso ha fatto bene a rispondere puntualmente.

Il dato più elevato sono coloro che vanno via per questo motivo. Ma se ci fosse una buona oncologia in Calabria, pensate che la gente si recherebbe fuori con tutto quello che comporta? La difesa della casta non serve più a nessuno, ma bisogna  avere il coraggio di far scelte che siano rivoluzionarie ed in tendenza con quelli che sono i desideri della gente, che dice che ogni qualvolta che si spostano rischiano di sradicare i propri nuclei familiari per mesi interi creando disagio perché devono andare in Lombardia o in altre Regioni per curarsi.

Questo significa mettere in campo oggi una strategia di sanità efficiente, efficace e rispondente a quelle che sono le preoccupazioni e le necessità del cittadino.

Allora la Fondazione Campanella su questo versante e molte altre strutture su altri versanti.

Vedete, io penso -e concludo Presidente per dare la possibilità ai colleghi di intervenire ma spero che ci sarà anche il momento di trarre le conclusioni- che abbiamo messo in campo una serie di idee che hanno prodotto dei risultati immediati.

Uno è quello sulla farmaceutica dove abbiamo risparmiato 60 milioni di euro perché abbiamo centralizzato gli acquisti. Cioè, abbiamo fatto noi l’acquisto dei medicinali, siamo noi a fornire medicinali e ad acquistare i medicinali Pht, siamo noi ad aver fatto l’accordo con Federfarma e siamo noi che abbiamo recuperato il rapporto con oltre 50 aziende farmaceutiche ed abbiamo contrattato noi direttamente l’acquisto dei farmaci. Questo ha portato ad una capacità di circa 60 milioni di euro.

Vanno in pensione circa 500 persone in questo anno e quindi avremo un risparmio di 25 milioni di euro.

La Sua con la gara che ha fatto ha risparmiato 60 milioni di euro in tre anni, quindi una media di 20 milioni di euro con la gara sui farmaci, quindi un risparmio per circa 20 milioni di euro annui.

Se la Sua metterà in campo una idea di fornitura centralizzata, cioè quel che a Locri costava 10 euro ed a Catanzaro ne costava uno, se servono 4 macchinari in Calabria invece che uno è chiaro che il costo diventa diverso.

Se riusciremo a far questo, cioè a recuperare i 230 milioni di euro che sono queste risorse per una attività centralizzata noi possiamo riavere qualcosa come 30-50 milioni di euro rispetto ad una dispersione di risorse.

Il recupero sulla mobilità passiva rappresenta un altro momento importante.

Sul pubblico attraverso questi nuovi servizi possiamo recuperare altri 35-40 milioni di euro e con la sanità privata contiamo di recuperare altri 40 milioni di euro.

Cioè, abbiamo messo in campo una strategia che può portare in un anno a recuperare 200 milioni di euro.

Bisogna mettere in campo una strategia che sia coerente, però.

Tanto per darvi un ultimo dato prima di concludere: siamo sotto piano di rientro.

Gennaio, febbraio e marzo siamo già in tre mesi con 60 milioni di euro di perdite. Cioè in soli 3 mesi sono stati prodotti 60 milioni di euro di perdite.

Allora noi abbiamo mantenuto un impegno che avevamo assunto, intanto: che nessuno dei manager fosse tra coloro che sono stati bravi sia con le Giunte di centro-destra che con quelle di centro-sinistra, la metà.

Cioè tutti questi trasformisti che stavano bene perché erano bravi ma non c’era un elemento di qualità perché la capacità di buona amministrazione si misura sulla capacità di risposta e sulla capacità di rendere i bilanci rispetto ai risultati anche.

Quali di queste risposte noi abbiamo ottenuto? Noi abbiamo cambiato tutti i manager, abbiamo messo gente di esperienza nel campo della sanità e gente che magari ha esperienza nel campo manageriale, che possa essere svincolata da interessi come noi, e che non debba tutelare le lobby che in questa Calabria si sono arricchite.

Concludo perché capisco che ho preso molto tempo, caro Presidente e la ringrazio, dandovi un altro dato.

Una delle cose più divertenti che abbiamo notato: – potremmo fare un “libro bianco” – : pensate che l’autista di un direttore generale stipendiato regolarmente a fine anno è in grado di liquidarsi 76 mila euro di straordinari, perché non fa solo l’autista in Calabria ma fa anche la manutenzione del parco macchine e magari anche la custodia non so…  a ‘ddu prezzu, 76 mila euro annui di straordinario.

Queste sono alcune chicche, diciamo così, ma ci sono per ogni Asp centinaia di dimostrazioni di pessima gestione, di abuso.

E non sono state fatte dalla stagione dal 2000 al 2005 ma da questi manager che sono entrati in questi anni.

Questo è un esempio. Io mi domando: ma che necessità c’era, nella provincia di Cosenza tra il 2008 e il 2009 nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie,  senza una strategia autorizzare ancora in soli due anni altri 250 posti letto in più quando si sapeva della situazione drammatica dei bilanci delle Regioni? Ma veramente bastava qualche forma di pressione per farvi chinare la schiena? Ma veramente bastava qualche comunicazione più incisiva per farvi rendere conto che dovevate fare un passo indietro e dire “prego”?

Ecco cosa invece noi non abbiamo fatto in questi mesi e cosa non faremo in futuro.

Noi ci chiederemo e chiederemo scusa e faremo un passo indietro rispetto ai bisogni dei cittadini e rispetto agli affarismi, rispetto a chi vi contestava e vi dedicava spazi di pressione e forse anche di ricatto forse nella loro cultura poteva essere uno strumento… A volte si dice che la politica può essere anche ricattata o ricattabile, non so,  magari nella loro cultura questo entra.

Uno dice attivo procedure di pressione, di ricatti, non so. Però c’è gente che in Calabria ha questa cultura e quindi veramente nel momento in cui la sanità era in affanno ed in difficoltà in barba a tutti i bisogni dei cittadini si concedevano ancora posti letto ai privati.

Si dava risposta alle esigenze delle lobby di avere ancora di più la possibilità di intervenire per cercare di arricchirsi alle spalle della gente.

Questo vi dobbiamo oggi contestare più di ogni altra cosa.

Questo i cittadini calabresi devono sapere: non è stato fatto un solo atto in questi anni per cercare di evitare la deriva della sanità calabrese.

Non serve  che scrivete lettere o che vi difendete, perché siete stati già giudicati dai cittadini calabresi ampiamente. Però questi dati, queste cifre, queste notizie, i cittadini calabresi non li hanno ed è giusto che li conoscano per essere documentati bene e anche per capire sui propri territori quali sono state le iniziative che hanno indotto taluni manager a fare scempio di tutto, a mettere in campo tutte le azioni utili.

Addirittura abbiamo avuto un manager che ha fatto una lista alle elezioni. Andiamo a vedere in quell’Asp quanti dei medici che si sono candidati dopo l’elezione hanno ricevuto vantaggi.

Perché questo è accaduto.

Noi lo facciamo sul piano politico. Ne hai pagato le conseguenze , caro Gentile, che mi sei accanto.

Non è questo, però, il metodo di valutazione e di misurazione della buona sanità. Ci sarebbero ancora tantissime altre cose che credo sia superfluo evidenziare perché è molto più importante dimostrare che noi abbiamo chiaro il percorso da intraprendere. Che noi da qui a pochi mesi saremo chiamati a far scelte forti e che ci troveremo nella condizione di assumere delle decisioni che siano importanti ed incisive. Che dobbiamo mantenere ferma la compattezza che abbiamo dimostrato in questi mesi, come una classe dirigente responsabile che sa dimostrarsi compatta non perché sente il “richiamo del padrone” come qualcuno pensa di poter sottolineare perché qui non ci sono padroni e qui non c’è nessuno che è stato chiamato perché doveva rispondere.

Qui c’è gente che è stata chiamata perché con la schiena dritta ha il coraggio di guardare in faccia i calabresi. Questa è la differenza oggi che c’è in Calabria tra una politica ed un’altra cultura politica.

Allora andiamo avanti su questa strada e cerchiamo di lavorare per convogliare su questo terreno tutte le risorse positive che ci sono.

Oggi apprendo di alcune dichiarazioni che secondo me sono importanti e che sono state rese da consiglieri del centro-sinistra e che vanno in una direzione: quella di avviare un dibattito, quella di attivare una procedura, quella di creare il dialogo perché le scelte di una buona sanità possono arrivare anche attraverso le competenze di chi l’ha vissuta, la vive, l’ha conosciuta e di chi ha ammesso, perché oggi c’è chi ha ammesso il fallimento della sanità degli anni precedenti.

Oggi il dato vero è che mentre qualcuno si difende, qualcuno tenta di difendere l’indifendibile, c’è chi con onestà ammette e dice “qui c’è stato un fallimento, speriamo o lavoriamo insieme per non commettere gli stessi errori”.

Questo è un dato che a me fa piacere registrare perché è un segnale di apertura, un segnale concreto che la politica può offrire.

Adesso sentiremo di tutto e di più, gli sproloqui di ognuno che sfogherà le proprie ire e tutto ciò che magari voleva dire e che vuol sostenere.

Io penso che sia oggi rilevante focalizzare bene le cose che abbiamo annunciato.

Non abbiamo annunciato in Aula o in conferenza stampa. Sono tutti atti, quelli che ho citato che sono depositati al tavolo Massicci e che sono atti che hanno impegnato una classe dirigente.

Sono tutti atti in cui si dice che gli Hub saranno 4 e quindi saranno 4. Dove si dice che gli spoke saranno 8 e saranno 8. E noi ci assumeremo la responsabilità di individuare i 4 ospedali Hub e gli 8 ospedali Spoke e quelli che saranno riconvertiti e quelli che dovranno chiudere.

Si poteva fare prima, si poteva dare una accelerazione anche alla sanità, alle nuove strutture ospedaliere che devono sorgere perché passando il tempo, purtroppo si amplifica, aumenta il costo ed i soldi che abbiamo oggi per realizzare tre delle quattro strutture non sono sufficienti.

Dobbiamo trovare strategie atte a mettere in campo che rispetto a 230 euro ce ne vogliono 300, per esempio.

Per far questo dobbiamo trovare altre formule per fare le gare d’appalto, perché altrimenti i soldi non ci consentono di mettere in piedi l’ospedale unico della Piana, della Sibaritide o l’ospedale di Vibo perché le risorse non sono sufficienti.

Allora, dobbiamo trovare strategie per applicare procedure diverse. Per quello di Catanzaro anche…

Anzi vorrei dire dell’ospedale della Piana. L’ospedale della Piana era anzi l’ospedale unico, ma strada facendo abbiamo scoperto che era l’ospedale della Piana. Per noi l’ospedale della Piana è l’ospedale unico e non c’è problema di dover fare una scelta coerente.

Anche qui la politica…

Capirete molto bene che i “pierini” della politica quelli che noi in 10 anni dal ’95 nominammo come “pierini della politica” hanno inciso su queste scelte condizionandole in negativo perché salviamo il nostro paese per salvare l’ospedale.

Queste sono le cose fallimentari perché poi hanno un nome e cognome le scelte fallimentari perché non è che sono astratte o non hanno riferimenti. Hanno nome e cognome e sono etichettate in maniera molto chiara.

La politica quando si piega a questo tipo di logica dimostra la sua debolezza, noi dobbiamo invece dimostrare capacità di azione e di forza rispetto alle scelte che non saranno facili ma difficili, lo so molto bene.

Corriamo il rischio di trovarci in pochi, di restare isolati, di essere in difficoltà ma non abbiamo altra strada.

Il problema di fondo in Calabria oggi è che chi vuol mettere in campo una nuova sanità sa che non c’è più l’area di emergenza, non c’è più lo svincolo dell’uscita per poi rientrare più avanti, ma c’è soltanto una strada murata da entrambi i lati e noi sappiamo di dover camminare su questa strada. Dobbiamo stabilire noi se andare e procedere lentamente o se invece vogliamo procedere ad un ritmo sostenuto.

Noi – come abbiamo detto tutti – siamo dell’idea di andare ad un ritmo sostenuto perché dobbiamo recuperare il tempo perso, perché la Regione Calabria deve recuperare credibilità nella buona sanità e deve recuperare credibilità anche fuori da questa regione.

Dobbiamo incominciare ad andare a dire ai medici di base, ai medici specialisti, a fare un discorso complessivo col personale sanitario ecc., che qui ci sono delle eccellenze e dei medici veramente bravi.

Ci sono medici che si sono sì laureati con la pistola sul tavolo dei professori quando erano all’Università! O ve lo siete dimenticato? Ci sono ancora i medici che si sono laureati con le pistole sulle cattedre dei professori universitari ma ci sono tanti medici bravi – che sono la stragrande maggioranza – su cui noi dobbiamo puntare perché dobbiamo e possiamo offrire una sanità prestigiosa.

Dobbiamo mettere in campo strutture adeguate e mettere servizi funzionanti ed in grado di supportare l’azione del personale medico e quindi del personale sanitario, di tutti coloro che sono gli addetti.

Dobbiamo dare loro tutti gli strumenti necessari per potersi misurare. Quando diciamo che vogliamo contrarre accordi con istituti che sono fuori e che sono gli stessi istituti che hanno la percentuale più alta…

Io l’altro giorno sono stato al “Gemelli” a trovare il rettore ed i primari che mi hanno accolto veramente con grande entusiasmo, appena sono arrivato queste persone che mi aspettavano per accogliermi,  c’erano lungo i corridoi e fuori decine di calabresi.

Mi sono sentito mortificato, era gente di tutte le città, di qualsiasi ceto sociale, gente che si avvicinava per salutarmi e mi diceva sono qui perché purtroppo da noi non è possibile fare queste cose nella nostra terra.

Al di là della demagogia e delle belle parole, al di là delle cose che si possono scrivere sui giornali che è bello scrivere quando non si ha responsabilità ma è molto più difficile attuarle e scriverle quando si ha la responsabilità, è bello cominciare a lavorare per dare segnali di inversione di tendenza.

Non abbiamo tempo. Adesso rimane solo il tempo necessario per concordare con Agenas le procedure e per concordare come procedere, chiamare i manager ed incominciare a dir loro cosa è necessario fare e come attivare le procedure di riconversione, chiusura ed adeguamento.

Perché questo dà anche concretamente in maniera evidente la dimostrazione di capacità.

Avete visto cosa ha chiesto il parente di quest’ultima bambina che è morta l’altro giorno. Non ha detto che i medici di Rossano erano inadeguati o non sono stati bravi, anzi li ha ringraziati. Ma ha detto “dateci una sanità che sia in grado di fornire risposte”.

Poi ci troviamo il consigliere Orlando che ci manda le comunicazioni sugli errori sanitari, che vuole risposte e giustamente. Però il consigliere Orlando sapete cosa mi ha detto insieme agli altri componenti della Commissione quando ci siamo incontrati? Mi ha detto semplicemente: “in Calabria i manager della sanità, qualche manager della sanità è in grado di decidere chi deve essere il candidato alla Presidenza di una Regione e magari i manager si scelgono un candidato per poi sostenerlo.

Cioè, ha voluto correttamente dire che i manager hanno un potere incredibile in termini elettorali. Noi abbiamo detto a tutti loro che lo spazio di manovra è limitato,  molto circoscritto.

I manager staranno due giorni a settimana a Catanzaro perché è dal centro che bisognerà governare e gestire, e dare indirizzo alle scelte che ricadranno sui territori.

Questo sarà forse un modo asfissiante di governare. Ma meglio governare attraverso il dialogo che dare potere a chi non è stato eletto dai cittadini e non ha vinto nessun concorso. Dare sì autonomia, la massima autonomia, ma all’interno dei provvedimenti che sono concordati, delle linee guida che sono stabilite perché questo significa aver sempre la capacità di poter intervenire quando uno commette errori o fa scelte di natura diversa.

Credo che questo sia un modo per governare bene tutti insieme e per dare risposte sensate a quelle che sono le necessità dei calabresi.

Non chiederemo mai a nessun manager di farci una lista per le prossime elezioni comunali di Cosenza o di Crotone o di Reggio Calabria né tanto meno quelle provinciali.

Noi chiediamo ai nostri manager di scendere in campo e di avere lo stesso nostro entusiasmo, la stessa nostra passione, di trasmettere le stesse nostre motivazioni, i nostri stessi valori di uomini impegnati nella cosa pubblica che vogliono esercitare il loro dovere fino in fondo servendo il cittadino calabrese e non servendosene come spesso, purtroppo, è accaduto.

Questo credo che sia l’impegno che abbiamo più volte annunciato e manifestato in tante circostanze pubbliche e non solo e che oggi rappresentiamo, caro Presidente Talarico in questa Assemblea prestigiosa in cui diciamo che queste sono le scelte che andremo a produrre, che abbiamo prodotto, che andremo a realizzare.

Questo darà una risposta seria perché questa sarà la risposta necessaria per essere al passo con i bisogni dei cittadini.

Allora io credo che dobbiamo avviare questa procedura, che dobbiamo mettere in campo tutte le azioni utili che ci portano ad ottenere dei risultati e che non possiamo fermarci.

Mi auguro che in questo dibattito magari possa emergere – me lo auguro – che al di là delle contrapposizioni che nascono e che sono a volte anche chiare, dovute e cercate , che le cose vanno dette perché se si fa finta di non conoscerle o di non voler dire, questo non porta da nessuna parte.

L’avete visto tutti. Alla fine c’è un problema evidente e bisogna conoscere la macchina amministrativa.

Avevamo detto in campagna elettorale che la Regione aveva impegnato sui fondi comunitari il 30 per cento delle risorse, ma che si era speso appena il 6 per cento. Siamo stati insultati e chiamati incapaci.

Poi abbiamo dovuto spiegare a chi governava che una cosa è l’impegno di spesa ed un’altra cosa è la spesa. Oggi mi pare chiaro ed evidente che questi dati vengono certificati in maniera ampia e documentata non da noi ma dalla Commissione europea.

A volte, poi, si scopre scoprire anche che chi fa il sindaco non sa neanche dove e come sono suddivise le risorse nei vari comparti e cosa significa aver attivato una procedura. Che differenza c’è tra il progetto preliminare e quello esecutivo.

In alcuni casi rischiamo di essere all’anno zero. Questo ti dà la dimensione reale del grande dramma che hanno vissuto i calabresi, che invece chiedono una politica lungimirante capace di assumersi delle scelte e di farle nell’interesse esclusivo dei cittadini calabresi.

Se c’è una convergenza sotto questo punto di vista su questa filosofia, io mi auguro che possa emergere in Consiglio.

Siamo pronti ad accogliere tutti i suggerimenti ma non siamo disponibili ad accettare lezioni da chi, purtroppo, non è neanche un misero ed adeguato supplente.

Oggi qui i professori non hanno cattedra perché gli è stata sottratta dal popolo sovrano. Bisogna rivestirsi tutti quanti da studenti o incominciare ad immaginare come contribuire ogni giorno a dare un supporto ad un’azione.

Credo che questo sia il vero grande obiettivo, senza rispolverare personaggi di grande caratura.  Non siamo a quei livelli, siamo degli umili servitori di questa comunità regionale. Su questo vogliamo misurarci, sulla capacità della concretezza della nostra azione e sulla capacità del fare.

Caro Presidente, siamo qui, dicevo, pronti ad accogliere i suggerimenti, a reperire e recuperare tutto ciò che potrà servire alla nostra azione per renderla ancora più efficace ed aderente ai bisogni manifestati dalla nostra gente e dai nostri concittadini.

(Applausi)

PRESIDENTE

Grazie al Presidente Scopelliti per la dettagliata relazione che è andata oltre, non solo sul piano di rientro ma anche sulle azioni che questa maggioranza e lui,  in quanto Presidente che trattiene la delega alla sanità, vuole porre in essere per i prossimi mesi.

Naturalmente per fare questa relazione è andato oltre i tempi. Voglio rassicurare la minoranza che i tempi in più che sono stati presi dal Presidente saranno recuperati negli interventi da parte dei consiglieri di minoranza.

Gli altri consiglieri, quelli di maggioranza, dovranno attenersi ai dieci minuti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe, capogruppo del Partito democratico. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso la parola ed anche, se è necessario, per la possibilità di utilizzare qualche minuto in più.

Dico subito che per la parte che mi riguarda non scivolerò in un intervento polemico, cadendo nell’invito alla polemica che oggettivamente viene proposto dall’intervento del Presidente Scopelliti.

Ci rendiamo conto di non avere la sua caratura politica e, peraltro, non ci ha dato il piacere di ascoltare i nostri precedenti interventi nei quali abbiamo sostenuto che all’inizio di una legislatura è sbagliato continuare con toni e con contenuti da campagna elettorale.

Abbiamo detto, anche in precedenti interventi, che noi siamo pronti al confronto, a misurarci, ad ascoltare quali sono le proposte del Governo e su queste proposte dire la nostra, perché il Partito democratico avrà ed ha mille difetti ma deve porsi l’obiettivo di ricostruirsi come partito con una cultura di governo.

Quindi anche dalla opposizione, caro Presidente Scopelliti, noi non ci tireremo indietro al confronto sulle questioni.

Quindi se un consiglio mi posso permettere di dare  è quello dirle che è arrivato il tempo di capire che è finita la campagna elettorale, che questa è l’Aula del Consiglio regionale dove si fanno discorsi con contenuto istituzionale e pieni di argomentazioni e di proposte.

Se qualcuno da parte della maggioranza pensa che noi scivoleremo nella polemica di tipo elettoralistico,in questi 5 anni sbaglia di grosso perché è chiaro il gioco che si vuole portare avanti: giocare a rimpiattino sugli errori che sono stati anche ammessi da parte del centro-sinistra. Continuare con questa solfa forse per occultare l’assoluta carenza propositiva da parte del governo della Regione.

Diciamo la verità insomma, ma non in una bella piazza né di Cosenza né di Reggio Calabria. Siamo nella sede del Consiglio regionale e diciamo la verità: il regionalismo proprio dal punto di vista storico in questa Regione ha fallito nel settore della sanità.

Perché dopo 40 anni di regionalismo ci troviamo con un deficit acclarato - poi vedremo a che cosa ci porterà il balletto delle cifre -; ci troviamo con una sanità e con un deficit annuale e strutturale, che non dà servizi sul territorio, che ha poche eccellenze e che costringe i cittadini ad una corposa emigrazione.

Certamente, i 5 anni di governo di centro-sinistra hanno fatto registrare delle responsabilità; se c’è un errore gravissimo che noi abbiamo commesso é che se la presa di coscienza fatta nell’ultimo anno di legislatura di questo stato di cose- che ha portato poi alla elaborazione del piano di rientro, se questa iniziativa noi avessimo posto in essere a gennaio 2006, forse le cose sarebbero andate diversamente.

Quindi indubbiamente insieme ad una presa di coscienza, ad una resipiscenza da parte del centro-sinistra che ha prodotto il piano di rientro c’è stata una responsabilità, che,però, si diluisce in una responsabilità storica-istituzionale dalla quale il Presidente Scopelliti non può sfuggire per la parte che gli riguarda.

Non solo perché per molti anni è stato autorevole esponente del centro-destra e  non mi pare abbia fatto bene in materia di sanità – e questo è acclarato dai dati –, ma anche come sindaco della città di più grande di questa regione.

Ma io mi chiedo: i sindaci delle grandi città calabresi cosa hanno fatto in materia sanitaria? Ma è vero o non è vero che il Sindaco deve presiedere la Conferenza dei sindaci? Che deve avere tale autorevolezza da poter chiamare nel suo ufficio un manager e metterlo di fronte alle responsabilità?

Dico questo non per cadere nella trappola benevola di cui ho parlato prima, ma per dire che la questione è molto difficile e complessa.

E’ arrivato, allora, il tempo di prendere atto che dobbiamo assumere delle decisioni. E’ arrivato il tempo della proposta ed il centro-sinistra è pronto a confrontarsi sotto il profilo della proposta.

Noi non andremo dietro al balletto delle cifre, caro Presidente Scopelliti, fermo rimanendo che questa istituzione che tenta di certificare il deficit è nominata dal Governo Berlusconi, certo non possiamo pensare che Loiero sia stato preso da una tale voglia di auto-distruzione da presentare un deficit per circa 2 miliardi di euro per avere un estremo punto di debolezza.

Nella prima parte del suo intervento lei ha calcato molto la mano su questo dato inconcepibile dei due miliardi, quasi quasi per far capire quale strategia poteva esserci dietro.

Ma quale strategia poteva esserci dietro? Per poi contraddirsi dicendo che a dicembre 2008 il deficit è sceso a 875 milioni di euro? Allora Loiero è stato un eroe se in un anno ha dimezzato il deficit.

Ma noi non andiamo dietro a questi numeri anche perché siamo convinti che il suo dato di 875 milioni di euro, tenendo fuori l’Asp di Cosenza e quella di Reggio Calabria, certamente sarà corretto estremamente per eccesso.

Lasciamo stare il balletto delle cifre. La storia della sanità è questa: non è più il momento in quest’Aula di fare della demagogia. Noi non dobbiamo conquistarci il voto della massa andando a sottolineare le tragedie della sanità; a me sembra una strumentalizzazione esagerata in quest’Aula arrivare a ciò.

Dobbiamo dire cosa si vuol fare.

Il centro-sinistra ha lasciato un retaggio positivo che è il piano di rientro a proposito del quale si dicono parole senza riflettere. Il piano di rientro approvato a dicembre 2009 si doveva attuare prima del 28 marzo data delle elezioni.

Oggi siamo a 4 mesi dalle elezioni e non è stato minimamente posto in attuazione. Perché stamattina noi non abbiamo visto sviscerato l’ordine del giorno che reca una dicitura chiara “Attuazione del piano di rientro”.

Noi aspettiamo ancora di capire qual è l’attuazione del piano di rientro. C’è stato solo detto di questo accordo con l’Aiop, di questo patto di legislatura, aspettiamo di capire cosa è contenuto in questo patto di legislatura.

Allora ritorno al retaggio del centro-sinistra. Cosa ci dice il piano di rientro? Il piano di rientro ci dice che la nostra regione ha innanzitutto bisogno di una sanità che sia presente sul territorio con poliambulatori, case della salute, con distretti, quante cose abbiamo sentito contro le case della salute? Io vorrei chiedere: quale differenza c’è fra la casa della salute come è stata dipinta stamattina in quest’Aula dal Presidente Scopelliti e quella che è stata già indicata dal centro-sinistra nel Piano sanitario e poi recepita nel piano di rientro?

Quindi una sanità diffusa sul territorio. Queste cose le sappiamo. Qualcuno del centro-sinistra nei pochi territori ha anche attuato queste politiche per avere dei punti di riferimento sul territorio dove milioni di utenti cercano di evitare il ricovero ospedaliero.

Naturalmente se si ha una sanità diffusa sul territorio si riduce l’entità dei ricoveri ospedalieri e già questo, di per sé è una grande, grandissima economia.

E, naturalmente, insieme a questo capire quali sono gli ospedali da riconvertire lasciando il territorio provvisto di strutture ospedaliere normali per poi arrivare alle cosiddette eccellenze, agli Hub.

Ma mi pare che nel piano di rientro questa strategia era disegnata. Allora è il momento di dirci come questa strategia viene attuata. Caro Presidente Scopelliti, mi auguro che nella replica ci siano indicazioni fattuali esatte a questo riguardo.

Evitiamo di guardare sempre al passato. Questo giochetto potrà durare fino a ottobre-novembre. Poi i calabresi chiederanno alla Regione cosa sta facendo in materia sanitaria.

Il centro-sinistra ha pagato un grande prezzo per gli errori che abbiamo riconosciuto, aver aggredito questa situazione in grave ritardo, siamo stati sconfitti sonoramente dall’elettorato. E questo la dice lunga ma può dire anche a tutti noi di finirla con le campagne elettorali.

Chi ha vinto, chi è stato supportato da un grande atto di fiducia da parte dei calabresi oggi deve assumersi la responsabilità di dire ai calabresi come saranno distribuiti i poliambulatori, come saranno le case della salute, quali ospedali riconvertire e come fare i cosiddetti Hub, le eccellenze per limitare l’emigrazione sanitaria.

Noi non vogliamo fare una politica ostruzionistica. E’ inutile richiamare iniziative di colleghi che, sia pure in una puntualità supportata dai numeri, non vanno a ripetere una strategia che il centro-sinistra ha posto in essere nel momento in cui è stato adottato il piano di rientro.

Ci aspettiamo, quindi, questa chiarezza sulle iniziative che vorrà porre in essere il centro-destra. Su questa chiarezza stia tranquillo, caro Presidente Scopelliti, che noi daremo un contributo come partito che ha una cultura di governo.

Al Partito democratico non appartiene, non deve appartenere il populismo e la demagogia, i modi guasconeschi di porre in essere l’attività della politica. Al Partito democratico anche sconfitto…

Noi non abbiamo paura della maledizione di Brenno che quando con i Goti conquistò il Campidoglio, disse ai romani “guai ai vinti”. Alla fine la storia ha condannato Brenno ed ha portato sugli scudi le oche del Campidoglio che hanno avvisato i romani prima dell’ultimo assalto dei Galli.

Non si dice mai “guai ai vinti” perché i vinti sono stati puniti dal popolo nel momento in cui in una libera elezione hanno fatto registrare una grave sconfitta.

Oggi è il tempo della proposta, della fattività. Oggi è il momento delle cose e su queste cose noi ci vogliamo misurare serenamente, in un’Aula istituzionale e con un contegno istituzionale. Ragionando e discutendo. Stia tranquillo che sulle cose eventualmente, positive per i cittadini calabresi, il Partito democratico non si tirerà mai indietro rimanendo però in una condizione di linearità.

Vorrei fare un’ultima battuta e chiudo.

E’ possibile che in quest’Aula nel momento in cui si dice tutto negativo di una gestione, si fa propria anche una iniziativa che chiaramente appartiene alla stagione del centro-sinistra? Guardi, Presidente Scopelliti, lei ha finito come ha iniziato il suo discorso.

Cioè, nel momento in cui parlando della Sua che storicamente è una iniziativa del governo di centro-sinistra che sta dando risultati positivi sull’equilibrio delle risorse in materia di sanità, si è assunto anche questo merito.

Ma qui siamo nella sede istituzionale del Consiglio regionale e non possiamo confrontarci in questo modo. C’è stato un verdetto da parte dell’elettorato. Avete vinto? Governate, proponete e diteci con chiarezza quali sono queste iniziative in materia di sanità e noi saremo pronti al confronto, alla discussione e anche alla collaborazione per fare gli interessi dei nostri concittadini.

Chiedo scusa se in qualche momento ho potuto anche alzare i toni del mio intervento ma chiudo così come ho iniziato.

Penso che la maggioranza, il Governo, l’opposizione tutti dobbiamo capire che è finito il momento elettorale. Oggi il Consiglio regionale complessivamente deve non dico riabilitarsi ma riappropriarsi di fronte ai cittadini calabresi di essere una istituzione che vuol costruire e risolvere le tante tematiche dei nostri concittadini.

In questo contesto il gruppo del Partito democratico farà la sua parte.

Un’ultima annotazione perché noi non ci sentiamo né professori né tantomeno supplenti. E per le cose che abbiamo fatto nelle istituzioni che abbiamo retto siamo ben consci delle procedure e di determinate procedure. Nessuno deve venire in quest’Aula a condannare chi ritiene di fare il professore e poi di fare il professore.

Sui fondi comunitari noi abbiamo detto una cosa chiara e non ci nascondiamo la differenza tra impegno di spesa e spesa effettiva. Ci mancherebbe altro, se fossimo tutti noi a questo livello dovremmo passare attraverso quella porta, chiuderla ed andarcene a casa!

Noi abbiamo solo dato un dato oggettivo caro Presidente Scopelliti: che gli impegni di spesa sono stati superiori al 30 per cento mentre la spesa effettiva ha rasentato il 7 per cento ed abbiamo dato dal nostro punto di vista anche una spiegazione.

Cioè, quando si mette in moto un grande programma come è quello operativo regionale, non v’è dubbio che la fase di partenza quando si è efficienti veda una percentuale maggiore di impegno rispetto alla spesa effettiva.

Ma dicendo questo abbiamo anche fatto dei confronti con le altre Regioni e sia per quanto riguarda la spesa effettiva che per quanto riguarda gli impegni di spesa a monte, la Calabria si trova in un’ottima posizione rispetto al confronto con le altre Regioni.

Chiedo scusa, Presidente, se ho preso qualche minuto in più ma penso che lo spirito del mio intervento debba essere chiaro. La minoranza in questo Consiglio regionale vuole fare una opposizione rigorosa e piena di contenuti ma anche costruttiva se ci saranno le condizioni per fare una opposizione costruttiva. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.

Nazzareno SALERNO

Grazie, Presidente, ho chiesto di intervenire sull’argomento perché da Presidente della Commissione attività sanitarie stiamo svolgendo un importantissimo lavoro sul territorio della regione.

Stiamo visitando diverse strutture sanitarie e stiamo verificando effettivamente lo stato della sanità della nostra Regione e, al di là dei discorsi e delle polemiche, stiamo toccando con mano effettivamente la drammaticità della situazione perché stiamo riscontrando alcune situazioni che spesso nemmeno dalle carte, dagli atti vengono fuori.

Viviamo una situazione di emergenza che ci chiama tutti quanti ad un alto senso del dovere per intervenire e far qualcosa, per cambiare questo sistema.

Il Presidente Scopelliti nella sua relazione ha rappresentato l’analisi fatta per quanto riguarda la gestione, quindi l’amministrazione della sanità e la situazione economica e finanziaria.

Ha anche individuato gli interventi da fare per dare una svolta ed un segnale di cambiamento del sistema sanità in Calabria.

Vorrei far riflettere un attimino i colleghi qui in Aula, ché c’è una situazione che poi è reale ed è su tutti i territori.

Abbiamo fatto delle visite in provincia di Cosenza e di Reggio Calabria. Vengono fuori quasi sistematicamente le stesse situazioni.

Troviamo degli sperperi che sono stati fatti nelle strutture sanitarie che non stanno né in cielo né in terra.

Abbiamo visitato Oppido Mamertina dove sono state realizzate due sale operatorie e sono stati spesi oltre 2 milioni di euro. Ma per accedere in queste sale operatorie bisogna realizzare un corpo che è stato realizzato da poco, dove non ci sono pavimenti, non ci sono intonaci, dove non ci sono infissi. Cioè sale operatorie realizzate a norma, mai utilizzate e mai utilizzabili.

Eppure sono stati spesi oltre 2 milioni di euro ed altrettanti soldi sono stati spesi per un ampliamento di quell’ospedale. La soluzione ancora continua anche per altre strutture.

Siamo stati a Trebisacce ultimamente. La chirurgia a Trebisacce, un reparto che fino al 20 luglio del 2009 funzionava e faceva regolarmente gli interventi.

Lì abbiamo trovato una soluzione a mio avviso più che da terzo mondo. L’azienda ha deciso di mettere a norma le sale operatorie per alcune prescrizioni dei Nas, fa una gara d’appalto, demolisce tutto e mette giù le sale operatorie. I lavori non vanno più avanti perché viene fuori che non ci sono i fondi mentre c’è una lettera nella quale si dice che il “governatore” autorizzava l’azienda sanitaria a poter procedere con l’anticipazione perché non c’erano i fondi. Si bloccano questi lavori, però il personale medico viene lasciato lì in servizio, gli infermieri vengono lasciati in servizio. Produzione zero.

I medici ci hanno manifestato che sono stati loro a chiedere l’autorizzazione e a poter continuare nella loro attività per continuare a tenersi allenati perché parliamo di chirurghi,parliamo di interventi in altri presidi sanitari.

E’ una situazione drammatica, non c’è tempo da perdere. A mio avviso le polemiche vanno messe da parte. Oggi c’è una proposta che viene fuori dal governo regionale.

A mio avviso abbiamo il dovere tutti quanti di partecipare a questa proposta, sostenerla ed eventualmente arricchirla anche di contenuti, ma comunque è una strada che dobbiamo prendere, ormai perché siamo ad un bivio. Da una parte il burrone mentre l’altra strada ci consente, ancora, di continuare il viaggio.

A mio avviso le polemiche vanno messe da parte.

E per continuare ancora poi in altre situazioni di sperperi e arrivare poi all’Annunziata di Cosenza che è un centro di riferimento regionale dove però le sale operatorie non sono a norma.

Queste sono le contraddizioni della sanità oggi in Calabria. Soldi spesi male ed in tutte le strutture viene fuori che c’è carenza di personale però poi leggiamo Fazio che ci dice che abbiamo 100 medici ogni 26 pazienti.

Queste sono cose che non stanno né in cielo né in terra.

Penso che oggi tutti quanti noi dobbiamo riflettere su queste cose, su questa realtà dove i calabresi purtroppo oggi non hanno mai strutture adeguate per potersi curare in termini di qualità ei di sicurezza.

Bisogna avere il coraggio di intervenire e mi pare che sono stati individuati degli interventi mirati. Ci sarà la chiusura di alcune strutture, ben venga, e la riconversione di altre. La possibilità di avere delle eccellenze in Calabria.

Ma tutto questo, a mio avviso, va sostenuto.

La campagna elettorale è finita ma deve essere finita davvero.

Oggi parliamo di proposte e parliamo di proporre un programma che possa portare la sanità in Calabria ad un livello di qualità per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. Noi continueremo con queste visite di intesa col Presidente Scopelliti.

In Commissione c’è armonia. E’ stato anche superato il campanile di appartenenza politica perché ci siamo resi conto effettivamente della situazione e continueremo con questo programma. Alla fine formuleremo anche delle proposte. Stiamo preparando delle relazioni su quello che stiamo trovando sul territorio.

Presidente, le voglio dire questo: continui su questa strada perché quello che serve oggi è l’impegno. L’impegno di uomini che vogliono dare un segnale di cambiamento reale e concreto. Gli errori ci possono pure essere, però per quello che sto notando personalmente sui territori, a mio avviso non solo non c’è stato l’impegno ma c’è stata spesso la negligenza di situazioni di degrado che hanno portato poi a situazioni come quelle accadute a Vibo e l’altra notte a Trebisacce. Senza responsabilità da parte dei medici perché li abbiamo sentiti.

Quella bambina è rimasta solo dieci minuti al pronto soccorso di Trebisace. Purtroppo, però, è stata vittima di un sistema che non ha funzionato, che doveva essere cambiato e che doveva essere all’altezza di dare risposte. Abbiamo bisogno di una sanità in grado di avere delle risposte immediate a partire dall’emergenza-urgenza che serve sui territori.

E’ qui la grande scommessa: garantire l’emergenza-urgenza e riqualificare i presidi ospedalieri che dovranno rimanere. Ed anche il personale che opera nelle strutture sanitarie dovrà essere chiamato alla responsabilità perché abbiamo anche situazioni nella struttura pubblica a parità di personale - questi sono dei dati che io ho rilevato –  dove la media giornaliera di esami ,e parliamo di radiologia, è  12, nella struttura privata 35. Non possono esistere queste differenze nella maniera più assoluta.

Quindi la gestione delle aziende dovrà essere attenta, oculata e competente. Diversamente tutti gli sforzi del Governo regionale diventeranno vani perché poi alla fine, se non ci sarà una gestione che vada ad attuare questo programma di rilancio della sanità, rischiamo pure di avere poi delle situazioni che non rispondono poi alle richieste di sanità da parte della gente.

La Commissione sta lavorando e sta lavorando sodo. Continueremo a lavorare. Sono convinto che siamo sulla strada giusta anche perché poco più di tre mesi sono trascorsi dalle elezioni regionali.

Io penso che se guardiamo un attimino indietro, non c’è paragone per come si sia fatto in fretta questa volta rispetto ad altre decisioni che dovevano essere prese in passato, che sono state prese in ritardo o che non sono state mai prese. Oggi bene o male un dato concreto viene fuori.

Lei, Presidente Scopelliti, qui in Aula ha illustrato proprio quello che vuol fare il Governo regionale.

Penso sia dovere di tutti noi consiglieri regionali rispondere, sostenere e partecipare per vincere questa grande partita. Ma vincerla in nome e per conto del popolo calabrese che da anni chiede, veramente, di potersi curare nella nostra regione e curarsi in termini di sicurezza senza continuare ad intraprendere i viaggi della speranza. Quei viaggi della speranza che spesso per alcune famiglie diventano un problema anche di carattere economico oltre ai disagi che portano.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Salerno, e grazie anche per il proficuo lavoro che la Commissione sta svolgendo in materia di sanità.

La parola adesso al consigliere De Masi.

Emilio DE MASI

Grazie, signor Presidente, io penso che l’intervento che avrebbe dovuto fare così come poi ha puntualmente svolto il Presidente Scopelliti rispetto alla materia sanitaria era quello più atteso non solo e non tanto da noi addetti ai lavori ma, appunto, dai cittadini calabresi.

Io con moderazione dialettica ma con fermezza di convincimento devo dire che è stato un intervento tanto lungo quanto sostanzialmente deludente.

I toni mi sono sembrati appropriati  ad un comizio. Le poche rassicurazioni che possono confortare un disegno che riguarda il futuro della sanità abbastanza generiche e comunque del tutto imprecisate.

Io svolgo per mestiere quello di operatore sanitario ed è per questo che mi permetterò di rappresentare una esigenza, che colgo il rischio venga del tutto disattesa dalla politica in generale.

Perché quando si tratta del primo dei diritti umani non si può ingaggiare una furibonda guerra dialettica allo scopo di dimostrare chi ha fatto maggiori danni. Non mi è parso che come esito del suo intervento ci fosse altro se non quello di dimostrare che Loiero abbia fatto peggio di chi lo ha preceduto.

Mi pare un presupposto concettualmente e culturalmente assai insignificante e persino pericoloso. C’è molta confusione, c’è una investigazione cocciuta, prolungata, infinita di ciò che è stato fatto ovvero non è stato realizzato.

Sono riferimenti persino aneddotici ed in qualche caso simpatici, ma sicuramente poco compatibili con una analisi che vuole essere considerata come presupposto su cui realizzare un processo di interventi seri.

Vorrei dirle, allora, signor Presidente che occorre in sanità in Calabria e lo dico avendo verificato da medico ospedaliero per circa 25 anni, un indifferente comportamento della politica sia che la Calabria fosse governata da uno schieramento o dall’altro. Ed io ad uno di quelli appartenevo, ovviamente.

C’è bisogno di una tale portata di riconsiderazione delle misure adottate per rilanciare questo settore che assomiglia davvero ad una rivoluzione. E’ perciò che è un processo assai impegnativo che non si può esaurire in proclami generici quanto roboanti.

Occorre una rivoluzione di tipo culturale che riguarda, certo, le istituzioni. Ma se non si ripristina un rapporto tra una politica davvero sana – il termine mi pare compatibile con ciò di cui stiamo discutendo – e le conseguenti attività istituzionali, tutto permarrà in una situazione di assoluto ed incontestabile disastro gestionale e culturale.

Lei ha fatto riferimento circa a comportamenti specifici di alcuni direttori generali. Io sarei tentato di riferire quando ero medico ospedaliero a Crotone quello che è stato fatto da qualcuno dei direttori generali che era evidentemente espressione del centro-destra… qualcuno che mi ha avviato alla politica mi ha invitato, comunque, a contenere anche gli istinti e le foghe dialettiche entro una misura di convivenza civile. Quindi non riferirò di questo.

Ma posso dirle, tanto per non essere particolarmente malizioso che improvvisamente all’Asl di Crotone alcuni anni fa quando governava la destra, furono comprate 32 automobili Panda che sono forse ancora giacenti nel deposito dell’Asl.

C’è o no, allora, bisogno di una riconsiderazione culturale che viene riversata nella gestione della sanità? Altrimenti i suoi programmi che io potrei – e mi predispongo anche a farlo- accettare come convintamente sinceri, rischiano di infrangersi su o una resistenza che non dipende da lei perché è affidata ad un consolidato costume clientelare, che è esattamente il cancro che ha divorato con le risorse una prospettiva di sanità migliore per i calabresi.

Vogliamo essere precisi? Noi siamo d’accordo come Italia dei valori sulla necessità della soppressione di alcuni ospedali.

Vorremmo capire come, quali, quanti, sulla base di quali parametri, vorremmo capire come si fa esattamente in maniera più pungente e realistico con le strutture private.

Vorremmo sapere quel dato che lei ha riferito dei posti letto complessivi, se sono compatibili con una regione come la Calabria e quindi in che termini intervenire, quanta riduzione e nello stesso tempo quanto conferimento di crescita culturale si intende dare agli ospedali superstiti, perché il programma non si può racchiudere ed esaurirsi nella indicazione di ospedali che verranno chiusi senza capire se ci siano o meno volontà di investimento tendenti a riqualificare quelli che permangono e a renderli anche avvicinabili ai cittadini.

Perché è facile, comodo e forse anche utile dire che alcuni ospedali vengano chiusi perché inutili, improduttivi ecc. Tuttavia i cittadini vanno messi in condizione di raggiungere gli ospedali.

Il diritto alla salute di un abitante di Bocchigliero è simile a quello di un abitante di Reggio Calabria. Non mi pare che si sia perlustrata una prospettiva che avvicini, in termini di fruibilità di diritto quel cittadino con quello di Reggio Calabria.

E poi mi pare – l’ho sentito anche da altri interventi – che ci si soffermi eccessivamente sull’ospedale come strumento, che è indubbiamente il principale ma non unico, di offerta sanitaria.

Anche qui la scommessa è di carattere culturale.

E’ vero ci sono ricoveri impropri anche nel mio ospedale, ma anche altrove. E non credo che li abbia recuperati il Presidente Loiero.

Anche questo rientra in una sorta di ossessiva osservanza di un criterio clientelare che ha preso e prende ancora anche i medici che, magari per amicizia – questo richiama una sorta di atavico costume nostro – è disposto anche a favorire il ricovero se non necessario opportuno di un amico o di un parente di un amico.

Bisogna, quindi, insidiare questo malcostume e davvero rimuoverlo.

Se così, è allora cosa dobbiamo dire sui manager? Cosa intendiamo dire quando proclamiamo con enfasi che la politica deve essere esclusa dalla sanità? E’ evidente che non intendiamo la politica come dimensione che provvede ad un disegno che riguardi la salute delle persone.

Intendiamo dire che la gestione debba essere esclusa dalle mani di questo tipo di politica. Allora che facciamo? I manager per concorso? Ne parliamo?

Occorre decongestionare un ospedale, esaltare il servizio che si eroga territorialmente; occorre potenziare la prevenzione, che è il viatico attraverso il quale davvero si possono scongiurare determinate patologie, anche quelle più violente, si ottiene, si coltiva nella dimensione territoriale che è abbondantemente trascurata.

Allora di tutto questo noi vorremmo parlare: c’è una disponibilità vera a chiudere gli ospedali? Io vorrei offrirvi, a nome del mio gruppo – e lo farà, magari, anche il mio gruppo – la disponibilità a concordare gli ospedali da chiudere e, se fosse d’accordo in questo senso anche il resto dell’opposizione, noi rimuoveremmo l’alibi, magari, di noi stessi dell’opposizione di eccitare le folle delle comunità presso le quali si intende chiudere un ospedale.

In questo senso, io sto proponendo un patto sincero, vero, proprio perché stiamo parlando del primo dei bisogni della comunità calabrese, un patto per la salute dei cittadini calabresi, ma non possiamo stipularlo se il Presidente Scopelliti viene qua soltanto per criminalizzare ciò che è stato fatto in passato, per rievocarlo con una cocciutaggine che ripropone schemi di campagne elettorali di cinquant’anni fa. Lo potremo fare semplicemente alla condizione che davvero le carte si scoprano, che davvero ciò che è in termini di proporzioni, il disavanzo - non ho capito se è un merito del Presidente Loiero o un suo demerito - se si scoprono davvero le carte, se le si guardano insieme. Su questo le divisioni sono davvero dannose, perché stiamo parlando della salute dei cittadini.

Allora lo facciamo a queste condizioni. Noi possiamo offrire il nostro modesto, ma sincero ed entusiastico contributo, in un percorso che quasi santifichi un patto per la salute dei cittadini. Sul resto, faremmo bene anche a sfiorare il cannibalismo. Non è ammissibile su questo tema una lacerazione fondata sulla pregiudiziale di uno schieramento contro l’altro.

Noi, tra l’altro, in campagna elettorale abbiamo preso le distanze anche dal centro-sinistra e quindi, in questo senso, vorrei lanciare davvero con calore, con passione, che – se mi permettete – mi deriva anche dalla mia formazione e dal mio mestiere, facciamo cose serie per la sanità, perché si tratta della salute dei cittadini, persino quella nostra. Se ne possono fare, ci vuole una razionalizzazione così estesa – ripeto – da somigliare ad una rivoluzione. Non sono più i tempi di Robespierre, sono i tempi della Calabria e il 2010, forse si può fare ancora uno sforzo ed insieme rimuoveremo ogni condizione che può impedire la realizzazione di una sequenza di tappe significative, che davvero abbia come culmine il cambiamento totale del sistema assistenziale di questa regione.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.

Vincenzo Antonio CICONTE

Presidente, colleghi, io credo che quello di parlare di sanità, oggi, sia stato un fatto importante, perché finalmente si riesce a fare il punto della situazione.

Mi sarei aspettato dal Presidente Scopelliti, oggi, di avere qui il Piano di rientro e poter dare un contributo anche in questa sede in maniera precisa, così come hanno detto gli altri colleghi che mi hanno preceduto. Invece, al contrario, qui non si sa quanti ospedali verranno chiusi, sul numero assolutamente niente, da tre a cinque, non si capisce quali saranno gli ospedali, probabilmente si farà in una seconda fase. Invece, secondo me, era importante capire già da adesso quali erano gli ospedali da chiudere.

Si parla di commissariamento, nonostante ci è stato detto dal Presidente Scopelliti che il disavanzo è molto inferiore rispetto a quello che si era detto in precedenza. Allora io chiedo: come si può fare un commissariamento a livello nazionale, se effettivamente il disavanzo è quello che ci è stato detto oggi?! Io penso che, effettivamente, il disavanzo non sia quello, perché fare effettivamente i conti precisi in questa Regione da venti-trent’anni è qualcosa di difficile.

E, ancora, non condivido alcune cose, ma poi dirò qualcosa che condivido. Non condivido, per esempio, quando si viene a dire che ci sono alcune cose nei bilanci delle aziende ospedaliere e sanitarie della regione, non ci sono stati manager all’altezza per ridurre questi disavanzi. Non sono d’accordo, perché i dati nell’azienda dove io ho fatto il direttore generale, nell’azienda Pugliese-Ciaccio - ed invito tutti ad andare a vederlo - dal 2007 al 2009 il disavanzo non andava al di là dei 10 milioni di euro l’anno, nonostante l’apertura del dipartimento emato-oncologico del “Ciaccio”.

Quindi, attenzione, non sono vere queste cose.

Sono state fatte in passato delle cose che tentavano di ridurre il deficit, cosa che probabilmente non è avvenuta appieno, non è avvenuta alla perfezione, sicuramente andava fatto qualcosa di più incisivo, ma andare al commissariamento della sanità in Calabria è un fatto estremamente negativo, vuoi per il turn-over del personale, vuoi per l’aumento delle tasse, cose estremamente negative per i calabresi.

Allora cerchiamo di fare un ragionamento corretto: cosa si può fare per la Calabria? Quando si parla della costruzione degli ospedali, ma costruiamo questi ospedali così come è avvenuto in altre Regioni d’Italia col pubblico-privato, in maniera che la spesa, da parte della Regione o dello Stato, non sia elevata. Noi diamo già dei servizi, paghiamo dei servizi negli ospedali: questi servizi basta darli al privato per venti anni e tu hai la possibilità di avere degli ospedali efficienti e con strumentario nuovo da un punto di vista anche tecnologico.

Credo che questa non sia una cosa difficile da attuare anche nella nostra regione, così come è avvenuto nel Veneto.

E andiamo anche alle cose positive che ha fatto la Giunta precedente, e mi riferisco alla Stazione unica appaltante - l’hanno detto gli altri colleghi - ma mi riferisco alla rete di emergenza cardiologica, che ci viene invidiata da molte Regioni d’Italia.

Quindi, oggi, avrei voluto vedere questo Piano di rientro cosa dice di questa rete di emergenza, cosa dice quando parla di pronto soccorso, quando parla di una politica del territorio nuova. Avremmo voluto dare un contributo vero, se noi avessimo avuto qui questo documento, perché se il documento non ce l’hai, è chiaro ed evidente che sono sole parole e fatti concreti credo non se ne siano ancora avviati; se, poi, poi parliamo dei direttori generali, vorrei non parlare delle persone perché è difficile parlare delle persone, ma qui bisogna dare autonomia ai direttori generali. Quello che vuole fare il Presidente Scopelliti è un fatto negativo,  non dare autonomia ai direttori generali: è sancito dalla “502”. Ma come è possibile che un direttore generale debba prendere…

(Interruzione)

Certo, impegni deve prendere, per carità, alcune cose che vengono programmate dalla Regione, ma in piena autonomia deve gestire l’azienda, altrimenti veramente la politica invade in maniera massiccia quella che è la sfera dell’autonomia dei direttori generali.

Poi su alcune cose che condivido, per carità, i tre ospedali di riferimento,ma io non ho capito i quattro centri Hub quali sono, ma mi riferisco all’ospedale di Reggio, di Catanzaro e di Cosenza. Mi auguro che questi ospedali finalmente curino i pazienti dalla A alla Z, significa che devono avere tutte le specialità.

Attenzione ai tatticismi, ai meccanismi strani che ci sono, ai poteri forti che cercano, ancora una volta, di ridurre l’ospedale pubblico, di ridurre il pubblico a favore dei privati. Sarebbe un fatto di una gravità inaudita! Il paziente che entra nel pronto soccorso di un ospedale regionale deve avere la certezza di essere curato al massimo e senza trasferimenti di sorta.

E poi andiamo anche, oltre agli ospedali regionali, agli altri ospedali. Ma gli altri ospedali devono avere, anche lì, attrezzature adeguate ed avere risorse tali da poter funzionare.

Quando si parla di politica del territorio, attenzione, perché noi parliamo della politica del territorio come se fosse una cosa da niente. La politica è investire sul territorio, è fondamentale, ma tu i risultati non li vedrai subito, li vedrai a distanza.

Un’altra cosa importante riguarda l’Università e il polo oncologico. Attenzione, qui dobbiamo chiarirci le idee una volta per tutte, dobbiamo capire se l’Università di Catanzaro “Magna Grecia” è università della Calabria o università del bacino di utenza della provincia di Catanzaro, perché quando il Presidente mi viene a dire 5,4  per quanto riguarda i posti letto nella provincia di Catanzaro, è evidente che questi posti letto dell’università vengono accorpati o vengono messi nella provincia di Catanzaro, cosa che secondo me non deve essere così, altrimenti è evidente che allora noi dobbiamo sostituire alcune cose o cambiare rotta su alcune cose.

E quando si parla del polo oncologico, caro Presidente – e poi sulla medicina generica, così come ho sentito, i medici di medicina generale –, dobbiamo capirci e chiarirci che ruolo deve avere. Capisco le finalità, che erano nobili, ma la convenzione l’ha firmata non la Giunta precedente, la Giunta ancora che veniva prima. Sui posti letto di pneumologia o di gastroenterologia o i posti letto di neurochirurgia, c’erano nel polo oncologico che il Presidente non ricordava bene, non essendo medico o soggetto che si occupa di questa materia.

E’ evidente, quindi, che queste cose sono state fatte in convenzione con l’Università e noi, da varie postazioni, più volte avevamo criticato quel tipo di impostazione, che era sbagliata, perché noi stavamo costruendo – e non ero io il direttore generale all’epoca – il dipartimento emato-oncologico al “Ciaccio”, una struttura moderna, innovativa, che dovrebbe essere di esempio nella nostra regione. Invito la Commissione ad andare a visitarla, perché effettivamente non si può lasciare adesso sola questa struttura, bisogna rafforzarla ed essere noi propositivi ad adattare questo modello a livello regionale, se vogliamo far crescere la sanità.

Chi è venuto a visitare questa struttura da tutte le parti d’Italia e anche qualche straniero, vi posso garantire che ha sempre detto che quella è una struttura all’avanguardia, che non ce ne sono nel Mezzogiorno d’Italia, dunque non si può lasciare sola. E qui dobbiamo capire come creare le premesse per far crescere ancora di più questa struttura.

Poi, per la medicina generale, caro Presidente Scopelliti – non lo vedo in Aula, ma glielo dirò anche di persona – attenzione, i medici generici non sono induttori di spesa, così come si è detto in una conferenza stampa. Quello di dire che i medici generici mandano i pazienti fuori dalle nostre mura calabresi, non èsatto, non è questa la vera ragione dell’emigrazione sanitaria. Io posso essere d’accordo quando si parla di strutture fatiscenti, di tecnologia obsoleta, anche noi siamo andati in giro per tutti i paesi d’Italia e del mondo, quindi c’è un’emigrazione, al di là della sanitaria, che ci lega ai territori nazionali e internazionali, ed è evidente che, quando un nostro parente o un nostro congiunto ha qualche problema, siamo i primi ad andare fuori.

Quindi questa è la verità, noi dobbiamo trovare un sistema virtuoso in Calabria, per cercare di creare non tanto le eccellenze, che ne siamo pieni, parliamo sempre di eccellenze; dobbiamo trovare la qualità vera, una qualità percepita dal paziente, che è fatta di appropriatezza, di qualità di atto medico in tutti i posti della Calabria collegati in rete.

Allora, secondo me, questo è il modello vincente. Se noi non riusciamo a creare un’integrazione vera fra territorio, ospedale e università, avremo fallito nei nostri intendimenti. Sono convinto che la sanità, così come ha dato una sconfitta al centro-sinistra, la darà al centro-destra.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha facoltà.

Mario MAGNO

Signor Presidente, colleghi, io ritengo che l’intervento del Presidente Scopelliti, al di là delle cose dette dagli amici consiglieri del centro-sinistra, abbia focalizzato quella che è la situazione oggi della sanità in Calabria e abbia tentato, in questi mesi di lavoro che è stato fatto da parte della Giunta e del dipartimento, di verificare due aspetti prioritari nel contesto di quella che è la sanità calabrese.

Il primo, verificare il disastro che c’è all’interno di questo settore, che non è stato soltanto creato dal precedente Governo di centro-sinistra, ma che viene anche da lontano, da un tipo di politica che nella sanità è stata utilizzata negli ultimi quarant’anni e che ha visto questo settore non come un centro per la salute, ma come un centro per l’impiego, dove spesso la sanità è stata oggetto di interventi massicci, di occupazione di posti di lavoro, mentre questo avrebbe dovuto essere un settore che andava, proprio per le cose che diceva prima il consigliere De Masi, verso la salvaguardia della salute dei cittadini e che potesse mettere al centro, oltre che la salute del cittadino, anche la buona amministrazione, in considerazione della natura importante dell’attività sanitaria e la necessità che in questo settore ci fosse un grande livello di qualità dei servizi.

Quindi il Presidente ha dovuto, in questo periodo, focalizzare quelli che erano i grandi problemi che esistono nel settore.

L’altro aspetto è stato quello che ci siamo trovati di fronte – come diceva il Presidente Scopelliti – ad una indeterminatezza di quella che era la situazione finanziaria nella sanità. Non si riesce a sapere quant’è il debito, non si riesce – è la cosa più grave – a certificare questo debito, che è il presupposto necessario per poter superare le problematiche relative al ripiano del disavanzo finanziario.

E chi doveva certificare questo debito? Il Presidente Scopelliti, giustamente, dice: “Non certamente Kpmg”, ma sicuramente l’avrebbero dovuto certificare quei manager e quei responsabili dei servizi amministrativi e sanitari dell’Asl che avete tenuto in vita durante tutti questi anni all’interno della sanità calabrese. Sicuramente questi manager oggi hanno la grande responsabilità di non aver saputo certificare questo debito e di non aver potuto dare un dato certo a quella che era l’esigenza che veniva non soltanto dal Governo regionale, ma anche da quello regionale, proprio per consentire questo ripiano.

E si andrà verso il commissariamento proprio in funzione non tanto del fatto che esiste una mole di debito enorme, ma proprio perché oggi non siamo nelle condizioni, in questa nostra Regione, di sapere come realmente si può intervenire in maniera forte per poter superare questo grave momento di difficoltà nella sanità calabrese.

Nei giorni scorsi ho molto apprezzato l’intervento dell’ex assessore Doris Lo Moro che, facendo anche un passo indietro rispetto a quelle che erano state alcune dichiarazioni che aveva fatto nei mesi passati e negli anni scorsi, ha dichiarato con semplicità e chiarezza che le sue intenzioni rispetto agli interventi nel campo sanitario da assessore regionale, purtroppo, sono andate a cozzare contro una logica diversa, che non era quella del risanamento e del mettere in ordine la sanità, ma di continuare su un percorso vecchio e stantio che c’era stato negli anni passati e che vedeva questo settore sempre più andare verso la deriva.

E anche il suo Piano, che fu approvato all’interno della Giunta, non riuscì mai ad avere l’approvazione definitiva all’interno del Consiglio regionale, per cui si dovette andare non all’approvazione del Piano sanitario Lo Moro, ma verso una soluzione diversa, che era quella di mettere in campo una politica di rientro dal debito, quindi con il famoso Piano di rientro, che oggi noi ci troviamo nelle mani: dovremo applicare quel Piano di rientro che non è stato nemmeno approvato dalla Giunta Scopelliti e da questo Consiglio regionale, ma è stato approvato dalla precedente Giunta di centro-sinistra;  certamente quel Piano contiene una serie di misure, che dovremo applicare per consentire anche a questa Regione di uscire fuori dalla situazione di grave crisi nella quale si trova.

Però dobbiamo anche noi mettere le correzioni giuste all’interno di questo Piano ed oggi, ancora, non siamo in grado di sapere quanti e quali ospedali saranno chiusi, perché – come diceva l’amico Nazareno Salerno, Presidente della Commissione sanità – anche attraverso dei sopralluoghi specifici, stiamo andando a verificare quali sono le condizioni e le situazioni degli ospedali calabresi, principalmente di quegli ospedali che rientrano nelle maggiori criticità per la gestione della sanità.

Dopo aver fatto questa ricognizione, dopo aver verificato i dati economici, finanziari, dei posti letto occupati, del carico di personale che c’è su questi ospedali, della qualità dei servizi che saranno offerti, in quel momento andremo a definire e a stabilire quali saranno gli ospedali che dovranno essere chiusi.

Ieri ho apprezzato molto l’intervento del consigliere Adamo che, a differenza di alcuni consiglieri intervenuti stamattina all’interno di quest’Aula, piuttosto che prendersela con Scopelliti, se l’è presa con la politica del centro-sinistra che, negli ultimi cinque anni, non ha saputo affrontare in maniera determinata quello che era il problema del risanamento della sanità calabrese e della riqualificazione non soltanto della spesa, ma anche dei servizi sanitari. E ha fatto anche uno sforzo in più, dando a questo Consiglio anche una capacità di proposta, che può essere utile nel prosieguo per poter andare a verificare le cose da fare all’interno della nostra regione.

Io penso che sia questo il percorso che il centro-sinistra deve intraprendere, per venire incontro e per chiedere all’interno di quest’Aula un dibattito serio sui problemi della sanità. Su questo percorso penso che ci sia la disponibilità al confronto da parte di tutti, ma su un percorso diverso, di difesa di quello che si è fatto, certamente questa maggioranza non consentirà a nessuno di venire in quest’Aula a chiedere giustificazione rispetto alle malefatte messe in campo in questi cinque anni di governo del centro-sinistra.

E voglio portare un esempio per chiudere il mio intervento, caro Presidente Talarico, del quale tu sei fortemente a conoscenza: proprio la situazione nella quale sono state cacciate le due strutture sanitarie presenti nel comprensorio di Lamezia, l’ospedale civile di Lamezia Terme e l’ospedale civile di Soveria Mannelli.

L’ospedale di Soveria Mannelli, per chi non lo sa, ha subìto la chiusura di tutte e tre le sale operatorie che aveva per circa due anni, dove non è stato fatto nessun intervento di natura chirurgica perché le sale erano chiuse, per cui non si poteva fare nulla. L’ospedale, di fatto, è stato smantellato, parte del personale è rimasto in quella struttura senza fare niente, quindi abbiamo pagato il personale senza che operasse, una piccola parte è stata trasferita all’ospedale di Lamezia, ci sono voluti due anni per mettere su di nuovo le sale operatorie.

Ma non si poteva fare una sala alla volta?! Non si poteva ristrutturare una sala alla volta, per consentire a quell’ospedale di svolgere le proprie competenze, i propri interventi, le proprie attività?

Consigliere Scalzo, se lei va a guardare i dati sui ricoveri dell’ospedale di Soveria Mannelli e li dovessimo prendere per buoni, troverà che in quell’ospedale, negli ultimi due anni, non ci sono stati praticamente quasi ricoveri. Quindi dovrebbe essere quello un ospedale da chiudere, secondo la logica dei numeri, ma purtroppo, per chi non conosce quello che è successo e legge i numeri in maniera asettica, senza andare ad introdursi in quella che era la realtà, quello potrebbe essere un ospedale da chiudere.

Invece, è un ospedale che offre delle qualità di servizi ed ha una capacità, sia della classe medica che per le funzioni che svolge in quell’area particolare del lametino, che non va chiuso e va tenuto in vita, riconvertito, dandogli qualcosa di diverso rispetto a quello che già fa, ma certamente non è un ospedale da chiudere. Se guardate i numeri, quello è il primo da chiudere, consigliere Scalzo, e mi rivolgo a lei perché lei ha operato all’interno di quella struttura.

L’ospedale di Lamezia ha avuto, negli anni, un – chiamiamolo così – depauperamento di quella che era l’attività sanitaria. Questo è stato uno degli ospedali migliori della Calabria negli anni scorsi, dove ci sono stati primari di grande qualità. Negli ultimi anni, quest’ospedale è diventato uno degli ospedali forse dove la qualità dei servizi sanitari non è certamente delle migliori. Perché, che cosa è successo? E’ successo che, ogni volta che veniva in quell’ospedale un primario di qualità, gli si faceva passare la voglia pur di mandarlo via, perché c’era una serie di situazioni all’interno di quell’ospedale che certamente, coperta dalla politica, non consentiva di avere lì primari di qualità.

Inoltre, quello è stato un ospedale che ha subìto, come alcuni ospedali calabresi, quello che è stato il declassamento, nel senso che è un ospedale spoke, non Hub, perché i quattro ospedali Hub hanno avuto un’attenzione particolare all’interno di questa regione negli ultimi anni. Ed io vorrei sapere anche perché molti finanziamenti impropri, consigliere Ciconte – guarda caso – sono andati a finire negli ospedali di Catanzaro e di Cosenza, piuttosto che in altri ospedali – non lo dico io, lo dice la Corte dei conti – quindi vorrei anche capire perché alcune attenzioni vengono date su alcune parti del nostro territorio calabrese, mentre altre parti del nostro territorio non vengono attenzionate dal punto di vista della qualità dei servizi.

Perché attraverso il ridimensionamento del numero delle aziende sanitarie provinciali, alcuni ospedali di realtà importanti vengono penalizzati, per cui si tolgono le direzioni e i servizi amministrativi, mentre altre aree vengono privilegiate, forse per far sì che in quelle aree si creino le condizioni per avere un maggiore consenso elettorale, che poi porta certamente alla candidatura di alcuni amici al Consiglio regionale o al Governo nazionale, ma questi amici vengono eletti proprio in funzione di quella che è stata la politica che negli anni hanno potuto svolgere all’interno di quella realtà, assicurando loro sicuramente l’elezione e il posto nei vari organismi istituzionali.

Se la sanità continua ad essere questo, siamo sulla strada sbagliata: non può essere questa! Dobbiamo – io penso – tutti quanti noi ridare un ruolo e una dignità diversa a questo settore e consentire anche a questo Consiglio regionale e alla Giunta regionale di intraprendere questo percorso che, senz’altro, è un percorso di cui noi ci assumiamo completamente la responsabilità, ma vogliamo anche che il centro-sinistra possa collaborare, affinché si metta una pietra sopra a quello che è stato il passato, assumendosi ognuno le responsabilità che bisogna assumersi e rilanciare, ridare dignità a questo settore, per consentire ai cittadini calabresi di avere una sanità giusta, che possa essere la sanità vera che è quella che offre servizi efficienti, qualità, la possibilità ai cittadini di curarsi in Calabria e non andare ancora a curarsi fuori dalla nostra regione.

Ultima cosa: ho apprezzato molto la compostezza con la quale i genitori di Federica Monteleone hanno accolto la sentenza che c’è stata al tribunale di Vibo Valentia. Proprio per evitare che ci siano altre sentenze di questo tipo, noi dobbiamo oggi assumerci una responsabilità forte, affinché non si verifichino più i casi come Federica Monteleone o come quelli che si sono verificati l’altro giorno a Trebisacce, ma dobbiamo assumerci la responsabilità di dire al popolo calabrese che oggi la Calabria è cambiata, non è più quella di prima.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere  Loiero. Ne ha facoltà.

Agazio LOIERO

Io sono convinto che, quando si parla di sanità, si parla di una materia oltremodo difficile, complessa e – come spesso capita con materie difficili e complesse – ognuno finisce per poter dire quello che vuole.

Io parlerò con franchezza, ma anche con generosità, perché sono convinto che una materia come questa, in un territorio come il nostro che ha tantissime difficoltà e complicanze - per usare proprio un termine medico – bisogna parlare con sincerità e, ripeto, generosità, generosità che dipende anche dal fatto dei ruoli che si sono ricoperti lungo l’alveo della vita politica.

Quindi io sono convinto, per esempio, che in una materia come questa non c’è nessun demiurgo, perché questo è un settore drammatico, esplosivo, dove appena si tocca qualcosa, esplode tutto. D’altra parte, è il settore che di più mostra limiti, inadeguatezze e che da noi, fino ad oggi, ha poco guardato alle future generazioni, perché la sanità, come tutta la Calabria, è un coacervo di emergenze, una via l’altra, cui bisogna far fronte, e non è sempre facile.

D’altra parte, la sanità presenta problemi che non sono né di ieri né di avantieri – qualcuno lo ha detto –, sono problemi annosi che si perdono nella notte dei tempi, se si pensa solo per un attimo, per esempio, al caotico sviluppo della rete ospedaliera, che è stata fatta da personaggi politici che tentavano di rompere l’isolamento e che lo facevano, forti di una leadership che era veloce, perché le leadership in Calabria durano poco, quindi magari ha disseminato il territorio con uno sforzo di generosità, di ospedali dappertutto, complice anche un disegno orografico drammatico, per cui sulla carta si vedono ospedali vicinissimi l’uno all’altro e poi, per arrivarci, si impiega un’ora.

Anche da qui, per esempio, da questo dramma dipende l’eccesso di personale, c’è stato per lunghi decenni, un compromesso lavoro in questo territorio e, mentre si dava, per esempio, al Nord la possibilità di accedere alla cassa integrazione, qui erano proprio le aziende che cercavano di rispondere al bisogno disperato di lavoro che c’era.

Dico queste cose non perché bisogna rifarlo, perché adesso ne paghiamo lo scotto, ma per fotografare storicamente una situazione.

Quindi è un problema, un bubbone che scoppia dopo decenni, problemi enormi, quindi io mi sarei aspettato – devo dire la verità – un intervento del Presidente in carica consapevole di questa difficoltà, attento a quest’Aula, come attenti siamo stati nella passata legislatura e non escludo lo si sia stati anche nell’altra legislatura, perché questi problemi vengono da lontanissimo e non è immaginabile che da solo li possa risolvere e in tempo breve, diversamente dimostra una grande superficialità, corrività. I problemi sono immensi, quindi questo discorso che ho sentito fare dal Presidente è irto di contraddizioni e talvolta, in alcuni passaggi, di indecenze, perché è una falsificazione della verità.

Noi, signori – lo voglio dire con estrema franchezza – abbiamo fatto degli errori all’inizio, non faccio alcuna fatica a riconoscerlo, e anche se individualmente non li ho fatti io, me ne assumo in toto la responsabilità, perché ricordo perfettamente quando il Vicepresidente Adamo disse alla prima  seduta di Giunta che tenemmo a Catanzaro, dove per Statuto si tiene la Giunta, “Perché non facciamo un’operazione verità e non offriamo ai calabresi la condizione che ereditiamo?”, che io ritengo una condizione difficile, complicata, magari già con disavanzo, anzi, meglio, con deficit, non disavanzo – come ha detto il Presidente Scopelliti – che interessa una pluralità di anni, diversamente dal disavanzo.

Ora voglio dire questo, che io posi all’assessore alla sanità il problema del deficit. Lei diede dopo dieci-quindici giorni una risposta che è stata tranquillizzante: “Mi carico io questa difficoltà”. Ma perché non è stato fatto? Io lo dico con franchezza: non volevo dare, davanti a una vittoria che era stata una vittoria come è stata questa di quest’anno, una vittoria così solare, plateale, così vasta, nel Consiglio regionale un elemento di assoluta rigidità, perché sapevo che c’erano condizioni difficili.

Io volevo governare, noi volevamo governare – lo dico col plurale – anche con la minoranza, e voi mi darete atto, specialmente quelli che c’eravate nella passata legislatura, che io ho tentato sempre di governare con la minoranza, frequentando questo Consiglio, non ci sono venuto negli ultimi sette-otto mesi, sbagliando qualche volta che non ci sono venuto, ma sempre cercando di trovare con la minoranza un accordo sui grandi temi, tant’è vero che spesso la stampa registrava che non c’era opposizione - e ve lo ricorderete questo – proprio perché c’era sempre stata dal Governo della Regione un’offerta straordinaria di dialogo, e su tante cose un dialogo che c’è stato, naturalmente ognuno con le proprie prerogative, i propri poteri.

Quindi, sentire questo discorso che abbiamo sentito oggi…

Lo trovo incredibile – ve lo dico sinceramente –: non la continuazione di una campagna elettorale, ma una non plausibile condizione di non conoscenza dei problemi che ha agitato un discorso tutto ellittico, con ritorni su cose che non hanno più senso, amici.

Guardate che il problema della sanità vi scoppierà da qui a cinque-sei mesi, il vostro interesse sarebbe quello di dire “guardiamo insieme quello che si può fare”, non demonizzando tutto il passato e recuperando, di questi quattro mesi – signori, sono quattro mesi che già governate – solo la Stazione unica appaltante, che è diventata quasi appannaggio di questa Giunta.

Ma si può fare una cosa di questo genere, quando io ricordo perfettamente nella campagna elettorale, per averla vissuta sulla mia pelle, che il Presidente Scopelliti diceva che voleva eliminarla la Stazione unica appaltante?! Invece è l’unico elemento che ha in mano a quel tavolo Massicci, cui lui non può partecipare perché quello è un tavolo tecnico.

Quindi molte cose che si dicono qua, si dicono in una maniera erratica, senza che ci sia un costrutto vero.

Allora, Kpmg.

Noi vogliamo dirvi con estrema franchezza: ma, secondo voi, è possibile che il deficit io l’abbia amplificato in campagna elettorale per farci la campagna elettorale col deficit?! Ma è una follia questa! Noi abbiamo sempre detto, non noi, l’advisor, un organo neutro – ripeto – un advisor mandato dal Governo Berlusconi, che è venuto giù e ha detto “questo è il deficit”, ma non un deficit certo, perché da questo bisogna disincagliare sicuramente quel 5 per cento che il Governo trattiene per il non rispetto dei Lea e con noi il Governo è stato brutale nell’adozione di questo metodo, mentre questo non l’ha fatto col Governo Chiaravalloti, perché tutta questa contestazione sui Lea, che sono il 5 per cento annuo, che sono una cifra enorme e che ti porta 700-800 milioni, non è stata mai applicata col Governo regionale  di cui Scopelliti faceva parte nella passata legislatura.

E poi c’è l’altro problema dei crediti nei confronti delle aziende. Quello è un organismo terzo. Se voi sottraete ai 2 miliardi e 100 queste cifre, si può arrivare benissimo a 1 miliardo, ma sempre noi le abbiamo dette queste cose, solo che non siamo noi a poter dire queste cose, c’è bisogno davvero di un organo tecnico per fare questo tipo di operazione.

Poi io sono convinto che i grandi cinque temi che abbiamo di fronte, il personale, la rete ospedaliera, le prestazioni da privato, la farmaceutica, gli acquisti di beni e servizi, beh, questi sono i grandi temi.

Sul personale – lo voglio ricordare – qui noi abbiamo portato, io ho portato al governo un Piano di rientro e ricordo a tutti voi - perché siccome fate politica, questa cosa non potete non ricordarla - che il Governo Berlusconi più e più volte ha minacciato che avrebbe commissariato la sanità in Calabria. Io sono andato con un Piano di rientro là e non mi sono fatto commissariare, sono andato in Consiglio dei ministri a parlare e non mi sono fatto commissariare, ma sapete perché? Non per una vanità, non per un dato narcisistico, ma perché commissariare la sanità significa applicare penalizzazioni che sono nella Finanziaria, che sono  drammatiche per noi, perché salta l’Irpef, salta l’Irap, si blocca il turn-over al 100 per cento.

Ma guardate che il turn-over sul personale al 100 per cento è un disastro. Quando le delegazioni di Reggio Calabria venivano da me e mi dicevano “guardate che dobbiamo chiudere il pronto soccorso”, certo che io mettevo in moto strumenti per rispettare i Lea e per rispettare anche l’articolo 32 della Costituzione, che ritiene che la salute sia diritto per tutti.

Non c’è dubbio, anche qui sul personale certo che ci sono esuberi nelle Asp, certamente ci sono, però che facciamo? Questo personale che si è comunque imbucato – voglio usare un verbo brutto –, che facciamo, lo mandiamo all’improvviso a casa?! Ma questo significherebbe non capire la drammaticità e la situazione di questo territorio.

Prestazioni dal privato: su alcuni passaggi, l’unico passaggio su cui posso concordare è questo, che il privato e il pubblico non possono fare le stesse cose in Calabria. Il privato deve sapersi integrare, senza demonizzare l’uno e senza demonizzare l’altro, ma noi non possiamo non dare un certo tipo di priorità al pubblico. L’integrazione è qualcosa che ha bisogno di investimenti, di risorse, di quattrini, e voi pensate che oggi il privato ha queste risorse per investire?! Se tu smantelli – che so – 30 posti letto di chirurgia e li fai diventare di ortopedia, hai lo strumento economico per farlo? Ma queste sono tutte adozioni che hanno bisogno di tempi molto più lunghi di quelli che noi immaginiamo.

La farmaceutica è a un livello esponenziale, è uno dei problemi drammatici che abbiamo. Nell’Asl di Reggio Calabria, dove per lungo tempo Scopelliti è stato sindaco, c’è stato per quattro anni un generale dei Carabinieri: là c’era il picco più alto della spesa farmaceutica e neanche lui è riuscito a risolvere alcuni problemi. Questi sono problemi che si risolvono con un batter di ciglia?! E’ un problema drammatico che abbiamo, che lui avrà davanti per cui dovrebbe avere il contributo di tutti, di chi ha un’idea da suggerirgli.

E anche questo problema della rete ospedaliera: di che cosa stiamo parlando?! Se voi siete assessori, avete accesso ai documenti, alle pratiche. Guardate che noi abbiamo già deliberato di chiudere cinque ospedali, già deliberato e ancora parliamo di che dobbiamo fare, perché sappiamo che quello è un dramma su cui noi, magari, abbiamo anche perso in campagna elettorale, perché abbiamo perso molto consenso su questo. Abbiamo detto che ci sono ospedali che non possono reggere, di 20 posti letto. Non è possibile, e lo abbiamo detto e ripetuto più e più volte. Adesso bisogna farle queste cose.

Noi sappiamo perfettamente che alcuni ospedali non si reggono in Calabria, perché sono diventati – e l’ho detto più volte – strumento di morte, più che strumenti di salvezza, dove c’è il chirurgo che fa così pochi interventi in un mese, che non ha neanche più la manualità per fare uno molto semplice. Quindi vanno chiusi e una cosa è farlo da soli o farlo con la minoranza, magari coinvolgendo la minoranza, laddove ci sono quei sindaci di cui parla Scopelliti.

Io trovo queste cose folli!

E le case della salute: ma ricordate – lo chiedo a voi – cosa ha detto in tre mesi il Presidente? “Le case della salute” – dice una volta – “non servono, è una cosa che piace alla sinistra; poi le case della salute che piacciono tanto alla salute, ma non le facciamo”. Oggi si arriva a dire che solo le case della salute… Ma non è che era stata un’invenzione del sottoscritto o del centro-sinistra. Dovendo costruire ricoveri appropriati negli ospedali, c’era bisogno di un baluardo territoriale, fatto di medici di base, dove ci sono quegli strumenti di cui parlava lui. Ma lui li aborriva fino a due mesi fa! Le case della salute, c’erano i bandi di gara. Perché li avete bloccati? Metteteli in moto. Non ci sono tutti i soldi? E’ vero, perché qui c’è un problema, una parte erano soldi europei e una parte erano soldi del Fas. Non ne possiamo fare undici? Facciamone sei. E’ importantissimo tutto questo.

C’erano i bandi pronti, io non so che fine hanno fatto. Avevamo fatto ancora un bando, addirittura, per prendere 20 commercialisti per avere un controllo molecolare dei bilanci della sanità. Nessuno si inventa nulla, e anche il bando è stato cassato come se fosse fonte di spreco. E’ fonte di spreco una cosa di questo genere?!

Ultima cosa, la Stazione unica appaltante, che sarà un elemento forte in mano del Presidente a Roma, perché avremo tanti difetti, tantissimi, ma questa Stazione unica appaltante siamo l’unica Regione d’Italia ad averla saputa costruire. Abbiamo mandato un Procuratore antimafia a guidarla, oggi comincia a darci il vantaggio del risparmio, che lui si gioca sui tavoli romani. Allora rafforziamo anche il personale, là c'è bisogno di personale. Con quello che si risparmia con la Sua, si può mandare quanto personale si vuole, ce n’è tanto anche in Consiglio: trasferiamolo là. Ma è possibile che noi possiamo prenderci in comando uno del ministero della pubblica istruzione che, magari, sta al provveditorato di Varese e non possiamo mandare qualcuno dal Consiglio alla Giunta?!

Sono cose semplici, che dovremmo cercare di risolvere insieme, però sono convinto che è complicato, perché ho interrotto, non ho detto qual era anche il secondo motivo per cui bloccai all’epoca Adamo dall’andare avanti su questo adempimento che oggi, a distanza di tempo, con grandissima umiltà ritengo fosse giusto. Io avevo paura – lo dico con franchezza – che, alla fine, dovessimo trovare elementi non solo di concordia, ma temevo che il federalismo fiscale, che ormai è  dipresso, ci avrebbe impedito di fare alcun tipo di operazione. Per questo ho spinto molto per avere un advisor, per fare i conti veri, proprio per non lasciare alle giovani generazioni fardelli pesantissimi che non avrebbero mai potuto sopportare.

Allora voglio dire due o tre cose e chiudo. Guardate che noi abbiamo avuto un Governo nazionale che, sotto questo aspetto, ci è stato oltremodo nemico, proprio nemico, perché in molti passaggi ci ha messo il bastone fra le ruote e, anche quando è venuto – questo lo voglio ricordare – giù Calderoli, è venuto qui per spiegarci che in fondo il federalismo fiscale poteva fare bene a tutti, noi non siamo mai stati di quest’avviso, perché il federalismo fiscale ho detto più volte che mostra la disparità che c’è tra un territorio e l’altro, è una maniera per far secedere, di fatto, il Nord dal Sud, perché il Nord leghista, ma anche tutto il Nord – e qui non faccio differenza né di destra né di sinistra – pensa a costruire dei club di ricchi, che si stacchi dal resto d’Italia, che diventi parassitaria. Nel 2008 c’è stata tutta una campagna elettorale della Lega in cui ha detto “mai più risorse al Sud parassitario e mafioso!”.

Vedete, questa politica è stata attuata da questo Governo nazionale, per cui io ho sempre sentito fortissimo questo dramma del federalismo.

Altre due cose e chiudo.

Quando Magno parlava del Piano sanitario, signori, noi abbiamo fatto un Piano sanitario e l’abbiamo portato all’approvazione della Giunta dopo tre-quattro sedute difficili, complicate, tra luglio e agosto del 2007 e, subito dopo, nel novembre dello stesso anno, grandissime pressioni, facendo un lavoro anche difficile, complicato, proprio da operai, abbiamo trovato – e c’era ancora assessore la Lo Moro – all’epoca che c’erano 850 milioni di deficit accumulato.

Noi, davanti a quel deficit, avevamo un Piano sanitario che era espansionistico, che prevedeva una cardiochirurgia a Reggio, una a Cosenza, il trauma center a Lamezia. Non potevamo metterle insieme queste cose, per questo si è fermato il Piano sanitario, ma la volontà di farlo, di promuoverlo era nostra; ci siamo fermati perché abbiamo avuto dei problemi economici. D’altra parte, se avessimo pensato che c’era un deficit che ereditavamo dalla Giunta Chiaravalloti, non avremmo certo eliminato il ticket, che abbiamo dovuto rimettere. Guardate che il ticket si adotta anche nelle Regioni con pareggio di bilancio, solo se c'è la spesa farmaceutica troppo in alto.

Quindi noi abbiamo fatto tutto un grandissimo lavoro e – ripeto - siamo stati ricevuti dal Governo e con il Governo ci siamo confrontati. Perché venire qui e dire fandonie, una via l’altra?!

E poi io sono convinto che, per quanto ci sia anche da parte del Presidente questa voglia di continuare la campagna elettorale, anche a volte ingenerosa perché le stabilizzazioni che sono state fatte dalle Asl, altro che assunzioni, c’era gente che stava là da dieci anni e quindi era uno scandalo stabilizzarla?! E quando sono venute le delegazioni di Reggio Calabria per dirci che chiudevano più reparti, certo ci siamo aperti davanti a questa realtà.

Chiudo, signor Presidente, dicendo che, malgrado ci sia stato in quest’Aula questo elemento gratuito di rigidità, ho anche sentito – lo voglio dire con franchezza perché non mi voglio tenere nulla – parlare di affarismi. Ma affarismi dove, come?! Se devo proprio guardare ad affarismi, guardo ad alcuni miasmi che esalano da certe città della Calabria, dove l’affarismo non è solo affarismo, ma è anche affarismo in ‘ndrangheta, per dirla con estrema franchezza.

Dette tutte queste cose, voglio dichiarare, ancora una volta, una disponibilità forte al confronto su questo tema, che non può essere immaginato come un inciucio, perché io non ho mai fatto inciuci in quest’Aula; chi c’è da cinque anni sa che non ne abbiamo fatti e non ne abbiamo mai richiesti. Certo, una disponibilità totale perché siamo convinti che un problema del genere non lo può affrontare un uomo solo, forse neanche tutto il Consiglio è in grado di risolvere i problemi che abbiamo davanti.

Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò

PRESIDENTE

E’ iscritto a parlare il consigliere Parente. Ne ha facoltà.

Claudio PARENTE

Io avrei voluto fare un intervento tecnico su quella che è la problematica della riorganizzazione socio-sanitaria che stanno mettendo in atto il Presidente Scopelliti e la sua Giunta, un intervento tecnico dove, magari, avrei cercato di valorizzare alcuni aspetti qualificanti, assolutamente positivi e anche differenziativi rispetto a quella che era un’impostazione della sanità sino a qualche mese fa, non trascurando magari anche quanto di buono la vecchia Giunta aveva ipotizzato di mettere in atto, magari facendo le differenziazioni tra le case di salute così tecnicamente chiamate in altre regioni e le case di salute che intende attuare il Presidente Scopelliti in Calabria.

Avrei voluto evidenziare qual è la logica tecnica di questo nuovo percorso, facendo una differenziazione tra quello che è il concetto di prestazione e quello che è il percorso assistenziale su cui si basa la nuova organizzazione socio-sanitaria. Avremmo potuto parlare dei centri di eccellenza, come organizzarli e come svilupparli, in partnership con primarie strutture nazionali e qualcuna anche internazionale o quello che si sta definendo per la rete della non autosufficienza, della disabilità, delle cure palliative o della rete del dolore.

In altre parole, avrei voluto accogliere anche l’invito del consigliere Principe ad evitare di essere polemici e di essere assolutamente propositivi, perché la campagna elettorale è finita, ma anche con l’abilità che contraddistingue l’ex presidente Loiero nel suo eloquio, non posso rimanere indifferente ai termini che lui ha utilizzato verso il discorso del Presidente Scopelliti, delle parole tipo “indecente”, “folle”, “fandonie”, che mi sembrano un po’ eccessive, e anche per rispondere al consigliere Ciconte, che si preoccupava di quelli che potevano essere i controlli più o meno tecnici da attuare sui direttori generali richiamando la legge 502.

Vorrei dire al consigliere Ciconte e soprattutto all’ex Presidente Loiero che noi possiamo mettere giù qualsiasi tipo di Piano socio-sanitario, qualsiasi tipo di organizzazione, anche la più eccelsa possibile, ma se poi l’affidiamo e la demandiamo a dirigenti delle Asp o del dipartimento della sanità regionale, che non solo non hanno magari titoli professionali, ma sicuramente non hanno titoli morali per cercare di applicare queste cose, allora è tutto vano. E qui non possiamo non ricordare quello che è successo negli ultimi tre anni, dove in un circuito vizioso o un circolo viziato tra dipartimento dei servizi sociali, dipartimento della sanità regionale e Asp di Castrovillari prima e Cosenza dopo, si sono alternati personaggi che con una spregiudicatezza totale hanno prodotto danni devastanti ed ancora tanti altri ne dovranno uscire, perché ci sono diverse cause in corso per tanti motivi, a cui accennava anche il Presidente Scopelliti.

Allora, se non c’è un controllo tecnico – e poi i controlli possono essere di diverso tipo sull’operato dei direttori generali –, come possiamo pensare di continuare a permettere quello che è stato permesso in questi anni?!

Io vi vorrei dire soltanto alcune cose che fanno tremare i polsi, messe in atto da questi personaggi: hanno avuto l’abilità, per interessi di diversi motivi, di autorizzare, accreditare e convenzionare in quindici giorni – dico quindici giorni – tra fine luglio e il 10 agosto, strutture del cosentino, mentre altri che ne avevano fatto richiesta da anni sono rimasti al palo!

Vogliamo parlare di quello che è successo con le dismissioni dei pazienti del “Papa Giovanni”? Vogliamo parlare di tanti altri episodi? Ne potrei citare tantissimi, quando per la dismissione dei pazienti del “Papa Giovanni” pubblicamente veniva detto che non ci sarebbe stato alcun aggravio di spesa, perché sarebbero stati ospitati in strutture dell’Asl, ex articolo 20. Non ce n’è andato uno o, meglio, sono andate solo sedici persone, perché in un modo assolutamente scientifico è stato fatto un crono programma, affinché venissero autorizzate a pioggia ed accreditate e convenzionate altre strutture, portando a un disavanzo solo per il 2009 di 9 milioni di euro all’Asp di Cosenza.

Allora possiamo fare tutti i piani di questo mondo, possiamo definire tutti i progetti come vogliamo, ma non possiamo non renderci conto di quello che hanno fatto i direttori generali del dipartimento e delle Asp.

Ma chi governava i direttori generali? Chi era il responsabile del fatto che dal 2007, solo perché si era appurato un disavanzo, non è stato messo in atto un Piano socio-sanitario? Allora il Presidente Loiero non può parlare in terza persona della gravità di questi problemi. Capisco che se ne assume le responsabilità e questo gli fa onore, ma nello stesso tempo non può in modo preconcetto giudicare l’operato di un Presidente che in soli tre mesi, prima ancora di attuare un Piano di rientro, ha dovuto mettere mano ad emergenze che sono costanti e che ogni giorno viviamo con la Commissione consiliare nei percorsi che stiamo facendo sul territorio.

Quindi, se la campagna elettorale deve essere finita, deve essere finita per tutti! Ma deve essere finita veramente e non facendo stilettate, per poi avere situazioni di ritorno.

Mi dispiace, ma chiaramente ci saranno altre occasioni - anche per rimanere nei tempi che sono stati accordati – per cercare di illustrare tecnicamente questo Piano socio-sanitario, però nello stesso tempo ritengo che la scelta che sta facendo il Presidente Scopelliti su quelli che sono per il momento commissari, ma ritengo in futuro i nuovi manager della sanità, non prescinderà dalle capacità morali e professionali degli stessi.

Abbiamo assistito negli ultimi anni, quindi, a  tutte queste cose che hanno permesso a personaggi di imperversare con atti e fatti che sono andati al di là di ogni impensabile motivazione partitica e politica, ma, di questo ne sono assolutamente sicuro, con il Presidente Scopelliti queste cose non succederanno e rimando a fra qualche anno, non certo fra qualche mese, l’incontro per valutare quello che è stato fatto in poco tempo rispetto a quello che in cinque anni non solo non è stato fatto, ma  ha aggravato ancora di più la sanità calabrese.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Bova.

Giuseppe BOVA

Signor Presidente, consiglieri, questa discussione sulla sanità di oggi è la conseguenza di un atto politico fatto dalla minoranza: venti consiglieri – ne bastavano dieci – a cento giorni dalla conclusione delle elezioni, hanno chiesto al nuovo Presidente e alla Giunta di presentarci la sua proposta, la loro proposta sul rientro e su un progetto per rendere la sanità calabrese normale non solo dal punto di vista del debito – certo gradualmente – ma dei diritti dei cittadini.

Il nostro è stato un atto di responsabilità. Conosciamo le regole del gioco, le elezioni in maniera chiara hanno detto qui e ai calabresi chi ha vinto, una minoranza miope e chiusa avrebbe avuto tutto l’interesse di lasciare le cose com’erano. Più tempo passa, più per questioni delicate, addirittura vitali, poi sempre meno si poteva sempre fare riferimento al passato. A me dispiace, ma credo che un’occasione mancata.

Io lo capisco che per tanti nostri colleghi consiglieri neoeletti – e non è una colpa – magari si può sottovalutare, in qualche modo, al di là delle parole, la questione di cui parliamo. Questo, però, non può valere per il Presidente Scopelliti, non tanto per il ruolo e la responsabilità, quanto perché lui di sanità, del Consiglio, di Giunta se ne intende, in quanto è stato per una legislatura e mezza, in una Presidente del Consiglio e in un’altra, per un paio d’anni, assessore, quindi sa che la sanità, perlomeno la sanità in Calabria, è qualcosa di più complicato di un rompicapo e, in qualche modo, paradossalmente, ha un vantaggio indiretto – poi dirò la mia anche su questo – dall’esperienza della precedente maggioranza e dall’esperienza Loiero.

Lui alcune cose oggi le ha dette, ma - ricordatevi – cinque anni fa, in questi giorni, se voi e Scopelliti avete vinto legittimamente col 57 per cento, allora si era vinto addirittura con quasi il 62. Se i voti in assoluto sono tanti, allora i calabresi che avevano condiviso in quel momento quella proposta e quel progetto erano addirittura di più! Quel voto di allora, quella percentuale né ha risolto le cose né ha salvato quella maggioranza.

Se, quindi, non si riflette bene  su quello di cui parliamo, perché – attenzione – è giusto, è legittimo che si discuta - poi vediamo come - degli ultimi cinque anni, ma chi ha un minimo di esperienza di Consiglio – e qui non temo smentite – sa che, nei quindici anni precedenti, dieci li ha fatti il centro-destra e le scansioni sulle politiche e sul debito, anche rispetto a quello che è avvenuto nella sanità, se uno le vuol leggere, le legge chiaramente.

Io sostengo, senza tema di smentite, che già nella prima esperienza, quella del ’95, al 2000, anche lì l’esperienza Nisticò, eccetera, aveva in quei cinque anni assunto un debito, tant’è vero che alla fine di quella legislatura io, da Vicepresidente della Giunta e assessore al bilancio, con l’allora direttore generale Cirò Candiani, accendemmo un mutuo che ripianò i debiti della fase precedente.

Quando inizia la fase di Chiaravalloti, è zero debiti, è zero titoli e così via, non ci sono debiti e la fase che comincia allora - e in quella Giunta il Presidente Scopelliti era assessore al lavoro – è una fase non soltanto abbastanza convulsa per quanto riguarda il susseguirsi di assessori alla sanità – vi ricordate? Filocamo, Rossi e poi Luzzo – ma già nel corso della legislatura si registrò che la macchina non camminava non tanto e solo, purtroppo, per i casi di malasanità, quanto perché i conti non tornavano.

E’ vero o non è vero che in quella legislatura fummo costretti con l’assessore Luzzo ad intervenire più volte? E’ vero o non è vero che in quella legislatura si inserì il ticket, il 10 per cento sulla tassa di possesso, il massimo sull’aliquota Irpef, lo 0,5, a livello periferico? E’ vero.

E’ vera anche un’altra cosa cui fa riferimento il collega Adamo: anche dal punto di vista del gioco di bilanci – e questo è un problema di Asl, di allora direttori generali e anche dello stato maggiore burocratico alla sanità –, a volte avviene, si fanno dei trucchetti contabili, avviene che un contratto, nazionale o integrativo, che prevede aumenti nel 2004, nel bilancio del 2004, quando i soldi sono stati erogati, si nasconde e poi, visto che sono le stesse le persone che fanno il 2005, lo caricano sul 2005.

Che c’entra? C’entra, perché di solito in questi anni una esperienza di legislatura finisce e ne comincia un’altra. Queste cose, chi era consigliere regionale di minoranza le sapeva e non c’è dubbio che è stato un errore imperdonabile della precedente esperienza nascondere questo o non vederlo e domandare un parere per i conti a quelli che questi trucchi contabili li avevano inventati. E’ come la pecora al lupo! E si paga caro.

Certo, a me dispiace che l’esperienza di cui ho fatto parte sia stata sconfitta, ma l’errore più grave è quello che abbiamo commesso nei confronti dei nostri corregionali, ed io non vorrei che lo si ripetesse un’altra volta. Sapete perché? Attenzione, in questo momento siete tranquilli e sicuri, ma secondo me, siccome i nostri corregionali non sono sciocchi, finirà come dicevano una volta: Roma Polo-Roma Ulivo! Mi capite? Cioè i partiti, le coalizioni sono strumenti, quello che vale sono le questioni fondamentali, la capacità nella maniera giusta di portare risultati e, in questo caso, di avere una sanità decente.

Su questo è la discussione, non su altro e l’esperienza del passato deve poter far dire che è difficile – si usa un termine, una parola chiave, un fatto culturale – sì, sarà anche questo, ma il punto vero è che attorno alla sanità si muovono interessi che ogni anno utilizzano 3 miliardi e 300 milioni di euro, su base quinquennale sono quanto una finanziaria pesante. E noi dove viviamo?!

Io non voglio fare scandalismo, basta vedere quello che sta succedendo a livelli più alti, a Roma, in questi giorni e in questi mesi, o pensate che la Calabria sia protetta da un qualche Dio che ci evita certe malattie!

Sotto questo aspetto, io ho sentito affermazioni che non condivido – mi auguro che il Presidente Scopelliti risponda nella replica –, nella parte finale del suo intervento ha fatto riferimento a valori, princìpi e così via. A quali valori ci riferiamo?! Io non ho valori di partito o di coalizioni, ho valori che hanno tutti; i miei valori, qui dentro e fuori, sono quelli della Costituzione della Repubblica, il valore è la salute dei cittadini e la garanzia per la salute, in Calabria come nelle altre regioni.

Per il resto, ho sentito questa parola “trasformismo”. Il trasformismo è disdicevole in politica, uno che passa in continuazione da un lato a un altro, ma se ci riferiamo a manager o a dirigenti, quelli non vanno giudicati per la tessera che portano in tasca, se ce l’hanno o non ce l’hanno,  vanno valutati sulle competenze, sulla capacità, sui risultati, sul merito, altrimenti si ripetono errori che – badate – non solo qui, in qualsiasi Paese siano stati fatti, poi ci sono stati contraccolpi.

Quando sollevo questo problema, mi si è obiettato: “Ma tu eri Presidente quando si è votata la legge sullo spoil system”. Per fortuna, la Corte costituzionale a quella legge ha tagliato le unghie, ha detto che le nuove maggioranze non potevano intervenire, se non quando le nomine erano strumentali, fatte nella fase finale della legislatura. Per il resto, il giudizio deve essere nel merito.

Badate bene, perché lo ripeto? Io non chiamo – lo sanno gli assessori – assessori, eccetera, ma se quella della sanità è una sfida vera da far tremare le vene ai polsi – e poi andrò nel merito –, cosa vi dice che basta solo la buona volontà o un uomo solo al comando?! Quello che sto dicendo qui, l’ho ripetuto in tutte le salse al Presidente Loiero e non è che cambia nulla. Io non credo che sulle partite impegnative e su quella della sanità basti solo quando c’è un po’ di buona volontà e, per quanto sia forte la vostra maggioranza, io sono d’accordo, può darsi che non bastiamo nemmeno tutti, e poi “tutti” è una parola che non esiste.

Chi era presente qualche legislatura fa sa, quando discutevamo le questioni che poneva Luzzo, che la differenza non era tra maggioranza e minoranza di allora, era tra chi sosteneva una politica di risanamento e chi no. Ma la politica di risanamento, io non ho prevenzione e lo faccio non perché penso che mi debba sorridere qualche collega della maggioranza, qualcuno della Giunta, non ho bisogno di sorrisi; lo faccio perché voglio dare un contributo, per quanto possibile, a che il prezzo che i calabresi debbono pagare sia il minore possibile, perché un prezzo lo pagheranno.

In questo senso, c’è da subito un tipo di discussione.

Io non penso che sia obbligatorio che la sanità calabrese venga commissariata e non sono indifferente o neutrale rispetto a questo; io intervengo ora e ho firmato quella richiesta perché ancora, formalmente, non è stato sancito tutto questo. E quindi non sono per i commissariamenti, che in generale non danno buone soluzioni, ma il commissariamento è un alibi e ingessa, perché la sanità di cui parliamo non è tanto e solo – e poi ci torno – quella degli ospedali pericolosi, eccetera; la sanità di cui parliamo è quella che a un povero cristo dice, al di là di quello che ha: “Aspetta 100 giorni prima di fare una Tac, aspetta 100 giorni prima di fare una risonanza”. Nel momento in cui viene commissariata la sanità, non c’è santo che tenga, perché io non posso muovere nemmeno una pietra.

E sono d’accordo che è dissennata una politica delle assunzioni, non potrei esserlo se questo mi impedisse di fare in modo che H24 io possa in tempi… Poi a me non interessa il colore del gatto, se è pubblico o privato, ma il gatto ci deve essere per prendere i topi, cioè io voglio sapere in che tempi uno normale, senza raccomandarsi al potente di turno, quando serve, può fare una Tac e una risonanza in Calabria. E se le cose non vanno, come non vanno, il commissariamento diventerebbe un alibi.

O, ancora, sulle emergenze, non solo quella cardiologica… e questa è una sfida . Rispetto a questo, io non ho nessuna remora a sostenere scelte che non rinviano o che dicono: “Ora paghi e poi avrai una sanità decente nel secondo tempo”. Su questo non sono d’accordo. Chi pensa che si debba o che si possa fare così si sente così forte, da farlo da solo. Se la vuole fare con me alla luce del sole, senza niente, senza chiedere nulla, dobbiamo fare in modo che le cose le possiamo spiegare in maniera normale.

Poi ci vengo pure io nei posti dove gli ospedali si devono chiudere e dico la mia, e non ho paura di dirla, però debbo poter dire a chiunque, medico, “attenzione, tu ti sposti da qui a qui non perché hai questa tessera in tasca, ma perché, al di là delle tessere, da qui si possono spostare”; “attenzione, tu non fai il dirigente non perché hai questa tessera in tasca, ma perché non sei capace”. Chiaro? La botte piena e la moglie ubriaca…

Io sono convinto che su una questione, su tutti i rompicapo, chi pensa di poter fare da solo ha perduto prima di esserne consapevole. E purtroppo questo errore è stato fatto anche precedentemente, ma su altre cose… Perché noi la richiederemo, io sarò uno di quelli che da qui ad ottobre chiederanno di nuovo una discussione e se i colleghi della minoranza… non si può rispondere così. E voglio sapere perché, possiamo discutere ancora su quanto è il debito? In tutte le altre Regioni, quelle più efficienti e meno efficienti, per recuperare, per verificare il debito fanno le cosiddette gestioni stralcio. Noi non è che possiamo continuare alla lunga a dire “13 mila potenziali creditori, 2 mila hanno risposto”, noi vogliamo sapere a chi si affida e come si ha - e oggi è facile avere programmi - la sicurezza che quello è il debito, che non si paga lo stesso debito più volte, questo per quanto riguarda il pregresso.

Per quanto riguarda il presente e il futuro, al Presidente della Commissione sanità e al Presidente del Consiglio chiedo una cosa, poiché tutti, al di là dei toni, hanno detto “la Stazione unica appaltante è buona”, ma nessuno si è interrogato qual è lo stato di salute in questo momento della Stazione unica appaltante.

Nella passata legislatura, perché molte cose non le abbiamo potute fare, però come il vento abbiamo approvato il regolamento della Stazione, la dotazione e così via. Secondo me, per quanto riguarda il personale e così via, non gode di buona salute. Ma non voglio dirvi che quello che vi dico io è come… Sentiamolo il responsabile della Stazione unica appaltante, lo sente il Consiglio e decida come sostenere la possibilità non soltanto di avere ulteriori risparmi, ma di fare funzionare uno strumento che, a detta di tutti, è efficace.

E’ o non è un punto questo? Io parlo di punti concreti, quindi ho parlato di emergenza, di liste d’attesa, di Stazione unica appaltante, di gestione stralcio, parlo anche di questioni, continuiamo a dire – e vi rimbalziamo la palla – i nuovi ospedale e così via.

Io penso che questo è come quando si fanno le grandi infrastrutture, è un periodo in cui si rilancia una nuova politica, che non è tanto quella di razionalizzazione, la nuova politica si fa anche con nuovi ospedali. Secondo me, tra i nuovi ospedali questa fase deve vedere come ai quattro ci mette anche l’ospedale di Cosenza e quello di Reggio, non perché ci siano manie di grandezza. Io so che l’ospedale di Reggio, gli Ospedali Riuniti, “Melacrino”, non sono sicuri dal punto di vista antisismico: solo per adeguare un plesso, si dovrebbero spendere 50 milioni di euro, e non sarebbe messo in sicurezza! E semmai sia, ma prima o poi avverrà, avviene un terremoto, lì neanche si arriva.

Allora è un problema di questa fase quello di realizzare un nuovo ospedale? Ma non perché i quattrini chissà… perché 50 milioni ci sono e l’area di quell’ospedale mica ce la dobbiamo tenere, perché non è lì che si fa; si può fare un project financing in una zona, in cui si mette a valore anche quel pezzo, se dobbiamo ragionare.

Quindi ragioniamo di tagli, di razionalizzazioni, ma anche di un’impostazione dal punto di vista strutturale. E’ una nuova fase politica, d’altronde la sanità non è di tutti… Voi avete vinto le elezioni per gestire e così via, ma io ho il dovere per Statuto di partecipare, senza funzioni in alcun modo di gestione, agli indirizzi e alla programmazione, di esercitare una funzione di controllo.

Secondo, solo un matto che viene all’improvviso in Calabria, e chissà da dove, può ritenere che questa è una partita non degli inciuci, che si può reggere senza creare una grande sinergia su questo.

Quindi se la sfida è quella di chi è più responsabile o più bravo a fare gli interessi della nostra gente da questo punto di vista e non ci sono altri trucchi, per quanto mi riguarda, vista l’esperienza del passato, questa sfida la percorro. Io me lo auguro, però fino ad ora, per come vedo la discussione, non per fare il processo alle intenzioni, se mi consentite, non ci credo, mi dispiace. Se c’è la sfida, io starò al passo, anche sulle cose che sono dure, ma se non c’è, al di là che il termine nuovo è nella bocca di tutti, battersi il petto e mille volte ripetere “nuovo” non significa che questo fa miracoli!

Io capisco che, ovviamente, nel momento in cui non strumentalmente si tentano di fare gli interessi della nostra regione, un punto è certo: se si va avanti così, “fallisci tu che fallisco io” e la gente vota al negativo e non al positivo.

C’è da ragionare,allora, su come ci sia maggior coerenza tra progetti politici e contenitori politici, tra progetti politici, contenitori politici e alleanze, perché una parte non è responsabilità nostra, una parte è quello che si è combinato qualche anno fa, in cui uno per vincere dice “più uno e poi più due” e due sono una lista, una formazione, eccetera. Alla fine, del progetto da realizzare c’è poco o nulla, perché il progetto finisce con la vittoria alle elezioni, e tutto quello è il progetto e dopo non si realizza nulla.

In teoria nelle selezioni, come negli esami, dovrebbero vincere i migliori e in democrazia chi prende più voti sono i migliori, ma se poi chi prende più voti per troppe volte non arriva a un risultato accettabile, qualcosa che non funziona c’è. E il fine qual è? Quello di vincere le elezioni o di tentare di rispondere gradualmente a questo rompicapo?! Questo è il più difficile. Sapete perché? Qui dentro ci sono tanti medici, non solo medici, cioè ci sono attività nel settore anche imprenditoriale della sanità ed è giusto che ciascuno, come la Costituzione prevede, le professioni abbiano un loro preso, le intraprese hanno il loro peso, però quando alcuni pesi si vedono e il peso vero, che è quello degli interessi generali, va a scomparire, allora o quel peso che non c’è - peso democratico –ed è quello su cui ci sforziamo di fare avanzare le cose o, altrimenti, significa che cambiano i suonatori, magari pure il tentativo di maquillage, ma la musica rimane sempre la stessa ed è una musica che ci ha portato a questo tipo di situazione.

Per quanto mi riguarda, ho firmato per tentare di ragionare su un’altra musica, per tentare di vedere l’insieme delle cose – io ne ho dette alcune – e per verificare passo passo se è possibile, sin da subito, introdurre qualche elemento di novità. Da quello che vi ho detto – e me n’è dispiaciuto – assieme alle cose che nella passata esperienza si sono fatte, alcune che mi hanno fatto parlare di errore imperdonabile, no. Ora Loiero lo dice, ma non lo doveva dire, lo doveva fare quando glielo si diceva e non perché c’erano insofferenze o risse, perché non c’è dubbio che l’assessore Lo Moro è una persona dabbene, ma di sanità non ne sapeva nulla! E di fatto, per una fase, la tesi che è passata era di quelli che in quel momento dirigevano l’assessorato ed erano quelli che avevano diretto anche la precedente fase e che avevano combinato quel tipo di situazione.

Io non demonizzo nessuno, ma in quel momento sì, occorreva affermare il primato della politica non per fare quello che volevamo, non per mettere i nostri amici, ma perché senza nessuno spirito di rivalsa si potesse dire ai calabresi con anticipo, com’era necessario, che era tempo di cambiare musica e suonatori. Ma ora io vi dico, al di là delle parole: se non ora, quando?!

PRESIDENTE

La parola al consigliere Censore.

Bruno CENSORE

Io penso che la questione di cui oggi stiamo dibattendo sia molto importante per la nostra regione e quindi è bene che la si affronti con responsabilità, con equilibrio, con pacatezza e, anzi, per la situazione in cui versa la sanità calabrese, penso debba essere chiesto a tutti un nuovo approccio verso la sanità, perché quest’ultima non deve essere più dominio della politica, della cattiva politica, non deve essere più il settore delle clientele, del malaffare, perché questo siamo in tanti a dirlo, ma poi siamo in pochi a praticarlo.

La situazione della sanità calabrese è un po’ sotto gli occhi di tutti: la Calabria – leggevo un paio di mesi addietro su un servizio del “Sole 24 ore”, è l’ultima Regione per qualità del servizio sanitario, è l’ultima regione per sicurezza del servizio sanitario, è l’ultima regione per mobilità passiva. Quindi la situazione non è delle migliori.

In più interventi si è cercato di individuare le ragioni di questa situazione e, secondo me, vanno cercate – come diceva Principe nel suo intervento – in questi quarant’anni di regionalismo, nei vari governi che si sono succeduti, di destra e di sinistra, le cause, di sinistra e di destra, ma essenzialmente alcune ragioni vanno cercate in una cultura che si ha nella nostra Calabria, una cultura dove la clientela è più pressante, le cause vanno ricercate nella marginalità economica di questa regione, dove la sanità è stata anche una valvola di sfogo per l’occupazione.

Allora, quando sono stati costruiti tutti questi piccoli ospedali, uno a distanza di pochi chilometri l’uno dall’altro, chiaramente in questi ospedali si vedevano non solo dei presìdi sanitari, ma anche dei presìdi, in un certo senso, capaci di smuovere l’economia. E così è stato in quel periodo di vacche grasse e quindi in molti paesi è cresciuto il tenore di vita in termini economici, anche in termini sociali, però chiaramente poi si sono accumulati debiti, nonostante ci siano più riforme all’interno della sanità, l’accorpamento via via di tante Asl, perché prima in ogni paese c’era un’Asl con le sue strutture, il suo bravo manager.

Quindi io penso che la situazione della nostra sanità sia davvero drammatica, quindi è giusto che, rispetto a questo problema, si compia un monitoraggio costante per vedere le criticità, per vedere come questo governo le affronta in termini di sfida, dove ognuno è chiamato a fare la propria parte, dove ognuno ci deve mettere la faccia, perché se in Consiglio si deve arrivare a decidere, per esempio, a votare un piano dove ci dovranno essere dei tagli rispetto ad ospedali piccoli, insicuri, mal funzionanti, ognuno deve votare al di là del consenso che può perdere.

Ho ascoltato con molta attenzione la relazione del Presidente Scopelliti: sinceramente, mi sarei aspettato molto di più. L’ho ascoltata con molta attenzione, ho scritto tutti i dati, molti dei quali erano a nostra conoscenza, sui posti letto, come sono distribuiti tra pubblico e privato, l’indice di mobilità passiva, la percentuale di ricoveri impropri, però è una relazione molto retrodatata, che risente ancora di un clima di campagna elettorale, cioè non ho visto una relazione avanzata sul da farsi, se non in alcune enunciazioni.

Il Presidente ha parlato di atti amministrativi che ridisegnano la nuova sanità. Io, sinceramente, sono uno che abitualmente legge le delibere, non ho visto molti atti che ridisegnano la nuova sanità.

Ha parlato di queste 500 persone che vanno in pensione, ma questo è un fatto fisiologico, che è indipendente dalla volontà politica.

Ha parlato di un recupero per quanto riguarda la mobilità passiva, ma non ci ha detto come.

Ha parlato di questo risparmio, dei 63 milioni di euro in tre anni, della Sua, uno strumento che abbiamo votato all’unanimità, maggioranza e minoranza, nella passata legislatura, quindi è una cosa che l’intera assise del Consiglio regionale ha sposato.

Quindi io penso che sulla questione sanitaria e sulla tutela della salute dei cittadini ci debba essere meno demagogia e più chiarezza, cioè la sanità non è un campo dove ognuno ci si può cimentare a proprio piacimento. Per esempio, non dovrebbe essere consentito, seppur mossi dalle migliori intenzioni, ai componenti della Commissione consiliare sanità, con il loro Presidente in testa, che si lascino andare in maniera superficiale a dichiarazioni di una faciloneria impressionante su quali ospedali possano o debbano continuare a svolgere le loro funzioni di assistenza agli acuti, quali quelli da convertire, quali da chiudere, quali sale operatorie siano a norma e così via.

Che segnali lanciamo alla popolazione calabrese?! Che segnali lanciamo ai cittadini?! Forse non esistono norme regionali o non esistono tecnici qualificati che possono meglio valutare queste questioni e decidere su ciò? Se non è così, ritengo che ciò sia sbagliato, quindi invito il Presidente e i commissari a non scimmiottare il Presidente Scopelliti e a non ritenersi depositari di poteri che non hanno, a dimostrare la loro efficienza e l’invito a dimostrare la loro efficienza nelle funzioni che assegna loro la legge.

Altrettanta chiarezza chiedo al Presidente Scopelliti sul debito. Con Loiero noi avevamo un debito di 2 miliardi e più, oggi il Presidente Scopelliti – cito le sue parole – ci dice che potrebbe essere intorno agli 800 milioni euro. Ma questa barzelletta del debito ballerino, se noi vogliamo dare risposte serie ai cittadini calabresi, deve finire! E’ possibile che in una Regione non si possa addivenire alla quantificazione del debito?! Così deve finire la barzelletta delle aziende che non conoscono i propri conti.

Quindi io penso che dei rimedi possano essere posti in essere.

Chiaramente, le aziende e il dipartimento della salute si devono dare regole chiare, quindi il problema, a questo punto, può essere superato, intanto da un punto di vista contabile, perché a me risulta che la contabilità che adotta il dipartimento e quella che adottano le aziende è diversa: il dipartimento utilizza la contabilità economica, altre aziende usano quella finanziaria, quindi non possono interloquire

E’ giunto il momento di porre fine a queste incongruenze, perché aziende e dipartimenti devono parlare la stessa lingua, quindi devono usare sistemi contabili compatibili.

Chiaramente, a me interessa che si quantifichi definitivamente il debito, cioè non possiamo assistere ad artifici contabili, dove il debito diminuisce nel giro di pochi mesi! Io chiedo al Presidente Scopelliti di dirmi perché da 2 miliardi si è passati a 800 milioni euro. Forse si sono pagati debiti pregressi? Allora, se si sono pagati debiti pregressi, vuol dire che questo è un artificio contabile e, successivamente, quando arriveranno i nuovi debiti, praticamente il debito aumenterà nuovamente.

Allora su queste questioni io chiedo che si faccia chiarezza, perché la questione del diritto alla salute è un problema che interessa tutti, quindi è un settore rispetto al quale non si può fare demagogia, non si può fare lo scaricabarile.

Quindi, io vorrei chiedere pure al Presidente Scopelliti, poiché lui l’altra volta ha parlato in una sua intervista di queste 3 mila assunzioni clientelari che ci sono state prima delle elezioni, se questo è, occorre che si proceda ad una verifica per vedere se queste sono state fatte in maniera puntuale e, se le assunzioni sono state non corrette, che si assumano i provvedimenti necessari. Così nella sua relazione ha parlato di questo autista che faceva anche il custode del parco macchine o di altre situazioni abnormi. Un pubblico ufficiale ha l’obbligo di denunciare immediatamente agli organi competenti questi problemi.

Chiaramente, non bisogna utilizzare terrorismo psicologico, quindi continuare a fare campagna elettorale. Io voglio sapere e voglio capire cosa debba contenere questo Piano di rientro, voglio sapere cosa succederà alle strutture private, a quelle pubbliche, alla sanità territoriale, in sostanza cosa succederà ai cittadini calabresi. O vogliamo continuare a dire che la quota di debito dovuta alla migrazione passiva sia un dato ineluttabile, una dannazione che cade sulla testa di noi calabresi?!

Ci vogliono segnali chiari di discontinuità rispetto al passato, quindi non ci dobbiamo più accontentare di dichiarazioni. E’ una pantomima, bisogna dire “basta alla pantomima”.

Io al Presidente, forte del consenso che ha avuto, che direttamente si occupa della questione, voglio chiedere solo una cosa: chiarezza di intenti e di percorsi, perché la salute è veramente un bene di tutti e quindi noi dobbiamo lavorare congiuntamente per risollevare le sorti della sanità calabrese, per avere una sanità migliore in termini di qualità, in termini di sicurezza. Infatti quella calabrese, purtroppo, è una sanità – non certo per colpa degli operatori, ci sono molte brave professionalità – dove ancora si muore, questo a danno dell’immagine della nostra terra, a danno di alcune famiglie che vivono questi drammi.

Quindi è il momento di cambiare passo, per cui noi da questo Governo regionale, da questa maggioranza ci aspettiamo segnali tangibili di cambiamento, azioni concrete che ci dicano qual è la strada che questa maggioranza vuole intraprendere, anche rispetto alla costruzione dei nuovi ospedali.

Il Presidente Scopelliti, perché nella sua relazione, parlando di posti letto, ha parlato anche della provincia di Vibo Valentia - che è la mia provincia - che è quella dove ci sono meno posti letto rispetto ad altre province: voglio certezze da parte del governatore che il nuovo ospedale di Vibo si costruisca e  ci dica chiaramente se lì mancano dei fondi per poter portare avanti quell’opera che è importante, in un territorio dove sono morte delle ragazze, dove c’è un ospedale del capoluogo fatiscente e dove c’è l’assenza completamente di strutture moderne.

Da parte mia darò il mio contributo, un contributo responsabile affinché si volti pagina perché, se così non sarà, ci sarà il fallimento non della maggioranza, ma di un’intera classe dirigente che governa la Calabria, perché io penso che ognuno di noi qui sia chiamato a svolgere un compito. Noi, oggi, svolgiamo quello della vigilanza e del controllo, ma questo è un ruolo anche di stimolo, che sprona la maggioranza a fare meglio.

Su questo terreno saremo intransigenti e, chiaramente, se ci saranno dei risultati positivi, li apprezzeremo, perché è giusto che sia così, altrimenti ci determineremo a denunciare le manchevolezze all’opinione pubblica calabrese.

PRESIDENTE

Pregherei i colleghi consiglieri di contenere i propri interventi nei tempi previsti.

La parola al consigliere  Imbalzano.

Candeloro IMBALZANO

Signor Presidente, colleghi, io credo che abbia fatto assai bene il Presidente Scopelliti a voler fornire a questo Consiglio regionale una dettagliata informativa sulla grande questione della sanità calabrese, cogliendo questa occasione prima della pausa estiva e dopo – come è stato già ricordato – appena tre mesi dal suo insediamento. Certamente, consigliere Bova, altri avrebbero optato per un’estate più tranquilla e non si sarebbero esposti in questa fase al confronto su una materia così delicata, che fatalmente, finita l’epoca delle vacche grasse, lascerà sul campo morti e feriti.

Se ce ne fosse ancora bisogno, per chi non lo conosce, questa è la più cara delle dimostrazioni che Scopelliti, per senso di responsabilità verso la sua regione e i calabresi - che su questo versante, cari colleghi dell’opposizione e della maggioranza, non ne possono veramente più - ha scelto di affrontare subito in mare aperto, raccogliendo – se volete – gli inviti, qualcuno dice le sfide, affiorate non solo in questo Consiglio regionale, ma anche in alcuni precedenti Consigli, ben coscienti di dover navigare in mezzo alla peggiore delle turbolenze, ma con la profonda convinzione, che non possiamo non condividere, che non è più possibile perdere ulteriore tempo, che occorre ormai mettere mano ai troppi guasti, ai troppi sprechi, alle tante sacche di parassitismi e rendite di posizioni, che hanno fin qui impedito ai calabresi il diritto a una sanità decente e a costi in linea con quelli di Regioni meno disastrate della nostra.

Vogliamo, quindi, ribadire in questo Consiglio regionale il nostro apprezzamento per la scelta dei giorni scorsi, ed oggi ufficializzata in questo Consiglio, a dare il via a quella che qualcuno – e su questo siamo d’accordo – ha chiamato “operazione trasparenza” su dati e cifre della sanità, certo non ancora definitivi, ma che rappresentano un primo e chiaro punto di partenza, fondato, per avviare quel processo di riorganizzazione radicale che dovrà coinvolgere ospedali e rete sanitaria territoriale in tutte le sue articolazioni.

A proposito di debito, anche noi, consigliere Adamo, confidiamo in un debito certificato. Anche se c’è stato tutto il tempo per farlo nel passato – e lo dico senza venatura polemica – oggi la patata bollente è passata nelle mani del Presidente Scopelliti e la certificazione dovrà essere certamente prodotta, anche se in tempi molto più ristretti.

Il governatore anche oggi, dati alla mano, ha delineato concretamente come si potrà raggiungere, caro collega Censore, l’obiettivo di un progressivo abbattimento, fino all’azzeramento del debito strutturale.

Io non sono d’accordo con quei colleghi che anche oggi, nel sottolineare il tono del Presidente Scopelliti, hanno parlato di una campagna elettorale non ancora finita. Io credo, invece, che la campagna elettorale ormai abbia sedimentato risultati e polemiche, e le sottolineature del governatore scaturiscono soltanto dalla sua sana e forte passione per questa regione.

Tocca, quindi, a questa classe dirigente, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, confrontarsi con onestà intellettuale e dare un contributo il più costruttivo possibile.

Rispetto alle scelte che tutti assieme andremo ad operare, credo – e mi pare che anche oggi in molti interventi di colleghi dell’opposizione sia chiaramente emerso – sia necessario bandire posizioni aprioristiche, che non possono essere dettate da un desiderio, qualche volta inveterato, di difendere posizioni oggettivamente indifendibili o da retaggi che definirei anche io ideologici, che cozzano contro ogni logica e contro il comune buonsenso.

E’ venuto – l’ho detto in altre occasioni – il momento delle scelte definitive, di quelle serie, non di quelle finte o dei pannicelli caldi, ed oggi Scopelliti è stato più chiaro che mai. Si è già avviato un cammino rispetto al quale è severamente vietato guardarsi indietro, con la consapevole e l’umiltà che nessuno ha l’intera verità in tasca – su questo siamo d’accordo – ma con la certezza che i calabresi si aspettano comunque decisioni definitive, anche se oculate, e con l’obiettivo unico di migliorare assistenza, qualità dell’assistenza e qualità dei servizi.

Sappiamo bene che la questione sanità è la più difficile delle scommesse per la sua complessità, per gli interessi che muove, per le enormi aspettative che a queste scelte sono legate e vi sono emergenze – stamattina avevamo le aziende, le strutture della riabilitazione fuori del portone – vi sono aspettative ed attese a cui bisogna fare fronte. Ma vi sono anche le attese del governo, le speranze dei cittadini calabresi, ci sono le preoccupazioni di tanti lavoratori e di tante professionalità che dovranno da questa operazione uscire valorizzate.

Vi è la credibilità di un’intera classe politica che ha l’occasione, irripetibile, di poter dimostrare di voler competere con quella che governa la parte più evoluta del Paese, quella - per intenderci - che non disdegna - non tutta, per la verità - espressioni irricevibili. Non è più pensabile essere additati soltanto quale esempio negativo di questo Paese, i cialtroni sono anche altrove!

Per questo ognuno di noi ha il dovere di dare il proprio contributo, per mettere definitivamente alle spalle un sistema economicamente insostenibile, ma soprattutto di creare un sistema che consenta un’assistenza socio-sanitaria dignitosa, senza demonizzazioni, certo, e men che mai nel settore sanitario privato, che in questi anni ha spesso svolto funzioni di supplenza e un ruolo surrettizio, qualche volta decisivo - penso per un istante alla cardiologia a Reggio Calabria negli anni scorsi - un settore privato che in futuro – su questo, ovviamente, siamo d’accordo – dovrà integrarsi sinergicamente col pubblico.

Non partiamo, per fortuna, da zero, a dispetto di tanti luoghi comuni. Abbiamo detto più volte – e siamo tutti convinti – che in Calabria ci sono numerose punte di diamante e centri di eccellenza che tanti ci invidiano, però è l’impalcatura complessiva che non regge più, che va rivista e, ove occorra, ricostruita dalle fondamenta. E’ quello che dobbiamo accingerci a fare, accompagnando il Presidente Scopelliti in quest’opera meritoria.

Non è neanche più il tempo – e in questo senso vanno apprezzati gli interventi dei colleghi dell’opposizione, di grande disponibilità – delle gelosie o delle primogeniture, che comunque non avrebbero motivo di esistere. Nessuno potrebbe accampare alibi, se emergesse anche in questo Consiglio qualche tentazione poco nobile o, addirittura, qualche colpo basso. Da questo punto di vista non può non essere, quindi, apprezzato il taglio di alcuni interventi che abbiamo ascoltato in questa giornata.

Quando si fa buona amministrazione, i meriti appartengono, come è giusto, anzi tutto a chi ha scommesso e rischiato di più, ma essi coinvolgono positivamente un’intera classe dirigente, che ha dato comunque un contributo costruttivo. E la sanità – come è stato ripetutamente sottolineato anche oggi – è un banco di prova per tutti, maggioranza e opposizione, e certo è una partita rischiosa per tutti, ma è anche una sfida a cui né maggioranza né opposizione possono sicuramente sottrarsi.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Adamo.

Nicola ADAMO

Signor Presidente, spero di attenermi ai tempi consentiti, anche perché l’intervento del collega Bova mi facilita nel compito, nel senso che le ragioni politiche per le quali la minoranza ha richiesto una seduta straordinaria del Consiglio regionale sulla problematica della sanità, nel suo intervento sono state esplicitate e mi pare che sia anche stato esplicitato, nel suo intervento, il dispositivo, cioè il fine per il quale, almeno da parte sua e quindi anche da parte mia, si è aderito, sollecitato e promosso questa iniziativa.

Mi pare di capire che, anche sulla base dell’andamento del dibattito, soprattutto se non consideriamo conclusiva la discussione che si è registrata, siamo a tre-quattro mesi dall’insediamento di questa legislatura, questa è la prima discussione che facciamo sulla priorità delle priorità della Calabria.

Abbiamo ascoltato una relazione del Presidente della Giunta regionale sugli intenti del Governo regionale su come fronteggiare la fase, sarebbe sbagliato oggi ritenerla conclusa questa discussione e non accettare la proposta di Bova che ci invitava ad un ulteriore passaggio autunnale. In quella sede, probabilmente, possiamo valutare gli effetti di misure adottate o possiamo registrare i limiti di misure assunte e poco efficaci o di misure assunte e non attuate.

Lo spirito con il quale, quindi, da questi banchi – debbo dare atto anche alle conclusioni dell’intervento dell’ex Presidente Loiero, in questo senso – ci si approccia oggi su questa problematica è rivolto, sostanzialmente, a vedere come il confronto tra opposizione e governo possa essere esercitato sul merito delle cose da fare, assumendo la sanità e le sue problematiche come un terreno di impegno comune.

Io ho definito, ieri, nella conferenza stampa che mi sono assunto l’onere di tenere, questo impegno come una sorta di sfida propositiva da parte dell’opposizione. Se questo è, oggi dobbiamo convenire sul fatto che un passo avanti va fatto, una sorta di time out – come diceva Bova – su un dibattito che è poco utile e poco costruttivo, su chi ha fallito di meno o su chi ha fallito di più o su chi bisogna far ricadere le responsabilità. E non dico questo per invocare pratiche assolutorie o addirittura auto assolutorie. Per quanto mi riguarda - l’ho espresso nettamente e lo ribadisco in quest’Aula - il centro-sinistra nei cinque anni scorsi ha perso un’opportunità: poteva riformare la sanità e non lo ha fatto. E’ stato ribadito anche da Bova, il centro-sinistra sulla gestione della sanità ha commesso un errore imperdonabile, anzi – lasciatemelo dire – sono convinto che, se c’è una ragione che ha fatto modificare l’orientamento alla maggioranza dei calabresi rispetto al dato elettorale del 2005, è stata proprio l’opinione che si è sedimentata in Calabria sugli errori della gestione del servizio sanitario calabrese, che ha condotto il centro-sinistra nel corso di questi cinque anni.

L’ho fatto non a caso, per liberare il campo e per invocare oggi, in qualche modo, un confronto che sia costruttivo negli interessi generali di tutti e della Calabria. Una posizione di alto senso di responsabilità istituzionale – mi sia consentito ribadire quanto già ho affermato – nel senso che a tanti di noi che ci teniamo ad essere combattenti, forse più capaci dall’opposizione che dal governo, non piace l’atteggiamento attendista, di tipo cinese. Abbiamo detto, ho detto che non siamo lì ad aspettare il cadavere sulla riva del fiume, ma un confronto nel merito e dire dove siamo d’accordo e dove non lo siamo e, se si dovessero adottare provvedimenti giusti ed efficaci, nessuna difficoltà – parlo a nome personale, in questo caso – almeno da parte mia, anche a dare atto e ad assumersi responsabilità in sede di voto, però il confronto nel merito deve essere esercitato.

Io non mi voglio adesso dilungare nel mio intervento su quei punti che non ritengo affatto esaustivi, anzi non li chiamiamo nemmeno proposte, sarebbe troppo presuntuoso, vorrei chiamarli appunti, che ho trasmesso ed inviato ad ogni collega di quest’Aula. Che ci siano le sedi dove questo confronto possa essere esercitato: sicuramente la sede sovrana e massima è il Consiglio regionale. La Commissione consiliare può svolgere una grande funzione, se il Governo, al di là dell’ipotesi dell’istituto del commissariamento, si dichiara disponibile, su questo terreno, ad inviare e a trasmettere gli atti sia a scopo informativo che a scopo di esame valutativo. Ci misureremo in quel senso.

Certo, il commissariamento è un’assunzione di responsabilità soggettiva diretta da parte del Governo, ma non va sottovalutato il fatto e non va dimenticato – mi rivolgo direttamente al Presidente della Giunta – che, se anche per la Calabria si dovesse pervenire ad una decisione di questo tipo da parte del Governo nazionale, ritengo che per prassi la cosa più probabile è che ad essere nominato commissario sia lo stesso Presidente della Giunta regionale.

Se il commissario assume in sé tutta la competenza anche dal punto di vista della semplificazione dell’iter legislativo ed amministrativo per la gestione della sanità, si sbaglierebbe, secondo me, ad esercitare questi poteri da parte del commissario, senza tenere conto di quelli che possono essere comunque gli orientamenti, per quanto consultivi, di quest’Aula e delle sue emanazioni , della stessa Commissione consiliare.

Non ritengo, dunque, nel caso dovessimo trovarci di fronte ad un’ipotesi di commissariamento, che questo sia ostativo a che questo confronto vada avanti.

Andiamo nel merito. Sul debito - mi sono pronunciato – io sono convinto di quanto ha detto Scopelliti, che il debito sia quello; però adesso cerchiamo di porre un punto fermo, anche per la gestione per quanto riguarda il rientro, definire come rientrare da quel debito, ovviamente concordandolo col Governo nazionale, ma soprattutto cercare di porre fine ad un punto che, in qualche modo, aleggia indipendentemente dal dato quantitativo come il limite vero per impedire un confronto di merito: fino a quando non si risolve e non si definisce il rientro dal debito, noi ogni questione di merito la subordiniamo a questa incombenza.

Questo non è giusto, perché io penso che noi abbiamo un compito come istituzione, non soltanto rientrare nei conti, soprattutto quelli accumulati negli anni, ma il compito primario è stato e rimane quello del governo della sanità, che dovrà avere come obiettivo prioritario il miglioramento della qualità del servizio da offrire ai cittadini. Non possiamo nessuno invocare il debito come alibi per non assolvere a questa funzione e a questo compito.

E poi c’è un discorso di opportunità. Vedete, anche Scopelliti ci ha dato alcune cifre stamattina sull’andamento delle annualità 2006, 2007, 2008. Noi dobbiamo evitare che continui ad accadere quello che è accaduto negli anni passati. Che cosa è accaduto? Che, in presenza di un debito accumulato, col tempo che trascorre si accumuli nuovo debito, perché il problema fondamentale che dobbiamo avere oggi davanti, che deve avere soprattutto chi governa la sanità, oltre che definire come rientrare dal debito pregresso, il problema fondamentale che abbiamo è quello di come fronteggiamo il deficit strutturale annuo, quello è il tema. Se non si azzera il deficit strutturale annuo, noi produciamo un accumulo di nuovi debiti, ma soprattutto rispetto al futuro pregiudichiamo le possibilità di avere una sanità più efficiente, migliore, più efficace.

Quindi la discussione nel merito non può non essere fatta sul deficit strutturale. E su questo – badate – può andare anche bene, se si sceglie il metodo, la metodologia per azzerare il deficit strutturale, di tagli scelti come tetti di spesa, come tagli che impongono tetti di spesa tout court, magari percentualizzando per i diversi settori senza fare un discorso di merito.

Ripeto: può andare anche bene, ma non so se è questa la soluzione più giusta.

Io penso che ogni misura restrittiva, ogni misura di contenimento della spesa vada rapportato ad una logica di programmazione e, se questo è, noi non possiamo discostarci da due dati: uno, la conoscenza del quadro epidemiologico, perché su quello tu organizzi l’incontro tra domanda e offerta per erogare il servizio sanitario ed organizzi strutture, la rete sanitaria di assistenza territoriale ed anche ospedaliera che sia capace di equilibrare i costi con i livelli di produttività; il secondo dato è quello di una conoscenza dettagliata sull’andamento della spesa per come è avvenuto nel corso di questi anni.

…paradossalmente, ha un vantaggio indiretto – poi dirò la mia anche su questo – dall’esperienza della precedente maggioranza e dall’esperienza Loiero.

Lui alcune cose, oggi, le ha dette, ma - ricordatevi – cinque anni fa, in questi giorni, se voi e Scopelliti avete vinto legittimamente con il 57 per cento, allora si era vinto addirittura con quasi il 62 per cento. Se i voti adesso, in assoluto, sono tanti, allora i calabresi che avevano condiviso, in quel momento, quella proposta e quel progetto erano addirittura di più! Quel voto di allora, quella percentuale non ha né risolto le cose né ha salvato quella maggioranza.

Occorre riflettere bene su ciò di cui parliamo, perché – attenzione – è giusto e legittimo che si discuta degli ultimi cinque anni - poi vediamo come -, ma chi ha un minimo di esperienza di Consiglio regionale – e qui non temo smentite – sa che, nei quindici anni precedenti, per dieci anni ha governato il centro-destra e le scansioni sulle politiche e sul debito, anche rispetto a quello che è avvenuto nella sanità, se uno le vuol leggere, le legge chiaramente.

Sostengo, senza tema di smentite, che già nella prima esperienza, quella del ’95, al 2000, anche lì l’esperienza Nisticò, in quei cinque anni era stato assunto un debito, tant’è vero che alla fine di quella legislatura io, da Vicepresidente della Giunta e assessore al bilancio, con l’allora direttore generale Cirò Campiana, accendemmo un mutuo che ripianò i debiti della fase precedente.

Per cui, quando inizia la fase del governo Chiaravalloti, ci sono zero debiti, zero titoli e così via;  la fase che comincia allora - e in quella Giunta il Presidente Scopelliti era assessore al lavoro – è una fase non soltanto abbastanza convulsa per quanto riguarda il susseguirsi di assessori alla sanità, – vi ricordate? Filocamo, Rossi e poi Luzzo – ma già nel corso della legislatura si registrò che la macchina non camminava, non tanto e non solo, purtroppo, per i casi di malasanità, quanto perché i conti non tornavano.

E’ vero o non è vero che in quella legislatura fummo costretti con l’assessore Luzzo ad intervenire più volte? E’ vero o non è vero che in quella legislatura si inserì il ticket, il 10 per cento sulla tassa di possesso, il massimo sull’aliquota Irpef, lo 0,5, a livello periferico? E’ vero.

E’ vera anche un’altra cosa cui fa riferimento il collega Adamo: anche dal punto di vista del gioco di bilanci – e questo è un problema di Asl, dei direttori generali e anche dello stato maggiore burocratico della sanità di allora – avviene a volte che si fanno dei trucchetti contabili, ad esempio che un contratto, nazionale o integrativo, che prevede aumenti nel 2004, si nasconde nel bilancio del 2004, quando i soldi sono stati erogati, e poi, visto che sono le stesse le persone che fanno il 2005, lo caricano sul 2005.

Che c’entra? C’entra, perché di solito, in questi anni, una esperienza di legislatura finisce e ne comincia un’altra. Chi era consigliere regionale di minoranza queste cose le sapeva e non c’è dubbio che è stato un errore imperdonabile della precedente esperienza nascondere questo o non vederlo e chiedere un parere per i conti a coloro che questi trucchi contabili li avevano inventati.

E’ come raccomandare la pecora al lupo! E si paga caro.

Certo, a me dispiace che l’esperienza politica di cui ho fatto parte sia stata sconfitta, ma l’errore più grave è quello che abbiamo commesso nei confronti dei nostri corregionali e non vorrei che lo si ripetesse un’altra volta. Sapete perché? Attenzione, in questo momento siete tranquilli e sicuri, ma secondo me, poiché i nostri corregionali non sono sciocchi, finirà come dicevano una volta: Roma Polo - Roma Ulivo! Mi capite? Cioè i partiti, le coalizioni sono strumenti; quello che vale sono le questioni fondamentali, la capacità di portare risultati nella maniera giusta e, in questo caso, di avere una sanità decente.

La discussione è su questo, non su altro, e l’esperienza del passato deve poter far dire che è difficile – si usa un termine, una parola chiave, un fatto culturale – sì, sarà anche questo, ma il punto vero è che attorno alla sanità si muovono interessi che ogni anno utilizzano 3 miliardi e 300 milioni di euro; su base quinquennale sono quanto una finanziaria pesante. E noi dove viviamo?!

Non voglio fare scandalismo: basta vedere quello che sta succedendo, in questi giorni e in questi mesi, a livelli più alti, a Roma, o pensate che la Calabria sia protetta da un qualche Dio che ci evita certe malattie!

Sotto questo aspetto, ho sentito affermazioni che non condivido – mi auguro che il Presidente Scopelliti risponda nella replica – ad esempio nella parte finale del suo intervento ha fatto riferimento a valori, princìpi e così via. A quali valori ci riferiamo?! Io non ho valori di partito o di coalizioni, ho quelli che hanno tutti; i miei, qui dentro e fuori, sono quelli della Costituzione della Repubblica, la salute dei cittadini e la garanzia per la salute, in Calabria come nelle altre regioni.

Per il resto, ho sentito questa parola “trasformismo”. Il trasformismo è disdicevole in politica, - uno che passa in continuazione da un lato ad un altro - ma se ci riferiamo a manager o a dirigenti, quelli non vanno giudicati per la tessera che portano in tasca, se ce l’hanno o non ce l’hanno; vanno valutati sulla base delle competenze, sulla capacità, sui risultati, sul merito, altrimenti si ripetono errori che, poi, – badate – non solo qui, ma in qualsiasi Paese siano stati commessi, comportano dei contraccolpi.

Quando sollevo questo problema, mi si è obiettato: “Ma tu eri Presidente quando si è votata la legge sullo spoil system”. Per fortuna, la Corte costituzionale a quella legge ha tagliato le unghie, ha detto che le nuove maggioranze non potevano intervenire, se non quando le nomine erano strumentali, fatte nella fase finale della legislatura, per il resto, il giudizio deve essere nel merito.

Badate bene, perché lo ripeto? Lo sanno gli assessori, eccetera, ma se quella della sanità è una sfida vera da far tremare le vene ai polsi – e poi entrerò nel merito – cosa vi fa ritenere che basti solo la buona volontà o un uomo solo al comando?! Quello che sto dicendo qui, l’ho ripetuto in tutte le salse al Presidente Loiero e non è che cambia nulla. Non credo che sulle partite impegnative e su quella della sanità, basti solo un po’ di buona volontà e, per quanto sia forte la vostra maggioranza,  può darsi che non bastiamo nemmeno tutti, e poi “tutti” è una parola che non esiste.

Chi era presente qualche legislatura fa sa quando discutevamo le questioni che poneva Luzzo, che la differenza non era tra maggioranza e minoranza di allora, ma tra chi sosteneva una politica di risanamento e chi no. Sulla politica di risanamento non ho prevenzione e lo faccio, non perché penso che mi debba sorridere qualche collega della maggioranza, qualcuno della Giunta, non ho bisogno di sorrisi, ma perché voglio dare un contributo, per quanto possibile, affinché il prezzo che i calabresi dovranno pagare sia il minore possibile, perché un prezzo lo pagheranno.

In questo senso, c’è da subito un tipo di discussione.

Non penso che sia obbligatorio che la sanità calabrese venga commissariata e non sono indifferente o neutrale rispetto a questo; intervengo ora, e ho firmato quella richiesta, perché ancora, formalmente, non è stato sancito tutto questo. E, quindi, non sono favorevole ai commissariamenti, che in generale non danno buone soluzioni, in quanto il commissariamento è un alibi e ingessa, perché la sanità di cui parliamo non è tanto e solo – e poi ci torno – quella degli ospedali pericolosi, eccetera, ma è quella che a un povero cristo dice, al di là di quello che ha: “Aspetta 100 giorni prima di fare una Tac, aspetta 100 giorni prima di fare una risonanza”.

Nel momento in cui viene commissariata la sanità, non c’è santo che tenga, perché non posso muovere nemmeno una pietra.

E sono d’accordo che è dissennata una politica delle assunzioni, non potrei esserlo se questo mi impedisse di erogare un servizio H24.

Poi a me non interessa il colore del gatto, se è pubblico o privato, ma il gatto ci deve essere per prendere i topi, cioè voglio sapere in che tempi una persona normale, senza raccomandarsi al potente di turno, può fare una Tac e una risonanza in Calabria. E se le cose non vanno, come non vanno, il commissariamento diventerebbe un alibi.

O, ancora, sulle emergenze, non solo quella cardiologica che rappresenta una sfida; rispetto a questo, non ho nessuna remora a sostenere scelte che non rinviano o che dicono: “Ora paghi e poi avrai una sanità decente in un secondo tempo”. Su questo non sono d’accordo. Chi pensa che si debba o che si possa fare così, si sente così forte da farlo da solo. Se lo vuole fare con me, alla luce del sole, senza niente, senza chiedere nulla, dobbiamo fare in modo che le cose si possano spiegare in maniera normale.

Poi, verrò anch’io nei posti in cui si devono chiudere gli ospedali e dirò la mia, e non ho paura di dirla, però debbo poter dire a chiunque, medico, “attenzione, tu ti sposti da qui a qui non perché hai questa tessera in tasca, ma perché, al di là delle tessere, da qui si possono spostare”; “attenzione, tu non fai il dirigente non perché hai questa tessera in tasca, ma perché non sei capace”. Chiaro? La botte piena e la moglie ubriaca.

Sono convinto che su una questione, su tutti i rompicapo, chi pensa di poter fare da solo, ha perduto prima di esserne consapevole e, purtroppo, questo errore è stato fatto anche precedentemente, ma su altre cose.

Forse sarò uno di quei consiglieri che da qui ad ottobre chiederanno di nuovo una discussione in merito, perché non si può rispondere così.

E voglio sapere perché, possiamo discutere ancora su quanto è il debito? In tutte le altre Regioni, quelle più efficienti e meno efficienti, per recuperare, per verificare il debito fanno le cosiddette gestioni stralcio. Noi non è che possiamo continuare alla lunga a dire “13 mila potenziali creditori, 2 mila hanno risposto”; noi vogliamo sapere a chi viene affidata la sicurezza che quello è il debito e come si calcola - e oggi è facile avere programmi - per non pagare lo stesso più volte, per quanto riguarda il pregresso.

Per quanto riguarda il presente e il futuro, al Presidente della Commissione sanità e al Presidente del Consiglio chiedo una cosa, poiché tutti, al di là dei toni, hanno detto “la Stazione unica appaltante è buona”, ma nessuno si è interrogato su quale sia, in questo momento, lo stato di salute della Stazione unica appaltante.

Nella passata legislatura molte cose non le abbiamo potute fare, però, come il vento, abbiamo approvato il Regolamento della Stazione, la dotazione e così via. Secondo me, non gode di buona salute per quanto riguarda il personale, ma non voglio dirvi che quello che vi dico io è certo: sentiamo il responsabile della Stazione unica appaltante in Consiglio e decidiamo come sostenere la possibilità non soltanto di avere ulteriori risparmi, ma di fare funzionare uno strumento che, a detta di tutti, è efficace.

E’ o non è un punto questo? Parlo di aspetti concreti, di emergenza, di liste d’attesa, di Stazione unica appaltante, di gestione stralcio e, rimbalziamo la palla, di nuovi ospedale e così via.

Come quando si fanno le grandi infrastrutture, penso che questo sia un periodo in cui si rilancia una nuova politica, che non è tanto quella di razionalizzazione, in quanto la nuova politica si fa anche con nuovi ospedali. Secondo me, tra i nuovi ospedali questa fase deve prevedere oltre ai quattro anche l’ospedale di Cosenza e quello di Reggio, non perché ci siano manie di grandezza.

So che l’ospedale di Reggio, gli Ospedali Riuniti, “Melacrino”, non sono sicuri dal punto di vista antisismico: solo per adeguare un plesso, si dovrebbero spendere 50 milioni di euro, e non sarebbe messo in sicurezza! E semmai dovesse esserci un terremoto, ma prima o poi avverrà, lì neanche si arriva.

Allora è un problema di questa fase quello di realizzare un nuovo ospedale? Ma non per i quattrini, perché 50 milioni di euro ci sono e l’area di quell’ospedale non ce la dobbiamo tenere, perché non è lì che si fa; se dobbiamo ragionare, si può fare un project financing in una zona, in cui si mette a valore anche quel territorio.

Quindi, ragioniamo di tagli, di razionalizzazioni, ma anche di un’impostazione dal punto di vista strutturale. E’ una nuova fase politica, in cui la sanità non è di tutti.

Voi avete vinto le elezioni per gestire, ma io ho il dovere, per Statuto, di partecipare, senza compiti di gestione, agli indirizzi e alla programmazione e di esercitare una funzione di controllo.

Secondo, solo un matto che viene all’improvviso in Calabria, e chissà da dove, può ritenere che questa sia una partita non degli inciuci, che si può reggere senza creare una grande sinergia.

Quindi, se la sfida è quella di chi è più responsabile o più bravo a fare gli interessi della nostra gente e non ci sono altri trucchi, per quanto mi riguarda, considerata l’esperienza del passato, questa sfida la percorro. Me lo auguro, però fino ad ora, per come vedo la discussione, mi dispiace, ma non ci credo, e non per fare il processo alle intenzioni, se mi consentite.

Se c’è la sfida, starò al passo, anche sulle cose che sono dure, ma se non c’è, al di là che il termine “nuovo” è nella bocca di tutti, battersi il petto e ripetere mille volte “nuovo” non significa che questo faccia miracoli!

Capisco che, ovviamente, nel momento in cui, non strumentalmente, si provano a fare gli interessi della nostra regione, un punto è certo: se si va avanti così, “fallisci tu che fallisco io” e la gente vota al negativo e non al positivo, occorre ragionare su come ci sia maggior coerenza tra progetti politici, contenitori politici e alleanze, perché in parte non è responsabilità nostra, in parte è una conseguenza di ciò che si è combinato qualche anno fa, in cui uno per vincere dice “più uno e poi più due” e due sono una lista, una formazione, eccetera. Alla fine, del progetto da realizzare c’è poco o nulla, perché finisce con la vittoria alle elezioni e tutto quello è il progetto e dopo non si realizza nulla.

In teoria nelle selezioni, come negli esami, dovrebbero vincere i migliori e, in democrazia, coloro che prendono più voti sono i migliori, ma se poi chi prende più voti per troppe volte non arriva ad un risultato accettabile, c’è qualcosa che non funziona. E il fine qual è? Quello di vincere le elezioni o di tentare di rispondere gradualmente a questo rompicapo?! Questo è il più difficile. Sapete perché? In Aula ci sono tanti medici e non solo, anche rappresentanti del settore imprenditoriale della sanità ed è giusto che, come la Costituzione prevede, le professioni abbiano un loro peso, le scelte intraprese hanno il loro peso; però, quando alcuni pesi si vedono e quello vero, cioè quello degli interessi generali, va a scomparire, allora o quel peso - democratico – che non c’è è quello su cui ci sforziamo di fare andare avanti le cose o, altrimenti, significa che cambiano i suonatori, magari anche il tentativo di maquillage, ma la musica rimane sempre la stessa ed è quella che ci ha portato a questo tipo di situazione.

Per quanto mi riguarda, ho firmato per tentare di ragionare su un’altra musica, per vedere l’insieme delle cose – ne ho dette alcune – e per verificare passo passo se è possibile, sin da subito, introdurre qualche elemento di novità. Da quello che ho detto – e me n’è dispiaciuto – assieme alle cose che nella passata legislatura si sono fatte, alcune, che mi hanno fatto parlare di errore imperdonabile, non sono state fatte. Ora Loiero lo dice, ma non lo doveva dire, lo doveva fare quando glielo si diceva e non perché c’erano insofferenze o risse, perché non c’è dubbio che l’assessore Lo Moro è una persona dabbene, ma di sanità non ne sapeva nulla! e di fatto, per una fase, la tesi che è passata era quella di coloro che in quel momento dirigevano l’assessorato e che avevano diretto anche la precedente fase combinando quel tipo di situazione.

Non demonizzo nessuno, ma in quel momento sì: occorreva affermare il primato della politica non per fare quello che volevamo, non per mettere i nostri amici, ma perché senza nessuno spirito di rivalsa si potesse dire ai calabresi con anticipo, com’era necessario, che era tempo di cambiare musica e suonatori. Ma ora vi dico, al di là delle parole: se non ora, quando?!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà. 

Antonio SCALZO

Signor Presidente della Giunta, colleghi, credo che quando all’ordine del giorno c’è un argomento come quello di oggi nessuno di noi si possa e si debba sottrarre dal dare un contributo perché, come più volte è stato ripetuto nel corso degli interventi su questo argomento ci giochiamo una partita importante e ce la giochiamo come cittadini, come medici e vedo in quest’Aula che ci sono tanti colleghi della maggioranza e della minoranza; e ce la giochiamo oltre che come cittadini anche come genitori per proporre alle generazioni future una sanità degna di questo nome.

Credo che ognuno di noi debba fare un po’ un passo indietro anche per quelli che sono i suoi convincimenti politici ed essere meno legati all’appartenenza sia che oggi essa sia a sostegno del Presidente che si chiama Scopelliti, sia invece nella scorsa legislatura al Presidente Loiero.

Dobbiamo su questo argomento risvegliare forte la nostra coscienza di uomini e da quest’Aula con un atteggiamento che è legato al ruolo istituzionale che ognuno di noi veste dobbiamo cercare di dare un contributo.

Perché se noi continuassimo a parlare - e mi riferisco anche a qualche intervento di questa mattina – di chi è stata la colpa o il senso delle vicende amministrative degli ultimi anni vuol dire che non abbiamo grande capacità di autocritica.

Credo che invece una classe dirigente si contraddistingua quando è capace di proporsi per il futuro facendo un’autocritica forte anche degli errori fatti.

Io dico “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. In 40 anni di regionalismo come diceva il collega Principe sono stati più gli errori che le buone cose in campo sanitario altrimenti oggi avremmo una situazione florida.

Credo che questo approccio, che colgo negli interventi che ho ascoltato fino adesso, oggi dobbiamo, vogliamo voltare pagina.

Voglio dire al consigliere Magno che mi chiama in causa su una cosa sulla quale mi sento molto coinvolto, non foss’altro perché a quel territorio, a quella struttura ho dedicato 20 anni della mia professione ed ho scelto di lavorare in quell’ospedale dopo aver lavorato in Lombardia e voi tutti sapete come in Lombardia le cose funzionano bene, sono orgoglioso di aver lavorato per 20 anni all’ospedale di Soveria Mannelli e devo dire all’attuale assessore Caligiuri  che lo difendeva, ad onor del vero, sia quando gli attacchi venivano dal centro-sinistra che dal centro-destra.

Non difendevamo quel territorio, ma una struttura ed ho sentito anche quest’oggi in quest’Aula parlare di eccellenza. Senza aver la presunzione di avere una eccellenza vedevo, un piccolo ospedale che ha fatto scuola in molte branche.

Voglio ricordare, per esempio, una ecocardiografia fetale di primo e secondo livello così come la chirurgia mini invasiva. Alcuni dicevano “l’Università di Soveria Mannelli”. Ebbene, se oggi molti miei colleghi sono primari in ospedali regionali venivano da quella scuola. Anche nell’altro ospedale di Lamezia, dove sento di dire che lì è stato fatto più perché le cose non funzionassero, per miopia dei governi che si sono succeduti in questi 15-20 anni, mi riferisco a 20 anni almeno dove era più facile farli funzionare che non farli funzionare, si è finiti nella situazione opposta.

Sono stato vittima di queste cose. Ricordo – e lo ricorda l’allora sindaco Caligiuri – quando il mio reparto è stato il primo a fare in Calabria l’endoscopia per via nasale. Grazie ad una donazione, perché mi si rifiutava di comprare gli strumenti perché non ero gradito ad una classe politica, dico questo giusto per ricordare a noi che eravamo coinvolti direttamente, ma io ho messo e continuo a mettere una pietra sopra tutte queste cose, dico che noi che siamo stati eletti in questa legislatura dobbiamo voltare pagina e dobbiamo dare un contributo autorevole.

Non ci dobbiamo inventare grandi cose. Credo che per far bene le cose bisogna farle con ordine e semplicità.

E qual è l’ordine e la semplicità delle cose? E mi rivolgo ai tanti colleghi. Innanzitutto guardare le Regioni, gli enti e le aziende virtuose in Italia e ce ne sono tante.

A volte la cosa più semplice è quella di copiare e noi non siamo stati bravi nemmeno a copiare tante volte, perché ci sono modelli che funzionano e a quelli dobbiamo guardare.

Noi oggi da un ruolo diverso, che non è quello di tecnici ma di eletti in questa Assemblea, credo che questo sforzo dovremmo farlo per capire quali sono gli obiettivi che ci dobbiamo prefissare e dove sono le carenze perché dobbiamo anche guardarci intorno e capire quanti colleghi medici e paramedici lavorano in grossissime difficoltà di carenze di organico.

Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. C’è una classe medica che lavora così come c’è una parte della classe medica che bivacca. Noi dobbiamo premiare quelli meritevoli e dobbiamo metterli in condizione che possano lavorare.

Riscopro volentieri e con piacere che anche questo Governo ha attenzione alle case  della salute, sulla quale ho fatto una battaglia perché cercavo di far capire che le case della salute erano una occasione, così come quando si guardava ai centri di riabilitazione multidisciplinari che venivano visti come una cosa negativa… Dobbiamo differenziare le strutture affinché non debbano esserci più strutture sicure ed insicure.

Non servono solo i grandi ospedali. Guardate che statistiche a livello mondiale dicono che la buona sanità si può fare anche nelle piccole strutture. Certo, bisogna capire cosa si intende per prestazioni sanitarie, cosa vogliamo dare nei piccoli centri, nei piccoli ospedali e cosa dobbiamo invece dare nei centri con più di 300-400 posti letto.

Bisogna inoltre guardare ad una nuova riorganizzazione che guardi prima di tutto alla ricerca - lo diceva prima qualcuno – , ad un registro tumori e soprattutto al rapporto tra sanità ed ambiente che è fondamentale perché quando andiamo a parlare di piano per la salute, non possiamo parlare di piano della salute se non sappiamo di cosa ha più bisogno la popolazione calabrese, cioè se ha bisogno più di una cosa che di un’altra.

Perciò dovremmo andare a bilanciare questo in base a queste esigenze. Quindi ad una medicina territoriale, ad una telemedicina…

Il mondo fa passi avanti e dobbiamo anche nel settore della medicina fare in modo che le distanze si accorcino, perché quello che è importante è fare diagnosi precoce.

Poi l’intervento chirurgico si sceglie dove farlo, ma anche in questo dico che noi dobbiamo fare scelte coerenti, forti ed anche personali se necessario.

Non meno di un anno fa ho avuto una esperienza e dovevo scegliere dove operarmi – qualcuno in quest’Aula lo sa - potevo scegliere, non foss’altro perché ci ho lavorato, il San Raffaele o l’Humanitas piuttosto che un’altra struttura. Dovevo essere operato in chirurgia toracica ed ho scelto – ricevendo telefonate da parte di tanti – la Calabria perché ho fiducia nei colleghi che lavorano in Calabria. Sono stato operato da un bravissimo chirurgo toracico calabrese a Catanzaro.

Dobbiamo una volta per tutte cominciare a dire le cose negative, ma dobbiamo dire quante positività ci sono in questa Regione e dobbiamo dargli la forza di cambiare la sanità insieme a noi che siamo classe dirigente. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Pacenza. Ne ha facoltà.

Salvatore PACENZA

Grazie, Presidente, egregi colleghi certo in un’Aula ormai stanca e sfinita da un dibattito che dura ormai da più di cinque ore non è facile intervenire. Cerchiamo però di non esimerci da quello che si deve considerare un dovere rispetto ad un argomento che indubbiamente divide perché si presta ad interpretazioni, opinioni e soluzioni del problema sicuramente diverse.

Sono fra coloro che ha apprezzato molto lo sforzo compiuto da alcuni colleghi della opposizione. Non ultimo il consigliere Adamo, il quale ha avuto la cortesia di fornirci anche un articolato costituito da dieci punti che è il modo con cui lui intende contribuire a questo dibattito ed intende intervenire con quella che deve essere la riforma del sistema sanitario.

Trovo, però, altresì non del tutto corretto, ingiusto e fuorviante definire l’intervento del Presidente Scopelliti come un’accozzaglia di affermazioni generiche.

Il dibattito ci sta, la differenziazione è legittima. Le interpretazioni rispetto ad un problema molto articolato e difficile ci stanno tutte, ma credo che l’onestà intellettuale debba prevalere e ci debba far dire che in questo momento, quest’oggi il Presidente Scopelliti ha compiuto uno sforzo importante, peraltro preceduto da una conferenza stampa nella quale in maniera analitica ha riportato quella che vuole essere una riforma che non può essere esaustiva al momento,  ma vuole e sarà capace di accogliere gli interventi, le proposte e le proposizioni anche che vengono dalla opposizione. Come, per l’appunto, quello che è stato lo sforzo da parte del consigliere Adamo.

Ritengo che in maniera sintetica sia opportuno ricordare come questa riforma sanitaria si articolerà sui nostri territori.

Credo che la suddivisione in tre importanti interventi, cioè interventi sulla ospedalità pubblica e privata, interventi sulla emergenza/urgenza ed interventi su quello che deve essere il sistema territoriale, possa in maniera omnicomprensiva dare una risposta alle esigenze sanitarie che la nostra Calabria in questo momento ha.

Risulta altresì importante sottolineare il rapporto che in questo contesto assume la riduzione della spesa farmaceutica, rispetto alla quale è giusto ricordare come il sistema della Stazione unica appaltante stia dando una mano rilevante.

Anche qui onestà intellettuale vuole che bisogna riconoscere quello che di buono ci portiamo dietro. Non tutto è stato negativo, non tutto è da mettere da parte e c’è da considerare gli aspetti positivi e riportarli nell’azione amministrativa. Allora, l’interazione tra pubblico e privato credo che acquisti importanza fondamentale.

Mi trovo diretto protagonista perché sto seguendo da vicino la vicenda di una struttura privata della provincia di Crotone che è stata invitata ad una riconversione e le linee guida di questa riconversione sono secondo il sistema che il Presidente oggi ci ha illustrato.

Cioè, è necessario che questa struttura privata non si sovrapponga al pubblico, smetta di curare le acuzie e si interessi di curare patologie croniche presenti sul territorio evitando così la cosiddetta mobilità passiva rispetto ad alcune patologie che stanno acquistando sempre più importanza.

Questo è un piccolo esempio di come già è in atto una riforma del sistema sanitario. Certo, in questo momento il Presidente e questa amministrazione cosa hanno fatto? Non hanno fatto altro che un rendiconto, una analisi della situazione rispetto alla quale hanno dato ed hanno messo sul tappeto le possibili soluzioni.

Sono d’accordo per una collaborazione con gli amici della opposizione, sono d’accordo quando si afferma che è una lotta che non si può vincere da soli, non la può vincere un uomo, non la può vincere una maggioranza, la può vincere l’intera Calabria insieme con l’aiuto anche della opposizione.

Questa credo che debba essere la direttiva che ci deve guidare e dalle affermazioni, dalla relazione del Presidente Scopelliti credo che non ci si sottragga rispetto ad una impostazione del genere che è una impostazione coraggiosa che non è altro che un messaggio di innovazione culturale. Un approccio al sistema sanitario in maniera innovativa, certo, c’è necessità di tempo, di pazienza e di trovare gli uomini giusti, da questo punto di vista mi sembra responsabile la decisione del Presidente Scopelliti di rinnovare la classe dei manager sostituendoli con dei commissari che non avevano avuto a che fare, almeno negli ultimi 10 anni col sistema sanitario in maniera tale che possano con competenza, con elementi concreti affrontare una sfida difficile.

Siamo qui a ribadire che tutta la classe politica di questo Consiglio regionale ha un compito estremamente difficile che non si esaurisce nel dibattito odierno e su questo sono assolutamente d’accordo, ma questa classe politica ha la necessità di fornire sempre elementi nuovi e tesi al miglioramento di un sistema che è di vitale importanza per la quotidianità di questa nostra Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

Giuseppe GIORDANO

Grazie, Presidente, rassicuro lei ed i colleghi che prenderò solo qualche minuto per il mio intervento avendo il dibattito ormai esaurito gran parte dell’interesse dell’Assemblea.

Credo che sia l’argomento di questa legislatura come venire a capo della sanità in Calabria. Opportunamente oggi abbiamo avviato un dibattito che riteniamo necessario sin dall’inizio del nostro mandato.

Devo dire – l’ha detto il collega De Masi nell’intervento che ha preceduto il mio – che il gruppo di Italia dei valori ha ascoltato una informativa che è carente dal punto di vista della strategia complessiva delle azioni da intraprendere per dare una sterzata a questo grande problema.

Certamente, non è il problema del balletto dei numeri, non è un problema sul quale deve essere incentrata l’azione del piano di rientro. La partita si gioca su due versanti.

Il versante del ripiano del debito, un debito incerto, non è stato certificato, il Presidente ha offerto dati diversi, ma il problema vero e proprio è come affrontiamo strategicamente, come vogliamo curare questa sanità, come questo Governo vuole intraprendere le azioni strategiche, come si vuole incidere sulle grandi questioni.

Si è parlato di rete ospedaliera oggi. Ritengo che siamo già in profondo ritardo rispetto alle azioni da intraprendere.

Il collega De Masi l’ha detto prima: vogliamo stabilire un patto per capire come si intende, con quali modalità, in che tempi e siamo già in ritardo, procedere alla chiusura di questi ospedali che sono uno dei punti sui quali non può esserci più tentennamento.

Si parlava di 2-3-5 strutture. Il problema è mantenere in piedi le strutture che oggi non garantiscono un pronto soccorso o una terapia intensiva: credo che sia sotto gli occhi di tutti quale risultato producono. Quello che è successo qualche settimana fa e quello che è successo in questi ultimi mesi in Calabria.

Ci vuole il coraggio di procedere allora. La Commissione sanità della quale faccio parte ha avviato anche una serie di visite, di ispezioni. I colleghi hanno ritenuto che ci fosse questa necessità ed io non mi sottrarrò mai alla funzione per conoscere lo stato della rete ospedaliera calabrese ma credo che sia sotto gli occhi di tutti.

Il Presidente Salerno ha accennato poco prima alla realtà della provincia di Reggio Calabria, alla realtà di Oppido Mamertina dove c’è un blocco operatorio che è stato acquistato senza mai entrare in funzione. Queste sono le questioni sulle quali bisogna avere il coraggio di dire le cose. Dobbiamo avere il coraggio, questo Governo deve avere il coraggio di agire e non ci deve solamente fare la disamina di quello che è stato il patto, il piano di rientro.

Il piano di rientro va attuato ma vanno attuate poi le politiche sulle quali ci vuole una decisione e soprattutto una forte accelerazione.

Non ho ascoltato, tranne che per alcuni dati, il Governatore - che non è in Aula – che non ha dato nessun chiarimento riguardo il rapporto tra il pubblico ed il privato. Non può essere il privato a dover sopperire alle carenze del pubblico. Le strutture pubbliche devono essere funzionanti e funzionali, non possono essere in regime di complementarietà o in regime surrettizio che deve, comunque, garantire anche delle lobby che fino ad ora hanno governato la sanità in Calabria.

Vorrei ascoltare dal Governatore come si intende mettere in piedi le politiche per rafforzare la specialistica, la distrettualizzazione. Come si intende sostenere anche la medicina di base, perché il medico di base – diciamocelo con chiarezza – è il decisore e controllore della spesa che spesso è incontrollata. Poi, ancora sulla mobilità passiva che anch’essa incide in misura consistente.

Ma come la vogliamo affrontare se non strategicamente? Come la vogliamo affrontare se la nostra terra che è di emigrazione, una terra dove non ci sono flussi turistici ha sempre un saldo negativo anche per le prestazioni che paga per coloro i quali risiedono fuori dalla nostra Regione.

Queste sono le questioni sulle quali noi vorremmo ascoltare l’azione di questo Governo.

Mi avvio alla conclusione, ma vorrei dire come non siamo d’accordo neanche sulle case della salute. Non servono se sono concepite come una continuità surrettizia delle strutture che vanno chiuse. Noi abbiamo una realtà in Calabria, in Italia, che è quella di una popolazione che invecchia e che ha bisogno di avere sostegno per quelle sacche di disabilità che ci sono.

Allora perché non riconvertirle in Rsa o in strutture che possono andare in qualche modo anche a soddisfare quei bisogni della disabilità che sono sempre più crescenti?

Su queste questioni vorremmo ascoltare le conclusioni, e cosa ci vuole dire questo Governo regionale. Su queste questioni e su altre ancora certamente non ci sottrarremo al confronto, non abbiamo posizioni preconcette e vorremmo che questo confronto sia stabile e proficuo di effetti positivi per questa nostra Regione, per invertire questa tendenza e perché non si torni più indietro.

Queste sono le questioni con le quali ci vogliamo misurare, andremo avanti con uno spirito costruttivo perché vogliamo che questo problema sia affrontato seriamente e possa andare a soluzione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere  Orsomarso. Ne ha facoltà.

Fausto ORSOMARSO

Signor Presidente, colleghi, velocemente perché l’ora è tarda ed abbiamo anche un ordine del giorno nutrito.

Intervengo soltanto per dire ai consiglieri di Italia dei valori e ai pochi della minoranza che sono rimasti in Aula che l’intervento del Presidente Scopelliti ha visto due posizioni in quest’Aula, almeno da quello che mi è sembrato, da nuovo membro di questo Consiglio, nel senso che anche il consigliere Bova, nel suo intervento ha fatto riferimento a chi ha più esperienza rispetto a queste tematiche per affrontarne i contenuti e valutarne la prospettiva e chi ne ha di meno.

Rispetto a questa minore esperienza ho visto, sostanzialmente, che c’è sull’intervento del Presidente  Scopelliti, al di là di un aspetto un po’ più politichese – me lo faccia passare il consigliere De Masi – su chi fa più o meno comizi, noi siamo abituati molto di più a Di Pietro che fa comizi in questi giorni, in questi mesi…

Gli interventi si sono più o meno differenziati da Scopelliti e più o meno differenziati da Loiero.

Ritengo che in questa fase a noi giova interessarci ed occuparci di tutti quegli interventi che si sono più o meno diversificati da Scopelliti, non fosse altro perché Scopelliti e questa maggioranza hanno la responsabilità per i prossimi anni di guidare il governo.

Quindi, fatta salva la posizione e la difesa quasi d’ufficio poco riuscita dell’ex Presidente Loiero, il messaggio è – mi è sembrato di coglierlo in molti dei nostri e anche dei vostri scontati interventi – “andiamo e guardiamo avanti”.

Rispetto a questo c’è già pronto un documento, della maggioranza, di sostegno a questo ordine del giorno e su questo documento avendo recepito tutte cose che diamo per scontate…

Perché, consigliere Bova, è ovvio che c’è all’interno del corpo sociale calabrese anche in quest’Aula chi è più o meno attrezzato per contribuire in modo tecnico a migliorare quelli che sono i programmi della sanità e forse neanche Scopelliti è il tecnico adatto né, tanto meno io, perché non mi sono mai occupato di sanità direttamente in modo tecnico e non lo farò per il futuro.

E’ ovvio che fatta questa premessa, la differenza rispetto al passato su cui misurarci e quindi al di là dei programmi più o meno adatti, perché anche le proposte che arrivano dal collega Adamo vengono da un contributo di chi ha maturato anche una maggiore esperienza per proporre soluzioni come quella interessante dell’esodo, come quella che ci rapporta i numeri sul deficit delle strutture pubbliche rispetto a quelle private.

Cioè, fatto salvo tutto quello che è fattibile e perfettibile, il discrimine forte che dobbiamo cercare di rappresentare - e rispetto a questo mi sento di contribuire al dibattito – è dire soprattutto all’esterno, ai calabresi che rispetto al passato non abbiamo più tempo.

Vanno bene le proposte del consigliere Adamo ed anche del neocapogruppo del Pd, il consigliere Principe, che si differenzia su queste posizioni di chi è più o meno a sostegno delle posizioni di Scopelliti e che ancora continua ad essere più o meno a sostegno, delle posizioni di Loiero.

Diceva qualcuno “il tempo è galantuomo” ma per noi è importante per stabilire un criterio.

Credo che  questo Scopelliti l’ha fatto, mantenendo a sé la delega sulla sanità e facendo questo intervento che non era continuare la campagna elettorale, perchè ha portato numeri e cifre che misurano anche i primi interventi che vanno nella direzione di ridurre un deficit sulla farmaceutica. Voglio ricordare la Fondazione Campanella che tanto ci ha fatto vergognare, dei topolini che servivano alla ricerca, poi il dialogo con l’Aiop e quant’altro.

Tutto questo è il tema centrale. Noi lo sappiamo che può essere affrontato rispetto alle diverse angolature, che riguarda la spesa corrente, che riguarda gli investimenti e quant’altro.

Su questo lo sforzo importante che questa maggioranza può fare è cogliere quelle aperture della minoranza che ci ricordano che è un tema centrale che riguarda i calabresi a prescindere dal colore politico.

Rispetto a queste aperture, mi sento di dire al consigliere Adamo che sottolineava una ipotesi di rinvio o di ripensamento su questa macchina, su questo acceleratore che doveva partire, proposto dal consigliere Bova a novembre,  che non dobbiamo aver tempo.

Quindi, fatto salvo che Bova non ci crede, il Presidente Scopelliti non l’ha sottolineato ma io ho colto questo passaggio, cioè “ho fiducia ma non ci credo” noi pensiamo che una persona nuova possa dare un po’ di fiducia in più e  iniziare a credere a chi ha da subito testimoniato una differenza soprattutto riguardo la preoccupazione tanto cara a Loiero che su questo ha fatto tanti interventi forse anche filosofici in questi anni su questo sia utile o meno il federalismo fiscale. Sta di fatto che è una opportunità secondo noi ma già in atto.

Lo strumento complessivo, e chiudo, perché sennò rischio anche io di fare troppa retorica e troppo politichese, è quello di rispondere insieme a quella che negli anni, a torto o a ragione, se vogliamo guardare – Bova ci ricordava da Nisticò in avanti, dal 1995 ma potremmo guardare a Loiero, a Chiaravalloti – è stata una inerzia istituzionale, direi complessiva su tanti temi centrali ed importanti per la Calabria.

Abbiamo avuto inerzia istituzionale sul turismo, abbiamo avuto inerzia istituzionale in agricoltura e lo sa bene il consigliere Trematerra che oggi ha questa delega. Abbiamo avuto inerzia istituzionale sui trasporti, ma non ultima – è il tema principe – sulla sanità.

Noi possiamo liquidarla se abbiamo un Governo che non tenti di fare quello che ha fatto Loiero, cioè  di governare con l’opposizione, ma un Governo che tenti di farlo con le proprie idee raccogliendo in ogni momento ed in ogni situazione per ogni argomento, le proposte utili ed intelligenti anche della minoranza.

Questo è l’auspicio. Colgo che c’è un clima, comunque, positivo. L’augurio al Presidente Scopelliti è di andare avanti e da parte nostra il contributo. Attendiamo tutti i contributi importanti come sono stati questa sera, anche quello del consigliere Adamo, su questo e su altri temi per il futuro della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

Gianluca GALLO

Signor Presidente, colleghi consiglieri, molto brevemente, anche perché, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, l’ora è tarda ed il dibattito ha consumato gran parte dei suoi contenuti. Ma un argomento come quello della sanità è un argomento di straordinaria importanza in questo momento, in questa Regione e per i cittadini di questa Regione.

Mi ricollego all’intervento del consigliere Orsomarso, che faceva riferimento alla necessità di combattere una battaglia uniti, con le reciproche differenze e responsabilità, ma per raggiungere un obiettivo comune: quello che tutti i calabresi, che ci hanno  dato fiducia, auspicavano nel momento in cui si recavano alle urne.

Vale a dire la necessità di avere una straordinaria riforma nella sanità regionale. Una riforma che possa essere condivisa, se possibile, perché le grandi riforme non possono essere attuate soltanto da chi governa, ma devono avere un appoggio anche dai gruppi che non governano e che controllano chi governa, per arrivare al grande risultato dell’innovazione della sanità calabrese.

Credo che questa sia la grande sfida alla quale noi ci apprestiamo e sulla quale la maggioranza decide, accettando completamente la responsabilità affidata dai cittadini calabresi,  di sfidare sé stessa e l’opposizione per cercare di giungere ad un obiettivo –la riforma sanitaria – che è non solo finanziario, ma soprattutto di qualità e di risposta dei servizi.

Apprezziamo e sosteniamo la relazione del Presidente Scopelliti e stiamo, in qualità di componenti della terza Commissione consiliare regionale presieduta dal consigliere Salerno e di concerto col Presidente Scopelliti, compiendo un percorso che vuole essere di ausilio al lavoro che sta svolgendo, egregiamente, lo staff del Presidente sulla questione sanità.

Un lavoro che, su idea del Presidente Salerno, si sta svolgendo anche all’interno dei nosocomi della nostra Regione con delle visite ispettive, di controllo, di verifica di quanto esiste nel pianeta della sanità calabrese.

La necessità di capire nasce dal fatto che molti di noi, come sosteneva il collega Orsomarso, non sono tecnici della materia, non sono medici, non hanno esperienza del settore e non possono soltanto misurarsi con i dati provenienti dalle strutture, dagli uffici dell’assessorato alla sanità e delle aziende sanitarie.

E’ necessaria, quindi, una verifica per discutere con i medici ed i paramedici di questa Regione, per puntare ad una sanità che non sia basata sugli interessi dei medici e dei paramedici (come spesso è accaduto), ma sugli interessi dei pazienti. E’ questo il grande auspicio che tutti noi abbiamo.

Nel corso di queste visite, ancora poche per la verità, abbiamo trovato delle ombre ma anche delle luci. Non tutto è allo sfascio in questa sanità, non tutto merita di essere cassato, ma è necessario che ci sia una grande attenzione non soltanto attraverso la lettura degli atti, ma attraverso una esperienza che, ad esempio, nel quadro della riforma generale deve per forza di cose coinvolgere anche una visione di questa Regione che ha difficoltà di comunicazione.

Come riferito che l’altra sera siamo stati a Trebisacce, a Lungro, a Cassano. Si faceva riferimento all’episodio della bambina deceduta a Rossano qualche giorno addietro, che aveva avuto un velocissimo passaggio, e non aveva sostato, come invece riportato dalla stampa nazionale, presso il pronto soccorso di Trebisacce.

In questo caso, evidentemente, ci sono responsabilità, ma non dei medici di Rossano-Trebisacce. Responsabilità anche di chi, probabilmente, pur non essendo attuata la riforma sanitaria, ha deciso di chiudere dei reparti. Infatti la riforma sanitaria in questa Regione non è stata decisa e non è stata attuata, perché l’ultimo Piano sanitario è quello del 2002-2004 e quindi risale a molti anni addietro.

Ebbene, pur non essendo attuata la riforma sanitaria e con una spesa corrente in grande degenerazione, qualcuno ha deciso di chiudere dei reparti di ostetricia e ginecologia, che pure davano a quel territorio un servizio, soprattutto dopo la chiusura della clinica di Sibari. C’era la possibilità di avere un numero di parti sufficiente per dare sicurezza alle mamme ed ai bambini.

Hanno deciso di chiudere sia i reparti di ostetricia e ginecologia, ma anche le sale operatorie.

Credo che queste siano responsabilità importanti, al di là delle valutazioni che in quest’Aula possiamo fare di carattere strettamente politico.

E’ chiaro: i vertici politici, che hanno nominato certi manager,  risultano responsabili per come questi hanno lavorato ed anche queste scelte sbagliate sono state bocciate dai calabresi.

Esistono delle responsabilità che proiettano le esigenze dei territori nel futuro e che quindi hanno bisogno di una rivisitazione. E’ per questo che ritengo che la valutazione che sta facendo la terza Commissione attraverso queste visite, attraverso un piano generale di concerto con il Presidente Scopelliti, che ha la delega anche nel settore sanitario, sia necessaria e sia anche opportuna.

E’ questo l’auspicio. Continuare a lavorare come terza Commissione per poter presentare poi un piano, se il tempo ci sarà, se non ci sarà il commissariamento grazie al lavoro della struttura sanitaria dell’assessorato messa in campo dal Presidente Scopelliti, atteso il ridimensionamento del debito sanitario, tenendo presente la necessità di una rivisitazione facendo salvi alcuni valori primari.

In primo luogo la necessità di fermare l’emigrazione sanitaria - mi riferisco agli ospedali di frontiera-, di dare servizi sul territorio e di poter programmare al meglio anche una rete ospedaliera che non dovrà cercare di non allontanare i tanti calabresi in difficoltà da una prima adegua risposta sanitaria.

E’ questa la grande sfida sulla quale io credo sia necessario il coinvolgimento di tutta la maggioranza. Questo significa condivisione delle responsabilità ed è insieme una sfida anche alla opposizione, perché la Calabria credo che fornisca tante opportunità di confronto e di litigio, anche.

I problemi in Calabria sono tanti e noi possiamo dividerci su tutto. Ma credo che sulla sanità lo sforzo da compiere sia quello di fare percorsi al massimo condivisi, sia pure nelle differenze delle responsabilità che gli elettori ci hanno assegnato.

Credo che questo dibattito possa concludersi con l’auspicio di una grande sfida che è quella non solo della maggioranza ma di tutto il Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente. Penso sia difficile per chi assiste al di fuori di questo Consiglio regionale, cioè i cittadini, ascoltata la relazione del Presidente Scopelliti, tirare un po’ le somme e capire se effettivamente si andrà verso la soluzione del problema sanitario che – innanzitutto – è quello di garantire una qualità ed una quantità di servizi tali da non portarci costantemente alla ribalta di cronaca nazionale per casi di morte di mala sanità.

Non si è affrontato il motivo alla base di una emigrazione sanitaria così alta. Non si è voluto lanciare un messaggio di discontinuità, da parte del Presidente, sul perché si verificano tante emigrazioni dalla nostra Regione e sul perché, a volte, le risposte non vengano dalle strutture pubbliche.

Guardate, noi stiamo facendo un lavoro come Commissione sanità di visita a strutture pubbliche che a volte danno risposte inaspettate. Ma talvolta la mala sanità capita anche perché in questi anni è stato gestito in maniera sbagliata non solo il debito, ma anche la nomina di primariati, ad esempio con l’occupazione da parte della politica, dei partiti, di lobby garantire il potente di turno, senza pensare al benessere sociale dei nostri cittadini.

Ecco dunque fiorire posti di primariato anche a fronte di reparti inesistenti.

E’ a causa di tutto ciò che è stato in questi anni, che registriamo un’emigrazione sanitaria abbastanza alta.

Come il collega Adamo, non vorrei che questo del debito fosse una scusa per non continuare a parlare di quello che è il problema principale della sanità.

Guardate, si sbaglia anche quando si va nella direzione – l’ha detto il collega Gallo – di pensare che chiudere gli ospedali delle aree interne sia la soluzione del debito sanitario, senza fare un ragionamento sulla qualità della sanità data all’interno delle aree.

Non è vero che l’ospedale di Trebisacce vada riconvertito, non è vero che quello è un ospedale che va chiuso. Non è vero perché chi conosce l’area geografica di quel posto, chi conosce la 106, sa che quello è un ospedale che garantisce una parte di popolazione e diversamente non potrebbe essere.

Chi conosce la situazione dell’ospedale di Cosenza in questo momento, lo sa.

Trovo strano che non si parli di una emigrazione di urologia che non esiste nella provincia di Cosenza; infatti, si può ricoverare per un problema urologico  dalla Basilicata o Acquaviva delle Fonti.

E’ la provincia (il 50 per cento del territorio di Cosenza) che  non ha una assistenza urologica. Le altre cose dette nella relazione dal collega Adamo e dal collega Bova.

Volevo però dire al consigliere Orsomarso che, se è propositivo un intervento da parte di colleghi della minoranza, non è stata altrettanto propositiva la relazione del Presidente Scopelliti.

Non è venuto qui a misurarsi sulle questioni della sanità, ma con un atteggiamento di scontro, e non c’è niente di propositivo nella sua soluzione del problema sanità.

Quando si parla di sanità, di salute pubblica, si parla di qualcosa che interessa i cittadini e bisogna anche interrogarsi del perché si è nelle condizioni tali da avere una struttura in deficit.

Visitando più strutture abbiamo trovato i macchinari e le attrezzature. Non abbiamo trovato i tecnici.

Allora perché all’interno degli ospedali ci sono le attrezzature e non ci sono i tecnici? Perché nessuno spezza definitivamente questa impostazione nella gestione degli ospedali pubblici data ai capi dipartimento, che li utilizzano come studio privato, non pensando alle liste di attesa degli ospedali? Perché questa poi è produttività ed in questa direzione bisognerebbe trovare il coraggio di intervenire, sennò non si va  verso  quella che è la soluzione.

Non basta chiudere un ospedale di periferia per dire “ho risolto il debito sulla sanità”. Non è questa la soluzione.

Perché se questo è vero, si vanno a congestionare gli ospedali delle grandi città che in questi anni hanno avuto e hanno più di quelli periferici, ma che non sono riusciti ad andare nella direzione che noi tutti oggi predichiamo.

Non basta dire: chiudiamo l’ospedale di periferia ed andiamo nella direzione della salvaguardia dell’ospedale centrico, cioè dell’ospedale capoluogo.

Io non penso sia questa la soluzione, se non si fa una discussione sui servizi territoriali. Di questo, invece,  non si è parlato. Mentre bisognerebbe riuscire a dare una risposta attraverso il territorio, anche diminuendo i ricoveri e magari potenziando l’assistenza domiciliare integrata, o studiando finalmente all’interno di questo Consiglio un piano socio-sanitario, che vada a ridurre il ricovero di una parte di popolazione che ha una certa età, e ipotizzi anche altro.

Infatti, quando qualcuno ti viene a fare una proposta di questo tipo, tu puoi misurarti e dire “sono d’accordo nella direzione che il Presidente ha esposto, oppure sono contrario e faccio una controproposta”.

Oggi si parla di un documento della maggioranza, ma noi non l’abbiamo visto, io non lo conosco, almeno. Non so qual è la direzione, al contrario sarebbe stato utile arrivare qui con un piano che andava già nella direzione che questa maggioranza si vuole dare nella questione della sanità. Non si può venire qui con una relazione del tutto politica e di scontro con chi ha gestito precedentemente e non avere una proposta concreta sull’indirizzo da domani in avanti che si dà questa maggioranza.

Ripeto che noi abbiamo trovato uno stimolo istituzionale nella Commissione e vogliamo renderci conto struttura per struttura. Ma sicuramente il lavoro non si riduce a questo e non basta per andare a definire  la difficoltà che ci troviamo ad affrontare.

A volte si sparano delle cifre, a volte si sentono alcune cose che poi non corrispondono al vero. Ma non vorrei che la rincorsa alle cifre fosse la priorità e, per le stesse motivazioni su cui hanno basato la responsabilità del Presidente Loiero, oggi non vorrei che il Presidente Scopelliti mettesse in atto la stessa strategia per nascondersi dal problema reale, che è quello della sanità calabrese.

Su questo gradirei misurarmi ed interloquire anche all’interno della Commissione. E’ giusto e doveroso andare nella quantità e nella qualità del servizio.

Allora misuriamoci: c’è un problema grave che è quello della gestione politica dei manager. Si diceva che c’è una interruzione della pratica gestita dal centro-sinistra con la pratica nuova. Questo non si può dire, perché ad oggi avete nominato i nuovi commissari ed è chiaro che devono essere verificati in base alle loro capacità, anche se c’è un problema vecchio che è stato già detto da chi mi ha preceduto, cioè che questi vengono pagati con cifre che non spettano.

Quindi, occorre intervenire in quella direzione: non so a chi rispondono o se sono stati nominati perché sono dei bravi manager. Non lo so, lo verificheremo in questo Consiglio e lo verificheremo da qui ad un anno dopo la loro nomina. Ma penso che ci sia un qualcosa, almeno questo, che ci metta insieme: la Stazione unica appaltante.

Affrontiamo però la questione – così come diceva il collega Bova – della Stazione unica appaltante: affrontiamo le difficoltà in cui versa oggi la Stazione unica appaltante, perché, se non si vuole entrare nel merito, vuol dire che lasciando in stand by una situazione di precarietà, si spinge per farla morire.

Se tutti ci troviamo d’accordo, non è questa la soluzione del problema, diversamente è un accordo strumentale in Consiglio regionale e non si va a definire quello che è il problema concreto.

Penso che la discussione, così come si sta svolgendo e la si sta chiudendo, insieme al Presidente Salerno ed alla Commissione sanità, sia utile per cercare di definire per lo meno quello che è l’esistente.

Poi, badate bene, non bisogna dimostrare – l’ha detto qualche collega della maggioranza – che il privato sia più efficiente della struttura pubblica, perché bisogna garantire il privato.

Non è così, perché la struttura pubblica a volte è stata messa in condizione di non essere competitiva sul territorio. Non hanno i macchinari, non hanno l’attrezzatura e io sfido qualsiasi privato ad operare nelle condizioni in cui operano, a volte, le strutture pubbliche.

Questa è la scelta politica di fondo: riuscire a mettere in competizione le strutture pubbliche nel territorio con dei servizi sanitari lenti, che garantiscono la persona che va a rivolgersi agli ospedali. Ciò che ci è stato riferito - lo dico ai colleghi della maggioranza- nelle strutture che abbiamo visitato è la carenza di personale tecnico all’interno delle strutture.

Parliamo, ad esempio, di una struttura come quella di Lungro che non ha un medico per continuare la turnazione ed è chiaro, a questo punto,  che la stiamo mettendo in condizione di chiudere.

Per cui o si interviene,  radicalmente, per consentire ad una struttura che ha l’89 per cento dei ricoveri all’interno del suo territorio di continuare a lavorare, o  non dai un medico, ed è una scelta politica ben chiara.

Occorre discutere anche nel concreto del motivo per cui si ha una situazione di criticità, del perché e da dove deriva il deficit. Perché se tu hai una situazione debitoria uguale quasi a 800 milioni di euro, e non è poi così messa male come è stata descritta in questi giorni sui giornali, mi aspetto che questo mi venga chiarito anche all’interno del Consiglio regionale e della Commissione sanità.

Questo per tirare le somme e dire che poi alla fine non è una grande decisione dire: “Converto e chiudo. Quindi ho risolto il debito”,  perché così facendo vado ad accentuare e a mettere in crisi quegli ospedali che si trovano nelle nostre città capoluogo e che già oggi – nonostante ci siano le strutture periferiche – non sono in grado di dare risposte  con le loro liste d’attesa ed all’interno del pronto soccorso.

E se tutti quanti noi diciamo che abbiamo a cuore il problema dei calabresi, questa soluzione bisogna trovarla, cercando di utilizzare la mano ferma non solo tassando i calabresi ogni volta che c’è qualcosa da risolvere, non solo dicendo che bisogna chiudere le strutture pubbliche, ma facendo anche un discorso di chiarezza con chi governa, col passaggio delle Giunte di destra e di sinistra: la sanità, i primari ed i capi dipartimento di turno che dettano i tempi della sanità in questa Regione.

Su questo bisogna anche avere il coraggio di intervenire per garantire i cittadini. Perché se qualcuno non lavora bene, bisogna dirlo e bisogna anche trovare il coraggio di mandarlo a casa. Se qualcuno dedica un giorno alla settimana alla struttura pubblica ed il resto della settimana alla struttura privata, bisogna aprire un discorso di chiarezza perché altrimenti continuiamo a discutere di cifre di bilancio, di debito sanitario ma non si va a tutelare quello che è l’interesse dei cittadini.

Non so chi della provincia di Cosenza può avere, per esempio, un’assistenza cardiologica in questo momento ed in quale struttura può averla.

Presidenza del Presidente Francesco Talarico

PRESIDENTE

Consigliere Aiello, siamo a 15 minuti.

Ferdinando AIELLO

Presidente, chiudo dicendo che è un dibattito non  esaustivo. Spero – proprio per quello che ha detto il consigliere Orsomarso – che, nelle conclusioni, il Presidente possa prendere in considerazione quello che è stato proposto dalla opposizione, perché io non ho da recriminare sulla gestione fatta dal Presidente Loiero, ma penso che insieme ai colleghi del centro-sinistra ci siamo posti in termini propositivi.

Non c’è una discordanza di voci all’interno del centro-sinistra, ognuno per la sua parte ha offerto uno spunto politico, che non abbiamo avvertito nella relazione introduttiva.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tripodi. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Signor Presidente, colleghi tutti e soprattutto capigruppo della maggioranza, penso che alcune cose vadano dette perché va fatto un confronto non solo tecnico, ma anche politico.

Si tratta di un ragionamento che va fatto alla luce del sole e con una trasparenza tale da non  consentire a nessuno di dire che non abbiamo fatto la nostra parte. Voglio prima parlare dal punto di vista politico e poi entrerò dal punto di vista tecnico.

Non condivido il metodo di oggi e lo voglio dire “apertis verbis”, così ci capiamo una volta per tutte. Non condivido né il metodo, né la sostanza.

Qui dobbiamo capire se parla il Presidente, e di seguito facciamo 15 interventi o 20 interventi di maggioranza che dicono cose diverse e contrarie rispetto a quanto abbiamo detto, oppure se dobbiamo andare a ruota libera su una relazione che, peraltro, per alcuni versi non ci appartiene come maggioranza. Perlomeno non appartiene all’UDC. Questo per dircelo in modo chiaro e netto.

Su questo una riflessione bisogna farla. Se vengo in quest’Aula, vengo perché condivido anche provvedimenti votati dalla Giunta, oppure non possiamo fare 15 interventi diversi uno dall’altro.

Detto questo entriamo nel merito delle cose.

A me non interessa di chi è la responsabilità del passato o del presente. Interessano quelle che sono le risposte che dobbiamo dare in sanità rispetto a due problemi importanti: l’organizzazione della sanità sul territorio calabrese e soprattutto le risposte che vogliamo dare.

Con tutto il rispetto non vado a guardare cosa ha fatto o non ha fatto Loiero o cosa nel passato hanno fatto gli altri.

Se l’ex Presidente Loiero avesse fatto bene, sarebbe stato al posto del Presidente Scopelliti. Evidentemente non ha fatto bene, e chiudiamo questa partita. Diamolo per scontato ed andiamo avanti in modo diverso, anche nella discussione e nella interlocuzione, nella contrapposizione e nel confronto della politica in quest’Aula.

Di cosa stiamo parlando? Vi chiedo scusa, colleghi.

Dobbiamo semplicemente parlare della organizzazione sanitaria di questa Regione, di cosa vogliamo fare per il futuro e per uscire dal debito, rispetto a due questioni principali.

La prima è l’organizzazione sanitaria rispetto a quattro grandi punti: reti ospedaliere, rete dell’emergenza/urgenza, rete territoriale e soprattutto la creazione di un sistema di controllo politico-amministrativo, rispetto alle spese della sanità.

Il secondo problema, che ci riguarda più da vicino, è: come vogliamo modificare il sistema sanitario e quali interventi vogliamo porre in essere per uscire da questa crisi.

Dato che alcuni colleghi hanno delle competenze in qualità di medici, ed io lo sono, su questo dobbiamo capire come fare. Se, conseguentemente, si delibera di chiudere uno-tre-cinque ospedali lo possiamo condividere. E nel merito quando ci sarà una proposta concreta, poi entriamo a fare la nostra valutazione ma l’importante è che diamo una risposta sanitaria nei territori.

Perché le risposte sanitarie si danno, forse soprattutto, anche quando non c’è l’ospedale sul territorio, se i soggetti interessati si mettono in testa di fare il loro lavoro secondo scienza e coscienza, soprattutto per quanto riguarda il primo problema che abbiamo. Perché la rete ospedaliera è l’ultimo dei problemi.

Il primo problema è quello che vogliamo fare nel territorio.

Voglio invitare il collega Salerno che sta svolgendo in modo magistrale – e gliene voglio dare atto pubblicamente – il compito di Presidente della terza Commissione, di andare  vedere a livello territoriale il lavoro dei medici e come esplicano il rapporto diretto col paziente.

In che modo possiamo interfacciarci con l’esigenza dell’ammalato, perché se quelle cifre dei ricoveri impropri sono vere – non lo metto in dubbio – è perché qualcuno li manda in ospedale senza averli visitati.

E poi, per dircela tutta in modo chiaro, noi possiamo dire quello che vogliamo e possiamo fare ospedali d’oro,  ma, nell’immaginario collettivo, se a Roma c’è Pasquale Tripodi ed in Calabria c’è Veronesi ,vengono da Veronesi a curarsi, la verità è questa .

Ed anche nella organizzazione delle future reti ospedaliere dobbiamo qualificare la sanità con dei nomi che fanno scuola in questa Regione. Anche perché secondo il protocollo internazionale della sanità occorre interagire con la fasce scientifiche attraverso protocolli di intesa - e questo lo sappiamo tutti.

Perché quando vado a risparmiare 60 milioni di euro – lo dico ai colleghi, soprattutto, che sono in Giunta – sulla farmaceutica e do farmaci generici e non quelli che i medici possono scegliere liberamente, mi dite qual è il risultato che ho raggiunto? Non sarebbe stato meglio applicare un prezzo di riferimento, come si fa in tutto il mondo, e poi il paziente liberamente sceglie quale farmaco prendere?

Per quanto riguarda la rete ospedaliera nella riorganizzazione, non possiamo ancora discutere se il territorio è garantito da un ospedale, piuttosto che da un’offerta sanitaria che assicura  i cittadini di essere curati.  In caso contrario, torniamo a fare gli stessi discorsi di municipalismo che fino ad oggi hanno affossato la sanità.

Anche in merito al  rapporto pubblico-privato dobbiamo capire anche perché – non me ne voglia nessuno di quelli che ho ascoltato – l’autorizzazione e l’accreditamento sono atti dovuti. Bisogna controllare la convenzione e capire in quale direzione deve andare rispetto alle esigenze di salute della Calabria.

Queste sono le cose che ci debbono qualificare rispetto ad una rete e ad un concetto di sanità in cui l’asse centrale, i raggi, gli spocke, chiamiamoli come vogliamo, debbono essere complementari alle garanzie fra sanità privata e sanità pubblica.

Ci vogliamo confrontare in modo serio? Facciamolo. Vogliamo giocare o fare manfrina o come si suol dire far poesia? La possiamo fare.

Su questo concetto e in questo senso vanno gli sforzi che sta facendo tutta la terza Commissione e la Presidenza, nella ricezione puntuale della situazione sanitaria in Calabria.

Se il piano di confronto rimane alto, ma non su queste direttive ed a questo livello, personalmente a me non interessa. Non è una sfida che stiamo facendo oggi per il domani, ma è una sfida che stiamo affrontando per dare a questa Calabria per i prossimi 50 anni un sistema ed un modello di sanità.

Nessuno lo può fare in solitudine, tutti abbiamo il dovere di contribuire ognuno per la propria parte e la propria competenza a dare il meglio di noi stessi come orientamento di indirizzo e determinare un piano che sia credibile ed accettato dai calabresi.

Di questo stiamo parlando oggi in quest’Aula. Sicuramente poi possiamo discuterne ad un livello più tecnico in Commissione, quando avremo la capacità di esaminare qualcosa che sia concretamente orientato a dare delle risposte.

Un’altra riflessione che dobbiamo fare tutti quanti, in quest’Aula, è sulla filosofia di sanità che dobbiamo dare in Calabria.

Il Presidente fra le righe – mi sarei aspettato di sentire questa osservazione da quei banchi – ha dato una impostazione di sanità che rappresenta il modello lombardo come concetto di sanità che, peraltro, in Italia ha dato alcuni frutti ed ha dato alcuni risultati.

Ma, a mio avviso, questa Calabria ha bisogno di un modello “calabrese” di sanità. Fermo restando che non può venire il Presidente Loiero con tutto il rispetto a giustificare alcunché della sua gestione sulla sanità.

Non lo dico da oggi, ma da tre anni, contestando delle scelte in cui si potevano fare alcune cose e nessuno ha voluto farle.

E dato che i suggerimenti non li abbiamo dati dietro gli angoli, ma in quest’Aula, questo è il confronto che dobbiamo fare. Perché la sanità – scusatemi se lo dico – non appartiene né alla maggioranza né alla minoranza, come volontà di dare risposta, ma appartiene alla classe politica calabrese nelle sua interezza con una situazione che, di fatto, non dico che il Presidente Scopelliti abbia ereditato questa maggioranza e questa opposizione, ma così ha trovato.

Possiamo discutere di chi è la colpa, o dei rimpianti che ci sono su quello che poteva essere fatto. Ma di fatto la reale situazione è questa.

Ci possiamo accapigliare come volete, e se lo volete, ma ritengo che gli interventi che ho sentito vadano in direzione di una sinergia che possiamo definire come la migliore soluzione in quest’Aula.

Voglio chiudere qua, perché poi, sicuramente, nel breve periodo avremo modo di confrontarci.

Vedete, quando il Presidente ci dice che al tavolo Massicci ha trovato delle difficoltà e che anche sull’acquisizione di certezza del debito c’è questa confusione, è normale che sia così.

Glielo ho detto la scorsa volta, in questo Consiglio, e lo voglio ribadire. Non mi meraviglio che nessuna ditta o azienda che ha individuato il Governo, per esempio Kpgm, dia una certificazione. Nessuno la darà, nessuno si assumerà la responsabilità di dire “questo è il debito”.

Qui però la decisione la dobbiamo prendere; io opto più per la soluzione che dà il Presidente Scopelliti che per quella fornita dal Presidente Loiero, per tanti motivi. Un esempio banale lo voglio fare perché riguarda il passato.

Vi ricordate la famosa storia dei finti assistiti in Calabria? Da che dovevano essere 800 mila, si sono ridotti a 40 mila “fisiologici”. Vi ricordate il pareggio in bilancio che l’allora assessore Lo Moro è venuta in quest’Aula a dichiarare? Di fatto poi non è stato così.

Penso che l’analisi che ha fatto il Presidente Scopelliti sia più veritiera, come dato, rispetto alla impostazione che aveva dato il Presidente Loiero, perlomeno rispetto al debito accertato. Perché, materialmente, non è possibile che 2 miliardi e mezzo di euro siano frutto solo di una gestione di sforamento, perché diversamente ci dovevano essere atti comprovanti questo debito.

Questo attiene anche alla responsabilità della maggioranza che sostiene questa Giunta, e noi siamo pronti a fare la nostra parte, non c’è dubbio, in qualità di consiglieri regionali di questa Calabria e non solo di questa maggioranza, ma di quest’Aula intera. E’ così, e non può essere diversamente.

In questa storia mi auguro che tutti quanti possiamo trarre la considerazione di non avere rimpianti quando questa sarà finita. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Tripodi. Il dibattito è concluso. La parola al Presidente della Giunta per qualche breve riflessione di replica. Poi proseguiremo con l’ordine del giorno.

Giuseppe SCOPELLITI, Presidente della Giunta regionale

Presidente, mi sembra che sia stato tutto sommato un dibattito proficuo. L’ho seguito, in parte, attraverso il circuito interno, in quanto mi sono perso qualche relazione per via delle riunioni che abbiamo fatto sempre legate al tema della sanità.

Sostanzialmente, mi sembra che da questa seduta oggi emerga un dato, una sensibilità importante e nuova manifestata da taluni consiglieri regionali. Cioè, che l’idea di proseguire sulla strada del rigore e della fermezza sia stata ampiamente condivisa dai consiglieri, dai colleghi del centro-destra.

Mi sembra, ovviamente, che anche quanto ha voluto rilevare nel suo intervento il collega Tripodi dimostri come sia difficile gestire la sanità.

Lui giustamente ha detto: è da tre anni che dico queste cose all’ex Presidente Loiero; le ha dette in Consiglio regionale e sicuramente anche in Giunta, quando era con l’ex Presidente Loiero, proprio perché essendo anche un rappresentante del mondo della sanità conosce – più da vicino – decisamente meglio di noi quelle che sono le problematiche del mondo della sanità.

Il problema è, però, un altro, così come lui ha detto ed evidenziato molto bene, e il Presidente Loiero ha ammesso nel suo intervento - l’ho visto in televisione un po’ come accade quando un tempo si assisteva ai grandi momenti per eleggere i Presidenti della Repubblica o i grandi dibattiti. Ho seguito l’intervento dell’ex Presidente Loiero attraverso la televisione, e francamente non mi è parso un intervento di grande spessore. Rispecchia molto, forse, un suo limite che ha dimostrato in questi anni in cui ha avuto il compito di governare.

Un modo, sempre, di rifugiarsi dietro responsabilità altrui e di ricercare in altri la responsabilità dei suoi fallimenti. Se l’è presa con il ministro Calderoli, ha parlato del federalismo e di mille soluzioni. Io dico però: cosa centra non aver approvato il piano di rientro perché la colpa era del federalismo?

(Interruzione)

Non il piano di rientro, ma il Piano sanitario regionale. Perché era colpa del federalismo e perché non sarebbero bastati i soldi? Ma che vuol dire?

In riferimento ad una responsabilità, che per 5 anni si è dovuta assolvere, compiendo determinate scelte, e incominciando a fornire delle risposte, mi sembra superfluo evidenziare che oggi in Aula non abbiamo avuto una sola risposta.

Non abbiamo avuto una risposta sul perché si è mentito sull’ammontare del disavanzo. Anzi abbiamo registrato da parte di qualcuno che gli ospedali li avete chiusi- lo stesso ex Presidente Loiero lo ha detto -, peccato che nessuno se ne sia accorto.

Lui ha detto che gli ospedali, loro, li hanno chiusi. Forse voi della Commissione dovreste girare un po’ più attentamente perché gli ospedali li hanno chiusi.

Ho sentito questo, ho sentito bene. Voi ridete ma è vero che ha detto questo, diversamente dovrei essere stato disattento, oppure sono fazioso. Domani uscirà un’altra “ansa”, un altro comunicato in cui si ribadisce che il Presidente Scopelliti dice sempre bugie e che l’unico che dice la verità è l’ex Presidente Loiero, anche quando scrive al consigliere Occhiuto. Solo lui ha la verità, anche perché mi pare che, riguardo all’ultima parte dell’intervento dell’ex Presidente, dovremmo chiamare Zinnato con la Film Commission Calabria.

L’ex Presidente Loiero ha dato il massimo di se stesso, si è paragonato a De Gasperi, Churchill ed Obama.

Cioè nel mondo dovete sapere che c’è Obama, ci sono stati Churchill e De Gasperi e Loiero che dice “un giorno anche io dimostrerò di aver avuto ragione”.

Questa è, purtroppo, la tristezza dei fatti nostri. Non c’è scusante, insomma, le agenzie glielo riporteranno sicuramente o glielo riporterà qualche collega. Sperando che il collega Principe non si arrabbi troppo, perché parliamo a volte delle nefandezze o delle incompiute fatte dalla precedente amministrazione.

Mi pare di capire di aver colto nelle dichiarazioni e nelle affermazioni sia del consigliere Adamo, che del consigliere Bova, dei segnali di grande apertura, di concretezza - di questo ringrazio – non come ha fatto l’ex Presidente Loiero.

Siamo disponibili ed apertissimi. Ma se guardiamo nei miasmi delle province, delle città di questa Regione notiamo che, come dire, ci sono logiche di potere, di ‘ndrangheta, di affari e di altre cose.

Allora non perde il vizio di fare come durante la campagna elettorale, quando diceva in giro per la Calabria che “il Presidente Scopelliti non sarebbe arrivato ad essere il candidato”. Quando, col suo fare molto losco da soggetto di prima Repubblica, sotto tutti i punti di vista, diceva “il Presidente Scopelliti, non arriverà, non vi preoccupate, non sarà lui l’avversario”. Sono arrivato, lo abbiamo stracciato, lo abbiamo lasciato senza neanche le mutande, ma adesso continua a dire tutto ed il contrario di tutto.

Credo, invece, che la strada che abbiamo intrapreso deve essere quella di riuscire a dialogare con chi vuole dialogare con noi. Perché l’idea di attardarci dietro situazioni di scontro e di conflitto inutili non ci portano da nessuna parte. Adesso facciamo una seduta di Consiglio, però poi dobbiamo essere positivi e costruttivi, e mirare al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati.

Credo che questa sia la linea che ci debba portare dritti ad un risultato.

Sicuramente avremo davanti tanti ostacoli, tante difficoltà ed avremo la possibilità di confrontarci nel merito, così come hanno chiesto i consiglieri Bova e Adamo.

Ritengo che ci siano veramente delle situazioni imbarazzanti, rispetto a quello che veniva evidenziato. Lo stesso consigliere Adamo ha detto che ci sono frangenti in cui ormai non esiste più la premialità di idee e il raggiungimento degli obiettivi. Vengono dati contributi ugualmente a più non posso, come dicevo nel mio intervento iniziale. I manager trovano ed hanno trovato situazioni imbarazzanti rispetto alla gestione delle varie Asp.

Bisogna ripartire. Neppure escludo che possa essere una scelta la proposta di immaginare una ipotesi che vada a non penalizzare un territorio virtuoso sul piano della gestione delle Asp, in termini di maggiori pressioni fiscali, in termini dei tributi.

Troviamo in che modo, lo diceva anche il consigliere Adamo, in che direzione possiamo lavorare su questo versante: l’unica cosa che non possiamo più ritardar, è legata all’obbligo di fornire risposte.

Lo stesso collega Bova diceva che il commissariamento si può evitare. Ormai il commissariamento è una situazione, purtroppo. Il Governo si è instradato su questo percorso ed ha avviato questa procedura. Si va ormai verso il commissariamento.

Credo che poi il commissariamento porti a delle responsabilità dirette e personali di chi, alla fine, debba compiere le scelte.

Il commissario è giusto che le faccia perché, comunque, abbiamo condiviso una strategia ed un disegno di attuazione. Occorre soltanto assumersi la responsabilità di quello che si dovrà realizzare e non ci vorrà molto, a parte eseguire in maniera chiara e netta l’indirizzo che abbiamo raccolto e che dobbiamo recepire.

Quindi questo è, secondo me, l’iter che andremo a valorizzare. Non guarderemo, sicuramente, aspetti di logica territoriali, di appartenenza e di presenza rispetto a riconversioni e a chiusure.

Non ho mai detto che le case della salute sono inutili o altre cose del genere. Perché io avrei fatto scelte diverse. Ho detto più volte che le case della salute sono un modo per non chiudere le strutture. Ma se chiudo 3-4 strutture do un segnale molto chiaro.

Il problema era non chiudere le strutture; secondo me, è questa la prima vera e grande difficoltà. Bisogna chiudere le strutture, poi si può trovare il modo per riconvertirle. Non si può continuare a dire sempre le stesse cose.

Come per la Sua: la Sua non andava bene perché per volontà della Giunta. Alcune gare, soprattutto nella sanità, non venivano espletate e questo era stato denunciato dal procuratore Boemi -non io-quando il procuratore Boemi, oggi direttore Boemi, disse “qui tutte le potenzialità sono inespresse perché qui alcune cose non si fanno”. Non ho detto che la Sua era inutile, ma ho detto “dobbiamo rivisitare la funzione della Sua”.

Se tutte queste parole vengono interpretate a uso e consumo di ognuno, ben venga. Questo, però, è stato quello che ho riferito in più circostanze, e secondo me era importante capire perché la Sua fa alcune cose e perché altre no.

Sarà stata una cosa intelligente, una cosa giusta, per carità. Noi stiamo dando seguito a questa scelta e quindi ne riconosciamo il merito. Voglio dire, potrà pure capitare che con le nostre azioni e con le nostre dichiarazioni approviamo una scelta e diamo continuità ad una esperienza che si sta rivelando positiva.

Però il problema di fondo, che emerge anche dalla relazione dell’ex Presidente Loiero, è la rassegnazione: l’idea che tanto né un solo uomo, e neanche un Consiglio intero, riusciranno a risolvere il problema.

C’è la consapevolezza di un uomo che ormai si è abbondantemente arreso, e che dice che purtroppo non si potrà far nulla perché prevalgono altre logiche, altri modelli, altri sistemi, altre condizioni.

Credo che, invece, non ci sono state fornite spiegazioni sul perché venivano date a iosa ma quando era assessore la Lo Moro o Spaziante, non c’è stata data la motivazione sul perché, nella provincia di Cosenza, venivano dati 250 posti letto in più in due anni, in nome dello sperpero e seguendo le logiche che - continuo a ribadire – ti facevano piegare la schiena, perché dimostravi di non essere uomo con la schiena dritta. Di fronte a quel tipo di tentazioni, tu puoi dare le strutture.

Oggi noi possiamo creare 300 posti letto in più, caro Fedele, senza alcun problema, possiamo dare anche 400 posti in più nella provincia di Cosenza, e 300 posti in più nella provincia di Reggio Calabria.

Lo facciamo perché oggi c’è una strategia nuova, e poiché un posto letto costa molto di meno di quanto costa una struttura ospedaliera, tu decidi di chiudere decine di reparti, interi ospedali, con il costo di 400-600 euro a posto letto, perché nelle strutture socio-sanitarie il costo si abbatte intorno a 100-180 euro.

Allora tu dici “rinuncio a 400 euro a posto letto per aprirne altri 100 anziché 500, 250 a 150 posti letto”. Questa è una strategia per dimostrare che la sanità diventa più attenta al territorio, si apre e va incontro ai bisogni della gente, si dimostra consapevole di fare delle scelte che siano di prospettiva.

Qui non venivano chiusi gli ospedali, ma venivano creati nuovi posti letto. Questo è il problema di fondo. Era un semplice esempio dei miasmi, potremmo rispondere mille altre episodi rispetto a tutte le nefandezze che ci vengono dette, con quel modo e con quel gesto sottile che assomiglia molto a qualcun altro, con quelle circostanze molto gesuitiche che appartengono ad altro tipo di cultura.

Infatti, ti dicono alcune cose, ti offendono e poi ti affermano “ma noi non ti stiamo offendendo, siamo lì come il famoso detto: piano piano senza che tu te ne accorga”. Noi non abbiamo problemi, abbiamo detto quello che pensiamo, recepiamo quello che ci viene detto, ribadito e confermato nelle espressioni utilizzate.

Ritengo, caro Presidente Talarico, che oggi abbiamo quest’obbligo. Anche il collega Principe che dice che non ha capito come attuiamo il piano di rientro, o qualcuno che ha detto “non ho capito cosa la maggioranza o questa Giunta hanno fatto rispetto al tema della sanità”.

Noi abbiamo fatto degli atti deliberativi che, purtroppo, non sono mai stati fatti prima. Ci siamo assunti la responsabilità di disegnare la sanità del domani. Se non recepite questo, vuol dire che evidentemente avete difficoltà a comprendere e a leggere quello che è la sanità.

Anch’io, da inesperto, mi sono cimentato. E quando predispongo una delibera e c’è scritto che ci saranno 4 Hub, 8 spocke, 10 ospedali pronto intervento, pronto soccorso, quella è una scelta politica chiara.

Quando diciamo che andremo a chiudere gli ospedali, quella è una scelta chiara. Quando diciamo che la rete territoriale nuova ed adeguata viene messa in campo, con atti deliberativi - andate a leggerli- anche quella lo è. Quando andiamo a fare delle scelte sulla farmaceutica, quando mandiamo comunicazione alla Fondazione Campanella per dire che ci saranno 10 milioni di euro in meno rispetto alle risorse precedenti, quella è una scelta molto chiara.

Sono scelte che vanno tutte nella direzione del piano di rientro,  scelte che, identiche o molto simili, dovevano essere fatte dalla maggioranza, che ci ha preceduto, ma che abbiamo fatto noi. Perché per poter fare le scelte successive questi atti sono propedeutici. Se prima non mettiamo in campo questo tipo di azione, non potremo pretendere di attuare le scelte che andremo a fare, perché tutto questo è funzionale al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati.

Quindi, quando mi sento dire: cosa avete fatto, qual è il modello di sanità che avete disegnato, francamente ho un po’ di difficoltà a comprendere cosa voi esprimiate come concetto.

Ci sono gli atti deliberativi pubblici e pronti per essere consegnati a tutti e sono lì, a documentare una volontà chiara e netta di una maggioranza, di un governo regionale. A questo punto non so se dobbiamo venire qui ad illustrare in maniera dettagliata, passo passo, ciò che abbiamo fatto.

Credo che sia stato fatto un buon lavoro, che siano state fornite delle interessanti motivazioni, che abbiamo messo in campo una strategia che può anche non esser condivisa ma che, secondo me, è puntuale. E’ una strategia che viene apprezzata al tavolo Massicci, che viene condivisa e stimolata nel suo percorso.

Questa è una scelta che abbiamo fatto e che abbiamo maturato.

Probabilmente avremmo potuto redigere un nuovo piano di rientro, ma il Governo ci ha dato la possibilità di fare dei ritocchi strada facendo, di poter riprogrammare in prospettiva. Pensiamo di poter mettere in campo questo piano di rientro proprio per dare in tempi più ristretti una risposta a quello che è il bisogno della nostra collettività.

Credo, Presidente, che, al di là di tutto, rimangano molto chiaramente in campo le dichiarazioni importanti che alcuni colleghi hanno reso come contributo a questo dibattito. Ne prendiamo atto e addirittura mi pare che il consigliere Bova abbia detto di essere sostenitore di una strada che potrebbe portare alla scelta oculata di chiusure di ospedali e mi pare di aver registrato molto bene anche con una condivisione ampia di questa scelta.

Ne prendiamo atto, perché la chiusura o riconversione delle strutture non nasce da valutazioni personali o di interesse particolare. E’ una scelta che nasce da una valutazione prettamente tecnica, funzionale, di obiettivi e di buona sanità.

Se insieme, quindi, sposeremo questo tipo di indirizzo, ci troveremo nelle condizioni di dare un segnale di grande qualità a tutti i calabresi: la politica che va al di là delle beghe e dell’agire politico delle scelte di contrapposizione che spesso emergono. Credo che bisogna registrare questa necessità e dare questo tipo di contributo.

Io non mi sono mai piegato e mai mi piegherò a scelte immorali. E mai nessun rappresentante della mia Giunta si permetterà mai di abusare del suo ruolo per avere vantaggi con la sanità calabrese.

Che questo sia molto chiaro, ditelo molto chiaramente e trasferite questo concetto in maniera molto netta perché mi sembra che forse qualcuno da queste parti – proprio in funzione di ciò che ha detto il Presidente Loiero – se ne sia dimenticato.

Ho sentito citare più volte, dal Presidente Loiero, la città di Reggio Calabria. Non l’ha mai citata così tante volte in cinque anni del suo mandato. Oggi se ne è ricordato e mi fa piacere.

Ma, come spesso accade, con grande ritardo, perché non soltanto a Reggio Calabria, ma neanche nelle province in cui lui sognava di avere un risultato è stato premiato.

Significa che non ha abbandonato soltanto questa città ma ha abbandonato tutta la Calabria.

chiudiamo con le dichiarazioni di grande moralità. Guardiamoci dentro e guardiamo soprattutto a quello che è stato compiuto.

Fra cinque anni saremo qui, per dire non soltanto in Consiglio, ma ai calabresi tutti ciò che avremo realizzato. E ci confronteremo con le scelte fatte. Con le azioni che avremo messo in campo e con quella volontà e determinazione che oggi manifestiamo e che per noi rappresenta il vero e grande motivo per andare avanti su questa esperienza.

PRESIDENTE

Grazie al Presidente della Giunta. Il dibattito è concluso.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

E’ arrivato ai banchi della Presidenza un ordine del giorno a firma del capogruppo del Pdl, il consigliere Fedele, della Lista Scopelliti, consigliere Bilardi e dell’Udc, consigliere Tripodi.

La parola al Presidente del gruppo del Pdl, consigliere Fedele per l’illustrazione per poi metterlo in votazione.

Luigi FEDELE

Grazie Presidente, lo leggo anche perché è abbastanza breve e non si perde molto tempo.

“Il Consiglio regionale della Calabria, condivide ampiamente la relazione del Presidente Scopelliti inerente la situazione sanitaria in Calabria;

il Presidente ha dimostrato, dopo un lavoro attento e altamente qualificato, quanto sia stata alterata la cifra relativa al disavanzo dei tanto sbandierati 2 miliardi e 100 milioni di euro;

quindi, per evitare di ripetere i gravi errori gestionali del passato che il Presidente si è posto il problema di favorire percorsi virtuosi tendenti a far sì che i cittadini calabresi possano, finalmente, riacquisire fiducia nei confronti della Sanità con conseguente attenuazione dell'enorme mobilità sanitaria;

èd è in virtù del raggiungimento di questi obiettivi che la Giunta regionale in circa due mesi di attività, ha provveduto ad adottare una serie di provvedimenti, previsti nel piano di rientro, trai quali:

la riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete territoriale e del sistema urgenza-emergenza; azioni queste che segneranno una svolta definitiva nella riqualificazione del sistema sanitario calabrese;

la nomina di commissari nelle Aziende sanitarie ed ospedaliere con l'intento di creare insieme a loro una sinergia propositiva con la politica e non esserne succubi;

il  riequilibrio del rapporto pubblico-privato con quest'ultimo che deve considerarsi compensativo ovvero complementare e non aggiuntivo, ponendosi nelle condizioni di investire risorse per contribuire ad abbattere sia l'emigrazione sanitaria che la lista d'attesa;

in questa azione di rilancio e di completo rinnovamento, rispetto al passato, della politica sanitaria, il Consiglio regionale ritiene indispensabile l'apporto qualificato di tutti gli operatori sanitari nella convinzione che il loro contributo sarà determinante per la nuova Sanità calabrese;

auspichiamo, infine, che ci sia un coinvolgimento fattivo di tutta l'opposizione per migliorare concretamente il sistema sanitario della nostra regione.”

Questo ordine del giorno è firmato, come lei ricordava Presidente dal sottoscritto, dal consigliere Pasquale Tripodi e da Giovanni Bilardi,   quindi da  tutti i capogruppi di maggioranza.

Lo abbiamo fatto distribuire anche all’opposizione e mi auguro che lo possano condividere e se ritengono anche di votarlo. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare  il consigliere Adamo. Ne ha facoltà.

Nicola ADAMO

Signor Presidente, volevo avanzarle una formale richiesta: i gruppi di minoranza ritengono necessaria una sospensione di 10 minuti per consentire agli stessi una rapidissima e breve riunione.

PRESIDENTE

Vanno bene dieci minuti di sospensione. Alle 19 si riprende.

La seduta sospesa alle 18,44 è ripresa alle 19,20

PRESIDENTE

La seduta riprende.

Ha chiesto di parlare il consigliere Principe. Ne ha facoltà.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, naturalmente esprimo l’opinione del gruppo del Pd. Vorrei subito dire ,  non per replicare - perché non avrebbe senso una replica alla replica – che nel mio intervento se il Presidente Scopelliti lo ha ascoltato bene, non c’era rabbia o risentimento rispetto alle cose che ha detto.

Io mi sono permesso di affermare che è arrivato il momento di guardare avanti, lei deve essere consapevole che il voto è una frattura democratica positiva di un processo.

Se il centro-sinistra avesse fatto bene nel settore della sanità, presumibilmente lei non sarebbe Presidente della Regione Calabria.

Noi abbiamo detto le cose con grande modestia ed umiltà. Cioè che abbiamo aggredito con grave ritardo il problema ed abbiamo prodotto il piano di rientro.

Ora detto questo, obiettivamente, per come si è posto nella relazione e nella replica non proponendoci contenuti comprensibili di come il suo governo intende muoversi per attuare il piano di rientro, noi non possiamo che esprimere un voto contrario.

In questa occasione ci permettiamo di dire( siccome vengono richiamati ancora i 2 miliardi e 100 milioni di deficit, che nella sua visione dovevano rappresentare il piano segreto di Loiero per vincere le elezioni) se fosse vera la sua valutazione di un deficit ad 875 milioni – cosa che personalmente non credo –, siccome mancano i dati di Cosenza e Reggio Calabria che come territorio rappresentano il 66 per cento e forse anche qual cosina in più, del territorio calabrese, quando lei verrà in possesso di questi dati vedrà che il deficit sarà molto più alto.

Ipotizziamo che lei abbia ragione. La sua affermazione mi convince ancora di più intanto ad esprimere un voto contrario e ad aspettare fatti concreti.

Se il deficit fosse veramente di 875 milioni – gradirei che il mio ragionamento fosse seguito – non v’è dubbio che sarebbe necessaria una rimodulazione del piano di rientro.

Ed allora su cosa votiamo? Sul piano di rientro approvato dal Governo? Non mi pare che la Giunta regionale abbia proposto fatti concreti su cui noi possiamo esprimerci.

Addirittura qui si mette in dubbio l’entità del deficit che imporrebbe una rimodulazione del piano di rientro.

Atteso questo stato delle cose – ed ho finito – non possiamo che esprimere un voto…

(Interruzione)

Consigliere Caputo, guardi che la dichiarazione di voto richiede anche un tempo previsto dal Regolamento.

(Interruzione)

Ho finito, ma comunque questi richiami sono compiti del Presidente e non suoi, se mi consente.

Arrivando alla conclusione, per le ragioni dette noi esprimiamo un voto contrario.

Naturalmente alla ripresa, in autunno, saremo pronti a valutare i fatti concreti della Giunta Scopelliti. Annunciamo che in autunno  ci faremo addirittura portatori di idee compiute sulla base degli elementi che ci saranno forniti per dare finalmente a questa Regione una sanità degna dei calabresi così come i calabresi meritano.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Prendo pochissimo tempo per il mio intervento. Prego, se è possibile, i colleghi della maggioranza di stare tranquilli.

Non c’è alcun atteggiamento pregiudiziale, non siamo venuti qui a chiedere il numero legale e io non so nemmeno se in questo momento ci sia un numero sufficiente di consiglieri in Aula. Non lo voglio verificare, non è su questo terreno che…

Quello che per quanto mi riguarda io e il collega Adamo abbiamo detto in quest’Aula sarebbe tradito se noi ci muovessimo strumentalmente a chiedere il numero legale.

Avrei preferito che ci fosse stata una Conferenza dei capigruppo perché in qualche modo, mi si scusi, questo documento della maggioranza obbliga e necessita di un voto.

Quando per quanto ci riguardava – non ci volevamo nascondere – sottolineavamo criticamente che era urgente per l’interesse dei calabresi avviare un’altra fase nel merito ecc., non era  per cambiare le funzioni perché la maggioranza è maggioranza, il governo è governo e il Presidente è Presidente.

Noi vogliamo essere innanzitutto - per quanto riguarda me e il collega Adamo – coerenti con quella posizione.

Il documento ci obbliga necessariamente ad esprimere una posizione. Io la sottolineo così. Per quanto ci riguarda noi onoreremo tutto quello che abbiamo detto per il ruolo che abbiamo, per le energie che possiamo esprimere e per la forza che abbiamo. Senza confondere. Da posizioni di minoranza quali l’elettorato ci ha chiamato ad assolvere, senza posizioni pregiudiziali valutando nel merito la prima volta che ci sarà non un manifesto politico ma posizioni ed atti concreti che traducono le questioni della riorganizzazione delle rete, le questioni collegate al rapporto pubblico-privato, il ruolo degli operatori o il problema delle  liste d’attesa. Tutto.

Ovviamente su questo, per quanto ci riguarda siamo pronti non solo ad esprimere senza pregiudiziale un nostro voto di sostegno ad ogni azione che andrà concretamente in questa direzione, ma anche anticipando proposte, idee che vadano in quella direzione.

In questo senso sarebbe stato opportuno che la maggioranza ritirasse questo documento per non bloccarci su quello.

Ma su questa parte e su tutto il passato, sul passato si è pronunciato l’elettorato.

Quindi solo come voto burocratico siamo costretti ad esprimere non un voto favorevole ma negativo, non perché neghiamo quello che abbiamo detto ma perché la maggioranza ad oggi quel terreno non lo sta assumendo come noi volevamo.

Siccome non era strumentale il nostro atteggiamento, noi nei prossimi mesi su questa posizione ci muoveremo e mi auguro che noi si abbia maggior fortuna non per l’interesse di chissà che cosa ma perché i ruoli sono definiti, li ha definiti l’elettorato. Ma la possibilità di dare un apporto rispetto ad un rompicapo che al di là della buona volontà corre il rischio di rimanere tale.

Con questo spirito anche noi esprimiamo un voto negativo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno presentato a firma Fedele, Bilardi e Tripodi…

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Aiello. Ne ha facoltà.

Ferdinando AIELLO

Grazie, Presidente, solo due minuti per ribadire quella che è la posizione del mio gruppo condividendo quanto detto dal consigliere Principe nel suo intervento e dal collega Bova.

Il consigliere Principe diceva che ci misureremo da qui a ottobre su una proposta di piano di rientro fatta anche dalla opposizione ed è la sfida che ci ha lanciato un po’ la maggioranza e noi su questo vogliamo condividere, come opposizione, il percorso sulla frattura democratica richiamata dal consigliere Principe.

Quindi un voto contrario e convinto a questo documento che, tra l’altro, non ci propone soluzioni nel merito di quello che è il problema reale della sanità ma è solo una presa d’atto della relazione del Presidente Scopelliti che ci ha dato modo di dibattere e di esprimere la nostra contrarietà.

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bilardi e Tripodi sulla relazione del Presidente Scopelliti “In ordine alla situazione sanitaria in Calabria”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno come proposto.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 5/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro. Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2008”

PRESIDENTE

Si passa al successivo punto all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 5/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Azienda Calabria Lavoro. Approvazione Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2008”.

Il consigliere Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere una relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rimetto alla relazione allegata, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il terzo punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 9/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpacal) – Approvazione Rendiconto generale all'esercizio finanziario 2003”

PRESIDENTE

Si passa al quarto punto all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 9/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpacal) – Approvazione Rendiconto generale all'esercizio finanziario 2003”.

Il consigliere Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere una relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rimetto alla relazione allegata, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il quarto punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 12/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2004”

PRESIDENTE

Si passa al quinto punto all’ordine del giorno che recita: Proposta di provvedimento amministrativo n. 12/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2004”.

L’consigliere Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere una relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rimetto alla relazione allegata, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il quarto punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 13/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2005”

PRESIDENTE

Si passa al sesto punto all’ordine del giorno che recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 13/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2005”.

Il consigliere Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere una relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rimetto alla relazione allegata, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il quarto punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 42/9^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Nomina consulenti Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Il settimo punto all’ordine del giorno recita Proposta di provvedimento amministrativo n. 42/9^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Nomina consulenti Consiglio regionale”.

L’Ufficio di Presidenza si è riunito in data 20 luglio 2010 ed ha prodotto la nomina dei seguenti consulenti che sono l’avvocato Ugo Bergamo, coordinatore. Il dottore Angelo Napoli; avvocato Natale Polimeni, avvocato Giovanni Musolino, avvocato Alfredo Gualtieri.

Pongo in votazione la delibera per come proposto dall’Ufficio di Presidenza.

(E’ approvato)

Proposta di legge n. 35/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2009”

PRESIDENTE

Si passa al punto otto all’ordine del giorno che recita Proposta di legge n. 35/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2009”.

Il consigliere Morelli, relatore, ha facoltà di svolgere una relazione.

Francesco MORELLI, relatore

Mi rimetto alla relazione allegata, Presidente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il quarto punto all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 45/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 – Articolo 15 e articolo 27”

PRESIDENTE

Si passa al punto nove all’ordine del giorno che recita Proposta di legge n. 45/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 – Articolo 15 e articolo 27”.

Il consigliere Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Signor Presidente, si tratta di una richiesta che riguarda  il piano comunale delle spiagge. Si tratta di un documento approvato alla unanimità in Commissione.

Questa proposta di legge consente ai comuni costieri almeno per la stagione in corso di poter rilasciare l’autorizzazione allo svolgimento di attività turistico-ricreative, alle strutture alberghiere e ai villaggi turistici sul territorio.

Praticamente ci sono due variazioni al comma 1 dell’articolo 14. Viene sostituita la frase “nei casi di richiesta di concessioni demaniali marittime a supporto di attività ricettive alberghiere” e dopo il comma 2, dell’articolo 27 è inserito il seguente comma 3 “dall’entrata in vigore della presente modifica ed integrazione della legge regionale 21 dicembre 2005, numero 17 e successive modifiche ed integrazioni decadono tutte le norme e i regolamenti e gli atti deliberativi in materia in contrasto con la stessa”.

Questa proposta è stata approvata alla unanimità in Commissione.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, pertanto, possiamo procedere alla votazione dell’articolo unico.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge n. 24/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio”  

PRESIDENTE

L’ultimo punto all’ordine del giorno recita Proposta di legge n. 24/9^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio”.

Il consigliere Dattolo, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Alfonso DATTOLO, relatore

Sarò  molto breve anche perché questa discussione ha avuto ampia eco nelle riunioni che ci sono state in Commissione e ringrazio per la collaborazione tutti i membri della Commissione, anche coloro i quali hanno partecipato dall’esterno,  ringrazio la struttura per la tempestività con cui ha elaborato questo provvedimento, che era uno dei punti qualificanti di questa nuova stagione, di questa nuova maggioranza e, pur nelle difficoltà economiche che ci possono essere, consente comunque di attivare politiche della casa, anche se in ritardo, visto che l’accordo Stato-Regioni del 1° aprile 2009 ci fa essere, per varie ragioni che non sto qui ad indicare, una delle ultime Regioni ad approvare il cosiddetto Piano casa.

Purtroppo, questa è una situazione che già penalizza la nostra stagnante economia.

Ritengo che – brevemente, perché l’articolato è abbastanza chiaro – questo è uno strumento premiante e riqualificante: premiante, in quanto dà sicuramente una incentivazione sotto forma di incrementi volumetrici e si pone anche, nello stesso tempo, attraverso uno snellimento burocratico, a sanare, in un certo qual senso, il tessuto urbano calabrese.

Noi sappiamo – e non è questa la circostanza – che il problema dell’abusivismo edilizio e delle costruzioni selvagge che ha interessato la nostra regione è un problema atavico, ma sicuramente con l’approvazione di queste misure si cerca anche di dare una risposta a quello che è l’incompiuto edilizio.

In sede di discussione degli emendamenti, mi ero impegnato politicamente – non è scritto nella stesura – anzi  avevo chiesto soprattutto che ci fosse un impegno da parte della Giunta di approvare entro i 90 giorni, anche su proposta che arriva dalla Commissione, le linee-guida per gli indici energetici e anche di dare alcune linee-guida per quanto attiene lo stile architettonico, assessore Aiello. Su questo penso che questo lavoro potrebbe, in un certo qual senso, armonizzare alcune situazioni.

Noi abbiamo cercato, con una serie di emendamenti, di migliorare, di apportare alcune situazioni – ripeto – soprattutto perché c’è una possibilità anche per i condomini di poter costruire, se c’è la volontà non di andare a ruota libera, come è successo nel passato, ma soprattutto di poter costruire armonicamente in molte situazioni.

Poi c’è anche l’aspetto che emerge, che è quello riqualificante. In questo aspetto, i Comuni avranno un ruolo molto importante, se si pensa che, entro 60 giorni dall’emanazione di questa legge, possono individuare delle aree dove poter inserire dei sistemi di riqualificazione, quindi hanno un ruolo fondamentale e specialmente un’incentivazione con l’aumento della volumetria.

Quindi è un provvedimento , se attuato in maniera concreta, adottato soprattutto nella speranza che tenda a dare risposte alle lacune di abitazioni che ci sono, al fine di promuovere un’azione in favore della rimozione dell’amianto, si è posto l’obbligo, soprattutto allargando la possibilità ai seminterrati e ai sottotetti - voi sapete che quello dell’amianto è un problema molto serio qui in Calabria - sicuramente questa forma di incentivo potrebbe stimolare molte di queste abitazioni alla rimozione e quindi alla sostituzione delle coperture per l’accesso alle agevolazioni previste.

Un aspetto anche importante: in caso di delocalizzazione delle strutture, è previsto che questa avvenga precedentemente alla demolizione, se l’edificio è di tipo residenziale o di altra natura, per cui sussiste la necessità di continuità di godimento della proprietà.

Inoltre, - perché ho letto molte polemiche sui giornali, poche in Commissione, ma molte sui giornali – diciamo che questa premialità è concessa solo ed esclusivamente per quelle costruzioni che hanno i requisiti di legittima esistenza della struttura beneficiaria. Questo è l’aspetto più importante, perché alla fine qualcuno parlava di una specie di condono mascherato o di costruzioni che avrebbero ulteriormente messo in crisi il sistema dell’abusivismo edilizio.

Le normative sono state tutte introdotte e specificate anche meglio in alcune circostanze, debbo dire che alcuni emendamenti sono stati votati all’unanimità ed anche determinati articoli sono stati approvati all’unanimità, quindi - devo essere sincero - ci sono naturalmente delle perplessità, come è giusto che sia, che l’opposizione deve avanzare.

Io ho visto una miriade di emendamenti presentati dal consigliere Principe, oltre alle sue esternazioni sul giornale, e volevo dirgli che - giustamente lui pone una serie di problematiche e poi, caso mai, se ci sarà da chiarire, alcuni aspetti li chiariremo - qualcuno è stato approvato, qualcun altro era già stato presentato ed anche penso con un certo senso di responsabilità, dove è stato possibile giustificare il mancato accoglimento, proprio per dare una impostazione di lavoro in Commissione.

Qualcuno, addirittura, giustamente rimproverava che molte ore sono state perse a leggere i vari emendamenti, ma io ritengo che sia un modo per intendersi. Io non sono uno specialista, non sono un tecnico di urbanistica o di lavori pubblici, ma comunque ritengo che anche con l’ausilio di una collaborazione che c’è stata nella discussione e con la struttura che ha partecipato, sicuramente oggi con l’approvazione di questo Piano diamo la concreta possibilità che ci sia un aumento dell’economia locale, soprattutto che si possa incrementare l’indotto nel settore edilizio con una dinamica spinta alla specializzazione e alla miglioria delle tecniche edilizie.

Ritengo che anche questo impegno, di stabilire nei 90 giorni gli indici di prestazione energetica con apposito Regolamento e le linee-guida per gli adeguamenti stilistici ed architettonici, possa essere un segno di discontinuità rispetto a queste problematiche che la nuova Giunta, il nuovo Consiglio regionale deve prevedere.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Mi dispiace per il consigliere relatore, ma in relazione all’articolo 93 del Regolamento, commi 1 e 2 - che leggo - chiedo che la discussione e l’approvazione della legge sia rinviata alla prossima seduta:

“1. Gli articoli aggiuntivi e gli emendamenti sono di regola presentati e svolti nelle Commissioni. Se sono respinti in Commissione, possono essere ripresentati in Assemblea almeno 24 ore prima della seduta fissata per l’esame della proposta di legge.

2. I nuovi articoli aggiuntivi o emendamenti devono essere presentati almeno 24 ore prima della seduta fissata per l’esame della proposta di legge”.

Questo presuppone che i consiglieri, almeno 24 ore prima, un po’ prima, abbiano il testo coordinato, in maniera da poter presentare emendamenti.

Il Regolamento, la legge è superiore alla volontà dell’Aula. Noi abbiamo deciso – ed  non lo discuto – che non tutti i gruppi sono presenti in Commissione, per rendere agibile il lavoro delle Commissioni, sei sono della maggioranza, quattro della minoranza. Il mio gruppo non è presente. Non ho avuto il testo, non si può procedere e non si può procedere con nessun voto. Debbo avere 24 ore di tempo per poter presentare emendamenti e consentire all’Aula di sviluppare il proprio lavoro.

Per me questo è perentorio, non è ordinatorio, attenzione, questa non è un’opinione, sono le basi della discussione in Aula delle leggi.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Principe.

Sandro PRINCIPE

Signor Presidente, io mi associo alla richiesta del Presidente Bova, che reputo ineccepibile sotto il profilo procedurale, e posso testimoniare che per presentare gli emendamenti che leggete, praticamente li ho dovuti presentare al buio sul testo del Governo e non sul testo della Commissione, però mi permetterei di dire che la richiesta di Bova la faccio mia come proposta subordinata, perché la mia richiesta principale è che il testo ritorni alla Commissione competente.

Perché dico questo? E mi rivolgo ai due Presidenti, al Presidente Talarico – io non lo so come si fa un dibattito, se chi esprime un’opinione rischia di non essere ascoltato! – e al Presidente Scopelliti, perché su questo testo il Governo della Regione faccia una meditazione approfondita.

Voi vi siete presentati come i quarantenni della speranza e, naturalmente, come cittadino calabrese mi auguro che la speranza che voi dite di poter rappresentare diventi una realtà, ma non so se questo testo è stato meditato dal Presidente Talarico e dal Presidente Scopelliti, perché approvando il comma 1 dell’articolo 4,  autorizziamo un incremento  volumetrico del 20 per cento su tutto il patrimonio edilizio della Calabria.

Qui non si tratta né di fare i primi della classe né di mettere delle difficoltà, io faccio un ragionamento di responsabilità, cioè nella situazione calabrese autorizzare un 20 per cento di incremento volumetrico indiscriminato a me sembra una cosa folle! D’altro canto, facendo questo, voi andate molto oltre quella che è la proposta del Presidente Berlusconi, perché questa legge, a livello nazionale come legge quadro, è nata certamente per incentivare l’attività edilizia, ma per favorire gli incrementi delle abitazioni unifamiliari e bifamiliari con una volumetria massima di 1.000 metri cubi. Qui la legge è stata sconvolta, perché non mettendo il limite della unifamiliarità o della bifamiliarità, in effetti si prevede anche l’incremento volumetrico anche di un condominio.

Io faccio l’esempio di un condominio di 10 mila metri cubi: se passa questa norma, si può aumentare la volumetria di 2 mila metri cubi, l’unico limite che viene dato a chi realizza è che deve costruire appartamenti non più estesi di 60 metri quadri.

Aggiungo a questa preoccupazione, che il tutto viene fatto attraverso una semplice Dia…

PRESIDENTE

Consigliere Principe, senza entrare nel merito, visto che viene rinviata alla  prossima seduta di Consiglio…

Sandro PRINCIPE

Io vorrei che l’Aula si rendesse conto…

PRESIDENTE

…accettando l’eccezione del consigliere Bova, si farà poi la prossima volta .

Sandro PRINCIPE

…il ritorno in Commissione, Presidente, e sto motivando…

PRESIDENTE

Il ritorno in Commissione non è possibile perché nella Commissione è passato.

Sandro PRINCIPE

…il ritorno in Commissione perché questo testo lo reputo…

PRESIDENTE

Se lei lo vuole migliorare, con gli emendamenti in Aula lo può fare, quindi senza entrare nel merito della questione.

Sandro PRINCIPE

Obbedisco alle cose che dice il Presidente, però gradirei che lei e il Presidente Scopelliti meditaste un attimo sul testo di questa legge e, attraverso una meditazione approfondita, riterreste voi stessi, d’ufficio, di rimandare la legge in Commissione, perché se si approva  un incremento volumetrico del 20 per cento indiscriminato con una Dia, in una zona sismica come la Calabria, penso che questa legge sarà impugnata anche dal Governo che ha il vostro stesso colore politico.

Ecco perché mi permetto di fare in subordinata questa richiesta.

PRESIDENTE

Consigliere Principe, ci sono dieci giorni di tempo.

Avevano chiesto di intervenire, brevemente,  siccome si aggiorna il punto, l’assessore Tallini e il consigliere Dattolo, poi concludiamo i lavori.

Domenico TALLINI, assessore al personale

Colleghi dell’opposizione, l’intervento e l’eccezione sollevata da parte del consigliere Bova non è assolutamente censurabile o criticabile, se non ci spinge a fare una considerazione di natura politica.

Poco fa, nel dibattito sulla sanità, consigliere Bova, lei ha censurato - e in molti interventi dell'opposizione - l’atteggiamento del Presidente Scopelliti, dicendo che era finita la campagna elettorale e che, invece di portare i problemi con lo scontro politico, bisognava vedere come risolvere i problemi della Calabria. Quindi si invitava questa maggioranza e il Presidente alla collaborazione costruttiva.

Questo atteggiamento formalista per rinviare la discussione su una legge così importante qual è la legge sul Piano casa mi spinge a dirle, consigliere Bova…

(Interruzione)

No, simpaticamente. …mi spinge a ricordarle che, se questa maggioranza ha avuto questa dimenticanza, questo peccato veniale di non depositare gli atti 24 ore prima per consentire alla sua opposizione e ai consiglieri regionali di studiarsi il testo, Loiero con la sua maggioranza ha fatto di peggio, perché ha fatto una delibera, non l’ha portata in Consiglio regionale e poi l’ha mandata direttamente al ministero. Quindi non l’ha fatta vedere non solo nemmeno all’Esecutivo perché, probabilmente, era un testo che siccome era non condiviso con l’altra parte della sua maggioranza, non l’ha fatto vedere, né agli assessori né ai consiglieri regionali ed io che sono stato tra quelli che erano andati a chiedere la copia di una delibera approvata dalla Giunta, mi sono sentito dire che c’era solo la camicia e non c’era il testo all’interno.

Questa è la differenza tra questa maggioranza e quella che, invece, c’era prima proprio sullo stesso argomento! Quindi io credo che maggiore senso di responsabilità …

E per finire, consigliere Principe, quello che dice lei non è vero, quello che ha sostenuto, che autorizza una cementificazione indiscriminata. Non è assolutamente vero, perché per accedere ad avere diritto, bisogna avere determinati requisiti, anche per i condomini, perché lei vorrebbe fare capire che chi abita in un palazzo può automaticamente ampliare questo palazzo. No, ci deve essere il presupposto dell’ampliamento, ci deve essere l’area su cui si può edificare l’ampliamento e ci sono criteri di uniformità che nella Commissione sono stati stabiliti per tutti, in maniera tale che dal punto di vista dell’impatto urbanistico le cose siano fatte bene, corrette.

Ma tutto questo sappiamo che, consigliere Bova, che riguardo la sanità l’amministrazione da lei rappresentata in Consiglio regionale ha fallito, tant’è che l’assessore che rappresentava questa delega nemmeno è stato rieletto, è stato bocciato dall’elettorato.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Dattolo.

Alfonso DATTOLO, relatore

La Commissione ha esaurito il suo lavoro il 20 - questo lo voglio dichiarare, perché ci sono testimoni Guccione, Battaglia, eccetera – quindi, a parte la pretestuosità degli emendamenti del consigliere Principe, volevo solamente sottolineare che questo tema è insensibile a certa parte politica - la verità è questa - perché non è servito assolutamente, visto che ha avuto la possibilità il consigliere Principe l’anno scorso in tutta la legislatura di approvarsela in Consiglio regionale, non è servito nominare un commissario ad acta perché non si erano rispettati i termini.

Prenderemo questi altri dieci giorni per poter lavorare ancora sul testo, ma ritengo che la serietà in politica è un’altra cosa.

PRESIDENTE

Quindi il punto è rinviato, sarà inserito al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta .

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

La discussione è conclusa. La seduta è tolta,  il Consiglio  sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 20,00

 

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo il consigliere Pugliano.

(E’ concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Integrazione e modifica alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 – Articolo 15 e articolo 27. (Delibera G.R. n. 503 del 5.7.2010)” (P.L. n. 45/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Nucera – “Promozione degli strumenti di partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica ed amministrativa della Regione Calabria” (P.L. n. 44/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Pacenza, Dattolo, Pugliano – “Interventi a sostegno dei soggetti affetti dalla malattia di  Alzheimer e sindromi dementigine ad essa correlate” (P.L. n. 46/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Riordino e nuova disciplina dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal)” (P.L. n. 47/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

De Gaetano – “Istituzione Consulta regionale dei giovani calabresi” (P.L. n. 48/9^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari, istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme sull’apprendistato” (P.L. n. 49/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Franchino – “Modifica alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e s.m.i (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 50/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Valorizzazione e promozione della qualità architettonica e paesaggistica del territorio” (P.L. n. 51/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Magarò – “Istituzione dell’Osservatorio linguistico calabrese” (P.L. n. 52/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Mirabelli – “Istituzionalizzazione della festa di San Francesco” (P.L. n. 53/9^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 recante: “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria” (P.L. n. 54/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Morelli – “Disposizioni in materia di tutela delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” (P.L. n. 55/9^9

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Proroga termini di scadenza del Piano faunistico regionale di cui alla delibera del Consiglio regionale n. 222 del 25 giugno 2003 – (Delibera G.R. n. 524 del 12.7.2010)” (P.P.A. n. 40/9^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Conto consuntivo del Consiglio regionale dell’esercizio finanziario 2008 – (Delibera U.P. n. 33 del 23.6.2009)” (P.P.A. n. 39/9^)

“Conto consuntivo del Consiglio regionale dell’esercizio finanziario 2009 – (Delibera U.P. n. 7 del 10.2.2010)” (P.P.A. n. 41/9^)

“Nomina consulenti giuridici del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 42/9^)

Richiesta parere della Commissione competente

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 527 del 20.07.2010, recante: “D.G.R. n. 338 del 5 maggio 2008 – Rimodulazione del piano con integrazioni e modificazioni alla deliberazione 8 luglio 2003, n. 515 così come modificata dalla successiva deliberazione 17 febbraio 2004, n. 86 – Modifiche ed integrazioni” (Parere n. 6)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 89 del 21.7.2010 ha comunicato che nella seduta del 21 luglio 2010 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 93 del 12.2.2010, recante: “Approvazione regolamento per l’attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno” (Parere n. 1/9^)

La sesta Commissione consiliare, con nota n. 90 del 21.7.2010 ha comunicato che nella seduta del 21 luglio 2010 ha espresso parere favorevole con osservazioni alla deliberazione della Giunta regionale n. 226 del 15.3.2010, recante: “Por Calabria 2007-2013. Rimodulazione dei Piani finanziari dei settori ricerca scientifica e innovazione tecnologia, società dell’informazione, energie rinnovabili e risparmio energetico, sicurezza e legalità, turismo sostenibile, competitività dei sistemi  territoriali e delle imprese” (Parere n. 2/9^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 13 luglio 2010, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bur supplemento straordinario n. 1 del 20 luglio 2010:

legge regionale 13 luglio 2010, n. 15 recante: “Modifica della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e successive modifiche ed integrazioni. Articolo 65 “Approvazione ed adeguamento degli strumenti urbanistici comunali in fase di prima applicazione della legge”;

legge regionale 13 luglio 2010, n. 16 recante: “Definizione del sistema di finanziamento della Stazione unica appaltante”;

legge regionale 13 luglio 2010, n. 17 recante: “Proroga termine legge regionale 7 dicembre 2009, n. 49”;

legge regionale 13 luglio 2010, n. 18 recante: “Modifica all’articolo 25, comma 2, della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15 per come modificato ed integrato con leggi regionali 31 dicembre 2008, n. 44; 17 agosto 2009, n. 29 e 31 dicembre 2009, n. 58”.

Composizione dei gruppi consiliari

A seguito della elezione dell’onorevole Principe a Presidente del gruppo consiliare “Partito democratico”, avvenuta il 12 luglio 2010 la composizione dei gruppi è la seguente:

Popolo della Libertà

Componenti numero 16

Capogruppo: Luigi Fedele

Aiello Pietro

nato ad Ardore (RC) il 30 giugno 1956

Caputo Giuseppe

nato a Rossano (CS) il 13 marzo 1949

Caridi Antonio Stefano

nato a Reggio Calabria il 26 dicembre 1969

Chiappetta Gianpaolo

nato a Cosenza il 3 luglio 1955

Fedele Luigi

nato a Sant’Eufemia D’Aspromonte (RC) il 29 maggio 1953

Gentile Giuseppe

nato a Cosenza il 15 gennaio 1944

Magno Mario

nato a Sambiase (CZ) l’1 maggio 1955

Morelli Francesco

nato a San Benedetto Ullano (CS) il 24 novembre 1958

Nicolò Alessandro

nato a Reggio Calabria l’8 marzo 1961

Nucera Giovanni

nato a Reggio Calabria il 2 gennaio 1953

Orsomarso Fausto

nato a Cosenza il 18 agosto 1971

Pacenza Salvatore

nato a Cutro (KR) il 4 settembre 1957

Salerno Nazzareno

nato a Serra San Bruno (VV) l’1 marzo 1965

Scopelliti Giuseppe

Nato a Reggio Calabria il 21 novembre 1966

Tallini Domenico

nato a Catanzaro il 29 gennaio 1952

Zappalà Santi

nato a Bagnara Calabra (RC) il 16 aprile 1960

 

Scopelliti Presidente

Componenti numero 6

Capogruppo: Giovanni Emanuele Bilardi

 

Bilardi Giovanni Emanuele

nato a Reggio Calabria il 26 marzo 1958

Grillo Alfonsino

nato a Vibo Valentia il 18 marzo 1967

Imbalzano Candeloro

nato a Pellaro (RC) il 4 luglio 1947

Magarò Salvatore

nato a Castiglione Cosentino (CS) il 29 maggio 1954

Parente Claudio

nato a Rogliano (CS) il 17 giugno 1956

Pugliano Francesco

nato a Rocca di Neto (KR) il 9 settembre 1955

 

Insieme per la CalabriaScopelliti Presidente

Componenti numero 2

Capogruppo: Giulio Serra

 

Rappoccio Antonio

nato a Reggio Calabria il 27 febbraio 1960

Serra Giulio

nato a San Marco Argentano (CS) il 18 ottobre 1954

 

U.D.C. – Unione di Centro

Componenti numero 6

Capogruppo: Pasquale Maria Tripodi

 

Dattolo Alfonso

nato a Rocca di Neto (KR) il 23 aprile 1964

Gallo Gianluca

nato a Roma il 22 novembre 1968

Stillitani Francescantonio

nato a Roma il 26 settembre 1953

Talarico Francesco

nato a Nicastro ora Lamezia Terme l’11 gennaio 1967

Trematerra Michele

nato a Cosenza il 27 settembre 1964       

Tripodi Pasquale Maria

nato a Montebello Ionico (RC) il 10 maggio 1957

 

Partito Democratico

Componenti numero 9

Capogruppo: Sandro Principe

 

Amato Pietro

nato a Borgia (CZ) il 21 maggio 1939

Battaglia Demetrio

nato a Motta San Giovanni l’1 novembre 1959

Censore Bruno

nato a Serra San Bruno (VV) il 6 agosto 1958

Guccione Carlo

nato a Rende (CS) il 13 marzo 1960

Loiero Agazio                                                                                        

nato a Santa Severina (Kr) il 14 gennaio 1940                                       

Maiolo Mario

nato a Cosenza il 25 maggio 1963

Principe Sandro

nato a Rende (CS) l’11 agosto 1949

Scalzo Antonio

nato a Conflenti (CZ) il 31 agosto 1955

Sulla Francesco

nato a Cutro il 14 maggio 1954

 

Federazione della Sinistra

Componenti: numero 2

Capogruppo: Antonino De Gaetano

 

Aiello Ferdinando

nato a Cosenza il 26 novembre 1972       

De Gaetano Antonino

nato a Reggio Calabria l’11 giugno 1977

 

Autonomia e Diritti

Componenti: numero 4

Capogruppo: Vincenzo Antonio Ciconte

 

Bruni Ottavio Gaetano

nato a Acquaro (VV) il 15 aprile 1944

Ciconte Vincenzo Antonio

nato a Vibo Valentia il 15 novembre 1955

Franchino Mario

nato a Montegiordano (CS) il 20 gennaio 1954

Mirabelli Rosario Francesco Antonio

nato a Rende il 6 maggio 1951

 

Italia dei Valori

Componenti: numero 3

Capogruppo: Giuseppe Giordano

 

De Masi Emilio

nato a Crotone il 20 luglio 1948

Giordano Giuseppe

nato a Reggio Calabria il 5 giugno 1972

Talarico Domenico

nato a Conflenti (CZ) il 18 maggio 1963

 

Misto

Componenti: numero 2

Capogruppo: Giuseppe Bova

 

Adamo Nicola

nato a Cosenza il 31 luglio 1957

Bova Giuseppe

nato a Reggio Calabria il 29 ottobre 1943

Interrogazioni a risposta scritta

Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza della delibera sopra riportata, con la quale si è chiesto di sospendere l'accreditamento istituzionale relativamente alle seguenti case di cura, tutte operanti nella provincia di Cosenza:

Villa Ortensia

La Madonnina

Sacro Cuore

Santa Lucia

Scarnati

Villa del Sole

Cascini

Rosano-Tricarico

San Luca

Villa degli Oleandri

Villa Verde

Misasi-San Bartolo

è evidente la gravità dell'oggetto della delibera, che peraltro appare intempestiva e ingiustificabile, considerato che erano in corso trattative con la vecchia dirigenza dell'Asp e la Regione per la revisione del fondo da assegnare al settore privato accreditato;

l'Aiop ha ampiamente motivato le ragioni per cui non era possibile sottoscrivere i contratti unilateralmente predisposti dall' Asp e in mancanza di qualsiasi riferimento anche tariffario;

il presidente dell'Aiop ha sollecitato ripetutamente incontri con la presidenza regionale per la risoluzione del problema, evidenziando tutte le ragioni delle case di cura rappresentate;

tali incontri, ancora ad oggi, non hanno avuto esito sperato nell'interesse della collettività e della salute dei calabresi;

è indiscutibile l'apporto decisivo ed essenziale delle strutture private per la tutela della salute dei calabresi;

la sciagurata ipotesi di una sospensione dell'accreditamento per ben dodici strutture provocherebbe, nella situazione attuale della sanità calabrese, un enorme disagio per tutta la popolazione;

trattandosi di case di cura prevalentemente rivolte all'assistenza per acuti con reparti anche di chirurgia e che nell'ospedale regionale Annunziata di Cosenza, ad oggi, le sale operatorie lavorano a regime ridotto per problemi strutturali;

l'eventuale adozione di un ingiustificato provvedimento di sospensione provocherebbe, oltre che un irrimediabile danno alle strutture, anche un evidente allarme sociale -:

a che punto sono le trattative con il Presidente dell'Aiop e quando si intende incontrare lo stesso per la definizione del problema più volte posto all'attenzione della Regione dai rappresentanti dell'Aiop;

se non vi sia la necessità, per tutte le motivazioni in premessa, di scongiurare qualsiasi ipotesi di sospensione dell'accreditamento, ponendo in essere tutte le attività istituzionali per definire la situazione con i rappresentanti dell'Aiop;

se le altre province versano nella stessa situazione in cui rischia di trovarsi la Provincia di Cosenza;

se tale tipo d'iniziativa non provoca ulteriore migrazione dei cittadini calabresi e l'aumento dei tempi delle liste di attesa, con ulteriore percezione di sfiducia nelle istituzioni regionali, considerata la incapacità di risolvere i problemi relativi al settore sanitario.

(21; 12.07.2010)

Giordano. Al Presidente della Giunta regionale e al sottosegretario alla Presidenza con delega alla protezione civile. Per sapere - premesso che:

in data 15 febbraio 2010, in prossimità del centro abitato di Maierato si è verificato il noto dissesto idrogeologico caratterizzato da un vasto movimento franoso;

nei due o tre giorni immediatamente successivi è stato disposta cautelativamente l'evacuazione dell'intero centro abitato e lo sgombero delle abitazioni, istituendo appositi presidi dei VV.FF., delle FF.OO. e della protezione civile per garantire il rispetto di tale provvedimento;

con Dpcm del 19 febbraio 2010 (pubbl. in G.U. n. 46 del 25 febbraio 2010), sul presupposto dato dalle gravi difficoltà del tessuto economico e sociale delle zone interessate, è stato dichiarato lo stato di emergenza in ordine ai gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato il territorio della regione Calabria nei giorni dall'11 al 17 febbraio 2010 e, quindi, anche in relazione all'evento in parola;

per effetto della prima e della seconda perimetrazione della zona interdetta all'abitazione (c.d. zona rossa) quest'ultima operativa dai primi giorni di aprile fino a tutt'oggi a solo titolo cautelativo e non definitivo, è stato possibile il rientro presso le proprie abitazioni di parte della popolazione, mentre oltre 200 persone e alcune attività economiche agricole e artigianali, oltre alla sede e alla filiale della Banca di credito cooperativo di Maierato, subiscono ancora la citata interdizione e a quanto è dato sapere, tale stato di fatto limita la capacità di espansione e di apertura di nuovi sportelli del richiamato istituto -creditizio;

secondo quanto riferito alla stampa dal sindaco di Maierato, il compito di provvedere ad ulteriore e/o definitiva perimetrazione dell'aera interdetta, stando anche ad alcune dichiarazioni rese a mezzo stampa da alcune autorità locali, spetta a una commissione composta dall'Ing. Ricca, Segretario generale dell'Autorità di Bacino regionale, al prof. Versace, dell'Unical e componente della “Commissione grandi rischi” del Dipartimento della Protezione civile, e al prof. Gullà del Cnr Irpi di Cosenza;

il 31 marzo 2010 è stata emanata l’Opcm n. 3862 (pubbl. in G.U. n. 81 dell'8 aprile 2010) la quale prevede, tra l'altro, la nomina del commissario delegato per il superamento del citato contesto emergenziale nella persona del Presidente della regione Calabria;

fra i compiti del commissario delegato, rientra anche la perimetrazione delle aree interdette, eventualmente previa costituzione del gruppo tecnico previsto dall'articolo 1, comma 5 della medesima ordinanza;

in tempi più recenti il territorio di Maierato è stato interessato da due provvedimenti di sequestro disposti dalla competente autorità giudiziaria (procura della Repubblica presso il Tribunale di Vibo Valentia): il primo provvedimento, incardinato in una pregressa indagine, è incentrato sul depuratore asservito alla zona industriale sita nel Comune di Maierato e di proprietà del medesimo ente e ne comporta forti limitazioni di utilizzo; il secondo, invece, relativo all'intera area di frana, implica ulteriori limitazioni al deflusso delle acque reflue di depurazione poiché esse reliquati a monte dalla zona industriale dovrebbero attraversare un fosso (c.d. Scotrapiti) e anche il canale artificiale medio tempore realizzato nel sedime di frana proprio per ricreare l’alveo del fosso o torrente "Scotrapiti" nel tratto ostruito dal dilavamento;

a quanto è dato sapere da notizie di stampa, attesa la presenza del segreto istruttorio, tra le ipotesi al vaglio della magistratura vi è la verifica di un'eventuale incidenza delle acque reflue della zona industriale, assunte come inquinanti anche per l'inadeguatezza dell'impianto di depurazione, nella causazione dell'evento alluvionale del 15 febbraio 2010;

ribadita la fiducia nella magistratura, occorre rilevare che i citati provvedimenti giudiziari hanno carattere temporaneo e, comunque, è compito della politica individuare prontamente i percorsi da seguire per evitare ulteriori pregiudizi al territorio e quindi, tra l'altro, provvedere in merito alla realizzazione di un nuovo depuratore in grado di trattare gli scarichi industriali;

per la realizzazione di detto depuratore già nell'anno 2009 la Regione Calabria aveva messo a disposizione fondi per €. 4.500.000 divenuti oggetto di protocollo d'intesa tra il comune di Maierato e il Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Vibo Valentia -:

qual è lo stato di attuazione di tutto quanto previsto dall'Opcm n. 3862 del 31 marzo 2010 e, in particolare, il contenuto del piano degli interventi (per come indicato dall'art. 1, comma 3) onde fornire riferimenti certi alla popolazione colpita, agli imprenditori e ai lavoratori interessati dal movimento franoso e dai successivi sviluppi riferibili alla zona industriale di Maierato, che pur se allo stato non appaiono tra loro connessi, incidono sul medesimo territorio e frustrano le speranze di sviluppo di uno dei pochi contesti economico, sociale, produttivo di vanto per l'intera regione;

se risponde al vero che, atteso quanto riferito dal Sindaco di Maierato in un recente intervento sulla stampa locale, i soggetti preposti a decidere in merito alla perimetrazione della c.d. "Zona rossa" e quindi circa il rientro dell'intera comunità presso le proprie abitazioni, non possono adottare alcuna determinazione per difetto di incarico da parte della regione e/o del Commissario delegato;

qual è lo stato di fatto circa la realizzazione di un'arteria atta ad evitare l'altrimenti necessaria circolazione stradale per l'unica via collocata nel centro storico di Maierato e, nell'ipotesi in cui essa non possa essere ripristinata in prossimità della preesistente variante, dove si intende collocarla e con che tempistica;

se risultano stanziate da parte della Protezione civile nazionale o, comunque, ad opera dello Stato, risorse economiche atte a risolvere i problemi indicati in premessa e in caso contrario, se non ritengano utile attivarsi nei confronti del Governo nazionale;

se, anche in via ulteriore rispetto ai fondi destinati alla realizzazione del depuratore citato in premessa, sono previsti attualmente fondi regionali o di provenienza comunitaria, da poter utilizzare per i necessari interventi di salvaguardia degli insediamenti produttivi esistenti, dei livelli occupazionali e per il rilancio del territorio e della comunità maieratana e se vi sono progetti al riguardo;

quali iniziative intendano intraprendere, in caso di mancanza di risorse, per destinare fondi regionali finalizzati a incidere e risolvere le questioni testé tratteggiate al fine di:

a) consentire il rientro entro tempi brevi e certi dei cittadini ancora impossibilitati a fare rientro nelle proprie case per effetto dell'ordinanza di sgombero tutt'ora in essere (circa 200 persone);

b) ripristinare un adeguato sistema di viabilità mediante realizzazione di una variante tale da consentire la circolazione stradale nel comune di Maierato al di fuori dell'unica arteria oggi presente, sita nel centro storico dell'abitato;

c) attivare tutte le misure propedeutiche necessarie all'erogazione dei rimborsi, dei risarcimenti e delle indennità previste dalla medesima ordinanza n. 3862 del 31 marzo 2010 in favore dei cittadini e delle aziende che abbiano perso i propri terreni, i propri beni o, comunque, subito danni dagli eventi alluvionali;

d) impegnare risorse finanziarie ulteriori rispetto a quelle ripartite al territorio di Maierato alla stregua dell'ordinanza Pcm del 31 marzo 2010 n. 3862, in particolare con l'investimento di 4.500.000 €., già messi a disposizione dalla Regione Calabria, onde procedere all'immediata realizzazione del depuratore da asservire alla zona industriale di Maierato e alle aree industriali erigende in adiacenza.

(22; 16.07.2010)

Interrogazione a risposta orale

Mirabelli. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a seguito dell'articolo apparso sul Quotidiano della Calabria in data 21 luglio 2010, l'interrogante consigliere è venuto a conoscenza della delibera sopra riportata, con la quale si è stabilito, tra l'altro, il tetto massimo di spesa per l'acquisto delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale da privato accreditato per gli anni 2010-2011-2012, riducendo la cifra di 80 milioni di euro, cui si era addivenuti, a seguito della delibera di Giunta n. 393 del 24 maggio 2010, nell'incontro del 26 maggio 2010, tra associazioni di categoria delle strutture e dei professionisti eroganti tali prestazioni e la dirigenza del Dipartimento regionale alla salute, fino a circa 72 milioni di euro;

è evidente la gravità delle conseguenze della suddetta delibera, che invece di stanziare risorse per garantire l'intera produzione delle prestazioni ambulatoriali del 2009, quantitativamente inferiore alla media nazionale, propone ulteriori tagli;

essa, peraltro, appare intempestiva e ingiustificabile, considerato che era già intercorso un accordo tra le parti, per la revisione del fondo da assegnare al settore privato accreditato, sulla base di un atto programmatorio della Giunta, la DGR 393 del 24/05/2010;

il fondo assegnato, pari ad 80 milioni di euro, veniva imposto a fronte di una produzione per il 2009 di circa 93 milioni di euro, con un taglio, quindi, pari al 14 per cento circa delle prestazioni in favore della popolazione. Con la delibera sopra riportata si tagliano le prestazioni del 22,6 per cento, sino a 72 milioni di euro;

a tale dato si aggiunge una suddivisione di tali risorse assolutamente priva di senso, che vede per ciascun cittadino residente euro 63 a Reggio Calabria, euro 53 a Crotone, euro 27 a Cosenza, euro 13 a Catanzaro, euro 10 a Vibo Valentia, senza che a ciò corrisponda una complementare offerta degli erogatori pubblici. Tutt'altro, atteso che nella provincia di Cosenza, alcune strutture ambulatoriali sono state chiuse, altre chiuderanno, altre ancora hanno ridotto l'attività. In relazione alla effettiva domanda di prestazioni da parte dell'utenza, i contratti di attività annuali che, conformemente alla delibera di Giunta, dovranno stipularsi entro i prossimi 10 giorni, non potranno essere accettati dagli operatori privati delle tre citate province, in quanto il valore della produzione di prestazioni sino ad oggi da questi erogate è superiore alle proposte economiche che deriveranno da tale programmazione. Tutto ciò è stato ampiamente documentato dal Presidente dell'ASA (Associazione Strutture Accreditate) della Calabria che, insieme al Sindacato Branche a Visita (SBV), ha sollecitato ripetutamente incontri con la Presidenza regionale per la risoluzione del problema, evidenziando tutte le ragioni delle strutture ambulatoriali rappresentate, inoltre, decisivo ed essenziale per le strutture private al fine di tutelare la salute dei calabresi;

la sciagurata ipotesi della non sottoscrizione dei contratti in 3 province su 5 e la conseguente sospensione dell'accreditamento per circa 100 strutture provocherebbe, nella situazione attuale della sanità calabrese, un enorme disagio per il 70 per cento della. popolazione regionale e, oltre che un irrimediabile danno alle strutture, anche un evidente allarme sociale -:

secondo quali criteri sono state stabilite le quote di assegnazione per singola provincia per l'assistenza specialistica ambulatoriale e quali provvedimenti intende assumere, per riportare a giusta equità ed uniformità i diversi parametri attribuiti per provincia per la suddetta specialistica ambulatoriale;

a che punto sono le trattative con i presidenti dell'ASA e dell'SBV Calabria e quando si intende incontrare gli stessi per la definizione del problema, più volte posto all'attenzione della Regione dai rappresentanti di ASA ed SBV;

se non vi sia la necessità, per tutte le motivazioni in premessa, di scongiurare qualsiasi ipotesi di sospensione dell'accreditamento, ponendo in essere tutte le attività istituzionali per definire la situazione con i rappresentanti di ASA ed SBV;

se tale tipo d'iniziativa non provoca ulteriore migrazione dei cittadini calabresi e l'aumento dei tempi delle liste di attesa, con ulteriore percezione di sfiducia nelle istituzioni regionali, considerata la incapacità di risolvere i problemi relativi al settore sanitario.

(23; 21.07.2010)

Interpellanza

Gallo. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai trasporti. Per sapere - premesso che:

lo svincolo autostradale di Firmo può essere considerato la porta d'accesso alla Sibaritide, essendo quello più vicino alle strade di collegamento che permettono di raggiungere agevolmente la Piana di Sibari e gli insediamenti turistici dello Ionio cosentino;

lo stesso è chiuso al traffico per lavori di ammodernamento a far data dal 15 aprile 2009, giusta ordinanza dell'Anas;

nel luglio 2009 i sindaci e gli operatori turistici del comprensorio, dopo vane sollecitazioni, giunsero ad inscenare una protesta nei pressi dello stesso, onde protestare per la scelta di effettuare i pur necessari lavori in coincidenza con la stagione estiva ed ottenere dall'Anas risposte certe sui tempi di completamento degli interventi infrastrutturali e sulla riapertura al traffico;

l'Anas, con nota del luglio 2009, garantiva che i lavori in corso sarebbero stati conclusi in tempi brevi;

ad oggi, tuttavia, i cantieri sono ancora aperti e lo svincolo resta chiuso al traffico, con evidenti, gravi ripercussioni sull'economia agricola e turistica della zona, già penalizzata dalla carenza del sistema infrastrutturale dal punto di vista stradale, ferroviario, ed aeroportuale;

negativo sarebbe il protrarsi della chiusura dello svincolo per la seconda stagione estiva consecutiva, anche in considerazione della tortuosità dei percorsi alternativi individuati e della carenza di adeguata segnaletica in alcuni punti, con disagi indicibili per gli automobilisti non a conoscenza dei luoghi;

il governo regionale attualmente in carica, all'atto del suo insediamento, ha assunto l'impegno di adoperarsi per la risoluzione delle questioni legate alle deficienze infrastrutturali di cui l'intera Regione soffre -:

se il governo regionale sia a conoscenza della situazione;

se e come lo stesso pur non avendo competenza alcuna nel merito della questione, in coerenza con gli indirizzi programmatici, intenda adoperarsi per far sì che lo svincolo autostradale di Firmo possa essere quanto prima riaperto e restituito al traffico veicolare.

(1; 06.07.2010)

Proposta di legge statutaria n. 1/9^, recante: “Abrogazione del comma 4 bis dell'art. 35 dello Statuto della Regione Calabria” (seconda lettura) (Del. n. 37)

Art. 1

1. All'articolo 35 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25, recante: “Statuto della Regione Calabria”, come modificato dalla legge regionale 19 gennaio 2010, n. 3, è abrogato il comma 4 bis.

Ordine del giorno numero 3 di iniziativa dei consiglieri Fedele, Bilardi e Tripodi “Sulla relazione del presidente Scopelliti inerente la situazione sanitaria in Calabria

“Il Consiglio regionale della Calabria,

condivide ampiamente la relazione del Presidente Scopelliti inerente la situazione sanitaria in Calabria;

il Presidente ha dimostrato, dopo un lavoro attento e altamente qualificato, quanto sia stata artata la cifra relativa al disavanzo che dai tanto sbandierati 2 miliardi e 100 milioni di euro risulta essere di circa 900 milioni di euro;

ed è, quindi, per evitare di ripetere i gravi errori gestionali del passato che il Presidente si è posto il problema di favorire percorsi virtuosi tendenti a far sì che i cittadini calabresi possano, finalmente, riacquisire fiducia nei confronti della Sanità con conseguente attenuazione dell'enorme mobilità sanitaria;

ed è in virtù del raggiungimento di questi obiettivi che la Giunta regionale in circa due mesi di attività, ha provveduto ad adottare una serie di provvedimenti, previsti nel piano di rientro, trai quali:

la riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete territoriale e del sistema urgenza-emergenza; azioni queste che segneranno una svolta definitiva nella riqualificazione del sistema sanitario calabrese;

la nomina di commissari nelle Aziende sanitarie ed ospedaliere con l'intento di creare insieme a loro una sinergia propositiva con la politica e non esserne succubi;

il  riequilibrio del rapporto pubblico-privato con quest'ultimo che deve considerarsi compensativo ovvero complementare e non aggiuntivo, e che deve sapersi porre nelle condizioni di investire risorse per contribuire ad abbattere sia l'emigrazione sanitaria che la lista d'attesa;

in questa azione di rilancio e di completo rinnovamento rispetto al passato della politica sanitaria

il Consiglio regionale

ritiene indispensabile l'apporto qualificato di tutti gli operatori sanitari nella convinzione che il loro contributo sarà determinante per la nuova Sanità calabrese;

e auspica, infine, che ci sia un coinvolgimento fattivo di tutta l'opposizione per migliorare concretamente il sistema sanitario della nostra regione”

Proposta di provvedimento amministrativo n. 5/9^, recante: “Azienda Calabria Lavoro. Approvazione rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2008” (Del. n. 38)

“Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: “Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”;

vista la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 istitutiva dell’Azienda Calabria Lavoro;

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 153 del 27 febbraio 2010;

visto il parere della seconda Commissione consiliare espresso nella seduta del 15 luglio 2010;

delibera

di approvare il Rendiconto generale dell’Azienda Calabria Lavoro relativo all'esercizio finanziario 2008, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 9/9^, recante: “Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale all'esercizio finanziario 2003” (Del. n. 39)

“Il  Consiglio regionale

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: “Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”";

vista la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 che istituisce l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (Arpacal);

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 266 del 25 marzo 2010;

visto il parere della seconda Commissione consiliare espresso nella seduta del 15 luglio 2010;

delibera

di approvare il Rendiconto generale dell'Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) relativo all'esercizio finanziario 2003, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 12/9^, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2004” (Del. n. 40)

“Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: “Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”;

vista la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 che istituisce l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (Arpacal);

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 400 del 24 maggio 2010;

visto il parere della seconda Commissione espresso nella seduta del 15  luglio 2010;

delibera

di approvare il Rendiconto generale dell'agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) relativo all'esercizio finanziario 2004, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 13/9^, recante: “Agenzia regionale per l'ambiente della Regione Calabria (Arpacal) – Approvazione rendiconto generale esercizio finanziario 2005” (Del. n. 41)

Il Consiglio regionale

vista la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante: “Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria”;

vista la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 che istituisce l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria (Arpacal);

preso atto della deliberazione della Giunta regionale n. 401 del 24 maggio 2010;

visto il parere della seconda Commissione consiliare espresso nella seduta del 15 luglio 2010;

delibera

di approvare il Rendiconto generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) relativo all'esercizio finanziario 2005, che si allega al presente atto per farne parte integrante e sostanziale”.

(Tabelle)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 42/9^, recante: “Nomina consulenti Consiglio regionale” (Del. n. 42)

“Il Consiglio regionale

vista la deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 18 del 20 luglio 2010 con la quale si propone la costituzione di un gruppo di consulenti giuridici del Consiglio regionale nelle persone dei Signori:

1) Avv. Ugo Bergamo

2) Dott. Angelo Napoli

3) Avv. Natale Polimeni

4) Avv. Giovanni Musolino

5) Avv. Alfredo Gualtieri

visti i curricula presentati dagli interessati;

atteso che anche in passato si è fatto ricorso a rapporti di consulenza giuridica al fine di garantire i necessari supporti tecnico giuridici all'attività del Consiglio regionale, dell’Ufficio di Presidenza e delle Commissioni consiliari permanenti, tenuto conto della complessità e molteplicità delle competenze di cui e investita l'Assemblea legislativa ed il suo apparato burocratico;

visto l'art. 11 , comma 2, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8;

delibera

di costituire il Gruppo di consulenti giuridici del Consiglio regionale della Calabria nelle persone dei Signori:

l) Avv. Ugo Bergamo (Coordinatore)

2) Dott. Angelo Napoli

3) Avv. Natale Polimeni

4) Avv. Giovanni Musolino

5) Avv. Alfredo Gualtieri

di utilizzare la consulenza giuridica del precitato gruppo di consulenti per le materie di competenza dell’Ufficio di Presidenza, delle Commissioni consiliari permanenti e speciali del Consiglio regionale e della struttura;

il rapporto di ciascun consulente sarà regolato dalle seguenti condizioni:

a) l'attività di consulenza dovrà essere assicurata da ciascun consulente, e consisterà nell'assistenza all'ufficio di Presidenza, alle Commissioni consiliari permanenti, al Consiglio regionale ed ai Direttori generali ogni qualvolta venga richiesta;

b) ciascun consulente si potrà avvalere della struttura del Consiglio regionale ed in particolare di quelle del Settore Segreteria dell’Ufficio di Presidenza e del Settore Legislativo;

c) l'incarico ha durata fino alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale rinnovato;

d) l'attività dei consulenti giuridici verrà svolta senza vincoli di subordinazione e di orari tranne che venga richiesta dal Presidente e/o dall’Ufficio di Presidenza la partecipazione alle riunioni degli organi politici istituzionali per la formulazione di pareri o per illustrazione di quelli già resi;

e) i rapporti tra il gruppo dei consulenti giuridici e le diverse strutture regionali, amministrative e/o elettive, saranno curati dal Coordinatore a cui saranno rivolte le richieste di pareri e di assistenza;

f) il diritto di accesso e di informazione sugli atti sarà esercitato per il gruppo dei consulenti dal Coordinatore che avrà cura di distribuire le richieste di intervento tenendo conto delle competenze specifiche dei singoli consulenti; i pareri saranno tutti firmati dal consulente estensore e dal Coordinatore del gruppo ed ove questi lo ritenga opportuno da tutti i consulenti;

di stabilire i compensi spettanti ai consulenti nella misura forfettaria di € 3.200,00 (tremiladuecento/00) lordi mensili, oltre Iva se dovuta, oltre il rimborso delle spese di soggiorno e di trasporto da rimborsare a pié di lista, previa esibizione di documentazione probatoria per la permanenza a Reggio Calabria o per trasferte connesse all'incarico;

di dare alla presente deliberazione decorrenza dal 10 agosto 2010;

di gravare gli oneri derivanti dalla presente deliberazione sull'apposito capitolo di bilancio del Consiglio regionale ed al capitolo corrispondente per gli anni successivi”.

Proposta di legge n. 35/9^, recante: “Approvazione rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2009” (Del. n. 43)

Art. 1

Approvazione del rendiconto generale

1. Il Rendiconto Generale - Conto Finanziario e Conto del Patrimonio della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2009, è approvato con le risultanze esposte negli articoli seguenti.

Art. 2

Conto Finanziario

1. Il Conto Finanziario della Regione Calabria per l'esercizio 2009, che forma parte integrante della presente legge, è approvato con le risultanze di cui agli articoli seguenti.

Art. 3

Entrate di competenza

valori in euro

1. Il totale delle entrate accertate nell'esercizio finanziario 2009 per la

competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal Conto

Consuntivo del Bilancio in                                                                                              6.903.304.837,23

delle quali riscosse e versate                                                                                            5.568.957.265,10

rimaste da riscuotere e versare                                                                             1.334.347.572,13

2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102, 6103104), per

Operazioni di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2009 è stabilito,

quale risulta dal Conto Consuntivo del Bilancio                                                 1.073.300.470,66

Art. 4

Spese di competenza

1. Il totale delle spese impegnate nell'esercizio finanziario 2009 per la

competenza propria dell'esercizio stesso è stabilito, quale risulta dal Conto

Consuntivo del Bilancio                                                                                      7.021.114.910,05

delle quali pagate                                                                                                 6.297.212.078,32

rimaste da pagare                                                                                                    723.902.831,73

2. Il movimento di cassa in uscita (capitoli 9103102, 9103104), per operazioni

di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario 2009 è stabilito, quale risulta dal

Conto Consuntivo del bilancio                                                                              1.377.537.422,86

Art. 5

Riepilogo entrate e spese di competenza

1. Il riepilogo generale dei risultati delle entrate accertate e delle spese di

competenza dell'esercizio finanziario 2009 risulta così definito:

ENTRATE

TITOLO 1 - Entrate derivanti da tributi propri della Regione, dal gettito dei

tributi erariali e quote di essi devoluti alla regione                                                          4.012.483.204,21

TITOLO 2 - Entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte corrente

dello Stato, dell'unione Europea e di altri soggetti                                                              371.844.211,24

TITOLO 3 - Entrate extratributarie                                                                                       30.709.813,00

TITOLO 4 - Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali, da trasformazione

di capitale, da riscossione di crediti e da trasferimenti in conto capitale                             761.798.504,60

TITOLO 5 - Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie      226.503.842,09

TITOLO 6 - Entrate per contabilità speciali                                                                     1.499.965.262,09

TOTALE                 6.903.304.837,23

SPESE

Area di intervento 1 - Servizi Generali                                                                     381.066.551,34

Area di intervento 2 - Sviluppo economico                                                                         606.162.506,77

Area di intervento 3 - Uso e salvaguardia del Territorio                                          599.270.988,82

Area di intervento 4 - Istruzione - Formazione professionale e Lavoro                   351.030.594,13

Area di intervento 5 - Attività culturali, sportive, ricreative e del culto                    32.130.837,67

Area di intervento 6 - Servizi della persona                                                                      3.430.652.622,56

Area di intervento 7 - Difesa civile e sicurezza                                                          14.367.175,05

Area di intervento 8 - Oneri non ripartibili                                                                          106.468.382,09

Area di intervento 9 - Contabilità speciali                                                                      1.499.965.251,621

TOTALE                                         7.021.114.910,05

RIEPILOGO

ENTRATE                                                                                                                        6.903.304.837,23

SPESE                                                                                                                   7.021.114.910,05

Saldo della competenza dell'esercizio 2009                                                                        -117.810.072,82

Art. 6

Residui attivi dell'esercizio 2008 e precedenti

1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2008 risultavano determinati

dal Conto Consuntivo del bilancio                                                                                   5.247.424.076,79

dei quali riscossi e versati nell'esercizio 2009                                                        1.161.422.982,96

eliminati per minore accertamento                                                                                         71.781.928,18

riaccertati per maggiore accertamento

rimasti da riscuotere                                                                                                          4.014.219.165,65

Art. 7

Residui passivi dell'esercizio 2008 e precedenti

1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2008 risultavano determinati

dal Conto Consuntivo del bilancio in                                                                    1.839.240.447,06

dei quali pagati nell'esercizio 2009                                                                                       606.880.813,81

eliminati per economie                                                                                              172.966.672,10

eliminati per perenzione                                                                                            119.986.221,30

rimasti da pagare                                                                                                      939.406.739,85

Art. 8

Residui attivi alla chiusura dell'esercizio 2009

1. I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009 risultano stabiliti dal

Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria

dell'esercizio 2009 (art. 3)                                                                                                 1.334.347.572,13

Somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (art. 6)                        4.014.219.165,65

RESIDUI ATTIVI AL 31.12 2009                                                                                  5.348.566.737,78

Art. 9

Residui passivi alla chiusura dell'esercizio 2009

1. I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 2009 risultano stabiliti

dal Conto Consuntivo del Bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria

dell'esercizio 2009 (art. 4)                                                                                                    723.902.831,73

Somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti (art. 7)                    939.406.739,85

RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2009                                                                                1.663.309.571,58

Art. 10

Situazione di cassa

1. Il fondo di cassa dell'esercizio finanziario 2009 è determinato in euro 225.402.700,00 come risulta dai seguenti elementi

Fondo cassa al 31.12.2008                                                                                                  399.115.344,07

RISCOSSIONI

in conto competenza                                                                                                       5.568.957.265,10

in conto residui                                                                                                    1.161.422.982,96

TOTALE                                                              6.730.380.248,06

 

PAGAMENTI

in conto competenza                                                                                                       6.297.212.078,32

in conto residui                                                                                                       806.880.813,81

TOTALE                                                              6.904.092.892,13

 

FONDO DI CASSA AL 31.12.2009                                                                     225.402.700,00

Art. 11

Risultati della situazione finanziaria

1. Il saldo finanziario positivo per l'esercizio 2009 è accertato in euro 3.910.659.866,20 come risulta dai seguenti elementi

Fondo di cassa al 31.12.2009                                                                                   225.402.700,00

 

RESIDUI ATTIVI

da riscuotere per la competenza 2009                                                                   1.334.347.572,13

da riscuotere per gli anni precedenti                                                                                 4.014.219.165,65

TOTALE                                                                5.348.566.737,78

RESIDUI PASSIVI

da pagare per la competenza 2009                                                                                    1.334.347.572,13

da pagare per gli anni precedenti                                                                           4.014.219.165,65

TOTALE                                                                1.663.309.571,58

 

AVANZO DI AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2009                                                  3.910.659.866,20

Art. 12

Conto patrimoniale

1. E' approvato il Conto Generale del Patrimonio della Regione Calabria, per l'esercizio finanziario 2009, allegato alla presente legge.

2. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura

dell'esercizio finanziario 2009 risulta stabilita in euro                                           8.152.902.712,57

3. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura

dell'esercizio finanziario 2009 risulta stabilita in euro                                           2.878.469.964,27

4. L'eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2009 risulta di euro              5.274.432.748,30

(Tabelle)

Proposta di legge n. 45/9^, recante: “Integrazione e modifica alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 – Articolo 14 e articolo 27” (Del. n. 44)

Art. 1

1. Al comma 1 dell'articolo 14 in luogo di "non possono essere rilasciate nuove concessioni ed il Sindaco è tenuto a sospendere ogni determinazione sulle domande di rinnovo delle concessioni esistenti in contrasto con le previsioni e prescrizioni dello stesso Pir." è sostituito da: "nei casi di richieste di concessioni demaniali marittime a supporto di attività ricettive alberghiere, di villaggi turistici ed impianti di pubblico interesse, per comprovate e documentate esigenze, potrà essere rilasciata, in via del tutto eccezionale, autorizzazione provvisoria ai fini delle attività inerenti ai servizi di balneazione limitatamente alla sola stagione estiva 2010, a condizione che le stesse aree con le medesime destinazioni siano incluse nei redigendi PCS. L'eventuale eccezionale autorizzazione temporanea non comporta il cd. “diritto di insistenza".

2. Dopo il comma 2 dell'articolo 27 è inserito il seguente comma 3: "Dall'entrata in vigore della presente modifica ed integrazione alla legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 e s.m.i., decadono tutte le norme, i regolamenti e gli atti deliberativi in materia in contrasto con la stessa”.