PRESIDENTE
La seduta è aperta. Prego onorevole Nucera, può procedere alla lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
PRESIDENTE
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
PRESIDENTE
Il relatore, onorevole Dattolo, ha facoltà di svolgere la relazione.
Visto che molti comuni alla data di applicazione del
Regolamento non erano stati in condizione di adempiere, per favorire e dar loro
la possibilità di adeguarsi abbiamo alla unanimità in
Commissione prorogato alcuni termini.
Quindi, al comma 1 dell’articolo 65, la parola
“ventisette mesi” viene sostituita con la parola “quarantaquattro mesi” laddove
si dice “i comuni sprovvisti di piano urbanistico con strumenti urbanistici
decaduti entro 27 mesi dalla entrata in vigore delle linee guida”. Così come
anche “i piani regolatori generali conservano validità fino a 27 mesi”.
Poi, sempre all’articolo 65, comma 2, è stato presentato
emendamento sostitutivo alla dizione “per i comuni che alla data del 19 giugno
2008 non hanno avviato la procedura di
redazione del piano strutturale” che così diventa “per i comuni che alla data
del 12 maggio 2010 non hanno avviato la procedura di redazione del piano
strutturale”.
Trascorso questo termine, quindi i “44 mesi” a partire
da questa modifica viene trasformata la dizione “il dipartimento urbanistica e governo
del territorio procederà alla nomina di commissari ad acta con tecnici da reperire negli
albi degli ordini professionali che entro sei mesi dovranno provvedere
all’avvio di procedura di redazione dello strumento urbanistico con oneri a
carico dei comuni inadempienti” con la seguente “si applica quanto previsto
dall’art. 28 della presente legge”.
Inoltre, al comma 2, lettera a) la parola “quarantadue” viene sostituita con la parola “cinquantaquattro” ed al comma 2, lettera c) la parola “quarantadue” viene sostituita con la parola “cinquantaquattro mesi”.
E’ da inserire questa norma transitoria perché molti comuni invece avevano provveduto alla redazione dei Piani.
Do lettura di questa norma transitoria, l’emendamento è a firma del consigliere Aiello: “Tutti gli atti assunti dai comuni in attuazione dei loro Prg vigenti, successivamente al 19 giugno 2010 e fino all’entrata in vigore della presente legge sono da considerarsi comunque efficaci”.
Questo è quanto deliberato dalla Commissione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, molto brevemente, devo dire che non ho presentato emendamenti ma do al Consiglio una possibilità di riflessione su un argomento.
Cioè noi diamo 12 mesi in più ai comuni per redigere i piani strutturali.
Volevo che, però, riflettessimo su un dato: molti comuni si sono avviati – credo in maniera meritevole – su un nuovo percorso, non la redazione del piano strutturale comunale ma la redazione del piano strutturale associato.
Ad esempio nella Sibaritide, la mia area, ci sono comuni come Rossano, Corigliano, Cassano, Mirto e Calopezzati
che hanno deciso di stare insieme per disegnare la città del futuro su
quell’area per un comprensorio che supera di gran lunga i 100 mila abitanti.
Questo, naturalmente, comporta delle difficoltà superiori rispetto alla
ipotesi di redazione di un piano strutturale comunale perché è normale che più
uffici tecnici si debbano mettere in relazione, la gara ha aspetti di maggiore
complessità.
Se eventualmente fosse possibile
modificare in parte la norma, per non ritrovarci di qui ad un anno a dover dare
a questi comuni una ulteriore proroga, si tratta anche di comuni importanti in
questa Regione, - ce ne sono anche tanti altri che hanno pensato a dei piani strutturali
associati – e quindi per evitare di trovarci di nuovo nell’emergenza, sarebbe
opportuno prevedere per i comuni che predispongono un piano strutturale
comunale un termine ed invece per i comuni che fanno un piano strutturale
associato un termine leggermente più
lungo, con un emendamento previsto dallo stesso assessore. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’assessore Aiello. Ne ha facoltà.
Abbiamo già valutato tutte le possibilità. Tra l’altro consideriamo che il termine di 12 mesi è un termine relativamente ottimale per quanto riguarda le stesure di tutti i piani sia quelli associati sia quelli singoli.
Tra l’altro, nelle difficoltà che sicuramente alcuni comuni – anche quelli associati – incontreranno l’assessorato all’urbanistica è disponibilissimo per accompagnare questi processi. Ci si vede con i tecnici dell’assessorato e si risolvono i problemi, onorevole Gallo, altrimenti andiamo di nuovo a rideterminare tempi diversi fra di loro e creiamo ancora confusione.
La nostra difficoltà era quella di non creare confusione, solo questo.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento dell’assessore Aiello.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Prego, assessore Aiello.
Volevo esprimere la mia soddisfazione per l’approvazione di
questa norma e ringraziare il Consiglio regionale
nella sua interezza perché, effettivamente, è una
norma che dà la possibilità al 90 per cento dei comuni calabresi che non sono riusciti ad
ottemperare alla presentazione dei piani strutturali di farlo. Crediamo che
attraverso questo percorso, ripeto, di accompagnamento da parte della nostra
struttura dipartimentale saremo in grado, come Regione, di offrire la
possibilità ai comuni di immaginare ad avere percorsi virtuosi per quanto
riguarda i loro piani regolatori.
Crediamo e siamo convinti di aver approvato veramente
una proroga al servizio di tutta la comunità calabrese. Grazie.
PRESIDENTE
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che
recita: “Proposta di legge numero 6/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Definizione del
sistema di finanziamento della Stazione unica appaltante”.
L’onorevole Caputo, relatore, ha facoltà di svolgere la
relazione.
Grazie Presidente, è un disegno di legge di iniziativa
della Giunta regionale, approvato in Commissione. Nelle more, tra la seduta di
Commissione e la seduta di Consiglio è arrivata una precisazione da parte del
dottor Boemi.
Mentre il primo testo diceva <<Per tutto il
periodo di attuazione del piano di rientro del disavanzo del servizio sanitario
regionale il sistema di finanziamento dell’autorità regionale “Stazione unica
appaltante” è definito dalla Giunta regionale anche in deroga all’articolo 10,
1° comma della legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26>> ci si faceva
notare che era necessario precisare che il finanziamento stabilito dalla Giunta
regionale riguardava e riguarda solo le spese da sostenere per l’espletamento
delle gare degli enti del servizio sanitario.
Abbiamo, quindi, presentato un emendamento che dovremmo
approvare questa mattina che recita: <<Per tutto il periodo di attuazione
del piano di rientro del disavanzo del servizio sanitario regionale il sistema
di finanziamento dell’autorità regionale “Stazione unica appaltante” per
consentire le attività di preparazione, indizione ed aggiudicazione delle gare
concernenti acquisizioni e servizi e fornitura a favore degli enti del servizio
sanitario regionale è definito dalla Giunta regionale anche in deroga
all’articolo 10, 1° comma della legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 con gli
oneri a carico del Fondo sanitario regionale; per gli altri soggetti obbligati
si applicano le disposizioni dell’articolo 10, legge regionale 7 dicembre 2007,
n. 26>>”.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Grazie per avermi dato la parola. Intervengo rapidamente solo per alcune lapidarie considerazioni.
La prima riguarda il merito del provvedimento. Se capisco
bene la ratio
della norma si tratta, in effetti, di una sorta di norma delega al governo regionale per definire il fondo di finanziamento
delle attività inerenti forniture e servizi, gare ed appalti nel settore della
sanità e quindi delega, sostanzialmente, alla Giunta regionale la definizione
di questo fondo.
Stamattina, utilizzando questa
competenza della Giunta regionale, rimaniamo in attesa di capire come, al di là
della indicazione necessaria che è stata già operata in legge, si attinge dal Fondo
sanitario regionale obbligatorio ed
inevitabile, e rimaniamo, anche, in attesa di capire e di conoscere le
determinazioni, in base a questa delega, della Giunta regionale per quanto
riguarda la definizione del fondo.
Detto questo, mi sento pure di
condividere e di conferire questa delega alla Giunta regionale. Non posso però
non cogliere l’opportunità, in questa sede, di affermare che la proposta, di
iniziativa della Giunta regionale e poi fatta propria dal relatore, onorevole
Caputo, smentisce quanto era affiorato durante la fase della propaganda
elettorale.
Non sarà sfuggito ai più che,
sostanzialmente, l’orientamento che si proponeva e si emanava dallo
schieramento che sosteneva l’allora candidato Presidente della Giunta regionale,
onorevole Scopelliti, era quello di trasmettere ai calabresi la
volontà, nel caso di successo di Scopelliti, di
sopprimere
Prendo atto che
Era dovuta questa precisazione, da una parte perché mi
auguro che questo emendamento, questa norma che approviamo oggi e questo
disegno di legge proposti dalla Giunta regionale taglino la testa al toro.
Consideriamo la nascita della Stazione unica appaltante una pagina
irreversibilmente chiusa.
Volevo chiedere, sulla base di quanto prevede la legge,
che si facesse un dibattito, una sessione ad
hoc in questo Consiglio regionale sulla Stazione unica appaltante per
valutare il primo anno di attività anche sulla base della relazione
dell’attività della stessa Stazione, magari invitando in quest’Aula gli stessi
organi che rappresentano legalmente e dirigono le attività della stessa, a
partire dal dottor Boemi e dal dottor Cicconi.
Penso che questo sia un impegno che il Presidente del
Consiglio regionale, innanzitutto, ma anche
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Principe. Ne ha
facoltà.
Presidente, grazie per
avermi concesso la parola. Colgo l’occasione per una breve considerazione di
carattere politico. Indubbiamente, il Consiglio regionale
è deputato innanzitutto a legiferare ma reputo che questa sia la sede in cui
determinate considerazioni politiche vadano fatte.
Naturalmente le mie considerazioni sono aggiuntive rispetto alle cose
dette dal consigliere Adamo, ma volevo
affermare una mia sensazione: stamattina, forse, qualcosa sta cambiando. Noi
approviamo due provvedimenti, questo sulla Stazione
unica appaltante ed il
primo che abbiamo già approvato, che
evidenziano una volontà di continuità dal punto di vista istituzionale rispetto a
provvedimenti, realizzazioni ed iniziative che hanno lasciato un segno
positivo.
Non pretendo
che i miei modesti interventi siano ricordati ma, proprio nella seduta in cui
abbiamo parlato del programma del Presidente Scopelliti, facevo notare questa foga
iconoclasta dei nuovi governi regionali rispetto ai governi precedenti che ha
rappresentato una costante della politica calabrese e che rappresenta indubbiamente una
grande negatività.
Stamattina
mi sembra di cogliere una inversione di tendenza: in una materia delicata come
l’urbanistica,
Su questo provvedimento si prende atto – come diceva
Adamo – che l’istituzione della Stazione unica appaltante è stato un fatto
positivo, peraltro condiviso da tutto il Consiglio regionale e che ha dato un
grande risultato.
Non dimentichiamo che oggi si parla molto di sanità e
ritengo che – come è stato preannunciato dai giornali – il gruppo del PD
chiederà una seduta ad hoc per
discuterne.
In materia sanitaria la Stazione unica appaltante ha già
prodotto ben 70 milioni di economie. Quindi, vuol dire che in un percorso
certamente ci sono inciampi e ci possono essere fatti negativi ma quando si è
sereni in un percorso si trovano anche le positività.
Mi permetto di aggiungere, ma lo dirò in un’altra sede
anche giornalistica, che non ho notato questo cambio di clima nel convegno
sulla “Ricerca e sulla innovazione tecnologica”. Leggendo i giornali, assessore
Caligiuri, ho appreso che in Calabria per la prima
volta si è discusso di ricerca e di innovazione.
Siccome non voglio andare fuori tema ma reputo che
questa iniziativa lo sia stata, rispetto a questo nuovo clima che si vuole
creare su questo punto mi permetterò di fare alcune precisazioni giornalistiche
ricordando al Presidente Scopelliti, all’assessore Caligiuri, che non partiamo dall’anno zero nel campo della
ricerca e della innovazione. Come l’assessore sa, nella passata legislatura, qualcosina di buono si è anche fatta. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Loiero. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, brevemente,
perché mi pare che sia pure succintamente sia stato detto tutto su questo tema.
Non voglio ritornare neanche nella fase della campagna elettorale che ricordava l’onorevole Adamo – la salto completamente –
per dire solo in forma costruttiva alcune cose.
A livello nazionale, a livello di
Parlamento nazionale si sta discutendo una Stazione unica appaltante per tutte le Regioni imposta, di fatto, per legge dal Parlamento
nazionale.
Inviterei il Consiglio regionale a guardare il
commentario di questa discussione alla Camera per vedere cosa dicono della
Stazione unica appaltante della Regione Calabria.
Detto questo, ma non è un elemento di vanità che voglio
portare al Consiglio, vorrei aggiungere che
Vorrei allora invitare la Giunta regionale a rafforzare
il personale di quella Stazione unica appaltante che è diventato l’elemento… - domani, lo leggo dai giornali, so che si va al
tavolo Massicci.
Guardate che l’elemento discriminante, proprio perché
uno degli elementi, perché non fosse determinato dal Consiglio dei ministri un
commissario per la sanità è stata la presenza, unica in Italia, di una Stazione unica appaltante nella
Regione Calabria.
Dico questo perché? Perché poi questo è l’elemento
centrale proprio nel momento in cui discuteremo, come spero e credo, di sanità
in questo Consiglio.
Se posso fare un discorso preventivo su un altro tema:
leggo sul giornale di oggi – non voglio andare fuori tema, ne parlo solo per un
minuto – che anche sul mare noi non avremmo speso niente, ma invece c’è un
impegno di questa Giunta a spendere moltissimo.
Darò alle agenzie, di qui a poco, quello che non solo
abbiamo speso in questi cinque anni, perché il problema del mare è uno dei
problemi più complessi di questa Regione, ma ricorderò la condizione che
abbiamo ereditato nell’ambiente dove c’erano state – come ci dicono le
inchieste – scorribande di partiti sull’ambiente.
Lo voglio dire perché sennò diciamo cose a vanvera e la
gente non ci capisce più.
PRESIDENTE
Possiamo votare prima l’emendamento sostitutivo presentato dall’onorevole Caputo e per come illustrato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Il terzo punto all’ordine del
giorno recita: “Proposta di legge numero 31/9^ di iniziativa
del consigliere Magno, recante: “Proroga termine legge
regionale 7 dicembre 2009, n.
L’onorevole Caputo, relatore, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, si tratta di una proposta
di legge presentata dal consigliere Magno che era stata approvata dalla
Commissione.
Però, sempre nelle more tra la seduta di
Commissione e la seduta di Consiglio, è arrivata una proposta di legge con un
secondo comma da parte della Giunta regionale che non solo replica il contenuto
del primo comma ma ne aggiunge un secondo nel quale viene previsto un termine
perentorio di 180 giorni entro il quale procedere all’approvazione del
Regolamento di attuazione, così come previsto.
Per cui noi approviamo un emendamento con due
commi presentato dal consigliere Magno.
Il primo recita: “Il termine di cui
all’articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n.
Il secondo comma recita: “
PRESIDENTE
Non ci sono interventi, possiamo procedere a
votare. Prima votiamo l’emendamento integrativo per come letto dall’onorevole Caputo.
(E’ approvato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo solo per una richiesta.
So che in Commissione c’è stato un dibattito su questa norma e c’è stato un voto da parte delle minoranze di opposizione a questa norma. Si spiega l’insediamento della legislatura come una posizione di responsabilità, però penso che essendo questa una norma che si replica anche rispetto ad altri provvedimenti assunti dal vecchio Consiglio regionale e su proposta della vecchia Giunta regionale non possa anch’essa essere considerata ordinaria stando alle condizioni che la relazione del testo di legge descrive.
Però non c’è dubbio che ad avvio di legislatura un impegno stamattina vorremmo ci fosse. Mi rivolgo innanzitutto all’assessore al ramo.
Entro i termini consentiti da questa proroga, conoscere – almeno – le intenzioni del governo regionale su come intende completare il processo di riforma, se intende completare il processo di riforma o intende invece rimetterlo in discussione.
Evitare, cioè, di assumere un impegno stamane il Presidente Scopelliti
e l’assessore all’agricoltura, onorevole Trematerra. Utilizziamo questi sei mesi per definire la
questione.
Dico, volgarmente, dentro o fuori.
Non teniamo annunci di percorsi di riforma che durino sine die. Capisco che la responsabilità,
innanzitutto, è proveniente dall’esperienza che abbiamo fatto quando il
centro-sinistra era al governo di questa Regione, vorrei che questo tema non si
riproponesse e che quindi i termini di sei mesi dalla proroga possano essere utili
a definire il tutto.
Se questo è – vorrei invitare il
collega Guccione se è d’accordo ad ascoltare – e c’è
un pronunciamento in Aula da parte del governo regionale, per quanto mi
riguarda la mia opinione è quella che si possa accedere anche ad un voto di
astensione e non di contrarietà a questa norma.
Però è giusto – soprattutto per
chi non ha vissuto la precedente esperienza legislativa – che ci sia almeno la dichiarazione di volontà
da parte del governo regionale ai fini di pervenire in questa direzione.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Trematerra. Ne ha
facoltà.
Presidente grazie, che ci sia la volontà da parte dell’Esecutivo regionale di proseguire su una stagione di riforma di questi enti è cosa che è emersa anche nella scorsa legislatura - e che viene riproposta anche in questa - quando capivamo che si trattava di enti strumentali importanti per lo sviluppo del territorio, per lo sviluppo in agricoltura. Quindi eravamo d’accordo perchè questi enti potessero essere riformati.
Per noi nulla è cambiato rispetto al passato. Continueremo in questa opera riformatrice che probabilmente non ha trovato la massima espressione nella scorsa legislatura perché non si è arrivati a compimento.
E’ intendimento di questo governo regionale nel giro di qualche mese, ovviamente, di proporre al Consiglio regionale una proposta di riforma e di riordino di questi enti strumentali.
Sulla legge abbiamo messo un termine perentorio, probabilmente vuol dire poco ma c’è un impegno
formale e sostanziale da parte del dipartimento che mi onoro di guidare e c’è
un impegno più globale dell’intera Giunta regionale di addivenire ad una
soluzione perché lo stato in cui abbiamo trovato questi enti è uno stato
comatoso, figlio purtroppo di una non scelta fatta.
Da questo punto di vista siccome l’onorevole Adamo
chiedeva da parte mia e dell’Esecutivo un impegno formale, questo impegno formale
c’è tutto e dentro la scadenza, dentro i 180 giorni che questa proroga ha
richiesto sicuramente si addiverrà ad una scelta di fondo per dare alla
Calabria strumenti più efficienti e più innovativi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guccione.
Ne ha facoltà.
Per la verità in Commissione su questa pratica ho dato voto contrario motivando che non era chiaro l’intendimento della Giunta nel chiedere la proroga.
In riferimento alle cose che ho sentito in Aula da parte dell’assessore Trematerra credo che ci sia da parte mia una volontà di astenermi rispetto all’impegno che ha preso in Aula perché credo che l’impegno solenne dell’assessore ad avviare e concludere il processo riformatore per quanto riguarda Arssa ed Afor sia un impegno importante nella direzione di garantire alla Calabria una giusta politica per quanto riguarda l’agricoltura e la montagna.
PRESIDENTE
Non ci sono altre richieste di parola pertanto possiamo votare il punto tre.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
Si passa al punto quattro all’ordine
del giorno recante “Proposta di provvedimento amministrativo numero
34/9^ d'Ufficio, recante: “Elezione di tre Consiglieri regionali per
Si distribuiscano le schede. Chiamo a svolgere le funzioni
di scrutatori i due consiglieri più giovani, consigliere
De Gaetano e consigliere Aiello Ferdinando. Si avvicinino al banco della Presidenza.
Prima dell’inizio della votazione
comunico che si possono votare due nominativi per la maggioranza ed un
nominativo per la minoranza.
Prego, onorevole Nucera, proceda con la chiama per appello nominale.
Fa la chiama.
(Segue la votazione e,
indi, lo spoglio delle schede)
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 48.
Hanno riportato voti: Imbalzano 26; Serra 26; Bova 19. Schede bianche 3.
Pertanto proclamo eletti alla Commissione regionale tripartita i consiglieri Imbalzano, Serra e Bova.
Presidenza del
Vicepresidente Alessandro Nicolò
PRESIDENTE
Si distribuiscano le schede.
Prego, onorevole Nucera, proceda con la chiama per appello nominale.
Fa la chiama.
(Segue la votazione e,
indi, lo spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 47.
Hanno riportato voti: Magno 23; Grillo 22; Battaglia 19.
Pertanto proclamo eletti i consiglieri Magno, Grillo e Battaglia.
Si distribuiscano le schede.
Prego, onorevole Nucera, proceda con la chiama per appello nominale.
Fa la chiama.
(Segue la votazione e,
indi, lo spoglio delle schede)
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 48.
Hanno riportato voti: Zappalà 23; Pacenza 23; Giordano 18.
Pertanto proclamo eletti i consiglieri Zappalà, Pacenza e Giordano.
PRESIDENTE
Si passa adesso alla Proposta
di legge numero 36/9^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifica all’articolo 25, comma 2 della legge regionale 13.03.2008, n.
15 per come modificato ed integrato con leggi regionali
n. 44/2008, n. 29/2009 e n. 58/2009”.
L’onorevole Dattolo,
relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, si tratta in
pratica di una richiesta di proroga dei termini per la messa in liquidazione
dell’Arssa e dell’Afor dal
30 giugno al 31 dicembre, perché non si sono esaurite le procedure. Richiesta
che
PRESIDENTE
Nessuno chiede di parlare,
pertanto pongo in votazione la proposta di legge numero 36/9^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
PRESIDENTE
C’è una richiesta da parte
dell’onorevole Sulla, condivisa da tanti altri consiglieri, per l’inserimento
di un ordine del giorno all’ordine dei lavori.
Pongo in votazione la richiesta di
inserimento dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
PRESIDENTE
Si passa all’ordine del giorno a firma dei consiglieri
Sulla, Talarico D., De Gaetano, Franchino, Bova,
Giordano, Dattolo, Censore, Loiero,
Bruni, Mirabelli, Guccione,
Gallo, De Masi, Fedele, Ciconte ed altri “Sul
completamento dei lavori di realizzazione di una caserma dell’Esercito da
localizzare nel territorio del Comune di Cutro in
attuazione dell’Accordo di Programma sottoscritto il 23 giugno
Questo punto sottoposto all’Aula
da parte del consigliere Sulla impegnerebbe “
a rappresentare al Governo
nazionale l’esigenza di una decisa accelerazione per il completamento
dell’opera che dispone già di tutte le autorizzazioni e le progettazioni
necessarie anche per evitare il rischio incombente di un progressivo degrado delle
opere fin qui realizzate e che hanno già comportato esborso di denaro pubblico;
a notiziare
al Consiglio regionale l’evoluzione della vicenda”.
Pongo in votazione all’Aula
l’ordine del giorno testé menzionato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
La seduta è tolta. Il Consiglio
sarà convocato a domicilio.
Ha chiesto congedo l’assessore Stillitani.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio
finanziario
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Modifica all’articolo 25, comma
2, della legge regionale 13.03.2008,
n. 15, per come modificato ed integrato con leggi regionali n. 44/2008, n.
29/2009 e n. 58/2009” (Delibera G.R. n. 432 del
7.6.2010) (P.L. n. 36/9^)
E’ stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Ripianamento disavanzo accertato
in sede di approvazione del bilancio 2007 per euro 129.210,20 della società
consortile per azioni “Consorzio per la promozione della cultura e degli studi
universitari di Crotone S.p.A.” (Delibera G.R. n. 446
del 14.6.2010) (P.L. n. 38/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Proroga termini legge regionale 7.12.2009, n.
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
“Norme per il sostegno di persone
non autosufficienti. Fondo per la non autosufficienza” (Delibera G.R. n. 462 del 22.6.2010) (P.L. n. 41/9^)
E’ stata assegnata alla terza
Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Misure di razionalizzazione e
riordino della spesa pubblica regionale” (Delibera G.R.
n. 498 del 2.7.2010) (P.L. n. 42/9^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
“Assestamento del bilancio di
previsione della Regione Calabria per
l’esercizio finanziario 2010 e del bilancio pluriennale 2010-
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione economica e attività produttive.
(Così resta stabilito)
Sono
state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Magno – “Proroga termine legge regionale 7 dicembre 2009, n.
E’ stata assegnata alla prima
Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali.
(Così resta stabilito)
Principe – “Istituzione Museo
regionale arti visive” (P.L. n. 32/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – ed
alla seconda - Bilancio programmazione
economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Norme relative alla rimozione ed allo smaltimento dei
manufatti che contengono amianto e che risultano ancora in uso” (P.L. n. 33/9^)
E’ stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Istituzione della unità di senologia – Breast unit” (P.L. n. 34/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
Grillo – “Istituzione dell’Ente
foreste della Calabria, soppressione dell’Afor e
norme sulla programmazione degli
interventi regionali in materia di forestazione” (P.L. n. 37/9^)
E’ stata assegnata alla quarta
Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio – protezione
dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica e attività produttive – per il parere.
(Così resta stabilito)
Magarò – “Abrogazione della tassa di ispezione sugli apparecchi
radiografici” (P.L. n. 40/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Indirizzi regionali per la programmazione
della rete scolastica e dell’offerta formativa della Regione Calabria per il
quinquennio AA.SS. 2011/2012-2015/2016” (Delibera G.R. n. 481 del 28.6.2010) (P.P.A.
n. 38/9^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.
(Così resta stabilito)
In data 7 giugno 2010, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale. La stessa è stata pubblicata sul Bur, supplemento straordinario numero 2 dell’11 giugno 2010:
legge
regionale 7 giugno 2010, n. 14 recante: “Modifiche ed integrazioni alle
leggi regionali 22 gennaio 2001, n. 2 e 26 febbraio
2010, n.
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali
e formative.
(Così resta stabilito)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali
e formative.
(Così resta stabilito)
E’ assegnata alla terza Commissione
consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali
e formative.
(Così resta stabilito)
La terza Commissione
consiliare, con nota n. 259 del 28.6.2010 ha comunicato che nella seduta del 24
giugno
La terza Commissione
consiliare, con nota n. 262 del 28.6.2010 ha comunicato che nella seduta del 24
giugno
La corte costituzionale con
sentenza definitiva n. 179 del 12 maggio 2010, depositata in Cancelleria il 20
maggio 2010, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 54, comma 2,
della legge regionale 12 giugno
2009, n. 19 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)
articolo 3, comma 4 della legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8); inoltre dichiara cessata la materia del contendere
dell’articolo 12, commi 1 e 2 e, infine, dichiara non fondata la questione di
legittimità costituzionale dell’articolo 54, comma 1, della legge regionale n. 19/2009.
A seguito delle designazione e delle elezioni degli Uffici di Presidenza, le Commissioni consiliari permanenti,
ADAMO Nicola Misto
BRUNI Ottavio Gaetano Autonomia e diritti
CAPUTO Giuseppe Popolo della Libertà
CENSORE Bruno Partito democratico
DATTOLO Alfonso Udc – Unione di centro
GRILLO Alfonsino Scopelliti Presidente
NICOLÒ Alessandro Popolo della
Libertà
ORSOMARSO Fausto Popolo della
Libertà
RAPPOCCIO Antonio Insieme per
TALARICO Domenico Italia dei
valori
Ufficio di Presidenza:
Presidente: CAPUTO Giuseppe
Vicepresidente: TALARICO Domenico
Segretario: GRILLO Alfonsino
BILARDI Giovanni Emanuele Scopelliti Presidente
CENSORE Bruno Partito democratico
DE GAETANO Antonino Federazione della sinistra
FEDELE Luigi Popolo della Libertà
IMBALZANO Candeloro Scopelliti Presidente
MIRABELLI Rosario Francesco Antonio Autonomia e diritti
MORELLI Francesco Popolo della Libertà
NUCERA Giovanni Popolo della Libertà
TALARICO Domenico Italia dei valori
TRIPODI Pasquale Udc – Unione di centro
Ufficio di Presidenza:
Vicepresidente: MIRABELLI Rosario Francesco Antonio
AIELLO Ferdinando Federazione della sinistra
CHIAPPETTA Gianpaolo Popolo della Libertà
CICONTE Vincenzo Antonio Autonomia e diritti
GALLO Gianluca Udc – Unione di centro
GIORDANO Giuseppe Italia dei valori
LOIERO Agazio Partito democratico
PARENTE Claudio Scopelliti Presidente
SALERNO Nazzareno Popolo della Libertà
SERRA Giulio Insieme
per
ZAPPALÀ Santi Popolo della Libertà
Ufficio di Presidenza:
Vicepresidente: AIELLO Ferdinando
Segretario: PARENTE Claudio
CAPUTO Giuseppe Popolo della Libertà
DATTOLO Alfonso Udc – Unione di centro
DE MASI Emilio Italia dei valori
FRANCHINO Mario Autonomia e diritti
GRILLO Alfonsino Scopelliti Presidente
GUCCIONE Carlo Partito democratico
MAGNO Mario Popolo della Libertà
ORSOMARSO Fausto Popolo della Libertà
RAPPOCCIO Antonio Insieme
per
SCALZO Antonio Partito democratico
Ufficio di Presidenza:
Presidente: DATTOLO Alfonso
Vicepresidente: SCALZO Antonio
Segretario: ORSOMARSO Fausto
ADAMO Nicola Misto
BRUNI Ottavio Gaetano Autonomia e diritti
GRILLO Alfonsino Scopelliti Presidente
MAGNO Mario Popolo della Libertà
ORSOMARSO Fausto Popolo della Libertà
PRINCIPE Sandro Partito democratico
RAPPOCCIO Antonio Insieme
per
SALERNO Nazzareno Popolo della Libertà
SCALZO Antonio Partito democratico
TRIPODI Pasquale Maria Udc
– Unione di centro
Presidente: MAGNO Mario
Vicepresidente: BRUNI Ottavio Gaetano
Segretario: RAPPOCCIO Antonio
AIELLO Ferdinando Federazione della sinistra
DE MASI Emilio Italia dei valori
GALLO Gianluca Udc
– Unione di centro
IMBALZANO Candeloro Scopelliti Presidente
MAIOLO
Mario Partito democratico
NICOLÒ
Alessandro Popolo
della Libertà
PACENZA
Salvatore Popolo
della Libertà
RAPPOCCIO
Antonio Insieme
per
SCALZO
Antonio Partito democratico
Zappalà
Santi Popolo
della Libertà
Presidente: ZAPPALÀ Santi
Vicepresidente: MAIOLO Mario
Segretario: IMBALZANO Candeloro
AIELLO Ferdinando Federazione della sinistra
CENSORE Bruno Partito democratico
DATTOLO Alfonso Udc – Unione di centro
GIORDANO Giuseppe Italia dei valori
MAGARÒ Salvatore Scopelliti Presidente
MAIOLO Mario Partito democratico
NUCERA Giovanni Popolo della Libertà
PACENZA Salvatore Popolo della Libertà
SERRA Giulio Insieme
per
Ufficio di Presidenza:
Presidente: MAGARÒ Salvatore
Vicepresidente: CENSORE Bruno
Segretario: PACENZA Salvatore
BATTAGLIA Demetrio Partito democratico
BILARDI Giovanni Emanuele Scopelliti Presidente
BOVA Giuseppe Misto
GUCCIONE Carlo Partito democratico
MAGNO Mario Popolo della Libertà
MIRABELLI Rosario Francesco Antonio Autonomia e diritti
MORELLI Francesco Popolo della Libertà
SALERNO Nazzareno Popolo della Libertà
SERRA Giulio Insieme per
TRIPODI Pasquale Maria Udc – Unione di centro
Ufficio di Presidenza:
Presidente: SERRA Giulio
Vicepresidente: BATTAGLIA
Demetrio
Segretario: BILARDI
Giovanni Emanuele
BATTAGLIA Demetrio Partito democratico
BILARDI Giovanni Emanuele Scopelliti Presidente
FRANCHINO Mario Autonomia e diritti
PACENZA Salvatore Popolo della Libertà – Presidente
TRIPODI Pasquale Maria Udc – Unione di centro
GALLO Gianluca Udc – Unione di centro – Presidente
DE MASI Emilio Italia dei valori
IMBALZANO Candeloro Scopelliti Presidente
Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la crisi regionale della
sanità sta avendo conseguenze devastanti per le famiglie reggine in cui vi sono
ragazzi e persone diversamente abili che necessitano di prestazioni
riabilitative;
è urgente intervenire
immediatamente con la consapevolezza che l'interruzione dei servizi, che ormai
si profila, significherebbe un vero e proprio dramma per i diversamente abili
che si sottopongono alle cure, per le loro famiglie già costrette ad accollarsi
in solitudine un costo umano e sociale che dovrebbe ricadere su tutti, per il
livello di civiltà della nostra comunità;
al momento, gli enti che
erogano prestazioni di riabilitazione si trovano nel mezzo di una crisi
finanziaria gravissima dovuta, da una parte, al ritardo cronico dei pagamenti,
e, dall'altra, a una vera e propria carenza finanziaria;
gli undici enti del
settore accreditano oltre 15 milioni di euro, accumulati tra il 2004 e il 2009;
per lo scorso anno,
soprattutto, è stato liquidato tra il gennaio e l'aprile del 2010 soltanto il
70% delle spese;
alcuni enti non possono
richiedere ulteriori liquidazioni per la mancanza del contratto del 2009;
tale situazione è dovuta
al fatto che gli enti siano stati convocati per la stipula contrattuale del
2009 soltanto nel dicembre di quell'anno e che l’Asp, dopo aver sottoscritto i
contratti per i servizi ambulatoriali, abbia rinviato la stipula dei contratti
per le prestazioni residenziali e semiresidenziali;
per il 2010 non vi è
stata alcuna liquidazione, non sono stati sottoscritti i contratti, e le
fatture emesse per le prestazioni erogate non sono state inviate dall'ufficio
finanze dell'Asp ai distretti sanitari per i dovuti adempimenti amministrativi;
l’Asp 5 aveva segnalato
all'Assessorato alla salute un fabbisogno per il 2009 e 2010 di 12.500.000
euro, l'Assessorato ne ha stanziati, invece,
per conseguenza l’Asp 5,
anche alla luce del piano di rientro, potrà sottoscrivere contratti soltanto per
9 mesi su 12. Inutile dire che se non si interviene vi sarà l'interruzione
delle prestazioni e la prospettiva della cassa integrazione per il personale
degli enti -:
se anche nella funzione di assessore alla sanità, abbia disposto o intenda disporre un’immediata verifica della contabilità degli anni 2008 e 2009 dell'Asp 5, con l'obiettivo di una rideterminazione dell'assegnazione delle risorse per la riabilitazione in modo tale da impedire che 3000 diversamente abili, in gran parte ragazzi, abbiano diritto ad un'assistenza che riduca il più drasticamente possibile i loro svantaggi con, inoltre, gravi ripercussioni sui 500 lavoratori del settore che assolvono con passione a un compito delicatissimo e straordinario.
(8; 11.06.2010)
Grillo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con
un bando di gara emanato presumibilmente in data 30.4.2010 (n. gara 532330),
i
termini per presentare offerta scadono il giorno 15.6.2010 alle ore 12;
tra
i requisiti richiesti ai partecipanti per essere ammessi alla gara, a pena di
esclusione, al punto 5 (Requisiti minimi di partecipazione), capitolo
“Situazione giuridica” punto h) è richiesto di "aver prestato il servizio di vigilanza fissa
nell'ultimo triennio per almeno un’Azienda sanitaria od ospedaliera”. Al capitolo “Capacità tecnica e professionale prove
richieste” del suddetto punto 5 è inoltre esplicitato che “Ai fini dell’ammissione alla gara è necessario
aver espletato servizio identico, negli ultimi tre anni, per almeno un’Azienda
sanitaria od ospedaliera con contratto almeno biennale”;
tale
clausola appare eccessivamente limitativa del principio di libera concorrenza
di cui all'art. 2 del Dlgs 163/2006 sotto il profilo
della proporzionalità, in quanto ultronea rispetto ai
requisiti previsti dall'art. 42 dello stesso Dlgs;
in
particolare, il requisito dell'aver espletato servizio “Identico” negli ultimi
tre anni, per una Asp o per una AO (per giunta con contratto biennale) appare
clausola sproporzionata, in quanto la vigilanza di un presidio sanitario non
costituisce prestazione diversa dalla vigilanza di una qualsiasi sede di P.A.
di dimensioni medio-grandi;
nell'inserire la
suddetta clausola, la stazione appaltante non ha motivato l'esercizio del
potere discrezionale finalizzato alla richiesta di requisiti di capacità
tecnico-organizzativa ulteriori e più stringenti rispetto a quelli fissati
dalla legge;
la suddetta clausola
inserita nel bando fa correre il rischio di restringere in modo ingiustificato
lo spettro dei potenziali concorrenti o di realizzare effetti discriminatori
tra gli stessi, in violazione di quanto stabilito dall'art. 44, par. 2 della
direttiva 2004/18/CE secondo il quale i livelli minimi di capacità richiesti
per un determinato appalto devono essere connessi e proporzionati all'oggetto
dell'appalto stesso -:
1) se alla data di
scadenza del termine del 15.6.2010 risulta essere stata presentata una sola
offerta o più offerte;
2) se è vero che
negli anni precedenti era stata sempre prevista nel bando di gara relativo
all'affidamento del servizio di vigilanza dell'Asp di Vibo Valentia la clausola
della partecipazione di almeno tre ditte ai fini dell'aggiudicazione;
3) se non sia
opportuno sospendere la procedura di gara e richiedere parere all'Autorità per
la vigilanza sui lavori pubblici sulla ragionevolezza e proporzionalità della
clausola in predicato.
(9; 14.06.2010)
Amato, Battaglia, Censore, Guccione, Loiero, Maiolo, Principe, Scalzo, Sulla. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore ai lavori pubblici.
Per sapere - premesso che:
con D.D.G.
del Dipartimento lavori pubblici n. 2979 del 15.03.2010 è stato approvato il
Programma di cui all'art. 13 commi 1 e 5 della L.R. 12.06.2010, n. 19;
il predetto Programma fornisce un
elenco di 480 interventi di opere pubbliche riguardanti la quasi totalità degli
Enti locali calabresi;
molti Comuni hanno già approvato i
progetti esecutivi delle opere e fatto domanda di erogazione di mutuo alla
Cassa DD.PP.;
nel frattempo, con D.D.G. del Dipartimento lavori pubblici n. 8832 del
09.06.2010, è stata sospesa cautelativamente l'attuazione del Programma di cui
sopra;
trattasi, questo, di atto di
enorme gravità poiché si procrastinano centinaia di opere pubbliche necessarie
per superare gli atavici problemi che affliggono le comunità calabresi in
ritardo di sviluppo rispetto al resto del Paese;
non si permette l’immissione nel
circuito economico regionale di decine di milioni euro che consentirebbero di
far tirare un sospiro di sollievo alle centinaia di piccole imprese
dell'edilizia, strozzate da una crisi senza precedenti;
la giustificazione addotta dal
Dirigente generale appare alquanto risibile quando fa riferimento ad Enti che
hanno richiesto devoluzioni o alla presenza di non meglio chiarite
incongruenze;
in tal caso, correttamente il
Dirigente generale avrebbe fatto bene a sospendere singoli interventi e non
l'intero Piano;
si crea, probabilmente, un
contenzioso con quei Comuni virtuosi che hanno già provveduto ad attivare le
procedure previste dalla legge;
si rischia di innescare il solito
meccanismo, tutto meridionale, che vede trascorrere tempi biblici tra l’idea di
un intervento e la realizzazione dello stesso;
vi sono palesi profili
d'illegittimità del provvedimento stesso;
le motivazioni che hanno generato
il decreto di sospensione sono completamente diverse da quelle riportate nel
comunicato fatto diramare dal Dipartimento lavori pubblici dove si parla di
motivi di natura finanziaria non presenti nel decreto;
trattandosi di sospensione, il
Direttore generale avrebbe dovuto prevedere limite temporale della stessa per
non lasciare il Programma stesso nella più assoluta indeterminatezza -:
i reali motivi alla base del
provvedimento di sospensione e, contestualmente, invitarli a sensibilizzare il
Dirigente generale del Dipartimento lavori pubblici affinché voglia provvedere
all'immediata revoca senza alcun indugio del decreto n. 8832 del 09.06.2010.
(10; 16.06.2010)
Chiappetta. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
le Ferrovie della Calabria s.r.l.
costituiscono, ad oggi, una delle principali concessionarie del servizio di
Trasporto pubblico locale dell’intera regione. L'erogazione del servizio
avviene attraverso la gestione di linee ferroviarie secondarie, di autolinee a
carattere principale e regionale ed autoservizi urbani; avviene attraverso la
gestione di servizi correlati al trasporto, quali autostazione e parcheggi, e,
persino, attraverso la gestione di servizi di trasporto dedicati al settore
turismo;
l'azienda di trasporto è deputata,
tra gli ulteriori e molteplici servizi, ad assicurare, in primis, la mobilità
interna cittadina nei principali centri urbani regionali ed il trasporto
pendolare ed ordinario delle periferie;
in antitesi al contenuto
"proclamato" nella Carta dei Servizi societaria, da diversi anni a
questa parte si sussegue, senza soluzioni di continuità, una considerevole
serie di pubbliche denunce, inoltrate anche a mezzo stampa alle Istituzioni ed
alla stessa azienda, da parte di sindacati e comitati di utenti costituiti
(questi ultimi) ad hoc a dimostrazione sia del profondo stato di degrado e
abbandono in cui verserebbero le strutture gestite dalla stessa, sia dei
notevoli disservizi e disagi che quotidianamente subirebbero gli utenti, per
come esemplificativamente evincibile da alcuni tra
gli innumerevoli articoli pubblicati in materia e che, se ritenuto utile ed
opportuno, potranno essere successivamente inoltrati;
tutto quanto - naturalmente se
accertato - contrasterebbe con i principi statuiti in materia di tutela della
salute, della pubblica incolumità, della sicurezza (per utenti e dipendenti),
nonché con i principi di efficienza, efficacia e buon andamento posti alla base
della gestione di quello che è un servizio deputato al soddisfacimento
dell'interesse della collettività intera;
il difetto di gestione si
appaleserebbe, tra l'altro, nei ritardi in ordine alla messa in sicurezza ed
ammodernamento dei vari tratti ferroviari, alcuni dei quali, anche in
concomitanza ed a causa dei ben noti eventi franosi abbattutisi sul territorio
nelle passate stagioni, sono stati definitivamente chiusi;
al riguardo, il sottoscritto ha
presentato nel corso della passata legislatura, una interrogazione - rimasta,
purtroppo, priva di riscontro - avente ad oggetto, in particolare, la chiusura
della linea ferroviaria che collega Cosenza-Camigliatello
Silano e San Giovanni in Fiore, ivi evidenziando
l'unilateralità della decisione di chiusura della tratta, intrapresa dalle
Ferrovie della Calabria senza alcun preavviso e/o attività di concertazione con
nel corso dei mesi, altresì, il
difetto di gestione denunciato da più parti parrebbe essersi addirittura
aggravato, stante le scelte che l'azienda di trasporto avrebbe opinabilmente da
ultimo intraprese. Ci si riferisce, più in particolare e naturalmente a solo
titolo di esempio, alla esternalizzazione di vari servizi (quali quello di
vigilanza per il controllo degli accessi agli uffici direttivi delle Ferrovie
della Calabria in Catanzaro; quello della bigliettazione nonostante l’esistenza
di un costoso sistema a tanto deputato, rimasto inutilizzato; quale, infine,
quello attinente la manutenzione di treni ed autobus aziendali appaltato, pare,
per un importo di 9 milioni di Euro l'anno) che ben potevano essere affidati a
personale interno e che, quindi, qualora ciò corrispondesse al vero,
evidenzierebbe, sul punto, una serie di iniziative le quali oltre a contrastare
con qualunque principio di razionalità, si risolverebbe, da un punto di vista
finanziario, in un inutile, ingiustificato ed ingente spreco di danaro
pubblico;
"Quello dei trasporti
costituisce uno dei settori più delicati e necessari allo sviluppo ed alla
vivibilità della nostra Regione" (Disegno di legge n. 482/7^ recante
"Modifiche alla L.R. 23 del 7.8.1999 sulle
"Norme per il trasporto pubblico");
a norma dei combinati disposti
dell'art.
ai sensi della L.R.
23/99, art. 3, lett. 1),
a) se
b) se ha inteso e/o intende, più
specificatamente, effettuare gli opportuni controlli sulla gestione in generale
del servizio di trasporto pubblico locale da parte dell'Azienda in oggetto,
nonché se ha inteso e/o intende verificare lo stato economico-finanziario
dell'Azienda e la sua compatibilità con le iniziative che la stessa avrebbe
intrapreso in ordine alla asserita esternalizzazione dei vari servizi su
descritti;
c) se, infine, naturalmente
accertate responsabilità degli attuali vertici e anomalie ed inefficienze
gestionali in genere non ritenga opportuno valutare se ricorrano le condizioni
perché si proceda a richiedere l'eventuale commissariamento dell’Azienda che
dovrebbe degnamente rappresentare la "capofila" nel settore del
Trasporto pubblico locale calabrese.
(11.06.06.2010)
Talarico D. All’assessore alle
attività produttive. Per sapere – premesso che:
in data 10.05.2010 si è svolta
presso il Dipartimento n. 5/Attività Produttive - settore Politiche energetiche
della Regione Calabria,
la legge regionale n. 42/2008
stabilisce che il Dipartimento Attività Produttive - Settore Politiche
Energetiche, convoca la conferenza di servizi a seguito di "esito
positivo" della verifica preliminare del progetto;
da indiscrezioni di stampa
sembrerebbe che nel Progetto di che trattasi risulterebbero evidenti carenze
progettuali, relativamente a non secondari aspetti autorizzativi e gestionali
(Destinazione delle ceneri, autorizzazione agli scarichi nel fiume e alla
realizzazione di pazzi: ecc.);
la stessa Provincia di Cosenza,
presente alla Conferenza, avrebbe prodotto precipue osservazioni relativamente
alle carenze progettuali di cui sopra;
le dimensioni e la tipologia della
centrale che si vorrebbe realizzare nel Comune di Panettieri (CS) pongano
comunque, in linea generale, degli interrogativi sulla sua compatibilità con le
caratteristiche geomorfologiche, con la vocazione economica, con gli aspetti
paesaggistici dell'area in cui la stessa dovrebbe essere realizzata -:
1) se in sede di verifica
preliminare del Progetto; il Dipartimento n. 5 Attività produttive - Settore
politiche energetiche, ha riscontrato le carenze progettuali prima richiamate;
2) se nella valutazione
preliminare della domanda di autorizzazione presentata dalla Ditta Bioenergia
Investimenti S.P.A., si è tenuto conto della
sostenibilità del Progetto in riferimento alle caratteristiche ambientali ad
alla vacazione economica del territorio in cui la centrale andrebbe ad essere
impiantata;
3) quali iniziative si intendono
intraprendere a tutela degli interessi dei territori interessati.
(12; 16.06.2010)
Talarico D. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore all’agricoltura, foreste e forestazione. Per sapere – premesso che:
in
questi giorni numerosi cittadini stanno ricevendo Avvisi di pagamento da parte
del Commissario straordinario del Comprensorio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati
(Cs), relativamente agli anni 2005-2006;
gli
importi dei tributi (dovuti al Consorzio per miglioramento fondiario) sono
stati calcolati con Determina del Commissario straordinario del predetto Ente n. 177 del
28.10.2009;
il
servizio di miglioramento fondiario, com'è evidente, non è più svolto dal
predetto Consorzio da moltissimi anni;
molti
dei fondi cui il tributo si riferisce hanno cambiato la propria destinazione agricola da ormai
qualche decennio -:
se
sono da considerarsi legittimi gli Avvisi di pagamento emessi dal Commissario
straordinario del Comprensorio di Bonifica della Piana di Sibari
e della Media Valle del Crati, stante la soppressione e l'inattività dello stesso
in riferimento al servizio cui il tributo si riferisce;
quali
iniziative si intendano adottare a tutela dei diritti dei cittadini
interessati.
(13;
17.06.2010)
Giordano.
Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
è
grave la condizione in cui versano le cooperative che gestiscono le strutture
riabilitative psichiatriche nella provincia di Reggio Calabria, enti che
occupano centinaia di dipendenti e provvedono all’assistenza di altrettanti
disabili mentali;
la
situazione si presenta ormai drammatica, atteso il ritardo con cui l'Asp 5 di
Reggio Calabria procede al pagamento del corrispettivo dovuto (al momento ha
proceduto a liquidare la sola mensilità di dicembre 2009) e l'assenza di una
normativa di riferimento che riconosca il lavoro meritorio condotto da tutto il
comparto a seguito della chiusura dell'Ospedale psichiatrico di Reggio
Calabria;
gli
Enti coinvolti nel servizio subiscono da un ventennio una condizione di
precarietà economica e la mancanza di norme chiare e definitive che regolino il
settore;
l’Asp
5 condiziona il pagamento delle spettanze all'impegno degli enti gestori di
assumere l'onere dell'accreditamento delle strutture medesime ai sensi della D.G.R. 141/2009 (linee guida per
l'accreditamento delle strutture sanitarie), le cui norme sono più confacenti a
regolamentare l'attività assistenziale delle strutture a carattere psichiatrico
delle province di Catanzaro e Cosenza e non certamente quelle di natura
riabilitativa della provincia di Reggio Calabria che all'epoca della chiusura
dell'infamante realtà rappresentata dal manicomio reggino decise di darsi un
modello alternativo;
in
ogni caso, le linee guida attualmente operanti, non tenendo conto della realtà
dei servizi psichiatrici reggini, prevedono un forte ridimensionamento degli
operatori impegnati nelle strutture;
il
cambio dei vertici dell'Asp 5 rischia di rallentare ulteriormente la
definizione economica delle spettanze a favore degli enti gestori -:
quali
provvedimenti intende adottare
se
non ritiene utile e opportuno valutare la possibilità di adottare delibera di
Giunta regionale per integrare la delibera n. 141/2009 sulle linee guida per
l'accreditamento delle strutture sanitarie al fine di dare risposte più consone
alle realtà che nella provincia di Reggio Calabria gestiscono la residenzialità
psichiatrica attraverso rapporti convenzionali con il privato sociale,
esperienze consolidatisi dopo il superamento del manicomio di Reggio Calabria,
chiuso nel 1990 e che le succitate linee guida omettono di considerare e
valutare;
se
non ritiene utile e opportuno adottare tale provvedimento con urgenza, in virtù
dell'imminente scadenza dei termini per l'accreditamento definitivo al
31.12.2010, con il rischio reale e concreto che venga meno il servizio reso e
si aprano conseguenze drammatiche sull’utenza e sugli operatori del settore
impegnati nel superamento del disagio psichiatrico.
(14;
18.06.2010)
Giordano.
Al Presidente
della Giunta regionale e al sottosegretario
alla Presidenza con delega alla protezione civile. Per sapere – premesso
che:
alla
luce della normativa sulla Protezione civile nazionale e regionale, appare
necessario e opportuno superare la logica dell'emergenza nell'ambito degli
interventi a rischio sismico e idrogeologico sul territorio calabrese;
lo
stesso responsabile nazionale della Protezione civile, dott. Guido Bertolaso,
ebbe a dichiarare in Commissione ambiente del Senato in data 04.02.2009 quanto
segue: “è da chiedersi quanti piani di emergenza siano stati predisposti dalle
Amministrazioni comunali,” e, continuava riferendosi alla situazione calabrese
nella risposta agli eventi calamitosi “... si tratta di azioni non sistemiche
né sistematiche, ossia che si limitano a fronteggiare l'evento in corso, prescindendo da
un’attività ordinaria di preparazione e pianificazione che, al contrario, in
Calabria, si rivela assolutamente inadeguata”;
la
gestione di questi anni dell'intero comparto della Protezione civile ha omesso
un intervento organico teso ad una reale pianificazione degli interventi
attraverso il rilievo e il monitoraggio del territorio nell'ambito della
prevenzione e sui rischi presenti sul territorio;
si
legge sul sito della Protezione civile “
tale
sistema informativo, purtroppo, non risulta utilizzato appieno da parte degli
enti territoriali periferici, i quali, per carenze di personale e risorse
finanziarie, non sono in grado di ottemperare a tale gravoso compito;
inoltre,
risulterebbero ricoverati presso la sede regionale di Catanzaro della
Protezione civile diversi mezzi fuoristrada, acquistati con risorse di cui al
fondo regionale di Protezione civile, e mai utilizzati, salvo alcune unità
assegnate ai Comuni sede di COM;
fra
l'altro, risulterebbe che non sono stati erogati i fondi per l'anno
a
seguito della procedura di stabilizzazione, sono stati assorbiti nell'organico
regionale ex lavoratori Lsu/Lpu
i quali negli anni hanno accumulato una esperienza nel settore della protezione
civile e attualmente, si trovano distaccati presso le strutture periferiche
regionali;
ove
vi sia la disponibilità effettiva di automezzi mai utilizzati, per non
perpetrare uno spreco di risorse, gli stessi potrebbero essere destinati agli
enti territoriali nell'attività di protezione civile;
come
previsto dalla normativa nazionale e regionale, le associazioni di volontariato
assumono un ruolo fondamentale nell'ambito della protezione civile -:
se
non ritengano utile e opportuno attivare il Dipartimento della Protezione
civile, attraverso i necessari provvedimenti, affinché il personale ex Lsu/Lpu, poi stabilizzato,
attualmente destinato alle strutture periferiche dell'ente regionale, venga
impiegato, a supporto degli enti locali, per le attività di rilievo e il
monitoraggio del territorio, censimento e verifica della vulnerabilità sismica
degli edifici pubblici, aggiornamento dei piani di Protezione civile dei comuni
facenti parte del COM, il tutto al fine di inserire i dati e aggiornare in modo
stabile e continuativo il sistema informativo territoriale per la gestione
delle emergenze (SITgE);
quali
iniziative intendano intraprendere per garantire il pagamento dei contributi
per l'anno 2000 alle associazioni di volontariato impiegate nel servizio di
spegnimento degli incendi boschivi;
se
non ritengano utile ed opportuno, ove verificato l'effettivo inutilizzo e
abbandono di mezzi fuoristrada presso la sede regionale della Protezione
civile, attivare il Dipartimento per una loro destinazione presso gli enti
territoriali (sedi COC e COM), i quali soffrono, in particolare nelle
emergenze, di gravi carenze di mezzi.
(15;
18.06.2010)
De Gaetano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere - premesso che:
per garantire il più corretto utilizzo del personale ex Lsu/Lpu, assunto a tempo indeterminato con contratto part-time alle dipendenze della Regione ai sensi e per gli effetti del D.D.G. n. 20267 del 4 dicembre 2008, il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8;
l'art. 15, 2° comma, della suddetta legge prevede che i dipendenti siano utilizzati negli uffici provinciali dei Dipartimenti regionali;
la nuova normativa ha posto fine alla grave situazione di disagio del personale ex Lsu/Lpu, costretto a lunghe trasferte per raggiungere il posto di lavoro in seguito al trasferimento in massa dalle sedi decentrate in cui era stato dapprima impiegato agli uffici regionali di Catanzaro;
all'approvazione della legge da parte del Consiglio regionale della Calabria non è finora seguita la sua puntuale applicazione da parte dei dipartimenti regionali;
non hanno finora ricevuto riscontro le domande avanzate da quei dipendenti che hanno chiesto di poter essere destinati alle precedenti sedi di lavoro distaccate, avvalendosi della possibilità offerta dalla nuova normativa -:
se intendano sollecitamente avviare un'immediata ed integrale attuazione della legge regionale 26 febbraio 2010 n. 8, nel disporre il trasferimento del personale ex Lsu/Lpu presso i servizi provinciali dei dipartimenti regionali.
(16; 21.06.2010)
Giordano. Al Presidente della Giunta regionale ed al sottosegretario alla Presidenza
con delega alla protezione
civile. Per sapere – premesso che:
in Calabria e nella provincia di
Catanzaro tra la metà di gennaio e la metà di febbraio 2010, si sono abbattuti
una serie di nubifragi che hanno compromesso la già precaria situazione
idro-geologica del territorio. In particolare, giorno 1 Febbraio 2010 una frana
interessava l'abitato di Tiriolo (CZ) interrompendo,
di fatto, il transito sulla strada provinciale n. 19 (più precisamente al bivio
località Pedadace direzione SP 167/01) che è
un'arteria importante per il collegamento tra l'asse a scorrimento veloce Catanzaro-Lamezia (SS 280) ed i comuni della Presila
catanzarese;
lo stesso responsabile della
Protezione civile nazionale dott. Bertolaso, intervenuto in loco, in sede di
conferenza stampa tenutasi a Lamezia Terme si era impegnato a stanziare 15 Ml
di euro (per Calabria e Sicilia) nei giorni successivi, con ordinanza, per
intervenire sulle frane avvenute nell'anno 2010; a tutt'oggi non si sa se tale
stanziamento sia avvenuto e se sia stato riconosciuto lo stato di calamità
naturale;
nel circondario, il Comune di Gimigliano, è interessato da varie frane che rendono
difficoltoso il collegamento con Catanzaro e con Tiriolo;
c'è un ponte che rischia di crollare e la sua chiusura ha isolato 25 famiglie
in loc. Patia e diverse attività produttive;
il 14 aprile scorso si è tenuta a Tiriolo una conferenza dei Sindaci, dove si sono
evidenziate le difficoltà per Tiriolo stesso e per i paesi
del circondario e il Prefetto si era impegnato ad intervenire, ma nulla, a
tutt'oggi, è stato fatto;
lo stesso intervento promosso
dall'Amministrazione provinciale di Catanzaro atto a creare una bretella che
favorisse i collegamenti stradali non risolve i problemi di viabilità in
direzione Marcellinara;
tale situazione incide oltre che
sulla viabilità anche sull'economia e il turismo atteso che da sempre Tiriolo è meta di turisti italiani e stranieri che si
recano in paese per ammirare le bellezze paesaggistiche, turistiche ed
archeologiche; con l'avvicinarsi del periodo estivo, il turismo potrebbe
sensibilmente diminuire, a causa dell'impossibilità per i pullman di
raggiungere il centro, e questo provocherebbe un dissesto economico per il già
provato tessuto sociale del comune. Inoltre, i commercianti, devono provvedere
a loro spese per il trasbordo ed il trasporto su mezzi più piccoli delle merci
da vendere, provocando un aumento dei costi e dei prezzi;
la cittadina di Tiriolo si colloca territorialmente in una posizione che
rende agevole il transito verso diversi comuni montani della Presila
catanzarese (San Pietro Apostolo, Cicala, Gimigliano,
Carlopoli, Serrastretta, Decollatura, Soveria Mannelli,
Bianchi) che, non potendo usufruire di tale arteria, sono raggiungibili da
strade montane più accidentate e scoscese -:
se risultano stanziate da parte
della Protezione civile nazionale risorse economiche atte a risolvere i
problemi indicati in premessa e in caso contrario, se non ritengano utile
attivarsi nei confronti del Governo nazionale;
se sono previsti attualmente fondi
regionali, anche di provenienza comunitaria, da poter utilizzare per i
necessari interventi;
quali iniziative intendano
intraprendere, in caso di mancanza di risorse, per destinare fondi regionali
finalizzati a risolvere un problema ormai drammatico per l'intero comprensorio.
(19; 02.07.2010)
Talarico D. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la legge n. 191/2009 (Legge
finanziaria 2010) art. 2, comma
tali misure, che si aggiungono ai
consistenti tagli già operati per gli anni 2008 e 2009, non si limitano soltanto a
cancellare le risorse erariali per le attività delle Comunità montane, ma
impediscono il pagamento delle rate di ammortamento sui mutui pluriennali
ancora in essere, contratti con il concorso dello Stato e il pagamento degli
stipendi al personale;
avverso tali disposizioni,
contenute nell'art. 2, comma 187, della legge 191/2009, fra tutti gli altri
anche
il Consiglio della Regione
Calabria, nella seduta del 10 Febbraio 2010, con propria deliberazione n. 414
con oggetto: "Legge regionale - Provvedimento generale recante norme di
tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla
manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4, della legge
regionale n. 8 del 2002)", ha disposto, all'articolo 1, comma 1, che
"nelle more di un provvedimento di riforma delle Comunità montane,
nello stesso articolo, tra
l'altro, al comma
valutata l'inesistenza dei
presupposti tecnico-giuridici per procedere all'approvazione dei bilanci per
l'esercizio 2010, anche perché in assenza di precise indicazioni della Regione
Calabria circa le risorse finanziarie su cui contare, le Comunità montane
calabresi hanno fatto ricorso alla “gestione provvisoria”, prevista dal secondo
comma dell'art. 163 del D.Lgs. n. 267/2000;
lo stanziamento di 4 milioni euro
soprarichiamato, ha concorso ad una compensazione del mancato trasferimento
erariale soltanto per i primi 3 mesi dell'esercizio in corso;
ad oggi non vi è alcun
provvedimento legislativo che dispone lo scioglimento delle Comunità montane
calabresi -:
quali misure si stanno adottando
per assicurare le necessarie risorse finanziarie alle Comunità montane
calabresi relativamente ai bilanci per l'anno
quali iniziative si stanno
adottando in relazione alla delega ricevuta dal Consiglio regionale di
predisporre entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge di bilancio per
l'anno 2010, un disegno di legge di riforma delle competenze e delle funzioni
nonché di riorganizzazione territoriale delle Comunità montane, con riferimento
a quanto disposto dalla legge regionale 10 luglio 2008, n. 20.
(20; 02.07.2010)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore
all’urbanistica. Per sapere – premesso
che:
in data 04.05.2010, il Consiglio
comunale di Serra San Bruno ha adottato la delibera n. 05/2010 avente ad
oggetto: “PSC (Piano Strutturale Comunale) adozione documento preliminare piano
e Regolamento ai sensi dell'art. 27 della legge regionale 19/2002 e s.m.i.”;
in riferimento alla delibera n.
05/2010, vi è un interesse diretto di componenti il Consiglio comunale di Serra
San Bruno e di loro parenti in linea retta entro il quarto grado ed affini;
nonostante l'interesse diretto sia
evidente, il Sindaco e diversi consiglieri comunali di maggioranza hanno
provveduto ad approvare lo strumento urbanistico, ignorando le violazioni di
legge denunciate dai consiglieri comunali di minoranza;
la nuova formulazione del PSC
ridimensiona vistosamente la fascia di rispetto prevista a tutela della Certosa
di Serra San Bruno, la cui valenza religiosa, storica, architettonica e turista
è nota al di fuori dei confini regionali;
la vicenda ha creato grande
allarme sociale nell'intera comunità serrese;
i consiglieri comunali di
minoranza hanno presentato un esposto al Prefetto e al Procuratore della
Repubblica di Vibo Valentia, nonché al Procuratore regionale della Corte dei
Conti, indicando le irregolarità riscontrate e chiedendo che vengano esperiti
tutti gli accertamenti del caso, con conseguente adozione di ogni opportuno
provvedimento diretto a garantire e tutelare il rispetto delle leggi vigenti;
l'esposto è stato inviato anche
all'assessore regionale all'urbanistica, al quale è stato chiesto di valutare
l'opportunità di un autorevole intervento -:
quali misure si intendano adottare
per verificare l'esistenza delle violazioni dì legge;
quali provvedimenti si intendano
adottare per impedire che la delibera n. 05/2010, viziata da palesi
irregolarità, produca effetti ed ingiusti arricchimenti;
se nella vicenda siano
riscontrabili eventuali responsabilità di tipo penale, contabile, amministrativo
e/o civile a carico del Sindaco e dei consiglieri comunali che, pur avendo
interessi diretti, hanno proceduto con l'adozione della delibera n. 05/2010.
(17; 23.06.2010)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
risulta costituita la fondazione
“Monsignor Biagio Pisani” – Centro studi per la tutela, promozione e
valorizzazione della spiritualità e della biodiversità nelle Serre calabre –
nel cui Cda prendono parte il Presidente della Regione Calabria o suo delegato,
il Presidente della Provincia di Vibo Valentia, il Sindaco di Serra San Bruno,
l'Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace,
il Padre Priore della Certosa di Serra San Bruno, il Rettore dell'Università
Mediterranea di Reggio Calabria,
il Cda della fondazione “Monsignor
Biagio Pisani” si è insediato in data 29.09.2009 procedendo all'elezione del
Presidente, identificato nella persona del sig. Raffaele Lo Iacono,
che è anche Sindaco del Comune di Serra San Bruno;
con decreto del Presidente della
Regione n. 286 del 23.12.2009, la fondazione ha ottenuto il riconoscimento
della personalità giuridica di diritto privato e l'iscrizione nel registro
regionale delle persone giuridiche private;
era stato inizialmente previsto un
contributo di € 1.000.000,00, inserito nella legge regionale n. 19 del
12.06.2009 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2009), da
concedere alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani”, in aggiunta a 400.000,00
per la ristrutturazione del palazzo, da adibire a sede della stessa fondazione,
sito a Serra San Bruno in via Roma, 2;
in data 04.05.2010, il Consiglio
comunale di Serra San Bruno, con la presenza determinante ai fini del conteggio
per il raggiungimento del numero legale del sindaco Raffaele Lo Iacono, che è anche Presidente della fondazione “Monsignor
Biagio Pisani”, ha provveduto ad approvare le delibere n.09/2010 e n.10/2010
concernenti rispettivamente la “Concessione in comodato gratuito alla
fondazione ‘Monsignor Biagio Pisani’ dei terreni e dei fabbricati di proprietà
del Comune di Serra San Bruno ubicati in località Rosarella
(ex vivaio forestale)” e la “Cessione alla fondazione ‘Monsignor Biagio Pisani’
della gestione delle aree attrezzate costruite e costruende in funzione del
Santuario di Santa Maria del Bosco e servizi annessi”;
la minoranza in Consiglio comunale
ha presentato un esposto al Prefetto e al Procuratore della Repubblica di Vibo
Valentia nonché al Procuratore regionale della Calabria della Corte dei Conti,
lamentando la privazione per il Comune di Serra San Bruno dei suoi beni più
importanti, sottolineando che presso l'area di Santa Maria del Bosco vi è un
parcheggio comunale a pagamento che nel corso dei mesi estivi assicurava alle
case comunali un introito di diverse migliaia di euro e che, per poter
procedere con la concessione dei terreni e dei fabbricati di località “Rosarella”, il Comune ha dovuto revocare una convenzione
trentennale con l'Afor, oltre al fatto che per
l'adozione delle delibere è stata decisiva, ai fini del raggiungimento del
numero legale, la presenza del Sindaco Raffaele Lo Iacono,
che riveste pure il ruolo di Presidente della fondazione “Monsignor Biagio
Pisani”;
i consiglieri di minoranza hanno
chiesto agli organi competenti che, qualora nei fatti descritti nell'esposto
vengano ravvisate eventuali responsabilità di tipo penale, contabile,
amministrativo e/o civile a carico del Sindaco e dei consiglieri comunali,
vengano esperiti tutti gli accertamenti del caso con conseguente adozione di
ogni opportuno provvedimento diretto a garantire e tutelare il rispetto delle
leggi vigenti;
la popolazione serrese
ha mostrato forte contrarietà nei confronti del trasferimento dei beni del
Comune di Serra San Bruno alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani”;
diversi componenti del Cda della
fondazione Monsignor Biagio Pisani non erano a conoscenza del contenuto delle
delibere del Consiglio comunale di Serra San Bruno n. 09/2010 e n. 10/2010 -:
se il Presidente della Giunta
regionale o suo delegato abbia partecipato alla decisione di trasferire i beni
del Comune di Serra San Bruno alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani”;
se nella vicenda siano
riscontrabili danni patrimoniali e d'immagine per il Comune di Serra San Bruno;
se
quale posizione
se esistano, finora, tracce
dell'operato della fondazione “Monsignor Biagio Pisani”;
se
(18; 23.06.2010)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
in data 4.07.2008 la società SEI
S.p.A. ha presentato al Ministero per lo sviluppo economico la richiesta di
autorizzazione unica relativa ad un progetto per la realizzazione di una
centrale a carbone della potenza di 1.320 MWh, da
realizzarsi a Saline Ioniche, nella zona costiera del comune di Montebello Ionico (RC);
ai sensi dell'art. 117 della
Costituzione la materia della produzione di energia è di esclusiva competenza
regionale: tale principio subisce una deroga per le centrali di produzione
superiori a 300 MWh e (ora) anche per quelle
nucleari;
la normativa in materia prevede
che l'autorizzazione del Ministero per lo sviluppo economico sia subordinata
all'intesa con
in data 22.09.2008
il diniego era conseguenza di una
precisa scelta sulla produzione energetica fatta dalla Regione Calabria con il
Piano energetico regionale (approvato con delibera del Consiglio regionale n.
315 del 14.02.2005), il quale indica come fonti primarie di produzione di
energia quelle rinnovabili e non inquinanti e non prevede la costruzione di
centrali a carbone nel territorio regionale. Ciò anche sul presupposto che, a
fronte di una domanda di energia della Regione Calabria, stimata, a fine anno
l'energia prodotta in esubero
viene trasportata per tutta l'Italia e utilizzata dalle regioni
industrializzate;
sulla questione Saline, oltre al Piano
energetico regionale, si inserisce anche una delibera di Giunta (la numero 686
del 6 ottobre 2008), già trasmessa a suo tempo in sede di conferenza di
servizi, con la quale l'ente regionale ha deliberato di non accordare l'intesa
prevista dalla legge n. 55/2002, precisando che tale comunicazione costituisce
preavviso nei confronti della società proponente dei motivi ostativi
all'accoglimento dell'istanza;
secondo una recente
interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale, l'intesa preventiva è un atto
essenziale, imprescindibile, in mancanza del quale l'iter autorizzatorio
per la costruzione di nuove centrali destinate a produrre energia elettrica
deve fermarsi senza appello;
costruire una centrale a carbone
nella nostra regione significherebbe inquinare e deturpare il nostro
territorio, senza, fra l'altro, un minimo ritorno economico per
la tecnologia utilizzata per la
produzione di energia dal carbone è, ancora oggi, altamente inquinante, tanto
che
allo stato attuale, il
procedimento per l'autorizzazione della costruzione della centrale a carbone di
Saline Ioniche presso il ministero dello sviluppo economico è sospeso “di
fatto”, stante la mancanza di intesa con
anche la recente legge n. 99 del
2009 (Misure per la sicurezza e il potenziamento del settore energetico), la
quale all'art. 27, comma 30, prevede che “L'eventuale rifiuto regionale
dell'intesa deve essere espresso con provvedimento motivato, che deve
specificatamente tenere conto delle risultanze dell'istruttoria ed esporre in
modo chiaro e dettagliato le ragioni del dissenso dalla proposta ministeriale
di intesa”, sia pur non applicabile al caso di specie, non sposta la posizione
assunta dall'ente regionale di diniego ad una eventuale intesa. Infatti, la
costruenda centrale si pone in netto contrasto con la vocazione turistica
dell'area, si colloca all'interno di un'area naturalistica protetta (aree SIC
del Pantano di Saline Ioniche, Capo dell'Armi di Lazzaro, di Pentedattilo di Melito P.S.),
interessa diversi centri abitati limitrofi con gravi conseguenze sulla salute;
nelle more, con provvedimento
dell'8 giugno 2010, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha espresso
parere contrario alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale in
ordine al progetto definitivo presentato dalla società SEI S.p.A., con motivazioni
di ordine paesaggistico e architettoniche sulle aree interessate
all'intervento;
nonostante uno stallo delle
procedure pendenti presso i ministeri competenti, la popolazione locale e le
associazioni di base contrarie alla centrale appaiono preoccupate dalle ultime
notizie riguardanti una nuova “accelerazione” sull'iter amministrativo da parte
della società SEI e degli enti locali interessati, i quali, attraverso una
riunione dei Sindaci, avrebbero di fatto manifestato aperture ad una ipotesi di
costruzione dell'impianto, subordinando il tutto ad un accertamento scientifico
di impatto ambientale e sanitario da parte di una commissione di esperti,
contraddicendosi con la posizione di netta chiusura assunta in passato, almeno
da parte della maggioranza dei Comuni;
esprime la propria contrarietà ad
ogni ipotesi di costruzione di una centrale a carbone sul territorio regionale,
secondo quanto previsto dal Piano energetico regionale;
ribadisce il proprio diniego alla
costruzione di una centrale a carbone sul sito della ex Liquilchimica
di Saline Ioniche, come espresso dalla delibera della Giunta regionale n. 686
del 6 ottobre 2008, già trasmessa a suo tempo in sede di conferenza dei
servizi, con la quale l'ente Regione ha deliberato di non accordare l'intesa
per la realizzazione dell'impianto;
impegna
e il Presidente della Regione
affinché comunichino ulteriormente ai ministeri competenti e agli enti
territoriali interessati la posizione contraria del Consiglio regionale della
Calabria e della Giunta regionale al progetto di costruzione di una centrale a
carbone sulla ex area della Liquilchimica di Saline
Ioniche, e pongano in essere ogni azione necessaria ad opporsi ad un eventuale
provvedimento autorizzatorio alla costruzione della
centrale.
(4; 25.06.2010) Giordano, De Masi,
Talarico D.
Art. 1
1. Al comma 1 dell'articolo 65 la
parola "ventisette" viene sostituita con la parola
"quarantaquattro".
2. Al comma 2 dell'articolo 65 la
parola "ventisette" viene sostituita con la parola "quarantaquattro".
3. Al comma 2 dell'articolo 65,
dopo le parole "per i Comuni che alla data del" la data "19
giugno 2008" viene sostituita con la data "12 maggio 2010".
4. Al comma 2 dell'articolo 65
dopo le parole "ove dovesse decorrere infruttuosamente anche tale
ulteriore termine", il periodo "il Dipartimento Urbanistica e Governo
del Territorio della Regione procederà alla norma dei Commissari ad acta, con tecnici da reperire dagli albi degli Ordini
Professionali, che entro sei mesi dovranno provvedere all'avvio della procedura
di redazione dello strumento urbanistico, con oneri a carico dei Comuni
inadempienti." Viene sostituito con il seguente "si applica quanto
previsto dall'articolo 28 della presente legge".
5. Al comma 2, lettera a), la
parola "quarantadue" viene sostituita con la parola
"cinquantaquattro".
6. Al comma 2, lettera C), la
parola "quarantadue" viene sostituita con la parola
"cinquantaquattro".
7. Tutti gli atti assunti dai
comuni in attuazione dei loro Piani Regolatori Generali vigenti: successivamente
al 19 giugno 2010 e fino all'entrata in vigore della presente legge sono da
considerarsi comunque efficaci.
Art. 1
1. Per tutto il periodo di
attuazione del piano di rientro del disavanzo del servizio sanitario regionale,
il sistema di finanziamento dell'Autorità regionale "Stazione Unica
Appaltante", per consentire le attività di preparazione, indizione ed aggiudicazione
delle gare concernenti acquisizioni di servizi e forniture a favore degli enti
del servizio sanitario regionale, è definito dalla Giunta regionale, anche in
deroga all'articolo 10, 1° comma della legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26
con gli oneri a carico del fondo sanitario regionale; per gli altri soggetti
obbligati si applicano le disposizioni dell'articolo 10, legge regionale 7
dicembre 2007, n. 26.
Art. 1
1. Il termine di cui al comma 1
dell'articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 49 è prorogato al 31
dicembre 2010.
2.
“Il Consiglio regionale
considerato che
in data 23 giugno 2000 è stato
sottoscritto da parte del Ministero della difesa, Ministero dell'economia e
finanze, Regione Calabria, Provincia di Crotone e Comune di Cutro
(Kr) un Accordo di programma per la realizzazione di
una caserma dell'Esercito da localizzare in territorio del Comune di Cutro, loc. Mascino;
i lavori di costruzione dell'opera
sono stati avviati nel 2003 e si sono concretizzati nella realizzazione di n.
96 alloggi sia per il personale nubile e celibe che per militari con famiglie,
oltre alla costruzione di parcheggi, aree verdi e parchi gioco per bambini;
per rendere possibile tale prima tranche di lavori il Comune di Cutro ha proceduto alla espropriazione di
finora sono stati spesi da tutti
gli enti sottoscrittori dell'Accordo di programma oltre 21 milioni di euro;
sin dal 2008 è stato predisposto
il progetto esecutivo e un pre-bando per i lavori di
completamento dell'importante struttura pubblica per circa 50 milioni di euro;
preso atto che a tutt'oggi non vi
è traccia dell'avvio dei lavori di completamento e che anzi, il Ministero della
difesa, tramite il Sottosegretario Giuseppe Cossiga ha comunicato al Comune di Cutro, con nota 6 maggio 2009, la volontà del Governo di
non dare ulteriore corso all'opera progettata attraverso motivazioni che
appaiono risibili e non rispondenti agli originari e ancora validi obiettivi
che ne hanno determinato la nascita;
ritenuto che
tale scelta, ove mantenuta,
rappresenterebbe non solo un grave sperpero di denaro pubblico ma anche una
situazione di gravissima difficoltà per l'economia di tutta l'area, considerato
che il Comune di Cutro ha da anni convogliato le sue
risorse finanziarie e progettuali sulla realizzazione della caserma, e che
anche molti privati cittadini, fidandosi di un progetto statale, hanno
effettuato investimenti per iniziative imprenditoriali di supporto;
non va nemmeno sottovaluto
l'impatto sul versante della legalità e del controllo del territorio in una
area tradizionalmente difficile e oggi condizionata anche dalla presenza nella
zona del più grande Centro di accoglienza (CDA) del Paese;
rilevato inoltre, che in risposta
ad una interrogazione parlamentare è stata confermata la volontà del Governo di
non dare corso al completamento dell'opera;
ravvisata invece la straordinaria
utilità dell'opera progettata che tanta attesa ha suscitato nella popolazione
dell'intera Provincia di Crotone;
impegna
ad intraprendere presso il Governo
nazionale e nello specifico al Ministero della difesa, tutte le iniziative tese
a scongiurare il pericolo di una ulteriore incompiuta sul territorio regionale
che penalizzerebbe ulteriormente le prospettive di sviluppo della Calabria;
a rappresentare al Governo
nazionale l'esigenza di una decisa accelerazione per il completamento
dell'opera che dispone già di tutte le autorizzazioni e le progettazioni
necessarie anche per evitare il rischio incombente di un progressivo degrado
delle opere fin qui realizzate e che hanno già comportato l'esborso di denaro
pubblico;
a notiziare
al Consiglio regionale dell'evoluzione della vicenda”.