VIII legislatura

32.

Seduta di lunedì 30 aprile 2007

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

La seduta inizia alle 11,27

PRESIDENTE

Sono le 11,27, registro l’assenza del numero legale e, come da Regolamento, aggiorno la seduta di un’ora, alle 12,30.

La seduta è sospesa.

La seduta sospesa alle 11,28 è ripresa alle 13,10

PRESIDENTE

La seduta, sospesa brevemente, riprende.

C’è una richiesta della maggioranza – che è in riunione – pervenuta attraverso il Presidente della seconda Commissione, onorevole Chieffallo, di chiedere ai colleghi della minoranza un aggiornamento alle ore 15,00 e, ovviamente, la maggioranza stessa si assume tutta la responsabilità di tale richiesta. Quindi, non si tratta di un’intesa formale, ma di una richiesta che compete alla responsabilità esclusivamente, in questo momento, della maggioranza e della quale colleghi della minoranza, al di là di loro legittime valutazioni, non possono che prendere atto.

C’è una presa d’atto, quindi, che la seduta con questa forma e per questa richiesta è aggiornata alle ore 15,00.

La seduta sospesa alle 13,11 è ripresa alle 16,53

Gesuele VILASI, Segretario questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Gesuele VILASI, Segretario questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 139/8^ del 15 gennaio 2007 del consigliere Nucera.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di dare la parola al relatore, mi aveva chiesto la parola l’onorevole Occhiuto sull’ordine dei lavori.

Roberto OCCHIUTO

Sì, Presidente, perché noi ci chiediamo come vogliano procedere la maggioranza e il Consiglio regionale, perché siamo stati responsabilmente impegnati per mesi nella Commissione bilancio. Oggi abbiamo appreso che c’è un insieme di emendamenti che, però, forse dovrebbero essere intesi più compiutamente come un emendamento interamente sostitutivo del lavoro della Commissione, ci sono alcune parti della proposta della Giunta che la Commissione aveva analizzato, approfondito e modificato all’unanimità in alcuni casi. Oggi la Giunta con la firma del Presidente della Commissione – quello che riteniamo più grave –, ci propone un insieme di emendamenti che ripristinano quelle parti. Se si guarda nel complesso l’insieme degli emendamenti proposti dai consiglieri Chieffallo e Adamo, si capisce che si tratta di un emendamento sostitutivo di un provvedimento.

Allora chiedo, anche a nome dei colleghi della minoranza, se è stato rispettato il termine per la presentazione degli emendamenti che è quello delle 24 ore prima della seduta di Consiglio regionale. Non basta nemmeno dire che gli emendamenti sono arrivati il 29, cioè ieri, bisogna capire come gli uffici hanno anche interpretato il termine delle 24 ore, se la domenica valeva e se gli emendamenti sono arrivati per le 11 di domenica mattina.

Su questo chiedo che la Presidenza del Consiglio, che è garante di tutti, della maggioranza e della minoranza, si esprima, anche perché noi come consiglieri di minoranza sapevamo che il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti fosse sabato. Oggi, invece, apprendiamo che gli emendamenti della Giunta, quelli più importanti - si tratta di emendamenti che sopprimono l’Arssa, l’Afor, che di fatto anticipano scelte di Piano sanitario, riducendo le Asl da 11 a 5 - sono stati protocollati dagli uffici ieri.

Questo è un primo chiarimento che chiediamo alla Presidenza del Consiglio.

Poi abbiamo conoscenza del fatto che un gruppo della maggioranza, segnatamente l’Udeur, ha chiesto alla Presidenza del Consiglio un termine per poter approfondire l’insieme degli emendamenti prodotti dalla Giunta. Noi rispettiamo questa richiesta, vogliamo fare il dibattito, però vorremmo capire cosa intende fare la maggioranza rispetto a questa richiesta del gruppo dell’Udeur e come anche la Presidenza del Consiglio intenda regolarsi in ordine a questo problema.

Non serve nemmeno che io evidenzi che questo gruppo consiliare non è presente nei banchi del Consiglio, oggi, e resta inteso che, per quanto il profilo che vogliamo scegliere è di grande responsabilità, anche alla luce del fatto che la Calabria sta guardando alle scelte che oggi il Consiglio regionale farà, credo che non sia nemmeno un eufemismo dire che il Consiglio regionale, oggi, è chiamato a discutere col fiato sul collo delle categorie – lo dirò poi nel dibattito generale. Avevate promesso che avreste avvicinato i cittadini al palazzo: li avete avvicinati tanto, che i cittadini oggi sono nel palazzo!

Allora, anche rispetto a questo vorrei capire come dobbiamo procedere, perché ci pare – così ci è stato detto – che il Presidente Loiero sia impegnato in audizioni dei rappresentanti delle categorie che sono nel palazzo del Consiglio regionale. Vorremmo capire che senso hanno queste audizioni, se c’è la volontà da parte della maggioranza di recepire le istanze di queste categorie nella discussione in bilancio oppure se siamo chiamati a fare un dibattito su questioni che ancora la maggioranza e il governo regionale al proprio interno non hanno definito, perché aspettano l’esito di queste audizioni del Presidente della Giunta.

Ecco, intervengo per questo, per capire come si deve svolgere questo dibattito, perché – dicevo – noi vogliamo scegliere un profilo di responsabilità, ma è evidente che non si può chiedere alla minoranza di tenere il numero legale all’interno dell’Aula, a meno che non si decida insieme come procedere nell’interesse della Calabria e al fine di rilegittimare il gruppo politico dirigente di questa Regione.

PRESIDENTE

In qualche modo, la domanda postami dal Vicepresidente Occhiuto sull’ordine dei lavori è di assoluto rilievo, ma singolare, perché riguardo alla prima richiesta, relativa gli emendamenti, non è necessario aspettare la discussione per dare una risposta, un’informazione; sulla seconda, invece, non si tratta tanto di una mozione d’ordine sull’ordine dei lavori, perché il collega Occhiuto non si è appellato al Regolamento, quanto di una valutazione di conduzione dei lavori che riguarda la responsabilità, l’orientamento e la volontà della maggioranza.

Allora, prima di dare la parola al collega Dima, intanto rispondo al primo quesito sul quale non è il caso di aspettare; sul resto risponderò in maniera non burocratica. Vorrei che i gruppi, la maggioranza e la minoranza si potessero pronunciare ed esprimessero con chiarezza la loro valutazione - lo debbo in chiave di politica istituzionale e lo sento - in tempi e in termini tali che la volontà prevalente si possa esprimere.

Torniamo alla prima questione. E’ vero – lo dico all’Aula e al collega Occhiuto – che c’era stato un accordo tra minoranza e maggioranza per stabilire nelle ore 11 di sabato 28 il termine ultimo di presentazione degli emendamenti. Nel momento in cui nessuno avesse sollevato eccezione rispetto a quella data, per me andava bene, mi ero pronunciato, solo che già prima di quell’ora e di quel giorno da parte del Presidente della Giunta regionale, del Vicepresidente, del Presidente della Commissione, e da alcuni colleghi Presidenti di gruppi della maggioranza, mi è stato eccepito che quel termine poteva valere nel momento in cui ci fosse stato un accordo generale, perché altrimenti, Regolamento alla mano, questa Presidenza doveva garantire il termine di 24 ore antecedenti la seduta di Consiglio regionale.

Non ho pensato di rispondere a un’eccezione di quel tipo con un atteggiamento formalistico, dato che si trattava del testo del bilancio, ed il termine di 24 ore è ovviamente valido per tutti, ai sensi di legge e di Regolamento, perché 24 ore non sono né 23 e mezzo né 25 e mezzo. Quindi su questa scelta chi vi sta parlando ha una responsabilità diretta.

Nemmeno io posso e nessuno di noi può lavorare guardando le lancette dell’ orologio, perché entro le 11,00 di domenica 29 l’emendamento poteva essere presentato, inoltre si tratta non tanto di un emendamento sostitutivo – la mia non è interpretazione – ma riguarda alcune integrazioni, con qualche parziale reinterpretazione. Comunque non posso o non debbo entrare nel merito. Ovviamente, il punto che pone l’onorevole Occhiuto, lo dico colleghi della maggioranza, ha assoluto rilievo rispetto alla conduzione dei lavori.

Rispetto a questo secondo aspetto, il mio compito finisce: sono tenuto, in qualche maniera, a regolare i lavori, non a governarli, in maniera che la volontà dell’Aula si esprima. Se il collega Dima vuole parlare subito, se ritiene di voler ascoltare qualche collega della maggioranza, come si intende…

(Interruzione)

No, lei può parlare. Lei ha chiesto: se vuole parlare subito, le do subito la parola, collega Dima. Se, invece, deve servire il confronto ascoltiamo un consigliere di maggioranza – mi ha capito, collega Dima?

(Interruzione)

Sì, ha la parola.

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. I termini sono chiari.

Franco Mario PACENZA

Rispetto alla prima domanda posta dal collega Occhiuto, mi pare che già, giustamente, abbia ampiamente dato rassicurazioni lei, rispetto alle procedure regolamentari.

Quanto alla vicenda politica rappresentata dal collega Occhiuto, siccome lui ha seguito, come tanti altri colleghi della maggioranza e della minoranza, il lavoro della Commissione sa che mai come in questa circostanza è stata produttiva. In alcuni momenti facevamo osservazioni al Presidente della Commissione che si apprestava a stabilire un record di durata dei lavori della Commissione bilancio, tanto è durata la discussione e tanto ha prodotto. Basta guardare i testi che si sono misurati all’interno della Commissione.

Vorrei ricordare che il primo testo di bilancio di previsione 2007 è stato approvato dal governo il 4 dicembre, poi ci sono state vicende politiche che tutti conosciamo, poi c’è stato un successivo testo integrativo datato – se non ricordo male – 21 febbraio 2007.

Già prima di queste modificazioni la Commissione aveva fatto un lavoro assai impegnativo, sul piano delle audizioni e dell’ascolto dei soggetti istituzionali più rappresentativi di questa regione, rispetto ad una situazione assai delicata sul piano sociale e sul piano delle emergenze sociali che questa regione vive. Non è un caso che, anche contravvenendo ad una condivisione unitaria, più volte abbiamo chiuso e riaperto le audizioni, perché ci rendevamo conto che c’erano categorie che, nel frattempo, chiedevano di essere ascoltate. Quindi un lavoro, io sottolineo, assai impegnativo.

Quando, poi, siamo arrivati alla fase di verifica nel merito dei singoli articoli del testo, i colleghi ricorderanno che su alcune vicende squisitamente collegate al processo di riforma di questa Regione, l’assessore Spaziante, in quel consesso rappresentante del governo regionale, ha formalmente ritirato alcuni testi, annunciando – ma non ce n’era bisogno – di riservarsi, eventualmente, di sottoporli all’Aula. Quindi, da questo punto di vista, a me pare che il percorso sia stato assai trasparente ed esplicito.

Poi si può discutere, come faremo – mi auguro - da qui a qualche minuto, nel merito delle singole proposte dei singoli articoli, però non mi pare che ci sia stato uno stravolgimento. Ci sono state questioni annunciate ripetutamente in materia di enti strumentali e non solo, che nel primo testo avevano una lettura, poi – insisto – sono stati ritirati ed oggi hanno un’altra lettura, ma questo è nell’ordine del confronto, delle funzioni di ciascuno di noi.

Sulla sanità c’erano già articoli nel testo base, c’è stata una discussione nella Commissione, anche qui penso che non ci sia nessuno stravolgimento, perché ci sono legittime prerogative che riguardano i consiglieri, le Commissioni e il Consiglio ed anche legittimamente le funzioni di governo. Riguardo al merito lo tratterò dopo, perché questa non è una discussione relativa alle singole questioni su cui legittimamente ci può essere o non ci può essere una diversità.

Ritengo, dunque, che si possa procedere, almeno per quanto ci riguarda, con la discussione generale, dando, non in termini di concessione ma di responsabilità, assoluto valore alla richiesta di un approfondimento capitolo per capitolo rispetto a quelle che sono le valutazioni di ciascun gruppo, rispetto a quelli che sono gli obiettivi che la maggioranza si propone e, dentro questi, spero, mi auguro che si possano trovare – perché no? – anche occasioni e momenti di contatto e di sintesi. Parliamo di questioni strutturali che hanno nel Consiglio regionale nel suo insieme il massimo riferimento ed io penso che lì debbano trovare uno snodo positivo per i calabresi.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Dima.

Giovanni DIMA

Ho avuto modo di esternarle qualche ora fa, in occasione della Conferenza dei capigruppo presso la Presidenza, alcune mie preoccupazioni, che sono ancora più evidenti nel momento in cui la situazione intorno al palazzo e dentro al palazzo del Consiglio regionale si aggrava di minuto in minuto. Ci giungono notizie che, presso il Consiglio regionale della Calabria, la presenza dei dimostranti, dei contestatori aumenta sempre di più nel numero e, ovviamente, aumenta anche nella evidente azione di protesta. Mai si era raggiunto tale livello in questo Consiglio regionale! Abbiamo spesso incontrato le delegazioni alle porte o alla porta del Consiglio regionale, ma mai le voci, i fischi, la contestazione erano nell’Aula!

Per cui con grande senso di responsabilità in questo momento la minoranza, è bene ricordarlo,– molto minoranza, perché anche nei banchi della minoranza ci sono molte assenze – sorregge la legittimità di quest’Aula e di questo Consiglio regionale, perché la maggioranza, non solo per i motivi già sottolineati dal collega Occhiuto - un partito intero l’Udeur popolare ha notificato alla Presidenza la sua assenza -, non è in grado di proseguire autonomamente nei lavori del Consiglio regionale.

Per cui la prima sottolineatura: Presidente, attenzione, c’è il rischio di fare, così come è accaduto qualche anno fa, che si è dovuto giocare una partita in un campo di calcio perché, altrimenti, c’era il rischio non so di che cosa potesse accadere fuori e dentro lo stadio, attenzione a non spingere più del necessario il livello della responsabilità che un Consiglio regionale deve necessariamente avere e per il quale interpretare fino in fondo le istanze e le aspettative della gente. Ma mai come in questa occasione l’ascolto di tante categorie che sono intorno e dentro questo palazzo, ad un metro, a due metri da questa Presidenza, si è reso necessario, mai come in questa occasione il fiato addosso alle istituzioni è così pesante e così terribile, aggravato anche qui da un elemento sconvolgente che è il primo punto, quello essenziale, quello che doveva caratterizzare il nostro dibattito questa sera. Mai nella storia di questo Consiglio regionale, voi dite a 24 ore, io potrei anche trovare in modo provocatorio a chiedere al Presidente a che ora è arrivato il fax, perché il maxiemendamento prodotto dalla Giunta regionale a firma del Vicepresidente Adamo e del Presidente della Commissione, caro Chieffallo – anche qui poi ci ritorno sulla tua funzione e sul tuo ruolo a tal proposito – potremmo, per esempio, immaginare di scoprire anche l’ora, visto che i fax, solitamente, portano non solo l’indirizzo di partenza del numero telefonico, ma anche il momento in cui è stato trasmesso. Ma non ci interessa questo, ci interessa sottolineare che dentro questo contesto e dentro la realtà devastata della nostra regione la Giunta regionale e il Presidente della seconda Commissione hanno l’ardimento di proporre un pezzo fondamentale della riforma di questa Regione.

Come non mai c’era bisogno di discutere su questioni che voi riepilogate in dieci-dodici paginette. Parliamo di Asl, di Arssa, di Fincalabra, di Afor, come fossero argomenti da liquidare velocemente solo perché siamo circondati. E’ una cosa che io denuncio con forza e con molto senso di responsabilità. Accanto alla mia denuncia c’è la preoccupazione istituzionale di una maggioranza che non è tale, e in Aula si vede, di un senso di responsabilità della maggioranza che non c’è. Siamo circondati e nessuno ascolta i tanti manifestanti e si vuole, a tutti i costi, consumare un percorso in quest’Aula perché così si è deciso che deve essere.

Allora, amici, colleghi e Calabria intera, siamo di fronte ad una pagina assolutamente inedita di questo Consiglio regionale, di questa nostra regione; vi prego di non consumare ulteriori passaggi dolorosi e affido al vostro buonsenso un’attenta riflessione sui due punti che vi ho posto. Siamo circondati da tante categorie che protestano e avete anche, nello stesso tempo, l’arroganza, la presunzione di “riformare” questa Regione con un maxiemendamento prodotto a mezzo fax – diciamo – 24 ore fa!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Acri. Ne ha facoltà.

Antonio ACRI

Avevo già sollevato nella precedente riunione di Consiglio un problema di metodo, non ero intervenuto casualmente sulla opportunità di lavorare in coerenza sulla legislazione e ho detto, la volta scorsa, che non è possibile, da una parte lavorare sulle abrogazioni delle leggi inefficaci, inutili perché non più attuabili o non più attuali, perché prive di regolamentazione, perché prive di copertura finanziaria, e contestualmente lavorare sulla semplificazione, elaborando testi di legge che sono un tentativo, per la prima volta in trentacinque anni, di regionalismo. Avevo raccomandato che si evitasse che sulle leggi di bilancio si riprendesse il malvezzo di inserire – per usare una terminologia elegante – sotto forma di omnibus di tutto e di peggio. Continuo a definire questo malvezzo una legislazione lasagna!

Entreremo nel merito degli emendamenti e del maxiemendamento, ma voglio richiamare anche un problema di metodo, cioè che il maxiemendamento viene protocollato, praticamente, ieri di domenica – a me non interessa cavillare se sono prima o dopo le 24 ore – viene a noi consegnato in questo momento, non viene consentito a me di partecipare alla riunione nella quale, quantomeno, la maggioranza deve misurarsi e deve discutere. Poi, sul piano della metodologia, è assai strano che un maxiemendamento di tali proporzioni che sconvolge – mi auguro in positivo – il riformismo del quale non siamo stati finora capaci di dare prova, venga firmato dal Presidente della Commissione che, di fatto, delegittima la Commissione e tutto il lavoro che in quattro mesi è stato fatto dalla stessa Commissione.

Questo non è possibile, perché diversamente non siamo credibili tra di noi e non siamo credibili, soprattutto, nei confronti di chi segue le sorti del Consiglio regionale.

Mi rendo conto che questo momento contingente è molto serio, molto rischioso ed avremmo dovuto essere molto attenti a rivedere alcuni provvedimenti che all’unanimità erano stati approvati dalla Commissione. Oggi si vuole dare una sorta di dimostrazione di muscoli e di forza: non mi pare che le grandi riforme possano essere approvate in questo Consiglio regionale, senza quantomeno la volontà e la disponibilità dell’intera maggioranza. Per quanto mi riguarda, non sarò più disponibile a venire qui a fare numero, come ho sempre fatto dal primo momento, arrivando ore in anticipo, rimanendo fino all’ultimo minuto per assicurare legittimamente il numero legale. Non sarò più disponibile a digerire e a votare a scatola chiusa quanto non sono nelle condizioni di poter valutare col massimo della obiettività, della serenità e, se mi consentite, anche con quel minimo di competenza maturata in oltre trentacinque anni di impegno nelle istituzioni.

PRESIDENTE

Ci sono altri colleghi che chiedono di parlare?

Roberto OCCHIUTO

Presidente, in maniera molto irrituale – la ringrazio per avermi dato comunque la possibilità – solo per dirle che, qualora lei intendesse – come suppongo e come è lecito per chi presiede i lavori – dare la parola al relatore, vorremmo capire, intanto, se relaziona sul lavoro della Commissione oppure, essendo lui firmatario dell’emendamento che stravolge il lavoro della Commissione, se ha intenzione di relazionare per summa anche sull’insieme degli emendamenti. Poi, siccome gli emendamenti proposti dai consiglieri Adamo e Chieffallo non sono formalmente proposti dalla Giunta regionale – onorevole Lo Moro, vorrei che mi ascoltasse – ma sono emendamenti proposti dal Vicepresidente e dal Presidente della Commissione e riguardano, in alcune parti, questioni mai trattate in Commissione, come la riduzione del numero delle Asl, rispetto a queste questioni vorremmo acquisire anche il parere dell’assessore delegato; vorremmo acquisire sulla materia che riguarda, per esempio, la riduzione delle Asl da 11 a 5 il parere dell’assessore Lo Moro, perché chi ha la responsabilità di guidare un dipartimento della Regione ci deve dire se l’emendamento proposto dall’assessore Adamo e dal Presidente della Commissione è in sintonia col lavoro di programmazione che sta compiendo il dipartimento.

Questo lo dico – lo ripeto – in maniera del tutto irrituale perché lei, a norma di Regolamento – lo so bene – può dare la parola al relatore, il relatore fa la relazione e poi, quando si arriva ai singoli articoli, si chiede il parere del governo sui singoli articoli. Dato però che è irrituale persino che si discuta su un insieme di emendamenti così importanti e dei quali abbiamo avuto conoscenza solo stamattina, mi chiedo se la Presidenza del Consiglio non possa farsi carico, anche qui in maniera irrituale, di dare la possibilità ai consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza di capire se le proposte investono tutta la Giunta o solo una parte. Il ragionamento vale sia per la parte che riguarda la riduzione delle Asl da 11 a 5, sia per la parte che riguarda i trasporti, sia per la parte che riguarda l’agricoltura nella parte degli emendamenti che non è stata affrontata in Commissione.

PRESIDENTE

Chiedo scusa ai colleghi: così come farò fra poco con l’onorevole Pizzini, vista anche la situazione in cui stiamo operando, sono perché, pur con sobrietà, tutti si possano esprimere, sapendo che, a un certo punto, i lavori vanno incardinati e, quando si incardinano, qualcuno farà la relazione, qualcuno interverrà sul dato generale e chi lo ritiene, come ha fatto poco fa qualche nostro collega, esprimerà la propria opinione anche in dissenso.

Ora, noi stiamo lavorando in una situazione che qualcuno ha definito inedita, a mia memoria non c’è mai stata – credo che ognuno di noi, se non c’è mai stata finora, ne abbia avuto un merito – e, se oggi è avvenuto quello che è avvenuto, rifletteremo non solo stasera. Con questa discussione non metto una tachipirina, sto tentando di far funzionare, compatibilmente con le possibilità, i lavori di quest’Aula. In questo momento noi non assolviamo solo un compito ordinario, in qualche maniera; per quanto debole in questo momento sia la voce, tentiamo di parlare non solo alla Calabria, ma anche all’Italia, perché penso che le istituzioni debbano essere in grado di funzionare sempre e comunque.

Per quanto possa essere rilevante la partecipazione alle proteste, ben più rilevante di quella di oggi, per quanto possano essere forti le motivazioni, più forti, molto più forti di quelle che ci sono oggi, non violento né forzo la verità se dico che la maggioranza dei nostri concittadini non sta partecipando a questa protesta. Per quanto ampia sia, è un’esigua minoranza che interpreta le proprie prerogative, sottolineando le proprie esigenze, ma rischiando, se non fosse per chi garantisce l’ordine pubblico, di impedire l’esercizio di funzioni fondamentali. Con questo tipo di atteggiamento non si media né si viene a patti.

Per cui lo sforzo che sto facendo assieme a voi è finalizzato ad incardinare la discussione. Per quanto riguarda questa Presidenza, non c’è nessuna volontà né ci sarà nessuna disponibilità a prevaricare non solo nella forma, ma nemmeno nella sostanza quella che è la conduzione dei lavori, ovviamente sapendo che per avere risposte ai quesiti posti da più interventi e, per ultimo, da parte del collega Occhiuto, non c’è alternativa se non quella di far esprimere alla maggioranza le sue funzioni.

Prima di quel momento - ogni illazione e ogni congettura si può fare - bisogna formalmente terminare questa discussione e dare la parola al relatore. Poi, nel merito, lui si esprimerà e ciascuno di voi, ciascuno che lo ritenga, potrà esprimere le proprie opinioni. Siccome nemmeno in questa fase questa Presidenza intende forzare – e ancora siamo nella fase preliminare e nella situazione –continuo a dare la parola – come lo farò, poi a un certo punto dovremo decidere – al collega Pizzini, che me l’ha chiesta, perché si esprima liberamente sulla discussione che, in questo momento, è ancora aperta.

Prego, ha facoltà di parlare.

Antonio PIZZINI

Lungi da me voler strumentalizzare l’intervento del collega Acri, va dato atto della sua limpidezza, della sua onestà intellettuale, riconosciutagli un po’ da tutti, ma naturalmente è un intervento che riguarda non soltanto il dramma appena espresso dall’onorevole Acri, ma da tutti quanti noi, quindi ritengo che sia un problema che appartiene a tutto il Consiglio regionale. Ora non facciamo qui, per quanto riguarda la questione in discussione, riferimenti di parte, di minoranza o di maggioranza.

Va da sé che le osservazioni che abbiamo mosso e, a proposito di questo megaemendamento, come lo si vuol chiamare, sul ritardo avuto dallo stesso e declamato non da noi, ma è circolata qui una richiesta da parte di un partito abbastanza consistente della maggioranza che è l’Udeur, nel quale foglio si esprimeva e si augurava che il Consiglio accettasse un rinvio dello stesso perché i consiglieri dell’Udeur erano venuti a conoscenza con molto ritardo di queste grandi problematiche che sono messe nel maxiemendamento e che, naturalmente, non si aveva avuto modo di poter approfondire e di discutere, tenuto conto anche che nelle Commissioni non si è trattato in un modo così ampio, così specifico e così definito di quelli che possono essere gli stravolgimenti. Si è detto anche in positivo che dovrebbero esserci e che potremmo anche essere d’accordo noi della minoranza su gran parte di questi, ma che è mancato né può in questo contesto esserci quel tempo necessario per poterli discutere e poterli approfondire, come le questioni stesse richiedono.

Non c’è dubbio che, come è stato rilevato, vorremmo – e credo che siamo in diritto – conoscere anche quello che ne pensano gli assessori al ramo, l’onorevole Doris Lo Moro per quanto riguarda la sanità, ma anche quelli dell’onorevole Mario Pirillo per quanto riguarda l’Arssa, l’Afor e tantissime altre cose, per avere poi una panoramica complessiva che non si limita a quella ristretta e molto stringata problematica che è messa in questo maxiemendamento.

Io ritengo che è un argomento molto, ma molto approfondito che bisogna riprendere e discutere in questo Consiglio regionale. Certo, il metodo lo lasciamo a sé stante perché è stato discusso da tutti e, naturalmente, è criticato il modo in cui si è portato tutto questo all’ultimo momento in un consesso così importante del Consiglio regionale, ponendolo oltretutto all’ultimo giorno utile dell’approvazione del Consiglio, esasperando diverse situazioni presenti all’esterno di questo Consiglio regionale. Ma anche all’interno ci sentiamo un po’ tutti quanti assediati, non possiamo uscire dall’Aula, sia dalla parte destra che dalla sinistra ci dicono che ormai siamo assediati, non possiamo. E, sapete, quando c’è la disperazione che va avanti in questo modo e campeggia in un sito istituzionale così importante che è il più alto della Regione Calabria, credo che le vene ai polsi tremino un po’ a tutti quanti. Naturalmente c’è grande senso di responsabilità da parte di tutti noi e non vogliamo, nel modo più assoluto, accendere la miccia e quindi buttare ancor benzina sul fuoco, ma necessariamente l’opposizione deve svolgere il suo ruolo in quest’ambito e deve dire quelle che sono le sue argomentazioni in merito a tutti i temi espressi in questo maxiemendamento.

Ecco perché, innanzitutto, chiediamo, perché mi è parso di non averlo sentito nell’intervento dell’onorevole Pacenza, che è il capogruppo di parte della maggioranza, che cosa ne pensano, per esempio, della presa di posizione dell’Udeur – perché noi riteniamo che sia un significato politico molto, ma molto importante e pesantissimo per la maggioranza stessa lo stesso fatto che abbiano abbandonato i banchi della maggioranza e abbiano chiesto un rinvio del Consiglio stesso – non ci è parso di capire che cosa la maggioranza intenda fare e in qual senso.

Abusando di una famosissima frase detta da Cicerone a proposito della congiura di Catilina, rivolgendomi alla maggioranza, dico: “Fino a quando volete abusare della nostra pazienza?”. Ecco, noi siamo stati molto vicini ai problemi, se n’è discusso, non abbiamo mai fatto opera barricadiera sia in Consiglio che in Commissione, abbiamo sempre dato un comportamento molto collaborativo in questi contesti, però dateci anche questa opportunità di poter lavorare e di poter dare una mano secondo il nostro punto di vista.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Guagliardi.

Damiano GUAGLIARDI

Signor Presidente, non è facile parlare oggi perché non credo che chi è fuori a protestare sia un’esigua minoranza. Certo, quei lavoratori, andando oltre le regole della protesta del conflitto sociale, probabilmente stanno dando un colpo definitivo a una istituzione, quella del Consiglio regionale, che è attaccata da tante e tante altre forze non soltanto di lavoratori, che spesso sono dentro di noi, qui dentro.

Quindi, non riesco a non sentirmi in mezzo a quei lavoratori, è gente che lotta per il pane, non è gente che viene a scorrazzare così, tranquillamente. Forse noi con loro non abbiamo saputo parlare, perché quelli rappresentano – non so da che parte provengano – le tante e tante presenze in piazza in questi ultimi mesi: giorno per giorno, abbiamo dovuto assistere a proteste e a rivolte del precariato calabrese. Noi, invece, il problema l’abbiamo estromesso. E questo è il nostro dramma, un dramma di oggi che ci deve preoccupare e ci deve anche angosciare, perché probabilmente siamo venuti meno alla nostra funzione di classe politica che non è soltanto chi fa ragioneria di conti o chi gestisce gli enti strumentali, ma è quella che riesce a capire i momenti di crisi della società in cui si vive. Essere classe politica non significa soltanto portare a pareggio i conti o fare delle opzioni.

Poi tornerò al motivo di questa discussione sull’ordine dei lavori, ma io non mi sento di condannare quelli che stanno fuori. Ci sono imprese che falliscono perché dentro il palazzo ci sono funzionari che non fanno i mandati dovuti, imprese di sette-otto unità i cui lavoratori vanno fuori perché un dirigente, un funzionario della Regione, non applica quello che deve fare, non fa i mandati per dare i soldi a questa gente o perché si rifugia dietro la teoria che non abbiamo approvato il bilancio o perché a questo bilancio ci siamo arrivati, non so se per un disegno o per nostra incapacità, all’ultimo giorno.

Allora il punto è che noi dobbiamo decidere se accogliere la proposta di rinvio o recepire un disegno di legge e, quindi, andare avanti. Io dico che dobbiamo continuare, però l’assenza di un partito forte, autorevole, di centro come l’Udeur, non può essere sottaciuta. Se a questa discussione manca questa forza, vuol dire che la coalizione è saltata ed io non mi sento di essere in uno schieramento di questo genere che vive con sofferenza alcuni problemi.

Quindi dobbiamo decidere cosa fare, se accogliere le proposte di rinvio o continuare ad oltranza. Ma dobbiamo decidere, ed anch’io ho bisogno di leggere il malloppo degli emendamenti, perché – poi ci ritorneremo se ci sarà discussione generale – appartengo ad una formazione politica particolare, a cui non perdonano nessun errore; i miei referenti politici, i miei referenti elettorali sono abituati a non perdonarmi nessun errore io faccia. Una volta, per una certa cultura della solidarietà di questa istituzione, non mi sono opposto fino in fondo e ho pagato per quella decisione dell’allora maggioranza. Per me è difficile votare un provvedimento che non conosco; non voglio votare un provvedimento senza sapere cosa voto, l’ho detto stamattina e lo ridico adesso.

Però dobbiamo avere tempo, anche lavorando in una seduta di Consiglio regionale continuata per tre giorni, va benissimo – per trenta giorni, forse – iniziata e rinviata, va benissimo. Oggi però non abbiamo chiuso la discussione che abbiamo affrontato nell’incontro di maggioranza, eppure dobbiamo cercare di farla e attentamente, perché anch’io ritengo che le riforme non si facciano facilmente. Ho timore di votare un provvedimento qualsiasi, senza leggerlo attentamente, figuriamoci se posso votare queste grandi riforme che contengono elementi – e scoppierà il conflitto contro di noi – di incertezza per il futuro dei lavoratori di quegli enti che stiamo andando a riformare: nelle Asl, nell’Afor, nell’Arssa, nella Fincalabra, tutti quei lavoratori che dipendono da questi enti, precari o no, verranno qui ad assediarci.

Oggi non sarà la peggiore giornata del Consiglio regionale, la peggiore sarà tra un mese, quando ancora non avremo avuto nemmeno la documentazione da inviare dalla Giunta al Consiglio regionale per il proseguimento delle strutture dell’Arssa, dell’Afor. E badate che ci sono decine di migliaia di lavoratori che complessivamente vengono toccati da quelle riforme e noi a quelle decine di migliaia non parliamo con cifre, non parliamo con commissari o sub-commissari, a quella gente parliamo del lavoro, del pane. In Calabria si sa che chi perde un posto di lavoro difficilmente se lo ritrova.

Ecco perché oggi è una giornata campale, in cui ho forte difficoltà a parlare. Pensavo che le rivolte le facessero contro alcune politiche liberiste, invece le stanno facendo anche contro i comunisti che, forse, se lo meritano pure. Ma è difficile parlare oggi, quindi anche decidere lo è. Sono perché si abbia il tempo, però, di leggere e sapere cosa voto, perché diversamente avrò difficoltà a votare quel documento.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Il collega Guagliardi esprimeva una difficoltà a poter parlare, oggi, in un’Aula assediata un po’ come Fort Apache, esprimeva tutta la rabbia di una cultura interiore che lo ha contraddistinto negli anni della sua formazione politica, manifestando l’impossibilità e, contemporaneamente, il fallimento di una sinistra che lo ha prima e continua ancora oggi ad ingannarlo sui grandi temi della gestione del governo.

Il collega Guagliardi, ancora, nelle sue difficoltà diceva due grandi verità: fuori viviamo un momento di grande contraddizione, da una parte la gente che lotta per la fame, per il pane, dall’altra gli imprenditori che stanno per chiudere o hanno chiuso le loro aziende, perché beffati da provvedimenti che mortificano ed umiliano anche la libera impresa. Sentir dire queste cose da uno che comunista lo è, e lo è sinceramente come Guagliardi, ad onor del vero crea una forte difficoltà anche a chi, come me, comunista non lo è mai stato e spera di non morire mai comunista!

Questa è la realtà di questa sinistra, collega Guagliardi, nella tua amarezza hai colto il segno di un fallimento di questa Giunta regionale, hai colto il segno di una menzogna con cui è nata questa maggioranza, hai colto il segno dell’inganno con cui questo governo regge le sorti della Calabria. Ma non è il dibattito che noi dobbiamo fare, di queste cose parleremo più tardi, probabilmente.

Intervengo su questa che è la dicotomia di un sistema dei lavori, di un ordine dei lavori di questo Consiglio regionale, intervengo anche sulle dichiarazioni fatte dal collega Acri, anche lui come te ha conosciuto la gioia di essere e di credere in un’idea, un’idea sbagliata, quella del comunismo, ed anche lui, come te, ha dato un quadro della democrazia oggi che è veramente avvilente per quanti giovani si possono presentare al cospetto di un popolo che pensa di essere amministrato in nome di un’idea.

Ha detto e ha parlato del metodo malvagio, anzi della difficoltà reale in cui si ritrova ad essere nel momento in cui questa cultura della democrazia, che il governo e la maggioranza esprimono in quest’Aula, viene fortemente stuprata, anzi violentata con grande determinazione quando, laddove si deve consumare il massimo del coinvolgimento del consesso democratico, invece si consuma il massimo della violenza e dell’impostazione come idea culturale e di fondo.

Sono due sfoghi, due interventi che danno il senso compiuto di un malessere che, oggettivamente, non è solo manifestato al di fuor del perimetro di queste mura che rappresentano la massima istituzione della Calabria, ma che indica il malessere dello spirito, dell’animo, un sentimento che difficilmente si potrà placare. Oggi sarà ricordata come una delle giornate più nere che la Calabria ha potuto vivere.

Ci sono problemi, ci sono sul metodo di lavoro, su come questo metodo vogliamo attuarlo e realizzarlo nel rispetto dei principi regolamentari, dei principi della democrazia. Noi dobbiamo capire su che cosa apriremo il nostro dibattito da qui a poco, abbiamo la necessità di apprendere se ancora siamo sulla discussione al bilancio, per quanto riguarda gli atti e i documenti forniti dalla Commissione consiliare nel plenum del suo organismo democratico, oppure ci dobbiamo richiamare a un qualcosa che non c’è, che non esiste e che non appartiene alla coscienza del dibattito di quest’Aula. E’ un qualcosa precipitato dall’alto, in modo irrituale, un fax, è un qualcosa che non trova forse neanche nei Regolamenti la sua piena attuazione, per non dire – e su questo soprassiedo – che, personalmente, sono stato interpellato da una telefonata dove mi si annunciava che il Consiglio era convocato per giorno 30 e che il termine ultimo degli emendamenti era stato stabilito per sabato 28 alle ore 11,00.

Non voglio richiamare l’autore di quella telefonata né attribuire responsabilità a chi ha ricevuto il compito di fare quella telefonata e lo ringrazio per quella sensibilità che ha avuto nell’avvisarci anche su queste scadenze, su queste date, però un dato è certo: questi emendamenti che oggi troviamo all’interno del sistema degli emendamenti - quindi non nel collegato - rappresentano non solo una violazione in termini temporali di ciò che era stato deciso, ma un qualcosa di nuovo e di diverso rispetto a tutto ciò che era stato frutto di un dibattito.

Solo per ordine cronologico voglio citare alcuni esempi: Afor, Arssa, Fincalabra, si è discusso in Commissione – perché no? – ma, allo stesso tempo, si era assunta una decisione – qua interpello anche la coerenza e la dignità intellettuale del Presidente della stessa Commissione – dove si è detto “si accantonano per un dibattito più serio e più approfondito”. Oggi lo stesso Presidente presenta a sua firma emendamenti che vanno contro quella decisione che, nel plenum della sua volontà democratica, questa sì, quella seduta di Commissione ha assunto.

E, ancora di più, se questo è un aspetto, sicuramente ce n’è un altro ancora più grave: ci sono argomenti inseriti che mai erano stati affrontati in sede di discussione, che mai erano stati affrontati in sede di dibattito. Ricordo il povero assessore Spaziante, indaffarato e affannato a difendere le prerogative della Giunta, quante volte in quelle sedute di Commissione è stato posto in minoranza dalla stessa maggioranza, cioè il governo che viene sfiduciato dai componenti la Commissione e quindi dalla sua maggioranza stessa; quante volte, su specifici e singoli argomenti. Ma mai si è parlato in quelle circostanze, nonostante il grande cireneo – così mi verrebbe di chiamarlo – dell’assessore Spaziante, di ridurre le aziende ospedaliere, di assumere provvedimenti così pregnanti, così incisivi, così fondamentali sulla politica sanitaria regionale qual è quella della riduzione delle Asl. Almeno avremmo sentito la necessità e il bisogno culturale di capire da quale postazione il governo poteva muovere la necessità di porre attenzione ad un fatto così importante e rivoluzionario per la Calabria, avere un minimo di idea programmatica su quali basi, su quali cifre, su quali attività da parte dell’assessore. Neanche questo ci è stato consentito, neanche questo ci viene offerto come motivo di una verifica reale.

Non sono contrario alla riduzione delle Asl – lo dico subito – ma voglio capire, pur non essendo contrario, a cosa vado incontro e non lo posso fare in una seduta fiume, in un momento così importante, con le pressioni esterne che abbiamo; non lo posso fare senza capire la metodologia, i debiti, il programma, l’attività, senza capire quale strategia anima oggi questo vulcanico assessore alla sanità che, giorno dopo giorno, ci propone fatti nuovi e diversi, molte volte in contraddizione l’uno con l’altro.

Allora, a mio avviso, non si tratta solo di porre – come si usa dire – una domanda all’assessore “assessore, lei che ne pensa?”, non è questo il problema, ma di capire come ha maturato questa cultura nel giro di poche ore, perché fino a poche ore fa nessuno ne aveva parlato. E questo è un altro aspetto, secondo me, che dobbiamo affrontare con la serenità dovuta per argomenti così importanti.

Qual è il parere della Giunta su questo maxiemendamento che è stato posto? Non ci è dato e, quand’anche la Giunta fosse disponibile ad avallare tutta l’operazione, così come viene imposta in questo momento, devo dire che ha ragione il collega Acri, nel momento in cui sostiene: “Io non ero a conoscenza, fino a qualche momento fa, non è questa la cultura della democrazia su cui mi posso ritrovare. Si prescinde da tutto, si travalica, tutto viene imposto”.

Allora, a fronte di tutto questo – e chiudo, Presidente, perché il mio è solo un intervento sul metodo di lavoro, lo ripeto; di altro, se continueranno i lavori, ne parleremo dopo – noi abbiamo la necessità di capire, intanto, se c’è una maggioranza oggi in grado di affrontare e di aprire il dibattito sul bilancio; dobbiamo capire su quali argomenti ci sarà la relazione al bilancio; vogliamo capire su quale testo si andrà a discutere; vogliamo, ancora, capire strictu sensu se c’è stata una regolarità formale delle azioni nel modo in cui si sono svolti i processi di determinazione della presentazione degli emendamenti; vogliamo capire se c’è o non c’è oggi, in quest’Aula, una maggioranza in grado di poter reggere queste scellerate iniziative che uomini di governo e organi istituzionali - qual è il Presidente della Commissione che la mattina vota una cosa e la sera ne propone un’altra - oggi vanno ad assumere.

Presidente, lo vogliamo capire non solo e non tanto per noi, quanto per quella tanta gente che è fuori da quest’Aula e che veramente grida – come diceva Guagliardi – o per fame o per salvare la propria gente. Abbiate il senso della responsabilità, abbiate la dignità di essere consequenziali, abbiate soprattutto la consapevolezza che, oggi, si sta giocando una partita storica sulle spalle dei calabresi ed ognuno ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Racco.

Luciano RACCO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che la giornata di oggi, come molti di voi avete detto, sia un po’ complicata, un po’ difficile, ma credo che, nello stesso tempo, non vada esasperata. Continuando a dire che siamo all’ultimo stadio, rischiamo di scendere sempre più sotto. Non v’è dubbio che, oggi, ci siano delle responsabilità nella gestione di questa occupazione del Palazzo. Responsabilità che nelle prossime ore verranno addebitate, perché ritengo che la misura di questa protesta sia smodata nella forma e nella sostanza. Avete già detto voi che nessuna protesta era arrivata all’occupazione dell’Aula durante le sedute del Consiglio regionale, però credo che, poi, il dialogo vada aperto, credo che il Presidente della Giunta stia dialogando con questi lavoratori, ma credo anche che nella sostanza di debbano usare parole chiare. Non è possibile sempre mediare ai danni della spesa pubblica.

Non so se la richiesta sia quella di stabilizzare 1.400 lavoratori precari che non possono essere assimilati a lavoratori idraulico-forestali che vengono regolati dalla legge e devono avere delle caratteristiche che sicuramente questi lavoratori non hanno e quindi bisogna, in qualche maniera, dire con chiarezza che bisogna dialogare, bisogna trovare i percorsi per creare opportunità di lavoro, ma non può essere una spesa che diventa continuamente automatica sul bilancio regionale.

E’ un problema che riguarda la maggioranza e – credo – il Consiglio regionale. Nelle prossime ore, nella sostanza, capiremo ancora meglio. Per quanto ci riguarda, credo che sia giunto il momento per il Consiglio regionale di affermare il proprio ruolo e proseguire nel confronto e nell’assunzione delle decisioni che debbono essere utili alla Regione.

Per quanto riguarda la vicenda del bilancio, ho ascoltato parecchie critiche relativamente alla firma dell’emendamento da parte del collega Chieffallo, in qualità di Presidente della Commissione, e credo che firmare un emendamento, firmare una proposta che comunque deve, alla fine, arrivare in Aula non sia una cosa così grave: significa sottoscrivere delle proposte, assumersene la responsabilità e poi, come dirà nella propria relazione, anche nella sostanza il Presidente Chieffallo.

Seppure siano condivisibili alcuni aspetti relativamente ai tempi di presentazione di questo emendamento, credo che poi dovremo discutere nella sostanza della proposta, che mi sembra abbia un profilo di riforma, che in questo avvio di legislatura – ormai sono due anni – da parte del Presidente, da parte della Giunta, da parte del Consiglio regionale si era discusso e si erano approvati anche degli ordini del giorno relativamente alla necessità di riformare gli enti strumentali o, addirittura, di abolirli.

C’è in questo emendamento una posizione di chiara discontinuità, ne discuteremo dopo la relazione e durante i lavori in Aula, credo che dalle decisioni che il Consiglio regionale assumerà si capirà il grado di accelerazione che si vuole dare alle varie riforme, a partire dal discorso degli enti strumentali e anche relativamente alla questione della sanità, però nel merito discuteremo dopo.

Io volevo semplicemente affermare la necessità che il Consiglio prosegua, che oggi discuta con tutte le forme di garanzie dovute relativamente ai contenuti degli emendamenti che devono essere messi nella condizione di poter essere letti, ma che, proprio perché in presenza anche di una protesta che mira ad interrompere e a creare un disagio al Consiglio regionale, bisogna andare avanti con serenità, con pacatezza, ma anche con la fermezza dovuta.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Nicolò.

Alessandro NICOLÒ

Prendo la parola per sollevare qualche eccezione rispetto agli interventi svolti da chi mi ha preceduto.

Mi pare di capire che qui emergano due problemi: uno di ordine politico e uno di ordine pubblico. Quello di ordine politico, da quanto mi si riferisce, lo avete affrontato stamani in una riunione di maggioranza ed emerge anche l’incapacità di questa maggioranza di decidere, dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Guagliardi e l’intervento di Acri, non solo di governare.

Ci siamo ritrovati un maxiemendamento, a distanza di 24 ore, che delegittima tutto il lavoro svolto, Presidente Chieffallo, da una Commissione che, per mesi e mesi, si è confrontata sulle varie problematiche. Questa opposizione ha offerto un contributo costruttivo, nell’intento di lavorare in sintonia per la Calabria. Però la nostra posizione, forse, non è stata interpretata positivamente, perché se oggi vi trovaste voi all’opposizione, probabilmente avreste assunto posizioni strumentali, comportamenti demagogici. Invece anche il nostro atteggiamento, responsabile e sensibile, vuol significare voler collaborare, ma la nostra collaborazione deve essere interpretata da voi in modo altrettanto responsabile.

Il problema di ordine politico è serio: la Commissione – ribadisco – ha una funzione ed in Commissione ci siamo confrontati civilmente e democraticamente e il Presidente di questa Commissione, che interpreta bene il suo ruolo, non può accettare di delegittimare il lavoro svolto per tanti mesi.

Il problema di ordine pubblico: come si pensa – vi ha offerto un assist, poco fa, l’onorevole Dima – di voler, dopo la posizione dell’Udeur, svolgere a tutti i costi i lavori con la pressione psicologica esercitata dai tanti lavoratori che circondano il palazzo, caro onorevole Racco?! Sarebbe stato più razionale, allora, sospendere i lavori, ascoltare le delegazioni dei lavoratori, recepire le loro istanze ed aggiornare il Consiglio, per consentire anche a noi di poter leggere la documentazione relativa al maxiemendamento presentato dalla Giunta. Ma questi sono metodi stalinisti, Presidente! Altro che democrazia! Altro che voler affermare i princìpi della democrazia! Voler a tutti i costi andare avanti in condizioni disagiate, in condizioni psicologiche non certamente agibili non mi sembra responsabile da parte di una maggioranza che ha il compito di governare, di dover dare risposte a quella povera gente che sta fuori, come diceva Guagliardi.

Poi, interverrò nel corso del dibattito, perché le critiche al documento contabile provengono soprattutto, oltre che dagli esponenti dell’opposizione, anche dagli esponenti della maggioranza, una maggioranza divisa che fa esplodere le contraddizioni dopo l’intervento di Acri in Aula. Questo non mi sembra un modo di governare, di esprimere il buon governo.

Allora sarebbe opportuno, Presidente, che – io offro il mio contributo in positivo – si ragionasse sulla opportunità o meno di continuare i lavori. Voi, oggi, siete divisi, manca una componente fondamentale della vostra maggioranza e qui non si discuterà del sesso degli angeli, si discuterà della finanziaria, delle riforme strutturali della Calabria. Assumetevi le vostre responsabilità. Vi invito a riflettere circa l’opportunità di sospendere i lavori, di aggiornarli, ascoltare con i capigruppo le varie categorie e riunirci in condizioni di serenità fra qualche giorno, avendo avuto la possibilità di leggere le carte, per poi confrontarci su argomenti di un certo livello e spessore.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Giamborino.

Pietro GIAMBORINO

Signor Presidente, intervengo non nel merito del bilancio, ma in linea di principio per fare alcune considerazioni.

Il momento è assai delicato ed io credo che, in momenti storici, negativi e delicati, come questo – e adesso spiegherò il perché – vi sia la necessità di buonsenso con il tentativo di guardare avanti.

In linea di principio, signor Presidente, voglio dire ai colleghi che non sono d’accordo per come i lavoratori hanno posto in essere oggi, e non solo oggi, la loro probabile spettante protesta. Credo che la politica debba prestare un’attenzione assai puntuale nei confronti dei lavoratori, senza criminalizzarli, ma gli stessi lavoratori, che sono anche cittadini, devono avere il buonsenso e l’onestà di non criminalizzare, di non assediare la massima assise regionale, come in questo momento hanno fatto. A me risulta che qui non c’è la parte più trascurata dei lavoratori, ma ci sono dei lavoratori precari che comunque percepiscono lo stipendio, come è giusto che sia.

Denuncio qui, quindi, che chi ha organizzato questa iniziativa, secondo me, non ha fatto cosa gradita, cosa favorevole all’istituzione e agli stessi lavoratori.

Per quanto riguarda la nostra vicenda, quella che più da vicino ci riguarda, sì, per tornare un attimino indietro, non posso concepire che la massima assise calabrese possa essere tenuta in ostaggio in un momento così delicato, anche perché il Presidente Chieffallo, la Commissione, Presidente, della quale lei puntualmente ha fatto parte, ha ascoltato tutto e tutti, ha udito, ha fatto le cosiddette audizioni e tutti i lavoratori hanno potuto rappresentare sul tavolo della politica, della responsabilità della politica le loro giuste e puntuali aspettative.

A me pare che si sia stabilito, su proposta del governo regionale, nella persona dell’assessore Spaziante, che per quanto concerne il precariato, per la prima volta, ci sarebbe stato un pensatoio particolare, una norma che, nell’arco di novanta giorni, avrebbe cercato di pianificare, di affrontare definitivamente anche con l’aiuto del Governo e con le politiche del Governo centrale questo grave problema che attanaglia la Calabria.

Per quanto riguarda il maxiemendamento, ci sono delle responsabilità ed ognuno è giusto che svolga il proprio ruolo: chi governa deve assumersi la responsabilità di governare, chi ha il ruolo, importantissimo e vitale, dell’opposizione - se è vero quello che abbiamo più volte detto, di considerare e di vedere l’opposizione come il sale della democrazia - permetterà a chi ha la responsabilità di mettere in essere scelte politiche ed a cui viene chiesto di far svoltare la Calabria, necessariamente di fare quello che potrebbe apparire come un blitz. L’emendamento, in questo caso, non è altro che quella cosa che il Governo centrale chiama, quando va alle Camere, la fiducia: di fronte ad una marea di emendamenti, presenta un superemendamento che tenta di superare il testo di base.

Non voglio dire che questo tentativo di intraprendere la stagione delle riforme non poteva e non doveva essere fatto con una puntualità diversa, cioè probabilmente con una partecipazione diversa, con tempi diversi, all’interno dei quali si sarebbe trovata la possibilità di una maggiore condivisione - e da questo punto di vista, va la mia solidarietà a tutte le forze politiche dell’unione che ritengono di essere critiche in questa direzione -. Tuttavia, pare che questa decisione non sia del tutto improvvisata, se è vero che l’impegno di andare ad una stagione delle riforme, di riformare questa Regione che tutti diciamo che non va bene, era stato assunto nel programma di governo del Presidente Loiero il quale ha ascoltato con un’eco assai interessata. Tutti sanno quanti io non sia generoso nel giudizio sul governo e sulla persona del Presidente – persona dal punto di vista politico – Loiero, però oggi l’ho visto davvero assai responsabile in questo famoso e assai travagliato incontro con i capigruppo della maggioranza.

A Crotone si è svolto il congresso dei Ds che sono parte pulsante, parte importantissima di questa maggioranza. Che cosa ha chiesto il congresso dei Ds, attraverso i suoi maggiori esponenti e il suo segretario regionale? Le riforme. Che cosa ha chiesto il leader della Margherita, il senatore Franco Bruno, all’interno del congresso regionale, se è vero che ancora i congressi hanno senso? Ha chiesto le riforme.

Allora noi, oggi, a mio avviso, qui dovremmo confrontarci sulla bontà delle stesse, sulla proposta e soprattutto, probabilmente – ed io convengo – sulla necessità di migliorarle. Le riforme possono essere migliorate solo se sono poste in essere. La stessa Costituzione italiana, che non rappresenta certamente una riforma, ma il vangelo che ha nutrito il Paese in questi ultimi cinquant’anni, oggi ci accorgiamo che, giustamente, è insufficiente e che, probabilmente, non basta e non è utile nemmeno alle stesse parti che l’hanno, all’epoca, promossa e conquistata.

Allora queste benedette riforme vanno fatte per far svoltare la Calabria e io dico “su questo confrontiamoci”.

Dove va la proposta nel merito? Mi pare che l’opposizione è che i cittadini calabresi dicano che la sanità, così com’è, non ce la può fare. Allora abbiamo parlato di un concentramento di una serie di iniziative che vanno dalla centrale unica appaltante. Agli onorevoli colleghi sfugge probabilmente che è uno dei tumori della Calabria.

Signor Presidente, vorrei tentare di attrarre l’interesse dei colleghi, perché altrimenti è perfettamente inutile parlare, nel senso che diciamo parole su parole e il confronto politico non si apre mai.

Signor Presidente, ricordo le indagini ufficiali della morte del mio amico Franco Fortugno e del nostro indimenticato collega. A me pare che tutti, pubblicamente, abbiano detto che la sanità, quella sanità marcia abbia potuto avere ruolo in negativo. A qualcuno è sfuggito, probabilmente, che il “Sole 24 ore”, in prima pagina, riportava le nefandezze e le sporcizie consumate nell’Asl vibonese, cioè si faceva una cosa semplicissima: invece di una gara, ad esempio, di 1 miliardo, si facevano cinque gare di 200 mila euro, per poterle assegnare a chi? Questo è l’interrogativo.

Poi, come non condividere la proposta di una centrale unica d’acquisto? Tutto questo è difficile da porre in essere, ci vuole una solidarietà importante, ma soprattutto ci vuole lungimiranza e buonsenso per andare a correggere laddove bisogna. Io, ad esempio, ho paura, ma non ho remore di dire che, in direzione dei trasporti, quest’Aula deve dare probabilmente un segnale più puntuale e serio a quest’atavica problematica, che è un altro dei tumori che attanagliano la vita della Calabria e dei calabresi.

Bisogna leggere ed intuire la politica nella sua profondità, bisogna pescarla in profondo per cercare di rilanciarla, di darle slancio. Ed allora, in questa direzione, poco fa con i miei amici, con il collega in un confronto libero, aperto, serrato sì, ma franco, ho tentato di dire che chi si propone alla storia come riformista deve trovare il coraggio di anticipare la stessa storia. Qui la politica calabrese, a mio avviso, è vicina “alle monetine”.

La svolta richiesta probabilmente non è ottimale, cioè le riforme vanno ancora migliorate, ma siamo qui per questo, per tentare di migliorarle e per tentare soprattutto di non comportarci come di norma chi, culturalmente, è conservatore e non capisce che il mondo gli sta crollando addosso.

Immagino che tutti siamo assai convinti, coscienti della situazione di gravità che la Calabria vive, delle difficoltà che affronta, della necessità di procedere alle riforme sia perché ce lo chiedono i calabresi sia perché in questa direzione ci siamo impegnati. Discutiamo sulla qualità delle stesse, apriamo un confronto serrato in questo Consiglio, vediamo cos’è buono fare, cos’è produttivo, efficace, cos’è soprattutto “senechiano”, cos’è etico fare per la Calabria, perché bisogna uscire da questa palude. Si consuma un’ingiustizia giorno dopo giorno, secondo me, che è quella di accomunare tutti in una politica o accomunare la politica come se fosse un impegno assolutamente negativo.

Per quello che mi riguarda – e so che questo è dalla maggior parte condiviso – è una missione assai impegnativa che svolgiamo in un territorio difficilissimo. Il politico calabrese deve trovare la forza di ribadire questo e dire che è più facile fare politica - il consigliere regionale o il legislatore - a Bologna, a Torino e a Milano, che qui in Calabria; deve riappropriarsi della sua etica, deve proporsi come colui che è in grado di impegnarsi per scommettere con i calabresi in favore della storia della Calabria. Questo è, secondo me, signor Presidente. La stagione delle riforme ormai non la ferma nessuno ed io, per quello che mi riguarda, intendo migliorare la proposta e mi dichiaro disponibile a farlo, ma non intendo assolutamente fermarla.

Presidenza del Vicepresidente Roberto Occhiuto

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Talarico.

Francesco TALARICO

Coloro che mi hanno preceduto hanno evidenziato come nella storia di questo Consiglio regionale sia la prima volta in assoluto che avviene una simile contestazione, lo posso testimoniare io che da sette anni svolgo il ruolo di consigliere regionale e mi sono interrogato sui motivi per i quali diverse categorie, tutte insieme, hanno voluto dimostrare in questo Consiglio regionale in maniera così forte e decisa.

Ebbene, la responsabilità chiara e netta – dobbiamo dircelo chiaro in questa assise del Consiglio regionale, dove noi non gestiamo ma esercitiamo il potere legislativo – è principalmente ed esclusivamente della Giunta regionale. Una serie di categorie importanti, dai forestali, agli Lsu, agli Lpu, all’Anisap, ha tentato di fare dimostrazioni a questa Giunta regionale attraverso azioni democratiche, ma non solo non hanno avuto risposte, addirittura non sono stati ricevuti, non sono stati ascoltati, non hanno avuto la possibilità di esprimere le loro riflessioni. Nei giorni scorsi hanno dovuto occupare la stazione centrale di Sant’Eufemia-Lamezia per poter parlare con l’assessore alla sanità.

Il principio essenziale di un’azione, che è quella della protesta e dell’ascolto delle istituzioni, oggi qui viene completamente sovvertito da un’azione da parte di questo governo regionale che non va nella direzione dell’ascolto e del confronto con queste categorie con cui, se sono qui, mi sentirei di solidarizzare, non – come ha detto qualcuno di questa maggioranza – censurare queste forme di protesta.

Questa gente è esasperata perché non ne può più di promesse, di assessori regionali che vanno in giro per la Calabria a dire che tutti gli Lsu e gli Lpu saranno sistemati; non ne può più della sanità privata, di lavorare - in alcuni casi - senza essere pagati o ad affrontare difficoltà ad avere quanto è di loro spettanza; non ne possono più i forestali, perché un giorno in questa maggioranza si dice che devono essere trasferiti alle Comunità montane, il giorno dopo non è più così; non ne può più di tre collegati diversi alla finanziaria esaminati in questa Commissione di cui sono vicepresidente. Ci sono state tre versioni di collegato: ad ottobre, a dicembre e poi a febbraio, dove le Asl inizialmente erano tre, poi sono state sovvertite e oggi si presenta un emendamento dove ne sono previste 5.

Noi in Commissione, la minoranza – lo voglio dire perché abbiamo lavorato in questo senso – abbiamo dato un contributo di responsabilità per cercare di migliorare questo collegato. Devo dire che rimango senza parole quando non solo il Vicepresidente della Giunta propone un emendamento – è un suo diritto procedere a ripresentare quelle proposte che in Commissione erano state dettate e rinviate ad una seconda fase o, magari, bocciate – ma anche quando vedo il Presidente della Commissione, che è anche relatore del bilancio in Aula, che addirittura firma quegli emendamenti che lui stesso aveva bocciato una settimana prima. Una settimana fa su quegli emendamenti, tra cui quelli della sanità che trasferisce alla Giunta tutti i poteri – ormai un direttore generale non può neanche permettersi di chiamare un usciere perché ci vuole l’autorizzazione della Giunta regionale! – lui stesso proprio su quell’emendamento, con tutti quanti d’accordo, aveva espresso voto contrario. Oggi, come se niente fosse, viene riproposto.

Noi questo stato di tensione sociale, che oggi si manifesta qui, davanti a questo Consiglio regionale, l’avevamo percepito in Commissione, perché in questi tre mesi di bilancio in una serie di audizioni c’era stata gente che si lamentava disperata. Ci eravamo accorti che c’era qualcosa che non andava, ma la responsabilità piena è del governo regionale, perché le cose le dobbiamo chiamare con nome e cognome: la gente che è stata illusa – in tante occasioni è stato promesso tutto e il contrario di tutto – oggi non ne può più.

Per quanto ci riguarda, dobbiamo essere responsabili, siamo all’ultimo giorno dell’approvazione del bilancio regionale, l’Udc, il mio gruppo sarà qui e rimarrà in quest’Aula perché è giusto che questa Regione Calabria abbia approvato il bilancio regionale. Sono quattro mesi, oggi siamo arrivati all’ultimo giorno ed è giusto che su queste questioni ci sia il confronto. Ci confronteremo nel merito, ci sarà la possibilità di un confronto ampio, aspro, magari ci sarà qualcosa che sarà più opportuno accantonare ad una seconda fase perché è di estrema importanza e delicatezza, ma noi vogliamo che oggi la Calabria abbia un bilancio.

Questo significa essere seri e noi, da opposizione responsabile, vogliamo dare un contributo in maniera fattiva e far si che oggi, proprio il 30 di aprile, l’ultimo giorno, sia possibile dare un nostro contributo, una risposta proprio a coloro che manifestano, a coloro che ci chiedono che questa Regione funzioni. Non possiamo limitarci a bloccare i lavori di quest’Aula.

Ci confronteremo nel merito e noi, come gruppo Udc, saremo qui in Aula per poterci confrontare, per dare il nostro contributo e cercare di migliorare quanto più possibile questo collegato alla legge finanziaria.

Presidenza del Vicepresidente Antonio Borrello

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

Dionisio GALLO

Signor Presidente, colleghi, pur non essendo componente della seconda Commissione consiliare, ho avuto modo di partecipare a tutti i lavori preparatori, prima di venire qua in Aula, rispetto al collegato ordinamentale alla finanziaria e al bilancio, cercando anche di dare, nella mia qualità di consigliere regionale di opposizione che ha a cuore le sorti di questa nostra regione, un contributo su alcuni aspetti, non certo su tutto, della finanziaria regionale.

Mi rendo conto, però, che tre lunghi mesi, probabilmente, sono passati invano, se è vero, come è vero, che un lavoro cui ci si è dedicati anche con spirito collaborativo, se così possiamo dire, è in qualche modo stato vanificato dalla predisposizione di un maxiemendamento che – come giustamente qualcuno diceva prima di me – si configura quasi come un emendamento sostitutivo al collegato ordinamentale alla finanziaria, quindi quasi come se tre mesi fossero stati “sprecati”.

Allora, per carità di Dio, ognuno deve svolgere il suo ruolo. Se il ruolo di un’opposizione costruttiva non è accettato dalla maggioranza, quindi i contributi che possono venire dai consiglieri regionali di opposizione non sono accettati, è ovvio che ognuno svolge il suo ruolo. Però c’è un dato: io ho avuto modo di dire in quest’Aula, un po’ di tempo fa, in occasione della presentazione del “Loiero ter”, che questa Regione aveva bisogno di tre cose fondamentali.

Una di queste era l’avvio di una stagione di profonde riforme del sistema regionale che non poteva non riguardare, ovviamente, innanzitutto gli enti strumentali, non poteva non riguardare la sanità e quei comparti della Regione che assorbono in sé la maggior parte delle risorse di bilancio regionale. Una stagione delle riforme era tanto più necessario avviarla, quanto più la pressione dell’opinione pubblica e la pressione sociale - che sentivamo e sentiamo sulle nostre spalle - andava in questa direzione. La Calabria non poteva più essere governata con gli strumenti ormai obsoleti e, in qualche modo, incrostati del passato. Sull’avvio della stagione delle riforme c’era una sorta di condivisione generale.

Oggi, rispetto a questo ragionamento di carattere generale su cui c’era una condivisione di base, ci troviamo di fronte ad una situazione che è diversa, perché – per carità di Dio – io sono assolutamente d’accordo, quasi sottoscriverei l’intervento dell’onorevole Giamborino, ma mi pare che le sue parole non siano coerenti con i fatti contenuti in questo maxiemendamento. Come si fa, colleghi della maggioranza – ma mi rivolgo anche al governo regionale – a discutere di cose così importanti e complicate che riguardano la Regione, cioè l’Afor, l’Arssa, la Fincalabra, la sanità, i trasporti, in un collegato ordinamentale alla finanziaria?!

Molti di voi avete detto, ma anche molti di noi, che lo strumento della finanziaria doveva ritornare ad essere uno strumento del bilancio e della finanziaria regionale, cioè doveva ritornare ad essere quello strumento di programmazione delle entrate e della spesa della Regione che non si doveva snaturare inserendo in esso una sorta di collegato omnibus relativo alle esigenze particolari dei singoli comparti. Oggi ci troviamo di fronte ad un fatto diverso, smentendo in qualche modo quelli che erano gli assunti che erano stati fatti anche negli ultimi giorni.

Ma perché dico che è necessario avviare una stagione di riforme e discutere su queste riforme? Perché – vi voglio fare uno o due esempi banali e vado rapidamente verso le conclusioni – qua c’è, per esempio, la riforma dell’Afor, importantissima, necessaria, assolutamente inderogabile: ma come si può discutere della riforma dell’Afor in un collegato ordinamentale alla finanziaria, quando per esempio si trasferiscono d’emblée, abrogando l’Afor, tutti i lavoratori forestali alle Province e poi, nell’ultimo comma dell’articolo 36 proposto da questo maxiemendamento, si dice testualmente che “l’insieme dei lavoratori costituisce, nell’ambito di ciascuna Provincia, un bacino unitario ad esaurimento”?

Questo significa, praticamente, che chiudiamo in Calabria ogni possibilità di incrementare il bacino della forestazione rispetto alle necessità reali del territorio. Eppure fino a ieri si diceva, per esempio, che noi avevamo la necessità di questi lavoratori per l’assetto idrogeologico. Oppure, ancora, all’articolo 38, quando si prevede che la Giunta regionale ponga in essere una serie di incentivi per l’esodo anticipato dell’impiego. Attenzione, proprio ieri avete fatto una polemica forte sugli incentivi all’esodo per altre categorie, oggi riproponiamo per altre categorie l’incentivo all’esodo?!?

Un’ultima cosa: la sanità. Non voglio entrare nel merito rispetto alle questioni poste in essere - poi nel prosieguo del ragionamento vi entreremo se volete - ma c’è un fatto fondamentale che credo sia necessario portare all’attenzione di quest’Aula, dei colleghi e della Calabria tutta: questa parte di riforma della sanità fa parte di un ragionamento complessivo che l’assessore alla sanità e che il governo regionale hanno fatto rispetto alle necessità della sanità della Calabria oppure è solo una specie di specchietto per le allodole? Fa parte, cioè, di un anticipazione di quel Piano sanitario regionale che noi aspettiamo e che auspichiamo presto possa vedere la luce oppure no?

E’ questo il dato importante, a prescindere dall’essere d’accordo o meno sulle cinque aziende sanitarie. Noi vogliamo capire se c’è un disegno organico di questa maggioranza e di questo Consiglio regionale, di questa maggioranza all’interno di questo Consiglio regionale e di questa Giunta regionale rispetto alle esigenze della Calabria, ovvero se c’è un disegno organico di sviluppo della nostra regione, un disegno organico di riforme oppure se vi siano riforme tentate così, a spizzichi e a bocconi, giusto per dire o poter dire domani che si è avviata la stagione delle riforme in Calabria.

Un’ultima cosa: oggi molti di voi avete detto che siamo in una situazione particolare in quest’Aula, fuori ci sono i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, gli operai del fondo sollievo disoccupazione, l’Anisap, altre categorie di lavoratori. Questo significa che veramente ci troviamo in una fase particolarissima per la Regione, ci sono dei problemi che si sono incancreniti e sono scoppiati in questo momento. Sono ormai oltre due anni che questa maggioranza va avanti, credo che sarebbe il momento di mettere mano alla risoluzione di questi problemi perché la Calabria non può più aspettare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Feraudo. Ne ha facoltà.

Maurizio FERAUDO

Intervengo, innanzitutto, per esprimere il disappunto per come questa protesta si sta sviluppando. Giustifico e capisco la protesta dei lavoratori che va anche sostenuta, però, quando la protesta diventa strumento di pressione verso la massima istituzione calabrese, a quel punto ritengo che la valutazione non possa che essere di non condivisione. E’ giusto che i lavoratori o le categorie interessate esprimano la loro protesta, ma è anche giusto che le istituzioni lavorino senza il condizionamento delle pressioni che provengono dall’esterno.

Sotto questo aspetto, ritengo che forse sia la prima volta che la protesta ha raggiunto una simile irruenza all’interno di questo palazzo.

Detto questo, gli emendamenti che oggi sono stati presentati offrono, indubbiamente, rispetto al lavoro che ha svolto la Commissione – io pure ho partecipato a diverse sedute di Commissione i cui lavori si sono si sono prolungati per mesi – una valutazione negativa, perché l’atteggiamento dell’emendamento, in pratica, vanifica buona parte del lavoro svolto dalla Commissione dal punto di vista formale o del metodo. Invece la valutazione la farei più nel merito, nella sostanza di quello che è l’argomento che viene proposto all’attenzione del Consiglio.

Fra cinque giorni saranno due anni che ci siamo insediati in Consiglio e, devo dire con sincerità, l’intenzione di proporci di fronte ai calabresi e alla Calabria con un’azione di riforma, ancora langue, non c’è in cantiere un’azione concreta di riforma, anche per una serie di vicende che mai avremmo voluto si verificassero e che hanno condizionato i lavori di questo Consiglio, rallentando l’azione politica ed istituzionale.

Ancora oggi, però, non ci accingiamo ad avviare come Assemblea legislativa quel processo di riforme che da più parti è stato chiesto e che anche noi, all’inizio della legislatura, avevamo posto tra gli obiettivi primari. Ricordo a me stesso che, nel momento in cui sono stati nominati i vertici dell’Arssa e dell’Afor, abbiamo approvato un ordine del giorno con cui ci davamo dei tempi, che poi sono abbondantemente decorsi, per avviare una discussione all’interno del Consiglio regionale, tra le forze politiche, per realizzare una riforma degli enti strumentali.

Questo non c’è stato, c’è un ritardo enorme rispetto a quelli che erano i tempi che ci eravamo prefissati ed io ritengo che la proposta oggi portata all’attenzione del Consiglio regionale offra l’opportunità di dare alla Calabria e ai calabresi un messaggio forte.

Non mi soffermerò molto nel merito dei singoli istituti di riforma, l’Afor, l’Arssa, la Fincalabra, la sanità, i trasporti e quant’altro, ma sul messaggio che con questi provvedimenti nel loro complesso viene dato ai calabresi. Si sta dicendo loro che questa Calabria, questo Consiglio regionale, questa maggioranza vuole fare sul serio nel campo delle riforme.

A convincermi più di ogni altro sulla necessità di convenire, comunque, favorevolmente su quella che è stata la proposta di emendamento arrivata in Aula, è stato anche l’aspetto che ha riguardato la sanità. Noi del gruppo di Italia dei Valori avevamo più volte chiesto l’accorpamento delle aziende sanitarie in cinque, una per ogni provincia, e oggi vedere questa proposta che parte dal Vicepresidente della Giunta e dal Presidente della Commissione bilancio confluire nel maxiemendamento proposto ci mette, sicuramente, nelle condizioni di poter motivatamente sostenere l’avvio del cantiere delle riforme. Se mai si partirà, mai questa Regione potrà avviare questa nuova stagione.

E’ vero che – come qualcuno diceva prima – è una pagina inedita, ma la ritengo una pagina inedita in positivo, perché rispetto alla non linearità del metodo e della forma con cui si è arrivati a proporre gli argomenti in discussione nell’Aula, di sicuro c’è nel merito una sostanziale volontà di cambiare le cose rispetto alla situazione attuale, su cui tutti quanti abbiamo espresso sempre le nostre considerazioni che non erano sicuramente di entusiasmo o positive.

Quindi avviare ed aprire il cantiere delle riforme con la consapevolezza che queste che oggi vengono deliberate sicuramente comporteranno delle difficoltà in sede di applicazione, perché ogni cantiere comporta sempre problemi, però, se c’è la volontà concreta del Consiglio regionale di dare una svolta vera, reale rispetto alle tante dichiarazioni di intenti che tutti quanti noi abbiamo sempre espresso, allora ritengo che questa sia l’opportunità per dimostrare a tutti quanti noi e alla Calabria e ai calabresi che stiamo facendo sul serio.

Il discorso dell’Arssa e dell’Afor: nella Commissione non avevamo condiviso la soluzione del commissariamento, perché comunque quel tipo di impostazione non risolveva il problema, quantomeno non indicava quale sarebbe stata la soluzione adottata per riformare gli enti stessi, limitandosi all’ipotesi commissariamento senza indicare gli sbocchi successivi. Oggi, invece, con la soppressione di questi enti si vuole dare un taglio netto a quella che è stata una politica che trovava giustificazione e senso in altri tempi.

Alla luce, però, dei costi che i due enti hanno, del peso che hanno sul bilancio regionale, c’è la necessità di rivederli. Probabilmente è una scelta, è vero, frutto di un insufficiente confronto tra le forze politiche che hanno ognuna un’impostazione differente rispetto all’altra. Dico, dunque, che è importante lanciare il messaggio dell’avvio della stagione delle riforme, è importante che da qualche parte si inizi. Iniziare oggi con le riforme contenute in questo maxiemendamento ritengo sia un segnale positivo che l’Aula deve cogliere con entusiasmo, significa che realmente vogliamo dare un segno di cambiamento a questa Regione.

Non avviarlo oggi significherebbe rimandare ad una discussione sicuramente più proficua e più opportuna all’interno del Consiglio, ma che dilaterebbe enormemente i tempi di avvio di un percorso riformatore che non può più attendere. Fra due anni saremo già nella fase di dirittura di arrivo, oggi siamo al giro di boa e ritengo che sia un dovere di questa maggioranza e di questo Consiglio iniziare a lanciare segnali concreti della volontà di cambiamento senza che gli interessi di parte, gli interessi particolari possano condizionare il processo che questo Consiglio regionale ha assunto come impegno prioritario sin dal suo insediamento.

Questo era il pensiero che volevo esprimere dalla mia posizione che benché difficile, perché rappresento un partito che sta nella coalizione, pur non essendo al governo, ritengo sia ancora più neutrale rispetto a chi, magari, sostiene dall’interno il governo. Di certo rappresenta una necessità, la volontà di imprimere un’accelerazione rispetto ad un percorso che, se non viene avviato subito, magari comporterà notevoli ritardi che non sarebbero più compresi o capiti dai calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guerriero. Ne ha facoltà.

Giuseppe GUERRIERO

Signor Presidente, colleghi, mi pare doveroso, in premessa, esprimere da questi banchi la solidarietà nei confronti dell’onorevole Maria Grazia Laganà, vedova Fortugno, per l’ulteriore vile minaccia che ha ricevuto. Mi pare giusto, oggi, ricordare questa vicenda all’interno di quest’Aula, sicuro di interpretare certamente il sentimento di tutti i colleghi del Consiglio regionale per quello che sta succedendo alla sua persona.

Voglio un attimo intervenire non sull’articolato, a mio parere, infatti, stiamo entrando nel merito di un argomento che ci deve far riflettere in termini di carattere politico.

Noi del gruppo Sdi sosteniamo da tempo la necessità di una forte scossa all’interno della maggioranza regionale, abbiamo sempre sostenuto che sia necessario andare avanti con le riforme di cui tanto si parla e che, però, non hanno visto mai il sorgere di nessuna proposta.

Questo Consiglio regionale, oltre un anno fa – se ben ricordo – aveva deliberato all’unanimità di andare ad analizzare i ruoli delle partecipate della stessa Regione. Riflettevo poc’anzi su un’interessante trasmissione che c’è stata ieri sera su Rai3, “Report”, in cui si parlava di Sviluppo Italia e – non so se i colleghi l’hanno seguita – del ruolo che avrebbe dovuto avere in questo nostro Paese e quale ruolo, in effetti, aveva recitato fino ad oggi.

Ebbene, a me pareva di vedere in fotocopia il ruolo che avrebbe dovuto avere Fincalabra e quello che ha recitato fino ad oggi. Fincalabra è stata un’emanazione della Regione che ha fatto di tutto e di più, abbiamo partecipazioni anche in magazzini di 60 metri quadri – è vero, collega Pacenza? – abbiamo partecipazioni con Fincalabra in tutte lo scibile umano, da quotidiani calabresi ad altre iniziative che tutti quanti conoscono.

Ritengo, allora, che sia giusto parlare di riforme quando si tenta di far rientrare nell’alveo quelli che sono compiti e ruoli delle istituzioni di nostra emanazione. Fincalabra è una di queste. Guardate, in Calabria esistono piccole e medie imprese che avrebbero la necessità di avere dei sostegni reali da parte di chi recita questo importante ruolo, invece sono costrette, nostro malgrado, a rivolgersi soprattutto gli istituti di credito. In questa terra gli istituti di credito sappiamo che cosa fanno, sappiamo che metodi portano avanti nei confronti, in modo particolare, di queste realtà imprenditoriali.

Allora perché non riformare cose che, in effetti, hanno necessità oramai atavica di essere riformate?

Noi, come socialisti, abbiamo la cultura del riformismo non a parole ma nella sostanza, basta leggere nella nostra storia. Siamo perché ci siano certezze che leghino il mondo del lavoro a quella che è la produttività, ecco perché riteniamo che anche le manifestazioni di stasera, giuste, legittime, trovino riscontro e risposte proprio nelle riforme che vogliamo portare avanti. Non v’è dubbio che è finita l’epoca del parassitismo in questa nostra terra, si deve andare avanti con progetti che rendano produttive le risorse della Regione Calabria.

Non si può pensare di andare avanti con i metodi di un passato che vede anche responsabilità di un centro-sinistra: la Regione è nata nel 1970 ed anche il centro-sinistra ha governato questa Regione. Però è finita quest’epoca, dobbiamo voltare pagina, se non vogliamo dichiarare bancarotta, abbiamo la consapevolezza oggi, che c’è questo rischio e non possiamo permettere che diventi bancarotta fraudolenta nel momento in cui veniamo a conoscenza della situazione economica che vive questa nostra regione.

Ecco perché pensiamo che, seppur con ritardo, è arrivato il tempo di voltare pagina, di parlare realmente di sostanza e le riforme lo sono. Noi riteniamo che vada garantito il mondo del lavoro e mi pare che una cultura come la nostra, di sinistra, non possa che guardare con attenzione a questa problematica. Nel modo più assoluto permetteremo che si perda un posto di lavoro attraverso queste riforme. Qua siamo vicini ai lavoratori e al sindacato, ma senza falso populismo, che sia chiaro questo, dobbiamo dire ai lavoratori qual è la verità, che cosa può fare una Regione come la Calabria in termini di precariato. Non serve far credere che in Calabria ci possano essere migliaia di posti di lavoro, colleghi, la gente non ci capisce, creiamo false illusioni con i bandi che emaniamo, sappiamo bene qual è la realtà in questa nostra terra.

Allora è questo il linguaggio della verità, abbiamo il dovere di non inseguire consensi elettorali, dicendo le bugie ai lavoratori e ai precari calabresi, a quelli senza occupazione in Calabria. Ecco la diversità di vedute con taluni… Noi muoviamo anche delle critiche a questi emendamenti, siamo convinti, ad esempio, che per quanto riguarda i trasporti non se ne possa discutere attraverso questo tipo di emendamento, siamo convinti che il discorso vada completamente depennato. Per quanto riguarda più generale il contenimento della spesa pubblica all’interno dei servizi che dobbiamo erogare, qua non transigiamo: la spesa pubblica va ridotta al giusto e necessario.

Del resto, crediamo nell’iniziativa che il Presidente Bova, assieme a tutti quanti, ha portato avanti all’interno di questo Consiglio regionale, con i sindaci, i Presidenti delle Province e tutti gli amministratori, abbiamo detto certe cose in quell’occasione. Noi siamo partiti con delle riforme che permettono anche un grande risparmio all’interno della Regione Calabria, siamo andati a spulciare laddove la spesa andava limitata, ed oggi dobbiamo comprendere che non è più possibile tenere in vita miriadi di consigli di amministrazione, miriadi di direttori generali.

Chiediamo risposta a queste cose, ecco perché noi socialisti sosteniamo coloro i quali vogliono portare avanti questi tipi di iniziative, li sosteniamo perché è la nostra politica, l’abbiamo detto nei nostri programmi, lo ribadiamo nei nostri congressi nazionali, lo sostiene il nostro segretario regionale quando dice, a giusta ragione, che una Giunta di centro-sinistra si caratterizza per le modifiche che riesce ad apportare all’interno delle cose che non vanno. Ripeto, sono le cose che non vanno che non ci appartengono, io non sono uno che guarda subito indietro, però so bene le responsabilità che ci appartengono per gli anni decorsi.

Penso che entrare nel merito di quello che avviene nell’Afor, nell’Arssa significhi porsi il problema del mondo del lavoro che vi è all’interno di questi due enti, per cui diciamo che una riforma organica che permetta a queste forze lavoro di essere produttive sul territorio, di essere utilizzate in maniera produttiva e non in termini parassitari – voglio ribadirlo – sia molto utile sia per loro sia per la Calabria.

Allora, Presidente, noi abbiamo avuto anche la possibilità di discuterle in Commissione queste cose. Non ha bisogno di difese personali il collega Presidente Chieffallo, però debbo dire con molta sincerità che la seconda Commissione ha lavorato intensamente e non più su materie che appartengono ad un passato in cui eravamo poco attenti. Non siamo andati a sparlare né di finanziamenti a pioggia, né di luoghi di culto che vogliono finanziati per le processioni di turno. Siamo andati a parlare, invece, di cose concrete.

Voglio ricordarne una qui dentro: ad esempio, l’Ardis di Catanzaro – e chi vi parla è della provincia, ma non sono certamente né provincialistamunicipalista – e l’Ardis di Reggio Calabria. Ebbene, perché a Cosenza l’Ardis è gestita dall’Università di Cosenza? Ed è giusto che lo sia anche qui. Appartiene al mondo universitario, ai giovani studenti universitari. Si tratta di regolare i buoni pasto, le mense, i buoni libro, di cose in cui la Regione non ha motivo di intervenire, di esistere. Deleghiamo! Giustamente in Commissione all’unanimità è passata questa proposta di demandare alle Università di Catanzaro e di Reggio Calabria la gestione di queste risorse e del personale stesso, senza togliere niente a nessuno. Dico questo come esempio di cose che si possono concretizzare.

Se lo spirito della Giunta con questa proposta – perché ritengo che sia una proposta che appartiene alla Giunta, anzi sono convinto che appartenga alla Giunta una proposta del genere, che non appartiene né a Chieffallo né al Vicepresidente della Giunta regionale, è una proposta della Giunta questo punto qua – è quello di voler cambiare pagina attraverso un intervento di questo tipo che va a mettere, chiaramente, ordine laddove c’è molto disordine, ebbene, noi socialisti non possiamo che condividerla.

Certo – lo abbiamo detto anche oggi in un incontro che abbiamo avuto – non ci basta questo, perché comprendiamo bene che alle enunciazioni dopo debbano corrispondere fatti concreti e là ai fatti concreti vogliamo partecipare con le nostre proposte, vogliamo dire anche la nostra, non vogliamo sostituirci alla Giunta regionale che ha un compito di altra natura, ma vogliamo essere coloro i quali all’interno di una maggioranza indicano anche percorsi e programmazione su determinate cose. Il nostro ruolo altrimenti sarebbe fortemente avvilito, se ci fermassimo stasera qua ad alzare la mano e a condividere per amor di patria. Non abbiamo amor di patria, almeno per queste cose, abbiamo amor di patria per altre cose.

Ecco perché entreremo nel merito per ogni singolo provvedimento di emendamento che ci viene proposto, per dire anche il nostro pensiero laddove va corretto. Ritengo che ci sia spazio anche per delle correzioni, perché nessuno si è rinchiuso in questo bunker per dire “questo è e questo vi dovete prendere” perché, se così fosse, avrebbe ragione anche il collega Acri – che stimo tanto, oltretutto – nel sostenere che qua avevano il dovere di dirci qualcosa. Però noi superiamo queste cose, Tonino, per un solo motivo, perché pur comprendendo che ci sono dei metodi da usare, delle regole da rispettare all’interno del Consiglio regionale e delle Commissioni nei rapporti fra Consiglio e Giunta, ebbene, se questa è una strada che può portare questa maggioranza ad una svolta sincera e leale, noi siamo d’accordo anche ad un percorso che non veda il confronto così come sarebbe stato giusto averlo, ma che veda oggi questo tipo di intervento portato avanti dal collega Chieffallo e dal collega Vicepresidente della Giunta regionale verso una strada che è maestra, che fa parte di un programma, di un progetto che noi abbiamo voluto come maggioranza regionale e allora non possiamo che farla nostra e accettare le cose che ci vengono proposte con i confronti che dovranno necessariamente essere portati avanti in quest’Aula.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Chiarella.

Egidio CHIARELLA

Presidente, colleghi, sicuramente la giornata si è presentata in un modo molto particolare, io direi dal punto di vista politico da ricordare, perché chi fa politica deve riflettere sulle cose che succedono, specie quando vi sono momenti di tensione come quelli che hanno caratterizzato la giornata di oggi.

Devo ringraziare la minoranza, Presidente, per il comportamento istituzionale corretto di alto livello, lo faccio perché sono abituato a riflettere sulle cose in piena libertà e, in una giornata come questa, oggi probabilmente una minoranza rissosa, non istituzionale, avrebbe potuto fare altre cose, avrebbe potuto cavalcare la tigre di una tensione fortissima che mai avevamo registrato all’interno del Consiglio regionale, non fuori del palazzo, anche se nella sostanza è la stessa cosa.

Però salvaguardare le istituzioni è il primo compito di un eletto o di chi ha responsabilità politiche, al di là delle ragioni o meno e degli interessi, quindi alla minoranza – e non lo devo dire io perché non ho i titoli, ma sicuramente da eletto del popolo a colleghi eletti dal popolo – devo riconoscere il senso alto della responsabilità istituzionale, che fa sicuramente bene alla Calabria che oggi sta cercando di ricostruire il proprio futuro perché, purtroppo, tanti nodi sono venuti al pettine.

E le proteste di oggi, verso le quali bisogna guardare sempre con attenzione e mai con leggerezza, sono comunque il risultato – e questo fatemelo passare – non del lavoro della Giunta attuale. Fosse così, probabilmente sarebbe anche più facile risolverle le questioni, ma sapete più di me che non è così, la Calabria sta vivendo un momento di snodo e alcune tensioni che hanno radici molto profonde cominciano, purtroppo, ad essere sradicate e quindi a portare degli effetti e delle conseguenze.

Questo per dire che ci sono dei momenti istituzionali e politici che dobbiamo cercare di risolvere insieme, pur nella differenza delle parti, pur nelle denunce che, giustamente, una minoranza fa alla maggioranza e comunque nel rispetto delle questioni che vanno risolte, pena lo sfaldamento della democrazia e quindi della tenuta stessa delle istituzioni.

Dico spesso che in questo momento la Calabria ha bisogno di avere un motore trainante. La responsabilità nelle parti che ognuno di noi rappresenta, chiaramente, va suddivisa e guai se non mettessimo questo motore a questa Calabria, perché a cosa può servire guidarla domani da una parte o dall’altra, se non avessimo la possibilità di poter percorrere un lungo cammino all’insegna della democrazia, della stabilità e quindi del lavoro?

Allora il momento che abbiamo davanti è delicato, qui abbiamo l’assessore ai fondi europei, comprendiamo il delicato ruolo che egli ha, mi auguro che molto presto questo Consiglio possa dibattere su questa materia così seria e così importante che, al di là della destra, della sinistra e del centro, va risolta nel modo migliore possibile, perché quel motore che prima citavo non sarà tale se questi fondi europei non avranno la destinazione giusta che tutti ci auguriamo. Nello stesso tempo, oggi, parlando di riforme, lavoriamo perché questo motore si possa accendere, possa avere una cilindrata abbastanza grossa e possa, quindi, mettere in moto questa Regione.

Le riforme sono state annunciate da tanto tempo. Probabilmente ci sono state polemiche anche all’interno della maggioranza – perché non dirlo? – sui tempi e sui modi in cui queste riforme sono arrivate in Aula. E’ un problema di metodo che, giustamente, in politica è anche sostanza, però dobbiamo dire, onestamente, che tutti, da tempo, concordiamo che alcune riforme vanno fatte e subito. Se le grandi questioni non si risolvono nei primi due anni della legislatura, dico che è inutile farle, perché non ci sarebbe il tempo necessario per farle maturare e quindi poi anche per far capire alla gente come una determinata riforma serva per migliorare la Calabria e non per punire qualcuno o andare contro qualcosa.

Allora le grandi questioni vanno affrontate subito e i tempi sono scaduti. Noi siamo alla fine del secondo anno e non possiamo fare più chiacchiere altrimenti è bene rinunciare e bivaccare sino alla fine legislatura, nella speranza che questo palazzo non salti, perché, giustamente, la gente potrebbe non farcela più.

Allora mettiamo mano. Probabilmente dobbiamo stare attenti, resteremo a lavorare in Consiglio regionale anche per quindici giorni di fila, se è necessario, ma ragioniamo sulle cose. Nella riunione dei capigruppo - anch’io - ho detto apertamente, ad esempio, che, pur condividendo la suddivisione delle Asl per provincia – capite che rivoluzione ci sarà, soprattutto se riusciremo a farle gestire bene, perché il problema sono gli uomini, chi andrà a gestire –, per la provincia di Catanzaro è necessario adottare un metodo - altrimenti non capisco, non possiamo fomentare altre tensioni -, abbiamo una città di 75 mila abitanti in preda alla mafia, alla disoccupazione (il tasso di disoccupazione giovanile più alto della Calabria), problema opportunamente tenuto in considerazione dal governo regionale, dal Governo nazionale, forse anche da Bruxelles, che però poi, stranamente, viene tagliata su tutti i fronti.

Ho evidenziato, quindi, ai capigruppo della maggioranza come sia necessario trovare, all’interno delle Asl della provincia - condividendo il principio generale -, il modo per far si che le tre Asl della provincia di Catanzaro non diventino appannaggio esclusivo di una parte del territorio, per evitare di ritornare a vecchi campanili, ad autonomie, a volte anche forti, che porterebbero a momenti di tensione in questa terra di Calabria che oggi forse non servono.

Bisogna, sicuramente, ragionare sulle cose, avviandosi verso le riforme e cercare di attuarle con la maggiore tranquillità possibile. Ritengo che questo momento sia di grande utilità, che la politica in genere e in conseguenza ognuno di noi, stasera, è giusto esprima delle tensioni ideali, dei convincimenti personali e faccia anche, se occorre, emendamenti migliorativi – perché no? -. Sicuramente il momento è importante e non bisogna scappare, piuttosto, assolutamente, esprimersi anche migliorando il “prodotto” istituzionale messo sul tappeto.

Capisco che ci siano dei tentennamenti, il mio partito fa parte della maggioranza, io – come Feraudo ha detto per Italia dei Valori – non faccio parte del governo e non ho forme rappresentative istituzionali, ma sento comunque la responsabilità di partecipare ad un momento serio di rivalutazione della politica generale. In tale direzione dobbiamo rafforzare le cose che possono dare una spinta alla Calabria e penso - vedendo l’amico Pino Gentile, con il quale mi confronto spesso - anche alla possibilità, appena la Commissione di vigilanza europea – ne parlavo prima con Pacenza – andrà a verificare tutto ciò che ruota intorno alla legge Sabatini, di capire come lavorare su questa strada per dare forza alle nostre imprese, alle piccole e medie aziende che costituiscono l’ossatura principale della Calabria.

E’ un impegno politico che dobbiamo prendere. Quella legge, finanziata per diversi anni, era riuscita a dare una boccata di ossigeno e dobbiamo - magari anche migliorando, cambiando, ma comunque andando in quella direzione - rafforzare le tensioni positive che ci sono nella piccola imprenditoria locale che non va “clientelizzata”, ma sostenuta ed aiutata a portare a compimento quei processi economici e sociali che, altrimenti, nessun buon politico da solo riuscirebbe a portare avanti.

Comunque, all’interno della discussione sul bilancio entreremo nelle singole questioni. Ritengo, piuttosto, opportuno in una giornata così particolare, così ricca di tensioni, in cui si è parlato del tentativo di far passare alcune cose senza il consenso generale, trasformarla in giornata di grande lavoro, di grande intendimento, pur nelle diverse posizioni che ognuno potrà assumere nel rispetto di tutti in quest’Aula. Cerchiamo di mutare questa giornata di alta tensione sociale in giornata di lavoro positivo per il bene assoluto della nostra regione Calabria.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Tallini.

Domenico TALLINI

Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo nella fase preliminare e, soprattutto noi del partito dell’Udeur che abbiamo consegnato un documento al Presidente di questo Consiglio, avremmo desiderato che del contenuto dello stesso fosse informata l’Aula.

Signor Presidente, gran parte del mio intervento, probabilmente, sarà dedicato alla sua funzione, quindi la pregherei di un minimo di attenzione. Non so se lei abbia informato il Consiglio regionale della richiesta formale che, all’unanimità, il gruppo dell’Udeur ha sottoposto alla sua attenzione, ovviamente non per un fatto privato, ma affinché lei valutasse l’opportunità di dare notizia al Consiglio regionale di una richiesta che non va vista come l’iniziativa di una forza politica che ha un problema nella maggioranza, ma come una richiesta di un gruppo politico che rivendica una prerogativa, cioè: prima di decidere di conoscere bene le carte su cui si deve esprimere e chiede, per questo, una cosa normalissima: di avere qualche giorno di tempo per approfondire le carte, perché solo così potrà dare il giusto contributo che il nostro partito, l’Udeur, intende dare ad una serie di problemi che non possono - a nostro avviso - essere sottoposti all’ultimo momento all’Aula ed accettati in una forma che, seppur rivoluzionaria e innovativa, riteniamo abbia la necessità di essere approfondita per evitare che, invece di risolvere i problemi - come è successo molte volte in passato -, addirittura andiamo a complicarli.

Pongo due domande che necessitano di una risposta immediata: una riguarda la questione di metodo che abbiamo sollevato e coinvolge tutti i gruppi politici, i consiglieri regionali, le prerogative e le funzioni che ognuno di noi intende esercitare nel pieno diritto dei doveri istituzionali che, comunque, dovremmo esercitare in ottemperanza al mandato che gli elettori ci hanno dato nel momento in cui ci hanno votato e delegato a questa funzione all’interno della maggioranza.

E’ un problema di forma che – ripeto – dovrebbe riguardare tutti. A questo punto, mi sovviene quello che è successo in Commissione: io ho avuto la dabbenaggine di frequentare, per la prima volta, la Commissione bilancio in maniera assidua e – non per ripetere alcune cose corrette che sono anche state dette da esponenti dell’opposizione – devo dire che il clima in cui si è lavorato è stato molto positivo.

Le linee-guida tracciate, soprattutto, dai colleghi Borrello - del mio partito - e Franco Pacenza - dei Ds - hanno trovato all’interno della Commissione ampie convergenze e contributi utili sono venuti, anche, dall’opposizione. Devo, in questo momento, dare atto al collega Egidio Chiarella che in quella sede il comportamento dell’opposizione - tranne qualche piccola eccezione - è stato costruttivo, si è instaurato un clima di collaborazione, al punto tale che non si è nemmeno ricorso alla verifica del numero legale in alcuni momenti in cui la maggioranza poteva essere in difficoltà.

Inoltre, durante l’attività della Commissione, il lavoro era così proficuo e condiviso che passava in second’ordine il parere della Giunta e dell’assessore Spaziante, al punto tale che abbiamo molto ironizzato sul parere negativo da questo espresso, devo dire che, oggi, l’assessore Spaziante, forse avendo più esperienza di noi in questo ruolo, si prende la sua rivincita e purtroppo noi, invece, con ritardo dobbiamo ammettere che quel no continuo sulle varie proposte tese a modificare il collegato proposto dalla Giunta, l’assessore Spaziante poteva tranquillamente esprimerlo in forma di un parere in fotocopia da allegare a tutte le questioni definite.

Oggi, in effetti, dobbiamo dire che quella forma di rassegnazione dell’assessore Spaziante aveva un significato, perché oggi vi è la rivalsa - se così possiamo dire - su una serie di situazioni che si erano discusse in Commissione e che oggi troviamo completamente modificate nell’emendamento presentato non dalla Giunta, ma a nome del suo Vicepresidente e del Presidente della Commissione e il cui contenuto apprendiamo oggi essere sconosciuto a molti componenti della stessa Giunta. Quindi è un problema di legittimazione dei lavori, non è questo che ci scandalizza, è un problema di legittimazione della politica.

Collega Giamborino, collega Pacenza, collega Guerriero, passo al secondo aspetto del problema politico: c’è un gruppo, l’Udeur, che, a nome dei suoi cinque componenti, ha chiesto un aggiornamento dei lavori del Consiglio regionale non perché – dice nel documento – non condivida espressamente questo metodo, non perché voglia sollevare questioni strumentali - che allo stato non vede -, il documento recita: “soltanto al fine di esaminare la corposa documentazione che è a corredo dell’emendamento presentato a nome del Presidente della Commissione e del Vicepresidente della Giunta, Nicola Adamo” e per dare l’opportunità ai consiglieri regionali di presentare eventuali sub-emendamenti, quindi, per consentirci di svolgere appieno il nostro incarico istituzionale, che non può assolutamente limitarsi alla ratifica delle cose, tra l’altro, considerando anche che si è in presenza di provvedimenti adottati in precedenza in Commissione, che vanno in direzione totalmente opposta a quella prevista nel documento emendativo proposto dal Presidente della Commissione e dal Vicepresidente Adamo.

L’assessore Spaziante ha anche avuto la forza di sostenere che questo documento va in continuità con i lavori della Commissione. Io credo ci voglia – mi limito a dire – stomaco per dire una cosa del genere.

E’ chiaro, come è emerso oggi, che il contenuto di quel documento smentisce gran parte del lavoro fatto dalla Commissione, mi limito a citare soltanto alcuni passaggi che ci hanno fatto riflettere e che hanno indotto l’Udeur a mettere davanti a tutti la nostra faccia, il nostro petto, davanti al Presidente. Ci siamo messi davanti al plotone di esecuzione, ma lo abbiamo fatto pensando di avere il sostegno e la solidarietà delle forze politiche che insieme a noi fanno parte della coalizione di maggioranza, sapendo che questa nostra posizione è corretta e non strumentale, in quanto non mira a far slittare il Consiglio regionale di mesi, ma soltanto di qualche giorno per permettere a tutti i consiglieri regionali - di maggioranza e di minoranza, ma anche allo stesso esecutivo che stamattina si mostrava alquanto perplesso su alcune questioni - di approfondire alcuni temi.

Colleghi, l’emendamento proposto dall’assessore Spaziante affronta la materia dei trasporti che in passato è stata oggetto di discussione, di contrasto, di enormi contenziosi: pensate che possa essere approvata attraverso un emendamento della Giunta - o, meglio, del suo Vicepresidente e del Presidente della seconda Commissione - introdotto in Aula, senza dare l’opportunità a tutti noi di fare un’attenta riflessione, di venire a conoscenza di tutti gli aspetti inerenti il contenzioso tra la Regione e le varie ditte? Pensate che, questo comparto – e, quando si vuole, si sta attenti ai comparti che fanno parte della Regione Calabria, esponendola negativamente all’opinione pubblica nazionale, come è successo per i forestali, ad esempio – insieme agli altri coinvolti nel processo di revisione, approvando questo emendamento non possano far diventare domani la Regione Calabria – e questa Assemblea in particolare, perché noi, con il nostro voto, avalliamo certe proposte – oggetto di discussione?

A tal proposito, dopo quello che è successo per il cosiddetto esodo dei dipendenti della Regione Calabria, insisto a dire che su tale materia va avviato un riordino anche per una forma di autotutela. E non ritengo vero che, se è stata iniziata una procedura dalla Giunta precedente, non debba o non possa essere rivista dall’attuale perché, se esiste danno erariale, prima o poi, in quota parte, ognuno di noi rischierà di risponderne.

Quindi, questa problematica dei trasporti, assessore Spaziante, come può essere introdotta attraverso un emendamento in Aula, mentre subiamo l’assalto dei dipendenti dei laboratori privati, dei forestali, degli interinali? Pensate che, in questo emendamento e in questa finanziaria, da questo momento alle prime ore del primo maggio, possa essere approfondita questa tematica? Noi crediamo di no e pensiamo, invece, che questo argomento richieda ingenti risorse della Regione Calabria - circa 200 milioni di euro – e, quindi, che non sia possibile affrontare questo problema con tale superficialità.

Pensate che il problema dei lavoratori interinali - che giustamente la Giunta si è posto e ai quali la Commissione ha dato grande rilevanza, ricevendo spesso e volentieri i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali - non debba essere affrontato con grande attenzione? L’emendamento della Giunta prevede che questi lavoratori passino dal rapporto a tempo indeterminato con un ente ad un rapporto con un altro ente a tempo determinato. Secondo voi quei lavoratori non intravedono in questo provvedimento il preludio al loro licenziamento? Io non sono tra quelli che dicono che bisogna lasciarli a tempo indeterminato ad ogni costo e, magari, stabilizzarli attraverso un rapporto di lavoro con la Regione; no, sono del parere che siano questioni da approfondire, tuttavia mi sembra che anche questo argomento si stia affrontando con grande superficialità.

Abbiamo approvato e discusso della Field, collega Pacenza: si ricorda quando mi ha chiarito come un ente nato per studiare il fenomeno del lavoro sommerso sia diventato una vera e propria struttura a sostegno del finanziamento alle imprese? Oggi la troviamo di nuovo in questo maxiemendamento della Giunta! Bene, anche qui, dovremo verificare chi ha dato quel voto in Commissione e come voterà oggi una proposta completamente diversa.

Afor ed Arssa: in Commissione c’è stata una discussione seria, approfondita, tanto che, per alcuni versi, la proposta del collegato proposto dalla Giunta è stata definita superficiale. La Commissione ha stabilito che queste riforme - così anche per Fincalabra - andavano fatte seguendo la procedura ordinaria con dei tempi contingentati - questo sì - e con la partecipazione vera, profonda, autentica del Consiglio regionale, che, in questo modo, poteva diventare protagonista di queste vicende e della fase storica delle riforme. Invece non è andata così, i componenti della Commissione – alla quale partecipano i capigruppo della maggioranza e dell’opposizione (a cui va, anche, il nostro rispetto) - dovranno votare in quest’Aula una proposta che va in direzione opposta a quella portata all’attenzione della Commissione stessa.

Pensate a quello che prevede per la sanità, una novità assoluta: la riduzione da undici a cinque Asl, una per provincia, un fatto completamente rivoluzionario! Sono d’accordo con quello che spesso ripete il Presidente della Giunta, cioè, che in Calabria le questioni sono talmente incrostate che vanno affrontate con la giusta determinazione, competenza e nel momento giusto.

Io ritengo che la riduzione del numero delle Asl sia una modifica rivoluzionaria. Tutti sappiamo cosa significa, se è vero, come è vero, che tutti siamo coscienti di quello che ruota intorno alla sanità calabrese e che c’è dietro la spesa della sanità. Pensate che l’Asl più piccola ha un bilancio di centinaia e centinaia di milioni di euro e che i direttori generali esercitano la loro attività con semplici deliberazioni, a volte senza nemmeno controllo. Faccio l’esempio dell’Asl 7 della provincia di Catanzaro, che amministra circa 200 milioni di euro, paragonandola al bilancio del Comune capoluogo di Regione, Catanzaro, di circa 80 milioni di euro, di cui gran parte - sapete così succede anche al Comune di Catanzaro - spese fisse.

Ritenete che una riforma come questa non presupponga un’approfondita discussione, un incontro preliminare, anche per valorizzare sul piano politico una cosa così rivoluzionaria? Invece la ritroviamo in questo maxiemendamento, con viva sorpresa anche dell’assessore alla sanità, che ha detto che “sapeva, non sapeva, ma non pensava” che potesse trovare concretezza in questa proposta.

Vado rapidamente alle conclusioni di questo mio intervento.

Ci è sembrato che alcuni abbiano ipotizzato un metodo di lavoro e altri, invece, si siano messi dietro le spalle tutto quello che è accaduto in questo mese e mezzo in cui la Commissione ha lavorato e intensamente. Ci sono stati giorni in cui abbiamo discusso di notte, abbiamo finito alle cinque di mattina: sembravamo degli eroi quella mattina in cui ci ritiravamo a casa pensando di aver compiuto un grande atto d’amore nei confronti della Calabria. Oggi,invece, ci siamo svegliati con il sorriso sarcastico dell’assessore Spaziante, che ci guarda con ironia e, in effetti, ci fa capire che abbiamo fatto una cosa inutile.

Io non ritengo sia inutile tutto quello che abbiamo fatto. Voglio ribadire in quest’Aula che una posizione politica come quella dell’Udeur meritava ben altra attenzione da parte dei capigruppo. Non me ne voglia il collega dell’opposizione, è normale che, sia pure in maniera sincera, richiamando questa posizione possa assumere la forma di una citazione strumentale, ma mi sarei aspettato un’attenzione diversa da parte dei capigruppo che rappresentano le forze politiche dell’alleanza della maggioranza.

Non è un buon viatico per rafforzare e affrontare problemi delicati e importanti in futuro, considerato che ci sarà bisogno di una maggioranza coesa, unita o gli interventi di colleghi della maggioranza stessa, che fanno a gara e che non hanno partecipato ai lavori della Commissione e che con i loro interventi hanno dimostrato di avere poco rispetto nei confronti dei loro stessi colleghi che hanno partecipato ed espresso delle posizioni in quest’Aula, non sono stati interventi apprezzabili. Né possiamo dividere chi presuppone un percorso politico, un percorso istituzionale per arrivare probabilmente al risultato di un prodotto migliore perché la discussione, il confronto serve per questo, non solo per esercitare la democrazia.

Caro Presidente, stamattina, mentre lei era impegnato in un colloquio è venuto a verificare il numero legale, ho avuto l’opportunità di dire al Presidente della Giunta che il disagio istituzionale di questo Consiglio regionale si intravedeva tutto sull’espressione del viso che il Presidente Bova aveva dimostrato nel momento in cui presiedeva la riunione ed era chiaro il suo disappunto rispetto a tutta una serie di vicende che accadevano, non esclusa nemmeno quella dell’occupazione.

Quindi, alla fine, qua non ci sono i riformisti e i conservatori, perché potrebbe apparire questo, no, né i riformisti veri sono quelli che vogliono approvare a scatola chiusa, perché qua siamo davanti ad un dilemma molto più semplice: c’è chi vuole approvare la finanziaria con il maxiemendamento della Giunta senza guardare le carte, c’è chi, invece, chiede qualche giorno per leggersi le carte.

 Non ci sono contrasti, crediamo di condividere, anche, la filosofia di base che guida l’impianto strategico del collegato, così come di quello della Giunta, però questa questione della richiesta di un gruppo di cinque consiglieri regionali che sono della maggioranza, ma non perché devono essere più importanti perché sono della maggioranza, ma perché ritengo che nell’espressione del voto abbiano una responsabilità maggiore per il ruolo che svolgono, avrebbe meritato, signor Presidente – ma lei ancora fa in tempo a recuperare qualche piccola defaillance – un’attenzione diversa da parte dei colleghi che appartengono alle forze politiche.

A noi non interessano le espressioni dei singoli perché, singolarmente interpellati, tutti condividono le nostre posizioni; a noi interessa un fatto politico, cioè che l’Udeur, in questo momento, richiede una sua dignità politica all’interno di questa maggioranza che, fino ad oggi, anche per l’espressione del dibattito, per come si è svolto in Aula, ancora non vede.

PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Adamo.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la seduta odierna – ce ne siamo resi conto – non è una seduta ordinaria, non soltanto perché si approva una legge solenne che presiede alla definizione del bilancio di previsione, che è all’esame e sarà approvata, ma per i contenuti legislativi, che sono in discussione in quest’Aula, forti e soprattutto per il modo come stiamo discutendo: è un modo trasparente che consente, in quest’Aula e non altrove, ad ognuno di noi di esplicare il proprio mandato di consigliere regionale secondo l’assunzione del principio della responsabilità soggettiva.

Noi abbiamo assunto un impegno con gli elettori – quando dico “noi”, penso a questo centro-sinistra che oggi governa la Regione – dicemmo allora – lo disse il Presidente Loiero, lo dicemmo tutti – che volevamo i voti per andare a governare e non solo governare bene o meglio dei nostri predecessori, anzi su questo punto abbiamo deciso, all’indomani dell’insediamento del governo regionale, che non si trattava di vivere più di rendita sulla propaganda attraverso la critica a quanto era stato fatto o non era stato fatto prima, nei cinque anni precedenti, perché quello cessava con lo svolgimento della campagna elettorale. Abbiamo detto e abbiamo capito anche che noi eravamo stati votati per governare, che da quel momento in avanti venivamo verificati e misurati sulla nostra capacità e azione di governo. Quindi ci siamo proiettati in questa esperienza con questo intento e questo spirito. Tutti quanti abbiamo detto che vogliamo rivoltare la Calabria come un calzino: è questo il conto che dobbiamo presentare alla fine della legislatura ai calabresi e su questa traiettoria, lungo questa direttrice necessariamente siamo chiamati a lavorare.

Questi due anni non sono passati invano. Abbiamo già detto, abbiamo discusso anche in sede politica e non solo in sede istituzionale, che noi non ci riteniamo appagati di quanto finora abbiamo fatto, non perché si sia fatto poco o quanto si è fatto si sia fatto male, ma perché avvertiamo la responsabilità che quanto abbiamo fatto – ed è davvero tanto, tanto, tanto – è ancora insufficiente rispetto alla domanda che ci impone una complessa e strutturale, non certamente ciclica o contingente, crisi calabrese, crisi sociale, politica, istituzionale e anche morale.

Abbiamo detto che vogliamo fare di più, secondo quell’obiettivo, quel parametro, rivoltare la Calabria come un calzino, e probabilmente, senza ritenere di possedere colpi di bacchetta magica, quando arriveremo alla fine della legislatura, non soltanto abbiamo la tensione e l’ambizione di poter dimostrare che su questa strada ci siamo incamminati, ma dovremo dire che ancora dobbiamo crescere, ancora dobbiamo fare di più e meglio.

E’ antistorica una discussione, è fuori senso oggi, mentre il cantiere è in corso e i lavori sono in corso, una discussione secondo la quale ci si divide tra chi si chiude, si barrica per difendere il proprio operato e per chiedere un giudizio positivo e clemenza rispetto a quanto è stato fatto dal punto di vista amministrativo e coloro i quali che, anche se ci hanno votato o ancor più se ci hanno votato, ci dicono che abbiamo fatto troppo poco.

Quindi il principio della responsabilità è anche coniugato e deve essere coniugato ad una maturità che dobbiamo esprimere non soltanto per valutare l’esperienza di questi due anni, ma per ciò che dobbiamo fare, sul come dobbiamo fare con responsabilità in questi tre anni che ci rimangono.

Stasera voglio qui dare pubblicamente atto – sono stato, insieme all’onorevole Chieffallo, il presentatore di questo maxiemendamento o comunque di tutti questi emendamenti racchiusi in questo plico – al Presidente della Giunta regionale, onorevole Agazio Loiero, che senza il suo convincimento, la sua testardaggine, il suo voler fare e incamminarsi lungo quella traiettoria secondo la quale abbiamo chiesto il mandato agli elettori, non si poteva pervenire a questi testi e a questa firma.

Del resto, se andate a vedere negli archivi del Consiglio regionale, per le poche esperienze, anche se di breve durata, di componente di governo regionale che ho compiuto in questa istituzione, non troverete mai nel passato l’emendamento da assessore a mia firma durante non soltanto le proposte di legge finanziaria, ma anche rispetto a leggi di settore. Ritengo che sia differenziato il ruolo del consigliere regionale, quello che opera nell’Assemblea legislativa e negli organi dell’Assemblea legislativa da quella del governo.

Certo, ci sarebbe stata pure una ragione, l’avremmo potuta licenziare così la questione. Se, anche oggi, un assessore andava a firmare di sua autonomia e di sua iniziativa individuale un emendamento in occasione dell’esame della legge finanziaria, se il testo, il disegno di legge che è stato trasmesso, approvato dalla Giunta regionale, al Consiglio regionale, insomma viene approvato nei tempi in cui, per esempio, la componente politica, l’assessore, in questo caso il sottoscritto, non faceva parte del governo regionale a quel tempo perché dimissionario, avremmo avuto tutte le buone ragioni per poterla motivare così.

Con questa firma mi assumo, invece, la responsabilità di Vicepresidente della Giunta regionale e parlo di Vicepresidente della Giunta regionale, non della Giunta regionale. Quindi altro che un problema di confronto con i gruppi, tra i gruppi, dentro l’Aula! L’Aula la esercita qui la propria sovranità. Chi impedisce a chi di alzarsi, prendere la parola e dire cosa si condivide e cosa non si condivide della discussione che facciamo su una legge? Per questo siamo stati votati. Questa è la sede dove si esercita la responsabilità soggettiva.

Parlo da Vicepresidente della Giunta regionale e ringrazio l’onorevole Chieffallo, anche nella sua qualità di Presidente della Commissione, per il lavoro congiunto e comune che abbiamo fatto, non a caso dopo che la Commissione bilancio ha esaurito i propri lavori, perché non abbiamo avuto il sostegno, l’adesione del Presidente della Giunta regionale a questo emendamento, ma c’è stata una declinazione, l’interpretazione di una volontà politica del capo del governo di questa Regione a voler procedere in questa direzione. E’ meritorio, quindi, se oggi Loiero, il Presidente della Giunta regionale e quindi la mia firma come Vicepresidente di Loiero su questo emendamento indica questa strada.

Badate, non si tratta – poi ci tornerò, alla fine di questo mio intervento – soltanto di dissentire o di approvare punto per punto, non soltanto c’è il dibattito generale, ma come sappiamo, ognuno di noi ha la possibilità di discutere nel merito degli emendamenti, dei singoli emendamenti. Quante volte l’Aula, anche attraverso formale sospensione temporanea presso il banco del Presidente del Consiglio, attraverso i capigruppo, ha concordato sulla base del dibattito che c’è stato in quest’Aula, anche in assenza della presentazione di sub-emendamenti, riscritture degli emendamenti stessi che si sono presentati! Il problema è di capire in quale direzione si vuole andare, qual è la linea che tracciamo, al di sotto della quale non si può scendere per dare un verso alla legge finanziaria e al bilancio.

Io vorrei ringraziare pubblicamente l’assessore Spaziante per il lavoro che ha fatto, non soltanto per quanto e per il modo in cui ha seguito i lavori della Commissione consiliare, ma per come ha diretto questa fase anche al di là di quella sede istituzionale, nella sua qualità di assessore al bilancio, anzi forse non possiamo tacere il fatto che, se perveniamo alla data di oggi, ultimo giorno utile della fase del compimento dell’esercizio provvisorio, la responsabilità è tutta politica ed è nostra.

C’è una responsabilità politica ed istituzionale: politica perché questo bilancio, la sua proposta, la sua definizione si incrocia con un periodo – a Loiero non piace questa parola, ma chiamiamo le cose con nome e cognome – di crisi che ha determinato un fermo, per molti aspetti, della stessa attività amministrativa e legislativa. Poi, subito dopo l’avvio, il rincamminarsi da parte dell’esecutivo, non soltanto sulle emergenze, ma anche sugli appuntamenti di governo per quanto riguarda il confronto con Roma su grandi questioni o su questioni anche politiche che vengono poste dai partiti…

Siamo in una fase di grandi sommovimenti, di grandi sconvolgimenti: pensate che tutto il dibattito politico congressuale che investe il Paese e quindi ha investito anche la nostra regione non abbia a che fare? Possiamo pensare che non ha a che fare tutto ciò con la discussione che sta a sostegno, sta, anche se per vie parallele a volte, intorno ad una fase, ad un’azione amministrativa ed anche legislativa e soprattutto intorno all’approvazione di un documento contabile così importante come il bilancio regionale? Ha a che fare, anzi – diciamolo pure – al centro dei congressi calabresi e non solo dei partiti, delle componenti e delle forze del centro-sinistra, anche di altre forze e di altri movimenti è posta la valutazione che si fa su questa esperienza del governo regionale in corso in Calabria, è posto al centro dell’attenzione il destino che non riusciamo a segnare oggi per questa terra, perché a nessuno può sfuggire – ci torno in maniera convinta su questo punto – che, se dovesse fallire questa esperienza istituzionale, badate, non l’esperienza di una parte, quella che governa, ma anche l’esperienza di chi deve controllare e quindi della minoranza o, se volete, dell’opposizione, se fallisce questa esperienza di questa legislatura, noi saremo tutti quanti – certo, chi governa più di altri – i responsabili della compromissione di quel destino e di quel futuro per un lungo periodo.

E questo riguarda la vita dei calabresi, non riguarda né la vita dei partiti, né la prospettiva dei consiglieri regionali o degli assessori di un governo. Quindi ha inciso anche il dibattito politico.

Pensate che sia ininfluente questo dibattito che si è sviluppato intorno alla nascita di un soggetto politico unitario, come il progetto del Partito democratico impone al confronto tutte le forze che agiscono nel sistema politico? Io penso che questo non sia ininfluente e non soltanto dal punto di vista delle ricollocazioni politiche rispetto all’occupazione dello spazio fisico, geometrico del luogo che bisogna occupare nello schieramento istituzionale, ma rispetto ai contenuti che, in qualche modo, tendono sempre più, anche attraverso quella che è la rappresentazione, attraverso quella che è la forma della rappresentanza elettorale e quindi del sistema elettorale, impongono sempre più un discrimine tra conservazione e progresso, tra riforma e conservazione.

Certo, non è un gioco di nominalismi, perché bisogna vedere nel merito là dove sta la conservazione e là dove sta la forza delle riforme. Di per sé il nuovo non è riformismo, produrre nuove condizioni di per sé non significa evoluzioni positive di riforma, che sono in grado di rappresentare non soltanto istanze di cambiamento o di svolta, ma anche gli interessi sociali che, in qualche modo, vanno nella direzione della coesione sociale, della modernizzazione, della inclusione sociale, soprattutto in una terra come la nostra, dove spesso si utilizza come pretestuosa giustificazione la debolezza di questa società, dove sono sempre più ampie le aree di precarietà, le aree della mancanza dei diritti, dove è sempre più forte la subordinazione di questa società ai momenti della politica, dove anche rispetto all’ultimo decennio e non soltanto ad altri tempi, potrebbe diventare sempre più difficile capire dove si esercitano e come si esercitano i governi o il governo di questa Regione.

Quindi ci misuriamo su questo terreno e non con una cultura, una volontà di sovietizzare le funzioni delle articolazioni dello Stato democratico, con la consapevolezza che anche la Regione deve assumere sempre più una funzione regolatrice, di promozione delle opportunità e delle pari dignità per la crescita imprenditoriale, professionale, per la crescita del contesto sociale; una Regione – abbiamo detto noi – più leggera che facesse passi indietro rispetto a questo modello, a questa idea di sviluppo e avesse più forza e più autorevolezza per determinare queste condizioni di nuove opportunità e di pari dignità; una Regione dove, in questo contesto, è ormai inevitabile che si vada a scrivere, a ricercare un nuovo patto sociale.

Il patto sociale si deve scrivere fra interessi generali, il patto sociale deve essere la sintesi, la risultanza di interessi generali che fanno blocco sociale, che danno un profilo, danno un’identità ad una struttura socio-economica, danno un profilo anche ad un’esperienza istituzionale. Il patto sociale non può essere la somma dei particolarismi e noi siamo ad un punto in cui una scelta dobbiamo farla: o chiudiamo e blocchiamo con la rappresentazione dei particolarismi, o evitiamo di rincorrere i particolarismi oppure dobbiamo sapere che nessuno ce la può fare, tanto meno ce la può fare questo centro-sinistra.

Vedete, il problema dei particolarismi non riguarda solo pezzi di società, comparti sociali, gruppi sociali più o meno ristretti, riguarda anche altrove con termini appropriati – e qui potrebbe essere un eufemismo – si chiamano lobbies, piccole o grandi che siano, riguardano anche individualità. Noi sappiamo, invece, che una ricostruzione dalle fondamenta di questa regione e delle prospettive di sviluppo deve costringere anche queste forze a fare i conti e a misurarsi. E quando parlo di questo, non penso soltanto alle forze della criminalità o della illegalità, perché anche su questo un giorno dovremo farlo un dibattito chiaro – lasciatemelo dire così e chiedo scusa per lo schematismo e la superficialità.

Badate che siamo ed agiamo in un contesto dove non sempre chi grida contro la mafia, dove non sempre chi pensa di rappresentare l’antimafia favorisce una condizione per battere la mafia. In questo momento, se cede questa istituzione nella sua accezione più larga, se cessa di essere questa istituzione un punto di riferimento per una parte grande della società e degli interessi che sono rappresentati nella forma democratica nella quale oggi viviamo, la Calabria si consegna alla mafia.

Quando diciamo questo, non cerchiamo omissioni, omertà o assoluzioni pregiudiziali – ovviamente parlo di assoluzioni politiche – quando dico questo, bisogna avere consapevolezza del limite e bisogna sapere che, molte volte, chi grida di più contro il governo regionale, contro una legge regionale sottintende la difesa di un interesse particolare.

Vedete, non vorrei essere equivocato, ma a me capita, a volte, di leggere… Io sono d’accordo con il pluralismo dell’informazione, penso che sia un fatto salutare per una democrazia, però – lasciatemelo dire – quante volte durante il giorno, appena fatta la mattina la lettura dei giornali, mi viene voglia di replicare a questo o a quell’articolo perché, per l’esperienza e l’osservatorio che ho da questo palazzo, mi viene l’intuizione di capire che dietro quell’articolo c’è la difesa di un interesse particolare…

(Interruzione)

Faccio riferimento all’editoria. Badate, parlo in generale e di singoli articoli.

(Interruzione)

Noi siamo arrivati al punto che, probabilmente, in Calabria un momento di spartiacque ci deve essere, cioè siamo arrivati al punto dove la verità, necessariamente, deve venire fuori, dove un processo riformatore deve affermarsi perché, se così non è – io perciò sono fiducioso ed ottimista – il baratro sarebbe per tutti. Questa Calabria non se lo può consentire, anche perché nonostante tutto, sono convinto che questa Calabria, inevitabilmente, è destinata a svolgere un ruolo importante, voglia o non voglia Roma, nello scenario nazionale. Un Paese come l’Italia, se pensa di crescere in questo momento – non è un caso che Prodi parli e lavori sulla Calabria – senza questa regione, non senza il Mezzogiorno, senza questa regione, non ha futuro. Quindi la sfida si fa sul merito di queste cose.

Certo, non sarà facile, mentre camminiamo per strada non ci buttano confetti, ma tentano di buttarci altre cose! Il punto è avere il convincimento delle proprie idee e soprattutto l’onestà intellettuale, politica e morale di indicare una strada e di percorrerla e poi di avere la forza di non essere vincolati a lacci e lacciuoli, di non essere condizionati, cioè di avere le mani libere da tutti i tipi di compromissione, anche dalle compromissioni sociali, perché – sappiatelo – in quel voto che ha fatto governare noi centro-sinistra, in quel 60 per cento, c’è tanta gente che ci ha votato per invocare la svolta, il cambiamento, ma c’è tanta gente che ha investito – come si fa alle corse dei cavalli – su di noi perché, magari, si profetizzava e si prevedeva una vittoria del centro-sinistra, per mantenere, consolidare e difendere interessi di un vecchio equilibrio.

Si parla del voto della mafia. Io ripeto qui, lo vado ripetendo ogni volta, un’affermazione che ha fatto il magistrato, non perché quello che dicono i magistrati fa tabula, però mi convince quest’affermazione: ci possono essere momenti nei quali la mafia ti vota anche quando non li chiedi i voti e poi, in virtù di quell’adesione, di quel consenso, chiede conto ad un’Assemblea legislativa, ai governi. Quindi dobbiamo saperlo che il magma sociale di una società dal profilo indefinito come la Calabria, dove non c’è un blocco sociale trainante che tira.

Badate, anche i pezzi che abbiamo conosciuto, che hanno in qualche modo rappresentato la spina dorsale di questa società, nei decenni passati – penso alla terziarizzazione, alla burocrazia, al ceto impiegatizio, ad un certo tipo di ceto medio – oggi non ci sono più, non sono più quelli, sono più esposti, sono più deboli, hanno meno voce quelle forze lì. E’ chiaro che, allora, tutto diventa più complicato.

Rispetto a questo, penso che una scelta quest’Aula la debba fare e certo questo non lo possiamo chiedere ai colleghi del centro-destra o comunque della minoranza, lo dobbiamo chiedere a noi stessi. Siamo d’accordo che, se non si fa ora il salto, non ce la si fa più? Io non dico che bisognava farlo prima, perché prima sappiamo le condizioni nelle quali abbiamo… ma se non la facciamo ora, non si fa più. Se non facciamo ora che cosa? Almeno il tentativo, la manifestazione di una volontà di misurarsi. E io che dico? Per quanto molti di questi emendamenti danno e indicano percorsi compiuti, comunque un merito ce l’hanno e noi una scelta dobbiamo farla, innanzitutto destrutturare, rompere i vecchi assetti, i vecchi equilibri, perché quando destrutturi, distruggi il vecchio che c’è, necessariamente il nuovo deve sopravanzare. E non è detto che il nuovo si possa stabilire per codice, il nuovo può essere anche un work in progress che, certo, non si fa in maniera giacobina o dirigistica, si fa nel vivo di un confronto o di uno scontro anche che deve tendere alla concertazione sociale.

Di che cosa discutiamo, se no, con le parti sociali, con l’Assindustria, le associazioni professionali, con gli stessi sindacati? Quali sono le idee, il progetto che ci dividono anche in questa Calabria? Qual è il dissenso che può esserci all’interno di una vertenza tra le organizzazioni sindacali e il governo regionale? Vediamo un po’ se ci ragioniamo un attimo.

Per quanto siamo in una regione dove le organizzazioni sindacali - non come tali ma i dirigenti - e gran parte del popolo che ha rappresentato il sindacato non hanno mancato di pronunciarsi persino nel corso dell’assemblea dei grandi elettori del 28 novembre 2005 a Lamezia Terme. Il punto è il come si vogliano raggiungere certi obiettivi. Certo, riguardo al precariato condividiamo tutti che bisogna passare alla stabilizzazione, all’occupazione, ma questo processo non può non farsi, se non si coniuga e si inserisce il processo di stabilizzazione dentro un’ipotesi di allargamento della base occupazionale. Altrimenti ci troveremmo su un campo distorto: noi veniamo assaliti dai precari mentre decine di migliaia di disoccupati sono senza speranza.

Né possiamo essere quelli che, in qualche modo, pensano che i precari a 400 euro al mese siano dei privilegiati in questo contesto. Il problema è che bisogna traghettare gli uni e gli altri – e colpi di bacchetta magica non ce ne sono – perché, però, si aprano delle opportunità, si aprano degli spazi e non possiamo agire nei vecchi recinti, negli schemi dei vecchi vincoli. Dobbiamo rompere i vecchi recinti - questo è il punto! - e ci vuole anche assunzione di responsabilità e coraggio per fare tutto questo.

Badate, anche la riorganizzazione del nuovo sistema istituzionale, il trasferimento delle funzioni gestionali, l’applicazione della “legge 34”, se noi dovessimo viverla soltanto come la possibilità di un riordino istituzionale, come la possibilità di una riorganizzazione della distribuzione delle competenze di potere dentro lo schema delle istituzioni, sbaglieremmo. Non bisogna perdere di vista il fatto che la “34” ha una sua efficacia, una sua validità soltanto se mantiene al centro il cittadino, se facilita al cittadino il riconoscimento del diritto che, attraverso un rapporto con la pubblica amministrazione, persegue.

Non è un problema di giocare e di pesare sulla bilancia la forza dei poteri gestionali che rimangono alla Regione o di quelli che vanno alle Province o di quelli che vanno ai Comuni, il problema è di capire qual è la via più giusta per dare una domanda di modernizzazione al soddisfacimento del diritto di quel cittadino, di quell’imprenditore, di quell’agente sociale che si rivolge oggi alla Regione.

E non è un punto isolato tutto questo. Il sistema degli enti sub-regionali non è un insieme di tante monadi alle quali la Regione ha delegato la gestione, deve rispondere a un disegno e a un progetto. E noi sappiamo, senza dare giudizi di fase – qui lasciatemelo dire, il problema non è del centro-destra o del centro-sinistra, perché il mio convincimento qual è? Che, se rimaniamo in queste condizioni e in questo quadro, chiunque vada a governare, il problema si pone, sarà sempre lo stesso. Questo è il punto vero – che, per le esperienze decennali che ormai abbiamo fatto, le cose non hanno funzionato.

Se noi dovessimo votare un ordine del giorno su questo punto, tutti quanti voteremmo unanimi, d’accordo, cioè io sono convinto che anche le parti che competono, che sono sedute sui due lati dell’Aula, convengono nel dire che questa Calabria, così com’è, questo schema così com’è, anche in riferimento agli enti sub-regionali, non ci piace, che la vorremmo cambiare. Non sono convinto che ci si possa dividere tra opposizione e governo su questo, figuriamoci se ci si possa dividere dentro una stessa coalizione. Il punto è come cambiamo, ma prima del “come”, c’è anche il “se”, perché molte volte – e non mi riferisco all’intervento che ha fatto il collega dell’Udeur, su cui penso che, invece, il confronto in quest’Aula debba andare avanti per arrivare alla determinazione di votare la legge finanziaria e il bilancio e di votare bene in questa seduta – ci sono modi e modi di mettere in discussione il “se”.

I formalismi, il metodo… Certo mi si dice: “Il metodo è anche sostanza”. E’ chiaro, è sostanza. E’ stata fatta una scelta, è una scelta politica quella che è stata fatta – l’ho spiegato prima – la mia firma, quella del Presidente della Commissione bilancio, di presentare con questa forma l’emendamento. Ora siamo al punto di doverci pronunciare sul merito, non ci si può nascondere dietro il merito per sfuggire al metodo. Tutti dobbiamo dire se siamo d’accordo o no alla riforma dell’Arssa, dell’Afor.

Anche il ragionamento sulla sanità: dove sta scritto che ridurre le Asl è in contraddizione e in contrasto con il Piano sanitario regionale? Fatemelo capire. Il mio punto di vista è che la riduzione delle Asl favorisce, accelera la formazione di un nuovo Piano sanitario regionale, facilita anche la contrattazione sociale, perché a nessuno può sfuggire il fatto che, persino quando parliamo di un ospedale unico in un’area, dobbiamo fronteggiare i campanilismi. E parliamo di aree contermini, di città contigue, di continuum urbani, ormai. Altro che tagliare più di 27 ospedali!

E anche sulla spesa, pensate che in Calabria il problema della sanità lo possiamo risolvere incrementando la spesa destinata, certo, a migliorare la qualità dei servizi, ma destinata al mantenimento del servizio sanitario? Cerchiamo di avere più soldi da Roma, magari di avere più entrate dalle tasse che mettiamo sui cittadini perché dobbiamo coprire non solo i disavanzi, ma il nuovo fabbisogno? E dove sta scritto?!

Io sono convinto – questa è la mia opinione – che si può spendere di meno di quanto spendiamo ora ed avere servizi più funzionanti. Il problema dell’ottimizzazione coniugata alla qualità dei servizi, quindi l’ottimizzazione della spesa, si impone in questa realtà.

Dove sta scritto che dobbiamo fare sempre più uno, più uno, più uno, nel tentativo…? Certo, le riconversioni, i tagli costano, perché richiedono nuovi investimenti, ma su questo siamo stati bravi, va dato atto a questo governo regionale, all’assessore alla sanità, al Presidente Loiero che non era scontato non solo che la Calabria non uscisse dal patto di stabilità della sanità nazionale, ma che avessero anche più risorse e più fondi da Roma. Però c’è un problema, che non è che lo possiamo invocare sulla responsabilità e le spalle di un assessore, c’è un problema se si danno più soldi alle Asl e però aumentano i debiti e c’è un problema se questo avviene non soltanto perché escono debiti fuori bilancio fatti negli anni passati, quando non c’erano né questi direttori generali né queste Asl, ma sono maturati in questi due anni. C’è qualcosa che non funziona. Vogliamo provare?

Il dibattito su questo punto è aperto, per esempio c’è chi dice che l’Agenzia regionale per il servizio sanitario risolva il problema. Io non sono convinto di questa impostazione, ma nel mio stesso partito ci sono molti che la pensano così. Io penso, però, che una forma di centralizzazione, non perché ci siano meno direttori generali e quindi paghiamo meno soldi, ma per programmare e gestire, forse ci aiuta in questa direzione. La semplificazione e la riduzione delle Asl la vedo in questa logica e non per fare dispetto a chi è stato nominato o per fare dispetto non so a che cosa, né vale il ragionamento che, se viene soppressa una direzione generale, è come se a quel territorio venissero sottratti i servizi.

Dove sta scritto tutto questo?! Noi dobbiamo fare il Piano sanitario, discutiamo nel merito e vediamo sul pubblico e sul privato, perché qui non ci sto che si dia e si continui a dare probabilmente in maniera distorta – perché non lo pensa nemmeno l’assessore alla sanità – una rappresentazione secondo la quale in maniera ideologica si contrappone il pubblico al privato. La dico a modo mio e me ne assumo la responsabilità: se c’è un privato che funziona e costa di meno del pubblico, io sono per quel tipo di privato rispetto a quel pubblico sprecone e non funzionante. Ci siamo intesi? Il problema è di stabilire l’integrazione alla complementarietà delle funzioni e delle missioni che assegniamo nel sistema sanitario in Calabria e non solo ospedaliero a tutte queste funzioni. Questo è il punto, quindi discutiamo nel merito delle questioni.

Ci facilita tutto questo o ci complica la vita? Io penso che ci faciliti.

E anche sull’Afor e sull’Arssa, abbiamo fatto una proposta, quella di sopprimere questi enti, perché – parliamoci chiaro – sono una sorta di intermediazione finanziaria, di gestione finanziaria. Andate a vedere i bilanci: sono tutti derivati da fondi trasferiti dalla Regione e non trovate una voce in entrata, sulla base dell’attività autonoma. Certo, ci può essere un problema di come si gestisce, bene o male, con parsimonia, con razionalità, si spende più o meno di meno, o più o meno di più, ma quello è il punto.

Allora, se noi andiamo ad una riorganizzazione delle competenze e delle funzioni, facciamo seguire l’utilizzo del personale e canalizziamo le risorse in questa direzione, garantendo un maggiore collegamento tra i contesti territoriali e le funzioni, beh, anche in qualche modo disarticolando, perché poi alcune concentrazioni sono difficili da rimuovere, perché si formano le sedimentazioni, disarticolando, penso che abbiamo più spazi per inserirci e allargare, perché il problema qual è? Non si tratta soltanto di penalizzare, ma i giovani professionisti, a quelli che diciamo che non vogliamo partano da questa regione, siano essi ingegneri, architetti, biologi, chimici, dove vogliamo che li mettiamo a lavorare? O pensiamo ancora che c’è il modello della grande industria che un giorno arriva qui e ci risolve il problema?! Questo è il punto.

Quindi, quando parliamo di ricerca, di assistenza tecnica in agricoltura, di divulgazione, parliamo dell’utilizzo – noi abbiamo un grande patrimonio demaniale forestale – come si capitalizza? Dobbiamo arrivare al punto che, per pagare i disavanzi e i debiti, poi dobbiamo dismettere, noi o lo Stato? O, invece, c’è un problema di come si capitalizza? Questa è la grande opportunità: a chi la offriamo? Come la costruiamo? E il tempo di oggi, le regole di oggi, i mercati di oggi non sono quelli di vent’anni o trent’anni fa.

Stamattina l’assessore Principe – lo posso pure dire e lo ringrazio – in una riunione che abbiamo fatto, diceva una cosa importante: guai a smarrire questo senso; se pensiamo che, fatta la legge, è fatta la riforma, abbiamo sbagliato tutto. Il momento più difficile e più importante non è quello di scrivere la legge e di approvarla, perché sono convinto che stasera la finanziaria e il bilancio saranno approvati con voto forte, è quello di governare il processo e di attuarlo, i tempi e le forme.

La concertazione sociale, lì si deve vedere e là c’è, si verifica la forza e la capacità di un governo e se noi dovessimo pensare di affrontare una fase di questo tipo con una concezione assessorile di tante Regioni che si sommano in una sola Regione, non ce la faremmo più. Il problema è che ci deve essere un cuore strategico di questo governo, questa coalizione, ci deve essere un indirizzo netto e chiaro che fa assumere a tutti noi la responsabilità di parlare a questa Calabria, ai nuovi interessi sociali che dobbiamo includere e renderli protagonisti di questo percorso, sapendo che tutte le riforme sono dolorose all’inizio.

Io so che noi mettiamo in discussione tante cose. E’ troppo comodo? Badate, se volessimo ragionare sulla logica delle convenienze in un sistema elettorale ancora fondato sulle circoscrizioni elettorali e sulle circoscrizioni elettorali provinciali, io dovevo essere il meno indicato a firmare questo emendamento, perché se penso che, appena torno nella mia provincia, debbo dare conto a Castrovillari, a Paola, a Rossano, a Corigliano per le Asl, perché c’è la paura “e adesso che ci succede?”… C’è il convincimento che ormai interi territori vivono soltanto sulle rimesse che provengono dagli investimenti nel servizio sanitario – questo è il punto vero – anche come attese, come ambizioni.

Oppure l’Arssa: è un’agenzia regionale – lo sappiamo bene – ma la storia dell’Arssa è la storia della Calabria, della grande riforma, di quello che è stato un tentativo di prospettiva a territori come la grande Sila e il Marchesato.

Appena si legge questa norma, può spaventare – è legittimo – e non solo i dipendenti dell’Arssa, ma chi ha conosciuto la ex Opera Sila e poi l’Esac, ma prima ancora dell’Esac, la ex Opera Sila, chi si è battuto per le leggi di riforma del tempo. E’ chiaro che c’è un problema di questo tipo.

Così per quanto riguarda i forestali: che vogliamo fare? Che mandiamo i commissari per mandare a casa i forestali? No, vogliamo lavorare per difendere il diritto e la certezza del salario e del lavoro a questi forestali, perché se stiamo in queste condizioni, il prossimo anno o fra due anni nemmeno il centro-sinistra sarà in grado di garantire il loro posto di lavoro. Questo è il punto vero. Dove sta scritto che l’anno prossimo o fra due anni saremo in grado, rimanendo a bocce ferme, anche agli attuali forestali di garantire quello che hanno oggi?

E’ tentare di renderla più produttiva la spesa in questo settore, perché c’è bisogno di forestazione. Noi dobbiamo avere il coraggio di arrivare al punto, se facciamo queste cose, di reclamare più investimenti da parte dello Stato e dell’Unione europea su un territorio che ha bisogno di forestazione produttiva vera, perché è davvero scarsa l’area sottoposta a forestazione produttiva in questa nostra regione e soprattutto l’assetto del territorio, soprattutto quello idrogeologico. Dio sa quanto bisogno ha di interventi in tale direzione che richiedono manodopera idraulico-forestale.

E che diciamo su questo? Garantiamo i diritti e diamo pure opportunità, perché nessuno può disconoscere il fatto che, se ad un lavoratore forestale si dà la possibilità di andare a un esodo, prossimo all’età della pensione, di prendere un gruzzoletto di buona uscita, di indennità di inserimento, nessuno può disconoscere che quel lavoratore forestale, magari in quella comunità, riesce a fare anche un altro lavoro e riesce non a sopravvivere, ma a vivere meglio di come vive oggi, lui e la sua famiglia e magari la famiglia dei figli. Questo è il punto. E perché non dobbiamo farlo, nel tentativo anche di ringiovanire la categoria?

Certo, abbiamo individuato le Province: ma le Province possono organizzarsi, hanno una responsabilità in questo senso che può essere più diretta, rispetto ai progetti sulla base anche della “34” di quelle che sono le competenze passate che possono proporre.

Infine, c’è la stazione unica appaltante, e su questo non mi soffermo. Certo, la norma proposta non la chiude, non chiude il percorso e l’iter legislativo, dovremo tornarci perché ce lo impone la legge, però pensate che non è una buona cosa in questa regione, per dare anche più credibilità, oltre che ottimizzare la spesa, dare più efficienza, avere un centro unico, una stazione unica dove si fanno le gare, gli appalti per le opere pubbliche, le commesse per forniture di beni e servizi, dove c’è l’Osservatorio che, magari, serve per il monitoraggio – non pensate che è una buona cosa? – e magari di farla autonomamente dalla Regione, liberare la Regione da questa gestione e farla insieme anche ad altri organi dello Stato? Io penso che questo ci dia credibilità.

La Fincalabra: avete visto, c’è stata una modificazione anche del parere della Giunta, qui c’è un problema Giunta-Commissione. La Giunta, prima, aveva proposto una cosa, l’assessore Spaziante aveva proposto un’agenzia di servizi. Siamo ritornati – la dico così – sull’ipotesi della merchant bank. Certo, così com’è oggi, la Fincalabra è inutile che continuiamo a tenerla, è solo un danno. Dobbiamo con certezza capire bene la missione, perché se la nuova Fincalabra dovesse continuare a fare quello che ha fatto fino ad oggi, alcune partecipazioni societarie – dicevamo stamattina – a capitale di 60 mila euro o partecipazioni societarie assai discusse, beh, c’è un problema che dobbiamo affrontare. Comunque, in maniera aperta, discutiamo punto per punto.

Sostengo che quanto abbiamo firmato io e Chieffallo è l’approdo di un percorso e di una discussione. In tanti emendamenti – e lo vedremo poi nel merito, quando ne discuteremo, e chiedo scusa all’onorevole Chieffallo – probabilmente, se avessimo voluto fare la trovata di ingegno pazzesca che lui la mattina veniva qui a rappresentare il suo emendamento o il mio emendamento, non avremmo scritto, magari, anche delle cose che, invece, trovate scritte, ma si valutano insieme alla portata dell’operazione politico-istituzionale, questo è il tentativo che stiamo facendo.

Dobbiamo arretrare o dobbiamo andare avanti? Io penso che dobbiamo andare avanti e le condizioni ci sono per farlo, come si diceva una volta, hic rhodus, hic salta.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Spaziante.

Vincenzo SPAZIANTE, assessore al bilancio

Dopo l’intervento…

(Interruzione)

PRESIDENTE

Chiedo scusa, assessore, ho sbagliato.

Damiano GUAGLIARDI

Volevo capire se siamo entrati nella discussione generale o no.

PRESIDENTE

No, sull’opportunità…

Damiano GUAGLIARDI

…perché ancora siamo sull’ordine dei lavori.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

PRESIDENTE

Pure io lo voglio capire, nel senso…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Non posso cambiare il metodo che fino a questo punto abbiamo scelto col consenso evidente di tutti. L’unica cosa che ho fatto, di cui chiedo scusa, è che, non avendo gli occhiali…, chiedo scusa all’onorevole Spaziante e all’onorevole Naccari, che era il primo iscritto a parlare dopo Adamo.

Damiano GUAGLIARDI

Siamo sempre sull’ordine dei lavori?

PRESIDENTE

Sempre su quello.

Damiano GUAGLIARDI

Dovremmo decidere se rinviare o no.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

PRESIDENTE

Onorevole Nucera, io la iscrivo a parlare nell’elenco. Siccome l’ultimo iscritto era l’onorevole Abramo…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…scrivo l’onorevole Nucera e diamo la parola all’onorevole Naccari. Me lo consente? Grazie!

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Come sottolineato dall’onorevole Occhiuto, sin dall’inizio ho proceduto con un consenso evidente, in maniera – se vuole – irrituale. Non è che a quest’ora, all’improvviso, dopo aver proceduto con un metodo, repentinamente…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

L’ho capito, ma ho riconosciuto… Ora, lei ha detto quello che provvisoriamente voleva dire. Se consente a me di correggere l’errore fatto, siccome il primo iscritto a parlare dopo l’onorevole Adamo era l’onorevole Naccari, facciamo parlare l’onorevole Naccari e dopo lei dirà.

Demetrio NACCARI CARLIZZI

Credo che la nostra discussione possa essere utile a capire se è opportuno procedere in un senso o nell’altro, d’altra parte gli argomenti utilizzati sino ad ora sono sia di metodo che di merito ed è difficile, in un momento di questo genere, con le proposte in ballo che abbiamo da discutere, distinguere valutazioni di metodo senza entrare nel merito delle questioni.

Il collega Adamo ha appena detto che non c’è nessun tipo di scandalo ad immaginare che il dibattito e l’approfondimento vengano fatti in Aula. Quest’affermazione mi ha spinto e mi spinge a fare qualche considerazione in più rispetto a quella che volevo fare all’inizio, perché è di tutta evidenza che il fatto di porre l’attenzione e di affermare che il dibattito anche all’interno della maggioranza e rispetto a degli argomenti così importanti come quelli posti all’attenzione del Consiglio debba essere fatto direttamente in Aula, presuppone l’accettazione, anche da parte di chi ha proposto determinati provvedimenti, di valutazioni, critiche, suggerimenti, indicazioni ulteriori.

Quello che a me sembra si rilevi, però, dalla lettura veloce che abbiamo potuto dare a questi provvedimenti è che c’è un certo scollamento fra quelli che sono i desideri, cioè ciò che noi desideriamo rispetto alle riforme e riguardo l’atteggiamento riformatore, e ciò che alla fine siamo in grado di produrre complessivamente.

Mi pare che ci sia il desiderio e la percezione che la Calabria abbia bisogno di una scossa, di un intervento incisivo, ma mi pare che essa venga realizzata a mano libera, sulla scorta di strappi, quasi un raptus di riforma, come se la necessità di operare a fondo rispetto a quelli che sono i bisogni della Calabria sia una sorta di sentimento di spinta passeggera che oggi c’è, magari prima non c’era, e che, in qualche maniera, cela anche il non funzionamento di alcuni organi.

Infatti, se è vero che noi abbiamo in discussione oggi la riforma degli enti strumentali, la riforma dell’organizzazione del servizio sanitario regionale e una serie di altri provvedimenti che dovrebbero mettere fine a questioni aperte, come il trasporto pubblico locale ed altre, allora vuol dire che la nostra attività in seno alle Commissioni e complessivamente allo stesso Consiglio non funziona, che non è strutturalmente, ma anche alla fine funzionalmente sul piano dei risultati, organizzata in maniera tale da permetterci di affrontare le questioni e, forse, non le abbiamo affrontate sufficientemente in questi mesi. Se immaginiamo che il processo riformatore debba avvenire con dei singoli emendamenti o con dei singoli articoli che esprimono degli obiettivi generici più che un processo compiuto, che una riforma vera e propria compiuta, vuol dire che abbiamo deciso di mettere il dito sulla piaga, che è quella del non funzionamento delle Commissioni consiliari.

Questo tipo di riformismo, questo tipo di atteggiamento mi pare, oggettivamente, insufficiente, perché sul piano teorico penso sia difficile individuare o sostenere che non si debba mettere mano in maniera profonda all’Afor, all’Arssa, che non si debba sopprimere addirittura l’Afor, forse anche l’Arssa, ma è evidente che dalla decisione di intervenire alla decisione di come intervenire e che cosa fare ci sono non sfumature ma mille strade, mille vie che questo tipo di provvedimento, in qualche maniera, non contribuisce ad individuare e a chiarire. C’è, quasi, una sensazione, una valutazione di una sorta di atteggiamento che io definirei un riformismo implicito, cioè un riformismo in pectore che, a un certo punto, decide anche sulla base dell’assenza delle informazioni.

Guardate, sono abituato, come credo molti di voi, molti anche di quelli che vengono dalle esperienze delle autonomie locali, a fare scelte sulla base anche dei documenti, delle informazioni, dei dati, degli elementi statistici, dei confronti, dei banch marking rispetto alle varie cose che andiamo a discutere. Ebbene, stiamo immaginando di operare degli interventi significativi importanti, probabilmente ineludibili, senza però avere la benché minima idea sul piano dei dati, delle basi di dati che devono precedere le decisioni.

Leggo “fondo sollievo”, ho anche letto, di recente, un’Ansa che fa riferimento ad un incontro fra la Presidenza e i rappresentanti dei sindacati, dei lavoratori del fondo sollievo, ma sinceramente, se qualcuno mi facesse una domanda e mi dicesse “quanti sono questi dipendenti, che tipologia esatta di obiettivi raggiungono, quali lavori vanno a fare, che cosa hanno prodotto in questi anni?”, credo che moltissimi di noi non saprebbero cosa rispondere.

Allora il riformismo senza elementi rischia di essere un’affermazione, pur condivisibile, ed io condivido questa sorta di convinzione, questa sorta di passione che oggi ha anche rappresentato il Vicepresidente Adamo, che si è convinto della necessità di intervenire con delle riforme profonde. Lui se n’è convinto, noi ne siamo contenti, sosterremo questo desiderio e questi obiettivi di riforma, ma è evidente che dobbiamo capire dove andiamo e capire nel merito quali riforme, realmente, al di là delle dichiarazioni di principio, andremo a realizzare.

Per esempio, nel campo della sanità è innegabile che la riduzione delle Asl ad un’Asl per provincia possa portare, di per sé, dei benefici. Credo che nella precedente legislatura il Polo o forse l’assessore del tempo avesse prodotto, addirittura, una proposta di riforma e di accorpamento ad una sola Asl a livello regionale.

In qualche maniera, i problemi di fondo erano affrontati allora perché c’erano delle questioni che esigevano una scala più larga. Mi chiedo perché, accanto a questo, non introdurre l’elemento dell’agenzia sanitaria; mi chiedo come funzioneranno, come si articoleranno queste cinque Asl sul piano della decisione, per non far si che la scala più larga, che risolve alcuni problemi di razionalizzazione della spesa e di risparmio necessari, come si interfaccerà poi con l’intervento sui territori, atteso che il nostro sistema sanitario ha bisogno di una profonda riorganizzazione, perché già oggi non viene incontro in maniera sufficiente alla domanda di sanità che emerge dal territorio.

E in questa metodologia scelta dal collega Adamo mi sembra di vedere una sorta di rifiuto culturale della programmazione, cioè si possono fare le riforme solamente col metodo della emergenza programmata: a un certo punto, magari, non intervengo quando debbo intervenire ed emerge nell’opinione pubblica la convinzione che determinate riforme vadano fatte, metto all’ordine del giorno una proposta e divido il mondo fra chi vuole le riforme e chi non le vuole, quando magari quelli che più vogliono le riforme vorrebbero che fossero vere, profonde, effettive e quindi sono più riformisti dei presunti riformisti.

Questo mi pare un metodo che si fonda su un concetto che non voglio definire di improvvisazione perché ho rispetto delle difficoltà che i colleghi di Giunta hanno e anche di questa decisione che qui è stata rappresentata dal Vicepresidente Adamo di pervenire finalmente a fare riforme in Calabria. Mi pare, però, che sia difficile non definirla come un atteggiamento che, in maniera generale, è di estemporaneità che non serve alla Calabria, perché alla Calabria serve decisione, serve quello che lui ha detto nella parte dei principi, dove ha affermato una serie di principi e fatti incontrovertibili e sui quali siamo tutti d’accordo: la difesa dalle lobbies, dai gruppi di potere, dai poteri forti, reali, visibili ed occulti. Ma la difesa da queste lobbies, da questi gruppi presuppone la chiarezza degli intendimenti e degli obiettivi che ci poniamo.

E’ necessario andare a verificare anche le proposte che definirei scontate, come la centrale unica di acquisto, per capire come si può realizzare e questa centralizzazione che tipo di articolazione prevedrà sui territori.

Ho letto, per la verità, alcuni passaggi sul trasporto pubblico locale, sulla Sorical e alcune questioni che, sinceramente, mi hanno colpito profondamente. Credetemi, la prima parte dell’articolo 34 parla della Fincalabra, della soppressione dell’Afor e dell’Arssa, senza poi, nella sostanza, dire come vengono svolte queste funzioni. Anche il rapporto con le università del territorio è necessario, ma presuppone l’acquisizione anche di un comportamento diverso da parte delle stesse università: ci sono alcune università in Calabria che non hanno, oggettivamente, rapporto col territorio, che magari svolgono attività di ricerca non applicata ai bisogni della Calabria.

Anche qui va fatto, dunque, un approfondimento sulla base di una grande convinzione e di una conoscenza di quelli che sono i processi, ma rimango sconcertato nel momento in cui mi pongo a leggere la parte relativa al trasporto pubblico locale. Questo è l’unico aspetto – se volete – di critica, anche se costruttiva e di responsabilità; quando un consigliere di maggioranza fa una valutazione critica, la fa anche con un’assunzione di responsabilità rispetto a quello che, alla fine, tutti insieme riusciamo a fare, non è una critica ai soggetti o alla maggioranza. Anche se per breve tempo, ho avuto contezza dei processi pregressi del trasporto pubblico locale.

E’ inimmaginabile una norma come questa, è inimmaginabile sul piano del diritto, perché arriveremmo a dare una cifra prossima ai 300 milioni di euro con un processo decennale a soggetti che, magari, hanno già fatto causa alla Regione e l’hanno persa. E’ una cosa incredibile, non è immaginabile che si possa fare una cosa di questo genere! Nutro dei fortissimi dubbi che sia possibile anche dopo un approfondimento. L’approfondimento fatto fin quando ero assessore per me dava un tendenziale giudizio negativo, perché noi abbiamo vinto 35 cause su 36 e non è possibile immaginare che adottiamo un emendamento per destinare 300 milioni di euro, cioè 600 miliardi delle vecchie lire. Proprio per essere conseguenti a quello che, giustamente, ha detto sul piano dei principi il collega Adamo, non possiamo immaginare di arrivare in Aula e votare, alzare la mano e destinare una cifra simile, perché la Calabria non ha soldi da buttare!

Guardate, questa proposta, per come è fatta, rischia di essere un aiuto a chi, a un certo punto, sta facendo cause alla Regione, le sta perdendo e, magari, esibirà in tribunale, anche se noi non l’approviamo, una proposta che rischia di dare la sensazione che, alla fine, chi ha torto abbia invece ragione. Queste sono cose di una gravità inaudita, che non possono esistere nella Calabria che disegnava – e sono d’accordo con lui – il collega Adamo.

E che dire, poi, degli articoli successivi, in cui si prevedono interventi che, normalmente, nei bilanci dei Comuni non prevediamo? Prevediamo l’intervento per Chiaravalle, per il Comune di Plataci, da 100 mila euro, l’intervento per il Comune da 35 mila euro, quello sui campionati nazionali, prevedendo che la suddivisione delle somme sia in parte eguali, cioè fra chi partecipa alla serie A, chi partecipa alla serie D, chi va semplicemente con la squadra giovanile. Questo insieme di provvedimenti è quello che deve essere posto a base della grande svolta culturale, morale, amministrativa di programmazione che consentirà alla Calabria di avere un grande futuro? Credo di no, penso che questa maggioranza e questi stessi uomini che hanno proposto queste norme possano fare molto meglio e abbiano fatto anche in passato molto meglio.

Credo che anche in una normativa, in un collegato, non si possano mettere provvedimenti che fanno riferimento a singole ditte: laddove c’è un riconoscimento di debito deve essere fatto sulla base della documentazione necessaria, non può essere fatto sulla base di quattro righe, alziamo la mano e poi, magari, ci ritroviamo nelle stesse condizioni di quando abbiamo votato la grande distribuzione e poi ci siamo resi conto che non era un intervento volto a migliorare il contesto urbanistico e ambientale, ma un’operazione finalizzata ad aumentare i volumi della grande distribuzione.

Riguardo la Sorical, poi, di cui tutti parlano e su cui difficilmente riusciamo a fare un’analisi puntuale in sede di Commissione con la documentazione necessaria, che è venuta in Calabria – ho letto oggi, per sbaglio, una nota di padre Zanotelli che parla in generale, ma chiaramente lì c’è una posizione di critica che è quasi ideologica, io non faccio alcuna critica ideologica alla Sorical – : secondo voi è possibile che la Regione conceda un’anticipazione alla Società per contributi quindicennali costanti e un importo di 1 milione e 500 mila euro per il 2008, 1 milione per il 2009 e 1 milione per il 2010? Ma, allora, la Sorical che fa?! Allora tutti facciamo gli imprenditori così! Uno fa l’imprenditore, prende un business che ha un’entrata certa – perché questi sono business con entrata certa – non mette una lira e poi si fa prestare dal proprio socio pubblico le risorse che dovrebbe investire! Ma allora questo è un sistema nel quale veramente non c’è futuro e non c’è futuro per la Calabria.

Pensate se il più grande gruppo industriale delle acque del mondo, che fattura 250 miliardi di euro l’anno, cioè la “D. Van D.”, decide che si debba fare prestare dalla Regione più povera d’Europa le risorse per un business che loro devono fare a titolo di anticipazione…

Quelli della Sorical, ricordiamolo, dovevano realizzare la diga sul Menta, le adduzioni alla diga sul Menta con quella convenzione firmata con la Regione ed hanno fatto anche una conferenza stampa consecutiva, dopo che il Cipe ha finanziato la stessa opera, e dicendo le stesse cose. Secondo voi, allora, è possibile fare una discussione su una questione come quella della Sorical in questo modo, in 10 minuti, in mezza giornata o in un’ora?!

Leggo, per esempio, il comma 20, il penultimo comma: “Al fine di consentire la realizzazione da parte di associazioni datoriali a carattere regionale” – poi è cancellato perché dice “organizzazioni senza scopo di lucro” – “di iniziative finalizzate alla promozione della realtà produttiva della Regione, è autorizzata una spesa per l’esercizio 2007 di 417 mila euro”. Ma che vuol dire questa cosa?!? Che noi vogliamo favorire la promozione della realtà produttiva della Calabria? Con 417 mila euro? Non si parla di 1 milione di euro, di 10 milioni ma di 417 mila! Vuol dire, quindi, che c’è qualcosa che ha la pezzatura dei 417 mila euro.

E che vuol dire la promozione della produzione? La Calabria, purtroppo, produce poco, quindi a me è venuta in mente questa cosa. Ma qual è questo pezzo di cui va promossa la produzione? Ma secondo voi questa è l’idea di cui parlavamo prima e parlava il collega Adamo, cioè del rifiuto delle lobbies, dei gruppi, degli interessi?! Non lo capisco! Magari è così, però non ho gli strumenti per dirlo. Allora, se non ho gli strumenti per dire che è così, o faccio un’adesione fideistica e dico “andiamo avanti, io voto qualcosa cosa per il fatto di essere eletto in una maggioranza, magari se verrà chiesto, se il Presidente lo dirà, ci spiegherà qualcosa, arriveremo anche a questo” oppure mi dovete dare qualche elemento per poter capire di che cosa stiamo parlando.

Poi, abbiamo sentito tutti – e in questo non voglio che sembri una critica –, per esempio, la discussione particolarmente cruenta, aperta da qualche anno, da mesi, in Calabria, sulla vicenda delle consulenze. Giustamente, il collega Borrello ha fatto uno sforzo ed ha prodotto un’idea nel tentativo di curare, se è possibile, l’utilizzo spesso scriteriato, non completamente produttivo delle consulenze. Ma per curare questo male noi creiamo un’autorità che nomina tre soggetti che, in sostanza, cosa dovrebbero fare? Il lavoro dei dirigenti. Perché, i direttori generali che fanno? I dirigenti di settore che fanno? Non vengono poi valutati da un nucleo di valutazione in base all’efficacia dell’azione amministrativa e all’efficienza della spesa?

Vedete, allora, che anche i nostri sforzi, in un momento così difficile per la Calabria, servono a produrre paradossi, perché noi alle volte curiamo le malattie con altri bacilli, con altre malattie!

Credo ci dobbiamo porre il problema, serio, di come venga individuato il procedimento di formazione delle scelte in Calabria. Lo dico soprattutto al mio capogruppo - e non ho dubbi che lui abbia visto queste proposte stamattina come me – a cui non posso rimproverare nulla, perché da questo punto di vista sarebbe ingenerosa una mia valutazione.

Ma non è possibile che un insieme di riforme talmente incidenti, anche se molto raffazzonate e non delineate fino in fondo, intervengano in Aula e che un gruppo uno qualsiasi, la Margherita o, come ho sentito, l’Udeur, anche altri che hanno delle riserve significative, arrivi qua in Aula e non sappia che siamo stati presi dal raptus del riformismo! A me fa piacere, ritengo una malattia positiva il riformismo, ma vogliamo capire che questa maggioranza deve essere tutta riformista e deve fare delle riforme vere? Altrimenti poi parliamo di Regione regolatrice, di Regione leggera…

Ricordo che nell’ultima riunione a cui ho partecipato come componente di Giunta è stato sollevato il problema dell’insufficiente riduzione del numero dei dirigenti. Ebbene, so che la riunione di Giunta seguente ha deciso di aumentare il numero dei dirigenti alla Regione, nel senso che quella dotazione, inizialmente giudicata inadeguata in eccesso, perché ipertrofica, è stata aumentata di cinque-sei-sette dirigenti!

Capite, quindi, che condivido questa idea del nuovo patto sociale, l’idea nuova della Calabria, per realizzare la quale, però, bisogna avere delle idee chiare da portare avanti. Non vorrei che facessimo degli sforzi all’impronta e poi avessimo – come ha detto Nucera – qualche cireneo di funzionario e di dirigente che deve far quadrare i conti, qualche assessore che deve fare i salti mortali, come l’assessore al bilancio, a cui spetta il compito di tradurre in numeri le nostre speculazioni mentali o le nostre elucubrazioni.

Questo è, a un certo punto, un elemento che va a consumare energie qualitativamente di prestigio, non fatico a dirlo, perché guardo al lavoro dell’assessore Spaziante come un’opportunità, come il lavoro di una persona molto capace e prestigiosa, che la Calabria dovrebbe valorizzare ed invece vedo che la metodologia con la quale andiamo avanti, soprattutto a strappi e senza una logica collegata continuamente e fino in fondo, rischia di avvilire anche quelli che sono degli sforzi di valore, di spessore.

Ecco perché ritengo che su questo un po’ tutti, a cominciare dai miei colleghi, si debba ragionare. Con l’intendimento di fare le riforme dobbiamo anche valutare se non sia il caso di utilizzare qualche ora o qualche giorno per capire meglio quello che stiamo andando a fare. Dobbiamo decidere se farle veramente, senza passi indietro e senza scrivere qualcosa che poi non viene tradotto, come purtroppo è avvenuto nel passato più o meno recente, stralciando completamente alcune cose come il pregresso del trasporto pubblico locale e cambiare veramente, quindi, alcune cose in Calabria.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Censore.

Bruno CENSORE

Presidente, colleghi, la giornata odierna è sicuramente importante per il regionalismo calabrese, non vorrei osare dire che potrebbe essere un new deal per la Calabria, ma sicuramente è una giornata campale, una pagina importante della storia di questa Regione, della sua democrazia, una giornata nella quale questa Assise, attraverso il collegato al bilancio, guarda ad una nuova Calabria, al futuro di questa regione; una giornata che può rappresentare uno spartiacque tra una vecchia Calabria che vogliamo lasciarci alle spalle e una nuova Calabria così tanto voluta, così tanto desiderata in quel consenso del 2005, in quell’ampio consenso che rappresenta le aspettative di tanti giovani, di tanti imprenditori, di donne, di giovani, di uomini di questa regione; un consenso ampio che rappresenta un mandato.

Una procura, ma non una procura speciale per singole questioni, ma un mandato largo, ampio, una procura generale rispetto alle emergenze, ai bisogni di questa terra, quindi, una procura speciale a cambiare, a ribaltare le negatività di questa regione, a fronteggiare le emergenze che essa registra, purtroppo, in termini di gap rispetto alle altre del Mezzogiorno; una regione che registra tristi primati, un’emergenza forte sul piano del contrasto alla criminalità, dove la criminalità lancia giornalmente una sfida alle istituzioni, allo Stato.

E’ di qualche giorno fa il vile attentato alla cooperativa “Valle del Marro”, rispetto al quale la parte sana della società calabrese ha reagito stando vicino a questa cooperativa voluta da don Ciotti. E la mafia, la criminalità, quando sferra questi attacchi, sa e capisce a cosa va incontro, perché più la sfida è alta, più l’azione di contrasto contro di essa si fa forte. Ma la mafia mette in conto anche questo e, mettendolo in conto, manda dei messaggi e dice: “Noi non abbiamo paura, poniamo in essere anche atti che lanciano una profonda sfida”.

Quindi, in quel voto c’era anche la volontà di dare un segnale forte di lotta alla criminalità, un segnale forte di moralizzazione della vita pubblica, delle istituzioni. E bene ha fatto questa Giunta di centro-sinistra a costituirsi parte civile in molti processi: in molti processi, voglio sottolinearlo, la Regione Calabria riceverà un indennizzo cospicuo per i danni che questa organizzazione criminale apporta alla nostra terra.

In quel voto c’erano anche la volontà e la voglia di avere una sanità migliore, di qualità, che fosse capace di interrompere i tanti viaggi della speranza, in grado di dare risposte anche ai bisogni più elementari.

Per questo sulla sanità, col nuovo Piano sanitario regionale, ci giocheremo una grossa partita, ma una partita che dobbiamo volere fortemente, al di là dei campanili, perché in molti territori calabresi ci sono ospedali che, a mio avviso, non possono definirsi tali perché sono strutture fatiscenti, dei simulacri, dove a volte, anche se ci sono buone e brave professionalità, si rischia la vita e che, quindi, sono diventati dei centri di smistamento, dove quando il malato arriva, viene messo su un’autoambulanza e, nella migliore delle ipotesi, smistato negli ospedali centrali di Reggio, di Catanzaro o di Cosenza o, nella peggiore, arriva l’eliambulanza e lo porta altrove.

C’è un’emergenza dal punto di vista del lavoro che lascia tutti noi amareggiati e rispetto alla quale bisogna porre rimedio. Certo, c’è bisogno in questa regione di creare opportunità di lavoro, bisogna avere considerazione dei precari, perché il lavoro precario non dà certezza all’individuo, al giovane che non può contrarre un mutuo per sposarsi, per acquistare la prima casa, ma voglio dire una cosa rispetto al precariato: bisogna avere rispetto di questi lavoratori, bisogna lavorare per la stabilizzazione, ma bisogna anche guardare a chi il lavoro non ce l’ha.

Io ho rispetto dei lavoratori del Fondo sollievo che sono venuti qui a protestare, a rivendicare un diritto e ritengo la loro battaglia giusta, ma reputo altrettanto giusta una battaglia per chi il lavoro non ce l’ha, per i tanti giovani che devono abbandonare la nostra terra e trovare fortuna altrove. Inviterei questi lavoratori a riflettere e vorrei far loro capire che la nostra è una regione dove si registrano tante difficoltà, tante emergenze dal punto di vista occupazionale e che bisogna discutere per affrontare il loro problema, ma non bisogna farsi strumentalizzare, perché è facile soggiogare una categoria che già ha una sicurezza dal punto di vista del reddito.

Ma – dicevo – la giornata di oggi è importante, perché segna un punto di svolta, una giornata con la quale si vuole rilanciare l’azione del Governo, anzi, direi l’azione del buongoverno.

Sono stato al congresso nazionale del mio partito e lì si è parlato di questa innovazione della politica, laddove è richiesto non tanto lo svecchiamento della politica che è un modo dejà vu di dire, un termine vecchio, ma si richiede assunzione di responsabilità, si richiede una qualità di governo e della politica che dia risposte concrete ai cittadini.

Questo è quello che ci hanno chiesto i calabresi: un’assunzione di responsabilità, ci hanno chiesto di risolvere i problemi di questa terra e noi, in questa giornata nella quale approviamo uno strumento che non è solo contabile, ma anche di programmazione attraverso il quale disegniamo un nuovo impianto della Regione, dobbiamo essere convinti di questa assunzione di responsabilità, dobbiamo lavorare, investire perché questa regione inverta il dato negativo rispetto al Pil che, purtroppo, nella nostra regione, lo ribadisco, cresce al di sotto della media delle altre regioni meridionali. La regione Calabria, quindi, lo sottolineo, registra un incremento molto basso del prodotto interno lordo.

Per invertire questo dato, bisogna mettere a valore le risorse che questa regione ha, le ingenti risorse in termini di capitale umano, di patrimonio naturalistico, storico, ambientale, ma bisogna anche, di pari passo, operare una ristrutturazione della Regione, una ristrutturazione che parta anche dalla sua destrutturazione, cioè, partire dalle riforme e disegnare una nuova Calabria.

Certo, per fare le riforme bisogna avere coraggio, esse non si fanno così, tout court, hanno anche un costo rispetto a privilegi che si sono consolidati negli anni, rispetto ad interessi che sono sorti in questa regione, interessi che sono stati volutamente creati. Penso che bisogna avere il coraggio di portarle avanti, quindi credo che la giornata di oggi sia significativa perché bisogna passare dalle enunciazioni di principio al momento del fare, del mettere mano concretamente alle riforme, perché i calabresi questo si aspettano.

Si, noi daremo vita alla “cittadella”, è un fatto importante, questo permetterà di risparmiare 12 miliardi di vecchie lire di fitti passivi che gravano sul bilancio regionale, ma dobbiamo andare ancora avanti, non possiamo dire ai calabresi che abbiamo fatto soltanto questo o che abbiamo recuperato fondi di Agenda 2000 che andavano in disimpegno. La Calabria deve lavorare perché ci sia un bilancio più libero, più funzionale agli interessi dei calabresi e noi questo bilancio lo renderemo tale se avremo il coraggio di portare avanti le riforme; l’abolizione dell’Arssa, dell’Afor, la riduzione delle Asl darà ossigeno anche al bilancio e non disegnerà solo una nuova Calabria, più snella, meno burocratizzata, ma consentirà un risparmio significativo di risorse.

Per questo penso che bisogna avere coraggio, bisogna osare.

Certo, le riforme provocheranno sicuramente tensioni sociali, agitazioni di piazza, c’è chi magari manderà avanti i lavoratori, i padroni li manderanno a protestare, ad assediare le istituzioni, ma noi dobbiamo essere consapevoli che queste riforme servono alla regione che ha tanti, tanti giovani che vogliono pensare che un domani potranno vivere in questa terra.

Allora, noi dobbiamo pensare di chiudere stasera questa partita, lasciando, ove necessario, spazio a correzioni, con la consapevolezza che questo, però, non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché noi fra poco voteremo riforme significative alle quali va dato seguito, contenuto, attraverso le quali rilanceremo l’azione di governo.

Penso che questa sia solo una prima tappa importante e significativa, ma a essa ne dovremo aggiungere un’altra, perché dobbiamo far cambiare mentalità ai tanti che vedono nell’istituzione pubblica il posto dove poter avere un lavoro sicuro. Noi dobbiamo lavorare per dare sostegno alle imprese sane, serie che vogliono fare produzione, dobbiamo dare sostegno all’industria del turismo, laddove esiste e dà segnali tangibili e concreti di creare ricettività e ospitalità.

Vedete, nella mia provincia c’è una zona dove il turismo è sviluppato, dove c’è un’industria vera e noi dobbiamo sostenere quegli imprenditori, dobbiamo valorizzare le potenzialità di quel tratto di costa e dobbiamo lavorare per varare finalmente la legge sul turismo, perché in quella legge sono previsti il recepimento di una legge nazionale e i sistemi turistici locali. Lo spirito del sistema turistico locale non è solo quello di valorizzare un tratto di costa, ma è quello di creare un’osmosi tra le zone interne e le zone costiere, quindi, potremo creare dei sistemi che interagiscano fra loro e generare lavoro vero.

Per questi dico che oggi è una giornata importante, storica. Attraverso questo collegato, se abbiamo il coraggio di portare avanti questa azione riformatrice, ci lasceremo davvero una vecchia Calabria alle spalle e inizierà una nuova era per questa regione.

Certo, c’è qualche mugugno da parte di qualche consigliere perché all’interno di queste importanti riforme ci sono questioni singole che attengono a singoli territori, ma penso che sia più importante guardare alle cose di sostanza, perché una massima diceva “ubi maior minor cessat” ed è questa la questione che mi dà convincimento nel sostenere questo maxiemendamento voluto dal Vicepresidente Adamo e firmato pure dal Presidente della Commissione bilancio, anche perché nel collegato è riportata tanta parte della discussione che è stata fatta in Commissione, una discussione vera che ha guardato ai problemi della Calabria, sono state fatte anche molte audizioni di lavoratori che, chiaramente, pongono questioni di vita, importanti per loro e per le loro famiglie.

Oggi, dobbiamo assumerci questa responsabilità perché questo ci qualifica come Assemblea legislativa e qualifica la nostra attività di consiglieri.

Vedete, qualcuno diceva nei corridoi: “Sì, ma è un emendamento della Giunta, a volte si esautora il ruolo dei consiglieri o del Consiglio”, io, invece, penso che, oggi, attraverso l’approvazione di quest’atto legislativo che è di enorme portata, ogni consigliere sia chiamato ad assumersi la propria responsabilità e che venga, quindi, richiamato al ruolo per il quale è stato eletto.

Questa di oggi, secondo me, può essere definita una rivoluzione che va portata avanti con coraggio, con determinazione e penso che, se qualche correzione va fatta, che ben venga, ma chiaramente la stagione delle riforme è iniziata – lo avevamo detto da tempo, l’avevamo enunciato – oggi la dobbiamo concretizzare ed ritengo che dobbiamo assumerci questa responsabilità, perché lo dobbiamo alle nostre famiglie, ma lo dobbiamo essenzialmente alla Calabria e ai tanti elettori che ci guardano e che da noi chiedono atti concreti e tangibili.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Spaziante.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Queste sono solo le canzoni di Battiato, il centro di gravità permanente, sempre lì!

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Dopo che finiamo, parliamo dei fuochi che – come sa – non sono al centro e non sono sempre lì!

Vincenzo SPAZIANTE, assessore al bilancio

Uno dei temi ricorrenti che ho rilevato finora dal dibattito e sul quale maggiormente si è insistito e si è soffermata la voce di chi è intervenuto è una presunta distruzione, uno stravolgimento, un vanificare e distorcere tutto il lavoro fatto fin qui in questi quattro mesi di appassionato, serrato, coinvolgente e dialettico lavoro svolto presso la Commissione bilancio.

In queste obiezioni, in queste osservazioni critiche trovo una profonda sottovalutazione, invece, della validità, dell’utilità, della proficuità del lavoro svolto in questo periodo in Commissione e che non viene minimamente toccato da questi emendamenti: mi riferisco a quella che era la situazione di bilancio dalla quale siamo partiti. Come tutti sanno, come ho ripetuto più volte e come ho scritto anche nella relazione di accompagnamento ai documenti di bilancio, il punto di partenza non era tra i più facili, tra i più agevoli, tra i più facilmente gestibili. Occorre anche, di fronte ad un’evoluzione delle grandezze principali di finanza pubblica, avere il coraggio di non fare come si fa talora, di alzare, cioè, un tappeto e di cercare di mettere la polvere sotto perché nessuno la veda, pensando che così si sia pulita la casa o di seguire la politica dello struzzo, di nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere quello che accade, per non vedere la direzione che stiamo prendendo.

Ecco, in questo periodo abbiamo visto qual era la situazione reale della finanza regionale e, assieme alla Commissione, dentro la Commissione, partendo da questo problema, abbiamo lavorato attorno a questo problema. Nessuno potrà dimenticare che abbiamo impostato una politica complessiva non solo di riduzione di finanziamenti, ma di razionalizzazione della spesa in comparti importanti che succhiavano un volume significativo di risorse pubbliche. Parlo, ovviamente, di quello che deriva dai tributi propri della Regione, quindi di tutta la spesa che non è vincolata.

E’ un’operazione, dunque, che è stata condotta e condivisa da tutta la Commissione ed è stato un risultato prezioso che non si è minimamente scalfito, quello di operare insieme e non di coniugare, ma di saldare fortemente assieme le ragioni della razionalizzazione, dell’efficienza con quelle dello sviluppo. Non sono stati dati così, marginali o platonici o eventuali o ipotetici, c’è stata una forte saldatura di questi aspetti. Anche raccogliendo delle indicazioni che venivano dalla Commissione, abbiamo destinato larga parte dei risultati derivanti da tutte le azioni di razionalizzazione della spesa pubblica regionale a finalità di sviluppo, così come è accaduto quando il Consiglio ha approvato la legge che autorizza un ulteriore mese di esercizio provvisorio per il bilancio della Regione, in quella stessa seduta è stata approvata un’altra proposta di legge che veniva dal Consiglio che faceva esattamente le stesse cose: riduceva la spesa di funzionamento della struttura regionale e destinava il risultato di questa riduzione a finalità di sviluppo, a sostegno dello sviluppo, in favore dei giovani laureati. Questa stessa ispirazione, questa stessa linea guida ha caratterizzato per quattro mesi i lavori che si sono svolti in Commissione, e tuttora, costituisce un punto che non è minimamente toccato, neanche scalfito da questi maxiemendamenti. Mi sembra questo un punto di partenza importante, decisivo nelle riflessioni che ci sono da svolgere attorno ai maxiemendamenti presentati.

Devo dire che, non solo nel momento della sua impostazione di fondo, ma anche nel momento delle decisioni puntuali non c’è stato un rovesciamento di quello che in Commissione è stato, con fatica, con un confronto duro, aspro talora, raggiunto e su questo confronto a me piacerebbe – e scusate se faccio un riferimento di carattere personale, tenuto conto che molto spesso sono stato chiamato in causa anche personalmente dagli interventi di chi mi ha preceduto – ricordare a tutti una cosa: al di là dei facili stereotipi, dei più facili anche cliché, in realtà non c’è mai stata in Commissione la figura di un antagonista acritico, pregiudizialmente ostile a qualsiasi modifica che fosse apportata al provvedimento collegato alla finanziaria. Lo ricorderete tutti che assieme abbiamo riscritto parecchie norme e che, personalmente, ho riscritto – perché così mi era stato anche chiesto dalla Commissione di fare – delle norme che non sono meno importanti delle norme che ci hanno consentito di uscire da una situazione difficile nella quale, per esempio, si contrapponevano forme diverse di precariato diversificato, l’uno contro l’altro e, insieme alla Commissione, abbiamo trovato una soluzione che crea una situazione di equità nell’affrontare complessivamente, organicamente, il problema delle stabilizzazioni del personale in ambito regionale.

Quindi, la linea seguita e praticata, la realtà dei fatti è quella di un lavoro fortemente partecipato, fortemente condiviso. L’ho fatto per tutta la mia vita professionale e non potevo non fare la stessa cosa anche qui, nell’incarico di assessore al bilancio della Regione Calabria: ricercare non facili risultati di economia, quelli che si conseguono riducendo un capitolo e che non producono, se non l’illusione di aver realizzato un’economia, perché se non si interviene sull’esigenza che sta sotto una dotazione di bilancio, non si fa mai un’opera definitiva, quel fabbisogno riemerge, puntuale riaffiora e puntuale ce lo troviamo senza più avere risorse per soddisfarlo.

Abbiamo, dunque, fatto insieme una strada più complicata, più complessa, meno facile e forse tale da non suscitare gli applausi a scena aperta del pubblico, ma è una via più sottile, più equilibrata, più ragionata, capace di portare a dei risultati definitivi.

Pertanto mi guarderei dall’avere un atteggiamento di sottovalutazione del lavoro fatto in questi quattro mesi nel contesto della Commissione e che ha portato ad un primo risultato importante: quest’impostazione di fondo non è stata minimamente toccata.

Quello che, forse, al di là dell’impostazione di fondo che si è tradotta, peraltro, in norme e in disposizioni specifiche, vale anche se passassimo in rassegna in maniera serena e attenta anche le singole disposizioni. In realtà, se vediamo le parti che vengono aggiunte a modifica rispetto al testo licenziato dalla Commissione bilancio, ci accorgeremo che le modifiche non sono numerose e così rilevanti e vorrei un attimo anche soffermarmi su questo aspetto, perché queste norme costituiscono o il diretto, fisiologico e ulteriore sviluppo di misure che erano già presenti nel testo licenziato dalla Commissione o servono, sono utili, sono finalizzate a completare ulteriormente il lavoro avviato.

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Dietro la Presidenza, per favore, silenzio!

Vincenzo SPAZIANTE, assessore al bilancio

Ringrazio il back stage che è particolarmente animato!

Per esempio, prendiamo la norma che prefigura la nascita della stazione unica appaltante: ricordiamo tutti che in Commissione abbiamo approvato una cosa diversa, abbiamo approvato la centrale unica di acquisto di beni e servizi della Regione, operante anche per le aziende, le agenzie e gli enti strumentali della Regione, ma limitata alla sola materia dell’acquisto di beni, servizi e forniture.

Ma in Commissione si è parlato molto anche di quest’altro aspetto del problema, di quest’altro versante che non è meno importante del primo, che era quello degli appalti. Si è lungamente discusso di questo tema e si è auspicato che una proposta di legge regionale organica riuscisse a mettere assieme le due esigenze, i due versanti delle procedure di aggiudicazione, sia, cioè, quello dell’acquisto di beni, servizi e forniture, sia quello degli appalti pubblici.

Bene, questo era l’auspicio, questo era il segnale, un orientamento verso una forma onnicomprensiva rivolto ad affrontare questi temi attraverso una legislazione regionale organica. Mi sembra, per chi abbia la pazienza di vedere l’emendamento, che queste due condizioni, questi due requisiti, questi due auspici siano puntualmente raccolti.

Quindi, le modifiche introdotte a questa specifica disposizione non solo non mortificano il testo o lo modificano, ma ne costituiscono, invece, uno sviluppo ulteriore verso condizioni di generalizzata trasparenza nelle politiche di aggiudicazione degli appalti, secondo gli auspici che erano emersi nella stessa Commissione e secondo metodi, procedure, azioni successive da svolgere che erano quegli stessi che la Commissione aveva ritenuto importanti, anzi decisivi.

Quello che vale per una norma vale un po’ per tutte le norme che ritornano sul testo licenziato dalla Commissione bilancio. Prendiamo, per esempio, il secondo di questi emendamenti all’articolo 13. Si tratta di un problema annoso che deriva dal mancato soddisfacimento da parte degli enti locali di tutto il credito vantato verso di loro dalla Regione, si tratta di somme significative. Di questo problema si è parlato a lungo in Commissione e si è ritenuto che fosse necessario non creare una differenza tra quelle amministrazioni locali virtuose che talora, anche in una condizione di dissesto finanziario, si sono fatte concretamente e proficuamente carico del problema fino ad approvare dei piani di rientro da questo debito, sia pure rateizzati in un arco temporale significativo e hanno, conseguentemente, cominciato a pagare i loro debiti, da una parte, e dall’altra amministrazioni locali che o hanno completamente trascurato l’esigenza di dare attuazione a una norma, non presentando nessun piano di rientro dal debito, oppure approvandolo, ma non dando luogo ai successivi corrispondenti e conseguenti pagamenti.

Questo problema è stato anch’esso lungamente dibattuto in Commissione, trovando una soluzione che forse era eccessivamente brusca e che, forse, non avrebbe risolto il problema. La stessa approvazione che è intervenuta nella Commissione, se si può dire in maniera un po’ gergale, è stata a bocca storta, non di grande entusiasmo.

La riformulazione di questa norma aiuta ad indicare una soluzione più ordinaria e più fisiologica per risolvere questo problema, facendo che cosa? Riportando a quelle che sono le modifiche di carattere generale previste dalla legge regionale di contabilità. Quindi, non innova assolutamente in alcun modo, ritorna a quella che è la legislazione quadro della materia, mantiene fermi gli obiettivi che erano condivisi dalla Commissione, e cioè, che quest’azione dovesse svilupparsi ulteriormente per non creare due aree di comuni, quelli virtuosi e quelli inadempienti, quelli che pagano e quelli che non pagano e fare, a sua volta, una distinzione tra i cittadini dei comuni che pagano e quelli che non pagano. Badate che la linea di demarcazione fra queste due aree non è tra Comuni ricchi e Comuni poveri, tra Comuni forti e Comuni deboli, ma è tra chi fa dei sacrifici e chi, invece, ritiene di non farli.

Nella soluzione prospettata, che è molto più equilibrata, molto più proficua e meno drastica di quanto non fosse l’altra, si prosegue in questa direzione, accorciando il tempo della proroga che viene concessa, consentendo ancora che sia rateizzato il debito maturato, ma ovviamente affidando poi la soluzione di problemi, di fronte ad una pervicace contrarietà a far fronte ai propri debiti, alle strade consuete previste dall’ordinamento regionale vigente.

Per questo motivo non mi sembra che anche qui ci siano sconvolgimenti di sorta.

Ci sono, poi, delle misure che riguardano anche il settore della sanità. Qui, forse, si potrebbe porre il problema di uno scostamento rispetto a quella che è la linea emersa dal testo approvato in Commissione bilancio, ma devo dire che questo si lega anche ad altri problemi che in quella sede sono stati affrontati e risolti.

Chi era presente ai lavori della Commissione ricorderà che c’era un’altra disposizione contenuta nel testo del collegato, sulla quale realmente è accaduto quello che si è detto, cioè che io ho esposto la mia contrarierà: era la norma – ricorderà bene chi era presente ai lavori e lo avrà visto chi ha letto il testo uscito dalla Commissione bilancio – di una ridistribuzione del carico fiscale relativo all’addizionale regionale Irpef.

Su questa norma, alla quale pure ho dato un contributo senza limitarmi ad esprimere un parere contrario, come è accaduto ogni volta, un piccolo dettaglio è stato modificato e condiviso da tutta la Commissione su mia iniziativa, quello di farla decorrere dal primo anno fiscalmente utile, cioè dal 2008, perché non si può intervenire a modificare le regole del gioco nel corso dell’esercizio.

Quindi, anche in questo caso, malgrado la mia contrarietà, abbiamo dato un contributo ad una migliore configurazione della norma.

Su questa norma, ovviamente, che ha una conseguenza immediata perché dal 2008, senza vie intermedie, stabilisce una diversa distribuzione del carico tributario per fasce di reddito relativamente all’addizionale regionale Irpef – come sappiamo, l’addizionale regionale Irpef è destinato per intero al fabbisogno sanitario regionale – avendo io obiettato che in questa maniera in prospettiva si riduce una possibilità, una modalità, una forma di copertura di un possibile fabbisogno, la replica che ho ricevuto è che è vero, ma è vero anche che bisogna intervenire sul fabbisogno sanitario nazionale e non soltanto limitarsi a rincorrerlo, ad inseguirlo e, ogni volta, quale che sia, a soddisfarlo integralmente.

La norma, poi, è stata approvata e costringe ad intervenire sulle ragioni di sviluppo, crescita, consolidamento e espansione del fabbisogno sanitario regionale.

La riformulazione dell’articolo 14 è quel che serve per cercare di riportare a controllabilità e, quindi, ad un contenimento il corso spontaneamente inclinato verso un incremento che il fabbisogno sanitario della Regione Calabria, come tutti i fabbisogni sanitari, fatalmente è portato ad assumere.

Ricondurre ad una più serrata, ad una più stringente capacità di controllo e di governo di questo settore è uno degli strumenti sui quali si fonda la stessa decisione che è stata assunta e che non viene modificata, non c’è nessun emendamento che modifica la norma che riduce le somme a disposizione del settore sanitario, ma si è posto il problema di riuscire a conseguire l’obiettivo che costituisce il presupposto di quella norma, rafforzando la capacità di controllo, cercando di raccorciare la catena di controllo e di governo di questo settore, sia attraverso una riconfigurazione più stringente delle misure previste dall’articolo 14, ma anche – e in questa stessa prospettiva – facendo quello che è previsto da un altro emendamento riguardante l’accorpamento delle aziende sanitarie locali.

Questa è una misura di vitale importanza ai fini della ricostruzione di una capacità di controllo e di governo degli andamenti spontanei del fabbisogno sanitario.

A me, spesso, viene rinfacciata l’accusa di capire poco dei calabresi; io, invece, trovo che sia una cosa che, molto spesso, porta ad avere un atteggiamento di autoflagellazione. In realtà, quello che succede nella Regione Calabria succede – è la regola di tutti i fabbisogni regionali – di avere al proprio interno dei meccanismi, dei virus che nascono da lontano e che portano necessariamente ad una crescita dei fabbisogni sanitari.

Quindi, nella Regione Calabria non succede qualcosa di molto diverso, anzi noi non siamo tra le Regioni che sono state poste in condizioni di accompagnamento da parte del ministero dell’economia, ne siamo usciti un mese fa, quando il Consiglio ha approvato l’ultima legge che rivedeva le stime del gettito derivante dall’addizionale regionale Irpef e quelle stime sono state ritenute congrue dal ministero dell’economia, tanto che ci hanno consentito di uscire dal possibile numero delle Regioni non virtuose.

Molto spesso, ci accusiamo di cose che poi costituiscono la realtà di tutte le Regioni, e questa è una di quelle. La difficoltà di venire a capo degli andamenti spontanei del fabbisogno sanitario è una caratteristica di tutte le Regioni e così era prima che fosse regionalizzata la materia, così è da almeno venticinque anni, da che si è fatta la prima legge finanziaria, le ho fatte tutte fino al 1997 ed ogni anno c’erano misure di contenimento della spesa sanitaria e l’anno successivo, puntualmente, le misure non erano andate ad effetto e bisognava introdurre ulteriori norme per la riduzione e il contenimento di questa spesa.

Ci sono, dunque, delle tendenze spontanee che portano a questo risultato.

Uno degli elementi fondamentali che costituisce la condizione per queste evoluzioni negative è proprio la frammentazione dei sistemi e la proliferazione dei centri di riferimento, dei centri di governo, dei centri di spesa, per una logica naturale, non forzata ad arte, ma perché questa è la conseguenza di un sistema espanso, che tende a moltiplicarsi. Accorciare questa catena di comando e controllo costituisce una condizione fondamentale per tentare seriamente la strada di una prospettiva diversa da quella inerziale, lasciare che le cose vadano e, malgrado tutti i tentativi, malgrado la migliore volontà delle persone, delle istituzioni, ci sono delle tendenze che è difficile riuscire a governare, a contenere e a indirizzare verso prospettive diverse.

Questo è anche il senso di quelle modifiche che sono state fatte, questa volta sì, al testo uscito dalla Commissione bilancio, ma sono modifiche legate ad altre norme approvate in quel contesto, sono strettamente correlate.

Non credo, poi, che costituisca una mortificazione o una distruzione del lavoro fatto aver apportato una correzione con un articolo successivo, con un emendamento successivo, ad un errore di addizione contenuto in una vecchia legge che diceva che un organismo era composto di cinque persone e poi indicava quattro componenti. Quindi, è stato modificato, ma è talmente banale che così come non mi fermerò su altre norme banali non tratto in modo approfondito.

Un altro problema particolarmente avvertito era quello di tutti i rapporti dei lavoratori interinali. Anche in questo caso la Commissione ha approvato – se posso riportare un’impressione che ho avuto – con qualche perplessità la norma, pur all’unanimità, per la proroga dei rapporti contrattuali in atto, sia pure per un tempo limitato e strettamente necessario all’espletamento delle nuove gare, però era una formula molto secca, molto brusca che si limitava alla pura proroga della situazione in atto. In questo maxiemendamento si cerca di fare un’opera di maggiore articolazione, quindi, non si parla più di una proroga dei contratti, ma si mira ad una soluzione che riesce, comunque, a soddisfare l’esigenza di assicurare le posizioni lavorative in atto e, ovviamente, introducendo delle prospettive che riportano per larga parte di questi lavori alla relativa competenza istituzionale, che è quella delle Province.

Questa è una norma un po’ più articolata, un po’ meno tranchant di quanto non fosse, ma si pone gli stessi obiettivi, quelli della salvaguardia dell’occupazione in atto e quelli di un sistema che fosse meno scabroso, meno difficilmente gestibile, dopo tante proroghe concesse.

Un’ulteriore proroga, forse, è meno giustificabile di un sistema un po’ più articolato che rinuncia ai contratti in essere e si pone il problema sia della funzionalità delle amministrazioni, sia delle competenze all’interno del sistema regionale, sia della salvaguardia dell’occupazione in atto. Non mi sembra che su questo ci siano passi indietro o stravolgimenti pesanti.

Un altro problema di cui si è parlato anche a lungo sul quale si è tornati più di una volta era quello del regime di aiuti esenti dall’obbligo di notifica alla Commissione europea e, in particolare, qui la Commissione si è posta il problema se questo regime di aiuti, una volta che sarà predisposto e approvato dalla competente Commissione consiliare, potrà riferirsi o no anche alle risorse che dovranno arrivare dal 2007 per coprire il periodo 2007-20013.

Si è discusso a lungo di questo, avendo ben presenti le indicazioni e le controindicazioni, gli effetti positivi e quelli negativi, i problemi di fondo che presentava una norma del genere e le possibili soluzioni.

Qui, in effetti, si è ritornati su una decisione, ma perché è prevalsa anche l’esigenza di riuscire a programmare, a procedimentalizzare per tempo e di ordinare, secondo una sequenza temporale molto più breve, tutti quegli adempimenti che si rende necessario assumere per arrivare al momento dell’erogazione degli aiuti, avendo reintrodotto anche i fondi del Por 2007-20013. Questo non pregiudica la discussione sul Por, che dovrà esserci e ci sarà, ovviamente, ma non costituisce un condizionamento rispetto alle scelte, alle valutazioni, alle decisioni finali che dovranno avvenire su un altro tavolo.

Le modifiche all’articolo 27 sono obbligate, si tratta di una serie di spese che vengono confermate nei loro importi e nelle loro finalità, ma per le quali cambia puramente un aspetto tecnico. Siccome qui si tratta, in un modo o nell’altro, di un’attività che si realizzerà attraverso mutui, tenendo conto che i loro ammortamenti decorrono dall’anno successivo, questa norma, senza minimamente compromettere – vale, quanto sto dicendo anche per tutte le altre norme che sono state inserite in un altro contesto –, senza minimamente pregiudicare, indebolire la capacità operativa della Regione o delle amministrazioni locali che dovranno assumere queste linee di credito, evita l’inutile aggravamento del bilancio 2007.

Queste sono le modifiche al testo e non mi sembra che, da quello che ho ripercorso, emergano dei punti di stravolgimento sostanziali e pesanti.

Poi ci sono altre norme nel maxiemendamento che costituiscono lo sviluppo di temi che pure erano stati affrontati in Commissione e per i quali – come ha ricordato qualcuno – io stesso ho proposto il ritiro perché la discussione era molto complessa, si rischiava di non trovare una soluzione in Commissione, compromettendo l’esito tout court del provvedimento. Per evitare un risultato del genere, si è preferito rinunciare a discuterlo in Commissione, con la riserva espressa – e sulla quale non ho trovato grandi obiezioni a suo tempo – di un riesame in Aula.

Nel contesto di queste norme che sono state riproposte, così come era stato preannunciato e direi senza quello spirito di rivincita, quell’atteggiamento vendicativo per il quale da parte di qualche consigliere sono stato criticato e che ovviamente non c’era, vi era, invece, un’evoluzione fisiologica, naturale, inerziale di quello che era accaduto in Commissione bilancio.

Prendiamo, per esempio, le norme su Fincalabra: chi era presente in Commissione ricorderà che i primi tre commi di questo articolo erano stati già approvati in Commissione e non c’era stato nessun problema rilevante, si trattava di quelli che ridefinivano in termini generali i compiti di quest’ente o di un soggetto che avrebbe potuto cambiare nome e forse arricchirsi di attribuzioni, ma nella sostanza avrebbe ereditato le attività di Fincalabra.

Su questa configurazione in termini generali non ci sono state obiezioni, tant’è che la Commissione si avviava ad approvare i primi tre commi di questo articolo; poi si è preferito, per i problemi che emergevano dai commi successivi, ritirare con la riserva di riproporre in Aula. Oggi viene, quindi, ripresentato un testo che è sostanzialmente quello che era uscito dalla Commissione e si rinvia di nuovo.

Anche qui per quello che riguarda l’indicazione specifica in via analitica e puntuale delle diverse attività, del diverso ruolo, dei compiti da attribuire non già all’agenzia che era stata originariamente proposta e sulla quale già in Commissione erano emersi parecchi problemi, perplessità, dubbi, rimane la denominazione di Fincalabra e si rinvia per questa nuova configurazione allo Statuto, alle decisioni che dovranno essere prese nel nuovo Statuto che, ovviamente, farà il suo passaggio in Consiglio regionale.

Quindi, non c’è la sottrazione di un compito che è quello proprio di indirizzo, di programmazione, di controllo, di verifica di quel che fa la Giunta. Mi sembra del tutto consequenziale questa nuova impostazione, rimediando anche ad un altro dei problemi che era emerso in Commissione, che era quello di uno scarso coinvolgimento delle parti sociali e soprattutto della realtà imprenditoriale della regione Calabria, cosa che l’emendamento fa.

Questo vale anche per una serie di altri emendamenti che adesso sarebbe troppo lungo ricordare puntualmente, ma questa è la logica che presiede, che sottostà a questi emendamenti, che non è una logica del rimangiarsi il già deciso, ma è una conferma di quel tanto importante che la Commissione bilancio ha già deciso e – vi ripeto – non sono scelte facili, di poca importanza, di scarso rilievo, sono scelte importanti ai fini dello sviluppo socio-economico della regione e c’è una linea di sviluppo per quello che riguarda queste decisioni coerenti, che fa compiere un ulteriore passo avanti nella linea delle riforme.

Sono convinto che questo testo – con tutte le valutazioni, le riflessioni che il Consiglio vorrà fare su aspetti di contenuto questa volta e non più su aspetti di carattere pregiudiziale – consentirà, contribuirà a rendere ancora più importante, più affinato, più proficuo il lavoro fin qui svolto e sono convinto che, alla fine, il risultato che deriverà da questa rinnovata volontà di riforma e da questa ritrovata capacità di intervento, sarà tale che sicuramente i nostri concittadini – e dico “nostri concittadini”, immaginando che i calabresi siano anche concittadini miei, così come io li sento – avranno modo di apprezzare e di fare le dovute considerazioni e valutazioni intorno alla concretezza, alla proficuità, alla linearità di questo processo di riforma e sulle ulteriori tappe importanti che sono sicuro verranno realizzate.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Aiello.

Pietro AIELLO

Presidente, tanto per essere un tantino pragmatici, noi abbiamo partecipato con grande spirito a questo dibattito, durante il quale è stato permesso a tutti di disquisire nel metodo, e le valutazioni che emergono sono quelle di una difesa appassionata di questo maxiemendamento o di questi emendamenti aggiuntivi, così come vogliamo definirli, da parte degli assessori, ma nell’ambito della stessa maggioranza assistiamo a pareri estremamente discordi, sempre sul metodo.

Allora cosa emerge da questa chiacchierata? Intanto, che questo Consiglio non ha avuto la possibilità di ascoltare l’assessore alla sanità. Noi saremmo curiosi di sapere – è un quesito che stiamo ponendo, Presidente, a lei nella qualità – cosa ne pensa l’assessore alla sanità su questi emendamenti che prevedono l’accorpamento delle Asl, proprio in quanto assessore al ramo.

Ha parlato il Vicepresidente della Giunta come firmatario del maxiemendamento, ha parlato l’assessore Spaziante come assessore al bilancio, però siccome questi emendamenti aggiuntivi riguardano argomentazioni importantissime inerenti al sistema sanitario regionale, vorremmo avere almeno l’opportunità di ascoltare e di sapere cosa ne pensa l’assessore Lo Moro titolare del settore. Questo è il primo aspetto.

Il secondo è quello emerso durante il dibattito: è stata formalizzata una proposta, ufficializzata da parte di un gruppo della maggioranza, nel caso specifico l’Udeur, che ha chiesto di portare ai voti un eventuale slittamento o dilatazione dei tempi di discussione del bilancio in esame. Anche su questo, Presidente, vorremmo che, essendo stata formalizzata da un partito di maggioranza, questa proposta venisse messa ai voti, proprio affinché venga data al Consiglio la possibilità di esprimersi.

Brevemente, quindi, formalizziamo ufficialmente come opposizione queste due richieste e vorremmo avere una risposta.

Presidenza del Vicepresidente Roberto Occhiuto

PRESIDENTE

Onorevole Aiello, la sua richiesta è comunque rivolta all’Aula e alla Presidenza.

L’assessore Lo Moro – come vede – non c’è, sarebbe auspicabile che intervenisse, come lei dice. Vorrei, nella funzione che esercito, ricordarle che ci sarà in seguito modo di discutere l’articolato, articolo per articolo, con gli emendamenti proposti, e negli emendamenti – come lei ricordava – ce ne sono alcuni riguardanti la sanità. E’ evidente che ciascun consigliere ha il diritto di chiedere, nell’ esprimersi in merito agli emendamenti, di conoscere il parere del governo.

La richiesta che lei rivolge alla Presidenza è tale da farmi essere convinto che anche il Presidente Bova se ne farà carico. Noi, però, ora siamo nella condizione di dover procedere nella discussione che si sta tenendo…

Pietro AIELLO

Presidente, sono costretto ad interromperla e le chiedo umilmente scusa.

Lei parla di inizio dei lavori, quindi, di discussione nel merito, però noi ancora non riusciamo a capire e a sapere che cosa pensa l’assessore alla sanità di questo maxiemendamento.

Il secondo aspetto è che c’è una proposta formalizzata da parte dell’Udeur, per cui chiediamo che venga messa ai voti, altrimenti di cosa parliamo! E’ una proposta formalizzata, noi siamo qui che aspettiamo che venga messa ai voti.

PRESIDENTE

Sull’argomento sollevato dall’onorevole Aiello, prego onorevole Guagliardi.

(Interruzione)

Damiano GUAGLIARDI

Non per esprimere un voto; se poi si voterà, dirò la mia.

Ancora non riesco a capire questo tipo di discussione, perché noi siamo partiti – se non sbaglio – da un suo intervento che poneva un problema sull’ordine dei lavori.

(Interruzione dell’onorevole Aiello)

Anch’io ho svolto un intervento sull’ordine dei lavori, poi ho ascoltato, nel corso della seduta, interventi che hanno preceduto quello dell’onorevole Adamo che ha detto di avere firmato gli emendamenti da consigliere regionale, se non ho capito male, perché entravo in quel momento in Aula e il suo intervento è stato lunghissimo, una lunga esposizione e anche molto articolato. Poi c’è stato l’intervento dell’assessore Spaziante che, praticamente, ha illustrato il provvedimento. Allora, adesso quasi manca solo la relazione del Presidente della Commissione per aprire la discussione generale, se non sbaglio, ed io sulla discussione generale voglio fare un intervento. Questo è il punto.

Dobbiamo decidere come si lavora, voglio capirlo.

Certo, annuncio qui, in questo momento, che se in Aula non sarà presente uno dei gruppi più importanti della coalizione, non parteciperò alla discussione, perché nel momento in cui va via un gruppo politico della maggioranza, vuol dire che si è di fronte ad una crisi. Ed allora o se ne discute o non si va avanti.

Quindi il problema è semplice: dobbiamo decidere come vogliamo lavorare.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

Poco fa, seguendo l’impostazione di tutta la serata, nel momento in cui il consigliere Abramo ha rinunciato a tenere il proprio intervento, ho dato la parola al consigliere Aiello

Sergio ABRAMO

Non ho rinunciato, ho detto che c’era la proposta del consigliere Aiello, riguardo il gruppo dell’Udeur

PRESIDENTE

Come sa, onorevole Aiello, primo, lei può esprimere le sue idee e l’assessore alla sanità, se lo ritiene, può parlare. Lei ha posto un problema, l’ha sottolineato e così via …

(Interruzione)

No, ma tutti con umiltà stiamo parlando, tra l’altro lei lo vuol dire: anche se non fosse stato così, il suo diritto non diminuiva di una virgola. Se e quando riterrà, l’assessore alla sanità potrà intervenire.

Secondo: il riferimento alla posizione di una formazione politica importante come l’Udeur è un fatto pertinente, però non siamo nella fase di messa ai voti di niente. Io ho qui iscritti, che possono rinunciare: i consiglieri Nucera, Magarò e Occhiuto. A loro, come agli altri, debbo dare la parola. (Interruzione dell’onorevole Aiello)

Onorevole Aiello, non le rivolgo il cattivo augurio di presiedere l’Assemblea, perché credo che per lei ci sia una prospettiva più gratificante, però nel momento in cui ciò fosse suo compito, lo farebbe. Questa funzione, molto modestamente, ce l’ho io; “hanno parlato, non hanno parlato”, non è questo il punto. Io, come lei sa, immagino che fosse in Aula, altrimenti le chiedo scusa, ma molti colleghi sia di maggioranza sia di minoranza erano presenti, quando il consigliere Occhiuto ha parlato una seconda volta.

Non ho avuto riserve. E’ stata una fase, una giornata del tutto particolare e, quindi, si è proceduto e stiamo continuando a farlo così e coerenza vuole io tenga dall’inizio alla fine la stessa impostazione della discussione ed essa non è stata contestata da nessuno. Capisco che tutto sia discutibile, in teoria, quindi sull’insieme si possano sollevare osservazioni, rilievi, ma a questo punto impedire a colleghi di parlare mi sembra non corretto. L’unica cosa possibile è, se i colleghi che sono iscritti rinunciano a parlare, che si decida il da farsi tutti assieme. Ovviamente non lo deciderò io, al massimo potrò partecipare alla votazione, se lo riterrò, ma comunque sarà l’Aula sovrana a decidere come procedere.

Il primo iscritto a parlare è l’onorevole Nucera, anche lui farà…

(Interruzione dell’onorevole Abramo)

Consigliere Abramo, io gliela do la parola…

(Interruzione)

Non ho rilievi…

Giovanni NUCERA

Presidente, se lei ha finito di parlare, solo due cose voglio dire…

PRESIDENTE

Le do subito la parola, però non avevo capito bene, non ho riserve. L’onorevole Abramo mi ha chiesto la parola ed era iscritto prima di lei. Io non ho riserve a dare la parola prima all’uno o all’altro. Non faccio operazioni di magia, tento di seguire la discussione, per come so e per come posso.

Ha chiesto la parola l’onorevole Abramo…

(Interruzione)

Giovanni NUCERA

Ancora siamo all’impostazione iniziale della discussione. Il dibattito centrale, ancora…!

Roberto OCCHIUTO

Presidente, potrei fare una proposta?

PRESIDENTE

Sì, la può fare, ma le vorrei ricordare una cosa – so che la stanchezza prende tutti –: a un certo punto, nel primo o nel secondo suo intervento, credo in tutti e due, lei ha posto al consigliere Chieffallo un quesito. L’unico modo che ha di risponderle, quando l’Aula lo deciderà, è quello di intervenire. Quindi, debbo rispettare anche il primo quesito, il secondo suo che si intrecciavano, altrimenti le ore passano e alla fine perdiamo di vista quello che è l’impegno E’ come una sorta di gioco dell’oca: a un certo punto si torna da capo! Per quanto possibile, dobbiamo tentare di farlo.

Poi, come aiuto alla discussione, onorevole Occhiuto non ho alcuna difficoltà a darle la parola, i consiglieri Abramo e Nucera, me lo consentiranno.

Roberto OCCHIUTO

Proprio per aiutare la discussione e telegraficamente.

Sono intervenuto, all’inizio, per chiedere un chiarimento sull’ordine dei lavori. E’ vero che poi si è proceduto in maniera irrituale con interventi che, per la verità, sono entrati anche nel merito del bilancio, ora, però, siccome il problema è stato posto, la mia proposta è la seguente, cioè anche io sono iscritto a parlare, ma per il dibattito generale: che la Presidenza chieda agli iscritti a parlare se vogliono farlo sull’ordine dei lavori, visto il problema posto dall’onorevole Aiello, o sul dibattito generale.

(Interruzione dell’onorevole Aiello)

Se così è, il relatore interviene per la illustrazione della proposta di bilancio e poi i consiglieri che intendono intervenire nel dibattito generale lo possono chiedere. Chi, evidentemente, è intervenuto nel merito già prima della relazione, nella discussione che ha preceduto questa che stiamo facendo, può ritenere inutile intervenire, forse così riportiamo i lavori nei canoni regolamentari più propri.

Se per esempio mi venisse chiesto se voglio parlare prima o dopo la relazione dell’onorevole Chieffallo, direi sicuramente che intendo parlare dopo averla ascoltata. Suppongo che sia così, non lo so, anche per l’onorevole Abramo, per tutti coloro che sono iscritti a parlare sul collegato e sul bilancio.

PRESIDENTE

Dunque, onorevole Occhiuto, se non erro, lei dice che, a partire dall’onorevole Abramo, dobbiamo seguire quell’ordine e, se lo ritengono, diranno che tipo di intervento vogliono fare, lo capiremo, poi andremo oltre. Siccome, comunque, ho iscritti Abramo, Nucera, Magarò e anche lei, se lo riterrà…

(Interruzione)

Sì, ma intanto, con la sua osservazione, darei la parola all’onorevole Abramo che, per come lo riterrà, potrà parlare…

Sergio ABRAMO

Sì, però…

(Interruzioni)

Ma io prima ho ceduto la parola per il semplice motivo che c’è una proposta, lo ha detto chiaramente Aiello, da parte dell’Udeur

(Interruzioni)

L’onorevole Aiello ha detto chiaramente che c’è una proposta da parte del gruppo Udeur, noi vorremmo capire se dal punto di vista legislativo può essere messa ai voti.. Lei ci deve rispondere se è giusto o meno porla in votazione, in quanto, dopo quella proposta, si è aperto e si è concluso un dibattito, e c’è la proposta dell’onorevole Aiello che dice “votiamo la proposta dell’Udeur”. Vorrei capire perché non si può mettere ai voti, qual è il motivo.

(Interruzione)

Non per togliere la parola all’assessore Adamo, ma mi deve rispondere lui o è la Presidenza?

PRESIDENTE

Su questo ho già risposto all’onorevole Aiello; lo ribadisco, lui, rispetto alla discussione, come l’ha fatta, non può porre quella questione.

Sergio ABRAMO

Perché?

PRESIDENTE

Non può porla perché non è quella la discussione che stavamo facendo, tant’è vero che, anche dopo l’intervento dell’onorevole Tallini, che liberamente ha posto quella questione, la discussione è andata avanti.

Sergio ABRAMO

Sulla proposta di Tallini è andata avanti la discussione, lui ha spiegato la motivazione, infatti, ha chiesto, alla fine, di votare la sua proposta.

PRESIDENTE

Ho capito, onorevole Abramo.

Pietro AIELLO

Anche sul ragionamento dell’onorevole Tallini, è una prerogativa del consigliere regionale chiedere che venga messa ai voti una proposta formalizzata o no? E’ una prerogativa o no?

(Interruzione)

Ma lui l’ha già posta, Presidente, l’ha formalizzata.

(Interruzioni)

Non ho contestato nulla, ho semplicemente preso atto…

(Interruzione)

Io la conosco come… almeno, se poi non mi si è obnubilato il sensorio, intanto lei è un uomo, almeno fisicamente… poi il Vicepresidente della Giunta non è l’assessore Lo Moro, onorevole Adamo, mi pare…!

(Interruzione)

Sì, ho capito, però non è l’assessore alla sanità! Onorevole Adamo, la prego!

Ho grande piacere di ascoltarla, perché lei ha un eloquio brillantissimo, però vorrei avere la possibilità – ripeto – di ascoltare nel merito del maxiemendamento l’assessore alla sanità, perché può darsi che venga in mente a questa opposizione di rivolgerle delle domande per sapere cosa ne pensa su alcuni argomenti.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Intervengo perché è stato chiesto il parere del governo e sarebbe stato non conveniente…

(Interruzione dell’onorevole Abramo)

Ma la risposta la può dare il Presidente dopo che sente il parere del governo, perché se no non possiamo…

(Interruzioni)

La prima questione…

(Interruzioni)

…molto regolamentare…

(Interruzioni)

Sergio ABRAMO

Assessore, non per lei, mi fa piacere sentirla, ma voglio sapere dal Presidente se può essere…

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Pure io lo voglio sapere dal Presidente, però…

Sergio ABRAMO

Però mi deve rispondere il Presidente!

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Pretendo che il Presidente ascolti il parere del governo, così come i consiglieri e l’Aula, perché il governo è stato chiamato in causa ed è giusto che dica la sua. Ci sono io e mi assumo la responsabilità…

Sergio ABRAMO

C’è una proposta dell’Udeur

PRESIDENTE

Prego assessore Adamo

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Per quanto riguarda la prima questione, dico che la titolarità del provvedimento – in base a quello che il Regolamento prevede e, cioè, che vi sia un relatore di maggioranza, esso non è l’assessore Lo Moro – compete all’assessorato al bilancio.

Abbiamo ascoltato qui, oltre che il Vicepresidente firmatario dell’emendamento, l’assessore al bilancio. Mi pare un po’ curioso che, quando il titolare di un provvedimento parla, quanto dice venga quest’Aula, e non fuori da qui, interpretato come una sua opinione personale: parla a nome del governo, confortato oltretutto, (nonostante la giornata sia stata di quelle impegnative per i lavori che le delegazioni ci hanno costretto a fare fuori dall’Aula– infatti anche l’assessore Lo Moro è impegnata in questo tipo di attività, a ricevere delegazioni –), lo dico per nostra conoscenza – non fanno testo, naturalmente, in Aula – dalle dichiarazioni battute poco fa dall’agenzia e anche dallo stesso Presidente della Giunta regionale, va da sé che è intelligente, capisco, se c’è un pezzo del provvedimento legislativo che può riguardare un comparto dell’amministrazione, ci possa essere un consigliere di minoranza o di maggioranza a chiedere il parere dell’assessore. Ma è una sollecitazione rivolta direttamente all’assessore a cui, appena sarà in Aula, il Presidente comunicherà questa esigenza. Quindi, non è oggetto di materia regolamentare.

Per quanto riguarda la proposta dell’Udeur, ci sono due questioni. La prima, più sostanziale: l’Udeur non ha formalizzato una proposta di rinvio per dire “qui ed ora”, mi riferisco a quando ha parlato l’Udeur. Se così fosse stato, l’avrebbe chiesto il consigliere che ha proposto il rinvio e sicuramente anche il Presidente e l’Aula avrebbero dovuto fare i conti con la formalizzazione di una proposta; mi sembra di capire che sia stata posta, più che un problema di regolamentazione dei lavori, in questo momento o anche prima nell’Aula, una questione più di fondo. Finora il gruppo dell’Udeur ha comunicato all’Aula la volontà politica di chiedere un rinvio per pervenire ad un aggiornamento di questo Consiglio ai fini evidenziati.

Si sta sviluppando un dibattito non sulla formalizzazione della proposta, ma sul merito della questione che ha posto l’Udeur e c’è un dibattito vasto e articolato, tant’è che questo gruppo è assente – lo voglio dire al collega Guagliardi – non perché ci sia stato, non mi risulta, un abbandono dei lavori. L’Udeur probabilmente è in riunione di gruppo, probabilmente si sta incontrando con altri capigruppo, probabilmente sta parlando col Presidente della Giunta ai fini di vedere come viene valutata e si matura una proposta politica di rinvio che è rivolta prima di tutto ad un’assunzione di responsabilità della maggioranza. Ciò non significa che, se quando ritornerà in Aula il rappresentante dell’Udeur o l’Udeur stesso riterrà di dire a fine dibattito generale, prima di passare all’esame dell’articolato e quindi degli emendamenti: “proponiamo la formalizzazione con il voto”, l’Aula si potrà sottrarre ad una votazione, ma non è questo il tempo in cui il Presidente può abusare, perché sarebbe un abuso, del ragionamento politico che ha fatto l’Udeur, mettendo ai voti la proposta. Penso che dal punto di vista formale e regolamentare sarebbe una forzatura, la Presidenza farebbe, sì, una forzatura se mettesse adesso ai voti questa questione.

Credo sia più giusto, anche per un confronto dialettico legittimo tra opposizione e maggioranza, affrontare questo punto a conclusione di quello che vuole definirsi il dibattito generale, gli interventi per il dibattito generale, perché forse se c’è un’anomalia, questo lo comprendo. Sentendo le parole dell’onorevole Occhiuto, ero convinto che eravamo già in fase…

(Interruzione)

Di che cosa stiamo discutendo dall’inizio della seduta, se non di dibattito generale?!

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Allora andiamo avanti, facciamo concludere questi interventi, vorrei sollecitare…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…all’onorevole Nucera che, se l’opposizione si attarda in una perdita di tempo…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Mi pare giusto e lei ha il diritto di farlo. Se l’opposizione si attarda, paradossalmente…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…blocca il dibattito generale e favorisce la discussione che sta facendo l’Udeur. Acceleriamo gli interventi, perché il nuovo posto da (?) Aiello viene sul banco…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…con più tempo anticipato.

PRESIDENTE

Onorevole Nucera, se parliamo uno alla volta, esprimiamo meglio le nostre idee.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Ha chiesto di parlare?

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Con molta calma, sempre.

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Va bene. Magari la stampa da sola non c’è, c’è la stampa e la propaganda! Detto questo, onorevole Nucera, lei ha la parola.

Giovanni NUCERA

Intervengo solo su un elemento: se c’è la proposta fatta dal consigliere Tallini

PRESIDENTE

Ribadisco quello che ho detto prima: l’onorevole Tallini ha posto un problema politico di grande rilievo.

Giovanni NUCERA

Presidente, lo dirà il collega Tallini, nel momento in cui rientrerà in Aula. Chiedo la sospensione dei lavori fino a quando non rientrerà il consigliere Tallini!

PRESIDENTE

Onorevole Nucera, a proposito di procedure…

Giovanni NUCERA

Lei deve garantire la regolarità dei lavori dell’Aula, e non lo sta facendo!

PRESIDENTE

Appunto, uno dei modi per garantirlo è di parlare uno alla volta; il secondo, di attenersi, per quanto possibile, alle procedure. Allora, ribadisco quanto ho affermato poco fa: l’onorevole Tallini ha posto un problema politico di assoluto rilievo, serio, impegnativo su cui credo dovrà essere fatta una valutazione di merito, prima del passaggio alla discussione formale, ma si tratta di un problema politico, non procedurale.

(Interruzione)

No, è così.

(Interruzioni)

No. Il problema procedurale si fa così: io parlo e chiedo, formalizzo una proposta e chiedo il voto! L’onorevole Tallini e il suo gruppo non hanno posto un problema del genere.

(Interruzione)

No, ha posto non all’Aula, ma alla maggioranza di cui lui e il suo gruppo fanno parte, il problema di come procedere, che è una cosa affatto diversa rispetto a quella che lei sta ponendo.

Alla fine di questa discussione, a nome suo, onorevole Aiello, se lo ritiene o a nome anche personale, l’onorevole Nucera, o a nome di tutta la minoranza o a nome della minoranza e di chi lo riterrà – non limito niente – si può porre formalmente il problema di come procedere.

Io ho il problema di dare ora la parola all’onorevole Nucera e, se lui non vorrà parlare di darla a coloro che sono iscritti dopo di lui, avete capito, adesso?

Quindi, lei vuol parlare, onorevole Nucera? Ha la parola.

(Interruzione)

Non vuole parlare?

Giovanni NUCERA

Voglio parlare, Presidente.

PRESIDENTE

E parli!

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

Dov’è l’onorevole Magarò?

(Interruzione)

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Magarò.

Salvatore MAGARO’

Signor Presidente, abbiamo avviato, questa sera, una discussione proficua, una discussione che ritengo porterà risultati positivi per la nostra regione. Osare di più, abbiamo più volte affermato nel corso di questi mesi, per tentare di avviare una svolta, osare e tentare di più per imprimere una forte accelerazione nel governo della nostra regione. Stasera ritengo che prenderà il via un forte processo di cambiamento, di rinnovamento, di modernizzazione della regione.

E’ stato più volte, nella discussione finora svolta, posta una domanda: la legge finanziaria è lo strumento giusto e utile per poter avviare riforme, imprimere un’accelerazione alla nostra regione? A me interessa poco dire se debba essere la legge finanziaria lo strumento giusto oppure una legge ordinaria. Penso che sia il contenuto, la portata delle questioni che ci deve invitare a ragionare e a discutere con molta convinzione sui processi, sui meccanismi che - mi auguro - dopo l’approvazione di questo bilancio, avvieremo.

Osare di più vuol dire imprimere un’accelerata sulla politica del fare e, ritengo, che in queste proposte che semineremo stasera ci siano tante idee, tante buone idee, tante questioni che da tempo aspettano una risposta.

Penso che le proposte che esamineremo successivamente siano fortemente innovative, che spingano l’accelerazione sulla domanda di cambiamento, di buon governo, di moralità, di utilizzo corretto delle nostre risorse.

Ritengo che nessuno – e noi siamo tra questi come forza politica – voglia lasciare le cose come stanno o voglia ulteriormente perdere più tempo. E’ per questo che l’appuntamento di oggi è importante, utile per aprire una nuova stagione.

Le questioni, sono tanti i punti che meritano la nostra attenzione, l’attenzione soprattutto dei socialisti che, nella loro storia, si sono battuti per cambiare, per riformare, per introdurre forti elementi di cambiamento.

Vorrei ricordare che, nel momento in cui il Presidente Loiero è venuto in Consiglio per chiudere la crisi e rilanciare l’attività di governo della nostra regione, nel documento che il Consiglio ha approvato ci sono la gran parte delle questioni che oggi ci troviamo a discutere e ad affrontare. Io penso…

Giovanni NUCERA

Di cosa sta parlando?!

Salvatore MAGARO’

Sto parlando come meglio credo…

(Interruzioni)

Fatemi finire…

(Interruzioni)

Ma finora di che cosa abbiamo parlato?!

(Interruzione)

Di che cosa hai parlato finora pure tu?!

(Interruzioni concitate)

PRESIDENTE

Lo lasci parlare, onorevole Nucera!

(Interruzioni concitate dell’onorevole Nucera)

Non ho appellativi, epiteti, nessun modo poco riguardoso con cui rivolgermi ai colleghi, ma richiedo a ciascun collega di mantenere un atteggiamento consono all’Aula. Sta parlando un collega, ha il diritto di parlare! E ognuno di voi…

(Interruzione dell’onorevole Vilasi)

PRESIDENTE

Come prima…

(Interruzione dell’onorevole Vilasi)

No, ma lei si alza e critica l’intervento per come ritiene, ma in quel momento lo deve lasciare parlare! Lei non ha, come me, come nessuno di noi, titolo per interrompere nessun collega, è “l’abc” delle regole parlamentari. Per favore, lo lasci parlare!

Salvatore MAGARO’

Stavo dicendo che, per quanto mi riguarda, per quanto riguarda il mio gruppo, non mi sono posto la domanda se la legge finanziaria sia lo strumento utile per affrontare queste questioni, invece mi sono posto domande sul contenuto, sul merito di questi provvedimenti che andremo di qui a non molto a votare. Sono provvedimenti che vanno tutti nella direzione di imprimere una forte accelerazione negli impegni che avevamo assunto. Osare di più, abbiamo più volte detto, dobbiamo recuperare il tempo che forse abbiamo perso e i provvedimenti, le questioni inserite in questo documento di bilancio vanno tutte nella direzione di mettere in campo proposte fortemente riformatrici, innovative, che - sono certo - cambieranno il volto della nostra regione.

Credo che gli elementi siano tanti, fatemene accennare alcuni fortemente innovativi e fortemente riformatori che si introducono in questa proposta di legge.

Loiero – dicevo – a nome della Giunta, è venuto qui in Consiglio chiedendo l’approvazione di un documento e, in quel documento, tutta una serie di proposte oggi si concretizzano, tra queste c’è la costituzione di una centrale unica per gli acquisti, della stazione unica appaltante. Questa è una proposta fortemente innovativa che punta su due direzioni: da un lato punta a risparmiare, a creare economie e dall’altro a offrire una proposta fortemente trasparente.

C’è anche un’altra questione contenuta in questa proposta e che penso vada colta con un forte segnale di novità: riguarda la questione della riscossione delle entrate che la Regione vanta. Finora, su questo campo e su questo settore, penso che abbiamo fatto poco, non abbiamo messo in campo un’azione volta a riscuotere i crediti della Regione. Ci sono soggetti che, puntualmente, hanno pagato e ci sono, purtroppo, tanti altri debitori che non hanno pagato e penso che un’azione riformatrice giusta sia anche quella di inserire elementi di equità.

Così come un altro elemento importante che vorrei sollecitare è quello di affidare all’Agenzia Calabria lavoro i contratti individuali, in attesa che la Giunta esplichi la gara d’appalto. Lo interpreto come un altro segnale forte di cambiamento, fortemente innovativo rispetto al passato, che dice da che parte sta la Giunta: ecco, sta dalla parte della trasparenza, della pulizia, del coinvolgimento delle risorse umane che hanno lavorato nel corso di questi anni con la nostra Regione.

Fatemi sottolineare anche un’altra questione importante che, finora, è mancata e che riguarda i controlli che in questa regione non ci sono mai stati. Mi pare che, attraverso una norma, si parta dal dipartimento regionale dei lavori pubblici attraverso le sue strutture territoriali per controllare le realizzazioni in corso d’opera, per accertare il rispetto delle norme tecniche e, soprattutto, per verificare la qualità dei problemi e la qualità dell’esecuzione della normativa vigente.

Ritengo che questa sia un’altra forte proposta innovativa e riformatrice che si tenta di mettere in atto.

Così come penso, per quanto riguarda il rischio sismico, che anche in questa proposta, in uno dei suoi articoli, ci sia un passaggio importante, innovativo che affronta con complessità e con organizzazione reale questa questione.

Poi ricordo un’altra problematica, forse la più cruciale, che merita il rispetto e la nostra valutazione e che mi fa dire che, a prescindere dalle procedure, dallo strumento che si vuole utilizzare, è la via giusta che dobbiamo imboccare. Abbiamo più volte annunciato l’inutilità di molti enti che non affrontano più le questioni e non danno risposte ai compiti ai quali erano stati chiamati. Avere indicato in questa proposta lo scioglimento di alcuni enti, ma soprattutto aver delegato alle Province una serie di competenze, di responsabilità, di funzioni, ecco, mi porta a dire che anche questa è una scelta giusta che va nella direzione di eliminare le cose che non funzionano, di razionalizzare la spesa, di puntare sulla qualità e sull’utilizzo appieno delle risorse umane.

Ritengo che si siano già registrati forti ritardi in materia a cui si sta cercando di recuperare, imprimendo stasera una forte accelerata.

Vorrei ricordare che già nel mese di agosto, nell’approvazione dell’assestamento di bilancio, la Giunta era stata incarica a predisporre, entro tre mesi dall’approvazione di quella legge, un piano per la dismissione degli enti considerati inutili. Siamo arrivati un po’ tardi, però penso che sia la strada giusta e quella che auspico anche per altri enti inutili, dannosi e che comportano per le casse della nostra Regione lo spreco di molte risorse.

Penso sia giusto osare di più anche in altri settori presenti in questa proposta che ci viene presentata. Osare di più vuol dire mettere anche gli enti in sintonia tra di loro. C’è una forte accelerazione, un forte stimolo anche alle associazioni locali che si mettono insieme: Comuni che decidono di affrontare insieme la gestione di alcuni servizi per ridurre le spese e per migliorare la qualità: devono essere sostenuti ed aiutati dalla nostra Regione. In questa direzione troviamo anche buone indicazioni, buone idee, buoni tracciati.

Penso che, per quanto riguarda anche le procedure d’urgenza, troviamo le risposte giuste.

Poi sono anche contento, perché tra le proposte che vengono avanzate ce n’è una del collega Pacenza e del collega Borrello che, finalmente, introduce e risolve la questione del Burc nella nostra Regione. C’è un emendamento che dice che tutti gli atti dovranno essere pubblicati, quelli che comportano oneri di spesa, c’è la distinzione tra le determine e i decreti dei dirigenti regionali e c’è, soprattutto, il tempo entro cui questi atti devono essere pubblicati. Anche questa è una questione che affronta una ferita che questo Consiglio ha registrato ed io sono contento che anche questa questione venga affrontata e risolta questa sera, anche se, per la verità, in questi termini era più volte stata posta da me e da altri consiglieri regionali.

Allora, concludendo questo mio intervento, penso il percorso per cambiare, riformare, osare di più in questa nostra regione non vada ostacolato, ma accelerato e debba trovare sostegno in tutte le forze politiche di maggioranza che hanno a cuore le sorti della nostra regione.

Un’ultima cosa mi preme dire: approvando queste norme, abbiamo concluso questo processo, abbiamo risolto i problemi? Credo che, approvate queste norme, scatti la fase più delicata, quella dell’organizzazione, della coesione, della responsabilità, la fase tutta volta a non creare ulteriore confusione tra i livelli istituzionali e a mettere i dipendenti, i lavoratori in una situazione di scoraggiamento e di deriva istituzionale.

Per questo penso che, chiusa questa parentesi, se ne aprirà un’altra, che è quella molto più delicata, di affidare le sorti di questi enti che andremo a cancellare in mani esperte, capaci di poter risolvere ed affrontare queste questioni. Mi auguro che le scelte che la Giunta farà su indicazione del Presidente siano coraggiose, innovative, funzionali a questo disegno e non ad occupazione di altri spazi di potere. Di questo ne sono certo, penso infatti che saranno i risultati a far giudicare la bontà di queste iniziative, in caso contrario i cittadini non ci capirebbero.

Vorrei, quindi, dire che il nostro gruppo, il nostro partito è impegnato ad imprimere e a sostenere questa manovra, a sostenere queste scelte, affidando alla Giunta la responsabilità di non fallire in questo processo, di non perdere ulteriormente tempo e soprattutto di non creare confusione dopo l’approvazione di queste norme, di camminare speditamente, perché la Calabria ha, si, bisogno di scelte coraggiose, ha certamente bisogno di annunci, ma soprattutto – come spesso dice il Presidente Bova ed io concordo con lui – la Calabria ha bisogno di fatti. Penso che, stasera, apriremo una nuova stagione che sarà fatta di più fatti e di meno parole, che sarà fatta più di realizzazione che di dichiarazioni, apriremo una fase per imprimere una forte accelerazione al cambiamento di questa nostra regione.

PRESIDENTE

Noi possiamo procedere – chiedo un minimo di attenzione all’Aula – in due modi: uno, se ho capito bene, come poco fa ha chiesto l’onorevole Abramo, di dare la parola all’onorevole Chieffallo per la relazione…

(Interruzione)

Un attimo… se mi fa parlare…! L’altro è: fatto il dibattito generale, dopo la relazione in cui interverrà chiunque lo riterrà, per quanto mi riguarda sia a conclusione formale del dibattito generale sia come risposta ai quesiti posti, come Presidente dell’Assemblea chiederò formalmente che concluda il Presidente della Regione, perché noi siamo contemporaneamente un’Assemblea, sulla base di una regola di tipo neoparlamentare, però contemporaneamente agiamo in un regime in cui opera l’elezione diretta del Presidente e non possiamo far finta che tutto questo non viga.

Quindi sia rispetto alla discussione politico-ordinaria, sia rispetto ai nodi che ci sono, è giusto che si assuma la responsabilità di come procedere e di indicare un indirizzo il capo formale della maggioranza, quello che è stato direttamente eletto dal popolo. Quindi teniamo conto dei due aspetti.

Qualora, invece, formalmente si eccepisca che questo passaggio di dibattito vada immediatamente concluso, chiamerò i capigruppo al banco della Presidenza per chiedere al Presidente della Regione un intervento perché si decida in che modo procedere. Comunque questa discussione non rimarrà all’aria, sarà una discussione che avrà – come è giusto – la risposta politico-istituzionale più alta e più netta possibile.

A questo punto, se non ci sono osservazioni, do la parola al Presidente della seconda Commissione, Chieffallo, e dopo di lui seguiranno gli altri interventi. Siccome c’è da risolvere un nodo non tanto di politiche di bilancio o di collegati, quanto politico dato che una forza importante della maggioranza eccepisce su come proseguire, evidentemente prima di esprimersi con un voto ci sarà anche, come è giusto, l’intervento, il ragionamento e la proposta che farà il Presidente della Regione.

Se non ci sono osservazioni su questo modo di procedere? Pare di no.

Proposta di legge n. 161/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007 arti. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)”.

Proposta di legge n. 159/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2007 e pluriennale 2007/2009 della Regione Calabria (Legge Finanziaria)”.

Proposta di legge n. 160/8^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio annuale di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2007 e bilancio pluriennale per il triennio 2007/2009”.

 

PRESIDENTE

 Do la parola all’onorevole Chieffallo per la relazione sul collegato, il bilancio e anche sul nuovo maxi-emendamento.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ecce homo, sono stato accusato da più parti di aver firmato un emendamento insieme al collega Adamo, come se avessimo commesso chissà quale delitto; invece riconfermo quella firma che, naturalmente, non ha voluto per nulla contraddire i lavori portati avanti in sede di Commissione. Probabilmente l’emendamento ha in sé qualche piccolo elemento che si diversifica dal testo licenziato dalla Commissione medesima, però qualche resipiscenza, andando in avanti e militando nella politica, lungo la strada vi è potuta essere, così come – ritengo – che, nell’ambito del cosiddetto maxiemendamento, esistano degli articoli che la volontà massima dell’Assemblea, anche col mio consenso – perché, quando ritengo di avere sbagliato, sono disponibile a correggere – può riguardare e, ovviamente, cancellare.

Per cui non c’è nessuna contraddizione, non c’è una sovrapposizione perché non c’è una sottovalutazione del lavoro fatto dalla Commissione che, ahimè, è stato assolutamente importante, attento, proficuo ed ha portato risultati sicuramente lusinghieri nell’interesse del dibattito politico aperto e democratico di cui la Calabria ha bisogno.

Il momento è difficile, non ci nascondiamo dietro il dito, peraltro queste manifestazioni di protesta che abbiamo avuto intorno al palazzo e dentro il palazzo, questa sera, devono indurci ad avere un grande senso di responsabilità. Maggioranza ed opposizione, istituzione nel suo complesso, abbiamo il dovere di affermare che la democrazia partecipata sta vivendo un momento di difficoltà.

Quindi anch’io sono – come ha detto qualcuno – disponibile a capire e a comprendere le ragioni degli altri, in questo caso le ragioni di coloro i quali hanno protestato, perché di fronte al bisogno e alla miseria non c’è né destra né sinistra. Chi fa politica, noi che combattiamo e dobbiamo combattere la miseria e la povertà - dico tutti ma specialmente i riformisti - abbiamo bisogno di interrogarci per dare risposte le più possibili certe, esaurienti e convincenti a queste sacche di difficoltà che nella nostra regione vi sono.

Non sono un riformista che vuole combattere la ricchezza, come avviene all’interno della sinistra o in alcune sinistre massimaliste, sono un riformista che vuole combattere la povertà, questi sono – ritengo – i binari entro cui ci dobbiamo muovere. E in questo quadro di difficoltà delicato, la Calabria ha necessità di qualificare e potenziare le sue infrastrutture materiali ed immateriali per migliorare il clima economico e sociale – sottolineo “sociale” – sia per creare un ambiente favorevole alle attività delle imprese, delle poche imprese che ci sono e che aspettano sostegno serio e concreto da parte della politica e delle istituzioni, sia per elevare la qualità della vita dei nostri cittadini.

Ritengo che in questa giornata e con questo Consiglio non voglio dire che si rifondi una nuova Calabria, non parliamo di momenti epocali o storicamente chissà con quale valenza, ma che certamente si volti pagina rispetto al passato.

Manca il Presidente Loiero, ma vi sono onorevoli assessori.

Dire tutti, cari colleghi, che nella Calabria vi sono tantissimi malumori che serpeggiano nella opinione pubblica, dire altresì che esistono difficoltà di collegamento tra le politiche del Palazzo e i bisogni della società civile, dire che vi è uno scollamento tra la politica e i calabresi, dire che vi è un momento di sfiducia notevole che serpeggia nell’ambito e nell’animo dei giovani è dire la verità, a prescindere – dico io – dal lavoro svolto da questa maggioranza. Sono il primo a voler riconoscere a questa maggioranza, all’onorevole Loiero e alla sua Giunta, che in questi due anni sono stati affrontati ed aggrediti importanti problemi della nostra collettività: basterebbe pensare a questa simbiosi operativa e di lavoro tra il governo regionale e il Governo nazionale; basterebbe per un attimo porre attenzione anche alle dichiarazioni - non di uno qualunque – del Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Prodi, che senza enfasi ha dichiarato che la Calabria vuole essere per lui una figlia prediletta; basterebbe solo pensare all’accordo di programma quadro sulle grandi infrastrutture, di cui è stato pioniere il ministro Di Pietro, a cui il collega Feraudo è collegato politicamente, basterà pensare all’attenzione particolare, ancora peraltro non completamente estrinsecata, sull’area di Gioia Tauro, sul ruolo che Gioia Tauro e il suo porto, all’interno della politica più grande della Calabria, possono svolgere.

D’altro canto, nel documento di programmazione finanziaria approvato nell’ultima seduta di Consiglio, molte di queste cose le abbiamo dette, sono state sancite e in quel documento strategico è stata puntualizzata, in termini coerenti e concreti la strada da seguire sul piano dello sviluppo economico di questa regione per i prossimi tre anni.

Basterà pensare al lavoro svolto, in questi due anni, dall’assessore alla sanità per cercare di mettere ordine in un comparto difficilissimo e complicato; basterà pensare al lavoro fatto dall’onorevole Principe nel settore della pubblica istruzione e della cultura; basterà pensare, comunque, al lavoro fatto dall’assessore Tripodi per mettere ordine e regole in un comparto delicato qual è quello dell’urbanistica.

Potremmo allungare il nostro discorso. Mi piace ricordare, anche perché, nientedimeno, ero io assessore ai lavori pubblici nel 1993, quando partì l’idea di fare la città degli uffici regionali in Catanzaro: beh, si concretizza soltanto adesso con la Giunta Loiero. Ritengo questo un appuntamento importante.

Per non dire il grande lavoro che in questa prima fase sta svolgendo, con intelligenza e puntualità, l’assessore Maiolo, per evitare – speriamo che sia così – che i ritardi del passato nel portare avanti i progetti e i programmi dei fondi comunitari non possano ribaltarsi negli anni futuri, perché la Calabria non si può permettere questo lusso ma, per il lavoro intelligente che sta svolgendo so che così non è.

All’esterno vi è uno stato di malessere generalizzato che porta la politica in grande fibrillazione. Ecco, allora, la ragione per la quale questo maxiemendamento che non vuole essere e non è stato certamente – lo dico al collega Borrello e al collega Tallini – una mancata lesa maestà alla Commissione – c’è il collega Occhiuto che ne ha seguito tutte le riunioni – ma è un emendamento complementare a quei lavori, riguardo una serie di argomenti che, pur trattati dalla Commissione, non hanno trovato in quella sede soluzione o approvazione.

Quindi ecco, il maxiemendamento che, a prescindere da alcuni altri aspetti che sono il primo a mettere in discussione, compreso per esempio il problema dei trasporti, degli interinali e quant’altro, pone l’attenzione forte su argomenti tabù che non sono stati mai affrontati e sempre se n’è parlato, si tratta di riforme: in Calabria, riformare è un termine di cui tutti abusano, ma che nessuno riesce a praticare.

Per esempio, anche nella proposta della Giunta regionale del collegato finanziario che abbiamo trattato in Commissione, per quanto riguarda Arssa, Afor e Fincalabra, era previsto il commissariamento di questi enti, per passare successivamente ad una possibile riforma organica degli stessi enti sub-regionali. Abbiamo ritenuto che commissariare avrebbe significato, ancora una volta, rinviare sine die soluzioni che, invece, in questo modo si affrontano e si aggrediscono nei termini più importanti.

Colleghi all’approvazione di questa legge di bilancio arriviamo dopo che la Commissione consiliare competente ha ascoltato, favorendo incontri e confronti ripetutamente con tutte le forze sindacali, tutto il partenariato sociale e tutte le associazioni di volontariato, comunque tutte le componenti attive e vitali della vita economica di questa nostra regione.

La Commissione ha svolto il proprio lavoro in circa trenta riunioni, un record portato avanti attraverso un dibattito appassionato e approfondito in cui maggioranza ed opposizione si sono potuti confrontare adeguatamente sui temi posti all’attenzione della Commissione. Per questo ringrazio la minoranza che ha saputo da parte sua dare un contributo di alta qualità al dibattito e anche sulle problematiche vive e vitali della regione ha saputo esprimersi, sia pure da una parte diversa della maggioranza e rispettando il ruolo, dando un contributo notevole alla spinta in avanti delle riforme a questa nostra regione.

Tutti conoscete quanto sia ostico e comunque sicuramente arduo cimentarsi con numeri, cifre, percentuali che sono alla base delle leggi finanziarie e dei bilanci di un ente, eppure tutte queste componenti squisitamente tecniche finiscono con l’essere e col tradursi, poi, in scelte politiche che aiutano e devono aiutare il processo di sviluppo della nostra regione. Insomma, tradurre i numeri in indirizzi e contenuti dello sviluppo, razionalizzando le scelte e le decisioni, è il grande compito della politica, specialmente di quella riformista che tende sempre a superare i mali atavici di una società che sono il sottosviluppo e la povertà a cui facevo riferimento poc’anzi.

Posso dire che in questo lavoro fatto dalla Commissione, costantemente e continuamente assistiti dalla presenza discreta ed intelligente dell’assessore Spaziante si è potuto entrare nel merito di problematiche delle quali stasera si è poco argomentato, come se il bilancio non interessasse questa Assemblea. Non si è parlato di bilancio, dello stato delle finanze di questa nostra Regione, non si è parlato, per esempio, sul fatto che l’esercizio l’abbiamo chiuso in pareggio, addirittura ipotizzando 200 milioni di euro che sono,appunto, portati a pareggio del bilancio ma che, probabilmente, non riusciremo ad avere mai o chissà quando: tra queste vi è l’entrata o il credito che la Regione vanta verso gli enti locali per il recupero delle somme che riguardano le risorse idriche.

Per rimanere sui numeri, ma certamente non per approfondire questi argomenti tecnici più di tanto, mi piace evidenziare che su 7,36 miliardi di euro, che è il bilancio regionale, soltanto 673 milioni di euro sono entrata libera disponibile su cui si può programmare. Se si tiene conto che sulla base delle leggi di spesa in essere attive, quelle che, per intenderci, si devono affrontare, abbiamo una spesa di 915 milioni, facendo il conto, abbiamo uno sbilanciamento di 272 milioni di euro e se si considera ancora che tutto questo discorso si inquadra nella difficoltà politica della finanza nazionale che, naturalmente, non può che riversarsi negativamente sui bilanci regionali, perché noi abbiamo avuto un 1,8 per cento in meno di entrate da parte del Governo nazionale, che ha compresso la spesa del bilancio regionale, ecco, se si tiene conto di questo, si arriva ad avere un pareggio di bilancio arduo, per non dire addirittura fittizio, con gravissima difficoltà di carattere finanziario; se si tiene conto, altresì, che meno 1,8 per cento di introiti la Regione ha rispetto a quello del 2005, che ammontano a circa 40 milioni di euro, si vedrà – voglio dirlo perché su queste cose non si può passare in termini inosservati – che le questioni della finanza regionale sono quelle che dovrebbero preoccuparci perché siamo sull’orlo della bancarotta e non fraudolenta, ma che fraudolenta potrebbe diventare se noi, malevolmente, non facessimo in profondità un discorso di grande attenzione.

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Capisco che il nostro Presidente non può gridare sulla negritud”, come Leopold Sédar Senghor, però comunque…

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Quindi – dicevo – colleghi della minoranza, che in questo problema generale dell’organizzazione delle finanze regionali…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…non posso dire che siete colleghi della minoranza…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

…devo dire che siete consiglieri regionali insieme a me e, quindi, insieme a me dovete farvi carico in termini responsabili delle difficoltà finanziarie in cui la Regione versa e non certamente per l’ultimo anno o per gli ultimi due anni di gestione di vita amministrativa.

Allora, se questo è, è altresì vero che siamo arrivati a dover a tutti i costi cercare il modo per reperire fondi al fine di poter aprire possibili virtuose prospettive di sviluppo attraverso le quali dare qualche risposta ai calabresi.

Il bilancio regionale, che è stato bilancio fotocopia da quindici-venti anni a questa parte, è risultato ingessato – è questa la parola che si è sempre detta – prima erano 75 milioni di euro, ora sono arrivati a 125 – l’onorevole Gallo dov’è? Così potremo discutere pure con lui di questa cifra – sul bilancio regionale 125 milioni di euro che si aggiungono ai 160 milioni di euro dati dallo Stato per pagare gli operai forestali.

Primo problema che ci siamo posti, al quale abbiamo cercato di dare una risposta: come si abbassa questa quota dei 125 milioni di euro a carico della Regione? E’ un discorso che abbiamo davanti a noi, al quale dobbiamo dare risposte certe. E come? Per esempio, aprendo questa nuova frontiera dei fondi comunitari, presentando progetti virtuosi legati allo sviluppo della montagna o comunque legati alla sistemazione idrogeologica dei nostri terreni, sapendo molto bene che si può intervenire in tutte quelle zone franose, ormai individuate da un puntuale censimento che la Regione ha fatto, per consentire a questa nostra Calabria, in qualche modo, di tamponare tutte queste difficoltà idrogeologiche e far si che lo “sfasciume pendulo” di Giustino Fortunato possa sempre di più e meglio essere contenuto.

Ma è soltanto la forestazione che ingoia questi soldi? Aprendo l’organizzazione, così come stiamo facendo con l’azzeramento dell’Afor e il trasferimento intelligente di tutto il personale e comunque in termini produttivi alle Province e tenendo ben conscio che i consorzi di bonifica hanno già una gran parte di personale che lavora fino ai 350 metri sul livello del mare, beh, possiamo intanto incentivare le Province che hanno avuto anche questa materia delegata e quindi facciamo si che le deleghe possano avere concretezza e, in seconda battuta, avere anche la possibilità di risparmiare su questi 125 milioni di euro, almeno 50 milioni, che possono liberarsi come risorse al servizio della nostra realtà calabrese.

La stessa cosa dicasi per il trasporto pubblico locale: 94 milioni di euro – e non è poco – lo Stato ce ne rimborsa 70 circa, abbiamo 25 milioni di euro di sbilanciamento o comunque di spesa sulle spalle della Regione, sono 50 miliardi di vecchie lire, su cui è necessario trovare la forma di razionalizzare per tirar fuori da questo altro comparto delle risorse da utilizzare per le famose politiche innovative, per le famose politiche della ricerca, per le famose politiche giovanili, per dare risposte ad un mondo che è sempre più esigente.

Ma, poi, voglio ricordarvi che, per la prima volta, è stato affrontato in termini davvero seri il problema dei precari nella nostra regione. Non abbiamo dato risposte certamente, però abbiamo stabilito come Commissione, e l’assessore al personale, l’onorevole Tripodi, ha dato assicurazione che, bloccando i concorsi, quelli che si possono bloccare, non certamente quelli che andavano in avanti, facendo un censimento generale di quelli che sono i posti disponibili nella pianta organica della Regione, specialmente alla luce del trasferimento di molto personale alle Province, per sapere dove andiamo a mettere le mani, visto che la Regione adesso è dimagrita di personale, si può andare a fare un discorso di riorganizzazione dell’apparato burocratico.

Ma bisogna andare anche a censire in termini intelligenti il precariato calabrese, perché c’è precariato e precariato, c’è quello a tempo indeterminato che da molto tempo aspetta di essere sistemato, ci sono i Co.co.co. che da molto tempo lavorano senza avere una risposta di dignità, ci sono anche gli interinali di cui ci siamo interessati che lavorano da sette-otto anni alle dipendenze di questa Regione, ci sono i lavoratori socialmente utili Lsu-Lpu con i quali si è turlupinato per tantissimo tempo – e voglio dirlo a tutti noi questo fatto – sono 10 mila persone, molte delle quali – e lo dico pure al Presidente Loiero – avremmo dovuto sistemarle attraverso – ancora ce l’ho qui questo pallino e ve lo voglio dire liberamente in questo Consiglio regionale – la razionalizzazione di tutti gli impianti di depurazione in Calabria, che sono circa 800: per tre tecnici dell’ambiente per ogni impianto di depurazione saremmo potuti arrivare a 2.500 persone che avrebbero potuto trovare posto di lavoro non clientelare, non parassitario, ma pagato direttamente dagli utenti, da noi che applichiamo la depurazione in questa regione Calabria, invece di dare a grandi imprese questa organizzazione della depurazione che ha portato soltanto fallimento, così come fallimento appare già adesso in vista di una stagione estiva che, probabilmente, ci propinerà nuovamente il mare sporco. Sono questioni queste che abbiamo davanti.

Per la prima volta, in Calabria, dovremo avere un quadro esatto ed interessarci da qui a poco come Commissione e come Consiglio del precariato calabrese, dare ad esso delle risposte concrete, senza andare a fare ulteriore precariato in questa nostra regione e alcune volte appare dalla stampa, a destra e a sinistra, che si va in questa direzione. Abbiamo l’obbligo prima morale e politico di dare risposte forti al precariato esistente, per poi vedere come si aprono nuove prospettive.

Così come il problema della Fincalabra, che nell’ultimo periodo si era totalmente anchilosata come attività all’interno della regione Calabria, questa finanziaria va riorganizzata, perché c’è assoluta necessità in questa nostra regione di dare sostegno alle piccole e medie imprese, per consentire di avere una specie di merchant bank al servizio delle attività produttive, che possa aiutare nel credito le piccole e medie imprese, visto che le banche, a volte, producono tassi di usura ed affogano completamente le attività produttive della nostra regione. Quindi una Fincalabra rinnovata, riorganizzata, capace di intercettare, nell’ambito della propria organizzazione, le risorse che vengono anche dai fondi Por, dalla Comunità economica europea e comunque anche – perché no? – da possibili virtuose operazioni di bilancio per dare una mano d’aiuto alle piccole e medie imprese che, in Calabria, vivono una vita assolutamente grama.

Qui mi inserisco per fare una riflessione più forte nell’ambito del dibattito che vi è in questo momento sulle zone franche. Ho avuto modo di dire, c’è una mezza polemica che ho letto sulla stampa, che se c’è una zona franca in Calabria – e certamente ne verrà fatta una soltanto all’interno di ogni regione – quella non può che essere Gioia Tauro.

Sgomberiamo, perciò, ogni preoccupazione in questa materia, anche al mio amico senatore Crinò – vero, collega Racco? – che ha questo problema. Se c’è una questione di zona franca, non può che essere Gioia Tauro. Se, però, in un discorso generale, considerato che la Calabria la conosciamo molto bene e che Gioia Tauro dista 60 chilometri da Lamezia con l’autostrada, e c’è anche l’autostrada del mare, e Lamezia ha 1.700 ettari di terreno come zona industriale Asi totalmente sviluppata, quasi tutta messa in sicurezza, con un piano regolatore già vigente, si potrà configurare come appoggio, come base logistica, come seconda base logistica alla zona di Gioia Tauro, in un discorso grande e generale di politica di sviluppo di questa nostra regione, perché non possiamo parlare di campanili, se vogliamo pensare in grande, quindi si può far si che questa zona franca possa anche arrivare a un discorso di questo genere.

Ma ove questo dovesse non esserci, non v’è dubbio che il porto di Gioia Tauro, noi lo vogliamo diverso da quello che è, da come opera, non vogliamo un porto soltanto dove ci sono depositi di containers – vero, colleghi di Reggio? – ma un porto che abbia la possibilità di valorizzare tutto l’entroterra, che ci possa essere un giovamento a monte, nella Calabria in generale, come momento di sviluppo complessivo per evitare che ci siano soltanto un numero riservatissimo, pochissimi posti all’interno dell’area portuale, però nessuna occupazione e giovamento per questo grande porto - porta del Mediterraneo - dei traffici intercontinentali.

Questi sono i problemi affrontati con questa finanziaria, con la Commissione che ho l’onore di presiedere, con questo maxiemendamento che tende a rompere e quindi a voltare pagina.

Capisco molto bene, le riforme costano, non tanto in termini economici, perché queste riforme dovrebbero farci guadagnare, ma costano in termini sociali. Le contestazioni le troveremo dietro l’angolo, perché tagliare privilegi odiosi, tagliare parassitismi, clientele e chi più ne ha più ne metta, tutta una serie di incrostazioni che ormai sono diventate assolutamente indistruttibili, beh, questo porta preoccupazione a coloro i quali questi privilegi li perdono.

Ma noi abbiamo il dovere di guardare ad una Calabria nuova, moderna, innovata, con tre università, una migliore dell’altra, che devono andare in sinergia. Alcune volte anche il mondo universitario lo vedo separato: Cosenza, Catanzaro e Reggio che non comunicano tra di loro, i tre rettori che, al di là del progetto Calabria e intorno all’elezione del Presidente Loiero, poi li vedo sempre più divisi tra di loro rispetto a una politica complessiva e unitaria di portare avanti un disegno forte di ricerca che faccia anche della Calabria la porta del mondo.

E poi sono sempre convinto che noi dobbiamo andare al di là, perciò dobbiamo pensare in grande. Vediamo di non perderci in piccole quisquilie, in confronti sterili e non produttivi. La Regione Calabria può essere così, una lingua che è esistente in questo mare Mediterraneo, come una mano che tende l’aiuto, che dà aiuto ai Paesi dell’Africa settentrionale, che possa essere il Nord di questo nuovo Sud, che dia la possibilità in quest’asse Nord-Sud all’Europa di affacciarsi; l’Europa opulenta, forte, che economicamente è trainante rispetto al nostro continente, che si proietti nel Mediterraneo, perché c’è bisogno di questi nuovi collegamenti per fermare queste povertà che, ahimè, si affacciano nel Mediterraneo e ce le vediamo giorno dopo giorno in mezzo alle nostre realtà sociali: penso, per un attimo, a tutti questi emigrati che, in termini disperati, arrivano sulle nostre coste. Io non so se qualcuno di voi ha avuto modo di vedere, di partecipare ad uno sbarco di questo genere o comunque di andare a un campo dove questi poveri nostri fratelli disperati vengono allocati, guardare gli occhi di un bambino che si perdono all’infinito senza speranza.

Non c’è Bossi che tenga, non c’è nessuno che tenga, se abbiamo momenti di sincera solidarietà, abbiamo bisogno di collegarci a questi problemi del mondo. E come si risolvono, come si affrontano? Ecco, la Regione può svolgere grande ruolo e, in buona sostanza, paradossalmente, da regione povera potrebbe diventare una delle regioni più ricche, se riusciamo a saper veicolare queste nuove politiche, inserendoci nei flussi importanti della politica europea.

Colleghi, il problema poi, all’interno di questa logica di cui sto parlando, facendo qualche riflessione con voi ad alta voce, è quello della criminalità organizzata nella nostra regione, che è la cancrena purulenta che cerca di mettere in difficoltà costantemente e continuamente la nostra democrazia. Beh, al di là di mettere in sicurezza quanto è più possibile la nostra Calabria, le aree di sviluppo e le aree industriali, per evitare che ci siano infiltrazioni e comunque che ci possano essere tutta una serie di azioni criminali, al di là di questo, nell’ambito di questa legge finanziaria, abbiamo previsto, in accompagno ad alcune richieste del collega Guerriero in quanto Presidente della Commissione antimafia, alcuni interventi per essere vicini a Comuni come Chiaravalle, che sono stati offesi nell’ambito delle loro massime istituzioni con l’incendio del palazzo municipale, a tutta una serie di altre iniziative che, ovviamente, tendono ad elevare la coscienza civile contro la mafia. Un muro che si alzi sempre di più e la mafia non passi.

Questo fatto pone a noi, a questo Consiglio regionale, alla politica in generale, ai partiti problemi forti che devono essere affrontati con determinazione, pensiamo alle famose infiltrazioni mafiose nella politica, alla politica possibilmente connivente, che tale non deve essere, perché ahimè, dovessimo arrivare a questo, la Calabria sarebbe definitivamente perduta. E anche qui i partiti che si devono riformare nell’ambito dei partiti, ci sia la possibilità di elevare anche lì lo scudo antimafia e non candidare chiunque e comunque, la qualunque, pur di prendere qualche voto in più, perché questo può servire a vincere le elezioni oggi, però poi mette in difficoltà le istituzioni di domani.

Tutte queste cose sono state affrontate all’interno di questa legge finanziaria per consentire di dare risposte alla nostra Calabria.

Prima di andare avanti, voglio dire che ritiro l’articolo 46 sul trasporto pubblico locale per mandarlo in Commissione per maggiori approfondimenti.

Poi, all’interno di quello che abbiamo fatto – ma questo l’abbiamo fatto come Commissione – devo dirvi che abbiamo tenuto in grande considerazione le richieste che venivano dalla società civile per quanto riguarda, per esempio, attività sportive, ma anche opere di culto, e qui, al di là di chi ha più o meno interesse a che, per esempio, questo comparto importante, le opere di culto, che ritengo opere preziose, di grande caratura artistica nella nostra regione, possa trovare la giusta attenzione; beh, abbiamo affrontato queste esigenze che da più parti vengono, prevedendo un mutuo che porterà ad un miniprogramma di 20-25 milioni di euro.

La stessa cosa per opere sportive, per gli impianti sportivi. Le opere sportive sono piccoli segnali ai giovani per migliorare le strutture per il tempo libero, per consentire a questi giovani nostri di avere riferimenti sani, per evitare che ci possano essere devianze o deviazioni. Certo, poi tutto deve essere accompagnato da un’elevazione culturale della nostra società, dalle famiglie che devono essere meglio attrezzate, dalle scuole che devono fare meglio il proprio dovere, dai circoli culturali e quant’altro, dai gruppi di volontariato, chi più ne ha più ne metta, perché è necessario che i giovani possano essere distratti dal malaffare e dalla droga, queste nuove povertà che creano condizioni di difficoltà a non finire.

Il programma sulle opere di culto – dicevo – dovrebbe, in qualche modo dare risposta al mondo cattolico, ma non solo, perché le chiese rappresentano beni culturali dei quali dobbiamo tenere conto.

Presidenza del Vicepresidente Roberto Occhiuto

Così come le strade interpoderali, su richiesta del collega Pirillo, per fare interventi di somma urgenza e quindi aiutare le zone rurali ad essere più vive e più attive.

E, poi, dulcis in fundo, devo dirvi che è stata trattata in termini intelligenti – ed è un problema del quale dovremo discutere ancora di più in Consiglio regionale – la ricorrenza del cinquecentenario della morte di San Francesco di Paola, il patrono della Calabria, evitando di cercare di dare i 100, i 200, i 300 mila euro per organizzare giustamente, questo sì, festeggiamenti in onore del grande patrono in occasione di questo grande avvenimento religioso, culturale e sociale della nostra regione, ma andando, per esempio, a fare un programma con i fondi comunitari di 15-20 milioni di euro, sugli itinerari di San Francesco, attraverso il quale mettere risorse a disposizione di tutti quei conventi di San Francesco in Calabria che sono abbandonati e dare, così – il collega Nucera questa battaglia l’ha fatta, stasera è un pochino corrucciato, non so perché –, ma dobbiamo discutere di queste cose, delle risposte a noi stessi. Non è un problema che riguarda soltanto la chiesa o i padri minimi, ma riguarda il riappropriarci di una cultura da cui noi stessi dipendiamo per essere all’altezza dei compiti che ci spettano.

Ecco, all’interno di questa logica – e chiudo – per ultima la sanità. Non so se sia in sala l’assessore alla sanità, sapete tutti che io sono un grande estimatore dell’onorevole Lo Moro, apprezzo molto il suo lavoro, la sua dedizione, la sua capacità di resistere, la sua attenzione rigorosa, la sua trasparenza amministrativa, la determinazione con cui si spende in questo comparto difficile che è la sanità, però è pur vero che esistono problemi ancora molto importanti, tant’è vero che questo Consiglio, su richiesta della minoranza, ha chiesto di fare un dibattito complessivo sulla sanità in Calabria, cosa che presto dovremo affrontare perché è una materia così cogente che non può essere ulteriormente rinviata. Però, all’interno di questa logica, l’avere individuato come primo elemento, per aiutare l’onorevole Lo Moro, questa azione di riforma che lei ha intrapreso, che sta portando avanti con forza e con determinazione, e appunto si è pensato di incominciare a dare un segnale.

Sarà un segnale sufficiente, insufficiente, c’è qualcuno che dice che inficia di già la riforma sanitaria che l’onorevole Lo Moro sta per fare. Io ritengo, invece, di no, che dà un segnale e un aiuto all’onorevole Lo Moro perché possa essa stessa lavorare ancora con maggiore velocità e determinazione in questa direzione.

Certo, il settore sanitario finisce con l’essere un comparto delicatissimo e difficile, vedete quello che c’è fuori del palazzo, perché anche qui gli interessi consolidati sono tanti e, il più delle volte, finiscono col non essere assolutamente soddisfatti. Se si vuole cambiare metodo in questo grande ed importante comparto, è necessario anche qui tagliare. Dicevo, le riforme costano.

Ma poi questo maxiemendamento, come è stato chiamato, per chi non lo dovesse ricordare – ma mi riferisco, a questo punto, alla maggioranza – va in direzione precisa del documento programmatico presentato dal Presidente dell’esecutivo, nella formazione dell’ultima Giunta, della Giunta Loiero ter. E tutto quello che vi è in quel documento è trasportato all’interno di questa logica riformista e quindi, ovviamente – lo dico ai colleghi della maggioranza – non vedo quali eccezioni ci possano essere per giustificare le differenziazioni tra di noi.

Sono arrivate, poco fa – se non ne avete avuto contezza, ve le dico io – due note stampa di grande apprezzamento di due…

(Interruzione)

No, collega Abramo, di due Presidenti diversi: uno è il Presidente della Provincia di Catanzaro, Traversa, che aspettava da molto queste riforme che abbiamo annunciato, l’altro è il Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, che si allunga di più nel dare i voti massimi con lode rispetto a questa operazione che stiamo facendo. Ma io sono convinto, al di là di maggioranza e di opposizione, che voi che sedete lì siete più convinti di noi della utilità delle riforme che stiamo per fare.

Certo, poi ognuno deve fare il proprio gioco rispetto a un discorso generale di collocazione politica e di collocazione partitica, però vi è questo tentativo forte e coraggioso e devo dirvi – qua non so se c’è Pirillo – che colui il quale ha più spinto verso questo discorso è stato il Presidente Loiero. Vi basti pensare – e ve lo dico senza enfasi – che l’assessore alla forestazione – lo sapete – è l’onorevole Pirillo, del partito dell’onorevole Loiero. Azzerare l’Arssa e l’Afor significa cacciare all’onorevole Pirillo un esercito di 10-12 mila persone che, comunque, erano sotto la sua gestione diretta. Scusate se è poco, volendo fare un discorso per un attimo soltanto volgare! Beh, con la riorganizzazione complessiva di queste cose, Loiero con forza, determinazione e coraggio ha dato la possibilità di fare questo scatto in avanti. Quindi, da oggi, si volta pagina.

Il problema non è, adesso…

(Interruzione dell’onorevole Nucera)

PRESIDENTE

Onorevole Nucera, la prego, faccia terminare il relatore. Io posso tranquillizzarla che il relatore non sta facendo attività di filibustering.

Onorevole Chieffallo, le ricordo che ci sono altri iscritti a parlare.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Il problema, adesso, non sono le riforme che stiamo per approvare, il problema è poi, da domani, accompagnare convintamente queste riforme alla loro realizzazione. Qui parlerà la nostra nobilitate di maggioranza e di opposizione, perché su questo poggia il destino della nostra Calabria.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Chieffallo, soprattutto per aver dimostrato grande rispetto nei confronti degli altri iscritti a parlare perché, appena gliel’ho detto che ce n’erano altri, lei ha subito concluso il suo intervento, questo a dimostrazione del fatto che non c’era da parte sua – e ne siamo convinti – intenzione di fare attività di filibustering, sarebbe la prima volta che accade che un relatore svolge un’attività del genere.

E’ iscritto a parlare l’onorevole Abramo. Ne ha facoltà.

Sergio ABRAMO

Ho qualche difficoltà ad intervenire dopo la relazione del Presidente Chieffallo, in cui ha spiegato che finalmente la Calabria cambia pagina…

Giovanni NUCERA

Ha parlato per l’oggi e per il domani!

Sergio ABRAMO

…ma avendo sentito dal Presidente Chieffallo che ritira un emendamento presentato - da ex Presidente dell’Anci - tutti sapevamo che quell’emendamento - circa 27 milioni di euro di mutui all’anno per dieci anni - riguardava crediti non esigibili da parte delle aziende di trasporto… Ammazza che cambiamento in Calabria! Bello questo emendamento, Presidente Chieffallo! Dopo tutto il lavoro fatto in trenta riunioni e - gliene do atto – dopo che questa minoranza ha deciso di collaborare – lo abbiamo detto centomila volte – con la Commissione bilancio, per il bene della Calabria, ci troviamo di fronte a queste proposte. Non solo la gente che oggi sta protestando dovrebbe venire ad assediare il Consiglio, ma tutti i calabresi! Fare una proposta del genere, dopo aver approvato nel bilancio - 80 milioni di euro per le aziende di trasporto nell’assestamento dello scorso anno - significa oggi chiudere il contenzioso con le cause in corso. E ci proponete 270 milioni di euro!

Voi parlate di cambiamento della Calabria! Ma stiamo scherzando!? Proponete una metodologia di lavoro, un emendamento, un maxiemendamento … Facciamo un’altra cosa: cambiamo lo Statuto, facciamo il “Consiglio regionale della Calabria S.p.A.”, nominiamo il Presidente con ampi poteri, un amministratore delegato, un direttore generale e abbiamo risolto il problema! Perché questo ci state proponendo oggi. D’altra parte, le maggiori contestazioni le avete fatto voi, che non eravate a conoscenza di questo maxiemendamento e di nessun articolo. Lo avete detto voi in Aula.

Ma quale democrazia! Ma quale politica si sta facendo in quest’Aula! Ma di che cosa stiamo parlando! Quando parliamo…

(Interruzione dell’onorevole Chieffallo)

La materia del contendere…?

(Interruzione dell’onorevole Chieffallo)

Perché su tutto il resto, caro Presidente…

Giovanni NUCERA

Dopo le cose dette da Naccari, è ancora più grave!

Sergio ABRAMO

Su tutto il resto, caro Presidente - a parte la gravità di questo emendamento che non doveva essere proprio portato in Aula -, non entro nel merito se è giusto o meno abolire l’Arssa, l’Afor o la Fincalabra, ma voi li avete letti i propositi che, attraverso questo emendamento, dovrà avere quest’ultima? Sono parole che si possono dire a chi capisce un po’ di tecnicismo economico, scrivere addirittura: “favorire lo sviluppo locale dei territori anche in termini di integrazione infrastrutturale”. Me lo spiegate cosa significa una finanziaria regionale con le infrastrutture, con l’integrazione delle infrastrutture, cosa c’entra la Fincalabra?! Perché non riesco a capirlo. Chi le ha scritte queste cose, Presidente Chieffallo?

(Interruzioni)

Ha letto i propositi che si danno alla Fincalabra nell’emendamento?

(Interruzione)

Allora, se noi dobbiamo creare, dobbiamo annullare…

(Interruzione dell’onorevole Chieffallo)

No, non entro nel merito della Fincalabra

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Onorevole Abramo, la prego di svolgere il suo intervento senza curarsi delle interruzioni, perché il Consiglio regionale non è il luogo dove si dialoga, ma dove si interviene.

Sergio ABRAMO

Presidente, invece faccio a lei una domanda … - la dovrei fare a Bova, ma la devo fare a lei -: vorrei sapere che dignità ha questo Consiglio, posto che dal mese di dicembre non viene approvata una sola pratica. Noi ci eravamo prefissi l’obiettivo di parlare di sviluppo, di come attrezzarci per i programmi comunitari 2007-2013, di come affrontare le dismissioni dell’Arssa, dell’Afor, della Fincalabra, di come affrontare il problema del bilancio - e quindi dell’utilizzazione di questi fondi -, di come discutere del Piano sanitario. Dopo quattro mesi, senza aver fatto neanche un Consiglio regionale - neanche uno! - non abbiamo approvato neanche una pratica. Abbiamo bivaccato per quattro mesi, per poi ricevere un maxiemendamento che stabilisce, praticamente, attraverso il bilancio come gestire queste società, esautorando il Consiglio regionale - dato che i relativi Regolamenti previsti per la dismissione di queste aziende verranno fatti direttamente dalla Giunta regionale.

Allora io dico: il Presidente Bova cosa sta a fare lì seduto, se è da cinque mesi che non riesce a convocare un Consiglio regionale?! Visto che lui vuole risparmiare sulla spesa, riducesse anche il numero dei consiglieri, perché non serviamo tutti se non possiamo dare il nostro contributo. Dal Presidente Bova - che addirittura non mi risponde neanche qui - voglio – Presidente, glielo dico con molta chiarezza, è registrato – sapere se la mancata risposta di stasera da parte della struttura tecnica del Consiglio regionale è una cosa giusta. Io non ho avuto risposta sulla proposta che ho fatto, rinunziando al mio intervento. Mi si poteva benissimo dire - poiché siamo stati sempre costruttivi, anche con la maggioranza - che cosa si voleva fare questa sera. Avrei anche rinunciato a quella richiesta, ma non mi va bene che il Presidente Bova se ne infischi e poi si metta lì a fare fotografie con il cellulare! A queste condizioni non ci sto, questo Consiglio regionale è già abbastanza delegittimato all’esterno. Se dobbiamo venire qui in Aula a fare solamente proclami su come cambieremo la Calabria, senza poter intervenire, io non ci sto. Deleghiamo tutto alla Giunta regionale, deleghiamo magari a due-tre persone della Giunta regionale - ho saputo stasera che anche molti assessori non sapevano cosa ci fosse in questo maxiemendamento - e non veniamo per niente al Consiglio regionale, forse risparmieremo anche del tempo!

Per quanto riguarda tutto il resto, non entro nel merito, perché dire attraverso questo comunicato che la Calabria cambia pagina e trovare i piccoli contributi delle feste patronali – così li definisco quelli che sono stati messi in questi emendamenti – non qualifica il Consiglio regionale. Le chiamo feste patronali per non chiamarle in un altro modo! Sono stati presentati miniemendamenti da 30-40 mila euro. E’ una vergogna che si discuta di questo! Io capisco che il Presidente Chieffallo fa un ragionamento ben più ampio, ma poi non si sposa con la realtà, caro Chieffallo; ci sono alcuni articoli che mi vergogno di discutere questa sera. E, chi ha rappresentato grossi enti - come la provincia di Cosenza, Naccari che è stato vicesindaco - ha ragione quando giustamente si ribella a questa metodologia di lavoro, dice bene, perché questo significa che il Consiglio regionale verrà esautorato.

Caro assessore ai fondi comunitari, spero che lei faccia in tempo a portare una proposta in Consiglio regionale, spero che si possa aprire un dibattito sui finanziamenti 2007-2013, perché altrimenti il rischio è che, nella prossima finanziaria, si presenterà qualche emendamento e lei verrà esautorato insieme al Consiglio rispetto alla programmazione.

Eppure eravamo partiti bene Presidente Chieffallo, come lei ha detto stasera la minoranza è stata molto costruttiva con la sua Presidenza, avevamo auspicato che la sua venuta alla Presidenza della Commissione bilancio avrebbe prodotto un buon lavoro, come lo ha prodotto – gliene diamo atto –, ma capisce bene che, nel momento in cui si presenta qualcos’altro in aggiunta, non lo possiamo accettare. Siamo stati tre-quattro mesi nella Commissione bilancio e potevamo discutere non solo di questi emendamenti, ma anche di tante altre cose che non sono mai state discusse.

Per quanto riguarda la vicenda della Sorical - mi meraviglia, sono al microfono, che la magistratura ancora non sia intervenuta - abbiamo chiesto un Consiglio regionale ad hoc. Oggi mi viene proposto un emendamento per dare ulteriori finanziamenti con mutui regionali di 1 milione e mezzo per il 2008, 2 milioni per il 2009, 1 milione di euro per il 2010, quindi per un totale di 3 milioni e mezzo, ma alla fine c’è scritto chiaramente che la cifra non potrà superare, nel corso degli anni, i 20 milioni di euro. Quindi non sono 3 e mezzo, ma sono 20 milioni di euro nell’arco degli anni. Vorrei capire a cosa servono questi soldi, visto e considerato che la Sorical doveva portare con il proprio patrimonio, con l’acquisizione del 49 per cento, i capitali perché venisse approvato il piano industriale, che è stato approvato, non capisco perché la Regione debba continuare a metterci dei soldi.

Io credo che la situazione del bilancio regionale in questo momento sia abbastanza grave, per cui se continueremo a fare mutui, come si sta continuando a fare, per i prossimi dieci-vent’anni, non so chi verrà dopo di noi se avrà la possibilità di gestire questa Regione. Credo che, oggi, in questo Consiglio regionale, queste cose sia necessario dirle con grande responsabilità.

Se volete che la minoranza continui ad essere propositiva, portatele queste discussioni. Vicepresidente, lo dica al Presidente Bova che è da quattro mesi che non facciamo Consiglio regionale. Queste pratiche le avremmo potute portare già da mesi in Aula. Lo dica chiaramente, perché non abbiamo lavoro da fare in Aula, nonostante avessimo chiesto più volte di poter portare all’ordine del giorno dei lavori queste problematiche ed altre che non aggiungo perché non voglio farla lunga.

Finisco il mio intervento, dicendo solamente alla maggioranza: “mettetevi d’accordo, prima di arrivare in Aula, non facciamo più queste cattive figure di fronte ai calabresi”. Sono cattive figure, e le state facendo in un momento in cui la minoranza aveva partecipato ai lavori con grande responsabilità e vi aveva garantito, molte volte, in Commissione bilancio non solo il numero legale, ma anche l’appoggio se aveste voluto fare delle cose che avrebbero veramente cambiato la Calabria.

Fare i comunicati stampa non significa niente, parlare di sviluppo di aziende e distribuire contributi come sono stati dati nel passato, significa riaccendere la problematica calabrese di fare attecchire la criminalità. Questi incentivi hanno prodotto cattiva imprenditoria in Calabria. Poi, è normale che la criminalità trovi, affondi le sue radici laddove noi diamo la possibilità di poter accedere, non a quelli che dovevano essere contributi per fare impresa in Calabria, ma a quelli che sono stati veri e propri imbrogli.

Lo abbiamo detto in campagna elettorale sia io che il Presidente Loiero, ma l’abbiamo anche verificato sul campo perché la Guardia di Finanza, ogni qualvolta mette mano su questi finanziamenti, trova tutti imbrogli. E noi continuiamo a non discutere di questo, a disertare l’Aula, a permettere che il Presidente Bova non convochi il Consiglio perché è comodo, sta nella sua poltrona in Ufficio di Presidenza, ha tanti consulenti, ma che poi in questa Regione non si faccia Consiglio per quattro-cinque mesi - non abbiamo approvato una sola pratica, perché, vi ricordo, due Consigli sono stati fatti e sono saltati per mancanza di numero legale - non ha importanza. Comunque è una Calabria che cambia, che finalmente ha deciso di voltare pagina! Meno male, lo dico a tutti i calabresi!

PRESIDENTE

Una sola precisazione che mi è dovuta per la funzione assai temporanea che svolgo qui: abbiamo fatto Consiglio regionale il 5 di aprile, quindi venti-venticinque giorni fa. In verità, in quel Consiglio, abbiamo anche fatto un provvedimento per il contenimento dei cosiddetti costi della politica.

E’ iscritto a parlare, oggi che è primo maggio, l’onorevole Guagliardi. Ne ha facoltà.

Damiano GUAGLIARDI

Sentendo l’ultima parte della relazione del Presidente della seconda Commissione Chieffallo in cui dice che la Regione si libera di 10 mila lavoratori, credo che quello che inauguriamo sia un pessimo 1° maggio! Questo mi induce già ad annunciare che non so se voterò questo bilancio. Sono portato a partecipare alla discussione per disciplina di coalizione e probabilmente voterò se verrà ratificato il bilancio, ma sentire nelle conclusioni del Presidente Chieffallo, parlando della soppressione dell’Afor,che ci si è liberati di 10 mila lavoratori, è una cosa grave! E questo è un buon 1° maggio per i lavoratori calabresi!

Mi auguro che anche l’onorevole Adamo sia, insieme al Presidente Chieffallo, d’accordo nel ritirare l’articolo sul trasporto locale - mi sembra che lo ritiri l’onorevole Chieffallo, ma non sappiamo quello che vuole fare l’onorevole Adamo che è cofirmatario.

Prima di intervenire su questo bilancio, vorrei esprimere solidarietà al gruppo dell’Udeur: quando, a novembre, ci fu la crisi ed uscirono dalla maggioranza i compagni dei Ds, gli amici della Margherita, io scrissi che una maggioranza dalla quale andavano via due partiti era il frutto del fallimento del sistema bipolare. C’è una mia coerenza: se l’Udeur, oggi, non è in Aula e non partecipa ai lavori, anche in questo caso si può parlare di una crisi della maggioranza. Lo stesso discorso vale per novembre e per il 1° maggio.

Io vorrei avere la pazienza e la capacità di tenermi sereno per fare un ragionamento sull’evoluzione del dibattito in questi quasi cinque mesi: prima sulla richiesta dell’esercizio provvisorio, poi la discussione sul Dpef, quindi, abbiamo aperto la discussione sul collegato e, infine, in Commissione abbiamo dibattuto tre ore sulla manovra finanziaria.

Siamo partiti da una relazione dell’onorevole Spaziante – penso i primi di gennaio – sul Dpef, in cui – poi si è introdotta anche una discussione generale, soprattutto nel leggere la sua relazione alla finanziaria – ci parlava di un nuovo rigore da attuare in questo Consiglio regionale. C’era stata la disposizione del Governo centrale di ridurre rispetto al 2005 o 2006 dell’1,8 per cento la spesa generale del Consiglio regionale della Calabria – sono, se non sbaglio, parole testuali -, l’assessore Spaziante ci diceva che questa manovra che andavamo a fare – parliamo della manovra finanziaria, non del collegato in questo momento – non doveva essere rituale o temporanea, ma invece che: “questo Consiglio deve assumere una manovra collettiva necessariamente di carattere strutturale”. Poi, noi sapevamo che c’era poca manovrabilità…

Chiedo scusa, ma il bisbiglio mi distrae, quindi non riesco… poi l’albanese che traduco in italiano...

L’assessore ci aveva detto – lo sapevamo tutti – che vi erano pochi milioni di euro a disposizione per investimenti, per attività, perché eravamo bloccati: Afor, Arssa, sanità, soprattutto, poi lavoratori socialmente utili, eccetera, ma, anche – nessuno lo ha voluto riprendere -, nella sua relazione ha fatto una valutazione che vorrei ricordare: parlando di residui attivi e passivi, esprime un giudizio terrificante sulla pubblica amministrazione della Regione Calabria, dice seccamente che le responsabilità vanno individuate in quel segmento dell’attività regionale. Ed è la stessa opinione che ha per le chiese, le imprese, l’antimafia, cioè che la crisi e la cancrena della Calabria sono dovuti ad un apparato della pubblica amministrazione, della Giunta regionale che non è capace di essere tale.

Io voglio ricordare questo, perché oggi stiamo parlando di una grande giornata del riformismo regionale. Noi dimentichiamo il grande problema, ci sono le idee e i testi, le idee magari camminano, però se non sono scritte – e devono essere scritte dal personale della struttura regionale – non si va avanti. Lo voglio ricordare perché siamo partiti bene, onorevoli consiglieri sia della minoranza che della maggioranza, abbiamo lavorato cercando di trovare i punti di incontro per la discussione che avremmo dovuto fare. Poi cosa è successo? Avevamo in mano un collegato di riforma votato da sei assessori regionali più il Presidente, perché cinque erano assenti - c’erano le dimissioni dell’assessore Adamo, dell’assessore Lo Moro, dell’assessore Naccari, c’era l’autosospensione del mio compagno di partito assessore De Gaetano, l’assessore Tripodi non era presente.. Ovviamente, poi è diventato un collegato di maggioranza piena perché, pur non avendo avuto il foglio di presentazione, presumo che l’abbiano approvato tutti gli altri assessori tra il 19 e il 20 di febbraio ed è il testo che abbiamo discusso in Commissione.

Nella Commissione da gennaio – lo voglio ricordare perché è un momento importante della nostra Regione, noi probabilmente usiamo i paroloni, ma nell’essere riformisti, manchiamo un po’ di grinta – abbiamo fatto non so quante ore di discussione, forse centinaia, sul Dpef, abbiamo audito le organizzazioni sindacali, avviato la discussione sul Dpef, abbiamo dimenticato di discutere della manovra finanziaria, perché invece di discutere prima della manovra finanziaria, per come era posto, abbiamo cominciato a discutere il collegato che è venuto ad avere un’importanza colossale per la nostra Regione, cioè uno strumento che è previsto dalla legge di bilancio come elemento correttivo di alcune leggi, perché così è nato questo elemento, tant’è che ho proposto un emendamento di soppressione di questa lettera – mi pare – dell’articolo 4 della legge di bilancio, beh, questo strumento che si dovrebbe utilizzare ed essere d’appoggio alla manovra finanziaria è diventato lo strumento delle riforme.

Noi, in questi mesi di lavoro, abbiamo audito un’altra volta i sindacati e poi abbiamo fatto un errore, l’ho già detto in sede di discussione: abbiamo svilito il ruolo della Commissione regionale, perché abbiamo proceduto ad altre audizioni che sono state presentate come grandi eventi, invece erano piccole vertenze sul lavoro di cittadini, la gente rischiava il lavoro e invece di invitare queste persone a recarsi presso gli assessorati di competenza a discutere, a chiedere, a concordare, a concertare in modo che lo stesso assessorato si assumesse delle responsabilità, abbiamo assunto noi queste problematiche: la sede delle riforme, la sede delle istituzioni si è assunta la responsabilità di dare risposte a dipendenti di qualche laboratorio privato di Cosenza.

Addirittura abbiamo audito anche i rappresentanti della Telcal, società che non svolge più alcuna attività! Cioè ci siamo riempiti dell’orgoglio delle audizioni, abbiamo ascoltato tutti in modo da considerare questo passaggio come la fase d’ inizio di una discussione che doveva essere poi sviluppata in Commissione e in Consiglio regionale.

Noi stiamo uccidendo il Consiglio regionale e la relativa Commissione qui dentro, perché stiamo utilizzando uno strumento che, invece di essere un correttivo, è diventato il luogo delle grandi riforme ed oggi ci troviamo a chiederci di fare in questa serata, dalle ore 0,16 del 1° maggio fino magari alle 6,00, le riforme riguardanti: la stazione unica appaltante, la soppressione dell’Afor, la soppressione dell’Arssa, una riforma sanitaria al 60 per cento, c’era la riforma del trasporto locale, che è stata ritirata, stiamo riformando la Fincalabra, le Ardis, stiamo facendo il Regolamento per le risorse europee, la ricognizione dei beni patrimoniali della Regione Calabria. A proposito di questo: perché non mi fido dei documenti che mi vengono presentati? Perché, leggendo e rileggendo, magari prima si legge così, distrattamente, poi si approfondisce, poi si rilegge ancora, nel collegato che ci è stato presentato nelle due tornate, c’era una bella riforma in un solo rigo, anzi aveva quattro righe prima un sostantivo, poi diventa…

(Interruzione)

C’è il rigo. C’è riportato – ed io credo che chi l’ha scritto dovrebbe venire a spiegare qui perché l’ha fatto – “l’alienazione dei beni demaniali previa sdemanializzazione”. In Calabria – e grazie al compagno Pacenza, all’onorevole Borrello, agli altri compagni, l’abbiamo sventata – cosa significa vendere i beni demaniali? Cosa significa vendere i beni demaniali in una regione povera, senza imprenditoria forte come la nostra, vendere spiagge, fiumi, montagne?! Cosa significa, se non consegnare alla criminalità organizzata i beni della Calabria o alle grandi economie straniere, come nel caso di “Europaradiso” nel nostro territorio?!

Ecco perché non mi fido delle carte che devono essere discusse in un’ora!

Io sono un comunista, ne sono fiero ed orgoglioso – credo che nel mondo il comunismo continuerà a resistere, nonostante l’ironia di qualcuno – e quando devo approvare un progetto di coalizione, un documento, ci devo pensare prima da comunista per poi spiegare ai comunisti il motivo per cui approvo quel documento.

Io non me la sento di votare – lo dico non per spirito di contrasto – in tre ore, la riforma dell’intera Regione Calabria, da quando è nata ad oggi, perché questo stiamo facendo, e questi sono i temi che ho richiamato e che sono stati affrontati e respinti in Commissione, non come minoranza, ma come maggioranza.

Probabilmente non sarò un riformatore, ma quando voglio attuare una riforma, la voglio porre in essere seriamente, non la voglio fare tanto per farla, perché – leggetelo bene tutti, colleghi della maggioranza – ad ogni articolo e ad ogni riforma importante sono riportate queste testuali parole: “Entro trenta giorni, sentito il parere della Commissione preposta…”. Ora, siccome esiste almeno quaranta volte questa citazione in tutto il maxiemendamento, voglio capire, Presidente Chieffallo, come faremo a lavorare noi in trenta giorni, a fare tutti i provvedimenti che noi stessi approviamo stasera! Abbiamo il dono dell’ubiquità, della ripartizione, della moltiplicazione della Commissione?! Allora vuol dire che ci stiamo ingannando, se diciamo che entro trenta giorni dobbiamo rendere attuale e attuativa una riforma che solo oggi ci viene presentata.

Ma poi una piccola contestazione la voglio fare anche su un altro elemento: non è affatto vero – e questo lo dico all’assessore Spaziante e al Presidente della Giunta – che i provvedimenti che abbiamo approvato nella Commissione sono identici a quelli che ci sono stati presentati oggi col maxiemendamento. Infatti, se andate a leggere la riforma dell’Arssa e dell’Afor, le proposte sono diverse da quelle che ci sono state presentate oggi, perché oggi liquidiamo queste strutture, mentre precedentemente, forzando un articolo dello Statuto, dicevamo “trasformiamo l’Arssa e l’Afor in un nuovo ente strumentale”, tant’è che c’è stato poi l’intervento del Presidente Bova, il quale ci ha detto: “Guardate che questo non si può approvare, ci vuole la maggioranza qualificata”. Allora si è provveduto alla liquidazione, alla messa in mora dell’Arssa e dell’Afor, che sono diventati i centri criminali della spesa calabrese.

Ma noi due anni e mezzo fa non siamo stati insieme ai lavoratori forestali lungo le autostrade, lungo i porti, gli aeroporti a bloccare la Calabria intera per due giorni, perché dicevamo che la forestazione è il bene primario della Calabria?! Non abbiamo mobilitato 10 mila lavoratori forestali contro il Governo nazionale e contro la Giunta regionale perché dicevamo che, senza il sistema della forestazione, la Calabria avrebbe perso il suo tessuto democratico? Avrebbero perso i Comuni dove vive questa gente perché sarebbero venuti meno 10 mila redditi?

Ed in questa riforma che stiamo facendo noi?! Sopprimiamo, e poi cosa succederà nel futuro?

Io parto da un piccolo esempio per capire l’importanza dell’Arssa e dell’Afor. C’è stata molta ironia sul mio emendamento, però vi chiederò di votarlo un emendamento che riguarda 100 lavoratori che si chiamano idraulico-forestali – perché sono stati riconosciuti così anche dall’assessore e dal suo dirigente – di Plataci, anche se su questo, ripeto c’è stata molta ironia. Eppure in quel comune sono condensate tre possibilità, e chi fa politica ogni tanto qualche segnale lo deve anche dare.

Io l’ho illustrato: a Plataci verranno meno, tra Inps, disoccupazione varia, almeno 90 risorse provenienti da un reddito da precari. Ma quelle 90 persone che vanno a lavorare lì fanno vivere i commercianti, lo stagnino, il bar, perché l’unica risorsa di lavoro è quella. Quello è un paese che sta a 970 metri sopra il livello del mare, dove per arrivarci bisogna fare 15 chilometri di una strada infernale e, magari, chi deve andare a lavorare in pianura per la giornata spende anche molto più di quello che potrebbe guadagnare in questo modo.

Ma c’è un elemento che lega quei lavoratori all’idea della forestazione, c’è una comunità albanese che è tutelata da una legge regionale e noi abbiamo nicchiato, è uno dei pochi paesi che sta nel Parco, non ci rendiamo conto, ma è soprattutto una realtà di montagna, quella montagna di cui dovremo migliorare con i fondi Por 2007-2013, una montagna che sappiamo tutti che, se non la difendiamo, la perdiamo, e queste sono le uniche possibilità di portare reddito e far sopravvivere non solo i lavoratori che ci lavorano, ma la comunità nel suo complesso e il sistema della forestazione o della forestazione produttiva che si voglia dire.

Questo è un elemento politico di secondo piano? Sarà anche di secondo piano, perché adesso siamo nel sistema ragionieristico e ragioniamo solo di sistemi ragionieristici, ma è così.

Allora com’è che dovremo andare avanti? Io non lo so, ve lo dico francamente, ma ci sono problemi che non quagliano. Vorrei dirvene soltanto un altro: lo scorso anno, nell’assestamento di bilancio, ho presentato un emendamento – che ripresento anche oggi,­ perché voglio che rimanga agli atti, da discutere – riguardante il fatto che i parchi eolici non dovessero essere installati nelle aree di grande densità rurale oppure abitativa.

Vi invito a casa mia a Spezzano Albanese venite a trovarmi, vi chiedo di venire da Cosenza, da Tarsia: vedrete che bel regalo ci avete fatto! Pale e piloni di 60 metri che stanno facendo nascere un nuovo ambiente agrario…

(Interruzione)

Lo so, ma io sto parlando per gli altri, che hanno la competenza in materia. Venite a vedere i pali eolici di Spezzano Albanese, che però ha progettato il Comune di Tarsia. Venite a vedere se quella è una politica di buona economia e di buon rilancio del nostro territorio! Eppure mi era stato detto: “Facciamo una raccomandazione”. Raccomandazione di chi, se dopo un mese è partita la costruzione delle strutture?!

Ecco perché c’è difficoltà, perché c’è la Sorical, ci sono provvedimenti che non si possono approvare a scatola. Probabilmente io sono uno che, più che fare politica, fa sociologia politica, non sono un economista, non so leggere gli atti, però ho una percezione in questa nostra regione che è politica. Io non sono uno che sa ricordarsi tutte le carte, la mia è una natura un po’ estroversa, sogno ogni tanto, faccio fantasticherie, però riesco a percepire il disagio dei cittadini calabresi, riesco a percepire il fatto che non posso camminare per qualsiasi paese, senza percepirne lo scontento: ci sono giovani che sono scontenti, anziani scontenti, c’è tutto uno scontento generale.

Io mi chiedo, visto che facciamo in questa notte le riforme, questi scontenti da cosa nascono, dopo l’euforia del successo di due anni fa, quando abbiamo vinto per il 60 per cento? E’ impazzita la gente o siamo noi che non la capiamo più?! Me lo chiedo, perché è vero, abbiamo fatto promesse, ogni giorno sulla stampa abbiamo rassicurato i calabresi, però fatti come Vibo Valentia, come il precariato diffuso, tante altre cose che succedono, la gente le valuta, non lo possiamo negare, non possiamo negare che la gente è sconfortata ed io, da politico comunista, da politico di una coalizione, pongo alla coalizione stessa questo problema, perché la vera riforma è capire cosa sta succedendo tra politica e società.

Abbiamo affrontato periodi difficili, l’inchiesta del giornalista di Rai3, le altre inchieste, siamo attaccati sulla mafia, ma se noi non abbiamo l’umiltà e la convinzione, anzi direi che dobbiamo avere la convinzione di lavorare per tutti, non per segmenti di società, se non mandiamo alla gente questo messaggio, la partita la perdiamo. Possiamo anche annunciare le riforme di questa sera, si possono anche approvare, anzi vi dico che se non sento ancora quelle parole, lo voterò anch’io questo bilancio per disciplina di partito e di coalizione, però usciti da qui, fatta la relazione, o le facciamo realmente le riforme e non le lasciamo sospese, oppure poniamoci il problema di capire la società.

Non so chi oggi, forse l’onorevole Principe – parlava in termini giornalistici – diceva, a riguardo del rapporto politica- giornalismo: “I giornalisti sono come una tigre: li puoi accarezzare, ma poi, se scatta il meccanismo, ti graffiano e ti ammazzano!”. Io dico che la società è questa: la puoi blandire, nella disperazione ti crede, le puoi fare promesse che sai di non poter mantenere, ma poi ti fa pagare tutto e abbondantemente!

Ecco l’invito che io vorrei rivolgere ai miei colleghi della maggioranza: pensiamoci prima di dire che abbiamo fatto le riforme, siamo sicuri – ed io lo sono – che non riusciremo a portarle fino in fondo. Se poi avverrà quello che io penso non possa accadere, bene, sono disponibile anche a chiedere scusa nel modo più palese a tutti i presenti, però realizziamole seriamente le riforme, non in tre ore, senza una discussione e senza umiliare, ancora una volta, questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Alla Presidenza ci sono iscrizioni per il dibattito generale dell’onorevole Gentile, dell’onorevole Talarico e del sottoscritto. Dopodiché non ho altri iscritti a parlare, per cui se c’è qualcun altro che intende farlo…

(Interruzione)

L’onorevole Gentile può intervenire.

Giuseppe GENTILE

Voglio ricordare che in questi giorni abbiamo lavorato in sede di Commissione bilancio, ognuno di noi ha fornito un proprio un contributo, l’abbiamo fatto anche come forze di minoranza, abbiamo dato un apporto costruttivo, positivo, tant’è che la maggioranza non ha avuto problemi di numero legale, lo dicevano alcuni amici della maggioranza che riconoscevano alla minoranza un atteggiamento che è stato positivo e propositivo. Però ormai siamo quasi a notte fonda e ci stiamo avviando ad approvare il bilancio, ma alcune considerazioni vanno fatte.

Io capisco lo sforzo di mettere ordine nel bilancio alquanto disordinato, c’è stato un impegno notevole da parte dell’assessore Spaziante in tal senso e noi, in qualche modo, abbiamo contribuito, a sostenere questo sforzo, cercando anche di capire quello che potrebbe avvenire in questa Regione nei prossimi anni, e devo dire che i tempi che verranno saranno difficili, se non si porrà in essere una buona politica delle entrate, se non si farà una politica oculata volta a difendere gli interessi della Regione. Diceva bene Naccari prima, quando parlava dei trasporti: ha posto una serie di dubbi molto importanti, secondo me, questo è un nodo, che la Regione non può affrontarlo con un emendamento di quella portata. Così come non si possono risolvere attraverso semplici emendamenti tutte le altre problematiche importanti tra cui la Sorical.

Io, però, non mi voglio soffermare sui fatti particolari, ma su alcuni dubbi che mi si sono appalesati e sui dubbi anche espressi da esponenti di questa maggioranza, che non mi pare una maggioranza, perché ho sentito da parte di alcuni colleghi di quello schieramento interventi di fuoco, duri, di grande responsabilità, interventi come quello di Guagliardi in ultimo, che a volte ti commuovono perché sono gli interventi di coloro i quali immaginano la Calabria in modo diverso, mentre la Regione è ormai in una situazione difficile per via di percorsi antichi, precedenti, di errori commessi o, a volte, dalla foga di voler fare delle cose che non andavano fatte. La situazione del bilancio è quella che ormai abbiamo potuto verificare in Commissione.

La cosa che mi ha un po’ meravigliato, per la verità, è stato questo fulmine a ciel sereno, un emendamento sostitutivo che richiede uno sforzo ed un impegno notevole, al quale probabilmente in Commissione, se avessimo avuto più tempo, come minoranza avremmo potuto dare un contributo, perché le riforme non sono della maggioranza, sono di tutta la Regione, di tutto il Consiglio regionale.

Noi eravamo predisposti a dare un contributo ma il dubbio che mi ha assalito, quando si è cominciato a parlare di riformare - al di là della buona volontà del collega e amico Nicola Adamo, che ha fatto un bell’intervento, devo dire nobile dal punto di vista degli obiettivi, ma teorico e non pratico -, è se non so se saremo in grado di riformare in una notte l’Afor, l’Arssa, Fincalabra, le Asl e tutto il resto. Io dico che per affrontare queste materie bisognava avere un po’ di tempo e, probabilmente, sarebbe venuta fuori, forse, una volta per tutte, una riforma seria.

Ho qualche dubbio su quello che avverrà, non sulla volontà dell’assessore Adamo o di altri amici intervenuti su questo versante, quando dalla teoria si deve passare alla pratica perché si devono affrontare e superare molte difficoltà. Quindi, quando si annullano enti importanti che pure hanno i loro difetti e lo abbiamo verificato, bisogna fare un’analisi molto attenta, bisogna verificare quanto sono costati, dove vogliamo arrivare, quando ci arriveremo e come ci arriveremo.

Su questo ho alcune perplessità, però devo dire che io sono un riformista di natura, per cultura, perché la mia vita è stata all’interno di un partito che si dichiarava riformista, quindi da questo punto di vista non è che non bisogna manifestare l’entusiasmo se questa Regione viene modificata e migliorata, però i dubbi sul piano pratico mi vengono, perché se stanotte approveremo questo bilancio, domani non lo so se i territori nostri, delle nostre province grideranno, accoglieranno bene queste cose o ci creeranno difficoltà., non so se gli addetti a questi settori ci creeranno difficoltà. Invece su questo versante bisognava e bisogna lavorare bene perché venga spiegato tutto. Io noto solo un po’ di confusione, perché oltre la voglia di fare, è venuta anche la voglia di stringere, però ho dubbi sul futuro di queste iniziative, che ci sono, in quanto si è partiti, però non si sa dove si potrà arrivare. Questi sono i dubbi che con grande lealtà devo specificare.

D’altra parte, l’altra cosa che ho constatato è che questa maggioranza ha qualche problema, alcuni suoi esponenti hanno parlato, dicendo le cose come le vedevano, Mi sembra una maggioranza separata in casa, con grandi difficoltà, con gente che non sta lì con entusiasmo ad approvare il bilancio, con consiglieri o partiti che manifestano, come ha manifestato oggi Tallini o stasera Guagliardi, portando avanti una serie di perplessità e hanno gridato, in qualche modo, la loro non condivisione riguardo alcune scelte.

Quindi c’è un problema di maggioranza che, secondo me, non va sottovalutato, perché è questo problema, secondo me, che non riesce, alla fine, a far concludere le cose; sono due anni dall’inizio di questa legislatura e in tutto questo tempo ne ho sentite tante… Non parliamo del passato e poi ho sentito, caro Presidente Occhiuto, questa parola: “discontinuità”, era ed è diventata proprio il verbo, una specie di verbo continuo, discontinuità. Discontinuità da che cosa? Qui stiamo continuando, ormai da anni, e non è che possono venire alcuni qui e parlare, fare discorsi di discontinuità; qui c’è gente presente da tanti anni, che ha avuto più ruoli e che si trova adesso in quella maggioranza e non è che perché si è spostata di un banco può parlare di discontinuità, altrimenti rischiamo di diventare poco seri anche in queste cose. Invece di parlare di discontinuità o di parole delle quali ci innamoriamo, parliamo dei temi veri che sono gli argomenti che riguardano la nostra popolazione.

Le proteste di questi giorni, di questi mesi noi le abbiamo affrontate, in qualche modo, ma una come quella di oggi non l’avevo mai vista in Consiglio regionale, eppure sono presente da tanti anni: evidentemente il governo regionale deve impegnarsi a guidare, deve diventare interlocutore di questa gente che, disperata, viene a gridare in Consiglio regionale. Questo ruolo il governo regionale, in questi due anni, evidentemente non l’ha svolto.

Poi c’è tutto un discorso generale che riguarda noi, come maggioranza e opposizione, che riguarda il ruolo del Consiglio regionale in quanto tale, come istituzione, che riguarda il ruolo della Giunta regionale che deve coordinarsi, evidentemente, in modo migliore e più proficuo con la maggioranza del Consiglio regionale.

Io ho assistito in quella Commissione, dove siamo stati come minoranza ad aiutare, a dare una mano, a problemi di dicotomia seria tra forze di maggioranza e i rappresentanti della Giunta, c’erano problemi anche tra forze della stessa maggioranza, però noi non abbiamo mai approfittato e non l’abbiamo fatto proprio per un dovere, per un rispetto verso questa istituzione che attraversa un momento difficile, che è stata dileggiata da tutti, che è stata presa come capro espiatorio di tutti i mali di questa terra.

Allora, se facciamo un’analisi seria, se vogliamo fare le cose serie, voi maggioranza dovete spingere anche noi a venire a discutere, dopo le enunciazioni che si fanno stasera, perché queste riforme che certamente per la maggioranza saranno un fiore all’occhiello, dite “noi come maggioranza abbiamo imboccato la strade delle riforme”, come diceva qualcuno stasera, dite “abbiamo imboccato e vogliamo fare le riforme, quindi la Calabria sarà nuova”, mi pare che l’abbiano dichiarato all’Ansa il Presidente Loiero e altri, perché, per completarle, dobbiamo discuterle, dobbiamo avere la pazienza di tornare in Commissione, in Consiglio, perché ho letto “entro trenta giorni si fa questo”, “entro sessanta si fa quest’altro”, poi “entro trenta si fa di nuovo questo”.

Io non so se la Giunta sarà in grado – ho i miei dubbi – entro trenta giorni, di fare determinate operazioni che sono complesse e difficili, che riguardano anche aspetti burocratici che materialmente non possono essere espletati entro sessanta o trenta giorni. Credo, comunque, che ci sia forse la necessità di approfondire meglio questi argomenti, Se volete, lo facciamo in Consiglio, in Commissione.

Anche riguardo alla sanità: noi sappiamo che i problemi di questo importante settore, sono drammatici, assistiamo tutti i giorni a proteste di ogni tipo, è un problema che non vogliamo caricare a nessuno, ma c’è.

Allora sulla sanità veramente possiamo pensare di risolvere tutto, con una legge fatta questa sera all’interno della finanziaria regionale volta a ridurre a cinque le Asl? Io lo auspico, noi ci abbiamo provato quando facevo parte della Giunta precedente, ci abbiamo provato e siamo riusciti solo ad ottenere gridate e “incazzature” – se mi è consentito il termine, è notte, credo di potermelo permettere – abbiamo assistito all’insorgere di territori interi, di polemiche addirittura violente, per cui se c’è la volontà forse lo farete per questa notte, probabilmente ci riuscirete, però non dimenticate che questo è un tema che va approfondito comunque, perché non possiamo pensare che la riforma della sanità si possa fare riducendo le Asl. E’ certamente un segno di buona volontà, ma va approfondito, vanno guardate tante cose, perché altrimenti si rischia di commettere degli errori.

Volevo solo fare queste brevi considerazioni, senza dilungarmi, perché, ormai, il dibattito è stato fatto a più voci, però devo dire che i problemi rimangono, rischiano di aggravarsi se non li affrontiamo nel modo giusto.

Poi ci sono problemi che – ripeto – riguardano proprio la maggioranza. Non abbiamo mai speculato sulla stampa, non mi pare che abbiamo fatto polemiche parolaie o dirimpettaie, abbiamo solo constatato e preso atto che, all’interno di questa maggioranza c’erano e ci sono problemi.

Quindi, anche da questo punto di vista, se la maggioranza non si mette d’accordo e non trova la forza di spingere, le riforme rischiano di rimanere solo enunciate, declamate, di restare sulla carta.

Andate avanti su questo versante, noi vi vogliamo dire che, come minoranza, continueremo a tenere un atteggiamento propositivo, come è stato finora nelle Commissioni e come lo è stato anche in Consiglio; caro collega Nucera, mi pare che per due anni non abbiamo mai creato questioni o, quantomeno, quando non c’era necessità, non li abbiamo creati, siamo andati avanti con la speranza che questa maggioranza potesse affrontare i problemi della Calabria che sono gravi e presenti in tutti i settori, ormai è un fatto conosciuto da tutti, è su tutti i mass media, diffuso a livello popolare. Però i problemi della Regione sono quelli che vanno in capo al governo regionale, non al Consiglio o a tutta la Regione in generale.

Se il governo funziona – ed io vi auguro che funzioni bene e che, quindi, possiate lavorare egregiamente – noi saremo qui a fare la nostra parte. Intanto, per stasera, non voteremo a favore di questi emendamenti sostitutivi, voteremo contro senza stare qui a fare ostruzionismo man mano che si va avanti con gli argomenti e con gli emendamenti.

Speriamo di fare presto e speriamo che la maggioranza risolva i propri problemi rapidamente, perché mi pare che essi ancora permangano, mancano, infatti, un gruppo che ha annunciato la sua assenza e un altro, più piccolo, che ha dichiarato che si sarebbe assentato qualora non si fossero risolte alcune questioni.

Noi staremo qui finché potremo, dopodiché, caro Presidente Occhiuto, credo che il bilancio ormai dovrà essere approvato e speriamo di tornare a discutere di temi importanti sui quali possiamo misurarci e dare un contributo certamente utile al Consiglio e alla Regione Calabria.

PRESIDENTE

E’ iscritto a parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

Presidente, colleghi consiglieri, interverrò brevemente con un atteggiamento che non può che essere di disagio, di fronte ad una discussione più volte rimandata ed a una seduta, rinviata ripetutamente anch’essa, che si tiene in un’atmosfera strana. Per la prima volta, dall’istituzione delle Regioni, si celebra una seduta in un clima assolutamente nuovo ed unico, è la prima volta, da quando questo Consiglio è stato istituito, onorevole Gentile, che i consiglieri svolgono i loro interventi con a lato, a poca distanza, dei manifestanti che si trovano, dunque, all’interno dell’area del palazzo consiliare.

Una cosa del genere non era mai avvenuta: dei manifestanti all’interno dell’area del Consiglio regionale; non solo, è la prima volta che si celebra una seduta sul bilancio a porte chiuse, come se ci trovassimo in uno stadio colpito da un provvedimento della federazione che ha interessato problemi legati ad attività della tifoseria piuttosto che ad attività di una società, che si trova costretta a giocare in campo neutro, perché colpita da un provvedimento di chiusura.

Ebbene, devo sottolineare ed evidenziare che in questa Regione accadono cose strane, finanche questo che sta avvenendo ha il sapore della novità. Pensavamo di aver visto tutto. Oggi – e ci tengo che questo venga registrato e messo a verbale – mi è successa una cosa che ancora non mi era accaduta: ritenevo che un consigliere regionale avesse titolo e legittimazione ad accedere al Consiglio e a poter esprimere il proprio intervento quando più gli garbava, quando i tempi glielo consentivano e quando la preparazione di un intervento gli dava luogo ed agio ad esprimere il proprio pensiero. Eppure non è così: un provvedimento che non sappiamo quale autorità abbia diramato impediva al consigliere che parla di accedere ai locali del Consiglio regionale, perché le porte erano chiuse.

Ma ora, quale partita si stava celebrando che non era consentito ad un tifoso di entrare nello stadio?! Quale provvedimento di ordine pubblico è stato preso e da quale autorità?

Allora mi chiedo e chiedo a voi se il Presidente del Consiglio regionale ha l’autorità e la competenza, nonché la legittimazione a chiudere le porte del Consiglio regionale, perché a un consigliere venga impedito di entrare da uno dei locali dai quali intende accedere al Consiglio. Questo – lo sottolineo – lo evidenzio perché? Perché questa rappresenta emblematicamente la situazione di disagio che caratterizza e connota questa maggioranza, la conduzione di questo Consiglio e la gestione di questo ente, perché emblematicamente ci troviamo di fronte a questa figura plastica.

Questo Consiglio, signor Presidente, questa maggioranza ha fatto di questa Regione una Istituzione a porte chiuse. Noi ci troviamo di fronte ad un ente - alla casa dei calabresi - che è diventato un ente a porte chiuse e plasticamente questa immagine si evidenzia nella distanza che esiste tra questa maggioranza, tra questo governo e i calabresi. E’ tanto vero questo perché, qual è l’atteggiamento che in qualche modo caratterizza questa maggioranza? Ebbene, l’atteggiamento è quello classico che noi evidenziamo con la cosiddetta politica dello struzzo. Lo struzzo cosa fa per evitare di vedere i problemi? Affonda cocciutamente la propria testa nella sabbia per non vedere cosa succede attorno. Ebbene, mentre c’era una folla di manifestanti mai vista, il Vicepresidente della Giunta, onorevole Adamo, si ostinava ad ammannirci una serie di riflessioni che volevano evidenziare questo: “Amici, colleghi, calabresi, va tutto bene, non ci sono problemi, questa Giunta sta modificando l’assetto istituzionale dell’ente Regione, siamo alla stagione delle riforme”.

Le riforme avvengono quando si è superata la fase dell’emergenza, tecnicamente, e si avvia una fase di ripensamento istituzionale. Qui, invece, ci troviamo di fronte ad un atteggiamento che ha del paradossale, cioè qual è l’approccio che sta caratterizzando questa maggioranza? A fronte di un’assenza totale di capacità amministrativa, si cerca di colmare questo gap, questa lacuna micidiale, coprendo questo momento di disagio amministrativo e di esecuzione propria di atti con una proiezione sulla stagione delle riforme, che è una stagione falsa di riforme, perché di riforme non ce n’è nessuna in questo bilancio, e lo dirò nella fase che vado a trattare.

Non c’è nessuna riforma, si tratta di un approccio che ha del pietoso, in quanto genera la pietas dei romani o la eusebeia dei greci, se preferite, il tentativo di staccare in maniera netta l’attività della Giunta da quella del Consiglio. E, attenzione, non c’è nessuna riforma che riguarda l’ente, ma cercando di sviare l’attenzione, si concentra un’attività solo ed esclusivamente sugli enti strumentali o gli enti di emanazione regionale dell’ente Regione. Nessuna parola, la struttura elefantiaca dell’ente regionale non viene alterata, si colpisce soltanto, pensando di dare un’organizzazione di carattere generale, a livello di enti strumentali e la differenza è netta e chiara.

Qui si è dimenticata la storia dell’umanità. Menemio Agrippa, nel 500 a.c. sul monte sacro – chiamato così proprio a seguito del suo discorso – aveva spiegato alla classe plebea, in un impeto di orgoglio un momento di secessione della classe dei patrizi – plasticamente l’immagine del corpo umano –, e ai plebei, che contestavano l’attività del senato e quindi della classe patrizia, spiegò, seduto su una pietra, dimostrando di non avere paura di aggressioni, quello che è passato alla storia come l’immagine del corpo umano: “Lo Stato” – disse – “è come un corpo umano: non ci può essere all’interno del corpo umano nessuna parte, nessuna delle membra che può agire, se c’è un fegato, un organo interno che non funziona”. E così non può esserci un braccio o una mano che funzioni, se non funziona un fegato o un cuore. Qui, invece, si vuole far funzionare un corpo umano senza far funzionare il cuore e il fegato, si parla degli enti strumentali che sono le parti periferiche di un ente e che non afferiscono alla struttura dell’ente, pensando che un corpo umano possa funzionare senza un cuore o senza un fegato.

Io capisco che qui ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale e assurda.

E’ vero che Quintiliano diceva, manifestando la propria fede, “credo quia absurdum” e noi, Presidente Gentile, dovremo recitare “credo quia absurdum”, perché è assurdo proporre un bilancio di questo tipo, è assurdo già nell’approccio.

Ma ricordo bene o era questa maggioranza che l’anno scorso ci fece votare un progetto di bilancio, dicendo che bisognava rimanere nei termini, dicendo che bisognava approvarlo dando un segnale di discontinuità – faceva bene a ricordarlo l’onorevole Gentile – con il passato? Oggi, con un chiaro segnale in controtendenza rispetto a queste buone proposte e a questi buoni propositi, ci troviamo ad approvare un bilancio al limite dell’esercizio provvisorio, perché se non approviamo questo bilancio stanotte, ci sono delle conseguenze a catena che i tecnici conoscono bene.

Ebbene, a fronte di tutto questo, si evidenzia questo disagio della maggioranza e il tentativo di risoluzione è più grave della soluzione stessa che cercano di ammannirci. Non è un piano, non è un programma questo bilancio, questo bilancio non ha nulla a livello di pianificazione, ma rappresenta un chiaro segnale di involuzione, perché non si è riusciti a dare delle risposte che erano evidenziate nel piano programmatico e si cerca di dare questa immagine della Regione, una Regione rigorosa che taglia, che taglia i posti di lavoro, che manda a casa i precari!

Ma come, quelle battaglie che erano state fatte sull’Afor, quando si criticava il Governo centrale perché non aveva messo in bilancio i 160 miliardi per la prosecuzione dei contratti degli operai forestali?! Ma – sbaglio? – dov’è finita quella maggioranza che criticava quei ministri, che scese in piazza contro il ministro Alemanno?! E fa bene a ricordarmelo l’onorevole Gentile, il messaggio dei vescovi sul precariato, l’esigenza, l’urgenza drammatica di dare delle risposte. Abbiamo ascoltato e letto interventi importanti. Allora andiamo a capire quali sono i provvedimenti.

Allora, come un colpo di spugna, si vorrebbe far credere alla popolazione calabrese che bastano questi interventi per generare una chiara inversione di tendenza. E quali sono questi provvedimenti che, attenzione, si guardano bene dal toccare la struttura, l’ossatura elefantiaca dell’ente, ma come ho detto prima, intervengono solo sugli enti strumentali o di emanazione regionale o enti regionali? Allora è già l’approccio che mi fa tremare le gambe.

Dopo mesi e mesi di discussione, lo sapete a cosa si è giunti? Ad un sub-emendamento che, praticamente, rappresenta la novità, l’ossatura, la stessa impalcatura, lo stesso scheletro di questo bilancio. Questo sub-emendamento caratterizza questo bilancio, lo connota. E cosa ci evidenzia questo sub-emendamento? Che i componenti delle Asi passano da cinque a sette componenti, come erano prima, a tre? A cinque. …che esiste una stazione unica appaltante e attenzione, signori, perché questa stazione unica appaltante è la vera tragedia di questo bilancio e, in verità, è cosa diversa da quello che ci si vuole evidenziare. A parte il fatto che rappresenta la morte del Consiglio regionale e lo dico con specifico riguardo ai consiglieri della provincia di Reggio Calabria, ma, attenzione, rappresenta un intervento micidiale ed io mi voglio soffermare soltanto un secondo, recuperando testualmente quello che questo emendamento evidenzia.

L’emendamento – e lo leggo testualmente – recita: “Al fine di semplificare e rendere omogenea l’azione amministrativa, nonché per la gestione più uniforme e trasparente degli appalti di opere, lavori pubblici e forniture di beni e servizi, ivi compresi gli incarichi di progettazione, è istituita la Stazione unica appaltante con sede in Catanzaro”. E tutto questo, anche gli incarichi di progettazione… Poi vi diciamo che cosa avete fatto sugli incarichi di progettazione, io riderei di meno, perché noi notoriamente abbiamo la schiena dritta, poi rideremo perché, prima o poi, ci sarà necessità che queste cose vengano dette.

(Interruzione dell’assessore Lo Moro)

No, no, non sono pazzo! Questi gesti, assessore Lo Moro, li faccia dove può farli! Qui no! Non sono pazzo!

(Interruzione dell’assessore Lo Moro)

Si confronti lei e abbia rispetto e riguardo, perché mi pare che ce l’abbia per poche persone e non ce l’abbia soprattutto per i calabresi. D’altro canto, un bilancio che viene approvato in queste circostanze, a porte chiuse e in questo clima, la dice lunga sul rispetto che avete dei calabresi. Capisco che, quando uno colpisce nel segno, dà fastidio.

Non siamo pazzi, così come non sono pazzi questi 3 mila calabresi venuti qua. Non lo so chi è pazzo. Mi sorge il dubbio che ci sia un atteggiamento simile a quello che Boris Pasternak censurava. E’ vero che diceva che è molto labile il limite che separa la follia dalla ragione, però mi sorge il dubbio che non si possa dire con lucidità che va tutto bene, quando ci sono 3 mila persone che gridano! Mi sembra strano che ci siano 3 mila che sono pazzi e due che sono intelligenti! Io il problema me lo porrei!

Allora, se così è, mi avvio rapidamente alla conclusione.

Voglio capire se è vero che esiste una statistica che riguarda il passaggio e i comportamenti che questa Giunta ha posto in essere dal 2005 fino adesso, come è possibile sperare o immaginare soltanto… E’ vero che la speranza è l’ultima a morire, noi ricordiamo questo vaso di Pandora, onorevole Naccari, dove la speranza rimaneva, non se n’erano accorti che era rimasta lì, evaporò tutto, rimase la speranza. Ho l’impressione che ci voglia un vaso particolare per salvare la speranza per i calabresi in questa fase e mi chiedo questo, pensando ad un dato di fatto.

Vedete, quando si parla dell’Afor e si risolve il problema dell'Afor, dicendo che le funzioni in materia di demanio forestali e forestazione siano trasferite o delegate alla Provincia, io mi chiedo: c’è qualcuno che ha informato questa Giunta che ancora non ha trovato alcun compimento il disposto della legge 34, che prevedeva il trasferimento di deleghe e funzioni alla Provincia e che ci sono centinaia, se non migliaia di ex dipendenti regionali che non sanno che cosa fare all’interno delle Province? Ed il Presidente Morabito ha persino trovato difficoltà e disagio a recuperare le sue conoscenze in termini tecnico-giuridici per superare questo ostacolo.

Allora mi chiedo: ma qualcuno ha monitorato questa situazione? Questo bilancio nasce da ipotesi di prospettive che evaporano anch’esse dal vaso oppure qualcuno ha informato chi ha redatto questo sub-emendamento di come… rebus sic stantibus oppure con un colpo d’ala è stato completamente revisionato il quadro di quello che succede? Ma, dico, qualcuno ha informato questa classe dirigente di quello che sta succedendo? Allora stessa sorte per quello che riguarda l’Arssa, onorevole Pizzini, ed io ho letto il suo oculato, attento e scrupoloso intervento

A fronte di queste considerazioni, credo che la politica della doppia morale, del belletto, la politica che prevede un tentativo, peraltro maldestro, di celare la grave incapacità amministrativa che questo esecutivo ha evidenziato con l’inaugurazione di una falsa, per i motivi che vi ho detto, stagione delle riforme, perché di riforme non si tratta, viene emblematicamente e mirabilmente sublimata in un sub-emendamento che già soltanto per definizione è sub e non è ultra.

Ed allora, se questo è l’approccio, se questo è il momento, se questo è il fatto culturale che presiede all’atto più importante che questa Giunta avrebbe dovuto approvare e arriviamo in limine litis perché a breve scadrà ogni termine, con quei disagi che dagli stessi banchi della maggioranza sono evidenziati, vi prego, ritorniamo a fare una politica dei piccoli passi per salvare il salvabile e, attenzione, perché il gap che si è creato tra questo governo e la Calabria reale mi pare che meriti una lucidità diversa da quella di chi si ostina a non voler guardare in faccia la realtà.

Presidenza del Presidente Giuseppe Bova

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Talarico.

Francesco TALARICO

Poche riflessioni per esprimere il giudizio negativo su questo bilancio regionale, un bilancio che è nato male e che è proseguito peggio, nel senso che abbiamo assistito in Commissione a tre collegati che nel corso dei mesi si sono succeduti nel tempo e che hanno prodotto, proprio oggi nella seduta odierna, un sub-emendamento che, addirittura, cancella un po’ tutto quello che ci eravamo detti in Commissione.

Devo esprimere delle riflessioni in base anche alla disinvoltura con cui il Presidente della Commissione ha provveduto a votare a favore-contro, a distanza di pochi giorni dalla manovra di bilancio licenziata dalla Commissione e dove c’era stata da parte della minoranza un contributo positivo che andava nella direzione di migliorare la manovra approvata dalla Giunta con atti certamente qualificanti, dalla centrale unica degli appalti alla riduzione delle indennità, alla riduzione dell’addizionale regionale dal 2008, che va nella direzione di porre anche un freno alla spesa senza limiti da parte della sanità.

Allora notiamo in questo bilancio le risorse che si riducono sempre di più, c’è un deficit economico-finanziario di questa Regione e che questa maggioranza, in questi due anni, ha aggravato ancora di più, perché tutto il ricorso all’indebitamento con la contrazione di mutui che ci sono stati nel bilancio dell’anno scorso, dall’innovazione tecnologica sulla sanità all’acquisizione di immobili da parte della Regione, dal rinnovo del parco autobus delle Ferrovie della Calabria, una serie di azioni che questa maggioranza ha posto in essere che ha aumentato ancora di più questo emendamento, è un collegato che, alla fine, si è trasformato in un collegato omnibus, c’è di tutto e di più, che certamente deve far riflettere questo Consiglio regionale sulla produzione legislativa. Non è possibile che si aspetti il collegato alla finanziaria, per poi procedere ad inserire all’interno dello stesso una serie di emendamenti e di questioni tra di loro diverse, proprio perché manca a questo Consiglio regionale quella produzione legislativa che è fondamentale.

Certo, siamo molto preoccupati della gestione nel settore sanitario. Non mi stancherò mai di dirlo: riceviamo dallo Stato nazionale 3 miliardi di euro, 6 mila miliardi di vecchie lire e non ci bastano, perché nel 2006 c’è stato un deficit di 280 milioni di euro, che è una cifra enorme per un bilancio regionale e quei provvedimenti che allora la maggioranza di centro-destra, nel 2001, approvò per l’aumento del 10 per cento del bollo auto e l’aumento dell’addizionale regionale all’1,4, che doveva servire esclusivamente per coprire il deficit del 2001, ora diventa a regime. I calabresi, al di là dell’euro di ticket che è stato abolito nel 2005 da parte di questa Giunta, pagano a regime l’1,4 di addizionale regionale e il 10 per cento di bollo auto in più rispetto a una gestione della sanità che ci vede non all’avanguardia con i servizi e, nello stesso tempo, il problema è soprattutto economico che ricadrà sulle tasche dei calabresi.

Certo, non possono essere le risorse di bilancio a sanare questa Regione, ci sono altre politiche, incominciando dai fondi comunitari. Io vedo l’assessore Maiolo qui presente. Ebbene, c’è bisogno di una grande discussione sui fondi comunitari, non è possibile che la nostra Regione sia indietro rispetto alle altre. Occorre che in quest’Aula ci si confronti, ma non con l’emendamento che abbiamo visto all’interno della Commissione sugli incentivi, qui c’è bisogno di fare una grande discussione sull’opportunità dei fondi perduti di mantenerli oppure no. Là il Governo nazionale ha abrogato, sarà l’ultimo bando della 488, perché ha deciso di puntare più sui crediti di imposta, sugli incentivi all’occupazione che riescono a rendere meglio.

Questo deve essere di insegnamento alla Regione Calabria dove ci sono imprenditori che si inventano un giorno agricoltori, un giorno operatori turistici e un giorno industriali. E deve far riflettere la classe dirigente regionale, questo Consiglio regionale, per aprire una discussione e approvare delle leggi che, ricordo, sono a garanzia di tutti al di là dell’assessore di turno che gestisce quelle questioni o del dirigente di turno. Approvare delle leggi regionali nei diversi settori, dall’agricoltura al turismo, al commercio e all’artigianato, significa garanzia che va al di là della persona che interpreta il ruolo di gestione in quel momento e gli imprenditori seri saranno premiati attraverso delle regole.

Di questo noi avremmo potuto parlare e di questo vorremmo parlare in questo Consiglio regionale: di agricoltura, turismo, industria e ambiente, perché questa stagione estiva ci riserverà delle grandi sorprese e non servirà una lettera di scuse del Presidente Loiero come quella di due anni fa all’interno del nostro paese.

I danni turistici che ci saranno in questa regione saranno incolmabili e provocheranno certamente dei danni rispetto all’afflusso turistico dal punto di vista politico.

Vorremmo parlare, caro Presidente Loiero, delle zone franche, questione estremamente importante per la nostra Regione.

Ho letto un articolo del “Sole 24 ore” in cui si riferiva che ci sono altre Regioni del sud Italia che hanno addirittura tre zone franche.

Zona franca non significa solo ricevere risorse finanziarie che sono permanentemente poche, ma che le Regioni hanno un ruolo decisivo. Lei in una sua intervista ha indicato “il porto di Gioia Tauro” ma nessuno vi è contrario, semplicemente dico, Presidente, che ci sono altre Regioni che hanno avuto tre zone franche come la Sicilia, la Campania e la Puglia.

Ritengo che per i nostri deficit occupazionali - siamo l’ultima Regione in termine di sviluppo e di occupazione, abbiamo il dramma della criminalità organizzata - lo Stato e il Governo Prodi, che è venuto in campagna elettorale a parlarci di “Calabria figlia prediletta”, dovrebbero aiutare questa Regione con più zone franche urbane.

Questo significa crediti di imposta sulla occupazione, sugli investimenti, sulle imprese e significa veramente che si potrebbe riuscire a far si che tutto il territorio della Regione Calabria possa essere considerato un’area appetibile per l’insediamento, siamo 2 milioni di abitanti e ci sono le condizioni dare prospettive di sviluppo attraverso un’azione forte.

So che i suoi rapporti con Prodi sono importanti e sono consolidati nel tempo. Allora questo significa per una Regione voltare pagina, non sono le poche risorse finanziarie in un bilancio regionale che possono determinare il cambiamento e la svolta.

Le grandi infrastrutture: il ponte sullo Stretto di Messina, la statale 106, l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, sono le questioni che interessano la nostra Regione.

C’è bisogno di una sinergia importante, di un’azione forte, perché la gente non ne può più. La manifestazione di oggi qui in Consiglio regionale, a difesa dell’occupazione ne è la dimostrazione, c’è esasperazione e si chiedono risposte urgenti da dare anche al mondo del precariato, c’è bisogno di un piano del lavoro in questa Regione.

Vedo il suo assessore che partecipa a tutte le riunioni di Lsu e di Lpu promettendo a tutti la stabilizzazione. Ritengo che le istituzioni debbano essere serie. Se poi ci sono le occupazioni significa che la gente è esasperata perché ha sentito, in tante occasioni, che i problemi si potessero risolvere.

Queste sono le questioni e noi siamo contrari a questo bilancio e non riteniamo che attraverso un sub-emendamento si possa risolvere il problema dell’Afor e dell’Arssa.

Credo che all’inizio di questa legislatura ci fosse stata la volontà unanime di questo Consiglio regionale di riformare gli enti strumentali. C’era la volontà di modificare una situazione che non poteva tramandarsi nel tempo, ma non può essere un sub-emendamento presentato nella notte del bilancio a ridurre le aziende sanitarie.

E’ vero che in quelle aziende succede di tutto di più, stiamo vedendo che c’è veramente mal governo, ma non può essere la riduzione delle Asl la soluzione dei problemi della sanità.

Noi vogliamo, allora, il Piano sanitario approvato con rapidità e velocità. Vogliamo che si discuta di sanità al più presto. Come gruppo consiliare l’abbiamo chiesto e speriamo che questo possa avvenire al più presto per arrivare ad una situazione definitiva rappresentativa di grande responsabilità.

Tutte le questioni si scaricano sul Consiglio, ecco, ma c’è una inefficienza dell’azione amministrativa che è chiara e palpabile e la gente calabrese lo ha percepito.

Gli ultimi dati dicono chiaro che nel 2006 la Calabria è risultata ultima tra le Regioni per prodotto interno lordo ed è la dimostrazione tangibile che così non si può andare avanti. Ed allora sotto questo aspetto ritengo che ci debba essere la volontà di questa maggioranza di centro-sinistra di guardare non al vivere alla giornata, ma di pensare realmente ad invertire l’azione politica amministrativa rispetto alle grandi emergenze della Calabria, per dare risposte adeguate ai bisogni.

Se si continua su questa strada credo invece che si andrà sempre peggio ed i problemi della Calabria saranno sempre più aggravati. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

Roberto OCCHIUTO

Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche io intervengo brevemente per esprimere il mio giudizio negativo sui provvedimenti posti all’ordine del giorno e, soprattutto, sullo spettacolo al quale questa maggioranza e questo governo regionale hanno esposto il Consiglio regionale in questa seduta ma anche nei mesi precedenti.

Non posso avere memoria corta e ricordo che proprio in questo Consiglio regionale mesi fa, anzi circa due anni fa, ci si assunse l’impegno di approvare delle leggi organiche di riforma degli enti strumentali. Quell’impegno rimase lettera morta ed oggi, dopo averci spiegato in Commissione che le riforme si possono fare – ce lo ricordavano i colleghi Pacenza e Borrello – solo attraverso leggi organiche, voi ci presentate un emendamento e chiedete che il Consiglio regionale voti nella notte.

Non è questo il modo di fare riforme ed ha ragione l’onorevole Sarra, voi non state riformando nulla e mi dispiace che non sia in Aula il Vicepresidente Adamo in quanto il suo intervento mi ha molto stimolato nella parte in cui ha tentato di svolgere una lezione su quella che è la differenza fra riformismo e conservazione.

Appartengo ad una parte politica che avverte la necessità di essere oggi in Calabria riformista in ordine alla capacità di voltare pagina rispetto al passato. Ma voi non potete scrivere il vostro nome ed il vostro impegno nella lista dei riformisti della Calabria. Non ne avete titolo, avete dimostrato di non averne la dignità.

La gente che ha invaso il Consiglio regionale oggi ve lo ha ricordato e vi ha ricordato che voi appartenete alle schiere della conservazione in questa Regione. Voi appartenete alle schiere di quanti non sono riusciti a realizzare il cambiamento promesso due anni fa.

Le riforme non si fanno in una notte attraverso un articolo di legge. Onorevole Bova, ma si fanno attraverso la capacità di leggere la società e attraverso uno sforzo paziente di interpretazione dei bisogni. Le riforme si fanno attraverso un’azione profonda di ricerca e di studio delle soluzioni. Le riforme non si fanno – insomma – come voi oggi le proponete al Consiglio regionale.

L’onorevole Adamo ci diceva che non è importante solo come fare le riforme, non è importante solo il come ma è importante anche oggi in Calabria il “se”: se fare o non fare le riforme.

Credo che la differenza fra il “se” e il “come” oggi in Calabria si debba leggere come la differenza fra chi fa la politica in maniera dilettantistica e chi invece vuol davvero scrivere il proprio nome nella storia sociale della Regione e nella storia della Calabria nella qualità di chi ha promosso il cambiamento.

E’ facile dire “facciamo le riforme”. Non è questo il punto. Anche i dilettanti, anche quanti non hanno cultura di governo e non hanno capacità di leggere la società attraverso la politica possono facilmente comprendere che le riforme sono necessarie.

Ciò che distingue un gruppo dirigente e ne fa un gruppo dirigente politico capace è il come fare le riforme. Oggi voi state dimostrando di non avere idea su come le riforme debbono essere fatte in Calabria. E’ questo il punto ed è questa la ragione per cui noi non possiamo essere d’accordo, pur ritenendo che le riforme siano necessarie, al percorso che voi offrite al Consiglio regionale.

Ci pare che la vostra intenzione sia quella di usare strumentalmente l’argomento delle riforme per offrire ai calabresi soltanto delle suggestioni, per poter far scrivere sui giornali che si sta riformando la Calabria dalle fondamenta.

Noi non vorremmo che avvenisse quanto avvenuto dopo la legge 34 del 2002, quando il processo di trasferimento delle attribuzioni alle Province non è stato portato a compimento per come doveva essere ed ha determinato una vera e propria paralisi amministrativa.

A me pare che voi stiate utilizzando strumentalmente le riforme come una clava per consumare battaglie e dissidi interni al governo regionale e alla maggioranza. Per fare dei bracci di ferro più che per riformare la Calabria dalle fondamenta.

Ne è una prova ciò che avete scritto sulla riforma della sanità. Ci avete detto che avreste voluto fare il Piano sanitario, avete licenziato in Giunta le linee di indirizzo per poter fare il Piano sanitario. Ci proponete una anticipazione della riforma del servizio sanitario regionale che rende carta straccia persino le linee di indirizzo che avete licenziato in Giunta.

Un esempio soltanto. Nell’emendamento che avete proposto dite che le nuove aziende sanitarie avranno una competenza sul territorio delle 5 province. Ci sono delle realtà, per esempio, nella provincia di Cosenza, ma anche nella provincia di Catanzaro che sono in contraddizione rispetto a quello che avete scritto.

Io non so se l’ha scritto qualcuno che non capisce di sanità o è stato scritto con troppa fretta. Ma c’è, per esempio, nella provincia di Cosenza un ospedale quello di San Giovanni in Fiore che però fa parte dell’azienda sanitaria di Crotone.

Se voi approvaste questo emendamento così come l’avete proposto anche le tabelle di piano andrebbero riviste, le tabelle che avete inserito nelle linee di indirizzo che avete licenziato in Giunta.

A me dispiace che a questo dibattito non abbia preso parte l’assessore Lo Moro. Noi avremmo voluto capire – ascoltando l’assessore Lo Moro – se questo è davvero il modo di procedere nella riforma del Servizio sanitario della Regione.

A noi dispiace che l’assessore Lo Moro non abbia partecipato a questa discussione e non siamo convinti che questo modo di procedere acceleri il percorso verso la riforma della sanità nella regione.

E’ solo una suggestione anche questa, vi dicevo, scritta da chi non conosce la sanità o l’ha scritta con troppa fretta. Si dice persino che gli atti aziendali delle aziende che voi avete approvato in Giunta restino in vigore per qualche mese e poi devono rifare altri atti aziendali.

Ma sulla base di cosa fanno gli atti aziendali? La programmazione della sanità si svolge dal Piano sanitario. Si fanno poi le linee guida per la definizione degli atti aziendali che dipendono da un Piano sanitario.

I direttori generali che nominerete, quelli delle 5 aziende, non potranno fare gli atti aziendali non sapranno a quali norme riferirsi.

Voi fate uno spot attraverso questo emendamento, paralizzate il governo della sanità nel territorio e non offrite a chi deve governare la sanità, all’interno delle aziende sanitarie, un quadro certo di norme di riferimento per riprogrammare gli Statuti delle aziende sanitarie attraverso gli atti aziendali.

Sono assai meravigliato che si possa procedere in questo modo e ancor di più sono meravigliato perché questo significa che la discussione sulla programmazione della sanità in Calabria è a zero perché altrimenti una norma del genere non l’avreste potuta scrivere e proporre al Consiglio regionale a meno che non sia questo un espediente per consumare delle lotte, delle faide interne a chi governa oggi la Regione.

Vedo poi che negli emendamenti che avete proposto vi sono delle cose che anche il Presidente Chieffallo aveva respinto con voto unanime della Commissione.

Mi pare che una di queste fosse, per esempio, il finanziamento per Field, un istituto creato nella scorsa legislatura che in questa, però, sembra aver smarrito quella che era la missione originaria e sembra potersi occupare di tutto.

Nell’emendamento che proponete mi pare che si occupi anche dell’accesso al credito peraltro sovrapponendosi ad un consorzio che già gestisce quella misura che è quello degli artigiani: Fidart.

Avete inserito in questo emendamento una norma sulla Sorical, ma ne hanno parlato altri: Abramo, Naccari, dimenticandovi che proprio la maggioranza ha proposto una Commissione di inchiesta sul questa società e sulla gestione delle acque in Calabria, dimenticandovi che su questo la Regione sta realizzando dei ritardi straordinari, perché avete dato in appalto, state continuando a dare in appalto, questo settore ad una società privata che non mette una lira nella gestione, che ha il 49 per cento e che gestisce come se avesse il 100 per cento, che non mette una lira perché utilizza i finanziamenti derivanti dall’Apq regionale e che, peraltro, ha assunto al proprio interno con contratti di tipo diverso tutto il personale che avrebbe dovuto assumere facendosi carico anche del Tfr e degli oneri contributivi scaricando questi oneri sulla Regione perché prima di assumerli si è guardata bene la Sorical di farli rimettere dalla Regione utilizzando gli incentivi di legge sul pre-pensionamento.

Un’ultima cosa sui fondi comunitari. Anche lì, Presidente, in Commissione ciascuno di noi aveva detto che era legittimo prevedere un regime di aiuti anche nel collegato per evitare che si perdessero le risorse dei Por 2000-2006. Avevamo semplicemente chiesto che si evitasse di opzionare il contenuto della programmazione 2007-2013 stabilendo, prima dell’approvazione dei Programmi operativi regionali riferiti al 2007-2013, i regimi di aiuto. Stabilendo cioè come vanno incentivate le imprese che devono utilizzare i fondi della Unione europea.

Anche su questo c’è stato un parere unanime della Commissione e oggi tutto quello che è stato detto in Commissione diventa carta straccia. Onorevole Acri, non è questo il modo di legiferare e di dare prestigio, autorevolezza ad un Consiglio regionale, ad una politica regionale che prestigio ed autorevolezza stanno perdendo.

Vorrei concludere riprendendo una immagine che offriva il Presidente Chieffallo nell’esordio del suo intervento all’inizio, quando prima di ogni cosa ha detto “ecce homo” cioè io sono quello che ha firmato l’emendamento.

Noi contestavamo che avesse stravolto col suo emendamento quello che la Commissione – lui in Commissione – aveva stabilito.

Ecco “ecce homo” è il Cristo che poi è stato crocifisso. Cristo, soprattutto per noi cattolici è grande perché è risorto.

Non credo, onorevole Chieffallo, che quello che lei ha fatto le dia la possibilità di risorgere nella considerazione che il Consiglio regionale ha, che il Presidente della seconda Commissione e, soprattutto, ritengo che quello che lei ha fatto, stravolgendo l’intero impianto della Commissione ed annullando la discussione che in quella sede vi è stata, sia stato un buon modo di intendere i rapporti istituzionali all’interno del Consiglio.

Anzi quello che è avvenuto oggi ha consumato un precedente che, peraltro, consolida anche un modo di intendere i rapporti tra governo e Consiglio regionale, fra Giunta regionale e maggioranza che così continuando ritengo non possa essere foriero di risultati di qualità sul piano amministrativo e legislativo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pizzini. Ne ha facoltà.

Antonio PIZZINI

Signor Presidente, onorevoli colleghi consiglieri, non posso non intervenire - anche se brevemente -per esprimere anche io il totale diniego a queste cosiddette riforme.

Vedete, stiamo vivendo oggi un clima veramente surreale nel quale non solo la opposizione, ma dico anche in termini molto più pacati e ancora una volta collaborativi, esprime delle critiche. Dicevo surreale perché gran parte dei consiglieri di questa maggioranza si defilano in un modo molto violento da quelli che ritengono essere una violenza al Consiglio regionale.

Mi riferisco in modo particolare all’intervento dell’onorevole Naccari. Ma quello che mi fa più impressione – è il caso di dire – è quello dell’onorevole Guagliardi che non perde occasione, ormai, per prendere le distanze da questa maggioranza, ma poi puntualmente o si allinea oppure si distrae per non votare qualche riferimento del genere.

Succede molto spesso in Commissione e non so cosa succederà qui in questo Consiglio regionale a proposito della votazione su queste riforme.

Dico all’onorevole Guagliardi che bisogna anche essere consequenziali e che bisogna assumersi la responsabilità di quanto si dice e una volta per tutte uscire allo scoperto e fare capire cosa intende con queste sue pur giuste critiche e quindi riferirsi anche in modo contrario a quelle che sono le disposizioni che ha dato non certamente il Consiglio o la Commissione, ma la Giunta.

Così anche tutti quanti gli interventi, ha ragione l’onorevole Sarra quando parla di non riforme ma di enunciazioni.

Cos’è la riforma? E’ possibile che per essere riformisti bisogna comunque riformare senza avere un quadro ed i contorni esatti di quello che si va a fare, e si agisce solo per dare una risposta a quella che è stata una promessa fin dal primo momento e sapendo bene che non si ha una contezza e una visione complessiva di quello che si andrà a fare?

Ne abbiamo qui una espressione molto ma molto chiara in questo maxi e mega emendamento che ci è stato presentato. Non discutiamo nel metodo perché è qualcosa di veramente aberrante. Ci siamo venuti a trovare d’accordo su questo non soltanto noi della opposizione, ma addirittura parti molto importanti della maggioranza.

Vediamo ancora che i banchi della maggioranza – tranne qualche elemento – sono privi dei consiglieri della Udeur e non so se hanno trovato una forma di compromesso in tal senso. Ma in quella loro nota che è stata fatta circolare ci hanno fatto capire che non erano assolutamente al corrente di quello che la Giunta e quindi il Presidente della Commissione hanno voluto propinarci.

Chiedevano quindi tre giorni di sospensione del Consiglio regionale. Su questo si è discusso poi per diversi minuti per cercare di capire se bisognava mettere o meno ai voti il rinvio della seduta di Consiglio regionale.

Siamo ancora a questi livelli, cioè non riusciamo a capire, e comprendiamo anche, l’imbarazzo ed il disagio che hanno i due assessori di riferimento per quanto riguarda queste importantissime riforme.

Mi riferisco all’onorevole Lo Moro, si capisce benissimo, lo comprendiamo, il momento particolare che sta vivendo e così anche l’onorevole Pirillo che in un battibaleno è passato dall’Arssa alla debacle, perché se passa questa riforma – come passerà – ritengo perderà, da qui a pochissimi momenti, o ha già perso, gran parte del suo potere gestionale.

Anche per quanto riguarda l’Afor naturalmente, ma parlavo dell’Arssa perché questo era il disegno di legge che circolava fino a pochissimo tempo fa.

L’Arssa in modo particolare. Io ho avuto il piacere e l’onore di dirigere questa agenzia per diverso tempo.

Non ci eravamo mai sognati di dire che questa agenzia funzionava e che poteva andare avanti così come era stata concepita e trasformata negli anni.

Pensiamo alla gloriosa Opera Sila che ha posto in essere la riforma agraria che tanto ha dato alla regione Calabria e particolarmente al mondo agricolo.

Esistono in Commissione ancora testi di diversi disegni di legge di precedenti legislature che, abbiamo visto, sono stati molto studiati e ponderati. Sono stati chiesti contributi anche al consiglio di amministrazione dell’Arssa e ad altri consulenti e quindi certamente si voleva intravedere in queste riforme una forma più snella e più agevole di voler portare avanti quelli che sono i punti istituzionali di questa agenzia.

Eppure d’un tratto – quasi per incanto – la si vuole dismettere non sapendo come utilizzare tutta quella grandissima professionalità che esiste nell’Arssa e che tanto ha dato alla nostra Calabria.

Non so come andrà a finire ma certo ritengo che un’intuizione c’è: il poter gestire – mi è parso di capire – l’Università di agraria di Reggio Calabria, gran parte di quelli che sono i centri sperimentali, la ricerca e tantissime altre cose.

Ma che fine faranno gli impianti di risalita? Si vogliono mettere sul mercato, ma si sa già da diversi anni - l’amico Incarnato, allora sindacalista, conosce più di me la problematica di questi impianti - che sarà molto difficile farlo, viste le passività che registra la sua gestione per via dei molti dipendenti addetti a questo impianto.

Ma anche tantissime altre cose, al di là dei centri sperimentali che ci sono, acquedotti e tantissime altre cose che l’Arssa gestisce e continua a gestire. Noi ritenevamo che tutte queste parti dovessero essere un po’ sfrondate per rendere questo strumento, come dicevo prima, più agevole.

Non si capisce bene, non è detto in questa enunciazione e non certo nella riforma che naturalmente si dice in questo maxiemendamento, che chi dovrà portare avanti questo processo non sarà la Commissione ma la Giunta entro il termine di 30-90 giorni.

Riteniamo che tutto ciò non porterà a quello che noi tutti vorremmo che fosse, cioè una vera riforma per quanto riguarda l’Arssa e l’Afor.

Per non parlare proprio di quanto si è detto delle Asl. Cosa succederà già domani? Sta montando la protesta in tutta la Calabria perché si sa che le Aziende sanitarie da 11 diventeranno 5, una per ogni Provincia.

Ritengo che non passerete certamente giorni felici, politicamente parlando, voi consiglieri e assessori della maggioranza.

Non perché non sia giusto operare in questo senso, ma perché il metodo utilizzato è molto improvvisato e certamente non potrà dare quelle risposte che tutti quanti noi vorremmo fossero date.

Un’altra cosa che ci riguarda più da vicino. Si parla tanto di questo quinto centenario della nascita di San Francesco di Paola. Ci siamo ritrovati la legge non finanziata e non è stato organizzato niente grazie anche a quello che è stato l’intuito mirabile dell’ex sindaco di Paola che - si fa per dire - avete foraggiato non so come, e ci ha portato in un disastro completo ed irreversibile. Molto si dovrà fare affinché si possa risalire la china.

Leggo il punto 9 dell’articolo 11 e vorrei capire se rimane in piedi il progetto fatto dal privato oppure – come si dice – si definirà un programma strategico integrato, cioè se si andrà alla ricomposizione e quindi alla rimodulazione di questo progetto. Però non vedo nemmeno quali siano i finanziamenti, o dove attingere ai finanziamenti per poter dare una risposta a questo progetto integrato.

Non vorrei che passassero tutti questi anni e ci trovassimo ancora a parlare di tutto ciò senza avere alcunché di concreto in mano e quindi magari passa tutta la festa e non si ha assolutamente nulla per poterla gestire.

Amici, ritengo che non saranno tempi certamente facili da poter attraversare e non certo perché la demarcazione, così come l’amate definire, tra riformisti e reazionari quali potremmo esser noi, ha bisogno di questi input e di questi blitz che voi fate.

Avrei, invece, ritenuto più opportuno che fosse coinvolto il Consiglio regionale tutto, per avviare una discussione molto sinergica e condivisa da parte di tutti quanti noi, usando gli organismi preposti in un Consiglio regionale.

Prima la Commissione e poi naturalmente il Consiglio regionale. Tutto ciò non è stato fatto, ci avete impacchettato questo po’ po’ di roba che è qualcosa di veramente eccezionale per la fretta di doverla fare e di dare delle risposte.

Ritengo che naturalmente queste risposte saranno un boomerang contro il vostro modo di governare che certamente non darà delle risposte esaustive a quelli che sono i reali problemi della nostra terra. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Roberto Occhiuto

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Stancato. Ne ha facoltà.

Sergio STANCATO

Grazie signor Presidente, era certamente mio dovere in questo momento intervenire nel dibattito sul bilancio come esponente della Democrazia cristiana, del vecchio partito della Democrazia cristiana a cui in quest’Aula tanti hanno appartenuto, per esprimere dei giudizi anche se brevi.

Chiaramente dobbiamo lasciare poi il tempo al Presidente della Giunta di replicare alle cose che sono state dette e farci capire fino in fondo che significa questa rivoluzione che oggi in Aula è arrivata.

Noi abbiamo, è vero, lavorato in Commissione, abbiamo fatto tante cose insieme e tante di queste sono rimaste nell’articolato che poi stanotte andremo ad approvare.

E’ anche arrivata una grande novità, è arrivato un momento di vero riformismo su cui tutti quanti noi abbiamo avuto la necessità di fermarci a riflettere per capire fino in fondo che significava questa cosa in questo momento e nella nostra Calabria.

Per me ha avuto solo e semplicemente un grande significato, cioè quello di un grande atto di coraggio politico da parte dell’esecutivo e del Presidente Loiero per affrontare dei temi di cui stiamo discutendo – ricordo così – almeno da 15 anni. Anni in cui tutti quanti dicevamo che era necessario farlo, era necessario andare avanti e riformare l’Afor, l’Arssa, la sanità e però poi agli enunciati non facevano seguito atti concreti.

Stasera finalmente cominciamo con fatti concreti, con grande coraggio e volontà, con grande determinazione da parte della Giunta e del Presidente.

Vedete, amici, quando ci sono questi sconvolgimenti, queste rivoluzioni vere e proprie c’è sempre un momento in cui ci tremano a tutti quanti noi il polso ed il cuore. Poi però questi grandi sconvolgimenti, queste rivoluzioni, queste riforme certamente creeranno un nuovo status nella nostra Regione che porterà un miglioramento specialmente nel campo della sanità.

Guardate, io sono un operatore sanitario, sono un medico e capisco fino in fondo il significato di questa operazione che serve soprattutto con la stazione unica appaltante a portare un momento di serenità e di trasparenza nella vita della sanità pubblica.

Era necessario farlo soprattutto per le cose a cui abbiamo assistito in questi anni e abbiamo avuto stasera come maggioranza e come Giunta e come Presidenza della Giunta il coraggio di affrontare questa situazione.

Certo non è un fatto indolore, ci saranno certamente delle sofferenze politiche ma noi abbiamo la capacità ed il coraggio di poterle affrontare, perché abbiamo una guida sicura che ci può portare avanti nel discorso di condurre la Calabria non in un travaglio ma alla normalità.

Di questo ha bisogno questa Regione, di normalità, di essere guidata con sicurezza verso acque più calme e serene dove la gente possa riconoscersi e guardare con speranza al futuro.

Vedi, caro amico Pizzini, probabilmente l’assessore Pirillo perderà potere ma lo facciamo, coscienti di rendere probabilmente un servizio, di rendere sia l’Afor che l’Arssa, queste istituzioni, meno pesanti per quanto riguarda il bilancio regionale e forse per fare un servizio ai tanti lavoratori che hanno il diritto di avere un futuro diverso e più sicuro.

Certo, amici non è facile, sono convinto che il percorso sarà molto difficile e travagliato ma sono sicuro che i calabresi riusciranno a capire fino in fondo quel che stanotte stiamo cercando di fare, così come – consentitemi di dirlo come paolano – sarà per il quinto centenario.

In questa legge regionale che riguarda questo quinto centenario, abbiamo un altro emendamento che ho presentato in Commissione, che è stato recepito dalla maggioranza e che ci consentirà di portare avanti un certo tipo di discorso, soprattutto per le cose concrete e serie da fare, per affrontare veramente un piano strategico integrato che porterà nuove risorse nella nostra terra, per cercare di dare una risposta adeguata a quelle che saranno le esigenze di questo importante quinto centenario.

I soldi comunque ci sono caro amico Pizzini, sono allocati nello stesso capitolo di bilancio, ed erano lì dallo scorso anno, e sono convinto che queste cose certamente serviranno anche alla nostra Paola.

Caro, Presidente, non mi dilungo oltre, voglio, però, semplicemente dirti: continua così, cerca di salvare questa Calabria, di portarla fuori dalle secche e di ridarle quella normalità di cui i cittadini calabresi hanno bisogno.

PRESIDENTE

La discussione è terminata. Come avevamo concordato…

(Interruzione)

Avevamo concordato che alla fine il Presidente Loiero avrebbe fatto una breve replica.

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nicolò. Ne ha facoltà.

Alessandro NICOLO’

Brevemente Presidente, prendo la parola per esprimere il mio pensiero dopo aver ascoltato la relazione del Presidente Chieffallo. Una relazione su un bilancio blindato, con quel sub-emendamento presentato dalla Giunta, che non tiene conto della volontà della Commissione, del suo lavoro svolto, che non tiene conto degli indirizzi impartiti dai commissari in un periodo di 3-4 mesi in cui si è lavorato per dare un contributo - come ho detto nel mio precedente intervento – utile ad una svolta per la nostra Regione.

(Interruzione)

E’ un libro dei sogni questo documento contabile che non tiene conto delle esigenze primarie della nostra Regione, che trascura le politiche agricole e il turismo, che trascura comparti importanti della sanità.

Si è parlato la volta scorsa, Presidente, dei costi della politica però non si è detto quanto costano i consulenti alla Regione Calabria. Qui ho delle pubblicazioni da parte di un quotidiano locale che fa delle citazioni abbastanza allarmanti per quelle che sono le consulenze, i doppi incarichi che vengono conferiti..

Per far fronte a questa esigenza i colleghi Pacenza e Borrello in Commissione chiesero la costituzione di un’autority perché vigilasse sulle consulenze. L’emendamento fu respinto, ovvero non fu accolto dal governo, nella fattispecie dalla persona dell’assessore Spaziante.

Nell’elenco fornito dal quotidiano “Calabria Ora” vi sono dei nomi illustri, Presidente, che oltre a svolgere funzioni importanti e ricoprire incarichi istituzionali di un certo livello svolgono ricoprono anche incarichi di consulenze onerose conferite dalla Regione. Il riferimento è al Presidente della Provincia di Reggio Calabria che secondo “Calabria Ora” percepirebbe 100 mila euro all’anno.

Questo è uno dei riferimenti e delle citazioni pubblicate dal quotidiano “Calabria Ora”.

Sarebbe opportuno soffermarsi sulle questioni afferenti la spesa pubblica, al conferimento degli incarichi e alla razionalizzazione degli stessi.

Qui un altro titolo: “un milione di consulenze”. E’ questo il nuovo corso? Il Consiglio ha strutture per tutti i gusti e c’è qualche nome noto. Nel listone dei consulenti della Regione c’è qualche nome noto della politica regionale. Giuseppe Morabito, ad esempio, è tra i 5 esperti giuridici. “Il diessino Presidente della provincia di Reggio Calabria a dire il vero non è una new entry”.

Occorre fare una riflessione colleghi consiglieri, ma seria sui tagli e, soprattutto, quando si parla dei costi, occorre fare una riflessione quando si pensa alla stabilizzazione dei lavoratori, ai precari, a quella gente che oggi ha invaso il Consiglio regionale.

Pensavo che nel bilancio regionale ci fosse maggiore attenzione alle politiche del lavoro perché la finanziaria nazionale prevede un fondo che consente alle Regioni di poter procedere alla stabilizzazione dei precari.

Su questo non c’è una proposta della Regione. Io ho potuto constatare in diverse circostanze - e ciò è forse una delle concause che avrebbe potuto provocare la reazione di tanta gente delusa che oggi è venuta qui a protestare - le promesse elettorali formulate dagli assessori rispetto alla stabilizzazione degli Lsu e degli Lpu, rispetto alla stabilizzazione dei precari e alla programmazione di nuovi posti alla Regione.

Non possiamo noi scherzare e non possiamo mettere il dito su una piaga, soprattutto se si tratta della questione lavoro nella nostra regione, una delle più povere del nostro Paese, che perciò merita, necessita della giusta attenzione da parte di una classe dirigente che ha dimostrato di essere negligente in diversi segmenti della politica economica e sociale.

E poi sentivo poc’anzi l’onorevole Naccari che in una sua battuta diceva “forse oggi si potrebbe costituire il partito unico in Consiglio regionale” perché si è affermato il partito della opposizione nei confronti del governo regionale. Le critiche sono pervenute dai banchi della maggioranza ed anche dai banchi della opposizione.

Soprattutto dai banchi della maggioranza, suggerisce il collega Vilasi.

In un articolo il consigliere Borrello parlando dell’assessore Spaziante sosteneva che “sulle questioni calabresi ne so più di lui”, assessore questo lo dice il Vicepresidente del Consiglio regionale.

Quindi c’è all’interno della stessa maggioranza una fibrillazione, una divergenza di vedute rispetto ad una finanziaria che scontenta i calabresi.

E lo stesso compagno, onorevole Sarra

(Interruzione)

Giovanni NUCERA

Compagno mai!E’ una provocazione…

Alessandro NICOLO’

Lo stesso Guagliardi definisce questo come un bilancio schizofrenico.

Come potete constatare all’interno della vostra coalizione non vi sono scelte condivise, partecipate e concertate perché siete stati contestati dalle parti sociali e quello che oggi è avvenuto, che abbiamo vissuto è un esempio - e mi auguro che sia l’ultimo -, è il frutto di un’azione politica negligente.

Come diceva il Presidente del gruppo di cui mi onoro di far parte continueremo in questa azione positiva di stimolo e di controllo dell’attività di governo.

Però lei Presidente Chieffallo, che ha la mia stima, con quella firma, con quel maxi-emendamento ha vanificato e delegittimato il lavoro di una Commissione e la funzione di questo Consiglio. Perché, non scordiamocelo, tra le funzioni di questo Consiglio vi è il lavoro delle Commissioni.

Questo ci rammarica molto perché abbiamo potuto constatare che c’è la volontà da parte della maggioranza – e si riscontra in molti articoli del collegato alla finanziaria – di esautorare il ruolo del Consiglio regionale. Noi invece vogliamo che si affermi la centralità del Consiglio regionale perché è qui che si decidono le sorti dei calabresi ed è qui che, attraverso il confronto civile e democratico, bisogna avviare quelle condizioni di sviluppo per le quali voi fate propaganda. Noi invece vogliamo con azioni concrete – insieme a voi – poter dare risposte ai tanti giovani che hanno bisogno di avere un futuro roseo e non quello che state loro prospettando con questo libro dei sogni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA

Voglio dare un contributo a questo dibattito che ormai si protrae stancamente nel cuore della notte.

Abbiamo assistito un po’ a tutto oggi, quasi ad una commedia pirandelliana dove dal “Così è se vi pare” si è passati al “Berretto a sonagli” perché i rumori, i frastuoni ed i fischietti non sono mancati nel corso della giornata lavorativa di ieri. Perché pur essendo quella di oggi la festa dei lavoratori abbiamo proprio nei loro confronti consumato, probabilmente, una delle pagine più nere della Calabria.

Voglio riprendere un po’ alcuni dei temi che sono stati affrontati in quest’Aula nel corso del dibattito perché sapendo che dopo di me parlerà il Presidente Loiero voglio iniziare con un complimento al grande ammiraglio di questo Consiglio regionale, al grande capitano di questa maggioranza, all’uomo che riesce a trasformarsi ed a trasformare una barca che imbarca acqua da tutte le parti in un transatlantico veloce che attraversa anche mari procellosi con estrema semplicità e facilità.

Il Presidente Loiero stasera merita il premio del grande navigatore esperto. Certo lo stesso premio non possiamo darlo a questa maggioranza che ha dimostrato quelle cose che l’onorevole Adamo, nel suo accorato ed appassionato intervento, ha voluto porre in evidenza come momento di grande attenzione a quella che è la nuova Calabria che questo governo e questa maggioranza vogliono descrivere e vogliono indicare all’esempio non solo dei calabresi ma della Italia tutta e, -perché no? - come qualcun altro si è spinto a dire, anche dell’Europa.

Qual è questa nuova Calabria? E’ la Calabria degli emendamenti bliz? È la Calabria dell’assunzione di responsabilità a fronte di discussioni lunghe che si protraggono dal 4 dicembre – come qualcuno diceva – fino ad oggi quasi 4 di maggio? La Calabria che ha bisogno di 5 mesi per elaborare un documento che passa 3-4 modifiche sostanziali e che perviene all’atto finale della sua nascita, al parto concreto, con un emendamento dove c’è tutto e il contrario di tutto?

Dove c’è il richiamo alla responsabilità e contemporaneamente quella che noi potremmo anche definire l’azione forcaiola di quello che è “Così è se vi pare”. Allora più che mai sento di dare questo premio all’ammiraglio Loiero questa sera. Sento di poterlo dare proprio nella veste dell’uomo che è riuscito a far quadrare i conti di una calcolatrice che sembrava impazzita. Perché a questo abbiamo assistito.

L’aforisma più che mai si adatta a quanto stiamo vivendo con kafkiana partecipazione all’evento che oggi si sta consumando e che si consuma proprio il giorno della festa del lavoro.

Le verità di un’assenza totale di programmazione sembrano essere diventate verità impazzite. Le bugie e le menzogne che questa maggioranza ha offerto per due anni sembrano invece trasformarsi nella verità che Adamo definiva “che rivolta la Calabria come un calzino”.

Questa è la sintesi del dibattito di oggi e se questo è il senso della discussione di stasera, se questa è la Calabria che vogliamo prospettare da qui a poco, se le grandi riforme che abbiamo tante volte auspicato, come un processo di confronto corretto e democratico fra l’istituzione governo regionale, l’istituzione Regione e i calabresi, veramente c’è da dire che quell’aforisma trova oggi piena applicazione.

Cos’è che manca in tutto questo? Manca il momento del dialogo asfissiante fino alla fine? No, manca la lealtà del confronto democratico, manca, a voi che avete una cultura imbevuta da concezioni che sembrano portare sempre alla partecipazione democratica degli eventi e dei processi politici, quell’elemento, quel momento di contatto e di dialogo non solo con la base, con la gente che oggi era qui a protestare, ma anche con quei corpi sociali che rappresentano quel momento di mediazione che per un attimo li escludo – i partiti – ma che li includo nel rapporto con il mondo sindacale, il mondo delle categorie rappresentative, il mondo della piccola e media impresa, il mondo dell’industria.

Tutto questo non fa altro che allontanare quel rapporto che dovrebbe essere un rapporto unito, intrinseco e intrecciato tra responsabilità di governo e società, che ci condivide e che ci osserva e segue e che pone le sue speranze alla nostra attenzione.

Manca di fatto quel patto sociale indispensabile per poter superare, si in questo caso, caro collega Adamo, quel rapporto di sfiducia che la Calabria sempre, giorno dopo giorno, aumenta nei confronti della nostra terra.

Ecco avremmo voluto, partendo proprio da oggi, da questo bilancio, dal bilancio tutto vostro, individuare e focalizzare l’attenzione su tutto questo. Ma non c’è stato, perché le grandi emergenze di questa regione, sono state citate, sono l’esigenza economica e sociale, l’esigenza criminale e l’esigenza di avere rapporti chiari e di porre in essere un patto di serenità tra cittadini ed istituzioni.

Ma non riusciamo a farlo perché siamo troppo abbarbicati a quello che è il nostro modo di essere e di concepire, che travalica il rapporto con l’altro e pone noi al centro della nostra obiezione.

Ecco perché stasera Loiero diventa più grande e sempre più gigante rispetto ai nani di una maggioranza che non riescono a leggere, invece, la necessità di dare attuazione concreta ad un dettato compiuto e costruito in Commissione regionale e in Consiglio regionale e che non avete avuto il coraggio di difendere fino alla fine.

Voi uomini di questa maggioranza più che mai avete mortificato la dignità della Calabria con questo atteggiamento! Voi che non avete saputo difendere il lavoro di 5 mesi! Voi che non avete saputo dare forza e radici a quelle che dovevano essere le vostre concezioni mortificando non solo la vostra dignità ma la dignità dei calabresi che tutti assieme noi rappresentiamo!

Ecco qual è il dato che emerge, ecco qual è la carica spirituale che manca alla vostra attenzione! Ecco dove affonda la vergogna di questa maggioranza che non trova riscontro in altre realtà sociali e in altre realtà regionali, in altri consensi elettivi, in altri rapporti istituzionali!

Ecco, cari amici, diceva Adamo: noi dobbiamo destrutturare la Calabria, distruggere il vecchio. Ma qual è il vecchio? Il vecchio è forse quel sistema che si è attuato in un confronto serrato, duro, accanito tra maggioranza e opposizione, tra maggioranza e maggioranza all’interno della stessa coalizione per modificare, cambiare e contrastare anche alcune decisioni della Giunta?

Non c’è – lo dicevo prima – il cireneo di turno, stavolta è un romano non un calabrese, è l’assessore Spaziante.

(Interruzione)

Presidente Loiero complimenti perché con grande dignità ha difeso il mandato che la Giunta aveva affidato all’assessore Spaziante. Si lo ha difeso con lo spirito di chi sa che era in solitudine ed impotente rispetto agli attacchi che venivano sferrati in Commissione, erano forti i vostri consiglieri, in quella sede lo mettevano ko, pronti a venire in quest’Aula a rinnegare e dimenticare se stessi. Ahimè!, caro Presidente Chieffallo, quanto aiuto hai avuto dalla tua “minoranza” in sede di Commissione! Quale senso di responsabilità Presidente Loiero!

Responsabilità, si, ma la appello con dignità a questa minoranza che ha preso parte ai lavori con grande senso di partecipazione e coscienza continuando costantemente a garantire la partecipazione democratica ai lavori della Commissione, garantendo la maggioranza, quella sua stessa maggioranza di governo che non riusciva a dare copertura.

Questo è l’elemento fondamentale su cui poggiare i fatti. Io non so cosa lei dirà nella sua replica ma le posso dire con grande orgoglio che quella maggioranza che la regge prima o poi la farà affondare.

Io non so se lei riuscirà a vivere cinque anni in queste condizioni, non lo so proprio ma so soltanto una cosa: se ha avuto il 60 per cento, con questi uomini nel 2010 arriverà al 30 per cento.

Ci pensi e ci pensi bene su quello che andrà a fare perché non potrà assolutamente reggere l’urto di una rissosità così forte e veemente che c’è all’interno di questa maggioranza. Non riuscirà mai a poter garantire la sua stessa sopravvivenza.

Allora, Presidente, volevo chiudere anche io questo intervento che è stato tutto sommato partecipato perché ricco di verità. Quando in politica come nella vita, ma nella vita più ancora che nella politica l’uomo parla di verità, questa verità per quanto debole possa essere e per quanto possa essere legata alle debolezze dell’essere umano assume una sua dimensione che è quella della vera partecipazione. Quella fatta senza infingimenti, senza retropensieri, quella fatta a sostegno di una idea e di una bontà, a sostegno di una speranza che è quella di tutti noi di vedere questa Calabria veramente sulla via di una diversa impostazione, di una nuova visione, sulla via della speranza che non è certo con questa maggioranza che lei potrà continuare ad auspicare.

Allora stasera le faccio i complimenti e la invito a meditare su quanto le ho detto, perché con questa maggioranza non solo lei non andrà molto lontano ma è la Calabria, purtroppo, che soccombe.

Allora signor ammiraglio, dopo averle dato i gradi metaforici di una idea e di una guida, le annuncio, le dico che sul bilancio complessivo esprimiamo un giudizio estremamente negativo.

Mi auguro che nella discussione degli emendamenti si possano veramente cercare i momenti di insieme per poter in qualche modo rendere più partecipato questo bilancio. Ma quando manca la società e la partecipazione dei corpi sociali, quando manca il senso della partecipazione dei calabresi tutto ciò che andrà a fare saranno leggi scritte probabilmente ma mai leggi che si potranno applicare che non diventeranno e non si trasformeranno mai in coscienza popolare per i calabresi.

Questo è il danno maggiore che noi possiamo dare, che possiamo offrire al popolo di Calabria. Questo è il danno maggiore di questa maggioranza che oggi lei, Presidente, pilota e la trova partecipe.

Allora continuate pure ad approvarvi ciò che volete stasera, fatelo e presto, sapete perché, Presidente? Perché da qui a poco questa stessa maggioranza imploderà al punto tale che non ci sarà più tempo neanche per capire ciò che verranno a fare.

PRESIDENTE

Ci associamo e chiedo scusa, al momento di raccoglimento della minoranza, il primo maggio ricorda lei onorevole Nucera come diceva la canzone? “Non sarà oggi non sarà domani hanno a muriristi piscicani”.

Torniamo alle cose serie. La parola al Presidente Loiero.

Agazio LOIERO, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, parlerò brevemente perché non ho potuto ascoltare per intero il dibattito, ma una parte l’ho ascoltata con l’attenzione che dedico sempre al confronto in quest’Aula com’è noto, peraltro, per la verità.

Noi siamo – voglio dirlo con franchezza – in un momento importante non solo per il centro-sinistra ma per tutta quanta questa Assemblea, credo anche per la Calabria. Non voglio adesso caricare niente su questo impegno che andiamo a prendere qui in quest’Aula. Però non c’è dubbio che mi sembra che non solo ci sia una grande attesa dei calabresi anche per un senso di svolta da dare al ritmo di questa Regione ma anche perché c’era un impegno assunto in quest’Aula qualche mese fa di dare un segno di radicale rinnovamento e di dare anche un grande vigore riformatore all’azione di governo.

Noi abbiamo ritenuto – lo voglio dire, non senza problemi al nostro interno, perché come ho detto un’altra volta da noi si discute molto, si parla e ci si confronta; riteniamo che il confronto sia un modello di democrazia assai rispettabile perché fa crescere conoscenza, sapere e quindi è abbastanza importante – che fosse il bilancio questa occasione storica, che avviene annualmente – magari con ritardo –, ma speriamo in futuro di poter rispettare i tempi perché questo sarebbe anche un fatto di civiltà politica. Abbiamo affidato a questo bilancio l’ambizione di crescita e di sviluppo che ha questa Regione. Noi sappiamo perfettamente che gli effetti di certi impegni non sono simultanei, talvolta si vedono nel tempo. Si tratta, in Calabria, di superare antichi privilegi che ci sono e che si sono incrostati nella nostra Regione talvolta in maniera volontaria e talvolta in involontariamente. Perché spesso tutto quello che si è costruito lo si è fatto attraverso il criterio della emergenza.

L’emergenza è diventata un fatto ordinario lungo l’arco della legislatura. Naturalmente quando si costruisce con l’emergenza spesso si ha una distorsione della procedura perché si finisce per dilatare a dismisura un potere discrezionale e questo non fa bene alla obiettività che deve avere un intervento di governo.

Naturalmente ci portiamo dietro oltre alle incrostazioni profonde, anche vecchi fardelli con cui dobbiamo saper fare i conti.

Non mi illudo che quello che dobbiamo andare ad approvare da qui a poco possa trovare nell’immediato una condizione di soddisfazione e di risposta nel territorio perché spesso è accaduto che più profonda è l’azione riformatrice, più si vedono i risultati nel tempo e non nell’immediato.

Io ho assistito un pochino alla discussione - non voglio far polemica -, oggi c’è stato un confronto molto civile con l’opposizione, e voglio dire al mio amico Occhiuto che noi siamo stati segnati in questi mesi da polemiche talvolta ingenerose. Da alcune ritualità che sono tipiche della minoranza, della opposizione che deve fare il suo dovere e spronare la maggioranza nella speranza di poterne raccogliere nel tempo il testimone. Ma io voglio dir questo: noi ci siamo trovati per alcuni mesi in una condizione di difficoltà e, se posso dire, anche di inerzia.

Io tendo sempre a dire la verità, una verità d’Aula sicuramente abbastanza accentuata.

Certe volte abbiamo dovuto rallentare il passo anche se le nostre giornate sono state sempre affannate e tese a cercare di risolvere i tanti problemi che si pongono sul tavolo di chi governa questa Regione.

Allora se ci fermiamo veniamo rimproverati che ci fermiamo e segniamo il passo. Se invece diamo una spinta riformatrice la immaginiamo come una clava o come una suggestione.

Obiettivamente questo non è giusto perché un po’ disorienta, e lo dico con estrema franchezza. Voglio dire anche un’altra cosa. In queste ultime settimane si è registrata una polemica virulenta che è piovuta da più parti sopra la Giunta regionale, sopra il Presidente. Talvolta si è andati anche sopra le righe. Io non voglio immaginare lontanamente cosa ci stia dietro e può essere che ci sia pure una passione fortissima dietro alcune polemiche che si fanno nei confronti della Regione, del suo Presidente, della Giunta. Lo trovo normale in un territorio come il nostro, ma io inviterei ad avere un po’ più di attenzione perché questa è una Regione difficile sotto questo aspetto, spesso la rabbia sociale non si controlla.

Noi abbiamo avuto in passato episodi spesso ricorrenti in cui è sembrato che non si potesse proprio comprimere una rabbia che si è incubata a lungo.

Questo è un elemento che fa rischiare anche la maggioranza ma talvolta anche la opposizione.

Mi è sembrato giusto dover dire questo perché poi quando si armano certi mali se si fa il conto con la disoccupazione galoppante, con le difficoltà che ci sono, con l’indigenza e con la povertà che spesso galoppa specie negli ultimi anni poi non si riesce a comprimere certi istinti perché poi il territorio ha una sua base difficile da governare e controllare.

Naturalmente noi avremmo preferito presentare un programma di governo in un confronto molto più ampio in questa Assemblea. Ma abbiamo fatto un po’ come negli ultimi 15-20 anni si usa fare in Parlamento.

Qualcuno parlava di emendamento omnibus, mi pare il collega Talarico. Ci sono alcuni istituti che sono istituti parlamentari ma anche di Assemblea regionale che secondo me vanno rispettati. D’altra parte perché meravigliarsi di questo.

Se voi pensate che nella legislatura nella quale sono stato da ultimo parlamentare che è quella che va dal 2001 al 2006 io ho assistito ad un fatto del tutto inconsueto. Cioè, una maggioranza che era forte di 100 deputati in più alla Camera e 50 senatori è stata costretta, da avvenimenti e lacerazioni che ci sono state al proprio interno, a porre per 46 volte il voto di fiducia. Talvolta con un emendamento si è finito per surrogare una intera finanziaria e sono stati – lo voglio dire – posti decreti legge in media una volta la settimana con una compressione della democrazia che è drammatica e che è una cosa totalmente diversa da quello che avviene in una Assemblea regionale. Perché nel Parlamento nazionale ci si confronta su diritti di libertà, su diritti fondamentali e quindi comprimere a tutti i costi quella che è l’esigenza di un confronto, stroncarlo è una cosa infinitamente più grave che farlo qui.

Ma non fa scandalo, questo l’ha fatto il Governo Prodi ma ancora più scandalosamente lo ha fatto il Berlusconi avendo in mano quel tipo di maggioranza. Quindi un Parlamento che è stato spesso in ostaggio.

Però tutto questo secondo me non ha valore perché ormai è diventato un istituto del Parlamento e anche delle Assemblee regionali.

Ho detto qui che non la facevo lunga e non la faccio lunga. Non raccolgo ma voglio solo dire perché sono state rievocate alcune cose in maniera disordinata.

Sulle zone franche – lo voglio dire a Franco – il governo si appresta ad applicare una sorta di procedura sperimentale. E’ vero che forse le Regioni del sud più grandi come Campania e Sicilia possono averne due ma in genere siccome è sperimentale e non si sa l’applicazione che effetti avrà in Italia perché è stato sperimentato altrove, in Calabria molto probabilmente ce ne sarà una sola.

Dovremmo fare una scelta. Io non ho parlato di Gioia Tauro ma mi riferivo al porto franco non alla zona franca ed ho cercato di spiegarlo.

Anche sul discorso dei consulenti, lo dico perché è stato evocato questo discorso e venga anche registrato perché l’ho detto un paio di volte sulla stampa, vedo che si ritorna molto volentieri.

Come voi sapete un Presidente di questa Regione ha diritto ad avere 8 consulenti. Io dall’inizio della legislatura – non ho cambiato – ne ho solo tre non perché gli altri 5 non mi servirebbero ma perché ancora non ho trovato quelli giusti. Voglio avere gente che mi dia un aiuto vero perché io ne ho un bisogno disperato ma voglio trovare la persona giusta.

L’ultima cosa che volevo dire è questa. Adesso noi ci accingiamo – mi dispiace – a lavorare ancora un paio d’ore qui perché io vorrei proporre al Presidente, se lui è d’accordo, che da tutto questo maxi emendamento che abbiamo presentato venissero estrapolate alcune cose che per noi sono simbolicamente più significative e che potrebbero essere Afor e Arssa così come noi le abbiamo individuate. Tirar fuori Fincalabra se è possibile, la stazione unica appaltante e il discorso sull’accorpamento delle aziende nel settore sanitario.

E’ bene che con questa attesa che si è incubata anche in Calabria, noi dessimo delle risposte. Poi magari, se è possibile, possiamo a strettissimo tempo, fra due o tre giorni fare un’altra seduta di Consiglio in modo tale da dare a tutti la possibilità di parlare e di fare un discorso più ampio, di ascoltare anche la opposizione, vedere se ci sono condizioni perché su alcuni emendamenti si possa andare con un segno anche di serenità che d’altra parte io ho sempre cercato di perseguire in quest’Aula. Vedere se ci sono arricchimenti che possono venire dalla opposizione così come sono avvenuti nel dibattito.

Quindi Presidente io proporrei un voto su questi temi, ma mi voglio soffermare un minuto solo ancora sulla sanità.

Guardate, come sapete, c’è stato un impegno dell’assessore alla sanità per varare un Piano sanitario. Naturalmente la sanità è una materia che prende in maniera ossessiva, giorno per giorno e settimana per settimana.

Naturalmente noi abbiamo lavorato molto in questi mesi ad un piano sanitario. C’è una Commissione di esperti, ne abbiamo parlato in Giunta ma forse in questo momento siccome capiamo perfettamente e sappiamo cosa è avvenuto nella passata legislatura vorremmo scindere in due tronconi questo aspetto. Oggi votare intanto l’accorpamento in 5 Asl che secondo me è un dato molto significativo che va in direzione, naturalmente della posizione tendenziale più volte espressa dall’assessore al ramo e di cui abbiamo discusso in Giunta.

Naturalmente sulla sanità sono appuntati la nostra attenzione e i nostri occhi in maniera particolare perché noi non possiamo rischiare di uscire fuori dal patto nazionale, siamo dei sorvegliati speciali. Anche nel momento in cui si avvicina a grandissimi passi il federalismo fiscale, che ci imporrà rigore, attenzione, addirittura ci sarà bisogno di affondare talvolta anche il bisturi proprio perché noi dobbiamo restare in un alveo che ci permetta di andare avanti e di dare servizi essenziali, anche una buona sanità ai nostri pazienti e bloccare l’esodo sanitario.

Ultima cosa che volevo dire: se è possibile, Presidente, siccome insieme a Fincalabra e Arssa c’è anche la trasformazione del centro servizi avanzati agro-alimentare di Lamezia Terme da trasformare in fondazione, se potessimo approvarla anche stasera sarebbe una buona cosa.

Magari ci lasciamo - quello che è importantissimo e chiudo proprio così – quel finanziamento del programma evento di San Francesco come un augurio per la prossima tornata. Grazie.

PRESIDENTE

Sulla proposta fatta dal Presidente prima di passare nel merito dell’articolato anche se è irrituale mi pare che avesse chiesto di parlare l’onorevole Tallini. Ne ha facoltà.

Domenico TALLINI

Noi avevamo pensato, Presidente, che in effetti sia una proposta irrituale quella posta dal Presidente e continuiamo a sostenere che le riforme annunciate dallo stesso Presidente potessero essere approvate con normale procedura di legge.

Ora io ritengo che questa valutazione vada fatta dall’Aula e immediatamente attraverso una approfondita riflessione.

Non aggiungo altro perché avete capito cosa noi intendiamo dire e quindi lasciamo la valutazione alla volontà di quest’Aula ritenendo noi questa, la decisione a cui poi vogliamo adeguarci.

PRESIDENTE

Se siamo d’accordo la proposta avanzata dal Presidente Loiero dobbiamo assumerla come se fosse l’articolo 1 del collegato e poi a scalare, articolo 2 ecc., poi in coordinamento formale conclusa la discussione da qui a qualche giorno – formale non sostanziale – si possono organicamente vedere i numeri rispetto al collegato formale.

Ora non abbiamo altra alternativa che per dare ordine alla discussione immaginare Arssa, Afor ecc., così come punti 1, 2 e 3 e poi nel collegato formale ferma restando la forma e la sostanza di quel che votiamo reintrodurlo in un collegato organico.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Guerriero. Ne ha facoltà.

Giuseppe GUERRIERO

Presidente, per dire rispetto a quanto già stabilito dal Presidente Loiero che noi condividiamo questo percorso, anche se ritenevamo che la nottata potesse essere esaustiva per l’approvazione, il giusto compimento del bilancio proprio per i problemi che lo stesso documento contiene.

Gradiremmo però per quanto già dichiarato dal Presidente della Commissione che l’articolo 46, che riguarda il discorso dei trasporti, fosse ritirato sin da stasera da parte degli emendanti, anche in aggiunta a quanto detto già dal Presidente Loiero, senza portarlo in discussione la prossima seduta.

PRESIDENTE

Gli articoli si affrontano in maniera progressiva, cioè metodologicamente discutiamo l’articolato dall’inizio e definiamo di conseguenza, non andando a spezzoni e decidendo cosa approviamo o non approviamo dopo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chieffallo. Ne ha facoltà.

Leopoldo CHIEFFALLO, relatore

Presidente, il percorso indicato è sicuramente quello che in buona sostanza soddisfa questa volontà riformatrice anche prendendo atto della disponibilità del collega Tallini, il coordinamento formale può portare a questo tipo di discorso avanzato e quindi concludere questa vicenda su cui la Calabria in questo importante giorno ha posto gli occhi e l’attenzione.

Volevo dire al collega Guerriero che io nella mia relazione ho ritirato – anche a nome del collega Adamo – questo articolo 46 del quale si faceva riferimento. Quindi preciso ancora una volta che è ritirato.

Damiano GUAGLIARDI

Per capire, Presidente. C’è una proposta dell’onorevole Loiero di individuare tre o quattro punti per la votazione. Ma poi cosa succede? Succede che riprendiamo dall’articolo 1 del collegato? Cioè quando ci sarà la prossima seduta di Consiglio regionale si comincia da questo?

Allora stando così le cose io a livello del tutto personale, ovviamente, Presidente perché in questo momento non posso parlare né come capogruppo di Rifondazione comunista né per conto del partito che per fortuna stasera ha di nuovo un segretario regionale…

(Interruzione)

Dopo vi dirò in nome.

Io starò in Aula anche per garantire la presenza del numero legale.

(Interruzione)

Si chiama Giuseppe Scarpelli, è un riformarolo della prima nidiata quindi è corazzato.

Volevo dire che io starò in Aula per garantire il numero legale ma non voterò i provvedimenti che sono stati proposti per una mia coerenza perché in Commissione mi sono battuto perché ci fosse un provvedimento organico fatto in forma ordinaria. Per cui mi asterrò sugli argomenti ma ovviamente nei prossimi giorni quando andremo a votare anche per il bilancio mi esprimerò favorevolmente per disciplina di coalizione.

Rifacendomi a quanto già detto nel mio intervento e a quanto sostenuto, battendomi, in Commissione non voterò queste 4 proposte emendative che ritengo come provvedimenti di riforma della Regione Calabria dalla nascita ad oggi. Poiché è un grande provvedimento io non mi sento di approvarlo attraverso un collegato.

Alberto SARRA

Presidente, sulla proposta del Presidente Loiero visto che anche lui ha detto “se è possibile” io chiedo che venga rinviata la trattazione e quindi l’approvazione dell’articolo relativo alla stazione appaltante. Chiedo se sia possibile rivederlo con maggiore scrupolo perché ci sono degli aspetti che secondo me vanno rivisitati. Rinviamo tutto alla legge.

(Interruzione)

Proprio l’approvazione di questo…

(Interruzione)

Io chiedo il rinvio dell’approvazione di questo emendamento, di questo articolato perché ci sono due punti che secondo me vanno approfonditi. Io mi permetto di evidenziare questa richiesta con la convinzione che non sia destituita di fondamento perché ci sono degli aspetti che non possono essere regolamentati.

Già questo articolato è vincolante, cioè è come il rapporto tra legge quadro e aspetti regolamentari. Qui noi andiamo ad inserire l’approvazione di una legge in una cornice che secondo me vincola in maniera determinante la successiva approvazione.

Io mi permetto di offrire al Consiglio questa valutazione. Non ci vincoliamo ex-ante, prendiamoci qualche giorno di tempo per approfondire questa questione perché gli effetti sono importanti non per fare il seminatore di dubbi ma io mi permetto di chiedervi qualche giorno se non altro, è una richiesta che mi permetto di fare con umiltà ma con determinazione.

PRESIDENTE

Sulla proposta dell’onorevole Sarra chi chiede di parlare? Perché altrimenti facciamo i passaggi formali, cioè relatore, assessore…

(Interruzione)

C’è la proposta dell’onorevole Sarra rispetto al discorso della stazione unica appaltante di aggiornare la questione alla prossima…

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Franco Mario PACENZA

Solo per esplicitare anche la volontà di un percorso condiviso dall’inizio, da affidare a questo strumento della stazione appaltante che, oggettivamente, anche sul piano legislativo e amministrativo è un fatto assai impegnativo ed innovativo, ma anche assai delicato nella sua formulazione.

Non è un caso che con l’emendamento si assume un istituto ma di fatto la regolamentazione si affida ad un apposito disegno di legge. Quindi io penso che le osservazioni legittime del collega Sarra possono star dentro la discussione dell’articolo legislativo. Oggi non facciamo altro che assumere un istituto affidandogli anche una funzione assai sperimentale in questa fase per poi dar corso col disegno di legge organico alla regolamentazione e alla organizzazione della stazione.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Però capisce… siccome rispetto all’articolo 2 che riguarda la stazione unica appaltante su uno dei commi c’era una formulazione avanzata dall’assessore Spaziante che era condivisa - in questo punto c) – da tutti…

(Interruzione)

La seduta sospesa alle 3,55 è ripresa alle 4,39

PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di riprendere posto. La discussione ricomincia con la richiesta di parola avanzatami dal Presidente del gruppo dell’Udeur, onorevole Tallini.

Domenico TALLINI

Credo sia giunto il momento che le riflessioni vengano fatte al microfono in Aula.

L’Udeur propone all’Assemblea questa procedura. Io ho voluto parlare prima di tutti gli altri perché ritengo necessario uscire anche da un’impasse nella quale ci siamo trovati.

Proponiamo che vengano affrontati in Aula i punti che di seguito enunciamo.

Il problema dell’Afor, dell’Arssa e di Fincalabra come i tre problemi fondamentali per affrontare le riforme.

Il problema della riduzione delle Asl come punto fondamentale per la svolta che tutti quanti noi vogliamo dare a questo importante settore della sanità.

Il problema della stazione appaltante con un emendamento che intende stralciare quella parte della legge che prevede che la stazione appaltante possa anche interessarsi di progettazione.

Quindi con questa forma l’Udeur si impegna, sin da ora, a predisporre un progetto di legge che va nella direzione della riforma dell’Afor e dell’Arssa e nello stesso tempo chiederà che questo progetto di legge venga esaminato attraverso la procedura d’urgenza richiamando l’articolo 68 del Regolamento del Consiglio, procedura d’urgenza alla quale noi non intendiamo assolutamente abdicare in quanto riteniamo sia fondamentale che i tempi che l’Assemblea si dà vengano assolutamente rispettati.

Crediamo e chiediamo che su questa proposta l’Assemblea si pronunci.

Roberto OCCHIUTO

L’Aula vota nella direzione che indica il collega Tallini gli emendamenti originari a firma Adamo-Chieffallo?

PRESIDENTE

Allora il parere del relatore o il parere del governo vengono dopo. Siccome c’è una proposta possono parlare uno a favore e due contro.

(Interruzione)

ora siamo in un’altra fase…

Gesuele VILASI

Chiedo di parlare, Presidente.

PRESIDENTE

Ne ha facoltà.

Gesuele VILASI

Siccome sono le cinque del mattino e mi trovo in forma, noi Presidente, contestiamo tutto. Questo non è un modo di procedere perché dalle 3 alle 5 vi siete divertiti. Riunioni di maggioranza, tra gruppi all’interno della maggioranza e noi siamo stati qui ad attendere silenziosi.

Adesso ci venite a proporre queste cose, l’onorevole Tallini, ci fa una proposta oscena.

Dopo 24 ore che siete chiusi col Presidente Loiero nelle stanze dei bottoni ci venite a dire qual è adesso la proposta su cui noi ci dovremmo pronunciare. Ma è vergognoso dopo quello che è successo 12 ore fa, perché tante sono le ore trascorse, non vi è servito a niente, non è servita a niente la protesta di tutti i lavoratori delle cliniche private, dei disoccupati, degli Lsu, degli Lpu.

Ci venite a proporre adesso alle 5 del mattino come se fosse una novità una proposta che è oscena. Noi non possiamo accettare questi metodi, Presidente, per quanto ci riguarda non condividiamo questo modo di andare avanti, per quanto mi riguarda non sono disponibile a discutere su emendamenti o maxi emendamenti presentati illegittimamente – e quando dico illegittimamente me ne assumo tutta la responsabilità – perché non è possibile che si licenzi in Commissione un testo per il Consiglio sul quale abbiamo avuto la possibilità di proporre e presentare emendamenti fino a sabato alle ore 12, e ora ci troviamo un maxi-emendamento, un sub-emendamento di cui non era a conoscenza neppure la stessa maggioranza.

I capigruppo e gli assessori pochi minuti fa al tavolo della Presidenza hanno detto che non conoscono e non sanno cosa stanno per votare.

Bene se avete la maggioranza potete fare tutto quello che volete ma non vi consentiremo di calpestare le regole di questo Consiglio regionale. E’ per questo che io, nel fare questa dichiarazione di cui mi assumo tutta la responsabilità, sostengo che state procedendo in maniera irregolare, non potete mettere in votazione emendamenti o sub-emendamenti presentati illegittimamente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare a favore l’assessore…

Gesuele VILASI

Non ho parlato sulla proposta, Presidente, ma ho posto un problema sul sub-emendamento posto 12 ore fa a cui lei non ha voluto rispondere mentre adesso, invece, mette in votazione la proposta di Tallini.

Le procedure devono essere rispettate. Noi l’avevamo chiesto all’inizio e avete fatto finta di non sentire. Non ve lo consentiamo ora.

L’occupazione dell’Aula la farò da solo come avete fatto voi.

Pasquale Maria TRIPODI, assessore al personale

Io apprezzo l’intervento di Gesuele perché nel gioco delle parti ognuno…

(Interruzioni vivaci dell’onorevole Vilasi)

Volevo spostare un pochino le argomentazioni perché vi è uno scontro che più che sui contenuti è sull’impianto dell’emendamento presentato. Io capisco e comprendo il gioco delle parti e il ruolo della politica, ma stasera in questo Consiglio regionale stiamo parlando di qualcosa di diverso, di qualcosa che vola alto rispetto al nostro orientamento e alla nostra capacità di dare a questa Calabria una proposta di riforma che vada nella direzione di essere capace ed adeguato non solo ai termini ma a quello che vogliamo fare del futuro nostro ed anche di chi amministriamo.

Quando abbiamo espresso la nostra posizione – qui lo diciamo in modo molto chiaro – volevamo contribuire per la nostra parte e la nostra competenza a determinare in positivo una nostra capacità di dare una impostazione diversa a quelle che erano le riforme Arssa, Afor ecc., senza andare nella direzione di contravvenire né al Regolamento né a quello che è l’iter burocratico delle proposte, Gesuele.

Per questo il collega Tallini ha detto che votiamo l’impianto perché poi abbiamo la possibilità e ci assumiamo la responsabilità di quello che ha detto il capogruppo, di presentare un testo di legge che vada nella direzione di emendare o migliorare quella che è la proposta che stasera andiamo ad approvare.

Però il dato di fatto certo ed incontrovertibile è che stasera diamo alla Calabria una risposta sul piano delle riforme, anche se sono sicuro, come lo siete voi dalla vostra parte politica, che avremo critiche, contrapposizioni anche dal punto di vista della ferocia delle manifestazioni che ci sono state anche oggi, però, avremo la coscienza a posto e avremo soprattutto il nostro animo tranquillo di poter dire domani mattina che ci siamo spesi per riformare un sistema che da 20 anni, voi quando eravate in maggioranza e noi quando eravamo in opposizione fino a poco tempo fa, abbiamo criticato entrambi. Ed entrambi abbiamo convenuto fino a pochi giorni fa che una riforma a questo sistema andava fatta. Ma, lasciando il gioco delle parti e, sul piano istituzionale, andando a confrontarsi, su dei provvedimenti che poi dovrebbero influire – spero positivamente, ma questo lo vedremo – non solo per quel che riguarda la capacità impositiva della Regione, ma anche di determinare una posizione che vada ad incidere in una realtà che fino ad oggi non è stata mai regolamentata.

Io ricordo nella passata legislatura, per essere stato qui in Aula, che il collega Gallo, allora assessore alla forestazione, lamentava l’esistenza di difficoltà obiettive nel gestire un mondo che fino adesso – non ci vergogniamo di dire certe cose né ci nascondiamo dietro il dito – nessuno ha avuto la capacità di poter codificare in un provvedimento di legge che andasse a normare tutta la materia.

Queste sono le verità che ci dobbiamo dire con molta onestà intellettuale. Io non metto in dubbio che anche all’Arssa ci sono dirigenti validi e personale capace, che ha anche dal punto di vista professionale le qualità per poter guidare un ente in modo efficace ed efficiente, ma non è questo l’intendimento su cui stasera ci siamo confrontati su questa riforma, lo spirito è diverso. E’ quello di dare delle risposte che siano oggettivamente valutabili in termini di benefici per questa Regione. Di questo si tratta stasera. E la difficoltà di rapportarci al nostro interno era proprio per questo: avere uno strumento che intanto sia applicabile subito perché quella è la riforma, che poi potrà essere emendabile, in ogni caso migliorabile.

Poi il gioco delle parti lo capiamo tutti.

(Interruzione)

Parlo con voi perché…

(Interruzione)

Questo è il problema. Ma vedi, Gesuele, quando parlano Pirillo o altri in ogni caso possono manifestare un disappunto che alla fine non si scontra con quella che è la volontà codificata della maggioranza.

(Interruzione)

…l’assessore Pirillo sicuramente ha potuto dire anche altre cose ma la sua manifestazione e lealtà nei confronti della maggioranza non è messa in discussione in quest’Aula, né è messa in discussione da alcun gruppo politico rispetto all’impianto che questo emendamento ha dato a questa Calabria.

(Interruzione del consigliere Nucera)

No, finora abbiamo semplicemente esercitato il diritto di poter dire la nostra su un provvedimento che ci vede attori e protagonisti anche di un processo che in questa Regione non è stato mai fatto, mai iniziato e su un percorso che io ritengo quanto più qualificato e qualificante ci possa consentire ad entrambi, maggioranza e minoranza, di poter dire con molta tranquillità “abbiamo tentato di fare qualcosa di positivo”.

Poi ognuno può vendere come vuole la tela che ha, ed ognuno fa il pane con la farina che ha. Né più né meno, e le difficoltà che oggi ci contestate le avete avute voi fino a poco tempo fa, noi però, con molta serenità abbiamo avuto il coraggio di applicare e fare queste riforme, Giovanni. Così come abbiamo avuto il coraggio stasera, di dire che andiamo a ridurre il numero delle Asl con quel che ne consegue e poi lo verifichiamo insieme.

Di questo si tratta e su questo non vi è scontro dialettico o politico perché sulla volontà delle riforme non ci può essere lo scontro tra parti politiche diverse. Ci può essere semplicemente un orientamento diverso su come perseguire le riforme: noi abbiamo proposto questo modello, poi ognuno si confronta con i modelli che crede, con le soluzioni più opportune che ritiene di dover supportare con i propri ragionamenti e con le proprie idee. Né più né meno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare contro l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

Presidente, più che parlare contro – vi chiedo scusa può darsi che non sono lucidissimo – non ho ben compreso quale sia la proposta dell’Udeur perché mi pare di aver capito che in qualche modo si sostanzierebbe solo sulla eliminazione per quel che concerne la stazione appaltante degli incarichi di progettazione – se ho ben compreso – mentre, in qualche modo, l’impianto che riguarda l’approvazione sulle modifiche riguardanti Arssa e Afor verrebbero approvati nella formulazione che è stata offerta alla valutazione dell’Aula.

(Interruzione)

Benissimo. Ho capito il gioco delle parti per cui l’intervento dell’assessore Tripodi è quanto mai opportuno e lo ringrazio.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Abbiamo detto uno a favore ed è stato…

Franco LA RUPA

Per dichiarazione di voto, Presidente, non per distinguermi dalla maggioranza o dal mio gruppo consiliare…

PRESIDENTE

Siccome stiamo passando alla votazione le dichiarazioni di voto le fa per primo. Ne ha facoltà.

Franco LA RUPA

Ripeto, non per distinguermi dal mio gruppo di appartenenza politico o dalla maggioranza, ci mancherebbe altro, io faccio parte della maggioranza e voterò sicuramente il bilancio.

Voglio chiarire innanzitutto al collega Sarra che l’Udeur ha avanzato la proposta di togliere per quanto riguarda la stazione appaltante, il discorso delle progettazioni. Di votare a favore di Arssa, Afor, Fincalabra a condizione che noi da qui a qualche giorno affronteremo una proposta di legge, che l’Udeur si impegnerà a proporre e a presentare in Aula, che vedrà i contenuti e i percorsi da seguire in riferimento alla legge stessa.

Io personalmente, a titolo personale, voterò contro la riduzione delle Asl da 11 a 5 perché non ho avuto il tempo materiale di guardare le carte. Io non so se questa riduzione va a creare dei benefici o degli svantaggi alla sanità calabrese tanto discussa.

Come primo impatto mi sembra un provvedimento ragionieristico che non si concilia con le esigenze degli utenti e con la geografia del territorio.

Pertanto io non avendo avuto il tempo necessario voterò contro.

PRESIDENTE

Per dichiarazioni di voto ha parlato il collega La Rupa. Pongo in votazione la proposta del collega Tallini.

(Il Consiglio approva a maggioranza)

Quindi nell’ordine, dell’emendamento sostitutivo a firma Adamo-Chieffallo, io pongo in votazione comma per comma e poi nel suo complesso a partire dalla proposta che riguarda la stazione appaltante.

(Interruzione)

Prego, consigliere Occhiuto.

Roberto OCCHIUTO

Noi la proposta di Tallini la intendiamo come se si proponesse all’Aula di votare ora – come diceva lei prima – una sorta di articolo 1 che scaturisce dalla somma degli emendamenti a firma Adamo-Chieffallo che riguardano Afor, Arssa, sanità, Fincalabra e stazione appaltante.

Questo significa che al termine di questa votazione noi avremo il primo articolo votato dall’Aula, poi in sede di coordinamento formale l’articolo 1 potrebbe diventare articolo 14, 15 ecc..

Però a noi interessa che non si voti così l’emendamento ma che la proposta di Tallini diventi una sorta di articolo altrimenti come la mettiamo ai voti?

Prego, consigliere Sarra.

Alberto SARRA

La volontà dell’Assemblea è sovrana ma io chiedo il conforto degli organi tecnici, perché mi sembra una procedura particolare.

Premessa tutta la disponibilità ad arrivare alla sostanza delle cose però dal punto di vista squisitamente formale ho qualche perplessità che questa procedura possa essere impostata così come mi pare di capire.

PRESIDENTE

Onorevole Sarra, se vuole parlano direttamente i tecnici.

Il suggerimento che mi hanno dato è di utilizzare il numero di protocollo dei diversi emendamenti e poi successivamente con una partecipazione attiva, equilibrata e pluralista del Consiglio procedere, una volta che nella successiva seduta sarà approvato il testo che l’Aula licenzierà verificare direttamente il coordinamento formale.

In maniera da avere garanzie che…

Alberto SARRA

Presidente, nulla quaestio. A me interessa soltanto che ci sia una pluralità nel modo di andare avanti ed un modo condiviso poi la sostanza…

PRESIDENTE

Se volete pongo ai voti il fatto che oltre al coordinamento tecnico, ci sia la presenza di 4 consiglieri due di maggioranza e due di minoranza per rafforzare la fase del coordinamento formale.

Alberto SARRA

Mi sembra opportuno, Presidente, se lei…

PRESIDENTE

Io sono d’accordo, se volete lo metto ai voti subito. Votiamo intanto e le proposte di modifica al testo dell’articolato e l’articolato stesso, poi decidiamo alla fine o stasera chi saranno i consiglieri ad occuparsi del coordinamento, opportunamente maggioranza e minoranza, in autonomia, provvederanno ad indicare i nomi, perché questo non è compito della Presidenza.

Allora si propone, proprio per un coordinamento formale rafforzato, che non stasera ma alla fine quando il Consiglio licenzierà il testo, cui sono impegnati i livelli tecnico-amministrativi del Consiglio, che si aggiungano due consiglieri regionali della maggioranza e due della minoranza.

Se non ci sono osservazioni pongo ai voti questa proposta.

Sergio STANCATO

Presidente, scusi un attimo. Siccome noi questo emendamento lo abbiamo ricevuto praticamente oggi, l’Aula secondo me dovrebbe esaminare il testo articolo per articolo, comma per comma perché siccome io non ho avuto la possibilità di studiarlo vorrei personalmente esprimermi …

PRESIDENTE

Ha ragione, onorevole, poi faremo così, ora però il Consiglio si sta pronunciando su un altro aspetto. Io vorrei che l’Aula votasse intanto la proposta che il coordinamento formale che alla fine licenzierà il testo, questa volta veda impegnati anche due consiglieri della maggioranza e due della minoranza.

Noi votiamo questa decisione e alla fine la maggioranza indicherà due nomi e la minoranza ne indicherà altri due. Se siamo d’accordo pongo in votazione la proposta.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(Interruzione)

Gesuele VILASI

Contrario perché ritengo illegittimo tutto quello che sta succedendo in questo Consiglio.

(Interruzione)

PRESIDENTE

A maggioranza con il voto contrario del consigliere Vilasi.

Onorevole Stancato, l’intenzione di questa Presidenza è di procedere come ha chiesto lei.

Partiamo dall’emendamento che ha il protocollo 1197 che riguarda la stazione appaltante, è il primo in ordine di presentazione:

“All’articolo 2, i commi 1 e 2 della proposta di collegato normativo alla manovra finanziaria per il 2007 sono sostituiti dai seguenti:

Comma 1: al fine di semplificare e rendere omogenea l’azione amministrativa nonché per l’azione più uniforme e trasparente e conveniente degli appalti di opere e lavori pubblici e forniture di beni e servizi” poi è stata proposta la cassazione di “ivi compresi gli incarichi di progettazione” - la proposta è che questa non ci sia più – “è istituita la stazione unica appaltante con sede in Catanzaro”.

Parere del relatore? Parere della Giunta? Favorevoli. Pongo in votazione l’emendamento a questo comma.

(E’ approvato)

E’ approvato questo comma con l’esclusione del punto “ivi compresi gli incarichi di progettazione”.

Comma 2 “la Giunta regionale entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge presenta al Consiglio regionale un’apposita proposta legislativa che tra l’altro disciplini…”

(Interruzione)

Devo leggere il comma a) tutto?

“…la composizione dell’organismo prevedendo eventuali forme di coinvolgimento di una rappresentanza al Ministero dell’Interno, l’ufficio territoriale del governo e della magistratura contabile od amministrativa…” o oppure od? L’uno o l’altro…

“…da richiedere ai competenti organi di autogoverno nonché il reclutamento del personale in via prioritaria mediante distacco da parte degli enti di cui alla lettera c).

b) le funzioni e le competenze attribuite e devolute alla sua ivi compresa la redazione di relazioni semestrali sull’andamento degli appalti alle forniture da presentare alla Giunta ed al Consiglio regionale;

c) l’obbligo per gli organi dell’amministrazione regionale, le aziende sanitarie ed ospedaliere, le aziende regionali e gli enti strumentali o ausiliari della Regione di ricorrere salvo eccezioni adeguatamente motivate alle procedure di predisposizione di affidamento degli appalti.”

Anche qui io così come prima è cassato “degli incarichi di progettazione” adesso “fino alla stipula del contratto di affidamento che rimane nella titolarità dell’ente beneficiario della prestazione”.

“d) la possibilità di attivare specifiche convenzioni o protocolli di intesa con gli altri enti locali e territoriali calabresi previa apposita richiesta degli stessi e l’eventuale articolazione dell’organismo in sezioni specializzate per materia e/o tipologie di appalto;

f) il sistema di monitoraggio e verifica delle procedure di affidamento degli appalti, o di incarichi comunque rimasti nella disponibilità dei soggetti di cui alla lettera c) anche al fine di prevenire l’esclusione del divieto di trascinamento degli appalti;

g) l’attribuzione alla sua delle funzioni di osservatorio sull’andamento dei prezzi di mercato delle opere, beni e servizio oggetto degli appalti di che trattasi”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

Presidente, noi abbiamo votato a favore del primo comma. Su questo secondo comma, così come avevamo espresso a lei nell’incontro al tavolo della Presidenza, ribadiamo le perplessità riguardanti l’aspetto dell’obbligo che verrebbe sancito alla lettera c), ci sembra una formulazione più corretta quella che in qualche modo aveva evidenziato l’assessore Spaziante che prevedrebbe la previsione ordinaria al posto dell’obbligo.

Alla lettera e) riteniamo indispensabile più che opportuna, la previsione in riferimento alla eventualità dell’articolazione dell’organismo in sezioni specializzate per materia o tipologia di appalti dell’aggiunta di “provinciali” dopo “sezioni” perché riteniamo che in questo senso ed in questa direzione abbia una validità la previsione di una specializzazione per materia e per territorio proprio perché si tratta di stazioni appaltanti che potrebbero riguardare sezioni specializzate.

Ritengo, quindi, che abbia un senso la specializzazione e per materia e per tipologie di appalti e per una previsione territoriale.

Riteniamo che queste due modifiche non alterino sostanzialmente il senso ed il significato della norma, anzi, da questo punto di vista lo rafforzano e ne esaltano il significato senza mortificare dall’altro lato le specificità territoriali.

Chiediamo, quindi, queste due semplicissime modifiche che non alterano nulla e che invece servirebbero ad esaltare il significato stesso dell’intervento che, peraltro, noi condividiamo avendo già espresso voto favorevole alla enunciazione di principio codificata nell’articolo 1.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Io penso che la proposta che ha formulato or ora il collega Sarra per quanto comunque valutabile in sede di approvazione della stesura del testo definitivo della legge ovviamente va da sé che il Consiglio regionale non può vincolare e autorizzare se stesso. L’autorizzazione alla Giunta si intende dal punto di vista formale e ciò non esclude - non impedisce come del resto già ha annunciato l’Udeur ma vale per tutti – presentazioni di disegni e proposte di legge.

Quindi in quella sede, al limite potrebbe anche essere approfondita e valutata la questione sulla base della configurazione della forma che andiamo a dare.

In tale senso, però, non va sottolineato il fatto che noi parliamo di una stazione unica e quindi è fondamentale tenere il carattere della unitarietà e della centralità della sede.

Altra cosa sarebbero 5 stazioni appaltanti perché di questo, di fatto, si tratterebbe così come riguarda la questione dell’obbligo.

Io penso che se vogliamo dare efficacia e consequenzialità operativa a questo indirizzo perché tale è, oggi è bene partire dall’obbligo perché altrimenti tutto rischia di essere vanificato.

Per queste ragioni dico che questo secondo comma è giusto approvarlo così come scritto tranne quella proposta di cancellazione al comma c) “degli incarichi di progettazione” perché consequenziale alla prima votazione che abbiamo fatto.

Quindi chiedo di votare a favore del secondo comma così com’è scritto.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Comma 3 “la proposta di legge presentata alla Giunta regionale sarà esaminata con procedura di urgenza secondo quanto previsto dal regolamento di funzionamento del Consiglio regionale”.

Al comma 3 dell’articolo 2 che assume la denominazione di comma 4 sono aggiunte, alla fine, le seguenti parole…

(Interruzione)

Allora questo non lo approviamo?

(Interruzione)

Non lo sapevo…

(Interruzione)

Chiedo scusa, allora pongo in votazione il comma 3 dell’articolo 2…

(Interruzione)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.

Alberto SARRA

Solo se posso chiedere un chiarimento perché mi è un po’ oscuro il significato di questa parte; cioè se l’esigenza è quella di avere una stazione unica appaltante perché viene eliminato l’osservatorio per il turismo da questa previsione?

PRESIDENTE

Collega Adamo, vuol chiarire per favore all’onorevole Sarra perché si è creato un qui pro quo.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Sì, perché probabilmente nella stampa si è compiuto un errore di impostazione grafica. Questo comma è altra cosa rispetto all’articolo riguardante la stazione appaltante.

Lo dovremmo valutare, esaminare e votare a proposito del comma 3 dell’articolo 2 del testo approvato in Commissione, ma sarà fatto quando discuteremo della impostazione di questo articolo.

L’articolo riguardante la stazione unica appaltante finisce al comma 3 con le parole finali “funzionamento del Consiglio regionale.” Per cui si tratta di votare questo terzo comma così come è stato letto dall’onorevole Presidente del Consiglio che io ribadisco “la proposta di legge presentata alla Giunta regionale sarà esaminata con procedura di urgenza secondo quanto previsto dal Regolamento di funzionamento del Consiglio regionale" e poi passare al voto finale sull’intero articolo”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il comma 3 dell’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione…

(Interruzione)

Prego, assessore Adamo.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Il testo base dell’articolo 2 approvato dalla Commissione prevede, però, tre commi. Il primo e il secondo sono stati interamente sostituiti da quello che abbiamo approvato ma prima di passare al voto finale dell’articolo 2 c’è il terzo comma ecco perché c’era solo un problema di impostazione grafica e qui viene fatta una modifica al terzo comma per come viene letto sull’emendamento.

“Al comma 3 dell’articolo 2 che assume la denominazione di comma 4, sono aggiunte alla fine le seguenti parole: “le disposizioni che precedono non si applicano quanto alla convenzione in essere – contratto numero 10273 del 5.9.2006 di cui si autorizza il rinnovo per l’osservatorio per il turismo”.

Quindi adesso bisogna votare su questo comma e poi l’articolo finale inteso come articolo 2. Grazie.

Prego, consigliere Sarra.

Alberto SARRA

Noi stiamo prevedendo di lasciar fuori da questa previsione una convenzione che riguarda l’osservatorio per il turismo se ho compreso bene.

Io, Presidente, ritengo che una previsione di questo tipo esuli dalle competenze del Consiglio regionale o quanto meno non può essere approvata con legge questo tipo di convenzione o la prosecuzione di questa convenzione. Ad abundantiam non può essere approvata all’interno di una legge finanziaria a mio avviso perché…

Prego, assessore Adamo.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Il collega Sarra non dice per principio una assoluta inesattezza. Il suo ragionamento, però, sarebbe stato appropriato se la Commissione non avesse approvato il comma 3 dell’articolo 2 – all’esame adesso dell’Aula – col quale si dice: “è fatto divieto assoluto di dar corso al rinnovo anche tacito del contratto in essere”.

Ovviamente l’eccezione si motiva perché? Certo non parliamo di un servizio di emergenza teso a salvare vite umane - e penso, per esempio, a quando l’abbiamo fatto per l’elisoccorso – ma se noi a questa data non facciamo questa eccezione e volendo votare quel divieto assoluto non approviamo questa norma, l’osservatorio dovrà chiudere.

Questo significherà che indipendentemente dall’andamento dei flussi turistici per l’anno 2007, noi non siamo in grado di censire e quindi di fornire anche all’Istat i dati sul turismo, ciò a grave nocumento dell’immagine della Regione.

Certo i dati non è scontato che di per sé siano di tipo incrementale, di crescita ma penso che dobbiamo tendere a questo. Quindi mi pare naturale che si approvi questa norma.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Vedo che in qualche maniera accoglie le osservazioni, per cui lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il complesso dell’articolo 2 per come emendato.

(E’ approvato)

Andiamo ora all’emendamento protocollo 1197.

Articolo 34. Non so se debbo leggere tutto, questo riguarda Fincalabra nel testo distribuito.

Pongo in votazione il comma 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 34 nel suo complesso

(E’ approvato)

Passiamo adesso all’articolo 36 che riguarda l’Afor.

Pongo in votazione il comma 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 6.

(E’ approvato)

Comma 7:

Prego, consigliere Stancato

Sergio STANCATO

Presidente, scusatemi sul comma 7 vorrei fare una breve riflessione nel senso che questo comma prevede il trasferimento alla Regione dei dipendenti addetti ai servizi amministrativi.

Ora siccome io questo settore ho avuto l’onore e il piacere di dirigerlo in qualche modo, di dirigere questa struttura, questo provvedimento chiaramente sia per quanto riguarda i progetti, l’esecuzione dei lavori, sia per quanto riguarda il coordinamento di tutti gli operai forestali manderebbe praticamente nel caos più completo tutto il comparto.

Sono perfettamente convinto della necessità – così come mi sono espresso in precedenza – di andare su queste riforme e portarle avanti in maniera decisa e forte per dare questo segnale alla Calabria, ma dobbiamo anche farlo tenendo conto delle situazioni in cui noi ci muoviamo.

Questo comma significa completamente scompaginare l’attività dell’Afor.

Io proporrei al relatore di modificare questa prima parte di questo comma per quanto riguarda il personale amministrativo dicendo in tal senso: “nelle more di approvazione della legge che regolerà la materia, i dirigenti amministrativi delle 5 Province continueranno a prestare la loro opera in sinergia con l’assessorato competente”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Capisco il senso col quale il collega Stancato pone la questione ma la formulazione che ha proposto è regolamentata dalla legge 34 dove sono chiare le competenze, noi stiamo in quell’alveo: quello che deve fare la Regione e quello che deve fare la politica.

Badate, noi abbiamo già dovuto fare un ritorno di interpretazione di fatto autentica della legge 34 attraverso un altro emendamento, un articolo che è stato già approvato nel testo della Commissione.

Se usiamo questa formulazione che un ente continua a fare, che un ente opera di intesa con un altro ente andiamo a ricadere in un campo dove è difficile attribuire le competenze.

Per cui io penso che siccome va da sé che la programmazione deve essere supportata dal controllo e le Province non possono agire da sole, questa formulazione è quella che ci garantisce di più per cui invito il collega Stancato a ritirare la proposta ed a votare il testo così com’è.

Ove mai non dovesse farlo e c’è la richiesta di un pronunciamento formale è chiaro che propongo di votare il testo senza modifica.

Sergio STANCATO

Colgo lo spirito dell’assessore Adamo ma ritengo che un coordinamento formale onde evitare che ci sia il caos nel settore sia assolutamente necessario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il comma 7 per come proposto.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 10 con l’approvazione del testo così com’è escluso il termine “unitario”.

(Interruzione)

Nel termine della “442” altrimenti sostiene il tourn-over e i soldi dove li troviamo?

(Interruzione)

Sì ma lo ripete la lettera… altrimenti non viene dato il contributo nazionale; se la legge è in contrasto viene impugnata.

Pongo in votazione il comma 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 36 nel suo complesso.

(E’ approvato)

L’articolo 37 riguarda l’Arssa.

Pongo in votazione il comma 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 3.

(E’ approvato)

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Presidente, chiedo scusa, siamo all’articolo 37?

PRESIDENTE

Sì.

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Al secondo comma – chiedo scusa, lei è andato velocissimo ed io non ho fatto in tempo ad intervenire – chiederei, cortesemente, laddove si dice “le attività di ricerca e sperimentazione nel comparto agro-alimentare già esercitata dall’Arssa sono realizzate in convenzione con la Regione Calabria dalla Università Mediterranea di Reggio Calabria, facoltà di agraria ecc..,”, proporrei di modificare questo comma nel modo seguente, sostituire “dalla Università Mediterranea di Reggio Calabria, facoltà di agraria” con “sistema universitario calabrese” oppure aggiungere “dalla Università Mediterranea di Reggio Calabria, dalla Unical di Cosenza e dalla università Magna Grecia di Catanzaro”.

Dico questo perché essendomi interessato di agro-alimentare a livello di distretto tecnologico c’è una serie di competenze nel settore della ricerca di tutto il sistema universitario che – mi consentite di dire – non c’entrano con la facoltà di agraria.

Quindi a mio avviso questa modifica che propongo è assolutamente necessaria.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale.

L’osservazione del collega Principe è fondata, difatti, i campi della ricerca anche in agricoltura – soprattutto in agricoltura – sono vasti.

Lo spirito di questa norma, Sandro, qual è? Quella di rapportare strettamente il significato del convenzionamento con la facoltà di agraria alle attività che oggi strettamente vengono svolte dall’Arssa.

Se noi la estendiamo rischiamo di inficiare il principio secondo il quale vogliamo coinvolgere una facoltà e una università rispetto a questo trasferimento di competenze.

Ciò non significa che quello che propone il collega Principe, al di là del destino che avrà la funzione assegnata all’Arssa non si possa fare attraverso altre vie ed altri programmi.

La Regione non è impedita, non è che deve necessariamente ricorrere a questa legge per fare delle convenzioni con l’università della Magna Grecia o con l’Unical per fare ricerca applicata anche nel settore dell’agricoltura.

Tant’è che i distretti tecnologici sono stati pensati e progettati e fatti senza che questa legge esistesse.

Dico questo perché penso che non sia sbagliato, nel momento in cui si cita espressamente la facoltà di agraria, esaltare e valorizzare il ruolo di quella facoltà, per cui ritengo, pur comprendendo lo spirito col quale l’assessore Principe ha proposto la questione, sia bene che la norma rimanga così com’è.

PRESIDENTE

Prego, assessore Principe.

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Io non ritiro il mio emendamento ma chiedo che sia messo ai voti perché c’è un equilibrio da considerare; chiedo proprio al signor Vicepresidente di riflettere su questo punto.

Mettiamo “sistema universitario calabrese” per non fare una citazione di tre entità, ma mi consta direttamente che a livello di ricerca nel settore agro-alimentare ci siano una serie di competenze diffuse sia che attengono alla università Magna Grecia di Catanzaro, in particolar modo sulle bio-scienze, sia all’Unical di Cosenza.

Aggiungo che nel distretto tecnologico per quanto riguarda l’agro-alimentare abbiamo previsto 4 laboratori di ricerca che saranno organizzati a rete. Cosa significa questo? Ipotizziamo che il laboratorio olivicolo vada a Lamezia Terme – lo dico per via esemplificativa – questo non significa che tutte le ricerche nel campo olivicolo si debbono fare nella sede di Lamezia Terme ma si potranno fare anche in un laboratorio di Arcavacata, ovvero in un laboratorio di Reggio Calabria, ovvero in un laboratorio di Germaneto.

Questo aspetto che ho potuto toccare con mano in relazione alla mia attività e alla delega ricevuta dal signor Presidente, onorevole Loiero, mi impone di dovere di insistere su questo emendamento. Mettiamo il sistema universitario calabrese e pregherei l’amico signor Vicepresidente di riflettere e di accogliere questa mia umile proposta utile ai fini anche di una collaborazione esistente all’interno del sistema universitario calabrese che sbaglieremmo in qualche modo a toccare.

PRESIDENTE

Prego, assessore Pirillo.

Mario PIRILLO, assessore all’agricoltura.

Io vorrei pregare pure il signor Vicepresidente della Giunta regionale di accogliere la proposta del collega Principe.

Dico la verità. Nella mia esperienza biennale con delega all’assessorato all’agricoltura per quanto attiene la ricerca spesso i programmi sono stati rivolti alla università di Reggio Calabria, di Catanzaro e anche a quella di Arcavacata.

Per cui propongo – prego il signor Vicepresidente di accoglierla – o di non scrivere nulla o di scrivere “il sistema universitario calabrese” per come espresso dal collega Principe.

Mi pare che sia doveroso e anche un riconoscimento per quanto ha fatto soprattutto economia agraria e tutte quelle materie che agiscono sulla università di Arcavacata.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Per approfondirla si può anche fare una sospensione al banco della Presidenza, ma io ribadisco che non stiamo facendo una legge sulla ricerca ma di riforma dell’Arssa.

La ricerca è una parte dell’attività dell’Arssa ed individuare una facoltà di agraria anche riconoscendo, perché ha ragione Mario…

(Interruzione)

… io sono sempre preoccupato su come si trasferiscono le competenze, poi questo è un modo per paralizzarci su un punto che non è di poco conto sulla ricerca, Mario.

(Interruzione)

Mario PIRILLO, assessore all’agricoltura

Il responsabile del dipartimento sono io, se io ti propongo o di inserire la dizione “sistema universitario calabrese” oppure nessuno …- ti chiedo scusa, difatti ti ho chiamato anche signor Vicepresidente -, c’è una necessità”.

Il dipartimento è libero di affidare i compiti di ricerca, i progetti di ricerca che dovrebbero essere finanziati col programma 2007-2013 e poi io non ho voluto chiedere, perché sono intervenuto casualmente…

(Interruzione)

Dopo il 2013 con questa legge come finalizziamo la ricerca?

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Sarebbe il caso di fermarci un attimo al tavolo della presidenza. Per quanto mi riguarda, per esempio, questa parte “mediante i progetti di investimento da finanziare con fondi della programmazione unitaria 2007-2013”, andrebbe abrogata perché l’Europa ci impone procedure concorsuali e non affidamenti di legge.

Pensavo che fosse pletorico perché comunque la norma così com’è stata scritta può essere riferita in ogni caso a programmi che possono essere finanziati e curati da una o più università, ma la cui gestione non compete a loro.

Quindi non è questo il problema, Mario, il punto è se facciamo una legge, quindi non discuto della destinazione delle funzioni alla università.

Sandro ha posto una questione legittima ma noi adesso discutiamo di come dobbiamo smontare l’Arssa e di come al posto dell’Arssa dobbiamo prevedere delle funzioni dirette e specifiche, però io sto parlando come firmatario di un emendamento nella mia qualità di Vicepresidente, ma di fronte ad un intervento dell’assessore all’agricoltura non intendo insistere oltre.

Riuniamoci un attimo e discutiamo, ci mancherebbe altro.

La mia opinione è questa: temo che se diciamo indistintamente più università e più facoltà avremo il problema se la ricerca vada fatta attraverso le cose di chi e di come la fa. Non so adesso quale sia il volume dell’attività di ricerca che sta sviluppando l’Arssa e non so quale sia stato il rapporto, tranne che per l’agricoltura, tra le università, il sistema universitario e l’Arssa, non lo conosco, non ne conosco le dimensioni e le finalità ma, da ignorante vedo una complicazione nelle fasi di applicazione.

Solo questo sto dicendo. Siccome parliamo di convenzionamento non dell’Arssa con le università ma della Regione con le università, una volta che non c’è più l’Arssa, chi impedisce alla Regione di fare convenzione con l’università anche con programmi mirati all’agricoltura e che non siano le università o la facoltà di agraria?

Questo è il punto. Stiamo parlando non dei poteri di convenzionamento della Regione che non stiamo limitando, per cui la Regione se vuol fare programmi di ricerca in agricoltura deve farli per forza con la facoltà di agraria di Reggio Calabria, ma stiamo parlando dell’Arssa e delle destinazioni di quello che ha fatto l’Arssa e la facoltà di agricoltura.

Lo dico chiaramente…, anzi è troppo bello per stare in una discussione aperta in pubblico, ma il metodo questo è.

(Interruzione)

Mario, però rispettiamoci perché se io…

Mario PIRILLO, assessore all’agricoltura

Dovete chiedere il mio parere perché fino a prova contraria il delegato del dipartimento sono io. Se io ho avuto fino ad ora il controllo e l’indirizzo dell’Arssa vi dico che questa si è rivolta più volte al dipartimento di chimica e chimica industriale della università di Cosenza e alla economia agraria a Cosenza, quindi, perché non dovete accoglierlo? Fatemi capire. Abbiamo fatto ricerca lì ed io lo so. Poi perché dobbiamo vincolare la Regione a fare quella scelta, questo non è possibile farlo direttamente neanche con i fondi del Psr, anzi va cacciato intanto il riferimento 2007-2013.

O ci mettiamo sistema universitario calabrese e comprendiamo tutte le università oppure togliamo tutto e ci rivolgiamo di volta in volta secondo il bisogno di ricerca alla università di Reggio Calabria, di Cosenza, di Rende e di Catanzaro, perché non dobbiamo fare così? Poi, fate come volete.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale assessore

Scusate, giusto per superare una querelle, non c’è motivo di accapigliarsi perché non c’è alcun un problema sugli aspetti della questione, io volevo attirare l’attenzione più sulla fase e le modalità di applicazione di questa legge, di trasferimento dei fondi dell’Arssa, non stiamo discutendo per limitare i poteri della Regione in fatto di convenzionamento con il sistema universitario calabrese.

Però siccome non cambia nulla non solo cancellare – come io stesso ho proposto – “mediante progetti di investimento da finanziare con fondi della programmazione comunitaria 2007-2013”, a questo punto si toglie la virgola e si fa “e con il sistema universitario calabrese.” Se siamo d’accordo. Sandro va bene così?

(Interruzione)

“Facoltà di agraria e col sistema universitario calabrese”.

(Interruzione)

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Ma Agraria è solo a Reggio Calabria.

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Perciò “e con il sistema universitario calabrese.” E congiunzione…

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Ma siccome nel sistema universitario calabrese c’è pure agraria il più contiene il meno al paese mio….

Nicola ADAMO, Vicepresidente della Giunta con delega alla costruzione della nuova Regione e al marketing regionale

Ma è una sottolineatura che fai sulla facoltà di agraria almeno…

Sandro PRINCIPE, assessore alla cultura

Mi dispiace ma debbo insistere perché c’è anche una dignità istituzionale, mi consenta il collega Adamo che io stimo e questa stima è stata evidenziata anche in queste ore. Siccome nessuno ha guardato le virgole, ci sono due anni di lavoro nel mondo della università e della ricerca.

L’assessore al ramo che ha fatto un lavoro, buono o cattivo non devo essere io a dare un giudizio, non può trovarsi di fronte a degli interlocutori su una posizione che appare bislacca anche per un’altra ragione perché il distretto agro-alimentare tecnologico dell’agro-alimentare è un distretto che vedrà…

(Interruzione)

Se le cose non sono conosciute e si fanno questioni di puntiglio non si ragiona.

Il soggetto attuatore del distretto agro-alimentare - chiedo al Vicepresidente e al relatore di ascoltarmi tanto io non ritiro l’emendamento – non è selezionato ma composto dai soggetti esponenziali delle categorie, delle imprese e dalle tre università.

Noi, per esempio, abbiamo avuto il problema di come inserire l’Arssa in questo soggetto attuatore, cosa che non è stata possibile perché l’Arssa è un ente strumentale della Regione e questo non era consentito.

Ergo, questa iniziativa risolve questo problema ma lo deve risolvere con equilibrio e tenendo conto di competenze nel settore della ricerca che sono a rete.

Conseguentemente la mia proposta è “sono realizzate in convenzione con la Regione Calabria dal sistema universitario calabrese.”.

(Interruzione)

…atenei è la stessa cosa per cui “sono realizzati in convenzione con la Regione Calabria dalla università Mediterranea di Reggio Calabria, dalla università della Calabria di Cosenza” – non dico neanche Rende – “e dalla università Magna Grecia di Catanzaro”.

Mario PIRILLO, assessore all’agricoltura

Lei aveva fatto prima un’altra proposta, quella di mettere “il sistema universitario calabrese”.

(Interruzione)

No, mi dispiace…

(Interruzione)

Io penso che sia giusto mettere “il sistema universitario calabrese”.

PRESIDENTE

...parere della Giunta? pongo in votazione dove viene cassata “università Mediterranea di Reggio Calabria, facoltà di agraria” e si mette “il sistema universitario calabrese”, viva la Calabria…

Mario PIRILLO, assessore all’agricoltura

La Calabria e del sistema universitario calabrese per me va bene. O rimane quello che è oppure si deve mettere “il sistema universitario calabrese”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione – io mi astengo – il comma 3.

(Eapprovato)

Pongo in votazione il comma 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 37 per come proposto.

(E’ approvato)

Siccome l’articolo 38 è un combinato disposto anche con quanto precedente.

Pongo in votazione il comma 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 38 nel suo complesso.

(E’ approvato)

Passiamo adesso all’articolo 43 riguarda le Asl.

Egidio CHIARELLA

Presidente, per sottolineare quello che avevo già detto nel mio primo intervento. Essendo favorevole all’impianto di questo articolo, comunque, non posso non chiedere al governo di impegnarsi in sede di definizione dello stesso articolo a valutare la possibilità all’interno della provincia di Catanzaro di assegnare alla città di Lamezia Terme, formata da 75 mila abitanti, terza città della Calabria, una sede delle tre aziende che insistono nel territorio provinciale.

Capite i motivi quali sono per tutto quello che c’è nel dibattito politico a favore della terza città della Calabria in un momento delicato, importante per tutto quello che è successo in questi giorni.

Quindi io ufficialmente chiedo che il governo prenda l’impegno di considerare questa eventualità di consentire alla città di Lamezia Terme di avere una sede delle tre aziende che insistono nella provincia di Catanzaro. Cioè considerare l’impianto dell’emendamento così per come è stato proposto.

PRESIDENTE

Dopo la sottolineatura fatta dal collega Chiarella pongo in votazione l’articolo 43.

Pongo in votazione il comma 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il comma 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 43 nel suo complesso.

(E’ approvato)

Con questo provvedimento si conclude l’esame stasera dei provvedimenti sottoposti a votazione.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Come concordato col Presidente della Giunta e con i gruppi il Consiglio viene convocato per le 15 di giovedì prossimo venturo perché venerdì – ipotesi che era stata fatta – non è praticabile in quanto l’intera delegazione dello Sdi è impegnata a Roma per il Consiglio nazionale per il completamento degli organismi.

(Interruzione)

Le chiedo scusa, onorevole Presidente della seconda Commissione. Abbiamo tentato con molta modestia di lavorare, abbiamo fatto quello che siamo in grado di fare. Ho ascoltato il suo rilievo, comunque la seduta è tolta.

La seduta termina alle 5,55

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Trematerra, Senatore, Morelli, Amato

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri:

Feraudo – “Istituzione del Parlamento regionale degli studenti della Calabria” (PL n. 192/8^)

E' stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali - ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - per il parere in data 11.04.2007.

(Così resta stabilito)

Acri - “Testo unico in materia di turismo, spettacolo, industria alberghiera, sport, tempo libero e risorse termali e del sottosuolo” (PL 193/8^)

E' stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali e affari generali – in data19.04.2007.

(Così resta stabilito)

Chiarella – “Disciplina dell’agriturismo”. (PL 194/8^)

E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - in data 19.04.2007.

(Così resta stabilito)

Giamborino – “Istituzione di un fondo regionale per la non autosufficienza” (PL 195/8^)

E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere in data 19.04.2007.

(Così resta stabilito)

Stancato - “In ordine agli accessi domiciliari ed ambulatoriali delle commissioni invalidi civili” (PL 196/8^)

E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative – in data 19.04.2007.

(Così resta stabilito)

Gallo – “Prevenzione mobbing” (PL 197/8^)

E' stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive – per il parere in data 24.04.2007

(Così resta stabilito)

E’ stata, inoltre, presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Istituzione e regolamento della Consulta regionale dell’Ambiente” (PL 198/8^)

E' stata assegnata alla quinta Commissione consiliare – Riforme e decentramento - ed alla seconda - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - per il parere in data 26.04.2007.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Linee guida per il riconoscimento della qualifica di Imprenditore agricolo Professionale (IAP)”. (PPA 211/8^)

E' stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio, programmazione economica e attività produttive - in data 19.04.2007.

(Così resta stabilito)

“Approvazione atto preliminare di definizione del Sistema Musicale Regionale”. (PPA 212/8^)

E’ assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Arpacal (Agenzia Regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per l’anno finanziario 2007”. (PPA 213/8^)

E' assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione dell’Ardis (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) di Reggio Calabria per l’anno finanziario 2007”. (PPA 214/8^)

E’ assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 211 del 27.04.2007, recante: “Disciplina applicativa degli articoli: 37 del CCNL del 23 dicembre 1999, 27 del CCNL del 14 settembre 2000 e 3 della legge regionale n. 39 del 10 ottobre 2002”. (Parere n. 25)

E’ assegnata alla prima Commissione consiliare- Affari istituzionali e affari generali.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 249 del 27.04.2007, recante: “Interventi regionali per il diritto allo studio. Legge regionale 8 maggio 1985, n. 27”. (Parere n. 26)

E’ assegnata alla terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Adesione a gruppo consiliare

Comunico che l’on.le Consigliere Salvatore Lucà con nota del 5 aprile 2007 acquisita al prot. n. 904 del 5 aprile 2007 del Settore Segreteria Assemblea, ha aderito al Gruppo consiliare del Partito Democratico Meridionale (PDM).

Promulgazioni di Leggi regionali e Regolamenti regionali

Comunico che, in data 16 aprile 2007, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata sul Bur supplemento straordinario n. 2 del 20 aprile 2007:

1. Legge regionale 16 aprile 2007 n. 7, recante: “Modifiche alle leggi regionali 4 febbraio 2002 n. 8 e 28 dicembre 2006, n. 17, ed ulteriori disposizioni di carattere finanziario”.

Comunico che, in data 19 aprile 2007, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa sarà pubblicata sul Bur supplemento straordinario n. 5 del 30 aprile 2007:

1. Legge regionale 19 aprile 2007 n. 8, recante: “Norme sulla riduzione dei costi di funzionamento della struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta regionale”.

Comunico che, in data 2 aprile 2007, sono stati emanati i sotto elencati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati sul B.U.R. n. 7 del 16 aprile 2007:

1. Regolamento regionale 2 aprile 2007 n. 2, concernente: “Regolamento per il funzionamento del fondo regionale di garanzia per il finanziamento a medio e lungo termine degli investimenti delle imprese agricole ed agro-industriali calabresi”.

2. Regolamento regionale 2 aprile 2007, n. 3, concernente: “Regolamento tavolo agro-alimentare”

Interrogazioni a risposta orale

Guagliardi. All’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

il Comune di Montegiordano, nell'ambito di attuazione del Piar "Alto Jonio Cosentino 2", ha ottenuto, quale soggetto attuatore per la misura 4.17 relativa allo sviluppo e al miglioramento di infrastrutture che incidono sull’agricoltura, il finanziamento di numero due acquedotti intercomunali:

1. acquedotto rurale intercomunale nei territori di Montegiordano, Amendolara e Roseto Capo Spulico, per l'importo di € 225.000,00;

2. acquedotto rurale intercomunale nei territori di Montegiordano, Canna e Rocca Imperiale per l'importo di € 300.000,00;

nella fase istruttoria, il Comune di Montegiordano, con nota Racc. A.R. Prot. n. 1212 del 15.03.2005, ha chiesto all'assessorato ai lavori pubblici la dotazione idrica per la messa in funzione dei due acquedotti rurali da realizzare;

l'assessorato ai lavori pubblici, attraverso Sorical, con nota Prot. n. 6168 del 02/08/2005, in riscontro alla nota sopra richiamata del Comune di Montegiordano, ha dato assenso subordinato alla messa in esercizio dell'impianto di sollevamento di Montegiordano Marina, allora in fase di collaudo, realizzato nell'ambito dei lavori di rinnovamento e potenziamento dello schema idrico "Ejano- Frida";

per i due acquedotti sono già state impegnate le risorse economiche da parte del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria;

nulla osta alla realizzazione dei due acquedotti se non la certezza di avere la dotazione idrica per metterli in funzione allorché ultimati;

da fonti ufficiose si è appreso che l'impianto di sollevamento di che trattasi non verrà mai messo in esercizio, poiché la Sorical non ne giudica remunerativa la gestione in quanto soggetta a spropositati consumi energetici in rapporto alla popolazione da servire (l'impianto di sollevamento necessita di 200 kwatt di potenza per poter funzionare) -:

con l'urgenza che il caso richiede, lo stato di collaudo e messa in esercizio dell'impianto di sollevamento di Montegiordano Marina, per avere la certezza di poter disporre della dotazione idrica di circa 6 lt/sec per poter avviare la realizzazione degli acquedotti rurali intercomunali, già finanziati dal Dipartimento agricoltura della Regione Calabria.

(160; 05.04.2007)

Guagliardi. All’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

nell'ambito del servizio di trasporto pubblico locale, storicamente è sempre esistita la linea diretta di trasporto su gomma, gestita da Ferrovie della Calabria S.r.l., che collegava il comune di Acquaformosa ed i territori del comprensorio del Pollino con la Stazione delle Autolinee di Cosenza;

detta linea diretta consentiva ai pendolari che ne usufruivano, per la maggior parte studenti e lavoratori, di giungere nella città di Cosenza per le ore 7.40, dimostrandosi comoda ed efficiente, così come ogni servizio pubblico dovrebbe sempre essere;

da qualche anno, la suddetta linea diretta è stata sospesa, per esigenze temporanee di servizio determinate dalla carenza di personale autista, facendo confluire il relativo traffico al bivio di Cassano allo Ionio, ed ivi collegandolo con altre corse;

la sospensione della linea diretta ha di fatto determinato e continua a determinare notevoli disagi per le utenze, sia di carattere organizzativo, poiché devono raggiungere il bivio di Cassano, che in relazione ai tempi di viaggio ed agli orari di arrivo, che si sono significativamente allungati;

più volte i pendolari della zona, anche con il supporto dei Sindaci di Acquaformosa, Firmo e Lungro, hanno chiesto il ripristino della linea diretta, ricevendo come risposta da parte dell'azienda FF.C. soltanto promesse informali;

recentemente le Ferrovie della Calabria hanno provveduto ad assumere altro personale autista, e che di conseguenza viene a mancare la motivazione dell'esigenza temporanea di servizio per la quale si era precedentemente proceduto alla sospensione della linea diretta Acquaformosa – Cosenza;

in seguito alle richieste degli utenti, la Direzione di Cosenza delle FF.C. risponde che per il ripristino della linea diretta attualmente sospesa occorre l'autorizzazione da parte della Regione -:

se non ritiene opportuno verificare quanto affermato nella presente interrogazione e attivarsi per il ripristino immediato della linea diretta Acquaformosa - Cosenza.

(161; 05.04.2007)

Occhiuto. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al turismo e beni culturali. Per sapere – premesso che:

con atto pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria del 16.9.2006 si disciplinano, attraverso il regolamento pubblicato sullo stesso Burc, criteri e modalità di accesso ai benefici previsti dallo statuto della Fondazione Calabria Film Commission e che con successivo bando, pubblicato sul Burc del 10.11 2006 vengono fissati termini e modalità di presentazione delle domande;

parrebbe che la Commissione incaricata di valutare i progetti presentati avrebbe già definito le procedure di selezione catalogando i film proposti in tre fasce: quella A, con i film che è possibile ammettere a finanziamento; quella B, con i film che non troverebbero immediato finanziamento; quella C, con i film da scartare e, quindi, da ritenere non finanziabili;

tale informazione è stata fornita al sottoscritto dal regista Giuseppe Ferrara e dal produttore Enzo Gallo, recentemente convocati dalla commissione stessa per comunicare loro che il progetto di produzione dagli stessi proposto era stato inserito nella fascia C e che, conseguentemente, non avrebbe trovato finanziamento;

il progetto in argomento consiste nella produzione del film "Undicesimo comandamento", promosso dalla Fondazione Lazzati ed avente ad oggetto il rapporto tra politica e 'ndrangheta in Calabria;

secondo quanto riferito dalla commissione al regista Ferrara ed al produttore Gallo, il progetto sarebbe stato scartato proprio a causa dell'argomento del film;

Giuseppe Ferrara, docente di regia in Italia e all'estero, ed Enzo Gallo sono calabresi, hanno acquisito nel settore fama internazionale, avendo diretto e prodotto numerosi film premiati in Italia e nel mondo, come "I banchieri di Dio”, "Il sasso in bocca", "Cento giorni a Palermo", “Il caso Moro”;

non risultano note all'attualità effettive positive ricadute ai fini della promozione e dello sviluppo della regione -:

se anche loro, come i componenti della commissione che ha selezionato i progetti, ritengano che un film prodotto e diretto da personalità calabresi, famose ed apprezzate nel settore a livello internazionale, meriti di essere scartato solo perché il suo contenuto riguarda il rapporto tra politica e ‘ndrangheta;

se è possibile identificare quale sia stata la valorizzazione del territorio regionale dal punto di vista delle risorse umane ed ambientali;

se nella concessione dei contributi si è tenuto conto di quanto previsto al punto 2 del citato regolamento, ossia l'esistenza di requisiti riferiti al legame culturale dei progetti con la Calabria;

se il requisito previsto dal punto d) dell’articolo 5 del bando, ossia la garanzia di assicurare almeno due posizioni di tirocinio formativo per studenti del settore del media, risulta assolto dai beneficiari delle provvidenze.

(162; 10.04.2007)

Borrello. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai lavori pubblici. Per sapere – premesso che:

in data 6 Luglio 2004 il Comitato istituzionale presso l'Autorità di Bacino, su conforme parere del Comitato tecnico, decideva di non accogliere l'istanza del Comune di Nicotera per la riclassificazione di un'area a rischio R4 con la motivazione che : “...la variazione del limite dell'area a rischio potrà essere individuata solo dopo la realizzazione di adeguati interventi di protezione dei luoghi di studio”;

a distanza di due anni, in data 22 Giugno 2006, lo stesso Comitato Istituzionale, sempre su conforme parere del Comitato tecnico, relatore prof. Valvo, decideva di non accogliere analoga richiesta dello stesso Ente, per: “....mancanza di una dettagliata analisi meso-strutturale e di verifiche di stabilità finalizzate ad escludere la possibilità di fenomeni di scorrimento all'interno dei terreni presenti nel sottosuolo..”;

dai predetti pareri emergono elementi inconfutabili che impediscono l'accoglimento della richiesta;

in data successiva, e più precisamente il 15 Ottobre 2006 e, incredibile a dirsi, in assenza di ulteriori richieste da parte del predetto Comune, stranamente il Comitato Istituzionale si orientava per l'accoglimento, su parere conforme del Comitato tecnico;

dagli atti posti a base della decisione ed in particolare dal verbale della seduta del Comitato tecnico tenutasi in data 3 Ottobre 2006, lo stesso relatore prof. Valvo, omettendo di richiamare all'attenzione dell'Organo tutti i precedenti che avevano portato al non accoglimento dell'istanza, si guardava bene dal precisare quali fossero le eventuali novità intervenute tali da giustificare un cambio di rotta a 360°, limitandosi ad una superficiale e laconica dichiarazione secondo la quale "...lo studio proposto può ritenersi, soddisfacente..”;

sulla riclassificazione delle zone a rischio è in corso una approfondita discussione presso la competente Commissione permanente del Consiglio regionale finalizzata a regolamentare in maniera circostanziata e senza l'eclatante approssimazione che si appalesa nel parere in questione, in quali casi eccezionali e come siano rese praticabili iniziative per la rivisitazione delle zone a rischio nella consapevolezza che il territorio, che in materia di dissesto idrogeologico presenta pericolose criticità, non può continuare ad essere aggredito per soddisfare esigenze di singoli, ma deve essere supportato da regole certe frutto di valutazioni fortemente rigorose e scientificamente inequivocabili a tutela della sua fragilità;

la decisione in questione invece, presenta marcate discrasie e forti contraddizioni che rendono l'atto deliberativo viziato di legittimità per evidente carenza di motivazioni -:

se non ritengono di intervenire urgentemente per l'annullamento in autotutela del provvedimento palesemente illegittimo per difetto di motivazione.

(163; 11.04.2007)

Occhiuto. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla programmazione. Per sapere - premesso che:

la Calabria, insieme alla Puglia, alla Campania ed alla Sicilia è nell'Obiettivo Convergenza ed è impegnata a programmare la spesa produttiva dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013;

in più occasioni, nei mesi scorsi, e in ogni riunione del partenariato economico e sociale della Calabria, l'Assessore alla Programmazione ed il Presidente della Giunta hanno indicato i tempi previsti e disposti dalla Commissione Europea in ordine alla Programmazione dei Fondi Strutturali per il 2007-2013, specificando che entro il 6 Marzo u.s. la Regione avrebbe dovuto inviare il Documento di Programmazione Unitaria preliminare ed i Por relativi ai Fondi Fesr, Fse e Feasr;

allo stato, i programmi operativi regionali non sono stati deliberati dalla Giunta, nonostante sia trascorso più di un mese dal termine stabilito;

l'invio del Documento di programmazione unitaria preliminare e dei Programmi operativi regionali è propedeutico all'avvio del negoziato su strategie e contenuti del Programma operativo tra Commissione europea, Stato e Regione Calabria che, come disposto dal Regolamento comunitario 1083/2006, dovrà concludersi entro quattro mesi;

la Calabria è l'ultima Regione, tra quelle dell'Obiettivo Convergenza, a non aver ancora inviato il Documento di Programmazione Unitaria preliminare;

nelle tantissime riunioni svoltesi in giro per la regione, più che sui contenuti concreti, sulle scelte strategiche e sul grado di innovazione della programmazione regionale dei fondi comunitari, è sembrato che l'attenzione si concentrasse proprio su tempi e modi della programmazione, tanto che non era dato conoscere quali grandi iniziative e progetti si intendessero finanziare, mentre si fornivano informazioni dettagliate sui tempi e sulla metodologia da adottare per la redazione dei Programmi operativi;

la Regione Puglia, con proprie deliberazioni di giunta, n.171 e 173 del 26 febbraio 2007, pubblicate nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 40 del 20 marzo 2007, ha approvato, alla fine di un complesso lavoro propedeutico, il Programma operativo Fesr E Fse 2007-2013, inviandolo alla Commissione europea;

la Regione Campania ha approvato, con propria deliberazione di Giunta n. 453 del 17 marzo 2007, i tre programmi operativi per il periodo 2007-2013 relativi ai fondi Fesr, Fse e Psr;

la Regione Sicilia ha trasmesso i Programmi operativi regionali alla Commissione il 5 marzo -:

per quali ragioni la Calabria abbia accumulato questi ritardi che la rendono, ancora una volta, ultima tra le regioni italiane, anche fra quelle più svantaggiate ed appartenenti all'Obiettivo Convergenza;

al di là degli aspetti metodologici, quali siano le innovazioni più significative e le grandi scelte capaci di qualificare in maniera produttiva la spesa dei fondi strutturali;

a che punto sia, allo stato, la redazione dei Programmi operativi dei tre fondi e quando si preveda di poter licenziare il Documento unitario di programmazione preliminare con allegati i tre Por.

(164; 11.04.2007)

Risposta scritta ad interrogazione

Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

a Santa Domenica di Placanica in provincia di Reggio Calabria, è ubicato il Santuario della Madonna dello Scoglio fondato da Fratel Cosimo;

il Santuario ogni anno viene visitato da migliaia di pellegrini, specialmente nelle giornate dell'undici febbraio e maggio, quando arrivano da ogni parte circa in trentamila;

dopo quasi mezzo secolo dalla nascita della Fondazione dell'Opera Mariana da parte di Fratel Cosimo è stata realizzata una strada provinciale che porta da Caulonia al luogo sacro ed è solamente su essa che viene smaltito il traffico di veicoli di ogni genere, che soprattutto ogni mercoledì e ogni sabato si intensifica, in concomitanza degli incontri di preghiera, creando molti problemi a tutti coloro che si recano nel rinomato luogo di evangelizzazione e preghiera, ma anche a tutti gli abitanti della zona;

il numero di fedeli e dei visitatori cresce ogni giorno di più, per cui è necessario che anche la strada lato Placanica, visto che c'è la possibilità di apertura di una nuova strada, venga ultimata in tempi brevissimi, per permettere, anche in vista dell'imminenza delle giornate dell'undici febbraio e maggio, ai tantissimi fedeli, provenienti da ogni parte del pianeta, di poter viaggiare comodamente e in tutta sicurezza verso il luogo sacro di Santa Domenica di Placanica -:

come mai i lavori di una arteria così importante per l'intera Calabria quale la strada di accesso al Santuario di Santa Domenica di Placanica, lato Placanica, non sono stati ancora ultimati e per conoscere i tempi per il loro completamento, vista la grande aspettativa da parte di tutti i fedeli che ogni anno si recano in pellegrinaggio al Santuario.

(139; 15.01.2007)

Risposta. Oggetto: Interrogazione n. 139/8" dell'On. Giovanni Nucera, “Sui tempi di completamento della strada di accesso al Santuario di Santa Domenica di Placanica”..

Con riferimento alla nota prot. n. 60 del 19.02.2007, riguardante quanto riportato in oggetto, con la presente si riscontra quanto segue:

Con delibera di G.R. n. 855 del 11.03.1998 è stata assentita, in favore del Comune di Placanica, la concessione per la realizzazione dell'opera denominata Strada di collegamento Placanica – Santa Domenica” per un importo complessivo di lire 2.500.000.000, pari ad euro 1.291.142,25, di cui:

a) lire 1.250.000.000, pari a euro 645.571,13, a carico della Regione Calabria, delibera G.R. n. 1938 del 29.03.1997– P.O.P. Calabria 97/99 – Misura 1.1, Viabilità;

b) lire 1.250.000.000, pari a euro 645.571,13, a carico della Regione Calabria, delibera G.R. n. 5138 del 05.11.1997;

L'atto di concessione è stato sottoscritto dal legale rappresentante del Comune di Placanica (Ente attuatore del progetto) in data 23/04/1998, con una durata di 24 mesi prorogabile; la Regione Calabria ha erogato in favore del Comune di Placanica la somma complessiva di euro 1.251.978,08, pari a lire 2.424.167.597, in quattro acconti per come di seguito elencati:

1).Acconto di lire 1.250.000.000 (euro 645.571,13), pari al 50% del finanziamento assegnato,

con dispositivo assessorile n. 1791 del 26.10.1998;

2) Acconto di euro 51.694,95, con decreto dirigenziale n. 3577 del 16.03.2005;

3) Acconto di euro 433.320,00, con decreto dirigenziale n. 8940 del 30.05.2005;

4) Acconto di euro 121.392,00, con decreto dirigenziale n. 13413 del 13.09.2005; il Comune di Placanica, con nota prot. n. 2126 del 17.05.2006, integrata con la nota proti n. 2952 del 18.07.2006, ha presentato una richiesta motivata di ulteriore proroga del termine della concessione, con allegata una relazione sullo stato dei lavori, redatta dalla Direzione lavori e vistata dal Responsabile del Procedimento;

La Regione Calabria con decreto dirigenziale n. 10606 del 23.08.2006 ha prorogato il termine della concessione fino al 23.01.2007;

Ad oggi il Comune di Placanica non ha trasmesso la documentazione necessaria per la chiusura della concessione (atti di contabilità finale, certificazioni, collaudo, ecc.) ed eventuale erogazione del saldo finale, né ha richiesto ulteriore proroga del termine della concessione medesima.

Si precisa, infine, che il Comune di Placanica, con nota prot. n. 459 del 31.01.2006, ha chiesto alla Regione Calabria ed all'Amministrazione provinciale di Reggio Calabria un finanziamento di euro 4.500.000 per il completamento della strada ed consolidamento dei versanti argillosi.

- Il dirigente - Ing. Luigi Zinno

Luigi Incarnato

(assessore ai lavori pubblici)