XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 33
__________
SEDUTA Di LUNEDì 27 NOVEMBRE
2023
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 15,30
Fine lavori h. 20,08
Presidenza del
presidente Filippo Mancuso
La seduta
inizia alle 15.30
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Onorevole Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, prima
di avviare i lavori della seduta vorrei invitarvi, all'indomani della Giornata
internazionale contro la violenza sulle donne e dopo l'ennesima tragedia che ha
indignato l'Italia, ad osservare non il canonico minuto di silenzio in ricordo
di una giovane donna che ha pagato con la vita il suo desiderio di libertà, ma
un minuto di riflessione per le donne italiane nel nome di Giulia Cecchettin, nella speranza che si possa passare dall'indignazione
all'azione.
Un minuto di riflessione cui è auspicabile che segua, da parte di tutti
coloro che hanno il potere di introdurre mutamenti significativi, l'impegno ad
estirpare alla radice una violenza che uccide una donna ogni tre giorni.
(I presenti si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)
Avviamo
i lavori con il primo punto all’ordine del giorno relativo al dibattito sui
cambiamenti climatici e sul dissesto idrogeologico.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, per avermi dato per primo
la parola perché, come lei ben sa, è un tema richiesto dal gruppo consiliare
del Partito Democratico. Ringrazio
il presidente Occhiuto, il presidente Mancuso, nonché tutti i capigruppo di
maggioranza e di opposizione che hanno permesso di mettere al primo punto dell'ordine
del giorno di questa seduta tale tematica, da noi ritenuta fondamentale per le
sorti della Calabria.
Sarebbe stato sbagliato, dopo gli eventi alluvionali dell'Emilia prima e
della Toscana dopo, se una classe dirigente attenta, responsabile e matura non
si fosse interrogata sui rischi che, come Calabria, corriamo su questo tema e
anche sul rischio sismico; ogni volta ci troviamo in quest'Aula, spesso in
quest’Aula, per versare le solite lacrime di coccodrillo senza avere la
consapevolezza della responsabilità che ricade su ognuno di noi. Se oggi siamo
qui, con questo spirito unitario, a condividere le preoccupazioni e mi auguro
anche progettualità, vuol dire che finalmente quella consapevolezza necessaria
è presente per affrontare la vera sfida che abbiamo davanti.
Pensiamo, cari colleghi, che non sia difficile trovare punti di
convergenza tra maggioranza e opposizione se ognuno di noi parte da questa
convinzione. È assolutamente prioritario che su questa tematica si riescano a
costruire percorsi unitari che superino le divisioni di parte in nome della
comune salvaguardia dei nostri territori.
Il filo conduttore di ogni nostra azione politica su questo tema non può
partire che da tre parole: salvaguardia, tutela e gestione oculata del
territorio. Senza queste parole cardine, salvaguardia, tutela e gestione oculata
del territorio, qualsiasi modello di sviluppo socioeconomico a cui si guarda si
costruirebbe su un castello di sabbia. Spesso il presidente Occhiuto fa
riferimento a una Calabria bella e accogliente, ad un turismo di qualità, ma
senza questi capisaldi è difficile pensare ad ogni modello di sviluppo per il
nostro territorio.
Tutte le nostre eccellenze, bellezze culturali, architettoniche e ambientali
che caratterizzano la nostra regione, diventano attrattive se ce ne prendiamo
cura quotidianamente, attraverso le nostre azioni e i nostri indirizzi
legislativi e di governo.
La nostra idea di depositare, qualche giorno fa, - mi rivolgo adesso a
tutti i colleghi - una proposta di legge per l’istituzione di un osservatorio
sui cambiamenti climatici va proprio in questa direzione e vorremmo che questa
nostra proposta di legge fosse sottoscritta dal presidente Occhiuto e
dall'intero Consiglio regionale, perché è una proposta che aiuta a mettere
insieme competenze, professionalità, conoscenza del territorio e anche risposte
mirate all'emergenza e ai bisogni che abbiamo, avendo già un organismo come l’ARPACal
che si occupa di questi temi. Quindi, l'invito che facciamo è quello di accogliere
questa nostra proposta di legge che abbiamo depositato di recente.
Cari colleghi, noi riteniamo che senza regole questa nostra terra non avrà
mai uno sviluppo sostenibile, aderente alle potenzialità e risorse presenti. A
tal fine, i temi legati al consumo di suolo zero e alla rigenerazione urbana, cui
fa spesso anche riferimento il presidente Occhiuto, devono diventare centrali
nelle nostre iniziative legislative.
Anche perché, è inutile negarlo, abbiamo commesso tanti errori o leggerezze,
in quest'Aula, negli ultimi 30 anni di governi regionali. Tante volte ci siamo
lasciati prendere la mano da una politica di cementificazione esasperata e da una
spinta senza visione da parte, anche, di una certa classe dirigente locale che
ha contribuito a rendere più fragile e vulnerabile il nostro territorio. Spinte
e miopia che hanno portato a tenere nei cassetti quegli strumenti di
programmazione necessari per mitigare i rischi ed evitare scempi sui nostri
territori; quindi, la responsabilità di questi ultimi 30 anni di governo
regionale è collettiva. Non vogliamo, oggi, rivolgere accuse a nessuno, ma
aiutarci tutti insieme collettivamente nella riflessione comune per mettere in campo iniziative, proposte, strumenti tali per poter
salvaguardare il nostro territorio.
Oggi dobbiamo capire qual è l'idea di fondo da cui partire e individuare
le priorità da affrontare e le risorse necessarie da investire a partire dai
fondi del PNRR e del POR, perché gli altri asset
fondamentali a cui guardare e a cui ispirarsi sono quelli della
semplificazione delle procedure rapide con il coinvolgimento diretto e costante
degli attori territoriali a partire dai Sindaci; senza questi altri due asset riteniamo che diventi difficile
accelerare, lavorare, mettere a terra tanti progetti che abbiamo.
Ma per far ciò credo che ci sia bisogno anche di un altro coraggio, presidente
Occhiuto, quello di indirizzare i Fondi europei non più su mille frammentazioni,
su mille rivoli, ma avere la capacità di aprire anche una vertenza con la
Comunità Europea e concentrare tutte le possibilità e opportunità che abbiamo
di su ambiente e territorio.
Se dopo 30 anni, 40 anni di governo regionale ancora la Calabria è all'ultimo
posto per quanto riguarda l’indicatore socio economico, cioè per quanto
riguarda anche l'Obiettivo 1, vuol dire che una riflessione sul perché ancora siamo
in questo stato dovremmo farla in maniera propositiva, utile, non strumentale, e
capire che, forse, indirizzare le risorse finanziarie europee su mille progetti,
mille campanili, mille localismi, non ci aiuta a rendere la Calabria attrattiva
bella, accogliente, ricca di storia di cultura.
Dovremmo farci tale domanda, in questa occasione di dibattito su un tema
così centrale per le prospettive della nostra Regione, ma per far ciò credo che
ci sia bisogno anche di fare riferimento ad alcuni strumenti legislativi
approvati di recente; mi riferisco alla Strategia nazionale per lo sviluppo
sostenibile approvato di recente, documento interministeriale che, poi, non è
altro che la traduzione delle priorità citate dell’Agenda 2030 dell’Unione Europea.
Un primo elemento che emerge con chiarezza e nettezza è quello secondo cui
basta limitarsi alla gestione dell’emergenza. Naturalmente questa affermazione sembra
un’ovvietà, ma è la realtà perché, se noi ci occupiamo di dissesto idrogeologico,
di difesa del suolo ogni volta che c’è un’emergenza, senza renderci conto che
questo è un moltiplicatore di risorse e non la soluzione del problema, credo che
ci sia un limite non di questo Consiglio regionale, ma della politica nazionale
incapace di invertire questa tendenza.
La Strategia nazionale lo scrive nero su bianco: il dissesto idrogeologico
si combatte creando comunità e territori resilienti, promuovendo il presidio e
la manutenzione del territorio. Questi sono altri punti cardine di ogni azione
di governo e di ogni azione legislativa tale da poter introdurre quella visione
e quell'idea che possono, poi, dare sicurezza al territorio, dare sicurezza ai cittadini,
dare una qualità di vita adeguata ai territori.
Credo che sia in questa direzione che si inserisse la proposta di legge
che noi abbiamo definito "TerraFerma-Montagna Solidale”,
a cui spesso ha fatto riferimento, anche, il collega Mammoliti, per quanto riguarda
la salvaguardia delle aree interne.
È da quattro anni che noi proponiamo questa proposta di legge e da due
anni abbiamo cercato di porla anche al centro di questo dibattito politico, non
perché riteniamo che questa sia la soluzione, la panacea di tutti i mali - ci
mancherebbe altro - è un modello che noi proponiamo a quest'Aula che può essere
modificato, rettificato, integrato, migliorato, ma c'è bisogno che, oggi,
iniziamo ad occuparci dell'idea che, senza manutenere il territorio, senza
salvaguardare il territorio, senza mantenere l'uomo sul territorio, diventa
difficile oggi garantire quei presupposti a cui facevo riferimento prima.
Credo che sia questo un momento importante anche per capire se ci sono
idee, progetti, visione da poter mettere in campo in
questi mesi, in questi anni di Legislatura regionale.
Noi abbiamo progetti e lanciamo questa proposta di “TerraFerma-Montagna
Solidale” su cui ci vorremmo confrontare con il presidente Occhiuto, in primis,
e con il governo regionale, per capire se questa sia un’ipotesi, un’opportunità,
non la panacea, che mette insieme salvaguardia del
territorio, presenza dell’uomo e occupazione per i giovani su quella parte
importante delle aree interne.
Così come
pensiamo, caro presidente Occhiuto, che sia arrivato anche il tempo - occorre la
forza che lei sicuramente ha - di aprire una vertenza con il Governo nazionale.
Quando parliamo di salvaguardare il territorio e, intanto, le aree interne si
svuotano, quando noi non garantiamo a queste aree interne i servizi necessari
come le poste, la banca, la caserma dei Carabinieri, le scuole, come si fanno ad assicurare i servizi necessari e come si
fa a garantire, a chi ha scelto di vivere in queste realtà difficili, di poter continuare
a viverci? Questo è un tema che dobbiamo porci.
Così come dobbiamo porci un altro tema, caro presidente Occhiuto: come
incrementare l'utilizzo del south working per garantire la presenza di giovani
laureati, consentendo loro di lavorare da remoto anche da queste aree disagiate
interne della Calabria.
Credo che sbaglieremmo se dovessimo considerare lo sviluppo sostenibile
solo limitato al clima, perché lo sviluppo sostenibile riguarda tante altre
problematiche, i divari territoriali, la sanità e quant'altro, ma di questo
credo ne parlerà meglio di me la collega Amalia Bruni.
Però, credo che in questo Consiglio possiamo offrire alcuni stimoli, ad
esempio, - sembra una cavolata, ma per me è importante - sollecitare i Comuni all'inserimento
negli Statuti comunali la finalità dello sviluppo sostenibile.
Se, infatti, i principi di sostenibilità, di tutela dell'ambiente e del
clima sono entrati nel 2020 nella nostra Costituzione, sarebbe un bel segnale
che quest'Aula invitasse i Comuni anche ad attivarsi per l'inserimento nei
propri Statuti comunali del principio dello sviluppo sostenibile. Sarebbe un
segnale importante di attenzione che noi, come stimolo, chiederemmo alle nostre
comunità.
Sono certo che i Comuni e i Sindaci sono pronti a fare la loro parte che
può garantire, tra l’altro, quella spinta propulsiva in termini di
coinvolgimento delle comunità, delle imprese, delle associazioni.
Quello di cui sono meno certo è che il livello nazionale abbia compreso
l'urgenza della questione. Quando, infatti, nel documento strategico leggo che
è prioritario ridurre i divani territoriali e poi assistiamo all'accelerazione in
Senato dell'approvazione dell’autonomia differenziata, vuol dire che qualcosa
non quadra. È indiscutibile, infatti, che l’autonomia differenziata cozzi con
la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Oggi riteniamo che occorra mettere in campo una
regia nazionale forte e innovativa, capace di porre fine alla frammentazione
delle competenze e che sappia indirizzare i denari secondo i bisogni e le
necessità territoriali.
Personalmente ritengo - lo dico a livello personale non del gruppo - che
sia stato un errore abolire l'unità di missione chiamata ItaliaSicura, che nel 2014 istituì l’allora Governo
Renzi con il compito di curare coordinamento, pianificazione e gestione del
rischio idrogeologico. Credo che occorra ripartire da quella intuizione per
ricostruire un passo importante in tale direzione.
Oggi, l’Italia non è più dotata di un piano nazionale di opere e
interventi né di un piano finanziario in merito a questa tematica. Nessuno può
seriamente affermare che un tale piano sia più facilmente proponibile mettendo
in piedi 21 sistemi regionali diversificati e indipendenti. Stiamo parlando,
infatti, di decine di miliardi da indirizzare in prospettiva pluriennale. Piuttosto,
il ruolo delle Regioni - qui andiamo al nostro ruolo - e in particolare di
quelle in maggiore difficoltà, caro Presidente, dovrebbe consistere nella
capacità di presentare progetti razionali e incisivi. E oggi, se guardiamo alla
Calabria, il Commissariamento, unito alla mancanza di uomini e competenze,
diventa più un ostacolo anziché uno strumento utile a mettere a terra i
progetti.
Noi riteniamo che ci sia bisogno di quell'autorevolezza fondamentale per
aprire i canali di interlocuzione anche con le istituzioni europee, perché la
leva dei Fondi UE può davvero risultare primaria e decisiva, cominciando però
con il fare chiarezza sullo stato di avanzamento dei progetti e sull'esito
della rimodulazione dei fondi PNRR voluta dal Governo Meloni e sostenuta dal
ministro Fitto che ha portato ad una riduzione di quasi un miliardo di risorse
destinate alla Calabria.
Il ministro Fitto ha
dichiarato più volte che sarebbero state recuperate in altro modo.
La domanda che pongo, oggi,
al presidente Occhiuto è: almeno lei sa come saranno recuperate tali risorse,
visto che molti Comuni calabresi hanno perso opportunità legate a progetti già
in itinere?
Infine, il report della Banca
d'Italia, pubblicato qualche giorno fa, che conferma tutte le fragilità del sistema
socioeconomico calabrese, ci impone di non perdere nessun finanziamento e,
soprattutto, ci richiede di pretendere quelle risorse necessarie per rendere
bella, accogliente e sicura la nostra Regione.
Su questi temi e battaglie,
caro Presidente, ci siamo e ci saremo sempre perché per ognuno di noi prevale
non l'appartenenza politica ma l'orgoglio di appartenenza ad una terra fragile,
sì, ma ricca di storia e oggi centrale nello scenario geo politico quale porta
del Mediterraneo.
Grazie, collega Bevacqua.
Ha chiesto di intervenire il collega Gelardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, parlare dei
problemi relativi al dissesto idrogeologico della Calabria senza agganciare la
tematica al più complessivo quadro dei mutamenti climatici, che tantissimi problemi sta causando a livello
planetario, sarebbe miope e soprattutto poco utile.
Il problema è sotto gli occhi di tutti, e tutti dobbiamo fare un grande sforzo per intraprendere azioni che possano aiutarci a contrastare il fenomeno anche perché è chiaro e lapalissiano che la Calabria, in conseguenza dei suoi 710 km di coste, rispetto al dissesto idrogeologico abbia una morfologia generale che la vede più esposta alle devastanti conseguenze che sono percettibili anche ad occhio nudo sulle fasce costiere.
Parlando di questo aspetto in particolare, infatti,
vediamo come i dati ufficiali relativi allo studio della Commissione De Marchi
del 1970 riferiscano di fenomeni di erosione accentuata già presenti in diverse
zone del litorale, in particolare nelle aree interessate da opere
infrastrutturali, quali porti, autostrade e ferrovie. Si stima che
l'arretramento significativo della spiaggia interessasse circa 170 km di coste.
Negli ultimi dati regionali pubblicati anche nelle Linee guida nazionali sulla erosione costiera (TNEC - 2018) sono riferiti al periodo 1985-2013 e riportano la presenza di 278 km di tratti di litorale in erosione, pari a circa il 61 per cento del totale delle spiagge basse sabbiose, mentre, le spiagge alte sarebbero 253 km.
Nello stesso periodo l'area di spiaggia erosa è stimata in 6,5 milioni di metri quadrati. L'ordine di grandezza del fenomeno erosivo ha comportato, data anche la particolare morfologia delle coste calabre, la perdita di almeno 200 km di coste basse negli ultimi 30 anni con un arretramento medio di circa 25 metri.
È evidente che, rispetto ai fenomeni globali, serva una
strategia nazionale e anche sovranazionale, ma è pur vero che, come evidenzia
anche il rapporto spiagge 2022 di Legambiente, ad infragilire le coste a volte
siano anche i fenomeni di antropizzazione della fascia costiera. Fenomeni
rispetto ai quali è importante tenere molto alta l'attenzione. L'incidenza
della riduzione dell'apporto sedimentario dei fiumi e dell'incremento del
livello marino sui fenomeni erosivi della costa è certamente sensibile, ma da
non sottovalutare sono anche gli effetti legati alla innaturale forzatura del
litorale, dovuta alle opere portuali e alle varie strutture rigide di protezione.
Secondo i dati ISPRA tratti dal “Rapporto sul dissesto idrogeologico 2021” in Calabria, tra il 2007 ed il 2019, il 26,2 per cento della costa bassa ha subito fenomeni di erosione.
Zone di grande criticità in Calabria sono infatti le
città portuali come Gioia Tauro, Bagnara Calabra, Reggio Calabria, Villa San
Giovanni, Vibo Valentia, Corigliano Calabro e Crotone. Questa condizione si
ripete anche nei casi in cui sono presenti porti di minore grandezza.
Occorre, dunque, continuare sulla direttrice dello sviluppo delle nostre infrastrutture, anche quelle costiere, inserendole in una strategia, che però dovrà essere di livello nazionale prima che locale, per coniugare sviluppo e salvaguardia del patrimonio naturale calabrese, continuando, dunque, così come già iniziato dall'attuale governo regionale, il lavoro per monitorare e fortificare le nostre coste in vista di stagioni, rispetto alle quali, purtroppo, non possiamo aspettarci miglioramenti lampo.
Naturalmente, il dibattito non può essere limitato solo
all'aspetto dell'erosione costiera. I mutamenti climatici stanno causando
fenomeni metereologici sempre più estremi ed imprevedibili, come bombe d'acqua,
alluvioni, esondazioni e tifoni, con enormi danni alle persone ma anche
all'economia. Pensiamo ad esempio al comparto agricolo, che oggi si sta
distinguendo nella nostra regione per l'eccellenza dei suoi prodotti che
risultano molto apprezzati anche fuori regione e che costituiscono quindi una
parte rilevante delle esportazioni. Stagioni imprevedibili e fenomeni
atmosferici estremi sono nemici del Settore e, inutile nasconderselo, sono
conseguenza diretta dell'inquinamento atmosferico.
È, pertanto, estremamente importante realizzare ogni
azione che possa garantire un'inversione di tendenza. È, altresì, vero che la
problematica è da affrontare su scala globale, perché a poco può servire
limitare le emissioni in una zona del Pianeta se poi in altre zone le emissioni
aumentano.
Per impattare concretamente queste problematiche occorre
essere coesi e compatti. E siccome le nazioni europee sono storicamente in
prima fila quando c'è da dimostrare una sensibilità adeguata su queste
tematiche, spetta proprio a noi non solo modificare alcuni comportamenti, ma
anche sensibilizzare altri contesti ad una maggior attenzione verso queste
tematiche.
La Calabria, da sempre regione tra le più green del continente, si deve
distinguere e rimanere anima verde d’Europa per poter continuare a vantare,
secondo rilevazioni non certo di parte, zone montuose nelle quali si può godere
di una qualità dell'aria tra le più pulite del Pianeta. In questo senso io
ritengo che si dovrebbero intensificare gli sforzi verso lo sviluppo delle
energie rinnovabili.
La Calabria, infatti, ne è ricchissima: sole, vento, correnti marine.
Grazie a queste preziose risorse la nostra regione potrebbe diventare un vero e proprio hub energetico nazionale. E sono certo che, lavorando tutti insieme senza divisioni, potremo garantire alle future generazioni un mondo certamente migliore.
Grazie a tutti e buon lavoro.
Grazie,
collega Gerardi. Ha chiesto d’intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, e un buon pomeriggio a tutti.
Ci
tengo a fare questo intervento come medico e come Vicepresidente della
Commissione sanità e mi interessa ribadire a questa Assemblea l'importanza
delle sfide che siamo chiamati ad affrontare non solo come politici, come
istituzioni, ma anche come singoli individui e di come sia indispensabile,
soprattutto, che la collettività sia assolutamente informata e di come queste
nostre riflessioni debbano necessariamente arrivare all'esterno.
Abbiamo
chiesto di poter intervenire su questo tema così importante non perché sia di
moda, non perché sia solamente attuale, ma perché impatta sulla vita quotidiana
di tutti noi.
La
sfida, ovviamente, non è generica, non è lontana, non è la lontana salvaguardia
dell'ambiente per prevenire solo il dissesto idrogeologico, nonostante già
questo tema sia assolutamente enorme. La sfida è proprio nei confronti di un
cambiamento necessario e indifferibile, anche di mentalità, che impone scelte
personali.
Recentemente,
penso che tutti abbiamo sentito da Papa Francesco ribadire la cura del pianeta,
ma quando parliamo di cura del pianeta, sottolineiamo anche la responsabilità
condivisa che tutti noi abbiamo e soprattutto la necessità di un cambiamento
proprio nei modelli di vita, di utilizzo, di consumo. Questo è importantissimo
perché altrimenti innesca e continua a ratificare delle disuguaglianze che non
sono più accettabili.
Ma
perché questi cambiamenti hanno questo impatto enorme e diretto sulla salute
umana e, di conseguenza, perché non possiamo disinteressarcene? Non possiamo
disinteressarcene proprio perché siamo chiamati in prima persona e rischiamo di
essere contemporaneamente autori di chi esercita un cambiamento, che è
indifferibile, e, tutto sommato, anche vittime di questo.
Noi
dobbiamo entrare nell'ottica della prevenzione e della pianificazione che sono
le uniche sfide, le uniche armi che abbiamo per difenderci e per,
successivamente, programmare e gestire proprio i nostri servizi sanitari.
L'Organizzazione
mondiale della sanità parla di “One Health” da molto tempo. “One Health”
significa: salute umana, salute animale e ambiente, ovvero ecosistema nel quale
viviamo indissolubilmente legati e strettamente interdipendenti.
Gli
allarmanti indici di inquinamento, con gli aumenti della CO₂, l'innalzamento della
temperatura, del livello dei mari, degli oceani, sono le condizioni che, come
diceva il collega Gelardi, stanno sconvolgendo il clima con fenomeni
meteorologici violenti, improvvisi, a volte vere e proprie catastrofi, che
hanno non solo impatti immediati ma anche lungo termine sull'economia, sulle
infrastrutture, sul territorio, l'agricoltura. Modificano in negativo,
chiaramente, la vita umana.
Noi
abbiamo già dei dati importanti, oggi ci sono dai 3,6 ai 9 milioni di morti
premature ogni anno legate alle variazioni climatiche. L’OMS ha calcolato che, tra
il 2030 e il 2050, ci saranno ogni anno 250.000 morti in più e che questa
numerosità andrà a gravare soprattutto sulle aree del Mediterraneo, cioè qui, a
casa nostra. Quindi, ci tocca una riflessione in più.
È
chiaro che riguardo le conseguenze sulla salute vi è un aumento di alcune patologie
di tipo respiratorio - allergie, asma -, malattie infettive - comprese le
tropicali che prima non vedevamo alle nostre latitudini -, ma non solo.
Tutte
le fasce di popolazione sono a rischio per l'impossibilità di praticare
attività fisica, perché la capacità lavorativa è ridotta, perché è diminuita e
diminuisce l'interazione sociale e questo porta un aumento di stress, già
misurato, codificato, descritto in letteratura, e porta, addirittura, a un
aumento o un peggioramento della salute mentale, con un aumento del tasso di
suicidi. Questo, chiaramente, accade sempre di più sulle popolazioni e sulle
fasce di popolazione più fragili.
Il
caldo estremo negli anni, tra il 1991 e il 2018, ha provocato il 37 per cento
delle morti, con picchi maggiori soprattutto in quelle aree con minore accesso
all'aria condizionata o in presenza di altri fattori che rendono le persone più
vulnerabili al caldo.
Sono
descritti, ancora, aumenti di patologie cardiovascolari, con ictus, infarti,
danni renali legati alla disidratazione
Quindi,
le fasce delle popolazioni più deboli, come gli anziani, i bambini e le donne
in gravidanza vanno più facilmente e tristemente incontro a danni per la salute.
Quindi,
questi cambiamenti climatici aumentano e amplificano - lo dicevo prima - le
disuguaglianze sociali. In un territorio come il nostro che è demograficamente
anziano e geograficamente caratterizzato da una polverizzazione dei suoi
abitanti in centinaia di piccoli Comuni distanti tra loro per strade spesso
impraticabili, il rischio di non poter accedere all'assistenza sanitaria è
altissima.
Cosa
dobbiamo fare? Noi dobbiamo contemporaneamente mitigare e prevenire.
La
nostra è una terra già messa a dura prova dal punto di vista sanitario e, proprio
per questo motivo, abbiamo un obbligo ancora più stringente che è quello di
fare camminare assieme le politiche di mitigazione del cambiamento climatico e
i sistemi di prevenzione e riorganizzazione della medicina di prossimità.
Lasciatemi
dunque dire una cosa: è indispensabile fare, come prevenzione, il controllo
sulle categorie a rischio; controlli a cui sono deputati la medicina generale e
i pediatri di libera scelta per i bambini. Purtroppo, siamo in un periodo di
difficoltà da un punto di vista medico, abbiamo una bassa numerosità di queste figure;
quindi, dobbiamo pensare di intercettare le persone fragili o coloro che sono a
rischio, aiutandoci con le pluriprofessionalità, le
altre figure del comparto sanitario, così importanti: gli infermieri di
comunità, gli OSS, gli assistenti sociali, gli psicologi.
La
rilevazione corretta dei bisogni e un monitoraggio costante, in un'ottica di
rete e soprattutto di integrazione sociosanitaria, ci mette nelle condizioni di
evitare morti o comunque di contenere danni.
Cosa
dobbiamo chiedere ai Commissari e ai direttori generali delle ASP e ai Sindaci insieme?
Di individuare progetti pilota in grado di fare dialogare gli ambiti sociali da
un lato e i distretti sanitari dall'altro, proprio per la piena integrazione
sociosanitaria.
Implementiamo
azioni di censimento delle persone sole, soprattutto gli anziani, i fragili, i
disabili, la vulnerabilità in generale, per intercettarne i bisogni.
Coinvolgiamo
il volontariato sociale nel supporto ai più vulnerabili e nel miglioramento
della qualità dei servizi e nella garanzia di una continuità di questi stessi
servizi.
Rafforziamo
l'assistenza domiciliare programmata e integrata con una garanzia di servizi
sociosanitari direttamente presso le abitazioni dei cittadini, attraverso la
telemedicina.
Oggi
è semplice, sviluppiamo però dei piani di emergenza con la Protezione civile e
con le forze dell'ordine per essere pronti in caso di catastrofi.
Siamo
chiamati a prepararci e a rispondere alla sfida straordinaria che quest'era
climatica ci pone attraverso la programmazione di azione e servizi importanti.
Non
possiamo più rinviare, né possiamo accettare mancate assunzioni di
responsabilità. È necessario, quindi, mettere in piedi una strategia comune e
trasversale sui vari profili, in un’unica direzione, capace di coinvolgere i
vari livelli istituzionali e i vari ambiti.
Come
gruppo PD, ci rendiamo assolutamente disponibili al dialogo e al confronto per
trovare soluzioni adeguate.
La
proposta dell'Osservatorio, di cui ha parlato il nostro capogruppo, si
inserisce proprio in questo senso di responsabilità. Noi ci siamo.
Pensiamo
comunque, Presidente, che le riflessioni di tutto il Consiglio regionale
possano essere, per esempio, raccolte in un documento unico, che venga poi esaminato
dalla Conferenza dei capigruppo, per rappresentare quello che il Consiglio
regionale della Calabria pensa rispetto a queste tematiche così importanti e diffonderlo
nella collettività. Penso che questo sia particolarmente importante. Grazie.
Grazie,
collega Bruni. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Ho organizzato il mio intervento in due parti: una parte
introduttiva generale e una seconda parte, in esito all'incontro che abbiamo
avuto come capigruppo, in cui tenterò di rispondere, almeno parzialmente, alla
domanda che lei ha fatto in Conferenza dei capigruppo e cioè in che modo la
Regione può intervenire sui cambiamenti climatici e sul dissesto idrogeologico.
Altrimenti, in effetti, diventerebbe un incontro accademico e questa è una sede
legislativa.
I
cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico in realtà hanno un minimo
comune multiplo che sono le realtà antropiche, l'attività antropica.
I
cambiamenti climatici, parto da questo, che fino a pochi decenni fa erano visti
prospetticamente, come una cosa un po’ nebulosa e di là da venire; invece, li
stiamo quotidianamente incrociando e incontrando, anche in Italia, per via dei
danni ingenti e delle vittime che riguardano anche il nostro Paese.
Da
cosa dipendono i cambiamenti climatici? I cambiamenti climatici dipendono dalle
attività antropiche, in particolare dalle combustioni di origine antropica. Lo
dice l'IPCC (Intergovernamental
Panel on Climate Change),
cioè il massimo organismo internazionale che opera sotto l'egida dell'ONU e che
è composto da centinaia di scienziati di tutto il mondo. Ma non è soltanto l’IPCC,
a intervenire su questa natura antropica dei cambiamenti climatici sono le
maggiori organizzazioni internazionali, come, per esempio, l'Organizzazione metereologica
mondiale, il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, scienziati,
centinaia migliaia di scienziati di tutto il mondo, tutti quanti ugualmente
preoccupati per una situazione che mette a repentaglio la sopravvivenza
dell'uomo sul pianeta.
Anche
l'opinione pubblica - è noto ormai a livello planetario - si muove, soprattutto
i giovani, per pretendere drammatiche, immediate, incisive azioni che frenino i
cambiamenti climatici.
Per
la verità, la risposta dei decisori politici è sempre stata ed è tuttora timida
e inadeguata, lo dimostrano gli esiti delle varie COP, cioè le riunioni e le
conferenze fra le parti. Se ne sono tenute 27, la ventottesima si terrà dal 30
novembre al 12 dicembre prossimi a Dubai. In realtà, si riuniscono, parlano, ma
non decidono niente di risolutivo.
Voglio
fare una digressione rapidissima sui negazionisti. C'è anche chi ritiene che i
cambiamenti climatici siano una cosa naturale e non addebitabile all'uomo. In
realtà, cambiamenti nel clima sul pianeta ci sono sempre stati, però un piccolo
particolare: quelli naturali si sono dispiegati nell'arco di centinaia di
migliaia di anni, quelli che stiamo vivendo partono dalla rivoluzione
industriale, quindi dal 1800. Davvero un battito di ciglia.
Il
problema importante è che i cambiamenti climatici hanno effetti anche sulla
salute umana - già è stato detto – perché, essendo collegati a processi di
combustione antropica, questi processi liberano dei gas climalteranti e non
solo quelli. Ogni processo di combustione libera sostanze tossiche e
cancerogene che non possono essere intercettate. Parlo, per esempio, di particolato,
ossidi di azoto, ossidi di zolfo, metalli pesanti, VOC (volatile organic compounds), cioè tutta
una miriade di composti estremamente dannosi per la salute che portano il conto
ogni anno con la morte prematura di 7 milioni di
persone soltanto per l'inquinamento atmosferico.
Ma
i cambiamenti climatici - e questo già riguarda tutti noi - non sono soltanto
un problema di salute o di clima; sono anche presenti anche degli effetti
collaterali disastrosi per la democrazia, l'equità sociale e la pace. Pensate
soltanto alle migrazioni di popolazione scacciate dai propri territori per il
problema dei processi di desertificazione collegati coi cambiamenti climatici o
le guerre che giornalmente si combattono per la proprietà delle fonti idriche.
Dopo
avere accennato soltanto brevemente ai cambiamenti climatici, parliamo del
dissesto idrogeologico che, come dicevo, è strettamente connesso al precedente.
In
Italia nel 2021, rispetto al 2017, c'è stato un aumento di frane e alluvioni,
passando le frane al 4 per cento del territorio e le alluvioni al 19 per cento,
quasi il 94 per cento dei Comuni italiani è a rischio dissesto idrogeologico e
8 milioni di persone abitano in aree di alta pericolosità, cioè più del 10 per
cento della popolazione italiana è a rischio.
Quali
sono i motivi? I motivi sono la cementificazione, la deforestazione,
l'abusivismo edilizio, l'abbandono dei terreni d'altura, i prelievi scriteriati
di terreno, le tecniche di coltura non ecosostenibili, le estrazioni di
idrocarburi e di acqua dal sottosuolo, la mancata manutenzione dei versanti e
dei corsi d'acqua.
Tutte
cose che vanno a incidere su un territorio, il nostro, dalle caratteristiche
geologiche, morfologiche, idrografiche assai delicate. In 9 regioni d'Italia,
tra cui la Calabria, il 100 per cento dei Comuni è a rischio idrogeologico.
Si
potrebbe aggiungere tanto altro, ma, come ho detto, adesso vorrei passare
rapidamente a quello che noi, come Assemblea legislativa, possiamo fare per
combattere i cambiamenti climatici che sono inseriti in un sistema chiuso che
si chiama “pianeta Terra”, quindi, ogni cosa che noi facciamo ha una
ripercussione planetaria: individualmente, come regione, come nazione e così
via.
Come
possiamo contrastare i cambiamenti climatici?
Do
lettura di una serie di ambiti di intervento sul cambiamento climatico:
-incentivare
l'uso delle energie realmente rinnovabili, in special modo il fotovoltaico, sia
su strutture pubbliche che private: scuole e altri edifici pubblici, capannoni industriali,
edilizia residenziale di nuova costruzione e ristrutturazioni rispettose del
contesto storico e paesaggistico, percorsi autostradali, parcheggi dei centri
commerciali e di altra natura;
-
incentivare l'uso del solare termico con relativo risparmio energetico di
combustibili fossili – il solare termico è molto sottostimato e sottovalutato;
-
incentivare la mobilità sostenibile attraverso iniziative promozionali e
creazioni di percorsi pedonali nei centri urbani, soprattutto dedicati ai
bambini che vanno a scuola;
-
favorire la costruzione di piste ciclabili per incrementare l'uso di
biciclette, di bici a pedalata assistita, di e-bike;
-
incentivare l'acquisto di auto elettriche con l'esenzione del bollo e con la
moltiplicazione delle colonnine di ricarica elettrica - perché, se uno non le
trova, è un disagio grave;
-
potenziare il trasporto pubblico rendendolo attrattivo rispetto all'utilizzo
del mezzo privato - adesso è praticamente inesistente;
-
promuovere e potenziare il verde urbano negli insediamenti abitativi;
-
sostenere l'agricoltura biologica, le piccole aziende del settore, gli
allevamenti naturali, con conseguente riduzione anche dell'uso di fitofarmaci,
antibiotici e altri farmaci animali;
-
incentivare le piccole attività commerciali, soprattutto quelle che
commercializzano prodotti locali a chilometro zero;
-
promuovere e incentivare modelli di alimentazione sana. Questo è un punto
estremamente importante che, personalmente, mi sta molto a cuore, cioè,
utilizzare, per esempio, solo alimenti vegetali almeno un giorno a settimana
nelle mense scolastiche pubbliche in genere, preferendo prodotti locali a
chilometro zero;
-
sostituire il cibo spazzatura: merendine, bevande zuccherate e gasate, eccetera,
nei distributori alimentari e di bevande.
Per
quanto riguarda iniziative direttamente sul dissesto idrogeologico:
-
bloccare il consumo e la
impermeabilizzazione del suolo per combattere il dissesto idrogeologico, ad
esempio intervenendo per migliorare e potenziare la legge regionale del 25 luglio
del 2022 di cui, peraltro, è in corso un progetto di legge di revisione;
-
controllare lo sviluppo
urbano nel rispetto del ciclo idrogeologico;
-
contrastare l'abusivismo
edilizio;
-
intervenire adeguatamente
nella corretta pulizia e manutenzione dei corsi d'acqua, che non significa
distruggere la vegetazione ripariale;
-
intervenire nel recupero e
stabilizzazione dei terreni d’altura.
E,
poi, intervenire sui cambiamenti climatici e sul dissesto idrogeologico insieme
considerati, incentivando la ristrutturazione degli edifici pubblici e privati,
rendendoli a norma sia sotto l'aspetto sismico che per la dispersione del
calore.
La
legge calabrese sulla forestazione, poi, è molto apprezzata a livello nazionale
come una delle migliori d'Italia. Bisogna e si può ulteriormente migliorare, ad
esempio: nella gestione dei boschi, promuovendo la gestione a fustaia invece
che a ceduo; potenziando l'attività di prevenzione degli incendi; riforestando
le aree boschive deforestate e difendendo l'integrità di questo nostro
patrimonio, tra l'altro importantissimo attrattore turistico.
Dico
che in questo modo noi non solo attuiamo azioni antagoniste ai cambiamenti climatici
e al dissesto idrogeologico, ma garantiamo un ambiente migliore, un livello di
salute migliore, una quotidianità migliore e un impatto occupazionale maggiore
per la nostra terra.
Non
posso terminare questo elenco senza portare un esempio concreto di intervento
che definirei maggiore e che contiene tutti gli aspetti di cui ho parlato; mi
riferisco alla decisione del presidente Occhiuto di approvare il Piano del
Parco nazionale del Pollino, il primo Piano del Parco, giunto dopo trent'anni
di attesa, senza derogare dalle indicazioni ivi contenute, convinto, come il
Presidente stesso ha dichiarato, che una mega centrale a biomassa in un Parco
nazionale non ci possa stare.
Questa
decisione impedirà alla centrale del Mercure di continuare
a bruciare 350 mila tonnellate di alberi ogni anno per produrre una risibile
quantità di energia. Precisamente lo 0,0002 per cento dell'energia prodotta in
Calabria. Viceversa, si ridurranno significativamente le immissioni di gas
climalterante in atmosfera e di prodotti nocivi per la salute delle popolazioni
residenti, mentre le migliaia di alberi risparmiati potranno continuare a
fornire il loro contributo contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti
climatici e per la salubrità dell'aria. Le popolazioni locali, la biodiversità
del Parco, gli imprenditori turistici della ristorazione, dell'agroalimentare
di qualità e tutto l'indotto che fa capo alle attività che, invece, in un Parco
possono stare e svilupparsi, sentitamente ringraziano. Grazie.
Grazie,
collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Grazie,
anche per aver accolto l'invito che la minoranza le ha rivolto e ha rivolto ai capigruppo
di maggioranza affinché si svolgesse oggi una discussione su questo tema. È un
invito che sono molto felice che il Consiglio regionale abbia accolto perché
quello che oggi si sta discutendo è un tema di grandissima importanza per la nostra
Regione.
Dico
spesso di essere preoccupato quando non piove per via della siccità e preoccupato
quando piove per via dei fenomeni avversi. E infatti io non mi iscrivo né mai mi
sono iscritto all'elenco di quelli che negano l'effetto dei cambiamenti
climatici. Basta essere attenti ad osservare la frequenza, l'incidenza di
fenomeni avversi per rendersi conto che qualcosa evidentemente è cambiato negli
ultimi decenni e ciò che è cambiato induce ciascuno di noi a un supplemento di
attenzione nel governo del territorio.
Sono
molto contento che il Consiglio regionale abbia voluto svolgere questa
discussione col contributo della maggioranza e dell'opposizione, vorrei che la
stessa sensibilità ci fosse nel sistema delle autonomie locali. Infatti, ci
sono spesso Sindaci che hanno grande sensibilità su questo problema, altri Sindaci
che magari lo sottovalutano.
Una
delle prime cose che io ho voluto fare quando mi sono insediato è stata quella
di convocare tutti i Sindaci della Calabria per parlare con loro in ordine alle
attività di Protezione civile che all'interno di ogni Comune devono essere svolte.
Tra
le tante riforme che ho proposto, ce n'è una della quale spesso si parla poco, ma
è una di quelle a cui io ho tenuto di più: la riforma della Protezione civile.
Avevamo
una legge sulla Protezione civile risalente a 20 anni fa, l'abbiamo riformata e
abbiamo costruito un sistema di Protezione civile più efficiente, più
performante. Sono molto soddisfatto anche del lavoro che sta svolgendo il
giovane direttore della Protezione civile che ho selezionato qualche mese fa. Abbiamo
una Protezione civile che ci è invidiata anche nelle altre Regioni. Ogni volta
che ci sono “teatri” di Protezione civile - mi riferisco a ciò che è successo,
per esempio, in Emilia e recentemente in Toscana - la nostra Protezione civile
viene invitata ed è invidiata anche da altre Regioni; si è segnalata per grande
operosità, per grande capacità. Una volta tanto la Calabria nella Protezione
civile riesce ad essere una Regione modello e sarebbe colpevole che non fosse
così, perché la Calabria è esposta a fenomeni avversi molto più delle altre
Regioni.
Noi
abbiamo tantissime aste fluviali, pertanto la manutenzione dei fiumi diventa
assolutamente necessaria. Faceva bene il consigliere Laghi a riferirsi anche a
questo e condivido moltissime delle proposte che la minoranza ha fatto; peraltro,
quando ascolto il consigliere Laghi, per esempio, rintraccio una comune
sensibilità rispetto ai temi ambientali, perché son davvero convinto che il
rispetto del territorio e dell'ambiente sia un driver di sviluppo del territorio, ma soprattutto un dovere morale
per chi il territorio lo governa.
Condivido
anche la proposta del consigliere Bevacqua in ordine alla opportunità di
istituire un osservatorio: facciamolo.
E
se l'opposizione vuole proporre anche qualche iniziativa - il consigliere
Bevacqua mi pare di aver capito che l’abbia fatto qualche tempo fa - per ripopolare
le aree interne, anche queste sono iniziative che, per quanto riguarda il governo
regionale, sono ben accette. Le Istituzioni debbono fare molto per difendere il
territorio e mitigare il rischio derivante dai fenomeni avversi, ma, se anche
le Istituzioni facessero tutto quello che debbono fare - purtroppo, nella
maggior parte dei casi non fanno tutto quello che debbono fare - non sarebbe
abbastanza perché il cuore del problema è, appunto, l'antropizzazione che c'è
stata negli ultimi decenni.
Laddove
non c'è più l'uomo, nei Comuni interni della nostra Regione, non c'è nessuno
che fa la manutenzione del territorio, non c'è nessuno che si occupa dei
percorsi frangi fuoco, che si occupa della manutenzione dei pezzi di aste
fluviali e pluviali che ci sono in quei Comuni; non c'è nessuno che si occupa
della cura del territorio e, quando il territorio non è curato, diventa oggetto
di fenomeni avversi dei quali ci rendiamo conto dopo. Magari spendiamo risorse che,
se avessimo investito nella direzione della prevenzione attraverso la cura del
territorio, non avremmo dovuto investire.
Poi,
certo, ci sono dei comportamenti colpevoli anche da parte dell'uomo.
Il
consumo del suolo. Il consumo del suolo in questa Regione è stato sciagurato nel
corso dei decenni passati. Ho ancora
negli occhi quello che è successo a Scilla, un anno e mezzo fa, quando un fiume
si è sviluppato su una strada, semplicemente perché quella strada era un fiume e
quella strada fu costruita tombando un fiume; la natura, però, non sapeva che
quel fiume non c'era più e al suo posto c'era una strada e ai bordi di questo
fiume c'erano delle civili abitazioni che mai avrebbero dovuto esserci.
Quindi
c'è stato un atteggiamento sciagurato da parte dell'uomo nel corso degli anni
passati. Anche su questo tema io sono disponibile ad accettare tutte le
proposte che vengono dall’opposizione; tante volte mi lamento del fatto che
l'opposizione in questo Consiglio regionale si limiti a criticare, come è
legittimo che faccia - un'opposizione deve anche svolgere un'azione di stimolo
attraverso la critica - e non abbia quasi mai la tentazione positiva di
proporre qualcosa. Se su questo tema l'opposizione propone qualcosa - e lo ha
fatto - per quanto mi riguarda è una buona cosa accogliere queste proposte,
valutandole, poi, all'interno dei luoghi del Consiglio.
Vorrei,
però, che fosse riconosciuto anche lo sforzo che ha profuso questo governo
regionale, quando sul tema degli abusi edilizi ha commissariato moltissimi Comuni.
Abbiamo
mandato i Commissari per procedere alle demolizioni, perché anche quello è un
tema: quando si consuma suolo attraverso abusivi edilizi e poi capita un evento
avverso, che produce danni e vittime, è troppo facile dire poi che quelle case
non dovevano stare laddove c'erano, che quegli immobili non dovevano stare dove
sono stati costruiti.
Bisogna
rendersene conto prima e bisogna farlo senza temere le proteste dei Sindaci, dei
Comuni. Ho grande rispetto dei Sindaci e dei Comuni che hanno questa stessa
sensibilità che voi oggi avete dimostrato in Consiglio regionale, ma, laddove questa
sensibilità non c'è, qualcuno si deve sostituire perché sarebbe colpevole
guardare e passare oltre. E noi abbiamo cercato di fare anche questo.
Siamo
impegnati anche nella direzione di rendere la forestazione più efficace
nell'attività di mitigazione del rischio e di cura del territorio.
Abbiamo
un settore nella forestazione che spesso è oggetto anche di ironia da parte di
quanti non conoscono quanto importante sia la forestazione in Calabria e abbiamo
4 mila forestali a fronte di 470 mila ettari di bosco; altre Regioni hanno in
proporzione più forestali della Calabria.
Il
problema è che noi abbiamo operai forestali anziani e che non possono più
svolgere quell’attività di manutenzione del territorio; allora noi dovremmo, nel corso dei prossimi
mesi, dei prossimi anni, compatibilmente con gli equilibri di bilancio, porre
all'ordine del giorno della nostra attività anche una riforma della
forestazione, che vada nella direzione di renderla produttiva e più utile a mitigare
i rischi derivanti dai cambiamenti avversi, anche attraverso il reclutamento di
figure che siano più compatibili con l'attività che, in termini di mitigazione
del rischio, la forestazione deve fare.
Sui
corsi d'acqua. Ho trovato corsi d'acqua che non venivano manutenuti da anni e,
per evitare gli effetti derivanti dall'incuria – in alcuni casi i corsi d'acqua
sono vere e proprie discariche - gli effetti sia sulla qualità del mare -
incide anche sulla depurazione - e gli effetti anche in ordine alla mitigazione
del rischio, abbiamo messo in atto un piano straordinario di manutenzione dei
corsi d'acqua che si sta realizzando attraverso Calabria Verde, mai come in
questi due anni.
Vorrei
che ogni tanto con la stessa onestà intellettuale con la quale il governo
regionale dice che avete fatto delle buone proposte e che verranno prese in
considerazione, ci fosse da parte dell'opposizione l'atteggiamento di chi dice:
“Evidentemente in questi anni, sul rispetto dell'ambiente, sulle politiche tese
alla cura del territorio, c'è stato un cambio di passo rispetto al passato”.
Attenzione:
c'è stato anche un cambio di passo sulla spesa delle risorse per il dissesto.
Mentre
vi ascoltavo mi son fatto mandare - sapete che sul dissesto è il Presidente ad
avere la titolarità della spesa delle risorse - il report di quello che abbiamo fatto in questi ultimi due anni.
Ebbene,
noi in questi ultimi due anni abbiamo approvato un numero di progetti esecutivi
che è del 340 per cento superiore a quelli approvati nel 2018 e 2019; abbiamo
scelto questo periodo temporale per compararlo.
Abbiamo
sottoscritto un numero di contratti pubblici per attività legate al dissesto,
alla mitigazione e al rischio, che rispetto a quelle annualità, 2018-2019, è più
alto del 525 per cento; abbiamo, in questi due anni, speso 50 milioni di euro,
con un incremento rispetto a quelle annualità del 153 per cento, con una
progressione ancora più alta nel 2023, perché questi lavori spesso chi ha fatto
il Sindaco, come il consigliere Alecci, sa che questi lavori spesso vengono svolti
utilizzando i Comuni in avvalimento e a volte con una lentezza tale che, quando
si poneva mano a questi lavori, lo stato dell'arte dei luoghi non era più
quello che era stato individuato come teatro dei lavori. Da giugno 2023 abbiamo
deciso di dotare questo Ufficio delle abilitazioni per essere Stazione appaltante
e, quindi, abbiamo incrementato ancor di più la progressione della spesa.
La
Calabria, che spesso è segnalata, come diceva il consigliere Bevacqua, tra le
ultime Regioni, è la prima Regione; è la prima Regione per spesa in questo
ambito per risorse FSC. Non è semplice perché noi abbiamo molto più FSC di
quanto ne abbia l'Emilia, di quanto ne abbia la Toscana, perché come sapete le Regioni
del sud hanno assegnate più risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione; nonostante
questo, noi siamo i primi, non solo in termini assoluti, ma anche in termini
percentuali.
Il
portale www.openpolis.it - andatelo a verificare - tiene conto sia delle
risorse del FSC sia delle altre risorse che il Ministero ha assegnato alle Strutture
commissariali che si occupano del dissesto idrogeologico; noi siamo i secondi,
prima di noi c'è, per uno 0,58 per cento, soltanto la Puglia - siamo i secondi
in Italia – che, come sapete, avendo meno montagna, meno corsi fluviali e pluviali,
ha assegnate meno risorse da investire.
C'è
stata, quindi, una progressione nella spesa che non si era mai registrata in
questa Regione, perché evidentemente questo governo regionale ha messo al
centro della sua attenzione le attività legate alla mitigazione del rischio
derivante dai fenomeni avversi.
C'è
moltissimo da fare ancora, lo diceva bene il consigliere Laghi e lo diceva bene,
anche, il capogruppo della Lega. Ci sono tante attività che vanno svolte nella
direzione di consolidare una cultura ambientale che spesso in questa Regione è
stata sempre una cultura di serie B e di serie C.
Lo
ricordava il consigliere Laghi, quando ho deciso di approvare il Piano del Parco
senza modifiche e questo ha condotto a creare le condizioni perché si chiuda
quella Centrale a biomasse, le proteste le ho avute dai Sindaci, dalle comunità
che, invece, avrebbero dovuto considerare il Parco come un valore e un driver
di sviluppo del territorio; quindi, evidentemente, c'è ancora molto da
lavorare.
Poi,
ho avuto modo di parlare con i Sindaci, tra l’altro anche bravissimi, e adesso
anche loro sono persuasi dal fatto che quella parte della regione deve
svilupparsi seguendo altri valori.
In
quella parte della regione sta emergendo una città, forse anche più importante
di Sibari - non me ne voglia l'assessore Gallo - all'interno di un Parco.
Pensate
alla ricchezza straordinaria che questo Parco potrebbe avere se si investisse
su questo, anziché su presìdi o attività industriali che nulla hanno a che fare
col Parco stesso, ma anche quell’attività fu molto contrastata, perché non c'è
questa mentalità.
Non
sempre si ha la percezione di quanto sia importante fare politiche che abbiano
ad oggetto la valorizzazione del territorio attraverso la sua difesa e la sua
tutela.
Presidente,
sono molto felice di questo dibattito.
Mi
dispiace di aver impegnato più tempo di quello a me concesso, ma credo che oggi
il Consiglio regionale abbia scritto un'altra bella pagina, rivolgendo l’attenzione
a un argomento del quale è bene occuparsi prima, anziché dopo i fenomeni
avversi.
Grazie, presidente Occhiuto.
Passiamo
al punto due dell'ordine del giorno, la proposta di legge numero 195/12^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto generale e rendiconto
consolidato, relativi all’esercizio finanziario 2022”.
Prima
di cedere la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento,
comunico all'Aula che il Dipartimento economia e finanze della Giunta regionale
ha fatto pervenire, come annunciato in seconda Commissione lo scorso venerdì 24
novembre, la documentazione relativa alla parifica del rendiconto da parte
della Corte dei conti.
Prego,
consigliere Montuoro.
Grazie,
Presidente. Buon pomeriggio a tutti. Saluto i colleghi consiglieri, la Giunta
regionale, il presidente Occhiuto, il Presidente del Consiglio, la stampa, il
pubblico e i colleghi tutti.
La
proposta di legge in oggetto è stata licenziata dalla seconda Commissione nella
seduta del 24 novembre scorso.
La
seconda Commissione ha dedicato due sedute all'esame e all'approvazione del
provvedimento: la prima ha visto una discussione generale sulla manovra e la
seconda la discussione e l'approvazione anche degli emendamenti tecnici e del
provvedimento nel suo complesso.
Alle
sedute hanno partecipato i rappresentanti del Collegio dei revisori dei conti, il
dottor Nicita e il dottor Mazzulla, che saluto e
ringrazio, i rappresentanti del Dipartimento economia e finanze, il Direttore
generale, dottor De Cello, e la dottoressa Buonaiuto, che saluto e ringrazio,
che hanno illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.
Colgo
l'occasione per ricordare che il documento contabile è stato approvato con
deliberazione della Giunta regionale numero 282 del 12 giugno 2023, trasmessa
alla Sezione regionale della Corte dei conti per la relativa parifica, come
previsto dall'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 174 del 2012.
Colgo
l'occasione anche per salutare e ringraziare l'assessore al bilancio, il
professor Minenna, che ringrazio per la proficua sinergia e collaborazione che
si è creata tra l'attività del Dipartimento, il suo Assessorato e la Commissione
bilancio.
La
normativa contenuta nel decreto-legge 174 del 2012, infatti, ha stabilito
all'articolo 1, comma 3, che le Sezioni regionali di controllo della Corte dei
conti esaminano i rendiconti consuntivi delle Regioni per la verifica del
rispetto degli obiettivi annuali posti dalle regole di cui al pareggio di
bilancio, dell'osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento
dell'articolo 119, sesto comma della Costituzione, della sostenibilità
dell'indebitamento e dell'assenza di irregolarità suscettibili di pregiudicare,
anche in prospettiva, gli equilibri economico finanziari degli enti.
Il
comma 5 precisa che alla decisione di parifica è allegata una relazione nella
quale la Corte dei conti formula le sue osservazioni in merito alla legittimità
e alla regolarità della gestione e propone le misure di correzione e gli
interventi di riforma che ritiene necessari al fine, in particolare, di
assicurare l'equilibrio di bilancio e di migliorare l'efficacia e l'efficienza della
spesa.
La
decisione sul giudizio di parifica è volta ad accertare la conformità del
rendiconto alle leggi di bilancio e, quindi, produce l'effetto di validazione
dei risultati del rendiconto regionale.
La
Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, giorno 14 novembre 2023,
ha parificato il rendiconto per l'esercizio finanziario 2022 in tutte le sue
componenti.
Comunico
che, ad integrazione della delibera di Giunta regionale, che ha approvato il
rendiconto generale esercizio finanziario 2022, la Giunta regionale, con
deliberazione numero 649 del 20/11/2023, ha approvato il rendiconto consolidato
dell'anno 2022 della Regione Calabria.
Nel
corso della seduta della seconda Commissione è stato approvato un emendamento a
mia firma al rendiconto generale dell'anno 2022, al fine di consentire la
contestuale approvazione del rendiconto generale dell'anno 2022 e del
rendiconto consolidato dell'anno 2022, comprensivo dei risultati del Consiglio
regionale, secondo quanto previsto dagli articoli 11 e 63 del decreto
legislativo numero 118 del 2011, emendando anche la denominazione del disegno
di legge.
Come
noto, a tutti voi, il rendiconto è un documento contabile che mostra i
risultati ottenuti da tutte le operazioni di gestione compiute in un
determinato esercizio; è un mezzo di cognizione che permette di conoscere in
che modo e in che misura si sono realizzate le previsioni di bilancio e
consente di esprimere un giudizio sull'operato degli amministratori.
Il
rendiconto regionale consente di eseguire una valutazione finale dei risultati
contabili e, nello stesso tempo, di indirizzare la successiva programmazione
amministrativa.
Il
rendiconto che andremo a esaminare, redatto secondo i nuovi schemi, si compone
di tre documenti principali: il conto di bilancio o rendiconto finanziario, che
mostra i risultati finali della gestione finanziaria rispetto alle
autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di
previsione; il conto economico, che mostra le componenti positive e negative della
gestione di competenza economica dell'esercizio considerato, rilevate dalla
contabilità economico-patrimoniale; lo stato patrimoniale, che rappresenta la
consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio.
Il
patrimonio delle Regioni è costituito dal complesso dei beni e dei rapporti
giuridici attivi e passivi di pertinenza della Regione, attraverso la cui
rappresentazione contabile è determinata la consistenza netta della valutazione
patrimoniale, comprensiva del risultato economico dell'esercizio.
Nella
relazione generale del provvedimento troverete rappresentata la situazione
finanziaria di questa Regione.
Il
Collegio dei revisori dei conti, con verbale numero 38 del 5 luglio 2023, ha
espresso giudizio positivo al rendiconto approvato con delibera di Giunta regionale
numero 282 del 12 giugno 2023.
Altresì,
il Collegio dei revisori dei conti, con verbale numero 64 del 23 novembre 2023,
ha espresso parere favorevole alle risultanze del rendiconto consolidato 2022
di Giunta e Consiglio, così come approvato dalla Giunta regionale, con
deliberazione numero 649 del 20 novembre 2023.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Prego,
ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo su questo importante documento contabile, cercando di fare
un'analisi sui numeri, ma che faccia anche emergere un giudizio politico,
perché dai dati del rendiconto 2022 alcune conclusioni possono essere date.
Non
vorrei essere netto nei giudizi, perché capisco anche la complessità dei numeri
che è di difficile interpretazione; hanno una complessità per gli addetti ai
lavori, figuriamoci per i non addetti ai lavori, però un dato da questo
rendiconto lo possiamo evincere.
Secondo
me, ancora una volta, la Regione Calabria evidenzia in questo documento
contabile le sue storiche difficoltà che derivano da una incapacità di spesa di
una Regione che, ancora una volta, è paralizzata nei suoi processi
amministrativi e di bilancio.
Dico
questo – poi cercherò di suffragare con dati e numeri questo ragionamento
politico – perché vi è un'incapacità di spesa.
Il
bilancio di una Regione non è il bilancio di una società per azioni o di una
società di capitali.
Noi
non vinciamo un premio se facciamo economie o utili. Noi dobbiamo avere la
capacità di spendere, di ottenere una parità di bilancio, non solo di impegnare
le risorse, ma poi di metterle a terra con i pagamenti.
Dai
numeri che si evincono da questo rendiconto, noi troviamo ovviamente un flusso
di denaro importante, una situazione di cassa estremamente forte e positiva per
la Regione Calabria, ma nello stesso tempo non riusciamo a individuare una
proporzionale corrispondente capacità di spesa e questo, ovviamente, impatta
sulla vita reale dei cittadini in misura ancora più grave rispetto ad altre Regioni
italiane.
Dai
numeri o dai macro-aggregati troviamo dei residui passivi di quattro miliardi e
86 milioni di euro.
Mi
aiuto con dei numeri sintetizzati da chi mi affianca nel lavoro della legislatura.
Ovviamente, anche per i non addetti ai lavori, i residui passivi sono delle
somme impegnate e non spese.
Noi
facciamo un'analisi di quanto impegniamo e dei pagamenti effettivi, cioè di
quanto siamo riusciti realmente a spendere.
In
questa analisi troviamo un aumento di 900 milioni rispetto all'anno precedente,
e questa incapacità di spesa si ripercuote sull'intera economia della Regione.
Dai
numeri, quindi, possiamo riportare quello che avvertiamo anche da operatori
politici: questa incapacità di porre in essere i bandi,
perché la Regione ovviamente non appalta direttamente, ma gestisce queste risorse
disponibili.
Parlo,
ovviamente, di spese in conto capitale per investimenti, non di spese correnti,
sulla capacità di mettere a terra bandi regionali con cui riuscire a utilizzare
le ingenti risorse.
Nella
parte delle spese, il conto consuntivo ha 17 Missioni, ma solo in 7 Missioni su
17 le somme in pagamento, cioè spese effettive, superano quelle non spese.
Questo
è molto grave in un contesto economico come quello regionale!
Qualche
giorno fa la Banca d'Italia ha fatto un report di aggiornamento sulla nostra
economia regionale, da cui si evince come dopo la pandemia il rimbalzo
dell'economia calabrese si sia sostanzialmente fermato.
Dopo
un primo anno positivo, rallenta la crescita della Calabria rispetto alle altre
Regioni del meridione; ritorna a salire la disoccupazione, in particolar modo femminile
e giovanile; aumentano i contratti flessibili e diminuiscono i contratti a
tempo indeterminato.
Anche
il turismo non riesce a raggiungere i livelli antecedenti alla pandemia; quindi,
in un contesto economico in cui si avverte una sofferenza della Regione
Calabria, non riuscire a spendere le risorse libere e disponibili, è
estremamente grave.
Io
vorrei leggerne solamente alcune.
Penso
alla Missione 4 “Istruzione e diritto allo studio”, ovviamente riferito alle
spese in conto capitale, dove, su 201 milioni 420 mila euro di competenza del
2022, risultano spesi poco più di 52 milioni di euro; i residui passivi, al 31
dicembre, con i 48 milioni riportati dell'anno precedente, passano da 96
milioni 687 mila a 144 milioni 972 mila euro.
Cosa
significano questi numeri detti così astrattamente?
Che
oltre il 50 per cento dei fondi a disposizione non è stato speso entro la fine
del 2022.
Parliamo
di risorse per l'istruzione e il diritto allo studio e la messa in sicurezza
degli edifici scolastici.
Parliamo
– e cambiamo Missione – del dissesto idrogeologico.
Poco
fa abbiamo fatto un dibattito molto analitico sui cambiamenti climatici e sulla
fragilità della regione, ma non risultano per il dissesto idrogeologico né
spese né impegni, se non per meno del 20 per cento nel capitolo “Interventi di
carattere strategico regionale prioritari e urgenti ai fini della prevenzione e
mitigazione dei rischi”.
Su
37 milioni 251 mila euro di fondi vincolati, 31 milioni 432 mila euro sono
finiti nell'economia di competenza.
Una
voce particolarmente dolorosa è rappresentata dalla Missione 12 “Diritti sociali,
politiche sociali, della famiglia”; anche qui, vediamo che si tratta in gran
parte di spese correnti, ma sulle spese in conto capitale, su 93 milioni 266
mila residuati da anni precedenti e 140 milioni 824 mila di competenza per il
2022, risultano spesi 59 milioni, cioè meno della metà.
Gli
altri finiscono nei residui passivi e 38 milioni nelle economie, che non
significa, ovviamente, economie in senso positivo.
Ho
ancora altri dati.
Uno,
in particolare, riguarda l’Ospedale di Vibo, dove, dei 39 milioni 111 mila più 25
milioni 229 mila in due diversi capitoli di spesa per la costruzione dell'Ospedale
di Vibo, solo 1 milione 772 mila è andato in pagamento nel 2022, a conferma dei
ritardi di cui parlavamo. Potrei continuare anche per quanto attiene alle
politiche attive del lavoro, un tasto particolarmente dolente.
Perché
dico questo? Non perché l'opposizione voglia essere distruttiva o voglia denigrare
il lavoro che questa Giunta e questo governo regionale vuole fare o ha
intenzione di fare, non è questa la finalità. La finalità, però, è quella di
riportare la realtà in quest’Aula, e la realtà è fatta di numeri, di questioni
concrete, di impegni reali che noi prendiamo con i cittadini; è la realtà che
ci chiama.
Noi
possiamo dare qualunque narrazione possibile della Calabria, ma la realtà
dimostra che ancora la macchina burocratica, i processi amministrativi di
bilancio, gli impegni di spesa, la capacità amministrativa di mettere in rete e
di mettere a terra i bandi per usare le risorse che abbiamo è ancora troppo debole.
È
necessario l’impegno notevole di ciascuno di noi, ma soprattutto di chi governa
la Regione, per capire che ci sono una priorità e un'emergenza.
Se
la macchina amministrativa della Regione non ha la forza per spendere le
risorse in una Regione povera come la Calabria, nonostante questo flusso di
risorse, si assumerà una responsabilità a questo punto colpevole rispetto alla
sofferenza di tanti calabresi.
Chiudo
il mio intervento, perché poi non interverrò sul consuntivo, con dei piccoli
appunti sulle Società partecipate.
Anche
su questo è opportuno aprire gli occhi in Consiglio regionale per capire lo stato
economico di questa Regione e le nostre politiche di bilancio.
Dall'esame
del consuntivo ho evidenziato che su 14 Società partecipate e 5 Fondazioni,
almeno il 50 per cento di esse sono in una condizione fallimentare o di
liquidazione: cinque in fallimento, quattro in liquidazione, con una massa
debitoria di accantonamenti pari a euro 11.872.961,00.
Debiti enormi! Solo la Fondazione
Calabria Etica 4 milioni 325.
Cosa significa questo? Che abbiamo
le società partecipate della Regione Calabria che sfuggono. Sono fuori
controllo! Fuori controllo!
Avevo proposto all'inizio di
questa Legislatura che ci fosse un focus
specifico su questo, con la creazione di una Commissione ad hoc, che si occupasse del contenzioso e
dello stato delle società partecipate.
Noi abbiamo FINCALABRA,
abbiamo voluto creare la cassaforte economica della Regione che operasse nel
mercato anche come soggetto di nuove iniziative di partecipazione al capitale, anche
di società private, come ruolo strategico di partecipazione della Regione
nell'economia calabrese.
Ebbene, anche qui noi abbiamo
bisogno di trasparenza, di conoscere di più cosa avviene nelle società
partecipate, di come vengono spesi i soldi dei calabresi e il perché
continuiamo a produrre debiti su debiti.
Per questo io rivolgo
nuovamente un invito al Presidente e a questa Giunta regionale di fare diventare
una priorità la rimodulazione organizzativa-amministrativa e la capacità di
controllo, anche della macchina burocratica della Regione Calabria.
L'opposizione non si sottrarrà
né nel suo compito né nelle sue responsabilità, perché non c'è nessuno che
vuole dare un'immagine negativa di questa Regione, c'è invece chi vuole riportare
l'attenzione sulla narrazione vera e sui problemi veri dei calabresi.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Sul Rendiconto generale, oggi
consolidato dopo la parifica della Corte dei conti, vorrei evidenziare due
aspetti: uno di natura tecnica - sono stato colpito da alcune affermazioni che
sono state fatte durante la discussione in Commissione, almeno nella prima
seduta alla quale ho partecipato, nella seconda sono stato sostituito egregiamente
dal consigliere Giovanni Muraca - e un altro di natura chiaramente politica.
Non credo che possiamo
esaltare o sottovalutare il pronunciamento della Corte dei conti e cioè
valorizzare all'ennesima potenza le luci evidenziate dal pronunciamento e,
viceversa, non considerare o sottovalutare alcune criticità come se non ci
fossero.
Giudico assolutamente sbagliato
questo approccio, però andiamo per ordine.
È vero che dal punto di vista
tecnico la Corte non fa delle prescrizioni. È vero. E noi, da questo punto di
vista, non dovendo fare dei tagli, possiamo dire che è un dato assolutamente
apprezzabile. Ci mancherebbe pure. Perché non dovrebbe esserlo?
Però, attenzione, - e vengo
alle affermazioni che sono state fatte, a mio avviso, in maniera esagerata, nella
discussione della Commissione bilancio - da qui a dire che, sol perché non ci
sono stati interventi coercitivi, possiamo parlare di un perimetro virtuoso del
bilancio io credo che ce ne voglia, soprattutto perché abbiamo detto negli anni
- non l'ho detto io, ma l'hanno coniugato alcuni tecnici - che era un bilancio
piuttosto complicato, difficile, ingessato.
È vero che molto probabilmente
siamo più virtuosi di alcune Regioni, ma se andassimo a vedere l'insieme delle Regioni
siamo, anche, messi non tanto bene rispetto a tantissime altre Regioni; quindi,
bisogna valutare sempre bene i giudizi quando vengono enfatizzati in maniera
esagerata.
Sinceramente non li ho capiti.
Non li ho capiti perché, leggendo alcuni passaggi ed evidenziando alcune sottolineature,
a mio avviso molto preoccupanti, sinceramente non so come fanno i tecnici ad
essere molto sereni, tranquilli ed esprimere quei giudizi così positivi.
Addirittura in alcuni passaggi
parlano in maniera esplicita “di stato di incoerenza della documentazione
amministrativa-contabile, mancanza delle risorse economiche e finanziarie a
garanzia degli oneri di liquidazione”, determinando una situazione a dir poco
allarmante, e, cioè, non sto facendo dichiarazioni opinabili del consigliere
Mammoliti, sto evidenziando delle sottolineature che sono state fatte dalla
Corte e, addirittura, ancora, in alcuni passaggi si parla “di difficoltà di
costruire un quadro contabile”.
È possibile che solo io le
leggo queste affermazioni e chi è anche remunerato ad osservare in maniera
adeguata e a monitorare è tranquillo ed esprime giudizi di giubilo? Sono
rimasto molto perplesso dai giudizi di natura tecnica che ho ascoltato in
quella seduta di Commissione.
E altri due passaggi ancora
più preoccupanti.
Non risultano forniti
riscontri alle raccomandazioni formulate lo scorso anno in ordine a misure e
strumenti coordinati di controllo, cioè, qua sì, presidente Montuoro, anche a
rischio di generare nuovi oneri a carico del bilancio regionale.
E poi, infine, e chiudo su
questo aspetto, un altro rilievo di non poco conto dimostra in maniera molto
chiara come ci sia un’effettiva sottovalutazione da parte della dirigenza
regionale in merito alla vigilanza sulla filiera della responsabilità e sulla
filiera gestionale di diretta competenza gerarchica.
Ecco, sinceramente, lo dico
con molta franchezza, pur rispettando gli eruditi tecnici presenti nella
discussione della Commissione, dei quali ho anche un giudizio fortemente
positivo per la loro esperienza e per la loro competenza e capacità, ma io di
fronte a queste sottolineature resto molto, ma molto perplesso di questo
giudizio positivo che alcuni tecnici hanno espresso in merito a questi
pronunciamenti.
E, poi, chiaramente, dal punto
di vista più squisitamente politico, nella seduta di Commissione, almeno in
quella alla quale ho partecipato io, abbiamo sviluppato una discussione di
confronto e di dialettica molto positiva; parliamoci chiaramente: è chiaro che
ognuno difende il proprio operato, le proprie rivendicazioni, i propri punti di
vista però abbiamo, nel rispetto civile, dialettico e democratico del confronto,
espresso e fatto una approfondita riflessione e valutazione di merito.
Da qui vorrei sviluppare il
ragionamento politico per poi concluderlo con questo riferimento.
Ho ascoltato i pronunciamenti
del presidente Occhiuto, subito dopo la lettura del giudizio di parifica della
Corte, e non sorprendendomi - ci mancherebbe pure - lui ha giustamente esaltato
le luci, ma ha anche prestato l'attenzione giusta alle ombre; ho trovato molto
equilibrata e molto saggia anche l'espressione di sintesi che punta a
ricondurre a normalità la vita amministrativa della Calabria.
Quindi, un obiettivo politico,
un obiettivo amministrativo, un obiettivo molto sensato, molto equilibrato, ma
stiamo parlando di luci e di ombre. Ragionare sulla necessità e sull'esigenza
di cogliere in maniera favorevole e positiva i suggerimenti della Corte non è,
in qualche modo, un non riconoscere anche l'azione poderosa che è stata messa
in campo su alcune azioni riformatrici - poi dirò – ma è soltanto e semplicemente
rendere ancora di più e maggiormente consapevole ognuno di noi sulle
responsabilità ma, soprattutto, sulle ricadute e sugli obiettivi che la nostra
azione amministrativa e legislativa deve avere come ricaduta concreta e reale sul
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, come è stato detto, dei
calabresi.
Naturalmente, in questa sede, non
affronto i dati di contesto, che pure la Corte ripropone, ma obiettivamente - l'avevamo
detto, come anche ha detto poc'anzi il collega Lo Schiavo, e lo avevo già detto
qualche settimana fa - sui dati e su alcuni indicatori importanti - per me sono
un riferimento fondamentale - occupazionali, sociali, sulla condizione di
fragilità che si vive in questa Regione, sullo sviluppo produttivo - senza addebitare
la responsabilità a chi governa – dobbiamo interrogarci tutti. Però, attenzione:
sono dati negativi. Tutti gli indicatori riportano dati negativi; in quattro
anni si sono persi 10 mila posti di lavoro, non è
responsabilità di questa maggioranza, ma chi governa ha sempre maggiori
responsabilità. Poi è chiaro che questi dati interrogano tutti, interrogano la
maggioranza, interrogano l'opposizione, interrogano l'insieme del partenariato
sociale, economico e produttivo di questa Regione.
Non voglio in questa sede approfondire
questi temi. Di fronte a queste problematiche il pronunciamento ha espresso un
giudizio anche positivo dell'azione riformatrice messa in
campo; bisogna darne atto, lo dice: l'azione riformatrice messa in campo
dal governo regionale su una serie di settori strategici importanti dalla
sanità ai rifiuti, all'acqua, ai Consorzi di bonifica e via dicendo è guardata
con grandissima attenzione e in maniera positiva.
Però è chiaro che anche in
questi settori, dopo due anni, purtroppo, ancora, ci sono delle riforme che
dovranno probabilmente dispiegare ancora di più e meglio la loro efficacia, la
loro azione positiva. Ancora abbiamo delle difficoltà.
Il gestore unico del servizio
idrico integrato non è partito, c’è la vicenda anche degli 11
Consorzi esistenti, quindi, anche su questo versante, in cui sostanzialmente si
giudicano positive alcune azioni di riforma, è chiaro che c'è un giudizio di
attesa.
Per non dire che sulla sanità
permangono, purtroppo dico io, delle criticità serie sia per quanto riguarda le
gare non centralizzate sia per le spese farmaceutiche sia per i dispositivi
medici. Cosa dice sostanzialmente la Corte? – E qui c’è anche l'aspetto
politico – La Corte dice: “Attenzione, perché è vero che avete messo in campo
un'azione riformatrice che è stata valutata con grande interesse, è positiva, però
attenzione, perché molto probabilmente” - qui dovrebbe interrogarsi la politica,
naturalmente chi governa e l'insieme della politica calabrese – “non vi state
avvantaggiando nemmeno della normativa di particolare favore di cui gode oggi
la sanità calabrese”.
È un aspetto su cui, a mio
avviso, bisogna operare, agire ed intervenire per cercare sia di portare avanti
queste azioni in maniera tale da vedere se davvero riusciamo a mettere a sistema
e in asse la sanità calabrese, di cui avremmo tutti quanti bisogno, sia di
evitare sovrapposizione di competenze tra Azienda Zero e il Dipartimento.
E poi, anche rispetto alla
criticità, di cui diceva molto bene anche il consigliere Lo Schiavo nei suoi
passaggi puntuali e molto appropriati, sull'aumento e sulla percentuale
dell'utilizzo della spesa in Calabria: a settembre abbiamo il 70 per cento e
forse arriveremo, dico anche il mio pensiero, all'obiettivo di target previsto per il 31 dicembre; la
spesa ha avuto la spinta degli strumenti di emergenza straordinari che si sono
utilizzati durante la fase della pandemia, perché si sono potute rendicontare delle
poste e delle misure che in altri momenti non sarebbe stato possibile
rendicontare. Quindi, anche questo avanzamento della spesa è stato
caratterizzato da questa condizione di maggiore flessibilità per effettuare
interventi a sostegno non solo emergenziale delle famiglie e delle imprese e
quindi della condizione più generale della Calabria.
L'ulteriore elemento di
preoccupazione, che io ho anche espresso nella discussione e nella dialettica
positiva della Commissione, è che la realizzazione dell'obiettivo avviene
probabilmente attraverso un escamotage
tecnico, i cosiddetti progetti retrospettivi, che è vero che consentono di
poter rendicontare la spesa per realizzare gli obiettivi, ma attenzione, però,
che questi progetti, questi finanziamenti, sono già individuati da un livello
nazionale e, se non li sottraiamo da quel livello nazionale, non sono sicuro che
quelle risorse poi riusciremo, comunque, a tenerle e a mantenerle dal livello
nazionale; cioè, utilizziamo risorse già finanziate per realizzare l'obiettivo
del target di spesa, però rischiamo
poi di non averle ancora finanziate dal livello nazionale, dove erano
preventivamente previste.
Infine, e poi vado alle
conclusioni, senza entrare specificatamente nel merito, come diceva il collega
Lo Schiavo, c'è una gestione liquidatoria di molti enti che appare avvolta in
una nebbia fittissima, in una nebbia fittissima!
Sinceramente sono rimasto
molto colpito e molto perplesso dal giudizio di grande soddisfazione che molti
tecnici hanno espresso in quella discussione nella seduta di Commissione.
Pregherei di vigilare con la
dovuta e maggiore attenzione perché c'è un quadro molto serio, molto complesso che
richiede, secondo me, un approfondimento anche sul versante politico, come diceva
giustamente il consigliere Lo Schiavo; cioè, noi prima o poi dobbiamo farlo un
punto su tutti questi Enti strumentali per cercare di valutare e di capire se
stiamo finanziando enti che producono delle ricadute positive in termini di
miglioramento dei diritti di cittadinanza nei servizi essenziali e fondamentali
per la vita della nostra Regione.
Concludo, Presidente. Credo
che l'indirizzo del presidente Occhiuto sia quello di ricondurre a normalità la
vita amministrativa della Calabria. Lo condivido e sarebbe un obiettivo da
declinare, da realizzare e da perseguire perché credo che sia l'obiettivo più
giusto. Naturalmente, per fare questo, è utile, come abbiamo sviluppato anche
positivamente nel primo punto all'ordine del giorno, prestare quella
determinazione e quel monitoraggio costante e necessario sulle riforme
strutturali, sulla razionalizzazione delle risorse, sull'azione di risanamento
e, soprattutto, su una visione di sistema. Visione di sistema, per me, significa
mettere in correlazione, in coerenza e a sistema tutte le risorse disponibili (ordinarie,
del bilancio, del POR e del PNRR) anche perché da questo versante non sappiamo
e non sapremo se queste risorse le continueremo ad avere anche per gli anni
futuri.
Per quanto mi riguarda, come
segnale di responsabilità, attenzione ma anche di disponibilità, offriamo - lo diceva
bene il presidente Occhiuto - per eventuali momenti di azione di riforma
condivisa, il nostro voto, almeno il mio, ma penso dell’intero gruppo, di
astensione. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, colleghi consiglieri. Ho il dovere di ringraziare, innanzitutto, gli uffici del Dipartimento bilancio che, ancora una volta, hanno dato prova di tempestività e di grande reattività sul piano dell'allestimento di due atti amministrativi così complessi come l'assestamento e il rendiconto.
Dobbiamo essere soddisfatti per l'esito del giudizio di parifica ottenuto dalla Corte dei conti che, essendo privo di prescrizioni, ha evitato di effettuare tagli.
Intervengo sui due provvedimenti perché entrambi sono collegati.
L’assestamento di bilancio esprime la capacità dell’amministrazione nel curare la qualità della spesa regionale, non ha sicuramente un grande peso finanziario e le risorse sono per lo più destinate a porre in sicurezza i conti della Regione Calabria.
All’interno della manovra, per esempio, vi è tutto il sistema delle compensazioni e una chiarificazione dei rapporti attivi e passivi fra la Regione e SORICAL e la tutela degli equilibri di bilancio della Regione con il miglioramento degli accantonamenti previsti nel bilancio della Regione.
La maggior parte della spesa riguarda soprattutto gli ambiti della cultura, della forestazione con 36 milioni, il diritto allo studio con 1 milione e 300 mila euro, il Consorzio unico di bonifica con 1 milione e 400 mila euro, la qualità dell’aria con 1 milione e 800 mila euro da dividersi in tre anni, così come c’è stato richiesto dalla Unione Europea; nella manovra sono presenti maggiori entrate di cui una buona parte è confluita nei vari fondi e non finanzieranno le spese. La fonte di finanziamento più importante è costituita dalle sopravvenienze attive e si è proceduto ad appostare le risorse derivanti dalle maggiori entrate nei fondi, compreso il fondo destinato alle spese e atti di pignoramento.
Dunque, questa manovra esprime la capacità della Regione Calabria di non prevedere spese non virtuose e improduttive.
Il contesto in cui si muove la manovra di assestamento ci dà il quadro di un’Amministrazione consapevole e in stretto contatto con gli organi di controllo e, in effetti, è riuscita a farsi parificare il bilancio dalla Corte dei conti, benché la Corte abbia effettuato un numero enorme di controlli e di approfondimenti sui conti della Regione Calabria.
La stessa capacità di dialogo si ha con il Governo, poiché alcune misure di spesa che vengono finanziate con l’assestamento discendono da impegni direttamente assunti dalla Regione con il Governo nazionale. Tutto questo, naturalmente, in linea con l’indirizzo politico nazionale, che è quello di mettere al riparo le Regioni da situazioni di possibile vulnerabilità finanziaria.
Il Rendiconto del bilancio 2022 della Regione Calabria ha caratteristiche e numeri che sono stati già elencati nel bilancio di previsione dell’anno precedente e questo a dimostrazione di come le cose siano nettamente cambiate nella Regione Calabria.
Dobbiamo esprimere soddisfazione da un punto di vista tecnico-contabile per l'esito del giudizio di parifica e non essere costretti – questo è l’aspetto fondamentale – a effettuare dei tagli ed è questo un dato che deve essere necessariamente accolto con favore.
Questa è la risultanza di un lavoro: l'adozione di provvedimenti che limitano i rischi da un punto di vista contabile e della spesa.
L'espunzione delle somme riservate, per esempio, alla diga del Menta è addebitabile al Governo, il quale dovrà porre rimedio. Il perimetro del bilancio è più che virtuoso, ma paga – e questo va detto – la gestione fallimentare dei Consorzi, dei Comuni, delle Province, delle criticità causate dalla legge Delrio. Improponibile sarebbe un aumento delle tasse per avere maggiori margini di spesa. Ad alcune criticità legate alla gestione degli enti strumentali, certo dovrà farsi fronte, ma si ritiene di dovere essere soddisfatti del lavoro svolto e dei risultati raggiunti.
Oltre a questo, c’è una grande attenzione per quanto riguarda gli accantonamenti e le misure finanziarie per preservare la Regione dai rischi.
L’Ente nel 2022 ha recuperato la quota di disavanzo che aveva stanziato nel bilancio di previsione che si attesta intorno ai 10 milioni di euro e questo dimostra che il risultato è migliorato rispetto all’anno precedente.
L’altro dato importante è che non è stato generato nessun disavanzo di gestione. Si è registrata una crescita del fondo di cassa da 750 milioni di euro, a dir poco più di un miliardo di euro e va tenuto in debita considerazione il fatto che 600 milioni sono destinati alla sanità.
Consigliere Mammoliti – non lo vedo in Aula – quando parla delle cifre destinate al sistema sanitario calabrese, bisogna tenere conto di un dato importante.
Bisogna tener conto del fatto che il bilancio consolidato sia della GSA (Gestione Sanitaria Accentrata) sia quello sanitario regionale risalivano al 2014 e, per la prima volta, dopo più di un decennio, quest’anno siamo riusciti a realizzare il primo consolidato regionale, sia il conto economico sia lo stato patrimoniale, e a inviarlo al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Per questo motivo, consigliere Mammoliti, la Corte dei conti ha espresso un giudizio di parifica senza riserve e ha sottolineato il cambiamento di rotta rispetto a un passato in cui il consolidato non si faceva, perché il bilancio dell’ASP di Reggio Calabria non si chiudeva da dodici anni e quello dell’ASP di Cosenza non si chiudeva da cinque anni. Di questo va dato atto alla nuova governance della sanità regionale, l’ha detto a chiare lettere la Corte dei conti. Il presidente Occhiuto, in qualità di Commissario ad acta per il Piano di rientro dal deficit sanitario, sta cercando di portare alla normalità il sistema sanitario calabrese.
Con questa nuova gestione abbiamo rilevato un avanzo di 50 milioni di euro, naturalmente, grazie alla manovra fiscale. Andiamo a precisare, inoltre, che la Corte dei conti ha certificato che la Regione trasferisce alle ASP il 100 per cento delle risorse indistinte spettanti.
Per quanto riguarda, invece, le risorse vincolate, queste vengono trasferite nel momento in cui le ASP raggiugono i risultati previsti.
Il Rendiconto è stato parificato dalla Corte dei conti in quanto corredato dalle giuste previsioni finanziarie e le iniziative assunte sono state significative di un’inversione di tendenza rispetto al passato, previste in conformità ai dettami di legge, per quanto riguarda sia i cosiddetti crediti di dubbia esigibilità sia il fondo contenzioso sia i fondi a garanzia delle eventuali perdite delle partecipate.
Inoltre, consigliere Lo Schiavo, il Rendiconto esprime la traccia di un grande lavoro svolto sui residui. Questo è un tema che apparentemente è molto tecnico, ma ha un valore politico interessante. Il tema dei residui è una condizione di sopravvivenza del bilancio di ogni ente pubblico. Un ente, un’amministrazione che ha molti residui attivi, ovvero iscrive in bilancio crediti che non riesce a introitare oppure che ha alti residui passivi, cioè, prevede spese che non riesce effettivamente a sostenere, è un’amministrazione poco virtuosa.
Sul tema dei residui, la relazione al Rendiconto ci dà l’idea di come i residui registrino un complessivo trend di riduzione, attraverso la cancellazione di buon parte dei crediti inesigibili.
Altro argomento interessante sul quale il Rendiconto del 2022 ci dà il quadro di una Regione che ha fatto grandi passi avanti rispetto al passato – non ne ha parlato nessuno – è soprattutto il tema legato al patrimonio, che è una componente importante del Rendiconto. Gli uffici del Dipartimento bilancio settore patrimonio corredano, da questo punto di vista, il disegno di legge di un documento molto corposo e molto articolato, che dà il quadro di un intervento finalmente visibile sul tema degli immobili della Regione Calabria sia in termini di utilizzo in locazione attiva, con un quadro di tutte le risorse che sono state introitate e/o avanzate alla Regione Calabria, sia per quanto riguarda la consistenza del patrimonio immobiliare regionale, dando conto quindi di una nuova ricognizione effettuata dall’amministrazione nel 2022, che mette finalmente in pista un’azione di valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale, affermata e decantata da decenni, ma mai effettivamente perseguita così bene come negli ultimi tempi.
Questo Rendiconto, colleghi consiglieri, ci consegna pertanto l’immagine di un’amministrazione, quella a guida Occhiuto, che lavora e va avanti per la sua strada in un’azione di risistemazione del sistema finanziario regionale, che pone pancia a terra rispetto ai problemi e che non dimostra assolutamente irresponsabilità nella gestione dei conti, i quali vengono sempre affrontati e gestiti in un’ottica di grande prudenza e di gestione responsabile di risorse che sono di tutti i cittadini; dunque è arrivato il tempo che siano spese nel modo più qualitativo e funzionale possibile. Grazie.
Grazie, collega Straface.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
Articolo 3
Articolo 4
(È
approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
Articolo 8
(È
approvato)
Articolo 9
(È
approvato)
Articolo 10
(È
approvato)
Articolo 11
(È
approvato)
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 12 bis
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Prendiamo atto dei pareri favorevoli del Collegio dei Revisori dei conti e della relazione della Commissione speciale di vigilanza, rese ai sensi dell’articolo 34, comma 3, lettera d), del Regolamento interno del Consiglio.
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, unitamente ai relativi Allegati, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.
La proposta di legge, unitamente ai relativi Allegati, è approvata con l'autorizzazione al coordinamento formale, autorizzando il Dipartimento economia e finanza della Giunta regionale ad apportare le necessarie modifiche agli allegati alla proposta di legge.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire la
collega De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo
l'inversione dei punti all'ordine del giorno.
Votiamo per l'inversione dei punti all'ordine del giorno che è approvata.
La solidarietà verso chi affronta sacrifici per produrre ricchezza e subisce intimidazioni è fondamentale, ma da sola non basta. È necessario che le Istituzioni adottino adeguate contromisure che, assieme all'azione delle forze dell'ordine e della magistratura, consentano un contrasto efficace alla criminalità. Ed è ciò che farà, oggi, il Consiglio regionale, approvando la proposta di legge, sollecitata dall’imprenditore De Masi, recante: “Premialità nelle procedure di aggiudicazione di contratti pubblici per le imprese resistenti alla criminalità organizzata”.
Cedo la parola alla relatrice, consigliera De Francesco, per illustrare il provvedimento.
Grazie, signor Presidente, Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri.
La presente proposta di legge è stata licenziata dalla prima Commissione consiliare nella seduta del 6 novembre ultimo scorso.
In precedenza, la stessa proposta è stata esaminata ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento interno della Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa, che nella seduta del 18 ottobre ultimo scorso ha espresso all'unanimità parere favorevole.
Infine, la Commissione bilancio nella seduta del 24 novembre ha esaminato gli aspetti finanziari della proposta esprimendo parere favorevole.
La proposta di legge introduce meccanismi di premialità per gli imprenditori che denunciano il pizzo e le azioni criminali connesse alla pervasività della ‘ndrangheta. Si tratta di un'iniziativa importante che l'imprenditore De Masi, vittima delle intimidazioni mafiose, ha sollecitato e che rappresenta un modo tangibile per sostenere le imprese che si oppongono al racket e che dimostrano coraggio e volontà di ribellarsi ai tentacoli della criminalità organizzata.
Il valore della denuncia e la forte presenza dello Stato al fianco delle imprese, con questo provvedimento, assume un rilievo particolare.
Una delle caratteristiche distintive del nuovo codice dei contratti pubblici è la possibilità di ampliare in modo significativo la discrezionalità dell'ufficio appaltante.
Nel quadro dell'autonomia regionale, le disposizioni della presente proposta di legge, recante “Premialità nelle procedure di aggiudicazione di contratti pubblici per le imprese resistenti alla criminalità organizzata” si applicano alle amministrazioni aggiudicatrici e ai beneficiari che operano nelle aree rurali, identificando le imprese sane che non sono complici dell'economia illegale sulla base di parametri oggettivi. Si tratta di una misura che non interferisce con le competenze nazionali e che interviene su aree non coperte da disposizioni analoghe nella legislazione nazionale.
La misura premiale prevede che
al momento dell'aggiudicazione di una gara d'appalto sia automaticamente
assegnato un punteggio aggiuntivo alle imprese che dimostrino che uno dei
titolari, o delle persone menzionate nell'articolo 94, è vittima della
criminalità organizzata di usura o di estorsione ovvero di aver assunto
il ruolo di testimone di giustizia in un procedimento penale ai sensi dell'articolo
2 della legge 6 del 1° gennaio 2018.
Uno degli elementi significativi della nuova legge sui contratti pubblici è la possibilità di ampliare in modo significativo la discrezionalità e la responsabilità dell'ufficio appaltante, che deve essere resa nota anche agli operatori economici. Un modo per attuare e rafforzare questo principio è quello di concentrarsi sulla storia e sul ruolo delle imprese nel contesto locale e sociale.
L'uso di criteri premiali non è nuovo nel campo degli appalti pubblici nell'ambito del sistema di rating di impresa. Ad esempio, l'articolo 83, come modificato dall'articolo 52, comma 1, lettera e) del decreto-legge numero 56 del 2017, nell'ambito del sistema di rating d'impresa, affidava alle linee guida di ANAC la previsione di un sistema sanzionatorio primario e premiale per la segnalazione e l'obbligo di denuncia delle richieste estorsive e corruttive da parte delle imprese titolari di appalti pubblici. Inoltre, nell'ambito dei correttivi, sono stati previsti bonus a favore delle cosiddette società “benefit”. Meccanismi e strumenti di ricompensa per finalità specifiche come la parità generazionale e di genere, l'aumento dell'occupazione delle persone con disabilità, trattati nel nuovo patto dedicato ai “contratti riservati”.
Nonostante esistano già buone leggi che proteggano le vittime della criminalità organizzata e di una legislazione antimafia, la situazione per gli imprenditori sani nella nostra regione rimane molto difficile, in quanto devono fronteggiare concorrenza illegale e malaffare. Come dimostrano autorevoli osservazioni, la società civile non è stata un'alleata degli imprenditori che denunciano e si oppongono alle minacce e all'intimidazione e resistono quotidianamente all'economia illegale.
Per concludere, vorrei dire questo: che c'è molto da fare, ma la nostra volontà e la nostra determinazione sono essenziali se vogliamo garantire a tutti una vita sicura in una società giusta. Attraverso questa misura concreta ed innovativa vogliamo dire a gran voce che in Calabria non deve esserci spazio per l'illegalità e che bisogna insistere per estirpare un cancro che colpisce ognuno di noi e che tutti insieme possiamo sconfiggere. Grazie.
Grazie, collega De Francesco. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Pur nella consapevolezza dei limiti che questa proposta legislativa ha, essendo una tematica dibattuta tra concorrenza o esclusiva potestà statale, noi come gruppo del Partito Democratico abbiamo assolutamente aderito, desiderosi soprattutto di smuovere il Governo su queste tematiche che hanno travalicato la Regione Calabria: sono presenti in tutte le Regioni e imprenditori sofferenti esistono da tante parti.
Siamo dunque assolutamente vicini agli imprenditori che denunciano e che rischiano chiaramente non solo la vita, oltre che l'impresa, e noi vogliamo assolutamente ribadire che questi imprenditori farebbero molto volentieri a meno dell'etichetta di eroi che spesso gli applichiamo.
Ovviamente, riteniamo che su questa proposta legislativa l'intervento dello Stato sia assolutamente necessario, per cui siamo da un lato desiderosi - in questo il mio intervento è chiaramente un intervento di assoluta approvazione di questa proposta legislativa – ma dall’altro siamo consapevoli del rischio che questa proposta legislativa non vada oltre e pensiamo che ci si debba attivare con i nostri parlamentari, ognuno per le nostre competenze, ognuno per i gruppi di riferimento, proprio perché si vada ad una regolamentazione, a un'emanazione di leggi statali. Annuncio, comunque, con questo mio breve intervento, il voto chiaramente favorevole del gruppo del Partito Democratico.
Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Spero che questa proposta, che è stata sottoscritta da tutti i capigruppo, abbia un esito favorevole e un'accoglienza favorevole e che questo problema di possibile sovrapposizione di competenze statali non le tarpi le ali. In ogni caso credo che già questa proposta, discussa e votata in quest'Aula, spero e credo all'unanimità, abbia un suo valore in sé e mi auguro che abbia anche una ricaduta operativa pratica.
Mi permetto di dire, come già ho detto in altre occasioni, che, ove questo si verificasse, e cioè se questa proposta di legge viene approvata e poi non viene in qualche modo contrastata dagli organi sovraordinati, allora sarà bene anche seguirla nel tempo, per vedere, poi, la reale ricaduta sulla operatività quotidiana di quegli imprenditori che, con coraggio, si sono opposti alla criminalità organizzata.
Ovviamente, il mio voto sarà convintamente favorevole, grazie.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, vorrei che il Consiglio regionale dimostrasse sempre la maturità che oggi sta dimostrando sia nella discussione, che si è svolta al primo turno, sia nella decisione, credo unanimemente condivisa, di approvare questo testo di legge che - voglio dirlo chiaramente – benché il Consiglio regionale abbia deciso di porlo all'ordine del giorno, di fatto è di iniziativa di Antonino De Masi. De Masi mi aveva chiesto di farmi promotore di questa legge, ma io ho ritenuto fosse più utile, invece, che fosse il Consiglio, nella sua interezza, ad assumere un impegno in questa direzione perché il racconto che le Istituzioni devono dare della Calabria è quello di una regione che sa ribellarsi ai poteri criminali che, troppo spesso, forniscono uno spot terribile a quelli che vogliono denigrare la Calabria; il danno principale che la ‘ndrangheta ha fatto nella nostra regione è un danno reputazionale.
Il governo regionale è impegnato in una incisiva azione di attrazione di investimenti in Calabria e spesso, però, verifico quanto questo danno reputazionale induca anche quelli che potrebbero investire in Calabria, con beneficio per le loro aziende, a stare lontano dalla Calabria perché la Calabria viene dipinta come una regione dove è impossibile intraprendere. E non è così. Non è così anche perché molti di questi poteri criminali oggi hanno i loro centri di investimento fuori dalla Calabria.
A volte mi viene da sorridere quando parlo con persone che vivono in altre regioni del Paese, nel nord del Paese, e parlano della Calabria come di una regione ostaggio della ‘ndrangheta. Non si rendono conto che la ‘ndrangheta ce l'hanno, ancor più che in Calabria, sotto casa, perché la ‘ndrangheta da anni ormai ha deciso di investire fuori dalla Calabria, anche per la verità, per via dell'importante lavoro di intelligence che hanno svolto gli inquirenti, per via del fatto che tutti i governi degli ultimi anni hanno investito le migliori energie nel contrasto ai fenomeni criminali, mandando in Calabria i migliori tra i Carabinieri, i migliori tra il personale della Guardia di finanza, i migliori tra il personale delle Questure; anche il CSM, tante volte criticato, in Calabria, però, ha sempre scelto magistrati di primissimo livello. E questa attività di controllo del territorio ha reso, nel corso degli anni, forse più conveniente per questi poteri criminali andare a investire dove il territorio è controllato di meno che in Calabria.
Attenzione! La presenza della ‘ndrangheta è ancora forte nella nostra regione, va sradicata con forza, ma la presenza della ‘ndrangheta ha fatto un altro danno che è il secondo: ha in alcuni casi modificato i codici comportamentali; ha in alcuni casi, in alcune realtà della nostra regione, quelle più interne, creato quelle condizioni per cui lo Stato, in tutte le sue articolazioni, non è visto come amico ma è visto come nemico. È visto come nemico quasi, forse, anche per responsabilità dello Stato, perché i Governi del Paese negli ultimi decenni, mentre investivano bene nel contrasto alla ‘ndrangheta, attraverso le forze di polizia e gli inquirenti, trascuravano, però, il fatto che il migliore investimento per contrastare la ‘ndrangheta è un investimento in termini di sviluppo, è un investimento orientato a far crescere il territorio.
Queste cose, purtroppo, non sono state fatte; non sono state fatte in tanti comuni che sono stati abbandonati e in cui l'unico presidio dello Stato era la caserma dei Carabinieri. Non c'era un investimento interessante nell’ infrastrutturazione di quelle zone. Lo Stato si era girato dall'altra parte. E allora noi dobbiamo svolgere il nostro dovere di amministratori contrastando in ogni modo le possibili infiltrazioni dei poteri criminali. Io ho cercato di farlo sin dalla campagna elettorale; quando mi sono candidato ho beneficiato del fatto di essere stato capogruppo alla Camera nel periodo precedente alla mia candidatura e feci modificare, per esempio, la Legge che dispone la valutazione da parte della Commissione antimafia delle candidature: prima questa valutazione era fatta a candidatura presentata, quando c'era anche difficoltà a intervenire per cambiare le liste. Feci cambiare la legge e quella valutazione viene fatta preliminarmente, cioè i candidati a Presidente, i candidati a sindaco oggi possono mandare alla Commissione antimafia le proposte di candidatura che hanno ricevuto per le loro liste e la Commissione antimafia le valuta prima che questi soggetti siano inseriti nelle liste.
È una piccola cosa. Il resto abbiamo cercato di farlo in questi due anni di governo, attraverso i protocolli con la Direzione investigativa antimafia, alla quale abbiamo deciso di fornire tutte le banche dati della Regione; sto chiedendo - se ne sta occupando l'assessore Pietropaolo -, che alla DIA siano date anche le banche dati delle Aziende sanitarie ospedaliere della Calabria perché, in una Regione dove tre miliardi e 8 del bilancio, quindi la maggior parte delle risorse del bilancio, sono destinate alla sanità, è utile che ci sia un controllo su come avviene la spesa di queste risorse da parte di chi ha strumenti per esercitare questo controllo, sul modello che la Direzione investigativa antimafia ha già realizzato per alcuni lotti di grandi infrastrutture come il terzo macro lotto della SS106.
Abbiamo stipulato protocolli con la Guardia di finanza, con i Carabinieri, abbiamo cercato di fare tutto quello che è possibile dal nostro lato, dal lato di chi amministra, per evitare infiltrazioni. Non basta, però, perché il Consiglio regionale della Calabria, chi si occupa di essere parte, chi è parte del gruppo dirigente della Calabria deve dimostrare di saper stare vicino soprattutto a quelli che hanno avuto il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta.
Noi nei prossimi giorni faremo una cosa bellissima: a Torre Melissa la Giunta regionale, qualche tempo fa, destinò 700 mila euro per abbattere un ecomostro costruito dalla ‘ndrangheta; verrà un'azienda specializzata nelle demolizioni con l'esplosivo e lo faremo collassare. Lo faremo collassare. Faremo vedere come questo ecomostro, costruito da una cosca, collassa per l'impegno delle Istituzioni.
Purtroppo, però, moltissime aziende in questa regione collassano sotto i colpi della ‘ndrangheta; quella di De Masi ha rischiato di essere portata al collasso perché il suo imprenditore ha avuto il coraggio di denunciare le famiglie di ‘ndrangheta che lo estorcevano. Queste persone non possono essere lasciate da sole. Queste persone meritano l'attenzione da parte di ciascuno di noi. Lo dico con estrema chiarezza: molti mi hanno detto che probabilmente questo testo di legge, che De Masi ha preparato, è un testo di legge sul quale ci potrà essere una richiesta di impugnativa da parte del Governo nazionale, perché secondo alcuni non sarebbe conforme a quello che è disposto nel Codice degli appalti. Io credo, però, che, il Consiglio regionale della Calabria, se oggi approva questa proposta di legge, pur esponendosi a una impugnativa, può farsi promotore di una discussione a livello nazionale per intervenire anche nella direzione di modificare il Codice degli appalti in alcune parti, di cambiare tutte le normative che riguardano l’affidamento dei lavori pubblici o di commesse per l’acquisto di beni e servizi, nelle parti che non sono compatibili, a vantaggio delle aziende e degli imprenditori che denunciano la ‘ndrangheta.
L'iniziativa di oggi ha un alto valore simbolico e ha un alto valore sostanziale nel momento in cui può stimolare questo confronto con la comunità nazionale. Siamo stanchi di registrare nel dibattito pubblico nazionale la solita discussione sui temi del contrasto alla ‘ndrangheta; allora il contrasto alla ‘ndrangheta si fa anche attraverso strumenti eccezionali per stare a fianco di chi denuncia la ‘ndrangheta perché, altrimenti, che titolo abbiamo a chiedere che si denuncino questi fenomeni, quando poi chi li denuncia viene in qualche modo perseguito dalla sua denuncia perché le sue aziende falliscono? Ecco, noi dobbiamo porre all'ordine del giorno del dibattito nazionale questo tema.
Quindi, inviterei il Consiglio regionale ad approvare il testo così come De Masi ce lo ha trasmesso; lo ha trasmesso a tutti i capigruppo perché serve ad animare questa discussione nel Paese. Poi, certo, anche qui dobbiamo fare molto, molto di più.
Vi ho annunciato quello che faremo a Torre Melissa, ma vorrei che andassimo ancora più a fondo, ancora più con maggiore decisione in tutti gli abbattimenti, ma soprattutto in quelli di immobili costruiti dalla ‘ndrangheta.
Abbiamo stipulato un apposito protocollo - anche di questo si è occupato l'assessore Pietropaolo con l'Agenzia dei beni confiscati - e abbiamo preteso che in questo protocollo ci fosse un capitolo legato agli abbattimenti degli abusi edilizi che devono procedere ad una velocità persino maggiore delle attività orientate invece al riuso di questi immobili a fini sociali.
Vi confesso che c'è un tema,
però, che per me è irrisolto - mi sta molto al cuore, ci sto pensando da
diversi mesi e ancora non ho trovato una soluzione – e su cui vorrei che il
Consiglio regionale potesse dare una mano al governo regionale: è il tema delle
misure di prevenzione, cioè delle misure che determinano il sequestro e poi la
confisca di aziende giudicate dagli inquirenti vicine alla mafia. Queste
aziende vengono sequestrate, poi confiscate, a volte non vengono nemmeno
confiscate perché intanto le indagini che hanno condotto al sequestro finiscono
in un nulla di fatto. Però, quando queste aziende vengono restituite alla
comunità, vengono restituite fallite perché il sistema della gestione di queste
aziende da parte degli amministratori nominati dai Tribunali non funziona.
Qualche mese fa, in Giunta
abbiamo approvato una delibera per intervenire in questa direzione e per
prevedere, per esempio, la possibilità di istituire, a spese della Regione, una
task force che dia assistenza tecnica agli amministratori. Ne parlai con il Rettore
della Bocconi, ne parlai con qualcuno della LUISS, la mia idea era quella di creare
una task force che potesse offrire agli amministratori le competenze
necessarie, per esempio, in tema di lavoro, in tema di gestione delle aziende
rispetto alle diverse criticità che si potevano ravvisare. Però, il tema vero è
che, quando un'azienda viene sequestrata, la prima cosa che succede è che le
banche chiudono i rubinetti del credito e questa azienda; praticamente, è
costretta a fallire. Con l'assessore Minenna stiamo ragionando anche sulla
possibilità di istituire una società regionale che possa, in qualche modo,
svolgere le funzioni di società veicolo; una società che si occupi di prendere
in gestione queste aziende, accedendo al credito al posto loro per restituirle
alla comunità e consentire loro di sopravvivere.
Vi faccio un esempio relativo
ad una questione sulla quale sto riflettendo da tanto tempo e che per me è
ancora irrisolta, ma lo faccio perché sono assolutamente persuaso del fatto che
bisogna fare molto di più, che non bastano gesti simbolicamente rilevanti come
quello che facciamo oggi approvando questa legge, non basta nemmeno stimolare
una discussione a livello nazionale su come contrastare la ‘ndrangheta dando
forza a chi la denuncia, ma bisogna, poi, mettere in atto una serie di attività
affinché questi poteri criminali che già tante occasioni hanno fatto perdere
alla Calabria non ne facciano perdere altre.
Ho spiegato in un'occasione,
quando sono stato in uno dei paesini della Locride, ai bambini di quel paese,
che la ‘ndrangheta - bambini che crescono in comunità abituati a considerare il
male nello Stato, abituati a considerare forte chi è prepotente - è come un
verme che entra in un frutto bellissimo, per esempio una mela bellissima; questo
frutto bellissimo è la Calabria, lo corrode dall'interno e lo fa marcire. E
allora noi dobbiamo svolgere tutte le attività che possiamo per convincere
anche quelli che non lo sono abbastanza che solo lo Stato, in tutte le sue
articolazioni, può garantire i diritti perché i poteri criminali quei diritti -
quindi il futuro della Calabria - invece lo uccidono. Per questo vi chiedo di
approvare all'unanimità questa legge.
Credo sia un atto dovuto anche nei confronti di Antonino De Masi che è diventato un simbolo della resistenza in Calabria ed è bello che il Consiglio regionale, senza differenze di appartenenza, oggi, si stringa attorno a lui e, idealmente, si stringa attorno a tutti quelli come lui, purtroppo ancora troppo pochi, che hanno avuto il coraggio di denunciare e, attraverso la denuncia, di contrastare concretamente la ‘ndrangheta in Calabria. Grazie, Presidente.
Passiamo all'esame e votazione
del provvedimento.
Articolo
1
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo alla votazione della
proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento
formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 151/12^ d’ iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Gilardi, Raso,
Molinaro, recante: “Disposizioni per l'inclusione sociale, la rimozione delle
barriere e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni e la piena
accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva”. Cedo la parola al
collega Molinaro per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente, saluto il
presidente Occhiuto, la sua Giunta e i colleghi consiglieri tutti. Saluto anche
la presenza, qui nel pubblico, dell'associazione Ente nazionale per la
protezione e l'assistenza dei sordi della Calabria, li ringrazio per questa
loro disponibilità.
Questa proposta di legge,
in osservanza al principio di eguaglianza sancito dal comma 2 dell'articolo 3 della
Costituzione, in base al quale, comunque, è compito della Repubblica rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà,
l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e la
sua partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale della
Comunità, intende promuovere il raggiungimento di una piena inclusione nella
società e partecipazione alla vita collettiva delle persone con disabilità
sensoriale.
La proposta di legge,
quindi, attraverso la diffusione e l'acquisizione della lingua italiana dei
segni, della lingua dei segni italiani tattile, intende promuovere la rimozione
e l'abbattimento di ogni barriera alla comunicazione, in condizioni di parità
con gli altri cittadini, alle attività formative, educative e culturali, all'informazione
dei servizi pubblici regionali. Alle persone sorde, sordo-cieche o con
disabilità uditiva, in generale con deficit di comunicazione o di linguaggio, deve
essere infatti garantita la possibilità di usare la lingua italiana dei segni
in ogni situazione o contesto, come indispensabile mezzo di comunicazione che
si va ad integrare con gli altri strumenti messi a disposizione dalle
discipline medico scientifiche di riferimento, nonché dai progressi delle nuove
tecnologie che ne hanno, comunque, favorito l'integrazione nel quadro normativo
europeo. Questa proposta di legge si pone in ottemperanza all'articolo 21 della
Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, ratificata
dall'Italia nel 2009 in applicazione delle risoluzioni del Parlamento europeo
adottate a partire dal 1998 sui linguaggi gestuali e, da ultimo, della
risoluzione del Parlamento europeo approvata il 28 novembre 2016 sulle lingue
dei segni, degli interpreti delle lingue dei segni professionisti.
Il quadro normativo
nazionale, con l'approvazione dell'articolo 34-ter del decreto “Sostegni
bis” del 19 maggio 2021, si è adeguato alla risoluzione del Parlamento europeo.
A livello regionale la proposta si inserisce, invece, nella direzione intrapresa
da diverse Regioni italiane che, per le medesime motivazioni e finalità, già
rappresentate con riferimento a questa proposta di legge, si sono dotate di una
specifica normativa in materia. Fra queste le Regioni Lazio, Lombardia, Veneto
e Puglia.
La proposta di legge si
compone 12 articoli e comporta maggiori oneri a carico del bilancio regionale
per euro 40.000 per ciascun anno 2023, 2024, 2025.
Un doveroso ringraziamento
alle associazioni ENS, FIAS e ANS, ai Dipartimenti lavoro, welfare e cultura e
a tutti i colleghi della terza Commissione che hanno contribuito a migliorare
la proposta di legge. Grazie.
Grazie, collega Molinaro. Ha
chiesto di intervenire il collega Muraca. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Un
saluto ai consiglieri presenti, agli assessori e al gentile pubblico.
È una strana coincidenza
che, oggi, nel mio primo intervento in questa massima Assise vi sia questo
punto all’ordine del giorno.
Colleghi, io sono figlio di
sordi, nipote di sordi, cugino di sordi; perciò, vedere qui i sordi per me è vedere
una parte della mia famiglia. Questo va in coerenza con la premessa che volevo
fare: il modus operandi del mio mandato sarà quello della lealtà, la lealtà nei
confronti dei calabresi, e sarò, quando servirà, critico, ma con una critica
costruttiva. Oggi, rispetto a questa premessa, anticipo il voto favorevole del gruppo
del Partito Democratico a questo punto all'ordine del giorno e, se mi consentite,
vorrei dirlo, in LIS, ai presenti.
(Rivolgendosi verso il pubblico, comunica nella lingua
dei segni)
Ho comunicato ai sordi
presenti, in LIS, che noi, come gruppo del Partito Democratico, la approveremo
insieme a voi e ho ringraziato il Consiglio regionale per questa proposta. Grazie.
Presidenza del vicepresidente
Pierluigi Caputo
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.
Intervengo a sostegno di
questa legge, saluto il mio amico Presidente, Antonio Miriello, perché con
questa legge diamo dignità a delle persone a cui spesso, purtroppo, la società
non dà le medesime opportunità e i medesimi spazi.
È importante questa legge e,
sicuramente, negli anni dovremmo prevedere maggiori risorse finanziarie, ma è
un segnale importante per tutte le disabilità: per chi non può sentire, quindi
per chi non può ascoltare il verbo; per tutti quei bambini che vengono isolati
nelle scuole, che non hanno un vero sostegno e che, spesso, vengono abbandonati
in un angolo, in una stanza; per tutte quelle persone che nella loro vita sono
sole, anche quando sono in compagnia di tanti altri, perché non sentire o non
vedere è una delle più brutte disabilità; per tutte quelle persone che vivono
in un corpo che spesso non sentono loro. Riabilitarle attraverso un
riconoscimento non soltanto normativo, quindi non solo formale, ma sostanziale,
rappresenta un atto di civiltà.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi
scuso per la mia temporanea assenza. Ovviamente, voterò favorevolmente per
questa proposta di legge. Sembra curioso che a livello statale manchi una legge
come quella che approviamo qui questa sera e che condividiamo e che, a questo
punto, condivideremo, a breve, con altre Regioni virtuose. Ed è ancora più
curioso perché in realtà è il Parlamento europeo che riconosce la lingua dei
segni come una delle lingue naturali con grammatica e sintassi proprie, al pari
delle lingue parlate. Questo introduce un evidente elemento di ingiusta
discriminazione nei confronti di chi, appunto, ha questo tipo di problema. Per
cui, sono lieto di poter annunciare il mio voto favorevole alla proposta di
legge. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo anch'io
brevemente, per esprimere un plauso e, quindi, la mia adesione, come ha già
fatto il collega del gruppo Antonello Talerico, a questa
proposta di legge, perché anch'io conosco nella vita di tutti i giorni le
difficoltà che molte volte sono costretti ad affrontare i sordi. Anche nella
mia attività professionale c'è un approccio difficile alla vita quotidiana di
fronte alle istituzioni, alla burocrazia, agli stessi atti notarili; è una di deformazione
professionale, bisogna snellire e semplificare la legislazione per dare uguali
diritti di partecipazione alla vita del Paese
La Calabria oggi dà davvero
un bel segnale, anche all'avanguardia rispetto ad altre Regioni, con
l'approvazione di questa legge che, sono convinto, avverrà all'unanimità.
Grazie, consigliere Lo Schiavo.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Pietropaolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Volevo
semplicemente intervenire per fare un plauso all'iniziativa e raccontare come
la Giunta regionale, su questo argomento, si è dimostrata sensibile da un po’
di tempo.
Credo che la Regione
Calabria, attraverso la Giunta, sia, forse, una delle poche Regioni in Italia
che ha organizzato dei corsi LIS nei suoi locali. Corsi di lingua dei segni che
non erano indirizzati, ovviamente, alle persone con disabilità, ma erano indirizzati
al personale della Regione, in maniera che si facilitasse l'incontro e la
capacità di comunicazione con le persone che in Regione Calabria lavorano
quotidianamente e che hanno questo tipo di disabilità. È un corso che ha avuto
un successo enorme e che sarà sicuramente ripetuto.
Questa iniziativa di legge,
sicuramente, mi trova assolutamente d'accordo, mi dispiace non poterla votare,
ma sono assolutamente d'accordo e ringrazio anche tutti i consiglieri regionali
che la voteranno, chi l'ha proposta e anche gli esponenti delle associazioni di
categoria. Grazie.
Grazie, assessore. Ha chiesto
di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vedere
questa sera il Presidente dell'associazione dei sordi e la comunità dei sordi
qui presenti così contenti, così felici, mi rende veramente contento ed
orgoglioso di appartenere a questo consesso dove parecchi consiglieri - quasi
l'unanimità dei consiglieri - si sono espressi per dare il loro voto favorevole
e sono ancora, veramente, più felice perché ad aver presentato questa proposta
di legge è stato il consigliere Molinaro insieme a tutto il gruppo della Lega. Grazie
ancora, Presidente.
Grazie, consigliere Gelardi.
Pacciamo all’esame e alla votazione del provvedimento.
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Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire l'assessore
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo chiedere
l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 240/12^ recante:
“Modifiche alle leggi regionali numero 20/1992 e numero 25/2013 - Disposizioni
in materia di forestazione”.
Votiamo l'inserimento all'ordine
del giorno della proposta dell’assessore Gallo. L'inserimento è approvato.
Ora, però, Assessore, prima
di procedere, perché non siamo pronti con le copie, passiamo al punto sei, solo
qualche minuto e poi passiamo al punto che lei ha chiesto di inserire
all'ordine del giorno.
Il punto sei riguarda la
proposta di legge numero 212/12^, d’'iniziativa della consigliera regionale Gentile,
recante: “Modifiche all'articolo 16 della legge regionale 21 dicembre 2005,
numero 17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle
aree del demanio marittimo)”.
Cedo la parola alla
consigliera Gentile per illustrare il provvedimento.
Grazie, signor
Vicepresidente. Intanto saluto tutti, il Presidente e tutta la Giunta, i
colleghi, la stampa e tutto il pubblico presente.
La presente proposta di
legge mira a modificare l'articolo 16 della legge regionale 21 dicembre 2005,
numero 17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle
aree del demanio marittimo).
Nella stessa legge, proprio
all'articolo 16, la Regione riconosce la Lega navale italiana quale ente
pubblico che svolge servizi di interesse pubblico ai fini della diffusione
nell'ambito regionale, in particolare tra i giovani, dello spirito marinaro e
della cultura del mare e che contribuisce a determinare e a realizzare
l'interesse per lo sviluppo e il progresso delle attività che hanno sul mare e
sul litorale marittimo la loro operatività e il loro mezzo di azione. Si sottolinea
che la Lega navale italiana esercita la sua attività sotto la vigilanza dello
Stato, in particolare dei Ministeri della difesa e delle infrastrutture e dei
trasporti, senza scopo di lucro.
La Lega navale italiana si
adopera attivamente per la tutela dell'ambiente marino e delle acque interne e
sviluppa iniziative promozionali, culturali, naturalistiche e sportive e
didattiche. Inoltre, promuove e sostiene la pratica del diporto e delle
attività nautiche. Considerata l'importanza strategica che può avere questo
ente per lo sviluppo e la salvaguardia del mare del territorio calabrese, si è
ritenuto opportuno mettere a sistema le professionalità e le infrastrutture
tecnologiche presenti nella Lega navale italiana e i percorsi formativi
triennali magistrali ed alta formazione che le Università calabresi propongono
in questo ambito. Ritengo infatti che fornire un quadro normativo di carattere
ordinamentale, che agevoli forme di collaborazione e sinergie tra i vari enti
competenti, possa innescare i circoli virtuosi che rappresentano un importante
valore aggiunto in termini di formazione qualificata, tutela del patrimonio
naturale e della biodiversità e una nuova via di sviluppo culturale ed economico
per la nostra regione.
Voglio ringraziare
pubblicamente il professor Giacinto Baggetta dell'Unical e il Presidente della sezione Lega navale di Crotone,
Gianni Liotti, per lo stimolo grazie al quale è stata concepita la presente
proposta di legge e voglio, inoltre, esprimere grande apprezzamento per la
professionalità e la serietà dimostrata in questi anni dal presidente Liotti,
dal suo predecessore, unitamente ai rispettivi consigli direttivi, che ha
portato a realizzare per la prima volta in Calabria, proprio nella sede di Crotone
in occasione del novantesimo anniversario della sua Fondazione, l'assemblea
generale dei soci, alla quale ho avuto il piacere di partecipare insieme
all'assessore Varì e che ha dato grande lustro all'intera regione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente. Questa
proposta di legge, che io avrei anche votato, è sicuramente interessante. Mi
lascia perplesso però un emendamento che è stato presentato e che va ad
abrogare l'articolo 1-bis, nel quale si prevedeva il versamento delle
quote spettanti ai Comuni da parte dei concessionari direttamente alle casse
comunali; mi sembrava un gesto di attenzione verso i Comuni, verso i quali
anche il presidente Occhiuto spesso dice che bisogna avere maggiore attenzione.
Conosciamo le difficoltà
che affrontano i Comuni costieri per organizzare la stagione balneare; quindi,
si tratta di risorse che sarebbero arrivate immediatamente e sarebbero state
poi utilizzate per la stagione estiva. Mi sembra strano che ci sia un parere
contabile però che blocchi questa procedura, annullandola di fatto. T
ecnicamente
mi sfugge quale sia la motivazione perché, se la Regione Calabria nel proprio
bilancio inserisce in entrata le risorse che arrivano dai concessionari e poi
in uscita quelle che devono essere poi versate ai Comuni, non capisco cosa
cambi versarle direttamente ai Comuni. Non vorrei che fosse un artifizio
contabile per far sì che la Regione incassi dai concessionari le somme e poi le
trattenga a sé senza versarle, per come deve, ai Comuni nei tempi necessari
affinché loro possano organizzare la stagione balneare. Quello che era un
provvedimento lodevole per quanto attiene la Lega navale, che ha una importanza
sui territori soprattutto per tantissima formazione e sensibilizzazione che fa
con i ragazzi delle scuole, oltre che la tutela del mare e delle aree marine,
era anche sicuramente un provvedimento interessante a sostegno dei Comuni.
Ho letto di questo
emendamento che espunge dal testo l'articolo 1-bis, quindi rimango
perplesso. Mi dispiace perché, se dovesse passare l'emendamento, è un'occasione
persa per dimostrare la vicinanza del Governo regionale agli amministratori
locali. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Grazie, signor
Vicepresidente. Condivido quello che diceva il collega Alecci. Insieme al
collega De Nisi avevamo pensato - per la verità l'aveva proposto lui
immediatamente e io lo avevo accolto – a questo articolo aggiuntivo (1-bis) e,
poi, come diceva lei, per un parere contabile negativo abbiamo dovuto
prevederne la soppressione. Anche noi pensavamo che, trattandosi di una partita
di giro, ci fosse la possibilità di dare queste risorse direttamente ai Comuni;
tra l'altro gli spettano di diritto e anche in tempi rapidi.
Quindi, questo era il
motivo per cui avevamo pensato di andare in questa direzione, però essendo poi
arrivato il parere contabile negativo, abbiamo dovuto necessariamente proporre
di espungere l’articolo.
Grazie. Non ci sono altri
interventi. Possiamo passare all'esame della votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
All’articolo 1-bis è
stato presentato l’emendamento, protocollo numero 19939, di iniziativa del
consigliere Crinò che lo può illustrare.
Grazie, Presidente. Il
testo dell'elemento dell'emendamento recita: “Il testo dell’articolo 1-bis
è soppresso”. Dalla presente proposta emendativa non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento. L'emendamento è approvato, pertanto l’articolo 1-bis è espunto
dal testo.
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso, così come modificata, con richiesta
di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per
come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo al punto numero 7,
la proposta di legge numero 188/12^ di iniziativa dei consiglieri, Montuoro,
Raso, Mancuso, Crinò, recante: “Modifica e integrazione alla legge regionale 7
dicembre 2009, numero 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e
della flora spontanea autoctona della Calabria)”.
Cedo la parola al collega
Montuoro per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. La
proposta di legge, nel rispetto delle norme comunitarie, dei principi
fondamentali dello Stato della legge 14 gennaio 2013, numero 10, del decreto
del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con
il Ministero dei beni e delle attività culturali e al turismo e dell'ambiente,
della tutela del territorio e del mare del 23 ottobre 2014, della legge
regionale numero 47 del 2009, è volta a tutelare, valorizzare e promuovere gli
alberi monumentali di Calabria.
Il Dipartimento ambiente e
territorio ha completato nel 2023 l'ultimo censimento degli alberi monumentali
della Calabria; attualmente sono censiti 137 alberi monumentali di
straordinaria valenza naturalistica, inseriti nel primo elenco regionale
redatto ai sensi della normativa regionale in materia.
Il processo di
riconoscimento del carattere di monumentalità ha riguardato la valutazione
tecnica di svariati aspetti sia di tipo botanico naturalistico sia di tipo
storico culturale, nonché la rilevazione di informazioni di tipo geografico e
topografico. Alcuni degli esemplari censiti, di notevole pregio e
spettacolarità, sono entrati a far parte dell'elenco nazionale degli alberi
monumentali, gestito dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e
forestali. Tra questi figurano il Platanus orientalis di Curinga, che nel 2020 per il suo pregio
naturalistico è stato eletto albero italiano; nel 2021 lo stesso si è
classificato secondo al concorso europeo come albero rappresentativo delle
Nazioni dell'Unione europea con oltre 78.000 voti.
Nell'elenco del Ministero
figurano anche l'abete bianco del brigante Musolino, in provincia di Vibo
Valentia; il faggio di Cerzeto, un'esemplare di circa 40 metri scelto da San
Francesco di Paola per le sue soste durante i viaggi.
Fanno parte dell'elenco
degli alberi monumentali splendidi esemplari: il castagno rilevato nel Comune
di Cerva, che è imponente con i suoi 9,5 metri di circonferenza del tronco; il
castagno di Pietra Cappa e quello di fontanelle; il gruppo di abeti bianchi
presso la Fontana in località Tre Aie di Reggio Calabria e l'olmo di Torrevecchia
in Piazza del Popolo.
La Calabria è ricca di
alberi monumentali iscritti nell'elenco nazionale o in quello regionale e tanti
sono i luoghi incontaminati che, presentando realtà botaniche e vegetazioni di
grande interesse naturalistico, se opportunamente valorizzati e promossi
potrebbero dar vita ad importanti presenze di turismo naturalistico attento e
interessato alla salubrità dei luoghi, alla biodiversità di cui la Calabria è
ricca.
La legge regionale 7
dicembre 2009, numero 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e
della flora spontanea autoctona della Calabria) al comma 1 dell'articolo 4
prevede che i Comuni garantiscano i livelli di tutela, valorizzazione e
salvaguardia dei beni oggetto di tutela. La Regione Calabria, attraverso questa
proposta di modifica e integrazione alla legge regionale 47 del 2009,
riconoscendo il valore storico, naturalistico, scientifico e culturale degli
alberi monumentali, con l'introduzione del comma 1-bis, istituisce un
fondo regionale per la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione dei
beni oggetto di tutela, al fine di migliorare la funzione naturalistica,
sociale e turistica, anche favorendo progetti di educazione ambientale.
Entro tre mesi dalla data
di pubblicazione della presente legge, la Giunta regionale, attraverso il
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, predispone apposito avviso
pubblico per la presentazione di eventuali domande di finanziamento per
interventi conservativi di salvaguardia e valorizzazione degli alberi
monumentali censiti all'albo regionale. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi è
capitato qualche tempo fa di vedere un pino loricato nel Parco nazionale del
Pollino, che, come certificato, ha più di 1000 anni di
età. Vedere un essere vivente che ha visto le Crociate è una cosa che dà
comunque un impatto emozionale importante, oltre a svolgere di fatto un'azione
promozionale turistica, cosa che è di tutti gli alberi, ma di questi in
particolare.
Vorrei anche sottolineare
il fatto che gli alberi non hanno soltanto un'azione meramente estetica o
turistica, ma, soprattutto nel contesto urbano, svolgono un'azione, non
sostitutiva, di antagonismo agli eccessi climatici, in quanto riducono la bolla
di calore propria delle degli agglomerati urbani, assorbono il particolato fine
e ultrafine, le cosiddette nanopolveri, e tante sostanze tossiche che sono
nell'aria della città, come quelle di cui parlavamo poco fa, cioè ossidi di
azoto, metalli pesanti, IPA e quant'altro.
Quindi il ruolo degli
alberi, che fra l'altro incamerano anidride carbonica e cedono ossigeno, è un
ruolo, sotto qualunque aspetto lo si consideri, prezioso e insostituibile.
È del tutto evidente,
quindi, che una proposta di legge che voglia rafforzare la presenza del verde e
dare agli alberi monumentali che hanno queste caratteristiche eccezionali
presenti nella nostra regione il ruolo che compete loro, certamente non può che
vedermi favorevole; per cui annuncio il mio voto favorevole alla proposta di
legge. Grazie.
Grazie, consigliere laghi.
Passiamo all'esame e
votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Ha chiesto di intervenire
l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l'inversione dell'ordine del giorno affinché la proposta di legge numero
240/12^ si possa discutere immediatamente.
Grazie, Assessore. Votiamo
per l'inversione proposta dall'assessore Gallo. L'inversione è approvata.
La proposta di legge in
esame è la numero 240/12^ di iniziativa dei consiglieri Gallo, De Nisi, Crinò,
Comito, Neri, Gelardi, Graziano, recante: “Modifiche alle leggi regionali
numero 20/92 e numero 25/2013. (Disposizioni in materia di forestazione).
Prego, assessore, ha facoltà di illustrarla.
Signor Presidente, signor
Presidente della Giunta regionale, colleghi Assessori, colleghe e colleghi
consiglieri regionali, questa proposta di legge risponde ad una esigenza che si
è manifestata in questa regione nel corso degli anni e che è dovuta alla
risposta che bisogna dare ai tantissimi precari della nostra Regione. Sono
migliaia, per come ormai è accertato in un dossier sul precariato calabrese
redatto dall'ottimo collega assessore Calabrese. C'è una lunga interlocuzione
su questo tema anche con i sindacati, con CGIL, CISL e UIL e, su altro tavolo,
anche con l'UGL.
Una parte di questi
lavoratori sono quelli previsti dalla legge regionale numero 15 del 2008; si
tratta di lavoratori di alcune aree della nostra regione che, in questo momento,
non hanno una contrattualizzazione, prestano loro attività lavorativa presso i
Comuni e ricevono un indennizzo rispetto a questa attività lavorativa.
I sindacati hanno richiesto
che questi lavoratori possano essere contrattualizzati e possano essere assunti
a tempo indeterminato. È per questo che, insieme ai colleghi capigruppo di
maggioranza, abbiamo presentato, d'accordo naturalmente col Presidente della
Giunta regionale, una proposta di legge che consenta ai lavoratori della legge
15 del 2008, sulla base di adesione volontaria, di essere contrattualizzati a
tempo indeterminato, trasportando di fatto la somma che oggi viene loro
corrisposta, 11.500 euro, presso Azienda Calabria Verde.
Credo che questa sia una
risposta che si va a dare ai lavoratori previsti dalla legge regionale 15 che,
così, escono dal bacino del precariato e potranno intraprendere un percorso
all'interno della forestazione che, come diceva il presidente Occhiuto in un
altro intervento al punto precedente, è un comparto che va sicuramente
rifondato e anche rilanciato.
Annuncio già, signor Presidente, che ho presentato un emendamento interamente sostituito sostitutivo dell'articolo 2, che dà un'altra risposta anche ad un'esigenza ulteriore, in questo momento, relativa alle grandissime difficoltà dei Consorzi di bonifica che sono nella fase finale del loro percorso; le banche addirittura trattengono le risorse dei Consorzi, a causa dei pignoramenti che continuamente pervengono presso le tesorerie che, a loro volta, sono nell’impossibilità di corrispondere le risorse ai lavoratori forestali. In alcuni Consorzi questo ormai non accade da mesi. C'è, quindi, una difficoltà per queste famiglie, per questi lavoratori che, comunque, continuano ad andare a lavorare.
Il presidente Occhiuto, naturalmente d'accordo con me, ha voluto, in riferimento ai lavoratori forestali che hanno operato nei Consorzi di bonifica in questi anni e sui quali si è generata anche una serie di contenziosi, eliminare un ibrido - obiettivamente, nel corso degli anni, ciò ha da un lato consentito ai Consorzi di bonifica di proseguire nel loro percorso, ma dall’altro ha creato dei disorientamenti nella gestione di questi lavoratori - prevedendo che passino dai Consorzi di bonifica a Calabria Verde, con effetto immediato dal prossimo 1° dicembre 2023. Questa previsione è contenuta nella lettera f) dell'emendamento che ho depositato, signor Presidente, alla proposta di legge 240/12^.
Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Avevo avuto sentore di questa ipotesi di iniziativa e, all'inizio della seduta, ho parlato con l'assessore Gallo per cercare di capire se le notizie che circolavano fossero vere e corrispondessero ad una serie di informazioni che mi erano state fornite. E, tuttavia, in merito a queste problematiche, alcune informazioni, in effetti, non ci sono. Si parlava di lavoratori che dovevano essere licenziati dai Consorzi di bonifica per essere assunti poi nell'ente nuovo - lo sto dicendo, Assessore. Se mi segue, Assessore, lo sto dicendo -. Tuttavia, la cosa che naturalmente non si comprende è perché, se vi era già una sostanziale convinzione a voler fare questa procedura, si arrivi sempre con questa modalità di inserire provvedimenti all'ordine del giorno ad horas. Perché non è stato inserito? Qual è il livello della discussione o dell'approfondimento che ha portato a questo tipo di decisione e alla scelta di inserirlo all'ultimo momento? Stiamo ricevendo il testo in questo momento ed è chiaro che sarebbe stato più utile poter valutare e approfondire bene la vicenda. Per quanto mi riguarda, poiché conosco le interlocuzioni positive che sono state intercorse con le organizzazioni sindacali, è chiaro che si tratta di due provvedimenti, contenuti in questa decisione che la maggioranza vuole assumere con queste modalità, che, sostanzialmente, possono essere condivisi.
Parliamoci chiaramente: parliamo della stabilizzazione di alcuni lavoratori con lo stesso sussidio di 11.000 euro.
Su questo vorrei esprimere una riflessione: Assessore, una cosa è percepire un sussidio di 11.000 euro, altra cosa è poi stabilizzare lo stesso lavoratore con un contratto di 11.000 euro perché, a quel punto, una quota di quelle risorse sarà, a meno che non vogliamo fare lavoro nero, inevitabilmente destinata per il pagamento della contribuzione del fisco. Quindi, non so quale sarà l'importo che il lavoratore andrà a percepire se viene trasferita la sola dote degli 11.000 euro.
Però, apprezzo e apprezziamo la volontà di volerlo fare e di voler garantire ad alcuni lavoratori precari la possibilità di avere una prospettiva occupazionale. Questo di per sé è un elemento molto positivo.
Mi auguro, visto che si riferisce anche al lavoro positivo di ricognizione del precariato che l'Assessore al lavoro ha svolto, che non possiamo di volta in volta stabilizzare solo delle fattispecie di categoria: adesso nella provincia di Cosenza, poi non si sa in quale altro settore merceologico.
Proverei, invece, a fare con l'Assessore un ragionamento - mi pare che su alcuni passaggi l'assessore lo abbia fatto anche presagire - organico sul precariato, per poter attivare politiche attive del lavoro, per cercare di venire incontro all'insieme del precariato esistente in Calabria.
Quindi, da questo punto di vista, bene la stabilizzazione di questi lavoratori, ma chiederemo anche una visione, un approccio di disponibilità complessiva d'insieme, per valutare con le risorse disponibili che ci sono, sia con il GOL (Garanzia Occupabilità Lavoro) sia con i fondi comunitari, la possibilità di realizzare e di varare un piano straordinario del lavoro.
Il passaggio degli operai forestali, attualmente in capo ai Consorzi, a Calabria Verde può essere considerata una soluzione per mettere in sicurezza e al riparo lavoratori che oggettivamente, per come sono le condizioni economiche dei Consorzi e nonostante la Regione riuscisse a mandare delle risorse, per le note vicende, purtroppo, non riceverebbero i loro emolumenti; salviamo una parte dei lavoratori.
Ci sono anche altri lavoratori che andrebbero, naturalmente, valutati, che sono dipendenti dei Consorzi e ai quali dobbiamo prestare la stessa attenzione. Infine, non possiamo prestare attenzione, assessore, ad un patrimonio inestimabile, importante, sia dal punto di vista ambientale sia economico produttivo, come la forestazione solo con decisioni così parziali che, ripeto, sono importanti ma parziali. La forestazione è un patrimonio immenso della nostra Regione e può produrre per davvero una capacità di rigenerazione produttiva ma anche di tutela ambientale e territoriale e di manutenzione ordinaria e straordinaria, perché noi in Calabria possiamo fare - l'abbiamo discusso al primo punto all'ordine del giorno - tutte le riforme che vogliamo, tutti gli investimenti che vogliamo, ma, se non c'è come prima opera infrastrutturale e fondamentale la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, rischiamo di non realizzare quegli interventi utili e necessari che consentano alla nostra regione di avere uno sviluppo sostenibile e produttivo adeguato. Da quel versante state continuando a reiterare, per esempio, una scelta che a mio avviso è molto discutibile; cioè bene l'intervento sulla protezione civile, sui droni, sui gli elicotteri, sui Canadair, ma io resto ancora pienamente convinto che l'intervento per spegnere l'incendio non sia la stessa cosa invece dell'intervento che bisogna fare per prevenire l'incendio; e prevenire l'incendio si può fare solo ed esclusivamente con il presidio del territorio, attraverso la valorizzazione delle risorse umane, quindi operai, tecnici, professionisti in grado di poter evitare e preservare l'immenso patrimonio boschivo, ma anche di rappresentare e di costruire occasioni di crescita e di sviluppo produttivo.
Non ci sottraiamo a questa responsabilità, naturalmente, e prestiamo la disponibilità del voto favorevole, però vi chiediamo su questi aspetti e su questi temi di avere un approccio assolutamente più di sistema e molto più disponibile. Grazie.
Grazie, consigliere Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Credo che il collega Mammoliti abbia puntualizzato bene la disponibilità del gruppo del PD su materie del lavoro che riguardano il precariato; un tema sul quale facciamo bene a riflettere e a trovare soluzioni che siano sempre più larghe possibili, per dare tranquillità e sicurezza a chi da anni si aspetta una risposta. Però, siccome questa è materia di concertazione anche con i sindacati, vorrei porre una domanda tecnica all’assessore Gallo: le organizzazioni sindacali hanno dato parere positivo sulle intere operazioni o hanno espresso dei dubbi sia tecnici sia di funzionalità? E poi vorrei capire se c'è da parte del Settore assistenza giuridica il parere favorevole a questa proposta, visto che l'avete portata oggi in Aula e non si evince se c'è un giudizio positivo o negativo o non espresso da parte degli uffici competenti.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, ringrazio i colleghi consiglieri per essere intervenuti e per aver avuto voluto porre delle questioni che ci consentono di chiarire alcuni aspetti. Voglio ringraziare il presidente Occhiuto che ha previsto, fra i punti principali del suo programma di governo, la diminuzione del precariato in questa regione; precariato che non è stato determinato e costruito da questo governo regionale che, obiettivamente, noi ci ritroviamo sul groppone e che, per continuità amministrativa, naturalmente dobbiamo affrontare, non aggiungendo precariato al precariato. Credo che oggi ci sia stato un incontro in questo senso e poi magari ci dirà l'assessore Calabrese.
Questo provvedimento di legge, comprensivo dell’emendamento, dà una risposta importante e avvia un percorso.
Forse siamo poco abituati a dare enfasi a questi provvedimenti. Io credo che sia un provvedimento molto importante e il fatto che i colleghi sono intervenuti ci consente di dare maggiore enfasi perché, quasi quasi, presidente Occhiuto, questo provvedimento noi lo stavamo facendo passare in sordina.
È un provvedimento che dà una risposta seria al precariato in questa regione. E comincia ad affrontare una problematica, quella del precariato, che si è trascinata per tanto tempo e che nessuno, prima di questo governo regionale, ha affrontato in maniera efficace; dà a questi lavoratori la possibilità di guardare al futuro sulla base dell'adesione volontaria con una serenità diversa perché, naturalmente, si tratta di un contributo; si tratta di una somma che loro oggi ricevono, ma è una somma a titolo di mero indennizzo che non costruisce un percorso anche dal punto di vista previdenziale e contributivo. Invece, c'è la possibilità di un passaggio, attraverso questa assunzione a tempo indeterminato, sia pure parziale, ad un ruolo diverso che è quello di dipendenti di Calabria Verde e non di lavoratori quasi invisibili.
È una risposta concreta e seria.
Voi sapete meglio di me che questa è una risposta che poi ha delle evoluzioni e vi prego - lo so che non lo state facendo con l'intento di diminuire l'importanza di questo provvedimento - di sottolineare anche voi che avete ben presente cosa significhi per questi lavoratori.
Naturalmente, ci saranno lavoratori che aderiranno, lavoratori che non aderiranno; coloro i quali non avranno la possibilità di avere un ricongiungimento dei contributi non aderiranno perché sono in stato avanzato di età, ma si tratta comunque di lavoratori ai quali si dà una speranza. Essi avranno delle giornate di lavoro, avranno i contributi, avranno più tempo a disposizione, avranno la possibilità di avere la disoccupazione del settore agricolo e, quindi, avranno anche le risorse che finora stanno percependo, ma avranno anche la prospettiva - diciamolo con grande chiarezza - di aumentare il loro impegno all'interno di Calabria Verde per i pensionamenti che ci saranno.
Naturalmente, ci sarà questo contributo che la Giunta regionale ha storicizzato e che trasferisce a Calabria Verde, ma ci sarà la possibilità anche di incrementare le risorse; questo, certo, non subito, perché abbiamo grandi problemi, cari consiglieri regionali, a far fronte agli impegni che nel corso dei decenni sono stati assunti nel settore forestale. Quest'anno, soltanto la grande capacità del presidente Occhiuto di andare a reperire risorse laddove sarebbe stato impossibile, ad esempio le somme della diga del Menta, insieme all'assessore Minenna, ci consente di far fronte agli impegni della forestazione. Sono 110 milioni di bilancio puro, di cassa pura, che mettiamo a disposizione della forestazione calabrese e le altre somme sono FSC. Quindi c'è un impegno determinato da parte del presidente Occhiuto e da parte del governo regionale. E c'è anche un percorso - rispondo al collega. Bevacqua - un lungo percorso che, insieme all'assessore Calabrese e insieme all'assessore Princi prima, abbiamo fatto con i sindacati Cgil, Cisl e Uil Ugl su un altro tavolo in cui ci hanno chiesto a gran voce di sistemare, di contrattualizzare, di assumere i lavoratori della legge 15; abbiamo con loro deciso tutto questo. Perché oggi inseriamo questo punto all'ordine del giorno quasi in sordina, come fosse uno di quei provvedimenti che di solito fa la mala politica? No!
È un grande provvedimento, un provvedimento importante. Sa perché lo inseriamo così? Perché proprio i sindacati ci hanno chiesto di fare in modo che questi lavoratori - è quello che stiamo tentando di fare con questa accelerazione - lavorino presso Calabria Verde almeno una settimana durante quest'anno affinché - credo che il collega Mammoliti me lo possa insegnare - nel 2025 e non il 2026 possano godere della disoccupazione agricola.
È un tentativo che stiamo facendo, perché poi dopo questa legge dovremmo sistemare tante altre cose di Calabria Verde, però è un tentativo importante che vogliamo fare.
Per quanto riguarda poi i lavoratori dei Consorzi di bonifica, non li abbiamo certamente decotti noi; c'è un impegno molto importante del presidente Occhiuto, di tutto il governo regionale e del Consiglio regionale su questi temi perché i capigruppo di maggioranza questa norma l'hanno voluta, l'hanno sottoscritta, la votano e la vota la maggioranza.
Vi prego su questi temi di essere solidali perché riguardano il lavoro e i lavoratori di questa regione. Su questo vi prego... I lavoratori dei Consorzi di bonifica forestali non si pagherebbero più. Li facciamo passare con un mese in anticipo e il presidente Occhiuto ha voluto che questi lavoratori passassero dai Consorzi di bonifica a Calabria Verde e non passassero al Consorzio unico per evitare che quanto si è verificato finora continui a verificarsi in futuro, perché purtroppo la Calabria, ahimè, la conosciamo.
Grazie, assessore Gallo. Ha chiesto di intervenire l'assessore Calabrese. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto i consiglieri, gli assessori, ringrazio l'assessore Gallo per questa proposta di legge che va, appunto, nella direzione di iniziare a svuotare il bacino di precari che ci sono oggi a carico della Regione Calabria. Abbiamo, nei giorni scorsi, presentato un dossier che rappresenta una sorta di operazione verità su quello che c'è oggi in Regione Calabria in termini di precariato. Pensate che solamente i lavoratori della legge 15, che sono 515, sono a carico del bilancio regionale per 8.000.358 euro, mentre i 64 lavoratori della legge 40, che oggi è prevista appunto in questa legge, costano 758.000 euro di risorse storicizzate; risorse storicizzate che insistono sul bilancio regionale per 52 milioni di euro l'anno. Sono le risorse che spende la Regione Calabria per garantire un sussidio ai precari, appunto, che ci sono oggi in Regione, oltre i 30 milioni di euro che garantisce lo Stato per pagare il sussidio dei lavoratori di pubblica utilità che sono stati contrattualizzati negli anni scorsi. Di questi lavoratori, la maggior parte non lavorano per la Regione Calabria, ma lavorano per gli enti locali. Nella legge 15, dei 515 lavoratori, 312 sono nel Comune di San Giovanni in Fiore e 108 sono nel Comune di Acri, garantiti appunto con risorse regionali. Oggi, grazie a questo percorso condiviso con l'assessorato alla forestazione, con il Dipartimento forestazione, con il Direttore generale Oliva, su input del nostro presidente Roberto Occhiuto e grazie al confronto avuto in diverse occasioni con i sindacati, avviamo una procedura di una sorta di regolarizzazione di questi operatori che sono stati per anni precari o lavoratori in nero nella pubblica amministrazione.
Un'operazione importante che è il primo tassello che va nella direzione di sanare tutte queste anomalie che ci sono, appunto, oggi in Calabria.
Pomeriggio ho incontrato, Presidente, una delegazione di lavoratori provenienti da San Giovanni in Fiore perché sembra poi che San Giovanni in Fiore sia l'epicentro del precariato in Calabria; su San Giovanni in Fiore abbiamo anche i cosiddetti invisibili che fanno parte di un altro progetto regionale, insieme a Longobucco, Campana e Bocchigliero, di persone a carico della Regione Calabria, alle quali non stiamo garantendo un futuro se non quello da precari che è quello che, con questo governo regionale, vogliamo eliminare, non creando più precari per il futuro.
Ben venga, quindi, il provvedimento di legge di oggi, che è l'inizio di una serie di provvedimenti che andranno a stabilizzare tutti i precari a carico della Regione Calabria. Grazie.
Grazie, assessore Calabrese. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere preliminarmente scusa ai consiglieri di maggioranza e di minoranza per l’irritualità della posizione all'ordine del giorno di questo testo di legge. Lo faccio io personalmente, perché la decisione di porre questo testo all'ordine del giorno è una decisione che ho assunto io, che ho chiesto alla maggioranza di assumere insieme a me. E vi spiegherò ora brevissimamente perché. Intanto perché mi è stato detto che la concertazione con i sindacati era stata già esperita e ho ritenuto fosse giusto proseguire nella linea tracciata da questo governo regionale, che è appunto quella di non aumentare il bacino del precariato, ma di fare dei provvedimenti che vadano tendenzialmente nella direzione di stabilizzare e asciugare questo bacino e di dare, comunque, più diritti a quelli che hanno meno diritti.
I lavoratori in questione non sono lavoratori precari che ha creato questo governo regionale o questo Consiglio regionale. È un problema che abbiamo ereditato in questa Regione, in cui c'è un bacino straordinario di precari. In alcuni casi si tratta, come nel caso di specie, di lavoratori che percepivano 900 euro senza contributi.
Noi, oggi, in qualche modo diamo a questi lavoratori la dignità di avere un lavoro, sebbene come stagionali, ma a tempo indeterminato. Ora, però, voglio dirvi chiaramente che questa parte della legge avrebbe potuto essere affrontata dal Consiglio regionale anche tra 10 giorni. C'è un'altra parte della legge, che sarà proposta con uno specifico emendamento, che invece, secondo me, non era di più differibile ed è la parte che prevede il trasferimento dei forestali dai disciolti Consorzi in liquidazione a Calabria Verde. Sta accadendo questo oggi nella nostra regione: anche nel comparto della forestazione ci sono lavoratori di serie A e ci sono lavoratori di serie B. Ci sono lavoratori di serie A, per così dire, che, grazie appunto agli sforzi che abbiamo compiuto in questi mesi, hanno il pagamento delle spettanze, come è giusto che sia, ogni mese. E poi ci sono lavoratori che invece aspettano da 4-5 mesi che siano pagati loro gli stipendi. È inaccettabile e ce ne dobbiamo far carico. Sapete perché succede? Perché le risorse che diamo ai consorzi di bonifica, anche a quelli che ora operano nella ordinaria amministrazione, vengono pignorati dalle banche, per cui sostanzialmente a questi lavoratori non viene pagato in alcuni casi lo stipendio da 4-5 mesi. Non è giusto perché appartengono allo stesso bacino. E allora con questa norma noi evitiamo questo ibrido che si è consolidato nel corso degli anni, per il quale alcuni operai forestali stanno in capo a Calabria Verde, che si occupa delle loro attività, e altri stanno in capo ai Consorzi di bonifica. Attenzione: questo sistema poi ha generato anche il collasso dei Consorzi di bonifica che, a volte, hanno realizzato progetti poi rendicontati in maniera insufficiente e, comunque, non hanno assicurato a questi lavoratori gli stessi diritti che hanno, invece, gli stessi lavoratori in Calabria Verde.
Oggi finisce questo ibrido! Oggi, praticamente, noi decidiamo di trasferire questi lavoratori tutti in Calabria Verde perché è assurdo che la forestazione sia gestita da Calabria Verde e poi dai Consorzi di bonifica e, soprattutto, perché questo governo regionale vuole sia stabilizzare i precari che può sia, allo stesso tempo, offrire occasioni di lavoro ai figli dei precari. Abbiamo svolto tantissimi concorsi alla Regione negli ultimi mesi, abbiamo assunto tantissime persone. Questo governo regionale, soprattutto, non accetta - credo che non lo accetti nemmeno il Consiglio - che in questa Regione, nello stesso comparto, ci siano lavoratori di serie A e lavoratori di serie B, ci siano lavoratori che percepiscono lo stipendio, come dovuto, ogni mese e ci siano lavoratori che per percepirlo debbano salire sui tetti.
Questa è una cosa intollerabile! E, siccome, io questo problema dei lavoratori dei Consorzi di bonifica vorrei lo risolvessimo subito, ho chiesto alla mia maggioranza di mettere all'ordine del giorno questo provvedimento oggi stesso perché dal 1° dicembre tutti gli operai forestali possono passare in Calabria Verde, mantenendo chiaramente i diritti acquisiti nel passato, in termini di TFR, come disposto in maniera solida dalla legge.
Sono molto soddisfatto del lavoro che hanno fatto su questo provvedimento sia l'assessore Gallo sia l'assessore Calabrese, perché credo che anche in questo contesto ci sia un cambio di passo che noi dobbiamo avere sempre la tensione di determinare nella nostra attività di governo e questo cambio di passo non può determinarlo soltanto il Presidente, ma necessita di una squadra che è composta appunto dai suoi assessori e dalla sua maggioranza.
Sul tema che stiamo discutendo, però, io chiederei anche ai gruppi di opposizione di condividere questo passaggio importante benché forse in maniera irrituale - è vero - dato che lo abbiamo inserito richiamandolo oggi all'ordine del giorno, ma questa è una riforma. Mettere in capo a Calabria Verde tutti gli operai forestali, evitando di fare figli e figliastri, credo sia il senso di una piccola riforma, ma importante perché incide sulla vita di tantissime persone e, oggi, il Consiglio regionale può decidere di farlo insieme.
Grazie, presidente Occhiuto. Passiamo alla votazione.
Articolo 1
(È
approvato)
All’articolo 2 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 22959, a firma dell'assessore Gallo, a cui cedo la parola. Prego.
Presidente, naturalmente questo è l'emendamento a cui facevo riferimento in precedenza, in base al quale i lavoratori della legge 15 del 2008 e della legge 40 del 2013, potranno, naturalmente su base volontaria, essere trasferiti a Calabria Verde ed essere assunti da Calabria Verde. La lettera f) di questo emendamento prevede che a partire dal 1° dicembre 2023, come rappresentato dal presidente Occhiuto, i dipendenti dei Consorzi di bonifica del settore forestale passino a Calabria Verde, naturalmente mantenendo tutto quello che è il loro trattamento finora avuto, con il tabellare e l'accessorio.
Capiamo benissimo quanto sia importante questo emendamento, anche perché questi lavoratori riceveranno da Calabria Verde il TFR e voi sapete quanto è difficile per i lavoratori che dei consorzi di bonifica ricevere il TFR. Sappiamo anche quanto sia gravoso e pesante per le casse della Regione questo emendamento, ma ci rendiamo conto che bisogna far fronte agli impegni in passato assunti nei confronti dei lavoratori calabresi.
Grazie. Chiaramente il parere della Giunta è favorevole. Pongo in votazione l'emendamento: protocollo numero 22959. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Esprimo un parere favorevole, come hanno già fatto i gruppi che mi hanno preceduto. Ovviamente, noi apriamo un precedente importante che, secondo me, mira, come dice il Presidente, a evitare per il futuro il precariato e a dare dignità ai lavoratori. Vorrei anche ricordare che, dopo questo momento, e quindi votando favorevolmente a questo emendamento, noi dovremmo ragionare assieme, maggioranza e opposizione, su come però non discriminare altre forme di precariato.
Noi abbiamo altre forme di precariato che hanno le stesse esigenze e le stesse difficoltà, penso agli LPU, agli ex mobilità in deroga. Per tutte le forme di precariato, noi dovremmo trovare formule che riescano a riassorbirli con dei diritti nel mondo del lavoro. Quindi, sono favorevole a questo emendamento ma chiedo attenzione per non creare discriminazioni tra precariato e precariato. Noi abbiamo tantissime priorità, questo è un primo intervento, chiedo che ci sia la massima attenzione della Giunta regionale per riassorbire i bacini dell'ulteriore precariato.
Grazie, consigliere Lo Schiavo. Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 22959. L'emendamento è approvato.
Articolo 2
(È approvato
per come emendato)
Articolo 3
(È
approvato)
Articolo 4
(È
approvato)
Passiamo alla votazione della
proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con richiesta di autorizzazione
al coordinamento formale. La proposta di
legge è approvata, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.
Presidente, buonasera, le chiedo il rinvio dei punti 8 e del punto 9 all'ordine del giorno.
Poniamo in votazione il rinvio delle proposte di provvedimento amministrativo numero 116 e numero 132. I due provvedimenti sono rinviati.
Ora passiamo alla proposta di legge numero 242/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2023-2025”. Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Il disegno di legge in oggetto è stato licenziato dalla seconda Commissione nella seduta del 24 novembre scorso. La seconda Commissione ha dedicato due sedute all'esame dell'approvazione del provvedimento: la prima, che ha visto una discussione generale sulla manovra, e la seconda seduta, con la discussione e l'approvazione degli emendamenti e del provvedimento nel suo complesso. Alle sedute hanno partecipato i rappresentanti del Collegio dei revisori dei conti, dottor Nicita e dottor Mazzulla, il dirigente generale del Dipartimento economia e finanze, dottor De Cello, e la dirigente di Settore, la dottoressa Stefania Buonaiuto, che hanno illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.
Il Collegio dei revisori nel corso della seduta ha espresso il parere favorevole al provvedimento. Con il provvedimento in esame, redatto dopo il positivo giudizio di parifica da parte della Corte dei conti sul rendiconto generale anno 2022, sono state determinate le definitive risultanze contabili.
Il bilancio di assestamento è dunque lo strumento giuridico contabile con il quale la Giunta prende atto delle risultanze della gestione dell'esercizio 2022 e propone le variazioni di bilancio necessarie a modificare il valore presunto dei residui, del Fondo pluriennale vincolato, del fondo cassa e del risultato di amministrazione, al fine di renderli conformi a quelli definitivamente determinati con il rendiconto generale 2022, approvato dalla Giunta regionale con delibera numero 282 del 2023.
Inoltre, attraverso la medesima proposta di legge, l'organo di governo propone una serie di variazioni tese a rafforzare gli equilibri di bilancio, nonché a garantire il rispetto delle osservazioni effettuate dalla Corte dei conti in merito alla circolarizzazione dei crediti e dei debiti fra la capogruppo e la società e gli enti strumentali, con particolare riguardo ai rapporti fra Regione e SORICAL. Inoltre, con le variazioni proposte, si prevede la copertura finanziaria di spese di carattere obbligatorio, finalizzate a garantire il necessario adeguamento di alcuni stanziamenti carenti in sede di predisposizione del bilancio di previsione 2023-2025 e, inoltre, variazioni finalizzate a soddisfare alcune esigenze provenienti da diverse strutture regionali effettuabili solo con legge. In particolare, la manovra di assestamento ammonta per annualità 2023 a 29,6 milioni di euro, mentre a 2,4 milioni per il 2024 e 1,4 per il 2025. Tale maggiore disponibilità deriva dalle seguenti voci: euro 1.539.888,01, derivanti all'applicazione in bilancio delle quote vincolate dell'avanzo di amministrazione - l'utilizzo di tali quote è stato necessario al fine di eliminare le discrasie emerse in fase di circolarizzazione dei debiti e crediti tra la Regione e SORICAL alla chiusura dell'esercizio finanziario 2022; euro 10.016.577,56 da maggiori entrate derivanti dall'avanzo libero da parte del Consiglio regionale; euro 9.872.159,13 nell'anno 2023 ed euro 1 milione nell'anno 2024 per maggiori entrate derivanti da crediti nei confronti di SORICAL SPA.; euro 7.208.909,75 nell'anno 2.023, euro 1.453.690,45 nell’anno 2024 ed euro 1.427.972,49 nell'anno 2025, derivanti da maggiori entrate determinate dall'applicazione del principio contabile di cui al paragrafo 3.5 dell'allegato 4/2 al decreto legislativo 118 del 2011; euro1.047.465,54 derivanti da maggiori entrate riguardanti il rimborso da parte di Cassa depositi e prestiti di somme per mutui scaduti e contratti non somministrati con gli enti locali e il cui onere è posto a carico della Regione.
Per quanto riguarda la spesa, la scelta effettuata dalla Giunta è stata quella di destinare tali risorse nel seguente modo: per il 30 per cento circa alla tutela degli equilibri di bilancio e alla necessità di ottemperare a impegni assunti con il Governo; attraverso l'accantonamento a fondo crediti di una parte importante delle maggiori entrate, l'implementazione del fondo necessario a garantire la copertura della spesa derivante da atti giudiziari di pignoramento per euro 1,64 milioni, l'ulteriore accantonamento di euro 286.656,67 al fondo contenzioso, 1,5 milioni di euro destinato al Fondo per le spese obbligatorie e altre singole voci; per il 65 per cento alla copertura di obbligazioni e alle regolazioni finanziarie con Enti strumentali e società, anche al fine di riallineare la circolarizzazione dei crediti e dei debiti in base alle indicazioni della Corte dei conti in sede di parifica del rendiconto 2022; il restante 5 per cento al finanziamento di poste di bilancio ritenute necessarie oppure insufficienti.
Infine, sono state rimodulate le somme assegnate al Consiglio regionale, al fine di adeguare gli stanziamenti di bilancio ai dati risultanti dall'assestamento di bilancio del Consiglio stesso.
Nel corso della seduta sono stati approvati sei emendamenti finalizzati: alla valorizzazione del territorio regionale e alla promozione della cultura e della legalità; al sostegno di attività di solidarietà sociale nei confronti delle fasce deboli presenti sul territorio regionale; alla realizzazione di opere pubbliche o di pubblico interesse, al fine di migliorare la sicurezza, la mobilità e la qualità della vita della popolazione calabrese; a sostegno di iniziative nel campo dello sport; alla realizzazione di interventi diretti a manutenzione straordinaria sulle dighe regionali.
Il progetto di legge si compone di 9 articoli nei quali viene dettagliata la manovra di assestamento.
L'articolo 1 prevede la determinazione e l'aggiornamento dei residui attivi e passivi e del fondo cassa, in conformità ai corrispondenti dati definitivi risultanti dal rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2022, mentre l'articolo 2 determina il saldo finanziario alla chiusura dell'esercito finanziario 2022 e il fondo pluriennale vincolato.
Le disposizioni contenute all'articolo 3 propongono le modifiche a leggi regionali aventi riflessi di carattere finanziario, prevedendo variazioni agli stanziamenti di bilancio dei capitoli relativi alle leggi di spesa aventi carattere continuativo. Alla luce di ciò vengono apportate variazioni alla tabella C approvata con legge di stabilità regionale per l'anno 2023.
L'articolo 4 contiene disposizione aventi riflessi di carattere finanziario.
L'articolo 5 contiene disposizioni volte ad eliminare le discrasie emerse nel corso delle operazioni di circolarizzazione debiti/crediti tra la Regione e SORICAL al termine dell'esercizio finanziario 2022.
L'articolo 6 contiene disposizioni che riguardano le variazioni, di competenza e di cassa, da apportarsi allo stato di previsione dell’entrata e della spesa del bilancio 2023-2025, mentre con l'articolo 7 si dispongono le variazioni del quadro generale riassuntivo delle entrate e delle spese, nonché degli schemi di bilancio e dei relativi allegati.
Infine, l'articolo 8 individua la copertura finanziaria del provvedimento, mentre l'articolo 9 ne prevede l'entrata in vigore.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie. Provo anche un certo imbarazzo ad intervenire, perché in queste ore abbiamo avuto documentazione contenente modifiche ai punti all'ordine del giorno: prima inseriti, poi tolti, poi riportati, elenchi di contributi da destinare sui territori che poi scompaiono per trovare sede in altri provvedimenti; ora sembra che sarà l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ad approvare questi elenchi per dare i contributi sui territori, per tutte le varie misure che indicava il collega Montuoro, e mi sembra una cosa atipica; poi c'è qualche consigliere che è più anziano di me per quanto riguarda i lavori assembleari, ma credo che negli ultimi anni non sia mai successo che l'Ufficio di Presidenza abbia deliberato su dei contributi da trasferire sui territori; credo che ciò derivi da un po’ di confusione e forse dall’incapacità di mettersi d'accordo all'interno dei gruppi di maggioranza. Per l'amor di Dio, non mi scandalizzo, è sempre successo anche quando a governare erano altri.
Dando un’occhiata però a quegli elenchi, così come ci erano stati sottoposti precedentemente, che riportavano circa 90 contributi da destinare sui territori, avevo notato e avrei voluto evidenziare come probabilmente vi sia sfuggito che in Calabria c’è anche la provincia di Crotone, perché su 90 interventi previsti per finanziare associazioni sportive, interventi di messa in sicurezza del territorio, edilizia, strade e quant'altro, la Provincia di Crotone non è presente se non in 3 interventi, forse da 3-4 mila euro ciascuno.
Allora voglio chiedere: se non si ha un consigliere regionale di riferimento, una Provincia si lascia del tutto scoperta? Quindi questi contributi vengono dati in base ai consiglieri regionali che siedono in quest'Aula e non in base alle necessità che ci sono sul territorio.
Il Presidente Occhiuto va a Torre Melissa, abbattendo un fabbricato, ma evidentemente era all'oscuro del fatto che gli emendamenti, che prima dovevamo approvare in quest'Aula, non vedessero partecipe la provincia di Crotone che, probabilmente, è quella che più di ogni altra ha bisogno di risorse per poter ripartire.
Non credo che nessuno di noi oggi faccia una bella figura.
Non entro nel merito dell'aspetto tecnico del bilancio, ci sarei voluto entrare prima, ma ho delle grosse preoccupazioni, causate anche dal DL Proroghe che prevede che la sanità calabrese sia ancora per un altro anno commissariata - questa è una buona notizia perché il Commissario è il Presidente anche della Regione - ma sono preoccupato quando vedo che è abrogata la lettera g) della Legge del 17 dicembre 2021, che era quella che sospendeva tutte le azioni esecutive intraprese verso le nostre Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie.
Credo che l'assessore Minenna dovrebbe porre attenzione su questo dato e preoccupato, perché dal 1° gennaio tutti i fornitori e i creditori potranno riprendere le loro azioni per far valere i loro crediti nei confronti dei bilanci delle ASP e quindi anche del bilancio regionale, perché con l'abrogazione della lettera g) della Legge 17 dicembre 2021 tali procedure esecutive possono essere riprese e riportate avanti.
Non so cosa pensi il presidente Occhiuto di questo.
Credo che preoccupazione dovrebbe destare anche la mancanza, ancora oggi, di una polizza di responsabilità civile, che metta al riparo le Aziende ospedaliere e le Aziende sanitarie; forse siamo l'unica Regione che ne è ancora sprovvista, quindi significa che, purtroppo, come le statistiche ci dicono, tanti casi di malasanità, di errori, per l'amor di Dio, che possono capitare anche nel nostro territorio regionale a carico delle nostre Aziende ospedaliere, non potranno essere preventivamente messi in sicurezza attraverso una spesa fissa, che è quella di una copertura assicurativa di responsabilità civile, ma dovranno essere affrontati caso per caso, senza sapere poi quanto graveranno sul bilancio sanitario, che in materia sanitaria grava per l'80 per cento sul bilancio regionale.
Insomma, queste e tante altre cose mi destano preoccupazione e questo modo di fare in distanza approssimativo, che vede cambiare la documentazione sopra i nostri scranni in poche ore, portando provvedimenti che poi vengono revocati e vengono riportati nuovamente, non mi lasciano ben sperare.
Se questo era il cambiamento che doveva portare avanti la Giunta Occhiuto, mi sembra che qua di cambiamenti non se ne veda neanche l'ombra. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Questo assestamento di bilancio 2023-2025 sicuramente mobilita un po’ di risorse e certamente non può che fare bene alla nostra Regione sotto il profilo della progettualità da realizzare con interventi in ambiti specifici.
Però, guardando questo documento, devo dire che siamo rimasti abbastanza stupiti da una scelta metodologica preoccupante, perché c'è una gestione discrezionale in capo alla maggioranza del Consiglio relativa alle modalità di destinazione delle risorse.
Stando a quanto previsto dalla legge, infatti, in fase di destinazione di risorse pubbliche è necessario predeterminare i criteri di finanziamento - parliamo di criteri oggettivi - e quello che emerge, invece, da questo assestamento di bilancio è un continuo e incalzante riferimento allo strumento specifico definito “ordine del giorno” ai sensi dell'articolo 91 del Regolamento del Consiglio; capiamo la necessità di impegnare somme entro un tempo specifico, ma l'ordine del giorno non ci sembra uno strumento di impegno di spesa e, qualora si decidesse di utilizzarlo, ci troveremmo di fronte ad uno strumento falsamente democratico, perché consente l'inserimento del progetto A piuttosto che del progetto B in via assolutamente discrezionale; in più, questa scelta investe il Consiglio di un potere di impegno di spesa che, ad esclusione di materie prettamente legate all'azione amministrativa del Consiglio stesso, è di competenza solitamente, presidente Occhiuto, suo, della Giunta e dei singoli Dipartimenti; quindi, Presidente, questa è una proposta di legge della Giunta e, come tale, trova in capo a lei la massima responsabilità.
Chiaramente non stiamo criticando l'ammontare delle risorse, sia chiaro, stiamo chiedendo spiegazioni sul metodo: come facciamo a impegnare poco meno di 2 milioni di euro senza alcun criterio? Tra l'altro abbiamo appena finito di dire che abbiamo dato un segnale sulla legalità di questa terra, sulla trasparenza, che vogliamo aiutare, che vogliamo uscire da qualsiasi tipo di conflitto, da qualsiasi tipo d'inganno, che siamo trasparenti, bravi, che vogliamo abbattere gli ecomostri, che vogliamo combattere la mafia, dopodiché però i comportamenti di questo assestamento di bilancio, da un punto di vista metodologico, non ci sembra che siano in questa direzione.
Non capiamo, tra l'altro, come si possa fare a procedere in maniera così piena sulle opere pubbliche sottoponendole alla proposizione dell'ordine del giorno. È un paradosso reale.
Chiediamo al presidente della Giunta, come gruppo del Partito Democratico, di farci capire qual è il senso di questa operazione che non ci sembra vada nel corso della legalità di cui ci stiamo riempiendo la bocca da stamane.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Intervengo solo per raccogliere un paio di stimoli che sono stati offerti dal dibattito.
Il primo: vorrei tranquillizzare il consigliere Alecci perché la norma che cancella la previsione della sospensione delle procedure esecutive in sanità è una norma che ho proposto io - chiaramente per il tramite di qualche parlamentare al governo - insieme alla norma che prevede la proroga del decreto Calabria; prevede la possibilità di utilizzare, in deroga alle regole che riguardano l'edilizia sanitaria, i 58 milioni disposti dal provvedimento.
Sono 58 milioni importanti perché ci danno la possibilità di velocizzare le procedure di adeguamento dei progetti relativi ai grandi Ospedali che - vorrei ricordare - giacevano da vent'anni in questa Regione e che solo in questi due anni hanno avuto una progressione significativa; in particolare, queste risorse serviranno per l'Ospedale della Sibaritide che altrimenti rischiava di arenarsi.
È una norma che abbiamo proposto noi, perché siamo perfettamente coscienti della circostanza che il debito accertato al 2020 è stato già pagato dalle Aziende sanitarie provinciali e dalle Aziende ospedaliere, in una percentuale più o meno del 40 per cento.
Si tratta del 40 per cento perché va verificato se una parte di questo debito ha titolo ad essere pagato o meno, perché circa 200 milioni - ora vado a mente, però sono cifre che poi potrò offrirvi in maggiore dettaglio - sono riferite all'extra budget delle cliniche private. Non sta scritto da nessuna parte che pagheremo l'extra budget; cioè, rispetto all'extra budget, se decidiamo di non pagarlo, ci sottoponiamo anche eventualmente ad azioni legali che le aziende possono fare e che io giudicherei temerarie; però, non abbiamo pagato, abbiamo deciso di non pagare l'extra budget; il resto lo stiamo pagando tutto, anzi stiamo valutando anche i crediti dei cessionari; nelle Aziende sanitarie è successo che molti creditori hanno ceduto il credito a cessionari, le aziende stanno facendo degli accordi con i cessionari per chiudere questo debito in tempi ragionevolmente brevi - io spero entro fine anno – e, chiaramente, va fatto con prudenza, perché dobbiamo capire se il credito ceduto è un credito che aveva titolo ad essere richiesto; se si tratta, per esempio, anche qui di extra budget, per quanto si è ceduto noi non lo paghiamo, dobbiamo verificare se il credito ceduto sia stato ceduto dopo averlo riscosso, perché questa è una Regione dove ci sono stati i doppi e i tripli pagamenti.
Lo stiamo facendo con grande attenzione, ma non siamo affatto preoccupati del fatto che ci sia la cancellazione di quella previsione, che peraltro abbiamo richiesto noi, perché abbiamo coscienza del fatto che deve essere ricostruita normalità anche alla gestione contabile della sanità.
Ne parlo oggi nell'assestamento, perché la sanità impegna, come dicevo prima, 3 miliardi e 8 del nostro bilancio; anche qui vorrei che ogni tanto si ricordasse che, quando io ho preso in mano la sanità, la sanità della Calabria veniva descritta a livello nazionale come una sanità nella quale c'era una contabilità orale.
Abbiamo chiuso i bilanci delle aziende e fatto un lavoro che stiamo cercando di concludere nel più tempo breve possibile, in particolare sulla circolarizzazione; quindi, nessuna preoccupazione da questo punto di vista, ma tantissima, doverosa prudenza.
Rispetto invece alla seconda sollecitazione che raccolgo: l'assestamento di bilancio è un documento che viene proposto dalla Giunta, avete ragione.
L'assestamento di bilancio prevedeva circa 2 milioni di euro per gli emendamenti del Consiglio regionale. Mettiamoci d'accordo: devo rispettare il Consiglio regionale o devo fare tutto quanto io? Devo rispettarlo, dando comunque delle poste, mettendo delle risorse che il Consiglio regionale nella sua autonomia decide come impiegare oppure volete che l'anno prossimo anche io faccio questo lavoro per il Consiglio regionale? No. Io ho deciso sostanzialmente insieme alla mia Giunta di dare 2 milioni di euro al Consiglio regionale per gli emendamenti che intendesse fare.
Poi, sugli emendamenti io ho semplicemente chiesto che si facesse un lavoro ordinato.
Bisogna
ragionare per macro-temi; poi, lascio ai consiglieri regionali, come è giusto
che sia, il compito di stabilire come il Consiglio regionale ritenga di dover
impiegare queste risorse per macro-temi.
A
me interessa che il documento di bilancio abbia queste risorse.
Dovendo
essere conseguente alla proposizione che ho fatto prima, ho assegnato queste
risorse al Consiglio regionale, che decide come spenderle e che, nelle sue
articolazioni, evidentemente farà sintesi di queste cose.
Non
è possibile fare una legge di assestamento del bilancio con 500-600 emendamenti.
Attenzione! Ciò non farebbe onore nemmeno a questo Consiglio regionale!
Noi
dobbiamo discutere di grandi cose, come abbiamo fatto oggi: del dissesto
idrogeologico, della legge per contrastare la mafia, attraverso attività che
vadano nella direzione di difendere gli imprenditori vessati dal fenomeno mafioso.
Non
possiamo stare qui a giudicare se un emendamento meriti di essere considerato o
meno, se gli emendamenti riferiti a queste attività dovessero essere, come ho
immaginato, un centinaio.
A
questo punto, se si scrive una norma, che è legge del Consiglio regionale, che stabilisce
che la Giunta regionale è impegnata a destinare queste risorse e il Consiglio
regionale, nelle sue articolazioni, decide, io non ci trovo nulla di sbagliato;
poi, chiaramente, ciascuno è responsabile delle proposte che fa!
Come
avete visto, cerco di occuparmi delle questioni che riguardano i macro-problemi
della Calabria.
Per
inciso, vi comunico che oggi il Governo ha accolto un'altra nostra richiesta e
nel Decreto energia è stato inserito come opera strategica il rigassificatore
di Gioia Tauro.
Ecco,
a me piacerebbe che il Consiglio regionale si occupasse di queste vicende.
Sulle
altre, lascio la libertà che è dovuta al Consiglio regionale, nelle forme e
nelle modalità che il Consiglio regionale ritenga; per cui, non ci trovo nulla
di strano.
Con
tutto il rispetto per il vostro tempo e per quello del Consiglio regionale, avrei
considerato uno spreco di tempo del governo regionale se fossimo stati qui a
discutere 100, 120 emendamenti che destinano i due milioni di euro che il
governo regionale ha deciso di consegnare al Consiglio regionale affinché li
impegnasse come meglio ritiene.
Grazie,
presidente Occhiuto.
Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
All’articolo
4 sono pervenuti alcuni emendamenti.
Iniziamo
dall'emendamento protocollo numero 22837, a firma dei consiglieri Bevacqua, Alecci,
Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca, che modifica il
comma 6 dell'articolo 4.
Cedo
la parola al proponente, consigliere Mammoliti, per l'illustrazione.
Grazie,
Presidente. Nell'illustrare questo provvedimento, in maniera molto veloce, vorrei
fare due considerazioni perché, sostanzialmente, questa manovra di assestamento
dedica poche risorse.
Stiamo
parlando – su questo sono d'accordo con il presidente Occhiuto – di spiccioli e,
Presidente, trovo molto giusta e anche opportuna la scelta, essendo stato uno
di quelli che la considerava un imperatore, di concedere al Consiglio
regionale, invece, anche la possibilità di poter decidere.
Poi
dirò anche come, a mio modesto avviso, si potrebbero attingere eventuali
risorse disponibili.
Una
manovra di assestamento che distribuisce pochi spiccioli, ma che destina sostanzialmente
il 30 per cento delle risorse alla tutela dell'equilibrio di bilancio; il 65
per cento alla copertura di obbligazioni nei confronti di enti e Società e il 5
per cento al settore delle aree protette, diritto allo studio e manutenzione
delle strade provinciali.
Proprio
su questo abbiamo valutato di presentare un emendamento come atto, Presidente,
anche di responsabilità, perché anche noi avremmo potuto fare come avveniva nel
passato – ogni tanto vado a rivedere gli atti precedenti – quando l'allora
consigliere Gallo presentava 50, 60, 100, 150, 350 emendamenti! Da
apprezzare, quindi, anche la serietà di questa maggioranza quando era
all'opposizione, assessore Gallo! Ho visionato gli atti, assessore, poiché sono
pubblici e restano!
Presidente
Occhiuto, io invece reputo ragionevole e giusto, anche come atto di
riconoscimento del ruolo e della funzione dei consiglieri regionali e del
Consiglio, destinare una quota di risorse anche nella riflessione e nella
valutazione delle decisioni che il Consiglio regionale può determinare.
Certo
- parliamoci chiaramente - spesso a noi le piccole risorse sembrano banali,
come in questo caso quelle per le Province, però sono delle risorse importanti
e decisive.
In
alcune realtà, come associazioni e Comuni, che si trovano in difficoltà, dove
lo Stato è veramente assente, anche piccoli spiccioli possono rappresentare
un'occasione per animare un confronto democratico e valorizzare il patrimonio
culturale di quella realtà.
In
questo senso, presidente Montuoro, avevamo già discusso anche nella seduta di Commissione
alla quale ho partecipato che, sostanzialmente, per le condizioni nelle quali
versano le Province, 500 mila euro fossero un po' irrisori, poiché, in attesa del
ripristino dell’elezione diretta dei Presidenti, come io auspico, questi enti
in qualche modo debbono pure sopperire a questa funzione importante della
viabilità.
Consapevoli
del fatto che moltissime Province versano in condizioni disastrose, abbiamo
presentato questo emendamento per cercare di porre all'attenzione della
maggioranza – vorrei che, anche qui, il presidente Occhiuto prestasse attenzione,
così come abbiamo fatto responsabilmente noi stasera su una serie di
provvedimenti, dal primo punto al punto posto dall'assessore Gallo che abbiamo
sostenuto e approvato all'unanimità – la valutazione e l’eventuale accoglimento
dell’aumento delle risorse già destinate per la manutenzione stradale delle Province,
da 500 mila euro a un milione di euro.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Prego,
ne ha facoltà.
Intervengo
molto brevemente, soltanto per accogliere il contributo che il consigliere Mammoliti
ha offerto nel suo intervento.
Difatti,
è stato presentato un emendamento che incrementa la dotazione che abbiamo
previsto per la manutenzione stradale delle Province da 500 mila euro a un
milione di euro.
Per
quanto mi riguarda, non c'è nessuna difficoltà ad approfondire questo tema in
legge di bilancio.
A
onore del vero non so ancora se, in legge di bilancio, avremo delle risorse
disponibili per intervenire su altre questioni o se questa questione sarà in
cima a quelle che, eventualmente, potranno essere affrontate in legge di
bilancio; però, ritengo che sarebbe utile un approfondimento su questo tema.
Se
il consigliere Mammoliti fosse d’accordo, io assumerei l'impegno di approfondire
la possibilità di incremento di queste risorse, qualora vi fossero le
condizioni, in legge di bilancio.
A
questo punto, però, chiederei al consigliere Mammoliti di ritirare, intanto,
l'emendamento, anticipando, in qualche modo, il parere della Giunta regionale, che
non è contrario, ma non può essere neppure favorevole.
Semplicemente,
è un invito a ritirarlo poiché, diversamente, saremmo costretti a bocciarlo e
questo potrebbe essere di pregiudizio anche per il futuro.
In
caso lo presenterà al bilancio e in quell’occasione decideremo insieme se
approvarlo o meno, ma, se deve essere approvato o bocciato, è meglio che si
faccia dopo un approfondimento da parte del governo regionale.
Grazie,
presidente Occhiuto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha
facoltà.
Se
avessimo voluto porlo in discussione, sarebbe stato bocciato e avremmo potuto
dire ai Presidenti di Provincia: “Guardate che noi abbiamo tentato. Avevamo
pensato di presentare un emendamento, ma è stato bocciato; quindi,
politicamente questo passaggio l'abbiamo fatto”.
Tuttavia,
trattandosi di un atto che, come giustamente dice il presidente Occhiuto, potremo
comunque compiere nei passaggi successivi, colgo e accetto la richiesta di
ritirare l'emendamento, ma con altrettanta convinzione e determinazione, chiedo
di valutare realmente la possibilità nei passaggi successivi di venire incontro
a questi enti, perché è chiaro e non c'è dubbio che, qualora questo non sarà possibile,
ripresenteremo comunque l'emendamento e, a quel punto, l'aspetto politico lo
faremmo valere anche in quel passaggio.
Pertanto,
ritiriamo l'emendamento, fiduciosi che possa essere accolto nei passaggi successivi.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Mammoliti. L'emendamento, quindi, è ritirato.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo brevemente, per rimarcare il fatto che questa
problematica è stata affrontata anche in Commissione bilancio, dove si è stabilito
che successivamente sarebbe stata valutata la possibilità di prevedere eventuali
risorse che andassero in questa direzione.
A
mio avviso, sarà di fondamentale importanza, non tanto l’importo del contributo
di 500 mila euro o di un milione di euro, bensì il cambio della normativa dalla
legge numero 56 del 2014, che ha letteralmente messo in ginocchio tutti gli
enti intermedi; quindi, c'è la necessità di prevedere nuove risorse e nuove
competenze per ridare nuova linfa vitale agli enti intermedi che sono molto importanti
e vicini ai territori, ai Sindaci, agli amministratori, ai cittadini, ma che
soprattutto gestiscono due tra le quattro funzioni fondamentali e che sono
ovviamente di vitale importanza: viabilità ed edilizia scolastica.
Altresì,
bisogna cercare – magari, grazie a un intervento del Governo centrale – di
ridare le risorse necessarie per gestire al meglio le strade provinciali che
giornalmente percorrono i cittadini calabresi, compresi noi, e soprattutto gli
ambienti scolastici che giornalmente sono frequentati dai ragazzi.
Grazie,
Presidente.
Grazie,
consigliere Montuoro. Ai commi 12, 13, 14 e 15 dell’articolo 4 è stato
presentato un emendamento, protocollo numero 22972, a firma dei consiglieri
Montuoro, Neri, Gelardi, Cirillo, Comito, Crinò.
Cedo
la parola al consigliere Montuoro per illustrare l’emendamento. Prego,
consigliere Montuoro.
Grazie,
Presidente. Ai commi 12, 13, 14 e 15 dell'articolo 4, l'ultimo periodo è
sostituito dal seguente: “L'elenco dei beneficiari dei contributi, comprensivo
del relativo ammontare è approvato con provvedimento dell'Ufficio di Presidenza
del Consiglio regionale ed è trasmesso alla Giunta regionale al solo fine
dell'adozione degli adempimenti connessi all'erogazione a cura dei Dipartimenti
competenti delle somme concesse”.
Il
presente emendamento si rende necessario al fine di assicurare una più
efficiente gestione delle risorse finanziarie, nel rispetto dei vincoli di
finanza pubblica.
L'emendamento
non produce oneri finanziari per il bilancio regionale, attesa la sua portata
ordinamentale.
Con
il presente emendamento, inoltre, vengono ritirati gli emendamenti protocollo numero
22927, 22931, 22932, 22924, 22926, 22929, 22930.
Parere
della Giunta regionale?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento.
L’emendamento
è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 4.
Articolo
4
(È approvato
per come emendato)
Articolo
5
(È approvato)
All’articolo
6 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 22925, a firma dei
consiglieri Montuoro Crinò, Graziano, Gelardi, Neri, Comito.
Cedo
la parola al consigliere Montuoro per illustrare l’emendamento.
Prego,
consigliere Montuoro.
L’emendamento
protocollo numero 22925 è ritirato.
Grazie,
consigliere Montuoro.
Pongo
in votazione l'articolo 6.
Articolo
6
(È approvato)
Articolo
7
(È approvato)
Articolo
8
(È approvato)
Articolo
9
(È approvato)
Passiamo
alla votazione del provvedimento nel suo complesso, come modificato, unitamente
ai relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale, autorizzando
il Dipartimento economia e finanze della Giunta regionale ad apportare le
modifiche necessarie alla proposta di legge di assestamento, allegati tecnici
compresi.
Il
provvedimento, unitamente ai relativi allegati, è approvato per come emendato
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Esauriti
gli argomenti all'ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta.
Grazie.
La
seduta termina alle 20.08
Hanno chiesto congedo:
Afflitto, De Nisi, Raso, Tavernise.
(È
concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Assestamento del bilancio di previsione della
Regione Calabria per gli anni 2023-2025 - (Deliberazione G.R. n. 650 del
20.11.2023)” (PL n. 242/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
De Francesco e Cirillo “Politiche di prevenzione e
di contrasto allo sfruttamento e agli abusi in danno di minori” (PL n.
237/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mannarino e Straface “La Sagra della Castagna di
Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro e di San Donato di Ninea quale
patrimonio culturale regionale” (PL n. 238/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Afflitto “Modifica dell’articolo 14 della legge
regionale 10 agosto 2023, n.39 (Disciplina in materia di ordinamento dei
Consorzi di Bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale)” (PL n.
239/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Gallo, De Nisi, Crinò,
Comito, Neri, Gelardi, Graziano “Modifiche alle leggi regionali n. 20/1992 e n.
25/2013. Disposizioni in materia di Forestazione” (PL n. 240/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci,
Mammoliti, Muraca “Istituzione dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti
climatici” (PL n. 241/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere
finanziario.
Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci,
Mammoliti, Muraca “Disposizioni per sostenere iniziative e progetti in materia
di educazione all’affettività e informazione sessuale” (PL n. 243/12^).
È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
La Suprema Corte di Cassazione, Sesta Sezione, con
sentenza del 25.10.2023 ha annullato, senza rinvio, la sentenza di condanna del
signor Muraca Giovanni.
In data 17 novembre 2023, il consigliere regionale
Giovanni Muraca è stato designato quale componente della Quarta Commissione
consiliare.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 608 del 9 novembre 2023, recante: “Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della
Regione Calabria. Variazione del Piano finanziario della Sezione Ordinaria.
Presa d'atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza (CdS) sulla procedura di consultazione per iscritto conclusa
il data 27/10/2023. Integrazione copertura finanziaria in PSC per n. 2
interventi afferenti al Completamento dello schema idrico della diga sul
torrente Menta”.
(Parere numero 32/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare permanente.
La quarta Commissione consiliare permanente, nella
seduta dell’8 novembre 2023, ha espresso parere favorevole al decreto
dirigenziale n. 13269 del 20.09.2023, recante: “Autorizzazione, ai sensi
dell’art. 26 della L.R. 40/2009, per l’apertura di una nuova cava per la
coltivazione e il recupero ambientale di una cava di calcarenite sita in
località Fratte del Comune di Isola di Capo Rizzuto (KR)”.
(Parere numero 31/12^).
La seconda Commissione consiliare permanente, nella
seduta del 22 novembre 2023, ha espresso parere favorevole al decreto
dirigenziale n. 13269 del 20.09.2023, recante: “Autorizzazione, ai sensi
dell’art. 26 della L.R. 40/2009, per l’apertura di una nuova cava per la
coltivazione e il recupero ambientale di una cava di calcarenite sita in
località Fratte del Comune di Isola di Capo Rizzuto (KR)”.
(Parere numero 31/12^).
La seconda Commissione consiliare permanente, nella
seduta del 22 novembre 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale n. 608 del 9 novembre 2023, recante: “Piano Sviluppo e
Coesione (PSC) della Regione Calabria. Variazione del Piano finanziario della
Sezione Ordinaria. Presa d'atto delle determinazioni del Comitato di
Sorveglianza (CdS) sulla procedura di consultazione
per iscritto conclusa il data 27/10/2023. Integrazione copertura finanziaria in
PSC per n. 2 interventi afferenti al Completamento dello schema idrico della
diga sul torrente Menta”.
(Parere numero 32/12^).
La Giunta regionale, ad integrazione della proposta
di legge n. 195/12^, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo
all’esercizio finanziario 2022”, ha trasmesso la deliberazione n. 649 del 20
novembre 2023, concernente: “Approvazione del rendiconto consolidato dell’anno
2022 della Regione Calabria - Articolo 11, comma 8 del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118””.
La proposta di legge n. 234/12^, di iniziativa dei
consiglieri regionali Mancuso, Crinò, Comito,
Graziano, Gelardi, De Nisi, Laghi, Neri, Lo Schiavo, Bevacqua, recante:
“Premialità nelle procedure di aggiudicazione di contratti pubblici per le
imprese resistenti alla criminalità organizzata”, è stata sottoscritta anche
dal Consigliere regionale Tavernise.
La proposta di legge n. 188/12^, di iniziativa dei
Consiglieri regionali Montuoro, Raso e Mancuso, recante: “Modifiche e
integrazioni alla legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47, recante: “Tutela e
valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della
Calabria”, è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Crinò.
La proposta di legge n. 200/12^, di iniziativa del
consigliere regionale Montuoro, recante: “Disposizioni per il riconoscimento,
la tutela e la valorizzazione della Transumanza e dei tratturi, quale
patrimonio culturale della regione Calabria”, è stata sottoscritta anche dal
consigliere regionale Molinaro.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 547 del 13 ottobre 2023, concernente:
“Modifiche al Regolamento regionale n. 9/2022 -
criteri organizzativi generali del servizio Polizia locale, caratteristiche
delle uniformi, dei veicoli, dei distintivi di grado e degli strumenti in
dotazione alla Polizia locale. regolamento di attuazione dell'articolo 6, comma
3, e dell'articolo 13, comma 1, lettere a), b), c) ed e)
della legge regionale 7 giugno 2018, n. 15 - disciplina regionale dei servizi
di Polizia locale””.
In data 25 ottobre 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono
state pubblicate telematicamente rispettivamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 233 e n. 234 del 25 ottobre 2023:
1) Legge regionale n. 46 del 25 ottobre 2023,
recante: “Integrazioni alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul
procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di
accesso)”;
2) Legge regionale n. 47 del 25 ottobre 2023,
recante: “Interventi normativi sulle leggi regionali n. 12/2023, n. 14/2023, n.
25/2020, n. 28/2018, n. 22/2023, n. 22/2010, n. 5/2021, n. 8/2023, n. 19/2002,
n. 45/2012, n. 25/2023, n. 36/2023, n. 37/2023, n. 39/2023, n. 19/2009, n.
42/2017 e disposizioni normative”.
In data 27 ottobre 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è
stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 237 del 30 ottobre 2023:
1) Legge regionale n. 48 del 27 ottobre 2023,
recante: “Promozione del cicloturismo e riconoscimento della Ciclovia dei
parchi della Calabria”.
In data 20 ottobre 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è
stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 231 del 23 ottobre 2023:
- Regolamento regionale n. 11 del 20 ottobre 2023,
concernente: “Modifiche al regolamento regionale n. 9/2022 - Criteri
organizzativi generali del servizio polizia locale, caratteristiche delle
uniformi, dei veicoli, dei distintivi di grado e degli strumenti in dotazione
alla polizia locale. Regolamento di attuazione dell'articolo 6, comma 3, e
dell'articolo 13, comma 1, lettere a), b), c) e della legge regionale 7 giugno
2018, n. 15 - Disciplina regionale dei servizi di polizia locale”.
In data 10 novembre 2023, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo
stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 246 del 13 novembre 2023:
- Regolamento regionale n. 12 del 10 novembre 2023,
concernente: “Modifiche al regolamento regionale 23 marzo 2018, n. 7
“Regolamento sulle modalità di selezione di figure professionali per l'attività
di assistenza tecnica del POR Calabria FESR E FSE 2014/2020, del Piano di
azione e coesione e del Fondo di sviluppo e coesione e per il rafforzamento
della capacità istituzionale”;
- Regolamento regionale n. 13 del 10 novembre 2023,
concernente: “Regolamento recante la disciplina delle progressioni verticali in
deroga ai sensi dell'art. 13, comma 6 CCNL comparto funzioni locali 2019-2021”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2023-2025:
1.) deliberazioni
della Giunta regionale dal numero 572 al numero 576 del 18 ottobre 2023;
2.) deliberazioni
della Giunta regionale dal numero 579 al numero 586 del 26 ottobre 2023;
3.) deliberazioni
della Giunta regionale dal numero 591 ai n. 603, 618, 619, 620 del 9 novembre
2023;
4.) deliberazione
della Giunta regionale numero 647 del 20 novembre 2023.
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la legge 167 del 19 agosto 2016
"Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatale obbligatori
per la prevenzione e la cura di malattie metaboliche ereditarie";
- con DCA 169/2019 la Regione Calabria, la Regione
Campania, l'azienda Università Mater-Domini e il CEINGE biotecnologie avanzate
hanno sottoscritto un Protocollo d'intesa per la gestione dell'SNE (Screening
Neonatale Esteso) - con DCA n.38/2023 é stato
prorogato il Protocollo d'intesa approvato con DCA 169/2019 sino al 24 gennaio
2024;
Considerato che: - durante la gestione dell'SNE si
sono manifestate diverse difficoltà in materia di gestione informatica del
servizio che rischiano di comprometterne l'efficacia;
Visto che: - con DCA n.75/2023 é
stato individuato il centro clinico regionale di riferimento;
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1) quali iniziative intende assumere per garantire
lo screening Neonatale Esteso superando anche gli inconvenienti informatici
registratosi;
2) come intende garantire una completa e efficace gestione del centro clinico regionale di
riferimento, a partire dal personale necessario, oltre alla costituzione del
coordinamento regionale dello screening per come previsto dall'art.4 della
legge 167/2016;
3) quali iniziative intende assumere per garantire
la continuità del servizio dello Screening Neonatale Esteso, alla luce
dell'imminente scadenza del Protocollo d'intesa.
(179; 26/10/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Strada Statale 283 delle Terme Luigiane, in provincia di Cosenza, in Calabria, è stata
chiusa al traffico dal chilometro 15+970 al chilometro 18+240 il 28 giugno 2021
a causa della necessità del ripristino del Viadotto Val di Leto. La strada è
stata interrotta nei pressi del Comune di Fagnano Castello e ha costretto e
costringe a una deviazione di diversi chilometri prima di essere ripresa
all’uscita del Comune;
la consegna e l’avvio dei lavori di ripristino
strutturale e consolidamento del Viadotto Val di Neto al km 17+200 risale,
però, a fine settembre 2022, dopo oltre 15 mesi di chiusura della strada.
Considerato che: questo tratto di strada è di fondamentale importanza per la
viabilità del vasto comprensorio, in quanto l’arteria rappresenta il
collegamento principale tra il Tirreno cosentino e lo Ionio, oltre a essere
estremamente rilevante per i collegamenti tra i comuni della Valle dell'Esaro e
quelli del Tirreno cosentino. Preso atto che: il completamento dei lavori per
il ripristino strutturale e consolidamento del Viadotto Val di Leto è previsto
da Anas il 12 novembre 2023;
a distanza di un anno dall’avvio dei lavori e a 15
giorni circa dall’ultimazione prevista, però, l’avanzamento dell’intervento è,
per come riportato sul sito ufficiale di Anas, soltanto al 59,45%. Tenuto conto
che: la chiusura della strada per più di due anni ha provocato notevoli disagi
ai cittadini residenti dell'ampio territorio e ai turisti, costretti a
effettuare una deviazione di diversi chilometri in una strada alternativa non
assolutamente adeguata al traffico veicolare caratteristico della Strada Statale
283. Frequentemente, infatti, la presenza di mezzi pesanti ha comportato gravi
rallentamenti e, non di rado, addirittura il blocco del traffico. Troppo spesso
gli autoarticolati o gli autobus si sono trovati costretti a compiere manovre
assurde e pericolose per poter uscire dalle strettoie della carreggiata che ha
caratterizzato il percorso alternativo. La discutibile tenuta del manto
stradale di questa deviazione, poi, non garantisce e non ha garantito adeguate
condizioni di sicurezza;
desta molta preoccupazione il fatto che a pochi
giorni dalla prevista ultimazione dei lavori, l’Anas riporti
sul proprio sito una percentuale di stato di avanzamento degli stessi
assolutamente insufficiente. Un dato che fa pensare che non si riusciranno a
finire i lavori di messa in sicurezza del Viadotto Val di Leto nella tempistica
prevista;
sarebbero intollerabili altri ritardi che si
aggiungerebbero a quelli già registrati. Ciò rappresenterebbe un ennesimo danno
per l'economia del territorio cosentino, soprattutto nel settore turismo, oltre
ai disagi per i pendolari che ogni giorno percorrono l'arteria. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative intende assumere la Regione
Calabria, anche tramite opportune interlocuzioni con Anas, al fine di garantire
il completamento dei lavori per la messa in sicurezza del viadotto Val di Leto
nei tempi previsti, scongiurando altri inaccettabili ritardi e per arrivare,
così, al più presto possibile ad un completo ripristino della percorribilità
della Strada Statale 283 delle Terme “Luigiane”.
(180; 27/10/2023).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- Il recente DCA n. 198 del 12 luglio 2023 ha
approvato, come è noto, un documento che, modificando ed integrando l'analogo
documento approvato dal precedente DCA n. 64 del 5 luglio 2016, riorganizza, su
tutto il territorio regionale, la rete ospedaliera, la rete
dell'emergenza-urgenza e le reti tempo-dipendenti.
- Con specifico riferimento alla Provincia di Vibo
Valentia, il documento previsto dal DCA n. 198 del 12 luglio 2023 non può,
assolutamente, essere condiviso in quanto contempla un piano di
ridimensionamento e di riorganizzazione del relativo sistema sanitario che
risulta fortemente penalizzante sotto il profilo dei posti letto assegnati
nonché totalmente inadeguato sotto il profilo delle concrete caratteristiche
sociali e territoriali del Vibonese. Infatti, sotto il primo profilo, alla
Provincia di Vibo Valentia, vengono assegnati, in media, 2,39 posti letto per
mille abitanti, una cifra che si colloca, addirittura, al di sotto della soglia
dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che prevedono, per tutto il
territorio nazionale, un minimo di 3 posti letto per mille abitanti. Sotto il
secondo profilo, il documento di che trattasi detta una normativa che è,
sostanzialmente, preordinata al progressivo smantellamento delle strutture
ospedaliere periferiche, con ciò dimostrando di non tenere in alcuna considerazione
le specifiche caratteristiche orografiche del territorio e le difficili
condizioni dell'assetto viario che rendono complessi i trasporti e le
comunicazioni e che, pertanto, richiederebbero, al contrario, un rafforzamento
della rete ospedaliera decentralizzata al fine di consentire una più facile ed
omogenea fruibilità del servizio sanitario su tutto il territorio provinciale.
In particolare, nella parte del documento di cui al DCA n. 198 del 12 luglio
2023 dedicata ai “Nuovi Ospedali”, è contenuta la previsione normativa secondo
la quale, una volta realizzato il nuovo Ospedale di Vibo Valentia, tutti i
posti letto in essere negli Ospedali di Serra San Bruno e di Tropea, destinati
agli ammalati acuti, saranno assorbiti e, dunque, trasferiti nel nuovo
nosocomio. Ciò comporterà l'inevitabile perdita di molti importanti reparti (in
primis medicina e chirurgia) e genererà il serio e concreto rischio di chiusura
dei predetti presidi ospedalieri di Serra San Bruno e
di Tropea. Non c'è dubbio alcuno che gli Ospedali di Serra San Bruno e di
Tropea rivestono un ruolo fondamentale ed imprescindibile nel quadro del
sistema sanitario vibonese. Senza i precitati Ospedali, vaste aree del
territorio provinciale (quella litoranea e quella collinare-montuosa) resterebbero
sostanzialmente prive di copertura sanitaria, soprattutto a causa della loro
notevole distanza dalla città di Vibo Valentia nonché a causa delle loro
caratteristiche geografiche che rendono estremamente complicata la
comunicazione con l'anzidetta città. Urge, pertanto, un intervento del
Presidente della Giunta Regionale dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua
qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, diretto, da un lato, ad
eliminare, nell'immediatezza, la previsione normativa de qua e, dall'altro
lato, a fornire, agli Ospedali di Tropea e Serra San Bruno, concreti strumenti
per poter assolvere, alla luce di criteri di efficacia, efficienza ed
economicità, la funzione loro formalmente attribuita di “Ospedali Territoriali”
(più precisamente, nel caso di Serra San Bruno, di “Ospedale Territoriale di
Zona Disagiata”. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta
Regionale Dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario
della Regione Calabria,
per sapere:
per quale utile e valida ragione, nella parte del
documento di cui al DCA n. 198 del 12 luglio 2023 dedicata ai “Nuovi Ospedali”,
è stata inserita la norma che prevede che, una volta realizzato il nuovo
Ospedale di Vibo Valentia, tutti i posti letto in essere negli Ospedali di
Serra San Bruno e di Tropea, destinati agli ammalati acuti, saranno assorbiti
e, dunque, trasferiti nel nuovo nosocomio.
(181; 30/10/2023)
Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la direzione generale della Banca Popolare
dell’Emilia-Romagna (BPER) ha annunciato, non già l’intenzione, ma la decisione
di chiudere, a far data dal 15 dicembre p. v., la filiale del Centro Storico di
Rossano e di accorparla a quella dello Scalo;
- detta decisione penalizza una zona urbana, sede
di banca fin dall’800, vissuta da oltre 7.000 residenti, in maggioranza anziani
e fragili;
- la scelta contravviene, inoltre, al doveroso
criterio democratico di concertazione con l’Ente Locale e con gli operatori
economici e sociali, risultando calata dall’alto senza rispetto e con fare
arrogante e neocolonialista, di chi rastrella il risparmio dei cittadini
meridionali per investirlo e fare profitto al nord, lasciando senza un servizio
di prossimità migliaia di inermi cittadini;
Considerato che: - la risposta all’arroganza e
all’insensibilità dei vertici della BPER da parte dei cittadini è stata forte e
civile, attraverso un nutrito presidio presso la succursale del Centro Storico
e la raccolta di diverse centinaia di firme, con la quale si contesta la grave
decisione dei notabili della banca e l’intenzione determinata di ritirare i
conti correnti e i depositi;
- analoghe proteste e appelli alla ragionevolezza e
alla responsabilità, indirizzate agli apicali della BPER, sono stati fatti e si
stanno reiterando da parte del Sindaco, dell’Arcivescovo, delle Associazioni
culturali, sociali, imprenditoriali, ma finora sono stati rigettati, in modo
indifferente e sostanzialmente sprezzante, dimenticando che sono i cittadini
che finanziano la banca e non viceversa;
- le proteste da parte della Comunità civile si
sono svolte in maniera democratica ma sono caratterizzate dalla viva
preoccupazione per l’immediato futuro;
tutto ciò premesso e considerato interrogano il
Presidente della Giunta Regionale
per sapere:
- se intende contrastare l’arrogante e
neo-colonialista operare della BPER promuovendo un incontro urgente con i
massimi responsabili della banca (rifiutando interlocuzioni con funzionari non
dotati di poteri decisionali), per richiamarli al rispetto doveroso della
popolazione calabrese e a non perseguire soltanto l’interesse e il profitto
aziendalistico, recedendo dall’inaccettabile proposito di lasciare senza
servizio bancario la popolazione residente e mantenendo nel Centro Storico
l’attuale sede di Filiale.
(182; 06/11/2023).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 25 ottobre 2023, l'ASP di Cosenza, in
forza di apposita delega conferita alla stessa da parte di “Azienda Zero”, ha
bandito una gara per realizzare un primo blocco di siti (elisuperfici) che
servono a gestire il servizio di elisoccorso sul territorio della Regione
Calabria. Si tratta di siti idonei al volo notturno e che consentono di
effettuare missioni di soccorso, mediante elicottero, in situazioni di
emergenza medico-sanitarie e “in condizioni meteo-ambientali avverse mediante
avvicinamento strumentale al sito dell'evento con atterraggio sicuro”.
- In linea di principio, l'anzidetto bando di gara
va accolto con favore perché, finalmente, la Regione Calabria incomincia a
programmare la realizzazione di una rete di aree abilitate ed autorizzate
all'atterraggio e al decollo di elicotteri di soccorso medico-sanitario anche
nelle ore notturne. In effetti, ad oggi, in Calabria, a causa della mancanza di
siffatte aree, l'atterraggio e il decollo dell'elisoccorso è consentito solo
fino al tramonto. Pertanto, nelle ore notturne, la gestione delle emergenze medico-sanitarie
finisce con il ricadere ed essere demandata, unicamente, al trasporto mediante
ambulanza o, comunque, mediante mezzi su gomma. E ciò rende, evidentemente,
molto articolata e gravosa la gestione delle emergenze in quanto i predetti mezzi di trasporto sono costretti a percorrere,
durante le ore notturne, lunghi tragitti, spesso su strade per nulla agevoli,
per raggiungere anche le aree interne.
-Tuttavia, il bando di gara di che trattasi non può
essere condiviso per quel che concerne l'individuazione dei siti da destinarsi
ad elisuperfici abilitate al decollo e all'atterraggio degli elicotteri di
soccorso anche nelle ore notturne. La rete di elisuperfici che si intende
realizzare è, infatti, sicuramente, incompleta, non coprendo, affatto, vaste
aree del territorio regionale. In particolare, il bando di gara prevede la
realizzazione di undici elisuperfici, di cui due a servizio degli ospedali Catanzaro,
due a servizio dell'ospedale Annunziata di Cosenza, una a servizio
dell'ospedale GOM di Reggio Calabria, una a servizio dell'ospedale di Lamezia
Terme, una a servizio dell'ospedale di Paola, una a servizio dell'ospedale di
Praia a Mare, una a servizio dell'ospedale di Rossano, una a servizio
dell'ospedale di Castrovillari e una a servizio dell'ospedale di Cetraro.
Rimangono completamente escluse dalla rete di elisuperfici sia la Provincia di
Vibo Valentia che quella di Crotone. A ciò si aggiunga che la previsione di una
sola elisuperficie nella Provincia di Reggio Calabria è, sicuramente,
insufficiente.
- Per quanto la rete di elisuperfici di cui al
bando di gara pubblicato lo scorso 25 ottobre costituisce un primo “blocco” di
opere di questo genere ed è prevista, in futuro, la realizzazione di altre
elisuperfici nel territorio regionale, appare, ad oggi, inspiegabile come sia
stato possibile escludere, in toto, da questa prima “tranche” di opere,
addirittura due Provincie (quella di Vibo Valentia e quella di Crotone)! In
altri termini, non si capisce come sia stato possibile non considerare i
territori della Provincia di Vibo Valentia e della Provincia di Crotone fra le
aree che, per la loro particolare geografia fisica ed umana, necessitano, ancor
più e ancor prima di altre aree della nostra Regione, un servizio di
elisoccorso medico-sanitario attivo sia di giorno che di notte. Sono, infatti,
ben note le difficili condizioni dell'assetto viario esistente nelle due
precitate Province che rendono complessi i trasporti e le comunicazioni sia
all'interno del medesimo territorio provinciale sia verso i più vicini e più
grandi presidi ospedalieri di Lamezia Terme e di Catanzaro. Parimenti ben nota
è la circostanza che la Provincia di Crotone ha un solo ospedale.
- La totale esclusione della Provincia di Vibo
Valentia e della Provincia di Crotone dalla rete di elisuperfici previste dal
bando di gara pubblicato lo scorso 25 ottobre, denota la scarsa attenzione che
l'attuale Governo regionale continua ad avere nei confronti di territori che,
al contrario, per le drammatiche condizioni in cui versa il loro sistema
sanitario, meriterebbero e meritano ben altra considerazione. Tutto ciò
premesso, si interroga il Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto
Occhiuto, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
- per quale valida e fondata ragione le Province di
Vibo Valentia e di Crotone sono state completamente escluse dal bando di gara
per la realizzazione di una rete di siti (elisuperfici) per la gestione del
servizio di elisoccorso, anche notturno, sul territorio regionale. - quali
provvedimenti si intendono adottare, nell'immediatezza, al fine di garantire,
anche alle Province di Vibo Valentia e di Crotone, la realizzazione (nei
medesimi tempi previsti per la realizzazione dei siti di cui al bando di gara
del 25 ottobre 2023) di elisuperfici per la gestione del servizio di
elisoccorso anche notturno.
(183; 06/11/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD)
comprendono un gruppo di disordini del neurosviluppo e coinvolgono tra il 10 e
il 20 per cento della popolazione infantile e adolescenziale. La eziologia è
multifattoriale e i sintomi si manifestano generalmente entro i primi tre anni
di vita mediante alterazioni della comunicazione e delle interazioni sociali,
compromissione del comportamento e specifica sensibilità agli stimoli
sensoriali. Più precisamente, quando si parla di disturbi dello spettro
autistico, bisogna tenere presente che gli stessi variano sensibilmente per
tipologia ed intensità e si diagnosticano attraverso la loro manifestazione
comportamentale. Autorevoli studi scientifici evidenziano che la diagnosi e
l’avvio precoce delle terapie personalizzate possono migliorare notevolmente la
qualità della vita dei pazienti;
- il DPCM del 12 gennaio 2017, recante “Definizione
e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1,
comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502”, all’articolo 60, ha
inserito i trattamenti di diagnosi e cura dei disturbi dello spettro autistico
tra i livelli essenziali di assistenza;
- nel 2011, il CENSIS (Centro Studi Investimenti
Sociali), col sostegno della Fondazione Cesare Serono
e in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Genitori con Autismo
(ANGSA), ha promosso in Italia un’indagine riservata ai genitori di bambini e
ragazzi con autismo, o a coloro che se ne occupano prioritariamente, da cui
sono emersi diversi aspetti percepiti come gravi, quali la mancanza di
comunicazione con i propri figli, le difficoltà di gestione, elementi
comportamentali come l’aggressività e l’autolesione, il carico economico da
sostenere, la frequente perdita del lavoro di almeno un familiare (più
frequentemente la madre), la perdita di disponibilità di tempo per sé e per la
socializzazione e diverse criticità oggettive riconducili a mancanza di un
sistema informativo e di monitoraggio dedicato ai disturbi neuropsichici
dell’età evolutiva, che includa le informazioni relative ai percorsi di cura
effettivamente erogati, alla loro appropriatezza e agli esiti ottenuti,
insufficiente risposta ai bisogni di utenti e famiglie e insufficiente
organizzazione qualitativa e quantitativa sei servizi.
Considerato che: - allo stato, per come emerge dal
DCA 197 del 12 luglio 2023, a fronte di un fabbisogno stimato, a livello
regionale, di un totale di 88 posti letto per soddisfare le esigenze relative
alla residenzialità e di 467 prestazioni pro/die relative alla semiresidenzialità, vi è la disponibilità di 12 posti letto
nell’ASP di Cosenza e 10 posti letto nell’ASP di Reggio Calabria con
riferimento alla residenzialità, e di 10 prestazioni pro/die presso l’ASP di
Cosenza e 10 prestazioni pro/die presso l’ASP di Catanzaro, con riferimento
alla semi-residenzialità;
- il Piano sociale regionale di cui alla
Deliberazione della Giunta Regionale n° 502 del 22 dicembre 2020, ha
individuato tra le priorità regionali del triennio l’attivazione di servizi
semiresidenziali, come i centri diurni e i centri socioeducativi, anche per
adulti con disabilità complessa che necessitano di un livello assistenziale più
alto che contrasti l’isolamento sociale. I centri socioeducativi devono essere
parte integrante della rete dei servizi, e presenti nei distretti sociosanitari
al fine di favorire una presa in carico globale della persona con disabilità e
l’integrazione con i servizi sanitari, con le realtà formative e con i contesti
occupazionali;
- con il DGR n. 571 del 23 dicembre 2021 sono state
approvate le “Linee guida per l’avvio dei Centri Polivalenti per giovani e
adulti con disturbo dello spettro autistico ed altre disabilità con bisogni
complessi nella Regione Calabria” con la finalità di attivare territorialmente
le risposte più appropriate per il progetto di vita di cui ai principi cardine
dell’istituto ex art. 14 della Legge 328/2000 e dell’articolo 6 della Legge
Regionale 23/2003 di un giovane e adulto che presenta una condizione di disabilità
entro un quadro diagnostico di disturbo dello spettro autistico o altro bisogno
la cui complessità richiede approcci altamente integrati prioritariamente a
livello sociale, oltre che a livello socio-sanitario, politiche innovative e
risposte personalizzate;
- ad oggi non risulta un’offerta attiva in termini
di residenzialità e/o semiresidenzialità per minori,
in quanto tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile presenti nella regione
vengono erogati attraverso prestazioni ambulatoriali. Tenuto conto che: - in
Calabria, come riportato nel DCA 65/2020, non è attivo un sistema informativo
dedicato mediante il quale poter valutare il fabbisogno di prestazioni per
minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo;
- la diagnosi di autismo sembra essere dimenticata
con il progredire dell’età adulta, mentre dovrebbe essere prioritaria la
creazione di una continuità di aiuti e servizi per tutto l’arco dell’esistenza,
dando la possibilità, in primis alle famiglie, di poter disporre di una rete
assistenziale di servizi specifici accessibili già dai primi anni di vita del
bambino;
- con legge regionale 24 febbraio 2023, n. 5 è
stato istituito l’Osservatorio regionale per giovani e adulti con disturbi
dello spettro autistico, con funzioni consultive e di monitoraggio delle
politiche socioassistenziali, diagnosi e cura delle persone con disturbi dello
spettro autistico, per rafforzare la sinergia tra le famiglie, le associazioni
del settore e le istituzioni pubbliche. Ai sensi dell’articolo 2, tale
Osservatorio avrebbe dovuto essere costituito con delibera della Giunta
regionale entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. Preso atto
che: - tale Osservatorio non è stato ancora costituito;
- le misure messe in campo
finora sono state insufficienti e la rete assistenziale che dovrebbe soddisfare
i bisogni sanitari e sociosanitari delle famiglie calabresi di bambini affetti
da disturbi in età evolutiva, in modo da assicurare una rete di protezione
sociale e sanitaria stabile e duratura nel tempo, risulta decisamente non
adeguata;
- molte famiglie calabresi di bambini e ragazzi
affetti dai disturbi dello spettro autistico sono costrette a rivolgersi a
centri di diagnosi e cura che si trovano in altre regioni, fronteggiando costi
insostenibili sotto il profilo sia economico, sia pratico.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale anche assumendo, ove dovuta, ogni utile e
necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l’attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario:
per sapere:
1. se e quali sono i progetti attualmente
finanziati dalla Regione Calabria per sostenere le persone affette da disturbi
dello spettro autistico e le loro famiglie;
2. se, quali e quante sono le strutture pubbliche e
private, convenzionate e non convenzionate, presenti sul territorio regionale e
suddivisi per ciascuna Provincia e per la Città metropolitana di Reggio
Calabria;
3. quale sia il cronoprogramma per raggiungere i
livelli di fabbisogno individuati dal DCA 197 del 12 luglio 2023 e stimati in
un totale di 88 posti letto per soddisfare le esigenze relative alla
residenzialità e di 467 prestazioni pro/die relative alla
semi residenzialità;
4. i motivi per i quali l’Osservatorio istituito
dalla L.R. 5/2023 non è stato costituito e la tempistica per la sua
costituzione.
(184; 13/11/2023)
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con DCA n.13 del 25/2/2022 è stato approvato il
“Piano di recupero per le liste d’attesa, ai sensi della legge 30 dicembre
2021, n. 234 - articolo 1, commi 276 e 279” che autorizzano le regioni a
rimodulare piani di lista d’attesa previsti da precedenti normative;
- la legge 30 dicembre 2021, n. 234, recante:
«Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio
pluriennale per il triennio 2022-2024» assegnava alla Regione Calabria la spesa
complessiva di 15.718.900,00 euro, di cui 3.292.000,00 euro agli erogatori
privati accreditati al fine di ridurre le liste di attesa;
- a distanza di circa due anni dall’approvazione
del suddetto Piano di recupero si ritiene utile e necessaria una ricognizione
sui risultati prodotti dal Piano stesso;
Considerato che: - secondo il Rapporto 2023 sul
coordinamento della finanza pubblica (Delibera n. 22/SSRRCO/RCFP/2023) redatto
e approvato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti in sede di controllo il
17 maggio 2023, la Calabria avrebbe utilizzato soltanto il 28% dei
finanziamenti assegnati per il Piano di recupero delle liste d’attesa,
ottenendo il terzultimo posto nella graduatoria nazionale;
- ancora una volta, in occasione del “Primo
monitoraggio sperimentale dei tempi delle liste d’attesa in Italia” elaborato
da Agenas e reso pubblico nei giorni scorsi, i dati della Calabria sono stati
dichiarati inutilizzabili perché incompleti;
Visto: - l’approssimarsi di un nuovo piano di
investimenti sulle liste d’attesa.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale per conoscere:
per sapere:
1) una puntuale ricognizione sui risultati prodotti
dall’applicazione del DCA n. 13/2022;
2) l’attuale stato dei tempi di attesa per le
prestazioni sanitarie ospedaliere, ambulatoriali e della prevenzione.
(185; 16/11/2023)
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la donazione ed il trapianto di organi e tessuti
rappresenta un'attività sanitaria ad alta valenza morale e sociale il cui
potenziamento, in termini numerici e di qualità dei risultati, è in grado di
garantire, oltre che più contenuti costi economici e sociali per i singoli
individui e per la collettività, un trattamento insostituibile, efficace e
salvavita ad un numero sempre maggiore di persone affette da gravi
insufficienze terminali di organo ed in lista di attesa di trapianto. Ed è per
le anzidette ragioni che tutte le ASP calabresi si sono dotate di appositi e
specifici regolamenti interni che, nel rispetto dei protocolli e delle leggi
regionali e nazionali, disciplinano, rendendola più veloce ed efficace, la
procedura per la donazione, il prelievo ed il trapianto di organi. Tutte le ASP
calabresi tranne, a quanto pare, una: l'ASP di Vibo Valentia. Infatti, da una
intervista rilasciata, lo scorso 15 novembre, dal presidente/amministratore
dell'AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) di Briatico (VV),
a Radio Onda Verde, si apprende che l'ospedale di Vibo Valentia è sprovvisto di
qualsivoglia regolamento e/o protocollo interno che detti una specifica
disciplina delle diverse fasi che scandiscono la procedura di donazione,
prelievo e trapianto degli organi. Parimenti, nell'ospedale di Vibo Valentia,
manca un Comitato e/o un altro Organismo aziendale che coordini le attività in
cui si estrinsecano le predette fasi e il personale
che dovrebbe esserne addetto. Pertanto, a Vibo Valentia, in tutti quei casi di
morte (morte cerebrale) di persone che, potenzialmente, potrebbero donare i
loro organi a chi è in lista di attesa per un “trapianto salvavita”:
a) non si “interroga” telematicamente il sistema di
banche dati costituito dai numerosi CRT (Centri Regionali per i Trapianti) e
CNT (Centri Nazionali per i Trapianti) al fine di verificare se il nome della
persona cerebralmente deceduta rientra, eventualmente, nelle liste di coloro
che, volontariamente, hanno deciso di donare i loro organi;
b) non si informano i familiari della persona
cerebralmente deceduta della possibilità di donare gli organi del loro
congiunto qualora quest'ultimo non abbia, in vita, assunto alcuna
determinazione volitiva al riguardo. Le gravi carenze normative, organizzative
ed informative che si registrano, nell'ospedale di Vibo Valentia, in relazione
ad una materia di indubbia fondamentale importanza quale è quella della
donazione degli organi, impongono improcrastinabili approfondimenti conoscitivi
e chiarificatori.
Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente
della Giunta Regionale dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
- per quale valida e fondata ragione l'ASP di Vibo
Valentia non si è, finora, dotata di un apposito regolamento interno che
disciplini l'iter medico ed amministrativo per la donazione, il prelievo e il
trapianto di organi;
- quali urgenti iniziative e/o provvedimenti si
intendono adottare, nell'immediatezza, affinché anche nell'ASP di Vibo Valentia
possa trovare adeguata tutela il diritto di donare i propri organi.
(186; 20/11/2023)
Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con il DCA n. 197 del 12 luglio 2023 è stata
definita la “Programmazione della rete territoriale in attuazione del D.M. 77
del 23 maggio 2022 ed in sostituzione del DCA 65/2020”;
- l’art.1 comma 3 del D.M. 77/2022 intima alle
Regioni di adeguare l’organizzazione della rete territoriale e del sistema di
prevenzione sulla base degli standard di cui al predetto
decreto, in coerenza anche con gli investimenti previsti dalla Missione 6
componente 1 del PNRR;
considerato che: - le previsioni del documento
programmatico “troveranno applicazione graduale e sulla base delle risorse
finanziarie rese disponibili dal Servizio Sanitario Nazionale e fermo restando
l'equilibrio economico-finanziario del Sistema Sanitario Regionale”;
- a tutt’oggi non risultano essere stati adottati
da parte delle rispettive Aziende Sanitarie Provinciali i piani aziendali della
rete territoriale;
- l’eventuale rilascio di pareri di compatibilità
alla programmazione da parte delle Aziende Sanitarie Provinciali sarebbe
indebito, oltre al rischio di vanificare la programmazione prevista dal PNRR
(Case e Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali), sia per
capienza di standard e sia soprattutto per disponibilità economica;
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1) quali iniziative intende assumere tese a
tutelare la programmazione, sia pure ancora in evoluzione, prevista dal PNRR
Misura 6 Componente 1;
2) quali iniziative intende assumere nei confronti
delle Aziende Sanitarie Provinciali che dovranno definire la propria rete
aziendale in materia di servizi territoriali e dovranno garantire
prioritariamente gli obiettivi previsti dal PNRR.
(187; 20/11/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
la SS 107 Silana Crotonese è una strada statale di
grande comunicazione lunga 138 chilometri, una trasversale est/ovest
fondamentale, che parte da Paola, sul mare Tirreno, passa per Cosenza
incrociando l’autostrada del Mediterraneo A2 Salerno-Reggio Calabria,
attraversa l'altopiano della Sila e arriva sul mar Ionio a Crotone;
la SS 107 negli anni è divenuta strategicamente
sempre più importante e pertanto, sempre più trafficata. Quotidianamente è
attraversata da numerosi mezzi autoarticolati, molti dei quali di industrie
boschive ricadenti sul territorio come dai tanti viaggiatori che raggiungono i
centri turistici più importanti del Parco Nazionale della Sila e dai pendolari
che lavorano nei capoluoghi di provincia Cosenza e Crotone. L'aumento del
flusso di questi mezzi, unito alla consistenza meteorologica che spesso imperversa
lungo il tracciato (piogge abbondanti e frequenti e nevicate altrettanto
abbondanti), ha progressivamente aumentato la pericolosità della strada, specie
in alcuni tratti tortuosi e difficili ove si attraversano gallerie e lunghi
viadotti. La strada è, infatti, impietosamente presente nell'elenco delle 10 strade più pericolose d'Italia.
Considerato che: questa strada statale, la
trasversale fondamentale della Calabria insieme alla SS 280, è di importanza
elevatissima per la viabilità delle provincie di Cosenza e di Crotone,
l’arteria che garantisce il collegamento principale tra il Tirreno cosentino e
lo Ionio e il raccordo con l’autostrada del Mediterraneo. Preso atto che: dal 4
settembre al 4 novembre 2023 la SS 107 è rimasta chiusa nel tratto tra Spezzano
della Sila e Camigliatello Silano per lavori di manutenzione straordinaria del
Viadotto Testa D’Arente, circa 200 metri di strada, a San Pietro in Guarano.
Come spiegato in occasione di questi importanti lavori in una intervista
telefonica a inizio settembre 2023 dal Responsabile Area Gestione Rete Anas
Calabria, sono diversi gli altri ponti e viadotti su cui intervenire per
garantire la sicurezza e la tenuta in esercizio della SS 107 ma le risorse, che
hanno un’alternante disponibilità, non consentono una programmazione adeguata
degli interventi;
negli anni scorsi hanno destato molta
preoccupazione evidenti cedimenti strutturali che hanno provocato un
preoccupante avvallamento della sede stradale, visibile ad occhio nudo, su
alcuni viadotti della SS 107 come l’Emoli 1 e l’Emoli 2, nel territorio di San Fili, o come l’ormai famoso
viadotto Cannavino, conosciuto anche come Ponte di Celico, per il quale
sarebbero dovuti iniziare, prima dell’estate appena trascorsa, i lavori per
realizzare un nuovo viadotto, affiancato a quello esistente. Tenuto conto che:
diverse frane di piccole e medie dimensioni, visibili ad occhio nudo, stanno
mettendo a rischio le strutture portanti dei viadotti della SS 107, i cui
piloni, piantati sulle sponde di fiumi e torrenti pericolosi dal punto di vista
della tenuta idrogeologica, si stanno erodendo con preoccupante velocità a
causa dei sempre più frequenti eventi metereologici estremi. Le situazioni più
preoccupanti risultano essere quelle dei ponti sul torrente Scirocco e sul
fiume Varco le Chianche.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- che iniziative intende assumere la Regione
Calabria, anche tramite opportune interlocuzioni con Anas, per l’attivazione
immediata di tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza la SS 107,
ad iniziare dai ponti e viadotti messi in pericolo dalle recenti frane, come
quelli sul torrente Scirocco e sul fiume Varco le Chianche, così da garantire
condizioni di agibilità e percorribilità, nell’interesse dell’incolumità dei
cittadini, di una strada attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, tra
i quali tantissimi sono i mezzi pubblici che fanno la spola tra la costa
tirrenica e quella ionica;
- un serio cronoprogramma, che tenga conto delle
esigenze economiche e sociali dei territori interessati, dei nuovi interventi e
di quelli già previsti da Anas sui ponti e viadotti della SS 107, come quelli
sull’Emoli I e sull’Emoli
II, e i tempi di realizzazione del nuovo viadotto di Celico, che andrà a
sostituire l’esistente.
(188; 22/11/2023)
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la Regione Calabria ha messo in atto un processo
di trasformazione e innovazione dei servizi ai cittadini e alle imprese in
un'ottica di semplificazione, attraverso l'utilizzo di tecnologie digitali per
facilitare l'accesso ai servizi e rilanciando l'economia;
- nel settore dell'edilizia è stata adottata, da
tempo, la digitalizzazione delle procedure, attraverso un unico Sistema
informativo regionale integrato dei SUE (Portale), quale unica interfaccia per
tutte le attività di edilizia, a disposizione dei cittadini e delle P.A.
interessate ai procedimenti edilizi;
- la rete regionale dei SUE, istituita con DGR
500/2019, purtroppo, fin da subito, ha manifestato problemi di funzionamento
della piattaforma regionale, con disservizi che in passato hanno bloccato e
rallentato l'intero comparto edilizio della Calabria;
- gli ordini professionali calabresi hanno
effettuato negli anni numerose segnalazioni per evidenziare le criticità della
piattaforma e richiederne con urgenza il potenziamento;
Considerato che: - recentemente si sono riproposte
le medesime problematiche degli anni precedenti, segnalate con una nota
congiunta al Dipartimento regionale dei LL.PP. dei presidenti degli Ordini
degli architetti, ingegneri e geometri di Catanzaro, unitamente al presidente
dell’Ordine dei periti industriali di Catanzaro. Analoga iniziativa è stata
assunta da Vibo Valentia e da Cosenza dai presidenti degli Ordini degli
ingegneri, degli architetti e dei geologi;
- l’accesso al portale è difficoltoso ed il
caricamento delle pratiche non va, in molti casi, a buon fine, in quanto la
lentezza della piattaforma non consente una corretta trasmissione della
documentazione con notevoli difficoltà ad interagire da parte dell’operatore;
- analoghe problematiche del portale SUE si
evidenziano anche in riferimento al portale SUAP;
verificato che: - la situazione di lentezza del
portale è aggravata dalla difficoltà ad ottenere assistenza tecnica, limitata
dal numero limitato di addetti che non riescono a soddisfare le richieste;
- gli operatori lamentano anche l’inadeguatezza
della modulistica non sempre facile da leggere e interpretare;
- i disservizi sembrerebbero provocati anche dalle
cosiddette continue "manutenzioni programmate" della piattaforma;
preso atto che: - il portale in argomento non
sembrerebbe in grado di garantire agilità e snellezza nella presentazione dei
progetti edilizi, né la tanto decantata celerità nel rilascio di certificati
autorizzativi e pareri;
- l’inefficienza tecnica della piattaforma sta
generando danni non solo ai professionisti ma anche a tutti coloro che si
rivolgono ai professionisti e che sono le parti direttamente interessate.
Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta
regionale
per sapere:
- se si è a conoscenza dei disservizi in argomento
e delle disfunzioni legate alla piattaforma SUE;
- quali urgenti iniziative si intendano
intraprendere al fine di superare le criticità delle piattaforme SUE segnalate
dagli ordini professionali;
- se si intende valutare la convocazione di un
tavolo tecnico con gli Ordini professionali e le organizzazioni di categoria
per definire soluzioni comuni necessarie ad ottenere una completa, efficiente
ed efficace operatività del portale SUE.
(189; 27/11/2023)
È pervenuta risposta
scritta alle seguenti interrogazioni:
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
in data 09 febbraio 2023 è stata presentata, a
firma dell’interrogante, l’interrogazione a risposta scritta n. 120 “Rischio
disimpegno per i Fondi Ue della Programmazione 2014-2020”, presentata a seguito
della relazione annuale 2022 approvata con Delibera n. 1/2023 dalla Sezione di
controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, sui
rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi
comunitari, in cui emergevano criticità per quanto riguarda la gestione dei Fondi
Comunitari per la Programmazione 2014-2020. In uno dei rilievi contenuti nella
relazione, la Corte dei conti osservava che “tenendo conto della tempistica per
l’avvio dei bandi e per la valutazione ed esecuzione dei progetti, si ritiene
possibile che il tempo per rispettare la cosiddetta regola “n+3” (prevista per
il 2023) e per evitare il disimpegno automatico, possa non essere sufficiente”;
nella risposta del 24 febbraio 2023 alla citata
interrogazione n.120, il Dipartimento Programmazione Unitaria forniva un
quadro, al 31 dicembre 2022, dello stato di attuazione del POR Calabria FESR
FSE 2014-2020. La spesa complessiva ancora da sostenere per garantire il
completo assorbimento della quota comunitaria risultava essere di 776 milioni
di euro. Ad un anno dalla chiusura del programma, quindi, risultava speso il 60
per cento delle somme complessive a disposizione. Considerato che: i dati pubblicati
sul portale Cohesion Data della Commissione europea
al 31 dicembre 2022 riportavano che la spesa certificata da Bruxelles era pari
al 58 per cento, tra fondi FERS e USE. Per la Commissione europea rimanevano da
spendere 942 milioni di euro entro il 31 dicembre 2023;
al 30 giugno 2023, sempre secondo i dati del
portale della Commissione Europea Cohesion Data, la
Regione Calabria risulta attestarsi al 67 per cento di spesa, un dato in
crescita di nove punti percentuali rispetto a sei mesi prima, ma inferiore alle
altre regioni italiane che si attestano mediamente su un target di spesa
intorno all’80 per cento, con punte come la Puglia dove si è raggiunto il 104
per cento di spesa. La Regione Calabria, secondo Bruxelles, non ha speso
risorse per 747 milioni di euro, a sei mesi dalla chiusura del programma.
Tenuto conto che: alla chiusura della Programmazione 2014-2020 mancano solo tre
mesi e aumenta il rischio di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse
che dovessero risultare eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023;
a causa dei tempi tecnici delle procedure di
rendicontazione e controllo vi è quasi sempre uno scarto tra spese certificate
e spese effettivamente sostenute. Preso atto che: secondo il portale Cohesion Data della Commissione Europea sono state
utilizzate risorse per circa 200 milioni nei primi sei mesi del 2023 ma mancano
ancora 747 milioni di euro da spendere nei restanti sei mesi dell’anno;
tali dati confermano la gravità della situazione e
mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. quali iniziative urgenti intende intraprendere
la Regione Calabria per evitare il disimpegno delle risorse entro il 31
dicembre 2023 e per migliorare e accelerare i processi di impegno e di spesa
delle somme messe a disposizione dall'Unione Europea;
2. qual è il dato reale di spesa del POR Calabria
FESR FSE 2014-2020 e quali sono le principali attività da realizzare negli
ultimi tre mesi del Programma per garantire il completo assorbimento entro la
chiusura.
(173; 27/09/2023)
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’aeroporto Sant’Anna di Crotone è situato a 15
km a sud della città di Crotone, lungo la SS 106, nel territorio comunale di
Isola Capo Rizzuto. Si tratta del terzo aeroporto della Calabria, vocato a
servire, per la sua ubicazione, non solo la provincia di Crotone, ma anche la
Sibaritide e la fascia ionica delle province di Cosenza e Catanzaro;
- dopo un periodo di cessazione dell’attività nel
2016, a seguito del fallimento della società di gestione dell'aeroporto, lo
scalo pitagorico, dopo essere passato nel 2017 alla gestione della Società
Aeroportuale calabrese – S.A.CAL. SpA, ha riaperto
alle operazioni di volo a novembre dello stesso anno. Con la successiva
rinuncia dell'unica compagnia che vi volava, l’aeroporto, pur formalmente
aperto, non è stato servito da nessun volo di linea fino all'estate 2018;
- Sacal ha reso noti i
dati relativi all’estate appena trascorsa, che indicano una formidabile
crescita del numero dei passeggeri (+52%) e dei movimenti aerei (+45%)
dell’aeroporto crotonese rispetto al medesimo periodo dell’anno 2022.
Considerato che: - dal mese di ottobre 2023 il vettore SkyAlps,
aggiudicatario della gara sugli oneri di servizio sullo scalo pitagorico,
garantirà per i prossimi tre anni due voli al giorno (uno di andata alle 7,30 e
uno di ritorno alle 17,30) sulla tratta Crotone - Roma, che si aggiungono ai
voli per Venezia, Milano e Bologna, gestiti dal vettore Ryanair;
- in data 2 ottobre 2023 dall’aeroporto Sant’Anna è
decollato il primo aeromobile della compagnia SkyAlps
con soli 37 passeggeri a bordo su una portata totale di 67. Le prenotazioni,
per ora, si aggirano attorno alle 30 persone per volo, come reso noto dal
General Director Aviation di SkyAlps. Tenuto conto
che: - la distanza tra l’aeroporto Sant’Anna e la stazione FS di Isola Capo
Rizzuto è di soli sei chilometri e mezzo, ma, allo stato, lo scalo ferroviario
risulta chiuso, non essendo prevista alcuna fermata. Non esiste un collegamento
bus navetta tra aeroporto e stazione ferroviaria né di Isola Capo Rizzuto né di
Crotone;
- non esiste un sistema integrato di mobilità di
prossimità, su ferro o gomma, che consenta di collegare lo scalo aeroportuale
crotonese in maniera agevole e in tempi ragionevoli e certi ai territori che
potrebbero potenzialmente fruire dei voli offerti (Sibaritide, fascia ionica
cosentina e catanzarese, entroterra crotonese);
- l’Amministratore unico di Sacal,
------------, in una conferenza stampa tenutasi ai margini del primo volo
diretto tra l’aeroporto di Crotone e quello di Roma Fiumicino, ha messo in
evidenza la necessità di mettere in rete il Sant’Anna con gli altri
collegamenti, in modo da renderlo punto di riferimento per tutta la Sibaritide:
“Io davvero trovo assurdo che attualmente l’aeroporto non sia collegato con la
stazione ferroviaria - ha detto - bisogna lavorare su questi aspetti e anche
sul trasporto su gomma”. Anche riguardo Ryanair --------ha ammesso che il
timore di poter perdere qualcuno dei voli attuali è reale: “Loro lavorano sui
numeri. Se un volo non ha almeno il 90% dei posti disponibili occupati, la loro
politica è di eliminarlo”. Ha anche evidenziato che i servizi di mobilità
territoriale non possono essere garantiti dai vettori e neanche dalla società
aeroportuale;
- lo scalo aeroportuale di Crotone è
un’infrastruttura fondamentale per la mobilità dei territori serviti e il suo
sviluppo rappresenta uno strumento formidabile per il rilancio e il
potenziamento turistico del crotonese. L’investimento sull’aeroporto Sant’Anna
potrebbe, però, rivelarsi vano se non si riuscirà a connettere quanto più
rapidamente possibile la Sibaritide e tutta la Calabria del nord-est con lo
scalo pitagorico. Preso atto che: - i vettori hanno necessità che sui voli da
Crotone vi sia la sostenibilità economica per continuare a operare in questo
aeroporto. È evidente che per rendere effettivamente operativo e utile alle
necessità del territorio nonché commercialmente vantaggioso lo scalo
aeroportuale crotonese, sia indispensabile creare le condizioni di mobilità
idonee a garantire l’arrivo dell’utenza in coincidenza con gli orari di
partenza e arrivo dei voli, soprattutto per i passeggeri della Sibaritide, che
sono un bacino d’utenza fondamentale per lo scalo crotonese;
- l’aeroporto di Crotone potrebbe continuare a
registrare numeri di transito in crescita, non solo durante il periodo estivo
ma durante l’arco dell’intero anno, se si avessero collegamenti certi e veloci
con la Sibaritide e la fascia ionica cosentina e catanzarese;
- è necessario incrementare il trasporto
ferroviario e su gomma da e per l’aeroporto Sant’Anna di Crotone, al fine di
rimuovere gli ostacoli che ne impediscono la piena fruizione e la efficiente
gestione.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se e con quale tempistica la Regione Calabria
intenda ristabilire la fermata presso la stazione ferroviaria di Isola Capo
Rizzuto, da cui far partire un servizio di navetta con bus, da e per
l’aeroporto di Crotone;
2. se e con quale tempistica la Regione Calabria
intenda rimodulare orari e percorrenza dei treni regionali nella tratta tra
Sibari e Isola Capo Rizzuto, prevedendo le fermate intermedie a
Corigliano-Rossano, Cariati, Cirò, Crotone, in coincidenza con i voli in
partenza e in arrivo da e nell’aeroporto Sant’Anna.
(175; 04/10/2023)
Mammoliti e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta
regionale.
Premesso che:
- da più parti giungono segnalazioni che
evidenziano una situazione molto problematica all'interno dei locali che
ospitano la Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia e che si traduce in
gravi e quotidiani disagi nei confronti dell'utenza. In linea generale, fra le
attività svolte dalle Farmacie territoriali vi è quella di fornire, alle
persone affette da patologie gravi e/o croniche e/o rare, i medicinali
necessari per la loro cura. E si tratta di medicinali che, per le loro
specifiche caratteristiche e per i loro effetti sull'organismo umano, possono
essere forniti solo in forza di appositi piani terapeutici rilasciati da medici
specialisti nella disciplina medica attinente alla patologia da trattare.
Essendo frequentate, il più delle volte, da persone fragili e sofferenti e con
problemi di salute particolari che, spesso, si traducono in situazioni di vita
difficili e spiacevoli, le Farmacie territoriali dovrebbero essere luoghi
ospitali ed accoglienti e dovrebbero essere strutturate in modo tale da erogare
il loro servizio con continuità ed efficienza. A Vibo Valentia, accade, invece,
che la Farmacia territoriale, alla quale fa riferimento e confluisce la
popolazione dell'intera Provincia vibonese ogniqualvolta sussiste la necessità
di ottenere la fornitura dei cosiddetti “medicinali da piano terapeutico”, ha
sede all'interno di un locale, sito in via Protettì,
che presenta, in tutto e per tutto, le fattezze di un vero e proprio
“scantinato”. E si tratta di uno “scantinato” privo di sale di attesa per gli utenti
(gli utenti sono costretti ad attendere il loro turno nel cortile esterno,
disponendosi in lunghe file sotto il sole cocente in estate e sotto la pioggia
ed il vento in inverno) e che è tenuto in condizioni igienico-sanitarie
evidentemente inadeguate. Ma vi è di più. Infatti, accade, anche, che gli
utenti, dopo aver sopportato lunghe code e snervanti attese, talvolta sotto
l'azione delle intemperie, non ottengono, inspiegabilmente, i medicinali di cui
hanno vitale bisogno oppure ne ottengono un quantitativo inferiore rispetto a
quello prescritto nei piani terapeutici. La frequente mancata o insufficiente
fornitura di medicinali, da parte della Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo
Valentia, alle persone affette da patologie gravi e/o croniche e/o rare, è
ormai un fatto risaputo che, spesso, compare nella cronaca giornalistica
quotidiana che si occupa della “malasanità” del vibonese. E l'anzidetta cronaca
giornalistica ha, da ultimo, evidenziato, portandolo a conoscenza dell'opinione
pubblica, lo sconcertante caso di un padre al quale la Farmacia territoriale
dell'ASP di Vibo Valentia non ha fornito un medicinale “salva-vita”, necessario
a scongiurare il rischio, reale, di morte del figlio, affetto da una grave
forma di allergia alimentare, perché “non ne possedeva neppure una scatola”. Le
gravissime criticità strutturali, igienico-sanitarie, organizzative e
gestionali che si riscontrano nella Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo
Valentia e che si traducono, inevitabilmente, nel malfunzionamento della medesima,
sono emblematiche di una Sanità che, nella Provincia di Vibo Valentia, è,
ormai, letteralmente, “implosa” e che, chi la governa, non sembra, ad oggi,
volerla riportare in un quadro di efficienza e civiltà.
Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente
della Giunta Regionale dott. Roberto Occhiuto, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
1) quali utili ed urgenti iniziative intende
adottare, nell'immediatezza, al fine di eliminare le suesposte
gravissime criticità esistenti nella Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo
Valentia;
2) se le anzidette utili ed urgenti iniziative sono
rivolte, anche, a verificare la sufficienza del personale sanitario ed
amministrativo operante nella Farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia.
(177; 05/10/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la promozione e la valorizzazione dei Cammini di
Calabria e il riconoscimento dei cammini di interesse regionale è importante
per promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, del patrimonio
religioso, naturale e storico-agricolo-paesaggistico e delle tradizioni locali
nonché la conoscenza, il recupero, la salvaguardia del patrimonio
escursionistico regionale, anche al fine di sviluppare il turismo
ecosostenibile e implementare l’offerta culturale, enogastronomica e turistica
regionale;
- il Consiglio regionale nella seduta n. 23 del 10
marzo 2023 ha approvato la legge regionale 12/2023 recante: “Disposizioni per
la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei
Cammini di Calabria";
- tale legge, con l’obiettivo di valorizzare e
sviluppare l’offerta culturale, enogastronomica e di accoglienza turistica
calabrese, promuove una politica integrata di gestione e manutenzione del
patrimonio naturale e storico-paesaggistico, di conoscenza delle tradizioni
locali, dei prodotti enogastronomici, nonché la conoscenza, il recupero, la
salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, per favorire lo sviluppo
di un turismo ecosostenibile, i pellegrinaggi e diffondere la pratica
dell’escursionismo e delle attività sportive e ricreative all’aperto in ottica
smart tourism, utilizzando le nuove tecnologie per
creare un’offerta turistica di tipo esperienziale e altamente personalizzabile
con particolare attenzione ai temi dell’ambiente, dell’energia e della
mobilità. Considerato che: - oltre la promozione territoriale, la Legge
Regionale 15 marzo 2023, n. 12 ha l’intento di disciplinare la gestione dei
cammini in capo ad associazioni ed enti in genere, che siano in possesso di
particolari requisiti in ossequio alla serietà degli scopi prefissati.
Tenuto conto che: - l’art.12 della legge regionale
15 marzo 2023, n. 12, nel termine di 180 giorni dalla sua entrata in vigore,
dispone che la Giunta regionale, su proposta dell’assessore con delega in
materia di turismo, di concerto con gli assessori con delega in materia di
cultura, agricoltura e ambiente, emani il Regolamento di attuazione che deve
disciplinare la materia. Preso atto che: - il termine fissato nell’art.12 per
l’emanazione del Regolamento di attuazione della Legge è scaduto e ad oggi non
risulta che sia stato emanato alcun Regolamento.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. i motivi che hanno portato a disattendere il
termine previsto per l’emanazione del Regolamento di attuazione della Legge
Regionale 15 marzo 2023, n. 12;
2. la tempistica per la redazione ed emanazione del
Regolamento, senza il quale non può esserci il pieno dispiegamento degli
effetti giuridici e delle finalità e degli obiettivi contenuti nella Legge sui
Cammini di Calabria.
(178; 06/10/2023)
Art. 1
(Approvazione del Rendiconto della
gestione)
1. Il Rendiconto della
gestione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2022, composto dal
Conto del bilancio, dal Conto economico e dallo Stato patrimoniale e corredato
dagli allegati previsti dalla vigente normativa, è approvato con le risultanze
esposte negli articoli seguenti.
Art. 2
(Entrate di competenza)
1. Il totale delle entrate
accertate nell'esercizio finanziario 2022 per la competenza propria dell'esercizio
stesso è stabilito, per come risulta dal Conto del bilancio, in
7.544.457.880,26 euro delle quali:
- riscosse e versate |
€ 5.059.379.609,98 |
- rimaste da riscuotere e
versare |
€
2.485.078.270,28. |
2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli E0610310201,
E0610310401), per operazioni di tesoreria verificatesi nell'esercizio
finanziario 2022 è stabilito, per come risulta dal Conto del bilancio, in
385.305.961,97 euro.
Art. 3
(Spese di competenza)
1. Il totale delle spese
impegnate nell'esercizio finanziario 2022 per la competenza propria
dell'esercizio stesso è stabilito, per come risulta dal Conto di bilancio, in
7.425.488.552,46 euro delle quali:
- pagate |
€ 4.890.124.890,38 |
- rimaste da pagare |
€
2.535.363.662,08. |
2. Il movimento di cassa in uscita (capitoli U0910310201,
U0910310401), per operazioni di tesoreria verificatesi nell'esercizio finanziario
2022 è stabilito, per come risulta dal Conto di bilancio, in 405.617.881,32
euro.
Art. 4
(Riepilogo
entrate e spese di competenza)
1. Il riepilogo generale dei risultati
delle entrate e delle spese di competenza dell'esercizio finanziario 2022
risulta così definito:
ENTRATE
TITOLO 1 - Entrate correnti di
natura tributaria, contributiva e perequativa |
€ |
4.476.150.196,00 |
TITOLO
2 - Trasferimenti correnti |
€ |
990.155.090,51 |
TITOLO
3 - Entrate extratributarie |
€ |
55.685.421,44 |
TITOLO
4 - Entrate in conto capitale |
€ |
1.018.689.018,29 |
TITOLO
5 - Entrate da riduzione di attività finanziarie |
€ |
0,00 |
TITOLO
6 - Accensione prestiti |
€ |
86.509.066,10 |
TITOLO
7 - Anticipazioni da Istituto Tesoriere |
€ |
0,00 |
TITOLO
9 - Entrate per conto terzi e partite di giro |
€ |
917.269.087,92 |
TOTALE |
€ |
7.544.457.880,26 |
SPESE
TITOLO
1 - Spese correnti |
€ |
5.150.780.166,05 |
TITOLO
2 - Spese in conto capitale |
€ |
1.294.569.243,14 |
TITOLO
3 - Spese per incremento attività finanziarie |
€ |
7.020.000,00 |
TITOLO
4 - Rimborso prestiti |
€ |
55.850.055,35 |
TITOLO
5 - Chiusura anticipazioni ricevute da istituto tesoriere/cassiere |
€ |
0,00 |
TITOLO
7 - Uscite per conto terzi e partite di giro |
€ |
917.269.087,92 |
TOTALE |
€ |
7.425.488.552,46. |
Art. 5
(Residui attivi provenienti da esercizi
precedenti)
1. I residui attivi,
provenienti da esercizi precedenti, che alla chiusura dell'esercizio
finanziario 2021 ammontavano a 3.997.199.505,74 euro, a seguito dell’attività
di gestione effettuata nel corso dell’esercizio 2022, risultano determinati per
come di seguito specificato:
-
riscossi e versati nell'esercizio 2022 |
€ |
698.563.155,04 |
-
eliminati per minore accertamento |
€ |
330.451.761,41 |
-
riaccertati per maggiore accertamento |
€ |
0,00 |
-
rimasti da riscuotere |
€ |
2.968.184.589,29. |
Art. 6
(Residui passivi provenienti da esercizi
precedenti)
1. I residui passivi, provenienti
da esercizi precedenti, che alla chiusura dell'esercizio finanziario 2021
ammontavano a 2.907.622.834,74 euro, a seguito dell’attività di gestione
effettuata nel corso dell’esercizio 2022, risultano determinati per come di
seguito specificato:
-
liquidati e pagati nell'esercizio 2022 |
€ |
518.460.685,77 |
-
eliminati per economie |
€ |
380.674.665,56 |
-
rimasti da pagare |
€ |
2.008.487.483,41. |
Art. 7
(Residui attivi alla chiusura
dell'esercizio 2022)
1. I residui attivi alla
chiusura dell'esercizio finanziario 2022 risultano stabiliti dal Conto del
bilancio nelle seguenti somme:
-
somme rimaste
da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio 2021 (articolo 2) €
2.485.078.270,28 |
|
-
somme rimaste
da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (articolo 5)
€ 2.968.184.589,29 |
|
-
RESIDUI
ATTIVI AL 31 dicembre 2022 |
€ 5.453.262.859,57. |
Art. 8
(Residui passivi alla chiusura
dell'esercizio 2022)
1. I residui passivi alla chiusura
dell'esercizio finanziario 2022 risultano stabiliti dal Conto del bilancio
nelle seguenti somme:
- somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio 2021 (articolo 3) € 2.535.363.662,08 |
|
-
somme rimaste
da pagare sui residui degli esercizi precedenti (articolo 6) € 2.008.487.483,41 |
|
-
RESIDUI
PASSIVI AL 31 dicembre 2022 |
€
4.543.851.145,49. |
Art. 9
(Situazione
di cassa)
1. Il fondo di cassa
dell'esercizio finanziario 2022 è determinato in 1.101.354.356,57 euro, per
come di seguito specificato:
Fondo
cassa al 1° gennaio 2022 |
€ |
751.997.167,70 |
RISCOSSIONI |
|
|
in
conto competenza |
€ |
5.059.379.609,98 |
in
conto residui |
€ |
698.563.155,04 |
TOTALE
RISCOSSIONI |
€ |
5.757.942.765,02 |
PAGAMENTI |
|
|
in
conto competenza |
€ |
4.890.124.890,38 |
in
conto residui |
€ |
518.460.685,77 |
TOTALE
PAGAMENTI |
€ |
5.408.585.576,15 |
|
|
|
FONDO
DI CASSA AL 31 dicembre 2022 |
€ |
1.101.354.356,57. |
Art. 10
(Risultato di amministrazione)
1. Il risultato di amministrazione
dell'esercizio finanziario 2022 è pari a 1.646.867.927,80 euro, per come di
seguito specificato:
Fondo
cassa al 31 dicembre 2022 |
€ |
1.101.354.356,57 |
Residui
attivi |
€ |
5.453.262.859,57 |
Residui
passivi |
€ |
4.543.851.145,49 |
Fondo
pluriennale vincolato di spesa – parte corrente |
€ |
47.439.880,72 |
Fondo
pluriennale vincolato di spesa - parte capitale |
€ |
316.458.262,13 |
Risultato
di amministrazione al 31 dicembre 2022 |
€ |
1.646.867.927,80. |
2. La determinazione del risultato di
amministrazione al 31 dicembre 2022, nelle componenti disciplinate dalla
legislazione vigente, è indicata nel “Prospetto dimostrativo del risultato di
amministrazione 2022” annesso alla presente legge.
3. Il disavanzo finanziario
alla chiusura dell’esercizio 2022, considerando le quote accantonate e
vincolate del risultato di amministrazione, è determinato nell’importo di -
67.798.563,21 euro.
Art. 11
(Conto economico)
1. Il risultato economico dell’esercizio 2022 è stabilito
in 73.832.925,40 euro, in base alle seguenti risultanze:
Conto economico |
Valori al 31
dicembre 2022 |
a) componenti positivi della gestione |
€ 6.541.775.862,99 |
b) componenti negativi della
gestione |
€ 6.396.918.825,08 |
Differenza (a- b) |
€ 144.857.037,91 |
c.1) Proventi finanziari |
€ 4.539.259,19 |
c.2) Oneri finanziari |
€
33.920.211,10 |
Totale proventi e oneri finanziari (c) |
€
- 29.380.951,91 |
d.1) Rivalutazioni |
€ 0,00 |
d.2) Svalutazioni |
€ 0,00 |
Totale rettifiche (d) |
€ 0,00 |
e.1) Proventi straordinari |
€ 422.264.457,03 |
e.2) Oneri straordinari |
€
456.460.438,54 |
Totale proventi e oneri straordinari (e) |
€ - 34.195.981,51 |
Risultato prima delle imposte (a-b+c+d+e) |
€
81.280.104,49 |
Imposte |
€ 7.447.179,09 |
Risultato dell'esercizio |
€ 73.832.925,40. |
Art. 12
(Stato patrimoniale)
1. La situazione patrimoniale
attiva al 31 dicembre 2022 è stabilita in 9.707.722.219,85 euro, in base alle seguenti risultanze:
Stato patrimoniale – attivo |
Valori al 31 dicembre 2022 |
a) Crediti vs Stato e altre amm.ni pubbliche per la partecipazione del
fondo di dotazione |
€ 0,00 |
b) Immobilizzazioni |
€
3.800.155.111,02 |
c) Attivo circolante |
€
5.906.681.706,22 |
d) Ratei e risconti |
€ 885.402,61 |
Totale dell'attivo (a+b+c+d) |
€ 9.707.722.219,85. |
2. La situazione patrimoniale passiva al 31 dicembre 2022 è
stabilita in 9.707.722.219,85 euro, in base
alle seguenti risultanze:
Stato patrimoniale – passivo |
Valori al 31 dicembre 2022 |
a) Patrimonio netto |
€ 2.976.605.656,39 |
b) Fondi per rischi ed oneri |
€ 289.032.628,57 |
c) Trattamento di fine rapporto |
€ 0,00 |
d) Debiti |
€ 6.000.244.258,13 |
e) Ratei e risconti e contributi agli investimenti |
€
441.839.676,76 |
Totale passivo (a+b+c+d) |
€ 9.707.722.219,85. |
3. Il valore dei Conti d’ordine al 31 dicembre 2022 ammonta a
763.721.536,69 euro, in base alle seguenti risultanze:
Conti d’ordine |
Valori al 31 dicembre 2022 |
1) Impegni su esercizi futuri |
€ 1.095.051.622,82 |
2) beni di terzi in uso |
€ 0,00 |
3) beni dati in uso a terzi |
€ 0,00 |
4) garanzie prestate a amministrazioni
pubbliche |
€ 0,00 |
5) garanzie prestate a imprese controllate |
€ 0,00 |
6) garanzie prestate a imprese partecipate |
€ 0,00 |
7) garanzie prestate ad altre imprese |
€ 11.501.625,98 |
Totale Conti d’ordine |
€ 1.106.553.248,80. |
Art. 13
(Rendiconto consolidato Giunta - Consiglio
regionale)
1. Ai sensi dell’articolo 11,
comma 1, lettera b), e dell’articolo 63, comma 3, del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi), sono approvati i contenuti di dettaglio del Rendiconto
consolidato Giunta-Consiglio 2022, come da allegato al Rendiconto generale della
Regione Calabria per l’anno 2022.
Art. 14
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.
Art. 1
(Premialità per le imprese resistenti alla criminalità organizzata)
1.
Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti operanti nel territorio regionale
prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti per l'aggiudicazione
di contratti pubblici, l'assegnazione di un punteggio aggiuntivo, pari al 10
per cento del parametro numerico finale, alle imprese che attestano, in capo al
titolare o a uno dei soggetti di cui all'articolo 94, comma 3, lettere dalla a)
alla g), del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 (Codice dei contratti
pubblici), di essere stati vittime di atti di criminalità organizzata, fatti
usurari ed estorsivi o di aver assunto nei procedimenti penali ad essi relativi
il ruolo di testimoni di giustizia ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettere
a), b), c) e d), della legge 11 gennaio 2018, n. 6 (Disposizioni per la
protezione dei testimoni di giustizia).
2. La premialità di cui al comma 1
è riconosciuta dalla Regione e dagli enti del sistema regionale anche in sede
di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi finanziari e attribuzione di
vantaggi economici di qualunque genere.
Art.
2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente
legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.3
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Finalità)
1.
La Regione promuove il miglioramento della qualità della vita e il
raggiungimento di una piena inclusione nella società e partecipazione alla vita
collettiva delle persone con disabilità sensoriale, attraverso l'abbattimento
di ogni barriera alla comunicazione e favorisce l'accesso delle stesse, in
condizioni di parità con gli altri cittadini, alle attività formativo-educative
e culturali, alle informazioni e ai servizi pubblici regionali.
2. La Regione, nel rispetto delle
scelte individuali e familiari in merito alle modalità di comunicazione, ai
percorsi educativi e agli ausili utilizzati per il raggiungimento del pieno
sviluppo della persona e della sua piena inclusione sociale, riconosce la
lingua dei segni italiana (LIS) e la promuove, unitamente alla lingua dei segni
italiana tattile (LISt), quali strumenti operativi
essenziali per favorire un ambiente accessibile nella famiglia, nella scuola e
nella comunità sociale e ne promuove la diffusione, l'acquisizione e l'uso.
Art.
2
(Destinatari)
1. Sono destinatari della presente
legge le persone sorde, le persone affette da ipoacusia e sordocieche.
Art.
3
(Interventi in ambito scolastico e formativo)
1.
Al fine di rendere effettivo il diritto allo studio, attraverso il completo
accesso alle attività formativo-educative e la piena realizzazione del percorso
scolastico con il perseguimento delle personali libere scelte di istruzione e
formazione, la Regione, promuovendo accordi con le istituzioni scolastiche e
universitarie, nel rispetto della loro autonomia sulla base della programmazione
di cui all'articolo 8, concede contributi per il finanziamento di interventi
volti a promuovere e sostenere:
a)
l'apprendimento e l'utilizzo della LIS e della LISt
nei servizi educativi della prima infanzia da parte dei minori che rientrano
tra i destinatari indicati dall'articolo 2;
b)
le azioni di supporto, attraverso servizi specialistici di interpretariato in
LIS e in LISt, agli studenti che rientrano tra i
destinatari indicati dall'articolo 2, secondo il piano educativo
individualizzato nell'ambito delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e
grado;
c)
le azioni di supporto, attraverso servizi specialistici di interpretariato in
LIS e in LISt, ai soggetti che rientrano tra i
destinatari indicati dall'articolo 2, nell'ambito dei percorsi universitari e
formativi professionali;
d) l'utilizzo, nell'ambito
scolastico e formativo di cui alle lettere b) e c), di programmi di
riconoscimento vocale e scrittura veloce e l'impiego di ogni altro mezzo
tecnico o misura che, quale ausilio efficace alla comunicazione, favorisce
l'apprendimento a ogni livello e la partecipazione attiva del soggetto
interessato.
Art.
4
(Accesso all'informazione)
1.
La Regione promuove l'accesso all'informazione per le persone individuate
dall'articolo 2 con ogni mezzo a disposizione allo scopo di facilitare
l'informazione attraverso i media televisivi; la Regione promuove, senza oneri
a carico del bilancio regionale, la stipula di appositi accordi o protocolli
d'intesa con le emittenti televisive private locali e con la RAI, sede
regionale della Calabria del servizio radiotelevisivo pubblico, anche di
concerto e in collaborazione con il Comitato regionale per le comunicazioni
(Co.Re.Com.), al fine di dotare di adeguate sottotitolazioni e traduzione
simultanea nella LIS i telegiornali, le trasmissioni televisive e i programmi
informativi, culturali o di interesse generale a carattere regionale.
2.
La Regione, inoltre:
a)
adotta, nelle proprie strutture e articolazioni amministrative, ogni misura di
carattere funzionale e organizzativo utile a garantire effettività al diritto
all'informazione dei cittadini che rientrano tra i destinatari indicati
dall'articolo 2;
b)
assicura, negli eventi di pubblico interesse dalla stessa organizzati, con
priorità in quelli di particolare rilevanza sociale e culturale, il servizio di
interpretariato simultaneo in LIS e in LISt, in
presenza o a distanza, o comunque la messa a disposizione di supporti
tecnologici idonei a rendere accessibile la fruizione di tali eventi ai
soggetti che rientrano tra i destinatari indicati dall'articolo 2;
c) concede contributi agli
ambiti territoriali sociali di cui alla legge regionale 26 novembre 2003, n. 23
(Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella
Regione Calabria) per l'attivazione del servizio di interpretariato mediante
traduzione simultanea e sottotitolazione in LIS ed in LISt,
svolto da figure professionali qualificate.
Art.
5
(Accesso ai servizi sanitari)
1. Gli enti del servizio sanitario
regionale assicurano il servizio di interpretariato in LIS, fruibile anche da
remoto attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie, volto a favorire la
fruizione consapevole e informata dei servizi di propria competenza, in
particolare dei servizi deputati alla gestione dell'emergenza urgenza.
Art.
6
(Percorsi di sensibilizzazione e formazione)
1. Per promuovere i processi di
inclusione sociale dei soggetti indicati dall'articolo 2 e per favorire
l'abbattimento di ogni barriera alla comunicazione, la Regione stipula accordi
o protocolli d'intesa con le Università calabresi, l'Ufficio scolastico
regionale (USR), gli ordini professionali, le associazioni professionali degli
interpreti di lingua dei segni italiana, nonché con gli enti del Terzo settore
maggiormente rappresentativi dei soggetti di cui all'articolo 2 e con quelli
che svolgono funzioni di ricerca, formazione, progettazione ed erogazione di
servizi nell'ambito della disabilità sensoriale.
Art.
7
(Soggetti beneficiari)
1.
Possono beneficiare dei finanziamenti, concessi sulla base di bandi e avvisi
pubblicati dal dipartimento regionale competente, relativi agli interventi
indicati all'articolo 3 e all’articolo 4, comma 2, lettera c), i seguenti
soggetti:
a)
istituzioni scolastiche e formative pubbliche e private, anche in forma
associata;
b)
comuni singoli e associati;
c)
ambiti territoriali sociali di cui alla l.r. 23/2003,
anche in forma associata;
d)
enti del Terzo settore, operanti in Calabria, maggiormente rappresentativi dei
soggetti indicati dall'articolo 2 e quelli che svolgono funzioni di ricerca,
formazione, progettazione ed erogazione di servizi nell'ambito della disabilità
sensoriale;
e) associazioni
professionali degli interpreti di lingua dei segni italiana aventi sede in
Calabria.
Art.
8
(Programma degli interventi)
1.
Il dipartimento regionale competente, sulla base di proposte condivise al
tavolo regionale per la programmazione di interventi a supporto delle persone
sorde, delle persone affette da ipoacusia e sordocieche, da istituire con
deliberazione della Giunta regionale, approva annualmente il programma degli
interventi a supporto delle persone suddette entro novanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge regionale di approvazione del bilancio di
previsione finanziario.
2.
Il programma di cui al comma 1 contiene l'individuazione degli interventi e
delle misure indicati dagli articoli 3, 4 e 6, da sostenere nel periodo
considerato, garantendone il coordinamento con quanto previsto dai piani e dai
programmi regionali generali e di settore in materia di sanità, politiche
sociali, istruzione, lavoro e politiche giovanili, nonché dagli interventi
finanziati dall'Unione europea.
3. Il tavolo di cui al comma 1 è
composto da un rappresentante dell'USR, da tre rappresentanti delle maggiori
associazioni rappresentative dei soggetti di cui all’articolo 2, un
rappresentante del dipartimento regionale competente in materia di tutela della
salute, un rappresentante dell'organizzazione territoriale dell’Associazione
Nazionale dei Comuni italiani (ANCI Calabria), un rappresentante del
dipartimento regionale competente in materia di istruzione e un rappresentante
del dipartimento regionale competente in materia di lavoro e welfare.
Art.
9
(Clausola valutativa)
1.
A partire dal secondo anno successivo all'entrata in vigore della presente
legge, il dipartimento regionale di cui al comma 1 dell’articolo 8,
coordinatore dell’attività di raccolta dei dati, trasmette alla commissione
consiliare competente, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione sullo
stato di attuazione e sugli effetti della legge contenente, in particolare, le
seguenti informazioni:
a)
gli interventi realizzati, specificandone i tempi di attuazione, i risultati
conseguiti rispetto agli obiettivi prefissati, la distribuzione territoriale, i
soggetti coinvolti e le relative caratteristiche;
b)
gli interventi attuativi della presente legge contenuti nella programmazione
indicata dall'articolo 8;
c)
gli accordi e i protocolli conclusi ai sensi degli articoli 4 e 6, nonché le
iniziative realizzate in attuazione dei suddetti accordi;
d)
in che misura la Regione ha finanziato i singoli interventi e in che modo le
suddette risorse risultano distribuite sul territorio regionale e fra i
soggetti beneficiari;
e)
le eventuali criticità riscontrate nell'attuazione della legge e l'indicazione
delle proposte per superarle;
f) i punti di forza e le
criticità delle azioni poste in essere per realizzare
il coordinamento degli interventi ai sensi dell’articolo 8, comma 2.
Art.
10
(Disposizioni transitorie)
1. In sede di prima applicazione,
il dipartimento regionale competente approva il programma degli interventi di
cui all’articolo 8 entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge.
Art.
11
(Norma finanziaria)
1.
Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, determinati nel
limite massimo di 40.000,00 euro per ciascun esercizio 2023, 2024 e 2025, si
provvede con le risorse allocate alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025, a valere sul “Fondo
occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi”,
che viene ridotto del medesimo importo.
2.
Per gli esercizi successivi, la copertura degli oneri di cui al comma 1 è
consentita nei limiti delle risorse autonome, per come stabilito dalla legge di
approvazione del bilancio di previsione della Regione.
3.
La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione 2023-2025 con prelievo dal Fondo speciale di cui al comma 1
e all’allocazione ad un capitolo di nuova istituzione all’interno della
Missione 12, Programma 04 (U.12.04) dello stato di previsione della spesa del
bilancio medesimo.
4. Gli interventi previsti nella
presente legge possono essere ampliati attraverso ulteriori risorse aggiuntive
individuate nell’ambito dei programmi operativi dei fondi strutturali europei e
nazionali previsti negli atti di programmazione, previa verifica della coerenza
con le linee di intervento in essi previste, nonché con le eventuali altre
risorse conferite da altre istituzioni o enti pubblici e privati.
Art.
12
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazione dell’articolo 16 della l.r.
17/2005)
1. Dopo la lettera f) del comma 5
dell’articolo 16 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per
l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio
marittimo) è aggiunta la seguente lettera: “g) concordare con la Regione e con
le Università calabresi forme di collaborazione per la piena attuazione dei
percorsi formativi triennali, magistrali e dell’alta formazione universitaria,
anche mediante l’implementazione di tutte quelle attività teoriche-pratiche che
possono avvalersi delle tecnologie, infrastrutture e competenze professionali
disponibili nei Centri culturali della Lega navale italiana e nelle strutture
periferiche, rappresentate dalle sezioni e delegazioni, che insistono sul
territorio regionale e nazionale.”.
Art.
2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente
legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
3
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
(Modifica
all’articolo 4 della l.r. 47/2009)
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 4
della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47 (Tutela e valorizzazione degli
alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria) sono
inseriti i seguenti commi:
“1-bis. La Regione Calabria, per
le finalità di cui alla presente legge, istituisce un fondo per garantire la
conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione dei beni oggetto di tutela,
al fine di migliorarne la funzione naturalistica, sociale e turistica, anche
favorendo progetti di educazione ambientale.
1-ter.
I finanziamenti a favore dei Comuni, a valere sul fondo di cui al comma 1-bis,
vengono corrisposti attraverso avviso pubblico per la presentazione di domande
di finanziamento per le azioni promozionali, educative e per eventuali
interventi conservativi e di salvaguardia degli esemplari arborei monumentali
tutelati.”.
Art. 2
(Norma
finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri
derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge,
determinati nel limite massimo di 50.000,00 euro per ciascuna delle annualità
del bilancio 2023-2025, si provvede con la riduzione dello stanziamento del
Fondo speciale per le leggi di parte corrente, disponibile alla Missione 20,
Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025, che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del
medesimo importo.
2. Le somme indicate al comma 1
sono contestualmente allocate alla Missione 09, Programma 05 (U.09.05) dello
stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023-2025.
3. Per gli esercizi successivi
all’anno 2025, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti delle risorse
disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.
4. La Giunta è autorizzata ad
apportare le necessarie modifiche allo stato di previsione della spesa di
bilancio di previsione 2023-2025.
5.
I finanziamenti di cui all’articolo 1, vengono corrisposti previa
rendicontazione da parte dei Comuni, corredata dalla documentazione comprovante
la spesa sostenuta e gli obiettivi raggiunti.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica della l.r. n. 20/1992)
1.
Alla legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20 (Forestazione, difesa del suolo e
foreste regionali in Calabria) sono apportate le seguenti modifiche:
a)
alla fine del comma 1 dell’articolo 25, è aggiunto il seguente periodo: “Agli
stessi si aggiunge il personale di cui al comma 5 dell’articolo 1 della legge
regionale 2 marzo 2005, n. 8 (Collegato alla manovra di finanza regionale per
l'anno 2005), il cui numero è riportato nel decreto n. 17179 del 21 ottobre
2004 del Dipartimento Forestazione della Regione Calabria.”;
b) al comma 1 dell’articolo
26, dopo le parole: “convertito dalla legge 4 agosto 1984, n. 442”, sono
aggiunte le seguenti: “e di cui alla legge regionale n. 8/2005,” ed alla fine
del medesimo comma, le parole: “31 dicembre 2011”, sono sostituite dalle seguenti:
“30 novembre 2023”.
Art.
2
(Modifica dell’articolo 11 della l.r. n.
25/2013)
1.
All’articolo 11 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione
dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna -
Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e di
politiche della montagna) sono apportate le seguenti modifiche:
a)
al comma 1, dopo la lettera d) sono aggiunte le seguenti:
“e)
di cui alle leggi regionali 2 agosto 2013, n. 40 (Norme per l’utilizzo dei
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità nel bacino regionale e non
ancora utilizzati) e 13 giugno 2008, n. 15 (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2008), che non sia stato contrattualizzato o stabilizzato
ai sensi dell’articolo 1 della legge regionale 25 giugno 2019, n. 29
(Storicizzazione risorse del precariato storico). Il personale di cui al primo
periodo, previa istruttoria a seguito di manifestazione di interesse a cura del
dipartimento competente in materia di lavoro e welfare:
1)
è assunto da Azienda Calabria Verde con contratto di lavoro a tempo determinato
per un numero di giornate annuali determinate nel rispetto del limite di spesa
pari al contributo individuale omnicomprensivo fisso annuo di 11.157,24 euro;
2)
è inquadrato nel livello degli operai qualificati ai sensi del contratto
collettivo nazionale di lavoro ed integrativo regionale per gli addetti ai
lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria.
La
Regione sostiene la contrattualizzazione predetta, trasferendo ad Azienda
Calabria Verde il contributo di cui al numero 1) a valere sulle risorse
allocate alla Missione 15, Programma 03 (U.15.03) dello stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 2023-2025, nel limite massimo di
autorizzazione annuale di spesa.
f) a tempo indeterminato
del comparto idraulico-forestale, trasferito a decorrere dal giorno 1 dicembre
2023 dagli undici consorzi di bonifica commissariati ai sensi della legge
regionale 10 agosto 2023, n. 39 (Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi
di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale), in servizio alla
data del 31 dicembre 2022, che mantiene l’inquadramento previdenziale e il
trattamento economico fondamentale e accessorio, limitatamente alle voci fisse
e continuative.”.
Art.
3
(Clausola di invarianza degli oneri finanziari)
1. Dall’attuazione della presente
legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
4
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione
nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Residui attivi e passivi e fondo cassa)
1.
I dati presunti dei residui attivi e passivi, riportati rispettivamente nello
stato di previsione delle entrate e delle spese del bilancio per l'esercizio
finanziario 2023 approvato con legge regionale 23 dicembre 2022, n. 51
(Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni
2023–2025), sono rideterminati e aggiornati in conformità ai corrispondenti
dati definitivi risultanti dal rendiconto generale per l'esercizio finanziario
2022, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 282 del 12 giugno
2023, per come di seguito indicato:
a)
il totale dei residui attivi al 1° gennaio 2023, al netto delle contabilità
speciali, risulta essere rideterminato definitivamente in euro
4.624.284.762,30;
b)
il totale dei residui attivi delle contabilità speciali al 1° gennaio 2023
risulta essere rideterminato definitivamente in euro 828.978.097,27;
c)
il totale dei residui passivi al 1° gennaio 2023, al netto delle contabilità
speciali, risulta essere rideterminato definitivamente in euro
4.086.013.565,23;
d)
il totale dei residui passivi delle contabilità speciali al 1° gennaio 2023
risulta essere rideterminato definitivamente in euro 457.837.580,26.
2.
Le differenze fra l'ammontare dei residui risultanti dal rendiconto e
l'ammontare dei residui presunti riportati nello stato di previsione del
bilancio per l'esercizio finanziario 2023, sono rappresentate nel Prospetto 1
(Variazione dei residui Parte Entrata) e nel Prospetto 2 (Variazione dei
residui Parte Spesa) allegati alla presente legge.
3. Il fondo di cassa presso il
Tesoriere al 1° gennaio 2023 risulta essere rideterminato in euro
1.101.354.356,57.
Art.
2
(Saldo finanziario alla chiusura dell’esercizio finanziario 2022 e fondo
pluriennale vincolato)
1.
A seguito degli aggiornamenti di cui all’articolo 1, il saldo finanziario alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2022 è rideterminato in euro
1.646.867.927,80.
2.
A seguito dell’approvazione del rendiconto generale dell’esercizio finanziario
2022, il fondo pluriennale vincolato di parte corrente è rideterminato in euro
47.439.880,72 e il fondo pluriennale di parte in conto capitale in euro
316.458.262,13.
3. A seguito degli aggiornamenti
di cui all’articolo 1, le quote vincolate e accantonate del risultato di
amministrazione sono rideterminate in euro 1.714.666.491,01.
Art.
3
(Modifiche autorizzazioni di spesa disposte dall’articolo 2 della l.r. 50/2022)
1. Alle autorizzazioni di spesa
disposte con la Tabella C allegata all’articolo 2 della legge regionale 23
dicembre 2022, n. 50 (Legge di stabilità regionale 2023), sono apportate le
variazioni di cui alla Tabella 1 allegata alla presente legge.
Art.
4
(Nuove disposizioni aventi riflessi di carattere finanziario)
1.
Al fine di garantire la copertura finanziaria delle somme ancora dovute ai
sensi degli articoli 2, 3 e 5, della legge regionale 22 dicembre 1998, n. 14
(Ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole) è autorizzata, per
l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro 418.953,00 a valere sulle
risorse allocate alla Missione 16, Programma 01 (U.16.01) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
2.
Al fine di garantire il miglioramento della qualità dell’aria è autorizzata la
complessiva spesa di euro 1.811.744,80, di cui euro 818.324,00 per l’anno 2023
ed euro 496.710,40 per ciascuno degli anni 2024 e 2025, a valere sulle risorse
allocate alla Missione 09, Programma 08 (U.09.08) dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2023-2025.
3.
Al fine di garantire la copertura annuale degli importi dovuti per il
funzionamento del centro multirischi gestito da Arpacal sulla base di uno specifico protocollo di intesa, è
autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro 300.000,00, a
valere sulle risorse allocate alla Missione 11, Programma 01 (U.11.01) dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
4.
Gli importi relativi alla regolazione finanziaria del maggiore gettito della
tassa automobilistica, relativo agli anni 2016 e successivi, da riversare allo
Stato in applicazione dell’articolo 1, commi 321 e 322, della legge 27 dicembre
2006, n. 296 (Legge finanziaria 2007), sono ridotti nel triennio 2023-2025
rispettivamente dell’importo di euro 77.535,44 per l’anno 2023, di euro
296.445,93 per l’anno 2024 e di euro 615.253,40 per l’anno 2025.
5.
La Giunta regionale è autorizzata a concedere, per l’esercizio finanziario
2023, un contributo una tantum di euro 500.000,00 all’Associazione Angela Serra
per la Ricerca sul cancro – Organizzazione di volontariato Sezione Locride, per
la realizzazione del progetto “N.O.L.E.”, a valere sulle risorse allocate alla
Missione 12, Programma 08 (U.12.08) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2023-2025.
6.
La Giunta regionale è autorizzata a concedere alle amministrazioni provinciali,
per l’esercizio finanziario 2023, un contributo una tantum di euro 500.000,00
da destinare ad opere di manutenzione stradale, a valere sulle risorse allocate
alla Missione 10, Programma 05 (U.10.05) dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2023-2025.
7.
Al fine di garantire il cofinanziamento regionale dei percorsi formativi di
istruzione tecnica superiore, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023,
la spesa di euro 45.000,00, a valere sulle risorse allocate alla Missione 04,
Programma 07 (U.04.07) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025.
8.
Al fine di garantire il pieno svolgimento delle attività previste dall’articolo
34 della legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 (Disciplina in materia di
ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio
rurale), lo stanziamento relativo all’esercizio finanziario 2023, allocato alla
Missione 16, Programma 01 (U.16.01) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2023-2025, è incrementato dell’importo di euro 1.425.000,00.
9.
Al fine di dare esecuzione agli impegni assunti con il Governo in sede di esame
della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 48 (Rendiconto generale e rendiconto
consolidato relativi all’esercizio finanziario 2021), il fondo di garanzia dei
debiti commerciali per l’annualità 2023, allocato alla Missione 20, Programma
03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025, è
incrementato dell’importo di euro 200.863,03.
10.
Le somme rimborsate dallo Stato a valere sulle risorse del Piano Sviluppo e
Coesione (PSC) della Regione Calabria, a fronte degli interventi facenti parte
del Completamento dello Schema idrico sulla Diga del Torrente Menta, già
realizzati e il cui costo è stato interamente sostenuto con oneri a carico
della Regione, rientrano nella disponibilità del bilancio regionale per
l’importo già certificato di euro 41.190.531,84 e per il quale è stata
formulata la richiesta di erogazione da parte dell’autorità responsabile del
PSC e dell’organismo di certificazione della spesa.
11.
Al fine di consentire al competente dipartimento della Giunta regionale di
effettuare interventi diretti di manutenzione straordinaria sulle dighe
regionali, è autorizzata, per l'esercizio 2023, la spesa di euro 700.000,00 a
valere sulle risorse allocate alla Missione 09, Programma 01 (U.09.01) dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
12.
Al fine di sostenere iniziative nel campo dello sport e del tempo libero, è
autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro 57.500,00,
allocata nello stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025 alla
Missione 06, Programma 01 (U.06.01). L’elenco dei beneficiari dei contributi
comprensivo del relativo ammontare è approvato con provvedimento dell’Ufficio
di Presidenza del Consiglio regionale ed è trasmesso alla Giunta regionale, al
solo fine dell’adozione degli adempimenti connessi all’erogazione, a cura dei
dipartimenti competenti, delle somme concesse.
13.
Per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblico interesse al fine di
migliorare la sicurezza, la mobilità e la qualità della vita della popolazione
calabrese, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro
715.000,00, allocata nello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025 alla Missione 08, Programma 01 (U.08.01). L’elenco dei beneficiari
dei contributi comprensivo del relativo ammontare è approvato con provvedimento
dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed è trasmesso alla Giunta
regionale, al solo fine dell’adozione degli adempimenti connessi
all’erogazione, a cura dei dipartimenti competenti, delle somme concesse.
14.
Al fine di sostenere attività di solidarietà sociale nei confronti delle fasce
deboli presenti sul territorio regionale, è autorizzata, per l’esercizio
finanziario 2023, la spesa di euro 225.400,00, allocata nello stato di
previsione della spesa del bilancio 2023-2025 alla Missione 12, Programma 07
(U.12.07). L’elenco dei beneficiari dei contributi comprensivo del relativo
ammontare è approvato con provvedimento dell’Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale ed è trasmesso alla Giunta regionale, al solo fine
dell’adozione degli adempimenti connessi all’erogazione, a cura dei
dipartimenti competenti, delle somme concesse.
15. Al fine di incentivare la
valorizzazione del territorio regionale e la promozione della cultura e della
legalità, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro
1.202.000,00, allocata nello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025 alla Missione 05, Programma 02 (U.05.02). L’elenco dei beneficiari
dei contributi comprensivo del relativo ammontare è approvato con provvedimento
dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ed è trasmesso alla Giunta
regionale, al solo fine dell’adozione degli adempimenti connessi
all’erogazione, a cura dei dipartimenti competenti, delle somme concesse.
Art.
5
(Circolarizzazione debiti-crediti con Sorical
S.p.a.)
1.
Al fine di garantire la copertura finanziaria delle somme dovute a Sorical S.p.a. per la fornitura idrica nel campo profughi
di San Ferdinando per il periodo dal 2018 al 2022, è autorizzata, per
l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro 486.236,91 a valere sulle
risorse allocate alla Missione 09, Programma 04 (U.09.04) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
2.
Al fine di dare copertura finanziaria ai crediti vantati da Sorical
S.p.a., per la realizzazione degli interventi finanziati con le risorse
dell’APQ “Ciclo integrato delle acque” e con la Misura 1.1 del POR
2000-2006, per i quali sono stati
registrati nel corso del tempo incrementi dei costi non previsti, è
autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023 la spesa complessiva di euro
3.458.367,88 a valere delle risorse allocate alla Missione 09, Programma 04
(U.09.04) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
3.
Al fine di garantire la copertura finanziaria delle somme dovute a Sorical S.p.a. a titolo di rimborso delle spese sostenute
per il servizio di recupero dei crediti regionali espletata nell’anno 2009 ai
sensi dell’articolo 14 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Collegato
alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007), è autorizzata, per
l’esercizio finanziario 2023, la spesa di euro 322.151,00 a valere sulle
risorse allocate alla Missione 09, Programma 04 (U.09.04) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2023-2025.
4.
Alla copertura finanziaria delle somme indicate nei commi 1, 2 e 3, per un
totale complessivo di euro 4.266.755,79, si provvede per euro 1.539.888,01
mediante riallocazione per pari importo delle quote vincolate del risultato di
amministrazione e per la parte restante, pari
a euro 2.726.867,78, attraverso una quota parte dei crediti vantati
dalla Regione nei confronti della Sorical S.p.a.
iscritti per un importo complessivo di euro 7.872.159,13, al Titolo 3, Tipologia 100, dello stato di
previsione dell’entrata del bilancio di previsione 2023-2025.
5. La differenza fra i crediti
vantati dalla Regione e i debiti nei confronti di Sorical
S.p.a., al netto di quelli che trovano copertura a valere sulle quote vincolate
dell’avanzo di amministrazione, è accantonata nel Fondo crediti di dubbia
esigibilità, che è pertanto incrementato dell’importo di euro 5.145.291,35.
Art.
6
(Variazioni al bilancio di previsione 2023-2025)
1. Nello stato di previsione di
competenza e di cassa della parte entrata e della parte spesa del bilancio
2023-2025, approvato con legge regionale 23 dicembre 2022, n. 51 (Bilancio di
previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2023-2025), sono
complessivamente introdotte le variazioni di cui alle allegate Tabelle Entrata
(Variazioni alle previsioni di entrata) e Spesa (Variazioni alle previsioni di
spesa).
Art.
7
(Variazioni al quadro generale riassuntivo e
agli allegati al bilancio di previsione 2023-2025)
1.
Il quadro generale riassuntivo del bilancio della Regione per il triennio
2023-2025 è modificato secondo le variazioni apportate agli stati di previsione
dell’entrata e della spesa con la presente legge.
2. Gli schemi di bilancio e i
relativi allegati, di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e
degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro
organismi), sono modificati in conseguenza delle variazioni apportate agli
stati di previsione dell’entrata e della spesa con la presente legge.
Art.
8
(Copertura finanziaria)
1.
Alla copertura finanziaria delle disposizioni contenute nella presente legge si
provvede con le maggiori entrate e le minori spese indicate nelle allegate
Tabelle Entrata (Variazioni alle previsioni di entrata) e Spesa (Variazioni
alle previsioni di spesa).
2. La Giunta regionale è
autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al documento tecnico e al
bilancio finanziario gestionale 2023-2025, ai sensi dell’articolo 51 del d.lgs.
118/2011.
Art.
9
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.