XI^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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N. 17
SEDUTA Di LUNEDì 26 APRILE 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI
ARRUZZOLO E DEL VICEPRESIDENTE LUCA MORRONE
Presidenza
del presidente Giovanni Arruzzolo
La seduta inizia alle 13,20
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori con il primo punto all'ordine del giorno, riguardante il
dibattito sulla sanità in Calabria, per come deliberato nell'ultima seduta.
È stato invitato a partecipare il Commissario ad acta, dottor Guido
Longo, che ringrazio per aver accolto l'invito e per la sua presenza qui in Aula.
Cedo la parola al Presidente facente funzioni della Giunta regionale.
Ringrazio il Presidente e i consiglieri. Do
lettura, preliminarmente, di una nota che ho preparato proprio stanotte all’uopo
e, poi, farò qualche comunicazione:
L'emergenza sanitaria nella regione Calabria ha raggiunto
da anni livelli insostenibili.
La pandemia ha, di fatto, aggravato la situazione
perché ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità, l'incapacità del Sistema
sanitario regionale ad offrire livelli minimi di assistenza sanitaria.
Sebbene abbia manifestato pubblicamente la mia
contrarietà sia nel merito sia nella forma alla riproposizione del “Decreto
Calabria” – e questa è storia nota – ho inteso, fin dal primo giorno, assieme
alla Giunta, avviare un percorso di collaborazione e di sostegno alle attività
che l'organo commissariale ha inteso perseguire.
Tra i primi atti posti in essere, vi è stata la
decisione di sancire formalmente il supporto di tutte le risorse umane e
strumentali del Dipartimento tutela della salute che, a seguito di
deliberazione della Giunta regionale, sono state formalmente messe a
disposizione della struttura commissariale.
Abbiamo, inoltre, avviato una serie di
manifestazioni di interesse per l'assunzione di funzionari e personale
dirigente, per completare ulteriormente il contingente del Dipartimento che – è
importante ricordare – è supportato anche da dirigenti medici e funzionari in
utilizzo, provenienti dalle Aziende territoriali, ai quali si sono aggiunti i
tecnici dell’Age.Na.S., così come previsto dal “Decreto Calabria”.
La Giunta regionale, inoltre, ha recentemente
completato l'iter di assegnazione nei
relativi capitoli di bilancio di 175 milioni di euro per investimenti e per
l'assunzione di nuove professionalità nel Servizio sanitario regionale e, per
favorirne una più celere attuazione delle relative procedure di spesa, è stato
individuato un adeguato supporto tecnico da parte del Dipartimento programmazione
nazionale e comunitaria.
Per quanto riguarda l'emergenza sanitaria che
stiamo vivendo, prima di tutto fatemi rivolgere un pensiero a chi sta soffrendo
in un letto di ospedale o nella propria abitazione, a chi vorrebbe anche solo
rivolgere una parola o uno sguardo ad un proprio familiare o ad un amico
ammalato.
Un pensiero particolare lo rivolgo ai tanti che non
ci sono più e ai loro familiari che, purtroppo, non hanno potuto né assisterli
né salutarli per l'ultima volta.
Se l'emergenza è difficile da gestire per tutti,
figuriamoci per una Regione che era già in una condizione di strutturale
emergenza.
Ci saranno altre occasioni per ragionare sulla
portata generale di quanto stia accadendo, ma non posso non sottolineare il
lavoro quotidiano, frutto di uno spirito di collaborazione basato, solo ed
esclusivamente, sulla necessità di dover fornire una risposta immediata alle
emergenze del territorio, anche grazie al supporto dell'Unità di crisi
regionale, alle continue interlocuzioni con i Ministri competenti e il Commissario
straordinario, generale Figliuolo.
Con senso di responsabilità e nonostante la
confusione dettata dalle norme vigenti che attribuiscono al Commissario ad
acta l'attuazione del Piano operativo Covid e del Piano vaccinale, abbiamo
fronteggiato l'emergenza istituendo le “zone rosse”, approntato un Piano straordinario
di riconversione delle Strutture per l'ampliamento dei posti letto e
distribuito ingenti risorse per far fronte alle nuove assunzioni, grazie
soprattutto ad un costante lavoro degli Uffici regionali, dei Dipartimenti di
prevenzione e di tanti amministratori locali.
Per rappresentare il quadro del nostro sistema
sanitario basterebbe un solo dato: nell'ultimo decennio, nelle Strutture
sanitarie calabresi, sono stati investiti circa 15 euro pro capite mentre, nello stesso periodo, la media nazionale è stata
di 45 euro pro capite.
Come tutti ben sapranno, il Piano di rientro del
disavanzo della spesa sanitaria della Regione Calabria risale al 2009 e
prevedeva una serie di interventi da attuare nel biennio, finalizzati a
ristabilire l'equilibrio economico-finanziario, ma così non è stato!
Troppe le criticità, le inadeguatezze e soprattutto
il mancato adempimento previsto dallo stesso Piano.
Fatti che hanno portato alla nomina di Commissari ad
acta e a vari interventi del Governo che sono culminati con i due “Decreti
Calabria” che, di fatto, hanno completamente esautorato la Regione di poteri di
organizzazione e coordinamento.
Tutto ciò appare paradossale, se pensiamo che nella
Regione le spese correnti della sanità pesano l’11 per cento del PIL (Prodotto interno lordo) e assorbono il
76 per cento delle spese correnti del bilancio regionale.
I dati che emergono in tutta la loro gravità vi
dicono che, in questi anni di commissariamento, il deficit accumulato
dal Servizio sanitario regionale, non solo non è diminuito, ma addirittura è aumentato.
A questo bisogna aggiungere il debito complessivo
delle Aziende sanitarie, che in molti stimano a circa 3 miliardi di euro,
centesimo più centesimo meno.
Tutto ciò, in un contesto di disordine
amministrativo dove, addirittura, mancano i bilanci. L'ASP di Cosenza non ha
ancora presentato il consuntivo del 2018, mentre a Reggio Calabria non
risultano approvati dal 2013 al 2018; per non parlare dei tempi medi di
pagamento che hanno raggiunto punte di 900 giorni.
Gli stringenti vincoli del regime commissariale non
solo hanno determinato un aumento del deficit, ma hanno avuto devastanti
effetti sull'offerta sanitaria, riducendo i posti letto su 10 mila residenti a
19 contro una media italiana di 41.
Un contesto paradossale nel quale i cittadini
calabresi si accollano il peso delle elevate imposte regionali per coprire i
disavanzi sanitari generati in gran parte da ruberie, disorganizzazione,
inefficienze e nel contempo sono costretti a ricorrere a prestazioni offerte da
strutture private e dal sistema delle professioni mediche di specialisti
regionali ed extraregionali, alimentando inoltre l'enorme peso dell'emigrazione
sanitaria.
Dinanzi a questo scenario, l'unica soluzione
percorribile è un intervento straordinario dello Stato, che non sottragga alla
Regione i poteri di organizzazione e di coordinamento, ma imponga, attraverso
un Piano straordinario, la verifica e la determinazione certa del debito con il
conseguente azzeramento di tutte le pendenze pregresse.
In tale direzione, nei giorni scorsi ho inviato una
richiesta accorata al presidente Draghi, in quanto convinto che senza
l'azzeramento del debito sanitario questa Regione non potrà mai ambire ad
offrire ai propri cittadini il sacrosanto diritto alla salute.
Ho ribadito che la Regione Calabria parte da una situazione
di svantaggio, nota da più di un secolo e a cui lo Stato dovrebbe, una volta
per tutte, porre rimedio.
In un tempo in cui, per salvare il nostro Paese da
una pesante crisi, sono stati messi da parte i più estremi egoismi identitari,
non può esservi occasione migliore per porre rimedio alle ingiustizie e ridare
la dignità che i cittadini calabresi meritano.
Oggi siamo qui davanti a voi, signori consiglieri,
signor Presidente, per chiarire un po' di cose che riguardano la sanità e per
chiarirle a chi già chiare dovrebbe averle.
Noi siamo a fianco al Commissario ad acta e
lo siamo nei giorni più difficili per la Calabria, resi così difficili da una
mala gestione della sanità, che non è certamente di questo anno, non è
certamente di questi mesi e non è certamente di questa amministrazione.
Ritengo che chi è più anziano di me in quest'Aula –
e siete in tanti – lo dovrebbe sapere; per cui evito di sottolineare quello che
è già sottolineato perché, a sottolineare quello che sottolineato è già, si
corre il rischio di cancellarlo; ed è bene che non venga cancellato.
Il prefetto Longo, arrivato come Commissario ad
acta nel momento più drammatico della storia dell'umanità intera,
dell'Italia e della Calabria, non poteva che essere accolto in amicizia.
Pur non potendo condividere le responsabilità – che
sono in capo al Governo tramite il Commissario ad acta che è il suo massimo
rappresentante – in qualità di rappresentanti eletti o nominati dal popolo
calabrese non lo avremmo mai potuto lasciare da solo nell’azione e non certamente
nella decisione – che non ci spetta, non ci compete e non avremmo mai indossato
ad onta e ad offesa del Governo italiano – ma nell’attuazione dei Piani che
riguardano la tutela della salute dei calabresi; saremmo stati sciocchi, sordi
e assolutamente ingiustificati e ingiustificabili.
Il prefetto Longo, con la sua storia, non ha
bisogno di essere certamente presentato da me. Ha fatto le grandi battaglie
contro la malavita e ritengo che, in questa sua nuova veste, le debba
riprendere, caro Prefetto, perché nella sanità calabrese di malavita o di
attività malavitosa sicuramente ce n'è stata abbastanza e mi auguro che non ce
ne sia più.
Fornirò delle informazioni rapide su alcune cose di
cui ci siamo occupati – ripeto – a sostegno, ad accompagnamento e perché la
tutela della salute passa anche attraverso la tutela del lavoro, di coloro i
quali tutti i giorni sono immersi nella sanità calabrese anche per professione.
È delle ultime ore una mia lettera indirizzata al Ministro
della salute, Roberto Speranza, al Ministro degli interni, Luciana Lamorgese, ai
due rispettivi Capi di Gabinetto, degli interni e della salute, e al Sottosegretario
agli interni, Nicola Molteni, con la quale chiedo che venga disposto subito un team di ispettori sul caso Sant'Anna
Hospital di Catanzaro perché certi atteggiamenti non possono essere più
tollerati.
Se c'è qualcuno che ha sbagliato dovrà pagare, ma
non possono pagare i cittadini, i pazienti e i professionisti calabresi che in
una struttura seppur privata, convenzionata e, quindi, riconosciuta, stanno
salvando vite da decenni.
In questi giorni di strana confusione dove, molto
spesso, il gossip – passatemi la
parola straniera – il pettegolezzo su presunte dichiarazioni, veritiere o meno,
ha preso il posto della verità, abbiamo bisogno di appurare la verità e di
difendere tutte quelle professionalità e quei luoghi della salute che oggi
hanno bisogno del nostro intervento.
Tutti quanti voi sarete sicuramente a conoscenza
del blitz – passatemi la seconda
parola non italiana – l’incursione presso i locali dell'Ospedale “Villa Bianca”
di Catanzaro, perché non sono più tollerabili e tollerati i ritardi nelle
risposte ad Ordinanze precise.
Non è più possibile aspettare che si coordinino
interessi che devono essere dichiarati e, se non sono interessi chiari, bisogna
poter intervenire. “Villa Bianca” può e deve recuperare 100 posti
di degenza. Ci sono le strutture e c'è la possibilità oggi, con l'intervento
della struttura del Commissario straordinario, rappresentata in Calabria dal
generale Saverio Pirro - del quale sono onorato di poter dire essere diventato,
non voglio usare la parola amico perché potrebbe diventare un po' troppo, ma
grande estimatore - che sta dando una grande risposta alla nostra terra.
Avevamo bisogno di
aiuto? Allora è bene che ci arrivi il migliore degli aiuti a cui possiamo
ambire: l'uniforme dell'Esercito italiano. A loro dovevamo rivolgerci e a
nessun altro, chiunque altro ci avrebbe lasciato il dubbio, l'Esercito no!
Infatti così è stato,
perché abbiamo ottenuto l'Ospedale militare a Cosenza, oggi centro vaccinale,
abbiamo ottenuto le tende per Catanzaro e, in fase di organizzazione, quella
per Lamezia Terme, abbiamo ottenuto i team vaccinali per il centro vaccinale
della Piana, ben due unità mobili con ufficiali e sottufficiali e ambulanze,
una è arrivata la settimana scorsa, una sta arrivando, se non è addirittura
arrivata in queste ultimissime ore.
Assieme all’Esercito
stiamo dando una grande mano d'aiuto al Commissario ad acta, perché il generale Pirro si è affiancato al prefetto Longo
ed è partita finalmente quella campagna vaccinale, che è stata timida nelle
prime settimane e confusa in quelle successive, perché molto spesso, quando
all'orizzonte ci sono le elezioni, la regia cambia e ci sono degli attori che
pensano di poter indossare il ruolo da protagonista delle elezioni e non di ben
altro e più importante progetto.
Abbiamo un grande aiuto
da parte di molti sindaci che organizzano e poi si rivolgono alla struttura
regionale che è a fianco del commissario Longo. Una struttura regionale che non
è composta solo dall'Unità di crisi, molto popolosa e rappresentativa: tutti i
Commissari delle ASP e delle Aziende ospedaliere, rappresentanti del mondo del
lavoro, rappresentanti delle varie categorie sanitarie che hanno sottoscritto i
Protocolli di intesa, rappresentanti della Protezione civile regionale, che
stanno lavorando come un esercito e stanno portando avanti su tutti i territori
dei risultati di un'eccellenza mai vista.
Noi siamo passati dai
timidissimi 2.500 vaccini al giorno delle prime settimane ai 19 mila di sabato,
ai quasi 16 mila di domenica, ai 12.500 di venerdì, eccetera, eccetera.
Abbiamo capito che la
nostra potenza di fuoco delle ultime ore è esattamente quella che abbiamo raggiunto,
ma non in fase straordinaria, in fase ordinaria, perché se siamo riusciti ad
andare a regime con 12.500, 19.000, 15.000 in una giornata di festa, come la
domenica, vuol dire che siamo capaci di continuare già oggi e domani e
dopodomani e il giorno dopo ancora con questi numeri.
Questi numeri sono
possibili solo utilizzando la piattaforma di prenotazione che oggi e da qualche
giorno è gestita in maniera centralizzata proprio dalla struttura che è
all'apice della campagna vaccinale e quindi il Commissario ad acta, la Protezione civile e l'esercito.
Oggi si deve poter
continuare a vaccinare solo attraverso la piattaforma, perché prima - e non è
detto che fosse illegale o illecito, era timido - abbiamo vaccinato persone per
le quali è stata compilata la scheda e quindi esiste il documento ufficiale, ma
poi non si è trovato il tempo per riportare quei dati sul sistema centrale e
sono 23.000 in tutta la Calabria.
Certo, i vaccinatori
hanno vaccinato e gli amministrativi hanno parzialmente lavorato. Cioè, hanno
registrato e messo a posto le schede che, in queste ore, un folto gruppo di
volontari della Protezione civile sta inserendo definitivamente nei dati che
tutti quanti noi leggiamo ufficialmente nelle classifiche nazionali.
Per cui, io devo ringraziare
anche chi nelle prime settimane, timidamente e magari anche in maniera confusa,
ha voluto comunque dare una mano. Oggi tutto è nel sistema e non sfugge nulla.
I vax day, per usare ancora una parola del
nuovo italiano, o i giorni del vaccino, di sabato e domenica, a questo punto
possono essere ripetuti dal lunedì alla domenica, tutti i giorni della
settimana. Non c'è più necessità di avere la giornata dedicata.
Fosse
per me, le giornate le cancellerei tutte, perché alla fine di quella giornata
tutti si puliscono la coscienza e il giorno dopo la dimenticano.
Sappiamo
quanto sia così per le giornate delle memorie, per le giornate della mamma, del
papà, della famiglia, dell'amore, eccetera, eccetera, eccetera. Se si
ricordassero quelle giornate non ci sarebbero omicidi, non ci sarebbero
uxoricidi, non ci sarebbero violenze.
Quindi,
io mi auguro, ma ne sono certo, che questa velocità che stiamo prendendo da
zoppi - la parola è parola italiana - perché la nostra sanità ha una gamba
offesa e non può certamente andare di pari passo a ben altre sanità che delle
nostre debolezze si sono ingrossate ed ingrassate…
Il
paragone non può reggere, ma la cosa incredibile è che mentre posso
giustificare il finto assalto menzognero proveniente da fuori regione,
perdonatemi, non posso accettare l'attacco dal Pollino in giù o dallo Stretto
in su, perché non è giustificabile.
Nessuno
dovrebbe cercare di edulcorare la propria conoscenza facendo finta di non
averla e attaccando costantemente, se non il sistema sanitario, l’Amministrazione
regionale sulla sanità.
Questo
non fa un servizio buono né a chi sta lavorando, né a chi deve essere curato,
né tantomeno a chi ci guarda da fuori, calabresi e non.
Vi
ringrazio e sono a vostra disposizione. Sono molto contento che oggi ci siano
qui il prefetto Longo e il direttore Brancati che da pochissimo ha vestito con
grande spirito di abnegazione, nonostante le sue altre necessità, il ruolo di
direttore generale del Dipartimento salute.
Su
questo, giusto per concludere, spendo due parole. A volte può sembrare che
certe chiusure possano essere dispettose o addirittura dannose, io ritengo che,
per come ci siamo causati il nostro male, a volte certe distanze e certe
perplessità alla concessione facile possano essere salutari. Al Dipartimento abbiamo
grandi difficoltà, perché ereditiamo un Dipartimento azzoppato, ma devo dire
che proprio in queste ultime settimane - e questo lo devo al dottore Brancati
che ha una visione molto costruttiva - il Dipartimento sta ritrovando una
propria dignità e quindi, col passo lento di chi deve costruire, questa volta
sulla roccia e non sulla sabbia, anche il Dipartimento della salute sta
riprendendo il suo lavoro. Grazie.
Commissario
Longo, ha facoltà d’intervenire.
Buongiorno a tutti.
Innanzitutto, sono
onorato di essere ospitato in un così importante consesso per affrontare alcune
problematiche che riguardano la sanità calabrese.
Sono stato nominato dal Governo
precedente ed ho accettato perché si trattava della Calabria. Sono molto
legato, come tutti sanno, alla Calabria, in particolare alla provincia di
Reggio Calabria dove ho prestato servizio per parecchi anni e dove ho gli amici
più fidati e sinceri, pochissimi a dire il vero, ma reggini.
Ho accettato perché era
la Calabria, ho accettato perché ho sentito di compiere questo sforzo per il
popolo calabrese. Non ho altri interessi, men che mai economici perché io sono
un pensionato, mia moglie è funzionario di polizia, non abbiamo prole, quindi
non abbiamo grossi problemi economici.
Non l'ho fatto per
percepire uno stipendio che mi viene elargito dalla Regione con un
accantonamento particolare. È bene che questo si sappia: la Regione Calabria
paga, purtroppo, questo commissariamento straordinario.
Ho trovato la sanità in
una situazione precaria sotto l'aspetto gestionale e funzionale.
Le prestazioni sanitarie
sono quelle che sono, purtroppo siamo abbondantemente al di sotto dei LEA, i
livelli essenziali di assistenza sanitaria.
Abbiamo due Aziende
sciolte per mafia; per una, per fortuna, è cessata l’11 marzo e si è potuta
riavere la gestione di un Commissario straordinario, che ho nominato con
l'approvazione del Presidente della Regione, l'altra ancora permane e finirà a
ottobre.
La Commissione
straordinaria di Reggio non ha sortito gli effetti sperati sul piano della
gestione aziendale. I problemi che riguardano l'ASP di Reggio Calabria sono
noti, ma non ho potuto constatare nessun passo avanti.
Sto concordando con il
nuovo Commissario straordinario la strategia da avanzare per cercare,
quantomeno, di quantificare il debito, ma il punto fondamentale è che, secondo
me, - l’ho comunicato anche ufficialmente - richiederebbe una gestione stralcio
in modo da separare il passato dal presente, altrimenti non penso si possa
uscire da questa situazione.
Lo stesso dicasi per
l’altra ASP al momento in difficoltà, quella di Cosenza, falcidiata una grossa
inchiesta giudiziaria che ne ha decapitato i vertici e purtroppo ha accertato
la falsità dei tre bilanci 2015-2016-2017, impedendo, al momento, la
possibilità di fare i bilanci 2018 e 2019 perché, come tutti ben sappiamo, la
continuità contabile non permette, per
saltum, nessun tipo di rendicontazione.
Per cui ho proposto ai
Tavoli ministeriali la possibilità di una sospensione del termine trimestrale
in modo che si possa dare il tempo al nuovo Commissario, quantomeno, di
quantificare il debito del contenzioso. È importante, per poi poter ripartire.
Aspetto ancora la risposta, per cui si vedrà.
Le
altre ASP sono in situazioni non eccellenti. Purtroppo non ho potuto approvare
i bilanci 2018 e 2019 dell'ASP di Vibo Valentia perché c'era un disavanzo non
giustificabile. Lo stesso dicasi per Crotone e per l’ospedale Pugliese-Ciaccio
e il Mater Domini.
La
situazione non è assolutamente tranquillizzante, comunque stiamo vedendo, con i
nuovi Commissari, come poter ovviare a quegli inconvenienti di gestione
contabile che hanno impedito l’approvazione dei bilanci 2018 e 2019.
Anche
l'ASP di Catanzaro ha problemi di bilancio, non come le altre, ma ha comunque
problemi di disavanzo.
A questo proposito, volevo aprire il discorso sull’Ospedale
Sant'Anna perché è bene che si faccia subito. L'accreditamento è stato fatto.
Le verifiche sono state fatte.
Tutto è risultato secundum
legem; per cui, ho intessuto e sto continuando a intessere interlocuzioni
con l'ASP di Catanzaro, affinché proceda alla firma dei contratti per il 2021,
fermo restando il procedimento penale pendente, che ha un percorso parallelo e
separato. Ovviamente, interloquirò anche con l’Autorità giudiziaria, per quello
che è possibile fare e per cercare di definire questa situazione una volta per
tutte, anche perché sulle prestazioni del Sant'Anna penso che si siano espressi
tutti, anche l’Age.Na.S. ufficialmente; non per nulla era stata inserita nel
DCA numero 64 del 5 luglio del 2016 tra le strutture sanitarie della rete
ospedaliera – non è un caso, assolutamente, per la riorganizzazione delle reti
assistenziali – in modifica del precedente DCA del 3 marzo del 2016; cioè, era
stato inserito nella rete ospedaliera di prestazioni sanitarie.
Questo è un discorso che si cercherà di definire nel modo più
equo possibile, fermo restando il fatto che ne va della salute dei calabresi e,
quindi, non possiamo assolutamente passarci su, assolutamente no!
A breve farò il Programma operativo 2022-2024 partendo,
ovviamente, dalla situazione Covid che ha reso il Programma 2019-2021 un po'
inattuale; quindi, procederò immediatamente ad attuare, in tempi più o meno
brevi, un nuovo Programma 2022-2024, partendo dall'emergenza Covid e anche
affrontando le problematiche che si porranno nel post Covid che, a sua volta,
imporrà scelte, valutazioni e programmi diversi rispetto al passato, purtroppo!
Piano vaccinale.
Questa è l'unica Regione d’Italia che ha tre Piani vaccinali.
L'unica!
Mentre le altre Regioni non hanno fatto Piani vaccinali e si
sono adeguate a quello nazionale, noi abbiamo voluto calarlo nella realtà e
fare tre Piani vaccinali, a seconda dei vari step di effettuazione dello stesso Piano vaccinale.
Lo stiamo portando avanti, grazie all'aiuto che mi ha dato il
presidente Spirlì, mettendomi a disposizione la Protezione civile e
interloquendo col generale Figliuolo, affinché ci fosse la presenza stabile sul
territorio di una struttura logistica militare comandata dal generale Pirro.
Questo è stato, ed è, un grosso aiuto per noi; tant’è che le
vaccinazioni hanno preso una lievitazione notevole, passando dai 4-5 mila ai
16-19 mila al giorno. Contiamo di andare avanti e di superare il limite delle
20 mila al giorno.
Non so se avete avuto modo di visitare gli Hub vaccinali di nuovissima istituzione,
uno per ogni Regione.
Francamente, ritengo che non abbiamo nulla da invidiare a
nessuno perché sia sul piano organizzativo sia sulla velocità delle
somministrazioni, nessuno può dire nulla.
Come diceva il presidente Spirlì, abbiamo proceduto
all’inserimento centralizzato delle prenotazioni, al fine di evitare le
spiacevoli situazioni che si sono verificate e, nello stesso tempo, daremo dei target di vaccinazione ai vari siti
vaccinali, in modo che si faccia quella quantità e sicuramente quella, non
altra.
Anche la distribuzione dei vaccini verrà organizzata sul
piano centralizzato, per cui verranno dati tanti vaccini per quante debbono
essere le prenotazioni esaudite.
Alla fine, una buona organizzazione è quella che paga
A proposito dell’attuazione della legge numero 150 del 2020,
il presidente Spirlì e la Giunta regionale mi hanno messo a disposizione tutto
un Dipartimento, anche se, giustamente, come ha osservato sempre lo stesso
presidente Spirlì, è un Dipartimento un po’ falcidiato negli anni e poco
curato; mancano dei capi settori, però abbiamo la grossa fortuna di avere il dottor
Brancati come direttore generale che, sul piano della competenza, della serietà
e della professionalità non è secondo, credetemi, a nessuno.
Lo dico per tutto il Paese, non soltanto per la Calabria; è
conosciutissimo in tutto il Paese.
Di recente, mi sono stati assegnati due sub-commissari – uno
esperto in materia sanitaria e l'altro esperto in materie economico-finanziarie
– che mi affiancheranno in questo lavoro.
Stiamo avendo un grosso supporto anche da parte
dell’Age.Na.S.
Sono state mandate circa 15 unità; ne mancano altre 21, ma
sono stati banditi i concorsi, hanno già fatto la graduatoria, stanno per
scegliere e ci verranno mandati anche questi e, credetemi, è gente qualificata,
anche perché è gente dell'Age.Na.S. che ha già lavorato in Calabria negli anni
scorsi; per cui, sa di cosa parliamo e in che termini se ne sta parlando
adesso.
Mi auguro che si riesca a trovare quantomeno un altro paio di
capi settore perché, purtroppo, per la GSA il dottor Ferrari è stato costretto
a lasciare per l'indagine di Cosenza e, in qualche altro settore di tipo
territoriale, abbiamo avuto delle defezioni per motivi di salute.
Per il momento, li sta reggendo temporaneamente il dottor
Brancati con enorme sacrificio, ma auspico che si riescano ad individuare due
figure che possano reggere questi due settori cardine – ripeto, cardine – del Dipartimento e,
inevitabilmente poi, della struttura commissariale.
Stiamo andando avanti e conto molto di poter ridisegnare la
sanità calabrese sulla base del nuovo Programma 2022-2024.
Per il momento, questo è quanto. Vi ringrazio e, ovviamente,
aspetto le vostre domande sui singoli argomenti e sulle singole problematiche.
Grazie.
Grazie, commissario Longo. Per il primo intervento è
prenotato il consigliere Graziano.
Ricordo, preliminarmente che, d'accordo con tutti i
capigruppo, abbiamo stabilito che per regolare al meglio l'ordine dei lavori,
il tempo concesso per i singoli interventi sarà di cinque minuti per i
consiglieri e di dieci minuti per i capigruppo.
Pertanto, vi chiedo di rispettare i tempi stabiliti,
altrimenti mi vedrò costretto, mio malgrado, a spegnere il microfono, anche se
ritengo che non ce ne sarà bisogno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il Presidente della Giunta, gli Assessori,
i consiglieri, sua eccellenza il prefetto Longo, Commissario ad acta.
Commissario, come lei ben sa e come ho sottolineato in una
lettera che ho scritto a novembre al presidente Conte e al ministro Speranza,
veniamo da più di 11 anni di commissariamento, in cui la privazione e la
sottrazione dei servizi è aumentata e il disavanzo ha raggiunto cifre
esponenziali.
Attendiamo che lei che ci dia la cifra giusta, ma si parla di
oltre 2 miliardi di euro delle Aziende ospedaliere e delle Aziende provinciali.
Esattamente il contrario delle motivazioni per cui questa
Regione è stata commissariata, per una cattiva gestione della politica che
prima ha preceduto i Commissari, a cui è subentrato un periodo che, purtroppo,
non ha portato miglioramenti.
Durante il regime commissariale sono stati chiusi 18 ospedali
periferici per dare più efficienza alla rete ospedaliera attraverso il
potenziamento degli Hub e degli Spoke, attraverso un potenziamento della
rete territoriale di nuovi servizi sanitari ed anche con la nascita di quattro
nuovi ospedali in territorio regionale.
Come lei ben sa e come prima ha acclarato, nulla di tutto ciò
è accaduto! La medicina territoriale è completamente assente. C'è stato il
blocco del turnover per effetto del
commissariamento. I valori dei LEA (Livelli
essenziali di assistenza), come lei ha sottolineato, sono fra i più bassi
d'Europa, se non i più bassi.
La crescita dell'emigrazione sanitaria ha raggiunto il 10 per
cento della spesa sanitaria; oltre 300 milioni di euro all'anno.
Le aliquote fiscali dei cittadini che non ricevono i servizi
sanitari sono andate al massimo e siamo la Regione d’Italia che paga le
aliquote maggiori per un servizio sanitario che non ha.
Quali sono le cause? Gravi omissioni, anche durante i regimi
commissariali; esperienze e inadempienze dolorose; il sistema clientelare ha
continuato più e peggio di prima; speculazione di interventi di carattere
economico a vantaggio di pochi.
La sanità in Calabria sta andando verso la bancarotta.
Lei ha un compito improbo, ma è stato chiamato perché è una
persona eccellente che è stata al servizio dello Stato italiano. C'è stata inerzia
ed inefficienza da parte dei Commissari, nonostante gli ampi poteri di deroga e
di decisione.
Molte ASP non hanno l'approvazione dei bilanci relativi a più
esercizi finanziari. In molte ASP non esiste né una contabilità analitica né un
controllo di gestione delle Aziende. Ci sono bilanci non veritieri.
Come ha detto poc’anzi, lei ha respinto i bilanci dell'ASP di
Vibo e di Crotone. Ricordo il decreto numero 52, che riguarda l'Azienda
sanitaria di Vibo Valentia, in cui lei boccia il bilancio perché ci sono delle
poste non veritiere.
Tuttavia, le devo dire, che i commissari che hanno redatto
questi bilanci, sono stati poi nominati in altre Aziende ospedaliere o Aziende
territoriali di questa regione.
Su questo deve porre un minimo di riflessione.
Tutto ciò ha acuito il dissenso, giustificatissimo, dei
cittadini, dei nostri concittadini nei confronti delle Istituzioni. L'emergenza
Covid ha acuito questo dissenso. Per non parlare della cattiva gestione
dell'emergenza durante il regime commissariale.
Sono stati aperti ospedali da campo, che poi sono stati
rapidamente tramutati in Hub
vaccinali.
Evidentemente, non era necessario avere ospedali da campo,
visto che ne abbiamo molti chiusi.
I Pronto soccorso sono stracolmi. C'è stata
un’ospedalizzazione dei pazienti Covid in questa gestione, secondo me,
fallimentare. Gli altri ammalati oncologici, cardiopatici, diabetici non
riescono a curarsi.
Teniamo conto che l'aumento della mortalità nell'ultimo anno
è dovuto per il 60 per cento al Covid e per il restante 40 per cento ad altre
patologie che non sono state curate, alla mancata prevenzione, al mancato
ricovero, alla non apertura delle sale operatorie, che per la maggior parte dei
giorni della settimana stanno chiuse.
È necessaria, quindi – e su questo convengo con lei,
considerato il fallimento totale della filiera dei commissari – una radicale
riforma della sanità calabrese.
La invito a leggere la proposta di legge numero 42, che ho
presentato ad agosto del 2020 e che riguarda la riorganizzazione dell'Azienda e
del sistema sanitario regionale, affinché vi sia il superamento delle grandi
criticità che al momento si registrano.
Si tratta di una proposta redatta da esperti, medici e
associazioni che ogni giorno vivono il dramma della sanità calabrese, che
conoscono il territorio e che hanno contezza dei problemi.
Non c'è ulteriore tempo da perdere, prefetto Longo.
Lo dicevo anche nella lettera inviata al presidente Conte e
al ministro Speranza 7 mesi fa.
Signor Prefetto, bisogna riaprire gli ospedali chiusi, se c'è
necessità di maggior assistenza sanitaria ed ospedalizzazione, non soltanto nel
periodo Covid, per alleggerire la pressione sugli Hub, sugli Spoke,
affinché non ci siano gli ospedali misti, come invece è accaduto in Calabria.
Non siamo d'accordo su questo.
Faccia un giro anche negli ospedali calabresi chiusi. Potrà
verificare che l'Ospedale di Cariati è dotato di letti e di bocchettoni per
l'ossigeno, pronti ed efficienti per essere adoperati; altro che ospedali da
campo!
Così come gli Ospedali di Praia a Mare, piuttosto che di
Trebisacce, di San Marco, o quelli del reggino, che sono stati incautamente
chiusi.
Eccellenza, se vogliamo evitare l'ospedalizzazione del Covid,
è necessario attivare effettivamente le USCA (Unità speciali di continuità assistenziale), che esistono solo
sulla carta e non hanno né medici né infermieri.
Bisogna potenziare l’assistenza domiciliare, che è
inesistente; bisogna puntare sulla telemedicina, ma va fatto oggi e non domani.
Non possiamo aspettare i Programmi del 2022! Bisogna assumere
il personale, eccellenza! Bisogna assumere il personale per potenziare gli Spoke: anestesisti, cardiologi,
chirurghi, medici di medicina generale. Bisogna assumere infermieri ausiliari,
attingendo alle graduatorie esistenti.
Eccellenza, la legge l’ha autorizzata già nel 2021a fare un
Piano straordinario per assunzione di personale – medici, sanitari e di socio
sanitari – per 12 milioni di euro.
Lei è qui da cinque mesi. Sta attuando questo Piano
straordinario di assunzioni?
Io ho visto che molte ASP hanno fatto, last minute,
gli atti aziendali, fondamentali per l'organizzazione sanitaria del territorio.
Poi leggo che gli stessi Commissari scrivono ai
sindaci, alle Conferenze dei sindaci e ai sindacati dicendo: “Non è il Piano,
abbiamo ancora 30 giorni di tempo per modificarlo”. È una violazione palese
della legge.
I bilanci degli esercizi precedenti dovevano essere
approvati, lei stesso ci ha detto che non è stato fatto e sono decaduti, ope legis, l’11 di aprile. Se non viene
modificata la legge, e ad oggi non è stata modificata, eccellenza, entro i 30
giorni successivi - che scadranno fra poco, tra 15 giorni - sarà lei a dover
fare questi bilanci.
Stendiamo un velo pietoso su quello che è accaduto
con le vaccinazioni in Calabria, abbiamo fallito, eccellenza, perché sono stati
vaccinati i soggetti che non ne avevano diritto.
In Italia c'è stato un aumento della mortalità da
Covid del 40 per cento, perché non sono stati vaccinati i soggetti deboli,
fragili. È accaduto anche in Calabria, è per questo che siamo diventati “zona
rossa” ed è per questo che siamo ancora in “zona arancione”, eccellenza, con
gravi conseguenze economiche per tutti i calabresi.
Dopo questa legge che dà ai Commissari altri 24
mesi per attuare i compiti che gli sono stati demandati - è già in vigore da
sei mesi, lei è stato nominato da 5 mesi - noi ci aspettiamo, come prevede la
legge, che ogni sei mesi lei relazioni al MEF, al Ministero della Sanità, al
Presidente della Regione.
Eccellenza, fra un mese lei deve relazionare su
quello che ha fatto. Lei è stato un eccellente poliziotto, un ottimo Questore e
Prefetto. Noi contiamo molto su di lei affinché sia un eccellente Commissario ad acta, diverso dagli altri che abbiamo
avuto in questi 11 anni, perché è un eccellente professionista, lo è stato, ed
ha le capacità. Ci aspettiamo che, davvero, lei sia il Commissario risolutore
dei problemi sanitari di cui soffre questa terra. La ringrazio.
Grazie per i tempi. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua, ne ha facoltà.
Grazie Presidente, grazie al commissario Longo ed
al direttore del Dipartimento tutela della salute per essere presenti, per aver
accettato l'invito rivolto dal Presidente del Consiglio regionale, Arruzzolo, e
per aver reso possibile questa celerità dei tempi di convocazione.
Dopo l’intervento del Presidente Spirlì, che
ringrazio per l’informativa, mi verrebbe da dire: “va tutto bene, madama…” -
volevo che lo diceste voi, per questo ho aspettato. Non l'ho detto io, l’avete
detto voi - perché la relazione dà la sensazione che in Calabria vada tutto
bene.
Oggi è stata convocata una seduta straordinaria di
Consiglio per parlare dell’emergenza sanitaria, non di programmazione.
La gravità della situazione, le pressioni che
ognuno di noi subisce, le amarezze che registriamo sul territorio, le
incazzature - chiedo scusa per il termine - cui la gente dà sfogo con ognuno di
noi, ci hanno portato a chiedere al Presidente del Consiglio, Arruzzolo, la
convocazione di una seduta straordinaria su questo tema, che dobbiamo
affrontare assumendoci la responsabilità di essere gruppo dirigente, dato che
riguarda la vita dei calabresi ed il futuro della Calabria.
Ringrazio il commissario Longo - non la chiamo
Prefetto, devo chiamarla Commissario perché ha una funzione diversa rispetto al
vecchio ruolo - perché, finalmente, risponde all'appello che arriva dalla
politica, dalle Istituzioni. Mi risulta che, qualche volta, lei non abbia
accolto l'invito di partecipare alle sedute delle Commissioni consiliari.
Quindi, ben venga la sua presenza, così avrà la possibilità di riferire
all’Aula, anche se non abbiamo ascoltato nessuna novità rispetto a quello che
ci aspettavamo. Ha fatto un rendiconto delle sue attività, ma non ha detto cosa
pensa di fare nei prossimi mesi. Vorrei fare un discorso diverso, oggi, in
Consiglio regionale, vorrei parlare alle coscienze di ognuno, sottolineando la
responsabilità di essere i rappresentanti dei calabresi in questa Assise
importante che è il Consiglio regionale.
Vorrei che questo Consiglio regionale fosse
caratterizzato non dall’aver puntato il dito su qualcuno, ma dall’aver creato
un patto di solidarietà tra Consiglio, Giunta e Commissario di Governo, in cui
vengano fissati dei tempi per dare risposte all’emergenza calabrese. Tempi
ristretti, 60 giorni: si stabilisce su cosa si discute, su cosa ci confronta e,
dopo 60 giorni, ci si ritrova in quest'Aula per verificare se ognuno ha
adempiuto al proprio dovere.
Ognuno ha delle responsabilità, ognuno svolge
diverse funzioni, ognuno risponde a chi l'ha nominato.
Per fare questo c'è bisogno di un patto di
solidarietà tra il Consiglio, la Giunta e il commissario Longo.
Il commissario Longo sa bene che la Calabria è una
terra fragile, difficile, molto difficile, e sa anche che parte dei territori
della Calabria sono governati da poteri diversi dalla politica - lei lo sa
benissimo - ed è necessario garantire il principio di legalità - ci mancherebbe
altro, sono il primo a dire: “garantiamo il principio di legalità” - ma questo
non significa, però, garantire l'immobilismo, perché immobilismo favorisce
altri poteri, non la sana politica. Ecco perché dobbiamo uscire
dall'immobilismo e dare delle risposte serie, concrete ed efficaci ai
calabresi.
Presumo che oggi potremo creare questo patto di
solidarietà, fissando due o tre obiettivi da qui a 60 giorni, caro Commissario,
caro presidente Spirlì: l’assunzione del personale socio-sanitario e medico, da
realizzare in 60 giorni. Perché, lo ricordava poco fa il collega Graziano, la
legge numero 12 del 2020 ha assegnato 12 milioni di euro nel 2020 e 2021 da
destinare all’assunzione di personale.
Non lo hanno detto il presidente Spirlì e il
consigliere Graziano, ma mi sento di rivolgere un ringraziamento a tutti gli
operatori socio-sanitari e medici che, in quest'ultimo mese e mezzo, si stanno
adoperando per sopperire anche alla mancanza di personale, facendo fronte a
turni massacranti, per garantire un minimo di risposta ai tanti nostri amici,
cugini, parenti, conoscenti, concittadini che non trovano risposta negli ospedali.
Ma non perché non siano bravi i medici!
Mi sono stufato di vedere sempre servizi negativi
sulla Calabria. Le consiglio, Commissario, di non partecipare a queste
trasmissioni televisive, perché cercano solo di denigrare la Calabria e non
mettono in evidenza le professionalità di grande eccellenza che, purtroppo,
vengono penalizzate a causa di nostre responsabilità. Perché, senza un numero
decente di medici e operatori sanitari, diventa difficile dimostrare che ci
sono delle eccellenze in Calabria.
Difendiamo le eccellenze che abbiamo! All’Ospedale
di Cosenza, abbiamo professionalità di alto livello, che, spesso, vengono
penalizzate dalla mancanza di supporto e anche di energie fresche a
disposizione.
Presidente Spirlì, commissario Longo, entro 60 giorni,
dovete attivare le assunzioni. Perché con le assunzioni facciamo ripartire le
USCA, diamo ossigeno alle Aziende ospedaliere, potenziamo gli Ospedali spoke
calabresi, diamo risposte ai cittadini.
Sul Piano vaccini, presidente Spirlì, commissario Longo,
credo che la migliore risposta in termini di celerità che si possa dare - ne
avevamo parlato con lei e con una delegazione dei sindaci - sia quella di
affidare ai sindaci la gestione dei Piani vaccinali, almeno nei Comuni fino a
10.000 abitanti. I veri conoscitori dei territori sono i sindaci, sanno chi
sono i cittadini e si possono assumere questa responsabilità, conoscono il
territorio, l’orografia, le emergenze, le situazioni drammatiche: questa cosa
credo vada fatta, commissario Longo.
La miglior risposta non è l’attivazione di 100
piattaforme. La gestione delle piattaforme è complicata, ancora oggi ci sono
alcune figure che non si possono accreditare come, per esempio, chi assiste gli
ammalati - non sono bravo in inglese e non uso quel termine.
Credo che la miglior risposta, e su questo la
invito a riflettere, sia questo patto tra Consiglio, Giunta e Commissario.
Così come invito il presidente Spirlì, parlando di
massima trasparenza, a dire, cosa ha fatto quest’anno la Protezione civile
regionale in termini di acquisti: quali sono state le ditte coinvolte, come
sono state scelte, poi decideremo come utilizzare i 175 milioni. Su questo
torneremo in seguito.
Il dibattito in Consiglio regionale dobbiamo
elevarlo, non fare polemiche, ma cercare di arrivare ad un patto di solidarietà
inter istituzionale che dia forza ad ognuno di noi nelle azioni che dobbiamo
svolgere.
Il commissario Longo, poco fa, accennava alla
programmazione 2022-2024, credo che questa programmazione rappresenti
un’occasione di svolta per la Calabria.
Il Covid ha modificato radicalmente l'approccio
verso il territorio, lei, Commissario, deve porsi il problema di come
potenziare gli ospedali di frontiera, parlo della mia Provincia: Trebisacce,
Praia a Mare, che sono già aperti; di come potenziare gli ospedali di montagna:
Acri, San Giovanni in Fiore; di come dare voce ad un territorio abbandonato
come Cariati. Deve porsi questi obiettivi nella programmazione 2022-2024.
Considerato che lei è affiancato dal direttore del Dipartimento-
di cui ha parlato egregiamente - sono certo che insieme riuscirete ad ottenere
risultati importanti, non per noi, ma per quello che rappresentiamo: la massima
Assise calabrese.
Grazie, collega Bevacqua. Ha chiesto di intervenire
il consigliere Mancuso, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Parlare di sanità con
obiettività, senza strumentalizzazioni, senza demagogia è sempre difficile, la
salute non è né di destra né di sinistra.
Cercherò di essere il più obiettivo possibile e di
dare dei dati, ovviamente, oggettivi.
Dapprima, i dati del commissariamento, 11 anni di
commissariamento, siamo nel dodicesimo anno: 1700 posti letto in meno; un
miliardo, circa, il disavanzo; 60 mila calabresi che si curano fuori regione;
un milione di pernottamenti per i parenti che seguono i malati fuori regione;
500 milioni di euro, la spesa che sostengono le famiglie fuori regione.
Sono dei dati che, veramente, mettono paura, sono
dati oggettivi.
In più, dobbiamo aggiungere la situazione del
personale sanitario. Perché siamo indietro rispetto alle altre regioni? È
naturale, la media degli operatori della sanità ogni 1.000 abitanti è 7,5 in
Calabria, mentre nelle altre regioni la media è di 11 operatori. In alcune
regioni, come la Val d'Aosta, è di 13 operatori ogni mille abitanti. È normale
che ci siano queste carenze, stiamo recuperando con i concorsi e le assunzioni
per il Covid, ma rimaniamo sempre indietro.
Oltre a questo, il territorio viene messo in
difficoltà. Faccio un esempio lampante: il Sant'Anna Hospital è un'eccellenza,
una struttura che rende possibile il processo inverso, impedisce l’emigrazione
sanitaria, rischia di chiudere.
Sono contentissimo che sia stata firmata una
mozione bipartisan, che presenteremo
prima della fine dei lavori, che cerca di tutelare quella che è un’eccellenza e
più di 300 posti di lavoro.
Chiediamo, quindi, grande attenzione su questi
temi.
Quello che è mancato in questi anni di
commissariamento è stata proprio la programmazione. Come si fa a spendere
6.000.000 di euro - è un argomento che abbiamo affrontato anche in Commissione
- per il REMS di Girifalco? Sono stati effettuati gli acquisti delle
attrezzature ma poi mancheranno, Commissario, i fondi per metterlo in funzione
- così ci hanno riferito in audizione i rappresentanti dall'ASP - e per le
assunzioni. Gli auditi hanno chiesto l'utilizzo dei fondi Covid, che,
purtroppo, sono provvisori, quindi, è necessario trovare una soluzione a
regime.
C’è, poi, il problema del servizio “118”, una
delibera del Commissario ad acta - una delibera di Giunta del 2012, c'era già
il commissariamento - ha diminuito le
postazioni P.E.T. del “118” da 14 a 10 postazioni. Data l’emergenza Covid,
dovrebbero essere riviste anche queste misure.
Parlo dei problemi del mio territorio. Il
presidente Spirlì ha parlato dell'istituzione di 100 posti Covid a Villa
Bianca, la delibera del Commissario ne prevede 10 a bassa e media assistenza
dei pazienti, poco più di un Covid hotel. Mi chiedo, perché? Voglio essere
propositivo: Policlinico Universitario: abbiamo il
corpo C, livello 9, Commissario, vuoto e attrezzato; il livello 8, vuoto e
attrezzato, il livello 7, vuoto e attrezzato; il livello 6, vuoto e attrezzato;
il livello 5, vuoto e attrezzato; al quarto livello è stato spostato il quinto
piano di “Villa Bianca”; ci sono 75 posti letto “pronta consegna”. Perché non
aggiungere questi 75 posti a quelli già esistenti, dove si sta facendo un
ottimo lavoro, c'è la rianimazione, c'è tutto ciò che serve per curare questi
pazienti? Dobbiamo avere un riguardo per qualcuno? Ecco perché non ho più
fiducia nel commissariamento.
Mi auguro che con lei si cambi, che ci
sia più attenzione al territorio, anche se ritengo che la sanità debba tornare
in mano alla politica e ai calabresi, perché la cura è stata, finora, peggiore
della malattia.
Quindi, se la sanità dovesse tornare
nelle mani dei calabresi, se si commetteranno degli errori almeno sapremo con
chi prendercela. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Luca
Morrone
Ha chiesto d’intervenire il consigliere
Guccione. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato con
attenzione le due relazioni del presidente Spirlì e del commissario Longo.
Voglio dire subito, a scanso di equivoci, che la sanità si è ridotta in queste
condizioni in un lungo, lunghissimo periodo, negli ultimi 20 anni, almeno.
Quindi, si sono succedute Giunte di centro-sinistra e centro-destra, ma non c'è
dubbio che - questo i calabresi lo devono sapere - gli 11 anni di commissariamento
hanno aggravato le condizioni della sanità sia in termini economici sia in
termini di Livelli essenziali di assistenza.
Questo è un dato con cui dobbiamo fare
i conti. L'Ufficio del Commissario, il commissariamento, ha fallito e c'è anche
un ripensamento a livello nazionale.
Vorrei ricordare a tutti che molte
leggi che abbiamo approvato in Aula sulla sanità sono state impugnate dalla
Corte costituzionale perché non potevano essere messi in discussione i poteri
dell'Ufficio del Commissario.
Lo devono sapere i calabresi: molte
leggi che avevamo proposto in materia sanitaria sono state impugnate dal
Governo e bocciate dalla Corte costituzionale perché vige il commissariamento.
Poi abbiamo fatto un capolavoro: il
“Decreto Calabria 2”. Sapete cosa ha fatto? Ha fatto diventare il prefetto
Longo comandante in capo della sanità a tutti i livelli, anche quei piccoli
poteri che aveva la Regione sono stati demandati al commissario Longo.
Stimo e rispetto il commissario Longo,
non ho problemi, perché anche la mia parte politica l'ha votato al Consiglio
dei Ministri, quindi non ce la vogliamo prendere con nessuno, ma dobbiamo avere
la consapevolezza che è necessario uscire insieme da questa situazione,
affrontando le questioni e dicendo con molta chiarezza che noi siamo su un filo
di lana.
La vicenda dei bilanci dell'ASP di
Cosenza, Commissario, presidente Spirlì, rischia di far saltare il banco della
sanità calabrese.
Lo ripeto: la vicenda dei bilanci dell’ASP
di Cosenza rischia di far saltare il bilancio regionale della sanità. Dobbiamo
avere questa consapevolezza.
Poi, lei ha chiesto la proroga, la
legge dice un'altra cosa, cioè che il bilancio lo deve approvare lei e, se non
l’approva, lo deve approvare il Consiglio dei Ministri.
Però andiamo alle questioni: primo,
perché la Calabria ancora non ha il Piano regionale anti-Covid su cui è caduto
il generale Cotticelli? Di chi è la responsabilità del perché siamo alla terza
ondata e non abbiamo il Piano regionale anti-Covid?
Ha fatto bene il presidente Spirlì - e
lo voglio dire qui - a chiedere ai Commissari delle ASP e delle Aziende
ospedaliere perché non sono stati spesi i soldi per le assunzioni finanziate
dal Governo nazionale e che hanno dato, alla Calabria, con il decreto numero 14
del 2020, 21 milioni per l’assunzione del personale sanitario e con il decreto
numero 18 altri 24 milioni, precisamente 23.981.849 per l’assunzione di
personale.
Presidenza del presidente Giovanni Arruzzolo
Così come bisogna sapere cos’è successo
per la questione che riguarda i 320 infermieri di comunità che spettano alla
Calabria e che sono stati finanziati dal Governo nazionale. Quanti ne abbiamo
assunti? Per il Piano vaccinale il Governo nazionale ha messo a disposizione
12.000 infermieri, 3.000 medici. Quanti ne abbiamo assunti, quando c’erano
Invitalia e Arcuri?
Quale Piano abbiamo da mettere in campo
per coloro che non si sono potuti curare in questo periodo: i malati
oncologici, quelli con problemi cardiaci, i diabetici? Solo l’ASP di Cosenza ha
fatto 2 milioni di prestazioni in meno nel 2019, così anche l’Hub di Cosenza ha
fatto quasi un milione in meno di prestazioni. Come si curano queste persone?
Chi le curerà? Si muore solo di Covid? No! Si sta morendo anche non di Covid,
perché il sistema sanitario calabrese non è in grado di affrontare questa
situazione.
Concludo, Presidente, veramente 30
secondi.
C’è bisogno di trasparenza, commissario
Longo, le ho mandato una lettera - anche al presidente Spirlì - sulla vicenda
del Settore accreditamento-autorizzazione. C'è una nota specifica dell’ANAC, di
dicembre 2020, che dice che quel settore è a rischio corruzione. Non le leggo
la lettera dell'accesso agli atti che ho fatto, ma la stessa dirigente che sta
lavorando ha detto che c'è un caos amministrativo e che anche il passaggio
delle consegne è avvenuto così.
Poi le chiedo una cosa Commissario, lei
ha preso l’impegno, insieme al direttore Brancati, con le associazioni del 118,
che operano attraverso il servizio pubblico dell'ASP di Cosenza, che entro un
mese sarebbero state avviate le procedure di accreditamento.
Queste associazioni operano - se non ci
fossero, il sistema del Pronto soccorso, del 118, salterebbe - in uno stato di
illegalità perché la Regione non è in grado, da 2 anni, di dire o sì o no
all’accreditamento.
Se è questa la posta in gioco - e
chiudo – noi dobbiamo concludere questo Consiglio regionale con degli atti di
indirizzo. Ci dobbiamo responsabilizzare e dire entro quanto tempo si fanno
queste cose e chi si prende la responsabilità.
Sono pronto a firmare, però deve essere
chiaro, Presidente, che non possiamo uscire da questo Consiglio regionale senza
un documento o un cronoprogramma delle cose da fare.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere
Molinaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. buongiorno a tutti.
Vorrei, in qualche modo, definire la
cornice nella quale oggi ci muoviamo in questo confronto con il commissario Longo.
Nel momento in cui il Governo nazionale ha commissariato la sanità regionale,
di fatto, ha estromesso gli Organi della Regione.
È un dato di fatto, come è stato detto
da molti colleghi, lo voglio ripetere perché questo attiene al diritto alla
salute, commissario Longo, previsto all'articolo 32 della Costituzione.
Il Commissario ad acta è nominato
per compiere atti straordinari e obbligatori che gli Organi della Regione,
prima del commissariamento, si erano rifiutati o avevano omesso di compiere.
Perché di questo si tratta. Non siamo
stati commissariati perché non c'era una maggioranza o perché non si è trovata
la quadra su qualche cosa, ci sono fatti ben precisi.
Con la nomina del commissario Longo,
col “Decreto Calabria 2” o decreto legge numero 150 del 2020, meglio, il
Governo le ha dato 25 obiettivi e alcuni sono stati evidenziati. Ritengo che
quei 25 obiettivi siano la certificazione del fallimento di 11 anni di
commissariamento da parte della Politica nazionale e dei Governi nazionali.
Oggi si dice: “vediamo di capire cosa
possiamo fare per la sanità calabrese”. Ritengo che nel momento in cui ci si
sforza di capire chi possa fare qualcosa, la risposta è: lei, commissario Longo
- è stato detto da altri colleghi - e nessun altro. Lei, esclusivamente lei.
Ritengo che, in qualche modo, gli
annunci della sua nomina, fatti via Twitter dall'ex presidente Conte e dal
ministro Bonafede in cui, ovviamente, gioivano per la nomina di un grande uomo,
nella prima parte della sua vita, ci abbiano fatto ben sperare.
Voglio ricordare a me stesso che il
Governo nazionale ha nominato lei dopo due sommosse popolari in qualche modo
amplificate e sollecitate dai media nazionali, da grandi reti, da grandi
programmi, che hanno portato alle dimissioni dei commissari Cotticelli e
Zuccatelli, altrimenti oggi, molto probabilmente, saremmo qui a discutere con
questi soggetti, protagonisti di una pagina di malasanità calabrese.
Perché lo ricordo? Perché se i fatti,
le parole, i decreti, gli atti formali di questa Repubblica sono un dovere da
parte di tutti, io penso che dovrebbero essere un dovere anche suo, commissario
Longo.
Le ho scritto qualche giorno fa, nel
momento in cui ho voluto stigmatizzare un comportamento certamente non di
grande trasparenza e di grande lealtà.
Perché parlo di lealtà? Perché lei ha
contravvenuto a due atti formali: un suo decreto in cui programmava i soggetti
da vaccinare e un'ordinanza nazionale, a distanza di pochi giorni.
Abbiamo visto un filmato, il 19 aprile,
mentre eravamo in Consiglio, in cui, in qualche modo, si giustificava. Secondo
me, è ingiustificabile la decisione di vaccinare persone del Dipartimento
tutela della salute che non rientrano in nessuna categoria indicata nei due
atti che ho citato prima.
Se lei è un uomo delle istituzioni - e
lo è vista, la nomina che ha - deve garantire trasparenza e legalità in questa
regione ed io ho il dovere di dirle, come sto facendo in questo momento, che
deve farlo anche con i comportamenti nella sua funzione di Commissario ad
acta di questa regione.
Io non ho accettato questo
comportamento e sono tra quelli che ritengono che oggi si debba sottolineare il
fallimento della sanità calabrese e le responsabilità oggettive di questi
giorni, di questi mesi che la vedono a capo della sanità calabrese.
Aggiungo un altro elemento: la
politica, calabrese e non, viene sempre additata come - anche qui è stato
ricordato – l’artefice - come lei ha detto in qualche trasmissione – della
presenza della ‘ndrangheta in questa regione, ma continua ad esserci la
‘ndrangheta anche nella sanità calabrese.
Commissario, lei deve avere il coraggio
di assumersi le sue responsabilità. Secondo me, oggi la politica, questo
Consiglio regionale, compreso il sottoscritto, si assumono la responsabilità:
cercando delle soluzioni, cercando di essere propositivi in merito alle cose da
fare, dato che sappiamo già quali sono, visto che quei 25 punti del decreto
numero 150 sono abbastanza chiari. Come dicevo, quei punti da una parte sono la
certificazione di un fallimento, dall’altra sono l'unica strada su cui lavorare
per garantire ai calabresi il diritto alla salute.
Ritengo, caro commissario Longo, che
lei sia inadeguato per questo ruolo, glielo dico guardandola in faccia, perché
ci sono tanti calabresi, come me, che hanno la schiena dritta, che si assumono
responsabilità, che vogliono discutere di fatti concreti. Lei non può dire:
“per il 2022/2024 poi vedremo”, non ci può fare un’elencazione di punti
interrogativi o di difficoltà che attanagliano la sanità calabrese.
E se qualcuno ricorda quanto di buono
c’è nella sanità calabrese oggi, come ha fatto il presente Spirlì, io dico che
la dobbiamo ricordare quegli eroi calabresi che lavorano nella sanità di questa
regione.
Però, commissario Longo, io non ho
visto che lei abbia allontanato qualcuno degli indagati o di quelli che non
hanno approvato i bilanci o di quelli che hanno pagato le fatture 3 e 4 volte,
insomma, di quelli che non ci consentono di essere oggi una regione
normale. Pertanto io, con grande stima
per quello che ha fatto prima di venire in Calabria come Commissario, le chiedo
se ha il coraggio e la forza di rimettere l’incarico al Governo perché è
inadeguato per questo ruolo. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere
Pitaro Francesco. Ne ha facoltà.
Presidente, Commissario ad acta
e consiglieri, buongiorno a tutti. Credo che sia decisamente importante
discutere oggi di sanità. Lo abbiamo chiesto più volte in Conferenza dei
capigruppo e finalmente oggi si discute di sanità.
Credo che sia importante, ma in questo
momento storico le criticità del nostro sistema sanitario sono diventate la
preoccupazione numero uno di questa terza fase della pandemia.
Quindi occorre agire, occorre fare. La
pandemia ha acutizzato delle deficienze sanitarie preesistenti. Deficienze che
sono certamente imputabili al regionalismo calabrese e a un sistema sanitario
pubblico, utilizzato spesso come bacino clientelare e in cui si è anteposta
l'appartenenza alla competenza.
Il problema è che ai guai del
regionalismo si sono poi aggiunti i guai di un commissariamento fallimentare
che dura da 12 anni.
Il funzionamento della sanità - ricordo
a me stesso - assorbe oltre il 70 per cento del bilancio regionale e
l’emigrazione sanitaria determina un esborso di una montagna di quattrini che
poi si riflette sulle tasche di ogni calabrese che spende in media 142 euro
all'anno.
Il paradosso qual è? È che, nonostante
il commissariamento, nonostante il taglio ai servizi, nonostante il taglio al
personale, i conti della Regione sono sempre in rosso.
Perché? Secondo gli esperti, per due
ordini di ragioni: la trappola del debito, perché i vecchi debiti sono
diventati macigni a causa dell’accumularsi degli interessi; seconda ragione, i
buchi nei bilanci determinati da operazioni poco chiare.
È un debito importante, imponente, e io
credo che quando la Regione avrà la credibilità giusta, la forza politica
giusta, occorrerà confrontarsi con il Governo per chiedere l'azzeramento o
anche l'abbattimento.
Ho ascoltato, presidente Spirlì, che
lei ha già scritto al Governo però capirà bene che questa è una parte della
legislatura, un momento storico, particolare, le luci si stanno spegnendo su
questo Consiglio, su questa Giunta, per cui io credo che la nuova Giunta dovrà
occuparsi in maniera prioritaria di questo. E non è giusto che un debito
provocato prima dalla politica e poi dal commissariamento si rifletta e si
carichi sui cittadini e condizioni l’erogazione dei servizi.
Ciò che oggi colpisce è che ad un anno
dalla pandemia è come se fossimo al primo giorno della emergenza sanitaria: gli
ospedali chiusi non sono stati riaperti, le Case di comunità, chi le ha viste?
Le problematiche sulla costruzione dei nuovi ospedali, a che punto sono? Le
assunzioni dei medici e degli operatori sanitari, non sono stati fatte; il Dipartimento
tutela della salute che era disastrato 55 anni fa, disastrato è ancora oggi,
nonostante abbiate messo alla guida un fuoriclasse super pagato, pescato fuori
dalla Calabria, che a un certo punto ha mollato tutto e non ha lasciato niente
di buono.
Ed inoltre, Presidente, non posso però non far
rilevare che, oggi, la nostra regione è “zona arancione”, nonostante la gran
parte d'Italia sia “zona gialla”. Certo, ci sono numerosi casi di Covid-19
però, attenzione, ciò è determinato, anche, dalla saturazione della rete
sanitaria che non è stata implementata e irrobustita tempestivamente.
Ho apprezzato la sua reazione quando, in visita a “Villa
Bianca”, ha reagito, dopo aver accertato omissioni ed inerzie, dicendo: “Vado
alla Procura della Repubblica”.
È il momento delle responsabilità, certo, poi,
occorre che vi mettiate d'accordo, perché ho ascoltato un esponente della
maggioranza che diceva: “Ma 10 posti o 100 posti?”
Questo è un problema importante su cui bisogna
confrontarsi, anche, con il Commissario Longo. Presidente, in Calabria, c'è una
rete burocratica apicale che molte volte piuttosto che dare concretezza ai
diritti costituzionali si mette di traverso.
Il caso del Sant'Anna Hospital, commissario Longo,
è eclatante; è l'esempio drammatico di come, in molti casi, la burocrazia crea
danni. L’ASP di Catanzaro rifiuta di firmare il contratto per il 2021 al
Sant'Anna, che ha già superato tutti i controlli ed è stato accreditato,
ultimamente, con un decreto del Commissario ad
acta per la sanità.
Una struttura d'eccellenza in cui vengono
effettuati 900 interventi di cardiochirurgia all’anno, che dà 300 posti di
lavoro, che frena l’emigrazione sanitaria, che però, tuttavia, si sta
scontrando contro l'austerità immotivata dei Commissari dell’ASP.
Il presidente Spirlì, il commissario Longo, la
Commissione sanità, tutti ci siamo messi in gioco, ma per fare cosa? Per
salvare, non un pezzo mediocre di sanità, ma un pezzo d'eccellenza della sanità
calabrese. Il fatto è che l'interesse collettivo ora sbatte contro questo
atteggiamento immotivato, persecutorio, vessatorio e punitivo - direi anche -
posto in essere dall’ASP di Catanzaro.
Io ho già scritto, diverse settimane fa, ai
Ministri della Salute e dell'Interno, però sono oggi qui a chiedere, al
presidente Spirlì, al commissario Longo, un intervento robusto, vigoroso,
continuo e permanente per salvare un'eccellenza che non può essere perduta.
Sarebbe davvero offensivo, presidente Spirlì, se dopo la fase della pandemia,
dopo questo periodo, il sistema sanitario calabrese uscisse indebolito
piuttosto che rafforzato, perdendo un’eccellenza come il Sant'Anna.
Impediamo che si consumi questo delitto a sangue
freddo!
Ho letto, presidente Spirlì, che lei, sabato, ha
scritto al Ministero dell'Interno e della Salute, immagino, anche, a seguito
delle mie reiterate e pressanti richieste svolte in quest'Aula, anche nella
seduta di lunedì scorso.
Io sull'argomento ho depositato una mozione,
firmata da tutta l'opposizione e a cui oggi hanno aderito tutti i capigruppo
della maggioranza e di questo sono ben lieto.
Una mozione che, con riferimento all’illogico
rifiuto da parte della ASP di contrattualizzare il Sant'Anna - che di fatto
significa la morte del Sant'Anna, significa la fine delle speranze dei pazienti
e dei lavoratori - impegna il Presidente della Giunta a svolgere ogni
iniziativa politica e amministrativa diretta ad ottenere la
contrattualizzazione, ma si impegna anche il Presidente della Giunta ad
interloquire con i due Ministri al fine anche di ottenere la avocazione del
procedimento diretto alla contrattualizzazione e anche, presidente Spirlì, la
rimozione di questa triade commissariale che ha svolto solamente atti vessatori
e punitivi.
Occorre uno scatto del Consiglio, occorre
certificare con un atto, che è questa mozione, che davvero siamo vicini ad una
eccellenza, siamo vicini ai lavoratori, siamo vicini ai pazienti.
Chiudo il mio intervento e colgo l’occasione della
presenza del commissario Longo per accendere, presidente Spirlì, i riflettori
sulla tematica importante che riguarda la Calabria: l’integrazione Azienda
ospedaliera Pugliese-Ciaccio e Azienda ospedaliera Universitaria Mater Domini.
Come è noto, recentemente, la Corte Costituzionale
ha dichiarato illegittima la legge regionale approvata, l'anno scorso, in
questa Aula, spiegando che la fusione va fatta per incorporazione dell'Azienda
ospedaliera Pugliese-Ciaccio all’Azienda ospedaliera Universitaria Mater
Domini.
Credo che su questo occorra fare fronte comune e
mettere insieme l'assistenza con la ricerca scientifica, si irrobustirà la Facoltà
di medicina.
Chiudo dicendo che occorre, inoltre, presidente
Spirlì, arrestare la fuga dei cervelli che depotenziano la Calabria e fanno la
fortuna delle altre regioni.
Occorre intervenire sulle spoliazioni di servizi
essenziali, mi riferisco alle guardie mediche, alle postazioni 118 e ai
consultori. Infine, chiudo davvero, ricordiamoci che una parte del Recovery è
destinato anche alla sanità, non lasciamocela sfuggire. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sainato.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Benvenuto al commissario Longo.
Oggi, vorrei dare, anche io, il mio contributo,
come consigliere regionale. Naturalmente un contributo alla discussione, un
contributo che dia la possibilità alla fine, come diceva pure il collega
Guccione, di tracciare un cronoprogramma per capire le azioni da effettuare.
Emerge da più parti che ci sono due parole che
risuonano sempre: la verità e il coraggio. Devo dire grazie al presidente
Spirlì perché ha sempre parlato, da quando svolge questa funzione, con verità e
soprattutto ha avuto coraggio.
Ha avuto il coraggio di affrontare una situazione -
insieme alla Giunta e al Consiglio regionale - sulla sanità, dove abbiamo le
mani legate, a mani nude, eppure si è messo in discussione.
Ha affiancato il commissario Longo, per quello che
ha potuto, per quello che è riuscito a fare e sta continuando a fare in ogni
azione: vaccini, assunzioni, facendo proposte e quindi, ripeto, ha parlato con
verità e con coraggio.
Chiedo, in questa Aula, al commissario Longo di
continuare il percorso, che ha contraddistinto il nostro Presidente, con verità
e coraggio.
Verità e coraggio anche quando si parla di bilanci
e afferma che non sono stati approvati. Sappiamo che i bilanci devono essere
approvati per quantificare il debito, le ASP devono approvare i bilanci perché
se non si approvano non sappiamo quant'è il debito.
Commissario, quando lei parla di assunzioni di
personale deve trovare il coraggio per farle, superando qualsiasi tipo di
ostacolo, in tutte le Aziende sanitarie della Calabria: Reggio Calabria,
Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo.
Abbiamo ospedali chiusi che potrebbero essere
utilizzati sul territorio come centri per la vaccinazione. Lei deve avere il
coraggio di aprirli. Ci sono delle strutture ospedaliere attrezzate che però
continuano ad essere chiuse. Lei deve avere il coraggio di aprirle.
Ho sentito dire dal presidente Spirlì che abbiamo
fatto 19.000 vaccini nell'ultimo fine settimana, però, Presidente, diciamo che
abbiamo fatto la prima dose del vaccino, perché quando si parla di vaccino,
sappiamo tutti che c'è prima e seconda dose. Quindi non dobbiamo entusiasmarci
da subito per i 19.000 vaccini, perché dobbiamo essere pronti, da qui a 20-30
giorni a fare la seconda dose, ulteriori 19.000 vaccini, per non incorrere in
un blocco sulla continuità dei vaccinati.
Sapevamo tutti, ad inizio gennaio, che dovevamo
essere pronti con i centri vaccinali. Eppure, ancora oggi, stiamo inaugurando
dei centri per poter vaccinare, perché sappiamo che si esce da questa pandemia
solamente vaccinando le persone e non continuando a parlarci addosso.
Ripeto, quindi, commissario Longo, coraggio. Il
coraggio lo deve avere per affrontare la situazione. Lei è qui da 5 mesi e ha
certificato, per esempio, per l’ASP di Reggio Calabria, commissariata per
mafia, che chi l’ha preceduta ha fallito. Non lo dice la politica, lo dice il commissario
Longo che ha fotografato lo stato di fatto di quello che ha trovato.
Da più parti viene detto che in Calabria 11 anni di
commissariamento sono stati un fallimento.
Mi auguro che si esca al più presto da questo
commissariamento, che non ci sia un dopo Longo a dire che il commissario Longo
ha fallito. Perché se ha fallito il commissario Longo, ha fallito la Calabria,
è morto il paziente calabrese. Lei è venuto a curare il paziente Calabria, deve
fare - io non sono un medico - come fa un bravo medico, quando visita il
proprio paziente che preme forte sulla zona dolorante, se il dolore è forte
vuol dire che il medico ha individuato dov'è la problematica.
Lei deve andare dove c'è il dolore, lei deve
spingere sul dolore, senza nessuna paura, perché lei ha dimostrato nella sua
vita di non avere paura per quello che ha fatto, con verità e soprattutto con
coraggio.
Quindi quando andrà via da Commissario della sanità
di questa regione sarà ricordato - mi auguro, lo spera ognuno di noi, come
Consiglio e come Giunta - come Commissario della svolta, però, adesso, questa
svolta, dottore Longo, ce la faccia intravedere, perché dopo 5 mesi la
situazione ce l'avrà più chiara rispetto a quando è arrivato.
Chiedo, quindi - e sono d'accordo con il collega
che ha fatto la proposta prima, il collega Guccione - che dovremmo incontrarci
e fare il punto della situazione rispetto alle azioni che andiamo a fare.
Quando, poi, non si ha più la possibilità di fare questo, l’unico coraggio che
si può trovare è alzare le mani e dire “non sono in grado” e quindi passare la
mano a chi viene dopo.
Sul debito ricordo l’emendamento dell'onorevole
Occhiuto, che oggi è legge, che dà la possibilità alla Regione di intervenire
ad azzerare il debito, ma il debito non lo possiamo azzerare se non approviamo
i bilanci, se non quantifichiamo il debito, quindi, ripeto, dobbiamo approvare
i bilanci per sapere qual è il debito.
Grazie, Presidente, chiedo scusa se ho parlato
qualche secondo in più.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale.
Ne ha facoltà.
Voglio ringraziare il presidente Spirlì e il commissario
Longo, per la presenza e la relazione. Il Consiglio regionale, finalmente, si
riprende una funzione che, purtroppo, non è stata esercitata per tantissimi
mesi. Vede, commissario Longo, lei è il Commissario ad acta per la Sanità in Calabria nominato dal Governo, lo stesso
Governo che nel decreto di proroga ha statuito alcune funzioni che il Consiglio
regionale deve svolgere, tra cui quelle previste dallo Statuto e dai
Regolamenti, ma anche e soprattutto di fronteggiare e occuparsi della emergenza
sanitaria. Noi non stiamo facendo nulla di straordinario, stiamo facendo il
nostro dovere, vale a dire occuparci dell’emergenza sanitaria della nostra
regione. Una cosa straordinaria è non farlo!
Rispetto a quello che avete detto, intanto, volevo
contestualizzare il quadro della situazione. Il quadro è che in Italia, dati di
ieri, la positività al Covid-19 è al 4 per cento, in Calabria è al 14 per
cento. Noi eravamo “zona rossa” con 300 contagiati al giorno, siamo diventati “zona
arancione” con 600 contagiati al giorno.
E allora il dubbio che è stato messo in campo,
anche, da alcune testate giornalistiche calabresi è che c'è una discrepanza tra
i dati forniti dalla Regione Calabria e i dati in possesso del Governo che
hanno, praticamente, consentito il cambio colore, ma ad oggi i calabresi non
hanno avuto risposta rispetto ad un dubbio che è grosso quanto una montagna. È
impensabile che si possano mettere in campo dei dubbi rispetto a quello che è
il monitoraggio dei contagi, che ci siano due passi tra la Regione e il
Governo, che il Governo metta nel suo sistema un dato e la Regione ne abbia un
altro.
È impensabile che possa accadere una cosa del
genere.
Rispetto a questo primo elemento che pone
l’emergenza sanitaria in cima a tutte le questioni da affrontare in Calabria,
ho depositato, in data 12 ottobre 2020, una richiesta di convocazione del
Consiglio regionale, perché è passata la prima ondata, è passata la seconda
ondata, siamo alla terza ondata e abbiamo gli stessi strumenti che avevamo
nella prima ondata.
Le terapie intensive che dovevano essere 300, oggi,
da 152 sono passate a 156.
Noi siamo diventati nella prima fase, “zona rossa”
non per il numero di contagi, ma per carenza delle nostre strutture atte a
fronteggiare le emergenze e rispetto a questo sono stati fatti degli sforzi -
ci mancherebbe altro, lo riconosciamo - ma siamo ancora, mi sembra, con una
macchina che viaggia con il freno a mano tirato, volendo parafrasare.
Rispetto alla questione che tutti i colleghi hanno
messo in campo, qui abbiamo delle priorità e il Consiglio regionale non può
fare una discussione monca.
Attenzione! Non può essere una seduta di Consiglio
regionale dove ognuno fa il suo intervento e alla fine ce ne andiamo senza aver
deciso o senza aver messo in campo un'azione.
Deve essere una seduta di Consiglio regionale che
traccia una strada e che dia dei tempi di realizzazione precisi, deve
monitorare, vigilare, controllare chi è chiamato ad eseguire alcune azioni.
Rispetto ai nostri ospedali, dobbiamo dire che ci
sono 18 ospedali chiusi. Abbiamo strutture ospedaliere chiuse che possono
essere messe a disposizione del territorio e che non vengono riaperte.
Addirittura, ieri, c’è stata la dichiarazione del dottor Gino Strada che ha
detto: “Do io i medici, datemi le strutture e le gestisco io”.
Commissario Longo, la risposta deve essere data al
calabrese che sta in fila nel Pronto soccorso dell'Annunziata di Cosenza, ci
sono 10-15 ambulanze dove la gente aspetta per giorni, non per ore, per giorni
un posto per ricoverarsi.
Qui in Calabria, Commissario, c'è gente che è morta
nelle autoambulanze. Ripeto, in Calabria, c'è gente che è morta nelle
autoambulanze perché non è riuscita a trovare un posto per il ricovero. Ci sono
giovani che sono stati trovati morti nelle loro abitazioni e rispetto a questo
non c'è politica e non c'è colore che tenga.
C’è l'impegno di ciascuno di noi, ognuno per le
proprie competenze e per le proprie funzioni.
E allora però bisogna cambiare marcia. Bisogna, per esempio, capire perché - e lo dico per la mia provincia - l'Ospedale di Lungro, che è un ospedale bello, pronto, nuovo, nuovo, nuovo, con personale all'interno, non viene reso fruibile alla popolazione. Bisogna dirlo perché c'è chi doveva fare in questi mesi e non ha fatto. Diciamocela la verità! Non è possibile creare posti letto quando siamo in cima alla curva del contagio. Bisogna programmare, bisogna prevenire.
Così il Covid si combatte, così il Covid si combatte!
E sul personale - anche questa storiella -: manca il personale, non si possono aprire gli ospedali. Attenzione, il Governo ha dato, attraverso un “Decreto Calabria”, la possibilità di spesa di 24 milioni di euro per dire: assumete il personale! Sono state avviate o meno le procedure? Questo è il punto di domanda! Ma non dovevano essere avviate ora, dovevano essere programmate in una fase primitiva all'esposizione così forte della emergenza sanitaria. Oggi però che bisogna fare? Bisogna rimboccarsi le maniche, bisogna fronteggiare questa emergenza.
Abbiamo anche, Commissario, un sistema che ha visto saltare addirittura una cosa basilare come il tracciamento; c'è gente chiusa in casa 15-20 giorni in attesa del risultato del tampone.
E ancora c'è l'Università della Calabria, la più grande del centro-sud, che ha dato la sua disponibilità per processare i tamponi - riescono a processare le varianti al Covid e danno una risposta in quattro giorni anziché in dieci giorni – e che sta lì ferma nel ginepraio della burocrazia.
Vorrei dire in conclusione del mio intervento, Presidente, che bisogna che il Consiglio regionale assuma un ruolo, che subito, con un ordine del giorno, con un documento condiviso - mi pare che il tema appassioni e interessi tutti – si dica che iniziamo a stabilire cosa bisogna fare per il nostro ospedale, a dare i tempi per l’assunzione del personale e si agisca sulle vaccinazioni.
Sulle vaccinazioni sono stati fatti negli ultimi giorni dei passi in avanti, ma nella classifica la Calabria è nelle ultime posizioni. Commissario, - lo dico al presidente Spirlì per dirlo all'Assemblea - noi abbiamo bisogno di implementare la vaccinazione, perché è l'unico strumento che ci consente davvero di poterci liberare del virus.
Ho proposto una nuova giornata per ampliare e implementare il sistema di vaccinazione in onore del nostro Santo Patrono. I primi di maggio ci saranno le celebrazioni del Patrono della Calabria, leghiamoci questa giornata di vaccinazione.
Oggi c'è stato un bellissimo intervento nella prima pagina del “Corriere della Calabria” per invitare il Consiglio regionale a far propria questa proposta. Non è una mia proposta. Diamo un segnale ai calabresi di speranza.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie. Era inevitabile che questo dibattito sulla sanità non finisse in quest'Aula, vuoi perché c'è un'emergenza in corso, vuoi perché anche il 76 per cento dei fondi regionali sono spesi per la sanità. Era comunque doveroso dare conto ai nostri cittadini. Per questo ringrazio il Presidente del Consiglio e il presidente Spirlì per aver consentito questo dibattito. E, altresì, ringrazio e saluto il commissario Longo, per la sua presenza e per la disponibilità, e il direttore del Dipartimento salute, Giacomino Brancati.
Vorrei anche rivolgere un pensiero, prima di entrare nel vivo del dibattito, a tutti coloro che lavorano dietro le quinte, giorno dopo giorno, e mi riferisco ai componenti dell'unità di crisi e, ovviamente, a tutto il personale medico e paramedico.
Non mi piace immaginare questa seduta di Consiglio come una seduta che vede sul banco degli imputati il commissario Longo, però è vero anche che noi abbiamo il diritto e il dovere di ricercare le disfunzioni e quindi di ricercare, laddove ci siano, le responsabilità per queste disfunzioni.
Ovviamente possiamo ragionare in termini di quota parte, visto che la sanità in Calabria è ormai commissariata da 12 anni. Dobbiamo anche dare merito al prefetto Longo che ha assunto una responsabilità in capo a sé di una struttura commissariale che nell'arco di tutti questi anni è fallita. È fallita perché ricorderete sicuramente tutti quando, qualche mese fa, con l’allora governo Conte, ci recammo a Roma insieme ai sindaci per chiedere la fine del commissariamento. C'erano state garantite con solerzia delle risposte alla fine del commissariamento, per contro ci siamo ritrovati ad avere un “Decreto Calabria” per altri 24 mesi e i sindaci sono ancora in piazza che manifestano perché sia data loro la possibilità di avere più spazi anche per quanto riguarda l'organizzazione delle vaccinazioni.
Quindi Commissario, come dire, tendiamo una mano e le orecchie a quelle che sono le istanze che provengono dai territori.
Un ruolo sicuramente difficile il suo, un ruolo del Governo strano perché commissaria la Calabria e oggi scopriamo che quel commissariamento che vuole il Governo però lo paga la Regione Calabria. Siamo al paradosso del paradosso.
La priorità che dobbiamo sicuramente trattare in questa circostanza è il piano vaccinale. Dobbiamo accelerare sui vaccini; dobbiamo fare tanto e molto di più! Ricordiamoci che queste disfunzioni vaccinali arrivano forse, anzi probabilmente, da una serie di inadempienze che sono in capo al Commissario, perché magari non abbiamo recepito bene e non abbiamo attuato quello che è l'accordo nazionale con i medici di base, per esempio, soprattutto per farli andare a vaccinare a domicilio. Ricevo costantemente, nel mio ruolo anche di medico, telefonate di decine e decine di operatori sanitari che hanno la disponibilità e vogliono andare a vaccinare, ma ancora a tutt'oggi non è definito un quadro per le vaccinazioni con i medici di base. Questo mi preme sottolinearlo.
È stato importante il contributo che ci hanno dato il generale Figliuolo e l'Esercito, perché con la logistica militare noi siamo riusciti veramente ad avere uno scatto di reni; ve lo dice chi ha avuto esperienze in tal senso da ufficiale medico, perché conosco bene come la logistica militare funzioni nel campo della sanità.
Le vaccinazioni nelle farmacie. Dobbiamo sottolineare un po' la questione per dire: come mai non siamo partiti e perché siamo in ritardo rispetto a tante altre Regioni che sono partite? Mi verrebbe da pensare che è perché non tutte le farmacie forse sono in grado di avere degli spazi idonei per poter vaccinare. Ma noi ci stiamo avvicinando alla stagione primaverile e ricordo a me stesso che il Governo ha detto che vi è la possibilità di vaccinare, durante il fine settimana, nelle farmacie anche con dei gazebo all'esterno. Attiviamoci in tal senso.
Perché non siete riusciti a convincere tutti i farmacisti, ma l'adesione l'ha data solo il 50 per cento?
Collega, le resta un minuto.
A proposito di questo vorrei aggiungere una cosa: con un tema così delicato non possiamo avere a disposizione cinque minuti, perché dovremmo approfondire di più queste tematiche.
Indaghiamo o, meglio ancora, cerchiamo di dare atto dei Protocolli nazionali del 6 aprile che prevedono la facoltà e la possibilità delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro.
Ho ricevuto delle istanze da parte da parte dell'Hitachi, da parte del porto di Gioia Tauro in cui su 1200 dipendenti, a seguito di un'indagine interna, c’è stata l’adesione di 600 dipendenti, quindi più del 50 per cento delle persone che lavorano al porto vogliono essere vaccinate. Attendono solo i vaccini da parte della Regione Calabria e la Regione Calabria deve recepire quello che è il Protocollo nazionale del 6 aprile.
Come mai non si è indagato bene – mi riferisco a lei come Commissario, non solo per il ruolo che ha, ma anche da persona che ha sempre lavorato nel mondo della legalità e delle forze dell'ordine - quando sono state somministrate vaccinazioni registrate nella voce “altro”? Solo oggi abbiamo avuto un ridimensionamento di tutte quelle che erano le categorie fuori dal target, ossia 12 mila persone che hanno ricevuto il vaccino e noi non sappiamo il perché; non sappiamo perché hanno avuto una priorità rispetto alle categorie target. Su questo dobbiamo migliorare!
Un complimento va sicuramente all'iniziativa posta in essere dalla Regione, assieme al Commissario, sui vax day, dove in due giorni, sabato e domenica, siamo riusciti a fare 34.500 vaccinazioni. Nonostante questo e nonostante le 23 mila dosi che non sono state caricate nel sistema per mero errore - e qua vi prego anche di indagare su questo - siamo sempre l'ultima regione. Come mai? Io chiedo il perché!
Questi sono gli interrogativi che ci dobbiamo porre oggi in quest’Aula, perché altrimenti non abbiamo di che parlare.
Le prenotazioni on-line, attraverso il sistema della piattaforma e della vaccinazione - nei prossimi giorni, mercoledì, sarà oggetto anche della Commissione vigilanza - il Piano di rientro sulla situazione debitoria, la situazione degli ospedali…
(Interruzione)
Concludi per favore collega.
Agli ospedali che dovevano nascere, della Sibaritide, di Palmi e di Vibo Valentia, ad oggi non abbiamo dato risposta. Il suo ruolo, Commissario, è quello, sì, di affrontare l'emergenza, ma anche quello di pianificare il futuro, perché lei starà 24 mesi, non starà un giorno e dico questo anche in riferimento al sistema degli accreditamenti.
(Interruzione)
In questi giorni si sta parlando, anche a livello nazionale, della possibilità di riaprire gli ospedali e di catalogare alcuni ospedali, così come hanno fatto già al nord, come ospedali di zona svantaggiata e di montagna. Cogliamo al volo questa opportunità, perché nella nostra geografia regionale ci sono tante zone disagiate che andranno incontro allo spopolamento.
(Interruzione)
Collega Giannetta, l'ordine dei lavori è stato stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, non è stato stabilito da me e poi il tempo degli interventi lo tiene il collega Mancuso, quindi non si preoccupi, ha parlato più di quello che le spettava.
Non voleva essere una critica, ma anche assieme ai capigruppo su argomenti del genere, la prossima volta, dedichiamo un po’ più tempo tutti.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Saluto il commissario Longo e gli dico subito che è coraggioso. È coraggioso perché sfida le tribune mediatiche, lo fa con cognizione di causa e lo fa ben sapendo che su di lui - e non vorrei essere al suo posto - c'è l'attenzione di un'intera regione perché l'Istituto del Commissario e è una tragedia, se solo si pensa che da 11 anni il 66 per cento delle risorse, che dovrebbero spettare a questo Consiglio regionale, sono gestite da un'entità esterna a questo Consiglio regionale.
Però lei, oggi, fa una cosa, prefetto Longo, nonostante quest'Aula da 11 anni sia spodestata dal suo ruolo, perché non ha potestà legislativa né sovranità in materia di sanità, oggi lei ci ridà dignità con la sua presenza.
Questo glielo voglio
riconoscere per la sua storia. Io e lei non ci conosciamo, ci siamo visti una
volta e le ho anche rappresentato il mio sentimento - se si ricorda bene - che è
un sentimento di tenerezza nei suoi confronti, perché capisco come sia
complicata questa materia soprattutto in Calabria dove mani rapaci hanno
distrutto questo mondo. Lo hanno distrutto lasciando ospedali senza personale,
cadenti, senza ristrutturazioni, senza apparecchiature tecnologiche, senza
nulla. E oggi lei e noi, che rappresentiamo i calabresi, dobbiamo sobbarcarci
responsabilità che non sono nostre né del presidente facente funzioni Spirlì.
E quando gridavamo in quest’Aula nei 5 anni che ci lasciamo
alle spalle, gridavamo a ragion veduta, perché all'epoca il presidente Oliverio
non fu seguito con la tenacia necessaria, quando urlava che quest'Aula era
stata espropriata di un sacrosanto diritto che era quello di programmare per i
suoi cittadini il settore più delicato. E le dico questo, prefetto Longo,
perché lei ha assunto anche delle posizioni che io considero difficile. Per
esempio sull’ASP di Cosenza ha fatto bene a cedere la proroga perché finalmente
in quell’ASP registriamo segnali positivi. E le faccio l'esempio perché noi
abbiamo perso un anno, prefetto Longo, un anno per avere la cosa più importante
che era necessaria in questa pandemia, che erano i posti in terapia intensiva e
semi intensiva. Nella provincia di Cosenza erano previsti 28 posti di semi
intensiva e 18 in terapia intensiva. Con i Commissari precedenti non ne abbiamo
visto neanche l'ombra!
Con il Commissario La Regina registriamo un’inversione di tendenza e questo è un dato.
Il vax day di sabato e domenica ha fatto registrare 45 mila inoculazioni, la maggior parte delle quali si sono registrate nell’ASP di Cosenza. È così, dottor Longo? È così.
Quindi teniamoci gelosamente chi ha intanto costruito un
rapporto istituzionale con i sindaci. Lei, prefetto Longo, oggi deve dare una
disposizione e cioè lei l’8 aprile ha incontrato i sindaci della provincia di
Cosenza, i quali le hanno chiesto con grande slancio di solidarietà: “dateci la
responsabilità anche delle vaccinazioni delle persone fragili”. Le do un dato,
dottor Longo, che le servirà - lei lo conosce ma io glielo voglio confermare -:
in Calabria 19 sono i Comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti; 9
con popolazione da 10 a 15 mila abitanti; 376 con popolazione inferiore a 10
mila abitanti. Ciò significa che ogni sindaco conosce le viscere della propria
comunità, conosce i fragili, conosce i deboli, conosce gli indigenti, per
cui…
Anche la storia dei furbetti vi prego di spiegarla
perché io l'ho approfondita questa questione della categoria “altro”. Ci
saranno anche i furbetti penso, ci saranno, come in tutte le questioni e però
in quella categoria ci sono tipologie precise e vi prego di dirlo perché
altrimenti alimentate il dubbio che diventa sospetto.
Prefetto Longo, cos'è successo in questo anno?
Ecco perché il collega Guccione parla di cure che
sono mancate, prestazioni, migliaia di prestazioni mancate. Hanno reso gli
ospedali, per esempio gli Spoke nella
provincia di Cosenza, Cetraro e Rossano, promiscui, quando invece c'erano
indirizzi precisi nelle linee guida del Ministero che negavano la promiscuità
degli ospedali. Hanno fatto ospedali Covid nella pancia degli ospedali e hanno
desertificato gli ospedali stessi. Il cittadino ha paura di entrare in un
ospedale dove nel cuore di quella struttura c'è un ospedale Covid. Tant'è che
sono diminuite le prestazioni, a fronte di ospedali, dottor Longo, che erano
pronti. Io ho partecipato alla riunione col capo della segreteria del ministro
Speranza, con i sindaci della provincia di Cosenza che hanno manifestato la
volontà di accogliere i pazienti Covid. C'era Lungro, c'era Cariati, c’era
Trebisacce, c'era San Marco Argentano, c’erano ospedali pronti.
Eppure nessuno di questi ospedali, tranne che due,
Acri e San Giovanni in Fiore – avete fatto bene perché stanno dando risposte
importanti - è stato preso in considerazione. Quindi io la prego di dare
risposta a questi sindaci. Lo faccia, prefetto Longo, perché è vero quanto dice
il presidente Spirlì.
Il presidente Spirlì dice: “Non li registrano e
questo potrebbe rappresentare un problema”. Ma secondo voi è davvero un
problema questo? Questo è un gabinetto di guerra e un gabinetto di guerra che è
passato alla storia come il più efficiente ed efficace è stato quello di
Churchill il quale diceva che sostanzialmente gli ottimisti vedono nei pericoli
le opportunità, i pessimisti vedono nelle opportunità i pericoli.
Io vedo una opportunità in questo, sono ottimista
perché conosco i sindaci. I sindaci sono, prefetto Longo, coloro i quali
soggiacciono al controllo sociale, sono quelli più controllati. E io sono
convinto che aumenteremmo la percentuale delle vaccinazioni perché noi, oggi,
di questo dobbiamo parlare! Non dobbiamo parlare di programmazione. Facciamo
chiacchiere piene di niente e vuote di tutto! I calabresi vogliono essere
vaccinati! Questo è l'imperativo categorico! Il resto è tutta “fuffa” di cui
dovremmo parlare poi, quando ci verrà restituita la potestà legislativa e la
sovranità.
Ecco io le affido questo sentimento, rinnovandole
la tenerezza che le ho già manifestato perché capisco la difficoltà che lei vive
da uomo di Stato. Lei è un uomo di Stato, per chi conosce la sua storia che è
una storia pesante, importante, fatta di successi. Certo il mondo della sanità
non è proprio il suo abito, non è il suo abito perché è complicata, ma
compensano la sua trasparenza, il suo spessore e anche il suo coraggio a
sfidare le Arene. E penso che il presidente Spirlì deve presenziare nelle arene
per difendere i calabresi. Sfuggire dalle arene non fa altro che alimentare
alibi e dubbi.
Noi dobbiamo essere con la schiena dritta e dire ai
calabresi e agli italiani che abbiamo fatto il nostro dovere, con disciplina e
onore.
Intervengo solo per chiarire ai colleghi che
avevamo stabilito un limite per gli interventi di 5 minuti per i consiglieri e
di 10 per i capigruppo. In questo caso il capogruppo Billari ha concesso al
consigliere Aieta di parlare da capogruppo. Lo preciso perché alcuni colleghi
chiedevano spiegazioni sul tempo concesso al consigliere Aieta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pietropaolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto la Giunta, il presidente
Spirlì, il Commissario ad acta e il direttore generale Brancati. Intanto volevo
ringraziare la Giunta per il lavoro che sta facendo nell’affiancamento alla
struttura commissariale. Il presidente Spirlì - e lo ringrazio per questo - ha
chiarito, per quanti forse non l'avessero capito fino ad oggi, l'attività che
sta svolgendo la nostra Giunta e lui in prima persona che è quella di
affiancamento e di supporto alla struttura commissariale insieme alla
Protezione civile soprattutto.
È un argomento che andava chiarito e ringrazio il
Presidente perché l'ha chiarito molto bene. Però oggi dal Commissario ad acta
mi sarei aspettato qualcosa di più concreto sui numeri. Io sono una persona
molto pratica, vengo dal mondo delle imprese e ho necessità, per mia cultura
personale, ma credo che lo vogliono sapere anche i cittadini calabresi di
conoscere alcuni numeri e cioè come stiamo procedendo con le vaccinazioni, quali
sono gli obiettivi e i target per i prossimi giorni e per i prossimi mesi.
Quanta parte degli over 80 è stata vaccinati e
quanta non lo è stata? Quanti hanno ricevuto la prima dose e quanti la seconda?
Quanta parte dei fragili, che hanno avuto difficoltà anche in una prima fase,
adesso di meno, a registrarsi nella piattaforma, sono stati effettivamente
vaccinati? Quando sarà terminata la
vaccinazione di queste due importanti categorie? Leggiamo nei vari siti e nella stampa notizie
un po' contrastanti che non si capisce se sono vere o no.
C'è bisogno, secondo me, di una comunicazione più
chiara da parte della struttura commissariale, magari anche da parte della
nostra struttura regionale, sull'avanzamento della vaccinazione perché i
cittadini, se sono messi nelle condizioni di capire cosa sta succedendo, quali
sono le problematiche - anche evidenziando in maniera chiara e trasparente se
ci sono stati dei problemi e come si vuole risolverli o come si sono risolti,
se sono stati risolti problemi, o come si intende risolverli - capiscono quali
sono le problematiche. E sicuramente non avranno nessun problema ad attendere
qualche giorno in più per fare la vaccinazione.
Deve essere chiaro quali sono e deve essere
comunicato chiaramente quali sono i programmi di questa attività che è
fondamentale. Non voglio parlare di altro. Non voglio parlare dei problemi
della sanità calabrese che molti di noi hanno già ampiamente citato e che,
secondo me, meriterebbero un confronto a parte, probabilmente per parlare del futuro
della sanità. Mi riserverò solo di fare un accenno alla fine del mio
intervento, per esempio anche capire perché, come molti hanno detto, non sono
state fatte le assunzioni.
Non mi riferisco alle assunzioni in generale sulla
sanità, ma solo a quelle per il Piano di vaccinazione. Sono stati messi a
disposizione dei fondi, sono state fatte delle attività procedimentali da parte
dell'allora commissario Arcuri per individuare delle società di lavoro
temporaneo che, a loro volta divise in lotti, hanno fatto degli avvisi
pubblici.
Hanno già gli elenchi dei medici e degli operatori
sanitari disponibili ad essere assunti con contratto a tempo determinato,
evidentemente solo per la fase di vaccinazione, ma non mi risulta che si sia
proceduto o se si è proceduto lo si è fatto solo in piccola parte.
Allora perché, visto che l'esigenza primaria per
fare le vaccinazioni è quella della disponibilità dei medici e degli operatori
sanitari in particolare, da affiancare o essere affiancati dai volontari vari,
che sappiamo danno grande disponibilità, della Croce Rossa o di quanti altri?
E perché non sono stati coinvolti o quanto sono
stati coinvolti i medici di base? Sappiamo che la Regione Calabria ha fatto
delle convenzioni con i medici di base e poi anche con i farmacisti, ma perché
e quanti hanno partecipato e hanno dato l'adesione a questa iniziativa dei
medici di base? I medici di base sappiamo essere quelli che conoscono
perfettamente i loro pazienti, le loro fragilità e le loro necessità quindi
sarebbero quelli probabilmente più adatti a individuare le esigenze, le
priorità per mandare avanti le vaccinazioni, ma mi risulta o ci risulta che non
tutti hanno aderito a queste convenzioni. E quanti quindi hanno aderito? E per
quali motivi quelli che non hanno aderito hanno deciso di non aderire? Perché
mi sembra abbastanza strano.
È necessario capire se ci sono delle possibilità
per risolvere eventuali problemi. All'inizio si parlava della difficoltà dei
medici di base quando - mi pare di aver capito - non c'era ancora lo scudo
penale che era stato inserito poi nel nell'ultimo “Decreto sostegni” dal
governo Draghi. Quindi anche questo problema mi sembra che sia stato rimosso.
In ultimo volevo fare un riferimento al problema
sollevato dal consigliere Francesco Pitaro sulla clinica Sant'Anna di
Catanzaro. È un problema che a noi consiglieri della zona ovviamente preme
moltissimo. Noi abbiamo deciso di sottoscrivere la mozione preparata dal
consigliere Francesco Pitaro perché la riteniamo corretta, ma la riteniamo
corretta soprattutto alla luce di quanto già fatto. Il consigliere Pitaro sa
quanto è stato già fatto dal presidente Spirlì in tutto questo arco temporale e
quanto è stato fatto anche dal Commissario ad acta che ha provveduto in termini
di legge, come lui stesso ha detto, a procedere con l’accreditamento della
clinica.
Stiamo parlando di una struttura privata
accreditata, ma è una struttura che ha dato sempre segnali e riscontri di
eccellenza nel mondo sanitario, per cui veramente sarebbe un fatto
assolutamente deprecabile non risolvere la questione, non cercare una
soluzione, sempre nei termini ovviamente di quanto consentito dalle norme e
dalla legge, facendo in modo che il procedimento penale in corso abbia un suo
percorso naturale e non incida sull'attività della struttura societaria.
Secondo me, la clinica deve continuare ad operare perché dà delle risposte ai
cittadini e perché non solo dà delle risposte ai cittadini in maniera
qualitativamente ineccepibile, ma è anche una struttura societaria che dà
lavoro a circa 300 persone.
È il caso
che tutti ci mettiamo veramente di impegno per risolvere la situazione. Ben
venga quanto annunciato dal Presidente e cioè la richiesta al Ministero di
un'ispezione perché mi sembra la cosa principale da fare per risolvere assolutamente
il problema insieme o, come si conviene, con la terna commissariale dell'ASP di
Catanzaro.
In ultimo un riferimento al commissariamento: da
più parti è venuto fuori il discorso che - come diceva il collega Guccione –il
commissariamento ha fallito in Calabria. Dopo 11 anni scoprire che il debito è
aumentato anziché essere diminuito e che addirittura i servizi sono diminuiti
invece che essere incrementati nel rispetto dei LEA dà la testimonianza che il
fallimento è chiaro.
Allora emerge fondamentale un'esigenza: che questo
commissariamento una volta terminata questa fase di emergenza, dovuta alla
pandemia, venga a cessare; si ponga fine, una volta per tutte, a questo
commissariamento e venga ridata la responsabilità della gestione sanitaria ai
rappresentanti eletti dai cittadini. E questo perché c'è un sentito, un
sentimento differente rispetto a tanti anni fa.
È indubbio che i problemi che oggi riscontriamo
nella sanità sono dovuti anche a una cattiva politica che non ha un colore ma
tutti. Però quello che si riscontra oggi è un’attenzione differente da parte di
tutta la politica, di tutte le forze politiche presenti in Calabria. E c’è
anche un modo di approcciare il problema da parte di cittadini assolutamente
più consapevole.
È giunto il momento della fine del commissariamento
perché si dia veramente la responsabilità ai rappresentanti eletti dai
cittadini. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Notarangelo. Ne ha facoltà.
Buongiorno a tutti e grazie al Presidente del
Consiglio, al Presidente della Giunta, al Commissario ad acta e al direttore
Brancati per la loro presenza qui nella massima Assise dei cittadini calabresi.
Assume un significato ancora più importante, alla luce del disastro di questa
pandemia in Calabria.
Presidente Arruzzolo, sarò ben al di sotto dei 5
minuti perché vorrei toccare alcuni punti rapidamente, proprio in virtù di
quello spirito propositivo col quale sono venuto oggi qui in Consiglio
regionale, per offrire o qualche spunto di riflessione anche a lei, Commissario,
che spero possa essere in qualche maniera utile.
Ci ritroviamo a distanza di qualche mese ancora una
volta qui a parlare, ad avere una seduta di Consiglio regionale ad hoc sulla sanità, come successe nello
scorso maggio; abbiamo avuto nel frattempo altre due ondate della pandemia e
ritengo che sia giusto dire ai calabresi la verità. La verità è che, ahimè, io
esordivo in un discorso a maggio dello scorso anno “Speriamo che il peggio sia
passato”.
Il peggio non era passato, come non è passato
adesso, e ritengo che questa sia un'opportunità. Anche discutere qui benché
possa sembrare in qualche maniera all'esterno una perdita di tempo. In realtà
non è così.
Noi dobbiamo già prevedere le nostre azioni per la
prossima ondata, sulla base di queste numerose varianti a livello mondiale. E
quindi ci ritroviamo a discutere ancora una volta del commissariamento, dell'Istituto
del commissariamento che ha fallito, dei bilanci che sono in rosso dal 2010 in
poi in tutte le Aziende Sanitarie - non ce n'è stata una con bilancio positivo
dal 2010 ad oggi - del commissariamento che è iniziato - guardavo oggi - nel
2007; allora era commissario Vincenzo Spaziante, nella giunta Loiero, nel 2007.
Però dovremmo in qualche maniera continuare a
chiederci il perché di questa situazione, il perché non è mai stato chiuso un
bilancio in senso positivo e il perché oggi dobbiamo discutere non solo della
pandemia, ma anche di un riassetto della sanità calabrese.
Sì, sembrerebbe - qualcuno l'ha detto prima di me -
un'utopia parlare di assetto della rete sanitaria calabrese oggi che abbiamo a
che fare con questo disastro della pandemia, però le due cose non riesco alla
fine a vederle distaccate, se ancora oggi non capiamo che il futuro di questa
sanità calabrese non può risiedere sugli ospedali, non può risiedere sugli Hub che non è possibile che siano ancora
oggi il centro della nostra sanità. Non capiamo che la parola programmazione
sembra essere quasi un’elucubrazione mentale, ma in realtà è la base.
Per esempio - e questo è uno dei punti che volevo
sottoporle – ebbi a scrivere alcuni mesi fa sull’importanza, tanto per
cominciare, di una sospensione del famoso numero chiuso per il test d'ingresso
alla facoltà di Medicina in Calabria e per un tempo contingentato. Sembrava che
in qualche maniera il numero chiuso per l'ingresso a medicina potesse essere
uno dei modi per alzare l'asticella della competenza medica in Calabria. In
realtà, a mio avviso, è successo esattamente l'opposto perché la grave carenza
di personale medico in Calabria…
Manca un minuto.
Volevo farmi portavoce di questo discorso.
Alla luce del ritrovato senso di responsabilità in
quest’Aula, consentitemi di fare anche un rapido accenno alla necessità di una
reale e funzionale integrazione tra l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di
Catanzaro e l'Università – qualcuno l'ha detto prima – senza voler minimamente
mortificare le competenze ospedaliere cresciute, solidificatesi e cementatesi
negli anni in quella Provincia, così come in tutta l’area centrale della
Calabria.
Mi trovo a dire grazie al presidente Spirlì per quanto
riguarda il vax day, che ritengo un
successo; però, devo anche sottolineare – lo scrissi il 29 dicembre scorso –
l'inutilità di un'operazione di recupero dell'attuale “Villa Bianca” per avere
10 o 40 posti letto di Covid hotel, vista la possibilità di avere altre
alternative valide e importanti, senza nascondere che sarà molto difficile
riuscire a reclutare il personale medico adatto.
Vorrei tanto che si ripartisse da queste situazioni, proprio
perché bisogna pensare anche alla prossima ondata.
Ha chiesto di intervenire il consigliere De Caprio. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Ci tengo a ringraziare per la presenza il
Commissario ad acta, dottor Guido
Longo.
Ringrazio anche il Presidente facente funzioni, Nino Spirlì,
non solo per la presenza ma anche per il suo intervento che, a mio avviso, ha
segnato uno spartiacque per chi ancora non avesse ben chiare le idee sulle
competenze dell’Assise regionale in tema di sanità.
Quando trattiamo di un tema di siffatta importanza per la
terra di Calabria, che ormai da anni accumula ritardi su ritardi, sembra quasi
di vivere un remake del film “Io
speriamo che me la cavo”.
Ad ogni commissariamento ci troviamo di fronte chi viene
mandato da solo al comando e si ritrova a dover agire con una struttura che lo
stesso Governo dichiara inefficiente e fallita.
Di fronte a queste considerazioni, mi chiedo se realmente,
fino ad oggi, c'è stata l'intenzione di togliere dalle secche la Calabria, sul
terreno e sullo stagno della sanità.
A mio avviso, no!
Mi viene da chiedere al commissario Longo – e spero che su
questa domanda, semplice, che nasce da considerazioni accumulate negli anni e,
in particolare, in quest’anno di pandemia –: se non vi fosse stato il supporto
della Regione Calabria, prima da parte della compianta presidente Santelli, ed
ora del Presidente facente funzioni, quale sarebbe stato il dato che oggi
avremmo dovuto comunicare alla Calabria e ai calabresi?
Queste considerazioni fanno male non solo in qualità di
Istituzione, ma da cittadino di una terra meravigliosa e amara che, purtroppo,
ancora oggi è costretta a dover sottostare a dinamiche ambigue che nascono per
rimettere in sesto una gestione poco chiara della Cosa pubblica nel campo
sanitario e che, durante la gestione commissariale, purtroppo non riescono a
dare alcuna risposta concreta.
Oggi siamo qui e, purtroppo, credo sia un’estemporanea perché
le competenze e le responsabilità segnano la differenza tra quello che vorremmo
che venisse fatto e quello che poi realmente si fa. Mi riferisco all’emergenza
Covid, sulla quale accumuliamo ritardi dovuti a chiare deficienze governative
risalenti all’epoca del commissario Arcuri.
Quando si fa riferimento alle terapie intensive e
sub-intensive, non dobbiamo dimenticare che soltanto a novembre sono stati resi
disponibili gli elenchi dei professionisti e delle Aziende presso le quali le ASP
e le Aziende ospedaliere potevano rivolgersi per avviare i lavori.
Questi sono aspetti che non bisogna sottacere o tenere per
noi!
Questi sono aspetti che bisogna dare e consegnare al popolo
calabrese, perché se i cittadini oggi vivono una situazione di paura, quella
situazione di paura non deve incentivare denigrazioni nei confronti dei
calabresi e di chi oggi rappresenta la Calabria, per mero interesse elettorale,
all'interno di quelle arene che stanno crocifiggendo la dignità di ognuno di
noi e alle quali diciamo di no. Non si può dare questa immagine, né della
Calabria né tanto meno di chi la abita!
La Calabria non è tutta ‘ndrangheta.
Se è vero che le strutture sanitarie sono fallite, non è
detto che dietro ci sia sempre il malaffare, ma piuttosto l’incapacità e la
furbizia di taluni, ovvero coloro su cui bisogna puntare il dito e tenere fuori
dal campo delle azioni e dei buoni propositi che animano sia la maggioranza sia
l’opposizione, senza distinzione.
Credo che questo sia anche l'obiettivo del commissario Longo.
Non credo che un ex Prefetto, un Prefetto in pensione, un
uomo dello Stato, sia giunto in Calabria per gestire la questione sanitaria
nella maniera più sbagliata possibile; invece, suppongo – e credo di aver ragione
– che lei sia qui per cercare di rimettere in sesto le cose.
Purtroppo, stentiamo a vedere i frutti di questo lavoro.
Lei permetterà e, forse, converrà con me, che finché ci
daranno un campo di calcio senza giocatori né tantomeno il pallone, non si potrà
fare una partita; però, oggi le partite sono importanti!
La vaccinazione, ad esempio, è la partita più importante che
il Globo si trova giocare nell'ultimo secolo.
Ben venga l’iniziativa del vax day; un risultato encomiabile che ha dimostrato che la Calabria
può dare segnali di speranza ai propri cittadini e su cui bisogna continuare.
Difatti, condivido il pensiero del presidente Spirlì, quando
dice che il vax day deve essere
replicato ogni giorno, da ieri e da domani in avanti. Questo deve essere l'obiettivo.
Però voglio spingermi oltre la pandemia e le emergenze,
pertanto le chiedo, caro commissario, la possibilità di dare un contributo –
più volte offerto anche mediante talune missive che le ho inviato da
consigliere regionale nonché capogruppo del Partito più importante della
maggioranza di Governo – anche ad un'altra sfida, ovvero quella relativa al
Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, che dovrà porre grande
attenzione sulla sanità territoriale, smembrata e distrutta e che, durante la
prima ondata, ha portato al fallimento perfino la Lombardia; non la Calabria,
ma la Lombardia!
Oggi siamo noi ad essere colpiti dall’emergenza Covid e
diventiamo un caso nazionale, e non solo. Condito di cosa?
Di malaffare, di ‘ndrangheta e di ulteriore mancanza di
rispetto verso i cittadini calabresi. Questo non lo permetto a nessuno! Non lo
permettiamo più a nessuno!
Proprio da questa Assise dico, a chi vuole fare la campagna
elettorale denigrando il popolo calabrese, magari non avendo neanche origini calabresi,
di rimanere a casa sua perché non abbiamo bisogno di questo! Assolutamente no!
La Calabria ha bisogno di gente fattiva e di persone che
vogliono metterci la faccia, anche se non hanno le competenze e la
responsabilità.
Questo è il caso della sanità.
In conclusione, tornando all'emergenza, chiedo se è possibile
dar seguito a questa richiesta, creando – come richiesto anche da altri
colleghi – un Tavolo inter istituzionale, riaggiornandoci, da qui a non oltre 2
mesi, per fare il punto sulla situazione, puntare gli obiettivi e cercare di
raggiungerli.
Noi siamo qui. Peraltro, percepiamo una lauta indennità, che
vorremmo onorare mettendoci anche del nostro, non per salvaguardare gli
interessi particolari di qualcuno, ma bensì per tutelare gli interessi di ogni
cittadino calabrese. Grazie.
Grazie, consigliere De Caprio. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Anastasi. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente del Consiglio, per avermi dato la
parola.
Saluto il Presidente facente funzioni, Nino Spirlì, e do il
benvenuto al Commissario alla sanità calabrese, dottor Guido Longo. Grazie per
essere oggi qui tra noi.
Esprimo fin da subito la mia simpatia nei suoi confronti dal
punto di vista umano e apprezzo il fatto che si sia consegnato alla Calabria,
in maniera tale da poter contribuire, per quanto possibile, a risollevarla da
tutte quelle che sono le drammatiche condizioni che riguardano la sanità che,
oggi più che mai, ha raggiunto i minimi storici sia sul piano della qualità dei
servizi sia per quanto concerne la fiducia da parte dei cittadini calabresi;
fermo restando che sono convintissimo che nella realtà sanitaria calabrese ci
siano valide risorse professionali che meritano di essere supportate con tutto
quello che, soprattutto in questo periodo di pandemia, sta venendo sempre meno,
come il numero di infermieri, ma anche dal punto di vista
burocratico-amministrativo, dove c'è una forte carenza di personale.
Signor commissario, gradirei che annotasse alcune situazioni
gravissime che si stanno verificando in questo momento in Calabria e, in
particolare, nella provincia di Reggio Calabria, dove molti medici e anche le
famiglie, da tempo, denunciano gravi difficoltà del servizio NAD, ovvero della nutrizione
artificiale domiciliare.
Nello specifico, scarseggia e viene continuamente sospesa la
fornitura dei presidi di prima necessità, ovvero quanto serve per la
somministrazione dei principi nutrizionali.
Chiedo che a queste persone, che sono circa 700 nella
provincia di Reggio Calabria, si possano dare al più presto delle risposte
certe.
Famiglie intere vivono il dramma di questa situazione, così
come le famiglie che si ritrovano a dover assistere 24 ore su 24 i propri
familiari ammalati di Alzheimer.
A tal proposito, voglio ricordare qualcosa di veramente grave
– non certamente a causa sua, Commissario, ma della persona che l'ha preceduta
– ovvero, la deviazione dei 500 mila euro che erano stati destinati al Centro
di ricerca neurogenetica di Lamezia Terme verso altre parti, assegnando
all'Università di Catanzaro un’attività di ricerca rispetto alla quale, tra
l'altro, non sembra aver dimostrato alcun interesse.
Difatti, l'attività di ricerca iniziata dalla dottoressa
Bruni non è stata portata avanti; per cui, la prego di annotarsi questo
problema che riguarda la ricerca, oltretutto made in Calabria, attraverso la
dottoressa Bruni, che si è posta come un'eccellenza a livello internazionale.
Questo è un fatto molto grave!
Mi consenta, signor Presidente, ci sono altre cose che
ritengo siano assolutamente importanti, come il fatto che in Calabria possa
partire anche la telemedicina e che i centri urbani distanti dai luoghi di
Primo soccorso si possano dotare di un numero elevato di defibrillatori semi-automatici,
al fine di controllare gli attacchi cardiocircolatori ed evitare che delle
persone possano morire.
Concludo segnalando che l’ospedale spoke di Polistena sta soffrendo notevolmente la chiusura di tutti
gli ospedali della Piana di Gioia Tauro.
Pertanto, credo che sia necessaria la struttura di
emodinamica prevista dall’Atto aziendale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Anch’io saluto il commissario Longo e il
dirigente Brancati per la presenza.
Non voglio ripetermi, anche se gli argomenti sono sempre
quelli.
Non essendo la Calabria una regione ad altissima densità di
popolazione, ritengo che la campagna vaccinale si potrebbe anche concludere in
tempi rapidissimi.
Sono d'accordo con il presidente Spirlì quando dice che
potremmo organizzare ogni giorno il vax
day.
Presidente, su questa cosa la sosterrò, perché reputo inutile
individuare i giorni festivi, come il giorno della Liberazione o altre
ricorrenze. Come diceva il collega Aieta, qui dobbiamo soltanto vaccinare.
Commissario, lei è un uomo coraggioso, però qui serve anche tanta
responsabilità.
Sull’ASP di Cosenza – l'abbiamo ripetuto fino all'infinito –
il problema sono proprio i bilanci che nessuno vuole approvare e questa proroga
credo che servirà a poco perché ne abbiamo visti di commissari passare e, anche
qui, nessuno vuole metterci mano.
In una situazione di pandemia come quella attuale nonché di
commissariamento, che riguarda solo la regione Calabria, non riusciamo ad
attivare procedure speciali per queste benedette assunzioni.
Lo hanno ripetuto tutti, quindi credo che anche questo sia un
argomento attualissimo. Assunzioni utili per portare avanti la vaccinazione
oggi, quindi il tracciamento tamponi, e domani avere dei servizi sanitari.
Non vogliamo superare l'Emilia Romagna o la Lombardia, ma
vogliamo soltanto vivere nella normalità qui in Calabria.
Sul tracciamento tamponi, come diceva bene il
collega Aieta, la struttura commissariale dell'ASP di Cosenza oggi è più
attenta rispetto al passato. Oltre alle terapie intensive, finalmente abbiamo,
da qualche giorno, – è una delibera ASP - un tracciamento tamponi elettronico
che, penso, ci aiuterà nella gestione. Quindi, Commissario - ripeto e sarò
telegrafico - credo serva più coraggio da parte sua. Lei ha pieni poteri qui in
Calabria, pieni poteri sulla sanità.
Noi ci siamo, noi su questo argomento non vogliamo
fare politica, non vogliamo fare campagna elettorale, vogliamo solo uscire
dalla pandemia, uscire dalla questione vaccini. Ci dia una mano. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Raso. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il commissario Longo e
gli Assessori qui presenti.
Ho condiviso il discorso che aveva fatto il
presidente Nino Spirli l'altra volta e che ha ripetuto anche oggi, cioè quello
che è stato un atto necessario di responsabilità: affiancare e condividere
anche i malumori sulla malasanità in Calabria da parte della Giunta regionale,
da parte di questa Amministrazione regionale e di questo Consiglio.
Voglio sottoporle però alcune problematiche: lei ha
firmato l’ultimo Piano vaccinale il 2 aprile, con valenza dal 2 aprile fino
alla fine del mese e in cui sono previsti 96 punti vaccinali, tra centri
vaccinali e punti vaccinali, a cui si aggiungono i 5 Hub nei capoluoghi di provincia. Mi sembra, poi, che nel lametino
la maggior parte dei cittadini vada a farsi il vaccino in provincia di Vibo
Valentia o a Catanzaro, alcuni sono arrivati anche in provincia di Reggio. Per
quale motivo? Poi ieri sera sono andato a vedere e nel Piano vaccinale a
Lamezia Terme - una città che ha molto sofferto per quanto riguarda la sanità,
infatti aveva un grande ospedale che in questi ultimi dieci anni è stato
depotenziato - sono previsti soltanto 300 vaccini al giorno.
Lamezia Terme è la quarta città della Calabria, la
quarta città della Calabria, non si merita di essere trattata in questo modo.
Lamezia Terme: due centri vaccinali previsti.
Le ricordo
soltanto che ci sono alcune città - è una lotta tra poveri - con 30 mila
abitanti che hanno 900 vaccini al giorno nel piano vaccinale, mentre Lamezia
con 68 mila abitanti ha soltanto 300 vaccini al giorno perché sono previsti due
punti vaccinali di cui uno con 300 vaccini al giorno e l'altro con 70 che non è
stato attivato. Aggiungo un'altra cosa, relativamente a questo Piano vaccinale,
sono dei suggerimenti delle correzioni per il prossimo piano vaccinale: per
quanto riguarda la provincia di Catanzaro, l'ASP di Catanzaro, non è stata
aperta, forse, neanche la metà dei punti vaccinali territoriali; il piano
vaccinale termina adesso. Non sono stati aperti i punti vaccinali di Nocera
Terinese - stamattina mi sono informato - di Maida, di Girifalco e tanti altri.
Quindi, abbiamo un Piano vaccinale, però poi effettivamente non è stato
rispettato.
Altre cose che credo che si ripetano in tutta la
Calabria: è possibile mai che un cittadino debba aspettare oltre 10 giorni per
avere l'esito del secondo tampone? Non è colpa sua, perché, secondo me, si
tratta di burocrati che non vogliono lavorare, che non l'aiutano, non la
coadiuvano.
È possibile che un signore, che deve andare al
lavoro, deve rimanere a casa per 10 giorni oppure deve cercare la raccomandazione?
In alcuni casi persone – di cui posso dire nome e cognome - si sono informate
in modo indiretto, attraverso l'infermiere, attraverso il funzionario, e hanno
visto che non erano positivi quindi sono usciti senza che gli fosse arrivata la
risposta dall'Asp. Questa è la situazione per quanto riguarda l’ASP di
Catanzaro però credo che sia il riflesso di tutta la Calabria,
Poi, signor commissario, per quanto riguarda la
programmazione, ciò che dobbiamo fare: noi dobbiamo partire da zero, però per
partire da zero bisogna ripristinare ciò che è stato tolto; ciò che è stato
tolto all'ospedale di Lamezia Terme, di Soveria Mannelli, di Crotone, agli
ospedali di Cariati, della Piana di Gioia e poi pensiamo a ripartire.
Secondo me, abbiamo una grossa opportunità che sono
i fondi del Recovery Fund, in cui possiamo investire e non dobbiamo nasconderci
dietro la malasanità e il debito. Bisogna avere il coraggio di osare e lei ha i
poteri e lo può fare. Questo le chiediamo. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Morrone.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.Un saluto e ringraziamento al commissario
Longo per essere qui presente oggi.
Voglio ricordare che, mentre noi discutiamo su un
tema così delicato e così importante, abbiamo ancora una situazione grave dei
contagi in Calabria, siamo ancora “zona arancione”. Non ho il dato odierno, ma
fino a ieri eravamo ben oltre i 400 contagi; oggi per fortuna, forse, proprio
questa seduta di Consiglio speriamo che possa essere anche di buon auspicio,
però certamente, oggi, qui, noi non possiamo chiederle di intervenire su una
situazione dei reparti Covid che, ovviamente, andava programmata in largo
anticipo. Lei è stato nominato comunque da poco e l'ospedale di Cosenza ha
vissuto una situazione davvero tragica, con oltre 40 persone con Covid al di
fuori della struttura ospedaliera, in attesa di ricovero.
Personalmente di questo voglio ringraziare anche il
presidente facente funzioni Spirlì, che ha fatto, anche su mia indicazione, una
battaglia condivisa col sindaco di Acri, l'ospedale di Acri che ha messo a
disposizione 20 posti utilissimi Covid e, per quel che mi riguarda, anche
l'ospedale da campo di Cosenza, nato con quella vocazione, poteva e doveva
essere utilizzato per i ricoveri Covid. Avrebbe sicuramente alleviato questa
situazione
Voglio unirmi, inoltre, al coro di tutti i
consiglieri regionali rispetto a un dato certo: il fallimento del
commissariamento.
Lo hanno detto tutti. 11 anni in cui il debito
sanitario è aumentato, i livelli essenziali di assistenza sono diminuiti, sono
stati chiusi importanti presidi sanitari. Mi riferisco, in particolare, a
quelli posti ai confini della nostra regione, i famosi ospedali di frontiera,
che sicuramente sono quelli che più di altri sono utili a far sì che ci sia
meno migrazione sanitaria.
Certamente oggi noi, qui, non possiamo addebitarle
responsabilità che non sono sue, nel senso che noi tutti abbiamo assistito a
questa imbarazzante avvicendamento del post Cotticelli nella scelta del
commissario, in cui non si è arrivati alla scelta del Commissario seguendo
logiche legate alla competenza. Io apprezzo il suo impegno, la determinazione e
sicuramente non è colpa sua se il suo trascorso di grande prestigio non ha
abbracciato anche l'esperienza sanitaria, però sicuramente il risultato oggi di
queste scelte è sotto gli occhi di tutti.
Personalmente credo - e in questo mi unisco anche a
quello che ha detto il vicepresidente Spirlì – che sia giusto chiedere
l'azzeramento del debito sanitario; un debito sanitario che è cresciuto, è
diventato 10 volte più grande in questi ultimi 10 anni, ma ad opera di
commissari nominati comunque dal Governo. È venuta, quindi, sempre meno la
responsabilità dei calabresi perché le nomine sono arrivate tutte dal Governo e
con il “Decreto Calabria”, l'ultimo, ancor di più.
Lo diceva prima anche il consigliere Guccione nel
suo intervento: quel poco di competenza che la regione poteva avere sulle
nomine dei direttori generali delle ASP e delle Aziende ospedaliere è venuta
meno nell'ultimo decreto. A mio avviso, è giustissimo chiedere l'azzeramento
del debito e, comunque, chiedere che si intervenga perché i calabresi da soli
non possono sanare un debito che, a quanto pare, ammonta intorno ai 3 miliardi
di euro, considerando le tre Aziende sanitarie.
Come hanno detto gli altri: lo sblocco delle
assunzioni, ma assunzioni che siano a tempo indeterminato. Non soltanto legate
al discorso della vaccinazione e all'emergenza Covid, ma assunzioni che mancano
da decenni in Calabria, negli ospedali calabresi. Alcuni medici, alcuni
primari, mi dicevano di non avere neanche la possibilità di garantire i turni
quest'estate. Alcuni reparti rischiano di rimanere scoperti. Su questo lei, che
in questo momento rappresenta il Governo, può e deve avere il coraggio, la
forza, di gridare a gran voce questa ulteriore esigenza.
Ovviamente è necessario l’incremento della campagna
di vaccinazione; credo che lo dobbiamo anche per rispetto a tutte le attività
che oggi sono chiuse, soffrono, ma che resisterebbero con maggiore convinzione
e serenità, se vedessero che la loro chiusura, i loro sacrifici servono a una
campagna di vaccinazione imponente e che possa funzionare h24.
E per ultimo - e concludo - per quanto riguarda
queste enormi risorse legate a Recovery Fund e all'emergenza Covid, auspico che
si approfitti di questo periodo emergenziale non solo per dare un'accelerata
alla costruzione dei nuovi Hub
ospedalieri, ma che, nella ridistribuzione della rete ospedaliera futura,
possano essere messe in campo tutte quelle risorse utili alla sanità anche
subito dopo l’emergenza sanitaria per evitare la continua migrazione dei
cittadini calabresi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ringrazio, ma lo dico
sinceramente, il commissario prefetto Longo per la sua presenza qui, anche perché
è la prima volta che un Commissario ad
acta, tra i tanti che ci sono stati in questa regione, viene in Consiglio
regionale. Reputo già questo un passo importante, seppur considero questa
discussione tardiva e destinata a consumarsi attraverso un dibattito in cui
diremo tra di noi scontate, quasi come dovessimo fare un compitino a casa.
Il tema, però, è che poi andremo via da qua e i
problemi resteranno, le questioni resteranno e siamo qui a tenere questa
discussione nel momento in cui il tasso di positività in Calabria è al 13 per
cento mentre in Italia è al 4 per cento; siamo alle percentuali calabresi che
l'Italia aveva 3 mesi fa.
Questo è un dato. È un dato col quale ci dovremo
confrontare appena usciamo da qua, è un dato che c'è, è un dato sul quale noi
non possiamo oggi fare una discussione tra di noi, pensando di fare una
questione tattica, elettorale, scrollandoci di dosso la responsabilità. Non ne
usciremmo. Oggi semmai è opportuno, a mio giudizio, cercare di aver elementi di
concretezza, rispetto a questo momento storico, rispetto alla sua funzione,
rispetto al fatto che questo è il luogo istituzionalmente più alto, democratico,
della Calabria per tenere una discussione di concretezza tra di noi.
Lei ha concluso il suo intervento dicendo “Aspetto
le vostre domande” e io, commissario, mi sono permesso di appuntarle queste
domande, mentre ascoltavo i colleghi.
Credo che lei debba darci delle risposte. Deve
darci delle risposte rispetto al numero dei posti di terapia intensiva e
sub-intensiva che ha trovato quando si è insediato e quanti erano allora i
posti e quanti sono oggi; a che punto è il famoso, ormai diventato famigerato, Piano
Covid Calabria; a che punto è? Dove sta? Si sta attuando? C'è un responsabile?
Chi è?
Quante risorse sono state stanziate dal Governo
nazionale per la questione del Covid in Calabria e quante di queste sono state
spese e quante di queste sono programmate e in che modo sono programmate? Come
le spenderemo?
Sulle vaccinazioni, al netto degli spot, al netto
dei vax day, al netto dei comunicati
stampa, al netto di tutte le cose che diciamo, c'è un fatto: la Calabria è
l'ultima regione d'Italia per vaccinazioni, in base ai vaccini che ci arrivano.
Allora su questo, Commissario, lei ci deve dare una risposta. Ci deve dire
quanti vaccini arriveranno. Ci dicono che ci sarà un aumento di dosi di vaccini
che arriveranno in Calabria; in che modo proviamo a fare uno scatto in avanti?
Dicendo che c'è stato il vax day,
ieri? Io credo di no. Io penso piuttosto che lei, l'Ufficio del commissario, ci
deve dire in che modo e come si pensa di risolvere il tema delle vaccinazioni,
in che modo si pensa a una nuova e più efficiente distribuzione sul territorio.
Trebisacce, Cariati, Praia a Mare, Amantea sono
ospedali o ex ospedali…
(Interruzione
del commissario Longo fuori microfono)
Un attimo, Commissario! Sono ospedali o ex
ospedali, che alcune sentenze hanno stabilito siano riaperti. Su altri no.
Io mi chiedo: cosa intende fare su queste
strutture? Qual è la sua idea? Possono diventare presidi di prossimità? Possono
diventare strutture di zona disagiata? Ci dica lei in che modo possiamo dare
delle risposte ai cittadini che chiedono ai rappresentanti del popolo, ai
rappresentanti che siedono qui, di maggioranza e di minoranza, quali sono le
risposte della sanità di territorio, di prossimità, di assistenza domiciliare
che non c'è.
Gli atti aziendali. Si è molto discusso, ho sentito
in molti interventi, da ultimo mi sembra il collega di Lamezia. Ci riempiamo la
bocca, continuiamo a parlare di Recovery Fund anche sulla sanità. È tutto
bellissimo, tutto molto bello!
C'è un tema, che per poter essere competitivi,
attrattivi e per poter spendere, per poter programmare, eventualmente, quello
che sarà il Piano nazionale di ripresa e resilienza, bisogna che gli atti
aziendali, delle aziende sanitarie, delle aziende Ospedaliere calabresi,
abbiano un'inversione di tendenza e prevedano in che modo e in che direzione si
può andare verso quel piano.
Bisogna prevedere in che modo possiamo attrarre
quelle risorse, in che modo quelle risorse possono cambiare le Aziende
Sanitarie e provinciali.
Allora mi chiedo: non è il caso, oggi, di chiamare
i commissari, i direttori generali, chiunque, in qualunque funzione si trovino,
e capire a che punto sono la riforma e il cambiamento degli atti aziendali? O
dobbiamo arrivare in ritardo anche su questo?
Perché tra qualche mese quando l'Europa darà l'ok. Benissimo. Commissario, noi non lo sappiamo.
Il fatto che siano stati presentati a
me fa piacere, però quei Piani, quegli Atti aziendali devono prevedere delle
cose per il Piano nazionale di ripresa e resilienza per quello che riguarda il comparto sanitario; il Recovery Fund,
Commissario, come il presidente Spirlì le avrà detto o le dirà, è stato oggetto
di dibattito anche in Conferenza Stato-Regioni; quindi, possibilmente, anche su
questo, sarebbe il caso che vi fosse una maggiore interlocuzione tra
l’Istituzione regionale e l’ufficio del Commissario ad acta.
Il Piano nazionale di ripresa e
resilienza prevede che una parte delle risorse sia investita nella sanità
pubblica e nella sanità delle Regioni che ne hanno più bisogno, ma non è che
domani mattina si apre un rubinetto e danno dei soldi; bisogna prevedere delle
cose! Queste cose si devono prevedere negli Atti aziendali.
Aggiungo che lei, in un momento così
drammatico e di fronte a problemi straordinari, ha i poteri straordinari
conferiti dal “Decreto Calabria due”; in più, con il DCA (Decreto del Commissario ad acta) può anche intimare e superare gli
Atti aziendali.
Lo farà? Lo vuole fare? Possiamo
discutere su questo? Ci vuole dire qual è la strada?
Concludo affrontando altre due
questioni.
Non ho sentito parlare affatto di
Invitalia, né nella discussione tra di noi, né nell’ambito della precedente
seduta di Consiglio regionale né in quella odierna.
Noi abbiamo un convitato di pietre in
Calabria. che è Invitalia, ovvero la cassaforte, la parte attuativa
dell'edilizia sanitaria che si deve aprire in Calabria sia sugli ospedali nuovi
sia su altre cose.
A che punto siamo? Qual è lo stato
dell'arte di quelle risorse? Qual è lo stato di avanzamento di quelle
procedure? In che modo controlliamo?
In che modo c'è trasparenza
amministrativa rispetto a tutto quel percorso che per noi è vitale,
straordinario in Calabria e strategico rispetto all'investimento dei nuovi
ospedali e dell'edilizia sanitaria pubblica?
L'ultima cosa, e concludo.
Commissario Longo e presidente Spirlì,
non possiamo dare la percezione che nessuno paghi, che le cose non vanno e poi,
alla fine, nessuno paghi.
Nel “Decreto Calabria due” c'è un tema
secondo cui i Commissari o i direttori generali che non approvano i bilanci
decadono!
Voglio capire qual è lo stato dell'arte
perché qui sembra sempre che ci giriamo a destra o a sinistra, sopra o sotto;
cambiano i mesi, i Commissari, le Giunte regionali, i Consigli regionali,
cambiano anche i Governi nazionali ma, alla fine, qui non paga mai nessuno.
Se è vero come è vero che abbiamo due ASP
il cui bilancio, i buchi di bilancio, non sono quantificabili, in virtù dei
poteri straordinari che l'ufficio del Commissario ha, a seguito e a valle del “Decreto
Calabria due”, perché non si mette in campo una iniziativa e si dà piena forza
e piena conseguenza a quei poteri, ad esempio, facendo decadere i Commissari
che non producono i bilanci?
Senza cavilli, altrimenti qui non paga
mai nessuno!
Se usciamo da qui dicendo che va tutto
bene e che si risolverà perché i vaccini aumenteranno, i problemi resteranno,
perché le prestazioni per le altre malattie non si stanno facendo, perché la
sanità territoriale non si sta facendo, perché abbiamo un problema di
riorganizzazione sanitaria, perché gli ospedali sono al collasso.
Questi problemi noi li avevamo e li
abbiamo e, in qualche modo, dobbiamo essere credibili agli occhi dei calabresi,
per dire che dentro quest’Aula non ce la siamo cantata e suonata tra di noi ma,
piuttosto, ci siamo chiariti rispetto a che cosa fare da domani mattina,
rispetto ai problemi che oggi abbiamo.
Confido molto in lei, commissario Longo,
principalmente sul tema dei bilanci, ma anche sul tema dell'edilizia sanitaria,
per la sua statura di uomo di Stato che io posso testimoniare meglio degli
altri perché ha fatto un lavoro straordinario nella mia città, che è Reggio
Calabria, ma su questo oggi ci
giochiamo la credibilità delle Istituzioni davanti ai calabresi. Non possiamo
pensare di dire ai calabresi che alla fine tutto va bene o tutto va male, ma
alla fine non paga nessuno.
Qui ci sono delle responsabilità molto
chiare e circoscritte perché, se gli uffici delle Asp, che hanno fallito nel
tracciamento dei tamponi, poi sono gli stessi che devono garantirci il Piano
vaccinale nei territori, è chiaro e evidente che le responsabilità sono chiare.
Una volta per tutte: abbiamo un
elemento di chiarezza per i calabresi?
Se ci sono responsabilità dirette –
come ci sono – diciamolo, agiamo e cambiamo perché ritengo che oggi sia un momento
in cui tra le risorse del Recovery Plan, il drammatico momento che vive la
Calabria, si alimentino il facile populismo e la facile demagogia perché molti
dei problemi che vengono raccontati in Calabria ci sono anche in altre Regioni
molto più – passatemi il termine – importanti della nostra, come la Lombardia,
ma in Calabria fa più notizia.
Se la voce “Altro” va spiegata meglio
ai calabresi, allora facciamolo perché, come dissi una volta prima del
Covid-19, non è vero che qualcosa che non si fa nelle altre Regioni, in
Calabria si può soprassedere ma, per una serie di motivi, qui bisogna dare
sempre risposte maggiori rispetto agli altri.
Se serve maggiore chiarezza e
trasparenza, facciamolo.
Se dobbiamo esplodere la voce “Altro”
in maniera chiara e dire se ci sono stati i furbetti o no, facciamolo. Non
abbiamo problemi di aprirci davvero ai calabresi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei fare un
intervento diverso, commissario Longo. Non voglio fare polemica, ma ritengo che
sia il caso di puntualizzare alcuni aspetti. Vede, Commissario, da lei mi sarei
aspettato un altro tipo di intervento, un altro tipo di relazione e, ripeto,
non lo dico in tono polemico, ma credo che sia importante puntualizzare alcuni
aspetti.
Non si viene in Consiglio regionale con
un ordine del giorno così importante come quello sulla sanità, se non si ha la
volontà di snocciolare dati che, seppur noiosi, in questo caso, sono i dati che
interessano ai calabresi.
Mi spiego meglio.
Oggi mi sarei aspettato che il commissario
Longo ci dicesse un paio di cose semplici e percepibili da tutti, del tipo:
“Signori, la situazione dei vaccini al momento è X; si immagina di fare Y;
arriveremo a fare Z”. Per quanto riguarda i vaccini.
Stessa cosa per quanto riguarda le
assunzioni, per mettere prima di tutto noi nelle condizioni di capire realmente
com'è la situazione.
Punto numero due: per chi ci ascolta,
oggi i cittadini calabresi sono bombardati da dati, Commissario; la curva dei
contagi, i tamponi fatti, le dosi che non arrivano, le dosi che arrivano ma, in
effetti, non c'è mai stato ancora un momento – al netto delle varie conferenze
stampa e dei vari articoli di giornale – dove la massima Autorità competente
nel comparto sanitario – quindi, il commissario Longo – per dire con chiarezza
qual è la situazione e quali sono le future regole di ingaggio, perché è questo
che i calabresi vogliono sapere!
Dobbiamo capire a che punto sono i
vaccini realmente e quali sono state le problematiche; non perché siamo mossi
da semplice curiosità, ma perché anche noi, in questo particolare momento del
Consiglio regionale in regime di prorogatio,
vorremmo capire che cosa possiamo fare per dare una mano politicamente al
Commissario, visto che poteri non ne abbiamo, ma qualcosa politicamente la
possiamo fare solo ed esclusivamente se veniamo messi nelle condizioni di avere
reale contezza di quella che è la situazione.
Non ricordo chi l'ha detto prima, forse
qualcuno dell'opposizione: questa seduta di Consiglio regionale non può
concludersi così.
Questa seduta di Consiglio regionale
deve avere una conclusione e mettere un punto fermo, in cui usciamo da
quest'Aula e sappiamo cosa dire ai calabresi.
Il commissario Longo deve dirci com'è
la situazione, quali sono le criticità, che cosa intende fare e quali sono le
prospettive future, che cosa ci dobbiamo aspettare da qua a un mese, da qua a
due mesi, per quanto riguarda sia le vaccinazioni sia le assunzioni, e quali sono
i correttivi che si devono applicare.
Solo così si potrà fare davvero gioco
di squadra; altrimenti, l'Ufficio del commissario ad acta rimarrà completamente per conto suo e il Consiglio
regionale non saprà più cosa dire. Oggi si è parlato di tutto e va benissimo
perché le problematiche ci sono. Non dico che il commissario Longo oggi avrebbe
dovuto snocciolare tutte le problematiche della sanità calabrese perché non
avrebbe senso, ma le emergenze della sanità calabrese, sì!
Tante cose le sappiamo perché leggiamo
i giornali, seguiamo le conferenze stampa e dobbiamo metterci quasi tutti i
giorni a fare il puzzle, il collage per capire com’è realmente la situazione.
Ancora non ho sentito una figura
autorevole riferire sulla reale situazione e sapere se, per esempio, ci sono
stati problemi con l’approvvigionamento dei vaccini o sapere, per esempio, se
come Commissario può procedere all'acquisto di altri tipi di vaccini che non
siano i quattro concordati con il Governo – perché, magari, potrebbe essere una
soluzione –, se c'è l'intenzione di fare una tessera a chi è vaccinato, per
consentire gli spostamenti tra regioni e all’estero.
Tutte queste cose, che interessano ai
calabresi, oggi vanno chiarite perché è nostro dovere; altrimenti, questa
seduta di Consiglio regionale sarà come tante altre dove si è parlato, ognuno
ha espresso la propria opinione, ognuno ha detto quello che pensa, ma alla fine
non si otterrà nulla di concreto.
Ripeto, non ricordo chi l'ha detto,
forse è stato il consigliere Guccione nel suo primo intervento, però ha detto
una cosa chiara: dobbiamo uscire da qui sapendo che cosa si è fatto e che cosa
si farà, non su tutta la sanità, ma sull'emergenza Covid-19 e, nello specifico,
sui vaccini perché quella è la vera emergenza e lo scopo di questa seduta di
Consiglio regionale.
L’intervento non vuole essere polemico
però, Commissario, le cose vanno puntualizzate. Non è possibile una relazione
del genere perché non centra l'obiettivo, ma siccome gli interventi dei
colleghi credo che abbiano riportato sulla corretta strada, allora la invito,
per cortesia, a fare anche una breve relazione in merito a quella che è la
situazione e farci capire qual è la prospettiva futura. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, Signor Presidente
della Giunta, assessori e colleghi. Naturalmente il mio saluto va anche a sua
eccellenza il Prefetto, dottor Longo, ringraziandolo per la sua presenza in
Aula.
Amo guardare avanti e non indietro e
ritengo che la sua presenza qui, dottor Longo, stasera sia estremamente
significativa e importante perché potrebbe essere l'inizio di un nuovo percorso
dove lavorare tutti insieme nel reciproco riconoscimento istituzionale.
Ritengo, altresì, che la presenza del
dottore Longo sancisca la ripresa di alcuni rapporti, ma soprattutto il
riconoscimento istituzionale che in un tutt'uno ci serve per lavorare: la
struttura commissariale, presieduta dal dottore Longo; la Giunta regionale, presieduta
dal presidente Nino Spirlì, e il Consiglio regionale che oggi si riappropria
anche di una sua voce in termini di questioni sanitarie e non solo in merito
all'evento drammatico della pandemia, perché sono fortemente preoccupato che
quando non ci sarà il Covid, probabilmente, se non saremo lungimiranti anche
nella redazione degli Atti aziendali rispetto al Piano nazionale della ripresa
e della resilienza, fra qualche anno pagheremo un conto salatissimo, perché
tutte le attenzioni sono sul Covid ma, probabilmente, perderemo di vista quella
che, come si dice genericamente, è un'opportunità Covid; se la sapremo
sfruttare, probabilmente andremo a sanare, anche dopo il Covid stesso, un gap rispetto alla Calabria e alle altre
Regioni.
Non fosse così, ci sarebbe un ulteriore
arretramento.
Vengo, naturalmente, però su alcuni
punti della questione legata all’emergenza pandemica, partendo proprio dai
vaccini.
Ringrazio il presidente Spirlì per la
sua relazione chiara e trasparente.
Presidente, lei è stato chiaro a dire
che la sua e quella della Giunta regionale è un'azione a sostegno e
accompagnamento al Commissario, al quale poi spetta il momento decisorio delle
scelte.
Per quanto riguarda i vaccini – è stato
detto in modo abbastanza chiaro e trasparente – ci sono state delle debolezze
iniziali, un po' di timidezza, delle questioni che ancora rimangono sul tappeto
e che ci auguriamo vengano chiarite senza “se” e senza “ma”; mi riferisco anche
alla questione della vaccinazione di “Altre categorie”.
Naturalmente, però, è sotto gli occhi
di tutti che la macchina si sia messa in funzione; quindi, non voglio essere
pessimista con me stesso e dico che, probabilmente, negli ultimi tempi si stia
mettendo in carreggiata una macchina che funziona.
Per quanto riguarda il sabato e la
domenica, al di là della terminologia e dell’enfasi del vax day, ritengo sia un esperimento, ma soprattutto un punto di
partenza.
Lo dico perché l'ho visto e l'ho
vissuto in prima persona; in tempi brevi, come ultrasessantenne, mi sono prenotato
sulla Piattaforma e sono andato a vaccinarmi con AstraZeneca.
Lo dico da medico per sdrammatizzare e
per tranquillizzare chi riceverà il vaccino AstraZeneca perché è preferibile
vaccinarsi con AstraZeneca piuttosto che non vaccinarsi.
All’Hub vaccinale di Catanzaro Lido, ho
trovato una organizzazione perfetta.
Questo va detto, ad onore di coloro i
quali danno l'anima in questo momento tragico della pandemia in Calabria.
Sempre sul Piano vaccinale, ci sono
delle disquisizioni, Commissario, anche di tipo particolare; per esempio, pongo
alla sua attenzione – il dottore Brancati, che saluto, lo sa – che, in questa
fase importante della vaccinazione, al Dipartimento tutela della salute non si
può fare a meno di un Centro regionale di farmacovigilanza.
Pertanto, le lascio anche questa
riflessione, commissario Longo, affinché discuta con il dottore Brancati della
immediatezza di restituire al Dipartimento tutela della salute l'efficienza di
un Centro di farmacovigilanza perché, con le reazioni avverse anche per la
questione vaccinale, può essere estremamente importante e utile.
Colleghi, ho una mia visione.
Certo, è finita l'epoca della chiusura
degli ospedali e dobbiamo andare verso la riapertura ma, anche qui, con grande
lungimiranza.
Non bisogna parlare di riapertura in
modo semplicistico, perché nell’ambito di una logica prospettica anche del dopo
Covid, dobbiamo lavorare adesso per riaprire ospedali – magari secondo una
inclinazione territoriale – che abbiano delle specificità.
Credo che non sia un problema di posti
letto; chi mi sente, potrebbe pensare che sono diventato pazzo. No! I posti
letto ci sono, se è vero come è vero che ci sono posti letto autorizzati in
ogni ospedale calabrese e quelli attivati sono una percentuale del 60-65 per
cento.
Cosa voglio dire?
Riferisco dei numeri che ho più freschi
perché, proprio l'altro giorno in Commissione sanità, il Commissario dell'Azienda
ospedaliera “Annunziata” ci parlava di 709 posti letto autorizzati, di cui 450
attivati.
Significa che quella struttura è pronta
a poter autorizzare altri 250 posti letti.
Non è una cosa di poco conto,
Commissario, perché l'esempio “Annunziata” vale per tutti gli Ospedali hub e spoke della Calabria.
Ripeto, in ogni Ospedale hub e spoke sono stati autorizzati “X”
posti letto; ne sono stati attivati 60-70 per cento e questo è un dato
drammatico perché va in capo ai calabresi, alle liste di attesa presso i Pronto
soccorsi, perché meno posti letto ci sono, più difficilmente il paziente viene
dismesso dal Pronto soccorso perché non ci sono posti per poterlo ricoverare.
Anche la mobilità passiva ne risente;
se servono 709 posti letto all'Ospedale “Annunziata”, che è un Hub di assoluto rilievo, così come il
“Pugliese-Ciaccio”, il G.O.M. o anche gli Spoke
territoriali, e non ci sono, è inevitabile che ci sia una freccia verso il
centro-nord per quanto riguarda la mobilità passiva.
Riapriamo gli ospedali e facciamolo
adesso, pensando anche a quello che poi può essere la loro specificità.
Il problema dei problemi, però, è il personale.
Non nascondiamoci dietro un dito; lì ci vuole tanto, tanto coraggio,
Commissario! Per assurdo in Calabria, in piena fase pandemica, abbiamo una
riduzione della spesa del personale.
Prima avevamo una spesa di circa 1,3
miliardi di euro per il personale delle Aziende sanitarie e ospedaliere, che è
rimasta più o meno invariata o, addirittura, con qualche decina di migliaia di
euro in meno.
Questo è impossibile, è assurdo e di
questo pagano dazio i calabresi.
L’unico che può autorevolmente avocare
a sé la soluzione di questo problema è lei, dottor Longo, dando supporto ai
Commissari delle Aziende sanitarie che abbiano il coraggio di assumere secondo
quelli che sono stati i criteri autorizzativi.
Si deve assumere adesso e non tra
qualche anno, perché la salute dei calabresi passa dal personale e dal
calmierare e aumentare le nostre piante organiche.
Utilizzi il suo know-how, la sua esperienza, la sua autorevolezza anche per quanto
concerne le gare di approvvigionamento dei servizi e delle risorse tecnologiche,
perché se non si muove qualcosa sul personale, lei avochi a sé la
responsabilità; la politica lo lasci in pace, per risolvere questo problema del
personale e per quanto riguarda anche l’approvvigionamento di servizi e presidi.
Certo, dobbiamo anche qui, oggi, dire
qualcosa sull’apertura che il commissario Longo ha fatto parlando del Programma
operativo 2022-2024.
La politica vuole e può dire qualcosa
anche perché, se non lo diciamo oggi in Consiglio regionale, non lo possiamo
dire in un’altra fase.
Come diceva qualcuno che mi ha
preceduto, il Consiglio regionale in sanità ha perso il suo potere legislativo
e, anche soltanto per mera interferenza con i compiti del Commissario, la Corte
costituzionale impugna e cassa le decisioni legislative del Consiglio regionale
in materia di sanità.
Consigliere Esposito, la invito a
terminare il suo intervento. Ha ancora due minuti a disposizione.
Intanto, ringrazio il mio capogruppo,
Giacomo Crinò, che mi ha ceduto il suo intervento da capogruppo, quindi sto
intervenendo anche a suo nome.
In questo Programma operativo 2022-2024
il rafforzamento della medicina territoriale non può non passare dalla
realizzazione delle Case della salute che in Calabria sono ferme, ad eccezione
di qualcuna, il cui stato di attuazione è un po’ più avanzato. Senza la
realizzazione delle Case della salute, probabilmente, parleremo ancora di USCA,
di UCCP e quant’altro, senza affrontare il tema principale della
rivitalizzazione della medicina territoriale.
Auspichiamo anche da parte sua,
Commissario, un intervento diretto a conoscere lo stato dell’arte della
costruzione dei tre nuovi ospedali calabresi: quello di Sibari, quello della
Piana di Gioia Tauro e quello di Vibo Valentia.
Naturalmente, commissario Longo, in
questo Piano operativo – mi auguro che lo possa confermare nelle sue
conclusioni e nella sua replica – non può non avere un ruolo prioritario la
questione dell’integrazione tra l’ospedale “Pugliese Ciaccio” e l’ospedale universitario
“Mater Domini”, perché non si tratta soltanto di un problema territoriale della
città di Catanzaro, ma riguarda l’intera regione.
Il Consiglio regionale ha provato a
realizzare l’integrazione per due volte ed entrambe le volte la Corte costituzionale
– al di là del merito, perché qualche cosa era anche sbagliata – ha abrogato la
legge – ripeto – per mera interferenza con i poteri sostitutivi del Commissario
ad acta.
Mi consenta, però, Commissario, di dire
che credo che adesso siamo sulla strada giusta perché i suoi sforzi e quelli
del presidente Spirlì si uniscono su una tematica estremamente complessa e
difficile come quella del Sant’Anna Hospital di Catanzaro.
Rendo merito a tutti i colleghi che
hanno posto sempre nella loro agenda questo problema che riguarda 300
dipendenti, ma anche – guai a perderla! – un’eccellenza della cardiochirurgia
calabrese. Credo, però, che il presidente Spirlì, chiedendo l’intervento di un team di ispettori al Ministro della
Salute e al Ministro degli Interni, abbia tracciato una strada che mi auguro
lei supporterà in maniera bidirezionale.
Il presidente Spirlì le ha dato un
supporto massimo sin dal primo giorno in cui è venuto qui nella nostra terra e
mi auguro che, sulla questione del Sant’Anna, lei dia sponda e supporto al
presidente Spirlì, affinché in tempi brevi quell’area centrale della Calabria
possa riavere quei servizi di cardiochirurgia che hanno salvato decine e
centinaia di vite umane.
Concludo qui perché potrei parlare
ancora di alcuni argomenti che sono stati anche trattati dai colleghi che mi
hanno preceduto.
Uno solo ne ho particolarmente a cuore
perché credo che ci sia una discriminazione per quanto riguarda il 118. È
inammissibile e non più accettabile che all’interno del 118 ci siano medici
dipendenti e medici convenzionati, naturalmente, con diritti completamente
diversi.
Soltanto lei, Commissario, può prendere
in mano ed eventualmente risolvere la questione dei medici convenzionati del
118, andando a riscrivere, momentaneamente, anche soltanto uno stralcio di
quell’articolo dell’accordo integrativo regionale che possa mettere fine, anche
da questo punto di vista, secondo me, ad una stortura.
Concludo – poiché il Presidente mi
invita alle conclusioni – partendo da dove ho iniziato.
Mi auguro che, proprio nel percorso
nuovo – di cui parlavo – di un reciproco riconoscimento istituzionale dei ruoli
– ognuno nel proprio perché non vogliamo prevaricare nessuno nelle decisioni –
ci sia anche la possibilità di affidare al Consiglio regionale un’azione di monitoraggio,
prevedendo – non so se dopo due, tre mesi, quattro mesi, ma laddove ci sia la
necessità – degli incontri una tantum
con il Consiglio regionale e le sue articolazioni. Non stabilendo necessariamente un cronoprogramma fisso, ma –
ripeto – qualora ce se sia la necessità. Naturalmente ognuno di noi continuerà
a fare il proprio lavoro nelle sedi opportune.
In questa situazione nella quale,
forse, oggi, ci riappropriamo quantomeno di una caratteristica del Consiglio
regionale che è quella di monitorare la situazione da rendere nota, poi, ai
cittadini calabresi, colgo, veramente, come grande auspicio la sua presenza qui
in Aula, che sia l’inizio di un nuovo percorso in cui la politica farà il suo
corso fornendo tutto il supporto, fermo restando che le decisioni, poi,
spetteranno a lei.
Sono convinto, tra le altre cose, che
lei non consentirà nessuna interferenza laddove qualcuno vorrebbe porla in
essere. La ringrazio.
Complimenti, collega Esposito, aveva ancora un
minuto del tempo stabilito.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, prendo anch’io la parola al termine di
questo dibattito che ha visto il Consiglio regionale …
(Interruzione
del consigliere Bevacqua)
… il consigliere Bevacqua si può permettere perché
ci conosciamo da quasi 40 anni e abbiamo iniziato a fare politica quando
avevamo i calzoncini corti; quindi, mi permetto io e si permette anche lui.
Prendo la parola anch’io – dicevo – perché ritengo
che, oggi, pur nella difficoltà che vive la nostra regione, il Consiglio
regionale abbia scritto una buona pagina, nella quale, comunque, tra
maggioranza e minoranza c’è stato un dibattito serio, concreto, composto e, soprattutto,
con una serie di proposte che sono venute anche al Commissario.
Voglio ringraziare il commissario Longo, così come
il direttore generale del Dipartimento tutela della salute, Brancati, per la
loro presenza oggi, segno evidente di un rinnovato rapporto fra la Regione e i
Commissari.
Dovete testimoniare che negli anni passati questo
non c’è stato, vale a dire c’è stato un rapporto conflittuale tra la Regione e
i Commissari all’interno della Regione e questo non ha fatto bene ai calabresi.
Non voglio andare alla ricerca di responsabilità; noto, semplicemente, che, nel
momento in cui in casa si ha un Commissario e non si dialoga con lui, è chiaro
che i risultati non possono venir fuori per il bene generale e forse, se oggi
scontiamo alcuni ritardi, è dovuto, innanzitutto, all’odioso commissariamento.
La gestione commissariale inizia nel 2009-2010,
prima affidata ai Presidenti di Regione, poi, addirittura, a Commissari
estranei alla regione, di fuori regione – così com’è il commissario Longo –
fino ad arrivare all’odioso “Decreto Calabria”, rinnovato nel novembre del
2020, quando la Regione era piegata su se stessa e indebolita dalla morte della
presidente Santelli, con quella dichiarazione di “zona rossa” che fu in quella
circostanza una grave penalizzazione da parte del Governo centrale, con la
nomina del commissario Longo, con il quale il presidente Spirlì e la Giunta
regionale hanno iniziato un rapporto di collaborazione.
È evidente – ed emerge in maniera chiara anche da
questo dibattito – che una cosa è il commissario Longo – che ha la gestione del
Piano vaccinale ed anche dell’emergenza da Covid-19 – altra cosa sono la
Regione, la Giunta regionale ed il presidente Spirlì.
Tuttavia, – il Commissario lo diceva ieri sera
nella trasmissione televisiva condotta da Giletti e lo ha detto anche oggi –
stiamo lavorando insieme e la Regione non sta ostacolando, anzi sta
collaborando soprattutto per cercare di accelerare il Piano vaccinale.
Credo che questo debba venir fuori e che la nostra
azione di collaborazione non debba e non possa fermarsi qui nell’interesse dei
calabresi che rivendicano attenzione sul Piano vaccinale e sull’emergenza
sanitaria.
Colleghi, del dopo, del programma 2022-2024,
potremo ragionare dopo la fine dell’emergenza, essendoci un rapporto
costruttivo con il Commissario.
Quel che emerge in maniera chiara – e lo posso dire
senza offendere il Commissario Longo, perché con sua eccellenza, il prefetto
Longo, ragioniamo e ci confrontiamo – è che questo odioso commissariamento deve
finire. Non lo dico – ripeto – per offendere il Commissario, perché, spesso,
lui stesso dice che non è possibile che la sanità in Calabria sia governata ed
eterodiretta e che desidererebbe essere l’ultimo dei Commissari della sanità
calabrese. Credo che l’impegno debba essere questo: una collaborazione in
questa fase, nella difficoltà massima, innanzitutto, per il Piano vaccinale.
Ritengo che stasera, Presidente, questa seduta di
Consiglio regionale si debba concludere anche con l’unità dei consiglieri
regionali per rivendicare più attenzione dal Governo centrale sul Piano
vaccinale, adesso che la Calabria ha accelerato.
La Calabria è in “zona arancione”, sono rimaste
soltanto tre regioni in “zona arancione” e credo che sia importante, in questa
fase, avere più vaccini per uscire da questa condizione per la nostra economia
e la nostra gente.
Sarebbe importante approvare un documento che dia
forza al presidente Spirlì, al commissario Longo e che chieda al Governo
centrale l’invio di più vaccini ora che il Piano è, ormai, al miglior regime e
siamo nelle condizioni di vaccinare decine di migliaia di calabresi al giorno.
Serve questo per riaprire, per rilanciare
l’economia, perché la politica dia una risposta chiara ai calabresi. Questo
possiamo farlo insieme – voi che oggi siete minoranza in Consiglio regionale
siete rappresentanti autorevoli di un Partito di governo così come lo siamo noi
di Forza Italia così come il presidente Spirlì della Lega – e dobbiamo
rivendicare più attenzione. Lo dobbiamo fare, è questo che dobbiamo chiedere
insieme al Governo centrale, visto che nella sfortuna di essere “zona arancione”,
possiamo spingere su questo risultato adesso che siamo nelle condizioni di
vaccinare più persone.
Dobbiamo farlo nelle farmacie, nei luoghi di
lavoro, visto che il Governo centrale non ha voluto impegnare i medici di base
in questa azione, ma credo che questa campagna vaccinale sia fondamentale.
Dopodiché, parleremo anche di emergenza sanitaria e
credo che su questo i Commissari debbano essere nelle condizioni di rispondere
all’onda d’urto che mi auguro sia un po’ in diminuzione. Dobbiamo dare risposte
come Dipartimento perché non è possibile che ci sia un problema di
accreditamento anche per le ambulanze e ci sarà di nuovo una protesta da parte
dei rappresentanti di categoria che hanno avuto già modo di parlare con il commissario
Longo e con il direttore Brancati. Non è possibile tenere bloccati anche questi
accreditamenti e, quindi, tutti insieme dobbiamo dare una risposta partendo
però – perdonate – dai vaccini e dalla risposta all’emergenza sanitaria.
Grazie.
Presidenza
del vicepresidente Luca Morrone
Il dibattito prosegue con l’intervento del
Presidente facente funzioni, Spirlì, e, poi, lo concluderà il Commissario.
Grazie, intervengo nuovamente per rispondere a
qualche sollecitazione.
Intanto, non aspettavo altro e devo dire che la
giornata di oggi è veramente albo
signanda lapillo cioè una giornata da segnare con una pietra bianca, come dicevano
i latini quando parlavano di una giornata importante, perché – e ringrazio
tutti – c’è stata una condivisione generale su questo tema che viene dal fatto
che in queste settimane ed in questi mesi abbiamo rincorso e ottenuto la
verità.
Una verità che dovevamo, che dobbiamo e che dovremo
sempre ai calabresi. La verità non può avere mille facce. La verità ne ha una.
La verità è che, con una sanità malata, siamo riusciti ad ottenere risultati da
sanità sana.
Non ho detto – comincio a rispondere al consigliere
Bevacqua – che va tutto bene, ma che, per come siamo messi, caro consigliere,
con una sanità debole e zoppa, siamo riusciti ad ottenere un risultato non solo
onorevole, ma, addirittura, che ci dà speranza per il futuro.
Sono molto contento di quello che sta accadendo non
perché lo prendo come risultato definitivo, ma come buon auspicio.
Proprio per comunicarvi dati precisi, mi sono fatto
mandare il calendario con le previsioni minime, giorno per giorno, dal 23
aprile, per il momento, al 5 maggio.
Il 23 aprile avevamo previsto almeno
9.644 vaccinazioni e ne sono state fatte oltre 12.500. Il 24 aprile ne avevamo
previste un minimo di 11.170, però ne sono state fatte 19.200.
Il 25 aprile ne avevamo previste più o
meno 11.449 e abbiamo superato le 15 mila.
Oggi, sono previste, al minimo, 11.500.
Vedremo stasera cosa ci dirà la macchina che ha lavorato oggi. E domani sono
previste 11.500. Sono dati al minimo: il 28 aprile 12.000, il 29 aprile 12.384,
il 30 aprile 12.384, il primo maggio 12.000, il 2 maggio 12.000, il 3-4-5
maggio 15.550.
Ci sono, poi, provincia per provincia,
le previsioni al minimo che sono quelle che ci hanno consentito, grazie
all’utilizzo della piattaforma, di organizzare finalmente al millesimo, alla
singola dose, le previsioni al minimo.
Tutto quello che arriverà sarà tutto di
più, però abbiamo visto – mi dica, prefetto Longo, se mi sbaglio – che con la
collaborazione della Protezione civile, sicuramente di tutto il personale
sanitario e dell’esercito – questo è molto importante – la macchina delle
vaccinazioni ha funzionato e sta funzionando, nonostante le sollecitazioni che
ancora riceviamo da parte di qualcuno.
Consiglio – ma lo faccio a tutti, pure
a quelle organizzazioni locali che passano anche attraverso l’ottimo lavoro che
stanno facendo i sindaci in molti comuni della Calabria – di inserirsi
assolutamente in questa organizzazione che sta dando i suoi risultati e che non
potrà essere smontata, perché se la macchina va bene – e ci ha dimostrato che è
così – è inutile pensare di proporre ai calabresi un’altra possibilità.
(Interruzione)
Lo dico subito. Abbiamo – lo confermerà
il Commissario ad acta – in base alle possibilità di prenotazione, delle
previsioni precise, con uno specchietto dettagliato sulla capacità quotidiana
dell’insieme dei luoghi di vaccinazione dal 23 aprile, per ora, al 5 maggio, e
poi a seguire.
Quindi, cosa succede? Questo avviene basandosi sul sistema
piattaforma ed è quello che ci ha aiutato proprio in queste ore, in questi
ultimi giorni, a raggiungere in maniera ordinata e organizzata i numeri che
abbiamo ottenuto. Che cosa significa questo? E in questo rispondo anche al
consigliere Aieta: l'utilizzo della piattaforma, consigliere Aieta, è
assolutamente indispensabile perché quando noi non utilizziamo la piattaforma
noi non defalchiamo, dal quantitativo di vaccini che riceviamo, le dosi
effettuate e nello stesso tempo non carichiamo sulla piattaforma il numero dei
vaccininandi vaccinati per cui non defalcheremmo i target da vaccinare; se noi
non carichiamo sulla piattaforma, appunto, quel lavoro fatto quotidianamente e
seduta stante, noi ci ritroveremo agli ultimi posti nell'elenco dei vaccinatori
e agli ultimi posti negli elenchi dei consumatori perché a noi non
arriverebbero i vaccini che dovrebbero sopperire quelle dosi che abbiamo
consumato; nello stesso tempo non si saprebbe come mai non abbiamo vaccinato i
settantenni o gli ottantenni o i
novantenni. In quei 23.000 ancora in fase di registrazione voglio andare
a vedere quanti sono gli ultraottantenni. Peraltro, vi comunico che il target
degli ultraottantenni - ed è notizia di poco fa, giunta all'interno della chat
ufficiale della Unità di crisi – ha raggiunto, al momento, la percentuale del
63% dei vaccinati. Significa che con questo colpo di reni di questi ultimi
giorni e con il recupero di coloro i quali non erano stati inseriti, pur
vaccinati - e ancora non abbiamo finito e questa è la prova - noi abbiamo i
risultati reali. Allora non possiamo che dire grazie alle organizzazioni locali
e ai sindaci nel momento in cui lavoriamo tutti quanti insieme, siamo tutti
quanti insieme, e otteniamo il risultato che avremmo dovuto ottenere se
avessimo iniziato fin dal primo giorno e se avessimo avuto una sanità non
debole come la nostra.
Non vado, consigliere Aieta! Non partecipo ai programmi e da autore
televisivo conosco perfettamente i format. Se è un format di comunicazione, se
è un format di informazione abbiamo l'obbligo come Istituzione di partecipare,
ma se il format è qualcosa d'altro, se è un contenitore misto di cronaca,
gossip e, soprattutto, di quella informazione - permettetemi il termine forte
in quest'Aula, fuori da quest'Aula qualche volta l'ho già utilizzato - da
pollaio, non mi vedrete mai.
Non c'è motivo che la Calabria si vada a difendere in luoghi dove
pregiudizievolmente è condannata. La Calabria va in quei luoghi dove, da pari a
pari, si incontra con le altre Regioni. Da pari a pari. Se poi c'è qualcuno in
Calabria che ha urgenza di entrare nei finti Tribunali allora ce n'è uno molto
molto nobile, che peraltro ho contribuito a far crescere in 18 anni di
carriera, e posso intervenire per farlo partecipare: Forum.
Almeno dà una notizia buona sull'arbitrato legale, ma non c’è necessità di
andare a fare presenza dove non è richiesta, ma dove si assiste, semplicemente,
alla volgare presa per i fondelli di una Regione che sta lavorando e bene. Per
cui non parteciperò né ora e né in futuro a programmi televisivi o radiofonici
o ad incontri pubblici in cui la Calabria è chiamata a difendersi. Noi non
abbiamo proprio bisogno di accusatori da Santa inquisizione non Santa. Allo
stesso modo non partecipo ad incontri-scontri con probabili candidati alle
future elezioni regionali perché non essendolo non ho motivo per confrontarmi.
Allo stesso modo ritengo che i sindaci di grandi città, di altre province
e di altre Regioni abbiano più interesse a confrontarsi con i propri Presidenti
di Regione e non con Presidenti di Regione che non sono quelli che comprendono
la città di cui sono sindaci. E quindi non c'è motivo che io faccia uno sgarbo
istituzionale al presidente De Luca, incontrandomi pubblicamente con il sindaco
di Napoli. Anche perché le nostre sanità sono diverse. La nostra è sicuramente
in difficoltà, ma non alleva formiche nei letti degli ospedali e fino a oggi,
grazie a Dio, se qualcuno purtroppo ha perso la vita, l'ha persa, per quanto
possa essere faticoso e doloroso, dignitosamente su un materasso anche se fosse
di una barella e non certamente sul pavimento di un gabinetto, per giunta
sporco.
Quindi non ho motivo di confrontarmi con chi non è pari a noi, anche nelle
difficoltà.
Perché “Villa Bianca”, consigliere Notarangelo e consigliere Mancuso?
Perché, a mio parere, noi abbiamo bisogno, in previsione, oltre che dei posti
nei reparti dove possiamo effettivamente ancora organizzare, di luoghi che non
sporchino il resto degli ospedali e abbiamo bisogno di luoghi che possano
essere un tutt'uno, un unicum
anti-Covid. Per quanto riguarda le dotazioni di “Villa Bianca” noi abbiamo
avuto la assicurazione da parte del generale Pirro - e quindi come se fosse da
parte del generale Figliuolo, ma comunque quello è - di poter usufruire di un
numero congruo di ventilatori. Ne hanno messi a disposizione 800. Dicono: “Ne
abbiamo 800, quanti ve ne servono ve ne diamo e non li dovete neanche pagare, i
ventilatori per sub intensiva e per intensiva”.
Con la definitiva risistemazione di “Villa Bianca” - sta avvenendo in
queste ore; i martelli pneumatici sono a lavoro da 2 giorni e si stanno finendo
di completare i percorsi - in cui abbiamo trovato le brande chiuse dentro la
sala operatoria e un congruo numero di brandine per letti alle quali si sommerà
sicuramente altro, noi abbiamo l'opportunità, con il lavoro della Protezione
Civile regionale e dell’Esercito, che continuo a ringraziare, di utilizzare “”
finalmente per quello che è: un ospedale.
Questo è molto importante perché non sarà solo “Villa Bianca”, ma su
questa falsariga andremo avanti per altro.
Per quanto riguarda poi l'aiuto sui territori, il commissario Longo - lo
dirà anche lui, ma dico quello che riguarda me – e il Presidente della Giunta
regionale hanno firmato protocolli di Intesa con i medici di medicina generale.
Io capisco che il sindaco conosca i propri concittadini, ma a noi non servono i
concittadini in questo momento, servono i pazienti o, per meglio dire, coloro i
quali devono essere sottoposti a vaccinazione in questa fase.
Chi meglio del medico di medicina generale può dire quanti sono i suoi
ultraottantenni in questo momento? Chi meglio del medico di medicina generale
ci può dire quanti siano i fragili e soprattutto chi li accompagna dal medico
ufficialmente e quindi il badante o, come si usa dire oggi, il cargiver o i parenti che vivono con lui?
Il lavoro deve essere fatto insieme, con i sindaci sicuramente, ma con i medici
di medicina generale soprattutto. Noi siamo stati - e ve l'ho detto qualche
tempo fa, la settimana scorsa - la prima Regione d'Italia a sottoscrivere il
primo Protocollo di Intesa con i medici di medicina generale, il 19 di
febbraio. Lo abbiamo ottimizzato - ed evito qualsiasi polemica –15 giorni fa e
sempre con i medici di medicina generale. È partito alla grande perché c'è una
grande collaborazione con i medici di medicina generale.
Lo Abbiamo ripetuto con i medici
pediatri, con gli odontoiatri e con i farmacisti. E non mancherà l'occasione
per sottoscrivere, come abbiamo fatto per esempio con il Rotary International,
anche con associazioni che volontariamente ci possono venire incontro. Lo
facciamo in collaborazione, ma soprattutto lo facciamo perché il prefetto Longo
si sta occupando di una cosa e noi stiamo partecipando alla stessa unità di
crisi al servizio di questa campagna vaccinale.
Ognuno porta il meglio che può e il meglio di sé in questa campagna
vaccinale.
Al consigliere Francesco Pitaro vorrei dire che intanto mi fa piacere che,
da mesi, assieme a consiglieri di maggioranza e di opposizione, ci stiamo
occupando del Sant'Anna. Lo sapete tutti che non c'è stato un giorno, dal primo
giorno, in cui il Presidente della Giunta e la Giunta non si siano dati
disponibili a fare da mediatori - quello si può fare - e, molto spesso, a
calmare gli animi o addirittura a fare da portavoce.
Quando la mediazione non è stata
più l'unico strumento necessario, ma è stata necessaria un'altra azione, lo
abbiamo cominciato a fare. Venti giorni fa personalmente ho chiesto
un'attenzione molto forte al ministro Lamorgese, nel suo ufficio, verbalizzata
dal capo di gabinetto Frattasi. E c'è un intervento definitivo su parte della
triade commissariale dell'ASP di Catanzaro.
Diciamo che era stata chiesta una certa pazienza ed era stata assicurata
un’ulteriore mediazione. In questi giorni mi sono reso conto che c'era qualcosa
che bisognava fare di più incisivo e allora ho pensato che scripta manent ed è per questo che ho chiesto che arrivasse una
delegazione di ispettori. Chiaramente non è una medaglia sul petto per nessuno
di noi, vuol dire che il territorio, purtroppo, non riesce a trovare una
soluzione, a prescindere che a non volerla trovare sia il territorio stesso o
chi sul territorio in questo momento sta agendo, anche proveniente da fuori.
Ritengo, però, che i lavoratori e i calabresi ne abbiano necessità e
quindi, ancora una volta, ci siamo presentati.
I contagi sono aumentati, consigliere Pitaro, nella fascia 0-17 anni e su
molta parte del territorio calabrese toccano il 32-35 percento, 0-17 anni, con
una incidenza dell'86% quasi 90% di variante inglese sul totale dei contagi.
Io penso che questa Aula non abbia bisogno che io sottolinei da che cosa
possa derivare questa espansione di contagi e penso di essere forse una delle
poche persone ad averla prevista e aver cercato di evitarla. Quella era l'unica
strada, a mio parere, e continuo ad esserne assolutamente convinto.
Sulla possibilità di arrestare la fuga di cervelli noi la pensiamo tutti
allo stesso modo.
Ci sono due grandi possibilità: la prima è quella che tutti quanti insieme
costruiamo le occasioni per rimanere in Italia e in Calabria e non lasciarla;
la seconda è quella di intervenire sulle famiglie, cercando di convincerle che
un figlio che studia sempre più lontano non è prova di emancipazione familiare,
ma è prova di sconfitta familiare.
La richiesta di indire ulteriori giornate di vaccinazione, oggi, con quel
calendario che vi ho appena letto e che ci dà la possibilità di un range minimo-massimo di vaccinazioni
previste e sicuramente fattibili, credo che sia -non dico inutile per carità
perché niente è mai inutile - superato perché abbiamo visto che potenza di
fuoco - se mi permettete - noi abbiamo in questa campagna vaccinale. Più che
altro facciamo una cosa molto importante, dato che tutti quanti noi abbiamo dei
canali social: utilizziamo i social per spingere la gente finalmente a
vaccinarsi. Tre giorni di vaccinazioni con AstraZeneca, quasi 50 mila calabresi
hanno avuto AstraZeneca, in parte Pfizer, ma per la maggior parte è stato
AstraZeneca. Vuol dire che, se noi li tranquillizziamo e ci tranquillizziamo
anche, quello è un vaccino che è stato fin troppo vituperato, ma è uno dei
migliori. Grazie.
Cedo la parola al commissario Longo.
Il presidente Spirlì ha chiarito alcuni punti, ma io devo chiarirne altri.
Io andrò a macchia di leopardo perché le problematiche sono sempre quelle, con
forme diverse e sotto aspetti diversi, ma sono sempre quelle. Intanto vorrei
chiedere al consigliere Molinaro – scusate, se gli do la precedenza - che mi ha
ritenuto, e lo ha detto più volte anche per iscritto, inadeguato: scusi,
consigliere, ma lei sa quello che ho fatto io dal primo dicembre? È una domanda
che faccio.
Io la ringrazio per questo opportunità.
Vi chiedo scusa. Commissario, le volevo dire che non si può interloquire
con i consiglieri.
Perfetto, scusi.
Commissario, le mando una nota esplicativa.
Mi sono insediato il primo dicembre - come lei ben sa e come tutti sanno -
e ho dovuto innanzitutto inviare il Piano Covid che non era stato inviato; Piano
Covid che viene inviato al Ministero il 2 dicembre; io ottengo risposta il 14
gennaio, con nota del Ministero con la quale mi si chiede il rendiconto delle
spese Covid per l'anno 2020. Ovviamente non è stato agevole fare un rendiconto
di tutto un anno, comunque è stato fatto; è stato mandato entro la prima decade
di febbraio per l'approvazione definitiva. Ancora non abbiamo risposta. Appena
avremo la risposta io lo licenzierò con DCA, ovviamente, perché dobbiamo avere
l'approvazione ministeriale. Comunque sia, il mio augurio è che quantomeno per
il 2020 questo Piano Covid di fatto abbia avuto una qualche attuazione e credo
di sì. Questo è il quadro che mi
risulta.
Dopodiché ho nominato i commissari straordinari di tutte le aziende, con
regolare contratto, che non si faceva da anni, né tantomeno si faceva da anni
un manuale di atti aziendali perché io debbo dire anche ai commissari
straordinari quello che voglio sul piano organizzativo. È stato licenziato un
manuale di atti aziendali; sulla base di questo manuale degli atti aziendali, i
commissari straordinari hanno redatto i propri atti aziendali che mi sono stati
mandati - perché hanno l'obbligo di farlo entro tre mesi - e io li sto
valutando, in collaborazione con Age.Na.S. da cui mi sono fatto mandare esperti
di controllo di atti aziendali, rispetto al mio piano di atto aziendale. Poi,
ho fatto tre piani vaccinali, tre.
Unica Regione che si è dotata di piani vaccinali, non mi risulta che ce ne
siano in altre regioni. Tre piani vaccinali perché abbiamo seguito tre step: inizio, fase mediale e fase finale
che riguardava e che sta riguardando, sostanzialmente, la vaccinazione di massa
perché, mano a mano, stiamo aprendo a tutte le categorie; abbiamo aperto anche
60-70 anni quindi posso vaccinarmi anche io, cosa che farò a breve con
AstraZeneca, tra l'altro. Poi, abbiamo approvato il Piano Triennale della
ristrutturazione della rete emergenza urgenza, significa Piano strutturale
triennale, utilizzando i fondi del Sistema Sanitario e anche i fondi Por che
sono stati messi a disposizione dalla Regione.
Ciò significa: acquisto di impiantistica elettromedicale e
ristrutturazione di presidi ospedalieri. Abbiamo anche fatto un Piano di
approvazione dei fabbisogni territoriali delle varie ASP, in modo da stabilire
il budget per i privati accreditati; è stato fatto anche quello, sono stati
assegnati i fondi per i privati accreditati, stiamo aspettando che i privati
accreditati possano firmare i contratti. Spero che ciò avvenga nel più breve
tempo possibile.
Abbiamo dilazionato alcune situazioni, vedi per esempio Catanzaro con il
Sant'Anna, ma speriamo di poter risolvere un po' tutto nel più breve tempo
possibile. In tutto questo periodo di tempo ho organizzato, assieme al
presidente Spirlì, la implementazione del Piano vaccinale, seguendo
quotidianamente l'andamento del Piano vaccinale stesso. L’attuazione del Piano
vaccinale mi impegna per tre quarti di giornata. Non è stato facile né
adoperare la piattaforma delle Poste Italiane, che ci ha creato un sacco di
problemi, né tantomeno avviare la vera e propria campagna vaccinale. Poi è
subentrato il generale Figliuolo che ci ha dato una grossa mano con l'invio di
personale militare, di strutture logistiche, in modo che ci potessero
affiancare e che ci stanno affiancando nella esecuzione della campagna
vaccinale.
In tutto questo si è avuto anche l'intervento massiccio della Protezione
civile che ha instaurato un rapporto di collaborazione con la Croce Rossa per
la fornitura di medici, infermieri e personale amministrativo e che ci supporta
sui 3 Hub vaccinali più grandi che sono Catanzaro, Rossano-Corigliano e
Siderno.
Stiamo lavorando sempre con Age.Na.S. e con i due sub commissari, che mi
sono stati mandati appena 10 giorni fa, alla redazione del Piano programmatico
2022-2024, perché ho l'obbligo anche di fare questo ovviamente, in pratica il
Piano di rientro di cui si parla tanto a livello normativo: Piano di rientro, Commissario
per il Piano di rientro.
Il Piano di rientro è proprio quello: il Piano programmatico. Io devo
redigerlo e devo poi curare quotidianamente la esecuzione di quel piano che
ovviamente viene preventivamente approvato dai tavoli deputati cioè MEF
(Ministero dell’Economia e delle Finanze) e Ministero della Salute.
Questo è quello che ho fatto fino adesso.
Abbiamo portato le vaccinazioni dal limite di 3500- 4000 a ben 16.000 -
19.000 e andiamo avanti, stiamo andando avanti, speriamo di superare quota 20
mila. Eravamo partiti con una proiezione di fine Piano vaccinale per luglio
2022, siamo arrivati a dicembre 2021 e certamente dobbiamo anticipare
quantomeno alla fine dell'estate 2021 cioè quest'estate perché prima si vaccina
e prima si risolve tutto il complesso di problemi che sta attorno al Covid-19
nel nostro Paese.
In tutto questo, caro consigliere, io volevo dire semplicemente questo: io
non ho scudo penale - bene che lei lo sappia - come il commissario Arcuri, né
scudo penale né scuro erariale. Quotidianamente noi riceviamo decine e decine
di ricorsi per attività non fatte negli anni precedenti di cui rispondo io
perché sono adesso Commissario ad acta, quindi dobbiamo curare il contenzioso,
dobbiamo costituirci nelle liti in sede amministrativo e civile perché se non
lo facciamo perdiamo le cause e sono dolori, perché si accumula il debito. I
debiti sono stati accumulati così, non curando il contenzioso, lasciando che il
contenzioso andasse a ramengo.
Perché, poi, sul contenzioso ci sono interessi che si accumulano,
interessi dell’otto e del dieci per cento e proprio questo ha creato il grande
debito a Reggio Calabria e a Cosenza: ritardo nei pagamenti, contenzioso, non
cura del contenzioso. Questo è stato il sistema illecito che ha creato questi
debiti.
Stiamo affrontando il problema del settore accreditamento che ha un
arretrato pazzesco e che risultava chiuso. È stato chiuso per un anno; è stato
aperto soltanto nel settembre dell'anno scorso, con un arretrato spaventoso.
Stiamo cercando di digitalizzarlo, quantomeno per quantificarlo, e lo stiamo
affrontando giorno dopo giorno. Stiamo cercando di far applicare un software
per tutte le aziende in modo che il contenzioso, anche delle aziende, si
accenda al dipartimento, in modo da controllarlo. Stiamo facendo anche questo.
Non abbiamo più un dirigente della GSA, per cui l'attuale dirigente generale al
momento fa funzione anche come capo settore per GSA; la GSA è la gestione
accentrata delle situazioni economico-contabili delle varie aziende che al
momento si controlla fino a un certo punto e che andrebbe invece controllato
minutamente. Ci manca un dirigente nel settore territorio che, anche in questo
caso, è gestito in modo provvisorio dal dirigente generale Brancati.
Dobbiamo ricostituire l'ufficio OTA, perché l'attuale dirigente ha dato le
dimissioni e stiamo cercando una persona che costituisca l’OTA che è fondamentale
per gli accreditamenti, perché se manca l’OTA non possiamo fare
l'accreditamento. Ci sono quindi tutte queste problematiche da gestire nel
quotidiano. E torno a ripetere: non abbiamo né scudo penale né scudo erariale
contabile, non so se rendo l'idea, né io e né anche i miei due sub commissari
quindi è tutto a nostro rischio e pericolo quotidiano. È bene che si sappia
questo. Ho detto tutto per quello che riguarda questa vicenda.
Debito e i bilanci: i bilanci a Reggio Calabria non si possono fare perché
non è quantificato il debito, infatti si sta mettendo in moto un'attività per
la quantificazione del debito e per richiedere per la situazione di Reggio
Calabria una gestione stralcio che riguarda il passato. Si deve mettere fine al
passato, iniziare col presente e il futuro, per questo si richiede un
intervento normativo perché altrimenti non lo si può fare. Lo stesso dicasi per
Cosenza, visto che 2015-2016-2017 sono stati dichiarati falsi dal Gip, da
un’autorità giudiziaria, quindi non si può passare alla redazione dei bilanci
2018 e 2019. Non è possibile per principio giuridico della continuità dei
bilanci di rendiconto.
Ecco perché mi sono permesso di chiedere una sospensione del termine di
decadenza per il commissariato di Cosenza perché non ha alcuna responsabilità
assoluta in quello che è successo. È subentrato un fatto imprevisto e
imprevedibile, a tutti anche a lui. Speriamo che me l’accordino perché sarebbe
un brutto precedente se ciò non fosse. E lo stesso succederà per Reggio
Calabria, fermo restando che sia a Cosenza sia a Reggio Calabria sono stati
messi in moto dei meccanismi di quantificazione del debito.
A Cosenza il debito è arrivato a 350 milioni di euro accertati; a Reggio
Calabria stiamo iniziando, ma parecchi fatti a Reggio Calabria sono stati già
accertati per altri versi quindi diciamo che anche a Reggio Calabria non
partiamo proprio da zero.
Ovviamente alla quantificazione del debito o alla gestione stralcio
prelude un intervento poi risolutivo a livello centrale perché questi debiti,
una volta quantificati, dovranno essere comunque pagati, laddove siano liquidi,
esigibili e certi. Questo per quanto riguarda debiti e bilanci.
Per quanto riguarda la gestione dei sindaci: ho incontrato 45 sindaci
della provincia di Cosenza che hanno iniziato a collaborare con i medici di
medicina generale perché hanno messo a disposizione location e attrezzature,
dopodiché hanno contattato i medici di medicina generale che hanno portato i
loro clienti. Medico di medicina generale che poi deve curare la registrazione
perché alla piattaforma con Poste Italiane ce l'ha il medico di medicina
generale, in quanto è titolare di credenziali per la piattaforma di Poste e
Telecomunicazioni ed è anche destinatario dei vaccini che servono per le
vaccinazioni. E questo è già stato fatto.
È in atto nella provincia di Cosenza. Si è fatto a Vibo, si è fatto a
Crotone, si è fatto anche a Catanzaro. Purtroppo a Reggio Calabria di meno,
molto di meno, molto di meno. Speriamo di poter riprendere questo discorso a
Reggio Calabria.
Le vaccinazioni degli over 80 sono come prime dosi a oltre il 60 per
certo, 61 e 62 per cento, come seconde dosi al 45 per cento; per le categorie
fragili c’è un aspetto un po’ opaco e ci basiamo su quelle che risultano dalla
tessera sanitaria, attenzione, non su quelle per autocertificazione. Ci siamo
accorti per esempio che su Siderno ci sono state 193 certificazioni dello
stesso medico. Non va bene così, non va bene, non va bene.
Comunque le percentuali dei vaccinati soggetti fragili, così come
risultanti dal tesserino sanitario, si attestano a un buon 60 per cento, però
se continuiamo con le certificazioni opache non la finiamo più, non la possiamo
finire più. Qualsiasi cosa riguardi le vaccinazioni, anche l'episodio di Luzzi,
è stato già riferito alla Autorità giudiziaria. Viene riferito sempre all'Autorità
giudiziaria.
A proposito dei numeri, mi si chiedeva dei famosi numeri diversi. Il
problema è questo: il numero dei positivi viene prima inviato, attraverso una
piattaforma, dalle singole Aziende Sanitarie all’istituto superiore di sanità;
le aziende, poi, sono obbligate a riferirlo a noi che lo comunichiamo in
un'altra piattaforma che riguarda il report quotidiano dei contagiati. “Report
contagi giornalieri” e “Istituto Superiore di Sanità” sono due piattaforme che
al centro non comunicano. I dati che abbiamo mandato noi, noi come
dipartimento, nella “Piattaforma report contagi giornalieri” sono quelli
giusti. Abbiamo mandato i dati esatti, sarà falsato qualcuno della piattaforma
“Istituto Superiore di Sanità”, però quelli che abbiamo mandato noi sono
assolutamente esatti. Tra l'altro, in continuazione e per ovviare a questa
discrepanza, abbiamo creato un'altra piattaforma con la Protezione Civile
regionale, per cui i due dati si incrociano in basso e partono entrambi sia per
la piattaforma “Istituto Superiore di Sanità” sia per la piattaforma “Report
contagi giornalieri”. Quindi non ci sono problemi, ma anche su questo si è
riferito alla autorità giudiziaria.
Tra l’altro, abbiamo
avuto casi di mancata trascrizione delle vaccinazioni per parecchie migliaia,
soprattutto su Reggio Calabria.
Abbiamo colmato in
parte il gap con personale
amministrativo della Croce rossa e dell'Esercito.
Anche su questo, si
è riferito alle Autorità giudiziarie; quindi, non si omette né si vuole coprire
alcuno.
Sia chiaro!
Per quanto riguarda
le vaccinazioni che ho disposto per il Dipartimento tutela della salute, mi è
sembrato logico, anche perché è fatto di Settori e, se anche uno di essi non
dovesse funzionare, si bloccherebbe tutta la macchina e, quindi, anche la mia
attività.
Non posso
permetterlo.
Tra l’altro, proprio
in quel Dipartimento, circa 20 giorni fa, si è avuto un focolaio di contagi;
per cui, tutti i Settori sono stati fuori per una settimana.
Non so se l'avete
saputo.
Visto che so
perfettamente quello che è successo, non volevo che si ripetesse, anche perché
quella settimana di smart working mi
ha comportato grossissimi problemi gestionali, soprattutto per il flusso dati.
Ecco perché mi sono
premurato di far vaccinare il personale del Dipartimento tutela della salute che, peraltro, quotidianamente incontra
personale delle Aziende con cui fa riunioni per questioni che riguardano il
contenzioso, il budget,
l'accreditamento, la firma dei contratti Siamo veramente in prima linea,
checché se ne possa pensare e possa dire qualcuno che non conosce né
l’organizzazione del Dipartimento tutela della salute né la struttura
commissariale, che operano con una funzione di interdipendenza.
Per quanto riguarda
le terapie intensive e sub-intensive, abbiamo enormemente elevato il numero
delle Strutture, sia intensiva sia sub-intensiva, a Catanzaro, Reggio Calabria,
ma soprattutto a Cosenza, dove si è registrato il maggior numero di contagi.
Al momento, abbiamo
venti strutture di terapia sub-intensiva, di cui almeno la metà è già occupata,
e sei postazioni terapia intensiva, di cui due occupate e quattro libere.
Speriamo che rimanga
così.
Sono stati aumentati
i posti di medicina Covid su: Rossano (38 posti); Cetraro (20 posti); Acri (20
posti).
Su Rogliano, abbiamo
attivato quasi 12 posti e speriamo di poterne adoperare altri 18.
(Voci fuori microfono)
Sì, esatto.
Purtroppo, ci stiamo
attrezzando per il peggio, sperando che non ce ne sia necessità, per carità!
Attenzione, però,
tutti questi posti considerateli di terapia intensiva perché l'Esercito – come
ha già detto il presidente Spirlì – è in grado di fornirci le attrezzature per
la respirazione polmonare, immediatamente e a costo zero; in questo, devo dire
che siamo stati fortunati.
Abbiamo aumentato le
terapie intensive anche all'Ospedale “Annunziata” con 16 posti di terapia
intensiva – 10 occupati e 6 liberi – e 37 posti di terapia sub-intensiva che,
al momento sono tutti occupati; però, riusciamo a sopperire con l'ASP di
Cosenza e con quello che abbiamo aperto nel circondario di Cosenza.
Anche al G.O.M. di
Reggio Calabria c’è stato un aumento, ma fino a un certo punto perché era quasi
tutto aperto; difatti, c’è un’intera palazzina interamente dedicata, quindi
eravamo già abbastanza attrezzati.
Anche qui, vale
quanto ho detto prima, rispetto alla possibilità di avere in tempi brevi i
respiratori polmonari offerti dall’Esercito.
Inoltre, speriamo di
poter aprire altri posti all’Ospedale “Villa Bianca”.
Questo è stato l'input che ha dato il presidente Spirlì
al Commissario straordinario dell'Azienda “Mater Domini”, e così dovrà
avvenire, si voglia o non si voglia, perché questi sono posti Covid che,
insieme a quelli dell'Esercito, potrebbero diventare postazioni di terapie
intensive e sub-intensive.
Per quanto concerne
il personale, a seguito dell’emergenza Covid, abbiamo assunto 1.080 unità;
ovviamente, si tratta di assunzioni a tempo determinato.
Per quanto riguarda,
invece, le assunzioni a tempo indeterminato, ce ne sono 690 in tutte le Aziende
sanitarie.
Il problema è
questo: i Fondi ci sono; non hanno assunto e devono assumere.
Attenzione,
l'assunzione di personale è tra gli obiettivi che ho messo sia come Atti
aziendali sia nel contratto; pertanto, il mancato raggiungimento degli
obiettivi, significherebbe decadenza.
Sia chiaro, non
ammetterò più che non si facciano assunzioni, visto che abbiamo i soldi a
disposizione. Sia chiaro per tutti! Questo è il terzo sollecito che faccio; il
quarto non lo farò più. Sia chiaro!
Il Patto di
solidarietà mi è piaciuto molto come concetto. Si tratta di un Patto di
solidarietà tra Consiglio comunale, Giunta regionale, Presidente e Commissario,
anche perché vorrei essere l'ultimo Commissario straordinario.
Il mio obiettivo è
questo. Se riesco a concludere l’operazione stralcio e riusciamo a sistemare i
bilanci, sicuramente avverrà questo. Tifate per me!
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Commissario, chiedo
scusa, se vale quello che abbiamo detto in molti per questo Patto di
solidarietà, dobbiamo darci appuntamento tra 60 giorni e verificare se le cose
che sia lei sia il presidente Spirlì ci avete riferito hanno trovato risposte
dai vari soggetti interessati.
Se ho capito bene, i
dirigenti che non assumono vanno a casa.
Per quanto riguarda
gli ospedali chiusi di Trebisacce e Praia a Mare, essi dovranno ridiventare
Presidi sanitari.
Trebisacce lo
diventerà da qui a poco con il sub-Commissario ad acta, che è niente poco di meno che il Capo della Programmazione
del Ministero della salute, il quale ha trovato anche i fondi.
Praia a Mare bisogna
farlo. L'ho promesso al Sindaco, anche perché ci sono delle sentenze passate in
giudicato di Tribunali di questo Stato.
Cosa faremo per
quanto riguarda i vaccini? Faremo di tutto per superare quota venti mila.
(Voce fuori microfono)
A Cariati dobbiamo
rivedere tutto il Piano delle famose Case della salute, perché così non
significano niente; o le trasformiamo in Presidi sanitari o andrebbero chiuse,
ma non è possibile privare il territorio quantomeno di un Presidio sanitario
che valga anche a livello anamnestico, non più di questo, ma è veramente
importante.
Lo includeremo nel
Programma 2022/2204! State tranquilli!
Questa sarà
un’attenzione particolare per quanto riguarda la programmazione 2022/2024! Non
voglio più sentire parlare di ospedali chiusi.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Commissario, lei
vuole modificare il decreto numero 64 della rete ospedaliera?
Certamente! È
scritto nel decreto numero 150; anzi nel decreto numero 181 modificato il 31
dicembre. Per quanto riguarda l'Alzheimer, ho incontrato la dottoressa Bruni
che tra non molto andrà in pensione. Qui bisogna fare una attenta valutazione
perché non vorrei che, quando lei non ci sarà, finisse tutto.
(Voci fuori microfono)
Colleghi, avete
chiesto con forza questo incontro. Ora mi sembra che abbiate fretta.
Ascoltiamo ciò che
il Commissario sta dicendo senza fare dibattiti, così da capirci qualcosa in
più. Facciamolo concludere.
(Voci fuori microfono)
Non facciamo
polemiche. Commissario, concluda cortesemente.
Ho finito.
Va benissimo. La
seduta è sospesa per cinque minuti.
Siamo in un’Aula
consiliare, non alla scuola elementare.
La seduta sospesa alle 18,28 riprende alle 18,30
Presidente, considerato che abbiamo fatto un
dibattito sulla sanità, prima di chiudere la seduta, chiedo che si inserisca
all’ordine del giorno la mozione numero 75/11^.
Pongo ai voti
l’inserimento della mozione numero 75/11^, a firma di tutti i capigruppo di
maggioranza e di opposizione: “Vaccinazione di massa nel giorno della
ricorrenza della Festa patronale in onore di San Francesco protettore della
Calabria”. L’inserimento è approvato.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pitaro. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della mozione numero 74/11^ sull’Ospedale
Sant'Anna.
Pongo ai voti
l’inserimento della mozione numero 74/11^ “Sant'Anna Hospital” a firma di tutti
i capigruppo di maggioranza e opposizione.
L’inserimento è
approvato.
Cedo la parola al
consigliere Di Natale per l’illustrazione della mozione numero 75/11^.
Grazie, Presidente.
Intanto, ringrazio tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza, il
Presidente della Giunta regionale e il Commissario.
La mozione riguarda
l’implementazione delle vaccinazioni nei giorni che saranno stabiliti, appunto,
dalla Giunta regionale in raccordo con il Commissario ad acta, in occasione della ricorrenza delle celebrazioni di San
Francesco di Paola, patrono della regione Calabria.
Pongo in votazione
la mozione numero 75/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al
consigliere Francesco Pitaro per l’illustrazione della mozione numero 74/11^
“Sant’Anna Hospital”.
La mozione che ho
illustrato poc'anzi nel mio intervento, è stata firmata da me e da tutti i
capigruppo dell'opposizione e della maggioranza, e riguarda il “Sant’Anna
Hospital” che, come ho detto poc’anzi, è una struttura d'eccellenza con 300
dipendenti, dove vengono fatti 900 interventi all'anno, che oggi sta soccombendo
a causa dell'ostilità dell’ASP di Catanzaro.
La mozione impegna
il Presidente della Giunta regionale ad intervenire in maniera poderosa
affinché il “Sant'Anna” ottenga la contrattualizzazione per il 2021 e ad
interloquire con il Ministero dell'interno e con il Ministero della salute, al
fine di ottenere la avocazione del procedimento amministrativo diretto alla
contrattualizzazione e eventualmente, anche la rimozione della triade
commissariale, che si è caratterizzata finora per un atteggiamento immotivatamente
ostile, persecutorio e vessatorio.
Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Giusto per
condividere un percorso che è stato anche motivo del dibattito durante la seduta
di Consiglio regionale, dove partendo dalla mozione presentata dai capigruppo
dell'opposizione e poi condivisa da tutti i capigruppo di maggioranza –
naturalmente, nel momento in cui c'è la firma del capogruppo, c'è la firma di
tutti i gruppi – riteniamo che durante il dibattito sia emerso in modo unanime
l'interesse che deve avere il presidente Spirlì nella sua qualità di Presidente
facente funzioni per mantenere in vita un’eccellenza della Cardiochirurgia
calabrese; quindi, la condividiamo in pieno, l'abbiamo sostenuta, ne abbiamo
discusso anche con i colleghi di maggioranza Mancuso, Pietropaolo e quant'altri
e, quindi, siamo fortemente soddisfatti di portare a casa questo risultato che
coinvolge il Presidente facente funzioni e il Commissario ad acta, in una battaglia di giustezza per quanto riguarda il
“Sant'Anna Hospital” di Catanzaro.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mancuso. Ne ha facoltà.
Non potevo esimermi
dall’unirmi al grido di dolore proveniente dal “Sant'Anna Hospital” perché
penso che sia un’eccellenza da salvaguardare per quanto concerne sia l’aspetto
medico sia i 300 lavoratori; quindi, condivido quanto è stato detto sia dal
collega Pitaro, che si è fatto promotore della mozione, sia dal collega
Esposito.
Ritengo che questa
sia una bella pagina di buona amministrazione perché, quando c’è un problema, e
ci batte insieme, maggioranza e opposizione, la possibilità di risoluzione è
molto più elevata. Grazie.
Pongo ai voti la
mozione numero 74/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 18,37
Hanno chiesto congedo: Tallini.
(È
concesso).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Caputo, De Caprio, Raso, Pitaro Vito, Molinaro,
Crinò, Minasi, Paris “Misure urgenti in tema di equo compenso. Modifiche e
integrazioni alla l.r. 25/2018” (PL n. 89/11^).
È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità,
Attività sociali, culturali e formative ed alla seconda Commissione – Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere.
Mancuso “Modifiche alla legge regionale 19 novembre
2020, n.22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)” (PL n. 90/11^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili ed alla seconda
Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari
dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa d’ufficio:
“Riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi al 31 dicembre 2020, ai sensi dell’art. 3, comma 4, del D.lgs. n.
118/2011 e s.m.i. e conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2020-2022
e al bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale della Calabria”
(PPA n. 105/11^).
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Di Natale “Proposta di legge al Parlamento recante:
Stabilizzazione degli ex percettori di mobilità in deroga (tirocinanti) Regione
Calabria” (PPA n. 106/11^).
È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità,
Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito.
Comunico
che la sesta Commissione consiliare, nella seduta del 14 aprile 2021, ha
espresso, a maggioranza dei presenti, parere contrario alla deliberazione della
Giunta regionale n. 60 del 18 febbraio 2021, recante:
“Approvazione
Piano Esecutivo Annuale d’Immagine e Promozione Turistica 2021 ex art. 4 della
l.r. 8/2008”.
(PARERE
N. 11/11^).
Comunico
che, in data 23 aprile 2021, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato
le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 31 del 23
aprile 2021:
1)
Legge regionale n. 1 del 23 aprile 2021, recante: “Modifiche all’articolo 5
della legge regionale 19 novembre 2020, n. 21 (Istituzione Consorzio Costa
degli Dei)”;
2)
Legge regionale n. 2 del 23 aprile 2021, recante: “Modifiche agli articoli 2 e
4 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell'istituzione
delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili)”;
3)
Legge regionale n. 3 del 23 aprile 2021, recante: “Modifiche alla legge
regionale 19 novembre 2020, n. 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)”;
4)
Legge regionale n. 4 del 23 aprile 2021, recante: “Modifica alla legge
regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell’Azienda regionale per lo
sviluppo dell’agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo
dell’agricoltura)”;
5)
Legge regionale n. 5 del 23 aprile 2021, recante: “Disciplina delle modalità e
delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni
idroelettriche della Regione Calabria e determinazione del canone in attuazione
dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79”;
6)
Legge regionale n. 6 del 23 aprile 2021, recante: “Norme in materia di
conclusione delle procedure di liquidazione di enti pubblici e fondazioni e di
rilancio della forestazione”;
7)
Legge regionale n. 7 del 23 aprile 2021, recante: “Proroga termini istanze
contributi per l’anno 2021. Integrazione agli articoli 14 e 15 della l.r.
28/2010”.
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Regione con ordinanza n. 27 del 19.04.2021, a
firma del Presidente della Giunta f.f., ha disposto l'istituzione della
"zona rossa" nel Comune di Tortora;
- nella parte motiva, l'ordinanza specifica che si
è reso necessario intervenire con misure più restrittive a causa dell'aumento
dei casi di positività al Covid-19;
- tuttavia, i dati sulla base dei quali è stata
disposta l'ordinanza non sono esaustivi atteso che molti test antigenici con
esito positivo attendono ancora di essere confermati;
- l'incompletezza dei dati non consente di adeguare
l'esatto andamento epidemiologico del rischio effettivamente presente nel
territorio del Comune di Tortora tale da giustificare, obiettivamente, misure
più restrittive. Tutto ciò premesso Si interroga l'On. Presidente f.f. e la
Giunta regionale
per sapere:
il motivo per il quale è stata disposta
un'ordinanza con misure restrittive implicanti la dichiarazione di "zona
rossa" per il Comune di Tortora avendo come riferimento dati parziali ed
in attesa di conferma ed il motivo per il quale vi sono dei ritardi per
l'ottenimento dei risultati dei tamponi molecolari già eseguiti.
(126; 19/04/2021)
Anastasi. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la IAM SpA gestisce, oltre all’impianto di
depurazione nella zona della Piana di Gioia Tauro, una rete di oltre 100 km di
condotte fognarie ad esso collegate, su cui incidono 28 scolmatori di piena
dislocati in tutto il territorio. - Sembra che né la Città Metropolitana, che
ne ha la competenza, né la IAM SpA, abbiano effettuato la manutenzione necessaria,
per lo meno non se ne ha contezza. - Dalle segnalazioni di importanti
Associazioni, come l’Osservatorio ambientale Iride di Gioia Tauro, sembra che
alcuni scolmatori, si attivino anche in assenza di precipitazioni, cosa che non
rispetterebbe la normativa vigente sul limite degli scarichi. Considerato che:
- L’attivazione degli scolmatori, non giustificata da seri eventi
meteorologici, potrebbe comportare un copioso scarico di liquami in mare,
ovvero un enorme rischio ambientale, con le conseguenze del caso.
Per sapere:
quali misure intenda prendere la Giunta regionale,
in particolare l’Assessore all’Ambiente, Dott. Sergio De Caprio, per monitorare
e affrontare di conseguenza la questione della corrispondenza dell’impianto
alle normative e dei possibili sversamenti di liquami e se intende intervenire
per i ripristino della condotta finale scarico sottomarina dell’impianto di
depurazione danneggiata in più punti ed il cui punto finale si trova a meno 100
metri lineari dalla linea di spiaggia rendendo visibile il deflusso in
superficie e comunque al di sotto del limite stabilito per legge in 300 metri
lineari, al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini della zona.
(129; 26/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con interrogazione n. 127 del 21.04.2021 già si
denunciava una forte discrasia fra i dati comunicati in piattaforma
ministeriale e quelli censiti quotidianamente dalle ASP;
- ancora una volta, i dati trasmessi riportano
notevoli differenze;
- difatti, nel report comunicato in piattaforma
ministeriale riferito al periodo compreso fra il 12-18 aprile 2021 compare un
numero di casi di positività al Covid-19 inferiore rispetto a quello censito
dalle Asp;
- nel dettaglio nei bollettini della Regione
Calabria, vengono comunicati 3.308, mentre il Report 49/Sintesi Monitoraggio
Fase 2 (dati relativi alla settimana 12/4/2021-18/4/2021 - aggiornati al
21/4/2021), dell’Istituto Superiore della Sanità comunica 2.790 casi;
- pertanto, è evidente la differenza di 518 casi
positivi al Covid-19 non comunicati. Tutto ciò premesso SI INTERROGA l’on.
Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
il motivo per il quale da 15 settimane consecutive
i numeri dei positivi trasmessi dalla Regione al ministero sono sistematicamente
inferiori a quelli certificati dalle Asp.
(130; 26/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’Università della Calabria, a metà ottobre 2020,
presentava formale richiesta al Dipartimento Tutela della Salute della Regione
per ottenere l’accreditamento del Laboratorio di Genetica e Microbiologia per
poter processare in ateneo i tamponi molecolari effettuati dall’Asp di Cosenza;
- il rettore ....... insieme al direttore del
Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra ........., davano
impulso alla procedura burocratica interloquendo più volte con la Regione;
- anche il laboratorio di chimica clinica e
tossicologia dell’Università della Calabria, diretto da .........., dopo aver
avviato, negli scorsi mesi, un’attività di screening, attraverso l’utilizzo del
tampone rapido antigenico, per individuare eventuali casi di contagio da
Covid-19, aveva manifestato la disponibilità di supportare l’Azienda Sanitaria
Provinciale, nelle attività di processazione dei tamponi molecolari;
- l’Ateneo, immediatamente, rispondeva a tutte le
richieste ed adeguava la struttura per rispettare i requisiti necessari per
ottenere l’accreditamento;
- i laboratori dispongono già della macchina per
RT-PCR, ovvero la tecnica che consente di individuare la presenza del
Coronavirus nei frammenti di RNA estratti dopo tampone naso- faringeo;
- secondo quanto divulgato dall’ateneo i laboratori
potranno processare, a pieno regime, fino a 300 tamponi al giorno;
- tuttavia, l’Università della Calabria è ancora in
attesa del via libera della Regione, che deve formalmente accreditarla;
- va riconosciuto l’impegno costante
dell’Università della Calabria nel contrasto alla diffusione dei contagi da
Covid-19 all’interno del campus, con l’adozione di misure di prevenzione a
tutela del personale e degli studenti, e sul territorio, con progetti e
iniziative che hanno visto impegnati i suoi ricercatori e l’intera comunità a
cui si affianca la costante attività di ricerca per sconfiggere il Coronavirus;
- l’attività e la professionalità messe a
disposizione dei laboratori universitari avrebbero garantito un grosso
contributo al fine di eseguire i test molecolari su tampone rino-faringeo,
finalizzati alla ricerca di RNA specifico per il SARS-CoV-2;
- la Regione Calabria, al precipuo fine di
rafforzare la capacità di testing su tutto il territorio regionale “anche alla
luce della necessità di individuazione delle varianti del virus, che può
determinare un ulteriore carico di lavoro per taluni laboratori pubblici regionali
designati al sequenziamento, già impegnati nell’ordinaria esecuzione dei test,
nonché in relazione alle attività di verifica dell’adeguatezza e della
congruità dal punto di vista quantitativo, correlate al livello di circolazione
del virus, per come enunciato all’art. 1 comma 6 del decreto-legge 13 marzo
2021, n. 30” e tenendo in considerazione, le svariate condizioni di necessità
da parte di privati cittadini di effettuare il prelievo del campione per il
test molecolare, nonché da parte di datori di lavoro o di strutture sanitarie
private che, nell’ambito delle proprie procedure, vogliano implementare
screening di verifica sul personale avvalendosi del predetto test, ha ritenuto
necessario, emanare apposita Ordinanza (n. 15 del 19.03.2021) per inserire
nell’elenco regionale sette laboratori abilitati all’esecuzione del test
molecolare su tampone rino-faringeo per la ricerca di RNA del SARS-CoV-2. Tutto
ciò premesso, SI INTERROGA l’on. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
il motivo dei ritardi dell’accreditamento dei
laboratori messi a disposizione della Università della Calabria che hanno
avanzato specifica richiesta in tal senso.
(131; 26/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il sottoscritto ha già proposto varie
interrogazioni in merito alla grave crisi sanitaria che sta interessando la
nostra Calabria;
- ad oggi non è pervenuta allo scrivente nessuna
risposta in merito;
- nelle ultime settimane in Calabria viviamo in una
condizione sanitaria emergenziale, a causa dell’importante diffusione tra la
popolazione del Covid-19, con gli ospedali oramai al collasso, per mancanza di
posti letto e per insufficienza di personale sanitario;
- è doveroso da parte della Regione Calabria
garantire e tutelare il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della nostra
Costituzione;
- nella lotta al Covid-19 di fondamentale
importanza sono i dati della diffusione del covid-19, forniti al Ministero
della Salute, in base ai quali si determinano le eventuali restrizioni da
applicare, onde limitare il contagio del virus;
- nel report n. 47 del Ministero della Salute, che
comprende il periodo dal 29 marzo al 4 aprile u.s., i dati caricati dalla
Regione Calabria sulla piattaforma attestano 2174 nuovi casi di Covid-19;
- in virtù dei suddetti dati la Calabria è potuta
retrocedere, a far data dal 12 aprile 2021, dalla zona rossa alla zona
arancione, con la conseguente applicazione di misure meno restrittive;
- i dati forniti dalle Asp nello stesso periodo (29
marzo al 4 aprile 2021) riportano 2.794 casi di positività al Covid-19;
- da un raffronto numerico dei suddetti dati
risulta una discrasia di 620 nuovi casi di Covid-19;
- tale situazione si è ripetuta anche nel report
che comprende il periodo 5-11- aprile 2021, comunicato in piattaforma
ministeriale, dove compare un numero di casi di positività al Covid-19
inferiore rispetto a quello censito quotidianamente dalle Asp. Nel dettaglio la
cabina di regia (tra Ministero della Salute e Iss), ha lavorato su 2447
positivi al Covid-19, nella settimana compresa tra il 5 e l’11 aprile u.s.,
mentre i dati registrati dalle Asp ammontano a 2777, con una differenza di 330
casi;
- da un’attenta analisi anche nel monitoraggio
settimanale dal 22 al 29 marzo i positivi comunicati in meno al Ministero della
Salute ammontano a 147, ed in quella precedente ancora, settimana dal 15 al 28
marzo si registra una discrasia di 125 casi;
- tali suindicate difformità di dati destano non
poche preoccupazioni, per affrontare con la dovuta consapevolezza la lotta al
Covid-19;
tutto ciò premesso, si interroga
per sapere:
quali siano le azioni che la Giunta Regionale ha
intenzione di porre in essere per fare chiarezza circa i dati effettivi e reali
sui casi di positività di contagio da Covid-19 nella nostra Regione.
(127; 21/04/2021)
Pitaro Francesco. Al Presidente della Giunta
regionale. Premesso che:
- il litorale dei comuni di Sant'Andrea e Isca
Sullo Ionio è interessato da un progressivo e irruento fenomeno di erosione
costiera;
- nella suddetta fascia costiera dai 130 metri
lineari di spiaggia nel 1981, si è arrivati a 80 metri nel 2011, a 50 metri nel
2014, fino all'azzeramento nel 2018;
- negli anni, diverse strutture ricettive e di
ristorazione ricadenti nei territori di Sant'Andrea e di Isca sullo Ionio hanno
subìto a più riprese gli effetti devastanti della mareggiata;
- i titolari delle suddette strutture hanno dovuto
fronteggiare a spese loro i danni subìti;
- molti disastri si sarebbero potuti evitare se si
fossero messi in atto gli interventi annunciati a più riprese dalle autorità
competenti e mai intrapresi;
- la fascia del litorale ionico che comprende
Sant'Andrea e Isca sullo Ionio necessita di interventi urgenti e
imprescindibili per la tutela della costa;
- da suddetti interventi dipende il futuro di
aziende e attività che investono risorse ed energie in un settore fondamentale
come quello del turismo;
- da notizie informali assunte sembrerebbe che la
Regione Calabria abbia appaltato lavori ad oggi, tuttavia, non iniziati;
- la Regione, Ente appaltante dei lavori in
questione, deve ovviare con urgenza a ritardi ingiustificabili;
- la suddetta condizione è drammatica e non più
tollerabile;
- la promozione dello sviluppo in Calabria non può
attuarsi se non vengono intraprese azioni di salvaguardia dei be ni
paesaggistici e ambientali;
- occorre, pertanto, intervenire tempestivamente al
fine di permettere l'immediato avvio dei lavori diretti a stoppare l'erosione e
porre in essere ogni attività diretta a salvaguardare il patrimonio ambientale;
- il mancato avvio dei lavori de quibus aggrava sempre più il fenomeno erosivo predetto e
danneggia conseguentemente il patrimonio ambientale e costiero nonché,
conseguentemente, gli operatori turistici e commerciali del posto. Tanto
premesso, con la presente, si chiede al presidente della Giunta regionale in
carica p.t. Antonino Spirlì e alla Giunta Regionale:
per sapere:
se hanno contezza della gravissima erosione
costiera che si sta consumando sul litorale dei Comuni di Sant'Andrea e Isca
sullo Ionio e degli enormi danni che a causa di ciò stanno subendo il
patrimonio ambientale e costiero e le attività economiche che insistono nelle
immediate vicinanze della costa e di sapere se la Regione Calabria ha avviato
le necessarie e urgenti iniziative utili al fine di bloccare la detta
gravissima erosione e di salvaguardare il patrimonio costiero e ambientale e le
aziende commerciali e turistiche che gravitano a ridosso del litorale predetto
e se ha appaltato gli urgentissimi lavori e quando i detti lavori avranno
inizio e per quando è prevista la loro conclusione.
(128; 22/04/2021)
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la Regione Calabria, soprattutto in
considerazione del pensionamento di un elevato numero di personale, ha
necessità di reperire diverse figure professionali specialistiche di categoria
C e D;
- quanto sopra è attestato dalle numerose richieste
di personale di categoria C e D operate dai vari Dirigenti di Settore della
Giunta Regionale, al fine di poter gestire i procedimenti di competenza, non
ultime le complesse procedure collegate alla programmazione e attuazione dei
programmi comunitari;
- in tanti uffici esiste una forte presenza di
personale di ruolo sotto inquadrato, in possesso di numerosi titoli di studio e
di servizio, più che sufficienti ad accedere ai profili di istruttore o
funzionario;
- tra gli obiettivi fondamentali che intende
perseguire la Regione Calabria ci sono la valorizzazione dei dipendenti, la
riduzione dei costi dell'apparato burocratico e la meritocrazia;
- a tal fine, avviare un processo di
riqualificazione, dei suddetti dipendenti potrebbe rappresentare una soluzione
alle problematiche organizzative del personale della Regione Calabria;
- in diversi casi, tale personale era prima del processo
di stabilizzazione, inquadrato in categorie C e D svolgendo, pertanto, funzioni
superiori rispetto a quelle a cui poi è stato adibito (in gran parte categoria
B);
- tale riqualificazione inciderebbe in maniera
irrisoria sull'incremento del costo del personale, tanto che diversi soggetti
potrebbero avere un avanzamento di carriera anche a costo zero, in
considerazione dell'attuale livello economico in cui si trovano.
Impegna la Giunta regionale
l'Assessore al Personale e il Presidente della
Regione Calabria ad avviare, con immediatezza, un percorso di valorizzazione
dei titoli e dell'esperienza attraverso progressioni di carriera ai dipendenti
in possesso dei requisiti di legge;
impegna, altresì, la Giunta Regionale, l'Assessore
al Personale e il Presidente della Regione Calabria, a farsi promotori presso
il Governo, di azioni utili o necessarie a rafforzare ulteriormente le
possibilità attualmente offerte dalla legge Madia in termini di progressioni di
carriera, al fine di offrire maggiori possibilità al suddetto personale.
(71; 19/04/2021) Aieta, Bevacqua, Irto.
Il Consiglio regionale, premesso che:
-nella
Regione Calabria vi sono moltissime “zone periferiche”, intendendosi per tali
aree con particolari specificità come luoghi isolati e zone disagiate, comuni
rurali e montani, e che sono collocati in territori difficilmente
raggiungibili, e dunque lontani e distanti dai luoghi di primo soccorso e da
strutture ospedaliere e centri ospedalieri più specializzati;
CONSTATATO che nella maggior parte dei casi tali
zone periferiche oltre ad avere svantaggi orografici, presentano concrete
problematiche per la tutela della salute consequenziali all’impossibilità di
fornire ai cittadini cure di primo intervento in generale e, in particolare, in
ipotesi di arresto cardiocircolatorio non essendo a disposizione di tali zone
una strumentazione idonea;
CONSIDERATO che la legge 3 aprile 2001, n. 120,
avente per oggetto "Utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente
extra-ospedaliero", all’art. 1 così dispone “Art. 1. È consentito l'uso
del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al
personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia
ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.
2. Le Regioni e le Province autonome disciplinano il rilascio da parte delle
aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell'autorizzazione
all'utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori da parte del personale di cui
al comma 1, nell'ambito del sistema di emergenza 118 competente per territorio
o, laddove non ancora attivato, sotto la responsabilità dell'azienda unità
sanitaria locale o dell'azienda ospedaliera di competenza, sulla base dei
criteri indicati dalle linee guida adottate dal Ministro della sanità, con
proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge”;
CONSIDERATO che con l’Accordo del 27 febbraio 2003
tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di
Bolzano sono state indicate "Linee-guida per il rilascio
dell'autorizzazione all'utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori
semiautomatici";
CONSIDERATO inoltre, che il Ministero della Salute
con Decreto ministeriale 18 marzo 2011 ("Determinazione dei criteri e
delle modalità di diffusione dei defibrillatori automatici esterni di cui
all'articolo 2, comma 46, della legge n. 191/2009"), ha promosso la
realizzazione di programmi regionali per la diffusione e l'utilizzo di
defibrillatori semiautomatici esterni, indicando i criteri per l'individuazione
dei luoghi, degli eventi, delle strutture e dei mezzi di trasporto dove deve
essere garantita la disponibilità dei defibrillatori semiautomatici esterni, e
le modalità della formazione degli operatori addetti. Inoltre, lo stesso
decreto allegato Allegato A), lettera b) indica “Ulteriori criteri e modalità
per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni” e afferma “devono
essere identificate nel territorio regionale le seguenti aree: … aree con
particolari specificità come luoghi isolati e zone disagiate (montagna, piccole
isole), pur se a bassa densità di popolazione” ed ancora “2. Modalità di
allocazione dei defibrillatori semiautomatici esterni. Nell'ambito della
programmazione della distribuzione dei defibrillatori semiautomatici esterni
sul territorio, le Regioni predispongono piani che individuano specifiche
priorità di allocazione dei dispositivi, compatibilmente con le risorse
economiche a disposizione e sulla base della contestuale attività di formazione
e addestramento all'uso degli operatori e dei cittadini;
” CONSIDERATO ancora, che la circolare del
Ministero della Salute del 16 maggio 2014 ha fornito indirizzi in merito ai
corsi di formazione finalizzati al rilascio di un attestato di autorizzazione
all'impiego del DAE a personale non sanitario (c.d. laico), al fine di
perseguire un modello unico, senza rigidità strutturali che possano comportare
ostacoli al processo di diffusione della cultura e dell'utilizzo dei DAE.
APPRESO che, presso la Regione Calabria è istituito un “Elenco soggetti/enti
erogatori corsi formazione autorizzati all'impiego DAE (defibrillatori
automatici esterni) ai sensi del dm 18 marzo della c.m. 13917 del 20 maggio
2014”;
CONSTATATO che in condizioni di emergenza derivanti
da un arresto cardiaco, elementi fondamentali in grado di garantire la
sopravvivenza del soggetto sono rappresentati dalla capacità di eseguire
manovre di rianimazione cardiopolmonare utili a guadagnare tempo in attesa
dell'arrivo dei soccorsi, nonché dalla defibrillazione precoce, poiché
l'arresto cardiaco determina, molto spesso, una condizione di fibrillazione
ventricolare, e quindi di aritmia grave e che nelle zone periferiche non è
immaginabile il trasporto immediato e veloce del paziente in un centro specialistico
di rianimazione sicché, per salvare vite umane dall'arresto cardiocircolatorio,
lo strumento tecnologicamente avanzato in caso di primo intervento appare
essere il defibrillatore semiautomatico. Di talché tale ultimo strumento se
messo a disposizione nelle predette contribuirebbe ad assicurare sull’intero
territorio regionale un sistema omogeneo di cure primarie soprattutto per i
soggetti più fragili,
impegna la Giunta regionale
a promuovere corsi di formazione del personale
volontario capace di utilizzare i defibrillatori semiautomatici esterni per il
trattamento dell’arresto cardiaco;
a discutere sulle fattibilità di dotare le comunità
nelle “zone periferiche” o scarsamente accessibili anche ad operatori di somma
urgenza (118), in quanto fondamentali sono gli interventi entro i primi cinque
minuti dalla crisi circolatoria;
di tali defibrillatori semi-automatici è necessario
consentirne la maggior diffusione e l’utilizzo in sede extraospedaliera e
mediante la telemedicina creare comunità cablate in fatto di sanità pubblica e
di prima emergenza;
ad avviare interlocuzioni formali con i Comuni per
l’assegnazione e l’addestramento all’uso dei dispositivi per la
cardioprotezione territoriale. Infine, mediante le risorse del Recovery Fund,
si chiede di voler impegnare somme utili per l’acquisto di defibrillatori
semiautomatici al fine già rappresentato.
(72; 22/04/2021) Anastasi.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- nella Regione Calabria vi sono territori
collinari e montani, distanti dai centri di riferimento ospedaliero o di primo
soccorso che hanno necessità eterogenee e bisogni organizzativi dissimili
rispetto a quelle aree urbane e alle zone metropolitane. CONSTATATO che
l’emergenza sanitaria ha imposto l’attenzione per la medicina territoriale e la
necessità di realizzare una rete ospedale-medici-territorio che garantisca
assistenza e fruizione di servizi. CONSIDERATO che è sempre più evidente che un
sistema sanitario moderno non può prescindere dalla telemedicina e dalla sanità
digitale sì da consentire di seguire i pazienti, rendendoli autonomi il più
rapidamente possibile e agevolandone l’autogestione. CONSIDERATO l’accordo tra
lo Stato e le regioni del 27 dicembre 2020 sul documento recante “Indicazioni
nazionali per l’erogazione di prestazioni di telemedicina” con il quale è stata
condivisa la necessità di estendere la pratica medica ed assistenziale oltre
gli spazi fisici in cui usualmente si svolge oltre le tradizionali procedure.
APPRESO che nel predetto documento si conviene di adottare e mettere in atto le
indicazioni ivi previste nell’ambito dell’organizzazione dell’assistenza
sanitaria di ciascuna Regione e Provincia Autonoma. CONSTATATO che la pandemia
da Covid-19 ha evidenziato come, soprattutto nei casi di pazienti particolarmente
fragili o affetti da patologie molto invalidanti e rare, la possibilità di
ricevere un servizio a distanza sia fondamentale per garantire la continuità
dell’assistenza e che, al contempo, sia importante somministrare i servizi in
telemedicina anche a tutti quei malati nei quali la comparsa di sintomi da
Covid-19, pur lievi o moderati, potrebbe sovraccaricare il quadro clinico
globale.
Impegna la Giunta regionale
ad utilizzare i fondi del Recovery fund anche per
fornire i servizi in telemedicina, per promuovere e migliorare il processo
assistenziale nelle suddette aree, servizi quali la televisita, il teleconsulto
medico, la teleconsulenza medico-sanitaria, la teleassistenza da parte di
professioni sanitarie e la telerefertazione, dando attuazione alle “Indicazioni
nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” per come specificate
nell’allegato A di cui all’accordo ai sensi dell’art. 4 comma 1 ex dlgs n.
281/1997 del 27.12.2020.
(73; 26/04/2021) Anastasi.
Il Consiglio regionale, premesso che:
-considerato
che, ormai da mesi, una struttura sanitaria d'eccellenza qual è la clinica
Sant'Anna di Catanzaro, per una serie di vicende burocratiche, rischia di
essere cancellata dal Sistema sanitario regionale con la perdita di 300 posti
di lavoro;
che si tratta di una struttura sanitaria che
effettua 900 interventi di Cardiochirurgia in un anno ed ha ottenuto per 3 anni
il primo posto nella classifica delle cardiochirurgie stilata da Agenas;
che più volte e nel corso di più incontri il
Presidente della Regione ha riconosciuto l'importanza scientifica della clinica
e la necessità di salvaguardarla e che allo stesso modo si è comportato il
Commissario della sanità dottor Longo che ha proceduto all'accreditamento della
struttura;
che è ingiusto - violando ogni principio di
efficacia, trasparenza e buon andamento e imparzialità della pubblica
amministrazione - che si lasci ancora in sospeso una struttura sanitaria senza
la quale si lederebbe il diritto alla salute dei calabresi facendo lievitare i
costi dell'emigrazione sanitaria;
che, ad oggi, nonostante l'accreditamento della
struttura concesso con decreto dal Commissario ad acta per la sanità, l'Asp di
Catanzaro rifiuta di firmare con il Sant'Anna il contratto per l'anno in corso
mettendo di conseguenza nei guai la clinica decretandone la fine;
che l'omessa stipula del contratto determina la
morte della struttura d'eccellenza cardiochirurgica Sant'Anna di Catanzaro e la
perdita di 300 posti di lavoro e di un patrimonio sanitario e scientifico e
costringerà i pazienti calabresi a sottoporsi ad interventi cardiochirurgici in
strutture sanitaria che insistono in altre regioni. Tutto ciò premesso, il
Consiglio regionale
impegna la Giunta regionale
IMPEGNA il Presidente della Regione affinché si
promuova con urgenza ogni passaggio utile a definire positivamente la vicenda
amministrativa del Sant'Anna interessando direttamente, su tutta la vicenda, il
Ministero della Salute e il Ministero dell'Interno affinché avochino la
procedura del rinnovo del contratto o rimuovano la triade commissariale.
(74; 26/04/2021) Pitaro Francesco, Bevacqua,
Billari, Anastasi, Pitaro Vito, Crinò, Pietropaolo, Graziano, Minasi, De
Caprio.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- che, il quattro maggio in Calabria sarà festa
patronale in onore di San Francesco di Paola;
- che, questo è il secondo anno consecutivo che,
per evidenti ragioni, la Città di Paola ha annullato ogni festeggiamento civile
in Suo onore;
- che, dedicare le date tradizionalmente legate ai
festeggiamenti di San Francesco ad una seconda vaccinazione di massa
rappresenterebbe un simbolo di speranza per tutti i devoti del Santo;
- che, la finalità di quest’iniziativa è quella di
veicolare un messaggio di speranza per tutti i calabresi che affidano la
Regione al Santo patrono con particolar riguardo alle persone bisognose;
- che, in questo difficile momento bisogna dare
anche una risposta di unità, di vicinanza e di solidarietà verso gli ultimi.
Tutto ciò premesso e ritenuto IMPEGNA IL PRESIDENTE E
impegna la Giunta regionale
affinché vengano attuate tutte le procedure per
promuovere una seconda giornata dedicata alla vaccinazione di massa, nei primi
giorni di maggio, secondo regole di prenotazione e fasce d’età prestabilite.
(75; 26/04/2021) Di Natale, De Caprio, Graziano,
Pietropaolo, Crinò, Bevacqua, Pitaro Francesco, Anastasi, Billari.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
premesso che:
- il quattro maggio in Calabria sarà festa
patronale in onore di San Francesco di Paola;
- questo è il secondo anno consecutivo che, per
evidenti ragioni, la Città di Paola ha annullato ogni festeggiamento civile in
Suo onore;
- dedicare le date tradizionalmente legate ai
festeggiamenti di San Francesco ad una seconda vaccinazione di massa
rappresenterebbe un simbolo di speranza per tutti i devoti del Santo;
- la finalità di quest’iniziativa è quella di
veicolare un messaggio di speranza per tutti i calabresi che affidano la
Regione al Santo patrono con particolar riguardo alle persone bisognose;
- in questo difficile momento bisogna dare anche
una risposta di unità, di vicinanza e di solidarietà verso gli ultimi.
Tutto ciò premesso e ritenuto
IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA
affinché vengano attuate tutte le procedure per
promuovere una seconda giornata dedicata alla vaccinazione di massa, nei primi
giorni di maggio, secondo regole di prenotazione e fasce d’età prestabilite.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
considerato che:
- ormai da mesi, una struttura sanitaria
d'eccellenza qual è la clinica Sant'Anna di Catanzaro, per una serie di vicende
burocratiche, rischia di essere cancellata dal Sistema sanitario regionale con
la perdita di 300 posti di lavoro;
- si tratta di una struttura sanitaria che effettua
900 interventi di cardiochirurgia in un anno ed ha ottenuto per 3 anni il primo
posto nella classifica delle cardiochirurgie stilata da Agenas;
- più volte e nel corso di più incontri il
Presidente della Regione ha riconosciuto l’importanza scientifica della clinica
e la necessità di salvaguardarla e che allo stesso modo si è comportato il
Commissario della sanità dottor Longo che ha proceduto all'accreditamento della
struttura;
- è ingiusto - violando ogni principio di
efficacia, trasparenza e buon andamento e imparzialità della pubblica
amministrazione - che si lasci ancora in sospeso una struttura sanitaria senza
la quale si lederebbe il diritto alla salute dei calabresi facendo lievitare i
costi dell'emigrazione sanitaria;
- ad oggi, nonostante l'accreditamento della
struttura concesso con decreto dal Commissario ad acta per la sanità, l'Asp di
Catanzaro rifiuta di firmare con il Sant'Anna il contratto per l 'anno in corso
mettendo di conseguenza nei guai la clinica decretandone la fine;
- l'omessa stipula del contratto determina la morte
della struttura d'eccellenza cardiochirurgica Sant'Anna di Catanzaro e la
perdita di 300 posti di lavoro e di un patrimonio sanitario e scientifico e
costringerà i pazienti calabresi a sottoporsi ad interventi cardiochirurgici in
strutture sanitaria che insistono in altre regioni.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE
affinché si promuova con urgenza ogni passaggio
utile a definire positivamente la vicenda amministrativa del Sant'Anna
interessando direttamente, su tutta la vicenda, il Ministero della Salute e il
Ministero dell'Interno affinché avochino la procedura del rinnovo del contratto
o rimuovano la triade commissariale.